Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 560 di mercoledì 8 settembre 2021

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

La seduta comincia alle 9,35.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ALESSANDRO AMITRANO, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bergamini, Berlinghieri, Claudio Borghi, Enrico Borghi, Brescia, Casa, Maurizio Cattoi, Cavandoli, Cenni, Cirielli, Corda, Davide Crippa, D'Ippolito, D'Orso, De Maria, De Menech, Delmastro Delle Vedove, Dieni, Donno, Ermellino, Ferri, Gregorio Fontana, Gebhard, Lacarra, Liuni, Lollobrigida, Lupi, Migliorino, Molinari, Mura, Palazzotto, Perantoni, Picchi, Rizzetto, Rossi, Sapia, Silli, Vito, Raffaele Volpi e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 115, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,40).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori e per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Giorgio Trizzino. Ne ha facoltà.

GIORGIO TRIZZINO (MISTO). Grazie, Presidente. Io intervengo - e chiedo, per il suo tramite, di riferire al Presidente della Camera - rispetto ad una questione che ritengo veramente grave. Vi chiedo cosa debba fare di più la nostra Corte costituzionale, dopo un'ordinanza e una sentenza, che a chiare lettere chiedono a questo Parlamento di normare una procedura per definire come debba avvenire il suicidio assistito qui nel nostro Paese, dopo che è stato modificato l'articolo 580 del codice penale.

Chiedo anche a questo Parlamento cosa debbano fare i cittadini italiani che chiedono, da quasi trent'anni, che dentro queste Camere venga affrontato il tema della fine della vita. Cosa debbono fare? Hanno presentato una proposta di iniziativa popolare, l'hanno depositata qui alcuni anni addietro. Sono stati depositati quasi 16 disegni di legge su questo tema. C'è in corso una raccolta firme per un referendum per la depenalizzazione dell'articolo 579, cioè dell'omicidio del consenziente: sono quasi state raggiunte un milione di firme in questi giorni. Cosa devono fare i cittadini italiani per chiedere che questo Parlamento cominci ad esaminare il testo base depositato in Commissione affari sociali e in Commissione giustizia? Ogni buona ragione per rinviare da quasi quattro anni l'esame di questo testo: è dal 2018 che le Commissioni si attorcigliano intorno a se stesse, cercando i motivi per rinviare sempre questo esame. E cosa devono fare i malati che sono costretti ad andare ancora in Svizzera? Ne conosco taluni che, in questi giorni, nonostante la sentenza della Corte costituzionale e le dichiarazioni del Ministro Speranza, che chiede che le ASP si organizzino al più presto attraverso un accordo con la Conferenza Stato-regioni per definire un processo che consenta loro di terminare la loro vita qui, in questa Nazione, sono costretti ad andare via, nonostante la sofferenza incredibile a cui sono sottoposti. E noi stiamo in silenzio, noi stiamo zitti.

Credo vi sia qualcosa che va oltre la sofferenza delle persone ed è il disinteresse degli altri che gli stanno intorno; ma è ancora più grave il disinteresse del legislatore che è messo nelle condizioni di porre fine a queste sofferenze. Noi siamo silenti, noi siamo colpevolmente silenti e di questo ciascuno di noi ha la responsabilità. Ecco perché chiedo, per il suo tramite, che il Presidente della Camera dia impulso alle Commissioni riunite che, ancora una volta, a causa di questo grande argomento che stiamo affrontando in queste ore, hanno rinviato di una settimana il deposito degli emendamenti in Commissione. Ripeto, sono quattro anni trascorsi inutilmente senza che si veda la luce. Diceva Norberto Bobbio che il silenzio omertoso e colpevole del Parlamento può causare veramente danni incredibili alla democrazia. Anche in questo caso forse il silenzio un po' colpevole e bigotto di qualcuno che condiziona inesorabilmente il rallentamento di questo iter fa parte di questa storia.

Allora, le chiedo, concludendo, che si possa sollecitare l'iter in Commissione e quindi in Aula. Sarò sempre qui presente: se ciò non accadrà, ad ogni intervento, ad ogni seduta, interverrò, Presidente, da questo momento, perché la coscienza di ciascuno di noi si risvegli (Applausi dei deputati dei gruppi Misto e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Giustappunto volevo solo sottolineare e ricordare che il termine per la presentazione degli emendamenti al provvedimento che citava è stato fissato per il 14 di settembre.

Ha chiesto la parola, sempre sull'ordine dei lavori, il deputato Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). La ringrazio, Presidente. Purtroppo chiedo la parola non per una bella notizia, ma per una notizia triste per noi, perché questa mattina ci ha lasciato un caro amico e compagno, già deputato del Partito Democratico nella XV, XVI e XVII legislatura, Ludovico Vico, nostro deputato di Taranto, già dirigente sindacale della CGIL, militante del Partito Comunista, del PDS, dei DS e poi del Partito Democratico. Un animo buono, colto, gentile, un signore, come lo ricordano tutti. Lo piangeremo con grande tristezza. Alla sua famiglia, a chi gli ha voluto bene, a tutti gli amici e ai militanti del Partito Democratico che lo hanno conosciuto un abbraccio caro (Applausi).

PRESIDENTE. Grazie a lei, deputato Fiano.

Ha chiesto di parlare, sempre sull'ordine dei lavori, il deputato Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Preliminarmente mi unisco al cordoglio espresso dal collega Fiano, però volevo ritornare su quanto detto ieri dal presidente Lollobrigida che al momento non ha avuto alcuna risposta. Ieri è stato posto un tema: quello dell'applicazione del green pass, dell'obbligo del green pass per noi parlamentari nei lavori sia di Commissione che di Aula.

A questa nostra richiesta non abbiamo avuto né una spiegazione né una risposta e credo che questo non sia giusto. Lo dico perché ieri dai banchi della maggioranza, soprattutto del Partito Democratico e di Italia Viva, sono stati utilizzati anche aggettivi, temi roboanti, la morale, il rispetto delle regole. Tutti aggettivi connessi all'utilizzo del green pass. E allora non si capisce questa doppia morale, questo doppio modo di rispettare le regole, questo modo di svolgere la solidarietà nei confronti dei nostri amici, cari, perché non può esserci una sacca di illegalità o una zona franca. Devo dire che è imbarazzante pensare che ci voleva un Presidente a Cinque Stelle per ripristinare un privilegio per la casta (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Presidente, ieri sera, nel mio ristorante, sono venuti alcuni parlamentari e ho chiesto loro di esibire il green pass.

Me lo sono posto come problema, perché non ho ancora chiaro se noi siamo esentati anche fuori dal Parlamento (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico), però è imbarazzante; è imbarazzante questo comportamento o questo privilegio, ma soprattutto, Presidente, è imbarazzante non avere una risposta del perché. Infatti si può sostenere anche tutto e il contrario di tutto, ma siamo in una democrazia e ci vorrebbe che il Presidente o chi per lui, al di là delle levate di scudi e della retorica, della quale ieri abbiamo sentito esercizi veramente quasi divertenti, ci fosse qualcuno che ci spiegasse del perché per esempio, alle ore 14, quando ci riuniremo nella Sala del mappamondo per una riunione importante della Commissione bilancio, noi potremo stare all'interno di quella Commissione in sicurezza a discutere, magari anche a litigare - quando si discute animatamente è anche più semplice che ci possa essere un veicolo di contagio - e a nessuno di noi viene chiesto il green pass.

Da questa risposta - lo dico da vaccinato convinto e comunque da persona contraria al green pass - dipende moltissimo perché penso che il motivo principale per cui non viene chiesto il green pass a noi in quest'Aula e nella Commissione è perché è difficile chiederlo, perché è difficile pretenderlo. E se non lo facciamo noi, non lo fate voi con gli strumenti che ha la Camera (la Camera ha una struttura importante, ha dipendenti qualificati, vi è una serie di controlli agli ingressi); se non lo fate voi, perché chiedete di farlo ad aziende, attività che non hanno questo tipo di organizzazione? Sono convinto che il tema sia questo; questo, solo questo può spiegare il privilegio per chi è in quest'Aula, così come questo può spiegare il fatto che non chiedete il green pass a chi sale su un autobus o a chi affolla una metropolitana. Semplicemente perché, quando tocca a voi controllare, quando tocca a voi imporre, quando tocca a voi pretendere, scegliete di non farlo perché sapete che è complicato e scaricate su intere categorie quell'obbligo che voi non siete in grado minimamente di porre in essere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

E allora, Presidente, insisto a nome di tutto il gruppo di Fratelli d'Italia: noi chiediamo che, in costanza di questa norma, anche all'interno della Camera e all'interno delle Commissioni, vi sia l'obbligo del green pass o, in subordine, ci basterebbe che qualcuno ci spiegasse la logica del perché, all'interno delle Commissioni e all'interno dell'Aula, il green pass non serve, e quindi non è utile, mentre invece nel mio ristorante e in tutte le attività è obbligatorio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. La sua sollecitazione può ritenersi più che opportuna. Ricordo, però, al riguardo che il Presidente Mandelli in una precedente seduta ha già preso impegno, e lo ha fatto, di coinvolgere nella fattispecie il Presidente Fico, e quindi siamo in attesa di indicazioni da questo punto di vista.

Ha chiesto di parlare il deputato Basini, sempre sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE BASINI (LEGA). Devo dire che non pensavo di prendere la parola, però, essendo in disaccordo con il collega Trancassini, penso sia il caso di dirlo.

Non è vero che sia un privilegio. Credo che la legge, saggiamente, abbia per il Parlamento previsto cose particolari, dall'indennità parlamentare all'immunità, perché è una funzione particolarmente importante. C'è anche un'altra differenza: mentre in Parlamento si va nelle Commissioni, in Aula e via dicendo sempre nello stesso posto e i funzionari ti conoscono, al ristorante cambi. Quindi, non credo affatto sia un privilegio dei parlamentari. Possiamo levarlo o no, cambia poco, io ce l'ho in tasca; però, smettiamola con questa demagogia dell'egualitarismo a tutti i costi che non fa bene al Parlamento e non fa bene a nessuno.

PRESIDENTE. Chiedo scusa, se la interrompo, deputato Basini; ovviamente lei è libero di esprimere l'opinione che desidera, però dovrebbe farlo, mettendo la mascherina sopra la bocca e il naso, altrimenti diventa un paramento più che altro.

GIUSEPPE BASINI (LEGA). Aspettavo la conclusione e non capivo dove volesse andare. Tutto qui, non credo sia un privilegio, non credo che questo Parlamento abusi dei suoi poteri, non credo sia una casta.

PRESIDENTE. Sì, metta su la mascherina, comunque, grazie, che deve servire a riparare bocca e naso. Deputato Basini, mi ascolta? Deve tirare su la mascherina (Commenti del deputato Basini). No, guardi, non c'è bisogno di polemizzare: questa è la regola, tutti ci atteniamo a questa regola e lei non è diverso dagli altri.

Non essendo ancora decorso il termine di preavviso previsto per le votazioni con il procedimento elettronico, sospenderei la seduta fino alle ore 10…Chiedo scusa, fortunatamente ancora non avevamo dato comunicazione formale. C'è un altro intervento sull'ordine dei lavori. Ha chiesto di parlare il deputato Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Scusi se riporto in quest'Aula una lamentela che ho fatto altre volte.

PRESIDENTE. È per richiamo al Regolamento, allora? La vedo con il “libruscolo” in mano.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Sì, articoli 130, 131 e 132.

PRESIDENTE. Sì, perfetto.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Infatti, purtroppo, c'è l'abitudine - è un Ministro in particolare, che poi adesso le dico - che il Governo non risponde alle interrogazioni, nonostante nell'articolo 131 sia scritto che il Governo, se non intende rispondere, deve motivarlo e soprattutto dichiarare quando risponderà. E c'è tutta una spiegazione: se è un'interrogazione a risposta scritta, vi sono determinate comunicazioni. Io ho presentato vari richiami scritti al Presidente Fico che poi ha eseguito e ha fatto richiami in Aula. Il sottosegretario Bergamini si era presa l'impegno, che mi aveva giustamente comunicato, mentre il Ministro Franceschini non ha mai risposto. Ieri, per un'interrogazione che ho presentato a gennaio 2021, sulla celebrazione dei 150 anni dalla nascita di Grazia Deledda, del premio Nobel, io ho atteso la risposta per mesi, ho sollecitato, e la risposta l'ho trovata sui giornali.

Allora, io capisco se arriva contestuale il comunicato stampa del Ministero insieme alla risposta in quest'Aula; trovo grave che, in quest'Aula, il lavoro di ogni parlamentare - perché dietro quell'interrogazione c'è un lavoro, non solo mio, ma anche dei miei collaboratori - non trovi mai soddisfazione e, con grande maleducazione istituzionale, il Ministro vada in casa anche dei parlamentari a fare sfoggio di un tema che un parlamentare solleva.

Io chiedo, in questo caso, che la Presidenza assuma l'impegno nei confronti del Governo e in particolare di un Ministro, che in varie occasioni ha dimostrato di non rispondere alle interrogazioni per poi andare sulla stampa, a richiamarlo al rispetto di questo Regolamento. Infatti, io ci sto che non si risponda dopo due settimane, un mese o due mesi; ma che passi un anno, che passi più di un anno e poi il Ministro vada su quei temi specifici a fare il comunicato sul giornale, senza il minimo rispetto per il lavoro del parlamentare, lo trovo grave. Sinceramente adesso sta diventando insopportabile che, qui, questo Ministro, che non viene mai in Aula, si dimentichi che questa è una Repubblica parlamentare. Allora, io chiedo alla Presidenza che vengano fatti rispettare il Regolamento e il lavoro di ogni singolo parlamentare qui dentro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Grazie, deputato Deidda, forse il richiamo al Regolamento non era esattamente pertinente, tuttavia gli argomenti citati ritengo invece siano sensibili e che vadano oggettivamente sottoposti all'attenzione del Presidente Fico, affinché ci possa essere una maggiore collaborazione tra il Parlamento e il Governo e, soprattutto, non vi siano mortificazioni come quelle che lei citava che, purtroppo, sono accadute anche in altre circostanze.

Non sono ancora decorsi i termini di preavviso per le votazioni con procedimento elettronico, quindi, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 10.

La seduta, sospesa alle 9,55, è ripresa alle 10,05.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 23 luglio 2021, n. 105, recante misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19 e per l'esercizio in sicurezza di attività sociali ed economiche (A.C. 3223-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 3223-A: Conversione in legge del decreto-legge 23 luglio 2021, n. 105, recante misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19 e per l'esercizio in sicurezza di attività sociali ed economiche.

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 3223-A​)

PRESIDENTE. Ricordo che, nella seduta del 7 settembre, è stato da ultimo respinto l'emendamento 3.50 Massimo Enrico Baroni.

Passiamo ora all'esame dell'emendamento 3.51 Massimo Enrico Baroni.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marcello Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo sull'emendamento del collega Baroni che ci offre la possibilità di aprire una ulteriore riflessione circa il green pass. Il gruppo di Fratelli d'Italia, all'atto della presentazione delle proposte emendative rispetto al decreto in conversione, aveva presentato alcune centinaia di emendamenti; queste centinaia di emendamenti erano state riassunte e ridotte ad alcune decine, in particolare a 37 in Commissione, e ne portiamo all'attenzione dell'Aula soltanto 6, gli emendamenti che noi riteniamo essere dirimenti in tema di green pass. In particolare, immagino che l'emendamento principe sia la possibilità che noi offriamo, con l'abrogazione dell'articolo 3, di eliminare il green pass. Questo lo facciamo in forza di una riflessione politica, pratica, se vogliamo fatta più in punta di scienza che ossequiando il considerando 36 del Regolamento (UE) 2021/953 sul green pass dell'Unione europea, che ci dice sostanzialmente che non bisogna discriminare i non vaccinati. Noi non lo facciamo per questo - anche perché, notoriamente, altre restrizioni dell'Unione europea non ci hanno mai appassionati - ma lo facciamo perché, in punta di scienza, è stato evidenziato che collegare il green pass, quindi collegare la libera circolazione dei cittadini italiani sul territorio nazionale, ad un pass verde che si può conseguire o con la vaccinazione o con il “tamponamento” è assolutamente riduttivo e può addirittura validarsi come dannoso per i cittadini italiani. Perché?

Perché è di tutta evidenza che alcune delle maggiori riviste scientifiche - penso a Nature, penso a Science - ci dicono che nelle mucose nasali e nelle mucose della bocca dei vaccinati non esistono tracce di immunoglobuline. Ciò significa che anche i vaccinati possono contagiarsi - cosa che, in realtà, purtroppo, sta avvenendo in Italia, ma l'archetipo di questa situazione è la Nazione di Israele - e possono, a loro volta, contagiare. Quindi, dicendo al cittadino italiano che col green pass, acquisito tramite la vaccinazione, si ha libera circolazione, trasmettiamo un concetto sbagliato, che può indurre i cittadini italiani ad avere comportamenti sbagliati. In vacanza, è capitato anche a me che, nella hall di un albergo, una persona senza mascherina venga fermata e che, giustamente, risponda: “No, guardi, io ho il green pass”, come se avesse la kryptonite e, quindi, possa circolare liberamente senza preoccuparsi di dover tenere le giuste restrizioni che, in questi mesi e in questi anni, abbiamo tenuto, ovvero il distanziamento, la mascherina, l'igiene delle mani, che hanno portato all'azzeramento di alcune patologie. Io lo voglio ricordare: l'influenza ordinaria è stata sconfitta – praticamente, i casi sono ridotti a zero -, sì, per una vaccinazione che c'è stata, come c'è stata in tutti gli anni, ma anche e soprattutto perché si sono tenute norme di buon comportamento, in primis il distanziamento, in primis il fatto che non ci si stringesse, che non ci si toccasse, che ci si lavasse le mani e con l'utilizzo - vivaddio! - della mascherina.

Ora, vincolare tutto questo, limitare la libertà individuale delle persone, trasmettendo anche un concetto sbagliato - e concludo, Presidente -, mi sembra sbagliato due volte: perché si va a limitare la libertà di alcune persone, che, liberamente – perché, lo voglio ricordare, non esiste l'obbligo vaccinale -, hanno deciso di non vaccinarsi, da un lato; dall'altro lato, si dà agli italiani il falso convincimento che con il green pass si diventa invincibili. Purtroppo, così non è. Purtroppo, alle nostre spalle vi è questo terribile virus, che ancora aleggia, e che noi, quindi, dobbiamo sconfiggere con le giuste armi e il green pass non è una giusta arma…

PRESIDENTE. Concluda.

MARCELLO GEMMATO (FDI). …e per questo nella fattispecie - e concludo, Presidente - noi chiediamo che nei musei e nelle mostre, laddove ci siano luoghi aperti, venga cassato l'utilizzo del green pass (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Caiata. Ne ha facoltà per un minuto.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Noi continuiamo a fare il nostro onesto lavoro di opposizione e a porre l'accento. Cerchiamo di aiutare il sottosegretario a mettere in evidenza le contraddizioni di questo provvedimento o, quanto meno, alcune contraddizioni che rendono meno credibile il provvedimento stesso. Infatti, è difficile spiegare alle persone come mai possano affollarsi in un treno o affollarsi in un autobus senza il controllo né del distanziamento né della mascherina né del green pass e poi, invece, debbano sottostare a tutte queste limitazioni e a tutte queste restrizioni in luoghi dove, invece, il problema della vicinanza e della calca non esiste.

Allora, questo emendamento si riferisce, nel caso di specie, ai musei, alle mostre e ai luoghi di culto…

PRESIDENTE. Concluda.

SALVATORE CAIATA (FDI). …dove evidentemente non c'è un problema di accalcamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. La ringrazio.

Ha chiesto di parlare la deputata Albano. Ne ha facoltà per un minuto.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente. Signor sottosegretario…

PRESIDENTE. Provi a cambiare microfono, per cortesia.

LUCIA ALBANO (FDI). Eccomi…

PRESIDENTE. Adesso è acceso quello che sta alla sua destra, che prima, invece, era spento.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretario, con l'obbligo della certificazione verde, nei musei e per la visita di alcuni siti archeologici e monumenti il green pass diventa obbligatorio (dal 6 agosto è obbligatorio). Quindi, i problemi, già abbastanza drammatici, della cultura e del turismo si fanno sempre più complessi e si acuiscono. La certificazione verde viene richiesta per tutti i siti a bigliettazione, sia all'aperto, sia al chiuso, nei quali si entra tramite un biglietto. Ma la domanda è: cosa c'entrano i luoghi di cultura, i musei, con il tema dell'affollamento? Sono certamente, purtroppo, luoghi meno affollati dei supermercati, delle metropolitane e dei treni pendolari, in cui il green pass, come sappiamo, non è richiesto. In più, nei musei, con le prenotazioni online, gli ingressi sono scaglionati, il flusso dei visitatori è controllato, si misura la temperatura all'ingresso, è mantenuto il distanziamento e la mascherina è obbligatoria. Allora, per quale motivo continuare a insistere con un certificato che certamente, in questo caso, non è necessario? Inoltre, non c'è nulla di paragonabile ad altri eventi, in cui c'è un affollamento particolare e ci sono sicuramente situazioni complesse. La visita al museo è un'attività che si svolge in un luogo assolutamente congruo e dedicato.

PRESIDENTE. Concluda, grazie.

LUCIA ALBANO (FDI). La maggior parte dei siti è all'aperto e, quindi, questo crea sicuramente facilità… (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giovanni Russo. Ne ha facoltà per un minuto.

GIOVANNI RUSSO (FDI). Grazie, signor Presidente. Dopo il periodo di chiusura del lockdown, le persone hanno cominciato ad avvertire quella irrefrenabile voglia di vivere e dopo aver assunto le medicine del corpo, che hanno guarito tante persone - tra cui anche me - dal Coronavirus, le persone hanno bisogno anche di un altro tipo di medicina, di un altro nutrimento: il nutrimento dell'anima. I musei, gli altri istituti e luoghi di cultura e le mostre sono esattamente quella medicina che serve a curare l'anima dopo che, per tanto tempo, è stata costretta a restare chiusa in casa. Utilizzare il green pass come strumento…

PRESIDENTE. Concluda.

GIOVANNI RUSSO (FDI). …per limitare le persone all'accesso a questi luoghi di cultura significa togliere la medicina dell'anima a tante persone e questo è contro il buonsenso e, soprattutto, è contro l'anima dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Butti. Ne ha facoltà per un minuto.

ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie, Presidente. L'illustrazione del collega Gemmato è stata esaustiva. Noi stiamo proseguendo nella denuncia sistematica delle contraddizioni che rappresentano l'applicazione di questa misura, di questo green pass. Qui chiediamo di espungere musei, altri istituti e luoghi della cultura e mostre dall'obbligo del green pass. C'è un settore, quello della cultura, che è stato fortemente penalizzato da questa emergenza sanitaria e all'interno del settore della cultura c'è, ad esempio, il settore della musica dal vivo. Sembra che i musicisti siano i peggiori untori in assoluto, perché per qualsiasi tipo di evento musicale…

PRESIDENTE. Concluda.

ALESSIO BUTTI (FDI). …anche all'aperto, occorre il green pass. Quindi, chiediamo il sostegno dell'Aula a questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Frassinetti. Ne ha facoltà per un minuto.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Il collega Gemmato ha ben delineato il senso e la ratio di questo emendamento, che sosteniamo e che sottoscrivo. Esiste a monte una riflessione da fare, che è quella della presunzione generale non giustificata relativamente all'utilizzo del green pass. In una situazione così indeterminata da un punto di vista scientifico e medico, dove ancora non si riesce bene a capire quali siano gli effetti del vaccino e, quindi, che ci possa essere anche un'infezione portata da chi è vaccinato, non si può certo essere certi e trincerarsi dietro la funzionalità di questo certificato. Questo è il nodo della questione, che poi si può declinare, ovviamente, in tutte le situazioni che sono alla nostra attenzione.

PRESIDENTE. Concluda.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Si parla di luoghi di cultura, ma vale ovviamente per tutto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Trancassini. Ne ha facoltà per un minuto.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Innanzitutto, per sottoscrivere l'emendamento del collega Gemmato e complimentarmi con lui per la chiara e puntuale esposizione.

È il tema dei luoghi della cultura; è uno di quei temi che, se non ci fosse stata Fratelli d'Italia, sarebbe rimasto fuori dal dibattito politico. Questa considerazione e questa riflessione, Presidente, le affido a lei: se non ci fosse Fratelli d'Italia, di un tema come questo, che riguarda tutta la Nazione, tutte le categorie e anche il mondo della cultura, oggi non ne avremmo minimamente parlato. Io credo che questo sia molto grave ed è grave soprattutto notare come, a sinistra, vi sia fastidio, oltre che imbarazzo, nel momento prendiamo la parola su questi temi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Claudio Borghi. Ne ha facoltà.

CLAUDIO BORGHI (LEGA). Grazie, Presidente. Allora, abbiamo scelto di votare alcuni emendamenti qualificanti, riducendoli al massimo, in modo tale che vi fosse la massima attenzione da parte dell'Aula quando ciò sarebbe avvenuto perché riteniamo siano di somma importanza. In questo caso, voteremo contro l'emendamento perché non rientra in questa categoria di emendamenti su cui vorremmo la massima attenzione da parte dell'Aula; però, tengo presente che vi sono argomenti di ragionevolezza in quello che è stato detto. È già stato espresso in Commissione, quindi il sottosegretario lo sa. Mi riferisco al luogo di cultura, inteso come museo, soprattutto, e similari; entrare in una chiesa vuota per vederne le bellezze artistiche è impossibile senza green pass, mentre entrare in una chiesa piena, perché c'è una messa, è possibile senza green pass. Quindi, capite che non è che ci sia esattamente una gran logica in questo strumento, per cui, sinceramente, adesso valuterei per considerare anche le ragioni di questo emendamento, però - ripeto - la scelta che abbiamo fatto noi è di appoggiare pochissimi emendamenti che riteniamo imprescindibili e, quindi, su questo purtroppo voteremo contro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Prisco. Ne ha facoltà, per un minuto.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente, Questo, come gli emendamenti di ieri, è un emendamento di buonsenso, che cerca di riportare l'ordine delle cose ad una linearità e ad una logicità. Il mondo della cultura, dello spettacolo e della musica è stato uno dei tanti mondi che ha pagato un prezzo forte alle chiusure; poi si è riaperto con una serie di misure giustamente di prevenzione: mascherine, distanziamenti e areazioni nei luoghi chiusi; misure di precauzione da cui ancora non si può prescindere e che non possono essere sostituite da un codice a barre; perché un codice a barre non significa che non si possa contrarre il virus o che non si possa trasmetterlo, per cui l'alternativa di scegliere tra il green pass e le misure di precauzione, che oggi sono in vigore, credo metta in ulteriore evidenza - e concludo Presidente - la contraddizione, la forzatura che si intende fare, con l'introduzione obbligatoria del green pass.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Silvestri. Ne ha facoltà, per un minuto.

RACHELE SILVESTRI (FDI). Grazie, Presidente. Anche questa mattina continuiamo ad esporre le motivazioni per cui siamo contro questo green pass. Con questo emendamento, che il collega Gemmato ha già avuto modo di spiegare, volevo puntualizzare un aspetto: il fatto di non dare la possibilità a determinate persone di usufruire dei nostri luoghi di cultura. Come abbiamo detto anche ieri, molte persone, che provengono da Stati dove si è utilizzato un vaccino diverso - tipo lo Sputnik oppure quello cinese - non potranno comunque visitare i nostri musei e sarebbe anche un danno a livello turistico. Per questo, come è stato già ribadito dai colleghi, visto che all'interno dei musei si utilizzano già i distanziamenti, l'uso della mascherina e la prenotazione obbligatoria, non capisco perché si voglia continuare a non fare entrare senza green pass.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Caretta. Ne ha facoltà.

MARIA CRISTINA CARETTA (FDI). Presidente, il green pass è nato come strumento per accompagnare il nostro ritorno alla normalità, non come strumento per togliere la libertà individuale dei cittadini, peraltro garantita da presidi come per l'appunto tamponi e vaccinazione. La potenza e la portata di questa normativa, proprio per la sua natura di contenimento della libertà individuale, dovrebbero essere soppesate e misurate con oculatezza. Credo debba essere valutata la follia di un divieto generalizzato, men che meno quando applicato in musei e luoghi della cultura dove, come non mai, sono garantiti sicurezza e distanziamento. È necessaria, pertanto, una riflessione maggiore al fine di migliorare questo testo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Cirielli. Ne ha facoltà, per un minuto.

EDMONDO CIRIELLI (FDI). Presidente, senza ripetere concetti già espressi molto bene dai miei colleghi e anche con maggior tempo, è chiaro che mettiamo in evidenza le contraddizioni, le assurdità di questo provvedimento, come nel caso dei luoghi di cultura, di cui tanti si riempiono la bocca. Ma lo faccio anche per mettere in luce un termine che è stato usato ieri da una collega di maggioranza, la quale, con riferimento a quello che stiamo dicendo, diceva che è intollerabile che qui vi siano persone che dicono cose diverse. Bene, questo è un comportamento da intolleranti; quelli che dicono che è intollerabile, quelli che non accettano idee diverse dovrebbero farsi l'esame di coscienza. Noi non siamo quelli che dicono che, in nome della tolleranza, abbiamo il diritto di non tollerare gli intolleranti; noi crediamo sia necessario, invece, avere un confronto libero, non portare il cervello all'ammasso e, se abbiamo un atteggiamento trasparente di fronte all'opinione pubblica, riusciremo a far vaccinare tante persone in più, soprattutto le fasce deboli, che sono quelle che hanno bisogno di essere vaccinate.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Deidda. Ne ha facoltà, per un minuto.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere l'emendamento e per ribadire che questa nostra protesta sul green pass non è un discorso pro o contro i vaccini. Personalmente ho seguito la campagna vaccinale dell'esercito in Sardegna in ogni comune, ringraziando gli operatori e cercando di pubblicizzare l'operato di questi sanitari che lodevolmente hanno aiutato la nostra popolazione a conoscere e a vaccinarsi. È un problema dovuto ad uno strumento che limita in maniera confusa, anche perché il Governo non ha dato agli operatori di musei e agli altri strumenti efficaci anche per verificare realmente il green pass. Confusamente accade negli aeroporti - un operatore Alitalia diceva che, negli aeroporti di Roma, si controlla confusamente, se c'è il nome o meno - figuriamoci in altri luoghi. Si procede con molta confusione e si crea solamente allarmismo e, sicuramente, questo atteggiamento di chiusura allontana più le persone dalle vaccinazioni piuttosto che invitare a vaccinarle.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Rotelli. Ne ha facoltà, per un minuto. Il deputato Rotelli si considera decaduto. Ha chiesto di parlare la deputata Mantovani. Ne ha facoltà, per un minuto.

LUCREZIA MARIA BENEDETTA MANTOVANI (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo anch'io per chiedere di sottoscrivere l'emendamento del collega Baroni, il quale esclude dall'obbligo di green pass musei, altri istituti, mostre e luoghi della cultura. Quindi, è una proposta che ha l'obiettivo di non rendere discriminatorio il certificato verde e di garantire la libertà di accesso ai luoghi che rappresentano la cultura. L'intenzione è quindi chiara con richiami che possono essere addirittura legati alla Costituzione, laddove viene garantita la libertà di accesso alla cultura. Quindi, argomentazioni valide per un fine nobile e che, pertanto, meritano piena considerazione dell'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Non ci sono altre richieste di intervento, pertanto passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.51 Massimo Enrico Baroni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Passiamo all'emendamento 3.53 Massimo Enrico Baroni. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Arriviamo ad un emendamento che tratta una questione particolarmente importante circa le criticità, le incoerenze presenti nella conversione di questo decreto-legge collegato al green pass. Con questo emendamento si chiede di togliere il green pass nelle fiere, nelle sagre, nei convegni e nei congressi. Soprattutto la prima parte di questo articolo e di questa lettera in particolare, trattante le sagre e le fiere, sta ad indicare ciò che è critico in questa conversione in legge. In questi giorni abbiamo sentito forze del centrosinistra sottolineare che il green pass è necessario per proteggere la salute nei luoghi al chiuso e che è fondamentale per questo introdurre questa misura. Ebbene, certamente le sagre e le fiere, nella maggior parte dei casi, avvengono all'aperto, di certo non al chiuso. In Commissione vi abbiamo sottolineato come non ci fosse una logica nell'applicazione del green pass seguendo la spiegazione che voi avete dato, cioè quella che i luoghi al chiuso dovevano essere protetti con il green pass; oltre a ciò c'è anche una difficoltà di gestione e organizzativa. Nei lavori di Commissione avete anche compreso le nostre buone ragioni, le motivazioni che ci portavano a fare questa sottolineatura e, in effetti, avete proposto un emendamento che, secondo voi, dava una parziale risposta, secondo noi, invece, è la conferma dell'incongruità che state portando avanti. Infatti, in questo emendamento voi dite che non saranno soggetti a sanzione gli organizzatori di sagre e di fiere che abbiano rispettato gli obblighi informativi, ma, invece, ribadite che saranno soggetti a sanzioni coloro i quali - i cittadini - si recheranno a sagre e fiere. Signori, delle due, l'una: se è necessario introdurre il green pass perché è una misura di protezione della salute nelle sagre e nelle fiere, allora le sanzioni devono essere per tutti, sia per i cittadini e sia per gli organizzatori; ma se, invece, effettivamente questa non è una misura, dato che oltretutto viene applicata in contesti all'aperto, che protegge veramente la salute, le sanzioni non devono essere previste per nessuno. Non potete esonerare gli organizzatori e, poi, invece, far cadere la mannaia sui cittadini che si recano alle sagre e alle fiere. Vedete che voi generate e moltiplicate confusione, perché vi contraddite.

Noi ve lo diciamo, ve lo continuiamo a dire anche nei lavori d'Aula: per pietà, fate chiarezza. Gli emendamenti che avete approvato, in alcuni casi, sono addirittura peggiorativi, cioè maggiormente restrittivi, in questo caso creano ulteriore confusione. E, poi, come vi ho detto ieri, è assurdo che voi chiedete il green pass per le sagre e, poi, invece, non fate nulla quando si tengono dei rave, come quello nel comune di Valentano, in cui le persone abusano di sostanze stupefacenti e, soggette ad alterazioni dello stato di coscienza, non possono proteggere né se stesse né gli altri dal contagio da Coronavirus, oltre alle conseguenze nefaste dell'utilizzo di sostanze stupefacenti. Tutto questo è pieno di incoerenza, è pieno di approssimazione, è pieno di irresponsabilità. E, allora, vedete che Fratelli d'Italia ha cercato di proporre delle questioni di buonsenso e di farvi ragionare. Voi avete anche in alcuni casi compreso le nostre sottolineature, ma, poi, vi fermate di fronte a un Governo che sembra decidere su tutto e su tutti e, soprattutto, sopra e al di là del volere parlamentare e, quindi, dei gruppi di maggioranza. È per questo che, come Fratelli d'Italia, sottoscriviamo l'emendamento del collega Baroni e vi chiediamo un'ulteriore riflessione e di accoglierlo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Caiata. Ne ha facoltà, per un minuto.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. La collega Bellucci ha già molto ben rappresentato lo spirito del sostegno a questo emendamento e io devo ribadire e sottolineare un concetto: praticamente si introduce l'obbligo del green pass nelle fiere. Devo, quindi, riproporre quello che diceva la collega Bellucci: vale per tutte le fiere o solo per alcune fiere? Mi spiego meglio: per le fiere della droga, come il rave che è stato fatto, che era praticamente una fiera a cielo aperto della droga, non valeva il green pass? Lì valeva la libera aggregazione senza nessuna limitazione, senza nessuna restrizione? Allora questo Stato deve cercare di essere uno Stato giusto, non forte con i deboli e debole con i forti, perché il povero proprietario di quei terreni è stato lasciato da solo, con i suoi figli, alla mercé di questa gente che faceva una fiera e che è stata lì fino a quando non ha deciso di andarsene.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Costanzo. Ne ha facoltà.

JESSICA COSTANZO (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Questo emendamento, che è stato depositato dal nostro collega Massimo Baroni, chiede soprattutto l'abrogazione del green pass in zona bianca per accedere a sagre, fiere, convegni e congressi. Sappiamo che proprio questo periodo, l'autunno, settembre, ottobre, è quello delle sagre e delle fiere nei paesi; tra l'altro, stiamo andando a toccare uno di quei settori che è stato profondamente colpito dal COVID.

Ebbene, basterebbe guardarsi attorno e vedere che nelle sagre e nelle fiere, anche di paese, che si stanno via via organizzando e stanno cercando di rimettersi in piedi, purtroppo, l'accesso con il green pass penalizza tantissimo questi espositori, i venditori e le bancarelle. Basterebbe semplicemente controllare e verificare che cosa sta succedendo a questi espositori, che stanno cercando di rimettersi in piedi, soprattutto perché con questo green pass è come se eliminassimo l'importanza del distanziamento e del contingentamento, che già ci sono all'interno di questi convegni, di queste fiere, di questi congressi. Per cui, stiamo richiedendo, per l'ennesima volta, un atto che sicuramente è secondario, ma diventa abilitativo e discriminatorio. Questo certificato, in questo momento, sta diventando discriminatorio, perché non dà la giusta importanza al distanziamento e al contingentamento che, già di per sé, vengono richiesti. Quindi, chiedo, ancora una volta, alla maggioranza di ripensare a questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Sarli, che non appartiene a L'Alternativa c'è e, quindi, ha diritto ad un tempo aggiuntivo rispetto al minuto stabilito per gli interventi a titolo personale… no, mi scusi, ha sempre 1 minuto. Ne ha facoltà.

DORIANA SARLI (MISTO). Grazie, Presidente. Si discute su green pass per eventi all'aperto, sagre, fiere, e questo mi dimostra ancora di più quanto non sia poi in realtà una misura sanitaria: si evince da queste restrizioni e dal discorso fatto ieri dalla collega Lorenzin, che giustamente ha sottolineato l'importanza di misure restrittive all'interno di un ristorante al chiuso, dove le persone si tolgono la mascherina per mangiare. Però poi forse lei non sa che in Commissione è stato approvato l'emendamento e c'è un'eccezione per i servizi di ristorazione all'interno di alberghi e di altre strutture ricettive. In quei ristoranti, quindi, forse il virus sa che non deve colpire, perché si trova in un albergo? Io devo capire se questa sia una restrizione sanitaria o ci siano altre motivazioni (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Bucalo. Ne ha facoltà, per 1 minuto.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Io concordo con tutti gli interventi fatti dai colleghi. Anche qui è chiaro che c'è una incoerenza nella gestione di questo green pass, che non è assolutamente una forma di screening. Io ritengo che quello che avevamo già attuato, cioè i tamponi, le mascherine, il distanziamento, siano importantissimi per contenere questa epidemia, mentre questo green pass, così come è gestito, non crea altro che una grande lesione di interessi, discriminazioni e, come ha già detto la collega che mi ha preceduto, non riesco a capire come mai non sia richiesto in ambienti al chiuso, come i ristoranti all'interno degli alberghi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Albano. Ne ha facoltà, per 1 minuto.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretario, continuiamo a illustrare queste disposizioni che ci destano perplessità, quindi, chiedo di sottoscrivere l'emendamento presentato dal collega, onorevole Baroni, che riguarda la soppressione della lettera e) dell'articolo 3, che, in questa situazione, chiede che venga soppresso l'articolo che impegna e obbliga all'utilizzo del green pass nelle fiere e negli spazi che, per la maggior parte dei casi, avvengono all'aperto.

Bene, qual è il tema che mi interessa sottolineare? Siamo in zona bianca, siamo, in realtà, in situazioni e in eventi che vengono comunque contingentati e in cui vengono mantenuti i distanziamenti. E in questa situazione, nelle sagre, nei luoghi all'aperto, cosa accade? Che gli organizzatori devono limitarsi ad informare il pubblico dell'obbligo del possesso di una certificazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà, per 1 minuto.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Credo che la misura della correttezza degli argomenti contenuti in questo emendamento si evinca anche dal fatto che, proprio in Commissione, anche il Partito Democratico aveva presentato argomenti con lo stesso oggetto: ricordo, a memoria, quelli per esempio in tema di sport e di capienza dei luoghi sportivi. E, allora, credo che questo debba dare la misura di quanto obiettivamente il ritiro di quegli emendamenti da parte del Partito Democratico in Commissione rappresenti, innanzitutto, un filo che congiunge l'oggetto di questo emendamento con la percezione di quello che deve essere fatto e di quello che è giusto fare. Se poi, invece, la scelta politica ricade sul ritiro di quegli emendamenti, questo dà non soltanto la cifra di chi pone in essere quel tipo di comportamento, ma soprattutto la cifra politica di chi continua ad occuparsi dei problemi reali della applicazione del principio generale del green pass e chi, invece, lo utilizza esclusivamente come arma politica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giovanni Russo. Ne ha facoltà.

GIOVANNI RUSSO (FDI). Grazie, signor Presidente. Con il presente emendamento, noi di Fratelli d'Italia vogliamo abolire questa norma potenzialmente economicida. In questi giorni, a Milano, c'è un'importantissima fiera sul design, sul made in Italy e sul mobile e vediamo quanti investitori, anche stranieri, abbia attirato; ha ricevuto tantissime visite anche dall'estero. Questo fa sì che le fiere e le sagre siano un grandissimo strumento, un grandissimo volano per il made in Italy. L'Italia si fa bella attraverso le fiere e limitarne l'accesso con il green pass significa semplicemente limitare agli stranieri la possibilità di ammirare la bellezza e la qualità dei prodotti italiani, e creare nocumento all'economia italiana, soprattutto dopo un anno e mezzo di lockdown, in cui l'Italia ha avuto un calo del PIL considerevole e ha già avuto abbastanza danni.

PRESIDENTE. Concluda.

GIOVANNI RUSSO (FDI). Se vogliamo continuare, io chiedo di abrogare questo emendamento, perché creerebbe ulteriori danni alla nostra economia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Cabras. Ne ha facoltà, per 1 minuto.

PINO CABRAS (MISTO-L'A.C'È). Intervengo per sottoscrivere anch'io questo emendamento presentato da Baroni ed altri, perché è importante salvaguardare un'economia di prossimità, che oggi è sotto attacco. C'è una austerity mascherata, che viene guidata dall'attuale Governo attraverso l'arma COVID. Si sta distruggendo l'economia di prossimità: le sagre, i piccoli produttori. Cosa vogliamo fare? Sostituirli con i fattorini di Amazon (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è)? La distruzione di questa economia è un pericolo per l'Italia, che viene assecondata dal Governo con provvedimenti che somigliano a quelli del dottor Frankenstein. È una composizione assurda di limitazioni e segregazioni che non hanno una loro razionalità. Questo è da condannare, perché non ha alcun riscontro negli altri Paesi europei, che non adottano misure così drastiche eppure hanno risultati sanitari migliori di quelli dell'Italia. Bisognerà iniziare a riflettere su questa assurda e provinciale discussione che facciamo in Italia, senza guardare a come scientificamente è stato risolto altrove. Non c'è nulla di sanitario in questo, è un'austerity mascherata. L'emendamento ha lo scopo di migliorare una legge sbagliata e, almeno limitando i danni, io chiedo di manifestare un po' di autonomia da parte dei deputati che pure si sentono sotto la disciplina della maggioranza: cercate di rendere razionale una legge che è impostata in modo irrazionale (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Butti. Ne ha facoltà, per 1 minuto.

ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie, Presidente. Qui si parla di sagre e di fiere, si parla di ciò che avviene sul territorio nel rispetto della storia, delle tradizioni e delle singole culture: eventi organizzati da volontari, che, per evidenti motivi, non sono in grado, sotto il profilo logistico, di garantire il controllo della presenza del green pass.

Il risultato è stato che la stragrande maggioranza di questi eventi, che parlano delle nostre tradizioni, dei nostri usi e dei nostri costumi sul territorio sono stati soppressi. Contemporaneamente - ed è questa l'ennesima contraddizione che noi denunciamo - consentite la smodata, costante e quotidiana movida nelle grandi città, dove assembramenti non autorizzati di giovani, e non solo, contraddicono quelle che sono le misure relative al green pass. L'esempio che è stato citato anche dalla collega Bellucci - e concludo - relativo al rave party che si è tenuto qualche settimana fa in una zona del Lazio, dimostra che ci sono due pesi e due misure, francamente insopportabili (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Forciniti. Ne ha facoltà, per un minuto.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Questo atteggiamento proprio punitivo e di cattiveria, verso tutto ciò che è piccolo - quindi verso le sagre, verso le fiere, verso tutto ciò che ancora è piccolo e che ancora resiste anche a questo impeto neoliberista -, stride ancora di più con l'atteggiamento invece remissivo che questo Governo ha nei confronti dei grandi. Penso, per esempio, al fatto che non si sia riusciti in questi mesi, al di là di tante parole, ad intaccare minimamente i brevetti delle case farmaceutiche, che continuano a ingrassare con lauti guadagni, rispetto anche a quelle che saranno poi le terze, le quarte dosi e i richiami che saranno necessari. Quindi, il mostro neoliberista è forte con i deboli e debole con i forti: addirittura gli ultimi contratti firmati dalla Commissione europea ci dicono che i prezzi delle dosi sono aumentati a 25, 28 o 30 euro a dose. Questo mostro neoliberista che il Governo Draghi rappresenta degnamente, è forte con i deboli, li vessa, li umilia, li costringe a chiudere e li condanna all'autodistruzione ed alla segregazione; poi, però, non tocchiamo minimamente i grandi, che continuano ad essere sempre più grandi, sempre più ricchi e sempre più potenti. Vergognatevi (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Frassinetti. Ne ha facoltà, per un minuto.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento che intendo sottoscrivere e che Fratelli d'Italia sostiene, tratta delle sagre e delle fiere. Si tratta - come si ricordava prima - di luoghi prevalentemente all'aperto. Voglio ricordare che c'è, relativamente alla minima contagiosità del contatto all'aperto, ormai direi una giurisprudenza - se vogliamo usare questo termine - “consolidata”. Già sei mesi fa, il professor Bassetti diceva che all'aperto non ci si sarebbe contagiati. L'abolizione dell'obbligo della mascherina all'aperto è stato uno dei primi provvedimenti che hanno un po' sollevato i cittadini italiani. Quindi, mi chiedo, sulla base di queste argomentazioni, che sono dati certi, come invece si possa pensare che, in una sagra all'aperto, sia quindi necessario il possesso del green pass. È, quindi, un'altra contraddizione - una delle tante che abbiamo rilevato in questi giorni - che rende di assoluta importanza l'approvazione di questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Giuliodori. Ne ha facoltà, per un minuto.

PAOLO GIULIODORI (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Ieri, alcuni membri della maggioranza parlavano di scienza, ma che cosa dice la scienza per quanto riguarda il contagio all'aperto? Dice che il rischio è all'incirca dello 0,1 per cento. Allora, che senso ha includere anche le fiere e i convegni, che sono tenuti per lo più all'aperto? O mettiamo una distinzione quindi tra fiere e convegni all'aperto e convegni al chiuso, oppure non ha minimamente senso quello stiamo facendo. Direi che non ha minimamente senso quello che stiamo facendo perché questa è l'ennesima stortura, l'ennesima questione ascientifica. Ripeto: i colleghi della maggioranza si riempivano la bocca con la scienza, dicendo che la scienza era il loro faro e dovevano seguirla, ma ora la scienza ci dice una cosa e noi facciamo esattamente l'opposto. Io chiedo al sottosegretario, che è qui presente, su quali studi si siano basati per far uscire questo obbrobrio di green pass. Mi interesserebbe proprio capirlo: abbiamo commissionato uno studio per caso? Non mi sembra (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Anch'io, preliminarmente, vorrei sottoscrivere questo emendamento, che riguarda appunto un comparto in grandissima difficoltà, e rivolgere anche io una domanda al paziente sottosegretario Costa. Lei pensa davvero che sia possibile spiegare a chi vive in questo comparto, quindi a chi si occupa di fiere e di mercati, che all'aperto loro devono avere il green pass all'ingresso e tutti noi qui dentro, in uno spazio chiuso, non dobbiamo esibire il green pass? Perché già questo dà la dimensione della richiesta che abbiamo fatto all'inizio della seduta e della irragionevolezza di questa norma: lì, dove c'è uno spazio all'aperto e dove non c'è possibilità di contagio, se non per lo 0,01 per cento, chiediamo il green pass, mentre qui, all'interno di quest'Aula, non chiediamo il green pass. Se lei mi dà un argomento, le sarei grato, ma credo che, per quanto possa stimarla, difficilmente ne troverà mezzo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Emanuele Prisco. Ne ha facoltà, per un minuto.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Si chiede, quindi, alle Pro loco e all'associazione che organizza i mercati, le fiere e le sagre (un mondo che ha avuto il difficile compito di traghettare lungo questo buio periodo della pandemia le nostre tradizioni, la nostra identità e la nostra socialità nei territori) di adottare una misura, che per lo più si dovrebbe materializzare in luoghi aperti. Quindi, un aggravio che porterà quel poco che è rimasto di questo mondo, probabilmente, a scegliere di non andare avanti nell'organizzazione di mercati, di sagre e di fiere, chiudendo anche questa importante pagina della nostra storia e delle nostre tradizioni nazionali. Mi corre l'obbligo di segnalare - lo faccio garbatamente perché so quanto è garbato il sottosegretario, che pazientemente ci ascolta - che un Governo che chiede ulteriori regole a coloro che le regole le hanno sempre rispettate e - se fossero confermati i fatti emersi sulla stampa in questi giorni - fa accordi con chi le regole le ha violate tutte, sinceramente mi sconcerta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Trano. Ne ha facoltà.

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Vorrei rinforzare la richiesta che è stata fatta poc'anzi dal mio collega Paolo Giuliodori, in quanto siamo curiosi di capire su quali basi scientifiche si poggia la richiesta dell'esibizione del green pass con riguardo a sagre e fiere, anche perché davvero non ci dovrebbe essere una motivazione, una ratio, un criterio scientifico con cui è stata fatta questa norma. Contestualmente, vorrei chiedere al sottosegretario, che è presente qui pazientemente ad ascoltarci, anche a che punto sono le cure domiciliari, perché non è che siamo entrati adesso nella “vaccinocrazia” e quindi esiste solo il vaccino: esisteranno anche altri rimedi. Quindi, approfittando del tempo in cui sta qui ad ascoltarci, sottosegretario, magari ci può anche fornire una risposta e un aggiornamento, perché credo che sia molto utile e interessante per tutti gli italiani.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Silvestri. Ne ha facoltà, per un minuto.

RACHELE SILVESTRI (FDI). Grazie, Presidente. Anche questo emendamento del collega Baroni, che chiedo di sottoscrivere, è un controsenso rispetto a quello che si è detto anche ieri in quest'Aula, come è stato ribadito dai miei colleghi. Prendendo, ad esempio, il comparto delle fiere, che è stato comunque uno dei primi settori a chiudere e che ha avuto delle perdite immani a causa di questa pandemia, ora si assiste purtroppo anche a quest'altra discriminazione, cioè al fatto che le persone potranno accedere a queste iniziative solo tramite green pass. Quindi, non si va ad aiutare questi settori che hanno già avuto gravi perdite a causa del COVID, ma si va sostanzialmente a pressare ancora questi imprenditori, che invece hanno bisogno di fiducia per poter continuare a lavorare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Ciaburro. Ne ha facoltà, per un minuto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Ciaburro. Ne ha facoltà per un minuto.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Credo che il tema sia quello di tornare un po' al buonsenso, alla ragionevolezza e all'equilibrio. Credo che il tema delle sagre e delle fiere sul nostro territorio nazionale ovviamente differenzi quelle più strutturate, quelle più organizzate da quelle dei piccoli comuni, delle piccole comunità che vedono coinvolti i loro piccoli produttori. Sono quelli che sono stati molto sacrificati, insieme a tanti altri settori, in questa pandemia e non so se davvero ci sia la necessità di avere uno strumento in più di sicurezza e di garanzia per la salute dei cittadini, perché non sono un medico e non ho l'arte della scienza in questo campo. Tuttavia, dovremmo interrogarci, soprattutto sull'essere coerenti nelle misure e negli strumenti che facciamo adottare con limiti, regole e costrizioni in più. Davvero, sono necessari (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.

EDMONDO CIRIELLI (FDI). Presidente, grazie. Volevo chiedere, mi domandavo più che chiedere, è intollerabile dire che è una sciocchezza che nelle fiere il green pass serve a qualcosa? E, allora, perché il green pass non ci vuole per passeggiare nelle strade? Credo che ragionare, fare le cose concrete, essere corretti, essere trasparenti aiuti la campagna vaccinale. Questi comportamenti schizofrenici, questa intolleranza e definire no-Vax chi sostiene che sia una sciocchezza girare in una fiera con il green pass, rappresentano il modo migliore per confondere i cittadini, soprattutto – ripeto -, le fasce deboli. Ci sono tre milioni di ultracinquantenni, molti obesi, molti cardiopatici che non si vaccinano per colpa vostra, perché scrivete un sacco di sciocchezze. Riflettete prima di scrivere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gemmato. Ne ha facoltà per un minuto.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Presidente, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, le motivazioni portate dai colleghi di Fratelli d'Italia sono condivisibili. Mi permetto di aggiungerne un'altra che probabilmente è sfuggita ai colleghi, pur essendo un gruppo formato, attualmente, per larga parte, da amministratori o da persone che hanno avuto l'onore di rappresentare le proprie comunità a livello municipale. Per l'ennesima volta, l'onere del controllo ricade sui comuni. I green pass durante le fiere e le sagre chi li controlla? Chi è l'ente che deve accertare se i green pass sono veritieri o meno, o se i cittadini ce l'hanno o meno? Ulteriormente, si ricade sulle pubbliche amministrazioni, che, voglio ricordarlo, soprattutto nella prima fase pandemica, sono state il nostro primo fronte con il quale abbiamo tenuto rispetto al deflagrante impatto del Coronavirus. Mortificarle, imponendo il controllo durante le fiere, ci sembra inopportuno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Deidda. Ne ha facoltà per un minuto.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Partirà, da questa settimana, in Barbagia, in provincia di Nuoro, la grande manifestazione Autunno in Barbagia, dove, nel primo centro, è prevista l'esibizione del green pass, ma addirittura la prenotazione, proprio per agevolare. Credo che, in una manifestazione che si svolge all'aperto nei centri storici di questi paesi o in tutti i paesi di 600, 700, 800 abitanti, introdurre queste misure di controllo – ovviamente, sempre con mascherine e altro -, sia veramente un controsenso e una limitazione. Qualche comune non ce la farà a predisporre ulteriori controlli o ci sarà la difficoltà dei piccoli comuni di predisporli, e a questi comuni mancherà un introito economico importante, che in questi anni, comunque, ha portato ossigeno e, per alcuni, il denaro per vivere tutto l'anno, quando bastava semplicemente allestire un controllo senza green pass o altro per evitare assembramenti. Quei controlli che sono mancati, dovuti all'assenza del Ministro dell'Interno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Osnato. Ne ha facoltà per un minuto.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. Le chiedo, ma per chiederlo all'Aula, se veramente pensiamo che la richiesta di esibizione del green pass ai limiti di una sagra e di una fiera di un paese, di una città, di un evento possa veramente limitare il contagio.

Credo che possiamo utilizzare tutti gli artifici dialettici per giustificare la presenza del green pass, ma non possiamo neanche mortificare la nostra personale intelligenza, nel mio caso magari poca, però un po' me ne è rimasta. Per cui credo che nessuno possa farci credere che, se arrivo alla sagra del peperoncino di Rieti ed esibisco il green pass, magari creando anche un assembramento dietro di me, vista l'ampia affluenza di persone, questo possa veramente limitare il contagio. Se vogliamo credere che un documento amministrativo, che è il green pass, possa essere la panacea di tutti i mali, allora siamo arrivati un po' all'eccesso. Allora, riportiamo la discussione nell'ambito di un provvedimento e di un documento amministrativo, cerchiamo di capire a cosa possa servire realmente il green pass, cosa possa veramente servire per tutelare la salute pubblica; cerchiamo di non mortificare la nostra intelligenza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mollicone. Ne ha facoltà per un minuto.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Soltanto per raccogliere con questo emendamento, che sottoscrivo, il grido d'allarme di tutto il comparto fieristico, che ha visto abbattere il proprio fatturato dell'80 per cento. Avete, di fatto, distrutto un comparto, prima con lockdown, assolutamente insensati, e ora con il green pass, come tutte le manifestazioni popolari, le sagre, quelle che fanno parte della nostra tradizione. In più, aggiungiamo l'insensatezza del richiedere il green pass ovunque tranne che qui, in Parlamento. Faccio un'altra proposta e appello, a dimostrazione che Fratelli d'Italia è propositiva: che senso ha chiedere il green pass ogni giorno a chi ha il green pass di nove mesi, adesso estesi a 12, nello stesso posto dove va a mangiare? Forse la Camera e anche altre applicazioni governative potrebbero avere un database per memorizzare, nel rispetto della privacy, quella validità, perché se vado a mensa tutti i giorni nello stesso posto diventa assolutamente un caos ingestibile.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.53 Massimo Enrico Baroni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.52 Massimo Enrico Baroni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Passiamo all'emendamento 3.47 Vallascas.

Ha chiesto di parlare la deputata Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Richiamo l'attenzione dei colleghi su questo emendamento, che tratta una questione particolarmente importante, perché si occupa dell'obbligo del green pass per le persone di minore età, cioè per i minori di 18 anni. Noi sappiamo che i più piccoli, i più giovani, hanno pagato un prezzo altissimo durante la pandemia. Sono aumentati, in maniera vertiginosa, i disturbi d'ansia, gli attacchi di panico, gli atti di autolesionismo e i ricoveri nei reparti di neuropsichiatria infantile, anche per tentati suicidi. Questo è l'allarme che ci arriva dagli specialisti del settore, dai neuropsichiatri, dagli psicologi e dai medici, un allarme che costantemente ha accompagnato i nostri lavori in Commissione affari sociali e anche qui, in Aula. Rispetto a tutto questo certamente noi dobbiamo offrire un'attenzione ancora maggiore, ancora più sensibile, perché i più piccoli sono anche più fragili, sono quelli che hanno bisogno di un Parlamento che ancora di più sia vigile, presente e attivo.

Con questo emendamento si vuole sopprimere l'obbligo del green pass per i minori. Perché? Innanzitutto, dobbiamo constatare che l'Europa è assolutamente divisa su questo tema. A fronte del “sì” della Francia e della Spagna, abbiamo, invece, una azione caratterizzata da dubbi, perplessità e rallentamenti da parte della Germania e anche da parte dell'Inghilterra. La commissione speciale in Germania ha sostenuto che non poteva essere promosso un obbligo vaccinale generalizzato per i minori dai 12 ai 17 anni, perché non c'era ancora una documentazione acquisita, che potesse andare ad annullare qualsiasi dubbio. Anche a fronte di questa divisione europea, dobbiamo riflettere bene su questo tema e sull'obbligo vaccinale. Abbiamo di fronte dei genitori che, responsabilmente, si trovano a dover assumere una decisione; magari genitori che hanno fatto anche la prima e la seconda dose, ma che, quando si tratta del proprio piccolo, del proprio figlio, vorrebbero essere rassicurati da informazioni da uno Stato e da esperti che siano autorevoli, che lo facciano in maniera pacata, in maniera chiara. E qui certamente la campagna vaccinale deve essere una campagna che offra ogni tipo di delucidazione, per convincere e non costringere. È per questo che siamo contro l'obbligo del green pass per le persone di minore età. L'abbiamo detto chiaramente: lo Stato, le istituzioni, il Governo devono convincere. Nel momento in cui, invece, fate cadere la mannaia dell'obbligo del green pass, non state proponendo la via del convincimento, della spiegazione e della delucidazione. Anche qui le parole del Premier Draghi sono state particolarmente gravi, durante la conferenza stampa; utilizzare in maniera così superficiale una modalità che proponeva, invece, più il “non fate vaccini, morite tutti”, con parole tranchant, non aiuta gli italiani ad essere rassicurati. Infatti, dalle più alte cariche, ci si aspetta pacatezza, ci si aspetta una comunicazione che possa rassicurare ed entrare nel merito; non ci si aspettano, invece, modalità veloci e frettolose e, quindi, in questo anche gratuite, in quanto allarmanti e promotrici soltanto di ansie e di paure. È per questo che noi vi chiediamo di pensarci bene, di riflettere e di accogliere questo emendamento a prima firma Vallascas, che è molto simile a quello che esamineremo dopo, a prima firma Lollobrigida, sempre legato alla soppressione del green pass alle persone di minore età, cioè sotto i 18 anni. Questa è una questione prioritaria. Il Parlamento non può essere silente, ma deve, in questo, invece, confrontarsi, riflettere e poi prendere la decisione migliore per i nostri figli, quelli che saranno i cittadini del domani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Vallascas. Ne ha facoltà.

ANDREA VALLASCAS (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Green pass e vaccinazione obbligatoria, sono queste le parole d'ordine che risuonano da settimane, su giornali e televisioni, seguite da una campagna intrisa di odio e toni talvolta violenti, in cui chiunque osi dissentire o sollevare dubbi automaticamente viene tacciato di essere no-Vax, uno stigma che fa perdere automaticamente ogni diritto di cittadinanza all'interlocutore. Mi chiedo se qualcuno voglia trasformare una crisi sanitaria in una guerra di religione. Eppure, il nostro popolo sta dimostrando grande senso di responsabilità, senza bisogno di minacce o di fustigatori, che un giorno stanno in TV e il giorno dopo in mutandoni su Chi o sul red carpet (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è). Tanto che il signor Figliuolo ieri esultava per aver di poco superato l'80 per cento delle prime inoculazioni, perché ci dice che a fine settembre raggiungeremo l'80 per cento di platea interamente vaccinata, ovvero 43 milioni 200 mila cittadini dai 12 anni in su.

Noi esprimiamo la nostra piena opposizione al green pass, uno strumento diventato mezzo di limitazione della libertà personale, deroga al diritto allo studio, al lavoro, alla gestione del proprio corpo! Sì, alla libertà di scelta! Sì, all'informazione fatta in modo scientifico da figure autorevoli.

Il mio emendamento chiede proprio di escludere dal green pass i ragazzi sotto i 18 anni, perché, se questa misura è particolarmente odiosa in ogni categoria, lo è ancor di più su quelli che sono quasi dei bambini. Questo Parlamento sta improvvidamente optando per il modello dell'Indonesia, della Micronesia, del Turkmenistan, mentre in Europa l'Autorità di vigilanza sui vaccini del Governo del Regno Unito ha deciso che non ci sono elementi sufficienti per raccomandare il vaccino anti-COVID a tutti i giovani dai 12 ai 15 anni. In Germania la commissione Stiko sconsiglia la somministrazione generalizzata sugli adolescenti e ne segnala l'opportunità solo nei casi di patologie pregresse, sulla fascia 12-16 anni, per cui il vaccino è consentito, ma non consigliato. In Italia succede che, di fatto, viene surrettiziamente introdotto l'obbligo vaccinale per i giovani dai 12 anni in su, pena l'isolamento, l'esclusione sociale.

La norma che introduce il green pass è pienamente illegittima. L'articolo 32 della Costituzione afferma che nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario, se non per disposizioni di legge. La legge non può, in nessun caso, violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana. Non solo. Il regolamento (UE) 2021/953 dice chiaramente che è necessario evitare la discriminazione, diretta o indiretta, di persone che non sono state vaccinate per diversi motivi o che hanno scelto di non essere vaccinate. In nome della straordinarietà della crisi che stiamo vivendo, l'impensabile sta diventando possibile.

PRESIDENTE. Concluda.

ANDREA VALLASCAS (MISTO-L'A.C'È). Sì, concludo. Chi vota contro, chi non si assume la responsabilità morale, etica e civile di dire “no” al green pass a questi bambini si macchia di una colpa che va al di là dell'irresponsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Claudio Borghi. Ne ha facoltà.

CLAUDIO BORGHI (LEGA). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, vi chiederei la massima attenzione in questo momento e, per quanto mi renda conto che il nostro ruolo ci pone necessariamente in una casella e in un gruppo, vi chiederei, se possibile, di provare in questo momento a valutare per quello che veramente siamo, vale a dire rappresentanti dei cittadini senza vincolo di mandato, che liberamente abbiamo l'onore di essere seduti in questa Assemblea per poter prendere delle decisioni.

Noi stiamo in questo momento prendendo in considerazione l'esclusione dal green pass per i minorenni, stiamo parlando di bambini per i quali l'inclusione nel programma green pass comporta, de facto, un obbligo o un forte incentivo alla vaccinazione. Teniamo presente, giusto per capire di che cosa stiamo parlando, che un qualsiasi bambino che voglia fare sport si troverà obbligato a fare la vaccinazione o a dover spendere cifre, che in molti casi risultano non plausibili, per fare tamponi ogni volta che deve fare un allenamento.

Dall'altra parte, invece, troviamo anche altre situazioni che verranno trattate in altri provvedimenti dove, addirittura, neanche il tampone viene considerato come un'esclusione, perché teniamo presente la norma - detta dal Ministro - tale per cui se in una classe sono tutti vaccinati si può togliere la mascherina. Quindi, immaginate la pressione psicologica del ragazzino che in quel momento si trova a essere non vaccinato che diventa causa di questo incomodo per i compagni; immaginate che cosa può capitare in una classe. Poi, parliamo di bullismo! Non capisco veramente chi possa aver pensato anche solo a una norma del genere e cosa abbia in testa. Ma, soprattutto, noi dobbiamo valutare perché lo stiamo facendo e che rischi ci sono. Perché quello che facciamo qui ha conseguenze; in questo momento stiamo attenti, perché è una cosa importante che potrebbe avere conseguenze gravi e importanti per il futuro dei nostri figli. Prendiamo i dati; i dati per questa decisione devono essere presi sulla base dei rischi e sulla base dei benefici. Allora, i numeri sono qui: fortunatamente, il COVID è una malattia tragica, esiste, sono assurde quelle interpretazioni che dicono che il COVID non c'è o che è un'influenza, il COVID, sulla base dei rapporti sulla differenza fra morti in un anno e la media dei morti precedenti, ha provocato 150 mila morti in più rispetto alla media, quindi, il COVID è una malattia gravissima, ma che ha una caratteristica: il COVID colpisce in modo crudele gli anziani, ne sanno qualcosa i nostri concittadini delle province di Bergamo, delle province di Lodi, della Lombardia, dove i nonni sono morti. Ci sono state delle situazioni gravissime. In questo contesto tragico il COVID, però, risparmia i bambini, il COVID risparmia i giovani. Dall'inizio della pandemia, anche quando non si sapeva come affrontare la malattia, i decessi in età vaccinabile per i minorenni sono stati 14. Io mi son preso la briga di controllarli uno per uno questi decessi; si trattava sempre, invariabilmente, di situazioni di persone, bambini o ragazzi, che avevano gravissime patologie. Quindi, in ogni caso, il risultato è stato che loro sono risparmiati, dall'altra parte, l'Aifa ci segnala 84 mila reazioni al vaccino, di cui 10.752 gravi e concentrate soprattutto nelle fasce giovani; perché succede questo? Succede perché evidentemente il sistema immunitario del bambino e del ragazzo è più reattivo e si usa la stessa dose. Voi immaginate usare la stessa dose in un uomo di 200 chili e in un ragazzino di 12 anni! Noi a fronte di rischio “zero” per il COVID…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

CLAUDIO BORGHI (LEGA). Sì, Presidente, mi scusi, è importante. Dicevo, stiamo esponendo i nostri bambini a un rischio che già adesso è documentato e di cui non sappiamo poi cosa sarà il futuro…

PRESIDENTE. Deve concludere, ha esaurito il suo tempo da trenta secondi.

CLAUDIO BORGHI (LEGA). Mi scusi, mi permetto un'ultimissima considerazione, Presidente, me la conceda.

PRESIDENTE. Guardi può fare una battuta, non una considerazione.

CLAUDIO BORGHI (LEGA). Faccio una battuta finale. Vorrei ricordare alla sottosegretaria Bergamini, che è qui, che lei ha firmato e ha votato questo principio nel Consiglio d'Europa che dice che gli Stati devono assicurarsi che i cittadini siano informati che la vaccinazione non è obbligatoria e che nessuno sia sotto pressione politica, sociale o di qualsiasi tipo per essere vaccinato se non lo desidera. Qui stiamo parlando di bambini (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Misto-L'Alternativa c'è)

PRESIDENTE. La ringrazio. Ha chiesto di parlare il deputato Siani. Ne ha facoltà.

PAOLO SIANI (PD). Grazie, Presidente. Sì, parliamo di bambini, ma dobbiamo sapere bene di che cosa parliamo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Tutte le società scientifiche di pediatria, non solo italiane, ma europee e internazionali, sono concordi nel ritenere che sia utile vaccinare anche i bambini tra i 12 e i 18 anni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Questa utilità è dovuta al fatto che i pediatri, gli immunologi e gli infettivologi valutano il rapporto che c'è tra rischi e benefici. Ora, è vero, lo ha detto adesso l'onorevole Borghi che i bambini sono quelli meno colpiti dal virus, ma la vaccinazione, per suo dato di fatto, si fa non solo per proteggere l'individuo, ma per proteggere la comunità (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali), lo ripeto, la comunità, cioè per proteggere quei nonni che voi, più di noi, avete visto morire in questi anni.

Guardate, questa discussione noi la facciamo da quarant'anni nei nostri congressi, quando decidiamo se vaccinare per l'influenza normale i bambini, sì o no, la decisione è “sì”, perché dobbiamo proteggere i nonni; per il COVID è ancora più “sì”, perché i nonni purtroppo muoiono (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ma c'è un altro dato importante: i pediatri, cioè quelli che hanno a che fare con i bambini, stanno osservando degli effetti long-COVID, cioè effetti a lungo termine su quei bambini, che non sono tanto pochi, che sono circa il 10 per cento, che si sono ammalati di COVID, anche in forme lievi o asintomatiche. Questi bambini, per il 53 per cento, uno studio norvegese di pochi mesi fa dimostra che a sei mesi hanno ancora disturbi da COVID. Quindi, non è tanto vero che colpisce poco e in maniera poco importante, colpisce abbastanza e anche con cose molto gravi, anche per i bambini. E, poi, scusate, ma perché dobbiamo perdere 14 bambini ammalati di altre malattie e non salvarli con la vaccinazione? Io da medico, da pediatra, mi oppongo a questa decisione, io li salvo tutti i miei bambini, anche quelli con malattie croniche e devo fare di tutto per salvarli (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Italia Viva e Liberi e Uguali).

Voglio dire un'ultima cosa e, poi, finisco. Ascoltateli i ragazzi, parlate con i ragazzi, perché sapete quanti ragazzi sono già vaccinati oggi in Italia? Il 59,3 per cento. I ragazzi si vogliono vaccinare (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Italia Viva e Liberi e Uguali), perché non hanno paura del vaccino come noi, si vogliono vaccinare perché vogliono tornare a vivere. La mia collega Bellucci ha detto molto bene, perché il COVID non dà sui bambini patologie respiratorie gravi, ma dà disturbi neuropsichiatrici, perché è da un anno e mezzo che non possono più vivere, non possono andare a scuola, non possono andare ai concerti, non possono fare sport e i ragazzi meglio di noi hanno capito che il green pass per loro è una libertà, vuol dire riprendere a vivere (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, MoVimento 5 Stelle, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Italia Viva e Liberi e Uguali). Allora, ascoltateli i ragazzi, sentite che cosa vi dicono, perché vi diranno: dottore, io voglio vaccinarmi, anche se mamma ha paura, perché io devo riprendere la vita con i miei coetanei, con la mia comunità. Queste due considerazioni secondo me tolgono ogni dubbio sul non offrire a questi ragazzi un'opportunità. E guardate che quei rarissimi casi di reazioni avverse, rarissimi, perché è l'unica vaccinazione, questa, su cui abbiamo dei numeri molto alti, in così poco tempo (Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e L'Alternativa c'è)

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, colleghi, lasciate concludere il deputato Siani.

PAOLO SIANI (PD). Concludo. Non abbiamo mai avuto dei numeri così alti di vaccinazione per i bambini in così poco tempo.

Le reazioni avverse sono pochissime, ma sono reazioni…

PRESIDENTE. Le chiedo scusa. Deputato D'Ettore, lei deve prendere l'abitudine di mettersi la mascherina.

PAOLO SIANI (PD). Sì, D'Ettore, si metta la mascherina, perché abbiamo una certa età tutti ed è pericoloso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Se la metta, se la metta!

Quindi, la conclusione del discorso è che questi ragazzi vanno protetti, perché devono riprendere a vivere.

Voglio dire l'ultima cosa sulle complicanze della vaccinazione: sono rarissime, sono molto più rare di quelle del vaccino, sono complicanze che i pediatri conoscono e sanno curare (che sanno curare!). Non ci fa paura la miocardite, che, vi devo dire, è molto, molto più frequente nel bambino che prende il COVID (Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Misto-L'Alternativa c'è).

EDMONDO CIRIELLI (FDI). Lo facciamo ammalare e poi lo chiudiamo!

PAOLO SIANI (PD). Per cui, concludo. Guardate che oggi…

PRESIDENTE. Fate concludere! Prego, prosegua.

PAOLO SIANI (PD). …dovreste trascorrere qualche ora con lui in ospedale per capire quanto il bambino soffra di queste malattie e per ogni vaccinazione che tutti i nostri figli hanno fatto esiste il rischio di una reazione, per tutte (anche per l'antipolio).

Chiudo dicendo che grazie alle vaccinazioni il vaiolo - e io ho ancora il segno sul braccio - non esiste più (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Quindi, la vaccinazione è uno strumento enorme che la scienza ci ha regalato. Utilizziamolo, utilizziamolo…

PRESIDENTE. Concluda.

PAOLO SIANI (PD). …con intelligenza e senza fare passi troppo in avanti (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, MoVimento 5 Stelle, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Italia Viva e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Menga. Ne ha facoltà. Prego, deputata Menga, è il suo turno.

ROSA MENGA (MISTO). Presidente, grazie. Innanzitutto, per segnalarle che nel fascicolo degli emendamenti c'è anche un mio emendamento, sostanzialmente identico a quello a prima firma Vallascas e a quello a prima firma Panizzut, che è il 3.7, che, però, per un mero refuso è finito in fondo, nel calderone dei non segnalati, e non è stato associato e accorpato agli identici 3.47 e 3.331.

Detto questo e venendo, invece, al merito della questione, questa non è una proposta emendativa no-Vax né tantomeno è una proposta emendativa no green pass. È una proposta che semplicemente si prefigge di suggerire cautela nell'applicazione tout court dell'obbligo di green pass sulla popolazione italiana ed è in linea, come ricordava poc'anzi anche la collega Bellucci, con le scelte…

PRESIDENTE. Concluda.

ROSA MENGA (MISTO). …che altri Governi, in Europa, stanno già attuando. È una scelta sicuramente che va nella direzione dell'offerta vaccinale anche alla popolazione nella fascia d'età compresa tra i 12 e i 18 anni, ma è anche un'offerta che non ha il sapore di un obbligo, che non ha il sapore di una limitazione qualora alcuni genitori - e ce ne sono tanti, probabilmente anche in quest'Aula - che possono essere definiti tutt'altro che no-Vax, perché magari loro stessi si sono convintamente sottoposti alla vaccinazione, hanno invece scelto di (Applausi di deputati dei gruppi Misto e Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. La ringrazio. Ha esaurito il suo tempo.

Ha chiesto di parlare la deputata Albano. Ne ha facoltà.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente. Io vorrei precisare che non stiamo parlando della vaccinazione; stiamo parlando della certificazione verde, stiamo parlando del green pass e, quindi, vorrei che potessimo sgombrare da questa confusione. Nessuno sta dicendo che non è necessario il vaccino, che è una delle armi principali, l'arma più forte che abbiamo per combattere questo maledetto virus; stiamo dicendo che bisogna spiegare ai minori per quale motivo la certificazione verde dev'essere esibita nel momento in cui io vado, per esempio, a fare un'attività sportiva il pomeriggio nella palestra scolastica, ma non devo esibirla la mattina, quando faccio la stessa attività nella stessa palestra scolastica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Quindi, in questa situazione c'è una grande confusione che dobbiamo assolutamente evitare.

PRESIDENTE. Concluda.

LUCIA ALBANO (FDI). Quindi, chiarezza, comunicazione scientifica corretta e, assolutamente, rassicurazioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. La ringrazio. Intanto, vedo che anche il microfono che le sta affianco non va benissimo.

Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Leda Volpi. Ne ha facoltà per un minuto.

LEDA VOLPI (MISTO-L'A.C'È). Presidente, con l'emendamento 3.47 Vallascas, noi stiamo chiedendo al Governo e anche al Parlamento un'ulteriore riflessione sull'estensione del green pass anche ai minori. Questo perché un anno fa, quando è iniziata la pandemia, si temeva che i minori potessero essere veicolo di contagio per i nonni, per gli anziani, per chi viveva nelle loro case. Oggi, questa ipotesi fortunatamente è stata smentita da tanti studi fatti in tutto il mondo, compresa l'Italia con il grande studio condotto nelle nostre scuole. Questi studi hanno dimostrato che i minori addirittura contagiano e si contagiano della metà rispetto agli adulti. Inoltre, l'80 per cento della popolazione italiana - secondo Figliuolo; dato di ieri - ha ricevuto almeno una prima dose. Quindi, ora a casa dei nostri minori si trovano adulti in gran parte vaccinati.

PRESIDENTE. Concluda.

LEDA VOLPI (MISTO-L'A.C'È). Quindi, delle due, l'una: se noi riteniamo che il vaccino serva (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è)

PRESIDENTE. La ringrazio.

Ha chiesto di parlare la deputata Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (IV). Grazie, Presidente. La discussione che si è tenuta questa mattina, adesso, sui minori è uguale e identica a quella che si è tenuta all'inizio di questa legislatura sull'obbligo vaccinale. C'era il “Conte 1”, un altro Governo, maggioranza 5 Stelle-Lega, stesse parole. La cosa sorprendente è che, da allora ad oggi, ci dovrebbero essere più di 144.000 motivi per aver cambiato idea, cioè il numero delle vittime da COVID, che avrebbero dovuto far almeno riflettere le persone che sono promotrici di questa idea, cioè del fatto che vaccinare i minori sia fonte di pericolo, di malattie, di insicurezze. In queste ore, da quest'Aula continuiamo a sentire che l'idea del green pass, dell'obbligo di vaccinare il più alto numero di persone con, appunto, l'utilizzo del green pass, è l'idea folle di una certa sinistra. Allora, mi chiedo - e chiedo ai colleghi, che, ovviamente, sanno di politica più di me - se faccia parte di una certa sinistra il governatore Toti, che, in un'intervista alla stampa, nei giorni scorsi, rilasciava le seguenti dichiarazioni: “Il vaccino non sarà obbligatorio, ma è un obbligo civile. A chi sostiene che con il green pass si vogliono tracciare gli italiani chiedo: preferite le chiusure? Non voglio vedere lacrime di coccodrillo. Io non voglio che si chiuda, solo perché sono aumentati i contagi. C'è una certa politica che strizza un po' l'occhio ai no-Vax e sbaglia, perché non siamo in una situazione ideale. La mia libertà ha dei limiti dove comincia la tua”. Deve far parte anche di una certa sinistra la vice presidente della regione Lombardia, Letizia Moratti, assessore welfare, che dice: “Qualsiasi strumento che serve a garantire la sicurezza è positivo”. Doveva essere anche di una certa sinistra il compianto Sergio Marchionne, che diceva: “Lasciatemi dire che i diritti sono sacrosanti e vanno tutelati, ma se continuiamo a vivere di soli diritti, di diritti moriremo. Bisogna tornare ad avere un sano senso del dovere, alla consapevolezza che per avere bisogna anche dare”.

Ho citato 3 persone, che non mi sembra facciano parte di una certa sinistra - se così è, chiedo scusa -, per dire che probabilmente chi ha vissuto in prima persona la sofferenza delle terapie intensive piene, quando non si sapeva dove mettere le persone ammalate, delle scelte di alcuni governatori di fare una selezione e di dire al sistema sanitario - che loro controllano, perché sono di competenza delle regioni - le priorità delle malattie da curare, ebbene quelle persone devono essere state talmente provate che il green pass lo vedono come una liberazione. Il green pass vuol dire dare la possibilità alle persone di entrare in una consapevolezza di vaccinarsi per ritornare a vivere in sicurezza. La socialità è importante e ci è mancata tantissimo, e l'unico strumento per poterlo realizzare è vaccinare tutti, dai minori agli adulti (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Costanzo. Ne ha facoltà.

JESSICA COSTANZO (MISTO-L'A.C'È). Stiamo parlando di escludere i minori dalla certificazione, dal green pass e, soprattutto, dalla campagna vaccinale. Prima ho sentito il collega Borghi che ha invitato a riflettere, appunto, sulla campagna vaccinale verso i minori e condivido le sue riflessioni. Peccato che provengo dal Piemonte e la giunta regionale del suo stesso colore politico, leghista, ha stabilito un prezzo per i minori che verranno vaccinati. Il prezzo di un minore vaccinato in Piemonte vale un gelato. Avete capito bene: il presidente Cirio ha lanciato una campagna per cui ai minori che vengono vaccinati si offre gratis un gelato. Questo è un atteggiamento subdolo, è un atteggiamento di ricatto morale nei confronti di quelli che saranno gli adulti del domani e, soprattutto, riduce anche indirettamente i livelli di prevenzione, perché senza una giusta informazione e senza una precisa responsabilità noi riduciamo il distanziamento e l'uso delle mascherine nei confronti della popolazione inferiore ai 18 anni (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bucalo. Ne ha facoltà, per un minuto.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Io volevo porre l'attenzione sui ragazzi, ascoltare i ragazzi. Io ho vissuto e vivo ascoltando i ragazzi, e i ragazzi non riescono a comprendere la gestione di questo green pass. I ragazzi non capiscono perché la mattina normalmente possono fare attività di educazione fisica all'interno dell'orario curriculare e all'interno delle proprie palestre senza esibire il green pass, mentre allo stesso ragazzino che va a fare attività sportiva il pomeriggio, nella stessa palestra che viene data in gestione a delle società per svolgere le attività sportive, viene invece precluso l'ingresso. Allora, cosa dobbiamo assicurare a questi ragazzi? Ecco l'incongruenza!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Trano. Ne ha facoltà.

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Siccome qui in Parlamento abbiamo tanti scienziati e medici, io direi di far parlare invece i freddi e cinici numeri. Le statistiche che cosa ci dicono? Dicono che in Italia i minori di 18 anni hanno una probabilità di contagiarsi più bassa rispetto alla popolazione generale ed è altamente ridotto il rischio che finiscano in ospedale; negli sparuti casi in cui, purtroppo, sono morti dei minori, essi avevano tutti altre patologie. Tra l'altro, anche l'OMS dice che vaccinare i bambini non è una priorità e nel Regno Unito i vaccini ai bambini dai 12 ai 15 anni sono altamente sconsigliati. Dunque, alla luce di queste riflessioni, ma per quale motivo noi dobbiamo andare contro l'analisi rischi-benefici di inoculare questi vaccini nei minori? Non c'è assolutamente l'esigenza, quindi meditate bene prima di fare questo voto (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ylenja Lucaselli. Ne ha facoltà, per un minuto.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. credo che sia importante sottolineare che probabilmente - lo dico a chi è intervenuto prima di me - la scelta di quei giovani di vaccinarsi non è esclusivamente determinata da una consapevolezza acquisita, ma, magari, viene indotta dalla necessità di ottenere il green pass per poter accedere alla vita sociale ed è questo che questo emendamento cerca di evitare, riportando la capacità di scelta all'interno delle famiglie e nei nostri giovani. Credo, poi, che debba essere sottolineata anche un'altra questione: in Europa, relativamente agli under 18, non c'è una visione unica. Basti prendere le considerazioni che sono state fatte dall'Istituto superiore della sanità tedesco che impedisce di effettuare i vaccini agli under 18 e, invece, li consiglia esclusivamente per i casi di ragazzi che presentano patologie gravi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Forciniti. Ne ha facoltà, per un minuto.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Io ho apprezzato molto il richiamo alla libertà di coscienza fatto dal collega Borghi a tutta quest'Aula; l'ho apprezzato talmente tanto che lo faccio mio e lo rilancio anche dall'altra parte dell'emiciclo, quindi anche al collega Borghi, anche ai colleghi della Lega. A loro dico che noi stiamo provando a migliorarlo questo provvedimento, ma se si dovessero bocciare tutti questi emendamenti di buon senso, che noi stiamo proponendo e presentando, se l'impianto del “decreto Green Pass” dovesse rimanere così com'è, anche i colleghi della Lega, per coerenza, a questo punto dovrebbero votare contro questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è). Allora sì che anche loro farebbero il loro lavoro di rappresentanti del popolo! A quel punto io sarei il primo a riconoscere coerenza al collega Borghi e a tutti i colleghi della Lega. Però, se dopo aver lanciato un appello alla sensibilità, quindi, anche al fare il proprio lavoro senza pensare di avere vincoli di mandato, poi, invece, domani votassero a favore di questo decreto osceno, a quel punto non potrei fare altro che pensare che sia stata una battaglia ipocrita e senza veramente crederci (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rixi. Ne ha facoltà, per un minuto.

EDOARDO RIXI (LEGA). Grazie Presidente. Io vorrei in questo momento togliere di mezzo l'ideologia pro o no-Vax e tornare su una razionalità che dovrebbe essere sempre il faro in una condizione in cui si viaggia in un mare tempestoso. In questo momento credo che invece di andare a esasperare i toni e andare a esasperare le pressioni soprattutto sui minori e sulle vaccinazioni, quando abbiamo ancora una quota importante di over 50 e 60 non vaccinati, per di più buona parte in regioni amministrate dal centrosinistra (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), forse bisognerebbe iniziare a centrare lì il problema. Noi veniamo accusati sui vaccini, ma vorrei ricordare che se non fosse stato per la Lega e per la decisione di entrare nel Governo Draghi, probabilmente sarebbe continuato un Governo Conte, che di vaccini non ha visto neanche l'ombra. Da qui a dire che bisogna estendere a chiunque il green pass e far pressioni sui minori e obbligare le famiglie, creando tensioni sociali importanti, credo che sia un problema che non va affrontato in questo modo. Sarebbe molto più utile che in alcune attività ci fossero degli screening di tamponi salivari gratuiti a tutti per non discriminare nessuno e per consentire di monitorare…

PRESIDENTE. Ha esaurito il suo tempo, chiedo scusa. Ha chiesto di parlare il deputato Russo. Ne ha facoltà, per un minuto.

GIOVANNI RUSSO (FDI). Grazie, signor Presidente. Stiamo assistendo, anche in questo caso, alla grandissima confusione che questo Governo sta facendo tra i vaccini e il green pass, che sono due cose completamente differenti. Però, il tentativo di lanciare in un grande calderone questi due istituti sta portando un grande problema. Ricordiamoci che nella nostra Italia ci sono delle grandissime carenze strutturali, per esempio per l'educazione, per lo sport. Noi vediamo, nella stessa scuola, gli stessi ragazzi che di mattina non hanno l'obbligo di esibire il green pass per andare alla scuola dell'obbligo e, magari, il pomeriggio nelle attività sportive che conducono con gli stessi ragazzi del mattino, nelle stesse strutture, nella stessa palestra del pomeriggio in una scuola media, per esempio, devono esibire il green pass. laddove c'è del personale, ovvero gli educatori sportivi in questo caso vaccinati e quindi il rischio è assolutamente minimo. Tutto questo serve a questo Governo a creare confusione nei cittadini.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Frassinetti. Ne ha facoltà, per un minuto.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. È un tema molto delicato, è stato già detto, quello del green pass relativamente ai minori. Per me non è di poco conto il dubbio che dilania le decisioni europee, perché Nazioni come la Germania e l'Inghilterra che rimangono dubbiose su questa questione lanciano un allarme sul fatto che ci siano ancora da effettuare approfondimenti relativamente alla questione dei minori e del green pass. Se i minori sono in questa situazione è in gran parte dovuto alla didattica a distanza, è dovuto in gran parte alla mancanza di socialità che hanno dovuto subire in questi anni quando le scuole sono rimaste chiuse. Quindi, io penso che questo sia il dato di partenza da cui cominciare per sollevare e aiutare, in qualche modo, i minori. Fratelli d'Italia, da sempre, è stato il partito più coraggioso in questo senso, perché ha sempre chiesto, con le misure di sicurezza adeguate, l'apertura delle scuole, ben capendo che l'assenza della socialità poteva avere effetti devastanti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Trancassini. Ne ha facoltà, per un minuto.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Suo tramite, volevo rivolgermi al collega Siani, per dire che mi trovo in totale disaccordo rispetto alle sue considerazioni sulla questione dei giovani e di come hanno maturato questa volontà di vaccinarsi. Io li conosco, ci parlo, per la verità, provo anche, indegnamente, a frequentarli. La verità è che i giovani si sono vaccinati per un motivo molto semplice, esattamente il motivo per cui voi avete scelto questa strategia: per poter vivere, per poter andare in discoteca, per poter mangiare con gli amici e questo, collega Siani, mi permetta, è immorale, perché io penso che uno Stato civile, un Governo civile, una politica civile il giovane lo convince con gli argomenti, non chiudendoli dentro casa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Prisco. Ne ha facoltà, per un minuto.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Anche questo emendamento cerca di riportare a una componente di buonsenso che ha animato tutta la battaglia che Fratelli d'Italia ha fatto - lo ripeto - non contro le vaccinazioni, ma contro lo strumento del green pass, cioè il codice a barre per poter accedere alla vita civile, che è una cosa completamente diversa. In più circostanze abbiamo ribadito l'utilità delle vaccinazioni, ma, come ha detto correttamente anche il collega Trancassini, dobbiamo saper convincere, dobbiamo farlo tutti insieme, sia i giovani sia i meno giovani, a partire da quelli che sono sfuggiti - quindi, le fasce più a rischio -, che sono rimasti fuori dalla campagna di vaccinazione.

PRESIDENTE. Concluda.

EMANUELE PRISCO (FDI). Ma ai giovani vanno date anche altre risposte per poter tornare - e concludo - alla vita sociale e, in primis, alla scuola, quelle risposte che, in due anni, si potevano dare, per esempio, sul mondo della scuola e che ad oggi….

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare la deputata Ianaro. Ne ha facoltà, per un minuto.

ANGELA IANARO (M5S). Grazie, Presidente. È difficile intervenire dopo il discorso, esaustivo, e tutte le evidenze scientifiche che ci sono state presentate dal collega Siani dall'alto della sua competenza di pediatra, però volevo aggiungere, visto che i colleghi sembrano convinti ancora che ci sia una confusione tra green pass, vaccinazione, eccetera, che, in realtà, la questione è molto, molto più complessa di quello che sembra. Qui nessuno sembra ricordare che in questo momento, nel nostro Paese, la variante dominante è la Delta, una variante che ha una contagiosità 100 per cento superiore a quella del ceppo originario, il che significa che il numero dei contagi, anche tra i giovani, è cresciuto notevolmente. In questo momento, la fascia di età 10-19 è quella che presenta l'incidenza maggiore. Negli Stati Uniti si è raggiunto il picco di giovani ragazzi - perché qui non stiamo parlando di bambini, voglio ricordare che fino a 12 anni sono esentati, i bambini, dal green pass -, è aumentato notevolmente il numero di ragazzi non vaccinati ricoverati che presentano malattie infiammatorie croniche gravi, successive all'infezione, di cui noi non conosciamo ancora gli esiti a lungo termine, e questo è un aspetto che nessuno ha considerato. Il long COVID è una patologia di cui si sa ancora pochissimo e, se abbiamo gli strumenti per poter evitare questo tipo di complicanze, perché non utilizzarli? Ancora, voglio ricordare che anche per il Comitato nazionale di bioetica, pur ribadendo che si debba continuare a seguire una priorità nella campagna vaccinale relativamente agli anziani e ai fragili, è importante, è fondamentale anche la vaccinazione negli adolescenti, non solo per salvaguardare la loro salute - cosa che abbiamo più volte riportato -, ma, soprattutto, per un problema di salute pubblica, per contenere ulteriormente la diffusione del virus.

Infine, Presidente, io una sola considerazione vorrei fare. Vorrei sottolineare che la risposta dei giovani alla campagna vaccinale è stata esemplare: hanno dimostrato una chiara volontà di vaccinarsi, hanno scelto di proteggere i loro cari nonni, hanno scelto di salvare la vita ai loro nonni, ai loro genitori con fragilità, ai loro genitori con patologie oncologiche e in corso di chemioterapia immunosoppressiva (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico). È stata una scelta di libertà, che questo emendamento gli priverebbe, priverebbe la loro capacità di discernimento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Seppure in ritardo, ho una risposta da dare alla deputata Menga. Desidero precisare che lei avrebbe potuto segnalare per la votazione un solo emendamento e ha provveduto, tramite gli uffici legislativi del gruppo Misto, a segnalare l'emendamento 3.8. Conseguentemente, tutte le altre proposte emendative a sua prima firma, compreso l'emendamento 3.7, cui ha fatto riferimento nel suo intervento, sono state inserite nella parte del fascicolo relativa agli emendamenti non segnalati per la votazione. Immagino che la collega fosse distratta, comunque può documentarsi attraverso il resoconto di quanto accaduto rispetto ai suoi emendamenti.

Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Cabras. Ne ha facoltà, per un minuto.

PINO CABRAS (MISTO-L'A.C'È). Per sottoscrivere questo emendamento, che è ispirato da un atteggiamento giusto nei confronti della questione COVID, che non è, in senso stretto, una pandemia, è una sindemia, cioè colpisce delle fasce sociali, delle comunità in modo diversificato e, quindi, questo vale anche per le età. Quindi, non ha senso agire come quelli che, credendo di essere un martello, vedono ogni problema come un chiodo. Questo è l'atteggiamento di una misura indiscriminata, che impone a tutti quanti la stessa iniziativa, cioè vaccinarsi. Perché per un giovane che non corre praticamente quasi nessun rischio per il COVID deve essere imposto un criterio che porta alla vaccinazione, precludendogli la vita sociale, la vita civile? Questo non è fatto in alcun Paese europeo, con questa violenza da parte del Governo nel voler imporre la misura. Bisogna essere, invece, molto più razionali e fare un'azione differenziata. Ad esempio, cos'è che non viene capito delle parole “tamponi salivari molecolari per tutti a un euro”? è una cosa che si può fare ed è una misura (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è)

PRESIDENTE. Deputato Cabras, grazie. Ha chiesto di parlare il deputato Cirielli. Ne ha facoltà, per un minuto.

EDMONDO CIRIELLI (FDI). Presidente, innanzitutto per denunciare, ancora una volta, come il contingentamento su provvedimenti così importanti rappresenti già, di per sé, un fallimento della democrazia. Io non mi spertico, non mi voglio avventurare, non essendo un medico né uno scienziato, sul tema dei vaccini ai bambini, c'è chi parla con sicurezza come medico - anche mia moglie è medico -, ma il tema non è questo.

Il tema dell'emendamento è: le attività sportive, ludiche, le cose che possono fare i giovani. Io credo che il tema del green pass non debba essere uno strumento; è uno strumento sbagliato per costringere e ricattare le persone, che, di per sé, è un fatto grave. Quando queste persone sono giovani, quando uno Stato ricatta i giovani, penso che sia il fallimento più grave (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). La libertà ai giovani non l'ha tolta il COVID, l'avete tolta voi, con provvedimenti assurdi (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Per una svista, poiché i tempi degli interventi a titolo personale sono compulsivi, era saltata la collega Maria Cristina Caretta, a cui do la parola. Prego, ha facoltà di parlare.

MARIA CRISTINA CARETTA (FDI). Grazie, Presidente. La pandemia ha colpito e stravolto la vita di oltre 9 milioni di ragazzi minorenni, con la didattica a distanza, l'annullamento più totale della vita sociale e la sterilizzazione delle loro vite. Ai ragazzi è stato richiesto un sacrificio enorme e lo è richiesto tuttora, giorno per giorno, con la pressione per vaccinarsi, per sottoporsi ai tamponi e farsi controllare quotidianamente. Considerato che appartengono alla fascia di età meno colpita dal virus e che molte delle restrizioni imposte da questo decreto-legge impattano sulla loro quotidianità, occorre, con grande realismo, riconoscere la fascia di età dei minori di 18 anni tra i soggetti esenti da obbligo di green pass.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Gemmato. Ne ha facoltà, per 1 minuto.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento, che precede un emendamento di eguale tenore, mira, come dire, ad escludere gli under 18 dall'obbligo del green pass. Mi sembra una misura accoglibile proprio per il fatto - che da più parti emerge - che i minorenni non conclamano malattia in maniera grave, che i minorenni non affollano le terapie intensive, che i minorenni, sostanzialmente, sono stati quelli che hanno in maggior misura subito le restrizioni del Coronavirus, pur non essendo, per fortuna loro e per sfortuna di altre classi di età, soggetti attaccati dallo stesso Coronavirus.

Quindi, ridiamo libertà ai giovani, consentiamo loro, anche in assenza di vaccinazione, di poter conseguire il green pass e agire liberamente sul territorio nazionale, partendo dalle attività elettive per i giovani, vale a dire lo sport, la socialità, la condivisione, lo stare insieme, tutti i valori che, purtroppo, abbiamo scientemente negato in questi mesi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Posto che, ripeto, non entro nella questione, perché anche il collega Siani è sicuramente più competente del sottoscritto per gli aspetti scientifici, però dico anche che è facile incentivare i giovani quando poi vieti loro tutte le altre attività, o quando senti Ministri che ti dicono: o il green pass, o chiuderemo di nuovo tutto, metteremo il lockdown, metteremo il coprifuoco; questo sui giornali; minacce sicuramente inaccettabili. Ma dico anche che è facile mettere il green pass e poi lasciare le città prive di controllo. E qui l'unico grande assente è il Ministro dell'Interno, che quest'estate ha permesso rave, ha permesso feste nelle spiagge, ha permesso di tutto, senza il minimo controllo. Uno può essere vaccinato o no, ma se dimentichiamo gli assembramenti e tutto quello che volete perché non ci sono le Forze di polizia, e il Ministro forse è ancora in vacanza, non giustificata, allora forse una domanda ve la dovete fare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Silvestroni. Non è presente in Aula, si intende decaduto.

Ha chiesto di parlare il deputato Lollobrigida, che è assente.

Ha chiesto di parlare il deputato Donzelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. Io credo che ci sia sfuggito qualcosa questa mattina. Davvero qualcuno pensa che possa essere una misura di libertà o una misura scientificamente credibile quella di impedire a un ragazzino, magari, di andare a vedere un parco archeologico all'aperto come Pompei o di impedirgli di tornare nella palestra dove è stato la mattina, quando poi questo Governo non ha fatto niente e, la stessa mattina, si trova ammassato su un mezzo pubblico per andare a scuola come se fosse su un carro bestiame? Cioè, ma davvero qualcuno ci vuol dire che questa è una misura scientificamente credibile, di tenere i ragazzini ammassati in modo impensabile la mattina sugli scuolabus o sui mezzi pubblici, e poi impedire loro di tornare in palestra o di andare a vedere un parco archeologico? E poi ci venite a raccontare che questa è la scienza? Questa è l'irrazionalità, è superstizione applicata alla politica. Smettetela: quando qualcuno prova a farvi ragionare, l'unica soluzione che trovate è etichettarlo. Allora, uno che prova a farvi ragionare su questo tema è un no-Vax, uno che prova a farvi ragionare sull'immigrazione selvaggia è razzista, uno che prova a farvi ragionare sul DDL Zan è omofobo. Ma perché non provate a entrare nel merito, invece di attaccarvi alle etichette? Ci sono scelte sbagliate e quindi provate a ragionare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Trizzino ed è l'ultimo intervento, poi passiamo… no, c'è anche la deputata Baldini, che si è iscritta ora. Quindi, ancora due interventi al voto. Prego, deputato Trizzino, a lei la parola.

GIORGIO TRIZZINO (MISTO). Grazie, Presidente. Io credo che sia lecito sicuramente dubitare della validità di questo strumento, e questo emerge, ovviamente, dalla discussione di queste ore. Però non è lecito dire menzogne, perché, quando si afferma che i minori sono meno contagiosi e si contagiano meno degli adulti, è falso, perché le società scientifiche di immunologia e di virologia di gene affermano esattamente il contrario. Altra cosa è se parliamo dei minori di 12 anni, dove effettivamente è possibile che ci sia una riduzione della loro contagiosità.

Io voglio ricordare ai colleghi che lo scorso secolo, nel nostro mondo, sono morte 1 miliardo e 200 mila persone per le malattie infettive. Voi pensate che, se queste persone avessero avuto la possibilità di utilizzare il vaccino o di difendersi in qualche modo, non lo avrebbero fatto? Avrebbero tentato in ogni modo di salvarsi la vita.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Baldini. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BALDINI (CI). C'era l'intervento di un medico, Trizzino, che è intervenuto e ha risposto a quello che abbiamo sentito nell'ultimo intervento del deputato Donzelli.

PRESIDENTE. Lei ha 5 minuti.

MARIA TERESA BALDINI (CI). Sì. Io credo che la confusione si crei proprio quando non si ha ben chiaro il concetto di prevenzione. Nel caso della diffusione virale, si tratta proprio di limitare questa diffusione; quindi dire tutto blindato al green pass, sì, può essere difficile, però dobbiamo assumerci la responsabilità di che cosa vuol dire poter limitare per lo meno questa diffusione. Questa è la cosa importante. Ossia, dobbiamo stare attenti perché il problema sui giovani, il problema sui bambini, si può ripresentare con modalità diverse. Noi non conosciamo ancora la patogenesi, soprattutto come si può diffondere e come può mutare questo virus. Quindi, quando si parla di antiscientificità, bisogna stare veramente, veramente attenti.

E poi c'è un altro problema. C'è il problema che tutte queste parole di antiscientificità, di non affidarci, comunque, a persone che conoscono questa materia perché l'hanno studiata, l'hanno fatto, creano e generano continuamente paura. Mi riferisco al deputato Donzelli: queste persone che dicono “no” al green pass, hanno detto “no” alla mascherina, hanno detto “no” alla vaccinazione e oggi dicono ancora “no” al green pass, ma tutto è collegato. Allora, invece, la mascherina oggi va bene? Oggi queste cose si possono fare. Io credo che esista una responsabilità nel parlare di scienza, perché siamo di fronte alla salute di tutti noi, siamo di fronte alla salute di giovani, di persone anziane, siamo di fronte a una pandemia. Quindi io credo e invito l'Aula a stare attenti, quando parlano, di parlare contro la scienza o di antiscientificità, perché la scienza è basata su step, è basata su momenti che devono essere individuati, devono essere relazionati e devono essere poi certificati. Questi sono i vari passaggi. E quindi la responsabilità è questa, e invito tutti i medici e tutte le persone che sono nel campo sanitario di quest'Aula a intervenire quando si sente dire questa parola (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mollicone. Ne ha facoltà, per un minuto.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo su un tema che è ad alta sensibilità sociale, perché - vedete - la tutela dei nostri figli è sicuramente prioritaria, ma non può essere strumentalizzata. Non si possono ricattare i nostri figli, perché loro si fanno il vaccino non perché pensano che sia una protezione, visto che anche autorevoli virologi riferiscono che i più protetti dal proprio sistema immunitario, dal fatto di essere giovani e adolescenti, sono proprio i ragazzi. Li minacciate con il ricatto di un green pass che è di fatto un lockdown digitale, per cui non possono andare in palestra, non possono andare al cinema, non possono andare al ristorante, non possono andare a vivere la socialità che è propria di questa età. Vi dovete vergognare, perché questa non è tutela dei nostri giovani, questa è limitazione delle libertà personali. Siete veramente indecenti (Commenti di deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali)!

LAURA BOLDRINI (PD). No, Presidente! Non si può dire in quest'Aula…

EDMONDO CIRIELLI (FDI). Indecenti politicamente…

PRESIDENTE. Colleghi, aspettate un secondo. Intanto, ero parzialmente distratto perché ho conferito con un vostro collega, del vostro partito, rispondendo ad una domanda che mi è stata posta, venendo qui esattamente nella postazione della Presidenza.

Quindi, registro ex post che c'è stata, da parte del collega Mollicone, un'affermazione impropria. Quindi, la prego, deputato Mollicone, di essere rispettoso nei confronti dei colleghi e dell'Aula.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.47 Vallascas, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.417 Lollobrigida, su cui è stata peraltro richiesta la votazione a scrutinio segreto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Con questo emendamento, a prima firma Lollobrigida, continuiamo la nostra discussione e il nostro confronto in merito alla soppressione dell'obbligo del green pass per le persone di minore età, quindi per i minori di 18 anni.

Vi devo dire, colleghi, che io apprezzo gli interventi fatti dalla collega Ianaro, dal collega Siani e dalla collega Menga; li apprezzo perché hanno avuto una modalità esplicita e pacata e nel merito cercavano di confrontarsi con una forza oggi di opposizione, qual è Fratelli d'Italia. Questa è una cosa positiva, perché ciò che è necessario è proprio alimentare il confronto, il dibattito e l'approfondimento su materie così delicate.

E, allora, quello che noi sottolineiamo è che, attraverso l'introduzione dell'obbligo del green pass, viene a proporsi una modalità surrettizia, obbligatoria, che non favorisce in alcun modo la possibilità di comprendere, di approfondire e di convincere. Voi avete scelto una strada alternativa, non la strada del convincimento, della spiegazione, del dialogo e della comprensione di tutti gli aspetti che sono indispensabili e necessari per accompagnare le famiglie e i minori verso questa scelta.

Voi avete scelto un'altra strada, che è quella di far cadere la mannaia dell'obbligo del green pass e, attraverso questo, quindi, di non perorare in tutti i contesti l'opera di approfondimento e di convincimento. È una scelta, quella che avete fatto, ed è questa scelta che noi contestiamo.

Non siamo in alcun modo per obbligare surrettiziamente, attraverso una falsa alternativa - cioè, da una parte, la vaccinazione gratuita e, dall'altra, il tampone a pagamento -, perché ricordo, a me stessa prima di tutto, che il tampone ha un costo di 8 euro per le persone di minore età, un costo che dovrebbe essere assorbito dalle famiglie ogni 48 ore, nel caso in cui il minore non si vaccini o non abbia contratto il Coronavirus.

Allora, è rispetto a questo che noi vi richiamiamo ad una riflessione ulteriore, se credete che le persone debbano essere aiutate a comprendere, a capire e ad essere dei cittadini consapevoli. Perché gli italiani hanno delle teste pensanti, hanno la capacità insita in loro stessi di riflettere su questioni così importanti, di essere accompagnati giustamente dalle istituzioni e dagli organi preposti e avere così poi la possibilità di compiere una scelta consapevole e matura. Ma in questo le istituzioni debbono dare l'esempio e l'esempio consiste nel credere convintamente che bisogna spiegare, che bisogna convincere, che bisogna illustrare puntualmente tutti gli aspetti, pro e contro, per poi arrivare nel merito di una scelta che possa essere quella più delicata e matura, dato che riguarda il bene più prezioso, cioè le persone di minore età.

È su questo che noi vi abbiamo voluto richiamare attraverso la presentazione di questo emendamento soppressivo dell'obbligo del green pass per i minori di 18 anni. Vi diciamo anche che non aiutano di certo le affermazioni del Ministro Bianchi, ma non aiuta di certo neanche quello che viene previsto nel prossimo decreto-legge che ci troveremo a convertire, che riguarda la scuola e l'università, perché, in quel decreto-legge, voi proponete una deroga all'obbligo di indossare la mascherina qualora a determinate attività partecipino solo studenti che abbiano completato il ciclo vaccinale o abbiano un certificato di guarigione in corso di validità.

Allora, delle due l'una: se voi siete convinti - e siete effettivamente convinti - che ci sia la necessità di proteggere queste persone, le persone di minore età, non potete dire che si può fare a meno della mascherina se si è fatto il vaccino, perché è errato, è sbagliato e anche qui create confusione.

Le persone vanno protette con la mascherina e noi diciamo “sì” alla mascherina, come diciamo “sì” ai vaccini e ve lo ripetiamo. Diciamo “sì” ai vaccini, ma a vaccini che vengano proposti e promossi in opere di convincimento, di spiegazione e di illustrazione, perché è possibile farlo.

Siete voi che scegliete di non farlo e di alimentare la confusione, come in questo caso. Ci troveremo tra poche ore a parlarne in Commissione, arriverà in Aula il decreto di conversione in materia di protezione dal COVID-19 a scuola e voi proporrete questa cosa, che è inspiegabile e conclusiva.

Quindi vi invitiamo a riflettere, vi invitiamo a poter accompagnare i cittadini verso una scelta consapevole (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Dall'Osso. Ne ha facoltà.

MATTEO DALL'OSSO (CI). Presidente, non ho sentito una parola sulle persone fragili, che non possono neanche vaccinarsi. Il fatto è che per il rispetto delle persone più fragili tutto questo discorso andrebbe a cadere, perché non ha senso. Il green pass ci vuole perché le persone che non hanno problemi devono farlo per le persone fragili (Applausi dei deputati dei gruppi Coraggio Italia e Partito Democratico). Qui non c'è più nulla da dire, basta, punto, è finito.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente, per ribadire il concetto semplice e in maniera magari più attenta e controllata di prima. Colleghi, far fare il green pass ai ragazzi per andare a scuola o per andare in qualsiasi altro luogo di socialità non significa mettere in sicurezza i nostri ragazzi, perché, come sapete bene e come è stato anche detto poco fa dai colleghi, c'è la variante Delta, si dice anche la variante Beta, per cui è una finta sicurezza. L'unica cosa che dà certezza e sicurezza è la campagna di tamponi salivari gratuiti a tutti i nostri ragazzi nelle scuole, nelle palestre, nei luoghi di socialità. Con tutti i milioni di euro che sono stati impiegati anche con il nostro voto in quest'Aula perché non si autorizza questa campagna di tamponi, che garantirebbe la sicurezza effettiva dei nostri ragazzi?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Presidente, anche questo emendamento di Fratelli d'Italia ripropone al dibattito dell'Aula una questione alla quale teniamo particolarmente, cioè la considerazione che il popolo italiano, che i cittadini italiani siano ancora in grado di giudicare per se stessi qual è la soluzione migliore. Crediamo, invece, che una parte della maggioranza creda che attraverso l'obbligo del green pass si possa insinuare anche nei nostri giovani la convinzione che l'unico modo per poter tornare a vivere è quello di vaccinarsi. Noi vorremmo invece che i nostri ragazzi fossero convinti nel merito, che fossero convinti personalmente nel percorso di vaccinazione, non attraverso un atto di costrizione, che purtroppo crea ed amplia il gap che in questo anno e mezzo si è creato fra i vari cittadini. Anche in questo caso noi spingiamo i nostri ragazzi a fare una distinzione, che è assolutamente inconcepibile, fra ragazzi che scelgono di effettuare il vaccino, e, come ho detto prima, non necessariamente per convinzione reale, ma semplicemente perché hanno la necessità e la voglia di tornare alla vita sociale, e ragazzi che invece non scelgono questo percorso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Claudio Borghi. Ne ha facoltà.

CLAUDIO BORGHI (LEGA). Grazie, Presidente. Purtroppo l'esito della precedente votazione è stato chiaro e, così come rispetto, ovviamente, il lavoro di quest'Aula, rispetto ancora di più i risultati. Questo emendamento, che è identico al precedente, verrà votato a scrutinio segreto e forse potrebbe aiutare qualcuno a votare più secondo coscienza. Quindi mi permetto semplicemente in questo intervento di replicare ad alcune cose che ho sentito nell'illustrazione dell'emendamento identico precedente, perché stiamo sempre parlando di esenzione dal green pass per i ragazzi. Allora, la prima cosa su cui noi dovremmo riflettere è un'affermazione importante e grave che ho sentito da parte del collega Siani, vale a dire “io voglio salvare anche quei 14”. Giusto, caspita, se il valore della vita è assoluto e qualsiasi cosa è pericolosa per un ragazzo, per un bambino o per un uomo in generale, allora a quel punto tutto deve essere fatto per evitarlo. Signori, però, scusate, prima di arrivare al bilanciamento, perché è di questo che stiamo parlando, fra rischi e benefici, perché altrimenti sembra che stiamo parlando di nulla. Uno dice: va bene, sono 14 ragazzi morti, a te non interessa. A me interessano tantissimo, ma dall'altra parte stiamo parlando dei rischi che ci sono associati a fronte di un rischio bassissimo per il COVID. E ripeto, questi 14, è stato detto anche da tutti i colleghi, avevano gravissime patologie; quindi significa che il COVID è stato una concausa, non è stato una causa di morte. Ma se il ragionamento deve essere questo, ricordo che ogni anno muoiono 130 bambini, minorenni, per cadute in motorino. E allora cosa facciamo, vietiamo i motorini, perché, così facendo, salviamo 130 vite, non 13 (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Allora, evitiamo di usare questi moralismi. Qui stiamo parlando di una questione seria e per capire che è seria basterebbe riflettere sul fatto che noi saremmo l'unico Paese in Europa ad avere questa modalità di obbligo surrettizio nei confronti dei bambini. La stessa Francia, che il green pass lo ha inventato, ha esentato i minorenni. Gli altri Paesi non hanno nessuna forma simile. È consentita la vaccinazione per i minorenni? Sì, se c'è qualche minorenne che soffre di asma, che ha delle patologie tali per cui il suo medico consiglia che la cosa sia utile, è giusto che si vaccini, così riduciamo anche i 14, perché avevano altre patologie, come ricordo. Ma un minorenne sano rientra in quelle categorie delle reazioni avverse gravi che vi ho citato prima a fronte di nessun rischio. E purtroppo i morti, come la povera Camilla Canepa di Genova, perché qualche caso è stato noto alle cronache perché era particolarmente evidente, relativo alle trombosi, però ci sono tanti altri casi che verranno interpretati o capiti soltanto fra anni, perché lunghi sono gli studi per capire le correlazioni delle morti improvvise rispetto a una causa sfuggente come può essere quella di una vaccinazione o meno. Ma tutti gli altri Paesi europei si muovono con prudenza. Non si capisce perché noi, sulla base di considerazioni di cui non abbiamo ancora avuto evidenza, ci dobbiamo muovere in senso contrario rispetto agli altri Paesi. Qui sto leggendo, ho di fronte a me un articolo del British Medical Journal, non della bibbia del no-Vax, dove si dice che i rischi sono superiori ai benefici. Lo dice il professor Peter Doshi sul British Medical Journal! E noi cosa dobbiamo fare, dobbiamo ignorare queste cose e andare tranquilli verso l'obbligo de facto di vaccinazione per i nostri ragazzi? Nessuno mette in discussione la validità del vaccino. Se dico che non bisogna dare un litro di vino a un dodicenne, non sono un no-vino. Sto dicendo una cosa di minimo buonsenso, sto dicendo che quello che è ottimo, che è perfetto per un sessantenne, per un settantenne, che gli salva la vita e che consiglio di fare, non va bene per il minorenne. Pensiamoci, pensiamoci un attimo!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Carnevali. Ne ha facoltà.

ELENA CARNEVALI (PD). In quest'Aula un conto è il dibattito, un conto è far credere di avere competenze e conoscenze scientifiche, un conto sono le fake che non è possibile che questo Parlamento tolleri (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché in quasi tutti i Paesi dell'Unione europea la campagna vaccinale per i minori di età compresa tra i 12 e i 18 anni è aperta. È aperta in Danimarca, è aperta in Svezia (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). La percentuale, con fascia più alta, è in Belgio, Francia, Malta, Italia, Spagna… (Commenti del deputato Claudio Borghi).

PRESIDENTE. Deputato Borghi, lei ha parlato. Forse sarebbe il caso di ascoltare l'intervento della collega.

ELENA CARNEVALI (PD). Stia bello tranquillo e lasci parlare anche gli altri! Tanto per ricordare, in Germania anche la STIKO ha raccomandato a tutti gli over 12 la vaccinazione, dal 16 di agosto! Quindi, in questo Parlamento il dibattito è consentito anche sulle opinioni più assurde, ma non è lecito e non è consentito e non possiamo essere noi quelli che fanno invece la cassa di risonanza a posizioni in cui la Lega - o una parte della Lega, che deve decidere da che parte stare - sceglie di fare disinformazione. Qui, invece, noi (Commenti del deputato Claudio Borghi) continuiamo a difendere quel diritto alla salute che riguarda anche quei 14 minorenni e tutta la comunità che quei minorenni incontrano, perché la salute è un diritto di tutti e non solo di quelli che lei vorrebbe escludere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Leda Volpi. Ne ha facoltà, per un minuto.

LEDA VOLPI (MISTO-L'A.C'È). Grazie Presidente. Io vorrei invitare tutti i colleghi di quest'Aula a non enfatizzare certe posizioni e un certo modo superficiale di affrontare la questione. Qui non è uno scontro tra no-Vax e sì-Vax, non è una guerra di religione, perché la scienza non è una religione. La scienza non è dogmatica, la scienza è dubbio (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è), la scienza è dati, quindi il dibattito deve essere un confronto sereno con dati alla mano. Avere dei dubbi o avanzare delle considerazioni non significa essere né pro-Vax, né sì-Vax: non è una squadra di calcio.

Detto questo, noi appoggiamo ovviamente questo emendamento, che è identico al nostro, e chiediamo ancora di avere un'ulteriore cautela nei confronti dei minori, perché stiamo parlando non di vaccini in generale e non di malattie infettive in generale. Stiamo parlando di un virus RNA, che quindi necessariamente va incontro a mutazioni e varianti - ne fa e ne farà in continuazione - e stiamo parlando di vaccini che sono una nuova tecnologia, cioè stiamo parlando di terapie geniche utilizzate per i vaccini; una cosa nuova, insomma, che non è mai stata fatta. Allora, quello che diciamo noi è semplicemente di avere un po' di precauzione in più nei confronti dei nostri minori, perché gli chiediamo di sottoporsi a una tecnologia nuova, di cui non si conoscono gli effetti a lungo termine. Non voglio ricordarvi il caso di Camilla o dei giovani che hanno avuto un esito infausto da vaccinazione con AstraZeneca. Nessuno poteva immaginarlo: le trombosi venose che sono seguite alla vaccinazione di AstraZeneca nei giovani sono emerse quando la vaccinazione è stata somministrata su larga scala. Dopodiché, il Ministero ha cambiato l'indicazione e ha detto: attenzione, AstraZeneca non è più consigliato ai giovani, ma lo consigliamo agli anziani. Nonostante questo, poi, c'è stato il pasticcio degli “open day” per i giovani (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è), per cui, comunque, il Ministero della Salute ha autorizzato certe regioni a proporli e lì abbiamo avuto il decesso di Camilla e di altri ragazzi, che ha fatto ulteriormente rafforzare l'indicazione a non somministrarlo ai giovani. Allora, questo per dire che, comunque, gli effetti avversi a medio e anche a lungo termine possono verificarsi. Ciò non è detto e magari non ce ne saranno, ma siccome stiamo parlando di dodicenni, non credete che sia un peso troppo forte sulle nostre coscienze quello di sottoporli, anzi di obbligarli, per andare in palestra o per avere un minimo di vita sociale, a esporsi a questi rischi?

PRESIDENTE. Concluda.

LEDA VOLPI (MISTO-L'A.C'È). Aggiungo solo una cosa.

PRESIDENTE. Eh no, non fa più tempo ad aggiungere, chiedo scusa. Una battuta.

LEDA VOLPI (MISTO-L'A.C'È). E mi faccia aggiungere, già prima mi ha staccato il microfono, per favore. Il discorso sul contagio, in realtà, è stato smentito da studi prestigiosi anche su British Medical Journal e The Lancet. (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è). La variante…

PRESIDENTE. La ringrazio. Ha chiesto di parlare il deputato Giovanni Russo. Ne ha facoltà, per un minuto.

GIOVANNI RUSSO (FDI). Grazie signor Presidente. Continuiamo con lo stesso discorso di prima, cioè la grandissima confusione che si fa tra vaccinazione e green pass. Io voglio ricordare, innanzitutto a me stesso. che sono due cose completamente differenti e che i minorenni possono assolutamente muoversi, soprattutto per ragioni di formazione e di crescita personale, anche a livello sportivo, a prescindere dalla certificazione verde.

Ciò non significa che questi ragazzi non siano anche vaccinati. Ricordiamoci che la vaccinazione verde nasce come uno strumento di libertà, cioè io non ti chiedo ulteriori controlli perché tu hai la certificazione verde, mentre invece, in questo modo, noi stiamo trasformando uno strumento di libertà in uno strumento di repressione: se tu non hai la certificazione verde, non puoi fare queste cose. Quindi, dal punto di vista proprio ontologico, l'istituto del green pass è cambiato totalmente e noi di Fratelli d'Italia non possiamo tollerare che uno strumento di libertà possa diventare uno strumento di oppressione, perché diventa un precedente pericoloso, perché potrebbe diventarlo anche per gli altri strumenti che vengono dati ai cittadini.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie Presidente. A me sembra che i toni di questo confronto, soprattutto da parte dei colleghi della sinistra, siano un po' troppo forzati. La verità e la sensazione che si ha è che voi avete bisogno che il tema scivoli sulle curve contrapposte. Voi avete bisogno, per assenza di argomenti, che il tema sia Vax e no-Vax: non è così, non stiamo parlando di questo. Io faccio appello ai colleghi più esperti - e anche credo più corretti - per cercare di rimanere sul tema. Il tema è il green pass, il tema è se è giusto, nel nostro ordinamento, costringere delle persone a scegliere tra vivere una vita di relazione o non vivere una vita di relazione. Questi sono i temi e, già che ci sto, magari se qualcuno della maggioranza si alzasse e mi spiegasse perché sono tutti quanti costretti ad usare il green pass meno noi in quest'Aula e nelle aule delle Commissioni, perché su questo ancora stiamo aspettando una risposta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Caretta. Ne ha facoltà, per un minuto.

MARIA CRISTINA CARETTA (FDI). Grazie Presidente. Il green pass, come abbiamo avuto modo di spiegare da ieri, è stato istituito come uno strumento per armonizzare e accompagnare il rientro alla normalità. L'intero dibattito in seno alle istituzioni europee si è fortemente concentrato sulla opportunità di fornire uno strumento che permetta un ordinato ritorno alla nostra quotidianità, senza la paura di perdere il controllo dell'andamento della pandemia. Nonostante questo, l'obbligo di dotarsi di green pass colpisce in modo indiscriminato tutte le classi di età, conculcando e restringendo le libertà anche di quegli individui che, fortunatamente, mostrano una forte resistenza al virus. Questa nostra proposta, così come tutte le proposte di Fratelli d'Italia, mira a ripristinare un barlume di normalità sull'ipertrofia legislativa che ha colpito l'articolato di questo decreto. Per questo motivo invito, su questo emendamento, ad un voto di responsabilità, in modo da esentare dall'obbligo di green pass i nostri giovani con età inferiore a diciotto anni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ciaburro. Ne ha facoltà, per un minuto.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie Presidente. Questo emendamento, che chiedo di sottoscrivere, porta di nuovo l'attenzione, non alla vaccinazione e alla possibilità di scelta in merito ad essa, ma a questo strumento diabolico di obbligatorietà, che è poi, di fatto, la scelta e la direzione che andranno a prendere i genitori nei confronti dei propri ragazzi.

Visto che non siamo tutti uomini di scienza - io per prima -, credo che non dovremmo prenderci questa responsabilità di indirizzare una via obbligatoria e obbligata per i nostri giovani, che stanno uscendo da un periodo drammatico di DAD e di vita reclusa…

PRESIDENTE. Concluda.

MONICA CIABURRO… ma che sia una scelta della famiglia, perché quella deve essere, consapevole e informata, ma deve rimanere nelle loro teste.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Cirielli. Ne ha facoltà per un minuto.

EDMONDO CIRIELLI (FDI). Ovviamente, innanzitutto, come al solito, il tema non è vaccino “sì”, vaccino “no”, sebbene credo che tutto il mondo stia avendo un atteggiamento molto prudente ed equilibrato, che non significa sposare al 100 per cento una linea piuttosto che un'altra e, lo ricordo sommessamente, insomma, a medici e scienziati che sento parlare qui, sicuramente più competenti di me, che abbiamo ancora 3 milioni di cinquantenni, abbiamo tantissimi giovani obesi che, confusi da questi messaggi contraddittori, non si stanno vaccinano, perché non sanno bene quello che devono fare.

Io credo che se noi concentrassimo tutti gli sforzi, oggi, per vaccinare soprattutto le fasce a rischio, quelle che statisticamente abbiamo visto, di giovani, di meno giovani e di anziani, morire, probabilmente faremmo una missione più importante.

Ma accantoniamo questo tema; il tema vero è quello del green pass. Io non credo che sia giusto intervenire con prepotenza nella mente dei giovani e delle famiglie in una scelta così importante. Se, poi, voi avete evidenze scientifiche, così certe, così importanti, mondiali, allora, mettete l'obbligo del vaccino, ma ricattare le famiglie, ricattare i giovani, non penso che sia una bella cosa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gemmato, per un minuto. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. È evidente il tentativo della maggioranza - e lo spiegherò nel prossimo intervento, quando avrò qualche minuto in più per articolare - di voler spostare l'attenzione non sul green pass e sui limiti che questo strumento pone alle nostre libertà, in assenza di certezze scientifiche, ma sulla vaccinazione. E su questo piano noi non ci faremo trovare, nel senso che noi sulle vaccinazioni siamo convinti che quella per il vaiolo sia servita nello scorso secolo a debellare una delle patologie che ha provocato più morti in assoluto forse nella storia dell'uomo, come del fatto che esistano vaccinazioni obbligatorie con le quali noi ci siamo vaccinati e abbiamo fatto vaccinare i nostri figli, non è questo il tema del dibattito, immagino che voi stiate usando questo strumento come arma di distrazione per non parlare dei veri temi. Concludo qui, Presidente, perché vedo che il mio minuto è passato, però cercheremo, nel dibattito d'Aula, di evidenziare questi aspetti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Mi unisco a quanto detto dal collega Gemmato e dai miei colleghi. Qui non entriamo in merito al fatto vaccinazioni “sì”, vaccinazioni “no” e rifiuto, ancora una volta, l'etichetta di no-Vax, non per chissà quali motivi, ma perché mi sono vaccinato e ho seguito - non ho visto alcun altro collega farlo - il grande lavoro dell'Esercito nel portare avanti la campagna di vaccinazione, perché a parole siamo tutti a favore, però, poi abbiamo lasciati soli e stiamo licenziando quei medici volontari, contrattualizzati per un anno, che hanno contribuito alla campagna vaccinale.

Stiamo discutendo di uno strumento che si può evitare; è uno strumento che solo noi stiamo adottando, è uno strumento che, ogni volta, noi utilizziamo, anzi, che voi state utilizzando, dicendo: o vi fate il green pass o siete esclusi dalle scuole, siete esclusi dalle palestre, siete esclusi dai locali, siete esclusi dalle sagre e siete esclusi da tutta la vita sociale. Non è una campagna sicuramente meritoria, non è una campagna sicuramente che aiuta, non è una campagna che sicuramente rende onore alle istituzioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Osnato. Ne ha facoltà, per un minuto. Non c'è, si intende decaduto.

Ha chiesto di parlare il deputato Silvestroni. Ne ha facoltà, per un minuto.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Grazie, Presidente. Prima la collega Fregolent, sicuramente non si riferiva a Fratelli d'Italia, ma parlava di partiti che strizzavano l'occhio ai no-Vax; io personalmente ho fatto il vaccino l'8 maggio, la Meloni ha fatto il vaccino, lei, Presidente, che sta gestendo l'Aula, so che è vaccinato, così come tutti i nostri colleghi sono vaccinati.

Ma noi siamo, però, per la libera scelta, consapevole, di vaccinarsi e non siamo sicuramente né no-Vax, né stringiamo l'occhio ai no-Vax e, quindi, essendo per la libera scelta, consapevole, di vaccinazione, dobbiamo per forza rigettare il fatto che i minori abbiano l'obbligo di vaccinarsi, perché con il green pass, che è un obbligo mascherato di vaccinazione, voi obbligate dei minori a fare la scelta di vaccinarsi con un vaccino del quale, di fatto, non si conoscono ancora gli effetti che si potranno avere, negli anni a venire.

Quindi, visto che c'è una votazione che sarà segreta, io invito a non votare secondo ideologia, ma a mettersi una mano sulla coscienza e a votare secondo coscienza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Mantovani. Ne ha facoltà.

LUCREZIA MARIA BENEDETTA MANTOVANI (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo anch'io per chiedere di sottoscrivere l'emendamento a prima firma del nostro capogruppo Lollobrigida, che interviene per sottrarre, come si è detto, all'obbligo di green pass i minori di 18 anni. Si tratta, quindi, di un atto di buon senso che pone un freno all'infinita estensione del certificato verde senza alcuna discrezionalità relativa all'età e al contesto specifico che questo comporta. La campagna vaccinale è un atto doveroso che sta procedendo, ma rimane, tuttavia, l'incognita che riguarda i giovanissimi, anche alla luce delle recenti indicazioni provenienti dal Regno Unito dove, appunto, sono sorte perplessità sulla vaccinazione per chi è al di sotto di una determinata età.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Stumpo. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (LEU). Grazie, Presidente. Io cercherò di seguire il ragionamento che ho sentito fare a diversi colleghi, prendendo per buono, quindi, il fatto che tranne alcuni sparuti casi, presenti anche in quest'Aula, di colleghi contrari alla vaccinazione, cosiddetti no-Vax, la stragrande maggioranza anche di quelli che voteranno questo emendamento è convintamente sì-Vax - vedo che l'onorevole Borghi tentenna un po' - ma in questo caso ci si rivolge alla vicenda dei minorenni. Quello che però non quadra nel ragionamento consiste nel fatto che siamo tutti convinti che bisogna lavorare per vaccinare il numero massimo possibile di cittadini italiani per contrastare il virus. Ora, qualcuno di voi mi deve spiegare, perché siamo tutte persone che fanno attività politica e che lavorano per convincere quindi, secondo le proprie idee, le persone, se è lecito avvalersi di strumenti per raggiungere un obiettivo. Questo è il punto sul quale noi dobbiamo ragionare e questo è il green pass, che non è una medicina, infatti, il green pass non si dà con una pasticca, non lo si beve con una pozione magica, ma viene assegnato in ragione di alcune questioni che ora non ripeto: la vaccinazione, i tamponi, l'essere guariti e quant'altro… Se questo è uno strumento, mi spiegate, il punto di partenza comune tra me e quelli che votano questo emendamento e quelli che hanno fatto altre ipotesi, cosa significa dare gratis i tamponi? Significa non voler raggiungere quell'obiettivo, perché se il tuo obiettivo è aumentare il numero massimo dei vaccinati, sui tamponi gratis semmai fai la battaglia per darli alle persone che si sono vaccinate, che hanno già compiuto un atto di responsabilità verso gli altri e, magari, vogliono andare a trovare un parente in ospedale e per la loro sicurezza e quella delle persone che sono in ospedale si fanno un tampone.

Questo sarebbe giusto e non dare il tampone gratis a chi non si vuole fare la vaccinazione per poi dire che siamo tutti per la vaccinazione.

Allora, se non si vuole confondere, come state facendo, con tutti i sotterfugi che si mettono in campo - e lo capisco per ragioni politiche dell'opposizione - per convincimenti, giusti o sbagliati che siano, contrari alle vaccinazioni, non venite a dire che chi vi controbatte vuole cambiare il ragionamento. O si è per la vaccinazione e fare il numero massimo di vaccinazioni con tutti gli strumenti possibili, oppure si cercano sotterfugi proprio per lisciare il pelo a quei pochi con i quali siete in qualche modo in combutta per prendere voti no-Vax convinti. Vi ricordo sempre che, alla fine, voteranno per gli originali e qui ce n'è qualcuno, in alcuni gruppi, che però non è esattamente da quella parte.

PRESIDENTE. Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.

Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.417 Lollobrigida, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 3.8 Menga e 3.54 Massimo Enrico Baroni.

Ha chiesto di parlare la deputata Menga. Ne ha facoltà.

ROSA MENGA (MISTO). Grazie, Presidente. Quanto tempo ho per illustrare l'emendamento?

PRESIDENTE. Tre minuti.

ROSA MENGA (MISTO). Perfetto, la ringrazio. Spero che mi bastino per rivolgere un appello al Governo e al relatore e chiedere un supplemento di riflessione su questa proposta emendativa, perché, Presidente, non si tratta di un emendamento che mira a minare l'impianto di questo decreto. Per quante riserve io possa avere non già sulla campagna vaccinale ma sull'utilizzo…

PRESIDENTE. Le chiedo scusa. Sono costretto ad interromperla per correggermi. Lei ha soltanto un minuto, perché non è iscritta ad alcuna componente; questo prevede il Regolamento. Porti pazienza. Prosegua ancora per 20 secondi.

ROSA MENGA (MISTO). Rivolgo allora brevemente l'appello al Governo a fare un supplemento di approfondimento su questo emendamento che non mina in alcun modo l'impianto del decreto, ma chiede di estendere le stesse possibilità, concesse ai possessori di green pass, di accesso ai locali pubblici e di ritorno ad una vita sociale normale, per quanto ancora costretta all'osservanza di alcune regole di buonsenso, anche a coloro che dimostrino, attraverso una certificazione medica, di avere un elevato titolo anticorpale, perdurante magari dopo essere guariti dalla malattia ma anche dopo non aver potuto dimostrare di aver contratto il virus.

Presidente, è successo a tanti anche in quest'Aula (è successo anche a me l'anno scorso): durante le campagne di screening mediante test sierologici, molti hanno scoperto di avere gli anticorpi per il Coronavirus, contratto evidentemente in forma asintomatica senza aver mai avuto un tampone molecolare positivo. Si tratta di tantissimi pazienti in tutta Italia che non hanno alcun modo di dimostrare di essere guariti dal virus…

PRESIDENTE. Concluda, ha esaurito il suo tempo.

ROSA MENGA (MISTO). Ancora 10 secondi, Presidente, e termino…

PRESIDENTE. La ringrazio.

ROSA MENGA (MISTO). …risolverebbe, peraltro, un problema anche per il Governo nei confronti dei volontari sani, sottoposti (Applausi di deputati del gruppo Misto)

PRESIDENTE. Grazie.

Ha chiesto di parlare il deputato Marcello Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo su questo emendamento presentato dalla collega Menga, che chiedo, peraltro, di sottoscrivere, andando in supporto delle sue tesi in forza di qualche minuto in più che ho, non certo di conoscenze scientifiche, essendo la collega Menga un medico. Lo dico per confutare anche quell'idea che si sta pericolosamente diffondendo ossia che chi ha idee diverse si pone dall'altra parte della barricata rispetto a chi ha una formazione di carattere scientifico.

Ebbene, la collega medico Rosa Menga introduce il tema del titolo anticorpale, ossia lei afferma: esentiamo dall'esibizione del green pass le persone che hanno contratto malattia, certificata o no, ma che soprattutto hanno un titolo anticorpale importante. Nella definizione classica dell'approccio alle patologie generali di carattere virale o di altro tipo (batterico), questo è il tema. Infatti, il tema è che, se una persona ha contratto la malattia, evidentemente ha gli anticorpi per la stessa malattia. Allora, perché sottoporre quella persona ai limiti del green pass oppure alla possibilità ovvero all'obbligo indotto di vaccinarsi? Lo dico anche perché, nell'esercizio non della professione di farmacista ma di quella di politico, sono venuto a contatto con diverse persone, le quali, avendo contratto il virus, si sono viste costrette a dover fare il vaccino - è un caso concreto - pur avendo un titolo anticorpale elevatissimo, pur donando il sangue per le famose sacche di plasma iperimmune, e hanno avuto una reazione abnorme da parte dell'organismo; è una cosa scientificamente normale perché l'apparato immunitario si è mosso in maniera abnorme e questo ha determinato il fatto che la persona stesse male veramente. Una persona, che ha avuto il Coronavirus in maniera profondamente asintomatica, mi riferisce che l'effetto del vaccino, somministrato in presenza di un titolo anticorpale elevato, è stato peggiore rispetto a quello della patologia stessa, tant'è vero che non voleva fare la seconda dose. Poi, è intervenuta - e vivaddio! - una produzione normativa che ha compendiato anche questo caso; però, c'è il caso delle persone che, avendo avuto la malattia, hanno titoli anticorpali elevati.

L'emendamento prevede questo: diamo la possibilità a chi dimostra, con certificazione prodotta o da strutture pubbliche o da strutture private, di avere un titolo anticorpale alto di essere esentato dall'esibizione del green pass e, quindi, indottamente di vaccinarsi - vaccinazione che potrebbe essere, per le cose che vi ho detto, anche dannosa, ma questa è scienza - oppure di doversi sottoporre a un tamponamento continuo che determina un dispendio di carattere economico e che impegna anche una sollecitazione ripetuta delle fosse nasali che è dolorosa ancorché antipatica. Qui introduco anche un altro emendamento, che noi abbiamo sottoscritto e fatto nostro, rispetto alla possibilità di aprire ai test molecolari, ma di questo parlerò dopo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Cabras. Ne ha facoltà.

PINO CABRAS (MISTO-L'A.C'È). Intervengo per sottoscrivere l'emendamento della collega Menga.

PRESIDENTE. Ha tre minuti.

PINO CABRAS (MISTO-L'A.C'È). Sì. Il test anticorpale quantitativo è una misura oggettiva, è un ritorno al reale in una discussione complessiva su questa legge che non affronta mai la realtà scientifica. Io vorrei ricordare alcune incongruenze su cui ci siamo persi nella discussione: ad esempio, la differenza fra i treni a lunga percorrenza e i treni regionali, molto più affollati (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è). Che senso ha? Oppure l'estensione del green pass a 12 mesi. Su quali basi scientifiche? Quali basi scientifiche sono state adottate per una misura che ha conseguenze enormi sul godimento di diritti costituzionali? Cioè il godimento dei diritti costituzionali oggi è affidato a provvedimenti burocratici che possono cambiare dalla sera alla mattina e sono dimostrabilmente cervellotici, come cervellotico è distinguere fra uno che sta al banco o sta seduto in un tavolo. Non si può separare la vita dei cittadini nel godimento di diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione sulla base di provvedimenti che non tengono conto della realtà scientifica oggettiva.

O vogliamo ricordare quando, in occasione della discussione sulle seconde dosi di AstraZeneca, c'erano quelli che dicevano con assoluta leggerezza, anche nel Governo, che si potevano fare con un altro vaccino o con un altro ancora, quando anche nei bugiardini dei vaccini c'era scritto che non era consigliabile? Cioè, c'è una continuità nel modo di discutere di materie delicatissime sulla salute dei cittadini e anche sulla salute della nostra democrazia che lascia sconcertati.

Allora, in questo caso specifico, qui vi è un piccolo ritorno alla realtà che dovreste favorire. Faccio appello a tutti i colleghi vincolati dalla logica di appartenenza alla maggioranza, dalla logica di partito. Votate una cosa di buonsenso, una cosa semplice, un test anticorpale quantitativo, che è una misura oggettiva. Fate questo sforzo. Altrimenti la dimostrazione che c'è un po' di malafede nell'impostazione complessiva della misura è che si fanno dei provvedimenti ideologici non motivati dalla scienza. Questa è una smentita che potete fare tutti voi e un atto di coraggio che si può chiedere a ogni singolo collega qui alla Camera (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Caiata. Ne ha facoltà, per un minuto.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Questo è il tipico caso di cui parlavo anche in precedenza, cioè quello in cui dobbiamo contribuire a togliere le contraddizioni perché il provvedimento diventi anche più credibile. Se il fine è quello di avere gli anticorpi che ci proteggono, come possiamo dire a chi ha gli anticorpi che non deve circolare se non ha il green pass? Mi sembra che si anteponga la forma alla sostanza.

Io ho dei calciatori che hanno avuto il COVID, hanno un titolo anticorpale molto alto, non possono fare ancora il vaccino, sono costretti a dover fare il tampone ogni due giorni in maniera totalmente inutile. Questa è una contraddizione insita che dimostra che allora la volontà non è quella di tutelare, ma è quella di perseguire altri obiettivi.

Se, invece, così non è, questo è proprio un emendamento che vi dà la possibilità di dimostrare che siamo interessati esclusivamente a tutelare la salute. Allora, chi ha un titolo anticorpale così alto deve poter circolare liberamente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Albano. Ne ha facoltà.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente. Sì, effettivamente questa è un'ulteriore proposta migliorativa che intendo sottoscrivere. Intendo sottoscrivere l'emendamento 3.54 perché di grande intelligenza e migliorativo, appunto, del provvedimento in esame. La proposta, come abbiamo ascoltato finora, intende estendere la possibilità di certificazione anche a coloro che hanno un titolo anticorpale alto, pur non avendo una certificazione verde, quindi un green pass.

Questo elevato titolo anticorpale di solito si registra quando c'è stato il COVID anche in forma piuttosto blanda, ma che, comunque, consente un'immunità dal virus. Questo accadeva soprattutto all'inizio della pandemia. Il personale sanitario che aveva avuto il COVID e che non ne era consapevole faceva il vaccino e aveva anche delle conseguenze piuttosto gravi. Quindi, è il caso…

PRESIDENTE. La ringrazio. Ha chiesto di parlare la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà, per un minuto.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Presidente, credo che sia chiara oramai la posizione del gruppo di Fratelli d'Italia che non vuole raccontare nulla di diverso dalla realtà, cioè “sì ai vaccini e no al green pass”, che non è soltanto uno slogan, ma è una convinzione che parte dalla base, parte dalle esigenze che ci sono all'interno dei nostri territori.

Spiace che queste esigenze non vengano percepite dalla maggioranza di quest'Aula parlamentare. Noi siamo assolutamente convinti che un'ottima campagna comunicativa avrebbe potuto incidere sulle decisioni e sulla assunzione di responsabilità rispetto al vaccino molto di più che una imposizione che, tra l'altro, ricordiamo e ribadiamo non può essere oggetto di un principio democratico, perché l'oggetto della democrazia è tutelare le minoranze e non necessariamente soltanto salvaguardare le maggioranze.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giovanni Russo. Ne ha facoltà, per un minuto.

GIOVANNI RUSSO (FDI). Grazie, signor Presidente. Allora, la ratio del green pass dovrebbe essere quella di un'attestazione che il soggetto titolare non è potenzialmente contagioso perché è stato sottoposto a un ciclo di vaccinazioni. Ma lo stesso può essere certificato attraverso un elevato livello di anticorpi specifici contro il SARS-CoV-2 che può essere attestato con un altro certificato sostitutivo. La ratio è la stessa, soltanto che noi, in astratto, con il green pass possiamo avere dei soggetti che potenzialmente possono essere anche infettivi e possono anche diffondere di nuovo la malattia; con un accertamento del genere, invece, noi abbiamo la certezza matematica che il soggetto, avendo un'alta carica di anticorpi, non è potenzialmente pericoloso; quindi, addirittura questa certificazione potrebbe essere più valida del green pass stesso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Frassinetti. Ne ha facoltà, per un minuto.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Mi aggancio immediatamente a quanto stava sostenendo il mio collega Russo proprio relativamente al titolo anticorpale. È evidente che questa aggiunta, questa ulteriore certificazione andrebbe a garantire che il soggetto, dato il numero di anticorpi, non potrebbe essere contagioso. Quindi, molto più veritiera, molto più sicura la proposta emendativa che noi sosteniamo di quanto, invece, viene normalmente contenuto in questo certificato verde, che può contemplare anche persone che, nonostante il vaccino, possono diffondere l'infezione.

Quindi, con questa ratio io penso che sia utile approvare questo emendamento che va proprio a posizionarsi nell'idea di una sicurezza vera, reale e non presunta (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Musella. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

GRAZIANO MUSELLA (FI). Grazie, Presidente. Mi permetto di riflettere rispetto a questo emendamento. In effetti, ascoltando alcuni virologi, anche importanti a livello italiano, ma anche internazionale, molto spesso chi fa il vaccino non produce, a volte, grandi quantità di anticorpi.

Quindi, ha addirittura la necessità anche della terza dose, come giustamente è stato osservato. Invece, chi ha avuto magari la malattia, il COVID, questa quantità anticorpale viene prodotta e, quindi, conseguentemente, ha una copertura oggettiva addirittura maggiore rispetto a chi ha fatto il vaccino. Una riflessione di questo Parlamento e del Governo dovrebbe essere fatta rispetto a questo aspetto: perché obbligare comunque al green pass chi, evidentemente, ha già una copertura oggettiva riscontrabile? Questa è una riflessione che noi dovremmo fare nei confronti dei nostri cittadini, soprattutto di quei 5 milioni di italiani che hanno avuto il COVID e che mantengono, buona parte di loro, ancora una grande copertura anticorpale; tant'è vero che si pensa anche alla proroga dei tempi di copertura: da sei a dodici mesi per chi ha avuto il COVID.

Su questo, effettivamente, ci sono stati dei riscontri oggettivi dal punto di vista scientifico che, secondo me, devono essere sottolineati e ripresi a livello di provvedimenti legislativi, perché non possiamo lasciare solo chi effettivamente ha già avuto la malattia, la sofferenza e, in più, si trova ora discriminato. Su questo chiederei, anche dal punto di vista del Governo, che vengano fatte delle riflessioni importanti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Trancassini. Ne ha facoltà, per un minuto.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Con questo emendamento si scende nel particolare, nel concreto. Mi sembra indiscutibile che esista un tema di tutti coloro che non è che non vogliono, ma non possono vaccinarsi. Allora, se vogliamo uscire fuori dalle curve contrapposte e cercare di dare un senso anche alla contrapposizione politica, io inviterei i colleghi della maggioranza, ma soprattutto il collega Siani, a battere un colpo su questo tema e spiegarci perché non viene presa in considerazione questa proposta emendativa se non esiste il tema e, se esiste, invece, perché abbandonarlo a se stesso? E, soprattutto, se ci fosse l'obbligo di presentare il green pass in questa Aula e un deputato si trovasse in quella condizione, lo affrontereste o vi girereste dall'altra parte? Io sono convinto che in questo caso, nel caso in cui ci fosse uno di noi in questa situazione e non gli venisse permesso di svolgere il proprio mandato, sicuramente approvereste questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Caretta. Ne ha facoltà, per un minuto.

MARIA CRISTINA CARETTA (FDI). Grazie, Presidente. Il green pass deve attestarsi come presidio per il ritorno alla normalità, ma non deve essere contaminato dai vizi tipici della burocraticità del nostro sistema legislativo. Se è vero, come è vero, che l'accesso alla certificazione è consentito anche alle persone che sono recentemente guarite da un'infezione di COVID-19, è anche vero che tale situazione deve essere riconosciuta non solo mediante l'esclusivo possesso di green pass, ma anche in forma semplificata, con certificazioni mediche rilasciate dalle strutture che hanno avuto in cura i soggetti fuoriusciti dalla malattia o risultati, comunque, convalescenti a seguito di test sierologico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Romaniello. Ne ha facoltà, per un minuto.

CRISTIAN ROMANIELLO (MISTO). Grazie, Presidente. Per chiedere di sottoscrivere questo emendamento, ribadire che se il fine non è la vaccinazione, ma è l'immunizzazione questo è un emendamento di assoluto buonsenso. Per supportare le ragioni di questo emendamento, volevo citare uno studio condotto da Sivan Gazit e colleghi, uno studio israeliano, uno dei migliori fatti su questo tema, che parla proprio dell'immunità naturale da infezione SARS-CoV-2 confrontato con l'immunità indotta dal vaccino. Nelle conclusioni leggiamo questo: lo studio ha dimostrato che l'immunità naturale offre una protezione di maggiore durata e più efficace contro l'infezione, la malattia sintomatica e l'ospedalizzazione causata dalla variante Delta rispetto all'immunità indotta da due dosi di vaccino. Io penso che dovremmo fare una riflessione basata sulle evidenze scientifiche: qui le evidenze scientifiche ci sono, quindi chiederei al Parlamento e al Governo di fare un ulteriore sforzo e un'ulteriore riflessione almeno su questa precisa parte delle richieste dell'opposizione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Forciniti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Questo paradosso clamoroso dimostra che a voi non importa nulla di creare ambienti sicuri e che non avete a cuore la salute dei cittadini, perché, se una persona vi porta un test anticorpale e vi dimostra che in quel momento ha gli anticorpi, voi la segregate in casa, mentre, invece, una persona che si è vaccinata undici mesi fa e non ha più nulla in corpo del vaccino la fate circolare liberamente. Questo dimostra che voi non avete minimamente a cuore la tutela della salute in questo Paese, ma volete solo vaccinare tutti ciecamente, acriticamente, senza neanche farvi due domande. Io veramente questo atteggiamento lo trovo antiscientifico. Siete voi che alimentate sfiducia nel Paese e tutto quello che fate porta una scia anche di sfiducia e malcontento, perché le cose che fate non hanno senso logico, scientifico e razionale. Sarete voi i veri negazionisti, se boccerete questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sodano. Ne ha facoltà.

MICHELE SODANO (MISTO). Grazie, Presidente. La mancata approvazione di questo emendamento della stimata collega, dottoressa Menga, farebbe capire la totale alogicità, ascientificità, illogicità delle politiche di contrasto al COVID di questo Paese. Partiamo da un principio scientifico: il green pass è associato al vaccino perché il vaccino produce degli anticorpi nella persona. C'è un'altra fattispecie, che sono tutti i nostri cittadini che hanno superato il COVID, che hanno maturato una difesa immunitaria ben più forte addirittura di chi si sottopone al vaccino. Allora come si fa a non prevedere oggi il green pass per chi ha superato la malattia e ha già degli anticorpi maggiori di chi fa il vaccino? Non stupiamoci, poi, che là fuori c'è sfiducia nelle istituzioni, c'è sfiducia nella strategia anti-COVID che sta portando avanti questo Governo. Io chiedo ai parlamentari di essere attenti: questo non è un emendamento che modifica l'impianto del green pass, ma semplicemente permette a chi ha già gli anticorpi del COVID di non doversi sottoporre ad un vaccino che è del tutto inutile.

PRESIDENTE. Concluda.

MICHELE SODANO (MISTO). Prego anche il dottor Siani del Partito Democratico ad esprimersi in questo senso. Prima abbiamo sentito una riflessione interessante da parte sua sui bambini, adesso (Applausi di deputati del gruppo Misto)

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare la deputata Leda Volpi. Ne ha facoltà, per un minuto.

LEDA VOLPI (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Giusto per sottolineare che qui non si tratta di una scelta politica, ma di un aggiustamento prettamente tecnico-scientifico. Abbiamo avanzato questa proposta, questo emendamento, proprio per colmare un errore, una svista del Governo durante la realizzazione di questo decreto, perché il Governo si è dimenticato di tutta una fetta di popolazione che ha avuto l'infezione da asintomatico, quindi ha sviluppato gli anticorpi, è immune, ha un'immunità naturale, probabilmente anche più robusta dei vaccinati, come dimostrato dallo studio israeliano che ha citato il collega Romaniello, ma che non ha diritto al green pass. E il Governo, nel decreto, si è dimenticato anche degli italiani che hanno partecipato alla sperimentazione del vaccino italiano ReiThera e che, addirittura, non possono ora sottoporsi ad un'altra vaccinazione, perché metterebbero in pericolo la loro salute. Quindi, questo emendamento ha solo lo scopo di correggere questa svista e di permettere a chi è immune di avere il green pass, perché, altrimenti, non si capisce se il senso del green pass è di separare immuni da non immuni oppure solo di indurre alla vaccinazione i cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Cirielli. Ne ha facoltà, per un minuto.

EDMONDO CIRIELLI (FDI). Grazie, Presidente. Se ci fossero ancora dubbi sulla confusione mentale che alberga nelle decisioni governative, l'atteggiamento ostativo nei confronti di questo emendamento la dimostrerebbe.

Prima, si è detto che il vaccino serviva a non prendere la malattia, e non era vero; poi, a raggiungere l'immunità di gregge, e non era vero; adesso si dice che serve ad attenuare i rischi della malattia grave, e fin qua ci possiamo anche stare. Adesso dovete spiegarmi che significa costringere al green pass persone che non lo possono fare, perché non hanno ancora maturato il tempo per fare un'altra dose di vaccino o, piuttosto, hanno ancora una carica anticorpale alta e quindi non lo possono fare, ma soprattutto che senso ha parlare di sicurezza quando poi vediamo con chiarezza che, nonostante ci sia una fortissima carica anticorpale, magari anche più forte che se si fosse fatto il vaccino, le costringete ad avere il green pass. Allora il tema è che con la confusione che ho sentito ieri - c'è una parlamentare che è vaccinata, è stata ammalata e si dice che lei è insicura qua dentro - come potete pensare di convincere i cittadini a seguire le vostre decisioni?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Silvestroni. Ne ha facoltà, per un minuto.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Grazie, Presidente. Io confermo quello che è stato già detto dai colleghi ma soprattutto dal relatore, onorevole Gemmato, che diceva che chi ha gli anticorpi, chi ha sviluppato degli anticorpi, sia di buon senso esentarlo dall'obbligo del green pass; e io credo che, in questo senso, effettivamente si possa parlare di buon senso. Non voler accettare questo emendamento significa non voler rispettare, da parte di questa maggioranza, non i diritti fondamentali della Costituzione, ma forse proprio i diritti umani, che stanno mancando nella sensibilità di questa maggioranza che dico ottusa, che continua a ragionare per presa di posizione, per ideologia, perché le è stato ordinato così da chissà chi. Quindi, io chiedo di votare e approvare questo emendamento, che è un emendamento giusto e di buon senso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Deidda. Ne ha facoltà, per un minuto.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Io porto l'esempio dei militari - che ovviamente hanno passato il COVID - e delle Forze di Polizia, che oggi, ultimamente, anche il Governo discrimina introducendo l'obbligatorietà del green pass anche nelle mense della Difesa. Ma voi vi immaginate che, in contesti operativi o in contesti dove lavorano fianco a fianco tutto il giorno, quando arriva il momento del pasto, uno entra e un altro no, magari perché ha passato il COVID? E questa è un'evidente discriminazione sul luogo di lavoro, dove però le nostre Forze armate dovrebbero avere un trattamento specifico, come è specifico il ruolo delle Forze di Polizia. Ci sono degli episodi, che dovrebbero farvi riflettere, che stanno complicando la vita lavorativa e sociale di operatori e anche di coloro i quali hanno collaborato nella campagna vaccinale e che oggi stanno protestando per dirvi che questo decreto sul green pass è mal fatto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. Mi sembra che, anche correttamente, spesso siamo stati richiamati alle evidenze scientifiche e su questo io voglio basare la mia condivisione rispetto a questo emendamento, non perché io abbia delle competenze scientifiche particolari però sono abituato ad ascoltare e a formarmi delle opinioni. Ho condiviso molto quello che ha detto il collega Gemmato che, invece, in questo campo di competenze scientifiche ne ha da dimostrare. E quindi credo che sia evidente che, se una persona contrae il virus e ha un'alta dose di anticorpi, rischia non solo di non avere un vantaggio dal vaccino stesso ma addirittura di poter avere qualche compromissione del suo stato di salute. Quindi è evidente che non può e non è utile, neanche in questo caso, che si acceda al green pass. Mi sembra assolutamente da condividere questa impostazione che, credo, pochi, anzi nessuno possa o debba contraddire. Quindi credo si possa condividere l'approvazione di questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Mantovani. Ne ha facoltà.

LUCREZIA MARIA BENEDETTA MANTOVANI (FDI). Grazie, Presidente. L'emendamento 3.54 del collega Baroni è davvero un emendamento di buonsenso, che intende scongiurare l'utilizzo del certificato verde per i concorsi pubblici. È una proposta, dunque, volta a rendere non discriminatorio l'accesso agli incarichi pubblici, garantendo una certa uniformità di trattamento. Ecco, io credo che sarebbe piuttosto utile far sì che l'accesso ai concorsi avvenga mediante tamponi, perché in questo modo si onorerebbe quell'oggettività di giudizio che ci si aspetta da quella pubblica amministrazione, che ovviamente poi i candidati auspicano di poter servire. Per questo motivo io chiedo di poter sottoscrivere l'emendamento in questione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Trano. Ne ha facoltà, per un minuto.

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). Presidente, faccio richiesta di accantonamento dell'emendamento 3.50 a prima firma Massimo Enrico Baroni e anche dell'emendamento 3.8 della collega Menga, che è identico.

PRESIDENTE. Intendeva il 3.54 oppure si riferisce ad un emendamento che ha citato, ma che abbiamo già trattato?

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). Il 3.54 Massimo Enrico Baroni e il 3.8 Menga, sono identici.

PRESIDENTE. Ne richiede l'accantonamento. Chiediamo il parere del relatore.

LUCA RIZZO NERVO, Relatore. Grazie, Presidente. Ci tengo a intervenire per motivare la contrarietà all'accantonamento. Questa è una discussione che è avvenuta anche in modo assai laico all'interno della Commissione referente, a fronte di diverse proposte emendative presentate sia da forze di maggioranza sia da forze di opposizione, alcune delle quali sono state ritirate anche a fronte delle argomentazioni che ci sono state portate dal Governo. Quest'ultimo infatti ci ha spiegato come il criterio della verifica del titolo anticorpale è, ad oggi, ritenuto anche dal CTS un criterio non sufficientemente certo perché è un elemento poco definibile, nel senso che andrebbe fissato un limite entro il quale si viene ritenuti immuni, che può mutare anche considerevolmente, però, nel lasso di tempo di validità proposto dagli emendamenti che stiamo affrontando.

Per questa ragione in particolare, non vi sono le premesse per mutare il parere contrario a questo emendamento e, quindi, vi è una contrarietà all'accantonamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Ciaburro. Ne ha facoltà, per un minuto.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Se è vero, come è vero, che la pandemia va contrastata ed è stata messa in campo una campagna vaccinale proprio per andare a determinare un'immunità che viene determinata dagli anticorpi che il vaccino va a creare all'interno degli organismi, molte persone che hanno contratto la malattia hanno sviluppato questi anticorpi e io credo che questo sia davvero un dato oggettivo su cui basarsi per determinare che quella persona è libera di circolare con green pass o con una certificazione che può essere riconosciuta alla stessa stregua. Non andare a considerare queste persone davvero le mette di nuovo in una situazione di discrimine, perché magari non possono proprio vaccinarsi, perché sarebbe molto pericoloso o, comunque non si conoscerebbero i rischi a cui vanno incontro e, al tempo stesso, limitiamo però le possibilità di vita sociale. Quindi, credo che questo emendamento - che voglio anche sottoscrivere - vada proprio nella direzione di creare equilibrio rispetto a un dato oggettivo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sodano. Su cosa? Ha già parlato.

MICHELE SODANO (MISTO). Noi ci abbiamo provato diverse volte, non so perché si sta sfuggendo, ma noi chiediamo una votazione sull'accantonamento di questo emendamento. Quindi, non ci basta il parere contrario del relatore…

PRESIDENTE. Lei non fa parte della stessa componente e non è abilitato a fare questa richiesta.

Deputato Trano, vuole dirci qualcosa?

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). Sì, Presidente. Per precisare che chiediamo di mettere ai voti l'accantonamento.

PRESIDENTE. Bene, aspettavamo e prevedevamo che l'avrebbe fatto. Allora, c'è qualcuno che vuole intervenire contro l'accantonamento? Nessuno. Ha chiesto di parlare a favore dell'accantonamento il deputato Sodano. Ne ha facoltà.

MICHELE SODANO (MISTO). Grazie, Presidente. Allora, già noi tutti abbiamo difeso questo emendamento di buonsenso. Non ho apprezzato - devo dire la verità - la replica del relatore che ha definito “non certa”, appunto, la possibilità di considerare protetti coloro che già hanno superato il COVID e che quindi hanno sviluppato delle difese immunitarie. Allora, ci basta andare in un laboratorio di analisi per poter effettuare appunto delle analisi sul nostro corpo e capire a che punto sono gli anticorpi rispetto al Coronavirus. Ebbene - è un dato scientifico - ci sono tantissime ricerche che vanno nella direzione di illustrare proprio come la risposta immunitaria, quando si supera il Coronavirus, di per sé è decisamente maggiore rispetto alla risposta immunitaria che si può avere con un vaccino. Questo noi lo abbiamo spiegato e adesso facciamo un appello alle forze politiche, nel senso di chiedere di votare a favore di questo sano accantonamento. È impossibile non considerare questo emendamento utile, anche proprio per dare una risposta a chi cerca sempre maggiore fiducia nella scienza e a chi vuole che le nostre strategie di lotta al COVID siano sensate. Allora, vi chiedo di non stare lì a dormire - ve lo chiedo con il cuore in mano - perché qui noi dobbiamo determinare dottrina e scienza e dobbiamo fare in modo che non ci siano degli angoli lasciati completamente inascoltati o delle rilevanze scientifiche che non vengano prese in considerazione. È veramente troppo semplice: io mi chiedo perché mai un qualsiasi cittadino italiano che crede nella scienza, ma che ha già di per sé gli anticorpi per combattere il COVID, dovrebbe fare il vaccino contro il COVID. Se noi escludiamo la possibilità di avere già il green pass per gli anticorpi che si sono maturati naturalmente, diamo - date, per dire la verità - la visione di un Parlamento che a tutti i costi vuole una Nazione di vaccinati, anche con riguardo a chi ha già gli anticorpi. Allora, siccome questa norma non modifica l'impianto del green pass, siccome questa norma è semplicemente di buonsenso, vi prego non solo di meditare, ma di riflettere nell'immediato con i vostri capigruppo per riuscire a portare avanti questo risultato. Ciò anche per un altro motivo: scusatemi, noi qui abbiamo già discusso una decina di emendamenti e nessuno degli emendamenti dell'opposizione è stato preso in considerazione. Ma, allora, se la vostra direzione è quella di mantenere tutto così com'è, abolitelo questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Misto)! Perché qui noi stiamo portando avanti cose logiche. Lo ripeto perché rimanga agli atti: ci sono dei cittadini italiani che hanno già gli anticorpi contro il COVID. Quando ci si va a vaccinare, lo si fa per maturare degli anticorpi attraverso una variabile esogena, ma c'è già chi ce li ha, avendo superato questa malattia. Allora, permettiamo a questa gente di non dover ricorrere al vaccino perché, come la stessa dottrina scientifica ci dice, a quel punto il vaccino è completamente inutile. Allora, chiedo ai capigruppo del MoVimento 5 Stelle, della Lega, del Partito Democratico e allo stesso dottor Siani, che prima ha fatto una discussione in termini scientifici molto importante, di palesare il proprio parere in questo senso. Noi dobbiamo dare la possibilità a chi ha già maturato gli anticorpi contro il COVID di non dover fare il vaccino, perché sarebbe una pratica assolutamente inutile. Prendiamoci qualche tempo per riflettere, accantoniamo questo emendamento e diamo la possibilità di dare, a chi ha già sviluppato gli anticorpi, il green pass.

In questo modo - badate bene - otterremo anche la fiducia dei nostri cittadini, che oggi sono sfiduciati di fronte a scelte illogiche, una dopo l'altra (e qui abbiamo parlato fino adesso di tantissime di queste). Allora, questo voto è un voto molto serio: prego i deputati di agire secondo scienza e coscienza e di votare per un accantonamento di questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Misto)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico, senza registrazione di nomi, la proposta di accantonamento degli identici emendamenti 3.8 Menga e 3.54 Massimo Enrico Baroni, con il parere contrario della Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 266 voti di differenza. (Applausi polemici di deputati del gruppo Misto).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 3.8 Menga e 3.54 Massimo Enrico Baroni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

PRESIDENTE. Sospendiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà alle ore 16.

Sospendiamo la seduta, che riprenderà alle ore 15 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 13,35, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANDREA MANDELLI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno la Ministra per il Sud e la coesione territoriale, il Ministro per la Pubblica amministrazione e il Ministro dello Sviluppo economico.

Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Iniziative per il rilancio infrastrutturale ed economico della Calabria – n. 3-02469)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno D'Ettore e Mugnai n. 3-02469 (Vedi l'allegato A).

Il deputato D'Ettore ha facoltà di illustrare la sua interrogazione.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, l'interrogazione è rivolta soprattutto a valorizzare l'area jonica, ma lo sviluppo dell'intera Calabria con riguardo alle reti stradali e ferroviarie, in particolare la n. 106, la strada di grande collegamento Jonio-Tirreno, che è in una condizione di grandissimo disagio e di difficoltà anche di attraversamento in alcuni momenti. L'intero reticolo stradale collegato a quello viario o anche ferroviario richiede interventi immediati, perché da ciò dipende un intervento di sistema, un'iniziativa di sistema che può dare sviluppo e attrattività alla Calabria e alle imprese calabresi, ma anche alle normali attività sociali ed economiche. Per questa ragione, le abbiamo proposto questa domanda, con riguardo sia alla n. 106, sia alla strada di grande collegamento Jonio-Tirreno, sia allo sviluppo complessivo del reticolo viario e ferroviario.

PRESIDENTE. La Ministra per il Sud e la coesione territoriale, Maria Rosaria Carfagna, ha facoltà di rispondere.

MARIA ROSARIA CARFAGNA, Ministra per il Sud e la coesione territoriale. Grazie, Presidente. Come sottolineato dagli interroganti, la strada statale Jonica è un'opera strategica per la Calabria e il Governo ne è pienamente consapevole. Un asse viario cruciale tanto per la mobilità dei cittadini residenti sull'intero tratto costiero che per la connettività del sistema produttivo calabrese con le principali vie di accesso terrestri e portuali ai mercati italiani e internazionali. Secondo i dati forniti dal MIMS, lungo la statale Jonica l'ANAS ha completato l'ampliamento a quattro corsie di tutto il tratto ricadente in Puglia e in Basilicata. In Calabria, sono stati ampliati a quattro corsie circa 67 chilometri. Per il restante tratto - si tratta di un tratto lungo, importante, oltre 300 chilometri - l'ANAS ha in atto un piano complessivo di riqualificazione, ammodernamento, ampliamento, messa in sicurezza e manutenzione.

Trattandosi di un'opera complessa e di notevole impatto sul territorio e sulle comunità, essa non può che essere realizzata per lotti funzionali. Ne sono stati progettati 12, alcuni dei quali già dotati di un livello di progettazione definitiva, altri ancora a un livello di fattibilità tecnico-economica. La copertura finanziaria già reperita ammonta a 885 milioni di euro, 437 dei quali costituiscono risorse del Fondo di sviluppo e coesione 2014-2020. Si tratta di somme sufficienti per avviare i lotti funzionali più urgenti già dotati di avanzata progettazione. Per la completa realizzazione dell'intera opera occorre assicurare, nel prossimo periodo, un ulteriore significativo sforzo finanziario di circa 2 miliardi.

Il Governo è pienamente consapevole dell'importanza dell'opera, come ho detto in apertura, e sta lavorando per reperire nelle prossime settimane, al più tardi entro la prossima legge di bilancio, le risorse per finanziare ulteriori lotti, in linea con il progressivo avanzamento della progettazione. A queste risorse, che stanno per essere stanziate, si aggiungeranno anche quelle della programmazione del Fondo di sviluppo e coesione 2021-2027, relative alla Calabria, che certamente avranno, nel completamento e nell'ammodernamento della statale Jonica, un obiettivo primario. L'attenzione su un'arteria viaria strategica come la statale Jonica si pone in un contesto più ampio di interventi dedicati alla Calabria, nel PNRR, nel Fondo complementare, penso, per esempio, al finanziamento di oltre 9 miliardi dedicato all'alta velocità ferroviaria Salerno-Reggio Calabria, nel futuro Piano di sviluppo e coesione per la Calabria e nelle politiche di coesione europea. Come Ministero per il Sud, grazie anche alla collaborazione della sottosegretaria Nesci, stiamo anche lavorando all'istituzione di un Cis Calabria, a cui destineremo risorse per interventi di natura sociale, culturale e ambientale. Grazie alle importanti risorse che stiamo mobilitando e grazie alle semplificazioni delle procedure che abbiamo già attuato, siamo nelle condizioni di produrre finalmente una vera accelerazione nella realizzazione di interventi così strategici (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. L'onorevole D'Ettore ha facoltà di replicare.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Grazie, Presidente. Ringrazio il Ministro, che, come sempre, sottolinea la capacità di iniziativa dal punto di vista strategico per tutto il Mezzogiorno. Per la Calabria, questa iniziativa è fondamentale, anche 2 miliardi di ulteriore finanziamento per completare tutti i lotti funzionali diventano significativi e importanti, senza i quali non potremmo pensare a una ricostruzione del reticolo viario e ferroviario, tenendo conto dell'alta velocità dalla Tirrenica e l'importanza della n. 106 per lo sviluppo territoriale di una zona che può essere dimenticata, ma non è più dimenticata da questo Governo. Per noi, questi fondi sono importanti. La nostra interrogazione aveva lo scopo di comprendere quali fossero anche i passaggi che il Governo aveva già programmato, dei quali avevamo notizia, ma, in questo modo, ufficializzati dentro le Aule della Camera - la ringrazio di nuovo, signor Ministro -, confortano un'intera popolazione, la popolazione calabrese, in particolare della zona jonica, di tutta la Calabria, che sa quanto sia importante strategicamente questo reticolo viario, la n. 106 e anche la strada di grande collegamento Jonio-Tirreno; questo in un programma sinergico e sistematico che riguarda sia la parte ferroviaria che la parte stradale, senza la quale la Calabria non può avere una crescita sostenibile e, soprattutto, una crescita nei prossimi anni con anche un'attività politica che il Governo, da questo punto di vista, dimostra di avere pienamente compreso. È un momento di svolta per la Calabria. La ringrazio, signor Ministro, per la sua risposta e per gli impegni che il Governo ha preso (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

(Effetti sulle realtà imprenditoriali e sul mercato del lavoro nel Mezzogiorno in relazione all'introduzione del reddito di cittadinanza – n. 3-02470)

PRESIDENTE. La deputata Ferro ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-02470 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

WANDA FERRO (FDI). Presidente, Ministra Carfagna, so perfettamente che lei questa cosa sul reddito di cittadinanza all'epoca non l'ha votata, ed è per questo che sono qui a porre quesiti che riguardano migliaia di abusi che giornalmente si riscontrano rispetto anche a quanto avviene attraverso la Polizia giudiziaria. Ho anche oggi notizia di un morto che riceveva questo reddito di cittadinanza, spesso finito nelle mani dei mafiosi, dei criminali. Inefficaci le misure, ma soprattutto anche con un Governo, del quale lei oggi fa parte, che ha aumentato di oltre un miliardo di euro la parte che riguardava proprio l'erogazione di questo reddito. A questo, noi aggiungiamo la difficoltà di tutte le aziende e degli albergatori nel settore turistico, nel settore dell'agricoltura, nel settore dell'edilizia, che più volte hanno denunciato e sottolineato la difficoltà di trovare manodopera, e quindi di incentivare questa misura. Alla fine, per quanto ci riguarda, la paghetta di Stato rappresenta quel metadone di Stato che significa allungare la vita, ma portare a morte certa, non a dare benessere, non a sostenere le imprese. Quindi, le chiediamo quali siano i dati in termini di incremento, soprattutto rispetto a quel mondo che per noi diventa importante, la media impresa di questo Paese, che costituisce la vera economia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. La Ministra per il Sud e la coesione territoriale, Maria Rosaria Carfagna, ha facoltà di rispondere.

MARIA ROSARIA CARFAGNA, Ministra per il Sud e la coesione territoriale. Grazie, Presidente. Penso che prima di qualunque altra cosa sia importante ricordare la doppia funzione del reddito di cittadinanza, che è uno strumento di sostegno alla povertà e non solo una misura di politica attiva del lavoro. È una considerazione, questa, credo fondamentale per quel dibattito serio, informato e necessario che sta accompagnando la riforma della misura a cui il Governo sta mettendo mano. Come strumento di contrasto alla povertà, dati alla mano, il reddito di cittadinanza ha consentito di sostenere la vita quotidiana di un milione e mezzo di famiglie, circa 3,5 milioni di individui, donne, bambini, uomini, adolescenti, che senza quell'aiuto, nel lungo tunnel della pandemia e delle chiusure, sarebbero scivolati dall'indigenza alla totale deprivazione sociale. Nessun Paese moderno ed europeo abbandona una quota così significativa di popolazione al suo destino.

Infatti ovunque in Europa esistono sussidi per sostenere chi perde i suoi mezzi di sostentamento o non ne ha a sufficienza. La riforma a cui stiamo lavorando dovrà semmai irrobustire gli strumenti di sostegno alla povertà e renderli capaci di raggiungere fasce di popolazione oggi escluse o mal servite dallo stesso reddito di cittadinanza. Penso, per esempio, alle famiglie più numerose, ma anche a quelle che il modello ISEE esclude dall'accesso al beneficio, nonostante la loro reale condizione di indigenza. Dico con chiarezza, però, che con la stessa determinazione bisogna lavorare per escludere da ogni beneficio i truffatori e chiunque provi a percepirlo indebitamente. Lo Stato deve aiutare i poveri, non i furbi, i delinquenti o i criminali.

Sotto il profilo delle politiche attive del lavoro, cioè sull'occupabilità dei percettori del sussidio, il reddito di cittadinanza ha avuto risultati sicuramente poco soddisfacenti: solo 400 mila beneficiari del reddito di cittadinanza su una platea di un milione e mezzo sono oggi effettivamente coinvolti nei percorsi di inserimento al lavoro dei centri per l'impiego. È una quota minoritaria che richiama la necessità di una profonda revisione del reddito di cittadinanza come strumento di politica attiva, anche per evitare l'effetto dissuasivo sulla ricerca di nuova occupazione, cosa che è accaduta soprattutto al Sud.

Sul fronte del lavoro nero, richiamato anche dagli interroganti nel loro quesito, i dati forniti dall'Ispettorato nazionale del lavoro e dal Nucleo carabinieri del lavoro mostrano certamente l'esistenza di un problema: nel 2020 i controlli hanno portato a individuare 480 lavoratori in nero fruitori del sussidio, su un totale di 17.788 lavoratori in nero individuati. Ma ogni dato ci dice che il lavoro nero in Italia è un problema ben più vasto, endemico, strutturale, a prescindere dal reddito di cittadinanza. Secondo le elaborazioni della Cgia di Mestre, il tasso di irregolarità sul mercato del lavoro è arrivato a quasi il 13 per cento, con oltre 3 milioni di persone quotidianamente impiegate fuori da ogni regola e garanzia, una piaga e un'offesa alla dignità del nostro Paese, a chi lavora onestamente e a chi assume legalmente. Le situazioni più critiche si registrano proprio al Sud e, per questo - rassicuro gli interroganti spero -, intendiamo assumere il ruolo attivo nella riforma del mercato del lavoro e delle politiche attive del lavoro che il Governo sta elaborando (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. L'onorevole Bucalo ha facoltà di replicare.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie Presidente, grazie signor Ministro. Fratelli d'Italia non è assolutamente soddisfatta della sua risposta. A due anni dal varo di questa misura, che avrebbe dovuto garantire l'ingresso nel mondo del lavoro dei soggetti percettori, di fatto, non possiamo che registrare un enorme fallimento. La misura nella sua interezza ha mostrato la sua vera natura: solo assistenzialismo, quello più dannoso alla crescita di un Paese che vuole diventare grande.

Signor Ministro, è giusto aiutare chi non può lavorare, ma è necessario fornire a chi può farlo tutti gli strumenti necessari e dare lavoro! Signor Ministro, non si può combattere la povertà, mantenendo le persone solo con la paghetta dello Stato. Bisogna intervenire, bisogna aiutare le nostre imprese e bisogna aiutare tutto il nostro tessuto economico che è in ginocchio in questo momento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Questi sono gli interventi e non la paghetta dello Stato, e non il metadone! Smettiamola! Il Paese vuole strumenti necessari per iniziare, soprattutto il Sud, perché è totalmente in ginocchio, signor Ministro. Allora, è vero che bisogna aiutare, ma è pur vero che bisogna aiutare chi crea lavoro, signor Ministro. È questo l'intervento che Fratelli d'Italia chiede e chiede l'intera Nazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Iniziative volte a favorire il ricorso al lavoro agile nelle pubbliche amministrazioni – n. 3-02471)

PRESIDENTE. L'onorevole Roberta Alaimo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02471 (Vedi l'allegato A).

ROBERTA ALAIMO (M5S). Grazie, Presidente. Ministro, il lavoro da remoto ha permesso alla nostra pubblica amministrazione di poter garantire i servizi essenziali ai cittadini in piena pandemia ed è diventato uno strumento di lavoro produttivo, economico, sostenibile e innovativo che va migliorato. Ha inoltre rafforzato le competenze digitali dei dipendenti pubblici e proprio la digitalizzazione è dedicata alla Missione 6 del PNRR, leva per il rilancio economico del Paese.

Si paventa un cambio di rotta, un ritorno al lavoro in presenza che, se così fosse, rappresenterebbe il fallimento della capacità di innovare il nostro Paese, peraltro in controtendenza rispetto alla strada intrapresa in tutto il mondo.

Chiediamo al Ministro quali iniziative intenda adottare in merito.

PRESIDENTE. Il Ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, ha facoltà di rispondere.

RENATO BRUNETTA, Ministro per la Pubblica amministrazione. Gentile collega, la ringrazio. Occorre fare un po' di chiarezza. Il lavoro smart è stata una risposta emergenziale al lockdown. Si dovevano tenere a casa i dipendenti pubblici e lo si è fatto in questa modalità; si poteva metterli in Cassa integrazione, come è stato fatto nel privato, ma si è preferito il lavoro cosiddetto smart. Idea intelligente, ma - mi dispiace di contraddirla - anche ricordando il mio antico mestiere, professore ordinario di economia del lavoro, le posso dire che il lavoro agile, il lavoro smart, non ha affatto fornito e garantito i servizi pubblici essenziali. Quelli li hanno garantiti i lavoratori della sanità, i medici e gli infermieri, i lavoratori della sicurezza, i carabinieri e i poliziotti, in progress, i lavoratori della scuola. I lavoratori smart non hanno affatto garantito questi servizi, prima cosa.

Secondo elemento, questo tipo di lavoro può essere pensato come modello per il futuro? Attenzione, perché questo tipo di lavoro, costruito dall'oggi al domani, spostando dalla presenza a remoto da casa l'organizzazione del lavoro pubblico, è senza contratto, cioè questi lavoratori non hanno un contratto. E' senza obiettivi: non c'è stata nessuna riorganizzazione per obiettivi del loro lavoro. E' senza tecnologia: è lavoro a domicilio con uso di smartphone e di computerino di casa. E' senza sicurezza: abbiamo visto il caso del Lazio. Quindi, è un lavoro a domicilio, all'italiana. C'è una bellissima definizione su Wikipedia, edizione inglese, che dice che, sostanzialmente, è un lavoro self-service, all'italiana, da casa. Allora, pensare di proiettare questo tipo di organizzazione, nata nell'emergenza, nel futuro, mi sembra un abbaglio.

Abbiamo il PNRR, abbiamo la digitalizzazione, abbiamo cambiato il modo di fare i concorsi pubblici digitalizzati, abbiamo in programma l'interoperabilità delle banche dati e il passaggio al cloud. Ecco, questo è il futuro, questa è la modernità, non un lavoro a domicilio, senza futuro, senza tecnologia, senza contratto, senza organizzazione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. L'onorevole Cubeddu ha facoltà di replicare.

SEBASTIANO CUBEDDU (M5S). Grazie, Presidente. Resto veramente sorpreso dalle dichiarazioni del Ministro che evidenziano un approccio culturale che non oso definire preoccupante. Lei dice che i lavoratori pubblici sono stati a casa: liquida così il lavoro del pubblico impiego. Lo considero, personalmente, un insulto. Durante la pandemia i lavoratori pubblici hanno lavorato! Le do un esempio: l'INPS! L'INPS, che ha incrementato il lavoro dovuto al reddito di cittadinanza, alle prestazioni per gli ammortizzatori sociali e ai bonus per contrastare gli effetti negativi della pandemia. Ebbene, sappia - perché evidentemente non lo sa - che gran parte dei lavoratori dell'INPS ha lavorato da casa, anche il sabato e la domenica. Ci sono dati che vengono dall'osservatorio del Politecnico di Milano, ma che vengono anche da altre realtà; il presidente del CNEL, persona preparata come il presidente Treu, dice che lo smart working funziona. E noi abbiamo un responsabile della pubblica amministrazione che boccia il lavoro e l'organizzazione produttiva che dovrà determinare il futuro di questo Paese, come lo sta determinando in altri Paesi! Ci sono realtà, come Bankitalia e come Google, ma anche altre realtà che si stanno affidando allo smart working, che è un lavoro a distanza che porta benefici economici, per i risparmi sugli immobili e sui costi degli immobili, che porta benefici per quanto riguarda il traffico, per quanto riguarda la qualità dell'aria, per quanto la riguarda la vita delle persone. Lei sta provocando un arresto di questa evoluzione, ma non è possibile e non glielo permetteremo, perché non si può promuovere la penna e il calamaio, a fronte di una digitalizzazione e di un rinnovamento della pubblica amministrazione, nella quale mi onoro di aver lavorato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Iniziative per un cambiamento dei modelli organizzativi del lavoro nella pubblica amministrazione, in linea con le caratteristiche del lavoro agile – n. 3-02472)

PRESIDENTE. L'onorevole Stefania Prestigiacomo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02472 (Vedi l'allegato A).

STEFANIA PRESTIGIACOMO (FI). Grazie, Presidente. Ministro Brunetta, intervengo anch'io sulla materia del lavoro agile, dello smart working e non posso non prendere atto della risposta che è stata data al collega che mi ha preceduto e anche della sua replica. Noi siamo tutti grati alla pubblica amministrazione per il lavoro che ha svolto durante la fase acuta della pandemia, ma è innegabile che è una modalità, quella del lavoro agile, del lavoro da casa, che andava ancora regolamentata e incentivata e che risponde alle esigenze di conciliare famiglia e lavoro e che, di colpo, è diventata la modalità ordinaria di lavoro e questo è accaduto senza un contratto e senza controlli. Sull'esempio che faceva il collega circa l'INPS, siamo tutti grati all'INPS per il lavoro che ha svolto, ma ricordiamo anche gli enormi ritardi nell'erogazione della cassa integrazione. Ministro, io le chiedo di spiegare meglio cosa intende fare per regolamentare questa modalità di lavoro che è assolutamente moderna e va incentivata, ma che va utilizzata soltanto in situazioni particolari e che deve, soprattutto, garantire efficienza e produttività, perché è innegabile ricordare che vi sono stati anche degli opportunismi e mi spiace che i colleghi non lo vogliano ricordare, ma i cittadini se ne sono resi perfettamente conto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Il Ministro per la Pubblica amministrazione, onorevole Renato Brunetta, ha facoltà di rispondere.

RENATO BRUNETTA, Ministro per la Pubblica amministrazione. La ringrazio, collega Prestigiacomo. Volevo precisare che ho dato io mandato all'Aran di contrattualizzare lo smart working, perché nessuno lo aveva fatto prima (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Quindi, quello che si è realizzato in tutti questi mesi, nei mesi del lockdown, è stato realizzato senza regole contrattuali. Siccome io sono un vecchio socialista, un vecchio esperto di relazioni industriali e sindacali, mi sono preoccupato prima di tutto di una regola contrattuale che non c'è mai stata (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Secondo punto, glielo spiego: lei ha fatto l'esempio dell'INPS, ma l'INPS già lavorava con un'organizzazione da remoto e, quindi, quello che gli analisti più fini hanno evidenziato è che il lavoro da remoto ha funzionato durante il lockdown laddove era già regolato e strutturato con una piattaforma digitale già esistente. È il caso certamente dell'INPS del bravo Tridico, anche se non ha risolto i problemi, perché conosciamo tutti i ritardi. Poi, se è così fantastico il lavoro da remoto, perché cittadini e imprese si sono tutti arrabbiati leggendo negli uffici periferici degli enti pubblici e privati: chiuso per smart working (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)? Perché tutto questo? Le spiego: mi hanno dato del neoluddista, se vuole ne parliamo, è stato il buon professor De Masi che conosco molto bene. Io ho cambiato i concorsi pubblici e li ho resi digitali, da quattro anni in tre mesi; stiamo lavorando alla interoperabilità delle banche dati, stiamo lavorando al cloud, stiamo lavorando a una base informatica digitale per essere in sicurezza e voi volete proiettare un bricolage all'italiana nel futuro? Il futuro è dentro il PNRR, il futuro è in quel 6 per cento di crescita del Paese che ha bisogno della pubblica amministrazione, della pubblica amministrazione in presenza, della pubblica amministrazione regolata, garantita e in sicurezza con un contratto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Questo noi vogliamo. Gli obsoleti e i neoluddisti siete voi, siete voi i neoluddisti, siete voi! Ned Ludd non è mai esistito, era un mito che veniva perseguito nelle campagne inglesi da chi andava a rompere i telai meccanici, perché aveva paura che questi portassero via il lavoro. Ecco, i neoluddisti siete voi, cari amici 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente - Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. L'onorevole Stefania Prestigiacomo ha facoltà di replicare.

STEFANIA PRESTIGIACOMO (FI). Grazie, Ministro. Quasi quasi mi sposto nei banchi di là per la mia replica. Ministro, la ringrazio per la sua risposta che ci soddisfa e la incoraggiamo, come gruppo di Forza Italia, ad andare avanti. Dal nostro punto di vista, quella a cui abbiamo assistito in questi mesi è stata una modalità di lavoro emergenziale, non organizzata e non strutturata che, naturalmente, necessita di una regolazione che lei con la sua competenza, con la sua esperienza e, sicuramente, con il coinvolgimento delle parti sociali saprà concludere in tempi brevissimi. Noi crediamo, colleghi del MoVimento 5 Stelle, che queste forme di lavoro innovative vadano incentivate, ma non possono essere delle risposte improvvisate, come giustamente diceva il Ministro, all'italiana (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e questo ci dispiace perché ciò non offre nessuna garanzia al cittadino utente, perché noi abbiamo senz'altro garantito in questi mesi la sicurezza sanitaria dei lavoratori della pubblica amministrazione, ma non sempre abbiamo garantito una qualità di prestazione dei servizi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Quindi, Ministro, vada avanti in questa sua rivoluzione, noi crediamo nella sua straordinaria capacità innovativa e quindi non si faccia intimidire, ma vada avanti, perché senz'altro anche i colleghi del MoVimento 5 Stelle alla fine concorderanno che quella che lei realizzerà sarà una riforma per il bene della pubblica amministrazione e dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

(Stato di attuazione della legge n. 208 del 2015 relativa alle cosiddette società benefit e iniziative normative volte a prevedere benefici fiscali a favore di tali società – n. 3-02473)

PRESIDENTE. L'onorevole Alessandro Colucci ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02473 (Vedi l'allegato A).

ALESSANDRO COLUCCI (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, Presidente. La nostra interrogazione nasce all'interno del tavolo della sostenibilità creato nell'Intergruppo sussidiarietà in cui lavoro con alcuni colleghi, in particolar modo con l'onorevole Cattaneo che è qui alla mia sinistra. Su questo question time abbiamo lavorato insieme ed, entrando nel merito, il Parlamento, con la legge n. 208 del 2015, ha introdotto nel nostro ordinamento giuridico le società benefit. Con questo provvedimento, le società italiane di capitale hanno la possibilità di poter perseguire in modo congiunto e integrato finalità di lucro e beneficio sociale. In un momento di grande attenzione attorno ai temi di uno sviluppo sostenibile in grado di tenere insieme sviluppo e crescita con attenzione per l'ambiente, le società benefit assumono una forte valenza. Allora, interroghiamo il Ministro su quali sono stati gli sviluppi di questa norma in cinque anni e sulla possibilità di svilupparle. In particolar modo crediamo che ci sia la possibilità di inserire dei benefici fiscali per le società benefit e una premialità nel caso in cui le medesime società partecipino a gare d'appalto (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC).

PRESIDENTE. Il Ministro dello Sviluppo economico, onorevole Giancarlo Giorgetti, ha facoltà di rispondere.

GIANCARLO GIORGETTI, Ministro dello Sviluppo economico. Grazie, Presidente. Onorevole Colucci, come lei ha ricordato, il legislatore già dal 2015 ha introdotto questa fattispecie, le società benefit che, come lei ha ricordato, sono società che non hanno come unico riferimento, come unico obiettivo il perseguimento del profitto, ma hanno una visione più complessiva di beneficio comune e di operabilità in senso responsabile, sostenibile e trasparente nei confronti di persone, comunità e territori. Lo strumento ha avuto - diciamo così - una progressione nel corso degli anni, direi raddoppiando i numeri di anno in anno. Oggi, come è stato giustamente ricordato, esistono già un migliaio di società che operano sotto la forma di società benefit. Nel corso del tempo il legislatore è intervenuto più volte prevedendo contributi sotto forma di credito d'imposta, per quanto riguarda la loro costituzione e prevedendo anche, nello stato di previsione del Ministero dello Sviluppo economico, una dotazione di 3 milioni di euro volti, appunto, a promuovere la costituzione e il funzionamento di questo tipo di società. Questi 3 milioni di euro devono essere utilizzati. Per essere utilizzati occorre fare un decreto tra Ministero dello Sviluppo economico e Ministero dell'Economia e delle finanze. Il problema qual è stato? Che, purtroppo, questa norma che esiste dal 2015 ha subito più volte, interventi del legislatore, del Parlamento; ricordo in particolare l'articolo 38-ter del decreto-legge n. 34 del 2020, successivamente l'articolo 12 del decreto-legge n. 183 del 2020 e successivamente e recentissimamente con il decreto-legge n. 73 del 25 maggio 2021, poi, modificato in sede parlamentare con la legge di conversione n. 106, del 23 luglio 2021.

Gli uffici del Ministero dello Sviluppo economico, di concerto con quelli del Ministero dell'Economia e delle finanze, quindi, si sono progressivamente dovuti adattare alle diverse modifiche normative che sono intervenute. Ciò che posso assicurare è che, già dal mese di agosto e in questa prima settimana di settembre, stiamo lavorando affinché questo deficit, che dura da troppi anni, possa essere colmato. Quindi io sono convinto che nelle prossime settimane finalmente il decreto attuativo rispetto a questa misura possa venire alla luce.

PRESIDENTE. L'onorevole Colucci ha facoltà di replicare.

ALESSANDRO COLUCCI (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, Presidente. Ringrazio il Ministro. Sono soddisfatto della replica, perché vedo un'attenzione su questo argomento e, in particolar modo, registro la sensibilità del Ministro e l'orientamento positivo a continuare a lavorare su questo tema. Sottolineo nuovamente, nelle maglie dell'attività che svolgerà il Ministro Giorgetti, l'importanza di tornare sulla possibilità di fare ulteriori agevolazioni fiscali; magari la premialità nella partecipazione a gare pubbliche potrebbe essere una strada ancora più incentivante per avere sempre più società benefit nel nostro Paese.

Crediamo che iniziative di questo tipo intervengano in modo efficace sulle politiche di sostenibilità, in modo molto più serio di quanto avviene in tante altre realtà e amministrazioni. Io arrivo dalla città di Milano; purtroppo, sul tema della sostenibilità ci sono troppe bandiere ideologiche. Ogni tanto pare che piantare qualche albero oppure disegnare in modo irrazionale delle piste ciclabili sull'asfalto o addirittura diffondere e distribuire sul territorio di una città in modo assolutamente incontrollato monopattini sia un modo per fare sostenibilità. Noi crediamo che quello sia un modo per illudere i cittadini. Pensiamo che le bandiere ideologiche non servano, ma bisogna fare vere iniziative che abbiano una visione e una progettualità. Credo che questo intervento, sul quale sta lavorando il Ministro, possa collocarsi esattamente in questo aspetto e gli sviluppi futuri potranno dimostrare che il Governo italiano darà con chiarezza segnali di come la sostenibilità si fa veramente, senza ideologia e portando dei risultati ai cittadini; magari daremo anche un buon esempio all'amministrazione di Milano, che su questo ha fatto solo disastri (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC).

(Iniziative volte alla salvaguardia del patrimonio industriale e della rilevanza occupazionale di Acciai speciali Terni – n. 3-02474)

PRESIDENTE. L'onorevole Gianluca Benamati ha facoltà di illustrare l'interrogazione Verini ed altri n. 3-02474 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

GIANLUCA BENAMATI (PD). Grazie, Presidente. Come lei ha detto, noi parliamo di Acciai speciali Terni, che è un'eccellenza italiana (lo sanno tutti in quest'Aula). È un gioiello europeo ed è sostanzialmente quell'azienda che produce acciai speciali e altolegati: un unico in Italia. Con 4.000 dipendenti, un quinto del PIL industriale dell'Umbria è prodotto da questa azienda. Questa azienda è in dismissione dal gruppo Thyssen; a livello europeo, i Commissari Gentiloni e Vestager seguiranno questa vendita. Ci sono manifestazioni di interesse sia italiane che estere (Arvedi, Marcegaglia, Posco e Baosteel). Quello che a noi preoccupa in questa fase è quale piano industriale c'è dietro, quali progetti di sviluppo - e concludo, Presidente - sono dietro a queste offerte e qui chiediamo al Governo cosa intenda fare per tutelare questo patrimonio tecnologico e il lavoro italiano ad esso sotteso.

PRESIDENTE. Il Ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha facoltà di rispondere.

GIANCARLO GIORGETTI, Ministro dello Sviluppo economico. Grazie. Ringrazio i colleghi per avere portato all'attenzione dell'Aula quella che è stata giustamente ricordata come un'eccellenza italiana; un'eccellenza italiana nel settore dell'acciaio che, come è noto, ha vissuto momenti drammatici - diciamo così - sotto il profilo economico e che, con il relativo impatto indotto dalla pandemia, vive oggi una situazione di mercato ulteriormente drammatica per altri versi e sotto altri aspetti.

Con riferimento alla vicenda di AST di Terni, che come è noto dal 1° ottobre 2020 è entrata nella lista dei siti in dismissione e dei settori in dismissione di ThyssenKrupp, è partita la ricerca di un nuovo azionista. Devo dire che, nel frattempo, l'interlocuzione tra la proprietà e l'ambiente, inteso come lavoratori e istituzioni, ha prodotto una gestione riconosciuta da tutti come una gestione comunque rispettosa delle attese e delle aspettative di tutti i lavoratori coinvolti. Come Governo stiamo seguendo, insieme alla proprietà, in un rapporto che trovo trasparente e corretto, la procedura di vendita, che, come è evidente, non può subire interferenze da parte del Governo dello Stato. In relazione a questo rapporto, corretto e trasparente con la proprietà, noi abbiamo evidenziato le nostre aspettative rispetto al futuro di un'azienda così importante e strategica, e che, come è stato ricordato - lo ribadisco - è un'eccellenza dell'industria italiana. Per questo motivo, io ritengo che, in base alle informazioni che abbiamo, la procedura di vendita possa concludersi con l'individuazione del soggetto entro il mese di settembre e forse anche prima della fine di settembre. Le aspettative sono quelle di un piano industriale rispettoso sia delle dimensioni aziendali - quindi dell'occupazione che è generata sia direttamente, sia nell'indotto -, sia di tutti i dettami ambientali, che, come è noto, in materia di acciaio sono significativi in termini di impatto.

Quindi, posso dire agli interroganti che la mia aspettativa e quella del Governo rispetto a questa vicenda credo che possa sicuramente rispondere anche alle aspettative loro, del territorio di Terni e di tutto l'indotto circostante, oltre che dei lavoratori. Quindi, è una pagina dell'acciaio nazionale che, diversamente da altre che purtroppo aspettano ancora una risposta, potrà trovare una conclusione positiva.

PRESIDENTE. L'onorevole Verini ha facoltà di replicare.

WALTER VERINI (PD). Grazie, Presidente. Siamo contenti che la nostra iniziativa in sede di question time abbia portato il Governo a dire qualche parola pubblica su questa questione e lei, Ministro, oggi ha detto qualcosa. Noi pensiamo che, pur tenendo conto degli aspetti riservati che sovrintendono a una vendita come questa e senza naturalmente interferenze improprie, il Governo italiano però debba essere il garante, davanti ai lavoratori, ai sindacati, alle imprese dell'indotto - insomma, davanti a una comunità intera - della trasparenza della vendita e del futuro delle acciaierie di Terni. Questo significa, secondo noi, mettere dei paletti a Thyssenkrupp. Significa che siano assicurati la garanzia dell'integrità del sito, il mantenimento dei livelli occupazionali e della produzione e l'innovazione ambientale; poi il sistema Italia deve garantire il completamento delle infrastrutture necessarie. La Presidente Von der Leyen - lo ricordava Benamati -, il Commissario Gentiloni e la stessa Commissaria Vestager hanno garantito, dentro le loro prerogative, questa vigilanza per questi obiettivi. Io credo che il Governo non debba essere timido - non lo sarà, mi auguro e credo - su queste questioni, perché rappresentano non un fatto locale ma una grande questione nazionale.

Nel quadro di un nuovo piano siderurgico nazionale ci sono specificità, anche gravi, come Taranto e Piombino. Terni ha una sua particolarità, è un'eccellenza, ha un mercato, ha una produzione competitiva nel mercato; è una città che ha avuto grossi colpi di deindustrializzazione nel settore della chimica. Quindi, il futuro dell'AST è una cosa fondamentale per la comunità ternana, per una regione, ma anche come grande questione nazionale. Insomma, Terni e le acciaierie hanno una grande storia in questo Paese e noi siamo certi che possono avere anche un futuro. Spetta a tutti fare la propria parte, in primis al Governo.

(Intendimenti in ordine alle soluzioni relative al personale prospettate dalla nuova compagnia di bandiera ITA – n. 3-02475)

PRESIDENTE. L'onorevole Stefano Fassina ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02475 (Vedi l'allegato A).

STEFANO FASSINA (LEU). Grazie, Presidente. Signor Ministro, come lei sa, siamo in giornate decisive per l'avvio dei voli di ITA. L'azienda, al 100 per cento dello Stato che dovrebbe raccogliere il testimone da Alitalia a svolgere le funzioni di vettore nazionale. Nel piano industriale di ITA è prevista l'acquisizione del ramo aviation di Alitalia. Di fronte a tale quadro, il management nominato dal Governo, invece di consentire il trasferimento del personale, come previsto dall'articolo 2112 del codice civile, fa reclutamento ad personam, scavalcando criteri oggettivi previsti dalla legge. Ad aggravare lo scenario, il management nominato dal Governo propone di uscire dall'associazione datoriale di categoria e di disapplicare il contratto nazionale di lavoro. Infine, il management di ITA nominato dal Governo evita un confronto con le organizzazioni sindacali al fine di estendere la cassa integrazione guadagni per tutto il periodo necessario al pieno dispiegamento del piano industriale.

Le chiediamo, signor Ministro e chiediamo al Governo se intenda correggere la rotta intrapresa dal management di ITA.

PRESIDENTE. Il Ministro dello Sviluppo economico, onorevole Giancarlo Giorgetti, ha facoltà di rispondere.

GIANCARLO GIORGETTI, Ministro dello Sviluppo economico. Grazie, Presidente. Onorevole Fassina, la rotta è una rotta prestabilita dalla decisione della Commissione europea e dalle leggi approvate dal Parlamento. Come lei sa, siamo in attesa, spero che sia questione di ore, della decisione finale della Commissione europea che è stata preceduta da una comfort letter che contiene gli elementi sulla base dei quali, congiuntamente alle norme di legge approvate dal Parlamento, l'amministrazione straordinaria, che è vigilata dal Ministero dello Sviluppo economico, si sta muovendo. Queste decisioni della Commissione europea sono decisioni del tutto eccezionali rispetto alla normativa comunitaria e nazionale, che impedisce sostanzialmente allo Stato di costituire una società interamente pubblica per operare nel mercato.

In questo caso, questa deroga è stata concessa subordinatamente al rispetto di determinate condizioni. La prima tra tutte, quella fondamentale che tiene in piedi tutte le altre, è la cosiddetta discontinuità aziendale che fa sì che il Ministero dello Sviluppo economico e la sua amministrazione straordinaria si occupi di Alitalia, mentre il MEF - mi rendo conto che quello che sto dicendo può apparire, diciamo così, puramente formale - è l'azionista di una società totalmente nuova, ITA, che non deve avere alcuna forma di continuità con la precedente. Questo vale per tutto. Vale, ad esempio, per il cosiddetto ramo aviation, che passa soltanto in parte e soltanto nei numeri che fanno parte del piano industriale presentato da ITA e validato dalla Commissione europea; vale anche per quello che riguarda il personale, per cui la Commissione europea ha posto una condizione che questa discontinuità in qualche modo venisse non semplicemente soltanto sui numeri, ma anche per quanto riguarda i contratti di lavoro. Di conseguenza questa nuova società del Ministero dell'Economia e delle finanze - lo ribadisco che è azionista - nasce in una prospettiva di economicità di esercizio. Naturalmente questa non può essere assicurata perché sappiamo perfettamente che il settore del trasporto aereo è un settore particolarmente complicato, in cui il conseguimento soltanto del pareggio talvolta è un miraggio, tanto più in periodi come questo, di pandemia, in cui il trasporto e i viaggi sono limitati.

Quindi, nessuno - l'ho detto pubblicamente e lo ribadisco - ha la sfera di cristallo, ma almeno sulla carta la società deve nascere in condizioni di economicità e le scelte degli amministratori che sono stati nominati appunto dal MEF rispondono esattamente a questi dettami e a cui è riconosciuta da parte del Ministero dell'Economia e finanze - ritengo e immagino per quello che io ho potuto appurare - l'autonomia di decisione necessaria per conseguire questo risultato. Ci rendiamo conto e mi rendo conto che è un passaggio molto delicato, molto complicato, ma quello che voglio ribadire qui è che l'alternativa a questo passaggio era semplicemente una e cioè il fallimento, devo dire non ancora del tutto scongiurato, perché, come noto, gli aiuti di Stato, deliberati da questo Parlamento e consentiti dal Governo, sono oggetto di decisione, anche questa pendente, che, anche in questo caso, rischia di compromettere complessivamente l'operazione. Quindi, la rotta - come ho detto - era obbligata e stiamo cercando di seguirla nel modo migliore possibile.

PRESIDENTE. L'onorevole Fassina ha facoltà di replicare.

STEFANO FASSINA (LEU). Grazie, Ministro. Mi dispiace ma non mi ritengo soddisfatto dalle sue parole. La rotta non era obbligata. Come noto, Alitalia è stata un'azienda totalmente privata nel decennio precedente all'amministrazione straordinaria. Ora non ho tempo di illustrare soluzioni alternative che si sarebbero potute prendere e che abbiamo proposto anche in termini di emendamenti quando ci sono stati gli atti corrispondenti, ma trovo francamente forzato scaricare responsabilità politiche, che sono in capo a questo Governo, eventualmente al Governo che l'ha preceduto, sulla Commissione europea. La disapplicazione del contratto nazionale a quanto ci risulta non sta scritta in alcuna richiesta che è arrivata dalla Commissione europea, come non sta scritta l'uscita di ITA dall'associazione datoriale.

Inoltre, mi permetta di dire che la discontinuità ha senso nel momento in cui si costruisce un piano industriale credibile, ma un piano industriale credibile ITA non ce l'ha, perché rinuncia ad una parte molto consistente dei voli di lungo raggio che, come è noto, sono la fonte principale di reddito, mette a gara il brand, che è un asset fondamentale, rinuncia, vende oltre la metà degli slot a Fiumicino e prova a recuperare la sua prospettiva di low cost attraverso l'intervento sul costo del lavoro e sulle condizioni di lavoro. Il Governo si sta assumendo una responsabilità molto pesante e ritengo che debba riconoscere le scelte che fa in termini di dumping sociale promosso attraverso un'azienda controllata al 100 per cento dallo Stato.

(Elementi in merito all'attuazione degli strumenti di sostegno alle attività economiche chiuse a causa delle misure restrittive relative all'emergenza COVID-19, con particolare riferimento alle discoteche e alle sale da ballo– n. 3-02476)

PRESIDENTE. L'onorevole Maurizio Carrara ha facoltà di illustrare l'interrogazione n. 3-02476 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

MAURIZIO CARRARA (LEGA). Grazie, Presidente. Ministro, la fase più acuta della pandemia sembra essere alle spalle e da diversi mesi si assiste ad una graduale ripresa delle attività economiche, con il conseguente rilancio dell'economia. In questo anno e mezzo la Lega si è sempre impegnata per coniugare la tutela della salute pubblica con la necessità di garantire continuità lavorativa a tutti i comparti produttivi. Grazie al nostro fattivo intervento, infatti, diverse restrizioni sono venute meno e molti settori economici sono tornati in attività, nel pieno rispetto delle disposizioni sanitarie: un giusto equilibrio tra lavoro e salute. Nonostante ciò, il settore delle discoteche e delle sale da ballo risulta ancora il più duramente colpito dalle restrizioni di prevenzione contro il COVID-19. Ad oggi, i locali sono ancora chiusi ed esclusi dalle disposizioni normative che potrebbero consentire loro una graduale riapertura. Le chiediamo, Ministro, se possa fornire ulteriori dettagli in merito al fondo da 140 milioni di euro che, stando alle notizie a mezzo stampa, è stato attivato lo scorso settembre da lei per tutelare queste attività produttive.

PRESIDENTE. Il Ministro dello Sviluppo economico, onorevole Giancarlo Giorgetti, ha facoltà di rispondere.

GIANCARLO GIORGETTI, Ministro dello Sviluppo economico. Grazie collega Carrara per avere posto questo tema. La cattiva notizia chiaramente è che, purtroppo, alcune delle categorie in qualche modo sostenute con questo fondo continuano a rimanere chiuse. Faccio riferimento alle sale da ballo e discoteche.

La bella notizia, se vogliamo dire così, è che, proprio in queste ore, o meglio, appena prima di entrare in Aula, anche il Ministero dell'Economia e delle finanze ha firmato il decreto che permette di utilizzare i 140 milioni che il Parlamento ha messo a disposizione a questo scopo e che si riferiscono - lo ribadisco - ad attività che sono rimaste chiuse per un periodo superiore ai 100 giorni, a impianti sportivi, palestre, parchi tematici, discoteche, sale da ballo. Successivamente, il Parlamento ha enucleato una garanzia minima di stanziamento proprio per il settore delle discoteche e sale da ballo che, ancora oggi, al mese di settembre, giorno 8, sono quelle, purtroppo, impedite nella loro attività.

Il decreto va chiaramente agli organi di controllo. Auspichiamo che la Corte dei conti lo possa licenziare in tempi rapidissimi; a questo scopo, abbiamo già avviato contatti. Abbiamo previsto una procedura anche accelerata e molto semplificata per l'erogazione, dal momento in cui anche gli organi di controllo avranno dato il via libera alla misura. Le misure contenute si differenziano sostanzialmente per le attività ancora chiuse, cioè le discoteche; c'è un'entità minima garantita a tutti i soggetti interessati, mentre, per quanto riguarda tutte le altre attività che hanno avuto una chiusura limitata - perché adesso hanno potuto, in condizioni di difficoltà, ripartire -, un contributo scaglionato in funzione dei proventi. Questo è un fondo chiuso per definizione, ma aperto in prospettiva, nel senso che è evidente che, se la situazione non evolve in senso favorevole, dovrà essere in qualche modo rifinanziato, per continuare a dare garanzie e sostegno agli operatori che sono stati così duramente colpiti.

PRESIDENTE. L'onorevole Carrara ha facoltà di replicare.

MAURIZIO CARRARA (LEGA). Grazie, Ministro, siamo soddisfatti della sua risposta come sempre chiara ed esaustiva. È evidente che la pandemia ha mandato in crisi molti settori economici, ma ci sono settori che hanno pagato più a caro prezzo, perché sono stati privati della possibilità di riaprire, di generare flusso di cassa, di riportare al lavoro i propri dipendenti. Questi imprenditori, inoltre, hanno sostenuto costi per mettersi in regola con i protocolli sanitari necessari per le riaperture, sforzi che, poi, sono stati vanificati dalla mancanza delle riaperture. La Lega si è sempre dimostrata sensibile e attenta sul tema, sollevando a più riprese la questione.

Oggi, allora, salutiamo con entusiasmo la creazione di questo fondo dedicato a quelle attività che il Governo ha mantenuto chiuse da decreto. Questo è un fondo voluto da lei, Ministro, che definisce ed indica il giusto percorso per tutelare queste categorie. Colgo l'occasione per ringraziarla nuovamente per il lavoro svolto, con l'auspicio e l'impegno che questo Governo continui su questa falsariga, mettendo in campo tutte quelle risorse e quei provvedimenti necessari per tutelare le attività che hanno pagato il più caro prezzo da questa emergenza economica (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Iniziative di competenza volte alla revisione della normativa comunitaria in materia di aiuti di Stato a finalità regionale a favore delle grandi imprese, anche alla luce dei rischi di delocalizzazione relativi agli stabilimenti Sevel di Atessa in Abruzzo– n. 3-02477)

PRESIDENTE. L'onorevole Sara Moretto ha facoltà di illustrare l'interrogazione D'Alessandro ed altri n. 3-02477 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

SARA MORETTO (IV). Grazie, Presidente. Signor Ministro, la interroghiamo nuovamente sul futuro di uno degli stabilimenti del gruppo Stellantis. Questa volta, parliamo dello stabilimento della Sevel, in Val di Sangro, in Abruzzo, che è la più grande fabbrica europea di veicoli commerciali. Partiamo da lì per porle, però, una questione più grande, che riguarda non solo l'Abruzzo e il Mezzogiorno, ma anche altre aree del Paese e che riguarda le grandi imprese anche di altri settori. Ad oggi, le imprese che si collocano nelle zone definite dall'articolo 107, paragrafo 3, lettera c), Trattato, di fronte a nuovi investimenti, non possono avere sussidi, aiuti e sostegni agli investimenti, cosa che, invece, può accadere in altri Paesi europei, mettendo a rischio, quindi, il nostro Paese di perdere investimenti. Le chiediamo, quindi, Ministro, se abbia intenzione di aprire una trattativa, un negoziato per rivedere le norme.

PRESIDENTE. Il Ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha facoltà di rispondere.

GIANCARLO GIORGETTI, Ministro dello Sviluppo economico. Grazie, onorevole Moretto. Con il gruppo Stellantis, che, ovviamente, per motivazioni storiche, ma anche per dimensione, rappresenta una parte importantissima della realtà industriale italiana, noi abbiamo avuto diversi incontri in cui abbiamo ribadito non solo il nostro desiderio, ma crediamo il dovere di Stellantis di impegnarsi e di garantire gli insediamenti produttivi nel nostro Paese e abbiamo ricevuto rassicurazioni di tipo generale, non di tipo particolare. Lei mi chiede su questo insediamento. Oggi, credo che ci sia stata, in qualche modo, anche una presenza importante che testimonia questo tipo di attenzione.

Per quanto riguarda quello che farà il gruppo Stellantis, su cui noi ci stiamo impegnando, ricordo l'investimento dichiarato a Termoli sulla Gigafactory, che, però, deve essere, secondo noi, ulteriormente precisato, perché la ricerca e sviluppo, che rappresenta la parte più significativa dell'investimento, noi riteniamo che debba avere un'adeguata forma di intervento anche in quella realtà, perché, se ne fosse priva, perderebbe molto significato, e voglio dirlo qui, in quest'Aula.

Per quanto riguarda il tema più ampio degli aiuti di Stato per le grandi imprese, sicuramente gli interroganti sanno che, per quanto riguarda le piccole e medie imprese, nel Quadro temporaneo ci sono deroghe, mentre per le grandi imprese queste deroghe non esistono. Noi stiamo lavorando, naturalmente, ai massimi livelli, abbiamo già posto il tema dell'uscita dal Quadro temporaneo, perché ricordo che la pandemia esiste ancora, mentre il Quadro temporaneo, teoricamente, cessa alla fine dell'anno. Quindi, abbiamo già posto il tema per il proseguimento del medesimo Quadro sia, evidentemente, per l'estensione alle grandi imprese.

Per quanto riguarda le grandi imprese, un piccolo, ma le assicuro grande risultato l'abbiamo già ottenuto, perché, finalmente, l'articolo 37 del decreto-legge 22 marzo 2021, n. 41, cioè quello che permette, con una dotazione finanziaria di 400 milioni di euro, di sostenere la continuità operativa anche per le imprese con un numero di dipendenti superiore a quello che fa riferimento proprio alle piccole realtà e che ha avuto il via libera da parte della Commissione europea, è già, lo ribadisco, un piccolo, ma significativo risultato nel senso indicato e nel senso auspicato. Vanno avanti, evidentemente, questo tipo di interlocuzioni e le posso garantire che, per quanto riguarda l'interesse nazionale e la parità di trattamento a livello europeo, questo Governo si è fatto sentire, si sta facendo sentire e continuerà a farsi sentire.

PRESIDENTE. L'onorevole D'Alessandro ha facoltà di replicare.

CAMILLO D'ALESSANDRO (IV). Grazie, Ministro. Intanto, per quanto riguarda lo stabilimento in Val di Sangro, in Atessa, Ministro, deve farsi carico di ulteriori informazioni e, soprattutto, di un'ulteriore iniziativa; ieri è stato l'AD in presenza. Ma le multinazionali fanno le multinazionali e noi dobbiamo fare l'Italia e, per fare l'Italia, ci dobbiamo occupare di una grande - a mio giudizio, a nostro giudizio - iniziativa che il Governo deve assumere. Abbiamo bisogno di lei, del Ministero, abbiamo bisogno del Presidente Draghi in sede europea.

Lei sa che l'articolo 108 del Trattato consente, su richiesta dello Stato membro, laddove ci siano le condizioni - e le condizioni sono quelle derivanti dalla crisi post-pandemica - di aprire un ragionamento, casomai alleandosi con altre regioni di altri Paesi che hanno le stesse nostre condizioni, che o ci si trovano o si ritroveranno a breve ad entrare o ad uscire nell'area 107.3.c) che, poi, significa che le grandi imprese - per esempio, la Stellantis in Abruzzo - non potrebbero fare nuovi investimenti su ricerca o su investimenti infrastrutturali in ragione proprio del dettato normativo europeo. C'è un fatto nuovo, il fatto nuovo è la crisi pandemica, che ha dispiegato effetti e che sta cambiando tutto. Prima di lei, prima di questo Governo, un gigante della storia d'Italia, il Ministro Ciampi, poi Presidente della Repubblica, riuscì, come lei sa, a contrattare e ad ottenere da un'uscita di un Obiettivo - il famoso Obiettivo 1 - l'Obiettivo 2, le aree 87.3.c), fino ad arrivare all'attuale definizione europea.

Ma ci vuole la mobilitazione dei vertici del Governo, altrimenti noi rincorriamo, e credo che il Governo non debba rincorrere, non debba reagire, ma agire prima che ci troviamo in quest'Aula, per esempio, a parlare di delocalizzazione. Prima che ciò avvenga, Ministro, si faccia forte dell'indirizzo del Parlamento, vada in Europa e chieda la modifica (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 16,10.

La seduta, sospesa alle 16, è ripresa alle 16,10.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bergamini, Claudio Borghi, Brescia, Casa, Cavandoli, Cirielli, Corda, Davide Crippa, De Maria, Del Barba, Delmastro Delle Vedove, Ferri, Gebhard, Giachetti, Liuni, Lollobrigida, Magi, Mura, Paita, Parolo, Perantoni, Andrea Romano, Schullian, Serracchiani, Raffaele Volpi e Zoffili sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente 116, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 3223-A.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 3223-A: Conversione in legge del decreto-legge 23 luglio 2021, n. 105, recante misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19 e per l'esercizio in sicurezza di attività sociali ed economiche.

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 3223-A​)

PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta sono stati, da ultimo, respinti gli identici emendamenti 3.8 Menga e 3.54 Massimo Enrico Baroni.

Passiamo, quindi, all'emendamento 3.1 Sodano.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Sodano. Ne ha facoltà.

MICHELE SODANO (MISTO). Grazie, Presidente. Riprendiamo questa discussione sul “decreto Green pass”. L'emendamento in esame ci porta a considerare quello che sta succedendo negli altri Paesi dell'Unione europea ove, vi dico subito, è facilissimo fare un tampone e il servizio è reso in maniera completamente gratuita non solo per i cittadini, ma talvolta anche per i turisti che si trovano ospiti in determinati Paesi e penso alla Grecia, alla Francia, alla Germania. Per cui questo mio emendamento chiede la possibilità di prevedere un presidio per effettuare un tampone in ogni qual posto venga richiesto il green pass. E guardate, questo è fondamentale per una serie di motivi: innanzitutto, per garantire veramente una strategia di uscita dalla pandemia quanto più celere possibile, perché noi, oggi, non possiamo discriminare, come si fa in questo momento nel nostro Paese, l'efficacia del tampone, perché, paradossalmente, come voi tutti ben sapete, solamente un soggetto tamponato si può dire, in quel determinato momento, libero dal virus del Coronavirus. Allora, attraverso questo emendamento, che vi prego di considerare, intendiamo prevedere che, in ogni qual posto venga richiesto il green pass, sia possibile effettuare un tampone. Non si capisce per quale motivo nel nostro Paese c'è questa visione negativa del tampone. Io dico anche un'altra cosa: qualora fosse veramente possibile, come negli altri Paesi dell'Unione europea, effettuare un tampone ovunque, non ci ritroveremmo neanche di fronte ad un Paese oggi diviso, che vede scontrarsi coloro che sono favorevoli al vaccino e coloro che ancora non hanno fatto il vaccino per motivi sicuramente da comprendere.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Sodano.

MICHELE SODANO (MISTO). Allora chiedo per favore di analizzare questo emendamento, perché ognuno deve essere libero di poter fare un tampone ogni qualvolta lo voglia.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1 Sodano, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Se prendete posto, vedo tanta gente che si sta ancora accomodando, quindi acceleriamo il rientro. Abbiamo qualche problema in Transatlantico perché c'è una registrazione esterna e una interna, quindi il motivo per cui abbiamo bisogno di qualche minuto in più è perché dobbiamo “staccare” il Transatlantico per questa doppia registrazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Passiamo all'emendamento 3.11 Giuliodori.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Giuliodori. Ne ha facoltà.

PAOLO GIULIODORI (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Questo emendamento anticipa forse la prossima discussione, intendo la discussione delle prossime settimane o dei prossimi giorni. Sinceramente, spero che non sarà così ma, già dai primi rumors, sembra che la direzione sia quella. Adesso è stata smentita la notizia di un prossimo Consiglio dei Ministri che possa prevedere l'obbligatorietà del green pass anche per la PA, per la pubblica amministrazione, e nel settore privato. Però, mi aspetto che prima o poi questo si faccia; se non sarà domani, sarà probabilmente la settimana prossima.

Con questo emendamento semplicemente si vuole impedire che tale possibilità venga introdotta, perché andrebbe a ledere un altro diritto, quello del lavoro. Sia che parliamo di un ambito pubblico, come la pubblica amministrazione, sia di un ambito privato, come qualsiasi azienda medio-piccola italiana, si tratta sempre della privazione di un diritto garantito costituzionalmente. Questo diritto viene tolto perché viene inserito questo green pass che, come abbiamo detto ormai da vari giorni e ripetiamo ormai da settimane intere, non ha nulla di scientifico ed è semplicemente un obbligo indiretto alla vaccinazione. Non è chiaro esattamente perché si voglia obbligare tutti a vaccinarsi ma questa è la strada presa dalla maggioranza. Io non ne ho nemmeno compreso le ragioni, nessuno mi ha spiegato le ragioni, al netto di qualche intervento un po' sconclusionato e scoordinato che richiamava la scienza ma che di scientifico non aveva assolutamente nulla. Quindi mi chiedo: fino a che punto vogliamo arrivare? Adesso - ripeto - sembra rientrata la questione del green pass all'interno degli ambienti di lavoro ma me lo aspetto e arriverà probabilmente già la settimana prossima. Quindi, questo emendamento è volto proprio a evitare che questo accada.

Fino a che punto vogliamo arrivare? Stiamo togliendo il diritto all'istruzione, il diritto ad una vita completa, anche nelle interazioni sociali, il diritto a godere di tutti gli eventi, di tutti i musei e di tutte le attività culturali che abbiamo in Italia e adesso stiamo arrivando, piano piano, al settore del lavoro che, probabilmente, è l'ultimo diritto che è rimasto e vedremo se ci sarà una rivoluzione popolare. A questo punto, potrebbe essere l'unica possibilità per cercare di sovvertire lo stato delle cose. Abbiamo una maggioranza che spazia da destra a sinistra e non c'è praticamente opposizione, se non quella de L'Alternativa c'è e del gruppo di Fratelli d'Italia. Questo emendamento, ovviamente, sarà bocciato, perché tanto così è stato in Commissione e così sarà anche in Aula, però ci tenevo a spiegarlo e a ribadire il fatto che non si possono mettere sul piatto i diritti per qualcosa che di scientifico non ha assolutamente nulla.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Costanzo, per un minuto. Ne ha facoltà.

JESSICA COSTANZO (MISTO-L'A.C'È). Per richiedere di sottoscrivere questo emendamento, anche perché sappiamo che questo Governo aveva già stabilito lo sblocco dei licenziamenti e non vorremmo, quindi, che l'obbligatorietà del green pass anche all'interno del mondo del lavoro privato diventi, di fatto, un licenziamento camuffato. Quindi, chiediamo ancora una volta a questa maggioranza una riflessione in merito anche al diritto del lavoro.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.11 Giuliodori, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Passiamo ora agli identici emendamenti 4.8 Cunial e 4.503 Giannone. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cunial, per un minuto.

SARA CUNIAL (MISTO). Grazie, Presidente. Con questo emendamento chiedo la soppressione dell'articolo 4, così come anche di tutti gli altri articoli dell'intero decreto, peraltro, ed un moto di dignità umana, prima che politica, all'interno di quest'Aula. Si cita il regolamento 2021/953 del Parlamento europeo e del Consiglio che ribadisce che è necessario evitare la discriminazione diretta e indiretta di persone che hanno scelto di non essere vaccinate – peraltro, frase che è stata anche sapientemente sabotata dai testi normativi di riferimento - e si ribadisce, nel regolamento, che lo scopo del COVID pass europeo è quello di agevolare l'esercizio del diritto di libera circolazione da parte dei titolari – notare: libera e non sotto ricatto - e che non costituisce una condizione preliminare per l'esercizio della stessa libertà di circolazione. In secondo luogo, una criticità è il compromesso al ribasso per il test salivare, la cui implementazione è affidata a un “pizzino” di speranza che decide la vita e la morte sociale, lavorativa ed economica di tutti i cittadini italiani: questa famosa circolare del Ministero della Salute.

PRESIDENTE. Concluda.

SARA CUNIAL (MISTO). Poi, la favola dell'immunizzazione. Quanti colleghi tamponati o, peggio, vaccinati, qui dentro, possono dirsi immunizzati e, quindi, giurare di non essere contagiati e di non contagiare? Ad esempio, io mi posso sentire sicura se vengo a contatto con la collega plurivaccinata Lorenzin?

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 4.8 Cunial e 4.503 Giannone, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Passiamo all'emendamento 4.504 Giannone. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo su questo emendamento preannunciando un voto di astensione del gruppo di Fratelli d'Italia rispetto alla possibilità introdotta dall'emendamento, firmato dalla collega Giannone, di sopprimere, all'articolo 4, comma 1, la lettera b). Spiego la motivazione che spinge il gruppo di Fratelli d'Italia a non accogliere questo emendamento.

Sostanzialmente, avrei preferito preliminarmente che magari la collega Giannone avesse spiegato all'Aula le motivazioni ideali che l'hanno spinta a presentare questo emendamento che, seppure nasce probabilmente da uno spirito giusto, che è quello di mettere in protezione i malati ospedalizzati, sostanzialmente potrebbe avere un effetto opposto. Innanzitutto l'articolo prevede che possano accedere gli accompagnatori di pazienti disabili non soltanto nei pronto soccorso, come avviene oggi, ma anche nelle strutture ospedaliere. L'emendamento sopprime questo articolo. Il dubbio che abbiamo, ed è anche un richiamo che faccio al Governo, qual è? Che poi, leggendo l'articolato e anche quanto scritto nello stesso, si evince sostanzialmente che le responsabilità del controllo dell'accesso degli accompagnatori dei pazienti disabili all'interno delle strutture ospedaliere è a carico dei dirigenti sanitari. È evidente che si scarica una responsabilità in maniera forte agli stessi perché, se è pur vero che noi introduciamo l'elemento del tampone rapido per l'accesso agli stessi, è di tutta evidenza che controllare in strutture ospedaliere la presenza del tampone positivo di tutte le persone che dovrebbero accompagnare pazienti disabili o non autosufficienti all'interno delle stesse diventa veramente di difficile gestione. Ulteriormente, scaricare la responsabilità sui dirigenti sanitari ci sembra alquanto ingiusto. Il nostro voto di astensione deriva proprio da questo. C'è un tema: oggi noi abbiamo la fattispecie per cui pazienti che sono disabili, penso a bambini autistici, che si recano in strutture ospedaliere non possono essere accompagnati dai propri cari, che evidentemente supporterebbero gli stessi dal punto di vista non solo logistico, ma anche, immagino, psicologico. Bene, questo non è consentito. Si dà la possibilità di farlo, con questo emendamento si vuole togliere la stessa possibilità. Preannuncio, per tutto quanto questo che ho detto, che evidentemente ha un impatto relativo rispetto al costrutto del green pass e alla battaglia che il gruppo di Fratelli d'Italia sta facendo in questo momento, voto di astensione e mi spiace che la collega non partecipi al dibattito d'Aula, insieme al suo gruppo, per chiarire quale fosse poi la motivazione reale che la spinge a presentare questo emendamento.

Assicuro e affido al Governo la perplessità del gruppo di Fratelli d'Italia perché il tema esiste, il tema c'è, in un momento COVID purtroppo le strutture ospedaliere molte volte si sono rivelate essere centri di contagio, focolai di infezione, però, d'altro canto, noi non possiamo lasciare i nostri pazienti fragili, i nostri pazienti che hanno problemi e non sono autosufficienti da soli in un momento difficile quale quello di un ricovero ospedaliero.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Albano. Ne ha facoltà, per 1 minuto.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente. Come ha appena illustrato il collega Gemmato, questo emendamento effettivamente ha un impatto relativo rispetto alla discussione che in questi giorni abbiamo portato in Aula, ma ci sembra giusto un voto di astensione, in quanto è assolutamente importante poter in qualche modo garantire agli accompagnatori dei pazienti che sono in possesso del riconoscimento della disabilità con connotazione di gravità, ai sensi della legge n. 104 del 1992, di accedere alle strutture sanitarie e poter prestare in qualche modo l'assistenza. Allo stesso tempo, sembra assolutamente poco consueto, ingiusto, scaricare la responsabilità sulle direzioni sanitarie per il controllo relativo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucaselli, poi interverrà l'onorevole Giovanni Russo. Prego, onorevole Lucaselli.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Quello che sicuramente emerge dal dibattito che abbiamo avviato in questi giorni sul green pass è che aver raccontato agli italiani che il green pass rappresenta una sorta di lasciapassare per qualunque tipo di attività sociale, di fatto, ha contribuito a far abbassare la guardia rispetto alla circolazione del virus, quindi, paradossalmente ha avuto un effetto esattamente contrario a quello sperato. Ora, noi abbiamo la necessità e sentiamo il dovere di riproporre nel dibattito di quest'Aula i temi veri che riguardano l'applicazione pratica del green pass, e ovviamente ritorno al punto principale, che è quello della tutela dei diritti delle minoranze.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giovanni Russo. Ne ha facoltà per un minuto.

GIOVANNI RUSSO (FDI). Grazie, signor Presidente. Ricollegandomi anche a quanto mirabilmente detto dai miei precedenti colleghi, si tratta di un'astensione di civiltà, di solidarietà, in quanto noi siamo vicini alle persone che sono state definite soggetti fragili e che hanno bisogno di una maggiore tutela, soprattutto in un momento critico per le loro condizioni di salute. Ed è per questo che l'astensione su questo emendamento mira proprio a mettere al centro queste persone, soprattutto perché la tutela degli altri soggetti che si trovano all'interno delle strutture ospedaliere è comunque garantita. Infatti, c'è sempre la possibilità di sottoporsi al test antigenico rapido oppure molecolare. Quindi, noi siamo vicini alle persone fragili e siamo vicini alle persone malate.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Come illustrato molto bene dal collega Gemmato sul motivo della nostra astensione a questo emendamento, una brevissima riflessione sulle persone malate, sulla possibilità che siano accompagnate. Uno dei drammi di questa pandemia è stata proprio la solitudine all'interno degli ospedali, una cosa agghiacciante e spesso vissuta non solo in terapia intensiva, ma anche nei reparti dove sono i malati meno gravi. Quindi Fratelli d'Italia pone molta attenzione su chi è malato e sul supporto che parenti e amici gli possono dare in questo frangente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trancassini, che rinuncia.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Prisco, che rinuncia.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Silvestri. Ne ha facoltà.

RACHELE SILVESTRI (FDI). Un minuto per unirmi ai miei colleghi e dire il motivo per cui noi ci asteniamo su questo emendamento. Tutti ricordiamo, come è stato detto dalla collega Frassinetti, quello che è successo l'anno scorso, come purtroppo le persone malate, ma soprattutto le persone con disabilità hanno dovuto affrontare da soli, oltre ai problemi giornalieri, che comunque hanno tutti i giorni, anche le varie difficoltà all'interno delle strutture ospedaliere. Quindi, per questo motivo, noi ci asterremo su questo emendamento, perché è importante anche per loro, come ha detto il collega Gemmato, mantenere un aiuto all'interno dell'ospedale e soprattutto un aiuto psicologico per la loro situazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cirielli: non è presente.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Silvestroni: non è presente.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Condivido quanto detto dal nostro referente, il nostro responsabile del dipartimento sanità, l'onorevole Gemmato. Condivido quanto ha detto e d'altronde la possibilità anche per i pazienti più deboli, più fragili, di poter accedere e essere accompagnati negli altri reparti è importante, e sottolineo che per questo mi dispiace, anche per la stima che ho per la collega, non è una sfiducia nei confronti della collega, però ci dobbiamo astenere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Devo dire che il tema è sicuramente complesso da affrontare, ci sono ovviamente valutazioni che porterebbero a un'idea positiva e altre, invece, evidentemente, a una negazione di questa possibilità. Come giustamente diceva il collega Deidda, la nostra posizione in questo momento è di astensione, perché riteniamo di dover capire meglio come strutturare questa possibilità per gli accompagnatori dei pazienti. Per cui in questo momento ci asteniamo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà. Poi non ho altri iscritti.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Soltanto per uniformarmi a quanto detto dal collega Osnato. Nella battaglia per le libertà individuali, ci sono aspetti delicati e controversi che vanno approfonditi meglio e su vari contesti, per cui confermiamo il voto d'astensione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.504 Giannone, parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Passiamo ora all'emendamento 4.27 Spessotto. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. L'emendamento presentato dal collega Spessotto, che, insieme ai test molecolari nasali, introduce la possibilità dei test molecolari salivari, ci offre la possibilità di aprire il ragionamento - evidentemente voteremo favorevolmente su questo emendamento - sugli strumenti, i mezzi e le armi, di cui in questo momento il sistema sanitario, inteso in senso lato, si dota per contrastare e combattere il Coronavirus. È di tutta evidenza che un test molecolare rapido salivare ha un minore impatto rispetto a un test nasale e ha un minore impatto rispetto a qualsivoglia analisi diagnostica che porta la violazione di parti del nostro corpo e, nella fattispecie, delle fosse nasali. Perché è importante disporre e poter autorizzare i tamponi rapidi salivari? È un'evidenza pratica. Da un lato, come ho detto, sono più facilmente utilizzabili, versatili e veloci; sono utilizzabili nelle scuole, nelle parrocchie, nei luoghi più affollati, nel momento in cui si dovessero richiedere durante i concerti. Quindi, una delle tre famose “T “, il testing, diventerebbe molto più rapido e molto più veloce.

Nel contempo - lo ripetiamo per l'ennesima volta -, contestando ontologicamente il green pass, facciamo notare e denunciamo il fatto che, per conseguire lo stesso, si può o vaccinarsi o sottoporsi a testing a tracciamento. È evidente che la prima è una libera scelta e ad oggi - lo voglio ricordare - non è stato ancora imposto l'obbligo vaccinale; la seconda, cioè la possibilità di testarsi e, quindi, di tamponarsi, è l'altra opzione che si offre agli italiani per poter acquisire il green pass. Noi rendiamo più semplici le due opzioni: dell'una, però, bisogna essere convinti e l'altra, evidentemente, che è un ripiego, la rendiamo semplice, fattiva ed economica. Per questo il gruppo di Fratelli d'Italia, oltre a proporre il test rapido salivare, ha chiesto la gratuità degli stessi tamponi (Applausi dei deputati del gruppo di Fratelli d'Italia). Perché è di tutta evidenza che noi non possiamo imporre qualcosa e non offrire l'alternativa. Non abbiamo il coraggio, vigliaccamente, di imporre in forza di legge quel qualcosa, ma, in forma induttiva, coercitiva, sottile e vigliacca, vogliamo portare gli italiani alla vaccinazione. Allora, non introduco questo tema, non casco nell'imbuto in cui molte volte, durante il dibattito d'Aula, il centrosinistra ci vuole indurre.

Noi non stiamo in questo momento parlando dell'obbligo vaccinale; noi non stiamo in questo momento ponendo in discussione la bontà dei vaccini, soprattutto se parliamo di vaccini che nello scorso secolo, vivaddio, hanno salvato l'umanità da migliaia di morti, e penso al vaiolo e penso a tante altre malattie. Non stiamo parlando di questo! Chi vi parla è vaccinato, le mie figlie hanno fatto tutti i vaccini, facoltativi e obbligatori, perché sono convinto delle vaccinazioni, ma qui parliamo d'altro. Se vogliamo introdurre il dibattito sui vaccini, lo possiamo fare, ma vi prego di farlo non con le lenti dell'ideologia, bensì con le lenti della scienza (Applausi del deputato Deidda). A margine di questo, però, noi stiamo parlando del green pass, noi stiamo parlando delle limitazioni delle libertà degli italiani, noi vi stiamo cercando di spiegare che non si possono limitare queste libertà, perché non si è convinti. Se voi foste convinti, avreste imposto l'obbligo vaccinale: se non siete convinti voi, non potete convincere noi con queste motivazioni. Allora, in forza di scienza e anche assumendoci responsabilità politiche, vi dico - e qui concludo, Presidente - che questo è uno strumento che può facilitare l'applicazione del green pass. È una bugia che se facilitiamo il tamponamento, adombriamo (sempre se non abbiate il retropensiero con il green pass di voler far vaccinare surrettiziamente gli italiani). Quindi, vi chiediamo un voto favorevole su questo, così come sugli altri emendamenti che stiamo discutendo e che vanno tutti in un'unica direzione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cabras. Per tre minuti, ne ha facoltà.

PINO CABRAS (MISTO-L'A.C'È). Sì, intendo sottoscrivere questo emendamento presentato dalla collega Spessotto, perché rappresenta un possibile paradigma diverso per affrontare l'emergenza COVID, molto più pratico, molto più razionale e sostenuto da solide ragioni scientifiche e pratiche. Un tampone salivare è più facile da usare: si introduce nel cavo orale e non nel naso, senza che sia richiesta una particolare perizia da parte del personale addestrato. Ciò lo rende fisicamente accettabile anche da bambini o da persone che hanno difficoltà, oltre che essere meno estenuante per tutti. Ogni tampone - abbiamo notizia di specifici esempi che sono utilizzati in molti Paesi europei - costa un euro, un prezzo in grado di non creare diseguaglianze insostenibili nel caso di un uso di massa e continuativo. Ad oggi, ad esempio, un tampone molecolare, in certi ospedali italiani, può arrivare a costare 80 euro. Mentre i normali test antigenici hanno elevatissimi margini di errore - non dimentichiamo che la Food and Drug Administration ormai li considera sconsigliabili -, i molecolari salivari consentono di avere un'accuratezza vicina al 99 per cento: perché? Perché si raccoglie più materiale genico, un microgrammo anziché un picogrammo di materiale, cioè significa mille volte di più, quindi con un'accuratezza senza paragoni rispetto a quello che viene fatto in massa oggi. Allora, dobbiamo chiederci: ma perché non si adottano? Perché è una sfida logistica difficile? Ma - io dico - abbiamo un generale che affronta la logistica e che è stato scelto per questo! Perché non impegnarlo ad acquistare e a diffondere dei macchinari che hanno un ammortamento facile da sostenere? Oltretutto, avere un sistema che raccoglie in massa dei tamponi è qualcosa che si può riutilizzare anche nel futuro. Non dimentichiamo, in anni di COVID, che ci sono circa 700 morti al giorno di tumore, che non ricevono sufficiente monitoraggio, assistenza, prevenzione e cure, e una delle possibili applicazioni dei tamponi salivari è anche nel campo della prevenzione dei tumori. Ragioniamo nel futuro, con un investimento che intanto cura meglio la situazione attuale. Oggi non c'è nessuna ragione per cui non si incoraggi una applicazione di massa dei tamponi salivari. Ciò consentirebbe di non gravare su certe fasce il carico di una vaccinazione sostenuta in modo non razionale, diversa da tutti gli altri Paesi europei; consentirebbe di non creare tutte quelle tensioni che si vogliono creare nel mondo del lavoro. L'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, non sul green pass (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Boldi. Ne ha facoltà.

ROSSANA BOLDI (LEGA). Grazie, Presidente. Intervengo brevemente su questi due emendamenti che riguardano i test salivari perché in Commissione anche noi avevamo presentato degli emendamenti che riguardavano i testi salivari, sia rapidi che molecolari. È passata la possibilità di ottenere il green pass con un test salivare molecolare, mentre sui salivari rapidi ci è stata chiesta una maggiore riflessione. Però mi sembrava doveroso, affinché la nostra azione non sembrasse assolutamente schizofrenica, dare una spiegazione del fatto che, per accordi che abbiamo preso, noi abbiamo annunciato il nostro voto favorevole a un determinato numero di emendamenti; su questo emendamento specifico - anzi, su questi due emendamenti specifici - non ci eravamo espressi e rimaniamo favorevoli al fatto che i test antigenici rapidi salivari vengano introdotti. So che c'è una riflessione da parte del CTS e da parte del Governo; mi auguro che questa riflessione venga esplicitata con l'accoglimento dei nostri ordini del giorno. Diciamo che, a questo punto, sentivo la necessità di dare una spiegazione coerente, sia per le nostre proposte fatte in Commissione, sia per il nostro voto, adesso, in Aula.

Quindi, mi auguro che questa decisione venga riconsiderata perché sono troppi i vantaggi di un test salivare rapido. In una fase come questa, con la riapertura delle scuole, con la circolazione che ci deve essere, con la ripresa della socialità eccetera, e per il fatto che non richiedano la presenza per fare il prelievo di personale sanitario, queste misure hanno talmente tanti vantaggi che mi rifiuto di pensare che il Governo non faccia una riflessione su questo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ianaro. Ne ha facoltà.

ANGELA IANARO (M5S). Grazie, Presidente. Anch'io prendo la parola per sottolineare che durante i lavori di Commissione su questo specifico argomento, anche il MoVimento 5 Stelle, con un emendamento a mia prima firma, aveva sottolineato l'importanza che si aprisse una maggiore considerazione e si chiedesse - è stato chiesto in maniera esplicita - l'inserimento dei tamponi salivari sia rapidi che molecolari, non soltanto ai fini dell'ottenimento del green pass (cosa che abbiamo ottenuto soltanto per i tamponi molecolari, considerati più attendibili rispetto ai rapidi), ma anche per la sorveglianza epidemiologica e per consentire una precoce individuazione di eventuali focolai di virus alla riapertura dell'anno scolastico. Detto questo, anche in seguito ad una proficua interlocuzione e al senso di responsabilità e di maturità che io sottolineo da parte del MoVimento 5 Stelle, abbiamo riformulato gli emendamenti, accogliendo la necessità di ulteriori approfondimenti relativamente all'attendibilità dei test salivari rapidi. Quindi, spero che da parte del Governo ci sia una apertura definitiva relativamente a questa questione che, sottolineo, è molto importante e che il MoVimento 5 Stelle ha posto sempre all'attenzione del Governo dal primo momento e sulla quale sono stati presentati emendamenti in Commissione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Osnato, a titolo personale, per un minuto. Non è presente in Aula. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. È curioso che l'altro giorno i progressisti, il Partito Democratico e il MoVimento 5 Stelle in Sardegna, nel consiglio regionale, abbiano chiesto alla regione di comprare i test salivari rapidi, anzi abbiano detto che la regione era in ritardo. Quindi, delle due l'una: questa è una grande presa in giro, perché i partiti che sono al Governo dicono che c'è bisogno di un approfondimento, però, poi, gli stessi partiti nei consigli regionali attaccano i governatori di centrodestra perché non fanno rapidamente gli acquisti dei tamponi rapidi salivari.

Ma come, qui riformulate gli emendamenti, dite che non sono attendibili e, poi, venite ad attaccare le forze di opposizione nei consigli regionali dicendo che non fanno il loro dovere? Cercate coerenza o richiamate i vostri consiglieri regionali a una maggiore correttezza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Silvestroni. Ne ha facoltà. Poi l'onorevole Cirielli.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Grazie, Presidente. Io ho ascoltato degli interventi, soprattutto quello del collega Gemmato, dove, praticamente, si porta avanti un'idea che riteniamo sì - ormai la frase è diventata comune - di buonsenso, ma che, in realtà, è conoscenza. Quindi, incentivare i test salivari può essere anche sicuramente un incentivo a farsi i vaccini, anziché, invece, mascherare l'obbligatorietà che avreste voluto mettere, ma che non mettete, con il green pass.

I test salivari potrebbero anche essere usati, per esempio, per non costringere le fasce fino a 18 anni a doversi per forza vaccinare, ma scegliere di vaccinarsi in base ai test salivari, perché se non puoi accedere perché non sei vaccinato, lo fai scientemente e non obbligatoriamente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà. Poi, l'onorevole Ciaburro.

EDMONDO CIRIELLI (FDI). Presidente, vorrei fare un ragionamento molto più banale: per mia sfortuna, un anno e mezzo fa, sono stato ammalato di COVID, sono stato uno dei primi e sono stato per ben due mesi positivo. Avrò fatto una trentina di tamponi, ovviamente quelli nasali che sono un'autentica tortura.

Poiché al fine di sconfiggere la malattia abbiamo anche interesse al tracciamento, sarebbe bene avere dei tamponi più sopportabili; ricordo che, allora, infilare questo tampone nel naso pure al mio piccolo bambino di quaranta giorni è stato veramente uno strazio. Io credo che con un po' di intelligenza e un po' di equilibrio in questo caos normativo, richiamare un'attenzione e fare una cosa utile sarebbe importante (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciaburro. Ne ha facoltà. Poi, l'onorevole Silvestri.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per sostenere questo emendamento che propone l'introduzione di test salivari, considerando la facilità di questi test sia per quello che riguarda la persona che deve sottoporsi al test, sia per quello che riguarda anche i tempi, forse, di prelevamento del campione. Questo consentirebbe un fastidio sicuramente meno invasivo rispetto al test che viene utilizzato oggi. Quindi, si chiede di accettare anche il tampone antigenico salivare per consentire procedure più stringenti nei tempi e meno invasività nei confronti dei pazienti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Silvestri. Ne ha facoltà. Poi ho l'onorevole Prisco.

RACHELE SILVESTRI (FDI). Grazie, Presidente. Questo è un argomento molto importante. Come abbiamo visto, anche dal banco dei nove, anche altri gruppi si sono esposti su questo tema, quindi, ne capiamo l'importanza ed è per questo che il Governo dovrebbe riflettere e, magari, anche ripensare all'approvazione di questo emendamento.

Su questo argomento mi voglio ricollegare al discorso del mio collega Cirielli. Se consideriamo i bambini, quando quest'anno, durante la scuola, i nostri bambini si sono trovati con una persona positiva, si sono dovuti sottoporre al test nasale. Per loro è come se fosse una tortura; ci sono anche bambini molto piccoli. Per questo è importante iniziare ad usufruire di questa possibilità, perché è una possibilità di tracciamento; e non dimentichiamoci che il tracciamento è fondamentale, oltre al discorso dei vaccini. Quindi, cerchiamo di andare tutti nella stessa direzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Prisco. Ne ha facoltà. Poi, l'onorevole Trancassini. L'onorevole Prisco rinuncia. Quindi, passiamo all'onorevole Trancassini. Prego, ne ha facoltà. Poi, l'onorevole Frassinetti.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Ci piacerebbe ascoltare dal Partito Democratico, dal collega che prima è riuscito a risvegliare la curva sud del PD, qualcosa su questo tema, perché, insomma, è un tema centrale che non può essere svilito e lasciato soltanto al ruolo dell'opposizione. Non si capisce davvero come non si introduca questa possibilità. Lo ha spiegato molto bene, per esperienza diretta, il collega Cirielli: è un modo per avvicinare anche le persone a fare prevenzione, perché, se il test è semplice, indolore e facile, siamo tutti quanti più spinti, ci viene più naturale farlo.

Il silenzio da parte del Partito Democratico, così bravo e vivace prima ad accendere la propria curva, veramente ci sorprende.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà. Poi, l'onorevole Giovanni Russo.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Veloci, economici e meno invasivi. Direi che queste tre parole sono sufficienti a rendere bene l'idea della funzionalità dei test salivari. Andrebbero usati nelle scuole per un tracciamento molto importante e costante, rivolto soprattutto ai bambini delle elementari e delle secondarie inferiori. Quindi, mi sembra un emendamento che sia importantissimo approvare.

Per questo Fratelli d'Italia lo appoggia con convinzione, perché un modo per contrastare l'infezione è sicuramente quello del tracciamento e un modo agevole per fare il tracciamento è quello di usare i test salivari.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giovanni Russo. Ne ha facoltà. Poi, l'onorevole Lucaselli.

GIOVANNI RUSSO (FDI). Grazie, signor Presidente. Noi abbiamo visto dall'inizio dell'epidemia come gli strumenti diagnostici e soprattutto quelli finalizzati a rilevare la presenza del virus hanno avuto anche una certa evoluzione.

All'interno del sistema dei tamponi e dei test in generale noi possiamo ormai accogliere bene anche quello salivare, che, come diceva prima il collega Cirielli, soprattutto per i bambini ha una grandissima rilevanza e una grandissima importanza, perché il test nasale e quello oronasale costituivano, appunto, molte volte una vera e propria tortura. Quindi, sostengo insieme a Fratelli d'Italia questo emendamento, che sicuramente può dare grandi benefici, soprattutto per la platea dei più piccoli.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà. Poi, l'onorevole Albano.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Noi siamo fermamente convinti che il metodo migliore per monitorare quello che accade nella diffusione del virus siano i tamponi e questo lo abbiamo detto in tutti questi giorni e lo abbiamo ripetuto più volte. È chiaro che, parlando soprattutto dei più piccoli, parlando dei bimbi, che sono anche assolutamente delicati e devono essere trattati in modo delicato anche relativamente al “tamponaggio”, il tampone salivare offrirebbe l'opportunità di un monitoraggio più costante, più facile e più sereno, soprattutto per i più piccoli.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Albano. Ne ha facoltà. Poi, l'onorevole Caiata.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente. Ecco, ce lo ricordava la collega Frassinetti: veloci, economici e meno invasivi e, quindi, adatti sicuramente per la rilevazione della presenza del virus all'interno delle scuole e nei confronti dei minori.

Ebbene, volevo ricordare che la regione Marche, governata dal presidente Acquaroli, è stata la prima alla testa delle battaglie per il riconoscimento dei tamponi salivari per poter avere il green pass, attuando un modello innovativo che potesse in qualche modo rilevare, attraverso le “scuole sentinella”, la presenza del virus all'interno della scuola, per evitare il ritorno alla didattica a distanza e le quarantene ai bambini e ai loro genitori. Ecco un esempio di buon governo che può essere sicuramente preso come esempio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caiata. Ne ha facoltà. Poi, l'onorevole Ferro.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Anch'io porto un'esperienza personale: la squadra di calcio l'anno scorso ha fatto nel protocollo sanitario 86 tamponi e immaginate che cosa possono provocare 86 tamponi nasali e faringei.

In realtà, assistiamo a una grande contraddizione: ci siamo preoccupati dei bambini e adesso i colleghi del Partito Democratico nulla dicono per la tutela dei più piccoli quando li dobbiamo sottoporre a un tampone.

Allora, visto che è evidente che è vantaggioso, i motivi per cui non li vogliamo accettare possono essere semplicemente due: in primo luogo, o vogliamo discriminare la saliva rispetto alla faringe - ma non credo che sia questo il vero motivo - oppure dobbiamo tutelare degli interessi, abbia pazienza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà. Poi, l'onorevole Mollicone.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Per ribadire quanto ampiamente spiegato anche in questo emendamento dal collega Gemmato e dai colleghi che mi hanno preceduto rispetto alla possibilità di scelta, anche con uno strumento che ha delle basi scientifiche e che è certamente meno invasivo, molto rapido e soprattutto economico, a seguito, ovviamente, della spesa che gli italiani dovranno affrontare, anche se abbiamo sentito dire da qualche componente del CTS che per quanto riguardava la proposta dei tamponi gratis, fatta da Fratelli d'Italia, è come regalare un condono a dei morosi fiscali. Io credo che questo Paese stia abdicando alla possibilità e alla libertà di scelta anche su come poter accertare se eventualmente c'è il virus.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà. Poi, l'onorevole Osnato.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Questo per ribadire quanto siamo a sostegno di questo emendamento rispetto già al passo avanti fatto con il molecolare salivare, che, però, richiede 72 ore per l'esito dell'esame e quindi, comunque, è un molecolare salivare lento. Invece, noi proponiamo - e non solo noi, ma anche alcuni rappresentanti ed esperti - quelli salivari rapidi, che non sono ritenuti validi. Sapete perché? Perché non c'è nessuno che certifica l'esito dell'esame e non perché non siano attendibili (su questo siamo d'accordo). Abbiamo apprezzato l'intervento della collega Ianaro, speriamo che su questo ci sia la convergenza e sul decreto-legge n. 111 presenteremo emendamenti relativi, proprio perché a scuola sarebbero risolutivi - e anche in altri contesti, ma cominciamo dalla scuola - e darebbero la certezza dell'immunità delle varie classi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. È evidente che qui viviamo un attimo di confusione da parte di chi ritiene di non accettare questo emendamento, perché, vede, una delle accuse che viene fatta alla nostra Italia è di non riuscire ad avere un tracciamento preciso perché si tampona poco. Se questo elemento di controllo, ossia il tampone salivare (chiamiamolo così), è più rapido, più veloce, meno invasivo, meno costoso e di più facile diffusione, credo che anche le problematiche di carattere amministrativo si possano risolvere e andare velocemente in approvazione, anche verso l'inizio dell'anno scolastico che è molto importante, da questo punto di vista (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Costanzo. Ne ha facoltà, per un minuto.

JESSICA COSTANZO (MISTO-L'A.C'È). Sul test salivare, soprattutto l'emendamento che è stato approvato in Commissione è vero che ha aperto un varco, come ha detto anche la collega Ianaro, che è un'esperta in materia, ma è ancora un varco troppo stretto, innanzitutto perché il Ministero della Salute dovrebbe aggiornare anche le linee guida e non considerare il test salivare come secondario, come subordinato al tampone antigienico, e soprattutto bisognerebbe estenderlo a tutta la popolazione, e non solo in ambito scolastico, anche perché, come abbiamo visto e come è stato detto, è un tampone che ha maggiore accuratezza, più tempestività e sicuramente favorisce il tracciamento e lo screening, essendo anche meno invasivo. Infine il costo, perché 15 euro ogni 48 ore non tutti gli italiani se le possono permettere e, quindi, dovremmo fare 30 e anche 31.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sodano. Ne ha facoltà.

MICHELE SODANO (MISTO). Grazie, Presidente. Io veramente sono allibito. Cioè, di cosa stiamo parlando? Qui serve fare interventi su interventi, naturalmente nel totale silenzio di questa maggioranza, per chiedere che il tampone salivare venga ritenuto efficace per ricevere il green pass. Ma allora, visto che spesso guardiamo oltre confine, lo vogliamo capire che in Germania e in Austria il tampone salivare non solo è valido, ma - vi dico di più - è anche gratuito (Applausi di deputati dei gruppi Misto e Fratelli d'Italia - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)? E qui, invece, noi non riusciamo a fare un confronto sano per poter rendere la vita più facile ai nostri cittadini in un periodo già drammatico! Invece di scimmiottare e di fare questi versi entriamo nel merito, che per una volta sarebbe interessante…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole Sodano.

MICHELE SODANO (MISTO). …e darebbe dignità a questo Parlamento, così svilito (Applausi di deputati dei gruppi Misto e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Leda Volpi. Ne ha facoltà.

LEDA VOLPI (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Intervengo per sottolineare, appunto, il fatto che non ci sia un granché da aspettare a diffondere l'uso dei test salivari. Non capiamo il motivo per cui dovremmo attendere ulteriormente. Come hanno ricordato alcuni colleghi, i test salivari sono utilizzati ampiamente in altri Paesi europei e, tra l'altro, sono stati utilizzati anche in alcune regioni italiane, quindi, non c'è proprio motivo di aspettare, anche perché rappresentano un presidio fondamentale per lo screening nelle scuole e nei luoghi di lavoro, quello sì che potrebbe arricchire il protocollo di sicurezza in ogni luogo della socialità.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Forciniti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-L'A.C'È). È evidente che l'ostracismo di questa maggioranza e del Governo verso il test salivare non dipende dalla sua attendibilità ma dalla sua semplicità, perché il test salivare non fa male, non è invasivo, è indolore, mentre voi, invece, volete punire, volete che i cittadini che devono fare il tampone e che non vogliono vaccinarsi soffrano, così li costringe ad andare a fare il vaccino. Voi non avete minimamente a cuore la salute dei cittadini. Questo green pass è un'arma politica con cui volete costringere, senza obbligare i cittadini a vaccinarsi, nonostante l'EMA ci dica che ancora c'è bisogno di oltre due anni di studi per capire gli effetti anche di medio e lungo periodo, nonostante i giovani, soprattutto i minorenni, è evidente che hanno un tasso di mortalità pari a zero nella loro fascia di età, eppure voi volete ostinarvi, con questa vaccinazione di massa…

PRESIDENTE. Concluda.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-L'A.C'È). …avendo l'ipocrisia, però, di non obbligare sulla carta, lasciando libertà di scelta ma, poi, punendo quei cittadini che volete obbligare surrettiziamente (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.27 Spessotto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Passiamo all'emendamento 4.505 Zucconi. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zucconi. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento è funzionale a far sì che si possano usare test antigenici rapidi anche attraverso campioni salivari facendone conseguire una valenza di certificazione green pass. Ora, io siccome sono abbastanza convinto, ho ascoltato le dichiarazioni della collega Ianaro e ho letto l'emendamento a prima firma Panizzut che insisteva sullo stesso argomento; io credo che in quest'Aula non ci sia poi questa distanza sulle posizioni, ma se non si vuole accogliere la tesi e la teoria e smentire il collega Forciniti per il discorso, non proprio peregrino, che ha fatto poco fa, cerchiamo di ragionare e di leggere bene. Perché il dettato dell'articolo 4, invece, limita al solo molecolare il test salivare, quindi, fa una limitazione cogente e si riferisce, tra l'altro, al rispetto di una circolare del Ministero della Salute che rischia di essere poco leggibile, poco chiara.

Intanto non si capisce se il riferimento è proprio a quella circolare lì, perché, normalmente… Scusate, sottosegretari, avrei bisogno di un minimo di attenzione. Non si capisce, perché altrimenti il riferimento dovrebbe avere un numero e una data. Al di là di questo, la circolare va letta. Se è quella emanata a firma dei direttori Rezza e Iachino, in questa si afferma che il campione di saliva – in modo generico - può essere considerato un'opzione per il rilevamento dell'infezione COVID qualora non sia possibile ottenere tamponi oro-naso-faringeo. Quindi, la limitazione non è totale, in questa circolare si lascia una possibilità. Benissimo. Oppure si fa riferimento a una circolare che deve essere ancora emanata e ci auguriamo che questo possa accadere, ma non c'è niente di preclusivo.

Ma poi noi sappiamo che oggettivamente la certezza di non aver contratto il COVID, di non essere portatori di COVID, più semplicemente di non essere malati di COVID la si acquisisce solo e unicamente dopo aver fatto un tampone. Quindi, tutti riconosciamo l'importanza della vaccinazione; tutti però riconosciamo anche l'importanza dei tamponi, perché sono quelli gli unici che ci dicono - non come il vaccino, che attenua di molto la possibilità di contagio -, se, in quel momento, noi siamo portatori o meno del Coronavirus. Io voglio segnalare anche un fatto commerciale che ha la sua importanza. Ci sono circuiti, gruppi farmaceutici che si sono già attrezzati abbondantemente per questi test salivari rapidi. Ora la pratica insegna che quando accadono queste cose, vuol dire che si prefigura la possibilità che questi test antigenici abbiano una loro fondatezza, una loro attendibilità; semmai, ne hanno qualcuna in più per eccesso, cioè è più facile che denuncino un falso positivo che un falso negativo. Queste sono le evidenze che ci sono. L'altro giorno sentivo dire: ma cosa fanno le regioni governate dal centrodestra? Le regioni governate dal centrodestra come, per esempio, la regione Marche, hanno già acquistato 500 mila dosi di test salivari e stanno spingendo all'interno della Conferenza Stato-regioni perché il Governo, il CTS, ritorni su questa decisione. Quindi, cos'è che andrebbe espunto dal discorso? La parola: “quest'ultimo”. L'emendamento recita che sono sostituite dalle seguenti, ovvero l'effettuazione di un test antigienico rapido molecolare, quest'ultimo anche su campione salivare. Basterebbe togliere quella parola, “quest'ultimo”, perché si apra la possibilità di promuovere test salivari, perché, come è già stato detto, costano meno e certo è importante, non sono invasivi e questo è altrettanto importante e sono rapidi, perché se si è circoscritta la validità alle 48 ore e buona parte di queste 48 ore viene usata per avere la risposta al test molecolare, si inficia tutto.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole Zucconi.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Ancora, voci dal CTS. Io ricordo le dichiarazioni di Sergio Abrignani e di Fabio Ciciliano, membri del CTS – sì, concludo in dieci secondi -, che invece hanno riconosciuto al test salivare rapido una loro funzione, soprattutto di monitoraggio e di prevenzione. Allora, quello che chiediamo oggi è una valutazione più attenta da parte del Governo. Siamo aperti a valutazioni generali, a valutare anche un eventuale accantonamento, ma che non sia di stile, senza prendersi in giro, e ad andare a vedere se possiamo raggiungere una posizione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Osnato. Ne ha facoltà, per un minuto. Non c'è. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Presidente, leggo il comunicato stampa: “Rinunciare a questa possibilità (ai test salivari) significherebbe favorire l'avanzata del virus e rendere meno agevole e sicuro il regolare svolgimento della didattica in presenza nelle scuole dell'Isola”, concludono i consiglieri regionali del PD”. Ovviamente, dicono anche che è lo strumento più efficace e che la regione Toscana ha già introdotto i test salivari e che è già dimostrata la validità scientifica e, poi, ovviamente, i test salivari per ripartire in totale sicurezza sono il metodo. Questo è il comunicato del Partito Democratico in Sardegna, quindi, vorrei capire chi è che fa propaganda sul COVID e sui tamponi. Qui state bocciando emendamenti delle forze di opposizione che chiedono la gratuità e l'introduzione e, poi, nelle regioni andate a fare propaganda, dicendo che siete voi che li proponete? Ma per cortesia!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Silvestroni. Ne ha facoltà. Poi l'onorevole Cirielli.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Grazie, Presidente. Ribadisco quello che ho appena affermato, perché questo emendamento è simile all'altro, però, anche qui, non si riesce a capire come non si possa non approvare un emendamento di questo tipo. Tra l'altro, proprio dai banchi della maggioranza, della maggioranza di sinistra, era arrivato l'invito ad essere propositivi, anziché fare solo una mera opposizione allo strumento del green pass. E, allora, se c'è un test che è meno invasivo, più economico e che può dare risultati maggiori del test molecolare, perché non prendere questo invito e questo emendamento e farlo proprio della maggioranza? Io non riesco a capire questa opposizione a se stessi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà. Poi l'onorevole Ciaburro.

EDMONDO CIRIELLI (FDI). Presidente, mi rivolgo al sottosegretario, ai sottosegretari, perché io oggettivamente non riesco a capire le ragioni di questa scelta. Non penso che sia un provvedimento blindato: se avessimo almeno la spiegazione tecnico-scientifica, visto che questo Governo si ammanta sempre di dire che segue i tecnici, che segue la scienza. Magari, c'è qualche collega esperto scienziato della maggioranza - che, in genere, interviene per rimbrottarci - che ci spiega perché non è possibile. Può essere che noi capiamo, se ce lo spiegate, magari in modo semplice, perché voi siete scienziati e noi no, e, quindi, poi lo ritiriamo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciaburro. Ne ha facoltà. Poi l'onorevole Caretta.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento chiede di aprire alla legittimazione, tra i test con cui si monitora se nell'individuo, nel soggetto, c'è la presenza del COVID, dei test salivari. Questo, come è già stato ampiamente definito, chiarito, illustrato, consentirebbe di essere più veloci, più economici e, soprattutto, meno invasivi. È uno strumento in più che la scienza ci offre non solo per i non vaccinati, ma anche per i vaccinati che devono monitorarsi perché, magari, sono entrati in contatto con persone contagiate. Quindi, davvero è la scienza che ci offre uno strumento che va a migliorare un processo di verifica dello stato di salute dei nostri cittadini: non si capisce questa miopia nel non volerlo accogliere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caretta. Ne ha facoltà. Poi l'onorevole Baldini.

MARIA CRISTINA CARETTA (FDI). L'estensione dell'ambito applicativo del green pass ha modificato indirettamente anche l'ambito applicativo dei test antigenici e dei tamponi rapidi, dando luogo ad un'ampia e diffusa necessità di screening ripetuti. I tamponi salivari permettono di effettuare numerosi controlli in modo rapido, non invasivo, con enorme facilità, permettono di effettuare controlli costanti dell'andamento della pandemia dei cittadini. Considerando anche la diffusione di varianti e l'imprevedibilità del virus, il tracciamento mediante tamponi salivari permette di realizzare un meccanismo di controllo proattivo integrato e funzionale a garanzia del benessere di tutti i cittadini. Per questo motivo, chiedo di sottoscrivere la proposta emendativa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldini. Ne ha facoltà. Poi l'onorevole Giannone.

MARIA TERESA BALDINI (CI). Grazie, presidente. Volevo sottolineare che questi test salivari hanno sicuramente una buona attendibilità, però bisogna considerare il fatto che fare un test salivare può essere più complesso di fare un test faringeo: deve essere fatto a distanza dei pasti, in un certo modo, ha problemi con gli aerosol, quindi con un luogo più o meno aerato.

Quindi, può sembrare che questo test salivare sia un test molto più semplice di un test faringeo, mentre invece la cosa non è così e dobbiamo ancora avere delle attendibilità di esecuzione di questi test che devono essere considerate. Quindi, questa attenzione che il Governo sta facendo nei confronti di questo provvedimento è proprio per questo motivo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giannone. Ne ha facoltà.

VERONICA GIANNONE (FI). Grazie, Presidente. Questo emendamento, come anche quello precedente, in realtà, tende a far accettare i test salivari rapidi, così come quelli che, invece, vengono fatti attraverso i test nel naso, sempre rapidi. L'Istituto superiore di sanità scrive sul suo sito: “L'affidabilità per i test antigenici rapidi, che siano mediante tampone nasale, naso-orofaringeo salivare” - è uguale - “non è ancora paragonabile a quella di quelli molecolari e la positività di alcuni contesti può richiedere la conferma del test molecolare”. Quindi, io mi chiedo: se per quanto riguarda il tampone nasale o naso-orofaringeo è comunque previsto il tampone rapido, non capisco per quale motivo quello salivare non possa essere preso in considerazione nello stesso identico modo, visto che, comunque, lo stesso Istituto superiore di sanità ritiene che l'affidabilità è paragonabile per tutte e tre le tipologie. Visto che anche la collega, in precedenza, del MoVimento 5 Stelle ha detto che, in realtà, in Commissione hanno preferito prendere tempo per una valutazione relativa a questi test salivari rapidi, mi sembra che ciò non sia proprio corretto, visto che, come ho già espresso leggendo dal sito, che non cambia nulla, l'importante è che sia comunque rapido, indipendentemente dalla tipologia. È il motivo per il quale, visto che abbiamo l'opportunità oggi di votarlo e di farlo approvare senza bisogno di attendere altro tempo, senza bisogno di fare ulteriori controlli, che non sono necessari, a mio parere, dovremmo essere più o meno tutti abbastanza d'accordo e votarlo favorevolmente (Applausi di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rachele Silvestri. Ne ha facoltà. Poi, l'onorevole Prisco.

RACHELE SILVESTRI (FDI). Grazie, Presidente. Come è stato detto dai colleghi che mi hanno preceduto, anche dalla collega Giannone, questo è un emendamento molto, molto importante per tutti i cittadini perché, comunque, la prevenzione, il tracciamento del COVID non è che scompare, perché fortunatamente ci stiamo vaccinando. Purtroppo dobbiamo continuare a mantenere un tracciamento. Anche con riferimento agli emendamenti che abbiamo fatto all'inizio, dove chiedevamo di togliere il tracciamento per la zona bianca, voi avete voluto mantenerlo, quindi è giusto mantenere la tracciabilità ed è giusto dare la possibilità alle persone di avere dei test salivari rapidi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Prisco: ha rinunciato. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trancassini. Ne ha facoltà. Poi, l'onorevole Frassinetti.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Il tema dei test salivari è un tema importante, ma certo è che quanto detto e le agenzie lette dal collega Deidda meritano una risposta. Io mi auguro che almeno su questo ci sia la disponibilità da parte del Partito Democratico di battere un colpo e dire una parola, se non sull'emendamento, sul fatto che in consigli regionali vengono firmate richieste, si fanno comunicati stampa per dire esattamente e per chiedere esattamente quello che stiamo chiedendo noi. Lo dico per dare un po' di credibilità alla politica, non tanto credibilità al vostro partito, ma la politica merita che il dibattito sia serio e ci sia almeno un esponente del Partito Democratico che ci dica se state sbagliando voi o se stanno sbagliando i vostri negli altri consigli regionali (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà. Poi, l'onorevole Giachetti.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Anche questo emendamento tratta la questione delle prove salivari, ma mi sembra un po' strano che in questa sede si possa confutare il fatto che sia un esame facile, molto più facile degli altri tipi di tampone. Il fatto che in Francia venga usato ormai in maniera sistematica come screening dei bambini e degli studenti da tempo, lascia pensare che non sia così. Quindi ribadisco che noi, invece, crediamo che sia importante per il tracciamento introdurre questo tipo di esame.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà. Poi l'onorevole Giovanni Russo.

ROBERTO GIACHETTI (IV). Presidente, la ringrazio. Io non ho alcuna competenza su materie di questo tipo, quindi cerco anche di capire in base al dibattito. Siamo un po' tutti abbrutiti da un dibattito in cui abbiamo sentito tante cose strampalate; abbiamo rivissuto la via delle fake news riversata anche qua dentro. Benissimo, però io penso che noi dobbiamo avere anche la lucidità, pensando magari a coloro che ascoltano il dibattito - anche se saranno pochi - che si svolge in quest'Aula, di distinguere le cose strumentali, le cose più strampalate e via dicendo, dalle cose che, forse per la mia incompetenza, hanno un qualche senso. Stiamo parlando di una questione che non possiamo legare a tante altre questioni che sono state sollevate. Allora, forse, anche per rispetto della capacità di tutti noi di poter poi comprendere quello che sta accadendo - noi che non siamo esperti - questa forse è una delle occasioni nelle quali - sono sicuro che il Governo avrà tutte le motivazioni per venire meno all'adesione a una proposta di questo genere, che a me che sono incompetente non sembra così senza senso - vale la pena che il Governo si alzi e dia delle spiegazioni (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Misto-L'Alternativa c'è). Infatti, un conto è essere contrari rispetto alle fake news che sentiamo, ma se ci sono degli argomenti - peraltro, come abbiamo sentito, in alcune regioni è uno strumento che viene utilizzato - che, rispetto al nostro buonsenso nel ragionamento, non ci appaiono delle follie, se c'è una ragione per la quale votiamo contro, questa è un'occasione per cui il Governo si dovrebbe alzare in piedi e spiegare - non tanto e solo a noi ma per la dignità di un dibattito che comunque ci deve essere qui dentro - le sue ragioni su una cosa che appare di buonsenso.

Lo ripeto: se non c'è una ragione, se non va bene, in questa occasione credo che il Governo avrebbe il dovere di spiegare, non solo all'opposizione ma a tutti noi, la ragione per la quale una cosa che parrebbe di buonsenso non si possa fare (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giovanni Russo. Ne ha facoltà. Poi l'onorevole Lucaselli.

GIOVANNI RUSSO (FDI). Grazie, signor Presidente. Prendo spunto anche dalle parole del Presidente Giachetti per rimarcare un principio che ho più volte espresso, cioè la mancanza di buonsenso che noi vediamo nella gestione di questa fase, diciamo, post pandemica - ma nemmeno tanto - per cui, molte volte, delle scelte che ci sembrerebbero quasi ovvie, in realtà non vengono prese ed altre che ci sembrano assurde vengono adottate. Noi stiamo discutendo di questo decreto sul green pass che vede tanti punti oscuri, che però saranno inflitti e già sono stati inflitti anche agli italiani: limitazioni di libertà senza poterne discutere, perché semplicemente è stato emanato il decreto, che ovviamente è subito esecutivo e poi sarà convertito entro 60 giorni. Noi abbiamo visto già un'estate con i cittadini privati di alcune libertà, così, ex abrupto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà. Poi ho l'onorevole Sodano.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Noi abbiamo cercato di descrivere i motivi per i quali non condividiamo la scelta del Governo di porre in essere il green pass. Nonostante questo, proprio perché continuiamo ad essere una opposizione responsabile, che cerca di dare delle alternative e di non porre soltanto delle domande, abbiamo cercato di spiegare, attraverso la proposizione dei nostri emendamenti, i motivi per i quali il green pass, nella sua attuazione pratica, di fatto non impedisce la circolazione del virus.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sodano. Ne ha facoltà, per 1 minuto.

MICHELE SODANO (MISTO). Grazie, Presidente. Innanzitutto, penso sia doveroso ringraziare l'onorevole Giachetti per il suo intervento, unica voce in questa maggioranza capace di chiedere al sottosegretario Costa delle spiegazioni su un tema così importante. Mi sarebbe piaciuto ascoltare i deputati del MoVimento 5 Stelle, della Lega, del Partito Democratico, chiedere al sottosegretario Costa per quale motivo i tamponi salivari vanno bene in Germania e in Austria, e invece nel nostro Paese (Applausi di deputati del gruppo Misto) dobbiamo limitarci sempre a pratiche, perdonatemi, invasive, che oggi sono completamente superate.

Quindi, mi unisco alla richiesta dello stimato onorevole Giachetti per chiedere al sottosegretario Costa di riferirci in materia di tamponi salivari.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Albano. Ne ha facoltà. Poi l'onorevole Caiata.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente. Chiedo di sottoscrivere e ringrazio il collega Zucconi per aver presentato questo emendamento, perché è un annullamento di una locuzione, la locuzione “quest'ultimo”, che può fare la differenza. E fa la differenza perché dà la possibilità di utilizzare i tamponi salivari anche rapidi. D'altro canto, i tamponi rapidi vengono utilizzati e poi, per poter confermare la presenza del virus, è necessario sempre comunque un tampone molecolare, ma per lo screening sono fondamentali e per lo screening vengono utilizzati in diversi Paesi in maniera sistematica. Non si vede perché il Governo non possa fare un approfondimento, come più volte ricordato in quest'Aula, e rivedere la posizione sull'emendamento in questione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caiata. Ne ha facoltà. Poi l'onorevole Gemmato.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Chiedo di sottoscrivere l'emendamento del collega Zucconi. Chiedo al sottosegretario Costa, che si è già contraddistinto per sensibilità, di valutare la possibilità di accantonare questo emendamento; del resto, glielo chiedono buona parte delle forze anche della sua maggioranza. Tranne il silenzio assordante del PD, mi sembra che tutte le altre forze politiche di questo Governo chiedano di sostenere questo provvedimento. È uno di quei provvedimenti che dà dignità, che dà chiarezza, che toglie nebulosità, per cui, come diceva un noto cantautore, il Governo, se non prende in considerazione questa cosa, perde un'altra occasione buona stasera. Non perdete l'occasione di dimostrare che si può ascoltare, che si può cambiare idea, o quanto meno cercate di spiegarci, convinceteci, come diceva giustamente il collega Giachetti, perché non va bene questa nostra richiesta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il relatore, l'onorevole Rizzo Nervo. Ne ha facoltà. Quindi, onorevole Gemmato, se non le dispiace, darei la parola al relatore prima del suo intervento, così ci dà, magari, eventualmente, anche il parere sulla richiesta di accantonamento che ha formulato l'onorevole Caiata. Prego, relatore.

LUCA RIZZO NERVO, Relatore. Grazie, Presidente. Ci tenevo a rispondere alle domande che sono state poste in un dibattito che, anche in questo caso, ha avuto un suo precedente molto ricco di opinioni e di confronto all'interno della Commissione referente, dove vi erano molte proposte emendative da parte di tutti i gruppi che andavano in questa direzione.

Io ci tengo a dire una cosa: non c'è alcuna contrarietà, tantomeno di tipo ideologico, ai test salivari, anzi, c'è tutto il favore rispetto a test che possano essere di minore invasività, di maggiore rapidità, di maggiore facilità, però necessariamente anche di almeno uguale attendibilità. E qui c'è il tema che si pone al momento e che impedisce di dare parere favorevole a questi emendamenti: ricordo che stiamo parlando di un emendamento che non riguarda l'utilizzo dei test salivari al fine dello screening, ma stiamo parlando dell'utilizzo dei test salivari per l'accesso, per l'ottenimento del green pass.

Ricordo anche all'Aula - come è stato ricordato onestamente da alcuni interventi - che un passo importante in questo senso è stato fatto proprio in Commissione, dove è stato accettato, dove è stato proposto e approvato un emendamento che consente oggi di poter utilizzare i test salivari molecolari per accedere al green pass: questo a dimostrazione che non c'è nessunissima contrarietà all'utilizzo dei test salivari.

Qual è, ad oggi, il problema? Il problema, ad oggi, è che i test salivari antigenici rapidi, a differenza dei molecolari, non sono considerati, ancora oggi, dal CTS, da coloro che ovviamente devono dare supporto scientifico alle nostre decisioni, sufficientemente performanti, perché hanno una sensibilità più bassa e, quindi, sono considerati meno affidabili e per questo richiedono, a conferma del loro esito, l'effettuazione in laboratorio del test molecolare; così facendo, escludono, annullano il vantaggio temporale che ci darebbe un test rapido antigenico. Questo è il motivo ad oggi - ripeto, ad oggi - dell'esclusione di questo test e non dei salivari tout court. L'intenzione - credo che anche il dibattito dell'Aula lo abbia confermato – è quella di proseguire in questo approfondimento e credo anche che ci siano molti ordini del giorno che su questo chiedono che vi sia un supplemento di approfondimento e, mi permetto di dire, anche una certa rapidità, ove fosse possibile, di questo approfondimento per verificare se ci siano le condizioni per poter ampliare presto anche ai test salivari rapidi la possibilità di accesso per ottenere il green pass. Quando questo sarà possibile, quando vi saranno certezze su base scientifica di questo, sicuramente credo non ci sarà la contrarietà del Parlamento e della maggioranza. Per questa ragione, non ci sono le condizioni per l'accantonamento perché purtroppo le ragioni di contrarietà sono chiare e permanenti.

PRESIDENTE. Insiste, l'onorevole Caiata, per l'accantonamento? Onorevole Zucconi, mi illumina lei su questo punto? Quindi, un intervento a favore e uno contrario. Ha chiesto di parlare, a favore, l'onorevole Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo a favore della richiesta di accantonamento dell'emendamento proprio partendo dalle parole del collega Rizzo Nervo poc'anzi citate. Sostanzialmente è vero che c'è un'affidabilità minore dei test salivari antigenici ma, avendo una soglia bassa, come lei opportunamente riportava, significa che ciò dà maggiormente falsi positivi. Dando falsi positivi, evidentemente, facendo questo test rapido andremmo a scremare chi è negativo e che sicuramente è negativo; per il falso positivo, evidentemente, accederemmo a una seconda fase di analisi, magari con un molecolare, per conferma. Lo ripeto, si tratta di strategie e di munizioni che noi mettiamo al nostro arco per combattere il Coronavirus. Evidentemente c'è in sé una criticità ma è una criticità compendiabile: soglia bassa, falso positivo. Falso positivo significa che il negativo è sicuramente negativo e ciò significa che il positivo avrà un supplemento d'indagine, ma se è positivo. Non voglio entrare nel tecnicismo del molecolare e dell'antigienico ma noi, se è negativo, facciamo circolare un negativo; sicuramente, non facciamo circolare un positivo, che è ciò che a noi interessa. Quindi, io dico accantoniamolo - e qui è la mia dichiarazione - perché possiamo anche chiedere ai tecnici un supplemento di riflessione rispetto a ciò che hanno detto e, quindi, sicuramente non facciamo cosa sbagliata (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Qualcuno che vuole intervenire contro? No. Allora, passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico, senza registrazione di nomi, la richiesta di accantonamento, dell'emendamento 4.505 Zucconi.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 276 voti di differenza.

Riprendiamo la discussione sull'emendamento 4.505 Zucconi. Ha chiesto di intervenire, a titolo personale, l'onorevole Raduzzi. Ne ha facoltà.

RAPHAEL RADUZZI (MISTO). Grazie, Presidente. Intervengo perché voglio replicare a quello che ho sentito dal relatore di maggioranza.

Noi stiamo parlando di tamponi rapidi e abbiamo sentito dal relatore dire che questi andrebbero bene, ma il CTS non si è ancora aggiornato. Allora, vorrei chiedere a quest'Aula: ma non facciamo prima a chiedere ai cittadini di eleggere il CTS? A cosa serve il Parlamento, a cosa serve la politica, a cosa serviamo noi deputati? Stiamo parlando di tamponi rapidi che già si fanno in Austria, in Francia, in Germania e in tantissimi Paesi europei (Applausi di deputati del gruppo Misto e dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e, se noi veramente ci teniamo a tracciare il virus e a contenere la pandemia, dovremmo agire subito e non stare qui ad aspettare che qualche comitato tecnico-scientifico scelto da voi si aggiorni e cerchi di vedere le cose (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Per sottolineare la validità di questo emendamento. anche rispetto a quello che hanno appena detto i colleghi, cioè gli esempi europei analoghi. Soprattutto, intervengo per dire che c'è una circolare del 29 settembre 2020, firmata da Rezza, del Ministero della Salute, che diceva già che si prendevano in considerazione anche i tamponi salivari rapidi, ma che c'era il dubbio sul fatto che poi dovessero essere confermati. Questo però accadeva pure con quelli faringei fatti in aeroporto. Quindi, c'è la stessa criticità e non si capisce perché vada bene in tutta Europa e non vada bene qui, in Italia. Noi chiediamo e facciamo un appello a tutto il Parlamento, affinché venga votato questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Il collega Gemmato vi ha proposto riflessioni nel merito, spiegandovi le ragioni che ci mettono in dubbio e che alimentano i nostri dubbi. Abbiamo tanti dubbi proprio perché quelle del CTS sono proposte divergenti, rispetto ad altre Nazioni, sui test salivari rapidi ma, per esempio, anche sulla durata della validità dei tamponi. I tamponi in Nazioni come Francia, Germania, Belgio, Lussemburgo, Slovenia e Svezia durano 72 ore, in Italia 48. Noi non capiamo il perché. In Italia, proponete una preclusione al test salivare rapido, mentre è proposto in Austria, in Germania e in Francia. Non si capiscono queste cose, queste cose non le capiscono né il Parlamento né molti rappresentanti del Parlamento né le persone e alimentano confusione e incertezza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cunial, per un minuto.

SARA CUNIAL (MISTO). Grazie, Presidente. Solo per sottoscrivere l'emendamento della collega Giannone, così come tutti gli altri emendamenti della collega, e per ribadire assolutamente il voto a favore di questo emendamento. I test salivari rapidi sono un'esigenza impellente, se vogliamo dimostrare che non vogliamo torturare i nostri cittadini. Io faccio i miei complimenti, tramite lei, Presidente, ai colleghi della Lega che, la prossima settimana, hanno organizzato un convegno internazionale sulle cure precoci e che, oggi, dimostrano assolutamente che stanno con i piedi in due scarpe, per evitare di migliorare la vita dei cittadini, ma magari di dare una spallata proprio a quel CTS che è in pieno conflitto di interessi con le case farmaceutiche.

PRESIDENTE. Passiamo… Ha chiesto di parlare l'onorevole Forciniti; non l'ho vista. Ne ha facoltà.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-L'A.C'È). Colpa mia che ho alzato la mano all'ultimo momento. Solo per rimarcare l'arroganza di questo Governo nei confronti del Parlamento. Posso capire se l'opposizione chiede dei chiarimenti e il Governo decide di chiudersi a riccio, ma qui abbiamo avuto una richiesta di un collega della maggioranza, il collega Giachetti, che ha invitato il Governo a darci un chiarimento o, almeno, a mettere la faccia su una posizione politica e, invece, abbiamo il rappresentante del Governo, il sottosegretario Costa, che ancora sta lì a leggere le sue carte, con lo sguardo verso il basso e neanche ci guarda negli occhi, quando parliamo. Noi, parlamentari della Repubblica, non possiamo avere un minimo di idea di sapere cosa pensa il Governo di questa cosa. Siamo stati un'ora a parlarne, abbiamo chiesto chiarimenti, tutti, da maggioranza e da opposizione, e voi state lì a ignorarci (Applausi Misto-L'Alternativa c'è)! Guardate che voi non siete gli imperatori di questo Paese (Applausi Misto-L'Alternativa c'è)!

PRESIDENTE. Concluda.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-L'A.C'È). Quando entrate in quest'Aula dovete rispettarci, dovete parlare con noi e, se abbiamo dei dubbi, dovete chiarirceli, se proprio volete ostinarvi a fare le cose, altrimenti, altro che Governo dei migliori, siete veramente una casta, una élite e veramente dovete solo, secondo me, vergognarvi per questo atteggiamento che assumete nei nostri confronti (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. Lei deve avere un po' di pazienza, ma noi, nonostante siamo vaccinati e abbiamo il green pass, non possiamo stare in quest'Aula, e, quindi, ogni tanto non riusciamo a rispondere…

PRESIDENTE. Infatti, annuncio sempre l'intervento dopo, proprio perché così vi prepariate.

MARCO OSNATO (FDI). Però siamo un po' lontani. Credo che l'intervento gentile del relatore abbia confermato quello che noi temiamo un po' da tempo, ovvero che il green pass sia uno strumento di contenimento delle persone e non del virus. Dalle parole, ripeto, molto cordiali che lui ci ha rivolto, ho capito che non si vuole fare un passo avanti per rendere il green pass uno strumento di libertà, bensì bisogna rimanere nello status quo che ormai viviamo da mesi per riuscire a non far circolare le persone. Il tema è questo: meno circoliamo, più tranquilli siamo. Bene, credo che dopo quasi due anni si possa pensare ad altro, piuttosto che tenere, è il caso di dirlo, in piedi una maggioranza con lo sputo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.505 Zucconi, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Passiamo all'emendamento 4.23 Leda Volpi. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Approfitto della dichiarazione su questo emendamento per rivolgermi soprattutto al Governo e per evidenziare quanto è emerso durante la giornata, almeno a mezzo stampa. La Direzione regionale della salute, riportano diversi quotidiani, dice sostanzialmente che il sottosegretario Sileri avrebbe commesso un reato, ovvero avrebbe esercitato la professione medica a pagamento pur essendo in aspettativa. Ritengo che questa fattispecie sia una cosa grave in generale, ma ancor più grave se applicata…

PRESIDENTE. Rimanga nell'ambito dell'emendamento.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Sì, Presidente, mi perdonerà, ma veramente spendo venti secondi. È veramente grave se applicata a un sottosegretario alla salute che dovrebbe pensare alla salute degli italiani e non alle proprie tasche, se questo fosse vero (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ma, siccome, il Parlamento è o dovrebbe essere un luogo di verità…

PRESIDENTE. Rimaniamo sul tema dell'emendamento, poi dopo eventualmente...

MARCELLO GEMMATO (FDI). …Presidente, la prego di non censurarmi. Chiedo al Governo di approfondire questa fattispecie, perché non vorrei che noi si stesse qui tutti quanti non a perdere tempo, ma a investire il nostro tempo, a sforzarci di trovare soluzioni, a far venire molte volte anche i rapporti personali…

PRESIDENTE. Onorevole Gemmato, per amor di dio, rimaniamo sul tema, poi lo affronteremo in un altro momento.

MARCELLO GEMMATO (FDI). …e ci troviamo di fronte a questa situazione. Apro e chiudo la parentesi, scusate, riconoscerete nel mio infervoramento l'amore che ho per la mia Nazione, perché leggere queste notizie, che mi sono giunte quest'oggi, mi fa innervosire, mi fa accalorare, e per questo richiedo la solidarietà e il contributo dell'Aula, ma, soprattutto, chiedo un momento di verità.

Vado, invece, all'emendamento Leda Volpi, e mi scuserete per la digressione, nel quale, sostanzialmente, si introduce un tema che è quello dei test antigenici, e, quindi, evidentemente quantitativi, per determinare la possibilità di acquisire il green pass anche in assenza di vaccinazione e di tamponamento. In sostanza, si dice che, se la persona ha un titolo anticorpale alto, può essere possessore di green pass.

Lo abbiamo già affrontato in passato e questo è condivisibile, però preannuncio il voto di astensione del gruppo di Fratelli d'Italia perché nello stesso emendamento i colleghi pongono, secondo me in maniera non coerente, il fatto che possono avere il green pass o persone che hanno un titolo anticorpale alto oppure persone che hanno conseguito una vaccinazione profilattica pur ancora in corso di riconoscimento.

Allora, noi non possiamo ammettere che vaccini fatti in altre nazioni - positivamente immagino lo Sputnik che volutamente e unilateralmente non chiede il riconoscimento all'EMA o all'Aifa, ma vi sono altri vaccini fatti in altre nazioni magari che hanno sistemi sanitari nazionali non così organizzati, compiuti e scientificamente robusti come quello italiano o europeo - possano diventare essi stessi un passepartout per avere il green pass.

Quindi, sostanzialmente, bene la prima parte, mi complimento con i colleghi perché riprende un concetto da noi più volte espresso, che è il concetto del green pass legato al titolo anticorpale. Se ho fatto la malattia e ho gli anticorpi alti, è inutile che mi sottoponga a vaccinazione o a tamponamento; però, non possiamo ammettere che lo stesso avvenga per vaccini fatti in nazioni delle quali noi magari non riconosciamo l'autorevolezza scientifica, evidentemente nazioni non europee.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Presidente, intervengo per un richiamo al Regolamento e sull'ordine dei lavori, così cerchiamo di chiarirci su come dobbiamo contenerci in quest'Aula. Lei ha ripreso il collega Gemmato perché argomentava su un tema. A me non sembra che la Presidenza abbia la competenza riguardo al contenuto dell'intervento e su come il collega Gemmato, se mantiene i canoni previsti dal Regolamento, intenda argomentare le motivazioni per le quali sostiene o non sostiene un emendamento, un ordine del giorno, una qualsivoglia dichiarazione.

Allora, Presidente, questa è la parte che riguarda il Regolamento perché, quando si parla di un sottosegretario che viene accusato dalla regione Lazio di avere percepito in maniera illegittima dei fondi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), il tema è completamente attinente alla gestione della sanità in questa Repubblica e quindi attinente all'argomento, che riguarda la sanità e la sua gestione, all'interno di questo consesso.

Sull'ordine dei lavori, Presidente, aggiungo che vogliamo capire dal Ministro Speranza, che dovrebbe essere qui, in quest'Aula, a coadiuvare questo dibattito, se lui si avvalga della collaborazione di Sileri e in che funzione, perché o ha mentito Sileri, e quindi non dovrebbe essere sottosegretario di questa Repubblica, o ha mentito la regione Lazio governata dal presidente Zingaretti, che con atto formale dei suoi dirigenti imputa, con segnalazione all'ordine dei medici, gravissime responsabilità in capo al sottosegretario.

Quindi, intervenendo sull'ordine dei lavori - la prego di segnalarlo al Presidente Fico quando tornerà dalle sue missioni internazionali – chiediamo che il Ministro Speranza venga a riferire sul comportamento di Sileri all'interno di quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Presidente Lollobrigida, questo infatti è proprio il tema dell'intervento sull'ordine dei lavori. Lei chiede un intervento sull'ordine dei lavori e, conseguentemente, rivolge una richiesta alla Presidenza. L'articolo 39 del Regolamento, che parla in maniera molto chiara, dice, al comma 3: “Il Presidente può, a suo insindacabile giudizio, interdire la parola ad un oratore” - cosa che non abbiamo fatto – “che, richiamato due volte alla questione, seguiti a discostarsene”.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Ma perché, qual è il discostamento? Non può attaccare il Governo?

PRESIDENTE. È il tema dell'emendamento che era posto in discussione (Commenti del deputato Lollobrigida). Se l'onorevole Gemmato sull'ordine dei lavori avesse chiesto di intervenire, come ha fatto lei, non ci sarebbe stato problema; ma, se chiede di intervenire sull'emendamento, giustamente non può discostarsi dal tema dell'emendamento, mi pare molto semplice. Non è un dibattito tra me e lei, presidente Lollobrigida.

Se l'onorevole Gemmato chiede di intervenire su quell'emendamento, su quell'emendamento deve intervenire. Se vuole intervenire sull'ordine dei lavori, su un altro tema, deve fare come correttamente ha fatto lei che ha preso la parola e ha chiesto, conseguentemente, che io riferisca al Presidente Fico la sua iniziativa. Ma, se si chiede di intervenire su un emendamento, secondo me, credo, anche a termini di Regolamento, che bisogna parlare dell'emendamento su cui si chiede correttamente la parola. Questa è la mia posizione. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Intervengo semplicemente per ricordare che - vista la vicenda che è venuta fuori di Sileri, con tutto il rispetto per le persone - avevo presentato un'interrogazione in materia che era uscita su tutti i giornali, ma che non ha avuto risposta. Dico solo che su questa vicenda probabilmente è opportuno che si riferisca in Aula, vista l'importanza. Mi permetto di dire questo.

Scusi, Presidente, se ho approfittato dell'ordine dei lavori, ma avevo presentato un'interrogazione, l'avevo sollecitata e non ho mai avuto risposta, purtroppo. Invece la vicenda mi sembra abbastanza rilevante e noi, come gruppo, su queste questioni riteniamo che, al di là delle richieste dell'opposizione, non si possa non aderire a una richiesta di chiarimento.

Ci sono interrogazioni depositate, tra cui anche la mia, che ha avuto clamore sui giornali e in trasmissioni televisive e non ha avuto una formale risposta. Mi rivolgo anche qui ai rappresentanti del Governo, per avere una risposta e per capire qual è l'ordine della vicenda. Mi sembra corretto e credo che tutti i gruppi siano d'accordo, vista l'eco che ha avuto questa questione, tant'è vero che non c'era solo la mia interrogazione, ma anche altre che non hanno ricevuto risposta.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole D'Ettore. Non devo fare il difensore di nessuno. Il Presidente, come sapete, è impegnato all'estero per una riunione dei Presidenti delle Camere europee e, quindi, non è qui. Sarà ovviamente mia premura riferire sia la prima questione sollevata da Fratelli d'Italia in apertura di settimana, lunedì, sull'ingresso con il green pass in Aula, ma anche la questione che sia il presidente Lollobrigida che l'onorevole D'Ettore hanno sottoposto alla Presidenza questo pomeriggio. Non sarà possibile fintanto che il Presidente termini il suo impegno istituzionale, comunque, al più presto, sarà mia premura riferire.

Ha chiesto di parlare, sempre sull'emendamento 4.23, l'onorevole Leda Volpi. Ne ha facoltà.

LEDA VOLPI (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Il mio emendamento è simile ad altri due che abbiamo discusso precedentemente e chiede, sostanzialmente, di dare il green pass a tutti i cittadini che hanno gli anticorpi anti-COVID-19, evidenziati con un test sierologico quantitativo.

Precedentemente, durante la discussione, il relatore di maggioranza ha spiegato i motivi per cui questo emendamento è stato bocciato in Commissione e ci ha spiegato che il Comitato tecnico-scientifico non sarebbe sufficientemente convinto che tutti quelli che hanno gli anticorpi siano immuni.

Allora, vorrei ricordare a tutti che, in natura e in medicina, niente è certo al 100 per cento e che tutte le fattispecie comprese nel “decreto Green pass” sono delle approssimazioni. Infatti, sappiamo che non è vero per nessun vaccino, tantomeno per quelli per il COVID-19, che si immunizza il 100 per cento dei vaccinati, perché c'è sempre una piccola parte di soggetti che non sviluppano immunità.

Allo stesso modo, l'estensione del green pass a 12 mesi per i vaccinati è un'approssimazione, perché non c'è uno studio che dimostri che il 100 per cento dei vaccinati ha l'immunità per 12 mesi, tanto è vero che si sta già parlando di terza dose, perché invece è evidenziato come dopo 4-6 mesi l'immunità scenda di parecchio.

Allo stesso modo, si è fatta un'approssimazione riguardo ai tamponi, perché per decreto può avere un green pass chi ha il tampone antigienico rapido negativo, ma sappiamo bene che i tamponi antigenici rapidi non hanno la stessa sensibilità e specificità dei molecolari e, quindi, si include comunque il rischio che una piccola parte di cittadini abbiano il green pass, nonostante siano dei falsi negativi.

Io vorrei invitare tutti a non usare due pesi e due misure, perché, se si fanno delle approssimazioni con vaccini e tamponi, allora si possono fare anche sui test sierologici e sulla presenza di anticorpi, visto che comunque, da uno studio condotto in Israele - che è un Paese ad altissimo tasso di vaccinazione, dove hanno vaccinato tutti, anche i gatti - è dimostrato ed evidenziato come l'immunità naturale da infezione COVID-19 protegga addirittura fino a 13 volte di più rispetto all'immunità da vaccino. Quindi, invito tutti a una riflessione su questo tema, compreso il Governo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà. Poi ho l'onorevole Silvestroni e poi l'onorevole Osnato. Glielo dico due interventi prima, così è tranquillo.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Oltre che chiedere di sottoscrivere questo emendamento, trovo conforto nelle parole della presentatrice, che è intervenuta poc'anzi. In questo senso, penso che bisognerebbe ascoltare di più e cercare anche di capire, perché sennò sembra una guerra geopolitica. Sembra più che altro che la diffidenza sui vaccini venga alimentata dal fatto che alcuni sono buoni e alcuni no e non si capisce il motivo per cui quelli russi non possono andare bene, quelli cinesi non possono andare bene e quelli prodotti a Cuba non possono andare bene.

Allora, forse, la diffidenza per i vaccini viene alimentata proprio dalle vostre decisioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marco Silvestroni. Ne ha facoltà. Poi c'è l'onorevole Osnato.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Presidente, confermo quanto è stato detto dai miei colleghi che sono intervenuti precedentemente. Non è deontologicamente opportuno accettare che si possa avere il green pass per vaccini che non sono riconosciuti, ma soprattutto riconoscere vaccini, quando chi li ha prodotti non ne ha richiesta l'approvazione. Non ha un senso questo, perché altrimenti non servirebbe che l'istituto preposto dica quali sono i vaccini che sono accettabili e i vaccini che non sono accettabili. Io ritengo che sia giusta l'impostazione e l'indicazione che ha dato il mio collega Gemmato e richiedere l'astensione da parte del gruppo di Fratelli d'Italia su questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Osnato. Un particolare ringraziamento all'onorevole Trancassini, che ha tenuto l'onorevole Osnato. A lei la parola, onorevole.

MARCO OSNATO (FDI). Presidente io parto dall'intervento del collega Gemmato, del quale condivido sia la parte centrale sia le devianze che lei ha voluto censurare. Credo che sia evidente a tutti che il nostro voto di astensione derivi proprio dalle motivazioni che lui ha addotto, ovvero, bene tutto il tema su chi ha ancora i livelli anticorpali molto alti; un po' più difficile, da parte nostra, è sostenere la validità di vaccini che, invece, non hanno una provenienza certa o una sperimentazione certa e una certificazione chiara e lampante. Quindi, pur essendo favorevole a tutto ciò che può aiutare a superare questa situazione pandemica, su questo emendamento ci riserviamo di astenerci.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cirielli. Non lo vedo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caretta. Ne ha facoltà. Poi c'è l'onorevole Rachele Silvestri.

MARIA CRISTINA CARETTA (FDI). Grazie, Presidente. Come purtroppo abbiamo potuto vedere, burocrazia e problemi informatici hanno reso l'erogazione del green pass non di scontata applicazione. La cosa è particolarmente mortificante, se pensiamo, ad esempio, ai casi di chi è guarito dalla malattia e, a tutti gli effetti, ha diritto di ricevere la certificazione verde. È nostro dovere correggere ciò che non funziona e preservare ciò che funziona. Non riconoscere la necessità di flessibilizzare le regole, nel caso di guarigione dalla malattia o di risultanze di effettiva neutralizzazione del virus, a seguito di test sierologico, sarebbe quindi una disonestà, da parte nostra. Credo che su questo sia necessario convertire e intervenire con lo strumento emendativo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rachele Silvestri. Ne ha facoltà. Poi c'è l'onorevole Prisco.

RACHELE SILVESTRI (FDI). Grazie, Presidente. Come è stato detto dal collega Gemmato, all'inizio della discussione su questo emendamento, noi ci troviamo d'accordo su larga parte dello scritto della collega Leda Volpi, però la nostra astensione deriva proprio dall'ultima frase dell'emendamento, che vado a leggere: “eseguita vaccinazione con altre vaccinoprofilassi pur ancora in corso di riconoscimento”. Ecco, dopo tutto il discorso che si è fatto nelle giornate di ieri e di oggi, dove abbiamo approfondito anche i fattori della avvenuta guarigione oppure dell'infezione asintomatica, sulla contestazione di non poter avere il green pass nonostante si abbiano gli anticorpi, siamo d'accordo, però, la vaccinazione con profilassi non ancora in corso non ci vede d'accordo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Prisco. Ne ha facoltà. Poi c'è l'onorevole Trancassini.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. In questa circostanza, a dimostrazione della coerenza, ma anche della serietà, con cui Fratelli d'Italia ha provato a portare un contributo in quest'Aula, rispetto alla necessità di aggiustare, modificare e attenuare la portata dell'introduzione dell'obbligatorietà del green pass, anche in questo emendamento ne abbiamo spiegato le ragioni. Devo constatare che vi è da parte della maggioranza e del Governo una chiusura sostanzialmente totale rispetto alla possibilità di migliorare le cose…

PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.

EMANUELE PRISCO (FDI). Concludo, Presidente. A dimostrazione che l'approccio ideologico c'è da parte di chi vuole imporre una disciplina sostanzialmente surrogatoria ed obbligatoria, non c'è rispetto alle istanze migliorative che anche Fratelli d'Italia, insieme ad altri colleghi di altre forze politiche, hanno provato a dare a questo provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trancassini. Ne ha facoltà. Poi, l'onorevole Frassinetti.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. È un tema complesso, quello del green pass, che abbiamo tentato e stiamo tentando di declinare in ogni suo aspetto e questo a testimonianza, come è stato detto in precedenza, dell'approccio sereno, ma anche competente, con il quale Fratelli d'Italia si avvicina a questa materia. Abbiamo cercato di sviluppare un dibattito, per la verità in solitaria o quasi in solitaria, appunto, su temi, come questo, che ci portano, come è stato ampiamente argomentato, all'astensione. Debbo dire, però, e debbo sottolineare, che il richiamo fatto dal collega Giachetti è rimasto lettera morta ed è gravissimo che un tema come questo, ampiamente dibattuto nella nazione, non veda la presenza del Ministro della Salute. Credo che davvero questo sia molto grave.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà. Poi, l'onorevole Giovanni Russo.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Presidente, solo per ribadire che il nostro voto di astensione è motivato dalla seconda parte dell'emendamento che si riferisce a vaccinazioni e profilassi che non siano conosciute e testate, altrimenti avremmo votato a favore, perché, invece, il primo periodo, dove si parla, come si è discusso anche prima, della quantità di anticorpi che fanno sì che una persona sia immunizzata, era sicuramente un aspetto che avremmo votato in maniera favorevole. Quindi, questo è il motivo della nostra astensione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giovanni Russo. Ne ha facoltà. Poi, l'onorevole Lucaselli.

GIOVANNI RUSSO (FDI). Signor Presidente, come dicevamo per un precedente emendamento, se c'è la possibilità di poter verificare la presenza di anticorpi che possano andare a sostituire l'attestazione del green pass, ben venga, perché in questo modo noi possiamo dare la possibilità anche di utilizzare un metodo diverso e, soprattutto, sicuro, perché, ricordiamolo, la presenza di anticorpi garantisce l'immunità del soggetto e, quindi, anche l'impossibilità da parte del soggetto di propagare la malattia, mentre il green pass non dà l'immunità automatica, ma soltanto presunta e la legge non sostituisce il virus. Quindi, di conseguenza, noi sosteniamo fortemente questo emendamento, tranne nella parte in cui si parla dei vaccini diciamo non certificati dal nostro Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà. Poi, l'onorevole Albano.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. La decisione del gruppo di Fratelli d'Italia di votare in alcuni casi alcuni emendamenti con un voto di astensione dimostra ancora una volta l'assunzione di responsabilità che questo gruppo ha voluto caricarsi rispetto a un momento molto delicato della vita del nostro Paese e, soprattutto, rispetto a delle decisioni che assolutamente non condividiamo. Ma proprio perché prendiamo con molta serietà il dibattito che abbiamo attivato e instillato in quest'Aula in questi giorni, si rende necessario approfondire alcuni principi e, soprattutto, discutere in maniera molto più diffusa di questioni che non sono assolutamente ancora chiare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Albano. Ne ha facoltà. Poi l'onorevole Caiata.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente. Noi ci asterremo su questo emendamento, a riprova della coerenza e della serietà del nostro contributo, del contributo di Fratelli d'Italia a questo provvedimento relativo all'introduzione del green pass.

Questo perché, come è già stato illustrato oggi, se siamo, da una parte, favorevoli alla rilevazione del titolo anticorpale, quindi del test quantitativo per rilevare gli anticorpi, per poter ottenere il green pass, non siamo - e con serietà e con serenità lo diciamo - favorevoli e non possiamo ammettere che vaccini fatti in nazioni di cui non rileviamo e riconosciamo la validità scientifica possano essere riconosciuti per il rilascio della certificazione verde.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caiata. Non è presente in Aula. Non ho altri iscritti a parlare, quindi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.23 Leda Volpi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Passiamo ora all'emendamento 4.24 dell'onorevole Massimo Enrico Baroni. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. L'emendamento presentato dal collega Baroni introduce un concetto già espresso in altri emendamenti, ovvero quello del titolo anticorpale; persone che sono venute in contatto con il virus possono già avere sviluppato anticorpi in maniera importante, quindi, avere un titolo anticorpale importante. Si dà, quindi, centralità al medico curante, al medico di medicina generale, per il tramite di un test antigenico quantitativo, di poter valutare la situazione clinica - quindi il quadro clinico del soggetto che si deve vaccinare - per poter evidentemente escluderne la vaccinazione nel momento in cui dovesse avere un titolo anticorpale alto. Questo perché è evidente - lo abbiamo detto più volte, abbiamo cercato di far passare questo concetto più volte - che il soggetto che ha un titolo anticorpale alto, se soggetto a vaccinazioni, può dare delle reazioni avverse al vaccino importanti. È quello che è avvenuto a diverse persone, a un'alta percentuale di persone che hanno conclamato delle reazioni avverse al vaccino.

Invito i colleghi per conoscenza personale a consultare l'elenco puntuale sulle reazioni avverse che un istituto importante di cui si dota il nostro Ministero della Salute, ovvero l'istituto della farmacovigilanza, che è un istituto al quale partecipano non solo i medici di medicina generale, ma anche i farmacisti e che esiste da un'epoca ante-COVID, valida su tutti i farmaci che vengono somministrati all'uomo; ebbene dai rapporti puntuali (in realtà non tanto, perché se non ricordo male l'ultimo rapporto, il sesto, sulle reazioni avverse all'inoculazione dei vaccini è fermo a luglio), ebbene, se consultiamo questo report puntuale ci rendiamo conto che esistono delle reazioni avverse. Siccome noi, lo voglio ripetere per l'ennesima volta, non siamo contrari alle vaccinazioni in generale e non siamo contrari alla vaccinazione per COVID, ma vorremmo convincere più che obbligare gli italiani a vaccinarsi, ebbene, uno dei modi, non coercitivi ma di consiglio, di affiancamento agli italiani per convincere i tanti italiani (segnalo che sono più di due milioni gli ultracinquantenni che ad oggi non sono ancora vaccinati) potrebbe essere questo emendamento. Prevedere, cioè, che in fase di anamnesi il medico di medicina generale possa somministrare un test antigenico quantitativo per verificare la presenza di anticorpi all'interno dell'organismo del soggetto che si va a vaccinare. Se così dovesse essere, sempre secondo scienza e coscienza, il medico esonera il paziente dalla possibile inoculazione del vaccino e fornisce allo stesso un green pass di validità di 3 mesi. Ritengo che questo emendamento - in realtà noi ne avevamo immaginati altri di tenore simile, però abbiamo fatto una sorta di accordo per analizzare 6 emendamenti che riteniamo bandiera per Fratelli d'Italia - noi l'avevamo già metabolizzato e abbiamo presentato degli emendamenti che avevamo già presentato in Commissione (rispetto a questo). Ora ritengo, Presidente, che un approfondimento - e concludo - rispetto alla strategia che noi ci stiamo dando nei confronti del vaccino e di persuasione nei confronti dei cittadini che ancora non si sono vaccinati possa essere questo, cioè quello di dire che quando ti vai a vaccinare il tuo medico di medicina generale analizzerà la tua situazione e minimizzerà la possibilità di reazioni avverse, che in realtà sono già poche, laddove con una strategia di questo tipo le potremo ridurre ulteriormente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà per un minuto. Poi, l'onorevole Silvestroni.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Faccio mie le parole del collega Gemmato, che ha brillantemente esposto le ragioni del nostro voto. Penso che un momento di riflessione bisognerebbe applicarlo anche in questo caso sull'emendamento e dispiace che, comunque, non ci sia nessun tipo di apertura da parte di questo Governo. Si sta andando sempre peggio in questa legislatura: sempre Governi dove le maggioranze hanno sempre opposto un muro a tutte le ragioni, al dialogo e alla possibilità di dibattito. Si sta andando verso un Governo dove c'è una maggioranza che dovrebbe essere amplissima, che ha una maggioranza sempre più divisa, dove non si dà retta per niente. Voi state andando sicuramente a sbattere contro un muro e ve ne accorgerete alle elezioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Silvestroni. Ne ha facoltà. Poi, l'onorevole Cirielli. L'onorevole Silvestroni e l'onorevole Cirielli non ci sono. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Intanto per sottoscrivere questo emendamento e poi per chiedere, appunto, attenzione rispetto a questa possibilità che si va a determinare nei confronti di quei cittadini che si intendono vaccinare e che magari, appunto, non sono al corrente di avere già contratto la malattia e di avere sviluppato gli anticorpi. Quindi, l'opportunità, attraverso i medici curanti, di sottoporre i pazienti a un test sierologico quantitativo per andare a determinare la presenza o no degli anticorpi, la cui presenza potrebbe mettere a rischio il paziente se si sottoponesse al vaccino. Credo che sia non una questione di buonsenso e, davvero, di tutela della salute dei nostri uomini, donne e ragazzi.

PRESIDENTE. Concluda.

MONICA CIABURRO (FDI). Con un semplicissimo test, attivato prima del vaccino, possiamo stabilire l'efficacia o meno dell'operazione.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Ciaburro. Ha chiesto di parlare l'onorevole Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie…

PRESIDENTE. Onorevole Osnato, oggi abbiamo un problema io e lei…

MARCO OSNATO (FDI). Presidente, mi trova sempre nelle situazioni più difficili. Io credo che, con la consueta perizia e determinazione, il collega Gemmato abbia spiegato bene qual è la nostra posizione. Credo che lo abbia fatto anche con una dovizia di particolari e di modalità per addivenire a una di quelle soluzioni che servono nel momento in cui ci si trova nella situazione particolare che, però, è abbastanza frequente, cioè quella di soggetti con anticorpi elevati e che, ovviamente, avrebbero meno benefici e più difficoltà se andassero a fare il vaccino.

Quindi, mi sembra che, anche responsabilizzando finalmente i medici di base, si possa anche ottenere un green pass di un altro tipo, diverso, di una durata di 3 mesi, che possibilmente potrebbe dare gli stessi effetti giuridici al paziente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caretta. Ne ha facoltà. Poi, l'onorevole Rachele Silvestri.

MARIA CRISTINA CARETTA (FDI). Grazie, Presidente. C'è troppo disordine normativo e poca chiarezza su tutto quello che riguarda le modalità di trattamento delle persone che, in seguito a test sierologico, risultano essere guarite dalla malattia. Questo emendamento del collega Baroni colpisce sul punto, in quanto chiarisce un tema, cioè quello delle attestazioni per l'accesso al green pass per i soggetti con il test sierologico che attesti la funzione di fattori anti-RBD prima della vaccinoprofilassi, che sarebbe stato demandato all'ennesima tardiva circolare ministeriale. Per questo, invito i colleghi a velocizzare e a semplificare la normativa, accogliendo questa proposta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rachele Silvestri. Ne ha facoltà. Poi, l'onorevole Prisco.

RACHELE SILVESTRI (FDI). Grazie, Presidente. Anche questo emendamento è importante, come abbiamo potuto spiegare durante il dibattito su altri emendamenti. L'attestazione del diritto alla certificazione verde è fondamentale per quelle persone che attualmente si sono ritrovate a fare un test sierologico e, quindi, hanno scoperto di avere avuto il COVID, ma non hanno avuto sintomi. Quindi, è giusto dare la possibilità anche a queste persone che si sono trovate asintomatiche di avere il green pass.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Prisco. Ne ha facoltà. Poi, l'onorevole Trancassini.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Anche in questo caso, c'è il tentativo di Fratelli d'Italia, anche sulla scorta degli emendamenti presentati da altri gruppi e da altri colleghi, di contribuire a una discussione che, invece, sembra essersi in qualche modo chiusa da parte della maggioranza e del Governo sui molti emendamenti, anzi sui pochi emendamenti qualificati rimasti su questo provvedimento, presentati da diversi parlamentari, che meriterebbero forse un'attenzione, cioè la disponibilità del Parlamento ad evitare prassi, anche ostruzionistiche, e a collaborare al miglioramento del testo. Andrebbero accolti: faccio questo invito al Governo, rappresentato dal disponibile e sempre garbato sottosegretario Costa, a una maggiore attenzione anche in termini di merito…

PRESIDENTE. Concluda.

EMANUELE PRISCO (FDI). …per poter far sì che il lavoro parlamentare possa tradursi anche in un atto concreto e non in un semplice prendere o lasciare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trancassini. Ne ha facoltà. Poi, l'onorevole Frassinetti.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Se serviva un'altra prova per dimostrare l'approccio ideologico della maggioranza rispetto alla tematica è questo emendamento. Infattié – e, per suo tramite, mi riferisco soprattutto all'onorevole Siani, che, questa mattina, da medico, ci ha raccontato e ci ha tessuto le lodi, appunto, della medicina e, soprattutto, della medicina di base - non capiamo il perché non ci sia disponibilità su questo emendamento che, come ha sapientemente descritto il collega Gemmato, non fa altro che rimettere il paziente nelle mani del medico di base per meglio seguirlo e meglio descriverne la soluzione rispetto a questa problematica (con il vaccino o senza). È veramente un paradosso che, su questo, non ci sia disponibilità nemmeno al confronto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà. Poi, l'onorevole Giovanni Russo.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento è veramente centrato, nel senso che una delle poche cose che tutti sanno, dovendosi avventurare in una materia nuova, purtroppo, come quella della pandemia che ha coinvolto tutti, è proprio quella che chi ha tanti anticorpi, perché ha già contratto il virus, se dovesse sottoporsi a una vaccinazione, potrebbe avere conseguenze e reazioni negative. Quindi, che il medico di base accerti questa situazione dà sicuramente un senso di sicurezza. È nella natura delle cose e mi sembra veramente assurdo non approvare questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giovanni Russo. Ne ha facoltà. Poi, l'onorevole Lucaselli.

GIOVANNI RUSSO (FDI). Grazie, signor Presidente. Come quanto detto sopra, per quanto riguarda l'effettuazione dei vaccini e profilassi da COVID-19 e nella esclusione dei possibili fattori di controindicazioni, se c'è la possibilità di verificare la presenza degli anticorpi, si chiede semplicemente di poter sostituire questa attestazione con quella che è il green pass. Ne abbiamo già discusso precedentemente, c'è bisogno di ribadirlo con forza, visto che questa maggioranza non sta a sentire nessuno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà. Poi l'onorevole Albano.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento ha il pregio di chiarire quello che è confuso. Abbiamo visto, soprattutto nelle prime fasi – ma, purtroppo, continuiamo a vederlo -, come i medici di base siano stati abbandonati al proprio destino nelle loro decisioni e come le indicazioni giunte dal Governo, molto spesso, siano state contraddittorie e confuse. Questo emendamento cerca proprio di fare chiarezza su una questione che, secondo noi, ha un rilievo. Non possiamo non raccontare il rilievo delle persone che hanno già contratto il COVID e che, purtroppo, oggi, attraverso il sistema del green pass, nonostante abbiano vissuto la malattia sulla propria pelle, si trovano costrette a vivere un ulteriore disagio, che è quello di non poter avere la certificazione del green pass.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Albano. Ne ha facoltà. Poi l'onorevole Mollicone.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente. Ancora un emendamento a riprova della serietà del contributo di Fratelli d'Italia che si esplicita nell'esigenza e nel diritto di ciascun cittadino che il proprio medico di base, avendo preso in carico il proprio paziente, possa e debba valutare il titolo anticorpale, quindi, la quantità di anticorpi presenti, che potrebbero anche causare reazioni avverse in caso di vaccinazione. È un caso che spesso si è ripresentato. Bene, ricordo che il green pass, in questo caso, viene fornito per soli tre mesi, quindi, la durata della certificazione green pass è assolutamente precauzionale e, certamente, controlla la salute del paziente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Soltanto per sottolineare il buon senso di questo emendamento, che fa altro che sancire la concessione del green pass anche a chi, appunto, abbia già sviluppato gli anticorpi. Questo avviene solo in maniera parziale e temporanea e, molto spesso, questa temporaneità serve soltanto a far continuare il percorso della vaccinazione, che, in questi casi, risulta essere assolutamente forzata, vista anche la memoria cellulare degli anticorpi.

PRESIDENTE. Non ho altri iscritti a parlare, quindi passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.24 Massimo Enrico Baroni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Passiamo ora all'emendamento 4.2 Raduzzi. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà. C'è anche l'onorevole Raduzzi: non l'avevo vista, adesso le do la parola.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Affrontiamo questo emendamento con la voglia di fare chiarezza e di andare ad includere nel riconoscimento del green pass, laddove voi volete rendere obbligatorio questo strumento, anche coloro i quali sono stati vittima del Coronavirus, sono stati contagiati dal Coronavirus e hanno un titolo anticorpale alto; coloro i quali, evidentemente, avendo avuto il Coronavirus e avendo sviluppato gli anticorpi, si trovano in una condizione ben diversa e anche bisognosa di maggiore attenzione perché, come ci spiegava anche prima bene il collega Gemmato, la somministrazione del vaccino in questi casi provoca non pochi malesseri e non pochi rischi.

Allora, in questo caso noi vi proponiamo, sottoscrivendo l'emendamento dell'onorevole Raduzzi, di includere le persone che hanno contratto il Coronavirus, che hanno un titolo anticorpale alto e, in aggiunta, che si sono sottoposte ad un test molecolare o antigienico rapido con esito negativo.

Questo emendamento è volto a contenere le preoccupazioni rispetto alla possibilità di queste persone di essere fonte di contagio perché unisce al titolo anticorpale anche il test antigienico rapido o il test molecolare di tipo negativo. Allora, in questo caso sicuramente non si può pensare che queste persone contagino e si può, quindi, certamente includere il green pass per un tempo anche ben superiore alle 48 ore di chi soltanto si rende disponibile a fare un tampone.

Allora, come vedete, le nostre proposte, che cerchiamo di argomentarvi, sono di buon senso. Sono proposte che nascono anche dai rilievi sollevati da molti esponenti delle comunità scientifiche, da medici, da persone che vivono sul campo una situazione difficile e anche drammatica, che si trovano nel mare magnum dell'incertezza, cioè l'incertezza se aprirsi ad una vaccinazione, pur essendo stati già contagiati dal Coronavirus, avendo sviluppato anticorpi, oppure ottenere il green pass e fare comunque un vaccino, avendo registrato però delle drammatiche situazioni di persone che, quando hanno scelto quella strada, si sono messe a rischio e sono state particolarmente male; ciò anche inutilmente perché per il rinnovo, nella previsione dell'emendamento, c'è anche l'applicazione e il risultato del test del tampone negativo.

Allora, il Parlamento dovrebbe servire a questo, a migliorare quei decreti-legge che nascono sul tavolo del Governo, che non sono perfetti, che certamente sono perfettibili perché la perfezione non è di questo mondo; proprio per come è previsto il funzionamento della nostra democrazia il Parlamento serve a questo, a poter avere uno spazio ulteriore per contribuire, per discutere insieme, per confrontarci e per arrivare, poi, a quello che può essere il miglior provvedimento possibile.

Allora, noi rimaniamo, ovviamente, ulteriormente colpiti negativamente dalla chiusura che c'è stata in Commissione rispetto al rigetto di emendamenti come questo; per tale motivo lo riproponiamo in Aula e vi dimostriamo che le nostre non sono delle proposizioni pregiudiziali, non ci proponiamo in modo beceramente ideologico ma, invece, cerchiamo di capire, cerchiamo di ascoltare anche gli esperti che ci chiedono aiuto; e abbiamo, poi, il dovere di portare queste proposte in Parlamento, come facciamo con la sottoscrizione di questo emendamento. Quindi, vi chiediamo di poter accantonare questo emendamento e di rifletterci.

PRESIDENTE. Quindi lei chiede l'accantonamento di questo emendamento, onorevole Bellucci? Sì. Ha chiesto di parlare l'onorevole Raduzzi. Ne ha facoltà. Intanto il relatore si prepari la risposta sulla richiesta di accantonamento dell'onorevole Bellucci.

RAPHAEL RADUZZI (MISTO). Grazie, Presidente. Noi da qualche ora tentiamo inutilmente, forse, di migliorare questo decreto con i test rapidi salivari, escludendo i minorenni, sui ristoranti, sulle fiere, e voi ci dite di “no”.

Ebbene, questo emendamento interviene rispetto ad una casistica molto particolare: tutti coloro che hanno un test sierologico positivo - magari perché hanno avuto il COVID tempo fa, magari perché l'hanno avuto in forma asintomatica - e sono esclusi dall'avere questa certificazione verde. In questo senso, io chiedo che vi sia un supplemento di riflessione e questo lo dico in particolare agli amici del MoVimento 5 Stelle: la vostra candidata sindaca qui a Roma, Virginia Raggi, ha dichiarato di essere in questa esatta situazione e che per questo motivo non ha ancora fatto il vaccino.

Tra l'altro, questo emendamento darebbe la possibilità di includere anche tutti coloro che si sono inoculati un vaccino diverso da quelli già approvati a livello europeo: penso agli amici di San Marino e penso a coloro che si sono attivati con ReiThera. Quindi vi chiedo veramente un supplemento di buonsenso (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gemmato. Ne ha facoltà. Poi, l'onorevole Sodano.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Nel minuto a mia disposizione non posso che condividere i concetti espressi dalla collega Bellucci circa l'opportunità di vincolare l'esistenza del green pass a un test che attesti il titolo anticorpale alto della persona che si approccia a fare il vaccino, ma che, appunto, avendo tanti anticorpi, può non farlo, ottenendo quindi il green pass proprio perché è un soggetto che non potrebbe prendere la malattia e che evidentemente è già vaccinato naturalmente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sodano. Ne ha facoltà. Poi, l'onorevole Osnato.

MICHELE SODANO (MISTO). Grazie, Presidente. Parliamo di Mario Rossi: Mario Rossi ha contratto il COVID a gennaio del 2021. Mario Rossi è guarito a febbraio del 2021. Mario Rossi ha conquistato gli anticorpi che gli permettono di essere immune, di difendersi dal virus del Coronavirus, però oggi Mario Rossi non può in alcun modo sottrarsi dalla vaccinazione se vuole ottenere il green pass. Quale è il senso di questa grave contraddizione?

Io voglio sottoscrivere l'emendamento del collega Raduzzi perché oggi, ovviamente, chi ha già superato il COVID e ha tutti gli anticorpi dentro di sé deve poter avere il green pass; invece oggi ci sono migliaia di cittadini italiani che si trovano in questa grave contraddizione che noi siamo tenuti a risolvere, colleghi. Ma cosa stiamo facendo? Non c'è stato uno e dico un solo emendamento nato dal buonsenso delle opposizioni che è stato approvato quest'oggi. Vogliamo darci una smossa, per favore (Applausi di deputati del gruppo Misto)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. Credo che, in una vicenda come quella triste della pandemia che stiamo vivendo, la grande caratteristica del virus sia quella di sapersi adattare a tante caratteristiche differenti e, purtroppo, ad evolvere in tante varianti. Io credo, usando una metafora, che noi dovremmo essere come il virus, cioè dovremmo essere anche noi capaci di adattarci a quello che il mondo ci presenta. E, quindi, se ci sono dei casi che, all'inizio magari, sono molto particolari, quasi limite, che, poi, invece diventano più diffusi, probabilmente noi dobbiamo prendere atto di questo e saper trovare delle soluzioni anche a vicende come queste. Io credo che sia sbagliato essere chiusi in partenza a queste soluzioni che vengono proposte, per cui chiedo che venga riconsiderata la posizione riguardo a questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà. Poi, l'onorevole Cirielli.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Continuo a sostenere che sia un errore chiudersi a riccio, chiudersi in un muro per un decreto così importante e anche così divisivo per le sorti degli italiani.

È inutile che date la caccia agli untori, ai no-Vax, che etichettate tutti come violenti oppositori, senza rendervi conto che chi si sta chiudendo in un imbarazzante muro contro muro siete voi, perché non accettate nessun tipo di suggerimento per alleggerire la tensione. Non vi rendete neanche conto che, forse, siete una minoranza nel Paese e, purtroppo, non vi rendete conto che più andate avanti con questo atteggiamento e più lo sarete.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caretta. Ne ha facoltà. Poi, l'onorevole Rachele Silvestri. Onorevole Caretta, no? Onorevole Rachele Silvestri? Prego.

RACHELE SILVESTRI (FDI). Ripartiamo con un altro emendamento del collega Raduzzi; la collega Bellucci ha spiegato che c'è un'altra incongruenza e noi di Fratelli d'Italia non riusciamo a capire il problema, perché, se noi siamo qui, in questo Parlamento, per cercare di trovare delle soluzioni per debellare questa pandemia, cercare di circoscrivere questo virus, cercare di far tornare le persone a una vita normale, abbiamo degli strumenti come il vaccino, che è importante - bisogna ribadirlo, altrimenti veniamo tacciati di essere no-Vax -, però ci sono persone che hanno già la possibilità di essere immunizzate perché hanno già la proteina spike. Quindi, perché non dare un lasciapassare - adesso lo voglio chiamare così il green pass - a queste persone che ne sono già dotate?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Prisco. Ne ha facoltà. Poi, l'onorevole Trancassini.

EMANUELE PRISCO (FDI). Il tema ormai credo che sia più che altro il metodo, anziché il merito degli emendamenti che andiamo discutendo, cioè il tema vero, ormai, è se vi sia la volontà di far contare il Parlamento in termini di proposte, dibattito, con temi che possono migliorare, aggiustare, semplificare il decreto oggetto della discussione, oppure se, sostanzialmente, dietro una chiusura su tutti i temi, vi è il prendere o lasciare del decreto così come è uscito dal Governo e, quindi, che svuota, in pieno spirito di continuità con quello che era il Governo “Conte 1”, il ruolo del Parlamento italiano.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trancassini. Ne ha facoltà. Poi, l'onorevole Frassinetti.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Ancora un emendamento, ancora un tema serio, ma il Ministro non c'è, i sottosegretari, pazienti, ci ascoltano in silenzio; la maggioranza, dopo l'esplosione del tifo di stamattina, che ricordava un po' quegli applausi poco sentiti della corazzata Potëmkin di fantozziana memoria, si è sopita e non replica. Questo è un peccato - lo dico a tutti i colleghi deputati, soprattutto, a sinistra - perché temi come questi meriterebbero, comunque, almeno un briciolo di confronto politico. Quello che disturba è che notiamo anche un certo fastidio, perché vorreste anche che ci silenziassimo e questo non è possibile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà. Poi, l'onorevole Giovanni Russo.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie Presidente. L'emendamento 4.2 è sicuramente, da un punto di vista proprio contenutistico, complesso, perché abbiamo imparato che esiste veramente una varietà di casi in questa situazione da analizzare; è un emendamento che è stato suggerito anche da esperti e, quindi, l'attività in quest'Aula dovrebbe proprio essere atta ad accogliere questi contributi che vengono da persone specializzate in questo. Si tratta sempre di agevolare la circolazione di chi non è pericoloso per la trasmissione del virus e questo dovrebbe essere un obiettivo di tutti: mettere i cittadini italiani in condizione di poter circolare senza danneggiare alcuno. Mi sembra, però, che la resistenza di quest'Aula ad accogliere questi emendamenti ormai sia una tendenza acclarata.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giovanni Russo. Ne ha facoltà. Poi, l'onorevole Lucaselli.

GIOVANNI RUSSO (FDI). Grazie, signor Presidente. C'è da dire: repetita iuvant. Io già mi sono espresso in tal proposito e non c'è null'altro da dire. È chiaro che le certificazioni devono essere dei documenti che possono consentire il libero movimento e la libertà dell'individuo e certificare, con dati scientifici, quali possono essere dei test appositi, che un soggetto non è pericoloso ma ha, anzi, una carica di anticorpi molto alta, quindi significa che il soggetto è sicuro; si potrebbe quindi consentire di garantire la libera circolazione di queste persone, ma la maggioranza attuale ritiene, invece, che soltanto il green pass e l'impedimento che crea la mancanza del green pass possano essere l'unica carta giusta per potersi muovere liberamente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà. Poi l'onorevole Albano.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Siamo convinti che la possibilità e soprattutto il diritto di circolazione di soggetti che non portano a una possibilità concreta e reale di contagio, sia un dovere da parte di questo Governo. Come abbiamo sempre detto in questi giorni, quello che più ci ha stupiti, oltre il concetto generale, il principio generale del green pass, sul quale ovviamente non siamo concordi, è che nella applicazione pratica troppe lacune sono state lasciate all'interno del provvedimento. Noi cerchiamo, attraverso i nostri emendamenti, di colmare quelle lacune e di dare una maggiore logicità ad un provvedimento che ci pare comunque assurdo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Albano. Ne ha facoltà. Poi l'onorevole Ciaburro.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente. Devo dire che desta non poche perplessità questa posizione di chiusura totale della maggioranza, sia in Commissione che adesso in Aula, alle proposte e agli emendamenti che, sinceramente, letti con attenzione, sarebbero degni di un confronto da parte sia della maggioranza, che dell'opposizione. Ancora, questo emendamento è importante ed è interessante, in quanto chiede che possa essere rilasciata la fatidica certificazione green pass per persone che hanno un test molecolare positivo, ovvero un test antigienico rapido con esito negativo e, quindi, non hanno in corso il Coronavirus. Di questo emendamento abbiamo chiesto, se non vado errata, l'accantonamento. Chiediamo quindi una risposta su questa posizione di Fratelli d'Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciaburro. Ne ha facoltà. Poi il relatore ci darà la risposta sull'accantonamento.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Ecco, se il tema di questo provvedimento è contenere la diffusione del virus e soprattutto mettere in sicurezza gli italiani, davvero è incomprensibile la non accettazione di questo emendamento. Infatti, vedete, qui si propone che, per ottenere la certificazione verde, quindi il cosiddetto green pass, queste certificazioni possano essere rilasciate anche a quei soggetti che presentano il test anti RDB della proteina spike relativa al virus SARS-CoV-2 positivo, nonché addirittura poi un tampone, un test molecolare o antigienico rapido, con un esito negativo. Di conseguenza, questi soggetti, con questi due procedimenti sanitari scientifici assolutamente razionali dimostrerebbero di non essere positivi al COVID, ma soprattutto di avere gli anticorpi, quindi: perché non rilasciare il certificato verde a questi soggetti?

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il relatore sulla richiesta di accantonamento.

LUCA RIZZO NERVO, Relatore. Presidente, grazie. Non si cambia il parere: c'è contrarietà sull'accantonamento.

PRESIDENTE. Procediamo dunque ad un intervento a favore e ad uno contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Raduzzi: a favore? Sono veggente! Ne ha facoltà.

RAPHAEL RADUZZI (MISTO). Sì, Presidente, volevo intervenire ovviamente per chiedere di accantonare questo mio emendamento. È tutto il pomeriggio che cerchiamo di migliorare questo decreto, cerchiamo di introdurre i test rapidi salivari, di esentare i minorenni dal green pass, di rivedere le norme sulle fiere, sulle sagre, e voi ci dite di no.

Questo emendamento tocca un tema molto importante che riguarda tutte quelle persone che magari sono guarite dal COVID più di sei mesi fa o che hanno contratto il COVID in maniera asintomatica e, nonostante ciò, hanno sviluppato gli anticorpi. Gli studi scientifici - perché qui tutti si rifanno alla scienza - ci dicono che queste persone molto spesso hanno una protezione non solo maggiore, ma più duratura rispetto a chi ha fatto un vaccino che, invece, dopo cinque, sei mesi, sembra purtroppo perdere un po' di efficacia.

Tra l'altro, mi rivolgo di nuovo agli amici dei 5 Stelle per ricordare che pure la loro candidata sindaca qui a Roma, Virginia Raggi, ha dichiarato di essere in questa situazione e che, proprio per questo motivo, non ha ancora fatto il vaccino. Quindi, signori miei, abbiate un minimo di riflessione in più.

Tra l'altro, questo emendamento coprirebbe appieno tutte quelle persone - penso agli amici di San Marino che hanno utilizzato il vaccino Sputnik, penso a tutte le persone italiane che si sono sottoposte alla vaccinazione con ReiThera, che lo Stato italiano ha finanziato con milioni di euro - che attualmente sono escluse in maniera totalmente ingiusta da questo green pass. Allora, veramente, amici miei, cerchiamo tutti quanti di avere un momento in più di riflessione ed un po' di buon senso (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Nessuno chiedendo di intervenire contro, passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di accantonamento dell'emendamento 4.2 Raduzzi.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 281 voti di differenza.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.2 Raduzzi, con parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Passiamo ora all'emendamento 4.25 Leda Volpi.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo in dichiarazione di voto rispetto a all'emendamento presentato dalla collega Leda Volpi che immagino possa accogliere il favore della maggioranza poiché quanto riportato nel costrutto emendativo della collega è già compendiato nel comma 3 dell'articolo 4, cioè, sostanzialmente, ci si riferisce a persone immunodepresse, a persone impossibilitate ad effettuare la vaccinazione, per le quali viene prodotto un certificato, un green pass momentaneo, a testimonianza del fatto che, non potendo essere vaccinata, la persona può comunque circolare liberamente sul territorio nazionale. Richiamando l'articolo 3, si fa poi menzione ad una circolare ministeriale esplicativa che poi in realtà è stata emanata.

L'emendamento della collega si inserisce però nel contesto di una fattispecie di fragilità a noi molto cara, che è quella dei portatori di handicap. Immagino che la ripetizione, il voler sottolineare con un emendamento la condizione di fragilità del portatore di handicap, che purtroppo non può nel tempo cambiare la sua posizione, renda questo emendamento accoglibile. Mentre un soggetto immunodepresso o una persona che magari ha contratto il Coronavirus da poco può variare quella condizione e, quindi, giustamente si pone nella legge il limite temporale del 30 settembre, il portatore di handicap non ha bisogno di dimostrare ripetutamente questa sua condizione. In presenza di un certificato prodotto dal medico di medicina generale, che attesta il fatto che il soggetto portatore di handicap non può vaccinarsi, evidentemente si deve dare il via libera immediatamente a quella persona per acquisire un green pass che non va rinnovato e che non ha limiti temporali perché - lo ripeto - purtroppo per quella persona la condizione di diversa abilità non può variare, se non, ahimè, purtroppo peggiorare. Quindi, riteniamo che questo emendamento presentato dalla collega possa essere accoglibile - mi rivolgo al relatore - perché giustamente nella legge, all'articolo 3, le diversità sono compendiate e si dà la possibilità ai soggetti che non possono vaccinarsi di affidarsi ai medici degli hub vaccinali o ai medici di medicina generale che attestano questa condizione e - in realtà con difficoltà, nella pratica - viene prodotto il green pass. Quantomeno si dà a queste persone che non si possono vaccinare la possibilità di avere il green pass. Altra fattispecie è quella del portatore di handicap che non ha una situazione momentanea, che nel tempo, a tre mesi, sei mesi, nove mesi, un anno può variare. L'handicap purtroppo non può migliorare, se non peggiorare, e quindi non ha senso sottoporre il portatore di handicap alla verifica routinaria della propria condizione.

Ritengo quindi che questo emendamento possa e debba essere votato; quantomeno sarà votato dal gruppo di Fratelli d'Italia

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trano. Ne ha facoltà.

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. La ratio di questo emendamento nasce in realtà da una segnalazione di un genitore di una ragazzina disabile, che ci ha scritto dicendoci che c'è un grande problema perché vi è una buona parte di ragazzi disabili. Lo voglio ribadire anche qui in Aula perché questa mattina qualcuno ha sollevato la questione che non c'è attenzione verso questa categoria; in realtà, non è vero perché noi del gruppo de L'Alternativa c'è abbiamo una grande sensibilità, ma soprattutto abbiamo recepito questa istanza che proviene dalla società civile e l'abbiamo trasformata in un emendamento. Questa mamma, dicevo, ci ha scritto che la propria figlia ha difficoltà cognitive e quindi anche difficoltà a dover ripetere ogni qualvolta il test, il tampone rino-faringeo, considerata l'invasività di questa operazione. Siccome ci sono problemi sanitari e quindi non può sottoporsi al vaccino, dovrebbe ripetere questa operazione ogni 48 ore per avere il green pass e, quindi, per poter accedere a tutti i servizi, di cui oggi abbiamo parlato. Io mi chiedo e chiedo, soprattutto, Presidente, per interposta persona, ai rappresentanti del Governo che siedono davanti a noi: vi pare normale una cosa del genere? Siccome avete dato parere contrario su questo emendamento, vi chiedo immediatamente di ripensarci e di dare il green pass a questi poveri disabili che hanno problemi gravi. Immaginate che cosa significhi anche per un genitore accompagnare ogni volta queste persone a fare il tampone per ottenere il green pass e, quindi, per avere una vita normale, una vita sociale. Nonostante il green pass ponga restrizioni, limitazioni alle libertà individuali, noi cosa facciamo? Restringiamo la libertà individuale a chi ha problemi gravi? Ma vi rendete conto a che livello siete scesi? Ripensateci immediatamente, cambiate il parere su questo emendamento perché è una vergogna!

Se non lo farete vi dovrete vergognare e avrete sulla coscienza tanti disabili che vi stanno chiedendo aiuto! Lo dico a tutto l'arco parlamentare: vi rendete conto? Come fate a votare in maniera contraria a questo emendamento? Ce l'avete una coscienza (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Osnato, a titolo personale, per un minuto. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. Credo che su questo vada fatta una riflessione perché mi sembra evidente che c'è una situazione particolare e contingente, ci sono patologie che non prevedono la possibilità di utilizzo del vaccino e, quindi, non possiamo limitare in modo ulteriore le persone che hanno qualche disabilità, nella normale vita quotidiana, perché non hanno il green pass o perché quest'ultimo ha una valenza troppo ridotta. Mi sembra opportuno riconsiderare questa opinione da parte del Governo - ma, direi, anche da parte della maggioranza - e addivenire a quello che citava il collega Gemmato ovvero che, se c'è una certificazione chiara e lampante sulla impossibilità di sottoporsi al vaccino, giustamente il green pass non può avere una scadenza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cabras. Ne ha facoltà.

PINO CABRAS (MISTO-L'A.C'È). Questo emendamento richiama un metodo, un metodo di correzione rispetto a un errore di fondo nell'impostazione di tutta la discussione sul green pass. Il Governo ha scelto una casistica precisa, minuziosa, certosina, di differenze, di fratture da introdurre nella vita dei cittadini per separarli e rendere, alla fine, difficile la loro esistenza in tanti contesti nei quali dovrebbero essere pienamente cittadini. Poi, si dimentica di distinguere quando la distinzione serve, ad esempio nei casi in cui ci sono delle persone che, in modo ragionevole, pretendono di avere un riconoscimento che non si vuole affrontare, perché questo provvedimento - lo abbiamo capito - è inemendabile. Potevate presentare la fiducia e potevate risparmiarci di fare questa cosa fintamente democratica. Non esiste che un Parlamento non possa emendare secondo ragionevolezza dei provvedimenti che sono palesemente sbagliati. Questo è uno dei casi tipici di un errore che si ritiene non emendabile. Dovete veramente vergognarvi (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Devo dare ragione al collega Cabras perché, a un certo punto, se non ci sono risposte e se non c'è un dibattito è uguale a quando si mette la fiducia e si risparmia, forse, tempo. Forse, vi sareste risparmiati anche voi di sentire tutte queste parole, visto che c'è una totale chiusura anche verso un tema che mi sembra pacifico come quello dell'emendamento in oggetto che riguarda i più fragili e i disabili. Li hanno spiegati bene il collega Gemmato e anche il collega Osnato i motivi che ci portano a votare favorevolmente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Costanzo. Ne ha facoltà. Poi l'onorevole Cirielli.

JESSICA COSTANZO (MISTO-L'A.C'È). Da molti giuristi è arrivato un secco no al green pass. Con questo emendamento vi permettiamo di evitare una profonda e grave discriminazione che avviene nei confronti dei cittadini con disabilità grave che, per qualche motivo, non possono vaccinarsi o per cui risulta difficoltosa l'esecuzione dei tamponi. Chiediamo quindi il libero accesso ai luoghi pubblici. Sappiamo, e lo dicono i giuristi, che è stata fatta una presentazione di richieste per verificare se questo provvedimento possa essere ripreso, soprattutto perché viola la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e la Convenzione europea sui diritti umani. Quindi, vi chiediamo di ripensarci perché con questo emendamento, ancora una volta, vi potremmo evitare una profonda e clamorosa discriminazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cirielli, che non è presente. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caiata, che non è presente. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caretta. Ne ha facoltà.

MARIA CRISTINA CARETTA (FDI). Grazie, Presidente. Credo che non ci sia neanche da discutere, credo che questo emendamento debba essere approvato. Stiamo parlando di persone che sono portatrici di handicap e non vogliamo agevolarle, di soggetti che non possono essere vaccinati e vogliamo continuare, in qualche modo, a non semplificare la vita loro, non semplificare la vita anche delle loro famiglie. Invito veramente i colleghi a fare una seria riflessione, a mettersi una mano sul cuore e dire: queste persone, che hanno già abbastanza problemi, devono essere agevolate e non ha senso francamente continuare a far fare loro certificati da parte dei medici perché, una volta che è stato dichiarato che non possono essere vaccinate, punto e basta. Un handicap giustamente, come è stato spiegato anche dal collega Gemmato…

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Prisco. Ne ha facoltà.

Se potete cortesemente sciogliere il capannello nell'emiciclo, mi segnalano i colleghi che non riescono a vedere il banco del Governo. Quindi, se gentilmente…

EMANUELE PRISCO (FDI). Mi auguro che le interlocuzioni sotto i banchi del Governo, che riprendeva, invece contribuiscano a risolvere la necessità di dare un ruolo anche all'attività, all'impegno e alle segnalazioni che il Parlamento sta conferendo a questo decreto, nel tentativo di limitare gli effetti di obbligatorietà del green pass e non certamente delle vaccinazioni, che anzi bisogna incentivare, e allo stesso tempo di risolvere alcuni punti di evidente contraddittorietà che sono emersi anche nel dibattito odierno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Ancora un'altra dimostrazione dell'approccio ideologico da parte della maggioranza su questo tema. Ce n'è veramente abbastanza su questo emendamento - il tema dei portatori di handicap, la possibilità di avere il green pass a prescindere - e mi dispiace che il massimo che si riesce a ottenere guardando i colleghi della sinistra è uno scuotimento di capo. Basterebbe avere il coraggio di prendere la parola, alzare la mano, alzarsi in piedi e declinare in due minuti, in tre minuti, una risposta che possa controbattere le nostre richieste. Mi dispiace davvero assistere a questo scempio della democrazia e a questa incapacità di confrontarsi su temi come questi. Ripeto, parliamo del green pass per i portatori di handicap.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carnevali. Ne ha facoltà.

ELENA CARNEVALI (PD). Penso di dover intervenire quando lo ritengo giusto, quando vale la pena intervenire e, soprattutto, credo, quando ancora per una volta in questo Parlamento dobbiamo avere la pazienza di dover spiegare le cose che dovrebbero essere lampanti agli occhi delle persone ragionevoli, non dico quelle che sanno leggere e scrivere. Mi dispiace moltissimo che oggi non possa essere qui la collega Noja, perché vi spiegherebbe come mai una persona che è riconosciuta con disabilità, ai sensi dell'articolo 3, comma 3, non vuole l'esenzione dal vaccino. Il vaccino lo vogliono, il vaccino lo cercano, il vaccino sanno che li protegge. Invece voi, a parte, come sempre, la buona e cattiva - soprattutto la cattiva - disinformazione, seguendo il ragionamento di questi giorni, dite: a tutti quelli che sono persone con disabilità diamo tout court l'esenzione dal vaccino e il green pass.

Peraltro, basterebbe semplicemente studiare un po' o semplicemente leggere. Forse sapremmo che esiste da tempo la certificazione per l'esenzione per le persone che hanno davvero una difficoltà, un sistema immunitario compromesso. I loro medici certificano che in quel caso, esclusivamente in quel caso, la vaccinazione non è opportuna. A queste persone il green pass viene riconosciuto.

Quindi, sono dieci minuti che stiamo dibattendo su un tema che, innanzitutto, è una fake, per l'ennesima volta su un tema che non ha neanche un minimo di razionalità, non solo scientifica, ma neanche morale, e mi dispiace per tutte le persone con disabilità che, se sentissero quello che stiamo dicendo in quest'Aula, penso che avrebbero una stima di questo Parlamento davvero, purtroppo, molto bassa (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, MoVimento 5 Stelle e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà. Poi l'onorevole Giovanni Russo.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie. Mi dispiace che la collega Carnevali abbia recepito questo emendamento e queste parole in maniera così ostile. Non penso che qua ci sia da fare il derby tra chi è a favore dei disabili e chi no; è soltanto un emendamento che vuole cercare di risolvere una situazione, e, quindi, viene presentato con umiltà, ma soprattutto per risolvere i problemi. Il tono, onorevole Carnevali, che lei ha usato è un tono offensivo, che, purtroppo, fa intravedere la presunzione che la sinistra ha (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Russo. Ne ha facoltà.

GIOVANNI RUSSO (FDI). Grazie, signor Presidente. Per il suo tramite, vorrei dire una cosa alla collega Carnevali: questo è un luogo di dibattimento, questo è il Parlamento italiano, è qui che si discutono le proposte, sia i testi della maggioranza sia le proposte emendative che vengono dall'opposizione. Non stiamo parlando di nient'altro, stiamo cercando il meglio per i nostri cittadini. Fratelli d'Italia, come anche gli altri colleghi dell'opposizione, stanno avanzando le loro proposte. Cerchiamo di realizzare cose di buonsenso per gli italiani e non capisco queste sue parole, che sono piene di pregiudizi nei confronti dell'opposizione, soprattutto nelle metodologie democratiche che vengono utilizzate e che sono uno strumento di difesa e di controllo da parte dell'opposizione. Lei viene con queste sue dichiarazioni ad offendere gli altri parlamentari (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Noi supportiamo questo emendamento, perché ci sembra di buon senso e per questo lo sosterremo con gli strumenti democratici che ci vengono consentiti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà. Poi l'onorevole Albano.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Devo deludere le aspettative dei banchi del Partito Democratico: siamo in grado di leggere e scrivere, anzi. Probabilmente, siamo ancora più capaci di leggere e scrivere, tant'è che riusciamo a farci domande e riusciamo anche a cercare risposte, cosa che evidentemente non è prerogativa di tutti. Soprattutto, non è prerogativa, per esempio, della collega Noja, citata proprio in precedenza, che, in Commissione, dichiara che i tamponi gratuiti, che era una delle proposte di Fratelli d'Italia, non dovevano essere riconosciuti a chi il vaccino non lo fa. Noi non vogliamo un'Italia di cittadini di serie A e serie B, noi vogliamo che ci sia la democrazia vera, e lo ribadisco, la democrazia è la tutela delle minoranze.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Albano. Ne ha facoltà. Poi l'onorevole Ciaburro.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente. Solo per sottolineare che, effettivamente, riusciamo ancora a leggere e scrivere, noi come parlamentari di questa Repubblica. In questo emendamento, che sottoscrivo, è stata prevista la possibilità che, per le persone che hanno il riconoscimento della legge n. 104, quindi articolo 3, comma 3, quindi di particolare gravità, per cui il medico curante certifichi la controindicazione alla vaccinazione per ragioni inerenti alla propria posizione, alla propria situazione di handicap, il certificato verde possa non scadere e che, quindi, la persona non debba nuovamente essere soggetta all'umiliazione di doversi sottoporre di nuovo ad analisi e ad esami per avere la certificazione verde, perché quella situazione di handicap, purtroppo, non decade.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciaburro. Ne ha facoltà. Poi l'onorevole Dall'Osso

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Siamo stati chiamati alla ragionevolezza, ma credo che dovremmo rispedire al mittente di farne uso, e soprattutto anche per la capacità di saper leggere e scrivere. Questo emendamento non chiede indiscriminatamente per tutti i portatori di handicap. C'è scritto: la certificazione resa dal medico curante attestante l'esistenza di controindicazioni alla vaccinazione. Questo significa che non possono essere vaccinati. Non sono i soggetti di cui parlava l'onorevole Carnevali, che, invece, chiedono la vaccinazione. Stiamo parlando di tutelare quelle persone che, invece, non possono essere vaccinate. Quindi, in merito al fatto che, evidentemente, non è stato letto dalla maggioranza e, soprattutto, dall'onorevole Carnevali (Commenti della deputata Carnevali), chiedo se questo emendamento, per come è stato scritto, abbia motivo, natura e bisogno di esistere, per dare risposta a queste persone (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dall'Osso. Ne ha facoltà. Poi l'onorevole Bellucci.

MATTEO DALL'OSSO (CI). Presidente, ho trascorso qualche anno all'opposizione, ma così bassi veramente si fa fatica, ma si fa veramente fatica. Caz…! Scusi. Articolo 3, comma 3, legge n. 105: è già compresa. Studiate (Dai banchi del gruppo di Fratelli d'Italia: “ È la legge n. 104!”)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà, per un minuto.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie Presidente, Sì, ho chiesto di intervenire a titolo personale. Questo emendamento affronta le questioni che riguardano le persone più fragili, le persone con disabilità. Come Fratelli d'Italia, abbiamo presentato una serie di emendamenti che non hanno trovato cittadinanza e approvazione in sede di Commissione e che, fra l'altro, in alcuni casi, erano anche uguali ad altre forze che siedono in Parlamento, proprio ad avvalorarne la bontà dei contenuti, il buon senso e la legittimità. In questo caso, mi corre l'obbligo di ricordare e unirmi anche a quello che è stato detto precedentemente dai colleghi, che questo emendamento non esenta alcuna persona dalla vaccinazione, se non coloro i quali hanno controindicazioni alla vaccinazione, che vengono certificate dal medico curante. E queste persone vengono ricomprese nell'articolo 3, comma 3, della legge n. 104. È questo che noi abbiamo tentato di spiegarvi, è quello che abbiamo scritto, è quello che vi abbiamo letto. Vorremmo che, da parte vostra, ci fosse una discussione nel merito, perché sembrerebbe che, quando non avete nulla da dire in termini di contenuti, cercate di mettere il bavaglio con epiteti e anche con attacchi che sono soltanto faziosi. In ragione di questo, noi vi richiamiamo ulteriormente ad una riflessione. Per questo, chiediamo l'accantonamento di questo emendamento, perché ci sono tutte le ragioni per poterlo fare e perché i contenuti e le motivazioni, come spiegate anche prima dal mio collega Gemmato, sono legittime, sono forti e, fra l'altro, riguardano proprio la protezione dei più fragili, che per Fratelli d'Italia, sempre e comunque, sono una priorità. Per questo, vi chiediamo di rifletterci bene (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Onorevole Bellucci, ricordo che la proposta di accantonamento è una proposta sull'ordine dei lavori, sulla quale, ai sensi dell'articolo 41, comma 1, del Regolamento, il Presidente ha facoltà - non l'obbligo - di chiamare l'Aula a decidere.

Sulla proposta di accantonamento, inoltre, il Regolamento, articolo 86, comma 7, prevede che sia sempre interpellato il relatore. La Presidenza ha già posto in votazione, nella giornata odierna, tre richieste di accantonamento con parere contrario del relatore, che sono state respinte dall'Assemblea. Preso atto dell'orientamento negativo del relatore su tali proposte, come già fatto in precedenti analoghe occasioni, in presenza di un avviso negativo del relatore, non chiamerò più l'Assemblea a decidere con una votazione. Chiedo, pertanto, al relatore di esprimersi sulla richiesta di accantonamento dell'onorevole Bellucci.

LUCA RIZZO NERVO, Relatore. Sì, grazie Presidente. Parere contrario all'accantonamento, anche perché faccio mie le parole di alcuni interventi. Come è stato ricordato, la legge già prevede il regime di esenzione dall'obbligo di green pass per tutta una serie di categorie, che, appunto, hanno condizioni per cui non è obbligatorio il green pass. Pare ultroneo questo ulteriore emendamento, quindi c'è contrarietà all'accantonamento.

PRESIDENTE. Chiede di intervenire l'onorevole Gemmato. Su che cosa?

MARCELLO GEMMATO (FDI). Per sapere se lo mette in votazione a favore…

PRESIDENTE. No, come abbiamo esplicitato, dopo tre richieste di accantonamento che sono state respinte, come è prassi oramai consolidata, non si pone più in votazione, ma si chiede al relatore il parere se accetta l'accantonamento o meno. Chiede di parlare l'onorevole Trano. A che titolo, onorevole Trano?

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Va bene, prego, onorevole Trano.

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). Siccome, Presidente, è un argomento molto delicato e lei ha richiamato una prassi, vorremmo chiedere, siccome c'è anche un interesse molto partecipato da parte dell'Aula, di poter mettere in votazione l'accantonamento di questo emendamento (Commenti).

PRESIDENTE. Abbiamo già spiegato. Sarebbe un'innovazione che, come è evidente, non è ben accolta. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.25 Leda Volpi, parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, l'onorevole Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie Presidente. È da qualche tempo che noi sosteniamo che, in quest'Aula e, purtroppo, ancora peggio fuori, si sia instaurato un clima di intolleranza e di antidemocraticità, secondo noi eccessiva, rispetto a chi ha delle posizioni diverse, peraltro sempre argomentate e sempre dette nei toni appropriati, sempre sostenute da valutazioni politiche e prima ancora tecniche e scientifiche. Oggi, però, scopriamo che questo, purtroppo, non viene compreso. Infatti, ancora oggi, ancora da parte di esponenti politici, in questo caso del MoVimento 5 Stelle, una donna, un membro di questo Parlamento, un leader politico, viene appellato come “cagna”, da parte di un candidato del MoVimento 5 Stelle al comune di Busto Arsizio, perché ha una posizione diversa da quella del resto del Parlamento sul tema del COVID e della pandemia. Allora, siccome ho sentito anche pochi minuti fa interventi che hanno un atteggiamento oltranzista e offensivo, come è stato detto, nei confronti di posizioni diverse, dette - ripeto - assolutamente con toni e con modalità appropriate, io credo che sia giusto che si incominci a prendere le distanze, soprattutto dal leader, in questo caso del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che in passato è stato molto attento a chi magari lo attaccava su problematiche politiche, addirittura sui social e su conferenze stampa convocate a Palazzo Chigi, a difendersi dalle accuse e dall'essere offeso, perché veniva, secondo lui, trattato male. Credo che sia il momento che anche i leader politici più importanti incomincino a prendere le distanze da questo modo di fare politica. Io non tollero che una donna, innanzitutto, che un leader di partito, possa essere definito sui social “cagna”, da parte di esponenti politici. Non si può più tollerare, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Chiede di intervenire la presidente Boldrini. Su che cosa?

LAURA BOLDRINI (PD). Mi scusi, Presidente, sullo stesso argomento.

PRESIDENTE. Prego, onorevole Boldrini..

LAURA BOLDRINI (PD). Chiaramente mi unisco alla condanna. Trovo riprovevole che qualsiasi donna, anche se in questo caso una donna avversaria politica, venga definita in questo modo riprovevole, da condannare (Applausi). Dovremmo tutti usare questa regola, colleghi e colleghe, di usare un minimo di rispetto tra di noi, perché questo fa esempio. Se noi usiamo rispetto tra noi, chi ci segue farà altrettanto, quindi, diciamo che è una condanna che dovrebbe trovare il seguito prima di tutto in quest'Aula (Applausi).

PRESIDENTE. Dovremmo ora passare all'esame delle identiche proposte emendative 4.4 Suriano e 4.26 Massimo Enrico Baroni. È stato tuttavia comunicato alla Presidenza un numero di iscrizioni per dichiarazione di voto su tali emendamenti il cui svolgimento richiederebbe circa venti minuti. Essendo stata fatta richiesta da parte del gruppo di Coraggio Italia di interrompere l'esame del provvedimento alle 19,30, interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento che riprenderà nella seduta di domani, a partire dalle ore 9,30.

Per fatto personale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, per fatto personale, il deputato Sebastiano Cubeddu. Ne ha facoltà.

SEBASTIANO CUBEDDU (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo a fine seduta per fatto personale perché, oggi, in sede di question time è successa una cosa veramente sgradevole e inaccettabile, di cui si è reso responsabile il Ministro Brunetta, perché si è rivolto, mentre rispondeva a un'interrogazione di Forza Italia, al gruppo del MoVimento 5 Stelle, guardando la mia persona e le persone che erano sedute con me, dando dei luddisti al MoVimento 5 Stelle. Ricordo a me stesso, ai colleghi e a questa Presidenza che non è intervenuta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), che un Ministro è ospite in Parlamento e non si può permettere di insultare i deputati della Repubblica che vigilano sulla sua condotta. Quindi, chiedo una replica anche di questa Presidenza che nella circostanza non ha impedito o non è intervenuta su un atteggiamento offensivo di un Ministro della Repubblica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Detto questo, visto che ci ha dato dei luddisti, un Ministro che è responsabile della pubblica amministrazione, intendo precisare che l'unico sabotaggio di cui oggi noi prendiamo atto, come MoVimento 5 Stelle, ed io come deputato, è che forse è proprio il Ministro Brunetta, in qualche modo, attraverso le dichiarazioni che rende in relazione allo smart working e a una visione della pubblica amministrazione, e non il MoVimento 5 Stelle a sabotare il progresso e le riforme della pubblica amministrazione e dei servizi pubblici, una riforma manageriale dello Stato e del lavoro e dei processi del lavoro, così come sta avvenendo in altri Paesi.

In ogni caso, chiedo che questa Presidenza intervenga, perché non si abbiano più a vedere Ministri che offendono e insultano gruppi politici o deputati del MoVimento, peraltro non rispondendo alla loro interrogazione, ma, lo ripeto, a un'interrogazione di Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Onorevole Cubeddu, io da qui non riesco a vedere se il Ministro ha guardato qualche parlamentare e anche se l'ha fatto non posso pensare che si sia rivolto in una maniera esplicita alla persona senza dirlo al microfono, perché non ho questo dono. In qualsiasi caso, è un termine che non mi pare, di per sé, abbia un'accezione assolutamente negativa, ma non posso sicuramente pensare che sia rivolto a una persona o a un gruppo.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giannone. Ne ha facoltà, per due minuti.

VERONICA GIANNONE (FI). Grazie, Presidente. Ieri sera, in una nota trasmissione televisiva, è andato in onda un video straziante dove, purtroppo, il protagonista era un bambino di soli sette anni che, mentre si trovava in ospedale per accertamenti, è stato strappato con forza dalle braccia di sua nonna dalle Forze dell'ordine in esecuzione di un provvedimento di allontanamento del piccolo stesso dalla madre, disposto dal tribunale dei minori di Lecce.

Purtroppo, urla e pianti strazianti non hanno fermato quello che sulla carta dovrebbe essere uno strumento di tutela del supremo interesse del minore, perché nella pratica quello che avviene è altro.

Questi prelievi sono violenti, gravemente traumatici e, molte volte, non necessari, come in questo caso, ma anche in altri e, in realtà, tendono più a tutelare l'interesse di un genitore, spesso violento, spesso purtroppo il padre, come in questo caso, e spesso quando il bambino ha timore di vederlo. Tutto questo a causa di quella che viene definita alienazione parentale che, lo ricordo, è un costrutto ascientifico che viene però utilizzato in tribunale e che condanna molto spesso le donne, per lo più, e le accusa di essere possessive, simbiotiche, adesive, morbose e manipolatrici.

La cosa peggiore però è che di questo caso io conosco veramente molto, tant'è che ho presentato un'interrogazione, ed è anche al vaglio della Commissione sul femminicidio. Nell'interrogazione, purtroppo, la risposta che mi è stata data, e cito testualmente, dice che le valutazioni offerte dai presidenti dei tribunali che, appunto, hanno gestito questa vicenda non consentono di riconoscere nella vicenda in esame responsabilità a carico di magistrati o adozione di provvedimenti lesivi del diritto dei minori. Eppure, le scene che abbiamo visto ieri sera in televisione sono terrificanti, le potete trovare tranquillamente sui canali della nostra tv nazionale.

Presidente, concludo. Le dico che molte volte le donne vengono “rivittimizzate” - e così anche i bambini - perché dopo denunce che vengono effettuate per violenza in ambito familiare, anziché essere credute, vengono allontanate dai propri bambini e viceversa. Questo bambino ha chiesto di tornare a casa, eppure è ancora lontano da sua madre e la riesce a vedere soltanto una volta a settimana. Non si possono sponsorizzare, Presidente, delle campagne che invitano le donne vittime di violenza e abusi in famiglia a denunciare, se poi non si ferma seriamente la vittimizzazione secondaria delle stesse e dei loro figli, perché è un'ennesima presa in giro, un ennesimo affronto al quale dobbiamo mettere la parola “fine”.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zardini. Ne ha facoltà.

DIEGO ZARDINI (PD). Grazie, Presidente. Siamo di nuovo costretti a denunciare un'altra provocazione revisionista da parte del consigliere comunale di Verona, Andrea Bacciga, che, proprio nel giorno del settantaseiesimo anniversario della battaglia delle Poste e della caserma Campofiore, primo evento resistenziale della città di Verona che poi ha comportato anche la medaglia d'oro al valor militare, calendarizza una mozione dove si chiede di verificare la veridicità del fatto storico da parte della commissione toponomastica ed eventualmente, dopo un voto a maggioranza che certificasse che questo fatto non è avvenuto, di ritirare la targa che è apposta in quella piazza. Quindi, sostanzialmente, ancora una volta, per raccattare qualche voto da parte della destra estrema, il consigliere infanga la memoria, infanga la città, infanga i fatti che domani dovranno essere commemorati dallo stesso sindaco di Verona, il quale, peraltro, ha anche dato la cittadinanza onoraria lo scorso anno all'unico superstite ancora vivo dei fatti che vengono appunto contestati dal consigliere Bacciga. Per cui noi chiediamo veramente che questo consigliere la smetta di rovinare la memoria di Verona e di mettere in imbarazzo tutti i cittadini, appunto, cercando di dare anche alla maggioranza del comune di Verona e al sindaco il compito di stopparlo finalmente una volta per tutte (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tondo. Ne ha facoltà.

RENZO TONDO (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, Presidente. Volevo ricordare il professor Attilio Maseri che è venuto a mancare il 3 settembre, a 86 anni. Per chi non lo conoscesse, era il più famoso cardiologo italiano, avendo operato la regina Elisabetta II e Papa Giovanni Paolo II.

Il professor Maseri, cardiologo e filantropo, un uomo mite che ha dato prestigio all'Italia, era un cittadino friulano che si era distinto per le sue qualità professionali e per la sua attenzione verso le persone più deboli. Fondò diverse associazioni per il cuore, per la cura del cuore, fece infinite pubblicazioni, ma, soprattutto, da filantropo, ebbe modo di donare nel 2013 la biblioteca Florio al comune di Udine, una biblioteca di oltre 10 mila volumi, nel 2018 donò un palazzo palladiano, dove aveva sede la Banca d'Italia e che era di proprietà della sua famiglia, sempre all'università e oggi, che ci lascia, scopriamo che nel suo testamento tutto il patrimonio è stato lasciato all'università di Udine, all'università di Trieste, all'ospedale di Udine e all'ospedale di Trieste. Ci tenevo a ricordare questo cittadino friulano, un bravissimo medico, appunto, che curò Elisabetta II e Giovanni Paolo II, che ha lasciato tutto il patrimonio importantissimo al sistema pubblico.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 9 settembre 2021 - Ore 9,30:

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 23 luglio 2021, n. 105, recante misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19 e per l'esercizio in sicurezza di attività sociali ed economiche. (C. 3223-A​)

Relatore: RIZZO NERVO.

La seduta termina alle 19,35.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 3 il deputato De Filippo ha segnalato che non è riuscito a esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 5 e 7 il deputato Miceli ha segnalato che non è riuscito a esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 9 e 10 la deputata Bonomo ha segnalato che non è riuscita a esprimere voto contrario;

nella votazione n. 11 i deputati Gariglio e Rixi hanno segnalato che non sono riusciti a esprimere voto contrario.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 3223-A - em. 3.51 390 389 1 195 48 341 94 Resp.
2 Nominale em. 3.53 391 389 2 195 47 342 92 Resp.
3 Nominale em. 3.52 385 384 1 193 44 340 92 Resp.
4 Nominale em. 3.47 398 398 0 200 131 267 91 Resp.
5 Segreta em. 3.417 407 405 2 203 137 268 91 Resp.
6 Nominale em. 3.8, 3.54 368 366 2 184 49 317 90 Resp.
7 Nominale em. 3.1 344 341 3 171 39 302 103 Resp.
8 Nominale em. 3.11 364 363 1 182 40 323 103 Resp.
9 Nominale em. 4.8, 4.503 374 372 2 187 39 333 102 Resp.
10 Nominale em. 4.504 389 350 39 176 5 345 102 Resp.
11 Nominale em. 4.27 391 390 1 196 50 340 99 Resp.
12 Nominale em. 4.505 383 380 3 191 46 334 99 Resp.
13 Nominale em. 4.23 382 352 30 177 17 335 99 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 16)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale em. 4.24 389 389 0 195 49 340 99 Resp.
15 Nominale em. 4.2 373 369 4 185 42 327 99 Resp.
16 Nominale em. 4.25 378 377 1 189 44 333 98 Resp.