Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 591 di martedì 9 novembre 2021

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANNA RITA TATEO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta del 5 novembre 2021.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Battelli, Enrico Borghi, Butti, Maurizio Cattoi, De Maria, Luigi Di Maio, Dieni, Galizia, Gebhard, Iovino, Lapia, Lupi, Magi, Mandelli, Melilli, Orsini, Palazzotto, Pella, Andrea Romano, Schullian, Scoma, Tasso, Vito e Raffaele Volpi sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 105, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Svolgimento di interrogazioni.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni.

(Iniziative di competenza per potenziare le piattaforme digitali utilizzate dai tribunali del Veneto, alla luce delle criticità riscontrate nell'ambito del procedimento penale relativo a Veneto Banca – n. 3-02466)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Zanettin n. 3-02466 (Vedi l'allegato A). Il sottosegretario di Stato per la Giustizia, Francesco Paolo Sisto, ha facoltà di rispondere.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie, Presidente. Saluto l'onorevole Zanettin. Con l'atto di sindacato ispettivo innanzi indicato, l'interrogante, dopo aver premesso che “la stampa locale sta dando ampio risalto alla notizia delle gravi difficoltà che sta registrando la procura della Repubblica presso il tribunale di Treviso nel caricare nel server il fascicolo del processo penale per il crac della SpA Veneto Banca” e che “da tempo sono state segnalate, anche nel corso di un'audizione presso la Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario, le difficoltà della procura della Repubblica presso il tribunale di Treviso nel gestire il complesso e delicato procedimento penale, che rischia la prescrizione addirittura prima del rinvio a giudizio degli indagati”, domanda alla Ministra della Giustizia quali iniziative urgenti intenda porre in essere per potenziare i server utilizzati dai tribunali veneti e consentire così che questo importante procedimento penale possa proseguire regolarmente il suo corso.

Va detto immediatamente che le criticità sottolineate nell'atto di sindacato ispettivo in questione risultano ormai definitivamente risolte in seguito agli interventi eseguiti sull'infrastruttura Sistema informativo della cognizione penale (SICP) del distretto della corte di appello di Venezia, finalizzati a gestire le anomalie di timeout verificatesi durante l'operazione di stralcio, eseguita con riferimento alle posizioni di quattro indagati nell'ambito del procedimento penale contrassegnato dal n. 1662/2019 RGNR. Si tratta della nota vicenda dell'insolvenza della SpA Veneto Banca, relativa ai reati di associazione per delinquere e di truffa aggravata, con oltre 3.500 persone offese. Queste anomalie impedivano effettivamente la presentazione della richiesta di rinvio a giudizio al competente giudice dell'udienza preliminare per gli altri soggetti coinvolti nell'indagine. Le problematiche riconducibili all'errore “timeout 504” sono varie e coinvolgono le procedure più pesanti in termini di risorse computazionali richieste - come stampe, statistiche e stralci - e si manifestano in particolare nell'ambito di procedimenti penali che hanno un elevato numero di indagati, di qualificazioni giuridiche dei fatti o di persone offese.

Se le procedure richieste impegnano le risorse del sistema per periodi di tempo che superano la soglia dei timeout, impostati a vari livelli nell'infrastruttura SICP, vengono interrotte a tutela dell'efficienza generale del sistema. Quindi, è un sistema di autodifesa che, qualche volta, con eterogenesi dei fini, va oltre la sicurezza del sistema. Nel caso di specie, la procura della Repubblica presso il tribunale di Treviso ha tentato, in data 1° luglio 2021, uno stralcio nell'ambito del corposo procedimento penale ridetto, il n. 1662/2019, e ha ricevuto il messaggio di errore per timeout. L'ufficio inquirente allora ha aperto un ticket, il n. 3068253, per l'assistenza di primo livello. L'assistenza ha attivato il secondo livello che, come prima risposta, ha suggerito di eseguire le operazioni in momenti di basso utilizzo del sistema. Questa indicazione è stata data per tentare di dedicare tutte le risorse del sistema all'attività di stralcio, che si voleva eseguire nell'ambito del citato procedimento penale. Dopo ulteriori tentativi infruttuosi nelle fasce orarie meno impegnative per il sistema, si è aperta nuovamente una segnalazione per l'assistenza di primo livello, che ha richiesto suggerimenti al secondo livello. La risposta ottenuta, il 15 luglio 2021, dal secondo livello è stata quella di innalzare i livelli di timeout. I primi tentativi di modifica dell'infrastruttura SICP da parte dell'assistenza di primo livello si sono spesi con l'estensione dei periodi di timeout per i server JBoss. Questi tentativi non hanno avuto l'esito sperato e si è previsto, di concerto con i tecnici del CISIA di Bologna, sempre informati sulle operazioni in corso, un intervento più profondo sull'infrastruttura SICP. Sulla base dell'esperienza di altri data center, si è provveduto a rilasciare in produzione tre nuovi application server, in modo da dedicare i due già esistenti più uno nuovo alle attività utente e i nuovi unicamente alle trasmissioni e di ampliare il timeout dei load balancer, portandolo da 1 minuto a 10 minuti. Tali attività sono state predisposte nel corso del mese di agosto e sono state rilasciate in esercizio il 30 agosto 2021. Questo a riprova della presenza del Ministero laddove si possano verificare - come è facile che si verifichino - delle situazioni di gap tecnico, a cui nel mese di agosto il Ministero ha posto rimedio. I test eseguiti in pre-esercizio, in un ambiente dedicato alle verifiche e non disponibile all'utente, hanno dato esito finalmente positivo. Il giorno 1° settembre, quindi due giorni dopo il 30 agosto, si è così proceduto a realizzare con successo sul sistema in esercizio l'operazione di stralcio richiesta dalla procura della Repubblica presso il tribunale di Treviso, nell'ambito del procedimento penale contrassegnato, come detto, dal n. 1662/2019, ciò che ha consentito la presentazione della richiesta di rinvio a giudizio al competente giudice dell'udienza preliminare per gli altri soggetti coinvolti nell'indagine.

Mi corre l'obbligo di segnalare all'interrogante come, su tutta questa tecnologia del processo, il Ministero abbia operato un grande investimento, tanto è convinto che questi sistemi siano un fluidificante indispensabile per garantire i diritti sostanziali, che fanno sempre da sottofondo non secondario alle questioni di rito procedimentale e processuale.

PRESIDENTE. Il deputato Pierantonio Zanettin ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Grazie, Presidente. Ringrazio il sottosegretario Sisto per la risposta e mi dichiaro soddisfatto. Prendo atto che il disservizio che avevo segnalato con il mio atto di sindacato ispettivo si è risolto, anche se bisogna ricordare che ci sono voluti ben due mesi, se ho colto bene le parole del sottosegretario Sisto, dal 1° luglio al 1° settembre, perché la procura della Repubblica di Treviso potesse caricare sul server il fascicolo del processo. Quindi, è stato un incidente grave, tant'è che ha avuto risalto anche nella stampa locale.

Bisogna anche riconoscere, sottosegretario, che quello di cui abbiamo parlato poc'anzi è l'ultimo di una serie di gravi intoppi - forse il meno grave - che hanno contraddistinto questo procedimento, che, potremmo dire, pare sfortunato, pare nato sotto una cattiva stella. Tant'è che, proprio pochi giorni fa, nel corso dell'udienza dibattimentale, il procuratore di Treviso, il dottor De Bortoli, ha parlato di fallimento dello Stato con riferimento a questo procedimento penale. Questo processo è iniziato a Treviso, è stato poi trasferito a Roma ed è ritornato infine a Treviso. In questo rimbalzo di competenze si sono persi due anni. Le accuse di aggiotaggio nei confronti dell'ex amministratore di Veneto Banca sono già prescritte; a Natale si prescriveranno anche quelle relative al falso in prospetto e probabilmente rimarrà in piedi, per quanto riguarda il processo attualmente in corso, soltanto l'imputazione di ostacolo alla vigilanza. Aggiungiamo che la stessa procura della Repubblica, già a suo tempo, aveva dissequestrato tutti i beni dell'unico imputato, per cui in ogni caso le pretese risarcitorie delle parti civili non potranno comunque trovare ristoro.

Desta perplessità anche, infine, la teoria dell'uomo unico al comando, che non so quanto potrà reggere in sede penale. Il quadro, quindi, sottosegretario, è decisamente sconsolante. Se, quindi, il dottor De Bortoli ha parlato di fallimento dello Stato solo con riferimento al processo contro Vincenzo Consoli, il sottoscritto si sente piuttosto di parlare di fallimento dello Stato più in generale. Lo Stato italiano non è stato in grado di difendere le Banche Popolari Venete e i risparmiatori che avevano investito i loro risparmi da regole europee ottuse e discriminatorie, peraltro immediatamente accantonate dopo aver portato al fallimento degli istituti Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Lo Stato, attraverso due Vice Premier del Governo giallo-verde, il 9 febbraio del 2019, aveva promesso a Vicenza, di fronte a migliaia di risparmiatori veneti, l'immediato ristoro delle perdite subite. A distanza di quasi tre anni, circa 30 mila di questi risparmiatori - peraltro proprio quelli che hanno subìto le perdite più consistenti - sono ancora in attesa del piatto di lenticchie previsto dal FIR. Se non è un fallimento dello Stato questo, sottosegretario Sisto, poco ci manca.

(Iniziative per estendere ai parenti di secondo grado in linea collaterale i benefici previsti dalla normativa vigente per le vittime di reati intenzionali violenti e per gli orfani a seguito di crimini domestici - n. 3-02595)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la Giustizia, Francesco Paolo Sisto, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Suriano ed altri n. 3-02595 (Vedi l'allegato A).

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie, Presidente; saluto gli interroganti. L'interrogazione proposta riporta la vicenda della famiglia della signora Giovanna Zizzo, una madre che nell'agosto 2014 perse la propria figlia dodicenne, uccisa dal suo ex marito prima che lo stesso tentasse il suicidio; anche l'altra figlia, oggi maggiorenne, fu accoltellata, ma riuscì a salvarsi. Lo Stato ha concesso alla madre l'indennizzo di cui alla legge n. 122 del 2016, ma non ha riconosciuto alcun beneficio alla sorella della vittima a titolo di risarcimento dei danni psicologici per l'avvio di un percorso di assistenza negli studi e per l'accesso al mondo del lavoro. L'interrogante ritiene che costituisca un paradosso il fatto che, se la vittima non è il genitore, ma altro parente come fratello o sorella, non si applichino i risarcimenti e i benefici previsti dalla legge n. 4 del 2018. Chiede, quindi, di sapere “se si intendano adottare iniziative per estendere i benefici previsti dalla legge n. 122 del 2016 e dalla legge n. 4 del 2018 anche ai parenti di secondo grado in linea collaterale".

Per comprendere la ratio della disciplina in questione, giova premettere che la direttiva europea 2004/80/CE del 29 aprile 2004, relativa all'indennizzo delle vittime di reato, stabilisce un sistema di cooperazione volto ad aiutare le vittime di reato ad ottenere un indennizzo, indipendentemente dal luogo dell'Unione europea in cui il reato è stato commesso.

Lo scopo della direttiva è quello di assicurare un indennizzo adeguato alle vittime, che, invero, potrebbe risultare difficile perché: l'autore del reato non possiede le risorse finanziare necessarie; non è stato possibile identificare o perseguire l'autore del reato (la possibilità di ottenere un indennizzo dall'autore del reato è trattata nella direttiva 2012/29/UE, che fissa norme minime in materia di diritti, assistenza e protezione delle vittime di reato).

La direttiva impone che le vittime: vengano indennizzate indipendentemente dal loro Paese di residenza o dal Paese dell'UE in cui è stato commesso il reato; ricevano un indennizzo equo e adeguato (l'importo esatto è lasciato alla discrezione del Paese dell'Unione europea in cui è stato commesso il reato).

L'obbligazione indennitaria di cui si discute si connota, quindi, per essere erogata in presenza di un'attività illecita, gravando su un soggetto diverso da colui che ha materialmente cagionato il danno; infatti, l'indennizzo in questione grava sullo Stato.

Di qui l'esigenza di sottolineare che si tratta di una misura specificamente prevista per talune categorie di soggetti indicati dalla legge, che, di contro, non priva tutti gli altri danneggiati della possibilità di ottenere il risarcimento del danno prodottosi in conseguenza di fatti gravi, come quelli descritti nel corpo dell'interrogazione, utilizzando gli altri rimedi previsti dall'ordinamento. Inoltre, vale la pena specificare che il legislatore ha chiarito che, in caso di morte della vittima in conseguenza del reato, l'indennizzo è corrisposto in favore del coniuge superstite e dei figli; in mancanza del coniuge e dei figli, l'indennizzo spetta ai genitori e, in mancanza dei genitori, ai fratelli e alle sorelle conviventi e a carico al momento della commissione del delitto. Al coniuge è equiparata la parte di un'unione civile tra persone dello stesso sesso. In mancanza del coniuge, allo stesso è equiparato il convivente di fatto che ha avuto prole dalla vittima o che ha convissuto con questa nei tre anni precedenti alla data di commissione del delitto. Pertanto, l'impianto normativo vigente già include tra i soggetti che possono beneficiare dell'indennizzo i “parenti di secondo grado in linea collaterale” citati nell'atto parlamentare (fratelli e sorelle della vittima), limitando tuttavia la loro legittimazione all'ipotesi in cui l'indennizzo non sia stato assegnato al genitore (come effettivamente avvenuto nel caso riportato dall'interrogante) e alla presenza dei requisiti di convivenza e a carico della vittima al momento del delitto. Inoltre, l'indennizzo previsto dal decreto interministeriale citato è fissato in somma unica, senza distinzioni in specifiche voci di danno - “danno psicologico”, “percorso di assistenza agli studi e accesso al mondo del lavoro” - menzionati nell'interrogazione.

La legge 11 gennaio 2018, n. 4 (“Modifiche al codice civile, al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in favore degli orfani per crimini domestici”), oltre a rinominare il Fondo in esame, estende l'ammissione al gratuito patrocinio anche ai figli minori o ai figli maggiorenni economicamente non autosufficienti rimasti orfani di un genitore a seguito di omicidio commesso in danno dello stesso genitore dal coniuge, anche legalmente separato o divorziato, e, dall'altra parte dell'unione civile, anche se l'unione civile è cessata, o dalla persona che è o è stata legata da relazione affettiva e stabile convivenza, anche in deroga ai limiti di reddito previsti, applicando l'ammissibilità in deroga al relativo procedimento penale e a tutti i procedimenti civili derivanti dal reato, compresi quelli di esecuzione forzata.

Si segnala, infine, che risultano pendenti i seguenti disegni di legge d'iniziativa parlamentare (sono citati puntualmente nella risposta) in tema di Fondo delle vittime dei reati intenzionali violenti: C. 1804​ - “Istituzione di un fondo per la concessione di indennizzi e altre disposizioni a tutela dei figli minori delle vittime di reati di violenza domestica e di genere diversi dall'omicidio”; S. 400 - “Istituzione del Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo terroristico”; S. 410 - “Introduzione dell'articolo 187-bis del codice penale e altre disposizioni in materia di risarcimento danni da parte dello Stato in favore delle vittime dei reati”; S. 268 - “Disposizioni in materia di indennizzo alle vittime di reati intenzionali violenti e di un fondo di solidarietà”; C. 312​ - “Istituzione di un fondo per la solidarietà alle vittime dei reati intenzionali violenti”; C. 125​ - “Introduzione dell'articolo 187- bis del codice penale e altre disposizioni in materia di risarcimento dei danni da parte dello Stato in favore delle vittime di reati”; C. 117​ - “Modifica all'articolo 111 della Costituzione in materia di tutela delle vittime di reati e delle persone danneggiate dai reati”.

Ritengo così di avere chiarito qual è la logica del sistema e come, in realtà, non ci sia un diritto negato, ma una scelta precisa del legislatore di indirizzare a determinati soggetti e solo in mancanza di quell'indennizzo di poter estendere anche a quanto richiesto dall'interrogante.

PRESIDENTE. La deputata Simona Suriano ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

SIMONA SURIANO (MISTO). Ringrazio il sottosegretario per la risposta, io sono parzialmente soddisfatta. Capisco che si è cercato di intervenire su questa delicatissima e gravissima materia. Purtroppo, però, spesso la realtà supera la fantasia. Io capisco che la normativa è generale e astratta e non può prevedere i singoli casi, ma poi ci troviamo di fronte a una fattispecie del tutto anomala, dove a sopravvivere è la madre, che non è, come nei casi di femminicidio in genere, la vittima del reato; la vittima del reato qui è la figlia. La madre sopravvive e ha giustamente ricevuto un indennizzo, mentre gli altri figli che hanno subito violenza non hanno ricevuto niente. Proprio perché la normativa prevede che, in caso di sopravvivenza della madre o del parente più stretto, l'indennizzo vada solo a lui, gli altri figli si trovano nel paradosso di dover vivere, con una violenza subita, la difficoltà di affrontare la vita quotidiana; un giovane che è stato in coma, perché accoltellato dal padre, dovrà poi affrontare la vita quotidiana e in questo caso lo Stato non è presente, non è vicino.

Io faccio spesso il paragone con le vittime di mafia, dove giustamente lo Stato assiste tutti i parenti della vittima di mafia. Qui, a differenza delle vittime di mafia, le vittime di femminicidio e di reati di violenza domestica non hanno lo stesso tipo di assistenza, Quindi, la madre sopravvissuta dovrà mantenere i figli che hanno subìto una gravissima violenza, non solo psicologica e fisica; addirittura, c'è il paradosso di questa ragazza, che è stata accoltellata ed è sopravvissuta - per fortuna, dovremmo dire, o per sfortuna - non vedendo il sostegno, l'aiuto da parte di nessuno, né dalle istituzioni locali, né dalle istituzioni regionali, né dallo Stato.

Io capisco che è un caso unico, sui generis, e non è per fortuna la norma, ma qui si deve fare qualcosa, si deve intervenire. Parliamo di una ragazza giovane nel Sud, nel profondo Sud Italia, con la difficoltà ulteriore di trovare riscatto, un lavoro, di trovare un'adeguata istruzione. Quindi, io mi aspetto che le istituzioni siano più sensibili e più vicine a questi casi, che, per fortuna - lo ripeto - sono l'eccezione, e non la norma, non la generalità dei casi.

Ma in questi casi, proprio perché sono eccezionali, lo Stato deve dimostrare la propria vicinanza perché sono paradossali. Una donna non può da sola farsi carico del futuro di quattro figli, la cui gioventù, la cui vita è stata violentemente interrotta da questi fatti brutali. Quindi, capisco l'impegno e mi auguro che vi sia un ulteriore sforzo, un ulteriore impegno per arrivare a coprire anche questi casi. Si tratta di una ragazza di 18 anni che deve affrontare le difficoltà di un qualunque giovane adolescente del Sud, a maggior ragione a fronte del reato che ha subito sulla sua pelle. Quindi, mi auguro veramente che vi sia la sensibilità di tutte le istituzioni, a partire da quelle locali che hanno fatto orecchie da mercante di fronte a questa vicenda. Mi auguro veramente che vi sia la sensibilità e la vicinanza di fronte a questi casi assurdi.

(Orientamenti in ordine all'adozione di un sistema di politiche attive per il sostegno dell'occupazione e iniziative per ridurre le asimmetrie del mercato del lavoro determinate dalla pandemia – n. 3-02596)

PRESIDENTE. La sottosegretaria di Stato per il Lavoro e le politiche sociali, Tiziana Nisini, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Amitrano ed altri n. 3-02596 (Vedi l'allegato A).

TIZIANA NISINI, Sottosegretaria di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Grazie, Presidente. Ringrazio l'onorevole interrogante per i quesiti posti che mi danno la possibilità di illustrare le misure adottate dal Ministero del Lavoro per favorire l'occupazione e assicurare maggiore equità nel mercato del lavoro. Nel corso della crisi pandemica gli strumenti di protezione del reddito e del lavoro hanno consentito di arginare gli effetti più devastanti connessi con la sospensione delle attività economiche. Bisogna riconoscere che la crisi ha interessato in maniera differenziata il tessuto produttivo e sociale del nostro Paese: alcuni comparti produttivi e alcune categorie di lavoratori hanno sofferto più gravemente di altri le conseguenze economiche della pandemia.

Mi riferisco, in particolare, come sottolineato dall'onorevole interrogante, a settori come quello dei servizi e a categorie di lavoratori, in particolare donne, giovani e lavoratori con basse competenze che hanno scontato una condizione di difficoltà e fragilità strutturale nel mercato del lavoro, risalente nel tempo e fortemente acuita dalla crisi contingente. Il programma europeo Next Generation EU, declinato nelle forme dei Piani nazionali di ripresa e resilienza, nasce dalla consapevolezza che la fuoriuscita dalla crisi non può realizzarsi solo con misure di sostegno economico necessarie per mitigare l'impatto della pandemia, ma deve fondarsi strategicamente su un programma straordinario di riforme strutturali e di investimenti di lungo periodo che consentano all'Europa di rispondere alle sfide globali dell'innovazione tecnologica e della transizione ambientale.

Nell'ambito del PNRR italiano i progetti in materia di lavoro e occupazione sono contenuti nella Missione 5. È in questo contesto che si inserisce il programma Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori (GOL), l'iniziativa che costituisce il perno dell'azione di riforma delle politiche per il lavoro. Il programma è accompagnato da un piano strategico nazionale sulle nuove competenze e da un piano straordinario di potenziamento dei centri per l'impiego, già finanziato in buona parte a valere sul bilancio dello Stato e che diventa parte anch'esso del PNRR. A tali interventi si aggiungono gli investimenti per la promozione dell'autoimprenditorialità femminile, oltre alla creazione di un sistema nazionale per la certificazione della parità di genere. Le risorse complessive sono pari a 4,4 miliardi di euro. Il decreto attuativo del programma GOL proprio nei giorni scorsi ha concluso il suo iter in Conferenza Stato-Regioni ed è stato firmato dal Ministro del Lavoro e delle politiche sociali. La riforma sarà pertanto operativa in tempi brevissimi.

L'obiettivo di GOL è quello di garantire in tutto il territorio nazionale un livello omogeneo dei livelli essenziali delle prestazioni, nonché un funzionamento più efficace dei servizi per il lavoro, attraverso una maggiore prossimità ai cittadini e l'integrazione efficiente con le politiche attive regionali. A tal fine è necessaria un'offerta più qualificata nelle politiche della formazione che superi l'approccio standardizzato e indifferenziato attraverso la personalizzazione degli interventi e la costruzione di percorsi specifici adeguati ai fabbisogni rilevati. Per una più efficace strategia occupazionale viene realizzata la cooperazione tra sistema pubblico e privato, rendendo strutturale la cooperazione tra i servizi pubblici e agenzie per il lavoro, soggetti accreditati per la formazione e altri soggetti riconosciuti dalle regioni, incluso il privato sociale. I beneficiari del GOL sono, oltre a coloro che usufruiscono di ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro, anche i disoccupati percettori di NASpI o Dis-Coll e i percettori di sostegno al reddito di natura assistenziale. Ma soprattutto voglio sottolineare che beneficeranno del programma GOL i lavoratori fragili o vulnerabili: giovani NEET (con meno di trent'anni), donne in condizioni di svantaggio, persone con disabilità, lavoratori maturi (da 55 anni di età e oltre), disoccupati senza sostegno al reddito e lavoratori autonomi che cessano l'attività o con redditi molto bassi.

All'interno del programma GOL sono stati individuati cinque percorsi: il reinserimento lavorativo che prevede servizi di orientamento e intermediazione per l'accompagnamento al lavoro; interventi formativi di aggiornamento; riqualificazione ovvero una formazione professionalizzante più approfondita per lavoratori con competenze non adeguate ai fabbisogni richiesti; l'attivazione della rete dei servizi territoriali integrati nei casi di bisogni complessi; infine, la ricollocazione collettiva che consiste nella valutazione delle chance occupazionali sulla base della specifica situazione aziendale di crisi.

Con l'avvio del programma GOL viene realizzato un tassello importante del PNRR, anticipando i tempi previsti dal Piano presentato a Bruxelles e approvato dal Parlamento. Si avvia in questo modo una nuova stagione per le politiche attive nel nostro Paese.

Si tratta di una riforma che contribuirà a migliorare la competitività del Paese, la tenuta sociale, a difendere i lavoratori e la capacità produttiva nazionale di fronte alle sfide legate alla transizione tecnologica e ambientale. Occorre poi fare riferimento alla riforma degli ammortizzatori contenuta nel disegno di legge di bilancio. L'intervento proposto dal Governo mira a definire un sistema più equo e capace di far fronte alle trasformazioni e alle instabilità del mercato del lavoro, supportando le transizioni occupazionali e attenuando l'impatto sociale delle crisi. In questo contesto risulta fondamentale il rafforzamento dell'integrazione degli ammortizzatori sociali con le politiche attive del lavoro.

Per quanto riguarda gli interventi a favore dei lavoratori autonomi, sono certamente da sottolineare le misure di riconoscimento dell'esonero contributivo dei lavoratori autonomi e dei professionisti, introdotte nel corso della pandemia.

Tuttavia, il Governo è consapevole che, in una prospettiva più ampia che guardi oltre l'emergenza, occorre considerare con particolare attenzione il lavoro autonomo nell'ambito delle riforme strutturali che devono accompagnare la fase della ripartenza e riattivare il percorso dello sviluppo. È necessario pertanto rafforzare le tutele del lavoro autonomo, con particolare riferimento agli ammortizzatori sociali e all'equo compenso, temi sui quali il Ministero del Lavoro si sta già impegnando. Nel disegno di legge di bilancio approvato dal Consiglio dei Ministri è infatti prevista l'estensione del programma GOL ai lavoratori autonomi che chiudono la partita IVA ed il potenziamento dello sportello del lavoro autonomo presso i centri per l'impiego. Inoltre sono promosse convenzioni tra centri per l'impiego, ordini professionali e associazioni di rappresentanza del lavoro autonomo al fine di formare all'autoimprenditorialità e promuovere le transizioni occupazionali nel lavoro autonomo e professionale.

Per quanto riguarda, invece, le politiche in favore dell'occupazione femminile, sono necessari interventi e misure che puntino ad integrare sinergicamente le politiche educative e formative con i percorsi professionali più avanzati. Occorre investire su una formazione più adeguata per le donne che vada incontro alle richieste del mercato del lavoro e che emancipi le donne dall'occupazione di basso livello di qualifica e di bassa retribuzione. Al riguardo, segnalo che con il disegno di legge di bilancio è stato istituito un Fondo per ridurre il gap salariale uomo-donna, che consentirà di finanziare a regime la legge sulla parità salariale da poco approvata dal Parlamento. L'introduzione di un sistema nazionale di certificazione della parità di genere potrà accompagnare e incentivare le imprese nella riduzione dei divari in tutte le aree più critiche per la crescita professionale delle donne e rafforzare la trasparenza salariale.

PRESIDENTE. Il deputato Amitrano ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

ALESSANDRO AMITRANO (M5S). Grazie, Presidente. Grazie, sottosegretaria, per la risposta di cui sono estremamente soddisfatto perché sono tante le misure che il Ministero ha messo in atto per cercare di contrastare tutto quello che poi è un esito anche della pandemia. Vorrei ricordare a tal proposito alcuni numeri che, secondo me, sono importanti: durante la pandemia sono state 4 mila in meno le imprese purtroppo a conduzione femminile; sono state perse 345 mila partite IVA all'incirca e anche il numero degli occupati è sceso di circa 350 mila unità. Erano numeri sicuramente estremamente più alti di quelli che si poteva immaginare e, quindi, chiaramente rappresentava una situazione eccezionale cui bisognava porre rimedio con tantissime iniziative. Iniziative che, da una parte, hanno riguardato ammortizzatori sociali; fondamentale è stato anche l'anno bianco per le partite IVA, di cui mi sono anche fortemente interessato in quest'Aula per cercare di realizzarlo nei tempi più brevi possibili. È chiaro che ora sulle politiche attive occorre focalizzare il nostro interesse per cercare di rioccupare queste persone, di far nascere le imprese e nuove partite IVA, e ben vengano le iniziative che il Ministero ha messo in campo. Sicuramente sarà fondamentale anche ragionare, come è stato fatto con il Fondo nuove competenze, con riferimento alla necessità che i nostri lavoratori abbiano competenze, skill più adatte al periodo che stiamo attraversando, in modo da fare un reale match tra la domanda e l'offerta di lavoro.

In questo senso, secondo me, un altro elemento che non dobbiamo sottovalutare, sottosegretario, è quello dell'outplacement; l'outplacement in molti Paesi europei, anche in Francia e Spagna, addirittura è reso obbligatorio dallo Stato nei confronti di imprese di una certa dimensione, affinché siano loro stesse a garantire, nell'eventualità ovviamente di licenziamenti, che possono capitare nel corso della vita di un'impresa, la rioccupazione dei lavoratori. Questo deve essere, secondo me, un tema fondamentale di cui il Ministero deve farsi carico. Attenzione, poi, a evitare i possibili aspetti negativi di alcune cose che possiamo immaginare, come il contratto di ricollocazione che, purtroppo, non ha sortito ad oggi gli effetti numerici che forse ci aspettavamo, perché siamo nell'ordine delle 4.073 unità, se ricordo bene, con altre 700 che sono in attesa di avere conferma. Sono sicuramente numeri importanti; per me anche ogni singola unità ricollocata è meglio che non averla ricollocata, ma sicuramente ci aspettavamo un risultato un po' più importante in termini numerici, essendo questa, tra l'altro, una misura eccezionale, una misura una tantum. Da parte mia, da parte della Commissione lavoro e da parte di tutto il MoVimento 5 Stelle ci sarà il massimo impegno per ottenere quello che è l'elemento più importante in questo momento, cioè la ricollocazione dei nostri lavoratori a seguito della pandemia.

(Iniziative per sostenere la filiera agroalimentare, con particolare riferimento alla volatilità delle quotazioni cerealicole – n. 3-02594)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali, Gian Marco Centinaio, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Incerti ed altri n. 3-02594 (Vedi l'allegato A).

GIAN MARCO CENTINAIO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Come è noto, il nostro Paese è tra i maggiori esportatori di prodotti a base di grano, come la pasta e i prodotti da forno, particolarmente apprezzati dai consumatori di tutto il mondo. La produzione nazionale di grano duro, tuttavia, risulta strutturalmente deficitaria e non in grado di coprire la domanda proveniente dall'industria della prima e seconda trasformazione, a fronte di una crescita delle esportazioni. Come ben rilevato dall'interrogante, le cause che stanno mettendo sotto pressione il mercato dell'intero comparto cerealicolo sono molteplici e affondano le loro radici in situazioni pregresse, aggravate oggi dalla crisi conseguente alla pandemia da COVID-19. Inoltre, occorre tener presente che il mercato del frumento dipende da variabili estremamente incerte e influenzate dall'andamento internazionale, con variazioni di prezzo attribuibili soprattutto al disequilibrio tra domanda e offerta mondiale e, di conseguenza, alla consistenza delle scorte. Ciononostante, sono convinto che possiamo lavorare per far sì che una percentuale sempre maggiore del grano duro utilizzato possa arrivare dalle imprese agricole italiane. Per fare questo occorre investire nella ricerca, cogliere al meglio le opportunità offerte dal PNRR e rafforzare la filiera. Al fine di raggiungere questo obiettivo e affrontare le criticità che investono il settore, nei giorni scorsi ho convocato al Ministero il tavolo del grano duro, cui è seguito quello sul grano tenero, che presto torneranno a riunirsi, coinvolgendo ulteriori attori del comparto nell'ottica di lavorare insieme per individuare possibili soluzioni alle problematiche emerse. Ai due incontri hanno partecipato i rappresentanti delle organizzazioni agricole e della cooperazione, delle aziende sementiere, dei pastifici, dell'industria molitoria, degli importatori e anche della distribuzione. In tale contesto, particolare attenzione è stata riservata alla rilevante riduzione della produzione mondiale, con le scorte ai minimi a causa dei cali produttivi nei Paesi come Canada, Stati Uniti e Russia, nonché al generale aumento dei prezzi, non soltanto del grano duro, ma di tutte le materie prime, dalle sementi ai fertilizzanti e all'energia. Con l'obiettivo di migliorare la produttività, di puntare a una giusta redistribuzione del reddito fra i soggetti coinvolti, di sfruttare al meglio le opportunità offerte dal PNRR così come dalla PAC, nonché di affrontare al meglio la volatilità dei prezzi, è stato proposto di rendere i due tavoli permanenti. Abbiamo, quindi, iniziato un confronto che sarà continuo e serrato, al fine di usare al meglio le risorse messe a disposizione dal PNRR, sia per quanto riguarda i contratti di filiera che la ricerca e i fondi per lo stoccaggio. Lavoriamo per una migliore collaborazione tra tutti gli anelli della filiera, per una maggiore redditività e per valorizzare la qualità del nostro made in Italy. Ciò posto, ricordo che il MiPAAF, di concerto con il Ministero dello Sviluppo economico, nell'ambito delle filiere più rappresentative del comparto agroalimentare italiano ha individuato come strumento di sviluppo e di trasparenza delle contrattazioni le commissioni uniche nazionali; in tale contesto, in attuazione degli indirizzi strategici e delle attuazioni indicate nei piani di settore, è stata costituita ed è operativa la commissione sperimentale nazionale per il grano duro. La CUN grano duro è uno strumento volontario atto a determinare un riequilibrio dei rapporti di filiera e una stabilizzazione dei rapporti fra gli operatori della produzione e quelli della trasformazione e commercializzazione, contribuendo così alla formazione del prezzo del grano duro. Mi preme, inoltre, rilevare che il nostro Paese, tenendo presente il diverso potere contrattuale tra gli operatori della filiera alimentare e che l'anello debole è rappresentato dai produttori agricoli, al fine di favorire relazioni commerciali corrette in materia di cessione di prodotti agricoli e agroalimentari, si è battuto fortemente anche in sede europea per l'approvazione della direttiva (UE) 2019/633 del Parlamento europeo e del Consiglio del 17 aprile 2019 in materia di pratiche commerciali sleali nei rapporti fra imprese nella filiera agricola e alimentare.

Detto questo, rilevo che lo scorso 5 novembre è stato approvato in Consiglio dei Ministri lo schema di decreto legislativo che vieta le pratiche sleali nei rapporti commerciali della filiera agroalimentare, sia tra imprese che in materia di commercializzazione dei prodotti agricoli e alimentari, a prescindere dai rispettivi fatturati dei contraenti. Il recepimento della direttiva europea proposta dal Presidente del Consiglio dei Ministri e dal Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, di concerto con i Ministri degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, della Giustizia, dell'Economia e delle finanze e del Ministro dello Sviluppo economico, prevede l'introduzione di un livello minimo di tutela comune a tutta l'Unione europea e comprende un elenco di pratiche commerciali sleali vietate e un elenco di pratiche che saranno autorizzate solo se concordate in termini chiari e univoci al momento della conclusione dell'accordo di fornitura.

Non sarà più possibile imporre condizioni contrattuali eccessivamente gravose, come, ad esempio, la vendita di prodotti agricoli e alimentari a prezzi al di sotto dei costi di produzione. Vengono così definitivamente riequilibrati i rapporti di forza tra le parti negli scambi commerciali, garantendo una posizione più equa per gli agricoltori e per i produttori. In tale contesto, il Dipartimento dell'ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari del Ministero delle Politiche agricole è designato quale autorità nazionale di contrasto deputata all'attività di accertamento delle violazioni delle disposizioni previste. Assicuro l'onorevole interrogante che, anche alla luce di tale innovazione, il Ministero continuerà a seguire con estrema attenzione la questione segnalata, al fine di contrastare la volatilità delle quotazioni cerealicole e rafforzare la nostra leadership a livello internazionale.

PRESIDENTE. La deputata Antonella Incerti ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

ANTONELLA INCERTI (PD). Grazie, signora Presidente. Ringrazio il sottosegretario Centinaio per la risposta di cui sono soddisfatta, perché va nella direzione delle misure che noi auspichiamo per rafforzare questa filiera. Bene il recepimento della normativa sulle pratiche commerciali sleali nei rapporti tra le imprese, molto bene i tavoli di filiera convocati e il lavoro concertato con tutte le associazioni di cui noi abbiamo raccolto la preoccupazione per il forte rincaro che lei ha ricordato. Bene, naturalmente, le misure che si intendono prendere relative anche al Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il nostro obiettivo è quello di tutelare la resa e la redditività degli agricoltori rispetto alla volatilità dei prezzi; voglio ricordare che rispetto al grande aumento avvenuto, soprattutto nell'ultimo anno, nei casi invece di diminuzione, non è stato reso effettivamente il giusto prezzo all'agricoltore, quindi, questo innanzitutto va garantito.

Come dicevo, bene le misure, perché il senso di questa nostra interrogazione è proprio di porre l'attenzione sulla valorizzazione dell'origine del prodotto made in Italy italiano che, come sappiamo, è di grande qualità. Si tratta di misure che vanno a incentivare il nostro made in Italy, per andare incontro alla grande richiesta della nostra industria pastaria. Servono, come lei diceva, e quindi vanno bene, gli investimenti in ricerca perché questi aumentano le rese e favoriscono anche una produzione più sostenibile in chiave ambientale di queste materie. Bene rafforzare la nostra filiera in modo che i produttori possano investire e, quindi, ridimensionare, come lei ha ricordato, il forte ricorso all'import. L'Italia è il primo produttore europeo con 4 milioni di tonnellate su base annua di grano duro, ma, nello stesso tempo, è il primo importatore mondiale perché deve soddisfare una domanda che invece richiede mediamente 7 tonnellate all'anno per la trasformazione.

Quest'anno, come lei ha ricordato, ci sono state problematiche rispetto ai produttori, si ricordava il Canada, ma anche la Russia, per quanto riguarda il frumento tenero, e l'Ucraina, ciò ovviamente ha aumentato i prezzi, aumento che si è sommato agli altri rincari; penso a quello energetico, che lei stesso ha ricordato, ma anche a quello di sementi e fertilizzanti.

Quindi, il nostro auspicio è che il Piano nazionale di ripresa e resilienza trovi le risorse per la nostra cerealicoltura, riducendo in modo significativo la nostra dipendenza dall'estero, che è legata, come ha ricordato, a situazioni climatiche complesse, difficoltà di trasporto e problemi geopolitici. Aumento della nostra produzione domestica e contratti di filiera trasparenti sono i requisiti fondamentali per approvvigionarci correttamente, in modo che la nostra industria agroalimentare renda anche possibile una remunerazione più giusta e più equa della coltivazione dei nostri agricoltori. Questo vale per tutto il nostro Paese e vale, a maggior ragione, per quelle aree interne dove queste produzioni sono molto significative, non solo dal punto di vista della produzione, ma per la tenuta dell'ambiente complessivo e per dare una risposta a problematiche come il dissesto idrologico.

(Iniziative per rafforzare le politiche di coesione a favore delle regioni rientranti nella categoria «in transizione» di cui alla nuova programmazione dei fondi europei 2021-2027 – n. 3-02231)

PRESIDENTE. La sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dalila Nesci, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Terzoni ed altri n. 3-02231 (Vedi l'allegato A).

DALILA NESCI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Grazie, Presidente. L'onorevole interrogante ha ricordato il processo che ha portato, nel quadro delle attività propedeutiche alla gestione dei fondi strutturali del prossimo ciclo di programmazione, alla nuova geografia delle regioni, secondo la nota tripartizione: regioni più sviluppate, regioni “in transizione” e regioni meno sviluppate. Il processo si è concluso con l'approvazione della decisione di esecuzione (UE) 2021/1130 della Commissione del 5 luglio 2021, che ha definito l'elenco delle regioni ammissibili al finanziamento del Fondo europeo di sviluppo regionale e del Fondo sociale europeo Plus, nonché degli Stati membri ammissibili al finanziamento del Fondo di coesione per il periodo 2021-2027. La predetta decisione ha determinato la riclassificazione delle regioni Marche e Umbria da regioni più sviluppate a regioni “in transizione”. Il Governo ha tenuto debitamente conto della situazione di disagio determinatasi per queste 2 regioni, nell'ambito dell'Accordo di partenariato che è in corso di approvazione sui fondi strutturali per il periodo 2021-2027, prevedendo un incremento del tasso di cofinanziamento nazionale che si accompagna alle risorse europee, dal minimo regolamentare del 40 per cento sino al 60 per cento.

La bozza di Accordo di partenariato prevede, in particolare, la seguente attribuzione per la programmazione operativa regionale: alla regione Marche, risorse per un miliardo e 100 milioni; alla regione Umbria, risorse per circa 813 milioni. Si tratta di un significativo aumento rispetto alla programmazione 2014-2020 (per le Marche circa 873 milioni e per l'Umbria circa 650 milioni) conseguente, appunto, al sensibile aumento del tasso di cofinanziamento nazionale deciso dal Governo.

Alla luce di quanto sopra indicato, l'interrogante chiede quali iniziative, anche normative, il Governo ha messo in campo a favore delle nuove regioni “in transizione” e se intenda estendere a tali regioni i benefici fiscali ed economici destinati alle regioni del Sud. Sul punto si rappresenta, in primo luogo, che il Ministro per il Sud ha mostrato particolare attenzione alla questione, promuovendo, in sede di conversione parlamentare, l'estensione anche alle regioni Umbria e Marche del Fondo per la progettazione territoriale, con conseguente incremento dello stesso, previsto per rilanciare e accelerare il processo di progettazione nei comuni con popolazione inferiore a 30 mila abitanti delle regioni del Sud. Mi riferisco all'articolo 12 del decreto-legge n. 121 del 2021, la cui conversione è stata approvata definitivamente pochi giorni fa al Senato. Inoltre, è opportuno ricordare che le regioni “in transizione” possono istituire zone ZES, quindi zone economiche speciali, e tale previsione deve ovviamente ritenersi automaticamente estesa oggi anche alle Marche e all'Umbria, ove sussistano le precondizioni legate alla presenza, anche a livello interregionale, di porti commerciali. A tal proposito, è già iniziata l'interlocuzione con la regione Marche, per una ipotesi di estensione al territorio marchigiano della ZES Abruzzo, cui potrebbe eventualmente aderire anche la regione Umbria.

Per quanto concerne le agevolazioni economiche e fiscali, l'attuale impianto riguarda esclusivamente le 8 regioni del Mezzogiorno notoriamente e tradizionalmente interessate da un notevole grado di sottoutilizzo rispetto al resto del Paese. È pur vero che, soprattutto negli ultimi anni, Umbria e Marche hanno sperimentato un preoccupante deterioramento della propria situazione economica, produttiva ed occupazionale, di cui la riclassificazione a regioni “in transizione” costituisce un elemento sintomatico. Va comunque considerato che, nel quadro della disciplina comunitaria, quando le incentivazioni assumono la qualità di aiuti di Stato, esse sono governate, nella loro intensità ed estensione territoriale, anche dalla Carta degli aiuti a finalità regionale. Per tali motivi solo singole aree del territorio marchigiano e umbro potranno di volta in volta essere assistite, ai sensi della lettera c) dell'articolo 107 del TFUE, ove tale possibilità sarà prevista ovviamente dalla Carta degli aiuti a finalità regionale. Sarà, dunque, in futuro, sempre più opportuno valutare criteri di effettiva deprivazione socio-economica dei territori, per perimetrare gli interventi, con un'attenzione dunque particolare anche per Umbria e Marche, come abbiamo inteso fare con la misura di ausilio alla progettazione territoriale.

PRESIDENTE. La deputata Terzoni ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

PATRIZIA TERZONI (M5S). Grazie, Presidente. Posso ritenermi soddisfatta della risposta qui annunciata dalla sottosegretaria Nesci, perché effettivamente Marche ed Umbria - ormai è stato certificato anche dalla Unione europea - sono 2 regioni che hanno subito forti perdite economiche, sociali e culturali. È positiva la bozza di Accordo di partenariato, in corso di approvazione dal Governo, che aumenta dal 40 al 60 per cento i fondi per queste due regioni, quindi, arrivando a un miliardo e 100 milioni di euro per le Marche e a 813 milioni per l'Umbria. Questo significa che proprio il Governo ha una particolare attenzione per queste due regioni, ed era ora, perché sono due regioni che politicamente non sono state mai considerate. Grazie a questo Governo, finalmente, stiamo portando avanti nuove misure. È da valutare positivamente anche l'appoggio all'emendamento che, tra l'altro, era a mia prima firma, sul “decreto Infrastrutture”, per estendere ai territori di Marche e Umbria il Fondo per la progettazione territoriale per i comuni con popolazione inferiore ai 30 mila abitanti. Sono veramente soddisfatta che il Governo ha detto che questa è una misura un po' apripista per le future normative, per estendere alcuni tipi di normative particolari che sono dedicate alle 8 regioni del Sud anche alle regioni Marche ed Umbria. È da considerare positivamente anche l'attenzione particolare che il Governo sta manifestando su queste due regioni. È vero che la legge quadro per il Mezzogiorno è strutturata in modo particolare e, quindi, è solo rivolta alle 8 regioni per il Sud, ma è pur vero, come ha anche sottolineato la sottosegretaria, che Marche e Umbria stanno comunque affrontando un periodo di depauperamento delle varie risorse, economiche, sociali e culturali. Quindi, magari, anche queste singole misure, che sono all'interno delle leggi speciali per il Sud, cambiando un po' l'impianto normativo, potrebbero essere estese a Marche e Umbria. Faccio alcuni esempi, uno in particolare, che è quello della decontribuzione per le assunzioni, perché Marche ed Umbria non solo hanno subìto il terremoto del 1997 e quando stavano provando a rialzarsi, è arrivata la crisi industriale del 2009, ma poi, appena si stavano stabilizzando - non perché c'è stata una ripresa economica, ma perché c'è stata un'emigrazione della popolazione in altre regioni -, è arrivato il terremoto del 2016, per cui ancora sono in fase di ristrutturazione e ancora siamo messi con le ginocchia a terra, e, oltre a tutto ciò, è arrivata anche la pandemia ed ancora il caro materiali, che sta mettendo in ginocchio le poche imprese rimaste.

È vero che il COVID, il caro materiali e la mancanza di materie prime sono un fatto nazionale, ma dovete capire che noi stavamo già subendo la ricostruzione del sisma del 2016, quindi sembra quasi normale che abbiamo avuto questa declassificazione a livello europeo da regioni sviluppate a regioni in transizione.

Grazie, quindi, per questa particolare attenzione posta verso queste due regioni e grazie per continuare a portare avanti questo apripista che ha fatto il MoVimento 5 Stelle nell'estendere alcune misure particolari rivolte alle otto regioni del Sud anche a Marche ed Umbria.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno. Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 12. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 10,20, è ripresa alle 12.

Comunicazione del Presidente ai sensi dell'articolo 123-bis, comma 1, del Regolamento e assegnazione di un disegno di legge collegato alla manovra di finanza pubblica.

PRESIDENTE. Comunico, ai sensi del comma 1 dell'articolo 123-bis del Regolamento, la decisione in merito al seguente disegno di legge collegato alla manovra di finanza pubblica: “Delega al Governo in materia di disabilità” (3347).

Alla luce del parere espresso nella seduta odierna della V Commissione (Bilancio) ed esaminato il predetto disegno di legge, la Presidenza comunica che lo stesso non reca disposizioni estranee al suo oggetto, come definito dall'articolo 123-bis, comma 1, del Regolamento.

A norma degli articoli 72, comma 1, e 123-bis, comma 1, del Regolamento, il disegno di legge è assegnato, in sede referente, alla XII Commissione (Affari sociali), con il parere delle Commissioni I, II, III, V, VII, XI e XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 12,05).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Oggi è il 9 novembre: quel 9 novembre 1989 ce lo ricordiamo perfettamente. Proprio qui, davanti al Pantheon, da ragazzi, festeggiammo la vittoria, ricostruendo e abbattendo un grande muro fatto di cartoni. Celebravamo, con tutto l'Occidente, la vittoria della libertà contro l'oppressione, la vittoria della vita contro la morte, contro il controllo totale narrato magistralmente nella pellicola “Le vite degli altri”, la vittoria della verità contro ogni tipo di menzogna, la menzogna del paradiso sulla Terra, della rivoluzione socialista, dello Stato come nuovo Dio. E, poi, scoprimmo la verità: la verità dei suoi 100 milioni di morti, la tragedia degli ebrei, che Stalin avrebbe voluto deportare in massa, come raccontato da Rapoport, che ricordiamo nella Giornata mondiale contro l'antisemitismo, che cade sempre oggi. Quando i popoli europei cominciarono a dire la verità fu la breccia più distruttiva.

Non si può, colleghi, archiviare la lotta per la libertà contro il comunismo ad un semplice esercizio di commemorazione in un'Aula parlamentare che, per la cronaca, si tiene solo grazie a Fratelli d'Italia. È lotta politica: se un Paese è democratico o meno, lo stabilisce il suo popolo. Non è Stalin, colleghi, non è Lenin, chi sarà? È Xi Jinping, il volto rassicurante del comunismo digitale. La Repubblica popolare cinese è il nuovo nemico della verità, un'economia turbocapitalista ad altissima innovazione, con un regime dittatoriale a partito unico, un partito, lo ricordiamo e scandiamolo insieme, comunista, nemico dell'Occidente. Un regime che vuole sradicare le tradizioni del popolo tibetano, che chiude giornali liberi a Hong Kong (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che minaccia l'invasione di Taiwan, che incarcera i dissidenti come Joshua Wong, che pratica, colleghi, forme di totalitarismo digitale nei confronti del proprio popolo con lo strumento del credito sociale, con i droni nello Xinjiang, con un nuovo arcipelago gulag di campi di rieducazione, persino, pensate, con l'eugenetica per rendere infertili le donne uigure. Un regime comunista che ha mentito sulla pandemia a Wuhan, quella stessa potenza che, con politiche predatorie, compra interi villaggi, compresi gli abitanti in Africa, per sfruttare i materiali e i metalli rari e si appropria dei nostri gioielli industriali tramite accordi come la Via della Seta.

C'è chi, in questa stessa Aula democratica, duomo della democrazia italiana, rappresenta, purtroppo, la quinta colonna del totalitarismo cinese, tanto da voler chiamare il governatore dello Xinjiang, colleghi, uno uiguro sì, ma esponente nazionale del Partito comunista cinese, in audizione in Commissione esteri al Senato proprio oggi. Capite? Il 9 novembre (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Un oltraggio alla democrazia, che è stato sventato solo grazie a Fratelli d'Italia. Colleghi, se la libertà è lotta quotidiana, lo ribadiamo: viva il popolo cinese, viva il popolo tibetano, viva il popolo uiguro, viva Joshua Wong, viva i manifestanti a Hong Kong, contro ogni dittatura, contro ogni comunismo! Il 9 novembre 1989 è caduto il Muro di Berlino e con lui il comunismo sovietico. Ci chiediamo, colleghi: quando sarà abbattuto il muro di Pechino e il comunismo cinese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sempre sull'ordine dei lavori il collega Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Presidente, il 2 novembre c'è stato un presidio dei familiari delle vittime di COVID, arrivati da Bergamo e da altre città italiane. Questo presidio, secondo i familiari e secondo il comitato, doveva svolgersi, secondo le intenzioni, qui, davanti a Montecitorio: il comitato voleva chiedere verità, verità su cosa è successo durante i primi mesi e anche oltre della pandemia, verità sulle responsabilità non solo sullo scoppio della pandemia ma anche sulla gestione italiana, con riferimento soprattutto a quella di alcune regioni italiane, quali la Lombardia e altre.

Ebbene, Presidente, in realtà non è stato concesso a questo presidio di familiari delle vittime di presenziare davanti a Montecitorio. Ritengo, come riteniamo noi di L'Alternativa c'è, gravissima questa decisione proveniente dalla questura di Roma, poiché questi familiari chiedevano solo di essere ascoltati - era anche una delegazione - e non avrebbero fatto male a nessuno. Ma ormai la possibilità di manifestare il proprio pensiero e il dissenso in questo Paese, anche davanti alle Aule parlamentari, dove dovrebbe esercitarsi la democrazia, è totalmente limitata dal potere e da questo Governo. Presidente, è ancora più importante perché teoricamente all'ordine del giorno questa settimana ci sarebbe stata proprio la Commissione di inchiesta, quella Commissione di inchiesta che nega la ricerca della verità nella gestione della pandemia nei primi mesi in Italia e nelle regioni italiane.

Allora, Presidente - ora lei, Presidente pro tempore -, adesso, in questo momento dovrebbe, insieme al Presidente Fico, domandare perché sia stata negata la possibilità di manifestare a questo presidio di familiari di vittime del COVID, perché negare il presidio davanti a Montecitorio non è democrazia e voi, in qualità di Presidente e Vicepresidenti della Camera, dovreste essere il baluardo di questa democrazia.

PRESIDENTE. Non essendo ancora decorso il termine di preavviso di venti minuti previsto per le votazioni con il procedimento elettronico, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 12,25.

La seduta, sospesa alle 12,10, è ripresa alle 12,25.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 30 settembre 2021, n. 132, recante misure urgenti in materia di giustizia e di difesa, nonché proroghe in tema di referendum, assegno temporaneo e IRAP (A.C. 3298-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 3298-A: Conversione in legge del decreto-legge 30 settembre 2021, n. 132, recante misure urgenti in materia di giustizia e di difesa, nonché proroghe in tema di referendum, assegno temporaneo e IRAP.

Ricordo che nella seduta dell'8 novembre si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore è intervenuto in sede di replica, mentre il rappresentante del Governo vi ha rinunciato.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 3298-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e delle proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge (Vedi l'allegato A).

La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

(Posizione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 3298-A​)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, deputato Federico D'Incà. Ne ha facoltà.

FEDERICO D'INCA', Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Signora Presidente, onorevoli deputati, a nome del Governo, autorizzato dal Consiglio dei Ministri, pongo la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge n. 3298-A: Conversione in legge del decreto-legge 30 settembre 2021, n. 132, recante misure urgenti in materia di giustizia e di difesa, nonché proroghe in tema di referendum, assegno temporaneo e IRAP, nel testo della Commissione (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

SALVATORE DEIDDA (FDI). Non c'erano neanche emendamenti!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per stigmatizzare la scelta del Governo rispetto a uno scenario d'Aula che vede appena 15 emendamenti - tra l'altro, forse meno di 10 delle opposizioni - su 4 articoli di merito, cosa che non giustifica questa scelta, e nonostante l'opposizione abbia dimostrato, anche nei lavori di Commissione, di non fare mai ostruzionismo.

Spesso ci siamo dovuti difendere dall'ostruzionismo della maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), ma questa è un'altra storia e dimostra quello che dall'inizio di questo Governo andiamo rappresentando, cioè che maggioranze disomogenee non possono fare le cose che interessano all'Italia e agli italiani. Lo fanno solo quando si blindano con scelte autoritative come queste, che sostanzialmente tolgono e cancellano il ruolo del Parlamento, ponendo un voto di fiducia inspiegabile e vergognoso.

Certo, nel merito lo sappiamo bene che le norme sull'acquisizione di dati telefonici per finalità penali disturbano il “manettarismo” del MoVimento 5 Stelle, perché riportano delle garanzie in capo agli imputati; così come sappiamo, giustamente, che le norme di proroga dei termini per il referendum, che abbiamo ampiamente contestato, di fatto, con una strana ingerenza del Governo nelle regole del gioco, consentono lo svolgimento del referendum sulla liberalizzazione della cannabis. Cioè, è un Governo che di fatto indirettamente sceglie di entrare in una dinamica politica complicata come quella della liberalizzazione delle droghe. Per carità, ha visto l'opposizione, anche in Consiglio dei Ministri, degli amici della Lega, che con noi in Commissione si sono battuti su questo punto, e si capisce evidentemente il motivo per cui viene posta la fiducia: perché su 4 articoli di merito non ci sarebbe mai un voto compatto dell'attuale maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Infatti, questa maggioranza di compatto non ha niente, se non la volontà di alcuni di prorogare la durata della legislatura sino a fine mandato, perché questa è la verità.

Adesso si parla di prorogare lo stato di emergenza, così ci sarà un'altra giustificazione dopo l'elezione del Capo dello Stato per non dare la parola agli italiani.

Noi pensiamo che l'Italia debba avere un Governo scelto dagli italiani, con una maggioranza coerente con se stessa e coesa, capace di dare le risposte e le linee di indirizzo che merita questa grande Nazione. Quindi, prima i cittadini scelgono da chi farsi rappresentare e meglio è. Vi ricordiamo, qualora qualcuno se lo fosse dimenticato, che la sovranità popolare appartiene al popolo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. A seguito della posizione della questione di fiducia, la Conferenza dei presidenti di gruppo è immediatamente convocata presso la Sala della Regina.

Sospendo la seduta.

La seduta, sospesa alle 12,30, è ripresa alle 14.

Sui lavori dell'Assemblea, modifica del vigente calendario e del programma dei lavori dell'Assemblea per il mese di dicembre 2021.

PRESIDENTE. Comunico che, secondo quanto stabilito nell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, a seguito della posizione della questione di fiducia sull'approvazione dell'articolo unico del disegno di legge n. 3298-A - Conversione in legge del decreto-legge 30 settembre 2021, n. 132, recante misure urgenti in materia di giustizia e di difesa, nonché proroghe in tema di referendum, assegno temporaneo e IRAP (da inviare al Senato – scadenza: 29 novembre 2021), la votazione sulla questione di fiducia avrà luogo nella seduta di domani, mercoledì 10 novembre, a partire dalle ore 12.30, con dichiarazioni di voto a partire dalle ore 10.50.

Seguiranno, dopo lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata e, quindi, a partire dalle ore 16, le ulteriori fasi di esame del provvedimento, che potranno proseguire anche nelle giornate successive.

Il termine per la presentazione degli ordini del giorno è fissato alle ore 16 di oggi, martedì 9 novembre.

Comunico che è stato altresì stabilito, ai sensi dell'articolo 24, comma 2, del Regolamento, di integrare il calendario vigente con l'inserimento, nella giornata di lunedì 22 novembre, dopo gli altri argomenti già previsti, della discussione sulle linee generali della mozione Nardi ed altri n. 1-00538 concernente iniziative in materia di incentivi volti a favorire gli interventi di ristrutturazione e di riqualificazione energetica e antisismica del patrimonio edilizio. Il relativo seguito sarà iscritto a partire da martedì 23 novembre, sempre dopo gli altri argomenti già previsti.

È stato, infine, stabilito, ai sensi dell'articolo 23, comma 6, primo periodo, del Regolamento, di inserire nel programma dei lavori dell'Assemblea per il mese di dicembre, l'esame del disegno di legge n. 3347 - Delega al Governo in materia di disabilità (collegato alla manovra di finanza pubblica), ove la Commissione ne abbia concluso l'esame in sede referente.

Estraggo, quindi, a sorte il nominativo del deputato dal quale inizierà la chiama.

(Segue il sorteggio).

La chiama inizierà dal deputato Tondo.

L'organizzazione dei tempi per l'esame della mozione n. 1-00538 sarà pubblicata nell'Allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di parlare il deputato Giorgio Lo Vecchio. Ne ha facoltà.

GIORGIO LOVECCHIO (M5S). Grazie, Presidente. La porto a conoscenza di una vicenda che ormai va avanti da anni, nella mia Foggia. La provincia di Foggia, soprattutto il Gargano, con Vieste e San Giovanni Rotondo, fa registrare, ogni anno, circa il 60 per cento dei flussi turistici dell'intera regione, ma non ha uno scalo aeroportuale. Foggia, in realtà, ha un aeroporto pronto per funzionare, ma, purtroppo, pare non essere nelle corde della regione Puglia, che, più volte, lo ha reputato non indispensabile. Giorni fa, il presidente Emiliano, dopo che sono stati spesi tanti soldi per l'allungamento della pista dell'aeroporto “Gino Lisa”, ha dichiarato che, dallo scalo foggiano non si volerà perché - cito testualmente – se nessuna compagnia si fa avanti è perché il mercato non richiede che si debba partire da Foggia. A Foggia, in realtà, non si vuole, perché non ci sono i voli e non certo perché non ci sia la richiesta. Non c'è interesse da parte di Aeroporti di Puglia affinché il “Gino Lisa” venga sviluppato. Le dichiarazioni di Emiliano sono molto gravi. L'impegno di allungare la pista avrebbe quantomeno permesso l'insediamento della Protezione civile. Purtroppo, al momento, la Protezione civile ha base operativa a Modugno e non a Foggia.

Per il Piano nazionale aeroporti, Foggia costituisce uno scalo di servizio di interesse nazionale, ma ad Aeroporti di Puglia questo pare non interessare. In realtà, l'aeroporto di Foggia è fermo, è ancora fermo. Andiamo oltre, e concludo. È palese che lo scalo di Foggia non serva solo a Foggia, ma soprattutto a tutte quelle strutture alberghiere del Gargano e del nord della Puglia e di un bacino molto più ampio che abbraccia il Molise, il beneventano e la parte superiore della Basilicata, quindi, zone come Potenza e Melfi, polo automobilistico importantissimo. Se ci fosse un piano di sviluppo serio da parte di Aeroporti di Puglia, ci sarebbe la possibilità di sviluppare e ottimizzare lo scalo foggiano, ma ci dovrebbe essere anche la volontà da parte della regione Puglia. È normale che se un aeroporto è stato chiuso per tanti anni, forse, le compagnie aeree non sanno neanche della sua esistenza. Invece, se giungessero incentivi economici alle compagnie aeree, come succede ed è successo con tanti altri scali, come Bari, Pescara e Brindisi, i velivoli di queste compagnie aeree avrebbero tutto l'interesse ad atterrare su Foggia. Lo scalo foggiano alla regione e ad Aeroporti di Puglia non è mai interessato, ma è servito a passerelle nelle varie campagne elettorali.

PRESIDENTE. Collega, ha già esaurito il suo tempo. Le chiedo di concludere.

GIORGIO LOVECCHIO (M5S). Concludo. Adesso basta con le chiacchiere. I cittadini della Capitanata vogliono risposte serie, e non le solite chiacchiere che, da anni, ci vengono dette.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Novelli. Ne ha facoltà.

ROBERTO NOVELLI (FI). Grazie, Presidente. Nella giornata di ieri si è tolto la vita un luogotenente dei Carabinieri, portando il conteggio dei morti nell'Arma a 20 dall'inizio dell'anno. I suicidi avvenuti dal 1° gennaio 2021 ad oggi nei corpi della Guardia di finanza, Carabinieri, Polizia, Polizia locale, Forze armate, Polizia penitenziaria sommano il tragico numero di 46 vite perse a causa di un suicidio. L'aumento dei casi di suicidio nelle Forze armate, e anche nell'Arma dei carabinieri, è un fenomeno sempre più preoccupante ed è doveroso soffermarci su questi avvenimenti con una profonda riflessione, sia sulle cause che portano questi uomini a decidere di compiere questo terribile estremo gesto sia su quelli che possono essere i passi da intraprendere per cercare una soluzione a questo problema. Infatti, questi episodi non sono affatto avvenimenti sporadici o isolati, ma si inseriscono in un trend ormai pluriennale, che vede aumentato tra i militari il numero dei suicidi. Questa situazione sta sempre più trasformandosi in una vera e propria emergenza e non si può tardare a porvi mano. Si deve evitare assolutamente che persone che, ogni giorno, servono lo Stato e la comunità con dedizione e spirito di servizio a rischio della propria vita, la perdono per cause che vanno - e devono essere - approfondite ed anche, probabilmente, per un'insufficiente o inefficace sostegno psicologico da parte dell'amministrazione di appartenenza. A tal proposito, annuncio la presentazione di un'interrogazione al Ministro della Difesa, nell'auspicio che possa essere presa in considerazione a breve e contenga, nelle risposte che verranno date, la volontà, da parte del Governo, di intervenire.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 10 novembre 2021 - Ore 10,50:

(ore 10,50 e ore 16)

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 30 settembre 2021, n. 132, recante misure urgenti in materia di giustizia e di difesa, nonché proroghe in tema di referendum, assegno temporaneo e IRAP. (C. 3298-A​)

Relatore: CECCANTI.

2. Seguito della discussione dei progetti di legge:

S. 1221 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione culturale, scientifica e tecnica tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica gabonese, fatto a Roma il 17 maggio 2011 (Approvato dal Senato). (C. 2656​)

Relatrice: EMILIOZZI.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica del Sud Africa sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 28 marzo 2017 e a Pretoria il 18 luglio 2017. (C. 2746-A​)

Relatrice: EMILIOZZI.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo quadro fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica argentina sulla collaborazione negli usi pacifici dello spazio extra-atmosferico, fatto a Buenos Aires il 27 febbraio 2019. (C. 2823-A​)

Relatrice: DI STASIO.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Gibuti sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 29 gennaio 2020. (C. 2824-A​)

Relatore: MIGLIORE.

S. 1222 - Ratifica ed esecuzione dello Scambio di note di modifica della Convenzione del 19 marzo 1986 per la pesca nelle acque italo-svizzere tra la Repubblica italiana e la Confederazione svizzera, fatto a Roma il 10 e il 24 aprile 2017 (Approvato dal Senato). (C. 2858​)

Relatrice: SNIDER.

S. 1926 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo fra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica tunisina sullo sviluppo di una infrastruttura per la trasmissione elettrica finalizzata a massimizzare gli scambi di energia tra l'Europa ed il Nord Africa, fatto a Tunisi il 30 aprile 2019 (Approvato dal Senato). (C. 3038​)

Relatore: BATTILOCCHIO.

S. 1277 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica tunisina in materia di trasporto internazionale su strada di persone e merci, fatto a Roma il 9 febbraio 2017 (Approvato dal Senato). (C. 3042​)

Relatrice: DI STASIO.

3. Seguito della discussione del disegno di legge:

Deleghe al Governo per il sostegno e la valorizzazione della famiglia. (C. 2561-A​)

Relatore: DE FILIPPO.

4. Seguito della discussione della proposta di legge:

PELLA ed altri: Modifiche al testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, in materia di limitazione del mandato dei sindaci e di controllo di gestione nei comuni di minori dimensioni, nonché al decreto legislativo 8 aprile 2013, n. 39, in materia di inconferibilità di incarichi negli enti privati in controllo pubblico. (C. 1356-A​)

e delle abbinate proposte di legge: SILVESTRONI ed altri; CIABURRO ed altri. (C. 2071​-2240​)

Relatori: BERTI, per la I Commissione; BITONCI, per la V Commissione.

5. Seguito della discussione della proposta di legge:

FERRO ed altri: Modifiche all'articolo 12 del decreto-legge 23 dicembre 2013, n. 145, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 febbraio 2014, n. 9, in materia di compensazione dei crediti maturati dalle imprese nei confronti della pubblica amministrazione. (C. 2361-A​)

e delle abbinate proposte di legge: CANCELLERI e MARTINCIGLIO; ALESSANDRO PAGANO ed altri. (C. 3069​-3081​)

Relatore: SANI.

6. Seguito della discussione della proposta di legge:

S. 1 - D'INIZIATIVA DEI SENATORI: AMATI ed altri: Misure per contrastare il finanziamento delle imprese produttrici di mine antipersona, di munizioni e submunizioni a grappolo (Approvata dal Senato). (C. 1813​)

e dell'abbinata proposta di legge: FORNARO. (C. 445​)

Relatore: UNGARO.

7. Seguito della discussione della proposta di inchiesta parlamentare:

FORMENTINI ed altri: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause dello scoppio della pandemia di COVID-19 e sulla congruità delle misure adottate dagli Stati di origine del virus SARS-CoV-2 per evitarne la propagazione nel mondo. (Doc. XXII, n. 42-A)

Relatori: FORMENTINI, per la III Commissione; STUMPO, per la XII Commissione.

(ore 15)

8. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

La seduta termina alle 14,10.