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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 578 di mercoledì 20 ottobre 2021

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANDREA MANDELLI

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANNA RITA TATEO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bianchi, Melilli e Spadoni sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 94, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,35).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo, pertanto, la seduta, che riprenderà alle ore 9,55. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 9,35, è ripresa alle 9,55.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2371 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 agosto 2021, n. 118, recante misure urgenti in materia di crisi d'impresa e di risanamento aziendale, nonché ulteriori misure urgenti in materia di giustizia (Approvato dal Senato) (A.C. 3314​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3314: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 agosto 2021, n. 118, recante misure urgenti in materia di crisi d'impresa e di risanamento aziendale, nonché ulteriori misure urgenti in materia di giustizia.

Ricordo che nella seduta del 19 ottobre si è conclusa la discussione generale e il relatore e la rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 3314​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e degli emendamenti riferiti agli articoli del decreto-legge (Vedi l'allegato A).

Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 7, del Regolamento, l'articolo aggiuntivo 23.01 Varchi, già dichiarato inammissibile in sede referente.

La Presidenza non ritiene altresì ammissibili, ai sensi degli articoli 86, comma 1, e 96-bis, comma 7, del Regolamento, in quanto estranei rispetto ai contenuti del provvedimento, i seguenti articoli aggiuntivi, non previamente presentati in Commissione: 23-bis.0100 Lollobrigida, recante misure per la somministrazione gratuita di test antigenici rapidi; 23-bis.0101 Lollobrigida, volto alla soppressione delle norme di cui al decreto-legge n. 52 del 2021 che hanno introdotto la certificazione verde COVID-19.

Le Commissioni I (Affari costituzionali), V (Bilancio) e il Comitato per la legislazione hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

ROBERTO CATALDI, Relatore. Grazie, Presidente. In relazione all'articolo 1, quindi sugli emendamenti 1.1 Varchi, 1.100, 1.101 e 1.102 Colletti, vi è un invito al ritiro o parere contrario.

Con riferimento alle proposte emendative riferite all'articolo 1.1, articoli aggiuntivi 1.01, 1.02 e 1.03 Varchi, vi è un invito al ritiro o parere contrario.

In relazione all'articolo 1-bis, sull'emendamento 1-bis.1 Varchi vi è un invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Mi scusi, per ricapitolare ed evitare confusione nell'enunciazione numerica degli emendamenti, sulle proposte emendative 1.1 Varchi, 1.100, 1.101 e 1.102 Colletti, 1.01 e 1.02 Varchi, vi è un invito al ritiro o parere contrario, ho inteso bene?

ROBERTO CATALDI, Relatore. Sì, così come sulle proposte emendative 1.03 e 1-bis.1 Varchi…

PRESIDENTE. Scusate, possiamo fare un attimo di silenzio, altrimenti il relatore non riesce a inquadrare bene come sono i pareri? Grazie.

ROBERTO CATALDI, Relatore. Presidente, poiché i pareri sono tutti invito al ritiro o parere contrario, se lei mi autorizza, lo possiamo dire per tutti...

PRESIDENTE. Assolutamente sì. Allora su tutte le proposte emendative presentate vi è un invito al ritiro o parere contrario, così dice il relatore.

Il Governo?

ANNA MACINA, Sottosegretaria di Stato per la Giustizia. Il parere è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 1.1 Varchi, su cui c'è un invito al ritiro.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Come avete visto, Fratelli d'Italia su questo provvedimento ha assunto un atteggiamento assolutamente costruttivo e non ostruzionistico, finalizzato a migliorare nel merito e nei dettagli una proposta che, per alcuni aspetti, è condivisibile.

L'emendamento 1.1, all'articolo 1, va in questa direzione: a seguito dell'emergenza sanitaria causata dalla pandemia, si è proposto di differire l'entrata in vigore del presente decreto-legge n. 118 del 2021 per motivi ovvi e a tutti comprensibili. E' infatti cambiato completamente lo scenario economico nel quale si vanno a collocare i fallimenti - come venivano denominati - delle imprese: è, pertanto, evidente che non si può non tenerne conto ed immaginare l'entrata in vigore di una disciplina, che riforma in modo così significativo la materia del diritto fallimentare, in un contesto che quotidianamente sta evolvendo e che ha visto decine di migliaia di aziende chiudere in questo periodo di emergenza economica, è chiaramente una valutazione che ha un suo senso. Non si possono modificare in modo radicale le norme del diritto fallimentare, mentre ancora non si è minimamente stabilizzata la situazione.

Come sapete, viene immaginato un diverso differimento di termini con riferimento alle misure del decreto-legge: per alcune infatti viene previsto il rinvio fino a dicembre del 2023. Noi chiediamo di allineare l'intera materia e l'entrata in vigore di tutte le fasi procedurali previste dal decreto-legge n. 118 al 31 dicembre, perché anche le procedure previste dalla nuova disciplina, per le quali verrebbe lasciata l'entrata in vigore al 16 maggio, in un contesto come questo non possono trovare un'applicazione ancora equilibrata e confacente al contesto in cui ci troviamo. Quindi, visto che è chiaro a tutti che è una norma di buon senso quella di differire l'entrata in vigore del decreto-legge al 31 dicembre, chiediamo lo si faccia per il decreto nel suo insieme e non solo per una parte.

PRESIDENTE. Quindi, intendo che l'onorevole Varchi non ritira l'emendamento 1.1.

Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1 Varchi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

È la prima votazione, lascio qualche secondo in più così i colleghi riescono a raggiungere la postazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.100 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.101 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.102 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 1.01 Varchi.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Anche questa è un'altra proposta emendativa di assoluto buonsenso di Fratelli d'Italia, che propone, dopo l'articolo 1, di inserire un articolo 1-bis nel quale, in sostanza, con riferimento all'elaborazione degli indici di crisi, si chiede di aggiungere che si assumano tali decisioni di concerto anche con le relative associazioni di categoria e, dopo la denominazione: “indici specifici”, si aggiunga: “di concerto - appunto - con le relative associazioni di categoria”. Si ritiene che, attualmente, le modalità che sono state scelte per l'individuazione degli indici di crisi della crisi di impresa, cioè gli squilibri di carattere reddituale, patrimoniale o finanziario, rapportati alle caratteristiche dell'impresa, così come definite dal codice della crisi di impresa, siano inadeguate al contesto attuale. In particolare, nel provvedimento, l'indicazione dei parametri relativi alla crisi di impresa - che sono il presupposto, ovviamente, per l'accesso alle procedure di allerta - è stata demandata per tutte le attività economiche al Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili, che ha provveduto a una prima individuazione di questi parametri, che non è ancora stata approvata dal MiSE. Tuttavia, l'emergenza sanitaria che stiamo affrontando ha messo fortemente in discussione questo approccio, perché per tutti i settori produttivi la situazione attuale sta comportando scelte straordinarie di gestione aziendale che si riflettono anche sulla redazione dei bilanci, compromettendo, di fatto, ogni normale valutazione di affidabilità economico-finanziaria delle imprese, che sta alla base dell'applicazione delle procedure di allerta che saranno una delle novità di questa riforma.

Quindi, almeno finché siamo nel pieno dell'emergenza economica frutto dell'emergenza sanitaria da COVID-19, va rivisto l'approccio all'applicazione delle procedure di allerta, va rivisto il meccanismo di funzionamento degli indici di crisi e ciò va fatto prima che questi entrino in vigore. Questi strumenti devono essere maggiormente dettagliati per cogliere anche le molteplici caratteristiche dimensionali di attività, di occupazione del personale, di know-how, eccetera, delle imprese, che poi variano caso per caso, settore per settore. Quindi, è necessario un approccio più flessibile, più capillare, più in grado di leggere le enormi differenze e le enormi complessità che ci sono adesso in tutto il mondo produttivo, senza imporre un modello standard che non vive sul campo queste emergenze e che andrebbe a destabilizzare e a esporre a procedure di allerta anche delle realtà che non solo non sono inaffidabili ma, anzi, stanno cercando di affrontare nel modo migliore l'emergenza economica in cui si trovano.

Quindi, è una proposta emendativa di buonsenso che ci auguriamo, nell'interesse delle attività produttive che stanno facendo enormi sacrifici, possa essere accolto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.01 Varchi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Passiamo ora all'articolo aggiuntivo 1.02 Varchi.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Questo articolo aggiuntivo propone una novità significativa che, anche questa, tiene conto del mondo reale nel quale viviamo e non del mondo astratto che queste norme avevano previsto quando erano state concepite, cioè prima dell'emergenza della pandemia. Sostanzialmente, si propone di inserire l'articolo 2-bis, nel quale si stabilisca che la responsabilità degli amministratori è esclusa in presenza di una comprovata e grave situazione di difficoltà legata alla congiuntura economica, verificatasi nei due esercizi precedenti. Si chiede che, con specifico decreto del Ministro della Giustizia, di concerto con il Ministro dell'Economia e delle finanze, da emanarsi entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, si definiscano i criteri per l'individuazione delle difficoltà legate alla congiuntura economica, che tengano conto dell'accertata impossibilità di onorare i debiti pregressi e dell'affidabilità dell'imprenditore, anche in ragione della gestione amministrativa e finanziaria svolta dagli amministratori.

In sostanza si dà una definizione di quella che è l'insolvenza colpevole, perché c'è una differenza enorme tra un imprenditore che si trovi in stato di insolvenza per mala gestione propria rispetto a un imprenditore che si trova in una condizione di insolvenza a causa dell'emergenza o, addirittura, di decisioni del Governo che hanno posto fuori mercato alcune realtà che stavano lavorando benissimo. Quindi, nessuna responsabilità è imputabile alle imprese, alle attività produttive e alle attività commerciali, ma è totalmente determinata da fattori esterni, e in questo caso non si può pensare di punire la vittima, anziché il colpevole, di una situazione.

Quindi, come prevedeva il decreto legislativo n. 14 del 2019, che aveva introdotto il nuovo concetto di insolvenza e non più quello antico di fallimento, riscrivendo la responsabilità degli amministratori stabilita dal codice nell'ambito delle nuove procedure concorsuali, si deve pervenire a una definizione normativa dello stato di crisi, che distingua tra l'insolvenza incolpevole, dovuta a una situazione economica generale straordinaria, rispetto a quella prodotta dalla negligenza dell'attività degli amministratori. Quindi, proponiamo, Presidente, che in presenza di una insolvenza incolpevole del debitore, dovuta a una congiuntura economica negativa su cui quell'imprenditore non ha alcuna responsabilità, si escluda la responsabilità degli amministratori. Ciò si affiancherebbe alle segnalazioni di allerta e agli ulteriori istituti stabiliti dal codice della crisi di impresa che consentono l'accordo con i creditori in via stragiudiziale. In particolare, i criteri utili ad individuare la situazione oggettiva di difficoltà economica verrebbero definiti mediante decreto del Ministro della Giustizia, di concerto con il Ministro dell'Economia, tenendo conto, in ogni caso, della accertata impossibilità di onorare i debiti pregressi e dell'affidabilità dell'imprenditore, anche in ragione della gestione amministrativa e finanziaria. Ripeto, Presidente, il tema dell'insolvenza incolpevole ha un valore economico e un valore simbolico concreto, nel pieno dell'emergenza in cui ci troviamo. Non è pensabile che il Governo, soprattutto quando ha adottato alcune decisioni che hanno imposto la chiusura ad attività economiche, che ben avrebbero potuto rimanere aperte e rimanere in attivo con i propri bilanci, se solo fossero state lasciate in condizioni di svolgere le proprie attività nel rispetto di tutte le norme di cautela e sicurezza sull'emergenza - per così dire, cornuti e mazziati - di causare una situazione di insolvenza dei settori produttivi e, poi, di scaricare su di loro le colpe che derivano, invece, o da scelte sbagliate dello Stato o, semplicemente, da una congiuntura economica generale, su cui questi imprenditori non hanno alcuna colpa.

Io credo che non si possa girare la testa dall'altra parte e non si possa ignorare quanto importante sia, in questo momento, a tutela degli imprenditori, il concetto di insolvenza incolpevole (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.02 Varchi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 1.03 Varchi.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Anche questo emendamento, come i precedenti, è di assoluto buon senso. Sostanzialmente, riguarda gli organismi di composizione della crisi, con la partecipazione degli esperti delle associazioni di categoria, nell'ambito delle procedure di allerta stabilite dal codice della crisi di impresa, che prevede l'intervento, appunto, degli organismi di composizione delle crisi costituiti presso le camere di commercio, essendo sostanzialmente confermata l'operatività di questo istituto, anche a seguito della proroga a fine 2023 di tutto il sistema delle procedure di allerta. Nelle more dell'entrata in vigore e in funzione degli organismi di composizione della crisi, occorre ripensare l'attuale approccio di ingresso riferito ai componenti provenienti dalle associazioni di categoria e, in particolar modo, ai requisiti di partecipazione, che dovrebbero essere individuati anche in deroga agli specifici titoli professionali.

Si ritiene, quindi, di dover individuare dettagliatamente e normativamente questi requisiti specifici di preparazione, affinché possano essere più vicini alle effettive competenze e conoscenze richieste nei settori specifici, nei quali questi organismi dovrebbero entrare in funzione. Quindi, auspichiamo un parere positivo da parte del Governo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.03 Varchi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-bis.1 Varchi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.1 Varchi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.100 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.101 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.102 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.103 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.104 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.105 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.2 Varchi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.106 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.107 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.108 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.109 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.110 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

L'emendamento 3.111 Colletti è stato ritirato dall'onorevole Colletti. Passiamo dunque all'emendamento 3.3 Varchi. Nessuno chiedendo di parlare, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.3 Varchi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.4 Varchi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.112 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Dobbiamo ora passare alla votazione di tre emendamenti che costituiscono una serie a scalare: dall'emendamento 3.113 Colletti all'emendamento 3.115 Colletti.

In base all'articolo 85, comma 8, del Regolamento, come applicato nella prassi costante, la Presidenza porrà in votazione il primo emendamento, il 3.113, e l'ultimo emendamento, il 3.115, dichiarando assorbito, quale intermedio, il 3.114.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.113 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.115 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 3.01 Trano, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 3.02 Colletti.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Con questo emendamento andiamo a modificare parzialmente la normativa sui commissari straordinari, ovviamente di scelta del MiSE, che spesso e volentieri rappresentano una casta ristretta, collegati sia alla politica sia ai dirigenti del MiSE stesso, come possiamo anche verificare dalle ultime notizie di stampa, con riferimento alle ultime indagini, ad esempio, che si sono verificate sulle plurinomine di Enrico Laghi, sulla nomina del commissario straordinario Bruno in Condotte SpA, che poi, per ringraziare, sembra abbia dato altresì una consulenza all'avvocato Di Donna dello studio Alpa e Conte.

Ebbene, con questo emendamento chiediamo semplicemente che un commissario straordinario, vista la rilevanza di queste crisi di impresa, poiché sono amministrazioni controllate di grande e grandissima entità, possa gestire esclusivamente una crisi di impresa alla volta. Ovvero, evitiamo il proliferare di incarichi sempre alle stesse persone del circolo romano, bolognese o milanese, visto che spesso e volentieri queste persone, come in Alitalia e in tantissime altre società, piuttosto che salvare i dipendenti o i fornitori, hanno creato danni alle medesime società, cioè hanno aggravato il sistema; semplicemente si sono presi volgarmente - possiamo dire - una “stecca” a carico dello Stato, ma in realtà a carico della stessa società decotta che poi spesso e volentieri è andata direttamente in fallimento. Riteniamo che allargare e non permettere a questi soggetti di accumulare incarichi vada a beneficio delle stesse amministrazioni straordinarie, dello stesso Stato, degli stessi fornitori e magari di coloro che hanno crediti a valere su queste società. Quindi, chiedo il voto favorevole all'Assemblea (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vianello. Ne ha facoltà.

GIOVANNI VIANELLO (MISTO). Grazie, Presidente. Vorrei sottoscrivere questo emendamento che penso sia di importanza fondamentale per le crisi di impresa perché è inconcepibile vedere la stessa persona ricoprire la carica di commissario straordinario in 4, 5, 10, 20 situazioni di crisi di impresa. La domanda è come può far bene il proprio lavoro se si trova 20 attività da commissario da svolgere, per cui sottoscrivo e invito ovviamente l'Aula a sostenere questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trano. Ne ha facoltà.

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Alla luce di quanto esposto dai colleghi Colletti e Vianello, chiedo se il sottosegretario voglia intervenire su un tema così sensibile ed esporci qual è la loro visione, e se intenda magari cambiare il parere sull'emendamento presentato.

PRESIDENTE. Non ho segni dal Governo, quindi si intende che non voglia intervenire.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 3.02 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.100 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.2 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.1 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.100 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.101 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16.1 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16.2 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 19.5 Colletti e 19.100 Zucconi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.1 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.2 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.3 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.4 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.6 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.7 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 19.0100 Cirielli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 21.1 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 24.1 Colletti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 3314​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Ha chiesto di parlare l'onorevole Gusmeroli, che illustrerà l'ordine del giorno n. 9/3314/5.

ALBERTO LUIGI GUSMEROLI (LEGA). Grazie, Presidente. Siamo ancora in un momento di difficoltà economica, in cui le aziende hanno enormi difficoltà di liquidità; basti pensare a tutte le scadenze che hanno dovuto lasciare indietro e che sono oggetto di rateizzazione. Noi abbiamo chiesto a più riprese…

PRESIDENTE. Se magari facciamo parlare l'onorevole Gusmeroli. Prego, onorevole. Scusi ma non si sentiva.

ALBERTO LUIGI GUSMEROLI (LEGA). Abbiamo chiesto a più riprese la “rottamazione-quater” e, con questo ordine del giorno, chiediamo che il secondo acconto di novembre venga rateizzato da gennaio a giugno in 6 rate, in modo da dare liquidità al sistema. Sarebbe la prima volta in cinquant'anni che le tasse, invece di essere pagate in anticipo, almeno per il 50 per cento, si pagano nell'anno successivo. Ovviamente questa proposta va a favore di 5 milioni di attività economiche e va a favore anche di dipendenti e pensionati con altri redditi, quindi parliamo di milioni di cittadini. Ma da dove nasce questa proposta? Questa proposta nasce sostanzialmente dal fatto…Presidente, faccio fatica a parlare.

PRESIDENTE. Onorevole, io sto cercando di richiamare i colleghi. Se mi danno anche una mano i suoi colleghi della Lega…

ALBERTO LUIGI GUSMEROLI (LEGA). Quindi, dicevo che questa proposta nasce da un progetto di legge della Lega, a mia prima firma, in cui sostanzialmente si dice che non costa niente rateizzare il secondo acconto di novembre (pari al 50 per cento delle tasse) perché si andrebbe comunque - anche se si paga nell'anno successivo -, per competenza, nell'anno precedente. Il Dipartimento Finanze del MEF su questo era contrario e, con il collega, presidente della commissione Finanze, abbiamo presentato un quesito scritto all'Istat. L'Istat ha chiesto, con riferimento all'applicazione dei principi contabili, al regolatore europeo, l'Eurostat, il quale ci ha risposto per iscritto che rateizzare l'acconto da gennaio a giugno dell'anno successivo in 6 rate uguali non costa niente allo Stato e va ad intero beneficio del cittadino. Allora, io chiedo: con che coraggio non si procede a rateizzazione adesso che mancano poche settimane al 30 novembre, data in cui tante aziende, artigiani, commercianti e professionisti ma, come dicevo, anche dipendenti e pensionati devono pagare il 50 per cento delle tasse, quando si sa che non costa niente allo Stato e che va solo a beneficio dei cittadini? Allora, io e la Lega abbiamo chiesto a più riprese che questo provvedimento venga inserito in uno qualunque dei provvedimenti di legge in materia finanziaria, quindi parliamo della manovra, del decreto fiscale e anche della legge delega fiscale. Vi sono tantissimi provvedimenti (due al Senato e uno alla Camera) in cui si può inserire questo intervento. È un intervento di buonsenso, che va a favore di tutti e che tutto il Parlamento dovrebbe tranquillamente votare, tanto più che allo Stato - come dicevo - non costa nulla. Quindi, chiedo che non solo venga approvato l'ordine del giorno ma che si dia spazio in un qualunque provvedimento di legge a questa rateizzazione del secondo acconto. È una norma di civiltà perché le tasse è bene pagarle dopo che si è guadagnato il reddito e non prima. Quindi, allo Stato non costa nulla, pertanto facciamolo!

La Lega chiede che questo ordine del giorno venga approvato e che questa norma diventi legge dello Stato.

PRESIDENTE. Nessun altro intende intervenire per illustrare gli ordini del giorno. Il sottosegretario Macina ha chiesto mezz'ora per valutare gli ordini del giorno. Quindi, la seduta è sospesa e riprenderà alle ore 11,30.

La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 11, è ripresa alle 11,40.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 3314.

Invito il rappresentante del Governo a esprimere il parere sugli ordini del giorno.

ANNA MACINA, Sottosegretaria di Stato per la Giustizia. L'ordine del giorno n. 9/3314/1 D'Attis è accolto come raccomandazione. Sugli ordini del giorno n. 9/3314/2 Ferri, n. 9/3314/3 Giovanni Russo e n. 9/3314/4 Lucaselli il parere è contrario. L'ordine del giorno n. 9/3314/5 Gusmeroli è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/3314/6 Ziello il parere è contrario. L'ordine del giorno n. 9/3314/7 Murelli è accolto come raccomandazione. Sugli ordini del giorno n. 9/3314/8 Galli e n. 9/3314/9 Patassini il parere è contrario. Gli ordini del giorno n. 9/3314/10 Bordonali e n. 9/3314/11 Martinciglio sono accolti come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/3314/12 Corneli il parere è contrario. L'ordine del giorno n. 9/3314/13 Rizzo è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/3314/14 Caiata il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/3314/15 Bazoli il parere è favorevole. Sugli ordini del giorno n. 9/3314/16 Maschio e n. 9/3314/17 Varchi il parere è contrario.

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3314/1 D'Attis. Onorevole D'Attis, accoglie la raccomandazione? No e chiede di parlare. Prego, ne ha facoltà.

MAURO D'ATTIS (FI). Presidente, mi rivolgo direttamente al sottosegretario. L'ordine del giorno riguarda una questione di lavoro e chiede al Governo di impegnarsi a “valutare l'opportunità di”. Credo che il Governo, che rifiuta l'opportunità di valutare qualcosa, cioè di “valutare l'opportunità di”, e addirittura sminuisce questo ordine del giorno in raccomandazione, faccia un errore sul quale chiedo al sottosegretario di riflettere - perché, tra l'altro, è una questione che conosce bene e la riguarda direttamente - accantonandolo. Altrimenti, confermo che non accetto la raccomandazione e chiedo che sia messo ai voti; chi lo vota, lo vota, poi ovviamente ognuno si assume le proprie responsabilità.

PRESIDENTE. Non vedo cenni di cambiamento del parere da parte del Governo, quindi l'ordine del giorno rimane accolto come raccomandazione. Se intendo bene e la sua posizione rimane così, onorevole D'Attis, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3314/1 D'Attis, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 46) (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3314/2 Ferri. Onorevole Ferri, lo vuole ritirare? Prendo atto che è ritirato.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3314/3 Giovanni Russo, su cui c'è parere contrario. Onorevole Russo, vuole intervenire? No, passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3314/3 Giovanni Russo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Onorevole D'Ettore, la mascherina, per cortesia…

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3314/4 Lucaselli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

Poi abbiamo l'ordine del giorno n. 9/3314/5 Gusmeroli, che accetta l'accoglimento come raccomandazione.

L'onorevole Ziello ha ritirato l'ordine del giorno n. 9/3314/6.

Sull'ordine del giorno n. 9/3314/7, l'onorevole Murelli accetta la raccomandazione proposta dal Governo.

Gli ordini del giorno n. 9/3314/8 Galli e n. 9/3314/9 Patassini sono ritirati.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3314/10 Bordonali, che accetta la raccomandazione.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3314/11 Martinciglio, va bene.

L'onorevole Corneli ritira l'ordine del giorno n. 9/3314/12.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3314/13 Rizzo, che accetta la raccomandazione.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3314/14 Caiata, su cui c'è un parere contrario. Se nessuno intende intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3314/14 Caiata, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

Sull'ordine del giorno n. 9/3314/15 Bazoli, il parere è favorevole.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3314/16 Maschio, su cui il parere è contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Velocemente, stiamo parlando di un ordine del giorno, quindi non di un emendamento. In genere, il valore anche simbolico degli ordini del giorno ha una valenza almeno politica, se non direttamente normativa. E, allora, credo che sia necessario capire chi è a favore del concetto di insolvenza incolpevole e chi è contrario. Infatti, se un'impresa è in difficoltà non per negligenza e incapacità dei propri amministratori, ma per una congiuntura economica generale, tanto più a volte determinata da misure adottate dal Governo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), cioè se un'impresa fallisce perché il Governo adotta delle misure che non le consentono di lavorare, non è pensabile che la responsabilità di questo fallimento sia non di chi l'ha causato, ma di chi l'ha subito; cioè, si puniscono due volte le vittime, anziché i veri responsabili. Io credo che chi sta dalla parte delle imprese e del mondo produttivo non possa avere dubbi da che parte stare su questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bond. Ne ha facoltà.

DARIO BOND (FI). Chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno, perché quella che ha detto il collega è una verità sacrosanta (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Bond chiede, quindi, di sottoscrivere l'ordine del giorno n. 9/3314/16 dell'onorevole Maschio.

Nessun altro intende intervenire, quindi passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3314/16 Maschio, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3314/17 Varchi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

Secondo le intese intercorse tra i gruppi, sospendiamo, a questo punto, la seduta, al fine di consentire lo svolgimento delle elezioni del presidente del gruppo Forza Italia.

La seduta riprenderà alle ore 15, con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 11,50, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno la Ministra della Giustizia e il Ministro della Salute.

Invito gli oratori a un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Iniziative di carattere normativo in merito alla disciplina prevista dall'articolo 130-bis del decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 2002, n. 115, con riferimento al gratuito patrocinio – n. 3-02549)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Parisse e D'Ettore n. 3-02549 (Vedi l'allegato A).

Il deputato Felice Maurizio D'Ettore ha facoltà di illustrare la sua interrogazione, per un minuto.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Grazie, Presidente. Ministro, come lei ha visto dalla nostra interrogazione, la tutela del gratuito patrocinio e il beneficio del gratuito patrocinio spesso non vengono riconosciuti nei giudizi avanti ai TAR, da ultimo dal TAR del Molise e dal TAR di Salerno (5 sentenze con riguardo all'assegnazione di alloggi di casa popolare), perché, molto spesso, i ricorsi vengono dichiarati inammissibili e si considera il termine “impugnativa”, di cui alla norma che ha citato il Presidente, come termine riferito all'impugnativa dell'atto e non all'impugnativa nel secondo grado. So bene che ci sono competenze anche della Presidenza del Consiglio, ma, intanto, credo che il Ministro della Giustizia possa sul tema già darci indicazioni (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. La Ministra della Giustizia, professoressa Marta Cartabia, ha facoltà di rispondere.

MARTA CARTABIA, Ministra della Giustizia. Grazie molte, Presidente. Ringrazio per l'interrogazione riguardo a questo articolo 130-bis, che vale la pena rileggere, è brevissimo: “Quando l'impugnazione, anche incidentale, è dichiarata inammissibile, al difensore non è liquidato alcun compenso”. L'origine dell'interrogazione dipende dal fatto che alcuni TAR hanno interpretato quella parola “impugnazione” come applicabile anche al giudizio di primo grado nell'ambito del giudizio amministrativo e non soltanto all'impugnazione in secondo grado e in Cassazione, come avviene normalmente nei giudizi civili e penali. Secondo l'interrogante, questo potrebbe comportare rischi di compressione del diritto di difesa e, quindi, auspica che si delimiti l'operatività dell'articolo 130-bis esclusivamente all'impugnazione della sentenza di primo grado.

Io devo affermare, innanzitutto, che non sono competente, come Ministro, ad interferire sulle interpretazioni dei giudici; in generale, non posso dare indicazioni sull'interpretazione delle norme che è attività strettamente giurisdizionale; in questo caso, in particolare, non posso intervenire perché il problema interpretativo è originato dai tribunali amministrativi e solo lì si può verificare questo tipo di equivoco, perché, benché la norma sia applicabile tanto nei giudizi amministrativi quanto in quelli civili e in quelli tributari, il termine “impugnazione” nell'ambito dei giudizi civili e tributari è chiaramente riferita all'impugnazione di secondo grado, mentre è nell'ambito amministrativo che può sorgere l'equivoco, perché quello, per definizione, è un giudizio che parte e che inizia sull'impugnativa dell'atto.

Tuttavia, non è competenza di questo Ministero nessun tipo di intervento nell'ambito della giustizia amministrativa, che fuoriesce, e non abbiamo titolo ad intervenire su questo ambito che spetta alla Presidenza del Consiglio.

PRESIDENTE. Il deputato Felice Maurizio D'Ettore ha facoltà di replicare.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). La ringrazio, Ministro. Mi aspettavo questa risposta però, lei, nella sua risposta, già fa riferimento al fatto che la norma, nel suo complesso, è riferita anche ai giudizi civili e tributari. Poi, c'è un'altra norma che riguarda i giudizi penali e si riferisce all'impugnativa della sentenza, non all'impugnativa dell'atto. Quindi, con questa interpretazione, ancorché lei correttamente non possa intervenire in via diretta sull'interpretazione del provvedimento, qual è il risultato? Che la Presidenza del Consiglio speriamo sia sollecitata. Le chiedo anche di far presente questa situazione, perché questa interpretazione porta a non avere più il gratuito patrocinio; porta gli avvocati a non fare più ricorsi amministrativi a favore di persone non abbienti di fronte alla possibilità che, già nel giudizio di primo grado, si escluda la liquidazione del compenso per il gratuito patrocinio. È una violazione del diritto di difesa. Questa interpretazione è chiaramente contraria alla lettera della norma che parla di impugnazione, non di impugnazione dell'atto amministrativo, ma di impugnazione con riguardo alla sentenza di primo grado, e quindi lascia poi al Consiglio di Stato il giudizio. Io auspico - viste anche le sue parole e il riconoscimento che “impugnativa” è un termine che non può essere che interpretato nel senso di impugnativa della sentenza e non dell'atto - che possa interessare la Presidenza del Consiglio.

Noi ribadiremo questa richiesta anche in questa sede per far comprendere che c'è un vulnus nel diritto di difesa, nel gratuito patrocinio e nella tutela delle persone non abbienti (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

(Iniziative volte ad adeguare gli organici degli uffici di esecuzione penale esterna – n. 3-02550)

PRESIDENTE. Il collega Verini ha facoltà di illustrare l'interrogazione Bazoli ed altri n. 3-02550 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

WALTER VERINI (PD). Grazie, Presidente. Signora Ministra, noi le chiediamo quali iniziative saranno adottate per incrementare gli organici delle strutture dell'esecuzione penale esterna e a che punto stanno le selezioni avviate. È fondamentale potenziare queste strutture che consentono l'accesso a misure alternative, come fissato anche dalla recente riforma del processo penale, misure di civiltà coerenti con spirito e lettera della Costituzione, tese alla rieducazione e al recupero delle persone che hanno sbagliato. Insomma, carceri umane, dove i detenuti compiano seri percorsi riabilitativi, ma carcere come estrema ratio. L'esecuzione penale esterna è decisiva per le pene alternative e per poter portare anche a questo riguardo più civiltà nel sistema dell'ordinamento penitenziario e delle pene.

PRESIDENTE. La Ministra della Giustizia, Marta Cartabia, ha facoltà di rispondere.

MARTA CARTABIA, Ministra della Giustizia. Grazie, Presidente e grazie agli onorevoli per aver posto questa questione che riguarda un aspetto, l'esecuzione penale esterna, su cui si sta impegnando fortemente il Ministero, proprio per quella connotazione di una modalità di esecuzione della pena ove si svolgono percorsi rieducativi fortemente individualizzati, volti alla rieducazione del condannato e strettamente collegati al territorio di appartenenza.

Come ha sottolineato l'onorevole interrogante, nella legge delega in materia penale c'è un forte incremento dell'applicazione delle pene sostitutive e quindi dovranno mettersi in campo misure idonee a garantire l'adeguatezza, in termini di strutture, di risorse e di personale, degli uffici dell'esecuzione penale esterna.

Il Ministero si sta preoccupando molto di questo sviluppo e la ragione di questa urgenza emerge chiaramente se noi guardiamo qualche dato. Ad oggi - quindi, senza tenere conto della prospettiva dello sviluppo che si avrà con l'attuazione della legge delega - i dati, al 31 agosto 2021, dicono che sono in corso 68.916 misure e sanzioni di comunità di diverse tipologie (misure alternative alla detenzione, messe alla prova, sanzioni di comunità e misure di sicurezza); sono quasi 69.000. Se si raffronta con il numero dei detenuti si capisce la significatività di questo impegno. A fronte di questo enorme numero di misure in corso, l'organico prevede che il comparto delle funzioni centrali sia dotato di 3.478 unità, di cui 1.701 funzionari della professionalità del servizio sociale.

In questo momento, sono in servizio 1.527 persone. La sproporzione è evidente. Sono in corso delle assunzioni, in questo ambito come in altri ambiti del settore penitenziario, ma è evidente che occorrerà ampliare in modo significativo le piante organiche, ma soprattutto coprirle tempestivamente sia per le esigenze attuali, sia per quelle che vediamo all'orizzonte, anche auspicabilmente in virtù dell'attuazione della delega penale.

PRESIDENTE. Il deputato, il collega Alfredo Bazoli ha facoltà di replicare.

ALFREDO BAZOLI (PD). Grazie, signora Ministra. Non è la prima volta che il Partito Democratico presenta un'interrogazione sul tema delle misure alternative - e non sarà probabilmente l'ultima - perché noi crediamo molto nel valore e nel ruolo delle misure alternative e delle cosiddette sanzioni di comunità, perché hanno un impatto molto positivo sul sistema penale italiano.

Infatti, intanto esse evitano la recidiva. Sappiamo da tante analisi che evitano la recidiva, quindi ciò garantisce maggiore sicurezza, perché una persona, che esce rieducata e non commette più delitti, garantisce maggiore sicurezza ed è in linea con le finalità rieducative della pena sancite nella nostra Costituzione. Inoltre, queste garantiscono anche una deflazione della popolazione carceraria e sappiamo quanto questo tema sia importante e sentito. Inoltre, tante misure alternative garantiscono un ventaglio di applicazioni di sanzioni penali che sono molto più articolate rispetto all'alternativa secca tra la detenzione e lo stare a casa in sospensione condizionale della pena e questo garantisce un'applicazione molto più vasta anche delle sanzioni penali. Ovviamente, noi siamo molto contenti che, nella riforma penale, si vada in quella direzione, quindi si incrementi molto l'uso delle misure alternative, ma bisogna rimuovere gli ostacoli che ne impediscono il funzionamento, anche attraverso l'incremento delle risorse e del personale a ciò dedicati. Quindi, prendiamo ovviamente con grande soddisfazione l'impegno che è stato qui assunto dalla Ministra; ovviamente ci riserviamo di aiutare e di continuare a sollecitare, perché questa è la direzione di marcia corretta su cui muoversi.

(Tempi di adozione del piano triennale dei fabbisogni del personale amministrativo dell'amministrazione giudiziaria – n. 3-02551)

PRESIDENTE. Il deputato Devis Dori ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02551 (Vedi l'allegato A).

DEVIS DORI (LEU). Grazie, Presidente. Il tema che porto all'attenzione del Ministero della Giustizia è relativo alle numerose, evidenti e cronicizzate scoperture di personale amministrativo del nostro sistema giustizia. Ad oggi si aggiunga che non risulta ancora adottato il nuovo Piano triennale dei fabbisogni del personale amministrativo dell'amministrazione giudiziaria. Sulla base di quella fotografia, risulterebbe più evidente la situazione di difficoltà in cui si trovano gli uffici giudiziari, anche solo per portare avanti le attività ordinarie. Sono quindi a chiedere alla Ministra Cartabia con quale tempistica è prevista l'adozione del predetto piano triennale, con le conseguenti determinazioni relative alle immissioni in ruolo dei vincitori dei concorsi, allo scorrimento delle graduatorie, alla riqualificazione del personale in servizio, alla mobilità interna e alla revisione delle piante organiche.

PRESIDENTE. La Ministra della Giustizia, Marta Cartabia, ha facoltà di rispondere.

MARTA CARTABIA, Ministra della Giustizia. Grazie, Presidente. Grazie, onorevole, la ringrazio per aver portato l'attenzione su un problema che è molto serio e molto sentito in tutti gli uffici giudiziari che sto visitando in questo periodo. Emerge un'inadeguatezza delle piante organiche, soprattutto per il personale addetto alle cancellerie e alle segreterie, e, unitamente all'inadeguatezza delle piante organiche, anche la scopertura dei posti; tutto questo nonostante sia in atto, almeno da qualche anno, uno sforzo davvero imponente di immissione in ruolo di moltissime figure.

Nel biennio 2020-2021, sono state eseguite le seguenti assunzioni - 1.403 operatori giudiziari, 1.250 cancellieri esperti, 368 direttori amministrativi, 16 conducenti, 101 funzionari giudiziari, oltre alla davvero ingente quantità di personale legata all'ufficio del processo - che il PNRR ci permette di effettuare. Il bando per 8.171 unità di addetti all'ufficio del processo, ai quali si aggiungeranno presto i 79 per le province autonome di Trento e Bolzano, è già chiuso e si stanno già realizzando le procedure per la selezione. A queste si aggiungono le procedure di mobilità. Il lavoro e l'attenzione da parte del Ministero, grazie anche alla disponibilità delle risorse che sono state messe a disposizione in questi ultimi anni, che devono andare a colmare carenze che però risalgono molto nel tempo, è davvero ingente; tuttavia è ancora inadeguato e ha ragione a sottolineare che occorre tempestivamente portare a termine il Piano triennale dei fabbisogni del personale amministrativo. Siamo al lavoro anche su questo, c'è una ricognizione dei fabbisogni, delle capacità assunzionali e delle risorse ed è interesse innanzitutto di questo Dicastero accelerare in questa direzione. La ringrazio molto per questa interrogazione.

PRESIDENTE. Il deputato Devis Dori ha facoltà di replicare.

DEVIS DORI (LEU). Grazie Presidente e grazie alla Ministra Cartabia. Siamo tutti consapevoli che la situazione che caratterizza il personale amministrativo del comparto giustizia è complessa e stratificata ed è frutto anche di continui cambi di direzione nelle politiche proprio di reclutamento nel corso dei decenni che chiaramente anche lei ha ereditato. Tuttavia, le scoperture sono evidenti, quindi dobbiamo porvi rimedio, nonostante chiaramente i dati che ha riportato nella sua risposta. E le soluzioni sono anche sollecitate spesso dai sindacati. Ecco, soluzioni rapide ci sarebbero, come anche gli scorrimenti di graduatoria; basta poi attuarli.

Per quanto riguarda il piano triennale, registro positivamente il fatto che la Ministra abbia confermato che il Ministero è al lavoro, però non abbiamo ancora una data e noi auspichiamo chiaramente che questo avvenga senza alcun ritardo. Quello che conta adesso è passare dai buoni propositi, poi, in tempi certi, alle soluzioni. La macchina della giustizia è resa funzionante ed efficiente e rapida non solo con riforme procedurali scritte sulla carta, ma anche e soprattutto grazie alla mente e alle braccia di tanti lavoratori motivati. Quindi, chiedo ancora certezze sui tempi, una tabella di marcia, tempistiche precise, togliendo quindi dall'instabilità migliaia di lavoratori.

(Dati relativi alle valutazioni di professionalità dei magistrati a partire dal 2017 – n. 3-02552)

PRESIDENTE. L'onorevole Costa ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02552 (Vedi l'allegato A).

ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente. Signora Ministra, come componente di Azione+ Europa la ringraziamo per il suo impegno, già concretizzatosi con l'approvazione del disegno di legge sul processo penale e la prossima approvazione del disegno di legge sul processo civile.

Oggi il nostro quesito è su un tema molto significativo: la valutazione sul lavoro dei magistrati ai fini della progressione di carriera e di stipendio da parte del CSM. È una valutazione seria oppure vengono tutti promossi? Perché, se così fosse, non sarebbe possibile distinguere tra meritevoli e non meritevoli e ci sarebbe un appiattimento che offrirebbe terreno fertile alle correnti, perché, se sono tutti considerati bravi, tutti con valutazione positiva, è evidente che la scelta competerebbe alle correnti, proprio quel fenomeno che lei ha in più circostanze evidenziato di voler sradicare.

PRESIDENTE. La Ministra della Giustizia, Marta Cartabia, ha facoltà di rispondere.

MARTA CARTABIA, Ministra della Giustizia. Grazie, Presidente. Grazie, onorevole Costa, mi ha fatto una domanda nell'interrogazione che ha natura strettamente quantitativa. Le risponderò offrendole numeri e dati degli ultimi cinque anni. Anno 2017: valutazioni negative 11 (0,8 per cento); valutazioni non positive 11 (0,8 per cento); valutazioni positive 1.425 (98,5 per cento). Anno 2018: valutazioni negative 5 (0,2 per cento); non positive 3 (0,1 per cento); positive 1.994 (99,6 per cento). Anno 2019: valutazioni negative 6 (0,5 per cento); non positive 3; positive 1.274. Anno 2020: valutazioni negative 6, valutazioni non positive 4 e positive 1.297.

PRESIDENTE. Colleghi.

MARTA CARTABIA, Ministra della Giustizia. Il tempo è scaduto, faccio un riassunto di questi cinque anni...

PRESIDENTE. No, mi scusi Ministra, dicevo ai colleghi.

MARTA CARTABIA, Ministra della Giustizia. E comunque arrivo alla fine. Nell'arco cronologico preso in considerazione, 2017-2021, le valutazioni negative in totale sono state 35, pari a uno 0,5 per cento; le valutazioni non positive sono state in totale 24, pari allo 0,3 per cento; le valutazioni positive sono state in totale 7.394, pari al 99,2 per cento. Grazie molte.

PRESIDENTE. L'onorevole Costa ha facoltà di replicare.

ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Grazie Ministra, la ringrazio per la risposta assolutamente completa. Le valutazioni di professionalità sono un giudizio molto importante nella carriera di un magistrato, perché attengono alla laboriosità e alla preparazione e dovrebbero soffermarsi anche sull'esito dei loro atti. Non basta certo dire che gli imputati sono stati assolti per giudicare male un pubblico ministero, ma non è neanche giusto che i risultati dell'attività non contino niente. Devono avere ovviamente un peso: se un pubblico ministero arresta 100 persone e quasi tutte vengono assolte, se un giudice in quattro anni vede annullate tutte le sue sentenze, questo deve avere un rilievo sulla carriera.

Oggi le promozioni sono di fatto automatiche e, se c'è un appiattimento, se tutti sono considerati bravi o bravissimi, a fare da padrone sono le correnti. Perché si deve selezionare un incarico direttivo, quando non c'è una valutazione in ordine al merito, in ordine alla capacità, in ordine alla laboriosità, in ordine alla puntigliosità? È evidente che, a quel punto, se sei appartenente a una corrente, fai carriera; se non lo sei, non fai carriera. Dobbiamo lavorare e sono certo che lo farà lei, lo faremo insieme, per premiare il merito e la qualità, per migliorare il nostro sistema giustizia, per garantire che il nostro sia veramente uno Stato di diritto, in cui il magistrato silenzioso e laborioso non venga calpestato dal magistrato chiassoso che spettacolarizza la giustizia italiana (Applausi di deputati dei gruppi Misto e Italia Viva).

(Iniziative volte alla proroga per il 2022 delle disposizioni che hanno riconosciuto in via sperimentale l'erogazione a favore delle persone con disabilità fisiche di ausili e componenti protesici, anche in vista di un adeguamento dei livelli essenziali di assistenza - n. 3-02553)

PRESIDENTE. L'onorevole Novelli ha facoltà di illustrare l'interrogazione Versace ed altri n. 3-02553 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

ROBERTO NOVELLI (FI). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, vado ad illustrare questa interrogazione a risposta immediata, a prima firma dell'onorevole Versace. L'articolo 104, comma 3-bis, del cosiddetto “decreto Rilancio” ha previsto in via sperimentale, per l'anno 2020, come ben sappiamo, uno stanziamento nei limiti di spesa di 5 milioni di euro, al fine di consentire al Servizio sanitario nazionale di erogare alle persone con disabilità fisiche ausili e protesi degli arti inferiori e superiori a tecnologia avanzata. Questi sono finalizzati naturalmente a rimuovere gli ostacoli che impediscono la piena inclusione delle persone con disabilità nello svolgimento delle attività sportive amatoriali. È stato quindi previsto un decreto da parte del Ministero della Salute che, però, non ha ancora visto la luce.

La domanda è se non si ritenga, per quanto di competenza, di provvedere già nella prossima legge di bilancio maggiori risorse e una proroga, almeno per il 2022, della sperimentazione di cui alla premessa, anche al fine di valutare gli effetti applicativi della norma e gli effettivi oneri, in previsione di un auspicato successivo inserimento dei suddetti componenti protesici nei livelli essenziali di assistenza.

PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO SPERANZA, Ministro della Salute. Grazie Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti che hanno posto l'attenzione su un tema che considero particolarmente cruciale; grazie in modo particolare all'onorevole Versace che è da sempre impegnata su questa frontiera importante per il nostro Paese. Gli uffici tecnici della Direzione generale della programmazione sanitaria hanno provveduto a dare attuazione a quanto previsto dall'articolo 104, comma 3-bis, del “decreto Rilancio”, attraverso la predisposizione di uno schema di decreto per l'erogazione di ausili e protesi degli arti inferiori e superiori a tecnologia avanzata e con caratteristiche funzionali allo svolgimento di attività sportive amatoriali, destinati a persone con disabilità fisica. Dopo aver condiviso il predetto schema con gli uffici di diretta collaborazione del Ministero, al fine di consentire l'avvio dell'iter procedurale previsto dalla sperimentazione, la Direzione generale competente ha trasmesso il provvedimento al Consiglio superiore di sanità per l'acquisizione del parere di norma dirimente in relazione alle tipologie di beneficiari, nonché dei dispositivi erogabili. Allo stato attuale, dunque, si è in attesa di un riscontro da parte del predetto organo consultivo che consenta un adeguato e doveroso inquadramento della questione. Si è trattato di un iter particolarmente complesso, trattandosi di dispositivi a tecnologia avanzata che richiedono valutazioni approfondite al fine non solo di individuare la platea dei potenziali fruitori, ma soprattutto per assicurare che l'utilizzo avvenga in condizioni di sicurezza.

Confido che, una volta definita la cornice regolatoria nelle prossime settimane, sarà possibile per gli interessati fruire di questi importanti ausili, decisivi per il miglioramento della vita. Trovo, quindi, giusto verificare la possibilità di destinare per il 2022 maggiori risorse a tale iniziativa.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il collega Novelli. Prego.

ROBERTO NOVELLI (FI). Grazie, signor Ministro, questa è una risposta che va nella direzione auspicata. Vogliamo comunque continuare ad essere fiduciosi, anche perché è giusto ricordare che l'OMS nella Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità, ratificata in Italia nel 2009, ha indicato come prioritaria la promozione dell'attività sportiva a tutti i livelli per le persone con disabilità, proprio per i benefici riconosciuti che lo sport produce a chi lo pratica.

È importante saper riconoscere che questa non deve essere una voce di spesa ma un investimento a lungo termine che lo Stato è giusto debba fare, perché è importante migliorare la salute di una persona (e anche questo, naturalmente, è legato allo stato di salute di una persona con disabilità), fornendo gli strumenti adeguati per una vita il più possibile normale. In Italia ci sono circa 4 milioni e forse più di persone - e vado a concludere - con disabilità che chiedono la possibilità di avere, anche attraverso l'uso di ausili tecnologici avanzati, una vita quotidiana normale e migliorativa. Purtroppo, sono in pochi a potersi permettere di spendere cifre importanti per ottenere questi ausili protesici a tecnologia avanzata.

Voglio ricordare - e qui concludo - che la collega Versace da anni sta cercando di coinvolgere molti di noi con proposte di legge e iniziative specifiche che vanno nella direzione di dare una vita migliore alle persone che sono meno fortunate e che hanno necessità di questi ausili protesici anche a tecnologia avanzata.

(Iniziative di competenza per riconoscere la fibromialgia quale malattia invalidante e per garantire un trattamento dei pazienti appropriato e omogeneo sul territorio nazionale – n. 3-02554)

PRESIDENTE. La deputata Lucia Annibali ha facoltà di illustrare l'interrogazione Noja ed altri n. 3-02554 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

LUCIA ANNIBALI (IV). Grazie, signor Presidente. Ministro, la sindrome fibromialgica è una malattia cronica caratterizzata da numerosi sintomi, tra cui, in particolare, dolore muscoloscheletrico diffuso, astenia, disturbi del sonno, alterazioni neurocognitive e altri sintomi. Le conseguenze sulla qualità della vita dei malati sono molto impattanti. A essere colpite sono prevalentemente le donne. La difficoltà diagnostica spesso porta il malato a dover affrontare un calvario pieno di sofferenza, che può durare anni. Alcune regioni italiane hanno già approvato leggi in materia, ma occorre dare uniformità al sistema e seguito effettivo alle raccomandazioni dell'OMS e del Parlamento europeo per assicurare omogeneità di trattamento ai soggetti affetti da questa patologia, a prescindere dal territorio di residenza.

Tanto premesso, noi le chiediamo dunque, Ministro, quali iniziative lei intenda adottare per riconosce la fibromialgia quale malattia invalidante e per consentire, tra l'altro, l'applicazione dell'esenzione della spesa sanitaria alle persone che ne sono affette e permettere alle regioni di approntare mirati e specifici protocolli terapeutici riabilitativi, volti a garantire prestazioni specialistiche appropriate ed efficaci.

PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO SPERANZA, Ministro della Salute. Grazie, Presidente. Voglio ringraziare anche in questo caso l'onorevole Annibali e anche l'onorevole Noja per aver posto l'attenzione su un tema che è particolarmente delicato e merita davvero il massimo impegno da parte delle istituzioni. La fibromialgia è una patologia cronica non infiammatoria dolorosa che colpisce l'apparato muscoloscheletrico e che determina una difficile qualità della vita in molti pazienti, in quanto il dolore cronico limita l'attività fisica, la vita sociale e lo stato di benessere complessivo e, secondo alcune rilevazioni, arriva a colpire tra il 2 e il 3 per cento della popolazione. È presente anche in soggetti più giovani, di età inferiore a 18 anni, e colpisce soprattutto il genere femminile. Da tempo essa è oggetto di un numero cospicuo di segnalazioni e di atti parlamentari volti a chiedere una maggiore attenzione da parte delle istituzioni e della classe medica nei confronti dei pazienti e un eventuale inserimento tra le patologie soggette a specifica tutela. In particolare, le richieste riguardano l'inserimento della fibromialgia tra le malattie croniche invalidanti che danno diritto all'esenzione della spesa sanitaria per le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale necessarie al monitoraggio della malattia e alla prevenzione degli aggravamenti e delle complicazioni, fermo restando che il Servizio sanitario nazionale mette a disposizione degli assistiti, nelle strutture pubbliche e private accreditate, tutte le prestazioni contenute nei livelli essenziali di assistenza.

Ciò premesso, con riferimento a quanto richiesto dall'onorevole interrogante, segnalo che la Commissione nazionale per l'aggiornamento dei LEA e la promozione dell'appropriatezza del Sistema sanitario nazionale è impegnata nell'esame e nella valutazione di tale richiesta di inserimento e delle relative prestazioni di specialistica ambulatoriale appropriate per il monitoraggio della malattia da concedere in regime di esenzione.

Voglio qui ricordare che i nuovi investimenti che stiamo facendo proprio in questa manovra di bilancio potranno anche servire per rendere più larghi i nostri livelli essenziali di assistenza. Ricordo qualche numero: 2 anni fa, nel 2019, il Fondo sanitario nazionale aveva 114 miliardi. In questo momento, mentre sto parlando, siamo arrivati a 122. L'impegno del Governo è arrivare a 124 l'anno prossimo, 126 nel 2023 e 128 nel 2024. Questa crescita, senza precedenti, del Fondo sanitario nazionale ci metterà sicuramente nelle condizioni di rispondere anche ad alcune esigenze che sono state sottoposte.

PRESIDENTE. La deputata Lisa Noja ha facoltà di replicare.

LISA NOJA (IV). Grazie Presidente. Grazie Ministro, accogliamo con favore le sue parole e le interpretiamo come un impegno. Noi chiediamo che questo impegno trovi attuazione il prima possibile perché, Ministro, il tema della disomogeneità territoriale è un tema di equità. Nascere in una regione in cui il processo di attenzione verso i malati affetti da fibromialgia è più avanzato rispetto a un'altra regione non è qualcosa che noi possiamo accettare (non è conforme ai principi della nostra Costituzione). È un tema che ha a che vedere con le spese economiche che devono affrontare i malati. Lei ricordava, in precedenza, il riconoscimento di questa malattia come invalidante, che significa anche la possibilità di esenzione rispetto alle spese mediche. Io aggiungo che è un tema anche di sostegno umano e sociale, perché il tema della fibromialgia, come veniva ricordato prima, ha a vedere anche con la solitudine che vivono i malati, che spesso non si vedono riconosciuti in questa loro malattia, arrivano a una diagnosi spesso dopo mesi o anni, non riescono a lavorare e si trovano in uno stato di solitudine e di non riconoscimento anche culturale della loro situazione, che invece il riconoscimento formale e giuridico potrebbe colmare.

Quindi, le chiediamo, Ministro, massima attenzione e massima tempestività su questo problema (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

(Chiarimenti in merito all'operato del Ministro della Salute a seguito delle segnalazioni di non conformità di mascherine chirurgiche acquistate in Cina, alla luce di una recente inchiesta giudiziaria che vede coinvolto l'ex Commissario straordinario Domenico Arcuri – n. 3-02555)

PRESIDENTE. Il deputato Giuseppe Paolin ha facoltà di illustrare l'interrogazione Molinari ed altri n. 3-02555 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

GIUSEPPE PAOLIN (LEGA). Grazie, Presidente. Ministro Speranza, nella giornata di ieri, appena dopo la chiusura dei seggi elettorali – e, sottolineo: appena dopo la chiusura dei seggi elettorali - è rimbalzata su tutti i quotidiani la notizia che vede coinvolto l'ex commissario straordinario Domenico Arcuri, indagato dalla procura di Roma per corruzione, peculato e abuso d'ufficio. Le indagini della procura gravitano attorno agli affidamenti disposti dall'ex commissario a favore di 3 consorzi cinesi per l'acquisto di 801 milioni di mascherine, del valore complessivo di 1,2 miliardi di euro. Le analisi di laboratorio, condotte dagli inquirenti, hanno certificato che questi dispositivi non soddisfano i requisiti, anzi sono pericolosi. La procura aveva ordinato il sequestro delle mascherine in oggetto, quelle giacenti, ma molte risultavano già distribuite, nelle fasi più critiche dell'emergenza, a ospedali e RSA.

Chiediamo, dunque, se e per quali ragioni non abbia dato seguito alle segnalazioni, ignorandole completamente e omettendo di adottare iniziative di competenza per la tutela della salute pubblica (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO SPERANZA, Ministro della Salute. Grazie, Presidente. In riferimento al question time in oggetto, si segnala, preliminarmente, che c'è una differenza molto importante, sull'ambito delle autorizzazioni, tra le mascherine facciali FFP2 e FFP3 e i dispositivi medici (le mascherine chirurgiche). Le mascherine facciali FFP2 e FFP3 non sono, infatti, dispositivi medici, bensì sono dispositivi di protezione individuale e sono sotto la vigilanza del Ministero dello Sviluppo economico e del Ministero del Lavoro, come chiaramente sancito dall'articolo 13 del decreto legislativo n. 475 del 1992, in modo particolare ai commi 1 e 4, in quanto usati per proteggere l'utilizzatore da agenti esterni e sono certificati ai sensi di quanto previsto dal decreto legislativo n. 475 del 1992, sulla base di norme tecniche armonizzate. A tal proposito, in coerenza con quanto sopra detto, si rappresenta che sul sito istituzionale di Accredia, che è l'ente unico di accreditamento designato dal Governo italiano, si legge testualmente: “Qualora il dispositivo di protezione oggetto di approfondimento non dovesse risultare correttamente marcato CE e non validato da INAIL, è possibile segnalarlo alle autorità preposte alla sorveglianza del mercato. Per i dispositivi di protezione individuale le segnalazioni vanno inviate al Ministero dello Sviluppo economico e al Ministero del Lavoro e delle politiche sociali”.

Le mascherine chirurgiche, invece, rispondono alla norma tecnica UNI EN 14683:2019 e non sono soggette ad autorizzazione ministeriale, fermo restando l'obbligo del fabbricante di garantirne la conformità tecnica ai requisiti essenziali, con apposizione del marchio CE sul prodotto immesso in commercio e l'iscrizione alla banca dati del Ministero della Salute. Fatte queste doverose premesse, si segnala che, al fine di contrastare il diffondersi dell'epidemia da SARS-CoV-2, il legislatore ha introdotto norme speciali eccezionali finalizzate a far fronte al rilevante incremento del fabbisogno di DPI e di dispositivi medici attraverso un meccanismo di semplificazione procedurale per l'acquisizione dei citati dispositivi mediante l'effettuazione di valutazioni documentali sulle caratteristiche degli stessi, svolte dall'INAIL per i DPI e dall'Istituto superiore di sanità per i dispositivi medici, secondo il procedimento analiticamente descritto dall'articolo 15 del decreto-legge 17 marzo 2020.

Per quanto attiene all'attività di approvvigionamento effettuata dalla struttura commissariale, si rappresenta che la normativa di riferimento, e segnatamente l'articolo 5-bis del menzionato decreto-legge, consente alla Protezione civile e al commissario straordinario di acquisire dispositivi di protezione individuale e altri dispositivi medicali in deroga alla vigente disciplina in materia di appalti pubblici. Rammento che nell'ambito del Comitato tecnico-scientifico il coordinatore aveva individuato due gruppi di lavoro, uno per i DPI e uno per i DM, che mediante una valutazione di carattere documentale esaminavano le relazioni tecniche che accompagnavano i dispositivi in questione ai fini dell'autorizzazione in deroga. Mi risulta che circa il 40 per cento delle richieste venivano respinte.

Voglio inoltre, in chiusura, ricordare il ruolo importante svolto nella fase più difficile di approvvigionamento dei dispositivi di protezione dall'Agenzia delle dogane e da tutte le Forze dell'ordine, a partire dai Carabinieri NAS, cui va la mia massima gratitudine per il lavoro fatto in una fase particolarmente delicata.

Quanto precede è stato puntualmente rappresentato dal Ministero della Salute, con nota 4238 del 15 giugno 2021, trasmessa, ai fini della risposta, alle interrogazioni menzionate.

PRESIDENTE. Il deputato Giuseppe Paolin ha facoltà di replicare.

GIUSEPPE PAOLIN (LEGA). Sono sconcertato. Lei, Ministro, non ha risposto. Mi sottopone un fatto burocratico, mi dice che le mascherine FPP2 e FFP3 rispetto alle chirurgiche non andavano controllate dagli stessi enti, ma le ricordo che la Lega ha presentato due interrogazioni. Sapeva, e la stampa glielo aveva ricordato, dei problemi riscontrati con queste mascherine, che sono state distribuite e, con molta probabilità, sono state veicolo di contagio tra i sanitari e gli ospiti che gli stessi sanitari accudivano. Non mi dice se è stata fatta una valutazione rispetto alla distribuzione di queste mascherine e l'aumento dei contagi presso queste strutture.

Altra parte miserabile della vicenda è che gli affidamenti ai consorzi - con enti certificatori turchi, le ricordo - sarebbero stati agevolati dall'intermediazione di imprese italiane, che hanno speculato - è l'ipotesi - per circa il valore di 77 milioni di euro, dando vita a un sodalizio senza scrupoli, intento a speculare sull'epidemia e condizionare le scelte della pubblica amministrazione.

Signor Ministro, tutto questo, per non parlare della campagna vaccinale, “primule” comprese, indurrebbe chiunque a serie riflessioni sul proprio futuro e a un doveroso esame di coscienza (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Chiarimenti in merito all'ipotesi di effettuare richiami per il vaccino anti COVID-19 con riguardo alla popolazione con sistema immunitario non compromesso – n. 3-02556)

PRESIDENTE. L'onorevole Ianaro ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02556 (Vedi l'allegato A).

ANGELA IANARO (M5S). Grazie, Presidente. Signor Ministro, rispetto alla necessità o meno della terza dose di vaccino anti-COVID si è aperto un ampio dibattito a livello scientifico e, sebbene sia univocamente riconosciuta l'efficacia della terza dose nei soggetti immunodepressi, al momento non ci sono sufficienti evidenze scientifiche che ne dimostrino l'utilità nei soggetti immunocompetenti e quali siano gli effetti collaterali di una terza somministrazione, soprattutto nei più giovani. Il comitato scientifico consultivo dell'FDA, l'Agenzia statunitense preposta alla sicurezza dei farmaci, autorizza la terza dose solo per gli immunocompromessi, mentre attende ulteriori dati scientifici per estenderla anche ai soggetti immunocompetenti. Al contrario l'EMA, basandosi su un singolo studio israeliano, si è espressa anche sulle dosi di richiamo per le persone immunocompetenti. Alla luce delle ultime deliberazioni di EMA, il Ministero della Salute ha dato il via libera alla terza dose di vaccino per i fragili e per tutti gli over 60. Le chiediamo, signor Ministro, se, in mancanza di evidenze scientifiche univoche, non ritenga opportuno fornire chiarimenti relativi alla necessità di effettuare la terza dose anche alla popolazione con sistema immunitario competente.

PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO SPERANZA, Ministro della Salute. Grazie, Presidente. Ringrazio gli interroganti per aver consentito ulteriori chiarimenti su un tema così centrale anche del futuro della nostra campagna di vaccinazione. La terza dose è stata autorizzata nel nostro Paese, in sintonia con le indicazioni dell'Agenzia europea dei medicinali, prima di tutto per gli immunocompromessi. In questo caso, la somministrazione deve avvenire non prima di 28 giorni e tecnicamente per la comunità scientifica non si tratta di un vero e proprio richiamo (di un booster), ma di un completamento del ciclo di vaccinazione primaria. Le altre categorie che sono state autorizzate dalle autorità sanitarie del nostro Paese sono gli ultraottantenni, gli ospiti delle RSA - e questa valutazione è figlia anche di una storia che conosciamo bene di difficoltà della penetrazione del virus dentro le RSA -, per il personale sanitario, a partire da quelli di età più avanzata, e i fragili di ogni età, oltre che gli ultrasessantenni.

Per queste categorie il richiamo può avvenire solo dopo sei mesi dal completamento del ciclo primario. L'evidenza scientifica e il confronto nella comunità internazionale ci porterà passo dopo passo a valutare la terza dose eventualmente anche per altre categorie, che oggi però sono fuori da quelle che ho finora indicato. La vaccinazione con la terza dose nel nostro Paese è iniziata già nell'ultima decade di settembre e ad oggi, a stamattina alle 6, risultavano somministrate 700.623 terze dosi. La terza dose, in conclusione, rappresenta un pezzo importante della nostra strategia di contrasto al virus e proprio oggi, in questo particolare momento, cioè quando ci avviamo alla fase invernale e alla fase autunnale, è ancora più fortemente raccomandata nelle categorie che prima ho indicato.

PRESIDENTE. La collega Ianaro ha facoltà di replicare.

ANGELA IANARO (M5S). Grazie Presidente e grazie signor Ministro. Ritengo che in questo momento in particolare sia importante, anzi essenziale che ci sia una comunicazione chiara, continua, trasparente, proprio perché è necessario che si rafforzi la fiducia dei cittadini nei confronti della scienza e nei confronti delle istituzioni.

Voglio cogliere l'occasione anche per ricordare le parole pronunciate dal coordinatore del Comitato tecnico-scientifico, il professor Locatelli, che dichiarava proprio poco tempo fa: la terza dose di vaccino contro il COVID ai soggetti fragili e agli anziani è opportuna e necessaria, ma, prima di avviare una campagna che coinvolga giovani e sani, occorre velocizzare le immunizzazioni nel resto del mondo. Aggiungo, signor Ministro, che ignorare che la metà del mondo sia rimasta indietro nella campagna vaccinale non solo è eticamente inaccettabile, ma anche antiscientifico ed antieconomico.

In quei Paesi rimasti scoperti l'elevata circolazione del virus SARS-CoV-2 faciliterà la comparsa di pericolose varianti che, prima o poi, chiederanno il conto anche al mondo occidentale. Non viviamo in una bolla, signor Ministro, lei lo sa molto bene; ed è per questo che continuiamo a chiedere un impegno deciso e fermo per lavorare ad una sospensione temporanea dei brevetti e al trasferimento delle tecnologie nei Paesi a basso reddito. Così come ritengo che, prima di considerare l'allargamento della platea per la terza dose, come dichiarato oggi dal sottosegretario Costa, occorra valutare anche la necessità di sollecitare disponibilità di nuove formulazioni più attive verso le nuove varianti.

(Iniziative di competenza volte a garantire la gratuità dei test antigenici rapidi in favore dei lavoratori non vaccinati e per estendere la validità delle relative certificazioni verdi ad almeno 72 ore – n. 3-02557)

PRESIDENTE. Prima di passare all'interrogazione, saluto il collega Foti per il suo rientro in aula (Applausi) da parte di tutti i colleghi.

Il deputato Massimiliano De Toma ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-02557 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Grazie Presidente, signor Ministro, questo è l'ennesimo provvedimento in cui il Governo lascia incerti datori di lavoro e lavoratori, così come la tecnica legislativa continua a lasciar desiderare sia nel decreto, sia nelle linee guida. Le disposizioni del decreto-legge del 21 settembre prevedono che i lavoratori privi di certificazione verde COVID-19 siano considerati assenti ingiustificati e che, per i giorni di assenza ingiustificata, non sia dovuta loro la retribuzione. Dalle norme si evince l'introduzione di fatto di un obbligo alla vaccinazione, giocando sulla fonte di sostentamento economico degli italiani, senza che il Governo se ne assuma la responsabilità. I tamponi sono l'unico strumento certo che ci informa circa la positività o meno di un soggetto, fermo restando l'importanza della vaccinazione. Tutti sanno che essere vaccinati non ci rende invincibili, perché dopo la somministrazione un soggetto può essere positivo e contagioso. Vogliamo sapere se il Governo intenda garantire la gratuità dei tamponi antigeni rapidi in favore dei lavoratori non vaccinati, nel rispetto delle norme sulla non discriminazione ed estendere la validità del certificato verde ad almeno 72 ore, anche alla luce dei dati positivi.

PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO SPERANZA, Ministro della Salute. Grazie, Presidente. Voglio ricordare all'Aula come il green pass rappresenti un pezzo fondamentale della strategia del Governo nella gestione di questa fase dell'epidemia. È uno strumento che gli italiani hanno ormai imparato a conoscere e anche utilizzato in modo molto consistente, se si considera che, a stamattina, sono circa 103 milioni i green pass che sono stati scaricati nelle tre fattispecie, cioè vaccinati, persone che hanno contratto il COVID e persone che hanno avuto un test negativo. Il green pass, che è uno strumento importante, perché rende più sicuri i luoghi dove esso si utilizza, ha sicuramente prodotto anche un effetto importante di natura incentivante sulla nostra campagna di vaccinazione. Oggi i numeri dell'Italia sono tra i più significativi a livello europeo e a livello globale. Siamo arrivati - dati di stamattina alle 6 - all'85,76 per cento di prime dosi nella popolazione sopra i 12 anni e siamo arrivati all'81,55 per cento di persone che hanno completato il ciclo vaccinale sempre sopra i 12 anni. Dobbiamo continuare su questa strada. Ogni vaccino in più significa avere uno scudo più forte, soprattutto in una stagione più complicata, come quella che sta arrivando, in cui le persone più facilmente vivono in ambienti chiusi e in cui le temperature naturalmente scendono. Sui tamponi voglio ricordare che il commissario Figliuolo ha stipulato un'intesa importante con le farmacie del nostro Paese - che voglio ringraziare per il lavoro straordinario che stanno facendo proprio in queste settimane -, e questa intesa ha consentito di calmierarne il costo. Voglio anche ricordare che, invece, il vaccino è gratuito ed è disponibile per tutti. Oggi, in questo momento, con un test molecolare si ha già la possibilità di avere un green pass per 72 ore, mentre con un testo antigienico il green pass è disponibile per 48 ore. Sono valutazioni figlie di un confronto della comunità scientifica e io credo che sia particolarmente corretto, su materie così tecniche, un confronto sempre serrato con i nostri scienziati.

L'auspicio del Governo è che la percentuale dei vaccinati possa ancora continuare a crescere, proteggendoci così da un aumento del numero dei contagiati, da un aumento delle ospedalizzazioni e soprattutto da un aumento dei decessi. In conclusione, voglio ribadire che il vaccino è la vera chiave fondamentale per chiudere questa stagione così difficile e aprirne finalmente una diversa.

PRESIDENTE. Il deputato Marcello Gemmato ha facoltà di replicare.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Ministro, non mi ritengo soddisfatto della sua risposta, perché, straordinariamente, si continua a fare confusione fra il vaccino e il green pass (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che sono due cose completamente separate. Chi vi parla è vaccinato, il leader del nostro gruppo, Giorgia Meloni, è vaccinata, il nostro capogruppo è vaccinato, quindi, non albergano in noi sentimenti no-vax, però dobbiamo dire con chiarezza che, ad oggi, non essendo presente l'obbligo vaccinale, ci sono 3 milioni di lavoratori italiani che non sono vaccinati e che, per accedere al posto di lavoro, hanno bisogno del green pass. Questo è un dato di partenza, Ministro, lo dico a un parlamentare che viene da una tradizione di sinistra: dobbiamo difendere il loro diritto al lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e questo diritto non si può declinare, facendo pagare, ogni due giorni, almeno 15 euro agli stessi lavoratori. L'invito qual è, Ministro? È renderlo gratuito, mutuabile, il tampone. Le voglio ricordare, lei ricordava opportunamente, altri Paesi europei; in quei Paesi europei, dove ci sono pari livelli di vaccinazione, non c'è il green pass (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ora, perché l'Italia, anche in questo, negativamente, costituisce un unicum? Allora, rendiamo gratuiti i tamponi o, quanto meno, prolunghiamo - e concludo – per 72 la validità degli stessi. Lo facciamo per i nostri lavoratori che non sono convinti, come noi, che anche il vaccino, che soprattutto il vaccino, sia lo strumento giusto per uscire da questo incubo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16.

La seduta, sospesa alle 15,50, è ripresa alle 16.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

Missioni.

Comunico che, ai sensi articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Brescia, Casa, Colletti, Comaroli, De Menech, Del Barba, Delmastro Delle Vedove, Marco Di Maio, Gregorio Fontana, Gebhard, Giachetti, Lapia, Liuni, Lollobrigida, Lupi, Maggioni, Mariani, Molinari, Mura, Parolo, Perantoni, Roberto Rossini, Serracchiani, Versace, Vito e Zoffili sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente 100, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri in vista della riunione del Consiglio europeo del 21 e 22 ottobre 2021.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri in vista della riunione del Consiglio europeo del 21 e 22 ottobre 2021.

La ripartizione dei tempi riservati alla discussione è pubblicata nel vigente calendario dei lavori (vedi calendario).

(Intervento del Presidente del Consiglio dei Ministri)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi.

MARIO DRAGHI, Presidente del Consiglio dei Ministri. Grazie, signor Presidente. Onorevoli deputate e deputati, nell'intervento di oggi intendo affrontare i temi in discussione nel Consiglio europeo di questa settimana. Si tratta di pandemia e vaccini, transizione digitale, costo dell'energia, migrazioni, commercio estero, impegni internazionali e, in particolare, COP26. Dopo un avvio stentato, la campagna di vaccinazione europea ha raggiunto risultati molto soddisfacenti. Nell'Unione europea quasi 4 adulti su 5 hanno ricevuto almeno una dose di vaccino, per un totale di 307 milioni di persone. In Europa, abbiamo somministrato 130 dosi di vaccino per 100 abitanti, a fronte delle 121 negli Stati Uniti. In Italia, la campagna procede più spedita della media europea. Ad oggi, l'86 per cento della popolazione sopra i 12 anni ha ricevuto almeno una dose e l'81 per cento è completamente vaccinata. Voglio ricordare che, prima dell'ultimo Consiglio europeo, a fine giugno, meno di un terzo della platea aveva completato il ciclo vaccinale. Negli ultimi tre mesi e mezzo, l'Italia ha dunque vaccinato metà della popolazione con più di 12 anni. Uno sforzo straordinario per cui dobbiamo essere grati al nostro sistema sanitario, a partire da medici e infermieri (Applausi) e dobbiamo essere anche grati per l'immane opera logistica compiuta dalle persone scelte da questo Governo.

Voglio inoltre ringraziare ancora una volta tutti i cittadini che hanno scelto di vaccinarsi (Applausi), in particolare i giovani e i giovanissimi, e anche chi ha deciso di farlo nelle scorse settimane, dopo aver superato le proprie esitazioni. La curva epidemiologica è ora sotto controllo grazie al senso di responsabilità dei cittadini (Applausi). Questo ci permette di tenere aperte le scuole, le attività economiche e i luoghi della nostra socialità.

Il Consiglio europeo riaffermerà il proprio impegno a contribuire alla solidarietà internazionale in materia di vaccini. Dobbiamo incrementare la fornitura di dosi ai Paesi più fragili perché possano proteggere i loro cittadini (Applausi) e per impedire l'insorgenza e la diffusione di nuove e pericolose varianti. Solo il 2,8 per cento di chi vive in un Paese a basso reddito ha ricevuto almeno una dose di vaccino, a fronte di quasi il 50 per cento della popolazione mondiale (Applausi). L'Italia ha recentemente triplicato le donazioni di vaccino, da 15 a 45 milioni di dosi, da distribuire principalmente attraverso il meccanismo COVAX. Ad oggi abbiamo assegnato più di 11 milioni: circa 3 milioni ciascuno a Vietnam e Indonesia; un milione e mezzo all'Iran; 700 mila a Libano, Yemen e Iraq. C'è anche una lunga fila di vari Paesi che ha ricevuto questi vaccini: l'Uganda ha avuto 480 mila dosi, l'Albania 188 mila, l'Algeria 163 mila, la Libia 261 mila; insomma, si cerca di essere il più attivi e generosi possibile. Al Consiglio discuteremo inoltre dell'approccio europeo per affrontare e superare eventuali future pandemie. Al Global Health Summit dello scorso maggio abbiamo firmato la Dichiarazione di Roma che ci impegna a migliorare la condivisione di dati e conoscenze a livello globale. Dobbiamo investire nella scienza e nella ricerca che ci hanno permesso di avere vaccini efficaci e sicuri in pochi mesi.

A settembre la Commissione ha inaugurato HERA, l'Autorità europea per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie. Il suo scopo è migliorare il coordinamento interno all'Unione sia nella preparazione che nella gestione di crisi future. Si occuperà, ad esempio, dell'attivazione di misure di emergenza per lo sviluppo, l'approvvigionamento e la distribuzione di prodotti medici e sanitari. Dobbiamo evitare il ripetersi dei pericolosi episodi di protezionismo sanitario a cui abbiamo assistito nei primi mesi della pandemia. Continueremo a lavorare per migliorare la risposta globale a future crisi sanitarie anche in tutte le sedi multilaterali appropriate.

Per quanto riguarda l'Agenda digitale, il Consiglio intende definire la tabella di marcia per gli obiettivi del 2030 anche con l'indicazione di scadenze e di un sistema di monitoraggio. Gli obiettivi europei per il 2030 riguardano quattro aree prioritarie: infrastrutture digitali sicure, efficienti e sostenibili; trasformazione digitale delle imprese; digitalizzazione dei servizi pubblici; formazione delle competenze digitali. L'Italia ha fatto propri questi obiettivi e ne ha anticipato il raggiungimento al 2026, anche grazie alle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Siamo ancora indietro, ma intendiamo colmare rapidamente il divario che ci separa dal resto d'Europa e, in alcuni settori, vogliamo arrivare anche a guidare la transizione digitale europea. Per farlo abbiamo stanziato 50 miliardi di euro, oltre un quarto della dotazione complessiva del Piano. La Presidenza del Consiglio e i Ministeri coinvolti hanno già predisposto meccanismi di verifica sui progressi compiuti. Questi non saranno eccessivamente gravosi e saranno basati su indicatori attendibili. Allo stesso tempo, dobbiamo migliorare la cooperazione tra gli Stati membri dell'Unione europea nel digitale. Vogliamo trovare soluzioni condivise su quattro versanti: la sicurezza cibernetica, la concorrenza, i servizi digitali e l'intelligenza artificiale.

Sul fronte della cybersicurezza il nostro obiettivo è garantire un quadro normativo chiaro e identificare risposte rapide e coordinate. L'Italia si è dotata di un'Agenzia per la cybersicurezza nazionale che promuove lo sviluppo di capacità di prevenzione, monitoraggio, rilevamento e mitigazione. È un tema prioritario per l'Europa che metterà in campo degli strumenti legislativi appropriati. Sulla concorrenza nel digitale, lavoriamo sulle proposte di regolamentazione europea per il mercato e i servizi digitali. L'Italia sostiene la proposta di regolamento sui mercati digitali e ne auspica la pronta adozione.

Intendiamo, poi, fissare adeguate garanzie per la libertà di impresa e di espressione; occorre assicurare al contempo la non discriminazione e la corretta attribuzione delle responsabilità sulla distribuzione e sulla pubblicazione di contenuti e prodotti on-line. L'Italia sostiene il Regolamento dell'Unione europea sui servizi digitali anche per proteggere efficacemente prodotti e contenuti realizzati in Italia. La nostra convinzione è che quello che è illecito off-line debba essere illecito anche online (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Lega-Salvini Premier, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Coraggio Italia, Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Misto).

Infine, sull'intelligenza artificiale il nostro obiettivo è promuoverne la sperimentazione e renderne l'utilizzo più sicuro, ma anche più trasparente. Allo stesso tempo, dobbiamo alimentare la fiducia dei cittadini per queste nuove soluzioni tecnologiche; la Strategia nazionale sull'intelligenza artificiale, adottata dal Comitato interministeriale per la transizione digitale costituisce il quadro per migliorare il posizionamento competitivo del Paese.

Una sfida decisiva per l'Europa è raggiungere l'autonomia tecnologica nei semiconduttori e nelle tecnologie quantistiche. L'Europa è passata dal 44 per cento della capacità globale di semiconduttori nel 1990 ad appena il 9 per cento nel 2021; dipendiamo sempre di più dalle forniture extraeuropee. Quando queste ritardano o si bloccano, come è accaduto in questi mesi di ripartenza economica, le aziende possono vedersi costrette a fermare o rallentare di molto la produzione. L'Unione europea intende produrre il 20 per cento dei semiconduttori mondiali entro il 2030; per farlo dobbiamo intervenire subito e con decisione. La Cina e gli Stati Uniti lo stanno già facendo, investendo decine di miliardi ciascuno in questo settore, con sussidi - per dare un'idea - che vanno dal 60 per cento della Cina al 30 per cento degli Stati Uniti del costo totale degli impianti. L'Unione europea deve mettere insieme la capacità di ricerca, progettazione, sperimentazione e produzione di tutti i Paesi europei per creare, ad esempio, un ecosistema europeo di microchip all'avanguardia.

Sosteniamo con convinzione la proposta della Commissione dell'Unione europea di adottare un European Chips Act - come quello che è stato adottato negli Stati Uniti, si chiama Chips Act ed è proprio quello che eroga quei sussidi di cui ho parlato un attimo fa - per coordinare investimenti e produzione europei di microchip e circuiti integrati. Dobbiamo, inoltre, agire con la massima urgenza per rafforzare la cooperazione tra pubblico e privato e attrarre investimenti alla frontiera tecnologica.

Un'osservazione: è sempre più chiaro che transizione digitale, transizione ecologica e altre grandi sfide globali, nel senso che travalicano i confini del nostro Paese o degli altri Paesi europei, non si possono affrontare con successo senza un profondo massiccio intervento dello Stato; questo è da tener presente, perché questo grosso intervento dello Stato sarà sia a livello europeo, ma anche a livello nazionale e, quindi, nel periodo in cui si discute di nuove regole, bisogna tener presente che questi grandi impegni internazionali che noi stiamo assumendo sul clima, sull'aiuto ai Paesi in via di sviluppo, sulla transizione digitale e sulla transizione ecologica possono essere affrontati, come dico, soltanto con un impegno delle finanze degli Stati molto consistente.

Un altro tema che tratteremo questa settimana è quello dell'energia. Negli ultimi mesi, abbiamo assistito a un forte aumento del costo del gas e dell'elettricità; questi rincari sono dovuti principalmente ai movimenti dei prezzi sui mercati internazionali. La domanda di energia da parte di famiglie e imprese è aumentata a livello europeo e sui mercati asiatici e ha contribuito a ridurre le scorte e le forniture disponibili. Il Governo si è impegnato a contenere il rincaro delle bollette; lo scorso giugno avevamo già stanziato 1,2 miliardi per ridurre gli oneri di sistema, poche settimane fa siamo intervenuti ulteriormente, con più di 3 miliardi per calmierare i prezzi nell'ultimo trimestre dell'anno, soprattutto per le fasce più deboli della popolazione (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Lega-Salvini Premier, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Italia Viva, Coraggio Italia, Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Misto). Grazie.

Si tratta di misure immediate, a cui dovranno necessariamente seguirne altre di lungo periodo, per migliorare la sicurezza degli approvvigionamenti e prevenire un'eccessiva volatilità dei prezzi. Il 13 ottobre la Commissione ha pubblicato una comunicazione sul tema dell'aumento del costo dell'energia; il documento descrive gli interventi emergenziali possibili per gestire la situazione attuale e ipotizza soluzioni per rendere le forniture più sicure e affidabili in futuro. Il Governo italiano ha sollecitato la Commissione a esplorare rapidamente l'opzione di acquisti e stoccaggi congiunti di gas naturale su base volontaria, con misure di medio periodo, questa strategia può essere utile per resistere meglio agli shock e sviluppare le capacità industriali di deposito. La Commissione presenterà una proposta di revisione del quadro normativo entro dicembre. Il nostro obiettivo di medio termine resta quello di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e aumentare sostanzialmente l'utilizzo di fonti rinnovabili. Vogliamo procedere con la transizione ambientale e rispettare gli obiettivi di decarbonizzazione che ci siamo posti per il 2030 e per il 2050; allo stesso tempo, lo Stato deve tutelare le fasce più deboli della popolazione dai costi della trasformazione energetica e assicurarsi che i tempi della transizione siano compatibili con le capacità di adattamento delle aziende. Perché la riconversione del nostro sistema economico abbia successo è necessario il sostegno di tutti: istituzioni, imprese, cittadini; dobbiamo portare avanti un'agenda climatica ambiziosa e fare in modo che le nostre scelte siano accettate e condivise in maniera ampia da tutta la popolazione.

Per quanto riguarda le migrazioni, l'Italia aveva promosso una discussione sul tema nel Consiglio europeo di giugno, con l'obiettivo di incoraggiare una gestione davvero europea dei flussi; anche i Paesi preoccupati dai cosiddetti movimenti secondari hanno preso atto dell'importanza di prevenire e contenere i flussi irregolari ed incentivare i canali di migrazione legale. Su quest'ultimo aspetto l'Europa dovrebbe impegnarsi di più, seguendo, ad esempio, il modello dei cosiddetti corridoi umanitari (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Lega-Salvini Premier, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Italia Viva, Coraggio Italia, Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Misto).

Il Consiglio europeo di giugno si è impegnato a lavorare con i Paesi di origine e di transito, in collaborazione con l'Alto Commissariato dell'ONU per i rifugiati e l'Organizzazione internazionale per la migrazione; questa prospettiva concordata ora necessita di una attuazione puntuale; due degli impegni previsti hanno scadenza questo autunno.

Il primo è la presentazione, da parte della Commissione e dell'Alto rappresentante Joseph Borrell, in collaborazione con gli Stati membri, di piani di azione per i Paesi di origine e transito prioritari; questi piani devono includere obiettivi, misure di sostegno e tempistiche precise.

Il secondo è la presentazione di un rapporto al Consiglio sul migliore utilizzo possibile di almeno il 10 per cento dei fondi dello strumento di vicinato, sviluppo e cooperazione internazionale.

Quest'estate, l'Italia ha continuato a far fronte agli obblighi internazionali di salvataggio in mare e di garanzia di protezione internazionale agli aventi diritto. Lo abbiamo fatto con umanità, per difendere i valori europei della solidarietà e dell'accoglienza, ma è essenziale che, già a questo Consiglio, la Commissione presenti piani di azione chiari, adeguatamente finanziati e rivolti con pari priorità a tutte le rotte del Mediterraneo, compresa quella meridionale. A questi piani andrà, poi, data rapida attuazione.

L'Unione europea deve, inoltre, prestare attenzione alla specificità delle frontiere marittime e all'effettiva stabilità politica della Libia e della Tunisia. Intendo proporre che la Commissione europea aggiorni i Capi di Stato e di Governo in ciascun Consiglio europeo sul grado di attuazione di avanzamento degli impegni assunti. Solo in questo modo potremo rendere conto ai nostri Parlamenti e ai nostri cittadini dei progressi compiuti a livello europeo e di quello che ancora resta da fare.

Il Consiglio europeo discuterà anche di commercio internazionale. Dall'inizio di quest'anno abbiamo assistito a una ripresa robusta degli scambi tra Paesi. È un'ottima notizia, visto il peso che le esportazioni hanno nella nostra economia. In Italia, il valore totale dei beni esportati nel secondo trimestre di quest'anno era del 5 per cento più alto che nello stesso periodo di due anni fa, prima della pandemia. Quindi, per quanto riguarda le esportazioni, siamo al di sopra del livello prima della pandemia, ma anche per quanto riguarda la crescita del prodotto. Questa crescita è stata, però, ostacolata da colli di bottiglia nell'approvvigionamento di materiale e nelle interruzioni nelle catene di fornitura. Quindi, bisogna sempre mirare a una crescita che sia sostenibile, certamente dal punto di vista ambientale ed ecologico, ma anche dal punto di vista dell'approvvigionamento delle materie prime. La difficoltà nel reperire materie prime e componenti, unita a rallentamenti nei processi di trasporto e consegna, hanno contribuito ovunque a un aumento del tasso di inflazione.

Un tema fondamentale per la politica commerciale europea è quello del contrasto al protezionismo. Dobbiamo migliorare i meccanismi multilaterali esistenti, basati sulle regole, e incoraggiarne l'utilizzo ampio e condiviso. Per quanto riguarda la riforma dell'organizzazione mondiale del commercio, ci auguriamo che la XII Conferenza ministeriale di fine novembre abbia successo e che si superino le criticità nei negoziati sui sussidi alla pesca e sulla politica commerciale sanitaria post-COVID-19.

Infine, il Consiglio discuterà di relazioni esterne. Il 30 e 31 ottobre si terrà a Roma il Vertice del G20, che concluderà l'anno della presidenza italiana. La scorsa settimana abbiamo tenuto una riunione straordinaria del G20 sull'Afghanistan, in cui ci siamo concentrati essenzialmente sugli aiuti umanitari, sulla lotta al terrorismo e sulla mobilità. A Roma ci occuperemo principalmente dei temi della presidenza italiana, dalla lotta al cambiamento climatico alla pandemia, al sostegno della ripresa globale. In particolare, anticiperemo alcuni dei negoziati che si terranno durante la COP26 di Glasgow, per la quale l'Italia è in partenariato con il Regno Unito. Voi sapete che noi co-presiediamo questa Conferenza insieme al Regno Unito. L'Unione europea si è posta obiettivi ambiziosi. Questi includono la riduzione delle emissioni di gas climalteranti del 55 per cento, rispetto ai livelli del 1990, entro il 2030, e il raggiungimento di zero emissioni nette nel 2050. Tuttavia, senza il coinvolgimento delle maggiori economie mondiali, non potremo rispettare gli accordi di Parigi e contenere il riscaldamento globale entro un grado e mezzo. L'Unione europea è responsabile di appena l'8 per cento delle emissioni globali. I Paesi G20, nel loro complesso, ne producono circa tre quarti del totale. La crisi climatica può essere gestita solo se tutti i principali attori globali decidono di agire in modo incisivo, coordinato e simultaneo. In questi ambiti l'Italia intende muoversi con convinzione, per tutelare l'interesse dei cittadini italiani e di quelli europei. L'appoggio del Parlamento è decisivo perché la nostra azione possa essere davvero efficace. Vi ringrazio per il vostro sostegno (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Lega-Salvini Premier, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Italia Viva, Coraggio Italia, Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Misto).

(Discussione)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri.

È iscritta a parlare la deputata Daniela Ruffino. Ne ha facoltà.

DANIELA RUFFINO (CI). Grazie, Presidente. Presidente del Consiglio, onorevoli colleghi, il prossimo Consiglio europeo è chiamato ad affrontare questioni eterogenee, che vanno dal coordinamento europeo nel contrasto al COVID-19 ai progressi in materia di digitale, passando per l'aumento esponenziale dei prezzi (i prezzi dell'energia), le migrazioni e, infine, alcune questioni urgenti concernenti la politica estera dell'Unione. Ebbene, vorrei iniziare l'intervento sottolineando il mio orgoglio per le importanti misure messe in campo dal Governo Draghi proprio per contrastare il diffondersi della pandemia da COVID-19. Misure pionieristiche, che ci hanno permesso di crescere più del previsto in termini di PIL e di riaprire in sicurezza il Paese. Due strumenti che sono stati fondamentali per ottenere questi risultati in un contesto difficilissimo come quello attuale, in cui alle grandi sfide globali si è aggiunta quella forse più tremenda di tutte, cioè quella pandemica. Non possiamo non ribadire come, solo grazie a una visione di insieme realmente sinergica e multilaterale, l'Unione europea riuscirà ad uscire dall'angolo.

Non dobbiamo dimenticarci, infatti, come il continente tutto, nel primo periodo in cui il COVID è esploso con tutta la sua virulenza, ha avuto gravissimi deficit legati a un approvvigionamento di materiali e strumentazioni, dalle mascherine ai respiratori - ricordiamo bene -, legati in questo caso esclusivamente alla capacità produttiva asiatica e, in particolare, della Cina. In questo contesto diventa importantissimo sostenere la nuova Autorità europea per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie, istituita a settembre, quale strumento di mobilitazione rapida a gravi minacce per la salute, come è stata, per l'appunto, la pandemia.

Ma l'Unione europea - e questo è un aspetto molto importante - deve anche essere in grado di prendersi le sue responsabilità e di giocare il suo ruolo internazionale anche portando avanti una netta accelerazione nella condivisione dei vaccini con i Paesi bisognosi, adoperandosi in tutte le sedi affinché si giunga a una deroga temporanea per i vaccini anti COVID-19 al regime ordinario sui brevetti o ad altri diritti di proprietà intellettuale. Una sfida globale, dunque, come del resto quella dei progressi in materia di digitale e quella dell'aumento esponenziale dei prezzi dell'energia.

Per quanto riguarda il digitale, ce ne siamo accorti qualche mese fa con l'attacco ai sistemi informatici della regione Lazio, dove si è rischiato che milioni di dati sensibili di cittadini inermi venissero venduti sul web, l'Europa e l'Italia non possono più permettersi un sistema di protezione non adeguato al più importante mercato mondiale. Ma più in generale la risposta alla grande digitalizzazione deve essere efficace, tempestiva e adeguata a livello di competizione globale. Anche in questo campo i campioni della produttività sono lontani dall'Europa e alcuni dei molti settori nei quali si declina il digitale anche dall'Occidente. L'Unione europea deve mettere in campo risorse consistenti per colmare questo gap che ci vede in ritardo e, purtroppo, anche dipendenti da altri.

Per quel che riguarda l'energia, poi, è chiaro che questa sarà forse la più grande sfida del futuro. In altre parole, al di là dell'aumento temporaneo dei prezzi, che ci auguriamo venga al più presto calmierato, ci troviamo di fronte a un processo di transizione epocale che sarà più vasto, più incisivo e più rivoluzionario rispetto alle rivoluzioni industriali che si sono alternate in questi secoli. Un passaggio a un'energia pulita, a una transizione che metta finalmente in primo piano l'impatto ambientale e l'equilibrio tra l'uomo e il clima sarà un sentiero sicuramente tortuoso e non privo di insidie, un percorso delicatissimo quanto obbligato, che coinvolgerà migliaia di lavoratori e anche le nostre abitudini più profonde. L'Unione europea potrà vincere questa sfida solo con una grande unità di intenti e una granitica determinazione. Non sono ammesse divisioni su un tema del genere; divisioni - e qui, invece, veniamo a un altro importante, quanto controverso, punto - che, come dicevo, abbiamo visto in campo ad oggi sul tema dell'immigrazione, e su questo siamo rammaricati.

Se c'è un tema che, soprattutto in Italia, ha fatto sembrare ai cittadini l'Unione europea un'istituzione lontana e spesso inconcludente è proprio quello dell'immigrazione. Siamo sicuri che, anche grazie alla leadership del Premier Draghi e al New Deal intrapreso dall'Unione dopo l'approvazione del Recovery Fund, anche su un tema fondamentale come quello delle politiche migratorie si riesca a comporre finalmente un piano realmente condiviso; un piano lontano da interessi di parte che troppo spesso hanno visto l'Italia lasciata sola.

Ed allora Coraggio Italia, come sempre, è dalla parte del Paese e sosterrà l'Esecutivo nel portare avanti tutte le iniziative necessarie affinché dal prossimo Consiglio europeo escano soluzioni efficaci e concrete per rispondere in maniera tempestiva alle grandi sfide che coinvolgono il vecchio continente e i suoi Governi (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Colleghi, per favore, un po' di silenzio.

È iscritto a parlare il deputato Cabras. Ne ha facoltà.

PINO CABRAS (MISTO-L'A.C'È). Grazie. È il tempo agitato delle forze ondulatorie, non solo sui blindati della Polizia. Avete affidato al Presidente del Consiglio Mario Draghi il compito di valutare gli effetti della forza ondulatoria impressa su un Paese in declino da trent'anni; un declino che ha sempre visto Draghi nei luoghi dove l'Italia perdeva ogni volta la scommessa. Il Premier porterà al Consiglio europeo i dati delle vaccinazioni in Italia, ma non impressionerà nessuno. Anche gli altri Paesi hanno vaccinato molta gente; lo hanno fatto trattando le persone da cittadini e non da sudditi (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è). Hanno fatto meno lockdown o addirittura nessun lockdown, meno coprifuoco. Non hanno chiuso le scuole, le università, non si sognano di estorcere 45 euro a settimana a una lavoratrice che fatica a quadrare conti e tempi di vita o a uno studente in trasferta. Esistono i tamponi gratis e una stampa che non scatena la caccia alle streghe con chi dissente, né fa inchini fantozziani a chi governa. Esistono Stati che hanno assunto per anni medici di base e aperto reparti, mentre da noi politici sottomessi ricevevano le letterine di Draghi e tagliavano ospedali e assunzioni.

Nessun altro Governo europeo ha un Brunetta che dichiari di voler infliggere un costo psichico, fisico, organizzativo e un salasso economico a cittadini sani che rispettano la legge. Quegli Stati oggi contano meno decessi dell'Italia in proporzione alla popolazione e possono rinunciare al perenne stato di emergenza con cui state invece consegnando un'Italia inceppata alle grinfie delle multinazionali. Quand'è che togliete questo inutile green pass, unico al mondo, e vi presentate in Europa con un mondo del lavoro rispettato e non malmenato con gli idranti del “Draghistan” (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è)? Certo, l'Europa che piace a Draghi e ai suoi partiti ama fare grandi voli sull'innovazione. Draghi vorrebbe un ecosistema europeo di microchip, anzi, di “maicrochip”, come dice il Premier stamane. Ben svegliato, Presidente! Lo sa, vero, che non basta la volontà per recuperare un divario di trent'anni sul resto del mondo?

L'attuale Presidente del Consiglio pro tempore ha enormi responsabilità nella nostra arretratezza in ambito tecnologico, visto che è stato uno dei fautori, di più, uno dei protagonisti dell'austerità che non ha consentito ricerca e sviluppo in informatica. Non eravate dei passanti quando i ricercatori dei “maicrochip” emigravano perché eravate disposti a pagarli solo con “maicrostipendi”. Ecco, a proposito di microstipendi, nei mirabolanti piani di un futuro, futuribile recupero dell'Italia in Europa, nelle nuove frontiere del digitale c'è una qualche parola sul salario minimo, oggi sparito dai radar? Di fronte ai prezzi che salgono, al carburante più caro, volete solo soluzioni da capitalismo conservatore e compassionevole che stanziano qualche risorsa per abbassare di poco le bollette, che intanto esplodono? Pensavate davvero che il problema del prezzo del gas, che trascina anche gli altri prezzi, si risolva aumentando lo stoccaggio? L'Europa vassalla di certi interessi americani vecchio stile, in questi anni, ha fatto una sorta di nuova guerra fredda alla Russia, anziché fare accordi di fornitura del gas duraturi e stabili, senza oscillazioni. L'Europa, che ha sanzionato l'Iran contro i suoi propri interessi, si espone a debolezze strutturali che scatenano l'inflazione e fermano l'industria. Arriveremo, sì, ad un nuovo equilibrio ecologico ed energetico, ma non può esserci nessuna transizione, se il Governo e il sistema europeo gestiscono così male proprio la fonte energetica della transizione, cioè il gas naturale. A forza di voler essere troppo atlantici, non siamo più nemmeno mediterranei. L'alternativa è essere un Paese meno vassallo, dentro un contesto europeo, a sua volta, meno assoggettato.

PRESIDENTE. Si avvii alla conclusione.

PINO CABRAS (MISTO-L'A.C'È). Noi, de L'alternativa, siamo un'alternativa ragionevole. Dica basta a sanzioni inutili, tolga il green pass a chi lavora, liberi energie positive di un Paese più tranquillo, dove il Governo non si mette più a molestare il suo popolo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Valentini. Ne ha facoltà.

VALENTINO VALENTINI (FI). Grazie, Presidente. Signor Presidente del Consiglio, innanzitutto una premessa: i Consigli europei, sappiamo, sono sempre momenti nei quali si fa il punto e ci si confronta sul work in progress della politica europea. La politica europea è un divenire costante; non soltanto la politica europea, ma anche le istituzioni europee sono in costante divenire. Questa è la caratteristica che le differenzia da tutte le altre organizzazioni internazionali. Questo è stato reso possibile dalla cessione di sovranità volontaria al momento della firma dei Trattati, che ha consentito una maggiore sovranità collettiva. Questa è la forza di attrazione dell'Unione europea e questo lo dico soltanto perché, al di là dei testi, che sono già stati negoziati e di quanto si discute, spesso, all'interno dei Consigli, si affrontano anche temi di fondo e io ritengo che questo sia uno dei temi di fondo più importanti. L'Unione europea è un'unità di valori dalla quale discende tutto il resto.

Fatta questa premessa, vorrei venire ai temi del Consiglio, che ne tocca di così vasti che richiederebbero essi stessi un Consiglio dedicato. Innanzitutto, per noi la cosa che abbiamo ben chiara, a differenza di colui che mi ha preceduto nell'uso della parola, è che non dobbiamo pregiudicare i risultati ottenuti finora grazie al grande sforzo vaccinale compiuto; da esempio negativo e un po' compianto in Europa, siamo diventati esempio positivo. Gli sforzi hanno portato al documento del green pass europeo. I dati parlano chiaro: negare l'evidenza è colpevole, diffondere messaggi ambigui o disfattisti è un atteggiamento irresponsabile.

Noi siamo per il rispetto di norme e procedure condivise, per riaperture graduali e proporzionate, siamo per il lavoro, che finalmente riparte nel settore dei servizi, della ristorazione e dell'ospitalità, di quello che caratterizza, in fondo, il PIL del nostro Paese. Noi vi rivolgiamo una domanda: quanta libertà toglie il green pass e quanta ce ne ha concessa? Non dobbiamo abbassare la guardia, certo, non dobbiamo pensare che sia vinta; laddove le vaccinazioni non hanno raggiunto un livello di percentuali significative, il contagio riparte inesorabile, dalla Russia alla Romania, e dove invece si è pensato di abbandonare, in maniera prematura, ogni precauzione, l'impennata delle curve è stata immediata, si veda il Regno Unito, dove, mi pare, si tragga maggiore ispirazione da Oscar Wilde, che diceva che l'esperienza è il nome che diamo agli errori compiuti nel passato e che ripeteremo in futuro, piuttosto che dagli insegnamenti dei virologi. Ebbene, il Governo italiano non ha imposto l'obbligo, ma ha dato procedure valide per tutti. Noi, signor Presidente, non siamo per l'immunità di gregge, ma siamo per l'immunità di legge.

Nella stessa direzione, invito il Consiglio europeo, suo tramite, a fare di più, vale a dire a estendere il riconoscimento dei documenti analoghi al green pass, i documenti vaccinali dei Paesi extra-europei, per garantire non soltanto la possibilità di migliore circolazione all'interno del nostro Paese ma anche e soprattutto per garantire quei flussi necessari sia ai commerci sia al turismo. Un esempio per tutti: apre l'Expo, ci saranno migliaia o milioni di turisti che andranno in questa zona del Golfo e nessuno si sentirà in mancanza di sicurezza anche se nell'area del Golfo è stato somministrato un vaccino cinese. Dobbiamo operare affinché questo riconoscimento consenta quanto prima di allargare l'area di sicurezza internazionale.

Altro punto da lei sottolineato è la necessità di continuare con le vaccinazioni e con l'aiuto che dobbiamo dare ai Paesi meno abbienti, perché sappiamo benissimo che non basta chiuderci nella nostra fortezza, se consentiamo al virus di continuare a diffondersi. Non soltanto per motivi di carattere umanitario, ma anche per motivi di carattere utilitaristico per tutti, è necessario continuare lo sforzo per la vaccinazione di tutta la popolazione mondiale.

Altro tema del quale lei ci ha parlato è quello dell'Agenda digitale. Qui abbiamo due aspetti. Abbiamo l'aspetto di carattere normativo, vale a dire la creazione di uno spazio di libertà e di tutela dell'individuo, della proprietà intellettuale e del mercato dei servizi digitali. Come diceva lei, ciò che è lecito on-line deve essere anche lecito off-line e viceversa. Un altro aspetto, che non è citato in questo caso, ma fa parte di questo tema, è la giusta tassazione della quale si è occupata il G20 che è corollario, in ogni caso, di un mercato che sia giusto e aperto. Ci sono inoltre gli aspetti della cybersicurezza, della cybersecurity. Abbiamo creato, in Italia, l'Agenzia per la cybersicurezza, che ci garantisce l'interoperabilità con gli altri servizi, ma dobbiamo essere coscienti che il mondo cyber è un mondo nel quale c'è una frontiera mobile. È un po' come avere a che fare con un virus: praticamente, la frontiera si sposta sempre e noi dobbiamo operare con la prevenzione e dobbiamo fare in modo che si possano bloccare gli attacchi che saranno sempre più numerosi. Su questo aspetto, un punto sul quale volevo attirare la sua attenzione è l'utilizzazione delle tecnologie crypto. La tecnologia crypto, da un lato, dovrebbe servire per proteggere ma, dall'altro, è quella che serve per operare gli attacchi ransomware, che sono gli attacchi con i quali si rapiscono i dati, vengono inclusi in questa criptazione e poi vengono venduti sul mercato. Il punto che collega questi due aspetti è l'uso delle criptovalute. Le criptovalute consentono il pagamento dei riscatti in maniera molto più facile, cosicché gli investigatori un tempo seguivano i soldi - follow the money - e adesso non ci riescono. Questo è un punto sul quale ritengo che il Consiglio debba mettere attenzione.

Terzo aspetto, sempre nel mondo digitale, è quello produttivo. Abbiamo parlato della volontà dell'Europa di raggiungere una sua autonomia, il 20 per cento di produzione. Tuttavia, il vero punto nel quale abbiamo le nostre debolezze è quello delle fonderie. In altri termini, tutte le grandi società - anche quelle americane negli ultimi tempi, perché gli investimenti americani sono giunti solo adesso - si sono occupate di fare un'attività che si chiama fable, fabbricazione soltanto dal punto di vista del software e del miglioramento, lasciando la parte produttiva ad altri Paesi. Qui sono entrati la Cina, Taiwan e Corea con pesanti investimenti. In questo modo si sono tenuti la possibilità di determinare i flussi. In questo momento, in cui abbiamo strozzature che derivano anche dalle conseguenze del cyber, vediamo che non solo l'industria automobilistica ma anche tante altre industrie sono bloccate proprio da questo aspetto. Quindi giustamente sottolineiamo questo aspetto.

Allo stesso modo sottolineiamo un altro aspetto che non è ripreso nel testo del Consiglio ma che è analogo. Se ci siamo lasciati superare nel mondo della produzione dei microchip dalla mancanza di strutture, di fonderie, lo stesso vale per le terre rare. Anche in questo aspetto, se noi andiamo in una transizione ecologica ma non ci preoccupiamo sin d'ora di avere gli elementi fondamentali che ci serviranno per la produzione di batterie, come tutti sappiamo ci ritroveremo tra venti o trent'anni, lungo la strada, con lo stesso problema.

Questo mi porta a un altro aspetto, quello del costo dell'energia. È un tema molto importante e molto sentito. Che cosa ha fatto l'Unione europea? Per alleviare il costo delle bollette, l'Unione europea ha presentato agli Stati membri un toolbox, su una scatola degli attrezzi. In teoria, ha determinato quello che può essere fatto e quello che non può essere fatto dagli Stati membri, per evitare di incorrere nelle sanzioni degli aiuti di Stato.

L'Italia - come ci ha detto il Presidente - l'ha già fatto, ha stanziato prima un miliardo e 200 milioni, poi 2 miliardi. Certo, questo è quanto si fa nell'immediato, per evitare gli effetti di questo rincaro improvviso. Tuttavia, altri aspetti più importanti sono quelli della revisione della terza direttiva, che consentirebbe all'Unione europea di operare sui mercati come ha fatto per i vaccini - anche qui abbiamo fatto scuola - nelle acquisizioni e nello stoccaggio del gas.

Per quanto riguarda il gas arriviamo alle altre strozzature nel settore energetico, che sono quelle di carattere geopolitico. Il ruolo del gas è fondamentale. Per apparare la transizione ecologica, nel passaggio tra i combustibili puliti e l'abbandono dei combustibili fossili tra i cosiddetti più sporchi, quelli con un empreinte di CO₂ più alto, dobbiamo avere comunque un sistema energetico che funzioni e questo si basa soprattutto sul gas. Che cosa vede il gas, perché ci troviamo di fronte a questa impennata? Per una serie di motivi. C'è stato il calo del 5 per cento, nello scorso mese, dei consumi energetici. Un calo di questo tipo si era visto soltanto durante la seconda guerra mondiale. Quindi, riduzione degli investimenti. In un mercato perfettamente ciclico, riparte la domanda improvvisamente e non siamo pronti, quindi esplode il prezzo. Esplode il prezzo - qui do ragione al collega - anche perché il mercato del gas non è maturo, è in una transizione che porta il gas, che costituiva un mercato regionale e che veniva prodotto e distribuito attraverso le condutture, laddove era prodotto, a un mercato internazionale, come il petrolio, passando per la struttura chiamata LNG, cioè la compressione del gas. In tal modo veniva portato come in gigantesche petroliere, facendo in modo che potesse in questo modo compensare. Questo è il prezzo spot. Ebbene i prezzi spot sono schizzati del 400 per cento, perché il mercato non ha ancora fatto la sua transizione. Se il 40 per cento del petrolio viene venduto sul mercato spot, nel caso del gas siamo al 20 per cento e, soprattutto, non ci sono ancora quelle infrastrutture che hanno consentito la transizione dal take-or-pay al LNG. Questi sono interventi di più lungo termine ma, in ogni caso, è importante sin d'ora prenderne atto perché le rinnovabili hanno due caratteristiche. Le rinnovabili, infatti, sono intermittenti e non sono cumulabili al momento. L'intermittenza, come è successo in Inghilterra, significa che qualora non soffia il vento e si è rotto il cavo dell'energia elettrica prodotta con il nucleare in Francia, il 70 per cento della produzione che serviva all'Inghilterra viene meno e si sono trovati con un gravissimo problema. Allo stesso modo, i Paesi dell'Asia che volevano andare in transizione per rispettare gli obiettivi del CO₂ e che sono passati anch'essi al gas, hanno cercato di portare delle cose.

Presidente, come vede sono tantissimi i punti sui quali noi potremmo intrattenerci, perché questo Consiglio è molto più ampio di quanto non sembri. In ogni caso speriamo, nel sostenere il suo intervento e quanto ha detto, di averle dato alcuni punti di buonsenso, per dirla con Thomas Paine, cioè offrire fatti semplici e offrire argomenti semplici e di buon senso, common sense che così comune, forse, a volte non è (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata a Moretto. Ne ha facoltà.

SARA MORETTO (IV). Grazie, Presidente. Signor Presidente del Consiglio, membri del Governo, onorevoli colleghi, tra i temi da lei affrontati oggi mi soffermerò sull'aumento dei prezzi di gas ed energia elettrica che rappresentano una delle principali preoccupazioni delle famiglie e delle imprese italiane. In molte aziende c'è il timore, a volte la certezza, che questi aumenti freneranno la ripresa che stanno vivendo in questo secondo semestre 2021, una ripresa che li proiettava verso un futuro di crescita e di serenità dopo lunghi mesi di crisi dovuti alla pandemia. Mi riferisco non solo alle grandi industrie energivore ma anche alle micro e piccole imprese della nostra eccellenza artigianale, come ad esempio i vetrai di Murano. È chiaro a tutti che questi aumenti hanno origini lontane nel tempo e nello spazio e che questo Governo è già intervenuto - come lei ricordava - a luglio e solo qualche settimana fa per contenere gli aumenti, stanziando complessivamente circa 4 miliardi di euro. È evidente che una risposta strutturale a questi aumenti ma, soprattutto, azioni politiche volte ad evitarli in futuro, debbano venire dall'Unione europea e devono avvenire in un contesto scevro da ideologie, quelle che abbiamo pagato anche negli ultimi anni nel nostro Paese. Il pragmatismo necessario ad affrontare questioni energetiche complesse, anche da un punto di vista geopolitico, deve partire da alcuni punti prioritari a nostro avviso.

È improrogabile una riflessione seria sulle infrastrutture energetiche e sullo stoccaggio del gas, in primis per garantire quella stabilità delle forniture che oggi non è possibile a causa della dipendenza da altri Paesi. Non è più tempo dei “no”: no-TAP, no-gasdotti, no-nuovi impianti; oggi è il tempo del fare. Non è poi possibile occuparsi solo del prezzo dell'energia e non della quantità di energia consumata, in ambito residenziale così come nei processi produttivi. L'efficienza energetica è la via maestra per la riduzione dell'impatto degli aumenti dei costi. Serve quindi una rinnovata stagione di politiche a sostegno delle imprese per un vero efficientamento, anche oltre l'attuale meccanismo degli ETS. Vengo alle rinnovabili, e ne parlo dopo non a caso. La strada intrapresa dall'Unione europea su questo fronte è quella giusta; non ci possono essere tentennamenti. Vanno sostenuti ricerca e investimenti su fonti alternative a quelle fossili. L'Italia ha delle potenzialità enormi, grazie alla capacità di ricerca applicata nelle nostre università e alle nostre imprese, e grazie alle risorse di cui dispone: sole, vento, acqua e geotermia. Alle imprese dobbiamo pensare anche quando facciamo scelte strategiche sulle rinnovabili, premiando le filiere italiane e sostenendo investimenti nel territorio nazionale. Oltre alle famose batterie di cui tanto si parla, ci sono molti altri componenti e materiali per la produzione di energie rinnovabili, dai pannelli alle pale eoliche. La sfida che abbiamo davanti non è solo quella di salire sul treno delle energie pulite ma anche di sedersi alla guida, senza ricommettere l'errore di dipendere eccessivamente dagli altri. Infine, nell'epocale percorso della transizione energetica, che durerà ben oltre questa legislatura, vanno messe oggi, ora, le basi che ci consentono di non lasciare indietro nessuno. Pensiamo che essa sia un'opportunità e che deve esserlo per tutti, per i cittadini utenti, soprattutto quelli più vulnerabili, che potranno contare su una migliore e più stabile fornitura in un contesto di mercato. Mi permetta quindi di ricordare anche l'importanza di portare a termine il percorso di liberalizzazione dei mercati di energia elettrica e gas. Anche per le imprese, anche dei comparti più coinvolti, come quello dei prodotti petroliferi, esse vanno accompagnate in una trasformazione che può essere la chiave del successo futuro. Ciò che le consegniamo oggi, Presidente, è l'appello ad un approccio pragmatico e decisionista, differente da quello adottato su questi temi da chi l'ha preceduta. Un appello che siamo certi saprà cogliere nello spirito che l'ha guidata in questi primi mesi di Governo e che è l'unico approccio davvero utile al Paese (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Galizia. Ne ha facoltà, prego.

FRANCESCA GALIZIA (M5S). Grazie, Presidente, signor Presidente del Consiglio, onorevoli colleghi, al centro del dibattito del prossimo Consiglio europeo, del 21 e 22 ottobre 2021, ci sarà il coordinamento dell'Unione europea nel contrasto al COVID-19, i progressi in materia di digitale, il tema dei prezzi e dell'energia, e quello delle migrazioni e delle relazioni esterne. Certamente, si prenderà atto di quanto gli strumenti adottati per contrastare la pandemia abbiano dimostrato di essere efficaci. La curva epidemiologica è sotto controllo grazie all'aumento del numero dei vaccinati, con le percentuali che lei, Presidente, ci ha ricordato giusto qualche minuto fa. Il certificato COVID digitale europeo si è rivelato un utile strumento che, in tempi pandemici, ha facilitato gli scambi e la libera circolazione nel territorio dell'Unione europea, inclusa la ripresa dei flussi turistici. Così è stato possibile allentare le restrizioni che ci hanno impedito di vivere serenamente durante i momenti più critici della pandemia. Il certificato verde ci ha permesso di riaprire le attività economiche e commerciali, ma soprattutto di riaprire le scuole frequentate dai nostri figli che maggiormente hanno sofferto in pandemia. Abbiamo riaperto i teatri, i musei, i cinema e siamo tornati a vivere la nostra socialità. In questo momento di ripresa, alla luce della situazione epidemiologica attuale, riteniamo che sia importante confermare l'obiettivo del graduale ritiro delle misure restrittive alla libera circolazione nell'Unione europea. È necessario impegnarsi a promuovere rapide e condivise decisioni in merito all'autorizzazione al riconoscimento dei vaccini e di equivalenza dei certificati vaccinali, anche al fine di agevolare la circolazione delle persone e le attività lavorative, così da contrastare l'impatto della crisi a livello sociale e sul mercato del lavoro. Riaprire e ripartire ed è ora il momento di lavorare perché si possa farlo in totale sicurezza. Pertanto, abbiamo inserito tra gli impegni la necessità di sostenere la finalizzazione del pacchetto legislativo relativo all'Unione europea per la salute. Riteniamo inoltre importantissimo il sostegno alla diplomazia vaccinale, accelerando, insieme all'Unione europea, la condivisione dei vaccini per i Paesi bisognosi. Siamo orgogliosi dell'impegno italiano, che ha triplicato la donazione di vaccini sostenendo il dispositivo Covax che ha garantito l'accesso equo e giusto a vaccini sicuri ed efficaci, ma per noi non è sufficiente. Dobbiamo lavorare affinché si arrivi, a livello globale, ad una sospensione temporanea dei brevetti per rafforzare la risposta alla pandemia nelle aree del mondo più deboli e in difficoltà. L'Unione europea non può che impegnarsi in tutte le sedi europee e multilaterali, così da giungere a una deroga temporanea per tutti i vaccini anti COVID-19 a regime ordinario dell'accordo TRIPs su brevetti o altri diritti di proprietà intellettuale. Ovviamente, sarà indispensabile provvedere anche al trasferimento del know-how necessario alla produzione, con l'obiettivo di fornire una risposta robusta e rapida alla pandemia a livello globale e contribuire allo sviluppo delle capacità produttive e locali, in linea con la Dichiarazione di Roma del Vertice mondiale della salute. La Commissione europea ha annunciato la creazione entro la fine del 2022 di uno spazio europeo dei dati sanitari, il cui obiettivo è quello di promuovere lo scambio dei dati sanitari e sostenere la ricerca su nuove strategie di prevenzione, nonché su terapie, medicinali, dispositivi medici e risultati, al fine di migliorare l'assistenza sanitaria alla ricerca e all'elaborazione delle politiche a vantaggio dei pazienti. Favorire un migliore accesso ai dati sanitari e il loro scambio appare essenziale per garantire un'assistenza sanitaria che sia più accessibile, più disponibile e alla portata di tutti. L'innovazione in ambito sanitario e assistenziale verrà stimolata con un conseguente miglioramento delle terapie e dei risultati che saranno promossi, mediante soluzioni innovative che fanno uso delle tecnologie digitali, tra cui l'intelligenza artificiale. Ed ecco che si intrecciano i temi che saranno all'ordine del giorno del Consiglio, ovvero la sanità e la digitalizzazione. La connettività digitale svolge una funzione decisiva nella società e rappresenta un fattore essenziale per colmare i divari economici, sociali e territoriali. La transizione digitale è stata indicata come un pilastro portante dei lavori della Commissione europea. L'obiettivo politico deve essere la riduzione del gap infrastrutturale, la crescita, l'inclusione sociale e i divari territoriali tra le aree metropolitane e le aree interne. Si deve promuovere lo sviluppo di una maggiore cultura digitale al fine di contribuire alla realizzazione di uno spazio digitale aperto, libero e sicuro per tutti, con particolare attenzione ai minori. Allora, bisogna avviare una politica precisa, del cloud computing e super calcolo, di matrice europea. Bisogna assicurare la diffusione delle competenze digitali e l'utilizzo dei servizi in cloud, il potenziamento dei servizi pubblici essenziali erogati on-line, il collegamento di famiglie e imprese italiane con rete a banda ultra larga, e dobbiamo prevedere un piano europeo per l'estensione e la copertura in fibra ottica di tutte le aree oggi non soggette ad obblighi di copertura. Se vogliamo che le nostre imprese siano competitive, dobbiamo dare loro gli strumenti per farlo. Occorre promuovere, attraverso una tabella di marcia certa, e definire un quadro normativo uniforme per l'intelligenza artificiale, una cornice normativa armonizzata e un approccio coordinato sull'identità digitale; una roadmap ambiziosa, per recuperare autonomia e leadership tecnologica nel settore dei semiconduttori. La vera sfida, come ha ricordato lei, Presidente, è raggiungere l'autonomia tecnologica nei semiconduttori e nelle tecnologie quantistiche. A tal fine, è importante individuare strumenti permanenti di bilancio che vadano ben oltre il Next Generation EU.

Presidente, qui torniamo adesso a un tema a noi molto caro, che sarà quello di approfondire le conclusioni del Consiglio del 24 e 25 giugno scorso, ovvero la questione delle migrazioni. Il Consiglio europeo di giugno ha sancito importanti passi in avanti da compiere per la realizzazione di un'efficace azione europea in tema migratorio. Presidente, su questo tema le nostre richieste rimangono le stesse presentate nella risoluzione di giugno. Dobbiamo superare lo stallo negoziale e politico relativo alla gestione dei flussi migratori e sul nuovo Patto sull'immigrazione e l'asilo, e dobbiamo farlo il prima possibile. Occorre una gestione strutturale europea del fenomeno migratorio, che ormai non è più prorogabile. A tal fine, diventa prioritario delineare una politica migratoria comune dell'Unione europea che sia parte integrante della sua azione esterna, dando effettiva attuazione ai princìpi di solidarietà, di equa ripartizione e della responsabilità degli Stati membri, anche sul piano finanziario, così come previsto dal Trattato di funzionamento dell'Unione europea all'articolo 80. Come MoVimento 5 Stelle abbiamo sempre sostenuto la necessità di lavorare sui corridoi umanitari. Servono, come previsto dal Consiglio di giugno, piani d'azione europei coordinati, rivolti ad affrontare concretamente le cause profonde dell'emigrazione, incluse le crisi politiche, economiche, alimentari e sanitarie, soprattutto attraverso la collaborazione con i Paesi di origine e di transito, ma anche con le principali organizzazioni governative non coinvolte, come l'OIM e l'UNHCR.

Siamo ben consci che non sarà facile trovare delle soluzioni immediate, ma apprezziamo molto che questo tema sia presente nell'agenda.

Concludo, Presidente, solo con una nota sulle relazioni esterne; le chiediamo, in vista della COP26 e della COP15, di portare al centro del dibattito il tema del cambiamento climatico e della crescita sostenibile e di impegnarsi concretamente in iniziative volte ad invertire il declino della biodiversità, perché occorrono uno sforzo e un impegno di risorse maggiori da destinare alla tutela della natura e al suo recupero. Siamo ben consci che questi risultati si potranno ottenere solo se tutti i principali attori globali decideranno di agire in modo incisivo, coordinato e simultaneo. Condivido pertanto il suo pensiero, Presidente; l'Italia sta lavorando bene in questa direzione e l'arduo impegno sarà indicare la giusta direzione per uno sviluppo sostenibile ed equo agli altri Paesi, perché queste parole non rimangano solo parole, ma si concretizzino per la ripresa nel rispetto e per le generazioni future (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Dori. Ne ha facoltà.

DEVIS DORI (LEU). Grazie, Presidente. Il prossimo Consiglio europeo ha in agenda le azioni di coordinamento dell'Unione europea nel contrasto al COVID, i progressi compiuti dall'Agenzia digitale europea, il tema degli aumenti dei prezzi dell'energia, il tema delle migrazioni e, infine, le relazioni esterne, con un aggiornamento sulla preparazione degli incontri della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e di quella sulla biodiversità.

Il Consiglio europeo, quindi, proseguirà il confronto in atto con l'obiettivo di coordinare la risposta alla pandemia a partire dai positivi risultati raggiunti attraverso la strategia dell'Unione per i vaccini e del certificato COVID digitale dell'Unione europea, che ha facilitato la libera circolazione nel territorio dell'Unione e ha consentito la ripresa dei flussi turistici.

A tal proposito, come gruppo di Liberi e Uguali, vogliamo porre l'attenzione sulle iniziative che l'Unione deve porre in essere per rendere il vaccino disponibile ai pesi più fragili, come impegno umanitario e come strumento fondamentale per fermare la circolazione del virus e, quindi, l'insorgenza di possibili varianti. È questo uno dei momenti storici in cui l'umanità deve prendere coscienza del fatto che non ci si può salvare da soli, che la cooperazione è l'unico strumento per guardare insieme al futuro nella stessa direzione. Pochi giorni fa, la Presidente della Commissione ha annunciato di aver raggiunto un traguardo importante: l'Unione europea, infatti, ha esportato oltre un miliardo di vaccini COVID nel resto del mondo e 87 milioni di dosi sono state consegnate ai Paesi a reddito medio-basso attraverso la piattaforma COVAX. Il programma internazionale COVAX è fondamentale per garantire un accesso equo e giusto a vaccini sicuri ed efficaci anche ai Paesi più poveri del mondo, mitigando l'impatto della pandemia sull'economia e sulla salute pubblica. Tuttavia, quello che è stato fatto finora è ampiamente insufficiente: solo il 2,8 per cento di chi vive in un Paese a basso reddito ha ricevuto almeno una dose di vaccino, a fronte di quasi il 50 per cento della popolazione mondiale. Una buona ed efficace ridistribuzione mondiale dei vaccini potrebbe avere maggiore incidenza nella lotta alla pandemia, rispetto alla stessa quantità di vaccini prodotti.

Bisogna, quindi, lavorare per ridurre le disuguaglianze nella distribuzione. Una percentuale troppo bassa di vaccini arriva ai Paesi a basso reddito e, a volte, donazioni annunciate non vengono, nei fatti, praticate. Senza vaccini nei Paesi poveri, il COVID e le sue varianti continueranno ad essere un nemico per tutto il mondo. I Paesi più ricchi si facciano carico in modo responsabile della riduzione delle inaccettabili abissali distanze ancora oggi esistenti.

Altra questione sulla quale, come Liberi e Uguali, abbiamo posto l'attenzione e che trova espressamente spazio negli impegni della risoluzione è la necessità di ribadire il dovere dell'accoglienza e della protezione degli esseri umani, quale cardine dell'appartenenza all'Unione europea, oltre al particolare impegno che va posto nella gestione del flusso migratorio proveniente dall'Afghanistan, in considerazione delle peculiarità e del carattere di emergenza che lo caratterizzano. Due mesi fa, tutti manifestarono solidarietà al popolo afgano in fuga dai talebani; oggi, invece, ci troviamo di fronte a 12 Paesi, 12 Stati membri dell'Unione europea che chiedono all'Unione di finanziare il progetto di un muro al confine est dell'Unione.

Muri, recinzioni, filo spinato, la politica dei muri già da tempo ha dimostrato la sua inconsistenza e la sua pericolosità. I muri amplificano la sofferenza, non si inauguri una nuova epoca dei muri in Europa, le frontiere hanno bisogno di altri strumenti e soluzioni comuni europee, altrimenti ci troveremo in un grande paradosso: da un lato, un mondo sempre più globalizzato e vicino anche grazie al web, dall'altro, Stati che investono, anzi, Stati che chiedono all'Unione europea di investire denaro per alzare muri. Ciò dimostra che le barriere fisiche non sono altro che la manifestazione delle barriere ideologiche.

Vado a concludere; negli impegni contenuti nella risoluzione è dato spazio al tema della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e di quella sulla biodiversità. Quanto sta avvenendo nel nostro pianeta, con i cambiamenti climatici, dimostra che tutto è interconnesso, che ogni azione ha una conseguenza, che il nostro destino dipende dagli altri e quello degli altri dipende anche dalle nostre azioni. È, quindi, il tempo della corresponsabilità, è il tempo in cui bisogna mettere al centro il “noi”, anziché l'“io”. L'“io” acquisisce valore nel contesto di un “noi”, di una comunità. Serve una proficua cooperazione in materia di sviluppo sostenibile. Abbiamo un viaggio comune da intraprendere, si decida insieme cosa mettere nelle valigie e cosa lasciare, ma poi si parta, non abbiamo più tempo da perdere (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Benamati. Ne ha facoltà.

GIANLUCA BENAMATI (PD). Grazie, Presidente. Il prossimo Vertice europeo è molto importante e particolare. Noi siamo in un momento in cui il Paese sta crescendo, dopo anni, con un rateo di crescita del PIL veramente robusto, trainato dalla produzione industriale, trainato dagli investimenti, agevolato da questa politica sanitaria che è stata più volte richiamata. Su questa crescita c'è l'ombra di quella che è la pandemia delle materie prime, di quella che è la pandemia dei prodotti intermedi e di quella che è la pandemia dei sistemi energetici.

I numeri - parlando di energia, signor Presidente del Consiglio - ci dicono che questa crisi non si fermerà nel 2021; il gas al di sopra dei 90 euro per megawattora e l'energia elettrica costantemente quotata attorno ai 200 o 250 euro per megawattora ci dicono che anche il 2022 sarà affetto da questo problema. Allora, la Comunicazione che veniva richiamata, la n. 60 del 13 di ottobre, con i suoi due step, l'uno immediato per raffreddare gli aumenti, l'altro di sistema per garantire sicurezza e approvvigionamenti, è quello per cui noi dobbiamo giustamente batterci.

Il suo Governo, il Governo della Repubblica ha operato sulla riduzione dei costi energetici mediante gli interventi sugli oneri generali di sistema che sono stati qui richiamati, si è utilizzata la fiscalità, si è utilizzato l'extragettito delle aste CO₂ per calmierare gli aumenti per i clienti vulnerabili, per le famiglie e per le micro imprese; forse uno sforzo, in futuro, ci sarà da fare anche per quelle PMI al di sopra dei 16,5 chilowatt di potenza installata che sono fuori dalle misure oggi messe in campo, perché, vedete, colleghi, un'azienda che ha installato 50 chilowatt è una piccola azienda e, però, rischia di pagare il 50 per cento in più nella bolletta del 2021, rispetto al 2020. Queste misure dovranno continuare, ma il tema vero è l'approccio strutturale.

La Cina e gli Stati Uniti sono mondi diversi dal nostro: la Cina è sospesa fra il futuro e il passato, ha un grande piano nucleare, un grande piano per le rinnovabili, ma brucia carbone più e come prima; gli Stati Uniti sono autarchici dal punto di vista dei fabbisogni energetici, ma l'Europa è l'anello debole di questa catena. Allora, bene, puntare su riserve strategiche comuni, bene, sugli acquisti comuni, anche per evitare una competizione al ribasso, ma occorre anche rafforzare quello che è il mercato interno unico dell'energia che non è solo connessioni, ma sono anche regole, comportamenti, andamento dei prezzi all'interno dell'Unione. Bene, accelerare sulla transizione energetica, però, dotandola, signor Presidente, degli strumenti idonei.

Il Just Transition Fund è un esempio, ma ne occorrono anche molti altri nella cassetta degli attrezzi e, con ogni probabilità, serve anche un piano, a fianco della penetrazione delle rinnovabili, per il gas; dobbiamo avere contezza di questo, così come deve essere facilitato l'uso delle risorse continentali.

L'Italia può fare può, e deve fare, la sua parte, sia accelerando la penetrazione delle rinnovabili, coerentemente con il PNIEC sia potenziando gli accumuli - ancora troppo deboli, mentre gli stoccaggi sono a un buon livello - sia anche costituendo un elemento di diversificazione degli approvvigionamenti; pochi hanno visto nel TAP un elemento di successo, come, in realtà, è stato; noi possiamo non essere l'ultimo anello della catena di fornitura dalla Russia, ma possiamo essere il primo anello delle catene di fornitura dall'estremo Est al Nord dell'Africa; in questo senso, l'Italia può giocare una grande partita, perché non esiste una vera indipendenza senza indipendenza energetica. E qui ci colleghiamo anche agli altri richiami fatti dal Presidente del Consiglio, nella sua relazione, quelli relativi alla politica commerciale. In merito, è ovvio che l'Unione deve ritrovare una politica commerciale assertiva e attenta ai suoi diritti e ai suoi interessi, in un mondo che veniva giustamente definito multipolare, ma poco cooperativo - dico io -, signor Presidente, in cui la competizione la fa da padrone e la globalizzazione delle catene del valore ne sta mostrando tutta la fragilità. In questo senso, sostenere le transizioni - quella verde, quella digitale – è un obiettivo importante, e noi siamo perfettamente d'accordo con la relazione del Presidente del Consiglio, al riguardo ci possono aiutare le due azioni che la Commissione e il Parlamento hanno identificato: la diversificazione - mi accingo a concludere - delle fonti di approvvigionamento e il rafforzamento della produzione interna di intermedi industriali, venivano indicati i chip. Da questo punto di vista, però, anche il secondo braccio di questa tenaglia, ossia il rafforzamento degli strumenti comunitari in materia di difesa commerciale, sta diventando importante, contro il dumping economico, contro il dumping sociale, contro il dumping ambientale.

Concludo, Presidente, assicurando al Presidente del Consiglio che noi lo sosterremo fermamente in questa sua presenza al Vertice; queste transizioni, verdi, digitali, energetiche suscitano in noi molto interesse, perché guardiamo spesso l'aggettivo; il tema è il sostantivo: il cambiamento, la modifica, e questo cambiamento lo possiamo vincere tutti assieme, nella nostra casa comune, questa è l'ultima è l'unica chance che abbiamo, che è stata, è e continuerà ad essere l'Unione europea (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Sgarbi. Ne ha facoltà… Prego, deputato Lupi, ha due minuti.

MAURIZIO LUPI (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, signor Presidente, anche della cortesia; sostituisco il deputato Sgarbi, sia nella discussione generale che nelle dichiarazioni di voto, e non approfitto di altro tempo, se non, nella fase di discussione generale, per sottolineare due aspetti che poi riprenderò nella dichiarazione di voto, signor Presidente del Consiglio.

Intanto, si diceva che l'Europa ci dava i compiti da fare; oggi andiamo in Consiglio europeo non solo con i compiti fatti, ma con una media altissima; una media altissima di vaccinati, un trend calante di contagiati e, soprattutto, di ricoverati, una prospettiva di crescita economica pari a quella degli anni del boom, un modello di affronto della pandemia che sta dimostrando di funzionare. Nessuno, in Europa, ha il green pass, dicono alcuni critici; e che obiezione è? Il green pass si sta dimostrando lo strumento per le riaperture; di quali ulteriori verifiche abbiamo necessità? Lei ha parlato di senso di responsabilità dei cittadini, è stato il primo punto che ha toccato, e credo che questo sia la sfida delle sfide. Quello che desidero evidenziarle, in questa discussione generale, è che questo senso di responsabilità si deve, giustamente, esprimere su due livelli; uno, importante, è la capacità di spesa, su cui qualche domanda noi abbiamo da farle: anzitutto, a che punto siamo con la messa a terra dei progetti?

Lei, più volte, così come il commissario Gentiloni, l'ha sottolineato; dalla certezza dell'impiego dei 25 miliardi di euro avviati dall'Europa deriverà l'erogazione dei restanti 200 miliardi. Come sa, è un'occasione che non possiamo sprecare. Qui invito tutti - e concludo - i partiti che sostengono il Governo: non è questo il momento di agitare timori, come abbiamo visto nelle discussioni precedenti, superati dalla storia, né di distinguo continui rispetto all'azione di Governo che, invece sta dimostrando la sua efficacia. Noi siamo con lei su questo e l'accompagneremo con senso di responsabilità e con il nostro contributo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Giglio Vigna. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO GIGLIO VIGNA (LEGA). Presidente, buongiorno. Primo Ministro, Governo, onorevoli colleghi, più volte, da questi banchi abbiamo detto che la transizione ecologica deve essere sostenibile, sostenibile principalmente dalle imprese, soprattutto in questa fase e non deve portare ovviamente a nuovi costi, non deve portare a una nuova disoccupazione. Oggi più che mai l'obiettivo di un continente a emissioni zero deve andare in parallelo all'obiettivo di avere un continente a disoccupazione e a povertà zero (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Parliamo di ambiente, siamo ambientalisti ma, signor Presidente, no agli eco-estremisti alla Greta. Anche la digitalizzazione del nostro Paese e dell'Europa deve essere sostenibile. Se il settore pubblico lo si digitalizza per decreto e le grandi imprese si siedono al tavolo del Governo, le piccole imprese devono essere accompagnate verso la digitalizzazione. Ciò che rappresenta un importante momento, con risvolti estremamente positivi per il Paese, non deve diventare un ulteriore stress per le nostre piccole e medie imprese.

È necessario, poi, colmare il divario digitale più grande, il divario digitale più importante che esiste nel Paese e nel continente: il divario digitale fra la città e la provincia, bisogna garantire a tutti i cittadini gli stessi diritti digitali, anche fuori dalle grandi città; digitalizzare vuol dire anche portare le infrastrutture nelle province, nei piccoli centri, in montagna, nelle isole e permettere quindi ai nostri cittadini di vivere e lavorare anche fuori dai grandi agglomerati urbani; questo vale per l'Italia e questo vale anche per l'Europa; in questo modo potremmo ripopolare quelle parti di Paese e di continente che negli ultimi anni, signor Presidente, si sono inesorabilmente spopolate; un obiettivo importantissimo.

Il lavoro della Lamorgese, scusate, del Ministro Lamorgese, sul tema immigrazione è pessimo, e anche sul resto avremmo da ridire, ma non è questo il momento. L'aumento degli sbarchi dall'epoca in cui il Ministro era Matteo Salvini parla da solo. Salvini ha dimostrato che gli sbarchi si possono fermare. Presidente Draghi, ha seguito il consiglio di Salvini su Arcuri, ha seguito i consigli della Lega e di Matteo Salvini su molti altri temi, segua Salvini e agisca sulla Lamorgese; non bisogna inventare nulla, basta applicare il metodo Lega: fermiamo gli sbarchi fermiamo le partenze, fermiamo i morti nel Mediterraneo, e ribadiamo con forza, anche in questo Consiglio europeo - c'è nella risoluzione di maggioranza, signor Presidente - che il Trattato di Dublino va cambiato: chi mette piede sul suolo europeo entra nell'Unione europea, a prescindere dal Paese in cui entra; si vada, quindi, verso una ridistribuzione vera dei migranti fra i partner europei; ogni Paese si prenda una sua quota, ogni Paese si prenda le sue responsabilità.

A questo punto, passiamo allo Stato di diritto. Siamo preoccupati, siamo fortemente preoccupati dell'atteggiamento di Bruxelles verso alcuni Stati nazionali. Bruxelles vuole forse altre Brexit? È quello che, in tutta Europa, ci stiamo chiedendo.

Partire dal presupposto che l'ideologia prevalente, rappresentata dalla Commissione, sia l'unica ideologia europea è un errore politico. Dividere gli Stati fra buoni e cattivi e minacciare questi ultimi di non essere poi finanziati dall'Unione può creare una forte distorsione democratica. Mi spiego meglio: partiti, in linea con il pensiero del momento di Bruxelles, potrebbero usare in campagna elettorale, contro i partiti non in linea, il tema dei finanziamenti europei. Se questa non è una fortissima distorsione della democrazia, signor Presidente, io non so come altro definirla (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Pare, quindi, che Bruxelles miri a far fuori politicamente dei Governi e dei partiti non in linea. Questo creerà dei problemi enormi, creerà altre spaccature.

Allora, la pandemia ci ha insegnato che il nostro Paese e il nostro continente devono essere indipendenti dal punto di vista della produzione, almeno sugli asset strategici, perché, quando gli altri Paesi o gli altri continenti non vogliono più condividere, non vogliono più vendere i loro asset strategici, lì nascono i problemi. Abbiamo visto cosa è successo nel marzo del 2020, in poche ore è saltato il sistema della solidarietà fra i Paesi europei, è saltato Schengen ed è saltato il dogma della globalizzazione che ci accompagnava da vent'anni. Parliamo di asset strategici storici e di nuovi asset strategici, come appunto citava lei, i semiconduttori o come il settore dei microchip. Ebbene, in questo Paese esistono già delle eccellenze: usiamo quello che già esiste! Sui microchip abbiamo, ad esempio, la STMicroelectronics, un'azienda all'avanguardia, che va incentivata, come in tantissimi altri settori. Valorizziamo quello che abbiamo e creiamo produzione in Italia, creiamo produzione in questo continente! Bruxelles, però, non deve attaccare la produzione italiana con strumenti come il nutri-score, a cui noi, come Lega, siamo fermamente contrari (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Allora, signor Presidente, Presidente del Consiglio e onorevoli colleghi, i dati ci dicono che l'Italia è avanti nella lotta al virus. Siamo invidiati da tutta Europa per la percentuale di vaccinati e ringraziamo, anche da questi banchi della Lega, medici e personale sanitario, per tutto quello che hanno fatto, e ringraziamo, ovviamente, i cittadini che prima o dopo si sono vaccinati. Come dicevo, siamo avanti per la percentuale di vaccinati, abbiamo tirato su una macchina importante di centri territoriali, l'abbiamo messa in piedi. Vi avevamo detto che togliere Arcuri avrebbe portato i suoi frutti; abbiamo messo il generale Figliuolo e i risultati si sono visti: ha portato risultati che sono fra i vertici di tutto il mondo e di sicuro fra i migliori in Europa.

Però, ci chiediamo: perché questa situazione? Perché l'Italia in questa fase è privilegiata? Noi da questi banchi ci siamo dati una risposta: due fattori. Uno, la grande macchina del volontariato, che da dieci mesi presidia i centri vaccino. Quindi, grazie alla Croce Rossa, grazie all'Associazione degli alpini, grazie alla Protezione civile. Siamo il Paese con il sistema del volontariato più radicato di tutta Europa e, quindi, da questi banchi, grazie per il vostro impegno e grazie a tutti i volontari italiani per quello che hanno fatto. Il secondo fattore è il nostro regionalismo, il nostro sistema di enti locali. Il fatto che la pandemia e la campagna vaccinale siano state cogestite da Stato, regioni, comuni - e da sinistra qualcuno ha anche provato ad attaccare le regioni e i comuni - è un fatto positivo, che ha creato effetti positivi.

Ma oggi abbiamo la prova che, grazie a quegli enti locali che conoscono e governano il territorio, la pandemia ha rallentato. Il primo dibattito, tornati alla normalità, dovrà essere quello di dare autonomia alle regioni, riconoscere a sindaci e comuni il loro ruolo vitale, il ruolo che hanno nel nostro Paese. Le auguriamo di rappresentare bene l'Italia in questo Vertice europeo, signor Presidente del Consiglio. Segua i consigli di Matteo Salvini e segua i consigli di chi conosce questo Paese, come Matteo Salvini e come gli esponenti della Lega (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Rampelli. Ne ha facoltà.

FABIO RAMPELLI (FDI). Grazie, Presidente. Presidente del Consiglio, colleghi deputati, ci troviamo qui – e già è una conquista obiettivamente - a discutere intorno agli indirizzi che, attraverso l'approvazione delle risoluzioni, riceverà il Governo italiano alla vigilia del Consiglio europeo. È già una conquista, perché il risultato era tutt'altro che scontato in epoca di Governo Conte, il suo predecessore.

Gli argomenti più o meno tornano e ritornano, sono sempre gli stessi. Io penso però che possa esserci una differenza, se questi argomenti vengono trattati e passati al vaglio nuovamente per rigenerare il tessuto europeo, il tessuto sociale e culturale, se si parte una volta tanto dai valori che contraddistinguono questo incommensurabile sterminato patrimonio europeo. Invece, quando ci troviamo alla vigilia di ogni Consiglio europeo, ci possiamo rimettere l'orologio: si parla solo e soltanto di questioni di carattere organizzativo, meramente organizzativo, non figlie di scelte culturali e politiche; si parla solo e soltanto di questioni di carattere economico, o peggio, economico-finanziario; si parla solo e soltanto di questioni di circostanza, cioè di avvenimenti che si è chiamati comunque a risolvere o almeno ad affrontare, perché sono capitati ieri l'altro e, quindi, comunque bisogna per forza confrontarsi con questi accadimenti.

Il tema - seguendo così aforismi che vengono sempre citati quando si parla di Europa - non è che ci vuole più o meno Europa. Ci vuole un'Europa migliore e un'Europa è migliore, per esempio, se nell'affrontare la parte residua - ci auguriamo - della pandemia, riesce una volta per tutte a far prevalere in questa battaglia epocale uno dei suoi valori intramontabili e non negoziabili, che è il principio democratico. In democrazia occorre persuadere, non imporre. Se si è capaci! Almeno, qui, in Italia, la sensazione è di dubbio - mi dispiace, Presidente Draghi, lei ci è capitato di mezzo, forse, è del tutto innocente rispetto al caos generato dal 2019, fino a che non è sopraggiunto lei – per i cittadini italiani, rispetto anche alla questione delle vaccinazioni. Noto è che Fratelli d'Italia è assolutamente a favore della campagna vaccinale ed è soddisfatta del lavoro svolto dal generale Figliuolo, così come ringrazia e si unisce ai ringraziamenti verso la comunità scientifica, il personale sanitario, i medici, gli infermieri, i volontari e tutti coloro i quali hanno consentito comunque che si potesse giungere a questi livelli di vaccinazione. Resta il fatto che chi ha dei dubbi, chi li ha maturati questi dubbi, li ha appunto metabolizzati, nella misura in cui i Governi hanno fatto una grande confusione ed hanno instillato il dubbio dentro ciascun cittadino. Allora, uno dei valori fondamentali, come dicevo, dell'Europa, la democrazia, dovrebbe prevedere che, comunque, ci sia una capacità di informazione corretta verso i cittadini, tale da riuscire a convincerli alla vaccinazione, piuttosto che costringerli anche nella maniera surrettizia che state utilizzando ora, penalizzando in modo particolare i lavoratori dipendenti. L'Europa sarà migliore, se saprà essere solidale.

Ma la solidarietà a cui noi ci ispiriamo, per passare al secondo punto del Consiglio europeo, cioè quello dell'immigrazione, sarà vera se sarà capace una volta per tutte - lo dica ai suoi colleghi, Presidente Draghi - di stroncare le gambe ai trafficanti di uomini (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Mi chiedo come sia possibile che nel terzo millennio non si riesca a estirpare la mala pianta di questa nuova forma di schiavismo, che induce tanti disperati ad attraversare il deserto in carovana - qualche morto lo si fa già lì - oppure a imbarcarsi nella filiera di questo traffico a bordo delle barche della morte, dei barconi della morte, per alimentare ancora la catena degli scafisti, e poi, una volta arrivati qui, c'è chi tenta la fuga attraverso la porta girevole dell'Italia, non più consentita dall'approvazione del regolamento di Dublino, e raggiungere la Germania, la Francia o la Svezia, ma se non riesce staziona nei centri di accoglienza per un periodo più o meno lungo, salvo poi consegnarsi, per ragioni spesso anche di necessità, nelle mani della malavita organizzata.

Questa non è solidarietà; questa è la peggiore forma di razzismo, che ha anche un effetto collaterale, che è quello di svuotare l'Africa dalle energie vive che possiede, perché è ovvio che non tutti possono permettersi, sia da un punto di vista fisico sia da un punto di vista economico, questi viaggi della disperazione. Sono le persone più attrezzate e noi le andiamo a sottrarre a un continente che dovremmo aiutare, anche perché sta lì davanti all'Italia. Noi siamo questa splendida portaerei che si insinua nel Mediterraneo e, quindi, dovremmo farci carico più di altre Nazioni di questa preoccupazione e non riusciamo, invece, ad aiutare queste Nazioni a emanciparsi né riusciamo, conseguentemente, a essere davvero solidali. Il principio europeo valoriale della solidarietà è negato dalle politiche europee sull'immigrazione, perché lì, in Africa, noi lasciamo, consentendo questa sorta di esodo di massa, le persone più fragili: lasciamo gli anziani, lasciamo i bambini, lasciamo le loro mamme (le donne), lasciamo i disabili, lasciamo gli ultrapoveri. Questa non è solidarietà!

L'Europa deve tirare fuori il coraggio e le armi giuste per poter contrastare questa azione sistematica di sfruttamento delle persone più fragili e svantaggiate. L'Europa sarebbe migliore se fosse in grado di mettere in campo delle politiche demografiche tali da non immaginare che, appunto, l'immigrazione possa rappresentare una svolta dal punto di vista della capacità di tenuta del suo sistema di welfare. L'Europa sarebbe migliore, certo, anche affrontando i temi più innovativi della digitalizzazione e della transizione cosiddetta ecologica, se si ponesse non tanto e non soltanto il tema - chi lo può contrastare - dell'accelerazione di queste procedure, ma se si ponesse, almeno in maniera equipollente, il tema del saldo zero da un punto di vista sociale. Che cosa accadrà quando avremo digitalizzato tutte le nazioni europee? Quanti posti di lavoro avremo perso? Quanti soldi l'Europa avrà destinato a questo dramma sociale che già a casa nostra si appresta all'orizzonte? Non è forse l'Europa migliore? Non è forse necessario interrogarsi, posto che l'Europa non è più il vecchio mercato comune europeo ma ha l'ambizione di essere un continente e forse addirittura, per gli utopisti dell'ultima ora, uno Stato persino? Non è per caso necessario e indispensabile immaginare che la digitalizzazione, appunto, non comporti delle ricadute sociali devastanti? Non è forse necessario cercare di intervenire preventivamente per dare degli orizzonti diversi? Non è forse necessario proporre la salvaguardia…

PRESIDENTE. Concluda.

FABIO RAMPELLI (FDI). …della struttura sociale stessa - concludo, Presidente - dell'Europa, dei popoli europei, delle loro tradizioni e della loro cultura millenaria? Non è forse necessario salvaguardare - perché questa è la prospettiva che dovrebbe animare qualunque statista di qualunque Nazione europea - il diritto alle relazioni sociali e, quindi, cercare di contenere, se non addirittura contrastare, una tendenza che si è sviluppata, anche…

PRESIDENTE. Concluda…

FABIO RAMPELLI (FDI). …a causa del COVID-19, alla didattica a distanza nelle scuole primarie, nelle scuole secondarie e nelle università, e al lavoro agile? Non è forse necessario recuperare…

PRESIDENTE. Vicepresidente Rampelli, deve concludere.

FABIO RAMPELLI (FDI). …il diritto - davvero l'ultima battuta che faccio - a socializzare e ad alimentare il commercio di prossimità? Ecco, questi sono temi che avremmo gradito fossero sviluppati dal Consiglio europeo…

PRESIDENTE. Grazie…

FABIO RAMPELLI (FDI). …con il contributo fondamentale dell'Europa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Diceva…

PRESIDENTE. No, deve concludere!

FABIO RAMPELLI (FDI). Chiedo scusa. È l'ultima battuta davvero, perché a volte, insomma, rimaniamo un po' disorientati. Charles Bukowski diceva: “Nati così, (…) in un posto dove le masse trasformano i cretini in eroi di successo”. Ecco, l'impressione, quando si fa fantapolitica, è che ci sia un luogo strano dove tutto viene inghiottito, soprattutto il buonsenso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Noja. Ne ha facoltà.

LISA NOJA (IV). Grazie, Presidente. Signor Presidente del Consiglio, come ricordava, nella prossima riunione del Consiglio europeo tra i temi all'ordine del giorno ci sarà anche l'aggiornamento sulla situazione della pandemia da COVID-19. L'Italia si presenta a tale appuntamento con risultati molto positivi. Lei, Presidente, ha citato alcuni dati; mi permetto di citarne altri. Il 18 ottobre i casi giornalieri per milione di abitanti in Francia erano poco più di 70, in Germania 111, in Italia 41; gli accessi settimanali in ospedale in Francia erano 1.322, in Germania 1.290, in Italia 663; il totale delle terapie intensive al 10 ottobre, ultimo dato comparabile disponibile, in Francia era 1.132, in Germania 1.337, in Italia 364. Questa non è una pagella, perché nella pandemia non ci sono i bravi e i cattivi. La pandemia si supera tutti insieme, in Europa e nel mondo, però sono dati che testimoniano l'esito positivo della combinazione tra 2 elementi fondamentali per uscire dall'emergenza sanitaria. Il primo elemento è la strategia assunta da questo Governo. Quel rischio calcolato, di cui lei, Presidente, parlò settimane fa, si sta rivelando la via giusta. È stata giusta la scelta di una riapertura graduale, senza abbandonare le regole di prudenza come la mascherina, protezione ancora essenziale, e di utilizzare uno strumento europeo come il green pass in modo ampio, per consentire un progressivo ritorno del Paese a una normalità quasi piena. Su questo io invito tutti coloro che in quest'Aula criticano la scelta del Governo sul green pass, richiamando il differente approccio di altri Paesi, a leggere i dati. Colleghi, guardate cosa sta accadendo nel Regno Unito, dove la scelta di abbandonare la mascherina e l'opposizione a qualsiasi tipo di certificazione per uso interno sta portando a una preoccupante recrudescenza della pandemia.

Il secondo elemento fondamentale di questa combinazione positiva per il nostro Paese è il grandissimo senso di responsabilità degli italiani, che, da un lato, continuano tuttora a essere prudenti e a rispettare le regole di prudenza e, dall'altro lato, hanno compreso la necessità di vaccinarsi per proteggere se stessi e gli altri e per consentire al Paese di tornare a vivere: oltre 46 milioni di italiani che, con la loro scelta, hanno consentito a tutto il Paese, anche a quella parte che a oggi non si è vaccinata, di tornare a una vita quasi normale. Sono cittadini meno rumorosi di chi protesta contro il green pass in nome di un malinteso concetto di libertà, meno presenti nei talk show, meno considerati spesso da alcune forze politiche, ma che pure, grazie al loro senso di responsabilità, hanno guadagnato - loro sì - ogni giorno spazi di libertà per loro stessi e per tutti gli altri.

Signor Presidente, nel confermare il nostro pieno sostegno all'azione del Governo in Europa, quando alla riunione del Consiglio europeo discuterete della pandemia e della sua evoluzione potrà portare con sé la forza tranquilla, responsabile, gentile, ma determinata, di tutti quei milioni di cittadini italiani a cui noi tutti dobbiamo tutto (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Davide Crippa. Ne ha facoltà.

DAVIDE CRIPPA (M5S). Grazie, Presidente. Dopo l'intervento della collega Galizia mi preme fare delle puntualizzazioni sulle tematiche energetiche, perché quanto inserito da un lato all'interno della risoluzione di maggioranza, dall'altro come argomentazioni nel Consiglio d'Europa deve far riflettere rispetto al rischio che questo scenario di nuova pandemia energetica possa generare su tutti gli sforzi che abbiamo messo in campo, che rischia di renderli completamente vani rispetto al rilancio dei settori produttivi, economici e alla vita di tutti i cittadini italiani.

Abbiamo visto che sono stati dati degli scenari preoccupanti, proprio anche ieri il presidente dell'Autorità per l'energia ha messo sul piatto che da gennaio presumibilmente ci saranno ulteriori rincari dei prezzi dell'energia, ci saranno problematiche anche di disponibilità rispetto alle forniture di gas, e questo deve far riflettere anche sugli scenari immediati e futuri del nostro Paese da un punto di vista energetico.

Abbiamo visto che abbiamo toccato prezzi di 150 centesimi di euro al metro cubo per il gas, si è visto 300 euro a megawattora per quanto riguarda il settore elettrico. Uno scenario che rischia di mettere un ostacolo alla ben avviata ripresa economica del nostro Paese; ha portato al rallentamento anche di alcune produzioni industriali a livello internazionale, e quindi noi rischiamo di percorrere la medesima scia. Serve agire però subito, serve uno sforzo comune europeo, serve gestire unitamente questa congiuntura energetica internazionale, perché, nello stesso modo con cui si è approcciato il COVID, oggi dobbiamo approcciare la problematica energetica a livello europeo. Per ora le risposte della Commissione europea sono, le dico, molto timide su questo fronte, limitandosi a consigli e raccomandazioni per gli Stati membri che, guarda caso, il nostro Stato aveva già messo nero su bianco con i 3 miliardi a supporto dell'ultimo trimestre. Per cui, evidentemente, era qualcosa che già potevamo fare. Ci aspettiamo degli interventi decisamente più cospicui, decisamente un po' più di visione, con sicuramente più coraggio di intervento. Devono essere interventi di medio-lungo termine, focalizzati sulla riduzione e la dipendenza dai combustibili fossili; sì, perché il rapporto è strettamente correlato al fatto che l'incidenza di importazione dei combustibili fossili in questo momento ti porta a un incremento di incidenza sul prezzo dell'energia elettrica. Quindi maggiore è l'apporto di energie rinnovabili e minore è la dipendenza di importazione, e questo ci permetterebbe di avere una minore volatilità dei prezzi durante questi percorsi. Allora la Commissione europea ha raccomandato in tutte le salse, nell'ultimo modo lo ha confermato ottimamente, che la transizione ecologica è il miglior modo per scongiurare altri shock nel futuro; motivo per cui questa deve essere accelerata, però, purtroppo, mancano gli ingredienti europei per poterlo fare.

Noi le rappresentiamo la necessità di mettere sul tavolo queste tematiche perché è necessario assumere degli impegni chiari per investire in soluzioni energetiche a zero emissioni anche negli altri Stati membri; serve rivedere la disciplina degli aiuti di Stato per l'energia e l'ambiente per facilitare il raggiungimento del Green New Deal europeo al minor costo, agevolando gli interventi di efficienza energetica e nell'energia rinnovabile. Questo, ovviamente, oggi ha un impatto ancora più significativo: da un lato ci permetterebbe di dare una visione agli interventi economici che mettiamo in campo e dall'altro ci salvaguarderebbe in futuro da shock dal punto di vista dei prezzi dell'energia.

Serve scorporare gli investimenti pubblici destinati alle energie rinnovabili. Questo è un tema fondamentale: non possiamo sempre considerare che gli investimenti green siano equiparati a un debito pubblico complessivo nella medesima maniera di qualsiasi altro tipo di investimento. Serve davvero una maggiore incisività per computare questo ai fini del pareggio di bilancio o del rapporto deficit/PIL. Sostanzialmente, gli investimenti green devono essere scomputati da questo conteggio; serve necessariamente adottare delle misure - anche questo è inserito - di approvvigionamento comune europeo, ma la pongo anche come questione di stoccaggio europeo non soltanto del gas, dell'energia. Dobbiamo cercare di valorizzare da un punto di vista sistematico il fatto e la disponibilità di avere accumuli di energia programmatici. L'energia viene prodotta oggi, purtroppo, all'interno del nostro Paese, in determinate fasce orarie dalle fonti rinnovabili e viene venduta al mercato a zero euro a megawattora, quando la sera è a 300 euro a megawattora. Possiamo immaginare tutti insieme, a livello anche europeo, di regolamentare, di fare dei bandi di gara per i sistemi di accumulo internazionali o anche soltanto all'interno dei nostri confini, e consentire così investimenti in stoccaggi naturali ed elettrochimici per l'energia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), in modo tale da aumentare la propria disponibilità e il proprio apporto al nostro sistema Paese e non dipendere dagli shock energetici causati spesso da dinamiche più politiche che realmente strutturali.

Poi arriviamo, Presidente, a un tema caro: è ovvio che, per ridurre anche la dipendenza energetica, serve ridurre il fabbisogno, e per ridurre il fabbisogno abbiamo due strumenti. Da un lato mi permetto perché proprio stamattina c'era un articolo interessante su Il Sole 24 Ore che parlava delle politiche di risparmio energetico immediate. Cioè, quali sono le politiche che da domani noi possiamo attuare? Quelle semplici di regolazione delle temperature negli ambienti. Quindi da un certo punto in poi abbiamo un rischio che nel prossimo trimestre ci possa essere una disponibilità di gas limitata e dobbiamo iniziare già oggi a premurarci e a dire: probabilmente possiamo mettere in campo delle misure di abbassamento di un grado di tutti gli edifici pubblici, già fatto in passato questo sistema. Ma altri sistemi, invece, possono essere messi in campo, sono misure di incentivazione al risparmio. E allora abbiamo le misure di incentivazione al risparmio a lunga visione e, come MoVimento 5 Stelle, le rimarco anche in questa sede la necessità che il 110 per cento sia uno strumento di efficienza, che vuol dire di risparmio energetico e di risparmio nelle bollette degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E attenzione che non tutte le case unifamiliari, come stiamo leggendo e ascoltando dal dibattito politico oggi, sono dei ricchi. Ci sono case unifamiliari che non appartengono a benestanti miliardari, ma semplicemente a cittadini tranquilli, onesti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e che oggettivamente hanno anche dei redditi molto bassi. Come riusciamo a intervenire in quelle fasce? Non possiamo chiudergli la finestra a giugno del 2022, “ciao, grazie e arrivederci”, quando sappiamo che le imprese non hanno accettato più incarichi da settembre perché erano piene di lavoro. Stiamo raccontando che nel 2022 non daremo questa prospettiva temporale alle case unifamiliari e chiediamo un approfondimento su questo tema e insistiamo perché questo punto venga analizzato a fondo, legandolo anche a parametri di reddito, a parametri di efficienza. E serve evidentemente in questo caso un intervento che metta nero su bianco anche altri tipi di misure. Parlavo di quelle di lunga visione e parlavo di bonus sul risparmio. Sì, perché qualche soluzione potrebbe essere messa anche sul piatto per diminuire il fabbisogno in un momento di crisi energetica come quella che stiamo vivendo e rischiamo di vedere, secondo gli scenari degli analisti, nel prossimo trimestre. Quella di immettere sul piatto un bonus di risparmio per le famiglie. Le chiedo di analizzarla, perché credo che valga la pena. Possiamo immaginare che, rispetto allo scenario di consumo del 2020, una famiglia consumava 100 e quest'anno, con un incentivo di natura economica, se la famiglia, senza interventi di efficienza…

PRESIDENTE. Concluda.

DAVIDE CRIPPA (M5S). …che ha messo in campo - e chiudo, Presidente - consuma 80 o 90 rispetto ai 100 dell'anno precedente, allora le diamo un incentivo economico e in questo modo riusciamo a diminuire la dipendenza di gas che in questo percorso temporale ci espone ed esporrà rispetto ai nostri stoccaggi, alla nostra disponibilità economica e di metri cubi di gas in un percorso temporale complicato. Per cui, Presidente, sulle tematiche dell'energia noi ci aspettiamo un approccio unitario europeo, con delle risposte chiare, in ottica di transizione energetica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato De Luca. Ne ha facoltà.

PIERO DE LUCA (PD). Grazie, Presidente. Il prossimo Consiglio europeo affronterà questioni di grande rilevanza e sensibilità. L'Italia parteciperà a questo vertice con un ruolo da protagonista e lo farà grazie anzitutto ai risultati straordinari ottenuti negli ultimi mesi. Ricordiamo che il Governo italiano è stato decisivo durante il periodo più duro della pandemia nel convincere l'Unione a mettere in campo misure di protezione e sostegno rivoluzionarie, culminate nell'emblematico programma Next Generation EU da 750 miliardi di euro. Decisivo, al riguardo, è stato, in particolare - lo ricordiamo ancora una volta, perché non è un elemento di dettaglio - il lavoro dell'attuale sottosegretario Enzo Amendola, che ringraziamo, e del Ministro Roberto Gualtieri, cui rivolgiamo un caloroso augurio di buon lavoro per l'elezione a sindaco di Roma (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ci presenteremo al vertice europeo con credibilità e autorevolezza, però anche e soprattutto per il lavoro svolto da lei, signor Presidente, dell'attuale Governo. Ricordiamo che l'Italia ha presentato a Bruxelles, nei termini previsti, il Piano di ripresa e resilienza, valutato subito in modo positivo dall'Unione. E l'Italia è stato uno dei primi Paesi a ottenere l'anticipo sull'erogazione delle risorse, un anticipo di circa 25 miliardi di euro già ad agosto. Tutto questo non è accaduto per caso, ovviamente; è il frutto di un lavoro serio, attento, responsabile e competente. Per queste ragioni, signor Presidente, noi Democratici abbiamo sostenuto e continueremo a sostenere con forza e convinzione l'azione dell'Esecutivo e l'attuazione della sua agenda di Governo. Continueremo a supportare con determinazione l'attuazione degli impegni assunti nel Recovery Plan e non permetteremo che si interrompa, in particolare, il percorso delle riforme necessarie al Paese: questo è bene dirlo!

Il vertice parlerà, come lei ricordava, anzitutto dell'attuale situazione epidemiologica. L'Unione ha adottato misure inedite che hanno evitato pericolose disparità di trattamento o competizioni al ribasso tra gli Stati membri, tenendo l'Europa unita nei diritti e nelle opportunità sanitarie. Per questo, condividiamo l'esigenza di costruire ormai una vera e propria Europa della salute, rafforzando il coordinamento sanitario tra gli Stati membri e continuando a investire nella ricerca e nella medicina, contrastando, come ha precisato anche ed ha avuto modo di ricordare il Presidente Mattarella, quella deriva antiscientifica che si registra, sia pure in piccole dosi, ancora oggi, in Europa e nel Paese.

Noi siamo al fianco del Governo e dell'Unione, in particolare nelle azioni a sostegno della produzione e della distribuzione di vaccini gratuiti per tutti, con un impegno di civiltà, che lei ha ricordato, e che chiediamo di assumere con forza: distribuire ancora più dosi di vaccino ai Paesi meno ricchi e più fragili (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Una battaglia di civiltà, di equità e di giustizia sociale. Siamo al fianco del Governo nelle misure legate all'uso del green pass senza se e senza ma e chiediamo sul punto di smetterla, una volta per tutte, con la propaganda a forze politiche che, in questi mesi, hanno assunto posizioni ambigue e irresponsabili, strizzando l'occhio, a seconda del momento, ai negazionisti sanitari, ai no-mask, ai no-vax o ai no-green pass! Basta demagogia sulla salute e sulla pelle dei cittadini italiani ed europei! Basta demagogia su questi temi!

Al riguardo, a nome del gruppo del Partito Democratico, troviamo doveroso, come lei ha avuto modo di fare, rivolgere un grazie sentito: grazie ai 46 milioni di donne e uomini ad oggi già vaccinati nel nostro Paese, a quella grande maggioranza silenziosa e responsabile di italiani che, con senso civico esemplare e ammirevole, sta consentendo al nostro Paese di uscire gradualmente dall'emergenza. L'attuale contesto di crisi sanitaria, però, è politica, sia comunitaria che internazionale; riporta di attualità il dibattito che sarà un po' la tela di fondo del Consiglio europeo sul ruolo dell'Unione e sul senso profondo del progetto di integrazione comunitaria. L'Europa, lo ricordiamo, nasce dalle macerie della seconda guerra mondiale, dopo l'orrore della Shoah e delle leggi razziali. L'Unione, sin dalle origini, dunque, nelle intenzioni dei padri fondatori non solo è un organizzazione economico-commerciale, ma rappresenta soprattutto la culla della democrazia, una comunità fondata su valori e principi di tolleranza e solidarietà, su diritti e libertà fondamentali volti ad evitare il ripetersi di tragedie nella storia. In questo contesto, lo diciamo allora con chiarezza, chi nega il primato del diritto europeo e lo stato di diritto mette a rischio e attacca l'unità stessa e le fondamenta dell'Unione, mette a rischio la tutela di quei valori essenziali su cui l'Unione è stata costruita: democrazia, libertà e rispetto dei diritti umani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Per cui lo ribadiamo in quest'Aula: sosteniamo con convinzione l'azione politica e giuridica della Commissione, a tutela dei valori fondanti dell'Unione, e diciamo “no” con forza, anche in quest'Aula, a Governi che sostengono norme illiberali sull'indipendenza e l'autonomia della magistratura (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Diciamo “no” a Governi che approvano provvedimenti offensivi della dignità delle persone sulle politiche di genere! Diciamo “no” a Governi che adottano norme restrittive della libertà di stampa o della libertà di insegnamento e diciamo “no” a forze politiche, anche di casa nostra, che propongono un ritorno ad un'Europa dei muri e delle barriere, a un'Europa delle piccole patrie e dei piccoli passi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

L'Europa non è un ristorante con un menu à la carte, come è stato detto, dove ognuno sceglie la portata che preferisce. L'Unione è una comunità fondata su regole e valori condivisi, da rispettare nella loro totalità e lo stato di diritto è il cemento dell'intera costruzione europea. Rispetto, allora, a queste pulsioni e a questi rigurgiti sovranisti, lo diciamo con chiarezza, noi siamo dall'altra parte della storia, noi siamo per rafforzare, non per indebolire, le istituzioni comunitarie, noi siamo per costruire un'Europa sempre più forte della solidarietà, dello sviluppo sostenibile, una Europa che difenda - è stato ricordato nel dibattito, ma diciamolo con forza - le filiere agroalimentari, le produzioni tipiche in vicende come quella del Prosecco o del Nutriscore: è una battaglia importante da fare anche a livello europeo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! E invitiamo il Governo, da questo punto di vista, a tutelare queste filiere. Siamo per un'Europa che consolidi il ruolo di attore internazionale, istituendo anche una vera e propria difesa comune; un'Europa che definisca poi finalmente un nuovo patto sull'immigrazione e l'asilo, superando l'anacronistico Regolamento di Dublino e aprendo la cooperazione con Paesi di origine e transito, per prevedere finalmente, come lei ricordava, corridoi umanitari per l'ingresso regolare e legale di flussi di migranti nel nostro continente. Ecco la nostra idea di Europa, signor Presidente, lo diciamo con forza a chi pensa di creare nuovi partiti nazionalisti nell'Unione: non portate indietro le lancette della storia. Gli interessi italiani e del Paese non si difendono alleandosi con la Le Pen, con Orbán, con il Premier polacco, con gli spagnoli di Vox, cioè con i nazionalisti che si sono opposti agli eurobond e al Next Generation EU (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Gli interessi dell'Italia e dell'Europa si difendono sostenendo la linea politica di Draghi, di Sassoli e di Gentiloni! Guai ad andare indietro in Europa! Guai a ritornare al punto di partenza, dopo l'evoluzione delle misure straordinarie adottate finora.

PRESIDENTE. Concluda.

PIERO DE LUCA (PD). Uniti siamo più forti. Abbiamo, quindi, bisogno, in futuro, di più Europa, non di meno Europa, per sostenere il nostro Paese e difendere il futuro dei nostri cittadini. Affidiamo a lei, signor Presidente, il compito di portare avanti questo percorso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. È così conclusa la discussione generale.

(Annunzio di risoluzioni)

PRESIDENTE. Avverto che sono state presentate le risoluzioni Davide Crippa, Molinari, Serracchiani, Barelli, Colaninno, Marin, Fornaro, Lupi, Emanuela Rossini e Magi n. 6-00197 e Lollobrigida ed altri n. 6-00198. I relativi testi sono in distribuzione (Vedi l'allegato A).

(Replica e parere del Governo)

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi.

MARIO DRAGHI, Presidente del Consiglio dei Ministri. Grazie Presidente, ringrazio tutti quelli che hanno fatto le osservazioni: sono certamente molto importanti, arricchiranno la discussione in Consiglio europeo e rafforzeranno sicuramente la posizione dell'Italia. E quello che la rafforzerà di più è sapere che c'è il sostegno, il vostro sostegno, dietro le posizioni che l'Italia prenderà al tavolo del Consiglio europeo.

Ora, vorrei cercare di rispondere a quasi tutti i punti che sono stati fatti. L'onorevole Ruffino ha notato come questo sia un momento unico per l'Europa e per il ruolo che l'Europa può svolgere a favore dei Paesi membri e il motivo è semplice. Dalla pandemia in poi, e forse anche prima della pandemia, anzi certamente anche prima della pandemia, ma è una percezione relativamente recente, ci accorgiamo, sempre di più, che le sfide che ci troviamo a dover combattere sono sfide di dimensioni che travalicano i confini dei nostri Paesi: la stessa pandemia, lo stesso Piano che ora sta assistendo la ripresa dell'economia italiana e dell'economia europea, la transizione digitale, la transizione ecologica. E più ci pensiamo, più noi capiamo che ci sono anche sfide in prospettiva che è impensabile affrontare da soli. Pensate soltanto alla costruzione di una difesa europea, che richiederà risorse incredibili, risorse di dimensioni straordinarie. Pensate al ruolo dell'economia dell'Europa nella cooperazione allo sviluppo, nella vaccinazione dei Paesi più poveri: di nuovo, sono risorse che non abbiamo la possibilità di generare all'interno di ogni Paese. A questo proposito, ieri, il Commissario Gentiloni, nel corso di una conferenza stampa, ha dato dei numeri, che ora condivido. Per esempio: l'investimento necessario per la transizione verde e la transizione digitale sarà di circa 650 miliardi di euro all'anno fino al 2030.

Solo la transizione verde richiederà 520 miliardi all'anno; i settori dell'energia e dei trasporti richiederanno 390 miliardi all'anno, 50 per cento di più che nel passato. Certamente, il PNRR aiuterà ad affrontare questi investimenti perché è chiaro che le risorse a livello di singolo Paese non ci sono. Quindi, è un momento particolare in cui noi scopriamo quello che in un certo senso sapevamo, ma non avevamo forse ancora capito quanto il nostro futuro dipende dalla capacità di avere un'azione europea unita su questi fronti. Giustamente, l'onorevole Ruffino ha detto che occorre la massima unità di intenti e questo deve essere chiaro al prossimo Consiglio europeo, dove si discuterà anche di una cosa che non era all'ordine del giorno finora, cioè un breve scambio di vedute sulla Polonia.

Il punto è questo. Intanto, come primo punto, ho appena detto di quanto sia necessaria l'Europa per affrontare le dimensioni delle sfide future. Quindi, una prima conclusione è che uno sta in Europa perché ha bisogno dell'Europa. Tuttavia, non si sta in Europa solo perché ha bisogno dell'Europa ma anche perché condivide gli ideali che sono alla base della costruzione europea (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Italia Viva, Coraggio Italia, Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Misto).

Più specificamente riferito alla Polonia c'è stato un punto sollevato dall'onorevole Giglio Vigna. Non è che si condannano i cattivi perché a Bruxelles ci sono i buoni. C'è un problema specifico ed è la primazia della Corte di giustizia europea rispetto alle Corti costituzionali nazionali (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Italia Viva, Coraggio Italia e Liberi e Uguali). Questo è il pilastro giuridico su cui si costruisce l'Europa e la vita europea. Guardate che ci sono tante direzioni in cui può andare la negazione di questa primazia. L'esempio è lo scontro, per così dire, tra la Corte costituzionale tedesca e la Corte di giustizia europea proprio sulla politica monetaria fatta dalla Banca centrale europea. È stato grazie alla primazia della Corte di giustizia europea che la politica monetaria della Banca centrale europea è cambiata per sempre, disponendo ora di strumenti che prima non aveva (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Italia Viva, Coraggio Italia, Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Misto).

All'onorevole Cabras vorrei fare osservare soltanto tre fatti. Il primo: dopo aver avuto 132 mila morti io credo che in coscienza bisogna far tutto il possibile e quello che è necessario (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Italia Viva, Coraggio Italia, Liberi e Uguali e di deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Misto). Il secondo: non è solo il passato ma è il presente che ci insegna che questa è la strada giusta. Il Regno Unito, che era uno dei Paesi che aveva portato avanti la campagna di vaccinazione con grande celerità, abbandonata ogni cautela oggi si trova di fronte a circa 50 mila contagi giornalieri e 200 morti ieri e 176 oggi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti). Quindi, in sostanza è anche il presente. Questo ci insegna anche che non usciremo da questa situazione in un istante. Anche nell'uscita sarà necessario procedere con gradualità.

Il terzo: semplicemente, e di nuovo, ci sono i dati dell'efficacia di queste misure che sono state messe in campo: dal decreto che prevede l'estensione ai luoghi di lavoro, le prime dosi di vaccino sono cresciute del 46 per cento rispetto al trend atteso (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali), tra il 16 settembre il 13 ottobre ci sono state infatti 559.954 prime dosi in più rispetto al previsto. Poi, non stiamo a guardare anche il numero dei decessi, che è caduto del 94 per cento, dei ricoveri in terapia intensiva, del 95 per cento, e delle ospedalizzazioni, del 92 per cento. Insomma, mi pare che ci siano molti fatti che giustificano l'attuale scelta politica su questo.

L'onorevole Valentini ha sollevato molti punti e ne vorrei osservare uno o due in particolare. Per quanto riguarda l'estensione del green pass ai lavoratori extraeuropei, la situazione è in evoluzione. Ci sono già 16 Stati a cui è riconosciuta l'estensione del green pass, tra cui, per citarne alcuni, Albania, Israele, Marocco, Panama e altri (Commenti). Per altri, l'estensione del green pass è in corso di analisi. Sicuramente, c'è molto lavoro del Ministero della Salute per cercare di fare accordi ad hoc con molti di questi Paesi. Di nuovo, se si riuscisse ad avere un coordinamento europeo su questo sarebbe certamente meglio. Tuttavia, come ho detto, il Ministro Speranza sta lavorando su questo da diverso tempo e solleveremo questo tema, sicuramente, domani; non c'è alcun dubbio.

Sulle criptovalute, lei ha ragione. Effettivamente, permettono di fare pagamenti e di ottenere riscatti creando dei flussi di denaro completamente anonimi e illegali. Però, su questo occorre non solo una cooperazione europea, ma occorre una cooperazione mondiale perché altrimenti, non si riesce a risolvere il problema.

Per quanto riguarda le fonderie, certamente è la cosa da fare per poter dotare l'Europa di un'autonomia nella produzione dei microchip. Senonché, non sono investimenti da poco, ma ci vogliono molti anni per poter mettere insieme. Di nuovo, Paesi come la Germania, la Francia e l'Italia stanno lavorando insieme su questo fronte e ancora altre iniziative verranno prese negli anni futuri.

L'onorevole Galizia ha sollevato molti punti importanti e, di nuovo, cerco di rispondere ad alcuni. Uno è quello della costruzione di piattaforme digitali sanitarie. Si tratta indubbiamente di una questione di straordinaria importanza che, però, si scontra con il fatto che in alcune regioni esistono dei fascicoli sanitari che sono, forse, tra i migliori d'Europa e in altre, invece, quasi non esistono questi fascicoli sanitari, che bisogna alimentare. Il Ministro Colao sta lavorando con varie regioni per poter arrivare all'inizio di una creazione di una piattaforma sanitaria ma è evidente che è una cosa di un'utilità straordinaria.

Nello stesso tempo - è una cosa collegata ma diversa - si sta cercando di potenziare il più possibile gli investimenti nella telemedicina, per poter essere monitorati a casa, per poter essere anche assistiti a casa (Applausi della deputata Aprea). Naturalmente, non è che risolva il problema della non autosufficienza ma, insomma, è un primo passo e un aiuto. Poi, molti altri investimenti nel PNRR sono diretti proprio alla non autosufficienza. Quindi, se le regioni vorranno bisognerà procedere insieme per poter costruire dei fascicoli e soprattutto per poterli alimentare in maniera stabile e poter così avere una piattaforma digitale sanitaria nazionale. Comunque su queste cose poi vi terrà informato anche il ministro Colao perché è parte del lavoro che lo vede impegnato.

Dunque, gli onorevoli Dori e Rampelli toccano la questione della migrazione da punti di vista molto diversi, naturalmente. Qui è un po' quello che ho detto in altre occasioni, cioè l'approccio del Governo a questo dramma deve essere equilibrato, efficace e umano; efficace in due sensi, però, efficace in due significati. Deve essere efficace nel proteggere i confini nazionali dall'immigrazione illegale e dai traffici di persone; deve essere però anche efficace nell'accoglienza, ed è qui che mi pare l'onorevole Rampelli ha insistito, secondo me giustamente, perché l'accoglienza è vera se porta all'integrazione (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Lega-Salvini Premier, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Italia Viva, Coraggio Italia e Liberi e Uguali e di deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Misto) e l'integrazione è vera solo se porta al lavoro (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Lega-Salvini Premier, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Italia Viva, Coraggio Italia e Liberi e Uguali e di deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Misto). Se non c'è lavoro, c'è una forma di sopravvivenza assistita che è un guaio per loro e un disonore per noi, che non porta a nulla, se non - come ha detto l'onorevole Rampelli - spesso alla negazione dell'esistenza. Sappiamo che ci sono molti, moltissimi casi di disastri che avvengono tra questi emigrati che non riescono a lavorare. Onorevole Rampelli, l'immigrazione è un po', in un certo senso, come la digitalizzazione. Lei dice che bisogna tutelare, sostenere, la digitalizzazione: sì, sicuramente bisogna sostenere e tutelare durante la transizione; cioè sono fatti inevitabili, che avvengono. Non ci sono muri contro la migrazione, non ci sono muri contro la digitalizzazione. La cosa giusta da fare è prendere coscienza che queste cose avvengono, tutelarsi, naturalmente, nei limiti della legalità e gestirle in maniera intelligente, in modo che si abbia una visione. Questo è quello che dobbiamo fare, secondo me, sulla digitalizzazione. L'onorevole Giglio Vigna ha toccato il punto della transizione, tra i vari, sia quella digitale, sia quella ambientale e ha messo in luce i rischi per l'occupazione, per il prodotto di queste transizioni. Sicuramente ci sono dei rischi, però ci sono anche delle opportunità e i primi dati di esperienze di Paesi che hanno - come dire, per forza, spesso, degli eventi - applicato una transizione ecologica aggressiva, questi primi dati sull'occupazione sembrano abbastanza incoraggianti. Quindi, indubbiamente ci saranno dei settori tra transizione digitale e transizione ecologica che si contrarranno e dei settori che si espanderanno, per cui quello che bisogna fare, quello che i Governi devono fare, è aiutare la riallocazione delle persone da un settore ad un altro. È per questo che, in questo momento e per tutti gli anni a venire, le politiche attive del lavoro saranno fondamentali. In questo, bisogna essere - anche lì - abbastanza realistici: bisogna migliorare sicuramente i nostri centri dell'impiego, ma bisogna anche utilizzare le risorse che il settore privato ci dà per quanto riguarda proprio la gestione della riallocazione della forza lavoro, altrimenti abbiamo situazioni di disoccupazione che diventano croniche e, a quel punto, diventa difficilissimo gestirle. Sulla Polonia, un altro punto che lei ha sollevato, onorevole, credo di avere già risposto. Giustamente, mi ricordava che un vero grazie sentito va anche a tutto il volontariato, alla Croce Rossa, agli Alpini e a tutti coloro che ci hanno aiutato in questo momento (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Lega-Salvini Premier, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Italia Viva, Coraggio Italia e Liberi e Uguali e di deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Misto). All'onorevole Noja, che non c'è e che ringrazio per il riferimento al rischio calcolato dal Governo in aprile e al fatto che si sia rivelata la scelta giusta, naturalmente condivido il suo appello alla responsabilità in questo momento. L'onorevole Crippa ha sollevato molti punti, direi quasi tutti o tutti condivisibili. Ha evidenziato i rischi della crisi energetica, la necessità che l'Europa abbia un ruolo dominante nell'aiutare a superare questa crisi, ma nello stesso tempo ha detto che la transizione ecologica è l'unica alternativa: non c'è marcia indietro. L'unica alternativa è la transizione ecologica; non ci sono rallentamenti su questo fronte perché la transizione ecologica, come ha detto il Commissario Timmermans, è quella che riduce stabilmente la dipendenza dai fossili e anche, quindi, dal gas. Io penso a quello che abbiamo fatto negli anni Settanta, in risposta alla prima, grandissima crisi energetica, ed è una risposta in un certo senso molto simile: abbiamo trovato nuove tecnologie e abbiamo soprattutto ridotto il consumo attraverso motori diversi, ma anche attraverso, come dire, comportamenti diversi. Direi che la modifica del comportamento è forse la cosa più importante, perché in quel caso fu un enorme successo, provato dal fatto che i prezzi del petrolio poi sono rimasti normalmente stabili o addirittura bassi per tantissimi anni; lo stesso dobbiamo fare qui. Sono completamente d'accordo: dobbiamo fare investimenti nello stoccaggio e nell'accumulazione, ma non voglio, a proposito dell'ecobonus, anticipare quella che è la discussione della legge di bilancio; per quello, magari, ci rivediamo tra qualche giorno e ne parleremo. Un punto, infine, sollevato dall'onorevole De Luca, che ha anche toccato la questione della Polonia e dell'Europa, è quello del Nutriscore. Qui vorrei assicurare il Parlamento che il Governo è totalmente - totalmente - consapevole della gravità che l'introduzione del Nutriscore possa creare, costituire, per la nostra filiera produttiva agroalimentare (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Italia Viva, Coraggio Italia e Liberi e Uguali); quindi, è pienamente impegnato nella sua tutela (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Italia Viva, Coraggio Italia e Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Vincenzo Amendola, per l'espressione del parere sulle risoluzioni presentate.

VINCENZO AMENDOLA, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Grazie, Presidente. Risoluzione Davide Crippa, Molinari, Serracchiani, Barelli, Colaninno, Marin, Fornaro, Lupi, Emanuela Rossini e Magi n. 6-00197, parere favorevole; risoluzione Lollobrigida ed altri n. 6-00198, parere contrario.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto. Ha chiesto di intervenire il deputato Angiola. Prego.

NUNZIO ANGIOLA (MISTO-A-+E-RI). Grazie Presidente, rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, signor Presidente del Consiglio dei Ministri. Oggi, Presidente Draghi, nel suo intervento lei affronta temi rilevantissimi in previsione del Consiglio europeo di questa settimana, come quelli della pandemia e dei vaccini, della transizione digitale, del costo dell'energia, delle migrazioni e degli impegni internazionali. Noi, di Azione-+Europa, oggi le esprimiamo gratitudine per il lavoro che sta facendo e le rinnoviamo il nostro fermo e convinto sostegno. In Italia la campagna vaccinale procede più speditamente della media europea. Ad oggi l'86 per cento della popolazione sopra i 12 anni ha ricevuto almeno una dose e per l'81 per cento è completamente vaccinata, ciò anche grazie ad un cambio della guardia tra Arcuri e Figliuolo.

Grazie al lavoro del Governo, difficilmente scivoleremo di nuovo nel baratro dei lockdown. Inoltre, Presidente, concordiamo con la sollecitudine che lei ha manifestato verso l'obiettivo irrinunciabile della fornitura e della donazione di dosi di vaccino ai Paesi più fragili. Ottima anche la posizione sull'incremento della produzione europea di semiconduttori, sul contenimento del rincaro delle bollette, soprattutto per le fasce più deboli della popolazione, e sul sostegno ad una gestione davvero europea dei flussi migratori, senza rinunciare al salvataggio delle persone in mare, con umanità, per difendere i valori europei della solidarietà e dell'accoglienza. Ottima, la sua posizione sulla riduzione della dipendenza dai combustibili fossili e sull'aumento dell'utilizzo di fonti rinnovabili, nel rispetto della capacità di adattamento delle aziende.

PRESIDENTE. Concluda.

NUNZIO ANGIOLA (MISTO-A-+E-RI). Su un punto, tuttavia, vorremmo ritornare: la questione dello Stato di diritto va risolta una volta per tutte, perché in ogni associazione umana, dal condominio all'Unione europea, è fondamentale rispettare le regole, se si vuole continuare ad esserne parte.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Rossini. Ne ha facoltà.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). La presidenza del G20 in queste settimane ha portato il nostro Paese - anche grazie alla sua presenza, Presidente Draghi, alla guida del Governo - ad avere un ruolo decisivo nel proporre una leadership rafforzata e responsabile dell'Unione europea nel mondo. Va sostanziata questa leadership dotandoci di un'autonomia in campi strategici. Dobbiamo trovare nuovi equilibri avanzati al nostro interno e servono grandi investimenti federali, selezionati, gestiti e finanziati a livello europeo. I cambiamenti che possono derivare dalle nuove tecnologie sono solo all'inizio. L'arrivo del computer quantico rivoluzionerà le analisi di tutti i fenomeni, da quello climatico a quello sanitario, economico e migratorio. È importante investire in tecnologie quantistiche, cloud computing e intelligenza artificiale, per creare uno spazio europeo di dati che, nel breve e prossimo futuro, rappresenteranno la nostra esperienza europea. Solo gestendo questi dati noi riusciremo a capire cosa ha funzionato e come migliorare. Il bilancio europeo, di poco superiore all'1 per cento del PIL, impallidisce davanti alle risorse messe in campo dagli Stati Uniti e dalla Cina in questo settore, come in altri settori strategici. Non possiamo rischiare di perdere anni preziosi. Pertanto, è importante l'impegno che lei porterà avanti al Consiglio europeo nel rinnovare la necessità di investire in questo ambito e che l'Italia abbia un ruolo decisivo.

PRESIDENTE. Concluda.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Nel rinnovarle il nostro sostegno, come componente delle Minoranze Linguistiche, annuncio il voto favorevole alla risoluzione di maggioranza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lupi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (M-NCI-USEI-R-AC). Signor Presidente, annuncio il voto convinto della nostra componente Noi con l'Italia-USEI a favore della risoluzione di maggioranza. Mi hanno convinto molto, non solo la relazione iniziale del Presidente del Consiglio, ma anche la forza delle risposte che lei ha dato al nostro dibattito, dimostrando attenzione per il Parlamento. Non ci si salva da soli, è un momento unico; siamo convintamente a sostegno dell'azione di questo Governo, perché crediamo convintamente che l'Europa sia l'unica strada che abbiamo davanti.

Ci permetta di fare due osservazioni, una culturale e una più politica. La prima: ancora una volta, lo ha fatto nell'esempio dei semiconduttori, è evidente che c'è bisogno dell'intervento pubblico dello Stato - ne ha parlato dicendo che l'Europa insieme dovrà trovare la produzione, il 20 per cento al 2030 - ma proprio perché c'è bisogno dell'intervento dello Stato noi dobbiamo sempre ricordarci, in particolare in Italia, che lo Stato deve essere sempre teso a coinvolgere le migliori risorse che ci sono, che sono le risorse dei privati, dei nostri cittadini. Le risorse del PNRR devono essere utilizzate come moltiplicatore positivo per attivare risorse da parte dei privati che sono le imprese, le aziende piccole, medie e grandi, i ricercatori, le università. La seconda: la transizione ecologica, ha fatto bene a sottolinearla con forza nei suoi aspetti, sia nell'introduzione sia nella replica. Ci sono i tempi della transizione, infatti è una transizione, e ci sono i costi sociali della transizione che vanno accompagnati, proprio perché la sfida della pandemia l'abbiamo vinta scommettendo sul senso di responsabilità e di libertà dei cittadini. Dobbiamo vincere la sfida della transizione ecologica, scommettendo allo stesso modo su quel senso di responsabilità e di positività, per il futuro dei nostri figli e dei nostri nipoti, ma per la positività dell'oggi.

PRESIDENTE. Concluda.

MAURIZIO LUPI (M-NCI-USEI-R-AC). Allora, in Europa, lei si faccia attore dell'abbandono delle posizioni ideologiche di tutti. La transizione ecologica è l'unica sfida, il mix energetico deve essere positivo.

PRESIDENTE. Deve concludere.

MAURIZIO LUPI (M-NCI-USEI-R-AC). Concludo, pensando anche all'apertura che la Francia sta facendo al nucleare, dovremmo iniziare a ridiscuterne. Il rischio calcolato è la sfida con cui - e concludo veramente - stiamo vincendo la sfida della pandemia, dieci anni sono dietro l'angolo, andiamo avanti con questa sfida tutti insieme (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ermellino. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA ERMELLINO (MISTO-CD). Grazie, Presidente. Centro Democratico non farà mancare il proprio voto favorevole a questa mozione che, nei suoi punti salienti, è in linea con la direzione auspicata dalla componente e con quella indicata dal Governo, che abbiamo scelto con convinzione di sostenere sin dall'inizio. Ciò vale in particolare per l'obiettivo del graduale ritiro delle misure restrittive alla circolazione dei cittadini nei Paesi dell'Unione europea, ma anche e soprattutto nell'ottica della creazione di uno spazio sanitario europeo, purché diventi a pieno titolo un'area comune di garanzia del diritto alla salute. Certamente, un primo e significativo passo in questa direzione non può che essere una presa di posizione forte a favore di una deroga temporanea delle normative internazionali relative alla proprietà intellettuale dei vaccini per la risposta al COVID-19.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO (ore 18,26)

ALESSANDRA ERMELLINO (MISTO-CD). Condividiamo inoltre - vengo ad un altro capitolo - la necessità di potenziare le infrastrutture digitali strategiche dell'Unione e la loro gestione in un possibile inquadramento giuridico e tecnico comune, a patto, però, di rafforzare e garantire la loro difesa, assieme a quella della futura identità digitale dei cittadini dell'Unione europea. Senza questa condizione perderebbe valore, anzi, diventerebbe pericoloso qualsiasi progetto di digitalizzazione dell'area. È inutile ribadire, poi, la nostra convinta adesione rispetto all'obiettivo di dar seguito agli interventi di contenimento dei prezzi dell'energia e, soprattutto, di favorire la tanto auspicata transizione energetica a favore delle energie alternative e rinnovabili.

Qualche rilievo va fatto sul tema della questione migratoria. Certamente siamo anche noi convinti che la via maestra rimanga quella della condivisione delle responsabilità e degli oneri, assieme ad un inquadramento comune delle politiche di asilo e di accoglienza nel rispetto dei diritti umani e del principio di solidarietà. Crediamo, però, che una visione adeguata del problema, specie nel nostro Paese, non possa fermarsi in questo caso alla Tunisia ma debba necessariamente allargare lo sguardo sul Mediterraneo. Questo dovrebbe implicare una particolare attenzione rispetto a quanto sta accadendo in queste ore in Libano, un Paese amico, strategico, ma soprattutto cruciale per la stabilità del Medioriente, per il posizionamento geopolitico dell'Unione e anche per la gestione dei flussi sulla rotta mediterranea. Una visione ampia servirebbe anche nella distribuzione degli aiuti per i profughi afgani, sui quali occorrerebbe una maggiore garanzia, nella consapevolezza dei rischi di contaminazione con l'economia illegale…

PRESIDENTE. Concluda.

ALESSANDRA ERMELLINO (MISTO-CD). Concludo, Presidente. Occorrerebbe, dicevo, una maggiore consapevolezza dei rischi di contaminazione con l'economia illegale della regione e di quelli legati ad una possibile gestione opaca da parte di Governi di alcuni Paesi limitrofi all'Afghanistan. Nel ribadire il voto favorevole alla risoluzione, quindi, non possiamo non considerare che la presenza di questi due aspetti le avrebbe certo conferito maggiore incisività e sicuramente più consistenza rispetto a quella dimensione esterna dell'Unione europea che ancora fatica ad assumere una forma compiuta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Forciniti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-L'A.C'È). Presidente Draghi, se avrà la bontà di ascoltarmi le farò una confessione; se ha la bontà di ascoltarmi. Io vorrei esserci con lei al Consiglio europeo, vorrei venire con lei al Consiglio europeo in un angolino, in disparte, senza parlare, per la curiosità di ascoltare le parole con cui descriverà agli altri leader europei la situazione che si è venuta a creare, che lei ha creato, qui, in Italia; immagino, e spero, parole più sincere rispetto a quelle che oggi lei ha usato qui, in quest'Aula.

Intanto, credo, dovrà spiegare e raccontare che lei ha snaturato uno strumento come il green pass, in principio pensato e ideato per agevolare gli spostamenti tra i Paesi europei e ridurre i tempi di quarantena obbligatoria, trasformandolo in uno strumento di vile ricatto occupazionale, in questo caso, di discriminazione sociale e anche di controllo politico e sociale, strumentalizzando il COVID e quindi anche strumentalizzando 130 mila morti (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è). Infatti, lo capisce anche un bambino che il green pass non c'entra nulla con la creazione di ambienti di lavoro più sicuri e voi non avete minimamente a cuore la creazione di ambienti di lavoro più sicuri, altrimenti di sicuro non avreste questo ostracismo verso i tamponi.

Addirittura, c'è il suo Ministro che se ne va in giro, nelle conferenze, a mimare il gesto della tortura fisica e voi vi vantate di avere reso l'uso dei tamponi difficile, doloroso e costoso. Se lo faccia dire dai suoi colleghi europei come funzionano i tamponi negli altri Paesi (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è): gratuiti e valorizzati come strumento di tracciamento dei contagi, a differenza dell'Italia che li usa come strumento di tortura; strumento di tortura, perché di questo si tratta.

Ebbene, qui si tratta di strumentalizzare, appunto, la pandemia con uno strumento nuovo, che mira a vessare ulteriormente, in questo caso, i lavoratori dopo anni - io le riconosco coerenza in questo - di politiche neoliberiste che hanno massacrato i lavoratori: articolo 18, precarizzazione esasperata nel mondo del lavoro, utilizzo dei voucher, abbattimento dei salari. L'Italia è l'unico Paese, negli ultimi trent'anni, con i salari che si sono abbassati (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è). Ora arriva lo sblocco dei licenziamenti - dimenticavo, perché ne ha fatte talmente tante che me ne dimentico - e arriva anche la tesserina di Governo, di Stato, per guadagnarsi il diritto al lavoro; se si fa i bravi, si può andare a lavorare rispettando quelli che sono i desiderata che, di volta in volta, il Governo potrà utilizzare per colorare il green pass.

È evidente che qui non c'entra più nulla la gestione della pandemia, ma è solo uno strumento per attuare nuove forme, fin qui inedite, di macelleria sociale: è quello che lei ha sempre fatto nella sua vita e nella sua carriera, anche quando aveva incarichi tecnici; lo ha fatto al Tesoro, quando ha avviato la stagione delle svendite di Stato, lo ha fatto alla BCE, macellando i diritti dei bambini greci e del popolo greco (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è), lo ha fatto avviando la macelleria sociale di Monti. La sua letterina…

PRESIDENTE. Onorevole Forciniti, lasci perdere tutti questi massacri, nel suo intervento.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-L'A.C'È). Qual è il problema, Presidente? Non ho il diritto di parlare?

PRESIDENTE. No, lei ha diritto di parlare e si deve esprimere a modo. Prego, vada avanti; la sto ascoltando con attenzione.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-L'A.C'È). Sono critiche politiche che rivendico, Presidente; rivendico il diritto di esprimerle (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è). In un momento in cui vengono manganellati bambini e donne incinte per strada, e nemmeno si può parlare in quest'Aula liberamente? È questo il clima? È questo il clima? La prego di farmi parlare, almeno: almeno questo, almeno questo!

E poi dovrà anche raccontare ai suoi colleghi europei di come non ha fatto nulla per alleviare il dolore e la pena dei cittadini che saranno alle prese con degli aumenti spropositati delle utenze.

Ci apprestiamo a lavorare ad una legge di bilancio che parte come un brodino: 23 miliardi a fronte del più grande shock economico degli ultimi 100 anni; il trionfo dell'austerità draghiana, che ritorna in grande spolvero. Io penso che in questo momento nel Paese ci siano pochi argini, purtroppo, perché i partiti sono tutti asserviti: il Parlamento non conta più nulla e non lo fate neanche parlare; la stampa non ne parliamo; i sindacati le stringono il braccio e le stendono tappeti rossi. Però c'è un anticorpo rispetto al virus Draghi, che è pericoloso almeno quanto il COVID, perché si sta insinuando nella società proprio come un virus, a sfaldare il tessuto sociale. Ci sono le piazze che si stanno svegliando! Gli anticorpi questo Paese li sta producendo contro questa deriva draghiana, e guardate che…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Forciniti…

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-L'A.C'È). …il popolo si ricorderà di quello che state facendo e saprà cosa fare, al momento giusto (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Palazzotto. Ne ha facoltà.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Grazie, Presidente. La pandemia, Presidente Draghi, ci ha colpito duramente, ha colpito duramente le nostre società. Ci siamo ritrovati più fragili di quanto non avessimo immaginato, ma il COVID non ha generato le crisi e le sfide che abbiamo oggi davanti a noi: le ha sono rese più evidenti, urgenti, decisive. La risposta, per esempio, del nostro sistema sanitario nazionale, che ha fatto dell'Italia il Paese più avanzato sulla campagna vaccinale e sul contrasto alla pandemia, come lei ha ricordato, ci ha dimostrato quanto siano stati sbagliati anni di tagli lineari alla spesa sanitaria e la tendenza ad una privatizzazione di fatto della sanità pubblica. Ai medici e al personale sanitario che hanno combattuto in prima linea questa guerra non va solo il nostro ringraziamento, quindi, ma anche la promessa che non torneremo indietro sull'investimento e sul potenziamento del sistema sanitario nazionale, che si è rivelato l'unica arma che noi abbiamo per combattere crisi di questa natura.

Il divario digitale, il ritardo nello sviluppo tecnologico - compreso il tema, giustamente sollevato, dell'autosufficienza sul terreno dei semiconduttori - sono state questioni sottovalutate dai Paesi europei, fino a quando i problemi nella catena di approvvigionamento non hanno mostrato tutta la nostra fragilità; così come la questione energetica, che va affrontata in stretta correlazione con la transizione ecologica, che lei ha giustamente richiamato.

Su tutti questi temi, Presidente, abbiamo ascoltato da lei parole chiare, nella consapevolezza che davanti a sfide di questa portata si debba necessariamente agire a un livello sovranazionale, perché sono sfide di una portata tale che nessun Paese europeo da solo può affrontare. La consapevolezza che l'Europa nasce o muore sulla sua capacità di svolgere un ruolo anche nel contesto globale, perché molte di queste sfide hanno una rilevanza globale, possono essere affrontate solo su quel livello e solo su un piano europeo si possono porre delle questioni a livello globale. Penso, per esempio, alla questione che riguarda i vaccini e la distribuzione dei vaccini anche nei Paesi meno sviluppati. Su questo io penso che si giocherà una grande partita della lotta alla pandemia globale, perché se noi non siamo in grado di garantire un adeguato livello di vaccinazione alla gran parte della popolazione mondiale, presto o tardi le varianti torneranno a colpire anche noi e ci ritroveremo di nuovo punto e daccapo, chiusi in casa con una pandemia; è uno scenario che dobbiamo assolutamente evitare, come lei ci ha ricordato.

Il Next Generation EU è la prima risposta adeguata, unitaria, nel solco di un'azione comune a contrasto della crisi. Mi permetta, Presidente, su questo, però, una piccola precisazione per il dibattito parlamentare: se oggi il nostro Paese si trova nelle conduzioni di uscire da una crisi più forte di come vi è entrato, anche come lei ha qui richiamato, soprattutto rispetto all'export, è anche perché il Governo che l'ha preceduta ha avuto, in un momento tempestoso, la capacità e il coraggio di investire, anche mentre le regole europee non erano state cambiate, 180 miliardi a sostegno dell'economia reale, a sostegno delle imprese, di cui abbiamo evitato una mortalità enorme legate alla crisi per il COVID, e anche a sostegno della popolazione più vulnerabile, per evitare che milioni di famiglie italiane, in un momento di quel tipo, scivolassero sotto la soglia di povertà. Oggi, grazie a quegli interventi, ci sono milioni di famiglie italiane che hanno la possibilità e la capacità di spesa per alimentare una ripresa e grazie a quegli interventi ci sono migliaia di imprese italiane che non hanno chiuso i battenti e che sono pronte ad accettare la sfida del rinnovamento. Ma ci sono anche altre sfide davanti a noi, signor Presidente, su cui la risposta europea non si è dimostrata all'altezza. La vicenda polacca ci insegna, ci dice, che c'è un ritardo enorme rispetto al processo di integrazione europea. Sulla questione della Corte di giustizia polacca, io condivido gli interventi che mi hanno preceduto e anche il suo, rispetto alla necessità che l'adesione all'Unione europea sia non solo di interesse, ma che sia un'adesione a valori e princìpi. Tuttavia, tale questione ci ricorda quanto siamo indietro rispetto a una riforma dei Trattati che adegui la Costituzione formale dell'Unione europea all'ambizione, che abbiamo, di costruire una nuova Europa. La dico così: più democrazia equivale a più sovranità europea. Abbiamo bisogno di maggiore democrazia europea se vogliamo chiedere maggiore sovranità alle istituzioni europee.

Dicevo della condivisione di valori e principi fondanti non solo dell'Europa, ma anche delle nostre Costituzioni. Presidente, noi sposiamo in pieno le parole che lei ha pronunciato nel corso dell'ultimo G7: la sfida del nostro secolo è quella tra democrazia e autocrazia, e questa sfida ha bisogno di coerenza, determinazione e forza politica. Possiamo far valere questa sfida solo nei confronti dei nostri competitor commerciali, come Russia e Cina? Possiamo far finta di niente davanti alle condizioni dei diritti umani in Paesi come la Turchia, l'Arabia Saudita, il Qatar? Possiamo permettere ad un Paese come l'Egitto di utilizzare gli strumenti a garanzia di un sistema democratico per ostacolare la ricerca e la verità di giustizia per la morte di Giulio Regeni? Io credo che noi tutto questo non ce lo possiamo permettere: non noi Italia, non se lo può permettere l'Europa. Possiamo continuare a far finta di non vedere cosa accade nei lager libici, dove contribuiamo a respingere i migranti attraverso il supporto alla Guardia costiera libica? Presidente, è del 10 ottobre l'ultimo rapporto delle Nazioni Unite che parla di abusi indicibili, stupri e torture ai danni dei migranti respinti da parte delle autorità libiche e, in particolar modo, della Guardia costiera libica, che organizza la tratta di esseri umani. Il 40 per cento delle persone soccorse - lo dicono le Nazioni Unite - sono vendute, all'arrivo in porto, ai trafficanti di esseri umani!

Allora, io penso che noi non possiamo far finta che la condizione di vita di milioni di persone dall'altra parte del Mediterraneo non ci riguardi. Noi abbiamo bisogno, sì, di chiedere che l'Europa assuma una responsabilità sulla gestione dei fenomeni migratori. Abbiamo bisogno, sì, di ragionare del fatto che la migrazione è una questione che riguarda anche la dimensione esterna dell'Unione europea, attraverso le forme di cooperazione allo sviluppo di sostegno, per limitare le cause ad origine dell'immigrazione. Ma non possiamo, nell'attesa di questa transizione, essere corresponsabili di violazioni e abusi della natura di quelli che ci sono in Libia, perché, se noi pensiamo che possa non riguardarci la condizione in cui vivono milioni di persone sulla sponda del Mediterraneo, presto o tardi quella condizione riguarderà anche noi.

Ci sono, Presidente, soluzioni che devono essere affrontate sul piano europeo. Io penso che, da questo punto di vista, una richiesta che il nostro Paese deve fare, sul terreno delle migrazioni, al Consiglio europeo è quella di prevedere una missione di soccorso europeo, perché non possiamo più delegare alla Guardia costiera libica l'azione di respingimento in mare, perché quello non è soccorso, perché non salva le vite, ma le riporta dentro campi di concentramento (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali). Abbiamo bisogno di chiedere all'Europa un piano di evacuazione dei lager libici, perché è così che si comporta una democrazia e una civiltà avanzata che si fonda sui valori e sui principi di rispetto della dignità della vita umana e dei diritti umani. E abbiamo bisogno - lei lo ha detto - di corridoi umanitari, che servano proprio a questa evacuazione. È questa la sfida che abbiamo davanti a noi.

I numeri parlano chiaro: sono 14.000 circa le persone che ogni anno vengono intercettate dalla Guardia costiera libica per essere riportate nei lager libici. Se un continente di 500 milioni di abitanti ha un problema a gestire l'accoglienza e l'integrazione di 14.000 persone, è un continente, è un progetto, che non ha un futuro. Anche su questa sfida, Presidente, sulla sfida delle migrazioni, nasce o muore l'Europa ed è questa sfida che oggi, in questo tempo, ci troviamo ad affrontare, perché il nazionalismo con cui oggi ci dobbiamo confrontare, che è una minaccia per l'Europa, affonda le sue radici proprio nell'incapacità delle classi dirigenti europee, fino ad ora, di affrontare, gestire e governare il fenomeno migratorio con una politica e una visione che guarda al futuro, cioè a un mondo in cui non si può fermare l'acqua con le mani (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Napoli. Ne ha facoltà.

OSVALDO NAPOLI (CI). Grazie, Presidente. Il Consiglio europeo presenta un'agenda impegnativa, vuoi per la varietà dei temi in discussione, vuoi per la necessità stringente di assumere almeno su alcuni di essi decisioni operative di immediata efficacia. Il Governo da lei presieduto, Presidente Draghi, si presenta con le carte in regola, come forse poche volte era capitato in passato. Questo Esecutivo può contare su una maggioranza ampia, di cui Coraggio Italia fa parte, come non si vedeva dal 1978, al tempo della solidarietà nazionale, allorché, di fronte al dramma del rapimento di Aldo Moro, i partiti compresero che il Paese era di fronte a un repentino cambio di stagione e la tragedia dello statista democristiano chiamava tutti a una forte assunzione di responsabilità in difesa della democrazia e della Repubblica.

Nel febbraio 2020 il mondo - e l'Italia prima di altri Paesi - è stato colpito da un evento pandemico di proporzioni paragonabili soltanto all'epidemia spagnola del 1918. La pandemia del COVID-19 si è abbattuta sulle nostre società con virulenza e la sua rapida diffusione ha messo sotto pressione le strutture sanitarie di molti Paesi. Il contrasto alla pandemia ha avuto un'accelerazione straordinaria, grazie ai vaccini resi disponibili, cosa impensabile fino a qualche tempo fa. Il suo Governo, Presidente Draghi, ha avuto il merito - che mi piace ricordare in questa sede - di scegliere subito una linea di assoluta fermezza (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia): senza compromessi o demagogiche concessioni, implementare la campagna vaccinale e stringere in questa direzione, estendendo celermente il green pass.

Oggi l'Italia può dire di aver messo la testa fuori dalla fase più critica, ma – aggiungo - oggi l'Italia, forse per la prima volta, ha fatto da battistrada agli altri Paesi, non solo europei, nel dispiegare una politica di contrasto alla pandemia. E lei, Presidente Draghi, ben conosce, per la sua personale esperienza, quanto pesino rapidità ed efficacia nell'assunzione di decisioni economiche, perché di questo si è trattato. Il suo Governo, è vero, ha assunto decisioni di politica sanitaria, ma le loro conseguenze sono state enormemente positive sul piano economico: 6 per cento di PIL quest'anno, 4,5, se non di più, il prossimo anno, perché in fondo la competizione economica globale di questi mesi, e forse anni, si gioca sulla velocità di uscita dall'emergenza sanitaria.

Mi permetta, però, una riflessione. Presidente. Lei oggi telefona a ristoranti, spettacoli, hotel: tutto esaurito. Provi a dare nella mia regione, nelle Langhe, non troverà un posto per un mese. Le famiglie sono rimaste nelle proprie case - meno male - per due anni hanno risparmiato e hanno messo sotto la mattonella, per modo di dire, i loro risparmi. Oggi consumano con euforia quei risparmi, ma arriverà un momento in cui termineranno. È lì che oggi la politica e la buona amministrazione che deve guardare avanti, come lei sa, dovrà capire il trend e provvedere già adesso a dare una risposta adeguata. Nel momento di discesa, noi dobbiamo essere pronti alla richiesta della domanda. Come dichiarato dal nostro capogruppo, Marco Marin, abbiamo riconquistato orgogliosamente il senso civico, una risorsa preziosa e troppo a lungo trascurata, ma di cui gli italiani sono ricchi. La sua determinazione ha riportato alla luce le migliori virtù del Paese. Non è molto diverso, se non nei titoli, il capitolo sulla trasformazione digitale. Si tratta di una voce che assorbe un'alta percentuale delle risorse del Piano nazionale. Per sintetizzare, in questo campo il suo Governo è chiamato ad uno sforzo supplementare, per recuperare il non lieve ritardo accumulato negli ultimi anni. Il potenziamento dell'Agenzia per l'Italia digitale e una gestione poco dispersiva, non dico accentrata, delle risorse europee sono due presupposti decisivi per colmare il gap accumulato. Per fare solo un esempio, Presidente, a mio giudizio, però, molto eloquente, oggi l'Italia dispone di 21 sistemi informatici regionali per la sanità, ma nessuno di essi è in grado di dialogare con gli altri. È necessaria la razionalizzazione: più efficienza e minori costi. La transizione digitale, naturalmente, non può ritenersi completa senza la costruzione di un profilo europeo. Settori come la cybersecurity vanno implementati, dal lato nazionale, sul piano europeo e l'attacco hacker, di ieri e di oggi al sito della SIAE, che ha chiesto il riscatto in bitcoin è un punto chiaro che qualcosa dovremo fare. La diffusione delle competenze digitali è la chiave di volta, per sostenere il cambio di paradigma nella crescita europea; aspetto decisivo: mettere online il 100 per cento dei servizi pubblici essenziali.

Sul tema delle migrazioni il Vertice di domani si presenta come l'occasione per fare il primo punto sulle conclusioni di giugno 2021, importante perché centrata sulla dimensione esterna del fenomeno. Su questo capitolo, signor Presidente Draghi, abbiamo assistito a proposte talvolta rocambolesche, talvolta francamente inaccettabili. So che non è nell'agenda di domani, ma l'idea di rinchiudere l'Europa dentro un fortino, costruendo migliaia di chilometri di muro, non è soltanto ridicola, oltre che concretamente irrealizzabile: è offensiva per la storia e lo spirito della civiltà europea e per la storia, ricca di accoglienza, data e ricevuta, dal nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia). Ecco, allora, che diventa di cruciale importanza incardinare definitivamente il tema migratorio nell'azione esterna dell'Unione, costruire partenariati strategici mirati, con adeguata base finanziaria ed europea e non è pensabile invertire strumenti e politiche. Su questo, signor Presidente, devo darle atto di chiarezza estrema. Dico di più: alla necessaria unità di intenti politica, che deve precedere l'istituzione di un Esercito europeo, va associato anche un maggior senso di appartenenza dei popoli dell'Europa. Non a cuor leggero abbiamo inviato, e inviamo, i nostri migliori uomini e donne in divisa in missione, a difesa dei principi, dei valori, della libertà in cui crediamo e in nome dello spirito nazionale che ci unisce. Siamo pronti, italiani, tedeschi, francesi, spagnoli ed altri, a farlo in nome dell'Europa?

Quale posizione terremo - mi permetta, Presidente, con profondo rispetto istituzionale - su questo tema? Quali passi in avanti prevede che possano essere fatti? Il fronte indo-pacifico sta assumendo connotati sempre più militari dopo il patto fra Australia, Regno Unito e Stati Uniti - ma aggiungerei, per tanti motivi, Nuova Zelanda e Canada - e a causa dell'intensificarsi della minaccia cinese nei confronti di Taiwan. Ma rappresenta un pericolosissimo fronte anche dal punto di vista economico, soprattutto in riferimento alla transizione energetica e digitale. La dipendenza europea nei confronti della Cina in termini di materie prime, anche non estratte nel territorio cinese (penso all'Africa), componentistica e semilavorato, sta provocando già effetti significativi nella produzione e nei relativi costi di numerose e cruciali filiere industriali. Le rivoluzioni necessarie verso l'economia green comporteranno un aumento di questa dipendenza.

Dunque, guardo, in particolare, a tre contesti prioritari: Afghanistan, Medio Oriente, Africa. Quale impegno intendiamo prendere come Paese in Europa in questi scenari? In Africa, che la miopia provinciale vede solo come fonte di immigrazione clandestina, la partita è ancora più complessa in termini di sicurezza, di stabilità del Mediterraneo ma anche di crescita economica. Cina e Russia sono i veri padroni dell'area orientale. Pechino continua ad aumentare le importazioni di carbone da Mosca per sopperire a quello australiano: più 43 per cento nei primi 8 mesi del 2021, già prima della crisi economica. La partnership tra Russia e Cina ormai è più di un'alleanza. L'Europa cosa farà e cosa fa? Nell'esporre le questioni che domani affronterà con i partner europei lei non ha taciuto saggiamente le criticità da superare per costruire una solida posizione comune. Per questo posso preannunciarle la piena fiducia del mio gruppo, di Coraggio Italia, nell'operato che saprà condurre, come sempre, nel migliore dei modi e a tutela degli interessi dell'Italia e dell'Europa, perché, Presidente Draghi, lei sa bene - e noi con lei - che solo in Europa si possono tutelare al meglio gli interessi del nostro Paese. Buon lavoro, Presidente Draghi! Le siamo vicini (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Colaninno. Ne ha facoltà.

MATTEO COLANINNO (IV). Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio dei Ministri, signore e signori del Governo, sottosegretario Enzo Amendola, colleghi, l'Aula della Camera torna a dibattere dei temi all'attenzione del Consiglio europeo a distanza di 4 mesi dall'ultima volta. Oggi rispetto ad allora cogliamo segnali molto forti che indicano un profondo e chiarissimo cambio di fase in tutti i parametri vitali dell'Italia; perciò noi deputati d'Italia Viva vogliamo ringraziare lei, signor Presidente del Consiglio, e siamo orgogliosi del suo lavoro. Personalmente ritengo che il racconto più immediato dell'evoluzione della pandemia lo fornisca quella mappa dell'Europa fatta dall'European Centre for Disease Prevention and Control. Ebbene, basta confrontare l'ultima cartina con quella del 2020 per constatare che il profondo rosso che dipingeva gran parte dell'Europa un anno fa è stato sostituito da una prevalenza di verde e di giallo. Con tutta la prudenza del caso, oggi l'Italia è un modello e a tale proposito colpiscono in proposito le parole di Anthony Fauci, esperto simbolo degli Stati Uniti d'America, e del Presidente Biden.

Le circostanze ad oggi inducono a due conclusioni: la prima è che, rispetto a un anno fa, disponiamo oggi di vaccini che si stanno dimostrando efficaci; la seconda è che quei Paesi in cui i tassi di vaccinazione sono elevati, dunque dove i contagi sono relativamente bassi come l'Italia, tendono ad un quadro incoraggiante, mentre quelli che faticano a vaccinare percentuali maggioritarie di popolazione fanno i conti con numeri e indicatori ancora preoccupanti.

Ciò che riportano oggi la stampa italiana e quella internazionale - lo ha ricordato, Presidente Draghi - sulla situazione del Regno Unito e sull'imprudenza di un'uscita graduale dalla crisi fa riflettere. Sarà questo certamente uno spunto di discussione al tavolo dei 27 quando verrà affrontato il tema della strategia di vaccinazione dell'Unione per valutare cosa abbia funzionato e quali siano, invece, le traiettorie da correggere. Riteniamo rilevante l'impegno della risoluzione di maggioranza a confermare il graduale e prudente ritiro delle misure restrittive alla libera circolazione, alla luce della situazione epidemiologica. Puntiamo all'autorizzazione e al riconoscimento da parte delle autorità europee di vaccini equivalenti e, quindi, validi ai fini del green pass. Il COVID, sicuramente molto nel male ma anche in parte nel bene, è stato un acceleratore di tendenze forse irreversibili. Il lavoro a distanza, il cosiddetto smart working su vasta scala, è la punta di un iceberg più grande, più generale di cambiamento culturale, sia pure indotto da una situazione eccezionale, e, quindi, colleghi, senza nasconderci, con vasti problemi di produttività e organizzazione che si incrociano con la trasformazione o la rivoluzione digitale. Definirne contorni e tempistica appare oggi un esercizio arduo. Uno studio della McKinsey prospetta che nei prossimi dieci anni saremo chiamati a confrontarci con un progresso tecnologico superiore a quello dell'intero ultimo secolo: dieci anni un secolo. Un'accelerazione poderosa che avvalora l'obiettivo di transizione digitale tracciato con il Next Generation EU e ancora di più l'importanza della sovranità digitale come volontà resa esplicita dall'Unione europea, che dovrà dimostrarsi all'altezza delle proprie ambizioni. Vanno proprio in questa direzione gli impegni contenuti nella nostra risoluzione. Italia Viva crede sia essenziale prevedere sia un piano europeo per l'estensione e la copertura in fibra ottica di tutte le aree non soggette a copertura, sia investimenti in cybersicurezza - lo ha ricordato, Presidente Draghi -, sia sull'intelligenza artificiale nella manifattura, nella sicurezza e nei nuovi concept tecnologici, tipo droni, smart city e mobilità urbana. Inoltre, va avviata una politica con maggiori risorse sul cosiddetto cloud computing e supercalcolo di matrice europea.

Sotto la voce delle sfide da affrontare - lo ha ricordato, Presidente - va inserita la strategia di contrasto all'impennata dei prezzi dell'energia. La via di uscita si presenta tutt'altro che scontata e tutt'altro che agevole. Oltre alla leva fiscale, che il Governo ha prontamente messo in campo, la vera partita si gioca sulla capacità dell'Unione, una capacità non scontata di superare la forte dipendenza da fornitori esterni, che ne evidenzia la condizione di fragilità in campo energetico. Per prevenirla, scongiurando altri shock di prezzi in futuro, abbiamo chiesto al Governo l'impegno a valutare una progressione della capacità di stoccaggio dell'energia all'interno dell'Unione anche attraverso la creazione di una centrale di stoccaggio comune. In uno scenario di picco dei prezzi di materie prime e di energia, si presenta grave la carenza dei semiconduttori che sta mettendo a durissima prova una vasta capacità produttiva, a partire dal settore strategico, per l'impatto che ha anche su molte filiere produttive, dell'automotive. Su questo punto l'impegno che chiediamo al Governo consiste nell'obiettivo di mettere insieme capacità di ricerca, progettazione e produzione europee, avanzando la proposta di un piano per la produzione dei chip, di microchip di ultima generazione, tramite alleanze industriali.

Aggiungo, signor Presidente Draghi, come mero spunto di riflessione, perché mi rendo conto che non sia compreso nell'agenda e all'ordine del giorno del Consiglio europeo di domani e dopodomani, un'osservazione, che riguarda certamente le materie prime e la crescita dei costi delle materie prime e che ne è intimamente connessa. Riguarda il tema della logistica e dei trasporti e dei noli dei trasporti marittimi anche a livello europeo, noli e trasporti di container anche a livello europeo, dove esiste una situazione anticoncorrenziale, un cartello di fatto, in cui un gruppo limitato di operatori detiene una parte di mercato molto rilevante, e questo induce un aumento incredibile dei costi di logistica e di trasporto. Prendere un container oggi significa pagarlo oro, e già si è fortunati a trovarlo.

Signor Presidente della Camera, signor Presidente del Consiglio, un altro tema cruciale all'ordine del giorno del Consiglio è quello dell'immigrazione; un tema, Presidente Draghi, che sappiamo esserle, e lo abbiamo sentito anche dalle sue parole, particolarmente a cuore e sul quale ha spronato in questi mesi i suoi colleghi Capi di Stato e di Governo ad assumere iniziative. La recente, assurda, richiesta avanzata da 12 Paesi di costruire nuove recinzioni e muri non fa che allontanare l'Europa dai suoi valori fondanti e i presupposti per un consenso sulla gestione dei flussi migratori, al cui proposito noi di Italia Viva non rinunciamo anche oggi a ribadire, anche in questa sede, l'opportunità di introdurre sanzioni, come ad esempio l'interruzione dei fondi del Recovery Plan a carico di quei Paesi che non rispettano i valori fondamentali dell'Unione europea. Presidente Draghi, sarà necessaria tutta la sua autorevolezza anche in questa occasione affinché si creino le condizioni per instaurare un dialogo proficuo fra i 27 e fare passi in avanti. Soprattutto ora, nel momento in cui l'Europa deve cercare di recuperare, senza indugio, i propri valori, soprattutto ora, in una fase geopolitica segnata dal protagonismo degli Stati Uniti d'America e della Cina, l'Europa guarda a lei, Presidente Draghi, al suo prestigio e alla sua capacità e visione politica. È per questo che le auguriamo buon lavoro, annunciando il voto favorevole del gruppo Italia Viva alla risoluzione di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Presidente Draghi, l'ho sentita parlare solo marginalmente, e peraltro in fase di risposta, rispetto al tema della supremazia del diritto costituzionale sulla norma comunitaria. Tema posto, da ultimo, dal Tribunale costituzionale polacco; tema di estrema attualità, considerato il dialogo tra la Presidente von der Leyen e il presidente polacco avvenuto ieri; tema utilizzato dall'Unione europea per sollevare, nei confronti della Polonia, una questione circa l'eventuale sospensione dei fondi per il Recovery Plan. Tema, principio, quello della supremazia del diritto interno sul diritto dell'Unione europea, che Fratelli d'Italia difende, tanto che giace in questo Parlamento una proposta di legge costituzionale che rafforza tale principio. Il Tribunale costituzionale polacco nient'altro ha detto che il secondo paragrafo dell'articolo 1 del Trattato istitutivo dell'Unione europea impegna gli Stati membri a garantire protezione giuridica efficace agli ambiti coperti dalla legislazione UE, e quindi riconosce alla Corte di giustizia UE una competenza per pronunciarsi, tuttavia, in quelle materie che sono state sottratte alla sovranità nazionale degli Stati membri. Lo stesso principio è stato ribadito, ancor prima che dalla Polonia, da altri Stati membri, dalla Francia, dalla Danimarca, da ultimo dalla Corte costituzionale tedesca, che proprio sul PNRR ha ribadito come non voglia rinunciare al controllo del rispetto - testuali parole - dei principi di attribuzione e di quello della lesione dei diritti e principi fondamentali della Costituzione tedesca. Ma qual è la differenza e il tema principale che ci poniamo? Che quando questo principio viene avanzato da alcuni Stati sovrani, come la Polonia, allora c'è un tentativo di ricatto da parte dell'Unione europea; quando, invece, ad avanzare lo stesso principio è la Germania o la Francia o la Danimarca, tutti silenti, tutti silenti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E questa non è tanto una questione di discriminazione tra Stati membri, ma tra cittadini di questa Unione, che, anziché unificarsi, si dividono. Orbene, in Italia vige l'articolo 11 della Costituzione, che dice che, sì, l'Italia consente di cedere sovranità, ma in condizioni di parità. Allora la domanda è: come può l'Italia partecipare in condizioni di parità quando la Germania difende tale principio e l'Italia non lo fa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Perché del suo passaggio su tale argomento non mi è sfuggito come lei, invece, abbia difeso il principio esattamente contrario, e cioè della supremazia del diritto europeo sulla norma interna. Ma allora, se ha ragione lei, Presidente Draghi, se lei è così convinto di tale principio, le chiedo: ma come ha fatto ad essere convinto di tale supremazia del diritto comunitario sul diritto interno e sul diritto costituzionale italiano e, allo stesso tempo, emanare un provvedimento come il green pass, che viola i principi fondanti del provvedimento, del regolamento che istituisce il green pass europeo, che dice chiaramente che non ci può essere alcun tipo di discriminazione tra cittadino comunitario vaccinato e cittadino comunitario non vaccinato? E ancora, vado oltre: come ha fatto ad approvare un provvedimento unico al mondo - non solo unico in Italia, unico al mondo - come il green pass italiano, che addirittura sottopone il diritto al lavoro, sancito dall'articolo 1 della nostra Costituzione – sancito dall'articolo 1 della nostra Costituzione –, alla lettura di un codice a barre, e soprattutto in violazione di quel principio fondamentale su cui si erge la nostra Unione europea, che è quello della libera circolazione dei lavoratori e del libero accesso, in condizioni di concorrenza paritaria ed equa, al mondo del lavoro? Questo principio è stato violato e ne è plastica rappresentazione la discriminazione che si è avuta, per esempio - ma cito solo un esempio - tra gli autotrasportatori italiani e gli autotrasportatori cittadini di altri Paesi europei che sono stati privilegiati nell'accesso al lavoro, essendo i nostri autotrasportatori, in quanto cittadini italiani, in quanto sottomessi al green pass, fortemente discriminati. Quindi, come ha fatto ad arrivare a questa conclusione se anche la sua convinzione è sussistente circa la supremazia del diritto comunitario al diritto interno?

Poi, lei nel suo discorso circa il Consiglio europeo ha parlato, giustamente, del caro bollette e dell'aumento dei prezzi delle materie prime e dell'energia, soprattutto. Per affrontare questo tema, però, non è sufficiente sventolare le poche risorse che questo Governo ha stanziato perché bisogna andare all'origine dei problemi, in primis il fatto che noi non siamo indipendenti a livello energetico, e sinceramente siamo stati anche messi in difficoltà rispetto all'approvvigionamento della nostra energia, essendoci una crisi in Libia, scatenata dalla politica francese, sotto il plauso della sinistra italiana (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Altra causa, il fatto che, oltre a non essere indipendenti a livello energetico, continuano ad aumentare i prezzi dei contratti nei confronti delle aziende che pagano per poter emettere CO2.

Altro tema, il fatto che noi continuiamo a sventolare una politica green su cui tutti siamo d'accordo, però senza renderci conto che mentre con politiche e tasse, tipo la plastic tax, mettiamo in difficoltà le nostre imprese, non guardiamo poi alla Cina che, da sola, continua a mantenere la propria economia sull'energia a carbone, utilizzando il carbone, e il nostro guardarci alla pancia sicuramente non aiuterà né il clima, né a contenere il prezzo delle bollette. Ma se oltre alle poche risorse che avete già stanziato volete fare qualcosa di concreto, allora, Presidente Draghi, faccia una bella cosa: attivi una politica di Governo che preveda che le nostre bollette non siano più il bancomat del Governo nei confronti degli italiani, che all'interno non ci sia più tutto - addirittura il canone della RAI - e forse il costo delle bollette contribuirà concretamente a farlo diminuire.

Poi c'è il tema dell'immigrazione. Ho sentito bene le sue parole: piani chiari? Corridoi? La commissaria europea Johansson ha detto di comprendere quegli Stati membri che intendono costruire muri o barriere per proteggere meglio le loro frontiere. La commissaria europea ha detto esattamente questo, a fronte di 12 Paesi - metà dell'Europa, lo ripeto - membri che chiedono di utilizzare i fondi UE per erigere muri. Questa dichiarazione è una tomba sul Trattato di Malta, è una tomba sulle politiche che continuate a paventare di redistribuzione degli immigrati tra i Paesi europei; peraltro, il patto di immigrazione UE si dice che aiuti anche chi collabora al contenimento dell'immigrazione illegale. Noi, invece, abbiamo un Ministro, che si chiama Lamorgese, che ha fatto lievitare gli sbarchi: al momento siamo a 50 mila immigrati circa dall'inizio dell'anno; 6 volte tanto rispetto a quando Ministro degli Esteri era il Ministro Salvini. Questa è la dimostrazione che, quando c'è la volontà politica di non fare entrare gli immigrati illegalmente, gli immigrati illegalmente non entrano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Allora, le chiediamo, Presidente Draghi: perché la forza ondulatoria non accompagna un po' il Ministro Lamorgese verso la porta di Palazzo Chigi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Infine, le facciamo una proposta, un'altra proposta: circa un anno fa, in Europa, un cittadino d'Europa - mi perdoni, prendo ancora questo minuto per ricordare la morte di un cittadino europeo, che è Samuel Paty -, veniva decapitato per mano del fondamentalismo islamico; esattamente un anno fa, il 16 ottobre di un anno fa.

Le chiediamo, Presidente, di approvare e mandare avanti in Consiglio europeo una nostra proposta di apposito programma europeo contro l'integralismo religioso e contro il separatismo religioso (proposta di Giorgia Meloni). Solo così noi lavoreremo per un'Europa davvero unita, l'Europa dei suoi popoli, e solo così noi sappiamo stare in Europa, però a testa alta (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Orsini. Ne ha facoltà.

ANDREA ORSINI (FI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Presidente del Consiglio, la sua relazione alle Camere ha molti pregi che mi rendono orgoglioso di parlare qui, oggi, a nome di Forza Italia, la forza politica il cui leader, Silvio Berlusconi, per primo e con più convinzione ha indicato la strada di questo Governo come la più adeguata per far uscire il Paese dalla crisi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Ma fra questi pregi ce ne è uno che non può passare sotto silenzio. Lei, signor Presidente, oggi non ha fatto retorica europeista, anzi, con il suo stile asciutto e lucido, ha messo in fila temi concreti, importanti e complessi ma, in realtà, da ogni passaggio della sua relazione si evince quello che gli europeisti sostengono da sempre, che noi europeisti sosteniamo da sempre: l'Europa è una necessità storica, non un'opzione tra le tante. È l'unica chiave per affrontare e per risolvere i grandi temi che lei ha elencato e i tanti altri che riguardano i nostri Paesi e le nostre società. Ogni illusione di autosufficienza è vana e soccombente di fronte ai grandi temi che condizionano la vita, il lavoro, la salute degli italiani, come degli altri cittadini europei. Per questo, è importante che oggi, in un'Europa smarrita dalla mancanza di una leadership forte, proprio l'Italia sia in grado di svolgere un ruolo così importante.

Possiamo farlo per la sua personale autorevolezza, signor Presidente del Consiglio, ma anche perché ella è espressione di un vasto consenso parlamentare e di un vasto consenso nel Paese. È espressione di una convergenza responsabile fra forze politiche antagoniste che, all'interesse di parte, di fazione, di schieramento - che pure è un interesse legittimo in politica - hanno saputo anteporre l'interesse superiore della Nazione. Un'altra geniale intuizione di Silvio Berlusconi, quella di superare il debole Governo Conte, non con una lacerante campagna elettorale ma, al contrario, unendo il Paese nella sfida più difficile del dopoguerra. Quindi, sono orgoglioso, noi di Forza Italia siamo orgogliosi, del fatto di aver indicato per primi questa strada, una strada di emergenza che non annulla le differenze, che non durerà per sempre, ma che sta portando il Paese fuori dalla peggiore emergenza economica e sociale del dopoguerra.

Lei ci sta riuscendo, Presidente Draghi, sta facendo sintesi di sensibilità differenti, ma in sintonia con i temi che le abbiamo posto. Tutto questo, naturalmente, è possibile perché l'Europa ci ha messo in condizione di disporre delle risorse necessarie. L'Europa ha capito ed è stata una svolta culturale fondamentale, che solo un approccio solidale di condivisione consente di salvarci tutti, di dare un futuro a tutti, un futuro all'idea stessa di integrazione europea. Perciò, questa volta, noi non ci rivolgiamo all'Europa, né ai Paesi del G20 che l'Italia presiede, nella difficile condizione di chi deve chiedere aiuto; al contrario, siamo addirittura, da esempio, almeno in alcune materie. Il dato che ella, signor Presidente, ha citato sul numero delle vaccinazioni è davvero emblematico. Il grande successo della campagna vaccinale, che per prima Forza Italia aveva chiesto in questa forma e con queste modalità, ci pone molto al di sopra della media europea. Possiamo essere orgogliosi, perché il vaccino è l'unica strada per metterci alle spalle la tragedia del COVID-19; una strada che dobbiamo continuare a seguire con determinazione, convincendo gli esitanti, rispettando i dissidenti, ma colpendo con la massima energia ogni forma di illegalità, di violenza o di prevaricazione. Del resto, la lotta alla pandemia è un tema squisitamente europeo perché il coordinamento fra gli Stati, sia sulle campagne vaccinali, che sulla libertà di movimento è essenziale per la ripartenza. È essenziale, in particolare, per ridare respiro all'industria turistica, che è vitale per il nostro Paese e che ha sofferto come poche altre in questi anni drammatici. Ma il compito dell'Europa è essenziale soprattutto perché la sfida del COVID è una sfida mondiale. Non solo le ragioni di umanità, non solo la nostra coscienza cristiana, ma anche il nostro concreto interesse ci impongono di fare la nostra parte per bloccare la pandemia anche nei Paesi più deboli, dove il dato delle vaccinazioni è ancora drammaticamente basso e il livello delle infrastrutture sanitarie è spesso inadeguato. Come lei ha giustamente osservato poco fa in sede di replica, questa è una sfida di dimensioni tali che solo l'Europa la può affrontare in modo tale da ottenere risultati significativi. Questo ci porta alla grande questione, al grande tema di cui oggi molti parlano, ma che per anni solo il presidente Berlusconi ha posto con insistenza in tutte le sedi nazionali e internazionali. Parlo dell'assoluta necessità di ripensare la politica estera europea, che non può essere semplicemente il punto d'incontro per sottrazione degli interessi o dei calcoli nazionali. Deve essere espressione di valori condivisi, di interessi comuni, di una proiezione dell'Europa nel mondo, avendo un'idea chiara del ruolo da svolgere. Anche di questo si parlerà, anche se in modo quasi incidentale, al Consiglio europeo. Se ne parlerà, spero più diffusamente, nella Conferenza sul futuro dell'Europa. Una politica estera, quella europea, che è impossibile anche solo immaginare - come ha dimostrato la recente tragedia dell'Afghanistan - se non disponiamo di uno strumento militare comune, integrato nell'Alleanza atlantica, ma capace di svolgere un ruolo autonomo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Il tempo dell'alleanza con gli Stati Uniti non è certo finito, anzi è il nostro unico futuro possibile; ma è finito il tempo della delega agli Stati Uniti della tutela dei nostri valori e dei nostri interessi nel mondo. Ciò è finito non per nostra decisione, ma perché l'America, tutta l'America, quella di Trump, come quella di Biden, non è più disposta a svolgere questo ruolo, tanto meno in teatri che sono di vitale interesse per noi europei, come il Mediterraneo o il vicino Oriente.

Lei, signor Presidente del Consiglio, ha trattato diversi temi che intersecano direttamente questa materia, dalla questione dei flussi migratori all'incremento del prezzo dell'energia, dalla cybersecurity alla crisi dei semiconduttori che rischia di colpire la produzione industriale e di frenare i primi cenni di ripresa. È evidente che solo un'Europa capace di essere soggetto politico, diplomatico e anche militare può garantire, per esempio, la sicurezza delle nostre linee di commercio e di approvvigionamento in aree lontane ma decisive, come l'Indo-Pacifico, nelle quali si consumano le grandi sfide del ventunesimo secolo e dalle quali dipendiamo in modo essenziale; penso, per esempio, proprio al tema dei semiconduttori. Solo uno sforzo comune dell'Europa può ridurre - come lei ha indicato - questa dipendenza che si è rivelata pericolosissima, per esempio, nelle prime fasi della pandemia. Penso anche al complesso tema della lotta ai cambiamenti climatici e delle tematiche ambientali, una sfida alla quale si risponde, non guardando indietro, ma facendo passi in avanti, con più scienza, più tecnologia, più innovazione di prodotto e di processo. L'Europa può fare ancora parecchio ma è responsabile - come lei ha ricordato - soltanto dell'emissione dell'8 per cento dei gas serra prodotti dal pianeta. Ogni sforzo per ridurre ulteriormente questa quota può tradursi in nuove opportunità di sviluppo ma comporta senz'altro costi molto alti, costi che sarebbero vanificati se l'Europa non fosse in grado di svolgere un'azione efficace sul piano globale per indurre altri Paesi del mondo, a cominciare dalla Cina, a fare la loro parte. Penso ancora ai flussi migratori, uno dei temi più difficili della nostra epoca, un tema che non si risolve né con la retorica del respingimento né con quella dell'accoglienza, si risolve coniugando le ragioni dell'umanità con quelle della sicurezza e della sostenibilità, un principio facile, addirittura banale da enunciare, difficilissimo, quasi impossibile da realizzare. Impossibile, se non è chiaro all'Europa che la sua frontiera meridionale o sudorientale è quella decisiva. I flussi migratori guardano all'Europa, non ai singoli Stati, non sono più possibili egoismi nazionali. È su queste grandi questioni di solidarietà intraeuropea, prima ancora che su dispute di sovranità, che si misura il nostro rapporto, per esempio, con i Paesi di Visegrad.

Signor Presidente del Consiglio, tutto questo riguarda un percorso del quale il prossimo Consiglio europeo è naturalmente solo una tappa, un percorso dell'Europa e dell'Italia in Europa come prospettiva strategica per uscire dalla crisi e per assicurare la stabilità nei decenni a venire, un percorso nel quale noi siamo e saremo al suo fianco, come ha indicato il Presidente Berlusconi, perché lei sta lavorando bene, perché l'Italia viene prima di tutto e perché l'Europa è il nostro futuro. Per queste ragioni, Forza Italia voterà sì alla risoluzione sottoscritta dai capigruppo della maggioranza che la sostiene (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Berlinghieri. Ne ha facoltà.

MARINA BERLINGHIERI (PD). Grazie, Presidente. Signor Presidente del Consiglio, onorevoli colleghi, il prossimo Consiglio europeo è chiamato a confrontarsi su temi cruciali in una fase che potremmo definire nuova. La campagna di vaccinazione, europea e italiana, ha raggiunto risultati molto soddisfacenti. La ripresa economica, come ci riferiscono i dati Istat, è più forte delle attese e in Italia consumi e investimenti hanno registrato una ripresa che, se confermata, riporterebbe la nostra economia ai livelli pre-crisi nella prima metà del 2022, in anticipo rispetto alle attese iniziali. Siamo dunque in una fase in cui, dopo aver dimostrato di essere resiliente, l'Unione europea deve dimostrare di avere la capacità di continuare a fare scelte coraggiose, dotandosi di tutti gli strumenti necessari per realizzare gli ambiziosi obiettivi che ci siamo posti. È un Consiglio europeo che in qualche modo ci chiama ad affrontare i temi posti all'ordine del giorno in un'ottica di futuro. Su gestione della salute e strategie per lo sviluppo economico e infrastrutturale siamo chiamati a pensare agli strumenti necessari per vivere il futuro da protagonisti, e vanno in questa direzione gli impegni che oggi abbiamo ascoltato da lei. La pandemia ci ha ricordato in modo molto forte che viviamo in un tempo in cui quasi tutti gli ambiti della nostra vita sono interconnessi e che non possiamo più ragionare per compartimenti stagni. Se raggiungiamo gli obiettivi delle transizioni ecologica e digitale, contemporaneamente miglioreremo la salute e la qualità della vita dei cittadini. L'Europa ha dunque bisogno di dotarsi di politiche e di strategie comuni su ciascuno di questi obiettivi perché insieme siamo più forti.

Sul piano della salute un approccio comune è necessario sia per la gestione di future emergenze sia per la necessità di tener conto delle forti interconnessioni tra la salute umana, animale e ambientale. È importante dunque proseguire sulla strada intrapresa dal Global Health Summit dello scorso maggio con la Dichiarazione di Roma e con la recente inaugurazione di HERA. Sono passi molto importanti ai quali l'Europa deve affiancare un'azione sempre più decisa e incisiva per fare in modo che anche i Paesi più poveri possano avere piani vaccinali dignitosi e sufficienti a scongiurare l'insorgere di altre varianti. A nessuno sfugge che, per avere un approccio globale alla questione della tutela della salute, bisogna accelerare su transizione verde e digitale. Anche su questi temi l'approccio comune europeo è necessario per arrivare al 2030 con competenze digitali solide che facciano funzionare in modo efficiente, sicuro ed efficace imprese, servizi pubblici e infrastrutture. Bisogna trovare adesso soluzioni e strategie condivise, bisogna che l'Europa, anche in questo campo, trovi la sua specifica strada, individui le modalità che le consentano di essere un player globale, accanto alle altre grandi potenze, nei settori dell'innovazione, della digitalizzazione e dell'intelligenza artificiale.

Il tema energetico, che tanto preoccupa in queste ore, ci deve ricordare che la costruzione dell'Europa è partita proprio dall'energia, da un progetto di gestione comune del carbone e dell'acciaio. Oggi, di fronte alla terribile crisi dei prezzi che colpisce famiglie e imprese, dobbiamo avere lo stesso coraggio, la stessa visione, dobbiamo fare un salto in avanti nell'integrazione europea. Oltre all'emergenza, bisogna affrontare subito i problemi strutturali del mercato dell'energia, che è troppo frammentato e non abbastanza interconnesso, che è troppo poco europeo. Bisogna approntare un meccanismo di acquisto comune affinché l'Europa sia più potente nei negoziati e nel gioco geopolitico e bisogna mettere a punto un piano con l'Africa per lo sviluppo delle energie rinnovabili. Lei, Presidente, ha opportunamente richiamato come stia iniziando ad emergere che i Paesi che hanno affrontato più rapidamente alcuni passi della transizione ecologica hanno dati incoraggianti dal punto di vista dell'occupazione. Abbiamo il dovere di ricordare questo elemento con più forza, dobbiamo dire forte e chiaro che affrontare la catastrofe climatica che il mondo sta vivendo può generare occupazione.

Infine, guardare al futuro per noi europei significa anche prefigurare quale assetto dovrà avere la composizione dell'Europa nei prossimi anni. Rispetto a questo, nell'immediato chiediamo a lei, Presidente, che si è già speso su questo tema, di sollecitare la decisione del Consiglio europeo sull'allargamento ai Balcani, allargamento che deve avvenire entro tempi brevi se non vogliamo che in quei Paesi la frustrazione per una non risposta si trasformi in aperta ostilità.

Concludendo, è dunque questo il tempo del coraggio, occorrono nuove competenze e nuovi ruoli per l'Unione europea, anche andando oltre alle basi giuridiche esistenti. Dobbiamo prepararci e preparare il terreno per affrontare la discussione sulla ricostruzione delle regole che sono state sospese. L'esperienza che abbiamo vissuto e i cambiamenti epocali che dobbiamo fronteggiare ci hanno reso consapevoli che non si possono semplicemente riproporre i vecchi strumenti. Attorno a questa consapevolezza bisogna costruire il consenso degli Stati membri. Il nostro Paese può e deve essere protagonista di questa fase. Il mondo intero guarda all'Europa come a quel pezzo di mondo in cui diritti umani, pace, democrazia, tutela della salute e di un ambiente sano e il contrasto alle disuguaglianze sociali permeano la vita quotidiana e guidano le scelte politiche. Abbiamo il dovere di non dimenticarlo proprio noi europei e, in questo momento di cambiamenti così grandi, dobbiamo essere coscienti che la difesa di quei valori passa dalla nostra capacità di trasformarli in scelte politiche capaci di dimostrare nei fatti che queste scelte producono società in cui la vita è migliore per tutti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Maggioni. Ne ha facoltà.

MARCO MAGGIONI (LEGA). Signor Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, Presidente Draghi, nel lavoro, come in politica, contano gli obiettivi che si raggiungono. Se penso alla realtà in cui versava l'Italia all'inizio del suo mandato e la confronto con la situazione attuale, posso affermare, senza timore di smentite, almeno da chi non ha preconcetti, che il Paese ha fatto tangibili passi in avanti.

Come sostenitore del suo Governo, posso citare gli ottimi dati macroeconomici disponibili che arrivano dai centri studi oppure quelli contenuti nella recente Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, dove si evidenzia che la ripresa economica nel 2021 farà segnare una crescita del PIL del 6 per cento, con la previsione di un più 4,2 nel 2022. Da Lombardo e da leghista, così come la nostra storia politica ci insegna, a questi dati statistici posso aggiungere il riscontro diretto con i piccoli e medi imprenditori, gli artigiani, i commercianti, gli agricoltori, e l'esito è buono. Nonostante una burocrazia ancora eccessiva e le difficoltà di approvvigionamento delle materie prime, le attività stanno tornando a crescere e questo trend è solido. Tutto ciò è ancora più importante se consideriamo che le aspettative degli operatori economici sull'immediato futuro sono, e rimangono, positive, perché non sentono più il pericolo sanitario ed economico delle zone rosse, con le terapie intensive piene, delle restrizioni alla libertà di movimento, con i lockdown, della didattica a distanza e della politica dei sussidi statali a compensare il crollo del fatturato: ricordiamocelo.

Presidente Draghi, nel Consiglio europeo prossimo tratterete parecchi temi, primo tra tutti proprio la lotta alla pandemia da SARS-Cov-2. L'esperienza italiana è questa: la pandemia è oggi la principale nemica della crescita economica e dell'occupazione, e una convivenza con il virus è impossibile. Questo è chiaro e questo va detto, in quest'Aula. Parlerete dell'aumento dei prezzi dell'energia e credo che un'analisi anche sui costi delle materie prime vada fatta, perché la nostra economia, per scelta del 2011, dipende dai costi energetici che si determinano fuori dall'Unione europea stessa. È vero che la forte domanda dei fattori produttivi e l'insufficiente offerta internazionale, per la legge della domanda e dell'offerta, hanno generato un forte incremento dei prezzi, ma potrebbero esserci altre cause geopolitiche da approfondire e affrontare. Ciò che ci preoccupa è la durata di questa situazione instabile, che può intaccare il potere d'acquisto dei consumatori e gli investimenti delle aziende. Soprattutto, dobbiamo renderci conto che senza una realistica politica energetica di lungo periodo - e sottolineo, realistica politica energetica - il nostro Paese sarà costretto a continuare a lottare sui contratti con i fornitori di gas naturale ed energia elettrica, ai quali metteremo in mano i nostri destini economici. Nelle settimane scorse ha tenuto banco anche il dibattito sul ritorno al nucleare. Sono consapevole che il nucleare, anche se di ultima generazione, necessiti di tempistiche di realizzazione non brevi, ma credo che almeno ci vada riconosciuto il merito di aver posto la questione dell'approvvigionamento energetico a basso costo. I dati e i rischi esposti ieri in Senato da ARERA e Terna parlano chiaro: la politica deve affrontare questo problema senza ideologie, perché la bolletta energetica e la volatilità dei prezzi dell'energia sono un pericolo per le nostre imprese.

Presidente Draghi, vengo al punto all'ordine del giorno sull'immigrazione, dove leggo testualmente: “Il Consiglio europeo valuterà l'attuazione delle sue conclusioni del 24 e 25 giugno 2021”. Analizzate quelle conclusioni, anche qui mi affido ai numeri, che sono peraltro disponibili sul sito del Ministero dell'Interno: da gennaio a fine giugno sono sbarcati in Italia circa 20.500 immigrati clandestini; da inizio luglio - quindi dopo l'ultimo Consiglio europeo - altri 29.500; ne consegue che le misure decise nel Consiglio europeo di fine giugno, almeno per l'Italia, non hanno ancora dato risultati, e il rischio è che non ne daranno nemmeno in futuro (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché il tema della lotta all'immigrazione clandestina non è un problema realmente percepito da tutti i Paesi dell'Unione. Ricollocamenti, Accordi di Malta, redistribuzioni: da anni rimane tutto sulla carta e nelle buone intenzioni. La politica estera europea deve incidere sulle partenze e deve farlo in tempi rapidi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Sui rapporti istituzionali interni all'Unione è sufficiente ricordare la ripartizione di competenze tra Unione europea e Stati membri prevista dai Trattati, unitamente al principio di sussidiarietà. Proprio ricordando il principio di sussidiarietà, serve un'Unione europea che si basi maggiormente sui rapporti e la collaborazione tra le regioni e i popoli che la compongono. Parlerete di politica commerciale, che è una competenza esclusiva dell'Unione europea, e sappiamo bene che l'Unione europea, non gli Stati membri, legifera su questioni commerciali, concludendo accordi internazionali; in merito serve la massima tutela dei prodotti europei e, in particolare, del made in Italy. È troppo rischioso continuare a considerare la Cina come la grande fabbrica mondiale e l'Unione europea come un benestante centro di consumo, votato solo al terziario. La politica estera cinese e la pandemia, partita sempre dalla Cina, ci confermano che dobbiamo puntare sul mercato unico europeo e l'Italia, in questo contesto, ha settori strategici, non solo da tutelare, ma da sostenere, anche con l'intervento dello Stato, come lei giustamente ha, più volte, ricordato.

Da ultimo, ma non meno importante, guardiamo alla prossima riunione della COP26 sui cambiamenti climatici. Voglio ribadire, perché sia chiaro a tutti, che già oggi l'Unione europea ha politiche ambientali migliori di altri Stati e le emissioni di gas che sarebbero alla base del riscaldamento globale sono, in larghissima parte, prodotte nel resto del pianeta. Ogni decisione di politica ambientale va commisurata ai costi sociali e occupazionali europei, oppure, su questo continente, rischiamo di causare danni economici irreparabili (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Tutti siamo per la tutela dell'ambiente, ci mancherebbe, ma coerenza vuole che le giovani sacerdotesse della cosiddetta religione green prima vadano a pontificare dove si producono i gas serra e solo dopo averne ottenuto la conversione ambientale tornino a parlare anche in Europa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Chiamiamola priorità territoriale, così che nessuno si offenda.

Signor Presidente, la Lega ha contribuito alla stesura la risoluzione di maggioranza e, condividendone il testo finale, annuncio il voto favorevole del mio gruppo. Avanti, Presidente Draghi, buon lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Berti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BERTI (M5S). Grazie, Presidente. Presidente Draghi, colleghe e colleghi, in vista del Consiglio europeo dei prossimi giorni, partiamo da un dato positivo: la strategia vaccinale dell'Unione europea, dopo un difficile inizio, ha funzionato e perché dico questo? Perché, oggi, su 100 cittadini europei, ci sono 130 dosi somministrate. L'Unione europea è la regione del mondo più vaccinata e, quindi, più sicura; le percentuali sono leggermente inferiori negli altri Paesi avanzati, ma la differenza si nota soprattutto con alcuni Paesi africani. Pensate che, ad oggi, su 100 cittadini di quel continente, soltanto 8 sono vaccinati. Di questo passo, Presidente, sarà impossibile raggiungere il target dell'OMS, che dice di vaccinare il 40 per cento della popolazione mondiale entro fine anno e il 70 per cento entro la metà del 2022. Ora, l'Unione europea si è impegnata per destinare 700 milioni di dosi ai propri cittadini ed esportarne in 130 Paesi altrettante. Mantenere questa promessa farà dell'Unione europea un campione di cooperazione internazionale. Per raggiungere questo obiettivo, come MoVimento 5 Stelle, stiamo portando avanti da mesi una battaglia, grazie alle colleghe Giulia Grillo e Angela Ianaro, per la sospensione dei brevetti. Su questi atti il parlamento ha fatto il proprio dovere, abbiamo presentato atti che sono stati approvati all'unanimità. Noi crediamo che, appunto, la sospensione temporanea dei brevetti resti l'unica soluzione per raggiungere il target stabilito dall'OMS. Serve un atto di lungimiranza adesso da parte dei leader mondiali, e il Consiglio europeo deve fare la propria parte in tutto questo.

Adesso veniamo al secondo tema che affronterà il Consiglio europeo, ovvero quello della strategia digitale. Voglio ricordare che l'Italia, con il Fondo nazionale dell'innovazione da 1,4 miliardi, il Fondo Venture Capital, per i capitali di rischio, che è stato creato durante il primo Governo Conte, finalmente è in linea con l'investimento economico in nuove imprese, per le aziende innovative, con oltre 700 startup create, e queste, grazie anche al mercato unico europeo, potranno, un domani, essere “campioni” digitali globali.

Però, la contraddizione dell'Unione europea è sicuramente quella di aver creato un mercato unico forte, importante per l'economia per le imprese e anche per i consumatori, ma di non aver creato una fiscalità unica europea; infatti, il diritto europeo si è evoluto anche con pronunce della Corte suprema di giustizia e ha portato ad un'integrazione più giuridica, ma non a un'integrazione politica. Ciò lo vediamo anche oggi: il nostro Consiglio di Stato si è espresso sul tema della Bolkestein, tema che ci vedrà probabilmente in infrazione, e noi chiediamo, Presidente, che la giustizia non si sostituisca alla politica e che i Governi abbiano il coraggio di scegliere, prendendo decisioni per il futuro.

Torno ora al tema dello stimolo fiscale. Il Next Generation EU ha aperto, anche a livello internazionale, un dibattito sulla digital-tax: noi crediamo che le aziende digitali - e tutti noi oggi usufruiamo servizi di queste aziende - abbiano avuto un'esplosione del fatturato e una tassazione al 15 per cento non è in grado di raggiungere gli obiettivi di tutela della concorrenza e di equità fiscale.

Sul tema delle competenze digitali, essenziali per la strategia digitale, voglio offrire un altro dato: l'Italia è ultima nel tema delle competenze digitali nella pubblica amministrazione; pensate che abbiamo avuto, per il blocco del turnover, due generazioni (i ragazzi e le ragazze nati negli anni Ottanta e negli anni Novanta) praticamente escluse, emarginate dalla pubblica amministrazione; la media OCSE è di 18 dipendenti under 35 su 100 dipendenti della pubblica amministrazione, la media francese è 21, la media tedesca è 30, la media italiana è 2 giovani under 35 che lavorano nella pubblica amministrazione; è inaccettabile ed è per questo che la nostra pubblica amministrazione spesso non riesce ad adeguarsi agli standard per quanto riguarda la fornitura di servizi digitali. Per ovviare a ciò serve un piano straordinario di assunzioni nell'ordine delle centinaia di migliaia di giovani per essere competitivi nella strategia digitale europea.

Un altro tema importante è la politica commerciale e le relazioni esterne dell'Unione europea. Possiamo citare i dati relativi all'export, dati straordinari, relativi non soltanto allo scorso anno, ma anche all'anno 2019, e per questo risultato dobbiamo ringraziare il Patto per l'export voluto fortemente dal Ministro Luigi Di Maio. L'export traina l'economia europea e all'export è legato il tema della stabilità internazionale, della navigabilità degli stretti ed è per questo che il meeting Asem (Asia-Europe Meeting) sarà ancora più importante quest'anno; pensiamo al caso di Taiwan, Paese in cui viene prodotto il 53 per cento dei semiconduttori, a livello globale; chiaramente, qualsiasi azione unilaterale comprometterebbe questo equilibrio.

Un altro tema, per concludere, a cui siamo molto legati, come MoVimento 5 Stelle e che verrà affrontato anche nel Consiglio europeo, è quello dell'energia e dei cambiamenti climatici. Sappiamo che l'economia ha stimolato la domanda e si è creato un collo di bottiglia dal lato dell'offerta e abbiamo fatto, come Governo e come Parlamento, un intervento per calmierare l'aumento dei prezzi delle bollette, che vale 3,5 miliardi per 3 milioni di famiglie, in base all'ISEE. Dobbiamo, però, essere lungimiranti e sappiamo che per ripartire dobbiamo imparare dai nostri errori, ma servono nuovi concetti economici, non legati soltanto al tema della crescita perenne, ma temi che sono sentiti dalle giovani generazioni, che sono scese in piazza per chiedere alla politica un cambio di passo. I giovani italiani, e non solo, perché è una sensibilità globale, hanno capito in maniera quasi istintiva che la questione del cambiamento climatico li riguarda da vicino, in prima persona; ma se non vogliamo credere neanche alle nuove generazioni, che ce lo stanno chiedendo in tutte le lingue del mondo, dobbiamo ascoltare il premio Nobel Giorgio Parisi, che proprio dai banchi del Governo, qualche giorno fa, ci ha detto che la crescita del PIL fine a se stessa non è compatibile con la lotta al riscaldamento globale. Pensate, colleghi, che dalla prima rivoluzione industriale la temperatura globale è aumentata di 1,5 gradi in 200 anni; la temperatura del mondo, quindi, si è alzata di un grado e mezzo in 200 anni; secondo uno studio dell'Intergovernmental Panel on Climate Change, un organismo delle Nazioni Unite, la temperatura potrebbe aumentare di 4 gradi nei prossimi 50 anni. Alcuni diranno: ma cosa sono in fondo 3 o 4 gradi in più? Per capirlo dobbiamo pensare alla reazione chimica che avviene nel nostro corpo da 36 gradi a 40 gradi; è la differenza fra stare bene e stare male; è la differenza fra essere sani ed essere malati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e il nostro pianeta si sta ammalando, Presidente. Noi dobbiamo porre rimedio a tutto ciò. Gli scienziati ipotizzano che, se non facciamo niente, nei prossimi 50 anni il 15 per cento del pianeta sarà inabitabile e ci sarà il rischio di milioni o addirittura di miliardi di migranti climatici nei prossimi 50 anni. Come facciamo? Come possiamo invertire tutto questo? Ebbene, per quanto riguarda il tema della transizione ecologica il MoVimento 5 Stelle, l'Italia, noi abbiamo un'ottima pratica da portare ai tavoli europei: è il superbonus 110 per cento, voluto anche dal collega Fraccaro. In meno di un anno, con tutte le difficoltà, siamo riusciti a mettere a terra in tempi rapidi uno stimolo fiscale, un investimento mai visto nel nostro Paese.

Secondo i dati ENEA, al 30 settembre 2021 sono stati certificati 46.195 interventi, per un totale di 8,2 miliardi di detrazioni. Questo è stato un gioco di squadra che ha permesso alla pubblica amministrazione, alle imprese, ai professionisti, agli amministratori di condomini e ai cittadini ciò che le persone ci chiedono da tempo, ossia di essere concreti su un tema come l'ambiente. Questa è la prima vera misura che permette all'economia di fare una transizione ecologica integrale. Il superbonus deve essere la punta di diamante delle politiche verdi espansive. Dobbiamo dire chiaramente ai tavoli europei che il Patto di stabilità e crescita va cambiato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e che le misure come il superbonus non devono essere computate nel calcolo debito-PIL (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Il MoVimento 5 Stelle chiede che il superbonus venga inserito fra gli investimenti verdi, che meritano lo scorporo dal Patto di stabilità e crescita e che venga potenziato anche in vista della prossima legge di bilancio. Ma non lo chiede solo il MoVimento 5 Stelle, lo chiede un Parlamento intero e tantissime, tantissime categorie produttive.

Per questi motivi, Presidente, voteremo a favore della risoluzione in vista della riunione del Consiglio europeo e le auguriamo buon lavoro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Squeri. Ne ha facoltà.

LUCA SQUERI (FI). Grazie, Presidente. Oggi in X Commissione ho interrogato il Governo sull'argomento caro bollette e le proposte che il Governo dovrà fare nell'ambito della politica energetica europea. La risposta preparata dagli uffici ha più volte reiterato il concetto, per cui sarebbe necessario aumentare e accelerare il consumo di energia elettrica. Ebbene, il consumo di energia elettrica non è un fine: è un mezzo. Il fine, per decarbonizzare, deve essere quello di potenziare il più possibile tutte le fonti rinnovabili.

Presidente Draghi, forte della sua autorevolezza, ricordi al Consiglio europeo e alla Commissione europea che i criteri di sostenibilità ambientale, sociale, economica e il criterio di neutralità tecnologica non devono rimanere uno slogan di parole dette, ma devono produrre azioni concrete da realizzare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Trizzino. Ne ha facoltà.

GIORGIO TRIZZINO (MISTO). La ringrazio, Presidente, e mi rivolgo a lei, Presidente Draghi, per confermarle il mio personale sostegno e un apprezzamento per quanto riferito in prospettiva del prossimo Consiglio europeo. Colgo, però, questa occasione per rivolgerle un auspicio personale riguardo una questione che reputo di grande importanza, che mi permetta di condividere con lei. Lei saprà certamente che tra qualche giorno si celebra a Vienna un summit tra sei Paesi europei, Austria, Francia, Danimarca, Regno Unito e Norvegia, con l'obiettivo di limitare l'influenza dei network islamisti, che oggi rappresentano un grave rischio per i nostri Paesi. Devono favorire l'integrazione economica e culturale con misure di ampio respiro. Allora, anche in Italia esistono periferie disagiate e attori islamisti che operano per diffondere la loro pericolosa ideologia. L'eterogeneità della società italiana impone la massima attenzione su questo tema. Ecco, perché auspico per il futuro la massima attenzione al rapporto tra integrazione e radicalizzazione islamica e credo che il coordinamento europeo sia necessario anche su questo tema (Applausi di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

Desidero informare l'Assemblea che il nostro collega Alessandro Fusacchia è diventato papà del piccolo Matteo (Applausi). Facciamo gli auguri più sinceri della Presidenza e di tutta l'Aula alla mamma e al papà (Applausi).

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Come da prassi, le risoluzioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Davide Crippa, Molinari, Serracchiani, Barelli, Colaninno, Marin, Fornaro, Lupi, Emanuela Rossini e Magi n. 6-00197, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 52).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. 6-00198, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).

Sono così esaurite le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri in vista della riunione del Consiglio europeo del 21 e 22 ottobre 2021.

Modifica nella composizione dell'ufficio di presidenza di un gruppo parlamentare.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 20 ottobre 2021, il deputato Paolo Barelli ha reso noto che l'assemblea del gruppo parlamentare Forza Italia-Berlusconi Presidente ha proceduto in pari data alla sua elezione a presidente del gruppo medesimo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Auguriamo al collega Barelli buon lavoro.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Avverto che, secondo le intese intercorse tra i gruppi, nella seduta di domani avrà luogo, oltre alle dichiarazioni di voto finale e alla votazione finale sul decreto-legge recante misure urgenti in materia di crisi di impresa e di risanamento aziendale, l'esame delle mozioni concernenti iniziative volte a dare seguito al dettato costituzionale in materia di divieto di riorganizzazione del disciolto partito fascista. Gli altri argomenti previsti dal vigente calendario sono rinviati ad altra seduta.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di parlare l'onorevole Martinciglio. Ne ha facoltà.

VITA MARTINCIGLIO (M5S). Gentili colleghi, porto alla vostra attenzione…

PRESIDENTE. Prego, onorevole Martinciglio.

VITA MARTINCIGLIO (M5S). …un fatto molto grave che ha interessato il comune…

PRESIDENTE. Alzi un po' più il microfono. Forse così combattiamo meglio il rumore di fine seduta.

VITA MARTINCIGLIO (M5S). È un fatto molto grave che ha interessato il comune di Trapani, che ci riporta indietro di decenni. Si tratta della pubblicazione, il 18 ottobre scorso sul sito ufficiale del comune, di un'immagine realizzata in occasione dell'infiorata di San Domenico, un'iniziativa patrocinata dal comune. È una composizione floreale, in cui si rappresenta un feto dentro un utero, accompagnata dal motto: “Maria, sciogli il nodo dell'aborto” e da una serie di altre composizioni che inquadrano ciascun nodo nella condizione cattolica del peccato.

Lungi da me ogni forma di valutazione politica sull'opportunità della scelta dei messaggi divulgati dall'associazione organizzatrice, libera, per dettato costituzionale, di esprimere il proprio sentire in ordine ai temi proposti. Ciò che ritengo inaudito, sconcertante e, quel che peggio, illegittimo, perché apertamente in contrasto con i contenuti della legge n. 194, che ha introdotto il diritto della donna all'interruzione di gravidanza, oltre che con gli articoli 7 e 8 della Costituzione, è stata la pubblicazione dell'immagine sulla pagina istituzionale del comune, corrispondente a un'inopinabile e - mi permetto di aggiungere - pericolosa divulgazione non laica del messaggio di biasimo e condanna sociale rivolto alle donne che decidono, spesso con sofferenza, di abortire.

È noto che la maternità sia da sempre declinata come un dovere, una sorta di obbligo a cui per natura le donne non devono e non possono sottrarsi. Accadimenti come quello commentato dimostrano senza mezzi termini che ancora oggi, nonostante le apparenti conquiste, la strada verso l'affermazione del diritto di una donna a non vedersi madre a tutti i costi è tortuosa ed espone a gratuite critiche e a severi giudizi morali.

Concludo con un'ultima spiacevole considerazione. Il caso del comune di Trapani rappresenta l'ennesima occasione che ricorda che spesso, quando si parla di noi donne, un diritto conquistato e con fatica cristallizzato in una legge dello Stato non è considerato un diritto acquisito neanche da un'istituzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà. Colleghi, facciamo maggior silenzio in Aula.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Oggi, 20 ottobre, sono 77 anni che a Gorla, in un quartiere di Milano, a causa di un bombardamento americano, sono morti 200 bambini mentre erano nella scuola elementare “Crispi”, insieme ai loro maestri (Applausi). Di solito le istituzioni la mattina si ritrovano tutte alla messa con i bambini che ancora adesso vanno in quella scuola, ma noi, essendo oggi qua per questi lavori, non abbiamo potuto rendergli omaggio.

Voglio quindi rendere omaggio in Aula a questi 200 bambini innocenti di una strage che quasi nessuno conosce. Questo è veramente assurdo perché è stato uno dei più grossi eccidi che riguardano soprattutto bambini. Nessuno si è scusato per quel bombardamento, che oltretutto era di alleggerimento, nel senso che le bombe avrebbero potuto essere scaricate anche in campagna, e invece non è stato fatto. Nessuno si è scusato e tanto meno nessuno è stato processato.

Ringrazio la Commissione cultura, che lo scorso anno ha approvato una mia risoluzione all'unanimità in cui si diceva che il 20 ottobre sarebbe l'occasione per parlare ai bambini di questo bombardamento e di questi loro compagni di scuola ideali che non ci sono più. Purtroppo questo non è avvenuto. Speriamo che il Ministro Bianchi possa, il prossimo anno, mandare una lettera a tutte le scuole affinché questa risoluzione, approvata all'unanimità dal Parlamento, possa essere attuata (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Donina. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE CESARE DONINA (LEGA). Grazie, Presidente. Il decreto direttoriale della Direzione generale per il patrimonio naturalistico del 2 aprile 2020, ma soprattutto la correlata tabella delle specie autoctone di interesse alieutico, in corso di adozione, hanno posto diverse criticità attuative.

Voglio ricordare che, da oltre un secolo, la pesca dilettantistica nelle acque dei torrenti montani genera un indotto economico rilevante, che coinvolge svariate decine di migliaia di appassionati che danno vita ad un fitto reticolo associativo. Si alimenta di immissioni di trota fario, che avvengono negli innumerevoli torrenti alpini, sia in Lombardia che in altre regioni alpine, con esemplari prodotti da venti impianti ittiologici di proprietà e di gestione pubblica e privata.

Questa economia della pesca professionale lombarda conta 150 imprese, con un indotto di alcuni milioni. La richiesta da parte nostra per il Ministero è una sensibilizzazione per le strutture, per evitare e per derogare l'entrata in vigore dei canoni di questa tabella.

Noi chiediamo fortemente davvero di dare alle società ittiche un periodo congruo per cambiare, per diversificare l'apporto di queste immissioni, di queste semine all'interno dei fiumi e dei laghi, soprattutto lombardi e alpini. Questa sensibilizzazione la chiediamo fortemente perché è giusto che questa categoria dei pescatori dilettantistici continui a fare l'attività che svolge all'interno dei nostri fiumi e dei nostri laghi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. C'è una precisazione che vuole fare l'onorevole Rizzetto sull'ordine dei lavori. Prego, onorevole Rizzetto.

WALTER RIZZETTO (FDI). Sì, scusi, Presidente. Non so neanche se ci siano dei precedenti in questo caso, ma riferisco che, nel corso delle votazioni del pomeriggio, quindi dopo l'informativa del Presidente del Consiglio, ero seduto al posto numero 607. Non mi sono accorto che c'era già una scheda; anzi, mi sono accorto che c'era una scheda inserita e, pensando fosse la mia, sovrappensiero, ho votato al posto del deputato Mollicone, che evidentemente, anche quando non c'è, mi mette il bastone fra le ruote (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Lo diremo al deputato Mollicone.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Lapia. Ne ha facoltà.

MARA LAPIA (MISTO-CD). Grazie, Presidente. Quattromila cittadini, ad oggi, non hanno più un medico di base ad Oliena. Questo accade proprio nel centro della Sardegna, Presidente, in una comunità di appena 6.700 anime. Un paese dove la quasi totalità della popolazione ormai è stata completamente privata del suo punto di riferimento, di una figura essenziale per esercitare il proprio diritto di accesso alle cure. Un fatto ancora più grave, Presidente, se pensiamo che ormai l'ospedale San Francesco di Nuoro è stato quasi completamente dismesso.

Quindi, i cittadini di Oliena non si vedono più garantito il loro diritto alla salute.

Ad aggravare questo fatto, Presidente, cosa c'è ancora? C'è che tre medici sono disponibili per andare a Oliena e prestare il loro servizio. Quindi, che cosa vuol dire questo? Vuol dire che in Sardegna non esistono solamente casi di malasanità, ma esistono casi di mala gestione politica, di sciatteria politica, dove non si pubblicano le graduatorie, dove non si pubblicano i bandi e, quindi, i medici non vengono assunti. Cosa succederà ad Oliena? Succederà che questi medici disponibili andranno via, andranno a prestare la loro attività altrove e ci ritroveremo nuovamente i soliti articoli dei giornali, dove il responsabile della ATS Sardegna, Massimo Temussi, e l'assessore, nuovamente, ci racconteranno la favoletta, dicendo che non ci sono medici disponibili a venire in Sardegna. Bene, i cittadini sardi non ci credono di più. Vogliamo garanzie per la salute dei cittadini sardi, Presidente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Silli. Ne ha facoltà.

GIORGIO SILLI (CI). Grazie, Presidente. Mi rivolgo, per suo tramite, al Governo e devo indubbiamente ringraziare per quello che stiamo leggendo sui lanci delle agenzie e quello che ascoltiamo nelle Commissioni l'intenzione da parte del Governo di destinare nella prossima legge di bilancio ingenti somme per quanto riguarda il cosiddetto caro bollette. L'Italia è un Paese che non ha mai avuto materie prime; l'Italia è un Paese trasformatore e patisce da sempre l'ottovolante, l'andamento sinusoidale dei prezzi delle materie prime. Vi sono settori manifatturieri, tipicamente italiani, che sono già in condizioni disastrose, che non riusciranno mai ad uscire da questa impennata del costo dell'energia elettrica o del gas e, quindi, dell'energia termica. Vi sono settori - e mi avvio alla chiusura, Presidente -, come quello tessile, che il Governo ha riconosciuto essere un settore in difficoltà, dove in alcune lavorazioni l'energia incide anche per il 20 o il 30 per cento.

Ebbene, Presidente, e concludo, raccomando al Governo l'attenzione, sì, alle famiglie meno abbienti, questo è importante, ma anche a quelle categorie di imprese già in ginocchio e che non riusciranno a superare l'inverno, inverno da un punto di vista meteorologico, ma anche economico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gallo. Ne ha facoltà.

LUIGI GALLO (M5S). Grazie Presidente, sappiamo che in questa stagione d'investimenti del PNRR un aspetto è importantissimo, quello della trasparenza. Anche l'Europa ci ha chiesto un'accelerazione sugli open data, accelerazione che dovrebbero produrre sia il Governo sia le amministrazioni locali, ma noi abbiamo anche un problema di trasparenza per le partecipate. Nel PNRR ci sono 4 miliardi per i servizi idrici, ma se abbiamo partecipate che non forniscono dati ai comuni e non garantiscono l'accesso a queste informazioni, è chiaro che una progettazione diventerà difficile da parte degli enti comunali. Per questo, sollecito la risposta all'interrogazione n. 5- 05898, perché abbiamo un problema di gestione della risorsa idrica, con riferimento alla quale questo Parlamento non è riuscito ancora a portare una maggioranza più ampia di quella dei deputati del MoVimento 5 Stelle a cambiare la gestione dei servizi dell'acqua idrica. Dall'altra parte, abbiamo un problema di trasparenza, quello dove possiamo fare presto, accelerare, cambiare e fare in modo che tutti gli enti siano pronti ad accedere e a progettare per il PNRR.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 21 ottobre 2021 - Ore 9,30:

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

S. 2371 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 agosto 2021, n. 118, recante misure urgenti in materia di crisi d'impresa e di risanamento aziendale, nonché ulteriori misure urgenti in materia di giustizia (Approvato dal Senato). (C. 3314​)

Relatore: CATALDI.

2. Discussione delle mozioni Serracchiani, Davide Crippa, Boschi, Fornaro, Muroni ed altri n. 1-00524, Molinari, Occhiuto, Lollobrigida, Marin e Lupi n. 1-00534 e Cabras ed altri n. 1-00535 concernenti iniziative volte a dare seguito al dettato costituzionale in materia di divieto di riorganizzazione del disciolto partito fascista .

La seduta termina alle 20,05.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nelle votazioni nn. 16, 17, 18 e 19 il deputato Stefani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 52 la deputata Polverini ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 3314 - em. 1.1 338 330 8 166 26 304 78 Resp.
2 Nominale em. 1.100 337 335 2 168 7 328 78 Resp.
3 Nominale em. 1.101 339 337 2 169 7 330 78 Resp.
4 Nominale em. 1.102 352 348 4 175 9 339 78 Resp.
5 Nominale art. agg. 1.01 367 356 11 179 27 329 77 Resp.
6 Nominale art. agg. 1.02 377 366 11 184 24 342 77 Resp.
7 Nominale art. agg. 1.03 377 376 1 189 35 341 77 Resp.
8 Nominale em. 1-bis. 1 381 377 4 189 30 347 77 Resp.
9 Nominale em. 2.1 382 382 0 192 38 344 76 Resp.
10 Nominale em. 3.100 383 382 1 192 36 346 76 Resp.
11 Nominale em. 3.101 383 382 1 192 13 369 76 Resp.
12 Nominale em. 3.102 380 379 1 190 12 367 76 Resp.
13 Nominale em. 3.103 386 358 28 180 12 346 76 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale em. 3.104 386 359 27 180 11 348 76 Resp.
15 Nominale em. 3.105 386 357 29 179 12 345 76 Resp.
16 Nominale em. 3.2 392 379 13 190 28 351 75 Resp.
17 Nominale em. 3.106 395 394 1 198 13 381 74 Resp.
18 Nominale em. 3.107 395 395 0 198 12 383 74 Resp.
19 Nominale em. 3.108 394 366 28 184 12 354 74 Resp.
20 Nominale em. 3.109 395 395 0 198 12 383 74 Resp.
21 Nominale em. 3.110 405 405 0 203 12 393 74 Resp.
22 Nominale em. 3.3 402 402 0 202 37 365 74 Resp.
23 Nominale em. 3.4 406 401 5 201 34 367 74 Resp.
24 Nominale em. 3.112 406 405 1 203 12 393 74 Resp.
25 Nominale em. 3.113 411 411 0 206 12 399 74 Resp.
26 Nominale em. 3.115 411 410 1 206 11 399 74 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale art. agg. 3.01 413 383 30 192 13 370 74 Resp.
28 Nominale art. agg. 3.02 408 378 30 190 17 361 73 Resp.
29 Nominale em. 4.100 411 411 0 206 10 401 73 Resp.
30 Nominale em. 4.2 409 381 28 191 13 368 73 Resp.
31 Nominale em. 4.1 413 384 29 193 11 373 73 Resp.
32 Nominale em. 5.100 418 418 0 210 12 406 73 Resp.
33 Nominale em. 5.101 421 392 29 197 12 380 73 Resp.
34 Nominale em. 16.1 420 391 29 196 13 378 73 Resp.
35 Nominale em. 16.2 427 396 31 199 13 383 73 Resp.
36 Nominale em. 19.5, 19.100 422 422 0 212 42 380 73 Resp.
37 Nominale em. 19.1 422 391 31 196 13 378 73 Resp.
38 Nominale em. 19.2 422 391 31 196 12 379 73 Resp.
39 Nominale em. 19.3 423 391 32 196 11 380 73 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale em. 19.4 424 392 32 197 12 380 73 Resp.
41 Nominale em. 19.6 425 393 32 197 11 382 73 Resp.
42 Nominale em. 19.7 419 387 32 194 11 376 73 Resp.
43 Nominale art. agg. 19.0100 428 426 2 214 42 384 73 Resp.
44 Nominale em. 21.1 426 395 31 198 13 382 73 Resp.
45 Nominale em. 24.1 428 397 31 199 12 385 73 Resp.
46 Nominale odg 9/3314/1 408 398 10 200 207 191 73 Appr.
47 Nominale odg 9/3314/3 416 405 11 203 35 370 73 Resp.
48 Nominale odg 9/3314/4 418 408 10 205 30 378 73 Resp.
49 Nominale odg 9/3314/14 424 423 1 212 40 383 73 Resp.
50 Nominale odg 9/3314/16 418 415 3 208 41 374 73 Resp.
51 Nominale odg 9/3314/17 422 420 2 211 40 380 73 Resp.
52 Nominale Ris. Crippa D. e altri n. 6-197 385 384 1 193 348 36 76 Appr.


INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 53)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale Ris. Lollobrigida e altri n. 6-198 390 390 0 196 28 362 76 Resp.