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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 565 di mercoledì 15 settembre 2021

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI

La seduta comincia alle 15.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

SILVANA ANDREINA COMAROLI, Segretaria, legge il processo verbale della seduta del 13 settembre 2021.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro della Salute, il Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili e la Ministra dell'Interno. Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Iniziative di competenza volte a fronteggiare nuovi focolai di febbre catarrale degli ovini in Sardegna, in particolare attraverso l'immissione in ruolo di nuovi medici veterinari - n. 3-02488)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Lapia n. 3-02488 (Vedi l'allegato A). La deputata Mara Lapia ha facoltà di illustrare la sua interrogazione per un minuto. Prego.

MARA LAPIA (MISTO-CD). Grazie, Presidente. Gentile Ministro, oggi mi faccio portatrice del grido di dolore e disperazione degli allevatori sardi che, a causa dell'inerzia di ATS Sardegna, per i ritardi accumulati nel contrastare la diffusione della cosiddetta blue tongue degli ovini, stanno subendo ingenti perdite in termini di capi di bestiame, economici, nonché di produttività dell'intero settore già pesantemente vessato dalle conseguenze della pandemia. Basti pensare che, nelle ultime settimane, i focolai sono cresciuti del 300 per cento, interessando oltre 32 comuni. Il ritardo della profilassi per la mancata assunzione nei ruoli dei dirigenti veterinari è la prima causa di quanto sta accadendo in tutta l'isola; a ciò si aggiunge un imbarazzante rimpallo di responsabilità tra regione e ATS. Sono passati giorni, settimane e mesi e non si riesce a completare una campagna vaccinale, che avrebbe dovuto concludersi il 31 luglio. Le chiedo, dunque, onorevole Ministro, quali iniziative di competenza intenda intraprendere, anche valutando l'avvio di attività ispettive, laddove lo ritenesse necessario, al fine di acquisire ulteriori elementi per garantire l'immissione in ruolo di medici veterinari, utili alla campagna vaccinale e assicurare la frenata dell'epidemia.

PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

ROBERTO SPERANZA, Ministro della Salute. Ringrazio l'onorevole Lapia per aver posto attenzione su un tema così delicato e sensibile. In queste ultime settimane, nella regione Sardegna, è ripresa la circolazione del virus della blue tongue. Già nelle prime notifiche di focolai, la regione, in sinergia con il Ministero e il Centro di referenza nazionale presso l'Istituto zooprofilattico sperimentale dell'Abruzzo e del Molise, ha incrementato le misure di sorveglianza e di controllo, finalizzate, tra l'altro, ad effettuare una campagna di vaccinazione straordinaria.

Nel corso di un incontro urgente, che si è tenuto il 2 settembre, si è concordato di procedere tempestivamente alla vaccinazione presso le aziende delle zone a maggior rischio di diffusione, che saranno interessate dall'epidemia nelle prossime settimane, tramite l'utilizzo di una scorta disponibile di 120.000 dosi di vaccino. In applicazione del principio della massima precauzione, si è concordato con la regione e il Centro di referenza che le movimentazioni dei capi sensibili verso il restante territorio nazionale saranno effettuate nel rispetto di specifiche condizioni sanitarie, mirate a ridurre il rischio che, unitamente all'utilizzo di prodotti insettorepellenti nelle zone in prossimità dei focolai e dei test diagnostici prima della partenza, potranno rallentare l'avanzamento dell'epidemia. Le autorità regionali hanno avviato le procedure di ricognizione per l'acquisizione di un'ulteriore fornitura di circa 600.000 dosi di vaccino e hanno reso noto che, per l'avvio delle vaccinazioni, i servizi veterinari locali saranno supportati da 90 medici veterinari, messi temporaneamente a disposizione dall'assessorato regionale all'agricoltura. Il mancato completamento dei cicli vaccinali previsti dal piano di vaccinazione annuale è ascrivibile, tra l'altro, anche a carenze di personale, che in alcune aree non ha consentito il rispetto delle priorità individuate dal programma di immunizzazione. In merito alle iniziative che il Ministero intende intraprendere per garantire l'immissione in ruolo di medici veterinari, rappresento che la gestione dei rapporti di lavoro del personale del Servizio sanitario nazionale rientra nelle competenze delle aziende sanitarie e degli enti del servizio sanitario regionale. Peraltro, ai sensi dell'articolo 1, commi 547, 548 e 548-bis della legge di bilancio 2019, gli specializzandi, tra cui i medici veterinari, possono essere ammessi sin dal terzo anno del corso di formazione specialistica alle procedure concorsuali per l'accesso alla dirigenza del ruolo sanitario del Servizio sanitario nazionale. Inoltre, agli specializzandi inseriti utilmente nelle graduatorie, nelle more dell'acquisizione del titolo di specializzazione, fino al 31 dicembre 2022, possono essere conferiti dalle ASL specifici contratti a tempo determinato. Rassicuro, in definitiva, che la situazione è costantemente monitorata da parte della competente direzione generale del Ministero della Salute e che ogni ulteriore iniziativa sarà sicuramente adottata per supportare la regione Sardegna nell'adozione delle misure necessarie per arginare il contagio.

PRESIDENTE. La deputata Mara Lapia ha facoltà di replicare, per due minuti.

MARA LAPIA (MISTO-CD). La ringrazio, Ministro, per la sua risposta. Indubbiamente mi rassicura quanto mi dice per quanto riguarda il suo impegno, però mi preme sottolineare che probabilmente, a causa delle informazioni che sono state acquisite da parte del suo Ministero, nella sua risposta ci sono - mi permetta di dirle - delle inesattezze. Quindi, in questo caso, le vorrei fornire delle informazioni necessarie, al fine di condurre ulteriori approfondimenti. Per questo, insisto con la richiesta di avanzamento di indagini ispettive da parte del suo Ministero. Lei mi dice oggi di provvedere all'invio di nuove dosi: le dosi in Sardegna c'erano, erano presenti e questo lo dichiara il nostro assessore alla sanità, che aveva sollecitato l'ATS Sardegna a procedere nel somministrare le dosi - già dal 5 maggio erano avvenuti questi solleciti -, ma le dosi non sono state somministrate. Ma lei oggi mi parla anche della mancanza di medici veterinari: anche questo, Ministro - mi permetta di dirle -, non corrisponde a verità, ma - ripeto -, a sua discolpa, dico che sicuramente quanto a lei comunicato non corrisponde al vero, perché i medici veterinari erano presenti e potevano essere mandati a vaccinare il bestiame, mentre sono stati da ATS Sardegna distratti e utilizzati nella campagna COVID che, in quel momento, non era in una situazione di emergenza tale da richiedere l'utilizzo dei medici veterinari. Per questo, Ministro, oggi insisto nell'accertare le responsabilità, perché si tratta di responsabilità. Gli allevatori devono essere ristorati, ma, nel momento in cui noi ristoriamo gli allevatori, utilizziamo denaro pubblico. Quindi, bene i ristori, ma è bene anche accertare le responsabilità. Per questo, ho deciso di presentare un esposto alla Procura della Repubblica, presso la quale è già stata aperta l'indagine.

(Iniziative normative volte alla tutela della sicurezza dei lavoratori nell'ambito dei subappalti tramite lo scorporo dei costi della manodopera e della sicurezza dall'importo assoggettato al ribasso, in linea con un ordine del giorno accolto dal Governo - n. 3-02489)

PRESIDENTE. La deputata Maria Flavia Timbro ha facoltà di illustrare l'interrogazione Fornaro ed altri n. 3-02489 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria per un minuto.

MARIA FLAVIA TIMBRO (LEU). Grazie, Presidente. Signor Ministro, nel corso dell'iter di conversione in legge del decreto-legge n. 77 del 2021 che disciplina la governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza, il “decreto Semplificazioni”, abbiamo evidenziato la mancanza di una previsione normativa che introducesse una tutela dei lavoratori, in particolar modo laddove si fa ricorso alla disciplina del subappalto. Non è un segreto che il tema della sicurezza dei lavoratori e della dignità del lavoro sia una ferita aperta nel nostro Paese; per di più, Ministro, il suo Dicastero, nei prossimi anni, sarà chiamato dal PNRR a vigilare sulla realizzazione di un imponente piano infrastrutturale; si apriranno certamente molti cantieri. Le chiediamo, dunque, se, al fine di porre fine o, quantomeno, di contenere questo doloroso fenomeno delle morti bianche, non ritenga necessario ottemperare subito all'impegno già assunto dal Governo con l'accoglimento di un ordine del giorno a nostra firma, prevedendo, anche in un'eventuale iniziativa di legge governativa, che era stata già preannunciata, una norma che imponga che negli appalti i costi della manodopera e della sicurezza debbano essere scorporati dal costo dell'importo assoggettato al ribasso, sia in caso di ricorso al minor prezzo, sia in caso di utilizzo dell'offerta economicamente più vantaggiosa. Noi crediamo che i lavoratori non possano e non debbano più aspettare.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, ha facoltà di rispondere, per tre minuti

ENRICO GIOVANNINI, Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili. Grazie, Presidente. Il tema della sicurezza sul lavoro è indubbiamente all'attenzione del Governo e, in particolare, del nostro Ministero. Anche in vista dell'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, d'accordo con l'INAIL abbiamo avviato una serie di iniziative volte proprio a ridurre l'incidentalità. In relazione all'ordine del giorno citato dagli onorevoli interroganti, evidenzio che, il 30 giugno 2021, con sei mesi di anticipo rispetto alle scadenze del PNRR, il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge delega al Governo in materia di contratti pubblici. Il testo è finalizzato ad assicurare una più stretta aderenza tra la normativa nazionale e le direttive europee, eliminando le situazioni di gold plating, prestando una particolare attenzione alla qualificazione delle stazioni appaltanti, con il potenziamento e la specializzazione del personale. È previsto, inoltre, l'inserimento nei bandi di gara di clausole sociali e ambientali come requisiti necessari e premiali dell'offerta, al fine di promuovere la stabilità occupazionale, l'applicazione dei contratti collettivi, le pari opportunità generazionali e di genere. Verranno valorizzati anche gli aspetti legati alla tutela del lavoro e la sicurezza sui luoghi di lavoro nonché alla prevenzione e al contrasto alle discriminazioni di genere, introducendo anche specifiche disposizioni per la verifica delle offerte anomale e l'individuazione dei casi in cui le stazioni appaltanti possono ricorrere al criterio del prezzo più basso d'offerta e all'affidamento congiunto della progettazione e dell'esecuzione dei lavori. Tale disegno di legge (A.S. 2330), già all'esame del Senato, nonché i relativi decreti delegati costituiscono gli strumenti, con una tempistica - come dicevo - più ravvicinata rispetto agli impegni del PNRR, mediante i quali verranno realizzati diversi interventi finalizzati ad aggiornare il codice dei contratti, in coerenza con i diversi ordini del giorno accolti dal Governo, ivi compreso quello richiamato in premessa.

PRESIDENTE. Il deputato Federico Fornaro ha facoltà di replicare, per due minuti.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Ministro. Siamo certi che il Governo abbia, tra i punti di attenzione nelle parti alte dell'agenda, il tema della sicurezza del lavoro. Certamente, non possiamo dimenticare, però, signor Ministro, che siamo dentro un'emergenza; ancora questa mattina è caduto ed è morto un lavoratore a Genova. Il settore edilizio è soggetto a uno stress straordinario. L'implementazione degli investimenti pubblici, da un lato, e il bonus del 110, dall'altro, lo hanno aumentato significativamente. Abbiamo finalmente anche segnali positivi in termini di occupazione ma c'è un “ma”: noi dobbiamo evitare che, attraverso il grimaldello del subappalto e del mancato scorporo del costo del lavoro e dei costi della sicurezza, alla fine, a pagare il costo siano i lavoratori. Noi crediamo che occorra dare attuazione a quell'ordine del giorno. Bisogna scorporare il costo del lavoro e i costi della sicurezza dall'importo assoggettato al ribasso d'asta. È assolutamente fondamentale; è la via maestra. La invitiamo, quindi, a dar corso a quell'ordine del giorno, evitando scorciatoie. Le scorciatoie non portano da nessuna parte, purtroppo lasciano sul terreno morti e feriti e questo noi non possiamo accettarlo. Quello che succede, ormai quasi quotidianamente, è inaccettabile per un Paese come il nostro. Dobbiamo sentire fino in fondo questo dovere e lo Stato e il Governo devono dare l'esempio e poi, ovviamente, chiedere che le imprese private seguano, ma noi dobbiamo dare l'esempio.

(Iniziative volte al ripristino della continuità territoriale marittima da e per la Sardegna e al mantenimento degli attuali livelli del servizio di trasporto aereo in regime di continuità territoriale – n. 3-02490)

PRESIDENTE. Il deputato Gavino Manca ha facoltà di illustrare l'interrogazione Mura ed altri n. 3-02490 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

GAVINO MANCA (PD). Grazie, signor Presidente. Colleghi, signor Ministro, visti gli ultimi avvenimenti accaduti, la Sardegna tutta ma, in particolare, quella centro meridionale rischia di trovarsi a vivere una situazione di grande difficoltà per quanto riguarda i collegamenti marittimi ma anche per quanto riguarda quelli aerei, con la prospettiva di gravi disagi che i cittadini sardi potrebbero vivere relativamente alla loro opportunità di mobilità e di libera circolazione. Come lei certamente sa, lo scorso 13 settembre CIN Tirrenia ha operato l'ultimo viaggio via mare lungo la storica tratta Cagliari-Arbatax-Civitavecchia. A questa interruzione di collegamento marittimo si aggiungono le difficoltà del sistema di trasporto aereo. Infatti, oltre alla messa in liquidazione della storica compagnia Air Italy - ex Meridiana - si aggiunge anche che con il passaggio del testimone dall'Alitalia alla nuova compagnia di trasporto aereo ITA rischiano di essere fortemente ridimensionati anche i servizi di trasporto aereo in regime di continuità che collegano la Sardegna con gli scali di Roma-Fiumicino e Milano-Linate.

Signor Ministro, immaginando la sua disponibilità ad affrontare preventivamente e risolvere questo corto circuito dei trasporti, che rischia di limitare molto la Sardegna nel sistema dei collegamenti nazionali, le domando come intenda agire per ripristinare il collegamento marittimo Civitavecchia-Arbatax-Cagliari e come intenda agire per garantire il servizio di trasporto aereo in regime di continuità territoriale con le attuali frequenze e modalità.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, ha facoltà di rispondere.

ENRICO GIOVANNINI, Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili. Grazie, Presidente. Il Governo è fortemente impegnato per assicurare la regolarità dei servizi di trasporto marittimo e aereo da e per la Sardegna. Con specifico riguardo ai collegamenti aerei, a seguito della cessazione, a partire dal prossimo 15 ottobre, dell'operatività di Alitalia, affidataria dei servizi onerati sulle rotte da Alghero, Cagliari e Olbia verso Roma-Fiumicino e verso Milano-Linate, è stata attivata la procedura d'urgenza prevista dal Regolamento europeo n. 1008 del 2008. Dunque, ho firmato nella giornata di ieri, il decreto ministeriale n. 357 in forza del quale la regione Sardegna potrà attivare immediatamente la selezione, con procedura accelerata, del vettore cui affidare per i prossimi 7 mesi i voli da e per l'isola. Per quanto attiene, invece, alle iniziative relative all'approvazione di un nuovo progetto di servizi onerati è noto che è in corso un serrato negoziato con la Commissione europea finalizzato, tra l'altro, ad individuare il corretto dimensionamento del servizio offerto e l'entità delle tariffe da applicare.

Per quanto concerne, invece, la continuità marittima ricordo che l'analisi effettuata in attuazione del Regolamento del Consiglio (CEE) n. 3577 del 1992, della delibera n. 22/2019 del 13 marzo 2019 della Autorità di regolazione dei trasporti nonché della decisione della Commissione europea del 20 dicembre 2011 con riguardo alle 10 linee oggetto della convenzione n. 54 del 2012, stipulata dal Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti con la CIN SpA, ha consentito di restituire al mercato le linee Livorno-Cagliari, Genova-Olbia-Arbatax, interrompendo qualsiasi forma di sovvenzionamento pubblico. Relativamente alle linee Napoli-Cagliari e Cagliari-Palermo sono state espletate procedure di gara che si sono concluse con l'individuazione di un nuovo operatore economico. Relativamente alla linea Civitavecchia-Cagliari-Arbatax la procedura aperta per l'affidamento del servizio si è conclusa senza presentazione di offerte. Analogo esito hanno avuto le procedure negoziate indette, rispettivamente, in data 21 maggio 2021 e in data 25 giugno 2021. In relazione a detta linea, in data 20 luglio 2021, il Ministero ha provveduto a effettuare una consultazione dei principali operatori del settore propedeutica all'eventuale affidamento diretto.

All'esito della consultazione - e questa penso sia una buona notizia - è stata selezionata un'offerta, che prevede la prosecuzione del servizio sulla citata linea per un periodo di sei mesi nelle more dello svolgimento di una nuova procedura di gara per l'affidamento del medesimo servizio per la durata di 5 anni. Quindi, la continuità è assicurata. Quanto alla linea Genova-Porto Torres, è ancora in corso apposita procedura di gara e, con riferimento alla linea Civitavecchia-Olbia, il servizio pubblico di continuità territoriale è garantito, senza oneri per lo Stato, fino al 31 maggio 2023.

PRESIDENTE. La deputata Mura ha facoltà di replicare.

ROMINA MURA (PD). Grazie, signor Ministro. Nonostante le buone notizie che, comunque, ha portato e anche le sue rassicurazioni, devo dirle che io non mi posso dichiarare soddisfatta dalla sua risposta, perché non si doveva arrivare a una situazione di tale gravità per cui due fatti amministrativi, come una gara andata deserta, due, addirittura, andate deserte e il trasferimento aziendale da una società ad un'altra, sebbene operazioni complesse e articolate, negano, restringono - se va bene - il diritto alla libera circolazione, diritto fondamentale previsto nella nostra Costituzione. Attenzione, diritto alla libera circolazione che, in Sardegna, che è un'isola - il fatto che la Sardegna sia un'isola è un fatto geografico, ma, purtroppo, non è ancora un fatto politico nel nostro Paese e in Europa, e questo è il dramma -, nella nostra isola, si traduce in mobilità via mare e mobilità via aerea. Siamo arrivati tardi, nonostante il Parlamento abbia sollecitato con progetti di legge - mi riferisco, in particolare, alla continuità territoriale marittima - è impensabile che un diritto così importante sia legato solo a un fatto amministrativo. Noi lavoreremo ancora e lo faremo anche in legge di bilancio, lo faremo in tutti i provvedimenti che presenteranno i margini per agire, affinché la continuità territoriale marittima diventi un obbligo per lo Stato italiano e, quindi, consenta allo Stato di agire in base all'articolo 3 della Costituzione, che, appunto, prevede che sia la Repubblica a rimuovere gli ostacoli che non consentono di attuare i diritti dei sardi. Per quanto riguarda la continuità territoriale aerea - chiudo -, lei ha potuto fare il decreto che ha fatto ieri sera - e di questo siamo contenti -, perché, altrimenti, lo Stato sarebbe potuto incorrere in un'interruzione di servizio pubblico. Qui sta la differenza, ed è per questo che è importante che la continuità territoriale marittima diventi un obbligo per lo Stato, contenuto in una legge (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Iniziative normative volte a garantire la continuità territoriale marittima da e per la Sardegna, nonché a rivedere il Protocollo d'intesa del 2010 sulla continuità territoriale aerea - n. 3-02491)

PRESIDENTE. Il deputato Bernardo Marino ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02491 (Vedi l'allegato A).

BERNARDO MARINO (M5S). Grazie, Presidente. Signor Ministro, anche il MoVimento 5 Stelle segue con apprensione ciò che si sta verificando sul fronte della continuità territoriale per la Sardegna. Come lei sa, il 15 ottobre Alitalia cesserà l'attività, ma la nuova compagnia ITA non può subentrare sulle rotte onerate che collegano i tre aeroporti dell'isola con Fiumicino e Linate. Per di più, non c'è ancora traccia del nuovo bando che la regione Sardegna avrebbe dovuto pubblicare da tempo; a tutt'oggi, si va avanti con una proroga del vecchio regime del 2013 e regole non omogenee per i tre aeroporti sardi. Non va meglio per i collegamenti via mare. Scaduta la convenzione con Tirrenia, si è proceduto, attraverso Invitalia, a fare bandi singoli, con risultati non proprio esaltanti; il collegamento tra Civitavecchia e Cagliari è saltato, con il disimpegno di Tirrenia, a ciò si aggiunga la fine dei collegamenti con Arbatax. Le chiedo, alla luce di ciò e con il pericolo che i sardi vedano a rischio il diritto alla mobilità, quali sono le iniziative in atto.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, ha facoltà di rispondere.

ENRICO GIOVANNINI, Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili. Grazie, Presidente, come ho appena riferito rispondendo alla precedente interrogazione sul medesimo argomento, il Governo è seriamente e costantemente impegnato per assicurare la regolarità dei servizi di trasporto marittimo e aereo da e per la Sardegna. Proprio ieri, come ho ricordato, ho firmato il decreto ministeriale n. 357, per ciò che riguarda il trasporto aereo, in forza del quale la regione Sardegna potrà attivare immediatamente la selezione, con procedura accelerata, del vettore cui affidare, per i prossimi sette mesi, i voli da e per l'isola. Naturalmente, siamo in contatto con l'amministrazione regionale perché questo atto venga realizzato immediatamente. Per ciò che concerne, invece, la necessità di un nuovo progetto di servizi onerati, è in corso un serrato negoziato con la Commissione europea, finalizzato, tra l'altro, a identificare il corretto dimensionamento del servizio offerto e, dunque, l'entità delle tariffe da applicare. Per ciò che concerne, invece, la continuità marittima, ricordo che sono stati adottati una serie di provvedimenti, tra cui, nel recente decreto-legge “Infrastrutture e trasporti”, l'inclusione, tra l'altro, di Arbatax nell'Autorità portuale relativa, e questo è un passaggio importante, naturalmente, per dare importanza a quel porto. Ricordo, poi, l'analisi effettuata in attuazione delle citate normative, il regolamento (CE), la delibera dell'Autorità di regolazione dei trasporti, la decisione della Commissione europea: abbiamo potuto restituire al mercato le linee Livorno-Cagliari e Genova-Olbia-Arbatax. Relativamente alle linee Napoli-Cagliari e Cagliari-Palermo, sono state espletate procedure di gara, che si sono concluse con l'individuazione di un nuovo operatore economico. Naturalmente, ci sono delle difficoltà legate allo stato di sostenibilità economica di alcuni degli operatori che, storicamente, hanno gestito questi servizi. Relativamente alla tratta Civitavecchia-Cagliari-Arbatax, la procedura aperta per l'affidamento del servizio si è conclusa senza presentazione di offerte e abbiamo dovuto ripetere, in data 21 maggio e in data 25 giugno, le procedure negoziate indette a seguito del fallimento della prima gara. Come già accennato, abbiamo effettuato una consultazione dei principali operatori del settore e, proprio in queste ore, è stata selezionata l'offerta che prevede la prosecuzione del servizio per un periodo di sei mesi nelle more dello svolgimento di una nuova procedura di gara per i prossimi cinque anni. Per Genova-Porto Torres, la procedura di gara è in corso e, infine, per la linea Civitavecchia-Olbia, il servizio pubblico di continuità territoriale è garantito, senza oneri per lo Stato, fino al 31 maggio 2023.

PRESIDENTE. Il deputato Marino ha facoltà di replicare.

BERNARDO MARINO (M5S). Signor Ministro, prendo atto della risposta, con moderata soddisfazione per le due buone notizie che ci ha appena dato, ma rimarremo vigili per cercare di sciogliere i nodi che ci sono ancora il prima possibile. È chiaro che quello dei collegamenti è un tema vitale per chi vive in un'isola e, a proposito, anche in Sicilia ci sono fondate preoccupazioni per il destino della continuità aerea su Comiso e per l'assenza di collegamenti marittimi da e per la Sicilia orientale. Il problema, comunque, va affrontato con decisione e tempestività per evitare che periodicamente si presentino le stesse problematiche. Come fare? A nostro avviso, è urgente e non più rinviabile la necessità di regolare la continuità territoriale marittima con una norma di rango primario: serve una legge, così come avviene per la continuità aerea. Ci sono alcune proposte depositate in tal senso, sulle quali, peraltro, la regione Sardegna ha affermato di volersi confrontare, ritenendole una buona base di partenza. Quindi, il processo di interlocuzione può svolgersi in tempi anche brevi, se c'è la buona volontà di tutti i soggetti coinvolti e, in questo contesto, credo sia necessario organizzare un tavolo di confronto e di concertazione al più presto. La Sardegna non può permettersi di perdere una tratta storica come la Civitavecchia-Cagliari o di vedere uno dei suoi porti - Arbatax - desolatamente vuoto e privo di navi, proprio quando finalmente, come lei ha ricordato giustamente, lo scalo è stato inserito nell'Autorità di sistema portuale.

La preoccupazione resta alta, soprattutto per i tempi ristretti, invece, sulla continuità aerea. Accogliamo con favore la procedura d'urgenza individuata, che consente di non lasciare i sardi a terra tra qualche giorno. A questo proposito, mi chiedo anche se non si possa verificare la possibilità di inserire i lavoratori sardi di Air Italy rimasti senza lavoro dopo la messa in liquidazione della società nella procedura di affidamento delle tratte in continuità ad altro vettore, dal momento che, per coprire i collegamenti, saranno necessari macchine e personale. Da questi banchi lancio un appello anche alla regione Sardegna in tal senso. Sappiamo tutti, comunque, che la partita sulla continuità aerea si chiuderà solo con la pubblicazione del nuovo bando e non voglio pensare che i 7 mesi di affidamento in urgenza delle tratte non siano sufficienti per chiudere finalmente la partita con Bruxelles (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Iniziative di competenza volte ad una rapida definizione di una riforma del trasporto pubblico locale, anche in considerazione delle nuove risorse provenienti dal Piano Next Generation EU - n. 3-02492)

PRESIDENTE. Il deputato Luciano Nobili ha facoltà di illustrare l'interrogazione Paita ed altri n. 3-02492 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

LUCIANO NOBILI (IV). Grazie, Presidente, Signor Ministro, come sa bene, la riapertura delle scuole e la ripresa di tutte le attività, anche grazie al green pass, in questi giorni sta mettendo alla prova il sistema del trasporto pubblico locale. Lo scorso anno l'inadeguatezza delle risposte e la congestione nelle ore di punta hanno portato a molte chiusure e a molti mesi di didattica a distanza: un grave danno per i nostri figli e per il nostro sistema educativo.

Quest'anno il Ministero ha svolto un lavoro di regia con i tavoli prefettizi e ha stanziato, solo per questo secondo semestre, 618 milioni di euro. Il problema è che, dai dati che arrivano dalle regioni, le regioni stesse spenderanno neanche la metà di queste risorse e non tutte per il potenziamento dei mezzi, ma una parte solo per controlli e revisioni. C'è un problema anche nella capacità di spesa e di azione delle regioni da questo punto di vista. Quindi, la domanda, Ministro, è la seguente: al di là delle risposte che si stanno dando e delle iniziative che state adottando, non crede sia opportuno, necessario e urgente, nei prossimi mesi, lavorare ad una riforma organica del trasporto pubblico locale, anche sulla base del lavoro che il MIMS ha già avviato con il tavolo presieduto dal professor Mattarella? È davvero urgente per il Paese, anche per non sprecare le opportunità che arriveranno con il PNRR e le risorse europee, una riforma organica che rafforzi le aziende di TPL nel nostro Paese, altrimenti inadeguate anche all'ordinario; figurarsi in una situazione straordinaria come questa (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, ha facoltà di rispondere.

ENRICO GIOVANNINI, Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili. Grazie, Presidente. Come è stato ricordato, uno degli obiettivi del PNRR è ottenere uno spostamento di almeno il 10 per cento del traffico su auto private verso il sistema del trasporto pubblico che ha un impatto molto minore in termini di inquinamento ambientale.

La commissione di studio citata dagli onorevoli interroganti, composta da rappresentanti del Ministero, del Ministero dell'Economia e delle finanze, nonché delle regioni, dell'UPI e dell'ANCI, nel descrivere la situazione del TPL in Italia e nell'evidenziarne le criticità, ha anche offerto interessanti riflessioni e valide proposte per aggiornare il quadro normativo sul trasporto pubblico locale.

Quanto alla necessità di procedere al riordino della normativa di settore, alla luce dei numerosi interventi normativi che si sono succeduti a far data dall'entrata in vigore del decreto legislativo n. 422 del 1997, evidenzio che la stessa deve essere ispirata non solo agli obiettivi di semplificazione e armonizzazione della disciplina esistente, eliminando le situazioni di gold plating rispetto alla regolazione europea, ma anche e soprattutto a quelli di trasformare radicalmente il modello del trasporto pubblico locale italiano.

A tal fine, è necessario in primo luogo migliorare l'attività di programmazione, quale presupposto necessario per un'offerta di mobilità pubblica locale economicamente sostenibile e in grado di rispondere efficacemente alle esigenze di mobilità dei cittadini. Questo deve essere fatto, mettendo a disposizione degli enti territoriali - che sono responsabili, a norma della Costituzione, della programmazione e gestione del trasporto pubblico locale - strumenti e risorse in grado di rilevare in modo costante, in primo luogo, la domanda di trasporto.

Occorre poi incrementare la concorrenza e la qualità degli affidamenti. Al contempo, è necessario elevare la qualità dei servizi, assicurando i medesimi livelli minimi sull'intero territorio nazionale, ivi comprese le aree a domanda debole, garantire la sostenibilità ambientale del trasporto pubblico locale e realizzare, attuando quanto già previsto dalle vigenti disposizioni, un sistema di mobilità integrato e dialogante, fondato sull'interazione, anche di tipo tecnologico, tra i diversi vettori e le diverse modalità di trasporto.

Si tratta di un'attività complessa, la cui realizzazione richiede un costante confronto con il Parlamento. Quindi, il confronto è iniziato, in data 7 settembre, con la trasmissione della relazione predisposta dalla commissione ministeriale e naturalmente io auspico che, attraverso approfondimenti e interlocuzioni, si possa pervenire in tempi rapidi, auspicabilmente all'inizio del 2022, alla predisposizione di un impianto normativo condiviso ed efficace.

PRESIDENTE. La deputata Raffaella Paita ha facoltà di replicare.

RAFFAELLA PAITA (IV). Grazie, Ministro. Diciamo che non ho dubbi ad affermare che i suoi obiettivi di trasformazione del sistema di trasporto pubblico locale sono i nostri obiettivi. Il punto su cui, però, mi voglio soffermare è la fotografia dell'esistente.

Ministro, il trasporto pubblico in Italia funziona in termini molto differenti da città a città. A Roma funziona malissimo. Certo, c'è una responsabilità delle amministrazioni locali. Certo, c'è una responsabilità nelle scelte che non sono state fatte. A Milano, invece, funziona molto bene. Noi, quindi, abbiamo il dovere non solo di darci degli obiettivi che, come lei ha detto, sono di intermodalità, di elettrificazione, di transizione energetica, di miglioramento ambientale e di capacità di investimento. Vi sono anche temi che riguardano la liberalizzazione del servizio, la capacità di includere i privati, dove è necessario, per rendere le nostre aziende più forti, più solide, maggiormente in grado di competere nel mercato europeo.

Per fare questo, il documento che ci è stato inviato è certamente, come ha detto lei, una buona base di discussione, con spunti interessanti. Però poi c'è bisogno di un disegno di sistema che riguardi l'impianto societario e, quindi, una trasformazione, che non è mai avvenuta in questo Paese, sul tema del trasporto pubblico locale.

Noi siamo a disposizione per affrontare questa discussione. Chiediamo due cose: la prima è che la discussione si faccia immediatamente e che si possa concludere nei primi mesi dell'anno che sta per arrivare; la seconda è che i tempi siano così rapidi - e chiudo - perché noi abbiamo bisogno di garantire che le risorse, che sono nel PNRR sul tema del trasporto pubblico, vengano spese dalle società nell'ambito del contesto delle varie città.

Questo è fondamentale se vogliamo raggiungere quegli obiettivi ambientali, ma è anche fondamentale per non fare una brutta figura con l'Europa (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

(Intendimenti in merito al prolungamento del corridoio Baltico-Adriatico fino a Lecce e all'inserimento di infrastrutture di Bari e Brindisi nella rete centrale dei corridoi Ten-T, nel quadro della revisione degli orientamenti europei - n. 3-02493)

PRESIDENTE. Il deputato Mauro D'Attis ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02493 (Vedi l'allegato A).

MAURO D'ATTIS (FI). Grazie, signora Presidente. Signor Ministro, è stata anticipata dal 2023 ad oggi la revisione della rete transeuropea dei trasporti, Ten-T, da parte della Commissione europea. Il nostro Governo è per il rilancio del Meridione come azione fondamentale. Nel DEF 2021 il Governo propone il prolungamento del corridoio Baltico-Adriatico, finalmente, da Ancona fino a Bari. Noi aggiungiamo e chiediamo se il Governo intenda prolungare questo corridoio Baltico-Adriatico, nella sua proposta, ovviamente, fino a Lecce, per permettere di prevedere l'Alta velocità fino al sud della Puglia, lungo tutta la costiera adriatica, reinserire il porto di Brindisi, che fu escluso nel 2013 dalla rete dei porti Core, e inserire l'aeroporto di Bari nella rete Core degli aeroporti.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, ha facoltà di rispondere.

ENRICO GIOVANNINI, Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili. Grazie, Presidente. Le reti Ten-T sono un insieme di infrastrutture lineari (ferroviarie, stradali, fluviali) e puntuali nodi urbani (porti, interporti, aeroporti), considerate rilevanti a livello europeo.

La disciplina di riferimento è contenuta nel Regolamento (UE) 1315/2013 e nelle successive modifiche che hanno definito la rete Ten-T, prevedendo un'articolazione su due livelli: il primo livello, cosiddetto Core network, è dato dai nodi urbani a maggiore densità abitativa, dai nodi intermodali di maggiore rilevanza e dalle relative connessioni; il secondo livello è costituito dalla Comprehensive network, ovvero da reti stradali, ferroviarie, portuali, aeroportuali, così come da centri intermodali, volte a contribuire agli obiettivi di coesione territoriale, integrando e interconnettendo la rete Core.

A seguito dei negoziati sulla Brexit, come ricordato dall'onorevole interrogante, si è convenuto di anticipare il riesame delle reti Ten-T dal 2023 al 2021. In attuazione di detta decisione, la Commissione ha pianificato tre incontri bilaterali con ciascuno Stato membro per discutere le proposte di modifica delle reti Ten-T, preliminari alla pubblicazione della proposta legislativa attesa per dicembre 2021.

Ebbene, ci sono criteri e parametri di natura geografica, demografica e tecnica e noi, su questa base, abbiamo avuto due incontri con la Commissione e le nostre proposte prevedono - in coerenza con l'obiettivo di inserire l'infrastruttura della dorsale adriatica nella Core Network, quindi, al primo livello - l'inclusione dell'infrastruttura ferroviaria e stradale fino a Bari, nonché dell'aeroporto di Bari. In relazione all'aeroporto, sono in corso specifiche interlocuzioni con la Commissione, finalizzate a ottenere il riconoscimento di Bari come nodo urbano principale, dal momento che il volume di traffico annuale di detto scalo è di circa 5 milioni di passeggeri all'anno.

Infine, è stato richiesto di inserire la sezione Brindisi-Taranto nella rete Comprehensive, in considerazione delle potenzialità dell'intero cluster trasportistico pugliese. In questo contesto, naturalmente, stiamo già analizzando la possibilità di potenziare i collegamenti con Lecce, come sottolineato, ricordando che i finanziamenti europei possono contribuire a realizzare questi progetti, se inseriti, appunto, nella rete TEN-T.

PRESIDENTE. Il deputato D'Attis ha facoltà di replicare.

MAURO D'ATTIS (FI). Signor Ministro, la ringrazio per la risposta, della quale mi ritengo e ci riteniamo soddisfatti. La soddisfazione generale sarà, ovviamente, il risultato che l'Italia otterrà rispetto ai programmi. Questa trattativa con la Commissione europea va sostenuta e le forze politiche che sostengono questo Governo, a cominciare da Forza Italia, questa trattativa la vogliono sostenere. D'altronde, con il PNRR il Governo e questa maggioranza hanno previsto importanti investimenti proprio in aree come quella che ha citato del porto di Brindisi, ad esempio - che è destinataria di investimenti già finanziati con il Recovery Fund; e poi volumi di traffico, di passeggeri e merci, non solo il dato storico, ma anche il dato prospettico.

Ci faremo organizzatori di questa lobby territoriale, signor Ministro, con la sua collaborazione. Presidenti di regione, sindaci e presidenti delle autorità portuali, tutti devono contribuire a questa pressione, che dobbiamo fare tutti insieme verso la Commissione europea. Ma, signor Ministro, - lei lo sa - la voce grossa la fa il Governo. In questo caso è lei, in questo momento, signor Ministro, - posso dire - lei è il nostro megafono e siamo fieri di avere un megafono di questo livello. Sono certo, signor Ministro, che già da subito potremo contare sul suo pieno sostegno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

(Iniziative volte al potenziamento delle infrastrutture destinate al diportismo in Calabria, anche al fine del rilancio dei collegamenti fra la costa e le aree interne – n. 3-02494)

PRESIDENTE. La deputata Vietina ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02494 (Vedi l'allegato A).

SIMONA VIETINA (CI). Grazie Presidente. Onorevoli colleghi, signor Ministro, come è noto, la Calabria può vantare bellezze naturali costiere notevoli, un patrimonio, però, sottoutilizzato e un'occasione mancata per la valorizzazione dell'intero territorio. Quindi, in un'ottica di sviluppo economico, turistico, occupazionale e commerciale, anche nell'ambito dei finanziamenti per la ripresa del Mezzogiorno, si chiede se sia prevista la redazione di un piano progettuale infrastrutturale portuale in rete, anche con l'entroterra, che permetta lo sviluppo complessivo del territorio ed assicuri lavoro e benessere a tutta la Calabria.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, ha facoltà di rispondere.

ENRICO GIOVANNINI, Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili. Grazie. Nel vigente quadro costituzionale, dopo la riforma del 1997, la materia dei porti turistici è di competenza delle regioni, alle quali sono demandate la localizzazione delle aree destinate all'insediamento dei porti turistici, la concessione dell'area demaniale per la realizzazione e la gestione dei porti stessi, oltre che lo stanziamento di risorse per la realizzazione di dette infrastrutture. Le regioni dispongono di uno specifico strumento di pianificazione, consistente nei piani regionali della portualità turistica. Ricordo che, nell'ambito di fondi della politica di coesione, vengono destinate diverse risorse per miglioramento, potenziamento, messa in sicurezza e valorizzazione dei porti e impianti portuali marittimi anche turistici.

In particolare, con specifico riguardo alla regione Calabria, l'Agenzia per la coesione territoriale ha comunicato di aver pubblicato, in data 15 dicembre 2016, un avviso pubblico per la selezione di interventi infrastrutturali nei porti di rilievo regionale e interregionale, all'esito del quale sono stati individuati otto progetti, riguardanti i porti di Isola Capo Rizzuto, Roccella Jonica, Cirò Marina, Cetraro, Scilla, Belvedere Marittimo, Tropea e Amantea, con un finanziamento complessivo di 38 milioni di euro. Inoltre, la medesima Agenzia ha comunicato che sono stati previsti ulteriori stanziamenti, pari a oltre 30 milioni di euro, per il potenziamento del porto di Catanzaro Lido, per l'effettuazione di interventi di riduzione dei consumi energetici legati alle attività portuali e di approvvigionamento da fonti rinnovabili nel porto delle Grazie di Roccella Jonica. Inoltre, fondi destinati all'attuazione delle attività nautiche di tipo turistico-ricreativo nel porto di Crotone, nonché per il recupero e la rifunzionalizzazione del waterfront nel comune di Roccella Jonica.

Con particolare riguardo alle iniziative di competenza del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, evidenzio che ho provveduto a inviare ai presidenti delle regioni una nota, con la quale ho rappresentato la necessità di rendere coerenti gli strumenti di programmazione infrastrutturale di competenza statale con i quadri dirigenziali regionali, attraverso la costituzione di singoli tavoli regionali di coordinamento. In tale sede potranno essere affrontate, con un approccio sistemico, anche le questioni evidenziate dagli onorevoli interroganti.

PRESIDENTE. La deputata Vietina ha facoltà di replicare.

SIMONA VIETINA (CI). Ringrazio il Ministro per la sua risposta e comunque credo che, grazie alle sollecitazioni di Coraggio Italia, possano essere presi ulteriori impegni. Perché, vedete, la Calabria, con i suoi 800 chilometri di costa e 30 porti turistici, ora sottodimensionati, ha risorse turistico-naturali immense. Ed è assurdo pensare che molti giovani volenterosi e preparati debbano lasciare la propria terra, debbano lasciare i propri affetti, per trovare quella dignità che si trova soltanto con il lavoro altrove. È giusto e indispensabile trovare la modalità per permettere che si realizzino nel loro territorio di origine, un territorio che amano e che devono contribuire a rivalutare. Mi riferisco, con particolare puntualità, alla necessità di individuare e indirizzare le risorse necessarie per l'ammodernamento e il potenziamento del sistema portuale. Quindi, ampliare le darsene, costruirne delle altre e collegarle con l'entroterra, affinché l'entroterra non muoia velocemente e anche per la valorizzazione complessiva delle innumerevoli risorse calabresi, risorse naturali, antropiche, culturali, storiche, paesaggistiche ed enogastronomiche. Quindi, un sistema portuale moderno, che rappresenterebbe uno dei più importanti poli di attrazione turistica d'Europa.

Ecco, noi abbiamo bisogno di rivalutare tutto il sistema portuale, non soltanto gli interventi indicati dal Ministro, che comunque apprendiamo con soddisfazione.

PRESIDENTE. Concluda.

SIMONA VIETINA (CI). Se lo meritano quei giovani, che devono tornare ad essere protagonisti attivi del loro futuro; se lo meritano i calabresi, popolo fiero e orgoglioso, che da sempre lottano per la propria terra e la propria identità; se lo merita la Calabria, fucina di bellezze da valorizzare ed ammirare (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

(Iniziative di competenza volte a garantire la competitività della nuova compagnia aerea ITA, anche attraverso la salvaguardia del personale proveniente da Alitalia – n. 3-02495)

PRESIDENTE. Il deputato Rotelli ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-02495 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

MAURO ROTELLI (FDI). Grazie Presidente. Colleghi, signor Ministro, l'interrogazione di Fratelli d'Italia è sulla nuova compagnia ITA, quella che sarà operativa da metà ottobre. Questa compagnia parte con appena 52 aerei, meno della metà di Alitalia, e, di questi, soltanto 7 sono destinati a lungo raggio, che è in assoluto il segmento più remunerativo. Ne deriverà inevitabilmente un'enorme riduzione di una quota di mercato e del numero dei passeggeri. ITA nasce, inoltre, con 8 mila dipendenti in meno rispetto ad Alitalia.

Nell'assunzione non verrà tenuto conto della provenienza da Alitalia, né dell'anzianità, scatenando inevitabilmente, Ministro, proteste e privando ITA di competenze e professionalità ormai maturate negli anni. Il “ce lo chiede l'Europa” sta facendo un'altra illustre vittima, in barba ai tanti discorsi del settore strategico, delle necessità turistiche della nostra Nazione o dell'export italiano.

Fratelli d'Italia con questo quesito, Ministro, chiede quali iniziative intenda prendere per garantire che ITA possa essere ancora competitiva, anche attraverso la salvaguardia del personale ex Alitalia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, ha facoltà di rispondere.

ENRICO GIOVANNINI, Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili. Grazie, Presidente. Il piano industriale 2021-2025 della nuova compagnia ITA prevede un fatturato che nel 2025 dovrebbe raggiungere i 3,3 miliardi di euro. Il piano industriale è stato elaborato naturalmente in coerenza con le previsioni di ripresa della domanda di trasporto aereo, che fino a tutto il 2025 dovrebbe essere, pure incrementandosi ogni anno, inferiore ai livelli pre pandemia. Conseguentemente, all'avvio delle proprie attività la compagnia opererà con una flotta di 52 aerei, adeguata a rispondere nell'immediato alla domanda di trasporto aereo, che crescerà già nell'anno 2022 a 78, per arrivare a 105 nel 2025, in coerenza con le previsioni di incremento della domanda.

Nel 2025 il 77 per cento della flotta aerea di ITA sarà costituito da aeromobili di nuova generazione, che consentiranno di ottimizzare l'efficienza e la qualità dell'offerta, contribuendo a ridurre significativamente l'impatto ambientale. Quanto ai collegamenti aerei, all'avvio delle attività la compagnia servirà 45 destinazioni, con 61 rotte, che saliranno a 74 destinazioni e 89 rotte nel 2025, e in particolare proprio con un ribilanciamento dei voli verso il settore del lungo raggio, che, come è stato ricordato, è quello maggiormente profittevole. Quanto al personale, ITA avvierà le proprie operazioni con un numero di dipendenti assunti per gestire l'attività aviation pari a circa 2.900 unità, che salirà, alla fine del piano, intorno a 5.600-5.700 unità. A partire dallo scorso 26 agosto, ITA ha avviato una specifica campagna di raccolta di candidature per figure professionali da impiegare nell'attività aviation, il cui inquadramento avverrà, sulla base delle vigenti disposizioni, entro il 15 ottobre. Detta attività di raccolta delle candidature si è conclusa lo scorso 6 settembre e sono pervenute 29.451 domande, di cui 2.760 per i ruoli di comandanti e piloti, 1.298 provenienti da Alitalia, 8.097 per il ruolo di assistente di volo, 3.311 provenienti da Alitalia, e 18.594 per il personale di staff, 2.601 provenienti da Alitalia. Qualora ITA si aggiudicasse le gare bandite da Alitalia in amministrazione straordinaria relative alle attività di ground handling e manutenzione, è previsto, a conclusione del piano, l'impiego fino a circa 2.700 risorse per la parte handling e circa 1.200 risorse nell'area che attiene alla manutenzione.

Complessivamente, quindi, a regime al 2025 potrebbero essere impiegate, direttamente o indirettamente, circa 9.500 persone. Siamo certi che ITA sarà in grado di offrire risposte alle nuove esigenze del trasporto aereo, in un'ottica sempre più intermodale, integrata con il trasporto ferroviario, come in altri Paesi, guardando con grande attenzione anche ai principi della sostenibilità, visto che le proposte della Commissione europea richiedono, tra l'altro, una riduzione delle emissioni molto forte del settore del trasporto aereo.

PRESIDENTE. Il deputato Silvestroni ha facoltà di replicare.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Grazie, Presidente. Ministro, noi non siamo soddisfatti, non siamo assolutamente soddisfatti della sua risposta all'interrogazione presentata, perché lei, Ministro, sta facendo come Gualtieri, come il Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che è stato fischiato da tutti i lavoratori a piazza Santi Apostoli, perché non avete capito l'entità del danno che state creando ai lavoratori, all'Italia, al made in Italy e questo non so se è per l'incapacità vostra, del Governo. Noi di Fratelli d'Italia non abbiamo mai creduto in questo Governo, ma credevamo sicuramente nell'autorevolezza del Presidente Draghi, ma questo, di fatto, non sta avvenendo. E allora, la vicenda di Alitalia, dei 10.500 lavoratori, probabilmente non la può affrontare il Consiglio dei Ministri o lei, Ministro, ma deve affrontarla direttamente Draghi, che deve venire in Parlamento a raccontare per quale motivo si sta creando un danno così grande all'Italia con questa operazione di ITA.

Ministro, questo patto che avete fatto con la Commissione europea, ripeto - e concludo, Presidente -, sta uccidendo il trasporto aereo nazionale ed è uno schiaffo a tutta la tradizione dell'aviazione italiana. Quindi, credo e ribadisco che voi dovreste stoppare questa operazione di ITA e riaprire una concertazione con tutte le forze sindacali presenti nel Paese e discuterne qui, in Parlamento, perché questo che state attuando è una vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Intendimenti in merito a una revisione delle politiche di accoglienza dei migranti, anche alla luce di una recente aggressione verificatasi a Rimini – n. 3-02496)

PRESIDENTE. Il deputato Morrone ha facoltà di illustrare l'interrogazione Molinari ed altri n. 3-02496 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

JACOPO MORRONE (LEGA). Grazie Presidente, grazie Ministro. L'11 settembre, a Rimini un richiedente asilo di origini somale ha accoltellato, su un autobus, due controllori che gli avevano chiesto di esibire il titolo di viaggio; sceso dal mezzo, ha colpito a caso altre persone, tra cui un bambino di 6 anni, oggi fortunatamente fuori pericolo. Il somalo, da tempo in Europa, solo qualche mese fa sarebbe entrato in Italia, presentando domanda per lo status di rifugiato. Questo grave episodio non è isolato: le cronache quotidiane testimoniano la crescente frequenza di reati commessi da stranieri entrati illegalmente in Italia o privi di permesso di soggiorno, allo sbando e senza alcun controllo. Lungi dal generalizzare, ma non c'è dubbio che sia evidente la mancanza di una politica nazionale seria e lungimirante in materia di immigrazione. Stupisce, infatti, che lei, Ministro, possa valutare sufficiente la linea fallimentare portata avanti finora, che si limita a prevedere un'accoglienza indiscriminata e senza regole.

Si chiede, quindi, se non si ritenga doveroso, oltre che opportuno, rielaborare con urgenza la linea in materia di accoglienza, anche per evitare l'escalation di fatti simili (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. La Ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha facoltà di rispondere, per 3 minuti.

LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. Presidente, gli onorevoli interroganti, nel far riferimento alla recente aggressione a Rimini da parte di un giovane somalo ai danni di cinque persone, tra le quali un bambino, chiedono se il Governo, e in particolare il Ministro dell'Interno, non ritenga opportuno rielaborare con urgenza la linea in materia di accoglienza dei migranti finora seguita dal Dicastero.

Premetto che il responsabile dei gravi fatti accaduti a Rimini, che mi hanno indotto a essere presente in quella città per presenziare due giorni dopo l'accaduto a un comitato provinciale ordine e sicurezza pubblica, non ha agito per finalità riconducibili ad una matrice fondamentalista. La violenta aggressione, che ha scosso l'opinione pubblica locale e quella nazionale, sembra trovare la sua motivazione in una forte alterazione dello stato di equilibrio psicologico, che, tuttavia, fino a quel momento si era manifestata solo attraverso l'aggressività verbale e non fisica, in occasione della sottoposizione ad un tampone, peraltro negativo, avvenuta il 10 settembre, quindi un giorno prima dell'aggressione, al termine della quarantena.

Si trattava di un soggetto privo di precedenti di polizia secondo le annotazioni presenti nei sistemi informativi nazionali e internazionali. Quanto alla dispersione nel territorio italiano di quel migrante, che viene lamentata dagli onorevoli interroganti e posta in relazione causale ai fatti che ho ricordato, vi è da dire che tale condizione non è rilevabile solo in rapporto al recente ingresso del giovane somalo nel nostro Paese, ma trova la sua prima radice nella precedente peregrinazione dello stesso soggetto in vari Paesi europei.

L'accesso al sistema Eurodac ha evidenziato come il somalo abbia fatto il suo primo ingresso in Germania nel 2015, spostandosi dopo poco in altri Paesi del continente e, precisamente, in Danimarca, Svezia, Olanda, Austria e, infine, è arrivato in Svizzera. In occasione dei vari passaggi nei citati Paesi europei, Duula ha sempre presentato istanza di protezione internazionale, come si apprestava peraltro a fare in Italia, nel cui territorio risulta essere entrato il 9 agosto di quest'anno. Proprio in considerazione della sua condizione di migrante e della presenza varia di domande di protezione internazionale, l'apposita unità di Dublino presso il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione ha in corso le necessarie verifiche, ai fini della ripresa in carico del somalo da parte della Svizzera, ultimo Paese che ne ha registrato la presenza.

Somane Duula, nel breve arco temporale intercorrente tra il suo ingresso e i fatti di sabato scorso, si era presentato spontaneamente il 9 agosto in questura per esprimere la volontà di chiedere protezione internazionale. In presenza di simili circostanze si attiva immediatamente, in base alla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea ed alla Convenzione di Ginevra, una attività di presa in carico dello straniero, in omaggio al principio del non-refoulement. Tale attività, in quanto concretantesi in un preciso ed ineludibile obbligo internazionale, è una precondizione di qualunque politica di accoglienza e non è derogabile in alcun modo da parte dello Stato nazionale.

Infine, in relazione all'asserito ruolo agevolativo che il decreto-legge n. 130 del 2020 avrebbe svolto sulla vicenda, desidero evidenziare che la presenza sul territorio nazionale di un qualsiasi straniero per il tempo necessario alla decisione sulla domanda d'asilo prescinde totalmente dalle novità introdotte dal decreto-legge, fondandosi su un impianto normativo ampiamente preesistente, non modificabile e basato sugli obblighi di protezione internazionale.

PRESIDENTE. Il deputato Jacopo Morrone ha facoltà di replicare, per due minuti.

JACOPO MORRONE (LEGA). Signor Ministro, la ringrazio della risposta ma è ovvio che non ci soddisfa. A non convincere è la linea politica, e non tecnica, che lei continua a propugnare come fosse ancora Ministro di quel Governo giallo-rosso che ha cancellato una parte significativa dei “decreti Sicurezza” approvati solo pochi mesi prima, “decreti Sicurezza” che, in poco tempo, avevano prodotto risultati concreti anche nella riduzione del numero degli sbarchi illegali e avevano prodotto meno costi di accoglienza, meno morti in mare, meno problemi di sicurezza e meno Forze dell'ordine occupate esclusivamente su questo fronte. La linea politica che lei ha portato avanti, dal defunto e non rimpianto Governo Conte-bis in poi, ha peggiorato di gran lunga la situazione, e lo dico senza timore di smentite. Un dato per tutti è quello degli sbarchi: dal 1° gennaio al 15 settembre 2021 sono stati 42.186, contro i 6.236 del 2019, quando era Ministro Matteo Salvini.

Ed è anche sulle risposte autoassolutorie che lei, signor Ministro, ha dato nell'intervista rilasciata il 12 settembre a un quotidiano nazionale che si misura la sua insufficienza. Nell'intervista esprime una serie di luoghi comuni e di banalità sulla sicurezza e sull'immigrazione non adeguati al Ministro dell'Interno di un Paese strategico come l'Italia. Sfortunatamente per lei, questa intervista è uscita in concomitanza con il grave episodio di Rimini, appesantendo la sua posizione. Non a caso, diversamente da altri accadimenti altrettanto gravi, lei è corsa a Rimini per rimediare in qualche modo alle inadempienze che le vengono attribuite. Purtroppo, anche a Rimini, Ministro, è riuscita ad autodelegittimarsi, sostenendo che l'accoltellamento sarebbe potuto capitare ovunque in Italia. Così tutto il Paese è venuto a sapere che lo Stato sembra non essere in grado di garantire sicurezza e ordine pubblico e che l'indispensabile attività di prevenzione e di controllo sta fallendo.

È il Paese, Ministro, che chiede un cambio di passo e che chiede politiche serie su questi temi; la sua risposta riesce ad aumentare solo la preoccupazione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Sospendo brevemente la seduta, per qualche minuto.

La seduta, sospesa alle 16,05, è ripresa alle 16,06.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Brescia, Casa, Cavandoli, Gebhard, Giachetti, Lapia, Licatini, Migliore, Mura, Patassini, Perantoni e Tateo sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 98, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Informativa urgente del Governo sul rave party svoltosi tra il 13 e il 19 agosto presso il lago di Mezzano, nel Viterbese.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento dell'informativa urgente del Governo sul rave party svoltosi tra il 13 e il 19 agosto presso il lago di Mezzano, nel Viterbese, che, come convenuto, avrà luogo con ripresa televisiva diretta.

Dopo l'intervento del rappresentante del Governo, interverranno i rappresentanti dei gruppi, per sette minuti ciascuno, e delle componenti politiche del gruppo Misto, per due minuti ciascuno, in ordine decrescente, secondo la rispettiva consistenza numerica.

(Intervento della Ministra dell'Interno)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare la Ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese.

LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. Grazie, Presidente. Onorevoli deputati, sono grata a questa Assemblea per l'opportunità che mi viene data di illustrare esattamente l'andamento dei fatti avvenuti nella giornata tra il 14 e il 19 agosto scorsi, allorché nel territorio del comune di Valentano, in provincia di Viterbo, si è svolto un rave party che ha visto la partecipazione di migliaia di persone. Appare indispensabile e prioritario muovere da una puntuale ricostruzione cronologica dei fatti che dia conto del loro susseguirsi e altresì del conseguente operato delle Forze di Polizia, delle autorità provinciali di pubblica sicurezza e del Dipartimento di pubblica sicurezza.

Parto, dunque, dai fatti. Verso le ore 20,45 del 13 agosto scorso, sulla strada statale Aurelia, tra Livorno e Cecina, veniva controllato dalle Forze dell'ordine un gruppo di camperisti - circa 40 camper con a bordo una cinquantina di persone - che, nell'occasione, seppure sollecitati, non fornivano indicazioni circa il luogo in cui erano diretti, limitandosi ad affermare genericamente che si dirigevano verso il Sud, facendo vaghi cenni alla regione Puglia. Durante le fasi del controllo non veniva peraltro riscontrata a bordo dei veicoli la presenza di materiale ovvero di strumenti per la diffusione sonora. Non emergendo, peraltro, evidenze circa forme di illegalità che legittimassero misure restrittive o di carattere cautelare, non sarebbe stato possibile adottare nei confronti delle persone controllate provvedimenti che ne avrebbero potuto impedire giustificatamente il proseguimento del viaggio.

Alcuni dei soggetti fermati risultavano al controllo gravati da precedenti di Polizia per invasioni di terreno o di edifici, reato che è tipicamente oggetto di contestazione nei confronti di organizzatori e partecipanti a rave party. Tale sospetta circostanza induceva ad attuare un articolato servizio di osservazione e di monitoraggio allo scopo di accertare, in mancanza di ogni altro elemento informativo, quale effettivamente fosse il loro luogo di destinazione finale. Di tale dispositivo veniva informata la sala situazione del Dipartimento della pubblica sicurezza, la quale, a sua volta, chiedeva di essere costantemente aggiornata sulla consistenza del gruppo e sulla sua destinazione. Apro qui un inciso. Alcune ricostruzioni giornalistiche, nel riprendere un'espressione contenuta in un rapporto di Polizia e poi replicata in una successiva nota del prefetto di Viterbo, diretta, a conclusione dei fatti, al mio ufficio di gabinetto, hanno definito tale dispositiva di sequela e monitoraggio come una scorta. Ora, è ben noto che tale termine, usato impropriamente nell'occasione, definisce un dispositivo di tutela ravvicinata a persone esposte a rischio, riguardando, quindi, una misura che ha finalità per niente attinenti - anzi, del tutto opposte - a quelle del dispositivo preventivo e investigativo posto in essere in quelle circostanze (Proteste dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Vive proteste del deputato Caiata). Riprendo la cronologia…

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, colleghi, colleghi! Colleghi, dovete far continuare il Ministro! Colleghi! Colleghi, colleghi, non è un comportamento! Deputato Caiata, la richiamo all'ordine! Prego, prego…deputato Caiata!

LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. Riprendo la cronologia dei fatti. A mezzanotte e mezza del 14 agosto perveniva alla compagnia di Tuscania dell'Arma dei carabinieri una telefonata, non diretta al 112 NUE, di un giovane, qualificatosi come ex frequentatore di rave party, che riferiva di un possibile rave nei pressi di un lago, senza essere in grado, tuttavia, di indicare esattamente il luogo dell'evento. Lo stesso giovane comunicava che il luogo prescelto per il rave sarebbe stato indicato ai partecipanti dagli organizzatori solo dopo il posizionamento dei mezzi e l'avvio della diffusione sonora della musica. Infatti, solo un minuto prima dell'una, in una successiva telefonata, sempre indirizzata allo stesso presidio dell'Arma, il precedente interlocutore indicava le coordinate del rave: una zona rurale, isolata, a nord del lago di Mezzano. A seguito di quest'ultima chiamata, la compagnia di Tuscania pochi minuti dopo, all'1,05 del 14 agosto, inviava una pattuglia della stazione dei carabinieri di Valentano in perlustrazione nella zona del lago, ove si riteneva che potesse essere localizzato il rave, allo scopo anche di verificare se fossero in movimento verso quella stessa area mezzi pesanti e camper provenienti dalle arterie circostanti. Nel frattempo, un'ulteriore telefonata giungeva all'1,34 alla questura di Viterbo da parte di un cittadino che segnalava un andirivieni sospetto di mezzi nella zona di Valentano. All'1,55, dopo circa 40 minuti di ricerca, la pattuglia dei carabinieri riusciva a individuare, in aperta campagna, l'area segnalata, riscontrandovi la presenza già di moltissime persone, non esattamente quantificabili per il buio ma certamente in numero non inferiore a diverse migliaia, nonché di impianti di diffusione installati. Pressoché contemporaneamente, il gruppo di camperisti precedentemente individuato, dopo aver percorso vari chilometri dal primo avvistamento, giunto a ridosso del confine della provincia di Viterbo si disperdeva, frazionandosi in numerose strade sterrate prive di illuminazione, utili a raggiungere diverse località, per poi ricompattarsi presso il lago di Mezzano. Preciso che l'area interessata dallo svolgimento del rave dista 50 chilometri da Viterbo e 100 chilometri da Grosseto ed è alquanto vasta ed estesa: ha una consistenza, infatti, di 80 ettari; è ubicata in aperta campagna, priva di recinzione, risultando accessibile da numerose strade poderali e sterrate; priva, inoltre, di illuminazione, circostanza quest'ultima che la rende non visibile dalle strade ordinarie. L'insieme di queste caratteristiche ha di fatto contribuito a celare l'iniziativa, tant'è che in questa prima fase nessuna segnalazione, né dell'evento, né di movimentazioni sospette, era giunta al numero di soccorso pubblico (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Una volta individuata l'area, le Forze dell'ordine, a disposizione delle autorità locali, con le pattuglie fatte convergere sul posto provvedevano a una parziale chiusura della vasta zona. La cinturazione della stessa area veniva successivamente rafforzata grazie all'invio di ulteriori contingenti disposti dal Dipartimento della pubblica sicurezza con il precipuo scopo di impedire, pur nelle difficoltà del contesto, l'arrivo, sia dal versante grossetano che da quello viterbese, di altri partecipanti al rave. Preciso che i rinforzi inviati tra il 14 e il 19 agosto sul luogo del rave ammontavano complessivamente a circa 900 unità. Nella sola giornata conclusiva, quella del 19, erano presenti sul sito 300 unità aggiuntive. Anche Grosseto naturalmente, anche se in misura minore, ha potuto usufruire di unità di rinforzo. Solo alle prime luci del 14 agosto il personale operante poteva effettivamente quantificare il numero delle presenze che ammontavano a oltre 4.000 persone, comprese famiglie con bambini. I servizi di controllo e di cinturazione hanno avuto l'effetto di scongiurare che nell'area prescelta venisse a concentrarsi un numero di persone ben superiore, ipotizzato fino a 30.000, come emerge da confidenze raccolte dalle forze di Polizia tra gli stessi partecipanti. Peraltro, il mancato raggiungimento delle presenze preventivate dagli organizzatori sarebbe proprio da ricondurre all'attività svolta in quelle ore dalle forze di Polizia, che avrebbe fatto recedere numerose persone, in particolare giovani provenienti anche da altri Paesi, dall'iniziale intento di partecipare al rave.

Le difficoltà di controllo dell'area dette prima, legate alla conformazione del territorio e alla sua notevole estensione, non hanno potuto impedire l'afflusso consistente di partecipanti al rave che, nella sua punta massima, ha contato tra le 7.000 e le 8.000 persone. In considerazione della portata dell'evento, nella mattinata dello stesso 14 agosto veniva convocata una prima riunione, a cui ne sono seguite altre, del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica di Viterbo. Nel corso di dette riunioni è stata messa a punto la più idonea linea di azione che ha dovuto tener conto di tutti i fattori di contesto, effettuandone una ponderata valutazione. Atteso l'elevato numero di soggetti coinvolti, tra cui anche minori, le caratteristiche dell'area, la consistente presenza di automezzi, anche di grandi dimensioni, veniva valutato opportuno avviare da subito un'attività dissuasiva e di pressione sui partecipanti ravvisando, invece, come controindicata un'azione di forza. Un intervento di sgombero dell'area, con il prevedibile ricorso a mezzi speciali quali gli idranti e gli artifizi lacrimogeni, attesa la conformazione rurale con la massiccia presenza di stoppie facilmente incendiabili e ove, peraltro, erano stati allestiti i sistemi elettrici del tutto precari, avrebbe potuto determinare rischi di ordine pubblico, nonché seri pericoli per l'incolumità pubblica.

Peraltro, il concreto rischio di propagazione di incendi aveva suggerito sin da subito la necessità di prevedere sul sito un presidio di personale e mezzi dei vigili del fuoco, continuativamente mantenuto fino al termine dell'evento. Sento a questo punto l'esigenza di fare, per incidens, un chiarimento. È stata evocata in questi giorni la necessità di comprendere quale linea di comando sia stata dettata dagli organi centrali del Viminale a quelli periferici, prefettura e questura. È bene chiarire che gli eventi e i fatti locali che rientrano nella sfera dell'ordine e della sicurezza pubblica rimangono nella piena e diretta responsabilità decisionale e gestionale dei prefetti e dei questori, perché questo è l'impianto che ci restituisce la legge n. 121 (Proteste dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), la quale non a caso…

PRESIDENTE. Colleghi! Deputato Delmastro Delle Vedove, deputata Ciaburro! Deputato Delmastro Delle Vedove! Dovete far proseguire l'informativa del Ministro; poi avrete il vostro intervento. Non è il modo di interloquire! Prego, andiamo avanti.

LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. …la quale, non a caso, configura prefetto e questore come autorità di pubblica sicurezza, dotati dei necessari poteri, compreso quello, per il prefetto, di disporre per la forza pubblica. Tuttavia, le valutazioni emerse nel corso dei comitati provinciali, tenuti dal prefetto di Viterbo, sono state ampiamente - ampiamente - condivise dal Dipartimento della pubblica sicurezza che, in simili evenienze, opera a supporto delle autorità provinciali, proprio in ragione delle gravi conseguenze che avrebbe potuto comportare l'uso della forza (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ed io stessa ho seguito passo passo il corso della vicenda non appena si sono delineati i suoi precisi contorni, rapportandomi con il Capo della Polizia, il direttore generale della pubblica sicurezza, con il prefetto di Viterbo e, da ultimo, anche con il sindaco di Valentano, e ho ritenuto che la scelta operativa non avesse alternativa.

La strategia seguita dalle autorità di pubblica sicurezza si è indirizzata quindi non verso un rischioso tentativo di forzosa evacuazione dell'area, bensì nell'esercitare una continua e costante pressione per rompere il fronte dei partecipanti, sollecitando un atteggiamento più resipiscente da parte della maggioranza (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e isolando la frazione più irriducibile, i cui propositi sarebbero stati quelli di proseguire a oltranza il rave, rispettando l'originario programma. Tale strategia ha avuto l'effetto non solo di scongiurare il degenerare della situazione sul piano dell'ordine e della sicurezza pubblica, ma anche quello di evitare il prosieguo del rave che, secondo un volantino acquisito sul posto, avrebbe dovuto continuare fino al 23 di agosto (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Sta di fatto che, fin dalla sera del 18 agosto, è iniziato il deflusso per proseguire nella mattinata del successivo 19, data in cui l'area è stata completamente liberata senza incidenti (Proteste dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

MAURO ROTELLI (FDI). E' morta una persona! E' morto un ragazzo!

LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. L'evento di Viterbo ha destato allarme e riprovazione sia sotto il profilo dei reati consumati in quell'occasione, sia per i paventati danni ambientali, sia per i rischi epidemiologici connessi a un possibile focolaio, determinato dall'assembramento e dal mancato rispetto del distanziamento sociale (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Nel corso del rave si è registrata la morte…

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi!

LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. …di un giovane partecipante allontanatosi dal luogo dell'evento per immergersi nelle acque di Mezzano (Vive proteste dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi! Deputato Delmastro Delle Vedove, deputato Rotelli! Colleghi, il Ministro deve poter concludere l'informativa! Non è questo il modo di interloquire in Aula! Dopo avrete il vostro intervento (Proteste dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Prego! Prego! Prego! Dopo avrete il vostro intervento, così come tutti i gruppi: non è il modo di essere in Aula, prego (Vive proteste dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Colleghi, colleghi ci sono dei modi ordinati di essere in Aula! Questo non è un modo ordinato di essere in Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Non è un modo ordinato di essere in Aula! Dovete rispettare l'Aula, perché gli altri colleghi stanno ascoltando l'informativa del Ministro Lamorgese (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia!

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Lei deve rispettare l'Aula!

PRESIDENTE. E' in Aula per l'informativa e dopo avrete il vostro intervento. Per favore proseguiamo, prego.

LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. A seguito del suo allontanamento, alcuni suoi compagni ne hanno denunciato la scomparsa, a cui hanno fatto immediatamente seguito le attività di ricerca che hanno portato, a opera dei sommozzatori dei vigili del fuoco, al recupero del corpo del giovane. Sono in corso indagini per appurare le cause del decesso.

Riguardo al profilo penale dei fatti accaduti in occasione del rave, informo che, iniziato il deflusso, tutti coloro che si sono allontanati dall'area sono stati sottoposti a rigorosi controlli, ad attività di identificazione, a cui hanno fatto seguito i deferimenti all'autorità giudiziaria.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Il green pass gli dovevate chiedere!

PRESIDENTE. Deputato Trancassini!

LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. Complessivamente, sono state identificate 4.235 persone, di cui 784 stranieri. Tutti i soggetti identificati sono stati segnalati all'autorità giudiziaria e le loro posizioni saranno valutate per l'adozione di misure di prevenzione. Tra i reati contestati, oltre a quelli di manifestazione non autorizzata, di cui agli articoli 18 e 68 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, e di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, figura anche l'invasione di terreni o edifici, prevista e punita dall'articolo 633 del codice penale. Anticipo che il Ministero dell'Interno chiederà di potersi costituire parte civile nei relativi procedimenti penali (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Per quanto concerne, invece, i mezzi, sono stati controllati complessivamente 1.441 autoveicoli, di cui 1.351 al momento in cui sono usciti dall'area e altri 90 allorché hanno tentato di farvi accesso e sono stati respinti.

Gli operatori di polizia hanno proceduto altresì, nel corso delle attività, al sequestro di diverse casse acustiche, di materiale per l'allestimento di concerti, successivamente dissequestrati su disposizione dell'autorità giudiziaria. Inoltre, per due veicoli - un furgone e un camion - entrambi con a bordo materiale per la diffusione sonora, si è proceduto al sequestro in quanto utilizzati nel tentativo di forzare un posto di controllo.

L'evento ha fatto registrare anche un caso di denuncia per violenza sessuale, sporta da una giovane italiana nei confronti di un concittadino con precedenti di polizia.

Per quel che riguarda l'impatto di carattere ambientale e sanitario, che il rave ha indubbiamente avuto su quell'area rurale, che ne è stata teatro, informo che il sito, immediatamente dopo la conclusione dell'evento, ossia nel primo pomeriggio del 19, appena terminata l'evacuazione degli ultimi partecipanti, è stato sottoposto a verifica da parte di personale sanitario dell'ASL di Viterbo.

Relativamente agli aspetti ambientali, informo che, all'esito delle attività di controllo, effettuate anche con il supporto di mezzi fotografici e audiovisivi, non sono stati riscontrati danni alla fauna, non essendo state rinvenute carcasse né avvistati animali abbandonati.

Informo che è stata eseguita una ripulitura del terreno, a cui ha provveduto il comune di Valentano subito dopo il rave, incaricando una ditta specializzata in bonifica. Ai fini del pagamento del relativo importo, che si aggira intorno ai 30 mila euro, ci si sta adoperando, affinché il comune non sopporti gli effetti finanziari negativi che ne deriverebbero (Applausi polemici dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Risulta poi agli atti del mio Ministero una richiesta di risarcimento extra giudiziale con riferimento a danni di natura ambientale, presentata dalla società proprietaria della tenuta agricola interessata dallo svolgimento dell'evento.

La stessa società ha sporto denuncia per il furto di 15 ovini, di 2 batterie elettriche, di gasolio e di latte in polvere. Fin qui la ricostruzione dei fatti e delle illegalità che sono emerse nonché delle iniziative che sono state assunte nell'immediatezza dalle autorità di pubblica sicurezza e dalle Forze di Polizia.

Successive attività investigative, tuttora in corso, hanno portato a chiarire ulteriori rilevanti circostanze sulle quali ora mi soffermerò anche per fugare dubbi e perplessità evidenziate da ricostruzioni giornalistiche. L'iniziativa era stata organizzata sul web attraverso l'utilizzo di canali privati su cui veniva condiviso solo l'invito alla partecipazione, evitando di indicare dettagli utili all'individuazione precisa di località e tempi dell'evento. Come è stato possibile riscontrare, gli organizzatori del rave, allo scopo di evitare controlli, avevano infatti richiesto a coloro che intendessero parteciparvi l'assoluta segretezza, riservandosi di dare indicazioni circa il luogo preciso dell'evento solo poco prima del suo inizio, su chat private non accessibili ad estranei ai gruppi. Tale escamotage ha consentito di far convergere, più o meno contemporaneamente da più direzioni, sul sito dell'evento migliaia di persone, anche approfittando degli aumentati volumi di traffico per l'esodo di Ferragosto. L'afflusso dei partecipanti non è, quindi, avvenuto solo dalla direzione nord e i controlli effettuati lungo l'Aurelia, nella tarda serata del 13 agosto, hanno riguardato, non certo la maggioranza dei partecipanti o una grande quantità di essi, bensì un numero di persone esiguo rispetto alle migliaia che hanno partecipato al rave. Questo dato è rilevante in quanto chiarisce che, in occasione di quei controlli, non è stato intercettato un imponente flusso di partecipanti e conseguentemente viene a essere fugato l'assunto secondo cui le Forze di Polizia non abbiano percepito lo spessore del rischio, per l'adozione delle conseguenti iniziative. Questo stesso dato ci dà anche conto del fatto che la confluenza verso il sito del rave, avvenuta da più direttrici di marcia, ha potuto mimetizzarsi - come ho detto prima - con l'intenso traffico veicolare che connota la mobilità di Ferragosto (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

AUGUSTA MONTARULI (FDI). I droni sulla spiaggia avete mandato!

LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. Va inoltre sottolineato come al rave di Viterbo abbiano partecipato anche diversi stranieri provenienti da Paesi quali Francia e Germania ed è verosimile che queste persone, se non già in Italia, si siano mosse in tempo dai Paesi di provenienza. Tuttavia - e ciò conferma ancora una volta le modalità di assoluta segretezza seguite dagli organizzatori - nessuna Polizia europea, nell'ambito delle consolidate attività di cooperazione, ha fornito indicazioni ovvero informazioni relative alla programmazione dell'evento. In definitiva, una prima considerazione che vorrei fare è che gli organizzatori del rave hanno messo in atto un metodo capace di approfittare di tutte le circostanze favorevoli per aggirare i meccanismi di prevenzione che avrebbero potuto intercettare ed evitare l'evento.

Un'altra considerazione vorrei porre ora all'attenzione di questa Assemblea. Non mi sfugge il crescente senso di preoccupazione che il fenomeno del rave determina nell'opinione pubblica, sia per le illegalità connesse all'abuso di sostanze alcoliche e stupefacenti sia per i riflessi sulla possibile diffusione dei contagi, anche in rapporto ai comportamenti e ai sacrifici che in questo momento stiamo chiedendo alla comunità nazionale. Rassicuro, tuttavia, che il temuto effetto focolaio, che avrebbe potuto produrre il rave, fortunatamente non si è visto (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Sono questi gli esiti dell'indagine epidemiologica condotta a 20 giorni dalla conclusione del rave dalla ASL di Viterbo, nel corso delle attività di controllo a cui ho fatto prima riferimento.

PRESIDENTE. Deputato Caiata, deputato Rotelli!

LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. Infatti, a seguito di una specifica attività di standing gratuito e di analisi dei dati epidemiologici concordata con i sindaci del circondario, non si sono registrati casi di positività nelle persone che hanno aderito all'iniziativa, tra cui figurano, oltre a residenti nella zona, anche partecipanti all'evento.

Ritengo di precisare anche che il fenomeno del rave non è affatto inedito né, peraltro, è solo una questione italiana, come dimostra quello svoltosi in Francia, nonostante i divieti vigenti in quel Paese, durante lo scorso fine settimana, con circa 2.000 presenze, proseguito per alcuni giorni e conclusosi senza alcun intervento repressivo.

Tornando al caso italiano, si sono verificati rave anche nel recente passato, con significative manifestazioni in termini partecipativi. Ve ne sono stati, per esempio, nel 2016 in Umbria, in provincia di Terni, e nel 2017 in Piemonte, nel territorio di Alessandria, e in Lombardia. In occasione di quest'ultimo rave (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) si contò anche una vittima tra i partecipanti. Solo nel 2020, anno dell'insorgenza della pandemia, non vi sono stati, per evidenti ragioni, svolgimenti di eventi di questo tipo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Non di meno, nei precedenti 2 anni, 2018 e 2019, si sono tenuti alcuni rave assolutamente raffrontabili a quello di Viterbo, anche in ragione dell'afflusso di migliaia di persone e, in alcuni casi, per la coincidenza con la stagione estiva.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). La prassi! E allora, se è la prassi…

PRESIDENTE. Deputato Delmastro Delle Vedove, la richiamo all'ordine!

LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. È il caso del rave che si è tenuto in provincia di Macerata, quasi negli stessi giorni di quello svoltosi in provincia di Viterbo, tra il 17 e il 23 agosto 2018, che attirò circa 1.500 partecipanti. Abbiamo avuto anche, nello stesso anno, una occupazione di un campo adiacente al sito della centrale Enel di Montalto di Castro per tenervi un rave nelle giornate comprese tra il 28 e il 30 settembre (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Deputato Delmastro Delle Vedove!

LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. Anche il rave che si tenne (Proteste dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! in provincia di Torino in una fabbrica abbandonata di Moncalieri circa un mese dopo, a ottobre, vide la concentrazione di 5.000 persone. Analogamente, nel giugno 2019, in un terreno agricolo in provincia di Alessandria, si tenne un rave con la partecipazione di 2.000 persone. In nessuno di questi eventi che ho appena citato (Commenti della deputata Caretta)…

PRESIDENTE. Deputata Caretta!

LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. In nessuno di questi eventi che ho appena citato si è deciso di intervenire con la forza (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e MoVimento 5 Stelle) se non quando lo hanno potuto consentire circostanze di tempo e di luogo e, soprattutto, quelle connesse al numero dei partecipanti.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Però, nei ristoranti intervieni con la forza!

PRESIDENTE. Deputato Trancassini! Deputato Trancassini! Deputato Trancassini!

LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. Anche recentemente si è agito alla luce di questo criterio. È esattamente quello che è avvenuto in relazione ad alcuni tentativi di tenere dei rave, impedendone lo svolgimento sul nascere, nelle province di Brindisi, Cagliari, Lecce, Massa Carrara, Messina, Padova, Sassari e, da ultimo, anche Torino. In tutti questi casi, che segnalano una certa ripresa del fenomeno, anche a livello europeo, evidentemente come reazione anche alle restrizioni collegate alla pandemia, è stato possibile, per la previa disponibilità di informazione, il tempestivo intervento delle Forze dell'ordine, favorendo il disimpegno dell'area interessata, l'immediato allontanamento dei partecipanti e la loro contestuale identificazione con conseguente deferimento all'autorità giudiziaria. La linea del Viminale sull'ordine pubblico non può essere ondivaga.

L'amministrazione della pubblica sicurezza e gli organi che la rappresentano, infatti, agiscono sulla base di criteri e linee di azione che sono il frutto di esperienze professionali, di competenze tecniche consolidate (Commenti della deputata Lucaselli)

PRESIDENTE. Deputata Lucaselli!

LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. … definite secondo criteri riconoscibili di comportamento e, dunque, non sono soggette a improvvisazioni o a ingiustificati, repentini cambiamenti (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali), e ciò avviene a garanzia di tutti, cittadini e Forze dell'ordine. Mi auguro di aver fornito un quadro esaustivo (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) della situazione verificatasi a Viterbo e dei connessi riflessi di ordine e sicurezza pubblica. Vi ringrazio per l'attenzione (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Misto - Dai banchi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia: “Dimissioni!”).

(Interventi)

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto. Ha chiesto di parlare la deputata Baldino. Ne ha facoltà.

VITTORIA BALDINO (M5S). Grazie, Presidente. Signora Ministra, colleghi, ci troviamo qui, a dover discutere oggi, di un evento che si è verificato ormai un mese fa (Commenti della deputata Montaruli), parliamo, appunto, del famoso rave che si è tenuto a Viterbo, per la precisione…

PRESIDENTE. Deputata Montaruli, ma che cos'è, ma che cos'è questo atteggiamento! (Commenti della deputata Boldrini). Deputata Boldrini… Prego, deputata Baldino.

VITTORIA BALDINO (M5S). Grazie, Presidente. Ci troviamo, quindi, a parlare del famoso rave che si è tenuto nelle campagne del Viterbese, per la precisione a Valentano, dove, purtroppo, ha perso la vita anche un ragazzo, però siamo sinceramente stupiti di affrontare qui, oggi, questa discussione in Aula, con la diretta televisiva, se non altro perché questi sono eventi che, come ha detto poc'anzi la Ministra, si sono sempre verificati. E, poi, ricordiamolo, COVID o non COVID, stiamo parlando di raduni abusivi, sempre illegali, sempre, sia quando c'è il COVID sia quando non c'è il COVID. Io mi ricordo, ad esempio, sempre a ridosso di Ferragosto, questa volta a Manduria, un rave che ha radunato circa 5 mila persone, denominato il più grande rave della Puglia. Anche in quel caso non ci fu nessuno sgombero forzoso proprio per evitare problemi di incolumità pubblica, come ha ricordato la Ministra, proprio come è stato in questo caso, ma ci furono delle denunce, delle identificazioni, dei controlli antidroga. Corretto. Eppure, in quel caso, il Ministro dell'Interno non era lei, signora Ministra, ma era Matteo Salvini. Mi ricordo, ad ottobre sempre, non a Valentano, ma a Nichelino, in Piemonte, un rave ancora più grande, partecipanti tra i 6 mila e i 7 mila, raduno illegale e abusivo, con persone provenienti anche da tutta Europa. In quel caso non ci fu nessuno sgombero forzoso, nessun dispiegamento dell'intelligence o Polizia di frontiera; ci furono identificazioni, controlli antidroga, denunce, esattamente come è stato in questo caso. E, in quel caso, il Ministro dell'Interno non era lei, signora Ministra, ma era Matteo Salvini (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico), eppure, in quel caso, non ci fu nessuna richiesta di informativa in Aula né, tantomeno, il Ministro allora in carica ritenne opportuno di venire in Aula a riferire, evidentemente perché riteneva che ci fossero altre priorità in quel momento per far discutere l'Aula.

Qual è il motivo reale di questa informativa, che, peraltro, ha dato alla Ministra l'opportunità di spiegare come sono andate esattamente le cose e anche di smentire alcune inesattezze che erano state dette? Il motivo, a mio avviso, è molto, molto subdolo, cioè quello di utilizzare un evento, sicuramente spiacevole, ma che si è sempre verificato nell'indifferenza generale e che continua a verificarsi, per contrapporre ancora una volta i buoni o i cattivi, cioè per contrapporre chi le regole di contenimento le fa rispettare e le rispetta a chi non le rispetta e per dire: guardate questo Governo brutto e cattivo, limita la vostra libertà con il green pass, il demonio il green pass, però consente ad un manipolo di invasati di fare un raduno illegale (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), addirittura scortando. Io voglio dire una cosa, la Ministra l'ha spiegato benissimo: non c'è stata alcuna scorta e, anzi, approfitto per ringraziare le Forze dell'ordine che sono prontamente intervenute in quell'occasione (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico) e per tutto il lavoro che hanno svolto nel corso di questa pandemia, lavoro sicuramente non facile e reso ancora più difficile da chi da sempre, dal primo momento, ha soffiato sul fuoco e continua a farlo. Questo atteggiamento, colleghi, rischia di minare il buon esito di una delle missioni di questo Governo, e lo dico alle forze che compongono la maggioranza, perché vi ricordo che questo Governo è nato - l'ha ricordato anche il Presidente Conte questa mattina, che ringrazio sempre per l'equilibrio che dimostra (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) - per tre motivi: completare la campagna di vaccinazione, mettere in sicurezza il Paese e avviare l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Se oggi possiamo pensare e stiamo pensando - e i dati del PIL lo dimostrano - di far ripartire le attività economiche, di far ripartire le attività produttive, di far ripartire la scuola, lo sport, i servizi, lo dobbiamo grazie alla campagna di vaccinazione, che è avanzata in maniera positiva anche grazie allo strumento del green pass, demonizzato, bistrattato da tutti, ma, poi, invocato dalla stessa leader di Fratelli d'Italia quando si doveva contrapporre alle chiusure imposte dal Governo proprio per avviare la campagna di vaccinazione.

Mi riferisco sempre alle forze di Governo: chi oggi vuole minare la buona riuscita della campagna di vaccinazione soffiando sul fuoco dovrebbe dire chiaramente da che parte sta e smetterla di prendere in giro gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché qui la vera motivazione di questa informativa non è la gestione del rave, la vera motivazione è la ricerca del consenso, perché, evidentemente, si vuole celare, forse, qualche contraddizione, qualche spaccatura all'interno della coalizione: “vaccini sì”, “vaccini no”, “green pass sì”, “green pass no”, “mascherina sì”, “mascherina boh”. E, allora, che si fa? Si rispolverano i vecchi cavalli di battaglia, si affronta in modo improprio il tema della sicurezza del cittadino proponendo ordine e disciplina, pugno di ferro, che un tempo regalava facile consenso, tutto pur di tirar fuori quel coniglio dal cilindro. Quindi si ritorna a parlare di immigrazione, dei reati commessi solo dagli irregolari, eppure mi ricordo che, qualche mese fa, un assessore leghista aveva sparato in pubblica piazza, uccidendo una persona (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia). Tutto per incutere paura, un sentimento di paura nei cittadini. Allora dico una cosa, colleghi: questo modo di fare politica, volto ad instillare la paura e l'insicurezza, non funziona più, perché i cittadini e il mondo intero hanno avuto a che fare, in questi due anni, con minacce ben più gravi e sicuramente ben più serie. Più si instillano la paura e l'insicurezza e meno si è sicuri e, soprattutto, più si spinge la politica del lupo solitario e meno si raggiungono dei risultati. Se c'è una cosa che il COVID ci ha insegnato è che non sono la divisione e le polemiche strumentali a farci raggiungere dei risultati, ma sono la cooperazione e le proposte concrete. Per questo, Ministra, io le dico: vada avanti, il MoVimento 5 Stelle lavorerà al suo fianco, segnalando le eventuali criticità, proponendole proposte e soluzioni, perché è così che si lavora per il bene del Paese (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Molinari. Ne ha facoltà.

RICCARDO MOLINARI (LEGA). Grazie, Presidente. Preliminarmente, mi fa piacere vedere che, da parte dei colleghi del MoVimento 5 Stelle, i temi della sicurezza si calibrano sulla base di cosa ha fatto o non ha fatto Salvini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Mi limito soltanto a ricordare che, quando Salvini era Ministro dell'Interno, lo era con l'appoggio del MoVimento 5 Stelle. Noi vorremmo calibrare questa discussione non sulle persone, ma sui fatti, sulla linea politica e, vede, Presidente, questa situazione ci dà l'occasione anche di spiegare perché in questi mesi, dall'inizio del nuovo Governo, non siamo stati parchi di critiche nei confronti del Ministro Lamorgese. Non sono critiche personali, sono critiche politiche e critiche legate ai fatti, perché, quando la Lega è entrata nel Governo Draghi, lo ha fatto nella speranza di portare il suo apporto e di cambiare la linea rispetto al Governo precedente non soltanto sull'economia, sulle vaccinazioni, su altri argomenti, ma anche su un tema che ci sta particolarmente a cuore, come quello dell'immigrazione e quello della sicurezza. Questo è il motivo per cui, quindi, spesso ci troviamo in contrasto con il Ministro, ma non è una questione personale, a differenza dell'ossessione che hanno altri.

Venendo alla questione del rave party, come giustamente il Ministro ha illustrato, la parte più importante è sicuramente la prima fase, cioè la fase organizzativa, la fase di monitoraggio. Ebbene, il Ministro ha smentito quelle che sono state le ricostruzioni giornalistiche di un noto quotidiano, e questo non può che farci piacere, anche perché quel quotidiano aveva raccontato che sarebbe arrivato un ordine alle forze di Polizia volto a scortare questa colonna di camper - parliamo di 40 camper, più le auto che sono arrivate dopo - per monitorare al fine di evitare che potesse succedere qualcosa di più grave che un rave party. Ci fa piacere sapere che non è stato così, perché, visto e considerato che in questo rave party è morta una persona, sono stati denunciati due stupri, sono morti animali, è circolata ogni tipo di droga, avrei difficoltà a capire cosa poteva succedere di più grave di quello (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia). Ma visto che non è così, e ci fa piacere, l'interpretazione può essere un'altra, cioè che, nonostante queste persone siano state fermate e, aggiungo, non sono state fermate soltanto dalle forze di Polizia di Viterbo, di Grosseto e di Livorno, ma anche, il giorno prima, nel Monferrato-Casalese, in Piemonte, alcuni camper erano stati fermati e c'è stata notizia diffusa a mezzo stampa che erano stati fermati e multati proprio perché c'era l'intenzione di organizzare un rave party, quindi, qualcosa nell'aria girava già da un paio di giorni.

Tuttavia, visto e considerato che sono stati fermati anche in loco e il Ministro oggi ci ha detto che non è negligenza delle Forze dell'ordine - e questo ci fa piacere - che non avevano gli elementi per supporre che stava succedendo quello che poi è successo, allora la domanda è: se non è una negligenza, se non si poteva capire, qualcuno ci spiega come sia stato possibile che 10 mila persone siano entrate nel centro del paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), mettendo a ferro e fuoco ettari di territorio, spacciando droga, stuprando? Il messaggio che arriva è che basta una chat Telegram per fare un casino del genere?

Allora, direi che i cittadini da questo dibattito non possono che essere molto preoccupati sulla situazione della sicurezza (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), perché, se non è vero che li hanno scortati e se non è vero che, nonostante il monitoraggio, non era prevedibile che succedesse quello che è successo, qualcuno qui ci sta dicendo che 10 mila persone hanno fatto quello che hanno voluto in piena pandemia e non è colpa di nessuno! Questa, onestamente, non ci pare una risposta, signor Ministro (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Come dicevamo, un altro tema su cui l'abbiamo criticata è sicuramente quello dell'immigrazione. Noi abbiamo contestato il Governo “Conte 2” perché ha fatto la scelta politica di cancellare i “decreti Sicurezza” di Salvini, tornando allo stato ex ante. Ci è stato raccontato che questo serviva per aumentare la sicurezza del Paese. Basterebbero alcuni spot, alcuni numeri: poteva piacere o non piacere quanto ha fatto il Ministro Salvini, ma con il Ministro Salvini avevamo 5 mila sbarchi all'anno; adesso ne abbiamo 41 mila, avendo soppresso i decreti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Potremmo spiegare che, nonostante il Ministro Lamorgese avesse promesso un approccio non muscolare ma europeo, l'Accordo di Malta è completamente fallito, la redistribuzione volontaria dei migranti non c'è (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e, per vedere come i nostri partner europei affrontano il problema, basterebbe fare due passi a Ventimiglia e capiremmo quanto la solidarietà europea non ci sia.

Si potrebbe parlare anche del fatto che uno dei decreti contrastava l'opera delle ONG, mentre il Ministro Lamorgese ha scelto di accogliere le ONG e abbiamo visto i risultati: siamo passati da 500 sbarchi, a opera delle ONG, a 5 mila sbarchi, a opera delle ONG. Quindi, forse, su questa linea politica qualche problema non c'è.

Ma penso che l'elemento più plastico per capire il fallimento della soppressione dei “decreti Salvini” sia, purtroppo, un caso di cronaca nera; non lo facciamo per speculare, ma è per spiegare la situazione. Quanto accaduto a Rimini qualche giorno fa, purtroppo, si può spiegare con la scelta politica di aver cancellato quei decreti perché, se un richiedente asilo somalo (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Colleghi!

RICCARDO MOLINARI (LEGA). …aveva già fatto domanda di permesso di soggiorno in altri Paesi europei, c'è da chiedersi prima di tutto perché fosse in Italia, perché, per il Trattato di Dublino, si resta nel Paese di primo approdo e quindi non si capisce perché fosse qui (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Ma grazie alla soppressione del primo “decreto Salvini”, il richiedente asilo, in Italia, nelle more della richiesta, sarebbe stato chiuso in un CPR, non sarebbe stato distribuito sul territorio in una rete dell'accoglienza. Questa persona era in capo alla Croce Rossa di Rimini e questo è stato fatto perché ricordo i colleghi del PD che dicevano che, senza la distribuzione sul territorio, avremmo creato i fantasmi; mi ricordo la manifestazione con le maschere. E allora uno che gira armato di un coltello, strafatto di cocaina e vive di espedienti, mi spiegate che cos'è? Un emarginato, un fantasma o no (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)? Non era meglio tenerlo rinchiuso in un centro, invece che riempire il territorio di queste persone? Allora, questo è l'esempio di come questa politica dell'accoglienza non funzioni.

E per fortuna non c'è scappato il morto in quel caso, ma potremmo dire che è sbagliato anche dare messaggi politici, da parte del Ministro, come dichiararsi favorevole allo ius soli. Vede, in Italia diamo 122 mila cittadinanze all'anno, siamo i primi con la Germania: parlare di ius soli serve soltanto ad aumentare ancora di più la pressione migratoria che è già molto alta perché, l'abbiamo detto, siamo a 41 mila quest'anno (Commenti del deputato Sensi)

PRESIDENTE. Deputato Sensi! Deputato Sensi! Deputato Sensi, non ribatta. Colleghi, colleghi…

RICCARDO MOLINARI (LEGA). Capisco che prendere atto di aver sbagliato, cancellando i “decreti Sicurezza”, faccia male, ma è giusto che gli italiani lo sappiano (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Quindi, capisco un po' di nervosismo, visto che i fantasmi li avete creati, non li avete tolti.

Ma c'è un altro dato. Purtroppo, la stragrande maggioranza di questi immigrati che arrivano - e chiudo, Presidente - sono evidentemente migranti economici, ma lo sono dai dati del Ministero dell'Interno: il 30 per cento sono tunisini, il 13 per cento sono del Bangladesh, tutte persone che non avranno titolo alla protezione umanitaria internazionale, ma che vengono qui per ragioni economiche. C'è stata la crisi del COVID, è vero, c'è stata in Tunisia, c'è stata in Bangladesh, ma c'è stata anche in Italia. Allora, Presidente, cerchiamo di essere razionali: se l'anno scorso, a causa del COVID, abbiamo perso un milione di posti di lavoro, se il 31 ottobre, con lo sblocco dei licenziamenti, rischiamo di perderne altrettanti e degli ammortizzatori sociali, delle politiche attive, delle cose annunciate non abbiamo ancora visto l'ombra, quindi non sappiamo quale sarà il paracadute per questi lavoratori, se abbiamo 3 milioni di italiani che percepiscono un reddito di cittadinanza e, quindi, evidentemente, un lavoro non l'hanno trovato, qualcuno mi spiega come possiamo pensare di dare lavoro a 41 mila persone all'anno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)? Non è possibile! L'immigrazione non è soltanto un problema umanitario e di sicurezza…

PRESIDENTE. Concluda.

RICCARDO MOLINARI (LEGA). …è soprattutto un problema economico-sociale, e così dobbiamo imparare ad affrontarlo, come fanno gli altri Paesi del mondo.

Chiudo, Presidente, Ministro Lamorgese, noi siamo entrati in questo Governo per vedere una discontinuità; non siamo entrati in questo Governo per assistere da spettatori a quello che non ci piaceva del Governo precedente. Cambi rotta perché, diversamente, così non possiamo andare avanti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Congratulazioni - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Deputato Fiano! Deputato Fiano!

Ha chiesto di parlare il deputato Enrico Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie, signor Presidente. Intanto, preliminarmente, vorremmo dare il benvenuto al ritorno dei colleghi della destra sul loro tradizionale canone di legge ed ordine, però vorremmo dire loro di essere coerenti con legge ed ordine anche nei confronti dei no-Vax o di quei soggetti che, dall'estrema destra, minacciano le istituzioni repubblicane (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Ma, al di là di questi aspetti, il punto chiave di oggi è molto semplice: il Ministro dell'Interno ha fatto tutto ciò che doveva fare in rapporto ai poteri che dispone nei confronti di un fatto illegale che noi condanniamo (Una voce dai banchi di Fratelli d'Italia: No!)? Questo è il punto. Il punto è, cari colleghi, che la Ministra Lamorgese ha fatto esattamente le cose che facevano i Ministri precedenti: il Ministro Salvini, il Ministro Alfano, il Ministro Maroni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

Le dovrei ricordare, collega Molinari, il grave fatto di Pitigliano del 2011, quando morì un carabiniere in un fatto analogo, un rave party, con un Ministro dell'Interno che allora non era certo espressione della nostra forza politica? Perché a giocarla sul manicheismo e sul comizio siamo capaci tutti, ma non è così che si dà sicurezza ad un Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali)!

E quindi potremmo snocciolare, come hanno fatto anche i colleghi, tutti gli eventi del 2018, nei quali si verificarono casi analoghi e nei quali si fece esattamente ciò che è stato fatto questa volta, a dire che i Ministri dell'Interno cambiano, i fatti di illegalità purtroppo rimangono e fortunatamente le Forze dell'ordine esistono e presidiano. Nel caso specifico, cosa hanno fatto? Hanno sgomberato e hanno soprattutto evitato ulteriori problemi all'ordine pubblico.

Guardiamo altri Paesi che molto spesso nel nostro provincialismo indichiamo come esempi. Un rave party in California, a Oakland, nel dicembre 2016: lì si intervenne con il manganello, con la legge e l'ordine, 33 vittime. Qualcuno forse ricorderà il caso della Love Parade a Berlino nel 2010: 18 morti e 80 feriti. Qualche giorno fa, in Bretagna, nella Francia, che ha una legge molto ferrea, c'è stato un analogo rave party e sono finiti all'ospedale, fortunatamente non morti, 7 operatori delle Forze dell'ordine. Insomma, dietro questi fenomeni bisognerebbe, magari, dire intanto che c'è un'emergenza culturale ed educativa, perché la povertà educativa di modelli, di valori che portano molti giovani a fare queste manifestazioni, ci dovrebbe imporre qualche riflessione che va al di là della battuta e del comizio (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali)! E poi c'è un'esigenza normativa colleghi, perché la Corte di cassazione della Repubblica italiana ha stabilito che - in sé - organizzare un rave party non costituisce un reato in sé; sono le cose che si fanno all'interno che possono essere qualificate come reato.

Allora, vogliamo darci una nuova normativa, che organizzi in maniera differente? Bene, noi ci siamo. Però, cari colleghi, se vogliamo un'impostazione muscolare, la mettiamo in campo sempre, eh. Perché è facile chiedere le cariche di Balaklava sui rave party, però, poi, non si coccola chi minaccia di buttare i droni esplosivi sul Parlamento o di bloccare le stazioni, gli aeroporti e le metropolitane nel nostro Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali). Non si può, da una parte, chiedere il pugno duro e, dall'altra, gridare contro la dittatura sanitaria. Bisogna essere coerenti.

Però, il tema, signor Presidente, è un altro e bisogna dirlo agli italiani. Bisogna svelare questo inganno ipocrita. Il tema politico di questa vicenda è la perenne notte dei lunghi coltelli all'interno della destra italiana (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali – Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia). Allora, fino a quando, onorevole Meloni, terrete sequestrate le istituzioni repubblicane, per una battaglia egemonica all'interno della vostra coalizione? E fino a quando, senatore Salvini, lei scaricherà sul Governo, sulla sua stabilità e sulla serenità interna all'Esecutivo, le sue pulsioni per la conquista della leadership della destra? Colleghi, il Ministero dell'Interno, insieme con l'Economia e la Giustizia, è il cuore di qualsiasi Governo. Senatore Salvini, ha deciso forse di fare un Papeete d'autunno (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), come verrebbe da concludere, sentendo le ultime frasi del collega Molinari? Forse, dovrebbe anche rileggersi Ungaretti, in proposito. Un dato però è certo: il continuo stillicidio nuoce all'azione di Governo e nuoce al Presidente del Consiglio, alla vigilia di scadenze decisive.

Colleghi, se noi dovessimo fare come voi, ad ogni fabbrica che chiude o che delocalizza o che ha difficoltà dovremmo, che so, chiedere le dimissioni del Ministro Giorgetti (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali). Ma non lo facciamo! E non lo facciamo - e mi avvio alla conclusione, Presidente - perché la serietà, la responsabilità e il senso delle istituzioni sono la cifra di una maturità di un'azione di Governo. Dunque, signori della destra, il vostro regolamento dei conti non fatelo sulla pelle del Paese. E lei, signor Ministro, vada avanti a lavorare, ne abbiamo bisogno (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali – Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Battilocchio. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI). Presidente, colleghi, gentile Ministro, le sue parole hanno contribuito a chiarire alcuni dubbi, non tutti. Quello che è accaduto tra il 14 e il 19 agosto nel viterbese, in un'area privata ubicata nel territorio del comune di Valentano, è qualcosa di incredibile: migliaia e migliaia di persone che occupano irregolarmente uno spazio aperto, per dare luogo ad un rave totalmente abusivo, probabilmente il più grande free party in Italia degli ultimi 15 anni. Per 5 lunghi giorni, nei pressi del bacino imbrifero del lago di Mezzano, che, per le sue unicità e peculiarità, è stato individuato come sito di interesse comunitario, si è verificata una situazione gravissima, con alcuni inammissibili risvolti tragici, poc'anzi ricordati. Soprattutto in questa fase particolare, non possiamo assistere a queste palesi violazioni, perché, alla faccia della pandemia e del rispetto delle leggi, questi rave, in genere, non si curano di alcuna regola sanitaria, di alcuna prescrizione precauzionale, di alcuna indicazione sul distanziamento sociale: grave e pericolosissimo.

Tuttavia, quello che lascia più l'amaro in bocca è il dover prendere atto che lo Stato non si sia dimostrato capace di prevenire una tale clamorosa, roboante manifestazione di illegalità (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Le immagini dell'accampamento allestito alle porte di Valentano hanno dato l'impressione - e questo è forse l'aspetto più deleterio - che sia possibile trasformare una parte del territorio in una zona franca per giorni e giorni. Fondamentale e imprescindibile è una forte opera preventiva di monitoraggio e di vigilanza e un maggiore coordinamento. Anche perché abbiamo avuto, dopo il 19 agosto, anche per emulazione, casi simili in provincia di Lucca, sulle colline torinesi, a nord del Montello, sulle sponde del Piave, nel comune di Nova Levante, in Alto Adige. Questa è una preoccupante, brutta, bruttissima deriva.

Dopo i fatti di Valentano è il momento di porre un freno e una nuova regolamentazione a questi raduni, perché, se è vero che la Carta costituzionale garantisce e tutela il diritto di riunirsi pacificamente senza armi, anche in luogo aperto al pubblico, è altrettanto vero che tutto cambia, se mancano le autorizzazioni e i permessi e se hanno luogo attività chiaramente illegali. Lo Stato deve essere più vigile, più presente, più forte.

Ma vorrei tornare a quei lunghi, interminabili, surreali, giorni di agosto a Valentano. Al termine di questa folle pagina, quella parte del territorio dell'amena cittadina viterbese appariva un vero e proprio campo di battaglia. Ho avuto modo di recarmi di persona in loco e visitare l'area interessata subito dopo lo sgombero: una landa devastata e violata, ricoperta, in maniera indecente, da un assurdo quantitativo di rifiuti di natura indeterminata. Ma, come spesso accade, spente le luci dei riflettori, rimangono sul campo danni e problemi, scaricati, in questo caso, soprattutto sulle spalle di Valentano, un comune bellissimo, ricco di storia, con un territorio esteso, ma con appena 2.800 abitanti. Gli amministratori locali, con i quali ho parlato spesso, e i cittadini si sono sentiti inermi.

Fino ad oggi c'è stato silenzio rispetto alla richiesta di aiuto del giovane primo cittadino, Stefano Bigiotti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) - che saluto - che sta seguendo i nostri lavori a Montecitorio, ospite del gruppo di Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Il sindaco ha avuto la responsabilità, con propria ordinanza, di rimuovere d'urgenza e conferire in discarica i rifiuti lasciati sul campo dai partecipanti, un atto contingibile, con impegno di spesa per un ammontare complessivo di oltre 35 mila euro. Il sindaco ha inviato, il 23 agosto, una richiesta d'aiuto al Ministero, rimasta fino ad oggi lettera morta. Però, signora Ministro, prendiamo atto delle sue parole di oggi e, quindi, prendiamo atto anche dell'impegno che lei ha preso di fronte all'Aula. Quello che chiediamo è una risposta immediata conseguente.

Infine, assieme ad una valanga ignobile e intollerabile di minacce e di insulti via social, al sindaco Bigiotti è però arrivata la solidarietà dei colleghi primi cittadini. Oltre 600 sindaci hanno inteso sottoscrivere una petizione, lanciata dal gruppo “Noi sindaci”, per domandare al Governo di intervenire concretamente, affinché eventi simili non si ripetano e, più in generale, affinché venga rivisto anche il ruolo e la funzione dei primi cittadini, oggi detentori di ogni responsabilità nelle pubbliche amministrazioni locali, ma sprovvisti di competenze, di poteri e di risorse, di fronte a scenari come quello in esame. Ministro, questi sindaci, che stanno ogni mattina sul pezzo, rappresentando la prima linea dello Stato, soprattutto in questa fase complessa della nostra storia, non possono essere lasciati soli. Noi continueremo a stare al loro fianco (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Ministro Lamorgese, forse alcuni colleghi non hanno capito perché noi abbiamo chiesto di averla qui oggi. Noi abbiamo chiesto di averla qui oggi perché lei si è vantata di aver schierato 70 mila agenti di Polizia per impedire agli italiani di festeggiare con i loro parenti Pasqua e Natale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e non è stata in grado di impedire un evento criminale come quello che è avvenuto a Valentano. Noi ci aspettavamo, Ministro, un atteggiamento diverso, meno omissivo, meno tendente a scaricare le responsabilità sugli agenti, sui prefetti, sul questore; un'assunzione piena di responsabilità da parte sua dei fatti che sono accaduti tra il 13 e il 19 di agosto di quest'anno, in estate. E c'è un'altra ragione, Ministro, perché lei è qui a spiegare in diretta televisiva, su richiesta di Fratelli d'Italia, le ragioni per le quali ha permesso si svolgesse quell'evento. Perché in quelle ore lei controllava che non venissero aperti i locali da ballo in tutta Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), che nei locali non si potesse accennare un passo di danza, perché quelli che avessero compiuto un tale reato sarebbero stati multati e il locale chiuso, e ancora oggi è così.

E nella località di Valentano, nel Viterbese, difficile da raggiungersi, poche strade d'accesso, il 13 di agosto vanno a montare delle strutture in una proprietà privata del signor Piero Camilli, una persona che lavora, un riferimento della sua comunità, una persona che ha una famiglia, che ha dei beni, che avrebbe voluto che il Ministero dell'Interno difendesse il suo diritto al lavoro e il suo diritto a vivere sereno, così come i cittadini della comunità di Valentano. Bene, Ministro, lei dice che lo ha fatto, che sono arrivati 50 camper, i poliziotti li hanno fermati e non si sono accorti che quelli che fermavano erano criminali, cioè gente che andava a compiere dei crimini. E quali sono i crimini che lei, così, ha depotenziato a fenomeni accessori, 30 mila euro di danni? Intanto le segnalo che 900 agenti di Polizia schierati hanno un costo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), intanto le segnalo che l'assistenza complice che avete fornito a quei delinquenti ha un costo, intanto le segnalo che con la musica emessa dai 7 palchi montati, 8 mila persone, quelle contenute in una curva da stadio, lei dice: beh, mica ti puoi accorgere che 8 mila persone si riuniscono insieme. E se fossero stati terroristi sarebbe stata la stessa cosa, Ministro Lamorgese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Ce lo spieghi se lei pensa davvero di poterci convincere che l'Italia è una Nazione insicura per l'incapacità dei nostri servizi, dei nostri poliziotti, dei nostri carabinieri. No, a loro va la nostra solidarietà, perché sarebbe bastato un suo input per sgombrare quella gente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e arrestare i criminali che hanno organizzato quell'evento. Lei ha dato indicazioni in senso contrario! E sono accaduti incidenti lì dentro? Non lo so se lei configura come incidente la morte di un ragazzo di 25 anni. Non so se lei configura come incidente la presunta violenza carnale che prima sottolineava pare sia avvenuta in quei giorni. Non so se lei considera reato lo spaccio di droghe come la ketamina e l'LSD, che venivano distribuite in banchetti nei quali c'era il cartello “5 euro la ketamina, 10 l'LSD”. E pare addirittura che ci fosse - lo smentisca - un laboratorio con personale specializzato nel descrivere la qualità delle droghe che venivano assunte. E allora lei dice che l'area è stata pulita. In realtà no, nemmeno quello è avvenuto con la puntualità che lei ha citato, perché le scritte sui muri della proprietà privata del signor Piero Camilli stanno lì, le violazioni dei suoi mezzi di produzione, i trattori distrutti.

Così come forse lei ha poca attenzione agli animali, forse ne abbiamo un po' di più: lo sa l'inquinamento acustico di casse da rave sugli animali da produzione che cosa produce? Ministro Lamorgese, la prego di ascoltare, almeno abbia la compiacenza di fare questo. Lì ci sono 1.600 mucche che producono latte; da quel giorno la produzione di latte di quelle mucche è diminuita perché gli animali, sottoposti a uno stress di questa natura, ovviamente ricevono un danno. E allora lo dico anche agli amici che si configurano come animalisti: come può accadere all'interno di questa Nazione che da tutta Europa arrivino 8-10 mila criminali, perché di questo si tratta, e agiscano impunemente, violando la proprietà privata, saccheggiando, spacciando e compiendo ogni tipo di atto di questa natura, indisturbati, Ministro? Indisturbati perché lei non ha fatto intervenire le Forze dell'ordine, non ha fatto intervenire i carabinieri, non ha fatto intervenire gli agenti; e non si tratta di legge e ordine, che peraltro sarebbero normali in una Nazione in cui gli italiani vengono sottoposti alla verifica dei green pass (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Questi che erano al rave il green pass ce lo avevano, Ministro Lamorgese? Ce lo racconti! Lei dice che sono stati segnalati, addirittura gli avete sequestrato le casse e poi sono state restituite. Questi hanno portato chili di droga all'interno di quel luogo e hanno passato giorni a far questo, ma, Ministro Lamorgese, oggi è anche un segnale della continuità della sua incapacità e inefficienza in quel ruolo.

Sarà stata pure un buon prefetto, non lo so, certamente è un pessimo Ministro. Lo dico agli amici del MoVimento 5 Stelle: noi votammo durante il Governo gialloverde il “decreto Salvini”, lo abbiamo provato anche a difendere quando è stato discusso in quest'Aula, perché limitava l'immigrazione clandestina. A nostro avviso non risolveva del tutto il problema, ma da quando è arrivata lei si è triplicato nel 2020 l'afflusso di gente che arriva in Italia in maniera illegale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Quest'anno arriveremo a 68 mila persone che arrivano illegalmente. Ministro, il somalo che descriveva prima è una persona che è arrivata illegalmente; a Rimini, pieno di droga, ha accoltellato quattro donne e un bambino, figlio di immigrati regolari. Immigrati regolari che non chiedono lo ius soli, ma chiedono, come i cittadini italiani, la sicurezza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Concluda.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Ministro Lamorgese, lei qui, in quest'Aula, avrebbe dovuto - vado a concludere, Presidente - arrivare e scusarsi con Piero Camilli, la sua famiglia. Anche a lei è arrivata la lettera il 24 agosto del proprietario di quei luoghi e non ha avuto la dignità di rispondergli, pagargli i danni che lui ha detto devolverà ad associazioni di volontariato, ambientaliste, di lotta alla droga (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), proprio perché è una persona che rappresenta un'istituzione. Lei avrebbe dovuto chiedere scusa agli imprenditori, alle Forze dell'ordine, lei qui dentro avrebbe dovuto chiedere scusa all'intera Nazione, perché controlla i cittadini onesti e l'Italia è diventata il ricettacolo della disonestà presente in tutto il mondo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Deve concludere.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Allora, Ministro Lamorgese, e chiudo, davvero oggi in diretta televisiva, grazie a Fratelli d'Italia, lei ha dimostrato quello che vale come Ministro e questa maggioranza si è dimostrata com'è, divisa su questi temi. Noi e gli amici della Lega…

PRESIDENTE. Lollobrigida, deve concludere!

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). …abbiamo una posizione univoca su questo, gli amici di Forza Italia hanno sottolineato quanto sia impensabile che l'illegalità diventi normalità. E allora, Ministro Lamorgese, prenda atto del suo fallimento e si dimetta (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Congratulazioni - Dai banchi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia:Dimissioni!”)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marco Di Maio. Ne ha facoltà.

MARCO DI MAIO (IV). Grazie, Presidente. Discutere di sicurezza e ordine pubblico significa toccare alcune delle corde più sensibili dell'opinione pubblica, e proprio per questo forze politiche responsabili avrebbero il dovere di evitare di usare questi argomenti per regolare i conti al proprio interno, come stiamo vedendo fare, anche in questa seduta, da Lega e Fratelli d'Italia. La manifestazione che si è svolta in provincia di Viterbo, a cavallo di Ferragosto, ha destato sgomento e disapprovazione in tutta l'opinione pubblica, sentimenti che condividiamo e che comprendiamo perché quello che è successo è inaccettabile e ingiustificabile. E vogliamo ribadire la nostra solidarietà alla comunità di Valentano, al sindaco, ai cittadini, a tutti coloro che sono stati vittime di quella manifestazione illegale che si è verificata. Lo Stato deve essere, e abbiamo capito, Ministra, dalle sue parole che sarà, al fianco di quella comunità, che deve ovviamente ripartire e deve anche gestire le macerie che sono state lasciate. Lei, Ministra, ha illustrato la dinamica dei fatti gravissimi, noi ci permettiamo di aggiungere che è comprensibile e che non va sottovalutato il sentimento che quella manifestazione ha destato in milioni di italiani. Viviamo ancora in una fase di limitazioni e norme stringenti, che condividiamo al punto di essere favorevoli all'estensione dell'obbligo di green pass e vaccini.

E apriamo una parentesi: non si può mettere in discussione il lavoro, egregio, che si sta facendo nel condurre la campagna vaccinale e che anche le Forze dell'ordine stanno portando avanti, contribuendo al buon esito di questa campagna per i fatti di Valentano (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Tuttavia, l'efficacia di queste misure passa anche dalla percezione che i cittadini hanno sull'impegno dello Stato nel far rispettare le regole, a tutti e sempre. Siamo convinti che lei, Ministra, forte della robusta esperienza maturata nei molteplici incarichi che ha ricoperto in materia di ordine pubblico e sicurezza, incarichi che fanno impallidire il curriculum del suo predecessore, abbia svolto tutto quanto fosse nelle sue possibilità, ma proprio in quanto depositaria di un'esperienza così robusta, credo riconosca che qualcosa non ha funzionato nel controllo del territorio e nei servizi di prevenzione, perché, prima di scegliere il viterbese, gli organizzatori del rave avevano provato ad insediarsi in altre province italiane senza riuscirvi. Negare questo, come qualcuno, forse, vuol provare a fare, significherebbe ignorare fatti oggettivi, incontrovertibili, evidenti, che non sono ascrivibili al suo ruolo, Ministra, come non sono stati imputabili altri fatti analoghi ai Ministri di allora, come al Ministro Salvini, il cui partito, ora, le chiede di dimettersi, ma che nulla ebbe da dire quando si svolsero altri rave party, quando al Ministero c'erano il Ministro Salvini, sostenuto pienamente del MoVimento 5 Stelle, e il Presidente Conte, a Palazzo Chigi.

Che qualcosa non abbia funzionato è evidente, soprattutto nella fase precedente l'avvio di quella manifestazione illegale, perché è lì che sono da ricercare gli errori, e non nella scelta di evitare l'uso della forza, come forse qualche nostalgico dei manganelli avrebbe voluto, per fare evacuare le persone. L'uso della forza, in un contesto come quello, avrebbe, con ogni probabilità, provocato effetti molto peggiori di quelli, pur enormemente gravi e che condanniamo, che si sono verificati; valutazioni che lei e il Capo della Polizia, Lamberto Giannini, un professionista di rango internazionale, apprezzato e stimato in Italia e in Europa, avete svolto in prima persona. E la scelta di equilibrio che è stata compiuta è stata quella giusta, rispettosa dei principi cardini delle democrazie liberali, nel solco, tra l'altro, di un lavoro prezioso, generoso e appassionato che ogni giorno donne e uomini della Polizia, come di tutti i Corpi che garantiscono la nostra sicurezza, svolgono e ai quali rivolgiamo la nostra gratitudine e il nostro apprezzamento per il lavoro che fanno (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

È decisivo fare luce su quello che è avvenuto, perché da ciò devono derivare anche azioni concrete che sono in capo a lei, Ministra, che sono in capo al Governo e che sono in capo anche al Parlamento. In primo luogo, occorre assicurare che coloro che sono stati identificati e denunciati vengano poi perseguiti; è chiaro che non è compito suo, sappiamo bene che vige, per fortuna, la separazione dei poteri, però, credo che sia giusto in questa sede rivolgere anche un appello alla magistratura, affinché sia celere nello svolgere il proprio compito e nell'assicurare alla giustizia coloro che hanno compiuto reati (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

Crediamo sia necessario anche introdurre nel nostro Paese - questo è compito anche del Parlamento - una legislazione adeguata a contrastare maggiormente questo tipo di fenomeni e pensiamo anche che questa vicenda metta in evidenza la necessità di aprire una riflessione che porti ad aggiornare il ruolo delle prefetture, non a metterlo in discussione, ma certamente a ridefinirne, forse, anche compiti, funzioni, poteri. Infine, crediamo sia indispensabile - questa vicenda ce lo ricorda - continuare a promuovere un approccio organico al tema della sicurezza che tenga conto del fatto che a determinare il grado di sicurezza di un Paese non sono solo i numeri e le statistiche, ma anche la percezione che la gente ha della propria sicurezza, della propria protezione. Se, a chi ha timori per la propria incolumità, si risponde con le statistiche della criminalità in calo, si dice una cosa giusta, ma si dà una risposta incompleta. Allo stesso modo, se, come abbiamo sentito fare da Lega e Fratelli d'Italia, si dipinge un Paese in preda ai criminali - e pensiamo sia vergognoso utilizzare queste argomentazioni solo e unicamente a scopo elettorale - non si fa altro che accrescere il senso di insicurezza delle persone e arrecare un danno al Paese. La differenza tra sicurezza percepita e reale nelle nostre società è sempre più labile e abbiamo il dovere di tener conto del fatto che la percezione è una parte integrante del concetto più ampio di sicurezza.

Noi pensiamo sia fondamentale, quindi, investire in sicurezza, tenendo presente che questo non è solo ordine pubblico, è controllo del territorio, presenza nelle comunità locali, che va rafforzata e potenziata, ma è anche risanamento di quelle comunità, controllo e investimento sulle periferie, intese non solo come i quartieri delle grandi città, ma anche come le aree, i comuni più lontani dai grandi centri urbani. È un dovere di cui lo Stato deve farsi carico. Il controllo è necessario, è imprescindibile, ma va accompagnato con investimenti robusti, importanti, significativi sulle politiche di sviluppo urbanistico, sull'integrazione, sull'arredo urbano, sulla scuola, sulla cultura, sullo sport, sull'aggregazione sana, sui luoghi di aggregazione, per creare occasioni affinché le comunità possano sentirsi più sicure, non solo perché ci sono più divise, ma anche perché ci si sente maggiormente parte della stessa comunità.

Sono argomenti sui quali, Presidente, e vado a concludere, molto abbiamo fatto negli anni del Governo Renzi, mettendo in campo il più grande piano di investimenti mai attuato su città e periferie. Il Governo Conte 1, di cui orgogliosamente non facevamo parte, ma nel quale era totalmente coinvolta la Lega che, oggi, le chiede le dimissioni, tentò di smantellare quel piano di investimenti, senza riuscirci, per fortuna, danneggiandolo, ma senza riuscirci; oggi, noi avremmo piacere di misurarci su questo, non su chi urla più forte in quest'Aula, e avremmo piacere di misurarci su questo con le altre Forze politiche, con lei, Ministra, che ovviamente ben conosce questi problemi, che queste realtà le ha conosciute, le ha vissute e, anche se non le racconta tramite dirette Facebook o aperitivi in spiaggia, sicuramente maneggia molto meglio di altri questi temi.

PRESIDENTE. Concluda.

MARCO DI MAIO (IV). E nonostante, appunto, il suo predecessore ci avesse abituato a spumeggianti spettacoli in streaming, noi siamo totalmente al suo fianco, al fianco di questo Governo e al fianco delle donne e degli uomini che tutti i giorni si preoccupano della nostra sicurezza e garantiscono che il nostro Paese sia sicuro e non in preda alla criminalità, come abbiamo sentito dipingerlo (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Silli. Ne ha facoltà.

GIORGIO SILLI (CI). Grazie, signor Presidente e grazie, signor Ministro, per la sua presenza. Anzi, per dimostrare il rispetto che il mio gruppo, Coraggio Italia, ha nei confronti delle istituzioni, mi rivolgo a lei con il titolo di Eccellenza, perché un tempo ai Ministri ci si rivolgeva con il titolo di Eccellenza. Noi la stimiamo, abbiamo seguito tutto il suo operato, riconosciamo perfettamente il suo valore, riconosciamo l'importanza delle istituzioni e quello che consegue all'attaccare le istituzioni e chi le rappresenta; in un momento come questo, nel nostro Paese, indubbiamente, bisogna stare molto attenti a quello che si dice e a quello che si fa, anche in quest'Aula.

Noi non ci siamo uniti, signor Ministro, ai cori di critiche a livello generale, perché crediamo che fare politica voglia dire anche, spesso e volentieri, cercare di incidere in maniera chirurgica e di migliorare certe cose che, magari, non vanno, rispetto ad altre cose che, invece, vanno.

È indubbio, signor Ministro, che qualcosa, nella catena di comando, si è inceppata. Io personalmente, ma credo di parlare a nome di tutto il mio gruppo, non sopporto il disordine, e quello che abbiamo visto nelle immagini televisive è stato effettivamente uno spettacolo degradante, disordinato, proprio in un momento in cui si raccomandava di non fare assembramenti, di non raggrupparsi, di non stare vicini, eccetera (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia). È anche vero, però, che sulla scrivania di un Ministro non arriva in tempo reale tutto quello che succede in ogni angolo del Paese ed è per questo, signor Ministro, che io dico che, probabilmente, la catena si è inceppata.

Un tempo, nel Regno d'Italia, la figura del prefetto era fondamentale perché le distanze tra Roma e le province erano abissali e il governo del Regno era gestito in maniera - come dire - capillare, attraverso i prefetti e gli ordini che da quella figura che noi oggi chiamiamo Presidente del Consiglio (ma che non si chiamava così ai tempi del Regno d'Italia) e attraverso il Ministro dell'Interno e appunto i prefetti venivano posti. È indubbio che c'è stato un vulnus, un problema gestionale. Io non conosco personalmente il prefetto di Viterbo, ma sicuramente ci sono stati problemi, perché, vede, signor Ministro, un conto è una festicciola in casa di 20 o 30 persone che, magari, si trovano a delinquere e un conto sono migliaia di persone.

Negli interventi precedenti ho sentito sottolineare il fatto che il rave non è un reato in sé per sé; diventa reato o, comunque sia, viene considerato un qualcosa di negativo sulla base di quello che succede all'interno. Mi viene da dire, da moderato, che forse non dare l'opportunità di delinquere, lasciando ammassare migliaia di persone imbottite di droga, sarebbe stato un giusto deterrente. La droga - e non c'è bisogno che lo ricordi a quest'Aula, perché siamo tutti maggiorenni e, mi viene da dire anche grazie al periodo, vaccinati - è pericolosa. La metanfetamina fu inventata dai nazisti e sperimentata con i soldati tedeschi, i quali, assumendo metanfetamina, riuscivano a combattere per 7 giorni e 7 notti senza mai dormire (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia). Si chiamava Pervitin, poi è stata utilizzata da altri eserciti. Ora, dico io, vi immaginate che cosa può succedere in una realtà dove sono ammassate migliaia di persone che assumono droghe di questo tipo? Quindi, signor Ministro, certamente non mi sento di dire che è stato fatto tutto, perché ciò che conta in una democrazia rappresentativa - ahimè, piaccia o non piaccia - è quello che si fa e, soprattutto, quello che viene percepito dal popolo, dai cittadini, dagli elettori, dai giovani che vedono una cosa di questo tipo in televisione e che ho trovato - mi passi il termine - realmente stomachevole, ma credo che nessuno nei banchi del Governo abbia trovato questo spettacolo gradevole per certi versi.

Di certo, a fronte di questo episodio, non gestito nel migliore dei modi checché se ne dica, dove la catena di comando - lo ribadisco - si è inceppata, dove sicuramente la macchina Stato ha dato dimostrazione di non funzionare perfettamente, a fianco di queste cose ci sono battaglie che invece ci trovano assolutamente favorevoli, assolutamente vicini all'operato del Governo. Quello che sta avvenendo nei confronti dei no-Vax violenti, signor Ministro, non può che trovare il nostro favore. Noi non possiamo - peraltro, vedendo quello che sta succedendo e quello che è successo al presidente della regione Liguria, Giovanni Toti, che è stato minacciato e, da come mi risulta, credo anche abbia rifiutato la scorta (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia) - che plaudire all'operato del Governo e al pugno duro nei confronti di questi no-Vax e ci troverete sempre al vostro fianco (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

Concludo, senza scadere nella retorica ma soprattutto, signor Ministro, senza scadere nella tifoseria da stadio o nel gioco delle parti che, troppo spesso, violenta la politica che si fa in quest'Aula, dicendo che sicuramente anche voi, in Consiglio dei Ministri, avrete fatto una riflessione su quanto accaduto a Viterbo e chiaramente nessuno può dire che la cosa sia stata gestita nel migliore dei modi. Noi vi raccomandiamo - ma credo non ci sia bisogno di farlo - di ricordare sempre una cosa (lo dico anche a tutti i colleghi, da destra a sinistra): la libertà è una cosa meravigliosa, ma non bisogna mai confondere o permettere che alcuni cittadini confondano la libertà con l'anarchia perché sarebbe la fine dello Stato di diritto (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

Signor Ministro, ci troverete sempre al vostro fianco finché farete rispettare la legalità e, soprattutto, di fronte a questa forma di terrorismo degli ultimi mesi da parte di movimenti violenti di no-Vax saremo sempre al vostro fianco (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Signora Ministra, in premessa mi lasci dire, Presidente, che l'informativa è uno strumento importante dell'attività parlamentare. É o dovrebbe essere un momento di confronto, di dialogo, di riflessione critica anche, ovviamente per migliorare l'azione del Governo. Invece, ancora una volta, in quest'Aula si usa l'escamotage dell'informativa fondamentalmente per ragioni di propaganda. Sono stati ripetuti, in alcuni interventi che mi hanno preceduto, numeri, fatti e opinioni - per l'amor di Dio, legittimi - che in realtà erano stati smentiti dall'informativa della Ministra.

Dire, come ho ascoltato, che da tutta Europa sono arrivati migliaia di stranieri, quando la Ministra ha spiegato che sono stati identificati 784 cittadini stranieri, significa voler alimentare la propaganda. Quel che mi stupisce è che lo si faccia su un tema che dovrebbe vederci, viceversa, tutti su una posizione unitaria. Io credo che nessuno in quest'Aula si alzi o si possa alzare a difendere i rave, a difendere gli organizzatori dei rave. E, poi, diciamola fino in fondo: il tema della sicurezza dei cittadini non è un patrimonio esclusivo della destra. Ci teniamo tutti alla sicurezza dei nostri cittadini. Il problema è che si usa la propaganda ancora una volta. Si chiede un'informativa su una questione precisa e puntuale, il rave, e si ritorna sul tema e sulla questione degli immigrati. Si cita un episodio preoccupante, riprovevole e assolutamente da condannare, come quello di Rimini, ma la ragione è molto semplice: gli immigrati ormai - ed è evidente - vengono usati da qualcuno come una sorta di arma di distrazione di massa (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico). C'è una gara in atto tra gli imprenditori della paura per guadagnare qualche “zero virgola” nei sondaggi.

Francamente - ve lo dico e credo di interpretare una quota anche più alta di quella che noi rappresentiamo - gli italiani sono stufi di questa gara e, da questo punto di vista, signora Ministra, voglio esprimere, a nome del mio gruppo, solidarietà, una solidarietà politica, in primo luogo, ma anche umana, per gli attacchi ingiustificati e strumentali che credo oggi, agli occhi di chi vuole vedere, sono stati dimostrati proprio da questa informativa che considero, da parte di chi l'ha promossa, un clamoroso boomerang. Infatti, che cosa è emerso dalla sua informativa? Che non c'erano alternative al comportamento delle forze di sicurezza. Questo è il punto! Chi l'ha criticata oggi non ha messo in evidenza un'alternativa: quella che è stata adottata - è sempre stata adottata dal Ministero dell'Interno in ogni occasione e con ogni Ministro, in casi complessi come questi - è - mi si lasci prendere un termine da altre materie - una sorta di riduzione del danno. Bisognava ridurre il danno!

Però, nello spirito dell'informativa e del rapporto di leale collaborazione con il Governo, credo che ci sia una questione, signora Ministra, su cui bisogna approfondire e provare a cambiare marcia, ed è quella di provare a stroncare questa rete di organizzazione e non possiamo farlo solo a livello italiano. Occorre un lavoro di intelligence, un coordinamento europeo delle polizie, perché, come è stato dimostrato (basta andare su Internet), casi come questi, allo sbando, non ci sono solo in Italia; ci sono in quasi tutte le Nazioni europee. È evidente che c'è qualcuno che organizza e che ne trae profitto, in un quadro di illegalità inaccettabile, che sia in un periodo di COVID o sia in un periodo in cui non c'è il COVID.

Credo, quindi, che l'ipotesi di sgomberi, di sgomberi violenti, per le ragioni che lei ha testé ricordato, fosse una soluzione impraticabile. Se fosse stata praticata, probabilmente oggi saremmo qui a raccontare un'altra storia, una storia ancora più tragica di quella già tragica, ovviamente, per la perdita di quella persona (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico), con le circostanze che la magistratura andrà ad accertare. Quindi, se deve essere utilizzato lo strumento dell'informativa, a maggior ragione quando è richiesto dall'opposizione, usiamolo - è un invito a me stesso e a tutti - per un confronto vero e per un confronto critico, ma non per ripetere sempre alcuni temi di propaganda, portando il discorso da un'altra parte.

Chiudo, signora Ministra, dicendo che ci saranno momenti in cui potremmo non essere d'accordo su alcune questioni, come è inevitabile che sia, ma mai da questi banchi le verrà meno il rispetto: il rispetto per il suo ruolo, il rispetto per la sua funzione, il rispetto per la struttura che lei dirige (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico). Vada avanti signora Ministra! So che l'amarezza, sicuramente, conoscendola come una servitrice dello Stato di grande livello e di grande sensibilità, l'avrà colpita, ma vada avanti, vada avanti con equilibrio, con saggezza e con responsabilità. Non ascolti alcune sirene, la maggioranza degli italiani è con lei (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Forciniti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. In due minuti non potrò ovviamente offrire riflessioni esaustive a quest'Aula, tuttavia qualche considerazione vorrei provare a condividerla con voi. Intanto, questo rave party è stato organizzato attraverso un passaparola spontaneo che ha coinvolto giovani di tutta Europa, da nord a sud; gli stessi organizzatori non erano cittadini italiani. Essi hanno avuto il tempo di mettere in piedi, beatamente, bellamente, un'organizzazione capillare e anche efficace ed efficiente perché ha resistito per ben cinque giorni; hanno avuto il tempo di decidere dove fare questo rave; hanno avuto il tempo, quindi, poi, anche di raggiungere materialmente il luogo deciso. Praticamente, potremmo dire che in tutta Europa si sapeva che cosa stava per bollire in pentola; forse, gli unici a non saperlo stavano nel Ministero dell'Interno del Governo di quel Paese che era stato scelto per ospitare questo rave. Allora, io mi dico, veramente: meno male che siamo nelle mani dei migliori, dei cosiddetti migliori perché, se fossimo stati invece nelle mani dei peggiori, mi chiedo che cosa sarebbe potuto accadere di diverso. Allora, è evidente che questo episodio qui ci ha resi lo zimbello dell'Europa intera e ciò che fa ancora più ridere - che forse avrebbe dovuto far ridere, se non ci fosse da piangere - è invece il fatto che questo Governo da una parte si sta divertendo a “bullizzare” i cittadini, a vessarli, a discriminarli con questo green pass, arrivando persino a mettere in dubbio il diritto al lavoro di cui all'articolo 1, dall'altra parte, invece, non è in grado di garantire un minimo di rispetto delle condizioni dello Stato di diritto e di convivenza civile, permettendo a 10 mila persone di ammassarsi e di confluire in quest'area, di trasformare un'oasi naturale in una discarica a cielo aperto, con un morto, che ci è scappato, con un presunto stupro, che ci è scappato, con un consumo di droga e spaccio di droga a profusione, con condizioni sanitarie deprecabili. Io credo di rappresentare anche una fetta consistente di cittadini in questo momento se le dico, Ministra (e lo dico a tutto il Governo Draghi): dimettetevi (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è)! Dimettetevi e liberate questo Paese, restituitelo ai cittadini italiani e ponete fino a questo incubo chiamato Governo Draghi che è una sciagura nella sciagura in questo momento storico per il nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lapia. Ne ha facoltà.

MARA LAPIA (MISTO-CD). Grazie, Presidente. Gentile Ministro, oggi qui parliamo del rave party avvenuto lo scorso mese nel viterbese. Non siamo qui per darle colpe, Ministro, ma siamo qui per capire che cosa non ha funzionato nella strategia di prevenzione utilizzata per evitare una situazione del genere. La sola risposta plausibile, a parer mio, Ministro, è che le Forze dell'ordine spesso non hanno gli strumenti adeguati per prevenire eventi come questo, soprattutto nelle piccole realtà. Bisogna fornire loro, Ministro, quanto prima gli strumenti di intelligence adeguati e aumentare la dotazione organica attraverso nuove assunzioni, soprattutto nei piccoli centri, dove sempre con maggiore frequenza si assiste alla chiusura e allo smantellamento delle sedi di Polizia e Carabinieri. Mi permetta di fare un esempio, Ministro, per spiegare di cosa parlo quando parlo di inadeguati sistemi di intelligence forniti alle Forze dell'ordine riferendomi alla mia terra. Le ricerche del latitante Graziano Mesina, in Sardegna, vengono fatte con continui blitz nella cittadina di Orgosolo, che vedono impegnati centinaia di uomini, costringendo la comunità a vivere in uno stato di inquietudine e apprensione continui. Il massiccio utilizzo di militari e mezzi si è rivelato insufficiente alla cattura del Mesina. Questo perché, anche in questo caso, come nella strategia del rave, alle Forze dell'ordine non sono stati forniti gli strumenti di intelligence adeguati. Questo tipo di operazioni veniva fatto negli anni Cinquanta ma sono inaccettabili e fallimentari oggi, se non per fare spettacolarizzazione e non risultato, Ministro. Concludo, quindi, con questo auspicio: Forze dell'ordine formate ma non chi sta nei piani alti. Formiamo chi va per strada, affinché ciò permetta, quindi, di evitare nuovi casi come quello del rave dello scorso agosto. Grazie, Ministro (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Centro Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sgarbi. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI (M-NCI-USEI-R-AC). Onorevole Ministro, deputato Fico, vorrei intanto puntualizzare che il prefetto di Viterbo - io ben lo conosco e lavoro quotidianamente con lui - Giovanni Bruno ha fatto tutto quello che era giusto fare nell'ordine delle indicazioni che venivano dal Ministro, rispetto a una cosa su cui voglio fare alcune puntualizzazioni filologiche. Intanto, i morti non scappano - Forciniti ha usato questa formula strana - i morti sono morti e l'illegalità è accettabile, se noi parliamo di quello di cui stiamo parlando, perché qualunque buon dizionario dice che il rave party è una festa notturna clandestina, organizzata per lo più all'aperto, dove moltissime persone si ritrovano per ballare e in cui è diffuso l'uso di droghe. C'è un dato preciso, di un partecipante, che ha detto che c'era una grande organizzazione, meticolosa fino alla pedanteria, nell'illegalità, dedicata allo spaccio e alla detenzione di stupefacenti. Sulle auto erano stati allestiti i cartelli con i prezzi delle sostanze (ketamina 5 euro e LSD 10 euro). Quindi, di fronte a questo, se la clandestinità è la peculiarità, abbiamo una sola possibilità: proporre rave party autorizzati. Io sono felice di poterlo fare nella Città di Sutri, per ospitare il prossimo party autorizzato, con questo principio: era brutta la musica, la musica la scegliamo noi; da bere acqua di Nepi e vini ricavati dal Trebbiano e Montepulciano; a pranzo e a cena testaroli al tartufo bianco; durata del rave tre giorni; pulizia dei luoghi a carico degli organizzatori; i partecipanti dovranno presentarsi vestiti; all'ingresso, test antidroga. Attendo adesioni. Rave party autorizzati, cioè la negazione del rave party. Altrimenti, essendo clandestini, che deve fare un povero Ministro?

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'informativa urgente.

Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 18 per lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale e la votazione finale del disegno di legge recante misure urgenti per la tutela delle vie d'acqua di interesse culturale e per la salvaguardia di Venezia, nonché disposizioni urgenti per la tutela del lavoro. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 17,45, è ripresa alle 18.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2329 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 20 luglio 2021, n. 103, recante misure urgenti per la tutela delle vie d'acqua di interesse culturale e per la salvaguardia di Venezia, nonché disposizioni urgenti per la tutela del lavoro (Approvato dal Senato) (A.C. 3257​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3257: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 20 luglio 2021, n. 103, recante misure urgenti per la tutela delle vie d'acqua di interesse culturale e per la salvaguardia di Venezia, nonché disposizioni urgenti per la tutela del lavoro.

Ricordo che nella seduta di ieri si è concluso l'esame degli emendamenti e degli ordini del giorno.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). Sull'ordine dei lavori, Presidente, è veramente per pochi secondi. Approfitto dell'Aula e della presenza dei sottosegretari per ricordare che oggi si è svolto l'ennesimo grave affronto rispetto al mondo del lavoro nel nostro Paese. Vado veramente rapido, Presidente. Ovvero, il gruppo Riello - ne abbiamo discusso oggi in Commissione con il sottosegretario qui presente - oggi si è presentato attraverso i suoi vertici aziendali rispetto e di fronte alla regione Abruzzo che aveva cercato di sollecitare delle soluzioni per poter evitare e scongiurare l'ennesimo licenziamento collettivo di oltre 70 persone rispetto all'azienda, che non è un'azienda in crisi, rigettando ogni ipotesi nei confronti di un'ennesima delocalizzazione, che questa azienda farà in Polonia semplicemente perché lì il costo del lavoro è del 20-30 per cento in meno. Penso, Presidente, sia oramai necessaria, dopo gli annunci fatti dal Governo, nello specifico dal sottosegretario Todde che qualche settimana fa annunciava - è scomparsa dai radar - una norma anti-delocalizzazioni per le nostre aziende. Penso che la misura sia colma rispetto ai nostri lavoratori.

PRESIDENTE. Qual è la sua richiesta?

WALTER RIZZETTO (FDI). La mia richiesta in questo caso è che per l'ennesima volta il Ministro del Lavoro e, soprattutto, il Ministro dello Sviluppo economico vengano nelle prossime settimane, nei prossimi giorni a riferire in Aula rispetto ad una situazione che oramai, colleghi, è insostenibile per quanto riguarda le nostre aziende, i cui lavoratori vengono licenziati attraverso un sms, attraverso un messaggio WhatsApp. Molte aziende vanno a delocalizzare, dopo aver preso soldi pubblici, dall'altra parte dell'Europa, laddove un lavoratore costa molto di meno. (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. D'accordo collega, la sua richiesta è stata recepita.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 3257.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3257​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Rina De Lorenzo. Ne ha facoltà.

RINA DE LORENZO (LEU). Presidente, dal 1° agosto 2021 le grandi navi hanno smesso di attraversare Venezia e di affacciarsi con i loro alti profili sul bacino di San Marco. Con il provvedimento che ci apprestiamo a votare, il traffico dei giganti del mare viene dirottato, almeno temporaneamente, su Marghera, liberando le vie d'acqua più importanti della città - il Canale di San Marco e quello della Giudecca -, diventate negli anni il passaggio obbligato dei colossi da crociera, sgravando finalmente il fragile centro storico di Venezia dal pesante impatto ambientale delle grandi navi. Un provvedimento necessario che ha messo in salvo Venezia dal rischio, mai stato così concreto, di esclusione dai siti patrimonio dell'umanità; un'esclusione che avrebbe potuto essere stata decisa dall'UNESCO che tutela i luoghi più iconici della laguna, definita da Goethe: un monumento magnifico non già di un sovrano ma di un popolo. Una scelta meritoria che supera le stesse prescrizioni dell'UNESCO, limitando il traffico alle navi di stazza inferiore alle 25 mila tonnellate e che afferma un principio inderogabile dichiarando monumento nazionale le vie urbane d'acqua del bacino di San Marco. Il piano previsto dal provvedimento risponde a sfide cruciali che la città deve affrontare, da quella climatica con il progressivo innalzamento del mare, a quella ambientale, legata alla fragilità dell'ecosistema lagunare. La deviazione temporanea della crocieristica su Porto Marghera rappresenta una sfida straordinaria per riqualificare e riabilitare l'area del vecchio polo industriale, da sempre considerato un black spot, purché l'accesso venga regolamentato e consentito soltanto a navi le cui dimensioni siano adeguate alla morfologia lagunare.

Si tratta, senza dubbio, di un segnale di speranza per una città ferita dall'overtourism, alimentato dal passaggio di navi da crociera, dei veri e propri grattacieli galleggianti che hanno reso Venezia una delle città con i più alti livelli di PM10 d'Europa. Quelle navi hanno devastato i fondali dei canali muovendo una massa d'acqua insostenibile per una laguna dal precario equilibrio idrogeologico. Tuttavia, il traffico lagunare delle grandi navi non può essere affrontato come una questione isolata, ma come la contraddizione più grande di un sistema di sviluppo economico che ha superato ogni soglia di sostenibilità. A Venezia vivono appena 50 mila persone ma, nell'ultimo anno, prima della pandemia, oltre 30 milioni di turisti hanno frequentato la città. Il problema, dunque, non è solo legato alle navi, ma alla residenza, alla casa, al lavoro, all'economia cittadina, che non può essere legata esclusivamente al turismo di massa, insostenibile per un luogo così delicato. In una Venezia che sta lentamente uscendo dalla pandemia, in una città in cui appare sempre più importante abbandonare l'idea di un'economia fondata sullo sfruttamento dei beni comuni e la “turistificazione” di massa, occorre prestare massima attenzione alle migliaia di lavoratori del comparto della navigazione. In questa direzione si muove il provvedimento che stanzia oltre 150 milioni di investimenti per realizzare gli approdi temporanei all'interno dell'area di Marghera, prevedendo interventi a sostegno delle compagnie di navigazione, dei gestori del terminal di approdo, delle imprese titolari di contratto d'appalto e dei lavoratori dei comparti della navigazione e della logistica connessa al transito delle navi nelle vie urbane d'acqua. La creazione di approdi temporanei diffusi a Porto Marghera non dovrà pregiudicare i livelli occupazionali del settore. Il nostro auspicio è che possa concludersi in tempi brevi il concorso di idee per individuare punti di attracco definitivi fuori dalle acque protette dalla laguna. Un provvedimento, dunque, che tiene insieme la salvaguardia di Venezia, l'economia del territorio e la tutela dei lavoratori può aprire la strada a un nuovo modello di progresso sostenibile. Per questi motivi annuncio il voto favorevole dei deputati del gruppo di Liberi e Uguali (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Gianluca Rospi. Ne ha facoltà

GIANLUCA ROSPI (CI). Grazie, Presidente. Colleghi, Venezia e le grandi navi sono due cose che non stanno bene insieme e che far convivere è molto, molto complicato. Tema questo che torna alla ribalta delle cronache giornalistiche ogni volta che si sfiora l'incidente e arriva l'allarme per i danni alla laguna. Come non ricordare, Presidente, l'incidente provocato, poco più di un anno fa, quando l'enorme nave da crociera della compagnia MSC si è abbattuta contro la banchina del Canale della Giudecca provocando, per fortuna quella volta, lievi danni e pochi feriti. Finalmente, oggi, grazie al lavoro del Presidente Draghi, con il supporto anche dell'amministrazione comunale e del sindaco Brugnaro, si è arrivati a una soluzione risolutiva per Venezia disinnescando anche - è giusto ricordarlo - la minaccia dell'UNESCO di inserire la città di Venezia nella “Danger List”. Oggi, Presidente, da quest'Aula torniamo a discutere di Venezia e lo facciamo con la giusta importanza che merita una città come Venezia, unica al mondo; definita da Thomas Mann, premio Nobel per la letteratura nel 1929, la città più inverosimile, la bella lusinghiera. Lo facciamo anche oggi con un provvedimento che affronta in maniera più completa ed organica la vicenda delle grandi navi a Venezia.

Presidente, colleghi, l'ingresso delle grandi navi è una minaccia non più sostenibile per la città, ma, allo stesso tempo, anche un ridimensionamento della capacità portuale della città di Venezia costituirebbe un enorme vincolo allo sviluppo economico della stessa città. Tutela e salvaguardia, economia e sviluppo devono dialogare, interagire tra di loro. Noi di Coraggio Italia riteniamo che la decisione di spostare le grandi navi dalla Giudecca a Marghera vada nella giusta direzione di salvaguardia dell'ecosistema della città di Venezia e, allo stesso tempo, non indebolisce l'economia della stessa città. D'altronde, Presidente, bastava ascoltare l'amministrazione comunale per arrivare a questa soluzione almeno con 5 anni di anticipo e avremmo evitato, inoltre, il pesante impatto sull'economia del porto.

Bene ha fatto anche il Governo a prevedere misure per rendere subito attuabile il provvedimento in esame oggi, come lo stanziamento di 150 milioni e la nomina del presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale a commissario straordinario con delega ai lavori. Misure queste, voglio ricordare, indispensabili per rendere quanto prima funzionale l'area di Marghera all'approdo delle grandi navi. Con questo decreto, inoltre, le vie urbane del bacino di San Marco, del canale di San Marco e del canale della Giudecca sono dichiarate - lo diceva anche la collega - monumento nazionale, impedendo, fin dal 1° agosto scorso, il transito delle grandi navi in queste vie, ottemperando, quindi, fin da subito alle prescrizioni dell'UNESCO, disinnescando l'ingresso di Venezia nella “Danger List”.

Come gruppo di Coraggio Italia condividiamo anche le scelte fatte dal Governo di prevedere misure di ristoro per le compagnie di navigazione e i gestori dei terminal di approdo, misure, queste, fondamentali soprattutto in questo momento di post-pandemia e di ripartenza della nostra economia. Occorre però, Presidente, che queste misure siano erogate con tempestività, altrimenti potrebbero risultare inutili.

Il decreto in esame oggi contiene anche misure importanti per l'Ilva di Taranto: in particolare, l'estensione di ulteriori 13 settimane di cassa integrazione, più altre misure e investimenti. Ci auguriamo, noi del gruppo di Coraggio Italia, che queste risorse vengano indirizzate per la bonifica e la messa in sicurezza di un territorio, quello di Taranto, che sicuramente merita più attenzione da parte del Governo e di tutti noi. Permettetemi, Presidente, di lanciare da quest'Aula un suggerimento al Governo, un piccolo suggerimento. È riduttivo cercare di risolvere i problemi di una città come Taranto con commi e articoli inseriti in diversi decreti: occorre, colleghi, forse, lavorare tutti insieme per costruire insieme una nuova visione della città di Taranto attraverso un vero e serio processo di transizione ecologica, in cui industria, natura, salute possano coesistere e marciare in un'unica direzione.

Concludo dicendo che, nell'anno in cui Venezia celebra i suoi 1.600 anni, il Governo Draghi ha dimostrato al mondo intero quanto Venezia sia al centro della strategia di rilancio dell'intero Paese. Per questi motivi, a nome del gruppo di Coraggio Italia, annuncio il voto favorevole a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Moretto. Ne ha facoltà.

SARA MORETTO (IV). Grazie, Presidente. Chiedo l'autorizzazione a depositare il mio intervento integrale, che tocca tutti i punti del decreto, ma mi consenta di utilizzare i pochi minuti a disposizione per alcune riflessioni relative alle parti che riguardano il transito delle navi a Venezia; infatti, ci sono decisioni sulle quali chi governa decide di glissare e il divieto di transito delle grandi navi nel bacino di San Marco e nel canale della Giudecca, per molto tempo, è stato una di queste: diversi Governi hanno deciso di glissare. L'Esecutivo guidato da Mario Draghi non lo ha fatto, dimostrando, anche in questo, di essere differente rispetto ai Governi del passato, una differenza che si manifesta nel prendere le decisioni, anche quelle più scomode.

Sulla città di Venezia incombeva, da anni, la lente di ingrandimento dell'UNESCO e il rischio di finire nella “Danger List” dei siti a rischio è stato ad un passo dal diventare realtà. Il transito delle grandi navi, però - è bene ricordarlo -, è solo una delle criticità sollevate dall'organismo internazionale: c'è ancora molto da fare per la salvaguardia della laguna. Andava certamente regolata e limitata la navigazione di colossi del mare nelle aree più fragili della laguna. In tanti sono venuti a Venezia ad affermarlo: Ministri si sono dati il cambio nelle dichiarazioni scoppiettanti che annunciavano un risultato imminente, salvo, poi, rientrare a Roma senza produrre alcun cambiamento. Questo trascinare le decisioni, anche nei recenti Governi, non ha fatto bene alla città e alla sua economia. C'era la necessità di fare un passo avanti e di farlo rapidamente, una rapidità che però, va detto, ha destato non poche preoccupazioni nel comparto crocieristico.

Con un preavviso di 12 giorni e in assenza di punti di attracco alternativi, le imprese e i lavoratori del comparto crocieristico - ma aggiungo anche le imprese e i lavoratori del turismo - hanno dovuto fare i conti con un cambiamento dirompente. Ecco perché il decreto ha previsto ristori equi e giusti, incrementati durante la lettura al Senato anche su spinta del nostro gruppo, che, in tal senso, aveva presentato emendamenti. Certamente, non si può pensare al futuro basandosi sui sussidi, che, tra l'altro, non dovranno tralasciare le compagnie che hanno profuso ogni impegno per rimanere in città e garantire così l'occupazione dell'indotto locale.

Mentre riconosciamo, quindi, il coraggio e la serietà di aver affrontato in maniera chiara ed inequivocabile il problema del transito delle grandi navi in laguna, crediamo non ci si debba lasciare andare a toni di festa. Ora c'è un traguardo a cui guardare: riportare le navi in condizioni diverse in città. Venezia è una città che non può abbandonare la crocieristica, deve certamente tutelare l'ambiente, deve gestire i flussi turistici, puntare ad un turismo di qualità, ma non può chiudersi. Perdere la crocieristica significherebbe rinunciare ad un'economia che produce effetti in tutto il territorio metropolitano e veneto.

È evidente che dal novembre 2017, momento in cui il Comitatone formalizzò l'individuazione di Marghera come approdo alternativo, molto poteva essere fatto. Personalmente, credo che il concorso di idee, istituito con il decreto della primavera scorsa, sia stato una doccia fredda, come se anni di dibattiti, confronti e progetti non ci fossero mai stati. Se, comunque, da lì deve emergere la soluzione definitiva per l'attracco fuori dalle acque protette della laguna delle navi passeggeri di stazza superiore alle 40 mila tonnellate e delle navi portacontainer, nel frattempo, però, non si può stare fermi. Anche grazie alle nostre pressioni, al Senato sono stati indicati tempi per la realizzazione degli approdi alternativi: in particolare, almeno due devono essere disponibili già per la stagione crocieristica 2022, ma servono più certezze e serve rapidità. Da una nostra proposta è nato il monitoraggio parlamentare sulla realizzazione delle opere affidate al presidente del porto in qualità di commissario, con lo scopo di offrire supporto ove si presentassero criticità e garantire la più rapida concretizzazione delle stesse, non solo dei punti di attracco, ma anche e, soprattutto, degli interventi di miglioramento dell'accessibilità nautica e della manutenzione dei canali esistenti.

A tal proposito, colgo l'occasione di questo intervento per ribadire, ancora e anche qui, che è improrogabile la definitiva pubblicazione del Protocollo fanghi e del Piano morfologico e ambientale della laguna di Venezia. Non c'è più tempo: questi documenti risultano essere pronti, ma, per mesi e mesi, sono stati trattenuti al Ministero dell'Ambiente. Oggi, finalmente, si è aperta una stagione del fare anche in quel Ministero e il sollecito a fare presto sono certa verrà accolto. La discrasia tra le recenti scelte, orfane di una programmazione precedente, rendono purtroppo palpabile la necessità di un chiarimento. Un concorso di idee colloca fuori dalle acque protette le navi sopra le 40 mila tonnellate, mentre un decreto, qualche mese dopo, vieta il transito interno alle navi sopra le 25 mila tonnellate, lasciando un vuoto normativo per la fascia tra le 25 e le 40 mila, che non si indica dove dovrebbe andare. Nel frattempo, la soluzione Marghera, pur temporanea, è ancora da realizzarsi. Molti sono, quindi, i punti di domanda da risolvere. In conclusione, Presidente, Venezia merita una visione futura, una visione che non si ottiene con commissariamenti senza scadenza e scelte estemporanee: serve un'organicità che finora è mancata, che può trovare esecuzione nella nuova Autorità per la laguna e nel superamento delle gestioni commissariali, una coerenza e una visione d'insieme che vanno espresse e condivise con la città. Nella convinzione che dopo questo decreto si possa, anzi, si debba definire una visione a 360 gradi sulla portualità veneziana, annuncio il voto favorevole del gruppo di Italia Viva (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rotelli. Ne ha facoltà.

MAURO ROTELLI (FDI). Grazie, Presidente. Proverò a riassumere alcuni passaggi, che non sono soltanto degli ultimi due giorni, della discussione generale, ma anche di quello che è stato fatto in Commissione e in altre sedi parlamentari, come ricordato da qualche collega, addirittura negli ultimi addirittura 4-5 anni. Ed è vero, gli interventi in Aula sono sempre importanti, da ascoltare, da seguire, da approfondire, come il collega di LeU ci ricordava per quanto riguarda l'informativa precedente. Così è stato anche per questo provvedimento. Purtroppo, lunedì nell'occasione della discussione generale, alcune delle forze politiche presenti in Aula hanno pensato bene di disertare e di non dare il loro contributo. Ce ne faremo una ragione perché sappiamo che questo è un provvedimento che rischia di passare un po' troppo in sordina; un provvedimento, un decreto che è stato pensato e organizzato in pieno agosto, ma che all'interno ha tanta consistenza e anche tantissime risorse. Guardando il sottosegretario, ho provato velocemente a fare un calcolo con i colleghi delle tabelle economiche e devo dire che non siamo riusciti ad arrivare ad una somma precisa di tutte le spese. Ne ho segnate alcune, perché ci sono circa 250 milioni, all'inizio, per Venezia, poi 21 più 10, 705 milioni per l'Ilva, 70 milioni per la newco, ossia il totale di questo provvedimento è veramente molto, molto importante; centinaia di milioni di euro - molto probabilmente quasi 1 miliardo, facevamo il calcolo con il collega Rizzetto - che presenta un provvedimento, che per noi è stato affrontato con un po' troppa leggerezza e, devo dire, anche con una certa velocità. Riteniamo che ciò sia frutto di una serie di compromessi all'interno della maggioranza, alcuni dei quali ci vedono assolutamente critici, perché, se è abbastanza evidente che, per quanto riguarda Venezia, si debba contemperare l'aspetto della bellezza dei luoghi, della fragilità della città stessa con l'aspetto di carattere economico e commerciale della città - che, io lo ricordo, è una città di porto e rimarrà sempre tale, e quindi va anche rispettata in questa sua caratteristica storica -, molti aspetti come quelli del protocollo fanghi, dell'attivazione di altre banchine, vengono completamente bypassati, rispetto all'impostazione - ripetiamo, dopo averla utilizzata e ricordata in discussione generale - ideologica, che porta ad immaginare un fantascientifico porto off-shore, cioè una piattaforma al di fuori della laguna, che dovrebbe avere il ruolo di quello che il porto merci e crocieristico sta avendo adesso all'interno della laguna stessa. Sappiamo che c'è stato un intervento dell'UNESCO, sembra che se non interviene un ente terzo - una volta è l'Europa, in questo caso è l'UNESCO - la nostra Nazione non sia in grado di prendere decisioni e mettere in piedi una serie di provvedimenti; eppure, la soluzione, portata avanti dagli enti locali, portata avanti e chiusa con delle conclusioni definitive dal cosiddetto Comitatone, è lì ad aspettare Venezia da anni e, alla fine, ci si sta arrivando. Non lo vogliamo dire in maniera chiara e diretta? La soluzione di Marghera - e non credo di essere facile visionario rispetto allo sviluppo futuro del porto - sarà tutto tranne che una soluzione temporanea. La banchina di Marghera e l'utilizzo di Marghera, liberando il canale della Giudecca, San Marco, è una soluzione che il Comitatone prima e gli enti locali dopo, non più tardi di due anni, due anni e mezzo fa, avevano proposto, subito dopo gli incidenti che sono stati ricordati in discussione generale e anche oggi, qui, in Aula. Quindi, per quanto riguarda il gruppo di Fratelli d'Italia, proprio perché questo decreto riprende anche iniziative importanti rispetto a Taranto, alla prosecuzione e alla continuità dell'attività lavorativa di quel centro siderurgico, con oltre 700 milioni di euro stanziati, riteniamo di dover fare un'importante grande apertura di credito nei confronti del Governo e di votare, esattamente come è successo al Senato, a favore del provvedimento stesso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sozzani. Ne ha facoltà.

DIEGO SOZZANI (FI). Grazie, Presidente. Colleghi, se dovessi sintetizzare in sole quattro parole il giudizio di questo decreto, direi: bene, ma non benissimo.

Forza Italia crede fortemente in questo Governo fin dalla sua nascita, anzi, Forza Italia è stata, forse, l'unica forza politica che ci ha creduto prima che l'Esecutivo si formasse. È stato il Presidente Berlusconi, che, con la visione e la lungimiranza che lo hanno sempre contraddistinto per la sua azione politica, ha lanciato la proposta di un Governo dei migliori, di un Esecutivo di unità nazionale, quando una simile ipotesi ai più sembrava fantapolitica. È inevitabile, dunque, che Forza Italia abbia sentito come proprio il Governo Draghi e, una volta costituitosi, lo abbia sostenuto in questi mesi, non solo a parole, ma con i fatti, con gli atti e i comportamenti, nelle Commissioni e in Aula.

Su provvedimenti fondamentali come il green pass e la sua estensione, Forza Italia è stata ed è in prima linea con il Governo e lo sarà anche nell'eventuale obbligo vaccinale, perché siamo abituati da sempre a guardare all'interesse della comunità e dello Stato e non di qualche fazione rumorosa. Alla luce di questa cultura che ci caratterizza, il pieno e convinto sostegno al Governo ci impone di non rinunciare a esercitare un pensiero critico, con spirito costruttivo e riformista, segnalando quello che non ci convince. In questo decreto-legge, per Forza Italia ci sono due criticità di diversa natura e che, nel sostegno che ovviamente non negheremo al provvedimento nel suo complesso, riteniamo però utile segnalare. La prima riguarda il blocco previsto per le grandi navi in laguna a Venezia. La perplessità non consiste nel merito dell'intervento, perché siamo favorevoli alla tutela di Venezia e della sua laguna, e, in questo senso, bene ha fatto il Governo a dichiararle monumento nazionale. La cosa che, però, ci ha sorpreso è stata la tempistica dell'intervento. Che le grandi navi fossero incompatibili con il transito in laguna è fuor di dubbio; che questo stop, però, dopo due anni di transiti, dovesse decorrere dal 1° agosto, no. Quando, ad aprile scorso, esaminammo il decreto-legge n. 45 del 2021, con il quale il Governo ha riaperto il dossier Clini-Passera, lanciando il concorso di idee per la progettazione di approdi alternativi, Forza Italia sostenne questa decisione e soprattutto elogiò l'equilibrio con cui il Governo riprendeva in mano una questione tanto annosa, quanto importante. Da un lato, infatti, con il decreto di aprile si riaccendevano le luci della ribalta sul transito dei colossi del mare a pochi metri da San Marco e, di fatto, se ne segnava giustamente il destino; dall'altro lato, si teneva conto della situazione particolarissima in cui ci si trovava dopo la depressione economica prodotta dalla pandemia e, al fine di far ripartire il turismo che la pandemia aveva provocato, e che pure era nelle cose, lo stop non veniva posto immediatamente. Questa impostazione è stata completamente stravolta con la norma inserita in questo decreto-legge. Considerando l'impatto del turismo crocieristico su Venezia e considerando che il mese di agosto rappresenta il picco di questo turismo, se lo stop fosse stato previsto a decorrere dal 1° di settembre o dal 1° di ottobre, che cosa sarebbe cambiato?

Si è detto - il Governo lo ha anche scritto nella relazione introduttiva - che ce lo chiede l'Unesco, che altrimenti avrebbe inserito Venezia in una black list. Francamente, è una tesi che non regge, a nostro modo di vedere, perché, a fronte di un divieto che sarebbe scattato due o tre mesi più tardi rispetto al 1° agosto, dopo decenni di transiti nella laguna, delle due, l'una: o i Ministeri competenti non hanno valutato adeguatamente la questione ad aprile, oppure si sono contraddetti ora, con questo decreto; uno stop che ha avuto come effetto immediato il trasferimento del turismo crocieristico verso altri porti. Ricollegandomi alle ripercussioni sull'indotto provocate dall'abbandono del turismo crocieristico - perché queste saranno strutturali, a nostro modo di vedere, e non temporanee -, non si può non sottolineare come gli interventi previsti siano, invece, di natura estremamente limitata, perché si fermano al 2021. Non solo. Emerge anche una certa confusione e incertezza persino sulla platea che sarà ricompresa all'interno delle misure di sostegno; segno questo che da parte del Ministero competente non vi è stata una grande ponderazione, come invece sarebbe stato necessario dopo questo intervento.

L'altra criticità presente in questo decreto, sulla quale riteniamo doveroso soffermarci, riguarda il comma 4-bis dell'articolo 3, dove si autorizza Invitalia ad erogare gli stanziamenti di 705 milioni di euro per garantire il finanziamento all'Ilva di Taranto. Bene, quei soldi erano previsti nei 3 miliardi del capitale dell'ITA.

La questione che poniamo - e la poniamo non solo al Governo, ma anche alla Presidenza della Camera - è il metodo che riguarda il valore che si deve attribuire ai dati che il Governo riferisce nel corso delle audizioni in Commissione.

Il 28 luglio scorso, le Commissioni trasporti e attività produttive hanno prodotto un'audizione sulle prospettive dell'ITA. In quell'occasione, il Governo specificò che il capitale sociale, con il quale l'ITA sarebbe partita, era di 1,3 miliardi. A fronte di questo dato, Forza Italia, con il nostro capogruppo in Commissione trasporti, l'onorevole Pentangelo, pose una domanda specifica in relazione alle risorse stanziate per il capitale dell'ITA e non utilizzate, per capire se potessero essere destinate ad altre finalità. La risposta del Governo fu che tali risorse non potevano essere toccate, perché il futuro del capitale dell'ITA sarebbe stato incrementato fino a 3 miliardi. Solo quattro giorni dopo, il 4 agosto, al Senato è stata inserita la disposizione che prevede che parte di quelle risorse, 705 milioni, veniva destinata ad Ilva, ovviamente con il parere favorevole del Governo. Cosa è cambiato in quattro giorni? Perché il 28 luglio il Governo fornisce un'informazione che poi è cambiata in questo senso? Ripeto, il problema non è rappresentato dalle risorse dell'Ilva, sulle quali siamo assolutamente d'accordo, ma mi chiedo se abbia senso partecipare alle audizioni del Governo oppure no, perché i dati che vengono forniti si ispirano alla filosofia pirandelliana del “così è se vi pare”.

PRESIDENTE. Collega, può anche depositare il testo, se vuole.

DIEGO SOZZANI (FI). Si tratta di rilievi che formuliamo ovviamente con spirito costruttivo, soprattutto pro futuro, per gli importanti provvedimenti che ci troveremo ad esaminare. Ovviamente condividiamo nel complesso il decreto, dove ci sono misure di grande rilievo previste dal Governo, come le ulteriori 13 settimane di Cassa integrazione per i lavoratori di Ilva di Taranto, ed altre sono state inserite nel corso dell'esame del Senato. È, dunque, alla luce di questa valutazione complessiva che Forza Italia non farà mancare il proprio voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pellicani. Ne ha facoltà.

NICOLA PELLICANI (PD). Grazie, Presidente. Ci sono voluti quasi 10 anni, ma dal 1° agosto le grandi navi, i grattacieli galleggianti non transitano più per il bacino di San Marco e il canale della Giudecca. Il decreto in discussione individua finalmente un percorso e le alternative provvisorie per mantenere il traffico crocieristico a Venezia, in attesa dell'esito del concorso internazionale di idee, previsto dal decreto convertito nel maggio scorso, per realizzare un terminal off-shore fuori dalla laguna, destinato ad ospitare grandi navi da crociera e i carghi commerciali transoceanici. Il decreto fissa in 25 mila tonnellate la stazza massima delle navi che, d'ora in poi, potranno transitare in bacino, aprendo così una nuova stagione nel segno della sostenibilità, nella consapevolezza che, in prospettiva, sarà necessario definire navi a misura di Venezia ovvero crociere con caratteristiche sostenibili con l'ambiente lagunare, in grado di offrire un futuro diverso alla crocieristica che deve necessariamente restare a Venezia con il suo home port.

Il decreto contestualmente individua le soluzioni provvisorie e le risorse per eseguire gli interventi necessari per realizzare gli approdi temporanei, ma soprattutto stanzia i ristori a favore delle imprese e dei lavoratori, fortemente penalizzati dal blocco delle navi, giunto dopo oltre un anno di crisi drammatica del turismo che ha letteralmente messo in ginocchio le imprese veneziane.

Il decreto prevede anche l'assegnazione di maggiori poteri al presidente dell'Autorità portuale che diventa commissario straordinario per la realizzazione degli approdi provvisori a Marghera. Potrà disporre di 157 milioni, di cui 65 per gli interventi di adeguamento dei canali portuali, in particolare del Malamocco-Marghera.

Va da sé che tali interventi saranno realizzabili solo se ci sarà la massima collaborazione tra i vari Ministeri competenti. In tal senso, costituirà un interessante banco di prova l'approvazione del “Protocollo fanghi”, fermo da anni, che il decreto fissa entro l'anno. Ma è evidente che l'obiettivo principale è un altro ovvero la piena ripartenza delle attività e il rilancio del porto.

Il lavoro deve essere al centro della nostra azione politica, perché Venezia è il suo porto che va ripensato non solo in funzione del traffico crocieristico, ma soprattutto in vista del MoSE, sebbene sulla conclusione dei lavori si stiano addensando molte nubi. I cantieri sono fermi da mesi e il Consorzio Venezia Nuova è sepolto dai debiti ed è in concordato preventivo, con i dipendenti delle aziende collegate in Cassa integrazione e altri che addirittura non percepiscono lo stipendio da mesi.

Del resto, purtroppo, Venezia è una città commissariata: ci sono ben otto commissari governativi, tra quelli nominati e quelli annunciati. Questo, forse, è il vero problema di Venezia. È necessario che la politica torni ad essere protagonista, riportando il confronto sul destino delle città nelle sedi istituzionali, a partire dal Parlamento. In tal senso, è una buona notizia che in Commissione ambiente sia all'ordine del giorno l'esame della nuova legge speciale che offrirà l'occasione per riprendere una discussione trasparente tra le forze politiche sul futuro di Venezia. L'esame di questo decreto deve perciò rappresentare un punto di partenza, un nuovo inizio per un confronto sul futuro di una città patrimonio dell'umanità, attualmente stretta in una pletora di commissari straordinari e con un sindaco sempre alle prese con un conflitto di interessi mai chiarito, come evidenziato recentemente anche dalla stampa, che pretenderebbe di fare contemporaneamente l'amministratore pubblico e lo sviluppatore immobiliare sulle aree di sua proprietà.

Credo che il sindaco abbia il dovere di chiarire, perché il conflitto di interessi è una cosa seria che implica una questione di etica politica e di qualità di governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Questo decreto, signor Presidente, è l'occasione per scrivere una nuova agenda per la città, iniziando ad affrontare il tema di tutti i gigantismi che riguardano Venezia, quello delle grandi navi che costituisce solo la punta dell'iceberg. Mi riferisco al cosiddetto dossier Venezia che significa ripensare le politiche per il turismo, per la residenza, la riconversione di Porto Marghera in chiave green, l'avvio della ZLS, investimenti di cultura e nella ricerca, partendo dall'attuazione del Centro internazionale sui cambiamenti climatici, già istituito per legge, ma sempre di là da venire per ragioni ignote ai veneziani. Mi riferisco, ovviamente, anzitutto agli interventi per la salvaguardia e per la tutela dell'ambiente lagunare. A tal riguardo, non è più rinviabile l'istituzione dell'Autorità per la laguna, già prevista dal “decreto Agosto” del 2020, ma non ancora istituita. Un organismo essenziale per sovrintendere gli interventi sull'ecosistema e per la manutenzione del MoSE. Solo quando sarà istituita l'Autorità si potrà finalmente superare l'esperienza del Consorzio Venezia Nuova che tanti guasti ha portato alla città, tutelando l'occupazione.

L'estromissione delle grandi navi dal bacino di San Marco e dal canale della Giudecca è quindi un passaggio fondamentale per iniziare a ripensare Venezia nel segno del lavoro e della sostenibilità.

Per questo annuncio il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bazzaro. Ne ha facoltà.

ALEX BAZZARO (LEGA). Presidente, onorevoli colleghi, con questo mio intervento cercherò di ribadire in quest'Aula l'importanza strategica, economica e sociale della portualità in quella che è la mia città, Venezia. E da veneziano, prima di tutto, è necessario ribadire che nessun mio concittadino è né è mai stato disposto a sacrificare l'unicità della Serenissima e la bellezza delicata della sua laguna sull'altare dell'economia. Quindi, quello che oggi noi andiamo ad approvare, e che ha già cambiato radicalmente un settore fondamentale di indotto e di lavoro, è un decreto, figlio di una richiesta in primo luogo dei veneziani stessi per tutelare e proteggere un ecosistema unico.

Sono almeno dieci anni che il dibattito nella mia città verte su questo argomento, almeno da quando le dimensioni e il flusso delle navi da crociera, nel combinato disposto con l'aumento sistematico delle tratte turistiche, ha iniziato a cozzare non solo esteticamente con il nostro territorio, bensì anche sotto il profilo ambientale.

Dunque impedire il passaggio delle grandi navi in bacino San Marco era una volontà, oltre che una necessità, che io e tutti i veneziani sentivamo e alla quale cercavamo di porre rimedio.

Il tema è sempre stato quando, ma soprattutto come. Non ci servivano l'UNESCO né le inutili minacce di black list su Venezia. La mia città attira turisti da tutto il mondo perché è un patrimonio mondiale dell'umanità e, anche laddove fossimo stati inseriti, a fronte di mancati interventi, in assurdi elenchi di proscrizione, avremmo continuato a ricevere persone desiderose di ammirare la città dei Dogi. Quindi sono certo, Presidente, che il Governo non abbia agito con celerità perché temeva la minaccia della lista nera, ma perché, dopo nove anni di mancati transiti, ha rivisto passare le grandi navi in bacino San Marco, mettendo a rischio un sistema unico, ossia l'ecosistema della laguna. Coloro i quali hanno giustamente protestato nelle prime fasi di messa a punto di questo decreto lo hanno fatto per ribadire che i 20 mila lavoratori del porto di Venezia e di un'intera filiera che copre 90 mila addetti amano Venezia e ne fanno parte a pieno titolo. Per questo il lavoro congiunto richiesto dalla Lega in accordo con l'amministrazione comunale, di cui mi onoro di far parte in qualità di consigliere, ha sempre posto un trittico fondamentale: tutela dei lavoratori, tempi certi per la realizzazione delle nuove banchine a Marghera e indennizzi reali per un settore che non doveva essere costretto ad emigrare a Trieste o a Ravenna. È sempre stato semplice dire: via le grandi navi in bacino San Marco. L'ho sentito ribadire da tanti colleghi, ma farlo senza distruggere la vita di migliaia di famiglie veneziane è un po' più complesso. Il lavoro fatto permetterà, già da oggi, il transito di almeno il 50 per cento delle navi inizialmente previste nel 2021 ma è necessario programmare una ripartenza a pieno regime per l'anno 2022, costruendo già da ora, già da quest'autunno, le basi, dopo i 18 mesi drammatici che hanno sconvolto l'attività della nostra portualità e della nostra crocieristica. Faccio mie le parole dei lavoratori del porto di Venezia: il lavoro non può essere sostituito dagli ammortizzatori sociali, la dignità del lavoro è un'altra cosa. A questo vado ad aggiungere il capitolato sui ristori: 55 milioni, 35 quest'anno e 20 per il 2022. Sappiamo che potrebbero non bastare e, quindi, dato che abbiamo scientemente deciso, come Governo, di percorrere questa strada, non possiamo pensare di poterla far pagare ai lavoratori e alle famiglie dei lavoratori veneziani.

Concludo, signor Presidente, ricordando come in questi mesi, qui, a Roma, come parlamentari, abbiamo deciso di modificare alcuni degli asset fondamentali per la mia città e i suoi abitanti. Penso allo studio di fattibilità sul porto off-shore, due milioni e mezzo stanziati da questo Governo. Anche oggi il Governo avrà il voto favorevole del gruppo Lega, ma è altresì necessario garantire risorse e tempi certi per chi amministra la nostra città. Ebbene, non dobbiamo inventarci nulla perché nella Commissione ambiente della Camera attendono, ormai da quasi due anni, tre proposte diverse, una delle quali mia, le altre dei colleghi del Partito Democratico e di Forza Italia, relative alla nuova legge speciale su Venezia. Dobbiamo metterle presto ai voti per garantire, a chi ha l'onore e l'onere di tutelare e difendere la città come amministratore, dei fondi certi per poter fare queste opere. Non possiamo pensare, ogni anno, di andare in legge di bilancio a chiedere spiccioli per una città che è patrimonio mondiale dell'umanità (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Elisabetta Maria Barbuto. Ne ha facoltà.

ELISABETTA MARIA BARBUTO (M5S). Grazie, Presidente. Ancora una volta parliamo di Venezia, una città unica al mondo, una città che proprio per questa sua unicità avrebbe dovuto, da sempre, essere preservata e tutelata quale patrimonio dell'intera umanità e avrebbe dovuto essere rispettata e non sottoposta alla violenza reiterata che ha subito negli anni. Mi riferisco, ovviamente, al passaggio delle grandi navi nel Canale della Giudecca, a quelle grandi navi a cui è stato incredibilmente consentito, per lustri, di sfiorare quella meraviglia che è San Marco; mi riferisco a quegli enormi grattacieli galleggianti che sovrastavano con la loro stazza imponente i deliziosi edifici sulle sponde dei canali e ne hanno messo a repentaglio la stabilità, a causa di un moto ondoso anomalo che stava lentamente ma inesorabilmente modificando il profilo degli stessi canali, una visione che toglieva il fiato e spaventava chiunque, un elefante, più elefanti a passeggio, per anni, in un negozio di cristalli. Negarne le conseguenze? Sfidare la sorte e sperare nella fortuna? O, più semplicemente, mettere la testa sotto la sabbia, come gli struzzi, per giustificare una ingiustificabile superficialità dettata da ingordigia economica, sul cui altare sacrificare altri interessi fondamentali, quali la tutela dell'ambiente e la salute? Vecchia problematica, già affrontata negli anni passati. Non si può, infatti, fare a meno di ricordare in questa sede - tutti credo ne siano ben consapevoli - che il “decreto Clini-Passera” aveva già vietato il transito alle navi di stazza superiore alle 40 mila tonnellate, ma al divieto non era seguito mai un controllo adeguato. È stato necessario che l'UNESCO minacciasse di togliere Venezia dai siti patrimonio dell'umanità perché ci si svegliasse dal torpore, anche se, per la verità, il ministro Toninelli aveva già evidenziato, due anni orsono, la problematica, studiando la possibilità di un attracco fuori laguna. Tutti ricorderanno che quell'anno venne per ben due volte sfiorata una tragedia, perché purtroppo in Italia è così che funziona: occorre arrivare alla tragedia, o sfiorarla, per rendersi conto di quanto l'uomo stia abusando dell'ambiente, di quanto l'uomo stia sacrificando la storia, la cultura, la bellezza di un luogo unico al mondo, direi anche di più luoghi unici al mondo, di cui l'Italia è costellata, senza adoperarsi per riuscire a coniugare congiuntamente la tutela dell'ambiente e la tutela dell'economia, per un futuro sostenibile che ci consenta di preservare per le generazioni future l'inestimabile patrimonio culturale, storico e artistico del nostro Paese.

Ed è così che in questo provvedimento le vie urbane d'acqua di Venezia, bacino di San Marco, canale di San Marco e canale della Giudecca, sono dichiarate monumento nazionale e in tali vie d'acqua è vietato il transito delle navi che posseggono almeno una delle caratteristiche elencate al comma 2 dell'articolo 1. Ma l'attenzione del mondo resta alta su Venezia e la politica è chiamata a individuare un percorso di sviluppo sostenibile per questa realtà unica, in cui la cultura e l'industria creativa sono chiamate a giocare un ruolo da protagoniste attive. Ed è così, ancora, che le navi da crociera ora dovrebbero percorrere il canale dei petroli per giungere a Porto Marghera e per tale motivo si renderà necessario adeguarne i moli, finora adibiti esclusivamente a carico e scarico delle merci, con lavori di arretramento, ampliamento ed elettrificazione delle banchine destinate ad approdi turistici, che restano, comunque, lontane dalla stazione marittima. Per cui, sarà necessario ancora individuare soluzioni adeguate per trasferirvi le migliaia di turisti che ogni anno affollano la città. Si dovrebbe trattare di una soluzione provvisoria, una soluzione tampone che servirà esclusivamente in attesa che venga espletato il concorso di idee di cui al decreto-legge n. 45 di quest'anno, poi convertito nella legge n. 75, per portare definitivamente le navi fuori dalla laguna. Ma poiché il provvisorio, l'approdo di Marghera, in attesa del definitivo, non sarà pronto se non per la stagione del 2022, le compagnie, in attesa, si sono attrezzate e si stanno attrezzando per studiare delle loro soluzioni provvisorie, alcune cancellando gli scali definitivamente e altre reindirizzandoli al porto di Ravenna o di Trieste, con problemi logistici notevoli per il trasporto dei turisti a Venezia, cosa che potrebbe avere un impatto ad oggi difficilmente valutabile sull'occupazione, mentre sarà sicuramente notevole l'impatto ambientale generato dall'escavo e dall'arretramento delle banchine a Porto Marghera e dal passaggio delle grandi navi nel canale dei petroli. Lavori, quest'ultimi, per i quali ricordiamo che sono stanziati ben 157 milioni, il che già in varie occasioni ha fatto dubitare della provvisorietà di questa soluzione. Nel frattempo, le compagnie di navigazione dovranno essere risarcite del mancato guadagno per il minore afflusso turistico a causa della cancellazione delle prenotazioni, che comporterà anche un calo dell'occupazione. Per il ristoro delle perdite sono stati stanziati, in favore di armatori, lavoratori e gestori, oltre 50 milioni di euro nel biennio 2021-2022.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

ELISABETTA MARIA BARBUTO (M5S). Concludo, Presidente. In conclusione l'auspicio è che non si ripeta per la realizzazione dei moli di Marghera quanto si è verificato per la realizzazione del MoSE, sulle cui vicissitudini si potrebbe agevolmente scrivere un trattato. Ma l'auspicio è anche che questo sia realmente il primo passo per giungere alla soluzione definitiva, quella dell'approdo delle navi fuori dalla laguna, perché abbiamo sempre lottato per questo scopo, perché è giusto ed era giusto ancor prima che l'indicazione dell'UNESCO, indelebilmente chiara, giungesse, restasse e resti come un memento indelebile nelle nostre coscienze. Ora che questo progetto virtuoso, grazie a questo Governo, si è avviato…

PRESIDENTE. Collega, deve concludere.

ELISABETTA MARIA BARBUTO (M5S). …lo seguiremo con attenzione, ma non smetteremo di vigilare sia sull'attuazione concreta sia sulla valorizzazione di questo tesoro inestimabile che è Venezia. Dichiaro, pertanto, il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Vianello. Ne ha facoltà.

GIOVANNI VIANELLO (M5S). Grazie, Presidente. Il primo atto che il MoVimento 5 Stelle ha fatto con il nuovo capo politico Giuseppe Conte è presentare un emendamento al Senato per garantire la continuità produttiva dell'Ilva di Taranto: 700 milioni di euro. Notoriamente, lo stabilimento crea eventi di malattia e di morte ed è per questo che non solo è sotto sequestro ma è anche confiscato.

Presidente, questa non è nient'altro che l'ultima beffa che si fa dell'ambiente e della salute delle persone. Dopo aver votato per gli inceneritori, per bruciare i rifiuti, con norme di favore per le trivellazioni, siamo arrivati a questo punto, cioè a dare soldi a un'industria che crea eventi di malattia e morte, ma, adesso, col capitale sociale che sarà per maggioranza pubblico, le perdite economiche se le accollerà lo Stato, cioè i cittadini: doppio danno! Dovevamo fare altro: si doveva chiudere quell'area a caldo, come è stato fatto a Trieste e a Genova; si doveva fare un piano di riconversione economica, tuttavia tutto questo non è stato fatto e ci sono delle responsabilità ben precise. Ricordo bene l'ex Ministro dello sviluppo economico, Patuanelli, che a noi diceva: sono d'accordo con la chiusura dell'area a caldo, che diceva lavoriamo per questo, ma poi, nel frattempo, invece, è andato dietro al Partito Democratico, che proponeva la continuità produttiva. Questa è la realtà e i colleghi lo sanno bene.

Presidente, quello che fa più rabbia è il fatto di essere arrivati vicino a risolvere un problema che riguarda la salute, l'ambiente e lo sviluppo del nostro Paese, e poi, invece, di aver fatto esattamente come tutti gli altri, nonostante tutto il lavoro che abbiamo fatto, nonostante il sudore e il sangue che abbiamo buttato. Per questo motivo io non posso, ovviamente, avallare questo provvedimento (questo decreto su Venezia), che in realtà cela 700 milioni di euro da dare all'Ilva; per questo, io non solo annuncio il mio voto contrario ma, contestualmente, annuncio anche l'uscita dal gruppo del Movimento 5 Stelle (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 3257​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3257:

S. 2329 - “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 20 luglio 2021, n. 103, recante misure urgenti per la tutela delle vie d'acqua di interesse culturale e per la salvaguardia di Venezia, nonché disposizioni urgenti per la tutela del lavoro” (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

Sul calendario dei lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei Presidenti di gruppo, è stato convenuto, ai sensi dell'articolo 24, comma 2, del Regolamento, il seguente calendario dei lavori per la restante parte del mese di settembre.

Lunedì 20 settembre (ore 10, con votazioni non prima delle ore 14 e con prosecuzione notturna)

Esame del disegno di legge n. 3264 - Conversione in legge del decreto-legge 6 agosto 2021, n. 111, recante misure urgenti per l'esercizio in sicurezza delle attività scolastiche, universitarie, sociali e in materia di trasporti (da inviare al Senato – scadenza: 5 ottobre 2021).

Martedì 21 settembre (ore 9.30 – 13.30 e 15 - 20, con prosecuzione notturna dalle 21.30 alle 24), mercoledì 22 settembre (ore 9.30 – 13.30 e 16 - 20)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 3264 - Conversione in legge del decreto-legge 6 agosto 2021, n. 111, recante misure urgenti per l'esercizio in sicurezza delle attività scolastiche, universitarie, sociali e in materia di trasporti (da inviare al Senato – scadenza: 5 ottobre 2021).

Mercoledì 22 settembre (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

Mercoledì 22 settembre (ore 21.30 - 24)

Eventuale seguito dell'esame del disegno di legge n. 3264 - Conversione in legge del decreto-legge 6 agosto 2021, n. 111, recante misure urgenti per l'esercizio in sicurezza delle attività scolastiche, universitarie, sociali e in materia di trasporti (da inviare al Senato – scadenza: 5 ottobre 2021).

Discussione generale congiunta dei disegni di legge n. 3258 - Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2020 e n. 3259 - Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2021 (approvati dal Senato).

Discussione sulle linee generali della mozione concernente iniziative per mitigare in modo strutturale i costi delle bollette per imprese e cittadini (in corso di presentazione).

Discussione sulle linee generali della mozione Rampelli ed altri n. 1-00491 concernente iniziative volte al rilancio di Alitalia e al mantenimento della continuità operativa e degli attuali livelli occupazionali della compagnia di bandiera.

Giovedì 23 settembre (ore 9.30 – 13.30 e 15 - 20, con prosecuzione notturna dalle 21.30 alle 24 e nella giornata di venerdì 24 settembre)

Eventuale seguito dell'esame del disegno di legge n. 3264 - Conversione in legge del decreto-legge 6 agosto 2021, n. 111, recante misure urgenti per l'esercizio in sicurezza delle attività scolastiche, universitarie, sociali e in materia di trasporti (da inviare al Senato - scadenza 5 ottobre 2021).

Eventuale discussione generale congiunta dei disegni di legge n. 3258 - Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2020 e n. 3259 - Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2021 (approvati dal Senato) (ove non svolta nella giornata di mercoledì 22 settembre).

Eventuale discussione sulle linee generali della mozione concernente iniziative per mitigare in modo strutturale i costi delle bollette per imprese e cittadini (in corso di presentazione) (ove non svolta nella giornata di mercoledì 22 settembre).

Eventuale discussione sulle linee generali della mozione Rampelli ed altri n. 1-00491 concernente iniziative volte al rilancio di Alitalia e al mantenimento della continuità operativa e degli attuali livelli occupazionali della compagnia di bandiera (ove non svolta nella giornata di mercoledì 22 settembre).

Seguito dell'esame dei disegni di legge n. 3258 - Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2020 e n. 3259 - Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2021 (approvati dal Senato).

Seguito dell'esame della mozione concernente iniziative per mitigare in modo strutturale i costi delle bollette per imprese e cittadini (in corso di presentazione).

Seguito dell'esame della mozione Rampelli ed altri n. 1-00491 concernente iniziative volte al rilancio di Alitalia e al mantenimento della continuità operativa e degli attuali livelli occupazionali della compagnia di bandiera.

Venerdì 24 settembre (ore 9.30)

Svolgimento di interpellanze urgenti.

È stato altresì convenuto che, nella settimana dal 27 settembre al 1° ottobre, in relazione alle elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre, l'Assemblea non terrà seduta e che le Commissioni potranno convocarsi per gli atti dovuti e urgenti.

Il Presidente si riserva di inserire nel calendario dei lavori l'esame di progetti di legge di ratifica deliberati dalle Commissioni e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

L'organizzazione dei tempi per l'esame della mozione Rampelli ed altri n. 1-00491 sarà pubblicata nell'Allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

L'organizzazione dei tempi per l'esame dei disegni di legge nn. 3258 e 3259 sarà definita una volta concluso l'esame in sede referente.

L'organizzazione dei tempi per l'esame della mozione concernente iniziative per mitigare in modo strutturale i costi delle bollette per imprese e cittadini sarà definita dopo la sua pubblicazione.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di intervenire la deputata Sara Moretto. Ne ha facoltà.

SARA MORETTO (IV). Grazie Presidente. Intervengo per un fatto di questi giorni, che ritengo assolutamente urgente e sul quale richiamare l'attenzione anche dell'Aula e del Governo. Sappiamo tutti come L'Italian sounding sia un fenomeno che danneggia gravemente l'economia del nostro Paese. Coldiretti e Filiera Italia hanno stimato che il valore del falso alimentare made in Italy nel mondo ha superato i 100 miliardi, aumentando costantemente nel corso dell'ultimo decennio. La notizia di questi giorni della pubblicazione - avvenuta, quindi, ieri sulla Gazzetta Ufficiale dell'UE - della richiesta della Croazia di protezione della menzione tradizionale Prosek, nome che evoca il più ben noto e apprezzato Prosecco italiano, è una doccia fredda. Chiedo al Governo, ma in particolar modo al Presidente Draghi, di attivarsi con celerità con le autorità europee per mettere fine a questo ennesimo affronto ai prodotti alimentari made in Italy, che rappresentano un patrimonio prestigioso e irrinunciabile. Ricordo ancora, anche a quest'Aula, l'analoga vicenda del Tocai friulano e veneto con l'Italia che ha dovuto soccombere in favore dell'Ungheria, che ha rivendicato a sé la denominazione. Oggi non possiamo accettare un altro schiaffo: l'Italia deve reagire e farlo con forza (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Michele Sodano. Ne ha facoltà

MICHELE SODANO (MISTO). Grazie, Presidente. Allora, io non ho fatto neanche in tempo a dirvi che ieri sono state raggiunte 350 mila firme per istituire il referendum sulla cannabis, che già oggi, a meno di 24 ore, devo aggiornare il dato: 420 mila cittadini hanno firmato per una regolamentazione della cannabis attraverso il referendum.

E, badate bene, ricordatevi questo numero: 420 e vi dico anche che mancano pochi giorni per raggiungere l'obiettivo di mezzo milione di firme. È un record, è un record della democrazia: in pochi giorni, mezzo milione di firme. E, invece, in questo Parlamento, in quattro anni, non siete riusciti a muovere un solo passo sulla cannabis. Io ho presentato migliaia di ordini del giorno, di emendamenti, perfino depositato una legge, il manifesto collettivo sulla regolamentazione della cannabis, ma, mentre il mondo va nella direzione di regolamentare per combattere seriamente le mafie, per creare posti di lavoro, per dare sicurezza, voi qui non avete mosso neanche un dito. Allora, vi dico una cosa: io non so quale associazione, quale lobby vi impone di censurare la battaglia della cannabis, di metterla sotto terra, non lo so, ma adesso non potete più non ascoltare il grido di migliaia e migliaia di cittadini che vogliono una legiferazione chiara sulla regolamentazione della cannabis. Lo stiamo facendo attraverso un istituto straordinario, democratico come il referendum, il principe degli strumenti democratici: adesso non potete più stare in silenzio e, se lo farete, noi non ve lo permetteremo (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ferri. Ne ha facoltà, per un minuto.

COSIMO MARIA FERRI (IV). Grazie, Presidente. Volevo portare all'attenzione del Governo, del Ministro Giorgetti, l'appello dei sindacati: tutte le sigle hanno firmato un documento molto forte di delusione nei confronti del Governo, del Ministro Giorgetti, per quanto riguarda l'azienda nuova Sanac. Chiediamo al Ministro di intervenire: questa azienda ha quattro stabilimenti nel territorio italiano, ha bisogno di risposte. Acciaierie d'Italia, dove è entrata Invitalia, ha interrotto da giugno gli ordinativi dei prodotti alla nuova Sanac, l'amministrazione straordinaria continua e non ci sono le risposte che si aspettano. Chiediamo al Ministro Giorgetti di convocare le parti sociali e anche le istituzioni per dare risposte concrete al futuro di queste aziende e di questi lavoratori.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 17 settembre 2021 - Ore 9,30:

1. Svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta termina alle 19,05.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: SARA MORETTO (A.C. 3257​)

SARA MORETTO (IV). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 3257​). Ci sono decisioni sulle quali chi governa sceglie di glissare. Il divieto di transito delle grandi navi nel bacino di San Marco e nel canale della Giudecca è stata per molto tempo una di queste. Diversi Governi hanno deciso di glissare.

L'Esecutivo guidato da Mario Draghi non lo ha fatto, dimostrando anche in questo di essere differente rispetto ai Governi del passato. Una differenza che si manifesta nel prendere le decisioni, anche quelle più scomode.

Sulla città di Venezia incombeva da anni la lente di ingrandimento dell'Unesco e il rischio di finire nella "Danger List" dei siti a rischio è stato ad un passo dal diventare realtà.

Il transito delle grandi navi però, è bene ricordarlo, è solo una delle criticità sollevate dall'organismo internazionale.

Con questo decreto si aggiunge certamente un tassello concreto e significativo al disegno sulla salvaguardia della laguna e della città, anche se è sotto gli occhi di tutti che c'è ancora molto da fare. Questo e i futuri provvedimenti devono essere redatti in un'ottica di sostenibilità, evitando di separare la tutela ambientale da quella sociale ed economica della città. Sono fuori tempo e non guardano al bene del territorio le posizioni oltranziste che pensano ad una laguna immobile e intoccabile.

Dare attenzione alle osservazioni dell'Unesco è importante ma è altrettanto importante ascoltare le voci della città, dei suoi abitanti e dei suoi operatori economici, i tanti che gravitano intorno alla crocieristica e più in genera e alla portualità veneziana. Questo Governo ha deciso di ascoltare queste voci e di decidere guardando al futuro.

Andava regolata e limitata la navigazione di colossi del mare nelle aree più fragili della laguna, in tanti sono venuti a Venezia ad affermarlo. Ministri si sono dati il cambio nelle dichiarazioni scoppiettanti che annunciavano un risultato imminente, salvo poi rientrare a Roma senza produrre alcun cambiamento. Questo trascinare le decisioni, anche nei recenti Governi, non ha fatto bene alla città e alla sua economia. C'era la necessità di fare un passo avanti e di farlo rapidamente.

Una rapidità che però, va detto, ha destato non poche preoccupazioni nel comparto croceristico.

Un decreto emanato il 20 luglio ha stabilito lo stop alle navi con stazza superiore a venticinquemila tonnellate già dal 1° agosto successivo.

Con un preavviso di 12 giorni e in assenza di punti di attracco alternativi le imprese e i lavoratori del comparto croceristico, ma aggiungo anche le imprese e i lavoratori del turismo, hanno dovuto fare i conti con un cambiamento dirompente.

Compagnie e imprese dell'indotto sono state travolte da cancellazioni e aumento dei costi per lo spostamento della tratta toccata.

Ecco perché il decreto ha previsto dei ristori, equi e giusti, incrementati durante la lettura al Senato, anche su spinta del nostro gruppo che aveva presentato emendamenti in tal senso.

Certamente non si può pensare al futuro basandosi sui sussidi. Sussidi che, tra l'altro, non dovranno tralasciare le compagnie che hanno profuso ogni impegno per rimanere in città e garantire così l'occupazione dell'indotto locale, riducendo i costi degli ammortizzatori sociali. Già una ventina di navi sono previste a Fusina tra settembre e novembre con costi di gestione comunque superiori a quelli previsti prima del decreto.

Sarebbe un boomerang limitare i ristori alle sole compagnie che hanno cambiato porto. Il decreto ribattezzato Grandi Navi però non parla solo di Venezia, su cui ritornerò tra poco, ma interviene anche sull'Ilva, riconoscendo ulteriori settimane di trattamento ordinario di integrazione salariale con causale Covid-19, e assicurando la continuità del funzionamento produttivo dell'impianto siderurgico di Taranto attraverso l'autorizzazione ad Invitalia a sottoscrivere ulteriori apporti di capitale e ad erogare finanziamenti in conto soci. Un'attenzione che consente non solo di confermare gli accordi già fatti ma di valorizzare un settore strategico e guardare con fiducia alla transizione green, che punta alla graduale decarbonizzazione dell'impianto di Taranto.

Tornando a Venezia, mentre riconosciamo il coraggio e la serietà di aver affrontato in maniera chiara ed inequivocabile il problema del transito delle grandi navi in Laguna, crediamo non ci si debba lasciar andare a toni di festa. Ora c'è un traguardo a cui guardare: riportare le navi, in condizioni diverse, in città.

Venezia è una città che non può abbandonare la crocieristica, deve certamente tutelare l'ambiente e la città, deve gestire i flussi turistici, puntare ad un turismo di qualità ma non può chiudersi.

Perdere la crocieristica significherebbe rinunciare ad un'economia che produce effetti in tutto il territorio metropolitano e veneto.

È evidente che dal novembre 2017, momento in cui il Comitatone formalizzò l'individuazione di Marghera come approdo alternativo, molto poteva essere fatto. Molto poteva essere gestito e accompagnato. Personalmente non credo che neanche il concorso di idee istituito con il decreto della primavera scorsa (2021) possa costituire una tappa significativa, anzi. Penso che sia stata una doccia fredda, come se anni di dibattiti, confronti e progetti non ci fossero mai stati.

Se comunque da lì deve emergere la soluzione definitiva per l'attracco fuori dalle acque protette della Laguna di Venezia delle navi passeggeri di stazza lorda superiore a 40.000 tonnellate e dalle navi portacontainer, nel frattempo non si può stare fermi. Anche grazie alle nostre pressioni, al Senato sono stati indicati dei tempi per la realizzazione degli approdi alternativi, in particolare almeno due devono essere disponibili già per la stagione crocieristica 2022, ma servono più certezze e serve rapidità.

Da una nostra proposta è nato il nuovo comma che introduce un monitoraggio parlamentare sulla realizzazione delle opere affidate al Presidente dell'Autorità di Sistema Portuale in qualità di commissario, con lo scopo di offrire supporto ove si presentassero criticità e garantire la più rapida concretizzazione delle stesse. Non solo dei punti di attracco ma anche e soprattutto degli interventi di miglioramento dell'accessibilità nautica e della manutenzione dei canali esistenti (eh sì, perché la laguna è qualcosa di vivo ma artificiale che necessita manutenzione).

A tal proposito colgo l'occasione di questo intervento per ribadire, ancora e anche qui, che è improrogabile la definitiva pubblicazione del protocollo fanghi e del Piano morfologico e ambientale della Laguna di Venezia. Non c'è più tempo. Questi documenti risultano essere pronti ma per mesi e mesi sono stati trattenuti al Ministero dell'Ambiente. Oggi finalmente si è aperta una stagione del fare, anche in quel Ministero, e il sollecito a fare presto sono certa verrà colto.

La discrasia tra le recenti scelte, orfane di una programmazione precedente, rendono purtroppo palpabile la necessità di chiarimento. Un concorso di idee che colloca fuori dalle acque protette le navi sopra le quarantamila tonnellate, qualche mese dopo un decreto che vieta il transito interno alle navi sopra le venticinquemila tonnellate, lasciando un vuoto normativo per la fascia tra le venticinquemila e le quarantamila che non si indica dove dovrebbero andare. Nel frattempo la soluzione Marghera, pur temporanea, è ancora da realizzarsi. Molti sono quindi i punti di domanda ancora aperti e a cui va data risposta.

In conclusione, Venezia merita una visione futura. Una visione che non si ottiene con commissariamenti senza scadenza e scelte estemporanee. Serve un'organicità che finora è mancata, che può trovare esecuzione nella nuova Autorità per la laguna, se guidata con competenza, e nel superamento delle gestioni commissariali. Una coerenza e una visione d'insieme che va espressa e condivisa con la città.

Siamo in una fase storica decisiva, quella della vera pianificazione della rinascita del Paese dopo una crisi sanitaria ed economica senza precedenti. È oggi che si può chiudere il cerchio delle partite aperte del passato, incluso il MoSE, e progettare il futuro. Una parola che non si coniuga con immobilismo e rinvii. Per parlare di futuro serve coraggio e crediamo che oggi ci siano tutte le condizioni per poterlo esprimere.

Nella convinzione che dopo questo decreto si possa, anzi si debba, definire una visione a 360 gradi sulla portualità veneziana, annuncio il voto favorevole del gruppo di Italia Viva.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 1 i deputati De Micheli e Ferri hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 1)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 3257 - voto finale 382 378 4 190 363 15 76 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.