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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 569 di mercoledì 22 settembre 2021

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANDREA MANDELLI

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

MARZIO LIUNI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 20 settembre 2021.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascani, Ascari, Bergamini, Boschi, Braga, Brescia, Brunetta, Casa, Maurizio Cattoi, Cavandoli, Cirielli, Covolo, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Daga, Fassino, Gregorio Fontana, Franceschini, Gebhard, Gelmini, Giachetti, Giacomoni, Grande, Grimoldi, Guerini, Invernizzi, Lapia, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lupi, Maggioni, Magi, Melilli, Molinari, Mulè, Mura, Nardi, Orlando, Paita, Palazzotto, Parolo, Patassini, Perantoni, Rampelli, Rizzo, Rotta, Ruocco, Scalfarotto, Schullian, Serracchiani, Silli, Tabacci, Vito, Raffaele Volpi e Zanettin sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 98, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,33).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trizzino. Ne ha facoltà.

GIORGIO TRIZZINO (MISTO). Grazie, Presidente. Per ricordare che, nonostante il Presidente della Camera costantemente invii comunicati e appelli perché quest'Aula inizi l'esame del provvedimento sulla morte volontaria assistita, nonostante questo, le Commissioni riunite giustizia e affari sociali continuano a non mettere questo provvedimento all'ordine del giorno. Oggi è il quindicesimo anno da quando Piergiorgio Welby ha inviato una lettera al Presidente della Repubblica di allora, Giorgio Napolitano, per chiedere che il Parlamento iniziasse un iter, un percorso per giungere ad una legge che consentisse dignitosamente alle persone che sono nelle condizioni di richiederlo di porre fine alla propria vita. Le morti assistite tuttavia continuano ad avvenire in questo Paese - io vorrei che questo contesto ne fosse consapevole - perché avvengono clandestinamente nei nostri ospedali e avvengono ufficialmente per le persone che vanno in Svizzera e continuano a dover subire questo viaggio oneroso, proprio nelle condizioni peggiori della loro esistenza, per porre fine alla loro vita a Zurigo. Ecco, questo è veramente indegno per un Paese civile come dovrebbe essere il nostro. Ma io voglio concludere ricordando che anche Gesù Cristo scelse di porre fine alla propria vita per dare la possibilità a tutti di avere una vita più piena, più grande e più dignitosa. Allora, siccome Gesù Cristo viene indicato da talune forze come emblema e come simbolo, voglio sottolineare che anche in questa circostanza dovremmo ricordare che la pietà deve animare le scelte professionali di ciascuno di noi. Capisco che sarà un percorso complesso ma ricordiamo che c'è tanta gente che sta soffrendo e che aspetta che quest'Aula e questo Parlamento decidano in merito a questo provvedimento.

PRESIDENTE. Onorevole Trizzino, senza entrare nel merito del suo intervento, mi pare che il suo paragone sia un po' forte.

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). La ringrazio, Presidente. Voglio riportare qui all'Aula - perché le condivido - le parole che ha scritto oggi sui social il portiere della squadra di calcio del Milan, che è un ragazzo nero di pelle: “Domenica sera all'Allianz Stadium, alcuni tifosi bianconeri mi hanno preso di mira con insulti e grida razziali. Cosa volete che vi dica? Che il razzismo è sbagliato e che quei tifosi sono stupidi? Non si tratta di questo. Non sono né il primo né l'ultimo giocatore a cui questo succederà. Finché questi eventi vengono trattati come incidenti isolati e non viene intrapresa alcuna azione globale, la storia è destinata a ripetersi ancora, ancora e ancora. Cosa facciamo per combattere il razzismo negli stadi? Crediamo veramente che ciò che facciamo sia efficace? Faccio parte di un club impegnato come leader nella lotta contro le discriminazioni, ma bisogna essere di più e uniti in questa battaglia contro un problema sociale che è più grande del calcio stesso. Nelle stanze che governano il calcio le persone che decidono sanno cosa si prova a sentire insulti e urla che ci relegano al rango di animali? Sanno cosa fa alle nostre famiglie, ai nostri cari che lo vedono e che non capiscono che possa ancora succedere nel 2021? Non sono una vittima del razzismo. Sono Mike, in piedi, nero e orgoglioso. Finché potremo usare la nostra voce per cambiare le cose, lo faremo”. Faccio mia la sua voce contro ogni forma di razzismo (Applausi).

PRESIDENTE. Non c'è dubbio. Anche la Presidenza si associa contro ogni forma di razzismo. Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 9,55.

La seduta, sospesa alle 9,40, è ripresa alle 9,55.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 6 agosto 2021, n. 111, recante misure urgenti per l'esercizio in sicurezza delle attività scolastiche, universitarie, sociali e in materia di trasporti (A.C. 3264-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 3264-A: Conversione in legge del decreto-legge 6 agosto 2021, n. 111, recante misure urgenti per l'esercizio in sicurezza delle attività scolastiche, universitarie, sociali e in materia di trasporti.

Ricordo che nella seduta di ieri si è conclusa la fase dell'illustrazione degli ordini del giorno.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 3624-A​)

PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo ad esprimere i pareri.

Se facciamo un po' di silenzio, seguiamo bene i pareri del Governo.

ANDREA COSTA, Sottosegretario di Stato per la Salute. Signor Presidente, sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/1 Romaniello il parere è favorevole a condizione che sia premessa la frase “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/2 Giuliodori il parere è favorevole a condizione che sia premessa la frase “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/3 Costanzo il parere è favorevole a condizione che sia premessa la frase “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/4 Caretta il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/5 Ciaburro, al primo capoverso dell'impegno, il parere è favorevole a condizione che sia premessa la frase “a valutare l'opportunità di”; per quanto riguarda il secondo capoverso, il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/6 Vallascas il parere è favorevole a condizione che l'impegno sia riformulato nel modo seguente: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di bilancio, ad accogliere quanto previsto dal presente ordine del giorno”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/7 Massimo Enrico Baroni il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “ad avviare un percorso di approfondimento finalizzato a verificare le condizioni di attendibilità della risposta anticorpale tramite test sierologico quantitativo”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/8 Colletti il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “ad avviare un percorso di approfondimento finalizzato a verificare le condizioni di attendibilità della risposta anticorpale tramite test sierologico quantitativo”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/9 Leda Volpi il parere è favorevole a condizione che sia premessa la frase: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di bilancio, di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/10 Sapia il parere è favorevole a condizione che sia premessa la frase “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/11 Spessotto il parere è favorevole a condizione che sia premessa la frase “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/12 Corda il parere è favorevole a condizione che sia premessa la frase “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/13 Maniero il parere è favorevole a condizione che sia premessa la frase “a valutare l'opportunità di e compatibilmente con la curva epidemiologicai”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/14 Testamento il parere è favorevole premettendo la frase “a valutare l'opportunità di” ed espungendo le parole “nel primo provvedimento utile”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/15 Trano il parere è favorevole a condizione che sia premessa la frase “a valutare la possibilità, previa valutazione da parte degli organi tecnico-scientifici competenti, di”.

Sugli ordini del giorno n. 9/3264-A/16 Forciniti e n. 9/3264-A/17 Cabras il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/18 Paolo Nicolò Romano il parere è favorevole a condizione che sia premessa la seguente frase: “a valutare un percorso di approfondimento scientifico con gli organismi tecnici”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/19 Bucalo il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/20 Siani il parere è favorevole a condizione che sia aggiunta, nell'impegno, la seguente frase: “nel rispetto dell'autonomia regionale”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/21 Sodano il parere è favorevole a condizione che sia premessa la frase “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/22 De Toma il parere è favorevole a condizione che sia premessa la frase “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/23 Quartapelle Procopio il parere è favorevole con la riformulazione dell'impegno nel seguente modo: “a valutare l'opportunità di prevedere misure atte a sottrarre”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/24 Carnevali il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di disporre le risorse economiche”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/25 Fregolent il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/26 Noja il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/27 Toccafondi il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/28 Ungaro il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/29 Marco Di Maio il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/30 Giovanni Russo il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/31 Ferro il parere è favorevole con l'inserimento della seguente clausola: “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/32 Maschio il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/33 Varchi il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/34 Baldini il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare la possibilità di rafforzare i programmi di screening nelle scuole in modo da monitorare costantemente il livello di circolazione del virus negli istituti scolastici”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/35 Ruffino il parere è favorevole con la seguente riformulazione: espungere le parole “nell'ambito della prossima manovra finanziaria”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/36 Suriano il parere è favorevole a condizione che vengano espunti il terzo e il quarto capoverso delle premesse.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/37 Lucaselli il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/38 Menga il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/39 Rosso il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/40 Musella il parere è favorevole in relazione al primo impegno e contrario al secondo impegno.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/41 Novelli il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/42 Bond il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/43 Lollobrigida il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/44 Mantovani il parere è favorevole, condizionato alla seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare, ove ne ricorrano le condizioni, anche in relazione agli oneri di finanza pubblica, iniziative volte a favorire l'installazione, in tutte le stazioni ferroviarie dei capoluoghi di provincia o in quelle classificate come «silver» da Ferrovie dello Stato e che possono essere collegate da servizi a lunga distanza, di strutture analoghe a quelle citate in premessa al fine di favorire l'effettuazione di test molecolari o antigenici”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/45 Marin il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/46 Mollicone il parere è favorevole, a condizione che le premesse siano limitate al primo capoverso.

PRESIDENTE. Quindi solo al primo capoverso?

ANDREA COSTA, Sottosegretario di Stato per la Salute. Sì, parere favorevole a condizione che le premesse siano limitate al primo capoverso, quindi una revisione per quanto riguarda le premesse.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/47 Gemmato il parere è favorevole a condizione che sia premessa la frase: “ad avviare un percorso di approfondimento scientifico con gli organismi tecnici al fine di prevedere”

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/48 Raduzzi il parere è favorevole a condizione che sia aggiunto l'inciso: “sentiti gli organi tecnico-scientifici competenti”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/49 Cirielli il parere è favorevole a condizione che sia aggiunta la frase: “ad avviare un percorso di approfondimento scientifico con gli organismi tecnici”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/50 Rizzetto il parere è favorevole a condizione che sia premessa la seguente frase: “a valutare l'opportunità di adottare ulteriori misure”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/51 Bellucci il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/52 Frassinetti il parere è favorevole a condizione che sia premessa la seguente frase: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/53 Albano il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/54 D'Arrando il parere è favorevole con la seguente riformulazione: espungere le parole “nel primo provvedimento utile”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/55 Barzotti il parere è favorevole, inserendo la seguente frase: “nel rispetto delle indicazioni degli organismi tecnico-scientifici”.

Sugli ordini del giorno n. 9/3264-A/56 Ianaro, n. 9/3264-A/57 Sportiello, n. 9/3264-A/58 Martinciglio e n. 9/3264-A/59 Papiro il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/ Terzoni il parere è favorevole a condizione che sia premessa la seguente frase: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/61 Lorefice il parere è favorevole a condizione che sia premessa la seguente frase: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/ Amitrano il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/63 Casa il parere è favorevole a condizione che sia espunto il terzo capoverso dalle premesse.

Sugli ordini del giorno n. 9/3264-A/64 Olgiati e n. 9/3264-A/65 Del Monaco il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/66 Grippa il parere è favorevole a condizione che sia premessa la frase: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/67 Corneli il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/68 Maraia il parere è favorevole a condizione che sia premessa la frase: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/69 Zolezzi il parere è favorevole a condizione che sia premessa la frase: “a valutare l'opportunità di”.

Sugli ordini del giorno n. 9/3264-A/70 Mammì e n. 9/3264-A/71 Masi il parere è favorevole.

Sugli ordini del giorno n. 9/3264-A/72 Tonelli e n. 9/3264-A/73 Di Muro il parere è contrario.

Sugli ordini del giorno n. 9/3264-A/74 Claudio Borghi e n. 9/3264-A/75 Belotti il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/76 Colmellere il parere è favorevole a condizione che sia premessa la frase: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/77 Bordonali il parere è favorevole.

Sugli ordini del giorno n. 9/3264-A/78 Trizzino, n. 9/3264-A/79 Rossi e n. 9/3264-A/80 Rotelli il parere è favorevole a condizione che sia premessa la frase: “a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/81 Deidda il parere è favorevole, condizionato alla seguente riformulazione: “premesso che il disegno di legge in esame, recante la conversione in legge del decreto-legge del 6 agosto 2021, n. 111, recante misure urgenti per l'esercizio in sicurezza delle attività scolastiche, universitarie, sociali e in materia di trasporti prevede, al fine di contenere il contagio da COVID-19, tra le altre cose, il possesso obbligatorio della certificazione verde sia per il personale scolastico sia per l'utilizzo di alcuni mezzi di trasporto, impegna il Governo a valutare l'opportunità, ove ne ricorrano le condizioni, di adottare ogni opportuna iniziativa al fine di prevedere ulteriori stanziamenti a favore dei comuni e degli enti locali per il potenziamento del trasporto pubblico locale, nonché di escludere la chiusura degli istituti scolastici in particolare presenti nei territori disagiati, evitando così la costituzione di classi oltremodo numerose nelle aree metropolitane”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/82 Gebhard il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/83 Snider il parere è favorevole a condizione che sia premessa la frase: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/84 Paolin il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/85 Cavandoli il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “ad avviare un percorso di approfondimento scientifico con gli organismi tecnici per estendere”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/86 Tiramani il parere è favorevole con la riformulazione “valutare l'opportunità di” ed inserendo l'inciso: “nel rispetto delle indicazioni fornite con circolare del Ministero della Salute”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/87 Boldi il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/88 Delmastro Delle Vedove il parere è favorevole a condizione che sia premessa la frase: “a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/89 Donzelli il parere è favorevole a condizione che siano premesse le frasi: “a valutare l'opportunità di” e “previo parere degli organismi tecnico-scientifici”.

PRESIDENTE. Sottosegretario, per essere chiari: il parere sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/5 Ciaburro è favorevole, espungendo il punto b); sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/40 Musella il parere è favorevole, espungendo il punto 2; sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/46 Mollicone il parere è favorevole con la riformulazione che lei ha indicato. Questi sono i tre più complicati, come riformulazioni.

ANDREA COSTA, Sottosegretario di Stato per la Salute. Esatto.

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3264-A/1 Romaniello. Onorevole Romaniello, accoglie la riformulazione? Sì.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264- A/2 Giuliodori il presentatore non accetta la riformulazione e chiede di parlare. Ne ha facoltà.

PAOLO GIULIODORI (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Innanzitutto non accetto la solita ipocrita riformulazione “a valutare l'opportunità di”, perché ha un po' stancato. Già stiamo parlando di ordini del giorno che sappiamo che sono sostanzialmente carta straccia; se inseriamo anche la formuletta “a valutare l'opportunità di”, beh… Sotto la carta straccia non so nemmeno cosa c'è. Allora, questo ordine del giorno riguarda la deroga all'utilizzo del green pass - delle cosiddette certificazioni verdi - negli spostamenti per motivi di lavoro, salute, residenza, eccetera. Quello che si è fatto fino a pochi mesi fa, fino a che non è stata introdotta questa assurdità chiamata green pass. È un'assurdità perché non ha niente di scientifico. Noi de L'Alternativa c'è l'abbiamo spesso detto in quest'Aula. In quest'Aula altri esponenti richiamavano la scienza, ma la scienza cosa ci dice? Ci dice che il vaccino dopo alcuni mesi perde di efficacia, quindi il vaccinato può essere contagioso e contagiato; l'efficacia del vaccino cala dopo 4 o 5 mesi. Addirittura, alcuni studi citati da autorità sanitarie americane, che non possono essere definiti come fonti di fake news, ci dicono chiaramente che, a 4 mesi dalla vaccinazione, abbiamo un'efficacia contro l'infezione di circa il 50 per cento. Quindi, praticamente il vaccino ha dimezzato la sua efficacia nel giro di 4 mesi. Invece noi, con il green pass, diamo ai vaccinati la possibilità di usufruire di tutti quei diritti che sono negati, magari, a chi non è vaccinato e di poterlo fare per ben 12 mesi. Allora, dov'è la scienza? Io chiedo che qualcuno della maggioranza, del Governo, il sottosegretario ci risponda su questo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è). Abbiamo questi studi di importanti istituti americani - lo ripeto - riportati anche da autorità sanitarie americane che ci dicono questo; noi cosa facciamo? Estendiamo addirittura da 9 a 12 mesi la validità del green pass per i vaccinati. Questo è un messaggio molto pericoloso che state facendo passare. È passato il messaggio che il vaccinato può tranquillamente girare senza mascherina, può fare tutto quello che vuole perché, ormai, è vaccinato. Io spesso ho avuto discussioni con amici, parenti ma anche colleghi che si sentivano immuni da qualsiasi cosa, ma il vaccino non ti dà questa possibilità. Il vaccino è importante - per carità, non voglio passare minimamente come no-vax - per tutelare la persona ma non ci dà la sicurezza di limitare il contagio. Questo dobbiamo tenerlo bene a mente. Abbiamo, da una parte, la negazione di qualsiasi diritto: il diritto all'istruzione, il diritto al lavoro e, dall'altra, non abbiamo niente perché non c'è niente di scientifico. Costringiamo le persone a vaccinarsi perché, altrimenti, non possono andare al lavoro, non possono comprare da mangiare, non possono istruirsi, non possono andare all'università. Per fortuna, devo dire, si sta sollevando nel Paese un moto che spero porti a qualcosa, ovviamente di non violento, ma che porti a una rivoluzione perché lo stato di cose non può continuare in questo modo. Ci ritroveremo probabilmente nella stessa situazione dell'anno scorso o della primavera, a dover richiudere e, magari, si darà anche la colpa ai non vaccinati, quando i non vaccinati paradossalmente sono anche i più sicuri, in quanto devono effettuare il tampone ogni 48 ore, cosa che economicamente non sarebbe nemmeno sostenibile. Quindi, andiamo anche ad attaccare quelle fasce deboli della società. È un ricatto mascherato, un vero e proprio ricatto mascherato. Almeno abbiate la decenza di mettere l'obbligo vaccinale; metteteci la faccia, prendete le vostre responsabilità, non nascondetevi dietro questo green pass, dietro il diritto alla salute, che è assolutamente fondamentale, ma che non può essere tutelato tramite questo green pass. Vado a concludere Presidente. Tutto questo serve per nascondere le vere responsabilità, i veri tagli alla sanità, i veri tagli alla scuola, i veri tagli alla ricerca. Vi ricordo solo alcuni numeri: in questi ultimi 7-8 anni sono stati tagliati 37 miliardi alla sanità e la maggior parte dei responsabili si trovano qua dentro e si trovano all'interno del Governo. Quindi, prendetevi le vostre responsabilità. Parliamo di 40.000 unità tra personale medico, sanitario, infermieri, eccetera, che sono state tagliate e sarebbero state fondamentali anche per evitare i 120.000 morti che abbiamo avuto in Italia (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trano. Ne ha facoltà.

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere l'emendamento del collega Giuliodori e anche per argomentarlo perché, effettivamente, da quanto esposto dal mio collega si vede la contraddizione che emerge con tutta chiarezza riguardo a questo green pass. Per estendere con un ulteriore ragionamento, io mi chiedo come mai si debba presentare, esibire il pass vaccinale - il green pass - su navi, aerei e traghetti, su questi mezzi di trasporto all'interno dei quali c'è ordine e distanziamento, quando in realtà, poi, su autobus, metro e treni regionali, che talvolta rappresentano dei veri carri bestiame, con persone sedute l'una addosso all'altra senza distanziamento, invece non si deve esibire alcun green pass.

Quindi, va da sé, per logica, che vi sono contraddizioni forti che non possono essere spiegate dalla scienza ma soltanto dall'illogicità di questo pass verde, il quale è assolutamente un'aberrazione in quanto fa una grande discriminazione anche tra i mezzi di trasporto. Al riguardo, chiedo al sottosegretario, che è presente nei banchi del Governo, di spiegare la motivazione per cui non è richiesto l'uso del certificato verde sui treni regionali.

Tante volte, durante le ore di punta, abbiamo potuto assistere al fatto che su quei mezzi viaggia non l'80 per cento, come è consentito oggi per norma, ma molti di più; non c'è nessuno che controlla, non c'è nessuno che verifica; ci sono litigi a bordo, ci sono litigi che sono anche documentati a mezzo video e a mezzo social. Quindi, si è creato il panico, si crea la divisione tra cittadini, si crea la discriminazione tra mezzi di trasporto e, credetemi, tutto questo non fa bene al Paese. Però, si continua imperterriti ad andare avanti, ad approvare degli strumenti normativi che sono veramente privi di qualsiasi buonsenso e di qualsiasi logica: per fare che cosa? Per lacerare ulteriormente il Paese, che è già lacerato. Qui non entriamo in un dettaglio dove noi siamo no-mask o no-vax; qui, semplicemente, stiamo dicendo che lo strumento del green pass è uno strumento irrazionale, illogico, irragionevole; è uno strumento che crea soltanto divisione, è uno strumento che crea confusione e ieri abbiamo avuto notizia del fatto che il Presidente Mattarella ha firmato il decreto con l'estensione del green pass anche per i lavoratori dipendenti. Quindi, piove sul bagnato, si creano ulteriori problemi al cittadino, che chiede semplicemente di andare al lavoro - per chi il lavoro ce l'ha - e, quindi, si creano ulteriori ostacoli e ulteriori difficoltà, quando noi siamo, statistiche alla mano, il primo Paese in Europa per numero di vaccinati. Quindi, anche volendo mettere a confronto quanto è stato detto ieri dal Presidente della Croazia, che ha raggiunto il 50 per cento dei vaccinati nel loro Paese e che si vogliono fermare a quella soglia, noi, invece, che siamo vicini a una soglia ben superiore, stiamo andando ancora più forte, ancora aggravando questo metodo surrettizio per cui si deve avere il green pass, altrimenti si è esclusi dalla vita sociale. Quindi, la persona normale, il cittadino normale, che non può farsi il tampone ogni 48 ore, perché ha un costo comunque elevato e non sostenibile per una famiglia normale, lo state obbligando ad andare verso i vaccini. Ora, qui non c'è un problema no-vax o sì-vax; qui è un problema di libertà individuale. Se una persona se lo vuole fare, se lo fa; se non se lo vuole fare per qualsivoglia motivo, non si deve essere obbligati, con i vostri mezzi coercitivi, non essendo in grado di poter fare una scelta in libertà. Di questo vi dovete prendere la responsabilità, perché davanti ai cittadini italiani è una scelta davvero pesante, una scelta, secondo me, anche di una responsabilità enorme, che vi state prendendo (ma forse non siete neanche consapevoli di quello che state facendo). La cosa che mi dispiace di più su tutto, è che ormai il Parlamento non serve più a nulla, perché con l'ennesima - la quattordicesima - fiducia che è stata posta dal Governo Draghi, questo Parlamento non si confronta più e ci costringete con gli ordini del giorno a porre come agenda la discussione sul green pass (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cabras. Ne ha facoltà.

PINO CABRAS (MISTO-L'A.C'È). Intendo sottoscrivere l'ordine del giorno proposto dal collega Giuliodori, perché offre a tutti noi la possibilità di riflettere profondamente sulla fine possibile dell'anomalia Italia, perché l'Italia oggi è un'anomalia in Europa. Solo in Italia ci sono norme così vessatorie e così opprimenti verso l'esercizio di diritti fondamentali e verso l'esercizio anche del diritto al lavoro, al trasporto e alla mobilità. Nessun Paese in Europa adotta delle regole così rigide: questo non vi suscita nessuna domanda? Non vi pone un problema su dove stiamo andando e dello svantaggio competitivo che si crea, a danno dell'Italia, nei confronti di Paesi che si possono riprendere, come si stanno riprendendo? Paesi che hanno dei sistemi di trasporto identici a quelli italiani, anzi migliori, perché in Italia vengono distrutti e svalorizzati. Penso al caso di Cagliari, che non ha più il collegamento con Civitavecchia, cioè con Roma, dal punto di vista dei traghetti, e si sta raffazzonando una soluzione. In più, si aggiunge questo ostacolo assurdo nei confronti delle possibilità di muoversi, di lavorare, di vivere.

Perché c'è questa bolla autoreferenziale, in cui i politici e i dirigenti italiani ritengono di avere la scienza infusa?

Allora, gli altri Paesi sono privi di scienza? Sono alla deriva? Sono nel medioevo? Io credo che sia il contrario: c'è un problema di una classe dirigente che sta imponendo una svolta autoritaria, nei modi più impropri e negli aspetti più dannosi per la vita civile.

Accogliete un ordine del giorno normale, senza usare queste formule ridicole e questi modi per depotenziarlo e renderlo una supercazzola (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è)!

PRESIDENTE. Anzitutto, un linguaggio adeguato non sarebbe male.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/2 Giuliodori, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Ordine del giorno n. 9/3264-A/3 Costanzo: accetta la riformulazione, onorevole Costanzo? No, ha chiesto di parlare, l'onorevole Costanzo. Ne ha facoltà.

JESSICA COSTANZO (MISTO-L'A.C'È). Grazie Presidente. Il motivo per cui non accettiamo questa riformulazione sul “valutare l'opportunità di” è perché questo ordine del giorno riguarda la possibilità di introdurre una sperimentazione sul trasporto pubblico di installazione di impianti volti alla sanificazione dell'ambiente. Sappiamo tutti in che condizioni sono il trasporto e i mezzi pubblici in Italia, soprattutto le condizioni disumane. Non possiamo nemmeno dire che l'aumento delle corse, piuttosto che l'inserimento di nuovi mezzi, sia sufficiente. C'è il rischio - c'è già il rischio - che, quotidianamente, persone, che magari hanno il green pass e sono vaccinate, devono andare al lavoro ma non riescono ad utilizzare il trasporto pubblico. Questo ordine del giorno richiede di inserire una sperimentazione sul sistema di purificazione dell'aria. Questa sperimentazione non è nuova, è già stata utilizzata in Cina - il Paese guida in questa pandemia, purtroppo - che ha già sperimentato su 30.000 autobus questo sistema, ovviamente con successo. Che cosa è successo? È successo che molte aziende, anche in Italia, hanno iniziato ad acquistare questa tecnologia e, giustamente, serve la certificazione europea. È da maggio 2020 - da maggio 2020! - che questi imprenditori cercano di contattare il Ministero della Salute, il Ministero dei Trasporti e l'Istituto superiore di sanità per chiedere che venga messa al vaglio, che venga sperimentata, anche con esito negativo, ma che almeno ci sia un riscontro! Presidente, da maggio 2020 questi imprenditori non hanno ricevuto un riscontro, che sia positivo o negativo: pensiamo a quante opportunità in questo senso ci stiamo perdendo. A tal punto, però, che in Germania questa sperimentazione è partita, anche con grande successo, soprattutto nel distretto della Frisia. Quindi, a questo punto, crediamo che la valutazione dell' “opportunità di” monitorare e di avviare questa sperimentazione sia quasi un paradosso. Perché in Germania sì e in Italia no? Quindi, chiedo al Governo, ancora, di rivedere il parere sull'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/3 Costanzo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/4 Caretta, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3264-A/5 Ciaburro: vi è una riformulazione con parere favorevole sul punto a) e parere contrario sul punto b).

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Volevo dire una cosa, visto che sulla prima richiesta…

PRESIDENTE. Cambiamo microfono, onorevole, così la sentiamo meglio, grazie.

MONICA CIABURRO (FDI). Visto che sulla prima richiesta dell'impegno il parere è favorevole, chiedo se sia possibile, magari, fare un voto separato sulla seconda parte, perché riguarda veramente un tema importante, che è quello della ripartenza del mondo della neve.

PRESIDENTE. Quindi, accetta il parere favorevole sul punto a) e lo vuole mettere in votazione?

MONICA CIABURRO (FDI). No, lo accetto, però se ci fosse sull'altro un voto dell'Aula rispetto al tema della montagna e al mondo della neve che è stato davvero martoriato... se non se ne parla adesso su come farlo ripartire in sicurezza, credo che andremo di nuovo a rincorrere, come è stato fatto tante volte. E, soprattutto, abbiamo ancora negli occhi le immagini della sera in cui mettevano in funzione battipista, hotel, personale che, con entusiasmo, cercava di ripartire e, la mattina, poi, avere il parere negativo alla ripartenza. Quindi, se ci fosse un po' di programmazione anche in questo ambito, non sarebbe assolutamente male.

PRESIDENTE. Onorevole, il punto è che o accettiamo tutto o lo poniamo in votazione per parti separate, non abbiamo un'alternativa a questo.

MONICA CIABURRO (FDI). Allora accettiamo e, comunque, sollecitiamo il Governo a immaginare una programmazione.

PRESIDENTE. Perfetto.

Ordine del giorno n. 9/3264-A/6 Vallascas: onorevole Vallascas, accetta la riformulazione? No?

Ha chiesto di parlare l'onorevole Vallascas. Ne ha facoltà.

ANDREA VALLASCAS (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. No, non accetto la riformulazione, anche perché con questo ordine del giorno sollecito l'avvio, da parte del Ministero della Salute, di una fase di monitoraggio e sperimentazione negli istituti scolastici sull'efficacia di alcune tipologie di impianti di areazione e sanificazione dell'aria nel contrastare la trasmissione del virus SARS-CoV-2.

Le misure di contrasto alla diffusione del contagio hanno avuto effetti gravi nei diversi ambiti della vita economica e sociale del Paese: non c'è settore della nostra società che non sia stato penalizzato, anche duramente, dalle chiusure e dalle sospensioni delle attività in presenza. Uno di questi ambiti, sicuramente tra i più importanti, è proprio la scuola: nel 2020, la pandemia ha costretto i nostri studenti a interrompere bruscamente, con tre mesi di anticipo, l'anno scolastico, per proseguire a casa con la didattica a distanza, una modalità dettata dall'emergenza, che non potrà mai sostituire pienamente la ricchezza e le opportunità di crescita personale e sociale offerte dalla frequenza scolastica.

In quest'anno e mezzo, abbiamo visto sfilare davanti ai nostri occhi una molteplicità di misure per il contenimento del contagio, spesso caratterizzate unicamente da limiti e divieti. Inoltre, quest'anno la scuola è iniziata senza alcuna variazione di rilievo rispetto all'anno scorso, se non in senso peggiorativo: vedi il green pass per i docenti, esteso anche ai genitori, unica misura, poi, il vaccino per tutti, mentre abbiamo aule pollaio, carenze di organico, test salivari solo a campione, distanziamento consigliato a discrezionalità dei dirigenti scolastici, finestre aperte e mascherine. Quindi, come hanno, poi, ribadito più volte gli esperti, la pandemia potrebbe restare una presenza costante nella nostra vita ancora per molto tempo, vista, tra l'altro, la diffusione delle varianti. Pertanto, sollecito un cambio di passo e chiedo che vengano adottate misure che permettano di avviare una fase di sperimentazione e monitoraggio dell'efficacia degli impianti di areazione e sanificazione dell'aria nel contrasto alla trasmissione del virus all'interno di un campione selezionato di plessi scolastici.

La chiusura delle scuole e la sospensione della didattica in presenza ha causato ingenti danni sul piano della formazione e della crescita degli studenti italiani, oltre ad aver messo in difficoltà, ovviamente, il corpo insegnanti e le famiglie. Un nuovo stop alle attività didattiche sarebbe inaccettabile. Inoltre, questo approccio ci permetterebbe, finalmente, di fare sperimentazioni in Italia sul COVID e verificare le modalità più adatte per consentire la continuità dell'attività didattica in sicurezza, modalità che potrebbero anche essere estese ad altri settori. Ricordo che un Paese che non investe nel suo futuro non può avere un futuro. Per questo, vi invito a votare questo ordine del giorno, colleghi (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Costanzo. Ne ha facoltà. Le rimangono due minuti e 20 secondi.

JESSICA COSTANZO (MISTO-L'A.C'È). Presidente, chiedo anch'io di sottoscrivere questo ordine del giorno perché, esattamente come ha detto il mio collega, riguarda la possibilità di avviare una sperimentazione, una fase di sperimentazione per valutare quali siano le condizioni e le tecnologie più efficaci per i sistemi di protezione più idonei negli ambienti chiusi, specie, appunto, nelle scuole.

Sappiamo tutti quanti che il virus si accumula esattamente come gli altri inquinanti prodotti dall'uomo: ventilare e ricambiare l'aria interna con quella fresca esterna aiuta a diluire il contaminante e questo contribuisce a ridurre la probabilità del contagio. Quindi, noi stiamo chiedendo una sperimentazione oggettiva, perché sappiamo che i due elementi chiave sono l'impianto per il ricambio dell'aria e l'impianto per la filtrazione. Negli spazi chiusi questo è fondamentale. Abbiamo risorse, utilizziamole, soprattutto per far sì che i nostri allievi, i nostri alunni, in Italia, possano vivere all'interno degli spazi chiusi e delle scuole con un microclima ideale, in assenza di polveri, di batteri, di umidità e con una pulizia dell'area adeguata (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/6 Vallascas, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Ordine del giorno n. 9/3264-A/7: onorevole Massimo Enrico Baroni, non lo vedo, è accettata la riformulazione? No?

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/7 Massimo Enrico Baroni, con il parere contrario del Governo…

Onorevole Romaniello vuole intervenire?

Ha chiesto di parlare l'onorevole Romaniello. Ne ha facoltà.

CRISTIAN ROMANIELLO (MISTO). Grazie, Presidente. Io chiedo di sottoscrivere questo ordine del giorno e volevo mettere al corrente l'Aula di alcuni fatti normali che accadono in tutte le nostre città. Io ho ricevuto un messaggio di un barista che mi scrive questo: “La mia collaboratrice ha fatto il vaccino “Sputnik” in Russia perché ha il permesso di soggiorno illimitato. Il problema è che lo Stato italiano non riconosce questo vaccino e, quindi, non le forniscono il green pass e tutte le cose che ne conseguono. Fino al 15/10 è coperta, dopodiché io non posso più farla lavorare”. Come ci dobbiamo comportare?”. Ecco, se riuscissimo a ragionare sul livello del titolo anticorpale - mi rivolgo al Governo -, ci sarebbe la possibilità di sanare tutte queste situazioni, perché ci sono degli esercenti, dei commercianti che hanno dei collaboratori e non sanno quanto potranno farli lavorare e come dovranno comportarsi dopo. Quindi, io credo che questo sia un argomento che va discusso con serietà, anche per evitare di trovarci negli ultimi giorni, prima che si arrivi a queste scadenze, per andare in deroga, sapendo che i cittadini non sono tranquilli, non sanno cosa dovranno fare pochi giorni dopo.

Quindi, chiedo veramente di riflettere sulla questione del titolo anticorpale perché ci sono persone che sono tutelate da vaccini che hanno fatto in altra sede, che non sono ancora riconosciuti nel nostro Paese, però hanno il titolo anticorpale. Così come abbiamo già visto in ordini del giorno ed emendamenti che sono stati al massimo approvati con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”, che ci sono persone che hanno un titolo anticorpale che potrebbe consentire di avere una certificazione verde e consentire di fare una vita come quella che fanno tutte le persone che ad oggi hanno il green pass. Quindi, chiedo veramente una riflessione anche all'Aula per considerare queste situazioni di vita reale e per evitare che ci siano delle difficoltà per i cittadini che, effettivamente, avrebbero tutti i titoli per ottenere una certificazione verde.

PRESIDENTE. Onorevole Giuliodori, vuole intervenire ma ha esaurito il suo tempo. Può sottoscrivere l'ordine del giorno dell'onorevole n. 9/3264-A/7 Massimo Enrico Baroni. Anche l'onorevole Ehm lo sottoscrive; venite al banco per le sottoscrizioni, così non perdiamo tempo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/7 Massimo Enrico Baroni, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/8 Colletti non si accetta la riformulazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/8 Colletti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/9 Leda Volpi si accetta la riformulazione? Prego, onorevole.

LEDA VOLPI (MISTO-L'A.C'È). Chiedo se sia possibile ripetere la riformulazione, perché non l'ho sentita.

PRESIDENTE. Sottosegretario Costa, se cortesemente può ripetere all'onorevole Volpi la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/3264-A/9 Leda Volpi.

ANDREA COSTA, Sottosegretario di Stato per la Salute. Parere favorevole a condizione che sia premessa la frase: “valutare l'opportunità di, compatibilmente con i vincoli di bilancio”.

PRESIDENTE. Onorevole, accetta? No. Onorevole Costanzo, vuole intervenire ma ha finito il tempo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/9 Leda Volpi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/10 Sapia si accetta la riformulazione?

FRANCESCO SAPIA (MISTO-L'A.C'È). Presidente, mi scusi, intervengo soltanto per riascoltare la riformulazione.

PRESIDENTE. Sottosegretario Costa, se cortesemente rilegge la formulazione all'onorevole Sapia; gli è sfuggita quando la illustrava prima.

ANDREA COSTA, Sottosegretario di Stato per la Salute. Parere favorevole a condizione che sia premessa la frase: “a valutare l'opportunità di”.

PRESIDENTE. Onorevole Sapia, la accetta? Vuole parlare? Prego, a lei la parola.

FRANCESCO SAPIA (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Non si può accettare una riformulazione “a valutare l'opportunità di” quando stiamo parlando di una misura concepita male e sviluppata peggio, come il green pass, che dovrebbe aiutare i cittadini e invece li va a mettere in difficoltà. Il collega Colletti aveva presentato un ordine del giorno dove anche si è dato il parere: “a valutare l'opportunità di”; ne ho presentato un altro dove, purtroppo, Presidente, devo constatare che ancora il Governo naviga a vista su questa situazione del green pass, quando ha la responsabilità morale e politica di aver creato questo strumento. Il green pass va in alcuni casi a complicare la vita dell'individuo e a ledere la libertà del cittadino italiano. Io non sono contrario al vaccino, però bisognerebbe dire che il green pass va a complicare il quadro perché, ad esempio, Presidente, se un cittadino italiano fa la prima dose di vaccino, contrae il COVID in maniera sintomatica, poi si va a sottoporre a tampone anticorpale e vede che, per la situazione anticorpale, non può fare un'altra dose di vaccino, si ritrova sia senza il green pass, sia senza la possibilità di lavorare.

È questo uno dei problemi che il Governo dei migliori dovrebbe risolvere prima di venire in Aula con il provvedimento; altrimenti il Governo della melassa va a complicare soltanto ancora di più la vita dei cittadini italiani, che sono stati vessati dalla pandemia e ora sono vessati da questo strumento coercitivo, che non va a migliorare la vita ma la va a complicare. Quindi, il sottosegretario Costa, con tutto il rispetto possibile e immaginabile, che viene in Aula e viene a dire “a valutare l'opportunità di”, fa capire che il Governo naviga a vista (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti…

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). Presidente!

PRESIDENTE. Onorevole Trano, purtroppo ha finito il tempo. Sull'ordine dei lavori?

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). Presidente, chiediamo l'accantonamento di questo ordine del giorno, se possibile con votazione.

PRESIDENTE. Onorevole Trano, lo deve chiedere il diretto interessato; non può farlo lei per conto terzi; se il Governo non cambia il parere, non possiamo accantonarlo, perché il parere rimane quello.

Il Governo è contrario all'accantonamento, quindi non cambia il parere.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/10 Sapia, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/11 Spessotto, si accetta la riformulazione? No.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/11 Spessotto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/12 Corda si accetta la riformulazione? No.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Cabras. Ne ha facoltà.

PINO CABRAS (MISTO-L'A.C'È). In questo ordine del giorno viene posto in modo chiaro un problema, cioè quello delle isole in Italia. Tutta l'Europa ha degli Stati con isole che non soffrono certi problemi di collegamento come li abbiamo in Italia. Ci sono già problemi gravissimi per quanto riguarda i collegamenti dei traghetti e delle linee aeree, e adesso si aggiunge una vessazione unica in Europa, ma non si vuole prendere in considerazione una riconsiderazione delle condizioni per i viaggiatori della Sardegna e della Sicilia? Questo è veramente scandaloso e credo che l'unico modo sarebbe votare in modo serio, senza formule subordinate, un qualcosa che arrivi in favore dei viaggiatori delle isole.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/12 Corda, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Ordine del giorno n. 9/3264-A/13 Maniero: onorevole Maniero, non la vedo. Si accetta la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/3264-A/13? No.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/13 Maniero, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Ordine del giorno n. 9/3264-A/14 Testamento: è accettata la riformulazione? No.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/14 Testamento, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Onorevole Trano, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/3264-A/15? Sì.

Ordine del giorno n. 9/3264-A/16 Forciniti, su cui vi è il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Forciniti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. La bocciatura di quest'ordine del giorno, senza neanche prendersi il minimo impegno “a valutare l'opportunità di”, dimostra inequivocabilmente che voi non avete minimamente a cuore la salute dei cittadini italiani e la creazione di ambienti di lavoro sicuri, perché voi state definitivamente dicendo “no” ai test salivari, che sono molto meno invasivi e più semplici da fare rispetto a quelli molecolari, che sono molto più invasivi appunto perché vengono fatti all'interno del naso. Praticamente, mentre in tutta Europa si incentivano gli strumenti di screening, proprio perché si ha a cuore la salute dei cittadini - e quindi, si incentivano i tamponi come strumento fondamentale di prevenzione e nessuno si sogna di fare green pass così invasivi come il vostro -, in Italia si fa l'esatto contrario: disincentiviamo e ostacoliamo i tamponi in tutti i modi - i test rapidi - possibili e immaginabili - sono fra i più costosi d'Europa, sono più invasivi e più difficili da fare, con la minore durata rispetto a tutta Europa, dove valgono 72 ore - e, dall'altra parte, ci inventiamo questa privazione assurda di libertà fondamentali, arrivando addirittura a colpire il diritto al lavoro, di cui all'articolo 1 della Costituzione. Tocchiamo le persone proprio nella dignità del lavoro.

Allora, ci rendiamo conto che questa non è una strategia tesa a creare ambienti di lavoro più sicuri? Voi state solo facendo i teleimbonitori di vaccini, i piazzisti, perché dovete far vaccinare tutti comunque, a prescindere (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è), anche chi non ne ha bisogno e anche i ragazzini che hanno mortalità da COVID pari a zero. Anche chi ha già gli anticorpi - e ve lo dimostra con un test anticorpale - voi lo fate vaccinare. Allora, ci rendiamo conto che qui non avete minimamente a cuore la salute delle persone e non vi interessa affatto creare ambienti di lavoro sicuri? La bocciatura di questo ordine del giorno sui test salivari lo dimostra, perché i test salivari ormai li fanno in tutta Europa e sono uno strumento fondamentale di prevenzione, perché una persona che fa il test salivare e poi entra in una scuola, in un posto di lavoro, in un ristorante o in un bar sappiamo per certo che è negativa. Un vaccinato, che circola un anno dopo aver fatto il vaccino, potenzialmente potrebbe essere molto più pericoloso, ai fini del contagio, di una persona che ha fatto il test salivare 10 minuti prima. Allora, che coerenza c'è? Che logica c'è nelle cose che state facendo? Nessuna, nessuna. Provate a smentirmi, anziché stare zitti, con questa arroganza, perché venite qui a imporci queste porcherie, senza dire una parola (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è)! Non riuscite a dirne una, una non riuscite a dirne! Ecco che poi il clima di sfiducia che si crea in questo Paese lo create voi, perché la gente non si fida! Ci sono persone che non sono no-vax; sono semplicemente scettiche, hanno dubbi, e le paure, Presidente, non si criminalizzano. Le paure si ascoltano, si capiscono, si comprendono (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è). Ci si spiega con l'informazione, ma voi non spiegate nulla! Fate cose folli e antiscientifiche. Siete voi i veri negazionisti, in questo momento, in questo Paese e in tutta Europa, perché siamo l'unico Paese al mondo a fare quello che stiamo facendo.

Allora, voi state spaccando in due una società: state dividendo in buoni e cattivi e state iniziando questa nuova caccia all'untore. Ossia, state criminalizzando le persone perché hanno solo la colpa di esercitare un diritto di scelta che lo stesso ordinamento gli riconosce.

Presidente, una società basata su questi presupposti, sulla diffidenza reciproca, sull'odio, sulla divisione, sulla guerra fra poveri, è una società malata, COVID o non COVID! Voi state creando una società malata (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è), di persone impaurite, diffidenti, che si odiano a vicenda (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è). State distruggendo un Paese; altro che sicurezza, altro che salute, altro che sanità! Siete solo dei piazzisti, degli imbonitori e siete persone che hanno usurpato questo posto di potere che avete preso e lo state utilizzando veramente per attuare un modello di società e una visione di società che noi contrasteremo, fino all'ultima voce e fino all'ultimo grammo di forza che ci lascerete ancora, fiducia o non fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/16 Forciniti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Ordine del giorno n. 9/3264-A/17 Cabras: onorevole Cabras, lei ha già fatto due interventi.

Dunque, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/17 Cabras, con il parere contrario del Governo… Onorevole Cabras, ha già fatto due interventi. Lo ritira?

PINO CABRAS (MISTO-L'A.C'È). Presidente, sull'ordine dei lavori, per chiedere l'accantonamento di questo ordine del giorno, in modo che ci sia una valutazione e ci si possa pronunciare su questo.

PRESIDENTE. Onorevole Cabras, il Governo fa segno che non intende cambiare parere.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/17 Cabras, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Onorevole Paolo Nicolò Romano, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/3264-A/18? No.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/18 Paolo Nicolò Romano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Ordine del giorno n. 9/3264-A/19 Bucalo: il parere è favorevole.

Onorevole Siani, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/3264-A/20? Sì.

Onorevole Sodano, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/3264-A/21? No, e chiede di intervenire. Prego, onorevole Sodano, ne ha facoltà.

MICHELE SODANO (MISTO). Grazie, Presidente. Questo è un tipico ordine del giorno che ci fa capire che forse i pareri del Governo sono dati così un po' a caso, perché in realtà quello che io identifico come un possibile impegno del Governo ha ad oggetto un'azione che già i medici di base potevano compiere fino al 30 settembre. Cioè, si viene a creare un paradosso - e in questo senso vorrei delle rassicurazioni dal sottosegretario Costa – per cui fino al 30 settembre i medici di base potevano dare una esenzione ai soggetti la cui storia clinica non permetteva l'inoculazione del vaccino, mentre dal 1° settembre in poi c'è un vuoto.

Inoltre, i certificati che hanno rilasciato gli stessi medici di base sono validi fino al 30 settembre e, quindi, dal 1° ottobre in poi, il cittadino italiano che si trova in una situazione di difficoltà non sa che tipo di procedura seguire.

Allora, perché dico che i pareri del Governo sono espressi completamente a caso e credo che neanche vengano letti e venga bollato tutto con un parere contrario? Questa era una cosa che già avevate previsto ma che dovrebbe essere addirittura rafforzata. I medici di base, infatti, conoscendo la storia clinica del paziente, dovrebbero avere anche la capacità, per esempio, di capire che, se il paziente ha già superato il COVID ed è stato seguito proprio da quel pediatra o da quel medico di base e se dalle analisi del sangue specifiche si riscontra che ci siano già gli anticorpi validi per una buona difesa dal COVID, si potrebbe dare un'esenzione. Invece questo non viene permesso.

Vedete, il non comprendere queste fattispecie ha fatto perdere ad una larga fetta della nostra popolazione la fiducia nelle strategie che stiamo adoperando per uscire dal COVID. Infatti, ci sono tante azioni di buonsenso che oggi vengono ignorate e, in più, ci sono pareri negativi del Governo - che non ci ha permesso di discutere su questo decreto, ma che ci permette adesso di discutere sugli ordini del giorno – su cose che già lo Stato aveva previsto.

Questo, in questo momento, è il Paese dei controsensi. Sottosegretario Costa, se può, ci dia una risposta. Io ho sentito tantissimi medici di base e pediatri che mi hanno indicato questa fattispecie; quindi, come dovrebbe essere la funzione di ognuno di noi, porto in quest'Aula le istanze della medicina, di quei professionisti che seguono ogni giorno milioni di cittadini italiani.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. La votazione di questo ordine del giorno, come dei precedenti, nonché le mancate approvazioni degli emendamenti che l'Alternativa c'è ha presentato in Commissione stanno a dimostrare quanto questo Parlamento e le Commissioni parlamentari siano davvero diventati un ologramma: un ologramma di democrazia. Siamo al livello delle immagini, che venivano mostrate durante il lockdown, degli stadi pieni perché le immagini degli spettatori venivano rifatte con il computer.

Allo stesso modo, è pacificamente dimostrato quanto sia inutile come istituzione questo Parlamento che vota qualunque cosa gli imponga il Governo. E noi dovremmo essere la maggiore istituzione di questo Paese, quella davvero rappresentativa della volontà popolare.

Ma ancor di più, con questo ordine del giorno, come con i precedenti, dimostriamo l'antiscientificità di questo green pass poiché si impongono degli obblighi rispetto a persone che hanno avuto in maniera asintomatica il COVID - per “asintomatico” intendo che non hanno avuto neanche la prova di un tampone positivo - a cui i medici vaccinatori e i medici di base sconsigliano assolutamente di sottoporsi a una nuova vaccinazione avendo già anticorpi molto alti. Ebbene, per queste persone è impossibile accedere al green pass perché non hanno un'esenzione specifica e per poter lavorare e tutelare i propri diritti saranno costrette a dover pagare un obolo, una sanzione pecuniaria ai privati, alle farmacie, o allo Stato.

Un tempo anche chi si professava di sinistra ci diceva che il lavoro doveva essere remunerato; adesso, con questa maggioranza, per lavorare devi pagare. E questo sta ancor più a dimostrare quanto questo Parlamento e questo Governo, oltre a certificare ed aumentare le discriminazioni in seno al Paese su basi totalmente antiscientifiche, in realtà, vogliano discriminare e mettere da parte i lavoratori: operai, insegnanti, coloro che, nonostante paghino le tasse, vengono discriminati in primis dallo Stato. Questo dimostra quanto il provvedimento in esame sia ingiusto e incostituzionale (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/21 Sodano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3264-A/22 De Toma: accetta la riformulazione? Sì. Prendo atto che sugli ordini del giorno n. 9/3264-A/23 Quartapelle Procopio e n. 9/3264-A/24 Carnevali si accetta la riformulazione. Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/25 Fregolent vi è parere favorevole. Sugli ordini del giorno n. 9/3264-A/26 Noja e n. 9/3264-A/27 Toccafondi si accetta la riformulazione. Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/28 Ungaro il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/29 Marco Di Maio si accetta la riformulazione, mentre sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/30 Giovanni Russo il parere è favorevole. Onorevole Ferro, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/3264-A/31? Sì.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/32 Maschio vi è parere contrario. Onorevole Maschio, vuole intervenire? No.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/32 Maschio, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Prendo atto che sugli ordini del giorno n. 9/3264-A/33 Varchi, n. 9/3264-A/34 Baldini e n. 9/3264-A/35 Ruffino si accetta la riformulazione, mentre l'onorevole Suriano non accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/3264-A/36 e chiede di parlare. Prego, onorevole Suriano.

SIMONA SURIANO (MISTO). Grazie, Presidente. È inaccettabile questa riformulazione. Mi viene chiesto di eliminare due punti che sono l'essenza dell'ordine del giorno, i motivi per cui questo green pass introduce una discriminazione dentro le università. Nei confronti dei giovani studenti - che sappiamo anche essere la categoria di soggetti meno contagiati, con meno rischi - introduciamo una discriminazione. Quindi, le famiglie dovranno sostenere questa ulteriore spesa per consentire ai propri ragazzi di frequentare l'università, oltre ai costi dell'università, dei libri e dei materiali.

Mi si dice di eliminare il motivo della discriminazione da questo ordine del giorno per lasciare il principio generale di non discriminazione: a belle parole siamo tutti bravi a dire che nessuno vuole la discriminazione e che vogliamo la pace nel mondo, ma si dimostra nei fatti se effettivamente questa discriminazione la vogliamo o meno.

Con l'introduzione di questo strumento ulteriormente discriminatorio mi sembra assurdo poi mantenere un principio che è lettera morta, lettera vuota. Quindi, per me questo ordine del giorno è inaccettabile (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/36 Suriano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Onorevole Lucaselli, sul suo ordine del giorno n. 9/3264-A/37 vi è parere contrario. Vuole intervenire? Prego, onorevole Lucaselli.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Chiedo di intervenire perché trovo davvero incomprensibile la posizione del Governo. Credo sia importante spiegare il contenuto di questo ordine del giorno, soprattutto a beneficio dei colleghi d'Aula che, probabilmente, dopo aver capito cosa stanno per votare, verranno a me nella consapevolezza e nella convinzione che su questo ordine del giorno è difficile dare un parere contrario, senza neanche valutare l'opportunità di poter fare modifiche e riformulazioni. Con questo ordine del giorno, chiediamo che venga posta l'attenzione su un tema che evidentemente sfugge alla maggioranza, ma che sicuramente non sfugge agli italiani, perché, mentre con il green pass, noi chiediamo agli italiani di fare un sacrificio, di non entrare in luoghi comuni, di non avere accesso, alle volte, agli istituti scolastici senza questo e chiediamo loro un green pass anche per lavorare, mentre tutto questo accade, agli immigrati che arrivano sul territorio nazionale, invece, non viene fatto alcun tipo di accertamento. Anzi, dobbiamo prendere atto - e credo che, da questo punto di vista, il Governo dovrebbe prendere una posizione chiara - che, secondo le normative italiane, ci sono tantissimi immigrati che, oggi, sfruttano l'impossibilità di prendere aerei per tornare nei loro Paesi di origine, anche ove ci siano provvedimenti esecutivi di rimpatrio, che evitano di fare il vaccino, evitano di fare il tampone e, in questo modo, eludono la legge italiana. Allora, io credo che, da questo punto di vista, si debba prendere una posizione e credo che si debbano fare controlli. Non è ammissibile che ci siano i cittadini italiani costretti costantemente e perennemente a controlli, mentre ci sia una parte, in particolare quella degli immigrati, che arriva sul nostro territorio, nei confronti della quale non è stata presa alcuna precauzione, che, molto spesso - e questo lo sappiamo bene -, scappa dai centri di accoglienza e nei confronti della quale il Governo sembra assolutamente inerme (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sarli. Ne ha facoltà.

DORIANA SARLI (MISTO). Grazie, Presidente. Solo per esprimere il mio voto contrario su questo ordine del giorno, perché, comunque, non è assolutamente vero quanto detto prima. Gli immigrati, quando vengono nel nostro territorio, prima di andare nei centri di accoglienza, prima di esservi portati, vengono sottoposti a esami di screening, a tamponi ed è previsto anche un programma di vaccinazione. Anzi, adesso, anche il richiedente asilo, che non ha ancora una situazione di regolarità, comunque, con il suo codice di accesso, può avere anche il green pass. Quindi, dichiaro il mio voto contrario (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere l'ordine del giorno e per dire che la collega che è appena intervenuta, per il suo tramite, dovrebbe, prima di tutto, informarsi e non fare della demagogia spicciola. Se vuole, può venire in Sardegna per vedere gli immigrati algerini che sbarcano, vanno al bar e vanno sulla statale ad aspettare i Carabinieri e poi vengono portati nell'hotspot chiamato “Centro di Monastir”, dove, dopo giorni, vengono sottoposti a questi esami, però, nel mentre, possono uscire liberamente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Quindi, prima di parlare, almeno conoscete i territori - se volete, vi portiamo, prendendovi anche per mano, a conoscere le realtà locali - invece di spendervi in demagogia spicciola (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/37 Lucaselli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3264-A/38 Menga. Onorevole Menga accetta la riformulazione del suo ordine del giorno? No. Ha chiesto di parlare l'onorevole Menga. Ne ha facoltà.

ROSA MENGA (MISTO). Presidente, io non accetto la riformulazione e intendo anche spiegare la ragione, per quanto ritengo che sia abbastanza ovvio il motivo del mancato accoglimento da parte mia della riformulazione proposta dal Governo. Vede, questo ordine del giorno chiede di adottare, nel primo provvedimento utile, anche mediante decretazione d'urgenza, alla quale ormai siamo stati abituati, iniziative volte alla gratuità delle prestazioni diagnostiche, mediante test antigienici rapidi o molecolari, anche su campione salivare, a carico del Servizio sanitario nazionale. In buona sostanza, si sta chiedendo al Governo italiano di fare quello che stanno già facendo tanti altri Paesi europei, ossia assicurare la gratuità dei tamponi ai cittadini e non solo ai cittadini. Vedete, sarà capitato anche a tanti di noi in quest'Aula, durante la pausa estiva, o per ragioni di lavoro legate all'attività parlamentare, di recarsi all'estero in questi mesi e persino ai cittadini ospiti, in visita presso il Paese straniero, è possibile effettuare tamponi gratuiti. Questo è segno di cosa? Non è certamente segno di Paesi che intendano incoraggiare il ricorso al tampone in luogo della vaccinazione. Non è assolutamente questo il tipo di motivazione che possiamo accettare per il mancato accoglimento di questo ordine del giorno: sembra quasi che in quest'Aula si voglia affermare il principio per cui chi chiede che i tamponi possano essere assicurati gratuitamente ai cittadini italiani e chi vuole favorirne la diffusione a tappeto, affinché si abbia contezza dell'effettiva circolazione del virus nel nostro Paese, lo faccia, perché magari sposa posizioni no-vax. Le posizioni no-vax sono quanto di più lontano dalla mia persona e credo anche da tanti altri colleghi in quest'Aula. Assicurare tamponi gratuiti è una questione che ha a che fare con il diritto alla salute e alla prevenzione, tanto quanto il vaccino che viene assicurato gratuitamente ai cittadini italiani; non deve esserci contrapposizione tra uno strumento e l'altro. Anzi, io ritengo che soltanto un Paese che si assuma la responsabilità, non solo di vaccinare i propri cittadini, ma di sottoporli a screening puntualmente per rilevare o meno la presenza del virus sia un Paese che effettivamente sta mettendo in campo tutti gli strumenti necessari per sconfiggere definitivamente questa epidemia. Quindi, non vedo come non si possa accogliere questo ordine del giorno e si rimandi a “valutando l'opportunità di”, quando questo non è il primo decreto sul green pass e non sarà neanche l'ultimo. Lo stato di emergenza è stato prorogato fino al 31 dicembre 2021 e, se non si è in grado adesso di dare una precisa risposta ai cittadini italiani sulla possibilità di essere sottoposti a tamponi gratuiti, temo che dal Governo questa risposta non giungerà mai (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà, per due minuti e mezzo.

ANDREA COLLETTI (MISTO-L'A.C'È). Presidente, se il fine è quello di limitare la circolazione del virus, l'unico mezzo scientifico è quello del tampone e, per sfruttare l'unico mezzo scientifico in questo modo, il tampone deve essere fatto gratuitamente a carico del Servizio sanitario nazionale. Gli italiani già pagano le tasse per il Servizio sanitario nazionale e regionale. Poi, Presidente, lei, ma anche la Presidenza, dovrebbe spiegare, perché un cittadino fuori dalle istituzioni, con uno stipendio basso o normale, debba pagare per il tampone, mentre un deputato qui in questa Camera per avere un tampone non debba pagare nulla e lo faccia gratuitamente. Qui stiamo ancora a dimostrare che vi sono cittadini di serie A e cittadini di serie Z; quelli esterni sono, purtroppo per voi, di serie Z; quelli presenti in quest'Aula sono considerati di serie A (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sodano. Ne ha facoltà, per due minuti.

MICHELE SODANO (MISTO). Grazie, Presidente. Quello della gratuità dei tamponi è un tema che stiamo portando in quest'Aula. Se la collega qui accanto, per favore, mi può fare intervenire senza lamentarsi… Presidente, lo chiedo a lei, perché è difficile.

PRESIDENTE. Onorevole, faccia fare l'intervento all'onorevole Sodano. La prego di rispettare il collega, che sta esprimendo la sua posizione.

MICHELE SODANO (MISTO). Grazie, Presidente. Penso che sia il minimo. Almeno la possibilità di esprimersi…

PRESIDENTE. Assolutamente. Prosegua il suo intervento.

MICHELE SODANO (MISTO). Grazie. Quindi, quando parliamo di gratuità del tampone, lo facciamo cercando di osservare le strategie, per uscire dalla pandemia, degli altri Paesi che, come noi, chiaramente hanno puntato moltissimo sulla vaccinazione. Però, poi, c'è un altro dato fondamentale, quello del sistema dei tamponi, attraverso il quale possiamo tracciare il virus. Non si esce da una pandemia se una di queste due strategie viene a mancare. Importante è la gratuità anche per garantire a tutti, al di là della propria fascia economica, la possibilità di usufruire di questo servizio. Infatti, in questo momento, ovviamente, visto anche che il tampone è una delle due alternative per ottenere il green pass, c'è una grande discriminazione in atto, perché redditi diversi potranno permettersi servizi diversi. Allora, se, in questo provvedimento, nel prossimo provvedimento, cominciamo veramente a riflettere sull'importanza della gratuità del tampone come strumento per uscire dalla pandemia, facciamo veramente un favore al Paese (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sarli. Ne ha facoltà.

DORIANA SARLI (MISTO). Grazie Presidente, intervengo sia per chiedere di sottoscrivere questo ordine del giorno sia per ricordare che il tracciamento, come è stato detto anche dai colleghi, è garantito da quanti più tamponi vengono fatti sia a vaccinati che a non vaccinati; è uno strumento che non dobbiamo abbandonare e che dobbiamo incentivare in tutte le forme. E se oggi è necessario un tampone negativo per entrare in un pronto soccorso - e sono anche concorde -, dobbiamo garantire che sia gratuito e immediato anche fuori da un pronto soccorso, perché, se ci si sente male, non si può certo avere il tempo di andare a cercare un tampone e soprattutto a pagamento. Quindi, chiedo che questa esigenza, di cui stiamo parlando da tanto tempo anche nel precedente decreto, venga valutata dal Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Suriano. Ne ha facoltà.

SIMONA SURIANO (MISTO). Sì, grazie, per sottoscrivere questo ordine del giorno e per confermare il buon senso di quanto contenuto nello stesso. Se ad oggi non esiste un obbligo vaccinale, tutti devono essere messi nelle stesse condizioni di ottenere questo green pass. Quindi, anche i lavoratori - e mi aspettavo che fosse anche una battaglia delle sinistre quella di tutelare i lavoratori - anziché pagare per andare a lavorare, dovrebbero essere messi nelle condizioni di andare a lavorare serenamente con un tampone negativo e gratuito. Non possiamo prevedere quest'ulteriore tassa nei confronti dei lavoratori, anche con riferimento a famiglie di medio reddito, tra l'altro con una percentuale di vaccinati, ormai, in Italia di oltre il 76 per cento. Non vedo perché quest'ulteriore tassazione subdola nei confronti di un padre di famiglia e di una madre di famiglia che guadagnano uno stipendio medio dai 1.200 ai 1.500 euro, con una spesa ulteriore di 300 euro al mese per un tampone. Quindi, lo trovo assolutamente di buonsenso e spero che venga cambiato il parere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ehm. Ne ha facoltà.

YANA CHIARA EHM (MISTO). Grazie, Presidente. Anch'io per sottoscrivere questo ordine del giorno e per ribadire l'importanza di quella che vuole essere la finalità di questa richiesta, ossia garantire la massima sicurezza a tutti i cittadini, sia vaccinati che non vaccinati: è importante ribadirlo. Quando ci rechiamo in gran parte dei Paesi europei, viene garantito un servizio gratuito di screening, tramite tamponi negativi, proprio per avere la massima sicurezza per le persone vaccinate e non vaccinate, affinché sia garantita la negatività. Ora, non capisco perché, negli altri Paesi, vi sia un sostegno alla campagna vaccinale, garantendo, altresì, una sicurezza massima tramite lo screening di tampone negativo, mentre in Italia ci si ostina a favorire una parte e discriminare l'altra. Quindi, chiedo gentilmente di rivedere questo parere e magari allinearsi anche agli altri Paesi che, da sempre, garantiscono questo servizio a tutti i cittadini.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/38 Menga, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/39 Rosso, il parere è favorevole.

Onorevole Musella accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/3264-A/40? Mi faccia un segno… Sì? No, mi scusi, onorevole Musella, avevo inteso male il suo segno. Prego, onorevole Musella.

GRAZIANO MUSELLA (FI). Grazie, Presidente. No, lei ha inteso bene, accetto sicuramente la riformulazione e non chiedo che venga messo in votazione. Volevo solo intervenire perché mi sembra di aver capito che una parte viene accettata e una parte viene respinta. Ho capito bene?

PRESIDENTE. Esattamente.

GRAZIANO MUSELLA (FI). Ringrazio, naturalmente, il Governo per quanto riguarda il discorso dell'accettazione, della validazione, rispetto a chi ha avuto il COVID, dell'estensione a 12 mesi…

PRESIDENTE. Mi scusi, non può fare la dichiarazione di voto, mi deve dire se accetta la riformulazione proposta dal Governo, con parere favorevole sul primo capoverso e contrario sul secondo.

GRAZIANO MUSELLA (FI). Sì, la accetto. Volevo semplicemente, sulla parte contraria…

PRESIDENTE. No…

GRAZIANO MUSELLA (FI). Non si può intervenire sulla parte contraria?

PRESIDENTE. No. Quindi, accetta la riformulazione così come proposta dal sottosegretario Costa?

GRAZIANO MUSELLA (FI). Accetto, comunque, la riformulazione.

PRESIDENTE. Perfetto. Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/41 Novelli, il parere è favorevole, va bene.

Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/42 Bond, favorevole.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3264-A/43 Lollobrigida, che ha chiesto di intervenire.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Grazie, Presidente, l'ordine del giorno su cui il Governo ha dato parere negativo è, a mio avviso, di assoluto buon senso, non perché lo abbia presentato io, ma perché è un principio di legalità che noi chiediamo di riaffermare in questa Nazione. Noi avremo modo tante volte di discutere di uno di quelli che noi consideriamo problemi fondamentali per la nostra società, che è il reddito di cittadinanza, un problema importante perché oggi distorce il mercato del lavoro: non è un provvedimento che va nel senso delle politiche attive del lavoro, come era stato venduto da chi lo ha proposto, e ovviamente anche chi lo votò all'epoca oggi ha forti ripensamenti dovuti ai dati che emergono. Quest'estate gli imprenditori italiani, specie del Sud, non riuscivano a trovare persone che lavorassero nei settori della ristorazione, dell'agricoltura, dell'edilizia, dell'allevamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Insomma, abbiamo mandato in crisi tante imprese italiane ed è un fatto ormai noto.

Bisogna avere provvedimenti che aiutano i deboli, quelli espulsi dal mercato del lavoro, i disabili, le persone che non possono lavorare. Ma c'è un fatto oggettivo: la cura per la povertà si chiama lavoro, non si chiama assistenzialismo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E lo dico con chiarezza perché siamo l'unica forza politica che non ha votato questo provvedimento né nel 2018, quando è stato portato in quest'Aula, né ne ha votato il rifinanziamento nelle successive leggi di bilancio; l'ultima ha visto l'aumento di un miliardo per il reddito di cittadinanza.

Ora, non si ha il coraggio di abolire una cosa sbagliata da parte della maggioranza, ma almeno lavoriamo sui controlli. Voglio denunciare quello che è stato pubblicato da La Nazione, che è avvenuto in una regione virtuosa, nella quale la corruzione è minore che in altre regioni, la regione Umbria. La regione Umbria vede oggi questo dato, che fa emergere le criticità legate ai controlli sul reddito di cittadinanza: nel 2019 solo 5 sono state le revoche del reddito di cittadinanza, nel 2020 sono state 513, mentre quest'anno 1.315. Perché ci sono persone che riescono a ottenere il reddito di cittadinanza abusivamente? Il 45 per cento mente sulle dichiarazioni ISEE, il 30 per cento non è residente in Italia da almeno 10 anni (è uno dei parametri), il 9 per cento possiede auto di lusso e moto di lusso che non dovrebbero essere in loro possesso se intendono essere assistiti dallo Stato, il 7 per cento mente sullo stato civile, il 6 per cento lavora ma non dichiara di lavorare, il 3 per cento ha immobili che acquista e non dichiara di aver acquistato. A quanto corrisponde questa ruberia che alcuni soggetti fanno a danno degli italiani e dei più deboli? Al 4 per cento dei percettori, in quella regione, del reddito di cittadinanza.

Che cosa vuol dire spalmato su tutta Italia, tenendo conto che, immagino, tutti sappiano che i dati di percezione del reddito di cittadinanza in Umbria sono notevolmente più bassi di quelli di altre regioni? Immaginiamo la Campania, dove il numero di percettori di reddito di cittadinanza è uguale a tutto quello del Nord Italia. Che cosa si può raccontare agli imprenditori, ai cittadini che pagano le tasse se i loro soldi vengono sperperati? Allora, questo ordine del giorno è di completo buonsenso, chiede solo che venga preventivamente verificato che i percettori di reddito cittadinanza abbiano diritto a percepirlo, perché che cosa è avvenuto, in questi anni? Che dove c'è, magari, un direttore dell'INPS virtuoso, come quello nominato da poco in Umbria, si riesce a scoprire il doppio, anzi quasi il triplo, di percettori illegittimi di questo strumento, mentre in altre regioni questo lavoro non viene per nulla effettuato. È solo grazie alle Forze dell'ordine, alla Guardia di finanza che ci sono controlli; magari tali Forze trovano lo spacciatore con 40 grammi di cocaina a casa che percepisce il reddito di cittadinanza, magari trovano le persone che partono dalla Romania e arrivano in Italia, percepiscono il reddito di cittadinanza e tornano in Romania. Centonovantadue che percepivano questo reddito abusivamente, per esempio, sono stati trovati in Umbria. Allora, qui non si discute il provvedimento, si chiede semplicemente di sospenderne l'erogazione ove i requisiti non vengano comprovati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Come si fa a dire che si è contrari alla verifica della legalità? Come si fa a raccontare che questo provvedimento aiuta i deboli se ci facciamo derubare di centinaia di milioni di euro che a loro sarebbero destinati e che, invece, vengono percepiti, magari, da persone ricche, da camorristi, da brigatisti e da delinquenti?

Noi chiediamo che il Parlamento si esprima sul controllo, sulle regole. Ci saremmo aspettati, sottosegretario Costa, al limite, una proposta di riformulazione, intesa nella comune volontà, che non può mancare, di ristabilire la legalità. Chi ruba deve essere colpito (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), non gli possiamo regalare i soldi degli italiani, è impensabile, questo veleno che hanno immesso! Si è aggravato anche dal fatto che questi soldi vengono percepiti da persone che lo fanno nella illegittimità, a danno dei più poveri, dei più deboli, ma anche degli imprenditori e delle persone che creano lavoro in questa Nazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Qualcun altro intende intervenire? No. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/43 Lollobrigida, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Allora, torniamo, per un momento, all'ordine del giorno n. 9/3264-A/42 Bond. C'è stato un disguido nelle comunicazioni tra il banco della Presidenza e l'onorevole Bond che, se non ho capito male, non intende accettare la riformulazione, così come proposta dal sottosegretario Costa. Quindi, questa volta ci siamo intesi bene. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bond. Ne ha facoltà.

DARIO BOND (FI). Chiedo al sottosegretario di considerare di sopprimere la dizione: “a valutare l'opportunità di”, perché qui io vado oltre, sono ancora più conservativo di voi e vi chiedo di estendere l'obbligo di green pass a tutti gli impianti sciistici, perché, altrimenti, andiamo a creare, nella prossima stagione invernale, due categorie: la categoria degli impianti dove si usa il green pass e la categoria degli impianti dove non si usa il green pass. Siccome questo è un refuso, le chiedo di sistemarlo sopprimendo : “a valutare l'opportunità di”.

PRESIDENTE. Chiedo se il sottosegretario sia d'accordo. No. Quindi, onorevole Bond, lei non accetta la riformulazione e chiede la votazione del suo ordine del giorno da parte dell'Aula.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/42 Bond, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Passiamo dunque all'ordine del giorno n. 9/3264-A/44 Mantovani. C'è una riformulazione, l'accettate? Ha chiesto di parlare l'onorevole Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Intanto, Presidente, la ringrazio. Intervengo per aggiungere la mia firma a questo ordine del giorno, e non accettando la riformulazione, in ragione della motivazione, cioè: “compatibilmente con le risorse finanziarie”. Io vorrei ricordare che, grazie al finanziamento della Commissione europea alla Croce rossa italiana e al gruppo Ferrovie dello Stato, è stato possibile far sì che si istallassero postazioni per sottoporsi, a titolo gratuito, al test antigienico nelle strutture predisposte al di fuori delle stazioni di Roma Termini, Milano centrale e delle maggiori stazioni, in generale. In questo ordine del giorno si chiede che queste installazioni vengano estese anche alle stazioni ferroviarie dei capoluoghi di provincia. Quindi, non crediamo, visto che è la Commissione europea che ha finanziato il tutto, di chiedere una cosa irragionevole; tra l'altro, la formula era quella: “a valutare l'opportunità di”, che lascia ampio spazio al Governo. Noi crediamo che sia importante questo, perché il trasporto locale effettivamente è stato penalizzato in modo indegno dai decreti del Governo, anche quando la relativa problematica è stata affrontata sotto il profilo del green pass. Io vorrei segnalare un fatto che è avvenuto ieri, sulla linea che va da Firenze ad Arezzo; è una linea di pendolari, di lavoratori che non devono essere discriminati rispetto a chi usufruisce, per esempio, dell'alta velocità. Le persone erano così stipate in questo treno che alla stazione di Monticino hanno fatto scendere buona parte di questi lavoratori, li hanno scaricati in questa stazione, in attesa di altri treni, quindi, condizionando la loro giornata in maniera pesante. Noi ci chiediamo cosa faccia il Governo quando le opposizioni - ma credo non solo le opposizioni, perché la tutela dei lavoratori pendolari credo sia comune a tutti, non soltanto a una parte – chiedono come risponda non solo sulla problematica del green pass, che è contraddittoria, perché, evidentemente, andava estesa in quella logica anche ai treni pendolari, a difesa della possibilità dei pendolari di raggiungere le loro destinazioni. È un problema annoso, lo so - il Ministro Giovannini l'abbiamo visto all'insediamento del Governo, in Aula non l'ho più visto –; tra l'altro, va tenuto conto della emblematicità del fatto che ho testé riportato, perché il paese di Monticino è quello che ha dato i natali a Pupo, il cantante; ecco, se volete smettere di trattare i lavoratori pendolari come pupazzi credo sarebbe l'ora di provvedere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Se nessun altro intende intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/44 Mantovani, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Ordine del giorno n. 9/3264-A/45 Marin: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3264-A/46, onorevole Mollicone, c'è una riformulazione, l'accettate? Sì, sta bene. Ordine del giorno n. 9/3264-A/47, onorevole Gemmato accetta la riformulazione? Sta bene. Ordine del giorno n. 9/3264-A/48, onorevole Raduzzi accetta la riformulazione? Ha chiesto di parlare l'onorevole Raduzzi. Ne ha facoltà.

RAPHAEL RADUZZI (MISTO). Vorrei chiedere al Governo, se possibile, di rileggere la riformulazione.

PRESIDENTE. Sottosegretario Costa, stiamo parlando dell'ordine del giorno n. 9/3264-A/48 Raduzzi, che chiede se gentilmente può ripetere come viene riformulato dal Governo.

ANDREA COSTA, Sottosegretario di Stato per la Salute. Parere favorevole, a condizione che sia aggiunto l'inciso: “sentiti gli organi tecnico-scientifici competenti”. Con questa aggiunta.

PRESIDENTE. Con questo inciso, quindi, onorevole Raduzzi lo accetta? Sì, sta bene. Onorevole Cirielli, la sua riformulazione è accettata? No. Intende intervenire, prego onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.

EDMONDO CIRIELLI (FDI). Vorrei ringraziare il sottosegretario per la sensibilità e, ovviamente, non posso che accettare, proprio perché c'è uno spirito costruttivo. L'unica cosa evidente è che questi studi, attesa la situazione, devono proseguire anche con una certa celerità. Quindi, le chiedo, da questo punto di vista, di seguirlo personalmente, perché con un alto numero di anticorpi non si è ancora studiata bene l'interazione con il vaccino.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/3264-A/50 Rizzetto: onorevole Rizzetto, accetta? Sì. Ordine del giorno n. 9/3264-A/51 Bellucci, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3264-A/52 Frassinetti: accetta la riformulazione? Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Non accetto la riformulazione, non per una volontà ostruzionistica, ma perché pensavo che questa proposta sull'estensione dei test salivari, per effettuare uno screening continuo sugli studenti, fosse la misura più di buon senso e anche più efficace per contrastare il contagio nelle scuole. È evidente che questa frase, seppur molto diffusa, di prevedere “l'opportunità di” smorza tutto l'ordine del giorno e l'intento di introdurre, finalmente, una misura veramente efficace, che potrebbe essere determinante per evitare il ritorno alla didattica a distanza. Quindi, chiedo al sottosegretario se può ripensarci e dare un parere favorevole secco.

PRESIDENTE. No, il sottosegretario mi fa cenno che non accetta la sua proposta. Quindi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/52 Frassinetti, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Ordine del giorno n. 9/3264-A/53 Albano, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3264-A/54 D'Arrando, parere favorevole con riformulazione: mi fate un segno? Ha chiesto di parlare l'onorevole Federico. Ne ha facoltà.

ANTONIO FEDERICO (M5S). Presidente, semplicemente per dire che, come gruppo MoVimento 5 Stelle, accettiamo tutte le proposte di riformulazione sui nostri ordini del giorno.

PRESIDENTE. Molto bene. Quindi, i presentatori accettano la riformulazione sugli ordini del giorno n. 9/3264-A/54 D'Arrando e n. 9/3264-A/55 Barzotti. Sugli ordini del giorno n. 9/3264-A/56 Ianaro, n. 9/3264-A/57 Sportiello, n. 9/3264-A/58 Martinciglio e n. 9/3264-A/59 Papiro, il parere è favorevole. Ordini del giorno n. 9/3264-A/60 Terzoni e n. 9/3264-A/61 Lorefice: accettano la riformulazione. Sull'ordine del giorno n. 9/3264-A/62 Amitrano, il parere è favorevole. Ordine del giorno n. 9/3264-A/63 Casa: accetta la riformulazione. Ordini del giorno n. 9/3264-A/64 Olgiati e n. 9/3264-A/65 Del Monaco: il parere è favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3264-A/66 Grippa: accetta la riformulazione. Ordine del giorno n. 9/3264-A/67 Corneli: il parere è favorevole. Ordini del giorno n. 9/3264-A/68 Maraia e n. 9/3264-A/69 Zolezzi: accettano la riformulazione. Ordini del giorno n. 9/3264-A/70 Mammì e n. 9/3264-A/71 Masi: il parere è favorevole.

Gli ordini del giorno n. 9/3264-A/72 Tonelli e n. 9/3264-A/73 Di Muro: sono stati ritirati.

Ordini del giorno n. 9/3264-A/74 Claudio Borghi e n. 9/3264-A/75 Belotti: il parere è favorevole. Ordine del giorno n. 9/3264-A/76 Colmellere: accettate la riformulazione? Sì, grazie, onorevole Ziello. Ordine del giorno n. 9/3264-A/77 Bordonali: il parere è favorevole. Ordine del giorno n. 9/3264-A/78 Trizzino: accetta la riformulazione? Ha chiesto di parlare l'onorevole Trizzino.

GIORGIO TRIZZINO (MISTO). Grazie, Presidente. Io ringrazio il Governo e il sottosegretario, ma chiederei soltanto un impegno ulteriore a rivedere il contenuto di questo ordine del giorno, che in sostanza è legato al fatto che ormai tutte le trasmissioni televisive sono popolate di professionisti, virologi, epidemiologi e via dicendo, che non hanno alcuna autorizzazione da parte delle loro amministrazioni.

PRESIDENTE. Onorevole Trizzino, accetta la riformulazione?

GIORGIO TRIZZINO (MISTO). Io vorrei che ci sia un impegno, perché il Governo al più presto possa intervenire su questo settore, che veramente ha generato probabilmente tante vittime.

PRESIDENTE. Quindi, lei accetta la riformulazione?

GIORGIO TRIZZINO (MISTO). Sì, certo, con la richiesta di un impegno del Governo.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/3264-A/79 Rossi: accetta la riformulazione? Mi fate un segno? Sì. Ordine del giorno n. 9/3264-A/80 Rotelli: accetta la riformulazione? Sì. Ordine del giorno n. 9/3264-A/81 Deidda: accettate la riformulazione? Sì. Ordine del giorno n. 9/3264-A/82 Gebhard: il parere è favorevole. Ordine del giorno n. 9/3264-A/83 Snider? Si accetta la riformulazione, grazie, onorevole Ziello. L'onorevole Paolin ha ritirato il suo ordine del giorno n. 9/3264-A/84. Ordini del giorno n. 9/3264-A/85 Cavandoli e n. 9/3264-A/86 Tiramani: accettano la riformulazione. Ordine del giorno n. 9/3264-A/87 Boldi: favorevole. Ordine del giorno n. 9/3264-A/88 Delmastro Delle Vedove: accettate la riformulazione? Sì. Ordine del giorno n. 9/3264-A/89 Donzelli, accettate la riformulazione? Sì. Perfetto.

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3264-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lupi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, signor Presidente. Aspetto un secondo che possano uscire i colleghi, in modo che…

PRESIDENTE. Se facciamo intervenire…

MAURIZIO LUPI (M-NCI-USEI-R-AC). No, no, è corretto. Era solo per…

PRESIDENTE. Facciamo intervenire l'onorevole Lupi. Defluiamo con ordine, in maniera che lui possa fare il suo intervento.

MAURIZIO LUPI (M-NCI-USEI-R-AC). Signor Presidente, signor sottosegretario Costa, il nostro gruppo voterà convintamente a favore di questo provvedimento. Voterà convintamente a favore perché, sin dall'inizio, Noi con l'Italia-USEI abbiamo ribadito la necessità di uno strumento come quello del green pass, perché il green pass, ci piaccia o non ci piaccia, è uno straordinario strumento di libertà. Non perché il green pass non ci obblighi a fare il vaccino o a fare il tampone o a dimostrare che si è guariti dal COVID, ma perché l'alternativa al green pass non è la libertà, cioè tornare alla vita normale come prima di questa pandemia, che ci ha cambiato radicalmente la vita. L'alternativa al green pass è: stiamo chiusi, ritorniamo nel lockdown, chiudiamo le fabbriche, chiudiamo le scuole, chiudiamo l'attività sociale. E in questo anno e mezzo, invece, abbiamo capito come la comunità, la società, i rapporti, il lavoro, la scuola, ovvero la vita normale, è ciò che ci può far guardare con positività al futuro.

Dobbiamo imparare a vivere e a convivere con questa pandemia, con l'unico strumento che abbiamo a disposizione. E l'unico strumento che abbiamo a disposizione, che abbiamo scoperto grazie alla ricerca scientifica, è il vaccino. E non è un caso! Lo diciamo, perché noi, sin dall'inizio, abbiamo detto al Governo passato e a questo Governo di scommettere sulla responsabilità e sulla libertà degli italiani e non sulla paura: spieghiamone le ragioni e troveremo i cittadini e un popolo, il popolo italiano, che sarà molto più avanti di quello che scienziati, dottori, sofisti, soloni e politici pensano del popolo italiano.

Non è un caso che oggi siamo arrivati, primo Paese in Europa, non con la costrizione, ma con la convinzione e con l'appello alla responsabilità, a oltre il 77 per cento degli italiani che si sono vaccinati. Arriveremo, a fine settembre, all'80 per cento. Quindi, lo strumento per combattere la pandemia si chiama vaccino. La leva, perché questo possa accadere, si chiama responsabilità e libertà e senso di libertà e di coscienza da parte di tutti gli italiani.

L'operatività, con cui questo si traduce, si chiama green pass. Perché è uno strumento di libertà? E qui vanno le indicazioni date al Governo in tutte queste settimane, anche attraverso gli ordini del giorno approvati. Perché, più ci sarà senso di responsabilità e di libertà, più si userà il green pass, più noi riusciremo a tornare alla vita quotidiana, alla vita normale e, quindi, a poter andare al cinema, al teatro, a scuola.

Chiediamo e speriamo che si riaprano le discoteche, così che si possa controllare anche con il green pass chi entra in quei luoghi.

Inoltre - ed è questo l'oggetto dell'articolo 1 di questo decreto - finalmente, con coscienza da parte di tutti, si afferma e si dice che la scuola è essenziale per la persona, è essenziale per l'alunno. Mai più si chiuderà la scuola! Mai più, mai più DAD! Abbiamo verificato che è stato uno strumento utile per non rimanere totalmente a casa, ma la DAD ha creato nuovi distanziamenti sociali, ha ucciso il futuro di tantissime generazioni, nonostante lo straordinario impegno degli insegnanti.

Quindi, per la prima volta, in una legge, diciamo, all'articolo 1, comma 1, che la scuola rimarrà comunque aperta. Ci ha fatto piacere che un emendamento di Noi con l'Italia sia stato recepito nella sua preoccupazione, perché al comma 4 la formulazione che si stava andando ad utilizzare era equivoca. Si diceva, infatti: va bene, la scuola rimarrà sempre aperta, ma fino al 31 dicembre, in casi eccezionali o in zona arancione e in zona rossa, potremo richiuderla. No!

No, non si può richiudere. Il fatto che sia stato chiarito che, in casi eccezionali e particolari - primo criterio - e -secondo criterio -, solo in zona rossa, eventualmente, in luoghi particolari, quindi in un edificio, in una zona, in un quartiere, in un paese, eventualmente, in extrema ratio, quella scuola si può chiudere, ma non l'intero sistema scolastico chiuderà e si ritornerà alla DaD, mi sembra che sia un passo assolutamente straordinario.

Quindi, io chiedo anche ai colleghi, alla classe politica, di evitare questa inutile e sterile polemica “green pass sì”, “green pass no”. Come ho detto, gli italiani si sono vaccinati, gli italiani hanno scaricato il green pass, stiamo parlando di circa 80 milioni di green pass scaricati. Che cosa vuol dire? Che la stragrande maggioranza, larghissima maggioranza degli italiani ha capito l'utilità di questo strumento. Dovremo spiegare e continuare a dare la ragione anche a quelli che hanno ancora perplessità. Quelli che hanno ancora le perplessità vanno convinti, gli vanno spiegate le ragioni, non sono solo degli estremisti. Usiamo e continuiamo a spiegare perché questo accade attraverso l'esempio e la testimonianza positiva che anche gli altri seguiranno, anche gli altri cittadini arriveranno a questo strumento valido.

Vado verso la conclusione e mi permetto di fare un'osservazione particolare, perché siamo in Parlamento e, non a caso, stiamo qui intervenendo e, quindi, voglio dire la mia, dopo aver chiarito a tutti i colleghi che sono favorevole al green pass, mi sono vaccinato, sono convinto che sia uno straordinario strumento di libertà, ma, attenzione: dico che Draghi ha fatto bene a parlare del rischio calcolato - è stata la novità di questo Governo - e stiamo seguendo questo rischio calcolato che ci porterà mai più a chiudere, ma sempre di più a evitare inutili e sterili polemiche su una cosa che non è un problema, ma, invece, ci si concentri insieme sul rilancio dell'economia, sul tema della riforma fiscale, sull'abbassare le tasse, sul tema di come convincere gli italiani a capire che la transizione ecologica è una sfida positiva - ma per convincerli non devi pensare che loro ne paghino un costo sociale, il costo della bolletta elettrica (ci sono mozioni che abbiamo presentato e sui si discuterà) -, sulla legge sulla concorrenza. Queste sono le cose su cui dobbiamo concentrarci (Governo, Esecutivo e Parlamento).

Quale è il “nota bene” finale, Presidente, e ho concluso? Sono assolutamente favorevole al green pass e lo sono insieme all'80 per cento degli italiani. Attenzione, lo dico al Vice Presidente della Camera e al Presidente della Camera: il Parlamento non è un luogo come tutti gli altri. Il Parlamento è il luogo che rappresenta gli italiani ed è inaccettabile pensare che i parlamentari siano dei dipendenti (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC). I parlamentari non sono dei dipendenti, i parlamentari rappresentano il popolo italiano nella sua complessità. Quindi, quando i parlamentari sono come tutti gli altri cittadini, vanno al bar, vanno al ristorante, entrano come tutti i dipendenti della Camera e usufruiscono delle funzioni pubbliche, devono, ripeto, devono - non c'è bisogno di una legge - mostrare il green pass. Ma quando un parlamentare viene in quest'Aula e rappresenta quest'Aula, rappresenta la volontà di tutti gli italiani, anche dell'uno che è un no-vax, e ha il diritto qui, in quest'Aula, di rappresentare quella posizione (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC)! Noi non possiamo permettere, per il bene degli italiani (basta seguire il luogo comune!), che non si salvi questo tesoro che è la democrazia parlamentare in Italia. L'idea che, in quest'Aula, per votare, per discutere, possa essere limitato l'ingresso a chi ha il green pass o, in Commissione, possa essere limitato è anticostituzionale, è il più grave errore che noi possiamo fare (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC). Basta - lo dico a tutti noi - seguire il luogo comune! Spieghiamone le ragioni. Io non voglio essere un privilegiato, sono il primo ad essermi vaccinato - quando è toccato il mio turno -, sono il primo a dire che noi dobbiamo seguire e dare l'esempio. Ma, proprio perché dobbiamo dare l'esempio, non possiamo non considerare il valore sacro che questo luogo ha.

Io difenderò fino all'ultimo, anche se non la penso in maniera uguale ad un mio collega, se ci fosse uno che è no-vax, che non si vuole vaccinare e che vuole rappresentare in quest'Aula o alzare la mano e votare per quello, gli devo dare la possibilità in quest'Aula di farlo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC)! Non è un caso che il Parlamento non è stato chiuso quando tutto il resto chiudeva, non è un caso che in Ufficio di Presidenza e alla Capigruppo non abbiamo voluto il voto per corrispondenza. Infatti, volevamo testimoniare che questo è il luogo in cui ci si incontra e ci si confronta. Non è il luogo del privilegio, noi non siamo il luogo del privilegio. Ve lo chiedo, con passione, proprio difendendo le ragioni per cui, per me, il green pass deve essere obbligatorio e per cui dobbiamo seguire questa strada. Non facciamo questo errore, ne abbiamo già fatti tanti per svilire questa istituzione. Non facciamo questo errore, lo dobbiamo non a noi, lo dobbiamo agli italiani e ai miei figli e ai miei nipoti, che crederanno ancora nella democrazia parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cunial. Ne ha facoltà.

SARA CUNIAL (MISTO). Grazie, Presidente. Riporto una testimonianza da parte di un gruppo di universitari, una delle centinaia che ci arrivano ogni giorno: L'istruzione ci ha fornito gli strumenti per essere cittadini attivi, dotati di pensiero critico e capaci di intervenire consapevolmente nella società in cui viviamo. Ci insegnano a porci delle domande, a mettere in discussione quello che percepiamo, analizzarlo con consapevolezza storica e sviscerarlo con tutti i potenti mezzi di informazione che abbiamo a disposizione. Le università sono istituzioni che hanno il dovere di garantire e accogliere il dibattito e il confronto, assicurando l'effettiva uguaglianza tra tutti gli studenti, eppure questi decreti-legge promuovono una grave discriminazione e disuguaglianza all'interno del corpo studentesco, del personale universitario e, indiscutibilmente, all'interno della cittadinanza tutta. Lo svolgimento delle nostre naturali, umane attività viene oggi subordinato al possesso e all'esibizione di un lasciapassare sanitario, nonostante la nostra libertà di scelta e di sottoporci a un trattamento sanitario, inclusa la vaccinazione, sia garantita dalla nostra Costituzione, baluardo della democrazia, che tutela il rispetto della dignità della persona umana e i principi democratici di tutti. Non vi è nulla di dignitoso nell'essere pubblicamente esclusi dalla scuola, dai propri amici e familiari, da cinema, musei, teatri, palestre, persino dal proprio posto di lavoro, con la seguente, brutale sospensione, addirittura, dello stipendio, che, forse, adesso - ma, chi lo sa? - ci concedete. Oltre ad essere umanamente inaccettabili, le iniziative legislative del Governo risultano anche in chiara contraddizione con i regolamenti europei, che sanciscono il dovere degli Stati membri di evitare qualsivoglia discriminazione - parola orgogliosamente usata, invece, dal nostro Ministro Orlando -, diretta o indiretta, nei confronti di chi ha scelto di non sottoporsi alla vaccinazione, nonché l'impegno degli stessi ad informare la popolazione riguardo alla non obbligatorietà del trattamento. Nel nostro Paese, stiamo, tuttavia, assistendo all'imposizione di un pensiero unilaterale: autorità, politici, giornali, televisione, celebrità e la Chiesa si assumono la pubblica responsabilità di promuovere un farmaco sperimentale, garantendone una indiscussa efficacia, ma omettendo dalla narrativa ufficiale i rischi e gli ancora sconosciuti effetti a medio e lungo termine. La scienza dovrebbe convincere, non obbligare, a noi, invece, non è stato lasciato il beneficio del dubbio, bensì siamo stati posti di fronte ad un ricatto: o ci vacciniamo o ci sottoponiamo a frequenti test invasivi, o vedremo i nostri diritti, la libertà individuale, l'autodeterminazione, un'esistenza dignitosa, libera circolazione, studio, lavoro, sport, eguaglianza, sottrattici a favore di una parte di popolazione apparentemente più meritevole. Toglierci diritti e libertà senza aver commesso alcun reato non è umanamente, eticamente, scientificamente e democraticamente giustificabile: è una scelta arbitraria, è un atto di potere.

Il green pass non è stato accettato dagli italiani, come afferma il Presidente del Consiglio, è stato l'unico, liberticida strumento per alcuni di intravedere un barlume di normalità. Ma come può un lasciapassare far intravedere un barlume di normalità? Com'è possibile che voi, uomini di legge, che dovreste essere in quest'Aula per tutelare i diritti di tutti e, ripeto, di tutti, anche di voi stessi e delle vostre famiglie, che dovreste avere a cuore il bene del nostro Paese, ignoriate che venga minata la libertà del singolo individuo e la mole di trattati e leggi alla base della nostra storia democratica, che viene infranta con questi decreti-legge, che, parallelamente, creano una spaccatura nella società e nella convivialità delle persone? Un muro invisibile, quasi impossibile da abbattere. Sappiate che noi siamo disposti a morire per smantellarlo e ricreare una libertà, una reale e libera società, libera da ricatti sanitari e monetari, dove regnerà il rispetto reciproco, l'inclusione e, soprattutto, un senso di comunità che, da quasi due anni a questa parte, è stato smarrito.

Da studenti ci ricordiamo bene le lezioni svolte in occasione della Giornata della Memoria, del Giorno della Liberazione. Ricordiamo che nel 1938 molti studenti italiani con la sola colpa di avere una fede diversa da quella della massa sono stati espulsi dalle scuole italiane, dai propri luoghi di lavoro, dalle biblioteche, da tutti quei luoghi di pubblico interesse. Ed ora, nel 2021, sono nuovamente sbarrati a noi cittadini quei luoghi, noi che abbiamo scelto precauzioni e terapie sanitarie diverse da quelle imposte dai governanti. Questo è inaccettabile! Tanti giovani hanno deciso di vaccinarsi per paura; non per paura di morire, come ha detto il Presidente Draghi, ma per paura di non poter più entrare in discoteca, di non poter più fare un aperitivo con i loro amici. Ed allora sorge una domanda: è davvero questo il popolo che volete? Un popolo che vi è suddito per terrore, che per un briciolo di libertà è disposto a farsi inoculare un liquido di cui non conosce il contenuto, firmando un consenso informato con cui sia le case farmaceutiche produttrici sia voi governanti vi sollevate da ogni responsabilità concernente gli effetti del farmaco, attribuendo a noi soli la responsabilità di un trattamento sperimentale?

Siamo milioni tra medici, infermieri, OSS, insegnanti, studenti, sportivi e lavoratori di ogni campo a non essere disposti a sottostare al vostro ricatto. La nostra libertà è l'unica cosa per cui possiamo veramente lottare.

Sappiate che così avrete sì un popolo sottomesso e terrorizzato, ma chi dopo la terza, chi dopo la quarta, chi dopo la quinta dose si chiederà quando tutto questo avrà fine; e in quel momento vi accorgerete che la maggior parte di quelli che chiamavate sudditi ora sareste costretti a chiamarli sovversivi.

Per tranquillizzare il Presidente, al termine della mia dichiarazione consegnerò il testo con tutte le fonti per il resoconto stenografico, così che possano rimanere agli atti. Ricordo a quest'Aula il caso di Maddie, una ragazzina di 12 anni dell'Ohio finita in gravi condizioni dopo aver ricevuto la seconda dose del vaccino Pfizer lo scorso 20 gennaio come volontaria nell'ambito della sperimentazione per la sua fascia d'età. Appena dopo l'iniezione, la ragazza è rimasta completamente paralizzata e ora deve essere alimentata artificialmente.

Le reazioni avverse della ragazza sono state classificate ufficialmente dalla Pfizer - ancora oggi lo sono - come dolore addominale, senza ulteriori aggiunte o specificazioni. Il dottor Kirsch, che ha denunciato il caso di Maddie, ha evidenziato pure che nella sperimentazione clinica di Pfizer risultano morte più persone nel gruppo vaccinato che nel gruppo di controllo, mostrando una tabella in diretta al 167° meeting della FDA lo scorso 17 settembre sulla quale nessuno, e dico nessuno, ha avuto nulla da dire.

Dai dati ufficiali con Pfizer a sei mesi i deceduti per effetti avversi negli Stati Uniti segnalati al sistema di sorveglianza VAERS sono il doppio dei salvati, il rapporto è 2 a 1. Un risultato del genere è ovviamente scomodo per una sperimentazione clinica, il cui scopo è quello di testare un vaccino che dovrebbe invece proteggere dalla morte. Il 6 agosto scorso il CDC, organo per il controllo e la prevenzione delle malattie statunitense, ha pubblicato i risultati del monitoraggio sulla salute di 130 mila adolescenti tra i 12 e i 17 anni nei sette giorni seguenti alla vaccinazione, risultati nei quali sono ripetute le percentuali dei tipi di eventi avversi che si sono verificati.

Si tratta di dati cumulativi delle due dosi rilevati entro i primi sette giorni, può essere interessante capire cosa accadrebbe nel nostro Paese se vaccinassimo tutti i giovani dai 12 ai 17 anni. Attualmente sono circa tre milioni e mezzo di individui. Se tutti venissero vaccinati, proiettando le statistiche emerse dai dati statunitensi, si avrebbero 1.900 ragazzi ricoverati in ospedale con problemi di salute seri, anche a rischio morte; 10.300 ragazzi che necessiteranno di una visita in pronto soccorso; 16 mila ragazzi che necessiteranno di una visita in ambulatorio; 43 mila ragazzi che necessiteranno di cure mediche; 370 mila ragazzi che non saranno in grado di frequentare la scuola o lavorare; un milione e 200 mila ragazzi che saranno incapaci di svolgere le normali attività quotidiane per almeno un giorno.

Vale davvero la pena vaccinare massivamente in questa fascia d'età, visto che secondo i dati dell'Istituto superiore di sanità il tasso di ricoveri settimanale per COVID di ragazzi sotto i 17 anni è di dieci-venti casi per milione?

Vorrei chiedere al Presidente qui presente in Aula: siamo certi che il Presidente della Repubblica abbia letto l'ultimo decreto uscito dal Consiglio dei Ministri sul “super green pass” obbligatorio per i lavoratori? Se ne accerti, Presidente, perché è chiaro che un garante della Costituzione non possa che essere stato a sua volta costretto e ricattato, mettendosi nei panni dei suoi concittadini, a firmare un'ignobile nefandezza, capace di cancellare i nostri diritti e rovesciare la sovranità, compresa quella della presente Camera, supina ad un Governo dittatoriale al soldo delle lobby finanziarie e delle famiglie dei festini di Davos e Bilderberg. Almeno spero che il Presidente sia distratto dal processo trattativa Stato-mafia in corte d'assise d'appello, dove si dovrebbe confermare la condanna per apparati deviati del nostro Stato che hanno appena aperto, anzi, da anni hanno aperto e mai chiuso il dialogo con Cosa Nostra e tutte le mafie, rafforzandone il potere a suon di stragi. Dietro quelle stragi e ben prima, a partire dall'attentato Moro, è stata riscritta la storia della nostra Repubblica, è stata annientata la nostra Costituzione e la nostra democrazia. La DIA ci conferma le infiltrazioni mafiose nella gestione emergenza, forte anche del ricatto del payback con cui le multinazionali farmaceutiche pagano i bilanci della sanità regionale. Ecco perché i governatori delle regioni sono tutti d'accordo! Ci ricordiamo allora le parole testimonianza di Totò Riina. Aperte virgolette: “io non cercavo nessuno, erano loro che cercavano me”.

PRESIDENTE. Onorevole Cunial, l'ho fatta terminare per buona creanza, ma i riferimenti ai campi di sterminio e al Presidente della Repubblica sono inaccettabili (Applausi), e quindi la invito con tutto il cuore a mantenere una posizione più attenta alle sue affermazioni perché sono inaccettabili alcune sue esternazioni. L'ho fatta concludere solo per un fatto di cortesia istituzionale; non sarà più possibile, però, consentire queste cose.

Sull'ordine dei lavori e per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, poi, appena potrò entrare in possesso del testo delle parole che ha riferito la cosiddetta collega Cunial, verificherò se ci sono estremi che vanno oltre le parole che lei ha detto, perché in questo Paese non è consentito a nessuno offendere e insultare la memoria di milioni di morti innocenti (Applausi) che sono stati gasati e poi bruciati per la sola colpa di essere nati ebrei, omosessuali, sinti, rom, testimoni di Geova, oppositori dei regimi fascisti e nazisti.

Non so che cosa succeda nella testa dell'onorevole Cunial, non ho idea di quale sia la sua conoscenza della storia, ma chiunque in questo Paese, che legittimamente si opponga ai vaccini, ai green pass, pensi di poter paragonare la questione sanitaria o le norme scelte da un Governo legittimamente eletto da un Presidente del Consiglio democraticamente sottoposto al voto di fiducia di un Parlamento a ciò che succedeva in quei lager o è pazzo o è in malafede o sta commettendo un reato.

Ricordo, Presidente, che in questo Paese è stato inserito nel nostro codice penale il reato di negazionismo, come in altri 27 Paesi d'Europa; e dunque in questo Paese è considerato reato negare le vicende della Shoah. Ora, paragonare il fatto di avere un certificato in tasca con l'idea che si venga reclusi in un campo di sterminio per mesi, messi a fame, a torture, a bastonate, e poi uccisi in una stanza chiusa con il gas del cianuro, e poi il proprio corpo bruciato per le colpe di essere nati, non è in questo Paese consentito. Non è un'opinione: ci sono delle opinioni che, per il nostro codice penale, per la nostra Costituzione, come la XII disposizione finale transitoria della Costituzione, sono reati, anche se pronunciati nell'Aula della Camera dei deputati. Mi riservo, quindi, di verificare le parole esatte della collega per adire ad altri ulteriori passi e lei si vergogni di aver infangato la memoria di milioni di morti (Applausi – Commenti della deputata Cunial)! Lei non sa neanche di cosa parla e, pur non sapendolo, lei è un insulto alla storia (Applausi)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mugnai. Ne ha facoltà. Però siamo in dichiarazione di voto, il fatto è stato stigmatizzato, quindi vorrei riuscire a riprendere….Andiamo avanti con le dichiarazioni di voto (Commenti).

Onorevole Mugnai, cerchiamo però di fare una cosa che abbia una sua continuità perché siamo in mezzo ad una dichiarazione di voto su un provvedimento.

STEFANO MUGNAI (CI). Sì, siamo in mezzo a una dichiarazione di voto, però credo che non sia tollerabile non stigmatizzare certe affermazioni. Quello che ha detto il collega Fiano è assolutamente, come dire, condivisibile (Applausi), ma anche i riferimenti, assolutamente inaccettabili, fatti alla prima carica dello Stato sono altrettanto censurabili (Applausi).

Guardate, quello che sta facendo la collega è cercare di dare rappresentanza rispetto ad affermazioni e a progressive uscite da un perimetro di legalità anche nell'affermazione dei propri pensieri che stanno avvenendo anche fuori da questo palazzo. Allora, credo che sia importante sottolineare che, nel mentre non dobbiamo tollerare questo imbarbarimento del dibattito fuori dal palazzo, poi lo tolleriamo nel palazzo. Io apprezzo molto la sua buona creanza nel fare concludere l'intervento della collega, però non si può permettere che certe affermazioni vengano espresse in maniera continuativa, perché, guardate, non è la prima volta. È in atto, da parte di alcuni colleghi, il tentativo di spostare sempre di più l'asticella sulle polemiche e sul tentativo anche di andare ad attaccare le cariche più importanti del nostro Stato. La democrazia si difende soprattutto all'interno di quest'Aula e certi atteggiamenti non devono essere tollerati (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Basini. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE BASINI (LEGA). Presidente, sarò rapidissimo. Voglio solo dire che, senza toccare gli argomenti toccati dal collega Fiano, mi domando da che parte sarebbe stata, al processo a Galileo, la collega Cunial (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per un richiamo al Regolamento l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (MISTO-L'A.C'È). Presidente, premesso che ritengo che in quest'Aula ci debba essere la maggiore libertà di espressione - almeno in quest'Aula -, bisognerebbe anche rispettare il Regolamento, e chiedo che lei lo faccia rispettare, poiché i singoli deputati non devono e non possono rivolgersi direttamente agli altri deputati. Molte volte - spesso e volentieri - la Presidenza lo ha fatto presente a chi discuteva su un emendamento o su un ordine del giorno o anche, in questo caso, su un qualsiasi intervento. La prego, la prossima volta, di ottemperare a questa disposizione e a questa prassi regolamentare (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 3264-A.

(Ripresa dichiarazioni di voto finale - A.C. 3264-A​)

PRESIDENTE. Quindi, riprendiamo l'andamento dei lavori. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Angiola. Ne ha facoltà.

NUNZIO ANGIOLA (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente. Cari colleghi, il decreto-legge n. 111 del 2021 ha previsto misure urgenti per l'esercizio in sicurezza delle attività scolastiche, universitarie, sociali e in materia di trasporti. Diversi sono i punti che recepiscono alcune battaglie portate avanti, con fermezza, da noi di Azione e +Europa. Mi soffermerò solo su alcuni punti riguardanti le scuole.

Il decreto prevede che le attività dei servizi educativi per l'infanzia e delle scuole dell'infanzia primarie e secondarie, di primo e secondo grado, si svolgano in presenza. Grazie al Governo Draghi, viene posta la parola “fine”, Presidente, all'abuso di quanti avevano inteso organizzare una formazione scolastica à la carte, in DID, DAD oppure in presenza, a discrezione delle famiglie. Il riferimento va, ad esempio, al presidente Emiliano, in Puglia.

Le attività delle università e degli istituti tecnici superiori sono svolte in presenza. Fino al 31 dicembre 2021 il personale scolastico, delle scuole e universitario, deve essere in possesso della certificazione verde ed esibirla. Il mancato rispetto di tali previsioni è considerato assenza ingiustificata e determina la non corresponsione della retribuzione e, a decorrere dal quinto giorno di assenza, la sospensione del rapporto di lavoro. Nulla viene disposto in merito al costo del tampone che, pertanto, resta a carico del personale scolastico e non del contribuente, come da noi di Azione-+Europa da sempre auspicato. Fino al 31 dicembre 2021 chiunque acceda, a tutte le strutture, deve essere anche in possesso della certificazione verde COVID-19 ed esibirla. La certificazione non è, però, richiesta agli studenti, tranne quelli del sistema di formazione superiore.

Apprezziamo anche gli sforzi del Governo in merito all'organizzazione dei servizi dei trasporti pubblici. In attesa del completamento della campagna vaccinale, dovremo essere in grado di adattare e potenziare le corse dei mezzi pubblici in base all'andamento dei contagi, sempre possibili. Il decreto prevede, inoltre, l'estensione da 48 a 72 ore della validità dell'esito negativo del test molecolare ai fini della durata della certificazione verde. Visti questi e altri provvedimenti, Presidente, che noi abbiamo sostenuto con fermezza, facendo numerose proposte, annuncio il voto favorevole della componente Azione-+Europa alla conversione in legge del decreto-legge n. 111 del 2021.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gebhard. Ne ha facoltà.

RENATE GEBHARD (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. L'introduzione del green pass, ai fini dell'apertura in sicurezza e in presenza delle scuole, delle università e di diverse attività sociali, è una misura che riteniamo opportuna e necessaria. È necessaria anche per preservare, contestualmente ai progressi nella campagna vaccinale, la scuola da ogni pericolo di nuove e ulteriori chiusure. Dunque, avendo il maggiore impatto sociale, è uno dei temi più impegnativi. Condividiamo le misure introdotte con il decreto in discussione, anche se ci sono alcuni punti critici, come, ad esempio, l'obbligo della mascherina per gli studenti anche all'aperto nei cortili degli istituti scolastici, come previsto dai protocolli di sicurezza, o il fatto che non sia stata prevista la proroga del congedo straordinario per i genitori nel caso di un figlio in quarantena.

Sarebbero state auspicabili scelte più attente e mirate, ma siamo fiduciosi - e daremo anche il nostro contributo - che questi punti saranno risolti a breve termine. Ciò che, infatti, non è accettabile è che ogni scelta politica non sostenuta, ogni provvedimento non adottato, ogni diritto non garantito e ogni dovere non rispettato riproponga pericoli di nuove chiusure. Non possiamo consentirlo, in particolare se guardiamo ai costi sociali ed educativi che il Paese ha sostenuto con la chiusura delle scuole. Con questo chiudo e annuncio il voto favorevole delle Minoranze Linguistiche, della Südtiroler Volkspartei.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ermellino. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA ERMELLINO (MISTO-CD). Grazie, Presidente. Colleghi, probabilmente in circostanze politiche diverse sarebbe superfluo ribadire ancora una volta la necessità di approvare un decreto come quello oggi in discussione. Non sarebbe neanche necessario illustrarne le ricadute positive sulla ripresa economica del Paese e il contributo che offre alla gestione di un'emergenza sanitaria dalla quale, grazie proprio a provvedimenti come questo, ci stiamo lentamente affrancando. In troppi, però, sembrano aver dimenticato i lockdown, le morti, le terapie intensive affollate, i pronto soccorso in affanno, il dramma della disoccupazione e quello dell'aumento della violenza sulle donne, costrette, proprio nel periodo di lockdown, a una convivenza forzata in casa con il loro aguzzino. Inoltre, non dimentico neanche i bambini che, in zone particolarmente disagiate, avevano perso addirittura la possibilità di vivere, in ambito scolastico, una pausa da quella che è una situazione certamente difficile, non solo emotivamente, ma anche concretamente difficile per quei bambini. Potrei continuare a lungo, ma credo che il concetto sia già abbastanza chiaro, così come il motivo per cui questo decreto supererà il vaglio, anche grazie all'appoggio di Centro Democratico, che annuncio fin da subito.

Tuttavia, c'è anche un altro aspetto per il quale il voto di oggi appare necessario, ed è proprio il suo valore politico. Questo voto, infatti, non servirà soltanto a ribadire come la gran parte del Parlamento e del Paese sia favorevole all'estensione del green pass, ma anche a stabilire un perimetro chiaro all'interno di questa stessa maggioranza. Signor Presidente, Centro Democratico ha fin dall'inizio considerato questo Esecutivo come l'unica strada percorribile verso la rinascita auspicata dopo il buio della pandemia, una strada che avrebbe, per forza di cose, implicato scelte difficili, ma necessarie, decisioni che, però, la gran parte dei cittadini hanno mostrato di condividere, in nome di quel bene comune al quale qualunque Governo dovrebbe guardare.

Certamente tutti abbiamo messo in conto che l'opposizione, al riparo dalle responsabilità che ricadono su chi governa, avrebbe potuto strumentalizzare le proteste di alcuni sparuti cittadini e, nonostante la gravità della situazione, era prevedibile che ciò accadesse; meno comprensibile, però, è la posizione di chi, pur avendo accettato di sostenere la maggioranza, insiste nel lanciare segnali equivoci, assumere posizioni ambigue, nel fissare paletti e limiti a posizioni che ha comunque scelto di avallare. Probabilmente, chi fa questo vuole evitare che il malcontento dei pochi sia capitalizzato esclusivamente da chi è all'opposizione o ha timore che scelte difficili, ma responsabili possano erodere il proprio consenso fuori da quest'Aula. Proprio per questo, però, come dicevo all'inizio, questo voto diviene assolutamente necessario, perché darà finalmente l'occasione di chiarire, una volta per tutte, il grado di affidabilità delle forze che sostengono questo Governo. Non si tratta, badate bene, di stanare la voce fuori dal coro, ma semplicemente di mettere in condizione l'Esecutivo di proseguire verso la direzione condivisa, fin dall'inizio, da chiunque l'abbia sostenuto.

Venendo, poi, agli aspetti di novità introdotti da questo decreto, davvero viene quasi da chiedersi se ci sia bisogno di parlarne. Prendiamo, per esempio, la decisione di estendere l'obbligo a tutti i lavoratori delle RSA; c'è forse qualcuno a cui sfugge quanto siano vulnerabili quei luoghi e quanto sia importante proteggerli, oppure abbiamo già dimenticato il dolore che ha travolto chiunque avesse un proprio caro in quelle strutture nel corso dei primi mesi difficili di pandemia? Eppure, stando ai pochi dati a disposizione, nelle RSA emerge un tasso di mortalità medio dell'8,2 per cento, significativamente più alto di quello registrato sulla popolazione totale dei contagiati, senza contare che più del 40 per cento dei decessi, pur non esistendo riscontri certi, potrebbe essere riconducibile a COVID. Durante la prima ondata, il 12 per cento delle RSA ha avuto almeno un residente positivo, il 35 per cento un ospite con sintomi simil-influenzali e il 21 per cento un operatore positivo. Io non vorrei, quindi, che ci fosse qualcuno che vuole ritornare a quel periodo.

Così come prima sottolineato anche dal collega, l'altra cosa di cui non posso che essere grata a questo Governo è di aver precisato e definito meglio gli ambiti in cui ai ragazzi viene consentito di tornare finalmente in presenza, senza troppe possibilità di derogare e, quindi, di rimanere chiusi in casa, perché durante questo periodo di DAD, non solo c'è stato un calo nei profitti scolastici, ma i ragazzi hanno subito traumi che adesso, piano, piano, dovranno cominciare a superare, tornando alla scuola in presenza. Infatti, per quanto riguarda le scuole e le università davvero non si capisce quale sia l'opposizione, perché anzitutto - e meno male - stando a un recente sondaggio, circa il 70 per cento degli studenti si è detto favorevole ai provvedimenti adottati, si è già vaccinato e ha già il green pass, e questo mi pare un segnale chiaro di quanto gli stessi ragazzi abbiano maggiore consapevolezza della necessità di un provvedimento simile. Va poi ricordato che il green pass negli istituti scolastici è una protezione per l'intera popolazione, non solo per gli studenti, per i quali, tra l'altro, il COVID rappresenta un rischio minore rispetto agli adulti; questo perché la misura servirà a rallentare la circolazione tra gli asintomatici, un veicolo di contagio imprevedibile e di difficile monitoraggio.

Certo, lo concedo, potremmo ragionare su alcuni aspetti, ovviamente non contenuti in questo decreto, del pericolo rappresentato, ad esempio, dal trasporto pubblico locale e delle differenze che via via si stanno manifestando laddove, a livello regionale, soprattutto nelle aree interne, non delle grandi città, il servizio di trasporto pubblico locale sta creando non pochi disagi, ma questo non può pregiudicare l'obiettivo finale e se si vuole discutere qualche modifica al green pass si abbia almeno la decenza di farlo per estenderne l'area di applicazione, non per ridurla. Se il Paese può finalmente vedere la luce in fondo al tunnel, non è certo grazie all'allentamento delle misure di contenimento, ma grazie alla loro implementazione. La miopia di chi considera il peggio ormai alle spalle è sintomo di scarsa memoria di quanto successo nei mesi passati e, nel peggiore dei casi, di freddo calcolo politico, alla cui logica qualunque parlamentare responsabile non può e non deve cedere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cabras. Ne ha facoltà.

PINO CABRAS (MISTO-L'A.C'È). Chi è che dà di matto sul COVID, Mario Draghi o Zoran Milanović? Milanović, chi sarà costui? Questo nome non appare mai nei media italiani, chiusi nella loro bolla provinciale, figuriamoci se lo pronunciano i parlamentari e i governanti prigionieri di questa bolla e pronti a imprigionarvi, a loro volta, tutti gli italiani. Milanović è semplicemente il Presidente della Croazia, un Paese membro dell'Unione europea, della NATO, del Consiglio d'Europa, è un esponente storico del Partito Socialista Europeo, lo stesso di tanti illustri colleghi di questo Parlamento, schiacciato dai decreti. Ebbene, il 10 settembre scorso, il signor Milanović ci ha spiegato, in modo chiaro, quanto di più antitetico si possa immaginare rispetto al green pass nostrano. Dice, infatti, il Presidente croato, pur in un discorso in cui valorizza l'opportunità del vaccino, testualmente: “Il delirio dei media per il COVID-19 è eccessivo, dovremmo conoscere lo scopo di tutto questo delirio; se qualcuno mi dice che l'obiettivo è sradicare completamente il Coronavirus, gli dirò che è una follia, è impossibile, ciò che conta ora è l'adeguamento e la ripresa della vita normale” e aggiunge “è folle sostenere la cultura ossessiva della sicurezza”. Sottolineo “la cultura ossessiva della sicurezza”. Dice ancora: “Nessuno può essere assolutamente sicuro e protetto, non c'è vita senza rischi o malattie”. Punta sui media e dice: “Quel che fanno equivale a seminare il panico e non sono gli unici a farlo dall'inizio della pandemia, semplicemente non esiste una sicurezza assoluta che escluda ogni possibilità di ammalarsi; le persone sviluppano migliaia di malattie più gravi, mentre da un anno e mezzo commentiamo soltanto il COVID; da mesi, sento solo pareri senza senso”. E chiude così: “Basta tormentare la gente, chiedendo ossessivamente di vaccinarsi a chi non vuole”. Molti di voi, chiusi nella bolla, tutta italiana, della paura, la bolla, esclusivamente italiana, della paura, si chiederanno: ma è diventato matto, questo Presidente? Non è mica saggio come i nostri capi, che ci dicono che dobbiamo avere sempre tanta paura, paurissima!. È stato, infatti, Draghi a dire: Non ti vaccini? Ti ammali e muori. Oppure fai morire: non ti vaccini, contagi, lui o lei muore. Sembra una vecchia gag e mentre sillabava questa paura primordiale della morte, senza distinzioni fra gli anziani che rischiano e i ragazzini che non rischiano nulla, ha giustificato il green pass più rigido del pianeta, il lasciapassare più opprimente e illogico, la limitazione più vasta e senza precedenti, in tutto l'Occidente, delle libertà personali, del lavoro, della scuola, dell'università, del viaggio (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

Non contenti, Draghi e gli altri suoi profeti della paura hanno esteso sempre più un sistema di estorsione, quello che Milanović avrebbe chiamato “cultura ossessiva della sicurezza”.

Allora, ripeto la domanda, ma stavolta per tutti i Paesi europei e tutti i Governi del continente: chi è il folle sul COVID, Mario Draghi o Zoran Milanović? Ebbene, questo referendum europeo è stato già fatto. Nessun Paese si sogna di chiedere alle persone sane le cose che chiede, anzi, impone, il Governo Draghi; nessun Governo fomenta la paura per far dimenticare, nel mentre, i regali miliardari agli oligarchi che si mangiano le autostrade e le banche (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è). Nessun Governo europeo si è voluto spingere dove si spinge il Governo italiano e nessuno ha gestito le cose in modo peggiore. Tutti hanno sostanzialmente meno contagi e meno morti, forse perché trattano le persone come cittadini e non come sudditi e, forse, credono nella normale persuasione, non nel bullismo. Noi de L'Alternativa vediamo già ora 46 alternative: gli altri 46 membri del Consiglio d'Europa fanno meglio.

Il Governo Draghi ha ingabbiato, unico al mondo, un'intera Repubblica, nata libera, cambiandola in un sistema che ha trasformato ogni casa in una dogana, ogni ufficio in una frontiera, ogni scuola in un check-point, ogni aula in un confine, ogni piazza in una succursale della questura, ogni mensa in una segregazione. Mentre i cittadini di mezzo mondo vengono liberati dalle restrizioni, i sudditi del Draghistan sono gravati, ogni settimana, di nuovi ricatti. E questo decreto è l'apoteosi dei ricatti, perché ricatta non solo i cittadini, ma ricatta, innanzitutto, questo tempio della democrazia, il Parlamento, che non può più discutere, non può più correggere nulla; lo bombardate di voti di fiducia, lo fate qui, alla Camera, ma, soprattutto, al Senato, dove volete riformare la giustizia con una serie a raffica di voti di fiducia, perché voi promettete una cosa impossibile, l'immunità di gregge, ma volete davvero solo una cosa: l'impunità di gregge. Volete mettere mano al bilancio dello Stato, con la riorganizzazione del Recovery Plan, consegnare i piani miliardari ad avventurieri che cianciano di transizioni ecologiche e sanitarie e creare le condizioni della loro impunità, se qualche giudice vorrà mettere becco nelle loro scorribande. Ecco perché a Draghi e a tutta questa maggioranza irresponsabile non serve un Paese che si riprenda davvero, serve un Paese impaurito, serve un Paese esausto, serve un popolo che, per non cadere nell'indigenza, deve credere e obbedire.

Combattere, no, quello no, volete un popolo passivo che accetti di avere una libertà a rate, che non discuta mai questo stato di emergenza interminabile, mentre altrove è già terminato. Volete educare una generazione di giovani a farsi terze dosi e quarte dosi in cambio di briciole di libertà (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è). Se ne parla con una leggerezza che fa venire i brividi e con nessun principio di prudenza. Ministri, che non saprebbero distinguere un virus da un paracarro, sono già certi che tutto sarà sicuro anche per i bambini. Senza alcun criterio scientifico, estendono il green pass dei vaccinati da 9 a 12 mesi: neanche i pubblicitari della Pfizer sono così spudorati. Almeno loro fanno il loro mestiere, ma vorrei chiedere a Speranza: lei che mestiere fa, signor Ministro, oltre che il Ministro della paura, che non sa che, anche da vaccinati, contagiamo e che allora non ha senso il green pass? In tutta Europa, i tamponi sono praticamente gratis - lo volete riconoscere questo? - e si trovano ad ogni angolo di strada e non si assilla la gente, perciò le adesioni ai vaccini avvengono nel rispetto della dignità umana (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è). Qui, in Italia, i prezzi dei tamponi sono il paradiso degli speculatori sanitari, oltre ogni giustificazione economica e scientifica: è un ricatto politico da estorsori ed eversori, particolarmente odioso verso i poveri ed è anche una forma di austerity mascherata, che dà al Governo l'immenso potere di sacrificare interi settori economici. Qualcuno ai piani alti, con banche compiacenti, comprerà le aziende fallite a prezzo vile. C'è un problema di democrazia: sentiamo una marea di personalità che scomunicano con furore ogni forma di dissenso. Quel che proponiamo è un ritorno alla scienza, alla razionalità, al buon senso: basta con questo maccartismo fuori tempo! L'Italia ha meno dell'1 per cento della popolazione mondiale, ma crede fortemente che, anche per il rimanente 99 per cento dell'umanità, la questione COVID sia affrontata negli stessi modi, con le stesse “virus star” a dominare gli schermi. Vi diamo una notizia: fuori dalla bolla Italia, esiste un mondo intero Burioni free (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è), un mondo che ha, sì, cambiato - come è giusto - la propria profilassi, ma fa meno drammi e fa stare meglio la gente e che non si sogna di manomettere le libertà con un green pass che può prestarsi a ogni abuso. Ogni tanto - questa è la riflessione finale -, l'Italia vuole sperimentare l'originalità di nuove misure autoritarie, con il plauso di un sistema dei media che ormai vuole i colonnelli, impedendo al popolo di conoscere le libertà godute da altri Paesi, e finisce per sperimentare le solite vecchie catastrofi. Non andrà tutto bene: noi non daremo il green pass al Governo della catastrofe. Ora, più che mai, occorre che costruiamo l'alternativa alla catastrofe (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è – I deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è espongono cartelli recanti la scritta: “No a questo green pass”).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà. Leviamo i cartelli, per cortesia! Se interveniamo a levare i cartelli. Gli assistenti parlamentari, se levano i cartelli (Gli assistenti parlamentari ottemperano all'invito del Presidente). Grazie. Prego, onorevole Dori, a lei la parola.

DEVIS DORI (LEU). Grazie, Presidente. Anzitutto, anche a nome del gruppo Liberi e Uguali, intendo prendere le distanze dalle gravi affermazioni della deputata Cunial: sono parole che non vorremmo sentire in quest'Aula perché offendono la nostra storia, i nostri valori, su cui è fondata la Repubblica, valori costituzionali e valori democratici nei quali ci riconosciamo. Il disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 111, che la Camera si appresta ad approvare e nel quale è confluito anche il decreto-legge n. 122, contiene le misure urgenti per l'esercizio in sicurezza delle attività scolastiche, universitarie, sociali e in materia di trasporti. Il provvedimento si pone in assoluta continuità, in modo coerente, con la serie di provvedimenti che, a partire dal febbraio 2020, ha posto misure restrittive ai fini del contenimento della pandemia. Scelte politiche non facili - perché quando si parla di restrizioni nessuno può ritenersi soddisfatto -, ma indispensabili a creare quelle condizioni per superare, il prima possibile, questa fase, ponendo sempre la scienza e non i sondaggi a supporto delle decisioni da assumere. Ecco perché dobbiamo farci trovare tutti dalla stessa parte della barricata, senza opportunismi elettorali. I tentennamenti e i tatticismi portano con sé l'effetto di confondere i cittadini e, quindi, di creare instabilità sociale.

Ogni volta, infatti, che la politica è chiara e univoca nel suo messaggio, i cittadini rispondono positivamente, anche con significative accelerazioni nella campagna vaccinale; una comunicazione, invece, ambigua e contraddittoria allontana nel tempo il risultato di un vero ritorno alla normalità. Se c'è un elemento che è emerso con forza in questi mesi, inequivocabile, è la consapevolezza che sia necessario recuperare il senso di appartenenza a una comunità, il sentirsi parte di una comunità. Negli ultimi decenni, invece, abbiamo assistito, quasi passivamente, a una corsa verso l'individualismo: è questa la vera sfida dei prossimi anni. I diritti dell'individuo acquisiscono valore se orientati al perseguimento del bene collettivo e, in questo senso, il diritto alla salute, come concepito dai nostri padri costituenti, nell'articolo 32 della Costituzione, coniuga perfettamente questi due elementi: da un lato, il fondamentale diritto dell'individuo e, dall'altro, l'interesse della collettività. Abbiamo, invece, smarrito da tempo questa prospettiva, annebbiati dalla falsa convinzione che gli interessi collettivi possano addirittura essere un ostacolo o una limitazione ai diritti individuali, anziché il loro naturale approdo. In questo contesto, deve assumere sempre più peso il concetto di inclusione per orientare le scelte politiche, uno sguardo anzitutto rivolto ai più fragili. Da questo punto di vista, nel provvedimento in esame, durante i lavori di Commissione, è stato introdotto l'articolo 2-ter, recante disposizioni di proroga in materia di lavoratori fragili. Si tratta di una disposizione sulla quale il gruppo di Liberi e Uguali, già nel precedente decreto-legge n. 105, si era battuto, ponendolo come una questione di assoluta rilevanza, dopo la mancata approvazione di un emendamento e la bocciatura di un ordine del giorno presentato da LeU. Si tratta di una disposizione fortemente voluta dal nostro gruppo. L'articolo 2-ter stabilisce l'estensione, fino al 31 dicembre 2021, di due discipline relative ai cosiddetti lavoratori fragili e concernenti l'equiparazione, a determinate condizioni, al ricovero ospedaliero del periodo di assenza dal servizio e la possibilità, per i medesimi soggetti, di svolgimento del lavoro in modalità agile, anche attraverso la destinazione a diversa mansione, ricompresa nella medesima categoria o area di inquadramento, o attraverso lo svolgimento di specifiche attività di formazione professionale anche da remoto. Se parliamo di senso di comunità, dobbiamo allora parlare anche di scuola. Con riferimento alla scuola, il provvedimento ha disposto che, nell'anno scolastico 2021-2022, le attività siano svolte in presenza e questa è una scelta giustissima, necessaria all'obiettivo di tutelare la sfera sociale e psicoaffettiva della popolazione scolastica, sull'intero territorio nazionale, con riferimento all'attività didattica della scuola dell'infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo e secondo grado. Siamo, infatti, ben consapevoli che la didattica a distanza sia, per specifici casi, l'assoluta eccezione alla regola dell'attività in presenza, considerato che la socialità rappresenta una competenza da sviluppare, oltre che da esercitare per creare proprio quel senso di comunità a cui ho fatto riferimento poco fa. Per concludere, ribadisco che la politica deve sforzarsi sempre più di creare nel proprio vocabolario spazio a due parole: inclusione e comunità. Inclusione significa anche uno sforzo maggiore per tutelare, con iniziative normative, i posti di lavoro, soprattutto in questo frangente delicato. La politica non può limitarsi a fare da spettatrice, in attesa di sentenze dei tribunali che decidano della sorte dei lavoratori. Essere comunità significa, invece, assumere consapevolezza che i propri comportamenti determinano, non solo il proprio destino, ma anche quello altrui, un patto sociale basato sulla responsabilità reciproca, entro cui assume importanza uno strumento come il green pass e l'estensione del suo impiego, perché consente di aumentare il nostro grado di libertà. Per tutto quanto esposto, annuncio, quindi, il voto favorevole del gruppo di Liberi e Uguali (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marin. Ne ha facoltà.

MARCO MARIN (CI). Grazie, Presidente. Membri del Governo, oggi aggiungiamo un altro tassello ai provvedimenti e al puzzle che stiamo componendo per riconquistare la libertà: la scuola, l'università, alcune attività sociali, il trasporto pubblico. Noi fin da subito, dal primo provvedimento, avevamo chiesto di aggiungere le aziende - arriveranno - e l'avevamo chiesto senza fare distinzioni fra lavoro pubblico e lavoro privato, perché il virus non fa differenza tra i lavoratori del pubblico e del privato (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia) w avevamo chiesto di aggiungere il trasporto pubblico locale. Oggi aggiungiamo una serie di cose. Vorrei partire dalla scuola - ci dedichiamo alla scuola - e non posso partire senza ringraziare gli operatori scolastici (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia). Le percentuali dicono che più del 90 per cento degli operatori scolastici si è vaccinato. L'hanno fatto, evidentemente, per loro stessi, per le loro famiglie, a me piace pensare che l'hanno fatto - ringrazio, se il Governo mi ascolta; aspetto l'onorevole Fucsia Fitzgerald Nissoli - per i nostri ragazzi, per i nostri figli, per noi, l'hanno fatto per tutti, perché è la catena di trasmissione, io penso che l'abbiano fatto per la comunità. Questo è il senso della vaccinazione, questo è il senso del green pass: sono due facce della stessa medaglia, sono un combinato disposto che sta insieme. Il vaccino ci deve salvare dal virus, siamo stati nascosti per circa un anno senza armi per combattere e oggi abbiamo il vaccino. Il green pass serve per dire che lo facciamo tutti assieme, serve per dire: guarda, ci sono io ma ci sei tu, siamo tutti vaccinati, siamo dalla stessa parte, il nemico è il virus, è il SARS-CoV-2, e io voglio essere negativo per me stesso e per gli altri. Per questo la risposta è importante, per questo il green pass è un elemento importante. C'è il 52 per cento di vaccinati in più nella giornata di ieri, rispetto a quella dell'altro ieri, il 27 per cento circa martedì, rispetto al martedì della settimana scorsa; sappiamo che, magari, nei weekend ci sono dati che vengono “cambiati”. Allora vuol dire che il green pass sta facendo quello che serve, è un elemento giusto.

Qualcuno dice che l'abbiamo messo solo in Italia: a parte che non è vero, anche in Europa, negli Stati Uniti e nel mondo stanno studiando elementi simili, ma se per la prima volta, se questa volta, dico, dettassimo noi la linea (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia)? Se l'Italia, che è il nostro Paese, diventasse l'esempio per tutta l'Europa e per il mondo, dobbiamo vergognarci? Sentirei le voci critiche che dicono che stiamo inseguendo gli altri: no, oggi l'Italia è un esempio, ha fatto questa scelta e io credo che l'abbia fatta nel modo giusto. E dico di più: è evidente che il green pass sia uno strumento che può far vaccinare ma noi di Coraggio Italia, fin dall'inizio, se Mario Draghi porterà l'obbligo vaccinale in Aula lo voteremo (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia). Ce ne sono già 10 nel nostro Paese. Abbiamo cominciato a dirlo per primi, hanno cominciato l'onorevole Bologna, l'onorevole Baldini, l'onorevole Mugnai, l'ha detto il presidente della regione Liguria, Toti, l'ho detto io, lo diciamo costantemente: noi siamo dalla parte della scienza.

Sento anche delle polemiche strumentali sulla terza dose. Ma quanti vaccini hanno i richiami? Sembra che siano diventati tutti medici e tutti scienziati. I vaccini hanno i richiami (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia)! È evidente che hanno i richiami! Se arriverà la terza dose… Guardate, noi lavoriamo sugli studi scientifici che arrivano soprattutto da Israele. Perché? Perché è un Paese con una popolazione limitata, perché hanno cominciato prima degli altri e ci stanno dando dei dati e ci dicono che, con la terza dose, la copertura va al 95 per cento. Non sappiamo per quanto durerà, cioè se avrà termini molto più lunghi, ma se ci chiederanno un richiamo, possiamo polemizzare su questo? Noi stiamo dalla parte della scienza, non stiamo dalla parte degli stregoni (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia), delle fake news, dei presunti scienziati. Anzi, io chiedo a chi contesta, prima di tutto, il vaccino e, poi, il green pass: ma qual è la soluzione? Volete tornare in lockdown? Ci siamo dimenticati i 130.000 morti (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia) che ha fatto questo Paese e i quasi 5 milioni di contagiati? L'alternativa al vaccino e al green pass qual è? Tornare indietro, per poi lamentarsi che c'è il lockdown? Adesso abbiamo l'arma per sconfiggere il virus, non c'è un'alternativa. Non percorrere questa strada non è stare dalla parte della libertà ma voler togliere la libertà ai cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia) ed è per questo che noi ci siamo.

È evidente che Coraggio Italia, in questi provvedimenti, c'è sempre, in senso positivo e costruttivo, ma osserva anche alcune cose e presenta emendamenti per migliorarle. Per esempio, portare la validità del tampone molecolare da 48 ore a 72 ore per noi è un problema: la variante delta in 48 ore si estrinseca, si manifesta (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia) e lasciare 24 ore eventuali di finestra non coperta per noi è un grande problema. Non abbiamo votato questo in Commissione. Portare la validità del green pass da 9 a 12 mesi, quando gli studi scientifici stanno portando verso la terza dose, per noi ha un punto di domanda grande come una casa (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia). Chiediamo al Governo, in questo senso, la trasparenza di far conoscere al Parlamento i dati scientifici che ci dà il CTS. La politica decide e si prende la responsabilità politica ma è bene conoscere i dati scientifici, è bene che il Parlamento ne sia totalmente a conoscenza. Questo, tra le altre cose, bloccherebbe… Mi è capitato di guardare un programma televisivo in cui c'era un membro del Governo, un medico, che, a una domanda, dopo aver sentito una parlamentare europea, ha risposto: non so cosa dire. Alle volte ci troviamo davanti ad affermazioni che dire fantascientifiche è usare un eufemismo. Con i dati del CTS portati in Parlamento saremo tutti in grado, poi, di prenderci le nostre responsabilità su dati precisi.

Chiediamo anche la trasparenza sui dati sulla scuola, che vengano messi nei portali del Ministero dell'Istruzione e del Ministero della Salute, per sapere come stanno andando le cose e se le classi vanno in DAD. Voglio dire una cosa al Ministro Bianchi che, il primo giorno, dopo il richiamo del Presidente Mattarella che ha fatto un richiamo, come sempre preciso e circostanziato, sulla scuola e sull'importanza della scuola per i nostri figli, ha detto: oggi abbiamo vinto la medaglia d'oro perché funziona il portale. Onestamente, un Paese come l'Italia deve essere guida, io voglio un Paese vincente che vinca la medaglia d'oro davvero - ne abbiamo vinte anche molte nello sport questa estate - e non perché funziona il portale (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia), quello io lo considero la conditio sine qua non. C'è il portale che funziona? Ci mancherebbe altro! Ma voglio sapere perché, purtroppo, dai dati che leggo sui giornali solo nel padovano 61 classi sono già in DAD e noi vogliamo ovviare a questo problema.

Su questo mi collego a un altro tema per noi importante, Ministro, quello del trasporto pubblico locale. Il virus non è che comincia a lavorare alle 9 o alle 8 e mezza, quando suona la campanella (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia), il virus lavora anche prima! E noi sappiamo che metro, tram, autobus, sono sovraffollati, di mattina, di persone che vanno a lavorare e di studenti, dei nostri ragazzi. Allora qualcosa sul trasporto pubblico… Noi abbiamo proposto il green pass ma se non è il green pass bisognerà mettere l'obbligatorietà delle FFP2, di una mascherina che copra al 90 per cento (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia). Delle due, l'una: questa guerra si basa su fondamenta che sono importanti: la principale è il vaccino, poi una serie di provvedimenti che il Governo di Mario Draghi sta portando avanti. Uno di questi è il green pass e - come ripeto - noi lo voteremo e auspichiamo che venga esteso. Ma se in una casa viene a mancare una delle fondamenta, se viene a mancare il trasporto pubblico locale, la casa rischia di crollare, attenzione! Quindi, anche sul trasporto pubblico locale noi chiediamo che venga posta un'attenzione, non particolare, la giusta attenzione (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia), quella che viene messa oggi nella scuola, nelle università, che verrà messa per le aziende, per la socialità. Sono provvedimenti importanti e, ripeto, stanno tutti insieme.

Dicevo prima che il nostro voto è sicuramente positivo, non abbiamo alcun problema nel dirlo. Chiediamo l'estensione e saremo qua anche per l'obbligo vaccinale, se il Governo deciderà di portarlo. Però ancora due considerazioni, se il Governo me le consente naturalmente, le vogliamo fare. Noi crediamo che ci sia una grande responsabilità in quest'Aula in quello che si dice. Noi abbiamo alcuni milioni di ultracinquantenni che non si vaccinano. Noi pensiamo che, se la catena - lo dice la scienza - viene interrotta, rischiamo di invalidare un lavoro che abbiamo fatto. Allora io dico che ci sono delle soluzioni alternative, perché in quest'Aula i dubbiosi vanno convinti. Coloro che hanno dubbi rispetto al vaccino - io sono medico - li vogliamo convincere perché l'obbligo sarebbe evidentemente il passo finale, anche quello che va oltre il green pass, naturalmente. Noi li vogliamo convincere ma bisogna smetterla di contestare quello che si fa senza mai offrire una soluzione alternativa (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia). Qual è la soluzione alternativa al vaccino e al green pass?

Allora, anche la politica non può permettersi, con 130.000 morti solo in Italia, di strizzare l'occhio ai “ni-vax”. Ci vuole una presa di posizione chiara, netta, da parte di tutti oppure ci si assuma una responsabilità contraria e, poi, gli italiani giudicheranno. Noi sicuramente siamo dalla parte della scienza. Noi siamo sicuramente dalla parte di un Paese che vuole essere vincente e di esempio anche in Europa. Noi siamo dalla parte - e concludo, Presidente, e la ringrazio - di chi vuole fidarsi della scienza e non degli stregoni, di chi non vuole correre dietro alle fake news ma vuole giudicare su dati concreti.

In questo, sicuramente, quando si chiede uno sforzo agli italiani, tutti - il Governo in primis - devono fare di più. Bisogna fare qualcosina di più e meglio e noi siamo per fare esattamente questo. Per questo, oggi, poiché la strada che è stata segnata è quella giusta, va migliorata. Le ho fatto degli esempi scientifici e di trasporto pubblico locale. Voteremo “sì” al green pass e saremo sempre dalla parte, quando questi provvedimenti arriveranno, di Mario Draghi, della scienza e del bene degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (IV). Grazie, Presidente. Mi permetta solo di chiarire, Presidente: l'obbligo di green pass è sicuramente una misura forte ma assolutamente necessaria. È assolutamente scandaloso sentire in quest'Aula chi compara l'obbligo di green pass ai campi di sterminio (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva) o alla persecuzione degli ebrei. È assolutamente scandaloso e inaccettabile compararlo!

È un insulto alla loro memoria e alla storia di questo Paese che ha accettato, senza colpo ferire, le leggi razziali in un momento buio della nostra storia.

La verità, però, Presidente è un'altra: noi dobbiamo fare di tutto per incentivare, aumentare e prendere atto del successo della campagna vaccinale, perché la campagna vaccinale sta funzionando, lo dicono i dati dell'Istituto superiore di sanità. In questi mesi i decessi tra le persone vaccinate sono crollati del 96 per cento e i contagi tra le persone vaccinate sono crollati del 77 per cento. Quindi, l'unico modo per sconfiggere l'epidemia è il vaccino, è la campagna vaccinale. Siamo al 75 per cento di copertura vaccinale, dobbiamo arrivare al 90 per cento; siamo vicini alla meta, ma ancora non siamo arrivati.

La variante Delta è ancora forte nel nostro Paese e dobbiamo fare di tutto per incentivare la vaccinazione. È qui che diventa fondamentale l'obbligo del green pass, che è uno strumento di libertà, non di costrizione, perché ci permette di riaprire in sicurezza, ci permetterà di evitare il ritorno al lockdown e di richiudere la nostra economia, che è già stata duramente colpita con la peggiore recessione dal dopoguerra.

Quindi il green pass non è uno strumento di costrizione perché la nostra libertà finisce quando comincia quella degli altri, così come esiste la libertà di espressione, ma è vietato gridare “al fuoco” in un teatro pieno di gente; così per la libertà di scelta individuale esiste il diritto alla salute ed è, quindi, imponendo l'obbligo di green pass che noi riusciremo a vaccinare sempre più persone e a raggiungere l'immunità di gruppo, che ci permetterà di evitare un nuovo lockdown.

In particolare, questo decreto estende l'obbligo di green pass ai lavoratori, agli insegnanti delle scuole e anche agli studenti maggiorenni. Questo permetterà alle scuole di tornare alle lezioni in presenza, di riaprire e finalmente ci permetterà di dire addio alla DAD. Le nostre ragazze, i nostri ragazzi hanno già pagato un prezzo troppo alto in termini formativi. Le scuole italiane sono, infatti, quelle che in Europa hanno chiuso per più tempo. Noi dobbiamo fare di tutto per evitare il ritorno alla DAD. Sappiamo già che in Italia i test PISA dipingono un Paese con una forte carenza formativa; un Paese, tra l'altro, dove l'abbandono scolastico è già del 50 per cento superiore alla media europea (stiamo parlando del 15 per cento a fronte di una media del 10 per cento).

La scuola è l'ossigeno della società, come ha detto giustamente il Presidente della Repubblica Mattarella in occasione degli auguri per il nuovo anno scolastico. Le ragazze e i ragazzi di questo Paese hanno il compito di costruire il futuro: l'unico modo per acquisire gli strumenti per farlo lo troveranno nella scuola. Senza green pass niente sicurezza, senza sicurezza niente scuola, senza scuola non avremo futuro.

Soprattutto, il green pass crea i presupposti per tornare alla normalità. Se siamo tutti immuni, possiamo cominciare a ridurre le precauzioni più fastidiose. Questo decreto, infatti, dispone che in quelle classi dove tutti gli studenti avranno il green pass - e saranno, appunto, immuni - sarà possibile derogare all'obbligo di mascherina; quindi, il green pass è la via per tornare alla normalità.

Tornando al testo del decreto, io sono orgoglioso del lavoro di Italia Viva volto a portare alcuni risultati positivi. Credo che il testo sia stato migliorato dal Parlamento, dal lavoro della maggioranza e anche delle opposizioni. Nel nostro caso, credo che Italia Viva sia stata determinante su tre fronti. Anche attraverso altri emendamenti, tra cui quello della collega Lisa Noja, la maggioranza ha rifinanziato il Fondo per i lavoratori fragili, i lavoratori con disabilità (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva), i lavoratori malati oncologici, che potranno di nuovo vedere equiparate al ricovero ospedaliero tutte le interruzioni dal lavoro e dal servizio causate dalla pandemia e dalle quarantenne. Il fondo è stato rifinanziato per 135 milioni di euro e a loro sarà concesso l'uso dello smart working, il lavoro in modalità agile, fino alla fine dello stato di emergenza.

È molto importante che con un nostro emendamento sia stato esteso l'obbligo di green pass anche a tutti gli impianti di risalita, alle seggiovie, alle cabinovie, e questo permetterà al mondo della montagna, al settore dello sci, di riaprire in sicurezza (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

Un altro nostro emendamento, che poi è stato riformulato dal Governo, consentirà di dare risposte a tutti i nostri cittadini che si sono vaccinati all'estero con vaccini non ancora approvati dall'EMA. Penso al vaccino indiano, il Covaxin, o anche al vaccino russo, al vaccino cinese. Ci sono centinaia di migliaia di italiani residenti in Sudamerica che sono stati vaccinati con il vaccino cinese: a loro bisogna dare una risposta. Adesso sappiamo che il Ministero, entro il 1° ottobre, emanerà una circolare che andrà a vedere quali di questi certificati vaccinali potranno essere equiparati, ai fini del green pass, ai certificati vaccinali italiani, qualora fosse determinata la compatibilità farmacologica di questi vaccini con quelli già approvati dall'EMA. Ciò è molto importante per venire incontro alle esigenze di questi cittadini, che sono sempre italiani, anche se residenti all'estero.

Sono, inoltre, molto soddisfatto del lavoro della maggioranza su alcuni temi specifici. Ci tenevo a menzionarlo, a partire dalla garanzia di erogazione del green pass a tutti quei cittadini stranieri senza fissa dimora che sono nel nostro Paese, che potranno, una volta vaccinati, accedere al green pass. In questo modo sarà garantito loro l'accesso alle mense e ai servizi sociali perché non dobbiamo lasciare nessuno indietro, soprattutto gli ultimi.

Abbiamo aumentato i fondi per la campagna vaccinale nazionale e, infine, è stata estesa la validità del tampone, ai fini del green pass, da 48 a 72 ore. Bene. Ora, però, ci sono due temi fondamentali, che non siamo riusciti ad affrontare in questo decreto - parlo al sottosegretario Costa, che ha seguito tutto l'iter - ma che occorre affrontare nel più breve tempo possibile. Infatti, se con il green pass creiamo nuovi doveri, è giusto abbinare ai nuovi doveri anche nuovi diritti e nuove garanzie.

Innanzitutto, dobbiamo assolutamente rivedere le regole della quarantena per tutte le persone che sono vaccinate, soprattutto nelle scuole. Che senso ha che i ragazzi che si sono vaccinati ma che entrano in contatto con un positivo vengano rinchiusi in casa in quarantena per sette giorni? Ciò significa condannarli di nuovo alla DAD e portarli fuori dalla scuola. Dobbiamo rivedere le regole della quarantena, dobbiamo creare incentivi per la gente per vaccinarsi. Che senso ha vaccinarsi se poi bisogna sottostare alle stesse restrizioni che uno aveva prima della vaccinazione? Quindi, questo è l'appello che io rivolgo al Governo, molto accorato, molto importante per noi, soprattutto rispetto alle scuole. In generale, tanti Paesi stanno muovendo in questa direzione: penso al settore dei viaggi internazionali. Molti Paesi stanno rimuovendo la quarantena per chi arriva dall'estero se si è vaccinati doppiamente. Quindi, facciamolo anche noi rivedendo le regole dell'isolamento fiduciario: è qualcosa di estremamente importante per incentivare la vaccinazione.

Ma la cosa più importante che dobbiamo assolutamente fare - e pensiamo ce ne siano tutti i presupposti - è estendere al 100 per cento la capienza dei luoghi della cultura: cinema, teatri, stadi, luoghi della cultura per gli eventi sportivi. Questo è fondamentale. Qualcuno descrive i luoghi della cultura come dei semplici divertissement, dei divertimenti, ma, in realtà, sono i luoghi dove si cura la nostra anima, dove si elabora l'anima; luoghi dove si definisce la nostra identità e, quindi, è fondamentale permettere, grazie al green pass e in piena sicurezza, la riapertura immediata dei luoghi della cultura.

C'è chi dice che con la cultura non si mangia: spesso sono persone che hanno la pancia piena ma la testa vuota (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva e di deputati del Partito Democratico). Quindi, è fondamentale tornare ad aprire subito, prima possibile, i luoghi della cultura.

Infine, gli ultimi due appelli che rivolgo al sottosegretario Costa e al Governo: permettete le visite dei familiari, aumentiamo la frequenza delle visite dei familiari nella RSA e negli ospedali se si è in possesso di green pass; questo sostegno psicologico ed emotivo è fondamentale. Abbiamo troppi problemi di carenze psico-affettive per i nostri anziani, ma non soltanto per gli anziani (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva); noi sappiamo che in questo Paese esiste un'emergenza di salute mentale anche per i più giovani, come riportano i casi di disturbi psico-mentali di tanti giovani e giovanissimi al pronto soccorso.

Infine, sottosegretario, cerchiamo di dare una risposta il più velocemente possibile al tema dei test salivari rapidi e molecolari che permetterebbero di ridurre enormemente il peso dei test, soprattutto sui più piccoli.

In conclusione, vorrei evidenziare tre punti, Presidente. Noi come Italia Viva – ciò esula un po' dal tema di questo decreto - siamo anche favorevoli all'estensione dell'obbligo di green pass al mondo del lavoro e sui luoghi del lavoro. Noi pensiamo che il segretario della CGIL, Landini, stia sbagliando sui tamponi gratuiti. Il diritto al lavoro diventa nullo senza la salute e, quindi, è fondamentale che, se tu egoisticamente decidi di non vaccinarti, per adesso sei ancora libero di farlo ma a spese tue, altrimenti esiste il vaccino, che è gratis (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Quindi, mi rivolgo ai colleghi dell'opposizione: c'è la possibilità di non pagare per il tampone ed è quella di vaccinarsi; il vaccino è gratuito e, inoltre, mette in sicurezza anche i tuoi colleghi di lavoro. Altrimenti, se noi diamo tamponi gratis, verrà meno l'obiettivo principale che è quello del green pass, che è quello appunto di incentivare le vaccinazioni.

Mi avvio alla conclusione con due punti finali, Presidente. Il primo: se l'estensione dell'obbligo del green pass dovesse fallire, noi dobbiamo cominciare a pensare ad introdurre l'obbligo di vaccinazione, come abbiamo già fatto in questo Paese per sconfiggere altre epidemie. Su questo punto, invito il Governo a riflettere sull'istituzione di un fondo indennizzi per quelle persone che dovessero malauguratamente incappare in danni fisici permanenti a seguito di vaccinazioni, anche se sappiamo che il numero è bassissimo, statisticamente insignificante; ma è giusto ragionare in termini di nuovi doveri associati a nuovi diritti e a nuove garanzie.

Infine, questo è il tempio della democrazia italiana, è la casa della democrazia italiana, le opposizioni hanno assolutamente il diritto di dire quello che pensano, anzi il dovere di dirlo, ma trovo che sia veramente triste strizzare l'occhio a movimenti estremisti no-vax, ai movimenti no-green pass in un momento talmente delicato in cui ci vorrebbe una vera unità nazionale per convincere tutta la nostra gente, tutta la nostra Nazione a vaccinarsi il prima possibile.

Per fortuna, però, i dati della campagna vaccinale sono rosei. Dovremmo arrivare all'80 per cento entro la fine del mese di ottobre, grazie all'azione del Governo Draghi e del generale Figliuolo. Molti giovani si stanno vaccinando e spesso sono i giovani che vogliono vaccinarsi e convincono i genitori a farlo. Quindi, questo ci fa ben sperare. Avanti, quindi, con il green pass in sicurezza e per la sicurezza di tutti. Per queste ragioni, dichiaro il voto favorevole di Italia Viva (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie Presidente. Onorevoli colleghi e membri del Governo, entro subito nel merito di questo decreto, che reca misure urgenti per l'esercizio in sicurezza delle attività scolastiche, universitarie, sociali e in materia di trasporti, un atto che, di fatto, ha puntato solo sull'obbligo del green pass, tralasciando di prevedere in modo adeguato tutte le altre misure di sicurezza, necessarie per il contrasto e il contenimento della diffusione del COVID.

È evidente che nelle scuole, a mettere a rischio gli studenti, sono altri fattori. Ne è prova il fatto che in Alto Adige, Lombardia, Emilia Romagna, Sardegna e Lazio, ad una settimana dalla riapertura, sono già numerose le classi in DaD, una condizione che a breve potrebbe verificarsi anche nel resto d'Italia, visto che, come ho già detto, non avete applicato le misure necessarie e, prime tra tutte, il contrasto al sovraffollamento delle aule. Ma quel che è più grave è che il Ministro Bianchi non sembra per niente preoccupato, anzi, li considera casi isolati e facilmente controllabili. Controllabili? Governo, caro Ministro, non dovete controllare ora, ora che è iniziato l'anno scolastico: dovevate intervenire in tempo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), bisognava intervenire prima per avere spazi adeguati e il numero giusto di alunni per classe e non trenta ragazzi o più per ciascuna aula! È incredibile come, in piena pandemia, abbiate sottovalutato il numero di alunni per classe. Pensate che possa essere ininfluente contenere trenta ragazzi e più in una classe, a stare ore e ore chiusi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? È necessario il distanziamento; adesso è facoltativo. Intanto, per la mancanza di spazi, si ritorna ad accorpare le classi, accrescendo così i rischi. Certo, ci vogliono più docenti, ci vuole più personale ATA, ci vogliono più soldi, quei soldi che non avete voluto investire in modo serio e definitivo per la scuola! E, intanto, con il personale COVID, che ha permesso l'anno scorso di fare il distanziamento sdoppiando le classi, che cosa avete fatto? Lo avete confermato solo al 31 dicembre di quest'anno e, ancora più grave, lo avete solo destinato ai recuperi scolastici. E sui sistemi di areazione, fondamentali per difendersi dal COVID, come è stato dimostrato da numerosi studi scientifici, perché permettono di mantenere un'elevata qualità e filtraggio dell'aria? Nulla! L'unica soluzione in questo momento è quella ancora dell'apertura delle finestre, con il rischio che adesso viene l'inverno e, soprattutto nelle aree montane o dove comunque le temperature invernali raggiungono livelli particolarmente rigidi, si pregiudichi la salute dei nostri ragazzi. Infatti, signor Presidente e membri del Governo, i malanni di stagione e le sindromi influenzali non sono spariti. Poi, sui controlli sulla popolazione scolastica, avevamo chiesto l'introduzione di uno screening continuo e di massa nella scuola, effettuato con test antigenici rapidi su campioni salivari. Vi siete solo limitati ad effettuare una sperimentazione su 55 mila alunni (su 4 milioni 200 mila) ogni quindici giorni. E andiamo al trasporto pubblico. È rimasto pressoché tale e quale. Avevamo previsto con un nostro emendamento la possibilità di concedere alle regioni di stipulare apposite convenzioni con servizi di taxi e NCC, per garantire una maggiore sicurezza per l'utenza, quando non possa essere soddisfatta più efficacemente con altri servizi di trasporto pubblico locale. Nulla di tutto questo! In questo scenario organizzativo, così inadeguato e inefficiente, il peggio deve ancora venire. Si introduce l'assurda e illogica deroga di poter togliere la mascherina nelle classi con alunni tutti vaccinati. Adesso sarà felice! Sarà felice il Ministro del sorriso, Bianchi! Peccato che adesso ci saranno tanti ragazzi che non sorrideranno più, quelli che, per svariati motivi, non sono vaccinati, considerati diversi dal sistema, oggetto di prevedibili discriminazioni, bullizzati! Tutto ciò è illogico: si impone l'uso delle mascherine per gli spettacoli all'aperto e, poi, si tolgono le mascherine ai ragazzi in aule che sono invece strette e sovraffollate (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ma di cosa stiamo parlando? Questa è la scuola inclusiva, nuova, affettuosa del Ministro Bianchi e di questo Governo, come è stato sempre detto in questi giorni? E che dire dei più piccoli? Sono tantissimi i bambini che, per la prima volta, quest'anno, affrontano l'esperienza della scuola dell'infanzia, della primaria. Ebbene, adesso dovranno cavarsela da soli, non potranno più essere sostenuti e confortati dai loro genitori. Perché? Perché, se questi non hanno il green pass, non potranno accedere ai plessi scolastici. Ma vi siete chiesti, per un attimo, che cosa può subire quel bambino per il distacco provocato dal mancato accompagnamento dei genitori? In un momento così importante nella loro vita, un momento che abbiamo tutti vissuto! E non basta dire che i genitori possono entrare in cortile senza certificazione. Vi siete mai chiesti, per un attimo, se tutte le scuole hanno un cortile (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Avete mai visto in che condizioni sono i nostri edifici scolastici? No! La gran parte sono in condizioni disastrose; ancora oggi meno di un edificio scolastico su due dispone del certificato di agibilità e di collaudo statico; mancano palestre, mense, le strutture portanti sono carenti, così i solai e le coperture! Ma di che cosa stiamo parlando? Voi non conoscete il mondo della scuola! Voi non conoscete il mondo della scuola e non ascoltare chi la gestisce ogni giorno con mille difficoltà! Fratelli d'Italia aveva presentato diversi emendamenti, per evitare di devastare ulteriormente la nostra scuola. Avevamo disegnato i contorni di una scuola ispirata a valori dell'identità e dell'inclusione, una scuola che metta al centro l'essere umano con le sue emozioni e le sue aspirazioni, una scuola capace di guidare i piccoli, facendone gli adulti responsabili del domani. Avevamo disegnato la scuola del futuro e, invece, ci ritroviamo davanti un provvedimento che altro non è che lo specchio evidente dell'incapacità di gestione di questo Governo, che continua a nascondersi dietro allo strumento del green pass come mezzo di persuasione alla vaccinazione. Peccato! Peccato, perché l'intero decreto si basa su sanzioni, sospensioni dello stipendio e dei contributi. È un provvedimento che lede la libertà dei cittadini e crea discriminazione, sospetti, paure e rancore. Concludo, Presidente, ricordando solo che ieri una docente, davanti a tutti i suoi alunni, è stata allontanata, come se fosse appestata, perché il green pass era scaduto durante l'ora di lezione.

Ma vi rendete conto di che cosa state creando con la gestione di questo green pass? Concludo: con questo provvedimento usato in maniera ipocrita, perché non avete il coraggio di introdurre l'obbligo vaccinale, state trasferendo la vostra incapacità nella sfera della libertà individuale, sociale ed economica, rendendo così la vita difficile a tutti i cittadini italiani.

Per questi motivi dichiaro il voto contrario di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cattaneo. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO CATTANEO (FI). Grazie, Presidente. Noi - lo dico subito, all'inizio del nostro intervento - siamo fortemente a favore di questo provvedimento, siamo a favore dell'utilizzo del green pass, dell'estensione degli obblighi vaccinali laddove c'è più pericolo di circolazione del virus, siamo a favore della scienza e dei vaccini, convinti che tutto ciò sia uno strumento di libertà. E, quando c'è da assumere responsabilità, anche a costo di qualche critica, di un po' di impopolarità, Forza Italia è dalla parte di chi le responsabilità se le assume sulle proprie spalle (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Però queste scelte - voglio anche essere chiaro e ricordare a tutti - sono figlie di un'esperienza di Governo che noi per primi abbiamo voluto e indicato, perché, se siamo qui, è perché c'era un'emergenza qualche mese fa da affrontare, l'emergenza dell'economia e della salute. Invocavamo vaccini per tutti e, quindi, una ripresa della libertà, convinti del fatto che non c'è libertà economica senza sicurezza sanitaria, come anche non c'è sicurezza sanitaria senza libertà economica. E i risultati sono arrivati, eccome. Permettetemi, non me ne voglia nessuno, ma essere passati da Conte a Draghi è una bella differenza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Essere passati da Arcuri a Figliuolo è una bella differenza, così come essere passati dalla paura alla speranza che i nostri cittadini italiani oggi vivono e toccano con mano.

Fatemi, però, anche sottolineare che, se una forza più di tutte le altre ha voluto questo Governo è Forza Italia e, in particolare, lo ha voluto il nostro leader Silvio Berlusconi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). E, allora, non posso tacere di sottolineare come l'aggressione, di cui Silvio Berlusconi in queste ore è vittima da parte di una magistratura che lo vorrebbe, addirittura, oggetto di una perizia psichiatrica, sia inaccettabile e vergognosa e tutto il Parlamento dovrebbe indignarsi insieme a noi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). In questo senso, accogliamo con favore le parole di un leader, come è stato, è, l'ex Presidente Romano Prodi, che ha definito tutto ciò una follia italiana. Lo diciamo, perché è bene ci sia una pacificazione nazionale e su certi temi, finalmente, si arrivi a ristabilire un equilibrio tra le forze istituzionali.

Oggi, allora, a fronte di queste scelte che abbiamo fatto, possiamo dire che la strategia italiana funziona, lo dicono i numeri, perché funzionano i vaccini, perché funziona il green pass, con buona pace di tutti; lo dicono eminenti, massimi esponenti mondiali, lo dice Fauci negli Stati Uniti. Che i vaccini funzionano, diciamolo chiaramente, lo dice la verità dei numeri: il 79 per cento delle infezioni si riduce nelle persone che sono vaccinate, si abbatte del 95 per cento l'ospedalizzazione e, ancora di più, si prevengono i ricoveri in terapia intensiva e il decesso.

Allora, a fronte di questa verità oggettiva, come si fa a non proteggere gli italiani, anche con iniziative forti? Come si fa a strizzare l'occhio a qualche paura per immaginare una capitalizzazione del consenso facile e immediata? Noi crediamo, invece, che sia il tempo di prendersi delle responsabilità. Ma non vogliamo indicare malevolmente coloro che ancora hanno dei dubbi (poi dirò qualcosa): innanzitutto, vogliamo ringraziare i milioni di italiani che si sono vaccinati (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), con generosità, con spirito di fiducia verso le istituzioni. Si parla troppo poco degli italiani che, più di ogni Paese europeo, sono corsi, perché si fidano della scienza, si fidano delle istituzioni e noi siamo quelle istituzioni. E, in particolare, tra tutte le categorie, i giovani sono quelli che con fiducia sono corsi a vaccinarsi per riappropriarsi della propria libertà: siamo all'82 per cento nella popolazione over 12 a livello italiano e tutte le regioni corrono. E, anche qui, permettetemi una sottolineatura. C'è una regione che corre più degli altri, che corre forte, è quella regione che qualcuno, un anno e mezzo fa, aveva additato con un pregiudizio negativo e che invece, di nuovo, nei fatti, dimostra di essere testa del Paese: è la regione Lombardia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e voglio ringraziare l'assessore Moratti e il presidente Fontana.

Green pass, però, lo ripetiamo, non vuol dire obbligo vaccinale. Noi oggi inseriamo l'obbligo vaccinale per alcune categorie, quelle più esposte, esposte al rischio per se stesse e per gli altri, ma, come lo stesso generale Figliuolo ha ripetuto, è una discussione sul nulla, quella dell'obbligo vaccinale. “In questa fase” - dice Figliuolo - “abbiamo una copertura dell'82 per cento e andiamo avanti. (…) gli italiani sono molto più intelligenti di quanto qualcuno voglia farli sembrare”. In queste parole noi ci rispecchiamo, certo, però guardiamo con preoccupazione a quei quasi 4 milioni di over 50 che, invece, sono esposti al pericolo, che ancora hanno scelto di non vaccinarsi. Noi vogliamo convincerli, voliamo confortarli, vogliamo informarli, affinché si convincano che la vaccinazione è il modo per proteggere se stessi e gli altri. Però dobbiamo anche dire che i numeri dicono chiaramente che c'è un circolo virtuoso, che è quello in cui noi abbiamo più vaccini, meno circolazione del virus, meno terapie intensive, più aperture, più libertà e più PIL. Abbiamo trascorso un'estate in cui, per fortuna, finalmente, le attività hanno riaperto: bar, ristoranti, un boom del turismo italiano. L'anno scorso tutto ciò non sarebbe stato possibile e, allora, dobbiamo guardare tutto questo come una straordinaria opportunità che ci viene data dalla scienza e dai vaccini.

Siamo i numeri 1 in Europa: per una volta l'Italia è in testa alle classifiche per quanto ci siamo vaccinati e, conseguentemente, per quanto si abbassa la circolazione del virus, io aggiungo e, conseguentemente, per come stiamo raccogliendo il rimbalzo del PIL più e meglio di altri. È la prima volta che siamo davanti alla Germania e non succedeva da anni. Allora dobbiamo continuare su questa strada. Noi accogliamo con favore le parole di Bonomi, di Confindustria, mentre, invece, ci lasciano perplessi alcuni sindacati che agitano paure, che dicono che bisogna avere prudenza. Guai, dovremmo essere tutti dalla stessa parte, imprenditori e lavoratori, perché è la parte della scienza, è la parte del giusto. Rispetto anche a quanto sostenuto da Landini, noi abbiamo dubbi che i tamponi gratuiti possano essere una soluzione, perché il tampone gratuito rischia di rallentare le vaccinazioni, rischia di far passare un messaggio sbagliato e, quindi, noi rimaniamo fermi, invece, sulle nostre convinzioni che tutti debbano velocemente vaccinarsi.

Permettetemi, inoltre, un'altra dissertazione. Noi - Forza Italia- siamo orgogliosamente legati ai nostri valori liberali e qualcuno usa l'argomento che i liberali non dovrebbero inserire degli obblighi. Io credo che coloro che avanzano questa critica abbiamo studiato poco, perché liberali non vuol dire anarchici, liberali non vuol dire guardare all'oggettività dei fatti; liberali vuol dire chiedere un ecosistema di regole semplici, dare al cittadino certezze chiare e granitiche e, dentro quel contorno di regole, agire per il bene della propria comunità.

Quindi, i liberali oggi sono dalla parte di questo provvedimento, del “green pass 2”, e degli obblighi che stiamo inserendo.

E voglio anche richiamare Mattarella che, pochi giorni fa, diceva: Non si invochi la libertà per sottrarsi alla vaccinazione, perché quell'invocazione equivale alla licenza di mettere a rischio la salute altrui e, in qualche caso, di mettere in pericolo la vita altrui. Chi pretende di non vaccinarsi - naturalmente con l'eccezione di coloro che non possono farlo per motivi di salute - e, comunque, di svolgere una vita normale, in realtà costringe tutti gli altri a limitare la propria libertà e a rinunciare alle prospettive normali di vita.

Questa è la chiave del concetto, quindi dobbiamo andare avanti. Vedo qui davanti il Ministro Brunetta e lo ringrazio: Ministro, andiamo avanti, vada avanti, lei ha tutto l'appoggio non solo del gruppo di Forza Italia, ma dell'intero Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), per le coraggiose scelte che stiamo facendo insieme all'interno della pubblica amministrazione e non solo.

Noi salvaguarderemo sempre il diritto di critica, quindi noi non vorremo mai chiudere una piazza, anche quando il pensiero di chi va in quella piazza è contrario radicalmente al nostro. Guai a chiudere le piazze; certo, condanniamo tutti insieme gli episodi di violenza, laddove ci sono. Condanniamo anche la violenza verbale: ancora oggi, aver sentito in quest'Aula rievocare parallelismi con il nazismo, con Auschwitz e quant'altro è inaccettabile, semplicemente inaccettabile.

Informiamo le persone che vogliono approfondire ciò che ritengono, ma, anche in questo caso, da fonti autorevoli, non da stregoni o santoni del web, perché, purtroppo lo sappiamo, viviamo in un tempo in cui una bugia fa a tempo a viaggiare per mezzo mondo, mentre la verità si sta ancora mettendo le scarpe.

Infine, Presidente, mi faccia dire che noi siamo una forza che da sempre ha fiducia nel prossimo, nel cittadino, e questa è anche in qualche modo una contrapposizione tra chi è portatore della cultura del progresso e ha fiducia negli altri, nel prossimo, nello sviluppo, nella scienza, e chi invece è portatore della cultura del sospetto e del complotto. Noi in questa fase difficile, dove bisogna decidere se essere leader o follower, decidiamo di essere leader. Il momento è difficile, ci assumiamo le nostre responsabilità, facciamo le scelte perché è giusto fare queste scelte, a costo di perdere magari qualche voto e di avere qualche critica, ma sappiamo di essere dalla parte giusta della storia, nell'interesse univoco del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Piccoli Nardelli. Ne ha facoltà.

FLAVIA PICCOLI NARDELLI (PD). Presidente, rappresentanti del Governo, colleghe e colleghi, ritengo di grande importanza, soprattutto dopo aver sentito alcuni degli interventi di oggi, Presidente, la decisione, la coerenza e la forza con cui l'Esecutivo sta portando avanti provvedimenti come quelli previsti oggi con la conversione in legge del decreto 6 agosto 2021, n. 111, recante misure urgenti per l'esercizio in sicurezza delle attività scolastiche, universitarie, sociali e in materia di trasporti, che integrano il testo del decreto-legge n. 105, il cosiddetto green pass 1, con il decreto n. 127, il “green pass 3”, per allargarne l'estensione a tutti i lavoratori che operano nelle scuole e nelle università. Non a caso l'intervento è rivolto al settore della scuola e dell'università, settori strategici per la vita e il futuro del nostro Paese, e a quelli per noi vitali dello spettacolo dal vivo e dello sport.

L'intervento del Presidente della Repubblica per celebrare l'inaugurazione dell'anno scolastico 2021/2022 lo ha sottolineato con particolare forza, quando ha parlato del funzionamento della scuola specchio di quello del Paese; quindi, non un capitolo accessorio, ma assolutamente centrale in un piano di ripartenza dell'Italia. A 75 anni dalla nascita della Repubblica, ha detto, la scuola si conferma l'argine più robusto ai comportamenti distruttivi, luogo di formazione, motore di solidarietà, di sapere diffuso, di etica civile. È dunque il volano della trasformazione sociale. Ma perché questo avvenga l'articolo 1, comma 1, di questo decreto-legge dispone che, al fine di assicurare il valore della scuola come centralità e al fine di tutelare la sfera sociale psicoaffettiva della popolazione scolastica, per l'intero anno 2021/2022 i servizi educativi sono svolti in presenza.

Il riferimento riprende quanto rilevato dal CTS che, in linea con molte altre voci qualificate, ha rimarcato l'importanza dell'attività didattica in presenza non solo come strumento essenziale per la formazione degli studenti, ma anche come momento imprescindibile e indispensabile nel loro percorso di sviluppo psicologico, di strutturazione della personalità e dell'abitudine alla socializzazione, la cui mancanza può negativamente tradursi in una situazione di deprivazione sociale psicoaffettiva delle future generazioni.

Questo, Presidente, non significa rinunciare, desidero sottolinearlo, ad utilizzare tutti gli strumenti - ne è un esempio la DAD, la didattica a distanza - che oggi le moderne tecnologie ci mettono a disposizione: sarebbe miope e sciocco farlo. Il provvedimento trae le sue motivazioni dalla progressione della campagna vaccinale che ha modificato il quadro di riferimento di fronte a cui ci siamo trovati per ben due anni scolastici, e si pone come anello di congiunzione fra i molti decreti che sulla scuola si sono succeduti. Per questo il lavoro delle Commissioni XII e VII è stato particolarmente significativo.

Il gruppo PD nelle Commissioni ha lavorato per rendere più chiaro il testo, per superare le criticità che erano state segnalate, per rendere più esplicite le procedure da adottare, evitando il rischio di discrasie o di sovrapposizioni e rendendo più facile l'avvio dell'anno scolastico e di quello accademico, il terzo dall'inizio della pandemia, iniziata a marzo 2020.

Sappiamo che su temi rimasti in sospeso, parliamo per esempio di quello delle quarantene, avremo normative di secondo livello su cui contiamo, e questo è per noi molto rassicurante. D'altra parte, ci siamo spesi per sostenere le giuste richieste del mondo del cinema, del teatro, dell'opera, di quelle dello sport, perché vengano riconosciuti i sistemi di sicurezza messi in atto in questi mesi e venga garantita la piena fruizione degli spazi deputati fino al 100 per cento dei posti disponibili (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

I vaccini, preparati in tempi rapidissimi a testimonianza delle straordinarie capacità della scienza, e lo strumento del green pass hanno dimostrato di saper affrontare una pandemia che ha portato - non occorre ricordarlo a quest'Aula - a centinaia di migliaia di morti e a una crisi economica che è la peggiore dal dopoguerra.

I dati dicono in modo incontrovertibile che le vaccinazioni stanno consentendo di arginare la curva dei contagi, di ridurre in modo drastico i ricoveri ospedalieri e quelli in terapia intensiva, nonostante l'alta contagiosità della variante Delta. Oggi chi si ammala veramente è quasi sempre chi ha deciso di rinunciare al vaccino, e i cittadini, come rileva l'adesione alla campagna vaccinale, ma anche le numerose indagini demoscopiche, appaiono consapevoli di questa evidenza scientifica e della necessità di mettere in sicurezza il Paese dal punto di vista sanitario, economico, sociale.

I sondaggi d'opinione mostrano un Paese largamente favorevole ai provvedimenti varati dal Governo; un Paese responsabile, che ha a cuore la collettività, il lavoro, il diritto all'istruzione dei figli, la libertà di tornare a vivere. E a chi in questi giorni ha dichiarato che nessun Paese del mondo ha deciso di estendere l'utilizzo del certificato in maniera così vasta rispondiamo che deve essere ragione di orgoglio il fatto che il nostro Governo abbia avuto il coraggio e la determinazione di fare una scelta come questa.

Il Partito Democratico ha sostenuto e sostiene con convinzione la decisione del Governo Draghi perché per noi le cose che contano di più sono la sicurezza sanitaria dei cittadini e la ripresa economica. I due ambiti sono strettamente connessi: di fronte alla ripresa, con la crescita che mostra segni incoraggianti, non possiamo permetterci ulteriori chiusure in nome della difesa di una presunta libertà che nulla ha a che vedere con l'interesse di tutta collettività.

Deve essere chiaro che l'alternativa al green pass non è una presunta libertà, ma il rischio di nuove chiusure e di un allargamento del contagio. Non possiamo accettarlo.

Si è parlato e si parla in modo spesso improprio di violazione o di compressione dei diritti, in primo luogo quello inviolabile della libertà. Anche su questo, Presidente, occorre sottolineare che questi stessi diritti devono sempre coesistere in un rapporto di bilanciamento continuo con quei doveri che la Costituzione stessa ci impone, prima di tutto quello della solidarietà, che ci impegna a farci carico di una parte dei bisogni degli altri, accettando, dove necessario, anche una possibile limitazione dei nostri diritti.

Preoccupa tutti noi che, a difesa di questa presunta libertà, si muova un movimento che ha perpetrato violenze contro attivisti o giornalisti e che minaccia quotidianamente le istituzioni e chi si batte a favore del vaccino e della scienza, come se la sicurezza fosse responsabilità soltanto di una parte del Paese, consentendo ad un'altra di disinteressarsene perché la prima ne porta il peso.

Una parte di questo Parlamento ha dimostrato anche oggi, negli interventi in Aula, di voler separare la responsabilità dalla libertà, cambiandone portata e significato. Ma respingere ogni impegno nei confronti degli altri si conferma un malinteso senso della libertà, incapace di sentirsi parte di una comunità interessata al bene comune. Il nodo di questo provvedimento, che vuol garantire i nostri studenti perché possano tornare in sicurezza nelle scuole e nelle università, che vuole ridare vita e speranza al mondo della cultura e dello sport, dimostra che si deve pensare a provvedimenti organici e che si deve guardare avanti. Per noi del Partito Democratico è un tema decisivo: dopo le tante sofferenze e le limitazioni che la pandemia ci ha imposto, la ripartenza a pieno regime di questi mondi è il segno più forte e significativo di ripresa del Paese.

Siamo tutti consapevoli come durante la pandemia siano cresciuti e si siano rese più evidenti le disuguaglianze, si siano create nuove povertà e si siano ridotte le opportunità per i giovani, i ragazzi e i bambini, che, per questo, hanno pagato un prezzo molto alto. Ma il mondo della scuola è stato anche un grande esempio di solidarietà e la risposta degli insegnanti e dei ragazzi, che stanno partecipando in modo encomiabile alla campagna vaccinale, ne sono la prova. L'assunzione di responsabilità che il mondo della scuola, dell'università, della cultura e dello sport hanno dimostrato, meritano, secondo il Partito Democratico, di trovare nelle forze politiche una stessa assunzione di responsabilità nei confronti della comunità nazionale. Per questo, è auspicabile che la politica, quella con la “p” maiuscola, sappia parlare con una voce sola, che vi sia unità di intenti e che venga riconosciuta la responsabilità collettiva che ci compete. Queste sono le ragioni profonde per cui è nato il Governo Draghi: mettere in sicurezza il Paese grazie allo strumento straordinario che la ricerca ci ha messo a disposizione in pochi mesi, un vaccino sicuro ed efficace. C'è ancora un grande bisogno di informare e di spiegare. Per questo ritengo che dobbiamo sostenere insieme l'esigenza di andare avanti col green pass in maniera progressiva e ferma. È questo il motivo, Presidente, per cui esprimo convintamente il voto favorevole del Partito Democratico alla conversione in legge di questo decreto (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Panizzut. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO PANIZZUT (LEGA). Grazie, Presidente. Non voglio rubare troppo tempo, perché si è già parlato e scritto molto, anche a volte a vanvera, e la gente ha bisogno di una linea chiara. Il voto della Lega sarà favorevole. La speranza è sempre che, a breve, tutto passi e si ritorni alla vita normale. Credo di parlare a nome di tutti: nessuno qui ha il piacere di vessare i cittadini. Stiamo chiedendo agli italiani un enorme sforzo per restare in sicurezza e arrivare a rendere innocuo questo virus. La Lega ha lavorato in Commissione per cercare di alleggerire qualche comparto. Siamo della linea che il green pass serva per riattivare l'economia, perché l'alternativa sono le chiusure. Tra chi vuole il green pass anche per andare in bagno e chi lo paragona al nazismo c'è sempre la via di mezzo del buonsenso. La Lega sta in questo Governo per tenere il punto su alcune questioni che ci paiono logiche e anche su alcune - e lo abbiamo fatto presente - che ci paiono in contraddizione. A qualcuno piacerebbe avere mano totalmente libera, ma la Lega c'è e vigila e resta nel Governo.

Noi deputati chiediamo, però, di poter esercitare la nostra funzione. Quest'Aula non è l'ufficio ratifiche silenziose degli atti del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Se fosse così, potremmo chiudere il Parlamento e mettere qui un rappresentante per gruppo a ratificare senza fiatare. Ci pare, invece, fondamentale il dibattito e il lavoro in Commissione e in Aula e poi, ovviamente, abbiamo dimostrato l'appoggio della Lega alla linea di Governo. Cieca lealtà è una cosa, lavorare per migliorare è un'altra, e questo è il nostro lavoro. Permetteteci, quindi, di lavorare, di confrontarci e di portare le nostre idee.

Ricordiamo che queste misure sono di estrema urgenza sanitaria, visto che andiamo verso la stagione più a rischio. Io non credo che a nessuno qui faccia piacere da mesi e mesi di battere solo e sempre su questi temi, ma bisogna assumersi la responsabilità. Abbiamo rilevato certe incongruità, abbiamo lavorato per migliorare e lo faremo ancora, anche col rischio di diventare impopolari. Le cose che siamo riusciti a ottenere non vogliamo intestarcele per mettere una medaglia; sono frutto del lavoro di tutti i gruppi di maggioranza, anche con l'input delle opposizioni. Prendiamo atto dell'impegno del Governo a sistemare alcune questioni, però non devono essere sempre, sempre rimandate al decreto successivo. Se qualcuno non è ancora convinto del vaccino, ne vanno spiegati scientificamente i benefici, evitando gli errori iniziali dei virologi della domenica, che dicevano tutto e il contrario di tutto. Se devo obbligare al green pass i lavoratori, si deve anche evitare che un lavoratore debba spendere 200 euro al mese.

Sinceramente, non capiamo ancora la rigidità su certi comparti, sugli eventi all'aperto, sui rifugi di montagna, sull'accompagnare mio figlio per 3 minuti nell'atrio della scuola o sui figli con differente abilità: li lasciamo in giardino, finché qualche addetto della scuola li porta in aula (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)? Ci pare veramente che serva un po' di cervello su certe cose! Test sierologici che certificano la presenza degli anticorpi? Gli indennizzi in caso di vaccini (tra l'altro, appunto, previsti per altri vaccini). I soldi ci sono: basterebbe cancellare l'ormai inutile reddito di cittadinanza. Poi ci credo che gli italiani sono infuriati e delusi. Ecco perché la Lega c'è e vigilerà e proporrà sempre le modifiche logiche che reputa, non per partito preso o per arrivare allo scontro, ma per arrivare, prima o poi, a uscire da questo momento buio e, parafrasando, visto il periodo, finalmente riuscire a veder le stelle (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ianaro. Ne ha facoltà.

ANGELA IANARO (M5S). Grazie, Presidente. Ad un anno e mezzo dall'inizio della pandemia, la guerra contro il SARS-Cov-2 non è ancora vinta, anche se, da molti degli interventi che abbiamo ascoltato oggi, sembra che questa realtà non sia per nulla evidente. L'aggressività e la pericolosità del virus ci ha costretto a un inverno e a una primavera di chiusure, grazie alle quali abbiamo contenuto la circolazione virale. Lo abbiamo fatto per evitare un numero di decessi ancora maggiore, per evitare di aggiungere sofferenza a sofferenza, pur nella consapevolezza che le limitazioni degli spostamenti e le chiusure delle attività avrebbero avuto dolorose conseguenze. Ora, però, siamo in un'altra fase. Da maggio, i progressi della campagna vaccinale hanno dato il via a una nuova stagione, quella delle riaperture, del lento ma inesorabile ritorno alla normalità, e, in questo senso, il green pass è lo strumento che ci permette di continuare a godere di queste libertà.

Con questo secondo decreto, andiamo a estendere la certificazione COVID ad alcuni ambiti strategici della società, come la scuola, le università e i trasporti. In questa fase della pandemia, con la stagione fredda alle porte e con la più contagiosa variante Delta ora dominante, il green pass è lo strumento più indicato per garantire la salute collettiva e per raggiungere un tasso di vaccinazione che ci permetta di affrontare i prossimi mesi con maggiore tranquillità, evitando la risalita della curva epidemica. L'estensione della certificazione COVID, insieme a una campagna di sensibilizzazione e comunicazione, potrà rappresentare un forte incentivo per far immunizzare anche quella piccola ma non trascurabile parte della popolazione che è ancora esitante o arroccata su posizioni sostanzialmente antiscientifiche.

Uno degli errori più grandi compiuti in queste settimane è stato quello di politicizzare il green pass. Il dibattito si è progressivamente radicalizzato, con la costruzione di un conflitto non basato su ragioni scientifiche, ma solo ideologiche. Eppure, la ricerca scientifica, che si nutre di dubbi, di prove, di aspri dati, ci conferma che alcune verità sono state inequivocabilmente acquisite: ad oggi, nel mondo sono state somministrate circa 6 miliardi di dosi di vaccino, in Europa 528 milioni e nel nostro Paese circa 83 milioni, con un numero di decessi potenzialmente considerati legati alla vaccinazione pari a 14, quando, secondo dati EMA, il paracetamolo, la comunissima Tachipirina che tutti noi prendiamo, in un solo anno, dall'aprile 2020 all'aprile 2021, ne ha causati ben 275, di cui 42 per trombosi, o l'aspirina 297, di cui 27 per trombosi. Nonostante ciò, una parte della politica confuta i dati, inquina le fonti, alza i toni, critica senza offrire alcuna alternativa, e ciò non fa bene al Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Non ha senso dividersi in tifoserie; bisogna concentrarsi sull'obiettivo, che è quello di sconfiggere il virus, di evitare i decessi e i ricoveri. Serve unità e il Governo, anche con questo decreto, ha trovato un'ottima sintesi tra le diverse posizioni in seno alla maggioranza.

Solo 2 settimane fa abbiamo discusso in quest'Aula il primo “decreto Green pass”. Io credo che sia sempre più chiaro, alla stragrande maggioranza degli italiani, che il green pass sia lo strumento cardine per evitare nuove restrizioni, per limitare il più possibile che la scuola chiuda e si ritorni alla didattica a distanza, per fruire degli spazi di socialità, come è avvenuto nella stagione estiva. Si è parlato di spinta gentile alla vaccinazione. A me piace considerarlo come lo strumento attraverso il quale stiamo cercando di arginare il SARS-CoV-2 per ripartire. La storia del nostro Paese insegna come ordini generalizzati siano vissuti male, se non accompagnati da una capillare campagna informativa, e sappiamo altrettanto bene quanto sia grande per gli italiani il desiderio di tornare a vivere, di ritorno alla normalità. Ora che l'economia sta ripartendo, con dati incoraggianti, quello che non possiamo permetterci è una nuova stagione di chiusure e restrizioni.

È anche grazie all'impegno del MoVimento 5 Stelle, come quello dei colleghi nelle Commissioni affari sociali e cultura, che abbiamo contribuito a migliorare questo decreto e lo abbiamo fatto estendendo a 72 ore la validità dei tamponi molecolari, sia nasofaringei che salivari, un risultato che ci consente di uniformarci alle regole europee alla base degli spostamenti in sicurezza.

Anche il tema della scuola è stato al centro della nostra attenzione e azione politica; nella nuova realtà in cui ci ha spinto il COVID i giovani hanno pagato un prezzo altissimo, forse il più alto. La pandemia ha reso più evidenti le disuguaglianze, ha creato una vera emergenza emotiva e relazionale, oltre che formativa, come dimostrato dai dati Invalsi. Pochi giorni fa, il nostro Presidente Mattarella ci ha ricordato come la ripartenza della scuola a pieno regime sia il segno più evidente della ripartenza dell'Italia, perché il suo funzionamento è specchio di quello del Paese. Il ritorno a una scuola in presenza rappresenta una priorità a cui non vogliamo rinunciare e grazie al green pass per il personale scolastico e tramite un costante e periodico monitoraggio della diffusione del virus tutto questo potrà realizzarsi. Mi avvio alle conclusioni, Presidente. Oggi, siamo chiamati a lavorare insieme, in sinergia e con grande senso di responsabilità, senza perdere di vista gli obiettivi che ci siamo prefissati e con la consapevolezza che la futura rinascita del Paese dipende dalle azioni che siamo chiamati a compiere oggi. Una decisa dimostrazione di senso di responsabilità è ciò che gli italiani chiedono alla politica; ma c'è anche un'altra responsabilità che deve guidarci: realizzare le riforme e i grandi interventi in programma che il Paese tutto, ma anche l'Europa e il mondo si attendono da noi, perché i passi che compiremo nel medio e lungo periodo saranno decisivi per il futuro delle nostre prossime generazioni. Lo dico con assoluta chiarezza, Presidente, non ci sarà nessuna ripresa economica senza aver prima tutelato la salute pubblica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e il green pass offre una garanzia insostituibile per ridare slancio alla nostra economia. È per tutte queste ragioni che esprimo il voto favorevole del Movimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi a titolo personale. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giannone. Ne ha facoltà.

VERONICA GIANNONE (FI). Grazie, Presidente. Non avevo dubbi che su questo testo vi sarebbe stato il voto di fiducia, altro non è che la negazione della discussione interna in questo Parlamento, l'impossibilità per i parlamentari di rappresentare la popolazione e, soprattutto, quelle cosiddette minoranze che contestano strumenti come il green pass; uno strumento obbligatorio e discriminatorio che ricatta i cittadini di questa Nazione e toglie loro addirittura lo stipendio, portando, quindi, parte della popolazione alla fame solo per una convinzione di una parte della scienza, non tenendo conto di un'altra parte che descrive l'esatto contrario, probabilmente perché non è pagata.

Sono contro l'obbligo del green pass, uno strumento antidemocratico che costringe anche coloro che non se la sentono per svariate motivazioni a sottoporsi al vaccino, altrimenti non possono lavorare o vivere come sempre hanno fatto. Voi direte che c'è l'alternativa: un tappone costoso che per i più è economicamente insostenibile. Il mio “no” al green pass si traduce semplicemente nella tutela dei diritti dei lavoratori, degli utenti di un servizio, dei genitori che non possono entrare nella scuola dove ci sono i propri figli, degli studenti, soprattutto degli universitari, che non hanno più il diritto allo studio se non esibiscono il green pass. E questo discorso vale per tutti indistintamente, sia vaccinati che non vaccinati. Perché il tampone non è gratuito? Ci rendiamo conto che si sta prendendo buona parte degli italiani per il collo, in palese contrasto con le raccomandazioni comunitarie e con le valutazioni e le decisioni di tutti gli altri Stati facenti parte della Comunità Europea. Però, si sa che l'Europa va bene solo quando fa comodo.

L'unico strumento che resta è il referendum abrogativo, ultima occasione per opporsi a questa follia, ed è per questo che invito tutti coloro che credono nella Costituzione a firmarlo, non è una trappola, ma, anzi, sono convinta che non appena gli italiani vedranno in concreto come sarà la loro vita con il lasciapassare faranno a gara per firmare. La trappola è il green pass e il Ministro Brunetta lo ha ammesso, perché l'ha definita una misura geniale perché aumenta i costi psichici e monetari per gli opportunisti contrari al vaccino, da schiacciare. Non ci sono cittadini da schiacciare, ma persone da tutelare e un futuro da difendere. Esistono i dubbi, le incertezze e la paura e, in questo anno e mezzo, il caos creato da slogan fasulli, promesse non mantenute, sfilate di virologi in Tv e non solo, cattiverie verso chi chiede informazioni serie e libertà di scelta, questo continuo incitamento all'odio reciproco e alla discriminazione non hanno convinto le persone a vaccinarsi, molte le ha semplicemente costrette. Tutto ciò è antidemocratico e non mi rappresenta, perché io mi sento libera, sono libera di scegliere e decidere, libera da ogni condizionamento. Pertanto, dichiaro il mio voto convintamente contrario a questo green pass (Applausi di deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sgarbi. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI (M-NCI-USEI-R-AC). Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, sono soddisfatto di quanto l'attività sanitaria ha fatto in Italia, portandoci fuori dall'emergenza che, invece, è una emergenza scientifica e democratica. Sento colleghi parlare di sanità con una competenza che non hanno, con una vasta morale che non rientra nel tema della scienza; tanto è ampia e vasta la campagna vaccinale e tanto io sono convinto della sua efficacia che non capisco quale sia la materia per vivere ancora fino a dicembre in emergenza e per imporre uno strumento non democratico come il green pass, rispetto a persone che hanno una posizione diversa. Chi è vaccinato è tutelato, chi non è vaccinato e non lo vuole non è tutelato, il problema sarà suo. Qual è la questione? Perché insistere con un atto che in tutta Europa non è applicato in questi termini, anche dove è applicato? Perché farci irridere rispetto alla Spagna e all'Inghilterra, perché insistere su misure che sono già applicate? C'è una sentenza della Corte costituzionale che dice che non è ammesso il sacrificio della salute individuale a vantaggio della collettività e chi vuole sottrarsi al vaccino pensa alla propria salute e ai rischi, non ancora dimostrati inesistenti del tutto, del vaccino che è efficace all'85 per cento. Per cui, non capisco la dialettica persuasiva anche dell'amica Ianaro, presa da una missionaria volontà di dire green pass, green pass. Che è il green pass? È lo strumento per dimostrare che sono vaccinato; lo sono, lo siamo, lo è il 75 per cento degli italiani, perché imporlo agli altri, perché chiedere agli altri una cosa che va al di là della Costituzione? Allora, mi sembra che dovremmo essere tutti d'accordo; siamo tutti diventati medici, tutti, eppure ieri sera ero col dottor Bassetti che mi ha detto: la mascherina è inutile, il vaccino è utile; e il green pass è una caricatura della mascherina, è un dire: io sono bianco, pulito e tu sei sporco, nero e cattivo. C'è qualcosa di incostituzionale, di razzistico e di emergenziale. La vera emergenza è negare ai cittadini che non vogliono vaccinarsi di poterlo fare (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC). Io ho avuto una malattia grave, ho fatto un vaccino solo, sono assolutamente tranquillo, non devo nascondere nulla, ma a chi devo dimostrarlo, chi mi deve controllare, chi ha l'autorità di farlo? Uno che sta all'uscita di un cinema o all'entrata per chiedermi se sono vaccinato? Ma che cos'è? Quelli che non lo vogliono fare per volontà vanno rispettati e qui non c'è rispetto per gli individui e per la democrazia. È la fine della libertà (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC)!

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 3264-A​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 3264-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3264-A: “Conversione in legge del decreto-legge 6 agosto 2021, n. 111, recante misure urgenti per l'esercizio in sicurezza delle attività scolastiche, universitarie, sociali e in materia di trasporti.”

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 25).

Sospendiamo la seduta, che riprenderà alle ore 15 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

La seduta, sospesa alle 13,45, è ripresa alle 15.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Comunico, ai fini dell'organizzazione dei lavori dell'odierna seduta, che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato convenuto che lo svolgimento delle discussioni sulle linee generali previste all'ordine del giorno a partire dalle ore 21,30 sia anticipato alle ore 17,30.

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro della Cultura, il Ministro dell'Istruzione e il Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali.

Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva che è in corso.

(Iniziative volte al superamento dei limiti di capienza posti per l'accesso ai cinema, ai teatri e agli spettacoli dal vivo in genere – n. 3-02497)

PRESIDENTE. L'onorevole Anzaldi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Fregolent ed altri n. 3-02497 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

MICHELE ANZALDI (IV). Grazie, Presidente e grazie, Ministro. Ad oggi, la capienza massima consentita per gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, da concerto, cinematografiche, da intrattenimento e per musica dal vivo consiste nel 50 per cento. Con l'introduzione dell'obbligo del green pass ad una categoria estesa di esercizi commerciali, scuole e trasporti e l'obbligo di indossare comunque le mascherine, il mantenimento del contingentamento per l'accesso alle sale dei cinema, ai teatri e agli spettacoli dal vivo in genere andrebbe ripensato. Peraltro, già in alcuni luoghi, come aerei, treni ed altri, si sta braccio a braccio anche per parecchie ore, naturalmente con la mascherina. Si apprende inoltre che anche il Ministro interrogato ha posto la questione della riapertura dei luoghi dello spettacolo dal vivo e dei cinema nello scorso Consiglio dei Ministri ma, al momento, l'unica certezza è che il Comitato tecnico-scientifico esprimerà il parere entro il 30 settembre 2021. Affinché si possa avviare la stagione e contare sui ricavi indispensabili all'ammortamento degli investimenti e delle spese di gestione, il settore ha bisogno di certezze circa la modifica del limite in oggetto. Si chiede pertanto quali iniziative urgenti di competenza il Ministro intenda adottare affinché il settore possa contare su una data certa relativa al superamento del limite della capienza delle sale dei cinema, dei teatri, dei concerti, della danza, dell'Opera e dello spettacolo dal vivo in genere.

PRESIDENTE. Il Ministro della Cultura, Dario Franceschini, ha facoltà di rispondere.

DARIO FRANCESCHINI, Ministro della Cultura. Grazie, Presidente. Il settore della cultura, il cinema, i teatri, i musei ed i concerti hanno effettivamente attraversato un deserto e una ripartenza vera e urgente è necessaria per le imprese, per le istituzioni, per gli artisti, che devono potersi esprimere, e per il Paese che ha capito cos'è l'Italia con un vuoto delle iniziative culturali. Il settore ha accettato in questi mesi le regole rigide che l'emergenza ha imposto, dalla chiusure alle limitazioni della capienza, ma ora è il momento davvero di fare un passo. A giorni - come ha detto l'interrogante - il CTS dovrà esprimersi, perché nella norma dell'ultimo decreto-legge abbiamo previsto che ci sia un parere del CTS entro il 30 settembre. Io domani avrò un'audizione con il CTS, in cui cercherò di spiegare le buone ragioni che, a mio avviso, consentono di fare un passo in avanti. Naturalmente, poi la decisione sarà collegiale e, appunto, su basi scientifiche, così come si è sempre cercato, in questi mesi, di affiancare e di sostenere le decisioni con un supporto scientifico che si basi, innanzitutto, sui dati epidemiologici e di controllo dell'epidemia. La mia posizione è nota, è formale ed è contenuta in lettere che ho indirizzato al Presidente del Consiglio ed al Ministro della Salute. Credo che, alla luce delle regole che hanno tolto molte misure in altri settori nei quali le persone stanno molto vicine nell'attività normale - non li sto a citare perché li conoscete tutti - e in presenza di mascherine, di green pass e di controlli, come ci sono all'ingresso dei teatri, dei cinema o dei musei, in luoghi in cui si sta seduti, zitti, non si mangia e non ci si toglie la mascherina, ci siano le condizioni per superare i limiti di capienza, sia all'aperto sia al chiuso. In questo senso, peraltro, va un ordine del giorno, a prima firma Nitti, approvato in occasione della conversione dell'ultimo decreto-legge dalla Camera dei deputati e io credo che questa direzione sia comunque da perseguire. Le modalità e le condizioni di questo allargamento poi saranno oggetto, evidentemente, di una decisione collegiale del Governo.

PRESIDENTE. L'onorevole Mattia Mor ha facoltà di replicare.

MATTIA MOR (IV). Signor Ministro, grazie. Lei ha ricevuto diversi appelli nelle scorse settimane, da registi, da attori, da tante donne e uomini del mondo dello spettacolo, del teatro e del cinema, che dovrebbero vincere le resistenze di chi al Governo, in questo momento, sta tenendo ancora limitato il mondo della cultura. Non è il suo caso perché, appunto, si è espresso anche favorevolmente - e la ringraziamo per questa espressione - ma sappiamo che migliaia di persone delle maestranze e tutti i lavoratori diretti e indiretti sono stati fiduciosi nel rispettare le regole - come lei ha ricordato - in attesa che questa fiducia, che stava tornando nel nostro Paese, tornasse a cogliere anche il loro settore. La fiducia sta tornando anche molto più di quanto noi stessi potessimo auspicare e sappiamo che tanti settori economici sono tornati a vivere, appunto, fianco a fianco, braccio a braccio, in normalità ma abbiamo un settore che ancora in questo momento sta vedendo la possibilità di un 80 per cento di riapertura, cioè di una capienza dell'80 per cento e non del 100 per cento. Con la campagna vaccinale e con l'obbligo del green pass siamo tornati a vivere in maniera normale, stiamo tornando a vivere in maniera normale, e siamo contenti che anche quanto lei ha sottolineato per iscritto o in Consiglio dei Ministri vada in questa direzione e che il CTS si esprima nei prossimi giorni, anche prendendo atto dell'incontro che avrete domani. Però, ci teniamo a sottolineare come questa, al di là di quanto diranno l'algoritmo del CTS o le valutazioni numeriche, sia una scelta politica che va fatta in questa direzione e siamo noi, come Parlamento, e voi, come Governo, che dobbiamo prendere insieme questa decisione, perché ci sono troppe preoccupazioni e troppe istanze di cittadini, di donne e di uomini che lavorano in questo ambito, che fanno cultura, che portano cultura nei centri cittadini e che fanno sviluppo sociale all'interno delle città e dei piccoli paesi, che non possono essere lasciati da soli all'interno della più grande emergenza educativa che il nostro Paese, dopo l'emergenza sanitaria, sta vivendo. Lei faccia sua questa battaglia, Ministro. Noi abbiamo lanciato una petizione, oggi, per spingere l'opinione pubblica a darvi un messaggio ulteriore in questa direzione. Continui a fare sua questa battaglia. Noi in questo la sosterremo, perché pensiamo che il Paese abbia in questo momento un'enorme urgenza culturale e che questa sia una risposta a questa emergenza culturale e produttiva (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

(Iniziative per ridurre il fenomeno delle classi sovraffollate, al fine di garantire il rispetto delle misure di distanziamento sociale e un'efficace didattica per gli studenti – n. 3-02498)

PRESIDENTE. L'onorevole Alessandro Fusacchia ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02498 (Vedi l'allegato A).

ALESSANDRO FUSACCHIA (M-MAIE-PSI-FE). Grazie, Presidente. Saluto i Ministri presenti, in particolare il Ministro Bianchi, a cui mi rivolgo. Ministro, siamo a settembre e ogni anno ritorna l'annoso problema delle “classi pollaio”, delle classi sovraffollate. Ovviamente quest'anno, come lo scorso anno, la situazione è aggravata dalla complessità di gestione del COVID, dall'emergenza sanitaria, quindi dalla necessità di spazi che cambiano per andare incontro ad alcune esigenze. Allo stesso tempo, c'è tutta la questione del corpo docente che deve essere reclutato per fare una gestione diversa del dimensionamento e del rapporto fra numero di alunni e di docenti. Tra l'altro, Ministro, noi stiamo parlando non di una questione che riguarda solo poche classi che definiamo “pollaio” o sovraffollate - che in realtà sono tante - ma di un problema ormai strutturale, perché tutte le classi in Italia ormai hanno, da un punto di vista pedagogico, un rapporto troppo elevato comunque, anche quando parliamo di 25, 26 o 27 studenti.

Quindi, le vorrei chiedere quali iniziative intenda adottare il Governo - e quindi lei in particolare - per ridurre nell'immediato i tanti casi di classi sovraffollate, che ci sono anche quest'anno, per non parlare del prossimo, e quindi delle iscrizioni dell'inizio del prossimo anno, e per rivedere a regime i parametri per la composizione delle classi, così da avere strutturalmente una scuola in sicurezza ed una didattica capace di accompagnare i ragazzi nel mondo complesso di oggi e nel loro percorso di crescita.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, ha facoltà di rispondere.

PATRIZIO BIANCHI, Ministro dell'Istruzione. La ringrazio moltissimo, onorevole Fusacchia, di questa interrogazione che - come lei sa - coglie un tema di cui mi sono occupato fin da subito, perché lo ritengo necessario e importante. Innanzitutto, chiariamo a tutti che, in base a quanto disposto dal DPR n. 81 del 2009, di norma il numero massimo degli alunni per classe è di 27; quindi, tecnicamente una classe sovraffollata oggi è sopra i 27 alunni. Però, sono d'accordo con lei: bisogna mettere mano in maniera strutturale al rapporto fra studenti e insegnanti e le riforme legate al PNRR, su cui stiamo lavorando, sono il momento importante in cui tutti assieme - Governo e Parlamento - dovremo definire qual è, non tanto il numero, ma l'equilibrio che, all'interno di una classe, vi deve essere. Lei sa che la riforma n. 6 del PNRR si chiama proprio “dimensionamento e numerosità”: quello è il momento in cui possiamo intervenire.

In ogni modo, lei sa che fin dal mio insediamento ho considerato questa una priorità assoluta per garantire la sicurezza degli edifici scolastici, in particolare di quelli maggiori, e la qualità degli ambienti di apprendimento, affrontando il tema, da voi sollevato, del sovraffollamento delle classi. Questo obiettivo ha guidato tutto il lavoro del Ministero, non da settembre, ma da febbraio, quando ci siamo insediati. I 2 miliardi stanziati per il rientro in sicurezza, compresi quelli per l'edilizia scolastica leggera e l'affitto di spazi ulteriori per la didattica, sono già stati distribuiti durante l'estate, prima dell'estate, tenendo conto in via prioritaria - questo è il parametro principale - proprio del numero di alunni presenti sui territori nelle classi numerose; 342,5 milioni sono stati dedicati specificatamente a finanziare azioni mirate al contrasto degli effetti della numerosità delle classi. Nell'ambito dei 3 miliardi destinati agli investimenti infrastrutturali di edilizia scolastica e per l'innovazione digitale, sono stati previsti specifici finanziamenti a favore degli enti locali, per lavori di edilizia leggera e l'affitto di ulteriori spazi per ulteriori 270 milioni.

Per provare a risolvere il problema da lei sollevato, sono stati assicurati alle stazioni scolastiche ulteriori 400 milioni per il conferimento di incarichi temporanei aggiuntivi, sia per il personale docente che per il personale ATA, che abbiamo concentrato laddove, in maniera mirata e chirurgica, vi sono i problemi.

Grazie alle ricordate misure, l'anno scolastico è iniziato regolarmente, in sicurezza e, soprattutto, in presenza, secondo quanto prescritto dall'articolo 1 del decreto-legge n. 111 del 2021, all'esame del Parlamento per la sua conversione. Tale circostanza potrà essere derogata solo per specifiche aree del territorio, per singoli istituti, esclusivamente in zona rossa e in circostanze eccezionali di straordinarietà.

Ribadisco che la questione del sovraffollamento delle classi va affrontata strutturalmente. A questo punto, serviranno le riforme del PNRR, che ci offrono l'opportunità di ripensare la riorganizzazione del sistema scolastico. Il Ministero, inoltre, attraverso una specifica misura di investimento, prevista nel Piano, volge alla realizzazione, entro il 2026, di 195 nuovi edifici, che potranno accogliere 58 mila studenti, oltre alla riqualificazione dei vecchi, per una superficie complessiva di 2 miliardi e 400 milioni di metri quadri, interventi mirati per gli asili nido e le scuole di infanzia.

Quindi, concludo e mi scuso: non soltanto emergenza, ma anche riforme e politiche strutturali.

PRESIDENTE. Il deputato Alessandro Fusacchia ha facoltà di replicare.

ALESSANDRO FUSACCHIA (M-MAIE-PSI-FE). Grazie, Ministro. Faccio tre commenti brevissimi, tra l'altro stamattina c'è stato anche il rapporto di Cittadinanzattiva, che ci aiuta ogni volta e ogni anno a fare luce e a capire qual è lo stato dell'arte. Però, i tre commenti veloci che volevo fare sono i seguenti.

Il primo: nell'immediato, Ministro, si metta nelle condizioni e ci metta nelle condizioni, come parlamentari e come Paese, di avere dei dati regolari, puntuali e aggiornati, perché lei sa benissimo che quella del Ministero dell'Istruzione è una filiera lunga, che parte da lei e arriva fino all'ultimo degli insegnanti nelle ultime scuole d'Italia, e spesso si crea una asincronia informativa, la chiamerei così, fra il vertice e chi poi si trova a gestire le situazioni.

Quindi, noi abbiamo bisogno di dati, Ministro. Io so che lei ha una particolare attenzione per questo tema e quindi l'idea di non basarci solo - nelle valutazioni che facciamo, politiche, istituzionali - sul fatto che ci arriva la sollecitazione dal singolo genitore, dal singolo studente, dal singolo preside, ma che abbiamo un quadro complessivo, ci permette di capire quanto è significativo il problema che dobbiamo affrontare nell'immediato. Quindi, se lei ci aiuta e aiuta tutti con un sistema di monitoraggio, in questi giorni e in queste ore, per capire dove abbiamo delle scoperture significative, riusciamo tutti a lavorare meglio e a venire incontro alle esigenze che provengono dal Paese.

Secondo aspetto, Ministro, a regime, che poi sono legati: PNRR e legge di bilancio. Il PNRR stanzia delle risorse importanti che lei ha ricordato, però noi ci dobbiamo pure dire, Ministro, che il PNRR sta lì per 5 anni, ammesso che si riesca a fare tutto benissimo - e chiudo, Presidente - e quindi queste risorse vanno, come lei ha ricordato, essenzialmente e principalmente per la parte infrastrutturale, quindi spese che si fanno una volta e finiscono lì. Chiaramente, il dimensionamento ha a che fare con gli spazi, ma ha a che fare anche con i docenti. Allora, non c'è margine per questo Parlamento di spostare con un emendamento centinaia di milioni, se non di più, per decidere di fare un'azione strutturale sul dimensionamento. Quello che io mi aspetto e noi ci aspettiamo, Ministro, è che in legge di bilancio ci sia un segnale per quanto riguarda la parte degli insegnanti, misure a regime, misure e risorse che vanno in quella direzione, che diventano complementari; altrimenti, noi possiamo mettere anche 1 miliardo sulle mense, 4 miliardi sugli asili, ma poi chi va a insegnare in questi asili anche quando li abbiamo costruiti? Questo va fatto in legge di bilancio. Quindi, questa è la cartina tornasole su cui io le chiedo e le rinnovo un impegno e uno sforzo importante per dare un segnale chiaro a tutti quelli che si aspettano che, per il prossimo anno e gli anni a venire, le cose cambino significativamente.

PRESIDENTE. Vi invito ancora al rispetto dei tempi perché siamo in diretta Rai e tutti i gruppi hanno diritto a fruire di questa possibilità.

(Iniziative di competenza volte a salvaguardare e valorizzare in ambito scolastico il progetto educativo «Bimbisvegli» - n. 3-02499)

PRESIDENTE. L'onorevole Fornaro ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02499 (Vedi l'allegato A).

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, a Serravalle d'Asti, una frazione del comune di Asti, da 4 anni si attua la metodologia “Bimbisvegli”, un approccio educativo ideato da Giampiero Monaca. È un progetto di didattica outdoor, un modello di scuola aperta e diffusa, cooperativa, finalizzata alla maturazione di una coscienza critica e di cittadinanza attiva, che si avvale del supporto di un comitato scientifico e dell'Università di Macerata.

Come è noto alle cronache, “Bimbisvegli” in questo momento non fa parte del piano triennale dell'offerta formativa della scuola primaria di Serravalle. Eppure, all'arrivo del maestro Monaca a Serravalle, c'erano 21 iscritti; oggi ci sarebbero 60 alunni iscritti, a patto che il progetto possa essere attuato. Nonostante - e chiudo, signor Presidente - uno sciopero della fame durato oltre 60 giorni e una raccolta di firme, oggi ci troviamo in una situazione di stallo. Il maestro Monaca si è autosospeso.

Le chiediamo, quindi, se non ritenga utile adottare iniziative di sua competenza per salvaguardare il metodo “Bimbisvegli” inserendolo tra le realtà di valorizzazione delle avanguardie educative e pedagogiche della scuola italiana, restituendo, quindi, a questa offerta l'integrità che permetterebbe l'attuazione trasversale di questo approccio su tutte le classi. Ricordo che nel gennaio del 2021 “Bimbisvegli” è stato considerato un modello educativo da cui prendere esempio dallo stesso Ministero.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, ha facoltà di rispondere.

PATRIZIO BIANCHI, Ministro dell'Istruzione. Grazie, onorevole Fornaro, di portare in quest'Aula questa esperienza. Ai sensi dell'articolo 11 del decreto del Presidente della Repubblica n. 275 del 1999, la sperimentazione di iniziative innovative va autorizzata. Da quanto ci risulta, allo stato attuale la Direzione generale del Ministero non è stata interpellata ad esprimere il proprio parere tecnico sul cosiddetto metodo “Bimbisvegli”; quindi, lo attendiamo.

Le proposte relative ad esperienze innovative possono essere comunque segnalate a Indire, che è la nostra agenzia che segue e sostiene il movimento delle “Avanguardie educative”, pensato proprio per diffondere le pratiche e i modelli educativi più significativi e avanzati.

Ciò premesso, in merito alla questione da lei segnalata, posso volentieri riferire quanto ci è stato comunicato dall'ufficio scolastico regionale del Piemonte; le lascio poi il testo, ovviamente. L'esperienza didattica “Bimbisvegli”, che non appare in contrasto con l'ordinamento vigente e con i princìpi sottesi alle indicazioni nazionali, non è stata inserita dai competenti organi collegiali nel piano triennale dell'offerta formativa della scuola, passaggio necessario a rendere stabile e condivisa questa esperienza. In ogni caso, al docente - che, per inciso, io speravo di poter incontrare a Valdobbiadene, dove sono stato - è stata lasciata la libertà di adottare, nell'ambito delle proprie attività, la strategia didattica ritenuta più opportuna, così come ai colleghi la facoltà di scegliere tale movimento educativo.

L'ufficio regionale del Piemonte ha, quindi, invitato la dirigente e gli organi collegiali a valutare nuovamente la possibilità di fare segnalazioni dell'iniziativa al citato movimento “Avanguardie educative” e, soprattutto, a supportare gli insegnanti che adottano tale approccio didattico a presentarlo allo stesso collegio dei docenti, corredato da una dettagliata progettazione del percorso, che ne evidenzia i traguardi di competenza per ogni classe, i criteri per la valutazione, la scansione temporale degli apprendimenti, gli accordi per le attività outdoor su fondi privati, l'approccio didattico e le modalità e le regole per la condivisione degli spazi, quindi i parametri che a noi servono.

In ultimo, rispetto al docente da lei menzionato - e che, come ripeto, io spero di poter incontrare direttamente a Valdobbiadene - le comunico che questi è al momento assente dal servizio per ragioni previste dal contratto collettivo nazionale di lavoro.

PRESIDENTE. L'onorevole Federico Fornaro ha facoltà di replicare.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Ministro. Prendo atto - do un'interpretazione più “terra terra”, fuori dal burocratese - che c'è ancora uno spazio, c'è ancora una possibilità, e questa è una gran bella notizia.

Mi lasci dire, signor Ministro, che io un'interrogazione simile l'avevo presentata il 16 giugno e, probabilmente, se questa risposta fosse stata data il 16 giugno, forse avremmo evitato che una persona come Giampiero Monaca si fosse sostanzialmente autosospesa, perdendo quindi, io credo, un importante apporto. Infatti - vorrei sottolinearlo - in questo progetto non c'è alcun attacco alla struttura gerarchica del mondo della scuola, ai dirigenti scolastici, alle strutture provinciali e regionali.

C'è un'idea di un approccio diverso di sperimentazione alternativo; dietro c'è una passione, sì, c'è anche un pizzico di utopia ma - mi sia consentito - di sana utopia, quando si parla di bambini.

Le chiedo davvero, signor Ministro, lei ha due volte ripetuto che avrebbe volentieri incontrato il maestro Monaca a Valdobbiadene: lo inviti a Roma, lo incontri, scoprirà una persona piena di passione, appassionata e intelligente. Io credo che si possa ancora salvare questa esperienza e non perdere una persona come il maestro Monaca. Quella è un'esperienza importante; attorno a lui si è creata veramente una comunità, si è creato uno spirito che, a mio giudizio, fa bene alla scuola, fa bene alla scuola di Serravalle, fa bene alla scuola in generale.

Ministro, credo che questo progetto sia nelle sue mani: mi faccia sperare che sia nelle mani buone.

(Chiarimenti in merito a dichiarazioni del Ministro dell'Istruzione circa la possibilità di derogare all'uso della mascherina nelle aule scolastiche e intendimenti in ordine alla gestione dei casi di contagio e della quarantena negli istituti scolastici – n. 3-02500)

PRESIDENTE. L'onorevole Maria Teresa Bellucci ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-02500 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Ministro Bianchi, lei ha dichiarato - questo prevede il decreto che abbiamo approvato proprio oggi - che si possa non portare la mascherina in quelle classi in cui tutti gli studenti si sono vaccinati.

Come lei dovrebbe sapere, Ministro Bianchi, il vaccino impedisce l'aggravamento della malattia ma certamente non impedisce il contagio. Lo stesso Ministro della Salute ci ha detto che il vaccino non protegge al 100 per cento, ma che il vaccino per il Coronavirus protegge, per chi ha completato il ciclo vaccinale, fino a un massimo dell'88 per cento.

Allora, Ministro, le chiediamo su quali basi scientifiche lei abbia potuto inserire questa deroga prevedendo, quindi, l'esclusione della mascherina nelle scuole per gli studenti vaccinati, mettendo a rischio la salute dei più giovani e, oltretutto, inevitabilmente promuovendo una confusione incredibile rispetto ai dispositivi di protezione della salute.

Come Fratelli d'Italia le chiediamo di chiarire questo punto, sul punto, nel merito e con dati scientifici (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, ha facoltà di rispondere. A lei signor Ministro.

PATRIZIO BIANCHI, Ministro dell'Istruzione. Nella conferenza stampa da lei evocata ho ricordato le linee guida e i protocolli del Ministero della Salute, citati nel decreto-legge n. 111 del 2021, quello del 6 di agosto. Questo disposto del comma 3, articolo 1, del decreto-legge 111, è stato posto dopo aver a lungo discusso con le autorità sanitarie proprio per incentivare la vaccinazione dei più giovani. In questa disposizione si legge, infatti, che, per le classi composte integralmente da studenti che abbiano completato il ciclo vaccinale o abbiano un certificato di guarigione in corso di validità, si potrà derogare all'obbligo di mascherina.

Onorevole, quanto alla gestione dei soggetti risultati positivi all'infezione o dei casi sospetti in ambito scolastico, sempre ai sensi dell'articolo 1, comma 3, del menzionato decreto-legge si darà applicazione alle ricordate linee guida e ai protocolli adottati e aggiornati con ordinanza del Ministro della Salute di concerto con il Ministero dell'Istruzione.

Ricordo che, nel caso di quarantena, sono sette giorni per i ragazzi vaccinati e dieci per quelli non vaccinati. In questo senso, voglio ricordarle che l'intervento da me compiuto in quella conferenza stampa era e rimane una lettura del decreto; era, quindi, un'indicazione condivisa con le autorità sanitarie ed era ed è un'indicazione verso cui tendere.

In conclusione, il Governo sta seguendo tutte le indicazioni che sono state date. Nelle nostre classi, nelle nostre scuole sono seguite tutte queste indicazioni. Nei pochissimi casi di quarantena queste si sono compiute senza ulteriori problemi.

Siamo, quindi, non soltanto all'interno delle regole che ci siamo dati, ma regole garantite e certificate dalle autorità, a partire dal CTS, che guidano l'azione del Governo. Non vi è stato, quindi, da parte mia, né da parte del Governo nessun azzardo; vi è stato semplicemente quello di illustrare - così come abbiamo fatto - un atto come il decreto-legge n. 111, su cui vi è un'articolata e ampia serie di misure che garantiscono la sicurezza.

La sicurezza sta a cuore a tutti, così come sta a cuore la necessità, scritta nell'articolo 1 di quel decreto, di curare l'equilibrio psicofisico dei nostri ragazzi.

È questo lo spirito con cui il Governo agisce e ha agito ancora una volta nell'interesse di tutti.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare l'onorevole Frassinetti.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Presidente. Signor Ministro Bianchi. Il gruppo di Fratelli d'Italia non può ritenersi soddisfatto per questa risposta in quanto ancora attendiamo di sapere su quali basi scientifiche ci sia stata la disposizione di derogare all'uso delle mascherine nelle aule. E' una situazione che ha creato discriminazione e voglio andare oltre: ha creato anche una sorta di bullismo nei confronti di chi non è vaccinato. E per i minori, per i ragazzi, per i bambini lo troviamo davvero ingiustificabile. Attendiamo, quindi, che la scienza, che sostiene che negli ambienti chiusi comunque ci sia una forte possibilità di contagio, dia indicazioni chiare, giustificando questa dichiarazione e queste misure. Io penso che anche sulla quarantena ci sia una problematica da risolvere, quella di guardare anche ai Paesi vicini al nostro per cercare di gestirla in maniera più mirata e intelligente.

Fratelli d'Italia vuole tutelare gli studenti, le famiglie, il personale scolastico che sono terrorizzati dall'ipotesi di avere una nuova didattica a distanza perché l'hanno provata sulla loro pelle. Quindi, oltre alle delucidazioni su una misura che ha sostanzialmente portato il bullismo nelle classi, chiediamo che vi siano misure efficaci, come la riduzione degli alunni, come i sistemi di areazione, perché non si possono tenere le finestre aperte: questa non può essere una misura seria e credibile.

Chiediamo anche che il monitoraggio sui test salivari, che sono sicuramente meno costosi e meno invasivi, venga esteso non alle scuole sentinella, ma a tutte le scuole, come succede nei Paesi vicino al nostro.

Queste sono le misure che Fratelli d'Italia continua ad invocare per il contenimento della pandemia e, soprattutto, per evitare che si debba tornare alla didattica a distanza che ha avuto effetti devastanti sui nostri ragazzi e sui nostri bambini (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Tempi per l'adozione di linee guida in materia di installazione di impianti agrovoltaici, nell'ottica di assicurare la continuità delle attività agricole e pastorali – n. 3-02501)

PRESIDENTE. L'onorevole Luciano Cadeddu ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02501 (Vedi l'allegato A).

LUCIANO CADEDDU (M5S). Oggi, Ministro, le chiediamo di dare risposte chiare alle preoccupazioni del mondo agricolo e produttivo in merito alle novità introdotte dal “DL Governance” sul fotovoltaico. Mi riferisco sia al timore degli espropri di terreni agricoli, che emerge chiaramente dall'articolo 18 e che fa divenire gli impianti fotovoltaici opere di pubblica utilità, e sia alle linee guida per un sano connubio tra produzione di cibo e produzione di energia sul suolo agricolo che, tra l'altro, abbiamo chiesto anche in un ordine del giorno approvato dal Governo, così da scongiurare il pericolo di un far west di pannelli nelle nostre campagne.

Sia chiaro: l'agricoltura è pronta a fare la sua parte per la transizione ecologica, ma serve chiarezza e tutela per le tante produzioni agroalimentari e le eccellenze del nostro made in Italy (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, onorevole Patuanelli, ha facoltà di rispondere.

STEFANO PATUANELLI, Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti: è evidente che il nostro Paese ha bisogno, da un lato, di raggiungere gli obiettivi di transizione ecologica che ci siamo prefissati. Per questo va realizzato un forte impulso alla produzione di energia da fonti rinnovabili. Oggi installiamo circa 0,8-0,9 gigawatt annuo di fonti rinnovabili.

Oggi installiamo circa 0,8 o 0,9 gigawatt all'anno di fonti rinnovabili. Dobbiamo arrivare a moltiplicare per dieci questa cifra per ottenere i circa 50 gigawatt necessari a far sì che l'energia elettrica, che rendiamo disponibile anche per sistemi di riscaldamento e di trazione, sia energia pulita e, quindi, realizzata e prodotta da fonti rinnovabili. Dall'altro lato, però, è evidente che abbiamo bisogno di produrre cibo sano, di qualità, distintivo, eccellente - come l'Italia sa fare -per tutta la popolazione e anche per le nostre esportazioni. È chiaro, quindi, che questi due elementi devono coesistere e io ritengo che ci sia il modo per farli coesistere.

Rispondo, quindi, immediatamente alle due osservazioni, che sono profondamente condivisibili, fatte dall'onorevole interrogante. Da un lato, le preoccupazioni per l'articolo 18, l'esproprio, perché si individua come intervento di utilità pubblica la realizzazione degli impianti. L'idea è quella di avere un processo rapido di autorizzazione, ma non quella di espropriare gli agricoltori dei loro terreni; attraverso, invece, l'articolo 31 e le linee guida, sarà proprio quella di mettere dei limiti molto chiari alle tipologie di intervento di terreno da utilizzare. In Italia ci sono 16,7 milioni di ettari di superficie agricola disponibile e 13,2 milioni di ettari di superficie agricola utilizzata. Ci sono delle aree e io ritengo che si debba individuare quelle aree industriali dismesse e quelle aree non utilizzate.

La nostra progettualità come Mipaaf, alla quale abbiamo dato la priorità, è la realizzazione degli impianti fotovoltaici sulle coperture degli edifici e non a terra. La produzione incentivata di energia elettrica da campo fotovoltaico è prevista nel Piano nazionale di ripresa e resilienza con la misura dell'agrovoltaico, che prevede però la coltivazione sottostante. Io ho alcune perplessità su questo e l'ho espresso più volte. Segnalo, però, le linee guida che stiamo predisponendo con il CREA, che saranno disponibili nel minor tempo possibile, soprattutto con riguardo ai meccanismi incentivanti, che non dovranno far diventare aziende energetiche le nostre aziende agricole ma che dovranno incentivare l'investimento e non il kilowattora, perché altrimenti gli agricoltori daranno in affitto i loro terreni a società energetiche, che produrranno energia, ma lì sotto non si coltiverà niente. Questo rischio va assolutamente sventato e ci rendiamo conto che c'è, ma certamente il Ministero delle Politiche agricole non permetterà che si sottragga terreno ai produttori di cibo.

PRESIDENTE. L'onorevole Cillis, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

LUCIANO CILLIS (M5S). La ringrazio, Ministro Patuanelli, per la risposta esauriente. È importante - e quindi mi ritengo soddisfatto da ciò che ha appena illustrato - dare al mondo agricolo chiarezza per quanto riguarda il fattore produttivo più importante: il terreno. Non esiste agricoltura senza il terreno. Se noi fossimo andati avanti per quelle che erano le notizie che avevamo e per i timori che avevamo precedentemente, in merito a questa questione, avremmo avuto un enorme spada di Damocle pendente sulla testa di chi fa del settore primario il proprio motivo e la propria ragione di lavoro, ma anche di vita. È infatti impossibile riuscire a programmare, con il timore che da un giorno all'altro il fattore principale della produzione potrebbe essere smantellato, portato in braccio a chi vuol far speculazione, attraverso anche il supporto di organi statali.

È inoltre importante riuscire ad avere chiari quali saranno i metodi, attraverso cui si andrà incontro a questa transizione ecologica in agricoltura. L'agrovoltaico dovrà essere un altro comparto, che si andrà ad affiancare a quello che l'agricoltura già sta facendo. Mi riferisco, ad esempio, alla produzione di biogas, che è fondamentale anche in questo momento per la produzione di energia da fonti rinnovabili, di cui l'agricoltura può essere perno. Perciò, auspico che al più presto tutti questi propositi, che lei oggi ha espresso in questa assise, possano diventare un qualcosa di scritto, da portare da parte del legislatore, per tranquillizzare definitivamente il mondo agricolo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Iniziative di competenza volte a contemperare le esigenze di sviluppo delle energie rinnovabili con un'adeguata tutela del suolo agricolo – n. 3-02502)

PRESIDENTE. L'onorevole Frailis ha facoltà di illustrare l'interrogazione Incerti ed altri n. 3-02502 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

ANDREA FRAILIS (PD). Grazie Presidente. Signor Ministro, la nostra è una interrogazione un po' sulla scorta di quanto detto poco fa dai colleghi 5 Stelle. Il PNRR prevede interventi a favore della produzione di energia da fonti rinnovabili in agricoltura, anche con l'installazione di pannelli fotovoltaici a terra. È un'opportunità, questa, che è importante anche per l'integrazione dei redditi degli agricoltori. La Commissione agricoltura, però, come lei sa, ha precisato che l'installazione non può essere realizzata su terreni destinati alla produzione. Noi riteniamo che le due esigenze, da un lato, quella di produrre energia da fonti rinnovabili e, dall'altro, la produzione agricola, non debbano essere alternative e non debbano essere in contrasto l'una con l'altra. Ecco perché noi le chiediamo, signor Ministro, quali iniziative intende assumere per contemperare le due esigenze, che sono assolutamente entrambe molto valide e in qualche modo da sostenere, vale a dire quella di produrre energie rinnovabili con la tutela del suolo e delle produzioni agricole.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, senatore Stefano Patuanelli, ha facoltà di rispondere.

STEFANO PATUANELLI, Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Grazie Presidente. Ringrazio anche in questo caso gli onorevoli interroganti. Ovviamente, la domanda, esclusivamente per questioni temporali, è in scia a quella già proposta dal gruppo del MoVimento 5 Stelle e la mia risposta non può che essere in scia rispetto a quanto già ribadito precedentemente. Io credo che le due esigenze, che possono sembrare contrapposte, ossia quella di utilizzare parte del nostro territorio per produrre energia da fonti rinnovabili e quella di non sottrarre terreno agricolo ai nostri contadini e ai nostri agricoltori, possono stare assieme. Potremo raggiungere questo obiettivo esclusivamente attraverso la chiarezza delle linee guida, come citavo prima, e dei bandi legati alle progettualità, una di competenza del Mipaaf, che è quella sull'agrosolare, che però non consuma suolo, e in particolare la progettualità del Mite, con cui stiamo lavorando proprio in tal senso, che riguarda l'agrovoltaico. Infatti, come ho ribadito più volte, quando parliamo di agro-energie, il suffisso importante è “agro-”. Noi dobbiamo consentire alle aziende agricole di avere una possibilità di reddito in più, proprio in un momento in cui il reddito agricolo sta calando anche per l'aumento dei prezzi delle materie prime, ma dobbiamo sempre ricordarci che la missione principale di un'azienda agricola è quella di produrre cibo di qualità. Quindi, mettere assieme questi due elementi: lo si fa con chiarezza, usando chiarezza nei bandi. È evidente che nessuna azienda agricola potrà dismettere la sua produzione agricola e affittare i terreni avendo l'incentivo; ciò non sarà ovviamente possibile. Così come bisogna evitare in ogni modo che ci sia un massiccio intervento delle società energetiche nei confronti delle aziende agricole, perché altrimenti, se le due potenzialità di reddito sono molto diverse, è chiaro che qualsiasi agricoltore sarà tentato di attivare questo percorso. Per questo, dico che sarà importante incentivare, non la vendita di energia ad un prezzo incentivato, ma attraverso il capitale per la realizzazione dell'intervento, perché in quel modo sarà il singolo agricoltore che avrà la possibilità di realizzare il suo impianto, ma di continuare soprattutto la produzione agricola.

Io credo che di spazi inutilizzati in questo Paese ne abbiamo davvero tanti. Non dobbiamo consentire di utilizzare quelli che vengono coltivati dai primi custodi del nostro territorio. Un grande intervento di ricostruzione del Paese è stata l'Autostrada del Sole. Possiamo pensare di accompagnare l'autostrada con produzione di energia pulita.

PRESIDENTE. L'onorevole Incerti ha facoltà di replicare.

ANTONELLA INCERTI (PD). Grazie Presidente. Naturalmente, ringrazio il signor Ministro, anche perché abbiamo condiviso questa necessità con lei di raggiungere gli obiettivi della transizione ecologica e condividiamo le misure messe in campo e anche le considerazioni che lei ha appena fatto, a seguito della interrogazione che ci ha preceduto.

Si trattava, per noi, di sottolineare l'esigenza, ancora una volta, di coordinare le misure messe in campo per lo sviluppo delle energie rinnovabili con l'adeguata tutela - lo ribadiamo ancora una volta - del suolo agricolo quale spazio dedicato all'approvvigionamento - come lei ha ricordato - dell'alimentazione, come tutela della biodiversità e come equilibrio del territorio in cui l'agricoltore opera.

Lei stesso l'ha indicato nelle sue linee programmatiche, si è fatto riferimento a ciò che dice il PNRR, ma anche la Commissione agricoltura della Camera dei deputati ha ribadito più volte la necessità di tenere insieme questi due elementi. Quindi, è bene precisare, in queste occasioni, spazi e modalità con cui si opererà e con cui si terranno insieme queste due attività, proprio per evitare che ci sia un aumento esclusivo degli spazi - per le ragioni che anche lei ha ricordato - necessari al fotovoltaico e anche per evitare tensioni che, in qualche modo, stanno avvenendo in alcuni territori su interessi che sembrerebbero sovrapposti. Per continuare a far produrre alimenti è, quindi, necessario anche attuare una programmazione territoriale precisa, coinvolgendo non solo il mondo agricolo, come si sta facendo, ma regioni ed enti locali e anche le comunità locali, in modo che possano essere coinvolte in questo processo, onde evitare quelle estensioni che non produrrebbero gli effetti che noi riteniamo necessari.

(Iniziative di competenza, d'intesa con la regione Calabria, volte a favorire nel relativo ambito territoriale l'innovazione tecnologica e la transizione verso fonti energetiche rinnovabili nel settore agricolo e agroalimentare – n. 3-02503)

PRESIDENTE. L'onorevole Dall'Osso ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02503 (Vedi l'allegato A).

MATTEO DALL'OSSO (CI). Grazie, Presidente. Presidente, è difficile riassumere in un minuto tutte le domande che ho posto al Ministero delle Politiche agricole, che riguardano i diritti dei lavoratori, l'energia, l'ambiente, l'agricoltura, l'innovazione tecnologica, il Piano PNRR destinato a tutte le regioni. In particolar modo, ho posto la questione specificamente per la regione Calabria, perché, se cresce la Calabria, cresce l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, senatore Stefano Patuanelli, ha facoltà di rispondere.

STEFANO PATUANELLI, Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti. Onorevole Dall'Osso, se per lei è difficile riassumere in un minuto la domanda, si può immaginare quanto possa essere difficile per me riassumere la risposta in tre minuti.

Rispetto al tema dell'innovazione, in generale, è noto quanto per me sia l'unico elemento con cui potremo consentire al nostro Paese e, in generale all'agricoltura, di continuare a produrre cibo sempre in maggior quantità, rispettando, però, l'ambiente in cui viene prodotto. La transizione ecologica agricola, la sostenibilità in agricoltura passa per l'innovazione. Peraltro, sono stato il Ministro che, dal Dicastero dello Sviluppo economico, ha consentito, per la prima volta, all'agricoltura di aver accesso al pacchetto “4.0”. Il sistema di ammortamento non consentiva agli agricoltori di avere accesso alle misure incentivanti per l'innovazione, passando al sistema del credito d'imposta, questo oggi è possibile. “Agricoltura 4.0” è una misura che ha una durata di tre anni, strutturale, che vorremmo continuare a portare avanti e per la quale chiederemo anche la cedibilità del credito nella prossima legge di bilancio, proprio perché credo profondamente nella capacità dell'innovazione di tenere assieme le esigenze di produzione, di aumento della produttività, del rispetto dell'ambiente e di grande attrattiva per i giovani, che, attraverso l'innovazione, vedono, per la loro vita, un futuro in agricoltura producendo cibo. Quindi, sull'innovazione mi trova perfettamente d'accordo.

Per quanto riguarda il personale, lei parla di stabilizzazione rispetto al settore forestale. Io credo che, innanzitutto, un percorso che abbiamo finalmente in via di conclusione sia quello della sottoscrizione del contratto collettivo nazionale, un contratto che si attende da più di 7 anni e che, finalmente, si potrà sottoscrivere, dando alcune certezze in più ai lavoratori del comparto forestale.

Rispetto al tema regionale, stiamo costruendo assieme alle regioni - e, quindi, anche assieme alla regione Calabria - le regole di condominio della nuova PAC, il nostro Piano strategico nazionale. Ho un filo diretto, costante, con gli assessori, ovviamente anche con l'assessore Gallo, con cui ci confrontiamo molto spesso, proprio per individuare quegli elementi e quegli strumenti che, territorialmente, sono più attrattivi e possono risolvere i problemi dei nostri agricoltori, dei nostri coltivatori diretti, dei nostri contadini.

La Calabria avrà risorse anche, ovviamente, per la sua programmazione specifica: abbiamo confermato le risorse per il biennio 2021-2022, dopo una lunga trattativa sul riparto FEASR, trovando, assieme al MEF, 100 milioni di euro in più proprio per non andare a incidere, e la Calabria sarebbe stata una delle regioni più penalizzate nel percorso di creazione di nuovi criteri. Credo che i piani di sviluppo rurale, elemento centrale della Politica agricola comune, anche in Calabria, avranno una grande funzione, che è quella di sostenere le capacità produttive dell'agroalimentare italiano.

PRESIDENTE. L'onorevole Dall'Osso ha facoltà di replicare.

MATTEO DALL'OSSO (CI). Grazie, Presidente. Presidente, mi ritengo pienamente soddisfatto. Come sapete, il sostegno, mio e di Coraggio Italia, al Governo del Presidente Draghi è assolutamente pieno. Sono certo che i soldi del PNRR verranno spesi in maniera efficace ed efficiente. Inoltre, vorrei spendere l'ultimo minuto che ho a disposizione per riferire al Ministro ciò che dissi a poche ore dall'uscita della notizia e, cioè, del fatto che la bevanda Prošek croata iniziò il processo per avere la denominazione ai danni del nostro vino Prosecco, danni che sono quantificati tra i 2 e i 3 miliardi di euro. All'epoca, a poche ore dalla notizia, sensibilizzai il presidente della Commissione agricoltura e, adesso, sono qui a porre il tema direttamente al Ministro. Suppongo che sia molto sensibile all'argomento, visto che ci siamo trovati in perfetta sintonia (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

(Posizione del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali con riguardo al referendum sulla caccia e iniziative per la modifica della legge n. 157 del 1992 al fine di favorire i piani di contenimento delle specie invasive come i cinghiali – n. 3-02504)

PRESIDENTE. L'onorevole Germanà ha facoltà di illustrare l'interrogazione Molinari ed altri n. 3-02504 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

ANTONINO GERMANA' (LEGA). Signor Ministro, nel minuto a mia disposizione potrò dire poco, ma tutto ciò che vorrei dire, comunque, è racchiuso nell'immagine di quei 13 cinghiali che ieri, indisturbati, giravano per le strade di Roma. Quell'immagine è la rappresentazione plastica di come la Raggi e il MoVimento 5 Stelle hanno gestito e governato la capitale d'Italia.

Noi della Lega chiediamo una soluzione concreta e immediata per l'eccessivo aumento di alcune specie di fauna selvatica. È emergenza sicurezza, emergenza ambientale, sanitaria ed economica.

Signor Ministro, gli attivisti del MoVimento 5 Stelle, i parlamentari, lo stesso Beppe Grillo raccolgono firme per il referendum contro la caccia. Noi della Lega la invitiamo ad affrontare questo argomento, soprattutto lei, che è un uomo di Governo, in maniera responsabile e non ideologica. Per questo chiediamo di conoscere la sua posizione in merito al referendum e quali iniziative intenda adottare affinché venga rilevata l'utilità socio-ambientale della caccia, anche alla luce degli ultimi pareri, faziosi, dell'ISPRA, che, purtroppo, molti TAR hanno preso in considerazione; tutto ciò al fine di rendere efficaci i piani di contenimento per limitare i danni (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, senatore Stefano Patuanelli, ha facoltà di rispondere.

STEFANO PATUANELLI, Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Grazie, Presidente. Io certamente cercherò di rispondere in modo pragmatico e concreto ad un tema che è molto sentito in tutto il Paese. Mi permetta: magari il problema degli ungulati fosse legato al solo comune di Roma, magari fosse così, purtroppo non è così (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), purtroppo è un problema che tutti gli assessori regionali mi segnalano quotidianamente, che le associazioni di categoria, di tutte le regioni, mi segnalano quotidianamente. Io non credo che per ogni problema di questo Paese serva una nuova norma, basterebbe anche applicare le norme che ci sono, e mi riferisco, ovviamente, al fatto che le regioni possono provvedere al contenimento della popolazione dei cinghiali, applicando le disposizioni contenute nell'articolo 11-quaterdecies, comma 5, del decreto-legge n. 203 del 30 settembre 2005, convertito con legge n. 248 del 2 dicembre 2005, allo scopo di effettuare i piani di prelievo selettivo senza limiti temporali.

Rilevo che, con una nota congiunta dello scorso 21 aprile, dei Ministri della Salute, delle Politiche agricole e della Transizione ecologica, è stato trasmesso alle regioni un documento di indirizzo tecnico anche sulla gestione del cinghiale, al fine di fornire un supporto specifico nella redazione e nell'aggiornamento dei singoli piani regionali di gestione degli ungulati.

Inoltre, come correttamente rilevato nella domanda dell'interrogante, oggi è possibile l'utilizzo di soggetti diversi da quelli previsti dall'articolo 19, comma 2, della legge n. 157 del 1992 per effetto di una sentenza della Corte costituzionale che sembra aprire la possibilità di avvalersi di altri soggetti, i cosiddetti coadiutori, a condizione che questi ultimi abbiano frequentato appositi corsi di preparazione organizzati dalla regione sulla base di programmi concordati con ISPRA. È un problema complesso, è oggettivamente complesso. Credo che la banalizzazione politica, che mette contro animalisti e chi vuole mettere un'arma in mano a tutti gli agricoltori, non consente un approccio reale e concreto alla soluzione di un problema che c'è, perché sono il primo a dire che la fauna selvatica è una proprietà dello Stato e non possiamo consentire che un bene dello Stato crei danno al privato. Su questo siamo totalmente allineati. Credo che ci siano molte tecniche scientifiche di riduzione della specie, della penetrazione della specie nei centri in particolare, ma anche di invasione nei campi agricoli. Il prelievo selettivo venatorio è uno di questi elementi, secondo me l'ultimo e probabilmente quello che si potrà mettere in campo contemporaneamente ad altri elementi di soluzione di questo problema, che ormai è davvero un'emergenza, ritengo, non soltanto del comune di Roma, ma del Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. L'onorevole Liuni ha facoltà di replicare.

MARZIO LIUNI (LEGA). Signor Ministro, è evidente che questa situazione non può continuare, e quindi vi posso assicurare il mio massimo impegno personale per dare delle risposte che tutti voi avete il diritto di avere da parte dello Stato. Queste sono le sue parole, dette il 21 luglio qua fuori, sul palco della Coldiretti. Ebbene, con la risposta che ha dato in questo momento - mi ero preparato mentalmente un'altra risposta, perché pensavo nella solita rispostina ministeriale - è andato anche oltre, è andato anche peggio. Lei ci ha fatto capire oggi che non ha la benché minima idea di come si fa a contenere il problema dei cinghiali, ma proprio non ha la benché minima idea. E glielo dico dall'esperienza che ho avuto facendo l'assessore alla caccia e alla Polizia provinciale nella provincia di Novara. Non ci sono altri metodi, perché non c'è il pifferaio magico che può portare via i cinghiali dalla città o dalle campagne. Ci sono le gabbie, e poi dalle gabbie vengono abbattuti gli animali, ma lei pensi quante gabbie bisogna mettere in giro per il territorio e curarle, perché non si può abbandonare una gabbia e lasciarla lì, bisogna curarla costantemente, perché non si può far soffrire un animale tre giorni in una gabbia chiusa, giusto? Per cui tutte le regioni, di conseguenza tutte le province, hanno già i piani di abbattimento. Il problema sa qual è? Lo ha citato lei, ma in parte: è l'articolo 19 della legge n. 157, che permette che il piano di abbattimento venga svolto dalle guardie venatorie, dalla Polizia provinciale insomma, e dai conduttori e dai proprietari dei fondi. Per cui di giorno devo fare l'agricoltore, perché è la mia attività, e la notte, invece di dormire, devo appostarmi per abbattere il cinghiale. Ma solo se il cinghiale è sul mio fondo, perché, se si sposta nel fondo a fianco, non lo posso abbattere. Capisce bene che la soluzione è di una semplicità elementare: deve fare qualcosa per cambiare l'articolo 19 della legge n. 157, per dare l'opportunità a personale formato di portare avanti i piani di abbattimento. Le altre sono balle e storie. Mi dispiace, ma la sua risposta è insufficiente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e del deputato Bond).

(Iniziative volte a modificare la legge n. 157 del 1992 in ordine alla gestione delle specie selvatiche invasive, anche con riferimento al risarcimento dei danni causati dai cinghiali – n. 3-02505)

PRESIDENTE. L'onorevole Spena ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02505 (Vedi l'allegato A).

MARIA SPENA (FI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, ha ragione quando lei dice che L'Italia è invasa da cinghiali, ma non possiamo fare a meno di seguire le prime pagine dei giornali, i media che vedono Roma, via Trionfale, proprio ieri attraversata da una dozzina di cinghiali. Presidente, Ministro, non vorremmo che a Roma il cinghiale diventasse un animale domestico (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Ma qui vorrei parlare della nostra agricoltura, dei danni causati al lavoro dei nostri agricoltori, del duro lavoro dei nostri agricoltori. Pertanto, vorremmo sapere da lei, Ministro, se non ritenga ormai superata la legge n. 157 del 1992, soprattutto per quel che riguarda le modalità di risarcimento dei danni causati dai cinghiali, che ormai non si limitano più soltanto all'agricoltura, ma attengono anche all'incolumità dei cittadini. Non dimentichiamo che ormai sono 2 milioni di esemplari che vediamo su tutto quanto il territorio nazionale, 200 milioni di danni causati all'agricoltura e, Ministro, non dimentichiamo mai i 16 morti su strada nel 2020 (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, senatore Stefano Patuanelli, ha facoltà di rispondere.

STEFANO PATUANELLI, Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Grazie, Presidente, rispetto ai media, che abbiano un'attenzione particolare per quello che succede a Roma mi sembra abbastanza evidente; sarà mia cura mandare le foto di qualche giorno fa a cento metri da casa mia, rione di San Luigi, a Trieste, dieci minuti a piedi da piazza Unità d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), dove una famiglia di cinghiali stava attraversando la strada mettendo in pericolo le persone; a Trieste come in tanti altri posti. Per non ripetermi, mi permetta di concentrare l'attenzione di questa risposta sulla parte molto importante del risarcimento del danno, posto che il maggior risarcimento del danno è quello che non ci siano più i danni.

Per quanto riguarda gli indennizzi agli agricoltori per i danni provocati da animali protetti, misura considerata dalla Commissione europea come aiuto di Stato, seppur compatibile con il libero mercato, rilevo che, in linea con le condizioni e i criteri indicati dagli orientamenti dell'Unione europea per gli aiuti di Stato nel settore agricolo e forestale e delle zone rurali per il periodo 2014-2020, abbiamo recentemente notificato uno schema di decreto interministeriale che disciplina le modalità di concessione degli aiuti per le misure preventive e per gli indennizzi da danni provocati dagli animali protetti alle produzioni agricole. La Commissione europea, dopo una lunga trattativa che ha coinvolto questo Ministero, le regioni e il partenariato economico, con decisione del 29 gennaio 2019 ha riconosciuto i criteri delineati dall'Italia sia per le aree aperte alla caccia, che per le aree protette. Il citato schema di decreto prevede la possibilità di risarcimento dei danni alle sole imprese attive nella produzione agricola primaria arrecati ad attrezzature, infrastrutture e animali, da qualsiasi animale che risulti protetto dalla legislazione unionale o da quella nazionale, nonché da specie diverse da quelle individuate dalle direttive “Habitat” e “Uccelli”, ad esempio il cinghiale ed altre specie cacciabili, i cui danni possono essere compensati purché gli stessi si verifichino sul territorio di un'area protetta.

Il predetto provvedimento, che costituisce la base giuridica del regime di aiuto, è stato trasmesso questa estate al Ministero della Transizione ecologica ai fini di un'urgente conclusione dell'iter e per l'acquisizione del prescritto concerto. Quindi, dopo aver avuto un preventivo via libera nel gennaio 2019, ancora oggi abbiamo trasmesso il decreto per la firma del Ministero della Transizione ecologica. Per quanto concerne, invece, i danni provocati da animali non protetti in aree esse stesse non protette la normativa dell'Unione consente soltanto l'indennizzo entro i massimali de minimis, oggi pari a 25 mila euro nel triennio, per impresa, a seguito dell'adozione del Regolamento (UE) 2019/316. Credo che non sia sufficiente agire in questo senso, che vi sono alcuni elementi innovativi rispetto all'indennizzo dei danni da fauna selvatica, non soltanto da cinghiali, perché ci sono zone del territorio dove ci sono danni legati ad altre specie animali, penso al Trentino-Alto Adige in particolare. Credo che si debba fare un ragionamento anche in legge di bilancio per incrementare la possibilità di indennizzo a chi ha danno dalla fauna selvatica.

PRESIDENTE. L'onorevole Spena ha facoltà di replicare.

MARIA SPENA (FI). Grazie, Ministro, intanto, visto che lei ha nominato il provvedimento della Commissione europea, che ha già predisposto uno schema di aiuto che prevede indennizzi e investimenti per la prevenzione dei danni causati dalla fauna selvatica, siamo in attesa del decreto attuativo in tal senso. Ministro, cerchiamo di accelerare, visto che l'Europa ci ha messo a disposizione questa possibilità del decreto attuativo in tal senso. Poi è chiaro che la legislazione in Italia esiste, abbiamo il DL n. 203 del 2005, abbiamo anche la sentenza della Corte costituzionale del 2021. Quindi noi, Ministro, non possiamo che sostenere il lavoro dei nostri agricoltori, chiedendo una semplificazione nell'accesso al rimborso dei danni e soprattutto non quelli de minimis, che prima lei citava, ma quelli che sono i veri danni, perché, oltre chiaramente alle colture distrutte, gli agricoltori devono anche installare delle recinzioni, fare dei lavori sulla propria terra affinché la propria produzione non venga del tutto danneggiata.

Ministro, i nostri agricoltori ci hanno sfamato, nonostante la pandemia. Il loro lavoro è continuato, nonostante il ridimensionamento della PAC, nonostante le gelate, nonostante i cambiamenti climatici, nonostante quegli incendi che hanno devastato quest'estate i nostri territori, le nostre colture e gli animali da reddito, che, appunto, erano il sussidio al reddito dei nostri agricoltori. Molti di loro rischiano la vita, quindi rischiano anche la loro impresa, e noi, per impedirlo, dobbiamo lavorare tutti quanti insieme. Forza Italia ha già presentato una proposta di legge in Commissione agricoltura, dove è iniziata la discussione, anche con il contributo di tutte le associazioni di categoria. Noi su questo punto non molleremo, perché, oltre a difendere e a tutelare l'agricoltura, dobbiamo tutelare i cittadini dei centri urbani dall'invasione dei cinghiali su strada (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di ottobre 2021 e programma dei lavori per il periodo novembre - dicembre 2021.

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei Presidenti di gruppo, è stato convenuto, ai sensi dell'articolo 24, comma 2, del Regolamento, il seguente calendario dei lavori per il mese di ottobre:

Martedì 5 ottobre (ore 10)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 3269 - Conversione in legge del decreto-legge 17 agosto 2021, n. 117, recante disposizioni urgenti concernenti modalità operative precauzionali e di sicurezza per la raccolta del voto nelle consultazioni elettorali dell'anno 2021 (da inviare al Senato – scadenza: 22 ottobre 2021).

Martedì 5 (ore 15.30-20 e 21.30-24) e mercoledì 6 ottobre (ore 10.30 – 13.30, 16-20 e 21.30 - 24)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 3269 - Conversione in legge del decreto-legge 17 agosto 2021, n. 117, recante disposizioni urgenti concernenti modalità operative precauzionali e di sicurezza per la raccolta del voto nelle consultazioni elettorali dell'anno 2021 (da inviare al Senato – scadenza: 22 ottobre 2021).

Discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento civile nei confronti di Pietro Tidei (deputato all'epoca dei fatti) (Doc. IV-ter, n. 7-A).

Discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento civile nei confronti di Monica Faenzi (deputata all'epoca dei fatti) (Doc. IV-ter, n. 3-A).

Nella seduta di mercoledì 6 ottobre, alle ore 16, avrà luogo l'esame della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (ove presentata dal Governo).

Mercoledì 6 ottobre (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

Lunedì 11 ottobre (antimeridiana e pomeridiana con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali della proposta di legge costituzionale n. 3156 - Modifiche agli articoli 9 e 41 della Costituzione in materia di tutela dell'ambiente (Approvata, in un testo unificato, in prima deliberazione, dal Senato).

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 43-1350-1573-1649-1924-2069 - Disposizioni in materia di iscrizione contemporanea a due corsi di istruzione superiore.

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 1059 - Modifica all'articolo 71 del codice del Terzo settore di cui al decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117, in materia di compatibilità urbanistica dell'uso delle sedi e dei locali impiegati dalle associazioni di promozione sociale per le loro attività.

Discussione sulle linee generali del Doc XXII, n. 56 - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla tutela dei consumatori e degli utenti.

Discussione sulle linee generali della mozione in materia di smart working (in corso di presentazione).

Martedì 12 ottobre (ore 11)

Svolgimento di interpellanze e interrogazioni.

Martedì 12 (ore 15-20, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21.30 alle 24), mercoledì 13 (ore 9.30 – 13.30 e 16 – 20, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21.30 - 24), giovedì 14 (ore 9.30 – 13.30 e 15 – 20, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21.30 - 24 e nella giornata di venerdì 15 ottobre)

Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana 4-8 ottobre e non conclusi.

Seguito dell'esame della proposta di legge costituzionale n. 3156 - Modifiche agli articoli 9 e 41 della Costituzione in materia di tutela dell'ambiente (Approvata, in un testo unificato, in prima deliberazione, dal Senato).

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 43-1350-1573-1649-1924-2069 - Disposizioni in materia di iscrizione contemporanea a due corsi di istruzione superiore.

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1059 - Modifica all'articolo 71 del codice del Terzo settore di cui al decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117, in materia di compatibilità urbanistica dell'uso delle sedi e dei locali impiegati dalle associazioni di promozione sociale per le loro attività.

Seguito dell'esame del Doc XXII, n. 56 - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla tutela dei consumatori e degli utenti.

Seguito dell'esame della mozione in materia di smart working (in corso di presentazione).

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 522-615-1320-1345-1675-1732-1925-2338- 2424-2454-A - Modifiche al codice di cui al decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198, e altre disposizioni in materia di pari opportunità tra uomo e donna in ambito lavorativo.

Seguito dell'esame della mozione Cantalamessa ed altri n. 1-00498, Trano ed altri n. 1-00506 e Lollobrigida ed altri n. 1-00507 concernenti iniziative volte a potenziare il contrasto ad infiltrazioni mafiose con particolare riferimento alla realizzazione dei progetti previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 3179 e abbinate A/R - Disposizioni in materia di equo compenso delle prestazioni professionali.

Mercoledì 13 ottobre

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

Venerdì 15 ottobre (ore 9.30)

Svolgimento di interpellanze urgenti.

Martedì 19 (a.m. e p.m., con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge S. 2371 - Conversione in legge del decreto-legge 24 agosto 2021, n. 118, recante misure urgenti in materia di crisi d'impresa e di risanamento aziendale, nonché ulteriori misure urgenti in materia di giustizia (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 23 ottobre 2021).

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 1494 - Delega al Governo per la riforma della disciplina dell'amministrazione straordinaria delle grandi imprese in stato di insolvenza.

Discussione sulle linee generali della mozione Bologna ed altri n. 1-00426, concernente iniziative nell'ambito della ricerca, della cura, dell'assistenza e della riabilitazione a favore delle persone con esiti di grave cerebrolesione.

Discussione sulle linee generali della mozione Boldi ed altri n. 1-00236 concernente iniziative per potenziare gli strumenti per la diagnosi e la cura della depressione.

Mercoledì 20 ottobre (ore 9.30 – 13.30 e 21.30 - 24), giovedì 21 (ore 9.30 – 13.30, 15 – 20 e 21.30 - 24 e nella giornata di venerdì 22 ottobre)

Seguito dell'esame del disegno di legge S. 2371 - Conversione in legge del decreto-legge 24 agosto 2021, n. 118, recante misure urgenti in materia di crisi d'impresa e di risanamento aziendale, nonché ulteriori misure urgenti in materia di giustizia (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 23 ottobre 2021).

Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana 11-15 ottobre e non conclusi.

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1494 - Delega al Governo per la riforma della disciplina dell'amministrazione straordinaria delle grandi imprese in stato di insolvenza.

Seguito dell'esame della mozione Bologna ed altri n. 1-00426, concernente iniziative nell'ambito della ricerca, della cura, dell'assistenza e della riabilitazione a favore delle persone con esiti di grave cerebrolesione.

Seguito dell'esame della mozione Boldi ed altri n. 1-00236 concernente iniziative per potenziare gli strumenti per la diagnosi e la cura della depressione.

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 2561-A – Deleghe al Governo per il sostegno e la valorizzazione della famiglia.

Seguito dell'esame del Doc. XXII, n. 42-A - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause dello scoppio della pandemia di COVID-19 e sulla congruità delle misure adottate dagli Stati di origine del virus SARS-CoV-2 per evitarne la propagazione nel mondo.

Discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti di Khalid Chaouki (deputato all'epoca dei fatti) (Doc. IV-ter, n. 19-A).

Mercoledì 20 ottobre (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

Mercoledì 20 ottobre (ore 16)

Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista del Consiglio europeo del 21 e 22 ottobre.

Venerdì 22 ottobre (ore 9.30)

Svolgimento di interpellanze urgenti.

Lunedì 25 ottobre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 3278 - Conversione in legge del decreto-legge 10 settembre 2021, n. 121, recante disposizioni urgenti in materia di investimenti e sicurezza delle infrastrutture, dei trasporti e della circolazione stradale, per la funzionalità del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, del Consiglio superiore dei lavori pubblici e dell'Agenzia nazionale per la sicurezza delle infrastrutture stradali e autostradali (da inviare al Senato – scadenza: 9 novembre 2021).

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 2-1418-1586-1655-1875-1888-2982-3101 - Disposizioni in materia di morte volontaria medicalmente assistita.

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 1356 e abbinate - Modifiche al testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, e altre disposizioni in materia di status e funzioni degli amministratori locali, di semplificazione dell'attività amministrativa e di finanza locale.

Discussione sulle linee generali dei progetti di legge di ratifica.

Proposta di legge di ratifica n. 2332 - Ratifica ed esecuzione degli emendamenti allo Statuto istitutivo della Corte penale internazionale, ratificato ai sensi della legge 12 luglio 1999, n. 232, adottati a Kampala il 10 e l'11 giugno 2010 (approvata dal Senato).

Disegno di legge n. 2656 - Accordo di cooperazione culturale, scientifica e tecnica tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica gabonese, fatto a Roma il 17 maggio 2011 (approvato dal Senato).

Disegno di legge n. 2746 - Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica del Sud Africa sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 28 marzo 2017 e a Pretoria il 18 luglio 2017.

Disegno di legge n. 2823 - Accordo quadro fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica argentina sulla collaborazione negli usi pacifici dello spazio extra-atmosferico, fatto a Buenos Aires il 27 febbraio 2019.

Disegno di legge n. 2824 - Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Gibuti sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 29 gennaio 2020.

Disegno di legge n. 2858 - Scambio di note di modifica della Convenzione del 19 marzo 1986 per la pesca nelle acque italo-svizzere tra la Repubblica italiana e la Confederazione svizzera, fatto a Roma il 10 e il 24 aprile 2017 (approvato dal Senato).

Disegno di legge n. 3038 - Accordo fra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica tunisina sullo sviluppo di una infrastruttura per la trasmissione elettrica finalizzata a massimizzare gli scambi di energia tra l'Europa ed il Nord Africa, fatto a Tunisi il 30 aprile 2019(approvato dal Senato).

Disegno di legge n. 3042 - Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica tunisina in materia di trasporto internazionale su strada di persone e merci, fatto a Roma il 9 febbraio 2017 (approvato dal Senato).

Martedì 26 ottobre (ore 9.30)

Svolgimento di interpellanze e interrogazioni.

Martedì 26 (ore 12 -14.30, 16-20 e 21.30-24), mercoledì 27 (ore 9.30-13.30, 16-20 e 21.30-24), giovedì 28 ottobre (ore 9.30-13.30, 15-20 e 21.30-24 e nella giornata di venerdì)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 3278 - Conversione in legge del decreto-legge 10 settembre 2021, n. 121, recante disposizioni urgenti in materia di investimenti e sicurezza delle infrastrutture, dei trasporti e della circolazione stradale, per la funzionalità del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, del Consiglio superiore dei lavori pubblici e dell'Agenzia nazionale per la sicurezza delle infrastrutture stradali e autostradali (da inviare al Senato – scadenza: 9 novembre 2021).

Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti per la settimana 18-22 ottobre e non conclusi.

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 2-1418-1586-1655-1875-1888-2982-3101 - Disposizioni in materia di morte volontaria medicalmente assistita.

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1356 e abbinate - Modifiche al testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, e altre disposizioni in materia di status e funzioni degli amministratori locali, di semplificazione dell'attività amministrativa e di finanza locale.

Seguito dell'esame dei progetti di legge di ratifica:

Proposta di legge di ratifica n. 2332 - Ratifica ed esecuzione degli emendamenti allo Statuto istitutivo della Corte penale internazionale, ratificato ai sensi della legge 12 luglio 1999, n. 232, adottati a Kampala il 10 e l'11 giugno 2010 (approvata dal Senato);

Disegno di legge n. 2656 - Accordo di cooperazione culturale, scientifica e tecnica tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica gabonese, fatto a Roma il 17 maggio 2011 (approvato dal Senato);

Disegno di legge n. 2746 - Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica del Sud Africa sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 28 marzo 2017 e a Pretoria il 18 luglio 2017;

Disegno di legge n. 2823 - Accordo quadro fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica argentina sulla collaborazione negli usi pacifici dello spazio extra-atmosferico, fatto a Buenos Aires il 27 febbraio 2019;

Disegno di legge n. 2824 - Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Gibuti sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 29 gennaio 2020;

Disegno di legge n. 2858 - Scambio di note di modifica della Convenzione del 19 marzo 1986 per la pesca nelle acque italo-svizzere tra la Repubblica italiana e la Confederazione svizzera, fatto a Roma il 10 e il 24 aprile 2017 (approvato dal Senato);

Disegno di legge n. 3038 - Accordo fra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica tunisina sullo sviluppo di una infrastruttura per la trasmissione elettrica finalizzata a massimizzare gli scambi di energia tra l'Europa ed il Nord Africa, fatto a Tunisi il 30 aprile 2019(approvato dal Senato);

Disegno di legge n. 3042 - Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica tunisina in materia di trasporto internazionale su strada di persone e merci, fatto a Roma il 9 febbraio 2017 (approvato dal Senato).

Discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti della deputata Barbara Saltamartini (Doc. IV-ter, n. 21-A).

Mercoledì 27 ottobre (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

Venerdì 29 ottobre (ore 9.30)

Svolgimento di interpellanze urgenti.

Il Presidente si riserva di inserire nel calendario dei lavori l'esame di ulteriori progetti di legge di ratifica deliberati dalle Commissioni e di ulteriori documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

L'organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario sarà pubblicata nell'Allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

L'organizzazione dei tempi per l'esame della Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza sarà definita dopo la sua presentazione.

L'organizzazione dei tempi per il seguito dell'esame della proposta di legge n. 3179-A/R e abbinate e per l'esame dei progetti di legge n. 1494, n. 2-1418-1586-1655-1875-1888-2982-3101 e n. 1356 e abbinate sarà definita una volta concluso l'esame in sede referente.

L'organizzazione dei tempi per l'esame della mozione in materia di smart working sarà definita dopo la sua pubblicazione.

Comunico che è stato altresì convenuto, ai sensi dell'articolo 23, comma 6, primo periodo, del Regolamento, il seguente programma dei lavori per i mesi di novembre e di dicembre:

Mese di NOVEMBRE

Disegno di legge S. 2381 – Conversione in legge del decreto-legge 8 settembre 2021, n. 120, recante disposizioni per il contrasto degli incendi boschivi e altre misure urgenti di protezione civile (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 8 novembre 2021).

Disegno di legge S. 2394 – Conversione in legge del decreto-legge 21 settembre 2021, n. 127, recante misure urgenti per assicurare lo svolgimento in sicurezza del lavoro pubblico e privato mediante l'estensione dell'ambito applicativo della certificazione verde COVID-19 e il rafforzamento del sistema di screening (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 20 novembre 2021).

Disegni di legge di ratifica:

- n. 2737 - Ratifica ed esecuzione dello Scambio di Note emendativo dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo dello Stato del Qatar sulla cooperazione nel settore della difesa, del 12 maggio 2010, fatto a Doha il 9 luglio e il 22 ottobre 2019;

- n. 2806 e abbinate - Ratifica ed esecuzione della Convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti, con Allegati, fatta a Stoccolma il 22 maggio 2001;

- n. 3039 - Ratifica ed esecuzione delle seguenti Convenzioni: a) Convenzione sulla salute e la sicurezza dei lavoratori, n. 155, fatta a Ginevra il 22 giugno 1981, e relativo Protocollo, fatto a Ginevra il 20 giugno 2002; b) Convenzione sul quadro promozionale per la salute e la sicurezza sul lavoro, n. 187, fatta a Ginevra il 15 giugno 2006 (approvato dal Senato);

- n. 3040 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica dell'Ecuador in materia di cooperazione di polizia, fatto a Quito il 21 luglio 2016 (approvato dal Senato);

- n. 3043 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione culturale, scientifica e tecnologica tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo dello Stato plurinazionale di Bolivia, fatto a La Paz il 3 marzo 2010 (approvato dal Senato);

- n. 3044 - Adesione al Protocollo addizionale alla Carta europea dell'autonomia locale sul diritto di partecipare agli affari delle collettività locali, fatto a Utrecht il 16 novembre 2009 (approvato dal Senato).

Proposta di legge n. 2361 - Modifiche all'articolo 12 del decreto-legge 23 dicembre 2013, n. 145, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 febbraio 2014, n. 9, in materia di compensazione dei crediti maturati dalle imprese nei confronti della pubblica amministrazione.

Mozione Manzo ed altri n. 1-00509 concernente iniziative a favore dei lavoratori stagionali.

Doc. XXIII, n. 12 – Relazione sulla prevenzione e la repressione delle attività predatorie della criminalità organizzata durante l'emergenza sanitaria.

Proposta di legge n. 2098 e abbinate - Disposizioni concernenti la conservazione del posto di lavoro e i permessi retribuiti per esami e cure mediche in favore dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche.

Proposta di legge n. 290-410-1314-1386-B - Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell'acquacoltura con metodo biologico.

Proposta di legge n. 1972 - Interventi per la prevenzione e la lotta contro l'AIDS e le epidemie infettive aventi carattere di emergenza.

Seguito della discussione delle mozioni Giarrizzo ed altri n. 1-00424, Lollobrigida ed altri n. 1-00466, Capitanio ed altri n. 1-00467, Bruno Bossio ed altri n. 1-00468 e Giuliodori ed altri n. 1-00479 in materia di infrastrutture digitali efficienti e sicure per la conservazione e l'utilizzo dei dati della pubblica amministrazione.

Disegno di legge n. 2427 – Nuove norme in materia di illeciti agro-alimentari.

Proposta di legge n. 196-721-1827- Disciplina dell'attività di rappresentanza di interessi.

Proposta di legge n. 1339 - Disposizioni concernenti l'integrazione della composizione della Commissione medico-ospedaliera per il riconoscimento della dipendenza delle infermità da causa di servizio e le funzioni di rappresentanza dell'Unione nazionale mutilati per servizio.

Proposta di legge n. 1813 e abbinata - Misure per contrastare il finanziamento delle imprese produttrici di mine antipersona, di munizioni e submunizioni a grappolo (approvato dal Senato).

Proposte di legge n. 1951, 3106 e abbinata - Modifiche all'articolo 4-bis della legge 26 luglio 1975, n. 354, in materia di concessione dei benefìci penitenziari e di accertamento della pericolosità sociale dei condannati per taluni gravi delitti, nonché delega al Governo in materia di accentramento della competenza del magistrato e del tribunale di sorveglianza per i giudizi riguardanti i detenuti o internati sottoposti al regime previsto dall'articolo 41-bis, comma 2, della medesima legge.

Seguito dell'esame della mozione Cabras ed altri n. 1-00456 concernente iniziative in relazione al caso di Julian Assange.

Proposta di legge costituzionale n. 2238 – Modifiche agli articoli 57 e 83 della Costituzione, in materia di base territoriale per l'elezione del Senato della Repubblica e di riduzione del numero dei delegati regionali per l'elezione del Presidente della Repubblica.

Proposta di legge n. 1780, 2298 e abbinata - Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e alla legge 21 aprile 2011, n. 62, in materia di tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori.

Disegno di legge n. 2681 e abbinate - Deleghe al Governo per la riforma dell'ordinamento giudiziario e per l'adeguamento dell'ordinamento giudiziario militare, nonché disposizioni in materia ordinamentale, organizzativa e disciplinare, di eleggibilità e ricollocamento in ruolo dei magistrati e di costituzione e funzionamento del Consiglio superiore della magistratura.

Disegno di legge S. 1662 - Delega al Governo per l'efficienza del processo civile e per la revisione della disciplina degli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie e misure urgenti di razionalizzazione dei procedimenti in materia di diritti delle persone e delle famiglie nonché in materia di esecuzione forzata (approvato dal Senato).

Disegno di legge n. 3208 - Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti normativi dell'Unione europea - Legge di delegazione europea 2021.

Mese di DICEMBRE

Disegno di legge recante il Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024 (ove trasmesso dal Senato).

Proposta di legge n. 982-A/R e abbinate - Disposizioni per la semplificazione e l'accelerazione dei procedimenti amministrativi nelle materie dell'agricoltura e della pesca nonché delega al Governo per il riordino e la semplificazione della normativa in materia di pesca e acquacoltura.

Proposta di legge n. 1874 - Modifica all'articolo 5 della legge 3 marzo 1951, n. 178, in materia di revoca delle onorificenze dell'Ordine al merito della Repubblica italiana.

Proposta di legge n. 2565 e abbinate - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sull'uso politico della giustizia.

Proposte di legge nn. 1423 e 2604 Disposizioni in materia di società cooperative, appalto, somministrazione di lavoro e distacco di lavoratori.

Proposta di legge n. 1782 - Introduzione dell'obbligo di presentazione annuale del certificato penale del casellario giudiziale e del certificato del casellario dei carichi pendenti da parte dei conducenti di mezzi adibiti al trasporto pubblico di persone.

Proposta di legge n. 2372 – Disposizioni per la prevenzione della dispersione scolastica mediante l'introduzione sperimentale delle competenze non cognitive nel metodo didattico.

Proposta di legge n. 864 -Modifica dell'articolo 54-bis del decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 giugno 2017, n. 96, in materia di disciplina delle prestazioni di lavoro accessorio.

Proposta di legge n. 1239 e abbinate - Disposizioni per la promozione delle start-up e delle piccole e medie imprese innovative mediante agevolazioni fiscali, incentivi agli investimenti e all'occupazione e misure di semplificazione.

Nell'ambito del programma per il periodo novembre-dicembre potrà essere inserito l'esame di modifiche regolamentari in relazione all'andamento dei lavori della Giunta per il Regolamento sugli adeguamenti conseguenti alla riforma costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari.

Nell'ambito del programma per il periodo novembre-dicembre è altresì previsto lo svolgimento di atti di sindacato ispettivo e potranno essere inseriti ulteriori progetti di legge di ratifica deliberati dalle Commissioni e documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

Sospendiamo a questo punto la seduta che riprenderà alle ore 17,30.

La seduta, sospesa alle 16,15, è ripresa alle 17,30.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascari, Enrico Borghi, Brescia, Brunetta, Cavandoli, Cirielli, Covolo, Davide Crippa, D'Uva, Fassino, Gregorio Fontana, Garavaglia, Gebhard, Giachetti, Lapia, Lollobrigida, Lorefice, Lupi, Maggioni, Magi, Mura, Parolo, Pastorino, Patassini, Perantoni, Andrea Romano, Vito e Raffaele Volpi sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente 99, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Discussione congiunta dei disegni di legge: S. 2308 - Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2020 (Approvato dal Senato) (A.C. 3258​); S. 2309 - Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2021 (Approvato dal Senato) (A.C. 3259​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione congiunta dei disegni di legge, già approvati dal Senato, nn. 3258 e 3259: “Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2020”; “Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2021”.

Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (Vedi calendario).

(Discussione congiunta sulle linee generali – A.C. 3258​ e A.C. 3259​)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione congiunta sulle linee generali.

Il presidente del gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle ne ha chiesto l'ampliamento.

La V Commissione (Bilancio) si intende autorizzata a riferire oralmente.

Ha facoltà di intervenire il relatore, deputato onorevole Pettarin.

GUIDO GERMANO PETTARIN, Relatore. Grazie, Presidente. Prima di iniziare la relazione volevo chiederle un dettaglio tecnico a conferma. Naturalmente è una discussione congiunta e, quindi, insieme al mio collega correlatore Lovecchio faremo di seguito; quindi, vi sarà, prima, l'illustrazione del relatore per quanto riguarda il Rendiconto, il resoconto, e subito dopo il successivo.

PRESIDENTE. Assolutamente sì, glielo confermo, onorevole Pettarin. Può procedere.

GUIDO GERMANO PETTARIN, Relatore. Grazie, Presidente. Rendiconto 2020: tutti coloro che hanno svolto attività di carattere amministrativo, come la maggior parte di quelli che si trovano in quest'Aula nel momento in cui è un po' più piena, sanno che il Rendiconto è un documento un po' particolare e, soprattutto negli enti locali e territoriali, viene considerato semplicemente una fotografia di ciò che è accaduto l'anno precedente e, di conseguenza, non è che abbia una grossa rilevanza e una grossa importanza. Naturalmente, è molto più rilevante e molto più importante la fase preventiva e, quindi, il bilancio preventivo, ossia ciò che si prevedrà di fare e come sono utilizzati gli strumenti economici finanziari in sede di previsione.

Ma il 2020 non è stato un anno normale, sotto nessun punto di vista, nemmeno sotto il punto di vista tecnico-economico e, quindi, anche il Rendiconto 2020 non è una semplice fotografia, ma è un vero e proprio modo per illustrare un anno difficilissimo che ha visto reagire le strutture dello Stato con strumenti eccezionali.

Basti pensare, tutti quanti noi ne abbiamo vissuto le circostanze, al succedersi degli scostamenti; se potessimo pensare (tecnicamente non possiamo farlo, ma teoricamente certamente sì) che ogni scostamento assomiglia moltissimo ad una legge di bilancio è come se ne avessimo fatte due o tre, cosa assolutamente impensabile in qualunque altro momento. Quindi, sia come modo di affrontare una pandemia, una tragedia di carattere eccezionale, sia come strumento tecnico che ci ha permesso di reagire ad un tanto, è estremamente importante dare un'occhiata un po' più diffusa a ciò che normalmente si fa rispetto al contenuto del Rendiconto 2020; ciò proprio perché ci dà strumenti che ci possono essere utilissimi per mirare meglio alla fase preventiva.

Naturalmente, tutti quanti capiamo che occuparsi del Rendiconto 2020 nel mese di ottobre o quasi, alla fine del mese di settembre 2021, non è proprio il massimo della situazione, così come il collega Lovecchio sa che altrettanto vale per l'assestamento 2020.

Ma il tema non è il 2020 o il 2021, il tema è la proiezione economica nell'ambito degli anni che abbiamo di fronte - quindi il 2022, per quanto riguarderà l'anno presente - ricordando che la normativa di carattere economico-finanziaria che si applica a livello statale è ormai poco apparentata con la normativa degli enti locali e territoriali perché, come coloro che hanno avuto la fortuna di occuparsi di questi temi sanno, la normativa della legge n. 131 ha ormai da anni trasformato la successione temporale degli strumenti economico-finanziari degli enti locali e territoriali in qualcosa di diverso: una specie di bilancio triennale organizzato in annualità, senza residui e con la necessità di riallocare le situazioni.

Tutti vi chiederete che cosa ci azzecca questo discorso con il resoconto statale 2020: ebbene, ci azzecca moltissimo perché il PNRR vedrà come protagonisti non certamente e semplicemente le strutture centrali ma, in grandissima parte, gli enti locali e territoriali perché è mia opinione che il PNRR si faccia sul territorio. Al centro, infatti, si prendono le decisioni e si danno gli strumenti ma l'attuazione e l'effettuazione di ciò che dobbiamo fare (dobbiamo, grazie a Dio), con tanto di necessità di dimostrare ciò che si è fatto, si farà sui territori.

Il disegno di legge a cui dedichiamo la nostra attenzione è il n. 3258 e reca, appunto, il Rendiconto generale dello Stato per l'esercizio finanziario 2020. L'analisi del contenuto del disegno di legge di bilancio mostra che la gestione di competenza ha fatto conseguire nel 2020 un peggioramento di tutti i saldi, sia rispetto all'esercizio 2019 sia rispetto alle previsioni iniziali.

In particolare, il saldo netto da finanziare, che è quello dato dalla differenza fra le entrate finali e le spese finali, presenta nel 2020 un valore negativo di circa 270,9 miliardi, con un peggioramento di oltre 273,2 miliardi rispetto al saldo registrato nel 2019, che era un anno particolare perché, in controtendenza rispetto agli anni precedenti, eravamo riusciti a registrare un accreditamento netto del valore di 2,3 miliardi, all'epoca risultato estremamente importante perché dimostrava una varianza, una vera e propria modifica del trend di sviluppo. Tale peggioramento, frutto di una diminuzione delle entrate finali, pari a circa il 6 per cento, e di un significativo aumento delle spese finali, aumentate di quasi il 40 per cento, è stato determinato dai provvedimenti straordinari e urgenti che abbiamo adottato per far fronte alle conseguenze dell'emergenza epidemiologica.

Questa emergenza ha reso necessario un progressivo aggiornamento dei saldi programmatici che sono stati fatti, nel corso dell'esercizio 2020, tramite i successivi scostamenti di bilancio che hanno naturalmente travolto le previsioni iniziali.

Il peggioramento del saldo, se lo confrontiamo con le previsioni iniziali che indicavano un valore di meno 78,6 miliardi, è pari a circa 192,3 miliardi. Anche il risparmio pubblico, che sarebbe - anzi, è - il saldo delle operazioni correnti, che se positivo misura la quota di risorse correnti destinabile al finanziamento delle spese in conto capitale, che si attesta nel 2020 a meno 105,5 miliardi, denota un peggioramento di 155,4 miliardi rispetto al 2019.

Questa situazione si è determinata a causa di un aumento molto importante delle spese correnti, pari a 117,4 miliardi, contestuale a un decremento, nel complesso, delle entrate tributarie ed extratributarie pari a 38 miliardi.

Capite tutti che in questi due numeri c'è il senso profondo della situazione di crisi che abbiamo vissuto. Nell'anno 2020: entrate diminuite moltissimo, spese correnti aumentate moltissimo. Questo è in estrema sintesi il contenuto: spese correnti, entrate diminuite e non si parla di investimenti e questo è il terzo punto di riferimento, perché, naturalmente, questo quadro va considerato nel suo complesso.

Il peggioramento è di oltre 65 miliardi, se viene confrontato con le previsioni iniziali. Infine, il dato del ricorso al mercato finanziario, che è la differenza tra le entrate finali e il totale delle spese, comprese quelle relative al rimborso dei prestiti, si attesta nel 2020 a meno 506,9 miliardi, evidenziando un peggioramento di 289,3 miliardi rispetto al 2019 e di 193,4 miliardi rispetto alle previsioni iniziali. Su questi due numeri vi richiamo un attimo a fare attenzione: ci sono 100 miliardi di differenza che - a spanne, non naturalmente nel dettaglio - rappresentano quello che in effetti è il peggioramento causato dalla pandemia: 100 miliardi di spese in più rispetto a quelle che erano le previsioni. Nel complesso, gli scostamenti di bilancio hanno rideterminato i limiti massimi del saldo netto da finanziare e del ricorso al mercato, portati, rispettivamente, a meno 341 miliardi e a meno 599 miliardi, in termini, naturalmente, di competenza.

Sulla base di una sintetica analisi del confronto tra il 2020 e il 2019 relativo all'andamento delle entrate finali accertate bisogna rilevare, prima di tutto, la significativa riduzione degli accertamenti delle entrate tributarie. Non solo le previsioni, non solo le entrate ma anche gli accertamenti delle entrate tributarie hanno avuto una diminuzione importantissima pari a meno 33,2 miliardi. Gli impegni per spese finali, che sono costituite dal totale delle spese di parte corrente e di quelle in conto capitale, sono passati da 603,3 miliardi di euro del 2019 a 840,1 miliardi di euro del 2020, in crescita del 39,2 per cento rispetto al 2019, per circa 237 miliardi, raggiungendo - questo è un altro dato che bisogna avere presente sempre - una incidenza sul PIL pari al 50,9 per cento. Tale incremento riguarda sia le spese correnti sia quelle in conto capitale. Il peso della spesa complessiva rispetto al PIL è passato dal 46 per cento del 2019 al 65,2 per cento del 2020.

Passando all'analisi per categoria economica dei dati della gestione, nell'ambito delle uscite correnti la voce più consistente è quella relativa ai trasferimenti alle amministrazioni pubbliche, con impegni per oltre 338 miliardi di euro, pari a circa il 50,5 per cento della spesa corrente. Dato estremamente importante, perché riassume quanto abbiamo visto trattare in quest'Aula ma abbiamo anche letto, più e più volte, sugli organi di stampa. Uno dei modi con cui abbiamo reagito, giustamente, è stato dare denaro - nel mio dialetto dare schei - agli enti locali e territoriali che sono il tessuto, che sono la spina dorsale, i sindaci, che sono coloro che spendono, che sono coloro che sono tirati per la giacca dal cittadino che abita accanto a loro e che non hanno modo di dire: mi telefoni fra una settimana, mi scusi sono in DaD e risponderò via mail. No, devono rispondere subito e, per poter dare questo tipo di risposta, l'amministrazione statale ha aumentato a dismisura - perché questo è il termine esatto - il trasferimento agli enti locali e territoriali.

Nel corso dell'esercizio, alla gestione di competenza si affianca la gestione dei residui. Si definiscono residui attivi - siamo nella contabilità statale non in quella degli enti locali e territoriali, lo ricordo per chi ha avuto queste esperienze - le entrate accertate, ma rimaste da versare e da riscuotere e residui passivi le spese impegnate, ma rimaste da pagare. Sostanzialmente, i debiti che non abbiamo pagato e i crediti che non abbiamo incassato. Nell'ambito dei residui occorre distinguere quelli provenienti da esercizi precedenti e quelli che si sono formati nel corso dell'esercizio considerato. I residui passivi cosiddetti propri, che si distinguono da quelli impropri, che sono indicati anche come residui passivi di stanziamento, sono le somme stanziate ma non impegnate nell'esercizio di competenza. La relazione al Rendiconto che stiamo illustrando evidenzia come nel 2020 il fenomeno dei residui continui a rimanere su livelli considerevoli sia dal lato delle entrate sia dal lato delle uscite.

È naturalmente un fenomeno che non nasce nell'anno 2020; è un fenomeno molto, molto risalente, ma estremamente pesante perché la presenza di residui attivi e passivi non ha semplicemente un effetto finanziario, ma è anche uno specchio della scarsa efficienza della spesa; non riuscire a spendere, non riuscire a incassare è anche uno specchio della incapacità di spendere o dell'incapacità di incassare e, quindi, è certamente un elemento da migliorare. Per quanto concerne i residui attivi, si evidenzia che il totale dei residui attivi al 31 dicembre 2020 è pari a 211.182 milioni - 211,2 miliardi circa - con una diminuzione di 4,9 miliardi, - di quasi 5 miliardi - rispetto all'esercizio precedente. Per quanto riguarda i residui passivi, questi hanno un totale al 31 dicembre 2020 di 197 miliardi circa, per la precisione 196,917 miliardi. I residui di nuova formazione sono complessivamente pari a 84 miliardi circa e sono inferiori - e anche questo è molto interessante - rispetto a quelli registrati nel precedente esercizio. L'aumento nella consistenza dei residui passivi rispetto allo scorso esercizio è una conseguenza dell'incremento di 13,5 miliardi circa dei residui di parte corrente e dell'aumento di 69,5 miliardi circa di quelli in conto capitale. La gestione di competenza e la gestione dei residui concorrono a determinare i risultati della gestione di cassa che viene rappresentata, per la parte di entrata, dagli incassi e, per la parte di spesa, dai pagamenti. Anche in termini di cassa, i saldi registrano un peggioramento molto netto rispetto ai risultati di esercizio 2019. Se si passano in rassegna i saldi della gestione di cassa al lordo delle regolazioni contabili, si rileva che nel 2020 il saldo netto da finanziare è risultato pari a 225,5 miliardi con un peggioramento di circa 160 miliardi rispetto a quanto raggiunto l'anno precedente, quando il dato era di meno 66,5 miliardi.

La gestione di cassa ha dato luogo, quindi, complessivamente a incassi per 893,1 miliardi e a pagamenti per 980,6 miliardi. Notate che vi è uno sfalsamento di quasi 90 miliardi tra i due dati. Rispetto ai corrispondenti dati dell'anno 2019, che erano 804 miliardi di incassi e 830 miliardi di pagamenti registriamo sia un aumento degli incassi (più 11 per cento) che dei pagamenti (più 18,1 per cento).

Dai risultati generali della gestione patrimoniale 2020 emerge una eccedenza passiva di circa 2.215 miliardi con un peggioramento di circa 299 miliardi rispetto alla situazione patrimoniale a fine 2019. Si tratta di un risultato particolarmente elevato che non rispecchia il trend che c'era stato negli ultimi anni, considerato che nel 2019 sul 2018 il peggioramento era stato pari a 13 miliardi e nel 2018 sul 2017 il peggioramento era stato pari a 27,5 miliardi. In termini percentuali, nel 2020 il peggioramento patrimoniale è stato pari al 15,6 per cento; il valore è nettamente il più alto dell'ultimo decennio e lo squilibrio patrimoniale passivo è dovuto all'incremento delle passività da una parte, che è stato solo minimamente compensato dall'aumento delle attività. Stiamo parlando di cifre che per le passività sono più 321 miliardi e per le attività sono più 22 miliardi. Uno sbilanciamento assolutamente incolmabile. Il risultato denota una situazione patrimoniale in peggioramento rispetto all'anno 2019 e riconferma gli andamenti negativi registrati negli anni dal 2004 in poi, con l'eccezione del 2009. In estrema sintesi, se dovessimo riassumere, abbiamo fatto un sacco di debiti, ma come abbiamo detto più e più volte il tema in questo momento non è fare debiti, è fare buon debito, cioè avere modo di trasformare il debito in ciò che deve essere investimento, in ciò che deve essere capace di portare incremento a quello che è la redditività, a ciò che ci darà modo dal 2028 di affrontare le rate di ammortamento del Piano trentennale dell'enorme mutuo che abbiamo sostanzialmente stipulato con l'Unione europea, il cui piano di ammortamento andrà dal 2028 al 2058.

Rispetto alla chiusura dell'esercizio 2019, l'entità delle passività finanziarie ha registrato un incremento di 321 miliardi di euro, in notevole crescita, anche questa, rispetto all'esercizio precedente. L'incremento delle passività è connesso al peggioramento della situazione debitoria a medio e lungo termine, come abbiamo appena evidenziato. La Corte dei conti - e tengo moltissimo a sottolinearlo - ha dichiarato regolare il rendiconto generale dello Stato per il 2020. Questo è un ulteriore elemento che, con relativa serenità, permette a noi di relazionare sul rendiconto 2020 in quest'Aula e, in parallelo, al mio collega sull'assestamento di riferimento. Non possiamo essere sereni del tutto, perché questi dati economico-finanziari, totalmente diversi dal trend ordinario, sono conseguenti di una tragedia che abbiamo vissuto sulla nostra pelle e sulla pelle dei nostri concittadini. Ma c'è un ma: numeri come questi hanno anche il contenuto a cui accennavo in apertura, ci insegnano e devono insegnarci che il tema - lo ripeterò sempre - non è spendere, ma è spendere bene (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il relatore onorevole Lovecchio. Ne ha facoltà

GIORGIO LOVECCHIO, Relatore. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e colleghe, Governo. Il disegno di legge Atto Camera n. 3259 reca l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2021, assestamento disciplinato dall'articolo 33 della legge di contabilità e finanza pubblica, allo scopo di aggiornare, a metà esercizio, le previsioni di bilancio formulate a legislazione vigente, anche sulla scorta delle consistenze dei residui attivi e passivi accertata in sede di rendiconto. L'aggiornamento riguarda, per quanto riguarda le entrate, l'eventuale revisione delle stime del gettito e, per quanto riguarda le spese, limitatamente alla componente discrezionale, gli effetti di eventuali esigenze sopravvenute. A partire dal 2017, in analogia con quanto stabilito per il disegno di legge di bilancio, anche il disegno di legge di assestamento è corredato da una relazione tecnica in cui si dà conto della coerenza del valore del saldo netto da finanziare con gli obiettivi programmatici indicati nel Documento di economia e finanza. Per quanto riguarda il contenuto, il disegno di legge di assestamento si compone di 2 articoli. L'articolo 1 stabilisce che, nello stato di previsione dell'entrata e negli stati di previsione dei Ministeri, approvati con la legge 30 dicembre 2020, n. 178, siano introdotte, per l'anno finanziario 2021, le variazioni di cui alle annesse tabelle. L'articolo 2 apporta una modifica all'articolo 3 della suddetta legge di bilancio concernente lo stato di previsione del Ministero dell'Economia e delle finanze. In allegato al disegno di legge è evidenziata, a fini conoscitivi, l'evoluzione, in termini di competenza e di cassa, delle singole poste di bilancio per effetto, sia delle variazioni apportate in forza di atti amministrativi fino al 31 maggio, sia delle variazioni proposte con il disegno di legge di assestamento medesimo. Per ciascuna unità di voto si indicano, inoltre, le variazioni che si registrano nella consistenza dei residui, in linea con le risultanze definitive esposte nel rendiconto per l'esercizio 2020.

Venendo all'analisi dei risultati finanziari, le variazioni di bilancio proposte con il provvedimento di assestamento, insieme a quella apportata nel periodo compreso tra il 1° gennaio e il 31 maggio con atti amministrativi, unitamente agli effetti finanziari dei provvedimenti legislativi emanati successivamente all'approvazione della legge di bilancio, ivi incluso il decreto-legge n. 22 del 2021 ed il decreto-legge n. 41 del 2021, definiscono le previsioni assestate per il 2021. In termini di competenza, le variazioni proposte con il disegno di legge di assestamento determinano un peggioramento del saldo netto da finanziare rispetto alle previsioni iniziali della legge di bilancio, che si attesta su un valore di meno 232,8 miliardi rispetto ad una previsione iniziale di meno 193,5 miliardi. Il peggioramento di circa 39,4 miliardi di euro è dovuto per 40,7 miliardi di euro alle variazioni per atto amministrativo compensate da un miglioramento di 1,3 miliardi proposto dal disegno di legge di assestamento. In particolare, il peggioramento, determinato dalle variazioni apportate per atti amministrativi, discende essenzialmente dagli effetti dei decreti-legge adottati per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19, per i quali il Parlamento ha autorizzato il ricorso all'indebitamento, attraverso l'approvazione di apposite risoluzioni approvate a maggioranza assoluta. Essi determinano, nel complesso, un incremento delle spese finali per oltre 41,5 miliardi di euro, in parte compensato da un incremento delle entrate finali per circa 1 miliardo. Il miglioramento del saldo determinato dal provvedimento in esame è dovuto essenzialmente a una proposta di aumento delle entrate finali che interessa principalmente le entrate extra tributarie per quasi 2 mila 464 milioni, a fronte di una riduzione di quelle tributarie per 818 milioni; ad esse, si aggiunge una proposta di aumento delle spese finali. Anche gli altri saldi evidenziano un andamento negativo: il risparmio pubblico registra un peggioramento di 36,5 miliardi rispetto alla previsione iniziale; i dati relativi al ricorso al mercato evidenziano un peggioramento per complessivi 28,7 miliardi. Per quanto riguarda le variazioni per atto amministrativo, esse determinano un peggioramento del saldo netto da finanziare di 40,6 miliardi in termini di competenza, derivanti da un incremento delle spese finali e da maggiori entrate per poco meno di 1 miliardo. Tale risultato è spiegato principalmente dall'attuazione del citato decreto-legge n. 41 del 2021.

Con riferimento alle entrate, le variazioni per atto amministrativo determinano un incremento delle previsioni iniziali di bilancio complessivamente pari a 883 milioni in termini di competenza, dovuti a maggiori entrate extra tributarie per 1.022 milioni, a fronte della riduzione per 141 milioni delle entrate tributarie.

Con riferimento alla spesa, le variazioni per atto amministrativo determinano un aumento degli stanziamenti finali di bilancio nella misura di 41,5 miliardi di euro, di cui 39,1 miliardi di incremento delle spese correnti e circa 2,4 miliardi di incremento di quelle in conto capitale. In termini di competenza, le variazioni proposte dal disegno di legge di assestamento determinano un miglioramento del saldo netto da finanziare di 1,3 miliardi, rispetto al saldo risultante dalla legge di bilancio, dovuto a maggiori entrate finali per 1,5 miliardi e a maggiori spese finali per 229 milioni.

Per quanto concerne, in particolare, le proposte di variazione delle entrate del bilancio dello Stato, nella relazione si precisa che esse sono volte a recepire sulle previsioni di bilancio le revisioni delle stime tendenziali di finanza pubblica già scontate nel DEF 2021.

Per quanto concerne le entrate finali, il disegno di legge di assestamento reca una proposta di aumento per 1,5 miliardi, rispetto alle previsioni formulate con la legge di bilancio del 2021.

Le entrate tributarie recepiscono principalmente l'adeguamento alle stime del DEF 2021, con una contrazione di 461 milioni, a cui si aggiunge un'ulteriore riduzione di 356 milioni, a seguito del monitoraggio degli andamenti effettivi di gettito.

Le entrate extra tributarie registrano nel complesso un incremento di 2,5 miliardi, determinato dalla migliore evoluzione, in particolare rispetto alle stime del DEF, delle entrate di alcuni giochi, soprattutto lotterie, e dei dividendi che saranno versati dalle società partecipate.

Per quanto concerne le spese finali, le variazioni proposte dal provvedimento determinano un aumento di 229 milioni in termini di competenza. Tale aumento è determinato da una maggiore spesa in conto capitale, a fronte di una diminuzione della spesa corrente, determinata principalmente dalla riduzione di 3.279 milioni della spesa per interessi e redditi da capitale, compensata da altre maggiori spese correnti per 3.193 milioni.

Con riferimento alle missioni del bilancio dello Stato, le proposte di assestamento determinano una riduzione degli stanziamenti della missione debito pubblico, pari a meno 12,5 miliardi, principalmente in relazione all'adeguamento delle esigenze per il rimborso dei prestiti internazionali a breve termine, di cui non si era potuto tenere conto in sede di bilancio di previsione.

In termini di cassa, il disegno di legge di assestamento per il 2021 determina complessivamente un miglioramento del saldo netto da finanziare di 9 milioni di euro, derivante da un aumento delle entrate finali per 1.525 milioni e da un aumento delle spese finali per 1.516 milioni.

In particolare, il saldo netto da finanziare si attesta a meno 328 miliardi, con un peggioramento di 52,6 miliardi rispetto alle previsioni di bilancio, esclusivamente dovuto alle variazioni per atto amministrativo intervenute nel periodo gennaio-maggio 2021, che hanno inciso negativamente sul saldo per oltre 52 miliardi.

Con il provvedimento di assestamento si è provveduto ad aggiornare i residui attivi sulla base delle risultanze emerse al 31 dicembre 2020, a seguito della gestione conclusasi nell'esercizio di consuntivo. Nel complesso, le previsioni assestate quantificano un ammontare di residui finali attivi al 31 dicembre 2020 pari a 211.182 milioni di euro, a fronte dei 253.976 milioni di euro di residui inizialmente presunti.

L'articolo 33, comma 4-septies, della legge di contabilità di finanzia pubblica dispone che la relazione tecnica di accompagnamento al disegno di legge di assestamento dia conto della coerenza del valore del saldo netto da finanziare con gli obiettivi programmatici definiti in coerenza con l'ordinamento europeo.

La prima parte della relazione tecnica illustra le principali variazioni previste dalla proposta di assestamento e i relativi effetti sull'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche, che è, per l'appunto, il saldo rilevante per l'ordinamento europeo. Complessivamente, le proposte formulate con il disegno di legge di assestamento, tenuto conto di quanto già scontato nei quadri tendenziali di finanza pubblica in sede di DEF, della natura delle voci di bilancio interessate e delle regole e dei criteri contabili che presiedono alla compilazione del conto economico della pubblica amministrazione, sono sostanzialmente neutrali sull'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche.

Infine, si segnala che, nel corso dell'esame al Senato, sono stati approvati due emendamenti al disegno di legge di assestamento 2021, relativi a stati di previsione della spesa. Il primo emendamento ha destinato 744 mila euro al programma 10 del Ministero dell'Interno, relativo all'elaborazione, quantificazione e assegnazione delle risorse finanziarie da attribuire agli enti locali, e 56 mila euro al programma 8 del Ministero, in relazione al contrasto all'immigrazione clandestina e alla sicurezza delle frontiere e delle principali stazioni ferroviarie. Il secondo emendamento ha rifinanziato, per 40 mila euro, il settore dell'edilizia statale e degli interventi speciali e per pubbliche calamità, di cui al programma 10 del Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili.

In conclusione, anche a nome del correlatore, esprimo un giudizio favorevole sui provvedimenti in esame.

Presidente, io deposito anche la relazione, visto che ci sono diversi numeri e cifre, così è più dettagliata per gli uffici.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Lovecchio, è autorizzato a depositare l'intervento.

Ha facoltà di intervenire il rappresentante del Governo, sottosegretario Sartore.

ALESSANDRA SARTORE, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie Presidente, desidero prima di tutto ringraziare gli onorevoli Pettarin e Lovecchio, per i loro interventi. Vorrei anche sottolineare alcuni profili del disegno di legge di assestamento, rafforzando un po' anche ciò che è stato giustamente detto dal relatore, in quanto, come è noto, il rendiconto è un provvedimento chiuso, che, però, come ha detto sempre il relatore, dà conto della realtà sostanziale dei conti pubblici per l'anno 2020.

Le proposte di legge di assestamento - lo sottolineo - determinano un miglioramento del saldo netto da finanziare - sto parlando esclusivamente delle proposte di legge di assestamento - per 1.300 milioni in termini di competenza, e sono sostanzialmente neutrali in termini di cassa. Le variazioni complessive, determinate da queste proposte di assestamento, sono neutrali anche in termini di indebitamento delle pubbliche amministrazioni.

Va tenuto presente - questo è molto importante - che il provvedimento recepisce, per 41,55 miliardi in termini di competenza e per 52,48 in termini di cassa, gli effetti delle variazioni di bilancio apportati con atti amministrativi adottati nel corso dell'anno. In particolare, vorrei ricordare i decreti-legge n 2 del 2021, n. 5 del 2021, n. 31 del 2021 e il primo “decreto Sostegni” (n. 41 del 2021), per il quale il Parlamento, come ci hanno ricordato i relatori, ha autorizzato il ricorso all'indebitamento.

Voglio anche segnalare che questo provvedimento di assestamento, proprio a seguito delle modifiche apportate alla legge di contabilità pubblica, presenta una relazione tecnica che dà una maggiore trasparenza a tutti i dati, sia con riferimento all'assestato 2021, ma anche per il raccordo di cui dà conto, con il saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato e il conto della pubblica amministrazione tendenziale, cosa molto importante anche per la predisposizione della prossima manovra.

Quanto alle entrate, sottolineo che i 2,3 miliardi sono stati inseriti in assestamento per coprire sostanzialmente alcuni interventi, soprattutto in contrasto agli effetti negativi generali della pandemia. Inoltre, si è anche coperto il finanziamento della cosiddetta “nuova Sabatini”, cioè macchinari, impianti e attrezzature a favore delle piccole e medie imprese, e anche in materia di istruzione, emergenze nazionali, indennizzi per i risparmiatori, per l'edilizia scolastica e la ricostruzione delle aree terremotate.

Infine, ringrazio, come sempre, la Commissione bilancio, per la collaborazione e l'attento esame che sempre fa su tutti i provvedimenti e anche su questi che, come diciamo sempre, sono un po' aridi rispetto ai nostri soliti provvedimenti e che, però, danno conto effettivamente della situazione del Paese.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Cestari. Ne ha facoltà.

EMANUELE CESTARI (LEGA). Grazie, Presidente. Signor Presidente, gentili colleghi, onorevoli rappresentanti del Governo, parto, ovviamente, nel ringraziare i relatori per la relazione sul rendiconto e l'assestamento di bilancio. Certamente l'anno 2020 è l'anno più difficile che abbiamo affrontato dal dopoguerra ad oggi, per le note vicende, purtroppo.

Il conto del patrimonio evidenzia un peggioramento di 299 miliardi, con un totale di passivo del Paese che ammonta a 2.215 miliardi di euro. I numeri non perdonano, ma questi sono i contenuti dei due documenti. Inutile che io ripeta i numeri già citati dai relatori, mi soffermerò solo su alcuni e il primo su cui voglio fare una riflessione è il saldo da finanziare, pari a 270 miliardi, che è stato finanziato, ovviamente, con debito pubblico, come citava prima il relatore Pettarin, il bravo relatore Pettarin.

Il risparmio pubblico, che è la differenza tra le spese correnti e le entrate tributarie ed extratributarie, è negativo per 105 miliardi, mentre questo dato dovrebbe essere positivo per poter finanziare gli investimenti. Gli interessi passivi sono calati del 2 per cento, ma pesano per 66 miliardi sul debito pubblico, che ricordo essere oggi pari a 2.700 miliardi. Ora i BTP sono emessi a un tasso dello 0,5 per cento per i primi tre anni e all'1 per cento dopo il terzo anno, quindi il debito costerebbe molto meno se rinegoziato. Tuttavia, come dicevo prima, il totale del debito italiano è di circa 2.700 miliardi: i 400 miliardi acquistati dalla BCE, a mio avviso, sono debito pubblico; i 220 miliardi del PNRR, di prossima contrazione da parte dell'Europa, sono tutto debito pubblico, purché mi si dimostri che i sussidi sono un'altra cosa; poi ci sono, secondo calcoli verosimili, 50 miliardi di crediti fiscali dei contribuenti, compreso l'ecobonus al 110 per cento, che sta partendo; ci sono dai 30 ai 50 miliardi di euro di debiti commerciali dello Stato. Se sommo questi importi, arriviamo a 3.400 miliardi che, in rapporto ad un PIL di 1.651 miliardi nell'anno 2020, è pari, purtroppo, al 200 per cento, tralasciando l'annosa questione degli NPL, i famosissimi, purtroppo, crediti deteriorati, che ammontano verosimilmente a 370 miliardi.

Vede, Presidente, questo è il quadro economico attuale del nostro Paese. Sono lontano da logiche che ogni tanto sento per cui “è debito sulle spalle dei nostri figli”, in quanto tale affermazione non produce effetti positivi o sovradimensionamento, anzi, vorrei rilanciare io la questione: se davvero siamo preoccupati, bene, preoccupiamoci tutti, siamo nella sede opportuna - il Parlamento -, dove si legifera, dove abbiamo il dovere di mettere in campo non le solite frasi fatte, ma azioni concrete ed opportune per una dirompente crescita, che non è certamente quella che abbiamo visto pre-COVID, in quanto l'unica strada percorribile per la riduzione del debito è la crescita, non vi è un'altra strada possibile. Ma ho l'impressione, personalissima impressione, che in economia siamo commissariati dall'Europa e aggiungo che ci sono troppe norme in economia, l'abbiamo visto nei decreti-legge Sostegni e, prima, nei decreti-legge Ristori: troppa carta.

Pensate all'ambiente: anche qui, troppe autorizzazioni da richiedere. Il decreto-legge Semplificazioni ha fatto alcuni tentativi, ma l'ostacolo è nella giustizia civile, penale e amministrativa. A titolo di esempio - e vuole solo essere appunto un esempio, mentre, giustamente, per carità, ci raccontiamo di situazione grave, ma non seria: è debito che pagheranno i nostri figli -, se faccio uno scavo, le rocce e le terre sono considerate rifiuti.

Se un cittadino di qualsiasi professione si permette di trasportare un camion o un rimorchio carichi di questo materiale, è sanzionabile penalmente se non ha fatto una pratica che supera di 100 volte il valore della merce stessa.

Le Autostrade? Le abbiamo di nuovo incamerate, bene. Le manutenzioni ordinarie e straordinarie, così come gli investimenti, purtroppo, ahimè, sono un miraggio. Anche qui, cito un esempio: code chilometriche, che abbiamo visto anche nell'estate appena conclusa, automobilisti costretti a corsie delimitate senza vedere personale al lavoro. Come un miraggio è pure il risanamento dell'Ilva: con il prezzo dell'acciaio odierno guadagnerebbe molti miliardi, che diventerebbero denaro pubblico, con imposte e stipendi; invece, lavora poco, lavoricchia, fa cassa integrazione - che è un costo - e, intanto, compriamo l'acciaio dalla Cina al prezzo che vuole la Cina.

Giustissima, anzi sono favorevolissimo alla transizione ecologica e alla modifica annessa dell'automotive: chi non vorrebbe un mondo più pulito e senza inquinamento? Ma pensiamo anche agli enormi costi, anche sociali, non solo economici, come segnalato, peraltro, dall'onorevole Ministro Cingolani. Stiamo toccando già con mano gli errori dovuti al pensiero che la globalizzazione portasse solo benefici e vantaggi, mentre oggi ci sta presentando, con tutta la sua forza, il conto, sia economico che sociale.

In questi due documenti si parla anche di residui: quelli attivi, pari a 221 miliardi, e quelli passivi, pari a 196 miliardi, di cui 105 in conto capitale. Se questi partissero, senza vincoli, sarebbero già una fonte di guadagno e di sviluppo. Pensiamo che, da inizio legislatura al 31 maggio, mancano 691 decreti attuativi, a fronte dei 120 decreti-legge e leggi vigenti.

Un'ultima riflessione la spendo sull'inflazione. Diversi economisti dicono sempre, a posteriori, che “sarebbe dovuta andare in un certo modo, ma, poi, è andata diversamente, peccato”. E ancora: “avevamo pensato che ci potesse essere la ripresa, che l'inflazione fosse dannosa, ma forse ci siamo sbagliati, va bene”. Io penso che l'inflazione al 2-3 per cento aiuti a pagare il debito e che quello dell'inflazione sia un mito da sfatare in Europa.

In ogni modo, comunque, il rendiconto non è modificabile ed è la fotografia dell'Italia al 31/12/2020. Occorre una seria riflessione del Parlamento. Siamo preoccupati da questi numeri? Siamo davvero preoccupati per i nostri figli? Preoccupiamoci di dare le doverose risposte ai nostri cittadini, perché questa è la vera sfida dei prossimi mesi e dei prossimi anni. Ritengo che la priorità del Governo debba essere non di pensare a ulteriori tasse - cosa a cui, francamente, ho la certezza che non stia pensando -, ma di favorire fin quanto possibile, attraverso provvedimenti, un vero e puntuale rilancio di ampio respiro volto a garantire la crescita, in quanto solo la crescita della nostra economia può migliorare i numeri di questi due documenti.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Prenderò pochi minuti, perché ritengo che sarà molto importante, invece, discutere durante la dichiarazione di voto, un voto che sarà contrario da parte di Fratelli d'Italia e cerco brevemente di spiegarne le ragioni. Presidente, colleghi, rappresentanti del Governo, mentre noi in questo momento dibattiamo su atti che, in realtà, avremmo dovuto già leggere a fine giugno - e siamo, invece, a fine settembre -, dovremmo anche avere, più o meno, una rotta per la legge di bilancio e, quindi, iniziare, ad esempio, a capire cosa succederà all'interno della NADEF. Tutto questo a noi è ancora sconosciuto, e siamo a fine settembre. Se le tempistiche servono soprattutto in queste fasi, soprattutto in materia di bilancio, proprio per dare una rotta chiara e per dare delle indicazioni temporali, che devono essere percepite dall'Aula come perentorie, io credo che il primo dato negativo che dovremmo porre in evidenza sia proprio quello della tempistica troppo rallentata rispetto alla visione di alcuni atti e al dibattito sugli altri.

Credo che ci siano due punti fondamentali: il primo tema, vero ed essenziale - lo dico in maniera anticipata rispetto a quello che dirò in dichiarazione di voto domani -, credo sia quello della vera riforma, sostanziale, del bilancio dello Stato e delle norme che regolano la sua redazione. Ruffolo, parlando ovviamente dei vecchi bilanci in un suo libro, La qualità sociale, diceva che in Italia sono stati compiuti, proprio grazie all'impulso iniziale della programmazione, notevoli progressi negli ultimi anni, ma in mezzo a lentezze e a tenaci resistenze delle vecchie strutture e delle antiche abitudini, quelle in particolare di un'amministrazione che sa tutto sul come e niente sul perché. Credo che questo dia il quadro attuale di quello che accade: la legge di bilancio, non è assolutamente intellegibile ai più ed è veramente molto complesso per un cittadino cercare di entrare nel meccanismo del bilancio dello Stato e della sua redazione; si crea, di fatto, un monopolio, perché la conoscenza e la possibilità di verificare atti e documenti, e il monopolio su questo, di fatto, crea un potere effettivo.

Invece credo che proprio il bilancio dello Stato dovrebbe essere ispirato alla trasparenza massima e alla possibilità di essere verificato, letto e conosciuto anche dai cittadini. Questa è una prima considerazione a carattere generale e spero che diventi un auspicio, più che altro, affinché ci sia davvero la volontà di semplificare il più possibile la struttura del bilancio dello Stato italiano. Dico ciò anche in virtù della lettura che abbiamo dato al Rendiconto e assestamento, in quanto ci ha permesso di verificare nella sostanza e nei numeri quella che è stato un po' la fotografia di quello che è accaduto e dell'azione di Governo rispetto all'aggiustamento in corsa delle spese che sono state effettuate. Se guardiamo i saldi netti da finanziare, sono ovviamente negativi: 271 miliardi per il 2020 e 300 miliardi - anzi, in realtà oltre i 300 miliardi - per il 2021. Numeri che sicuramente capiamo, nel senso che siamo ben consapevoli che l'anno che abbiamo attraversato è stato un anno molto complesso, molto difficile, in cui era importante fare interventi straordinari a causa della crisi pandemica e investimenti che dovevano assolutamente esserci.

Ciò su cui però noi ci siamo interrogati è il come questi soldi sono stati spesi, e non vorrei che si dimenticasse, in questo quadro e rispetto alla mole di debito che è stata fatta e che abbiamo oggi - apro e chiudo una parentesi - che ogni bambino che nasce oggi in Italia nasce già con un debito di 45 mila euro sulle sue spalle. Quindi noi stiamo prendendo soldi in prestito dai nostri figli e dal loro futuro e dobbiamo preoccuparci che quei soldi vengano spesi nel miglior modo possibile. Allora, non vorrei che si dimenticasse che su questo Rendiconto, su questo assestamento, noi ritroviamo delle scelte perlomeno discutibili che sono state fatte dal Governo precedente e che, purtroppo, in alcuni casi non sono state modificate dal nuovo Governo. Mi riferisco, ad esempio, alle mascherine che non potevano essere utilizzate e che sono state cestinate, all'acquisto delle siringhe che non sono mai state utilizzate perché in realtà non servivano, ai respiratori che abbiamo comprato e che non sono mai stati messi in funzione perché non funzionavano.

Per fortuna, siamo riusciti a scampare ai gazebo margherita, ma poi di fatto li troviamo nei residui perché quelle somme erano state impegnate per quel tipo di investimenti. Per non parlare - ma qui cadrei nella banalità - dei banchi a rotelle, che sono ancora chiusi in un magazzino e che evidentemente non servivano per evitare la diffusione del virus all'interno delle nostre scuole.

Allora il tema è che il debito si può fare, è corretto farlo nel momento in cui c'è una speciale necessità, ma noi non dobbiamo mai dimenticare che il Governo e lo Stato devono operare, soprattutto rispetto al debito, soprattutto rispetto a quelle risorse finanziarie, come il buon padre di famiglia, cercando ovviamente di spendere al meglio, con efficacia e soprattutto efficientemente. Questo non mi pare sia stato fatto, non mi pare che si possa dire che l'azione di Governo sia sostanzialmente modificata quando è ancora in vigore una legge, quella sul reddito di cittadinanza, che ha impegnato e quindi continua ad impegnare per il prossimo triennio il bilancio dello Stato per oltre 15 miliardi. Personalmente credo che quei 15 miliardi possano essere utilizzati in maniera migliore. Così come credo che da questi due documenti, dal Rendiconto e dall'assestamento, emerga un quadro abbastanza chiaro e abbastanza evidente di quello che manca e di quello che sicuramente dovremmo migliorare. Non sempre le cose sono perfette, anzi, quasi mai lo sono; è sempre tutto perfettibile.

E allora, proprio in quest'ottica, probabilmente dovremmo iniziare a preoccuparci di guardare di più e meglio alle necessità vere della Nazione, le madri delle nostre riforme. La riforma fiscale: 3 miliardi non basteranno per fare una vera riforma fiscale in maniera seria. Sono state dimenticate, perché qui non lo ritroviamo all'interno dei dati, la produttività delle imprese, il sostegno alla produttività delle nostre imprese. Non sono stati fatti investimenti sugli ammortizzatori sociali, elemento importantissimo se si vuole veramente affrontare un problema economico molto complesso, che è quello che stiamo vivendo e che purtroppo non accenna a migliorare, perché quella che oggi viene registrata, e quindi che immaginiamo ci sarà, è una crescita che parte comunque da un meno molto pesante, e quindi, di fatto, comparando i due elementi matematici, siamo comunque ancora in perdita.

Concludo rimandando a quello che diremo in aggiunta in dichiarazione di voto domani. Noi riteniamo, però, che il quadro che viene fatto dal Rendiconto e dall'assestamento, pur essendo, e lo capiamo, dei quadri che sono fortemente condizionati dalla crisi pandemica che abbiamo vissuto, dimostrano comunque l'incapacità, anche e soprattutto nella fase di assestamento, di aggiustare la mira, di modificare la rotta e cercare anche attraverso l'assestamento, che è praticamente immodificabile, di dare l'indirizzo alle norme ad origine che possono essere cancellate e quelle invece che possono rimanere. Credo che questo sia l'auspicio per tutto. Concludo con una frase di Buttafava del 1975 alla quale sono particolarmente affezionata: spendere bene un milione, ma non sprecare nemmeno 100 lire, ecco la regola d'oro di qualunque saggio bilancio, familiare o statale che sia, perché lo Stato è una famiglia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Adelizzi. Ne ha facoltà.

COSIMO ADELIZZI (M5S). Signor Presidente, il Rendiconto generale dello Stato e l'assestamento di bilancio sono due strumenti fondamentali per la corretta valutazione delle politiche pubbliche. Il Rendiconto generale dello Stato è lo strumento attraverso il quale il Governo, alla chiusura dell'anno finanziario, adempie all'obbligo costituzionale di rendere conto al Parlamento dei risultati della gestione finanziaria. L'assestamento di bilancio è previsto per consentire un aggiornamento, a metà esercizio, degli stanziamenti del bilancio, anche sulla scorta della consistenza dei residui attivi e passivi accertata in sede di Rendiconto dell'esercizio scaduto al 31 dicembre precedente. Il 2020 è stato un anno straordinario in cui è stato giusto più che mai fare deficit e sostenere la nostra economia. Senza gli scostamenti di bilancio, che abbiamo votato in quest'Aula, sarebbe stato impossibile fare fronte ad una pandemia che ha colpito anche il cuore produttivo del nostro Paese. Grazie a questi interventi e a un grande senso di responsabilità abbiamo evitato una crisi sociale devastante e dagli effetti imponderabili. In particolare, per quanto riguarda le proposte di assestamento per l'anno 2021, esse recepiscono la revisione del quadro macroeconomico effettuata con il DEF 2021 e le più recenti informazioni risultanti dal monitoraggio di finanza pubblica.

Le variazioni di bilancio, proposte con il disegno di legge di assestamento, insieme a quelle apportate nel periodo compreso tra il 1° gennaio e il 31 maggio con atti amministrativi e unitamente agli effetti finanziari dei provvedimenti legislativi emanati successivamente all'approvazione della legge di bilancio, come il decreto-legge sul riordino dei Ministeri e il decreto-legge Sostegni, definiscono le previsioni assestate per il 2021, per le quali il Parlamento ha autorizzato il ricorso all'indebitamento. Tali previsioni determinano un peggioramento del saldo netto da finanziare rispetto alle previsioni iniziali della legge di bilancio, che si attesta a un valore di meno 232,8 miliardi rispetto a una previsione iniziale di meno 193,5 miliardi. L'aumento di circa 39,4 miliardi di euro del saldo netto da finanziare rispetto alle previsioni iniziali è dovuto per 40,7 miliardi di euro alle variazioni per atto amministrativo, compensate da un miglioramento di 1,3 miliardi proposto dal disegno di legge di assestamento. Tale risultato è stato determinato dagli effetti dei decreti-legge adottati per fronteggiare l'emergenza pandemica, per i quali questo Parlamento ha autorizzato il ricorso all'indebitamento attraverso l'approvazione di apposite risoluzioni. Essi determinano, nel complesso, un incremento delle spese finali per oltre 41,5 miliardi di euro, in parte compensato da un incremento delle entrate finali per circa 1 miliardo.

Abbiamo affrontato a testa alta l'emergenza pandemica e abbiamo attuato misure straordinarie e tempestive che hanno riscontrato un'efficacia immediata: i ristori sul conto corrente di imprenditori, commercianti, artigiani e liberi professionisti colpiti duramente dalle chiusure, il reddito di emergenza per le famiglie indigenti, il rinvio delle cartelle esattoriali, lo stop all'IRAP e le altre misure per detassare le filiere più colpite. Questi sono solo alcuni degli interventi di cui lo Stato si è fatto carico per superare la fase emergenziale e garantire la possibilità di ripartenza al nucleo pulsante della nostra economia. Ci tengo, in modo particolare, a ringraziare, in quest'Aula, quegli imprenditori eroi che tra mille difficoltà hanno combattuto per tenere alzata la saracinesca e per garantire la continuità aziendale. Dobbiamo accompagnarli nella ripresa e continuare a sostenerli in questa fase di ripartenza, perché le eccellenze della nostra piccola e media impresa rappresentano un vanto per l'Italia in tutto il mondo.

Ma torniamo ai numeri. Il miglioramento del saldo netto, determinato dalle variazioni proposte dal disegno di legge di assestamento, è dovuto essenzialmente a una proposta di aumento delle entrate fiscali (più 1.525 milioni di competenza) che interessa principalmente le entrate extratributarie per quasi 2.464 milioni, a fronte di una riduzione di quelle tributarie per 818 milioni. Ad essa si aggiunge una proposta di aumento delle spese finali, con un più 229 milioni. Nel dettaglio, le entrate tributarie recepiscono principalmente l'adeguamento alle stime del DEF 2021, con una contrazione di 461 milioni a cui si aggiunge un'ulteriore riduzione di 356 milioni a seguito del monitoraggio degli andamenti effettivi di gettito. Complessivamente si determina un calo di 818 milioni derivante dalla riduzione delle imposte indirette per 4,9 miliardi, per effetto del calo dovuto alle accise e delle entrate da attività di accertamento e controllo, su cui hanno inciso le limitazioni agli spostamenti e le chiusure per il contenimento dell'emergenza epidemiologica, e dall'aumento delle imposte dirette per 4,1 miliardi, collegato a una previsione più favorevole dell'autoliquidazione Ires e delle imposte sostitutive sulle plusvalenze e sui fondi pensione, in parte compensata dalle minori entrate previste per l'Irpef e dal minor gettito per l'imposta sui servizi digitali. Le entrate extratributarie registrano, nel complesso, un incremento di 2,5 miliardi.

Abbiamo detto che per quanto concerne le spese finali le proposte di assestamento determinano, in termini di competenza, un aumento di 229 milioni di euro. Tale aumento deriva da una maggiore spesa in conto capitale (più 315 milioni) a fronte di una diminuzione della spesa corrente (meno 86 milioni). Nello specifico, la proposta di aumento della spesa in conto capitale è sostanzialmente determinata dal finanziamento di 300 milioni della “nuova legge Sabatini” a favore delle piccole e medie imprese.

La diminuzione della spesa corrente è determinata principalmente dalla riduzione di 3.279 milioni della spesa per interessi e redditi da capitale, compensata da altre maggiori spese correnti per 3 miliardi 193 milioni. In termini di cassa, la proposta del disegno di legge di assestamento prevede un incremento delle spese finali di 1,5 miliardi, dovuta a maggiori spese di parte corrente per 1,3 miliardi e di conto capitale per 236 milioni. Con riferimento alla spesa in conto capitale, le variazioni più significative riguardano il finanziamento della “nuova Sabatini”, come detto, nonché l'incremento delle risorse per il cinema e l'audiovisivo (123 milioni), per il Fondo per l'edilizia scolastica (200 milioni), per i contributi in conto impianti per l'ANAS (150 milioni), per il Fondo di sostegno finanziario all'internalizzazione del sistema produttivo gestito da Simest (150 milioni) e per la ricostruzione delle aree terremotate (116 milioni). Per assicurare la liquidità per pagamenti di debiti certi, liquidi ed esigibili sono stati impiegati 108,2 milioni a favore degli enti territoriali.

Presidente, colleghe, colleghi, le variazioni che ho appena elencato rappresentano un esercizio che conferma lo sforzo importante che dovrà proseguire nel prossimo anno e negli anni seguenti, e che si è inserito in un orizzonte europeo di maggiore flessibilità sulle politiche pubbliche, con la sospensione del Patto di stabilità e crescita, con la modifica transitoria della disciplina sugli aiuti di Stato e con i fondi relativi al PNRR che andranno spesi bene, superando gli ostacoli gravosi della burocrazia italiana, combattendo con ogni mezzo il tentativo di infiltrazioni della criminalità organizzata e garantendo che nemmeno un centesimo di quei miliardi, faticosamente ottenuti da Giuseppe Conte e dall'Italia nell'ormai famosa, complicata trattativa in Europa, vadano dispersi nelle solite logiche clientelari, che tanto male hanno fatto a questo Paese.

Vado alla conclusione, Presidente. È chiaro che la sostenibilità della finanza pubblica, in un contesto di difficile risalita dal burrone pandemico, è determinata dagli elementi di flessibilità appena citati. Se questi verranno precipitosamente negati, se sul Patto di stabilità e crescita non si aprirà una riflessione che vada oltre la sua temporanea sospensione, se qualcuno proverà a tirare fuori, ancora una volta, certe disastrose politiche di austerità, lo sforzo del nostro popolo verrà messo in discussione da indirizzi politici miopi, che dobbiamo assolutamente lasciarci alle spalle.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Giacometto. Ne ha facoltà.

CARLO GIACOMETTO (FI). Grazie, Presidente Mandelli. Sottosegretario Sartore, colleghe e colleghi, quello odierno è un passaggio parlamentare importante, sebbene, come diceva il relatore Guido Pettarin, precedentemente, non trovi grandi spazi né sui media né negli enti locali, come diceva lui, perché il rendiconto generale dello Stato - parto dal primo dei due documenti - è il documento contabile attraverso il quale il Governo rende conto al Parlamento, cioè agli italiani, dei risultati della gestione del bilancio, secondo quanto disposto dagli articoli 35 e 36 della legge di contabilità e finanza pubblica. È articolato per missioni e programmi ed è costituito da 2 parti: il conto del bilancio, che espone le risultanze della gestione annuale, cioè l'entità effettiva delle entrate e delle uscite del bilancio dello Stato rispetto alle previsioni approvate dal Parlamento, e il conto generale del patrimonio, che espone le variazioni intervenute nella consistenza delle attività e passività che costituiscono il patrimonio dello Stato.

I relatori, gli onorevoli Pettarin e Lovecchio, sono già entrati nel merito dei due documenti di bilancio in discussione oggi, illustrando in modo approfondito, sia direttamente sia attraverso le relazioni che hanno consegnato, i numeri in essi contenuti. Però, una prima considerazione generale vorrei farla: la nuova analisi di quei numeri ha messo in evidenza come la gestione di competenza per l'anno 2020 abbia registrato un peggioramento di tutti i saldi, sia rispetto all'esercizio 2019 sia rispetto alle previsioni iniziali dell'anno 2020. Ciò è avvenuto, evidentemente, per effetto delle spese straordinarie che lo Stato si è dovuto accollare - giustamente, diciamo noi - per la gestione della pandemia, sia dal punto di vista sanitario sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista del sostegno agli strumenti di welfare sia, infine, dal punto di vista dell'intervento per il mantenimento degli equilibri di bilancio negli enti locali.

Mi limito, pertanto, a citare qualche indicatore particolarmente significativo e in grado di contestualizzare al meglio la particolarità dell'anno 2020 rispetto agli anni precedenti. Parto dal saldo netto da finanziare - è stato detto -, che è dato dalla differenza tra le entrate finali e le spese finali e che presenta nell'anno 2020 un valore negativo di circa 271 miliardi, 270,9 per l'esattezza, con un peggioramento di oltre 273 miliardi rispetto al saldo registrato l'anno precedente. Tale peggioramento, frutto di una diminuzione delle entrate finali, che è pari a circa il 6 per cento, e di un significativo aumento delle spese finali, di quasi il 40 per cento, è stato, appunto, determinato dai provvedimenti straordinari e urgenti adottati nel corso dell'esercizio per far fronte alle conseguenze dell'emergenza pandemica. Anche il risparmio pubblico, cioè il saldo delle operazioni correnti, che nel 2020 si attesta a meno 105,5 miliardi di euro, denota un peggioramento di 155 miliardi e oltre rispetto al 2019, a causa di un aumento delle spese correnti di circa 117 miliardi, contestuale a un decremento del complesso delle entrate tributarie ed extratributarie pari a meno 38 miliardi. Tale peggioramento, inoltre, se confrontato con le previsioni iniziali dell'anno 2020 è in negativo di oltre 65 miliardi. Infine, sempre sul rendiconto, il dato del ricorso al mercato finanziario, ovvero la differenza tra le entrate finali e il totale delle spese, incluse quelle relative al rimborso dei prestiti: nel 2020, a fine anno, si attesta a meno 507 miliardi circa, evidenziando un peggioramento di 290 miliardi rispetto al 2019 e di 193 e oltre miliardi di euro rispetto alle previsioni di inizio 2020.

Passiamo, poi, alle entrate e alle spese, sempre i principali indicatori. Anche per queste due voci si registrano dati notevolmente diversi, sia rispetto agli anni di bilancio precedenti, fino al 2019, sia rispetto alle previsioni iniziali dello stesso 2020 che, lo ricordo, sono dati Istat che sono stati diffusi proprio oggi, si è chiuso con un rapporto deficit-PIL pari a circa meno 9,6 per cento. Per quanto riguarda le entrate complessive, l'entità degli accertamenti, pari a circa 943 miliardi di euro, è risultata in crescita rispetto al 2019, per un aumento di 77,5 miliardi, a causa dell'aumento degli accertamenti delle entrate da accensione di prestiti. Dal lato della spesa, la grande crescita degli impegni 2020, sia finali sia complessivi, questi ultimi passati da 823,2 miliardi di euro del 2019 a 1.076,1 miliardi di euro del 2020, è frutto, come abbiamo già detto precedentemente, dell'adozione di misure volte a fronteggiare l'emergenza indotta dalla pandemia.

Sulla base di una sintetica analisi del confronto tra 2020 e 2119 relativo all'andamento delle entrate finali accertate, si rileva innanzitutto la significativa riduzione degli accertamenti delle entrate tributarie, pari a meno 33,2 miliardi di euro; nel comparto tributario si registra, poi, una considerevole contrazione, rispetto al 2019, delle entrate relative alle tasse e imposte sugli affari, pari a circa 20 miliardi di euro in meno, che corrisponde, quindi, ad una diminuzione del 10,7 per cento, alle imposte sulla produzione e sui consumi e dogane, pari a 5,2 miliardi in meno, e a quelle su lotto, lotterie e altre attività di gioco, pari quasi a meno 5 miliardi di euro. Tra le entrate extratributarie si evidenzia, infine, la riduzione di quelle derivanti dal recupero di rimborsi e contributi per circa 5,5 miliardi in meno.

Gli impegni di spesa finali, costituiti dal totale delle spese di parte corrente e da quelle in conto capitale, sono passati da 600,3 miliardi nel 2019 a 840 miliardi, in crescita del 39,2 per cento rispetto all'anno precedente, per un ammontare di circa 237 miliardi di euro, raggiungendo un'incidenza sul PIL del 50,9 per cento, come diceva prima, nel suo intervento, il relatore. Tale incremento degli impegni riguarda sia le spese correnti sia quelle in conto capitale; in particolare, la spesa di parte corrente ha generato impegni per circa 671 miliardi, in forte aumento rispetto al 2019, così come gli impegni di spesa in conto capitale, che hanno registrato una crescita rispetto al 2019 di 119 miliardi e si sono attestati a 169,2 miliardi, per effetto dell'aumento di circa 93 miliardi per acquisizioni di attività finanziarie e di circa 16 miliardi per contributi alle imprese per investimenti.

Considerando il rimborso delle passività finanziarie, in aumento nel 2019 per 16 miliardi, gli impegni complessivi di spesa si attestano, appunto, a più di 1.076 miliardi, con un aumento rispetto a quelli dell'anno precedente pari al 30,7 per cento.

Quindi, il peso della spesa complessiva rispetto al prodotto interno lordo è passato dal 46 per cento del 2019 a ben il 65,2 per cento del 2020.

In una situazione caratterizzata da indicatori così negativi, c'è un dato che, pur nella sua comunque importante entità, fa registrare un piccolo segnale positivo, ed è quello che riguarda gli oneri per interessi passivi, che scendono di un paio di miliardi, dai 68,4 miliardi del 2019 ai 66,6 del 2020, quindi, meno 2,5 per cento, in linea con il trend che aveva caratterizzato tutti gli anni precedenti. Si tratta di un peso che, comunque, continua a gravare in modo significativo sul futuro della nostra comunità nazionale e su cui bisogna vigilare, soprattutto per l'entità complessiva che ha raggiunto lo stock del nostro debito pubblico e cioè, anche qui è stato detto, circa 2.700 miliardi; per la precisione, al 16 agosto, è stato certificato da Banca d'Italia il nuovo record, che è pari a 2.692.200.000.000.

Dal rendiconto 2020 emerge, poi, in modo chiaro - perché, come diceva Pettarin, i numeri non mentono -, una clamorosa flessione della realizzazione degli impegni e della finalizzazione della spesa, la loro messa a terra, come si suol dire, a fronte di un'esplosione degli stanziamenti, che sono stati poi il frutto dei diversi scostamenti di bilancio approvati dal Parlamento, direi, all'unanimità, nella quasi totalità dei casi. In questo aspetto, a nostro avviso, si ravvisa la risposta definitiva alle criticità che tutti noi - e tutti gli operatori economici - abbiamo registrato nel corso del 2020 e cioè al fatto che molte risorse destinate dai provvedimenti COVID non arrivassero in tempo utile, materialmente, ai destinatari; al di là di chi avesse ragione e di chi avesse torto - il rendiconto è una fotografia, non è il caso, qui, di andare a ricercare delle responsabilità -, quello della messa a terra nei tempi previsti, è l'elemento determinante per la credibilità delle nostre istituzioni, sul quale dobbiamo lavorare da subito e per il futuro, ed è un problema che esiste e che dobbiamo trasformare in un'opportunità, sottosegretario, in virtù del rafforzamento della pubblica amministrazione che si verificherà grazie al PNRR, sia dal lato delle assunzioni a tempo determinato per l'attuazione di quel Piano sia dal lato del turnover al 100 per cento che il Ministro Brunetta ha garantito.

Il differenziale tra risorse stanziate e non erogate deve essere ridotto il più possibile, perché, al di là dell'aspetto contabile, senza un intervento risolutore in tal senso si rischia di vanificare o compromettere politiche pubbliche che, pure, hanno ricevuto l'approvazione, come dicevo prima, quasi unanime, da parte del Parlamento, e su cui si misura l'efficacia e l'efficienza del nostro lavoro.

Ancora qualche considerazione sull'assestamento 2021 che ha la funzione di aggiornare a metà esercizio le previsioni di bilancio formulate a legislazione vigente, anche sulla base della consistenza dei residui attivi e passivi accertati in sede di rendiconto dell'anno precedente, così come disposto appunto dall'articolo 33 della legge di contabilità e finanza pubblica. In termini di competenza, le variazioni proposte con il disegno di legge di assestamento determinano un peggioramento del saldo netto da finanziare rispetto alle previsioni iniziali della legge di bilancio che si attesta su un valore di 232,8 miliardi, rispetto ad una previsione iniziale di 193,5 miliardi. Il peggioramento di circa 40 miliardi è dovuto alle variazioni per atto amministrativo, compensate da un piccolo miglioramento di 1,3 miliardi proposto dal disegno di legge di assestamento. In particolare, il peggioramento determinato dalle variazioni apportate per atti amministrativi discende, anche nel caso dell'assestamento, appunto, dagli effetti dei decreti-legge adottati per fronteggiare l'emergenza epidemiologica, per i quali il Parlamento ha autorizzato il ricorso all'indebitamento. Essi hanno determinato, nel complesso, un incremento delle spese finali per oltre 41,5 miliardi di euro. Anche i saldi evidenziano un andamento negativo, come, ad esempio, il risparmio pubblico che registra un peggioramento di 36,5 miliardi, rispetto alla previsione iniziale.

Con riferimento alla spesa, le variazioni per atto amministrativo determinano un aumento degli stanziamenti finali del bilancio nella misura di 41,5 miliardi, di cui 39 di incremento delle spese correnti e 2,4 di incremento di spese in conto capitale. In termini di cassa, infine, il saldo netto da finanziare si assesta a 328 miliardi di euro, con un peggioramento di 52,6 rispetto alla previsione di bilancio, ma esclusivamente dovuto alla variazioni per atto amministrativo intervenute nel periodo gennaio-maggio 2021, che ha inciso negativamente, appunto, sul saldo, per circa 52 miliardi.

Complessivamente, le proposte formulate con il disegno di legge di assestamento, tenuto conto di quanto già scontato nei quadri tendenziali di finanza pubblica in sede di Documento di economia e finanza, della natura delle voci di bilancio interessate e delle regole e dei criteri contabili che presiedono alla compilazione del conto economico delle pubbliche amministrazioni, sono sostanzialmente neutrali sull'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche. Un tema che ha segnato il 2020 ed anche la prima parte del 2021 è proprio quello dell'ulteriore esplosione dell'indebitamento che, come si diceva prima, ha raggiunto livelli ormai imponenti. È evidente come, in una situazione di pandemia mondiale che ha colpito un Paese, il nostro, che da troppi anni aveva livelli di crescita precedenti di pochi decimali - 0,6 nel 2019, se non ricordo male, ma anche negli anni precedenti i numeri erano simili -, tale maggior debito abbia fronteggiato un'esigenza vera ed urgente, quella di dare i soldi e di non prenderli, come efficacemente sintetizzato dal nostro Presidente del Consiglio, Mario Draghi. Oggettivamente, in quelle condizioni sarebbe stato difficile fare altro, ma si tratta di un dato che oggi si deve tenere ben presente e che ci deve indurre a mantenere alta la tensione, per raggiungere obiettivi virtuosi. A fronte dei dati incoraggianti che stanno arrivando - crescita al 6 per cento stimata nel 2021, alcuni dicono addirittura al 7 per cento, altri dicono che a metà 2022 torneremo ai livelli pre-crisi - dopo la diminuzione dell'8,9 per cento del 2020 - anche questo è un dato certificato oggi da Istat - non si deve pensare che la crisi sia finita. Proprio in considerazione della montagna di debito prodotto - siamo a un rapporto tra debito e PIL al 155,6 nel 2020 - bisogna spingere il più possibile sugli investimenti, sulla realizzazione, appunto sulla messa a terra dei progetti del PNRR, gestendo con parsimonia, ovviamente nei limiti del possibile, la spesa corrente. Ecco perché l'apparente riduzione della spesa complessiva che viene registrata dal disegno di legge di assestamento 2021 con riferimento al 2020 non deve trarci in inganno. Ciò perché questo dato è comunque il frutto di un aumento della spesa corrente, che passa dai 604 miliardi del 2020 ai 622 miliardi dell'assestamento 2021, a fronte di un'effettiva diminuzione della sola spesa in conto capitale, che si riduce di oltre 50 miliardi quest'anno. Poiché, come giustamente sottolineato dal parere della Commissione finanze sui due disegni di legge in esame da oggi, non è sostenibile mantenere un così elevato livello di spesa corrente per un periodo di tempo troppo superiore alla fine della fase acuta dell'emergenza pandemica, risulta opportuno porre attenzione alle sue prospettive di evoluzione nel breve e medio periodo, con l'obiettivo di assicurarne la sostenibilità strutturale. Sostenibilità della spesa corrente, sostenibilità del nostro debito e, di conseguenza, sostenibilità del nostro bilancio statale: tutti elementi che dovranno trovare una risposta nell'imminente sessione di bilancio per il prossimo triennio.

Aggiungo solo qualche dato, anche rispetto alle cose che ho ascoltato prima. La sessione di bilancio parte ufficialmente il 20 ottobre, con la presentazione al Parlamento del disegno di legge da parte del Governo; la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza il 27 settembre. Quindi, direi che, se il Governo troverà la modalità per trasmettere alle Camere questi documenti, lo farà certamente nei tempi giusti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Non essendovi altri iscritti a parlare, dichiaro chiusa la discussione generale congiunta.

(Repliche - A.C. 3258​ e A.C. 3259​)

PRESIDENTE. Hanno facoltà di replicare i relatori, onorevole Pettarin e onorevole Lovecchio, che rinunciano. Il Governo intende replicare? No.

Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

Discussione delle mozioni Davide Crippa n. 1-00510, Molinari ed altri n. 1-00511 e Lollobrigida ed altri n. 1-00513 concernenti iniziative di competenza per mitigare in modo strutturale i costi delle bollette energetiche per cittadini e imprese.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione delle mozioni Davide Crippa n. 1-00510, Molinari ed altri n. 1-00511 e Lollobrigida ed altri n. 1-00513 concernenti iniziative di competenza per mitigare in modo strutturale i costi delle bollette energetiche per cittadini e imprese (Vedi l'allegato A).

La ripartizione dei tempi riservati alla discussione è pubblicata nel vigente calendario dei lavori (Vedi calendario).

Avverto che in data odierna è stata presentata una nuova formulazione della mozione Davide Crippa n. 1-00510, che è stata sottoscritta anche dai deputati Patassini, Benamati, Squeri, Moretto, Baldini, Timbro e Sut, nonché una nuova formulazione della mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00513 (Vedi l'allegato A). I relativi testi sono in distribuzione.

Contestualmente alla presentazione della nuova formulazione della mozione n. 1-00510, la mozione Molinari ed altri n. 1-00511 è stata ritirata dai presentatori.

(Discussione sulle linee generali)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali delle mozioni.

È iscritto a parlare il deputato Sut, che illustrerà anche la mozione n. 1-00510 (Nuova formulazione), di cui è cofirmatario. Ne ha facoltà.

LUCA SUT (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi, colleghe, sottosegretario, i rincari dei prezzi dell'energia elettrica e del gas sono senza dubbio un ostacolo che rischia di entrare prepotentemente nella vita dei cittadini e delle imprese, proprio ora che la rinascita sociale ed economica inizia a realizzarsi, a proiettarsi sui tempi a venire. Per questo lo abbiamo tempestivamente portato all'attenzione del Parlamento e del Governo, mettendo in campo le proposte e la mozione, a prima firma del nostro capogruppo Davide Crippa, che oggi quest'Aula si accinge a prendere in esame. Dopo la fase acuta della pandemia, stiamo riassaporando il gusto perduto della normalità, in uno strano ma necessario punto di equilibrio tra slancio e cautela. Ci siamo riappropriati della nostra quotidianità dopo il sacrificio collettivo a cui il COVID ci ha costretti, facendoci conoscere amaramente il senso non scontato delle cose. L'abbiamo immaginata tante volte questa benedetta luce in fondo al tunnel e tante volte ci siamo ripetuti, anche in quest'Aula, che, unendo le forze e lavorando costruttivamente, l'avremmo vista, nonostante, in certi momenti, fosse difficile immaginarla in una realtà segnata dall'incognita di un virus, purtroppo, sconosciuto, mentre affrontavamo un'emergenza dopo l'altra in un mondo diventato surreale, tra il lockdown e le chiusure e con un PIL che andava a picco, chiudendo il 2020 con un quasi meno 9 per cento. Finalmente, eccola questa luce che oggi guardiamo senza dimenticare il tributo sociale che, nonostante gli sforzi profusi, è stato versato e senza dimenticare gli anticorpi che questa pandemia ha trovato già schierati a difesa dei più esposti al rischio di povertà. Sono stati, infatti, il reddito di cittadinanza e il reddito di emergenza che - provvidenziali - hanno favorito la tenuta sociale e che altre mille volte, se tornassimo indietro, introdurremmo. Oggi, la fine del tunnel sembra tratteggiarsi con un più 6 per cento segnato dal prodotto interno lordo, che promette di salire ancora e superare anche il ritmo di ripresa cinese, se il piano di contenimento dei contagi basato sul green pass darà, come tutti ci aspettiamo, i risultati auspicati.

I segnali che ci arrivano sono dunque incoraggianti, ancor migliori le previsioni. Gli indicatori macroeconomici sono positivi, la macchina produttiva del Paese si è rimessa in moto e marcia a pieno regime, più del resto d'Europa. Proprio oggi, l'Istat ha rilevato il record di crescita di fatturato dell'industria con un più 19,1 per cento su base annua e un più 4,4 per cento sul trimestre precedente. Secondo la Banca d'Italia, l'espansione raggiungerà il 5 per cento mantenendosi su livelli di crescita anche nel 2022 e nel 2023. Come si legge nell'ultimo rapporto di Confindustria, vanno bene il manifatturiero, il digitale e il terziario, così come SACE ci descrive il salto in avanti dell'export. Meno bene il turismo, nonostante il boom di agosto, e il tessile, che vedono più lontano il raggiungimento dei livelli pre-crisi. Secondo l'Istat, gli italiani tendono ancora a risparmiare, ma i consumi potrebbero ripartire in questo terzo trimestre dell'anno, lo stesso in cui si prevede un'accelerazione della domanda di lavoro, con previsioni rosee circa le prospettive di assunzioni da parte delle imprese: 1 milione e mezzo di posti di lavoro in arrivo grazie al buon andamento dell'economia.

Ma non è la quiete dopo la tempesta quella che stiamo vedendo. Nessuno è così folle da rimandare al Paese un'immagine così ingenua del presente. Sulla sua serenità, oltre al pericolo sanitario di nuove varianti, si è forgiata un'altra spada di Damocle che questa mozione intende appunto fermare, per impedirle di mietere nuove vittime e pregiudicare la ripartenza che è in corso. Lo scenario attuale, infatti, vede inserirsi, in un quadro internazionale già segnato dalla difficoltà di approvvigionamento di materie prime, quello dell'aumento dei prezzi sul mercato, un fenomeno multifattoriale che sta interessando da vicino anche le commodities energetiche, i cui prezzi sono in forte rialzo, dopo i ribassi delle prime fasi della pandemia a cui è seguita un'imponente crescita della domanda. Ciò sta provocando, in gran parte, l'impennata dei costi dei consumi di elettricità e gas e ora insidia la capacità di spesa dei consumatori domestici e aziendali, oltre che la ripresa post pandemica.

È bene evidenziare, però, in questa sede, che l'aumento del costo dell'energia è imputabile in larghissima parte - circa l'80 per cento - all'eccessiva dipendenza dalle fonti fossili e, in particolare, del gas naturale. Lo ha confermato anche, tra gli altri, il vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans, auspicando, appunto, una maggiore diversificazione all'insegna delle rinnovabili. Si parla, invece, solo di un restante 20 per cento imputabile al recente aumento di prezzi dei certificati di emissione di CO2 nel sistema di scambio europeo degli ETS. Non è, dunque, la transizione energetica verso la decarbonizzazione la grande responsabile del picco delle spese in bolletta ed è importante che questo messaggio arrivi forte e chiaro ai cittadini. Proseguire nell'attuazione del Green New Deal europeo non è un aggravio, ma una prospettiva di crescita globale contro il cambiamento climatico che l'Unione europea ci chiede con sempre maggiore rigore. Gli obiettivi, appunto, della progressiva decarbonizzazione, da qui ai prossimi 10 anni, sono stati elevati, come tutti sappiamo, al 55 per cento rispetto ai livelli del 1990, per poter giungere all'azzeramento delle emissioni nette di gas serra entro il 2050. Solo con il pacchetto Fit for 55 la Commissione europea ha irrobustito le proposte di azioni nel settore dei trasporti, proponendo di raggiungere un meno 55 per cento delle emissioni delle auto entro il 2030, di un meno 50 per cento di quelle dei furgoni entro il 2030 e le zero emissioni delle auto nuove entro il 2035. Ma il futuro non è domani, il futuro è oggi. Per centrare il risultato, il focus delle nostre politiche energetiche dovrà mantenersi saldo sull'intensificazione del ricorso alle fonti rinnovabili, su una promozione sempre maggiore dell'efficienza energetica, nonché dello sviluppo e della diffusione di sistemi di accumulo necessari per compensare la non programmabilità degli impianti a fonti rinnovabili e, dunque, a garantire la sicurezza del sistema e la continuità dell'approvvigionamento di energia elettrica. Questo scenario contribuirà a ridurre il costo dell'energia per cittadini e imprese, democratizzandone l'accesso anche grazie alle pratiche virtuose come quelle della comunità energetica, di cui proprio in questo momento il Parlamento si sta occupando tramite il completo recepimento della direttiva Red II.

Grazie alle politiche di sostegno alla riconversione dell'industria automobilistica, sempre più verso l'elettrico, si potrà anche contribuire a relativizzare il problema, giustamente oggi molto sentito, del rincaro dei costi della benzina. Il cambio di passo verso una società ecosostenibile è, quindi, già iniziato con diverse misure che abbiamo messo in campo in questa legislatura. Il superbonus 110 per cento è quella che più e meglio rappresenta il percorso da seguire per raggiungere nuovi e ambiziosi obiettivi europei in tema di riduzione delle emissioni e produrre, allo stesso tempo, effetti positivi sulla qualità della vita dei cittadini, sull'occupazione, sulle nostre città sulle casse dello Stato. Dal 2007, infatti, quando, in anticipo rispetto a molti Paesi dell'UE, l'Italia ha scelto di puntare sull'incentivazione fiscale dell'ecobonus, ha incentivato milioni di interventi di razionalizzazione e di riduzione di consumi di energia con grandi benefici economici e occupazionali, sia lungo l'intera filiera delle costruzioni, che nella produzione di beni e servizi per le abitazioni. Premesso questo, ora abbiamo un problema che esige risposte rapide e siamo qui per contribuire a fornirle, mettendo in campo una visione strategica di lungo respiro che tenga conto degli indispensabili interventi immediati e, al tempo stesso, di ciò che serve per affrontare e contenere il problema. La priorità è tutelare i cittadini dagli aumenti, contenendo, al contempo, le emissioni di CO2, dunque, senza trascurare il ruolo finora giocato dagli oneri di sistema nella diffusione delle energie rinnovabili e dell'efficienza energetica. Accanto a questo, nella mozione ribadiamo l'esigenza di intervenire in prospettiva con l'intento di ottimizzare il sistema di esazione degli oneri generali del sistema elettrico, garantendo una maggiore sicurezza del gettito. Come ha ribadito Giuseppe Conte, gli oneri di sistema non possono pesare allo stesso modo su tutti i cittadini, ma vanno fatti rientrare nell'alveo della progressività fiscale per non fare parti uguali tra diseguali.

Sappiamo bene che il Governo di recente, con il “Sostegni-bis”, è già intervenuto d'urgenza stanziando 1,2 miliardi per mitigare i rincari sui costi finali dell'energia elettrica e del gas, attraverso un intervento sugli oneri di sistema. Sappiamo che è al lavoro nuovamente per scongiurare il rischio che a pagare pegno della congiuntura siano, appunto, gli utenti.

Con questo atto chiediamo la risposta italiana alla fiammata a cui vanno incontro le spese dei consumatori di elettricità e di gas. Un contraccolpo che è stato stimato attorno al 40 per cento, con un grande aggravio soprattutto a carico delle famiglie, quelle più fragili, e del ceto medio, oltre che per tutte le realtà produttive più piccole. Si impegni, quindi, il Governo in diverse misure che adesso vado ad elencare.

Dobbiamo utilizzare il maggior gettito derivante dalla vendita all'asta delle quote di CO2 per calmierare i prezzi delle bollette di cittadini e piccole e medie imprese. Bisogna introdurre, nel primo provvedimento utile, un meccanismo per abbattere il costo delle bollette di energia elettrica e gas, sia operando sugli oneri di sistema sia mediante una riduzione dell'IVA sul totale costo finale del servizio, incluse anche le accise. Si deve superare, in tempi brevi, il modello di riscossione degli oneri di sistema, abolendo l'attuale passaggio della disponibilità dei venditori, passaggio che abbiamo anche cancellato grazie a un emendamento a prima firma del collega Crippa in fase di conversione del “decreto Semplificazioni” qualche mese fa, in modo da garantire un sistema di finanziamento degli stessi efficace, equo e socialmente sostenibile. Infine, è necessario anche adeguare l'importo dei bonus sociali, anche prevedendo sistemi di compensazione economica, al fine di evitare un eccessivo aggravio dei costi per i clienti finali. La direzione, quindi, che indichiamo con questa mozione è quella della sostenibilità a 360 gradi della capacità di tutelare cittadini e piccole e medie imprese, che non potrebbero sopportare questi aumenti grandi e pesanti e, al tempo stesso, l'ambiente, che viene salvaguardato, perché non si abbandona il sostegno alle ecoenergie. Il traguardo di questo percorso è la possibilità di continuare lungo la strada della ripartenza dell'economia all'insegna di una transizione ecologica ed energetica giusta e inclusiva (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole De Toma, che illustrerà anche la mozione n. 1-00513 (Nuova formulazione), di cui è cofirmatario.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Grazie, Presidente. Partirei da una citazione dell'onorevole Sut fatta poco fa: finalmente è arrivata questa luce. Sì, certo, onorevole Sut, ma direi a che prezzo. Vede, se il Ministro Cingolani intendeva far passare in sordina un aumento indiscriminato dei prezzi dell'energia, diciamo apertamente in quest'Aula che, suo malgrado, non c'è riuscito. La preoccupazione del gruppo di Fratelli d'Italia è di non svuotare ulteriormente e ingiustamente il portafoglio delle famiglie italiane, già ampiamente provate da quasi 2 anni di crisi pandemica e, quindi, economica. A questo punto i cittadini si potrebbero chiedere due cose. Esiste un Ministro che debba occuparsi di energia e sappia governare le politiche di settore? E, dall'altro lato, il Presidente Draghi ha fatto bene a sottrarre la competenza sull'energia al Ministero dello Sviluppo economico? Nel primo caso, visti i possibili aumenti, la risposta è “no”. Non abbiamo un Ministro. Nel secondo caso è “no”. Il Presidente Draghi ha commesso un errore, perché scindere l'energia dalle politiche industriali del Paese è stato un grave sbaglio, che pagheremo salato, anzi mi sia concesso, Presidente, di dire che lo stiamo già pagando tutti. La filiera della distribuzione dei carburanti è stata una delle più colpite, duramente, nel corso dei primi 10 mesi di pandemia, anche dai ritardi delle concessioni dei sostegni. Parliamo di un settore che, solo nel 2020, ha subito una perdita tra il 15 e il 20 per cento rispetto all'anno precedente. Il meccanismo della mozione della maggioranza discrimina il settore che è quello chiamato a investire maggiormente nei prossimi anni per la transizione energetica. La conversione e la razionalizzazione degli impatti è davvero onerosa per gli operatori del settore che ne hanno bisogno. Questi ultimi hanno bisogno di un ossigeno finanziario, per ripartire e investire nella riconversione, non in nuovi fondi.

La nostra mozione va in una direzione chiara: sostenere e sollevare cittadini e imprese dai rincari. Mi limiterò ora a fare un accenno agli impegni e mi riservo di approfondire meglio ogni aspetto nel prosieguo dei lavori. Vogliamo dal Governo che: 1) assuma le dovute iniziative volte a riformare la fiscalità afferente le bollette energetiche, prevedendo una riduzione strutturale delle stesse; 2) utilizzi il maggior gettito derivante dalla vendita all'asta delle quote di CO2, per ridurre l'aumento dei summenzionati costi nelle bollette; 3) ricerchi soluzioni alternative a quelle finora poste in essere per scongiurare l'aumento dei prezzi delle bollette; 4) adotti misure progressive di contenimento del costo finale dei prodotti energetici, senza introdurre nuove imposte o tasse per cittadini e imprese; 5) persegua idonee politiche, volte ad evitare che la transizione green rechi effetti eccessivamente distorsivi del mercato energetico e penalizzi aziende e famiglie; 6) preveda la differenziazione dell'IVA sui costi dell'energia in favore di alcuni territori, in base alla loro localizzazione geografica, alle caratteristiche orografiche e agli indici di sviluppo.

Per questi motivi Fratelli d'Italia intende continuare la sua battaglia all'interno di questo Parlamento per la tutela e la salvaguardia, soprattutto delle aziende che sono coinvolte in questo settore e per tutti i cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (IV). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, ringrazio e saluto per la sua presenza la sottosegretaria Vannia Gava, che vedo con piacere. Non so di che cosa stesse parlando il collega di Fratelli d'Italia, quando diceva che la denuncia e il silenzio del Ministro Cingolani erano per far aumentare in sordina le bollette, perché è stato proprio il Ministro, due settimane or sono, a denunciare quello che sta avvenendo in tutto il mondo, ossia l'aumento della materia gas che sta colpendo tutte le Nazioni - ovviamente anche l'Italia - che stanno ripartendo dopo la pandemia da un punto di vista di ripresa economica, e a dire, quindi, che si doveva intervenire.

Così, per tranquillizzare tutti noi: le mozioni sono importanti, perché pongono sempre l'accento su tematiche importanti della vita del nostro Paese e perché sono uno strumento che i parlamentari hanno per sottolineare quali sono le priorità, però domani c'è un Consiglio dei Ministri, che prevede lo stanziamento di 3 miliardi per tamponare il primo aumento, del terzo trimestre, delle bollette di energia. Di sicuro e di certo, il Ministro Cingolani e, prima, il Premier Draghi non avevano bisogno di aspettare le mozioni del Parlamento.

Quello che andiamo a discutere oggi è un tema che appassiona tutti quelli che da sempre si sono occupati di energie alternative, di transizione ecologica e di un modo nuovo di produrre nel nostro Paese. Infatti, il PNRR, attraverso i 59,7 miliardi che posta proprio sulla materia della transizione ecologica, che grazie al Governo Draghi abbiamo ottenuto - chissà se con altri Governi sarebbe successa la stessa cosa -, dà un'importante sferzata a quella che può essere un'autonomia di produzione energetica. Però, anche qui, usciamo da una demagogia che dice che le rinnovabili risolvono tutto. Le rinnovabili sono un nuovo modo di produrre e, ovviamente, il nostro Paese, anche grazie agli Accordi che ha sottoscritto a Parigi, deve farlo per evitare le emissioni e per quell'autonomia di produzione energetica di cui ha bisogno; però, ci vogliono strutture parallele e vicine, per consentire che queste fonti rinnovabili siano veramente l'alternativa ai fossili. La rete deve cambiare completamente la distribuzione, con sistemi di accumulo, perché, ovviamente, le energie rinnovabili, per loro stessa natura, vengono dal sole, dal vento e, comunque, da sistemi che non sono continui nel tempo e che, quindi, devono essere, in un certo senso, inglobati, per poter essere utilizzate quando sole e vento non ci sono.

Allora, delle due l'una. Io sono felice che tutti oggi si accorgono di questa necessità di accelerare sulle rinnovabili, però il “decreto Semplificazioni” non è di molto tempo fa e io mi ricordo - forse sbagliando - degli emendamenti che dicevano di andare molto prudentemente sul tema del consumo del suolo e della tutela del paesaggio. Allora, delle due l'una.

Per carità, il nostro Paese è un Paese bellissimo, che vive della sua bellezza, però, se da una parte diciamo energie alternative e no-emissioni e, dall'altra, diciamo no energie alternative perché deturpano il paesaggio, probabilmente dovremmo vivere di aria nostra, di una mobilità che non è sostenibile e di una vita economica antica che non è più praticabile. Infatti, abbiamo visto, quando abbiamo chiuso il Paese, cosa ha voluto dire una decrescita, che non è stata felice, anzi è stata infelicissima per molte famiglie.

Allora, è ora di uscire da una demagogia culturale. Io l'altro giorno ero in Commissione, insieme alla onorevole Moretto, che ringrazio per il lavoro che ha fatto anche nella stesura della mozione, e sentivo delle associazioni ambientaliste - per garbo, perché, non essendo presenti qui, non possiamo fare un contraddittorio aperto - denunciare la bruttezza delle energie rinnovabili in alcuni paesi della Sicilia, piuttosto che della Puglia, piuttosto della Campania, che vivono di turismo, e dire che il “decreto Semplificazioni” in realtà porterà un deturpamento del paesaggio. Ora, capisco che in molti si sono offesi nel sentire la frase del Ministro Cingolani, su una certa cultura radical-chic del mondo dell'ambiente, detta proprio nella nostra scuola, di Italia Viva, a Ponte di Legno; però, se non è essere fuori dal mondo un'affermazione del genere, evidentemente quantomeno lascia sorpresi che ancora adesso ci siano delle mozioni d'affetti sul preservare un mondo che è stato poi deturpato con abusivismi e con altre deturpazioni ben più gravi.

Oggi siamo chiamati a fare delle scelte, non soltanto di fiscalità. È vero che tutti gli impegni prevedono una rivisitazione delle bollette, degli oneri ben precisi e magari una ripulitura di tutto quello che è stato aggiunto negli anni per fare fiscalità. Ci vuole grande coraggio, perché nessuno è riuscito mai a metterci completamente le mani (io sono più che convinta che il Premier Draghi questo coraggio ce l'abbia), ma è anche ora, grazie alle risorse che l'Unione europea ci dà, di fare veramente una transizione ecologica, sensata e verso uno sviluppo diverso. Infatti, quello che il Ministro Cingolani va a dire in continuazione - sicuramente sto facendo storcere il naso ai puristi della materia - è che la transizione ecologica non può essere una transizione sociale. Allora, proprio nel mondo dell'energia, in questi anni si è fatta molta demagogia. Se mi posso permettere, negli anni Ottanta noi eravamo all'avanguardia dell'energia solare; poi l'abbiamo abbandonata improvvisamente, per poi riprenderla nel 2006, con dei bonus che riguardavano la ristrutturazione, le prime ristrutturazioni degli edifici per il risparmio energetico; nel frattempo, ci siamo accorti che dagli anni Ottanta al 2000 erano le altre le nazioni che producevano i pannelli solari, anche se poi l'Italia aveva ancora delle nicchie. Allora, forse è ora di fare una transizione ecologica sapendo che si deve fare anche una transizione di produzione industriale, per non favorire l'estero ma per favorire le nostre industrie, che sono all'avanguardia in questo settore e che non hanno bisogno di essere seconde a nessuno; però la filiera la devi garantire e i documenti si devono parlare. Se, ad esempio, nel PNIEC dici che tu punti sull'elettrico, per esempio anche nella mobilità e poi arriva la prima bozza del PNRR di Conte, dove si parlava solo di idrogeno, questi sono due documenti dello Stato che danno un segnale al mondo industriale completamente diverso e schizofrenico.

Per cui, ad esempio, un'operazione come Stellantis, che nasce proprio dalla necessità di fare auto elettriche, ma poi tu all'improvviso gli cambi, a distanza di pochi mesi, l'obiettivo. Allora, ben venga il Governo Draghi, che da questo punto di vista ha messo non soltanto idee - perché il PNRR l'abbiamo portato a casa - ma anche razionalità e messaggi di verità. Questi messaggi possono non piacere, possono sembrare talvolta importati dall'eccessivo entusiasmo verso la battaglia e il percorso che dobbiamo fare, ma sono messaggi veri, come quello sul caro delle bollette, che è stato ovviamente fatto con il dovuto tempismo. Tutti gli Stati stanno subendo questo rincaro, questo aumento del gas, quindi non è soltanto una questione italiana; ognuno si è mosso indipendentemente e noi faremo la nostra parte, domani già con una prima tranche e poi, nei mesi futuri, in maniera definitiva e costante.

Chiudo con riferimento al tema dell'energia, che adesso tutti scoprono parlando di caro bollette, come se fosse dovuto a questo Governo, a questa pandemia, a questo Ministro. Mi chiedo dove siamo stati in questi anni, perché, da sempre, le nostre industrie hanno avuto una concorrenza sleale da parte degli gli altri Paesi, proprio perché il costo dell'energia nel nostro Paese è assurdo ed elevato. Io vengo dal Piemonte, come la sottosegretaria sa, e vicino abbiamo la Francia, che è una concorrente sleale nei confronti delle nostre industrie. Adesso dico una cosa, così il ruolo della cattiva lo faccio definitivamente: noi abbiamo fatto due referendum sul nucleare, forse, anche portati da un'eccessiva emotività, ma quel capitolo è chiuso. C'è un mondo che va avanti, anche nella ricerca di quel settore, che è il nucleare di quarta generazione, che prevede piccole centrali, che prevede meno residui. La Francia ci sta puntando per avere la possibilità di considerare quella energia green, mentre l'Europa non ha detto che quella non è energia green, perché non si è ancora pronunciata. Molti autorevoli componenti dell'Unione europea hanno detto che spetta agli Stati decidere come diversificare l'offerta energetica, sempre in vista della riduzione dell'emissione. Per aver detto ciò - forse perché l'ha detto alla scuola di formazione di Matteo Renzi - il Ministro Cingolani si è trovato solo critiche. Io mi auguro che tutti quelli che l'hanno criticato sappiano che, se questo passa, vorrà dire che l'energia nei Paesi che punteranno su quel modo di produrre energia, sarà decisamente più bassa di quella prodotta con le rinnovabili, quindi saremo ancora una volta a dover parlare, probabilmente, noi a quelli che verranno dopo di noi, di caro bollette, di mancate scelte e di mancate opportunità.

Intanto io la ringrazio, sottosegretaria, della sua attenzione (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Bond. Ne ha facoltà.

DARIO BOND (FI). Grazie, Presidente. Saluto anch'io il sottosegretario Gava, sottosegretario per la Transizione tecnologica, che, in qualche maniera, rappresenta l'intero comparto, sia dell'energia che dell'ambiente, in un Ministero molto variegato e con un Ministro che fa delle esternazioni, delle affermazioni, a volte molto interessanti ma anche preoccupanti in altri momenti. La denuncia del rincaro della bolletta l'ha fatta lui, ma si sapeva che c'erano dei rincari in vista molto forti. Oggi, ad esempio, in Gran Bretagna, il Ministro delle Attività produttive ha comunicato alle aziende alimentari che ci sarà un aumento del 500 per cento dell'anidride carbonica, che serve all'industria alimentare moltissimo, serve molto anche all'industria della macellazione, serve ancora di più per determinati preparati. Egli ha già avvertito che il Natale alimentare britannico sarà un Natale costoso, cioè i prodotti alimentari costeranno tutti di più, compresi i prodotti agricoli, perché dall'anidride carbonica escono anche dei concimi.

L'anidride carbonica è un sottoprodotto della lavorazione del gas ed il gas è uno dei prodotti di base dell'industria in generale e anche dei nostri consumi energetici. L'Italia, però, è messa bene da questo punto di vista. Noi ci lamentiamo sempre, facciamo sempre una serie di considerazioni negative, però l'Italia è messa bene dal punto di vista delle risorse stoccate di gas, perché ha una capacità di riserva dell'83 per cento, ad oggi, ed ha anche una serie di sistemi, tipo il TAP, che forniscono una serie di rifornimenti tali da far pensare che l'inverno, anche se molto freddo, sarà un inverno assicurato dalla materia prima gas.

Però, vedete, lo accennava anche l'intervento appena finito dell'onorevole Fregolent: noi stiamo vivendo un momento particolare e il momento particolare è un forte aumento della bolletta, legato a un forte accaparramento asiatico di alcune materie prime - esempio il gas, ma anche i petroli in generale e i derivati del petrolio - e a una forte speculazione finanziaria. Perché, quando noi vediamo un aumento di 8 volte dei certificati del carbonio, chiaramente vediamo anche, parallelamente, una speculazione altissima a livello finanziario di questi prodotti. E, quindi, questo aumento così drastico e repentino - mi permetto di dire con molta umiltà - non è un aumento che dobbiamo considerare nell'arco di tre anni, è un aumento temporaneo, che influenzerà temporaneamente l'inflazione, però è un aumento che non è destinato a proseguire nel tempo, e questo, secondo me, è un fatto positivo.

Però noi stiamo vivendo, comunque, una situazione particolare, perché stiamo passando da una situazione di alimentazione storica - gas, derivati del petrolio, carbon fossile in generale - ad una situazione di tendenza a delle energie alternative rinnovabili. La direttiva (UE) 2018/2001 pone delle basi di ragionamento, però dov'è che sta la critica, una delle due critiche che farò (poi farò anche delle proposte)? La mia critica è che l'Unione europea lascia troppo volutamente fare e pensare i Paesi appartenenti, non ci sono grandi determinazioni in Commissione e in Parlamento su questa applicazione della direttiva. Ci sono dei livelli - si parla del 2030, si parla di grandi quantità di energie rinnovabili da raggiungere anche da parte dell'Italia -, però l'Unione europea, in qualche maniera, lascia degli spazi vuoti e questi spazi vuoti, purtroppo - scusate se ci ritorno - sono il mangiare quotidiano della speculazione sui certificati. Ecco perché noi siamo, molte volte, in una situazione del mercato delle energie di un certo tipo, però, dall'altra parte, troviamo una situazione nel mercato delle energie, a livello finanziario, completamente sfalsata, ed è quello che stiamo vedendo oggi. Il mercato dell'anidride carbonica è un mercato sfalsato dalla speculazione. E, allora, che fare? Cosa dobbiamo fare? Dobbiamo, intanto, essere più determinanti e più incisivi a livello europeo. Dobbiamo, in qualche maniera, riempire degli spazi che altri Paesi stanno riempiendo con una serie di lavori, con una serie di ricerche. La micro produzione di energia nucleare - che citava l'intervento di prima - è un tema, non lo possiamo tralasciare dicendo che abbiamo fatto due referendum e abbiamo chiuso la porta. È un tema, è un'altra cosa rispetto alle grandi centrali nucleari. Pensate solamente, un sommergibile a propulsione normale, modello francese, e un sommergibile a propulsione nucleare, modello americano o cinese. Due mondi diversi, però la grande Australia e il grande Canada, grandi Paesi green, si sono orientati sulla propulsione nucleare. E, allora, dico: perché non fare un ragionamento anche noi di questo tipo? Che non vuol dire costruire una centrale nucleare, vuol dire elaborare una serie di esperienze e di ricerche che abbiamo - perché abbiamo dei centri di ricerca avanzatissimi su questo - per fare qualcosa di diverso. Perché ve lo dico? Non è possibile pensare - e qui, sì, faccio l'ambientalista - che noi colmiamo tutto il nostro gap energetico con l'energia eolica e con il fotovoltaico. È una follia. Pensare di investire 500 mila ettari per dare la garanzia, nel 2030, di avere 65 gigawatt di energia, è una follia. E non riusciremo neanche a farlo, perché nasceranno un insieme di comitati che, alla fine, attraverso il paesaggio, attraverso una serie di valutazioni, ci diranno di no. Ed è anche un'altra follia interpretare la direttiva (UE) 2018/2001 solo come energie alternative di tipo eolico e fotovoltaico. E la biomassa? E l'idroelettrico? E il geotermico? E l'energia del mare? E le ricerche che stiamo facendo e stiamo vendendo agli altri Paesi su questo argomento? No, noi qui dentro, nel decreto-legge “Semplificazioni”, abbiamo ricopiato 6 pagine di un importante provvedimento solo parlando di pale eoliche, sopraelevazione delle pale eoliche e di energia fotovoltaica. Per l'amor di Dio, ci può stare, ma non è il tema, non è tutto il tema. Allora oggi, al di là dei determina delle varie mozioni sulla rimodulazione delle bollette, sul togliere praticamente degli oneri fiscali legati all'energia nucleare, che bisogna fare ed è il momento di farlo, difatti il Governo metterà 3 miliardi, domani, in Consiglio dei Ministri, per abbassare il costo, io penso che sia anche arrivato il momento di sviluppare tutta una serie di comparti di energie alternative, anche territorialmente interessanti.

Faccio un esempio - e sto per finire -, io vivo in una realtà in cui la biomassa, la montagna friulana, la montagna veneta, la montagna trentina, la montagna di Bolzano sono degli esempi, è una cosa utilissima, e ne abbiamo tanta, non abbiamo mai applicato veramente la filiera corta e la certificazione della biomassa, anche se lo abbiamo scritto. Ecco, se noi in qualche maniera riuscissimo, in un momento così di transizione energetica, a credere anche su questo argomento, potremmo - come fanno certe realtà di Bolzano e di Trento - riscaldare molti plessi pubblici e molte case private con l'energia da biomassa. Però, in questo momento, abbiamo degli esempi fatti dagli altri, anche da qualche regione virtuosa, ma pochi fatti da noi.

E poi, lasciatemelo dire, non è possibile che in una provincia o in una regione che producono una quantità di energia idroelettrica incredibile, quei cittadini di quelle valli, che si trovano la nebbia, l'aumento dell'umidità, una serie di “scomfort”, non di comfort, una serie di disagi derivati da queste importanti strutture, ma che hanno anche loro la loro controparte negativa, paghino, caro Presidente, la stessa bolletta di un cittadino della pianura. Non è possibile! Io sono d'accordo sul punto 6 della mozione di Fratelli d'Italia, dove si dice che bisogna differenziare l'IVA anche in base a una serie di differenziazioni: è una storia vecchia questa, perché lo si faceva anche al Sud, però bisogna arrivare anche a questo. Se rimoduliamo la bolletta, dobbiamo anche tenere in considerazione che c'è gente che si sacrifica per produrre energia, che ha dei disagi e che, quindi, questi disagi devono essere pagati. Perché non è l'Enel che li paga, no, deve essere la collettività, deve essere la struttura pubblica che riconosce questi disagi.

Concludo con due affermazioni. La prima: sono convinto che fra un anno non parleremo più di bollette così alte e di certificati del carbonio così alle stelle o dell'anidride carbonica alle stelle, ancora di più. Sono convinto anche, altrettanto, che dobbiamo in qualche maniera essere incisivi, perché la transizione ecologica, la direttiva (UE) 2018/2001, lo stimolo che dobbiamo dare all'Europa, devono portarci ad avere un percorso chiaro, non possiamo andare avanti con delle mode, ma dobbiamo sposare dei filoni che producono realmente energia vera e non fittizia.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Berardini. Ne ha facoltà.

FABIO BERARDINI (CI). Grazie, Presidente, è di tutta evidenza che noi oggi trattiamo un tema fondamentale per tutte le famiglie e le imprese italiane, ed è chiaro che il tema delle bollette e del paventato aumento delle bollette è stato sollevato chiaramente dalle dichiarazioni del Ministro Cingolani, che è una persona che conosce la materia.

L'unica colpa del Ministro Cingolani, se vogliamo, è quella di essere un tecnico e, quindi, di parlare oggettivamente di come stanno le cose. E quindi il Ministro ha segnalato il fatto che ci sarà - ed è già in atto - un aumento della materia prima del gas, che avrà e potrà avere ripercussioni sulle bollette, sia del riscaldamento domestico, sia, di riflesso, sul costo dell'energia elettrica; infatti, lo dobbiamo spiegare ai cittadini, circa la metà delle nostre centrali termoelettriche vengono alimentate a gas. Quindi, noi dobbiamo inquadrare e capire bene il problema.

È di tutta evidenza - e lo hanno ribadito anche i colleghi che mi hanno preceduto - che il Governo, in realtà, è già intervenuto in situazioni simili per calmierare gli aumenti, che, altrimenti, inevitabilmente ci sarebbero stati all'interno delle bollette: lo ha già fatto a luglio e con queste mozioni, sicuramente, il Parlamento chiede un intervento deciso del Governo, proprio per evitare ulteriori aumenti, che, in questa fase ancora di ripresa, suonerebbero come una mannaia nei confronti dei consumi delle famiglie e delle imprese.

E tutto ciò dipende dal fatto - non lo possiamo nascondere - che l'Italia è, purtroppo, dipendente da altri Paesi per quanto riguarda l'approvvigionamento della materia prima del gas. Chiaramente, siamo di fronte anche ad una bolla speculativa, a cui dobbiamo far fronte nel migliore dei modi. Quindi, noi oggi chiediamo azioni forti, possibilmente a lungo periodo, al Governo, anche se siamo consapevoli che a problemi complessi non possono seguire risposte semplici; questo è di tutta evidenza. È di tutta evidenza che le energie rinnovabili sono il futuro dell'Italia e chiaramente sono il futuro dell'Europa. Infatti, l'Unione europea ha stabilito target molto ambiziosi: abbiamo ricordato il Fit for 55 riguardo la decarbonizzazione e, quindi, l'azzeramento, entro il 2050, anche di tutte le emissioni climalteranti di CO2. Però dobbiamo anche fare una panoramica sulle reali grandezze dell'Italia. Quali sono i reali consumi e le reali produzioni dell'Italia? Noi durante la notte abbiamo consumi che si aggirano intorno ai 30 gigawattora, mentre per quanto riguarda la fase diurna arriviamo a circa 50-55 gigawattora. Il problema delle rinnovabili è un problema che non possiamo sottacere, ossia, durante il giorno, come sappiamo, ad esempio, ed è evidente nel fotovoltaico, abbiamo picchi di produzione di fotovoltaico che arrivano anche a 10-15 gigawattora, ma, durante la notte, questo numero è zero e noi ci dobbiamo alimentare con centrali termoelettriche che chiaramente consumano energia fossile, in particolare gas, e rilasciano emissioni climalteranti.

Quindi qui noi dobbiamo sicuramente agire, perché, se da un lato è vero che noi nei prossimi anni dobbiamo per forza di cose anche aumentare la capacità di produzione di fonti di energia rinnovabili, dall'altro lato dobbiamo preoccuparci anche di cosa avviene di notte, ossia quando noi non riusciamo a produrre, ad esempio, tramite il sole. In particolare - questo è anche l'auspicio mio e del gruppo Coraggio Italia -, dobbiamo concentrarci sui sistemi di accumulo, di ricerca, soprattutto in questo campo. Noi siamo ancora all'inizio, ma è importante investire, è importante ragionare sui sistemi di accumulo che possano, di fatto, compensare questa mancanza delle energie rinnovabili, e anche puntare su nuove frontiere; ad esempio è stata citata - e la voglio citare nuovamente - la forza maremotrice. Noi abbiamo anche un brevetto italiano, che è l'ISWEC, in collaborazione tra ENI e il Politecnico di Torino, che hanno ideato un primo prototipo per generare acqua dal moto ondoso. Abbiamo eccellenze italiane che devono essere sicuramente preservate e incentivate. Tornando chiaramente alle bollette, è necessario programmare, è necessario investire in questi sistemi di accumulo, ma soprattutto dobbiamo prestare particolare attenzione chiaramente ai meccanismi che si attuano a livello europeo – chiaramente, sono state citate le aste per la CO2 -, poiché non dobbiamo assolutamente farci schiacciare in questo meccanismo secondo il quale in futuro le bollette potrebbero costare sempre di più proprio perché noi non abbiamo un sistema che vada a compensare le nostre emissioni, che sono molto legate al sistema fossile. Quindi, per questo noi oggi parliamo di bollette. Parliamo di bollette perché il costo anche di questa transizione non deve e non può essere assolutamente scaricato sulle famiglie e sulle imprese.

Ci sono diversi sistemi per farlo. Uno è stato citato, ossia utilizzare i proventi, il maggior gettito delle aste della CO2 per compensare questi maggiori aumenti. Sicuramente, siamo d'accordo su un intervento sull'IVA, che, ricordiamolo, è all'incirca il 10 per cento sulla componente elettrica e il 15 per cento sulla componente gas; dobbiamo trovare tutte le risorse per farlo, anche cercando di trovare le risorse a livello centrale - chiaramente questo sarà un compito del Governo -, come stanno facendo altri Paesi, anche per sovvenzionare, in parte, gli oneri generali di gestione, poiché tutto il sistema degli oneri di gestione, a questo punto, andrà rivisto, anche alla luce anche di un nuovo PNIEC che si dovrà necessariamente fare poiché siamo di fronte anche a una continua modifica della normativa europea e all'adeguamento degli standard e dei target a livello europeo. Quindi, noi non possiamo farci trovare impreparati, dobbiamo seguire tutti gli input che ci vengono dai tecnici, in primis dal Ministro Cingolani, che ha parlato di nucleare, ma ha parlato anche di altre fonti di energia. Le dobbiamo valutare attentamente tutte, poiché dall'energia consegue anche lo sviluppo della nostra società e del nostro prodotto interno lordo. Quindi sono argomenti di massimo interesse che noi dobbiamo continuare a monitorare costantemente, sui quali dobbiamo intervenire, e, chiaramente, l'auspicio e anche il grido che viene dal Parlamento è quello di non far gravare assolutamente questa bolla speculativa sulle famiglie e sulle imprese, che, in questo momento, non possono sopportare il costo di ulteriori oneri e di ulteriori costi che vanno a gravare sulla vita di tutti noi (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Binelli. Ne ha facoltà.

DIEGO BINELLI (LEGA). Presidente, egregi colleghi e colleghe, egregio sottosegretario, la mozione oggetto di discussione questa sera riguarda l'annoso problema attinente i pesanti costi delle bollette che colpiscono le famiglie italiane - sia direttamente, con gli aumenti in bolletta, sia per gli inevitabili rincari dei prezzi dei beni di consumo per effetto degli aumenti dei costi di produzione - e le attività economiche italiane, che vedono ulteriormente indebolita la propria competitività sui mercati europei e internazionali, che beneficiano di prezzi dell'energia inferiori ai nostri. A questa situazione, ormai pregressa, si aggiunge l'ulteriore paventato aumento dei costi dell'energia di luce e gas, che, nel quarto quadrimestre dell'anno 2021, risulterà maggiore rispetto a quello riferito al terzo quadrimestre.

In tal senso, il Governo è già intervenuto con provvedimenti d'urgenza, impegnando 1,2 miliardi di euro per calmierare i potenziali rincari, contenendo al 15,3 per cento gli aumenti del gas e al 9,9 per cento quelli dell'energia e dell'elettricità. Degli 1,2 miliardi impegnati a luglio, circa 700 milioni erano i proventi delle aste ETS della CO2. Nell'ambito del Green Deal europeo i leader della Ue hanno approvato lo scorso dicembre un obiettivo riveduto di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55 per cento entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. In particolare, per conseguire tale ambizioso obiettivo, la Commissione europea ha preso in considerazione le azioni necessarie in tutti i settori, compresi un aumento dell'efficienza energetica e delle energie da fonti rinnovabili. L'aumento delle sopracitate ambizioni della Ue sulla strada verso la neutralità climatica, che porta dal 40 al 55 per cento la riduzione delle emissioni entro il 2030 rispetto al 1990, ha determinato ulteriori incrementi dei costi ricadenti sulle imprese e, di conseguenza, sul prodotto finale e sui prezzi al consumatore.

La decarbonizzazione prevede l'aumento dell'efficienza energetica e l'incremento della produzione elettrica da fonti rinnovabili, che deve essere necessariamente accompagnata dallo sviluppo e dalla diffusione di sistemi di accumulo, necessari per compensare la non programmabilità degli impianti a fonti rinnovabili e, dunque, garantire la sicurezza del sistema e la continuità dell'approvvigionamento di energia elettrica. La crescente espansione delle rinnovabili, che dovrà proseguire ulteriormente negli anni a venire, tende infatti a produrre scompensi di mercato, con fasi di prezzi nulli o negativi in presenza di ore ad alto contributo delle rinnovabili, seguite da fasi di prezzi eccessivamente alti nelle ore di basso contributo, così come anche squilibri fisici di rete, come alterazione della tensione, della frequenza ed aumento dei costi per la gestione della sicurezza del sistema.

Quello che però dobbiamo assolutamente evitare è che gli interventi da attuare per la transizione testé citati si ripercuotano sull'aumento del costo finale delle bollette energetiche. Per giungere a questo obiettivo, necessita quindi intervenire con idonee e variegate soluzioni che tengano presente il mix energetico del nostro Paese, che storicamente è dipendente dall'esterno per l'approvvigionamento di materie prime e di energia. La difficile situazione di questo periodo emergenziale necessita, a maggior ragione, di un deciso intervento da parte del Governo per evitare i paventati aumenti delle bollette. Con la presente mozione impegniamo quindi il Governo a valutare una serie di azioni adeguatamente sostenute dal sistema Paese. Altresì, chiediamo di introdurre un meccanismo volto ad abbattere il costo delle bollette di energia elettrica e gas sia operando sugli oneri di sistema, sia mediante una riduzione dell'imposta sul valore aggiunto applicata oggi sul totale del costo finale del servizio, incluse le accise che già concorrono ad aumentare il prezzo finale. Altro importante impegno che si chiede è quello di adeguare l'importo dei bonus sociali, anche prevedendo sistemi di compensazione economica, al fine di evitare un eccessivo aggravio di costi per i clienti finali. Questa misura viene ritenuta particolarmente importante per aiutare le fasce più deboli del nostro tessuto sociale, già fortemente provato dalle difficoltà economiche attuali presenti in tutto il Paese. In conclusione, ritengo doveroso sottolineare in questa sede come la Lega, con le proprie iniziative, continui ancora una volta ad essere concretamente al fianco delle famiglie e delle imprese italiane (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Zardini. Ne ha facoltà.

DIEGO ZARDINI (PD). Presidente, sottosegretario, colleghe e colleghi, stiamo discutendo stasera una mozione estremamente importante per tutti i nostri cittadini perché il paventato aumento delle bollette energetiche ha preoccupato moltissimo e questo tema è stato segnalato, come è stato detto anche in precedenza, sia da dal Governo, dal Ministro qualche settimana fa, e, addirittura, il 31 agosto anche dal Partito Democratico.

Ovviamente, è importante affrontare il tema sia su un piano della congiuntura sia su un piano strutturale. È per questo che siamo molto lieti di poter affrontare la questione con una mozione di maggioranza che, in effetti, fa un inquadramento di carattere generale per comprendere meglio quali sono le misure e gli strumenti da utilizzare, tenuto conto che, come viene ricordato, una quota significativa e importante - tra l'altro in maniera crescente, anche per la bolletta energetica italiana - è data, ovviamente, dai prezzi dell'energia sul mercato, che sono aumentati negli ultimi tempi in maniera esponenziale. Diciamo che si sono toccati dei picchi di 200 euro per megawatt-ora, tenuto conto, solo per avere un ordine di grandezza, che il prezzo medio del 2020 si aggirava attorno ai 38 euro per megawatt-ora e anche nella fascia gennaio-agosto 2021 si è raggiunto un prezzo medio di circa 77 euro per megawatt-ora. Quindi, è evidente che l'impatto che si può percepire, soltanto da questi numeri, è estremamente importante e tocca, per quanto riguarda la previsione per il prossimo anno, i 53 miliardi per la bolletta energetica nazionale, al netto delle imposte, delle accise e dell'IVA.

Da questo punto di vista è ovvio che è fortissima la preoccupazione sia per l'impatto sul reddito delle famiglie - ciò impatterà in maniera significativa - ma anche per gli effetti indiretti, che riguardano, ovviamente, l'inflazione, che viene sicuramente procurata da questo aumento, essendo l'energia uno degli elementi in ingresso anche per tutti i prezzi dei beni di consumo. Questo, ovviamente, porta anche a un rischio molto elevato, come è stato già ricordato dai colleghi, di un indebolimento della competitività del nostro Paese e delle imprese in particolare. Per questo, noi pensiamo che sia importante che il Governo abbia già dato degli elementi in questa direzione e che il Parlamento si pronunci in maniera netta e chiara affinché si faccia, in maniera ancora più energica, ciò che è stato fatto nello scorso trimestre, ovvero un intervento del Governo che consenta di abbattere questi aumenti. Ricordo, appunto, che è stato già utilizzato, come detto più volte dai colleghi, anche l'aumento dei proventi per quanto riguarda le aste degli ETS e delle CO2, e che anche in questa occasione sarà utile tornare ad usare.

È ovvio, come dicevamo prima, che ci sia un inquadramento, perché altrimenti si rischia magari di non comprendere qual è la strada da intraprendere. Per questo, le politiche europee in merito agli obiettivi di carattere ambientale sono il quadro generale su cui noi andiamo ad operare. È evidente che il Green Deal europeo ha dato un fortissimo impulso all'implementazione e all'aumento delle fonti rinnovabili e verso una decarbonizzazione del sistema energetico. Tutti i documenti, insomma, hanno portato ad aumentare gli obiettivi che anche il nostro Paese si è impegnato a raggiungere, come, per esempio, quello per cui entro il 2030 si porterà al 55 per cento la riduzione dei livelli di CO2 rispetto al 1990; evidentemente, tutti quelli che sono gli obiettivi che riguardano anche gli accordi internazionali portano in questa direzione.

Da questo punto di vista, però, è evidente che la transizione di carattere ecologico e ambientale non può impattare sulle famiglie e soprattutto non può non essere, diciamo così, accompagnata da una transizione di equità e di sostenibilità anche sociale ed economica. Da questo punto di vista, quindi, noi pensiamo che sia importante comprendere come tutti questi aumenti - insomma, anche gli obiettivi di carattere ambientale - debbano e possano essere accompagnati anche da politiche di sostegno sostanzialmente per la parte economica che riguarda gli oneri di sistema; oneri di sistema che, come si è detto in più occasioni, finanziano tutto questo processo e questo percorso. Da questo punto di vista, quindi, noi dobbiamo provare a dare una diversificazione delle fonti che consenta di rafforzare la resilienza e la sicurezza del sistema energetico del nostro Paese. Ovviamente, lo sviluppo delle fonti rinnovabili e la promozione dell'efficienza energetica devono essere accompagnati da questo percorso di adeguamento del sistema elettrico esistente, nonché da misure regolatorie che assicurino mercati concorrenziali per prezzi accessibili, sostenibilità ambientale e sociale degli investimenti e sicurezza dell'approvvigionamento.

L'integrazione della crescente quota di generazione da fonti rinnovabili deve tenere adeguatamente conto del tessuto economico-produttivo e occupazionale e poiché, forse, non è pienamente maturo, bisogna scongiurare il rischio di conseguenze sociali, tenuto conto delle ricadute sulle condizioni di vita e sulla sostenibilità economica delle famiglie per quanto riguarda, appunto, l'aumento dei prezzi delle materie prime energetiche, che continua ad avere conseguenze che rischiano anche di frenare la crescita e la ripresa economica, mettendo addirittura a repentaglio anche il Piano nazionale di ripresa e resilienza, su cui il nostro Paese conta moltissimo.

Poi, la diffusione di sistemi di generazione e di accumulo di energia elettrica, che devono accompagnare l'aumento delle fonti rinnovabili, determina ulteriori aumenti di costi che, successivamente, vanno a pesare sugli oneri di sistema. È per questo che, alla fine, noi cerchiamo di mettere al centro una serie di misure che sono destinate, diciamo così, a impegnare il Governo a cercare di aumentare la nostra capacità di sostenibilità che sia non soltanto ambientale ma anche socioeconomica. È per questo che anche noi riteniamo importante e appoggiamo la mozione di maggioranza che richiede, appunto, di utilizzare le aste delle quote di CO2 proprio per calmierare i prezzi.

Un altro elemento importante è ovviamente quello di intervenire sull'IVA e sulle accise perché, altrimenti, si rischiano un corto circuito e un circolo vizioso che possono far aumentare i costi e noi dobbiamo cercare di evitarlo. Forse, è questa la vera grande riforma che dovremmo cercare di portare avanti per rendere strutturali tutti questi interventi. Ovviamente, va superato il modello di riscossione degli oneri di sistema.

Ricordo ai colleghi che anche in X Commissione si è parlato a lungo di questo tema e ciò deve essere uno degli obiettivi - anche il Governo mi pare lo abbia compreso - che deve essere posto al centro. Bisogna, inoltre, adeguare l'importo e la metodologia dei bonus sociali in modo tale che non vadano a pesare su tutti i clienti finali, in particolare su quelli più fragili e in povertà energetica, e verificare, in maniera accurata, con un metodico monitoraggio, l'aumento dei prezzi finali delle bollette affinché, appunto, possa essere concordato, insieme a tutte le misure da mettere in campo per cercare di tenere sotto controllo gli aumenti che ci sono stati.

Quindi, come è emerso anche dal dibattito di questa sera, sono molto persuaso che un lavoro svolto insieme, tra maggioranza e minoranza (anche le misure proposte da alcuni colleghi di minoranza sono da guardare con attenzione), nonché il rapporto tra Parlamento e Governo possano consentire di affrontare il tema in maniera adeguata. Questo è il tema che penso sia opportuno cercare di portare avanti nelle prossime settimane e nei prossimi mesi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali delle mozioni.

Prendo atto che il rappresentante del Governo, sottosegretario Gava, non intende intervenire.

Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

Discussione delle mozioni Rampelli ed altri n. 1-00491, Pentangelo ed altri n. 1-00512 e Molinari ed altri n. 1-00514 concernenti iniziative volte al rilancio di Alitalia e al mantenimento della continuità operativa e degli attuali livelli occupazionali della compagnia di bandiera (ore 19,55).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione delle mozioni Rampelli ed altri n. 1-00491, Pentangelo ed altri n. 1-00512 (Nuova formulazione) e Molinari ed altri n. 1-00514 concernenti iniziative volte al rilancio di Alitalia e al mantenimento della continuità operativa e degli attuali livelli occupazionali della compagnia di bandiera (Vedi l'allegato A).

La ripartizione dei tempi riservati alla discussione è pubblicata nel vigente calendario dei lavori (Vedi calendario).

Avverto che in data odierna sono state presentate le mozioni Gariglio, Luciano Cantone, Fassina ed altri n. 1-00515, Nobili e Fregolent n. 1-00516 e Mugnai ed altri n. 1-00517, nonché una nuova formulazione della mozione Molinari ed altri n. 1-00514 (Vedi l'allegato A). I relativi testi sono in distribuzione.

(Discussione sulle linee generali)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali delle mozioni.

È iscritto a parlare l'onorevole Silvestroni, che illustrerà anche la mozione Rampelli ed altri n. 1-00491, di cui è cofirmatario. Ne ha facoltà.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Grazie, Presidente. Questa mozione è su Alitalia e oggi possiamo anche chiamarla una mozione che riguarda ITA che non decolla; anzi, il 15 ottobre - lo ricordo a tutti - Alitalia smetterà di volare e inizierà a volare questa nuova compagnia di trasporto aereo italiano che è ITA, Italia Trasporto Aereo.

Fratelli d'Italia ha presentato una mozione in discussione proprio allo scopo di tutelare la storica tradizione dell'aviazione italiana, rappresentata sicuramente da Alitalia e, ad oggi, non certamente da ITA.

Alitalia rappresenta un vanto e un lustro dell'italianità nel mondo; è un brand, oggi, messo addirittura all'asta; andrà all'asta a dicembre per 290 milioni di euro e, quindi, ITA decollerà il 15 ottobre senza la bandiera italiana, visto che dovrebbe essere la nuova compagnia di trasporto aereo italiano. Però, oggi, voglio affrontare la questione di Alitalia e di ITA sotto due prospettive squisitamente politiche, perché quelle che questo Parlamento dovrebbe fare sono scelte politiche e, quindi, ci domandiamo cosa voglia fare il Parlamento di Alitalia, cosa voglia fare il Parlamento di ITA. E' evidente che il trasporto aereo è un settore strategico ed è necessario avere una compagnia di bandiera in grado di sostenere quelle rotte che non sono solo rotte passeggeri, ma anche rotte commerciali e rotte diplomatiche, necessarie a garantire all'Italia il sistema di relazioni minime e a sostenere le produzioni e le influenze culturali che sono chiaramente anche influenze politiche. Sotto questo profilo, i ragionamenti del Ministro dell'Economia e delle finanze o, meglio ancora, forse, i ragionamenti sia del Ministro dei Trasporti che dell'Economia e delle finanze, che fanno parte di questo Governo, il Governo dei migliori, sotto questo profilo, sono davvero deludenti e non rispondono a nessuna delle questioni politiche strategiche poste sul tavolo. Poi, abbiamo anche l'altra questione: la questione politica relativa all'idea di azienda e, in particolare, di un'azienda di un settore strategico nazionale, come quella del trasporto aereo. L'azienda è soprattutto una comunità di uomini e di idee che diventano, insieme, una forza in grado di dare concretezza alle ambizioni, ai progetti e alle speranze e non è solo, quindi, un conto economico in uno stato patrimoniale atto a garantire profitti per alcuni e perdite per altri. Presidente, in questi giorni drammatici per il trasporto aereo si sostanziano le parole usate dal Presidente del Consiglio nel suo discorso di insediamento. Il Presidente del Consiglio - cito testualmente - dichiarò: non tutte le imprese in crisi dovrebbero ricevere supporto pubblico e le risorse non dovrebbero essere sprecate per aziende destinate al fallimento, bensì mirare a favorire la distruzione creatrice. Parole importanti, parole pesanti. E questo significa violare i principi fondamentali della nostra Costituzione e quindi disinteressarsi delle sorti del popolo italiano e non fare gli interessi degli italiani in modo da renderli schiavi dei Paesi più potenti d'Europa. Ora, un secondo che ritorno alla questione politica, tanto il tempo c'è.

Perché ho accennato al discorso introduttivo del Presidente Draghi? Perché è quanto mai curioso che due anni fa Lufthansa si era resa disponibile a comprare Alitalia, solo limitatamente al personale di volo, escluso il personale di terra e della manutenzione, con la metà degli aerei e con un numero di dipendenti non superiore ai 3 mila lavoratori, con contratti indipendenti da obblighi e dal contratto nazionale del lavoro, ed è quello che esattamente sta facendo il consiglio di amministrazione di ITA (o, meglio, è quello che sta facendo sicuramente il dottor Altavilla). Noi, quindi, chiediamo che il Governo faccia l'interesse dell'Italia e pensiamo che i lavoratori siano, invece, una risorsa, perché i lavoratori, se impiegati adeguatamente su un progetto industriale strategico, capace, cioè, di dire e di convincere su dove si vuole andare, fanno la differenza. La volontà di redigere un regolamento aziendale dal quale risulterà la disciplina del rapporto di lavoro dei dipendenti assunti in barba alle disposizioni legislative chiaramente vigenti e, soprattutto, in palese contrasto con i principi e i diritti fondamentali della nostra Costituzione, per noi è un atto gravissimo. In altre parole, si fa un bando in contrasto con il contratto nazionale di settore, sostenendo che si sta rispettando, come ha dichiarato Altavilla, l'articolo 203 e che si rispetteranno i minimali dei contratti nazionali, ma che in realtà sono inferiori del 55 per cento degli stipendi attuali, creando un precedente pericoloso per tutti i contratti nazionali. Da oggi in poi, se passerà questo concetto, se il Parlamento darà la possibilità di attuare questa politica voluta da Altavilla, sarà pericoloso per tutti i contratti nazionali, che da oggi in poi, chiaramente, saranno a rischio. Allora, questa maggioranza a questo punto - ed è chiaro che è una provocazione, poiché questa è la maggioranza più grande della storia della Repubblica italiana -, modifichi direttamente i contratti collettivi, se dà la possibilità ad ITA di ignorarli. Soprattutto, perché impegnare tutte le energie del Governo nella conflittualità con i dipendenti e non dedicarle, invece, a costituire l'azienda nel senso indicato? Questo per noi è un gravissimo errore della gestione, errore che invitiamo chiaramente a correggere, sollecitando il Governo ad affrontare i nodi strutturali che hanno portato al collasso Alitalia e non sono certo gli stipendi del personale ad averla portata allo stato in cui si trova. Questo è un errore fatto sicuramente dal Ministro Franco e dal Ministro Giovannini che, ad oggi, se ne sono lavati completamente le mani, lasciando le responsabilità in capo, in questo caso, alla dirigenza, al CdA di ITA. Probabilmente, in questo momento, le attenzioni del Ministro Franco e del Ministro Giovannini sono distratte da altri temi, sicuramente meno importanti però per l'Italia. Una compagnia aerea al 100 per cento pubblica, in questo momento storico, per l'Italia deve essere un soggetto su cui fare affidamento per la crescita economica e sociale della Nazione; invece, siamo qui a parlare di un fallimento annunciato e di un piano industriale inadeguato. Solo noi di Fratelli d'Italia, a dicembre, quando arrivò il primo piano industriale di ITA - perché ieri ne è arrivato un altro leggermente modificato, leggermente migliorato - già votammo contro, mentre tutto il Parlamento, o meglio, tutti i rappresentanti del Parlamento in Commissione trasporti votarono a favore. Allora, se ieri è arrivato un nuovo piano industriale - come ho detto - leggermente modificato, vuol dire che solo noi, allora, nel dire che era un piano industriale non adeguato per far sì che nascesse una nuova compagnia aerea nazionale, avevamo ragione. Questo è nuovo, è un piano industriale che viene rivisitato a settembre - come ho detto - e, in qualche punto, è migliorato, ma dimostra, ancora una volta, che ITA non può essere competitiva con 50 aerei, di cui 7 destinati per il lungo raggio; questo non ci vuole molto a capirlo, lo può capire chiunque. Probabilmente, vi sentite forti della protezione dell'Unione europea in questo processo di distruzione totale del nostro trasporto aereo, con la riduzione da parte delle Commissione europea del contributo iniziale di 3 miliardi, stanziato dal Governo, a 1 un miliardo e 300 milioni, che ha fatto solo in modo di creare una compagnia di piccole dimensioni appetibile per altre compagnie aeree. Non si può giustificare questa scarsità di aerei con la scusa della poca domanda di passeggeri, visto l'avvicinarsi del periodo invernale, quando si poteva e si doveva integrare immediatamente con il cargo, che avrebbe garantito immediata liquidità nelle casse della compagnia. La verità è che questo vostro atteggiamento non dimostra volontà e forza, ma dimostra sottomissione - come al solito - ai diktat voluti dall'Europa.

Ma c'è ancora uno spiraglio, c'è ancora la possibilità: i tempi sono strettissimi ma possiamo ancora dimostrare, in questa importante partita che riguarda il settore strategico del trasporto aereo, che l'Italia c'è e non abbassa la testa. Noi di Fratelli d'Italia ci siamo, come ci siamo sempre stati. Ci auguriamo che il Governo farà gli interessi degli italiani e che domani ci sia un sussulto di orgoglio da parte del Parlamento e che approvi la mozione presentata da Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Pentangelo, che illustrerà anche la sua mozione n. 1-00512 (Nuova formulazione). Ne ha facoltà.

ANTONIO PENTANGELO (FI). Grazie, Presidente. In data 2 maggio 2017, il consiglio di amministrazione di Alitalia ha deliberato la richiesta di ammissione della società alla procedura di amministrazione straordinaria di cui al decreto-legge n. 347 del 2003. Il medesimo giorno, Alitalia ha quindi formalizzato istanza al MiSE chiedendo l'ammissione della società alla procedura di amministrazione straordinaria, ai sensi dell'articolo 2 del sopracitato decreto-legge, e ha contestualmente presentato ricorso davanti al tribunale di Civitavecchia, allo scopo di vedere accertato e dichiarato il proprio stato di insolvenza, ai sensi dell'articolo 4 del medesimo decreto-legge. In accoglimento della citata istanza, con decreto del MiSE emesso in pari data, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, Alitalia è stata ammessa alla procedura di amministrazione straordinaria di cui al decreto-legge n. 347 del 2003. Alla procedura di amministrazione straordinaria è stato preposto un collegio commissariale, composto dal dottor Gubitosi, dal professor Laghi e dal professor Paleari. Al dottor Gubitosi sono state attribuite le funzioni di coordinatore del collegio commissariale. Il tribunale di Civitavecchia, sezione fallimentare, con sentenza n. 17 dell'11 maggio 2017, ha dichiarato l'insolvenza di Alitalia, ai sensi dell'articolo 4 del decreto-legge n. 347 più volte citato.

Con successivo decreto del MiSE, in data 12 maggio 2017, Cityliner è stata anch'essa ammessa, su istanza di Alitalia, alla procedura di amministrazione straordinaria, ai sensi dell'articolo 3 comma 3, e sono stati nominati, quali commissari straordinari, sempre il dottor Gubitosi e i professori Laghi e Paleari, con attribuzione di funzioni di coordinatore del collegio commissariale al dottor Gubitosi. Il tribunale di Civitavecchia ha poi dichiarato l'insolvenza di Cityliner, ai sensi dell'articolo 4 del decreto-legge n. 347 del 2003. In data 25 ottobre 2017, le società in amministrazione straordinaria hanno presentato al MiSE istanza per la proroga di 90 giorni del termine per la presentazione del programma delle procedure di amministrazione straordinaria di Alitalia e Cityliner, a far data dal 29 ottobre 2017 e, con successivo decreto, il MiSE ha disposto la proroga, fino al 27 gennaio del 2018, del termine di presentazione del programma relativo alle società del gruppo Alitalia in amministrazione straordinaria.

In data 27 gennaio 2018, i commissari straordinari hanno sottoposto alla valutazione del MiSE il programma di cessione previsto dall'articolo 27, comma 2, lettera a), del decreto legislativo n. 270 del 1999, individuato quale strumento per il raggiungimento delle finalità conservative del patrimonio produttivo mediante prosecuzione, riattivazione o riconversione delle attività imprenditoriali di cui all'articolo 1 del decreto legislativo n. 270 del 1999, redatto secondo quanto previsto dagli articoli 54 e seguenti dello stesso decreto. Con decreto del 23 marzo 2018, il MiSE ha autorizzato, infine, l'esecuzione del sopracitato programma di cessione dei complessi aziendali di Alitalia e Cityliner, depositato in data 26 marzo 2018 presso il tribunale di Civitavecchia. In data 20 marzo 2019, il Collegio commissariale ha depositato presso il Ministero dello Sviluppo economico istanza motivata di proroga, per ulteriori dodici mesi, del termine di esecuzione del sopracitato programma, stante l'esigenza di completare la procedura di cessione dei complessi aziendali in corso. Quindi, il Ministero dello Sviluppo economico, previo parere favorevole da parte del comitato di sorveglianza, con decreto del 7 maggio 2019, ha accolto l'istanza, disponendo la proroga del termine di esecuzione del programma al 23 marzo 2020. Con ulteriore decreto del dicembre 2019, l'avvocato Giuseppe Leogrande è stato nominato commissario unico delle procedure di amministrazione straordinaria delle società in amministrazione straordinaria, in sostituzione del precedente collegio commissariale dimissionario. Successivamente, in data 22 gennaio 2020, il commissario straordinario delle società in amministrazione straordinaria ha richiamato lo sviluppo del precedente tentativo di cessione dei complessi aziendali conclusosi con esito negativo e ha chiesto la proroga per ulteriori dodici mesi, tenuto conto della necessità di integrare il programma già approvato mediante un piano avente ad oggetto le iniziative e gli interventi di riorganizzazione ed efficientamento della struttura e delle attività aziendali - cosiddetto Piano di efficientamento - in ossequio al disposto del decreto-legge n. 137 del 2019 e, in termini sostanzialmente contestuali, avviare una nuova procedura di cessione, previa ulteriore sollecitazione del mercato nel rispetto dei principi della parità di trattamento, trasparenza e non discriminazione. Il Ministero dello Sviluppo economico, in accoglimento della predetta istanza, ha disposto la proroga per ulteriori dodici mesi - dunque sino al 23 marzo 2021 - del termine di esecuzione del programma, con proprio decreto in data 25 febbraio 2020. In data 5 marzo 2020 è stato pubblicato, sul sito web della procedura, l'invito a manifestare l'interesse per l'acquisizione delle attività aziendali facenti capo ad Alitalia S.A.I. SpA e ad Alitalia Cityliner SpA, entrambe in amministrazione straordinaria. L'invito richiedeva ai soggetti interessati di manifestare, entro il 18 marzo 2020, il proprio interesse relativamente alle attività aziendali unitariamente considerate - cosiddetto lotto unico - ovvero, alternativamente, alle attività di aviation - lotto aviation - comprensivo dei beni e rapporti giuridici destinati all'attività di trasporto aereo delle società, così come risultanti dagli interventi di riorganizzazione ed efficientamento, e/o alle attività di handling - lotto handling - che include i beni e i rapporti giuridici destinati allo svolgimento dei servizi in aeroporto per l'assistenza a terra a terzi, e/o alle attività di manutenzione - lotto Manutenzione. Il lotto unico, ovviamente, comprende tutti i beni e i rapporti giuridici ricompresi nei lotti aviation, handling e manutenzione. Entro la scadenza è pervenuta una serie di manifestazioni di interesse. Nello specifico: 3 per il lotto unico, 3 per il lotto handling e 2 per il lotto manutenzione.

Con l'esplosione della pandemia da COVID-19 all'inizio dell'anno 2020, l'impostazione seguita fino a quel momento da parte del Governo è ovviamente mutata, abbandonando la linea perseguita fino a quel momento, finalizzata alla valutazione di una cessione di Alitalia alle offerte provenienti dal mercato, per sostituirla con la strategia di una nazionalizzazione della compagnia. L'articolo 79, nella sua versione originale, del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, ha previsto l'istituzione di una società di dimensioni contenute, con un capitale sociale limitato e una missione di mero salvataggio del gruppo Alitalia. L'oggetto sociale della nuova società sarebbe stato necessariamente l'affitto dei rami di azienda delle due società in amministrazione straordinaria e per questo la società avrebbe avuto dimensioni contenute, corrispondenti al ridotto respiro del suo oggetto sociale e un capitale limitato. Allo stesso tempo tale disposizione normativa ha, di fatto, legittimato il commissario straordinario di Alitalia a sospendere, previo nulla osta da parte del Ministero dello Sviluppo economico, con protocollo n. 6375 del 26 marzo 2020, la sospensione della procedura di cessione già avviata. L'impostazione dell'articolo di legge sopra citata è stata radicalmente rivista sempre dal Governo solo qualche mese dopo con l'articolo 202 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, con la finalità di proseguire con l'obiettivo di assicurare il quadro normativo necessario al lancio di una società di mercato in totale discontinuità con Alitalia, al fine di garantire la creazione della nuova società su basi industriali solide e sostenibili e nel rispetto dell'ordinamento europeo, perché l'assenza anche solo di uno di questi due elementi ne avrebbe determinato l'insuccesso rispettivamente per ragioni di business o per motivi giuridici con effetti finanziari.

Ad agosto 2020 si rende necessario un ulteriore intervento normativo con l'articolo 87 del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 107. Si interviene sulla costituzione della nuova società pubblica specificando che in sede di prima applicazione è autorizzata la sua costituzione anche ai fini dell'elaborazione del piano industriale, che dovrà essere sottoposto alla valutazione della Commissione europea, oltre che a quella del Parlamento nazionale per il tramite delle Commissioni parlamentari competenti e, nello specifico, della nostra Commissione, quella dei trasporti. Inoltre, sempre in sede di prima applicazione, fermo restando lo stanziamento di 3 miliardi già previsto dalla norma precedente, il capitale sociale della nuova società è individuato in 20 milioni di euro. Intervento normativo che lascia trasparire una forte incertezza in merito alle valutazioni in sede europea e forse per questo si limita la nascita della nuova società pubblica dotata di un capitale minimo di soli 20 milioni alla sola redazione del piano industriale da sottoporre alla Commissione europea.

Per circa un anno la sorte di Alitalia e di ITA rimane di fatto sospesa fino al 15 luglio scorso, quando si è conclusa positivamente la discussione con la Commissione europea. In tale data il Ministero dell'Economia e delle finanze ha annunciato la partenza operativa di ITA S.p.A. a far data dal 15 ottobre e il consiglio di amministrazione ha approvato le nuove linee del piano industriale 2021-2025, sulla base di quanto discusso con la Commissione europea. Come comunicato dal Governo nel corso dell'audizione del 28 luglio, svolta presso le Commissioni riunite trasporti e attività produttive della Camera dei deputati, ITA potrà essere capitalizzata con 1,35 miliardi di euro, suddivisi in tre tranche di cui la prima pari a 700 milioni di euro; potrà partecipare alle gare che verranno bandite per il brand Alitalia, per l'attività di handling a Fiumicino (in posizione di maggioranza con una partnership con soggetti privati) e per l'attività di manutenzione (in posizione di minoranza con una partnership con soggetti privati) e per le rotte di servizio pubblico, mentre non potrà partecipare alla gara del programma di loyalty (MilleMiglia); altresì, non potrà rilevare i biglietti prepagati emessi da Alitalia per il periodo successivo al 15 ottobre, data di avvio delle operazioni; potrà partire con soli 52 aerei (stessa dimensione del piano industriale di dicembre); in termini di slot, dato il principio di proporzionalità tra questi e la capacità di volo alla partenza, sul quale ci si è soffermati in precedenza, ITA potrà acquisire 175 slot giornalieri su Linate, 178 su Fiumicino e quelli che vuole sugli altri aeroporti coordinati in Italia e nell'Unione europea. In relazione alle risorse umane, in relazione alle proporzioni tra dimensioni e business, ITA potrà acquisire con nuovi contratti circa 2.800 persone alla partenza e 5.750 a fine piano, trattandosi evidentemente delle risorse di ITA, non di quelle incluse eventualmente in altre società per attività diverse dal volo. In ragione di questi contenuti, il consiglio d'amministrazione di ITA ha provveduto, sempre lo scorso 15 luglio, ad aggiornare il piano industriale. Poter disporre, caro Presidente, di una compagnia di bandiera è fondamentale, in particolare per garantire adeguati collegamenti aerei con le regioni del Mezzogiorno d'Italia, oltre ai collegamenti finalizzati alla continuità territoriale con le isole di Sardegna e Sicilia. Il collegamento degli aeroporti del Meridione d'Italia con il resto del Paese è chiaro a tutti, è strategico per l'economia e per il turismo di queste regioni. Al tempo stesso, la liquidazione di Alitalia, a decorrere dal prossimo 14 ottobre, rischia di produrre un forte impatto in termini occupazionali, in particolare sulla città di Roma e la sua provincia, che deve essere adeguatamente fronteggiato con tutti gli strumenti a disposizione. Pertanto, con la nostra mozione richiediamo al Governo affinché garantisca che la nuova società Italia trasporto aereo S.p.A. rispetti gli obiettivi del piano industriale, da ultimo modificato e approvato in Commissione europea e a vigilare che la sua gestione sia improntata a criteri di efficienza al fine di evitare il verificarsi di politiche e strategie di mercato che hanno portato al fallimento di Alitalia S.p.A. Chiede, altresì, l'impegno del Governo a tutelare, con adeguati ammortizzatori sociali e adeguate politiche attive di ricollocazione professionale, il personale di Alitalia che non potrà essere assorbito da ITA S.p.A. e a realizzare, infine - e concludo - un piano di intermodalità tra trasporto aereo, trasporto ferroviario e trasporto pubblico locale incentrato, appunto, sulla stretta collaborazione tra ITA e tutti i principali vettori.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Zanella, che illustrerà anche la mozione n. 1-00514 (Nuova formulazione), di cui è cofirmataria.

FEDERICA ZANELLA (LEGA). Grazie, Presidente. Sottosegretario, grazie per essere qui ad ascoltarci. È molto importante questa nostra mozione, come tutte quelle di tutti i partiti, che sono finalizzate a una sola cosa. La storia di Alitalia la conosciamo, purtroppo è una storia travagliata e molto complessa, costellata da una serie di scelte, sia politiche che imprenditoriali, che hanno avuto conseguenze che sono ricadute sulle spalle dei lavoratori e anche, ovviamente, dei contribuenti italiani. Noi con queste mozioni, con moral suasion e quant'altro, vorremmo fare in modo di evitare che ITA ne percorresse le orme. Quindi, ovviamente l'intento di tutti è quello di far decollare la nuova società, come previsto entro il 15 ottobre, preservando al meglio il tessuto occupazionale e auspicabilmente a fare in modo che, in breve tempo, ITA sia in grado di camminare sulle proprie gambe, o di volare sulle proprie ali. Tralasciando tutti i passaggi che, peraltro, sono stati ben ricordati dal mio collega della storia più recente di Alitalia, dal commissariamento in avanti, non dimenticando però di ricordare che lo Stato, nel periodo compreso tra maggio 2017 e gennaio 2020 ha erogato ad Alitalia finanziamenti a titolo oneroso pari a 1,3 miliardi di euro complessivi. Quindi, poi parleremo dei 3 miliardi così aggiunti per la costituzione e la nazionalizzazione della società; sicuramente parlavamo di oneri e, di conseguenza, ricadute sulle spalle dei contribuenti, questa è una cifra importante. Però passiamo alle fasi più recenti. Come ben sappiamo, a causa del sopravvenire della emergenza epidemiologica COVID-19, che, ovviamente, ha vessato il trasporto aereo e a cui è andata incontro naturalmente anche Alitalia, il Governo precedente ha disposto- non sto a ricordarle articoli vari - la nazionalizzazione della medesima compagnia destinando allo scopo 3 miliardi di euro, così decidendo di interrompere l'iter di cessione dei complessi aziendali sul mercato avviato nel marzo 2020, con la pubblicazione del bando. Sicuramente un cambio repentino di rotta che dimostra l'assoluta mancanza di una strategia chiara da parte del precedente Governo, nonché una confusione generale sull'argomento. Comunque, al di là di tutto, - senza ripercorrere anche tutti i vari passaggi della costituzione della società - diciamo che la nuova compagnia pubblica di trasporto aereo ITA doveva predisporre un piano industriale di sviluppo e ampliamento dell'offerta da sottoporre all'approvazione sia delle Commissioni parlamentari competenti per settore che della Direzione concorrenza della Commissione europea. La medesima DG Competition, in data 15 luglio 2021, ha inviato alle istituzioni italiane una lettera, nella quale ha valutato positivamente il piano industriale di ITA, come modificato a seguito delle interlocuzioni avvenute, tante e lunghe. Sappiamo quanto è stata impegnativa per il Governo l'interlocuzione con la Commissione europea. Il giorno stesso il Ministero dell'Economia e delle finanze ha annunciato la partenza operativa di ITA a far data dal 15 ottobre. Il consiglio d'amministrazione della società ha approvato le nuove linee del piano industriale 2021-2025 sulla base di quanto discusso appunto con la Commissione europea.

Per ricapitolare velocemente, il piano in questione prevede che la nuova società ITA procederà nell'immediato all'assunzione di 2.800 lavoratori rispetto al totale di 10.500 dipendenti di Alitalia, per arrivare progressivamente ad assorbire complessivamente, entro il 2025, 5.700 lavoratori. Inoltre, secondo il piano, ITA potrà essere capitalizzata con 1,35 miliardi di euro, suddivisi in 3 tranche, di cui la prima pari a 700 milioni di euro, che permetterà, ovviamente, di partecipare alle gare che verranno bandite per il brand Alitalia. Abbiamo sentito sia le cifre a cui è stato messo all'asta il brand sia le considerazioni dei colleghi, su cui non mi soffermo. Ovviamente, tutti auspichiamo che ITA possa così ottenere che il brand Alitalia non cada in mani straniere. Per l'attività di handling, a Fiumicino è in posizione di maggioranza di una partnership con soggetti privati e, per le attività di manutenzione, in posizione di minoranza - lo chiariamo perché questo è stato definito con la DG Competition - sempre con una partnership con soggetti privati e per le rotte di servizio pubblico, mentre non potrà partecipare alla gara del programma di loyalty Mille Miglia e non potrà rilevare i biglietti prepagati emessi da Alitalia per il periodo successivo al 15 ottobre, data di avvio delle operazioni. Potrà partire con 52 aerei, che poi è la stessa dimensione del piano industriale di dicembre. In termini di slot, dato il principio di proporzionalità tra questi e la capacità di volo alla partenza, sul quale ci si è soffermati in precedenza, ITA potrà acquisire 175 slot giornalieri su Linate (circa l'85 per cento di quelli di Alitalia), 178 su Fiumicino (43 per cento) e quelli che volano su altri aeroporti coordinati in Italia e nell'Unione europea. Non lascia, purtroppo, ben sperare l'annuncio dell'uscita da Assaereo da parte di ITA, finalizzata presumibilmente alla disapplicazione del contratto collettivo nazionale di categoria, uscita che si pone in aperto contrasto con la disposizione prevista dall'articolo 203 del decreto-legge 9 maggio 2020, n. 34, che prevede che i vettori aerei e le imprese che operano e impiegano personale sul territorio italiano, che sono assoggettati a concessioni, autorizzazioni o certificazioni previste dalla normativa Agenzia europea per la sicurezza aerea o dalla normativa nazionale, applichino trattamenti retributivi comunque non inferiori a quelli minimi stabiliti dal contratto collettivo nazionale del settore, stipulato dalle organizzazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative a livello nazionale. Tale disposizione è chiaramente finalizzata a uniformare la tutela dei lavoratori e, quindi, a tutelare le imprese da chi, in questi anni, ha messo in atto iniziative di concorrenza sleale e di dumping sociale.

La situazione, quindi, che si è creata - entriamo nel vivo del discorso - sul piano occupazionale desta moltissime preoccupazioni. Inutile dirlo, sono migliaia i lavoratori che sono con il fiato sospeso, che hanno avviato proteste in tutta Italia, ovviamente angosciati dal futuro, loro e delle loro famiglie, che vivono in un clima di totale incertezza e non sanno che fine faranno dal 15 ottobre in poi, anzi, in molti, dal 22 settembre, quando scadrà la Cassa integrazione. Occorre, dunque, dare risposte e una prospettiva a questi lavoratori, evitando, al contempo, situazioni di tensione sociale e che la situazione possa degenerare, perché, insomma, lo vediamo tutti i giorni attraverso le immagini, purtroppo.

Serve un intervento convinto del Governo per assicurare una forma di tutela e accompagnamento al reddito per tutti i lavoratori Alitalia che non saranno ricollocati entro il 2025. Questa mozione ha ovviamente lo scopo di impegnare il Governo su iniziative necessarie per mantenere attive le certificazioni del personale Alitalia e tutelarne la professionalità, ma ci torneremo . È fondamentale, inoltre, che il Governo garantisca, in qualità di azionista, l'impegno formale di ITA, in linea con il piano industriale approvato dal Parlamento, a partecipare ai prossimi bandi di gara sul ramo handling e sulla manutenzione. Questo ovviamente chiediamo, come chiediamo - lo avevo anticipato - che venga adottata ogni iniziativa utile, anche di carattere normativo, al fine di assicurare la Cassa integrazione per tutti i lavoratori non riallocati, puntando all'offerta formativa degli stessi, per valorizzarne l'esperienza mediante il ricorso a politiche attive del lavoro. Cosa vuol dire? Puntare su una riqualificazione settoriale e una formazione, in modo che siano aggiornati e “skillati” per poter essere inseriti nel mondo del lavoro e poter ovviamente abbandonare la Cassa integrazione. Noi siamo più per le politiche attive del lavoro, che per sistemi di aiuto - lo sappiamo - come reddito di cittadinanza e quant'altro. È ovvio che non possiamo lasciarli soli, ma, secondo noi, bisogna guardare più alle politiche attive del lavoro che ad altro.

Chiediamo altresì che il Governo si impegni a garantire, in qualità di azionista, che ITA non procuri, con eventuali atteggiamenti non collaborativi, disagi nei riguardi dei passeggeri che non sono ancora detentori di titoli di viaggio Alitalia.

Questo è quanto chiediamo. Ovviamente il riferimento al reddito di cittadinanza non riguardava i lavoratori; era un discorso di assistenzialismo, che noi vorremmo evitare, perché credo che la dignità venga dal lavoro e credo che sia qualcosa che i lavoratori - che vengono intervistati in questi giorni e che abbiamo sentito - e i sindacati richiedono fortemente. I lavoratori vogliono lavorare - è chiaro -; chiedono la Cassa integrazione, ma con formazione e quant'altro, mantenendo vive le loro certificazioni, noi dobbiamo aiutarli a rientrare al più presto nel mondo del lavoro. Questo credo che sia un impegno che il Governo deve assumersi con determinazione.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Gariglio, che illustrerà anche la sua mozione n. 1-00515. Ne ha facoltà.

DAVIDE GARIGLIO (PD). Grazie, Presidente. La mozione, che mi accingo ad illustrare è sottoscritta dal gruppo del Partito Democratico, ma altresì sottoscritta dal gruppo del MoVimento 5 Stelle e dal gruppo di Liberi e Uguali. È una mozione su cui, quindi, i colleghi degli altri gruppi interverranno e su cui vorrei spendere poche parole, ma chiare.

Iniziamo da una premessa. Quando si parla della crisi Alitalia, se ne parla spesso come se questa crisi fosse addebitabile a una responsabilità della politica e primariamente a chi siede nei banchi di questo Parlamento o a chi pro tempore siede nei banchi del Governo. Vorrei sommessamente ricordare a chi ha la bontà di ascoltarci che, negli ultimi dieci anni, la società in questione è stata amministrata da cordate private, spesso presentate come il meglio che l'imprenditoria nostrana offrisse, poi supportate da importanti imprese degli Emirati Arabi. Quindi, si tratta di un'operazione di gestione che ha portato risultati fallimentari, ma che non è avvenuta ad opera della mano pubblica. Oggi - e non solo oggi in tutta questa legislatura -, ci siamo trovati a dover far fronte e mettere delle pezze, a provare a trovare delle vie d'uscita a una crisi che era risalente nel tempo. In un contesto molto difficile, i Governi che si sono succeduti hanno dovuto negoziare con la Commissione europea i limiti e le condizioni di un piano di salvataggio di un pezzo di quell'attività aziendale. È stato predisposto un piano industriale approvato dal Parlamento su cui le Commissioni parlamentari si sono espresse. Su questo piano è stata avviata un'interlocuzione, che ha portato a una decisione della Commissione europea, che è stata notificata la scorsa settimana al Governo italiano, decisione che, ad oggi, è a noi ignota. In questa mozione, tra gli impegni, chiediamo al Governo di mettere tempestivamente tutto il Parlamento nelle condizioni di conoscere il contenuto di quella decisione, anche perché quella decisione è richiamata nell'articolo 7, comma 2, del decreto-legge n. 121 del 2021, che noi ci apprestiamo a convertire. Poiché gli effetti di quella decisione sono ope legis automaticamente tradotti in atti del programma industriale, ci troviamo nell'imbarazzo di dover autorizzare sul piano industriale le conseguenze di una decisione che non conosciamo. Questo è il primo contenuto della nostra mozione: il Parlamento sia messo nelle condizioni di conoscere.

Secondo elemento. Sappiamo che i limiti di attività della nuova società determineranno un numero altissimo di esuberi, un numero altissimo di persone che non entreranno nel comparto aviation di ITA o che non avranno prospettive occupazionali altrove. Quindi, il nostro obiettivo, comune ad altre mozioni, è quello che il Governo adotti ogni iniziativa utile, anche di carattere normativo, al fine di assicurare la tutela del reddito dei lavoratori, spesso non più giovani, che non saranno assorbiti dalle imprese che seguiranno la gestione in amministrazione straordinaria di Alitalia. Ogni iniziativa utile dovrà essere adottata anche per i lavoratori del call center, attualmente dislocato in Sicilia, che gestivano i contratti di Alitalia; la nuova società ha messo in gara il servizio e se l'è aggiudicato un soggetto diverso; ad oggi abbiamo 621 lavoratori del call center per cui non c'è nessuna garanzia di futuro occupazionale e su cui chiediamo che il Governo intervenga. Chiediamo, altresì, che si creino le condizioni – penso, ad esempio, al personale di volo - per evitare che il personale che non subentra immediatamente in ITA perda le abilitazioni che danno loro la possibilità di lavorare. Per alcune abilitazioni, ad esempio i brevetti per il volo, è necessaria un'attività di manutenzione e di esercizio costante nel tempo, senza la quale si decade dall'abilitazione. Quindi, occorrerà trovare delle modalità per evitare di pregiudicare i lavoratori su questo punto.

Ma veniamo ad ITA. Quello che è successo in questi giorni ci inquieta molto, quello che succede in questi giorni che, peraltro, ci è stato raccontato in un'audizione nelle Commissioni IX e XI del Senato, dove abbiamo audito il presidente esecutivo e l'amministratore delegato di ITA, audizione che non è purtroppo di dominio pubblico, perché è stata secretata per volontà dei soggetti auditi, che non hanno dato il consenso a che venisse trasmessa sul canale web della Camera. Cosa abbiamo saputo? Abbiamo saputo che ITA ha deciso di non applicare il contratto collettivo nazionale di lavoro del settore del trasporto aereo. Ci è stato risposto “non siamo obbligati, siamo una società nuova, non facciamo parte dell'associazione che l'ha sottoscritto, quindi non l'applichiamo”. Allora, il tema - e lo dico da avvocato - non è sul punto di diritto se ITA è obbligata oppure no a sottoscrivere il contratto collettivo nazionale di settore, il punto è politico. Il tema è: può un'azienda totalmente controllata dalla mano pubblica, di proprietà del Governo e del Ministero del Tesoro, decidere di non applicare la contrattazione collettiva nazionale di settore? Può un'azienda totalmente controllata dalla mano pubblica adottare un proprio regolamento, adottarlo unilateralmente, con cui disciplina l'alfa e l'omega del rapporto di lavoro? Può un'azienda controllata dalla mano pubblica rompere le relazioni sindacali e dire ai sindacati “non preoccupatevi, ci rivedremo, fissiamo già fin da ora il prossimo appuntamento”, ma ad ottobre dell'anno 2022? La risposta per il Partito Democratico è “no”. Io non so cosa pensino gli altri gruppi di questo emiciclo, noi sappiamo quale è la nostra posizione: la nostra posizione è che questo non è accettabile.

A scanso di equivoci, voglio chiarire che abbiamo detto e scritto nella nostra mozione che ITA deve beneficiare di condizioni di flessibilità contrattuali e di costi che siano compatibili con la sua condizione di startup. Non siamo i difensori dello status quo ante: abbiamo detto alle organizzazioni sindacali, quando le abbiamo incontrate in piazza, che devono assumersi questa responsabilità, senza la quale la società non ha un futuro. Sappiamo, crediamo che questa consapevolezza gli interlocutori del mondo sindacale ce l'abbiano ed è doveroso che ce l'abbiano. Quello che non può succedere è che un'azienda di Stato - perché si può anche dire che è un'azienda privata: sì, formalmente è una società per azioni, ma la proprietà è pubblica - faccia saltare le regole, faccia saltare i principi su cui sono stati costruiti decenni di relazioni sindacali in questo Paese. Un'azienda di Stato non può disprezzare il ruolo della contrattazione collettiva nazionale di lavoro. Noi crediamo che non ci sia futuro per ITA, se non dentro il rispetto delle norme della contrattazione collettiva, seppur derogata, ovviamente, sulla base aziendale per tener conto del contesto. Un conto è salvaguardare la cornice, un conto è arrivare, nella congiuntura, a determinare delle norme diverse che consentono la partenza.

Mi permetto di ricordare a chi ci volesse ascoltare dai Ministeri che esiste una norma, l'articolo 2112 del Codice civile. Sul fatto che sia applicabile o meno al caso di specie sorvolo, è un tema che lasciamo agli studi professionali. L'articolo 7, comma 2, del decreto-legge n. 121, che detta una disciplina particolare per la partenza di ITA, non deroga sul punto. Tutto ciò apre la porta a contestazioni infinite: senza un accordo sindacale, senza una pace all'interno dell'azienda, rischiamo 7 mila ricorsi. È un'avventura che abbiamo già visto, che questo Paese ha già visto quando è partita CAI, sappiamo come è andata a finire, la giurisprudenza ai massimi livelli sul punto si è espressa. Invitiamo tutti e, in particolare, il Governo a porre attenzione a questo perché, se questa strada di ricorsi dovesse aprirsi, creeremmo le condizioni inevitabili per un fallimento dell'operazione.

Ricordo, altresì, che questo Parlamento ha convertito in legge il decreto-legge n. 34 del 2020, al cui articolo 203 era previsto un obbligo per tutte le aziende operanti nel settore aeroportuale che avessero stabili basi in Italia ad applicare la contrattazione collettiva nazionale di lavoro del settore, pena la decadenza, la revoca delle concessioni e delle autorizzazioni. Allora, ITA ci dice: “Ma che problema c'è? Noi abbiamo rispettato la norma, laddove la norma dice di uniformarsi ai minimi contrattuali previsti da quel contratto collettivo nazionale di lavoro”. Non è questo il punto; il punto non è di rispettare i minimi, ma è di comprendere quale è il significato di questa disposizione: è quello di tutelare il valore del contratto collettivo nazionale di lavoro, come disciplinato dall'articolo 39 della Costituzione; è quello di assicurare la retribuzione per assicurare al lavoratore e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa, come dice l'articolo 36 della Costituzione; è il tentativo di portare nel mondo aeroportuale una norma che opera da vent'anni nei porti e che ha portato i porti da una deregulation selvaggia a una situazione contrattuale stabile, che ha dato dignità ai lavoratori.

Il nostro intendimento è di diffondere queste norme di tutela del lavoro per dare dignità al lavoratore; è un modello che dovremmo porre nella logistica per non piangere come i coccodrilli quando i poveri lavoratori muoiono per le condizioni di lavoro, o, mi viene in mente, al settore della segnaletica nei contratti autostradali, dove abbiamo situazioni di deregolazione che sono indegne di un Paese civile. Queste norme sono di presidio della legalità, sono garanzie del rispetto delle regole, sono le condizioni per avere una concorrenza vera e non una concorrenza falsata dal dumping salariale e fiscale. Queste norme sono state emesse dal Governo e convertite dal Parlamento per tutelare l'azienda nazionale Alitalia, che ha subito dumping da aziende che venivano a lavorare in Italia applicando regole di altri Paesi e contratti di altri Paesi: sono norme a tutela delle imprese sane, delle imprese italiane.

Vedete, a noi questo spaventa: sappiamo che il Governo si è impegnato ad adottare, in tempi velocissimi, un disegno di legge sulla concorrenza in attuazione degli impegni contratti con Bruxelles. Noi vorremmo che nella legge sulla concorrenza venissero perseguiti gli obiettivi che ho appena enunciato. A volte, invece, ci sembra che la concorrenza sia rendere più poveri quelli che sono più deboli, invece che mettere tutte le imprese nella condizione di giocarsela su un piano di parità nel rispetto di norme fondamentali. Mi sia consentito l'inciso: il guardiano della concorrenza, l'Autorità antitrust, in una pronuncia, ha indicato al Governo l'obiettivo di rimuovere i limiti all'autoproduzione, cioè di consentire agli armatori che vengono con le loro navi nei porti, di caricare e scaricare la nave con il loro personale e non con il personale dei porti. Traduco: è un po' come se l'aereo della Lufthansa arrivasse a Fiumicino e usasse i propri stuart e le proprie hostess per scaricare e caricare i bagagli e fare rifornimento. Ci pensate? Ma le tre imprese che hanno vinto il contratto di handling all'aeroporto di Fiumicino e che, per farlo, hanno dovuto mettere base a Fiumicino, assumere persone a Fiumicino con il contratto nazionale di lavoro italiano, che pagano le tasse in Italia e che hanno mezzi in Italia sarebbero defraudate, perderebbero tutto, a favore di imprese che, invece, stanno all'estero e pagano le tasse all'estero. Questo è quanto l'Autorità Antitrust vuole imporre nel disegno di legge della concorrenza. Allora, a qualcuno, in questo caso, dovremmo far capire che si tratta, nel caso di armatori, di imprese internazionali che non pagano le tasse in Italia e che, quando le pagano (perché sono navi iscritte nel Registro italiano e internazionale) sono imprese che hanno una disciplina del contratto di lavoro che prevede una decontribuzione di quei lavoratori e che prevede una tassazione di quelle imprese basata sulla tonnage tax, cioè sul peso della nave, sul volume della nave e non sugli utili. Tutto questo ci fa venire molte preoccupazioni su come qualcuno intende il concetto di concorrenza.

Veniamo di nuovo - e mi scuso per la digressione - sulla questione Alitalia, anzi, su un tema che travalica i confini dell'Italia, perché non c'è più il tema della questione Alitalia o ITA. Se, oggi, ITA, un'azienda al cento per cento dello Stato, non riconosce il ruolo della contrattazione collettiva nazionale di lavoro, non rispetta l'articolo 2112 del codice civile e non assume le persone dell'azienda di cui assume un ramo d'azienda, domani ogni azienda in questo Paese, che sia pubblica o privata, potrà fare altrettanto, e non ci sarà alcuna autorità morale, prima che giuridica, dello Stato italiano e dei Ministri del Governo italiano - chiunque siano - a dire “non fatelo”. Saltano i princìpi delle relazioni sindacali che hanno tenuto insieme questo Paese, e penso solo ai Governi Amato e Ciampi, ai momenti difficili di crisi in questo Paese, in cui le parti sociali sedettero e firmarono dei protocolli sulle relazioni industriali che hanno tenuto insieme il Paese in fase di difficoltà.

Passiamo oltre. L'articolo 203 che ho richiamato - l'ha voluto il Governo italiano, il Parlamento lo ha convertito - dice che tutte le imprese che stanno negli aeroporti o quelle che stanno in subappalto per conto loro negli aeroporti, devono uniformarsi alle norme del contratto collettivo nazionale di lavoro. Sapete che è passato un anno da quando è uscita questa norma? Sapete che questa norma non è ancora stata attuata? Allora, il successo di ITA, la tutela dei lavoratori, si impone, dal Governo, applicando queste norme, non facendone delle inutili grida manzoniane. Applicando queste norme e revocando le concessioni e le autorizzazioni a operare in ambito aeroportuale a quelli che non le rispettano, noi creiamo le condizioni per far sì che venga armonizzata la normativa applicata a tutti i lavoratori e che prevalgano le imprese più competitive, non quelle che approfittano di più del fattore lavoro.

Un partito popolare, come vuole essere il Partito Democratico, su questi temi non può avere dubbi su da che parte stare. Noi richiamiamo, quindi, il Governo a creare un tavolo istituzionale in cui far sedere ITA e le organizzazioni sindacali e a riaprire subito il negoziato fra le parti. Richiamiamo il Governo a chiedere alla sua controllata ITA di applicare il contratto collettivo nazionale di lavoro del settore. Richiamiamo il Governo ad assumere in via prioritaria i lavoratori di Alitalia che oggi sono in Cassa integrazione o che domani saranno in Cassa integrazione. Ci risulta che solo nella giornata di ieri una ventina di piloti siano stati assunti fuori da quel bacino di personale. Sapete che succede? Che venti piloti che lavoravano in altre aziende, domani lavoreranno in ITA, ma quei venti posti saranno posti di persone che rimarranno in carico al Ministero dell'Economia e delle finanze, in carico al Ministero del Lavoro, e a cui dovremo garantire una continuità di reddito. Allora, chiediamo che in via prioritaria si attinga dal bacino dei lavoratori che sono oggi in Alitalia.

Ci è stato riferito - e vogliamo non crederlo, ma lo citiamo come ci è stato riferito - che nel corso delle assunzioni fatte oggi sarebbero state assunte intere categorie di lavoratori provenienti da corsi, da momenti di immissione in ruolo, persone che sono state immesse in ruolo nello stesso momento. Tutti i lavoratori di quelle immissioni in ruolo sono stati assunti, tranne coloro che hanno fatto attività sindacale in questi mesi. Se fosse così - e lo poniamo in forma dubitativa, per rispetto - questa condotta per noi sarebbe assolutamente inaccettabile e state pur certi che torneremo su questi banchi a parlarne.

Noi siamo tifosi dell'Italia e siamo anche stati, in questa veste, sostenitori di un'operazione per evitare che un brand storico dell'Italia, un marchio noto in tutto il mondo, potesse cadere in una situazione deprecabile di fine aziendale. Siamo stati a favore di tutto questo, ma vogliamo che questa operazione si svolga nel rispetto delle regole e nel rispetto delle cornici istituzionali e di relazioni sindacali che in questo Paese sono state sempre adottate. Se così sarà, in noi questa operazione avrà dei difensori determinati; se non sarà così, avrà delle persone che non avranno nessun riguardo a venire in quest'Aula e a dire e a fare tutto ciò che dovrà essere fatto a tutela delle persone più deboli.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Nobili, che illustrerà anche la sua mozione n. 1-00516.

LUCIANO NOBILI (IV). Grazie, Presidente. Quando discutiamo della crisi Alitalia e del futuro di ITA, io credo che, come ho già detto in altre occasioni, anche in quest'Aula e nel lavoro lungo e condiviso che abbiamo fatto con alcuni dei colleghi che sono anche intervenuti qui, oggi, in Commissione, è necessario uno sforzo di serietà, di responsabilità e anche uno sforzo di verità, sul quadro che abbiamo conosciuto in questi anni e sul quadro che affrontiamo oggi, che peraltro è in continuo mutamento e in continuo aggiornamento. E anche il piano industriale di ITA, rispetto a quando ero relatore in Commissione - lo abbiamo approvato ormai a marzo di quest'anno - ha ovviamente subìto diverse modificazioni, intanto perché parliamo di un asset che forse non è più del tutto strategico per il nostro Paese, la compagnia di bandiera, però non lo è per evidenza dei numeri. Nel pre-pandemia Alitalia era una compagnia che riusciva a coprire solo l'8 per cento del traffico internazionale da e per il nostro Paese: già questo dato certifica una condizione di subordinazione, di minoranza, di relatività rispetto al ruolo di quella che doveva essere la compagnia di bandiera. E parliamo di un'azienda che ha consumato in questi anni ingenti risorse pubbliche, perché quando parliamo di Alitalia, della crisi che ha conosciuto in questi anni e del futuro, della fase di startup di ITA, noi prendiamo in considerazione tutte le categorie che devono essere prese in considerazione: il sistema Paese, la competitività, il nostro sistema aeroportuale, tutte le persone che lavoravano nella compagnia preesistente, oggi in amministrazione straordinaria, e che hanno delle legittime preoccupazioni sul loro futuro lavorativo, il personale che sarà assunto in ITA, tutto l'indotto del settore del trasporto aereo; siamo ben oltre i 10 mila dipendenti diretti che aveva e che ha tuttora Alitalia. Ma noi dobbiamo preoccuparci anche degli italiani, dei contribuenti, di tutti coloro che, negli ultimi 15 anni, sono intervenuti, tramite la fiscalità generale nella vicenda Alitalia con un esborso pari quasi a 8 miliardi di euro: 3 li abbiamo corrisposti solo nell'ultimo anno e mezzo, con diverse erogazioni alla compagnia in amministrazione straordinaria, per consentirle di continuare a funzionare anche nei mesi difficilissimi della pandemia. Quindi, è una interlocuzione di cui bisogna tenere conto, è una realtà di cui bisogna tenere conto, sono risorse del Paese sottratte ad altro. Per cui noi, quando affrontiamo questo tema, dobbiamo fare questo sforzo di responsabilità e di verità.

Noi veniamo da quattro anni di amministrazione straordinaria, cominciata nel 2017, c'è stata la pandemia di mezzo, ma questa compagnia sta persino peggio, dopo quattro anni di amministrazione straordinaria, di quanto stesse quando l'amministrazione straordinaria è cominciata. Per bocca dell'allora Ministro dei Trasporti, quella compagnia non era più in grado di stare sul mercato, che non stava più in piedi, era una compagnia che perdeva 700, 800 mila euro, 1 milione di euro al giorno, in alcune giornate si è arrivati a stimare una perdita di 2 milioni di euro al giorno per Alitalia; una compagnia che, paradossalmente, più volava e più perdeva, perché quando penso ai dati del 2018, c'è stato un aumento del numero dei passeggeri, ma c'è stato anche un aumento delle perdite, cioè era una compagnia così male organizzata per cui si perdeva, anche se si volava di più. La pandemia ha dato un colpo di grazia a tutto il sistema del trasporto aereo, come ben sapete, e, in questo quadro, la pandemia stessa si è abbattuta come una mannaia su tutto il comparto, ma mentre chi aveva fondamentali buoni è riuscito a rimanere in piedi, anche con aiuti economici sostanziosi, una compagnia come Alitalia ha definitivamente compiuto il suo percorso e, quindi, oggi è alla fine del percorso di amministrazione straordinaria. In questo percorso, noi abbiamo compiuto scelte che, anche teoricamente, come forza politica, non condividevamo, penso alla scelta della nazionalizzazione, di una nuova compagnia che ha il 100 per cento del capitale sociale in mano al MEF, in mano allo Stato. È una scelta che non condividevamo in linea di principio, ma è una scelta che si è resa necessaria, e noi, come sempre, abbiamo fatto la nostra parte. E, in questo percorso, nel 2020 e nel 2021 ci sono stati numerosi stop and go. Ripeto, noi abbiamo approvato un piano industriale presentato prima a dicembre, approvato a marzo, che poi è cambiato più volte, adattandosi alle mutevoli condizioni. In particolare, è cambiato nell'interlocuzione con la Commissione europea perché è stato un difficilissimo e lungo lavoro di interlocuzione con la Commissione europea, che ha posto vincoli molto stringenti e molto seri all'azione e alla fase di startup di ITA. Questo piano industriale è poi cambiato anche successivamente, tanto è vero che proprio ieri abbiamo svolto un'audizione con il presidente Altavilla e l'amministratore delegato Lazzerini che ci hanno portato in Commissione un aggiornamento del piano industriale, anche relativo ad alcune condizioni che sono mutate nel contesto. Ne cito una, per tutte: l'aumento, ingentissimo, figlio degli effetti della pandemia, del costo del carburante, che costringe la compagnia a rivedere il proprio piano. Ne cito un'altra: il ritardo con cui l'interlocuzione con la Commissione europea ha portato allo scioglimento di questo nodo – peraltro, sarebbe opportuno che il Parlamento fosse messo in condizione, dal Governo, il prima possibile, di avere tutti questi documenti, perché poi l'atto finale della Commissione non lo abbiamo nelle nostre disponibilità - ha comportato un ritardo ingentissimo. Il piano industriale di ITA 2021-2025 si basava, almeno per il 2021, su una partenza considerata strategica entro il mercato estivo, ossia la possibilità di partire cogliendo l'opportunità della ripartenza del trasporto aereo che si è verificata fortunatamente con l'arrivo del vaccino, con l'arrivo del green pass, e che ha coinciso con la fase dell'estate. Partire il 15 ottobre – quando, grazie a Dio, finalmente ITA avvierà la sua attività - è molto penalizzante.

Quindi, anche solo queste due condizioni mutate che vi ho citato hanno portato a una revisione profonda di quel piano industriale e sono stati numerosi gli stop and go in questo percorso. Dicevo che la Commissione europea chiede una profonda discontinuità e dà una serie di disposizioni, in alcuni casi anche discutibili e per le quali sarebbe opportuno che il Governo avviasse un'interlocuzione rinnovata con la stessa Commissione europea. Ne cito una per tutte: la Commissione europea prescrive per ITA l'impossibilità di beneficiare sugli slot di cui sarà titolare presso gli aeroporti italiani dei vantaggi che, con la pandemia, sono stati concessi alle altre compagnie, ossia la possibilità di conservare gli slot anche non volando, in assenza di domanda. ITA sarà costretta a far volare voli vuoti o semivuoti, con un nocumento economico e, mi permetto di dire, anche ambientale, perché un volo che vola vuoto è un nocumento anche ambientale, solo per non perdere gli slot che deciderà e che sta decidendo di conservare, circa il 70 per cento di quelli che aveva. Per cui, se da una parte, gli obiettivi e le prescrizioni generali della Commissione europea sono da noi condivisi, in particolare il principio della discontinuità aziendale rispetto alla gestione di Alitalia – e, diamine, se è necessaria una discontinuità, noi abbiamo bisogno di una compagnia che si regga in piedi, di una compagnia che stia sul mercato, di una compagnia agile, dinamica, in grado di competere su un mercato del trasporto aereo in continua evoluzione e in continuo cambiamento, quindi la discontinuità va benissimo - alcune delle disposizioni rischiano di penalizzare eccessivamente ITA, e per questo chiederemo al Governo di continuare un lavoro di interlocuzione, anche se la trattativa si è conclusa.

Dentro questo quadro ci sono alcune prescrizioni e alcuni impegni, che noi abbiamo inserito nella nostra mozione, che secondo noi sono molto importanti e di cui bisognerà tenere conto, e speriamo che il Governo tenga conto di questi impegni nell'attività di partenza della compagnia. Intanto, un fatto proprio di prospettiva: sono stato contento di sentirlo nelle parole che ci sono state dette in audizione, ma è bene che tutti lo si condivida, e cioè Alitalia non ha un futuro da sola, isolata, come compagnia stand-alone.

Alitalia ha bisogno, e ne dipende in maniera esiziale il suo futuro, della costruzione di una partnership strategica, inizialmente commerciale ma il prima possibile industriale, con un grande vettore che le consenta di competere sul mercato che è quello più profittevole oggi e che si va riaprendo - a novembre riapriranno le rotte con gli Stati Uniti - e cioè il mercato internazionale, delle tratte intercontinentali, del lungo raggio. Quella è la prospettiva di business, la prospettiva di posizionamento di una compagnia che affronta la sfida del mercato e vuole stare sul mercato. Da questo punto di vista, l'individuazione di una partnership nel più breve tempo possibile, vagliandola con gli advisor, che ci stanno lavorando, e con il management di ITA, che su questo è sicuramente impegnato, per noi è un punto cruciale. ITA non può fare lo stesso errore di Alitalia, ITA non può pensare di competere in questo mercato del trasporto aereo da sola, ITA deve costruire una partnership strategica.

Questa strategia e questa partnership, lo dicevo, devono essere legate alla grande ripartenza del traffico internazionale, del mercato di lungo raggio; per noi, questo è assolutamente necessario. È necessaria un'interlocuzione, lo dicevo, con la Commissione per rivedere alcuni dei punti all'esito di questa trattativa - citavo quello degli slot, ce ne sono altri – e, quindi, un supplemento di negoziazione è sicuramente positivo.

Poi, abbiamo bisogno anche di un impegno della nuova azienda a recuperare alcuni degli asset strategici di Alitalia, su cui anzi Alitalia aveva delle performance positive e anche del know-how importante. Penso all'handling e al maintenance, all'handling e alla manutenzione: sono due ambiti, due asset che la Commissione europea ha previsto che siano messi a gara. Su uno dei due c'è anche una prescrizione sulla quota che ITA può detenere, ma noi crediamo che sia importante e crediamo che il Governo debba dare a una società che sta sul mercato e che opera in regime di concorrenza un input molto forte per partecipare, ove è necessario con un partner, ove non è necessario anche da sola, a queste gare, per recuperare handling e manutenzione, che nel nostro immaginario, nel nostro disegno di una compagnia che funziona, che sa stare sul mercato, sono strategici. Quindi chiediamo con forza al Governo che ci sia un impegno su questo da parte dell'azionista nel richiedere al management di ITA di partecipare con forza e con decisione a queste gare. Allo stesso tempo, è bene che il Governo, nel rispetto delle garanzie di discontinuità, chieda anche al team dei commissari che gestiscono l'amministrazione straordinaria di lavorare nell'interesse del Paese, di farlo in maniera rapida e di mettere in condizione Alitalia, con la migliore messa a gara possibile di questi asset, di partecipare per ITA. Queste gare devono essere svolte rapidamente e in maniera efficace. Abbiamo delle perplessità, ad esempio, sulle modalità che si stanno adottando per la messa a gara del brand ma, in ogni caso, queste gare si devono svolgere, è una prescrizione della Commissione. È bene che la parte dell'amministrazione straordinaria faccia il suo meglio per rendere queste gare rapide e per consentire a ITA e a chiunque altro voglia partecipare di affrontarle.

Poi c'è tutto il tema del lavoro, che è stato toccato anche dai colleghi che hanno parlato prima di me. C'è una preoccupazione legittima dei tanti lavoratori che oggi fanno parte di Alitalia e non sanno se avranno l'occasione di mettere a disposizione la loro professionalità e spesso le professionalità dei dipendenti Alitalia, dei piloti e non solo, di tutto il personale, degli assistenti di volo, sono professionalità importanti. Però noi dobbiamo, anche qui, pronunciare parole di serietà e quando dico questo dobbiamo intenderci: una compagnia aerea che sta sul mercato non è un ammortizzatore sociale, una compagnia aerea che sta sul mercato, se funzionerà e se sarà messa nelle condizioni di fare e di raggiungere gli obiettivi che si dà nel piano industriale, potrà assorbire molto di quel personale. Certo non, come diceva qualcuno prima di me, in maniera diretta, perché su questo c'è una prescrizione decisa, netta della Commissione europea, che prevede che quelle professionalità siano reperite sul mercato, certamente anche partendo dai dipendenti di Alitalia. Però, oggi nel ramo aviation di Alitalia in amministrazione straordinaria lavorano poco meno di 4.500 persone. Nel piano industriale che ci è stato presentato, ITA prevede, qualora le cose funzionino, di arrivare, già nel 2023, a più di 5.000 dipendenti nel ramo aviation e, nel 2024, addirittura a 5.500. Sono numeri che riguardano il ramo aviation, che è l'unico che oggi ITA detiene, e che potranno addirittura aumentare se ITA dovesse vincere le gare per handling e manutenzione. Quindi, se ITA vincerà la sua scommessa - e il compito della politica è quello di aiutarla ma di aiutarla a stare sul mercato, di aiutarla a competere, di aiutarla a non dipendere più dal contributo statale -, se ITA funzionerà e vincerà la sua scommessa ci saranno grandi occasioni occupazionali e anche la possibilità di assorbire molte delle persone che oggi lavorano in Alitalia. È ovvio che per le 7.000 persone, e forse di più, che oggi non andranno a far parte di ITA - che comunque per il 2021 ha l'impegno ad assumere tutto quanto il personale e la Commissione europea l'autorizza ad assumere - c'è bisogno dell'intervento del Governo e l'intervento, però, deve essere del Governo e non di ITA. Non si può delegare a un'azienda, che deve competere sul mercato, quello che invece è compito del Governo. Penso a risposte in termini di ammortizzatori sociali, penso a risposte in termini di prepensionamenti, penso a risposte soprattutto in termini di politica attiva del lavoro. Abbiamo delle professionalità importanti che devono essere salvaguardate e devono avere la possibilità di aggiornarsi, devono avere la possibilità di non perdere la loro abilitazione al volo perché, come sapete, se non volano per un tot di tempo non possono mantenere l'abilitazione e questo comporterebbe una grave perdita in termini di professionalità. Da questo punto di vista ci vuole un impegno forte del Governo.

Mi permetto di aggiungere un impegno del Governo anche a tutela di tutti gli italiani che oggi hanno acquistato e prenotato biglietti con la compagnia in amministrazione straordinaria. Dovrà essere garantito a tutti il rispetto di quanto hanno speso e dei titoli di viaggio che hanno acquisito. Poi - e qui ci possono venire in aiuto anche il PNRR e tutte le risorse che metteremo in campo per la transizione ecologica del Paese - c'è bisogno di un impegno forte sull'intermodalità, di un impegno forte, anche qui, da parte del Governo per garantire che la strategia di ITA, che oggi poggia su due hub in particolare, quelli di Roma Fiumicino e di Milano Linate, sia accompagnata da un lavoro importante sull'intermodalità, in particolare ferroviaria, per agevolare e consentire questo lavoro, cioè la competitività di quei voli e la competitività di quelle realtà aeroportuali.

Noi faremo su ITA ciò che abbiamo fatto fino a oggi, quando eravamo più convinti e quando eravamo meno convinti. Tutte le scelte necessarie che serviranno avranno l'appoggio di Italia Viva. Però, il messaggio che mandiamo è questo: nessuno pensi, la politica non pensi e il Parlamento non pensi - soprattutto ora che affrontiamo questa discussione nel corso di una campagna elettorale e, quindi, è facile lasciarsi andare a promesse - di lasciarsi andare a discorsi che poi rischiano di compromettere il futuro di un'azienda che nasce. Il Governo deve impegnarsi per la tutela dei lavoratori ma il Governo e il Parlamento devono impegnarsi per lasciar volare questa compagnia, senza metterle sulle ali dei gravami che possano far fallire questa esperienza, così come sono fallite esperienze in precedenza. Da questo punto di vista, tutto il nostro impegno ma anche tutta la nostra vigilanza, perché con ITA non accada quello che in questi anni è successo con Alitalia (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole De Girolamo, che illustrerà la mozione Mugnai ed altri n. 1-00517, di cui è cofirmatario.

CARLO UGO DE GIROLAMO (CI). Grazie, Presidente. Colleghi, la mozione che il mio gruppo, il gruppo di Coraggio Italia, ha sottoscritto e che vado testé a illustrare riguarda quello che per anni è stato uno dei principali asset del nostro sistema economico. Su Alitalia, infatti, tanto in questa quanto nella passata legislatura, sono stati adottati importanti provvedimenti destinati ad assicurare proprio la continuità operativa e gestionale di tutte le società del gruppo - oggi però sottoposte ad amministrazione straordinaria - al fine di garantire la continuità del servizio del trasporto aereo.

La questione relativa ad Alitalia, come ricordavano anche tutti i colleghi che mi hanno preceduto, è sempre stata cruciale nel nostro dibattito politico, e anche l'animo con cui oggi ci troviamo noi, qui, a discutere lo dimostra. E lo dimostra, ancor più, il fatto che oggi la nostra ex compagnia di bandiera si prepara ad ammainare questa bandiera, proprio a partire dal 15 ottobre prossimo. Quindi, noi oggi ci troviamo ad operare in uno scenario legislativo che viene definito dalle disposizioni del già citato decreto-legge n. 34 del 2020, con il quale si è provveduto proprio alla costituzione di una nuova società di trasporto aereo, la Italia Trasporto Aereo, appunto ITA, con un piano industriale della nuova società, che ha linee guida che delineano una società profittevole sicuramente, in uno scenario di ripresa di domanda di mercato e in netta discontinuità rispetto ad Alitalia. In termini di struttura, queste linee guida configurano anche la nuova società come una holding, una holding cooperativa che gestirà direttamente il ramo volo, destinata poi a controllare due società specializzate e ad aprirsi anche a partnership con primari operatori per la manutenzione e l'handling. Nelle linee guida si prospettano anche potenziali sviluppi futuri verso le attività collegate al ramo volo, come, ad esempio, i voli charter destinati al settore turistico, ma anche alla valorizzazione del business cargo o in joint venture o in partecipazioni di minoranza con operatori specializzati. Quindi, dal piano operativo, emerge che ITA opererà rotte profittevoli e rotte di presidio di fideraggio, ossia rotte che perseguono l'obiettivo di presidiare mercati rilevanti e connettere, quindi, adeguatamente i clienti, con altri voli.

Nel corso dell'audizione del Governo del 28 luglio scorso, presso le Commissioni riunite trasporti e attività produttive di questa Camera, è emerso, come già si ricordava, che ITA potrà partecipare, ad esempio, alle gare bandite per il brand dell'Alitalia, alla manutenzione, all'handling e alle rotte di servizio pubblico, ma non potrà partecipare alle gare del programma di loyalty, le cosiddette MilleMiglia e, ancora - per brevità non le elencherò tutte, ma elenco le principali - non potrà fornire il servizio per i biglietti prepagati, emessi già da Alitalia nel periodo successivo al 15 ottobre, e acquisirà solo una parte degli slot, per esempio 175 slot giornalieri su Linate (oggi circa l'85 per cento di quelli di Alitalia) e 178 su Fiumicino.

Anche rispetto al sistema delle flotte, la nuova compagnia conterà su 52 aerei e il 13 per cento di questi saranno adatti a lungo raggio; nel 2025, si prevede di raggiungere, però, una flotta di 105 aerei, di cui circa il 22 per cento a lungo raggio. L'obiettivo, quindi - lo si ricordava già -, nel 2025 è di arrivare con il 77 per cento della flotta aerea formata da nuovi aeromobili, aeromobili di nuova generazione, quindi, che consentano di ridurre consumi e impatto ambientale.

Poi c'è il capitolo lavoro. Oggi, rispetto al totale di circa 10.500 dipendenti di Alitalia, la nuova società prevede di assumere inizialmente 2.800 lavoratori e arrivare poi, progressivamente, ad assumerne, entro il 2025, 5.500. Per cui è di tutta evidenza, Presidente e colleghi, che le questioni, a cui noi tutti oggi - e il Governo che è qui presente in particolare - siamo chiamati a risolvere, riguardano il futuro di migliaia di lavoratori, ma riguardano anche il rilancio della compagnia, tutti quei nodi critici, quei costi superflui e anche quelli da tagliare. Ma riguardano anche la definizione del leasing degli aeromobili e le considerazioni su rotte e collegamenti essenziali, in tutti quei territori, ad esempio, non raggiunti dall'alta velocità. Penso, ad esempio, ai territori del Sud. Infine, un piano per l'intermodalità. Tutte questioni che, con la nostra mozione, vogliamo toccare e che questa mozione vuole appunto affrontare e stimolare nel dibattito. Con questa mozione, però, chiediamo anche nuovi investimenti, così come rassicurazioni sull'intero indotto, sul fatto che, ad esempio, i comparti di handling e manutenzione non diventino uno spezzatino, perdendo così competenze preziose. Rassicurazioni che investono anche l'asset cargo di Alitalia, affinché possa rimanere profittevole e strategico, facendo sì che la nuova compagnia possa, quindi, partecipare ai prossimi bandi di gara. È del tutto evidente, dunque, che con questa nostra mozione chiediamo perciò al Governo di impegnarsi per monitorare costantemente, affinché la nuova società si sviluppi secondo criteri più profittevoli, più sostenibili e criteri di mercato, rispetto a quelli applicati da Alitalia, coerentemente con il piano industriale aggiornato. Questo perché l'Italia non può farsi trovare impreparata rispetto alla riapertura dei traffici aerei che adesso il post-COVID impone.

Il piano industriale di ITA dovrà pertanto mostrarsi coerente e all'altezza delle sfide che il nostro Paese, a spiccata vocazione turistica, lo ricordo, deve poter cogliere, anche alla luce delle ingenti risorse che il PNRR ha immesso verso una mobilità sempre più integrata.

Ecco perché ci appare molto urgente – e pertanto chiediamo rassicurazioni al Governo in merito, appunto - il riassorbimento, ad esempio, del personale Alitalia in ITA, garantendo una sua tutela con adeguati ammortizzatori sociali, prevedendo ove possibile l'applicazione di politiche attive del lavoro, lo ripeto, politiche attive del lavoro, ovvero prepensionamenti del personale non assorbito. Voglio infatti ricordare che la dignità del lavoro dipende proprio anche da come le leggi e da come noi tutti, qui, tuteliamo i lavoratori.

È importante, altresì, che il Governo intervenga con scelte serie e ponderate su tutti gli aeroporti nazionali che tengano conto del presente e del futuro della nuova compagnia, vigilando affinché sia assicurato un adeguato ed efficiente servizio sul territorio nazionale, in termini di tratte coperte, di frequenza di voli, ma anche di tariffe, garantendo cioè la piena tutela dei diritti dei passeggeri.

Poi, c'è il capitolo sostenibilità; la sostenibilità di cui si discute oggi non è solo quella economica, noi riteniamo che debba esserci anche sostenibilità nei trasporti; per questo motivo, sull'integrazione di un piano di intermodalità ferroviaria e portuale al piano industriale già approvato da questo Parlamento chiediamo al Governo un impegno serio, un impegno coerente, anche con quelle politiche di transizione ecologica che intende perseguire, nel corso del suo mandato.

C'è, infine, un ultimo punto da sottolineare, ma non per questo meno importante. Prima con Alitalia e, oggi, in ITA abbiamo investito, abbiamo immesso liquidità, abbiamo investito denaro pubblico e perciò non dobbiamo abdicare alla nostra funzione di controllo di gestione. Avendo investito denaro pubblico, quindi, è necessario vigilare con grandissima attenzione sulle strategie di riduzione dei costi, lo ricordavo poc'anzi, sul numero di aeromobili e sui rischi di esuberi, perché il tema vero su cui si misurerà il rilancio della vecchia compagnia di bandiera sarà l'efficienza della nuova compagnia, pur nella discontinuità che la stessa Unione europea ci chiede.

Confidiamo, perciò - grazie all'apporto delle sollecitazioni che oggi questo Parlamento e tutti i colleghi hanno espresso e all'impegno che il Governo vorrà assumersi - che la bandiera del turismo e dell'Italia nel mondo, che per anni è stata appunto rappresentata da Alitalia e che, comunque, rappresenta un importante tratto del nostro essere cittadini in Europa e nel mondo, possa così tornare a volare, a volare ancora più in alto.

Noi, come gruppo Coraggio Italia ci siamo e ci saremo anche per supportare questa mozione e, dunque, chiediamo di nuovo un impegno serio e coerente al Governo con quanto testé detto (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Davide Aiello. Ne ha facoltà.

DAVIDE AIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi, membri del Governo, è sotto gli occhi di tutti la complessità e la delicatezza di tutta la vicenda - e lo dimostra anche questa discussione generale -, che coinvolge il passaggio da Alitalia alla nuova compagnia ITA e, quindi, coinvolge gli ex lavoratori e le ex lavoratrici di Alitalia. Nonostante la nuova società ITA si fosse impegnata ad assumere gli ex dipendenti della compagnia di bandiera, ciò che emerge negli ultimi giorni è, a dir poco, preoccupante e pone a noi e al Governo domande e, soprattutto, richiede risposte all'altezza della situazione.

Il settore aereo ha pagato un prezzo altissimo alla pandemia, nonostante abbia fatto di tutto per garantire un servizio pubblico all'altezza della situazione. Il piano industriale predisposto dalla nuova compagnia parlava chiaro: impegno di assumere da subito 2.800 lavoratori, per arrivare a 5.700 lavoratori nel 2025. Molti di questi, purtroppo, non saranno i dipendenti ex Alitalia e questa è una decisione unilaterale da parte dell'azienda, che fa venir meno, di fatto, l'impegno che, invece, aveva assunto. Poi, esiste anche un'ipotesi per cui ITA non applichi il contratto collettivo nazionale di lavoro; se così fosse, questo sarebbe un fatto, per noi, inaccettabile. Il nostro dovere, quindi, il dovere della politica è accompagnare questa transizione, salvaguardando i livelli occupazionali, tutelando i tanti che da questa operazione rischiano di uscirne purtroppo sconfitti.

Parliamo, in totale, di 10.500 famiglie e, mi permetta, Presidente: 10.500 famiglie sono davvero tante, sono troppe; rischiamo una vera e propria crisi sociale, che al momento si sta già palesando.

La nuova compagnia ITA, come società pubblica, ovviamente non può chiamarsi fuori da tutto questo. Ce lo conferma anche la normativa vigente, come l'articolo 203 del “decreto Rilancio”, approvato da questo Parlamento, che prevede che tutti i vettori aerei e le imprese che operano e impiegano personale sul territorio italiano applichino ai lavoratori italiani trattamenti retributivi non inferiori a quelli minimi stabiliti dal contratto collettivo nazionale del settore, stipulato dalle organizzazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative.

Più volte le lavoratrici e i lavoratori ex Alitalia sono scesi in piazza, anche in questi giorni, per difendere il diritto al lavoro, per chiedere un futuro sereno per sé e per le loro famiglie. Fra questi voglio anche ricordare, Presidente, i dipendenti di Almaviva di Palermo e di Rende che, da oltre vent'anni lavorano per il servizio clienti di Alitalia, fornendo il servizio di assistenza clienti e call center. Bene, la nuova compagnia ITA, invece, ha assegnato alla società alla società Covisian la gestione del call center, senza alcuna previsione di tutela occupazionale nei confronti dei lavoratori Almaviva. Cosa pensiamo di fare di questi lavoratori? Pensiamo di disperdere la loro esperienza, disperdere il loro know-how? Questo ovviamente non lo permetteremo mai. È una situazione molto delicata, Presidente, che impone di essere accompagnata, soprattutto alla luce delle grandi sfide che ci attendono grazie anche ai fondi che arriveranno dal Next Generation EU, grazie anche al presidente del MoVimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, che è riuscito a ottenere queste importanti risorse a livello europeo. La nostra responsabilità, quindi, è quella di tutelare il lavoro, di tutelare il reddito di tante famiglie che sono coinvolte in questo passaggio, in questa transizione, e di scongiurare l'enorme tensione sociale che già in questi giorni abbiamo visto nelle piazze. Il Governo ha il compito di convocare al più presto la società e i sindacati e fare da mediatore tra queste parti, arrivando a una soluzione condivisa e prevedendo misure adeguate e ammortizzatori sociali che accompagnino i lavoratori nei prossimi mesi. Per questo, con la nostra mozione chiediamo al Governo di adottare iniziative utili, di carattere normativo, per sostenere il reddito dei lavoratori di Alitalia. Parliamo di oltre 7.000 dipendenti che, da domani, resteranno senza lavoro e senza Cassa integrazione. Occorrono iniziative che dovranno, per forza di cose, coprire tutta la durata del piano industriale presentato da ITA.

Il Governo deve anche adottare iniziative utili ad assicurare la validità dei brevetti del personale Aviation, senza i quali, ovviamente, questi lavoratori non potrebbero più lavorare.

Dobbiamo anche adottare iniziative utili, anche di carattere normativo, atte a realizzare la piena tutela dei lavoratori del servizio clienti, come ricordavo prima riferendomi ai lavori di Almaviva. Come azionista della compagnia, il Governo deve garantire che ITA partecipi ai prossimi bandi di gara previsti per l'assegnazione di importanti servizi come la manutenzione e l'handling. Infine, il Governo deve vigilare affinché sia rispettata rigorosamente la prescrizione dell'articolo 203 del “decreto Rilancio” nell'applicazione da parte di ITA del contratto collettivo nazionale del settore aereo. Queste sono per noi condizioni imprescindibili e mi auguro, e sono sicuro, che il Governo porrà veramente la massima attenzione per tutelare i lavoratori e tutte le famiglie che stanno attraversando un momento veramente difficile.

PRESIDENTE. Non essendovi altri iscritti a parlare, dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali. Il Vice Ministro Todde intende intervenire? Non intende farlo.

Il seguito della discussione è quindi rinviato ad altra seduta.

Annuncio dell'elezione del Vicepresidente della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza.

PRESIDENTE. Comunico che la Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza ha proceduto in data odierna all'elezione di un Vicepresidente. È risultato eletto il deputato Paolo Siani.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 23 settembre 2021 - Ore 9,30:

1. Seguito della discussione dei disegni di legge:

S. 2308 - Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2020 (Approvato dal Senato). (C. 3258​)

S. 2309 - Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2021 (Approvato dal Senato). (C. 3259​)

Relatori: PETTARIN e LOVECCHIO.

2. Seguito della discussione delle mozioni Davide Crippa, Patassini, Benamati, Squeri, Moretto, Baldini, Timbro ed altri n. 1-00510 e Lollobrigida ed altri n. 1-00513 concernenti iniziative di competenza per mitigare in modo strutturale i costi delle bollette energetiche per cittadini e imprese .

3. Seguito della discussione delle mozioni Rampelli ed altri n. 1-00491, Pentangelo ed altri n. 1-00512, Molinari ed altri n. 1-00514, Gariglio, Luciano Cantone, Fassina ed altri n. 1-00515, Nobili e Fregolent n. 1-00516 e Mugnai ed altri n. 1-00517 concernenti iniziative volte al rilancio di Alitalia e al mantenimento della continuità operativa e degli attuali livelli occupazionali della compagnia di bandiera .

La seduta termina alle 21,25.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: GUIDO GERMANO PETTARIN (A.C. 3258​)

GUIDO GERMANO PETTARIN, Relatore. (Relazione – A.C. 3258​). Il disegno di legge C. 3258​, recante il rendiconto generale dello Stato per l'esercizio finanziario 2020, è il documento contabile attraverso il quale il Governo rende conto al Parlamento dei risultati della gestione del bilancio. Ai sensi degli articoli 35 e 36 della legge di contabilità e finanza pubblica (legge n. 196 del 2009), il rendiconto, articolato per missioni e programmi, è costituito da due parti: il conto del bilancio, che espone le risultanze della gestione, cioè l'entità effettiva delle entrate e delle uscite del bilancio dello Stato rispetto alle previsioni approvate dal Parlamento; e il conto generale del patrimonio, che espone le variazioni intervenute nella consistenza delle attività e passività che costituiscono il patrimonio dello Stato. Al rendiconto è allegata, per ciascuna amministrazione, una nota integrativa. Per le entrate, la nota integrativa espone le risultanze della gestione.

L'analisi del contenuto del disegno di legge di bilancio mostra che la gestione di competenza ha fatto conseguire nel 2020 un peggioramento di tutti i saldi, sia rispetto all'esercizio 2019, sia rispetto alle previsioni iniziali. In particolare, il saldo netto da finanziare (dato dalla differenza fra le entrate finali e le spese finali) presenta nel 2020 un valore negativo di circa 270,9 miliardi, con un peggioramento di oltre 273,2 miliardi rispetto al saldo registrato nel 2019, anno in cui, in controtendenza rispetto agli anni precedenti, si era invece registrato un accreditamento netto del valore di 2,3 miliardi. Tale peggioramento, frutto di una diminuzione delle entrate finali, pari a circa il 6 per cento, e di un significativo aumento delle spese finali di quasi il 40 per cento, è stato determinato dai provvedimenti straordinari e urgenti adottati per far fronte alle conseguenze dell'emergenza epidemiologica da Covid-19. Tale emergenza ha reso infatti necessario un progressivo aggiornamento dei saldi programmatici attuato nel corso dell'esercizio 2020 tramite successivi scostamenti di bilancio approvati dal Parlamento. Il peggioramento del saldo, se confrontato con le previsioni iniziali che indicavano un valore di -78,6 miliardi, è pari a circa 192,3 miliardi. Anche il risparmio pubblico (saldo delle operazioni correnti, che, se positivo, misura la quota di risorse correnti destinabile al finanziamento delle spese in conto capitale), che si attesta nel 2020 a -105,5 miliardi, denota un peggioramento di 155,4 miliardi rispetto al 2019. Tale situazione si è determinata a causa di un aumento delle spese correnti (+117,4 miliardi), contestuale ad un decremento del complesso delle entrate tributarie ed extra-tributarie (-38 miliardi). Il peggioramento è di oltre 65 miliardi se confrontato con le previsioni iniziali. Infine, il dato del ricorso al mercato finanziario (differenza tra le entrate finali e il totale delle spese, incluse quelle relative al rimborso di prestiti) si attesta nel 2020 a -506,9 miliardi, evidenziando un peggioramento di 289,3 miliardi rispetto al 2019 e di 193,4 miliardi rispetto alle previsioni iniziali. I limiti massimi fissati per il saldo netto da finanziare e per il ricorso al mercato dalla legge di bilancio per l'anno finanziario 2020 (legge n. 160 del 2019) – che erano stati indicati inizialmente, rispettivamente, in -79.500 milioni di euro per il saldo netto da finanziare e in -314.340 milioni di euro per il ricorso al mercato – sono stati progressivamente aggiornati nel corso dell'esercizio finanziario dai provvedimenti di urgenza adottati per far fronte alle conseguenze dell'emergenza epidemiologica da Covid-19. Nel complesso, gli scostamenti di bilancio hanno rideterminato i limiti massimi del saldo netto da finanziare e del ricorso al mercato, rispettivamente, a -341.000 e -599.840 milioni di euro in termini di competenza. Tali valori massimi sono stati comunque rispettati dai risultati della gestione finanziaria 2020, i quali denotano, infatti, per entrambi i saldi, un sensibile miglioramento rispetto alle previsioni definitive comprensive degli scostamenti autorizzati dal Parlamento. Il peggioramento del saldo netto da finanziare di cui si è detto sopra discende da una gestione di competenza 2020 che evidenzia un aumento considerevole degli impegni delle spese finali (+236,8 miliardi) e una diminuzione degli accertamenti di entrate finali (-36,4 miliardi) rispetto all'anno precedente. Guardando alle entrate complessive (comprensive delle entrate per accensione di prestiti), l'entità degli accertamenti, pari a circa 943 miliardi di euro, è risultata invece in crescita rispetto al 2019 (circa +77,5 miliardi) a causa dell'aumento degli accertamenti delle entrate da accensione prestiti (+113,9 miliardi rispetto al 2019). Dal lato della spesa, la grande crescita degli impegni nel 2020 – sia finali che complessivi, questi ultimi passati da 823,2 miliardi del 2019 a 1.076 miliardi di euro del 2020 – è frutto dell'adozione di misure volte a fronteggiare l'emergenza indotta dalla pandemia da Covid-19, che hanno prodotto una forte espansione della spesa pubblica. Le entrate complessive si attestano a 943,5 miliardi (+77,5 miliardi rispetto al 2019), grazie all'andamento delle entrate per accensione di prestiti, che presentano un incremento del 43,7 per cento rispetto al 2019. Sulla base di una sintetica analisi del confronto 2020-2019 relativo all'andamento delle entrate finali accertate, rileva innanzitutto la significativa riduzione per gli accertamenti delle entrate tributarie (-33,2 miliardi). Nel comparto tributario registrano una considerevole contrazione, rispetto al 2019, le entrate relative alle tasse e imposte sugli affari (circa -20 miliardi, pari a -10,7 per cento), quelle sulle imposte sulla produzione, sui consumi e dogane (-5,2 miliardi, pari a -15 per cento) e quelle sul lotto, lotterie ed altre attività di giuoco (quasi -5 miliardi, pari a -34,1 per cento). Tra le entrate extra-tributarie si evidenzia la riduzione di quelle derivanti da recuperi, rimborsi e contributi (-5,5 miliardi, -12,2 per cento). Gli impegni per spese finali, costituite dal totale delle spese di parte corrente e di quelle in conto capitale, sono passati da 603,3 miliardi di euro del 2019 a 840,1 miliardi di euro del 2020, in crescita del 39,2 per cento rispetto al 2019, per un ammontare di circa 237 miliardi, raggiungendo una incidenza sul PIL del 50,9 per cento. Tale incremento riguarda sia le spese correnti, sia quelle in conto capitale. In particolare, la spesa di parte corrente ha generato impegni per circa 670,9 miliardi di euro, in forte aumento (+117,4 miliardi) rispetto al 2019, così come gli impegni di spesa in conto capitale, che hanno registrato una crescita rispetto al 2019 di 119,4 miliardi, assestandosi a 169,2 miliardi. Considerando il rimborso delle passività finanziarie, in aumento rispetto al 2019 di circa 16,1 miliardi (+7,3 per cento), gli impegni complessivi di spesa si attestano a 1.076,1 miliardi, con un aumento, rispetto a quelli dell'anno precedente, di circa il 30,7 per cento. Il peso della spesa complessiva rispetto al Pil è passato dal 46 per cento del 2019 al 65,2 per cento del 2020.

Passando all'analisi per categoria economica dei dati della gestione, nell'ambito delle uscite correnti la voce più consistente è quella relativa ai trasferimenti ad amministrazioni pubbliche, con impegni per oltre 338 miliardi di euro, pari a circa il 50,5 per cento della spesa corrente. Si tratta, in prevalenza, di trasferimenti ad amministrazioni locali (159,2 miliardi) e a enti previdenziali (166,3 miliardi). Con riferimento specifico alla dinamica delle spese correnti, le categorie che registrano i maggiori incrementi sono quelle relative ai trasferimenti correnti alle pubbliche amministrazioni (+80,4 miliardi, +31,2 per cento), i trasferimenti correnti alle imprese (+19,5 miliardi, +226 per cento) e i trasferimenti correnti a famiglie e istituzioni sociali private (+7,2 miliardi, +47,2 per cento). Sono in calo gli oneri per interessi passivi, che scendono dai 68,4 miliardi nel 2019 ai 66,6 miliardi del 2020 (-2,5 per cento), prolungando il trend che aveva caratterizzato gli anni precedenti. Per quel che concerne la spesa in conto capitale, i dati registrano un considerevole aumento degli impegni, da 49,8 a 169,2 miliardi (+120 miliardi), riferibile per 92,6 miliardi alle "Acquisizioni di attività finanziarie" e per 16,4 miliardi ai contributi per investimenti ad imprese.

Nel corso dell'esercizio, alla gestione di competenza si affianca la gestione dei residui. Si definiscono residui attivi le entrate accertate, ma rimaste da versare e da riscuotere e residui passivi le spese impegnate, ma rimaste da pagare. Nell'ambito dei residui occorre distinguere quelli provenienti dagli esercizi precedenti e quelli formatisi nel corso dell'esercizio considerato (residui di nuova formazione). I residui passivi cosiddetti "propri" si distinguono da quelli "impropri", detti anche residui passivi "di stanziamento", relativi a somme stanziate ma non impegnate nell'esercizio di competenza. La Relazione al Rendiconto evidenzia come nel 2020 il fenomeno dei residui continua a rimanere su livelli considerevoli sia dal lato delle entrate, sia dal lato delle uscite. In base ai dati forniti nella Relazione, il conto dei residui provenienti dagli esercizi 2019 e precedenti indicava al 1° gennaio 2020 residui attivi presunti per un valore di 216.161 milioni di euro e residui passivi delle spese complessive per 114.014 milioni di euro, al lordo dei residui relativi al rimborso di prestiti (752,5 milioni), con una eccedenza attiva pari a 102.147 milioni di euro (l'eccedenza attiva era negli anni precedenti di valore assai inferiore: 63.576 milioni di euro nel 2019, 66.171 milioni di euro nel 2018, 77.815 milioni nel 2017). Nel corso dell'esercizio 2020, l'entità dei residui pregressi si è andata modificando - a seguito dell'attività di riaccertamento e di gestione in conto residui, nonché della perenzione - facendo registrare variazioni in diminuzione sia dal lato delle entrate (-55.364 milioni), sia dal lato delle uscite (-12.599 milioni).

Pertanto, per quanto concerne i residui attivi, rispetto allo stock iniziale proveniente dagli esercizi precedenti di 216.161 milioni, al 31 dicembre 2020 ne risultano accertati 160.797 milioni, di cui 31.582 milioni incassati e 128.092 milioni ancora da versare o riscuotere. A tali residui pregressi si sono aggiunti, a seguito della gestione di competenza dell'esercizio 2020, circa 83.090 milioni di residui di nuova formazione, per un totale di residui attivi al 31 dicembre 2020 pari a 211.182 milioni, con una diminuzione di 4.979 milioni rispetto all'esercizio precedente.

Per quanto riguarda i residui passivi complessivi, dei 114.014 milioni di residui presunti al 1° gennaio 2020 provenienti dagli esercizi precedenti, ne risultano accertati 101.416 milioni. Di questi, 31.582 milioni risultano pagati e 69.834 milioni ancora da pagare. A tali residui pregressi si sono aggiunti, a seguito della gestione di competenza, 127.083 milioni di residui di nuova formazione, per un totale di residui passivi al 31 dicembre 2020 di 196.917 milioni.

I residui di nuova formazione sono complessivamente pari a 83.900 milioni, inferiori rispetto a quelli registrati nel precedente esercizio in cui sono risultati pari a 91.066 milioni, con un decremento del 7,9 per cento.

I residui passivi evidenziano, invece, un notevole aumento, rispetto al 2019, di 82.903 milioni (-18,8 per cento). Tale incremento è legato ai residui di nuova formazione, pari a 127.083 milioni contro i 37.624 milioni del 2019 (+89.459 milioni). L'aumento nella consistenza dei residui passivi rispetto allo scorso esercizio è conseguenza dell'incremento di 13.424 milioni dei residui di parte corrente (+29,5 per cento rispetto al valore complessivo dei residui di parte corrente registrati nell'esercizio precedente) e dall'aumento di 69.516 milioni di quelli in conto capitale (+102,6 per cento). Complessivamente, i residui di stanziamento alla fine del 2020 ammontano a 126.828 milioni e costituiscono il 64,4 per cento dei residui totali. I residui di stanziamento di parte corrente ammontano a 21.033 milioni (10,7 per cento del totale dei residui di stanziamento). I residui in conto capitale ammontano a 105.105 milioni (53,4 per cento del totale dei residui di stanziamento).

La gestione di competenza e la gestione dei residui concorrono a determinare i risultati della gestione di cassa, che è rappresentata, per la parte di entrata, dagli incassi e, per la parte di spesa, dai pagamenti. Anche in termini di cassa, i saldi registrano un peggioramento rispetto ai risultati dell'esercizio 2019. Passando in rassegna i saldi della gestione di cassa al lordo delle regolazioni contabili, si rileva che nel 2020 il saldo netto da finanziare è risultato pari a 225,5 miliardi, con un peggioramento di circa 160 miliardi rispetto al risultato raggiunto l'anno precedente (-66,5 miliardi).

Il risparmio pubblico risulta pari a -131,5 miliardi, con un peggioramento di poco più di 100 miliardi rispetto al dato del 2019. Il risparmio pubblico, essendo negativo, indica la quota di spese correnti non coperta con entrate tributarie ed extra-tributarie.

Il ricorso al mercato si attesta nel 2020 su un valore di oltre -461,8 miliardi di euro, anch'esso in peggioramento (di oltre 175 miliardi) rispetto al 2019. La gestione di cassa ha dato luogo complessivamente a incassi per 893,1 miliardi e a pagamenti per 980,6 miliardi. Rispetto ai corrispondenti dati dell'anno 2019 (804,5 miliardi di incassi e 830,3 miliardi di pagamenti), si registra sia un aumento degli incassi (+11 per cento) che dei pagamenti (+18,1 per cento).

Il conto generale del patrimonio comprende, ai sensi dell'articolo 36, comma 3, della legge n. 196 del 2009): a) le attività e le passività finanziarie e patrimoniali con le relative variazioni prodottesi durante l'esercizio di riferimento; b) la dimostrazione dei vari punti di concordanza tra la contabilità del bilancio e quella patrimoniale.

Dai risultati generali della gestione patrimoniale 2020, emerge un'eccedenza passiva di circa 2.215 miliardi, con un peggioramento di circa 299 miliardi rispetto alla situazione patrimoniale a fine 2019. Si tratta di un risultato particolarmente elevato che non rispecchia il trend degli ultimi anni, considerato che nel 2019 sul 2018 il peggioramento è stato pari a 13 miliardi e nel 2018 sul 2017 il peggioramento è stato pari a 27,5 miliardi. In termini percentuali, nel 2020 il peggioramento patrimoniale è stato pari a 15,6 per cento, il valore nettamente più alto dell'ultimo decennio. Lo squilibrio patrimoniale passivo è dovuto a un incremento delle passività (+321,3 miliardi) solo minimamente compensato dall'aumento delle attività (+22,0 miliardi). Il risultato denota una situazione patrimoniale in peggioramento rispetto all'anno 2019 e riconferma gli andamenti negativi registrati negli anni dal 2004 in poi (con l'eccezione del 2009).

Il totale delle attività ammonta a circa 1.004 miliardi, con un aumento di 22 miliardi, incremento in miglioramento rispetto all'esercizio precedente, in cui invece si era registrato un incremento di 6 miliardi.

Rispetto alla chiusura dell'esercizio 2019, l'entità delle passività finanziarie ha registrato un incremento di 321,3 miliardi di euro, in notevole crescita rispetto all'incremento registrato nell'esercizio precedente, pari a 19 miliardi. L'incremento delle passività è connesso ad un peggioramento della situazione debitoria a medio-lungo termine dello Stato per 138,3 miliardi di euro (con una notevole crescita dei buoni del tesoro poliennali per 124,9 miliardi) e della situazione debitoria a breve termine, nell'ambito della quale aumentano sia i debiti di tesoreria (+100,4 miliardi) sia i residui passivi (+82,9 miliardi di euro).

La Corte dei conti ha dichiarato regolare il rendiconto generale dello Stato per il 2020 (con esclusione di alcuni capitoli: per approfondimenti al riguardo si rinvia al dossier dei Servizi del bilancio e dei Servizi studi del Senato e della Camera dei deputati).

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: GIORGIO LOVECCHIO (A.C. 3259​)

GIORGIO LOVECCHIO, Relatore. (Relazione – A.C. 3259​). Il disegno di legge C. 3259​ reca l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2021. L'assestamento, disciplinato dall'articolo 33 della legge di contabilità e finanza pubblica (legge n. 196 del 2009), ha lo scopo di aggiornare a metà esercizio le previsioni di bilancio formulate a legislazione vigente, anche sulla scorta della consistenza dei residui attivi e passivi accertata in sede di rendiconto. L'aggiornamento riguarda, per quanto riguarda le entrate, l'eventuale revisione delle stime del gettito e, per quanto riguarda le spese, limitatamente alla componente discrezionale, gli effetti di eventuali esigenze sopravvenute.

A partire dal 2017, in analogia con quanto stabilito per il disegno di legge di bilancio, anche il disegno di legge di assestamento è corredato da una relazione tecnica in cui si dà conto della coerenza del valore del saldo netto da finanziare con gli obiettivi programmatici indicati nel Documento di economia e finanza (DEF).

Per quanto riguarda il contenuto, il disegno di legge di assestamento si compone di due articoli: l'articolo 1 introduce nello stato di previsione delle entrate e negli stati di previsione della spesa dei Ministeri, approvati con la legge di bilancio per il 2021 (legge n. 178 del 2020), le variazioni risultanti dalle tabelle annesse all'articolato; l'articolo 2 apporta una modifica all'articolo 3 della suddetta legge di bilancio, concernente lo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze. In allegato al disegno di legge è evidenziata, a fini conoscitivi, l'evoluzione, in termini di competenza e di cassa, delle singole poste di bilancio per effetto sia delle variazioni apportate in forza di atti amministrativi fino al 31 maggio, sia delle variazioni proposte con il disegno di legge di assestamento medesimo. Per ciascuna unità di voto si indicano, inoltre, le variazioni che si registrano nella consistenza dei residui, in linea con le risultanze definitive esposte nel rendiconto dell'esercizio 2020.

Venendo all'analisi dei risultati finanziari, le variazioni di bilancio proposte con il provvedimento di assestamento, insieme a quelle apportate nel periodo compreso tra il 1° gennaio e 31 maggio con atti amministrativi, unitamente agli effetti finanziari dei provvedimenti legislativi emanati successivamente all'approvazione della legge di bilancio, ivi inclusi il decreto-legge n. 22 del 2021 (c.d. decreto Riordino Ministeri) e il decreto-legge n. 41 del 2021 (c.d. decreto Sostegni 1), definiscono le previsioni assestate per il 2021.

In termini di competenza, le variazioni proposte con il disegno di legge di assestamento determinano un peggioramento del saldo netto da finanziare (corrispondente alla differenza tra entrate finali e spese finali) rispetto alle previsioni iniziali della legge di bilancio, che si attesta su un valore di -232,8 miliardi rispetto ad una previsione iniziale di -193,5 miliardi. Il peggioramento di circa 39,4 miliardi di euro è dovuto per 40,7 miliardi di euro alle variazioni per atto amministrativo, compensate da un miglioramento di 1,3 miliardi proposto dal disegno di legge di assestamento. In particolare, il peggioramento determinato dalle variazioni apportate per atti amministrativi discende, essenzialmente, dagli effetti dei decreti legge adottati per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da Covid-19, per i quali il Parlamento ha autorizzato il ricorso all'indebitamento attraverso l'approvazione di apposite risoluzioni approvate a maggioranza assoluta. Essi determinano, nel complesso, un incremento delle spese finali per oltre 41,5 miliardi di euro, in parte compensato da un incremento delle entrate finali per circa un miliardo. Il miglioramento del saldo determinato dal provvedimento in esame è dovuto essenzialmente a una proposta di aumento delle entrate finali (+1.525 milioni di competenza), che interessa principalmente le entrate extratributarie, per quasi 2.464 milioni, a fronte di una riduzione di quelle tributarie per 818 milioni. Ad essa si aggiunge una proposta di aumento delle spese finali (+229 milioni). Anche gli altri saldi evidenziano un andamento negativo. Il risparmio pubblico (dato dalla differenza tra entrate correnti e spese correnti al lordo degli interessi) registra un peggioramento di 36,5 miliardi rispetto alla previsione iniziale. I dati relativi al ricorso al mercato (pari alla differenza tra le entrate finali e il totale delle spese, queste ultime date dalla somma delle spese finali e del rimborso prestiti) evidenziano un peggioramento per complessivi 28,7 miliardi.

Secondo quanto stimato nella Relazione tecnica che accompagna il disegno di legge, le proposte formulate con il disegno di legge di assestamento sono neutrali ai fini dell'indebitamento netto della pubblica amministrazione, in quanto già scontate nei quadri tendenziali del DEF 2021.

Per quanto riguarda le variazioni per atto amministrativo, esse determinano un peggioramento del saldo netto da finanziare di 40,6 miliardi in termini di competenza, derivante da un incremento delle spese finali (+41,5 miliardi) e da maggiori entrate per poco meno di 1 miliardo. Tale risultato è spiegato principalmente dall'attuazione del citato decreto-legge n. 41 del 2021 (c.d. decreto Sostegni 1). Con riferimento alle entrate, le variazioni per atto amministrativo determinano un incremento delle previsioni iniziali di bilancio complessivamente pari a 883 milioni in termini di competenza, dovute a maggiori entrate extratributarie per 1.022 milioni a fronte di riduzioni per 141 milioni delle entrate tributarie. Con riferimento alla spesa, le variazioni per atto amministrativo determinano un aumento degli stanziamenti finali di bilancio nella misura di 41,5 miliardi di euro, di cui 39,1 miliardi di incremento delle spese correnti e circa 2,4 miliardi di incremento di quelle in conto capitale. Per la spesa corrente, l'incremento di 41,5 miliardi è determinato principalmente dall'aumento dei trasferimenti correnti ad amministrazioni pubbliche (19,2 miliardi), dei trasferimenti correnti ad imprese (12 miliardi), dei trasferimenti a famiglie e istituzioni sociali private (4,9 miliardi) e della spesa per redditi da lavoro dipendente (3,5 miliardi) quali effetto dei decreti-legge emanati per il contrasto agli effetti dell'emergenza epidemiologica (in particolar modo dal decreto-legge n. 41 del 2021. La spesa in conto capitale aumenta di 2,6 miliardi, di cui 1,9 miliardi relativi al finanziamento del Fondo per le emergenze nazionali.

In termini di competenza, le variazioni proposte dal disegno di legge di assestamento determinano un miglioramento del saldo netto da finanziare di 1.3 miliardi rispetto al saldo risultante dalla legge di bilancio, dovuto a maggiori entrate finali per 1,5 miliardi e maggiori spese finali per 229 milioni. Per quanto concerne, in particolare, le proposte di variazioni alle entrate del bilancio dello Stato, nella Relazione si precisa che esse sono volte a recepire sulle previsioni di bilancio la revisione delle stime tendenziali di finanza pubblica, già scontate nel DEF 2021. Per quanto concerne le entrate finali, il disegno di legge di assestamento reca una proposta di aumento per 1.5 miliardi rispetto alle previsioni formulate con la legge di bilancio 2021. Le entrate tributarie recepiscono principalmente l'adeguamento alle stime del DEF 2021, con una contrazione di 461 milioni, a cui si aggiunge un'ulteriore riduzione di 356 milioni a seguito del monitoraggio degli andamenti effettivi di gettito. Complessivamente si determina una riduzione di 818 milioni. Nel complesso, rispetto alle previsioni iniziali, si registra una ricomposizione tra imposte dirette e imposte indirette, principalmente per effetto del mutato quadro macroeconomico. Le entrate extratributarie registrano, nel complesso, un incremento di 2,5 miliardi, determinato dalla migliore evoluzione, in particolare rispetto alle stime del DEF, delle entrate di alcuni giochi, soprattutto lotterie, e dei dividendi che saranno versati dalle società partecipate. Sull'incremento complessivo proposto con disegno di legge incide anche l'aumento dei contributi per il rilascio delle autorizzazioni e delle licenze per i servizi di telecomunicazione, a fronte della proroga concessa per i diritti d'uso di talune frequenze di telefonia mobile. Le entrate da alienazione, ammortamento e riscossione di crediti registrano una contrazione di 120 milioni, interamente imputabile ad un allineamento alle previsioni dello scorso aprile elaborate per il DEF 2021.

Per quanto concerne le spese finali, le variazioni proposte dal provvedimento determinano un aumento di 229 milioni in termini di competenza. Tale aumento è determinato da una maggiore spesa in conto capitale (+315 milioni) a fronte di una diminuzione della spesa corrente (-86 milioni), determinata, principalmente, alla riduzione di 3.279 milioni della spesa per interessi e redditi da capitale, compensata da altre maggiori spese correnti per 3.193 milioni. Con riferimento alle missioni del bilancio dello Stato, le proposte di assestamento determinano una riduzione degli stanziamenti della missione "Debito pubblico", pari a -12,5 miliardi, principalmente in relazione all'adeguamento delle esigenze per il rimborso dei prestiti internazionali a breve termine, di cui non si era potuto tenere conto in sede di bilancio di previsione. Considerando gli importi della missione "Debito pubblico", la spesa complessiva del bilancio dello Stato si assesta a 1.091,7 miliardi di euro, con un aumento di 31 miliardi rispetto alle previsioni di bilancio. Con riferimento alle missioni, le variazioni in aumento proposte dal disegno di legge di assestamento riguardano: gli stanziamenti della missione "Politiche economico-finanziarie e di bilancio e tutela della finanza pubblica" per 843 milioni, di cui 442 milioni di incremento delle risorse per rimborsi e compensazioni di imposte dirette e indirette e 1.900 milioni degli stanziamenti relativi agli aggi e alle vincite per giochi, scommesse e lotterie, parzialmente compensata con la riduzione degli interessi sui conti di tesoreria per 1.700 milioni; gli stanziamenti della missione "Relazioni finanziarie con le autonomie territoriali" per 139 milioni, per il riconoscimento delle somme occorrenti per la regolazione delle entrate erariali con le Regioni a statuto speciale (340 milioni) e per i trasferimenti alle Regioni a statuto ordinario a titolo di compensazione della quota di fondo perequativo relativo al minore gettito Irap (101 milioni), parzialmente compensate dalle somme per la devoluzione delle entrate erariali alle Regioni a statuto speciale (- 318 milioni); gli stanziamenti della missione "Competitività e sviluppo delle imprese" (+270 milioni) a seguito in particolare dell'incremento dello stanziamento della "Nuova Sabatini" (300 milioni).

In termini di cassa, il disegno di legge di assestamento per il 2021 determina complessivamente un miglioramento del saldo netto da finanziare di 9 milioni di euro, derivante da un aumento delle entrate finali per 1.525 milioni e da un aumento delle spese finali per 1.516 milioni. In particolare, il saldo netto da finanziare si attesta a -328 miliardi, con un peggioramento di 52,6 miliardi rispetto alla previsione di bilancio, esclusivamente dovuti alle variazioni per atto amministrativo intervenute nel periodo gennaio-maggio 2021, che hanno inciso negativamente sul saldo per oltre 52,582 miliardi. Per quanto concerne gli altri saldi, anch'essi risultano tutti in peggioramento. In particolare, il ricorso al mercato risulta incrementato di 41,7 miliardi rispetto al bilancio di previsione, raggiungendo un valore pari a -604,5 miliardi. Analogamente, il saldo primario, rispetto ai -193,9 miliardi della previsione iniziale raggiunge l'importo di -249,8 miliardi. Il risparmio pubblico peggiora di 49,6 miliardi, attestandosi nelle previsioni assestate a -191,6 miliardi di euro.

Con il provvedimento di assestamento si è provveduto ad aggiornare i residui attivi sulla base delle risultanze emerse al 31 dicembre 2020, a seguito della gestione conclusasi nell'esercizio di consuntivo. Nel complesso, le previsioni assestate quantificano un ammontare di residui finali attivi al 31 dicembre 2020 pari a 211.182 milioni di euro, a fronte dei 253.976 milioni di residui inizialmente presunti.

Per le entrate tributarie, i residui sono stati quantificati pari a 104.348 milioni, con una variazione in diminuzione di 27.033 milioni rispetto alle previsioni iniziali (131.381 milioni). Per le entrate extra-tributarie i residui ammontano a 106.131 milioni di euro, con una variazione in diminuzione di 14.709 milioni rispetto alla previsione iniziale (120.840 milioni). L'ammontare dei residui passivi delle spese complessive (comprensivi di quelli relativi al rimborso prestiti, pari a 715 milioni) risultanti alla chiusura dell'esercizio 2020 è pari a 196.917 milioni. Nel complesso, il conto dei residui al 31 dicembre 2020 segna dunque una inversione di tendenza rispetto al 2019, in cui si era invece registrata una decrescita rispetto al 2018 (-19 per cento). Dell'ammontare complessivo dei residui passivi per le spese finali, 126,5 miliardi sono di nuova formazione e 69,8 miliardi provengono dagli esercizi precedenti. Rispetto al 2019, risulta evidente un forte incremento dell'ammontare dei residui di nuova formazione per 89,5 miliardi (erano 37 miliardi nel 2019).

L'articolo 33, comma 4-septies, della legge di contabilità e finanza pubblica (legge n. 196 del 2009) dispone che la Relazione Tecnica (RT) di accompagnamento al disegno di legge di assestamento dia conto della coerenza del valore del saldo netto da finanziare (o da impiegare) con gli obiettivi programmatici definiti in coerenza con l'ordinamento europeo. La prima parte della relazione tecnica illustra le principali variazioni previste dalla proposta di assestamento e i relativi effetti sull'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche che è per l'appunto il saldo rilevante per l'ordinamento europeo. Complessivamente, le proposte formulate con il disegno di legge di assestamento, tenuto conto di quanto già scontato nei quadri tendenziali di finanza pubblica in sede di DEF, della natura delle voci di bilancio interessate e delle regole e criteri contabili che presiedono alla compilazione del conto economico delle PP.AA., sono sostanzialmente neutrali sull'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche (per ulteriori approfondimenti al riguardo si rinvia al dossier dei Servizi del bilancio e dei Servizi studi del Senato e della Camera dei deputati).

Infine, si segnala che nel corso dell'esame al Senato sono stati approvati due emendamenti al disegno di legge di assestamento 2021, relativi a stati di previsione della spesa. Il primo emendamento ha destinato 744.000 euro al programma 10 del Ministero dell'Interno, relativo all'elaborazione, quantificazione e assegnazione delle risorse finanziarie da attribuire agli enti locali e 56.000 euro al programma 8 dello stesso Ministero in relazione al contrasto all'immigrazione clandestina e alla sicurezza delle frontiere e delle principali stazioni ferroviarie. Il secondo emendamento ha rifinanziato per 40.000 euro il settore dell'edilizia statale e degli interventi speciali e per pubbliche calamità, di cui al Programma 10 del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nelle votazioni nn. 10, 11 e 12 il deputato Stefani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 3264-A - odg. n. 2 387 386 1 194 48 338 79 Resp.
2 Nominale odg 9/3264-A/3 391 386 5 194 45 341 79 Resp.
3 Nominale odg 9/3264-A/4 377 377 0 189 44 333 78 Resp.
4 Nominale odg 9/3264-A/6 394 390 4 196 44 346 78 Resp.
5 Nominale odg 9/3264-A/7 389 385 4 193 45 340 78 Resp.
6 Nominale odg 9/3264-A/8 391 388 3 195 48 340 78 Resp.
7 Nominale odg 9/3264-A/9 392 386 6 194 44 342 78 Resp.
8 Nominale odg 9/3264-A/10 401 399 2 200 49 350 78 Resp.
9 Nominale odg 9/3264-A/11 401 397 4 199 47 350 78 Resp.
10 Nominale odg 9/3264-A/12 399 393 6 197 46 347 78 Resp.
11 Nominale odg 9/3264-A/13 396 393 3 197 48 345 78 Resp.
12 Nominale odg 9/3264-A/14 403 399 4 200 17 382 78 Resp.
13 Nominale odg 9/3264-A/16 400 397 3 199 48 349 78 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 25)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale odg 9/3264-A/17 396 393 3 197 47 346 78 Resp.
15 Nominale odg 9/3264-A/18 409 406 3 204 47 359 77 Resp.
16 Nominale odg 9/3264-A/21 398 395 3 198 45 350 77 Resp.
17 Nominale odg 9/3264-A/32 401 400 1 201 47 353 77 Resp.
18 Nominale odg 9/3264-A/36 403 403 0 202 52 351 76 Resp.
19 Nominale odg 9/3264-A/37 402 399 3 200 30 369 76 Resp.
20 Nominale odg 9/3264-A/38 397 395 2 198 50 345 76 Resp.
21 Nominale odg 9/3264-A/43 401 399 2 200 32 367 76 Resp.
22 Nominale odg 9/3264-A/42 395 393 2 197 7 386 76 Resp.
23 Nominale odg 9/3264-A/44 399 395 4 198 39 356 76 Resp.
24 Nominale odg 9/3264-A/52 404 400 4 201 43 357 76 Resp.
25 Nominale Ddl 3264-A - voto finale 389 386 3 194 335 51 71 Appr.