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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 592 di mercoledì 10 novembre 2021

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

La seduta comincia alle 10,50.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ALESSANDRO AMITRANO, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ferri e Valente sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 100, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 30 settembre 2021, n. 132, recante misure urgenti in materia di giustizia e di difesa, nonché proroghe in tema di referendum, assegno temporaneo e IRAP (A.C. 3298-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 3298-A: Conversione in legge del decreto-legge 30 settembre 2021, n. 132, recante misure urgenti in materia di giustizia e di difesa, nonché proroghe in tema di referendum, assegno temporaneo e IRAP.

Ricordo che nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo approvato dalla Commissione. Dovremmo passare alle dichiarazioni di voto, ma il Governo non è presente e il caso vuole che il collega Forciniti abbia chiesto di fare un intervento sull'ordine dei lavori, che avevamo concordato in maniera diversa, ma se il collega Forciniti è pronto, possiamo fargli fare il suo intervento.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-L'A.C'È). Anche io vorrei che ci fosse il Governo in Aula perché la mia richiesta sarà diretta al Governo, quindi non accetto di essere usato come un riempitivo, come la pubblicità.

PRESIDENTE. Allora, non sarà usato come un riempitivo e sospenderemo la seduta, però la sua richiesta comunque va alla Presidenza, non al Governo: la Presidenza dopo si farà carico di trasmettere le sue richieste al Governo. Lei interviene sull'ordine dei lavori - ad altro titolo non può intervenire -, quindi le richieste sull'ordine dei lavori sono rivolte alla Presidenza e la Presidenza dopo si occuperà di trasmetterle al Governo.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-L'A.C'È). Se mi viene data la possibilità di svolgere il mio intervento dopo - come concordato con lei - lo preferisco.

PRESIDENTE. Va bene, va bene, onorevole Forciniti, figuriamoci, non c'è nessun problema. Sospendiamo la seduta, nell'attesa, nella speranzosa attesa, che arrivi qualcuno del Governo.

La seduta, sospesa alle 10,55, è ripresa alle 11,10.

PRESIDENTE. Possiamo riprendere la seduta. Ringraziamo la sottosegretaria Bergamini, che ha avuto un piccolo incidente e che è qui, oggi, con noi.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha avuto un piccolo incidente, ma comunque l'onorevole Colletti ritiene di intervenire sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (MISTO-L'A.C'È). Presidente, il Governo esprime un Ministro per i Rapporti con il Parlamento, esprime, se non sbaglio, due sottosegretari che si occupano dei rapporti con il Parlamento; vi sono svariati Ministri e, soprattutto, sottosegretari che noi sappiamo non fanno praticamente nulla, se non essere seduti sopra una poltrona e fregiarsi del titolo di sottosegretario, poiché decidono tutto i Ministri e i burocrati del Ministero (Commenti)…

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, dopo mezz'ora di interruzione, lasciamo all'opposizione…

ANDREA COLLETTI (MISTO-L'A.C'È). Ringrazio la maggioranza della canea, ma questo dimostra il rispetto (Commenti)

FILIPPO SENSI (PD). Non è un linguaggio accettabile!

PRESIDENTE. Onorevole Sensi, onorevole Sensi, onorevole Colletti, onorevole Sensi, il linguaggio lo decido io se è accettabile!

FILIPPO SENSI (PD). Benissimo…

PRESIDENTE. Benissimo e allora lei faccia silenzio e si accomodi (Commenti del deputato Sensi)! Lei si accomodi e faccia silenzio!

Onorevole Colletti, si esprima correttamente e concluda il suo intervento.

ANDREA COLLETTI (MISTO-L'A.C'È). Sì, Presidente, in realtà il linguaggio era proprio della Treccani, se lei vede, ogni parola rientra nella spiegazione italiana della Treccani. Ad ogni modo, Presidente, questo incidente - chiamiamolo così - è la dimostrazione di quanto questo Governo tenga in considerazione questo Parlamento, ma ancor di più è la dimostrazione di quanto questo Parlamento e i singoli parlamentari tengano in considerazione questo Parlamento. Il Governo ritiene che questo Parlamento non valga niente e neanche si presenta quando mette la fiducia, quindi quando strozza il dibattito parlamentare ed evita che si possano votare emendamenti (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è). E qui parliamo di un decreto-legge al quale sono stati presentati 16 emendamenti, cioè il Governo ha messo la fiducia su un decreto-legge oltretutto, con riferimento al quale si dovevano discutere esclusivamente 16 emendamenti. Ce l'avremmo fatta in due-tre ore, ma siccome due-tre ore di dibattito parlamentare non andavano bene al Governo, non andavano bene a questa maggioranza, si è voluto mettere la fiducia. Oggi neanche si presenta o si presenta in ritardo - vuoi per incidenti, vuoi per altri motivi - per ascoltare almeno quello che questo Parlamento ha da dire, ma, ancora peggio, è questo Parlamento che subisce tutto questo in silenzio.

Infatti, Presidente, ora lei presiede qui oggi, ma mi rivolgo anche al Presidente Fico che dovrebbe rappresentare questa Camera: voi, in questo momento, presiedete un ologramma parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è), una Camera che non esiste e non esiste perché non fa il suo lavoro! Il Presidente Fico se ne dovrebbe rendere conto e dovrebbe rendere conto non solo a noi parlamentari e non solo ai parlamentari di opposizione, perché è una questione anche dei parlamentari di maggioranza, se non di più, ma dovrebbe rendere conto al Paese che questa Camera è totalmente inutile! E se è inutile, che Fico la chiudesse, e noi ci risparmiamo il lavoro e magari facciamo risparmiare gli italiani dal pagarci uno stipendio senza lavorare, perché sostanzialmente qui facciamo questo: aspettiamo 24 ore per la fiducia, per le dichiarazioni di voto sulla fiducia, non votiamo gli emendamenti che qualcuno prepara, 16 emendamenti, e quindi questa Camera, che dovrebbe essere il luogo della democrazia costituzionale di rappresentanza dei cittadini, noi l'abbiamo chiusa, nei fatti l'abbiamo chiusa. Fico la chiudesse davvero! Magari in questo caso ci sarebbe un po' più di sincerità e onestà istituzionale (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è)!

Si riprende la discussione.

(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 3298-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Colucci. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO COLUCCI (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, Presidente. Questo decreto su cui il Governo ha posto la questione di fiducia affronta diversi temi: misure urgenti in materia di giustizia e di difesa e proroghe in temi di referendum, di assegno temporaneo e di IRAP. L'argomento più dibattuto è stato ed è certamente quello della giustizia. Qualche passo in avanti è stato fatto su questo tema, in particolar modo, ad esempio, sulla previsione di un'autorizzazione da parte del giudice, con motivazioni chiare, per intercettazioni attraverso uno strumento particolarmente invasivo sulla privacy e sulla vita privata delle persone, come il trojan.

Iniziative come queste, insieme ad altre, hanno rappresentato sicuramente passi in avanti timidi, ma verso una giustizia che sia tale e non lo strumento per lotte politiche e di potere.

Ci aspettiamo certamente interventi molto più forti, molto più decisi nella direzione di avere una giustizia più giusta e vera. Ad esempio, crediamo sia assolutamente necessaria e urgente l'abolizione di reati come l'abuso d'ufficio e il traffico di influenze, due reati indeterminati e discrezionali; reati che, così come sono stati definiti, limitano l'impegno responsabile di chi vuole fare politica. In alcuni casi, chi è sindaco, chi è amministratore non fa le cose per evitare di avere problemi, in altri casi, e lo abbiamo visto, tra tutti coloro che hanno responsabilità politica e di partito non si trovano candidati per fare i sindaci o i consiglieri comunali. Allora, su questo crediamo si debba lavorare; diamo la fiducia al Governo per quei piccoli passi in avanti che si sono fatti, ma soprattutto per il lavoro che possiamo fare insieme, perché abbiamo fiducia nel Governo Draghi e nel Ministro Cartabia, affinché si possa intervenire in modo serio e in modo concreto, trasformando la giustizia italiana in un vero strumento, che non sia uno strumento di potere o politico, ma che sia uno strumento per rendere giustizia alle istanze dei cittadini.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Maniero. Ne ha facoltà. Dov'è? Onorevole Maniero, velocemente, anche lei ha avuto un incidente evidentemente. Prego, tiri fuori il microfono.

ALVISE MANIERO (MISTO-L'A.C'È). La ringrazio, Presidente. Non è certo la prima volta che il Governo chiede la fiducia, ma lo sperdimento che genera in noi de L'Alternativa c'è è sempre come la prima volta e cerco di ricordare il perché. Ogni volta siamo costretti a riportare alla mente quali sono le figure che ci chiedono questa fiducia.

Il Governo è guidato prima di tutto da Mario Draghi, una persona che da decenni, cioè da prima degli anni Novanta, spinge, promuove e sostiene una privatizzazione forzata e selvaggia dei gioielli di famiglia italiani, il tutto a beneficio di grandi società d'Oltralpe, francesi ma anche anglo-americane, ci mancherebbe, secondo l'illuminata visione ultraliberista della “libera volpe nel libero pollaio”; non serve spiegare come è andata a finire: a beneficio della volpe, mentre agli italiani rimangono le piume.

Ma non è l'unica figura che caratterizza questo Governo, perché Mario Draghi le promesse le mantiene: lui ha promesso, nero su bianco, da decenni, oltre alle privatizzazioni selvagge che, in questi giorni, vediamo confermare con vari progetti di legge e che riguarderanno anche l'acqua pubblica, le partecipate nei comuni; no, no, queste promesse vengono mantenute; si mantiene il taglio dei diritti sul lavoro, si mantiene l'idea di tagliare le pensioni e anche le misure, che avevamo messo in piedi per cercare di attutire la crisi in atto, vediamo che vengono smantellate.

Ma non è solo in questa opera, è debitamente coadiuvato da un corollario di figure: non penso solo alla Ministra dell'Interno e al suo degno sottosegretario che pensano alternativamente a vietare le manifestazioni o a parlare di controllo del moto ondulatorio dei mezzi, parlando di poliziotti che hanno pestato persone a terra, facendo “scassare” dal pianto o dal riso mezza Italia, non le sospensioni del mezzo a cui si riferiva. Sarebbe stata degna battuta in una bettola, invece è stata riferita a queste Camere, umiliandole ulteriormente, ce ne fosse stato bisogno.

Ma c'è anche la Ministra Cartabia, elenco non esaustivo, grazie alla cui riforma qualunque crimine in Italia sarà di più facile commissione programmando l'impunità; basta avere un po' di soldi, un po' di tempo e tutto, dallo stupro, ai reati finanziari ai danni dei risparmiatori, a qualunque tipo di reato, sarà prima o poi improcedibile. Fantastico!

Ma non è tutto qui. Io credo che, quando vediamo questo tipo di opere, quando vediamo questo tipo di lavoro e il Governo chiede fiducia, allora io sono portato a pensare che questo Governo non abbia bisogno di fiducia; questo Governo ha bisogno di un freno; questo Governo non sta creando resilienza, questo Governo giustifica la resistenza e a me dispiace solo che qui dentro siamo in pochi rispetto ai cittadini fuori che la chiedono, ma noi continuiamo ad opporla e quindi votiamo contro questa fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Credo che, in riferimento a quello che è capitato prima, ci dovrebbe essere alla base di tutto il rispetto delle persone. Avrei capito la reazione dei colleghi de L'Alternativa c'è se questo fosse il decimo caso di latitanza del Governo. Viene spiegato che la sottosegretaria ha avuto un problema e si inizia una canea, questa sì, verbale, demagogica e francamente irrispettosa. Come risposta civile, siccome abbiamo perso circa dieci minuti per l'assenza del Governo, restituisco questi dieci minuti, dichiaro che voteremo a favore della fiducia e in questo modo abbiamo risolto il problema.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Napoli. Ne ha facoltà.

OSVALDO NAPOLI (CI). Grazie, Presidente, fuori tempo se mi permette. La fiducia è rivolta al Governo retto dal Presidente Draghi e mi rivolgerò a lui nel mio intervento, senza mancare, mi creda, di rispetto personale ed istituzionale alla sua persona, sottosegretario Bergamini.

Presidente, nell'annunciare il voto favorevole del gruppo Coraggio Italia sulla questione di fiducia sento di assolvere ad un compito sicuramente agevole per quanto riguarda il merito del testo, eppure nello stesso tempo impegnativo per quanto riguarda il contesto politico-parlamentare. Non mi dilungo sul merito delle norme sulla giustizia, già ottimamente argomentato dal collega Maurizio D'Ettore, essendo esse parte di una complessa architettura di riforme di cui abbiamo intravisto, credo, soltanto il capitolo iniziale.

Il Ministro Cartabia è riuscita laddove altri avevano esitato, rinviato e poi abbandonato ogni intento riformatore. Il cantiere aperto si muove nella direzione giusta, vale a dire il ripristino di quelle tutele giuridiche del cittadino nel rispetto delle garanzie costituzionali troppo spesso, negli ultimi anni, rese incerte nel clima infuocato dei rapporti tra politica e magistratura.

Desidero riaffermare in questa sede la piena fiducia di Coraggio Italia nell'operato del Ministro Cartabia e, nello stesso tempo, formulare auspici perché i prossimi capitoli di riforma acquistino un respiro più ampio, puntando con decisione e in tempi ragionevoli al riequilibrio processuale dei ruoli fra accusa e difesa (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia), in direzione di un rafforzamento delle garanzie e dei diritti di ogni cittadino chiamato nelle vesti di imputato a rendere conto delle proprie azioni.

Il punto di arrivo di un serio e meditato processo riformatore non può non coincidere con una revisione dell'impianto giuridico sull'obbligatorietà dell'azione penale. Il mio compito, come dicevo in premessa, si fa più impegnativo e meno agevole passando dal merito del testo al contesto politico-parlamentare. Coraggio Italia ha dato prova, in questi mesi di straordinaria operosità del Governo, di fornire con grande senso di responsabilità e con assoluta lealtà politica il proprio supporto parlamentare all'azione dell'Esecutivo; lo abbiamo fatto e intendiamo continuare in questo proposito da posizioni via via più rilevanti sul piano parlamentare. Una rilevanza non inferiore a quella di altri gruppi, ma fino ad oggi non confortata da quel riconoscimento nei ruoli operativi a cui pure si avrebbe diritto in nome della pari dignità politica e parlamentare.

Quel minimo di coesione della sua maggioranza non deriva oggi, almeno nel contesto in cui opera il suo Governo, Presidente Draghi, dalla condivisione di grandi obiettivi politici o da una comune visione su alcuni decisivi tipi di riforma. Questa maggioranza sta in piedi - mi sembra avventato affermare che va avanti - solo grazie alla sua personale autorevolezza, Presidente Draghi; la sua autorevolezza in Italia, la stima e la considerazione di cui lei gode sulla scena europea e internazionale sono l'unico ed effettivo cemento capace di tenere unite forze politiche altrimenti pronte a dividersi e a combattersi senza tregua, invece di preoccuparsi per la tutela degli interessi generali.

Mi chiedo, chiedo a lei, Presidente Draghi, e agli onorevoli colleghi della maggioranza: esistono oggi, non dico solo le condizioni, ma le premesse per creare una coesione politica minima capace di supportare l'azione dell'Esecutivo guardando oltre il giorno per giorno? Perché attuare il Piano nazionale di ripresa e resilienza, con il seguito di corpose riforme necessarie per implementarlo, significa portare l'Italia oltre il guado della pandemia ed entrare nel nuovo mondo della transizione ecologica, costruita attorno ad un nuovo paradigma dello sviluppo. Sono passaggi cruciali e sono passaggi che una società politica matura e responsabile dovrebbe affrontare mettendo fra parentesi, e per un tempo non breve, la lotta politica per la ricerca dei consensi elettorali.

Lei, Presidente Draghi, ha ben chiara la complessità delle sfide che attendono il nostro Paese e il suo Esecutivo. Arrivo anche a supporre - mi scusi per l'azzardo - un suo sentimento, se non di amarezza, certo di disagio per la crescente, quando in alcuni momenti strumentale, litigiosità delle forze di questa maggioranza, che sarà anche di emergenza, ma di sempre più avara solidarietà.

Occorre, a giudizio di Coraggio Italia, un atto politico impegnativo da parte del suo Governo; un atto capace di riconnettere l'operatività dell'Esecutivo ai gruppi parlamentari e i gruppi parlamentari alle forze politiche.

Quello che mi permetto di suggerire con profonda umiltà è lo sforzo, Presidente Draghi, di rafforzare l'interlocuzione costante e quotidiana sua e dei suoi Ministri con il Parlamento, non come alternativa agli incontri, pur necessari, con le leadership politiche, ma sicuramente integrativa ed essenziale per accelerare il lavoro del Governo nelle sedi parlamentari.

Un auspicio: il Governo riprenda il dialogo con i sindacati, le parti sociali; quando ha utilizzato questo metodo e modello i risultati sono arrivati. Dobbiamo ascoltare le parti sociali su investimenti, lavoro pubblico e privato, creazione di nuova occupazione, protezione sociale, fisco e pensioni, intesa sulla sicurezza per contrastare il COVID, le problematiche nel settore scolastico ed altro.

La sua presenza, Presidente Draghi, è una maggioranza parlamentare nel senso che qui, in quest'Aula, il suo Esecutivo può rafforzare e accelerare l'azione riformatrice mettendola al riparo dalle diatribe di una partitocrazia pronta a cercare pericolose rivincite, anche a costo di danneggiare il Paese. Scelga, con il coraggio e la lungimiranza che tutti le riconoscono e le riconosciamo, di portare il suo Governo a sedere in Parlamento, come esortavano grandi costituzionalisti del passato; sedere in Parlamento, appunto, e riconoscere a tutti i gruppi parlamentari che sostengono l'Esecutivo quella pari dignità che solo può essere foriera di coesione e di operosità, affrancando le politiche di Governo dalle logiche di corto respiro che sempre più dominano nei partiti. Una scelta in questa direzione darà nuova linfa al suo Governo, Presidente Draghi, ma darà soprattutto nuove speranze all'Italia; nuove speranze all'Italia e a tutte le forze sociali, imprenditoriali, sindacali, e a quella parte debole del Paese che aspetta da noi risposte di crescita, sviluppo e benessere. È nostro desiderio, come Coraggio Italia, Presidente, ma crediamo che sia anche il desiderio del Presidente Draghi (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV). La ringrazio, signor Presidente. Il Governo ha scelto di mettere la fiducia e noi la voteremo, nonostante sappiamo bene - e questo bisogna dirselo con chiarezza - che questa volta la fiducia non è posta certo perché vi era una manovra ostruzionistica da parte delle opposizioni o vi erano problemi di tempi. È stata una scelta politica del Governo perché è del tutto evidente che sulla materia giustizia e intercettazioni vi erano delle divergenze all'interno della maggioranza. Non nascondiamoci dietro a un dito, questa è la realtà, altrimenti, diversamente, con 15 emendamenti non si sarebbe giustificato.

È un provvedimento che, oltre ai temi della giustizia, che ora affronterò, tiene dentro anche cose importanti, e in questo mi vorrei rivolgere alla Lega e a Fratelli d'Italia. C'è il tema dei referendum: si è lasciato credere che l'intervento del Governo è stato a difesa del referendum sulla legalizzazione e via dicendo.

Invece no, è un intervento del Governo a difesa dell'istituto del referendum e dei cittadini, perché le firme sono state raccolte nei tempi dati (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva) ma le certificazioni da parte dei comuni ritardavano anche per la concomitanza delle elezioni amministrative, poiché gli stessi non erano in grado di fornire ciò che avrebbero dovuto fornire secondo la legge per rendere legittime le firme; quindi, il Governo è intervenuto a surroga di problemi che ci sono stati all'interno dell'apparato dello Stato.

Poi c'è il tema più delicato della giustizia. Presidente; è del tutto evidente che voteremo questa fiducia, anche se non siamo convinti che sia stata fatta una scelta eccezionale; d'altra parte, lo abbiamo visto sulla presunzione di innocenza e su altro ed è quello che si può fare in questo Parlamento. Cominciamo col dire che delle due prescrizioni - dovevamo venire incontro alle prescrizioni della Corte di giustizia europea sul tema delle intercettazioni, anche se, in realtà non si tratta solo di intercettazioni, ma dell'utilizzo dei tabulati telefonici - veniamo incontro solo ad una delle due che l'Europa ci dà, ossia a quella per cui ad autorizzare l'utilizzo di questi tabulati non possa essere il pubblico ministero ma un giudice terzo. Poi, però, Presidente, questa che abbiamo recepito prevede un'anomalia, cioè inseriamo una deroga, perché ad un certo punto si prevede che, in caso di urgenza, il PM possa acquisire direttamente i dati con proprio decreto motivato che dovrà essere comunicato entro 48 ore al giudice terzo, affinché lo convalidi nelle successive 48 ore. È vero che il giudice lo deve convalidare, però, noi sappiamo che le deroghe che si prevedono nelle nostre leggi, spesso e volentieri, poi, rischiano di diventare la norma e, comunque sia, c'è un altro tema: se in questo Paese vi fosse la separazione delle carriere, definire il giudice terzo come una garanzia lo sarebbe sicuramente, visto come si comportano spesso i giudici del riesame e via dicendo, quelli che devono poi valutare le decisioni del PM; diciamo che questa terzietà del giudice ogni tanto viene anche messa in discussione, ma tant'è.

L'altra prescrizione, Presidente, quella dell'Europa, viene sostanzialmente elusa; l'accesso ai dati deve essere circoscritto, secondo l'Europa, a forme gravi di criminalità e a grave minaccia alla sicurezza pubblica. Questo è ciò che ci chiede l'Europa e noi rispondiamo, estendendo sostanzialmente l'utilizzo di questi tabulati a tutti i reati con detenzione non inferiore a tre anni, cioè praticamente alla stragrande maggioranza. Non seguiamo quei due paletti precisi che ci dava l'Europa e, soprattutto, la CEDU dice, Presidente, che le intercettazioni non possono essere fatte per finalità di prevenzione, ricerca, accertamento e perseguimento dei reati. Ebbene, perché le dico questo, Presidente? Visto che si parla tanto della questione Open, Presidente, in questi giorni - perché chiaramente i processi mediatici ormai da noi sono all'ordine del giorno - cosa succede nell'operazione Open, con riferimento alla possibilità di utilizzare i dati? L'operazione Open prevede che, ad un certo punto, un pubblico ministero mandi in giro per tutta Italia centinaia di agenti della Guardia di finanza, alle ore più improbabili della mattina, per sequestrare telefonini e computer di persone non indagate; alcune di queste persone fanno ricorso e, a proposito della - diciamo - terzietà del giudice, che dovrebbe valutare le decisioni del pubblico ministero, il giudice del riesame avalla la scelta del pubblico ministero, finché la questione non viene portata in Cassazione e la Cassazione - le cito una frase di ciò che afferma la Cassazione a proposito del ricorso del dottor Serra - dice: “A ben guardare non sono definiti in alcun modo i contorni essenziali della vicenda, che dovrebbe ricondursi ad un traffico di influenze, in assenza del riferimento al tipo di mediazione richiesta o all'individuazione della controprestazione da remunerare e soprattutto in relazione alla determinabilità dei pubblici ufficiali, temi cui sarebbero, poi, da ricondurre le attività investigative di ricerca della prova che, nel caso di specie, risultano, invece, volte non tanto a trarre conferme di ipotesi ragionevolmente formulate, bensì ad acquisire la vera e propria notizia di reato, dovendosi invero reputare inconsistente sul piano del fumus commissi delicti il mero riscontro di investimenti fatti in favore di una società lussemburghese (…)”, eccetera, eccetera. Parliamo di una persona che non è nemmeno indagata, alla quale sono stati sequestrati telefonini, computer e via dicendo.

A proposito della terzietà del giudice, sull'acquisizione da parte del PM interviene il riesame che ovviamente la conferma e qui è la Cassazione che dice come funzionano le cose, perché afferma: “Il vizio risulta dunque riconducibile al decreto genetico, quello del PM, fermo restando che ad esso il tribunale non poteva né ha concretamente posto rimedio, limitandosi sul punto a ribadire i medesimi assunti”. Si potrebbe dire: lo ha fatto per uno; e ve n'è stato anche un altro, una società, la Menarini, ha presentato lo stesso ricorso, perché le sono stati sequestrati i computer, e la Cassazione ci ritorna una seconda volta: “Un sequestro, quello oggetto dell'ordinanza impugnata, strutturalmente asimmetrico rispetto alla notizia di reato per cui si procedeva, rispetto al fatto per cui si investigava, rispetto al ruolo che in detto fatto avrebbero avuto gli odierni ricorrenti, rispetto al suo oggetto; un sequestro che finisce per assumere, sul piano quantitativo e qualitativo, una non consentita funzione esplorativa, finalizzata alla eventuale acquisizione, diretta o indiretta, di altre notizie di reato”.

Ecco a cosa servono le intercettazioni o anche a cosa servono le intercettazioni; sono i giudici che smentiscono un certo modo di utilizzare le intercettazioni (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Ecco, ormai, qual è la ragione delle intercettazioni. Vorrei dirle, signor Presidente, che le intercettazioni - parliamoci chiaro - sono diventate un'industria e non sono soltanto un'industria per le società che ovviamente gestiscono queste cose e che sono lautamente pagate, ma sono un'industria perché garantiscono, attraverso i media, la TV e magari tante cose, non solo vendite di copie di giornali - perché sbatti il mostro in prima pagina e figuriamoci i processi mediatici - ma perché, magari, consentono anche la promozione di qualche carriera, in qualunque reparto della nostra società (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Presidente, lo sappiamo tutti come si costituiscono i processi mediatici: si utilizza l'escamotage del deposito degli atti e, da quel momento, si comincia a fare carne da porco di tutto e di tutti nella formale illegalità, ma nella legittimità di fatto. Chi stabilisce, Presidente, visto che si depositano gli atti, quali sono quelli effettivamente inerenti ad un processo? Ormai, si prende tutto a raffica, si deposita e, in questo modo, con ipocrisia, si consegna di fatto alla legalità la pubblicazione di qualunque cosa, anche di quelle che non hanno nulla a che vedere con il processo, perché tanto vengono prese con la rete e portate agli atti e, poi, possono essere utilizzate con l'ambiguità e con l'ipocrisia del fatto che ognuno dice poi: “no, non li ho dati io”, e la procura dice: “li hanno dati gli avvocati”, perché una volta depositati sappiamo perfettamente come funziona.

Ha ragione il giudice Nordio, Presidente, quando dice alla Ministra che il parziale intervento sulla materia che, con questo decreto, stiamo affrontando va considerato positivamente, perché altro, il peggio, non poteva essere toccato, perché questo Parlamento - dice il giudice Nordio e io sono d'accordo - “semi-giacobino” non gliel'avrebbe permesso. Non è un caso che abbiamo la fiducia, perché probabilmente ci sarebbe stata qualche sorpresa in questo. E perché, Presidente? Perché poi ognuno si lamenta quando…

PRESIDENTE. Concluda.

ROBERTO GIACHETTI (IV). Ho già finito il tempo? Ho un minuto? Bene. Ognuno si lamenta quando tocca a lui, poi quando tocca agli altri invece gode. Lo vediamo sui giornali, di destra o di sinistra: il garantismo è sempre a fasi alternate, c'è chi va a dormire garantista e la mattina si sveglia giustizialista, perché, nel silenzio assoluto, il tema dell'esigenza di intervenire sulle intercettazioni in questo modo è del tutto messo in disparte.

Vi sarebbe tutto il tema del trojan ma mi limito, Presidente, ad una sola constatazione. L'intervento che il Parlamento fa rispetto alla normativa sul trojan si limita ad aggiungere la parola: “specifiche”.

Presidente, ho veramente concluso: noi vogliamo dire, senza essere ipocriti e guardandoci in faccia, che il problema del trojan è aggiungere la parola: “specifiche”?

PRESIDENTE. Deve concludere.

ROBERTO GIACHETTI (IV). Vogliamo dire che cosa è successo nella vicenda Palamara in cui si è scoperto che società sono intervenute, captando - ho finito, Presidente - conversazioni, in modo illegale? Ciò, non è stato detto da Giachetti o da un parlamentare, ma dal tribunale di Firenze che ha indagato la società. Qualcuno se lo pone o facciamo finta che non esista questo problema (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva)? Vogliamo dirlo che la Ministra Cartabia è andata al Copasir, è andata a spiegare, per esempio, rispetto ai soldi che vengono spesi per queste captazioni, che non si sanno, perché i contratti sono fatti male, perché agli atti risulta che, su 140 tribunali, sei stanno utilizzando queste forme attraverso le società per la captazione? È tutto normale, questo? Vogliamo guardarci in faccia, uscire dall'ipocrisia e dire che non abbiamo il coraggio di affrontare i problemi reali, perché quello che abbiamo costruito fuori ci ricade addosso?

Ci sarà qualcuno un giorno che si alzerà per dire che questo sistema è marcio? Se non ci sarà qui dentro, ci saranno i referendum che ci aiuteranno (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Innanzitutto facciamo un “in bocca al lupo” per una ripresa veloce al sottosegretario Bergamini, che ha avuto un piccolo infortunio, come ci ha ricordato lei; piuttosto, mi domando come mai non sia stato disponibile un sottosegretario o un Ministro per poterla sostituire, costringendola ad essere qui (ma queste sono cose che attengono alle dinamiche di Governo).

Qui, signor Presidente, signor sottosegretario, quest'Aula si appresta a votare l'ennesima fiducia, forse la più immotivata, sicuramente la meno giustificata di questa esperienza di Governo, alla quale chiaramente voteremo “no” perché, nonostante il comportamento delle opposizioni, improntato alla piena correttezza sia in Aula che in Commissione, senza nessun ostruzionismo, nonostante gli appena quattro articoli di merito di questo provvedimento, nonostante i soli quindici emendamenti, di cui - ricordo per inciso - solamente dieci delle opposizioni, si chiede la fiducia anche sulla conversione di questo decreto-legge. Che questa maggioranza non avesse niente in comune, Fratelli d'Italia lo denuncia dall'inizio della sedicente esperienza del “Governo dei migliori”; poi, magari, ci torno su chi sono i migliori che compongono questo Governo. Vedete, colleghi, quando Fratelli d'Italia a più riprese ha chiesto che fossero gli italiani ad esprimersi per dare all'Italia una maggioranza coesa, non lo faceva e non lo fa perché in questo momento i sondaggi ci privilegiano: Giorgia Meloni chiedeva la stessa medesima cosa, con la medesima coerenza e con la medesima insistenza, anche quando i sondaggi ci davano al 3 per cento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Lo facciamo, invece, perché pensiamo che solamente maggioranze coese possano dare una risposta politica alle priorità degli italiani. Non la possono dare - e lo dimostra anche questo provvedimento - le maggioranze costruite in laboratorio, nonostante la figura, seppur autorevole, del professor Draghi, che nascondono in realtà la paura di molti deputati e di alcune forze politiche - diciamolo - di andare al cospetto degli italiani. Il risultato è che maggioranze disomogenee stanno insieme o sui compromessi al ribasso, come abbiamo visto nelle modifiche accorse in Commissione sull'articolo 1, o sul ricatto politico della fiducia e quindi della caduta dell'Esecutivo e del “tutti a casa, si torna alle urne”. Atti imperativi, questi della fiducia, che mortificano, come oggi, il lavoro del Parlamento: poi, “avoglia” a presentare le proposte di legge per limitare l'uso dei decreti-legge, come fanno i colleghi del MoVimento 5 Stelle, se poi si vota e si è votato di tutto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) in questo Parlamento, pur di non andare al voto e di rimanere attaccati alla poltrona!

Noi lo sappiamo benissimo che l'articolo 1 di questo provvedimento, che modifica in ambito penale le norme per la conservazione dei dati e dei tabulati telefonici, mette in difficoltà l'anima “manettara” del MoVimento 5 Stelle, correggendo alcune lacune della legge. Come sappiamo, però, la medesima norma non soddisfa e non ha soddisfatto anche gli amici di Forza Italia, come i colleghi di Italia Viva e di Azione, che hanno manifestato anche in Commissione e in quest'Aula il proprio disagio.

Così come sappiamo che l'articolo 3, con cui si prorogano i termini per concludere l'iter di presentazione del referendum sulla cosiddetta legalizzazione della cannabis - poi magari ci torno, perché di quello, in realtà, si tratta solo in parte e non si tratta realmente nel merito - mette fortemente a disagio gli amici della Lega, gli amici del centrodestra, ma anche alcuni colleghi del centrosinistra. Infatti - ricordiamolo - con quel referendum si interviene sul comma 1 dell'articolo 73 del testo unico sulle sostanze stupefacenti, cancellando il divieto di coltivazione; si interviene sulla lettera a) dell'articolo 75, di fatto, cancellando la sospensione della patente, quindi consentendo a gente “strafatta” di mettersi in macchina (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), quando magari ti sospendono, giustamente, la patente perché hai bevuto un bicchiere di troppo. Si eliminano le sanzioni penali per lo spaccio di cannabis: questa non è una scelta di libertà, questo è un favore alla criminalità e agli spacciatori (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! È un'altra cosa! Senza questa norma, questo referendum non si sarebbe potuto celebrare e si sarebbe così fermata quella che viene chiamata legalizzazione delle droghe, ma che, di fatto, è la depenalizzazione di alcuni reati legati alle droghe stesse. Così, invece, questo processo si facilita. Fratelli d'Italia, come ha già annunciato Giorgia Meloni, continuerà fuori da qui la propria battaglia contro le droghe, costituendo con chi vorrà i comitati del “no”, quella battaglia che abbiamo fatto in Commissione e che avremmo fatto anche in Aula se solo, in una situazione surreale, con solo 15 emendamenti presentati, il Governo non avesse precluso il dibattito e il voto a questa Camera su questi emendamenti; voto che, magari, come è stato al Senato con il disegno di legge Zan, avrebbe riservato pure qualche sorpresa democratica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Infatti, un Governo che su un tema così delicato interviene sulle regole del gioco, mi sia consentito, si assume una bella responsabilità e fa una scelta di campo chiara, scelta di campo che noi non possiamo certamente condividere. Inoltre, scusatemi la battuta, se non fosse un tema veramente serissimo: se dovevamo chiamare i migliori per aprire alla liberalizzazione e alla depenalizzazione della droga, non voglio immaginare cosa avrebbero fatto i peggiori (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Noi cosa potevamo pretendere, se non la resa dello Stato, da un Governo, appunto, dei migliori, che ha un Ministro come Lamorgese, che non riesce a fermare rave party illegali, dove si spaccia - lì sì -la qualunque in termini di droga; che tollera che la Francia respinga alle frontiere i tifosi italiani che seguono la propria squadra di calcio, ma consente che dalla stessa Francia arrivino migliaia di “fattoni” per partecipare al rave party illegale a Torino (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Tanto così, per ricordare chi sono i migliori; per non parlare del Ministro Speranza! In questi giorni, Fratelli d'Italia ha denunciato quello che avevamo già anticipato in Aula e cioè che ha mentito in Aula sul documento Zambon sul sito dell'OMS. Potremmo dirne tante sui sedicenti migliori, ma ricordiamo solo queste cose, solo se qualcuno se le volesse dimenticare. Fratelli d'Italia continuerà a spiegare le ragioni del “no” anche a questo referendum, con gli strumenti che la democrazia ci consente, perché le regole del gioco le rispettiamo e non pretendiamo di cambiarle quando questo fa comodo, come fa spesso qualcun altro. Vado a concludere, Presidente.

Un Governo dei migliori, su un provvedimento con 4 articoli e con 15 emendamenti, di cui 10 dell'opposizione, con un vantaggio di una maggioranza di quasi - qualcosa meno - 600 parlamentari, non dovrebbe avere bisogno di chiudere la discussione con un voto di fiducia anche questa volta. E, magari, il Governo dei migliori, tra qualche giorno, ci dispenserà la proroga dello stato di emergenza, per spiegarci che neppure dopo l'elezione del Capo dello Stato si potrà dare nuovamente la parola agli italiani, perché chissà mai che vincesse il centrodestra e potesse governare questa Nazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), dando le risposte che una Nazione grande come l'Italia merita!

Noi continuiamo a difendere il principio sacrosanto, per cui la sovranità popolare appartiene al popolo, come recita l'articolo 1 della nostra Costituzione. La democrazia, nei periodi di crisi come questi e di difficoltà, non è la malattia ma è la medicina, come stanno dimostrando i Paesi occidentali che, a differenza dei Governi a trazione PD - che pretende di governare anche e sempre quando non vince le elezioni -, danno fiducia alla capacità di scelta e di soluzione dei propri cittadini. Come già detto in premessa, Fratelli d'Italia voterà contrariamente alla fiducia, l'ennesima fiducia, richiesta da questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sarro. Ne ha facoltà.

CARLO SARRO (FI). Grazie Presidente. Innanzitutto mi consenta di esprimere l'apprezzamento per il senso di responsabilità istituzionale del sottosegretario, che nonostante l'incidente occorsole è qui presente in Aula; naturalmente, le formulo i miei migliori auguri, oltre che i ringraziamenti.

Per quanto riguarda il tema in relazione al quale oggi l'Aula è chiamata a deliberare, ovvero la conversione del decreto-legge, in più settori, che è stato varato dal Governo, noi riteniamo, come gruppo di Forza Italia, che sicuramente questo provvedimento meriti fiducia, perché è in linea con i precetti costituzionali per la decretazione di necessità e urgenza, sia perché rispetta pienamente il requisito della omogeneità - nonostante intervenga su una pluralità di settori, il dato, il comune denominatore è rappresentato dall'esigenza di differire dei termini di taluni procedimenti proprio in ragione della situazione di emergenza sanitaria che ha rallentato le attività della pubblica amministrazione e di altri settori dei plessi amministrativi - sia in ragione del tessuto complessivo di carattere normativo che contraddistingue questo provvedimento.

Certamente, nell'ambito delle disposizioni in esso contenute, quella che ha suscitato maggiore attenzione, maggiore interesse e sulla quale si è concentrato di più il dibattito politico, anche in Commissione, è quella in tema di giustizia. È una disposizione che il Governo, con sensibilità istituzionale, ha assunto proprio sulla base di una indiretta sollecitazione, per così dire, della Corte di giustizia europea, che ha sancito, con la sentenza, peraltro recente, del marzo 2021, principi fondamentali in un campo che coinvolge interessi, valori che hanno una importanza preminente in uno Stato di diritto. E, difatti, la richiamata sentenza della Corte di giustizia ha affermato il principio per cui l'accesso, ai fini penali, ad un insieme di dati di comunicazioni elettroniche relativi al traffico o all'ubicazione che permettano di trarre precise conclusioni anche sulla vita privata dei soggetti coinvolti è autorizzato soltanto allo scopo di contrastare gravi forme di criminalità e prevenire gravi minacce alla sicurezza pubblica, e può essere autorizzato solo a seguito di un controllo preventivo dei presupposti, effettuato o da un giudice o da una autorità amministrativa indipendente. Dunque, questa decisione, che si muove nel solco dell'insegnamento tradizionale della Corte europea, molto attenta alla tutela della sfera individuale e dei diritti di libertà fondamentali propri di ogni cittadino, cerca di porre rimedio a talune distorsioni che abbiamo registrato ripetutamente, anche nella vita giudiziaria, nelle attività giudiziarie del nostro Paese. Con riferimento a questi correttivi, anche Forza Italia ha voluto dare il proprio contributo in Commissione, con una intensa attività di partecipazione alla modifica del testo e anche con una produzione emendativa, che ha trovato un parziale accoglimento all'esito dei lavori della Commissione, per ampliare e rafforzare il sistema di tutele che era già presente nel testo originario, non ancora del tutto sufficiente, non ancora del tutto esauriente, ma sicuramente indicativo di un'attenzione da parte del Governo, e del Parlamento, più in generale, su questo tema, che si riallaccia a una condizione complessiva del tema giustizia, che è una questione gigantesca del nostro Paese.

Abbiamo ascoltato, negli interventi precedenti, la segnalazione anche di episodi particolarmente inquietanti e gravi che hanno contrassegnato l'uso e l'abuso di sistemi di accertamento, di captazione, peraltro in aggiunta a quello che segnalava. in maniera anche veemente, il collega Giachetti in precedenza. Abbiamo appreso, nel corso dei lavori della Giunta per le autorizzazioni in merito ad un caso specifico, che addirittura una delle società incaricate della gestione di questi strumenti di captazione, del trojan nello specifico, deteneva il server presso la propria sede e non anche presso la sede della procura della Repubblica territorialmente competente o, comunque, incaricata dell'effettuazione delle operazioni di accertamento e di indagine, il che è davvero estremamente preoccupante, estremamente inquietante e impone al Parlamento non solo una riflessione sull'uso e sull'organizzazione complessiva di questi servizi, ma, soprattutto, di dare risposte normative tempestive, efficaci e che regolino effettivamente questa materia, allontanando qualsiasi zona d'ombra o dubbio interpretativo, in cui, poi, si insinuano pratiche applicative, sicuramente distorsive e sono lesive, soprattutto, dei diritti fondamentali dei cittadini. Dunque, il Governo bene ha fatto a rafforzare il sistema di garanzie della protezione dei dati individuali.

Credo che l'istituzione di un filtro, di un controllo da parte dell'autorità giudiziaria, anche se non sempre efficace, non sempre incisivo, perché, purtroppo, la pratica ci insegna che c'è una tendenza all'allineamento, da parte del giudice delle indagini preliminari, rispetto alle posizioni dell'accusa, sicuramente, comunque, rappresenti l'inizio di un percorso normativo che potrà segnare un rafforzamento progressivo delle garanzie e un equilibrio di insieme del sistema, equilibrio di insieme che deve rappresentare un obiettivo, non solo perché esprime davvero tutela profonda per le libertà e per i diritti dei cittadini, ma perché, con un sistema equilibrato, con un uso corretto di questi strumenti e con una armoniosa relazione tra parti del processo, è possibile davvero, da un lato, raggiungere l'obiettivo primario, l'accertamento delle responsabilità, e, dall'altro, comunque, salvaguardare, sempre ed in ogni caso, l'accertamento della verità, al di là di ogni tentazione strumentale, al di là di ogni lettura in chiave politica delle vicende giudiziarie.

Credo che, muovendoci su questo solco, passi in avanti possano essere fatti. Certo, ripeto, avremmo potuto, anche in questa occasione, segnare un rafforzamento più convincente del sistema delle garanzie, ma l'importante è cominciare a rendere patrimonio comune, con un coinvolgimento anche in termini di consapevolezza e di responsabilità, la convinzione che sul tema della giustizia, abbandonando posizioni di contrapposizione ideologica, occorra lavorare e occorr lavorare in maniera incisiva, perché, come è stato ricordato anche negli atti di programmazione del Governo, la gestione del sistema giustizia rappresenta una priorità per il nostro Paese, perché non solo nel campo della giustizia penale, ma anche in quello della giustizia civile - e ci accingiamo anche a varare un nuovo provvedimento di revisione di molti istituti del processo civile -, è necessario garantire un efficientamento del sistema, ma, soprattutto, una pratica virtuosa che può derivare da norme chiare, da limiti precisi e, soprattutto, da una riconduzione nell'alveo della legalità costituzionale delle funzioni dei poteri della magistratura, delle parti del processo, in una condizione di vera, autentica civiltà.

Per questa ragione, Forza Italia rinnoverà la fiducia al Governo, esprimendo, ovviamente, voto favorevole sul decreto in conversione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Grazie, Presidente. Anche il gruppo del Partito Democratico - direi, ovviamente - voterà a favore della fiducia su un provvedimento che si compone di pochi articoli, alcuni dedicati alla proroga di termini su diverse materie, una delle quali è il deposito delle firme per i referendum, su cui già si è soffermato qualcuno in discussione generale e anche in dichiarazione di voto. Certamente, però, la parte che io credo più rilevante attiene al settore della giustizia, con l'introduzione di una norma molto rilevante, sulla quale mi soffermerò, che riguarda l'acquisizione dei tabulati telefonici. È vero, qualcuno ha detto, prima di me, che questa fiducia si mette anche per superare alcune divergenze che erano emerse all'interno della maggioranza, in particolare, su questo tema.

Questo, per la verità, è capitato già in passato e capiterà in futuro. Molto spesso, la fiducia si pone anche per chiudere una discussione, che, altrimenti, rischia di diventare interminabile e creare qualche problema all'interno delle maggioranze pro tempore che reggono il Governo. Quindi, non c'è da stupirsi su questo.

Però, io penso che noi faremmo un errore se, come ho sentito, in qualche accento, in interventi prima del mio, concentrassimo l'attenzione sulle divergenze o sulle differenze di opinioni, che, su questo tema, ci sono state all'interno della maggioranza, senza concentrare l'attenzione su quello che, invece, attraverso questo provvedimento, si aggiunge all'ordinamento italiano in termini di uno sviluppo equilibrato del nostro sistema penale e del nostro sistema della giustizia. Questo è già accaduto, per esempio, quando abbiamo affrontato il tema della presunzione di innocenza. Anche lì sembrava che le posizioni della maggioranza fossero in partenza posizioni divergenti, eppure il Governo è riuscito a portare a termine un provvedimento che introduce nel nostro ordinamento principi nuovi e importanti sulla presunzione di innocenza, che sono anche figli di una direttiva europea.

Ciò accade anche in questo provvedimento, nel quale si introducono principi nuovi che uniformano il nostro sistema giuridico a prescrizioni che ci sono state imposte dalla Corte di giustizia dell'Unione europea e che introducono principi molto importanti per un corretto bilanciamento tra le esigenze di repressione dei reati - quindi, di contrasto alla criminalità - e il rispetto del diritto alla privacy, alla riservatezza e alla vita privata, che è uno dei diritti che, oggi, molto spesso, è messo più in discussione dalle nuove tecnologie, dalla modernità, che avanza galoppante e che, molto spesso, mette a rischio esattamente il diritto alla privacy, alla riservatezza e alla vita privata. Questo è un grande tema che ci riguarda, è un grande tema che spesso emerge anche nel dibattito pubblico e nel dibattito politico.

Ebbene, il Governo, con un intervento d'urgenza, che, secondo me, è pienamente giustificato, colma una lacuna che si era evidenziata a seguito di una sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea, che ha evidenziato che, nel corretto bilanciamento tra le esigenze di repressione dei reati e la salvaguardia di un diritto fondamentale, come è il diritto alla riservatezza, alla privacy e alla vita privata, in un corretto bilanciamento, dicevo, di queste 2 esigenze, che devono entrambe, ovviamente, essere garantite in un equilibrio corretto, occorreva che gli ordinamenti nazionali europei si uniformassero alle prescrizioni imposte dalla Corte di giustizia. Siccome noi siamo un sistema nel quale, per fortuna, grazie all'articolo 11 della Costituzione, siamo disponibili alle limitazioni della nostra sovranità nazionale quando ciò è funzionale a garantire, come dice l'articolo 11 della nostra Costituzione, “un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni”, il nostro ordinamento si uniforma alle decisioni degli organismi sovranazionali, tra cui la Corte di giustizia dell'Unione europea.

E la Corte di giustizia cosa ha detto? Ha detto che ordinamenti nazionali nei quali l'acquisizione di tabulati telefonici…attenzione: non sono intercettazioni! Noi qui non stiamo parlando di intercettazioni, non stiamo parlando di trojan. Poi qualcuno ha cercato di introdurre nella discussione all'interno della maggioranza anche questi argomenti, secondo me facendo un errore, perché noi dobbiamo concentrarci su questo tema, che è l'acquisizione dei tabulati. La questione delle intercettazioni e del trojan è qualcosa che va oltre e che va affrontata. Noi non siamo assolutamente per non affrontare anche questo tema. Infatti, soprattutto il tema del trojan è un tema molto rilevante, perché la capacità di compromissione della vita privata, della riservatezza e della privacy di una persona attraverso lo strumento di indagine del trojan è un problema gigantesco, è un'invasione enorme nella vita privata di una persona. Quindi, è un tema che va affrontato, ma va affrontato a parte. Noi qui stiamo ragionando di un'altra cosa, cioè dell'acquisizione dei tabulati telefonici e non delle intercettazioni. I tabulati telefonici sono uno strumento invasivo della vita privata di una persona, perché, attraverso l'acquisizione dei tabulati telefonici, si può sapere dove si trova una persona, quali luoghi frequenta, quali utenze telefoniche contatta e, quindi, chi contatta. Quindi, è un'invasione molto significativa della vita privata di una persona già solo l'acquisizione dei tabulati telefonici (non le intercettazioni; solo questo).

La Corte di giustizia ha detto: “Attenzione! Se voi volete comprimere la riservatezza e la privacy di una persona…”, che da noi è tutelata in maniera evidente dall'articolo 15 della Costituzione, su cui la Corte Costituzionale ha detto sempre di fare attenzione, perché quei diritti possono essere compressi solo in presenza di ragioni molto significative. Dunque, la Corte di giustizia ha detto: “Se voi volete comprimere la vita privata di una persona anche attraverso semplicemente l'acquisizione di tabulati telefonici, che ti dicono chi frequenta quella persona, in quali luoghi si sposta e quali persone incontra, anche solo per questo, ci vogliono condizioni particolari”. Quindi, gli ordinamenti nazionali devono uniformarsi a queste condizioni, che sono: la presenza di gravi reati e un giudice terzo che valuta l'esistenza dei presupposti. Ora il nostro ordinamento non era adeguato a queste condizioni, perché il nostro ordinamento prevedeva che l'acquisizione dei tabulati telefonici potesse essere fatta su decreto del pubblico ministero per qualunque esigenza di repressione di qualunque tipo di reato. Quindi, secondo la Corte di giustizia dell'Unione europea, nel nostro ordinamento non c'era un corretto bilanciamento tra le esigenze di repressione dei reati e le esigenze - le sacrosante esigenze! - di garanzia e di tutela della privacy, della riservatezza e della vita privata delle persone.

Quindi, noi avevamo urgenza di intervenire, perché questa sentenza è del marzo di quest'anno e perché la giurisprudenza, che si è cimentata con l'applicazione pratica di questa sentenza, è una giurisprudenza che ha dato esiti totalmente difformi: chi ha interpretato estensivamente la normativa sulle intercettazioni e chi ha detto che, in realtà, non è applicabile questa sentenza, perché è troppo generica. Quindi, occorreva una norma primaria che recepisse quanto statuito dalla Corte di giustizia dell'Unione europea e trovasse il nuovo corretto bilanciamento tra queste esigenze così importanti per la vita civile di un Paese. Ebbene, questa norma, introdotta dal Governo (merita un plauso, il Governo, per aver fatto questa norma), ci uniforma alle condizioni imposte dalla Corte di giustizia, per cui ci vorrà un giudice che valuta la richiesta del pubblico ministero (un giudice!).

Però, attenzione. Qualcuno, nel dibattito in quest'Aula, ha detto che, in realtà, il nostro pubblico ministero, essendo soggetto alla giurisdizione, essendo tenuto a indagare sia contro sia a favore dell'imputato ed essendo tenuto a rispettare la legge, è, in qualche modo, un giudice terzo. No! Attenzione, perché la Corte di giustizia ha detto che non è così e questo vorrei che fosse chiaro. La Corte di giustizia ha detto che anche i pubblici ministeri, che negli ordinamenti nazionali sono sottoposti alla legge, che appartengono all'ordine giurisdizionale eccetera, anche quelli sono parte di un processo, perché fanno la richiesta, ma chi giudica sul reato è un giudice terzo. È per questo che noi ci siamo dovuti uniformare a questa decisione, che stabilisce che il pubblico ministero è parte di un processo e che ci vuole un giudice terzo che autorizzi anche l'acquisizione dei tabulati. Ora, io vorrei che ciò fosse chiaro, perché questi principi sono principi molto importanti che noi introduciamo nel nostro ordinamento.

Allora, soffermarsi, anche attraverso slogan, attraverso i soliti argomenti triti e ritriti, sulle differenze dei posizionamenti di partenza delle singole forze politiche, dimenticando il significato importante di questa nuova norma, introdotta dal Governo attraverso questo decreto, secondo me è un grande errore, perché vuol dire non riconoscere il grande avanzamento che stiamo facendo nel corretto bilanciamento tra i diritti primari delle persone e le esigenze di repressione dei reati che stiamo facendo in questo periodo, sia attraverso questa norma, che introduciamo in questo provvedimento, sia attraverso la riforma del sistema penale e della giustizia penale, che abbiamo fatto nei mesi scorsi, sia attraverso l'introduzione di principi di salvaguardia della presunzione di innocenza. Per cui, io penso che sia un ottimo risultato di cui la maggioranza dovrebbe menare vanto, anziché concentrarsi sulle proprie differenze. Quindi, voteremo a favore di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Iezzi. Ne ha facoltà.

IGOR GIANCARLO IEZZI (LEGA). Grazie, Presidente. Sottosegretario e colleghi, innanzitutto permettetemi di esprimere la mia vicinanza e la mia solidarietà per l'incidente al sottosegretario Bergamini; tra l'altro, mi sembra davvero poco solidale il comportamento dei suoi colleghi del Governo, che l'hanno costretta comunque ad essere presente qui oggi.

Consentitemi di esprimere il mio rammarico per questa ennesima fiducia, una fiducia che quest'Aula subisce e che oggi non ha davvero nessuna ragione di esistere, perché siamo di fronte a una totale assenza di ostruzionismo da parte di chiunque, sia da parte dell'opposizione, che ovviamente anche da parte della maggioranza. Faccio presente che, come Lega, avevamo presentato un solo emendamento. Stupisce questa fiducia, anche perché i parlamentari e le forze politiche hanno dimostrato senso di responsabilità, proprio presentando pochi emendamenti, sapendo che le prossime settimane saranno settimane di duro lavoro: c'è la legge di bilancio, ma soprattutto ci sono tanti provvedimenti che devono essere approvati a breve, per andare incontro alla tempistica richiesta dal PNRR.

Allora, davvero trovo irresponsabile aver tenuto ferma quest'Aula ventiquattro ore con la fiducia, quando i 15 emendamenti potevano essere discussi in un paio d'ore. Allora, mi chiedo perché è stata posta la questione di fiducia: evidentemente il problema non era l'ostruzionismo, ma il tentativo di impedire a quest'Aula di discutere alcuni temi. Questo è maggiormente strano perché siamo di fronte a un provvedimento nell'ambito del quale alcuni articoli sostanzialmente ci vedono d'accordo in maniera quasi unanime: non credo che ci siano problematiche per quanto riguarda l'articolo 2, che introduce novità in campo militare; non ci sono problemi ovviamente per quanto riguarda l'articolo 4, che proroga la possibilità di richiedere l'assegno temporaneo per i figli (tra l'altro, si tratta di una proroga scaduta, perché arriviamo dopo) e non ci sono problematiche per quanto riguarda la proroga per il versamento senza interessi dell'IRAP.

E, allora, qual è il problema? Il problema è ovviamente il tema della giustizia; è un problema serio, eppure, a questo proposito, avevamo iniziato a fare un lavoro. La Corte di giustizia europea ci chiede di introdurre nel nostro ordinamento alcuni principi che hanno a che fare con la privacy, col fatto che la privacy non possa essere violata se non per fatti di particolare gravità, per reati di particolare gravità, e che la lesione di un diritto così importante, come quello sulla privacy, non possa essere autorizzata da un pubblico ministero, che è parte in causa del processo, ma da un giudice. A questo riguardo, il Governo un suo compitino l'ha fatto. Il Parlamento chiedeva di fare di più: chiedeva di introdurre norme analoghe per l'uso del trojan e non solo per i tabulati, ma qui purtroppo ci siamo scontrati con la foga giustizialista di alcuni partiti, che sono asserviti a quelle poche toghe che usano la giustizia per fare politica (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

E poi c'è l'articolo 3, il tema del referendum: a questo proposito, il Governo ha commesso un gravissimo errore, un errore di metodo e un errore di merito, e i rappresentanti della Lega all'interno di questo Esecutivo hanno fatto benissimo a non partecipare alla decisione in Consiglio dei Ministri. Perché c'è un errore di metodo? Innanzitutto perché, nel nostro Paese, è vietato introdurre, all'interno dei decreti-legge, materie elettorali ed il referendum è una materia elettorale; è una questione elettorale perché attiene alla sovranità popolare, all'espressione della sovranità popolare, è l'apice della democrazia elettorale. Quindi, non basta - a giustificare l'introduzione, all'interno del decreto-legge, di una norma che proroga i termini per il referendum sulla presunta legalizzazione della cannabis - addurre motivazioni di tipo procedurale. Non è così, perché qui siamo nel cuore della questione: grazie alla proroga che il comitato promotore ha ottenuto su questo referendum con il sostegno del Governo, questo referendum, se le firme saranno regolari, si potrà tenere, cosa che non è stata fatta con le precedenti deroghe. Attenzione, perché la prima deroga, quella con cui il Partito Democratico e il MoVimento 5 Stelle avevano salvato un referendum, quello sull'eutanasia legale, ma non quelli sulla giustizia, e la seconda proroga, con la quale si è concessa la proroga di un mese o più anche ai referendum sulla giustizia per questioni di equità, era state fatte attraverso il Parlamento, seguendo le vie del Parlamento, come prevede l'articolo 72 della Costituzione, che dice che le materie elettorali non possono essere portate avanti con decreto-legge, ma devono seguire il procedimento ordinario dei progetti di legge.

E poi c'è un errore di merito. Nel merito, però, la situazione è grave perché io questo referendum lo definisco un “referendum-truffa”, un “referendum-frode”, che si nasconde dietro lo slogan della legalizzazione della cannabis per fare altro. Infatti, in due punti su tre del referendum non si parla solo della cannabis, ma si parla di tutte le droghe, delle droghe leggere e delle droghe pesanti. Non solo: l'unico comma che si tocca del decreto del Presidente della Repubblica del 9 ottobre 1990, n. 309, che riguarda la cannabis, e solo ed esclusivamente la cannabis, non parla di legalizzazione, ma semmai di depenalizzazione. Cosa succede? Si toglie la sanzione detentiva per chi commercializza la cannabis, ma non la multa. Questo cosa vuol dire? Che i ragazzi che pensano oggi che, quando sarà approvato il referendum, avranno a che fare con i coffee shop, si sbagliano, perché chi commercializza le droghe leggere, le sostanze stupefacenti cosiddette leggere, continuerà ad essere multato. Chi è che non finirà più in galera, grazie al fatto che è stata tolta la sanzione detentiva, ma non la multa? Non finiranno più in galera gli spacciatori (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), quelli legati al traffico internazionale delle sostanze stupefacenti, quelli legati alla criminalità organizzata! Il risultato di uno dei punti di questo referendum sarà togliere il carcere per gli spacciatori legati alla mafia, alla 'ndrangheta e alla criminalità organizzata. Questo è il risultato che otterrà questo referendum: non ci sarà nessuna legalizzazione; ci sarà semplicemente una forma di depenalizzazione, che impedirà il commercio legale - perché il commercio continuerà a non essere legale -, ma salverà gli spacciatori.

Non solo: si sopprime un altro comma del testo unico che citavo prima delle leggi sulla droga; si sopprime il reato di coltivazione - attenzione -, legato non solo alle piante da cui poi si ricavano le droghe leggere, ma a tutta la coltivazione legata alla produzione di sostanze stupefacenti. Quindi, nel nostro Paese, una volta che passerà questo referendum, sarà possibile coltivare papaveri da oppio, sarà possibile coltivare funghetti allucinogeni, sarà possibile coltivare tutto. E - attenzione - la cancellazione del termine “coltivazione” dal testo unico della legge sulla droga non è legata all'estensione, quindi non si può dire che è lecito coltivare due funghetti allucinogeni per uso personale; no, si potranno coltivare intere piantagioni di piante, da cui si producono sostanze stupefacenti, pesanti e leggere. Questo cosa produrrà? Produrrà che, per le Forze dell'ordine, sarà difficile un controllo reale del mercato della droga.

Non solo, c'è un terzo punto all'interno di questo referendum: viene eliminata la sospensione della patente per tutti coloro che possiedono, detengono o commercializzano sostanze stupefacenti, leggere o pesanti. Questo cosa vuol dire? Che rimarrà il reato per coloro che vengono sorpresi a guidare la macchina in stato di alterazione (a questi si toglierà comunque la patente), ma a coloro che verranno trovati in possesso di cocaina, di eroina, di oppio, di funghi allucinogeni, di tutte le sostanze stupefacenti che voi potete immaginare, non verrà più sospesa la patente. Voi capite che ci sarà un rischio incredibile sulle nostre strade, perché persone che detengono la cocaina - e che quindi si immagina non la detengano come soprammobile, ma per uso personale - potranno continuare liberamente a guidare nel nostro Paese, alla faccia di tutti gli sforzi che ha fatto questo Parlamento negli anni passati per introdurre reati come quello di omicidio stradale, che oggi vengono bellamente disattesi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Allora, io mi chiedo se il vero obiettivo della fiducia di oggi sia stato quello di impedirci di discutere nel profondo di questi temi. E mi dispiace molto, e chiudo - anche se non c'è, non è presente - facendo un appello al Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento ha un grandissimo compito in questa istituzione: quello di tenere i rapporti con le Aule che rappresentano la sovranità popolare. Io mi auguro che lui voglia difendere questa sovranità popolare e che non si trasformi, con il suo Dicastero, da Ministro per i Rapporti con il Parlamento a Ministro della distruzione del Parlamento, perché non è più possibile andare avanti stoppando la discussione che c'è tra le forze politiche.

Nonostante questo, noi voteremo a favore della fiducia, perché, ripeto, ci sono tematiche all'interno di questo provvedimento che sono importanti, ma mi auguro davvero che questo Parlamento sia lasciato libero di discutere su tutto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Corneli. Ne ha facoltà.

VALENTINA CORNELI (M5S). Grazie, Presidente. È vero che il provvedimento in discussione ha certamente un contenuto eterogeneo, quindi forse discutibile nel metodo, però indiscutibile nel merito, in quanto sicuramente contiene disposizioni e misure necessarie e urgenti su tematiche importanti, quali appunto la giustizia, la difesa, i referendum, l'assegno unico e i versamenti IRAP. Ed è altrettanto vero, anche perché è stato ammesso, che il testo ha subito attacchi, diciamo così, importanti, e magari poi ne parleremo meglio.

Rispetto al contenuto, è un provvedimento d'urgenza in quanto, per lo più, contiene proroghe di termini, per permettere a più famiglie di poter accedere all'istituto dell'assegno unico, che abbiamo fortemente voluto, con il Governo Conte, proroghe di termini, per permettere alle imprese di disporre di termini più ampi per i versamenti IRAP, in quanto sappiamo che la situazione di molte imprese è ancora abbastanza difficile a causa dell'emergenza COVID. E c'è poi la proroga che riguarda i referendum e, quindi, il deposito e la certificazione delle firme raccolte per richiedere i referendum abrogativi; parliamo, nello specifico, del referendum che riguarda la legalizzazione della cannabis, ma, in effetti, vi erano anche altri referendum in discussione; di quello della Lega francamente non sappiamo, perché le firme non sono state depositate, sono stati utilizzati altri strumenti, tra cui non vi era lo strumento della raccolta firme, però c'è, ad esempio, il referendum sull'abolizione della caccia, che probabilmente ha problematiche similari, ossia ritardi non imputabili ai comitati promotori. E poi, attenzione, si può essere d'accordo o non d'accordo sul contenuto del quesito referendario, ma non si può impedire ai cittadini di manifestare la propria volontà (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), non si può impedire ai cittadini di esprimersi, non si può impedire ai cittadini di discutere su temi su cui voi non siete d'accordo. Ne parleranno i cittadini della legalizzazione della cannabis, affrontando il tema in maniera seria, in maniera completa, non in maniera ideologica, non in maniera politica. È per questo che sono previsti questi istituti di democrazia diretta, sacrosanti, che noi abbiamo difeso, perché non potevamo permettere che la volontà dei cittadini fosse calpestata, e, infatti, non lo abbiamo permesso. E, poi, c'è l'articolo 1, che modifica l'articolo 132 del codice della privacy, di cui anche abbiamo parlato, per limitare l'accesso ai dati telefonici e telematici nell'ambito delle indagini penali. Quindi, sicuramente c'è un aggravio, come qualcuno ha anche ammesso, del procedimento penale e, dunque, della burocrazia ad esso sottesa. E sicuramente si va in una direzione opposta rispetto a quella che ci ha indicato l'Europa, nella misura in cui ci ha detto che i processi devono avere una durata più breve. Io ricordo che l'Europa aveva espresso anche importanti gratificazioni nei confronti del lavoro svolto dall'ex Ministro Bonafede, con i provvedimenti che erano stati precedentemente adottati, proprio perché andavano a limitare le pratiche dilatorie. E poi c'era un forte intervento nell'ambito - lo sappiamo bene - dell'anticorruzione: loro l'avevano definito bribe destroyer, distruttore di mazzette, e ci avevano chiesto esplicitamente una legge sul conflitto di interessi, che adesso speriamo finalmente, dopo trent'anni, di portare avanti. Insomma, l'Europa ci ha dato una direzione, io non vorrei che si invertisse la rotta e non si seguisse questa direzione. Però, nel caso specifico, c'è da dire, come è stato anche ricordato, che c'è una sentenza della Corte di giustizia che bisognava in qualche modo considerare e a cui bisognava dar seguito, quindi è per questo che si è intervenuto sul tema dei tabulati telefonici e si è intervenuto anche attraverso una disciplina transitoria, che regolarizza poi anche l'uso dei materiali che sono stati già acquisiti. Però, questo non bastava; non bastava ad Azione e a Forza Italia, con tutto il sostegno compatto della destra, che hanno provato ad introdurre un tema che non c'entrava assolutamente nulla con i tabulati telefonici, che era il captatore informatico, il famoso trojan, che, come sappiamo, è uno strumento di indagine molto potente, molto importante, un mezzo di ricerca della prova assolutamente fondamentale. È chiaro che si tratta di uno strumento che incide su diritti costituzionali, su libertà costituzionali, quindi uno strumento che va utilizzato con cautele ben precise, con delimitazioni, con tutta una serie di paletti e di garanzie che, per carità, nessuno ha mai pensato che potessero venir meno; sono previste dalla legge, le abbiamo. Non confondiamo il tema con la riforma del CSM; sono tutte questioni parallele, ma che non hanno a che vedere con lo strumento in sé, che, ripeto, è regolato, in uso dal 2017 per i reati di criminalità organizzata e terrorismo, è stato poi esteso dalla cosiddetta “legge Spazzacorrotti”, dalla legge anticorruzione, anche ai più gravi reati contro la pubblica amministrazione e poi esteso ulteriormente per altri gravi reati dal “decreto Intercettazioni”, ed è assolutamente delimitato in un perimetro garantista, come è giusto che sia, ci mancherebbe altro. Quello che si voleva fare in questo caso era sostanzialmente smantellare lo strumento, renderlo una sorta di cimice utilizzabile solo in determinati luoghi, in determinati momenti, quindi fondamentalmente neutralizzarne l'uso e neutralizzarne l'efficacia; e noi questo, ancora una volta, non potevamo permetterlo e, infatti, ancora una volta, non lo abbiamo permesso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Mi avvio alla conclusione, Presidente, sollecitando in qualche modo, per il suo tramite, una riflessione un po' più ampia, un po' più generale. Noi abbiamo a che fare con una criminalità - e ne abbiamo parlato anche di recente, in sede europea - che è sempre più sofisticata, sempre più subdola, sempre più avanzata, sempre più transnazionale. E noi che cosa vogliamo fare? In discussione generale, un collega ha giustamente evocato un'immagine che rende molto l'idea, quella della lente di ingrandimento di Sherlock Holmes, ossia vogliamo mandare i nostri inquirenti, le nostre Forze di polizia a fare le indagini con strumenti vecchi di trent'anni, totalmente inadeguati? Non possiamo farlo, noi dobbiamo dotare le nostre Forze di pubblica sicurezza di strumenti all'avanguardia, strumenti più forti. Non possiamo arretrare, ma non possiamo farlo in particolare in questo momento storico, farci percepire deboli, perché noi – assieme al Presidente Conte - non abbiamo combattuto una battaglia epocale, in Europa, per portare i soldi del PNRR, per far sì che, però, poi, quei soldi vadano nelle mani della criminalità. Noi non possiamo permetterlo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), lo ripeto per la terza volta, noi non possiamo permetterlo; non lo permetteremo, per questo ci siamo, per questo ci saremo e per questo annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il collega Forciniti.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Per evidenziare a quest'Aula le dichiarazioni rilasciate ieri dal sottosegretario di Stato per l'Interno, Carlo Sibilia, nel corso della trasmissione Un giorno da pecora, che evidentemente oggi conta più del Parlamento italiano. Queste dichiarazioni - io le leggo in maniera testuale - sono: “Da domani, 10 novembre” - che sarebbe oggi - “saranno vietati i cortei e questo vale per tutte le manifestazioni, non solo per quelle no-vax. Non si può continuare così ogni fine settimana, dopo 15 fine settimana con le città che vengono messe in ginocchio da ogni tipo di protesta. Va bene manifestare, ma quando assistiamo a scene come alcune di quelle che abbiamo visto (…) e se non si rispettassero le regole e si facesse il corteo, si interromperà la manifestazione perché si contravverrebbe alla legge, in quel caso ci sono le Forze dell'ordine”.

Allora, si può essere d'accordo o contro l'espressione nel merito che stanno portando avanti tutti i cittadini che protestano in questi mesi, in queste settimane; si può essere contro o d'accordo una strategia di estrema repressione che il nostro Ministero dell'Interno e il nostro Governo stanno portando avanti, ma io trovo clamoroso, incredibile e inaccettabile che questo Parlamento sia tagliato fuori da questa discussione. Qui non si discute di questo, cioè noi stiamo stringendo, stiamo chiudendo le piazze, stiamo impedendo ai cittadini di manifestare liberamente e il Governo lo annuncia a Un giorno da pecora; questo Parlamento non ne può neanche discutere. Ognuno può avere l'idea che vuole. Io, per esempio, penso che questa strategia, oltre che essere incostituzionale sia gravemente lesiva del diritto allo sciopero prima, del diritto al lavoro, del diritto anche alla manifestazione e alla riunione; e penso che sia anche controproducente, perché sta creando uno scontro sociale, sta incattivendo sempre di più le persone che sono sotto ricatto.

Se anche si pensi che l'obiettivo è quello di vaccinare il più possibile, in questo modo si sta sortendo l'effetto contrario, perché il fattore principale è la fiducia che deve esserci fra istituzioni e cittadini. Se c'è un ricatto in corso, i cittadini si mettono sulla difensiva; infatti, dopo il green pass, schizzano alle stelle i tamponi e si schiantano verso il basso le curve dei nuovi vaccinati. Io la penso così, ma magari quest'Aula pensa che sia giusto reprimere e usare il pugno di ferro contro i cittadini; però discutiamone in quest'Aula. Deve venire qui la Ministra Lamorgese, perché si deve confrontare con questo Parlamento sulla strategia che riguarda l'ordine pubblico in questo Paese. È inaccettabile continuare così, con queste strette. Poco fa ho sentito anche l'intervento del MoVimento 5 Stelle, che ha detto che non si può impedire ai cittadini di manifestare il proprio pensiero: appunto, discutiamo di questo! Confrontiamoci tutti e cerchiamo di capire - e il Governo ci deve spiegare cosa ha intenzione di fare - se questa strategia è quella migliore, in questo momento, in un Paese dilaniato da tensioni sociali sempre crescenti. Già la settimana scorsa avevo presentato una richiesta di informativa urgente o comunque avevo chiesto che la Ministra Lamorgese venisse qui a riferire su quello che sta facendo, e non ho avuto alcuna risposta. Non accetto più di essere lasciato qui a sfogarmi senza che nessun altro mi dia almeno una risposta. La Presidenza cosa pensa? Pensa che sia giusto continuare così o pensa che sia giusto che la Ministra venga qui a riferire? E gli altri parlamentari, al di là dell'idea singola che hanno sulle manifestazioni di queste settimane, non pensano di avere il diritto-dovere di dire la loro su quello che sta accadendo in questo Paese? Siamo noi gli unici a rilevare questa questione?

Quindi vorrei sapere la Presidenza cosa ne pensa e vorrei sapere anche se gli altri colleghi pensano che sia tutto normale quello che sta accadendo in questo Paese; per quanto mi riguarda, ciò non è assolutamente normale, ma almeno discutiamone e confrontiamoci, se ancora ha un senso tenere in piedi questo Parlamento. Altrimenti lo chiudiamo, ce ne andiamo tutti a casa, chiudiamo anche le piazze ai cittadini, ci barrichiamo tutti, ci chiudiamo nelle case e incoroniamo Draghi sultano del Draghistan (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Collega Forciniti, la sua richiesta verrà riportata al Presidente per le valutazioni del caso.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 12,35).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

(Votazione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 3298-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.

Indico la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame.

Ricordo che l'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale la chiama avrà inizio è stata effettuata dalla Presidenza nella seduta di ieri. La chiama avrà inizio dal deputato Renzo Tondo. Sulla base di tale estrazione, sono state stabilite e comunicate apposite fasce orarie per regolare l'accesso dei deputati, i quali - all'orario stabilito per ciascuna fascia - faranno ingresso in Aula dal lato sinistro della Presidenza, dichiareranno il voto dalla fila dei banchi del Governo riservata ai sottosegretari e quindi lasceranno l'Aula dall'ingresso del lato destro.

Avverto che la Presidenza accoglierà un numero di richieste di anticipazione del voto fino ad un massimo del 3 per cento della consistenza numerica di ciascun gruppo, oltre a quelle dei membri del Governo.

Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.

(Segue la chiama)

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia:

Presenti e votanti:……499

Maggioranza:………...250

Hanno risposto :……446

Hanno risposto no:……53

La Camera approva.

Sono così precluse tutte le proposte emendative presentate.

Hanno risposto sì:

Acunzo Nicola

Adelizzi Cosimo

Aiello Davide

Alaimo Roberta

Alemanno Maria Soave

Amitrano Alessandro

Andreuzza Giorgia

Angiola Nunzio

Annibali Lucia

Anzaldi Michele

Aprea Valentina

Aprile Nadia

Aresta Giovanni Luca

Ascani Anna

Avossa Eva

Azzolina Lucia

Badole Mirco

Bagnasco Roberto

Baldelli Simone

Baldino Vittoria

Baratto Raffaele

Barbuto Elisabetta Maria

Barelli Paolo

Baroni Annalisa

Barzotti Valentina

Basini Giuseppe

Battelli Sergio

Battilocchio Alessandro

Bazoli Alfredo

Bazzaro Alex

Bella Marco

Bellachioma Giuseppe Ercole

Belotti Daniele

Benamati Gianluca

Bendinelli Davide

Benvenuto Alessandro Manuel

Berardini Fabio

Bergamini Deborah

Berlinghieri Marina

Berti Francesco

Bianchi Matteo Luigi

Biancofiore Michaela

Billi Simone

Bilotti Anna

Binelli Diego

Bisa Ingrid

Bitonci Massimo

Boccia Francesco

Boldi Rossana

Boldrini Laura

Bologna Fabiola

Bonafede Alfonso

Bond Dario

Boniardi Fabio Massimo

Bonomo Francesca

Bordo Michele

Bordonali Simona

Borghi Claudio

Borghi Enrico

Boschi Maria Elena

Braga Chiara

Brescia Giuseppe

Brunetta Renato

Bruno Raffaele

Bruno Bossio Vincenza

Bubisutti Aurelia

Buffagni Stefano

Buratti Umberto

Cadeddu Luciano

Caffaratto Gualtiero

Calabria Annagrazia

Campana Micaela

Cantalamessa Gianluca

Cantini Laura

Cantone Carla

Cantone Luciano

Caon Roberto

Caparvi Virginio

Capitanio Massimiliano

Cappellacci Ugo

Cappellani Santi

Carabetta Luca

Carbonaro Alessandra

Cardinale Daniela

Carè Nicola

Carelli Emilio

Carnevali Elena

Carrara Maurizio

Casa Vittoria

Casciello Luigi

Casino Michele

Caso Andrea

Cassese Gianpaolo

Cassinelli Roberto

Castiello Giuseppina

Casu Andrea

Cataldi Roberto

Cattaneo Alessandro

Cattoi Vanessa

Cavandoli Laura

Ceccanti Stefano

Cecchetti Fabrizio

Cenni Susanna

Centemero Giulio

Cestari Emanuele

Chiazzese Giuseppe

Ciagà Graziella Leyla

Ciampi Lucia

Cimino Rosalba

Ciprini Tiziana

Coin Dimitri

Colaninno Matteo

Colla Jari

Colmellere Angela

Colucci Alessandro

Comaroli Silvana Andreina

Comencini Vito

Cominardi Claudio

Conte Federico

Corneli Valentina

Costa Enrico

Covolo Silvia

Crippa Andrea

Crippa Davide

Cristina Mirella

Critelli Francesco

Cubeddu Sebastiano

Currò Giovanni

Daga Federica

Dal Moro Gian Pietro

D'Alessandro Camillo

Dall'Osso Matteo

Dara Andrea

D'Attis Mauro

De Angelis Sara

De Carlo Sabrina

De Filippo Vito

De Giorgi Rosalba

De Girolamo Carlo Ugo

De Lorenzis Diego

De Lorenzo Rina

De Luca Piero

De Maria Andrea

De Martini Guido

De Menech Roger

Deiana Paola

Del Barba Mauro

Del Basso De Caro Umberto

Del Sesto Margherita

D'Eramo Luigi

D'Ettore Felice Maurizio

Di Giorgi Rosa Maria

Di Maio Marco

Di Muro Flavio

Di Sarno Gianfranco

Di Stasio Iolanda

D'Incà Federico

D'Ippolito Giuseppe

Donina Giuseppe Cesare

Donno Leonardo

Dori Devis

D'Orso Valentina

D'Uva Francesco

Ermellino Alessandra

Fantinati Mattia

Fantuz Marica

Faro Marialuisa

Fassina Stefano

Fassino Piero

Federico Antonio

Ferraioli Marzia

Ferraresi Vittorio

Ferrari Roberto Paolo

Ferri Cosimo Maria

Ficara Paolo

Fiorini Benedetta

Fitzgerald Nissoli Fucsia

Flati Francesca

Fogliani Ketty

Fontana Gregorio

Formentini Paolo

Fornaro Federico

Foscolo Sara

Fraccaro Riccardo

Fragomeli Gian Mario

Frailis Andrea

Franceschini Dario

Frassini Rebecca

Frate Flora

Fregolent Silvia

Furgiuele Domenico

Fusacchia Alessandro

Gadda Maria Chiara

Gagliardi Manuela

Gagnarli Chiara

Galizia Francesca

Galli Dario

Gallinella Filippo

Gallo Luigi

Garavaglia Massimo

Gariglio Davide

Gastaldi Flavio

Gebhard Renate

Gentile Andrea

Gerardi Francesca

Germanà Antonino

Giaccone Andrea

Giachetti Roberto

Giacometti Antonietta

Giacometto Carlo

Giacomoni Sestino

Giarrizzo Andrea

Giglio Vigna Alessandro

Giordano Conny

Giorgis Andrea

Giuliano Carla

Gribaudo Chiara

Grillo Giulia

Grimaldi Nicola

Grimoldi Paolo

Grippa Carmela

Gubitosa Michele

Guerini Lorenzo

Gusmeroli Alberto Luigi

Ianaro Angela

Iezzi Igor Giancarlo

Incerti Antonella

Invidia Niccolò

L'Abbate Giuseppe

Labriola Vincenza

Lacarra Marco

Lazzarini Arianna

Legnaioli Donatella

Lepri Stefano

Letta Enrico

Librandi Gianfranco

Licatini Caterina

Liuni Marzio

Liuzzi Mirella

Lolini Mario

Lorefice Marialucia

Lorenzin Beatrice

Lorenzoni Eva

Lorenzoni Gabriele

Losacco Alberto

Loss Martina

Lovecchio Giorgio

Lucchini Elena

Lucentini Mauro

Lupi Maurizio

Maccanti Elena

Madia Maria Anna

Maggioni Marco

Magi Riccardo

Maglione Pasquale

Manca Alberto

Manca Gavino

Mandelli Andrea

Manzato Franco

Manzo Teresa

Marchetti Riccardo Augusto

Mariani Felice

Marin Marco

Marino Bernardo

Marrocco Patrizia

Martinciglio Vita

Martino Antonio

Masi Angela

Mauri Matteo

Melilli Fabio

Miceli Carmelo

Micheli Matteo

Micillo Salvatore

Migliorino Luca

Milanato Lorena

Minardo Antonino

Molinari Riccardo

Molteni Nicola

Mor Mattia

Morani Alessia

Morassut Roberto

Moretto Sara

Morgoni Mario

Morrone Jacopo

Moschioni Daniele

Mugnai Stefano

Mulè Giorgio

Mura Romina

Murelli Elena

Napoli Osvaldo

Nappi Silvana

Nardi Martina

Navarra Pietro

Nevi Raffaele

Nitti Michele

Nobili Luciano

Noja Lisa

Novelli Roberto

Occhionero Giuseppina

Olgiati Riccardo

Orfini Matteo

Orlando Andrea

Orrico Anna Laura

Pagani Alberto

Pagano Ubaldo

Paita Raffaella

Palazzotto Erasmo

Pallini Maria

Palmieri Antonio

Palmisano Valentina

Panizzut Massimiliano

Paolini Luca Rodolfo

Papiro Antonella

Parentela Paolo

Parisse Martina

Parolo Ugo

Pastorino Luca

Patelli Cristina

Paternoster Paolo

Pedrazzini Claudio

Pellicani Nicola

Pentangelo Antonio

Perantoni Mario

Perconti Filippo Giuseppe

Perego Di Cremnago Matteo

Pettarin Guido Germano

Pettazzi Lino

Pezzopane Stefania

Piastra Carlo

Piccoli Nardelli Flavia

Piccolo Tiziana

Pignatone Dedalo Cosimo Gaetano

Pini Giuditta

Pittalis Pietro

Pizzetti Luciano

Plangger Albrecht

Polidori Catia

Pollastrini Barbara

Polverini Renata

Porchietto Claudia

Portas Giacomo

Potenti Manfredi

Prestigiacomo Stefania

Prestipino Patrizia

Pretto Erik Umberto

Provenza Nicola

Quartapelle Procopio Lia

Racchella Germano

Raciti Fausto

Ravetto Laura

Ribolla Alberto

Ricciardi Riccardo

Ripani Elisabetta

Rixi Edoardo

Rizzo Gianluca

Rizzo Nervo Luca

Rizzone Marco

Romano Andrea

Rospi Gianluca

Rossello Cristina

Rossini Emanuela

Rossini Roberto

Rosso Roberto

Rostan Michela

Rotondi Gianfranco

Ruffino Daniela

Ruggiero Francesca Anna

Ruocco Carla

Saccani Jotti Gloria

Saitta Eugenio

Salafia Angela

Saltamartini Barbara

Sani Luca

Sarro Carlo

Sarti Giulia

Savino Elvira

Savino Sandra

Scagliusi Emanuele

Scerra Filippo

Schullian Manfred

Scoma Francesco

Sensi Filippo

Serracchiani Debora

Serritella Davide

Siani Paolo

Sibilia Cosimo

Silvestri Francesco

Siracusano Matilde

Snider Silvana

Sozzani Diego

Spadafora Vincenzo

Spadoni Maria Edera

Sportiello Gilda

Squeri Luca

Stefani Alberto

Stumpo Nicola

Sut Luca

Sutto Mauro

Tarantino Leonardo

Tartaglione Annaelsa

Tateo Anna Rita

Terzoni Patrizia

Tiramani Paolo

Toccafondi Gabriele

Toccalini Luca

Tomasi Maura

Tombolato Giovanni Battista

Tondo Renzo

Tonelli Gianni

Topo Raffaele

Torromino Sergio

Torto Daniela

Tripodi Elisa

Tripodi Maria

Trizzino Giorgio

Troiano Francesca

Tucci Riccardo

Turri Roberto

Tuzi Manuel

Ungaro Massimo

Vacca Gianluca

Vallotto Sergio

Varrica Adriano

Vazio Franco

Verini Walter

Versace Giuseppina

Vietina Simona

Vignaroli Stefano

Villani Virginia

Viscomi Antonio

Vitiello Catello

Vito Elio

Viviani Lorenzo

Volpi Raffaele

Zan Alessandro

Zanella Federica

Zanettin Pierantonio

Zangrillo Paolo

Zanichelli Davide

Zardini Diego

Zennaro Antonio

Zicchieri Francesco

Ziello Edoardo

Zoffili Eugenio

Zolezzi Alberto

Zordan Adolfo

Hanno risposto no:

Aiello Piera

Albano Lucia

Bellucci Maria Teresa

Benedetti Silvia

Bignami Galeazzo

Bucalo Carmela

Butti Alessio

Caiata Salvatore

Caretta Maria Cristina

Ciaburro Monica

Cirielli Edmondo

Colletti Andrea

Corda Emanuela

D'Ambrosio Giuseppe

De Toma Massimiliano

Deidda Salvatore

Delmastro Delle Vedove Andrea

Donzelli Giovanni

Ferro Wanda

Forciniti Francesco

Foti Tommaso

Frassinetti Paola

Fratoianni Nicola

Galantino Davide

Gemmato Marcello

Giuliodori Paolo

Lollobrigida Francesco

Lucaselli Ylenja

Maniero Alvise

Mantovani Lucrezia Maria Benedetta

Maschio Ciro

Mollicone Federico

Montaruli Augusta

Osnato Marco

Paxia Maria Laura

Prisco Emanuele

Rampelli Fabio

Rizzetto Walter

Rotelli Mauro

Russo Giovanni

Sarli Doriana

Silvestri Rachele

Silvestroni Marco

Sodano Michele

Suriano Simona

Trancassini Paolo

Trano Raffaele

Vallascas Andrea

Varchi Maria Carolina

Vianello Giovanni

Villarosa Alessio

Vinci Gianluca

Zucconi Riccardo

Si sono astenuti:

Nessuno

Sono in missione:

Cancelleri Azzurra Pia Maria

Carfagna Maria Rosaria

Castelli Laura

Cattoi Maurizio

Dadone Fabiana

D'Arrando Celeste

Di Maio Luigi

Di Stefano Manlio

Dieni Federica

Fontana Ilaria

Frusone Luca

Gava Vannia

Gelmini Mariastella

Giorgetti Giancarlo

Grande Marta

Invernizzi Cristian

Iovino Luigi

Lapia Mara

Macina Anna

Maraia Generoso

Marattin Luigi

Mazzetti Erica

Migliore Gennaro

Morelli Alessandro

Nesci Dalila

Patassini Tullio

Pella Roberto

Picchi Guglielmo

Rotta Alessia

Sasso Rossano

Scalfarotto Ivan

Scutellà Elisa

Sibilia Carlo

Silli Giorgio

Sisto Francesco Paolo

Speranza Roberto

Tabacci Bruno

Tasso Antonio

Valente Simone

PRESIDENTE. Come stabilito in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, sospendiamo a questo punto l'esame del provvedimento che riprenderà alle ore 16, a partire dall'esame degli ordini del giorno. La seduta riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 13,50, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, il Ministro per l'Innovazione tecnologica e la transizione digitale e il Ministro della Salute.

Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Iniziative di competenza volte ad evitare l'adozione del sistema di etichettatura Nutri-score, al fine di tutelare i consumatori e i prodotti made in Italy – n. 3-02600)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Fornaro e Timbro n. 3-02600 (Vedi l'allegato A).

Il deputato Federico Fornaro ha facoltà di illustrare la sua interrogazione, per un minuto.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signora Presidente. Signor Ministro, nel maggio 2020 la Commissione europea, nell'ambito della strategia Farm to Fork, ha ipotizzato l'adozione, entro la fine del 2022, di un'etichettatura per aiutare i consumatori a fare scelte alimentari salutari, definendo questo sistema a semaforo Nutri-score. Il Nutri-score è pensato per semplificare l'identificazione dei valori nutrizionali di un prodotto alimentare ma è del tutto evidente che, per le scelte che vi sono contenute, l'etichetta a semaforo risulta essere fortemente penalizzante per l'Italia, perché colpisce le migliori eccellenze del made in Italy. Il paradosso sarebbe quello di promuovere cibi per la cui preparazione vengono utilizzati edulcorati e di sfavorire proprio i nostri migliori prodotti.

Siamo, quindi, a chiedere quali urgenti iniziative di competenza il Ministero stia intraprendendo per evitare l'adozione del sistema Nutri-score che arrecherebbe danni alla nostra produzione agroalimentare e scarse se non fuorvianti informazioni ai consumatori sugli alimenti.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

STEFANO PATUANELLI, Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Grazie, Presidente, e ringrazio i colleghi interroganti. Credo che sia solo il caso di ribadire la profonda contrarietà, non mia, non solo del mio Ministero, ma dell'intero Governo, di tutto l'arco parlamentare, sia della Camera sia del Senato, di tutti i sistemi agroalimentari italiani e di tutte le filiere italiane contro quello che riteniamo un assurdo, che va a condizionare il consumatore e non ad informare, come il Nutri-score. Ringrazio formalmente il Presidente Draghi che, nelle ultime comunicazioni alle Camere in vista del Consiglio che si è tenuto la scorsa settimana, ha dedicato un passaggio esplicito al Nutri-score e alla pericolosità di questo sistema, più che di etichettatura, appunto, di condizionamento che mette un colore al cibo. Non esiste un cibo che in assoluto sia sano o un cibo che in assoluto non faccia male, dipende dalla dieta, ed è proprio su questo concetto che stiamo basando il nostro lavoro di convincimento di tanti altri Paesi che, come noi, cominciano a percepire il rischio, per i sistemi agroalimentari europei, di un sistema di etichettatura che andrebbe a privilegiare, appunto, il cibo molto trasformato - spesso in vaschetta, quindi anche con un impatto ambientale molto forte - che sarebbe di forte impatto sul DOP e sull'IGP, sistemi che, a parole, la Commissione vuole proteggere ma che vengono messi in grande discussione dal Nutri-score.

Quindi, che cosa stiamo facendo? Oltre a prendere una posizione politica molto forte, di sistema Paese, stiamo coinvolgendo gli altri Paesi europei per creare quella minoranza di blocco che sarà necessaria laddove la proposta della Commissione fosse indirizzata verso il Nutri-score. Recentemente, ho avuto un bilaterale con il collega greco, con cui stiamo lavorando molto bene sul tema della dieta mediterranea come valore assoluto nutrizionale e con cui ci siamo riproposti di creare una rete, assieme agli altri Paesi del Mediterraneo, coinvolgendo, intanto, quei Paesi che già con noi hanno sottoscritto l'utilizzo del Nutrinform battery. Vale la pena ricordare che si tratta di un sistema di etichettatura, che abbiamo proposto, alternativo al Nutri-score, che dà informazioni nutrizionali bilanciate, che abbiamo implementato quando ero Ministro dello Sviluppo economico, assieme a tutte le filiere produttive. Stiamo spingendo perché quel sistema di etichettatura venga utilizzato dalle aziende italiane e stiamo cercando di far capire anche alla Francia, oltre che alla Spagna, la pericolosità anche per i loro sistemi produttivi di un sistema di etichettatura a semaforo, non soltanto - diciamo - in un'ottica di sistemi produttivi ma anche, semplicemente, perché il consumatore ha diritto di essere informato e non di vedersi soltanto un semaforo sul cibo.

PRESIDENTE. Il deputato Federico Fornaro ha facoltà di replicare, per due minuti.

FEDERICO FORNARO (LEU). La ringrazio, signor Ministro. Condivido l'impostazione e, per quel che ci riguarda, diamo pieno sostegno all'azione del Governo in ambito europeo. I rischi credo siano evidenti a tutti - lei li ha sottolineati - ma aggiungo l'ulteriore rischio di carattere politico che, ancora una volta, l'Europa venga vista come matrigna, come un soggetto che impone scelte individuali, quali sono evidentemente anche quelle sul cibo. Crediamo che quindi occorra fare una difesa non sterile, in qualche modo, del made in Italy, per ragioni semplicemente patriottiche, ma proprio per le considerazioni che lei ha fatto. Quindi, da questo punto di vista, l'obiettivo che noi condividiamo è quello di dare informazione, un'informazione corretta al cittadino-consumatore, che poi farà le sue scelte. Forzature che vadano in altre direzioni rischiano alla fine di nascondere in realtà interessi economici, in particolare ovviamente delle grandi aziende multinazionali trasformatrici dei prodotti agroalimentari. Credo che, da questo punto di vista, questa sia una battaglia giusta e riconfermo anche il nostro pieno sostegno.

(Iniziative di competenza per la realizzazione del piano di intervento “Italia a 1 Giga”, anche tramite misure correttive del sistema di incentivi previsto a tal fine – n. 3-02601)

PRESIDENTE. Il deputato Davide Gariglio ha facoltà di illustrare l'interrogazione Bruno Bossio ed altri n. 3-02601 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

DAVIDE GARIGLIO (PD). Grazie, Presidente. Signor Ministro, l'interrogazione punta a sapere quali iniziative il Governo intenda assumere per realizzare nei tempi previsti il piano “Italia a 1 Giga”. Vi è molta preoccupazione che il rispetto della scadenza del 2026 sia a rischio: ci sono dei problemi strutturali noti, c'è carenza di personale esperto, a tutti i livelli e in tutta Europa, non solo in Italia, che consenta di rispettare la pianificazione per lo stringente impiego dei fondi stanziati dalla Commissione europea; c'è un problema di semplificazione normativa, che pare ancora non adeguata e c'è il problema di una rete, che formalmente è una rete fiber to the home ma, in realtà, in vari casi è una rete che si attesta a 20 metri dall'edificio condominiale. Ecco perché chiediamo di essere edotti su quali iniziative il Governo intenda assumere per raggiungere questo importante obiettivo.

PRESIDENTE. Il Ministro per l'Innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao, ha facoltà di rispondere.

VITTORIO COLAO, Ministro per l'Innovazione tecnologica e la transizione digitale. Signor Presidente, onorevoli deputate e deputati, ringrazio il Parlamento e, nello specifico, gli interroganti perché mi danno l'opportunità di informare sullo stato di attuazione di un progetto che è centrale per la modernizzazione del Paese.

Come è noto, il piano “Italia a 1 Giga”, che è uno dei più progetti principali del PNRR, è importante perché mira a fornire una connettività di almeno un gigabit in download e di 200 megabit in upload nell'ora di picco a circa 6 milioni di civici che, sulla base degli esiti della mappatura delle reti wired e wireless non saranno coperti entro il 2026 da almeno una rete in grado di raggiungere una soglia minima predeterminata. La domanda era sulle tempistiche. Le tempistiche sono stringenti ma stiamo rispettando il cronoprogramma. Dal 30 aprile al 15 giugno abbiamo effettuato la mappatura su 21 milioni di civici, in un'ottica di complementarietà col piano di copertura delle aree bianche, a cui lei ha fatto cenno, per identificare i civici che, al 2026, non saranno coperti. Dal 6 agosto al 15 settembre, abbiamo svolto la consultazione pubblica, avendo 70 risposte circa dai diversi soggetti interessati. L'8 novembre scorso abbiamo notificato formalmente il piano alla Commissione Europea per ottenere l'autorizzazione, perché ovviamente c'è il profilo degli aiuti di Stato. Ci attendiamo la decisione della Commissione per fine dicembre 2021, pensiamo di pubblicare i bandi entro gennaio 2022 ed, entro giugno, di aggiudicarli, così da rispettare la milestone. Aggiungo: entro fine novembre è atteso il provvedimento dell'Agcom che regolamenterà le condizioni di accesso wholesale e abbiamo chiuso anche con Invitalia la convenzione con Infratel Italia che sarà il soggetto attuatore per il nostro Ministero sui piani di sviluppo.

Entrando nella parte di merito della sua domanda, la connessione verrà fornita senza limiti di volumi di traffico, ovviamente, con il principio di neutralità tecnologica. Lo Stato finanzierà la realizzazione delle infrastrutture end to end, in modo da fornire accesso wholesale.

Per quanto riguarda la domanda che ha fatto sulla distanza, ovviamente l'operatore aggiudicatario dovrà realizzare l'infrastruttura di rete inclusiva del ROE fino all'edificio in cui sono stati situati gli utenti, mentre nel caso di reti wireless l'intervento dovrà includere l'installazione dell'antenna sull'edificio per ovviare ai problemi a cui lei accennava. Abbiamo scelto il modello di incentivo, che prevede la selezione attraverso procedure di evidenza pubblica di operatori, che si potranno presentare in forma individuale e nelle aggregazioni previste dal codice degli appalti, in modo che per ogni lotto vengano realizzate le infrastrutture. Al termine delle gare, le infrastrutture resteranno di proprietà degli operatori, a fronte di un contributo, che avrà comunque una certa percentuale massima da parte nostra. Riguardo alle criticità che cita - due -, chiaramente, riguardo alle competenze, bisognerà formare 10.000 operatori circa e stiamo lavorando con il MiSE per identificare un meccanismo premiante. Riguardo alla seconda criticità, alle norme di semplificazione e riduzione dei tempi, parzialmente - come ho detto stamattina all'assemblea dell'ANCI -, abbiamo già introdotto norme di semplificazione e siamo pronti a recepire eventuali altri interventi, qualora questi fossero necessari.

PRESIDENTE. La deputata Vincenza Bruno Bossio ha facoltà di replicare.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Grazie. Ringrazio il Ministro. Sicuramente è un piano ambizioso e mi pare che il Governo e il Ministro abbiano le idee chiare su come andare avanti, Sicuramente è importante il tema delle competenze - qui un altro limite è quello della sicurezza dei dati -, ma in questo momento la cosa più importante in Italia è la connettività. Non basta infrastrutturare - come si è fatto -, ma bisogna connettere e, per connettere, bisogna arrivare all'ultimo miglio. L'ultimo miglio è sicuramente, rispetto alla fibra - come ha precisato lei -, il ROE e, per quel che riguarda l'FWA, il tetto; però noi abbiamo in questo momento tre bandi con un concessionario, per circa 7.000 comuni, dove sostanzialmente non c'è l'FTTH. L'ultimo report di Agcom dava questo numero, l'8,1; quindi, perché si possa recuperare sostanzialmente questo dato, bisogna intervenire anche nei bandi precedenti, a saldo invariato. Così come è importante - finisco e lo scriviamo anche nella nostra interrogazione - valutare la possibilità di dare un supporto alla domanda direttamente sui condomini, in maniera tale che possa essere fatto il verticale della fibra, che è l'unica cosa che può consentire effettivamente l'obiettivo a 1 Giga.

(Intendimenti in merito alla definizione di una strategia nazionale per la pianificazione e la gestione delle giacenze di anticorpi monoclonali anti-Sars-CoV-2– n. 3-02602)

PRESIDENTE. La deputata Fabiola Bologna ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02602 (Vedi l'allegato A).

FABIOLA BOLOGNA (CI). Grazie, Presidente. Gentile Ministro, in Italia, dopo un'iniziale inerzia è stata autorizzata la somministrazione di anticorpi monoclonali anti-SARS-CoV-2. L'Aifa ha definito modalità e condizioni per il loro impiego. Gli anticorpi monoclonali si utilizzano in chi ha già contratto la malattia secondo specifici criteri per ridurre il rischio di sviluppare una forma grave, con benefici in termini di mortalità. Secondo l'ultimo report di Aifa, oltre 13.000 pazienti hanno ricevuto questa terapia; tra marzo e maggio 2021 sono state acquistate circa 80.000 dosi e sembra che andranno a scadere a dicembre 2021, di cui molte inutilizzate. Sembra che in alcune regioni le scorte siano esaurite, mentre in altre non sia mai partito alcun trattamento. Quindi, le chiediamo se intenda definire una strategia nazionale per pianificare e gestire le attività di trattamento secondo le necessità, d'intesa con le regioni, al fine di utilizzare le giacenze di monoclonali, ottimizzandone l'uso terapeutico, scongiurando il rischio imminente di un inutile spreco di dosi, particolarmente costose per il Sistema sanitario nazionale.

PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO SPERANZA, Ministro della Salute. Grazie, Presidente. Ringrazio l'onorevole interrogante per l'occasione di poter chiarire un tema che è particolarmente delicato. Il Ministero della Salute, con il supporto di Aifa, ha immediatamente orientato la propria azione di prevenzione e di cura, favorendo - voglio ricordarlo -, tra i primi in Europa, l'uso tempestivo degli anticorpi monoclonali, indirizzandone l'impegno verso le condizioni nelle quali vi fossero chiare evidenze scientifiche, nel rispetto dei principi di sicurezza ed appropriatezza. Sin dal febbraio 2021 ho provveduto ad autorizzare l'utilizzo dei primi monoclonali disponibili tramite un'autorizzazione temporanea e straordinaria adottata con il decreto del Ministro della Salute del 6 febbraio 2021. Al proposito, va ricordato che gli acquisti di anticorpi monoclonali anti-COVID-19 sono sin qui stati disposti tramite il commissario all'emergenza da COVD-19, formalmente titolato per lo Stato italiano alla stipula dei contratti sia nell'ambito di attività di joint procurement, curate nei termini generali dalla Commissione UE, a valle dei quali avviene la stipula di contratti a cascata da parte dei diversi Stati interessati, sia direttamente da parte dello Stato italiano al fine di accedere quanto prima possibile a tali rilevanti presidi terapeutici nelle more delle precitate attività di joint procurement europeo. Secondo le comunicazioni rese dal medesimo commissario, le attuali giacenze complessive presso le strutture sanitarie regionali sono adeguate ai fabbisogni delle regioni e le richieste da parte dei territori hanno sempre avuto un riscontro positivo da parte della struttura commissariale. Gli attuali andamenti di impiego di tali presidi terapeutici, così come registrati nelle diverse regioni, sono oggetto di costante monitoraggio da parte dell'Agenzia italiana del farmaco e del Ministero della Salute, proprio al fine di bilanciare la necessità di averne una congrua riserva e la riduzione al minimo del paventato rischio di mancato utilizzo nei termini di validità dei suddetti prodotti.

Segnalo, infine, che, a differenza di quanto affermato nell'interrogazione, il costo di tali terapie non è a carico del Fondo sanitario nazionale, ma è ricompreso nell'apposito fondo, di cui all'articolo 20, comma 1, del decreto-legge 22 marzo 2021, convertito dalla legge n. 69 del 2021, che modifica l'articolo 1, comma 447, della legge n. 178 del 2020 e che sarà rifinanziato anche con la prossima legge di bilancio, dove, per acquisti di vaccini e di farmaci e per la cura del COVID, è previsto uno stanziamento di ben 1.850 milioni. Voglio aggiungere che, proprio in questi giorni, siamo a lavoro con Aifa e con la struttura commissariale perché lo stesso meccanismo di autorizzazione e di acquisto possa essere utilizzato anche per i nuovi farmaci promettenti di Merck e Pfizer.

PRESIDENTE. La deputata Fabiola Bologna ha facoltà di replicare.

FABIOLA BOLOGNA (CI). Grazie Presidente. Ringrazio il Ministro per la risposta e per le delucidazioni. Sappiamo che abbiamo davanti mesi in cui dovremo fronteggiare ancora il COVID e che bisogna avere la massima attenzione, anche se al momento i numeri in Italia sono migliori rispetto agli altri Paesi europei e il livello di vaccinazione è sicuramente alto. Ma l'incidenza di COVID settimanale a livello nazionale continua ad aumentare ed è ora al di sopra della soglia dei 50 casi settimanali per 100 mila abitanti. Questo andamento va monitorato e controllato con estrema attenzione, anche alla luce delle intensa recrudescenza epidemica in corso nei Paesi vicini del Centro-Est Europa. Il tasso di occupazione in terapia intensiva è al 4,2 per cento, in aumento rispetto alla settimana precedente, con un aumento del numero delle persone ricoverate in aree mediche, e chi si ammala sono prevalentemente persone non vaccinate. Lo vogliamo ribadire ancora una volta: le vaccinazioni rimangono il primo argine alla pandemia, perché la cosa più importante è non ammalarsi. Sappiamo che chi si ammala anche in forma lieve può avere delle conseguenze di salute, a breve e a lungo termine, permanenti e anche gravi. Il vaccino è l'unico presidio che riduce enormemente la possibilità di ammalarsi, di avere forme gravi e di trasmettere il virus, insieme alle mascherine, al distanziamento e all'igiene. Nel caso in cui ci si ammala abbiamo oggi a disposizione gli anticorpi monoclonali, che possono essere usati precocemente per evitare le forme gravi, ma in alcune formulazioni si possono utilizzare anche in caso di ospedalizzazione; arriveranno poi le pillole antivirali per il trattamento della malattia da lieve a moderata per ridurre il rischio di ricovero e la probabilità di decesso. Quindi i vaccini rimangono la prima linea di difesa per evitare di ammalarsi ma, nel caso di infezione, possiamo contare, grazie alla scienza e alla ricerca che stanno andando avanti, anche sugli anticorpi monoclonali e sugli antivirali. Quindi è necessario attivare una strategia nazionale per pianificare le attività di trattamento, d'intesa con le regioni e i professionisti sanitari competenti, al fine di utilizzare al meglio le quantità già acquistate di anticorpi monoclonali e prepararsi ad affrontare, sfruttando tutte le opzioni terapeutiche a disposizione, il periodo invernale, in cui, purtroppo, è prevedibile un ulteriore aumento dei casi (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

(Chiarimenti in ordine ai criteri alla base della estensione della durata della certificazione verde COVID-19 da nove a dodici mesi – n. 3-02603)

PRESIDENTE. Il deputato Raffaele Trano ha facoltà di illustrare l'interrogazione Colletti ed altri n. 3-02603 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). Grazie, signor Presidente. Ministro Speranza non farò la cronistoria degli spunti in premessa a questa interrogazione a risposta veloce; mi limiterò ad evidenziare soltanto il filo conduttore. Avete gestito l'emergenza, a cui nessuno era pronto, nel modo peggiore possibile.

Quando c'era da valutare accuratamente cosa fare, vi siete fatti prendere la mano e siete scappati in avanti, adottando misure senza fondamento scientifico. In alcuni casi siete addirittura andati contro le evidenze di studi accurati, come nel caso dell'estensione del green pass da 9 mesi a 12 mesi. Avete abbandonato ogni principio di prudenza e l'avete fatto sulla pelle degli italiani, che oggi sono sempre più confusi e divisi su provvedimenti irrazionali e discriminatori. Di questo le chiederemo conto, signor Ministro.

PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO SPERANZA, Ministro della Salute. Risponderò al testo dell'interrogazione, chiaramente, più che alle valutazioni politiche, che sono smentite anche dai dati epidemiologici di questi giorni, del nostro e degli altri Paesi.

Il Ministero, in data 24 agosto, ha chiesto al Comitato tecnico-scientifico di esprimere, in considerazione della situazione epidemiologica, un parere tecnico-scientifico in merito alla possibilità di rivedere la durata delle certificazioni COVID per i soggetti vaccinati. Come risulta dal verbale, il 27 agosto il CTS, all'esito del confronto, all'unanimità ha affermato la sussistenza delle condizioni per estendere la durata della certificazione del completamento del percorso di immunizzazione, sia nei soggetti mai infettati e sottoposti a ciclo vaccinale completo sia nei soggetti infettati e successivamente sottoposti a una dose booster di vaccino. Ciò sulla base dell'osservazione che, sebbene alcuni studi scientifici mostrino, nel tempo, un calo del titolo anticorpale nei soggetti vaccinati e una riduzione di immunità sterilizzante offerta dai vaccini, le evidenze ad oggi disponibili indicano che i soggetti compiutamente vaccinati mantengono, rispetto ai soggetti non vaccinati, elevata protezione rispetto al rischio di essere contagiati e, ancora più marcatamente, rispetto al rischio di sviluppare patologia grave, grazie alla generazione e persistenza nel tempo di linfociti B e T di memoria, che in caso di contatto con esposizione a SARS-CoV-2 sono in grado di attivare una risposta immunologica adattiva protettiva rispetto allo sviluppo e progressione di forme gravi di patologia COVID-19. Il CTS ha rappresentato che la valutazione in merito all'estensione della certificazione verde sino a 12 mesi potrà poi naturalmente essere rivista in futuro, qualora emergano nuovi dati o siano pubblicati studi scientifici che orientino verso diversa conclusione.

Il monitoraggio dei dati è continuo; ogni settimana l'Istituto superiore di sanità presenta dati aggiornati sull'efficacia, mentre ogni mese viene pubblicato un report scientifico, sulla base dei dati “real world”. L'Istituto superiore di sanità si è focalizzato sull'efficacia della campagna vaccinale sul campo e i dati raccolti consentono di aggiornare le indicazioni e capire quando intervenire per mantenere l'immunità. Già da settembre sono stati osservati i primi segnali di perdita di efficacia per alcune categorie, a partire da immunodepressi, anziani e ospiti delle RSA, per cui è stata raccomandata una dose aggiuntiva.

Il tema anticorpale rimane importante, ma è molto dibattuto: non c'è un valore fisso che possa dire che, al di sotto di un certo livello, la persona non è immune, perché per questi virus la risposta anticorpale è importante, ma lo è anche la risposta cellulare.

Per completezza, si precisa che la norma che ha consentito l'estensione della validità della certificazione verde da 9 a 12 mesi per i soggetti vaccinati, in conformità al citato parere del CTS, è stata, in ogni caso, il frutto di una precisa e univoca volontà parlamentare. Infatti, rammento che sono stati presentati, in sede di conversione del decreto n. 105 del 2021, due emendamenti parlamentari di identico tenore, in ordine ai quali il Governo, alla luce del parere del CTS, ha espresso parere favorevole.

È chiaro che il Governo continuerà a lavorare convintamente, mettendo la campagna vaccinale al centro della propria strategia di contrasto al COVID.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il deputato Pino Cabras.

PINO CABRAS (MISTO-L'A.C'È). La risposta del Ministro dimostra che lui e tutto il Governo vivono in una bolla autoreferenziale, che prescinde dai dati scientifici che si accumulano nel mondo intero. Questa è una pandemia, cioè un fenomeno mondiale e non si può leggere un fenomeno di questa complessità con i dati, manipolati e limitati, di un Comitato tecnico-scientifico che agisce con criteri burocratici. L'estensione da 9 a 12 mesi non ha nulla di scientifico, se lo confrontiamo con tutta la letteratura mondiale su questo argomento. È stata una misura burocratica, come tante, quelle che stanno disegnando una sorta di gestione autoritaria, sempre più stringente, della vita del nostro Paese. Basta diffondere dati di questo tipo: non sono credibili. Basta con quelli che fanno eco alla pandemia dei non vaccinati e che, in nome di questo, limitano, ad esempio, la funzionalità della democrazia e la possibilità di andare nelle piazze. Siamo in emergenza o non siamo in emergenza? Perché voi, da un lato, dite che stanno diminuendo tutti i contagi e, allora, perché sostenete misure che devono proseguire, a differenza che in tutto il mondo?

Recentemente, ha fatto molto rumore l'analisi del British Medical Journal, una delle quattro riviste mediche più importanti del mondo, con Peter Doshi che ha abbastanza efficacemente dimostrato che non ci sono dati sufficienti per dare questa credibilità ai trial clinici che sono stati alla base di decisioni come quelle della terza dose. Insomma, tutto questo è alla base di decisioni che portano a una stretta autoritaria. Noi, ovviamente, ci dissociamo da quelli che vogliono assimilare questo al nazismo, non pensiamo che voi siete il partito del Terzo Reich, siete il partito della terza dose (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

(Iniziative volte a equiparare la posizione dei soggetti vaccinati e di quelli guariti, in particolare sotto il profilo della durata delle certificazioni verdi COVID-19 e degli ingressi in Italia dall'estero – n. 3-02604)

PRESIDENTE. La deputata Boldi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Molinari ed altri n. 3-02604 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

ROSSANA BOLDI (LEGA). Grazie, Presidente. Signor Ministro, con circolare in data 21 luglio 2021, il Ministero della Salute ha aggiornato le indicazioni concernenti la vaccinazione dei soggetti guariti dal COVID-19, ritenendo per questi possibile “la somministrazione di un'unica dose di vaccino (…), purché la vaccinazione venga eseguita preferibilmente entro i 6 mesi dalla stessa e, comunque, non oltre i 12 mesi dalla guarigione”. Sulla base di predetta circolare e del sottostante parere del CTS, si confidava in un'estensione del periodo di validità delle certificazioni verdi COVID-19 rilasciate ai soggetti guariti, in maniera tale da allineare la loro durata (semestrale) alla finestra temporale (annuale) individuata dal Ministero ai fini della vaccinazione. A distanza di diversi mesi, però, la situazione è immutata e i cittadini, a questo punto, rimangono vittime - i guariti - di un paradosso giuridico e immunologico, come è stato definito da più parti.

PRESIDENTE. Concluda.

ROSSANA BOLDI (LEGA). Concludo. Vorremmo sapere che cosa intendete fare, anche perché su questo tema sono stati approvati ben due ordini del giorno da quest'Aula…

PRESIDENTE. Collega, deve concludere.

ROSSANA BOLDI (LEGA). …uno, nel quale si invitava “a valutare la possibilità di”, ma l'altro, invece, che garantiva una soluzione.

PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO SPERANZA, Ministro della Salute. Ringrazio l'onorevole Boldi, per aver sollecitato un'attenzione su questo tema. La normativa vigente, come lei stessa ha dichiarato, prevede che la durata della validità del green pass per i soggetti guariti da COVID-19 è di 6 mesi; la durata della validità del green pass per i soggetti vaccinati è di 12 mesi.

La categoria di soggetti guariti tout court costituisce un unicum specifico, in cui l'osservazione scientifica ha evidenziato una risposta immunitaria diversa rispetto ai soggetti che hanno completato il ciclo vaccinale. Tra questi ultimi, deve ritenersi compreso il caso del guarito cui, entro 6 mesi, viene somministrata una dose di vaccino. La guarigione con la somministrazione di una dose viene, dunque, equiparata alla vaccinazione, con conseguente validità della certificazione verde di 12 mesi a partire dalla somministrazione della seconda dose in questione.

Voglio rammentare che il regolamento (UE) 2021/953 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 14 giugno 2021 ha stabilito che i certificati di guarigione possono avere una durata massima di 180 giorni dal primo test molecolare positivo. Il Governo intende dare seguito agli impegni assunti con i richiamati ordini del giorno, al fine di avviare un percorso di approfondimento con gli organi tecnico-scientifici competenti, ivi compreso il Comitato tecnico-scientifico, onde acclarare se, alla luce degli studi più recenti, vi siano le condizioni per valutare diversamente la validità del certificato verde rilasciato ai guariti, ferma restando la verifica di compatibilità di tale opzione con il regolamento europeo menzionato quanto ai fini della mobilità transfrontaliera. Segnalo, al riguardo, che, stando alla lettura natura scientifica più recente, secondo quanto evidenziato dall'Istituto superiore di sanità, i dati attualmente disponibili sul rischio di reinfezione da SARS-CoV-2 nelle persone guarite e conseguente trasmissione ad altri sono ancora limitati. Le evidenze disponibili suggeriscono che il rischio di reinfezione può essere considerato basso se la successiva esposizione a varianti antigenicamente simili di SARS-CoV-2 si verifica entro 3-6 mesi dalla diagnosi iniziale. Gli stessi Centers for disease control and prevention, autorevolissima istituzione, stimano che questo periodo sia di 6 mesi. In ogni caso, come sempre, il Governo procederà nelle sue valutazioni e decisioni sulla base delle migliori evidenze scientifiche disponibili.

PRESIDENTE. La deputata Boldi ha facoltà di replicare.

ROSSANA BOLDI (LEGA). Ministro, io mi scuso, ma non posso ritenermi soddisfatta della sua risposta. Lei prima ha parlato di una precisa e univoca volontà parlamentare e qui mi pare che la precisa e univoca volontà parlamentare sia stata assolutamente disattesa. Gli studi che certificano che un paziente che ha avuto il COVID ha la stessa immunità di un paziente che è stato vaccinato sono ormai molteplici. Qui non si sta contestando il fatto che, sicuramente, c'è una bontà e un'efficacia ottima di quella che viene definita l'immunità ibrida, cioè paziente guarito e, in più, anche vaccinato; quello che si sta contestando è che noi abbiamo un certo numero di cittadini lasciati in un limbo legislativo. Perché, allora, o mi dite che non era corretta la “circolare Rezza”, che dava la possibilità di vaccinarsi fino a un anno o, altrimenti, bisogna essere conseguenti e dire che, fino ad un anno, questi pazienti hanno diritto ad avere la certificazione verde e a vivere una vita normale.

Per quello che riguarda il suo accenno al regolamento europeo, mi spiace, Ministro, ma il regolamento europeo non dice nulla del genere, quello che lei ha riportato è una FAQ europea, come noi abbiamo le FAQ sul sito del Ministero della Salute, ed è una FAQ come quella, ad esempio, che dava per accertato che i tamponi dovessero durare sempre 72 ore, e noi quella non l'abbiamo rispettata. Quindi, per favore, quando parlate di regolamenti europei, almeno leggeteli fino in fondo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Intendimenti del Governo in ordine alle categorie per cui prevedere la somministrazione in via prioritaria della terza dose del vaccino anti COVID-19 – n. 3-02605)

PRESIDENTE. La deputata Occhionero ha facoltà di illustrare l'interrogazione Noja ed altri n. 3-02605 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

GIUSEPPINA OCCHIONERO (IV). Grazie, Presidente. Signor Ministro, il nemico resta il virus, il tasso di positività, purtroppo, sta risalendo, ma l'Italia rimane, comunque, un modello grazie al poderoso piano vaccinale e a questo Governo.

L'allentamento delle misure restrittive, la riapertura delle scuole, l'avvicinarsi del Santo Natale rendono necessario accelerare sulla somministrazione della terza dose. Il suo Ministero ha reso noto che si procederà nei confronti degli anziani e che presto inizierà la campagna vaccinale nei confronti dei bambini di età compresa tra i 5 e i 12 anni.

I soggetti più vulnerabili, i prestatori di cure e le persone particolarmente esposte, come gli operatori sanitari e gli insegnanti, stanno per concludere il periodo dei 6 mesi dalla prima dose vaccinale. Le chiediamo, dunque, quale sia la strategia che il Governo metterà in atto per garantire, quanto prima, in caso di denegata ipotesi di nuova ondata, la particolare attenzione rispetto alla somministrazione della terza dose nei confronti dei soggetti più deboli e delle persone particolarmente esposte, come, ad esempio, gli insegnanti.

PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO SPERANZA, Ministro della Salute. Ringrazio gli interroganti per consentirmi anche un chiarimento e un'ulteriore indicazione di procedura sulla terza dose, che noi consideriamo assolutamente strategica per il prosieguo della campagna vaccinale.

I numeri dell'Italia, oggi, sono molto positivi ed importanti. A stamattina, alle 7, siamo all'86,62 per cento di persone che hanno avuto la prima dose e all'83,77 per cento di persone che hanno completato il ciclo vaccinale. Dobbiamo insistere, perché ogni singolo vaccino in più ci consente di avere uno scudo più forte rispetto alle settimane che stanno per arrivare.

A stamattina, la dose aggiuntiva, il booster (il richiamo), è stata offerta a 2.409.596 persone; nella giornata di oggi supereremo sicuramente 2 milioni e mezzo di persone. Abbiamo iniziato dagli immunocompromessi, abbiamo iniziato dal personale sanitario, dai fragili di ogni età, dagli over 60 e da chi ha avuto - circolare di pochi giorni fa - la dose unica con Johnson & Johnson. Tutte queste persone, a 6 mesi di distanza dal completamento del primo ciclo vaccinale, possono avere diritto ad una dose di vaccino a mRNA. Questa è, naturalmente, fortemente raccomandata.

Con il confronto svolto nelle ultime ore con la nostra comunità scientifica, io voglio annunciare al Parlamento che facciamo un ulteriore passo in avanti. La scelta è quella di proseguire per fasce anagrafiche e, dal 1° di dicembre, nel nostro Paese saranno chiamati alla dose aggiuntiva - al richiamo - anche le fasce generazionali di chi ha tra i 40 e i 60 anni. Facciamo un ulteriore passo in avanti, proprio perché riteniamo che la terza dose sia un tassello essenziale della nostra strategia di contrasto al COVID. La mia personale opinione è che più il Paese riuscirà a rafforzarsi anche sulla terza dose, sull'accelerazione della terza dose, più saremo in grado di gestire una coda dell'autunno e un inverno che, come si vede, anche analizzando i numeri che arrivano in queste ore da altri Paesi (la Germania segnala, nella giornata di ieri, 40.000 casi in 24 ore), è ancora una sfida aperta non semplice da gestire.

PRESIDENTE. La deputata Lisa Noja ha facoltà di replicare.

LISA NOJA (IV). Grazie, Presidente. Noi ringraziamo molto il Ministro per i chiarimenti che ha fornito. Insistiamo sulla possibilità che sia considerata la situazione un po' peculiare in cui si trovano quelle categorie, come gli insegnanti, che, al di là dell'età, hanno avuto accesso alla dose in forma anticipata e che, quindi, oggi si trovano ben oltre la scadenza dei 6 mesi e si trovano in gran parte esposti a quella popolazione non vaccinata, quella degli under 12, e, quindi, sono in una situazione di esposizione maggiore, così come per i caregiver, che sono a contatto con persone molto vulnerabili e che, anche loro, hanno avuto accesso alla dose del primo ciclo molto tempo fa.

Al di là di questo, noi la ringraziamo. Siamo convinti che la terza dose sarà essenziale per completare quell'immunità che serve a proteggere il Paese. Chiediamo che ci sia sempre molta chiarezza sui criteri, ma anche che ci sia una strettissima vigilanza sul fatto che tutte le regioni si uniformino a questi criteri. Infatti, abbiamo visto, nella prima fase della vaccinazione, come il fatto che, a volte, le regioni andassero ognuna per la propria strada o dessero informazioni contrastanti con quelle che arrivavano dal livello nazionale, abbia creato nei cittadini preoccupazione, sconcerto e grande confusione.

Chiediamo anche, Ministro, di proseguire in quest'opera di informazione dei cittadini fatta attraverso strumenti omogenei su tutto il territorio nazionale, perché noi crediamo che l'informazione sia il primo antidoto contro le fake news e la disinformazione, che, purtroppo, tanti danni stanno facendo - lo vediamo in questi giorni - con la diffusione di teorie no-vax e complottiste. Quindi, la ringraziamo e le chiediamo grande attenzione sul rispetto dei criteri che il Ministero adotta a livello nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

(Iniziative volte alla tempestiva rilevazione degli effetti sulla certificazione verde COVID-19 dell'accertata positività al Sars-CoV-2 – n. 3-02606)

PRESIDENTE. Il deputato Nicola Provenza ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02606 (Vedi l'allegato A).

NICOLA PROVENZA (M5S). Grazie, Presidente. Signor Ministro, come lei ben sa, la norma vigente prevede, con chiarezza, che vi sia la decadenza della validità del green pass, nel periodo, ovviamente, di vigenza del medesimo, qualora l'interessato sia identificato come positivo e come caso accertato di positività al SARS-CoV-2. Vi sono state diverse segnalazioni, delle quali si è avuta anche una notizia attraverso i media, e sembrerebbe che vi siano casi nei quali, nonostante il sopravvenuto contagio, si continuano a registrare condizioni di validità del green pass.

Ecco perché siamo qui a chiedere quali sono le azioni che il Ministero della Salute vuole intraprendere proprio per rilevare in maniera tempestiva la non validità del green pass, qualora, appunto, il soggetto interessato sia identificato come accertato positivo al SARS-CoV-2.

PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO SPERANZA, Ministro della Salute. Grazie, Presidente. Ringrazio gli interroganti per porre un tema reale e concreto che ha a che fare con questioni importanti di cui stiamo provando a occuparci. Intanto, in premessa, voglio dire che il green pass è un pezzo fondamentale, come è apparso del tutto evidente, della strategia del nostro Governo, perché consente di rendere più sicuri i luoghi dove esso si applica e perché oggettivamente ha costituito un importante incentivo alla campagna di vaccinazione.

I numeri, che ho già ricordato, sono chiari e positivi: hanno avuto la prima dose l'86,62 per cento delle persone vaccinabili e l'83,77 per cento ha completato il ciclo di vaccinazione (sono numeri tra i più alti in Europa e nel mondo e credo che questo sia un dato rilevante). I green pass scaricati, a stamattina alle 7, sono oltre 122 milioni, secondo le diverse 3 fattispecie che pure sono state indicate.

Per quanto riguarda la non validità del green pass per chi sia stato identificato come caso accertato positivo al SARS-CoV-2, nel DPCM del 17 giugno 2021 il Governo ha ritenuto opportuno prevedere per le strutture e i professionisti sanitari la possibilità di segnalare alla piattaforma nazionale la revoca delle certificazioni verdi precedentemente rilasciate per il periodo della malattia. Tale funzionalità è in fase di sviluppo, sia perché si è ancora in attesa delle regole europee per la creazione degli elenchi di revoca dei certificati, sia perché, al fine di non creare un ulteriore onere ai medici, è in corso di approfondimento con le regioni la possibilità di prevedere una doppia opzione di revoca, con segnalazione del medico ovvero attraverso il flusso dei tamponi molecolari positivi. Resta, comunque, evidente che chi sia stato identificato come caso accertato positivo al SARS-CoV-2 è sempre soggetto all'obbligo di legge dell'isolamento fiduciario e deve conseguentemente essere esclusa, a rigore, la possibilità di utilizzo del green pass in una condizione in cui il titolare possa essere causa di possibile contagio.

PRESIDENTE. Il deputato Nicola Provenza ha facoltà di replicare.

NICOLA PROVENZA (M5S). Grazie, Ministro. Grazie per la risposta, che ci conferma in qualche modo - e nella sua risposta si evince - che sussiste una problematica di flussi informativi, la cui risoluzione, però, lei ci ha assicurato che è in via di sviluppo. È evidente che il quesito posto e i dubbi che abbiamo sollevato richiedevano un chiarimento - lei lo ha fatto adesso - ma anche, direi, una risoluzione tempestiva, proprio perché intendiamo, in questa fase, che non si ingeneri né si alimenti un clima di incertezza o di scetticismo, proprio in una fase nella quale appare assolutamente fondamentale dare continuità alla campagna vaccinale anche con la terza dose del vaccino, come lei ha sottolineato.

Ritengo, Ministro, necessario, proprio in riferimento all'impiego della terza dose, che vi sia anche un'attenta riflessione sulla durata del green pass. È condivisibile il richiamo all'obbligo di legge dell'isolamento fiduciario, che lei ha sottolineato, per chi sia stato accertato come caso positivo al virus, ma anche il conseguente obbligo di non utilizzare un green pass che, nei fatti, non è più valido.

Ministro, a mio avviso - e concludo -, rimane imprescindibile - e lei lo ha fatto molte volte, in quest'Aula, durante tutto il percorso della vicenda pandemica - un richiamo alla responsabilità di ciascuno di noi, vaccinato o non vaccinato, nel continuare a osservare tutte le misure igienico-sanitarie che sono volte a prevenire il contagio (in particolare, ovviamente, mi riferisco al distanziamento fisico e all'utilizzo della mascherina). Chiudo augurandole buon lavoro, ricordando che anche nei periodi più difficili della pandemia, quando non c'era ancora il vaccino, c'è stato uno sforzo colossale per tenere in piedi un equilibrio, cioè piegare la curva epidemiologica…

PRESIDENTE. Concluda.

NICOLA PROVENZA (M5S). …evitando, però, di piegare il discorso legato all'economia. Oggi possiamo dire che, attraverso la campagna vaccinale e anche attraverso l'uso del green pass, siamo riusciti a ottenere risultati che in Europa parlano per noi, in termini di efficacia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Intendimenti in ordine all'opportunità di riconsiderare la soppressione dei punti di primo intervento nel quadro della revisione della programmazione della rete ospedaliera – n. 3-02607)

PRESIDENTE. Il deputato Roberto Bagnasco ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02607 (Vedi l'allegato A).

ROBERTO BAGNASCO (FI). Grazie, Presidente. Onorevole Ministro, premesso che il decreto ministeriale 2 aprile 2015, n. 70, regolamento recante definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera, rappresenta il più importante riferimento programmatorio delle regioni nella definizione della propria rete ospedaliera, negli ultimi giorni alcuni organi di stampa, in particolare il sito Internet quotidianosanità.it, hanno pubblicato la bozza aggiornamento del citato decreto ministeriale. La bozza, nel suo impianto generale, sembra andare in continuità con il vigente decreto. Anche relativamente al settore dell'emergenza-urgenza, l'impianto generale del decreto ministeriale del 2 aprile 2015, n. 70, viene sostanzialmente mantenuto…

PRESIDENTE. Concluda.

ROBERTO BAGNASCO (FI). …ma con una rilevante novità: la scomparsa dei punti di primo intervento, molti dei quali, come il Ministro sa molto bene, chiusi per emergenza COVID.

PRESIDENTE. Collega, deve concludere.

ROBERTO BAGNASCO (FI). I punti di primo intervento sono attualmente dedicati alla visita e trattamento delle patologie urgenti a bassa gravità. Per i casi più gravi sono attrezzati con le dotazioni tecnologiche…

PRESIDENTE. Grazie.

ROBERTO BAGNASCO (FI). Finisco brevemente…

PRESIDENTE. Grazie. Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO SPERANZA, Ministro della Salute. Ringrazio gli interroganti, per porre un tema serio e per offrirmi la possibilità di un chiarimento.

Prima questione: abbiamo finalmente tante più risorse per il nostro Servizio sanitario nazionale. Poco più di due anni fa io sono diventato Ministro, nel settembre del 2019 avevamo 114 miliardi di euro sul Fondo sanitario nazionale, con questa legge di bilancio arriviamo a 124 miliardi e ci impegniamo ad arrivare a 128 nel 2024. Non si era mai visto, in un tempo così breve, un salto di risorse così significativo. E oltre ai soldi del Fondo sanitario nazionale, ci sono chiaramente 20 miliardi del PNRR.

Ora, insieme alle nuove risorse dovremo mettere in campo alcune riforme e non vi è alcun dubbio che la riforma prioritaria per me è la riforma del territorio, dell'assistenza territoriale, quella che volgarmente viene chiamata “DM 71”. Ci siamo impegnati, d'intesa con le regioni, anche a lavorare sul “DM 70”, ma voglio dire, con assoluta fermezza, che il brogliaccio a cui si è fatto riferimento non è un documento che è mai passato dalla mia scrivania e quindi non ha alcun elemento di ufficialità. Io sarò pronto a un confronto con i soggetti sociali, con gli ordini professionali, chiaramente con le regioni, che sono parte rilevante dell'organizzazione sanitaria nel nostro Paese, per arrivare, come da impegni, anche ad una riforma del “DM 70”.

Una cosa è certa, in conclusione: non è questa la fase dei tagli e non è questa la fase della riduzione dei servizi. I numeri sono chiari e la lezione di questi mesi ci dice che i servizi vanno rafforzati e che il Servizio sanitario nazionale, nel suo complesso, è la nostra pietra più preziosa e deve ricevere il massimo sostegno da parte delle nostre istituzioni, come stiamo facendo anche in questa legge di bilancio.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il deputato Roberto Novelli.

ROBERTO NOVELLI (FI). Grazie, onorevole Ministro. La risposta è una risposta che ci aspettavamo. Siamo certi che si andrà in questa direzione, però quello che vorrei dirle è questo: nella riorganizzazione della sanità territoriale, vista anche l'autonomia regionale nell'organizzazione del Sistema sanitario nazionale, bisogna prestare molta attenzione, perché in diverse regioni i punti di primo intervento - che, come sappiamo, sono postazioni territoriali della rete di emergenza e urgenza dedicate al primo intervento - sono stati chiusi e probabilmente non verranno riaperti, anche a causa della carenza dei medici; e soprattutto non verranno riaperti perché i corsi per attivare la procedura per i medici dell'emergenza territoriale molto spesso non si sono attuati e non verranno attivati.

Insomma, quello che voglio e che vogliamo dirle, signor Ministro, è: attenzione, potenziando l'assistenza territoriale, stiamo attenti alla prima risposta per fornire una sanità di primo livello di prossimità, e di questa sanità di primo livello di prossimità fanno parte i punti di primo intervento, anche perché sappiamo bene che, molto spesso, quando un cittadino non trova la risposta in un punto di primo intervento, che non è in un ospedale, ma è in una struttura sanitaria esterna, si rivolge al pronto soccorso, intasandolo e creando problemi di sovraffollamento per patologie o per condizioni che il pronto soccorso non dovrebbe prendere in considerazione.

E tutto questo, in conclusione, anche perché la risposta della medicina generale, purtroppo, molto spesso non è sufficientemente reattiva anche a causa degli orari e allo stesso tempo - concludo - i medici di continuità territoriale sono in estrema carenza, e quindi anche questo è un aspetto che va tenuto in considerazione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

(Chiarimenti sulla gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, con particolare riferimento al piano pandemico nazionale - n. 3-02608)

PRESIDENTE. Il deputato Salvatore Caiata ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-02608 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

SALVATORE CAIATA (FDI). Buon pomeriggio, Presidente, e buon pomeriggio, Ministro. In una recente intervista al Corriere della Sera, Ranieri Guerra ha ribadito la validità del Piano pandemico nazionale, affermando che “Chi sostiene che l'Italia ha affrontato il COVID senza un piano mente”. Tali affermazioni, però, si scontrano con quanto da lei dichiarato durante una sua audizione in Senato, nello scorso mese di aprile, in cui ha ribadito la sua decisione di non attivare il Piano allo scoppio della pandemia, affermando che fosse insufficiente o inadeguato. La questione del Piano pandemico è da sempre al centro di accese polemiche, posto che la sua mancata attivazione ha fatto sì che l'Italia perdesse giorni e settimane preziose nella prima risposta al virus, con il conseguente drammatico aggravamento del bilancio dei contagi e delle vittime. Attualmente è iscritta all'ordine del giorno in quest'Aula una proposta per l'istituzione di una Commissione d'inchiesta sulla gestione della pandemia…

PRESIDENTE. Concluda.

SALVATORE CAIATA (FDI). …il cui testo, però, è stato stravolto durante l'esame in Commissione, al fine di limitare molto l'attività d'inchiesta e rendendo la Commissione, ad avviso degli interroganti, assolutamente insufficiente.

Si chiede, quindi, nel rispetto di tutte le vittime e dei loro familiari, quali iniziative vere il Governo intenda assumere per far finalmente piena luce sulla gestione dell'emergenza pandemica in Italia, sulle decisioni assunte e sulle procedure seguite (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO SPERANZA, Ministro della Salute. Voglio ricordare che il Piano pandemico antinfluenzale del 2006 non è stato aggiornato per ben 180 mesi nel nostro Paese, durante i quali si sono alternati ben 7 Governi di colore politico diverso, tra cui anche quello della parte politica che oggi mi pone questa interrogazione.

Voglio ricordare all'Aula che quello che non è stato fatto in molti anni è stato fatto in pochi mesi, proprio durante il mio mandato, con un'approvazione all'unanimità del nuovo Piano pandemico da parte della Conferenza Stato-regioni. Inoltre, nella prossima legge di bilancio, nella manovra che abbiamo appena approvato in Consiglio dei Ministri, ci sono risorse importanti per la sua messa a terra e per la sua esecuzione.

Le scelte dell'Italia sono state difficili, soprattutto nella primissima fase, ma le misure che abbiamo adottato sono state poi seguite dai principali Paesi del mondo. Dal Parlamento inglese, proprio in queste ultime settimane, è arrivato un pronunciamento che afferma, con riferimento alla debolezza della risposta inglese della prima fase, che si sarebbe dovuto seguire l'esempio di altri Paesi, tra cui proprio l'Italia. Di queste ore, tra l'altro, sono alcuni pronunciamenti da parte di Angela Merkel e del Ministro tedesco Jens Spahn.

Penso complessivamente che il Paese abbia retto e di questo ringrazio chiaramente la forza del nostro servizio sanitario nazionale, i nostri medici, i nostri infermieri, i nostri professionisti sanitari e dico, per l'ennesima volta, testardamente, replicando quanto ripetuto in tante occasioni in quest'Aula, che il Parlamento nella sua autonomia potrà scegliere tutti gli strumenti idonei e che chiunque ha avuto qualsiasi tipo di responsabilità, dal capo dell'OMS al sindaco del più piccolo comune del nostro Paese, deve essere pronto a rendere conto delle proprie azioni, ma ribadisco al Parlamento che su questi temi non dobbiamo dividerci, perché il Paese viene prima delle bandierine di partito e di una campagna elettorale permanente che, di tanto in tanto, torna anche in quest'Aula.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il deputato Galeazzo Bignami.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Signor Ministro, c'è una parola che riassume bene la vicenda di cui stiamo parlando oggi ed è “credibilità”. Il 21 aprile scorso, lei si presentò dinanzi alle telecamere e dinanzi a milioni di italiani affermando che i suoi tecnici avevano rilevato che il Piano pandemico antinfluenzale non era utile per contrastare il COVID, proprio perché antinfluenzale. Una posizione che lei ribadì, il 28 aprile, in Senato, nel corso di un dibattito parlamentare, circostanza nella quale lei affermò anche di non essere mai intervenuto sui vertici OMS in ordine al rapporto redatto da Francesco Zambon nel quale si rilevavano le criticità del sistema Italia all'inizio della pandemia. Ho voluto citare date e circostanze, signor Ministro, per consentire agli italiani di verificare, di verificare che lei ha mentito. Ha mentito perché, non più tardi dell'8 di novembre, sono stati divulgati dal servizio pubblico i messaggi con cui lei afferma di essere intervenuto sui vertici OMS con riguardo al rapporto di Francesco Zambon. Ha mentito perché, nei verbali della task force che un giudice l'ha condannata a produrre sulla base di un ricorso di Fratelli d'Italia, il 29 gennaio 2020, il 15 febbraio 2020 e il 16 febbraio 2020 i suoi tecnici la invitano a fare riferimento al piano pandemico antinfluenzale.

Lei ha mentito, signor Ministro. Ha mentito al Parlamento, ha mentito ai giornalisti, ha mentito a milioni di italiani ma, soprattutto, ha mentito ai parenti delle vittime del COVID che, non più tardi di una settimana fa, erano qui fuori a chiedere verità e giustizia, quella verità e giustizia che lei ha negato, costringendo a rivolgersi ai magistrati per ottenerla. Credibilità, signor Ministro! Come fa a essere credibile un Ministro che si comporta in questa maniera? Ed è il motivo per il quale è necessaria una Commissione d'inchiesta ed è il motivo per il quale la invitiamo a esercitare l'unico atto che lei può compiere per restituire credibilità alle nostre istituzioni: si dimetta, signor Ministro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 16,05.

La seduta, sospesa alle 15,55, è ripresa alle 16,05.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascani, Barelli, Bergamini, Enrico Borghi, Boschi, Brescia, Brunetta, Casa, Cavandoli, Cirielli, Colletti, Colucci, Comaroli, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Daga, De Maria, Delmastro Delle Vedove, Fassino, Ferri, Gregorio Fontana, Franceschini, Gallinella, Garavaglia, Gebhard, Giachetti, Giacomoni, Grimoldi, Guerini, Liuni, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lupi, Maggioni, Magi, Mammì, Melilli, Molinari, Molteni, Mulè, Mura, Nardi, Orlando, Paita, Palazzotto, Parolo, Pastorino, Perantoni, Rizzo, Andrea Romano, Ruocco, Schullian, Serracchiani, Vignaroli, Vito, Raffaele Volpi, Zanettin e Zoffili sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente 103, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 3298-A.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge di conversione n. 3298-A.

Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 3298-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, i seguenti ordini del giorno, in quanto recanti contenuto - colleghi, vi chiedo di entrare in silenzio, grazie - estraneo rispetto alle materie oggetto del provvedimento: n. 9/3298-A/2 Iezzi, concernente l'esecuzione di test antidroga per l'accesso alle sedi delle Camere; n. 9/3298-A/3 Sodano, volto a promuovere l'istituzione di una Commissione d'inchiesta sui benefici ottenuti dagli Stati che hanno provveduto alla regolamentazione della cannabis; n. 9/3298-A/11 Bruno, in materia di sostegno delle attività teatrali negli istituti penitenziari; n. 9/3298-A/14 Bucalo, relativo alla sospensione della patente di guida per chi detiene o importa sostanze stupefacenti; n. 9/3298-A/43 D'Ettore, volto a prevedere misure di coercizione fisica per gli imputati e gli indagati; n. 9/3298-A/46 Foti, concernente l'adozione di iniziative legislative a tutela del diritto di proprietà, con particolare riferimento all'occupazione arbitraria degli immobili.

Il deputato Deidda ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3298-A/28.

Colleghi, vi chiedo di abbassare il tono della voce. Colleghi!

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Con questo ordine del giorno, come Fratelli d'Italia, poniamo al centro del dibattito un tema che penso trovi l'unanimità in quest'Aula, visto e considerato che già il tema dei Carabinieri ausiliari, di chi insomma aveva svolto il servizio militare, anche come volontario, nell'Arma dei carabinieri, è stato trattato, con una risoluzione approvata dalla Commissione difesa il 16 gennaio 2019; e devo riconoscere che questo tema era stato trattato nella passata legislatura da colui che oggi presiede la Commissione difesa, il collega Gianluca Rizzo. Sono contento che ci siamo…

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia!

SALVATORE DEIDDA (FDI). Sono contento che ci siamo trovati in Commissione e cito sempre il buon lavoro che, come Commissione difesa, stiamo portando avanti, anche grazie all'opera del presidente Rizzo. Noi chiediamo semplicemente di riconoscere… Scusi, Presidente, ma è impossibile…

PRESIDENTE. Allora, colleghi, mi rendo conto che è il primo giorno in cui siamo tutti in Aula per i voti, però vi chiedo, per rispetto verso il collega Deidda, di abbassare il tono della voce e di entrare eventualmente dall'altra ala dell'emiciclo, per evitare di passare davanti al collega Deidda. Prego, collega.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente, per questo richiamo. Dicevo che, con questo ordine del giorno che richiama risoluzioni approvate nella scorsa e in questa legislatura, chiediamo che ai Carabinieri ausiliari, a chi ha svolto senza demerito il servizio come Carabiniere ausiliario venga riconosciuta la possibilità di usufruire del servizio che la Difesa ha ideato per cercare occupazione ai volontari congedati. Questo è un modo per ringraziare tutti quei ragazzi che, negli anni, hanno svolto un servizio meritorio come carabinieri, per un anno o più, nelle stazioni o nei battaglioni.

Sulla sospensione del servizio di leva forse dovremmo riflettere. Noi abbiamo posto in evidenza l'importanza di svolgere il servizio militare e anche il servizio come Carabiniere ausiliario, che ha fatto imparare a tanti ragazzi cosa voglia dire il sacrificio e il lavoro che l'Arma dei carabinieri svolge tutti i giorni al servizio dei cittadini.

Per questo motivo, considerato che questa battaglia trova anche la condivisione e il pieno accoglimento dei componenti la Commissione difesa del MoVimento 5 Stelle e che trae forza da una risoluzione approvata dalla Commissione difesa stessa, analogamente a quanto avvenuto - come ripeto - nella scorsa legislatura , spero che il Governo la traduca in fatti. Come si traduce in fatti? Basta modificare due articoli - il 1013 e il 1014 dell'ordinamento militare – aggiungendo la previsione che anche i Carabinieri possano iscriversi al programma SILD (Sistema Informativo Lavoro Difesa). Come avete potuto constatare, nell'articolo 2 di questo provvedimento è stata disposta una modifica dell'ordinamento militare affinché sia consentito all'attuale Capo di Stato maggiore della Difesa di ricoprire quel ruolo. Si tratta di una norma che abbiamo accolto favorevolmente, perché in questo caso, senza tale modifica, la Marina non avrebbe potuto esprimere un proprio rappresentante, che in questo caso è l'ammiraglio Cavo Dragone, cui facciamo veramente tantissimi auguri di buon lavoro; è un sicuramente un riconoscimento meritato.

In questo momento speriamo e ci auguriamo che, con riferimento al tema affrontato in questo ordine del giorno - considerato che le forze parlamentari, lo ripeto, hanno approvato apposite risoluzioni nelle Commissioni - il Governo si decida a modificare questi due articoli in un successivo provvedimento e trovi il modo di dare soddisfazione a migliaia di ragazzi - forse tutti voi ne conoscete qualcuno - che hanno vestito degnamente la divisa dell'Arma dei carabinieri (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il collega Mollicone ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3298-A/4. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Questo ordine del giorno, come sovente accade per il gruppo di Fratelli d'Italia, si concentra in maniera anticipata sulla visione della cybersicurezza italiana e, quindi, della cosiddetta sovranità digitale, che è il tema che Fratelli d'Italia ha introdotto, come prima forza politica, in quest'Aula all'inizio della legislatura, nel 2018, con l'approvazione, da parte del Governo di allora - poi confermata in altri atti e in pareri di Commissioni e, successivamente, anche dagli altri Governi che si sono susseguiti - del concetto appunto di sovranità digitale di cui fa parte sicuramente l'attività della neonata Agenzia per la cybersicurezza, che Fratelli d'Italia non solo ha sostenuto, ma ha richiesto, dall'inizio legislatura, che potesse essere costituita attraverso varie fasi normative di quest'Aula.

Come ci racconta la cronaca degli ultimi mesi, riteniamo infatti che l'Italia sia nella stessa situazione di tutta l'Europa e per questo intendiamo la sovranità digitale in un'ottica di sovranità europea, all'interno della quale ogni Nazione deve garantirsi infrastrutture nazionali sovrane, ma comunque in collaborazione con la sfera digitale europea e occidentale. La cronaca ci testimonia vicende di veri e propri sequestri di dati e di cyberdati della regione Lazio, devo dire anche per insipienza dei vertici che gestivano tali dati sensibili sulla sanità.

Ciò è accaduto anche recentemente addirittura alla SIAE con il sequestro di file audio di autori, di cantanti, di musicisti e la conseguente richiesta di riscatto.

L'ordine del giorno che cosa chiede? Chiede in maniera cristallina, semplice e diretta che il Governo, il Ministero della Giustizia e ovviamente anche quello per l'Innovazione tecnologica vadano a lavorare…Però, io chiederei l'attenzione del Governo, Presidente, e anche la sua, se permette, e il recupero del tempo…

PRESIDENTE. Colleghi, chiedo di liberare i banchi del Governo, grazie. Prego, collega.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Chiedevo l'attenzione del Governo e dei colleghi, che stimo per la loro libertà e indipendenza di giudizio, perché questo ordine del giorno va semplicemente a chiedere una cosa che peraltro esiste già anche come principio giuridico nella normativa italiana, ossia vietare il pagamento di riscatto, in questo caso con riferimento ai cyber dati. Quindi, noi chiediamo questo e chiediamo, inoltre, che si contrastino tutte le violazioni e la pirateria. Su questo, con il collega Butti, abbiamo presentato, sempre a inizio legislatura, addirittura una proposta di legge.

Nelle premesse andiamo anche a stigmatizzare - e su questo ci troviamo d'accordo con un collega della maggioranza di cui ho seguito l'intervento questa mattina, il collega Giachetti - l'abuso che viene fatto, in questo caso in maniera intrusiva e certo non garantista, dei trojan da parte di alcuni apparati di investigazione.

È un ordine del giorno ad ampio spettro che parla di cybersicurezza e che va a sollecitare un tema di scenario. Ancora una volta, Fratelli d'Italia anticipa e parla di temi che poi arriveranno nelle Commissioni qualche tempo dopo, mesi dopo, anni dopo. Così è successo con la sovranità digitale con cui abbiamo addirittura anticipato la definizione di sovranità tecnologica, poi espressa dalle linee guida di indirizzo UE.

Quindi, noi su questo chiediamo un'attenta valutazione dei colleghi rappresentanti del Governo, perché non ci sia una chiusura rispetto a un tema che è assolutamente di garanzia, di scenario, rispetto alla sovranità digitale, alla cybersicurezza e anche - perché non fa male in quest'Aula ribadirlo - rispetto alle garanzie dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. La deputata Ciaburro ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3298-A/8. Collega, le chiedo di cambiare microfono, se riesce a cambiare la postazione.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Questo ordine del giorno vuole portare l'attenzione sulla vicenda delle cartelle esattoriali, del saldo e stralcio, della rottamazione. Vedete, un conto è prorogare, ma poi, se di colpo tutte le proroghe portano a dover trovare risorse economiche in un momento così difficile per tutti e per il quale sono state riconosciute quelle proroghe, non abbiamo risolto nulla. Quindi, oggi la necessità è - sì - di prorogare, ma poi occorre spalmare in modo sistemico quello che il contribuente deve allo Stato. Infatti, se così non fosse, vuol dire che in qualche modo è una quasi presa in giro. Infatti, se andiamo a distanziare per qualche mese e quindi a prorogare la scadenza di queste risorse dovute allo Stato, è chiaro che - qualora si trovino di colpo tutte insieme più le nuove - è impossibile per chiunque, in un momento chiaramente difficile dal punto di vista economico, adempiere a questo obbligo.

L'altra questione che, in qualche modo, l'ordine del giorno vuole affrontare è quella relativa alla proroga degli sfratti. Giustamente, vi sono inquilini in difficoltà, ma certamente bisognerà anche trovare la modalità di riconoscere, invece, ai proprietari delle abitazioni un qualche compenso. Ma, soprattutto, c'è anche il problema di inquilini che stanno abusando dell'occupazione e che, rispetto anche allo sfratto, già prima della pandemia e, quindi, di questa proroga, erano morosi. In qualche modo stiamo legittimando persone che non volevano in alcun modo riconoscere al proprietario quello che gli dovevano e ciò capita anche, spesso e soprattutto, a persone non ricche, ma a persone che, con quella casa, frutto della fatica e dei sacrifici di una famiglia, avevano creato quel piccolo reddito in più per poter arrivare a fine mese. Quindi, si crea di nuovo una disparità incredibile.

Poi, credo sia sotto gli occhi di tutti quello che sta succedendo rispetto alle occupazioni e, anche qui, l'ordine del giorno va a toccare questo tema, nel senso che bisogna intervenire prontamente, affinché questi abusi di occupazione possano essere approcciati in modo repentino. Ecco, giusto ieri, una troupe di Rai Uno è stata assalita e minacciata quando faceva il servizio per raccontare, a Pozzuoli, di un'abitazione concessa dal comune direttamente, di una casa popolare, nella quale poi il legittimo affidatario ha ritrovato una donna incinta con tutta la famiglia. Nonostante si cercasse, attraverso la troupe, di far emergere la questione - anche soprattutto rispetto a questa famiglia che aveva occupato, perché aveva delle esigenze - e, quindi, di mettere sotto il riflettore quella che dovrebbe essere una politica per dare più case a chi ne ha bisogno, invece, questa signora ha minacciato tutta la troupe e anche il legittimo proprietario. Quindi, con questo ordine del giorno si impegna il Governo a valutare l'opportunità di disporre una proroga sistemica delle cartelle esattoriali, saldo e stralcio, Rottamazione-ter e relativi pignoramenti, perché anche in questo caso oltre il danno c'è la beffa: vi sono gli inquilini che hanno difficoltà e, sulle spalle del legittimo proprietario, possono avere questa proroga nell'utilizzo dell'immobile e, poi, i cittadini, professionisti, che non stanno riuscendo a pagare e si ritrovano il pignoramento.

L'ordine del giorno chiede, appunto, rispettivamente ai pignoramenti, la proroga almeno fino al 2022, disponendo al contempo misure fortemente compensative per i proprietari immobiliari colpiti dal blocco degli sfratti, nonché idonei provvedimenti per individuare situazioni di occupazione indebita e morosità estranee alla ratio di quanto esposto in premessa, ai fini di disporre quanto prima le operazioni di sfratto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Foti sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signora Presidente, mi è ben noto che il giudizio di inammissibilità è insindacabile, ma mi è altrettanto noto, lo dico anche agli uffici, che occorrerebbe un principio di non disparità di trattamento che posso facilmente denunciare, sia riferendomi alle inammissibilità di oggi, sia a quanto scandalosamente accaduto in una precedente seduta, a seconda dei firmatari di un ordine del giorno. Mi riferisco all'atto Camera 3278-A/R: un ordine del giorno, il n. 9/3287-AR/93, viene accettato come raccomandazione da parte del Governo, mentre sul n. 9/3287-AR/112 si esprime parere contrario, quando i due dispositivi, nei fatti, rappresentano esattamente la stessa cosa, perché non mi risulta in punto di diritto che si possa cambiare un decreto legislativo se non ricorrendo ad una norma di legge di pari grado.

Allora, tanto per esser chiari, se l'ordine del giorno n. 9/3298-A/45 non deve essere discusso in quest'Aula perché tratta delle occupazioni abusive di immobili, realizzate con la forza e con la violenza da parte di terzi…

PRESIDENTE. È l'ordine del giorno n. 9/3298-A/46, collega!

TOMMASO FOTI (FDI). Non si prendano giustificazioni di questo tipo, perché questo ordine del giorno è ammissibile, né più né meno, come sono stati dichiarati ammissibili altri ordini del giorno che hanno contenuto diverso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Collega, ovviamente lei stava parlando dell'ordine del giorno n. 9/3298-A/46, ritenuto inammissibile per quanto riguarda i pareri del Governo. Ovviamente, è il Governo che dà i pareri, quindi ciò non riguarda l'Ufficio di Presidenza o la Presidenza. Collega, io le risponderò sull'ammissibilità o meno, che era poi il tema del suo ordine del giorno. Faccio presente che la Presidenza, come di consueto, nel valutare l'ammissibilità degli ordini del giorno, ha fatto riferimento alla norma recata dall'articolo 89 del Regolamento, in base alla quale sono da considerare inammissibili gli ordini del giorno relativi ad argomenti affatto estranei all'oggetto della discussione. Si tratta, come è noto, di un parametro meno stringente di quello previsto dall'articolo 96-bis per la valutazione dell'ammissibilità degli emendamenti riferiti ai decreti-legge.

Alla luce di tale parametro, peraltro applicato sulla base di una interpretazione tendenzialmente estensiva dell'oggetto del provvedimento all'esame dell'Assemblea, che trova fondamento anche nella eterogeneità degli argomenti da esso trattati, sono stati ritenuti ammissibili, ad esempio, gli ordini del giorno recanti ulteriori proroghe di termini o relativi alle conseguenze della proroga degli sfratti sui proprietari di immobili, nello specifico i nn. 9/3298-A/7 Bordonali, 9/3298-A/8 Ciaburro e 9/3298-A/23 Colletti, ovvero misure di sostegno a comparti colpiti dall'emergenza COVID, in considerazione del fatto che il provvedimento reca già alcune proroghe relative a differenti materie.

TOMMASO FOTI (FDI). Cosa state dicendo?

PRESIDENTE. Collega, io le sto dicendo il criterio che è stato seguito, se mi fa concludere, probabilmente riesco a darle una risposta esaustiva. La Presidenza non ha potuto considerare ammissibili gli ordini del giorno relativi ai test antidroga alla Commissione d'inchiesta sugli effetti della regolamentazione della cannabis e alla sospensione della patente per chi detiene sostanze stupefacenti in quanto del tutto estranei rispetto all'oggetto del provvedimento. Analoghe considerazioni riguardano gli ordini del giorno nn. 9/3298-A/11 Bruno, 9/3298-A/43 D'Ettore e 9/3298-A/46 Foti, relativi ad argomenti non riconducibili nemmeno indirettamente ai contenuti del decreto in esame.

PRESIDENTE. Collega Foti, sempre sull'ordine dei lavori?

TOMMASO FOTI (FDI). Per un richiamo al Regolamento, signora Presidente. Visto che lei ha dato una risposta già preparata e ovviamente ben confezionata, ma che in fatto e in diritto non sta in piedi, mi permetto di dirle, rispetto al tema che lei ha voluto affrontare e che non conosce, che quando si è espresso il parere favorevole come raccomandazione a un ordine del giorno e successivamente viene posto in votazione un altro ordine del giorno su cui si esprime parere contrario, il problema è dell'Aula non del Governo! Questo perché non si possono porre in votazione principi che vengono ad essere ritenuti talora contraddittori, perché vorrei sapere dopo che la Camera ha bocciato un ordine del giorno, come si può dare seguito a una raccomandazione su un altro ordine del giorno che aveva le stesse finalità! Mi dispiace, ma siamo fuori tema (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Montaruli, che illustrerà il suo ordine del giorno n. 9/3298-A/40. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Questo decreto-legge che va in conversione ha visto l'introduzione di una norma, all'articolo 1, che va a disciplinare l'utilizzo dei tabulati - comunemente chiamati anche intercettazioni nel linguaggio dei tribunali - e fa ciò sotto l'autorizzazione dei giudici. Orbene, questo è stato l'elemento che ha permesso di avviare un dibattito in Commissione e non soltanto in Commissione. Se ci fosse stato un dibattito anche in Aula, sarebbe entrato il tema delle intercettazioni che vengono utilizzate nei procedimenti penali. Recentemente noi abbiamo assistito, però, a fenomeni di tipo criminoso, riconducibili ad eventi come i cosiddetti rave party, che si sono verificati a Viterbo e poi successivamente anche in quel di Torino, che hanno visto una carenza oggettiva e molto forte da parte del Ministero a prevenire tali raduni e i fenomeni criminosi che in questi ambiti vanno a consumarsi. Posso andare avanti?

PRESIDENTE. Collega, prego, vada avanti.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Perché la vedevo distratta.

PRESIDENTE. C'era un suo collega che mi aveva chiesto un chiarimento. Prego, prosegua.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Va bene. Nell'ambito di questi eventi, come dicevo, si sono verificati i fenomeni criminosi che il Ministero dell'Interno ha ritenuto di non poter prevenire, in quanto ha ritenuto inefficace e poco tempestiva la captazione delle cosiddette chat temporanee, nell'ambito delle quali tali raduni vengono organizzati. Allora, noi con questo ordine del giorno, continuando a chiedere le dimissioni del Ministro Lamorgese, che riteniamo assolutamente incapace sotto molti profili, tra cui anche quello del contrasto e della prevenzione dei cosiddetti rave party, chiediamo al Governo di fare uno sforzo in tal senso, cioè in termini di prevenzione, arrivando ad adeguare, sia dal punto di vista legislativo che della tecnologia, tutti gli strumenti possibili per arrivare alla captazione di tali chat temporanee e, quindi, di conseguenza, alla prevenzione e al contrasto dei cosiddetti rave party. Ora, visto che questo è un tema di estrema attualità ed è un tema che è stato al centro del dibattito parlamentare e non solo parlamentare, riteniamo doveroso che il Governo, se davvero vuole venire incontro alla necessità dichiarata, ma non applicata, di contrastare tali fenomeni, debba dare un parere positivo al nostro ordine del giorno, perché altrimenti smentirebbe se stesso, smentirebbe le parole del proprio Ministero e smentirebbe le parole di grandissimi esponenti di questa stessa maggioranza.

Quindi, o si vuole il contrasto dei rave party e, allora, di conseguenza si dice “sì” al nostro ordine del giorno e si dice “sì” all'impegno di attivarsi affinché si adottino tutti gli strumenti possibili per contrastarli, sia da un punto di vista tecnologico che legislativo, proprio in riferimento alla captazione e all'intercettazione delle chat temporanee e al recupero dei rispettivi dati; oppure, in realtà, questo Ministro sarà, come abbiamo già detto, un Ministro più “techno” che tecnico, che evidentemente usa la forza soltanto quando gli pare più opportuno e usa le norme per prevenire le manifestazioni soltanto quando gli pare più opportuno, ma non di certo per i tour dello sballo. Allora, sarà evidente a tutta Italia che tale volontà di contrasto ai raduni dello sballo, delle sostanze stupefacenti e dell'uso spasmodico di alcol non sarà concreta. Io invito realmente questo Governo a riflettere su tale ordine del giorno, perché è dirimente rispetto alle dichiarazioni lasciate, anche da esponenti del Governo e del Dicastero dell'Interno, a seguito di una nostra interrogazione illustrata in question time in Commissione affari costituzionali. Questo ordine del giorno dà seguito proprio alla risposta dell'interrogazione rilasciata dal Ministero e, di conseguenza, sarà la verifica, per quanto attiene Fratelli d'Italia, della reale volontà, genuina o meno, del Ministero dell'Interno su questo fenomeno, che vogliamo contrastare in tutte le forme (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. La deputata Caretta ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 2/3298-A/9.

MARIA CRISTINA CARETTA (FDI). Grazie Presidente. Voglio approfittare di questo rumoroso spazio per condividere con il Governo e con i colleghi dell'Aula una tragedia che sta colpendo il nostro Paese.

Come tutti sappiamo e come alcuni di noi dicono da mesi, il prezzo delle materie prime e dell'energia ha raggiunto livelli insostenibili, mettendo in ginocchio le principali economie dei Paesi sviluppati. Dietro queste economie vi sono milioni di persone che ogni giorno si alzano per realizzarsi, per portare il pane a casa, per garantire un futuro dignitoso alle proprie famiglie. Quando una persona fa bene il proprio lavoro e con grandi riconoscimenti, spesso diventa un modello da seguire. Questo è il caso del vetro di Murano, un'eccellenza che risale al 982 dopo Cristo con oltre mille anni di storia. Parliamo di oltre mille anni di storia e di un'eccellenza che sta scomparendo nel grande silenzio delle istituzioni. In questi giorni, molte fornaci di Murano stanno chiudendo a causa dei costi, ormai insostenibili, di bollette e materie prime, utenze che sono aumentate di oltre il 400 per cento. Nell'arco di pochi mesi, l'incremento dei costi ha messo in ginocchio la più conosciuta e importante produzione di vetro di tutto il mondo. Senza interventi da parte del Governo, con lo spegnimento dei forni si spegnerà anche l'ultima luce su una tradizione che ardeva già con la Serenissima Repubblica di Venezia e che ha continuato ad ardere nei secoli, nonostante le guerre e le rivoluzioni.

Con queste premesse chiedo al Governo di accogliere questo mio ordine del giorno e di darne seguito quanto prima, mitigando gli effetti della recente inflazione sul costo del gas ad uso industriale per almeno un anno, dando modo alle migliori energie della nostra economia di tornare a respirare e di renderci ancora, ogni giorno, orgogliosi di essere italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il deputato Prisco ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 2/3298-A/13. Ne ha facoltà. Collega Prisco? Se non è presente, si intende che vi abbia rinunciato.

Ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 2/3298-A/24 la deputata Albano. Prego, collega.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie Presidente. Rappresentanti del Governo, colleghi, come stiamo verificando anche in questi giorni, solo maggioranze coese con una visione comune possono dare una risposta politica alle priorità degli italiani, come stiamo verificando anche in questa sede. Non possono darla maggioranze costruite in laboratorio che nascono anche da una paura, quella di andare a sottoporsi al giudizio degli italiani attraverso il voto. Queste maggioranze così eterogenee fanno nascere compromessi al ribasso e un ricatto politico della fiducia, come abbiamo visto con una certa sorpresa quest'oggi con la posizione della fiducia su un provvedimento di 4 articoli e 14 emendamenti, di cui solo 10 dell'opposizione, con una maggioranza disponibile di quasi 600 deputati. Atti imperativi, questi della fiducia, che mortificano il Parlamento e che noi continuiamo a denunciare anche in questo momento. Fratelli d'Italia continua il lavoro di opposizione patriottica e noi lavoriamo per dare voce alle priorità e alle necessità degli italiani. Quindi, illustro l'ordine del giorno che è relativo all'assegno unico. Sappiamo che, con la conversione del decreto-legge n. 132, oggi in esame, viene introdotta, all'articolo 4, una proroga di un termine in materia di assegno temporaneo per i figli minori. È noto che, nelle more dell'attuazione della legge 1° aprile 2021, n. 46, sull'assegno unico, il decreto-legge n. 79 del 2021 ha istituito l'assegno temporaneo, l'“assegno ponte”, destinato alle famiglie con figli minori che non abbiano ancora il diritto agli assegni familiari, disponendone l'erogazione dal 1° luglio fino al 31 dicembre 2021. Allegata al decreto c'è la determinazione della modalità di presentazione della domanda, che scadeva il 30 settembre: con il decreto in oggetto di conversione la proroga è stata spostata al 31 ottobre 2021.

Tenuto conto della temporaneità, ma anche dell'urgenza dell'entrata a regime dell'assegno unico, Fratelli d'Italia ha presentato una serie di interrogazioni per avere chiarezza sui tempi di entrata a regime della misura, ma non ha avuto ancora alcuna risposta dal Governo. Sappiamo che la legge dispone la corresponsione di questo assegno con cadenza mensile, che la platea di beneficiari si stima in circa 7,8 milioni di famiglie, ma sappiamo anche che, per effetto di questo allargamento della platea, probabilmente, è ragionevole stimare che circa un terzo dei nuclei familiari sarà penalizzato dall'introduzione di questo assegno unico. Allora ci si chiede anche con questo ordine del giorno e si chiede al Governo se quest'assegno entrerà effettivamente a regime a marzo 2022, se l'“assegno ponte” sarà ulteriormente prorogato e se, riconducendo tutte le altre misure di sostegno nell'assegno unico, questo possa, in qualche modo, penalizzare alcune famiglie e, in particolare, Presidente, le famiglie numerose.

E vediamo il tema della natalità, che è legatissimo al discorso di assegno familiare ed è legato alla tutela della famiglia. Abbiamo visto e sappiamo che l'Italia ha toccato, nel 2020, il minimo storico delle nascite. Mai così pochi nati dall'unità d'Italia: siamo a meno 16 mila nati rispetto all'anno precedente, al 2019, e, nel 2019, eravamo a meno 19 mila nati rispetto al precedente 2018. Quindi, quello che Fratelli d'Italia ha sempre proposto è un progetto, quello di mettere in atto un importante piano di sostegno alla natalità che vuole difendere la famiglia naturale e fare in modo che vi possano essere questi valori che sono alla base della nostra società. Uno dei temi è stato quello del quoziente familiare - di cui si è discusso in Commissione finanze -, che determina la necessità di considerare - e termino, Presidente - il numero di componenti del nucleo, e non lo possiamo inserire o perché l'Europa ci chiede di toglierlo o perché diventa un disincentivo per il secondo percettore di reddito.

Insomma, noi, con questo ordine del giorno, impegniamo il Governo a valutare l'opportunità di abbreviare i tempi e diciamo che le famiglie, nucleo fondamentale su cui si è riversata la crisi economica, vanno aiutate e sostenute con tempestività, senza ulteriori rinvii e senza ulteriori promesse (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. La deputata Bellucci ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. n. 9/3298-A/25.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Con questo ordine del giorno abbiamo voluto far soffermare il Governo rispetto ad una misura che, fra l'altro, il Premier Draghi stesso considera epocale, ossia quella dell'assegno unico per i figli a carico. Noi sappiamo bene come l'assegno unico per i figli a carico doveva essere introdotto il 1° luglio di quest'anno. A fronte dell'impreparazione del Governo, per rispettare questa scadenza è stato introdotto l'assegno temporaneo che avrebbe coperto, e sta coprendo, il tempo che va dal 1° luglio al 31 dicembre, la cosiddetta misura ponte. Fra l'altro, sappiamo già che, in realtà, questa misura ponte continuerà fino al prossimo anno e, addirittura, fino a marzo 2022. Quindi, rispetto a quella scadenza originaria, che doveva vedere l'assegno universale per i figli a carico come una misura stabile e di cambiamento per sostenere la natalità sin dal 1° luglio 2021, avremo un ritardo di quasi un anno, essendo spostata questa scadenza al 2022.

Detto questo, quello che Fratelli d'Italia ha sempre sottolineato è lo sbaglio che è stato proposto dal Governo in questa misura ponte, nel momento in cui è stata inserita, come scadenza per la presentazione delle domande, il 30 settembre, scadenza necessaria per potersi veder riconosciute le mensilità pregresse.

Io richiamo l'attenzione dei colleghi, perché questa è una questione particolarmente delicata, ma anche dell'esigibilità dei diritti dei cittadini e, in questo caso, dell'esigibilità del diritto di ogni famiglia di essere sostenuta nella natalità e nell'educazione dei figli. Perché voi, con questo provvedimento, prorogate la presentazione delle domande di un mese - soltanto di un mese - per permettere alle persone di avere 30 giorni in più - quindi, dalla fine di settembre alla fine di ottobre - per presentare la domanda e vedersi riconosciute le mensilità pregresse. Questo vuol dire che coloro i quali presenteranno la domanda successivamente a questa proroga non si vedranno più riconosciuti i mesi di luglio, di agosto, di settembre e di ottobre. E questo rispetto ad un assegno che è stato ritenuto da questo Governo e dalla maggioranza come fondamentale, come misura epocale, per andare a sostenere la natalità, che vede la nostra Italia ultimo Paese in Europa per tasso di natalità e che vede una condizione particolarmente più gravosa proprio a fronte della pandemia.

Noi non comprendiamo proprio il motivo per il quale si voglia mettere una data taglione, cioè chi è arrivato primo, chi è arrivato in tempo, ha diritto ai mesi pregressi; chi arriva dopo, invece no, li perde. Quello che vi abbiamo chiesto sin dall'inizio è di prevedere la possibilità di vedersi riconosciuti i mesi pregressi, come sostegno dei figli a carico, fino all'ultimo giorno di esistenza di questa misura ponte e, quindi, attualmente, con certezza, fino al 31 dicembre 2021. Perché, sapete, i diritti, i diritti delle famiglie, i diritti legati, certamente, a condizioni di fragilità - perché una famiglia, oggi, che ha figli è una famiglia più povera, e questo lo dice l'Istat -, non devono prevedere una corsa in cui vince il più forte, quello del click più veloce, ma, invece, deve prevedere uno Stato che accompagna, che rende quel diritto esigibile sempre e comunque, stando a fianco di quelle famiglie e di quei bimbi. È per questo che vi chiediamo di prorogare per tutto il tempo necessario e, quindi, fino al 31 dicembre 2021.

Questo è il contenuto del nostro ordine del giorno: non avendo la possibilità di proporre un emendamento, speriamo che l'ordine del giorno venga almeno accolto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. La deputata Ferro ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3298-A/26.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. È un ordine del giorno che credo debba trovare l'attenzione del Governo, l'attenzione di quest'Aula, in questo momento, forse, è chiedere troppo, considerato il gran baccano per il quale tanti colleghi si sono dovuti, in qualche modo, giostrare nella illustrazione. Questo disegno di legge che è in discussione riguarda tutta la materia di giustizia e difesa, sulle disposizioni urgenti, riguarda un tema di grande sensibilità, ma, soprattutto, dovrebbe vedere, anche da parte di coloro che presentano gli ordini del giorno, la possibilità di essere migliorato. E rispetto all'articolo 1, che modifica l'articolo 132 del codice della privacy, per circoscrivere l'accesso di tutto ciò che riguarda le intercettazioni, sia del traffico telefonico, sia del traffico telematico ai fini esclusivamente dell'indagine penale, consentendolo, però, solo per gravi casi e specifici reati e richiedendo, sempre e comunque, l'autorizzazione alle intercettazioni e, quindi, la convalida al giudice. Questa, ovviamente, è un'ulteriore modifica che concerne il contenuto di questo decreto e, soprattutto, che autorizza il giudice eventualmente per le intercettazioni richieste mediante un captatore informatico, il cosiddetto trojan, precedendosi che le ragioni che rendono necessaria questa modalità, che, devo dire, è anche abbastanza importante - e invasiva - per lo svolgimento dell'indagine, debba essere in qualche modo con alcune specifiche.

È di pochi giorni fa - la ricordiamo tutti e tutti abbiamo prestato attenzione - una relazione del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica sui contratti secretati, con riferimento proprio al noleggio dei dispositivi e dei sistemi di intercettazione: alla luce di quella relazione e dei dati che quella relazione contiene per quanto riguarda soprattutto il Copasir sull'attività di controllo esercitata dalla Corte dei conti nell'anno 2020 (131 atti esaminati, 100 registrati, per lo più tutti provenienti dal Ministero della Difesa), il Comitato ha ritenuto necessario di poter segnalare e, soprattutto, sollecitare al Parlamento l'incompletezza di informazione che talune amministrazioni e, soprattutto, alcuni enti hanno denotato, in un quadro contrassegnato da lacune e carenze.

In particolare, cosa vogliamo sottolineare e cosa vogliamo evidenziare? Che a fronte della presumibile ponderosa e importante attività da parte delle procure, anche in merito all'impiego dei vari sistemi di intercettazione, che vede l'ordinamento della nostra Nazione, l'ordinamento italiano, tra i maggiori utilizzatori di tali strumenti, per il Ministero della Giustizia sono stati registrati solo 6 atti (compresi i 4 giacenti), di cui 4 riferiti al noleggio di sistemi di intercettazione per una sola sede di tribunale, a fronte di 140 tribunali sul territorio italiano. È un dato che certamente ci preoccupa ed è un dato che ovviamente stride con le ponderose attività svolte dalle procure in merito all'impiego di questi sistemi di intercettazione, che vedono l'ordinamento italiano tra i maggiori utilizzatori.

Cosa chiediamo? Chiediamo un impegno importante al Governo di rafforzare, attraverso ulteriori iniziative normative, il ruolo del Copasir e trasformando - perché, secondo noi, è importante che questo possa avvenire - quello che oggi è soltanto un onere informativo a quella che potrebbe essere un'attività consultiva. Ovviamente, auspichiamo che, da questo punto di vista, anche la sicurezza e quanto il Copasir detiene in questo momento possano essere presi in considerazione da parte non soltanto del Governo, ma, credo, anche dell'Aula, perché è una questione di profonda delicatezza, basata su dati e su una relazione altrettanto importante (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Colleghi, vi ricordo di indossare correttamente la mascherina, coprendo naso e bocca. Vedo alcuni colleghi con la mascherina abbassata. Non fatemi richiamare ogni singolo collega.

Il deputato Maschio ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3298-A/29.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Il disegno di legge in esame, come sappiamo, introduce disposizioni urgenti, anche in materia di giustizia e difesa, di una certa rilevanza. In particolare, tra i tanti, l'articolo 1 modifica l'articolo 132 del codice della privacy e circoscrive l'accesso ai dati del traffico telefonico e telematico ai fini di indagini penali, consentendolo solo per gravi e specifici reati e richiedendo sempre l'autorizzazione o la convalida del giudice.

Ugualmente è necessaria l'autorizzazione anche per le intercettazioni mediante captatore informatico, il cosiddetto trojan, prevedendosi che le ragioni che rendono necessaria questa modalità di svolgimento delle indagini debbano essere specifiche. Possiamo, ovviamente, comprendere tutti l'estrema delicatezza dell'utilizzo di questi strumenti e l'estrema delicatezza del monitoraggio attento e approfondito delle realtà - anche delle società e delle agenzie - di cui la pubblica amministrazione si serve per svolgere materialmente queste attività.

Pochi giorni fa è pervenuta una relazione del Copasir sui contratti secretati su cui, con riferimento al noleggio dei diversi sistemi di intercettazione, in base ai dati che emergono dall'attività di controllo della Corte dei conti per il 2020, cioè 131 atti esaminati, di cui 100 registrati (prevalentemente del Ministero della Difesa), emerge un'incompletezza delle informazioni rese da parte di talune amministrazioni ed enti. Questo denota chiaramente un quadro con lacune e carenze informative. In particolare, nonostante l'attività delle procure su questo tema sia particolarmente ingente (la procura è veramente tra i maggiori utilizzatori dei trojan e degli altri sistemi di monitoraggio del traffico telematico e telefonico), in merito all'impiego dei sistemi di intercettazione - fra l'altro, l'Italia è uno dei Paesi che maggiormente utilizzano questi sistemi - per il Ministero della Giustizia risultano registrati solo sei atti (compresi i quattro giacenti), di cui quattro riferiti a sistemi di intercettazione per una sola sede di tribunale, a fronte di 140 tribunali sul territorio italiano. In sostanza, emerge un quadro nel quale, a fronte di una ponderosa attività da parte delle procure dei tribunali, è quasi nulla la documentazione sui contratti effettivamente registrati. Di fatto, questo porta a un contesto nel quale le procure sfuggono al controllo preventivo di legittimità dei contratti che il codice dei contratti pubblici ha demandato alla Corte dei conti.

Allora, al di là delle altre questioni molto delicate e complesse che in quest'Aula abbiamo più volte trattato sull'estrema delicatezza delle modalità di utilizzo di questi sistemi di intercettazione, sui quali, a nostro avviso, la legislazione italiana è ancora inadeguata e insufficiente, ebbene, in aggiunta a questo è necessario, anche dal punto di vista tecnico e del monitoraggio dei contratti che vengono stipulati per svolgere questa attività, un intervento più efficace da parte del legislatore. Per questo noi chiediamo - e concludo, Presidente - con questo ordine del giorno di garantire un rafforzamento dell'apparato sanzionatorio della sezione centrale della Corte dei conti, con particolare riferimento ai contratti di noleggio dei sistemi di intercettazione. È una materia molto delicata e non si può far finta e guardare dall'altra parte (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. La deputata Varchi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3298-A/30.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Anch'io, come il collega Maschio che mi ha preceduto, ho preso spunto dalla relazione che il Copasir ha depositato qualche giorno fa. In materia di intercettazioni, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica ha avuto modo di rilevare come, rispetto alla presenza di circa 140 tribunali sul territorio italiano, soltanto 6 atti - di cui 4, peraltro, in giacenza - erano riferiti a sistemi di intercettazione e tutti dello stesso tribunale, a fronte, ripeto, di 140 tribunali sul territorio italiano.

Questo provvedimento - che oggi è all'esame di questo ramo del Parlamento, esame inficiato dall'ennesima questione di fiducia che questo Governo ha voluto porre - si occupa di una serie di disposizioni in materia di difesa e di giustizia. Inoltre, modifica anche l'articolo 132 del Codice della privacy con riferimento all'accesso a dati di traffico telefonico per indagini in materia penale che riguardino dei fatti e dei reati di particolare gravità.

La relazione che io prima ho menzionato evidenzia un problema che non è secondario, perché vi è un'ingente spesa pubblica. Infatti, è notorio che l'Italia sia il Paese che, in proporzione al numero di abitanti, spende di più per le intercettazioni, quindi a fronte di un'attività che comporta una spesa pubblica importante. Poi ci sarebbe da aprire un capitolo a parte per capire quante di queste intercettazioni effettivamente contribuiscano a condanne e quante siano piuttosto destinate a finire in fascicoli archiviati senza nemmeno l'esercizio dell'azione penale, ma questo ovviamente non attiene al decreto che noi oggi stiamo analizzando.

Però il Copasir evidenzia che le procure della Repubblica si sottraggono di fatto al controllo della sezione della Corte dei conti preposta a vigilare su questo; ed è un sottrarsi di fatto, poiché, su 140 tribunali, quasi nessuno manda gli atti e i contratti per capire quanto il noleggio di questi sistemi costi al contribuente; premesso, altresì, che il Codice dei contratti pubblici ha demandato alla Corte dei conti, da un lato, l'attività di controllo preventivo sulla legittimità e sulla regolarità di questi contratti secretati e, dall'altro lato, un controllo ex post sulla regolarità, correttezza ed efficacia della gestione, chiediamo al Governo in materia di intercettazioni - che è un tema su cui l'opinione pubblica, peraltro, è abbastanza sensibile, quindi, pur comprendendo la difficoltà del momento, riteniamo sia opportuno un approfondimento sul punto - una normativa per fare in modo che ogni attività negoziale, finalizzata allo svolgimento di attività di intercettazione, quindi noleggio di apparecchiature, pervenga alla sezione della Corte dei conti al fine di garantire che l'operato di questa sezione non sia minato dalla mancanza di informazioni che non so quanto per negligenza e quanto artatamente i tribunali ad oggi non forniscono. Quindi, l'impegno va nella direzione della trasparenza e dell'efficacia. Trattandosi di denaro pubblico, non avendo statistiche precise, peraltro, sulla quantità di intercettazioni che poi assumono rilevanza investigativa e di quelle, invece, che si rivelano un mero esercizio di ricerca addirittura del mezzo di prova, credo che questo ordine del giorno meriti un approfondimento e, soprattutto, un voto favorevole da parte dell'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. La deputata Frassinetti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3298-A/31.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Questo ordine del giorno incide nel campo del pagamento dell'IRAP e sostanzialmente si innesta sull'articolo 5 che proroga dal 30 settembre al 30 novembre 2021 il termine per il versamento, senza sanzioni e interessi, dell'IRAP non versata e sospesa ai sensi dell'articolo 24 del decreto-legge n. 34 del 2020. Si tratta del Quadro temporaneo per le misure degli aiuti di Stato a sostegno dell'economia nell'attuale emergenza del COVID-19.

È un provvedimento che ha creato problemi alle imprese, che come sappiamo sono state, in questo periodo di pandemia, molto in difficoltà e sono spesso state le più bistrattate, avendo dovuto reagire in maniera autonoma per far fronte a una situazione veramente difficoltosa; ora in questo campo si verifica proprio questo. Questo ordine del giorno, infatti, vuole evitare che molti gruppi societari si vengano a trovare di colpo fuori dal perimetro applicativo di questa agevolazione, perché vengono superati i limiti che l'UE ha posto. Quindi, la conseguenza, comunque importante e gravosa, sarebbe quella di dover regolarizzare questo versamento IRAP anche in tempi molto stretti e tutti sappiamo che questo è sicuramente difficile. Siamo nel campo degli aiuti di Stato, aiuti di Stato che si declinano in varie tipologie, che in questo caso consistono in sovvenzioni, pagamenti anticipati, prestiti, quindi anche assicurazioni al credito all'esportazione a breve termine, sovvenzioni fiscali per ricerca e sviluppo. Come vedete, il campo di intervento è molto ampio e sempre più complicato in una situazione del genere; visti gli innumerevoli casi che sono all'oggetto del provvedimento, bisognerebbe cercare di essere precisi e di non oltrepassare quel perimetro dettato dal “Quadro temporaneo”, che poi dovrebbe far scaturire questa proroga, cioè questa agevolazione.

Pertanto, questo ordine del giorno, in maniera netta, semplice e direi razionale, vuole andare a porre un po' di ordine per evitare, come già detto, le difficoltà di questi gruppi societari; si fa ciò con una modifica sostanzialmente di buon senso, riferendosi alla singola impresa e non a un'unità economica che non ha la determinatezza ed è composta da più enti giuridici, che quindi è anche più difficile far rientrare in questo perimetro di cui si è parlato.

Dunque, l'impegno al Governo è quello proprio di valutare, di considerare la singola impresa, per far sì che ci sia una determinazione maggiore e una maggiore facilità di individuare questa impresa. È importante che queste agevolazioni vadano a buon fine, altrimenti non ci sarebbe senso nell'averle anche previste in decreti precedenti; qui parliamo anche del “decreto Rilancio”, quindi c'è sicuramente una finalità, che però, se non può essere esplicitata e non può essere attuata, rivela in modo ancora più assurdo che queste imprese debbono faticare in questo modo. Quindi, noi pensiamo che questo ordine del giorno - ci rivolgiamo al Governo - possa essere accolto così come lo abbiamo scritto, perché è un ordine del giorno che sicuramente ha in sé la caratteristica dell'efficacia e della razionalità. Non ci sono altri obiettivi se non quello di considerare la singola impresa per poterla agevolare e per poterla, sicuramente, tutelare in un momento così difficile, così come abbiamo già evidenziato in altre occasioni. Fratelli d'Italia ha sempre difeso le imprese e ora lo fa con un ordine un ordine del giorno di buon senso, che ci auguriamo venga accolto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. La deputata Lucaselli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3298-A/32.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Come sappiamo, nelle previsioni contenute nel testo del PNRR, che sono state presentate dal Governo, c'è una serie di indicazioni volte ad intervenire proprio sul sistema giudiziario e incentrate sull'obiettivo della riduzione dei tempi della giustizia italiana e dei giudizi che si tengono in Italia, soprattutto quelli penali. Sempre secondo quanto leggiamo dal testo del PNRR, questo obiettivo di riduzione, secondo il Governo, può essere raggiunto, tra l'altro, attraverso una maggiore efficienza e un'accelerazione dei tempi di definizione, che dovrebbero, secondo le previsioni italiane, per andare incontro alle richieste europee, ridurre i tempi della giustizia italiana del 25 per cento. Ora, però, da quello che noi leggiamo è chiaro ed è evidente che il Governo interviene - intende intervenire, ancora una volta - esclusivamente sulla parte procedurale; invece, dal nostro punto di vista - è questo l'oggetto di questo ordine del giorno - sarebbe importante effettuare degli interventi a 360 gradi, cioè non intervenire solo ed esclusivamente sulle procedure, ma riuscire ad intervenire sull'efficientamento degli uffici giudiziari. L'esperienza di chi frequenta i tribunali tutti i giorni ci dice che l'ottimizzazione dei tempi passa anche attraverso l'efficienza dei processi gestionali, attraverso il rafforzamento della pianta organica dei magistrati, del personale di cancelleria; attraverso il miglioramento del sistema di trasferimento dei magistrati e attraverso una completa informatizzazione dei procedimenti; attraverso l'istituzione ad esempio dei manager dei tribunali, che possano gestire il tribunale come una vera e propria azienda, basandosi, quindi, sull'efficientamento delle procedure.

Noi riteniamo che non si possa continuare ad intervenire esclusivamente sul procedimento, senza dare invece agli uffici e al personale dei tribunali la possibilità di utilizzare strumenti che oggi, soprattutto attraverso gli stanziamenti del PNRR, sono maggiormente raggiungibili. Pensiamo, ad esempio all'informatizzazione vera, reale, anche all'interno degli uffici giudiziari, fra gli uffici, fra le istituzioni; pensiamo anche, per esempio, a un collegamento diretto fra le questure e gli uffici giudiziari. Presidente, rappresentante del Governo, quello che si può fare per efficientare la giustizia non deve e non può riguardare esclusivamente le procedure; ci si deve preoccupare anche di tutto ciò che rende poi impossibile una vera velocizzazione dei procedimenti. Abbiamo un obiettivo - cioè quello della riduzione dei tempi del 25 per cento - e noi siamo assolutamente certi che questo obiettivo possa essere raggiunto soltanto se ci occuperemo di ottimizzare a 360 gradi tutto il sistema giustizia. Questo, tra l'altro, è ciò che viene richiesto proprio dall'Europa, proprio attraverso ciò che si scrive in ambito di PNRR. Non si fa riferimento esclusivamente alle procedure, bensì al sistema. Allora, anche con questo provvedimento abbiamo nuovamente assistito a uno scorporo di alcuni argomenti che invece dovevano essere strutturalmente inseriti nella riforma globale del processo penale. Proprio per questo motivo noi abbiamo la necessità di chiedere che il Governo si impegni affinché la vera riforma della giustizia passi anche attraverso l'efficientamento delle strutture, del personale e dei mezzi messi a disposizione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il deputato Giovanni Russo ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3298-A/33.

GIOVANNI RUSSO (FDI). Grazie, signora Presidente. Uno dei ruoli che storicamente hanno avuto i parlamenti, di ogni epoca e di ogni Paese, è stato quello del controllo sulle spese, cioè sui soldi dei cittadini da parte del Governo.

Questo principio è valido ancora oggi, e, soprattutto, è valido ancor più quando si tratta di andare a discutere sull'armonizzazione di tariffe di contratti che hanno per oggetto servizi particolari, perché vanno ad incidere non soltanto sulla libertà delle persone - stiamo parlando delle intercettazioni attraverso i cosiddetti captatori informatici, che noi conosciamo comunemente come trojan - ma, soprattutto, sulle modalità di contrattualizzazione secretate, sia per le aziende che pongono in essere questo tipo di servizi, che poi vanno alle Forze dell'ordine o alle Forze armate, sia, soprattutto, per la natura particolarmente incisiva sul perimetro delle libertà personali. Noi abbiamo visto che il decreto-legge in esame introduce disposizioni urgenti in materia di giustizia e di difesa, disposizioni di proroghe in tema di referendum, di assegno temporanee e di IRAP, ma soprattutto, all'articolo 1, va a modificare l'articolo 132 del Codice della privacy, quello che va a circoscrivere l'accesso ai dati di traffico telefonico e telematico a fini di indagine penale, consentendolo solo per gravi o specifici reati e richiedendo sempre l'autorizzazione o la convalida del giudice.

Un'ulteriore modifica concerne il contenuto del decreto del giudice che autorizza le intercettazioni mediante, come dicevo prima, captatore informatico, cioè il trojan, prevedendosi che le ragioni che rendono necessaria tale modalità per lo svolgimento delle indagini debbano essere specifiche. C'è stata anche una relazione del Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, e per questo ringrazio anche la collega Wanda Ferro per l'intervento precedente, che andava anche ad ipotizzare una misura rafforzata ed allargata di quelle che erano le competenze del Copasir, perché, con riferimento al noleggio dei diversi sistemi di intercettazione, alla luce dei dati della relazione al Copasir sull'attività di controllo esercitata dalla Corte dei conti nell'anno 2020, 131 atti esaminati, 100 registrati, per lo più provenienti dal Ministero della Difesa, il Comitato ha ritenuto necessario segnalare al Parlamento l'incompletezza delle informazioni rese da talune amministrazioni ed enti che denotano un quadro contrassegnato da lacune e carenze.

Quindi, l'indagine del Copasir si è soffermata anche sulla lettera di messa in mora inviata dalla Commissione europea all'Italia nello scorso giugno legata al fatto che la normativa nazionale sulle spese di giustizia esclude dall'ambito di applicazione della direttiva il noleggio di apparecchiature per intercettazioni telefoniche nelle indagini penali, rilevando come l'esclusione di tali transazioni impedisca alle società di noleggio di esercitare i diritti previsti dalla direttiva stessa. Secondo quanto poi dichiarato anche dallo stesso Ministro Cartabia, armonizzare le tariffe è un elemento problematico nell'interlocuzione per le procure per via di un tariffario proposto che è stato considerato troppo rigido e pone problemi nei casi in cui fissa tariffe di molto inferiori alla media. Per questa ragione, con questo mio ordine del giorno ho inteso impegnare il Governo ad assumere iniziative di competenza per armonizzare le tariffe delle procure in materia di spese di giustizia. Questo non soltanto è un dato che rileva dal punto di vista finanziario sui capitoli di spesa del Ministero della Giustizia, ma è un dato importante soprattutto con riferimento ai contratti, poiché sono secretati, anche di una certa opacità nella loro fase genetica. Infatti, tariffe troppo al di sotto della media non ci danno magari garanzie giuste sui sistemi di sicurezza adottati nelle intercettazioni; questo soprattutto ai fini di favorire le aziende italiane che si occupano di questo settore così delicato. Proprio per la particolare rilevanza che hanno nello spazio esistenziale del cittadino, meglio affidarsi ad aziende italiane piuttosto che a quelle straniere, per cui non sappiamo mai veramente poi queste informazioni dove vanno a finire (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il deputato Zucconi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3298-A/34.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie, Presidente. Questo ordine del giorno, in particolar modo, si occupa dell'acquisizione, prevista all'articolo 1, di materiale e di dati di traffico telefonico e telematico per fini di indagine penale. Il captatore informatico, il cosiddetto trojan infatti, il cui uso è disciplinato dall'articolo 267 del codice di procedura penale come mezzo di ricerca della prova per effettuare intercettazione tra presenti, è un sistema dissimulato, ma inoculato da remoto, che permette l'intercettazione in chiaro dei contenuti audio, video e dei dati scambiati, consente l'intercettazione tra presenti e raccoglie da remoto le posizioni assunte dall'apparato sul territorio. In effetti, esso può svolgere funzioni ancora più penetranti, quali la perquisizione o l'acquisizione da remoto occulta. Ora, la tematica è ben chiara e si sono susseguite varie normative nel tempo, passando da regimi sicuramente più liberali a regimi molto più stringenti.

Con questo ordine del giorno, vogliamo impegnare il Governo ad adottare le opportune iniziative di carattere normativo volte a implementare e rafforzare il controllo giurisdizionale e le necessarie verifiche sull'impiego del trojan, anche prevedendo che l'autorizzazione a disporre l'intercettazione mediante inserimento di tale captatore informatico sia disposta dal tribunale in composizione collegiale.

È di tutta evidenza - ed è risultato anche spesso dai lavori parlamentari e da molti convegni - che la indeterminatezza che connota l'inizio delle indagini e la mancanza del contraddittorio in merito legittimano la maggiore garanzia derivante dalla collegialità per invadere il terreno della riservatezza. A monte di tutto questo c'è poi un ragionamento da fare sull'“uso” fra virgolette che la politica, il Parlamento, il legislatore fanno dello strumento giudiziario, così come la magistratura. È un discorso molto complesso certamente, ma credo che andrebbe richiamato - e lo dico qui soprattutto agli amici del centrodestra – il fatto che in passato la salvaguardia che si sta proponendo fu già adottata, attribuendo in ogni caso al tribunale in composizione collegiale la competenza ad autorizzare le operazioni di intercettazione di conversazioni o comunicazioni telefoniche o altre forme di telecomunicazione. Allora, perché faccio questo richiamo? Perché se in passato, con i Governi di centrodestra, questa è stata l'attitudine, non comprendiamo come questo ordine del giorno non possa essere accettato. Non ci stupiremmo se i colleghi del MoVimento 5 Stelle votassero contro un ordine del giorno come questo o come altri simili che abbiamo presentato, e mi rifaccio anche alle dichiarazioni svolte prima dalla collega Varchi. Ci stupiremmo, invece, che un ordine del giorno come questo, che impegna il Governo ad adottare le opportune iniziative, venisse respinto proprio da chi della tutela della privacy e dei diritti delle persone ha fatto spesso una bandiera. Mi richiamavo all'uso, secondo me distorto, di alcune branche della nostra magistratura, per esempio, ricordando anche la recente sentenza del Consiglio di Stato riguardante le concessioni demaniali. Non sembri che vada fuori argomento perché, anche in questo caso, c'è un uso, secondo me abnorme e distorto, degli organi della magistratura: in quel caso, si delega la magistratura a sostituirsi alla politica; in questo caso, in pratica, con formule di stile e senza passare da un organo collegiale, si autorizza l'invasione della privacy delle persone e si vanno a ledere in questo caso, non essendoci un vaglio attento, i loro diritti. Per cui, a nome di Fratelli d'Italia, invito a sottoscrivere e a votare questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il deputato Rizzetto ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno 9/3298-A/35.

Non è presente in Aula: si intende che vi abbia rinunciato. Il deputato Caiata ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno 9/3298-A/36.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Premesso che il provvedimento in questione prevede, tra le varie finalità, quella di prorogare anche i termini di presentazione della domanda degli arretrati sull'assegno destinato alle famiglie con figli minori che non abbiano diritto agli assegni per il nucleo familiare, spostando la data dal 30 settembre al 30 ottobre, noi riteniamo che, da questo punto di vista, ciò non sia molto corretto. In realtà, la legge che ha introdotto questo istituto e questo assegno è di luglio per cui gli arretrati andrebbero corrisposti dal 31 luglio al 31 dicembre. È evidente che la prima data fissata per il 30 settembre non ha dato a tutti la possibilità di essere informati, di essere edotti, e mi riferisco soprattutto a quelle famiglie che hanno meno mezzi di accesso alle informazioni. Da questo punto di vista, la data del 30 settembre viene prorogata alla data del 30 ottobre.

Noi riteniamo, in realtà, che non possa essere un problema di data della domanda. Riteniamo che questo sostegno debba essere dato a prescindere dal momento in cui viene compilata la domanda, anche perché paradossalmente adesso siamo a novembre, fissiamo la data del 30 ottobre, ma il termine era per il 30 settembre. Chi pensava che fosse il 30 settembre non ha presentato la domanda e oggi, spostando quel termine al 30 ottobre, rischiamo di escludere tutta una serie di altre persone. Pertanto, sarebbe più corretto, da questo punto di vista, che dessimo la possibilità di percepire questi arretrati a tutti coloro che hanno i requisiti, a prescindere dalla data di presentazione della domanda. Sarebbe più corretto perché stiamo parlando di quelle imprese, di quelle partite IVA, probabilmente di quelle famiglie e piccole partite IVA che ne hanno particolarmente bisogno perché provate, venendo fuori da due anni di pandemia; quindi, hanno un bisogno ancora più forte. Per cui, noi chiederemo un adeguamento.

In realtà, chiediamo di impegnare il Governo a valutare gli effetti applicativi della disciplina richiamata, al fine di considerare l'opportunità di prevedere, attraverso ulteriori iniziative normative, che il rimborso degli arretrati da luglio 2021 venga riconosciuto a tutti i richiedenti aventi diritto, senza tener conto del termine di presentazione della domanda.

Sarebbe corretto che questo avvenisse anche perché, come stavamo dicendo, tutte le famiglie italiane si trovano a dover affrontare la più grande crisi socio-economica dei nostri tempi. Lo Stato ha il diritto e il dovere di sostenere la genitorialità di tutte le famiglie, nessuna esclusa. Siamo tutti particolarmente bravi a dire che dobbiamo dare una mano alle famiglie, che dobbiamo dare una mano per aiutare e sostenere la natalità. Sappiamo bene tutti che il nostro Paese, l'Italia, in realtà da alcuni anni è l'ultima Nazione in Unione europea per numero di nuovi nati rispetto ai residenti, vale a dire 7,3 nati ogni mille residenti; quindi, siamo tutti d'accordo nel dire che dobbiamo sostenere la natalità e le famiglie che sono il centro e il fulcro dei nostri valori e delle nostre tradizioni. Ci impegniamo, da questo punto di vista, e non può essere una data a precludere ad alcuni la possibilità di accedere a questo strumento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il deputato Trancassini ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3298-A/37.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, signor sottosegretario, credo che con la posizione della fiducia si sia toccato il fondo. Credo per la verità, signor Presidente, che un Governo che, di fronte a dieci emendamenti, scappa ed evita il confronto, si debba un po' vergognare. Sarà anche il Governo dei migliori, ma forse è il Governo dei migliori codardi, dei migliori arroganti.

Veramente sfugge la ragione per la quale siamo stati un giorno a casa, un giorno in cui potevamo stare qui a discutere di dieci emendamenti, tra l'altro su argomenti molto importanti, che erano stati sollevati anche dalla stessa maggioranza; e, invece, si sceglie la scorciatoia dell'arroganza, del chiudere e di imbavagliare tutto il Parlamento. Infatti, questo gesto di arroganza, Presidente, è un gesto che si rivolge alla maggioranza, non tanto all'opposizione, perché il Governo Draghi ha paura della sua maggioranza, non certo di una opposizione che, sia in Commissione, sia in Aula, e parlo della nostra, ha sempre dimostrato di avere un atteggiamento costruttivo. Tempo fa, in quest'Aula, lei lo dovrebbe ricordare bene, è stato detto questo: siamo in piena emergenza democratica, da quando governa, il PD non fa altro che tenere il Parlamento fuori dalla formazione della legge con la fiducia. Era Luigi Di Maio qualche anno fa, quando ancora dovevate intraprendere questa vostra nuova rivoluzione e questa nuova identità; certo è che quel MoVimento 5 Stelle, rispetto a quello attuale, è davvero un'altra cosa. Allora, se vogliamo parlare dei problemi, se vogliamo avere la possibilità di alzarci in piedi e poter dire la nostra, dobbiamo ricorrere all'esercizio dell'illustrazione dell'ordine del giorno e come ha visto, signor Presidente, tutti i colleghi che mi hanno preceduto e quelli che parleranno hanno parlato di temi seri, hanno parlato di problematiche attinenti a questo decreto, a come lo avremmo voluto migliorare o, almeno, a come avremmo voluto confrontarci con questa variegata maggioranza, perché questo è il nostro lavoro, perché questo è il motivo per cui siamo qui e questo è il motivo, Presidente, per cui siamo pagati. Perché mi verrebbe anche da chiedere a qualche esponente del MoVimento 5 Stelle se ha provato a calcolare quanto costa tutta questa macchina, in questi tre giorni nei quali noi, sostanzialmente, non faremo nulla, perché nulla possiamo cambiare, perché nulla possiamo dire e perché nulla di fatto facciamo.

Ecco, penso che questo sia veramente un inutile esercizio di stile e, allora, a noi non rimane, come a me, che illustrare l'ordine del giorno n. 9/3298-A/37 che riguarda un aspetto che è quello del confronto del cittadino con la burocrazia; sappiamo che molte famiglie avranno qualche difficoltà per ottenere informazioni su questo assegno temporaneo, magari, qualcuno desisterà perché non sa se lo potrà avere, magari farà la scelta sbagliata. Allora, avevamo proposto in Commissione, e lo diciamo oggi all'interno di questo ordine del giorno, di istituire presso la Presidenza del Consiglio un numero verde per dare la possibilità, appunto, a chi volesse avere informazioni, di accedere direttamente a tutte quelle informazioni che servono per avere la possibilità di redigere questa domanda e avere magari questo contributo che può aiutare il bilancio familiare.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO (ore 17,35)

PAOLO TRANCASSINI (FDI). È una proposta di buonsenso, Presidente, una proposta che poteva essere accolta e che poteva essere discussa in questo Parlamento. Sono contento che, nel frattempo, sia cambiata la Presidenza e ci sia il Presidente Fico, al quale ricordo - l'ho già fatto in passato - il suo discorso di insediamento. Siamo molto ben lontani da quando lei è arrivato con l'autobus la prima volta; si ricorderà? Il Parlamento è centrale, discuteremo ogni singola legge: invece, siamo all'ennesima dichiarazione di fiducia e il fatto, signor Presidente, che venga posta dal Governo la fiducia con il suo compiacimento e con il suo silenzio, quando sono sul tavolo dieci emendamenti, non fa onore al Parlamento, non fa onore alla maggioranza, ma non fa onore soprattutto a lei che aveva predicato in un modo e razzolato in un altro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Mantovani. Ne ha facoltà.

LUCREZIA MARIA BENEDETTA MANTOVANI (FDI). Grazie, Presidente. Ho presentato questo ordine del giorno, il n. 9/3298-A/45 per dare ulteriore visibilità e portare all'interno del dibattito dell'Aula il tema dell'inflazione. L'aumento dei prezzi, stando alle stime, dovrebbe superare il 4 per cento nel mese di dicembre, un'ipotesi non infondata, dato che il tasso di inflazione in Germania, a ottobre, è aumentato del 4,5 per cento su base annua.

Ed entrando nel merito, per quanto riguarda gli effetti reali di queste percentuali, è utile guardare a quanto dichiara Confcommercio: l'associazione di categoria prospetta, nel caso di un carovita al 3 per cento, nell'ultimo quadrimestre del 2021, una riduzione dei consumi di 2,7 miliardi, ovvero dell'1 per cento rispetto alle previsioni, che diverrebbero 5,3 miliardi e l'1,9 per cento in meno se l'inflazione raggiungesse il 4 per cento. Capite bene che le conseguenze di questo peserebbero sostanzialmente sulle famiglie.

Ecco, mi avvio al punto di questo ordine del giorno; confrontando l'andamento dei prezzi e dei salari negli ultimi dieci anni in Italia, si nota che solo una parte dei prodotti è cresciuta meno rispetto agli stipendi, a differenza della Germania, dove i salari dei tedeschi sono cresciuti più rapidamente rispetto ai prezzi di tutti i beni e servizi. Questo trend pesa inevitabilmente sulle famiglie i cui redditi vengono erosi, ora più che mai, dal carovita al quale si associa un'instabilità diffusa generata dalla pandemia. Gli interventi di welfare, quelli veri, che mirano ad aiutare in concreto le persone, sono pertanto fondamentali per non alimentare il fuoco dell'emergenza sociale.

È, pertanto, necessario guardare con attenzione e visione prospettica all'impennata dei prezzi dei beni di prima necessità, nonché delle bollette di gas e luce e del costo dei carburanti, fattori che rappresentano una minaccia al potere d'acquisto dei cittadini, con il rischio di pregiudicare notevolmente la qualità della vita dei nuclei familiari a più basso reddito. Si tratta di temi, come nel caso delle bollette, già “attenzionati” dall'Esecutivo, ma che sono, comunque, frutto di fattori di mercato non direttamente governabili dal Parlamento. L'assegno unico rappresenta uno strumento, seppur perfettibile e potenziabile, che rientra nell'ottica del welfare familiare e abbiamo già avuto modo di commentare, nel lungo dibattito che ha riguardato questo provvedimento, l'esiguità della misura, ma questo non ci impedisce di insistere per stimolare correttivi. Uno di questi correttivi che viene realisticamente suggerito, in vista di futuri provvedimenti, intende far sì che l'importo dell'assegno unico divenga proporzionato all'incremento dell'inflazione, in modo tale da non erodere gli importi. È una scelta di buonsenso, semplice e frutto di un automatismo anche su base semestrale.

Lo Stato deve guardare con molta attenzione alle famiglie e alle loro realtà concrete per scongiurare il rischio di lasciarle sole o dimostrarsi incapace di offrire risposte adeguate. Il sostegno alla natalità, all'occupazione femminile e alla famiglia in senso ampio si può perseguire solo abbattendo le incertezze di coloro che temono di non trovare l'aiuto dello Stato sociale. Riaffermiamo, quindi, la necessità di investire su strumenti come l'assegno unico, al fine di rispondere alle esigenze economiche e sociali delle famiglie.

Pertanto, Presidente, con questo ordine del giorno intendo impegnare il Governo a valutare l'opportunità di commisurare nei futuri provvedimenti l'importo dell'assegno unico universale al tasso di inflazione; un intervento di giustizia sociale e di equità tale da non depotenziare l'efficacia della misura ai fini del sostegno economico del nucleo familiare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sospendo la seduta per alcuni minuti.

La seduta, sospesa alle 17,40, è ripresa alle 17,55.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Se nessun altro chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere e avverto che, in via del tutto eccezionale, ho deciso di riammettere l'ordine del giorno n. 9/3298-A/46 Foti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie, Presidente. Vado lentamente in modo che i colleghi possano prendere debita nota.

L'ordine del giorno n. 9/3298-A/1 Ceccanti, previa riformulazione che mi accingo a leggere, è accolto come raccomandazione. La riformulazione riguarda la eliminazione, nella premessa, della parte che va da “evidenziata” a “Cassazione” e la sostituzione di “ad adottare” con “impegna il Governo a valutare ogni possibile iniziativa per garantire che il rilascio dei certificati dei sottoscrittori delle proposte referendarie, che attestano l'iscrizione del medesimo nelle liste elettorali, avvenga nel più breve tempo possibile” fermandosi qui. Se la riformulazione fosse accettata, lo accoglierei come raccomandazione.

Gli ordini del giorno n. 9/3298-A/2 Iezzi e n. 9/3298-A/3 sono inammissibili. L'ordine del giorno n. 9/3298-A/4 Mollicone, previa riformulazione, è accolto con queste specifiche: eliminazione, nella premessa, da “appare necessario” fino a “sequestri di persona” e, nella parte, per così dire, dispositiva, deve essere riformulato nel senso che si “impegna il Governo a valutare l'opportunità di adottare iniziative anche di carattere normativo volte ad aumentare gli stanziamenti previsti per la sicurezza cibernetica in ambito giudiziario, sentita l'Agenzia per la cybersicurezza nazionale”, fermandosi qui.

Sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/5 Costa il parere è contrario. Voglio chiarire, Presidente, se mi consente, che su tutti questi emendamenti relativi al trojan vi è stata…

PRESIDENTE. Ordini del giorno.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Sì, Presidente, su questi ordini del giorno relativi al captatore informatico vi è stato un preciso impegno della Ministra Cartabia, in Commissione, a trattare la materia unitariamente, puntualmente e definitivamente in altro provvedimento. Per cui, i pari terranno ovviamente conto di questo impegno che la Ministra ha personalmente assunto. Quindi, sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/5 il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/6 il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/7 il parere è favorevole con la riformulazione, nella parte dispositiva, “impegna il Governo a valutare l'opportunità, in considerazione soprattutto della compresenza di elementi che ritardano le esecuzioni giudiziarie per il periodo successivo allo sblocco degli sfratti ai sensi della vigente normativa, di riconoscere nel prossimo provvedimento utile specifici contributi di ristoro ai legittimi proprietari interessati dalla sospensione del rilascio per morosità nonché a velocizzare le procedure esecutive già decretate, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica” Così riformulato, è accolto.

L'ordine del giorno n. 9/3298-A/8

PRESIDENTE. Può dire anche il nome del presentatore?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Sì, grazie Presidente.

L'ordine del giorno n. 9/3298-A/8 Ciaburro è accolto, previa accettazione della riformulazione che prevede, nella parte dispositiva, di aggiungere, dopo “le operazioni di sfratto” le parole “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/9 Caretta il parere è favorevole ove accettata la riformulazione nel senso di eliminare, nella parte dispositiva, le parole “anche mitigando il costo delle utenze energetiche legate al gas ad uso industriale per almeno un anno” e di aggiungere “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”. Chiedo scusa, ho dimenticato di precisare che va anche eliminata, sempre nella parte dell'impegno, la parola “straordinarie”. Rileggo: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di disporre, anche nell'ambito di interventi normativi urgenti successivi a quello in oggetto, misure per tutelare il comparto e la produzione del vetro di Murano, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/10 Baldino il parere è favorevole.

L'ordine del giorno n. 9/3298-A/11 Bruno è inammissibile.

Sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/12 Sarti il parere è contrario.

L'ordine del giorno n. 9/3298-A/13 Prisco è accolto come raccomandazione, ove sia riformulata la parte dispositiva con le parole “a valutare in tempi congrui il termine entro cui i sindaci devono rilasciare i certificati che attestano l'iscrizione dei sottoscrittori nelle liste elettorali dei comuni medesimi”.

L'ordine del giorno n. 9/3298-A/14 Bucalo è inammissibile.

Sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/15 Ascari il parere è contrario, come anche sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/16 Ferraresi, per le ragioni che ho già espresso, e parere contrario anche per gli ordini del giorno n. 9/3298-A/17 Saitta, n. 9/3298-A/18 Trano, n. 9/3298-A/19 Vallascas, n. 9/3298-A/20 Corda, n. 9/3298-A/21 Cabras, n. 9/3298-A/22 Forciniti, n. 9/3298-A/23 Colletti, n. 9/3298-A/24 Albano e n. 9/3298-A/25 Bellucci.

Sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/26 Ferro il Governo si rimette all'Aula.

Sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/27 Vitiello il parere è contrario, sempre per le ragioni già espresse, ed è contrario anche sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/28 Deidda.

Sugli ordini del giorno n. 9/3298-A/29 Maschio e n. 9/3298-A/30 Varchi il Governo si rimette all'Aula, analogamente all'ordine del giorno n. 9/3298-A/26.

Sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/31 Frassinetti il parere è favorevole ove sia accettata la riformulazione “impegna il Governo a valutare l'opportunità di considerare ai fini della determinazione dei limiti e delle condizioni previsti dalla comunicazione della Commissione europea del 19 marzo 2020 C(2020)1863 final «Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell'economia nell'attuale emergenza del COVID-19» la singola impresa, in un quadro di compatibilità” - questa è la riformulazione - “comunitaria e fermi restando i vincoli di finanza pubblica”. Ove così accettata questa riformulazione, il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/32 Lucaselli, parere favorevole con la seguente riformulazione: nella parte dispositiva, dopo le parole: “chiesto dal PNRR”, inserire le parole: “, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”.

Sugli ordini del giorno n. 9/3298-A/33 Giovanni Russo, n. 9/3298-A/34 Zucconi e n. 9/3298-A/35 Rizzetto, parere contrario.

L'ordine del giorno n. 9/3298-A/36 Caiata è accolto come raccomandazione con la seguente riformulazione… chiedo un attimo, Presidente. Allora, è semplicemente accolto come raccomandazione, senza alcuna riformulazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/37 Trancassini, parere favorevole, ove accolta la seguente riformulazione nella parte dispositiva: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di istituire, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento per le politiche della famiglia, un numero verde gratuito per fornire alle famiglie e a chiunque ne faccia richiesta tutte le informazioni relative al riconoscimento dell'assegno temporaneo e alle modalità di presentazione della relativa domanda, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/38 Siracusano, parere favorevole con la seguente riformulazione del dispositivo: “impegna il Governo a promuovere iniziative volte a verificare le concrete modalità di impiego dello strumento del captatore informatico nella pratica giudiziaria in modo da consentire la valutazione di modifiche normative eventualmente necessarie”. Ove fosse accolta questa riformulazione, il parere è favorevole.

L'ordine del giorno n. 9/3298-A/39 Villarosa è accolto come raccomandazione, ove si dia il via libera a questa riformulazione: nella parte dispositiva, aggiungere: “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/40 Montaruli, parere contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/41 Ferrari, parere favorevole, con la seguente riformulazione che mi accingo a leggere: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di adoperarsi affinché, alla prima occasione utile, sia riconosciuto il conferimento pieno della quarta stella o simbolo equivalente all'incarico di Comandante operativo di Vertice interforze, valutando altresì la possibilità di approfondimenti per il medesimo conferimento all'incarico di Sottocapo di Stato maggiore della Difesa”. Ove vi fosse l'accoglimento di questa riformulazione, il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/42 Turri, parere favorevole, ove riformulato come l'ordine del giorno n. 9/3298-A/38 Siracusano. Rileggo: “impegna il Governo a promuovere iniziative volte a verificare le concrete modalità di impiego dello strumento del captatore informatico nella pratica giudiziaria in modo da consentire la valutazione di modifiche normative eventualmente necessarie”. Devo ancora precisare, su questo ordine del giorno Turri, che vanno eliminate nella premessa le parole da: “le maggiori garanzie” fino a “trojan” e le parole da: “durante il dibattito” fino a “fattispecie”, quindi, il terzo e il quarto capoverso della premessa. Quindi, dalla parola: “reato”, si andrebbe alle parole: “la Ministra Cartabia”. Se così riformulato viene accettato, il parere è favorevole.

L'ordine del giorno n. 9/3298-A/43 D'Ettore è inammissibile.

Sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/44 Lupi, parere favorevole, ove riformulato come gli ordini del giorno n. 9/3298-A/38 Siracusano e n. 9/3298-A/42 Turri. Se è necessario, rileggo anche qui la riformulazione e, poi, dirò che cosa bisogna eliminare dalla premessa: “impegna il Governo a promuovere iniziative volte a verificare le concrete modalità di impiego dello strumento del captatore informatico nella pratica giudiziaria in modo da consentire la valutazione di modifiche normative eventualmente necessarie”. Nella premessa dell'ordine del giorno n. 9/3298-A/44 Lupi, eliminare dalle parole: “il limite di pena” fino a: “telematico”. Quindi l'ultimo capoverso della premessa, prima dell'impegno, va integralmente eliminato. Se così accettata la riformulazione, il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/45 Mantovani, parere favorevole con la seguente riformulazione: dopo le parole: “a valutare l'opportunità di commisurare - nei futuri provvedimenti – (…)”, inserire le seguenti parole: “compatibilmente al”. Quindi verrebbe: “a valutare l'opportunità di commisurare - nei futuri provvedimenti -, compatibilmente all'importo dell'assegno unico universale al tasso di inflazione in modo tale da non depotenziare l'efficacia della misura ai fini del sostegno economico del nucleo familiare”. Ove così accettata la riformulazione, il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/46 Foti, il Governo propone una riformulazione e, in caso fosse accettata, il parere sarebbe favorevole. La riformulazione prevede i seguenti interventi: nella parte motiva: “appare tuttavia importante rilevare - anche in ragione di reiterati fatti” - c'è una piccola correzione - “che, soprattutto negli ultimi mesi, si sono fatti sempre più frequenti - la valutazione da parte del Governo di provvedimenti in materia di occupazione arbitraria di uno o più immobili in particolare quando esso è destinato ad unità abitativa e l'occupazione si sia concretizzata in un'azione di forza volta alla spoliazione del bene al suo legittimo proprietario”. Eliminazione totale del capoverso che va dalle parole: “le pene” fino alle parole: “l'arresto facoltativo”, analogamente all'altro capoverso, che parte da: “a tacere” e si conclude con la parola: “esecutivo”.

Per quanto riguarda la parte dispositiva: “impegna il Governo, anche per le ragioni di cui in premessa, a valutare le iniziative più opportune a tutela del diritto di proprietà che, nella situazione di cui in premessa, può essere fortemente compromesso”. Se questa riformulazione fosse accolta, il parere sarebbe favorevole.

ROBERTO GIACHETTI (IV). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV). Le chiedo scusa, Presidente, io ho bisogno di un chiarimento, perché spero di aver capito male. L'ordine del giorno n. 9/3298-A/33 Giovanni Russo - lo chiedo anche al sottosegretario Sisto -, nel dispositivo, dice: “impegna il Governo ad assumere iniziative di competenza per armonizzare le tariffe delle procure in materia di spese di giustizia”. La premessa a questo dispositivo sono le dichiarazioni che ha fatto la Ministra Cartabia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Misto). Come è possibile che noi esprimiamo un parere contrario? Gliele leggo, Presidente. Secondo quanto dichiarato dallo stesso Ministro Cartabia: “armonizzare le tariffe è un elemento problematico nell'interlocuzione con le procure”, per via di un “tariffario proposto, che (…) è stato considerato troppo rigido e pone problemi nei casi in cui fissa tariffe di molto inferiori alla media”. Cioè, noi votiamo contro le conseguenze che un ordine del giorno, non un emendamento o una legge, ma un ordine del giorno, pone in relazione alle dichiarazioni del Ministro Cartabia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Io sono… boh?

PRESIDENTE. Prego, sottosegretario Sisto.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Ringrazio il collega Giachetti, perché mi dà l'opportunità, innanzitutto, di aggiungere, per il parere sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/8 Ciaburro, che la riformulazione prevede anche l'eliminazione della parola “almeno”.

Invece, sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/33 Giovanni Russo, la ragione della contrarietà è molto semplice, perché è un intervento già previsto dalla legge ed è già attuato con riferimento alle spese per attività di intercettazione. Ecco il motivo della contrarietà, perché è già previsto (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)

SALVATORE DEIDDA (FDI). È una posizione di barriera!

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Questo è il motivo.

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno del giorno n. 9/3298-A/1 Ceccanti: accoglie?

Ha chiesto di parlare il deputato Ceccanti. Ne ha facoltà.

STEFANO CECCANTI (PD). Scusi, Presidente. Ci sono problemi con la riformulazione, perché, così come la propone il Governo, la riformulazione vuol dire “in futuro vediamo di fare in modo che i certificati arrivino presto”. Ma noi non abbiamo il problema del futuro, abbiamo problemi perché, probabilmente, alcuni dei promotori hanno depositato regolarmente le firme e ci sono problemi con i certificati che i comuni dovevano consegnare nei tempi previsti dalla legge. Quindi, se il sottosegretario Sisto ha il problema di non citare l'autonomia dell'ufficio centrale della Cassazione perché rischia di essere lesiva a quello che vuole lui, togliamo le parole: “ferma restando l'autonomia dell'Ufficio centrale della Cassazione”, ma il resto deve restare, perché noi esprimiamo un giudizio che, in caso di firme già depositate - non in futuro - ci siano problemi dovuti ai comuni, questi non ricadano sui promotori; ma per quelli già presentati, non per il futuro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Sottosegretario Sisto?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Presidente, vorrei che fosse chiara la posizione del Governo. L'ordine del giorno non può certamente, come sa bene il professor Ceccanti, dire a nessuno come bisogna interpretare una normativa. Questo non è un compito…

PRESIDENTE. Deputato Sisto, avvicini il microfono, altrimenti non si sente bene.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Come sa bene il professor Ceccanti, non è possibile dare un indirizzo interpretativo all'ufficio centrale della Cassazione. Questo noi non lo possiamo fare con un ordine del giorno e, anche se dovesse passare un orientamento di questo genere, non ha nessuna possibilità di avere un'espressione parlamentare. L'interpretazione delle norme spetta soltanto all'ufficio centrale della Cassazione e non possiamo certamente dire che da un certo atto possa scaturire una certa conseguenza. Quello che noi possiamo dire, se fosse d'accordo il proponente, è: “a valutare con urgenza ogni possibile iniziativa (…)”. Cioè, se vuole aggiungere un dato temporale di attualizzazione dell'impegno, potremmo dire: “impegna il Governo a valutare con urgenza ogni possibile iniziativa (…)”. Questo il Governo lo accetta volentieri, perché si tratta, ovviamente, di garantire la perfetta tempestività del rilascio dei certificati in modo utile al conseguimento dell'obiettivo, ma scrivere che l'ufficio centrale della Cassazione deve interpretare in un certo modo, a me sembra estraneo a qualsiasi tipologia di volontà da parte del Parlamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ceccanti. Ne ha facoltà.

STEFANO CECCANTI (PD). Se vogliamo togliere il richiamo alla Cassazione, togliamolo. Però, il Parlamento avrà il diritto di dire che, laddove i promotori hanno depositato regolarmente le firme - è tutto regolare - e la legge dice che, entro 48 ore, i comuni devono dare questo e la legge prevede una categoria di effetti sanabili, allora il Parlamento lo ritiene sanabile, perché non è colpa dei promotori e dei cittadini, ma dell'amministrazione. Questo lo può dire il Parlamento? Io penso di sì.

PRESIDENTE. Deputato Ceccanti, le devo chiedere se accetta la riformulazione, anche quella nuova che ha proposto il sottosegretario Sisto.

STEFANO CECCANTI (PD). Se manca la seconda parte, quella che afferma che sono effetti sanabili e che il Parlamento non può dare giudizi, non la posso accettare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Quindi, va posto in voto.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Presidente, chiedo che sia accantonato.

PRESIDENTE. Allora, accantoniamo l'ordine del giorno n. 9/3298-A/1 Ceccanti.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (MISTO-L'A.C'È). Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori. Siccome abbiamo aumentato, purtroppo o per fortuna, il numero dei deputati presenti in aula, da noi non si riesce ad sentire ciò che dice o ha detto il sottosegretario Sisto. Al fine di incentivare una risoluzione sempre più efficace della gestione degli ordini del giorno, le chiedo, se fosse possibile, avere uno speech, così da non dover richiedere ogni volta una nuova interlocuzione col sottosegretario.

PRESIDENTE. Se parla dei pareri del Governo, i pareri del Governo li ha il Governo e non li abbiamo qui alla Presidenza.

Comunque, vi chiedo, in ogni caso, di mantenere il silenzio e, quindi, di fare più silenzio. Prima ho detto al sottosegretario Sisto di avvicinare il microfono.

Ha chiesto di parlare il deputato Saitta. Ne ha facoltà.

EUGENIO SAITTA (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori. Neanche io ho ben compreso alcune contrarietà e riformulazioni. In particolare, il mio ordine del giorno, insieme a quelli presentati da tutta una serie di colleghi, appartiene agli ordini del giorno relativi allo strumento del captatore informatico e mi è sembrato di sentire che, all'inizio dell'intervento del sottosegretario Sisto, lo stesso aveva dato parere negativo su tutti gli ordini del giorno, perché la materia sarà trattata in un'altra sede (quella opportuna).

PRESIDENTE. Adesso ci arriviamo agli altri. Quando ci arriviamo, le darò la parola, perché l'ordine del giorno n. 9/3298-A/1 Ceccanti è stato accantonato. Gli altri, di cui lei parla…

EUGENIO SAITTA (M5S). No, Presidente…

PRESIDENTE. Ho capito. Quando ci arriviamo, le do la parola e svolge di nuovo l'intervento.

EUGENIO SAITTA (M5S). Io le volevo chiedere, Presidente…

PRESIDENTE. …di accantonarli tutti.

EUGENIO SAITTA (M5S). …siccome mi è sembrato di sentire che l'ordine del giorno n. 9/3298-A/38 Siracusano, che è su questa materia, è stato riformulato, volevo capire se, effettivamente, sia confermata questa impostazione o se, in caso contrario, il Governo possa fare un'ulteriore riflessione su questo.

PRESIDENTE. È chiaro.

Poi andiamo in ordine. Ordine del giorno n. 9/3298-A/4 Mollicone, favorevole con riformulazione: è accettata.

Ordine del giorno n. 9/3298-A/5 Costa, parere contrario.

Ha chiesto di parlare il deputato Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente. Il Governo precedente ha allargato l'utilizzo del trojan e lo ha disciplinato come un'intercettazione telefonica o ambientale, ma il trojan è molto di più: è uno strumento diverso e molto più invasivo e vorrei che questa Camera conoscesse che cosa può fare il trojan. Con il trojan si può accendere la webcam, si può attivare il microfono e captare conversazioni, si può leggere qualsiasi dato venga archiviato all'interno del cellulare, dagli indirizzi in rubrica, agli sms, ai messaggi WhatsApp, agli appunti salvati nelle note. Si possono visualizzare le fotografie, registrare la tracciabilità del possessore del telefono, catturare segretamente tutto ciò che viene digitato sul dispositivo, potendo, quindi, risalire anche a eventuali password o a numeri di carte di credito. È, inoltre, possibile riversare sul dispositivo dell'investigatore l'intero contenuto del cellulare o del computer in cui viene inoculato - anche gli screenshot dei siti web che vengono visitati - e si possono anche modificare i file contenuti nel computer o nel cellulare senza lasciare tracce delle modifiche effettuate. Quindi, è evidente che oggi siamo di fronte a un bivio. Il bivio consiste nell'accedere alle tesi del MoVimento 5 Stelle, che vuole implementare l'utilizzo del trojan, oppure cercare non di sterilizzarlo ma semplicemente di fare in modo che ci sia da parte del giudice una riflessione maggiore prima di disporlo, come noi proponiamo, e anziché un giudice monocratico ci sia un giudice collegiale (è esattamente la tesi sostenuta dal Governo Berlusconi in un disegno di legge del 2010). Il sottosegretario Sisto fu autore di un memorabile intervento in Aula sulla pregiudiziale di costituzionalità, sostenendo questa tesi non solo per il trojan ma addirittura per le intercettazioni, io ho preso evidentemente spunto da quella occasione.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI (ore 18,20)

ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Quindi, noi chiediamo semplicemente che la Camera si esprima per dare un indirizzo al Governo, per lavorare perché questo strumento, altamente invasivo, venga autorizzato da 3 giudici anziché da un solo giudice. Perché poi cosa succede? Che quando viene autorizzato questo strumento e i risultati finiscono nei fascicoli di indagine, anche quei testi assolutamente irrilevanti - irrilevanti! - finiscono sui giornali, un po' come sta capitando in questi giorni sui giornali che campano - campano! - di atti giudiziari. Allora, io penso che la responsabilità dei partiti e dei parlamentari sia di fare in modo che la giustizia venga amministrata per la ricerca dei reati e per combattere i reati, ma non per alimentare i giornali e per alimentare la stampa. Io, quindi, mi appello alle forze politiche, soprattutto a quelle che nel 2010 sostenevano questi provvedimenti e sostenevano queste tesi, perché non lascino agli atti un voto contrario o un voto di astensione, perché l'astenersi - e mi pare che alcune forze vogliano astenersi - significa restare indifferenti rispetto a questo tema. Oggi ci sarà un'annotazione di tutti i parlamentari che si esprimeranno in un senso o in un altro. Il mio appello non è fatto al MoVimento 5 Stelle. Non ho dubbi che il MoVimento 5 Stelle voterà contro questo ordine del giorno. L'auspicio, però, è che le altre forze politiche diano un segnale, perché oggi - ricordiamocelo - se non passerà questo ordine del giorno sarà la pietra tombale rispetto a un migliore contingentamento di questo strumento, di questo mezzo di ricerca della prova che è assolutamente invasivo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Vitiello. Ne ha facoltà.

CATELLO VITIELLO (IV). Grazie, Presidente. Io non entro nel merito, Presidente, perché sottoscrivo, come già ho sottoscritto, l'ordine del giorno del collega Costa e sottoscrivo tutte quelle osservazioni da lui poste in questo momento. Però, devo convenire - e mi sembra davvero paradossale da parte mia: è paradossale semplicemente perché ci troviamo su posizioni politiche, soprattutto in materia di giustizia, completamente diverse - con quanto ha detto il collega Saitta. Io devo rinvenire, nelle modalità con le quali sono state poste le osservazioni del Governo e i pareri, una disparità di trattamento, perché quando si è detto - e mi permetto di non condividere, ma è un parlamentare su 630 - che l'impegno del Governo sarebbe stato rispetto ad un provvedimento ad hoc, noi ci saremmo aspettati, dall'altra parte, che ci fosse uniformità sui pareri. E invece, quando all'ordine del giorno n. 38 e all'ordine del giorno n. 42, che tra parentesi avrei votato senza alcun problema, ma quando si fanno delle riformulazioni e i contenuti sono gli stessi, speculari a quelli trattati dal collega Costa, da me e da qualcun'altro, anche dal collega Saitta, io trovo veramente inverosimile che non si consenta a questo Parlamento di esprimersi rispetto ad un ordine del giorno, non di un emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva)! E attenzione, Presidente, noi ci troviamo in una situazione paradossale, nella quale, se ci fosse stata un'inammissibilità in Commissione sugli emendamenti relativi al trojan, allora tutto bene; avrebbe fatto bene il Governo oggi a stigmatizzare gli ordini del giorno, ma un emendamento è passato, si è ritenuto di aggiungere un onere motivazionale al giudice. E allora, in questa sede, noi siamo nella condizione e, secondo me, nel dovere politico di rappresentare quello che manifestiamo quotidianamente in materia di giustizia. Certamente, io avrei gradito, in realtà speravo, che si facesse una scelta di campo, lasciando libera l'Aula di potersi esprimere, salvaguardando le sensibilità di tutti, perché io e Saitta, che la pensiamo in maniera completamente diversa, vogliamo che ci sia il voto su questi ordini del giorno e che si possano affrontare in maniera dialettica le criticità dall'una e dall'altra parte. Ma questo oggi non ci viene consentito. Allora io chiedo, attraverso lei, Presidente, di voler accantonare tutti gli ordini del giorno relativi al trojan e a fare una riflessione aggiuntiva, possibilmente prendendo in considerazione la possibilità di riformulare anche i nostri, così come è stato fatto per quelli della collega Siracusano e del collega Turri (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Frate. Ne ha facoltà.

FLORA FRATE (MISTO). Sì, grazie Presidente, per sottoscrivere l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Grazie. Per chiarirci, collega Costa, lei richiede la votazione del suo ordine del giorno, è corretto? D'accordo. Ha chiesto di parlare il collega Saitta. Ne ha facoltà.

EUGENIO SAITTA (M5S). Grazie, Presidente. Chiedo scusa se sono intervenuto prima, non era la sede più opportuna, però mi pare che ci sia un ragionamento che condivido, fatto dal collega Vitiello, in cui dice di accantonare tutti questi ordini del giorno e, magari, chiedere al Governo una riflessione ulteriore. E ripeto, il problema qui è proprio l'uniformità di trattamento tra tutte le forze politiche, anche di maggioranza. Abbiamo presentato degli ordini del giorno, ci è stata data una motivazione che “la sede sarà un'altra”, politicamente io posso accettare anche questo, purché però vi sia uniformità di trattamento. Ribadisco di condividere la richiesta del collega Vitiello di accantonare tutti questi ordini del giorno che riguardano i trojan, nella speranza che ci possa essere un supplemento di valutazione da parte del Governo.

PRESIDENTE. D'accordo. Sottosegretario, accantoniamo quindi?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Presidente, se si tratta di un approfondimento, non ci può mai essere contrarietà alla richiesta di un approfondimento. Possiamo accantonarli senza difficoltà, ovviamente nella prospettiva, poi, di avere cinque minuti di tempo per poter, con i sottoscrittori, condividere eventualmente ulteriori valutazioni che possano comportare un diverso atteggiamento da parte sia dei sottoscrittori sia del Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Una precisazione: siccome si parlava in generale di ordini del giorno che affrontano la materia del trojan, quindi le captazioni delle intercettazioni, volevo far presente che il mio ordine del giorno n. 34 io lo vorrei votare e non accantonare, in ogni caso.

PRESIDENTE. Collega Saitta, lei ha fatto una richiesta di accantonamento di una serie di ordini del giorno, se li può elencare, di modo che sappiamo eventualmente quali sono gli ordini del giorno che trattano della tematica di cui stiamo parlando in questo momento.

EUGENIO SAITTA (M5S). Io, in realtà, tutti gli ordini del giorno non li posso sapere; posso sapere quelli che riguardano il mio gruppo, che sono gli ordini del giorno nn. 12, 15, 16 e 17.

PRESIDENTE. Quindi, gli ordini del giorno nn. 9/3298-A/12 Sarti, 9/3298-A/15 Ascari, 9/3298-A/16 Ferraresi e 9/3298-A/17 Saitta vengono accantonati, assieme all'ordine del giorno n. 9/3298-A/5 Costa. È corretto?

Ha chiesto di parlare il collega Vitiello. Ne ha facoltà.

CATELLO VITIELLO (IV). Anche il n. 27, a mia prima firma, grazie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il sottosegretario Sisto. Ne ha facoltà. E poi do la parola al collega Colletti.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Io penso che potremmo - dato che può capitare che ne sfugga qualcuno -, volta per volta che li affrontiamo, se c'è richiesta di accantonamento da parte del sottoscrittore, accantonarli. Mi sembra, questo, un metodo più corretto e più lineare.

PRESIDENTE. Sottosegretario, mi sembra molto ragionevole, quindi al momento accantoniamo l'ordine del giorno n. 9/3298-A/5 Costa.

Aveva chiesto di parlare il collega Colletti. Su che cosa, collega, visto che questo ordine del giorno è stato accantonato? Quindi possiamo proseguire…

ANDREA COLLETTI (MISTO-L'A.C'È). Presidente, sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (MISTO-L'A.C'È). Qui sembra di stare un po' al ristorante o al mercato, dove ognuno dice cosa vuole accantonare e la Presidenza decide di accantonarlo, oppure sembra quasi come la tombola. Quindi, per dare un ordine, visto che comunque appare abbastanza evidente che, con questo decreto, con gli emendamenti che il MoVimento 5 Stelle ha presentato a questo decreto sui tabulati telefonici e con tutta la vicenda relativa alla difficoltà di questa maggioranza, perché da una parte c'è chi a parole vorrebbe andare contro la criminalità organizzata, la criminalità in generale, dall'altra, c'è chi, in realtà, garantista, vorrebbe garantire la criminalità, in mezzo ci siamo noi, in quest'Aula, e si sta facendo il mercanteggiamento degli ordini del giorno da accantonare…

PRESIDENTE. Mi scusi, collega, quindi qual è la proposta sull'ordine del giorno?

ANDREA COLLETTI (MISTO-L'A.C'È). A questo punto, io le chiedo, Presidente, di fare una pausa, una sospensione, accantonare tutto, vi riunite dove volete, prendete una decisione e tornate qui, con la vostra decisione, finalmente, e magari ci fate anche lavorare (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Andiamo avanti.

Sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/6 Lollobrigida c'è un parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/7 Bordonali c'è un parere favorevole con riformulazione, che viene accettata. Sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/8 Ciaburro c'è un parere favorevole con riformulazione, che viene accettata. Sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/9 Caretta c'è un parere favorevole con riformulazione, che viene accettata. Sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/10 Baldino il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/12 Sarti c'è un parere contrario. Ha chiesto di parlare la collega Sarti. Ne ha facoltà.

GIULIA SARTI (M5S). Faccio la richiesta di accantonamento anche per questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Sentiamo il Governo: il sottosegretario è d'accordo, va bene, andiamo avanti.

Sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/13 Prisco c'è un parere favorevole con riformulazione, che viene accettata.

Sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/15 Ascari c'è un parere contrario. Richiede l'accantonamento, collega?

STEFANIA ASCARI (M5S). Sì, grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Il sottosegretario è d'accordo con l'accantonamento.

Sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/16 Ferraresi c'è un parere contrario, immagino che ci sia una richiesta di accantonamento: viene approvata, sottosegretario? Va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/17 Saitta c'è un parere contrario, lo accantoniamo.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3298-A/18 Trano: viene richiesto l'accantonamento, collega Trano? No.

Passiamo, quindi, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/18 Trano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/19 Vallascas, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/20 Corda, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/21 Cabras, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/22 Forciniti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Colleghi, risulta che in tribuna ci sia un problema di connessione. Chiaramente, voglio dare l'opportunità a tutti di votare in questo frangente.

Passiamo all'ordine del giorno 9/3298-A/23 Colletti.

Ha chiesto di parlare il collega Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (MISTO-L'A.C'È). Presidente, mi preme fare la dichiarazione di voto su questo ordine del giorno, poiché riguarda la mia regione e una vicenda che si sta portando avanti da vari mesi, se non anni, ovvero la proroga e il salvataggio di quattro tribunali che vengono chiamati dal Ministero minori e che, se non passasse un emendamento a prorogare questo salvataggio, rischierebbero di essere definitivamente chiusi. La questione era talmente urgente che era stato approvato un emendamento a un decreto-legge al Senato, che è stato stralciato, su input della Ministra Cartabia, dalla Presidente Casellati. Successivamente, ho presentato lo stesso emendamento qui, alla Camera dei Deputati, ed è stato dichiarato inammissibile dal presidente della Commissione affari costituzionali, Brescia, del MoVimento 5 Stelle.

Oggi, presento un ordine del giorno, che, ovviamente, ha il valore che ha, che però sta a significare un intendimento di questa Camera, ovvero se questa Camera voglia incentivare e rivedere la geografia giudiziaria e se intenda tutelare i diritti delle persone che afferiscono a questi tribunali. Ripeto, ovviamente si tratta di tribunali e procure delle circoscrizioni de L'Aquila, in particolare Avezzano e Sulmona, e della circoscrizione di Chieti, come Vasto e Lanciano.

Visto che, nel passato, altri deputati di questa Camera hanno presentato uguali emendamenti, salvo poi ritirarli quando dovevano essere votati, e qui, in questa Camera, non è più possibile presentare emendamenti in Aula, perché abbiamo sempre fiducie che strozzano il dibattito, almeno mi è concesso presentare questo ordine del giorno e spero che almeno i miei colleghi, soprattutto quelli di maggioranza eletti in Abruzzo, si facciano portavoce delle istanze del territorio. Infatti, è inutile partecipare e piangere lacrime di coccodrillo quando facciamo riunioni sul territorio, perché è anche importante essere conseguenti dentro quest'Aula e non avere paura delle proprie opinioni, perché voi rappresentate l'intera Nazione e non rappresentate quello che vi ordina il Ministro Cartabia (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/23 Colletti.

Dichiaro aperta la votazione…No, revoco l'indizione della votazione.

Ha chiesto di parlare il collega D'Alessandro. Ne ha facoltà.

CAMILLO D'ALESSANDRO (IV). Grazie, Presidente. Voglio rappresentare, a nome mio personale, da parlamentare dell'Abruzzo, che quanto sollevato dall'onorevole Colletti non è solo una questione tipicamente regionale, regionalista o abruzzese. Esiste un problema vero che deriva da un'impostazione burocratica del Ministero. Infatti, cambiano i ministri, ma non cambia l'impostazione di fondo, la filosofia della burocrazia del Ministero, che ritiene che l'accorpamento degli uffici della giustizia possa corrispondere a una minima utilità di efficienza ed efficacia; il problema è che non si conoscono i territori in cui si applica.

La nostra regione, per oltre il 40 per cento, è definita area interna. Raggiungere i tribunali cosiddetti maggiori da parte dei tribunali minori è cosa complicata. I tribunali cosiddetti maggiori, che dovrebbero ospitare l'attività dei tribunali cosiddetti minori, sono già strapieni, senza spazi e senza possibilità di rispondere alla domanda di giustizia.

È accaduto di tutto in quest'Aula, in questi anni. È accaduto anche che, al Senato della Repubblica, un emendamento, non un ordine del giorno, sulla proroga della chiusura dei tribunali fosse approvato all'unanimità, quindi fosse entrato nel testo legislativo; dopodiché, a mio giudizio inopinatamente, il Presidente del Senato stralciò quell'emendamento, non consentendo il voto, assumendo, allo stesso tempo, l'impegno che ci sarebbe stata una corsia preferenziale per riportare in Aula, al Senato, lo stesso identico provvedimento per arrivare in tempo rispetto ai tempi della chiusura già previsti. Tutto questo non si è verificato.

Ecco, sarebbe opportuno che l'Aula potesse sostenere questo emendamento: non importa chi sia il primo firmatario, importa il merito. Con il collega Colletti siamo divisi su tutto, ma su questo credo si debba fare una riflessione vera, perché le riforme calate dall'alto senza che si conosca il basso, rischiano poi di produrre danni inenarrabili. E, parlando di giustizia, la giustizia è uno di quei servizi fondamentali al cittadino, credo subito dopo il servizio alla salute.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (IV). Presidente, grazie. Ha già parlato a nome del gruppo l'onorevole D'Alessandro. Voglio solo aggiungere, a titolo personale, con riferimento a questo ordine del giorno il tema delle sezioni distaccate nelle isole, che è ancora più delicato. Infatti, ci sono sezioni distaccate - penso alla Toscana, a quella di Portoferraio, che è sezione distaccata di Livorno - che si trovano nella stessa situazione.

Quindi, occorre una grande attenzione da parte del Governo. Si è seguita la strada della proroga e, oggi, tornare indietro sarebbe davvero impossibile e difficile per l'organizzazione del servizio giustizia, tenendo conto della criticità e della particolarità delle isole e delle difficoltà. Oltre a Portoferraio, penso a Ischia, sezione distaccata di Napoli. Sono tribunali e sedi distaccate dove si esercita il servizio giustizia e dove si consente ai testimoni, alle Forze dell'ordine e al difensore un'organizzazione tale e una risposta più efficiente, certamente mantenendo quel presidio presso la sezione distaccata.

Quindi, il tema riguarda l'Abruzzo e le isole. Occorre grande attenzione e invito il Governo a trovare una soluzione definitiva con riferimento alle regioni e, oltre all'Abruzzo, di considerare anche il tema delle isole.

Invito il Governo a non sottovalutarlo perché le conseguenze di uno stop, di un tornare indietro sarebbero davvero drammatiche e non funzionali e sarebbe come negare un diritto alla giustizia che invece va garantito (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Angiola. Ne ha facoltà.

NUNZIO ANGIOLA (MISTO-A-+E-RI). Presidente, lo spunto che viene fornito dai colleghi Colletti e D'Alessandro parla esplicitamente della necessità di mettere mano alla revisione della geografia giudiziaria. Da questo punto di vista, sottosegretario Sisto, le ricordo che il Parlamento all'unanimità, in sede di discussione dei provvedimenti volti a contrastare le infiltrazioni mafiose nella gestione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ha chiesto al Governo di assumere un impegno in ordine alla revisione della geografia giudiziaria, con particolare riferimento ai territori più interessati a livello nazionale da infiltrazioni mafiose. Da questo punto di vista, mi pare che il Governo non stia procedendo come richiestogli dal Parlamento. Quindi, per quanto riguarda questo specifico ordine del giorno, io e i colleghi di Azione-+Europa voteremo a favore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Martino. Ne ha facoltà.

ANTONIO MARTINO (FI). Grazie, Presidente. Pur non condividendo spesso, come dice il collega D'Alessandro, le idee del collega Colletti, però su questo tema sento, a titolo personale, di sottoscrivere e condividere questa problematica. I nostri territori abruzzesi hanno una sede di giustizia e una difficoltà territoriale tipica e, su questo, bisogna essere precisi e dare risposte precise a territori particolari. L'ottimizzazione della spesa pubblica va fatta, ma va tenuto conto della tipicità dei territori. Su questo, a titolo prettamente personale, sono a sottoscrivere l'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Vacca. Ne ha facoltà.

GIANLUCA VACCA (M5S). Grazie, Presidente. L'argomento è stato ben spiegato dai colleghi che mi hanno preceduto. Intervengo a titolo personale solo per dire che ovviamente sostengo questo ordine del giorno. È una battaglia che ha visto coinvolte trasversalmente tutte le forze politiche. Come è stato ricordato, in Senato è stato approvato un emendamento, poi stralciato dal Presidente, all'unanimità, da tutti quanti. Quindi, non posso che appoggiare quest'ordine del giorno, augurandomi che il Governo possa rivedere il parere e che comunque ci sia un impegno da parte del Governo a trattare la materia. Ricordiamo che l'Abruzzo ha una conformazione geografica particolare e, quindi, non può essere un calcolo quello che poi priva comunità intere di un tribunale e di un servizio essenziale come quello della giustizia. Quindi, chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno e, a titolo personale, voterò a favore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Anch'io intervengo per sottoscrivere l'ordine del giorno e per rivolgere un invito al Governo, vista anche la trasversalità della sottoscrizione, affinché possa ripensarci; visto che ne ha accantonati già diversi, chiedo magari di mettere da parte questa istanza legittima, che proviene dai territori, e di rivederla insieme a tutte le altre problematiche. Lo sottoscrivo e insisto perché venga accantonato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Grippa. Ne ha facoltà.

CARMELA GRIPPA (M5S). Grazie, Presidente. Sottoscrivo anch'io l'ordine del giorno del collega Colletti e intervengo per rimarcare quanto ampiamente già esposto dai colleghi e dai vari esponenti politici con riferimento alla situazione che ci coinvolge direttamente. Con questo ordine del giorno andiamo a scongiurare la chiusura dei tribunali minori della nostra regione Abruzzo, che vivono una situazione sicuramente critica. Di questo sono a conoscenza sia la Ministra Cartabia che i sottosegretari, come il sottosegretario qui presente, che ha avuto delle interlocuzioni con tutti gli enti interessati della regione Abruzzo. Per questo appoggio e sostengo l'ordine del giorno del collega Colletti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Sottoscrivo l'ordine del giorno e ribadisco quanto detto dal collega Trancassini circa l'importanza di sostenere quei territori rispetto alle gravi carenze degli uffici giudiziari.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Tondo. Ne ha facoltà.

RENZO TONDO (M-NCI-USEI-R-AC). Sottoscrivo l'ordine del giorno e mi riservo di intervenire domani, in dichiarazione di voto, sul tema dei tribunali minori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Rotondi. Ne ha facoltà.

GIANFRANCO ROTONDI (FI). Presidente, per sottoscrivere l'ordine del giorno del collega Colletti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Frate. Ne ha facoltà.

FLORA FRATE (MISTO). Presidente, per sottoscrivere, anch'io, l'ordine del giorno del collega.

PRESIDENTE. D'accordo. Colleghi, le sottoscrizioni ovviamente si possono anche fare avvicinandosi alla Presidenza. Ha chiesto di parlare la collega Pezzopane. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Grazie, Presidente. Anch'io sottoscrivo e sostengo questo ordine del giorno, ricordando al Governo e al Parlamento che la condizione specifica che ha vissuto l'Abruzzo, dal 2009 ad oggi, con due terremoti che hanno danneggiato le strutture che dovevano ospitare la riorganizzazione della geografia giudiziaria, ha comportato negli anni delle proroghe che sono sempre state fatte dal Governo; quindi, credo che per questo e per le ragioni che dicevano i miei colleghi, sarebbe bene che il Governo sospendesse il parere, ci pensasse un attimo e si orientasse in maniera più positiva su questo ordine del giorno, che io sottoscrivo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Bubisutti. Ne ha facoltà.

AURELIA BUBISUTTI (LEGA). Presidente, per sottoscrivere anch'io l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Giachetti, sull'ordine dei lavori, immagino. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV). Mi permetto un suggerimento, Presidente. Siccome quando ci sono queste cose poi accade che noi rifacciamo il dibattito due volte, se…

PRESIDENTE. Mi scusi, collega. Colleghi, non sto sentendo il collega Giachetti.

ROBERTO GIACHETTI (IV). Come dicevo, mi permetto un suggerimento, poi, ovviamente, come è giusto, deciderà lei, ma se per caso lontanamente il sottosegretario avesse intenzione di raccogliere la richiesta di accantonarlo, eviteremmo di fare due dibattiti, prima in richiesta dell'accantonamento, poi – in caso di accantonamento - ci ritorneremmo quando lo dovremo votare. Quindi, se per caso il Governo lontanamente avesse quest'idea, magari, se la manifestasse eviteremmo di fare un dibattito inutile, visto che ci sono altri colleghi pronti ad intervenire.

PRESIDENTE. Un suggerimento assolutamente lecito. Sottosegretario Sisto, accantoniamo quest'ordine del giorno? Siamo al n. 9/3298-A/23 Colletti.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Presidente, con molta franchezza, l'atteggiamento che il Governo ha tenuto sempre nei confronti di tutti i legittimi tentativi di review della geografia giudiziaria è sempre analogo; è evidente, si deve trattare di un intervento di largo respiro che non può essere riservato a particolari situazioni, soprattutto come quella di quest'ordine del giorno in cui si chiedono proroghe di organici che probabilmente non hanno più alcuna esistenza giuridica, ma rimangono in virtù di un'ulteriore proroga, quindi, è una proroga della proroga; si tratta, comunque, di una situazione molto particolare su cui non può esservi nessuna apertura, perché è necessaria - come posso dire - una rilettura generale di tutta la geografia giudiziaria per poter esprimere un parere compiuto. Quindi, non c'è ovviamente nulla nei confronti della specifica esigenza, ma la necessità di un respiro più ampio rende oggi non praticabile una modifica dell'atteggiamento che è stato già manifestato col parere contrario.

PRESIDENTE. Quindi, intuisco che l'accantonamento non venga recepito. Collega Torto voleva sottoscrivere? D'Alessandro lei ha già parlato. Non siamo in fase emendativa colleghi, siamo in fase di ordini del giorno. Allora, intanto, ha chiesto di parlare la collega Bruno Bossio. Ne ha facoltà.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Anche alla luce dell'intervento del Governo, siccome tutti i colleghi che si sono espressi per sottoscrivere questo ordine del giorno e lo faccio anch'io, più che il riferimento al fatto specifico c'è una richiesta di rivedere sostanzialmente la questione della geografia giudiziaria. Quindi, chiedo anche al Governo e al primo firmatario, Colletti, se l'accantonamento può significare in qualche misura una riformulazione che metta dentro questa possibilità. In questo caso, lo sottoscriverei, perché, anche per quel che riguarda la Calabria, è stato fatto un danno gravissimo con la chiusura del tribunale di Rossano, cosa che da tempo portiamo avanti in termini di battaglia politica. Quindi, va bene se si può accantonare e rivedere il tema complessivo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega D'Eramo. Ne ha facoltà.

LUIGI D'ERAMO (LEGA). Grazie, signor Presidente. A titolo personale, dichiaro di condividere il contenuto dell'ordine del giorno, perché, nel caso specifico dell'Abruzzo, la situazione dei tribunali che dovrebbero chiudere è particolare; si tratta di una terra che è stata oggetto di due terremoti, una terra complicata; si tratta di presidi e realtà giudiziarie presenti su zone di montagna difficilmente raggiungibili, soprattutto per i tribunali che andrebbero chiusi. Quindi, la proroga andrebbe chiesta e andrebbe fatta; del resto, sono state tante le iniziative in tal senso, le hanno ricordate anche i deputati, colleghi abruzzesi, che sono intervenuti poc'anzi, ma voglio, a corredo di questo ragionamento, ricordare anche all'Aula che c'è una proposta legislativa approvata dal consiglio regionale dell'Abruzzo che, insieme ai comuni che ospitano i tribunali che andrebbero chiusi, ha già dichiarato e chiesto al Ministero di continuare a tenerli aperti, perché la regione Abruzzo, insieme ai comuni, ha manifestato la volontà di accollarsi le spese di gestione. Quindi, credo che il rispetto di quelle che sono le esigenze legittime di un territorio particolare e difficile non possa non essere preso in considerazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega D'Alessandro. Ne ha facoltà.

CAMILLO D'ALESSANDRO (IV). Presidente, mi rivolgo, tramite lei, al sottosegretario. Francamente, l'intervento ultimo del sottosegretario, che chiaramente rispettiamo, non coglie per nulla il tema di cui stiamo parlando; non c'entra nulla quanto ha rappresentato il sottosegretario come giustificazione legittima nel dire “no”. Non c'entra niente, sottosegretario, il tema, oggi, delle piante organiche, ma anche laddove lei ritenesse che fosse questo il tema dirimente e se fosse d'accordo il collega Colletti, primo firmatario, lei potrebbe farsi carico di una riformulazione della parte in cui si impegna il Governo. Per quanto ci riguarda o, almeno, mi riguarda, basterebbe dare un segnale per cui il Governo si impegna, nelle more dell'eventuale revisione della geografia giudiziaria, intanto, a prorogare ciò che si sta chiudendo, perché non è che lei mi può parlare di provvedimento generale e, poi, c'è un particolare che intanto si consuma. Intanto, non facciamo consumare il particolare che sta solo lì, in Abruzzo, con la soppressione dei tribunali di Lanciano, Vasto, Sulmona e Avezzano. Lanciano e Vasto dovrebbero andare a finire su Chieti e Sulmona e Avezzano su L'Aquila; non è letteralmente possibile. Non ci sarebbe agibilità. Ragione per cui si faccia carico di una proposta di riformulazione della parte che impegna il Governo e così, almeno, diamo un segnale che ci consente di sederci al tavolo.

Poi, Presidente, io ho le mie opinioni, per le quali siamo arrivati quasi a pietire la dignità del servizio della giustizia in una regione come l'Abruzzo e credo che risieda tutto nel Ministero, nella burocrazia del Ministero, nella presenza dei magistrati che immaginano di fare riforme in ragione di una categoria e non del servizio ai cittadini. Di questo stiamo parlando (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Zennaro. Ne ha facoltà.

ANTONIO ZENNARO (LEGA). Grazie, Presidente. Annuncio che sottoscriverò, a titolo personale, questo ordine del giorno, insieme ai colleghi D'Eramo e Bellachioma.

PRESIDENTE. D'accordo. Non vedo altre richieste di intervento, quindi passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/23 Colletti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/24 Albano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3298-A/25 Bellucci.

Ha chiesto di parlare la deputata Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretari Sisto e Bergamini, con questo parere contrario all'ordine del giorno in discussione, voi siete contrari a garantire l'assegno di sostegno alla natalità a tutte le famiglie che ne hanno diritto. Siete contrari a dare maggiore tempo a quelle famiglie per presentare la domanda e non perdere un sostegno economico, per tutti i 6 mesi di quella misura ponte che avete introdotto, perché avete fallito l'obiettivo del 1° luglio, di inserire l'assegno universale per i figli a carico. Questa cosa è particolarmente grave, perché voi siete, così facendo, il Governo due pesi e due misure. Da una parte, date maggiore tempo per presentare le firme necessarie a richiedere un referendum per la legalizzazione e la depenalizzazione della cannabis e, dall'altra, non date maggiore tempo alle famiglie per sostenere il loro diritto a far nascere figli e a poterli educare nel migliore dei modi. Voi sembrate il Governo che alle persone che vogliono far nascere figli in Italia, dare la vita e sostenerla, invece di permetterlo con tutte le misure necessarie e i tempi adeguati, proponete maggiore tempo per minare la salute degli italiani, prospettando una cannabis legale - e la cannabis è droga - e così, inevitabilmente, sostenendo le iniziative che vanno verso la lesione della vita delle persone. Io vi richiamo davvero ad un'assunzione di responsabilità, perché nello stesso provvedimento voi affossate la vita e, invece, propagate misure che vanno verso la morte e questo è davvero inaccettabile.

Io non comprendo il parere contrario, non lo comprendo in nessuna maniera, perché, se si deve dare tempo, si deve dare tempo a tutto e, quindi, anche maggiore tempo ad un referendum, per poi considerare, nella dialettica parlamentare, le ragioni del “sì” e le ragioni del “no”, allora, altrettanto, si dovrebbe dare tempo alle famiglie, per presentare quella domanda e vedersi riconosciute quelle economie, 150 euro a figlio a carico, per far sì che oggi la possibilità di nascere in Italia sia non qualcosa per pochi, ma qualcosa per tutti coloro i quali ne sentono il desiderio. D'altronde, l'avete chiamata voi una misura epocale, quella dell'assegno unico per i figli a carico. Allora, se misura epocale deve essere, in tutti i modi deve essere sostenuta. Perché mettere un paletto con una scadenza, che fa sì che chi non la rispetta perda tutti i mesi precedenti? È questo quello che state facendo.

Con una proroga di soli 30 giorni alla fine di ottobre, tutti coloro i quali avranno presentato domanda il 5 novembre si vedranno esclusa la possibilità di ricevere l'assegno unico per i mesi di luglio, agosto, settembre e ottobre! Questo non è accettabile, perché sono famiglie che hanno i requisiti che voi avete stabilito, che presentano, quindi, tutte le caratteristiche per aver diritto a quell'assegno. E voi glielo dovete riconoscere e dovete sostenere quel riconoscimento! Per quale motivo, invece, ponete regole per escluderli? Vuol dire che fate una riforma epocale e, poi, ponete le condizioni, perché le persone non possano presentare la domanda e, quindi, ricevere quel sostegno economico? Semplicemente, per fare cassa e, quindi, per mettere dei paletti, in modo tale che le persone non facciamo in tempo? Tra l'altro, avete visto che, a settembre, la presentazione delle domande è stata scarsa. Ma, badate bene, non perché le famiglie non hanno bisogno di quel sostegno, ma semplicemente, perché avete inserito una misura ponte nei mesi di luglio e agosto, in cui le famiglie erano ancora nel mare magnum dell'incertezza, di come potevano andare in vacanza, di come sarebbe ripartita la scuola a settembre e di come poter gestire la propria complessità! Uno Stato giusto aiuta i cittadini, che hanno diritto ad avere i propri diritti riconosciuti; non pone vincoli e mille difficoltà, come state facendo. Quindi, siete assolutamente vergognosi in questo fare. Noi siamo contrari alla vostra contrarietà, quindi attendiamo almeno che i colleghi del Parlamento possano sostenere questa misura, che è una misura giusta, di valore, etica, che difende il bene più prezioso che abbiamo, la vita degli italiani, e soprattutto di quelli che hanno il diritto di venire alla luce (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/25 Bellucci, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Passiamo all'ordine del giorno n 9/3298-A/26 Ferro.

Ha chiesto di parlare la deputata Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie Presidente. Devo parlare con un po' di rammarico per la scelta da parte del Governo di rimettere la decisione all'Aula, perché in questo ordine del giorno sono contenuti dati ineccepibili, dati che non abbiamo inventato, ma che sono stati messi in campo dal Comitato sulla sicurezza della Repubblica sui contratti secretati. E, rispetto ai dati che ho fornito nell'illustrazione, sollecitiamo un impegno al Governo, affinché, come abbiamo chiesto, il ruolo del Copasir possa trasformarsi da un onere informativo a quello di attività consultiva. Forse, ci saremmo aspettati che il Governo emanasse direttamente un decreto rispetto a ciò che va definito in termini di parametri e criteri per le agenzie di intercettazione, oltre a quanto già evidenziato dal Copasir, per quanto riguarda i poteri sanzionatori. Su questo, forse, dovrà riflettere eventualmente l'Aula, se accoglierà questo ordine del giorno, laddove, secondo noi, anche la Corte dei conti deve avere poteri sanzionatori nei confronti di tutte quelle amministrazioni e quegli enti che non consegnano i famosi contratti secretati e che, quindi, sono inadempienti. Poiché la scelta del Governo, su un tema molto delicato che riguarda la sicurezza nazionale e il decreto in discussione, è stata quella di utilizzare termini un po' come “laviamocene le mani”, auspico vi possa essere un'assunzione di responsabilità all'interno del Parlamento, attraverso un voto favorevole su una scelta credo coraggiosa, ma importante.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/26…Revoco la votazione. Ha chiesto di parlare il collega Ceccanti. Ne ha facoltà.

STEFANO CECCANTI (PD). Presidente, questo ordine del giorno non è condivisibile. Il Copasir è un organismo che controlla il Governo. Noi non dobbiamo chiedere al Governo che faccia nulla sul Copasir (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico); casomai è il Parlamento che, se ritiene di dover potenziare il Copasir per controllare il Governo, si dà i poteri. Però, non chiediamo al controllato di esprimersi limitando il controllore (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/26 Ferro, sul quale il Governo si rimette all'Aula.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3298-A/27 Vitiello. Collega Vitiello, prego.

CATELLO VITIELLO (IV). Avevo già anticipato la richiesta di accantonamento, Presidente.

PRESIDENTE. Il sottosegretario è d'accordo.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3298-A/28 Deidda.

Ha chiesto di parlare il sottosegretario Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie, Presidente. In seguito ad alcuni approfondimenti svolti dai Ministeri competenti durante questa seduta, il Governo modifica il parere sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/28 Deidda ed esprime parere favorevole.

PRESIDENTE. D'accordo.

Ha chiesto di parlare il collega Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Solo per ringraziare il Governo e ringraziare anche il presidente Rizzo.

PRESIDENTE. Prendo atto che il collega Rizzo sottoscrive l'ordine del giorno n. 9/3298-A/28 Deidda.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3298-A/29 Maschio.

Ha chiesto di parlare di parlare il collega Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Visto il tema, cioè siamo sempre nell'ambito dell'utilizzo dei sistemi di intercettazione, chiedo che anche questo ordine del giorno venga accantonato, per le riflessioni che altri colleghi hanno sottoposto su tematiche afferenti.

PRESIDENTE. Il sottosegretario Sisto concorda?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Presidente, soltanto per segnalare che qui non c'è alcuna possibilità di mutamento del parere, perché il Governo si è rimesso all'Aula. Quindi, se la richiesta di accantonamento punta ad un cambiamento di parere da parte del Governo, non c'è ragione per accantonarlo. Il Governo si è rimesso all'Aula, più di questo certamente non può dire. Questo per segnalare che la richiesta di accantonamento, in questo caso, se punta a tale risultato, come io penso, non ha motivo di essere.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/29 Maschio, sul quale il Governo si rimette all'Aula.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 10) (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Italia Viva).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3298-A/30 Varchi. Ha chiesto di parlare la collega Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Presidente, il mio intervento sarà telegrafico perché già durante l'illustrazione ho detto tutto e inoltre do per scontato che l'Aula su questo tema si è già manifestata così attenta, nella votazione che abbiamo appena terminato. Quindi, io rivolgo ai colleghi soltanto l'invito a votare favorevolmente su un ordine del giorno che invita alla trasparenza, al fine di garantirla sui contratti che riguardano le intercettazioni, una voce di spesa molto importante del capitolo giustizia nel nostro Paese, una voce di spesa che più volte negli anni ha sollevato anche scalpore. Apprendiamo da una relazione del Copasir che non è pienamente trasparente, perché i tribunali non trasmettono i dati. Con questo ordine del giorno - apprezzo il garbo istituzionale con cui il Governo ha deciso di rimettersi all'Aula - noi invitiamo semplicemente il sistema giustizia ad essere più trasparente. Quindi, invito i colleghi a votare favorevolmente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Vitiello. Ne ha facoltà.

CATELLO VITIELLO (IV). Grazie, Presidente. Nel dichiarare il voto a favore anche di questo ordine del giorno, volevo soltanto rappresentare all'Aula che la meraviglia, in questa sede, non è che l'ordine del giorno sia passato, la meraviglia è che tanti colleghi non abbiano votato a favore, perché si sta chiedendo di verificare quello che avviene nelle procure! Ma come è possibile? Come è possibile? Dovrebbe essere all'unanimità! Il Copasir ha verificato e ha lamentato un problema, ce l'ha rappresentato e bisogna prenderne atto. È arrivato il momento di dire basta (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati del gruppo Italia Viva)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/30 Varchi, sul quale il Governo si è rimesso all'Aula.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 11) (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Italia Viva).

Colleghi, per cortesia. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3298-A/31 Frassinetti, sul quale c'è un parere favorevole con riformulazione, che viene accettata. Anche sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/32 Lucaselli il parere è favorevole con riformulazione, che viene accettata; tuttavia, la collega Lucaselli chiede che sia comunque posto in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/32 Lucaselli con il parere favorevole del Governo, così come riformulato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 12).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3298-A/33 Giovanni Russo, su cui c'è un parere contrario. Il collega Russo chiede di intervenire. Ne ha facoltà.

GIOVANNI RUSSO (FDI). Signora Presidente, chiedo all'Aula di votare questo mio ordine del giorno, innanzitutto perché è un ordine del giorno di assoluto buonsenso e, in secondo luogo - e ringrazio anche il collega Giachetti per averlo ribadito ed averlo sottolineato - perché richiama esattamente le parole del Ministro Cartabia. Quindi, non riesco a capire come sia possibile che, citando la Cartabia, andando a sottolineare e a rafforzare le assolute dichiarazioni di buonsenso - rare - del nostro Ministro della Giustizia, semplicemente la maggioranza vada in crisi e si esprima anche contro. Questo comporta soltanto una cosa: che, votando contro questo ordine del giorno, voi non fate niente altro che andare a contraddire il Ministro Cartabia, andare a sbugiardare il Ministro Cartabia e, soprattutto, a sfiduciare, di fatto, il Ministro Cartabia. Questo è un chiaro sintomo di quella che è la crisi della maggioranza che, ormai, è evidente, basti vedere anche le spaccature che sono intervenute adesso nella maggioranza sugli ordini del giorno. Non solo, ma sarebbe stato preferibile - e questo non a discapito del collega Sisto, che, anzi, ringrazio per il suo grande lavoro -, trattandosi di strumenti di intercettazione molto sensibili e molto penetranti nella sfera intima delle persone, che il Ministro Cartabia oggi fosse stata presente in Aula per conoscere dalla sua viva voce quale era l'indirizzo del Governo. Però così, purtroppo, non è stato. Pertanto, io chiedo al sottosegretario Sisto, di cui chiedo l'attenzione, di cambiare l'indirizzo del Governo e di rimettersi all'Aula per vedere quali saranno gli effetti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/33 Giovanni Russo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3298-A/34 Zucconi. Ha chiesto di parlare il deputato Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie, Presidente. Con questo ordine del giorno torniamo sulla materia trojan e chiediamo di impegnare il Governo ad adottare le opportune iniziative di carattere normativo volte a implementare e rafforzare il controllo giurisdizionale e le necessarie verifiche sull'impiego del trojan, anche predisponendo un controllo da parte di un tribunale in composizione collegiale. Attualmente, il controllo giurisdizionale sulla sussistenza dei presupposti previsti dalla legge per autorizzare o prorogare l'autorizzazione all'inserimento del captatore si risolve troppo spesso in un assenso meccanico, di routine, accompagnato da una motivazione formale di mera prassi. Un tipo diverso di salvaguardia era stato già adottato in passato, attribuendo, in ogni caso, al tribunale in composizione collegiale la competenza ad autorizzare le operazioni di intercettazione di conversazioni o altre forme di telecomunicazione, nonché di intercettazione di comunicazioni tra i presenti. Tale mezzo di ricognizione - un mezzo di ricognizione della prova -, vista la maggiore invasività nella vita privata dell'individuo di quella derivante dall'acquisizione semplice dei dati di traffico derivanti dalle acquisizioni telefoniche e telematiche, va ponderata meglio e, sicuramente, la valutazione dei presupposti autorizzativi può essere meglio garantita da un organo giurisdizionale legale. Qui la tematica è, appunto, quella per cui ci vuole un organo collegiale, non può essere un mero rito di prassi autorizzare queste captazioni. Tra l'altro, in questi giorni - basta guardare la legge di bilancio -, ci sono vari altri tipi di invasività previsti. Si potranno acquisire dalle banche dati, per esempio, delle aziende, come hotel, bed and breakfast, eccetera, non soltanto in tema di presenze ai fini della pubblica sicurezza, ma tutti i dati delle aziende. Stiamo, quindi, scivolando continuamente in una invasività per gli individui e per le aziende, che dovremmo scongiurare o, quanto meno, affidare a un controllo serio della magistratura attraverso un organo collegiale. Invitiamo, quindi, a riflettere su questo, abbiamo già approvato gli ordini del giorno che sollecitano il Governo ad andare in questa direzione. Confido che, anche su questo ordine del giorno di Fratelli d'Italia, ci troverete tutti d'accordo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giachetti per un richiamo al Regolamento. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV). La ringrazio, Presidente. Vorrei porle una questione regolamentare - se non disturbo, collega Nobili - e pregherei anche l'onorevole Zucconi, se è possibile, di ascoltare. Io sono assolutamente d'accordo sull'ordine del giorno, ma pongo un problema: il tema della collegialità, signora Presidente, è esattamente identico a quello che viene posto dagli ordini del giorno n. 5 e n. 27. Il mio problema e credo che sia un problema dell'Aula e, quindi, mi domando se, in taluni casi, non sia il Presidente -o non so chi - a porre la seguente questione: se noi adesso votiamo l'ordine del giorno del collega Zucconi e l'Aula si esprime in modo negativo, una volta che c'è stato un voto negativo su un tema, che è quello della collegialità, come fa il sottosegretario a riformulare altri due ordini del giorno che hanno come punto centrale esattamente quello della collegialità? Quindi, suggerirei di provare a vedere, salvo il fatto che, se il collega Zucconi intende votarlo, lo voteremo. Però si pone un problema, cioè questo voto, di fatto, elude la possibilità di riformulare gli altri del giorno, a meno che, negli altri ordini del giorno, anziché di collegialità si parli di frullatori, sennò mi pare complicato (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Collega Zucconi, lei non fa richiesta di accantonamento, mi conferma? Prego.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Ho ascoltato le eccezioni del collega Giachetti e lo ringrazio. Evidentemente c'è un idem sentire su questa materia, però noi vogliamo, appunto per questo, che l'Aula si pronunci adesso.

PRESIDENTE. Sottosegretario Sisto, la sua intenzione non è quella di accantonarlo, mi conferma?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Per rispetto degli altri ordini del giorno che sono stati accantonati, mi sentirei di accogliere il suggerimento del collega Giachetti. Faccio un'opzione di economia nell'ambito della valutazione dell'Aula: poiché si è parlato di comune sentire, il comune sentire ha sostanza e forma. Allora, se c'è un gesto formale che può determinare il comune sentire, personalmente, se si potesse accantonare anche questo ordine del giorno, mi sembrerebbe la possibilità di trattarli tutti contestualmente e di dare all'Aula la possibilità di un'unica decisione, magari, con pareri che potrebbero essere anche riformulati. Lo dico soltanto per rispetto di questi principi.

PRESIDENTE. È chiaro, il collega Zucconi, però, non era d'accordo. Credo che mi venga confermato.

Ha chiesto di parlare il collega Costa. Ne ha facoltà. Le chiedo di indossare la mascherina. Prego.

ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente. Se questo emendamento verrà messo in votazione, chiedo di sottoscriverlo, perché rientra assolutamente nell'alveo dell'emendamento che ho illustrato prima. È evidente che io avrei aspettato l'accantonamento, ma se il tema va votato in questo momento, non mi sottraggo da una votazione che è una votazione su un argomento che unisce la mia storia politica a quella di molti esponenti di Fratelli d'Italia, ma anche della Lega e di Forza Italia, nell'ottica della collegialità nell'autorizzazione di captazioni telefonico-informatiche particolarmente invasive (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Vitiello. Collega Vitiello, mi dicono gli uffici che ha già parlato, però, ovviamente, se vuole sottoscriverlo, è chiaro che avrà la facoltà di farlo.

Ha chiesto di parlare il collega Basini. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE BASINI (LEGA). Per chiedere di sottoscrivere l'emendamento.

PRESIDENTE. D'accordo. Ovviamente ribadiamo che stiamo parlando di ordini del giorno. C'è qualcun altro che vuole sottoscrivere l'ordine del giorno? Collega Serracchiani? Prego.

DEBORA SERRACCHIANI (PD). Presidente, chiederemmo una mezz'ora di pausa, perché credo che sia necessario rivedere gli ordini del giorno che sono stati accantonati e anche chiarire la posizione del Governo, visto che non siamo in grado di capire ancora in questo momento qual è il parere rispetto agli ordini del giorno.

PRESIDENTE. Su questa richiesta di sospensione chi vuole intervenire contro?

Ha chiesto di parlare contro la richiesta di sospensione il collega Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Io credo che la richiesta sia inaccettabile da parte della Presidenza, in quanto è iniziata la fase di dichiarazione di voto sul tema (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Non c'è ragione per interrompere i lavori dell'Aula. Ritengo spiacevole per un Governo incapace di decidere - e una maggioranza incapace di decidere -, che ha messo la fiducia sulla base di 10 emendamenti presentati dalla minoranza e di 1 presentato da un collega di Azione, che è stato Ministro di Governi precedenti e che ha appena parlato ricordando che la coerenza ha un valore, chiedere adesso la sospensione (una perdita di tempo per quest'Aula). Quindi, io chiedo che si metta in votazione, perché è iniziata la fase di dichiarazione di voto, e l'Aula si assuma la responsabilità delle proprie scelte (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il sottosegretario Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Presidente, è il Governo che chiede a questo punto una sospensione, per poter valutare con più attenzione. Chiedo scusa. Il Governo chiede formalmente una sospensione per poter valutare gli ordini del giorno (Proteste dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi!

Colleghi, è stato richiesto il voto e chiaramente, come diceva il collega Lollobrigida, siamo in fase di dichiarazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Ha chiesto di parlare il collega Forciniti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-L'A.C'È). Sull'ordine dei lavori. Avete già messo la fiducia di fronte a 16 emendamenti per non spaccarvi e vi siete spaccati lo stesso sugli ordini del giorno, che non contano nulla (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-L'Alternativa c'è e Fratelli d'Italia - Commenti). Eppure, vi siete spaccati lo stesso e adesso ci chiedete una mezz'ora per decidere su cosa? Il nulla! Per parlare del sesso degli angeli? Ci sono già i pareri espressi e, dunque, si voti. L'Aula sovrana si esprima e si vota in questa diavolo di Aula una volta per tutte (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-L'Alternativa c'è e Fratelli d'Italia). Smettetela con queste ridicole forzature, perché siete ridicoli. Giocate a fare i bulletti in questo Paese, a vessare la gente e a bloccare le manifestazioni. Non siete in grado di decidere nulla! Siete istituzioni ridicole. Prendetevi la responsabilità. Sono stati dati i pareri e si voti. L'Aula si prenda la sua responsabilità. Basta rinvii e basta forzature. Vergognatevi (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-L'Alternativa c'è e Fratelli d'Italia - I deputati del gruppo Fratelli d'Italia scandiscono: Voto! Voto!)!

PRESIDENTE. Colleghi, gli uffici hanno fatto degli approfondimenti e in effetti ci sono già dei precedenti per quanto riguarda la votazione della sospensione.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Ma quali precedenti?

PRESIDENTE. Quindi, io farei intervenire un deputato contro la richiesta di sospensione e un deputato a favore. Chi chiede di parlare contro? Colleghi, però vi chiedo veramente di mettere la mascherina, per cortesia.

Ha chiesto di parlare contro la collega Meloni. Ne ha facoltà.

GIORGIA MELONI (FDI). Presidente, mi pare che qui si stiano superando i limiti del consentito (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Colleghi, colleghi parlamentari, quando ci venite a fare le manfrine sulla centralità del Parlamento perché c'è bisogno di fare un altro inciucio parlamentare, ricordatevi di quello che sta accadendo in questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Però, Presidente, se cortesemente ci può dire quali sono i precedenti di una tale decisione saremmo molto contenti, perché le regole che cambiano ogni 5 minuti per un Governo che non consente al Parlamento, neanche dopo aver messo la fiducia, di votare un ordine del giorno nel momento in cui, sul piano regolamentare, è previsto che debba essere votato perché sono avviate le dichiarazioni di voto, è oltre i limiti della decenza e del consentito (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Va bene? Quindi, cortesemente, ci pensi bene prima di prendere questa decisione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Colleghi, per riuscire a trovare il precedente ovviamente dovremmo sospendere per permettere (Proteste dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Lei ha citato i precedenti e adesso ce li dice!

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, per dare una risposta più compiuta alle vostre richieste dovrebbe essere necessario sospendere (Vive proteste dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Colleghi, colleghi, colleghi!

Nessuno chiede di intervenire a favore della sospensione, quindi passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di sospensione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva per 305 voti di differenza (Proteste dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Lei si deve dimettere dopo questa decisione!

PRESIDENTE. Sospendo la seduta fino alle ore 20,08.

La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 19,38, è ripresa alle 20,14.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 3298-A​)

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del decreto-legge n. 3298-A.

Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma dopo l'esame degli ordini del giorno si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

Ha chiesto di parlare la sottosegretaria Bergamini. Ne ha facoltà.

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Grazie, Presidente. Il Governo chiede di poter avere ulteriori dieci minuti (Proteste dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. D'accordo. Sospendiamo a questo punto la seduta che riprenderà alle ore… No, ha chiesto di parlare il collega Donzelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Presidente, mi scusi, io mi sono perso. Ero rimasto al fatto che lei aveva chiesto e aveva fatto la sospensione dei lavori dell'Aula, non perché richiesta dal Governo in fase di voto, ma perché lei doveva capire quali erano i precedenti. Quindi, ci state nuovamente prendendo in giro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Infatti, ora ci dovete dire quali sono i precedenti che hanno giustificato questa sospensione inaccettabile e poi si vota! Non c'è un'altra possibilità, perché altrimenti ci avete raccontato solo frottole. Noi ne siamo consapevoli, ma lei l'ha ufficializzato per la seconda volta (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Colletti. Collega Colletti, se è sullo stesso argomento, la faccio intervenire subito. Prego, ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (MISTO-L'A.C'È). Presidente, all'incirca due ore fa, viste le prime avvisaglie, avevo proposto al Presidente Fico di sospendere i lavori dell'Aula e ritirarsi, insieme ai vari partiti di maggioranza, così che si potessero mettere d'accordo. Abbiamo perso due ore tra interventi e sospensioni, quando, in realtà, il Presidente Fico avrebbe potuto sospendere, bastava un po' anche di esperienza d'Aula per comprendere quanto sarebbero stati in difficoltà i partiti di maggioranza, però, in realtà, noi abbiamo già sospeso una volta durante le dichiarazioni di voto appena prima che si doveva votare; adesso lei vorrebbe sospendere, su richiesta del Governo, una seconda volta per dieci minuti. Ma siccome, Presidente, quest'Aula, o almeno noi dell'opposizione non vorremmo stare a rimorchio…

PRESIDENTE. Collega, mi risulta che la richiesta del Governo sia stata ritirata.

ANDREA COLLETTI (MISTO-L'A.C'È). …ma vorremmo comprendere – innanzitutto, perché è giusto che l'Aula possa lavorare al meglio - che forse è meglio che il Governo si prenda l'intera notte per trovare un accordo con i partiti di maggioranza e domattina, in serenità, ci vengano a declamare le loro opinioni e come hanno risolto questo impasse. È inaccettabile che un Parlamento serio, una seria Camera dei deputati possa lavorare in questo modo, perché noi essenzialmente non stiamo, purtroppo, lavorando. E questo è colpa: uno, della Presidenza della Camera; due, del Governo; ma tre, degli stessi partiti di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Con riferimento alla possibilità di procedere ad una votazione volta alla sospensione della seduta anche una volta iniziate le dichiarazioni di voto, vi sono diversi precedenti. Si possono citare, tra le altre, le seguenti sedute: 19 ottobre 2011, in cui vi fu la votazione di una proposta di sospensione della seduta nel corso della votazione di un subemendamento. Peraltro, si trattava di un caso analogo a quello odierno, in quanto la richiesta era stata formulata per consentire una riformulazione della proposta emendativa in esame; 6 maggio 2004, 6 maggio 2003 e 30 novembre 1999, allorché fu posta in votazione una proposta di rinvio dell'esame ad altra seduta, durante le dichiarazioni di voto di un emendamento; 6 novembre 2001 (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), fu posta in votazione la proposta di rinvio ad altra seduta di una mozione durante le dichiarazioni di voto; 29 marzo 2000 e 28 luglio 1999, allorché fu votata una proposta di sospensione della seduta, nel corso delle dichiarazioni di voto su un emendamento.

E ciò a maggior ragione quando, come nel caso di specie e al di là dei precedenti citati, la richiesta di sospensione è motivata dall'esigenza del Governo di valutare la possibilità di modificare il parere, essendo tale soggetto titolare di tale facoltà.

Sottosegretaria, mi sembra di comprendere che non ci sia bisogno della sospensione, quindi, possiamo proseguire.

Ha chiesto di parlare per un richiamo al Regolamento il collega Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Sì, grazie Presidente, per richiamo al Regolamento. Va male, perché io ero presente in tutte le legislature dei precedenti che lei ha citato. Evito di fare una similitudine tra l'ordine del giorno e la mozione, che hanno tutt'altra natura, come lei sa, e si svolgono in tutt'altro modo. Il problema è un altro: qui nessuno del gruppo di Fratelli d'Italia – ovviamente, io non parlo degli altri colleghi - ha chiesto di accantonare l'ordine del giorno Zucconi per qualsiasi motivazione…

PRESIDENTE. Infatti, non è stato accantonato, collega.

TOMMASO FOTI (FDI). Noi non l'abbiamo chiesto e, quindi, non può essere accantonato. Volete sospendere per discutere di altri ordini del giorno, benissimo, ma noi su questo ordine del giorno siamo d'accordissimo nel votare perché il Governo si è espresso. Noi non abbiamo difficoltà. Viene respinto? Non è un problema nostro. È un problema del Governo, se vuole accettare gli altri ordini del giorno, quello di fare una riformulazione tale che non renda incompatibile una votazione contraria rispetto ad un'altra. Ma non si possono continuare a cambiare le regole del gioco (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Anche perché vede, Presidente, c'è un piccolo particolare: vorrei far presente che il Governo si è espresso anche su altri ordini del giorno, per i quali non vi è stata neanche richiesta di accantonamento, perché non vi è alcuna attinenza con questi ordini del giorno. E, quindi, voi vorreste sospendere o avete sospeso, non dico in quale modo - non dico in quale modo! -, ma senza una minima logica né giuridica, né politica. Il Governo, se vuole, si rimetta sempre all'Aula. Il problema è dell'Aula sull'ordine del giorno: il Governo esprime un parere e l'Aula vota, non è che il Parlamento deve necessariamente accogliere supinamente il parere del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). È questo il punto e lei ha il dovere di difendere l'Aula, indipendentemente dalla parte politica che solleva la questione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Proseguiamo, quindi, con l'ordine del giorno n. 9/3298-A/34 Zucconi, su cui il parere, mi confermate, rimane contrario.

Passiamo, quindi, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/34 Zucconi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3298-A/35 Rizzetto, su cui c'è un parere contrario.

Ha chiesto di parlare il collega Rizzetto. Ne ha facoltà… Mi scusi, ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il collega Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Grazie, Presidente. Io volevo capire, prima di proseguire, come intendiamo procedere, nel senso che era stato annunciato l'accantonamento di due ordini del giorno, il collega Giachetti è intervenuto puntualmente richiamando…

PRESIDENTE. Gli ordini del giorno accantonati, al momento, sono sette, collega.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Allora, gli ordini del giorno accantonati, con riguardo specificatamente a questo argomento, sulla vicenda del collegio rispetto al trojan, vorrei capire se, come il collega Giachetti aveva ben argomentato, a questo punto non è più possibile metterli in discussione, ma lo vorremmo capire prima, per organizzare meglio i nostri lavori.

Quindi, chiediamo se lei si attiene a quello che il collega Giachetti aveva puntualizzato oppure cambierà opinione, come è già avvenuto, su argomenti, citando precedenti inadeguati a rappresentare una posizione che lei ha assunto in merito alla sospensione della seduta, che nulla c'entrava con quello che stavamo discutendo e quello che stavamo facendo. Quindi, ciò lo riteniamo pregiudiziale alla prosecuzione dei lavori.

PRESIDENTE. Intendo precisare che, in caso di reiezione dell'ordine del giorno, non opera la preclusione da reiezione, e quindi possono essere successivamente esaminati gli ordini del giorno dello stesso argomento. Ovviamente, collega, seguiremo l'elenco e, una volta che finirà l'elenco, arriveremo poi agli accantonati. Al momento, gli ordini del giorno sono in tutto 46 e siamo al n. 9/3298-A/35 Rizzetto.

Ha chiesto di parlare il collega Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). Grazie, Presidente. Adesso non lo so se il Governo vorrà chiedere un'altra sospensione, perché mi dispiace comunicare al sottosegretario Sisto - mi rivolgo a lei o, perlomeno, al Presidente - che questo ordine del giorno verte sullo stesso tema. In sintesi, sottosegretario, quando lei dice “no” a questa proposta, il cui impegno, e vado a citare, dice: “ad assumere urgenti iniziative che tutelino i cittadini rispetto al divieto delle pubblicazioni di atti e contenuti inerenti a fatti che non sono oggetto di indagine”, lei ci sta dicendo che dice “sì” a coloro che sono guardoni rispetto a certe dinamiche che non dovrebbero essere pubblicate (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) perché, per quanto ci riguarda, il diritto di cronaca è sacrosanto – il diritto di cronaca -, ma non è sacrosanto andare a sfruculiare molto spesso nella vita privata dei nostri concittadini (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), metterli su una gogna mediatica incredibile, rovinargli la vita su cose che molto probabilmente, molto probabilmente… La tutela, in questo caso, e le indagini penali rispetto alla privacy sono importanti; mi meraviglio che lei abbia detto di no, che lei abbia detto di no, perché molto spesso si era espresso anche su queste posizioni, me ne rammarico. L'accesso ai dati, sottosegretario, in questo caso intende garantire un miglior bilanciamento tra due valori: la tutela della privacy e le finalità della giustizia. Lei mi sta dicendo, e ci sta dicendo, di no su di una cosa su cui ero tranquillamente convinto che avrebbe detto di sì. Tra l'altro, in molti casi, colleghi, non sto parlando di colleghi, di senatori i cui dati vengono messi sui giornali; sto parlando di cittadini, molto spesso, di imprenditori, di padri di famiglia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), di gente che viene messa sulla stampa massacrandola rispetto - attenzione, lo sottolineo - a dati che non sono inerenti e non pesano rispetto alla giustizia di quel caso! E allora, sottosegretario, quando queste persone verranno reintegrate rispetto al danno subito? Lo so che esiste l'articolo 114 del codice di procedura penale, ma so anche che serve, secondo me, in certi frangenti quantomeno, assumere iniziative che vadano a tutelare maggiormente la privacy dei nostri concittadini. Ciò anche perché in molti casi questi procedimenti si chiudono con l'archiviazione, si chiudono, molto spesso, anche con una sentenza di assoluzione, quando la persona coinvolta, pur trovandosi libera da ogni accusa, è stata ormai irrimediabilmente danneggiata. Tra l'altro, ho letto anche alcuni emendamenti; prima lo ricordavano anche il collega Costa, il collega Giachetti e il collega Vitiello. Questo è l'ambito sul quale noi vogliamo incidere, anche solo con un ordine del giorno; lo rinnovo, e chiudo, ringraziandola: qui nessuno vuole censurare nessuno; qui qualcuno, invece, vuole preservare alcuni aspetti della privacy che molto, molto spesso vengono dati in pasto alla mediaticità anche e in seno e rispetto a tipo di caso e che non c'entrano nulla con le indagini, non c'entrano nulla con tutto quello che è fondamentalmente, in termini giurisprudenziali, quel caso. Quindi, quando lei dice di no a questo tipo di indicazione, mera indicazione nei confronti dell'Esecutivo, dice di sì esattamente a tutto quello che questo Governo e illustri esponenti di questo Governo hanno, sino a qualche ora fa, contestato. Allora, mettetevi d'accordo perché questa è una tutela che o viene data o non viene data (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/35 Rizzetto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione… Revoco l'indizione della votazione.

Ha chiesto di parlare il collega Sgarbi. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI (M-NCI-USEI-R-AC). Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, ho chiesto di intervenire già da qualche tempo, verificando che il dibattito in esame, e in particolare l'ordine del giorno firmato Rizzetto, indica una necessità che a tutti noi è chiara, cioè quella di tutelare la privacy della persona, in questo caso indagata, perché le informazioni in questione rivelano aspetti della vita privata. Questo disegno di legge vuole garantire un corretto trattamento dei dati dei procedimenti penali per tutelare i diritti della persona alla privacy, alla riservatezza, all'immagine e tali finalità vengono disattese. Sono disattese, però, non soltanto in ambito penale, perché tra i motivi di riservatezza, sul piano del pudore e anche del comportamento pubblico, c'è certamente la salute. La salute è, senza alcun dubbio, materia che non rientra nelle indagini penali e che, nonostante i tempi, presuppone una riservatezza contrastata da una serie di controlli che mettono in evidenza dati personali rispetto alla salute. Mi riferisco, in particolare, al green pass come sistema di controllo operato, anche giustamente, in questa Camera. Ma mi chiedo: se siamo tutti vaccinati e siamo qui, se siamo tutti con una scadenza - la mia è al 22 giugno 2022 -, perché ogni volta che entro alla Camera devo mostrare il green pass, come se il controllo non fosse fatto su un documento che dice che io lo sono da qui fino alla scadenza? Perché, uscito 5 minuti, rientrando me lo hanno richiesto nella stessa giornata? E perché questo avviene, nonostante una persona che può essere tamponata e risultare positiva? Non ridonda, quel dato, sul green pass, che rimane attivo? Allora, chiedo ai Questori della Camera - per la mia privacy, per la libertà della mia necessità di tutelare quello che sono, quello che ho -, e cioè all'onorevole Cirielli, all'onorevole D'Uva e all'onorevole Fontana, di stabilire che chi ha controllato una volta abbia registrata la scadenza e non debba controllare ogni secondo chi entra o esce, perché è una palese violazione delle libertà minime, anche di movimento, per un parlamentare che, se è qui, vuol dire che ha il green pass. Vi pare chiaro o no? Allora, se volete farmi controllare perché avete in mente un sistema di polizia, tenetevelo per voi. Non voglio essere controllato da un poliziotto ogni minuto che mi muovo per andare a parlare con un ospite davanti alla porta della Camera. Quindi, chiedo che, una volta che dal controllo risulti la scadenza, che è registrata, vi sia scritto che non scade (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC e Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (IV). Grazie, signora Presidente. Chiederei al Governo un elemento di riflessione su questo ordine del giorno. Fa parte della discussione generale, quindi non posso dimenticare quello che ho detto in Aula proprio durante la discussione generale di questo provvedimento, l'importanza di un'informazione libera, corretta, ma anche il timore che le persone vengano messe alla gogna in maniera indiscriminata, senza possibilità di avere magari i mezzi economici che alcune persone hanno per poter andare in giudizio e chiedere il risarcimento dei danni. Ho citato, in quest'Aula, proprio quello che è successo al sindaco di Lodi, Simone Uggetti, e le parole chiare su un'informazione libera e corretta di una giornalista come Gaia Tortora. Chiedo, quindi, al Governo un ulteriore elemento di riflessione perché qui si parla di privacy, si parla anche di cittadini. Mi ricordo una funzionaria che addirittura ha tentato di togliersi la vita dopo alcuni titoli de La Verità e che ancora adesso – e a lei va il nostro saluto - deve sottoporsi a lunghe e dolorose operazioni.

Si tratta di civiltà e mi rivolgo ovviamente al Governo per intero ma guardo, in particolare, l'onorevole Bergamini e l'onorevole Sisto, perché non è possibile che i 25 anni di gogna che anche il vostro leader ha subito non vi facciano individuare un elemento di criticità in questo modo di operare (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia) dove c'è un'evidente congiuntura e connessione tra alcune procure e gli organi giudiziari e alcune testate giornalistiche, per cui arrivano anche a pubblicare i conti correnti, arrivano a comunicare conversazioni private (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia). Io vi chiedo se tutti noi, quando parliamo al telefono, siamo così aulici da non dire una parolaccia, da non dire una considerazione non così istituzionalmente corretta. Io lo dico subito, se intercettate me, nel privato, faccio la voce di Topo Gigio, ve lo dico, perché essendo il mio compagno pauroso e per il fatto che mi chiama “comandoira”, per essere più dolce io gli faccio la voce di Topo Gigio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), lo ammetto. Quindi, ogni volta che poi chiudo il telefono dico sempre: speriamo che non mi abbiano intercettato, perché altrimenti scoppierebbero a ridere. Ma quando, invece, non vogliono scoppiare a ridere e ti vogliono mettere alla gogna, cosa succede? Voglio una risposta che non sia un “no” su questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva e di deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Se non ci sono altri colleghi che intendono intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/35 Rizzetto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3298-A/36 Caiata: c'è un parere favorevole come raccomandazione. Viene accolta la raccomandazione.

Ordine del giorno n. 9/3298-A/37 Trancassini: parere favorevole con riformulazione. Viene accolta. Ordine del giorno n. 9/3298-A/38 Siracusano: parere favorevole con riformulazione. Viene accolta. Ordine del giorno n. 9/3298-A/39 Villarosa: c'è una proposta di raccomandazione, ove riformulato. Viene accettata? Qualcuno mi dà il parere? Sì, bene. Ordine del giorno n. 9/3298-A/40 Montaruli: c'è un parere contrario.

Ha chiesto di parlare la collega Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Questo provvedimento su cui è stata messa la fiducia, oltre alla giustizia, come tema sensibile per questa maggioranza ha anche il tema della proroga dei termini del referendum. Sinceramente, ho sentito - perché ho cercato di seguire i vari interventi - nelle dichiarazioni di voto rispetto alla fiducia, da un lato, chi diceva che nel complesso era a favore del provvedimento e, quindi, votava la fiducia, ma trovava un'avversità rispetto alla norma di proroga dei termini e, dall'altro, chi giustificava la proroga dei termini, adducendo il problema dei ritardi sull'acquisizione dei certificati utili al deposito delle firme. Con questo ordine del giorno, noi veniamo incontro ad entrambe le esigenze, perché diamo un'interpretazione autentica, segnalando come la proroga dei termini debba avvenire, ovviamente, esclusivamente per l'acquisizione dei certificati relativi alle firme già raccolte prima della scadenza del termine ordinario.

Se, quindi, l'intento, soprattutto dei promotori del referendum che depenalizza determinate fattispecie in ottica, sostanzialmente, di legalizzazione non solo della cannabis ma di tutte le sostanze stupefacenti, è quello di ovviare al problema dei ritardi dei sindaci sui certificati, con questo ordine del giorno andiamo a salvarlo, ma andiamo ad affermare anche i principi che ci sono dei termini rispetto ai referendum che devono essere rispettati e che non si può paragonare la proroga che avviene con questo provvedimento a quelle precedenti. Infatti, mentre nelle precedenti situazioni era dettata da situazioni realmente di necessità ed urgenza volte a far fronte a un'emergenza, qui non siamo più in una fase emergenziale, siamo in una fase di gestione della pandemia, lo spostamento delle elezioni era ampiamente prevedibile e, pertanto, non era necessario provvedere a un'ulteriore proroga, perché questa è una proroga della proroga.

Quindi, chi è contrario al referendum, sia nel metodo sia, devo dire, anche nel suo contenuto, non può non votare a favore di questo ordine del giorno ma, allo stesso tempo, gli stessi promotori che si sono schierati a favore della proroga dei termini, nascondendosi dietro la scusa - perché tanto questa è - dei ritardi dei sindaci, in questo senso vedrebbero salve le proprie firme depositate entro i termini ordinari. Quindi, si ritornerebbe a una interpretazione che il dettato costituzionale fa salva la legge sui referendum. Prego, pertanto, il Governo di cambiare il proprio parere e l'Aula di votare a favore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Iezzi. Ne ha facoltà.

IGOR GIANCARLO IEZZI (LEGA). Grazie, Presidente. Io volevo ringraziare la collega Montaruli per questo ordine del giorno perché, secondo me, fa un po' piazza pulita rispetto alle bugie che sono state dette negli ultimi giorni. Vedete, sia durante i lavori della Commissione sia in quest'Aula, durante la discussione, quel poco di discussione che ci è stata consentita durante la fiducia, è stata addotto, da una parte dei colleghi della maggioranza, come giustificazione per l'articolo 3 di questo decreto, che prevede appunto la proroga di un mese, proprio il problema legato ai certificati elettorali e al fatto che i comuni sarebbero inadempienti. Mi ricordo che, non ultimo, il collega Giachetti ha fatto un intervento di questo tipo, in precedenza.

La giustificazione del mese in più serve perché ci sono i comuni che per mille questioni, perché c'è stata una campagna elettorale, perché ci sono stati i problemi legati allo smart working, insomma milioni di problemi, non hanno potuto adempiere l'obbligo - tra virgolette - che avevano di consegnare ai richiedenti il certificato nel giro di 48 ore. Perfetto, se è così, e io voglio credere ai colleghi della maggioranza, non c'è nessun tipo di problema a votare per questo ordine del giorno, perché questo ordine del giorno fissa esattamente questo principio, viene incontro a quei comitati promotori che hanno raccolto le firme entro i termini prescritti dalla legge ma hanno riscontrato difficoltà da parte dei comuni nella consegna dei certificati e, quindi, necessitano di ulteriore tempo.

Per questo io chiedo ai sottosegretari di cambiare opinione, per rispetto della maggioranza, perché la maggioranza, da giorni, vi dice che il problema è quello descritto nell'ordine del giorno e, se voi mantenete il parere contrario, andate contro quello che da giorni vi dice la maggioranza. Voi capite che a furia di dire menzogne si crea un corto circuito in Aula (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)? Non è vero quello che avete detto fino a qualche ora fa, legato al referendum sulla depenalizzazione delle droghe, perché di questo si tratta. È per questo che invito, davvero, il Governo a cambiare opinione, per rispetto di quest'Aula, per rispetto della verità e per rispetto anche della maggioranza che da giorni sostiene questa tesi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Sodano. Ne ha facoltà. Vuole sottoscrivere questo ordine del giorno?

MICHELE SODANO (MISTO). Grazie, Presidente. Non intendo assolutamente sottoscrivere questo ordine del giorno ma, anzi, ribadire il concetto della sacralità del referendum, dell'istituto della raccolta delle firme.

Sembra veramente assurdo che forze politiche che chiamano sempre in causa la rappresentanza dei cittadini - l'espressione democratica - oggi vogliano fare in modo che le firme, che sono state raccolte, anche ad ottobre, grazie ad una proroga che è stata approvata dal Consiglio dei Ministri dove è presente la stessa maggioranza della Lega, oggi non valga più nulla. Allora, è assurdo veramente strumentalizzare in questo momento questa norma, anche perché oggi non bisognerebbe neanche entrare troppo nel merito del tema stesso dei referendum. È una depenalizzazione della coltivazione della cannabis per uso personale - ricordiamolo - ma poteva essere qualsiasi altra cosa. Oggi noi stiamo parlando semplicemente di una proroga che è stata approvata in Consiglio dei Ministri. Questo tentativo di annacquare il dibattito in questo modo è veramente deplorevole e non è degno di un Parlamento che invece deve dare voce ai cittadini, che in questo Parlamento invece non trovano alcuna rappresentanza, visto che andiamo avanti di fiducia in fiducia, dove nessun partito si riesce più ad esprimere su nessun provvedimento! Poi ci sarà un momento, ovviamente, per parlare di depenalizzazione della cannabis; ci sarà un momento per dire che l'Organizzazione mondiale della sanità valuta la cannabis come sostanza meno pericolosa dell'alcol e del tabacco; ci sarà un momento per dire che se noi ad un certo punto - perché quello del referendum è solo un primo passo - regolamenteremo il mercato libero, così come è stato fatto già negli Stati Uniti, nel Canada e in Paesi che godono di una fiducia e una stima anche delle forze di centrodestra, si farà un'operazione incredibile. Infatti, in Italia - è opportuno ribadirlo - se regolamentiamo la cannabis, portiamo 10 miliardi di euro nelle casse dello Stato e li strappiamo alle mafie. Quindi, oggi decidete da che parte stare: se dalla parte delle mafie o dalla parte dei liberi cittadini che vogliono in maniera legittima poter utilizzare un comparto importante! Infatti, ripeto, come l'Organizzazione mondiale della sanità dice - scrivetevelo in testa - la cannabis è una sostanza meno pericolosa dell'alcol e del tabacco. Penso che nessuno di voi si sognerebbe mai di rendere illegale l'alcol e il tabacco in Italia; io lo farei, ma voi sicuramente no. A questo punto penso che questo dibattito possa concludersi tranquillamente. Veramente, cerchiamo di entrare nel merito. Io personalmente non voglio che il tema della cannabis sia un tema divisivo, perché oggi è opportuno valutare le evidenze scientifiche, sociali ed economiche, e perché il proibizionismo ha prodotto esattamente gli effetti contrari a quelli sperati. C'è poi un problema molto più grave, come dicono le forze di centrodestra. Un rapporto di oggi dice che, purtroppo, l'Italia è il primo Paese in Europa per consumo di cocaina. Ecco, capiamo bene che noi, regolamentando la cannabis, che è una sostanza meno dannosa dell'alcol e del tabacco, daremmo alle nostre Forze dell'ordine il potere e le risorse per potere contrastare le vere sostanze che uccidono, le vere sostanze che producono un danno sociale ed economico al nostro Paese. Quindi, grazie per l'attenzione e, naturalmente, dichiaro il mio voto contrario su questo ordine del giorno, veramente ridicolo perché pone anche il dubbio su un istituto straordinario come il referendum. Ringraziamo, anzi, quei 500 mila cittadini che, in tre giorni, hanno raccolto le firme per portare a casa questo referendum. Da un'altra parte, per esempio, il senatore Renzi ha impiegato due mesi per arrivare neanche a 5.000 firme sull'abolizione del reddito di cittadinanza: capiamo in che direzione va il Paese reale, che è sicuramente questa qui (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Magi. Ne ha facoltà.

RICCARDO MAGI (MISTO-A-+E-RI). La ringrazio, Presidente. A me farebbe davvero molto piacere confrontarmi nel merito di questa questione, nel merito del referendum che citava poco fa il collega Sodano. Mi farebbe piacere confrontarmi con il collega Iezzi e con la collega Montaruli, perché sono convinto degli argomenti e delle motivazioni di chi, come il sottoscritto, ha promosso quel referendum e delle oltre 600 mila persone che lo hanno sottoscritto, con una rapidità che è un fatto storico in questo Paese (500 mila firme raccolte in meno di una settimana). Ma qui non stiamo parlando di questo e qui, ora, è necessario fare chiarezza viste le mistificazioni che sono state fatte, da parte di una forza politica, che pure fa parte di questa maggioranza e della maggioranza che sostiene questo Governo, su un provvedimento che questo Governo ha ritenuto di emanare il 30 settembre scorso. La motivazione non è quella di favorire un referendum o un altro referendum, tantomeno di entrare nel merito del quesito.

La motivazione era evitare che ci fosse una disparità di trattamento fra diversi referendum promossi nello stesso anno; nello specifico, di evitare che un referendum, il cui quesito fosse stato depositato alla Corte di cassazione il 14 giugno, avesse tempo per raccogliere e depositare le firme fino alla fine di ottobre e un altro referendum, il cui quesito fosse depositato alla Cassazione il 16 giugno, avesse tempo solo fino al 30 settembre. Questo disguido giuridico si era verificato a causa di precedenti riformulazioni proposte dal Governo ad emendamenti parlamentari. Quindi, il Governo, con quel decreto non ha fatto altro che sanare degli effetti discriminatori che delle norme volute dal decreto stesso stavano per avere; ma c'è di più.

Il Governo non ha fatto altro che ascoltare il Parlamento e, in particolare, ascoltare un ordine del giorno a prima firma del senatore Calderoli, accolto dal Governo, e un ordine del giorno a prima firma dell'onorevole Iezzi, accolto dal Governo, nei quali i firmatari - membri di quello stesso partito di cui sopra, che fa parte di questa maggioranza, che sostiene questo Governo e ha membri autorevoli nell'Esecutivo - per un “proprio” referendum, per un referendum da loro promosso - di cui io pure condivido le finalità - avevano chiesto quella proroga. Appare, colleghi, del tutto stupefacente - lasciatemi passare il termine - che voi, dopo aver chiesto quella proroga, dopo averla ottenuta, dopo averne beneficiato - perché avete raccolto le firme fino agli ultimi giorni di ottobre -, non solo abbiate deciso di non depositare quelle firme, ma poi abbiate anche presentato un emendamento con effetto retroattivo per annullare una norma emanata da questo Governo, che voi e io sosteniamo, andando a colpire non il merito del referendum, ma le regole, la stabilità del diritto e della norma, la certezza del diritto e anche la credibilità di questo Governo! Quindi, io voterò contro, ma vi consiglierei di ritirarlo (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani, MoVimento 5 Stelle e Italia Viva).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3298-A/40 Montaruli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il collega Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Presidente, le abbiamo chiesto per le vie brevi di rispettare il calendario della seduta di oggi, quindi chiediamo di valutare il tempo e di continuare i lavori come previsto, quindi chiudendo la seduta pomeridiana e lasciando all'Aula di determinarsi, se riprendere nella seduta notturna oppure nella giornata di domani.

PRESIDENTE. Mi risulta che tutti i gruppi siano d'accordo nell'interrompere stasera e nel riprendere domani mattina, a partire dalle ore 9.

Quindi, secondo le intese, interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani, giovedì 11 novembre, a partire dalle ore 9.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di intervenire la deputata Daniela Ruffino. Ne ha facoltà. Collega, aspettiamo magari un minuto per permettere ai colleghi di uscire. Colleghi, vi chiedo di uscire in silenzio, grazie. Proviamo, collega, prego.

DANIELA RUFFINO (CI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, sono trascorsi 50 anni da quell'infausta giornata del 7 novembre 1971, quando 46 paracadutisti dell'Esercito italiano e 6 aviatori della RAF trovarono la morte per un incidente aereo. Il velivolo su cui viaggiavano si inabissò nelle gelide acque delle secche della Meloria, vicino a Livorno. Si tratta della più rilevante delle tragedie militari avvenute in Italia dopo la Seconda guerra mondiale. È nostro dovere, oggi, celebrare la memoria di queste vittime, sia per onorare l'impegno di quegli uomini e il loro sacrificio per la patria sia per ricordare quanto sia difficile e rischioso il compito dei militari.

In tempo di pace non è comune omaggiare il lavoro dei soldati eppure essi sono quotidianamente impegnati nella difesa dell'Italia e del popolo italiano, in moltissimi e degnissimi modi, dalle emergenze sanitarie a quelle ambientali, fino alle missioni all'estero e alle esercitazioni, che fanno del nostro Esercito uno dei migliori al mondo, per professionalità e addestramento. Nella tragedia della Meloria, le 52 vittime erano impegnate in una simulazione solo all'apparenza priva di pericoli, ma che, come si sarebbe presto visto, nascondeva la fatale insidia. L'aereo della RAF su cui erano alloggiati i parà italiani che dovevano partecipare all'operazione Cold Stream è precipitato poco dopo il decollo, senza lasciare scampo ai militari italiani e inglesi. Dolorose, lunghe e complesse sono state le operazioni di recupero dei corpi tra le secche della Meloria.

PRESIDENTE. Collega, deve concludere.

DANIELA RUFFINO (CI). Ho aspettato, vorrei terminare.

PRESIDENTE. Collega, ha esaurito il suo tempo.

DANIELA RUFFINO (CI). Va bene, ho aspettato a partire. Ho concluso.

Il ricordo di questa tragedia serve anche come monito per il difficile e rischioso compito quotidiano dei nostri militari e ci insegna a portare loro il dovuto rispetto. Il nostro cordoglio, ora come allora, va ai parenti, alle famiglie, ai figli e ai nipoti di quei 46 coraggiosi, sempre fieri del servizio che i loro cari hanno prestato per l'Italia. (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Michele Sodano. Ne ha facoltà.

MICHELE SODANO (MISTO). Grazie, Presidente. Domani, giovedì 11 novembre, si terrà ad Adrano, in provincia di Catania, una fiaccolata in memoria di Anthony Bivona. La famiglia e i suoi più cari amici chiedono la verità per quello che è stato definito un suicidio anomalo. Era la sera del 18 luglio quando il corpo del ventiquattrenne siciliano veniva ritrovato privo di vita sul pianerottolo della casa che aveva affittato in Germania, a Darmstadt, dove era andato a lavorare. La Polizia tedesca ha concluso con un'insolita fretta le indagini, confermando l'ipotesi di suicidio. Ad accendere i riflettori su questa terribile vicenda è stato, nei giorni scorsi, il programma televisivo Le iene. Il giornalista Ismaele La Vardera ha provato a far luce su tutte le irregolarità e le omissioni delle indagini svolte dalla Polizia tedesca, che ha archiviato il caso come suicidio, senza disporre un'autopsia sul corpo della vittima e senza ascoltare nessuna delle importanti testimonianze. La famiglia di Anthony non si rassegna e chiede giustizia.

Anthony aveva programmato di tornare ad Adrano per fare da padrino al battesimo del nipote e per l'occasione aveva già organizzato tutti i dettagli del viaggio. Nulla, nel comportamento del ragazzo, poteva far pensare a un'ipotesi di suicidio. Il titolare dell'officina dove il giovane lavorava raccontava di Anthony come di un ragazzo volenteroso e sempre disponibile. Molte circostanze risultano poco chiare. Secondo quanto raccontano i parenti del giovane che hanno effettuato il riconoscimento del corpo, alcuni segni e graffi sul viso, oltre ad un vistoso solco nella parte posteriore, non sarebbero assolutamente compatibili con i segni di una morte per impiccagione. Manca la causa del suicidio, manca ogni certezza sulla corda trovata accanto al cadavere e persino le persone intervenute in suo soccorso non sono state ascoltate come testimoni.

Concludo, Presidente, dichiarando che sono convinto che questa vicenda sia stata gestita con immotivata superficialità da parte delle autorità tedesche e, pertanto, appoggiando la richiesta e un desiderio di verità della famiglia Bivona, ho presentato un'interrogazione parlamentare al Ministro degli Affari esteri e al Ministro della Giustizia, per chiedere di favorire, con l'assistenza giudiziaria e la collaborazione delle autorità tedesche, la riapertura delle indagini sulla morte di Anthony e di procedere alla riesumazione del cadavere, disporre l'autopsia sul corpo e accertare se si sia trattato di un caso di suicidio o di omicidio. Grazie, Presidente, con solidarietà alla famiglia Bivona.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Carbonaro. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA CARBONARO (M5S). Grazie, Presidente. La scorsa settimana, i vertici aziendali della SaGa Coffee, azienda di Gaggio Montano, in provincia di Bologna, facente parte del gruppo Evoca SpA, di proprietà del fondo d'investimento Lone Star, hanno annunciato la decisione unilaterale di cessare la produzione entro il 31 marzo 2022 e di chiudere definitivamente lo stabilimento entro la fine del 2022, allo scopo di delocalizzare le attività produttive in Romania.

La chiusura dello stabilimento produttivo, annunciata in spregio al percorso di uscite volontarie concordato con le forze sindacali, provocherà la perdita di 222 posti di lavoro, di cui l'80 per cento donne, in un territorio già oggetto di un'importante crisi occupazionale. Questa crisi, se non sarà risolta positivamente, comporterà la desertificazione industriale e l'accelerazione del drammatico processo di spopolamento dell'Appennino bolognese. In questo territorio, 222 posti di lavoro in meno rappresentano una catastrofe, perché, nel 2016, sempre a Gaggio Montano, fu la Philips a tagliare 250 posti di lavoro nello stesso stabilimento Saeco. Dopo una lunga lotta, purtroppo, gli operai furono sconfitti. Si parlò, già allora, di multinazionali che saccheggiano il patrimonio industriale: 5 anni dopo la situazione è la stessa, con l'aggravante che i 250 posti di allora non sono mai stati del tutto riassorbiti.

Il caso della SaGa Coffee si aggiunge a una lunga serie di vertenze riguardanti aziende multinazionali che decidono di delocalizzare la produzione dopo aver ricevuto sostegni da parte delle istituzioni nazionali e locali. In presenza di tali condotte, che minano il tessuto produttivo nazionale e la salvaguardia dell'occupazione, è sempre più urgente l'introduzione di specifiche norme di contrasto ai fenomeni di delocalizzazione. Bisogna ricordare, dobbiamo ricordarci tutti che, dietro il linguaggio asettico dell'ottimizzazione dei costi, della razionalizzazione del perimetro industriale, della competitività, ci sono le vite delle persone (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Licatini. Ne ha facoltà.

CATERINA LICATINI (M5S). Grazie, Presidente. Tutela delle donne e prevenzione sanitaria sono obiettivi importanti, rappresentano i pilastri di quei presidi territoriali, come i consultori, che si basano proprio su quei valori. Ed è in particolare al consultorio di Bagheria e comuni limitrofi che rivolgo la mia attenzione, un territorio che, per dimensione, dovrebbe contare su almeno due di questo tipo di strutture; invece, neanche l'unica esistente è all'altezza del servizio che svolge. È, infatti, una struttura inadeguata, fatiscente, angusta, che, in un territorio di oltre 100 mila abitanti, sommariamente, provoca una situazione di grande difficoltà non solo per il personale che svolge lì la propria professione, ma, soprattutto, per le utenti: tante donne sono spesso costrette a rinunciare anche a questo servizio. Ad aggravare il tutto, anche dal punto di vista morale e delle responsabilità, c'è il fatto che, pur essendo disponibili, da più di due anni, nuovi locali - beni confiscati alla mafia -, il trasferimento non è stato mai effettuato. Si accumulano ritardi su ritardi e chiedere un confronto agli organi locali competenti significa sbattere contro un muro di indifferenza.

Per questo motivo, seppur è un argomento di competenza della regione Sicilia, ho chiesto anche un intervento al Ministro della Salute, affinché si faccia luce su questa storia di malasanità e vi si ponga finalmente rimedio, perché restare con le mani in mano significherebbe essere complici di questa vergogna (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pignatone. Ne ha facoltà.

DEDALO COSIMO GAETANO PIGNATONE (M5S). Grazie, Presidente. Sessantacinque lavoratori morti, di cui diciannove bambini: questi sono i numeri della tragedia della miniera di Gessolungo, in provincia di Caltanissetta, avvenuta il 12 novembre del 1881, di cui tra pochi giorni ricorrerà il triste anniversario. Le miniere che caratterizzano il territorio del centro Sicilia hanno dato ricchezza a pochi proprietari e un enorme carico di sofferenze, fisiche e psicologiche, ai tanti minatori. Per anni si è tentato di nascondere queste ferite inferte al popolo siciliano, con la complicità di chi doveva fare i controlli, quasi a voler dimenticare questo mondo e le sue usanze, come il “soccorso morto”, bambini venduti per pochi spiccioli che, probabilmente, rappresenta l'ultima forma di schiavitù nel nostro Paese. Non è un caso che, dei 19 bambini morti, ben 9 non avessero nemmeno un nome.

Oggi da quest'Aula voglio non solo omaggiare chi, per portare il cibo a casa, ha compiuto e continua a compiere enormi sacrifici, ma anche ricordare i tanti passi avanti fatti nella tutela dei diritti del lavoro e ribadire che è necessario rafforzare questi diritti, perché simboli di progresso e civiltà di un popolo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Elena Murelli. Ne ha facoltà.

ELENA MURELLI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, lo scorso 3 novembre nella casa del Grande Fratello VIP Jo Squillo ha svolto un intervento fuori luogo che ha fatto indignare il pubblico a casa, specialmente i celiaci. Infatti, una delle due sorelle gemelle che partecipa al programma è celiaca. La cantante Jo Squillo, quando è stato il suo turno in cucina, invece di preparare le frittelle anche senza glutine ha ignorato la cosa. Dopo una discussione, la concorrente Selassié celiaca ha esternato il suo problema e Jo Squillo ha esordito, dicendo: “I celiaci hanno un carattere difficile: fanno vivere male gli altri”.

Ecco, durante la trasmissione è passato un messaggio molto grave, soprattutto ai giovani che la seguono, e la redazione Mediaset avrebbe dovuto subito squalificare Jo Squillo. Non si possono far passare questi messaggi discriminatori, umilianti che possono sfociare in bullismo. Una persona affetta da celiachia non viene considerata come una persona malata in quanto non richiede l'uso di cure mediche ma una rigorosa dieta senza glutine, priva di contaminazione e come tale va trattata, con serietà.

Concludo, Presidente, ringraziando la Vigilanza Rai che ha approvato una risoluzione per fare più informazione su queste problematiche, sulle intolleranze alimentari nei suoi programmi televisivi e sollecito il Presidente Fico e la presidente Lorefice a calendarizzare al più presto in Commissione affari sociali la mia pdl n. 1232 che, oltre a prevedere informazioni su questi problemi, prevede formazione dei soggetti preposti alla preparazione del cibo per garantire un pasto senza glutine, anche con riferimento all'equiparazione dei buoni per celiaci e alla loro validità su tutto il territorio nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Manfredi Potenti. Ne ha facoltà.

MANFREDI POTENTI (LEGA). La ringrazio, Presidente. La sera del 31 ottobre il signor Claudio Pacchini, titolare di un bar in Cecina, in provincia di Livorno, subisce una rapina ad opera di un criminale che lo aggredisce per sottrarre il denaro, frutto dell'incasso della giornata poco prima della chiusura di questo locale. Il signor Pacchini, scaraventato a terra, infrange un vetro della vetrata del locale, a causa della spinta ricevuta dal rapinatore. Dopo due giorni si reca presso il locale pronto soccorso e, mentre è in fila presso il centro prenotazioni, che cosa vede? Vede davanti a sé, in fila, il rapinatore, dopo appena due giorni. Questo lo porto come esempio di un sistema di malagiustizia che rischia di incrinare definitivamente la credibilità dell'intero sistema.

Quindi, il mio intervento vuole essere un richiamo a tutti quei magistrati e a tutti quegli operatori della giustizia. Tra l'altro, vorrei complimentarmi con le Forze di Polizia che hanno immediatamente catturato questa persona, identificandola immediatamente come persona sottoposta alle indagini, ma evidentemente qualche magistrato ha ritenuto di non dover confermare la misura cautelare tanto che addirittura il titolare di questo esercizio ha visto, a poche ore dalla rapina, il proprio aggressore davanti a sé, presso un locale pubblico (un ospedale). Quindi, lo vorrei sottolineare per rappresentare il grado di difficoltà che spesso e volentieri le nostre Forze di Polizia incontrano quando compiono il loro lavoro e i cittadini subiscono queste gravissime conseguenze a causa, appunto, anche del sistema (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Antonio Lombardo. Ne ha facoltà.

ANTONIO LOMBARDO (M-MAIE-PSI-FE). La ringrazio, Presidente. Volevo portare all'attenzione della Camera e del sottosegretario con delega all'editoria una vicenda parecchio spiacevole. Dal 6 novembre, infatti, è in edicola L'Essenziale, un nuovo settimanale di Internazionale distribuito in tutta Italia tranne che in Sicilia, Sardegna e parte della Calabria. Si tratta di una precisa scelta editoriale quella di non distribuirlo in queste regioni. Pertanto, non arriverà mai e i cittadini di queste regioni non leggeranno mai questo settimanale. Molti meridionali, pertanto, non avranno accesso ad un nuovo contributo culturale e saranno per l'ennesima volta tagliati fuori dal dibattito pubblico su temi di interesse generale. Il Sud continua ad essere la parte sacrificabile del Paese sotto tutti i punti di vista. Questo è diventato inaccettabile e intollerabile e la politica non può restare in silenzio (Applausi dei deputati del gruppo Misto-MAIE-PSI-Facciamoeco).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 11 novembre 2021 - Ore 9:

ORDINE DEL GIORNO

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 30 settembre 2021, n. 132, recante misure urgenti in materia di giustizia e di difesa, nonché proroghe in tema di referendum, assegno temporaneo e IRAP. (C. 3298-A​)

Relatore: CECCANTI.

2. Seguito della discussione dei progetti di legge:

S. 1221 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione culturale, scientifica e tecnica tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica gabonese, fatto a Roma il 17 maggio 2011 (Approvato dal Senato). (C. 2656​)

Relatrice: EMILIOZZI.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica del Sud Africa sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 28 marzo 2017 e a Pretoria il 18 luglio 2017. (C. 2746-A​)

Relatrice: EMILIOZZI.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo quadro fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica argentina sulla collaborazione negli usi pacifici dello spazio extra-atmosferico, fatto a Buenos Aires il 27 febbraio 2019. (C. 2823-A​)

Relatrice: DI STASIO.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Gibuti sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 29 gennaio 2020. (C. 2824-A​)

Relatore: MIGLIORE.

S. 1222 - Ratifica ed esecuzione dello Scambio di note di modifica della Convenzione del 19 marzo 1986 per la pesca nelle acque italo-svizzere tra la Repubblica italiana e la Confederazione svizzera, fatto a Roma il 10 e il 24 aprile 2017 (Approvato dal Senato). (C. 2858​)

Relatrice: SNIDER.

S. 1926 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo fra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica tunisina sullo sviluppo di una infrastruttura per la trasmissione elettrica finalizzata a massimizzare gli scambi di energia tra l'Europa ed il Nord Africa, fatto a Tunisi il 30 aprile 2019 (Approvato dal Senato). (C. 3038​)

Relatore: BATTILOCCHIO.

S. 1277 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica tunisina in materia di trasporto internazionale su strada di persone e merci, fatto a Roma il 9 febbraio 2017 (Approvato dal Senato). (C. 3042​)

Relatrice: DI STASIO.

3. Seguito della discussione del disegno di legge:

Deleghe al Governo per il sostegno e la valorizzazione della famiglia. (C. 2561-A​)

Relatore: DE FILIPPO.

4. Seguito della discussione della proposta di legge:

PELLA ed altri: Modifiche al testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, in materia di limitazione del mandato dei sindaci e di controllo di gestione nei comuni di minori dimensioni, nonché al decreto legislativo 8 aprile 2013, n. 39, in materia di inconferibilità di incarichi negli enti privati in controllo pubblico. (C. 1356-A​)

e delle abbinate proposte di legge: SILVESTRONI ed altri; CIABURRO ed altri. (C. 2071​-2240​)

Relatori: BERTI, per la I Commissione; BITONCI, per la V Commissione.

5. Seguito della discussione della proposta di legge:

FERRO ed altri: Modifiche all'articolo 12 del decreto-legge 23 dicembre 2013, n. 145, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 febbraio 2014, n. 9, in materia di compensazione dei crediti maturati dalle imprese nei confronti della pubblica amministrazione. (C. 2361-A​)

e delle abbinate proposte di legge: CANCELLERI e MARTINCIGLIO; ALESSANDRO PAGANO ed altri. (C. 3069​-3081​)

Relatore: SANI.

6. Seguito della discussione della proposta di legge:

S. 1 - D'INIZIATIVA DEI SENATORI: AMATI ed altri: Misure per contrastare il finanziamento delle imprese produttrici di mine antipersona, di munizioni e submunizioni a grappolo (Approvata dal Senato). (C. 1813​)

e dell'abbinata proposta di legge: FORNARO. (C. 445​)

Relatore: UNGARO.

7. Seguito della discussione della proposta di inchiesta parlamentare:

FORMENTINI ed altri: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause dello scoppio della pandemia di COVID-19 e sulla congruità delle misure adottate dagli Stati di origine del virus SARS-CoV-2 per evitarne la propagazione nel mondo. (Doc. XXII, n. 42-A)

Relatori: FORMENTINI, per la III Commissione; STUMPO, per la XII Commissione.

La seduta termina alle 21,10.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nelle votazioni nn. 1 e 5 la deputata Bonomo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 7 il deputato Miceli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 10 la deputata Termini ha segnalato che si è erroneamente astenuta mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 12 il deputato Provenza ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 3298-A - odg 9/18 456 456 0 229 21 435 81 Resp.
2 Nominale odg 9/3298-A/19 457 457 0 229 20 437 81 Resp.
3 Nominale odg 9/3298-A/20 462 462 0 232 20 442 81 Resp.
4 Nominale odg 9/3298-A/21 463 463 0 232 20 443 81 Resp.
5 Nominale odg 9/3298-A/22 462 460 2 231 21 439 81 Resp.
6 Nominale odg 9/3298-A/23 447 433 14 217 85 348 81 Resp.
7 Nominale odg 9/3298-A/24 453 452 1 227 51 401 81 Resp.
8 Nominale odg 9/3298-A/25 447 444 3 223 47 397 81 Resp.
9 Nominale odg 9/3298-A/26 452 451 1 226 48 403 81 Resp.
10 Nominale odg 9/3298-A/29 456 448 8 225 250 198 79 Appr.
11 Nominale odg 9/3298-A/30 447 440 7 221 249 191 79 Appr.
12 Nominale odg 9/3298-A/32 rif. 446 443 3 222 440 3 79 Appr.
13 Nominale odg 9/3298-A/33 445 443 2 222 54 389 79 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 16)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale odg 9/3298-A/34 398 241 157 121 55 186 78 Resp.
15 Nominale odg 9/3298-A/35 399 263 136 132 75 188 78 Resp.
16 Nominale odg 9/3298-A/40 391 389 2 195 120 269 78 Resp.