Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 572 di martedì 5 ottobre 2021

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANDREA MANDELLI

La seduta comincia alle 10.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ALESSANDRO COLUCCI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 24 settembre 2021.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Ascani, Bergamini, Boschi, Brescia, Brunetta, Carfagna, Casa, Castelli, Cavandoli, Cirielli, Colletti, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Dadone, De Maria, Luigi Di Maio, Di Stefano, Gregorio Fontana, Ilaria Fontana, Franceschini, Frusone, Gallinella, Garavaglia, Gava, Gebhard, Gelmini, Giachetti, Giacomoni, Giorgetti, Grimoldi, Guerini, Invernizzi, Iovino, Lapia, Liuni, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lupi, Macina, Maggioni, Magi, Marattin, Marin, Melilli, Migliore, Molinari, Molteni, Morelli, Mulè, Mura, Nesci, Occhiuto, Orlando, Paita, Palazzotto, Parolo, Pastorino, Perantoni, Rizzo, Andrea Romano, Rotta, Ruocco, Sasso, Scalfarotto, Schullian, Serracchiani, Carlo Sibilia, Silli, Sisto, Spadoni, Speranza, Tabacci, Tasso, Vignaroli, Zanettin e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 86, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Annunzio della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2021.

PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, con lettera in data 29 settembre 2021, ha trasmesso, ai sensi degli articoli 7, comma 2, lettera b), e 10-bis della legge 31 dicembre 2009, n. 196, la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2021 (Doc. LVII, n. 4-bis).

Alla Nota di aggiornamento sono allegati: la nota illustrativa sulle leggi pluriennali di spesa in conto capitale a carattere non permanente, di cui al comma 3 del predetto articolo 10-bis della legge n. 196 del 2009 (Doc. LVII, n. 4-bis - Allegato I); il rapporto programmatico recante gli interventi in materia di spese fiscali, di cui al comma 5-bis del medesimo articolo 10-bis (Doc. LVII, n. 4-bis - Allegato II); il rapporto sui risultati conseguiti in materia di misure di contrasto all'evasione fiscale e contributiva, di cui al comma 1 dell'articolo 10-bis.1 della predetta legge n. 196 del 2009 (Doc. LVII, n. 4-bis - Allegato III), corredato dalle Appendici metodologiche; la relazione sull'economia non osservata e sull'evasione fiscale e contributiva, predisposta ai sensi del comma 3 del medesimo articolo 10-bis.1 (Doc. LVII, n. 4-bis - Allegato IV).

La Nota di aggiornamento e l'ulteriore documentazione richiamata sono state trasmesse alla V Commissione (Bilancio) e, per il parere, a tutte le altre Commissioni permanenti e alla Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Ricordo che il calendario dei lavori dell'Assemblea prevede che l'esame della Nota di aggiornamento in Aula abbia luogo nella giornata di mercoledì 6 ottobre 2021, dalle ore 16. Le Commissioni dovranno pertanto concluderne l'esame in sede consultiva e in sede referente compatibilmente con i tempi previsti dal calendario per l'esame da parte dell'Assemblea.

Annunzio della presentazione di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.

PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, con lettera in data 30 settembre 2021, ha presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è stato assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla I Commissione (Affari costituzionali):

“Conversione in legge del decreto-legge 30 settembre 2021, n. 132, recante misure urgenti in materia di giustizia e di difesa, nonché proroghe in tema di referendum, assegno temporaneo e IRAP" (A.C. 3298​) – Parere delle Commissioni II, IV, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), XII e XIV.

Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è stato altresì assegnato al Comitato per la legislazione.

Annunzio della nomina di un sottosegretario.

PRESIDENTE. Comunico che, in data 24 settembre 2021, il Presidente del Consiglio dei Ministri, ha inviato al Presidente della Camera la seguente lettera: “Onorevole Presidente, informo la S.V. che il Presidente della Repubblica, con proprio decreto in data odierna, adottato su mia proposta, sentito il Consiglio dei Ministri, ha nominato il professor avvocato Federico Freni a sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze”.

Discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 17 agosto 2021, n. 117, recante disposizioni urgenti concernenti modalità operative precauzionali e di sicurezza per la raccolta del voto nelle consultazioni elettorali dell'anno 2021 (A.C. 3269​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 3269: Conversione in legge del decreto-legge 17 agosto 2021, n. 117, recante disposizioni urgenti concernenti modalità operative precauzionali e di sicurezza per la raccolta del voto nelle consultazioni elettorali dell'anno 2021.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 3269​)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.

Il presidente del gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle ne ha chiesto l'ampliamento.

La I Commissione (Affari costituzionali) si intende autorizzata a riferire oralmente.

Ha facoltà di intervenire il relatore, onorevole Stefano Ceccanti.

STEFANO CECCANTI , Relatore. Grazie, Presidente, ometterò il dettaglio delle norme che conosciamo - anche perché, con la gran parte di esse, abbiamo votato, almeno buona parte degli italiani ieri e l'altro ieri - ma svolgerò solo qualche osservazione di carattere generale. Come già avvenuto nel 2020, un decreto-legge ha rinviato all'autunno il turno elettorale amministrativo, previsto tradizionalmente per la primavera, e, come nel 2020, si è poi dovuto intervenire con il provvedimento in esame per prevedere una disciplina specifica al fine di minimizzare i rischi di contagio.

Mi preme sottolineare come sia il Governo sia il Parlamento si siano mossi e si stiano muovendo con piena consapevolezza dell'importanza del tema e quindi nel pieno rispetto della riserva di legge in materia e anche tenendo conto dei limiti che, per la legge n. 400 del 1988, ha lo stesso decreto-legge in materia, il quale può intervenire sulla cosiddetta legislazione elettorale di contorno, ma non può mai toccare la formula elettorale, il cuore del sistema elettorale, il meccanismo di trasformazione dei voti in seggi. Peraltro, quando nella primavera del 2020 il testo del decreto-legge di allora lasciava profilare - probabilmente per una redazione affrettata - la possibilità di ulteriori slittamenti degli eventi elettorali, amministrativi e regionali, decisi con un atto non legislativo, la Commissione affari costituzionali, su sollecitazione del Comitato per la legislazione, allora intervenne prontamente per sopprimere quella disposizione.

Quanto avvenuto con riferimento alle scadenze elettorali è avvenuto - lo voglio ricordare - anche per la disciplina generale dell'emergenza. Il Parlamento ha fin dall'inizio sostenuto la legittimità del combinato disposto decreto-legge/DPCM, una legittimità ora riconosciuta chiaramente anche dal dispositivo, già depositato, della recente sentenza della Corte costituzionale, di cui attendiamo le motivazioni. Ma, al tempo stesso, il Parlamento ha cercato da subito di parlamentarizzare la procedura, prima con gli atti di indirizzo precedenti all'adozione dei DPCM, quindi, a fronte del protrarsi dell'emergenza, con lo spostamento a livello legislativo delle disposizioni del DPCM. Anche questo è avvenuto su sollecitazione del Parlamento, con interventi del Comitato per la legislazione e ordini del giorno discussi dall'Assemblea. Il risultato è che oggi quasi tutte le misure, prima oggetto di DPCM (ricordo, ad esempio, la capienza per spettacoli ed eventi sportivi), sono invece oggetto di disposizioni di decreti-legge, che possono essere emendati dalle Camere. Da ultimo, la stessa durata dello stato di emergenza è stata disciplinata dal decreto-legge n. 105 del 2021.

Credo che, in connessione a quanto detto, debba anche essere registrato con soddisfazione il fatto che la reazione alle chiusure per la pandemia non abbia comportato una restrizione degli spazi di partecipazione democratica, ma anzi un loro ampliamento: penso alla possibilità di sottoscrizione con firma digitale delle richieste di referendum ed al successo che questa novità ha avuto; una novità che comporta dei problemi e che ora deve essere governata con intelligenza per eliminare i possibili squilibri. Ma non si può negare che di un allargamento - non di una restrizione - della partecipazione democratica si tratti. Insomma, stiamo uscendo dalla fase più delicata dell'emergenza nel rispetto della Costituzione e non nell'elusione della Costituzione.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il rappresentante del Governo, l'onorevole Sibilia, che vi rinuncia.

È iscritta a parlare l'onorevole Milanato. Ne ha facoltà.

LORENA MILANATO (FI). Grazie, Presidente. Siamo qui oggi a discutere in merito alla conversione in legge di un decreto-legge che ha fatto sì che, nei giorni scorsi, precisamente il 3 e il 4 ottobre, si svolgessero le elezioni.

È superfluo ricordare come la diffusione del virus COVID-19 abbia comportato nel nostro Paese, come nel resto del mondo, alcune misure restrittive mai adottate nei 75 anni di storia della Repubblica italiana. Si sono attuate, quindi, forti limitazioni della libertà di circolazione e di assembramento che, ovviamente, si sarebbero sovrapposte alla possibilità di un'eventuale campagna elettorale in occasione di consultazioni. Pertanto, con il ricordato decreto del 5 marzo, il n. 25, era stato disposto il differimento delle consultazioni elettorali e questo differimento si era reso necessario proprio al fine di poter assicurare il diritto e la libertà di partecipazione al voto, che si sostanzia, poi, in tutte quelle attività di incontro, di discussione, di partecipazione e di informazione al dibattito con lo scopo che il cittadino arrivi alle elezioni informato. Tutte queste sono attività che sarebbero state impossibili da pianificare, grazie, appunto, a questi divieti che erano stati adottati e, soprattutto, anche perché difficili sarebbero stati gli eventuali provvedimenti o sanzioni che le autorità competenti avrebbero potuto adottare anche per l'imprevedibilità dell'evolversi della pandemia.

Venendo, poi, al contenuto del decreto, è giusto evidenziare come, ancora una volta, il Governo e il Parlamento abbiano mostrato quanta attenzione ci sia alla tutela dei diritti di tutti i cittadini. Nel dettaglio, il provvedimento, oltre a contenere disposizioni urgenti volte ad assicurare il pieno esercizio del diritto al voto in massima sicurezza, individuando, appunto, quelle misure per limitare il rischio di contagio, prevede specifiche modalità per permettere il voto in sicurezza a chi si trova in condizioni di ricovero ospedaliero, di trattamento domiciliare oppure anche a quanti si trovano in isolamento fiduciario o in quarantena; ciò per consentire loro di esprimere il voto. Si tratta, come ha ricordato il collega, di misure che erano già state adottate nel 2020, in occasione del voto sui referendum e sul rinnovo di 6 consigli regionali. In quell'occasione, forse, molti di noi erano convinti - anzi, tutti noi eravamo convinti - che sarebbe stato un unicum. In realtà, ci siamo ritrovati a dover affrontare questo problema, rendendoci poi conto di quanto sia importante non abbassare la guardia.

Ovviamente, da marzo a oggi molte cose sono cambiate. Sono stati fatti, dal Governo, molti passi in avanti per poter garantire un ritorno alla piena libertà. Ovviamente, io non posso che riferirmi alla spinta data dalla campagna vaccinale, favorita soprattutto dall'introduzione dell'obbligo della certificazione verde, uno strumento di responsabilità e di libertà che noi di Forza Italia abbiamo sempre sostenuto convintamente, consapevoli che è l'unico mezzo per riaprire le nostre città, dare ossigeno all'economia, far rientrare i nostri ragazzi nelle aule scolastiche e anche riprendere le attività di svago o le attività ludiche (tornare, quindi, alla normalità). La certificazione verde si è rivelata uno strumento di salute pubblica e di ripresa economica. L'alternativa sarebbe stata correre il rischio di nuove chiusure, cosa che sicuramente non potevamo permetterci. La riduzione del numero dei contagi ha permesso, appunto, lo svolgimento delle elezioni amministrative, che si sono tenute il 3 e il 4 ottobre e che hanno visto chiamati al voto 12 milioni di italiani.

Come abbiamo visto anche in occasione della presentazione della Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, il quadro economico attuale è di gran lunga migliore a quello che pensavamo potesse essere 5 mesi fa, con il prodotto interno lordo che sale rispetto alle previsioni di aprile (ricordo, soprattutto, il tonfo a meno 9 per cento del 2020). L'indebitamento, poi, scende insieme al debito pubblico e, avvalorando quanto ha avuto modo di affermare il Presidente Draghi, ciò rappresenta la prima conferma che dal problema dell'alto debito pubblico si esce, prima di tutto, con la crescita.

Questo significa, tra l'altro, che la legge di bilancio, a cui saranno collegati ulteriori interventi normativi, tra cui la delega per la riforma fiscale e la legge annuale sulla concorrenza, per la prima volta, dopo molti anni, ci consentirà di operare una riforma espansiva, senza, però, mettere a rischio la traiettoria del debito, che, nei prossimi anni, dovrà scendere a ritmi ancora più intensi, per centrare l'obiettivo di ridare credibilità ai nostri conti pubblici sullo scenario internazionale. Pertanto, Presidente, noi di Forza Italia esprimiamo il favore a questo provvedimento, rinnovando, in questo modo, anche il nostro impegno a mettercela tutta, consapevoli che i prossimi mesi saranno intensi, data anche la densità dell'agenda europea da rispettare.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Credo che questa sia una discussione che ha tratti kafkiani perché, ancora una volta, ci ritroviamo a dover acquisire come dato certo una prassi che ormai si applica in questo Parlamento nell'attuale legislatura. Infatti, per l'ennesima volta, l'Aula della Camera è convocata per la discussione generale - e, quindi, poi la conseguente conversione in legge - di disposizioni recanti le modalità operative precauzionali e di sicurezza per le consultazioni elettorali, che, se non vado errata, si sono appena concluse. Quindi, sostanzialmente, ci troviamo a discutere di qualcosa che doveva essere applicato ieri e l'altro ieri. Obiettivamente, credo sia una considerazione comune della probabile inutilità di questa discussione, per una questione non di merito, ma di forma, anche perché - e questo lo dico e lo ricordo a beneficio dei colleghi e a mia personale memoria -, tempo fa, il gruppo di Fratelli d'Italia aveva presentato una serie di emendamenti a un precedente decreto-legge (mi riferisco al decreto-legge 5 marzo 2021, n. 25 recante disposizioni urgenti per il differimento delle consultazioni elettorali per l'anno 2021). Noi presentammo un gruppo di emendamenti con i quali chiedevamo di prendere in considerazione anche l'oggetto del provvedimento di cui discutiamo oggi. All'epoca le nostre osservazioni furono respinte in blocco; oggi, invece, diventano sostanziali nel testo di merito che stiamo discutendo. Quindi, in pratica, oggi, ci ritroviamo a discutere nel merito di proposte che Fratelli d'Italia ha fatto mesi fa e che potevano essere acquisite mesi fa e ciò avrebbe implicato l'applicazione di quelle misure nella tornata elettorale che si è appena conclusa. Invece, all'epoca non si sono voluti approvare gli emendamenti di Fratelli d'Italia, sono stati separati gli argomenti e sono stati ripresi gli argomenti presentati da Fratelli d'Italia in un nuovo testo, che viene discusso dopo la conclusione delle consultazioni elettorali. Ora se tutto questo non è un atteggiamento bulimico da parte del Governo, io ho difficoltà a immaginare che cosa lo possa essere. Vedete, vi è un'altra considerazione. Infatti, oltre all'inutilità del dibattito che stiamo affrontando oggi e oltre all'evidenza, che, a questo punto, mi pare assolutamente chiara, della volontà del Governo di mettere il Parlamento in situazioni paradossali e relegarlo a un ruolo di mero spettatore passivo di una linea politica che viene assunta dal Governo, ma che, in realtà, si apre e si chiude a Palazzo Chigi, vi è un'altra considerazione che mi pare importante.

Infatti, se le modalità adottate dal Governo potevano giustificarsi all'inizio della pandemia, in occasione delle elezioni del 2020, diventano però inaccettabili a oltre un anno di distanza, quando ci sarebbero state tutte le condizioni, sulla base delle esperienze acquisite che - ricordo - nel frattempo comunque abbiamo votato -, per potere programmare un intervento normativo ordinato e non estemporaneo; invece, ancora una volta, ci ritroviamo con un susseguirsi di norme, un rincorrersi di norme la cui applicabilità e la cui applicazione in molti casi diventa ultronea rispetto al momentum nel quale dovrebbero essere applicate. Questa per noi è una preoccupante incapacità di programmazione che, purtroppo, riscontriamo anche in altri ambiti da parte del Ministero dell'Interno, il quale dovrebbe al contrario infondere nei cittadini un senso di stabilità, di sicurezza, ma non mi pare che tutto questo ci sia.

Venendo al contenuto del provvedimento, credo di poter sottolineare innanzitutto la diversità di disciplina tra le elezioni comunali e quelle regionali da un lato e le elezioni suppletive per la Camera e il Senato dall'altro, rilevando come per le elezioni suppletive si preveda una deroga alle misure sanitarie che, a mio avviso, non ha alcuna giustificazione. Quando si entra nella cabina elettorale i principi del distanziamento, del controllo - e quindi dell'efficacia della presenza del Governo nel controllo della circolazione del virus - valgono tanto quando si vota per le suppletive tanto quando si vota per le amministrative e le regionali. Quindi, questa distinzione che viene fatta all'interno del provvedimento diventa veramente di difficile comprensione da parte di chi cerca di leggere le decisioni del Governo anche in maniera asettica, cercando ovviamente di valutare l'azione di Governo proprio sulla base delle proprie decisioni. È chiaro che la maggioranza di questo Governo, che ha sempre sostenuto l'impossibilità di svolgere le elezioni politiche a causa della pandemia, cade nel momento in cui questa impossibilità viene ritenuta sussistente per le elezioni comunali - e quindi da questo la necessità di norme specifiche - ma vengono poi modificate ogni qualvolta ci sia un interesse politico contingente diverso dall'interesse vero ed esclusivo dei cittadini. Credo che questa discussione generale non abbia la necessità di essere approfondita; credo che non sia necessario entrare nel merito di un provvedimento che avrebbe potuto essere applicato molto tempo fa, come ho già avuto modo di spiegare, e che sicuramente diventa davvero ridicolo discutere oggi, quando ieri si sono concluse le elezioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche - A.C. 3269​)

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il relatore, onorevole Ceccanti: rinuncia.

Ha facoltà di replicare il rappresentante del Governo, sottosegretario Sibilia.

CARLO SIBILIA, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Grazie, Presidente. Solo per alcuni appunti che ritengo necessari. Innanzitutto, vorrei ringraziare tutti gli addetti che ieri hanno lavorato per lo svolgimento di una corretta espressione del voto democratico durante le amministrative; un grazie in particolare va a tutti quelli che hanno operato nella sicurezza delle norme. Oggi stiamo discutendo su decreto, quindi il Parlamento ha tutta la facoltà di svolgere questa discussione generale che è comunque foriera di spunti dei quali bisogna assolutamente tenere conto, così come ci tengo a precisare che la conversione in legge di un decreto può sempre portare a delle modifiche che possono anche nel futuro, chiaramente, incidere in quelle che sono le elezioni magari successive. Tuttavia, speriamo che ciò non debba succedere per un semplice motivo, perché questo decreto interviene proprio per garantire la sicurezza in un momento circoscritto, che speriamo sia quanto più circoscritto possibile, della nostra vita democratica a causa di questa dannata pandemia, tant'è che si interviene in alcuni momenti specifici. Oggi possiamo dire, ad elezioni concluse, che queste misure hanno funzionato perché abbiamo consentito di esprimere liberamente il voto a tutte quelle persone che magari erano infette già da COVID, quindi erano in quarantena, a qualcun altro che era in quarantena fiduciaria e a tutte le altre persone che hanno avuto in qualche modo contatti con questo virus.

In questa tornata elettorale tutti hanno avuto la facoltà - che non era scontata, chiaramente, se non fosse intervenuto questo tipo di misura - di poter esprimere la loro indicazione democratica in totale sicurezza e soprattutto a salvaguardia della propria salute. Questo è un dato importante che va sottolineato. Grazie, quindi, a tutte le forze politiche che hanno lavorato con responsabilità, chiaramente capendo la situazione, perché le forze politiche di maggioranza, che tra l'altro ringrazio per i loro interventi puntuali e precisi, hanno proprio garantito il fatto che si potesse svolgere in totale sicurezza questa elezione. Quindi, a mio modo di vedere, queste misure di sicurezza ancora una volta hanno garantito l'espressione democratica del voto nel nostro Paese, ovviamente circoscrivendo - e vorrei puntualizzare - solo alcuni episodi, che vanno stigmatizzati, che hanno destato un certo tipo di interesse per alcuni atteggiamenti, che ovviamente non sono riconducibili a nessun genere di forza politica, ma possiamo sicuramente dire che sono riconducibili a dei teppisti, criminali, che in qualche occasione si sono resi protagonisti di alcune aggressioni; questo è un dato che vogliamo assolutamente stigmatizzare. Per il resto, ci appresteremo, nel pomeriggio, a svolgere le votazioni regolari del decreto, con tutte le proposte che verranno fatte dai gruppi, che verranno serenamente valutate dal Parlamento. Ciò proprio a garanzia del fatto che ogni decreto che viene realizzato dal Governo implica la facoltà per tutti i gruppi politici di poter esprimere le loro idee e le loro proposte.

PRESIDENTE. Il seguito del dibattito è rinviato alla parte pomeridiana della seduta.

Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15,30, con l'esame delle mozioni concernenti iniziative volte al rilancio di Alitalia. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 10,30, è ripresa alle 15,30.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Rampelli e Stumpo sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente 87, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione delle mozioni Rampelli ed altri n. 1-00491, Pentangelo ed altri n. 1-00512, Molinari ed altri n. 1-00514, Gariglio, Luciano Cantone, Fassina ed altri n. 1-00515, Nobili e Fregolent n. 1-00516, Mugnai ed altri n. 1-00517 e Serracchiani, Davide Crippa, Molinari, Fornaro, Valentini e Boschi n. 1-00519 concernenti iniziative volte al rilancio di Alitalia e al mantenimento della continuità operativa e degli attuali livelli occupazionali della compagnia di bandiera.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Rampelli ed altri n. 1-00491 (Nuova formulazione), Pentangelo ed altri n. 1-00512 (Nuova formulazione), Molinari ed altri n. 1-00514 (Nuova formulazione), Gariglio, Luciano Cantone, Fassina ed altri n. 1-00515, Nobili e Fregolent n. 1-00516, Mugnai ed altri n. 1-00517 e Serracchiani, Davide Crippa, Molinari, Fornaro, Valentini e Boschi n. 1-00519, concernenti iniziative volte al rilancio di Alitalia e al mantenimento della continuità operativa e degli attuali livelli occupazionali della compagnia di bandiera (Vedi l'allegato A).

Ricordo che nella seduta di mercoledì 22 settembre si è svolta la discussione sulle linee generali. Avverto che in data odierna è stata presentata una nuova formulazione della mozione Serracchiani, Davide Crippa, Molinari, Fornaro, Valentini e Boschi n. 1-00519 (Vedi l'allegato A), che è stata sottoscritta anche dai deputati Lupi, Angiola e Marin.

Contestualmente alla presentazione della nuova formulazione della mozione n. 1-00519, le mozioni Pentangelo ed altri n. 1-00512 (Nuova formulazione), Molinari ed altri n. 1-00514 (Nuova formulazione), Gariglio, Luciano Cantone, Fassina ed altri n. 1-00515, Nobili e Fregolent n. 1-00516 e Mugnai ed altri n. 1-00517 sono state ritirate dai rispettivi presentatori.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bella. Ne ha facoltà.

MARCO BELLA (M5S). Grazie, Presidente, volevo condividere con l'Aula la bellissima notizia che abbiamo avuto del premio Nobel per la fisica al professor Giorgio Parisi (Applausi). Il professor Parisi è stato allievo del professor Nicola Cabibbo, una persona che, a detta di molti, avrebbe meritato il Nobel, ma non l'ha mai ricevuto. È professore alla Sapienza ed è anche il presidente dell'Accademia dei Lincei. È una persona eccezionale - a parte che noi lo conosciamo, è un mio collega e, oserei dire, anche un mio amico – dal punto di vista non solo scientifico - è uno dei ricercatori più citati in Italia -, ma anche e soprattutto dal punto di vista umano. Il professor Parisi si è sempre battuto per i fondi all'università italiana e, quindi, oggi che finalmente festeggiamo che abbiamo un Fondo di finanziamento ordinario di 8,38 miliardi, il massimo raggiunto, cerchiamo l'anno prossimo di incrementare ancora i fondi per la ricerca. Questo sarebbe il modo di dire grazie al professor Parisi (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ungaro, credo sullo stesso argomento. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (IV). Grazie, Presidente. Anche noi, il gruppo di Italia Viva, vogliamo esprimere i nostri complimenti e le nostre congratulazioni al professor Giorgio Parisi che, appunto, ha preso il Nobel per la fisica, il sesto Nobel per la fisica all'Italia, il terzo Nobel alla scuola romana. Quindi, volevamo congratularci con il professor Parisi che, appunto, rende onore all'eccellenza della ricerca italiana nel mondo. Con questo grazie, “It's coming Rome”.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fassina, immagino sullo stesso argomento. Ne ha facoltà.

STEFANO FASSINA (LEU). Grazie, Presidente, a nome del gruppo di Liberi e Uguali, mi associo ai complimenti e alla soddisfazione di tutto il nostro Paese per il premio Nobel al professor Giorgio Parisi che, oltre ad essere un illustrissimo e un eccellente professore, è anche amico di tanti di noi. Come veniva appena ricordato dal collega Ungaro, questo premio Nobel in realtà riconosce l'eccellenza della scuola italiana, in particolare dell'università la Sapienza e, ovviamente, non può che essere un richiamo a tutti noi a dare ancora più attenzione alla formazione, alla formazione universitaria e alla ricerca per le ricadute che possono avere in termini civili e di sviluppo economico. Rinnovando i complimenti al professor Giorgio Parisi, auspichiamo che quella odierna possa essere una tappa di un lungo percorso che possa trovare il protagonismo di tanti ricercatori italiani.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lorenzin sul medesimo argomento. Ne ha facoltà.

BEATRICE LORENZIN (PD). Presidente, per associarmi con il Partito Democratico alle congratulazioni al professor Giorgio Parisi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) che fa brillare la stella italiana della fisica. Fa parte, come è stato detto, di una grande e prestigiosa scuola, quella della Fisica di Roma, i cui lavori sono conosciuti in tutto il mondo. È una scuola che miete scoperte e ricerche importantissime. È per tutti noi un grande orgoglio. La scienza, la ricerca, il mondo dell'Accademia sono un fiore all'occhiello dell'Italia, di cui non dobbiamo ricordarci solo in queste occasioni (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fioramonti. Ne ha facoltà.

LORENZO FIORAMONTI (M-MAIE-PSI-FE). Presidente, anche la nostra componente Facciamoeco si unisce alle congratulazioni al professor Giorgio Parisi per aver ricevuto il premio Nobel per la fisica, insieme a due meteorologi, uno giapponese e uno tedesco. Le ricerche del professor Parisi si concentrano sul funzionamento dei sistemi complessi e, oggi, durante un'intervista, il professor Parisi ha ricordato - lo voglio sottolineare - a tutta la politica l'urgenza di agire con coraggio sul fronte dei cambiamenti climatici. Circa dieci anni fa, il professor Parisi comparve, non so se ve lo ricordate, in un documentario sulla ricerca in Italia, “Viva la ricerca”, e in quelle immagini il professor Parisi raccontava come, nonostante fosse candidato al premio Nobel, ancora facesse ricerca in uno scantinato e con fondi di ricerca precari e insufficienti. In questi anni il professor Parisi, che ho avuto modo di conoscere e con cui ho lavorato da Ministro dell'Università e della ricerca, si è battuto per maggiori finanziamenti alla ricerca nel nostro Paese; va bene fare le congratulazioni a un grande fisico italiano, ma dobbiamo ricordarci quanto queste persone abbiano sofferto in un sistema che, invece, non ha mai finanziamenti per la ricerca e si ricorda della ricerca solo ed esclusivamente quando qualche ricercatore scopre qualcosa di importante e fondamentale. Ricordo anche - e concludo, Presidente - che il professor Parisi è stato tra i principali sostenitori del piano Amaldi, un piano di finanziamento alla ricerca che io sostenni da Ministro e che viene da tre anni completamente disatteso da tutti i Governi in legge di bilancio. Se vogliamo fare le congratulazioni e gli auguri al professor Parisi, ebbene, cominciamo a prendere sul serio le cose che ci ha chiesto, soprattutto il finanziamento della ricerca e dell'innovazione, che vede da sempre il nostro Paese dietro a tutti gli altri grandi Paesi dell'Occidente. Non possiamo nasconderci dietro il talento di qualche italiano per coprire le nostre colpe (Applausi dei deputati del gruppo Misto-MAIE-PSI-Facciamoeco).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pettarin. Ne ha facoltà.

GUIDO GERMANO PETTARIN (CI). Grazie, Presidente, intervengo per associarmi a quanto i colleghi hanno già evidenziato e per salutare, anche come Coraggio Italia, il professor Parisi per questo grandissimo successo. Come tutti i colleghi sanno, io sono del Friuli Venezia Giulia e nel Friuli Venezia Giulia c'è Trieste e Trieste è uno dei luoghi di eccellenza della ricerca, anche per quanto riguarda la fisica, ricordo il centro Abdus Salam che è uno dei punti di riferimento e che ci dà modo di poter capire quanto essenziale sia la ricerca, quanto sia importante la ricerca italiana e quali siano i livelli di assoluta eccellenza che riusciamo a raggiungere. Ma c'è un parallelismo, forse poco coerente, che io vorrei proporre ai colleghi e alle colleghe. Questo è un anno veramente eccezionale, ricordo che nei primi giorni di agosto abbiamo vinto, grazie a un nostro grandissimo atleta, la medaglia d'oro più importante delle Olimpiadi, quella dei 100 metri piani, e mi permetto di poter trarre un parallelo: i 100 metri piani alle Olimpiadi e il premio Nobel dimostrano che l'Italia c'è, che l'Italia ha tanto coraggio e che soprattutto l'Italia riuscirà sempre a fare meglio; grazie colleghi, grazie professor Parisi (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Angiola, sul medesimo argomento, immagino. Ne ha facoltà.

NUNZIO ANGIOLA (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente, come professore universitario per me è veramente un obbligo congratularmi con il professor Parisi per aver tenuto alto il nome dell'Italia in tutto il mondo, con questo importantissimo riconoscimento. Oggi, vorrei, però, in quest'Aula, non solamente additare a modello il professor Parisi, come una parte dell'Italia che produce, che lavora, che suda e che fatica, perché il lavoro e l'impegno producono sempre grandi risultati in tutti gli ambiti.

Tuttavia, per me è l'occasione per richiamare l'attenzione del Parlamento sull'importanza della ricerca scientifica, che va sempre alimentata, incoraggiata e valorizzata, non foss'altro per i grandissimi moltiplicatori - più di ogni altro intervento e misure di politica economica - che la stessa ricerca scientifica presenta. Il professor Parisi è stato uno dei principali sottoscrittori del Piano Amaldi, come noi di Azione. Quindi, dobbiamo ritornare su quei passi, del Piano Amaldi, che rappresentano un momento di svolta per la ricerca scientifica italiana e anche per tutto ciò che ruota intorno alla ricerca scientifica pura e applicata.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie, Presidente. Anche il gruppo di Fratelli d'Italia si unisce alle congratulazioni al professor Parisi, per il premio Nobel per la fisica. Ancora una volta riconosciamo le eccellenze italiane nel settore della ricerca. Crediamo che con questo premio il professor Parisi coroni una grande carriera, sottolineando, ancora una volta, l'esigenza di valorizzare i talenti, cosa che il nostro sistema generale, soprattutto nel settore della ricerca, non fa. Il professor Parisi, insieme ai colleghi Manabe e Hasselmann, arriva, tra l'altro, ad una certa età a questo riconoscimento, che gli era dovuto. Però, non ci dobbiamo scordare dei tanti giovani ricercatori che spesso si vedono precludere risultati in Italia. Quindi, di nuovo auguri e congratulazioni al professor Parisi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Nessun altro chiede di intervenire. Anche la Presidenza, ovviamente, si associa alle espressioni augurali per il professor Parisi, che ha portato ancora il nostro Paese in alto nella ricerca, ed è un fatto veramente importante.

Si riprende la discussione.

(Parere del Governo)

PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.

GILBERTO PICHETTO FRATIN, Vice Ministro dello Sviluppo economico. Grazie, Presidente. In merito alle mozioni presentate, si esprime parere contrario, sia sulle premesse che sugli impegni, alla mozione a prima firma Rampelli, mentre, con riferimento alla mozione Serracchiani ed altri, si esprime parere favorevole, con riferimento sia alle premesse sia ai singoli impegni. Rispetto alla riformulazione, vanno solo precisate alcune considerazioni che verbalmente lasciamo agli atti. Il punto 1, lettera c), che esprime: “ a garantire che la nuova società ITA non procuri, con eventuali atteggiamenti non collaborativi, disagi nei riguardi dei passeggeri detentori di titoli di viaggio Alitalia”, è accoglibile nel presupposto, come peraltro previsto dal decreto-legge n. 212 del 2021, che i titolari di biglietti Alitalia sono rimborsati o riprotetti da Alitalia, non da ITA. Il punto 2, lettera a), che inizia con: “ad adottare ogni iniziativa (…)”, è accoglibile nel presupposto, come da comunicato pubblico della Commissione che ha autorizzato l'iniezione di capitale dello Stato in ITA, che ITA mostri piena discontinuità rispetto ad Alitalia e che il rendimento dell'investimento sia superiore al costo del capitale come indicato dal comunicato citato. Questa valutazione della Commissione è funzione diretta del perimetro di operatività di ITA.

Il punto 3, lettera a), che inizia con: “circa i bandi di gara (…)”, è accoglibile, nel presupposto, come peraltro previsto con il richiamo ai futuri bandi, che il Governo non può impegnarsi su un'attività di competenza del management e che quest'ultimo non può impegnarsi, ora per allora, senza conoscere le condizioni delle gare e avere svolto la prevista attività istruttoria.

Il punto 6, lettera b), che inizia con: “a promuovere iniziative affinché ITA proceda (…)”, è accoglibile, nel presupposto che ITA debba, evidentemente, rispettare in pieno e rigorosamente la normativa in vigore. Sarà pleonastico ma… Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Scusi, Vice Ministro, non ho capito, quindi, è una riformulazione o è una illustrazione del contenuto?

GILBERTO PICHETTO FRATIN, Vice Ministro dello Sviluppo economico. No, non è una riformulazione, è un presupposto che viene posto dal Governo a verbale.

PRESIDENTE. Quindi, resta a verbale questo presupposto a chiarimento della mozione. Perfetto, allora abbiamo inteso nel senso giusto.

Ha chiesto di intervenire l'onorevole Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Conoscendo la grande competenza del Vice Ministro Pichetto, volevo chiedere al Vice Ministro, avendo dato parere negativo alla mozione Rampelli, nel suo complesso, se non ritenga magari di approfondire meglio i punti della mozione, se già non lo ha fatto, perché alcuni sono addirittura sovrapponibili a molte delle battaglie esposte dai diversi partiti della maggioranza. Credo che ciò sia opportuno - anche se la mozione di maggioranza è arrivata solo ora, quindi ne sto facendo un'ulteriore verifica - per comprendere se il parere negativo è su tutta la mozione a prima firma Rampelli o, invece, chiedendo noi di farla votare per parti separate, può essere, magari, approfondita e verificare se alcuni punti sono almeno sovrapponibili, seppur eventualmente modificati, e approvabili da quest'Aula. Lo dico perché, Vice Ministro Pichetto, oggi noi siamo qui non per fare il gioco delle parti, ma per tentare di dare a questo Governo indirizzi che più sono unitari, almeno su alcuni obiettivi di fondo, più se ne avvantaggia la battaglia stessa che comunemente stiamo – immagino - provando a fare, da diverse prospettive, di difesa del lavoro e di difesa di un'azienda italiana. Quindi, il mio invito, non so se potrà essere raccolto dal Vice Ministro, collega Pichetto, è a un approfondimento maggiore, per verificare se ci sono punti di convergenza, sui quali evidentemente non c'è alcuna ragione di dividersi per motivi pregiudiziali nei confronti della forza politica proponente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Vice Ministro, intende rispondere al presidente Lollobrigida? Vice Ministro, mi scusi… Se mi aiutate, facendo un po' di silenzio, perché il tema è importante. Capisco che è una giornata post-elettorale, però, se riusciamo a fare un po' di silenzio, facciamo esprimere il Vice Ministro e i colleghi in maniera più facile, vi sono grato, quindi se …

GILBERTO PICHETTO FRATIN, Vice Ministro dello Sviluppo economico. Allora, comprendo la richiesta del collega, onorevole Lollobrigida, però ritengo che, essendo una mozione ed essendoci formulazioni che – al pari di tutto l'aspetto lessicale - potrebbero essere sovrapponibili, questo tipo di valutazioni vadano fatte dai gruppi politici, al limite spostando la stessa formulazione sul quale si è dato il parere favorevole nell'ambito dell'altra mozione.

PRESIDENTE. Onorevole Lollobrigida, prego.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Io comprendo che il Governo rinvii al Parlamento alcune scelte di carattere proprio e, quindi, evidentemente scontate. Quello che, però, mi era sembrato che il Vice Ministro avesse fatto verso la mozione dei parlamentari della maggioranza – però, in questa sede, nel rapporto con il Governo, ha la stessa dignità dei parlamentari dell'opposizione - era un approfondimento tematico, con alcune spiegazioni e anche un invito a modifiche. Invece, nei confronti della nostra mozione non ci è sembrato che l'approfondimento da parte del Governo fosse così puntuale e, quindi, il mio invito era di avere lo stesso trattamento riservato alla mozione della maggioranza, in quanto la dialettica tra Governo e Parlamento in quest'Aula si esplicita con lo stesso rispetto per tutte le forze politiche. Per cui, Vice Ministro, lei oggi rappresenta anche un autorevole esponente di un partito nostro alleato - in altra sede, abbiamo fatto tante battaglie comuni -, ci sarebbe piaciuto avere da lei un approccio alla vicenda che desse la stessa dignità al rapporto che noi immaginiamo vada esercitato tra tutte le forze parlamentari e il Governo, avendo la possibilità di ricevere gli stessi consigli e puntualizzazioni che ha riservato esclusivamente alla maggioranza. Non è un buon segnale questo tipo di dato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo, quindi, alle dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Angiola. Ne ha facoltà.

NUNZIO ANGIOLA (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente. Le storie di Ilva e Alitalia sono simili e parallele, raccontano di un Paese ancora prigioniero del populismo politico e sindacale, dove gli investitori esteri sono visti come un pericolo e lo Stato è considerato l'unico approdo proprietario sicuro, contro ogni evidenza.

Se per Alitalia si è giunti a questo punto è perché la politica non ha mai voluto affrontare seriamente il fatto che l'azienda non stava in piedi. La politica si è avvitata su assurdità del tipo “non svendiamo”, quando si stava parlando di una società prossima al fallimento o, addirittura, già fallita, mentre la cosa più importante era ed è e sarà assicurare una partnership seria e duratura ad Alitalia.

Inoltre, i lavoratori di Alitalia bocciarono l'accordo sindacale con un miliardo di investimenti privati e tutti i partiti fermarono il successivo negoziato con Lufthansa, perché lo Stato doveva garantire tutto il possibile e immaginabile. Si poteva fare un'operazione con Lufthansa ma tutti si opposero, invocando la nazionalizzazione. Ed ecco com'è finita: è finita con meno rotte, meno aerei, meno personale, con lo svilimento del marchio e qualche miliardo perso. Ricordo a tutti che Alitalia, in 11 anni, ha generato 3,5 miliardi di perdite operative.

Non possiamo ripetere gli errori del passato, dobbiamo puntare su partnership che ridiano respiro internazionale alla compagnia aerea, tutelare i dipendenti, sì, ma senza irrigidimenti sindacali che hanno avuto come effetto quello di distruggere Alitalia, caricandola di costi e impedendo qualsiasi riorganizzazione vera e duratura. Considerato che le iniziali istanze di stampo populista, politico e sindacale sono state sterilizzate o smorzate, visto il parere favorevole del Governo voteremo a favore della mozione di maggioranza.

PRESIDENTE. Prima di dare la parola all'onorevole Lupi, rinnovo l'invito a fare un po' di silenzio. Abbiamo circa un'ora di dichiarazioni di voto; quindi, potete sicuramente uscire e lasciare i colleghi esprimersi in maniera anche più facile.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Lupi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie. Nel pochissimo tempo a disposizione, intervengo per dichiarare il nostro voto favorevole alla mozione di maggioranza, che abbiamo anche sottoscritto, per invitare complessivamente tutto il Parlamento e il Governo, su temi come questi, a dialogare e a tenere conto anche delle posizioni che, in questo caso, l'opposizione sta facendo presenti riguardo a un tema che deve preoccupare tutti e, infine, per sottolineare due aspetti, uno dei quali già toccato il collega Angiola che mi ha proceduto. Il caso Alitalia è un caso di scuola per come, secondo me, non bisognerebbe intervenire. Si è intervenuti seguendo una strada da noi non condivisa in Commissione: la nazionalizzazione. Rispetto alle crisi industriali che si aprono nel nostro Paese, sembra che l'unica strada sia quella di nazionalizzare, cioè di ritornare a investire i soldi dei cittadini, delle tasse dei cittadini, per coprire alcuni settori strategici, e non invece quella di capire se e come il mercato possa rispondere a esigenze strategiche come quelle di una compagnia aerea e come la risorsa pubblica possa diventare un moltiplicatore della risorsa privata, cioè come lo Stato possa investire nel favorire la realizzazione di un progetto industriale forte anche nel settore del trasporto aereo, che vede pubblico e privato in collaborazione.

Detto questo, per arrivare alla questione di merito, la strada è stata scelta e oggi le polemiche sono inutili: lo Stato ha deciso di nazionalizzare Alitalia, di metterci altri soldi, un miliardo e 350 milioni di capitalizzazione, avendo discusso secondo noi - lo dico per il nostro parere molto netto e chiaro - in una posizione un po' debole nei confronti dell'Europa perché, nel momento in cui lo Stato decide di seguire una strada, seguita magari anche da altri vettori, la posizione del Governo in Europa sarebbe potuta essere molto più forte. Che senso ha, se lo Stato decide di nazionalizzare con una nuova compagnia, ITA, il fatto che il brand Alitalia non possa essere trasferito immediatamente a quella compagnia aerea? Dove sta il problema del mercato, nel momento in cui è lo Stato che acquisisce il 100 per cento di ITA e nel momento in cui altri Stati hanno dato miliardi e miliardi alle altre compagnie aeree? Abbiamo perso tantissimo tempo. Adesso il punto è che ITA deve partire altrimenti anche le risorse messe - un miliardo e 350 milioni - non serviranno assolutamente a nulla.

Il tema dell'occupazione è certamente un tema importante ma si risolve e ad esso si risponde - vado verso la conclusione - se il progetto industriale di ITA ha le gambe per camminare. Noi abbiamo chiesto che, dopo tre anni, si vada nuovamente verso il mercato, che si trovino alleanze di un certo tipo. Raccomandiamo le relazioni sindacali in un periodo come questo, ed è detto da chi ha appena affermato di non volere nazionalizzazioni e che i posti di lavoro si danno con i progetti industriali che funzionano e non con lo Stato assistenziale. Forse, il presidente Altavilla dovrebbe tener conto che le relazioni sindacali sono un elemento fondamentale, tanto più nel momento di partenza. Siamo alla follia: se il 15 ottobre deve partire una compagnia nuova e deve utilizzare i servizi della vecchia compagnia commissariata, aprire un conflitto sindacale in questo momento vuol dire affossare la compagnia vecchia, che è già affossata, e non far partire in maniera dignitosa la nuova compagnia.

Quindi, raccomandiamo le relazioni sindacali, tenendo conto ovviamente - e concludo - della situazione che esiste e del fatto che il precedente Ministro, De Micheli, per esempio, in maniera molto chiara ha combattuto le low cost, dicendo che tutte le compagnie aeree in Italia, anche low cost, se volano in Italia devono adeguarsi al contratto nazionale. Quindi, ci sono le regole ma si dialoghi e si permetta di utilizzare al meglio le risorse per avere finalmente una compagnia efficiente. Se lo ricordi, presidente Altavilla (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fassina. Ne ha facoltà.

STEFANO FASSINA (LEU). Grazie, Presidente. Ringrazio anche il Vice Ministro e ringrazio, soprattutto, le lavoratrici e i lavoratori di Alitalia. Le loro mobilitazioni nei giorni scorsi, integrate dalla partecipazione solidale dei lavoratori e delle lavoratrici di GKN, di Almaviva, di Whirlpool e di altre aziende in crisi, sono state utili. Oggi l'Aula è chiamata a votare un testo che è lo stesso di dodici giorni fa, è lo stesso testo. Allora, il Governo avrebbe dato parere contrario; oggi, invece, dà parere favorevole. Sono stati necessari scioperi, sono state necessarie perdite di retribuzioni già tagliate, sono state necessarie dolorose interruzioni di pubblico servizio e relative denunce per lavoratrici e lavoratori, sono state necessarie azioni che si sarebbero potute evitare. Tuttavia andiamo avanti.

La mozione contiene impegni importanti per il Governo affinché intervenga sul management di ITA. Il piano industriale, a nostro avviso, è un piano industriale sostanzialmente insostenibile, è stato negoziato - prima il collega Lupi ha utilizzato un eufemismo - in maniera un po' debole. Ebbene, l'approfondimento, anche coadiuvato da tanti esperti, rende evidente la difficilissima praticabilità di quel piano industriale che vorrebbe far decollare una newco in un mercato che ha presenze già molto, molto rilevanti sia sul settore a più alto valore aggiunto sia nell'ambito delle low cost, che vorrebbe far decollare una newco senza il brand, senza gli slot, senza il programma “Mille Miglia”, senza il controllo pieno dell'handling e delle manutenzioni. Un piano industriale poco credibile. Ora, qui non c'è tempo per entrare nel merito. Ma, a fronte di questo piano industriale, è evidente che il Governo è impegnato dal Parlamento ad intervenire su alcuni capitoli di fondo, innanzitutto il dialogo sociale. Il dialogo sociale non è una gentile concessione, un lusso che si fa a qualche rito: il dialogo sociale è fondamentale per avere successo in una compagnia, in un'attività che è così determinata dalla qualità del fattore umano. L'applicazione del contratto collettivo nazionale di lavoro è un altro punto che dovrebbe essere scontato, come dovrebbe essere scontata l'applicazione dell'articolo 2112 del Codice civile che prevede che, quando vi è il trasferimento di ramo d'azienda, vi sia anche il trasferimento del relativo personale che può essere messo in cassa integrazione e può addirittura essere licenziato.

Ma non si può fare un'operazione arbitraria di selezione del personale senza tener conto delle anzianità di servizio, dei carichi familiari, nonché delle condizioni di salute personali. ITA non ha come proprietario al 100 per cento il fondo Melrose, come Gkn. ITA non ha come proprietaria neanche una multinazionale, come è il caso della Whirlpool. ITA è al 100 per cento dello Stato. E allora il Governo, che pro tempore rappresenta lo Stato italiano, deve intervenire al fine di far rispettare leggi fondamentali. L'applicazione del contratto collettivo nazionale di lavoro è prevista dall'articolo 203 del “decreto Rilancio”. Oltre al codice civile, ci sono anche direttive europee che disciplinano il trasferimento del ramo d'azienda e del relativo personale. ITA deve stare sul mercato, ci ha ripetuto anche questa mattina il Governo in audizione. Giusto! Deve stare sul mercato, ma il mercato non è uno, è articolato: si può stare sul mercato con corretti comportamenti di mercato, come fanno le low cost, come fa, ad esempio, Ryanair, con la sede in un paradiso fiscale, con un trattamento poco dignitoso delle lavoratrici e dei lavoratori, oppure si può stare sul mercato con comportamenti corretti di mercato, come fanno le grandi compagnie di bandiera - Lufthansa, Air France, KLM - quindi, con un'attenzione alla qualità dei servizi e del lavoro.

Il problema politico che abbiamo di fronte, Presidente, è che l'azionista, lo Stato pro tempore rappresentato dal Governo Draghi, ha scelto la prima strada ossia di stare sul mercato come una low cost e di trattare il personale di Alitalia come viene trattato in modo indegno il personale di tante low cost. Questo è il punto! La nostra mozione propone una strada diversa, la strada opposta, ossia di stare sul mercato come una compagnia di bandiera, con comportamenti corretti sul mercato; non stand-alone, lo sappiamo che non è possibile lo stand-alone, ma si può fare una joint venture alla pari con un grande vettore europeo, oppure si può diventare una low cost regionale e fare da feeding, da vettore che alimenta gli hub di qualche altra grande compagnia europea. ITA sta andando in quest'ultima direzione ed è inaccettabile!

Ora, il punto è che approviamo una mozione, rispetto alla quale il Governo può scegliere tra due comportamenti: il primo è quello del rispetto formale della mozione. Anche oggi ne abbiamo avuto un esempio: la mozione chiede di riaprire il confronto con le organizzazioni sindacali, il management di Altavilla convoca le organizzazioni sindacali e ripropone loro le stesse inaccettabili condizioni che ha proposto due o tre settimane fa. È riaperto il confronto, ma è evidente che è un modo per aggirare il messaggio sostanziale che vuole dare il Parlamento.

Altro aspetto preoccupante, Presidente, è l'atteggiamento del Governo: l'ho richiamato anche due settimane fa, quando l'Aula ha deciso di rinviare l'esame della mozione in esame. Il Ministro Franco, che esprime l'azionista, si sottrae sistematicamente alle audizioni nelle Commissioni competenti. Nonostante le richieste più volte avanzate dalle presidenze delle Commissioni, il Ministro Franco non ritiene suo dovere istituzionale confrontarsi con il Parlamento. E poi, ancora, un altro elemento di preoccupazione: il piano industriale di Alitalia, le scelte che si fanno nei confronti dei lavoratori dipendono, così ci viene detto, dalla decisione della Commissione europea.

Presidente, abbiamo già scritto al Presidente Fico e lo voglio ribadire in quest'Aula: il Parlamento non conosce la decisione della Commissione europea. Ci è stato detto anche questa mattina che è in corso un'attività di oscuramento di parti sensibili che il Parlamento non può vedere. L'oscuramento va avanti dal 10 settembre, siamo al 5 ottobre. Ricordo anche a lei, Presidente, che la nostra Costituzione e il Regolamento di quest'Aula prevedono che, quando i parlamentari sono chiamati ad approvare norme che fanno riferimento a documenti, quei documenti debbano essere noti ai parlamentari. Noi stiamo convertendo il decreto-legge n. 121 che, all'articolo 7, comma 2, fa esplicito riferimento all'attuazione della decisione europea, ma quest'Aula non può conoscere la stessa decisione della Commissione europea. Faccio appello a lei, Presidente, affinché si rivolga anche al Presidente Fico, affinché i commissari e poi tutti i componenti di quest'Aula possano prendere visione della decisione della Commissione europea prima che siano chiamati a votare in Commissione, altrimenti siamo in radicale violazione del Regolamento di quest'Aula.

E vado a concludere, Presidente. Oggi non chiudiamo il capitolo Alitalia, oggi è una tappa; per quanto mi riguarda è la tappa iniziale, perché, come ho detto, la mozione contiene impegni importanti che possono essere affrontati in modo coerente e sostanziale dal Governo, oppure possono essere aggirati. È evidente che continueremo a seguire quanto accade ad Alitalia, quanto accade in ITA, il comportamento del management di ITA, e soprattutto continueranno a seguirlo le lavoratrici e i lavoratori non solo di ITA, ma di tutta Italia, perché gli atti che compie il management di ITA hanno portata sistemica, determinano lo scardinamento del contratto collettivo nazionale di lavoro e di quella normativa architrave di tutti i diritti dei lavoratori. Quindi oggi iniziamo un percorso e andremo avanti con determinazione e coerenza (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pettarin. Ne ha facoltà.

GUIDO GERMANO PETTARIN (CI). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, la mozione di maggioranza, che il gruppo di Coraggio Italia ha sottoscritto, riguarda uno di quelli che, per anni, è stato tra i principali asset del nostro sistema economico, perché su Alitalia - e va ricordato sempre - tanto in questa, quanto nelle passate legislature, sono stati adottati importanti provvedimenti, destinati ad assicurare la continuità operativa e gestionale delle società del gruppo, oggi sottoposte ad amministrazione straordinaria, e il fine era proprio quello di garantire la continuità del servizio del trasporto aereo.

La questione relativa ad Alitalia è sempre stata cruciale nel nostro dibattito politico e oggi lo è ancora di più. Lo scenario in cui ci troviamo ad operare oggi è quello definito dalle disposizioni del cosiddetto decreto Rilancio, con il quale si è provveduto alla costituzione di una nuova società di trasporto aereo, controllata direttamente dallo Stato, denominata ITA, in breve.

Le linee guida del piano industriale le abbiamo sentite citare diverse volte, ma, in riferimento a questo, in sostanza, c'è un'unica importantissima situazione in evoluzione sulla quale vogliamo richiamare l'attenzione, quella delle risorse umane (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia), dove, rispetto al totale dei 10.500 dipendenti di Alitalia, la nuova società prevede di assumere inizialmente 2.800 lavoratori per arrivare progressivamente a 5.500 persone entro il 2025. Presidente, colleghe e colleghi, è di tutta evidenza che le questioni su cui oggi richiamiamo l'attenzione del Governo sono quelle che riguardano il futuro di migliaia di lavoratori: il rilancio della compagnia, i nodi critici, i costi superflui e quelli da tagliare, le considerazioni sulle rotte e sui collegamenti essenziali nei territori non raggiunti dall'Alta velocità, soprattutto al Sud, e infine un piano per l'intermodalità; tutte questioni che questa mozione vuole affrontare e stimolare come dibattito (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

Ma chiediamo, Presidente, anche nuovi investimenti, così come chiediamo forti rassicurazioni sull'indotto e sul fatto che i comparti handling e manutenzione non diventino uno spezzatino, perdendo competenze preziosissime. Con questa nostra mozione, insieme alle altre forze di maggioranza, chiediamo al Governo di impegnarsi per monitorare costantemente la situazione, affinché la nuova società si sviluppi secondo criteri più profittevoli, più sostenibili e di mercato rispetto ad Alitalia, coerentemente con il piano industriale aggiornato. L'Italia non può farsi trovare impreparata, Presidente, soprattutto di fronte alla riapertura dei traffici aerei post pandemia. Il piano industriale dovrà mostrarsi coerente e all'altezza delle sfide che il nostro Paese è chiamato ad affrontare - il nostro Paese ha spiccatissima vocazione turistica - e che deve poter cogliere, anche alla luce delle ingenti risorse che il PNRR dedica a una mobilità sempre più integrata. Riteniamo urgente che il Governo possa darci rassicurazioni, in merito al riassorbimento del personale Alitalia in ITA, garantendo una sua tutela con adeguati ammortizzatori sociali, prevedendo, ove possibile, l'applicazione di politiche attive del lavoro o adeguati prepensionamenti. Voglio ricordare che la dignità del lavoro dipende anche da come le leggi tutelano i lavoratori (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia) e che la dignità del lavoro è la prima delle nostre preoccupazioni.

È importante, altresì, che il Governo intervenga con scelte serie e ponderate sugli aeroporti nazionali, che tengano conto del presente e del futuro della nuova compagnia, vigilando affinché sia assicurato un adeguato ed efficiente servizio sul territorio nazionale, in termini di tratte coperte, di frequenza di voli e di tariffe, garantendo piena tutela dei diritti dei passeggeri. Ma, colleghi, la sostenibilità di cui stiamo discutendo oggi non è solo quella economica: riteniamo che debba esserci anche nei trasporti. Per questo, sull'integrazione di un piano di intermodalità ferroviaria e portuale al Piano industriale approvato da questo Parlamento, chiediamo al Governo un impegno serio e coerente con le politiche di transizione ecologica, che intende perseguire nel corso del suo mandato.

C'è infine un ultimo punto, che vogliamo sottolineare, non certo meno importante. Con Alitalia prima e ITA poi abbiamo investito denaro pubblico; non dobbiamo certo e per questo abdicare alla funzione del controllo di gestione. Avendo investito denaro pubblico, è necessario vigilare con grandissima attenzione sulle strategie di riduzione dei costi, sul numero di aeromobili e sui rischi di esuberi, perché, Presidente, sottosegretario, colleghe e colleghi, il tema vero su cui si misurerà il rilancio della vecchia compagnia di bandiera sarà l'efficienza della nuova compagnia di bandiera (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia). Confidiamo perciò che, grazie all'apporto delle sollecitazioni espresse oggi da questo Parlamento e agli impegni che il Governo vorrà assumersi, la bandiera del turismo dell'Italia nel mondo, rappresentando sempre e comunque un importante tratto del nostro essere cittadini dell'Europa e del mondo, possa tornare a volare, ancora più in alto, sempre più in alto e sempre con più coraggio (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 16,15).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

(Ripresa dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Nobili. Ne ha facoltà.

LUCIANO NOBILI (IV). Grazie Presidente, in una bella canzone, Canzone per l'estate, Fabrizio De André cantava: perché non riesci più a volare? Quando discutiamo della crisi di Alitalia e del futuro di ITA, come ho già avuto modo di dire in quest'Aula e anche nel lavoro prezioso che abbiamo fatto in Commissione insieme ai colleghi di tutte le forze politiche, è necessario uno sforzo di serietà, di responsabilità e soprattutto uno sforzo di verità, sul quadro che abbiamo di fronte oggi - che però è in continuo mutamento - e sul quadro che ci lasciamo alle spalle negli ultimi anni. Intanto, la verità ce la dobbiamo dire sul passato, perché, quando parliamo di Alitalia, parliamo di un asset che, già prima della pandemia, non era più un asset strategico per il Paese. Questo è nell'evidenza dei numeri; basti ricordare che nel pre-pandemia Alitalia era una compagnia che riusciva a coprire solo l'8 per cento del traffico internazionale da e per il nostro Paese; o basta ricordare l'ingente mole di risorse pubbliche consumate e bruciate letteralmente in questi anni. Per questo, quando parliamo della fase di lancio di ITA e della sua start up, tra le categorie di cui tener conto, tra gli stakeholder a cui fare riferimento, non ci sono solo il sistema Paese, la competitività, il sistema aeroportuale, tutte le persone che lavoravano nella compagnia, oggi in amministrazione straordinaria, e che hanno delle legittime preoccupazioni sul loro futuro, il personale che sarà assunto in ITA e gli investitori potenziali: No! Noi dobbiamo tener conto anche dei cittadini italiani, dei contribuenti, di tutti coloro che negli ultimi quindici anni sono intervenuti nelle vicende di Alitalia con un esborso, pari quasi a 8 miliardi di euro. E molte di queste risorse le abbiamo corrisposte anche nell'ultimo anno e mezzo, durante la pandemia, per consentire alla compagnia di stare in piedi e di andare avanti. Ma quella compagnia era ed è - a maggior ragione dopo quattro anni di amministrazione straordinaria - una compagnia che sta peggio di come stava prima; una compagnia che non stava più in piedi, che non era in grado di stare sul mercato, che ha perso anche un milione di euro al giorno, una compagnia che più volava e più perdeva. Per cui, sulla Commissione europea, su cui si può discutere dei paletti che ha messo e su questo mi sento di reiterare la richiesta che molti colleghi hanno fatto, cioè di poter avere, come Parlamento, la disponibilità dei documenti della Commissione europea, perché non è accettabile che non siano nella disponibilità, come lo è il piano industriale della nuova compagnia e come lo sono gli altri documenti, e che siano ancora tuttora secretati a chi è in Parlamento a discutere dei documenti della Commissione europea. Ma, quando la Commissione europea, anche alla luce del colpo molto pesante che la pandemia ha inferto a tutto il sistema del trasporto aereo, chiede una profonda discontinuità rispetto al passato di Alitalia, fa una richiesta sacrosanta, che noi ci sentiamo profondamente di sottoscrivere. Si può entrare nel merito delle questioni e noi in questi mesi, come Italia Viva, ci siamo fatti trovare e abbiamo risposto “presente”, anche quando sono state fatte scelte che sulla carta non condividevamo, ad esempio, la nazionalizzazione; scelte che sono diventate necessarie in questi mesi e in questi due anni, ma che, di per sé, non sono scelte giuste. Noi dovremmo lavorare perché la compagnia nel suo percorso lavori a una partnership forte, prima commerciale e poi industriale, ma ci arriverò. Gli effetti della pandemia, peraltro, hanno costretto - e abbiamo ricevuto gli aggiornamenti anche in Commissione - a una modifica sostanziale del piano industriale. L'abbiamo votato sei mesi fa e in questi sei mesi è cambiato più volte, ed è cambiato anche per delle ragioni esterne ed oggettive. Una per tutte, l'aumento drammatico del costo del carburante, che costringe la compagnia a rivedere le sue stime e il suo piano industriale. Un altro grande tema è il ritardo delle interlocuzioni con la Commissione europea, che ci portano a partire, non quando i vertici di ITA immaginavano e cioè durante la stagione estiva, la stagione della ripartenza del trasporto aereo post-COVID, ma a metà ottobre, alla fine dell'anno, con dei conti che cambiano profondamente e che sono molto penalizzanti. Anche solo queste due questioni portano a una revisione profonda. Le questioni aperte - le abbiamo affrontate in queste settimane - riguardano gli slot. Alitalia-ITA vuole mantenerne il 70 per cento, ma, da questo punto di vista, l'interlocuzione con la Commissione deve continuare, anche se la trattativa si è conclusa, perché noi non possiamo avere penalizzazioni eccessive sugli slot che riguardano ITA, in particolare Fiumicino e Linate. Non può ITA ricevere un trattamento di disparità rispetto alle altre compagnie. C'è il tema di una flotta, su cui si sta intervenendo, obsoleta, molto costosa e molto dispendiosa, che produce anche danni ambientali. C'è il tema del brand e, da questo punto di vista, nella mozione c'è una richiesta forte all'amministrazione straordinaria di Alitalia, perché metta in condizione di fare una scelta definitiva sul brand. Una gara bandita, che va deserta, è il segno che probabilmente si può lavorare e collaborare meglio, per trasferire gli asset che, anche tramite gara, possono essere trasferiti. Per quanto riguarda l'handling e la manutenzione, c'è la richiesta di un impegno a partecipare. Sono due asset - in particolare l'handling - fondamentali per il ramo aviation e su tutte e due le questioni Alitalia ha dimostrato nel tempo un know-how e delle qualità che vanno salvaguardate. C'è il tema dei posti di lavoro ed è giusto che noi ce ne occupiamo, ed è giusto che ci sia una grande attenzione, ma non dobbiamo confondere su questo il piano delle attività che deve fare il Governo, per garantire il più possibile la tutela dei lavoratori, che non perdano il loro know-how, che non perdano le abilitazioni che hanno. Dall'altra parte, però, la compagnia non può diventare un nuovo ammortizzatore sociale; quindi, da questo punto di vista, ci vuole un lavoro molto serio.

L'intermodalità, si diceva, per noi è fondamentale, per Fiumicino e Linate, i 2 hub, anche per il fine raggio e i voli business, l'intercontinentale e i voli internazionali. Saranno quelli il modello di business e in particolare - ed è per noi il punto cruciale, e su questo devo dire che il Presidente, Altavilla, e l'amministratore delegato, Lazzerini, sono stati chiari - Alitalia non può rimanere una compagnia stand-alone. Serve una partnership strategica. ITA deve essere integrata in un nuovo gruppo, inizialmente dal punto di vista commerciale e poi dal punto di vista industriale, con un'alleanza che ci permetta di stare sul mercato. Una compagnia digitalizzata, sostenibile, snella, dinamica, che sia in grado di stare sul mercato. Non possiamo piombare le ali di ITA, non possiamo fare gli errori che per troppo tempo si sono procrastinati su Alitalia e trasferirli in una nuova compagnia, che deve funzionare. Per questo dichiaro il voto favorevole di Italia Viva alla mozione e tutto il nostro impegno per far funzionare (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva)

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Nobili.

Ha chiesto di parlare il Presidente Rampelli. Ne ha facoltà.

FABIO RAMPELLI (FDI). Grazie, Presidente. Rappresentante del Governo, siamo qui a sotterrare Cesare, non a lodarlo. È stata l'orazione funebre di Marco Aurelio dopo l'uccisione di Giulio Cesare e sembra simile alla scena che ci state prospettando. Sono passati ben quattro mesi dalla formalizzazione di questa mozione. Molte cose sono cambiate…

PRESIDENTE. Scusi, Presidente. Se facciamo un po' di silenzio, perché veramente… Abbiamo ancora una mezz'ora abbondante di dichiarazioni di voto. Quindi, se volete accomodarvi. Vedo là un capannello, il presidente Crippa. È più facile per tutti, per chi deve ascoltare e per chi deve parlare. Prego.

FABIO RAMPELLI (FDI). Temo che si distraggano, perché hanno la coda di paglia, Presidente. Comunque, la ringrazio.

Dicevo che in questi quattro mesi dalla formalizzazione di questa mozione molte cose sono cambiate e molte cose sono rimaste, ahimè, identiche. Noi non vogliamo commemorare Alitalia. Fatelo voi, che confabulate lì. Noi sveliamo chi l'ha uccisa. Vogliamo parlare di Bruto. Tu quoque, Brute, fili mi! furono le parole del condottiero romano prima di accasciarsi. La compagnia aerea, trafitta, appunto, dallo Stato, che si solleva e vede il Governo nascondere la mano dopo le 23 coltellate. Anche l'Europa e le altre Nazioni predatrici brigano per prendersi il traffico aereo italiano. È un processo, sì, ma prima di commentare la sentenza, ingiusta, a cui volete condannarlo, vorrei descrivere l'imputato: ecco, Alitalia, la vostra vittima. Una controinformazione necessaria, perché avete costruito, e poi avallato, la sua immagine negativa facendo montare un clima di ingiusto risentimento, per tentare di salvare voi stessi da un giudizio impietoso. Un sentimento negativo che oggi diventa paradossalmente il vostro principale alleato. Attenti, italiani, a non farvi fregare ancora! La compagnia è un carrozzone pubblico? Falso. L'azienda è privata dal 2009. Dopo cinque anni di perdite, è stata ceduta agli arabi di Ethiad, che è riuscita addirittura a fare peggio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), cumulando un debito di oltre 3 miliardi, il più grande crac di una società privata dopo Parmalat. La magistratura, infatti, indaga. Quando lo Stato era azionista di minoranza, l'azienda fatturava 5 miliardi e perdeva 350 milioni l'anno, il 7 per cento. Durante la gestione privata le perdite hanno raggiunto il 25 per cento, senza contare che lo Stato dava lavoro a 24.000 persone, oggi sono circa 11.000, o poco meno. Lo Stato ha buttato 9 miliardi in 20 anni? Falso. Ha concesso aiuti per tenere in vita l'azienda, spesso non a favore, ma contro Alitalia, come nel 2008, quando è stato pilotato un fallimento che ha dimezzato la flotta, il personale, l'operativo, per permettere ad Air One di non portare i libri in tribunale. Aveva un debito di centinaia di milioni verso una banca, more solito. Lo Stato ha speso molto per la cassa integrazione che esso stesso ha creato, ma se Alitalia fattura 5 miliardi l'anno ne restituisce 1 allo Stato solo di IVA, a cui occorre aggiungere l'Irpef sugli stipendi dei dipendenti e il valore dell'indotto, che genera altra economia, altra IVA, altra Irpef (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

È stato un affare, più che una perdita, per la collettività. In sintesi, i Governi hanno speso soldi ma per ridimensionarla, non per svilupparla. È un baraccone inefficiente? Falso. È tra le compagnie più puntuali al mondo. Ha un record di sicurezza e una competenza che fanno invidia e gola alle altre compagnie straniere. Sono dati accertati statisticamente; non sono mie o nostre dichiarazioni unilaterali. La parte operativa, così come fu per Parmalat, funziona come un orologio. Il problema è nelle forniture fuori mercato, è nel management (e chissà perché). Questo grazie all'alto grado di qualificazione del personale, dei piloti, con la sicurezza a bordo, i servizi a terra, il sistema di manutenzione garantito da Alitalia Maintenance Systems, altra vittima eccellente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Oggi i costi per la manutenzione sono esplosi perché esternalizzati e i nostri operai specializzati sono stati licenziati e stanno a casa. Vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Per 10 anni di seguito ha avuto il riconoscimento quale migliore compagnia aerea per la qualità dei pasti serviti a bordo, e per noi l'enogastronomia è un elemento fondamentale della nostra economia e, quindi, è ulteriore promozione per la nostra economia. No, non è un baraccone e non è inefficiente! I dipendenti sono troppi? Falso. Se consideriamo il rapporto dipendenti-flotta ci accorgiamo che è la compagnia più competitiva d'Europa, escluse, ovviamente, le low cost, che non assumono a tempo indeterminato, ma affittano il personale; a bordo di un aereo di una compagnia ci sono solo 2 su 6 membri di equipaggio assunti direttamente. Se, invece, consideriamo le major europee, vediamo che impiegano dai 100 ai 120 addetti per aeroplano. Basta una semplice calcolatrice per scoprire che, con oltre 100 aerei e 10.600 dipendenti, Alitalia si trova sotto il livello delle altre compagnie. Atterrano pochi voli in Italia? Falso. Siamo la quinta nazione, nella graduatoria europea, per numero di passeggeri trasportati e ci collochiamo addirittura al secondo posto per il trasporto di passeggeri sul territorio nazionale e siamo decimi al mondo! I dipendenti guadagnano troppo, allora. Falso. Il salario di un pilota Alitalia è ampiamente sotto quello di tutti i concorrenti e addirittura più basso di quello delle low cost (il 30 per cento in meno). Senza l'Alitalia il Paese si muove lo stesso? Falso! Sul lungo raggio non ci sono alternative; sul corto raggio il nostro territorio ha bisogno di coprire tratte con zone economicamente depresse e grandi isole da servire. Le compagnie private non possono essere obbligate a volarvi, a meno che lo Stato non sovvenzioni tali movimenti, come surrettiziamente fanno le low cost nel loro rapporto con regioni e stazioni aeroportuali. Alitalia ha svolto attività di servizio pubblico coprendo collegamenti non altrimenti coperti, garantendo il diritto costituzionale alla mobilità. I voli Alitalia sono, quindi, considerati servizio pubblico essenziale, dove la parola chiave, appunto, è l'ultima: “essenziale”. Durante la pandemia hanno coperto continuità territoriale e trasporti speciali, mentre le compagnie private, le low cost, si eclissavano (non c'era più nessuno negli aeroporti).

Chi è, dunque, Bruto? Bruto è il management, che ha creato 650 milioni di costi non imputabili all'attività di volo, complici i Governi. Le prime 4 voci di bilancio di una compagnia aerea sono: carburante, leasing, manutenzione e personale. Tutte le forniture sono fuori mercato e alimentano, grazie a voi, grazie al management e grazie ai Governi, un passivo di centinaia di milioni. Bruto sono i Governi che non hanno, appunto, saputo salvaguardare questo patrimonio, contrastando le regole europee sulla liberalizzazione delle rotte, nelle quali si opera in assenza di un quadro fiscale comune, con una concorrenza sleale che fa peggiorare la qualità del servizio e la sicurezza. La deregolamentazione, presupposto del libero mercato, è la pistola fumante.

Bruto è l'Unione europea, doppiamente colpevole per il trattamento diverso riservato all'Italia rispetto alle altre compagnie europee nel corso della pandemia sul risarcimento del posto aereo. Air France è riuscita a ottenere aiuti per 397 euro a cliente durante la prima fase della pandemia; aiuti per 7 miliardi complessivi e il differimento della tassa aeroportuale. La Commissione europea ha approvato il piano della Francia per concedere 4 miliardi di euro per la ricapitalizzazione della compagnia. Gli aiuti toccano quota 380 euro a cliente per la Lufthansa; dal Governo tedesco, in piena pandemia, la compagnia aerea ha ricevuto 9 miliardi di euro. Alitalia ha ottenuto la benedizione di Bruxelles: aiuti complessivi di 297 milioni, ovvero 47 euro di indennizzo per viaggiatore, contro i 397 di Air France!

Bruto sono le compagnie low cost, lo abbiamo già detto, quelle che atterrano negli aeroporti centrali, facendo concorrenza sleale. Le regole di mercato dovrebbero essere le stesse per tutti: tasse aeroportuali, fisco, contratti per il personale; se così non possono essere, si chieda alle compagnie low cost di atterrare a 80 chilometri dalle grandi città, dicendo al passeggero: “se vuoi risparmiare, ti fai un'ora di treno o di pullman, perché non puoi far saltare un sistema intero”.

Bruto è Atlantia, la società di cui i Benetton, amici del PD, sono azionisti, che gestisce l'aeroporto di Fiumicino, applicando le tariffe più alte d'Europa - concludo Presidente -, per non parlare di appostamenti al 35 per cento dati alle low cost, della totale dismissione di un profilo trasportistico e della sua trasformazione in un mega centro commerciale. È un business pazzesco di soldi in contanti, con l'incredibile condizione di una società che totalizza miliardi sul traffico generato da una compagnia di bandiera che gli porta i clienti, ma fallisce. Pare che solo i nostri manager non abbiano capito che l'unica attività che non produce profitto in questo settore è il volo, perché i ricavi stanno nei servizi a terra, che sono esattamente quelli che si esternalizzano e che si vogliono liquidare.

Concludo, perché ho sentito la campana, dicendo, caro Presidente, che questa azione di penalizzazione di Alitalia, questa azione di sostanziale dismissione è inaccettabile, anche perché non viene garantita la continuità dei contratti nazionali: non si può immaginare di mettere 7 mila persone e famiglie annesse per strada, alla porta, né si può immaginare che, dal giorno alla notte, possano guadagnare la metà del proprio stipendio, magari a 56 anni e con 30 anni di servizio alle spalle (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché i Governi hanno sbagliato e perché i manager si sono fatti gli affari propri!

PRESIDENTE. Concluda.

FABIO RAMPELLI (FDI). Quando noi, tra due anni, governeremo l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), se voi distruggerete Alitalia, noi la rimetteremo in piedi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e sarà forte, come forte deve essere l'Italia al cospetto del mondo!

PRESIDENTE. Grazie onorevole Rampelli…

FABIO RAMPELLI (FDI). Perché per l'Italia il trasporto aereo è un business e questa è la ragione per la quale qualcuno ci vuole mettere le mani sopra (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Noi questo business e questa ricchezza li riconsegneremo all'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Rampelli. Ha chiesto di parlare l'onorevole Battilocchio. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI). Grazie Presidente, colleghi, la vicenda Alitalia e quella conseguente di ITA costituiscono dossier molto delicati e con risvolti di notevole criticità. Una crisi, quella che ha riguardato Alitalia, che certamente non nasce oggi, ma è di lungo periodo ed è il frutto di una serie di scelte sbagliate, sul versante sia politico sia della gestione finanziaria, e si sono susseguite e stratificate nel corso degli anni. Questo dibattito è molto opportuno, perché consente di fare chiarezza; consente ad ogni forza politica di esprimere una propria valutazione dei fatti e di avanzare le proprie proposte. Forza Italia è stato il primo gruppo parlamentare tra quelli di maggioranza ad abbinare una propria mozione per lasciare agli atti la sua posizione, per quanto riguarda sia la valutazione dell'operato dei Governi che, dal 2017, hanno gestito il dossier, sia le soluzioni da proporre. Il nostro auspicio, fin da subito, è stato che si potesse arrivare ad un documento unitario e condiviso, almeno di maggioranza. È per questo che non solo non abbiamo avuto problemi a sottoscrivere la mozione unitaria, ma ne condividiamo pienamente il contenuto. In questo senso, Forza Italia è soddisfatta, perché, nella sua mozione, aveva indicato tre priorità: il rispetto del piano industriale della nuova compagnia aerea, la tutela dei lavoratori Alitalia non ricollocati e l'impulso allo sviluppo dell'intermodalità, con particolare riferimento alle regioni del Meridione, dove non ci sono ancora i collegamenti ad alta velocità ferroviaria. Queste tre priorità sono state recepite praticamente alla lettera all'interno della mozione di maggioranza. In particolare, la nostra proposta, volta a garantire il rispetto del piano industriale di ITA, è il primo degli impegni della mozione di maggioranza ed è evidente che tale collocazione non sia casuale. Alitalia e la sua liquidazione rappresentano un dramma, in particolare dal punto di vista sociale ed economico, con impatto sulla città di Roma e sulla sua provincia. Siamo fiduciosi che il Governo concorrerà ad individuare, attraverso tutti gli strumenti disponibili, le soluzioni adeguate per non lasciare nessuno indietro, valorizzando nel nuovo percorso il patrimonio di esperienza, capacità e riconosciuta professionalità. Al tempo stesso, questa vicenda deve rappresentare un monito e una lezione per quanto riguarda la gestione di ITA. La nuova compagnia aerea dovrà evitare gli errori fatti in passato e la sua gestione dovrà essere improntata all'efficienza; se non ci sarà efficienza, è del tutto evidente - anche alla luce del numero di aerei con cui parte e del volume ridotto di rotte - che il futuro della compagnia sarà a forte rischio e, nel giro di pochi anni, potremmo ritrovarci a gestire una nuova crisi. In questo dibattito, Forza Italia ritiene di dover chiarire anche un dato che è palese ma che, tra tatticismi e dichiarazioni propagandistiche, rischia di non esserlo. L'attuale situazione, che vede dal prossimo 14 ottobre la liquidazione di Alitalia e la nascita di ITA, con i numeri che tutti ormai conosciamo, non può essere certo imputata a questo Governo. L'attuale Esecutivo e, in particolare, i Ministri dello Sviluppo e dell'Economia si sono ritrovati a gestire l'ultimo miglio con spazi di manovra estremamente limitati, per non dire inesistenti. Chi ha seguito costantemente la vicenda Alitalia sa che questo punto di caduta è il portato di gestioni precedenti della vicenda a dir poco critiche. Con il primo Governo Conte, il MiSE ha perso mesi preziosi, inseguendo l'ipotesi confusa e perigliosa di una cordata fantomatica con FS, che non è mai stata interessata, e soprattutto con Atlantia, quello stesso soggetto con cui c'era una guerra aperta sulle autostrade. C'è poi stata la gestione del “Conte 2”, dove, addirittura, l'allora Ministro dello Sviluppo economico ha appaltato la gestione del dossier al di fuori del Governo, ad una collega senatrice; un punto sul quale ci sono state molte polemiche, che il Ministro non ha mai voluto smentire. C'è stata la scelta, a nostro avviso sbagliata, di non voler neppure guardare le offerte di mercato che erano giunte a seguito dell'invito del commissario Leogrande per l'acquisto del lotto unico di Alitalia o per l'acquisto di rami d'azienda. C'è stata, infine, la scelta sbagliata di chi ha ritenuto che, grazie all'esplosione della pandemia, l'Europa ci avrebbe consentito di procedere ad una nazionalizzazione in blocco di Alitalia, come se nulla fosse. Il totale fallimento di questa strategia è emerso dal lungo tempo che è passato dall'inserimento dell'articolo 79 del “decreto Cura Italia” alla sua effettiva applicazione. A questo Governo, su Alitalia e ITA, ci sentiamo di muovere un solo rilievo, che riguarda la ritrosia a voler informare il Parlamento sul contenuto definitivo dell'accordo chiuso con la Commissione europea. Nella mozione di maggioranza su questo aspetto c'è un impegno specifico che prevede la trasmissione tempestiva di tutti i documenti.

Un impegno che Forza Italia condivide pienamente assieme a tutti gli altri gruppi e che ci auguriamo il Governo attui quanto prima. Non è pensabile e, se me lo consentite, neppure accettabile che la Camera dei deputati, i gruppi parlamentari abbiano dovuto affrontare un esame delle mozioni su Alitalia al buio, non potendo sapere quali impegni delle rispettive mozioni fossero materialmente attuabili alla luce dell'accordo con la Commissione europea. Venendo alla conclusione, colleghi, alla domanda se quello che avverrà dal prossimo 15 ottobre sia la soluzione migliore la risposta di Forza Italia è certamente no. In questo senso riteniamo doveroso sostenere i lavoratori Alitalia non transitati in ITA con il periodo più lungo possibile di ammortizzatori sociali. Alla domanda se quella che abbiamo davanti sia l'unica soluzione possibile nelle condizioni date la risposta di Forza Italia, con la responsabilità che è propria di un partito che vuole governare il Paese, è certamente sì. È dunque alla luce di queste considerazioni che dichiaro il voto favorevole del gruppo di Forza Italia sulla mozione di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gariglio. Ne ha facoltà.

DAVIDE GARIGLIO (PD). Grazie, Presidente. Nell'apprestarmi a svolgere la dichiarazione di voto sulla mozione di maggioranza voglio innanzitutto ringraziare tutti i colleghi dei gruppi di maggioranza che hanno incessantemente lavorato per trovare una soluzione unitaria, la quale contiene alcuni impegni estremamente importanti che ora richiamerò.

Per quanto riguarda il primo impegno, che attiene al rapporto corretto tra Parlamento della Repubblica e Governo della Repubblica, voi sapete che la decisione della Commissione europea sul caso ITA/Alitalia non è ancora stata resa conoscibile al Parlamento; eppure, sulla base di questa decisione è stato modificato il piano industriale di ITA su cui, per legge, le Commissioni parlamentari devono esprimere il parere.

La decisione della Commissione europea, come hanno detto prima alcuni colleghi, è stata espressamente richiamata all'articolo 7, comma 2, del decreto-legge n. 121 in corso di conversione. Ebbene, il gruppo del Partito Democratico non considera assolutamente convertibile una norma se non siamo messi a conoscenza della decisione europea che viene espressamente citata dalla norma (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché questo è un minimum nei rapporti tra l'Esecutivo e il Parlamento.

Il secondo impegno concerne la tutela dei lavoratori di Alitalia. Sappiamo che almeno 7 mila dei lavoratori di Alitalia non transiteranno, perlomeno nella parte iniziale, nella nuova società ITA. La mozione chiede strumenti di sostegno al reddito di questi lavoratori, percorsi per salvaguardarne le competenze e le professionalità. Pensiamo soprattutto a salvaguardare le abilitazioni e le certificazioni che consentono loro di volare. Ringraziamo il Ministro Orlando, a cui è stata demandata la parte più faticosa di questa vicenda, per l'impegno che sta profondendo per trovare una soluzione per questi lavoratori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Per quanto riguarda il terzo impegno, prevediamo che venga attivato il tavolo nazionale del trasporto aereo. Oggi giustamente stiamo parlando di Alitalia e di ITA, ma ci sono altre crisi aziendali, i lavoratori della Air Italy, i lavoratori dell'handling (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), i lavoratori delle società concessionarie aeroportuali che sono in sofferenza. Ebbene, non è ammissibile che, dopo un anno e mezzo di crisi pesante, il Governo non abbia ancora aperto un tavolo di trattativa. Quarto impegno su ITA: chiediamo che ITA partecipi ai bandi, che farà l'amministrazione straordinaria, per la cessione delle attività della manutenzione e dell'handling. Chiediamo soprattutto che ITA apra una trattativa con le organizzazioni sindacali. Qui c'è un bisticcio, se volete: la mozione dice “prosecuzione delle trattative”, ma sono o non sono in corso le trattative? Nell'audizione la settimana scorsa dei vertici di ITA il presidente esecutivo di ITA ci ha detto: “Ma che problema c'è? La trattativa è in corso, ci siamo seduti al tavolo, non abbiamo trovato un'intesa. Ho già riconvocato i lavoratori”. Sapete a che data? A ottobre 2022! È questo avere una trattativa sindacale aperta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? Noi siamo consapevoli che, per la partenza così difficile di una start up come ITA in un mercato competitivo, siano necessarie massima flessibilità e deroghe alle condizioni ordinarie dei lavoratori, ma tutto ciò, in un'azienda totalmente di proprietà pubblica, deve essere prodotto attraverso una sana concertazione e gli strumenti della contrattazione collettiva. Vorrei che fosse molto chiaro al Governo, per lo meno ai rappresentanti, entrambi piemontesi, che oggi siedono a questo tavolo, che le parole del loro Presidente del Consiglio, del nostro Presidente del Consiglio Mario Draghi dovrebbero essere ricordate agli amministratori di ITA.

Il 23 settembre, due settimane fa, il Presidente Draghi all'assemblea di Confindustria disse testualmente: occorre preservare buone relazioni industriali perché esse assicurino equità, pace sociale e produzione. Esattamente il contrario di quello che succede in ITA da due mesi a questa parte (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! E allora al Vice Ministro Pichetto Fratin e al Vice Ministro Castelli, che ci ascoltano con attenzione, vorrei ricordare anche un altro precedente, gli accordi interconfederali del 1993 ad opera di un grande Presidente del Consiglio, un altro grande Presidente del Consiglio, Carlo Azeglio Ciampi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Grazie a quegli accordi il Paese uscì da una situazione di crisi e ripartì; oggi, derogando a questi principi, peraltro da parte di una società pubblica, stiamo producendo effetti nefasti. Negli ultimi due mesi la situazione è esplosa, le assunzioni non si stanno facendo e possiamo scommettere già oggi che il 15 di questo mese ITA non sarà in grado di far volare gli aerei su cui si è impegnata nel piano industriale.

Altro impegno: il rispetto dell'articolo 203 del decreto-legge n. 34 del 2020, il “decreto Rilancio”. Che cos'è questa norma? È l'applicazione del modello vigente ai porti e agli aeroporti, e lo dico oggi con molta commozione perché questa norma è stata partorita grazie all'intelligenza e all'impegno di un ex parlamentare, l'onorevole Eugenio Duca che purtroppo è mancato questa mattina presto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Grazie all'impegno testardo e cocciuto di quest'uomo, questa norma, che lui aveva introdotto vent'anni fa nei porti, è stata introdotta nel settore aereo. E cosa dice? Che tutti gli operatori del comparto aeroportuale devono applicare le condizioni minime del contratto collettivo nazionale di lavoro. È una norma che chiediamo che il Governo applichi a tutti, come nello spirito della legge; una norma che risale anche all'impegno del Ministro Paola De Micheli, che l'ha fortemente voluta. Questa norma, che ha una natura programmatica, a cui sono collegate sanzioni pesanti, non viene attuata. Allora chiediamo che il Governo si svegli dal torpore, che attui questa norma (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), che ENAC ne garantisca l'applicazione, perché non ci è sfuggito che il regolamento attuativo fatto da ENAC sui servizi a terra abbia omesso ogni sanzione per la violazione di questa norma.

Infine, con riferimento all'ultimo impegno sulla vicenda ITA, noi chiediamo che le assunzioni vengano fatte nel rispetto delle leggi europee e nazionali. Un ascoltatore attento potrebbe dire: ma che novità è questa, è ovvio! Ovvio forse sì, ma sul fatto che questo venga rispettato oggi da ITA abbiamo seri dubbi, perché continuiamo a ricevere, non solo noi, ma tutti i gruppi parlamentari, voci di persistenti comportamenti di discriminazione. Tutti coloro che hanno avuto incarichi sindacali non sono assunti, caregiver con situazioni familiari importanti alle spalle non sono stati assunti; se fosse così, questo sarebbe un fatto assolutamente inaccettabile per noi e per il nostro gruppo parlamentare.

PRESIDENTE. Onorevole Ruggieri!

DAVIDE GARIGLIO (PD). Se vuole, può continuare, non è che l'attenzione dei due Vice Ministri sia stata migliore in assenza di disturbi.

Il decollo di ITA e il mantenimento in volo della nuova compagnia sono estremamente difficili, si tratta di una sfida al limite dell'impossibile; il piano industriale è difficilissimo e sappiamo che per realizzarlo è necessaria una straordinaria unità d'intenti. Vorrei ricordare a qualcuno che non ci sarà, in questa vicenda, un apprendista stregone, un po' come nel film per bambini che guardavamo - vi ricordate? - Fantasia; c'era Topolino, apprendista stregone che, con la bacchetta magica, faceva volare le scope. Qui non basta un uomo con la bacchetta magica per far volare gli aerei e un'azienda vera è una comunità di donne e di uomini, di operai e di manager che devono tutti remare nella stessa direzione, in sintonia. Questa mozione altro non è che un richiamo al valore di questa unità, è un richiamo al Governo affinché eserciti il suo ruolo, anche di azionista unico e, per favore, risparmiateci la noiosa litania, che abbiamo sentito anche oggi: le scelte manageriali competono ai manager, non sono materia del Governo; perché il Governo è azionista unico di questa compagnia e ci sarà un momento, prima o poi, in cui andrà in assemblea e dovrà rispondere dei successi o degli insuccessi degli amministratori che ha scelto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Come Partito Democratico, noi vigileremo, fiduciosi, ma attenti, perché c'è 1 miliardo e 350 milioni di denaro pubblico in questa avventura, ma soprattutto ci sono donne, uomini, famiglie, bambini e cittadini italiani a cui noi e questo Parlamento dobbiamo la massima attenzione (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rixi. Ne ha facoltà.

EDOARDO RIXI (LEGA). Grazie, Presidente. Intanto, devo dire che dopo l'intervento dell'onorevole Gariglio, vorrei solo chiarire alcuni punti; il primo è che in questa vicenda è sparito molto più di un miliardo e 300 milioni e, quindi, l'attenzione non solo deve essere alta, ma dico, da italiano, che mi sento in imbarazzo a parlare, oggi, in quest'Aula, a meno di 15 giorni dal decollo - ci auguriamo - della nuova compagnia, quando temi come questi avrebbero dovuto essere affrontati almeno 6 o 7 mesi fa. Abbiamo avuto, lo ricordava qualcuno, una vacanza, proprio “vacanza”, del Governo sostanzialmente per quasi un anno, perché ancora l'anno scorso si doveva chiudere questa vicenda e non si è chiusa e, oggi, veniva citato prima, abbiamo la presenza nel Governo di due illustri rappresentanti, anzi, adesso tre, c'è anche il Ministro D'Incà, ma che non provengono dalla zona in cui la maggioranza del personale Alitalia risiede, e mi riferisco a Roma e al Lazio. Ci dispiace che su un tema di questo tipo nessuno, a livello governativo, di quei rappresentanti che tanto si stanno battendo, in queste settimane, nella campagna elettorale, sia venuto a metterci la faccia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Lo dico perché l'ultimo Ministro che doveva prendere delle posizioni su questo è stato l'ex Ministro Gualtieri che oggi mi risulta si candidi a sindaco di Roma (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). La mancanza di una decisione in quel Governo è elemento che ha condotto l'attuale Governo, “in corner”, a dover andare ad approvare un piano industriale, a dover andare a vedere cosa c'era dentro la costituzione di ITA, che è stata rivista e rimaneggiata, ad aprire un contenzioso con la Commissione europea, che se fosse stato aperto un anno fa, probabilmente, ci avrebbe permesso di portare a casa qualcosa di diverso e, oggi - mi spiace, ma sono qui a dare ragione all'onorevole Fassina su questo -, ci troviamo di fronte al fatto che il Governo italiano non vuole ancora dire al Parlamento cosa contengono queste indicazioni da parte della Commissione europea che, peraltro, informalmente, tutti noi sappiamo. Quindi, anche su questo punto, c'è una finzione scenica di fondo, dove c'è una mancanza di comunicazione tra l'Esecutivo e l'organo legislativo che è tenuto, oltretutto, dopo questa mozione, a votare, nelle prossime settimane, un decreto che mantiene all'interno le clausole indicate dalla Commissione che però non sono palesi. È evidente che noi chiediamo che venga qualcuno a rendere onore a quest'Aula e al Parlamento italiano, visto che per arrivare a votare, in questo Paese, tanti nostri avi ci hanno pure rimesso le penne. Per cui pretendiamo che il Parlamento venga rispettato, da qualsiasi Governo si insedi democraticamente in questo Paese. Glielo dico, Presidente, perché c'è già una lettera del Presidente Fico che è andata al Governo con, ad oggi, nessuna conseguenza. E questo lo dico perché arriviamo a formulare una mozione come questa che, come hanno ricordato i nostri colleghi, non fa altro che ricordare al Governo italiano le leggi vigenti nel settore in Italia sul fatto che quando si apre un nuovo percorso bisogna, sì, far tabula rasa su chi ha mangiato in passato, e mi riferisco sia ai fornitori dei mezzi sia delle manutenzioni sia a tutti quelli che ad Alitalia facevano un prezzo e al mercato ne facevano un altro, ma non possono pagare i lavoratori o le famiglie dei lavoratori; non si può pensare che in un'azienda come ITA non venga salvaguardato un interesse, tra l'altro codificato anche a livello europeo, sul fatto che chi aveva i biglietti Alitalia in qualche modo deve essere protetto, sul fatto che i lavoratori devono comunque avere un equo compenso per le mansioni che fanno e ci deve essere, nel nuovo piano industriale, la previsione che vengano prioritariamente attinte le forze lavoro provenienti dal serbatoio di Alitalia.

Dico di più, siccome la struttura commissariale anch'essa è del Governo, bisogna che tra la struttura commissariale e la nuova azienda, pur non in continuità, ci sia un dialogo costante, si vadano a individuare percorsi che consentano agli aerei - e lo dico all'onorevole Gariglio - di decollare il 15 ottobre. Mi rifiuto di essere l'unico Paese al mondo dove gli aerei rimangono a terra (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Una cosa del genere non è accettabile, non è accettabile nei confronti dei contribuenti che pagano le tasse per un servizio, nei confronti di quei territori che rimangono isolati nel momento in cui non hanno un collegamento aereo, nei confronti dei lavoratori, di quelle famiglie dei lavoratori che rischiano e soffrono oggi perché hanno un problema occupazionale non dovuto al fatto che lavoravano male, ma perché qualche manager pubblico e alcune forze politiche su quell'azienda lì, in passato, ci hanno fatto una vigna (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Allora, andiamo a individuare le responsabilità e diamo la colpa a chi ce l'ha e, poi, usiamo la razionalità. Fatemi dire usiamo la razionalità anche nel piano industriale; noi siamo l'unico Paese al mondo che ha deciso di non fare cargo per due anni, quando l'azienda che volava di più era DHL, con 169 vettori cargo; noi abbiamo importato medicinali e mascherine da mezzo mondo su vettori aerei stranieri, quando l'Italia sarebbe stata in grado di mettere in campo aerei cargo e poter svolgere essa stessa quel tipo di servizio, non andando a perdere, ma andando a guadagnare. Su questo mi piacerebbe che ci fossero dei confronti a livello governativo e anche a livello di maggioranza.

Io mi auguro che il nuovo management sia più razionale di quello passato, mi auguro che i contribuenti non si trovino di nuovo a ripianare, a piè di lista, delle perdite, mi auguro anche, però, che le spese di tutto questo non le facciano i lavoratori, che ci sia un rapporto con la compagine lavorative e, soprattutto, con le parti sociali, che sia di onestà e di trasparenza nelle relazioni, perché, guardate, un'azienda che nasce coi soldi, non del privato, ma dei privati, ossia dei contribuenti italiani, non può pensare di partire senza avere un'intesa con quello che è il mondo sindacale e il mondo del lavoro. E io credo che, su questo, il Parlamento debba vigilare, è giusto che dia delle indicazioni e mi auguro che il Governo, da questo punto di vista, nelle prossime settimane, sia molto più disposto a venirne a parlare alla Camera, in Commissione, senza richiudersi dietro alcune situazioni che fanno pensare male e creano tensione sociale. Qui, nessuno vuole lucrare sull'attuale situazione, siamo tutti pronti a dare una mano. Riteniamo che il nuovo piano industriale sia molto ambizioso e debba perciò essere mantenuto e, anzi, sviluppato in maniera ancora più approfondita, magari con nuove alleanze.

Tuttavia, noi parlamentari vorremmo capire, prima di tutto, quali siano le indicazioni reali che dal Governo vengano date al management. Infatti, dire che il management non ha indicazioni, non è sostanzialmente vero; lo può essere formalmente, ma tutto dipende da quanto il Governo fa pressione, da quanto il Governo mette a disposizione del management le indicazioni che dà. Guardate, la mozione è stata firmata una settimana fa, semplicemente perché ci è stato dato parere negativo; oggi ci viene dato parere positivo, avendo cambiato 4 parole; se si fossero cambiate 4 parole una settimana fa, dopo una riunione di 8 ore, probabilmente, oggi, si vivrebbe una giornata diversa e, probabilmente, la settimana scorsa non ci sarebbero state tensioni con i lavoratori. Chiedo a tutti un po' più di umiltà (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Cantone ed è l'ultimo intervento.

LUCIANO CANTONE (M5S). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, ITA ha predisposto un piano industriale presentato alla IX Commissione (Trasporti), che, dopo un attento esame, lo scorso 17 marzo ha espresso il proprio parere. La società si era impegnata ad assumere, in fase di avvio, 2.800 lavoratrici e lavoratori su un totale di 10.500, per poi arrivare ad assorbirne 5.700 entro il 2025. Bene, come tutti sappiamo, dopo le modifiche sostanziali del piano industriale a seguito delle trattative con la Commissione europea - modifiche di cui, però, non abbiamo mai avuto documentazione integrale -, in queste settimane si sono susseguite diverse manifestazioni. Una situazione che, col passare dei giorni, rischia di esplodere, proprio come è già successo nelle settimane passate, causando un grosso problema al sistema del trasporto aeroportuale nazionale.

Come sappiamo, l'articolo 203 del “decreto Rilancio” impone che i vettori aerei e le imprese che operano e impiegano personale sul territorio italiano, che sono assoggettati a concessioni, autorizzazioni e certificazioni previste dalla normativa EASA o ENAC, applichino ai propri dipendenti, con base di servizio in Italia, ai sensi del regolamento (UE) n. 965 del 2012, trattamenti retributivi comunque non inferiori a quelli minimi stabiliti dal contratto collettivo nazionale. Pur riconoscendo la necessità per le nascenti startup di godere di una flessibilità finalizzata all'avvio, non si può, però, prescindere dall'osservazione della normativa attualmente vigente e dagli accordi da stipularsi con le rappresentanze sindacali; non si può, altresì, prescindere da uno dei criteri fondanti delle istituzioni nazionali ed europee dell'aviazione civile, cioè la tutela assoluta dei livelli di Safety & Quality che sono strettamente correlati al fattore umano che, in una impresa del trasporto aereo, è il fattore più importante; in questo quadro, invece, ha visto il management di ITA rompere più volte il dialogo con i sindacati, dimostrando di avere scarso rispetto del lavoro, dei lavoratori e, di conseguenza, dimostrando scarsa conoscenza di quei criteri fondanti di cui parlavo.

Ora, il tavolo è stato riaperto e mi auguro che il dialogo vada avanti, nell'interesse comune di tutti. I lavoratori più volte sono scesi in piazza - come avevo già detto - per chiedere che venissero rispettati i loro diritti; devono sapere che ne sarà di loro. I dipendenti e le loro famiglie hanno bisogno di certezze e di credere in un futuro sereno. Sono loro, oggi, a pagare gli oneri di un'operazione il cui perimetro resta ancora troppo vago. A ciò si aggiunga che l'ultimo rinnovo contrattuale per gli ex dipendenti Alitalia risale al 2014. Voglio ricordare, inoltre, Presidente, che i 621 dipendenti del servizio clienti, che da vent'anni lavorano per Alitalia attraverso la società Almaviva, non sanno che sarà di loro. ITA, infatti, ha affidato alla società Covisian la gestione del servizio clienti. Una decisione che al momento non prevede alcuna tutela occupazionale per questi lavoratori. Abbiamo davanti a noi sfide che non possiamo perdere. Questa fase delicatissima ci impone di mettere in campo tutte le nostre migliori competenze. L'Italia ha sempre avuto una forte vocazione turistica, non possiamo sprecarla, soprattutto alla luce del Next Generation EU, per cui tanto si è battuto il nostro presidente Giuseppe Conte. Potremmo essere all'altezza e competitivi, solamente se saremo in grado di accompagnare i cambiamenti, tenendo insieme sviluppo, economia e coesione sociale. Per queste ragioni, il Governo dovrà assumersi un'enorme responsabilità sul futuro della nuova compagnia aerea. Dobbiamo pensare a misure di politiche attive, all'estensione degli ammortizzatori sociali efficaci per accompagnare la transizione e tutelare il reddito di migliaia di famiglie. Apprendiamo con favore che il Governo ha accolto le nostre richieste per mantenere costante il tavolo di confronto con i sindacati e ci auguriamo che questo avvenga in maniera trasparente. Non bisogna dimenticare la tutela dei lavoratori del servizio clienti dell'ex compagnia di bandiera: parliamo di quei 621 lavoratori che hanno bisogno di salvaguardia. Infine, è necessario che si vigili, affinché sia rispettato rigorosamente l'articolo 203 del “decreto Rilancio” sull'applicazione da parte di ITA del contratto collettivo nazionale. Non possiamo accettare che una compagnia di Stato contravvenga alla normativa nazionale, demolendo i fondamenti del diritto del lavoro: la dignità e la professionalità di tante lavoratrici e tanti lavoratori. Se questo Governo, con questa azione, promuoverà il rilancio di questa azienda, allora avrà il nostro sostegno. Per questo motivo, dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle alla mozione di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

E' stata chiesta la votazione per parti separate della mozione del Presidente Rampelli. Stiamo completando la modalità. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Esatto, Presidente. Nelle more della verifica che state facendo, vorrei chiarire il senso della richiesta che abbiamo fatto di votare per parti separate alcuni impegni previsti nella nostra mozione. La tematica è conosciuta ed è importantissima. Si parla di occupazione e di un settore strategico. Noi abbiamo letto e ci siamo confrontati con la mozione di maggioranza: abbiamo notato che alcuni punti sono corrispondenti a quelli previsti dai nostri impegni della mozione. Chiediamo, quindi, di votarla per parti separate, perché crediamo che sarebbe un bel segnale per la Nazione e per i lavoratori italiani di Alitalia vedere finalmente una Camera che si pone in modo unitario rispetto a queste problematiche. Allora, sollecitiamo le parti di maggioranza a valutare la possibilità di votare con noi i nostri impegni, che – lo ripeto – riguardano, per la maggior parte, il dato occupazionale e la copertura delle tratte italiane. Quindi, in questo senso, mi rivolgo anche al Governo, perché solleciti affinché, da questa Camera, per lo meno su questi impegni che sono comuni, venga lanciato un segnale alla Nazione in modo comune e unitario (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Come da prassi, le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti. Avverto che i presentatori della mozione Rampelli ed altri n. 1-00491 (Nuova formulazione) hanno chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare da prima, congiuntamente i capoversi 1, 2, 3, 7 e 16 del dispositivo; a seguire le restanti parti della mozione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Rampelli ed altri n. 1-00491 (Nuova formulazione), limitatamente ai capoversi 1, 2, 3, 7 e 16 del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla restante parte della mozione Rampelli ed altri n. 1-00491 (Nuova formulazione), su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Serracchiani, Davide Crippa, Molinari, Fornaro, Valentini, Boschi, Lupi, Angiola e Marin 1-00519 (Nuova formulazione), su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 17 agosto 2021, n. 117, recante disposizioni urgenti concernenti modalità operative precauzionali e di sicurezza per la raccolta del voto nelle consultazioni elettorali dell'anno 2021 (A.C. 3269​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 3269: Conversione in legge del decreto-legge 17 agosto 2021, n. 117, recante disposizioni urgenti concernenti modalità operative precauzionali e di sicurezza per la raccolta del voto nelle consultazioni elettorali dell'anno 2021.

Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta si è conclusa la discussione sulle linee generali e il rappresentante del Governo è intervenuto in sede di replica, mentre il relatore vi ha rinunciato.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 3269​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e delle proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge (Vedi l'allegato A).

La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 7, del Regolamento, gli emendamenti 1.1 Montaruli, limitatamente al comma 1-ter, e 1.3 Montaruli, già dichiarati inammissibili in sede referente, in quanto estranei rispetto ai contenuti del provvedimento.

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione. Prego, onorevole Ceccanti.

STEFANO CECCANTI (PD). Relatore. Grazie. Il parere è contrario su tutti gli emendamenti.

PRESIDENTE. Il Governo?

CARLO SIBILIA, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Il parere è conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti…

Ha chiesto di parlare l'onorevole Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Presidente, la informo che non è passato all'emendamento, quindi nessuno ha alzato la mano; si tratta dell'emendamento 1.2.

PRESIDENTE. Prego.

EMANUELE PRISCO (FDI). Mi permetterà, Presidente, di fare una premessa con riferimento a questo provvedimento che andiamo a convertire sostanzialmente il giorno successivo allo spoglio delle elezioni; il che rappresenta un fatto curioso, perché molti di questi argomenti, come avvenne lo scorso anno, erano stati trattati, proposti nel decreto che ha rinviato le elezioni a ieri e l'altro ieri. In quella circostanza, nella quale il Parlamento decise di non discutere gli emendamenti delle opposizioni, di chiudere in quattro e quattr'otto la Commissione, tutte le norme contenute in questo decreto erano a vario titolo presentate. Abbiamo dovuto riconvocare una Commissione, abbiamo dovuto riconvocare l'Aula, spendendo soldi degli italiani per fare quello che avremmo potuto fare con un po' di attenzione nel decreto che ha rinviato le elezioni.

E vengo all'emendamento, Presidente: sebbene vi siano norme sostanzialmente di buonsenso, che potrebbero essere ulteriormente migliorate anche ai fini interpretativi, laddove vi fossero contenziosi, laddove vi fosse la necessità, a posteriori, di dover interpretare le norme che si vanno a convertire oggi e che, probabilmente, avranno la conversione finale in Senato molto dopo l'esito finale anche dei ballottaggi, su questo articolo, in particolar modo, si evince un sotteso leitmotiv di questa maggioranza e di questo Governo. Nell'articolo 1 sono riportate due modalità di espletamento del voto: una per tutti i comuni e per tutti i candidati d'Italia e una per il segretario del Partito Democratico Letta. Con riferimento a questo articolo, l'emendamento chiede l'uniformazione delle modalità elettive - chiedeva, perché ormai le elezioni suppletive per il collegio di Siena si sono svolte - chiedeva, appunto, di utilizzare lo stesso metro di giudizio, di tutela, di sicurezza tanto per le elezioni suppletive politiche quanto per le elezioni amministrative o regionali; infatti, non si capisce come mai il fatto di inserire io la scheda sia una misura di tutela, se si vota nel comune, mentre se si vota, invece, per il collegio della Camera le norme debbano essere differenti, come se le diverse elezioni avessero un diverso rischio di contagio. Questo è il senso di questo emendamento: svelare questa ennesima deroga, a dimostrare chi è e chi ha la leadership, il comando, la guida della maggioranza e del Governo, cioè il Partito Democratico che, anche con riferimento a questo articolo, dimostra come faccia leva sul suo potere di sudditanza, sul popolo, sul Parlamento. Per quanto riguarda il nostro segretario si applicano le vecchie regole; per il resto degli italiani si applicano, invece, le norme a tutela del COVID.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.2 Prisco, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1 Montaruli, per le parti ammissibili, come specificato in precedenza, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.3 Prisco, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.100 Ciaburro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Passiamo ora all'esame dei tre emendamenti, che costituiscono una serie a scalare, dell'onorevole Prisco, dal 3.3 al 3.1. Ai sensi dell'articolo 85, comma 8, primo periodo, del Regolamento e secondo la prassi consolidata, la Presidenza porrà in votazione il primo emendamento, il 3.3 Prisco, e l'ultimo emendamento della serie, il 3.1 Prisco, dichiarando assorbito quello intermedio.

Se nessuno intende intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.3 Prisco, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1 Prisco, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 3269​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A). Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

CARLO SIBILIA, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Sull'ordine del giorno n. 9/3269/1 Baldino il parere è favorevole con la seguente riformulazione: al quinto capoverso delle premesse, le parole “in attesa” sono sostituite dalle seguenti: “a seguito”; mentre l'impegno recita come segue: “a valutare l'opportunità di avviare lo sviluppo di un progetto di seggio digitale, secondo quanto esposto in premessa, compatibilmente con le risorse disponibili a legislazione vigente”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3269/2 Brescia il parere è favorevole. Sugli ordini del giorno n. 9/3269/3 Caretta, n. 9/3269/4 Prisco, n. 9/3269/5 Donzelli e n. 9/3269/6 Ferro, il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/3269/7 Montaruli il parere è favorevole con la seguente riformulazione: per gli impegni si procede alla cancellazione dalle parole “a riconoscere” fino alla parola “famiglie” e si trasforma in: “a valutare l'opportunità di garantire la traduzione nella LIS degli spot elettorali istituzionali sulle modalità di accesso al voto, la sicurezza e l'accessibilità ai seggi, anche attraverso forme di videointerpretariato, nei limiti delle risorse previste dall'articolo 34-ter del decreto-legge n. 41 del 2021.”

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Onorevole Baldino, accetta la riformulazione? Sì. Sull'ordine del giorno n. 9/3269/2 Brescia, il parere era favorevole, va bene. Sull'ordine giorno n. 9/3269/3 Caretta, il parere è contrario, se nessuno intende intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3269/3 Caretta con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3269/4 Prisco, su cui c'è un parere contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente, molto brevemente, questo ordine del giorno mi pare di assoluto buonsenso. Visto che la norma che è venuta fuori da questo decreto la riteniamo logicamente contraddittoria, noi diciamo: qualora vi fossero ancora - e ci auguriamo, ovviamente, di no - condizioni di pericolo da contagio anche nelle prossime elezioni e si applicassero norme a tutela della salute e della sicurezza dei cittadini, queste norme dovrebbero essere uguali per tutte le elezioni. Non è pensabile, come invece accade con questo decreto, che per le elezioni politiche si possa dare la scheda in mano al presidente, senza rischio di contagio da COVID, mentre per le elezioni amministrative la scheda la possa inserire il cittadino perché vi è rischio di contagio da COVID. Chiediamo un po' di logicità e mi sorprende il parere contrario del Governo perché una valutazione di questo tipo, circa l'uniformità sulla sicurezza per la salute dei cittadini, credo sia una norma di buonsenso, verso la quale il Governo dovrebbe in qualche modo tendere.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3269/4 Prisco, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).  

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3269/5 Donzelli. Ha chiesto di parlare l'onorevole Donzelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie mille, Presidente. Oggi come funziona per i rappresentanti di lista? I rappresentanti di lista possono essere nominati o precedentemente dalla lista, o anche la mattina stessa, prima che apra il seggio, presentandosi al seggio. L'ordine del giorno prevede la possibilità di nominare il rappresentante di lista anche durante le operazioni di voto. Visto quello che è accaduto nei seggi anche in queste ore, per cui mancano gli scrutatori, spariscono le schede, non si capisce cosa accade, credo sia un'operazione di trasparenza e legalità dare la possibilità a tutte le liste, anche a operazioni di voto iniziate, di nominare un rappresentante di lista in un seggio. Non comprendo perché il Governo sia contrario a dare la possibilità a tutti i partecipanti alle elezioni di nominare, anche a operazioni di voto iniziate, il rappresentante di lista per controllare il corretto svolgimento delle elezioni. Chiedo, quindi, al Governo se vuole modificare questo suo parere, grazie.

PRESIDENTE. Non vedo cenni dal Governo, quindi passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3269/5 Donzelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).  

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3269/6 Ferro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).  

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3269/7 Montaruli: accetta la riformulazione? No. Vuole intervenire? No. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3269/7 Montaruli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).  

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3269​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Forciniti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Il disegno di azzeramento, di annullamento e di umiliazione del Parlamento sovrano passa anche da momenti come questo, un momento in cui noi ci troviamo a convertire un decreto-legge, che praticamente ha già spiegato tutti i suoi effetti ieri e l'altro ieri, nel corso della tornata elettorale. Di solito, ci capita di convertire in legge dei decreti, che sicuramente hanno vigenza immediata - perché un decreto-legge ha vigenza immediata -, che però almeno spiegano effetti più in là nel tempo. Questa volta abbiamo toccato il culmine proprio di questo totale svuotamento di quest'Aula, perché siamo chiamati a questa buffonata, a questa pagliacciata, di dover affrontare questa discussione surreale, ridicola, per un decreto che già, di fatto, non serve più, perché serviva per disciplinare quello che è accaduto ieri e l'altro ieri (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è). Allora, è evidente che tutto questo non viene più neanche fatto per mera disorganizzazione o perché siamo in emergenza o perché ci sono tanti decreti. Ormai io mi sono reso conto e ho maturato la convinzione che sia proprio una volontà, precisa, scientifica, mirata, del Governo di umiliare il Parlamento e di lanciare anche un segnale, anche inconsciamente di dire: voi non contate nulla, guardate cosa vi faccio fare, vi faccio perdere il tempo, a convertire un decreto che non serve più. E siamo qui in questo momento, quindi, in questo momento surreale, il giorno dopo una tornata elettorale che ha lanciato un messaggio fortissimo, con l'astensionismo alle stelle. Metà della gente non va più a votare e non va più a votare anche perché ha capito che questo Parlamento non serve a nulla e i partiti politici, alla fine, sono tutti uguali, perché, quando è il momento di contare, quando è il momento di esercitare anche proprio il mandato, che il popolo gli ha conferito, preferiscono delegare e mettersi a scodinzolare dietro la gonna di Mario Draghi. Allora, cerchiamo di capire anche che segnali come questi non vanno ignorati e nessuno oggi può dire di aver vinto le elezioni, ieri (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è). Io ho ascoltato commenti surreali, gente che mi sembrava parlasse da Marte. Il segretario del PD, Letta, che diceva che questa è una vittoria della partecipazione. Dopo avere vinto un seggio con una percentuale di votanti del 35 per cento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è), lui ha detto che è una vittoria della partecipazione! Se noi non iniziamo a cogliere questi segnali, colleghi, finiamo tutti veramente per perderci, per rimetterci e anche accettare supinamente, in silenzio, senza nemmeno un vagito di orgoglio, questa costante delegittimazione in atto del Parlamento. Secondo me, non giova a nessuno, maggioranza o opposizione, che si sostenga Draghi o che non lo si sostenga: un atto del genere, di umiliazione di quest'Aula non può essere tollerato. E noi per questo, Presidente, ovviamente, non daremo il nostro contributo in questa farsa di votazione finale che ci sarà. Ci asterremo, perché veramente siamo arrivati al culmine e al colmo. Io chiedo anche a lei, Presidente di turno, di farsi carico anche di questa nostra richiesta, di questo grido di dolore, perché - la prego - chieda al Governo di rispettarci anche nella tempistica con cui questi decreti arrivano in Aula, perché non è possibile che non abbiamo neanche il tempo di provare almeno a dire la nostra, anche per un obiettivo che poi ci accomuna, perché garantire il diritto di voto anche ai cittadini, magari in quarantena o in isolamento, è una cosa che tutti abbiamo a cuore. Allora, perché, almeno su questi temi, che non sono divisivi, non si può provare a coinvolgere un minimo in più il Parlamento e si deve sempre costringerci, invece, ad arrivare qui a giochi già fatti, a doverci sentire umiliati, senza avere la possibilità di dire nulla? Dunque, io la prego, Presidente, davvero chieda che la Camera venga rispettata, che il Parlamento venga rispettato (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è), perché questo Governo non lo sta facendo. E cerchiamo tutti di raccogliere questo segnale che arriva da fuori, perché ormai siamo in una bolla autoreferenziale: nessuno ci vota, nessuno ci ascolta, nessuno partecipa più. Nessuno partecipa più! Allora, vi prego: fermiamoci, prima che sia troppo tardi, perché questa è una china che prende una certa direzione e, poi, sappiamo come inizia, ma non sappiamo come va a finire, quando si gioca a delegittimare, anche in maniera così clamorosa, l'istituzione rappresentativa centrale di questo ordinamento, che è il Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Signor sottosegretario, siamo chiamati a convertire in legge il decreto sulle consultazioni elettorali 2021, con le modifiche e le integrazioni rese necessarie dallo stato di emergenza del COVID. Pur comprendendo il disagio che ha espresso poc'anzi il collega Forciniti, sul fatto che noi convertiamo in prima lettura il decreto a cose fatte, nel senso che ha già dispiegato i suoi effetti questo weekend, però rimane il tema che è quello, a nostro giudizio, di un corretto comportamento del Governo: si è cercato di rispettare un momento sacro per la democrazia, come è quello del voto, un voto amministrativo che ha visto coinvolgere milioni di elettori, cercando di rendere compatibile il rispetto di questo voto evidentemente con i necessari accorgimenti, derivanti dalla presenza ancora circolante del virus. Non abbiamo presentato emendamenti e non abbiamo avuto questioni di merito da sollevare e, anche per questa ragione, annuncio il voto favorevole di Liberi e Uguali alla conversione in legge di questo decreto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Berardini. Ne ha facoltà.

FABIO BERARDINI (CI). Grazie Presidente, solo per annunciare il voto favorevole del gruppo Coraggio Italia a questo disegno di legge di conversione (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Maio. Ne ha facoltà.

MARCO DI MAIO (IV). Marco Di Maio, Presidente.

PRESIDENTE. Marco Di Maio, sì, pardon.

MARCO DI MAIO (IV). Annuncio, con questa brevissima dichiarazione, il voto favorevole di Italia Viva alla legge di conversione di questo decreto, un decreto significativo, che segna un ulteriore tassello nella ripartenza del nostro Paese. Non è vero che, nella sua conversione, non è utile, perché tra gli articoli di questo provvedimento ce ne è uno che ci sta particolarmente a cuore, che è quello che introduce disposizioni sul rinnovo dei Comites, gli organismi che rappresentano gli italiani all'estero, norme importanti, che, come Italia Viva, abbiamo voluto e che vanno nella direzione anche di incentivare la partecipazione dei nostri connazionali residenti all'estero a questo importante appuntamento. Quindi, anche per questo motivo, annuncio il voto favorevole del gruppo di Italia Viva (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie Presidente. Come già detto nel corso della discussione, arriviamo oggi a convertire in quest'Aula un decreto superato, un decreto che ha già dispiegato i suoi effetti nello scorso weekend. Esso contiene norme sacrosante, di buon senso, di tutela della sicurezza e della salute nello svolgimento delle operazioni di voto, norme che erano state oggetto di inserimento nel decreto che rinviava alle elezioni del 2020, che erano state oggetto di proposte di Fratelli d'Italia, dell'opposizione e dei gruppi di maggioranza, anche nel decreto che, quest'anno, determinava il rinvio delle elezioni; ma di quel decreto non vi fu la possibilità di parlare né in Commissione né in Aula e di modificarne il testo. Per cui, di fatto, si è arrivati all'emanazione di un decreto-legge a ridosso della data fissata per le elezioni e il Parlamento è stato convocato, con questa stanca prassi di conversione, addirittura il giorno successivo allo spoglio, per la conversione del decreto stesso. Una buffonata, un trattamento non consono nei confronti del Parlamento, non opportuno, perché, quelle regole del gioco, che sono state scritte, potevano essere scritte insieme; e gli emendamenti, che all'epoca furono presentati per la sicurezza e per la salute dei cittadini, che oggi fanno parte di questo decreto, potevano essere inseriti, perché non c'era niente di politico e ideologico, ma semplicemente la copia di quello che si era fatto l'anno precedente, cioè norme di buon senso.

Due considerazioni politiche, nell'annunciare il voto di astensione di Fratelli d'Italia consentitemele.

Sono riferite all'articolo 1, laddove vengono disciplinate due modalità differenti di sicurezza, due norme differenti per la sicurezza degli elettori e dei componenti degli uffici elettorali, quindi degli scrutatori. Per le elezioni politiche, dove è candidato il segretario del Partito Democratico, si attuano le norme ordinarie sul voto mentre si applicano le norme in deroga per tutti gli altri comuni mortali che si candidano o per tutti i cittadini che invece votano semplicemente, nell'ottica del Partito Democratico, per rinnovare democraticamente le amministrazioni comunali o la regione Calabria. Colgo anche l'occasione, ovviamente, per fare i complimenti al collega Occhiuto che è stato eletto presidente, anche grazie all'importante contributo di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). L'altra considerazione vale un po' come per le elezioni politiche: le elezioni politiche non si possono celebrare, tranne quelle che servono a dare un seggio al segretario del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Infatti, la regola, il leitmotiv è sempre lo stesso: dove conviene al Partito Democratico ci sono le eccezioni; dove, invece, conviene ai comuni mortali si applicano finanche le più attente regole.

Un'altra considerazione - l'ha detto qualcuno prima di me - va al dato significativo delle elezioni amministrative dell'altro ieri e di ieri, cioè il livello altissimo di astensione. Vedete, quello che ho detto poc'anzi sta esattamente nello stesso racconto. I cittadini li abbiamo, anzi li avete stancati così tanto da non ritenere necessario il voto. Il dato dell'astensione di ieri e l'altro ieri è un dato significativo e preoccupante ma è l'esito dell'umiliazione della democrazia per cui tu voti per un partito che dice di fare una cosa e poi va in Parlamento e ne fa un'altra (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), voti per una coalizione che dice che va al Governo con alcuni alleati e poi si ritrova a fare i Governi con “la qualunque” pur di rimanere attaccata alle poltrone, una volta perché c'è l'emergenza economica, una volta perché c'è l'emergenza COVID, una volta perché c'è l'emergenza di salvare la poltrona; ma l'esito è sempre lo stesso. Alla fine, si umilia e si continua a umiliare la democrazia, per cui si può votare per rinnovare il collegio di Siena, dove è candidato il segretario del Partito Democratico, e non si può votare per il resto dei collegi parlamentari, perché guai se mai il centrodestra vincesse le elezioni ed esprimesse il Governo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ormai la regola che abbiamo imposto è quella per cui chiunque vinca le elezioni governa sempre il Partito Democratico! Ed ecco che questa continua umiliazione della democrazia - e credo che questo sia il tema che andrebbe trattato, al di là delle norme di buonsenso, di cui dicevo, a tutela della sicurezza e della salute di chi vota e di chi compone i seggi - porta poi alla vittoria dell'astensionismo che è esattamente e plasticamente la sconfitta della democrazia, la sconfitta del Parlamento, la sconfitta a cui avete portato con questo ennesimo Governo non eletto da nessuno, per cui anche i cittadini si stanno rendendo conto che forse è inutile votare. Noi, però, continueremo la nostra battaglia di libertà chiedendo, ancora una volta, che qualunque governo, che sia comunale, che sia provinciale, che sia regionale, che sia nazionale, sia esattamente scelto dal detentore del potere democratico, cioè il popolo. Su questo non ci farete cambiare idea. Alla fine vi accorgerete che i giochi di palazzo un giorno finiranno, perché a risvegliare la voglia di libertà e di democrazia saranno gli italiani e questa volta vi spazzeranno via una volta per sempre, perché ci siamo stancati di regole che cambiano alla bisogna di chi comanda questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Calabria. Ne ha facoltà.

ANNAGRAZIA CALABRIA (FI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, il decreto che ci troviamo oggi a dover convertire in legge ha avuto il pregio di garantire l'esercizio del diritto di voto a tutti i cittadini in totale sicurezza. Stiamo parlando di oltre 12 milioni di italiani che sono stati chiamati ad esercitare il loro diritto di voto. È vero, ha ragione chi mi ha preceduto: abbiamo registrato un dato record sul fronte dell'astensione, abbiamo un dato dei votanti che si attesta intorno al 54,7. Quindi, il dato sull'affluenza è un dato che ci deve far preoccupare, ci mancherebbe altro! Tuttavia, queste elezioni non rappresentano un punto di arrivo. Sono sicuramente un punto dal quale ripartire, perché tutti sappiamo che con questo Governo, con il Governo presieduto da Mario Draghi stiamo superando la crisi pandemica e stiamo attuando il Piano nazionale di ripresa e resilienza. La situazione sanitaria e quella economica stanno nettamente migliorando e - lasciatemelo dire - questo è stato il risultato del combinato disposto dell'azione di misure di prevenzione ben calibrate, come il rafforzamento crescente della campagna vaccinale, l'adozione del green pass, gli sforzi del personale sanitario, la disciplina dimostrata dai cittadini e misure appropriate di sostegno economico, che vedono un rimbalzo del PIL al 6 per cento. Vedete, le riforme prospettate nel corso della presentazione della NADEF costituiranno un elemento essenziale per il rinnovo del nostro Paese e per l'attuazione concreta del PNRR. Si tratta di riforme a cui bisognerà dare rapida attuazione e che potranno realizzarsi concretamente solo condividendo gli obiettivi che queste si prefiggono nonché rispettando le tempistiche che ci impone l'Europa. Gli argomenti da trattare, ovviamente, sono moltissimi e sono anche molto complessi, ma noi di Forza Italia continueremo a fare la nostra parte con responsabilità, con impegno e con determinazione, e proprio per questo esprimeremo voto favorevole su questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Raciti. Ne ha facoltà.

FAUSTO RACITI (PD). Grazie, Presidente. Solo per annunciare il nostro voto favorevole e, considerate le cose che si sono sentite in Aula fino a questo momento, provare a insinuare il dubbio che il dato di astensione possa non essere collegato al fatto che questa volta è stato l'elettore e non lo scrutatore a mettere la scheda nell'urna.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Iezzi. Ne ha facoltà.

IGOR GIANCARLO IEZZI (LEGA). Grazie, Presidente. Quello che sorprende di questo decreto non è ovviamente il suo contenuto, visto che parliamo di normali e ovvie norme procedurali, ma la tempistica con cui noi lo stiamo approvando. Perché? Perché è evidente a tutti che approvare oggi un decreto che ha regolamentato il modo di votare che si è tenuto domenica e lunedì è un po' un'assurdità e rientra nel novero delle umiliazioni che ha subito quest'Aula parlamentare. Non solo noi continuiamo ad approvare decreti-legge con delle modalità che rendono difficile la discussione ma, addirittura, li approviamo - mi si passi il termine - “a babbo morto”, cioè quando oramai non servono più a nulla perché le elezioni si sono già tenute. Quindi, ha poco senso discutere di quello che è contenuto all'interno del decreto.

Invece, credo sia importante - e ruberò pochissimi secondi - solo sottolineare una cosa che non c'è nel decreto-legge e che qualcuno aveva tentato di inserire, cioè la proroga per la raccolta delle firme per il referendum sulla cannabis. È un tentativo che poi è stato realizzato lo stesso. Infatti, nonostante non sia riuscito attraverso questo decreto-legge, si è riusciti lo stesso a ottenere il risultato usando direttamente il Governo e facendolo passare in un decreto-legge sulle proroghe di altri termini, tra cui l'assegno familiare e alcune scadenze che riguardavano l'Irpef. Allora, io mi sono chiesto: perché i proponenti, che già sapevano che poi avrebbero utilizzato la via governativa, hanno ritenuto, comunque, di dover adempiere il tentativo di provare ad approvarlo all'interno di questo decreto? Perché sapevano che far passare quel tipo di norma all'interno di un decreto-legge direttamente all'interno del Consiglio dei Ministri - e faccio presente che i nostri Ministri si sono astenuti - era un'evidente e chiara forzatura.

Allora, voi dovete sapere che, quando quel decreto sulle proroghe arriverà in quest'Aula, ovviamente la discussione diventerà tutta politica, e sul perché il Governo e una parte della maggioranza hanno insistito per forzare le norme e approvare la proroga di un mese sul referendum sulla cannabis. Io non credo che sia stata una buona idea e credo che ci sia ancora la possibilità di intervenire; certo, per i proponenti di quell'emendamento sarebbe un colpo, ma forse il rispetto dell'Aula del Parlamento e del Consiglio dei Ministri è più importante della raccolta firme su un tema così divisivo come quello della cannabis (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldino. Ne ha facoltà.

VITTORIA BALDINO (M5S). Grazie, Presidente. Questo decreto ha consentito ai cittadini italiani di poter espletare le operazioni di voto in totale sicurezza e, per questo, non ci sono dubbi sull'opportunità di approvarlo e di convertirlo. Io ringrazio il Governo per aver dato parere favorevole ai nostri ordini del giorno. Ho sentito parlare di astensionismo: è vero, è dilagante; è un problema ed è un tema che ci dobbiamo porre, come partiti e movimenti politici. Sicuramente è un tema di affezione dei cittadini nei confronti della politica, ma ci dobbiamo anche porre il problema di quanti magari avrebbero voluto, ma non hanno potuto, recarsi alle urne. Quindi, credo che compito di questo Parlamento debba essere anche quello di facilitare gli elettori ad andare a votare e di recarsi alle urne per esprimere il proprio diritto-dovere di cittadini. È per questo che abbiamo presentato al Governo due ordini del giorno: il primo è su un tema che ci sta molto a cuore, che riguarda la ricerca di sedi alternative alle scuole per preparare seggi, perché è chiaro che in questi giorni le attività didattiche sono interrotte a causa delle elezioni; abbiamo stanziato un fondo di 2 milioni per consentire ai comuni di intercettare delle sedi alternative, ma purtroppo non abbiamo ottenuto i risultati sperati, perché il tempo era obiettivamente poco, ma credo che questo tema, questo Parlamento e questo Governo - proprio perché è un tema che si porrà per sempre, in quanto ogni anno ci sono decine di tornate elettorali - dovranno porselo; bisogna porsi questo problema, perché non è giusto che le attività didattiche si debbano interrompere e non ci credo che non vi siano strutture alternative da poter adibire a seggi. Questo, quindi, è un ordine del giorno che è stato accolto dal Governo, che si è impegnato a trovare in legge di bilancio altri fondi per ottenere questo risultato.

L'altro tema è quello della digitalizzazione: noi riteniamo che, vista la domanda di digitalizzazione che a causa della pandemia e grazie alla pandemia si è sviluppata, potremmo utilizzare questi nuovi strumenti anche per digitalizzare le procedure elettorali, e non mi riferisco soltanto al momento di espressione del voto, ma anche al momento prodromico e a quello successivo. In questo modo si velocizzerebbero anche le attività di scrutinio. Noi li abbiamo visti tutti, nei seggi, gli scrutatori che segnavano a mano nome e cognome, numero di carta d'identità, degli elettori. È arrivato il momento di digitalizzare anche questo e, forse, in questo modo, consentiremmo agli studenti, a quegli studenti che non sono potuti andare a scuola, che non hanno potuto seguire le attività didattiche in presenza di godere di più giorni di scuola e meno giorni di chiusura. Presidente, mi avvio a conclusione, però prima vorrei rispondere al collega Iezzi.

PRESIDENTE. Si rivolga a me, onorevole Baldino.

VITTORIA BALDINO (M5S). Sì, Presidente, mi sto rivolgendo a lei: non ci sono referendum che ci piacciono e referendum che non ci piacciono (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Il referendum sulla cannabis aveva già raggiunto le 500 mila firme. Non si era richiesto di prorogare il termine perché il referendum non aveva raggiunto le firme necessarie: quelle firme, richieste dalla legge, erano state già raggiunte; ciò che era necessario era una disposizione di legge che consentisse a quei più di 500 mila elettori di vedere che la propria richiesta, il proprio quesito referendario fosse posto al voto, cosa che altrimenti non sarebbe stata possibile. Quindi, diciamo le cose come stanno e non facciamo i mercenari della democrazia. La democrazia non si usa a nostro piacimento soltanto quando dobbiamo preparare il referendum sulla giustizia, per dire che andiamo contro la Ministra Cartabia e prepariamo la nostra proposta sulla giustizia: tutti i referendum hanno la propria dignità. Quando gli elettori esprimono il proprio consenso per un quesito referendario, è giusto che quel quesito venga posto al voto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questa è stata la richiesta per la proroga dei termini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 3269​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3269: Conversione in legge del decreto-legge 17 agosto 2021, n. 117, recante disposizioni urgenti concernenti modalità operative precauzionali e di sicurezza per la raccolta del voto nelle consultazioni elettorali dell'anno 2021.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 15).

Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti: sull'ordine dei lavori?

ROBERTO GIACHETTI (IV). Signor Presidente, per un richiamo al Regolamento, anzi a due articoli, 59 e 24. Ovviamente, lei, legittimamente, Presidente, ha ritenuto di non intervenire, quantomeno a precisazione di fronte all'intemerata dell'onorevole Forciniti e poi, anche adesso, a fronte delle parole del collega Iezzi, però forse è utile che rimanga agli atti una riflessione. Io non sono certo uno che difende il Governo a priori, anzi io penso che il tema del moltiplicarsi dei decreti-legge, che ormai - quelli sì - diventano diciamo un'usanza che mortifica il Parlamento (ma vorrei dire, chi è senza colpa, scagli la prima pietra). Ormai, diciamo è questa, purtroppo, un'abitudine che va peggiorando di legislatura in legislatura e questa, sicuramente, è una responsabilità del Governo. Tuttavia, signor Presidente, vorrei dirle che forse è utile che rimanga agli atti che il decreto-legge è la forma che ha il Governo per emanare provvedimenti che abbiano effetto immediato dal punto di vista legislativo e si prevede che il Parlamento debba convertirli proprio perché, altrimenti, perdono gli effetti di legge. È successo già tante altre volte - possiamo trovare precedenti di tutti i tipi - che si siano fatte, anche in passato, norme che, se non convertite, avrebbero fatto perdere effetto a tutto quello che era stato deciso nei decreti. Dico questo perché il decreto ha, come presupposti, la necessità e l'urgenza. Non c'è dubbio che - almeno su questo penso che tutti siano d'accordo - l'urgenza di fare un decreto che intervenisse con alcune misure per garantire la sicurezza dei cittadini nel momento in cui vi era lo svolgimento delle elezioni, era indispensabile.

Perché faccio questo richiamo, Presidente? Perché si è continuato a dire - lo ha ripetuto anche il collega - che è colpa del Governo: il Governo ha presentato il decreto-legge il 23 agosto del 2021; i lavori dell'Aula sono ripresi la prima settimana di settembre; forse l'onorevole Forciniti - non so se partecipa direttamente alle Conferenze dei capigruppo - dovrebbe sapere che il calendario dei lavori lo fa la Conferenza dei capigruppo, sulla base anche delle indicazioni del Governo, ma i tempi nei quali viene discusso un decreto sono stabiliti dalla Conferenza dei capigruppo. Quindi, una volta tanto, a prescindere dal fatto che il Governo fa troppi decreti, come tutti gli altri Governi precedenti, in questo caso credo proprio che non ci sia nessuna responsabilità del Governo.

Chiudo dicendo, signor Presidente, anche al collega della Lega, che non solo questo intervento è stato fatto per garantire il diritto costituzionale ai cittadini, ma soprattutto che è abbastanza singolare che la Lega si preoccupi del fatto che c'è una proroga per il referendum che riguarda la legalizzazione delle droghe leggere, ma non si preoccupa del fatto che la stessa proroga è stata fatta per il referendum sulla giustizia: il termine scadeva a settembre anche per il referendum sulla giustizia, ma è stato prorogato fino a ottobre. Diciamo che non si capisce perché per alcuni referendum si deve fare, mentre per altri non si deve fare, se non perché, anche in questa occasione, si vuole buttare tutto in politica.

Poi ci sarà il momento, non in Aula, signor Presidente, ma, se Dio vuole, nel Paese, in cui avremo la possibilità di vedere sulla giustizia, sull'eutanasia legale, sulla caccia e anche sulla legalizzazione quale sarà il giudizio del popolo italiano.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sempre sul Regolamento, l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (MISTO-L'A.C'È). Sì, Presidente. Solo per comprendere se per caso lei ha riaperto le dichiarazioni di voto sul decreto-legge oppure se si è conclusa questa fase, poiché da quello che mi sembrava l'intervento del collega Giachetti era più una dichiarazione di voto sul decreto-legge piuttosto che un intervento sul Regolamento o sull'ordine dei lavori. Quindi, qualora avesse riaperto la discussione con un intervento tardivo, magari qualcuno si può di nuovo iscrivere e intervenire sul decreto.

PRESIDENTE. No, era sul Regolamento e infatti ha citato i due articoli a cui faceva riferimento.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Forciniti. Su che cosa?

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-L'A.C'È). Sullo stesso argomento introdotto dal collega Giachetti perché è vero…

PRESIDENTE. Sul Regolamento? Su quali articoli?

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-L'A.C'È). Articoli 8 e successivi, perché è evidente, ovviamente, che la Conferenza dei capigruppo in teoria avrebbe tutta la libertà di decidere il calendario dei lavori, però se il Governo ci presenta quattro decreti alla volta, è chiaro che poi è impossibile lavorare su tutti i decreti, quindi, poi, di fatto, ci troviamo impossibilitati a fare anche delle minime modifiche elementari di buonsenso. Quindi, vorrei ancora una volta, adesso, reiterare la richiesta - mi rivolgo a lei, Presidente, che rappresenta il Parlamento - al Governo affinché ci rispetti, anche nella tempistica con cui questi decreti arrivano in Aula, anche perché si sapeva già da tempo che il 3 e il 4 ottobre saremmo andati alle urne, quindi si poteva per tempo anche disciplinare meglio questa cosa, non per forza attraverso la decretazione d'urgenza. Se poi le cose vengono fatte all'ultimo momento, è chiaro che poi diventa necessario e urgente fare un decreto, che questo Parlamento non può neanche provare minimamente a migliorare.

Discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento civile nei confronti di Pietro Tidei, deputato all'epoca dei fatti (Doc. IV-ter, n. 7-A) (ore 18).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del seguente documento: Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento civile nei confronti di Pietro Tidei, deputato all'epoca dei fatti (Doc. IV-ter, n. 7-A).

La Giunta propone di dichiarare che i fatti per i quali è in corso il procedimento non concernono opinioni espresse da Pietro Tidei nell'esercizio delle sue funzioni, ai sensi del primo comma dell'articolo 68 della Costituzione.

(Discussione - Doc. IV-ter, n. 7-A)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione.

Ha facoltà di parlare il relatore, onorevole Pietro Pittalis.

PIETRO PITTALIS , Relatore. La Giunta per le autorizzazioni riferisce su una richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità che scaturisce da un procedimento civile promosso da Giovanni Moscherini, all'epoca dei fatti sindaco del comune di Civitavecchia, nei confronti di Pietro Tidei, deputato della XVI legislatura. Si tratta di una vicenda ormai risalente nel tempo, precisamente all'anno 2009, mentre la richiesta è pervenuta dall'autorità giudiziaria nel 2013, durante la scorsa legislatura. Riassumo brevemente i fatti, che saranno più diffusamente illustrati nella relazione scritta che viene depositata. L'8 ottobre del 2009 la stampa locale e nazionale diffuse la notizia secondo cui l'allora sindaco di Civitavecchia, Giovanni Moscherini, era stato colpito da un provvedimento giudiziario di espulsione da Cuba, accusato di un grave reato. La notizia era stata anticipata il giorno precedente nel corso di una conferenza stampa indetta da un esponente politico locale, anch'egli citato per danni dal Moscherini unitamente agli autori di alcuni articoli di stampa e ai direttori delle relative testate.

Sin dai giorni immediatamente successivi alla notizia, articoli di stampa evidenziavano elementi circa la falsità del documento giudiziario e, quindi, della notizia medesima. In data 11 ottobre 2009 fu tuttavia pubblicata un'intervista all'onorevole Tidei, titolata: “Invece è tutto vero”. In successive dichiarazioni rese ad organi di stampa l'onorevole Tidei preannunciò anche l'intenzione di presentare un'interrogazione parlamentare sulla vicenda; furono inoltre pubblicati ulteriori commenti con cui, sia pure in tono dubitativo, il Tidei accreditava la notizia riferita al Moscherini. Nella scorsa legislatura l'onorevole Tidei, nella sua audizione presso la Giunta per le autorizzazioni, mise in relazione la controversia giudiziaria con le sue costanti iniziative politiche di approfondimento, di monitoraggio e di controllo sulla gestione dell'autorità portuale di Civitavecchia, per un lungo tempo diretta dal Moscherini e sulla quale aveva presentato numerosi atti di sindacato ispettivo. Precisò che, successivamente, le divergenze si erano acuite in conseguenza della contesa politica con il Moscherini, con il quale si avvicendò nella carica di sindaco di Civitavecchia. Nella corrente legislatura, l'onorevole Tidei, nel corso delle audizioni, ha confermato questa sua ricostruzione e ha ulteriormente ribadito di avere unicamente espresso le proprie opinioni nell'esercizio delle sue funzioni di parlamentare, con la conseguenza che le sue dichiarazioni rientrerebbero senz'altro tra quelle attività extra moenia che la giurisprudenza costituzionale ritiene suscettibili di essere coperte da insindacabilità.

Vado proprio alla sintesi per mettere in evidenza la questione sulla quale si è soffermata la Giunta per le autorizzazioni. L'onorevole Tidei, sia nell'audizione della scorsa legislatura, sia in quella della presente ha evidenziato come le dichiarazioni da lui rese alla stampa sulla vicenda della presunta espulsione da Cuba dell'ex sindaco di Civitavecchia andrebbero considerate nel più ampio contesto dei complessi rapporti politici tra l'onorevole Tidei stesso e il Moscherini. Inoltre, l'onorevole Tidei ha sempre inteso collegare le predette dichiarazioni con la propria attività di deputato eletto in quel territorio. È tuttavia emerso che la documentazione depositata dall'onorevole Tidei alla Giunta nel corso dell'ultima audizione, così come quella depositata nel corso della precedente audizione, non appare utile a fondare tale collegamento, né sono stati rinvenuti altri atti parlamentari utili al fine.

L'onorevole Tidei ha infatti prodotto numerosi atti tipici parlamentari riferiti alle attività politiche e amministrative del Moscherini, tutti relativi alla gestione del porto e all'amministrazione del comune di Civitavecchia, ma nessuno facente riferimento alla vicenda di cui si tratta. In definitiva, dagli atti parlamentari presentati dall'onorevole Tidei non si rileva alcun nesso con le dichiarazioni rese, salvo un collegamento per così dire territoriale, che però non ha il carattere funzionale su cui è notoriamente ed esclusivamente basata la prerogativa dell'insindacabilità. Tanto premesso, ho proposto alla Giunta di deliberare nel senso della sindacabilità e nella seduta del 30 giugno 2021, in assenza di elementi di novità, anche perché all'onorevole Tidei è stata data la possibilità di produrre anche della documentazione circa una definizione stragiudiziale della vertenza, di cui la Giunta non ha potuto avere il riscontro, ho rinnovato la mia proposta e la Giunta ha deliberato a maggioranza nel senso che alle dichiarazioni rese dall'ex deputato Pietro Tidei, di cui al procedimento civile in oggetto, non si applichi il primo comma dell'articolo 68 della Costituzione.

PRESIDENTE. Non essendovi iscritti a parlare, dichiaro chiusa la discussione.

(Dichiarazioni di voto - Doc. IV-ter, n. 7-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (MISTO-L'A.C'È). Presidente, grazie, sarò velocissimo. Solo per confermare che, come L'Alternativa c'è, riteniamo, conformemente al relatore, che le dichiarazioni dell'ex parlamentare siano assolutamente sindacabili e sia corretta la strada intrapresa dall'allora ricorrente in sede civile, nonché dal giudice.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gagliardi. Ne ha facoltà.

MANUELA GAGLIARDI (CI). Grazie, Presidente. Il procedimento civile pendente presso il tribunale di Roma con una richiesta risarcitoria formulata nei confronti dell'ex deputato Pietro Tidei, come è stato esaustivamente illustrato dal relatore, ha ad oggetto delle affermazioni che furono diffuse a mezzo stampa nel 2013, con cui il Tidei commentava una notizia riguardante l'allora sindaco di Civitavecchia.

Questo tipo di attività posta in essere dall'ex deputato Tidei non ha avuto seguito in alcun modo con atti parlamentari, quindi non c'è stato alcun atto tipico dell'attività parlamentare, nonostante la stessa fosse stata annunciata in una certa fase dallo stesso Tidei. Quindi, nessun collegamento tra le dichiarazioni rese alla stampa e l'attività del deputato eletto in quel territorio è stato provato né tantomeno supportato da atti parlamentari. Per queste ragioni, il gruppo di Coraggio Italia voterà a favore della proposta del relatore e quindi nel senso della sindacabilità.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sarro. Ne ha facoltà.

CARLO SARRO (FI). Grazie, Presidente. Come gruppo di Forza Italia naturalmente condividiamo appieno le conclusioni rassegnate dal relatore, l'onorevole Pittalis, che ha condotto un lavoro estremamente puntuale nella ricostruzione della vicenda e, soprattutto, ha ricordato come la Giunta in questa fattispecie abbia cercato di favorire una soluzione compositiva della controversia, attendendo ripetutamente e concedendo anche più volte alle parti termini per verificare la possibilità di transigere il tutto e chiudere preventivamente. Purtroppo, questi tentativi non hanno sortito alcun effetto e si è andati avanti nell'esame della vicenda.

È una storia, questa, che ha tratti di opacità, perché parte dalla formazione di un provvedimento che poi è risultato essere non veritiero, quindi, fasullo, con un'accusa anche particolarmente pesante nei confronti del destinatario, e che si è sviluppata in un intreccio di rapporti con la stampa, con pubblicazione, divulgazione e diffusione di notizie. Il tutto è sicuramente ascrivibile anche alla polemica politica, ma non esclusivamente, sicché la vicenda che è stata richiamata, l'argomento che è stato sottolineato, dell'assenza di un atto tipico, è sicuramente non l'elemento esclusivo che ha portato la Giunta a ritenere non concedibile la protezione costituzionale in questo caso, perché, in altri precedenti, la Giunta ha ritenuto che non fosse necessaria soltanto l'esistenza dell'atto tipico, ma il collegamento tra l'intervento del parlamentare e l'esercizio, appunto, della sua funzione. In questo caso, obiettivamente, per la natura della controversia nonché per la dinamica che ha contrassegnato questa fattispecie, non è ravvisabile, anche al di là dell'argomento dell'inesistenza dell'atto parlamentare tipico, il collegamento con la funzione parlamentare; quindi, non è invocabile la protezione dell'articolo 68.

Per queste ragioni, il gruppo di Forza Italia voterà a favore delle conclusioni indicate nella relazione sottoposta e già approvata dalla Giunta (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Grazie, Presidente. Anche il gruppo del Partito Democratico condivide le conclusioni del relatore Pittalis che ha svolto un lavoro istruttorio rigoroso. Questa è una vicenda che probabilmente, come diceva poc'anzi il collega Sarro, poteva concludersi attraverso una conciliazione tra le parti e anche la Giunta si è adoperata, per quanto possibile e per quanto nelle sue prerogative, per favorire questa soluzione che sembrava anche a portata di mano, tant'è vero che è stata rinviata più volte la decisione in Giunta come poi, anche, l'approdo in Aula. Tuttavia, visto che poi questa soluzione non si è realizzata, non ci resta che prendere atto di una ricognizione da un punto di vista formale e giuridico, che è quella che ha svolto il collega Pittalis, che dà conto del fatto che effettivamente nel caso di specie, è molto complicato e difficile ravvisare un collegamento tra l'attività tipica del parlamentare, appunto nella persona del collega, ex collega Tidei, e l'oggetto della controversia che ha portato poi alla richiesta nei suoi confronti.

Quindi, non possiamo che associarci alle conclusioni del collega Pittalis, riconoscendo che, in questo caso, non solo non ci sono atti tipici da parte dell'ex collega Tidei che possano giustificare anche un collegamento con l'attività parlamentare tipica, secondo l'insegnamento costante, ormai, della giurisprudenza che si è occupata del caso e di questa fattispecie, ma, obiettivamente, non c'è neanche un collegamento de facto con un'attività tipica del parlamentare da svolgere, appunto, in quest'Aula, perché è una polemica che attiene, invece, ad una vicenda legata al territorio, all'amministrazione locale e, quindi, che nulla ha a che fare con l'attività del parlamentare. Quindi, condividiamo le conclusioni del collega Pittalis e voteremo conformemente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giuliano. Ne ha facoltà.

CARLA GIULIANO (M5S). Grazie, Presidente. Come sappiamo, oggi, siamo chiamati in Aula ad esprimerci sull'insindacabilità delle dichiarazioni rese dall'ex deputato Pietro Tidei, deputato all'epoca dei fatti, per la vicenda che riguarda il procedimento civile intentato da Moscherini per diffamazione. Ebbene, come hanno ricordato tanti colleghi prima di me, si tratta di una questione piuttosto datata che è pervenuta dal tribunale di Roma nel 2013 e che per molti anni è stata - come dire - lasciata, trascurata, perché abbiamo atteso vari tentativi di regolamenti bonari e vari tentativi di conciliazione che, però, non ci risulta siano arrivati mai a conclusione.

Il Tidei e il Moscherini effettivamente sono della stessa città, Civitavecchia; si conoscono e si confrontano anche sulla stampa locale con una certa solerzia e nel 2013, il Tidei rileva, in una conferenza stampa, che ci sarebbero voci documentabili su comportamenti poco chiari del Moscherini. Da questa situazione nasce poi il procedimento civile su cui siamo chiamati a decidere oggi, in quest'Aula. Ebbene, le dichiarazioni dell'ex deputato Tidei non sembrano collegate ad un'attività politica di natura parlamentare, quindi non sembrano collegate alla sua attività di deputato, ma sembrano più dichiarazioni di interesse locale, legate alle vicende di Civitavecchia. Pertanto, anche noi siamo conformi alla relazione presentata dal relatore Pittalis; non riteniamo che siano sussistenti i presupposti per l'insindacabilità delle dichiarazioni del deputato Tidei e, quindi, siamo convinti che sia opportuno lasciare che su questa vicenda decidano i giudici per ricostruire se effettivamente in quelle dichiarazioni ci siano o meno elementi oltraggiosi. Quindi, oggi, il MoVimento 5 Stelle si esprime per la sindacabilità delle dichiarazioni dell'ex deputato Tidei ed esprime voto favorevole sulla alla relazione presentata dalla Giunta e dal relatore Pittalis.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Covolo. Ne ha facoltà.

SILVIA COVOLO (LEGA). Presidente, onorevoli colleghi, anche il gruppo Lega si esprime nel senso della sindacabilità nei confronti dell'onorevole Tidei in relazione al procedimento civile pendente presso il tribunale di Roma per dichiarazioni asseritamente lesive della posizione dell'allora sindaco di Civitavecchia, Giovanni Moscherini, nell'ottobre 2009. Si tratta di una vicenda risalente nel tempo, affrontata dalla Giunta per le autorizzazioni anche negli anni 2013, 2014 e 2015 e sempre rinviata in attesa di una paventata composizione bonaria della controversia. Spiace constatare che, a differenza di altri casi sottoposti alla Giunta, non sia mai stata formalizzata la volontà delle parti di accordarsi e non sia mai stato depositato alcun atto di rinuncia all'azione, a cui sarebbero conseguite l'estinzione del procedimento e la cancellazione della causa dal ruolo, nonostante le numerose sollecitazioni al collega affinché producesse un atto transattivo.

Spetterà, quindi, alla magistratura il compito di valutare le affermazioni dell'onorevole Tidei riguardanti la posizione di Giovanni Moscherini, non rinvenendosi alcun nesso con l'attività parlamentare e non essendo reperibili atti tipici di sindacato ispettivi relativi alla vicenda in esame per cui possa valere la prerogativa di cui all'articolo 68 della Costituzione.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazione - Doc. IV-ter, n. 7-A)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta della Giunta di dichiarare che i fatti per i quali è in corso il procedimento di cui al Doc. IV-ter, n. 7-A non concernono opinioni espresse da Pietro Tidei nell'esercizio delle sue funzioni, ai sensi del primo comma dell'articolo 68 della Costituzione.

Chi intende esprimersi per la sindacabilità delle opinioni deve votare “sì”, mentre chi intende esprimersi per la insindacabilità delle opinioni deve votare “no”.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 16).

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Avverto che, secondo le intese intercorse tra tutti i gruppi, l'esame della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento civile nei confronti di Monica Faenzi, deputata all'epoca dei fatti, è rinviato ad altra seduta.

Proposta di trasferimento a Commissione in sede legislativa della proposta di legge n. 3091.

PRESIDENTE. Comunico che sarà iscritta all'ordine del giorno della seduta di mercoledì 6 ottobre 2021 l'assegnazione, in sede legislativa, della seguente proposta di legge, della quale la sotto indicata Commissione, cui era stata assegnata in sede referente, ha chiesto, con le prescritte condizioni, il trasferimento alla sede legislativa, che proporrò alla Camera a norma del comma 6, dell'articolo 92 del Regolamento:

alla VII Commissione (Cultura):

S. 2154. - Senatore Nencini ed altri: Istituzione della Giornata nazionale dello spettacolo (approvata dalla VII Commissione permanente del Senato) (3091).

Organizzazione dei tempi di esame della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2021 e di mozioni.

PRESIDENTE. Avverto che, nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna, sarà pubblicata l'organizzazione dei tempi per l'esame: della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2021; delle mozioni Baldino ed altri n. 1-00520 e Valentini ed altri n. 1-00521 concernenti iniziative in materia di lavoro agile nelle pubbliche amministrazioni (Vedi l'allegato A).

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo ora agli interventi di fine seduta.

Se i colleghi si organizzano per un deflusso che lascia spazio ai colleghi che devono intervenire per gli interventi in fine seduta vi sono grato. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Romaniello Ne ha facoltà. Magari aspettiamo un minuto, così facciamo uscire chi sta uscendo. L'onorevole Romaniello ha fatto pervenire alla Presidenza la sua rinuncia.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Bella. Ne ha facoltà. Eccolo che lo vedo, prego onorevole Bella.

MARCO BELLA (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo in quest'Aula per raccontare un fatto di una gravità inaudita accaduto a Nettuno, vicino a Roma. La signora Rita Di Mario ha messo su con tanti sacrifici un rifugio per animali: è una cosa che tutti conosciamo come l'Arca di Rita. La signora Rita ha accolto cani, gatti, cavalli, persino un maiale. La signora Rita, però, ha accolto anche una persona della quale, purtroppo, non si doveva fidare e l'ha segnalata due volte alle Forze dell'ordine. Secondo quanto riporta la stampa locale, qualche giorno fa Rita era andata dal parroco della chiesa di Santa Maria Goretti per trovargli, comunque, una sistemazione. All'uscita del piazzale della chiesa ha trovato questo individuo che l'ha picchiata, l'ha sequestrata nella macchina, l'ha minacciata, le ha gettato via il cellulare e, mentre la stava portando via, ha ucciso la sua cagnolina. Rita si è gettata dalla macchina in corsa, quindi si è fatta veramente male - adesso è in ospedale, e le facciamo i nostri auguri -, ha riportato diverse ferite. Dopo che era caduta dalla macchina, è stata ancora, di nuovo, aggredita. È stato solo grazie all'intervento di un carabiniere fuori servizio - un vero e proprio eroe, che ha impedito un femminicidio - che si è potuto evitare il peggio. La persona che ha aggredito la signora Rita adesso è rinchiusa nella casa circondariale di Velletri.

Fermo restando che l'autorità giudiziaria dovrà condurre i dovuti accertamenti, i fatti descritti sono di gravità inaudita, per la violenza verso le donne e gli animali. Vorrei che tutta l'Aula si stringesse in un abbraccio di solidarietà verso la signora Rita.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gallo. Ne ha facoltà.

LUIGI GALLO (M5S). Grazie, Presidente. Sappiamo che, con il PNRR, ci saranno diversi miliardi di investimenti per la scuola, per intervenire anche, soprattutto, sul reskill, sull'upskill, cioè per investire molto sulla formazione, quella che serve anche a un piano di transizione digitale e transizione ecologica. Proprio per questo, il Governo ha sviluppato, negli ultimi mesi, un decreto che ha previsto una call veloce di docenti che insegnano discipline STEM, che riguardano, quindi, la tecnologia, la scienza, l'ingegneria, la matematica. Per la prima volta è stato fatto un concorso molto veloce, sono stati individuati i vincitori, sono state individuate persone che hanno superato le prove. Nonostante questo, non sono state previste le assunzioni di tutte le persone che hanno superato le prove, pur essendoci una grossa carenza, nel nostro Paese, di insegnanti di queste discipline, che il Governo individua anche come propedeutiche allo sviluppo forte di determinate aree importanti per lo sviluppo industriale ed economico del Paese.

Quindi, io chiedo e sollecito una risposta all'interrogazione n. 4-10050 per permettere la discussione su questo punto e individuare altre procedure veloci che possano garantire l'assunzione di personale già qualificato, individuato da procedure pubbliche e per accelerare, quindi, le riforme del PNRR.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gariglio. Ne ha facoltà.

DAVIDE GARIGLIO (PD). Grazie, Presidente. Purtroppo, questa mattina, inaspettatamente, all'età di 71 anni, è mancato improvvisamente Eugenio Duca, parlamentare in questa Camera negli anni dal 1994 al 2006, nella XII, XIII e XIV legislatura.

Eugenio Duca era nato come ferroviere, si era occupato del sindacato dei ferrovieri, ne era diventato dirigente; era stato consigliere comunale ad Ancona, per finire in Parlamento ad occuparsi dei trasporti, di cui aveva una competenza vastissima, nel settore ferroviario, nel settore portuale, nel settore aeroportuale. Era stato per lungo tempo responsabile nazionale del settore dell'economia marittima per i Democratici di Sinistra. Si devono a lui molti interventi normativi, dalle norme che hanno favorito l'ammodernamento del naviglio italiano, alle norme che hanno contribuito a disciplinare l'organizzazione del sistema portuale in Italia. È stato lui, in questa legislatura, incontrando i sindacati, a creare le condizioni per quello che è l'articolo 203 del decreto-legge n. 34 del 2020 - nasce da un testo su cui ha messo le mani lui - ed è lui, da ultimo, il padre della norma che ha portato al divieto di autoproduzione nel nostro ordinamento, sempre nel decreto-legge n. 34 del 2020. Lo ricordiamo con grande dolore, con grande affetto e con un grande grazie per quello che ha fatto per questa Repubblica (Applausi).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Gariglio. Ovviamente ci associamo al suo ricordo dell'onorevole Duca.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Paita. Ne ha facoltà.

RAFFAELLA PAITA (IV). Grazie, Presidente. Anch'io voglio ricordare la figura dell'onorevole Eugenio Duca, perché penso che sia stata una delle figure più importanti nel settore marittimo-portuale. È stata - come diceva l'onorevole Gariglio insieme al quale, d'altro canto, abbiamo fatto tante battaglie sollecitate e stimolate da Duca - una figura che trasversalmente si è occupata del settore dei trasporti: il suo passato di sindacalista nell'ambito ferroviario, la sua forte attenzione alla questione del lavoro sulle banchine, la sua grande, grandissima capacità di lavoro per quanto riguarda le norme dei servizi portuali. Oggi, quando abbiamo appreso questa notizia, è stato davvero un enorme dolore, non solo ovviamente perché perdiamo una persona di straordinaria intelligenza e capacità ma anche perché, fino a pochissimi giorni fa, Eugenio Duca ci ha sollecitati a continuare a lavorare per migliorare il sistema portuale e il sistema dei trasporti, e con le sue idee e con il suo contributo critico ha fatto sì che in questo tipo di lavoro ci fossero dei notevoli passi in avanti, sempre e solo a difesa della tutela dei lavoratori. Vogliamo porgere le condoglianze alla famiglia. Immagino ci sarà un'occasione ufficiale di ricordo dell'onorevole Duca ma penso anch'io che sia giusto, oggi, in questa giornata così triste, ricordarlo immediatamente (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Snider. Ne ha facoltà.

SILVANA SNIDER (LEGA). Presidente, colleghi, voglio portare all'attenzione di quest'Aula una problematica che si sta evidenziando sulle nostre montagne, le montagne di Valtellina e Valchiavenna. Si registra un esponenziale aumento di specie selvatiche non autoctone, quali orsi, lupi, cinghiali ma anche nutrie e cormorani, ciascuna delle quali portatrice di problematiche rilevanti per gli effetti prodotti, sia per la convivenza con l'uomo e gli animali da allevamento sia per l'equilibrio biologico della rimanente fauna selvatica. Per il territorio di Valtellina e Valchiavenna, il cinghiale presenta senza dubbio la problematica più rilevante: i terreni sono devastati. Ma oggi voglio portare all'attenzione dell'Aula la presenza - che si fa seria - non regolamentata di lupi e orsi. La questione potrebbe diventare critica se non si interviene subito. Vogliamo salvaguardare la montagna e chi la presidia e lavora o costringere all'abbandono per paura? Mi chiedo se sia stato giusto inserire questi animali in queste zone fortemente antropizzate, frequentate anche per la presenza di una fitta rete sentieristica. È necessaria una discussione seria, forse anche con una revisione di leggi o regolamenti: ambiente, agricoltura, caccia ma ora aggiungo anche la sicurezza dell'uomo. Dobbiamo assolutamente intervenire.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gagliardi. Ne ha facoltà.

MANUELA GAGLIARDI (CI). Grazie, Presidente. Nelle ultime ore, la mia regione, la Liguria, è stata attraversata da una violentissima ondata di maltempo. Le immagini che abbiamo visto tutti sono di una violenza inaudita: abbiamo visto fiumi in piena, abbiamo visto fulmini, abbiamo visto piogge torrenziali. Queste immagini, naturalmente, ci restituiscono una situazione che non può essere sottovalutata. Io chiederei, intanto, tramite lei, signor Presidente, da subito al Governo di intervenire con il riconoscimento dello stato di emergenza perché quei danni andranno prontamente riparati e bisogna dare sostegno ai sindaci e a coloro che sono sul territorio. Al tempo stesso vorrei ringraziare la Protezione civile - che, come sempre, ha dimostrato di essere efficiente, di essere all'altezza, di essere capace - e tutto il sistema di allertamento. Però, signor Presidente, non possiamo sottovalutare questa situazione. I fondi del PNRR dovranno per forza essere investiti anche in questo così delicato settore. Bisogna proteggere e difendere il nostro territorio. Non dobbiamo concentrarci sull'ambiente come se fosse qualcosa a noi estraneo; l'ambiente è anche questo e, quindi, dobbiamo necessariamente concentrarci e fare in modo che tutte le nostre forze vadano in quella direzione. Pertanto, vorrei manifestare tutta la mia vicinanza a chi ha subito danni. Fortunatamente, non ci sono stati eventi che abbiano visto coinvolte le persone però i danni sono tanti. Siamo vicini a loro e garantiremo tutto il nostro sostegno e tutto quello che servirà affinché quelle persone e quei territori tornino presto alla normalità e, soprattutto, affinché questo non accada di nuovo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Sgarbi. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI (M-NCI-USEI-R-AC). Preferirei avere il cavalletto. C'è? Così, tolgo questa maschera.

PRESIDENTE. Adesso le faccio arrivare il leggio. Sta arrivando, onorevole Sgarbi, eccolo lì.

VITTORIO SGARBI (M-NCI-USEI-R-AC). Però non si pentirà, intendo dire, perché il mio intervento vuole essere un intervento di pura umanità. Avendo appreso in questo momento la morte di Eugenio Duca, che è morto a 71 anni, quindi non molto più anziano di me, devo ricordare la nostra storica inimicizia e il periodo anche divertente - non c'era quasi nessuno degli attuali deputati della sinistra - in cui lui sistematicamente, per ogni autorizzazione a procedere, che ai tempi, per quello che mi riguardava, erano quasi quotidiane, chiedeva a tutti i costi che io fossi rinviato a giudizio. Io devo dire che i primi tempi mi sentivo molto irritato. Poi, con il tempo, è nata come un'amicizia fra nemici ed era quasi un tipo d'autore, così che, ogni volta che qualcuno diceva “Sgarbi ha detto queste cose, ha insultato quello, ha insultato quell'altro…”, lui intervenisse dicendo: sì, deve pagare! Alla fine non so se lo facesse più per mantenere la posizione, fatto sta che, dopo che è uscito dal Parlamento, io l'ho incrociato in molte occasioni ad Ancona ed eravamo diventati amicissimi. Quindi, mi dispiace della sua scomparsa, per un nemico ideologico, di principio; lui era un comunista, io meno, posso dire, e il suo comunismo era integrale, era operaio, era stato sindacalista. Mi vedeva come una persona che evidentemente approfittava della sua dialettica per insultare la gente; ma, a un certo punto, questo atteggiamento era diventato quasi un divertimento fra noi due, anche in atto, anche quando io potevo rischiare, perché non sempre il Parlamento poi mi copriva per le insindacabilità che hanno sostituito quell'immunità che non c'è più. Quindi, in molte occasioni, credo che lui - anche con i voti a mio favore dei suoi compagni di partito - sia andato sotto; qualche volta sono andato sotto io. Adesso, a distanza di tanti anni da quel periodo, mi è sembrato molto doloroso sentire che non c'è più quell'uomo che era stato così duro, in ordine di principio, ma così umano, così tenero e così affettuoso da ritrovarci dopo la fine dei mandati parlamentari di quel tempo - io poi sono tornato - e ad Ancona aveva quasi nostalgia di me e di quella storia. Quindi, volevo raccontarvela, per dire come mi è dispiaciuto sentire: ho sentito Duca. Duca era una voce che si alzava per dire: sì, Sgarbi ha fatto questo, ha sbagliato! Ecco, adesso, nell'aldilà, mi avrà perdonato e io gli sono riconoscente (Applausi).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Sgarbi, per la testimonianza così significativa.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 6 ottobre 2021 - Ore 15:

1. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

(ore 16)

2. Assegnazione a Commissione in sede legislativa della proposta di legge n. 3091 .

3. Esame della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2021. (Doc. LVII, n. 4-bis)

La seduta termina alle 18,40.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 3 i deputati Bruno, Casciello e Labriola hanno segnalato che hanno erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbero voluto esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Moz.Rampelli e a. n.1-491 n.f. p.I 420 414 6 208 44 370 72 Resp.
2 Nominale Moz.Rampelli e a. n.1-491 n.f. p.II 421 414 7 208 43 371 72 Resp.
3 Nominale Moz. Serracchiani e a. n.1-519 n.f. 422 392 30 197 373 19 71 Appr.
4 Nominale Ddl 3269 - em. 1.2 418 398 20 200 30 368 72 Resp.
5 Nominale em. 1.1 418 409 9 205 41 368 72 Resp.
6 Nominale em. 2.3 419 401 18 201 29 372 72 Resp.
7 Nominale em. 3.100 420 415 5 208 43 372 72 Resp.
8 Nominale em. 3.3 419 402 17 202 29 373 72 Resp.
9 Nominale em. 3.1 417 400 17 201 29 371 72 Resp.
10 Nominale odg 9/3269/3 420 403 17 202 27 376 72 Resp.
11 Nominale odg 9/3269/4 420 404 16 203 30 374 72 Resp.
12 Nominale odg 9/3269/5 417 407 10 204 34 373 72 Resp.
13 Nominale odg 9/3269/6 417 401 16 201 29 372 72 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 16)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale odg 9/3269/7 419 402 17 202 29 373 72 Resp.
15 Nominale Ddl 3269 - voto finale 394 350 44 176 350 0 72 Appr.
16 Nominale Doc. IV-ter, n. 7-A 378 375 3 188 373 2 72 Appr.