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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 555 di giovedì 5 agosto 2021

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

La seduta comincia alle 9.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

FEDERICA DAGA , Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Battelli, Brescia, Casa, Cavandoli, Colucci, D'Incà, D'Uva, Gregorio Fontana, Giachetti, Invernizzi, Lapia, Liuni, Lollobrigida, Lorefice, Lupi, Maggioni, Magi, Molinari, Mura, Nardi, Occhiuto, Paita, Perantoni e Serracchiani sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 90, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Informativa urgente del Governo sullo sviluppo di gravi incendi in diverse aree del Paese.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di un'informativa urgente del Governo sullo sviluppo di gravi incendi in diverse aree del Paese.

Dopo l'intervento del rappresentante del Governo interverranno i rappresentanti dei gruppi - per sette minuti ciascuno - e delle componenti politiche del gruppo Misto - per due minuti ciascuno - in ordine decrescente, secondo la relativa consistenza numerica.

(Intervento del Ministro della Transizione ecologica)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Ministro della Transizione ecologica, professor Roberto Cingolani.

ROBERTO CINGOLANI, Ministro della Transizione ecologica. Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti. Nel tentativo di darvi le informazioni fondamentali, volevo innanzitutto dirvi le fonti sulla base delle quali saremo in grado, oggi, di darvi questo rapporto.

Abbiamo contattato la Protezione civile per avere gli elementi più recenti: un'informativa da parte del CUFA - che poi, se gradite, possiamo lasciare anche come documento per tutti quanti - e anche i dati più recenti di Legambiente, con il documento che verrà rilasciato nel 2021 per i dati 2020. Quindi, anche per dare un po' la molteplicità di informazioni da parte di organismi che hanno punti di vista leggermente diversi, ne viene fuori un quadro spero abbastanza chiaro.

Se mi consentite, prima di entrare negli aspetti descrittivi, sia di quello che è successo sia delle attività di tamponamento sia anche di alcune problematiche che avrei piacere di condividere con voi per trovare soluzioni, vorrei fare una specie di breve sommario, come quando si fa l'abstract, così mettiamo cinque punti che sembrano chiari - ce li avete a mente dall'inizio - poi dopo li sviluppiamo nel corso del discorso.

La prima considerazione è che gli incendi che stanno devastando - tra l'altro in questo momento non solo l'Italia, ma come sapete in Grecia abbiamo situazioni molto simili e avete visto anche in California - larghe zone verdi del pianeta, e l'Italia è molto colpita, sono dovuti, senza nessun tipo di ambiguità, all'azione congiunta di quello che noi chiamiamo l'effetto del cambiamento climatico e, purtroppo, a fenomeni antropici, quindi roba che dipende dall'essere umano. Quello che è molto preoccupante - non lo dico come Ministro della Transizione ecologica per scaricare, come dire, la responsabilità di questi eventi - è che purtroppo il cambiamento climatico incide per una piccola quantità percentuale sulla frequenza di questi incendi. Perché? Che cosa succede? Il cambiamento climatico in questo momento è responsabile di una cosa: la diminuzione dell'umidità media del terreno. Quindi è evidente che se io ho una macchia, un terreno un po' più arido, un po' più secco, provate ad accendere un barbecue sul terreno umido non ci riuscite, sul terreno secco prende fuoco subito, quindi è chiaramente qualcosa che aiuta la infiammabilità. A questo si sommano correnti, quindi venti, ad alta temperatura, piuttosto secchi, che spesso fanno movimenti ascensionali, per cui l'oggetto che sta bruciando viene portato più in quota e rimosso orizzontalmente, per cui il tizzone può viaggiare non a terra, ma all'altezza delle chiome degli alberi e, a sua volta, diventare lui il provocatore dell'incendio. Quindi c'è una combinazione di desertificazione, se volete, di essiccamento del terreno e poi di queste correnti ascensionali calde, che possono trasportare scintille. Tutto questo, però, è abbastanza marginale nel senso che, se uno lascia le cose come stanno, non è che l'incendio si appicca da solo: l'autocombustione non avviene a 45 gradi, avviene a temperature molto più alte, è ovviamente qualcosa che favorisce la propagazione veloce degli incendi. L'effetto antropico si misura, invece, in diverse componenti. Allora, avendo foreste e boschi che sono meno resilienti e avendo anche l'allungamento delle stagioni, quindi periodi caldi più lunghi, diventa più importante la mancanza di cura del territorio e della vegetazione. Quindi, il primo elemento è che, se non si fa manutenzione dello strato basso e delle chiome, ma soprattutto dello strato basso, è evidente che, se c'è una scintilla, la propagazione delle fiamme è rapidissima.

A questo punto, ovviamente uno si dovrebbe chiedere: ma questa scintilla da dove viene? E qui l'avete visto anche sul Corriere della Sera di due giorni fa, erano i dati preliminari di Legambiente 2021 per il 2020 (noi abbiamo chiesto il rapporto anche per vederlo in anteprima), qui escono numeri che sono, tutto sommato, abbastanza preoccupanti. Ora, ho il dossier di Legambiente, però ve lo posso anticipare: noi abbiamo il 57,4 per cento di incendi che sono proprio dolosi, in cui si vedono i punti di innesco. È evidente che, con la situazione che vi ho poc'anzi menzionato, se io innesco in tre punti, dopo la propagazione della fiamma è rapidissima ed estremamente efficace, addirittura va dall'alto, quindi prende le chiome degli alberi prima ancora che salga la fiamma dal basso e gli effetti sono devastanti. Poi abbiamo un 13,7 per cento, che è non intenzionale, colposo: questo, se ci pensate è assurdo, è la mancanza di cultura nel bruciare le stoppie, che so, o fare piccoli incendi, di cui poi viene perso il controllo, e quindi questi a loro volta si sommano al 57,4 per cento delinquenziale. Allora 57,4 più 13,7 siamo al 72 per cento. Quindi già vi ho detto che oltre il 70 per cento è responsabilità nostra e va, ovviamente, a incidere su un sistema che, dal punto di vista sia dell'umidità che della cura del territorio, è predisposto, purtroppo, per incendiarsi molto rapidamente. Meno del 2 per cento è di origine naturale: se ci pensate, l'origine naturale è un fulmine o dovete avere, che so, un pezzo di vetro che focalizza la luce solare ad un certo angolo, ma insomma è veramente una probabilità bassissima. Il 4,4 per cento è considerato indeterminato, quindi non si riesce a capire da dove esca, il che vuol dire che non trovi l'innesco, ma insomma in qualche modo qualcuno ha buttato la cicca della sigaretta e rimane, per ultimo, un 22,5 per cento che non è classificabile. Quando si dice non classificabile e indeterminato, semplicemente dalle ricognizioni è difficile stabilire se c'è un innesco; però, insomma, il punto fondamentale è: qualcuno deve far partire la scintilla. Vi dico questi numeri perché se, da un lato, noi dobbiamo essere molto coscienti del fatto che siamo più vulnerabili di quanto non fossimo in passato - e questa è la parte chiamiamola ambientale - dopo però c'è un problema di manutenzione dei territori e, ovviamente, un problema di civiltà, perché qui stiamo parlando di qualcuno che brucia. C'è un'interessante rassegna sui motivi per cui i piromani agiscono, quindi tolta una piccola percentuale di piromania dovuta a una malattia - come la cleptomania, è una mania - la gran parte di questi hanno degli interessi reconditi. Si è parlato, come avete sentito credo tutti quanti, di sterilizzare i territori per poi far cambiare, diciamo, la destinazione d'uso e fare speculazioni di diverso tipo che possono andare dal rinverdire al costruirci, a farvi addirittura impianti fotovoltaici; in realtà, questo non è vero, perché, come vi dirò nella parte più circostanziata - sono ancora nell'abstract - c'è una legge precisa che stabilisce che per molti anni, 15 o 10, a seconda dei casi, non si possa assolutamente fare nulla; si dovrebbe perimetrare la zona incendiata, cioè ci sono le regole. Quindi è più un problema di come gestirle, di come metterle in atto, di come controllare, di come monitorare. Quindi, in questa brevissima introduzione che volevo farvi, l'elemento più direttamente umano è ovviamente difficilissimo da controllare. La prevenzione il controllo, anche con tecnologie innovative, è fondamentale, altrimenti non ne veniamo a capo; la manutenzione dei territori è fondamentale perché il primo miglioramento lo si potrebbe ottenere se noi avessimo zone di vuoto fra gli alberi dove la fiamma non si possa propagare rapidamente. Chi vive in montagna sa benissimo che ogni tanto ci sono queste strisce di pineta tagliate proprio perché servono a fermare il fronte della fiamma; questo vale anche, in piccolo, soprattutto nelle zone molto aride con macchia mediterranea. Ciò che vi ho detto adesso è assolutamente solo qualitativo, quasi giornalistico, però credo che sia importante per mettere anche un po' in luce dove debbano andare gli sforzi.

Adesso, un po' più istituzionalmente, userò i dati che abbiamo estratto dal rapporto della Protezione civile, del CUFA e di Legambiente, che sono particolarmente significativi e ho alcune idee da condividere con voi che, secondo, me potrebbero un po' aiutare.

A partire dagli elementi rilasciati dalla Protezione civile, la campagna estiva antincendi boschivi, la cosiddetta AIB, si è rivelata quest'anno molto impegnativa e, come avete visto, c'è stato un aumento percentuale piuttosto rilevante rispetto anche agli anni precedenti, quindi qualcosa è peggiorato, è fuori discussione.

La materia degli incendi boschivi è disciplinata dalla legge n. 353 del 2000, che era pensata per contrastare il fenomeno degli incendi boschivi ed è particolarmente rilevante nelle stagioni estive per i motivi che abbiamo poc'anzi menzionato, che vanno peggiorando, perché i venti sono sempre più forti e secchi e la manutenzione è sempre peggiore, quindi purtroppo non abbiamo attenuanti su questa cosa. L'assetto attribuisce alle regioni e alle province autonome il compito di programmare e attuare le attività di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi, queste comprendono ricognizione e sorveglianza; quindi, la ricognizione in questo caso è: che tecnologia utilizziamo per vedere prima e con maggior angolo visuale. Capite bene che dall'alto sarebbe meglio che dal basso. La sorveglianza è una questione di manpower, di quanta gente abbiamo che poi possa intervenire. L'avvistamento ha a che fare con i sistemi di sorveglianza, ma in realtà - ve lo dirò fra poco – ha anche a che fare con gli algoritmi con cui si calcolano le probabilità. QQQuesto ve lo ve lo dirò fra un attimo, è una cosa molto precisa, un'arma molto potente che abbiamo in mano che però, paradossalmente, usata da un malintenzionato, gli dice dove può andare appiccare il fuoco più efficacemente, quindi sono cose che dobbiamo vedere con un attimo di calma. Poi c'è il meccanismo dell'allarme e lo spegnimento con mezzi di terra e aerei, con l'adozione di un piano regionale che ha una revisione annuale e che viene redatto sulla base delle linee guida emanate con il decreto del Ministero dell'Interno del 20 dicembre 2001. Vorrei anticipare che questa parte dell'intervento degli aerei, anche con la cooperazione internazionale funziona bene, ha funzionato bene. Quindi in coda al processo siamo stati bravi e abbiamo anche collaborato; sono arrivati gruppi di Canadair, se non vado errato, dalla Francia e dalla Grecia; la fase preventiva, paradossalmente, ha invece qualche inefficienza che dobbiamo mettere a punto.

Per quanto concerne la lotta attiva, l'articolo 7 della legge quadro affida al Dipartimento della protezione civile mediante il cosiddetto COAU, cioè il Centro operativo aereo unificato, la responsabilità di garantire il coordinamento del concorso della flotta aerea antincendio dello Stato a supporto delle regioni che, nell'attività di spegnimento, operano con l'impiego di risorse terrestri dei velivoli che compongono le flotte regionali. C'è poi un metodo, in caso di emergenze forti, di ricorrere alle alleanze internazionali, per cui squadre di Canadair sono mandate dai Paesi vicini. Tante volte li mandiamo noi ai Paesi vicini, quindi è una collaborazione soprattutto in ambito Mediterraneo, che funziona bene.

Questo è l'inquadramento normativo - voi siete più esperti di me - però i punti fondamentali sono questi. Quindi bisogna fare in modo che questi piani regionali o delle province autonome siano sempre adeguati, bisogna anche dare una mano probabilmente a livello centrale perché poi redigere questi piani, applicarli eccetera può essere complicato. Qui c'è un problema di quanta gente abbiamo sui territori e soprattutto c'è un po' una qualità a macchia di leopardo. Parlavo sia con la Protezione civile che con l'ex Nucleo forestale dei Carabinieri e mi è stato detto che effettivamente da regione a regione le cose cambiano e non c'è un'uniformità, purtroppo, di impatto positivo nella gestione degli incendi.

Per quanto riguarda la situazione climatica e la cosiddetta suscettività degli incendi, che è il parametro sul quale si fanno tutte le programmazioni di emergenza, a partire dalla giornata del 23 luglio, si è registrato un aumento delle temperature e dei valori di bassa umidità, che combinati con le condizioni dei venti (quindi temperature, umidità bassa vuol dire secco, e venti purtroppo sfavorevoli) hanno favorito il propagarsi di questi fenomeni di combustione, soprattutto nella zona della Sardegna dove il giorno 24 si sono manifestati gli incendi più importanti. Sapete che non è solo la Sardegna, ma è iniziato lì. L'incendio, in poche ore, è diventato molto impegnativo, ha interessato aree produttive e ha lambito molte abitazioni; quest'incendio è proseguito anche il giorno 25, interessando i centri abitati di Cuglieri, Sennariolo, Tresnuraghes, Scano di Montiferro e i comuni di Flussi, Tinnura, Magomadas, Suni, Sagama, costringendo addirittura i sindaci a disporre l'evacuazione di molte famiglie. Quindi, è stata una cosa molto seria, soprattutto in Sardegna questa volta.

L'evento è stato caratterizzato dai fenomeni che vi accennavo prima, di spotting, cioè con una colonna convettiva; l'aria calda sapete che va verso l'alto, quando lo fa molto rapidamente e c'è un incendio si porta tutti i tizzoni e le scintille, arrivata a una certa altezza, il vento trasversale la fa muovere molto rapidamente, diciamo in orizzontale, questi tizzoni cadono e vanno ad accendere, direttamente dalle chiome degli alberi, altri incendi ad una velocità che diventa non compensabile da chi, a terra, sta sparando l'acqua alla base. Quindi questo problema dello spotting, della convenzione, è particolarmente forte se c'è vento secco e terreno molto secco; tutti i tizzoni e le scintille volano e si propagano orizzontalmente. Capite che questo è un problema che per le nostre forze d'intervento è difficilissimo da gestire e bisogna intervenire subito con gli aerei, perché si deve bagnare dall'alto, ed ecco che qui c'è un problema infrastrutturale, perché gli aerei ci sono, decollano, ma se ci sono quattro fronti incendiari in quattro regioni distanti 500 chilometri, si è costretti a chiedere aiuto, come abbiamo fatto, ad altre Nazioni; purtroppo, la prevenzione, in questo caso, necessita anche di infrastrutture importanti.

Il giorno 26 luglio - quindi siamo al terzo giorno di questa narrazione - si è ridotta gradualmente l'intensità dell'incendio che, per via delle correnti e delle situazioni morfologiche del terreno, aveva ormai diversi spot, aveva diverse aree, quindi erano diversi i fronti che andavano gestiti individualmente. Nelle giornate successive sono state impiegate le risorse necessarie al controllo per oltre 70 chilometri dal perimetro dell'incendio. Nei giorni cruciali dell'evento, quindi 24, 25 e 26 luglio, ci sono state 800 persone evacuate e un'area bruciata che, da una prima stima, ammonta ad oltre 10 mila ettari, quindi è catastrofico come evento. Come riportato dal comunicato stampa della regione e confermato dalla Sala Situazione Italia, i danni sono stati ingenti anche nelle abitazioni, nelle attività produttive, per le aziende agricole e zootecniche e per il patrimonio ambientale e delle infrastrutture pubbliche, perché sono state bruciate palificazioni e quant'altro, e l'area interessata era veramente molto grande.

L'ultima settimana di luglio e i primi giorni di agosto 2021 sono stati giorni con condizioni particolarmente favorevoli all'innesco e alla propagazione degli incendi boschivi in diverse regioni del Centro e del Sud Italia e questo ha comportato, oltre al fenomeno della Sardegna, 255 richieste di soccorso aereo che sono pervenute al COAU, cioè sono 255 decolli nell'arco di pochi giorni. Se pensate il tempo di decollo, operazione, ricarico, non hanno avuto un attimo di sosta su diversi fronti, non solo in Sardegna, ma in una parte piuttosto ampia, soprattutto nelle regioni meridionali. Gli incendi più impegnativi sono quelli che avete sentito tutti: uno a Pescara, dove è stato interessato un parco e l'altro a Catania e hanno interessato aree urbano-rurali che sono molto ampie e queste a loro volta hanno richiesto operazioni antincendio di tipo aereo e gestione da parte della Protezione civile. Quindi roba, anche questa, piuttosto grossa. Vediamo come funziona l'attività di allertamento del sistema della Protezione civile, perché questo è un elemento essenziale e bisogna dire che è anche un punto di forza. Il Dipartimento effettua, durante la stagione degli incendi, un'analisi meteorologica delle condizioni di suscettività dell'innesco e della capacità di propagazione degli incendi boschivi. Quindi, noi dobbiamo sapere qual è la probabilità che scoppi un incendio, per via della combinazione di tutti i fattori che vi ho detto prima, ma anche quanto rapidamente si propaghi, che tipicamente è legato alla macchia, al vento. Ci sono degli algoritmi che calcolano queste cose.

Adesso io non ho purtroppo una lavagna luminosa, però qui vedete tutti che c'è una mappa dell'Italia che ha dei colori, un po' come, se mi consentite, le zone COVID (Il Ministro esibisce una mappa). Allora, sulla base questi colori ciascuna regione - poi vi racconterò come si ottengono questi grafici - ha una suscettività dell'incendio. Per esempio, qui - forse riuscite a vederlo - c'è una parte centrale dell'Italia …

PRESIDENTE. No Ministro, è tecnicamente impossibile…

ROBERTO CINGOLANI, Ministro della Transizione ecologica. Io ci provo (Applausi)…

Allora, avete delle zone che sono ad alta suscettività e, se la zona è ad alta suscettività, lì c'è uno stato di emergenza più elevato rispetto ad altre. Il problema è che queste mappe le può vedere chiunque, e bisogna anche capire come viene utilizzata questa indicazione. Sulla base delle previsioni meteorologiche sinottiche, che sono effettuate ogni giorno dal settore meteo del centro funzionale centrale che emette il bollettino di vigilanza meteorologica nazionale, e sulla base di modelli di previsione degli incendi boschivi - che sono modelli matematici che tengono conto delle cose che vi ho raccontato prima - è stata valutata, per i giorni 24 e 25, una suscettività dell'innesco cosiddetta alta. La definizione di suscettività alta è “ad innesco avvenuto” cioè, una volta che in qualche modo c'è stata una scintilla, un fulmine, un cerino o un delinquente “l'incendio si propaga in maniera tale da poter rapidamente raggiungere dimensioni di intensità che lo rendono difficilmente contrastabile con le sole forze ordinarie ancorché rinforzate, richiedendo il dispiegamento di ulteriori mezzi aerei”. Quindi, dai modelli matematici disponibili, che sono in coda alle previsioni climatiche, si sa che in certi giorni, in certe aree, c'è un'alta suscettività; e se c'è alta suscettività vuol dire che, se scoppia una scintilla, o c'è un fulmine, un cerino o un delinquente, lì è sicuro che ci sarà un incendio di proporzioni catastrofiche. Quindi, questo è lo strumento principale con cui si fa prevenzione.

Questa è una prevenzione ex ante. Io qui ho una mappa della Sardegna nella data 23 luglio 2020 (questo è stato uno dei momenti peggiori) in cui tutta la Sardegna era fra l'arancione e il rosso. Allora, quelli sono dei giorni pericolosissimi in cui la vigilanza va allertata e ci deve essere un controllo assolutamente stringente. Ora, siccome credo sia impossibile fare un controllo 24 ore su 24 ad altissima risoluzione, però almeno nei giorni in cui uno ha le mappe rosse o arancioni sarebbe necessario rinforzare enormemente tutte le capacità di misura che noi abbiamo, sia da satellite che da drone, e ovviamente anche la vigilanza a terra.

Nei giorni successivi a quelli che vi ho narrato prima - 24, 25 e 26 - sulla base delle previsioni sinottiche e dei modelli di previsione di incendio, il Dipartimento ha valutato un persistere della suscettività alta sino al 3 agosto. Quindi, in buona sostanza noi abbiamo avuto dal 24 di luglio al 3 agosto una costante situazione di alta suscettività che, dal punto di vista gli incendi, è in assoluto la più pericolosa. È chiaro che purtroppo la previsione si è rivelata esatta, il problema è che era impossibile trovare i piromani che hanno innescato gli incendi.

Nei giorni successivi si è passati a suscettività media, la cui definizione è “ad innesco avvenuto l'incendio si propaga in maniera tale da dover essere tempestivamente fronteggiato con forze ordinarie, altrimenti potrebbe essere necessario un dispiegamento di ulteriori forze per contrastarlo, rafforzando le squadre a terra ed impiegando piccoli e medi mezzi aerei”. Questa è stata la situazione su gran parte del Sud e del Centro Italia nei giorni in cui la Sardegna era più vulnerabile. Ora, per essere molto chiari, questa roba gira continuamente, queste previsioni sono fatte continuamente; quasi tutte le regioni sono attrezzate per fare le loro previsioni insieme a quelle nazionali. Le regioni Abruzzo e Sicilia non sono, però, dotate di un proprio bollettino autonomo di previsione incendi boschivi - quindi, Abruzzo e Sicilia, dove ci sono stati incendi importanti nella passata settimana -, ma fanno proprio il bollettino predisposto dal Dipartimento della Protezione civile e lo rilanciano nel loro sistema antincendio boschivo e di protezione civile. Quindi, questo è un altro aspetto: non tutte le regioni sono dotate. Potremmo discutere sul fatto che, se i modelli sono ben fatti, a livello regionale o a livello nazionale, i risultati dovrebbero essere gli stessi, si spera. Però, comunque, alcune regioni sono in grado autonomamente di fare le loro previsioni, altre regioni devono adottare direttamente il modello nazionale. Anche il territorio della regione siciliana è stato interessato nelle ultime settimane da centinaia di incendi boschivi di interfaccia e urbani, che hanno prodotto gravi danni al patrimonio boschivo, all'agricoltura, all'allevamento e a numerosi edifici civili, rurali e industriali delle province di Palermo, Catania ed Enna. Per ultimi, il 31 luglio, numerosi focolai hanno interessato zone densamente popolate del litorale catanese, che hanno costretto la popolazione presente all'evacuazione precauzionale, sia pur temporanea, delle abitazioni e di alcuni stabilimenti balneari. Anche la situazione previsionale meteorologica di suscettività all'innesco e alla propagazione degli incendi della regione siciliana per lo stesso giorno e per quelli successivi evidenziava un valore sensibile di innalzamento della pericolosità. Quindi, questo per quel che riguarda la nostra capacità di prevedere. Credo che, sulla situazione incendi, possiamo fermarci qua; abbiamo avuto poi segnalazioni da parte della Protezione civile delle richieste del Presidente del Consiglio per gli stati di mobilitazione, ma questi sono fatti assolutamente ordinari.

Vi parlo adesso dell'attività di supporto internazionale che vi ho menzionato brevemente prima perché, come avete capito, quando abbiamo la sfortuna di avere troppe zone rosse e purtroppo troppe scintille che nelle zone rosse avvengono, a quel punto abbiamo troppi fronti di incendio e non riusciamo a gestirli.

In ragione della situazione di criticità nelle zone centro-occidentali della Sardegna, nel pomeriggio del 25 luglio si è attivato il meccanismo unionale di Protezione civile, il cui obiettivo principale è rafforzare la cooperazione tra l'Unione e gli Stati membri e facilitare il coordinamento nel settore della protezione civile per migliorare l'efficacia dei sistemi di prevenzione, preparazione e risposta alle catastrofi naturali provocate dall'uomo.

L'Italia ha richiesto due moduli AFFFP (Aerial forest fire fighting modules with planes), cioè in sostanza gruppi aerei, Canadair o elicotteri; nell'arco di pochi minuti Francia e Grecia hanno offerto un modulo ciascuna, quindi quattro Canadair che l'Italia ha prontamente accettato e messo nel giro delle flotte che in quel momento stavano spegnendo gli incendi. In sintesi, la gestione dell'emergenza di cui stiamo parlando è avvenuta in stretto coordinamento con le squadre straniere e ha confermato l'importanza di queste sinergie attivate non solo a livello di servizio nazionale di Protezione civile, ma anche sul piano europeo con i Paesi partecipanti al meccanismo che, grazie al coordinamento della Commissione, assicurano una risposta efficace e tempestiva nei momenti di necessità. Questo, secondo me, è un punto molto importante.

Aggiungo adesso alcune note che invece vengono dal CUFA.

Presidente, chiedo scusa, ho un limite di tempo?

PRESIDENTE. No, non si preoccupi. Nessun limite irragionevole.

ROBERTO CINGOLANI, Ministro della Transizione ecologica. Ho ancora quindici, venti minuti. Il CUFA ci ha fatto un interessante riassunto, che per questioni di brevità vi sintetizzo, sulle competenze a livello nazionale in materia di incendi boschivi.

In capo al Ministero della Transizione ecologica ricade l'onere dell'aggiornamento annuale dei piani antincendio boschivo - i famosi AIB di cui parlavo poc'anzi - dei parchi e delle riserve naturali che appartengono allo Stato e questi devono essere formalizzati d'intesa con le regioni interessate in una apposita sezione dei singoli Piani AIB regionali. Questa è la parte chiamiamola MiTE. Al Dipartimento della Protezione Civile, invece (secondo blocco), presso la Presidenza del Consiglio dei ministri è affidata la gestione della flotta aerea dello Stato per mezzo del Centro operativo aereo unificato (COAU), cui partecipa personale dell'Aeronautica militare, del CUFA, del Dipartimento di Protezione civile, del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e della Capitaneria di porto. Questi sono gli operativi che poi intervengono nelle zone di alta suscettività. In terzo luogo, in capo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri è l'emanazione annuale della Direttiva alle regioni, che contiene le procedure operative per il concorso della flotta aerea dello Stato nel caso di incendi boschivi. Questi sono gli elementi nazionali; poi, come vi dicevo prima, c'è la legge che regola i piani regionali, gli enti locali, la manutenzione del verde e così via.

Le competenze a livello territoriale, in materia incendi boschivi, sono riassunte in questo modo: compete alle regioni l'approvazione del Piano regionale per la programmazione delle attività di previsione, prevenzione e lotta attiva agli incendi boschivi. Una corretta pianificazione deve essere in grado di individuare le aree dove si potrebbero verificare i grandi incendi, definire le misure più adeguate per prevederli, prevenirli, controllarli e mitigarne gli effetti negativi nonché garantire che non si verifichino altri eventi nelle medesime aree negli anni successivi. In capo alle regioni, per mezzo della Sala operativa unificata permanente (SOUP), che impiega funzionari della regione, del Comando per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare dell'Arma dei Carabinieri e del Corpo nazionale di vigili del fuoco, vi sono: il coordinamento e la gestione dei mezzi aerei e delle squadre antincendio terrestri, poste a disposizione; il coordinamento con le squadre antincendio boschivo del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, il cui personale svolge la funzione di direzione dell'operazione di spegnimento e delle associazioni di volontariato. Laddove la situazione di particolare pericolo lo richieda è previsto anche il coordinamento delle forze militari e di pubblica sicurezza. Tutto questo presuppone innanzitutto che la regione disponga di un sistema di intervento a terra, costituito da mezzi e operatori antincendio, idoneo, diffuso ed efficiente ossia adeguato per numeri e condizioni, ivi comprese l'età e l'idoneità fisica degli operatori, tenuti ad intervenire in condizioni particolarmente difficili. Questo è un aspetto molto importante.

E' inoltre esclusivamente la regione che, tramite la SOUP, può chiedere, a livello nazionale, al COAU l'intervento della flotta aerea dello Stato in casi di particolare gravità o pericolo. Questo è come funziona in questo momento il rapporto fra Stato e regioni nella materia di incendi.

Vi sono poi le competenze in materia di incendi boschivi attribuite con il decreto-legge n. 177 del 2016 all'Arma dei carabinieri. Tale decreto, con riguardo alla materia del contrasto agli incendi boschivi, ha attribuito ai Carabinieri le funzioni di prevenzione e repressione delle violazioni di settore nonché il monitoraggio del territorio attraverso la raccolta, l'elaborazione, l'archiviazione e la diffusione dei dati relativi alle aree percorse dal fuoco.

L'Arma, in ottemperanza a queste previsioni realizza le attività di prevenzione attraverso i servizi di controllo del territorio, anche aerei; acquisisce le segnalazioni degli incendi boschivi che giungono al numero di pubblica utilità 1515; conduce specifiche attività investigative, avvalendosi delle proprie componenti specializzate che operano a sostegno o con il supporto dei reparti dell'organizzazione territoriale, intervenendo nelle zone interessate; quarto, provvede al monitoraggio delle aree percorse dal fuoco e agli accertamenti conseguenti agli incendi boschivi che prevedono attività di rilievo e di perimetrazione delle aree percorse dal fuoco. Ho pronunciato la parola “perimetrazione” che è cruciale ai fini di quello che non dovrebbe succedere dopo che l'incendio è avvenuto.

La legge quadro n. 353 dell'anno 2000 stabilisce divieti e prescrizioni per il riutilizzo delle zone boschive e dei pascoli i cui soprassuoli siano stati percorsi dal fuoco, prevedendo la possibilità per i comuni di apporre, a seconda dei casi, vincoli di diversa natura sulle zone interessate. Spetta ai comuni censire, tramite apposito catasto, i soprassuoli già percorsi dal fuoco, avvalendosi anche dei rilievi effettuati dal CUFA. Le aree percorse dal fuoco non possono avere una destinazione diversa da quella preesistente all'incendio per 15 anni; quindi, non è possibile che uno brucia per metterci il fotovoltaico, come leggevo sui giornali oppure perché, non so, ci vuole fare un villaggio turistico: è legalmente, dal punto di vista giuridico, impossibile. E' comunque consentita la costruzione di opere pubbliche necessarie alla salvaguardia della pubblica incolumità e dell'ambiente, ma questo lo decide lo Stato.

Su queste aree, quindi sulle aree incendiate è vietata per dieci anni la realizzazione di edifici nonché di strutture e infrastrutture finalizzate ad insediamenti civili ed attività produttive, fatti salvi i casi in cui, per detta realizzazione, sia stata già rilasciata, in data precedente l'incendio e sulla base degli strumenti urbanistici vigenti a tale data, la relativa autorizzazione o concessione; che è un caso, insomma non credo che se si ha la concessione si vada a bruciare il campo. Quindi è una leggenda urbana quella che “io brucio perché poi dopo ci faccio una cosa che mi conviene”: è impossibile. Forse, bisogna fare una riflessione sul fatto di rinverdire il posto; questo potrebbe essere un punto, però anche lì ci sono delle regole, non si può fare immediatamente. Allora, sui predetti soprassuoli oggetto d'incendio sono vietate per cinque anni le attività di rimboschimento e di ingegneria ambientale sostenute con risorse finanziarie pubbliche, salvo specifica autorizzazione concessa dal Ministero della Transizione ecologica, per le aree naturali o protette o dalla regione competente negli altri casi, motivata da documentate situazioni di dissesto idrogeologico, ovvero nelle situazioni in cui sia urgente un intervento per la tutela di valori ambientali, paesaggistici eccetera.

Quindi, se mi consentite, in base alle leggi che abbiamo, se uno brucia, uccide un'area e su quest'area non si può fare nulla; per cinque anni non si può piantare un albero, per dieci anni non si può costruire niente: diventa un terreno intoccabile. Francamente, dopo aver studiato tutto questo, mi chiedo: questo 72 per cento di piromani che bruciano che interesse abbiano a farlo? Perché non si capisce come mai questa cosa avvenga. Però, punto importante, ci sono ulteriori regole su cui dobbiamo fare una breve riflessione: i comuni devono effettuare la perimetrazione e la misura delle superfici percorse dal fuoco, quindi, una volta che l'incendio è estinto, immediatamente lo devo perimetrare e devo avere una mappa che dice che questa zona è perimetrata e, dopo che è perimetrata, applico la legge che mi dice che lì non posso fare nulla. La misurazione e la perimetrazione vengono impiantate nel Fascicolo evento incendi, cosiddetto FEI, del Sistema informativo della montagna che contiene i dati relativi all'evento, le informazioni fornite dagli assetti del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e della Protezione civile eventualmente intervenuti e che consente l'estrazione e l'individuazione delle particelle catastali relative alle aree percorse dal fuoco, sulle quali avviene il blocco. Lì non si può più fare nulla. Nei 90 giorni successivi alla perimetrazione si effettuano i rilievi delle aree interessate dall'incendio (estensione e identificazione anche delle specie forestali presenti o distrutte), si aggiorna il FEI, il Fascicolo evento incendi, che viene validato dall'ufficiale incaricato del comando regione Carabinieri forestale. Completata la procedura, il Comando regione Carabinieri forestale comunica alle regioni amministrative la disponibilità sul SIM dei dati delle aree percorse dal fuoco (il SIM è il sistema informatico). Quindi la legge, se mi consentite, non sono esperto, però mi sembra perfetta: non si può fare niente dopo, si ha la perimetrazione immediata, 90 giorni per comunicarla e metterla nel sistema informatico e, da quel momento, tutta la zona bruciata diventa una zona protetta, intoccabile. Questo dovrebbe scoraggiare chiunque ad innescare l'incendio; probabilmente la perimetrazione non è così efficace come noi ci aspettiamo perché poi sappiamo informalmente che bisogna aiutare i comuni a fare le perimetrazioni, manca il personale; insomma, ci operazioni per le quali probabilmente bisogna, rinforzare la capacità, la rapidità con cui si fanno le perimetrazioni e i rilievi e forse anche noi centralmente, possiamo dare una mano. Fra le varie misure di cui si potrebbe parlare, ad esempio, per cercare di lenire questi problemi, l'ISPRA o altri enti possono dare una mano, almeno i comuni più piccoli, perché spesso sono comuni non troppo grandi a perimetrare meglio e più in fretta e poi, soprattutto, non voglio anticipare le conclusioni, siamo quasi alla fine, ci sono tecnologie con le quali la perimetrazione può esser fatta in fretta. Sono cose che, con tecnologie satellitari, si fanno abbastanza rapidamente. Non c'è bisogno, almeno come prima ricognizione; ne parleremo fra breve, sono quasi giunto alla conclusione.

Gli adempimenti degli enti locali sono i seguenti: l'ente regionale, a sua volta, interessa i comuni nel cui territorio ricadono le aree percorse dal fuoco affinché adempiano alla procedura amministrativa dell'articolo 10 della legge n. 353. Sulla base di questi input, i comuni pubblicano gli elenchi delle particelle catastali interessate dagli incendi all'albo pretorio del comune per 30 giorni consecutivi, quindi tutti sanno che in quelle particelle catastali non si può mettere un chiodo. Durante tale periodo, i cittadini interessati possono presentare osservazioni e ricorsi avversi all'opposizione del vincolo; decorso il termine e valutate le osservazioni eventualmente presentate, approvano, nei successivi 60 giorni, le perimetrazioni con delibera del consiglio comunale. I dati approvati formano il catasto comunale dei soprassuoli che va aggiornato annualmente, anche se non si sono verificati incendi boschivi, e interessa soltanto i territori boscati e i pascoli, con esclusione dei terreni investiti a colture agrarie. Queste sono tutte le norme con la gerarchia dallo Stato sino all'ente locale. A me sembra, che tutto sommato, forse, con una corretta applicazione, con una migliore manutenzione del verde e con applicazione pronta di queste regole, il fenomeno dovrebbe diminuire. Purtroppo, però, i dati che vi accenno ora molto rapidamente, che sono le analisi delle ultime elaborazioni - questi provengono da Legambiente, che ha un'analisi degli ultimi anni - vanno in senso contrario all'aspettativa, cioè con riferimento a dati del Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari dei carabinieri, il CUFA, e dei Corpi forestali delle regioni a statuto speciale, e sui dati European Commission Emergency Management Service Copernicus, quindi dati satellitari, quindi incrocia dati satellitari e dati di diverse forze, gli incendi dolosi nel 2020 sono stati 4.233, dolosi e colposi, tutto, e hanno toccato 62.260 ettari, che è una cifra spropositata, 552 persone denunciate, 18 arrestate, 79 sequestri. Quello che è preoccupante è che la variazione rispetto al 2019 - questi sono dati 2020 - è che i reati sono aumentati dell'8 per cento, la superficie boscata e non boscata bruciata è aumentata del 18 per cento, cioè un quinto in più è stato bruciato, le persone denunciate sono state il 25 per cento in più, le persone arrestate l'80 per cento in più, ci sono stati meno sequestri. Se andate a vedere la ripartizione geografica, le criticità, il 55 per cento della concentrazione degli incendi dolosi e colposi generici è su quattro regioni: Campania, Puglia, Calabria e Sicilia.

Questa è una cosa su cui, secondo me, dobbiamo fare una riflessione per cercare di intervenire, aiutare i territori e migliorare questa situazione. Il 54 per cento degli incendi però è solo il numero; se andate a vedere la superficie bruciata, è 51 mila ettari su 62 mila. Quindi il numero è circa la metà, però purtroppo l'area - perché sono i territori più secchi, dove forse c'è anche meno prevenzione - è sostanzialmente l'80 per cento di quella totale. Quindi, se andate a vedere l'intensità del danno, è più alta in queste quattro regioni, e questa è una cosa su cui dobbiamo fare una riflessione, dobbiamo cercare di trovare delle soluzioni. L'analisi degli incendi ve l'ho raccontata prima, ho tutte le classifiche, ma credo che a questo punto non interessino.

Concludo con le difficoltà gestionali e le possibili soluzioni, che metto su questo tavolo solo per la vostra discussione, oggi prenderò appunti e cercherò di rispondere a quello che mi direte. E poi un brevissimo punto su alcune misure del PNRR che vanno nella direzione di aiutare questa situazione che oggettivamente è molto preoccupante.

Allora, il quadro delle competenze è oggettivamente un po' complesso, come avete visto molti strati nazionali, regionali, locali, eccetera. La competenza primaria delle regioni si interseca con l'attività di supporto e di concorso dello Stato; ciò ha richiesto in questi ultimi anni uno sforzo intenso per creare le condizioni per una sinergia istituzionale tra i diversi attori e per migliorare l'efficacia degli interventi, sempre nel rispetto puntuale delle prerogative attribuite alle istituzioni per legge competenti. Va sottolineato che questo lavoro intenso di interlocuzione, perché richiede che si parlino queste istituzioni, soprattutto con le singole regioni, non sempre ritrova da un anno all'altro le medesime condizioni, e questo è un po' un problema. Queste condizioni necessiterebbero, invece, di maggiore stabilità e di una proiezione pluriennale, in modo da garantire una più ottimale programmazione dell'attività di lotta agli incendi boschivi. Questo consentirebbe, soprattutto in alcune parti del territorio nazionale, di evitare di rincorrere le emergenze, ma piuttosto di anticiparle, e quindi, ove possibile, ridurne gli effetti distruttivi sul patrimonio boschivo nazionale.

Le amministrazioni comunali incontrano difficoltà operative nell'attività di perimetrazione delle aree colpite dagli incendi, ve lo accennavo poc'anzi, per una questione proprio di natura anche tecnica, di mancanza di personale e così via. In applicazione del principio di sussidiarietà, queste dovrebbero trovare nelle istituzioni di livello superiore il supporto necessario, anche grazie alle conoscenze e alle tecnologie di cui dispongono gli enti istituzionalmente preposti alla protezione dell'ambiente. In questa prospettiva va messa a sistema l'azione integrata dei diversi attori istituzionali, CUFA e Sistema nazionale di protezione ambientale, ISPRA, sono alcuni dei players fondamentali, che devono essere in grado di supportare gli enti locali mediante una dotazione tecnologica funzionale alle attività di global monitoring, monitoraggio globale, che va fatto con tecnologie multilivello, aria, terra. Va fatto utilizzando anche algoritmi potenti, va fatto utilizzando data analytics, perché molte di queste cose si prevedono meglio se la base dei dati è ampia. Abbiamo margine per crescere qui. Occorre integrare i protocolli AIB, quelli analisi incendi boschivi, con procedure che diano tempi certi di attivazione dei servizi tecnici di perimetrazione, che è il punto su cui dobbiamo dare una mano ai comuni in sostanza, anche in caso di impossibilità motivata del servizio tecnico dell'ente locale territorialmente competente. Spesso si tratta di piccolissimi comuni che non hanno le strutture sufficientemente grandi da poter fare queste perimetrazioni. Il monitoraggio globale va esteso anche al controllo dei beneficiari degli eventuali risarcimenti assicurativi. Infine, potenziamento delle risorse e delle strutture antincendio, obbligo di manutenzione dei suoli ed effettive perimetrazioni degli incendi sono fattori critici di prevenzione.

Allora, mi avete chiesto questo incontro, del quale vi ringrazio, sono onorato di potervi raccontare queste cose che ho cercato di mettere insieme. Abbiamo cercato di fare un lavoro molto accurato, parlando con tutti. Domani incontrerò il dottor Curcio per parlare di alcuni aspetti importanti sulla Protezione civile, ieri ho incontrato il presidente dell'ISPRA. Dobbiamo muoverci, secondo me, in alcune di queste direzioni e cercheremo di fare un piano di lavoro già durante queste prossime settimane. Aggiungo, quindi, che lavoreremo su queste cose, raccoglieremo tutti i suggerimenti che verranno da voi. Vi aggiungo, per concludere, due prospettive più con riferimento al MiTE, visto che noi avremmo la competenza solo sulle zone protette, sui parchi, però sono dei polmoni essenziali. Abbiamo l'investimento 3.2 sulla digitalizzazione dei parchi, che può dare un contributo molto importante alla prevenzione degli incendi boschivi, in particolare vandalismi sulle specie, manipolazione dell'habitat. Poi abbiamo un grosso investimento sui monitoraggi, che avevamo previsto originariamente per il monitoraggio della biodiversità, però sono esattamente le stesse tecnologie con cui uno monitora non solo la biodiversità, ma anche il territorio, le specie, eccetera. Quindi, l'installazione di sensoristica, telecamere e droni di sorveglianza per prevenire le minacce alle specie e all'habitat è esattamente la stessa tecnologia che ci serve per prevenire anche altre cose. Peraltro, è un'altra specie quella che fa il danno, siamo noi i piromani, quindi con le stesse tecnologie possiamo vedere bipedi e quadrupedi. Infine, abbiamo nel nostro programma, nel PNRR, un'altra linea che, se vi ricordate, abbiamo messo, che è proprio quella di utilizzare le reti di satelliti europee in combinazione con i sensori a terra ed eventualmente i droni, fare un cosiddetto processo di sensory fusion, cioè accumulare tutti questi dati in cloud e avere un monitoraggio costante. Per darvi un'idea, tenete conto che i satelliti normalmente passano ogni quattro ore sullo stesso punto e sono tanti, non è uno solo. Quindi, se uno colleziona immagini continuamente e le analizza anche con dei sistemi abbastanza rapidi, la cosa peggiore che può accadere è che ha qualche ora di ritardo rispetto alla fotografia ultima che è stata presa. Questo ci consente di intervenire molto più rapidamente che aspettare la catena in cui uno vede che c'è il fuoco, telefona al 1515, il 1515 manda l'autobotte. È un sistema di monitoraggio che ci deve consentire di fare delle cose molto più rapidamente. Noi lo abbiamo pensato non solo per gli incendi, lo abbiamo pensato per la gestione criminale del rifiuto, per l'erosione delle coste, per lo smottamento, perché le risoluzioni di queste tecnologie ormai sono di millimetri viste dall'alto e quindi veramente si possono fare delle cose eccezionali. Lo avevamo previsto come tecnologia da utilizzare per la difesa dell'ambiente, per la difesa della biodiversità, tutte cose che vi ho accennato rapidamente prima; effettivamente questa tecnologia potrebbe essere uno strumento molto forte nelle mani degli enti locali e degli enti nazionali anche per la prevenzione degli incendi boschivi. Concludo dicendo che questi dati che vi ho raccontato, queste mappe devono essere probabilmente anche un po' protette, perché pensavo che, se fossi un piromane, la prima cosa che cercherei di fare è “downloadare” queste mappe per sapere dove andare ad accendere il mio prossimo incendio. Quindi, paradossalmente, questi strumenti diventano anche abbastanza informazioni sensibili al fine di evitare attacchi di questo genere, che fanno dei danni incalcolabili. Spero di essere stato esaustivo e spero soprattutto che quello che vi ho raccontato fosse quello che vi interessava, ma potrei rispondere alle vostre domande (Applausi).

PRESIDENTE. La ringrazio, signor Ministro. Sono certo che una fase interlocutoria con il Parlamento potrà avvenire anche in sede di Commissione.

(Interventi)

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi dei rappresentanti dei gruppi. Ha chiesto di parlare la collega Licatini. Ne ha facoltà.

CATERINA LICATINI (M5S). Grazie, Presidente. Signor Ministro, grazie per la presenza di oggi e anche delle informazioni che ci ha dato, alcune sicuramente necessitano di approfondimenti.

Anche oggi è un giorno triste per l'ambiente e per la nostra terra. Anche questa mattina la mia Sicilia si è svegliata con delle immagini devastanti e desolanti. In queste ore i miei amici delle Madonie e, in particolare, di Gangi, quello che è stato uno dei borghi più belli d'Italia, stanno combattendo una battaglia impari contro le fiamme. Campagne, boschi, aziende, allevamenti e anche lo stesso foraggio, che servirà per la nutrizione degli animali che non sono stati colpiti, è stato tutto distrutto. Decenni di sacrifici e di lavoro sfumati in un nonnulla e anche questa volta, purtroppo, gli aerei sono arrivati in ritardo. Penso che in quest'Aula siamo tutti d'accordo che, se un bene ha un grande valore, l'attenzione da dedicare alla sua cura e alla sua protezione deve essere maggiore. Purtroppo, però, i disastrosi incendi che hanno colpito il nostro Paese, dalla Sardegna alla Sicilia passando dall'Abruzzo, sembrano dire che questo non avviene. Probabilmente, perché non è sufficiente la consapevolezza del valore inestimabile del nostro patrimonio forestale o perché non c'è la capacità di mettere in campo l'attenzione che questo valore meriterebbe. I roghi hanno provocato la distruzione di migliaia di ettari di superficie boschiva, spingendosi, in certi casi, a ridosso di centri abitati, come diceva lei, signor Ministro, e creando perciò seri pericoli anche per l'incolumità dei cittadini e dei loro sacrifici. Danni enormi, un ambiente devastato, chilometri di vegetazione persa nelle fiamme, un impatto drammatico sulla fauna selvatica, senza considerare le pesantissime conseguenze economiche di questi roghi. Ma vede, signor Ministro, quello che fa più male è che ormai questi incendi non sono affatto fenomeni straordinari: tornano con cadenza regolare, in concomitanza con l'estate e con l'aumento delle temperature. Certo, non sappiamo di preciso dove si svilupperanno, ma sappiamo che arriveranno e sappiamo che con la siccità e con la crisi climatica - proprio come diceva lei - le conseguenze di questi disastri saranno ancora più frequenti e violenti. Perché, allora, le istituzioni si fanno trovare impreparate? Perché gli aerei, per lo spegnimento, arrivano in ritardo o addirittura dobbiamo aspettare la solidarietà di altri Paesi? Perché la prevenzione è ancora utopia? Il nostro compito è anche quello di rispondere a queste domande e agire di conseguenza. Certo, sul fronte della prevenzione vanno sicuramente stanziate più risorse alle regioni, che hanno competenze sulla materia, nonché agli enti e alle amministrazioni locali. Queste risorse, però, devono essere utilizzate in maniera efficace ed efficiente. I risultati di questa spesa devono essere tangibili, verificabili ed effettivamente verificati. Ma c'è bisogno di fare prevenzione anche in un altro senso: dobbiamo individuare e disinnescare tutti quegli interessi marci e criminali che portano spesso ad appiccare roghi per un tornaconto futuro, reale o immaginario che sia. Come sostiene anche lei, soltanto una percentuale residua - parliamo del 2 per cento - ha una causa naturale, ma il 57 per cento di questi è provocato dall'uomo, con motivazioni quali la piromania, incidenti e vendette, ma anche le mafie ci rientrano. Su questo versante non possiamo non notare che la rinuncia a una forza di Polizia ad hoc, pensata per vigilare sull'incolumità dei nostri ecosistemi forestali e di chi li vive e li attraversa, è stata una scelta miope e scellerata, di cui patiamo oggi le sofferenze sotto questo e altri mille punti di vista. Eppure, in questo caso in particolare, la prevenzione ha un ruolo insostituibile. È un valore inestimabile, perché nessun intervento a posteriori può restituire o riparare la perdita di habitat e biodiversità provocata da un incendio. Nel concetto di prevenzione rientra, a pieno titolo, la cura del territorio e la sensibilizzazione dei cittadini; evitare, ad esempio, l'abbandono di rifiuti o di cicche di sigarette o, ancora, la presenza di terreni incolti o ancora, come ricordava lei, le tecniche rudimentali per rimuovere i residui vegetali. Sono tutte situazioni che possono favorire il divampare delle fiamme.

È su tutto questo che dobbiamo concentrare ora l'attenzione, potenziando anche i controlli, con il ricorso alle nuove tecnologie, ma certamente impiegando anche personale specializzato, sanzionando con pene adeguate i responsabili di questi disastri e anche inasprendo le pene, se necessario, e facendo in modo che sui terreni bruciati non solo non si possa costruire, ma non si possa svolgere alcuna attività speculativa. La risposta dello Stato deve essere irremovibile. Dobbiamo far arrivare all'orecchio di chi intenzionalmente appicca il fuoco, per dare seguito ai suoi obiettivi criminali, che l'incendio che ha appiccato determinerà automaticamente che quell'area resterà verde ancora per tanti decenni mantenendo nel tempo la stessa funzione, ovvero quella di serbatoio di ossigeno e di biodiversità, perché gli escamotage esistono: anche aver ottenuto l'autorizzazione in precedenza può servire per i loro intenti.

Dobbiamo agire e dobbiamo farlo in fretta e su questo non c'è dubbio. Davanti a un appuntamento, che ormai sembra ineluttabile, dobbiamo mettere in campo tutti gli strumenti e le risorse che servono per evitare che questo accada ancora: prevenzione e controllo. Come diceva lei, Ministro, gli strumenti ci sono. Infatti, il nostro Paese è il fiore all'occhiello su questi sistemi. Tutto questo lo dobbiamo a noi stessi, sicuramente ai nostri figli, ma ancora, signor Ministro, lo dobbiamo, come diceva Francesco, il patrono di questo Paese, a “(…) sora nostra matre terra, la quale ne sustenta et governa (…)” (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucchini. Ne ha facoltà.

ELENA LUCCHINI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, Ministro, l'Italia è uno dei Paesi europei maggiormente colpiti da calamità naturali. Ogni anno si spendono miliardi di euro per far fronte ai danni arrecati a infrastrutture, attività produttive e abitazioni. Si calcola un costo di circa 310 miliardi di euro negli ultimi decenni. Anche il 2021 è stato teatro di eventi meteorologici estremi. Tra questi, in particolare, alluvioni, grandinate e incendi, che hanno colpito e devastato gran parte del nostro territorio negli ultimi giorni di luglio e nei primi di agosto. Incendi al Centro-Sud e grandinate al Nord Italia, con chicchi grossi come noci che hanno compromesso i raccolti agricoli, non solo della stagione odierna ma, si teme, anche della prossima. Certo, facendo riferimento agli incendi, forse non è opportuno parlare di calamità naturali, in quanto, da fonti autorevoli, risulta che solo il 2 per cento dei roghi è dovuto a cause naturali. La stessa Coldiretti sostiene che il 60 per cento degli incendi sia di origine dolosa. In questo caso sarà la magistratura a fare luce sui motivi e sui responsabili. La procura ha aperto un fascicolo contro ignoti per i roghi di Oristano, anche se il capo della Protezione civile, Curcio, con molta cautela sostiene che non vi siano ancora elementi a suffragio dell'ipotesi del dolo. Certo è che il caldo torrido e lo scirocco del mese di luglio, appena trascorso, hanno sicuramente favorito l'espandersi degli incendi, che risultano addirittura triplicati rispetto alla media storica 2008-2020. Quanto appena descritto testimonia la fragilità del nostro territorio e la necessità di intervenire celermente, cogliendo anche l'opportunità dei finanziamenti previsti dal PNRR per il rischio idrogeologico, soprattutto in considerazione del fatto che i versanti percorsi dal fuoco, ormai spogli di vegetazione, saranno molto più esposti al dissesto idrogeologico stesso, che già affligge pesantemente il nostro Paese e la nostra economia. Infatti, si stima che serviranno almeno 15 anni per far rinascere i boschi ridotti in cenere dal fuoco. È necessario, quindi, agire velocemente. La Sardegna ha vissuto un dramma dalle proporzioni enormi. Dal 23 luglio scorso i roghi hanno devastato la zona di Oristano. Sono quasi 1.500 le persone sfollate e oltre 20.000 ettari di territorio, di boschi, di uliveti e di campi coltivati sono ridotti in cenere. Aziende agricole sono state distrutte o sono rimaste senza acqua e corrente elettrica. Molti animali sono rimasti uccisi. Un pensiero lo vogliamo rivolgere, in particolare, ad Angelo, il cane pastore diventato simbolo dei roghi di Oristano che, di fronte alle fiamme, con gesta eroiche, non ha mai abbandonato il suo gregge, a costo della sua stessa vita. Questo ci dimostra che, molto spesso, sono gli animali a darci lezioni di altruismo, di lealtà, di vita e che da loro abbiamo solo da imparare. Un fatto degno di nota, e che dispiace segnalare, è che il rogo in questione ha distrutto una zona che era stata già colpita 27 anni fa da un incendio doloso, poi soggetta ad un enorme lavoro di rimboschimento e bonifica; tutto lavoro perso. Sono certa, però, che il popolo sardo, fiero e con grande forza d'animo, anche questa volta saprà rialzarsi e ripartire. La Lega, attraverso il segretario federale Matteo Salvini e il coordinatore regionale Eugenio Zoffili, da subito ha avviato una raccolta fondi a sostegno delle comunità sarde colpite dagli incendi. Il governatore Solinas ha chiesto al Governo la dichiarazione dello stato di emergenza a livello nazionale e, in particolare, un sostegno economico immediato per ristorare i danni. Il presidente ha chiesto, inoltre, che una quota del PNRR sia da subito destinata alla regione per un grande progetto di riforestazione e, quindi, per dare una risposta concreta ad un evento catastrofico che non ha precedenti nella storia sarda. La regione Sardegna ha, inoltre, comunicato che è pronto per essere portato all'esame del consiglio regionale un primo provvedimento legislativo che prevede lo stanziamento di 20 milioni di euro per interventi infrastrutturali e ristori economici. Dal 30 luglio scorso, una serie di ulteriori incendi ha colpito il territorio siciliano tra le province di Catania, Palermo, Agrigento, Caltanissetta e Siracusa, distruggendo boschi, edifici, creando devastazione e sfollati. Su richiesta del governatore, il Presidente del Consiglio ha dichiarato lo stato di mobilitazione nazionale del sistema di Protezione civile. Altri 100 incendi hanno distrutto ettari di bosco in Calabria e ancora in Puglia, Marche, Molise e Abruzzo, dove è stata danneggiata gran parte della pineta dannunziana. Quasi tutto il Centro-Sud è stato flagellato dalle fiamme. Nel concludere il mio intervento, Presidente, vorrei fare emergere la solidarietà e la vicinanza dimostrata dal popolo italiano, dai volontari, dai Vigili del fuoco, dagli operatori della Protezione civile impegnati anche in altre regioni, come nel caso della mia Lombardia che ha inviato in Sicilia, oltre al personale, anche automezzi necessari per fornire sostegno e aiutare nelle operazioni di ripristino della messa in sicurezza del territorio. Gli incendi che hanno colpito il Centro-Sud del Paese hanno messo in ginocchio intere comunità. In tanti si sono mobilitati per garantire il proprio supporto e sostegno alle popolazioni colpite. Ora, Ministro, anche lo Stato deve fare la sua parte (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rotta. Ne ha facoltà.

ALESSIA ROTTA (PD). Presidente, signor Ministro, colleghi, in queste ore, mentre stiamo parlando, qui in Aula, ancora il Parco delle Madonie, in Sicilia, è in fiamme e lo è da 72 ore, a Collesano e Gangi; sono immagini strazianti e devastanti quelle che arrivano dalla Sicilia. Brucia anche la Sardegna, per oltre 20 mila ettari: stiamo parlando di 28 mila campi da calcio. Brucia anche l'olivastro millenario Sa Tanca Manna, simbolo di Cuglieri. E ancora, l'Abruzzo, la pineta dannunziana, riserva naturale regionale, orgoglio della città di Pescara. Bruciano anche la Puglia, le Marche, la Calabria e la meravigliosa pineta di Castel Fusano. È un copione già letto ma, proprio per questo, ancora più doloroso e drammatico, perché interessa luoghi e persone che definiscono la nostra identità di Paese, luoghi simbolo di biodiversità e di ricchezza paesaggistica. I cittadini guardano sgomenti perché, nel 60 per cento dei casi, si tratta di incendi di origine dolosa, generati dall'uomo, e il prezzo che la natura, cioè il nostro Paese, paga è altissimo, perché sappiamo che il 10 per cento delle zone aggredite e finite in cenere è compromesso per generazioni, non più recuperabile. Sono questi incendi dei mostri roventi alimentati da un carburante, quello del cambiamento climatico - come diceva, Ministro – e, quindi, la nostra è una lotta contro il tempo, controvento, un vento di proporzioni esponenziali, quello del cambiamento climatico, che chi appicca dolosamente un incendio rende ancora più difficile e dolorosa. Dicevamo, il cambiamento climatico è un combustibile che soffia su situazioni ricorrenti e mali atavici del nostro Paese cui, però, noi non dobbiamo e non possiamo rassegnarci. La costante mancanza di manutenzione del territorio, la questione del dissesto idrogeologico, il dolo, l'eventuale profitto derivante dall'incendio, a scapito del bene comune. I fattori climatici certo acuiscono il rischio di incendi, interagendo con gli effetti dell'abbandono delle aree coltivate, dei pascoli, delle aree interne - su cui noi insistiamo sempre costantemente - che una volta erano foreste gestite ma che il forte esodo verso le città e le aree costiere hanno abbandonato. Perciò, Ministro, è anche urgente, dopo l'approvazione della Strategia l'approvazione del Piano nazionale di adattamento climatico, da approvare a prevenzione, come abbiamo detto. Gli effetti di questi fuochi, di questi roghi sono devastanti, perché l'aumento dell'area bruciata comporta, nell'immediato, un incremento delle emissioni dovute alla combustione del materiale vegetale - evidentemente, i danni sono enormi per la qualità dell'aria, per la salute umana - ma soprattutto perché al dissesto idrogeologico si aggiunge altro effetto del dissesto idrogeologico dato che, per periodi fino a 5 anni, l'impermeabilizzazione del suolo, ovviamente, è compromessa. Quindi, oggi pensiamo sia urgente comprendere e accettare il senso di quanto accade perché, altrimenti, succede quello che si chiama il paradosso dell'estinzione: siamo sempre più bravi a spegnere incendi, ma la crisi climatica ci sta sorpassando, favorendo incendi fuori scala e risulta sempre più difficile spegnerli. Non citerò i dati, che, purtroppo, conosciamo e che sono drammatici, su quanto è accaduto dal 2000 ad oggi, con 120.000 incendi boschivi, con 7.300 chilometri quadrati di bosco che se ne sono andati per sempre, ma gli scenari che vengono delineati, complice anche il cambiamento climatico, riguardo ai rischi e, quindi, alla previsione di incendi sono tutti davanti a noi e noi non possiamo ignorarli. Quindi, è necessario e urgente tradurre questa consapevolezza in soluzioni che diano risposte a breve e a medio periodo in relazione a quanto già conosciamo. I territori colpiti - lo sappiamo - ci chiedono un rafforzamento di mezzi e di personale ed è vero che, come denunciano i territori colpiti, la Sicilia in particolare, i mezzi non arrivano con la solerzia che essi si aspettano e attendono. È necessario un inasprimento delle pene per gli incendi dolosi, colposi e i comportamenti omissivi in termini di manutenzione. Oggi, la reclusione prevista è dai 3 ai 7 anni ma, a tal proposito, vogliamo ricordare che il reato di incendio doloso, che non è formalmente contemplato tra gli eco-reati previsti dalla legge che abbiamo fortemente voluto nel 2015, dovrebbe essere qualificato come delitto di disastro ambientale nei casi di irreversibile alterazione dell'ecosistema. Naturalmente, in questo un ruolo importante lo gioca l'utilizzo di strumenti tecnologici innovativi per investigare ed identificare i responsabili dei roghi. Sono necessari interventi per ristorare chi, a causa di incendi, ha perso tutto. La prevenzione, la sorveglianza non possono rimanere lettera morta. Chiediamo una politica pluriennale di prevenzione da concordare con le regioni e dobbiamo anche ricordare che, se è chiaro di chi sono le responsabilità e di chi sono le competenze tra regioni e Stato, la legge 353 del 2000 è antecedente alla modifica dell'articolo 117 Costituzione e questo, in tema di monitoraggio, di verifica, di ruolo e di coordinamento, ancor più di coordinamento da parte dello Stato, dobbiamo ricordarlo. È vero che c'è un catasto antincendio ma è anche vero che c'è una mancata attuazione del catasto antincendio per verificare cosa succede nelle aree bruciate, dove teoricamente non dovrebbe più essere costruito per i successivi 5, 10 anni. Il mancato aggiornamento di questo è un problema; nessuno ha mai provato a censire che cosa sia avvenuto nei territori che vengono devastati da incendi ricorrenti. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza è uno straordinario strumento per dare maggiori risorse umane e strumentali a tutto campo per la prevenzione; attraverso la digitalizzazione si può aiutare il monitoraggio e l'intervento, sempre di prevenzione. Tuttavia, il PNRR non è o non deve essere - lo Stato su questo deve vigilare - un'occasione per rubare aree boschive e il suolo fertile per speculazioni economiche. La tentazione è troppo forte, la tentazione è pericolosa e noi dobbiamo vigilare per impedirlo. Quindi, Ministro, in sintesi, non ci arrendiamo a quello che non pensiamo possa e debba essere un destino ineluttabile. Dobbiamo cambiare cultura nel nostro Paese, lo dobbiamo fare attraverso le istituzioni tutte, perché i boschi, le pinete, i terreni agricoli dopo l'incendio non sono più recuperabili e non devono essere considerate delle aree franche dove le persone possono pensare di rubare un patrimonio, appunto, non recuperabile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Martino. Ne ha facoltà.

ANTONIO MARTINO (FI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, colleghi, quello che è accaduto qualche giorno fa alla mia città, Pescara, e anche in altre parti del nostro Paese, Sicilia, Sardegna, è di una gravità inaudita. Durante la discussione di questi giorni sulla riforma della giustizia, si è parlato di inasprire le pene per chi commette reati contro l'ambiente, e quindi contro coloro che, per speculazione o mera follia, accendono roghi, causando danni ingenti al nostro territorio. Io penso che il vero passo in avanti si avrà quando la prevenzione di queste condotte infami sarà più forte e incisiva.

Oggi, mentre i neomiliardari planetari investono in un futuro alla scoperta di Marte, una tanica di benzina e un accendino distruggono in maniera quasi irreparabile foreste dal pregio inestimabile. Mi chiedo se dovremmo utilizzare la tanta tecnologia, Ministro, di cui lei ha piena conoscenza, in nostro possesso, per evitare tragedie di questo tipo. Immagino droni con termocamere in grado di monitorare e prevenire incendi; immagino banche dati capaci di interfacciarsi con telecamere di ultima generazione per monitorare soggetti che manifestano comportamenti anomali. Tutto questo si può fare, anzi è obbligatorio farlo, costituendo un'Agenzia nazionale di prevenzione incendi, che per 365 giorni l'anno possa salvaguardare il nostro territorio, utilizzando il meglio della tecnologia a nostra disposizione.

Oggi, però, è opportuno risarcire tutti quei territori che hanno subito danni, per dare la giusta vicinanza che lo Stato deve dare ai suoi cittadini, specialmente dove si sono verificati eventi tragici come quelli degli incendi dei giorni scorsi, nello specifico, nella pineta dannunziana, il polmone verde della mia città, con i suoi 153 ettari di natura bellissima, che per i pescaresi è simbolo non solo di natura, ma anche di cultura. Pertanto, bisogna velocemente dotare di strumenti finanziari adeguati i nostri territori, per compiere un'opera di restauro ambientale e culturale, che oggi più di prima, a causa dell'emergenza pandemica che ha già stremato la nostra gente, è necessario venga fatta in tempi rapidi. Pescara e tutto l'Abruzzo, con la sua gente, faranno il massimo per guarire in tempi brevi le ferite provocate dagli incendi dei giorni passati, ma, come ho detto all'inizio, non pensare a un nuovo modo di prevenire, con strumenti innovativi, queste tragedie renderebbe ancor più doloroso quello che è accaduto.

Con la consapevolezza che questo Governo ha gli uomini giusti per affrontare le emergenze sempre più complesse che il mondo ci riserva, noi, come gruppo di Forza Italia, saremo sempre vigili e supporteremo l'azione di Governo, volta a far sì che non si ripetano più tragedie di questo tipo. Ministro, la prevenzione, la tecnologia, valgono molto più di combattere con pene, perché si sa che prevenire è meglio che curare. E su questo affidiamo alla sua competenza il nostro impegno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente, Ministro, colleghi. Signor Ministro, è indubbia la sua preparazione e competenza sul tema ed è per questo che è stato un piacere ascoltarla. Ci saremmo aspettati, però, soluzioni, ma soprattutto interventi immediati. Cioè: cosa sta facendo il Governo per portare ristori nelle zone colpite o per potenziare una macchina che ha fatto un grande sforzo? È indubbio che dobbiamo fare i ringraziamenti a tutto l'apparato che si è mosso veramente con grande sacrificio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Questo è indubbio, però ha mostrato pecche che sono sicuramente di anni, perché noi, in Sardegna, abbiamo tre Canadair nella base di Olbia; all'inizio dell'estate ce ne stavate togliendo due e abbiamo dovuto lottare per tenerne due nella base di Olbia; grazie a Dio, poi sono arrivati da altre parti. Ma se nel continente, nella terraferma, si può attivare quella catena che dalle regioni ovviamente si sposta, nelle isole, Sardegna e Sicilia, è molto più difficile. Forse bisognava prevedere, ascoltare di più e cercare di avere più mezzi in questo senso.

Sa che due giorni fa, in quest'Aula, quando si esaminava la riforma penale, la riforma Cartabia, la sua maggioranza, il suo Governo ha bocciato la proposta di Fratelli d'Italia di inasprire le pene per i piromani e per gli incendi boschivi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Sa che ha bocciato la richiesta di interdizione dai pubblici uffici dei piromani in maniera perpetua? Perché le dico che l'incendiario non ha paura del carcere, non ha paura della pena carceraria. Noi lo dobbiamo colpire nel portafoglio, nel fatto che non potrà più trovare riparo e un impiego nello Stato, nei cantieri forestali, avere la pensione, avere i benefici della disoccupazione o, magari, il reddito di cittadinanza. Lui dovrà avere tagliate tutte le fonti e, soprattutto, quella sarà una misura che colpirà anche la famiglia, che non potrà più coprirlo o appoggiarlo. In questo senso dovete andare. E la sua maggioranza, con il suo Governo, hanno bocciato questa proposta e questo impegno per andare in questo senso. Quindi, le parole che oggi sente dalla sua maggioranza sono un po' ipocrite, perché due giorni fa hanno bocciato la proposta di Fratelli d'Italia.

Ma le dico, io, lunedì 26 luglio, sono andato nelle zone colpite con l'assessore regionale all'ambiente e abbiamo visto quello che lei ha descritto, il fenomeno dei tizzoni che volavano addirittura a un chilometro di distanza e rendevano effettivamente difficile l'intervento a terra, quasi impossibile. Le domando, pertanto, di chiedere al suo Ministro dell'Interno - su questo abbiamo presentato anche un'interpellanza - perché tutte le forze che potevano essere chiamate ad operare non sono state chiamate. Sa che l'Aeronautica, che ha a disposizione elicotteri che possono riversare sui fronti d'incendio 1.000 litri alla volta, non è stata minimamente considerata, sia in Sardegna che in Sicilia e in altre regioni? Perché forse erano militari e, quindi, i militari non dovevano essere coinvolti in questa operazione. Queste sono le deficienze di un sistema. In più, la prevenzione, come ha detto lei, vincoli: nella macchia mediterranea si pensa che bisogna avere l'ambiente museo, cioè la macchia mediterranea non va curata; così come i boschi: sono belli e l'uomo non ci deve intervenire, perché i boschi devono crescere così, l'uomo non li deve disturbare, quando si sa che un bosco va curato. Come ha detto lei, giustamente, il bosco e il sottobosco vanno curati, perché gli alberi troppo vicini si eliminano tra di loro, vanno curati, dalla cima fino alle radici. Va curato il sottobosco e molto spesso non si può intervenire, anzi, nei piccoli comuni chi ha un bosco per diletto e lo vuole curare, perché è un'eredità di famiglia, non ha alcun beneficio a curarlo, anzi ha solamente spese, perché gli interventi colturali, ovviamente, hanno un costo per quell'operatore; i figli se ne vanno dalla piccola comunità e non ci tornano, perché dicono: mamma mia, ma chi me lo fa fare ad avere questo bosco che non voglio mettere a reddito? Chi lo vuole mettere a reddito, deve tagliare gli alberi per fare legnatico. Allora, intervenite in questo senso: visto che nelle città date il bonus giardino, il bonus verde, nei piccoli comuni date il bonus bosco per curare i boschi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). In questo senso, noi stiamo intervenendo, ma oggi l'urgenza - come lei sa, e lo sa meglio di me - è che nella zona bruciata, se oggi arriva una bomba d'acqua, il terreno perde tutte le proprietà nutritive, difficilmente crescerà di nuovo la macchia mediterranea, non si sa dove e quando. Quindi, abbiamo bisogno delle risorse economiche subito, per poter intervenire. La regione Sardegna, così come la regione Abruzzo e come la regione Sicilia, stanno stanziando i primi fondi. Purtroppo, le dico che dai suoi colleghi di Governo abbiamo ricevuto solamente belle parole, ma, per adesso, zero fatti. E oggi non c'è stato neanche alcun Ministro in visita, doveva venire il Ministro Di Maio; e anche il sottosegretario Sibilia - le dico, sembra una barzelletta - non è venuto nelle zone incendiate perché c'era il pericolo di incendio. Mi perdoni, ma sembra una barzelletta: prima annuncia la visita e poi la annulla. Ma venite a vedere, perché, purtroppo, è necessario, come ha detto lei giustamente, Ministro, e la apprezzo, però a me dispiace che oggi, qui, non ha offerto soluzioni concrete. Io devo tornare in Sardegna, altri torneranno nel proprio territorio, in Abruzzo o in Sicilia, e alla domanda “Il Governo cosa ti ha detto?” dovrò rispondere: “Mi ha parlato di come viene sviluppato l'incendio”. Noi abbiamo bisogno di risposte concrete in termini economici e, da domani, in termini operativi, perché, come ha detto lei - però deve tramutarlo in fatti - nelle zone bruciate, nelle zone di macchia mediterranea, l'uomo deve operare per il bene del bosco e il Paese museo, l'ambiente museo non esistono, ma purtroppo finiscono. E mi raccomando, sulle pene per i piromani, visto che la sua maggioranza e il suo Governo hanno espresso parere contrario, lei si faccia portavoce affinché le pene vengano inasprite (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (IV). Grazie, signor Ministro per la sua informativa, molto dettagliata. Vorrei ricordare, oggi 5 agosto, l'anniversario delle Scuole centrali antincendio dei Vigili del fuoco e ringraziare i Vigili del fuoco (Applausi) per quello che stanno facendo in questi giorni, cercando di salvare il salvabile di un patrimonio forestale, naturale, unico al mondo, che viene depredato ogni anno.

Lei ha fatto un'esaustiva e puntuale analisi di quello che è accaduto, ci sono eventi che dipendono dai cambiamenti climatici, vi è il fatto che ci siano sempre più, in inverno, piogge durature che consentono la creazione di foreste montane e, quindi, maggiormente incendiabili in estati così secche e calde, c'è un problema di attività che dipende da un mancato coordinamento tra Stato e regioni, ha fatto bene a sottolinearlo con questa veemenza, signor Ministro, noi non siamo da oggi a dire che bisogna riformare il Titolo V, rivederlo riaggiornarlo, soprattutto, vi è il leitmotiv che le regioni vengono lasciate da sole; quando poi le regioni chiedono maggiore autonomia, delle due, l'una: se vi è maggiore autonomia, vi è maggiore responsabilità; soprattutto le ragioni autonome, come Sardegna e Sicilia, hanno tutti i poteri al loro interno per fare qualcosa di più rispetto alle regioni ordinarie, hanno anche fondi straordinari, evidentemente manca una cultura del territorio in quelle regioni, perché occorre rivoluzionare completamente la gestione del territorio, e spiego il motivo. Dal 1990 al 2018, vi è un milione di ettari in più di boschi naturali, vuol dire che c'è stato un abbandono dei campi, vuol dire anche, però, che vi è stato un abbandono della cura del bosco, la silvicoltura, i tagli selettivi, gli incendi selettivi fatti dai Corpi forestali non esistono più o non vengono fatti con quella serietà con cui venivano fatti fino agli anni Novanta, e non è perché il Corpo forestale è stato inglobato nei Carabinieri che questo non avviene, perché in nessun'altra parte d'Europa abbiamo così tante Forze che guardano alla sicurezza del territorio come in Italia. Non credo che nel resto d'Europa ci siano più incendi per questo motivo, ma esiste un elemento di cultura del territorio che noi abbiamo perso negli anni, forse da quando abbiamo smesso di essere una cultura più contadina che industriale, comunque dobbiamo recuperarla tale cultura, e poi c'è un elemento criminale che voglio sottolineare, perché se il collega Deidda dice che non è l'aumento delle pene a determinare la fine degli incendi poi non capisco perché chiede l'aumento delle pene; quindi, delle due l'una: o le pene devono essere aumentate oppure no. Credo che, invece, debbano essere aumentati i controlli selettivi nei confronti di chi non capisce o non conosce la legge, perché non sapere che quando si brucia un terreno quel terreno poi non diventa un oggetto preda di fotovoltaico, come si è detto in questi giorni, con possibilità di costruire in quelle zone o possibilità di rimboschimento di quelle zone attraverso elementi autonomi, vuol dire non conoscere la legge. Ma quanti conoscono la legge, di quelli che sono stati arrestati in questi giorni, come i due pastori che sono stati arrestati in questi giorni a Troina, mentre stavano cercando di appiccare il fuoco? Quanti volontari Forestali cercano magari, in questo momento, di trovare un impiego? Quanti, della criminalità organizzata, pensano di speculare, non tanto sul terreno bruciato, ma sui terreni agricoli vicini, perché così vengono deprezzati e possono acquistarli a molto meno? O quante persone pensano che l'incendio voglia ancora dire la possibilità di avere risorse aggiuntive?

Come ha detto lei, l'autocombustione rappresenta il 2 per cento del fenomeno, il resto è l'uomo, la sua ignoranza e la sua incapacità di preservare un territorio unico. Una conclusione amara, che ho ripetuto in quest'Aula, in questi ultimi giorni, più volte: questa pandemia, che ha bloccato il Paese per un anno, avrebbe dovuto far diventare questa comunità una comunità migliore, una comunità che pensa al bene comune invece che al rendiconto personale, abbiamo avuto troppe vittime abbiamo sacrificato troppo la nostra economia, per pensare che tutto tornasse all'egoismo originario, e invece, purtroppo, così non è avvenuto. Questa comunità non è migliorata in seguito al COVID o, meglio, le brave persone, le persone che si dedicano alla collettività, lo fanno ancora con più slancio con più generosità, quelli che pensano a un profitto personale hanno aumentato la loro fame e la loro inconsapevolezza.

Il nostro è un patrimonio tutelato dall'UNESCO per quasi due terzi, non soltanto la sua bellezza culturale, ma la sua bellezza naturale. Io vengo dal Piemonte, che è stato flagellato da grandine e piogge alluvionali, in quest'estate pazza, che vede il Paese diviso in due, e ha come patrimonio dell'UNESCO le Langhe, quindi un patrimonio naturale; e non soltanto il mio Piemonte, ma moltissimi posti che sono stati sono bruciati in questi giorni sono un patrimonio UNESCO, eppure qualcuno ha appiccato ad essi fuoco, pensando che questo patrimonio fosse un inutile orpello, che vieta una costruzione abusiva, che vieta una speculazione senza senso, e questo è il fallimento di una cultura, che deve finire. Lei è il Ministro della transizione ecologica, che vuol dire portare il nostro Paese a investire su un'economia basata sul verde; non c'è economia basata sul verde migliore che tutelare l'ambiente, non come museo, ma come elemento economico e culturale da preservare (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ruffino. Ne ha facoltà.

DANIELA RUFFINO (CI). Grazie. Signor Ministro e colleghi, parliamo di roghi, di roghi che ogni anno distruggono migliaia di ettari di bosco e stiamo parlando di un'emergenza che va dalla Sardegna all'Abruzzo, alla Valle d'Aosta e tocca grandi e piccoli centri.

Signor Ministro, ho ascoltato con attenzione il suo intervento, anche la parte in cui lei ha parlato di cambiamento climatico, con tutta una serie di considerazioni sicuramente importanti, però, riteniamo che oggi, molto probabilmente, occorra concentrarsi su due aspetti, legati alla prevenzione e all'azione, perché non possiamo permetterci di perdere altro tempo. Forse questo aspetto è anche connesso alla caratteristica del gruppo di Coraggio Italia, formato da parlamentari che hanno una provenienza legata a lunghe esperienze, anche a quelle del territorio; diciamo che siamo abituati ad agire velocemente sul campo. Per noi, prevenzione vuol dire cura del territorio, vuol dire silvicoltura preventiva, vuol dire accessi sicuri per i mezzi di controllo e di intervento, punti di sicurezza per le popolazioni, eliminazione di situazioni di degrado, di cui tutti devono farsi carico. Per noi, prevenzione è la conoscenza dello stato e delle dinamiche meteo - spesso vengono tralasciate -, delle dinamiche geografiche e di uso del suolo e, ancora, prevenzione vuol dire poter disporre di carte di punti vulnerabili aggiornate, e questo purtroppo non succede, e mantenere il presidio sul territorio facendo una cosa importante, ne abbiamo parlato in questi giorni in Aula, eliminando l'asfissiante burocrazia che scoraggia chi vive nel mondo rurale. Chi vive nel mondo rurale sta faticando tantissimo e le conseguenze sono quelle che vediamo oggi, nei nostri boschi.

Colleghi, signor Ministro, nel nostro Paese non si parla mai di boschi, che coprono oramai una superficie importante, stiamo parlando del 40 per cento del territorio, e non si parla di incendi, se non quando i boschi sono diventati cenere, e oggi siamo qui a parlarne proprio per la gravità di quanto è accaduto. Se pensiamo soltanto agli interventi fatti dai nostri Vigili del fuoco, che, in poco tempo, hanno effettuato oltre mille interventi con Canadair, con elicotteri - al 15 giugno, siamo arrivati a 37.407 interventi, oggi saranno numeri ben diversi, ma siamo a 16 mila interventi in più rispetto allo scorso anno - questi parametri fanno sicuramente riflettere, fanno riflettere i 72 mila e più ettari andati in fumo, ma fa riflettere il 18,3 per cento in più rispetto all'anno precedente, fanno riflettere i 4.233 reati segnalati, le 522 le persone denunciate, ma solo 18 quelle arrestate, numeri da brivido.

Possiamo certamente dire che l'impegno della Protezione Civile è stato gratificato dalla visita del Presidente Draghi alla sede operativa del Dipartimento, con il ringraziamento al personale, del Premier, e a Fabrizio Curcio per l'attività prestata. Possiamo affermare con forza e con convinzione che il sistema della nostra Protezione civile è tra i migliori al mondo. Parliamo di 202 interventi in una sola giornata nel Centro-Sud, però non possiamo permetterci un danno ambientale che, a ogni estate, è più violento.

Ogni intervento di gestione responsabile e sostenibile richiede personale formato e una nuova pianificazione territoriale. Tutto questo fa sì che occorra conoscere bene il bosco, le sue relazioni con il contesto ecologico e sociale, e programmare le azioni a lungo termine.

Noi, come Coraggio Italia, pensiamo che un buon inizio sarà l'approvazione della Strategia forestale nazionale nel quadro di quella europea, che è stata resa nota il 16 luglio, investendo finalmente in risorse pubbliche, nel monitoraggio e nella gestione; quindi, aiutare ad aiutarci nel momento in cui forse ne abbiamo più bisogno, e questo ce lo ha insegnato la pandemia.

Però, per raggiungere questi obiettivi servono investimenti, servono risorse umane per i Vigili del fuoco. Dobbiamo eliminare il fenomeno del precariato con un percorso che possa stabilizzare il maggior numero possibile di discontinui e anche riconoscere la giusta attenzione alle risorse necessarie a garantire un aumento di retribuzione.

Devo dare atto al Governo che questo passo è stato fatto, nel senso che la cosiddetta specificità ha avuto un incremento del 4,26 per cento, però occorrono anche le tutele per i volontari; volontari che spesso - non dobbiamo nascondercelo - sono sostenuti dalle comunità locali che, attraverso eventi e sottoscrizioni, raccolgono fondi per l'acquisto dei mezzi.

Allora, signor Presidente, Coraggio Italia chiede - per suo tramite al Ministro e al Governo - l'implementazione del personale di Protezione Civile e un ampio sostegno alla rete di volontari che sono operativi 365 giorni all'anno per la sicurezza di un patrimonio da difendere. E, oltre ai Vigili del fuoco e ai volontari, non posso non citare il ruolo dei volontari antincendi boschivi, i cosiddetti AIB. Ci aspettiamo interventi urgenti sulle bonifiche, sulla pianificazione del fuoco prescritto, serve progettare e autorizzare piste tagliafuoco, promuovere filiere di legno-energia, incentivare la nascita di imprese forestali. Dobbiamo sensibilizzare, aiutare e sostenere le amministrazioni locali ad intervenire con le buone pratiche di cui ho parlato. Quindi, parlo di sbocchi lavorativi e ricadute positive sui territori.

Concludo dicendo che i piani forestali, le nuove economie, i consorzi di gestione dei boschi pubblici e privati sono sicuramente il futuro. Però, anche le misure di semplificazione e accelerazione approvate nelle scorse settimane dal Governo saranno sicuramente un banco di prova. Possiamo dire che la materia forestale, da Sud a Nord, deve diventare una delle priorità del Governo e del Parlamento contro l'abbandono, contro la desertificazione di territori e boschi. Perché sappiamo molto bene che l'abbandono permette delle azioni nefaste e purtroppo ne subiamo le conseguenze (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, Presidente. Signor Ministro, la sua è stata una relazione molto ampia e dettagliata, che credo possa aiutare a svolgere una riflessione, come hanno già fatto i colleghi prima di me, su un tema ricorrente. Su questo, però, dobbiamo essere tutti d'accordo. Credo che dibattiti come questo ci siano stati, in Parlamento e fuori dal Parlamento, quasi ogni anno e quindi dobbiamo partire dalla riflessione che questo è un problema endemico, legato alle caratteristiche del nostro territorio ed aggravato dai cambiamenti climatici. Però, la base di partenza è ovviamente una base di criticità strutturale, dovuta a elementi legati al territorio e anche però legati all'uomo, cioè ai numeri che lei ha descritto, che indicano sostanzialmente, che in oltre il 90 per cento dei casi, mettendo insieme le varie voci, gli incendi sono determinati da comportamenti umani dolosi; a volte non intenzionali, ma insomma il grosso sta nel carattere doloso.

Quindi, noi crediamo che la risposta non possa che essere di tipo strutturale e, su questo, dalla sua relazione si evidenzia una serie di criticità su cui credo si debba lavorare; non prima, lo dico in premessa, di ringraziare innanzitutto i volontari.

Ci sono stati centinaia di volontari e ci sono ogni anno centinaia di volontari che si occupano degli spegnimenti degli incendi boschivi, accanto a chi, come i Vigili del fuoco, invece lo fa istituzionalmente per dovere. Da questo punto di vista, vanno tutti ringraziati perché combattere gli incendi è un'attività molto pericolosa.

Accanto a ciò, dicevo, da un punto di vista strutturale, ancora una volta anche in questo dibattito abbiamo assistito a una sorta di scaricabarile di filiera; cioè, la colpa è sempre di qualcun altro, in qualche modo, e quindi anche le regioni - cui spetta per legge, come lei ha descritto con grande chiarezza, una serie di attività - finiscono poi per richiedere allo Stato aiuti, sostegni e anche interventi successivi.

Da questo punto di vista, quindi, crediamo che occorra fare chiarezza in questa filiera; occorre fare chiarezza individuando responsabilità, individuando risorse destinate e cercando anche di prendere atto che alcuni aspetti della normativa di fatto finiscono per essere inapplicati.

Ho fatto il sindaco di un piccolo comune e, per fortuna, nella mia esperienza decennale non ho avuto mai a che fare con incendi sul mio territorio; ma se fossi stato in un territorio oggetto di incendi, difficilmente sarei riuscito a rispettare la norma relativamente alle perimetrazioni. Non ci sono le risorse. Abbiamo più di 8 mila comuni e in centinaia di comuni non c'è neanche un dipendente dell'ufficio tecnico, ma un consulente che viaggia da un comune all'altro. E mi domando se, in una logica di corretta attribuzione di responsabilità, questa attività, che può essere fatta agevolmente con gli strumenti tecnologici, non possa essere affidata, per esempio, o direttamente alle regioni o anche alle province. Le province potrebbero svolgere questo ruolo, sono più vicine ai territori e ai comuni.

Io credo che - le do questo spunto - questa potrebbe essere una riflessione da fare, cioè individuare non nel comune ma nella provincia il soggetto che, entro i termini che lei ha indicato, previsti dalla legge, predispone il fascicolo degli eventi relativamente agli incendi.

C'è poi un altro aspetto, lo dico qui ma senza aprire fronti polemici. Noi abbiamo l'abitudine di produrre leggi e quasi mai di verificare se, rispetto ai presupposti per i quali le leggi sono state emanate, poi sono state rispettate.

Noi riteniamo che la legge che ha superato il Corpo forestale dello Stato, affidando all'Arma dei carabinieri quelle competenze, abbia bisogno di una sorta di tagliando. Verifichiamo: tutto quello che pensavamo quando l'abbiamo approvata si è poi rivelato giusto? Ci sono dei problemi, occorre intervenire? Perché se è vero, come è vero, che il ragionamento è legato alla prevenzione, il Corpo forestale dello Stato, quando c'era, svolgeva un ruolo importante in questa direzione. Siamo riusciti a mantenerlo, siamo addirittura riusciti a migliorarlo?

Ecco, io credo che siano quesiti che sia corretto porsi, perché è del tutto evidente che, senza prevenzione, senza un'attività in tal senso, noi andremo ancora incontro a discussioni come queste per il futuro. Cioè, dimostreremo sostanzialmente la nostra incapacità di intervenire in via preventiva rispetto ai temi che sono stati meglio di me anche descritti dai colleghi che mi hanno preceduto. Crediamo che vi sia molto lavoro da fare, che i dati siano importanti - danno il quadro di riferimento - ma che occorra un'azione del Governo e degli enti locali in una filiera chiara di responsabilità perché questo è un problema strutturale del nostro Paese, di un territorio fragile che necessita di intervento (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Vallascas. Ne ha facoltà.

ANDREA VALLASCAS (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Il territorio italiano è coperto per circa il 34 per cento da foreste e, in quasi quarant'anni, sono stati percorsi dal fuoco, in media, 105 mila ettari di bosco all'anno. Il fenomeno poi è amplificato dall'aumento delle aree agricole marginali o abbandonate che determinano aree più adatte al passaggio del fuoco. Nel 2019, infatti, si sono verificati più di 60 mila incendi nelle zone rurali. L'uomo - come ha detto lei, Ministro - è uno dei principali responsabili dell'innesco degli incendi in Italia, come è stato anche ribadito dal ventesimo rapporto annuale del Sistema europeo di informazioni sugli incendi boschivi, secondo il quale il 57 per cento dei roghi è doloso. Anche quest'anno abbiamo avuto decine di migliaia di ettari di vegetazione che sono andati in fumo e migliaia di persone che sono state evacuate; sono stati cancellati interi ecosistemi, sono andati distrutti la biodiversità, il patrimonio faunistico, hanno subito ingenti danni attività economiche e proprietà private. Siamo di fronte ad una situazione drammatica che pone pesanti interrogativi sul funzionamento della macchina nazionale antincendi. Oggi, signor Ministro, lei è venuto a certificare il fallimento di questa macchina. Un grande sponsor di questo Governo, negli anni scorsi, ha smantellato il Corpo forestale dello Stato, sperperando un patrimonio di esperienze e distribuendo le competenze tra Carabinieri e Vigili del fuoco. Questa scarsa lungimiranza ha animato le politiche scellerate che hanno ridotto il presidio dei territori e accelerato lo spopolamento delle campagne, oggi trasformate in autostrade per i roghi. È molto difficile attendersi un'inversione di marcia da un Governo che sta dimostrando sempre più un ecologismo di facciata, soprattutto dopo che si è fatto approvare, appena due giorni fa, una riforma del processo penale che prevede proprio la prescrizione o, meglio, l'amnistia anche per i reati contro l'ambiente (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Cecconi. Ne ha facoltà.

ANDREA CECCONI (M-MAIE-PSI-FE). Ministro, siamo davanti ad una catastrofe, è evidente, stessa catastrofe che si è verificata anche nel 2020, così come nel 2019. Mi auguro di no ma temo che, anche nel 2022, ci troveremo nello stesso identico problema. Quindi, dal mio punto di vista, vi sono due cose che andrebbero fatte: la prima, cari colleghi, forse dovremmo dedicare il nostro tempo a istituire una Commissione d'inchiesta per verificare chi sono queste persone, che opere di mitigazione stiamo mettendo in atto e che strumenti normativi adeguati possiamo adoperare, come, per esempio, l'inserimento degli incendi tra i disastri ambientali o la previsione che i reati ambientali rientrino tra quelli che sono sempre procedibili. L'altra cosa, Ministro, è che non è colpa del destino cinico e baro se gli incendi che si sviluppano nel nostro territorio sono sempre più irruenti e più frequenti perché, presumendo un'equa distribuzione dei delinquenti e degli ingenui nel nostro territorio, la colpa sta in una cosa che ha un nome preciso, ossia cambiamento climatico. Ce lo dice la scienza che è così, la stessa scienza che, da due anni, abbiamo seguito per togliere, da un giorno all'altro, la libertà ai nostri cittadini per tutelare la loro salute. Quindi, se la scienza ci dice qual è la strada e cosa bisogna fare per tornare ad una normalità, ad un sistema adeguato e resiliente, siamo costretti ad ascoltare la scienza, come l'abbiamo ascoltata in questo periodo. Per cui, quando si dice che, dal 2030 o dal 2035, le auto a combustibile non si devono più vendere, dovremmo seguire quella linea senza fare troppa polemica. Quando c'è una direttiva sulla plastica, la direttiva sulla plastica monouso si attui senza fare troppo polemica. Tutte queste cose servono al nostro ambiente per renderlo più sano, più resiliente e non è un bagno di sangue: il bagno di sangue è quello che abbiamo davanti ai nostri occhi tutti i giorni, incluso quello che sta accadendo nel nostro Paese con gli incendi nelle nostre regioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lupi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, nell'informativa e, sottolineo, nell'informativa che lei ha dato al Parlamento ci ha illustrato la situazione. Io la conosco - e mi fa piacere incontrarla qui, in quest'Aula - lei è un grande fisico, il padre della robotica, e sa molto bene che, per uno scienziato, come diceva il primo Premio Nobel per la medicina, molto ragionamento e poca osservazione conducono all'errore, molta osservazione e poco ragionamento alla verità. Tant'è che ha impostato la sua relazione descrivendoci, innanzitutto, lo stato della realtà per individuare, poi, le soluzioni.

Sinteticamente, nei due minuti a disposizione provo anche dal mio punto di vista a sintetizzarlo. Il primo dato è evidente ed è sotto gli occhi di tutti, l'hanno sottolineato tutti i colleghi: il 98 per cento dei roghi che accadono è causato dall'uomo, il 57,4 è doloso e provoca ingenti danni alla popolazione e ai territori. Questi incendi, lo ha detto bene, si concentrano in alcune regioni, questi incendi sono più facilitati da quelle mappe rosse che lei ha descritto. Seconda osservazione: il comandante del nucleo informativo dell'antincendio boschivo dice che questo è un reato da vigliacchi. Quindi, c'è un tema sociale da affrontare: chi sono coloro che appiccano gli incendi? È come quando si dà fuoco alla propria terra: siamo di fronte ad un suicidio sociale. È come tagliare il ramo su cui si è seduti ed è come se ci fosse una distruzione dell'esistente. Questo è un secondo tema che va affrontato anche per chi oggi lo chiede. Lei ha fatto una fotografia importante dicendo che su quella terra che viene incendiata vi sono già le regole contro la speculazione, eccetera. Quindi, c'è anche un tema drammaticamente sociale ed educativo da affrontare e non è pensabile che il Parlamento pensi che la strada principale sia sempre quella dell'aggravamento della pena, cioè affidare all'aggravamento della pena la risoluzione di tutti i problemi.

Il primo punto da affrontare è esattamente legato, quindi, ai tre temi che le suggerisco. Il primo è quello della prevenzione, digitalizzazione, monitoraggio. Quelle mappe rosse diventino la sfida in termini di risorse e di prevenzione che il Governo e le istituzioni e le regioni affrontano. Il secondo è quello della grande sfida educativa che abbiamo davanti nel nostro territorio. Abbiamo vinto sfide altrettanto importanti e pesanti, penso alla mafia, penso alla criminalità, penso alla riqualificazione di alcuni territori degradati, scommettendo sul tema dell'educazione e della formazione. Mi riferisco anche all'utilizzo dei media, della televisione, delle scuole per dire che questa distruzione e questa estinzione sociale fanno male a tutti. In tal modo, i primi a esercitare la prevenzione saranno i giovani, i cittadini e il popolo. Il terzo tema è quello della capacità di intervento - e concludo – che deve essere tempestiva, moderna ed efficace.

Mi sembra che lei abbia sottolineato anche l'utilizzo dei fondi PNRR a disposizione, citando anche le regioni che vale la pena siano aiutate dall'intervento nella collaborazione istituzionale tra Governo, Parlamento e regioni. Grazie per l'informativa e auguro buon lavoro a lei, al Parlamento e in particolare alle regioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Plangger. Ne ha facoltà.

ALBRECHT PLANGGER (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Signor Ministro, come rappresentante della montagna apprezzo la sua disponibilità, appena espressa, di dare ascolto ai nostri suggerimenti per migliorare la situazione. È indispensabile intervenire tempestivamente a favore di una gestione attiva delle nostre foreste, attraverso l'implementazione di nuove misure all'interno del PNRR. Non ci devono essere foreste e zone di montagna completamente abbandonate, non utilizzate né per il pascolo né per la gestione forestale, senza infrastrutture, senza strade, senza micro invasi per l'accumulo dell'acqua, senza piste tagliafuoco, senza una costante sorveglianza, senza un presidio attivo.

Bisogna efficacemente intervenire ed investire nella gestione forestale sostenibile e nella bioenergia. Le funzioni ecologiche del bosco e la salvaguardia della biodiversità si realizzano grazie alla fornitura di legname, di prodotti legnosi e di biomasse e contribuiscono così anche alla mitigazione dei cambiamenti climatici. Specialmente nelle zone alpine, il bosco non è solo una fonte di reddito ma era la cassaforte delle comunità alpine e degli agricoltori insediati. Deve tenere questa funzione e solo rivalutando ovunque il patrimonio boschivo si evitano incendi così disastrosi. Solamente la gestione forestale attiva, circoscritta ad ambiti territoriali, permette una buona prevenzione degli incendi boschivi. La parola chiave è prevenzione, signor Ministro. Servono più mezzi e servono, innanzitutto, persone sul territorio che si sentano responsabili del loro bosco (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'informativa urgente del Governo.

Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15 con il question time. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 10,50, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno la Ministra per gli Affari regionali e le autonomie, il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali e il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali.

Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Iniziative, in raccordo con le regioni, volte a tutelare la salute dei cittadini con riguardo all'utilizzo dei mezzi di trasporto e alla didattica in presenza, anche con riferimento alle modalità di attuazione delle cosiddette certificazioni verdi COVID-19 – n. 3-02447)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno, Marco Di Maio ed altri n. 3-02447 (Vedi l'allegato A).

Il deputato Marco Di Maio ha facoltà di illustrare la sua interrogazione.

MARCO DI MAIO (IV). Grazie, Presidente. Onorevole Ministra, noi siamo assolutamente favorevoli all'introduzione del green pass, perché lo consideriamo non uno strumento di restrizione delle libertà, ma, anzi, di promozione delle libertà, della possibilità di tornare a vivere, a viaggiare, a muoversi liberamente e in sicurezza; e anche per questo stiamo sostenendo l'obbligatorietà dell'utilizzo di questo strumento per svolgere alcune attività. Tra queste, per noi hanno una particolare rilevanza e importanza il trasporto pubblico, quindi i viaggi che tanti nostri cittadini quotidianamente, per lavoro, ma anche per piacere, svolgono, e soprattutto il tema della scuola, che ci sta particolarmente a cuore. La scuola deve ripartire in presenza, la didattica a distanza ha fortemente penalizzato i nostri ragazzi, i nostri figli, i nostri nipoti. Quindi, chiediamo quali siano le iniziative che, di concerto con le regioni, si stanno attuando, soprattutto per garantire l'omogeneità di questi interventi su tutto il territorio nazionale, a protezione dei cittadini e a protezione di una ripartenza che ci auguriamo possa essere la più celere possibile per tutti.

PRESIDENTE. La Ministra per gli Affari regionali e le autonomie, Mariastella Gelmini, ha facoltà di rispondere.

MARIASTELLA GELMINI, Ministra per gli Affari regionali e le autonomie. Grazie, Presidente. Come è noto, gli argomenti posti dagli interroganti saranno all'attenzione del Consiglio dei Ministri che si svolgerà fra poche ore. Tale riunione potrà avvalersi delle osservazioni e degli approfondimenti avanzati e forniti dal Comitato tecnico-scientifico, ma anche dal confronto, che si è da poco concluso, all'interno della Conferenza Stato-regioni. È intenzione del Governo assicurare la ripresa delle attività scolastiche nello stesso spirito con il quale il collega Di Maio ha avanzato la richiesta di question time, in condizioni non solo di piena sicurezza, ma anche in presenza.

A tal fine, proseguirà senza interruzioni la campagna vaccinale, che è un elemento strategico e fondamentale per garantire la possibilità di un ritorno in classe in presenza. Posso confermare che sono state superate le 70 milioni di dosi inoculate e abbiamo 33 milioni e 485 mila cittadini completamente immunizzati.

Come sottolineato dai presentatori dell'interrogazione, il Governo è intervenuto con il decreto n. 105, prevedendo che l'accesso ad una serie di attività e di servizi, a far data da domani, sia consentito esclusivamente ai soggetti muniti di green pass. Si tratta, come ha sottolineato il collega Di Maio, di una misura di ragionevolezza e di buon senso, che è volta non a proibire, ma a difendere gli spazi di libertà che, molto faticosamente, i cittadini hanno ottenuto, con molte privazioni e molte sofferenze, e ad evitare nuove misure di contenimento, nuove chiusure, nuovi lockdown.

È, quindi, per questo all'esame del Consiglio dei Ministri la possibilità di ampliare ulteriormente l'utilizzo di dette certificazioni, rendendole obbligatorie per i trasporti a lunga percorrenza extra regionali; non è, invece, contemplato, per il momento, l'utilizzo sui trasporti urbani e sui treni regionali.

Per quanto attiene al prossimo anno scolastico, il Governo considera prioritario assicurare la ripresa della didattica in presenza per tutti, sia per il suo essenziale valore formativo, ma anche per l'imprescindibile ruolo che svolge, per lo sviluppo della personalità degli studenti. A tal fine, sarà prevista l'introduzione della certificazione verde per insegnanti e personale ATA, mentre continua ad essere fortemente raccomandata la vaccinazione nella fascia di età 12-19 anni. Su questo segnalo che alcune regioni hanno previsto la possibilità per le famiglie di procedere alla vaccinazione dei figli senza prenotazione. Laddove sono state date queste opportunità, i cittadini le hanno colte - l'ho proposto all'interno della Conferenza Stato-regioni - e credo, quindi, che sia utile estendere questo modello che la regione Piemonte - ma anche la Lombardia e l'Emilia-Romagna - ha avanzato e che sta dando un grande contributo alla campagna di vaccinazione.

Per quanto riguarda il trasporto pubblico locale, il coefficiente di riempimento in zona bianca, fissato all'80 per cento, sarà applicato anche in zona gialla, come da parere formulato dal CTS. Sul tema del TPL, proprio ieri la Conferenza unificata ha dato il via libera allo schema di decreto presentato dal Ministro Giovannini…

PRESIDENTE. Ministra, dovrebbe concludere.

MARIASTELLA GELMINI, Ministra per gli Affari regionali e le autonomie. …sulla ripartizione delle risorse, circa 450 milioni di euro, per il trasporto pubblico locale. Nella riunione della Conferenza, che si è tenuta proprio oggi, abbiamo potuto analizzare queste tematiche. Al Ministro Bianchi sono state avanzate proposte sul “piano Scuola” e, quindi, siamo ben lieti di accogliere alcune di queste osservazioni che le regioni hanno posto e di procedere in un clima di leale collaborazione tra lo Stato, le regioni, le province e i comuni, al fine di garantire la scuola in presenza e di poter offrire ai nostri ragazzi un anno scolastico relativamente normale.

PRESIDENTE. Il deputato Luciano Nobili ha facoltà di replicare.

LUCIANO NOBILI (IV). Grazie, Ministro. Grazie per le cose che ci ha detto, che accolgono molte nostre osservazioni, e anche grazie per il lavoro che, con il Governo, state portando avanti. Anche le notizie che arrivano dall'ultima cabina di regia e dalle previsioni per il prossimo Consiglio dei Ministri vanno in questa direzione, cioè di far accompagnare una campagna vaccinale, che procede a ritmo sostenuto, con l'estensione dell'utilizzo del green pass, che partirà domani, anche, appunto, a buona parte della nostra mobilità, a quella a lungo raggio. Questa è una scelta importante, perché, come diceva, il green pass - è bene che tutti lo sappiano - è uno strumento di libertà e una garanzia di ripartenza per il Paese, anche per non ricadere negli errori che in passato abbiamo conosciuto. Sul sistema del TPL, che per il momento rimane escluso, ma che non dobbiamo trascurare, al di là delle risorse, perché riguarda il trasporto e la mobilità delle fasce più deboli della nostra popolazione, ci sarà bisogno di un grande impegno. Ci sarà bisogno di una legge sul TPL, che aspettiamo da tempo e su cui bisogna lavorare, per rendere finalmente il TPL nelle nostre aree urbane competitivo ed efficace. Servirà un Piano straordinario per le città, per la mobilità nelle città, anche utilizzando tutti gli strumenti di mobilità sostenibile e innovativa che sono a nostra disposizione. Però, il focus, l'attenzione, la priorità assoluta deve essere, come abbiamo sentito anche nelle sue parole, Ministro, sulla scuola. Per noi, su questo non si può transigere. I giovani, i nostri figli, non sono conteggiati nel numero delle vittime del COVID di questo Paese, ma ci sono i danni permanenti dal punto di vista fisico, psicologico e anche educativo. I test Invalsi, ma non solo, testimoniano che le nostre famiglie devono evitare di tornare in quell'incubo del disastro a domicilio chiamato DAD. Per questo la scuola è priorità assoluta, e anche una campagna per la vaccinazione dei più giovani, oltre alle scelte che ci ha rappresentato, sarebbe importante.

Il Governo Draghi ha cambiato passo su tutto: sui vaccini, sulla giustizia, sulla ripartenza economica. La scuola è il prossimo appuntamento che non va mancato, perché ne va, mai come in questo caso, del futuro del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

(Strategie di intervento e prevenzione per la tutela dell'abete rosso, in particolare nel Triveneto – n. 3-02448)

PRESIDENTE. La deputata Aurelia Bubisutti ha facoltà di illustrare l'interrogazione Loss ed altri n. 3-02448 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

AURELIA BUBISUTTI (LEGA). Grazie, Presidente. Gentile Ministro, il Bostrico tipografo è un piccolo coleottero che attacca l'abete rosso ed è classificato tra le 10 specie di insetti responsabili dei maggiori danni alle foreste europee. È classificato come organismo nocivo, da quarantena rilevante. Con la tempesta Vaia si sono avuti aumenti della popolazione di Bostrico in molte aree del Triveneto, considerato anche che i molti alberi abbattuti sono un ottimo ambiente di riproduzione per questo insetto.

Già con precedenti interrogazioni avevamo chiesto specifiche iniziative per la lotta al contrasto al Bostrico, anche di natura economica, come è già stato fatto per la Processionaria del pino o per il contrasto alla Xylella fastidiosa.

In questi mesi la situazione si sta aggravando ulteriormente, in quanto gli andamenti climatici discontinui e le ultime ondate di caldo sottopongono a stress le popolazioni di abete rosso.

PRESIDENTE. Concluda.

AURELIA BUBISUTTI (LEGA). Il diffondersi del Bostrico in queste condizioni - e concludo - fa aumentare la mortalità degli alberi in piedi, con grande rischio di arrivare a una sostituzione ecologica quasi totale dell'abete rosso nelle nostre foreste alpine.

Per questo, Ministro, le chiediamo se e quando siano state dibattute le questioni inerenti alle strategie integrate di intervento e di prevenzione al Bostrico e quali siano state le conclusioni alle quali si è arrivati…

PRESIDENTE. Grazie…

AURELIA BUBISUTTI (LEGA). …per impedire che in tempi brevissimi le foreste italiane, in particolare del Veneto…

PRESIDENTE. Grazie, collega.

AURELIA BUBISUTTI (LEGA). …si spoglino dell'abete rosso a causa degli attacchi di questo organismo nocivo.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, ha facoltà di rispondere.

STEFANO PATUANELLI, Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti. Gli alberi caduti o abbattuti a seguito della tempesta Vaia del 2018 hanno contribuito all'incremento delle popolazioni di Bostrico tipografo (Ips typographus), mettendo a rischio la sopravvivenza anche degli altri alberi non direttamente colpiti dalla tempesta. Per la gestione del fenomeno, i metodi di contrasto più efficaci sono essenzialmente di tipo preventivo, quali la gestione silvicolturale e la bonifica fitosanitaria.

Già dal dicembre 2018, grazie al coinvolgimento delle province autonome di Trento e Bolzano e delle regioni Friuli-Venezia Giulia, Veneto e Lombardia, è stato costituito un gruppo di lavoro, coordinato dall'Università degli studi di Padova, che ha iniziato a considerare le infestazioni di Bostrico come potenzialmente conseguenti al citato evento atmosferico nella zona del Triveneto. Nel 2020 è stato istituito un apposito comitato tecnico presso il Ministero, con il compito di fornire le indicazioni e le direttive per l'espletamento delle attività di monitoraggio delle aree colpite dalla predetta tempesta, al cui scopo sono state destinate parte delle risorse del Fondo per le foreste italiane.

Per quantificare la numerosità e il ciclo fenologico della popolazione dell'insetto, è stato avviato un monitoraggio, con la posa in opera di specifiche trappole a feromoni, attive da metà aprile fino a fine settembre, periodicamente controllate. I risultati hanno evidenziato che, nelle aree colpite da Vaia, la densità di Bostrico tipografo ha già raggiunto livelli preoccupanti, ben oltre la soglia di allerta. Pertanto, è sicuramente fondamentale proseguire nell'azione di monitoraggio per verificare il trend di crescita nelle varie zone indagate nel corso del 2021. In ogni caso, nel breve e medio periodo, è necessario sviluppare un'azione gestionale integrata, volta alla prevenzione e basata sul mantenimento di buone condizioni del rimboschimento, sulla rimozione e distruzione, tramite scortecciatura e asportazione, di tutto il materiale infestato e sulla predisposizione di dispositivi di cattura tramite piante esca. Occorre, tuttavia, tenere presente che questi interventi sono ostacolati dall'impossibilità di raggiungere i tronchi abbattuti dal vento nell'ottobre 2018. Nel lungo periodo, è opportuno approfondire la problematica ed effettuare le necessarie ricerche per individuare eventuali agenti di controllo biologico per il contenimento delle popolazioni di Ips typographus e degli altri scolitidi.

Assicuro l'onorevole interrogante che, alla luce dei risultati dei monitoraggi in corso, assieme al Comitato fitosanitario nazionale adotteremo tutte le iniziative necessarie per fermare la piaga del Bostrico tipografo.

PRESIDENTE. La deputata Martina Loss ha facoltà di replicare.

MARTINA LOSS (LEGA). Grazie, Presidente. Grazie, signor Ministro, per la risposta. Tuttavia, la riteniamo decisamente non sufficiente per lo stato di gravità della situazione attuale. Il tempo del monitoraggio è finito. Riteniamo che i territori coinvolti, dove ancora oggi sono in azione i cantieri forestali per togliere le piante schiantate, abbiano bisogno di risposte concrete e tempestive. Innanzitutto, dobbiamo avere a disposizione i dati in tempo reale sull'avanzare della diffusione dell'infestazione del Bostrico e sullo stato di aggressività. Stiamo rischiando che, in poco tempo, rada al suolo centinaia di migliaia di ettari di foreste di abete rosso. Poi, serve far agire la task force del Ministero, coi dipartimenti delle università e dei corpi forestali. Serve un piano di azione esecutivo da mettere in atto quanto prima per salvare i boschi delle Dolomiti.

Nel concreto, serviranno misure tempestive di aiuto alle regioni colpite, per partire subito con la realizzazione di strade forestali per raggiungere i focolai e partire con l'azione tempestiva di rimozione del materiale.

Da parte del Ministero ci aspettiamo, poi, l'accelerazione dei lavori per il completamento della Strategia forestale nazionale e della firma degli altri decreti che ancora mancano - sono oltre una decina - perché diventi realmente efficace il testo unico del 2018 in materia di foreste e filiere forestali. Infine, sarà importante inserire misure specifiche per far fronte all'emergenza Bostrico nel piano strategico nazionale collegato alla PAC, per poter usare misure del PSR di contrasto all'infestazione, soprattutto con realizzazione di strade e piazzali per le azioni di cantiere e di stoccaggio del materiale da rimuovere.

Per chi vive nel Triveneto, la situazione generata dall'infestazione del bostrico è davanti agli occhi ogni giorno e l'unica soluzione per porre un freno è intervenire subito, con determinazione, per difendere il prezioso patrimonio forestale delle Dolomiti, oggi a rischio (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Orientamenti in ordine all'utilizzo delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza per rafforzare la competitività e la sostenibilità del comparto agroalimentare – n. 3-02449)

PRESIDENTE. La deputata Antonella Incerti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02449, per un minuto.

ANTONELLA INCERTI (PD). Grazie, Presidente. Signor Ministro. L'accesso al cibo, la sicurezza alimentare e un sistema alimentare sostenibile sono stati al centro, anche recentemente, dell'attenzione del dibattito internazionale. Ricordo il pre-summit della FAO appunto sul food system e il prossimo appuntamento a Firenze sull'agricoltura sostenibile, che ribadiscono la necessità di una prospettiva di un'agricoltura nuova, indissolubilmente legata a pratiche agricole rispettose dell'ambiente e al sostegno degli agricoltori. Tecnologia, ricerca e digitale sono le misure su cui già anche il suo Ministero ha concentrato l'applicazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Logistica, agrisolare, rinnovamento delle macchine agricole, contratti di filiera e sistema idrico: sarà il Piano strategico nazionale, comunque, la programmazione principale. Si tratta, quindi, di capire quali sono i tempi e quali saranno le priorità su cui vorrà porre maggiore attenzione.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, ha facoltà di rispondere.

STEFANO PATUANELLI, Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti. È chiaro che c'è un'intersezione forte tra tutti i dispositivi legati alla nuova PAC e il Piano nazionale di ripresa e resilienza ed è proprio in termini di complementarietà, relativa alla necessità di implementare misure che vadano a sostenere il percorso di sostenibilità, scusate il gioco di parole, che sta facendo il settore agroalimentare, sempre per alzare la competitività e la qualità dei nostri prodotti agroalimentari, che abbiamo lavorato, implementando le misure del Piano nazionale.

Per quanto riguarda i contratti di filiera, ricordo 1,2 miliardi del Fondo complementare; la capienza del Fondo è sufficiente a far scorrere completamente la graduatoria del quarto bando, a breve, per il settore agroalimentare, ma, poi, anche sugli altri settori, verrà fatto il quinto bando, con la realizzazione della graduatoria che sarà nel primo trimestre del 2023; nel secondo semestre dello stesso anno saranno sottoscritti i contratti di filiera e di distretto.

Per quanto riguarda la logistica, saranno ammessi ambiti di intervento riguardanti, tra gli altri, progetti tesi al miglioramento delle capacità di stoccaggio e trasformazione delle materie prime, progetti che potranno essere rivolti anche alla riduzione dell'impatto ambientale, al potenziamento della capacità di esportazione delle piccole e medie imprese, all'incremento del trasporto su ferrovia, all'interconnessione dei porti, al miglioramento della capacità logistica dei mercati, alla lotta agli sprechi alimentari. Dopo la consultazione con i diversi stakeholder, saranno determinati gli interventi ammissibili al relativo contributo, per procedere alla pubblicazione del bando entro il quarto trimestre del 2023. Per gli interventi nel settore delle infrastrutture irrigue, i criteri di scelta sono già stati approvati con i decreti del 30 giugno 2021 e del 30 luglio 2021. A livello procedurale, i soggetti proponenti, consorzi di bonifica ed enti irrigui, dovranno inserire i progetti di investimento nella piattaforma informatica Dania, nel cui ambito le regioni potranno esprimere una propria valutazione in funzione della priorità di investimento, anche per coinvolgere in modo ampio gli enti locali in questo percorso. I progetti saranno classificati in base al livello di esecutività, all'entità del risparmio idrico, alla superficie oggetto di intervento, alle tecnologie utilizzate e ai benefici ambientali prodotti. La scelta dei progetti sarà effettuata entro il 30 settembre di quest'anno.

Per quanto concerne, infine, l'innovazione e la meccanizzazione, rilevo che, in collaborazione con INAIL, stiamo lavorando alla definizione delle procedure da attuare attraverso uno o più bandi; i singoli progetti verranno selezionati sulla base della riduzione delle emissioni di gas climalteranti, della diminuzione dell'uso dei fitofarmaci e dei fertilizzanti chimici, nel rispetto dei principi dell'economia circolare. L'emanazione del primo bando è prevista entro il primo trimestre del 2022. Le altre progettualità che sono presenti, che riguardano il settore agroalimentare, sono in collaborazione con altri Ministeri e il capofila, in questo caso, è il MiTE, con cui stiamo lavorando per individuare le modalità attuative delle misure.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la deputata Susanna Cenni.

SUSANNA CENNI (PD). Grazie, Presidente. Ministro, la ringrazio per la risposta completa e dettagliata. Credo sia chiaro a tutti noi che l'obiettivo che abbiamo davanti è di cambiare profondamente i nostri sistemi alimentari. Dobbiamo farlo subito. In parte lo iniziamo a fare con le misure che lei ha dettagliatamente ricordato, in parte dobbiamo tenere molto ben presenti gli obiettivi di fondo: la redditività di questi sistemi agricoli, l'accesso al cibo di qualità per tutti, i sistemi alimentari sostenibili economicamente, socialmente e ambientalmente capaci di essere più resilienti. Perché sappiamo che non possiamo più parlare di calamità, ma che dobbiamo parlare di crisi climatica. Per il Partito Democratico adesso è davvero necessario che ogni sforzo del Governo sia orientato alla costruzione degli strumenti di sostegno alla transizione con contezza, con complementarietà - come lei ha ben detto nella sua risposta - orientando il sistema a pratiche agricole sempre più agro-ecologiche e ad una ricerca al servizio di questi obiettivi. Questo significa che abbiamo una PAC, abbiamo il PNRR, occorre che il Piano strategico nazionale sia capace di far giocare assieme questi due strumenti, orientandoli a questi obiettivi. Serve una grande regia, Ministro, e questa compete a lei; una grande regia che ci consenta di non sprecare nemmeno un euro e di orientare tutte le risorse in questa direzione, contro la crisi climatica per fare la nostra parte, anche rispetto a quello che sta accadendo sui prezzi in rialzo nel settore alimentare e per intervenire contro l'impoverimento degli agricoltori. Un'ultima raccomandazione, Ministro, la faccio sul tema dell'uso del suolo. Noi sappiamo che è una scelta importante quella di questo Governo in direzione, ovviamente, delle energie non fossili, la bioeconomia è indubbiamente un versante, è una grande opportunità per gli agricoltori, ma la priorità nell'uso del suolo bisogna che resti con forza la produzione di cibo e siamo certi che su questo la troveremo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Iniziative volte a riconoscere l'attività del caregiver familiare, al fine di garantire a tale figura la tutela giuridica ed economica riconosciuta ai lavoratori – n. 3-02450)

PRESIDENTE. La deputata Mara Lapia ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02450, per un minuto.

MARA LAPIA (MISTO-CD). Grazie, Presidente. Signor Ministro, con l'articolo 1, comma 255, della legge di bilancio del 2018 questo Parlamento ha finalmente dato, dopo anni, una definizione del caregiver familiare, descrivendolo come la persona che assiste e si prende cura del coniuge, di un familiare o di un affine che, a causa di una malattia, non sia autosufficiente e capace di prendersi cura di sé. Tuttavia, è un intervento normativo che non è bastato a fornire alla figura del caregiver familiare le dovute tutele e diritti spettanti sotto il profilo giuridico ed economico. Essere caregiver oggi significa svolgere un vero e proprio lavoro che porta il soggetto a sottrarre tempo ai propri interessi, ma anche a sottrarre il lavoro che dovrebbe fare per se stesso, per il proprio sostentamento e per garantirsi un sostegno previdenziale per il proprio futuro. Pertanto, il mancato riconoscimento dello status di lavoratore a chi svolge questo ruolo fondamentale costringe molte persone a pesanti ricadute sociali, fisiche e spesso anche psicologiche. Pertanto, oggi si chiede in che modo il Ministero che lei rappresenta, di concerto con il Ministero della Salute laddove si ritenesse opportuno, sta agendo, o intenda agire per riconoscere l'attività del caregiver familiare, quale lavoro a tutti gli effetti,…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

MARA LAPIA (MISTO-CD). … garantendo nei fatti, a milioni di cittadini, la tutela giuridica ed economica che gli spetta di diritto, come hanno fatto altri Paesi europei.

PRESIDENTE. Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Andrea Orlando, ha facoltà di rispondere.

ANDREA ORLANDO, Ministro del Lavoro e delle politiche sociali. L'onorevole interrogante pone un tema molto sensibile per i profili sociali e umani che sono coinvolti. Assistere una persona non autosufficiente costituisce spesso una funzione cardine nell'ambito delle relazioni affettive di convivenza e determina un impegno di cura e di servizio in molte circostanze continuo e totalizzante, tale da incidere anche sulle condizioni di vita e sugli spazi di autonomia di colui che presta assistenza. Si tratta di un impegno tale da rendere necessario ed opportuno l'intervento da parte delle istituzioni pubbliche per il pieno riconoscimento di queste figure, il cui servizio rappresenta un valore sociale ed economico per il Paese. A questo fine il legislatore - come ha ricordato - ha dedicato attenzione a questa platea di cittadini.

La legge n. 205 del 2017 - come ricordato - ha disciplinato la figura del caregiver e ha istituito un fondo dedicato, poi incrementato dalla legge di bilancio del 2019. La Legge di bilancio 2021 ha quindi istituito un fondo apposito per la realizzazione degli interventi legislativi in tale materia. Come è noto, il Senato ha avviato l'esame dei disegni di legge presentati dai diversi gruppi parlamentari, finalizzati a definire un quadro giuridico coerente per il riconoscimento della figura e per l'individuazione di adeguate misure di tutela e di sostegno. Le risorse attualmente disponibili non hanno consentito finora di introdurre prestazioni strutturali di carattere economico, indirizzate all'intera platea dei possibili beneficiari. Nella prospettiva di un rifinanziamento strutturale dei fondi, con la prossima legge di bilancio, il Parlamento e il Governo si sono impegnati a individuare le prime, importanti misure di sostegno. D'intesa con il Ministero per i Rapporti con il Parlamento e con il Ministro per la Disabilità ho promosso nelle scorse settimane un tavolo per individuare una soluzione condivisa dalle forze politiche che fosse sostenibile dal punto di vista finanziario e, al contempo, coerente e coordinata con gli indirizzi del PNRR in materia, che, come è noto, sono più orientati al rafforzamento della rete di assistenza sociosanitaria e alla promozione dei progetti di vita indipendente. Il confronto ha avuto un esito positivo, convenendo su una soluzione normativa, con particolare riguardo all'individuazione della platea dei beneficiari e delle prestazioni di carattere economico e sociale in loro favore, che sarà esaminata e definita nell'ambito della discussione parlamentare in corso presso la Commissione lavoro del Senato, che auspico possa condurre in tempi brevi all'approvazione di una disciplina compiuta per il riconoscimento e la tutela del lavoro svolto dai caregiver familiari.

PRESIDENTE. La deputata Mara Lapia ha facoltà di replicare.

MARA LAPIA (MISTO-CD). La ringrazio, Ministro, mi ritengo abbastanza soddisfatta per quanto riguarda la sua risposta perché vedo che c'è un impegno da parte del Governo. Auspico che questo impegno venga, come lei mi dice, portato avanti nella prossima legge di bilancio, però io vedo una differenza per quanto mi dice lei e per quanto riguarda il PNRR: l'assistenza domiciliare è cosa diversa dal caregiver familiare; spesso il caregiver familiare assiste pazienti che possono essere assistiti solo ed esclusivamente dal caregiver familiare; faccio l'esempio dei minori, faccio l'esempio dei ragazzi autistici che possono essere solo assistiti da un genitore, che non può essere assolutamente sostituito da quella che è l'assistenza di cui abbiamo parlato poc'anzi. Quindi chiedo un maggiore impegno e chiedo di stanziare importanti risorse per quanto riguarda questa figura che oggi sottrae l'impegno di risorse al Sistema sanitario nazionale, perché il caregiver familiare va a riempire quegli spazi che il Sistema sanitario nazionale non è riuscito a riempire. Quindi, il caregiver rappresenta un'assistenza che il Sistema sanitario nazionale non è riuscito a dare e quindi, in questo modo, fa risparmiare il Sistema sanitario nazionale; questo non perdiamolo mai di vista.

Quindi, dobbiamo impegnare delle risorse ma, soprattutto, dobbiamo garantire che queste persone, oltre che essere impegnate in un servizio che noi non siamo riusciti a fornire, devono avere, un domani, rassicurazioni per quanto riguarda anche il loro personale sostentamento economico e previdenziale. Grazie Ministro e grazie Presidente.

(Iniziative per l'introduzione dell'obbligo delle certificazioni verdi COVID-19 anche nei luoghi di lavoro – n. 3-02451)

PRESIDENTE. La deputata Baldini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02451 (Vedi l'allegato A).

MARIA TERESA BALDINI (CI). Presidente, questa interrogazione è stata fatta per un'esigenza di chiarezza sull'obbligatorietà del green pass anche nei luoghi di lavoro. Un chiarimento fondamentale per tutti i lavoratori, per i sindacati e per i datori di lavoro che richiedono regole chiare e di semplice applicazione a garanzia della loro salute, come esige proprio il dettato costituzionale. Il green pass è un tema divisivo tra favorevoli e contrari nello stesso Parlamento; uno scontro ora assurdo ed anacronistico dopo centinaia di migliaia di morti. Il Parlamento è il primo luogo di lavoro da cui tutti gli altri derivano. Ministro, sono a chiederle quali saranno le decisioni del Governo in merito al green pass, che significa soprattutto vaccinare; mentre prima era obbligatorio per medici e sanitari, bisogna riflettere che la salute del singolo passa attraverso la salute di tutti. L'Italia ha bisogno proprio di ripartire con il lavoro in termini di sicurezza sanitaria.

PRESIDENTE. Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Andrea Orlando, ha facoltà di rispondere.

ANDREA ORLANDO, Ministro del Lavoro e delle politiche sociali. Ringrazio l'onorevole interrogante, perché pone una questione di grande rilevanza. È del tutto evidente che una decisione su questo ancora non c'è, quindi non si tratta di interpretare ma, semmai, di colmare un vuoto. Non so dire come sarà colmato questo vuoto, perché non va nascosto che dentro la maggioranza ci sono posizioni molto diverse.

Posso dirle cosa penso; penso che il green pass sia uno strumento a tutela della salute e anche a tutela della continuità produttiva di molte realtà del nostro Paese. Quindi, credo che sia ragionevole una discussione su come utilizzarlo anche in contesti determinati nel mondo del lavoro. Naturalmente, non so dire quale sarà la decisione finale, lo dico con grande franchezza; so dire, però, come decideremo, nel senso che fino a qui abbiamo sempre seguito una strada, che è quella del confronto con le parti sociali. Abbiamo siglato, in prosecuzione anche con il Governo precedente, protocolli sulla sicurezza che hanno garantito regole comuni in tutti i luoghi di lavoro, grazie a un'intesa tra le parti sociali. Abbiamo integrato quei protocolli e li abbiamo aggiornati alla luce della fase della vaccinazione, consentendo la vaccinazione sui luoghi di lavoro. Ci muoveremo nella stessa direzione, cioè cercando di costruire regole che nascono, al di là della loro fonte, da un dialogo sociale, perché credo sia l'unica strada attraverso la quale si può cogliere l'obiettivo, che è quello di sconfiggere il virus e, contemporaneamente, di evitare un ulteriore pregiudizio alle attività economiche ed al lavoro nel nostro Paese.

PRESIDENTE. La deputata Maria Teresa Baldini ha facoltà di replicare.

MARIA TERESA BALDINI (CI). Capisco, Ministro, le difficoltà del green pass, ma capisco l'importanza di essere sottoposti a una vaccinazione per lavorare; di fatto si tratta di proteggere la salute delle persone e di garantire la salute del singolo attraverso l'impegno di tutti. Tutti chiedono chiarezza, regole certe, valide per tutti i lavoratori e il modo confuso di procedere offende davvero l'intelligenza. Sono, di fatto, cose banali, di cui si parla sempre, la cui non attuazione determina problemi a cascata, sia in ambito sanitario sia in ambito economico. Faccio presente un vecchio detto: il pesce puzza sempre dalla testa. In questo momento, il mondo politico è la testa: occorre dare il buon esempio. Il green pass è un tema delicato, ma fondamentale per proteggere il lavoro. L'obbligatorietà della vaccinazione è iniziata con i medici e il personale sanitario, ma oggi il problema non è limitato agli ospedali. Ogni luogo di lavoro è potenzialmente un focolaio. In Parlamento c'è resistenza a rendere obbligatorio il green pass e capisco che le Camere rispondano a regole interne, ma spero che il suo intervento, Ministro, l'intervento governativo sui luoghi di lavoro operi e apra una responsabilità dei parlamentari.

Il green pass potrà funzionare e il problema non dovrebbe essere strumentalizzato, come invece lo è a livello politico; il green pass funzionerà solo con regole chiare, ben definite e controllabili, soprattutto anche sanzionabili; questo per il rispetto della vita di tutti. Il green pass ha solo uno scopo, quello di tutelare e rispettare la salute degli altri. Occorrono regole molto chiare e articolate, considerando che ci sono individui che non possono vaccinarsi per problemi immunologici o perché sono immunodefedati e che hanno difficoltà, anche oggettive, a reperire il green pass: è proprio anche per loro che la certificazione del green pass deve esserci. Chi vuole convivere con gli altri quando le sue condizioni di salute lo permettono, deve vaccinarsi, nel rispetto soprattutto dei più fragili. Il green pass è finalizzato alla tutela della salute di tutti (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

(Iniziative per garantire la salvaguardia dei livelli occupazionali in relazione a recenti crisi aziendali, nonché misure volte a prevedere modalità di comunicazione delle decisioni datoriali rispettose della dignità dei lavoratori – n. 3-02452)

PRESIDENTE. Il deputato Devis Dori ha facoltà d'illustrare la sua interrogazione n. 3-02452 (Vedi l'allegato A).

DEVIS DORI (LEU). Grazie Presidente, signor Ministro, gentili colleghi, ogni settimana aumentano i casi di annunciati licenziamenti di massa, che gettano nell'angoscia centinaia di lavoratrici e di lavoratori e le relative famiglie. Oltre ai casi più noti della Gkn di Campi Bisenzio, Firenze, della Gianetti Ruote a Ceriano Laghetto, Monza, voglio ricordare anche gli oltre 100 lavoratori della Timken di Villa Carcina, Brescia: anni e anni di lavoro che vanno in fumo in pochi secondi, senza avvisaglie, come un fulmine a ciel sereno. Ad aggravare la situazione sono anche le modalità e le tempistiche con le quali vengono freddamente effettuate le comunicazioni, come nel caso di Logista Italia SpA, Bologna, mediante messaggi via WhatsApp inviati nel weekend, in tarda serata.

So che lei, Ministro, si sta già attivando per la salvaguardia occupazionale dei lavoratori. Le chiedo anche quali misure intenda promuovere, d'intesa con le organizzazioni sindacali e le parti datoriali, che contemplino sempre e comunque, nella forma e nella sostanza, il rispetto della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori.

PRESIDENTE. Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Andrea Orlando, ha facoltà di rispondere.

ANDREA ORLANDO, Ministro del Lavoro e delle politiche sociali. L'onorevole interrogante richiama l'attenzione sulla vicenda riguardante Logista, una multinazionale della distribuzione del tabacco. Si tratta dell'ennesimo episodio, come peraltro evidenziato dall'onorevole interrogante, nel quale paiono non essere avviate con adeguata interlocuzione preventiva le procedure di licenziamento. Anche in questo caso, come nei più recenti, l'azienda ha adottato una decisione unilaterale senza tener conto dell'intesa sottoscritta dal Governo e dalle parti sociali, lo scorso 29 giugno, che impegna l'impresa ad utilizzare gli ammortizzatori sociali prima di procedere ai licenziamenti.

Nella giornata di ieri, si è svolto un incontro presso la città metropolitana di Bologna tra le organizzazioni sindacali, i rappresentanti della società e i rappresentanti delle istituzioni locali, che ha dato avvio al confronto tra le parti. Il Ministero del Lavoro, d'intesa col Mise, promuoverà ogni utile iniziativa per attivare il confronto tra le parti, al fine di individuare possibili soluzioni che tutelino prioritariamente i lavoratori, anche utilizzando gli ulteriori strumenti di integrazione salariale a carico dello Stato.

Sono convinto, soprattutto in una situazione di crisi economica e occupazionale come quella in atto, della necessità di promuovere il dialogo tra i soggetti coinvolti, al fine di individuare soluzioni che possano favorire la salvaguardia dei livelli occupazionali e, al contempo, la tutela dei siti produttivi. La chiusura di attività industriali così rilevanti e strategiche per il tessuto economico del territorio circostante rischia, infatti, di vanificare gli effetti virtuosi, in termini occupazionali, di una ripresa economica di cui si avvertono alcuni incoraggianti segnali.

In presenza di queste reiterate inadempienze da parte di alcune realtà industriali di dimensioni sovranazionali, è necessario riflettere sull'opportunità di interventi che abbiano effetti disincentivanti rispetto alla chiusura dei siti produttivi. Il Governo è al lavoro per un pacchetto di misure urgenti che consentano di agevolare il risanamento di imprese in crisi che hanno le potenzialità necessarie per restare sul mercato. Occorre, però, intervenire in maniera puntuale e mirata per contrastare comportamenti, come alcuni tra quelli che si stanno verificando in queste settimane, relativi a casi di cessazione di attività imprenditoriali, spesso non giustificate da evidenti ragioni di crisi industriali. Sono in corso studi, valutazioni e proposte di intervento che prevedano a carico delle imprese in via di cessazione, da una parte, obblighi di preventiva comunicazione alle parti sociali e alle istituzioni centrali e periferiche e, dall'altro, la presentazione di piani finalizzati a mitigare gli effetti occupazionali attraverso interventi di riqualificazione professionale e di politiche attive, nonché soluzioni per la riconversione industriale dei siti o per l'individuazione di nuovi acquirenti. È necessario, altresì, rafforzare alcune misure sanzionatorie esistenti e individuare misure interdittive riguardo alla possibilità di accedere a finanziamenti statali. Su questa strada siamo determinati a proseguire, attivando tutte le azioni e gli strumenti, pur nell'assicurare condizioni di attrattività per l'insediamento industriale nel nostro Paese che, però, devono coniugarsi con la tutela del lavoro e della occupazione.

PRESIDENTE. Il deputato Dori ha facoltà di replicare.

DEVIS DORI (LEU). La ringrazio, Ministro, per la risposta, che dimostra la volontà di mettere in campo interventi di varia natura, sia per la tutela dei posti di lavoro sia per la tutela della dignità dei lavoratori. Non illudiamoci, però, che i casi di licenziamento di massa si fermino qui, magari approfittando del periodo estivo, quando l'attenzione pubblica potrebbe risultare meno vigile. Lo Stato, quindi, deve far sentire la sua presenza subito, con forza e anche con intransigenza, e anche noi, qui in quest'Aula, abbiamo il dovere di tenere alta l'attenzione, altrimenti ci renderemo complici perché, nel silenzio e nel nascondimento, risulta più semplice calpestare la dignità dei lavoratori. Soprattutto, questo è il momento per tenere duro, per non disperdere un patrimonio industriale che, poi, non si potrà ricostituire in poco tempo, ma anche per non disperdere un patrimonio umano, fatto di sacrifici personali, di esperienze acquisite, di relazioni sociali, di supporto reciproco, patrimonio umano che, invece, è messo realmente alla prova da questi atteggiamenti umilianti. Superiamo, allora, insieme questo momento difficile. La tutela del lavoro, delle lavoratrici e dei lavoratori non è retorica, ma è un dovere per la Repubblica, sancito dalla stessa Costituzione. Consentiamo, quindi, come recita l'articolo 4 della Costituzione, ai cittadini di concorrere al progresso materiale o spirituale della società. Il presupposto è, anzitutto, che il lavoratore sia incluso nella società attraverso il lavoro e, una volta incluso, sia posto nelle condizioni di apportare serenamente il proprio contributo personale e umano.

(Iniziative volte a tutelare i lavoratori e il tessuto produttivo nazionale in relazione a recenti crisi aziendali, anche con riferimento all'efficacia delle disposizioni volte a contrastare la delocalizzazione da parte di aziende che hanno usufruito di contributi pubblici – n. 3-02453)

PRESIDENTE. Il deputato Silvestroni ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-02453 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Grazie. Presidente. Onorevole Ministro, le multinazionali Logistic time, Gianetti ruote, Gkn, Whirlpool ed Embraco sono società che, apparentemente, non hanno nulla in comune ma, in realtà, almeno su due punti hanno molto in comune, cioè l'assenza completa di rispetto per la dignità dei lavoratori, licenziati tramite WhatsApp o e-mail - è una vergogna - e i contributi economici ricevuti dal Governo. Per noi è inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) che venga calpestata così la dignità dei lavoratori e delle loro famiglie e che non venga tutelato il tessuto produttivo delle aziende italiane. Questa è un'urgenza, ma non avete messo alcuna fiducia.

PRESIDENTE. Concluda.

MARCO SILVESTRONI (FDI). In una settimana, tre fiducie; dovevate mettere, allora, se in quel caso c'era un'urgenza, anche una fiducia su questo.

Le chiedo, Ministro, quali urgenti iniziative intenda assumere per questi lavoratori e per le loro famiglie (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Andrea Orlando, ha facoltà di rispondere.

ANDREA ORLANDO, Ministro del Lavoro e delle politiche sociali. Naturalmente, stiamo seguendo ognuno di questi casi e abbiamo promosso tavoli, abbiamo riaperto interlocuzioni laddove queste non c'erano. Tutte queste vicende mettono, tuttavia, in evidenza la debolezza degli strumenti dei quali attualmente disponiamo e credo che su questi si debba intervenire; ho già detto in risposta all'interrogazione precedente in quale direzione. Quando ci indigniamo sul fatto che un lavoratore sia raggiunto da un WhatsApp o da una e-mail, non credo che ci sdegniamo tanto e solo per la forma ma in quanto quel modo di comunicare denota un'assenza totale di volontà di interlocuzione con i lavoratori. Il tema è come costringere questi soggetti a un'interlocuzione. La questione fondamentale è come si costruiscano procedure che obblighino ad una responsabilizzazione dell'impresa, prevista anche in conformità alla nostra Costituzione, ad una responsabilità sociale dell'impresa, quando agisce per produrre ricchezza e quando decide di cessare la propria attività, di cederla o di cambiare o di ristrutturare. Queste sono le norme sulle quali stiamo lavorando.

C'è poi un'altra riflessione che credo debba essere presa in considerazione, cioè come si distinguono gli investitori. In molti ordinamenti - anche questo è un elemento di riflessione - si distingue, come dire, tra un capitale meramente speculativo e un capitale che, invece, ha una dimensione, una volontà industriale, anche pesando diversamente il voto all'interno dei consigli di amministrazione. Questo è un altro tema sul quale credo si debba agire.

Le voglio dire che l'urgenza esiste ma la questione non si risolve semplicemente mettendo un comma perché, altrimenti, racconteremmo una cosa non vera. Si tratta di processi molto complessi che, naturalmente, necessitano anche di interventi di politica industriale e di interventi a carattere sovranazionale. Il contrasto al dumping salariale e un salario minimo a livello europeo sono sicuramente una risposta ma, poi, per incidere direttamente sulle procedure, quando si determina una cessazione e la chiusura di un percorso, dobbiamo darci degli strumenti sui quali stiamo lavorando e sui quali produrremo presto una proposta.

PRESIDENTE. La deputata Wanda Ferro ha facoltà di replicare.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, non siamo assolutamente soddisfatti della risposta perché tanti italiani avevano auspicato, con la nascita del Governo Draghi, il Governo dei migliori, l'idea di una Nazione che sarebbe stata salvata dalla pandemia e che avrebbe costruito finalmente una età nuova, la cosiddetta età dell'oro, fatta di benessere, sviluppo, equità e diritti. La realtà, purtroppo, non ha tardato ad arrivare ed è sotto gli occhi di tutti, con buona parte del tessuto imprenditoriale massacrato da provvedimenti iniqui e ingiustificati, soprattutto rispetto alla lunga lista dei licenziamenti che sono stati ampiamente detti qui, dal mio collega Silvestroni, licenziamenti inaccettabili e in qualche modo lesivi della dignità dell'uomo, che si vanno ad aggiungere a quelli che verranno in futuro rispetto a norme non applicate. Voglio ricordare, tra le cose che andrebbero fatte, e sono d'accordo che non è sufficiente scrivere un comma: non sperperare in assistenzialismo tante risorse (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), darle alle nostre aziende. E con riferimento al “decreto Dignità”, che ha previsto misure per sanzionare la condotta di alcune aziende operanti sul territorio nazionale che abbiano beneficiato degli aiuti di Stato, prevedendo la decadenza di quel beneficio, limitato soltanto ai Paesi che sono fuori dall'Unione europea, se parliamo di Europa, le regole devono essere uguali anche per quelle aziende che ne fanno parte. Quindi, ad oggi, non siete riusciti a fornire soluzioni, per quanto ci riguarda, adeguate ad impedire che le aziende procedessero con licenziamenti, soprattutto fatti in questa maniera. Noi di Fratelli d'Italia denunciamo da tempo lo smantellamento e la svendita del patrimonio imprenditoriale italiano: marchi storici, imprese, famiglie, storie industriali e familiari che vengono spazzati via da acquirenti esteri; le imprese vengono delocalizzate e portate in situazioni di gravi crisi, aggravate dall'emergenza pandemica. Per questo, chiediamo, una volta per tutte, di difendere, sostenere e promuovere la nostra storia, la nostra economia, fatta di piccole e medie imprese, spesso di eccellenza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Iniziative volte a prevenire e contrastare il fenomeno degli infortuni sul lavoro, anche attraverso l'istituzione di un tavolo tecnico-politico – n. 3-02454)

PRESIDENTE. Il deputato Aiello ha facoltà di illustrare l'interrogazione Invidia ed altri n. 3-02454 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

DAVIDE AIELLO (M5S). Grazie Presidente, gentili colleghi, signor Ministro, oggi vogliamo portare all'attenzione dell'Aula e del Ministero il tema della sicurezza nel mondo del lavoro. I dati pubblicati dall'INAIL, il 30 luglio scorso, ci dicono che sono 538 le persone morte nei luoghi di lavoro nei primi sei mesi del 2021: un dato veramente allarmante. L'ultima vicenda è quella della settimana scorsa, martedì scorso, a Camposanto, in provincia di Modena: un'operaia di quarant'anni, Laila, ha perso la vita e ha lasciato il marito e una bimba di quattro anni, in un incidente occorso in un'azienda per imballaggi alimentari. Il tema della sicurezza nel mondo del lavoro è caro al MoVimento 5 Stelle. Ci siamo sempre battuti e impegnati su questo. Quindi, poiché lo Stato deve garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro, chiediamo al Ministro quali iniziative intenda adottare al fine di prevenire e contrastare il fenomeno degli infortuni e delle morti nei luoghi di lavoro.

PRESIDENTE. Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Andrea Orlando, ha facoltà di rispondere.

ANDREA ORLANDO, Ministro del Lavoro e delle politiche sociali. La tragica morte di Laila El Harim impone, ancora una volta, la massima attenzione sul tema della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro. In Italia, come è stato ricordato, il numero degli infortuni sui luoghi di lavoro, in particolare di quelli che hanno esiti mortali, è ancora inaccettabilmente alto. I risultati dell'attività di vigilanza nel settore salute e sicurezza sul lavoro dell'Ispettorato nazionale del lavoro evidenziano una persistente e inadeguata osservanza degli obblighi di carattere generale alla base della tutela del lavoratore, con particolare riferimento alla sorveglianza sanitaria dei lavoratori, agli adempimenti in materia di formazione e di informazione, alle attrezzature di lavoro, ai dispositivi di protezione individuali non adeguati, nonché la mancata o inadeguata valutazione dei rischi nel 14 per cento dei casi. Occorre, naturalmente, un maggior coordinamento delle funzioni e delle attività svolte dai soggetti istituzionali competenti e un rafforzamento delle politiche pubbliche in tre ambiti di intervento: vigilanza, prevenzione e formazione.

Il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali si è fatto parte attiva per la promozione di un dialogo costruttivo tra i diversi attori coinvolti, finalizzato alla individuazione di proposte condivise in ordine al rafforzamento e all'eventuale aggiornamento del quadro delle tutele e delle misure di prevenzione già disciplinate, in maniera organica, dal decreto legislativo n. 81 del 2008. È stato riavviato il comitato presso il Ministero della Salute, previsto dall'articolo 5 del testo unico sicurezza del lavoro, che permette il coordinamento delle attività di vigilanza sul lavoro e che vede coinvolti ispettorato, ASL e parti sociali. Attualmente, è in corso l'elaborazione della strategia nazionale in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, al fine di dotare il nostro Paese di un importante strumento di tutela e di prevenzione degli infortuni che sarà condiviso tempestivamente con le parti sociali.

Nel contrasto alle violazioni in materia di sicurezza, è stata avviata e accelerata la procedura di assunzione di 2.099 nuove risorse, di cui 153 ispettori, cui vanno aggiunti 188 impiegati amministrativi, già previsti dal “Dl Recovery”, per un totale di 2.283 assunzioni, colmando così un vuoto di organico pluriennale. A capo dell'Ispettorato è stato nominato il dottor Bruno Giordano, magistrato di specifica ed elevata competenza in materia. D'intesa con il Ministro speranza e il Presidente della Conferenza dei Presidenti delle regioni, Fedriga, è stata sollecitata la verifica del livello degli organici per le definizioni di standard di fabbisogno di personale nei servizi territoriali del personale ispettivo dell'ASL, organismo a cui la legge demanda la principale attività di vigilanza pubblica in materia. Il Ministero, inoltre, è al lavoro per il potenziamento delle misure sospensive e interdittive, che sono in avanzata fase di elaborazione, attraverso l'attribuzione di un nuovo strumento operativo in capo agli organi di vigilanza, per un intervento diretto, urgente e risolutivo in materia di tutela e sicurezza sul lavoro, particolarmente diretto al contrasto del lavoro irregolare e dello sfruttamento dei lavoratori mediante un controllo sulle imprese che si trovano in particolari condizioni di illegalità. Si tratta di misure articolate che vanno coniugate con effetti diretti a rafforzare l'ambito della formazione dei lavoratori e dei datori di lavoro. È, altresì, importante, in un'ottica preventiva e di lungo periodo, promuovere campagne nazionali di sensibilizzazione culturale e diffusa sui temi della sicurezza.

Mi consenta però di dire un'ultima parola. Se fosse vero quello che, in qualche modo, dalle prime indagini risulta, vanno bene tutti i controlli del mondo e il rafforzamento di tutte di strutture del mondo, ma se una macchina che, durante il controllo, risulta idonea, viene disattivata nel suo dispositivo di sicurezza, tutto il nostro sforzo rischia di essere vanificato. Da questo punto di vista, credo che parole di censura… Se, naturalmente - io sono totalmente garantista -, all'esito delle indagini, dovesse ripetersi, per la seconda volta, per due casi che hanno così ha attirato l'attenzione dell'opinione pubblica, questa vicenda, credo che l'attenzione debba essere anche rivolta lì, debba essere anche mirata a costruire una normativa che qualifichi le imprese che, in qualche modo, determina un curriculum di queste imprese.

PRESIDENTE. Il deputato Davide Aiello ha facoltà di replicare.

DAVIDE AIELLO (M5S). Grazie Presidente, grazie Ministro, apprezziamo la sua sensibilità sul tema della sicurezza nel mondo del lavoro. Come ben diceva, c'è ancora tanto da fare in termini di formazione, in termini di controllo, in termini di sensibilizzazione, perché la sicurezza nei luoghi di lavoro è anche un fatto culturale, come lei diceva giustamente. Vorrei ricordarle che noi, come Commissione lavoro, qui alla Camera, a inizio maggio, abbiamo approvato una risoluzione ricca di spunti da poter mettere in campo.

Abbiamo impegnato il Governo ad adottare un piano organico che sviluppi una strategia nazionale per la sicurezza del lavoro. Occorre rafforzare le politiche e gli interventi finalizzati soprattutto alla prevenzione, alla formazione in materia di sicurezza del lavoro, prevedere incentivi, soprattutto per le piccole e medie imprese, investimenti in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, anche per favorire il rinnovo dei macchinari. Infatti, molto spesso, sono i macchinari obsoleti che determinano questi gravi incidenti. Occorre superare anche le disposizioni relative al ruolo di esaurimento del personale ispettivo di INPS e INAIL e riportare in capo ai due istituti l'autonomia e la competenza con riferimento al relativo personale ispettivo e coordinamento con l'Ispettorato nazionale del lavoro. Inoltre, occorre anche assicurare l'interoperabilità e la piena condivisione delle banche dati tra Ispettorato nazionale del lavoro e INAIL, affinché le attività di controllo siano sempre più efficaci ed efficienti. Da parte del MoVimento 5 Stelle, sul tema della sicurezza del lavoro troverà sempre la massima collaborazione e noi siamo sempre stati in prima linea su questo fronte. Quindi, siamo a disposizione per collaborare con lei, affinché, tutti insieme, possiamo migliorare la normativa in tema di sicurezza nel mondo del lavoro.

(Iniziative per agevolare la formazione e l'assunzione di manodopera nel settore edile, anche attraverso la revisione di taluni aspetti del reddito di cittadinanza – n. 3-02455)

PRESIDENTE. La deputata Mazzetti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02455 (Vedi l'allegato A).

ERICA MAZZETTI (FI). Grazie Presidente, Ministro, da mesi, nel nostro Paese, con le misure messe in campo dal Governo Draghi, finalmente, si registra un nuovo boom del settore edilizia e costruzioni, di cui ne sentivamo la mancanza da oltre un decennio. Fin dal 2008, sono stati persi nel nostro Paese 400 mila posti di lavoro. ANCE stima che, nel 2022, si verificherà un fabbisogno occupazionale di 265 mila posti di lavoro. A fronte di queste entusiasmanti stime, si registra carenza a reperire addetti di settore, sia manodopera, sia professionisti che tecnici. Difficoltà, questa, in parte dovuta ad una mancanza - ormai da anni - di centralità del settore, ma anche dalla mancanza di risorse, da una formazione che limita le competenze, dall'elevato costo del lavoro nonché, in buona parte, dal fenomeno attuale della percezione del reddito di cittadinanza. Ministro la situazione sta diventando critica per i motivi appena detti, ma anche per la mancanza di materiali e per l'elevato costo del lavoro. Pertanto, chiedo quali iniziative intenda assumere il Ministro al fine di agevolare la formazione e l'assunzione di addetti di settore e se preveda l'adozione di misure correlate al reddito di cittadinanza che anche in questo settore svolge un'azione di freno al reperimento di personale da parte delle imprese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Andrea Orlando, ha facoltà di rispondere, prego.

ANDREA ORLANDO, Ministro del Lavoro e delle politiche sociali. Signor Presidente, onorevoli interroganti, in questi mesi si è registrata una crescita particolarmente significativa in alcuni settori economici e, come è stato ricordato, nel settore delle costruzioni e dell'edilizia in particolare, che ha beneficiato sia dell'effetto bonus sia di misure fiscali incentivanti. Il caso specifico del settore dimostra che è necessario intercettare e sostenere la ripresa economica con interventi finalizzati a ridurre il disallineamento tra domanda ed offerta di lavoro, puntando su politiche attive e formazione. Per questo gli sforzi del Governo sono concentrati proprio sulla riforma delle politiche attive al fine di orientare la formazione sulla base dei fabbisogni e ponendo molta attenzione alle specificità dei settori. Proprio il PNRR attribuisce una nuova centralità alle politiche attive del lavoro dedicando ad esse risorse senza precedenti - 4,4 miliardi di euro - alle quali bisogna aggiungere anche le risorse del React-EU e quelle del Piano nuove competenze. È in via di definizione, inoltre, il Programma nazionale “Garanzia di occupabilità lavoratori” che prevede tre milioni di beneficiari, di cui almeno 800 mila saranno coinvolti in attività di formazione. Il Piano nazionale nuove competenze prevedrà la fissazione di standard di formazione per i disoccupati censiti dai centri dell'impiego e il rafforzamento del sistema della formazione professionale, promuovendo una rete territoriale di servizi integrati di istruzione, formazione e lavoro, anche attraverso partenariati pubblico-privati. Tale sistema appare conforme alle specifiche esigenze professionali e formative rappresentate dalle imprese edili, come dimostra anche la proficuità dei tavoli e degli accordi tra Ispettorato nazionale del lavoro e casse edili, che ha visto in questi mesi e vedrà sempre di più realizzarsi un mirato programma di agevolazione e formazione professionale nel campo edile, con specifico riguardo alla formazione in materia di sicurezza, organizzazione e gestione delle imprese edili, di sorveglianza sanitaria. Per quanto riguarda il reddito di cittadinanza, a fronte di alcune dinamiche distorsive ed abusi a seguito di cui è stata implementata l'attività di controllo preventiva e successiva, si deve però evidenziare che esso ha svolto una funzione fondamentale di sostegno per i soggetti più fragili esposti alla crisi. Sicuramente va migliorato il collegamento con i percorsi di reinserimento sociale e occupazionale, senza però trascurare il fatto che, in un contesto di dinamicità del mercato del lavoro molto scarsa, i percettori di reddito in età lavorativa, come dimostrano i dati sul monitoraggio, sono stati particolarmente svantaggiati, questo perché hanno un grado di prossimità al lavoro molto più ridotto rispetto ad altri percettori di sussidio sia per le condizioni materiali, sia per i livelli di istruzione, sia per le stesse competenze professionali. Il comitato scientifico per la valutazione del reddito di cittadinanza, che ho attivato, sta proseguendo il lavoro di verifica sulla resa dell'istituto, anche al fine di individuare correttivi e proporre eventualmente le azioni necessarie proprio per collegarlo più efficacemente al sistema delle politiche attive del lavoro. Credo ci siano tutte le condizioni per coniugare insieme queste esigenze in un proficuo e costante rapporto di lavoro con le parti sociali.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la deputata Erica Mazzetti, prego.

ERICA MAZZETTI (FI). Grazie Ministro per la risposta. Ci sono tante cose che in questo settore sono a rischio. Prima di tutto le competenze, perché senza una vera formazione del settore, che è un settore particolare con al centro la sicurezza, non ci può essere espansione di lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).Queste sono le cose fondamentali. Tutto questo mette a rischio uno sviluppo che è appena iniziato, sia nel settore privato, grazie anche al traino del superbonus, al bonus facciate e ad altri bonus che sono stati messi in campo, ma anche nel settore pubblico per la partenza imminente dei lavori del PNRR. Ministro, credo sia un grande problema, una grande difficoltà trovare anche gli addetti che dovranno iniziare e finire i lavori del PNRR entro il 2026.

Credo, pertanto, opportuno e fondamentale partire già da oggi con un cambio culturale del nostro sistema strutturale della formazione per far sì che l'edilizia torni ad essere parte centrale e traino dell'economia, così come deve tornare ad essere centrale nel settore privato. Per fare questo bisogna dare prospettive. Lei, Ministro, dice che il reddito di cittadinanza in alcuni momenti, come quello della pandemia, è stato importante. È vero, nessuno lo discute. Grazie al Governo Draghi e al lavoro dei nostri Ministri e di tutti coloro che fanno parte di questa maggioranza abbiamo fatto provvedimenti che creano posti di lavoro, però, ad oggi, si verifica la cosa opposta, cioè non c'è lavoro, sono migliaia i settori nei quali si cerca lavoro. Pertanto, dovrà essere necessariamente rivisto il reddito di cittadinanza, prevedendo che chi sta a casa e percepisce tale reddito dovrà svolgere un lavoro; se non accetta, il reddito di cittadinanza va immediatamente tolto. Solo facendo un cambio culturale del genere si potrà far rinascere il nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 16,45.

La seduta, sospesa alle 16, è ripresa alle 16,45.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, la deputata Corda è in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente 91, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2272 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 giugno 2021, n. 80, recante misure urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle pubbliche amministrazioni funzionale all'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e per l'efficienza della giustizia (Approvato dal Senato) (A.C. 3243​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3243: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 giugno 2021, n. 80, recante misure urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle pubbliche amministrazioni funzionale all'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e per l'efficienza della giustizia.

Ricordo che nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia.

(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 3243​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Emanuela Rossini. Ne ha facoltà.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. L'ammodernamento della pubblica amministrazione è tra le missioni strategiche del Piano nazionale relativo al Recovery Fund. Essenziale è incrementare la sua produttività e questo perché ad un maggior livello di innovazione nella pubblica amministrazione corrisponda il maggiore effetto moltiplicatore, in termini sia di crescita economica, ma anche di garanzie dei diritti dei cittadini e delle imprese, nonché di sostenibilità del nostro sistema di welfare.

Sotto questi profili è certamente positiva, dunque, l'adozione di un piano integrato di attività e di organizzazione da parte delle pubbliche amministrazioni che consenta di superare la pluralità di piani programmatori oggi esistenti, così come i criteri di reclutamento del personale appaiono oggi orientati verso interventi funzionali all'implementazione dei progetti del PNRR; di qui le semplificazioni introdotte per le nuove assunzioni.

Due attenzioni e raccomandazioni: tutto ciò dovrà avvenire sulla base di un dialogo e di un confronto costanti fra Stato e autonomie speciali e regionali. Fondamentale per noi è garantire questo coordinamento e rispetto delle nostre specialità e competenze. Centralità delle risorse umane che dovrà tradursi in un'attenta gestione delle nuove risorse umane inserite: dunque, formazione anche degli attuali e nuovi quadri dirigenti per creare organizzazioni gestionali agili, flessibili, basate sul lavoro di gruppo ed empowerment.

PRESIDENTE. Concluda.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Non bruciamo le nuove generazioni che già fatichiamo ad attirare nelle pubbliche amministrazioni.

Per queste ragioni e con questi auspici, la componente Minoranze linguistiche voterà la fiducia posta dal Governo e in sede di voto finale a favore del provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Raffaele Trano. Ne ha facoltà.

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Mi sia consentito di riprendere il filo rispetto a quanto stavo dicendo ieri, proprio in quest'Aula, quando sono stato bruscamente interrotto da un improvvido fallo di reazione del Presidente Rosato che, invece di far rispettare il Regolamento dell'Assemblea e far sgomberare i banchi del Governo da alcuni colleghi, che stavano distraendo il Ministro D'Incà, ha deciso di interrompere la seduta mentre stavo parlando. Siamo già al quarto caso e spero non avvenga mai più, perché il Presidente deve disciplinare, deve regolamentare quest'Aula, ma soprattutto deve essere al di sopra delle parti.

E ciò che stavo dicendo ieri, o meglio, ciò che avrei voluto dire prima dell'illiberale interruzione patita è che siamo stanchi di assistere quotidianamente alla trasformazione delle istituzioni italiane in tanti piccoli bar di Guerre stellari, molti di voi se lo ricorderanno, quello che è frequentato dai peggiori ceffi della galassia. Ecco, questo Governo lo ricorda molto da vicino: abbiamo lo specialista di nanotecnologie, utile per fare i droni, non molto per riparare l'ecosistema, al quale è stato affidato il comando della battaglia contro il disastro della Terra e che oggi, mentre l'Italia brucia, viene a raccontarci, in parole povere, che lui, in realtà, non si occupa di queste cose.

Abbiamo l'avvocato di Berlusconi a fare il sottosegretario alla Giustizia e un altro fidato uomo del Cavaliere all'editoria, ma, colleghi, i conflitti di interesse non erano una brutta cosa?

Ai Trasporti abbiamo un Ministro che ha pensato bene di proporre un uomo dei Benetton per i vertici dell'ANAS: è anche grazie all'intervento dei colleghi de L'Alternativa c'è che è stato sventato questo ennesimo scempio.

Poi abbiamo un sottosegretario plenipotenziario che funziona meglio di un ufficio di collocamento e potrebbe fare il capo dei navigator o, meglio, anche il presidente dell'ANPAL. Per non farci mancare nulla, abbiamo un ex presidente della Consulta che si sta intestando una riforma che fa scempio della Costituzione e dello Stato di diritto.

Abbiamo Ministri e sottosegretari teleguidati da un conferenziere che si muove con la stessa bussola emotiva di Nanni Moretti: mi si nota di più se sto al Governo e faccio qualcosa di buono o se il Governo lo faccio cadere per entrare in quello dopo?

Poi abbiamo il non plus ultra, il campione delle richieste di fiducia, con il record di tre richieste, due delle quali su un unico provvedimento, in appena quattro giorni: parlo del Ministro D'Incà che potrebbe ambire all'oro olimpico. Anzi, viste le recenti delusioni sportive per le mancate medaglie olimpiche in alcune discipline su cui puntavamo, chiediamo ufficialmente al presidente del CONI, Giovanni Malagò, di fare richiesta al CIO per integrare la squadra di atleti azzurri…

PRESIDENTE. Mi scusi, collega, le ricordo che stiamo parlando del potenziamento della pubblica amministrazione…

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). Ci arriviamo…

PRESIDENTE. Ci sta arrivando…

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). …infatti stiamo anche parlando di quello.

PRESIDENTE. Prego.

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). Veramente stiamo parlando della dichiarazione di voto alla fiducia.

Quindi, dicevo …per integrare la squadra di atleti azzurri a Tokyo con il Ministro D'Incà e di introdurre la richiesta della fiducia tra le discipline del programma olimpico: sicuramente non farà altro che migliorare il medagliere.

E come al bar di Guerre stellari, dentro questo Governo ormai tutti giocano contro tutti e nessuno si fida più dell'altro. E anche questo Parlamento ne sta assumendo tristemente le fattezze, con una maggioranza che è numericamente bulgara, ma sempre più divisa e in crisi esistenziale, tra sceriffi verdi che sparano ai passanti e difensori dell'impunità di Stato.

Ma come si fa a votare la fiducia a quello che sembrava il cavaliere Jedi, pronto a salvarci e invece si è rivelato per quello che è? Darth Vader, il campione del lato oscuro, che agisce nei confronti di questo Parlamento, dove siedono i rappresentanti degli italiani, in modo dispotico; e quando gli si chiede conto di ciò che fa, risponde come se fosse il marchese del Grillo: “io so' io e voi non siete…”

Per queste ragioni e per tutelare gli italiani, la componente L'Alternativa c'è voterà convintamente contro (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Rina De Lorenzo. Ne ha facoltà.

RINA DE LORENZO (LEU). Grazie, Presidente. I temi della riforma dell'amministrazione pubblica non sono mai stati così presenti nel dibattito dei media come negli ultimi tempi; un dibattito smorzato nell'Aula della Camera che avrebbe certamente favorito il miglioramento del testo, che segna, comunque, un cambio di passo sostanziale rispetto al passato. L'esigenza di dover procedere alla riforma dell'amministrazione pubblica sta tutta nelle condizioni previste dal programma Next Generation EU.

È stato lo stesso Presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel discorso programmatico sul voto di fiducia al Senato, ad affermare che la fragilità del sistema delle pubbliche amministrazioni e dei servizi di interesse collettivo è una realtà che deve essere rapidamente affrontata. Migliorare il funzionamento della pubblica amministrazione è, dunque, uno dei 3 pilastri su cui si fonda il Piano che pone particolare attenzione alla qualità della pubblica amministrazione.

Alla progettazione della governance del PNRR e alle semplificazioni normative decise con il decreto-legge approvato la scorsa settimana, si affianca, appunto, il Piano di reclutamento nella pubblica amministrazione. Del resto, è la stessa Carta costituzionale ad aver sancito i principi di efficacia, efficienza, imparzialità e trasparenza della pubblica amministrazione, princii ineludibili per rilanciare il Paese nella fase post pandemica.

Al centro del provvedimento che ci apprestiamo a votare, c'è l'obiettivo di potenziare, valorizzare e premiare il capitale umano pubblico, architrave del cambiamento del Paese: un cambio di passo significativo, che apprezziamo, rispetto alle scelte del passato, ispirate da logiche semplicistiche e draconiane che, alimentate dall'ossessione della caccia al fannullone, riducevano il problema della produttività dei dipendenti pubblici ad un risultato valutativo precostituito in laboratorio.

Sembra un'era geologica fa, quando il lavoro pubblico veniva svilito e mortificato, considerato un ammortizzatore sociale, soprattutto da parte delle donne, che, secondo una cultura intrisa di stereotipi di genere, utilizzavano parte del tempo destinato al lavoro per fare la spesa. Quell'incauto modello valutativo delle performance sulla scorta di pagelle prefigurate, che ha stimolato prassi burocratiche gattopardesche, appare superato ed apre ad una nuova stagione in cui il merito, la trasparenza, la valutazione e il monitoraggio sono usati non già come slogan, ma come opportunità reali, sia per chi lavora nella pubblica amministrazione sia per i talenti e le nuove professionalità, che abbiamo il dovere di attrarre, per tornare a crescere come Paese. Concorsi rapidi da ultimare in 100 giorni e con una sola prova scritta digitale per assumere, a tempo determinato, le figure tecniche funzionali all'attuazione del Piano, assunzioni a chiamata diretta per le alte specializzazioni, ossia i migliori talenti in possesso di titoli qualificati, con esperienze pregresse presso organismi internazionali e dell'Unione europea, che potranno iscriversi in un apposito elenco del Portale del reclutamento e, dopo una selezione basata sui titoli, saranno assunti sulla base di una graduatoria. E poi, ancora, un ampio ventaglio di procedure celeri, utilizzabili dalle amministrazioni centrali e locali per assumere rapidamente i profili necessari a realizzare i progetti del PNRR.

Il capitolo destinato agli enti locali è tra i più interessanti del provvedimento per potenziare l'azione amministrativa dei comuni sfibrati da decenni di blocco del turnover, con un impoverimento delle risorse umane che, allo stato, sarebbero insufficienti a dare compiuta attuazione ai progetti del Piano.

E poi, per affrontare sul piano pratico questa radicale trasformazione, è previsto il Portale del reclutamento, che sarà operativo subito dopo la pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale. Un modello LinkedIn, di cui è stata rafforzata la trasparenza nella selezione. La macchina amministrativa così rigenerata, potenziata nei vuoti di organico, potrà affrontare la fase post pandemica e la nuova sfida dettata dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, garantendo il turnover di oltre 100 mila dipendenti in uscita, in aggiunta a decine di migliaia di esperti in grado di declinare in azioni i progetti contenuti nel Piano. Un imponente investimento nel capitale umano, che restituisce dignità, valore e autorevolezza alle donne e agli uomini delle amministrazioni, puntando sulla loro formazione continua per affrontare la transizione amministrativa e digitale. Va in questa direzione il rafforzamento della Scuola nazionale dell'amministrazione, che avrà il compito di implementare la formazione dei dipendenti pubblici. E voglio ancora sottolineare una discontinuità rispetto al passato anche per un altro aspetto importante del provvedimento, che marca il ritorno alla contrattazione collettiva, con una riscrittura dell'articolo 52 del decreto legislativo n. 165 del 2001.

Il PNRR entra dunque nella vita dei cittadini attraverso l'azione dello Stato che si declina nell'azione amministrativa, producendo effetti reali e indispensabili sulla vita dei cittadini mediante un'iniezione di risorse umane qualificate. Una scommessa, quella della pubblica amministrazione, finora poco attrattiva per i profili più qualificati, a causa di stipendi poco allettanti, come dimostrato dalla scarsa partecipazione dei candidati al megaconcorso Sud, che, nonostante il flop, ha avuto un merito: quello di smentire il pregiudizio retrivo secondo il quale i giovani, specie al Sud, sono disposti ad accettare condizioni lavorative insoddisfacenti pur di ottenere il famoso posto statale.

Su questo auspicio una riflessione da parte del Governo: una PA che voglia rinnovarsi in linea con il paradigma del new public management, competente e competitiva, con la spiccata capacità di offrire i migliori servizi al cittadino e, allo stesso tempo, essere volano per lo sviluppo del sistema Paese, dovrà affrontare il tema delle retribuzioni, ferme al palo da troppi anni per il blocco contrattuale che, secondo i più recenti dati Istat, riguarda oltre 7 milioni di dipendenti. Non si può pensare di attrarre talenti, giovani laureati con master, con contratti a 1.400 euro. L'arma del coinvolgimento etico dei giovani per il bene comune su un progetto come quello declinato nel Piano di ripresa e resilienza può rivelarsi un'arma spuntata, se non accompagnata da una nuova stagione politica contrattuale di valorizzazione delle professionalità e di incrementi retributivi. La credibilità dell'apparato amministrativo rappresenta un valore costituzionale e la pubblica amministrazione deve tornare ad essere attore primario al servizio della collettività. Ricordo, a tal proposito, le parole del presidente della Commissione per la Costituzione, Meuccio Ruini, che nella sua relazione sull'articolo 97 della Costituzione così scriveva: “Si avverte il bisogno che il Paese sia bene amministrato, che lo Stato non sia solo un essere politico, ma anche un buon amministratore, e si sente la tacita invocazione ad una riforma profonda e semplificatrice per il benessere della collettività”. A distanza di oltre 75 anni dalla nascita della Costituzione, l'avvio di una riforma profonda e semplificatrice è segnato da questi 19 articoli del provvedimento, che imprime un nuovo corso all'azione amministrativa e delinea un nuovo orizzonte, dopo anni di tagli e di austerity, con l'obiettivo di restituire ai cittadini l'immagine di un'amministrazione credibile, capace di ricostruire il senso di fiducia tra amministrazione e cittadini. Per queste ragioni e con questi auspici, esprimo, a nome del gruppo LeU, il voto favorevole sulla fiducia al provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bologna. Ne ha facoltà.

FABIOLA BOLOGNA (CI). Grazie, Presidente. Siamo chiamati, oggi, a dare la fiducia per questo provvedimento che ha come obiettivo quello di rafforzare la capacità amministrativa delle pubbliche amministrazioni e l'efficienza dell'amministrazione della giustizia, pilastri indispensabili per dare piena attuazione al Piano nazionale di ripresa e resilienza. La pubblica amministrazione è cruciale per l'attuazione di ogni progetto che riguarda i cittadini e la comunità, e che invece è stata negli anni sempre più immobilizzata dalla burocrazia, con un allungamento intollerabile dei tempi per ogni atto o autorizzazione, dalla carenza di personale con la mancanza di ricambio generazionale, dalla mancanza di aggiornamento professionale che non ha permesso la digitalizzazione e la semplificazione dei procedimenti.

Questo Governo, lo sappiamo, mette insieme forze politiche differenti, che anche per questo provvedimento hanno dovuto trovare punti di mediazione. Per noi di Coraggio Italia alcuni punti sono condivisibili, altri meno. In particolare, non condividiamo il ricorso all'estensione al settantesimo anno per il collocamento a riposo dei dirigenti medici, perché è il segnale della incapacità di programmazione in un settore che non attua, da anni, ricambio generazionale e che limita la possibilità di carriera per le nuove generazioni. E auspichiamo che sia davvero un'iniziativa transitoria, superabile con l'aumento delle borse delle scuole di specializzazione e con l'immissione in ruolo di nuovi medici specialisti con contratti a tempo indeterminato che siano competitivi con le opportunità degli altri Paesi europei.

Vogliamo una maggiore attenzione ai titoli di studio conseguiti anche dalle nuove generazioni, che devono essere valorizzati nelle valutazioni concorsuali e di carriera almeno quanto l'esperienza di lavoro; altrimenti non potremo mai mettere alla prova la professionalità delle nuove generazioni in ruoli apicali e di management per trasmettere esperienze e ruoli che, soprattutto nella pubblica amministrazione e in sanità, hanno bisogno di ricambio e competenze. È necessaria una maggiore consapevolezza che la parità di genere si raggiunge permettendo l'accesso alle posizioni apicali a parità di competenze e in ugual misura alle donne e agli uomini. Ci vuole maggiore coraggio nell'applicazione dello smart working, leggendo i dati europei e internazionali, da cui risulta che questa modalità di lavoro, ove applicabile, produce un miglioramento della produttività, del benessere individuale e un miglior bilanciamento tra vita lavorativa e vita personale, sia per le donne che per gli uomini, e che, a livello internazionale, è attuata da molti anni, con profitto.

Noi, oggi, siamo qui per votare la fiducia al Presidente Draghi, di cui riconosciamo il valore, il prestigio internazionale e un peso determinante in Europa, e abbiamo fiducia nel Presidente Mattarella, che ha saputo, con il suo equilibrio, gestire le fasi più complesse di questi ultimi anni con grande saggezza e lungimiranza.

Ora siamo entrati nel semestre bianco. Conosciamo le fibrillazioni del momento che potrebbero creare ulteriori complicazioni al Governo, ma siamo anche determinati a portare avanti la nostra visione della società, con proposte concrete relative ai nostri principi e valori. Vogliamo tutelare i cittadini che rispettano e hanno rispettato le regole durante la pandemia - e sono la maggioranza quei cittadini che hanno avuto fiducia nelle istituzioni e nella scienza - e accompagnare i cittadini più dubbiosi in un percorso che li conduca alla consapevolezza dell'importanza delle regole che ci siamo dati per il bene della comunità.

Vogliamo tutelare i diritti, non partendo dalle differenze tra le persone ma partendo da un criterio di uguaglianza, sul terreno dell'educazione e del rispetto reciproco e sulla ferma condanna di ogni forma di violenza (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia). Vogliamo la tutela della vita, che richiede la responsabilità di uno Stato capace di sostenere non solo la persona fragile e malata ma anche la famiglia della persona malata, perché tutti si sentano parte di una rete di cura e di protezione che allontani vie di fuga facili come può diventare l'eutanasia, dovuta alla manipolazione del cosiddetto “diritto all'autodeterminazione”, che spesso nasconde solo una grande disperazione della persona e della sua famiglia e l'incapacità di uno Stato di garantire una rete assistenziale di qualità, comprese le cure palliative, su tutto il territorio nazionale. Vogliamo una società inclusiva, dove le persone con disabilità e i fragili siano considerati per le loro capacità e per i loro talenti e siano messi nelle condizioni di realizzarsi come dovrebbe essere per tutti (un'integrazione multidimensionale delle persone con disabilità, sancita già dalla Convenzione dell'ONU). Crediamo nel valore del lavoro, che è dignità e realizzazione per ogni cittadino, che deve essere accompagnato dallo Stato ad esprimere il suo potenziale e contribuire all'evoluzione e al benessere di tutta la società.

Tuttavia, siamo ancora immersi nella pandemia, con tutte le sue difficoltà decisionali e comunicative. Noi, di Coraggio Italia, siamo stati coerenti fin dall'inizio sulla nostra posizione a favore dei vaccini e per il green pass e, come medico, non posso che sostenere con fermezza questa posizione, perché i vaccini ci proteggono dalla malattia grave individualmente (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia) e riducono la diffusione del virus, proteggendo la comunità e i fragili. Il green pass ci permette di riprendere una vita normale con la maggiore sicurezza possibile, a scuola e sui luoghi di lavoro, oltre che nel tempo libero, insieme alle regole del distanziamento, delle mascherine e dell'igiene.

Oggi è necessario usare tutte le armi che abbiamo contro il virus, perché il rischio zero non esiste e dobbiamo usare tutte le armi che abbiamo per ridurre il rischio. Dobbiamo dare messaggi chiari e coerenti ai nostri cittadini per ripartire insieme e in sicurezza e scongiurare nuove chiusure.

Siamo in una maggioranza di cui conosciamo i punti di debolezza, ma sappiamo anche che il Presidente Draghi e il Presidente Mattarella sono i punti di forza. Siamo consapevoli - e mi avvio alla conclusione - che è nostro dovere partecipare al dibattito anche con critiche costruttive, perché si può sempre fare meglio, ricordando che noi parlamentari rispondiamo agli italiani che sono gli azionisti di tutti i Governi, anche quelli di emergenza o di salvezza nazionale.

Crediamo nella ripartenza del nostro Paese e i dati economici ci supportano in questo. Crediamo di poter essere in grado di affrontare questa sfida del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Per questo, Coraggio Italia conferma il proprio appoggio a Mario Draghi, votando “sì” alla fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marco Di Maio. Ne ha facoltà.

MARCO DI MAIO (IV). Grazie, Presidente. Questo disegno di conversione del decreto sul reclutamento nella pubblica amministrazione avrà il nostro voto di fiducia, così come, ovviamente, avrà il nostro voto di fiducia il Governo Draghi che sicuramente ha segnato un netto cambio di passo rispetto alla precedente gestione. In particolare, su questo decreto esprimiamo il rammarico di non averlo potuto esaminare con la profondità che meritava, essendo stato questo ramo del Parlamento costretto semplicemente a ratificare la decisione del Senato: ormai, vi è sempre di più un monocameralismo di fatto che rende urgente una riforma che faccia diventare questo sistema istituzionale davvero moderno e al passo con le esigenze del nostro Paese. Quindi, un'unica Camera elettiva in grado di legiferare con la dovuta profondità, completezza e coinvolgimento, non solo dei parlamentari ma anche della società civile (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

Ecco, questo decreto sicuramente va nella direzione che abbiamo auspicato e nella quale avevamo anche lavorato in passato, cioè quella di tornare a investire sulla pubblica amministrazione, investendo sulle persone, sulla qualità e sulle competenze. Abbiamo da superare un divario con gli altri Paesi e anche da superare molti stereotipi, ad esempio l'Italia vista e dipinta come un Paese con un numero spropositato di dipendenti pubblici. In realtà, rispetto alla media OCSE, noi abbiamo il 14 per cento di lavoratori occupati nel sistema pubblico; il 18 per cento è quello della media OCSE, il 20 per cento è quello della Francia e tra il 20 e il 25 per cento si collocano i principali Paesi nordeuropei (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Allora, qui c'è uno stereotipo che va superato, che è quello, appunto, dell'eccessiva quantità di dipendenti pubblici. Forse, c'è bisogno di una pubblica amministrazione che funzioni meglio e non, invece, di una pubblica amministrazione con meno persone.

Questo decreto va in questa direzione, ponendo anche come obiettivo quello di intervenire sul tema della percezione e, quindi, della qualità dei servizi che sono erogati ai cittadini, perché su questo dato abbiamo molto da recuperare. Infatti, l'Italia è all'ultimo posto tra i Paesi europei in base al giudizio che i cittadini hanno e danno della qualità dei servizi, con solo il 22 per cento dei nostri connazionali che si definisce abbastanza o molto soddisfatto dei servizi che riceve dalla PA. Questo significa non che non ci siano le competenze, ma che dobbiamo farle emergere e che dobbiamo cambiare il paradigma. Questo decreto, ancora una volta, segna un cambio di passo rispetto alle precedenti direzioni che erano state intraprese, andando a investire, quindi, sulle competenze, sulla qualità, sulla vicinanza ai cittadini e anche sul rinnovamento dei dipendenti pubblici. Abbiamo avuto molto turnover, abbiamo avuto “quota 100”, che ha messo in gravi difficoltà molte amministrazioni pubbliche, ma non c'è stato quel ricambio che era stato promesso con “quota 100”. Una riforma sbagliata, che perseguiva forse un obiettivo giusto ma nella maniera peggiore possibile, facendo debito cattivo e facendolo pagare ai giovani (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva), senza che venisse in qualche modo mantenuta la promessa di entrare in sostituzione di coloro che uscivano dal mercato del lavoro. E, infatti, siamo solamente al 4,2 per cento di dipendenti pubblici al di sotto dei 30 anni, con oltre la metà dei lavoratori della pubblica amministrazione, invece, che è ben oltre i 50 anni di età.

L'Italia, quindi, deve tornare a investire sulle persone e sulle competenze anche nella pubblica amministrazione. Questo decreto lo fa, introducendo anche strumenti innovativi, che apprezziamo. In particolare, il portale per il reclutamento che sicuramente ha introdotto una novità significativa che ci auguriamo possa essere ulteriormente implementata.

A proposito di reclutamento, non possiamo non salutare con grande soddisfazione anche le oltre 16.500 assunzioni che verranno effettuate nell'ambito della giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva), un comparto, di cui abbiamo discusso fino a pochi giorni fa, che ha bisogno di personale qualificato per rispondere, in tempi rapidi, alle esigenze che il nostro Paese ha di fronte, ma anche per rispondere alle esigenze che sono connesse ai fondi del Recovery Plan. Infatti, non dimentichiamo che, nel nostro Piano nazionale di ripresa e resilienza, oltre alle risorse che, in parte, ci vengono prestate e che, in parte, ci vengono assegnate, ci sono anche impegni che dobbiamo rispettare: la riforma della pubblica amministrazione, di cui questo decreto è un primo tassello, è uno dei pilastri del piano di riforme che deve essere portato avanti; la riforma della giustizia, di cui abbiamo approvato nei giorni scorsi un tassello importante, è un altro di questi pilastri; poi, la riforma della concorrenza e quella del fisco, altra grande battaglia e tema sul quale, come Italia Viva, saremo impegnati nelle prossime settimane (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

Questo decreto, quindi, va letto insieme ad altri provvedimenti varati - in particolare al “decreto Semplificazioni” che, sempre in questo ramo del Parlamento, abbiamo esaminato e modificato notevolmente, migliorandolo e facendo sì che le risposte fornite da quel decreto fossero ancora più efficaci - tutti volti a rendere la pubblica amministrazione non una controparte dei cittadini e delle imprese, ma un soggetto che si siede dalla stessa parte del tavolo e cerca di individuare le soluzioni, appunto assieme ai cittadini, alle imprese e a tutti coloro che si devono rivolgere per necessità alla pubblica amministrazione.

C'è un ultimo tema che vorrei porre all'attenzione del Governo e del Parlamento e che credo andrà affrontato in futuro, quando parleremo di riforma della pubblica amministrazione, che è la valutazione dell'impatto delle politiche pubbliche che noi mettiamo in campo, che è una grande lacuna del nostro sistema, io credo, perché dentro le istituzioni non vi è un sistema e un metodo codificato di valutazione dell'impatto delle nostre politiche; questa è una questione che riguarda la pubblica amministrazione. Ci sono casi sporadici e sicuramente lodevoli di soggetti nelle istituzioni che fanno questo tipo di valutazioni, ci sono alcune organizzazioni esterne al mondo politico e istituzionale che lo fanno. Come avevamo indicato con una felice intuizione nella riforma costituzionale del 2016, che all'articolo 55 poneva in capo al Senato la competenza dell'impatto e la valutazione delle politiche pubbliche sul Paese, sui territori, sulle comunità, penso che questo tema, quando affronteremo in maniera più ampia e organica la riforma della pubblica amministrazione, andrà posto in essere; perché una buona amministrazione pubblica non si misura solo dalla quantità dei dipendenti, dalla risposta e dalla percezione che i cittadini hanno della risposta che ricevono ma anche dall'impatto che effettivamente le cose che vengono decise e messe in pratica hanno sulla vita dei cittadini e nell'indicare la rotta che il nostro Paese dovrà seguire in futuro (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Quindi, per tutte queste ragioni confermo il voto di fiducia del gruppo di Italia Viva a questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Andrea Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. A nome del gruppo di Fratelli d'Italia anticipo, sin da subito, evidentemente il voto contrario in ordine alla ennesima fiducia a cui ricorre questo Governo. Siamo alla dodicesima fiducia; tre voti di fiducia li abbiamo già svolti solo in questa settimana, con questo. Il collega Rizzetto, in dichiarazione di voto, entrerà nel merito più dettagliato del provvedimento. In questa fase a noi basta ricordare il richiamo anche del Presidente Mattarella sull'uso smodato, spropositato della decretazione d'urgenza e della reiterazione della decretazione di urgenza. Ancora, ci basta dirvi e ricordarvi che voi state facendo perdere del tempo al Paese con questo voto di fiducia. Gli emendamenti di Fratelli d'Italia erano poco più che una decina, se li avessimo affrontati, se avessimo affrontato nel merito ciò che l'opposizione aveva da suggerirvi in ordine al cosiddetto decreto-legge Reclutamento, pur senza porre la fiducia, avreste licenziato prima questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Il problema è che, come al solito, la fiducia viene posta, non per l'ostruzionismo della maggioranza, ma perché siete quotidianamente alla ricerca della vostra variante, non epidemica, ma della vostra variante politica per trovare la cosiddetta quadratura del cerchio e, se si sposta un centimetro, viene giù tutto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), anche rispetto al decreto-legge Reclutamento nella pubblica amministrazione. Una maggioranza balcanizzata, tribalizzata, alla ricerca costante, continua, titanica, vana di un punto d'accordo che mortifica, per la sua incapacità di essere unita, il Parlamento che è costretto ad essere spettatore, pagato - come dicevano alcuni miei colleghi - e non pagante, dei vostri decreti. D'altro canto è anche vero che politicamente sul decreto-legge Reclutamento nella pubblica amministrazione - dicevamo prima con il collega Osnato - l'unico appello alla fiducia che avreste potuto fare era quello di invocare Tabacci (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), lui sì, esperto in reclutamento, lui sì, grande navigator, sebbene viziato da interessi familistici. Altri motivi per richiedere la fiducia al buio non ne avevate. Avete orrore della discussione delle minoranze ovunque e sempre. Siamo reduci dalla fiducia sulla giustizia; siete riusciti a spaccarvi sugli ordini del giorno della minoranza rispetto alla giustizia. Avete giustamente orrore della discussione perché, così tribalizzati, così dilaniati, avete il timore di azzannarvi su tutto perché non condividete nulla. L'altro giorno, sulla giustizia, è bastato parlare di uno dei cardini dei problemi, cioè la responsabilità comunque graduata del magistrato in ordine agli errori professionali, che questa maggioranza è implosa. Ancora, parlavate di reati ambientali e questa maggioranza è implosa. E ancora, per il tramite della posizione di fiducia, fate perdere tempo al Parlamento e ai cittadini e non parlate e posticipate i problemi che ci interessano. È possibile che ancora oggi noi non abbiamo potuto parlare seriamente del green pass? Ci sono 1.300 emendamenti, 916 solo della vostra maggioranza. La filiera dei ristoratori, della ristorazione e del turismo, già flagellata dalle vostre improvvide chiusure dello scorso lockdown, oggi inizia a fare i conti con una stagione estiva senza sapere se quel decreto verrà convertito (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) esattamente come oggi è disegnato, perché in questo caso ci sono 916 emendamenti che provengono da una stessa forza di maggioranza. Vogliamo immaginare e sperare che quella forza di maggioranza li porti avanti quei 916 emendamenti, perché noi saremo al suo fianco; vogliamo sperare, immaginare che, se verrà posta la fiducia, qualche cosa si muoverà anche da parte vostra. L'unica cosa certa è che, mentre noi andremo serenamente in vacanza, coloro che ci dovranno ospitare in vacanza non saranno per nulla sereni, per colpa vostra. Nel frattempo, oggi si rincorrevano nevroticamente e contraddittoriamente agenzie di stampa in ordine al “Green pass 2”. Infatti, mentre non avete approvato il “decreto Green pass 1”, sul quale già ci sono 1.300 emendamenti, 916 interni alla pancia della maggioranza, state studiando il “decreto Green pass 2” rispetto al quale il Parlamento, i politici ma, ciò che più conta, gli imprenditori debbono far ricorso alle agenzie stampa, perché si sono rincorse nevroticamente nel corso della mattinata agenzie di stampa relative a obblighi vaccinali per una categoria, poi per un'altra, poi per una fascia di età, poi per un'altra fascia di età per le scuole. Vi do un suggerimento: provate a mettere la fiducia anche sulle agenzie stampa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) di modo che cinque minuti durano le indicazioni di questo Governo. Ancora, mentre ponete la fiducia pure sul decreto-legge Reclutamento e pubblica amministrazione, che per quanto abbia rilevanti salienti tratti di politicità - il deputato Rizzetto ve lo spiegherà domani - però è pur sempre un decreto molto tecnico, noi andiamo in vacanza e non sappiamo nulla di come a settembre rientreranno i nostri figli nelle scuole, non sappiamo se le scuole saranno areate, non sappiamo se vi sarà il distanziamento nelle scuole, non sappiamo se porrete un obbligo vaccinale o meno, sulle scuole.

Nulla sappiamo del trasporto pubblico, che doveva essere aumentato e che, viceversa, naviga a vista e, addirittura, Trenitalia dimezza il numero delle carrozze perché, essendoci meno passeggeri, i geni dimezzano il numero delle carrozze, mantenendoci stipati come polli, su Trenitalia, senza che il Governo avverta minimamente l'esigenza di intervenire. In pandemia si può imporre il green pass al cittadino (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), si può chiudere una pizzeria, si può chiudere un bar ma non si può alzare il telefono e dire all'amministratore delegato di Trenitalia di non dimezzare i treni perché quei treni li prendono anche quei ristoratori che noi abbiamo chiuso per dei mesi. È una vergogna! Neanche quello siete riusciti a fare!

O ancora, non sappiamo nulla sull'assistenza domiciliare. C'è un decreto sull'assistenza domiciliare, su come affrontarla, o tutto è come sempre nelle vostra logica più incredibile? Dato che siamo inadeguati, dato che siamo i migliori fra gli incapaci, dato che non siamo in grado di intervenire su ciò che ci riguarda - trasporto, scuola, assistenza domiciliare - chiudiamo un po' di ristoranti, chiudiamo un po' di pizzerie, facciamo un po' di green pass, cioè scarichiamo sull'economia reale e sul cittadino le colpe della nostra inadeguatezza ad affrontare la pandemia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Di questo noi avremmo voluto parlare, magari anche con la posizione della fiducia, non del decreto-legge Reclutamento, sul quale voi ponete la fiducia perché neanche più sui fatti più tecnici riuscite a trovare una quadra e dovete porre una fiducia, che è il bavaglio sulle forze della vostra maggioranza. Gli italiani debbono sapere che con questa fiducia voi state perdendo del tempo. L'opposizione voleva fare dei suggerimenti, erano poco più che una decina, avreste approvato prima il decreto-legge Reclutamento se non aveste posto la fiducia.

Ma la vostra maggioranza è così tribalizzata, così balcanizzata, così dilaniata al suo interno, che anche sul “Dl Reclutamento”, rischiavate di andare a casa, se passava un solo emendamento di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Questa è la verità che conoscono anche gli scranni, qua dentro! Non i deputati, gli scranni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

Allora, questi sono i motivi che ci inducono a non conferire la fiducia a questo Governo al buio, anzi. Noi stiamo consapevolmente sfiduciando questo Governo. Lo ripeto: avreste potuto, con un colpo di teatro, che vi avremmo potuto garantire ad agosto, venire qua dentro e porre una sola questione di fiducia, che era l'unica, data la vostra altezza morale, che avrebbe avuto un fondamento politico. Sul “DL Reclutamento” pubblica amministrazione, abbiamo gli scienziati del PD, abbiamo una scuola del PD che sul reclutamento è sempre stata all'avanguardia e, oggi, abbiamo l'ultimo prodotto di questa stagione di Governo fatta solo di potere: Tabacci, che vive finalmente una seconda giovinezza, reclutando suo figlio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché è l'unico che è riuscito a reclutare ed è il miglior navigator della storia d'Italia e della sua famiglia, purtroppo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire la deputata Vincenza Labriola. Ne ha facoltà.

VINCENZA LABRIOLA (FI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, oggi siamo chiamati a esprimere la fiducia su un provvedimento di grande importanza, perché, come ha scritto, proprio ieri, Il Sole 24 Ore, con il “decreto Reclutamento” nella Pubblica amministrazione, si chiude il primo fondamentale cantiere normativo del PNRR. È un risultato che non era per niente scontato e neppure banale, per il quale dobbiamo rendere merito a questo Governo, ma anche alla capacità di lavoro che il Parlamento ha dimostrato in questi mesi. Siamo in un clima olimpionico, quindi, mi sia consentito effettuare un paragone con una disciplina dell'atletica leggera, forse poco nota, ma che, in questo caso, rende bene l'idea. Aver approvato, in pochi mesi, il piano complementare al PNRR, il cosiddetto “decreto Fondone”, il “decreto su Governance e semplificazioni”, e ora questo provvedimento, è stato come cimentarsi nel triplo salto in lungo. Oggi, prima con la fiducia e poi con il voto finale, compiamo l'ultimo balzo: stacchiamo finalmente verso la sabbia. Ma questo stacco che porta il nostro Paese alla ripresa, sarebbe stato impossibile senza avere effettuato i due balzi precedenti. Da oggi, possiamo dire che dalla fase di ideazione, si passa alla fase concreta di attuazione del PNRR. Chi ha letto con attenzione il decreto, avrà sicuramente notato che, al suo interno, ci sono diverse disposizioni normative, i cui oneri finanziari sono coperti direttamente a valere sul fondo di rotazione per l'attuazione del Next Generation EU Italia. È la prima volta – e il dato non è formale, ma estremamente sostanziale - che dalla progettazione si passa alla fase di avvio dei motori. Inizia finalmente il lungo cammino che si concluderà nel 2026 a una stazione chiamata futuro. Questo decreto ci pone davanti a una vera riforma, una riforma che non poteva che venire da un uomo, uno studioso, un economista, che ha dedicato la sua vita intera, politica, al riformismo, come il Ministro Brunetta (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Il problema di una Pubblica amministrazione efficiente a tutti i livelli esiste da tempo e rappresenta uno di quei colli di bottiglia con i quali tanti Governi si sono confrontati nel corso degli anni. Uno dei principali problemi che hanno impedito di vincere questa partita ha riguardato, in passato, l'assenza di risorse finanziarie sufficienti. Con il PNRR finalmente le risorse sono arrivate, ma anche queste da sole non bastano, se non ci sono idee e, soprattutto, una visione di lungo periodo su come impiegarle al meglio. Con questo decreto, finalmente, arrivano queste idee e la visione che mancava. Dopo aver sbloccato i concorsi ordinari, averli resi digitali e averli semplificati con il decreto n. 44 del 2021, ora si imprima un'ulteriore spinta alla riqualificazione del personale pubblico, immettendo nuove competenze tecniche e gestionali nella Pubblica amministrazione, affinché l'attuazione dei progetti del PNRR cammini speditamente mediante percorsi semplificati e straordinari, sia per assumere a tempo determinato le figure professionali che dovranno gestire il piano ed elaborare progetti, sia per conferire incarichi di consulenza con sistemi più rapidi ed efficaci, anche favorendo l'osmosi tra pubblico e privato, e la fluidità dei percorsi di carriera. Una novità consistente riguarda la tempistica delle assunzioni a tempo determinato per non far più essere la PA quel concorsificio di cui ha parlato anche il Ministro Brunetta.

Al contrario, c'è l'esigenza di riportare i giovani al centro, non come vittime delle distorsioni dei concorsi ottocenteschi con carta e penna, delle selezioni con centinaia di migliaia di partecipanti che possono durare fino a 4 anni e dei quizzoni, ma come protagonisti di una Pubblica amministrazione che ha disperato bisogno di essere rinnovata e qualificata per diventare catalizzatore della ripresa. Un'altra novità fondamentale è il portale del reclutamento, il nuovo luogo dove si realizzerà l'incontro tra domanda e offerta di lavoro pubblico, garantendo la massima digitalizzazione e la massima trasparenza di ogni selezione. Il Dipartimento della funzione pubblica, attraverso il portale del reclutamento, istituirà due elenchi, ai quali potranno iscriversi professionisti ed esperti, per il conferimento di incarichi di collaborazione con contratto di lavoro autonomo e personale altamente specializzato per l'assunzione con contratto a termine. Inoltre, visto che il 60 per cento circa delle risorse del PNRR passerà per regioni, province e comuni, è stato qualificato e rafforzato Formez PA, come agenzia di supporto e valorizzazione per i governi locali, affinché sia in grado di svolgere al meglio le sue nuove funzioni: supporto alle attività di coordinamento, sviluppo e attuazione del PNRR, alle procedure per il reclutamento del personale, allo sviluppo del processo di digitalizzazione e dei procedimenti amministrativi. A queste misure, grazie all'attività parlamentare svolta, ne sono state aggiunte altre. In particolare, tra le modifiche introdotte in Parlamento, vi è la possibilità data agli enti locali di associarsi, per svolgere selezioni uniche, riducendo i costi e tagliando i tempi per preparare i bandi, con il nuovo concorso Sud, per coprire le posizioni rimaste scoperte dopo la prima selezione, consentendo di allargare la partecipazione anche ai più giovani senza esperienza. Sono cambiati, infatti, i criteri per l'accesso alle prove; in alternativa al possesso di correlata professionalità, si può avere adeguato titolo di studio coerente con i profili di selezione. Con il decreto viene anche sbloccato il tetto al salario accessorio, che potrà essere superato; si allentano le maglie del nulla osta per passare da un ufficio all'altro; viene istituita una nuova area per l'inquadramento del personale di elevata qualificazione; gli amministratori titolari di progetti del PNRR potranno anche raddoppiare la quota di manager esterni. C'è poi il capitolo della giustizia. Due giorni fa abbiamo finalmente riformato quella legge che è stata definita con enfasi “spazzacorrotti”, ma che era tragicamente una “spazzadiritto”. Certamente, come è stato detto, non è la nostra riforma ideale, ma siamo riusciti a invertire la rotta. Abbiamo invertito una tendenza inaccettabile e pericolosa, e questo Forza Italia lo rivendica con grande forza e altrettanto orgoglio (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Ma come le idee camminano sulle gambe degli uomini e delle donne, anche la giustizia per funzionare ha bisogno di risorse. Questo decreto introduce un numero consistente di assunzioni, nell'ordine di 16.500, divise in due scaglioni, come aiuto a tempo determinato ai giudici per smaltire il pauroso arretrato che si registra nei tribunali italiani. Anche su tale capitolo. le modifiche ai parlamentari sono state migliorative. In particolare, in sede referente, presso il Senato, sono state introdotte importanti novità e necessarie integrazioni di alcuni passaggi, ad esempio. in relazione al funzionamento della Scuola superiore della magistratura, nonché in relazione alla normativa per la magistratura onoraria introdotta con la riforma Orlando, che sarebbe scaduta nei prossimi mesi. Grazie a tale proroga. il Parlamento potrà intervenire. tenendo conto di quanto ha sostenuto la Corte costituzionale negli ultimi tempi in merito alla magistratura onoraria. C'è poi un articolo che interviene sul CONI. Si tratta di una disposizione minore, ma che voglio citare. perché prosegue il percorso intrapreso da questo Governo per ridare autonomia al CONI; quell'autonomia che qualcuno aveva improvvisamente pensato di eliminare e che il Governo Draghi sta ricostruendo in pieno.

Colleghi. l'approvazione di questo decreto segnerà la fine dei lavori parlamentari per la pausa estiva. Se ci guardiamo indietro. non possiamo non vedere il grande lavoro fatto in pochi mesi: PNRR, Piano complementare, “decreto Semplificazioni”, Agenzia nazionale sulla sicurezza cibernetica, due “decreti Sostegno” che valgono due leggi di bilancio. Per una volta, come parlamentari dovremmo avere il coraggio di rivendicare questo grande lavoro. Dovremmo avere il coraggio di dire ai professionisti del ditino alzato, ai benaltristi e ai populisti un tanto al chilo, che le solite, stucchevoli polemiche, sono totalmente inappropriate.

Forza Italia è consapevole del grande lavoro svolto fino ad oggi da questo Governo. Forza Italia è fiera del ruolo che sta svolgendo a sostegno del Governo e nella maggioranza. Forza Italia condivide appieno questo decreto, che sente suo per il ruolo da protagonista svolto dal Ministro Brunetta ed è per questo che, a nome di Forza Italia, dichiaro convintamente il nostro voto favorevole alla fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Antonio Viscomi. Ne ha facoltà.

ANTONIO VISCOMI (PD). Grazie, Presidente. Il gruppo del Partito Democratico voterà la fiducia richiesta dal Governo sul disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 80 del 2021 e lo farà non solo per la necessità di assicurare il rispetto del termine costituzionale di conversione, che ormai è prossimo a scadenza e che però sempre più appare non coerente con un contesto segnato dalle estensioni tematiche e dalla frequenza dei decreti da convertire, ma piuttosto perché siamo consapevoli dell'esigenza, anzi, del bisogno di dare sollecita attuazione ed immediata effettività ai contenuti prescrittivi del decreto, in quanto intesi a rafforzare la capacità amministrativa delle pubbliche amministrazioni e ad assicurare condizioni ottimali per l'implementazione del PNRR. È noto - ma vale la pena ricordarlo - come sia stato proprio lo stesso Piano a riconoscere, in modo esplicito, quanto sia debole la capacità amministrativa nel nostro Paese e come questa debolezza abbia rappresentato, e continui a rappresentare, un ostacolo agli investimenti pubblici e privati, tanto da auspicare addirittura che uno dei lasciti più preziosi del Piano possa e debba essere l'aumento permanente dell'efficienza della pubblica amministrazione. Uno dei lasciti più preziosi - cito testualmente – cioè, a dirla in breve, una occasione da non perdere e non già perché ce lo chiede l'Europa, come spesso si sente dire, ma perché ne abbiamo bisogno noi, ne hanno bisogno le nostre comunità, le nostre imprese, perché a poco servono le risorse da iscrivere in bilancio se poi è assente una adeguata capacità di spesa. Per questo la fiducia chiesta oggi dal Governo, pur rispondendo ad una indubbia esigenza di carattere tecnico-procedurale, si colora di una naturale dimensione politica e programmatica nella misura in cui il decreto-legge n. 80 del 2021 assume una funzione attuativa delle condizionalità riformatrici necessarie per portare a compimento la missione del PNRR, un Piano che non è solo - per usare le parole pronunciate dal Presidente Draghi in quest'Aula - un insieme di progetti, tanto necessari quanto ambiziosi di numero, obiettivi e scadenze; e non lo è perché in quell'insieme c'è anche e soprattutto - cito ancora Draghi - il destino del Paese.

Questo è l'orizzonte che meglio consente di comprendere le ragioni per cui noi voteremo la fiducia e si tratta di ragioni che, a mio avviso, sono ben espresse da alcuni specifici articoli sui quali porterò ora brevemente l'attenzione. Il primo riguarda quanto previsto dall'articolo 6, laddove si disciplina il piano integrato di attività e organizzazione in virtù del quale le amministrazioni saranno chiamate a superare la logica frammentaria delle competenze ripartite, anzi, frantumate, spesso, per settori, al fine di costruire un unico ragionamento aziendale, capace di tenere insieme, fra l'altro, gli obiettivi di performance e la pianificazione strategica del personale, in una rigorosa ottica di parità di genere, con l'obiettivo della completa alfabetizzazione digitale, della diffusione delle conoscenze tecniche e dell'accrescimento culturale dei titoli di studio del personale. Ciò anche al fine di superare quello strano paradosso segnalato recentemente dall'ARAN che, nelle amministrazioni, ha rilevato la coesistenza di due diverse e contrastanti condizioni: lavoratori con titoli inferiori presenti nelle posizioni più elevate e lavoratori con titoli più elevati presenti nelle posizioni inferiori, con intuibili conseguenze in termini motivazionali, gestionali ed operativi.

A questi profili si affiancano, anche in modo più specifico, gli obiettivi di reingegnerizzazione delle procedure mediante il ricorso alle tecnologie digitali e agli strumenti di automazione. A dirla con franchezza, signor Presidente, questa è la sfida da vincere, perché proprio questo aspetto rappresenta il comune punto debole nella variegata galassia delle pubbliche amministrazioni. Non è difficile sostituire una macchina da scrivere con un computer e una stampante, possibilmente di ultima generazione; più difficile è configurare, sul piano regolativo e implementare, su quello organizzativo, la correlazione che sussiste tra procedure amministrative, da un lato, e tecnologie operative, dall'altro lato. Si tratta di una relazione non semplice, che impone di operare su entrambi i versanti, per ottenere il risultato atteso. Per questo la transizione digitale non ha soltanto carattere tecnologico, ma anche un carattere logico, perché richiede una raffinata revisione del sistema giuridico e istituzionale e impone un adeguamento della professionalità e, ancora prima, della cultura degli operatori. A conferma di ciò, potrei qui richiamare - ma il tempo non lo consente - vizi e virtù dell'esperienza recente del lavoro remoto.

Il secondo elemento è dato dall'ambizioso obiettivo di riarticolare i percorsi di ingresso e di carriera nelle pubbliche amministrazioni. Non mi riferisco tanto alla semplificazione procedurale quanto, piuttosto, al tentativo, nel decreto-legge n. 80 del 2021, di trovare un avanzato punto di equilibrio tra la valorizzazione delle comprovate competenze interne - penso all'accesso alla dirigenza da parte del personale interno - e l'urgente necessità di portare dentro le amministrazioni nuove unità di personale, possibilmente giovani, possibilmente donne, possibilmente competenti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) anche disciplinando meglio alcune forme contrattuali che non sempre hanno dato grande prova di maturità nel sistema pubblico: il termine, la collaborazione e, ora, il nuovo contratto formativo di apprendistato. il fatto è che un'amministrazione che non assume, un'amministrazione in cui l'età media del personale aumenti in modo costante è un'amministrazione destinata, di fatto, a perdere la sua stessa ragion d'essere.

Il terzo ed ultimo elemento che intendo richiamare è dato dalla presenza di un complesso normativo per dare finalmente piena effettività alle strutture organizzative denominate ufficio per il processo, team di personale qualificato di supporto al giudice, per agevolarlo nell'attività preparatoria del giudizio e in tutto ciò che può velocizzare la redazione di provvedimenti. Che l'efficienza del settore giustizia, in particolare di quella civile e amministrativa, sia condizione indispensabile per lo sviluppo economico e per un corretto funzionamento del mercato è ormai ben noto, per quanto, poi, i temi della giustizia penale siano naturalmente di maggiore attrazione pubblica. Proprio per questo, il PNRR trova e individua l'innovazione fondamentale, sul piano organizzativo, proprio nella diffusione dell'ufficio del processo, e questo è l'obiettivo proprio del decreto-legge n. 80 del 2021, non soltanto per l'assunzione di 16.500 unità di personale, ma per la riconfigurazione delle relative funzioni.

Le stringate osservazioni fin qui proposte confermano le ragioni che giustificano il voto positivo del Partito Democratico alla fiducia chiesta dal Governo sulla legge di conversione del decreto-legge n. 80 del 2021, una fiducia da votare, non perché imposta dalla ravvicinata scadenza del termine di conversione del decreto e neppure perché animata dalla volontà di comprimere o impedire il confronto parlamentare che, anzi, è all'origine dell'intenso e prolungato impegno di revisione operato in sede di prima lettura al Senato, ma piuttosto per le evidenti correlazioni tra il decreto-legge medesimo e il Piano nazionale di ripresa e resilienza, che consentono di considerare il primo, il decreto-legge, come attuativo del secondo, del Piano. Queste stesse correlazioni conferiscono, di fatto, al voto di fiducia di oggi un carattere politico-programmatico e consentono di confermare, oggi, la perdurante validità di una fra le ragioni, e non la meno importante, dell'esperienza governativa in atto.

Per tutte queste ragioni, signor Presidente, dichiaro il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Legnaioli. Ne ha facoltà.

DONATELLA LEGNAIOLI (LEGA). Grazie, Presidente. Rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, a noi è toccata la fortuna di rappresentare uno dei Paesi più straordinari del mondo, con capacità e possibilità senza uguali. La genialità dei nostri imprenditori, dei nostri artigiani e dei nostri lavoratori è qualcosa che noi italiani ci tramandiamo da sempre e fa parte di un patrimonio culturale che tutti ci invidiano. Mai come in questo momento storico, però, abbiamo necessità di poter sostenere, promuovere e incoraggiare questa genialità di impresa che, tra recessione e burocrazia, rischia di rimanere impantanata per moltissimo tempo. La gravissima crisi che la pandemia COVID ha scatenato negli ultimi 18 mesi ci costringe, infatti, a dover rivedere completamente schemi di gestione che oramai sono superati e obsoleti. La prima a rivedere il proprio schema è stata l'Europa. Per anni, in quest'Aula, i nostri colleghi della Lega hanno chiesto ed invocato che l'Europa fermasse i grigi ragionieri della trojka impegnati a stritolare la Grecia con le loro politiche. Ma i guardiani dell'austerità, a Roma come a Bruxelles, hanno alzato un muro invalicabile. Ve lo ricordate il Patto di stabilità, il dogma invalicabile che anche Mario Monti evocava e ripeteva come un disco rotto? Bene, a distanza di 10 anni finalmente anche i colleghi di sinistra hanno dovuto riconoscere il fallimento di una politica di restrizioni che ha depresso l'economia dell'intero continente. La Lega lo ha detto per prima ma, anche se con un ingiustificato ritardo, non possiamo che apprezzare, come oggi, di fronte a una crisi come quella attuale, che l'atteggiamento dell'Europa sia completamente cambiato. La scelta di Bruxelles di destinare risorse per sostenere la ripresa, invece di affossarla, è sicuramente un notevole passo in avanti.

Gli stanziamenti del Recovery Fund in questo senso, se ben canalizzati e gestiti in modo efficace, rappresentano, anche per il nostro Paese, un tesoretto di oltre 200 miliardi, che può diventare una benzina importante nella ripresa dell'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

È in questo contesto, onorevoli colleghi, che rientra il provvedimento in discussione, qui, oggi, le cui disposizioni sono tutte finalizzate a promuovere, accelerare e sostenere non solo la buona riuscita del Piano nazionale, ma anche una ristrutturazione della macchina amministrativa pubblica, da troppi anni ingessata.

L'apparato amministrativo e burocratico è un aspetto strategico di ogni Paese, soprattutto di quelli industrializzati ed avanzati come il nostro. Il Governo ha messo la pubblica amministrazione al centro di diversi interventi di miglioramento e ampliamento. La struttura di funzionari pubblici al servizio dei cittadini, infatti, è il motore con il quale uno Stato manda avanti il Paese. Pensiamo alle procedure edilizie, alle autorizzazioni urbanistiche, ad un progetto esecutivo. Stiamo parlando di lavoro, di occupazione, di opportunità, di investimenti, di crescita delle nostre imprese. Più veloce corre quel motore, cari colleghi, maggiore è il beneficio che il nostro sistema Paese ne ricava.

Se le imprese, invece di aspettare mesi - o addirittura anni - per avere un “via libera” da parte di uno dei migliaia di enti che affollano la nostra burocrazia, potessero mettersi in moto in poche settimane, ma avete idea di quali vantaggi avremo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)? Meno ricorsi, quindi, più risorse da investire per nuovi macchinari, più fatturato e, per la gioia della Ragioneria dello Stato, anche più introiti dalle imposte.

Sull'eccessiva pressione fiscale, avremo modo di tornare in altre sedi, ma spero - ormai credo - sia chiaro a tutti che, senza un motore che funziona correttamente, l'autovettura Italia non potrà mai competere nel Gran Premio della rivoluzione digitale che stiamo correndo con altre potenze del mondo.

Il testo, come avrete avuto modo di vedere, contiene numerose ed importanti novità sotto diversi punti di vista. Il filo comune che lega i vari articoli, però, è sempre uno: mettere a disposizione della macchina amministrativa personale qualificato in grado di elaborare e gestire i progetti legati al Piano nazionale di ripresa, la nostra scommessa con l'Europa per un rilancio sostenibile. Una necessità che, in Italia, è da moltissimi anni un'emergenza, ma che, fino ad oggi, per evidenti ragioni corporativistiche, non si è mai riusciti a superare completamente. Oggi, invece, finalmente, per la prima volta, grazie al PNRR, leggiamo di competenze innovative, snellimento burocratico, raggiungimento di obiettivi sfidanti. Era forse necessaria una pandemia, come quella attuale, per iniziare a far comprendere a qualcuno che il merito nella pubblica amministrazione è un valore aggiunto per tutto il Paese?

Chi vi parla, cari colleghi, è un dipendente pubblico, che, da anni, ha scelto una professione straordinariamente importante. Ad oggi, il numero degli assunti nel pubblico impiego è al minimo storico, prendendo in considerazione gli ultimi vent'anni, ed è presente un calo del 3,9 per cento negli ultimi dieci anni: questi numeri fanno precipitare l'Italia sotto la media europea.

Nella pubblica amministrazione italiana l'età media è di 50,6 anni e solo il 4,2 per cento dei dipendenti ha meno di trent'anni. Per poter aumentare la digitalizzazione della pubblica amministrazione, c'è bisogno soprattutto di nuove assunzioni, anche per poter riqualificare il settore e renderlo di nuovo competitivo.

La fabbrica più perfetta al mondo non potrebbe mai funzionare, se il suo apparato amministrativo non fosse in grado di garantire all'azienda servizi all'altezza. Pensiamo solo, a titolo d'esempio, alle novità normative e alle disposizioni che intervengono sulla annosa questione dei segretari comunali: chi, come me, ha avuto un'esperienza nelle amministrazioni comunali, sa bene quanto strategico sia il ruolo dei segretari negli enti locali e la difficoltà, da tempo, per questi ultimi, di potersi dotare di un segretario in pianta organica.

Nel provvedimento oggi in esame, grazie anche all'impegno dei colleghi della Lega, viene stabilito come si autorizzerà l'assunzione di un numero di nuovi segretari comunali pari a quello dei cessati dell'anno precedente. Una misura emergenziale, ma doverosa, per rispondere a un'esigenza molto sentita in tutti i comuni e che i sindaci chiedevano da tempo.

L'occasione di parlare dei segretari comunali mi dà, quindi, la possibilità, in questo momento storico, di sottolineare il forte bisogno di capacità e abilità che vanno oltre le tradizionali conoscenze che, per decenni, abbiamo utilizzato come metro di valutazione nella pubblica amministrazione italiana.

Per questo motivo, oggi, siamo qui, con il voto di fiducia su questo provvedimento. Le modifiche ai criteri di determinazione del punteggio per l'accesso alle procedure di reclutamento, gli incarichi di consulenza, la modifica dei meccanismi di progressione sono solo alcuni dei moltissimi elementi di innovazione di cui tutti, da molto tempo, avevamo bisogno.

Nell'epoca della rivoluzione digitale, nella società della formazione continua e del lavoro agile, una burocrazia elefantiaca che ingessa il nostro lavoro, le nostre aziende è un lusso che ormai non possiamo più permetterci. Il costo da pagare, se non ci avvicinassimo a modelli di gestione amministrativa digitale ed efficienti, sarebbe altissimo.

Quindi, l'obiettivo è quello di ammodernare la pubblica amministrazione, rendendo, sia i cittadini, sia i dipendenti più consapevoli dell'uso delle tecnologie per poter tenere il passo coi tempi e con le esigenze del periodo in cui viviamo.

Per questo, diciamo convintamente “sì” ad una politica dell'Europa che abbandona una sinistra austerità, per sostenere, invece, una vigorosa ripresa economica. Per questo, il nostro gruppo della Lega-Salvini Premier dice convintamente “sì” ad un provvedimento che dà risposte concrete e solide ad un piano che vuole sostenere il nostro Paese.

Nell'esprimere, in questa sede, la nostra fiducia all'Esecutivo, auspichiamo che il Governo non si fermi qui, ma, anzi, continui in quel percorso di riforma della pubblica amministrazione del quale il nostro apparato produttivo ha uno straordinario bisogno. Se pensiamo, solo per un istante, alle migliaia di procedimenti amministrativi e ai ricorsi impantanati nelle sabbie mobili del nostro sistema burocratico, presto capiamo l'urgenza assoluta di intervenire su un tema così determinante come la macchina amministrativa pubblica.

Nella società in cui tutta la nostra vita si muove con un dito sul cellulare, è ancora accettabile attendere anni per avere dalle cancellerie dei tribunali dei documenti? Di procedere, quindi, veloci, di servizi tecnologici e competenze trasversali: ecco, di questo abbiamo bisogno. Di provvedimenti, come quello di quest'oggi, abbiamo ancora più bisogno, per sostenere il nostro meraviglioso Paese.

Per tutte queste ragioni, onorevoli colleghi, il gruppo Lega-Salvini Premier sul provvedimento in esame dichiara la propria fiducia al Governo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Baldino. Ne ha facoltà.

VITTORIA BALDINO (M5S). La ringrazio, signora Presidente. Oggi, il Governo ci chiede di confermare la nostra fiducia, approvando un provvedimento di fondamentale importanza per il nostro Paese; un provvedimento che contiene norme per rafforzare la capacità amministrativa delle pubbliche amministrazioni per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e per l'efficienza della giustizia, un provvedimento di fondamentale importanza per la messa a terra dei progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza e per la straordinaria stagione di investimenti pubblici che stiamo per inaugurare.

Però, Presidente, mi consenta di approfittare di questo spazio, per fare con voi una considerazione. Poche ore fa, a Mandatoriccio, un paese a pochi passi dal mio paese natale, è venuto a mancare un ragazzo di neanche cinquant'anni per un arresto cardiaco. Io non lo so se Fulvio si sarebbe potuto salvare, so però che i soccorsi sono dovuti arrivare da Trebisacce, un paese a 70 chilometri di distanza dal paese in cui il ragazzo ha avuto il malore.

Se potessimo pensare, nel 2026, di aver salvato questo Paese, di aver cambiato questo Paese con le risorse del Recovery Plan, potremmo farlo, soltanto, quando avremo recuperato questo gap tra diverse regioni d'Italia. Infatti, non può accadere che, se un malore mi coglie a Roma, posso pensare di salvarmi, perché può arrivare l'ambulanza da una manciata di chilometri, e se mi coglie in un paesino sperduto della Calabria, questo non può accadere.

Noi tutti dovremmo fare questo sforzo per fare in modo che, in effetti, le risorse del Recovery Plan, soprattutto quelle destinate alla sanità, vadano in questa direzione. Francamente, Presidente, non è accettabile. Io la ringrazio per avermelo concesso e faccio le mie condoglianze alla famiglia del ragazzo deceduto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

La settimana scorsa in quest'aula abbiamo parlato di giustizia, secondo il mantra: ce lo chiede l'Europa. No, l'Europa ci chiede investimenti e la velocizzazione dei processi. Però, dobbiamo dire anche un'altra cosa; secondo le stime di un istituto di ricerca la cattiva percezione dell'Italia da parte degli investitori stranieri è imputabile all'incertezza del quadro normativo, al carico burocratico, alla stabilità e all'efficienza dell'azione di governo e alla presenza della corruzione. Conseguentemente, questo provvedimento è di fondamentale importanza. Rispetto all'incertezza del quadro normativo, vorrei fare una riflessione. Noi ci troviamo a convertire, per l'ennesima volta, un decreto che arriva nella seconda Camera praticamente blindato, senza alcuna possibilità di apportare modifiche migliorative al testo. I parlamentari, quindi, non hanno potuto, di fatto, esercitare le proprie prerogative. Comprendo, da una parte, che il Governo ha necessità di correre, di macinare provvedimenti in questa fase fondamentale prima dell'arrivo delle risorse del Recovery Plan, che sono condizionate all'approvazione di alcune riforme di fondamentale importanza, però è anche vero, dall'altra parte, che bisogna avviarsi verso un progressivo ritorno alla normalità del procedimento legislativo. Ne va della qualità della nostra legislazione e anche della credibilità del nostro Paese agli occhi degli investitori internazionali. Difatti, come detto, l'incertezza del quadro normativo – pensiamo, ad esempio, al codice degli appalti – costituisce uno degli elementi che determina la cattiva percezione dell'Italia agli occhi degli investitori stranieri. Bisogna, quindi, fare anche una riflessione sul nostro assetto istituzionale, bisogna farla tutti insieme e in fretta. Per quanto riguarda questo provvedimento, il carico burocratico è uno degli elementi che intacca la nostra credibilità all'estero, però, se è stato necessario intervenire d'urgenza con un provvedimento, con una riforma organica importante sui metodi di reclutamento all'interno della nostra amministrazione, è evidente che probabilmente gli sforzi fatti negli ultimi decenni non sono stati sufficienti. Voglio ringraziare la Ministra Dadone per tutti gli sforzi che ha compiuto per sbloccare il turnover nella Pubblica amministrazione, che era bloccato da vent'anni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Non c'è stato, quindi, un ricambio generazionale, una staffetta generazionale all'interno della Pubblica Amministrazione. Purtroppo, però, i concorsi non sono partiti a causa dell'emergenza sanitaria pandemica. Ma non è solo questo il problema, occorre rilevare anche la scarsa valorizzazione delle risorse interne che ha determinato una scarsa capacità della Pubblica Amministrazione di innovarsi. Come è stato ricordato dai colleghi, ma anch'io l'ho ricordato diverse volte, stiamo parlando di una Pubblica amministrazione i cui dipendenti hanno un'età media di 56 anni. È, pertanto, importante innovare anche le risorse umane, svecchiare la Pubblica amministrazione. E questo provvedimento costituisce un primo passo. Per tale motivo il MoVimento 5 Stelle voterà la fiducia al Governo, voterà a favore di questo provvedimento, ma c'è sicuramente tanto altro da fare. Ho apprezzato, abbiamo apprezzato tantissimo il lavoro che è stato svolto dai nostri colleghi al Senato che hanno apportato delle modifiche migliorative al testo. Voglio ricordare che è stato modificato finalmente l'articolo 10 del DL n. 44 che attribuiva un peso eccessivo alla valutazione dei titoli, anche in vista dell'accesso alle successive fasi del concorso. Questa norma è stata, ripeto, modificata ed ora, per fortuna, i titoli avranno un peso soltanto ai fini del punteggio finale.

È stato potenziato, grazie ad alcuni nostri emendamenti, il portale unico del reclutamento e per la mobilità. Rispetto alla mobilità, mi auguro - so che c'è stato un intenso dibattito in Commissione al Senato – che si faccia una riflessione ed uno sforzo ulteriore, anche perché le procedure di mobilità devono sicuramente snellirsi, tenuto conto che, spesso proprio a causa della scarsa valorizzazione delle risorse all'interno della Pubblica amministrazione, la mobilità per i dipendenti pubblici è l'unico modo per avere gratificazioni e progressioni di carriera.

È stata, altresì, recuperata anche la competenza dell'Anac in materia di contrasto alla corruzione. Questi sono solo alcuni degli emendamenti approvati, che hanno migliorato il testo nell'altro ramo del Parlamento. Tuttavia, ci sono alcune cose che ancora non ci convincono. Ad esempio, non ci convince la previsione - su cui il Ministro Brunetta ha scommesso, ed è nel pieno dei suoi diritti farlo - di un portale simil Linkedln per l'accesso alla Pubblica amministrazione. Ciò un pochino ci preoccupa, Presidente, perché noi ricordiamo sempre che nelle pubbliche amministrazioni si accede tramite concorso; comprendiamo il motivo, la necessità di avere risorse altamente qualificate per la predisposizione dei progetti dei Recovery Plan, però per noi è un campanello d'allarme, che vorrei lasciare agli atti, perché non vorrei che queste future assunzioni - viviamo nel Paese più bello del mondo, lo sappiamo - si possano rivelare una fonte di clientelismo: assumere all'interno delle pubbliche amministrazioni “amici di” e creare del clientelismo, soprattutto in vista delle elezioni. Noi vigileremo perché questo non accada e chiedo al Ministro di stare molto, molto attento perché noi dobbiamo valorizzare il merito. Questo che stiamo facendo è un investimento, non solo in vista del 2026 ma per i prossimi dieci anni, per i prossimi vent'anni e, conseguentemente, non ci possiamo permettere in alcun modo un ennesimo fallimento. Il contributo del MoVimento 5 Stelle in questo Governo è sempre stato costruttivo e leale e continueremo a darlo con l'onestà intellettuale che ci ha contraddistinto in questi mesi e che, purtroppo, non ho rilevato in alcuni colleghi perché ho assistito nei giorni scorsi ad alcune dichiarazioni ingenerose nei confronti dell'ex Ministro Bonafede. Noi, invece, continueremo a lavorare con l'onestà intellettuale che ci ha contraddistinto e per questo dichiaro il voto favorevole alla fiducia del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia. Poiché in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo è stato convenuto che la votazione per appello nominale abbia luogo a partire dalle ore 18,30, sospendo la seduta fino a tale ora.

La seduta, sospesa alle 18, è ripresa alle 18,30.

(Votazione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 3243​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.

Indìco la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.

Ricordo che l'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale la chiama avrà inizio è stata effettuata dalla Presidenza nella seduta di ieri. La chiama avrà inizio quindi dalla deputata Ingrid Bisa. Sulla base di tale estrazione, sono state stabilite e comunicate apposite fasce orarie per regolare l'accesso dei deputati, i quali - all'orario stabilito per ciascuna fascia - faranno ingresso in Aula dal lato sinistro della Presidenza, dichiareranno il voto dalla fila dei banchi del Governo riservata ai sottosegretari e quindi lasceranno l'Aula dall'ingresso del lato destro.

Avverto che la Presidenza accoglierà un numero di richieste di anticipazione del voto fino ad un massimo del 3 per cento della consistenza numerica di ciascun gruppo, oltre a quelle dei membri del Governo.

Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.

(Segue la chiama).

Colleghi, però vi chiedo di lasciare l'emiciclo se avete già votato e mantenere il distanziamento. Vedo colleghi con la mascherina abbassata, per cortesia.

(Segue la chiama).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO (ore 19,45)

(Segue la chiama).

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame:

Presenti e votanti…………………429

Maggioranza: ……………………215

Hanno risposto : ……………….386

Hanno risposto no:……………….43

La Camera approva.

Si intendono così precluse tutte le proposte emendative presentate.

Hanno risposto sì:

Adelizzi Cosimo

Aiello Davide

Alaimo Roberta

Alemanno Maria Soave

Andreuzza Giorgia

Angiola Nunzio

Annibali Lucia

Anzaldi Michele

Aprea Valentina

Aresta Giovanni Luca

Ascari Stefania

Avossa Eva

Azzolina Lucia

Badole Mirco

Bagnasco Roberto

Baldelli Simone

Baldini Maria Teresa

Baldino Vittoria

Baratto Raffaele

Barbuto Elisabetta Maria

Barelli Paolo

Baroni Annalisa

Bartolozzi Giusi

Barzotti Valentina

Battelli Sergio

Battilocchio Alessandro

Bazzaro Alex

Bella Marco

Belotti Daniele

Benvenuto Alessandro Manuel

Berardini Fabio

Berlinghieri Marina

Bersani Pier Luigi

Berti Francesco

Biancofiore Michaela

Billi Simone

Bilotti Anna

Binelli Diego

Bisa Ingrid

Bitonci Massimo

Boldrini Laura

Bologna Fabiola

Bonafede Alfonso

Bond Dario

Boniardi Fabio Massimo

Bonomo Francesca

Bordo Michele

Bordonali Simona

Borghese Mario

Borghi Claudio

Borghi Enrico

Boschi Maria Elena

Braga Chiara

Brescia Giuseppe

Brunetta Renato

Bruno Raffaele

Bruno Bossio Vincenza

Bubisutti Aurelia

Buratti Umberto

Businarolo Francesca

Cadeddu Luciano

Caffaratto Gualtiero

Cancelleri Azzurra Pia Maria

Cantini Laura

Cantone Carla

Cantone Luciano

Capitanio Massimiliano

Cappellani Santi

Carabetta Luca

Carè Nicola

Carelli Emilio

Casa Vittoria

Casciello Luigi

Caso Andrea

Cassese Gianpaolo

Cassinelli Roberto

Cataldi Roberto

Cattaneo Alessandro

Cattoi Maurizio

Cattoi Vanessa

Cavandoli Laura

Ceccanti Stefano

Cenni Susanna

Centemero Giulio

Cestari Emanuele

Chiazzese Giuseppe

Ciagà Graziella Leyla

Ciampi Lucia

Cillis Luciano

Cimino Rosalba

Coin Dimitri

Colaninno Matteo

Colla Jari

Comaroli Silvana Andreina

Comencini Vito

Cominardi Claudio

Conte Federico

Corneli Valentina

Cortelazzo Piergiorgio

Covolo Silvia

Crippa Andrea

Crippa Davide

Critelli Francesco

Cubeddu Sebastiano

Currò Giovanni

Daga Federica

Dal Moro Gian Pietro

D'Alessandro Camillo

Dall'Osso Matteo

Dara Andrea

D'Attis Mauro

De Angelis Sara

De Carlo Sabrina

De Filippo Vito

De Giorgi Rosalba

De Girolamo Carlo Ugo

De Lorenzis Diego

De Lorenzo Rina

De Luca Piero

De Maria Andrea

De Martini Guido

De Menech Roger

De Micheli Paola

Deiana Paola

Del Barba Mauro

Del Basso De Caro Umberto

Del Grosso Daniele

Del Monaco Antonio

Del Sesto Margherita

D'Eramo Luigi

D'Ettore Felice Maurizio

Di Giorgi Rosa Maria

Di Lauro Carmen

Di Maio Marco

Di Muro Flavio

Di Sarno Gianfranco

D'Incà Federico

D'Ippolito Giuseppe

Donina Giuseppe Cesare

Dori Devis

D'Orso Valentina

D'Uva Francesco

Emiliozzi Mirella

Fantinati Mattia

Fassina Stefano

Federico Antonio

Ferraresi Vittorio

Fiano Emanuele

Ficara Paolo

Fiorini Benedetta

Fitzgerald Nissoli Fucsia

Flati Francesca

Fogliani Ketty

Fontana Gregorio

Fontana Lorenzo

Formentini Paolo

Fornaro Federico

Foscolo Sara

Fraccaro Riccardo

Fragomeli Gian Mario

Frailis Andrea

Frassini Rebecca

Frate Flora

Fregolent Silvia

Furgiuele Domenico

Fusacchia Alessandro

Gadda Maria Chiara

Gagliardi Manuela

Gagnarli Chiara

Galizia Francesca

Galli Dario

Gallinella Filippo

Gallo Luigi

Gariglio Davide

Gebhard Renate

Germanà Antonino

Giaccone Andrea

Giachetti Roberto

Giacometti Antonietta

Giacometto Carlo

Giacomoni Sestino

Giarrizzo Andrea

Giglio Vigna Alessandro

Giordano Conny

Giorgis Andrea

Giuliano Carla

Golinelli Guglielmo

Grande Marta

Gribaudo Chiara

Grillo Giulia

Grippa Carmela

Gubitosa Michele

Gusmeroli Alberto Luigi

Ianaro Angela

Incerti Antonella

Invidia Niccolò

Iovino Luigi

La Marca Francesca

L'Abbate Giuseppe

Labriola Vincenza

Lacarra Marco

Lazzarini Arianna

Legnaioli Donatella

Lepri Stefano

Librandi Gianfranco

Licatini Caterina

Liuni Marzio

Liuzzi Mirella

Lolini Mario

Lorefice Marialucia

Lorenzoni Eva

Loss Martina

Lovecchio Giorgio

Lucchini Elena

Lucentini Mauro

Lupi Maurizio

Madia Maria Anna

Maggioni Marco

Magi Riccardo

Maglione Pasquale

Mammì Stefania

Manca Alberto

Manca Gavino

Manzato Franco

Maraia Generoso

Marchetti Riccardo Augusto

Mariani Felice

Marin Marco

Marino Bernardo

Martinciglio Vita

Marzana Maria

Masi Angela

Maturi Filippo

Mauri Matteo

Mazzetti Erica

Melicchio Alessandro

Miceli Carmelo

Micillo Salvatore

Migliore Gennaro

Migliorino Luca

Molinari Riccardo

Molteni Nicola

Mor Mattia

Morani Alessia

Morassut Roberto

Moretto Sara

Morgoni Mario

Morrone Jacopo

Mugnai Stefano

Mura Romina

Murelli Elena

Nappi Silvana

Nardi Martina

Navarra Pietro

Nesci Dalila

Nevi Raffaele

Nobili Luciano

Noja Lisa

Novelli Roberto

Occhionero Giuseppina

Occhiuto Roberto

Olgiati Riccardo

Orfini Matteo

Orrico Anna Laura

Pagani Alberto

Pagano Alessandro

Pagano Ubaldo

Paita Raffaella

Pallini Maria

Palmieri Antonio

Palmisano Valentina

Panizzut Massimiliano

Paolin Giuseppe

Paolini Luca Rodolfo

Papiro Antonella

Parisse Martina

Pastorino Luca

Patelli Cristina

Pella Roberto

Pellicani Nicola

Penna Leonardo Salvatore

Pentangelo Antonio

Perantoni Mario

Perconti Filippo Giuseppe

Pettazzi Lino

Pezzopane Stefania

Piastra Carlo

Piccoli Nardelli Flavia

Piccolo Tiziana

Pini Giuditta

Pittalis Pietro

Pizzetti Luciano

Plangger Albrecht

Polidori Catia

Pollastrini Barbara

Polverini Renata

Porchietto Claudia

Potenti Manfredi

Prestigiacomo Stefania

Prestipino Patrizia

Pretto Erik Umberto

Provenza Nicola

Quartapelle Procopio Lia

Racchella Germano

Raciti Fausto

Raffa Angela

Raffaelli Elena

Ravetto Laura

Ribolla Alberto

Ricciardi Riccardo

Ripani Elisabetta

Rixi Edoardo

Rizzo Nervo Luca

Rizzone Marco

Romano Andrea

Rosato Ettore

Rossi Andrea

Rossini Emanuela

Rossini Roberto

Rosso Roberto

Rotondi Gianfranco

Rotta Alessia

Ruggiero Francesca Anna

Ruocco Carla

Russo Paolo

Saitta Eugenio

Salafia Angela

Sani Luca

Sarro Carlo

Sarti Giulia

Savino Sandra

Scanu Lucia

Scerra Filippo

Schullian Manfred

Sensi Filippo

Serracchiani Debora

Serritella Davide

Siani Paolo

Sibilia Cosimo

Silli Giorgio

Silvestri Francesco

Siracusano Matilde

Sisto Francesco Paolo

Snider Silvana

Soverini Serse

Sozzani Diego

Stumpo Nicola

Sut Luca

Sutto Mauro

Tabacci Bruno

Tarantino Leonardo

Tartaglione Annaelsa

Tateo Anna Rita

Terzoni Patrizia

Toccafondi Gabriele

Toccalini Luca

Tofalo Angelo

Tomasi Maura

Tombolato Giovanni Battista

Topo Raffaele

Traversi Roberto

Tripodi Elisa

Troiano Francesca

Turri Roberto

Tuzi Manuel

Ungaro Massimo

Vacca Gianluca

Valbusa Vania

Valente Simone

Valentini Valentino

Vallotto Sergio

Varrica Adriano

Vazio Franco

Verini Walter

Versace Giuseppina

Vignaroli Stefano

Viscomi Antonio

Vitiello Catello

Zan Alessandro

Zanella Federica

Zangrillo Paolo

Zanichelli Davide

Zardini Diego

Zennaro Antonio

Ziello Edoardo

Zolezzi Alberto

Hanno risposto no:

Aiello Piera

Albano Lucia

Baroni Massimo Enrico

Bellucci Maria Teresa

Bignami Galeazzo

Bucalo Carmela

Butti Alessio

Cabras Pino

Caiata Salvatore

Caretta Maria Cristina

Ciaburro Monica

De Toma Massimiliano

Deidda Salvatore

Delmastro Delle Vedove Andrea

Donzelli Giovanni

Ferro Wanda

Forciniti Francesco

Frassinetti Paola

Fratoianni Nicola

Galantino Davide

Giuliodori Paolo

Lollobrigida Francesco

Lucaselli Ylenja

Mantovani Lucrezia Maria Benedetta

Maschio Ciro

Menga Rosa

Montaruli Augusta

Osnato Marco

Rizzetto Walter

Rotelli Mauro

Russo Giovanni

Silvestri Rachele

Silvestroni Marco

Siragusa Elisa

Spessotto Arianna

Termini Guia

Trancassini Paolo

Trano Raffaele

Vallascas Andrea

Varchi Maria Carolina

Villarosa Alessio

Vinci Gianluca

Zucconi Riccardo

Si sono astenuti:

Nessuno

Sono in missione:

Amitrano Alessandro

Ascani Anna

Bergamini Deborah

Carfagna Maria Rosaria

Carinelli Paola

Castelli Laura

Cirielli Edmondo

Colletti Andrea

Colucci Alessandro

Corda Emanuela

Dadone Fabiana

Di Maio Luigi

Di Stefano Manlio

Durigon Claudio

Fassino Piero

Fontana Ilaria

Franceschini Dario

Frusone Luca

Garavaglia Massimo

Gava Vannia

Gelmini Mariastella

Gerardi Francesca

Giorgetti Giancarlo

Grimoldi Paolo

Guerini Lorenzo

Invernizzi Cristian

Lapia Mara

Losacco Alberto

Macina Anna

Mandelli Andrea

Marattin Luigi

Melilli Fabio

Morelli Alessandro

Mulè Giorgio

Orlando Andrea

Palazzotto Erasmo

Parolo Ugo

Patassini Tullio

Rampelli Fabio

Rizzo Gianluca

Sasso Rossano

Scalfarotto Ivan

Scoma Francesco

Scutellà Elisa

Sibilia Carlo

Spadoni Maria Edera

Speranza Roberto

Tasso Antonio

Testamento Rosa Alba

Tripiedi Davide

Zanettin Pierantonio

Zoffili Eugenio

PRESIDENTE. Avverto che, consistendo il disegno di legge in un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 3243​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, l'ordine del giorno Lollobrigida n. 54, che reca un contenuto estraneo alle materie oggetto del provvedimento.

Ha chiesto di intervenire per illustrare il suo ordine del giorno la collega Lucia Albano, prego.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie Presidente, intervengo per illustrare l'ordine del giorno a mia prima firma, il n. 3. Il 9 marzo 2021 il Ministro Brunetta ha definito l'inizio di un nuovo alfabeto per la Pubblica amministrazione - l'abbiamo visto tutti – accesso, buona amministrazione, capitale umano, digitalizzazione. Sappiamo che i dipendenti pubblici sono una grande comunità di milioni di persone, sono impegnati a servire la nostra Nazione in uno dei momenti più difficili della nostra storia e a questi si deve assicurare la possibilità di crescere, acquisire maggiori competenze e valorizzare il loro contributo. Una delle maggiori criticità che il Ministro aveva segnalato era proprio quella dell'accesso: meccanismi di selezione e reclutamento del personale non più al passo con i tempi e riforma dei percorsi di accesso rendendo digitali, trasparenti e meglio focalizzati su esigenze e fabbisogni delle singole amministrazioni, con abbandono dei modelli di concorsi centralizzati e graduatoria a scorrimento e durate pluriennali.

Ai lavori… chiedo scusa Presidente, ma non riesco…

PRESIDENTE. Sì, lei ha ragione, pregherei di non disturbare il Governo che prende posto ai banchi, così da svolgere in maniera ordinata questa seduta, grazie. Colleghi, vi prego di allontanarvi, consentiamo alla collega di illustrare il suo ordine del giorno. Prego.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie Presidente, i lavori del Forum della Pubblica Amministrazione del 2021, nel giugno scorso, si sono aperti con un talk: Pubblica amministrazione capace, la nuova stagione dei concorsi.

E il capo dipartimento della funzione pubblica ha dichiarato quanto segue: dobbiamo restituire ai cittadini, alle imprese e a tutti coloro che ogni giorno hanno a che fare con la pubblica amministrazione un clima di fiducia, rinnovando i nostri servizi e aumentando le nostre capacità. Dobbiamo rendere attrattiva la pubblica amministrazione, dando l'orgoglio di far parte di un sistema pubblico che non è quello vituperato e spesso sbeffeggiato, l'orgoglio di far parte di uno Stato efficiente e moderno, non solo al servizio del Paese, un senso di appartenenza diverso dal passato. Inoltre, dobbiamo fare in modo che chi è davvero interessato non si senta escluso da procedure troppo lunghe e troppo complicate, e - mi permetto di aggiungere anch'io - a volte non troppo trasparenti. Ma per progettare e prospettare un futuro, è necessario partire prima di tutto da un presente, prendendo spunto e lavorando su quanto è accaduto nel passato, non solo per farne tesoro, ma per una questione di giustizia, di affidabilità, di fiducia e per la costruzione di questo senso di appartenenza, che già c'è nella pubblica amministrazione.

Il decreto-legge n. 80 del 2021 non affronta alcuni temi e non parla affatto di scuola, invece la scuola è oggi già nel cuore del dibattito politico, a causa dell'avvicinarsi del mese di riapertura e, come al solito, il sistema non è pronto. Non sono state messe in atto tutte quelle misure che Fratelli d'Italia aveva a gran voce proposto e che sono fondamentali per una ripartenza della scuola in sicurezza. E rimane, in un momento di pandemia, ancora l'annoso problema delle scuole in reggenza. Ebbene, dicevo, quanto affermato dal Ministro e dal capo dipartimento della funzione pubblica sembra un po' stigmatizzare quanto accaduto in ormai datati e forse ormai non più attuali concorsi, per esempio, per dirigente scolastico dell'anno 2017: un concorso vecchia maniera, 34 mila candidati, 9 mila superano la prova selettiva, una prova computer based oggettiva, con quesiti a risposta multipla, eppure anch'essa ha generato contenzioso; e poi gli scritti: gli scritti si svolgono in più città, in tutte le regioni, una commissione nazionale che lascia mano libera alle 38 sottocommissioni; assegnazione random non ben chiara dei compiti alle sottocommissioni per la correzione; griglie di valutazione cambiate tre mesi dopo la prova scritta; valutazioni difformi e bislacche, spesso illogiche; verbali di commissione mancanti; file creati con il codice fiscale dei candidati prima delle operazioni di scioglimento dell'anonimato e privi di metadati. E poi ancora la vicenda giudiziaria: 2.400 ricorrenti, annullamento del concorso in primo grado, ribaltamento della sentenza al Consiglio di Stato; e poi la battaglia per la trasparenza: diversi gradi di giudizio per avere copia delle prove dei vincitori; esposti alla procura della Repubblica con apertura di fascicoli; e alla fine, un nuovo colpo di scena: per la prima volta nella storia dei concorsi pubblici, una sentenza del TAR di consegna del codice sorgente…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Albano…

LUCIA ALBANO (FDI). Noi chiediamo, quindi, una soluzione stragiudiziale, non solo legittima, ma necessaria ai sensi del comma 87 della legge n. 107 del 2015.

PRESIDENTE. L'onorevole Bignami ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Mi scuso, tra l'altro, con la collega Serracchiani che, per affrettare l'ingresso in Aula, ho involontariamente urtato, e rinnovo le mie scuse, ovviamente non c'era alcuna intenzionalità, ma credevo che ci fosse prima una collega per intervenire.

L'ordine del giorno che mi accingo ad illustrare si fonda sulla distinzione di due categorie, che evidentemente vengono individuate dal provvedimento come necessarie per poter accedere alle modalità di collaborazione e di radicamento di figure professionali all'interno delle strutture deputate alla costruzione delle progettualità collegate al PNRR, individuando coloro che abbiano, nella comprovata esperienza di formazione, o una collaborazione di alta specializzazione, oppure un'individuazione, come soggetti a tempo determinato, di una collocazione nel contesto pubblico che consenta loro di essere individuati come persone adeguate per la realizzazione alla progettualità.

All'interno della prima categoria, vale a dire coloro che detengono un'alta specializzazione, sono individuati i soggetti che abbiano maturato, nel contesto del loro percorso formativo, un dottorando di ricerca, evidentemente funzionale all'espletamento dell'incarico per il quale si qualificano e si candidano nella collaborazione con lo Stato, con ciò tuttavia esaurendo all'interno della qualifica di alta specializzazione una figura, quella dei soggetti diplomati, che, a nostro modo di vedere, dovrebbero e potrebbero rientrare, anche loro, in una categoria di persone che, nell'ambito del rapporto interno alla collaborazione con lo Stato per la costruzione dei progetti legati al PNRR, potrebbero adeguatamente fornire un supporto professionale e formativo sufficientemente di livello rispetto anche alle categorie prima disegnate.

E' chiaro che questo comporta la necessità di intervenire con un provvedimento - che noi auspichiamo essere tra i prossimi emanandi - funzionale al recepimento di questa indicazione, giacché riteniamo che, trattandosi di corsi di terzo livello e conseguentemente parificabili a quelli che ho testè descritto, vale a dire quelli riguardanti l'alta specializzazione maturata a seguito di un dottorando, effettivamente realizzino una piena ed effettiva conoscenza di quelle necessità e di quelle esigenze che la collaborazione professionale postula rispetto al rapporto stesso con lo Stato.

Noi non sappiamo, evidentemente, se questa assenza nel provvedimento in esame costituisca una dimenticanza, un vulnus o una scelta deliberata. Se fosse una dimenticanza, quest'ordine del giorno, ovviamente, offrirebbe la possibilità di mettere in evidenza questa assenza; se fosse un vulnus, anche in questo caso il nostro intervento consentirebbe di rimediare; se invece fosse una scelta, chiaramente andrebbe motivata, giacché, nel nostro ordinamento di riconoscimento della professionalità e della formazione, proprio la parificazione, come corso di terzo livello, di questo tipo di titolo a quello di alta specializzazione, effettivamente non troverebbe ragion d'essere.

In questo senso, pertanto, anche per ampliare il novero dei soggetti che possano effettivamente portare ad una effettiva partecipazione nella costruzione dei professionisti attivi sulla realizzazione del PNRR, riteniamo che questo ordine del giorno possa costituire un contributo utile al superamento di quella che potrebbe essere, banalmente, una dimenticanza, ma che, qualora invece fosse una scelta, dovrebbe essere, a nostro modo di vedere, adeguatamente motivata, al fine di superarne la portata (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Bucalo ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Con questo mio ordine del giorno, il n. 10, Fratelli d'Italia chiede al Governo di attuare l'impegno previsto al primo punto del Patto per la scuola, firmato il 20 maggio dal Ministro dell'Istruzione, Bianchi, dopo l'accordo con i rappresentanti delle organizzazioni sindacali, ossia la stabilizzazione completa dei precari.

Il Ministro ha più volte dichiarato che occorre un grande investimento nella stabilizzazione del precariato, per dare al lavoro quella certezza della durata che è condizione necessaria perché le scuole possano programmare e gestire in modo ottimale le attività. Nonostante ciò, il provvedimento, cosiddetta riforma Brunetta, prevede una serie di misure urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle pubbliche amministrazioni, tramite assunzioni con percorsi semplificati e straordinari per il raggiungimento degli obiettivi previsti dal PNRR. Dunque, un ambizioso programma di cambiamento del Paese, che però lascia fuori la più grande azienda pubblica dello Stato: la scuola.

Con questo provvedimento si potevano rafforzare le misure deboli esistenti in quelli precedenti, soprattutto si poteva dare finalmente una soluzione al nodo cruciale del precariato, attraverso immediate procedure che garantissero la continuità e la funzionalità del sistema per il prossimo anno scolastico.

Invece i concorsi previsti partiranno troppo tardi e con la stabilizzazione dalla prima fascia delle GPS non si riuscirà a colmare l'elevato numero di cattedre vacanti al primo di settembre, determinando così l'unico dato stabile nella scuola, le gravi ripercussioni sulla didattica dovute alla non continuità, e le cattedre verranno coperte anche a mesi di distanza dall'avvio dell'anno scolastico. È inutile nascondere che la scuola si regge sul lavoro di quegli stessi precari che non si vogliono stabilizzare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); gli stessi che a settembre saranno in cattedra a insegnare ai nostri figli, come lo sono stati negli anni passati. Inutile garantire la continuità didattica agli alunni e poi assegnare sempre supplenze, e adesso arriva un altro algoritmo che rischia di fare impazzire i precari della scuola, inviando gli ultimi in graduatoria che sono dietro casa e i primi a centinaia di chilometri dalla propria residenza.

Non è possibile tutto ciò, non è possibile utilizzare un sistema che, lo sappiamo già, è stato fallace nell'anno 2016/2017 e ha procurato gravi danni a tante famiglie del Sud, sballottate al Nord pur vantando punteggi che avrebbero consentito la permanenza nella propria provincia. Con il solito risultato, signor Presidente: miriadi di ricorsi e la perdita di allievi che avrebbero tanto voluto continuare ad accompagnare nel percorso di studio. E allora è facile parlare di sanatoria, dimenticando che questi docenti non hanno avuto la possibilità di abilitarsi perché lo Stato non ha attivato percorsi di abilitazione da otto anni, percorsi abilitanti che formano sul serio il futuro insegnante. Per questo noi chiediamo, con questo ordine del giorno, la stabilizzazione anche dei docenti inseriti nella seconda fascia delle GPS e soprattutto in tempi brevi che il Ministero dell'Istruzione, di concerto con il Ministero dell'Università e della ricerca, predisponga percorsi abilitanti e di specializzazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Butti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie, Presidente. Mi accingo ad illustrare l'ordine del giorno n. 9/3243/4, che è sottoscritto anche dai colleghi Rizzetto, Bucalo e Ferro. Non le nascondiamo che dal dibattito che si è sviluppato sia in Commissione e poi anche in Aula relativamente a una delle riforme cardine per quanto concerne le richieste dell'Europa per l'attuazione e l'implementazione del PNRR, cioè la riforma della pubblica amministrazione, ci saremmo indubbiamente aspettati qualcosa di più. Riformare la pubblica amministrazione non significa intervenire esclusivamente sull'organizzazione del lavoro, che pure è certamente importante e fondamentale, rivedendo anche i contratti - questo ordine del giorno narra proprio di questa materia -, ma significa anche affrontare il concetto dell'efficienza della pubblica amministrazione e dell'efficacia dei servizi che vengono erogati dalla pubblica amministrazione. E allora quella di Fratelli d'Italia è una battaglia ormai storica in questa legislatura, quella di far comprendere a tutti quanti che non vi può essere efficienza ed efficacia senza un processo di digitalizzazione della pubblica amministrazione, che andrebbe a semplificare la vita dei cittadini, la vita delle imprese e paradossalmente renderebbe più semplice la vita anche a chi lavora all'interno della pubblica amministrazione.

Certamente, per far questo, occorre non solo dotare di un'infrastruttura digitale l'intero sistema, ma occorre ovviamente formare in modo diverso gli impiegati della pubblica amministrazione, perché è evidente che la digitalizzazione richieda dei profili che attualmente, specie negli impiegati anagraficamente maturi, è difficile riscontrare. Eppure al Senato hanno inserito con un emendamento un tema che ha intercettato l'attenzione del gruppo di Fratelli d'Italia, e nello specifico mi riferisco al comma 3-bis dell'articolo 1, introdotto al Senato, che modifica la disciplina transitoria che consente l'assunzione a tempo indeterminato o lo svolgimento di procedure concorsuali riservate per soggetti che abbiano rapporti di lavoro dipendente a termine o rapporti di lavoro flessibile con la pubblica amministrazione. Noi ci siamo più volte riferiti durante questo stringatissimo e sintetico dibattito a due leggi che hanno segnato certamente il mondo della contrattualizzazione del pubblico impiego, e certamente non possiamo dimenticare la legge del 1997 attraverso la quale fece capolino nel nostro sistema l'accesso al lavoro interinale.

Poi però, successivamente, ci fu anche nel 2003, se non sbaglio, la legge Biagi, che noi guardammo con simpatia laddove tentava di introdurre un concetto anche nella pubblica amministrazione, che era il concetto della flessibilità. Questo ordine del giorno parla dei contratti di somministrazione presso le pubbliche amministrazioni e per la pubblica amministrazione questo tipo di contratto è tutto sommato un vantaggio, perché la cosiddetta trilateralità dei soggetti, per cui c'è la pubblica amministrazione, c'è l'agenzia…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

ALESSIO BUTTI (FDI). …e c'è - mi avvio alla conclusione - ovviamente l'impiegato, in questo modo la pubblica amministrazione viene sollevata da un processo che è un processo importante, che è quello dell'individuazione e anche della selezione dei candidati ad un determinato ruolo. Lo fa l'agenzia, dopodiché presenta lo skill, presenta il profilo alla pubblica amministrazione e la pubblica amministrazione assume. Bene, noi con questo ordine del giorno desideriamo impegnare il Governo a prevedere interventi volti a garantire che il superamento del precariato nelle pubbliche amministrazioni si applichi anche per i contratti di somministrazione di lavoro presso le pubbliche amministrazioni che ho cercato di illustrare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Caiata ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. C'è una sorta di continuità con il collega che mi ha preceduto perché anche il mio ordine del giorno ha come tema il precariato di alcune modalità che le assunzioni previste in questo piano di riordino comportano. Ma, prima di parlare più dettagliatamente del mio ordine del giorno, devo dire che, purtroppo - l'ho già fatto in discussione generale, però alla presenza di pochi colleghi, sono costretto a ribadirlo nuovamente - noi ci rammarichiamo, sottosegretario, per l'ennesima fiducia. Lo so, è un po' ripetitivo, lo diciamo in ogni occasione, ma del resto noi lo diciamo quando voi la rimettete; per cui ogni volta che voi mettete la fiducia, noi ridiciamo che ci rammarichiamo per questa ennesima fiducia. Siamo alla trentaseiesima; ieri, facendo una battuta, ho detto, e la rifaccio oggi, che in realtà siamo ridotti a non essere più il Parlamento, ma il fiduciario, perché è un luogo dove ormai viene solo posta la fiducia, questa settimana ben tre fiducie.

Ebbene, il disegno di legge in discussione, di cui stiamo parlando, di cui abbiamo parlato anche in discussione generale, ha quale finalità quella di riformare e innovare le modalità di reclutamento nella pubblica amministrazione. Dite: presentare una nuova Italia più europea, che utilizzi modelli di gestione della res publica che siano competitivi del job market. Solo in questo modo sarà possibile valorizzare le risorse umane pubbliche.

Abbiamo parlato diffusamente della necessità di cambiare lo spirito, di come le persone si sentano, lavorando nell'ambito della Pubblica amministrazione. E occorre proporre una reale prospettiva lavorativa, garantendo un ampio ventaglio di procedure per assumere rapidamente i migliori profili per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. I mesi trascorsi nella gestione dell'emergenza già in parte hanno modificato le regole nella gestione del personale della Pubblica amministrazione, aprendo a importanti opportunità di innovazione organizzativa, con la spinta del legislatore, verso l'utilizzo, in più ambiti, della tecnologia – è noto a tutti la modalità dello smart working, come modalità lavorativa ordinaria, più volte oggetto di dibattito a livello nazionale, con i suoi vantaggi e i suoi svantaggi, di cui, appunto, abbiamo diffusamente parlato ieri -, oltre a tutte le spinte innovative verso l'introduzione del digitale e delle videoconferenze per la gestione delle procedure selettive, soluzioni che hanno già permesso di avvicinare maggiormente la Pubblica amministrazione al mercato del lavoro, rendendola più competitiva rispetto al privato, cercando di cogliere la storica occasione del PNRR.

Quest'oggi, dunque, le misure adottate dal provvedimento vengono definitivamente armonizzate e regolate in modo da semplificare le procedure, rendendole più smart, aggredendo ogni rigidità regolamentare e, quindi, aprendo anche a contratti di apprendistato per i più giovani (concorsi rapidi e digitali per i contratti a tempo determinato). Questo piano, dunque, porta numeri importanti. Infatti, i numeri previsti per le assunzioni nella Pubblica amministrazione sono 16.500 per l'ufficio del processo, 5.400 per il personale amministrativo della giustizia, 1.000 persone a supporto degli enti locali, 269 per la transizione digitale e 67 per l'Agenzia italiana digitale.

Allora, Presidente, che cosa chiedo con questo ordine del giorno? Con questo ordine del giorno si impegna il Governo a considerare l'opportunità di prevedere che queste misure urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle pubbliche amministrazioni, funzionali all'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, al tempo stesso debbano prevedere, come nella fattispecie innanzi esposta, una continuità lavorativa - attraverso nuove previsioni regolamentari, anche attuative, e migliorando il funzionamento del mercato del lavoro pubblico -, avendo lo Stato, in realtà, già selezionato la risorsa e, soprattutto, già investito economicamente nella formazione della stessa. Per cui, chiediamo di dare continuità a questi contratti di apprendistato, per non illudere questi ragazzi e per cercare di dargli una continuità e una dignità lavorativa. Lo dico soprattutto ai colleghi del MoVimento 5 Stelle, che col “decreto Dignità” hanno abolito ogni strumento di lavoro flessibile per l'imprenditore privato e certo non possono essere loro oggi a portare, invece, questa flessibilità nell'ambito del lavoro pubblico (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Caretta ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

MARIA CRISTINA CARETTA (FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretario, onorevoli colleghi, il Piano nazionale di ripresa e resilienza finalmente è un dato di fatto e, come tale, necessita ora di essere gestito. Le carenze di organico nella Pubblica amministrazione sono ormai un problema cronico da anni ed è un dato evidente che occorre assumere nuovo personale nella nostra Pubblica amministrazione a ogni livello, per assorbire i crescenti oneri gestionali derivanti dagli oltre 190 miliardi di euro a nostra disposizione, la cui gestione necessiterà di uno sforzo e di un impegno senza precedenti. Non è un caso che ormai da mesi si parla di nuove assunzioni straordinarie, la cui prima tornata è stata gestita proprio con il concorso straordinario per il Meridione.

Il primo problema, che balza subito agli occhi di tutti noi, è che, a fronte di 2.800 posti disponibili, sono seguite solo 821 assunzioni. Non ho dubbi - e lo auspico con tutta me stessa – che, a breve, seguiranno ulteriori concorsi per assegnare i posti disponibili, rimediando alle carenze di organico attuali. Tuttavia, consentitemi di evidenziare che, se questo fosse l'atteggiamento che intendiamo assumere alla luce dei gravosi impegni che abbiamo assunto nei confronti dell'Unione europea, ritengo che si imponga una riflessione.

Abbiamo vincolato il piano di rilancio del Paese a riforme e progetti sottoposti a disciplinari durissimi, rigidi meccanismi di rendicontazione, più tipici - l'abbiamo visto con l'utilizzo dei fondi europei - del contesto privato che di quello pubblico. A fronte dei grandi impegni che ci attendono e delle altrettanto grandi risorse a disposizione, non possiamo e non dobbiamo fermarci alle 821 assunzioni su 2.800 posti disponibili. È, inoltre, evidente che, se abbiamo lacune sul piano numerico delle risorse umane disponibili, rischiamo di averne ulteriori anche sotto il profilo delle competenze dirigenziali. Se veramente vogliamo intraprendere un percorso di rinnovamento della nostra Pubblica amministrazione, occorre che sia un percorso consapevole e responsabile, in grado di tenere conto anche dei gradini dirigenziali e degli strumenti formativi a nostra disposizione. In Francia, questo compito è svolto dall'ENA, la scuola di formazione della pubblica amministrazione francese. Non è un caso che quasi la totalità dei Presidenti della Repubblica di Francia siano passati da questa realtà. In Italia, il compito è delegato alla SNA, la Scuola nazionale dell'amministrazione, dipendente dal Consiglio dei Ministri e funzionante con reclutamenti basati sul cosiddetto corso-concorso, realtà, purtroppo, sconosciuta forse a un certo mondo politico, che parla di formazione e preparazione senza neanche passare dai concetti fondamentali.

Con questo mio ordine del giorno, il n. 9/3243/5, chiedo un impegno da parte del Governo a fornire un ricambio dirigenziale della Pubblica amministrazione che passi, sia per il rinnovamento, mediante un potenziamento del corso-concorso della Scuola nazionale dell'amministrazione, sia attraverso l'esperienza, mediante la promozione di personale già in forza, soprattutto laddove il Piano nazionale di ripresa e resilienza richieda figure di maggiore esperienza gestionale di medio-lungo periodo, e il tutto in un'ottica di piena e completa trasparenza, anche in accordo con l'Anac (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Ciaburro ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretario, mi piacerebbe se riuscisse anche a prestare attenzione a noi. Io capisco che magari la telefonata è importante, però se siamo qui è forse anche per dare spunti per la valutazione. Magari possiamo anche dire qualcosa che ancora non conosce e magari può anche scandalizzarsi rispetto alla situazione dei nostri comuni. Proprio per questo c'è l'ennesimo ordine del giorno da sottoporre alla vostra attenzione, ma soprattutto a quella del Governo, su quella che è la situazione di certi comuni. In quanto sindaco, ho vissuto e vivo un'esperienza che probabilmente lei non conosce e spero e mi auguro che si possa anche scandalizzare del fatto che certi comuni hanno queste difficoltà. Questa è la ragione che mi porta a presentare, in questa occasione, questo ordine del giorno, ma l'ho già espressa con question time in Commissione, interrogazioni ed emendamenti.

Vede, io faccio il sindaco dal 2017 in un comune che è entrato in dissesto poco prima che io diventassi sindaco e il commissario prefettizio ha dichiarato questo dissesto. C'era un solo dipendente all'epoca. Che succede? Aveva fatto un concorso - è un comune di alta montagna -, ha vinto il concorso - ovviamente, è più vicino a casa ed è anche più raggiungibile - e il comune è rimasto senza dipendenti (“senza” vuol dire zero dipendenti). Che succede? Per la normativa, riconducibile agli obblighi dei comuni in dissesto, c'è l'obbligo che non si può assumere e, anzi, bisogna mettere in mobilità il personale in eccesso. Però, tutti questi obblighi non sono andati in deroga rispetto a un evidente bisogno di dare servizi ai propri cittadini. È vero che è un piccolo comune, ma è altrettanto vero che quei piccoli e pochi cittadini hanno diritto e bisogno di rivolgersi all'ente.

Tra l'altro, con mille peripezie, agenzie interinali ed il personale che arrivava per due mesi e poi se ne andava; infatti, si renderà ben conto che, nel momento in cui una persona, che non ha mai fatto quel mestiere, è in cerca di un lavoro e prova ad affacciarsi a quel tipo di attività amministrativa per un ente pubblico, se non ha il supporto di qualcuno che le insegni come si fa a protocollare, a scrivere una delibera, a convocare un consiglio comunale, chiaramente sbatte la testa contro il muro oppure rinuncia, è abbastanza evidente. Ora, finalmente, dopo la giunta Costa che ci ha autorizzato per 18 ore, un tempo determinato, da settembre dello scorso anno, abbiamo questa ragazza, Eleonora, che ovviamente si prodiga, ma capirà bene che gestire stato civile, anagrafe, opere pubbliche, i fondi trasferiti dal Ministero, con tutte le procedure e i processi che valgono per un piccolo comune, così come per un grande, chiedere queste competenze a qualcuno a cui non sono mai state trasferite in nessun modo, a qualcuno che non ha mai avuto una formazione diretta rispetto all'affrontare questi processi e queste procedure, significhi chiedergli davvero di fare i salti mortali.

E io mi chiedo, e mi sono chiesta: questo disegno di legge che stiamo convertendo rappresentava e rappresenta un'occasione che sarebbe stato opportuno cogliere proprio per andare a garantire, in tutti i comuni d'Italia, restituendo loro la dignità che meritano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), i servizi minimi essenziali a tutti i cittadini, perché non mi vergogno a dire che – poiché nel nostro comune ci sono anche appartamenti con seconde case, e mi sono prodigata per entrare nell'ANPR, mi sono prodigata per fare le carte d'identità elettroniche, nonostante la mancanza di personale - vengono a chiedere lo stato di famiglia da Genova o da un altro paese della Nazione; e va bene, lo facciamo, ma lo faccio io; secondo voi, è normale? Allora, perché non cogliere appunto questa occasione per assicurare a tutti i comuni d'Italia un minimo garantito di personale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), a cominciare da un amministrativo, un tecnico, un ragioniere, non a tempo pieno, anche in condivisione con gli altri comuni? Non possiamo comportarci davvero come uno Stato che abbandona i suoi figli, che sono i comuni, esattamente come un padre non lascerebbe senza casa, senza acqua, senza pane il proprio figlio. Io credo che ci stiamo preoccupando di ciò che verrà nel PNRR per affrontare qualcosa che sarà in più, ma non abbiamo sanato la situazione di partenza. Quindi, per l'ennesima volta, io mi auguro che su questo problema ci possano essere davvero dei correttivi, perché probabilmente la situazione che vi ho sottoposto è quasi paradossale, assurda, ma da qui a poco tanti comuni che hanno un solo dipendente, che sono situati magari nelle aree un po' più interne e che faticano, anche attraverso il concorso, a trovare il personale, si troveranno con quell'unico dipendente che sta facendo di tutto e che ha un'esperienza e una formazione a 360 gradi, e saranno di nuovo lasciati soli (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Deidda ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Il mio ordine del giorno, anzi il nostro ordine del giorno, visto che è firmato anche dagli altri colleghi, si ricollega al discorso della collega Ciaburro, cioè noi, nel nostro ordine del giorno, chiediamo, alla luce delle nuove assunzioni e alla luce anche delle risorse che arriveranno dall'Europa, di rivedere il piano di dimensionamento o anche di localizzazione degli uffici della pubblica amministrazione, soprattutto di enti come l'INPS e l'Agenzia delle entrate, ma direi anche le Poste. Perché, cosa sta avvenendo? Da un po' di tempo, nei piccoli comuni, i comuni di 1.500 abitanti, di 2.000 abitanti di 3.000 abitanti, queste agenzie cosa ti dicono? Ti dicono che bisogna usare Internet, che è molto più utile usare Internet, chiudono le agenzie sul territorio, non sostituiscono più i dipendenti che vanno in pensione e succede, a un certo punto, inaspettato, quel che è successo nel comune di Isili con l'Agenzia delle entrate, dove l'Agenzia delle entrate addirittura non pagava l'affitto, aveva i locali gratuiti da parte del comune, anche con tutte le spese pagate, e quindi aveva solo le spese del personale; da un giorno all'altro, ti viene detto: l'ufficio è chiuso, sfruttando anche il lockdown e il fatto che i dipendenti erano in smart working o in lavoro agile.

Io trovo inaccettabile questo; noi siamo andati a parlare con l'Agenzia delle entrate, in questo caso della Sardegna, e loro ci hanno detto: noi stiamo portando avanti, come Agenzia delle entrate, un piano dove Internet è il futuro; peccato che in alcuni comuni non arrivi la rete veloce, quindi sia impossibile utilizzare tutti gli strumenti che la tecnologia ci offre; va bene nelle grandi città, va bene nei centri dove arriva la rete veloce, non va bene nei comuni montani, non va bene nei comuni periferici e immaginate cosa deve subire magari il sindaco Ciaburro nel proprio comune, quando i cittadini vanno comunque in comune per richiedere le pratiche dell'Agenzia delle entrate, quando vanno a parlare dei problemi che hanno con l'INPS, e si tratta di comuni che dal centro urbano più vicino distano due ore di macchina. Gli anziani come fanno andare in quei posti? Come si fa anche a parlare di lotta allo spopolamento, se lo Stato si comporta come le aziende private, cioè lì c'è poca gente, quindi io me ne vado, non è più produttivo, la gente si colleghi su Internet? Io penso che siccome in tutti i partiti, anche in questo Parlamento, ci sono tanti sindaci, tanti amministratori locali, li ho visti durante l'assemblea dei sindaci, tenutasi qui, da poco, a Roma, in piazza, dove si parlava di dare veramente supporto alle amministrazioni locali. Diamo supporto alle amministrazioni locali con lo Stato che, nella lotta allo spopolamento, non scappa dai piccoli comuni, non scappa dalle zone periferiche, non scappa dalla montagna, ma, anzi, più le aziende private se ne vanno, più lo Stato deve far sentire la sua presenza, perché facendo sentire la sua presenza, portando lì a lavorare i dipendenti sicuramente le aziende torneranno a investire nelle zone più periferiche e nella nostra amata montagna.

Questo ordine del giorno è un invito al Governo a prendere un impegno; su questi ordini del giorno io prego ogni volta che non ci sia la formula “a valutare l'opportunità di”, perché già l'ordine del giorno è un impegno a valutare, non c'è bisogno di rimarcare “a valutare l'opportunità di”. Si prenda questo impegno e poi si vada ad analizzare bene e si chieda a chi gestisce queste agenzie di controllare bene e andare in controtendenza, andando ad aprire più agenzie nei luoghi di montagna, nei luoghi periferici e veramente non si sfrutti quella risorsa che è Internet per chiudere le agenzie sul territorio; non si aiuta così la gente, con: “Usate Internet”. Internet è utile, usare Internet fa veramente piacere, però nei luoghi adatti; in montagna fa piacere anche avere l'agenzia, con i propri dipendenti.

PRESIDENTE. L'onorevole De Toma ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretario, abbiamo discusso un provvedimento più di un giorno fa e gli ordini del giorno non venivano perimetrati, nel senso che ci è stato risposto dal sottosegretario, appunto, che non rientravano nel perimetro. Io questo ordine del giorno, esattamente il n. 9/3243/12, insieme a quelli a prima firma dei colleghi Butti, Silvestri, Prisco e Montaruli, credo che rientri proprio nel perimetro.

La parte di spesa pubblica destinata all'acquisto di beni e servizi da parte della pubblica amministrazione appunto detta public procurement rappresenta una leva di politica economica di particolare rilievo, in quanto si qualifica come uno strumento di policy per conseguire diversi obiettivi, tra cui stimolare il livello di attività economica e creare occupazione, proteggere le imprese nazionali dalla competizione globale, favorendone gli investimenti e la crescita aumentandone la competitività. Tale ruolo strategico risulta essere particolarmente importante nell'attuale contesto economico; la crisi del 2008 ha generato, infatti, una forte contrazione dei livelli di attività, con riduzioni della capacità produttiva, ad esempio in Paesi come l'Italia o la Spagna, in cui tali riduzioni hanno raggiunto picchi del 25 per cento. Per quanto riguarda l Italia, si evince che investe più del 15 per cento del suo PIL negli appalti pubblici; appare, quindi, chiaro come la domanda pubblica possa divenire, se ben coordinata, una delle principali leve di politica industriale.

Attraverso l'acquisto di beni e servizi, la pubblica amministrazione può immettere nel sistema risorse economiche, creare occupazione, garantire servizi per i cittadini e potrebbe anche intervenire per proteggere appunto le imprese nazionali dalla competizione globale, favorendone la crescita, così come può diminuire le disparità regionali.

Si tratta quindi di uno dei meccanismi più delicati e nevralgici che un'economia moderna può utilizzare. L'Unione europea ha riconosciuto espressamente l'importanza strategica che possono avere gli acquisti pubblici e li ha finalizzati espressamente al sostegno delle PMI. Un'efficace normativa in materia di appalti nel contesto attuale italiano, caratterizzato da un marcato debito pubblico e da una difficoltà strutturale di diversi settori industriali tradizionali, assume sì un valore tecnico giuridico, ma soprattutto economico, politico e sociale, perché in una fase di flessione strutturale è fondamentale trovare fonti di finanziamento per sostenere la domanda interna con investimenti pubblici. L'enorme numero delle stazioni appaltanti, l'impossibilità di coordinamento e di controllo, non appare sostenibile e, non a caso, da tempo, è in atto un percorso di centralizzazione degli acquisti. In questo contesto si ritiene fondamentale che nel sistema del public procurement si affermino alcuni principi fondamentali, come la qualificazione delle stazioni appaltanti. La scelta legislativa ai sensi dell'articolo 38 del codice degli appalti è di riconoscere alle stazioni appaltanti ampio potere, sia di controllo che decisionale, nella gestione della procedura, sia nel corso della gara che nella fase esecutiva, in una logica di semplificazione e di snellimento dei procedimenti. Tuttavia, al fine di potere esercitare correttamente tali funzioni dovrebbe essere adottata una normativa che garantisca un'adeguata preparazione e formazione delle stesse stazioni. Si tratta, quindi, di procedere alla valorizzazione dello strumento delle Commissioni esterne, da semplificare nelle procedure di individuazione dei componenti, in quanto garante della terzietà del procedimento di valutazione e, sotto altro profilo, attuare la qualificazione delle stazioni appaltanti. Nell'articolo 38, rubricato “Qualificazioni delle stazioni appaltanti e delle centrali di committenza”, si evidenzia la mancanza di precise indicazioni sui requisiti di base, sui requisiti premianti e sulle eventuali semplificazioni degli stessi. Inoltre, nulla è detto sulle modalità attuative del sistema di qualificazione della pubblica amministrazione, di strumenti valutativi efficaci, attraverso una formazione adeguata del personale tecnico delle stazioni appaltanti. In conclusione, è per queste ragioni che con questo mio ordine del giorno chiedo al Governo di impegnarsi al fine di prevedere tutte le misure necessarie affinché sia data piena attuazione all'articolo 38 del codice degli appalti, impiegando ed indirizzando personale per qualificare le stazioni appaltanti come previsto dal piano assunzioni annunciato dal decreto-legge, anche nel rispetto della normativa vigente in materia di collocamento obbligatorio. Grazie a lei onorevole De Toma.

PRESIDENTE. L'onorevole Delmastro Delle Vedove ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie Presidente, onorevole sottosegretario, con questo ordine del giorno Fratelli d'Italia tenta di darvi un suggerimento in ordine alle modalità di concorso di assunzione. Noi, allorquando si profilò un Governo dei migliori, qualche dubbio sul fatto che proprio foste i migliori lo avevamo. Non avevamo dubbi sul fatto che vi fosse molta prosopopea e saccenza nell'essere i sedicenti migliori e vi attendavamo sul terreno pratico per verificare quanto foste veramente questi ottimati, questi migliori. Debbo dire che al primo timido vagito del Governo, allorquando venne presentata la squadra, con quel tridente d'attacco - Di Maio, La Morgese, Speranza - anche gli italiani ebbero a vacillare nelle loro certezze sul fatto che foste proprio il Governo dei migliori, e noi lo prendevamo anche in termini un po' canzonatori. In questo caso, però, se è vero come è vero che le assunzioni saranno uno dei perni attorno al quale ruoterà la capacità di concretizzare ed innervare di atti amministrativi la filosofia con cui voi volete affrontare il PNRR per la ripresa italiana, qualche suggerimento, oltre a canzonarvi, ve lo vogliamo dare. Un suggerimento che nasce da una constatazione, o meglio, dalla fotografia di un altro catastrofico fallimento dei sedicenti migliori, perché un concorso sulla base di queste modalità lo avete già fatto. È il cosiddetto concorsone per il Sud: 2.800 posti, assunti 821; vedremo quanti, al momento di prendere il possesso della sede, abbandoneranno o meno.

Tuttavia, in ogni caso, 821 su 2.800: perché? Perché se noi poniamo 36 mesi e chiediamo - come chiediamo - una alta specializzazione (in particolar modo, chiedevamo figure di esperti amministrativi giuridici, esperto in gestione e rendicontazione controllo, esperto tecnico, esperto in progettazione e animazione territoriale, esperto analista informatico), evidentemente immaginavamo, come ha ammesso lo stesso Ministro Brunetta - altro elemento del Governo dei migliori - di rivolgerci più che a dei giovani laureati, a dei professionisti. Ora, lei capisce perché, già solo in questo, su 2.800 posti, siamo riusciti ad assumere 821, perché noi dovremmo, a 1.400 euro al mese per 36 mesi, assumere professionisti esperti. Allora, o la filosofia è completamente diversa e non si cerca più, per definizione, l'esperto da non qualificare, e allora è anche possibile trovare giovani neolaureati - e sarebbe ottimo che si possa prevedere, nonostante i 36 mesi e nonostante i 1.400 euro del concorso nel Sud di tentare quella via -, ma se voi immaginate di recuperare dei professionisti esperti, altamente qualificati, a 36 mesi a 1.400 euro al mese, lei capisce che tutto deflagra. Lo stesso Ministro Brunetta forse non è stato il migliore nel predisporre quel bando ma è stato il migliore degli onesti nel dire che si dovevano rivedere completamente le modalità con cui si facevano questi bandi, salvo poi presentare un decreto sul reclutamento nell'amministrazione pubblica che ricalca esattamente quel bando. Orbene, con l'ordine del giorno di Fratelli d'Italia vi diciamo, da una parte, di immaginare veramente assunzioni per giovani e quindi con titoli decisamente meno specializzati, perché sennò non sono giovani. Dall'altra vi diciamo: ma non può essere una occasione per pescare all'interno della stessa amministrazione, riqualificando all'interno della stessa amministrazione, personale già qualificato? Quindi, vi chiediamo se non sia possibile far partecipare alla procedura di selezione finalizzate alla realizzazione del PNRR, con diritto alla conservazione del posto per l'intera durata del contratto a tempo determinato e mantenimento della posizione economica precedente, anche uomini già nella pancia della pubblica amministrazione. È importante - e termino - andare ad aumentare le fila della pubblica amministrazione: il concorsone del Sud ci ha detto che non le aumentate; il concorso del Sud ci ha detto che non ce la fate. Se volete persone già qualificate, evidentemente potete anche pescare all'interno della pubblica amministrazione, perché se la scommessa è dare concretezza al PNRR, se per caso la scommessa la perdete, la perde l'Italia intera. Allora, questa volta saremo un po' meno canzonatori nei confronti dei sedicenti migliori e cerchiamo di suggerirvi una via di uscita dal pasticcio che i migliori hanno messo in campo e che ha prodotto già una ecatombe col concorsone nel Sud, perché su 2800 persone, solo 821 sono gli assunti (e vedremo quanti prenderanno veramente possesso). Se, in epoca di crisi economica, i migliori non riescono neanche a bandire un concorso, c'è da preoccuparsi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Donzelli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie Presidente. Noi ci stiamo trovando, in questo momento, a convertire in legge questo decreto-legge previsto dal Governo fondamentalmente per andare a rafforzare la pubblica amministrazione nel gestire i fondi che arriveranno dal PNRR, perché, in tutto questo, c'è anche l'esigenza di riuscire a farlo in tempi adeguati, che sono i tempi richiesti.

Qual è il problema? Il problema è che con questo provvedimento non si è risolta una serie di problemi della pubblica amministrazione, anzi si rischia di aumentarli, perché si rischia di aumentare il tema del precariato nella pubblica amministrazione, perché si vanno ad assumere per l'ennesima volta persone a tempo determinato, rinnovabili, quindi creando comunque l'aspettativa nelle persone di avere fondamentalmente trovato il posto pubblico. Non sappiamo, però, se poi ci sarà la possibilità di confermare tutto questo, che cosa accadrà e come si allungheranno quindi le speranze e le comprensibili aspirazioni di giovani e persone preparate, di manager.

Vedo anche che si rilancia, nelle slide di presentazione di questo decreto, il fatto che rappresenti l'occasione per i giovani e per i manager. Tutte queste persone hanno quindi un'alta aspettativa di poter proseguire ed entrare nella pubblica amministrazione, grazie a questa occasione, quando forse il problema che dovremmo avere è migliorare e snellire la pubblica amministrazione, magari in alcuni casi anche diminuire, piano piano, nel tempo la quantità di persone, con il necessario turnover, per riuscire a creare una pubblica amministrazione che riesca a sburocratizzare il rapporto tra pubblico e privato.

Invece, così si incrementano ulteriormente tutti i difetti della pubblica amministrazione e non se ne risolvono le peculiarità. Ovviamente, è necessario riuscire a gestire questi fondi per cui, inevitabilmente, con la pubblica amministrazione così com'è, bisogna trovare un modo per rafforzarla, ma sarebbe stato necessario - come ricordava il collega Walter Rizzetto - lo scorrimento delle graduatorie e sarebbe stato necessario riuscire a trovare dei meccanismi per poter incentivare, come si diceva prima, il turnover. Invece, qui si rischia per l'ennesima volta di creare precari, aspirazioni e di non risolvere i problemi specifici.

Poi - e vengo al tema dell'ordine del giorno - c'è anche il tema di quali settori, di dove queste persone andranno a lavorare. L'ordine del giorno, nello specifico, si occupa del Ministero delle Politiche agricole perché col PNRR arriveranno fondi importanti per l'agricoltura, un settore che è in sofferenza.

Già oggi gli agricoltori, gli imprenditori agricoli hanno dei seri problemi nel rapportarsi con la pubblica amministrazione, perché ha dei tempi lenti nelle risposte, ci sono dei tempi spesso insopportabili nell'erogazione dei contributi richiesti, ci sono tempi e meccanismi farraginosi per poter dialogare con gli enti pubblici. Perché? Quando si chiama il Ministero dicono: perché abbiamo poco personale.

Allora, nel momento in cui, nonostante noi ribadiamo sia necessario snellire, migliorare e sburocratizzare la pubblica amministrazione, andiamo ad assumere nuove risorse per la pubblica amministrazione e comunque, anche se nel modo che noi riteniamo sbagliato, queste risorse e queste persone arrivano, chiediamo che una buona parte sia inserita nel Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, perché altrimenti si rischia di perdere i soldi del PNRR, soprattutto per un settore così nevralgico e importante per la nostra Nazione.

Guardate, trascurare il mondo agricolo vuol dire trascurare il nostro territorio, vuol dire trascurare anche la nostra economia, trascurare il made in Italy, il prodotto, la filiera agroalimentare, trascurare quello che anche il mondo del turismo porta in Italia. Perché molti turisti vengono per le opere d'arte, molti turisti vengono in Italia per il paesaggio ma molti vengono anche perché c'è il buon cibo, il buon vino e perché c'è una situazione importante dell'agroalimentare, che è la conseguenza anche del lavoro dei nostri agricoltori. Noi siamo qui per chiedere con determinazione che questo ordine del giorno venga….

PRESIDENTE. Onorevole Donzelli…

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Sì, chiedo scusa, finisco.

Noi siamo qui a chiedere con questo ordine del giorno che queste risorse, che arriveranno con questa conversione, in buona parte siano investite anche per le assunzioni al Ministero per le Politiche agricole, alimentari e forestali, in deroga ai vigenti vincoli assunzionali e chiediamo di assumere quindi il personale che serve per poter arrivare a dare le giuste risposte al mondo agricolo italiano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È così esaurita la fase dell'illustrazione degli ordini del giorno.

Passiamo ai pareri.

Avverto che, secondo le intese intercorse con i gruppi, la conclusione dell'esame del provvedimento arriverà entro le 22.

Chiedo al Governo di esprimere cortesemente il parere sugli ordini del giorno.

CATERINA BINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Grazie, Presidente. Sull'ordine del giorno n. 9/3243/1 Silvestroni c'è un invito al ritiro o parere contrario; sull'ordine del giorno n. 9/3243/2 Foti il parere è favorevole; sull'ordine del giorno n. 9/3243/3 Albano c'è un invito al ritiro o parere contrario; sull'ordine del giorno n. 9/3243/4 Butti il parere è favorevole a condizione che nell'impegno siano premesse le parole “a valutare l'opportunità di”; sull'ordine del giorno n. 9/3243/5 Caretta il parere è favorevole sugli impegni 1) e 2), a condizione che, nell'impegno 3, siano premesse le parole “a valutare l'opportunità di”; sull'ordine del giorno n. 9/3243/6 Ciaburro il parere è favorevole a condizione che nell'impegno siano premesse le parole “a valutare l'opportunità”; sull'ordine del giorno n. 9/3243/7 Frassinetti c'è un invito al ritiro o parere contrario; sugli ordini del giorno n. 9/3243/8 Montaruli e n. 9/3243/9 Rizzetto il parere è favorevole, a condizione che vengano inserite le parole: “a valutare l'opportunità di”; sull'ordine del giorno n. 9/3243/10 Bucalo il parere è favorevole a condizione che negli impegni a) e c) siano premesse le parole “a valutare l'opportunità di” e sia espunto l'impegno alla lettera b); sugli ordini del giorno n. 9/3243/11 Bignami e n. 9/3243/12 De Toma il parere è favorevole, a condizione che vengano inserite le parole “a valutare l'opportunità di”; sull'ordine del giorno n. 9/3243/13 Donzelli il parere è favorevole a condizione che, dopo l'impegno, siano inserite le parole “compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica”; sugli ordini del giorno n. 9/3243/14 Vinci e n. 9/3243/15 Rachele Silvestri il parere è favorevole, a condizione che vengano inserite le parole “a valutare l'opportunità”; sull'ordine del giorno n. 9/3243/16 Longo il parere è favorevole a condizione che, dopo le parole “a valutare l'opportunità”, siano inserite le parole “compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica”; sugli ordini del giorno n. 9/3243/17 Gemmato, n. 9/3243/18 Meloni e n. 9/3243/19 Mantovani il parere è favorevole; sull'ordine del giorno n. 9/3243/20 Deidda il parere è favorevole a condizione che nell'impegno le parole “ad adottare ogni opportuna iniziativa” siano sostituite con “a valutare le opportunità di adottare ogni idonea iniziativa”; sugli ordini del giorno n. 9/3243/21 Caiata e n. 9/3243/22 Zucconi il parere è favorevole, a condizione che vengano inserite le parole “a valutare l'opportunità di”; sull'ordine del giorno n. 9/3243/23 Cirielli il parere è contrario; sull'ordine del giorno n. 9/3243/24 Ferro il parere è favorevole a condizione che sia espunto il settimo capoverso delle premesse; sull'ordine del giorno n. 9/3243/25 Massimo Enrico Baroni il parere è favorevole; sull'ordine del giorno n. 9/3243/26 Cabras il parere è favorevole, a condizione che vengano inserite le parole “a valutare l'opportunità di”; l'ordine del giorno n. 9/3243/27 Colletti è accolto come raccomandazione con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare gli effetti applicativi delle disposizioni citate al fine di rimuovere o quantomeno limitare in un prossimo provvedimento normativo l'autorizzazione per le amministrazioni impegnate nell'attuazione del PNRR a derogare, fino a raddoppiarli, i limiti percentuali attualmente previsti dalla legge per l'attribuzione di incarichi dirigenziali a soggetti esterni (articolo 19, comma 6) e a prevedere appositi contingenti percentuali per il ricorso a dirigenti di altre amministrazioni (articolo 19, comma 5-bis) ai sensi del testo unico del pubblico impiego”.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 20,45).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 3243.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 3243​)

PRESIDENTE. Prego, sottosegretaria.

CATERINA BINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Sull'ordine del giorno n. 9/3243/28 Corda il parere è favorevole a condizione che vengano inserite le parole “a valutare l'opportunità di”; sull'ordine del giorno n. 9/3243/29 Costanzo il parere è favorevole con la riformulazione “ad incrementare le dotazioni organiche specificamente dedicate alla ricerca in agricoltura poste alle dipendenze del MIPAAF, dei suoi enti vigilati, in particolare il CREA, e di quelle amministrazioni centrali titolari di interventi in materia di sviluppo agricolo e rurale, anche al fine di evitare che le semplificazioni introdotte per lo snellimento delle procedure necessarie alla realizzazione degli interventi del PNRR compromettano il rispetto dei principi di tutela, conservazione e pubblica fruizione del patrimonio agrorurale nazionale”; sull'ordine del giorno n. 9/3243/30 Forciniti il parere è favorevole con la riformulazione “a valutare la possibilità di adottare un piano pluriennale di assunzioni in grado di corrispondere alle esigenze dei giovani ricercatori, prevedendo una quota per le stabilizzazioni”; sull'ordine del giorno n. 9/3243/31 Giuliodori il parere è favorevole a condizione che vengano inserite le parole “a valutare l'opportunità di”; sull'ordine del giorno n. 9/3243/32 Maniero il parere è favorevole a condizione che l'impegno sia riformulato sostituendo le parole “a far sì attraverso ulteriori iniziative normative” con le seguenti: “a valutare l'opportunità di ulteriori iniziative normative volte a prevedere”; sull'ordine del giorno n. 9/3243/33 Paolo Nicolò Romano il parere è favorevole; sull'ordine del giorno n. 9/3243/34 Sapia il parere è favorevole a condizione che, nell'impegno, siano premesse le parole “a valutare l'opportunità, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica”; sull'ordine del giorno n. 9/3243/35 Spessotto il parere è favorevole; sull'ordine del giorno n. 9/3243/36 Testamento c'è un invito al ritiro o parere contrario; sull'ordine del giorno n. 9/3243/37 Trano il parere è favorevole a condizione che nell'impegno siano premesse le parole “a valutare l'opportunità, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica”; sull'ordine del giorno n. 9/3243/38 Vallascas il parere è favorevole; sull'ordine del giorno n. 9/3243/39 Leda Volpi il parere è favorevole a condizione che nell'impegno siano premesse le parole “a valutare l'opportunità di” e che siano sostituite le parole “dei suoi organismi periferici” con “degli enti parco, delle autorità di bacino”.

L'ordine del giorno n. 9/3243/40 Trancassini è accolto come raccomandazione; sull'ordine del giorno n. 9/3243/41 Russo c'è un invito al ritiro o parere contrario; ordine del giorno n. 9/3243/42 Rotelli, parere favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare, di fronte alle sfide del PNRR, l'opportunità di adottare iniziative volte al rafforzamento di AgID e del Piano triennale per l'informatica nella pubblica amministrazione, anche potenziando la pianta organica dell'Agenzia per l'Italia digitale”; sull'ordine del giorno n. 9/3243/43 Galantino c'è un invito al ritiro o parere contrario; sull' ordine del giorno n. 9/3243/44 Bellucci, parere favorevole; sull'ordine del giorno n. 9/3243/45 Varchi, invito al ritiro o parere contrario; ordine del giorno n. 9/3243/46 Maschio, invito al ritiro o parere contrario; ordine del giorno n. 9/3243/47 Prisco, parere favorevole, a condizione che vengano inserite le parole: “a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno n. 9/3243/48 Lucaselli, parere favorevole a condizione che vengano inserite le parole: “a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno n. 9/3243/49 Mollicone, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare iniziative, anche di carattere normativo, volte a garantire la valorizzazione delle Accademie statali di Belle arti, rafforzandone l'autonomia ed i profili di ricerca sul modello universitario”; ordine del giorno n. 9/3243/50 Osnato, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/3243/51 Delmastro Delle Vedove, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/3243/52 Rampelli, parere favorevole a condizione che siano espunti i primi quattro impegni e che nel quinto siano premesse le parole “a valutare l'opportunità di” e sia eliminata la parola “private”; ordine del giorno n. 9/3243/53 Sodano, parere favorevole.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/3243/54 Lollobrigida, è inammissibile.

Colleghi, anche nel rispetto dei 20 minuti di preavviso che abbiamo dato, proverei a vedere se, con riferimento agli ordini del giorno su cui è stato espresso un parere favorevole o che sono stati accolti come raccomandazione, nel frattempo, vengano accolte le riformulazioni e le raccomandazioni. Così ci portiamo avanti sul lavoro.

Sull'ordine del giorno n. 9/3243/2 Foti vi è parere favorevole.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Presidente, chiediamo 5 minuti per valutare le riformulazioni.

PRESIDENTE. Sospendiamo 10 minuti, per valutare le riformulazioni.

La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 20,50, è ripresa alle 21.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Cortesemente colleghi, lasciamo i banchi del Governo liberi. Iniziamo con gli ordini del giorno.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Prego.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Per comunicarle, come aveva chiesto prima della sospensione, che il gruppo di Fratelli d'Italia accetta, dopo averle vagliate, le riformulazioni e chiede invece di passare all'esame degli ordini del giorno sui quali è stato espresso parere contrario.

PRESIDENTE. La ringrazio. Proviamo ora a capire se il collega Longo, con l'ordine del giorno n. 16 accetta la riformulazione: mi sembra di sì, la ringrazio. Chiedo anche ai colleghi de L'Alternativa c'è se accettano le riformulazioni: non le accettate, allora procederemo a votarle.

Trasmissione dal Senato di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissioni in sede referente.

PRESIDENTE. La Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è stato assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alle Commissioni riunite IX (Trasporti) e XI (Lavoro):

S. 2329. – “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 20 luglio 2021, n. 103, recante misure urgenti per la tutela delle vie d'acqua di interesse culturale e per la salvaguardia di Venezia, nonché disposizioni urgenti per la tutela del lavoro” (Approvato dal Senato) (3257) – Parere delle Commissioni I, II, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VII, VIII, X, XIII e XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto al comma 1 del predetto articolo 96-bis, è altresì assegnato al Comitato per la legislazione.

Sospendiamo la seduta per altri tre minuti per consentire il decorso dei termini di preavviso previsti dal Regolamento.

La seduta, sospesa alle 21,03, è ripresa alle 21,05.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Modifica nella composizione della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere.

PRESIDENTE. Comunico che in data odierna il Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, la deputata Michaela Biancofiore.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 3243.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 3243​)

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3243/1 Silvestroni, con parere contrario. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3243/1 Silvestroni.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1)

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3243/3 Albano.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Ricordo i pareri contrari: stiamo votando solo gli ordini del giorno con parere contrario.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2)

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3243/7 Frassinetti.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3)

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3243/23 Cirielli.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4)

Ordine del giorno n. 9/3243/25 Massimo Enrico Baroni: parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3243/26 Cabras: vi è una riformulazione. Viene accettata? No.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3243/26 Cabras, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5)

Ordine del giorno n. 9/3243/27 Colletti, accolto come raccomandazione, con riformulazione: viene accolta? No.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3243/27 Colletti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Ordine del giorno n. 9/3243/28 Corda: accoglie la riformulazione? No.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3243/28 Corda, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Ordine del giorno n. 9/3243/29 Costanzo: non viene accolta la riformulazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3243/29 Costanzo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3243/30 Forciniti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3243/31 Giuliodori, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3243/32 Maniero, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Sull'ordine del giorno n. 9/3243/33 Paolo Nicolò Romano, il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3243/34 Sapia, c'è una riformulazione che non viene accolta.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3243/34 Sapia, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Sull'ordine del giorno n. 9/3243/35 Spessotto, il parere è favorevole.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3243/36 Testamento, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Sull'ordine del giorno n. 9/3243/37 Trano, c'è una riformulazione che non viene accolta.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3243/37 Trano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Sull'ordine del giorno n. 9/3243/38 Vallascas, il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3243/39 Leda Volpi, c'è una riformulazione che non viene accolta.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3243/39 Leda Volpi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3243/41 Giovanni Russo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3243/43 Galantino, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3243/45 Varchi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3243/46 Maschio, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3243​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare il collega Angiola. Ne ha facoltà.

Colleghi, silenzio, consentiamo di svolgere le dichiarazioni di voto, che. Immagino. saranno coerenti con l'accordo raggiunto. Prego, collega Angiola.

NUNZIO ANGIOLA (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente. Cari colleghi, noi di Azione-+Europa voteremo a favore di questa conversione in legge. Con la conversione in legge alla Camera del decreto-legge n. 80 del 2021 sul reclutamento del personale nella PA, facciamo un altro passo avanti verso il nobilissimo obiettivo di potenziare e valorizzare le risorse umane nella pubblica amministrazione, che sono state, sono e sempre saranno uno dei pilastri su cui deve poggiare ogni progetto di cambiamento del Paese.

PRESIDENTE. Colleghi, così non rendiamo i lavori più semplici. Onorevole Angiola, prego.

NUNZIO ANGIOLA (MISTO-A-+E-RI). Alcuni dei punti cardinali su cui si fonda il decreto sono quelli del merito, della trasparenza, del monitoraggio e della valutazione. Non dobbiamo mai rinunciare all'idea che si tratti di autentiche parole d'ordine, cui la PA si deve in eterno ispirare. E questo ragionamento vale tanto per le persone, che da maggiore o minore tempo già operano nella PA, quanto per quelle che ne entreranno a far parte grazie alle numerose nuove assunzioni che sono state programmate.

Alle pubbliche amministrazioni centrali e locali viene assicurata un'ampia possibilità di scelta di procedure per assumere rapidamente i profili necessari a realizzare i progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza: dai contratti di apprendistato per i più giovani, ai concorsi rapidi e digitali per i contratti a tempo determinato. Abbiamo previsto nuove procedure trasparenti e rigorose per gli incarichi ai professionisti. Molto interessante è la procedura che intendiamo utilizzare per le figure ad alta specializzazione, ossia chi possiede un dottorato, un master o un'esperienza almeno triennale in organismi italiani, internazionali e dell'Unione europea.

Un occhio di riguardo abbiamo riservato anche all'alleggerimento degli attriti e delle rigidità che ostacolavano i vari percorsi di carriera. Si tratta di un intervento legislativo coordinato, che spazia da nuove norme in materia di mobilità e formazione, fino al superamento dei tetti al salario accessorio, per spingere la componente retributiva che è legata alla produttività.

Ottima anche l'idea di istituire il portale del reclutamento per l'inserimento dei curriculum, un'autentica rivoluzione che noi di Azione-+Europa abbiamo condiviso sin dall'inizio per il reclutamento del personale riguardante il PNRR e poi, al momento opportuno, per tutti i concorsi della pubblica amministrazione.

Annuncio il voto favorevole della componente Azione-+Europa alla conversione, con modificazioni, del decreto-legge 9 giugno 2021, n. 80, recante misure urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle pubbliche amministrazioni, funzionale all'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e per l'efficienza della giustizia. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Grazie a lei, anche per questo ricordo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Lupi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, Presidente. Nel dichiarare il voto favorevole e convinto di Noi con l'Italia e nel chiedere l'autorizzazione alla consegna dell'intervento, rivolgiamo un grandissimo appello al Ministro della Funzione pubblica affinché basta smart working nella pubblica amministrazione, tornino tutti i funzionari e i dipendenti della pubblica amministrazione a stare a contatto con i cittadini, visto che c'è anche il green pass. Grazie, voto favorevole.

PRESIDENTE. Grazie a lei, onorevole Lupi, l'autorizzazione naturalmente è concessa.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Fusacchia. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO FUSACCHIA (M-MAIE-PSI-FE). Grazie, Presidente. Nel rispetto degli accordi, sarò brevissimo, volevo dire solo due cose, approfittando della presenza anche del Ministro Brunetta. La prima è che noi ovviamente, in questi mesi, sempre più saremo concentrati sul PNRR. Anche quando parliamo di assunzioni, la mente va subito lì, l'azione politica e legislativa e del Governo va subito lì, ma noi, grazie allo sblocco del turnover, abbiamo decine e decine di migliaia di assunzioni da fare. Quindi, la prova del funzionamento delle misure che stiamo adottando non sarà nella riorganizzazione di questo o quell'ufficio di un Ministero, ma sarà come noi potenzieremo l'ultimo comune d'Italia.

La seconda e ultima cosa che voglio dire, Presidente, è che noi facciamo le leggi e poi, ovviamente, ci ricordiamo che la parte delicata sta nell'attuazione, perché l'attuazione dipende dalla pubblica amministrazione, e quindi da come la riorganizziamo e da come facciamo i concorsi, le modalità con cui li svolgiamo, la velocità con cui li facciamo.

Qui siamo nel metaprovvedimento, siamo nel provvedimento sulla pubblica amministrazione che, a sua volta, ha una parte di attuazione delicata, e quindi la raccomandazione e l'auspicio che faccio e che facciamo come FacciamoEco è molto semplice: ci sono tante buone esperienze già consolidate nel Paese di tante amministrazioni che hanno fatto veloci e bene le assunzioni. Tre organizzazioni, che sono il Forum PA, il Forum Disuguaglianze Diversità e Movimenta hanno costruito un vademecum e spero e vivamente invito il Ministro e tutto il Governo a farne tesoro, perché c'è il racconto di tanta buona amministrazione e di tanti buoni concorsi pubblici realizzati negli ultimi anni in Italia, che sarà un pezzo fondamentale per attuare concretamente e bene questa misura e questo decreto, che ci servirà poi per tutti gli altri provvedimenti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Signor Presidente, colleghi, quest'oggi pomeriggio è intervenuta in dichiarazione di voto la collega De Lorenzo per il nostro gruppo. Ha già illustrato le ragioni che ci portano convintamente a votare a favore di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Berardini. Ne ha facoltà.

FABIO BERARDINI (CI). Grazie, Presidente, solo per annunciare il voto favorevole del gruppo Coraggio Italia e per chiedere l'autorizzazione al deposito del testo della mia dichiarazione di voto (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia) .

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Berardini, può senz'altro depositare.

Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Alessandro. Ne ha facoltà.

CAMILLO D'ALESSANDRO (IV). Grazie, Presidente. In coerenza con l'accordo assunto, noi esprimiamo il nostro giudizio esattamente in quattro parole: noi votiamo a favore (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). Presidente, la ringrazio. Se possibile, mi prenderei qualche minuto per cercare, almeno in dichiarazione di voto, di spiegare quanto Fratelli d'Italia ha cercato di fare in questi giorni; probabilmente siamo stati anche impossibilitati, seppur dopo siamo ritornati nelle Commissioni riunite, nel fare sino in fondo il nostro lavoro in pancia ed in seno ad un decreto che poteva offrire molte possibilità rispetto a quanto effettivamente oggi si vive nella pubblica amministrazione. Purtroppo, è stata una mezza occasione persa, e la mezza occasione persa, Presidente, va in scena, con un colpo di scena, ricordato oggi dai colleghi Delmastro Delle Vedove e altri colleghi di Fratelli d'Italia, rispetto al concorso “Coesione” che c'è stato nel Mezzogiorno d'Italia, laddove si dovevano fondamentalmente assumere 2.800 tecnici. Ma si sono presentati in pochi a quella fase concorsuale, probabilmente perché non si sono fidati del concorso stesso, non si sono fidati delle modalità, non si sono fidati di quanto poteva offrire una possibilità loro data in pancia alla pubblica amministrazione. Diciamo che a scendere sul piede di guerra sono stati soprattutto i trentenni, sono state le nuove leve della pubblica amministrazione, che, evidentemente, hanno ritenuto praticamente impossibile superare la prova preselettiva.

Allora, Ministro, dandole una discreta e più che sufficiente apertura in termini di intenti rispetto a quanto evidentemente stiamo vivendo, io le dico che il merito, rispetto a coloro che, per anni, si sono preparati, coloro che per anni hanno studiato, coloro che hanno superato anche altri concorsi, all'interno della pubblica amministrazione non scade e serve essere uguali alla partenza. Oggi non sono uguali, queste persone, alla partenza, perché un giovane con una laurea, ad esempio, da 110 e lode, che viene valutata, rispetto alle prove concorsuali, 0,1 punti, non potrà mai farcela, non potrà mai competere con una persona che già da anni lavora nella pubblica amministrazione e il cui servizio viene valutato per ogni anno - per ogni anno - quanto 10 lauree con lode, in spregio, tra l'altro, a quello che fondamentalmente è un diritto che sancisce, in termini di principi fondamentali, la nostra Carta costituzionale, ovvero sostituire la prova preselettiva con la valutazione dei titoli ed eventualmente addirittura con l'esperienza professionale non è più un garantismo nei confronti di tutti coloro che dovrebbero avere delle chance uguali alla partenza per poter dimostrare il proprio valore e il proprio merito. È l'ennesima occasione persa, un'ennesima occasione mancata rispetto alla gestione sostanziale dei soldi del PNRR, senza apportare modifiche strutturali che servono alla macchina pubblica. Tempo determinato, stipendi da 1.300-1.400 euro lordi al mese per 36 mesi, in un momento, in un periodo in cui la pubblica amministrazione ha fatto scudo importante - e, quindi, va dato merito alla pubblica amministrazione - rispetto a un'emergenza sanitaria, laddove hanno garantito, tutti o quasi tutti, degli standard molto elevati. Abbiamo citato, molto spesso, un termine: lo scorrimento delle graduatorie, che è ancora un qualcosa che, ad oggi, in Italia manca. Ci sono vincitori e idonei di concorso che non possono avere possibilità, oggi, rispetto alla pubblica amministrazione - e sono anni che lo diciamo, sono anni che battagliamo e che battaglio su questo tema - perché lo scorrimento delle graduatorie è evidentemente bloccato. Sarebbe stato troppo bello e troppo saggio vedere un meccanismo strutturale di premialità interna alla pubblica amministrazione, chiaramente strutturato nelle more di quanto poteva fare la politica. La transitorietà, la concertazione e la condivisione vengono di fatto accantonate, come mi hanno ricordato qualche ora fa, per far posto all'imposizione legislativa.

Quindi, Presidente e Ministro, oltre al sottosegretario, noi andiamo evidentemente a rimarcare quello che manca oggi e che probabilmente ci sarà, non lo sappiamo: manca, su stimolo dell'ANCI, un numero congruo di tecnici per quanto riguarda la gestione dell'ecobonus nei comuni. Sono stati stanziati 10 milioni di euro; 10 milioni di euro corrispondono a 350 nuovi tecnici, ma per più di 8.000 comuni italiani. Manca, per quanto riguarda l'INPS, ad esempio, che è pubblica amministrazione, una norma – anzi, un obbligo per l'INPS - rispetto all'internalizzazione dei call center e rispetto al fatto che deve utilizzare, il presidente Tridico, la clausola sociale per quanto riguarda questi lavoratori. Mancano ancora, anche se c'è un accenno e c'è qualcosa in molti comuni italiani, i segretari comunali, che oggi, ad esempio con lo scorrimento, sarebbero stati a disposizione. Manca una stabilizzazione rispetto al precariato della scuola, per poter garantire continuità e funzionalità del sistema.

Tanto per ricordare una canzone che va molto in voga nelle ultime ore: lei ha risolto un problema, Ministro, ma ne restano, purtroppo, mille. L'articolo 51 della Costituzione recita che tutti i cittadini, dell'uno o dell'altro sesso, possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti per legge: siamo fuori dal dettato costituzionale. Con l'insediamento di un nuovo Governo eravamo fiduciosi, avevamo auspicato l'ingresso di giovani preparati e motivati nel settore pubblico, al fine anche di svecchiare, attraverso un turnover importante, il personale - tra i più anziani d'Europa, tra l'altro - ma le promesse e le premesse sono state disattese. Ciò che oggi si va a cercare, purtroppo, è un giovane con esperienza, che è un ossimoro di partenza.

Preannunciando il voto di astensione del gruppo di Fratelli d'Italia, ricordiamo e auspichiamo al Ministro Brunetta che questa è probabilmente soltanto una prima fase di quella che lui vuole chiamare riforma. Diamo un minimo di apertura di credito, ma ci aspettiamo e ci attendiamo che nella prossima legge di stabilità qualche soddisfazione in più per gli under 30, per i laureati per i giovani che vogliono inserirsi in questo percorso ci possa essere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cattaneo. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO CATTANEO (FI). Grazie, Presidente. Nel rispetto degli accordi intercorsi, non mi dilungo. Quindi, annuncio il voto favorevole del gruppo di Forza Italia e, nell'annunciarlo, però, mi permetta anche di ringraziare il lavoro dei colleghi: il relatore Paolo Zangrillo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e i colleghi che sono intervenuti prima. Poi, davvero, lo faccio con convinzione, interpretando il sentimento di tutti i colleghi, un grande grazie a colui che da anni si batte per una pubblica amministrazione più efficiente, più moderna, più al servizio del cittadino: grazie, Ministro Brunetta; grazie Renato da parte del gruppo di Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente); il lavoro continua, c'è ancora tanto da fare, ma questo è un tassello veramente prezioso e importante (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Raciti. Ne ha facoltà.

FAUSTO RACITI (PD). Sì, Presidente anche io, in estrema sintesi - mi conosce, sa che non scherzo quando lo dico - voglio solo esprimere a nome del Partito Democratico il più sincero apprezzamento per il lavoro fatto, attraverso questo provvedimento, dal Ministro e per l'inversione di tendenza importante che questo provvedimento segna rispetto ad una storia lunga, che ha visto fare la pubblica amministrazione un po' l'ancella delle preoccupazioni della politica e del Parlamento. Per cui, per queste ragioni annuncio il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bordonali. Ne ha facoltà.

SIMONA BORDONALI (LEGA). Grazie, Presidente. Anch'io sarò brevissima, ringraziando il Ministro e ricordando che questo provvedimento ci è stato chiesto dall'Europa per poter accedere alle risorse del PNRR, però io ritengo che, prima dell'Europa, questo provvedimento ci è stato chiesto dai cittadini, che da tempo aspettavano una riforma di questo tipo. Quindi esprimo il voto favorevole della Lega e consegno la mia relazione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pallini. Ne ha facoltà.

MARIA PALLINI (M5S). Grazie, signor Presidente, dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle e chiedo l'autorizzazione a depositare il testo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Certamente può depositarlo. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Zangrillo per un ringraziamento. Ne ha facoltà.

PAOLO ZANGRILLO, Relatore per la XI Commissione. Grazie Presidente, poche parole. Io voglio ringraziare intanto tutti i colleghi dell'Aula, perché sono stati due giorni intensi, difficili, però due giorni importanti; due giorni importanti perché anche dalle opposizioni - che ringrazio - abbiamo avuto degli spunti importanti di riflessione. Voglio ringraziare i colleghi delle Commissioni, il relatore della I Commissione, per l'intenso lavoro che abbiamo svolto in queste due giornate. Vorrei ribadire un'osservazione che ho espresso ieri alla fine della discussione generale: purtroppo questo provvedimento ha subito i tempi del decreto e probabilmente avrebbe meritato, invece, una discussione più ampia. Però credo che abbiamo fatto un passo molto importante per garantire una governance corretta al Piano nazionale di ripresa e resilienza e, in questo, voglio ringraziare per il contributo determinante dato dal Ministro, professor Brunetta, per realizzare questo importante decreto.

PRESIDENTE. Grazie onorevole Zangrillo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ceccanti per un brevissimo ringraziamento. Ne ha facoltà.

STEFANO CECCANTI, Relatore per la I Commissione. Grazie Presidente, nell'associarmi al collega Zangrillo faccio a tutti voi e alle vostre famiglie gli auguri per le vacanze (Applausi). Speriamo di ritrovarci alla ripresa con strumenti e tempi più fisiologici. Grazie.

PRESIDENTE. C'è un intervento sull'ordine dei lavori da parte del presidente Lollobrigida. Prego.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Presidente, io volevo ringraziare i colleghi, i presidenti dei gruppi e tutti i gruppi per aver accolto la richiesta di Fratelli d'Italia di poter conoscere i contenuti di un decreto particolare, perché incide sulla vita delle imprese, dei cittadini, molti dei quali stanno aspettando di conoscere il contenuto del decreto appena approvato dal Governo. In altri tempi, su decreti così delicati ci sarebbe stato un confronto ampio tra le forze politiche, anche di opposizione, per capire prima come costruire delle soluzioni onde evitare polemiche che potrebbero solo danneggiare l'economia della nostra Nazione. Chi è esperto di Aula, chi ha vissuto altri periodi della storia repubblicana sa che questo percorso virtuoso porta spesso a eliminare criticità e a eliminare non tanto il confronto d'Aula, che alla fine rende utile il Parlamento, ma eliminare quei problemi di comunicazione, quelle polemiche che possono essere superate. In passato era così; c'eravamo abituati a conoscere troppo dai social, dalla stampa e poco, invece, all'interno delle Aule parlamentari. Per questo, ringrazio in particolare il Ministro Brunetta, che si è prestato, nonostante non sia sua competenza specifica, per questa sera, per poter permettere alla XII Commissione di affrontare un tema così delicato; il Parlamento conoscerà, prima probabilmente dei giornalisti, in maniera piuttosto dettagliata per quello che sarà possibile, le risposte da dare ai tanti cittadini che in queste ore, a ogni parlamentare, a ogni rappresentante delle istituzioni, stanno chiedendo che cosa accadrà domani. Il riferimento è ai cittadini del Lazio, che hanno visto hackerare il sito della regione Lazio, che vorrebbero capire, pur volendosi vaccinare, se avranno o non avranno diritto a una moratoria; insomma, sono questioni che penso possano interessare tutti i colleghi. Non c'era da parte nostra nessuna velleità ostruzionistica rispetto a un decreto su cui il collega Rizzetto ha già annunciato il voto di astensione. È evidente che pur non essendo soddisfatti completamente, è comunque un inizio e non ci potevamo aspettare che questo lavoro, fatto dal Ministro Brunetta, che purtroppo oggi governa in un Governo che non può andare d'accordo su tutto. Quindi, senza alcuna polemica, rinnovo il ringraziamento per aver accolto una proposta che risponde a una precisa questione che pone Fratelli d'Italia, ma io credo che possa invece andare incontro a una esigenza che dovrebbe essere ribadita dall'intero Parlamento per avere una dialettica tra Governo e Istituzione parlamentare che si ricollochi nel verso giusto, che la nostra Costituzione prevede (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Lollobrigida, ringrazio anch'io il suo gruppo e tutti i gruppi per aver trovato questa sintesi, che mi sembra assolutamente utile per il lavoro di questo Parlamento e per gli impegni che abbiamo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Angiola. Sto per indire la votazione, onorevole: su cosa?

NUNZIO ANGIOLA (MISTO-A-+E-RI). Presidente, sull'ordine dei lavori, perché abbiamo appena appreso che il consiglio comunale del comune di Foggia……

PRESIDENTE. Questo è un intervento di fine seduta. Al termine della votazione le darò la parola.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 3243​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3243: S. 2272 - "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 giugno 2021, n. 80, recante misure urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle pubbliche amministrazioni funzionale all'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e per l'efficienza della giustizia" (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Colleghi colgo anch'io l'occasione, a nome della Presidenza e anche dei miei colleghi, di augurare a tutti buone ferie a voi e alle vostre famiglie. Ci rivediamo tra pochi giorni, peraltro. Vorrei anche ringraziare tutti i collaboratori parlamentari e gli Uffici che ci hanno aiutato in quest'anno particolarmente difficile e complicato.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 20) (Applausi).

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Angiola. Ne ha facoltà.

NUNZIO ANGIOLA (MISTO-A-+E-RI). Presidente, in verità intendevo chiedere al Governo di venire a riferire in Aula su una questione molto importante.

PRESIDENTE. Colleghi, inviterei a maggior silenzio in maniera da consentire ai nostri colleghi di svolgere gli interventi di fine seduta, in particolare al collega Angiola che sta riferendo su una questione importante.

NUNZIO ANGIOLA (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente. Abbiamo appena appreso che il consiglio comunale del comune di Foggia è stato sciolto per infiltrazioni mafiose. Si tratta del secondo comune capoluogo di provincia in Italia dopo Reggio Calabria e il quinto in provincia di Foggia dopo Monte Sant'Angelo, Mattinata, Manfredonia e Cerignola. Con la riforma della geografia giudiziaria del 2012, Presidente, nel circondario del tribunale di Foggia, che ha un bacino di utenza di 700.000 abitanti, sono stati soppressi un tribunale, quello di Lucera, e altre sei sedi giudiziarie. I procedimenti pendenti presso il tribunale di Foggia sono aumentati dell'80 per cento. Noi riteniamo, Presidente, cari colleghi, che non sia garantito il diritto di accesso alla giustizia in Capitanata e che la gente finisce col non denunciare.

Per questo intendevo fare un intervento sull'ordine dei lavori, perché la Ministra Cartabia ci venga a riferire in Aula per farci sapere se la desertificazione giudiziaria sia stata una delle concause di questa disastrosa situazione oppure la causa principale e scatenante di questa disastrosa situazione.

PRESIDENTE. Senz'altro la sua richiesta verrà riferita al Governo che era presente anche in Aula e l'ha ascoltata.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Sarno. Prego.

GIANFRANCO DI SARNO (M5S). Grazie, Presidente. In queste ore sono oltre 800 gli interventi che hanno impegnato i Vigili del fuoco, la Protezione civile e gli uomini delle Forze dell'ordine per domare gli incendi boschivi, soprattutto nelle regioni meridionali. Hanno ripreso a bruciare purtroppo anche il Vesuvio e il Monte Somma e le fiamme hanno distrutto diversi ettari di vegetazione, tra cui la zona Cupa Maresca già fortemente colpita dagli incendi del 2017. Non bisogna assolutamente abbassare la guardia per individuare i responsabili e punirli severamente, perché gli incendi non scoppiano quasi mai in automatico ma di questa natura sono quasi tutti colposi. In queste ore, oltre 50 comuni individuati tra i più a rischio al fenomeno roghi sono oggetto di un forte monitoraggio ed è per questo motivo che voglio ringraziare i Vigili del Fuoco, la Protezione civile e le Forze dell'ordine che molto spesso, per arginare i roghi, stanno lavorando anche fuori dai turni di lavoro. Grazie di cuore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ascari. Prego

STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Fuori da Palazzo Montecitorio da diversi giorni c'è un presidio di madri: si parla di mamme che stanno denunciando l'ingiusto allontanamento dei loro figli. Parliamo di bambini e bambine che si trovano oggi in comunità familiari, case famiglia e famiglie affidatarie, di fatto lontano dai loro genitori. Il grido di queste mamme va ascoltato e soprattutto la denuncia che fanno nei confronti di un sistema di tutela minori che presenta sempre più spesso falle evidenti, come è evidente che il sistema di tutela minori e il sistema affidi oggi è al centro di una Commissione d'inchiesta e di una proposta di legge incardinata in Commissione giustizia.

Io ho incontrato personalmente queste mamme, ho ascoltato le loro storie: sono storie di sofferenza e di dolore, è il peggior incubo che possa capitare ad un genitore vedere allontanato il proprio bambino. Ho cercato di portare le loro storie all'interno del Parlamento attraverso una proposta di legge, attraverso interrogazioni ai Ministeri di competenza per ottenere le risposte dovute.

Chiudo Presidente, dicendo che abbraccio l'appello di queste mamme, il loro grido di aiuto e mi appello ai Ministri che sono stati interpellati - la Ministra della Giustizia, il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, la Ministra per le Pari opportunità e la Famiglia -, affinché incontrino queste mamme, ascoltino le loro storie, parlino con loro, perché le istituzioni non possono distogliere lo sguardo e guardare altrove e non possono rimanere indifferenti di fronte a tutta questa sofferenza. Sono convinta che questo appello sarà accolto favorevolmente. Voglio dire a queste mamme, a queste donne, che non sono sole e che, da parte mia e di tanti colleghi e colleghe, c'è il massimo supporto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Ascari.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Lunedì 6 settembre 2021 - Ore 10:

1. Discussione sulle linee generali del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 23 luglio 2021, n. 105, recante misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19 e per l'esercizio in sicurezza di attività sociali ed economiche. (C. 3223​)

La seduta termina alle 21,45.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: MAURIZIO LUPI, FABIO BERARDINI, ALESSANDRO CATTANEO E MARIA PALLINI (A.C. 3243​)

MAURIZIO LUPI (M-NCI-USEI-R-AC). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 3243​). Signor Presidente, Onorevoli colleghi. Il provvedimento che stiamo per votare introduce misure urgenti la cui finalità è rafforzare la capacità amministrativa delle pubbliche amministrazioni e l'efficienza dell'amministrazione della giustizia. Tutto questo, evidentemente, al fine di sostenere e garantire una corretta governance per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Il "decreto Reclutamento" è l'ultimo tassello, è l'ultimo passaggio di una serie di misure che sono state introdotte per garantire alle pubbliche amministrazioni la possibilità di affrontare adeguatamente la sfida per lo svolgimento delle attività di propria competenza, sempre in ragione della realizzazione del PNRR.

ln questo senso va richiamato, innanzitutto, un primo passo, compiuto nel mese di aprile con il decreto-legge n. 44, che introduce misure volte a semplificare le procedure per i concorsi pubblici al fine di ridurre, di efficientare e di rendere più chiaro il timing del reclutamento del personale, e tutto questo anche per recuperare i ritardi che si sono accumulati nel periodo pandemico. A questa misura ha fatto seguito, la settimana scorsa in Senato, l'approvazione del cosiddetto "decreto Semplificazioni", un decreto che ha inteso definire un quadro normativo di riferimento per la realizzazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, del Piano nazionale per gli investimenti complementari al PNRR e del Piano nazionale integrato per l'energia e il clima.

Con il decreto in esame, il cosiddetto "decreto Reclutamento", completiamo una costruzione che, come dicevo, si poggia sostanzialmente su tre pilastri: il primo pilastro è la progettazione della governance del PNRR; il secondo pilastro è quello della semplificazione normativa; infine, quest'ultimo pilastro, il piano di reclutamento, anche se, in realtà, non rendiamo giustizia a questo provvedimento, parlando semplicemente di reclutamento, perché è un provvedimento molto più complesso inteso a garantire anche una corretta valorizzazione del capitale umano impiegato nella pubblica amministrazione. Quindi, si tratta di tre tessere di un medesimo mosaico finalizzate a garantire un quadro normativo appropriato, un modello di gestione smart, un modello di gestione efficace e soprattutto la disponibilità, in tempi corretti e in tempi adeguati, delle competenze, delle esperienze e delle expertise che sono necessarie per garantire una corretta governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Andando più nello specifico del provvedimento in esame oggi in Assemblea, diciamo che esso richiama il tema più generale della riforma della pubblica amministrazione, prevista, peraltro, nel Piano nazionale di ripresa e resilienza. Un provvedimento che costituisce, evidentemente, una milestone fondamentale per il processo di rilancio del nostro Paese nella fase post-pandemica. Il nostro obbiettivo rispetto al tema su cui il decreto interviene è quello in primo luogo di ridare lustro a un settore lavorativo oggi spesso preda di pregiudizi, che in alcuni casi risultano fondati, intaccando la reputazione del pubblico impiego. Anche durante la pandemia, sappiamo bene chi si è profuso in un impegno straordinario, chi ha fatto il proprio lavoro, ma anche chi ha provocato gravi disservizi, proprio in quei mesi in cui le imprese e i cittadini versavano in condizione di difficoltà. Occorre che il servizio pubblico possa riprendere possesso del valore del proprio titolo, senza scadere negli episodi vergognosi che le cronache dell'ultimo anno hanno riportato troppo spesso. Anche lo smart working, introdotto per tutelare i lavoratori dai rischi della pandemia, è divenuto per alcuni la scusa per non adempiere ai propri doveri professionali, gettando discredito su quanti invece non hanno fatto mancare il proprio prezioso contributo. Per questo è importante l'introduzione di parametri che possano misurare e valutare con maggiore precisione la qualità dei servizi forniti ai cittadini.

La pubblica amministrazione è il più grande datore di lavoro del nostro Paese: vi sono impiegati 3,2 milioni di dipendenti e, quindi, è chiaro che è strategico garantire ai dipendenti un adeguato piano inteso intanto a rafforzare il sistema di competenze del personale. Voglio ricordare che noi stiamo vivendo, come il resto del mondo, la transizione digitale, quindi una quarta rivoluzione industriale che ha completamente modificato lo scenario organizzativo delle aziende e, quindi, anche dell'organizzazione della pubblica amministrazione. Per cui, dobbiamo preoccuparci, innanzitutto, di restituire ai dipendenti pubblici tutte quelle skill che servono per poter presidiare il nuovo mondo. Poi, al tempo stesso, è necessario garantire l'immissione nella pubblica amministrazione di nuove competenze, di nuove esperienze capaci di accompagnare virtuosamente la realizzazione del Piano.

Ecco, quindi, perché dico che non è soltanto un "decreto Reclutamento". È un provvedimento che si preoccupa certamente di dotare la pubblica amministrazione di competenze adeguate, ma è un piano anche inteso a restituire alla pubblica amministrazione un modello di gestione e un modello di governance che, in qualche modo, vuole modificare la narrazione che oggi si ha sulla pubblica amministrazione. Oggi spesso ricorre un richiamo alla pubblica amministrazione come una sorta di ripiego, di ammortizzatore sociale. ln realtà, noi dobbiamo mirare a un sistema dove la pubblica amministrazione è, invece, un sostegno fondamentale per lo sviluppo del Paese. Occorre restituire alla pubblica amministrazione capacità attrattiva verso le giovani generazioni, così che anche i neolaureati percepiscano il settore pubblico come un servizio nobile e intento a esercitare una grande responsabilità nei confronti di tutti i cittadini. Il datore di lavoro Stato deve cercare di perseguire la qualità di un datore di lavoro attraente, capace di offrire un contesto lavorativo idoneo ad accogliere le persone migliori. È questo il motivo per il quale non parliamo soltanto di reclutamento ma parliamo di governance e di gestione del capitale umano, perché l'altro aspetto rilevante, importante di questo decreto, è l'intesa a valorizzare il merito, a definire e a sottolineare il contenuto del merito, quindi la possibilità che i dipendenti della pubblica amministrazione siano consapevoli del fatto che il loro datore di lavoro si preoccupa di valutare le performance e di premiare i migliori.

Come ho già avuto modo di dire, la pubblica amministrazione costituisce una componente essenziale per l'attuazione del PNRR. Il processo di riforma del settore sarà dunque messo alla prova già nei prossimi mesi, mentre l'Italia affronterà una delle fasi più delicate della propria storia recente. Auguriamoci dunque che tutto il settore sia cosciente dell'importanza del compito che si trova davanti e che tutti i dipendenti del servizio pubblico siano pronti a fare la propria parte. Solo se metteremo da parte le invidie e le polemiche di parte, non solo tra partiti ma anche tra categorie e settori professionali, puntando a unire le forze e a rispondere con impegni ai doveri a cui siamo chiamati, potremo aprire una nuova fase di rilancio del Paese.

FABIO BERARDINI (CI). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 3243​). Grazie Presidente, Ministri, Onorevoli Colleghi. Siamo consapevoli che il Piano nazionale di ripresa e resilienza rappresenta una grandissima sfida per la pubblica amministrazione del nostro Paese.

Noi di Coraggio Italia siamo convinti che per far ripartire il nostro Paese sia necessaria una grande riforma della pubblica amministrazione.

È necessario premiare e valorizzare il merito e la competenza nella pubblica amministrazione. Promuovere le competenze digitali.

Bisogna altresì rafforzare quei meccanismi che incentivano chi si impegna più degli altri, innescando così un circolo virtuoso di sana competizione.

Questa è la nostra idea di meritocrazia: nessuna distribuzione “a pioggia”, ma un sistema di valutazione che riconosca l'impegno dei tanti dipendenti pubblici che lavorano proficuamente ogni giorno per migliorare la qualità dei servizi ai cittadini, alle famiglie e alle imprese.

Vengo ora all'odierno decreto in conversione.

Presidente, come gruppo di Coraggio Italia apprezziamo le nuove norme varate dal Presidente Draghi che autorizzano nuove assunzioni di personale per servizi di supporto e consulenza esterni specificamente destinati a realizzare i progetti del PNRR.

Certo, avremmo preferito che le nuove assunzioni fossero a tempo indeterminato e che il concorsone per i tecnici al sud fosse impostato in maniera diversa.

Ma noi crediamo che se si sostiene una maggioranza lo si debba fare lealmente come stiamo facendo noi.

Desidero evidenziare Presidente che noi di Coraggio Italia abbiamo dimostrato lealtà verso il Governo in diverse occasioni. Come abbiamo fatto con l'ultima riforma della giustizia che avremmo voluto diversa in alcuni punti ma che proprio per la lealtà di cui parlavo prima abbiamo approvato contribuendo al fatto che il perimetro non fosse allargato.

Tornando al Decreto in esame, l'introduzione del portale del reclutamento consentirà una semplificazione nel nostro Paese come la raccolta e la gestione automatizzata delle domande di partecipazione ai concorsi pubblici, delle fasi delle procedure concorsuali nonché il conferimento degli incarichi individuali consentiti dalla legge.

Un'altra norma che mi preme evidenziare è quella relativa alla semplificazione dell'iter per ottenere il riconoscimento di titoli conseguiti all'estero.

Tuttavia, Presidente, per vincere la sfida del Piano nazionale di ripresa e resilienza servirà molto di più. Servirà sicuramente un numero considerevole di giovani e professionisti.

Noi portiamo in parlamento quello che siamo, io sono un giovane avvocato di 31 anni e mi aspetto che questo Governo intraprenda delle azioni più incisive per valorizzare le giovani energie e competenze.

I giovani meritano di entrare nelle figure apicali della pubblica amministrazione e mi aspetto che su questo il Governo faccia molto di più.

Mi aspetto grande coraggio.

Noi ne abbiamo tanto Presidente e vorremmo anche il Governo dimostrasse di averne in tutte le sue componenti.

Per tutti questi motivi annuncio il voto favorevole del gruppo Coraggio Italia.

ALESSANDRO CATTANEO (FI). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 3243​). Con il decreto legge “reclutamento” che la Camera oggi approva in via definitiva il governo Draghi completa i tre pilastri essenziali per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, costruiti con un approccio unitario complessivo: alla progettazione della governance del PNRR e alle semplificazioni normative decise con il Dl n. 77/2021 - approvato il 28 luglio 2021 definitivamente dall'Aula del Senato - si affianca il piano di reclutamento della P.A. per rafforzare la capacità amministrativa del Paese.

Tre tasselli di uno stesso mosaico, che assicura al PNRR un quadro normativo appropriato, un modello di gestione efficace e un'adeguata disponibilità di competenze, indicata come indispensabile anche dal Governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, nelle sue Considerazioni finali. Non è un caso che la governance, una coraggiosa politica di semplificazioni e un reclutamento mirato siano la prima milestone indicata nel Recovery Plan, raggiunta dal Governo rispettando in pieno il cronoprogramma: rappresentano la premessa per far marciare velocemente i progetti e non perdere i quasi 200 miliardi di fondi europei.

Con il decreto legge sul reclutamento si raggiungono due obiettivi: da un lato si definiscono percorsi veloci, trasparenti e rigorosi per il reclutamento dei profili necessari all'attuazione del Piano, dall'altro lato si pongono le premesse normative per la realizzazione delle due riforme trasversali previste dal PNRR (Pubblica amministrazione e giustizia). Il provvedimento pone dunque le basi per tagliare in anticipo il traguardo delle «pietre miliari» successive del Piano di ripresa.

L'intera riforma della Pubblica amministrazione disegnata nel PNRR è un'enorme scommessa sul capitale umano pubblico, impoverito dopo anni di blocco del turnover e di investimenti per la formazione ridotti al lumicino.

Già con l'articolo 10 del decreto legge 44/2021, approvato definitivamente dal Parlamento il 25 maggio, il ministro Brunetta ha permesso di sbloccare, semplificare e digitalizzare i concorsi pubblici ordinari. Ma il PNRR richiede un'ulteriore spinta alla riqualificazione del personale pubblico, da realizzare in tempi brevissimi: è indispensabile l'immissione di nuove competenze, soprattutto tecniche e gestionali, perché l'attuazione dei progetti del Piano cammini speditamente. È questo l'obiettivo del decreto legge sul reclutamento, che istituisce percorsi semplificati e straordinari sia per assumere a tempo determinato le figure professionali che dovranno gestire il Piano e lavorare ai progetti, sia per conferire incarichi ai professionisti con sistemi più rapidi ed efficaci.

Lo strumento per le assunzioni legate al PNRR sarà il Portale del reclutamento, altra straordinaria innovazione: un unico sito per far incontrare domanda e offerta di lavoro pubblico. Un'innovazione senza precedenti, che permetterà a tutti gli italiani di diventare protagonisti della ricostruzione del Paese. Dall'autunno sul Portale saranno pubblicati i bandi per il reclutamento del personale PNRR. A regime troveranno spazio anche i concorsi pubblici ordinari e gli avvisi per la mobilità.

Le parole d'ordine che ispirano il provvedimento sono merito, trasparenza, opportunità, valutazione e monitoraggio.

Il decreto non si occupa soltanto del nuovo personale per il PNRR. Si occupa anche dei 3,2 milioni di dipendenti pubblici già in servizio, favorendo l'osmosi tra pubblico e privato e la fluidità dei percorsi di carriera, come la Commissione europea ci chiede da tempo, ma anche la semplificazione degli adempimenti chiesti alle amministrazioni, con la previsione del "Piano integrato di attività e organizzazione", un documento di programmazione unico che accorperà, tra gli altri, i piani della performance, del lavoro agile, della parità di genere, dell'anticorruzione.

Duplice è il beneficio che ci attendiamo dalle nuove norme. Da un lato, i nostri giovani e i nostri migliori talenti potranno vedere nella P.A. un datore di lavoro attraente e diventare protagonisti di un ambizioso programma di cambiamento del Paese. Dall'altro lato, la Pubblica amministrazione, grazie all'innesto di nuove competenze, potrà trasformarsi in catalizzatore della crescita e reingegnerizzare i processi organizzativi, premessa perché funzioni la transizione digitale. Un'eredità strutturale che il PNRR lascerà al nostro Paese, insieme a servizi più efficienti per cittadini e imprese. Torniamo a far correre la macchina amministrativa, ricostruendo la fiducia delle persone nello Stato.

Potenziare e valorizzare il capitale umano pubblico, architrave del cambiamento del Paese. Non slogan, ma opportunità concrete sia per chi già lavora nella P.A., sia per i talenti e le nuove professionalità che abbiamo il dovere di attrarre per tornare a crescere. Alle amministrazioni, centrali e locali, si garantisce quindi un ampio ventaglio di procedure per assumere rapidamente i profili necessari a realizzare i progetti del PNRRr: contratti di apprendistato per i più giovani; concorsi rapidi e digitali per i contratti a tempo determinato; procedure trasparenti e rigorose per gli incarichi ai professionisti; corsie dedicate alle figure ad alta specializzazione.

Al tempo stesso, si provano ad eliminare le rigidità regolamentari che impediscono percorsi di carriera dinamici. Da qui le misure per la mobilità e la formazione e i numerosi interventi delegati alla contrattazione collettiva, come la possibilità di istituire una quarta area per i funzionari con qualifiche elevate e il superamento dei tetti al salario accessorio per favorire la componente più a sostegno della produttività.

Con il decreto semplificazioni approvato definitivamente qualche giorno fa e la riforma del reclutamento non raggiungiamo soltanto la prima milestone del PNRR, ma disegniamo la nuova Pubblica amministrazione per sostenere la ripresa del Paese, finalmente dalla parte di famiglie e imprese. Grazie.

MARIA PALLINI (M5S). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 3243​). Grazie Presidente. Illustre Governo, onorevoli colleghe e colleghi, nel dichiarare il voto favorevole del Movimento 5 Stelle all'approvazione del decreto-legge sul Reclutamento, vorrei subito ribadire che questo provvedimento ha come obiettivo quello di rafforzare la capacità amministrativa delle pubbliche amministrazioni, funzionale all'attuazione del Piano nazionale di Resistenza e Resilienza, e di rendere più efficiente la giustizia, potenziando le risorse umane nel settore pubblico. Si prevede lo sblocco del turn over - lavoro, lo ricordo, iniziato dalla ministra Dadone nel governo Conte, poi interrotto a causa della pandemia. Un passo in avanti per il ricambio generazionale all'interno delle Pubbliche amministrazioni, che potranno avvalersi di nuove, qualificate figure professionali per la realizzazione del PNRR.

I tempi sono ormai maturi per uno scatto in avanti al quale tutti, per la propria parte, devono contribuire per rendere sempre più vivo lo spirito della lettera contenuta dell'art. 97 della Costituzione secondo cui “i pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e l'imparzialità dell'amministrazione”.

Ebbene, sappiamo tutti che spesso ci sono state disfunzioni nel pubblico impiego dovute soprattutto alla carenza di organico che, anno dopo anno, ha finito per paralizzare la gestione dei servizi resi, creando situazioni insostenibili anche per una successiva mancanza di ricambio generazionale.

Vedete, colleghi, il blocco del turn over è stato il freno a mano tirato sulla necessaria accelerazione verso la modernità delle strutture burocratiche italiane. Ha solo creato voragini di competenza, depotenziando l'azione amministrativa, l'erogazione dei servizi e la programmazione. Il tutto a discapito dell'efficacia e dell'efficienza.

Oggi mettiamo un punto fermo per cambiare direzione, e lo facciamo con uno strumento che rappresenta una sfida importantissima per il futuro del nostro Paese: il PNRR.

In tale ottica vorrei sottolineare il lavoro portato avanti dal Movimento 5 Stelle, attraverso i colleghi del Senato, intervenuti sul nuovo Portale del Reclutamento che diventerà anche della Mobilità, e sarà la bacheca unica dove cittadini e dipendenti pubblici troveranno, in formato aperto e ricercabili, tutti i concorsi e le occasioni di mobilità disponibili. Si tratterà, infatti, di un portale unico che riguarderà tutto il reclutamento e la mobilità nella Pubblica Amministrazione.

Aggiungo che il nostro lavoro per migliorare questo decreto, si è concentrato sul rafforzamento del ruolo dell'Anac nella Pubblica Amministrazione e sulla modifica del peso dei requisiti per titoli nelle selezioni: perché ora infatti, incideranno solo nel punteggio finale.

La Pubblica Amministrazione, spesso - a voler usare un eufemismo - tratteggiata nell'immaginario collettivo in termini non proprio lusinghieri, deve tornare ad essere percepita come una casa di vetro, la casa di tutti quei cittadini che si rivolgono per un servizio o una informazione. Perciò, deve essere “abitata” da personale preparato ed aggiornato, che sia in possesso di quelle nuove competenze richieste per dare risposte puntuali e veloci. Uno dei pilastri su cui la P.A. va rifondata è, infatti, la digitalizzazione che innalza la qualità del rapporto con i cittadini e le aziende, rendendolo veramente efficace. Abbiamo bisogno del supporto delle più moderne professionalità che accompagnino per mano questo pezzo importante di struttura dello Stato verso la sburocratizzazione e la transizione digitale.

Non possiamo però negare che avremmo voluto ottenere di più per questo provvedimento e che nutriamo delle perplessità in merito alla piattaforma per l'accesso al mondo del lavoro all'interno della Pubblica Amministrazione, convinti che l'unico modo per accedere nella pubblica amministrazione sia la selezione tramite concorso e soprattutto perché, colleghi, questo strumento potrebbe creare un sistema di assunzioni clientelari. Un rischio che non possiamo e non dobbiamo correre.

Concludo sottolineando con forza i risultati ottenuti dal Movimento, da sempre attento ai temi dell'efficacia, dell'efficienza, dell'imparzialità, del buon andamento e della trasparenza della P.A., e annuncio quindi il voto favorevole all'approvazione del decreto.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nelle votazioni nn. 6 e 7 la deputata Madia ha segnalato che non è riuscita a esprimere voto contrario;

nelle votazioni dalla n. 10 alla 19 i deputati Caso e Maraia hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 18 e 19 la deputata Spena ha segnalato che non è riuscita a esprimere voto contrario.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 3243 - odg n. 1 365 364 1 183 40 324 51 Resp.
2 Nominale odg 9/3243/3 363 354 9 178 32 322 51 Resp.
3 Nominale odg 9/3243/7 363 355 8 178 30 325 51 Resp.
4 Nominale odg 9/3243/23 369 358 11 180 29 329 51 Resp.
5 Nominale odg 9/3243/26 371 369 2 185 40 329 51 Resp.
6 Nominale odg 9/3243/27 370 370 0 186 41 329 51 Resp.
7 Nominale odg 9/3243/28 370 369 1 185 40 329 51 Resp.
8 Nominale odg 9/3243/29 374 345 29 173 13 332 51 Resp.
9 Nominale odg 9/3243/30 373 373 0 187 40 333 51 Resp.
10 Nominale odg 9/3243/31 370 369 1 185 40 329 51 Resp.
11 Nominale odg 9/3243/32 371 370 1 186 41 329 51 Resp.
12 Nominale odg 9/3243/34 373 372 1 187 41 331 51 Resp.
13 Nominale odg 9/3243/36 367 367 0 184 40 327 51 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 20)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale odg 9/3243/37 373 372 1 187 40 332 51 Resp.
15 Nominale odg 9/3243/39 374 373 1 187 41 332 51 Resp.
16 Nominale odg 9/3243/41 371 368 3 185 39 329 51 Resp.
17 Nominale odg 9/3243/43 369 363 6 182 34 329 51 Resp.
18 Nominale odg 9/3243/45 372 364 8 183 32 332 51 Resp.
19 Nominale odg 9/3243/46 378 246 132 124 41 205 51 Resp.
20 Nominale Ddl 3243 - voto finale 371 339 32 170 339 0 51 Appr.