Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 553 di martedì 3 agosto 2021

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

La seduta comincia alle 9.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

SILVANA ANDREINA COMAROLI, Segretaria, legge il processo verbale della seduta del 29 luglio 2021.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Ascani, Battelli, Bergamini, Enrico Borghi, Boschi, Brescia, Brunetta, Carfagna, Casa, Maurizio Cattoi, Cavandoli, Cirielli, Colletti, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Dadone, De Maria, Delmastro Delle Vedove, Luigi Di Maio, Dieni, Fassino, Gregorio Fontana, Franceschini, Gallinella, Garavaglia, Gebhard, Gelmini, Giachetti, Giacomoni, Grande, Guerini, Invernizzi, Iovino, Liuni, Lollobrigida, Losacco, Lupi, Macina, Maggioni, Magi, Marattin, Molinari, Molteni, Mulè, Mura, Nardi, Nesci, Occhiuto, Paita, Parolo, Perantoni, Rizzo, Rotta, Ruocco, Scalfarotto, Schullian, Serracchiani, Carlo Sibilia, Sisto,   Tabacci, Vignaroli, Vito, Raffaele Volpi e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 96, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,05).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sensi. Ne ha facoltà… Onorevole Fiano?

EMANUELE FIANO (PD). Posso complimentarmi, Presidente, prima del deputato Sensi, come abbiamo fatto in altre occasioni, per l'ennesimo oro dell'Italia alle Olimpiadi, nella vela, di Ruggero Tita e Caterina Banti, conquistato pochi minuti fa (Applausi).

PRESIDENTE. Deputato Sensi, prego.

FILIPPO SENSI (PD). La ringrazio, Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori per leggere a lei e all'Aula il messaggino WhatsApp che si sono visti recapitare l'altra sera 90 addetti della società Logista, dell'interporto di Bologna, come fosse un appuntamento per uno spritz o una partita di calcetto: “Buonasera, a seguito della riduzione delle attività, nella data di lunedì (…)” - l'altro giorno - “lei sarà dispensato dalla sua attività lavorativa. Il trattamento economico verrà garantito con gli strumenti previsti di legge. Cordiali saluti”.

“Cordiali saluti”, Presidente: un passo avanti sulla strada della innovazione tecnologica, non c'è dubbio. Siamo passati dalla mail per cancellare il lavoro e la vita di 422 dipendenti della Gkn, a Campi Bisenzio, al WhatsApp della Logista, che scarica un centinaio di facchini come fossero valigie di cui disfarsi, figurarsi se non erano cordiali saluti.

Ma qui non stiamo parlando di bon ton, Presidente, non è una questione di buone maniere, è una questione di lavoro, di diritti e di civiltà, perché un Paese nel quale si viene licenziati dall'oggi al domani via chat - e parliamo di territori sani dal punto di vista economico, come l'Emilia e la Toscana - non è un Paese civile, non può dirsi un Paese civile. E non è un Paese civile un Paese nel quale si possa tollerare che i diritti dei lavoratori, in questa fase così impetuosa e fragile, possano essere così vilipesi, irrisi, umiliati, in una Repubblica democratica fondata sul lavoro.

PRESIDENTE. Concluda.

FILIPPO SENSI (PD). Allora, Presidente, lo dico nel luogo della democrazia, che quest'Aula rappresenta e custodisce: difendere una Repubblica fondata sul lavoro non significa fare una battaglia di retroguardia o un esercizio retorico e della peggiore retorica; significa inverare la missione che ci affidarono - e concludo, Presidente - i costituenti usciti dalla guerra, che è quella di proteggere e custodire la dignità del lavoro, difenderla, qualunque forma essa assuma, perché la sua forma, la forma del lavoro, sono le persone e le relazioni tra esse. Questo è in gioco all'interporto di Bologna, così come per il collettivo di fabbrica a Campi Bisenzio: la dignità delle persone, il loro diritto e quello di ognuno di noi al rispetto, alla responsabilità e alla parola data.

Chiedo - e concludo, Presidente - per il Partito Democratico che il Governo, qui autorevolmente rappresentato, venga a riferire quanto prima in Aula, non solo sulla situazione di Logista, ma sulle sue intenzioni fattive e urgenti, per evitare e scongiurare che il diritto ceda definitivamente il posto alla barbarie via messaggino in questo Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tofalo. Ne ha facoltà.

ANGELO TOFALO (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo in merito all'imponente attacco cibernetico ai danni dell'infrastruttura tecnologica del sistema sanitario della regione Lazio, che sta causando, ovviamente, limitazioni alla capacità di servizio ai danni di circa 6 milioni di cittadini italiani, a partire dalle prenotazioni vaccinali, limitando il diritto costituzionale alla salute. La mia solidarietà va al presidente Zingaretti, che si è espresso immediatamente parlando di attacco terroristico, ma allo stesso tempo faccio notare che la regione Lazio, così come tutte le regioni d'Italia, non ha un sistema di cybersicurezza capace di rispondere a questi attacchi. Abbiamo da poco licenziato un provvedimento riguardante l'Agenzia per la cybersicurezza nazionale; però, anche quegli attori che andranno sotto l'Agenzia - mi riferisco in particolare al CSIRT ma allo stesso CNAIPIC della Polizia postale - non hanno ancora emesso, a meno che non l'abbiano fatto in questi attimi in cui sto parlando, delle note ufficiali. Si è messo però in moto, invece, un meccanismo di security manager, di attori economici, di fornitori di servizi essenziali, quelli che abbiamo messo all'interno del perimetro nazionale di sicurezza cibernetica. Allora, io chiedo che non si seguano due binari paralleli ma che si riveda anche questa Agenzia e che si crei una forte partnership tra pubblico e privato a vantaggio del sistema Paese. Ci sono quasi 6 milioni di cittadini i cui dati sono messi a rischio, Presidente. Cito soltanto un nome: il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Per cui, spero che si intervenga presto - ancora non si sta capendo nulla - e chiedo che il Presidente Draghi venga a riferire in Aula, al Parlamento, quanto prima.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Butti, sempre sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie, Presidente. Sull'ordine dei lavori perché, in effetti, quello che è accaduto domenica 1° agosto è un fatto grave e, peraltro, anche facilmente prevedibile. Il sistema informativo sanitario di regione Lazio è stato attaccato da un codice, da un virus, che è stato in grado di crittografare tutto ciò che incontrava sulla sua strada. È singolare che, ad oggi, ad esternare sulla questione sia stato esclusivamente il presidente Zingaretti; nessuna autorità preposta alla sicurezza, non solo cibernetica, ma genericamente del Paese è intervenuta, soprattutto nessuna autorità inquirente. Però, noi abbiamo il presidente Zingaretti che ha due certezze. La prima è matematica: l'atto è terroristico. La seconda, invece, è sull'origine geografica del virus perché, secondo il presidente Zingaretti, con certezza il virus proviene dalla Germania.

Pochi giorni prima del fatto, Presidente, una importante, molto importante multinazionale ed una altrettanto importante società informatica, questa volta di caratura nazionale, peraltro fornitrice di regione Lazio, cosa da non sottovalutare, avevano condiviso l'informazione relativa al rischio di un attacco, con l'invito a staccare alcuni servizi, cioè a staccare alcune connessioni VPN, invito rivolto naturalmente a regione Lazio. Se questa cosa è vera, Presidente, il fatto è ancor più grave perché bisognerebbe comprendere i motivi per cui regione Lazio abbia disatteso questi suggerimenti e questi consigli, per così dire, ufficiali. La seconda cosa fondamentale è che sembra che non vi sia stato un backup di questi dati, cioè i dati non siano stati salvati e custoditi. Anche questo è un fatto piuttosto singolare. È un precedente, Presidente, perché mette a nudo quello che noi abbiamo già dimostrato essere sufficientemente labile, cioè la vulnerabilità del sistema informatico e del sistema informativo del Paese. È la prima volta che un'istituzione italiana - a parte un fatto recente al Ministero della Difesa, quando Ministro era Gentiloni - viene sbertucciata, più che hackerata, perché regione Lazio è stata sbertucciata, non semplicemente hackerata (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), con un software infettante. È stato inferto - e qui vengo al dunque - un durissimo colpo al sistema di prenotazione, al CUP di regione Lazio. Questo che cosa comporta? Comporta diverse questioni: la prima è che saltano le visite specialistiche che erano state programmate e la seconda è che saltano tutti gli screening diagnostici che erano stati programmati, con buona pace della prevenzione; ma, soprattutto, saltano le prenotazioni vaccinali. Regione Lazio ha un sito, al momento, inutilizzabile e, al momento, sono inutilizzabili i social di regione Lazio; quindi, vuol dire che non si possono fare contratti per gli appalti pubblici, significa che tutte le prestazioni sanitarie programmate, con buona pace dei LEA, sono saltate. Questo accade!

Definire - e concludo poi con la richiesta del gruppo di Fratelli d'Italia - quanto accaduto un atto terroristico non allevia certamente le responsabilità del presidente Zingaretti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché un atto terroristico sottende, come dire, una motivazione politica e ideologica che qui non c'è. Qui la motivazione è semplicemente economica. C'è stata una beffa, cioè l'hackeraggio, e adesso c'è anche il danno, cioè la richiesta di un riscatto per poter decriptare i dati sensibili dei cittadini italiani, in questo caso dei cittadini laziali. Questo vuol dire, incoraggiando quanto dice il Ministro Colao, che anche i computer di regione Lazio fanno parte di quel 96 per cento - e concludo - di computer della pubblica amministrazione che sono evidentemente violabilissimi.

Noi chiediamo che il Ministro Speranza venga a riferire in Aula circa il mantenimento del livello essenziale di assistenza previsto peraltro dalla legge, dal decreto legislativo del 2001, perché qui le prestazioni sanitarie non sono erogate. Per qualche settimana ci sarà un blocco delle prestazioni sanitarie. Chiediamo che il commissario, generale Figliuolo, intervenga affinché sia garantita una ordinata profilassi vaccinale ai cittadini laziali e chiediamo, infine, che il Ministro Colao riferisca in Parlamento sullo stato dell'arte delle procedure per quanto riguarda i bandi di gara per il cloud della pubblica amministrazione, perché, vede, un arguto politico della Prima Repubblica diceva che a pensar male si fa peccato ma, a volte, ci si azzecca. Non vorremmo che tutta questa confusione portasse il Governo ad accedere a strade più facili per questo tipo di intervento sul cloud (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Valentini. Ne ha facoltà.

VALENTINO VALENTINI (FI). Cercherò di fare un intervento più costruttivo di coloro che mi hanno preceduto nell'intervento della parola. Pur riconoscendo la gravità di quanto è accaduto, non credo che, ora e nei prossimi giorni, ogni volta che ci troveremo dinnanzi a circostanze equivalenti dovremo chiamare il Presidente del Consiglio, i Ministri, i marines o l'Esercito. Innanzitutto, abbiamo appena varato una riforma con la quale abbiamo creato l'Agenzia per la cybersicurezza e con la quale abbiamo cercato di porre finalmente il nostro Paese all'altezza. Le cose non vanno alla velocità auspicabile. È evidente che i sistemi informatici non sono in grado di far fronte agli attacchi sempre più numerosi che avvengono e non credo neppure che questa sia la prima volta che ciò è accaduto né credo, purtroppo, che questa sarà l'ultima. La superficie di attacco si è estesa notevolmente; l'impulso che è stato dato all'utilizzazione dei sistemi informatici e, soprattutto, dei sistemi che richiedono l'accessibilità da parte di ciascuno, in ogni punto, e che non erano previsti per questo, prevede una serie di debolezze. In primo luogo, vi è il fatto che gran parte dei sistemi che noi abbiamo all'interno della pubblica amministrazione hanno il cosiddetto firewall; abbiamo costruito una specie di muro ma, allo stesso tempo, proprio perché tutti i cittadini debbono accedere alla pubblica amministrazione, noi questo muro lo violiamo continuamente. Inoltre, abbiamo creato i VPN ma questi VPN non sono sufficienti. In terzo luogo, abbiamo visto con lo sviluppo delle valute crypto e con la diffusione della criptazione che, da un lato, questa serve per proteggere ma, allo stesso modo, serve per attaccare. Infatti, se io utilizzo la criptazione per nascondere quanto faccio, un secondo signore può venire, criptare tutto quello che faccio e chiedermi i soldi per farlo. Ora, con l'utilizzazione delle cybervalute questo è molto più facile da fare, perché è molto più difficile il follow the money, seguire i soldi, e trovare dove queste cose sono finite.

Faccio tutte queste osservazioni, inoltre, per rispondere a quanto ha detto il collega. È ovvio, qual è la risposta principale? È il backup dei dati, per gli attacchi di ransomware. Ma siamo pronti e sappiamo che cosa significa fare un backup di una mole di dati che, improvvisamente, le amministrazioni pubbliche hanno visto aumentare a dismisura? Probabilmente no, probabilmente ci vuole tempo. Io credo che questo sia un evento molto grave. Occorre assumersi le responsabilità, occorre evitare, però, di puntare dita di qua e di là perché potrà accadere da tutte le parti; occorre metterci insieme, attraverso la legislazione e attraverso un'attività che l'Agenzia deve cominciare a fare immediatamente, ad aumentare quella che abbiamo chiamato, nel testo di legge, la resilienza del nostro Paese.

Concludo per non fare un dibattito troppo lungo e per non addentrarmi in questo ambito che è un po' come la politica: tutti ne parlano, ma, forse, non tutti ne sono addentro. Cerchiamo assieme di lavorare per evitare che ciò accada e non trascuriamo l'importanza di questo caso, che potrebbe essere e potrà essere molto più grave. Paesi molto più avanti di noi hanno visto bloccarsi la fornitura di energia, hanno visto la diffusione di virus attraverso gli aggiornamenti che avvengono all'interno delle nostre strutture e passano ormai a un tipo di cybersecurity che all'interno delle macchine stesse utilizza la telemetria e l'intelligenza artificiale per cercare di verificare dei comportamenti anomali all'interno di ciò che sta accadendo. Non credo che siamo all'altezza di ciò, credo che sia giusto cominciare a lavorare e forse il ripetersi di questi avvenimenti deve incitare tutti noi, ciascuno per il suo ambito, a fare il meglio per evitare che ciò accada. Purtroppo credo che sia un segno dei tempi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Seguito della discussione del disegno di legge: Delega al Governo per l'efficienza del processo penale nonché in materia di giustizia riparativa e disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari (A.C. 2435-A​) (ore 9,20).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2435-A: Delega al Governo per l'efficienza del processo penale nonché in materia di giustizia riparativa e disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari.

Ricordo che nella seduta di ieri è stata approvata la questione di fiducia posta dal Governo sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, degli articoli 1 e 2 del disegno di legge in esame, nel testo della Commissione.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2435-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, i seguenti ordini del giorno, in quanto recanti un contenuto estraneo rispetto alle materie trattate dal provvedimento in esame: n. 9/2435-A/19 Turri e n. 9/2435-A/93 Maschio, che riguardano la materia della modifica della disciplina dei reati contro la pubblica amministrazione, con particolare riferimento all'abuso di ufficio e alla qualifica di pubblico ufficiale, di incaricato di pubblico servizio e di persona esercente servizi di pubblica necessità, nonché della disciplina recata dalla “legge Severino”; ricordo che emendamenti di analogo contenuto sono stati dichiarati inammissibili nel corso dell'esame in sede referente e che la Commissione ha respinto la richiesta di ampliamento dell'intervento normativo a tali materie; n. 9/2435-A/22 Bignami, relativo alla candidatura di tutti i magistrati in servizio a membro del CSM, senza necessità di sottoscrizione; n. 9/2435-A/27 Meloni, volto a introdurre la separazione tra la carriera giudicante e quella requirente; anche in questo caso ricordo che, nel corso dell'esame in sede referente, è stata considerata inammissibile una proposta emendativa vertente sulla medesima materia.

La deputata Giuliano ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2435-A/52.

CARLA GIULIANO (M5S). Presidente, colleghi, Ministri, sottosegretari, vorrei porre l'attenzione sul mio ordine del giorno, che riguarda l'ufficio del processo penale. Sappiamo che l'ufficio del processo penale, l'ufficio del processo in generale è una struttura molto importante per garantire la semplificazione e l'accelerazione soprattutto del processo. È una struttura che attribuisce agli addetti degli specifici compiti di supporto e di contributo ai magistrati, coadiuvandoli in alcune attività fondamentali, per esempio nella digitalizzazione. E sappiamo che con il PNRR, grazie al grande lavoro portato avanti dall'ex Presidente del Consiglio Conte e dall'ex Ministro Bonafede, sul comparto giustizia, e in particolare sulla digitalizzazione e l'accelerazione del processo, abbiamo uno stanziamento di oltre 2 miliardi e 300 milioni.

Ebbene, la funzione degli addetti all'ufficio del processo non è solo quella di accelerare il processo di digitalizzazione, ma anche di fornire un adeguato supporto ai magistrati nelle attività preparatorie dei fascicoli e delle attività di udienza, penso alle ricerche giurisprudenziali e dottrinali. Tuttavia, voglio sottolineare e voglio portare all'attenzione del Governo la necessità di circoscrivere l'ambito di azione degli addetti all'ufficio del processo penale, escludendo dalla loro facoltà la possibilità di porre in essere bozze di provvedimenti, in particolare delle sentenze che definiscono il giudizio.

Ho presentato questo ordine del giorno perché credo che, data la delicatezza della materia penale, sia più che opportuno prevedere, anche per evitare il rischio di errori che poi potrebbero portare ad un ingolfamento e ad un aumento delle impugnazioni, quindi portando ad un effetto totalmente opposto a quello che si vuole raggiungere, la possibilità di togliere agli addetti la stesura delle bozze delle sentenze definitive, perché nelle sentenze definitive si esplica proprio quella che è la funzione decisoria e giurisdizionale in senso stretto del giudice, data anche la complessità di questa funzione e la sua estrema delicatezza. Quindi chiedo al Governo di porre attenzione al mio ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. La deputata D'Orso ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Presidente, signora Ministra, membri del Governo, colleghe e colleghi, vorrei richiamare la vostra attenzione sul contenuto di questo ordine del giorno. Il provvedimento in esame, in particolare all'articolo 2, comma 2, introduce l'articolo 344-bis del codice di procedura penale, prevedendo dei termini massimi di durata sia del giudizio di appello sia del giudizio di Cassazione il cui superamento comporterà l'improcedibilità dell'azione penale. La medesima disposizione prevede altresì che, quando il giudizio di impugnazione è particolarmente complesso in ragione del numero delle parti o delle imputazioni o del numero o della complessità delle questioni di fatto o di diritto da trattare, i termini di durata sono prorogati con ordinanza motivata del giudice che procede per un periodo non superiore a un anno nel giudizio di appello e a sei mesi nel giudizio di Cassazione, e prevede anche che ulteriori proroghe successive alla prima possano essere disposte per le medesime ragioni e per la medesima durata quando si procede per una serie di gravi reati, che sono stati specificatamente individuati dalla norma.

Parliamo dei reati di mafia, terrorismo, violenza sessuale aggravata, traffico internazionale di stupefacenti. Il nuovo articolo 344-bis del codice di procedura penale prevede, infine, che contro l'ordinanza che dispone la proroga del termine di durata del giudizio di appello l'imputato e il suo difensore possono proporre ricorso per Cassazione a pena di inammissibilità entro cinque giorni dalla lettura dell'ordinanza o dalla sua notificazione e prevede che la Corte di cassazione decida con rito camerale entro trenta giorni dalla ricezione degli atti. Ebbene, il nuovo meccanismo delineato dalle norme che ho appena richiamato produrrà - è evidente - una prevedibile proliferazione esponenziale dei ricorsi innanzi alla Corte di cassazione avverso le ordinanze di proroga dei termini, ma anche avverso le sentenze che definiscono il giudizio di appello che sia stato oggetto di proroga. E allora, per evitare di creare un effetto “collo di bottiglia” presso la Corte di cassazione, che rischierebbe di divenire l'anello debole della catena che è stata immaginata e in cui si potrebbe consumare la morte di centinaia, se non di migliaia, di processi per improcedibilità dell'azione penale a causa dello sforamento dei termini massimi di durata, risulta imprescindibile, a mio parere, il potenziamento immediato sia dell'organico della magistratura sia del personale amministrativo a supporto dell'attività giurisdizionale proprio con specifico riferimento alla Corte di cassazione.

Signora Ministra, lei ha più volte dichiarato giustamente che nessun processo dovrà andare in fumo, anche il Presidente Draghi si è preso questo impegno con i cittadini; secondo me, i cittadini già oggi potrebbero aspettarsi un fatto, un'azione conseguente a questa dichiarazione, a questa dichiarazione di intenti, a questa dichiarazione di principio. L'accoglimento di questo ordine del giorno, il parere favorevole a questo ordine del giorno, che impegna il Governo a prevedere nel primo provvedimento utile o al più tardi nella prossima legge di bilancio l'ampliamento della pianta organica dei magistrati da assegnare alla Corte di cassazione e a verificare anche l'adeguatezza e la congruità delle unità di personale amministrativo che sono in dotazione alla medesima Corte, al fine di fronteggiare proprio questo prevedibile aumento di carico di lavoro che si abbatterà sulla Corte di cassazione a seguito dell'introduzione di queste norme che abbiamo richiamato, potrebbe essere già un primo segnale, un primo fatto significativo per i cittadini che ci stanno seguendo nei lavori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Il deputato Angiola ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

NUNZIO ANGIOLA (MISTO-A-+E-RI). Presidente, signori Ministri, onorevoli sottosegretari, cari colleghi, chiedo, signora Ministra, un supplemento di attenzione rispetto a questo ordine del giorno e anche un atto di generosità rispetto ad una popolazione di 700 mila abitanti, che sono quelli del circondario del tribunale di Foggia.

Il decreto legislativo n. 155 del 2012 ha disposto la soppressione dei tribunali minori, intendendosi per tali sia i tribunali sia le sedi distaccate che non abbiano sede in un comune capoluogo.

Per quanto riguarda la provincia di Foggia, è stata una vera e propria devastazione. Infatti, sono stati soppressi 7 uffici giudiziari: Lucera, Apricena, Rodi, Cerignola, Manfredonia, San Severo e Trinitapoli. La provincia di Foggia, signora Ministra, si caratterizza - e lo dice il CSM in una delibera del 18 ottobre 2017 - per una criminalità composita e violenta e un'illegalità diffusa che condiziona l'operato della pubblica amministrazione. Oggi Cerignola e Manfredonia sono sciolte per infiltrazioni mafiose e Foggia vive col fiato sospeso, perché potrebbe pure esserlo dopo che la commissione di accesso ha consegnato la sua relazione. Solamente nei giorni scorsi è stata anche insediata una commissione di accesso nel comune di Trinitapoli, sempre nel circondario del tribunale di Foggia. La provincia di Foggia si caratterizza per una superficie molto ampia, 7.400 chilometri quadrati, quasi il doppio del Molise che ha 3 tribunali, signora Ministra. È di poco inferiore alla Liguria, che ha 4 tribunali (ci sono ancora tanti altri esempi che si potrebbero fare). Ci sono zone impervie e montuose: quella del Gargano e del Subappennino Dauno, poco accessibili; poi, una costa lunghissima, di 100 miglia nautiche, e un bacino di utenza di 700.000 abitanti.

Ma veniamo agli aspetti organizzativi (per me che sono un professore universitario di economia aziendale). Che cosa è successo a causa di questa nefasta riforma? Che il numero dei procedimenti pendenti davanti al tribunale in composizione monocratica dal 2013 a oggi - a oggi, dico oggi, in questi giorni - è aumentato dell'80 per cento, signora Ministra. Per questo motivo si è prodotta una vera e propria desertificazione giudiziaria ed è stato compromesso il diritto di accesso alla giustizia, soprattutto per gli abitanti dei comuni più lontani dalla città di Foggia. Per questo motivo, in considerazione che il Piano nazionale di ripresa e resilienza chiede efficienza e vicinanza ai bisogni della popolazione dal punto di vista dell'amministrazione della giustizia e prevede lo stanziamento di 2,3 miliardi per l'innovazione organizzativa nel sistema giudiziario…

PRESIDENTE. Concluda.

NUNZIO ANGIOLA (MISTO-A-+E-RI). …chiedo veramente - e ho completato - un atto di responsabilità da parte del Governo, rivedendo - e decida lei, signora Ministra, i modi e i tempi in cui farlo, perché su questo non ci esprimiamo - la geografia giudiziaria…

PRESIDENTE. Deve concludere.

NUNZIO ANGIOLA (MISTO-A-+E-RI). …e soprattutto la situazione della provincia di Foggia.

PRESIDENTE. La deputata Sarli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

DORIANA SARLI (MISTO). Grazie, Presidente. Con questo ordine del giorno chiedo al Governo di cercare di porre rimedio a una delle tante distorsioni che si verrebbero a verificare con l'eventuale entrata in vigore di questa riforma, perché questa riforma, che prende origine da una delega che il Governo ha fatto a se stesso attraverso un più che discutibile passaggio parlamentare, introduce nel codice di procedura penale l'istituto dell'improcedibilità per superamento dei termini di durata massima del giudizio di impugnazione. Tuttavia, tali termini possono essere prorogati, sebbene da un'ordinanza motivata del giudice impugnabile da parte dell'imputato, per reati commessi per finalità di terrorismo, di eversione dell'ordinamento costituzionale, associazione mafiosa o scambio elettorale politico-mafioso, violenza sessuale aggravata e traffico di stupefacenti.

Ma la storia del nostro Paese è segnata da disastri ambientali, per i quali è prevista, dal 2015, l'introduzione nel codice penale del reato di disastro ambientale, con l'articolo 452-quater. Con la norma, che sanziona il disastro ambientale, si sono svolti in Italia in questi anni importanti processi giudiziari che hanno condannato i soggetti che hanno danneggiato la salute, l'ambiente e il territorio del nostro Paese, danni alla collettività. Allora, chiedo al Governo di valutare di intraprendere tutte le iniziative affinché anche per il reato di disastro ambientale venga prevista la proroga del termine del giudizio di impugnazione senza limiti di tempo, per evitare che gli autori di questi disastri, grazie all'istituto dell'improcedibilità, non vadano a giudizio.

PRESIDENTE. Il deputato Maggioni ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

MARCO MAGGIONI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, signori Ministri e sottosegretari, intervengo per spiegare le motivazioni per cui ho presentato questo ordine del giorno in merito alla riorganizzazione della geografia giudiziaria, in seguito alla riforma del 2012 poi implementata nel 2013. È una riforma che, se torniamo a quanto ci veniva detto all'epoca, doveva garantire risparmi economici con il taglio e la chiusura delle strutture più periferiche, dei cosiddetti “tribunali minori”, e doveva garantire, stando a chi la proponeva all'epoca, una forma concreta di efficientamento della macchina della giustizia.

Ebbene, sono passati 8 anni da quella riforma ed è normale trarre un bilancio, tirare le somme. Cos'è successo dopo 8 anni? Risparmi economici non ne abbiamo visti. Non ne abbiamo visti non solo per le strutture in sé, ma anche per un danno che si è generato con la chiusura di queste strutture al tessuto economico che inevitabilmente ruotava attorno ai cosiddetti “tribunali minori”; penso alle attività commerciali e a tutta l'indotto che è stato fortemente danneggiato. Quindi, non abbiamo avuto risparmi economici e, dall'altro, abbiamo avuto anche un calo di gettito fiscale. Non si è raggiunto quello che era uno degli obiettivi che, come dicevo prima, era stato posto da quella riforma, cioè l'efficientamento della macchina giudiziaria. Abbiamo alcuni tribunali, cosiddetti “accorpanti”, che ancora non hanno terminato i lavori per far sì che i tribunali accorpati possano trovare un adeguato luogo di lavoro. Basta chiedere ai magistrati, basta chiedere agli avvocati, basta chiedere ai cancellieri che quotidianamente operano nei tribunali accorpanti. Ecco, provengo da un territorio e posso citarle il caso del tribunale di Vigevano, che, purtroppo, è stato accorpato al tribunale di Pavia, con tutta una serie di problematiche, come le citavo prima. Ma il tema è nazionale, tant'è vero che il mio ordine del giorno è stato firmato anche da colleghi di altre regioni.

Quindi, con questo mio ordine del giorno sottolineo sostanzialmente la necessità di una presa d'atto che quella riforma non ha raggiunto gli obiettivi che ci si erano posti, che si erano posti, appunto, come obiettivi da raggiungere per l'efficientamento della giustizia. Quindi, è giusto, a questo punto, fare un'analisi su quello che si può fare in futuro. Cosa bisogna fare in futuro? Bisogna tornare a rivedere la geografia giudiziaria, nell'ottica di andare, con le tempistiche che il Ministero deciderà, a ripristinare quelle strutture periferiche che non sono un costo per la giustizia ma, anzi, aiutano ad efficientare, aiutano a portare la giustizia più vicina ai cittadini e, soprattutto, più vicina alle esigenze delle nostre imprese.

PRESIDENTE. Il deputato Delmastro Delle Vedove ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente Fico. L'ordine del giorno di Fratelli d'Italia verte su un tema che è stato più volte evocato in questi giorni, cioè il contrasto alla criminalità organizzata, il contrasto alle mafie. L'Italia, si sa, ha una legislazione speciale o forse, ahimè, dobbiamo dire che aveva una legislazione speciale di contrasto alla criminalità organizzata, una legislazione che manifestava il pugno di ferro massimamente sulla libertà condizionale, sull'accesso ai permessi premio, sui benefici, sull'ergastolo cosiddetto “ostativo”. Con l'ordinanza n. 97 del 2021 la Corte costituzionale è intervenuta improvvidamente, a modo di giudicare di Fratelli d'Italia, sull'ergastolo ostativo. Ha avvisato il legislatore che l'ergastolo ostativo, cioè il carcere duro comminato ai boss mafiosi in Italia, si riterrà sostanzialmente incostituzionale.

Ha dato, inoltre, tempo al legislatore di intervenire sulla normativa entro il 10 maggio del 2022. Orbene, per quanto il Ministro sia non casualmente, ma causalmente distratto in questo momento, perché, evidentemente, per il Ministro Cartabia la lotta alla criminalità organizzata e alla mafia vale meno delle chiacchiere che può fare con il Ministro D'Incà ed è un fatto di una gravità inaudita, noi di Fratelli d'Italia, con questo ordine del giorno, sollecitiamo il Governo, anche per il tramite del Ministro, ad intervenire per salvare quanto si può salvare di quella legislazione speciale che ha posto l'Italia all'avanguardia. Presidente Fico, lo dico a lei in particolar modo, perché su questo credo che ci sia un idem sentire: noi sappiamo che l'Avvocatura dello Stato ha scelleratamente cambiato conclusioni, non ha più difeso l'ergastolo ostativo. Forse lo ha fatto perché questa sentenza discende da un'altra sentenza della Corte costituzionale, in cui membro era il Ministro Cartabia, che aveva ritenuto incostituzionale negare i permessi premio ai mafiosi. Stiamo destrutturando la legislazione speciale contro i boss mafiosi. Non ce lo possiamo permettere: interveniamo per tempo, interveniamo come Parlamento, intervenite come Governo, anche se il Ministro della Giustizia sedeva in quello scellerato collegio che aveva già dichiarato incostituzionale non conferire i permessi premio ai boss mafiosi. Per noi si combatte senza “se” e senza “ma” la mafia, tenendo in carcere i boss mafiosi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. La deputata Albano ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, colleghi, l'ordine del giorno presentato da Fratelli d'Italia, a mia prima firma, prende in considerazione uno dei temi più rilevanti della “riforma Cartabia” e, segnatamente, il tema costituzionale della ragionevole durata del processo e, quindi, della velocizzazione delle procedure per una giustizia più giusta. La riforma in oggetto affronta questo tema essenzialmente attraverso la digitalizzazione del processo penale. Il processo riorganizzativo basato sulla digitalizzazione, quale necessario strumento di ottimizzazione di queste procedure è, di per sé, ovviamente, assolutamente positivo e condivisibile, con tutti i rischi, però, in termini di sicurezza e di necessità di protezione dei dati - che mi appare di particolare attualità ricordare quest'oggi con riferimento al recente attacco informatico di ieri -, di tutela dei dati non solo per la privacy, ma anche in materia di sicurezza in termini processuali.

La digitalizzazione è un processo fondamentale ed ineludibile e che deve essere rapidamente perseguito, ma la velocizzazione del processo penale non si attua esclusivamente attraverso uno strumento digitale, perché è uno strumento e non un motore di cambiamento. Ciò che può certamente essere motore, invece, di cambiamento è la presenza dell'uomo e, quindi, nuove professionalità, nuove risorse umane, ulteriori e significativi investimenti nelle piante organiche delle cancellerie e dei magistrati. L'organico della magistratura italiana, infatti, è sottostimato fortemente rispetto alle esigenze della popolazione, come dimostrano tanti dati comparati. Per esempio, la Commissione per l'efficienza della giustizia presso il Consiglio d'Europa stima che in Italia siano presenti circa 10,6 giudici ogni 100 mila abitanti, cioè meno della metà della media europea, in misura, quindi, grandemente inferiore rispetto alla mediana.

Il tema, quindi, della riduzione dei tempi, unito alla carenza di organico, che, a quanto pare, si propone di risolvere attraverso assunzioni a tempo determinato per due anni, senza prevedere spazi fisici dove inserirli, può essere, comunque, affrontato risolvendo anche l'annosa questione della stabilizzazione della magistratura onoraria, che anche in questo momento di crisi sanitaria continua a lavorare senza tutele, esercitando questa funzione giurisdizionale in estrema difficoltà. È per questi motivi che noi di Fratelli d'Italia, con questo ordine del giorno, chiediamo al Governo di intervenire per affrontare con immediatezza, anche per il buon andamento dell'azione amministrativa, il tema della riduzione dei tempi della giustizia attraverso la previsione di un aumento, in pianta organica, sostanziale e significativo attraverso la stabilizzazione della magistratura onoraria, oltre che l'introduzione di procedure funzionali di digitalizzazione dei processi.

PRESIDENTE. La deputata Bucalo ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Governo, con questo ordine del giorno, a mia prima firma, Fratelli d'Italia ha lo scopo di garantire ulteriormente il diritto di difesa dell'imputato in questo provvedimento, che contiene una serie di diverse finalità, tra le quali è preminente proprio l'esigenza del potenziamento delle garanzie difensive e della tutela della vittima del reato, tenuto conto che l'articolo 1, al comma 7, intende proprio riaffermare il principio in base al quale si può procedere in assenza dell'imputato solo se si ha la certezza che la sua mancata partecipazione al processo è volontaria, adeguando così la disciplina del processo in assenza dell'imputato al diritto dell'Unione europea e, in modo specifico, proprio alla direttiva (UE) 2016/343, che tratta, oltre che della presunzione di innocenza, anche del diritto di presenziare al processo. La legge n. 67 del 2014, agli articoli 9 e 15, ha disciplinato il procedimento penale nei confronti degli irreperibili, eliminando, quindi, ogni riferimento all'istituto della contumacia, prevedendo che, a fronte dell'assenza dell'imputato, il giudice debba rinviare l'udienza e disporre che l'avviso sia notificato all'imputato personalmente ad opera della Polizia giudiziaria. Ma quando la notificazione non risulta possibile e sempre che non deve essere, comunque, pronunciata una sentenza di non luogo a procedere, il giudice dispone, con ordinanza, la sospensione del processo nei confronti dell'imputato assente. Durante la sospensione del processo, quindi, il giudice, con le modalità stabilite per il dibattimento, acquisisce, a richiesta di parte, le prove non rinviabili. Pertanto, viste le esigenze di poter acquisire in situazioni eccezionali delle prove non rinviabili al dibattimento e che siano, poi, pienamente utilizzabili in giudizio, è necessario prevedere l'eventuale ripetizione della prova. Pertanto, si chiede al Governo, al fine di garantire il diritto di difesa e l'assistenza con difesa tecnica, di prevedere proprio l'eventuale ripetizione della prova (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il deputato Caiata ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Buongiorno Ministro, colleghi, innanzitutto lasciatemi esprimere ancora una volta, come abbiamo già fatto in diverse occasioni da questi banchi, il rammarico di trovarci di fronte alla trentacinquesima fiducia. Su un argomento come questo avremmo sperato di poter illustrare i nostri emendamenti e non i nostri ordini del giorno, però, ormai, come diciamo da un po' di tempo a questa parte, siamo ridotti ad essere spettatori pagati. Lo hanno detto i miei colleghi, lo ridico io oggi e credo che, Presidente - approfitto della sua Presidenza oggi -, dobbiamo tutti ricondurci a un principio per cui quest'Aula deve riappropriarsi del suo valore. Fatta questa premessa, oggi terminano i proclami dei 5 Stelle, che vengono clamorosamente bocciati nel loro Ministero più caro, quello della Giustizia, e rinviati alla Ministra Cartabia, che, purtroppo, in questa riforma, affronta solo i temi più tecnici della riforma della giustizia e non le patologie di chi la amministra.

La magistratura in cui noi crediamo è quella che garantisce i principi della Costituzione, è portatrice di indubbia moralità, perché questa magistratura in Italia esiste e la vera politica ha il dovere di tutelarla da logiche correntizie che, invece, minano alla base la legittimazione democratica della stessa giurisdizione. Purtroppo, non vi è traccia della riforma della giustizia del Governo, ancora una volta rinviata sine die, ancora più necessaria dopo gli ultimi accadimenti. Non bisogna mai dimenticare il fondamentale principio costituzionale della separazione dei poteri. Abbiamo assistito a continui sconfinamenti che hanno minato la democrazia del nostro Paese, della nostra Italia. Tornando all'ordine del giorno - come dicevo - si è volutamente affrontata la riforma dell'ordinamento giudiziario, poiché è fondamentale per l'attuazione del PNRR, avendo quali obiettivi quello di riformare il processo penale, di proporre politiche deflattive della sanzione penale e di garantire in ipotesi un esercizio autonomo di governo della giustizia. Bene, il nuovo articolo 344 prevede, in particolare, che le mancate definizioni del giudizio di appello e del giudizio di Cassazione entro il termine rispettivamente di due anni e di un anno costituiscano causa di improcedibilità dell'azione penale e che, quando il giudizio di impugnazione è particolarmente complesso, viene previsto che i suddetti termini siano prorogati con ordinanza motivata del giudice. Noi chiediamo al Governo, per quanto innanzi detto, di prevedere una corretta regolamentazione dell'applicazione dell'istituto della proroga la cui disposizione…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

SALVATORE CAIATA (FDI). …non sia lasciata al mero arbitrio del giudice, le cui ragioni nell'ordinanza devono prevedere giuste motivazioni; ciò anche pensando, in particolar modo, ai reati contro la pubblica amministrazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. La deputata Boldrini ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

LAURA BOLDRINI (PD). Grazie, signor Presidente. Signora Ministra, rappresentanti del Governo, colleghi e colleghe, io condivido e apprezzo l'impianto e il contenuto generale della riforma del processo penale per tanti motivi: perché punta a dare tempi certi ai procedimenti la cui lentezza è uno dei mali storici della giustizia italiana; perché fa questo ponendosi il problema, però, delle garanzie della difesa e dei diritti delle vittime del reato; perché immette ingenti risorse nel settore della giustizia; infine, perché introduce anche innovazioni radicali che sono in linea con la visione garantista e democratica della pena prevista dalla nostra Costituzione, quella, dunque, di considerare il carcere come estrema ratio e non, come avviene oggi, quale l'unica pena possibile o la prevalente. Ci sono, dunque, pene alternative alla detenzione comminata già dal giudice, ci sono pene riparative, ci sono criteri di non punibilità per particolare tenuità del fatto. Tutto questo trovo che sia molto positivo. Normalmente, queste iniziative deflattive dei procedimenti alternative al carcere prevedono le esclusioni per i reati più gravi. Qui viene il punto che riguarda i reati di violenza contro le donne. Diverse associazioni femministe che si occupano dei diritti delle donne - sono organizzazioni impegnate a contrastare la violenza di genere - hanno sollevato preoccupazione rispetto all'eventualità che alcune misure previste nella riforma potessero indebolire l'insieme e l'azione, dunque, di contrasto alla violenza delle donne ed entrare in conflitto con la Convenzione di Istanbul. Da questo punto di vista, il testo emerso dai lavori della Commissione prevede delle novità positive. La norma introdotta dal cosiddetto codice rosso viene estesa anche al tentato omicidio e ai delitti commessi in forma tentata; ad esempio, la tentata violenza sessuale. Sono stati esclusi anche i reati riconducibili alla Convenzione di Istanbul dall'ambito di applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. Si prevede l'arresto in flagranza per violazione del provvedimento di allontanamento dalla casa familiare e di divieto di avvicinamento a luoghi frequentati dalla persona offesa. Queste scelte sono indubbiamente positive.

Restano alcuni nodi da sciogliere e sono quelli sui quali si concentra questo ordine del giorno. La possibilità di proroga dei termini di durata del giudizio di impugnazione in appello e in Cassazione riguarda, accanto ai reati di mafia, terrorismo, traffico di stupefacenti e scambio elettorale, politico e mafioso, anche la violenza sessuale aggravata. Io penso, signora Ministra, che si dovrebbe includere, in questo contesto, la violenza sessuale tout court, non soltanto, dunque, nella sua versione aggravata, perché è la violenza sessuale in sé ad essere un reato odioso contro la persona e una grave violazione dei diritti fondamentali. Credo che la stessa scelta, che è stata fatta, di escludere i reati riconducibili alla Convenzione di Istanbul nell'ambito di applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto vada compiuta anche a proposito del concordato in appello in materia di sospensione del procedimento con la messa alla prova dell'imputato. È importante, care colleghe e cari colleghi, che il Parlamento, anche quando, come in questo caso, decide un percorso di innovazione condivisibile, mantenga, tuttavia, una linea di coerenza con un percorso di contrasto alla violenza contro le donne che ha avuto il suo momento più alto nel giugno 2013, quando è stata ratificata la Convenzione di Istanbul che, come ci hanno poi ricordato nel 2016 le sezioni unite della Cassazione, è vincolante per il nostro Paese. È a questo obiettivo di coerenza, signora Ministra, che si ispira l'ordine del giorno a mia prima firma, che è stato sottoscritto da molte altre colleghe di diversi gruppi, che voglio ringraziare per la loro adesione.

PRESIDENTE. La deputata Caretta ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

MARIA CRISTINA CARETTA (FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, signori del Governo, il tema della riforma della giustizia in Italia è stato, per lungo tempo, oggetto di controversie, di drammi politici, di dibattiti e campagne elettorali anche ben prima dell'ingresso di molti di noi in Parlamento. L'episodio più particolare, più esacerbato, a testimonianza di questa tensione che è stata vissuta con la magistratura, fu, forse, quando nel 1985 l'allora Presidente della Repubblica, Francesco Cossiga - come fu da lui stesso confermato - inviò un generale di brigata dell'Arma dei carabinieri con un reparto antisommossa presso il Consiglio superiore della magistratura. Fu un episodio molto particolare che nessuno di noi vorrebbe vedere ripetersi ma, comunque, testimone e sintomatico di una tensione politico-istituzionale che, se non risolta, è destinata a deflagrare a danno del Paese tutto. Sono molti i temi toccati dalla riforma oggetto del dibattito odierno ed ancora di più le sensibilità coinvolte. Uno dei temi più importanti, peraltro oggetto di uno dei quesiti referendari promossi in questi giorni nelle piazze d'Italia, è quello della responsabilità dei magistrati secondo un principio di grande semplicità e buon senso: chi sbaglia paga. Non è a caso, data l'importanza e il carattere dirimente del tema, che questo si sia ritrovato sterilizzato nella riforma Cartabia, oggetto naturalmente di una mediazione molto forte tra giustizialisti e garantisti, che ci ha messo di fronte ad un testo non esente da critiche. Vale la pena ricordare che l'Italia è tra i Paesi dell'Unione europea con il più alto tasso di detenuti in custodia cautelare, con sperperi legati alla mala gestio di questo strumento, ad oggi, pari ad un totale di oltre 800 milioni di euro. In Italia, purtroppo, i processi sono fatti mediaticamente, spesso con un avviso di garanzia a fronte di assoluzioni e di innocenze dichiarati in punta di piedi e con grande silenzio, di solito sommessamente relegate nelle pagine interne dei quotidiani locali. Le indagini preliminari, uno strumento certamente utile, rischiano così di diventare, nelle mani sbagliate, la rovina per moltissimi cittadini onesti e incolpevoli.

Per questo motivo, chiedo una riflessione e una presa di responsabilità, proponendo di accogliere…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

MARIA CRISTINA CARETTA (FDI). … questo ordine del giorno con cui si chiede l'introduzione di conseguenze sanzionatorie rispetto al procedimento e ai tempi dell'azione nei confronti del pubblico ministero nel caso di mancato rispetto delle tempistiche edittali relative allo svolgimento delle indagini preliminari.

PRESIDENTE. La deputata Ciaburro ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Ministri, colleghi quando si parla di una riforma della giustizia - e se ne parla, in Italia, da molto, troppo tempo - ci si aspetta che, quando ci si mette mano, sia una riforma mirata a ottenere una giustizia giusta, una giustizia certa, moderna e adeguata rispetto ai tempi che corrono. Purtroppo, oggi ci troviamo ad affrontare una riforma che è frutto di compromessi, ma al ribasso; quindi, non certamente nell'interesse del cittadino e nell'interesse delle esigenze di questa Nazione. In questo senso, il mio ordine del giorno pone l'attenzione sul tema delle case di proprietà, e, in tal senso, la casa intesa come dimora principale, come abitazione, come luogo depositario di affetti e di ricordi, ma anche luogo di protezione, dove una famiglia, un cittadino si devono poter sentire al sicuro e protetti. Rappresenta, quindi, un bene non solo tutelato dalla nostra Costituzione, ma anche dalla nostra cultura e dai nostri valori: la casa è la base e il fondamento della famiglia, delle nostre famiglie, e dei nostri affetti. Negli anni, gli episodi di occupazioni abusive di immobili si sono ripetuti e perpetrati con una tale intensità e una tale violenza che molti cittadini si sono dovuti, ahimè, chiedere: dov'è lo Stato, dov'è la legalità? E quando un cittadino si pone queste domande credo che l'insuccesso di uno Stato sia veramente sotto gli occhi di tutti. Pur trattandosi di due concetti tendenzialmente astratti, questo non li rende meno concreti, né meritevoli di concretezza rispetto ad altri; uno Stato che abiura al mantenimento del diritto e della legalità non è uno Stato. Il fondamento delle nostre moderne democrazie liberali si basa sul riconoscimento, tra gli altri, di alcuni diritti fondamentali, atavici, naturali e dall'armonia tra questi riesce a garantire la libertà. Purtroppo, la cronaca è ben diversa; credo siano ormai innumerevoli gli episodi di violenze perpetrate proprio oltre la soglia di quelle case dove tutti noi riponiamo i nostri affetti e la nostra sicurezza; dai casi di occupazione a quelli di furto, con conseguenze più o meno estreme, che spesso finiscono in tragedia, ma che poi paiono non insegnare alcunché a un certo mondo politico che è sempre il primo ad incentrarsi come difensore di diritti e legalità.

Il reato di violazione di domicilio è evidentemente una fattispecie ben collegata sia alle occupazioni sia ai furti, ma resta difficilmente applicabile nella prassi, con la conseguenza che laddove lo Stato non riesca a garantire la legalità qualcuno cerca di farlo da sé. È inutile che adesso apriamo la parentesi di come, peraltro, il blocco degli sfratti ha esasperato alcune occupazioni abusive e danneggiato migliaia di cittadini.

PRESIDENTE. Concluda.

MONICA CIABURRO (FDI). Restando nel merito, però, Presidente, credo sia utile e necessario aprire una riflessione sull'accoglimento di quanto proposto con questo ordine del giorno: l'arresto d'ufficio nei confronti di chiunque sia colto in flagranza di commettere una violazione di domicilio, prevedendo anche la facoltà di permettere l'esecuzione dell'arresto a chiunque, ai sensi dell'articolo 383 del codice di procedura penale; è un gesto di responsabilità e di legalità, certamente non risolutorio, ma indubbiamente importante e significativo per tutti i cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il deputato Galantino ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

DAVIDE GALANTINO (FDI). Presidente, nell'illustrare questo impegno al Governo, torno a ribadire che il concetto del Ministro Cartabia, quando sostiene che la certezza della pena non coincide con la certezza del carcere, seppur condivisibile da alcune forze politiche del lato sinistro dell'emiciclo, non coincide con la volontà di quel 70 per cento degli italiani che il 4 marzo 2018 ha votato quei partiti che promettevano la certezza della pena. E quando la sinistra accende i riflettori su episodi come quello di Voghera, dovrebbe ricordare tutti i tristi eventi, come l'iracheno che ha deciso di andarsene in giro per Firenze armato di un coltello per aggredire persone innocenti o, come è accaduto ultimamente al cantiere TAV, dove dei terroristi - perché così posso definirli - sono riusciti a penetrare, con bombe e bazooka artigianali per colpire, in pieno volto, un agente che, solo grazie al casco di protezione, non è rimasto ucciso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Presidente, è all'ordine del giorno la notizia del pluripregiudicato che continua a delinquere liberamente, della povera vittima che ne fa le spese o di agenti delle Forze dell'ordine che continuano ad essere aggrediti. Ma voi siete capaci di attribuire questi episodi di violenza alle destre e io vi chiedo: se il pluripregiudicato del caso Voghera fosse stato punito per i reati accumulati o se avesse rispettato i decreti di espulsione, sarebbe morto sotto i colpi di un'arma da fuoco? Qualche dubbio mi sia consentito e, se in questo e in tanti altri casi, in Italia, ci fosse la certezza della pena probabilmente il pluripregiudicato non sarebbe stato in giro a commettere altri reati, ma sarebbe ancora tra di noi, chiuso in una cella, vivo; e magari qualcun altro che crede, in Italia, di venire a fare il furbo, ci pensa non due, non dieci, ma cento volte prima di commettere un crimine di qualsiasi tipo, perché il messaggio, come diceva anche la mia collega Caretta in precedenza, sarebbe molto più chiaro: chi sbaglia paga.

Il Fondo complementare del PNRR prevede risorse per l'edilizia carceraria e, quindi, la costruzione e il miglioramento delle strutture; nello specifico, prevede 132,9 milioni di euro per la costruzione e il miglioramento di padiglioni e spazi per le strutture penitenziarie, per adulti e minori; e se, da un lato, abbiamo oltre 60 mila detenuti - e la capienza delle carceri non va oltre le 50 mila - è scontato dire che la soluzione appropriata non è mandare 10 mila delinquenti in giro, ma occorre, per esempio, rendere finalmente operativi i trasferimenti di circa 20 mila detenuti extraeuropei, come abbiamo chiesto in una risoluzione, peraltro già approvata in Commissione, oppure realizzare 20 mila posti in più.

Concludo chiedendo che la riforma della giustizia passi anche attraverso il potenziamento massivo del sistema carcerario, garantendo quindi la sicurezza e la serenità degli italiani, ormai stanchi di vedere una politica sempre più lontana dai cittadini e sempre troppo solidale con i criminali (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. La deputata Mantovani ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno n. 9/2435-A/38 Bellucci.

LUCREZIA MARIA BENEDETTA MANTOVANI (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per illustrare l'ordine del giorno n. 9/2435-A/38, a prima firma della collega Bellucci, su un provvedimento che va a riformare la giustizia penale. Sono tante le criticità che, punto per punto, abbiamo evidenziato nei numerosi interventi da noi svolti qui, in Aula, e ci è stato impedito di approfondire un provvedimento a causa dell'ennesimo voto di fiducia, il tutto nel pieno rispetto di una tradizione consolidata, da parte di questo Esecutivo, che ha dimostrato di non ritenere opportuno il confronto nemmeno su una materia rilevante e delicata come quella della giustizia penale.

Entrando nel merito di questo ordine del giorno, è importante evidenziare come in questa azione riformatrice vi sia anche una innovazione riguardante l'approccio con cui lo Stato interviene, interagisce con la sfera giuridica del minore e della famiglia. In Italia, infatti, il supremo interesse del minore viene messo in ombra quando si tratta di renderlo parte attiva all'interno del processo, ovvero di coinvolgerlo mediante l'attività di ascolto. L'articolo 12 della Convenzione di New York richiede agli Stati di garantire al fanciullo capace di discernimento il diritto di esprimere liberamente la propria opinione su ogni questione che lo interessi e che la sua opinione sia presa in seria considerazione, tenendo conto della sua età e del suo grado di maturità. Il minore, sulle materie che lo riguardano, non può, dunque, essere escluso dal procedimento; è necessaria, quindi, una riconsiderazione dell'età da cui è possibile rendere operativo lo strumento dell'ascolto, che riteniamo possa essere abbassato rispetto agli attuali 12 anni di età. Il minore non può appunto essere escluso, a priori, dalle fasi del processo e per questo è importante far sì che, ai fini della sua tutela, sia operativo un ascolto costante, ma assistito da specialisti. Per questi motivi, con questo ordine del giorno si intende impegnare il Governo a istituire sezioni del tribunale specializzate in materie riguardanti la famiglia, al fine di dare risposte efficienti e specifiche; un impegno importante, un cambiamento epocale, al pari dell'ulteriore impegno relativo all'introduzione dell'obbligo di ascolto del minore nei procedimenti che lo riguardano.

Si chiede, inoltre, di valutare l'abbassamento del limite di età a 8 anni, qualora capace di discernimento. Quindi, il tutto nell'interesse del minore e ai fini di una giustizia efficace ed efficiente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il deputato Rotelli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

MAURO ROTELLI (FDI). Grazie, Presidente Fico. Buongiorno Ministro, sottosegretari presenti, abbiamo più volte, dai banchi di Fratelli d'Italia, sottolineato come la difficoltà nell'intraprendere e nel pensare e provare a modificare questo provvedimento ci abbia portato a discutere e anche a criticare fortemente questa scelta dell'ennesima fiducia, Ministro. Però, attraverso questi ordini del giorno stiamo provando a porre in risalto e a sottolineare alcuni passaggi che riteniamo importanti.

Questo ordine del giorno a mia prima firma - intanto ringrazio i colleghi che hanno voluto sottoscriverlo - parte dalla necessità del disegno di legge di cui stiamo parlando e stiamo trattando, quindi l'efficienza del processo penale in materia di giustizia riparativa. Un'altra finalità del disegno di legge è la celere definizione dei procedimenti giudiziari. Quindi c'è una serie di provvedimenti, con una serie di deleghe al Governo che dovranno essere esercitate entro un anno dall'entrata in vigore di questa legge.

Sono previsti, all'interno del provvedimento, dei princìpi e criteri direttivi per la riforma della disciplina del processo in assenza anche dell'imputato. Tutto questo è per adeguare quello che è il nostro ordinamento al diritto dell'Unione europea, in particolare riferimento alla direttiva (UE) 2016/343. Questa direttiva tratta, oltre che la vicenda della presunzione di innocenza, anche il diritto di presenza al processo stesso. In particolare, la riforma intende riaffermare il principio in base al quale si può procedere in assenza dell'imputato solo se si ha la certezza che la sua mancata partecipazione al processo sia volontaria. Ci sembra un elemento interessante da approfondire. Nello specifico, tra i princìpi e criteri direttivi, è disposto che, quando non si ha la certezza dell'effettiva conoscenza del procedimento penale, si può comunque procedere in assenza, se il giudice, valutate le modalità di notificazione e tutte le altre circostanze annesse, ritiene provata la conoscenza della pendenza del processo e, quindi, che l'assenza sia dovuta a una scelta volontaria e consapevole. L'ordine del giorno a mia prima firma, invece, intende impegnare il Governo affinché sia assicurato che il giudice che ritenga provata la conoscenza della pendenza del processo, lo faccia con un'ordinanza motivata e sempre ricorribile. È uno degli elementi che abbiamo proposto attraverso gli emendamenti e le richieste di modifica da parte del gruppo di Fratelli d'Italia, che non ci è stato possibile portare avanti a seguito della posizione della fiducia e anche della contrazione dei tempi di discussione all'interno della Commissione, e che, invece, Presidente, a lei, al Ministro e ai sottosegretari presenti, intendo sottolineare perché importante da tutelare e da focalizzare, magari attraverso soltanto un ordine del giorno, ma un ordine del giorno che riteniamo importante e che possa impegnare in maniera seria l'Esecutivo e il Governo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. La deputata Rachele Silvestri ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

RACHELE SILVESTRI (FDI). Grazie, Presidente. Governo, colleghi, sappiamo bene che su questa riforma, che riguarda soprattutto la durata dei processi, il Governo e il Paese si giocano una partita molto importante per quel che riguarda il Recovery. La Commissione europea, infatti, ha imposto al Governo italiano alcune condizioni per ottenere i 191 miliardi dei fondi Next Generation EU. Per quanto riguarda la giustizia gli obiettivi sono chiari: in 5 anni dobbiamo ridurre del 40 per cento i tempi dei giudizi civili e il 25 per cento della durata dei penali. I finanziamenti sono concessi dall'Unione europea in base ai Piani nazionali di ripresa e resilienza, che abbiamo imparato a conoscere in quest'Aula durante questi mesi in cui abbiamo, comunque, affrontato l'argomento, quindi riforme orizzontali o di contesto, riforme abilitanti, riforme settoriali.

Le riforme orizzontali che stiamo vivendo in questi giorni sono solo due: la riforma della pubblica amministrazione e la riforma della giustizia; sicuramente le due riforme più importanti di cui sentiamo parlare da anni in questo Paese e di cui abbiamo bisogno, di cui il Paese ha bisogno, perché, se ben fatte, possono diventare volano per il rapido impiego delle risorse stanziate, che altrimenti si rischiano di perdere. Però, purtroppo, ho forti dubbi al riguardo, viste le varie problematiche di queste riforme, come abbiamo potuto vedere.

I dati statistici delineano una allarmante situazione degli uffici giudiziari, con riferimento alle pendenze e ai tempi medi di durata dei procedimenti, questi ultimi superiori - in particolare nei giudizi di secondo grado - a quelli previsti dalla legge n. 89 del 2001 e degli altri Paesi europei.

A fronte di ciò, non è più procrastinabile un intervento volto a restituire efficienza al processo penale e a garantirne la durata ragionevole, anche tenuto conto delle modifiche apportate alla disciplina della prescrizione e della conseguente necessità di evitare che i tempi del processo non si prolunghino ad libitum con negative ricadute, oltre che dell'interesse delle parti ad una definizione rapida del giudizio sulla complessiva efficienza del sistema giudiziario.

In quest'ottica, nella riforma sono stati previsti alcuni interventi come quello che riguarda il semplificare e accelerare alcuni adempimenti processuali, il deposito degli atti e le comunicazioni e notificazioni, valorizzando a tal fine l'uso di strumenti telematici.

PRESIDENTE. Concluda.

RACHELE SILVESTRI (FDI). Vado alla conclusione, Presidente. Con il seguente ordine del giorno chiediamo di prendere atto dell'importanza che viene data, nella riforma, alla digitalizzazione del processo penale, come strumento fondamentale alla velocizzazione dei procedimenti, ma valutando, altresì, che, dietro la digitalizzazione del processo, può celarsi un preoccupante elemento di smaterializzazione del processo penale. Con il seguente ordine del giorno, noi di Fratelli d'Italia chiediamo al Governo di impegnarsi a valutare l'opportunità di monitorare adeguatamente che il processo di digitalizzazione non si trasformi in estrema smaterializzazione del processo penale, con utilizzo non adeguato e congruo di udienze a distanza e videoregistrate, che mortificano i princìpi costituzionali di oralità, immediatezza e contraddittorio, che devono informare il giusto processo. Quindi, vista l'importanza, comunque, della cosa, chiediamo che venga accolto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il deputato De Toma ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Grazie, Presidente. Buongiorno Governo e buongiorno a tutti i colleghi. Come già detto dal mio collega Caiata, siamo alla trentacinquesima fiducia e purtroppo ci accingiamo anche ad affrontarne una ancora, fra un giorno o poco più.

Le risoluzioni in Commissioni o gli atti parlamentari, Presidente, che sono stati votati, sono giacenti e senza applicazione. Questo un po' dispiace per il lavoro di ognuno di noi, dei deputati, che comunque cercano di portarlo avanti con dignità, ma soprattutto anche con un attento giudizio su quelli che sono i vari provvedimenti. Ovviamente, mi rammarica il fatto che andiamo a discutere semplicemente degli ordini del giorno, che danno delle indicazioni, peraltro anche importanti, come quello che mi accingo adesso ad illustrare, a mia prima firma, e anche grazie agli altri colleghi che lo hanno sottoscritto.

Vede, la riforma del processo penale tocca molteplici ambiti dell'attuale disciplina processuale e quindi comporterà, in alcuni casi, risultati sicuramente prevedibili, mentre in altri l'esito della modifica potrà avere risvolti oggi non previsti. Compito dello Stato è in ogni caso tutelare non solo gli indagati e gli imputati, ma anche le vittime del reato, che vogliono vedere punito chi ha leso la propria incolumità o il proprio patrimonio, anche al fine di non vedere ripresentarsi la stessa situazione sottolineando il disvalore del fatto.

Assistiamo oggi, quindi, a un cambio di rotta rispetto al passato. L'indirizzo normativo prevede che il Governo possa dare rilievo alla condotta susseguente al reato, ai fini della valutazione del carattere di particolare tenuità dell'offesa.

Valutare successivamente ai fatti la condotta dell'imputato ai fini della tenuità del fatto, oltre che ermeneuticamente illogico - in quanto per logica si dovrebbero valutare le conseguenze del fatto di reato e non la condotta successiva del reo, che nulla ha a che vedere con il fatto stesso -, finirebbe per portare ad una sorta di messa alla prova, dando una discrezionalità di valutazione al giudice che non ha precedenti nel nostro ordinamento. Quindi, vi è chiaramente una volontà di depenalizzare o di minor punizione della fattispecie più lieve, ma non si ritiene che una messa in castigo - così la definirei - sia utile per la tutela dei cittadini, i quali invece dovrebbero avere certezza della conseguenza della commissione dei reati, siano questi onesti o disonesti, senza lasciare a valutazioni legate alla condotta successiva la liceità delle stesse o meno…

PRESIDENTE. Concluda.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). - sto concludendo, Presidente - e le concrete conseguenze. Questo sistema si chiama per noi Stato di diritto. Quindi, chiediamo un impegno al Governo a valutare gli effetti applicativi delle disposizioni richiamate appunto nella premessa, al fine di adottare ulteriori iniziative normative, affinché, ai fini della disciplina della particolare tenuità dell'offesa, si dia rilievo solo ai fatti antecedenti del fatto di reato e alle conseguenze del fatto e non all'indole palesata successivamente dal reo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. La deputata Palmisano ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

VALENTINA PALMISANO (M5S). Grazie Presidente. Signora Ministra, membri del Governo, quest'ordine del giorno intende chiarire una circostanza per noi fondamentale. Siamo nell'ambito dell'articolo 3, lettera i), della delega penale, il quale prevede - leggo testualmente -che gli uffici del pubblico ministero, per garantire l'efficace e uniforme esercizio dell'azione penale, nell'ambito dei criteri generali indicati dal Parlamento con legge, individuino criteri di priorità trasparenti e predeterminati, al fine di selezionare le notizie di reato da trattare con precedenza rispetto alle altre, tenendo conto anche del numero degli affari da trattare e dell'utilizzo efficiente delle risorse disponibili. Ecco, Presidente, su questo punto, considerata l'estrema delicatezza della materia, perché qui entra in gioco anche il principio dell'obbligatorietà dell'azione penale, previsto come sappiamo dall'articolo 112 della nostra Costituzione, e proprio al fine di blindare e di tutelare questo principio, noi riteniamo che nell'esercizio della delega il Governo debba specificare puntualmente che tali criteri di priorità sono meri criteri di indirizzo generale, assolutamente non cogenti e che, quindi, non possono in alcun modo vincolare l'azione delle procure nel perseguimento dei reati e, quindi, non possano limitare l'obbligo dell'esercizio dell'azione penale per tutti i reati, di qualsiasi natura essi siano.

Si evidenzia, a tal proposito, che, anche sotto il profilo della semplicità, chiarezza e proprietà della formulazione, il Comitato per la legislazione, al quale è stato chiesto un parere, si è espresso per l'opportunità di specificare meglio tali criteri. Dunque, sia da un punto di vista sostanziale che da un punto di vista formale, a maggior ragione noi riteniamo sia doveroso che il Governo accolga favorevolmente questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Il deputato Raduzzi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

RAPHAEL RADUZZI (MISTO). Buongiorno Presidente. Ci troviamo anche oggi a discutere di giustizia davanti a un'Aula semideserta. Abbiamo iniziato questa farsa domenica 1° agosto, di pomeriggio, con la mancanza tra l'altro della Ministra, che forse stava al mare (Commenti). Ieri avete messo la fiducia…

PRESIDENTE. Collega, collega! Collega… vada avanti.

RAPHAEL RADUZZI (MISTO). Vado avanti, Presidente, però è un fatto che mancava la Ministra …

PRESIDENTE. Sì, sì, vada avanti.

RAPHAEL RADUZZI (MISTO). …la domenica che noi abbiamo discusso in Aula questo provvedimento.

PRESIDENTE. Vada avanti, Raduzzi.

RAPHAEL RADUZZI (MISTO). Questo è un dato di fatto. A me dispiace e glielo sottolineo.

PRESIDENTE. Raduzzi, vada avanti.

RAPHAEL RADUZZI (MISTO). Poi abbiamo messo la questione di fiducia, perché voi non volete discutere nel merito delle questioni. Infatti, anche in Commissione giustizia, la Commissione preposta a discutere di questa “schiforma”, dopo l'emendamento governativo, ne avete parlato due ore e mezza. Questo è il tempo che dedicate alla riforma del processo penale. E oggi parliamo degli ordini del giorno, cioè di impegni che noi chiediamo al Governo di prendere almeno per il futuro, per correggere il tiro, rispetto a una riforma che andrà a premiare i delinquenti di questo Paese.

Voi dite che siete riusciti a togliere tutta una serie di reati molto gravi dall'improcedibilità, quindi, dal mandare al macero una serie di processi molto importanti, tra cui quelli di mafia, di terrorismo e via dicendo. In realtà, questa cosa non è del tutto vera, perché avete creato un percorso a ostacoli per i giudici, che dovranno provare questa particolare complessità nei processi. Tra l'altro, avete aggiunto la possibilità di impugnare questa ordinanza da parte della difesa e, quindi, in Cassazione, potrebbe essere provato che magari è un processo complesso, ma non particolarmente complesso e, quindi, il processo andrebbe in fumo. Però, vi siete dimenticati tutta una serie di reati importanti. Penso alle stragi, agli ecoreati - leggete l'ex Ministro Sergio Costa cosa dice al riguardo - e soprattutto ai reati finanziari. Infatti, io vengo dal Veneto, da una terra che è stata martoriata da due banche, la Veneto Banca e la Popolare di Vicenza. Parliamo di una serie di reati gravissimi: l'aggiotaggio, l'ostacolo alle funzioni di vigilanza, il falso in prospetto. Ricordiamo tutti le “operazioni baciate”, cioè le persone ricevevano un finanziamento, un fido bancario, solo se con quei soldi ci acquistavano anche delle azioni di una banca. Ecco, questa norma prevede che al massimo l'appello, per questi reati, potrà durare tre anni, con il meccanismo che vi illustravo prima; quindi, probabilmente, saranno due anni in appello per questi reati. Noi chiediamo che anche queste tipologie di reati finanziari possano avere un'estensione maggiore (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Il deputato Sodano ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

MICHELE SODANO (MISTO). Grazie Presidente. Ministra Cartabia, io per illustrare il mio ordine del giorno voglio leggervi e portare qui in Parlamento un messaggio che, purtroppo, non avete ascoltato. Sono Salvatore Borsellino, fratello di Paolo Borsellino, ma sono qui come cittadino italiano e come fondatore e leader del movimento delle Agende Rosse, un movimento fatto soprattutto di giovani, che ha come suo principale e quasi esclusivo obiettivo la verità e la giustizia sulle stragi del 1992 e del 1993, che hanno insanguinato il nostro Paese. Paolo era un magistrato con un altissimo senso dello Stato e ha scelto di rimanere al suo posto anche quando si è reso conto che pezzi deviati di quello stesso Stato, a cui aveva prestato giuramento, stavano per dare alla criminalità mafiosa l'ordine di ucciderlo. Ha scelto di sacrificare la sua vita per poter cambiare quello che di questo Paese, che tanto amava, non gli piaceva e non poteva piacergli. Io ho sempre avuto fede nell'amore e nella giustizia, amore e giustizia che erano lo stesso sogno di Paolo, quel sogno che nostra madre, dopo la strage, fece giurare a me e a mia sorella Rita di sostenere, finché avremmo avuto vita. Questa riforma che noi oggi contestiamo va in senso esattamente contrario a quel sogno di giustizia. La sua genesi viene da lontano, da quando nel 1992 lo Stato italiano ha rinunciato ad essere uno Stato di diritto, arrivando a trattare con la criminalità organizzata, elevandola con questa trattativa alla dignità di una controparte dello Stato stesso e rinunciando, così, alla propria dignità.

I passi per arrivare a tutto questo vengono da lontano, da quando è stato fatto cadere un Governo soltanto per poter annullare quella riforma della giustizia, varata dal Governo Conte, che, seppure perfettibile, bloccava però la prescrizione su un primo grado di giudizio, assicurando che tutti i reati potessero essere perseguiti e tutti i processi potessero essere portati a compimento. Ora, con il pretesto di ottemperare ad una richiesta dell'Europa, che altrimenti ci negherebbe i fondi del Recovery Fund, invece di agire in maniera da sveltire i processi e di potenziare gli organici della magistratura, lo Stato rinuncia di fatto ad esercitare la giustizia, inserendo un concetto giuridicamente abnorme, come l'improcedibilità. Lo Stato nega la giustizia ai cittadini vittime di un reato, se il processo di appello non si conclude in un tempo determinato, lasciando così l'imputato in uno stato di limbo, condannato ma non definitivamente, e rinunciando così ad esercitare il proprio ruolo e a rendere giustizia ai cittadini colpiti dal reato stesso. Cittadini che giustizia non potranno mai più pretendere e dichiarando, come è stato, la propria impotenza. Si viene a creare così una profonda diseguaglianza tra i cittadini sottoposti a processo; da un lato, i semplici cittadini, i cui processi arriveranno a concludersi nei tempi stabiliti, e, dall'altro, i potenti, quelli che si potranno permettere avvocati in grado di allungare fino a due anni i tempi dei processi, fino ad ottenere la improcedibilità. Si prepara così l'impunità per chi approfitterà dell'enorme quantità di fondi in arrivo dall'Europa, per dirottarli verso gli interessi della società criminale, piuttosto che per una ripresa dell'economia nazionale e per il bene comune, dato che nel frattempo, in nome dell'emergenza, si sveltiscono le procedure e si diminuiscono i controlli. Per riuscire ad ottenere tutto questo si svilisce il ruolo del Parlamento e si elimina, per un progetto di tale importanza, la discussione in Aula, ponendo un voto di fiducia.

E tutto questo all'inizio dell'estate, in un momento di scarsa attenzione dell'opinione pubblica; la stessa scelta un tempo adottata dalla criminalità mafiosa per compiere le stragi. Ed è per questo che chiedo a tutti quelli che, con il loro voto, decideranno l'esito di questa riforma, anche quelli che l'hanno improvvidamente votata in Consiglio dei Ministri, di volerla fermare, di non distruggere il sogno di Paolo Borsellino e di Giovanni Falcone. Altrimenti, non osino più in futuro pronunciare il loro nome (Applausi di deputati del gruppo Misto)!

PRESIDENTE. Il deputato Miceli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

CARMELO MICELI (PD). Grazie, signor Presidente. Con il presente ordine del giorno, mi rivolgo al Governo, affinché possa confutare un dubbio che è residuato dall'articolo 1, comma 18, lettera b), della riforma, e in particolare, dalla delega affidata al Governo ai fini della ridefinizione del concetto di vittima del reato. Dalla lettura testuale, parrebbe, infatti, che il concetto di vittima del reato dovrebbe essere ristretto alla sola persona fisica offesa dal reato e ai suoi familiari; un concetto molto restrittivo, che parrebbe escludere dal novero delle vittime le persone giuridiche. Pur nella consapevolezza della non sovrapponibilità perfetta di vittima e di danneggiato del reato, e nella consapevolezza, comunque, della distinzione che sussiste tra persona offesa dal reato e danneggiato, vista l'importanza del tema, chiediamo al Governo di impegnarsi, affinché sia mantenuta la possibilità per la costituzione di parte civile delle persone giuridiche, quindi, la legittimazione attiva di enti, specie quelli territoriali, e delle associazioni, che, nel tempo, si sono impegnate nella lotta alla criminalità organizzata, di costituirsi parte civile.

Glielo dico e lo chiediamo perché la costituzione degli enti e delle associazioni nel campo della lotta alla criminalità organizzata ha costituito un balzo in avanti enorme. Ho avuto l'onore di esserci in aula, quando si costituiva la prima associazione, da sola, a fronte di decine e decine di imputati, così come ho avuto l'onore di esserci, quando, invece, a fronte di pochi imputati di mafia, c'erano tantissime associazioni a costituirsi. Ricordo la faccia e l'espressione diversa nella prima e nella seconda occasione degli imputati e anche quella delle persone offese, soprattutto quella delle persone offese. Nel tempo, le associazioni hanno consentito alle persone offese di poter essere rappresentate nel processo anche senza sovraesporsi con la costituzione personale in udienza, e l'associazione, spesso, ha esercitato i diritti della persona offesa dal reato, prendendosi cura di lui, assistendolo spesso, sempre gratuitamente.

Così come gli enti locali, con la costituzione in udienza, hanno rappresentato le comunità e manifestato le avversità di quelle comunità nei territori delle quali si è consumato il reato fine e il reato mezzo della criminalità organizzata, e lo hanno manifestato contro la criminalità organizzata. Per cui, chiedo al Governo di assumere l'impegno a mantenere invariata la legittimazione attiva delle associazioni e degli enti, ancorché limitatamente a quanto già previsto da consolidata giurisprudenza, cioè ancorché limitatamente al fatto che questi enti e queste associazioni vengano lesi in un loro interesse che sia previsto nello statuto e che sia elevato nello statuto stesso a ragion d'essere dell'associazione e dell'ente.

Ma comprenderà che limitare ed eludere la possibilità della costituzione di parte civile, quindi, riducendo, eventualmente, la possibilità di partecipare al processo non attivamente, con i diritti propri della parte civile, ma con i diritti riservati ex articolo 91 del codice procedura penale agli enti rappresentativi, ovverosia quei diritti limitati ai diritti della persona offesa, sarebbe veramente un danno irrimediabile e mortale per la lotta alla criminalità organizzata. Siamo fiduciosi che questo dubbio interpretativo sia solo un dubbio del proponente e delle associazioni che hanno visto un pericolo nella norma, ma siamo certi che questo sarà confutato, e che quindi rimarrà immutato il diritto a continuare a lottare attivamente per enti e associazioni contro la criminalità organizzata (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Il deputato Gemmato ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno: non è presente, si intende vi abbia rinunziato.

Avverto che l'ordine del giorno n. 9/2435-A/58 Ascari è stato ritirato dalla presentatrice.

Se nessun altro chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere i pareri.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie Presidente, grazie alla Ministra che mi delega per esprimere i pareri sugli ordini del giorno sul disegno di legge n. 2435. Dico subito, come criteri generali, che i pareri saranno espressi sulla scorta di alcuni parametri che riguarderanno la perimetrazione della delega, nel rispetto delle prerogative previste all'articolo 76 della Costituzione, laddove i decreti legislativi, che sono compito del Governo, avranno una loro autonomia e, certamente, non possono essere, in qualche maniera, condizionati dagli ordini del giorno, se non come criteri di ispirazione:, il tema della possibilità di inserimento di ulteriori fattispecie nell'ambito del provvedimento, la valutazione del processo mediatico sulla scorta dell'esistenza di una direttiva e, soprattutto, la valutazione dei vulnera alla ragionevolezza dello stesso provvedimento, segnatamente per quanto riguarda le norme precettive o la parte precettiva del provvedimento.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/1 Bartolozzi, parere contrario e questo riguarderà una serie di ordini del giorno sulla presunzione di non colpevolezza, perché già è stata data delega al Governo, con la legge n. 53 del 2021, nell'ambito della direttiva n. 343 del 2016 sulla presunzione di non colpevolezza. Ordini del giorno n. 9/2435-A/2 Dori, n. 9/2435-A/3 Termini, n. 9/2435-A/4 Sodano e n. 9/2435-A/5 Angiola, parere contrario: la geografia giudiziaria non è ritenuta parametrabile nell'ambito di questo provvedimento. Ordine del giorno n. 9/2435-A/6 Muroni, parere favorevole con riformulazione. Questo è un primo parere di riformulazione che si estenderà a tutti gli ordini del giorno che riguarderanno la possibilità di inserire, nell'ambito delle proroghe, ulteriori fattispecie. La riformulazione del n. 9/2435-A/6 Muroni è la seguente: “a valutare l'opportunità di consentire ulteriori proroghe dei termini di durata massima dei procedimenti di impugnazione per i più gravi delitti in materia ambientale”.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/7 Rizzetto, parere favorevole con la riformulazione che mi accingo a leggere: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di assumere ogni ulteriore iniziativa strutturale volta a rendere adeguatamente efficiente l'amministrazione della giustizia ad ogni livello e a monitorare le relative attività per intervenire tempestivamente per porre rimedio a forme di improduttività e/o disfunzioni nei comparti della stessa”. Ordine del giorno n. 9/2435-A/8 Sarli, parere favorevole con riformulazione, analogamente al n. 9/2435-A/6: “a valutare l'opportunità di consentire ulteriori proroghe dei termini di durata massima dei procedimenti di impugnazione per i più gravi delitti in materia ambientale”. Ordini del giorno n. 9/2435-A/9 Caretta, n. 9/2435-A/10 Ciaburro, n. 9/2435-A/11 Cirielli e n. 9/2435-A/12 Silvestroni, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2435-A/13 Foti, parere contrario per un evidente vulnus alla ragionevolezza della disciplina. Ordine del giorno n. 9/2435-A/14 Bazoli, parere favorevole con una riformulazione; nella parte dispositiva: “a provvedere” deve essere sostituito da: “a valutare l'opportunità di”. Ordini del giorno n. 9/2435-A/15 Gemmato, n. 9/2435-A/16 Mollicone, n. 9/2435-A/17 Bucalo e n. 9/2435-A/18 Maggioni, parere contrario.

L'ordine del giorno n. 9/2435-A/19 Turri è inammissibile. Ordine del giorno n. 9/2435-A/20 Belotti, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2435-A/21 Potenti, parere favorevole, con la riformulazione che mi accingo a leggere: “a valutare l'opportunità di effettuare una revisione dei criteri di indennizzo alle vittime di reato nell'ordinamento italiano”. L'ordine del giorno n. 9/2435-A/22 Bignami è inammissibile. Ordine del giorno n. 9/2435-A/23 Frassinetti, parere contrario per essere esulante dall'oggetto della delega.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/24 Longo, parere favorevole con questa riformulazione: “a valutare l'opportunità di consentire ulteriori proroghe dei termini di durata massima dei procedimenti di impugnazione per i più gravi delitti in materia ambientale”.

Ordini del giorno n. 9/2435-A/25 Butti e n. 9/2435-A/26 Rotelli, parere contrario.

L'ordine del giorno n. 9/3435-A/27 Meloni è inammissibile.

Ordini del giorno n. 9/2435-A/28 Osnato, n. 9/2435-A/29 Costa e n. 9/2435-A/30 Lollobrigida, parere contrario.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/31 Deidda, parere favorevole con questa riformulazione: “a valutare l'opportunità di consentire ulteriori proroghe dei termini di durata massima dei procedimenti di impugnazione per il reato di incendio e incendio boschivo”.

Ordini del giorno n. 9/2435-A/32 Lucaselli e n. 9/2435-A/33 Prisco parere contrario.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/34 Gregorio Fontana, parere favorevole con questa riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di sviluppare un servizio telematico che permetta la liquidazione delle imposte di bollo e di ogni altra spesa, imposta o diritto di cancelleria anche mediante piattaforme digitali da remoto”.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/35 Siracusano, parere contrario per essere esulante dall'oggetto della delega.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/36 Zanettin, contrario per le stesse ragioni che ho riferito per l'ordine del giorno n. 9/2435-A/1 Bartolozzi, cioè esistenza della direttiva 2016/343, con delega al Governo mediante la legge n. 53 del 2021.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/37 Ferro, parere contrario; n. 9/2435-A/38 Bellucci, parere contrario in quanto fuori ambito.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/39 Fornaro, parere favorevole con riformulazione, solo quanto alla seconda parte. Leggo la riformulazione: “a valutare l'opportunità di consentire ulteriori proroghe dei termini di durata massima dei procedimenti di impugnazione per i più gravi delitti in materia ambientale”.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/40 Rampelli, parere favorevole con riformulazione solo relativamente alla prima parte e non di competenza quanto alla seconda. Leggo la riformulazione: “a valutare l'opportunità di consentire ulteriori proroghe dei termini di durata massima dei procedimenti di impugnazione per i più gravi delitti in materia ambientale”.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/41 Varchi, parere contrario; n. 9/2435-A/42 Biancofiore, parere contrario perché esula dall'ambito; n. 9/2435-A/43 Gagliardi e n. 9/2435-A/44 Raduzzi, parere contrario.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/45 Boldrini, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di escludere dall'ambito di applicabilità dell'istituto della sospensione del procedimento penale con messa alla prova dell'imputato tutti i reati a sfondo sessuale”.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/46 Tondo, parere contrario per le stesse ragioni, cioè esistenza della direttiva 2016/343 e della legge n. 53 del 2021; n. 9/2435-A/47 Annibali, parere contrario; n. 9/2435-A/48 Ruffino, parere contrario per essere esulante dall'oggetto della delega.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/49 Pettarin, parere favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare, nell'ambito dei successivi interventi di natura economico-finanziaria in aderenza con le finalità e le misure contenute nel presente testo di riforma per l'efficienza del processo penale e i target indicati nel PNRR in tema di giustizia, misure aggiuntive, con particolare riguardo all'adeguamento dell'edilizia giudiziaria per sopperire alla mancanza di spazi adeguati, all'ampliamento delle piante organiche, anche con ulteriori bandi di concorso, per aumentare il numero dei magistrati, proseguire con lo sblocco delle assunzioni per sopperire al sottodimensionamento del personale amministrativo, snellimento di passaggi burocratici che rendono patologici i tempi dei processi, come il trasporto dei fascicoli e il potenziamento del processo telematico”.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/50 Saitta, parere favorevole con riformulazione, che mi accingo a leggere: “a valutare l'opportunità di prevedere termini puntuali per l'adozione del decreto di cui all'articolo 414 del codice di procedura penale, precisando che la costruzione dell'iter argomentativo della motivazione del medesimo decreto debba avere un adeguato supporto logico-giuridico”.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/51 D'Orso, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di un ampliamento”.

Ordini del giorno n. 9/2435-A/52 Giuliano e n. 9/2435-A/53 Ferraresi, parere contrario.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/54 Palmisano, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di specificare la definizione dei criteri di priorità trasparenti e predeterminati da parte degli uffici del pubblico ministero al fine di garantire l'efficace e uniforme esercizio dell'azione penale”.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/55 Zolezzi, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di consentire ulteriori proroghe dei termini di durata massima dei procedimenti di impugnazione per i più gravi delitti in materia ambientale”.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/56 Sarti, parere contrario.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/57 Perantoni, favorevole con la riformulazione che mi accingo a leggere all'Aula (ovviamente, se le tecnologie ce lo consentono): “a valutare l'opportunità di prevedere strumenti utili ad evitare che le previsioni della delega confliggano con le esigenze di celerità del processo penale”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/58 Ascari il parere è contrario per essere esulante…

PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/2435-A/58 Ascari è stato ritirato.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. È stato ritirato, bene.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/59 Salafia il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità, nell'esercizio della delega suddetta, di individuare dei punti di equilibrio che consentano sempre una valutazione a tutela della libertà di informazione”.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/60 Miceli, parere favorevole con riformulazione, che mi accingo a prospettare al presentatore: “impegna il Governo, nell'ambito delle proprie competenze, a valutare l'opportunità che il diritto alla costituzione di parte civile…” e poi il resto è esattamente identico a quanto aveva prospettato il presentatore.

Ordini del giorno n. 9/2435-A/61 Vitiello e n. 9/2435-A/62 Corda, parere contrario.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/63 Romaniello, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di consentire ulteriori proroghe dei termini di durata massima dei procedimenti di impugnazione per i più gravi delitti in materia ambientale”.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/64 Vallascas, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di consentire ulteriori proroghe dei termini di durata massima dei procedimenti di impugnazione per i più gravi delitti in materia ambientale”.

Ordini del giorno n. 9/2435-A/65 Testamento, n. 9/2435-A/66 Trano e n. 9/2435-A/67 Cabras parere contrario per vulnus alla ragionevolezza della disciplina.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/68 Galantino, parere contrario

Ordini del giorno n. 9/2435-A/69 Colletti, n. 9/2435-A/70 Paolo Nicolò Romano e n. 9/2435-A/71 Maniero, parere contrario per vulnus alla ragionevolezza della disciplina

Ordine del giorno n. 9/2435-A/72 Ungaro, parere contrario.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/73 Occhionero, parere favorevole con la riformulazione che mi accingo a leggere: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di adottare le iniziative legislative necessarie a modificare l'articolo 129, comma 2, al fine di consentire al giudice, in presenza della causa di improcedibilità dell'azione, di pronunciarsi per l'assoluzione, ai sensi dell'articolo 530, laddove risulti evidente che ne sussistano le condizioni”.

Ordini del giorno n. 9/2435-A/74 Migliore, n. 9/2435-A/75 Delmastro Delle Vedove e n. 9/2435-A/76 De Luca, contrario per esistenza della direttiva europea 2016/343 e legge n. 53 del 2021.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/77 Massimo Enrico Baroni, parere contrario per lo stesso motivo del vulnus alla ragionevolezza.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/78 Trancassini, parere contrario in quanto siamo di fronte a un impegno esulante dal provvedimento.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/79 Spessotto, parere contrario: anche qui, non è in linea con la ragionevolezza della disciplina.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/80 Giuliodori, parere contrario.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/81 Suriano, parere contrario: vulnus alla ragionevolezza.

Ordini del giorno n. 9/2435-A/82 Raciti e n. 9/2435-A/83 Vinci, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/84 Forciniti, parere contrario, per le stesse ragioni di vulnus della ragionevolezza.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/85 Ehm, parere contrario, per le stesse ragioni.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/86 Sapia, parere contrario, sempre per mancanza di sintonia con la ragionevolezza della disciplina.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/87 Leda Volpi, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di consentire ulteriori proroghe dei termini di durata massima dei procedimenti di impugnazione per i più gravi delitti in materia ambientale”.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/88 Costanzo, parere contrario: violazione del principio di ragionevolezza.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/89 Albano, parere favorevole con riformulazione, che mi accingo a prospettare all'Aula: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di affrontare con immediatezza, per il principio del buon andamento dell'azione amministrativa, il tema della riduzione dei tempi della giustizia attraverso la previsione di un aumento in pianta organica dei giudici togati e dei cancellieri, oltre che all'introduzione di moderne e funzionali procedure di digitalizzazione del processo”.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/90 Montaruli, parere contrario: vulnus alla ragionevolezza.

Ordini del giorno n. 9/2435-A/91 De Toma e n. 9/2435-A/92 Donzelli, parere contrario.

L'ordine del giorno n. 9/2435-A/93 Maschio è inammissibile.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/ 94 Rachele Silvestri, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/95 Caiata, parere contrario.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Mi scusi, sottosegretario Sisto, potrebbe precisarmi meglio, visto che lo ha fatto per una serie di ordini del giorno, le ragioni della contrarietà sugli ordini del giorno n. 9/2435-A/30 a mia firma, n. 9/2435-A/78 Trancassini, n. 9/2435-A/27 Meloni e n. 9/2435-A/22 Bignami, cortesemente? Perché per alcuni lo ha fatto, per altri non lo ha fatto: le chiedo di specificare le ragioni della contrarietà poiché per noi sarebbe importante ai fini della discussione.

PRESIDENTE. Solo una cosa, deputato Lollobrigida, l'ordine del giorno n. 9/2435-A/27 Meloni è inammissibile.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Anche il collega Bignami ha presentato un ordine del giorno, che è inammissibile. Chiedevo, visto che il sottosegretario ha puntualmente precisato, per alcuni ordini del giorno, le ragioni di inammissibilità, se fosse possibile…

PRESIDENTE. Le inammissibilità le ho date io ad inizio seduta e quelle le dà la Presidenza, chiaramente. L'ordine del giorno n. 9/2435-A/27 Meloni è inammissibile, quindi non c'è parere favorevole, né contrario. Sugli altri, invece, gli ammissibili, il Governo ha dato il parere contrario o favorevole. Tutto qui. Questo è chiaro? Poi, la sua richiesta è chiara verso il Governo.

Ha chiesto di parlare il deputato Colletti. Su cosa?

ANDREA COLLETTI (MISTO-L'A.C'È). Sull'ordine dei lavori, Presidente. A nome della componente, siccome qui non stiamo né a giocare né a prendere in giro le persone, non accetteremo nessuna riformulazione con la locuzione “a valutare l'opportunità” (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mollicone. Su cosa?

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Vorrei chiedere al sottosegretario, se presta attenzione, le motivazioni della contrarietà sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/16, perché ci risulta incomprensibile come si possa essere contrari a impegnare il Governo a valutare l'opportunità di privilegiare il coinvolgimento di operatori italiani nei progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza sulla digitalizzazione della giustizia. Sinceramente, ci risulta davvero incomprensibile e, quindi, vorremmo capire formalmente, a verbale, i motivi della contrarietà.

PRESIDENTE. Prego, sottosegretario Sisto.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Possiamo scegliere se chiarirli nel momento del voto, ma sono ben disponibile a chiarirli anche anticipatamente.

Con questo ordine del giorno si chiede di valutare l'opportunità di privilegiare il coinvolgimento di operatori italiani nei progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Credo che ci si renda conto che viene chiesto al Governo un giudizio che non solo non appartiene al Governo, ma corre il rischio di pregiudicare eventuali procedure che possano essere anche di respiro europeo, oltre che nazionale, e di condizionarne ovviamente l'esito.

Quindi, credo che l'ordine del giorno sia eccentrico dal punto di vista del metodo “ordine del giorno” e sia, in qualche maniera, incompleto - voglio usare questo termine - dal punto di vista dei contenuti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Zucconi. Su cosa?

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Solo una richiesta, perché il mio capogruppo aveva chiesto i motivi della contrarietà sugli ordini del giorno n. 9/2435-A/30 Lollobrigida e n. 9/2435-A/78 Trancassini, lasciando perdere gli inammissibili. Se per cortesia, come ha fatto precedentemente, può indicarli anche su questi.

PRESIDENTE. Prego, sottosegretario Sisto.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Allora, diciamo che con questo ordine del giorno n. 9/2435-A/30 Lollobrigida… quale era l'altro?

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2435-A/78 Trancassini.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie. Qualche volta i numeri… Con questo ordine del giorno n. 9/2435-A/30 Lollobrigida si chiede espressamente la modifica del meccanismo in base al quale opera la responsabilità dei magistrati, configurandolo secondo un principio di responsabilità diretta.

Non v'è chi non veda che si tratta di un tema del tutto estraneo alla delega e che sarà un tema di ordinamento giudiziario, ma, certamente, non può impegnarsi il Governo, in un provvedimento ai sensi dell'articolo 76 come questo, ad assumere temi che non siano coerenti e che non abbiano la possibilità di essere sviluppati nell'ambito di questo provvedimento. Quindi, la scelta, come ho detto all'inizio, fra i criteri generali: si tratta di temi assolutamente fuori perimetro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Ovviamente, da fine giurista quale è il collega Sisto, avrà buone ragioni per considerare, di fatto, non ammissibile una cosa che lei ha reso ammissibile alla discussione. Quindi, magari, con la Presidenza potrà chiarirne i contenuti. Io non ho la stessa sensibilità, nel senso che, a nostro avviso, questo ordine del giorno, sul quale il Governo ha espresso parere contrario, è particolarmente rilevante. Lo dico al collega Sisto che rappresenta una forza politica che ha aderito…

PRESIDENTE. Deputato Lollobrigida, solo una cosa, però. Questo è proprio l'intervento sull'ordine del giorno, a cui ci arriveremo chiaramente. Ho capito la questione rispetto alla richiesta di chiarimento…

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Questo per quanto concerne l'ordine del giorno n. 9/2435-A/30 e l'ordine del giorno n. 9/2435-A/78 Trancassini. Vorrei però un chiarimento, anche da parte della Presidenza, sulle ragioni della inammissibilità degli ordini del giorno, che acquisiamo oggi come fattispecie per i primi due - se è possibile - e, su questa spiegazione del collega sottosegretario Sisto, insisto sul fatto - il gioco di parole non era voluto - che non capiamo le ragioni della contrarietà così motivate, che renderebbero inammissibile un ordine del giorno di siffatta natura.

PRESIDENTE. Io le inammissibilità già le ho date in apertura su pochi ordini del giorno. Quindi, la Presidenza ha avuto un filtro chiaro, sempre uguale, che abbiamo usato anche altre volte e ci sono quelle inammissibilità. Poi, il Governo si esprime sui pareri favorevoli o contrari rispetto al merito.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI, Relatrice di minoranza. Grazie, Presidente. Io intervengo nella qualità di relatore, sia pur di minoranza, di questa legge, ai sensi dell'articolo 83, per rilevare come …

PRESIDENTE. In questa fase, però, non c'è l'intervento del relatore…

MARIA CAROLINA VARCHI, Relatrice di minoranza. Scusi, Presidente, ma non riesco a sentire …

PRESIDENTE. Deputato Costa, per favore. Sì, però non c'è l'intervento dei relatori di minoranza in questa fase.

MARIA CAROLINA VARCHI, Relatrice di minoranza. Presidente, intervengo ai sensi del comma 3. Quindi, salvo che io non abbia ascoltato male le parole del sottosegretario Sisto, io vedo una certa distonia tra i pareri dati sugli ordini del giorno n. 9/2435-A/30 Lollobrigida e n. 9/2435-A/78 Trancassini e quelli sugli ordini del giorno n. 9/2435-A/22 Bignami e n. 9/2435-A/27 Meloni.

PRESIDENTE. Solo una cosa, non è che non la voglio far parlare, però ai sensi del comma 3, di quale articolo?

MARIA CAROLINA VARCHI, Relatrice di minoranza. Mi riferisco all'articolo 83, sulla replica dei relatori.

PRESIDENTE. L'intervento del relatore di minoranza non è previsto in questa fase.

MARIA CAROLINA VARCHI, Relatrice di minoranza. Presidente, io ho fatto l'intervento come relatore di minoranza ai sensi dell'articolo 81, comma 1-bis nella giornata di ieri. Ora io chiedo di potere replicare ai sensi del comma 3, avendo ascoltato il parere del Governo.

PRESIDENTE. No, però non è in questa fase.

MARIA CAROLINA VARCHI, Relatrice di minoranza. Capisco che siete abituati a una soppressione esasperata del confronto…

PRESIDENTE. Deputata Varchi, non è in questa fase. In questa fase ci sono le dichiarazioni di voto sugli ordini del giorno.

MARIA CAROLINA VARCHI, Relatrice di minoranza. Non è una dichiarazione di voto sugli ordini del giorno. Io ho ascoltato…

PRESIDENTE. Sì, perché è una richiesta di chiarimento che hanno fatto alcuni membri del suo gruppo sui pareri espressi del Governo ed io l'ho accettata tranquillamente per cercare di dare dei chiarimenti, come per il deputato Lollobrigida ed altri. Riguardo al relatore di minoranza, in questo momento, non c'è l'eventualità che lei dice e dobbiamo procedere con le dichiarazioni di voto.

MARIA CAROLINA VARCHI, Relatrice di minoranza. Presidente, io chiedo di poter rivolgere, a chiarimento, un quesito al Governo su questo scambio di pareri che c'è stato, perché questa Camera, approvando la risoluzione a prima firma Davide Crippa il 29 luglio 2020, aveva impegnato il Parlamento, il Governo, le forze politiche ad una complessiva riforma della giustizia civile e penale, dell'ordinamento giudiziario e del funzionamento del CSM. Questa stessa risoluzione - Presidente le chiedo trenta secondi per completare il ragionamento…

PRESIDENTE. Però, ci vuole sempre un titolo.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI), Relatrice di minoranza.…- è stata menzionata dal Commissario dell'Unione europea, che noi abbiamo ascoltato e posta a supporto di questa riforma. Quindi, io non comprendo come possano essere due inammissibili e due contrari…

PRESIDENTE. Grazie, Varchi. Deputato Ferro, prego.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Forse la nottata ci ha fatto arrivare un attimo stanchi, ma noi ancora non riusciamo a comprendere - le chiediamo, quindi, che si faccia tramite con il sottosegretario Sisto - il parere che è stato espresso su un nostro ordine del giorno che non attiene alla delega, che sarà motivo di approfondimento. Perché, allora, non è stato dichiarato inammissibile? Non lo capiamo, cioè vorremmo un chiarimento: se è ammissibile non c'entra quello che lei ha detto, mi perdoni sottosegretario, forse la stanchezza ci sta facendo perdere di vista la realtà. O è ammissibile o è inammissibile. Lei ha detto che per materia non rientra nella delega, non capiamo, vorremmo ulteriori chiarimenti.

PRESIDENTE. Deputata Ferro, già ho detto che la Presidenza dà l'ammissibilità o inammissibilità, e queste sono state date. Il Governo esprime il parere, contrario o favorevole. Però dobbiamo proseguire perché i chiarimenti sono arrivati. Proseguiamo con le dichiarazioni di voto e poi parleremo su ogni ordine del giorno. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2435-A/1 Bartolozzi. Deputata, Bartolozzi, prego.

GIUSI BARTOLOZZI (MISTO). Sottosegretario, non è certamente per una questione di ritardo dei lavori, perché lei comprenderà e saprà che io avevo presentato 170 emendamenti alla delega penale e li ho ritirati tutti. Però, non posso assentire a quanto lei ha dichiarato, cioè non posso pensare che come me tanti altri colleghi, che hanno presentato emendamenti collegati alla direttiva (UE) 2016/343, siano ignari di quella direttiva per il sol fatto, sottosegretario, che l'abbiamo licenziata - la legge delega - pochi mesi fa. Quindi, lo conosciamo bene il dettato normativo. Qual è il punto sottosegretario? Che, a differenza di quanto da lei sostenuto - e da qui, Presidente, anticipo una formale richiesta di accantonamento -, la direttiva (UE) 2016/343 era tesa a rafforzare solo alcuni aspetti della presunzione di innocenza, in particolare, nel considerando in diritto affrontava solo alcuni temi. Leggo testualmente: il divieto di presentare in pubblico l'indagato o l'imputato come colpevole (articoli 4 e 5); l'onere della prova (articolo 6); infine, il diritto al silenzio e alla non autoincriminazione (articolo 7); ancora, si vieta espressamente a tutti i funzionari pubblici di presentare un imputato come colpevole di reato ascrittogli prima della condanna. Allora, se così è, quindi, se è limitata solo a questi aspetti, sono sicura che il sottosegretario Sisto, nel leggere il mio ordine del giorno, avrà verificato che la mia richiesta era tutt'altra. Io le chiedevo che si disponessero misure rafforzative rispetto all'esistente e, quindi, anche rispetto al recepimento della direttiva comunitaria…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

GIUSI BARTOLOZZI (MISTO). No, Presidente, perché è complicato. Però, servirà per gli altri adempimenti. Dicevo, misure tese a…

PRESIDENTE. Ha finito il tempo.

GIUSI BARTOLOZZI (MISTO). … far sì che il procuratore capo e non i pubblici ministeri possa tenere i rapporti con la stampa. Sa perché ho ragione, sottosegretario Sisto? Presidente, davvero concludo. Perché se io avessi torto non avremmo ancora oggi i pubblici ministeri che si alzano dopo le inchieste e fanno pubblici proclami rispetto a un procedimento in corso. Il mio ordine del giorno è fuori da quel perimetro. Io le chiedo di accantonarlo e di meglio valutarlo.

PRESIDENTE. Sottosegretario Sisto, sulla richiesta di accantonamento?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Presidente, io voglio chiarire le ragioni di ogni scelta. Su questo tema il Governo ha assunto la scelta di differire ogni valutazione nella esplicitazione della direttiva per come mi sono permesso di chiarirla. Quindi, avendo assunto questa responsabilità di un provvedimento successivo, è evidente che non è possibile accantonare gli ordini del giorno perché si tratterebbe soltanto di confermare un orientamento che ha le sue profonde radici in un provvedimento addirittura legislativo. Non sono d'accordo per l'accantonamento. Non ho nulla da dire sui contenuti - figuriamoci se avrei da dire sui contenuti - dico soltanto che, essendoci un impegno assunto dal Governo formalmente, anticipare questo impegno, in questa sede, il Governo lo ritiene inopportuno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, per un richiamo al Regolamento, il deputato Lollobrigida.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Intervengo per un richiamo al Regolamento ai sensi dell'articolo 8 e seguenti. Per il buon andamento dell'Aula dobbiamo avere correttezza nei rapporti tra Aula e Governo, che lei può certamente garantire. Allora, io ho ascoltato il sottosegretario Sisto motivare la vicenda legata alla contrarietà all'ordine del giorno in una maniera che è inusuale, perché, di fatto, contiene un'accusa nei confronti della Presidenza.

PRESIDENTE. Deputato Lollobrigida, concludiamo l'esame dell'ordine del giorno n. 9/2435-A/1 Bartolozzi, dato che siamo in fase di dichiarazioni di voto e poi voto e, poi, potrà svolgere questo intervento. Deputata Bartolozzi, prego.

GIUSI BARTOLOZZI (MISTO). Grazie, Presidente. Prendo atto, quindi, che la motivazione del sottosegretario è cambiata, perché quando ha dato il parere diceva che la legge di recepimento del 2021 recepiva gli spunti della direttiva comunitaria, ora, invece, sento dire che, siccome c'è una legge delega che valuterà anche queste cose, il tema è sensibile ma non si presta ad oggi. Ma io le chiedo, sottosegretario, proprio perché probabilmente dovrete fare altro, licenziare favorevolmente gli ordini del giorno che tendono a rafforzare la presunzione di innocenza, non è assolutamente precluso: se li condividete nel merito, li accogliete, salvo poi reinserirli in questa ipotetica legge.

PRESIDENTE. Lo vuole porre in votazione?

GIUSI BARTOLOZZI (MISTO). Sì, grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/1 Bartolozzi, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Ha chiesto di parlare il deputato Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Presidente, purtroppo non posso rileggere lo speech del collega sottosegretario, perché arriverà tra qualche minuto e, quindi, lo rileggerò con maggiore attenzione. Tuttavia, mi è parso di comprendere, nel parere che il sottosegretario ha dato, un parere contrario non agli indirizzi del Governo, che sarebbe legittimo, ma all'ammissibilità per materia dell'ordine del giorno. Quindi, è evidente che, per rispetto della Presidenza, che, invece, l'ha dichiarato ammissibile per materia, il Governo dovrebbe astenersi dall'indirizzare il proprio parere sulla base di un potenziale errore della Presidenza. Io credo che la Presidenza abbia fatto bene a considerare ammissibile l'ordine del giorno e che il Governo, legittimamente, possa esprimere parere contrario, ma non dire che è inammissibile per materia e, per questo, il Governo è contrario, perché, nonostante l'autorevolezza del collega Sisto, lo reputo un errore procedurale grave, che inficia il corretto rapporto tra Governo e Presidenza di quest'Aula e, quindi, dell'Aula stessa. Quindi, pregherei il sottosegretario, se fosse possibile, di correggere quell'esternazione - se l'ho compresa nella maniera corretta -, nella cosa più normale: il Governo non è d'accordo con il contenuto dell'ordine del giorno ed è, quindi, contrario, che è la cosa più banale; nessuno chiede di modificare l'indirizzo, ma, sulla legittimità, spetta alla Presidenza il giudizio e la Presidenza ha dato già un giudizio di ammissibilità, sottosegretario.

PRESIDENTE. Sottosegretario Sisto?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Signor Presidente, ho già detto, ma non ho alcuna difficoltà, poiché il contraddittorio costituisce il sale della vita. È evidente che il Governo ritiene che si tratti di un ordine del giorno che afferisce a provvedimenti diversi, che non ha pertinenza con questo provvedimento e riguarderà provvedimenti che il Governo assumerà nel proprio ambito e senza che vi sia, per il Governo (Commenti del deputato Lollobrigida)… Questo non è un problema di inammissibilità; il Governo esprime parere contrario, perché non ritiene che, in questo provvedimento, ci sia la possibilità di prevedere quello che l'ordine del giorno vorrebbe ascrivere ad impegno del Governo. Il parere rimane contrario.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Deputato Trancassini, su cosa?

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Sull'ordine dei lavori, Presidente; articolo 8 e seguenti.

PRESIDENTE. Non sull'ordine dei lavori, quello è il Regolamento. Chiede di intervenire sul Regolamento?

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Sì, Presidente, scusi. Io sto ancora aspettando di sapere le motivazioni per le quali lei, sottosegretario, ha dato parere contrario al mio ordine del giorno n. 9/2435-A/78; poiché ha dato spiegazioni su quasi tutti gli ordini del giorno che sono stati dichiarati contrari, vorrei che, dal sottosegretario, su questo, venisse un giudizio e una spiegazione.

Aggiungo - e concludo, Presidente –, con riferimento all'espressione che usa il sottosegretario, che è “fuori il perimetro”, che il perimetro non lo decide il Governo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); tra l'altro, l'ordine del giorno è un atto di indirizzo. È chiaro che non entra in questa norma. L'istituto dell'ordine del giorno permette ai parlamentari di dire al Governo che, su questa materia, chiediamo che si prenda un impegno all'interno di questa problematica. Quando il sottosegretario continua a risponderci che è “fuori perimetro”, dice una cosa che non potrebbe dire, perché il perimetro lo decide lei, Presidente, e l'attinenza degli ordini del giorno nn. 9/2435-A/30 e 9/2435-A/78 all'oggetto di questa discussione è chiaro ed evidente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Deputato Costa, su cosa?

ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Proprio su questo tema. Presidente, sarebbe bene che lei facesse chiarezza, perché quello che è stato testé evidenziato dal sottosegretario Sisto, dal punto di vista regolamentare, è fuorviante; dal punto di vista politico, lo si può capire. Però, oggi, il sottosegretario Sisto, a nome del Governo e in presenza del Ministro dei Rapporti con il Parlamento, ci sta dicendo che il Governo dà parere contrario su tutti quegli ordini del giorno che non si innestano direttamente sul provvedimento in esame. Sottosegretario Sisto, lei è stato da questa parte della barricata e la pensava all'opposto; oggi, probabilmente, risponde, dando la linea del Governo e, d'ora in avanti, il Governo…

PRESIDENTE. Grazie, deputato Costa.

ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). No, no, scusi Presidente, mi faccia terminare.

PRESIDENTE. Termini.

ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Ciò significa, che d'ora in avanti, il Governo limiterà i pareri favorevoli sugli ordini del giorno che si innestano sul provvedimento. Questo è un aspetto molto importante, perché attiene ai rapporti tra l'Esecutivo e il Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/2435-A/2 Dori è ritirato.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2435-A/3 Termini, su cui c'è il parere contrario del Governo. Nessuno chiedendo di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/3 Termini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2435-A/4 Sodano, su cui c'è il parere contrario del Governo Ha chiesto di parlare il deputato Sodano. Ne ha facoltà.

MICHELE SODANO (MISTO). Grazie, Presidente. Questo parere contrario a un mio ordine del giorno umilia me e altri milioni di cittadini italiani. Difatti, ad oggi, con questo disegno di legge delega sul processo penale, che noi dovevamo avere tutto il tempo di poter discutere e affrontare in quest'Aula, ma che è stata blindata con una scandalosa fiducia, dà vita ad una grande ambiguità, perché anche i processi per mafia, dopo due anni in appello, potranno essere dichiarati improcedibili, tranne che – diciamolo – non siano giudicati particolarmente complessi, ripeto, particolarmente complessi. Da un lato, diamo un pesantissimo onere al giudice, che dovrà dimostrare, in maniera accurata, perché un processo è particolarmente complesso e non solo complesso e, dall'altro lato, stiamo dando all'imputato per mafia uno strumento per fare ricorso in Cassazione e sperare così che il suo reato mafioso cada come tutti gli altri reati.

PRESIDENTE. Grazie.

MICHELE SODANO (MISTO). No, non ho finito, perdoni Presidente.

PRESIDENTE. Deve concludere, ha finito il tempo, però.

MICHELE SODANO (MISTO). Ho almeno cinque minuti, no?

PRESIDENTE. No, un minuto. Perché interviene a titolo personale.

MICHELE SODANO (MISTO). Un minuto. Allora, mi lasci dire semplicemente una cosa, per concludere. Ci sono grandi riferimenti, come Di Matteo, come Gratteri, che ci dicono quanto pericolosa sia questa riforma; invece, noi qui stiamo ad ascoltare gli avvocati di Berlusconi, ed è una deriva tremenda, che non mi aspettavo da questa maggioranza (Applausi di deputati del gruppo Misto)!

RAPHAEL RADUZZI (MISTO). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RAPHAEL RADUZZI (MISTO). Grazie, Presidente. Chiedo di poter sottoscrivere questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/4 Sodano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3) (Applausi di deputati del gruppo Misto).

Avverto che la componente Azione-+Europa-Radicali Italiani, del gruppo Misto, ha esaurito i tempi previsti dal contingentamento per il seguito dell'esame. La Presidenza, essendone stata fatta richiesta, concederà a tale componente un ampliamento dei tempi pari ad un terzo rispetto a quello originariamente previsto.

Passiamo all'ordine del giorno n 9/2435-A/5 Angiola, con il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare il deputato Angiola. Ne ha facoltà.

NUNZIO ANGIOLA (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente. Solo per dire che l'ordine del giorno n. 9/2435-A/5 sulla geografia giudiziaria, inizialmente ammesso, è stato ritenuto non comprensibile e non rientrante nella perimetrazione di questa riforma. Ci faccia sapere il Governo quando ci occuperemo finalmente del tema della geografia giudiziaria, grazie. Rinuncio al voto.

PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/6 Muroni, il parere è favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare il deputato Cecconi. Ne ha facoltà.

ANDREA CECCONI (M-MAIE-PSI-FE). Grazie, Presidente. Quando si parla di reati ambientali, la dizione “a valutare l'opportunità di” è per noi francamente irricevibile. Quando siamo di fronte agli sversamenti di fanghi nella pianura padana, all'inquinamento da PFAS in Veneto, alla tombazione e ai roghi di rifiuti nella Terra dei fuochi o agli incendi dolosi, che stanno imperversando in tutt'Italia, non possiamo assolutamente pensare che queste persone, questi criminali possano anche solo minimamente pensare di farla franca.

Sottosegretario, non si tratta semplicemente di uscire dal perimetro della delega o fare un eccesso di delega, inserendo questo tipo di reato tra i non procedibili. Si tratta semplicemente di dire oggi al Paese e a tutti i cittadini che, sull'ambiente, non si tratta, non si fa un passo indietro, non siamo disposti a tollerare che si possa continuare ad inquinare il nostro Paese e il nostro territorio. Quindi, non si tratta di “valutare l'opportunità di”, ma di dire oggi che, sull'ambiente, non si può assolutamente fare un passo indietro: se questo è il Governo della transizione, il Governo dell'ambiente, su un ordine del giorno - che, chiaramente, com'è già stato detto, è un'indicazione, una proposta al Governo di farsi carico di un provvedimento futuro, inserendo i reati ambientali e il disastro ambientale all'interno di quei provvedimenti e di quei processi che non possono assolutamente prescriversi - ciò è un atto, dal nostro punto di vista, dovuto.

Noi vorremmo vivere in un Paese, anzi abbiamo la pretesa di vivere in un Paese dove i reati ambientali non si compiono verso un singolo o sono reati odiosi verso una persona, ma vengono considerati reati contro l'umanità, perché chi inquina oggi, non inquina solo il territorio oggi e in questo momento, ma anche domani, per il futuro, per i nostri figli e rende impossibile tutto il percorso di transizione e di tutela dell'ambiente, che noi, a parole, tutti quanti, in questo Parlamento e al Governo, professiamo nei giornali, nelle televisioni e nei nostri social, e poi, nei fatti, quando è ora di fare un intervento preciso, che circoscrive e che impegna tutti noi e i nostri cittadini a rispettare l'ambiente, si inserisce la formula “a valutare l'opportunità di”. Noi, questo, Presidente, non lo accettiamo (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (MISTO-L'A.C'È). Presidente, intervengo a titolo personale, chiedendo di firmare questo ordine del giorno; vorrei anche comprendere perché questa maggioranza, questo Governo ogni giorno ci parla di transizione ecologica ma, nei fatti, con il decreto-legge Semplificazioni, così come voi lo chiamate, con una strategia vuole distruggere e occupare il territorio, l'ambiente e la tutela del paesaggio italiano; e oggi, con questa riforma, nemmeno protegge con una norma, derogando la norma sull'improcedibilità, i cosiddetti delitti ambientali che sono stati inseriti in gran parte la scorsa legislatura. Questo vuol dire essere ipocriti, totalmente ipocriti, vuol dire semplicemente che, a parole, vi ammantate di buone intenzioni, ma dietro le parole, nei fatti, siete i peggiori, non i migliori (Applausi di deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Corda. Ne ha facoltà.

EMANUELA CORDA (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Sempre a titolo personale sottoscrivo anch'io, perché voglio accogliere l'appello dell'ex Ministro Costa: ha fatto un appello accorato e mi spiace tantissimo che non sia stato recepito da chi aveva portato avanti quelle battaglie pochissimo tempo fa e adesso le rinnega totalmente. Mi spiace tantissimo per l'ex Ministro Costa che ha lavorato benissimo e non meritava questo voltafaccia (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Volpi. Ne ha facoltà.

LEDA VOLPI (MISTO-L'A.C'È). A titolo personale vorrei sottoscrivere questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Siragusa. Ne ha facoltà.

ELISA SIRAGUSA (MISTO). Sì, grazie. Vorrei anch'io sottoscrivere questo ordine del giorno. Presidente, abbiamo un Presidente del Consiglio che è un grillino, il più grillino di tutti, abbiamo un super Ministero della Transizione ecologica. Quindi, io non riesco a comprendere come il Governo e il Parlamento possano esprimersi contro l'approvazione di un tale ordine del giorno. Secondo me va rivisto il parere, questo ordine del giorno va approvato all'unanimità.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sodano. Ne ha facoltà.

MICHELE SODANO (MISTO). Solo per sottoscrivere questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Forciniti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-L'A.C'È). A titolo personale, per sottoscrivere questo ordine del giorno e per rilevare l'ipocrisia strisciante di una maggioranza che si appresta a introdurre la tutela dell'ambiente in Costituzione e poi firma con le sue stesse mani questa devastazione ambientale, che sarà avallata da questo provvedimento vergognoso. I reati ambientali sono omicidi, fanno morire la gente, fanno morire di tumori e voi li state avallando con questa vergognosa riforma che state votando. E poi pretendete di inserire la protezione e la tutela dell'ambiente in Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Suriano. Ne ha facoltà.

SIMONA SURIANO (MISTO). Per sottoscrivere l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Paxia. Ne ha facoltà.

MARIA LAURA PAXIA (MISTO). Chiedo di sottoscrivere anch'io questo ordine del giorno e spero che prima o poi questa maggioranza si svegli e capisca che ci sono alcuni ordini del giorno che vanno quantomeno appoggiati, non dico in toto, ma almeno mi aspettavo che gli ex colleghi lo appoggiassero (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, Presidente. Questa dei reati ambientali è una questione che è oggetto di diversi ordini del giorno. Io chiederei, a questo punto, un supplemento di riflessione da parte del Governo. Non posso chiedere, ovviamente, io l'accantonamento dell'ordine del giorno n. 9/2435-A/6, ma, in generale, accantonare tutti gli ordini del giorno che abbiano come materia la questione relativa ai cosiddetti ecoreati potrebbe essere un'iniziativa del Governo (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Termini. Ne ha facoltà.

GUIA TERMINI (MISTO). Anch'io per sottoscrivere l'ordine del giorno, grazie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sapia. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SAPIA (MISTO-L'A.C'È). Grazie Presidente, per sottoscrivere l'ordine del giorno in questione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Sarli. Ne ha facoltà.

DORIANA SARLI (MISTO). Grazie, Presidente. Sia per sottoscrivere, anche se ho presentato a mia firma un ordine del giorno sullo stesso tema, sia per quanto affermato ora dal collega Fornaro, ossia rivedere tutti gli ordini del giorno in cui si parla di ecoreati.

Ci sono voluti anni per riconoscere nei reati ambientali un delitto e per farli introdurre nel Codice penale. È veramente triste vedere oggi che questo Parlamento vuole “valutare l'opportunità di”. Li avremmo dovuti già trovare nel testo, dove comunque sarà difficile condannarli per tutte le misure introdotte, l'improcedibilità e altro ma adesso chiedo al Governo di rivedere il parere almeno su questi (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Vazio. Ne ha facoltà.

FRANCO VAZIO, Relatore per la maggioranza. Presidente, un tema di questa natura, anche con l'approvazione della legge n. 68 del 2015, ha visto un'elevata sensibilità del Parlamento su questi temi di grande allarme sociale; ciò ha fatto sì che sia aumentata l'attenzione su questi temi. Il Governo sa che vi sono molti ordini del giorno espressi da varie forze politiche: quasi tutte le forze politiche hanno richiesto un'attenzione particolare su questo tema. Credo, anche nella mia veste di relatore, di insistere in favore del Governo per un accantonamento e una migliore valutazione di questi ordini del giorno, in modo che si dia accoglimento al tema in quanto tale, nella formulazione che poi sarà meglio vista e ritenuta.

Ma siccome è un tema particolarmente sentito e particolarmente importante, credo che un approfondimento debba essere necessariamente fatto.

PRESIDENTE. Sottosegretario Sisto, prego.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Presidente, di fronte a sensibilità plurime, non soltanto per ordini del giorno, si propone l'accantonamento di tutti quegli ordini del giorno che sono stati riformulati con “valutare l'opportunità di consentire ulteriori proroghe”. Quindi c'è un numero, magari volta per volta, quando andremo a…

PRESIDENTE. Lo faremo di volta in volta.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Secondo me, è meglio così.

PRESIDENTE. Quindi, diciamo che l'ordine del giorno n. 9/2435-A/6 Muroni è accantonato.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Benissimo.

PRESIDENTE. Muroni? Le darei la parola, però è accantonato; quindi no.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/7 Rizzetto, favorevole con riformulazione. Ha chiesto di parlare il deputato Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie, signor Presidente. Con questo ordine del giorno, l'impegno era semplicissimo e chiaro. Aver trasformato l'impegno nella formula “a valutare l'opportunità di” non ci pare il caso. Poteva essere il Governo indotto, su questa base, a fare delle valutazioni diverse, anche se abbiamo visto che, in effetti, l'orientamento generale è stato, per un verso, di riformulare pesantemente, per l'altro, addirittura, di dichiararli estranei per materia, sostituendosi così al giudizio degli uffici; però, non è su questo che vogliamo polemizzare. L'impegno partiva dalla premessa che il provvedimento in esame prevede appunto una delega al Governo per l'efficienza del processo penale, nonché in materia di giustizia riparativa e disposizioni per la celere definizione dei processi e dei procedimenti giudiziari. Questo, naturalmente, come intento è più che condivisibile; noi contestiamo magari le modalità attraverso le quali si voglia raggiungere questo obiettivo. Uno degli obiettivi prioritari, infatti, della riforma è quello di ridurre la durata dei procedimenti penali e la cosa avveniva in questo caso agganciata all'evenienza del PNRR. Avevamo già fatto osservare, tra l'altro, che, procedendo per settori, probabilmente non si ottengono buoni risultati, perché anche il processo civile - quindi il codice di procedura civile - sarebbe stato utile prenderlo in considerazione con massima celerità, forse ancora prima di questo, perché l'influenza che può avere sui meccanismi del PNRR è anche superiore. Al riguardo, l'impegno assunto dal Governo con la Commissione europea è di ridurre nei prossimi cinque anni del 25 per cento…

PRESIDENTE. Per favore, liberiamo i banchi del Governo. Liberiamo i banchi del Governo, per favore.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). L'impegno, appunto, è quello di ridurre nei prossimi cinque anni del 25 per cento i tempi del processo penale nei tre gradi di giudizio. Voi sapete che noi, purtroppo, non brilliamo in Italia per tempistiche e questo comporta non soltanto problematiche esistenziali; infatti, sia le vittime che gli eventuali colpevoli sono costretti esistenzialmente a sopportare dei periodi inaccettabili di durata del processo, ma poi ci sono anche conseguenze economiche. Una delle maggiori ragioni per cui, del resto, gli investimenti in Italia non sono così ben visti da parte di investitori stranieri, è appunto che la giustizia in Italia ha tempi e incertezza del diritto piuttosto accentuati.

Ora, riformulare la giustizia riducendone i tempi è imposto anche dalla Costituzione, nell'articolo 111, che stabilisce che la legge deve assicurare la ragionevole durata del processo. Un principio analogo è espresso dall'articolo 6 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali. La riforma in esame, in particolare, sulla durata dei tempi della giustizia, ha introdotto l'improcedibilità processuale per i successivi gradi di giudizio, anche per riparare alle gravi conseguenze della riforma dell'ex Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, che aveva invece previsto il blocco della prescrizione in primo grado, sia in caso di assoluzione che di condanna, in palese violazione del principio di legalità e ragionevole durata del processo - questa è la nostra opinione -, violazioni che si desumono anche dalla recente sentenza della Corte costituzionale n. 140 del 2021, che si è espressa proprio in materia di sospensione del decorso della prescrizione, censurando la previsione normativa che determina un allungamento del termine entro il quale il reato si estingue.

Tuttavia, per garantire la ragionevole durata dei processi non è sufficiente, secondo noi, intervenire sulle regole, ma resta essenziale riparare alle perenni inefficienze strutturali che affliggono l'amministrazione, dicendo, però, che queste inefficienze si manifestano sul territorio nazionale a macchia di leopardo; non tutte le corti d'appello, non tutte le procure funzionano nello stesso modo.

PRESIDENTE. Per favore…

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Allora, qui probabilmente ci sarebbe da agire anche da parte delle associazioni che riguardano la magistratura e da parte degli organi che sovrintendono al funzionamento della magistratura, per sopperire a quello che non è stato fatto per anni, perché, evidentemente, se una corte d'appello, se una procura, funziona benissimo e l'altra funziona malissimo…

PRESIDENTE. Concluda.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). …sarebbe stato necessario attivare queste serie di monitoraggi. Quindi, noi chiediamo l'impegno del Governo rispetto a questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Presidente, anche io per chiedere di poter sottoscrivere questo ordine del giorno del collega Rizzetto, perché credo che sia veramente importante che venga rivisto il parere. In realtà, il testo base del provvedimento che esaminiamo prevede già le misure per monitorare il raggiungimento degli obiettivi di accelerazione, che sono il cuore pulsante di questo provvedimento. Tuttavia, però, non individua all'interno di quella cabina di regia e di monitoraggio alcuna possibilità di fare una verifica e un controllo incisivo anche della attività degli uffici giudiziari. Ora è chiaro che la celerità dei procedimenti non può essere trattata soltanto da un punto di vista formale e procedurale, ma inevitabilmente coinvolge anche la struttura, l'organizzazione, l'efficienza ed eventualmente l'efficientamento degli uffici giudiziari. Noi riteniamo che, avendo introdotto nel testo base un principio, che nella sua forma basilare può essere condivisibile, dobbiamo però fare in modo che poi questo si traduca nella possibilità concreta di fare una verifica anche sulle attività degli uffici giudiziari, che, come sappiamo, molto spesso vanno a rilento non soltanto per le difficoltà che oggettivamente ci sono all'interno degli uffici. Crediamo che allargare ed estendere l'ambito di operatività sull'efficienza e la struttura di questo organismo di base di controllo, non possa che fare bene alla giustizia. Non capiamo il motivo per il quale non si possa davvero considerare di ampliare i poteri e di effettuare un controllo che sia efficace (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Butti. Ne ha facoltà.

ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie Presidente. Io credo che il collega Zucconi nel suo intervento abbia perfettamente colto e rappresentato il senso di questo ordine del giorno, che chiedo di poter sottoscrivere. Noi riteniamo, al di là delle importanti citazioni, che non ci siano altre possibilità per attuare quanto previsto, tra l'altro, dall'articolo 111 della Costituzione, in ordine alla ragionevole durata del processo, se non intervenire su due direttrici che sono fondanti di ogni tipo di riforma moderna. La prima è sicuramente quella, ben rappresentata da questo ordine del giorno, relativa alla organizzazione degli uffici giudiziari, che, badate bene - lo dico soprattutto all'onorevole Sisto, al quale mi lega stima e simpatia, che mi auguro possa essere reciproca - non è un attacco al Ministro della Giustizia pro tempore. È così da decenni: gli uffici giudiziari funzionano male perché sono mal articolati, sono mal gestiti; indubbiamente, non ci sono nemmeno le motivazioni che possono consentire al personale giudiziario di poter lavorare raggiungendo anche ottime performance. Quindi, non consideratelo come un attacco al Ministro o al Governo; consideratela come una proposta per migliorare e raggiungere così l'obiettivo che ci è stato indicato dalla Costituzione, relativo alla ragionevole durata dei processi.

Quindi vi sono queste due direttrici, dobbiamo assolutamente intervenire strutturalmente, in modo che l'amministrazione della giustizia sia efficiente, e lo si può fare ovviamente agendo sulla leva del personale, anche, come dicevo prima, attraverso una forte motivazione, ma lo si può fare anche e soprattutto con la digitalizzazione del sistema dell'amministrazione giudiziaria, tema sul quale Fratelli d'Italia tornerà anche a breve, perché è oggetto di alcuni altri ordini del giorno. Quindi giusto, certamente, intervenire sulle regole, sulle cornici, assolutamente giusto, ma anche intervenire sugli istituti, che è fondamentale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Albano. Ne ha facoltà.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo a titolo personale intanto per sottoscrivere questo ordine del giorno del collega Rizzetto e per esprimere anche il mio stupore per questa riduzione dell'impegno, quindi dell'incisività dell'impegno richiesto dall'ordine del giorno, che è assolutamente un impegno condivisibile, e non solo, ma anche necessario, che è quello di assumere ogni utile iniziativa strutturale volta a rendere efficiente l'amministrazione della giustizia. Impegno quindi doveroso, e non solo utile. Questa attività deve essere svolta ad ogni livello, quindi, per attivare tempestivamente provvedimenti che possano porre rimedio a tutte quelle situazioni di stallo e di improduttività che sappiamo essere una delle difficoltà e uno dei problemi più rilevanti all'interno della magistratura e della funzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo a titolo personale chiedendo in via preliminare di sottoscrivere questo ordine del giorno del collega Rizzetto; lo voglio sottoscrivere soprattutto perché tratta una questione importantissima, direi dirimente, nella riforma della giustizia, che è quella della velocità dei procedimenti, soprattutto nel penale.

Si parla di ragionevole durata del processo, e quindi, a cascata, devono derivare tutti quei provvedimenti che veramente fanno sì che la durata sia ragionevole. Uno di questi è naturalmente lo strumento di monitoraggio e di controllo sugli uffici giudiziari: sono due termini che non ci devono spaventare, monitoraggio e controllo, ma devono essere proprio a garanzia dell'operato della magistratura, che deve mantenere i tempi, perché sappiamo che ci sono veramente delle disfunzioni e dei rallentamenti che fanno male alla giustizia, ma soprattutto ai cittadini italiani.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Per sottolineare l'importanza…

PRESIDENTE. A titolo personale?

FEDERICO MOLLICONE (FDI). A titolo personale, ovviamente, Presidente, come tutti i rappresentanti del nostro gruppo che stanno intervenendo. Per sottolineare l'importanza di questo ordine del giorno del collega Rizzetto, che riguarda un tema fondamentale della giustizia italiana, ovvero la riduzione dei tempi dei processi. Rispetto a questo, il Governo italiano si era impegnato a livello europeo a ridurre nei prossimi anni del 25 per cento i tempi del processo penale nei tre gradi di giudizio. In Italia, infatti, colleghi, il giudizio penale di primo grado, pensate, ha una durata media tre volte superiore a quella europea, mentre quello di appello addirittura è di otto volte superiore. Ebbene, con questa riforma sicuramente non riusciremo a ridurre i tempi, e questo è la dimostrazione che un Governo a più teste, come Cerbero, tra quella dei Cinque Stelle, che aveva fatto la pessima riforma Bonafede, e quella attuale del Partito Democratico e della maggioranza multicolore, con il Ministro Cartabia, certo non risolverà i problemi della giustizia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente, ovviamente a titolo personale e per sottoscrivere l'ordine del giorno Rizzetto; ordine del giorno la cui importanza sembrerebbe di poter dire capitale e non si comprende il motivo della contrarietà del Governo.

Cioè, noi stiamo dicendo che in secondo grado verrà posta la ghigliottina processuale della improcedibilità perché l'Europa ci chiede di velocizzare il processo penale - ammesso che sia vera quest'altra panzana che state raccontando agli italiani, perché l'Europa è intervenuta più sul processo civile che sul processo penale - però tutto si può fare tranne monitorare l'attività di coloro che amministrano la giustizia per verificare se la amministrano tempestivamente, ovverosia se, prima di interventi sistematici che garantiranno l'impunità anche per reati gravissimi, non si possa verificare se chi è preposto lavora e poi introdurre strumenti per farlo lavorare alacremente. Ci sembrerebbe la prima delle riforme da fare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo a titolo personale, ma ovviamente niente di personale. È veramente sorprendente che una petizione di principio, sottosegretario, un'ovvietà non venga recepita dal Governo, perché sfido chiunque, qualunque persona di buonsenso, a non condividere che il Governo si deve impegnare ad assumere ogni iniziativa a rendere efficace l'amministrazione della giustizia e ad adottare provvedimenti per colpire le forme improduttive e le disfunzioni. Questo è il compito base, cioè quello che dovrebbe già esserci, ma sappiamo che non è così. E allora, nel momento in cui una forza di opposizione ve lo ricorda, vi fa assumere un impegno così generico, la risposta può essere solo una: sì; e non può essere a condizione, a valutazione o può essere riformulata.

Glielo dico perché altrimenti passa davvero il principio che non solo non possiamo perseguire i magistrati che sbagliano, ma non possiamo nemmeno pensarlo e non possiamo nemmeno fare delle verifiche. Credo che lei, per la sua cultura giuridica, sia totalmente d'accordo con me.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo a titolo personale per sottoscrivere anch'io l'ordine del giorno del collega Rizzetto. È davvero incomprensibile il parere rispetto a questo ordine del giorno se alla base sta quello che è un obiettivo prioritario, cioè ridurre i tempi della giustizia. Rispetto a questo come si fa a dire no? Davvero è inaccettabile, oltre che incomprensibile, perché la prima causa dei procedimenti, e anche tutto il ragionamento che si fa sulla giustizia, è quello di averla certa, ma anche nei tempi ragionevoli. Questo ad oggi non avviene. Su un ordine del giorno che chiede semplicemente e banalmente che ci sia una delega al Governo proprio per ridurre questi tempi all'interno delle attività processuali non è accettabile che ci sia un parere del tutto contrario, perché l'interesse primario che dobbiamo assumerci con la giustizia è proprio quello di velocizzare i tempi e togliere tutto quello che va a danno dei cittadini in ogni sua fase processuale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Vazio, relatore per la maggioranza. Ne ha facoltà.

FRANCO VAZIO, Relatore per la maggioranza. Presidente, mi pare che, una volta tanto, mai così appropriata sia l'iniziativa del rappresentante del Governo, che propone una riformulazione nel senso di valutare l'opportunità di assumere queste iniziative, perché, signor Presidente, la legge che stiamo approvando, all'articolo 2, commi 16 e 17, istituisce con valore prescrittivo, immediatamente prescrittivo, il comitato scientifico per monitorare l'efficienza della giustizia penale, la ragionevole durata del procedimento, sulla statistica giudiziaria. E all'articolo 2, commi 20 e 21, c'è l'istituzione di un altro comitato, che presidia il controllo sulla digitalizzazione.

Ora, due comitati che verificano e monitorano questa situazione, al fine di portare eventuali correttivi, impongono al Governo oggi di proporre una formulazione di questa natura, non perché si è contrari, non perché non si vuole l'accelerazione, non perché non si vuole il controllo, ma proprio perché questo controllo è stato istituito per legge. E quindi sarebbe irragionevole disporre delle misure di intervento o di controllo che sono ultronee rispetto a quello che già la legge dice.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Devo dire, rispetto anche all'intervento del relatore, che noi, invece, riteniamo che questa riformulazione sancisca, ancora una volta, quella che ormai è una consuetudine negli ordini del giorno, cioè “a valutare l'opportunità di” per poi non valutare nulla. Quindi, credo che anche il collega Rizzetto - e io intendo sottoscrivere il suo ordine del giorno - non accetterà questa riformulazione, anche perché se l'idea era quella di snellire e di dare agli italiani quello che cercavano, - cioè tempi veloci, efficienza ed efficacia della macchina - avreste dovuto inserire ben altro e accordare al collega Rizzetto quanto richiesto in quest'ordine del giorno, che credo facilitasse questo percorso. Credo che questa riforma passerà alla storia per aver complicato le cose ed essere in continuità con il Governo Conte e con il Governo Draghi, dove siamo bravi a fare tanti comitati e tanti carrozzoni certamente non per semplificare, ma per peggiorare le situazioni.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/7 Rizzetto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2435-A/8 Sarli, favorevole con riformulazione. L'accetta, deputata Sarli?

DORIANA SARLI (MISTO). No, chiedo l'accantonamento…

PRESIDENTE. Sì…

DORIANA SARLI (MISTO). … e chiedo, chiaramente, che sia rivisto il parere.

PRESIDENTE. Il Governo?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Presidente, eravamo già d'intesa che fossero accantonati.

PRESIDENTE. Sì, però di volta in volta li diciamo, così non ci sbagliamo. Va bene.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/9 Caretta, con parere contrario.

Ha chiesto di parlare la deputata Caretta. Ne ha facoltà.

MARIA CRISTINA CARETTA (FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretario Sisto, il trovarci a discutere di una riforma della giustizia, ancorché di un testo così profondamente importante, è sicuramente segno che i tempi sono cambiati e che finalmente il Paese è pronto per crescere e cambiare passo.

Di riforma della giustizia se ne parla sin dalla cosiddetta Prima Repubblica, tema che poi ha trovato nuovo e rinnovato vigore contestualmente al periodo di Mani Pulite, e che oggi, grazie anche al Piano nazionale di ripresa e resilienza, è ormai diventata cogente e non più procrastinabile.

Di questa riforma hanno parlato praticamente tutti: gli esponenti di maggioranza, tutte le testate giornalistiche e tutti gli opinionisti. Il risultato, come era prevedibile che fosse, è stato un compromesso tra giustizialisti e garantisti - come ho già avuto modo di dire - che, purtroppo, ci lascerà, con enorme probabilità, un'eredità da rivedere e da aggiornare tra qualche anno. Qualcuno potrebbe dire che “piuttosto di niente è meglio piuttosto”, ma ritengo che l'attività legislativa non può limitarsi a vivere di compromessi e deve puntare al massimo risultato possibile.

In questi mesi la necessità di riformare la nostra giustizia è sempre più impellente. Lo dimostrano i gazebo, nelle nostre piazze, per le richieste referendarie.

Quante volte i nostri giornali si sono riempiti di processi alle intenzioni? Quante volte i nostri cittadini si sono ritrovati condannati già nel pieno delle indagini preliminari? Fin troppe volte! I costi di questi ritardi sono enormi in termini umani ed economici. La cattiva gestione della nostra giustizia significa milioni e milioni di euro sprecati, vite di cittadini rovinate e un'umiliazione nei consessi europei. Ma forse la cosa più paradossale è che nelle piazze vediamo sfilare movimenti e partiti politici che, a parole, vogliono la rivoluzione della giustizia, ma quando si deve andare nel merito ad agire si tirano indietro.

È veramente ciò che vogliamo per il nostro Paese questo? Vogliamo davvero accontentarci di una produzione legislativa figlia di compromessi nati al ribasso? È evidente che, a fronte di tante parole, ci sono pochi fatti e ancora meno prese di responsabilità.

Con questo ordine del giorno si vuole affermare un principio semplice, un principio quasi banale: chi sbaglia paga, principio che deve valere per tutti i cittadini. Con questo ordine del giorno - e io mi permetto veramente di ricordarlo - chiedevo l'impegno al Governo di “(…) prevedere (…) delle conseguenze sanzionatorie (…) rispetto al procedimento e ai tempi dell'azione nei confronti del pubblico ministero nel caso di: mancato rispetto delle tempistiche edittali relative allo svolgimento delle indagini preliminari; mancata notifica della conclusione delle indagini preliminari e dell'avviso del deposito della documentazione relativa alle indagini espletate presso la segreteria del pubblico ministero e della facoltà della persona sottoposta alle indagini e del suo difensore nonché della persona offesa dal reato di prenderne visione ed estrarne copia; omesso deposito” - finisco, Presidente - “della richiesta di archiviazione o il mancato esercizio dell'azione penale da parte del pubblico ministero entro il termine di 30 giorni dalla presentazione della richiesta del difensore della persona sottoposta alle indagini o della parte offesa”.

Mi sono permessa di rileggere quello che era l'impegno che chiedevamo al Governo proprio perché vorrei una risposta dal sottosegretario, l'onorevole Sisto, affinché mi possa spiegare le motivazioni di questo parere contrario. Chiedo se anche questo ordine del giorno sia fuori dal perimetro. Cerco di capire e di far capire anche ai cittadini le motivazioni per le quali il Governo ha detto “no” a questo ordine del giorno. Naturalmente, chiedo che venga messo in votazione e che ciascuno, all'interno di quest'Aula, assuma, una volta per tutte, le proprie responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti…

Cosa c'è, deputata Caretta?

MARIA CRISTINA CARETTA (FDI). Scusi, Presidente. Ho chiesto se gentilmente il sottosegretario Sisto mi può spiegare le motivazioni per le quali il Governo ha dato un voto contrario su questo mio ordine del giorno.

PRESIDENTE. È un parere contrario.

Però, c'è stata già la sua dichiarazione di voto. Ora, nella dichiarazione di voto non è che si riapre il chiarimento sui pareri.

Ha chiesto di parlare la deputata Rachele Silvestri. Ne ha facoltà.

RACHELE SILVESTRI (FDI). Presidente, mi scusi, a titolo personale. Adesso è vero, comunque sia, che la collega Caretta era in dichiarazione di voto, però, vista in essere l'efficacia di questo ordine del giorno, è giusto che il Governo ci dia una risposta: perché il parere contrario su questo ordine del giorno?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il sottosegretario Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Con molto piacere. Dunque, il parere contrario sull'ordine del giorno deriva da una duplice considerazione.

Quella principale è che il nostro ordinamento già conosce dei rimedi relativamente a queste disfunzioni del sistema e a relative sanzioni di carattere processuale - ma questo, certamente, non lo devo spiegare alla collega Caretta, che già sa che ci sono dei rimedi di questo genere - e sono dei rimedi che, tra l'altro, sono specificamente indirizzati a condotte proprio come quelle riferite. Quindi, l'ordine del giorno risulta superfluo, da un lato, e dall'altro lato, impegna una materia che, comunque, con la delega non ha nessun tipo di pertinenza. La ragione di merito principale è proprio quella della già rinvenuta esistenza nel nostro sistema di norme analoghe e, quindi, non si ritiene opportuno che siano affrontate con un ordine del giorno (Commenti del deputato Trancassini).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Rachele Silvestri. Ne ha facoltà.

RACHELE SILVESTRI (FDI). Presidente, sempre a titolo personale. Innanzitutto chiedo di sottoscrivere questo ordine del giorno, però, dal nostro punto di vista, ci sembra assurda questa situazione perché, comunque sia, quello che la collega Caretta ha inserito nell'ordine del giorno è quello che attualmente vige nel nostro sistema giudiziario. Quindi, se il sottosegretario, qui, ci dice che attualmente c'è, vige una norma, significa che questa norma, però, non viene attuata, perché, altrimenti, sono convinta che la collega Caretta non avrebbe posto un argomento, se già la norma fosse attuata. È per questo che noi di Fratelli d'Italia chiediamo di ripensarci, nel senso di cambiare il parere su questo ordine del giorno, vista l'importanza dell'argomento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Mi perdoni, ma è importante. Vorrei che lei spiegasse al sottosegretario che non può dire che l'ordine del giorno non è attinente, perché questo spetta a lei. È lei che decide se gli ordini del giorno sono ammissibili o inammissibili (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Non lo può dire, può dire che è contrario, può dire che non gli piace, può dire che è scritto male, ma il sottosegretario non può dire che non è attinente, perché, altrimenti, si sostituisce a lei e questo non è possibile. Quindi le chiedo di esprimersi su questo e voglio sapere se il sottosegretario può stabilire se un ordine del giorno è attinente o meno. Io sono convinto di no, però su questo le chiedo di esprimersi, perché, altrimenti, faccio ottanta interventi sull'ordine dei lavori (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Caiata. Su cosa? A titolo personale?

SALVATORE CAIATA (FDI). A titolo personale. Grazie, Presidente. Intervengo a titolo personale per sottoscrivere questo ordine del giorno della collega Caretta, però, sottosegretario, mi stupisce sentire, sentirle dire che questo argomento così importante, così delicato, perché lei sa l'angoscia di non avere una tempistica di chi è sottoposto a indagini, di non avere degli obblighi, di non sapere quando finirà, se finirà, come finirà, non può essere oggetto di un ordine del giorno, proprio perché è un argomento importante. Perché se voi mettete la fiducia su ogni provvedimento, noi abbiamo solo gli ordini del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), per cui, se non lo diciamo attraverso un ordine del giorno, come possiamo dirlo? È certo che avremmo voluto dirlo in un approfondimento con un emendamento, ma non ce l'abbiamo. Allora, se lei ci dice che non lo può accogliere perché non lo condivide, lo rispettiamo, non lo condividiamo, ma lo rispettiamo; se lei, invece, ci dice che questa materia non può essere trattata con un ordine del giorno, oltre al danno, c'è la beffa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Deputato Trancassini, ribadisco nuovamente, senza minacce di ottanta interventi sull'ordine dei lavori, che la Presidenza dà le ammissibilità e le inammissibilità; lo può fare esclusivamente - e lo fa esclusivamente - la Presidenza della Camera, il Presidente della Camera (Applausi polemici dei deputati del gruppo Fratelli d'ItaliaCommenti del deputato Delmastro Delle Vedove). Il Governo esprime i pareri, contrari o favorevoli, rispetto all'ordine del giorno.

Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/9 Caretta, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Ordine del giorno n. 9/2435-A/10 Ciaburro. Ha chiesto di parlare la deputata Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori. Intanto, vorrei ringraziarla perché ha dato un chiarimento per noi importante, ma, sulla base proprio del suo chiarimento, noi vorremmo chiedere, tramite lei, al sottosegretario Sisto se intende rivedere i pareri che sono stati dati proprio in considerazione della rettifica che lei ha fatto, della quale nuovamente noi la ringraziamo.

PRESIDENTE. Se il Governo non vuole intervenire, andiamo avanti con l'ordine del giorno n. 9/2435-A/10 Ciaburro sul quale il Governo ha espresso parere contrario. Ha chiesto di parlare la deputata Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Non vorrei che nell'espressione del parere sia stata fatta, anche su questo ordine del giorno, una valutazione di ammissibilità o meno dal sottosegretario, perché, se così fosse, torneremmo al quesito precedente rispetto al quale speriamo ci voglia dare una risposta. Questo ordine del giorno trattava - perché, se affrontato in modo contrario, chiaramente, non potrà essere preso in esame - il problema delle occupazioni delle abitazioni dei nostri cittadini, per le quali non c'è una giusta pena rivolta a coloro che contravvengono al diritto privato di una abitazione e attraverso il quale, spesso e volentieri, si commettono ulteriori reati, come il furto, piuttosto che tragedie che, alla fine, possono definirsi nello svolgere queste attività illecite.

Chiedere attraverso questo ordine del giorno ulteriori iniziative normative per cercare di rendere legittimo il diritto di ogni cittadino relativamente alla proprietà privata, la sua abitazione considerata come tale, dovrebbe essere non solo garantito, ma di assoluta necessità. Constatare invece che, rispetto a questo ordine del giorno, ci sia un parere contrario sembra quasi che lo Stato non voglia stare vicino a quei cittadini che, sempre più frequentemente - e lo possiamo vedere da tutto quello che succede in Italia, da molti episodi che sono accaduti negli ultimi mesi e negli ultimi anni -, vedono un loro diritto violato, un diritto violato alle spalle di chi, con fatica, sacrificio, acquista una casa, di cui, poi, non può prendere possesso perché occupata abusivamente da qualcun altro. La proroga degli sfratti, seppur avvenuta con un principio di sussidiarietà e solidarietà, ha certamente aggravato questa situazione, perché molti, grazie a questo, hanno abusato del possesso dell'abitazione. Questo è successo. Sotto gli occhi di tutti si sono verificate situazioni drammatiche e anche molto violente ai danni di questi cittadini proprietari, per cui insulti, minacce, un diritto negato a chi ce l'ha e, invece, un diritto acquisito per chi non ce l'ha. Con questo ordine del giorno si chiedeva, appunto, di cercare di porre attenzione e buonsenso rispetto a questa tematica.

Quindi, si chiedeva semplicemente di prevedere una modifica del codice di procedura penale tale da richiedere d'ufficio, e non in termini di facoltà, l'arresto di chiunque sia colto in flagranza di commettere il delitto di violazione di domicilio, prevedendo, altresì, la facoltà di eseguire tale arresto per qualsiasi persona, ai sensi dell'articolo 383 del codice di procedura penale. Il parere contrario su questo ordine del giorno significa che il Governo non vuole dare diritto a questi cittadini e si assume la responsabilità di tutte quelle tragedie che andranno a verificarsi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, per un richiamo al Regolamento, l'onorevole Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Intervengo per un richiamo al Regolamento, ai sensi dell'articolo 89, secondo comma, con una screziatura di differenza rispetto alla collega Wanda Ferro. Anch'io la ringrazio per il chiarimento, non che ha voluto dare a noi, ma al sottosegretario Sisto perché per noi era già chiaro che lei e solo lei possa dichiarare l'inammissibilità o meno di un ordine del giorno; non era chiaro al sottosegretario Sisto. Io, però, pongo una questione di lesione di un diritto della minoranza perché, qualora lei ritenesse inammissibili degli ordini del giorno, il deputato singolo proponente può insistere e chiedere a lei che venga votato senza discussione l'ammissibilità o meno. Ora ci troviamo di fronte, grazie all'interpretazione capestro del sottosegretario Sisto, ad un ircocervo giuridico che nega un nostro diritto perché lei ce le dichiara ammissibili, il sottosegretario Sisto li dichiara, non si sa a che titolo, inammissibili e il proponente non può alzare la mano per chiedere…

PRESIDENTE. Il Governo non ha dichiarato l'inammissibilità, non lo avrebbe mai potuto fare, dichiarare l'inammissibilità. Parlava in senso generico, per quello che ho capito, di perimetro. Però può chiarire, magari.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Se il sottosegretario Sisto dice: contrario perché è inammissibile, sostanzialmente ne dichiara, a suo modo di giudicare, l'inammissibilità. Lei ha chiarito a Sisto, non a noi, come funziona, però rimane il fatto che a noi è stato detto che c'è una serie di contrarietà, non nel merito, ma perché sarebbero inammissibili. Ora il sottosegretario Sisto deve dire se è contrario nel merito o a favore nel merito. Capisco sia dura per Sisto qui dentro dare pareri contrari a determinati ordini del giorno, ma gli tocca farlo; d'altro canto, governa…

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il deputato Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Intervengo sull'ordine dei lavori perché l'atteggiamento da questo punto di vista del Governo diventa anche un po' irritante. Per carità, ognuno si assume la responsabilità delle proprie azioni ma, nella motivazione che risulta nel verbale d'Aula, il sottosegretario Sisto ha parlato di estraneità di materia, per cui il Governo non intende dare parere favorevole, non nel merito, ma sull'estraneità di materia. Lei ha dato un giudizio, dicendo, con chiarezza, che invece li ha resi ammissibili perché c'è una competenza da parte dell'Aula a dare indirizzi al Governo. Quindi, lei ha fatto tutto quello che doveva fare. Il Governo non si può astenere, e non mi riferisco alla sua indicazione di voto all'Aula, però la motivazione che esprime deve per forza modificarla o è una presa d'atto da parte del Governo che ciò che lei dice è ininfluente.

Credo che questo non sia consentito perché, se lei rilegge il verbale, il collega Sisto, riferendosi a più di un ordine del giorno, ha specificatamente detto che lui, da membro del Governo, non considera le indicazioni del Parlamento - che lei ha concesso a quest'Aula di fornire, perché le ha rese ammissibili - oggetto e degne di considerazione da parte del Governo, che dà un giudizio pregiudiziale. Lui non può dare un giudizio pregiudiziale come Governo: deve dare un giudizio di merito; libero di farlo, libero di dire che quello che scriviamo è una cosa che non condivide - e lo ha fatto - ma non può dire che non è possibile che il Parlamento dia una indicazione perché questo svilisce (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) il ruolo dell'Aula e lei non lo può permettere. Per cui il collega Sisto non si può astenere dal dire con chiarezza che prende atto delle sue indicazioni e per questo esprime parere contrario – immagino - allo stesso modo su un presupposto diverso, ossia: pur sapendo che l'Aula lo può fare, perché lo ha detto il Presidente Fico, “io dico che resto contrario” perché, nel merito, il nostro Governo non è d'accordo e la facciamo finita.

Credo sia una cosa ovvia, però astenersi dal chiarire questo aspetto è una mancanza di rispetto a lei per quello che rappresenta e all'Aula tutta per un vulnus che si è andato a creare, che noi vorremmo risolvere semplicemente ascoltando il collega Sisto che prende atto delle sue parole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il sottosegretario Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Il rispetto che nutro nei confronti del capogruppo Lollobrigida mi induce ad una precisazione che riteniamo di aver già fatto, quindi, se ripeto quello che ho detto, mi spiace. Le motivazioni del parere contrario sono articolate, composite, variegate, diversificate e riguardano profili strutturali, profili procedurali, impegni che ha il Governo, provvedimenti che sono in corso, valutazioni di merito. Quindi, isolare una parte del parere - capisco bene è la politica - per giustamente farne oggetto di rimprovero nei confronti del Governo è possibile politicamente, il Governo, però, lo respinge garbatamente, ribadendo la pluralità delle osservazioni, la pluralità delle argomentazioni, l'una nell'altra, l'una per l'altra, senza che nessuna prevalga sull'altra. Ogniqualvolta il Governo è chiamato a rendere un parere spiegherà - io sono qui a disposizione per questo - le ragioni del parere nel merito, nella procedura, nella prospettiva per le ragioni giuridiche, tecniche e politiche, quindi, se c'è un parere contrario, non è certamente un parere che vuole inibire qualsiasi diritto parlamentare secondo una consolidata e comune esperienza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Sull'ordine dei lavori, con riferimento al sottosegretario Sisto che ha parlato. Io non ho trovato nulla di quello che ha detto nelle attuali dichiarazioni. Accolgo l'impegno, favorevolmente da parte del Governo, di spiegare, immagino in una fase successiva, il merito e tutte le altre questioni che lui ha ammesso e che, invece, aveva riassunto nelle parole: “è estraneo alla materia”. Quindi, se lei rilegge il verbale di quello che ha detto, collega Sisto, si accorgerà di questo suo intervento, nel quale annuncia motivazioni, precisazioni che entrano nel merito, che spiegano l'argomento: le ascolteremo volentieri e, per l'annuncio che lei farà, la ringrazio.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/10 Ciaburro, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2435-A/11 Cirielli, con parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.

EDMONDO CIRIELLI (FDI). Presidente, anche a me il sottosegretario non ha dato il parere e sinceramente lo capisco perché, con alcuni emendamenti in Commissione giustizia, in questo provvedimento si sono ampliati alcuni istituti: la non punibilità per la particolare tenuità del fatto, la sospensione del procedimento per sanzioni per messa in prova e, soprattutto, si è inserita una trasformazione dell'istituto delle pene alternative che diventano delle pene sostitutive alla detenzione. Di fatto, il Governo, con emendamenti in una legge delega che doveva parlare solo dell'efficienza e della rapidità del processo, ha inserito uno “Svuotacarceri” un nuovo e vergognoso “Svuotacarceri” che frantuma la certezza della pena.

Sottosegretario Sisto, l'ho sentita anch'io andare in TV a parlare di certezza della pena: state facendo esattamente il contrario.

Certo, lei non può spiegare il perché dà un “no”, non a non ampliare questi istituti, non a cambiarli in senso restrittivo (atteso che un importante alleato del Governo, la Lega, nella scorsa legislatura, ha votato proprio contro la costituzione di questi istituti, e adesso vota a favore dell'ampliamento di questi istituti, che frantumano la certezza della pena); lei decide di votare contro un ordine del giorno che chiedeva, in maniera attenuata, cose che dovrebbero essere banali; almeno che, prima di accedere a queste misure alternative alla detenzione e sostitutive della pena detentiva, ci sia una valutazione del giudice condizionante a condotte risarcitorie, ripristinatorie e, più in generale, condotte di resipiscenza attiva del reo, quali quelle collaborative di elisione delle conseguenze dannose e, soprattutto, l'acquisizione di un parere favorevole della vittima del reato. Cosa c'era di male a fare ciò? Lo dico io cosa c'è di male: è che voi volete fare uno “Svuotacarceri” e ve ne fregate della certezza della pena! E ve ne fregate delle vittime del reato. L'obiettivo è dare una risposta a quei detenuti che hanno fatto una rivolta e dirgli: vi mandiamo fuori, così non fate più rivolte carcerarie. Anziché fare carceri migliori, renderle i luoghi più civili, spendere soldi per assumere personale, per far vivere meglio detenuti e poliziotti, potenziare gli organici, voi avete pensato, molto più semplicemente, di alzare la soglia per la quale si entra in galera e di abbassare la soglia per far uscire anticipatamente le persone dalla galera e, addirittura, dicendo loro: se patteggiate la pena, vi diamo sconti ulteriori che vi consentono di andare in semidetenzione, in semilibertà e, addirittura, anche in lavori di pubblica utilità; di fatto, è uno dei peggiori “Svuotacarceri” degli ultimi vent'anni. Mi rendo conto che lei non poteva spiegare tutte queste cose, perché altrimenti avrebbe messo in grave difficoltà i colleghi della Lega, che addirittura, nella scorsa legislatura - ma spero non abbiano cambiato idea in questa -, erano contro questi istituti che frantumano la certezza della pena e sono uno schiaffo in faccia non soltanto alle vittime del reato, come ho detto, ma anche al principio essenziale della pena; la funzione della pena deve tendere alla rieducazione, e ci mancherebbe - e voi avete un carcere che fa schifo, che non tende proprio a un bel niente -, ma deve avere anche una funzione punitiva, deve avere anche una funzione intimidatoria; il delinquente deve sapere che, se fa una rapina, se fa uno scippo, in galera ci va. Invece, con le cose che avete fatto in questa riforma, che doveva solo rendere più rapido e più efficiente il processo, di fatto, intervenite sull'esecuzione della pena e sul diritto penale sostanziale. Ecco perché questo provvedimento, nel complesso, è una vergogna ed ecco perché lei si vergogna di dare le spiegazioni che le abbiamo chiesto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/11 Cirielli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Passiamo all'ordine del giorno n 9/2435-A/12 Silvestroni, su cui vi è il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare il deputato Silvestroni. Ne ha facoltà.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Grazie. Presidente, con questo ordine del giorno, ho voluto sollevare la questione della effettività dei controlli, sia per le misure semidetentive, sia per le misure domiciliari che, come sa bene il sottosegretario Sisto, si eseguono in ambiente non carcerario, quindi lontano dallo sguardo vigile e costante degli operatori penitenziari, senza aree controllate, senza limitazioni per vedere altre persone e potendo comunicare con chiunque.

Pertanto, tra i tanti dubbi che abbiamo su questa riforma, mi sono posto anche il problema di come garantire il rispetto delle prescrizioni impartite dalla magistratura di sorveglianza nelle situazioni attuali in cui versano le nostre Forze dell'ordine. Quindi, il rispetto delle prescrizioni serve a garantire che la detenzione domiciliare non si trasformi in una vacanza a casa propria o, peggio ancora, in un'opportunità per poter continuare a delinquere. Ricordo al sottosegretario Sisto - che chiaramente lo sa bene – che, a fine 2020 (e, oggi, la situazione non è certo cambiata), le persone che dovevano scontare una pena inferiore a 6 mesi erano 1.142, mentre quelle con una pena inferiore a 18 mesi erano 2.227. Il problema è che, su 3.300 persone ai domiciliari, 1.100 detenuti non hanno una casa. Allora chiedo: quanti detenuti potranno stare a casa, se la detenzione non sarà prevista per condanne inferiori ai quattro anni? Quanti non avranno una casa? E questi che non hanno una casa, chi li controlla, sottosegretario? Quindi, qui è chiaro che il sistema penale continuerà a sprofondare, se non si trovano risorse, personale e mezzi prima che 6 o 7 mila detenuti tornino a casa.

Inoltre, ho visto che, proprio il 15 luglio, su un quotidiano che si chiama Il dubbio, Salvini dava “l'altolà” a Draghi e a Cartabia, dicendo che le carceri non si svuotano, che non bastano le difficoltà sulla riforma del processo penale e che, quindi, ricorrere alle pene alternative equivale a liberare le galere, con un colpo di spugna. Dunque, con questo ordine del giorno, su cui è stato espresso parere contrario, chiedevo di aumentare il personale e le risorse per il personale necessario al controllo di tutti i detenuti in detenzione domiciliare. Pertanto, vista la dichiarazione del 15 luglio di Salvini e visto che quello che chiedo, in questo ordine del giorno, non mi sembra che sia una cosa su cui esprimere addirittura parere contrario (neanche una richiesta di riformulazione, che chiaramente non avrei accettato), chiedo o l'accantonamento, perché, probabilmente, non lo avete letto bene, o, di metterlo ai voti, anche perché significa che è sempre più chiaro che nel Governo ci sono opinioni sicuramente diverse (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/12 Silvestroni, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2435-A/13 Foti.

Ha chiesto di parlare il deputato Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Sì, brevemente, signor Presidente, per un richiamo al Regolamento e che riguarda l'articolo 88.

Io eccepirei l'interpretazione che è stata data dagli uffici e di cui abbiamo parlato anche stamattina, perché, a mio modo di vedere, le dichiarazioni di voto a titolo personale, ancorché prevedano anche una manifestazione eventuale di dissenso rispetto a quelle del gruppo, potenzialmente possono manifestare una posizione diversa; dunque, a mio modo di vedere, questa dichiarazione di voto a titolo personale dovrebbe essere intesa come aggiuntiva rispetto alle due previste come numero massimo dall'articolo in questione; altrimenti, nei fatti, il titolo personale diventa ricompreso nel procedimento normale delle dichiarazioni di voto, anziché potersi riverberare, come mi sembrerebbe più logico, con tempo fissato peraltro dalla Presidenza - perché è la Presidenza che fissa la durata di questi interventi a titolo personale - sulla specificità stessa del titolo personale. Quindi, io vorrei un approfondimento, se possibile, dalla Presidenza per valutare che gli interventi a titolo personale, per la loro natura, non possano essere ricompresi nel limite massimo di due per ogni ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Vinci. Ne ha facoltà.

GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie Presidente, intervengo in dichiarazione di voto sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/13 Foti.

PRESIDENTE. Prego.

GIANLUCA VINCI (FDI). Buongiorno, signor sottosegretario. Questo ordine del giorno inspiegabilmente ha il parere contrario del Governo; inspiegabilmente, se si pensa che il Governo sia in buona fede. In realtà, più che di riforma della giustizia - perché così troppi la chiamano - si tratta di varie normative, toccate e modificate da questa che non è una riforma, che va a toccare diversi aspetti che non portano di fatto a nulla. Con questo ordine del giorno vogliamo portare l'attenzione su un problema molto grave - almeno molto grave da questa parte dell'emiciclo -, cioè il consumo, lo spaccio e l'introduzione sul territorio nazionale di sostanze stupefacenti. Sembra ormai un argomento per pochi, anche all'interno di questa sala, di quest'Aula, in quanto c'è disinteresse diffuso anche in questo momento. Se noi guardiamo i dati sui crimini commessi nell'anno 2020, abbiamo oltre 30 mila denunce per reati che riguardano l'introduzione sul territorio dello Stato e lo spaccio di sostanze stupefacenti: oltre 30 mila persone sono state denunciate nel solo anno 2020. Allora, ci si aspettava da questa riforma, visto che riguarda la prescrizione, visto che riguarda alcuni di questi aspetti, visto che si è specificamente intervenuti per quello che è l'articolo 74, cioè per le associazioni mafiose che portano e gestiscono sul nostro territorio l'uso di sostanze stupefacenti, si chiedeva con questa riforma, un più ampio intervento per questa che è una calamità che ormai affligge il nostro Paese, quindi intervenendo su tutti i reati che riguardano lo spaccio di sostanze stupefacenti sul nostro territorio. Si tratta di 30 mila persone che, se non vi sarà un intervento modificativo da parte del Governo, in buona parte potranno farla franca. Infatti, la riforma, ad oggi, prevede una modifica dei termini prescrizionali unicamente per chi compie questo tipo di reato all'interno di un'associazione di tipo mafioso, o comunque organizzata, quando questi reati rappresentano unicamente 2.441 casi. Quindi, si lascerebbe quasi nell'impunità o, comunque, nel disinteresse della normativa la quasi totalità dei reati commessi per lo spaccio, ad esempio, sul nostro territorio.

Se si guarda complessivamente, questa pseudo-riforma vuole portare avanti una depenalizzazione diffusa, un sistema che porti dei benefici, ad esempio, come la particolare tenuità del fatto postuma, in modo che il giudice possa valutare successivamente ai fatti la condotta del reo: una cosa che non si è mai vista. Secondo questa riforma, il fatto diventa particolarmente tenue se la condotta del reo successivamente ai fatti è, ad esempio, una buona condotta. Questo non influirebbe sulla personalità del reo, ma influisce direttamente sulla particolare tenuità del fatto, cosa che consentirebbe di accedere a misure alternative e consentirebbe, in poche parole, a chi ha commesso dei reati di non finire in carcere. Se tutte queste piccole modifiche le andiamo a ricollegare a quella che è la normativa sugli stupefacenti (quindi agli articoli 73 e 74), che non viene modificata e che questo ordine del giorno chiede di modificare anche per quello che riguarda l'articolo 73 (quindi il piccolo spaccio), ci ritroviamo e ci ritroveremo fra pochi mesi con una situazione nei nostri tribunali dove i piccoli spacciatori - cioè quelli che vanno vicino ai nostri ragazzi - che propongono e vendono loro la droga, saranno quelli che usciranno impuniti grazie a questa non riforma.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Non ho evidentemente presente se anche in questo caso, la ragione di contrarietà espressa dal collega Sisto, a cui riconosciamo sempre la correttezza e il garbo nell'illustrazione delle sue posizioni, sia la medesima delle precedenti, ovvero una sostanziale eccentricità rispetto al presunto perimetro del provvedimento, per cui questa misura, questo auspicio che il collega Foti ha versato nella sua proposta di ordine del giorno, non dovrebbe trovare accoglimento. Se è questa, ci permettiamo alcune rapide riflessioni in sede di dichiarazione di voto.

In primo luogo, nello scorso anno oltre 30 mila di queste vicende legate al crimine da spaccio di strada hanno interessato la nostra Nazione: 30 mila! È giusto ed è doveroso che lo Stato contrasti eventi e fenomeni di criminalità organizzata, fenomeni di mafia, fenomeni di sicura intensità criminogena, ma è altrettanto doveroso che lo Stato si applichi al fine di contrastare quei fenomeni di cosiddetta criminalità comune che infestano le nostre città e che costituiscono, per la nostra cittadinanza tutta, delle forme di compressione della libertà individuale e di mantenimento in vita di fenomeni criminogeni evidentemente lesivi della vivibilità urbana, e non solo.

Perché questa premessa? Perché, in realtà, rinveniamo nella motivazione per la quale il Governo oggi afferma l'estraneità dell'impegno che Fratelli d'Italia vuole fissare e cristallizzare in questi ordini del giorno, non un'estraneità di perimetro, come qualcuno ha voluto dire - ovvero il Governo -, ma l'assenza di una condivisione da parte della maggioranza nella risposta che deve essere data a fenomeni come questo. La verità è che, adducendo una motivazione metodologica, volete nascondere le divisioni di merito di questa maggioranza, che non ha consenso unanime tra i suoi banchi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) sulle risposte da applicare a fenomeni come questo! Questa è la verità, collega Sisto. Non siete d'accordo sul fatto che chi viene preso in flagranza a spacciare nelle strade, deve andare solo in un posto: in galera! Perché quella è la risposta che deve essere data a chi viola le leggi in questa materia ed è il motivo per il quale Fratelli d'Italia, anche su una delle misure delle proposte referendarie, ha ritenuto, assumendosi le proprie responsabilità, di non sottoscriverla, perché la decisione di sospendere la possibilità di un'applicazione di ordinanza cautelare anche a fattispecie come queste, consente a chi delinque, spaccia e compie altri tipi di attività delittuose (tipo le rapine in casa che funestano larga parte dei nostri territori), di vedersi applicata la misura cautelare, che, invece, a nostro modo di vedere, rappresenta uno strumento per bloccare e neutralizzare la presenza di criminali, che diversamente, se non colpiti da quelle misure, potrebbero, come fanno, sbeffeggiare le nostre forze dell'ordine, i nostri ragazzi e le nostre ragazze, che arrestano quelle persone e dopo 24 ore le rivedono nelle piazze e nelle strade, a spacciare e a delinquere.

Noi riteniamo che questa proposta del collega Foti costituisca non un diritto per lo Stato di dare risposte di sicurezza ai cittadini, ma un dovere dello Stato, un dovere che dobbiamo ai nostri cittadini, alle nostre Forze dell'ordine, ai nostri agenti, a tutti coloro che chiedono di vivere le città e le aree dei nostri paesi e dei nostri comuni in sicurezza. È un impegno che - noi ne siamo consapevoli - non trova l'unanimità da parte dell'Aula, ma non ci interessa che ci sia unanimità: ci interessa che ci sia una linea di indirizzo chiara, che ci sia una presa di posizione precisa su questo tipo di attività, ed è il motivo per il quale la mettiamo nell'ordine del giorno. Si assuma la maggioranza la responsabilità, non nascondendosi dietro lo scudo che il Governo cerca di issare tra queste proposte e il voto dell'Aula dell'estraneità del perimetro; si assuma la maggioranza la responsabilità - e così tutte le forze politiche, da sinistra fino al centrodestra - di dire che siete per l'applicazione di queste misure evocate nell'ordine del giorno del collega Foti, ovvero che siete è contro queste misure! Non si schermi dietro il facile paravento del Governo, che evidentemente è finalizzato a eludere un confronto nel merito per evitare l'assunzione di responsabilità, che invece Fratelli d'Italia, con merito, realizza e si assume fino in fondo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/13 Foti, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Avverto che il gruppo Fratelli d'Italia ha esaurito il tempo previsto dal contingentamento. Essendone stata avanzata richiesta, la Presidenza, come già fatto in precedenti analoghe occasioni, attribuisce a tale gruppo un tempo aggiuntivo, pari ad un terzo di quello originariamente previsto.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/14 Bazoli, parere favorevole con riformulazione: accetta.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/15 Gemmato, con parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare la deputata Rachele Silvestri. Ne ha facoltà.

RACHELE SILVESTRI (FDI). Grazie, Presidente. Innanzitutto, chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno del collega Gemmato e vorrei comunque porre l'attenzione su questo argomento che, dal nostro punto di vista, è un argomento molto importante poiché andiamo a parlare della giustizia riparativa. Il provvedimento all'esame reca delega al Governo per l'efficienza del processo penale e disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari pendenti presso le corti d'appello. In particolare, all'articolo 1, comma 1, il Governo è delegato ad adottare, nel termine di un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi per la modifica del codice di procedura penale per l'introduzione di una disciplina organica della giustizia riparativa. La giustizia riparativa è un approccio consistente nel considerare il reato principalmente in termini di danno alle persone; da ciò consegue l'obbligo per l'autore del reato di rimediare alle conseguenze lesive della sua condotta. Nessuna indicazione è prevista in maniera più dettagliata sull'argomento e non è possibile, quindi, comprendere quali previsioni si prospettano per le persone offese. È per questo che noi chiedevamo al Governo di impegnarsi a prevedere, nell'ambito dell'introduzione di una disciplina organica della giustizia riparativa, consistenti ed efficaci forme di ristoro per le vittime di reato. È su questo che voglio anche basarmi, per ricordare che l'Unione europea aveva emanato una direttiva (2012/29/UE), dove si andava proprio a parlare di vittime di reato e giustizia riparativa, perché è fondamentale nel nostro ordinamento anche utilizzare questa formula, che purtroppo è utilizzata poco.

Quindi, come possiamo andare a leggere sulla direttiva, la direttiva riconosce che i servizi di giustizia riparativa possono essere di grande beneficio per le vittime ed estende sia la definizione di vittima di reato che la tipologia di detti servizi, ma impone agli Stati membri di adottare misure tali da garantire che la vittima, la quale scelga di partecipare a procedimenti di giustizia riparativa, sia protetta da vittimizzazione secondaria o ripetuta; quindi è fondamentale andare a normare nel modo più appropriato la giustizia riparativa. Comunque sia, noi non abbiamo potuto vedere quale sia l'opinione del Governo e come intenda muoversi.

Noi pensavamo e chiedevamo di andare a mettere in sicurezza le vittime di reato anche con forme di ristoro; quindi, chiediamo di porlo in votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/15 Gemmato, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Ordine del giorno n. 9/2435-A/19 Mollicone, con parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie Presidente, chiedo l'uso del leggio.

PRESIDENTE. Portiamo il leggio. Prego, deputato Mollicone.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie Presidente, per precisare che il mio è l'ordine del giorno n. 9/2435-A/16, non il n. 9/2435-A/19….

PRESIDENTE. Sì, sì, ordine del giorno n. 9/2435-A/16 Mollicone.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Onorevoli colleghi, signor Presidente, sottosegretario Sisto, a cui chiedo una pregevole e particolare attenzione, per i motivi che conosce, il provvedimento in esame reca numerose disposizioni per la digitalizzazione della giustizia. Chiediamo, con questo ordine del giorno, in sostanza, di privilegiare nei progetti gli operatori italiani; poi spiegherò bene cosa si intende in ermeneutica con questa espressione.

All'interno della Missione n. 1 del PNRR è individuata, infatti, la componente digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA, che, per gli aspetti di interesse del sistema giudiziario, comprende due distinti investimenti. Anzitutto, in relazione all'obiettivo della digitalizzazione della PA, sono destinati in particolare 140,5 milioni di euro per il potenziamento dei sistemi telematici di gestione delle attività processuali. È prevista, inoltre, colleghi, la creazione di una banca dati gratuita e accessibile di tutte le decisioni civili. Già nel parere della Commissione giustizia sul PNRR veniva indicata la necessità del conferimento agli interventi in materia di digitalizzazione, per la realizzazione di una rete esclusivamente dedicata al sistema giustizia e dotata di elevati standard di sicurezza, che preveda un'unica piattaforma di gestione dei processi telematici, che dovrebbero essere estesi anche a procedimenti attualmente non digitalizzati, quale il processo minorile e la giustizia di prossimità, garantendo al contempo la formazione delle risorse umane e incrementando le dotazioni informatiche, in modo da consentire l'accesso ai registri da remoto.

Centoquaranta milioni, colleghi, sono un'elemosina, ovviamente. È notizia però di questi giorni e di queste ore l'attacco cyber alla regione Lazio e la contemporanea approvazione in questo ramo dell'Agenzia per la cybersicurezza. Da Zingaretti abbiamo una narrazione ridicola, che spesso è distaccata dalla realtà: se di attacco terroristico si sarebbe trattato, dov'è la motivazione politica o ideologica e la rivendicazione? Se abbiamo la certezza matematica che l'attacco sia partito dalla Germania, oddio, la terza guerra mondiale, che cosa fanno gli inquirenti? Il settore sanitario è ormai soggetto a continui attacchi cibernetici; per gli analisti, infatti, è un attacco semplicemente criminale, con intento meramente economico. Zingaretti non ha evitato di ricoprirsi ancora una volta di ridicolo. Abbiamo chiesto spiegazioni a Zingaretti e D'Amato, bisogna certo procedere al più presto possibile all'istituzione dell'Agenzia per la cybersicurezza.

Di fronte ad attacchi così sofisticati e pervasivi la risposta adeguata non può che essere che quella dello Stato. Ma, sottosegretario Sisto, in conclusione, se lei rilegge con attenzione e con la sua raffinatissima capacità ermeneutica della lingua italiana, che le è propria, il nostro impegno, potrà ravvedere in questo che noi chiediamo semplicemente di valutare l'opportunità di coinvolgere gli operatori italiani, e quindi il privato italiano, come prevede anche il decreto sulla cybersicurezza, nel consulto dei progetti del PNRR; non, come ha frainteso non lei, ma l'ufficio legislativo che ha preparato il parere, di privilegiare gli operatori italiani nei bandi per il PNRR. La differenza ermeneutica in questo è sostanziale, per cui concludo con una risoluta e determinata richiesta e invito a rivedere in parere favorevole il parere su questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Russo. Ne ha facoltà.

GIOVANNI RUSSO (FDI). Grazie, signor Presidente. Con il mio intervento a titolo personale intendo sottoscrivere il presente ordine del giorno e, soprattutto, porre l'accento su questo impegno, che è quello di valutare l'opportunità di privilegiare il coinvolgimento di operatori italiani nel progetto della digitalizzazione della giustizia, per un semplicissimo motivo: c'è la possibilità infatti - non dovrà succedere per forza - che, con aziende straniere coinvolte nella gestione dei dati della digitalizzazione della giustizia, possano esserci delle backdoor che possano trasferire delle informazioni a Governi stranieri; questo è successo moltissime volte nel panorama della cybersicurezza a livello internazionale. Soprattutto, dare alle aziende straniere la possibilità di gestire determinati aspetti così importanti del nostro Paese, come quello dell'amministrazione della giustizia, può essere pericoloso perché potrebbe esserci un'attenzione minore rispetto alla tenuta del sistema. Potrebbero esserci, infatti, degli attacchi anche di basso profilo, come una sorta di denial of service attack attraverso botnet o man in the middle. Abbiamo visto la regione Lazio che è stata colpita da un attacco da un ransomware, quindi neanche tanto articolato. E soprattutto ringrazio il presidente del Copasir, Adolfo Urso, per gli allarmi sulla cybersicurezza in Italia, nella speranza che possano essere veramente coinvolti gli operatori informatici italiani su un punto così importante (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/16 Mollicone, con il parere contrario del Governo….

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Presidente!

PRESIDENTE. Deputato Mollicone.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Presidente, ho chiesto…

PRESIDENTE. Si alzi in piedi! Su cosa?

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Anche sull'attenti, Presidente. Ho chiesto una valutazione del Governo.

PRESIDENTE. Sì, il Governo è andato avanti…

FEDERICO MOLLICONE (FDI). E lei non l'ha neanche chiesta, mi scusi (Commenti)! Lei la doveva chiedere al Governo una valutazione!

PRESIDENTE. Ma certo, certo, certo!

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Lei lo ha messo direttamente in votazione!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/16 Mollicone, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Ordine del giorno n. 9/2435-A/17 Bucalo, se non ci sono interventi passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/17 Bucalo, con il parere contrario del Governo…

Revoco l'indizione della votazione. Ha chiesto di parlare la deputata Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretario, con questo ordine del giorno chiedevo, vista l'esigenza di poter acquisire in situazioni eccezionali delle prove non rinviabili al dibattimento e che siano poi pienamente utilizzabili in giudizio, di prevedere l'eventuale ripetizione della prova, che rientra pienamente nelle finalità previste in questo provvedimento. Ed è legittimo sapere il perché del diniego a questo ordine del giorno, perché oggi questa possibilità, che ritengo sia giusta, venga negata. Non mi meraviglio di tutto ciò perché siamo in un pieno crescendo negativo; ormai si va a colpi di fiducia, è impossibile fare discussioni sui propri emendamenti. Ed oggi, invece, apprendiamo che neanche abbiamo la possibilità di poter legittimamente sapere la motivazione specifica del rifiuto di un ordine del giorno. Allora l'unica mia possibilità è quella di pensare che c'è una chiara volontà da parte di questo Governo che non vuole assolutamente modificare questa pessima riforma, visto che questo ordine del giorno dava semplicemente una maggiore garanzia del diritto di difesa dell'imputato, voluto e richiesto dall'Unione europea in modo specifico con la direttiva (UE) 2016/343. E allora continuo a sostenere che questo provvedimento è una brutta riforma, frutto solo di un compromesso che accontenta questa maggioranza litigiosa. Non si è veramente voluto risolvere le carenze strutturali del nostro sistema giustizia, quali quelle organizzative, aumentare gli organici, mentre si rischia di mandare in fumo il lavoro delle procure. Questa riforma non accelera assolutamente i processi, bensì li elimina; intacca il principio della certezza del diritto, impedisce di perseguire reati per cui l'allarme sociale è vivo, e parlo dei reati ambientali, dei reati contro la pubblica amministrazione, che in questa riforma non sono contemplati tra quelli che godono di termini estesi di giudizio. Prima di tutto, dico che è assurdo, è rischioso; si può causare veramente, con questa riforma, un involontario incremento dei reati, perché avete introdotto questo istituto ibrido della improcedibilità. Questo istituto è illogico, va contro il principio di obbligatorietà dell'azione penale, mortifica lo Stato, che di fatto rinuncia ad accertare la commissione dei reati. Ribadisco, non si può rinunciare a tutto ciò se non si estingue il reato in se stesso.

Avete fatto il contrario di tutto ciò che l'Unione europea ci chiedeva. Questa riforma non garantisce le ragioni di giustizia; solo l'impunità per molti reati gravi e abbandona ancora di più le vittime di reato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/17 Bucalo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

L'ordine del giorno n. 9/2435-A/18 Maggioni è ritirato; l'ordine del giorno n. 9/2435-A/19 Turri è inammissibile; l'ordine del giorno n. 9/2435-A/20 Belotti è ritirato.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/21 Potenti, favorevole con riformulazione: accetta? Accetta.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/22 Bignami, inammissibile.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/23 Frassinetti, parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare la deputata Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Questo ordine del giorno riguarda la magistratura onoraria, che è, a mio avviso, un problema molto grave, perché sono mesi che la magistratura onoraria chiede delle tutele lavorative. Chiunque frequenti i tribunali sa che il 70 per cento delle attività giudiziarie è sulle spalle di questi magistrati nei loro diversi ruoli: viceprocuratori onorari e giudici onorari di tribunale, VPO e GOT. Chi frequenta i tribunali sa anche che, se loro non ci fossero, ci sarebbe un grave rallentamento, quasi un blocco delle attività giudiziarie. Non si capisce, però, in questo provvedimento quale sia la riforma che modifica la condizione di questi magistrati onorari. Si parla di ufficio del processo, ma anche in questo ufficio del processo, dove compaiono figure variegate, il coordinamento tra gli stagisti e i magistrati onorari non è specificato, quindi non sono specificate le funzioni che devono portare avanti.

Ci vuole una stabilizzazione, una stabilizzazione dei magistrati onorari garantendo loro le tutele previste, ivi comprese le tutele previdenziali. Questo si chiede nell'impegno di questo ordine del giorno.

Inoltre, c'è una direttiva europea. Infatti, è intervenuta anche la Commissione europea proprio per sollecitare il rispetto delle regole minime del diritto del lavoro per questi magistrati, che risultano penalizzati dal mancato accesso all'indennità in caso di malattia, di infortunio o di gravidanza. Quindi, parliamo veramente di un'assenza di tutela per persone che portano avanti ogni giorno, quotidianamente, la nostra giustizia. È incredibile che si possa varare una riforma della giustizia senza risolvere questi problemi, delegati a una commissione che è stata rinviata, una commissione ministeriale che sicuramente non ha partorito un progetto degno di questo nome.

È evidente che c'è una discrasia, come dicevo prima, nell'ufficio del processo. È evidente che bisognerà evitare le sanzioni dell'Europa e questa Commissione UE che ha aperto l'infrazione lo ha fatto proprio perché sostiene che i magistrati onorari devono essere tutelati come lavoratori europei.

Quindi, è paradossale che, mentre si parla di uomini e donne che portano avanti ogni giorno i nostri processi e che evitano un blocco e una paralisi della giustizia, ci sia il problema della mancanza delle minime tutele previdenziali e lavorative per questi soggetti.

Su questo ordine del giorno c'è stato un rigetto, dicendo che esula dalla delega: queste sono state le parole del sottosegretario. Esulerà dalla delega ma, evidentemente, è attinente assolutamente alla riforma della giustizia, perché, come dicevo prima, senza di loro non ci potrebbe essere un'organicità dei processi e soprattutto un'attività minima…

PRESIDENTE. Concluda.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). …che va incontro ai cittadini.

Quindi, chiedo un ripensamento e l'accoglimento di questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Albano. Ne ha facoltà.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo a titolo personale sull'ordine del giorno della collega, onorevole Frassinetti, che intendo sottoscrivere e che desidero sostenere nella richiesta di cambiamento e di modifica del parere, perché è un ordine del giorno, anche affine all'ordine del giorno che avevo presentato, che, insomma, ha visto una riformulazione esattamente sullo stesso tema, che è quello della richiesta di stabilizzazione della magistratura onoraria.

Se il processo organizzativo - di riorganizzazione, quindi - di tutto il sistema che viene affrontato dalla riforma Cartabia è fondamentale, non si riesce a comprendere come mai non si tenga in considerazione, in debita e seria considerazione, il tema della magistratura onoraria proprio per la velocizzazione dei processi penali.

Sappiamo che l'organico della magistratura italiana è gravemente sottostimato, sappiamo che c'è la necessità di riduzione dei tempi e, in questo momento di crisi sanitaria, la magistratura onoraria sostiene, con uno sforzo assolutamente incredibile e senza tutele, il buon andamento dell'azione e la possibilità di proseguire i procedimenti.

PRESIDENTE. Grazie…

LUCIA ALBANO (FDI). Chiediamo, quindi, di rivedere il parere su questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/23 Frassinetti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Ordine del giorno n. 9/2435-A/24 Longo, favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare il sottosegretario Sisto. Ne ha facoltà. È accantonato?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Sì, Presidente, appartiene a quel gruppo di ordini del giorno sui reati ambientali.

PRESIDENTE. Perfetto, è chiaro.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/25 Butti, parere contrario del Governo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/25 Butti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/26 Rotelli, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/28 Osnato, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Ordine del giorno n. 9/2435-A/29 Costa, con parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare il deputato Enrico Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente. Questo ordine del giorno è finalizzato a combattere l'abuso della custodia cautelare. Mi stupisce che il Governo dia un parere negativo, perché questo parere negativo rappresenta la tomba di ogni iniziativa di opporsi all'abuso di custodia cautelare. Significa che il Parlamento non è in grado di porre in essere riforme adeguate. Questo parere del Governo è il migliore spot per il referendum. Se fossi uno dei deputati della Lega, sarei molto contento, perché significa che, su questo tema, nessuna riforma può essere fatta, perché il Governo dà parere contrario. Per evitare che ci sia un voto contrario del Parlamento, ritirerò l'ordine del giorno. Mi stupisce veramente che il sottosegretario Sisto - che, ovviamente, oggi è portavoce del Governo -, che, tante volte, in quest'Aula, si è opposto all'abuso della custodia cautelare, oggi non si sia opposto all'ufficio legislativo del suo Ministero, che ha voluto dare questo parere. Quindi, ritiro l'ordine del giorno solo e semplicemente per non affossare una battaglia che è di grande parte di questo Parlamento.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/2435-A/29 Costa è, dunque, ritirato.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2435-A/30 Lollobrigida, con parere contrario.

Ha chiesto di parlare il deputato Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Grazie, Presidente. Noi abbiamo proposto questo ordine del giorno con riferimento al quale il sottosegretario aveva annunciato che ci avrebbe spiegato, con una serie di aggettivi importanti rispetto a quello che sarebbe stato l'oggetto del suo eloquio, le ragioni per le quali questo, nel merito, è un ordine del giorno che indirizza il Governo in modo non corretto, dal suo punto di vista, tanto da indurlo a esprimere parere contrario.

Che cosa chiede questo ordine del giorno? Questo ordine del giorno chiede di “assumere le opportune iniziative, anche di carattere normativo, volte a modificare il meccanismo in base al quale opera la responsabilità dei magistrati, configurandolo secondo un principio di responsabilità diretta, in ottemperanza al dettato dell'articolo 28 della Costituzione e a garanzia di una maggiore tutela di tutti i cittadini”. Ora, io non lo spiego al collega Sisto, che conosce bene questa materia, perché è stato protagonista, nella sua storia politica, di queste battaglie. E dico al collega Sisto: nella riunione dei capigruppo, ho provato a toglierla da questa penosa situazione nella quale lei dà parere contrario alla sua storia, chiedendo la presenza del Ministro Cartabia, perché fosse lei ad assumersi questa responsabilità. Ma aggiungo, collega Sisto, che lei oggi è stato smentito nel merito, perché ha tentato, ovviamente, di non ragionare sull'argomento e il Presidente ha chiarito che, a differenza di quanto lei aveva affermato, non vede che si tratta di un tema del tutto estraneo. Ecco, chi ha considerato, invece, il tema pertinente è stata la Presidenza e abbiamo già ringraziato per aver riaffermato questa primazia dell'Aula rispetto al Governo. Ma questo ordine del giorno ricalca una battaglia che stiamo facendo insieme, lanciata dagli amici della Lega e dagli amici radicali, e che noi abbiamo condiviso. Quello che è scritto qui è quello su cui stiamo raccogliendo tutti centinaia di migliaia di firme.

I nostri consiglieri, gli amici della regione Liguria, in questo momento, stanno votando in consiglio regionale, su quello che c'è scritto qui dentro. E, allora, quello che vorremmo fare è risparmiare 300 milioni, che è il costo dell'evento referendario, dando la possibilità a quest'Aula di dire al Governo che c'è una maggioranza di deputati che pensano che il Governo debba assumersi la responsabilità di risolvere un problema (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! È un problema legato al fatto che, in Italia, pagano i medici, pagano i militari, pagano tutti per le responsabilità e gli errori, non pagano i magistrati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! E noi crediamo - collega Sisto, lo dico a lei, ma lei ne è ben consapevole - che sia il Governo che deve assumersi una determinazione in questo senso.

Allora, io credo che sia nelle facoltà di un'Aula e avrei da lei ritenuto di leggere nella logica che un Governo così fatto vedesse proprio quelli del centrodestra protagonisti all'interno di quel Governo a dimostrare che non si sta al Governo per stare al Governo, ma per governare. E, quindi, cito un collega di Forza Italia che ha sottolineato questo tipo di aspetto, è giusto richiamarvi alla responsabilità che avete, dando la possibilità all'Aula di esprimersi. Allora, collega Sisto, visto che lei, nel merito, forse, avrà addirittura firmato quel referendum che dice la stessa cosa e al quale ha espresso parere contrario nell'oggetto dell'ordine del giorno, mi sarei aspettato che, come minimo, si rimettesse all'Aula, dando la possibilità ai colleghi di esprimersi liberamente e non dando un voto differente da quello che è un principio di valore. Noi parliamo di valori in questo caso, di valori che non possono essere compromessi dalla tenuta di un Governo. Si può argomentare, perché si scende a compromessi tra forze politiche diverse sul metodo, nel merito di una o dell'altra soluzione, ma, sui principi e sui valori di riferimento che ci fanno condividere battaglie perfino con i radicali, non si può evitare di assumersi la responsabilità di essere coerenti.

Allora, sulla responsabilità civile dei magistrati, invitando il Governo a inserire nella sua pianificazione un argomento del genere, come si fa a dare parere contrario, collega Sisto? È un invito: rilegga l'ordine del giorno e, magari, prenda atto che, pur governando con forze politiche, da sempre a protezione di un sistema e di poteri forti che si annidano all'interno della magistratura, ha evitato che i cittadini italiani possano arrivare a liberarsi di questo orpello. Ma l'occasione che viene data a quest'Aula è di dare un indirizzo a questo Governo, risparmiare anche i soldi del referendum, oppure non dilazionare nel tempo una scelta non votando a favore di un indirizzo chiaro al Governo e, poi, dicendo nelle piazze che si fa una battaglia per la vita in quest'ottica. Io credo che le due cose viaggino insieme. Noi di Fratelli d'Italia abbiamo fatto della coerenza una bandiera, quello che diciamo fuori lo facciamo anche in quest'Aula e, quindi, l'invito è a lei, collega Sisto, al suo partito e agli altri partiti del centrodestra di sostenere una battaglia che ci ha caratterizzato da quando il centrodestra è nato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Potenti. Ne ha facoltà.

MANFREDI POTENTI (LEGA). La ringrazio, Presidente. Intervengo per dichiarare il voto di astensione su questo ordine del giorno, perché dobbiamo rilevare che il contenuto dell'impegno che si proponeva al Governo, con riferimento al quale, purtroppo, prendiamo atto, tecnicamente, non sia possibile in questa sede suffragarne il merito, è corrispondente al contenuto del quesito referendario che, in queste ore, in questi giorni, tantissimi cittadini stanno sottoscrivendo e che la Lega ha voluto proporre al popolo italiano, che costituzionalmente ha il diritto di legiferare su questa materia, come questo Parlamento. Ebbene, se qui ci dovremo astenere, è anche vero che la conclusione è sempre quella: chi sbaglia paga (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Serracchiani. Ne ha facoltà.

DEBORA SERRACCHIANI (PD). Grazie, Presidente. Mi permetto una considerazione: sono mesi che lavoriamo insieme sulla proposta di riforma della giustizia penale e lo stiamo facendo anche al Senato su altri passaggi altrettanto delicati e importanti.

Mi permetto, però, di sottolineare a tutta la maggioranza che non si può in quest'Aula prendere delle decisioni diverse da quelle che si assumono in Consiglio dei Ministri o che si assumono all'interno delle Commissioni o che sono il frutto di un lavoro comune (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Pertanto, vorrei che ci fosse, in qualche modo, una riflessione in più da quella parte dell'emiciclo nel considerare quanto sia importante, proprio in questo momento storico, in questo passaggio, non portare quello che c'è fuori da quest'Aula dentro quest'Aula, dove le decisioni devono essere il più possibile unitarie, il più possibile condivise e accompagnate le scelte che vengono prese dal Governo e con il Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pittalis. Ne ha facoltà.

PIETRO PITTALIS (FI). Il tema è delicato. Questo, per noi di Forza Italia, per esempio, ha rappresentato un tema storico, cioè quello sulla responsabilità dei magistrati (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Qui colleghe e colleghi non possiamo esercitare una funzione nascondendoci dietro i formalismi. È vero, questa riforma è la sintesi faticosa, anche sofferta, tra concessioni diverse sul tema della giustizia. Temi di questa portata, che, tra l'altro, costituiscono oggetto di un quesito referendario, non possono vederci come semplici spettatori. Noi rispettiamo il giudizio e il parere del Governo su questi ordini del giorno, però non possiamo esimerci dal riaffermare la nostra totale convinzione e il nostro totale supporto al contenuto di questo ordine del giorno, che va in una direzione da noi sempre condivisa e combattuta. È questa la ragione per la quale noi ci asteniamo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), nel rispetto proprio di un vincolo anche di maggioranza, ma non possiamo certamente votare contro perché sarebbe contraddire con una battaglia storica alla quale non intendiamo assolutamente rinunciare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Grazie, Presidente. È evidente che, anche nell'esposizione del collega Lollobrigida, la proposta che viene fatta rispetto all'impegno del Governo non inficia in alcun modo la votazione che riguarda la fiducia già espressa sul provvedimento nel suo complesso; anzi, questo impegno ha una valenza prospettica su un tema che è stato oggetto anche di discussione approfondita in questi mesi nelle varie sedi, anche parlamentari. La responsabilità dei magistrati è un tema oggetto di un dibattito conosciuto, di un dibattito che vede anche posizioni diverse, ma sul quale si conviene che il riferimento a un principio costituzionale - forse non del tutto attagliato, ma che può anche essere fatto rispetto all'articolo 28 della Costituzione - potrebbe risolvere numerose questioni, anche relativamente al fatto che esistono proposte referendarie delle quali bisognerà tenere conto, in vista anche delle sollecitazioni che vengono dalle proposte referendarie al Parlamento.

Da questo punto di vista, quindi, devo dire che il collega Lollobrigida, pur dall'opposizione, lo ha posto nell'ambito del contesto anche normativo proprio della riforma del processo penale e della giustizia processuale. Se parliamo di giustizia processuale, se la ratio fondamentale del provvedimento che stiamo esaminando è quella di riferirsi ai principi propri del giusto processo, della ragionevole durata del processo, dell'equilibrio delle decisioni, come non pensare, ad esempio, a casi che si sono verificati di recente? Mi viene in mente - lo voglio ricordare perché in tanti non l'hanno fatto - il senatore Caridi, che ha fatto venti mesi - venti mesi - di misure cautelari detentive, di cui molti in isolamento, ed è stato assolto in primo grado con formula piena, ma il Parlamento ne ha consentito e autorizzato l'arresto. Una storia di cinque anni! Ci saranno altri gradi di processo, quindi aspettiamo, ma alla fine di una vicenda come quella, ad esempio - vedremo quali saranno gli esiti; ci rimettiamo sempre alla valutazione della sentenza definitiva - già in primo grado, dopo cinque anni, questo è avvenuto. In tutti quei casi, se si dovesse arrivare a una sentenza definitiva che scagiona totalmente l'imputato - prendo l'esempio del senatore Caridi, ma è così per tantissimi altri cittadini - valutare una responsabilità civile dei magistrati, fatta secondo regole di carattere generale, o sulla base di tutti i correttivi necessari, credo che non sia fuori contesto, anzi penso che sia nell'ambito di ciò che stiamo facendo in questa riforma, in questa delega che stiamo dando al Governo.

Quindi, non vedo perché non si possa diversamente valutare questo ordine del giorno.

Anche noi apparteniamo alla maggioranza; qualcuno spesso se ne dimentica anche sui giornali, anche con dichiarazioni del tutto inopportune, a volte anche inqualificabili, ma noi siamo sempre coerenti. Proprio la coerenza ci dice che, facendo parte di questa maggioranza, ci asteniamo come gli altri colleghi di altre forze di maggioranza, ma pensiamo che un impegno di questo tipo non snaturi in alcun modo i voti che abbiamo dato; è un impegno - tra parentesi - con riguardo alla possibilità di assumere le opportune iniziative, cioè quali che siano queste iniziative rispetto a un dibattito che è centrale in questo momento sulla giustizia. Io credo che non sia niente di straordinario e ciò non vuol dire tradire la fiducia al Governo; ciò non vuol dire allontanarsi da quello che è il contesto e la ratio del provvedimento che stiamo esaminando, ma semplicemente di individuare una prospettiva, un indirizzo politico del Governo che la maggioranza…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). …nel suo insieme può indicare. Tutto qui. Per questo ci asteniamo, senza che questo voglia dire differenziarsi rispetto ai voti che già abbiamo dato e che abbiamo coerentemente dato anche in Commissione giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (MISTO-L'A.C'È). Presidente, L'Alternativa c'è voterà convintamente contro questo ordine del giorno, perché riguarda una questione che, se dovesse passare come pretendono i partiti di centrodestra, rischierebbe di far deflagrare il nostro sistema giudiziario. Già oggi l'ENI cita giornalisti per centinaia di migliaia di euro per farli stare in silenzio, immaginiamoci domani, qualora dovesse esserci questa norma: i magistrati si sentirebbero in pericolo per citazioni improvvide dei più forti e, quindi, avremmo una giustizia dei più forti contro i più deboli, contro cittadini inermi, ed è questo il pericolo maggiore che dobbiamo sventare. Ma voglio anche intervenire per stigmatizzare l'intervento della collega Serracchiani, laddove afferma che questo Parlamento debba solo ratificare le scelte del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è). Ritengo che questo intervento debba essere anche stigmatizzato da lei Presidente, perché questo Parlamento è il legislatore e deve decidere in piena autonomia cosa votare, e non farsi raccomandare o minacciare dal Governo su cosa votare (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (IV). Grazie, signor Presidente. Italia Viva lascerà libertà di scelta ai suoi componenti, in quanto alcuni di loro, come la sottoscritta, il collega Giachetti e altri, hanno firmato i referendum e altri, invece, non ne condividono i quesiti. Quindi, lasciamo libertà di voto. Si, con riferimento alla battuta del collega Fiano su “Italia libera”, Italia Viva è libera veramente di dire anche al Governo che questa è un'occasione persa, nel senso che - come ha detto ieri la collega Annibali nel voto di fiducia - noi guardiamo al bicchiere mezzo pieno, cioè al fatto che la riforma Bonafede è stata eliminata, ma si poteva avere più coraggio. Più coraggio su alcuni temi - come questo, per esempio - laddove ci sarebbe stato veramente un cambio di passo che forse l'Europa ci chiede. Mi sembra che avevamo tutti i numeri, avendo un Presidente autorevole come il Presidente Draghi e un Ministro della Giustizia come la Ministra Cartabia, per incidere veramente sulla giustizia.

Purtroppo si è solamente scalfito, in alcuni casi, quello che era il vero vulnus di questo Paese, cioè una giustizia lenta e una giustizia che spesso è forte con i deboli e debole con i forti (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Non è la prima volta che ritorniamo sul tema di come la maggioranza si comporta rispetto a singole questioni di ordini del giorno. Lo dico molto sinceramente, l'opposizione fa il suo mestiere ed è evidente che prova a individuare quegli elementi di criticità e di divisione che ci possono essere su singoli provvedimenti, ma proprio per questo io credo che il comportamento di una maggioranza debba essere improntato alla lealtà, lo dico ai colleghi che hanno dichiarato di votare “scheda bianca”, cioè di astenersi: non si stanno astenendo sull'ordine del giorno, stanno votando in dissenso rispetto all'espressione di voto del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali – Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e che lo faccia il gruppo a cui appartiene lo stesso sottosegretario la trovo una cosa unica, nella storia parlamentare, cioè adesso c'è anche un problema di coerenza e di lealtà, ripeto, di coerenza e di lealtà (Commenti)… Io ho ascoltato in silenzio gradirei…

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, facciamo terminare il deputato Fornaro… Colleghi. Prego, deputato Fornaro.

FEDERICO FORNARO (LEU). Credo, quindi, che, da questo punto, di vista occorra ricordarlo, non per mettere il bavaglio al Parlamento - collega Colletti, la presidente Serracchiani non ha detto le cose che sono state riferite poc'anzi -, ma c'è un tema di lealtà (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali); in Consiglio dei Ministri si è arrivati, alla fine di una lunga discussione pubblica e negli incontri più riservati, a un punto di mediazione. Lo dico qui: non è che ci sono per qualcuno battaglie storiche e per altri no, ognuno ha le sue battaglie storiche, ognuno porta il suo contributo e, alla fine, si raggiunge un compromesso (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali); quel compromesso lo si mantiene, lo si mantiene con lealtà; altrimenti se è “liberi tutti”, non basta dire che non votate contro il Governo e vi astenete perché se questa parte dell'emiciclo o non partecipa al voto o vota a favore o si astiene, come voi come funziona? Cosa passa? Allora, non è che c'è qualcuno che ha più senso di responsabilità e qualcuno che non ce l'ha; lo dico qui, è un brutto, bruttissimo inizio di semestre bianco (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali, MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Presidente, il tema sollevato da questo ordine del giorno è delicatissimo e noi non crediamo che la soluzione del tema della responsabilità civile dei magistrati sia la responsabilità diretta; noi pensiamo che sarebbe un grande errore (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali); non c'è in alcun Paese del mondo la responsabilità diretta (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali), ma noi voteremo contro questo ordine del giorno per una ragione, in particolare: perché noi siamo leali al Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali), siamo leali al Governo e pretendiamo la stessa lealtà da parte degli altri gruppi di maggioranza, perché non è possibile che su ogni ordine del giorno ci sia un “libera tutti”; quindi noi, coerentemente e per l'ennesima volta, dimostriamo la nostra lealtà al Governo votando in conformità alle scelte che ha fatto il Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fratoianni. Ne ha facoltà.

NICOLA FRATOIANNI (LEU). Intervengo a titolo personale, naturalmente, Presidente. Io sono un po' colpito dalla discussione che sta andando avanti da qualche minuto, in quest'Aula. Io voterò contro, personalmente, al merito di questo ordine del giorno. Ma che si continui, da diversi minuti, a richiamare l'Aula a improbabile lealtà al Governo, a una lealtà di maggioranza dentro una discussione sugli ordini del giorno, di un provvedimento così complesso (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è), su cui, ricordo, il Governo ha scelto di mettere la fiducia - forse anche su questo dovremmo riflettere per provare a costruire un'altra dialettica (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è) - a me pare diciamo il segnale di una pericolosa regressione, peraltro in un contesto in cui l'anomalia è innanzitutto la dimensione, il carattere trasversale di questa maggioranza.

Colleghi e colleghe, è un invito che faccio a tutti e a tutte: attenzione, a prescindere dalle posizioni politiche, attenzione, perché questa non è una buona china per il Parlamento della Repubblica; fate tutti e tutte attenzione perché quando discutiamo di questioni delicate, siano queste o siano gli accordi sulla Libia, su cui molti colleghi della maggioranza hanno - per fortuna, dico io (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è)- votato in dissenso dai gruppi dal Governo, se il Parlamento non è libero di discutere come deve il problema è di tutti e tutti, credo che dobbiamo fermarci per tempo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Forciniti. Ne ha facoltà (Commenti). Colleghi, senza commenti, per favore! Senza commenti! Prego, deputato.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-L'A.C'È). Non sono d'accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il diritto di dirlo. Io ovviamente ritengo che l'ordine del giorno del centrodestra sia un'aberrazione, però sono ancora più scioccato dagli interventi da sindrome di Stoccolma che ho ascoltato da quella parte dell'emiciclo, perché qui stiamo addirittura a scandalizzarci quelle rarissime volte che riusciamo a malapena a discutere su un ordine del giorno, che già di per sé non serve a nulla, e quelle rarissime volte che qualcuno si di provare a impostare una mezza discussione addirittura viene invocato un dovere a una fede cieca che si dovrebbe prestare a questo dio Draghi, che ormai veglia su di noi e che ci rende totalmente inutili (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è). Siamo deputati della Repubblica, per la miseria! Ricordiamocelo, una volta ogni tanto, ricordiamocelo, discutiamo; andiamo avanti a colpi di fiducia, non serviamo più a nulla e poi ci scandalizziamo anche quando, in quest'Aula, si abbozza un accenno di discussione; questa è proprio la sindrome di Stoccolma, nella sua quintessenza (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ziello. Ne ha facoltà.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Grazie, Presidente. Anzitutto, la lealtà verso questo Governo noi l'abbiamo dimostrata anche durante le votazioni sulla fiducia, sulle quali il nostro gruppo parlamentare ha votato convintamente per il “sì” e non per il “no”; è in quelle fasi in cui si dimostra la lealtà verso il Governo, carissimo deputato del Partito Democratico, non attraverso l'esame degli ordini del giorno! In più, signor Presidente nessuno può farci lezioni di lealtà, soprattutto se queste lezioni provengono da quei gruppi che si spaccano, creando una grande composizione, quasi come se fosse un grande colore arcobaleno, durante votazioni importanti; ad esempio, quando il Ministro della Difesa aveva espresso un parere favorevole sulle missioni in Libia, abbiamo visto da quei banchi una assoluta assenza di lealtà verso il Governo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier – Commenti del deputato Sensi); mentre loro si sono completamente spaccati durante le votazioni su provvedimenti che hanno, da un punto di vista legislativo, un'incidenza diretta, il gruppo della Lega seguirà sempre le indicazioni del Governo; sugli ordini del giorno in cui si chiedono interventi verso quegli aspetti della giustizia da dover riformare e sui quali noi stiamo raccogliendo migliaia di firme, sicuramente il nostro voto non può non essere in linea rispetto all'attività politica che facciamo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), fuori da questo palazzo, collega Serracchiani, perché è importante portare la voce anche di chi è fuori da qui dentro, non soltanto fare quello che ci viene detto da parte di alcuni organismi di partito (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giachetti. Ne ha facoltà (Commenti). Colleghi, colleghi… deputato Sensi! Deputato De Luca! Deputato Sensi, la richiamo all'ordine. Prego, deputato Giachetti.

ROBERTO GIACHETTI (IV). La ringrazio, Presidente. Il collega Lollobrigida fa politica, e la fa anche bene, ha presentato chiaramente un ordine del giorno che sta producendo già i suoi primi effetti. Vorrei dirgli, di tutto il suo intervento, che non considererei uno spreco di denaro il fatto che si spendano 300 milioni per un referendum (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva, Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia), perché penso che sia la cosa più importante che il popolo possa fare. Detto questo, vorrei dire anche all'onorevole Lollobrigida e ai colleghi che hanno annunciato l'astensione che siamo dentro un'ipocrisia, perché io ho sottoscritto il referendum, ho raccolto le firme per il referendum, sono convintissimo della responsabilità civile, diretta dei magistrati; sono intervenuto in quest'Aula quando si è deciso di farla indiretta, unico della maggioranza a dire che ero per farla diretta.

Ma sappiamo perfettamente che, se questo Parlamento ha partorito la riforma che stiamo affrontando, che è - diciamo - sicuramente minore rispetto alle aspettative che io avevo, ma che per lealtà con il Governo voterò, possiamo immaginare che questo Parlamento, da qui a febbraio, quando avremo raccolto le firme, avrà fatto una legge sulla responsabilità civile che segue l'indirizzo che vogliono i cittadini? Perché è già successo che il Parlamento sia intervenuto sulla responsabilità civile dei magistrati, quando fu fatto il referendum Tortora, e si andava esattamente nella direzione opposta di quella che dice l'onorevole Bazoli. E fu il Parlamento a tradire la volontà dei cittadini. E noi preventivamente vogliamo fare una legge sulla responsabilità civile, che così magari frega pure le firme che sono state raccolte sui referendum? State calmi. Quindi, io vi direi proprio: lasciate perdere. Ma detto questo, consentitemi, onorevole Bazoli, io non l'ho vista urlare la lealtà al Governo quando in Commissione, insieme ai 5 Stelle, avete mandato sotto il Governo sul “decreto Semplificazioni” (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva, Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia). Non vi ho visto appellarvi a questa grande lealtà! E ci venite a parlare di lealtà su un ordine del giorno, che sapete benissimo quello che conta (Proteste del deputato Fornaro)? Onorevole Fornaro, mi parla di lealtà al Governo, lei, che ha invitato Travaglio a insultare il Presidente del Consiglio! Ma con che coraggio viene qui (Proteste)?

PRESIDENTE. Deputato Giachetti!

ROBERTO GIACHETTI (IV). Con che coraggio viene qui (Proteste del deputato Fornaro) ?

PRESIDENTE. Deputato Giachetti, si rivolga alla Presidenza!

ROBERTO GIACHETTI (IV). Avete fatto insultare (Vive proteste del deputato Fornaro)….

PRESIDENTE. Deputato Fornaro, torni al suo posto!

ROBERTO GIACHETTI (IV). Siete voi che non siete leali! E non venite a darci lezioni di lealtà!

PRESIDENTE. Deputato Giachetti, si rivolga alla Presidenza… Deputato Fornaro, torni al suo posto…

ROBERTO GIACHETTI (IV). …nessuna lealtà…

PRESIDENTE. Deputato Giachetti, si deve rivolgere alla Presidenza! Deputato Fornaro, torni al suo posto! Deputato Occhiuto, prego. Deputato Toccafondi… deputato Fiano… deputato Toccafondi. Prego, deputato Occhiuto.

ROBERTO OCCHIUTO (FI). Sì, Presidente…

PRESIDENTE. Colleghi, per favore, un po' di silenzio! Deputato Occhiuto, inizi a parlare, per favore.

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). Presidente, sull'ordine dei lavori, perché mi è parso di sentire che al deputato Giachetti qualcuno abbia dato dello stronzo, quindi…(Commenti)

PRESIDENTE. Deputato Trano, non le ho dato la parola. Prego, deputato Occhiuto.

ROBERTO OCCHIUTO (FI). Grazie, Presidente. Io in verità mi ero iscritto a parlare prima dell'intervento del collega Giachetti. Dopo il suo intervento potrei anche evitare di intervenire, perché condivido pienamente il senso del suo intervento (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente). Eppure intervengo per confermare, collega Serracchiani, il voto di astensione del mio gruppo su questo ordine del giorno (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Lega-Salvini Premier). E lo faccio con l'orgoglio di chi presiede un gruppo che ha dimostrato grande lealtà al Governo, lo dimostra quotidianamente nell'attività parlamentare, lo dimostra con la delegazione dei suoi Ministri, perché, onorevole Serracchiani, noi non abbiamo minacciato di ritirare la nostra delegazione al Governo quando si trattava di discutere nel merito il provvedimento (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Lega-Salvini Premier). E allora chi in quest'Aula vuole assegnarsi il monopolio dell'ortodossia rispetto al Governo, si lamenti anche degli alleati più prossimi, di quelli sempre disponibili a costituire un asse giustizialista (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Lega-Salvini Premier). Noi non abbiamo mai minacciato di ritirare i Ministri, né abbiamo mai posto all'ordine del giorno del Parlamento, alla Camera o al Senato, temi divisivi per la maggioranza. Il Partito Democratico lo ha fatto (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Lega-Salvini Premier). Quindi, non c'è chi ha titolo a riconoscersi più ortodosso nei confronti del Governo e a dare pagelle agli altri.

Finisco, Presidente. Noi abbiamo condiviso un testo per noi difficile, quello sulla riforma Cartabia, lo abbiamo condiviso con grande senso di responsabilità. Gli ordini del giorno cosa sono? Gli ordini del giorno sono dei documenti che impegnano il Governo a fare cose ulteriori rispetto a quelle contenute nel testo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e che sono frutto di questa sintesi. Ci mancherebbe altro che noi non ritenessimo che il Governo e questo Parlamento in tema di giustizia debbano fare cose ulteriori (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Ecco perché ci asterremo su questo ordine del giorno e lo faremo con l'orgoglio di chi si riconosce leale al Governo, ma leale soprattutto rispetto alle proprie idee e alle ragioni per cui ha deciso di impegnarsi in politica (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Raduzzi. Ne ha facoltà.

RAPHAEL RADUZZI (MISTO). Presidente, pare evidente a quest'Aula che questa maggioranza è una barzelletta (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è)! Voi litigate su tutto, stavano per venire alle mani tra Italia Viva e LeU! Ma dove volete andare? Andatevene a casa e fate un favore agli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è)!

PRESIDENTE. Collega, si rivolga con rispetto. Ha chiesto di parlare il deputato Cabras, prego.

PINO CABRAS (MISTO-L'A.C'È). Pare evidente che su questo ordine del giorno si sia rivelato lo scandalo ed è opportuno che gli scandali vengano alla luce. Questa maggioranza, di fatto, non esiste più, si regge sullo sputo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è), si regge su delle questioni di potere, magari possono anche affittare un capannone di Leonardo e assumere un po' di persone per mettersi d'accordo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è). È un modo molto utile, questo, per rafforzare la maggioranza. Di sicuro non c'è accordo sulla legge delega. Nella legge delega è il Parlamento che delega all'Esecutivo, il Governo in quel caso è “Esecutivo”; qui invece si ragiona sulla esecutività delle decisioni del Governo e non si mettono d'accordo. Questo è uno scandalo costituzionale, è uno scandalo politico ed è bene che emerga agli occhi degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sapia. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SAPIA (MISTO-L'A.C'È). Sì, Presidente. Notavo che siamo arrivati finalmente nel semestre bianco: questa è la dimostrazione (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è)! Io credo, Presidente, che la maggioranza tutta, assembrata, fiera, in cerca di poltrone, potrebbe andare a litigare in una stanza, invece che occupare il Parlamento su questioni serie! Invece che litigarsi fra di loro, andassero in una stanza e magari facessero pace!

PRESIDENTE. Deputato Sapia! Ha chiesto di parlare la deputata Frate. Ne ha facoltà.

FLORA FRATE (MISTO). Grazie, Presidente. Soltanto per dire che, secondo me, il Parlamento è centrale e deve tornare ad essere sempre più centrale. Capisco che il rapporto con il Governo debba essere ispirato ai princìpi di correttezza e di lealtà, però questo non significa che bisogna svilire il ruolo fondamentale delle Camere, ossia dell'unico luogo di rappresentanza della volontà popolare. Questo per dire, Presidente, che anche io mi asterrò sull'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Corda. Ne ha facoltà.

EMANUELA CORDA (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Abbiamo trascorso anni, col MoVimento 5 Stelle, a criticare Forza Italia, ma Forza Italia oggi dimostra di essere più coerente di voi, e questo è veramente allucinante, ragazzi, allucinante (Applausi dei deputati del gruppo Misto- L'alternativa c'è)! Anche perché voi lo fate soltanto per stare attaccati a quella seggiola e mandare avanti questo Esecutivo inaccettabile. Non è accettabile, ragazzi, voi lo sapete (Vive proteste del deputato Donno)

PRESIDENTE. Deputato Donno… Deputato Donno, la richiamo all'ordine.

Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/30 Lollobrigida, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il deputato Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Presidente, grazie della possibilità di intervenire sull'ordine dei lavori, però il Governo aveva preso un impegno, che rileggo. Il collega Sisto reinterverrà “garbatamente, ribadendo la pluralità delle osservazioni, la pluralità delle argomentazioni, l'una nell'altra, l'una per l'altra, senza che nessuna prevalga sull'altra”. Io il gioco di parole non l'avevo capito, ma immagino che il collega Sisto intendesse entrare nella materia e spiegare all'Aula perché avremmo dovuto votare contro, come lui aveva indicato.

Credo che gli argomenti utilizzati dal collega non fossero convincenti. Del resto, è evidente che anche per lui ci sarebbe stata una certa difficoltà.

PRESIDENTE. Concluda, Lollobrigida.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Sull'ordine dei lavori chiedo al Governo se ancora adesso, in maniera postuma - noi siamo qui ad ascoltarlo volentieri -, ci fosse la disponibilità di spiegarcelo.

Dico al collega Giachetti che però richiamava me su una argomentazione: io l'ho firmato il referendum, per cui siamo d'accordo che non è uno spreco di denaro. Ma se con il collega Giachetti ed i colleghi della Lega e di Forza Italia firmassimo una legge in linea con quanto stiamo sostenendo nelle piazze, con quel tabellone lì, quella legge qui dentro passerebbe, collega Giachetti. Allora, risparmieremmo soldi, non sul referendum - che è utile -, ma un referendum diventa inutile, quando in Parlamento c'è una maggioranza che può approvare una legge e, invece, si ricorre al referendum in maniera artificiosa per evitare qui dentro di assumerci una responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sospendo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà alle ore 15,20.

La seduta, sospesa alle 13,50, è ripresa alle 15,20.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Battelli, Enrico Borghi, Brescia, Casa, Cavandoli, Cirielli, Colletti, De Maria, Delmastro Delle Vedove, Fassino, Gregorio Fontana, Gebhard, Giachetti, Invernizzi, Liuni, Lollobrigida, Losacco, Maggioni, Magi, Mura, Nardi, Occhiuto, Paita, Perantoni, Serracchiani e Raffaele Volpi sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente 96, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 2435-A​ )

PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato respinto da ultimo l'ordine del giorno n. 9/2435-A/30 Lollobrigida e che risultano accantonati gli ordini del giorno n. 9/2435-A/6 Muroni, n. 9/2435-A/8 Sarli e n. 9/2435-A/24 Longo.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2435-A/31 Deidda, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole con riformulazione.

Chiedo al presentatore se intenda accettare la proposta di riformulazione. L'accetta, collega?

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie Presidente. Questo ordine del giorno, come riformulato dal Governo, dovrebbe rientrare…

PRESIDENTE. Mi scusi, collega, mi scusi. C'è il sottosegretario Sisto che vorrebbe dare una precisazione, su questo? Prego.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Rientra fra quegli ordini del giorno che abbiamo accantonato. Quindi, chiedo che anche questo ordine del giorno n. 9/2435-A/31 Deidda sia accantonato.

PRESIDENTE. D'accordo. Collega Deidda, chiede comunque la parola sulla richiesta di accantonamento?

SALVATORE DEIDDA (FDI). Questo ordine dei giorno, così come riformulato, rientra in quegli emendamenti; però il Governo mi aveva espunto - e vorrei chiedere se rientra nella riflessione di questo emendamento - alcuni punti, cioè l'aggravio delle pene per i piromani, per chi è colpevole di…

PRESIDENTE. Mi scusi, collega, l'ordine del giorno rimane accantonato, quindi, se il Governo lo reputerà, le risponderà una volta che lo affronteremo.

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/2435-A/32 Lucaselli, che ha parere contrario.

Ha chiesto di parlare la collega Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie Presidente. Molto brevemente, semplicemente per ricordare che una delle decisioni prese all'interno di questo testo è quella di delegare alle procure e ai capi delle procure la decisione sulle priorità dei procedimenti da trattare. Questo, non in virtù dell'articolo 132 delle disposizioni di attuazione che, come sappiamo, nel codice di procedura penale affronta questo tema, ma mettendo in relazione la priorità non a un dato sostanziale e, quindi, alla tipologia di reato, ma all'organizzazione degli uffici e alla trattazione dei processi.

Noi riteniamo che devolvere alle procure il potere di scegliere abbia un doppio effetto. Il primo è quello di depauperare il Parlamento della sua potestà legislativa – unica, perché gli eletti in questa Camera sono responsabili di fronte ai cittadini italiani che li hanno votati - rispetto alla indicazione della tipologia di reato. Ma, soprattutto, perché, nella devoluzione alle procure, si rischia - anzi sicuramente avverrà - di avere una giustizia geograficamente a macchia di leopardo, a geografia variabile, perché il confine fra un circondario e l'altro determinerà anche la commissione di reati a pochissimi metri di distanza, sapendo che in un caso ci sarà l'impunità. Noi crediamo che questo sia un vulnus insuperabile, che sia un problema del quale dovremmo preoccuparci, atteso anche quello a cui abbiamo assistito negli ultimi mesi, ossia alla politicizzazione del dibattito all'interno della magistratura. Noi riteniamo che una disposizione di siffatta natura, in realtà, possa acuire quel dibattito e quei problemi e non riuscire a dare le giuste risposte ai cittadini italiani. Dobbiamo considerare anche che, ogni volta che c'è la commissione di un reato, c'è anche una persona che quel reato lo subisce, c'è una vittima. Già sappiamo oggi che, con la compressione dei termini dell'appello, quelle vittime non potranno trovare una giusta tutela del proprio diritto. E allora, in virtù di questo, non possiamo creare una giustizia di serie A e di serie B, motivo per il quale chiedo al Governo di rivalutare il proprio parere su questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/32 Lucaselli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Intanto avverto che il gruppo Fratelli d'Italia ha esaurito anche i tempi aggiuntivi concessi dalla Presidenza; resta ferma per i deputati di tale gruppo la possibilità di svolgere interventi che saranno imputati ai tempi residui per gli interventi a titolo personale.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/33 Prisco, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2435-A/34 Gregorio Fontana, su cui c'è un parere favorevole con riformulazione: viene accettata? Prego, collega Pittalis.

PIETRO PITTALIS (FI). Per chiedere al sottosegretario se può ripetere la riformulazione, cortesemente.

PRESIDENTE. Prego, sottosegretario Sisto, a lei la parola.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie, Presidente. Ripeto la riformulazione: “a valutare l'opportunità di sviluppare un servizio telematico che permetta la liquidazione delle imposte di bollo e di ogni altra spesa, imposta o diritto di cancelleria, anche mediante piattaforme digitali da remoto, in considerazione anche delle pratiche elettorali”.

PRESIDENTE. La riformulazione viene accettata.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2435-A/35 Siracusano.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/35 Siracusano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione…Revoco l'indizione della votazione, poiché il collega Pittalis ha chiesto di intervenire.

PIETRO PITTALIS (FI). Presidente, ritiriamo l'ordine del giorno, anche se la questione che viene sottoposta è di fondamentale importanza, affidandoci a quanto dichiarato dal sottosegretario che invitiamo eventualmente a riconsiderare il parere sul punto.

PRESIDENTE. Quindi, collega, lei vorrebbe ritirare l'ordine del giorno n. 9/2435-A/35?

PIETRO PITTALIS (FI). No, chiediamo che venga riformulato il parere, riservandoci eventualmente di ritirarlo all'esito.

PRESIDENTE. Sottosegretario Sisto, prego.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Chiedo che gli ordini del giorno n. 9/2435-A/36 e n. 9/2435-A/76 siano accantonati per una migliore valutazione.

PRESIDENTE. Quindi accantoniamo gli ordini del giorno n. 9/2435-A/36 e n. 9/2435-A/76?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Quando ci arriveremo, anche il n. 9/2435-A/76. Grazie.

PRESIDENTE. Colleghi, è stata accettata la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2435-A/34 Fontana. Siamo ora all'ordine del giorno n. 9/2435-A/35 Siracusano. Allora, il sottosegretario ha chiesto l'accantonamento dell'ordine del giorno n. 9/2435-A/36, mentre siamo ora all'ordine del giorno n. 9/2435-A/35 con il parere contrario, che sto ponendo in votazione. Collega Pittalis, vuole intervenire sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/35? Prego.

PIETRO PITTALIS (FI). Non ho capito; eravamo sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/35 e mi pareva che il sottosegretario si fosse riferito al n. 9/2435-A/35 e al n. 9/2435-A/36, o è un errore?

PRESIDENTE. No, collega, il n. 9/2435-A/36 e il n. 9/2435-A/76, se non erro. Prego, sottosegretario.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Ripeto, la richiesta di accantonamento riguarda gli ordini del giorno n. 9/2435-A/36 e n. 9/2435-A/76, non il n. 9/2435-A/35.

PRESIDENTE. Quindi, siamo al n. 9/2435-A/35, che non viene ritirato, mi sembra di intuire. Collega Pittalis, vuole intervenire? Prego.

PIETRO PITTALIS (FI). Presidente, siccome intervenivo sul n. 9/2435-A/35, e quindi pensavo che l'intervento del sottosegretario fosse riferito a questo ordine del giorno, in conformità a quanto già dichiarato, ritiriamo questo ordine del giorno con l'impegno che il sottosegretario ha già formulato, perché sul tema delle intercettazioni si possa tornare con un provvedimento ad hoc.

PRESIDENTE. D'accordo. L'ordine del giorno n. 9/2435-A/36 è accantonato.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/37 Ferro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

Collega Ferro, vuole votare? Altrimenti chiudo la votazione. Se vuole votare, possiamo aspettare visto che è anche il suo ordine del giorno; non ci sono problemi; attendiamo qualche secondo, così le diamo l'opportunità di votare.

Allora, revoco l'indizione della votazione.

Colleghi, ricordo a tutti i presidenti delle Commissioni che ovviamente, nel momento in cui abbiamo la votazione in Aula, è necessario che le Commissioni siano sconvocate. Ora, è chiaro che è l'ordine del giorno della collega Ferro e mi sembra giusto darle l'opportunità di intervenire, però ribadisco che le Commissioni devono essere sconvocate, sia quelle di inchiesta, sia bicamerali, sia le Commissioni della Camera. Prego, collega Ferro.

WANDA FERRO (FDI). Io la ringrazio, Presidente Spadoni, perché il ritardo è dovuto proprio alla Commissione antimafia, per la quale - tra parentesi - sono relatrice della modifica al “regolamento Bindi” sulle eventuali liste da sottoporre. Era importante per me intervenire su questo ordine del giorno alla presenza del sottosegretario Sisto, perché ritengo che sia un ordine del giorno che andrebbe ascoltato e sul quale probabilmente una riflessione ci vuole perché, all'interno di questa “riforma Cartabia”, nell'ipotesi di mutamento del giudice o di uno dei componenti del collegio giudicante, venga disposta, a richiesta di parte, la riassunzione di una prova dichiarativa o di una testimonianza già assunta; mentre, per quanto riguarda la testimonianza, se è stata videoregistrata, il giudice può disporre l'assunzione della prova dichiarativa solo quando lo ritenga necessario, sulla base di specifiche esigenze. Quindi, il dover riassumere la prova anziché alleggerire i processi determinerebbe un ulteriore rallentamento e, non andrebbe nella direzione che questo atto dovrebbe avere. Non appare assolutamente sostenibile, senza dotare gli uffici degli strumenti necessari che a oggi non posseggono, la possibilità di espletare attraverso queste videoregistrazioni un effetto di prova. Noi cosa chiediamo? Che questi uffici vengano dotati e che, quindi, vi sia una proroga rispetto all'ipotesi che ho detto, fino a quando questi non avranno gli strumenti necessari. Io credo che nel dibattito per il quale vi è molto interesse e grande silenzio in Aula, e dopo l'ennesima fiducia (quindi, un po' una commedia all'italiana dove il Parlamento è stato relegato a semplice comparsa e non più ad attore protagonista), dovremmo parlare di quello che serve in termini di strumenti e di tecnologia. Tuttavia, dovremmo farlo con il buonsenso - di cui le dicevo - all'interno del contenuto di questo ordine del giorno.

Questa riforma contiene, secondo noi, tutto ciò che andrà in qualche modo a penalizzare i cittadini, gli italiani; alla fine sarà la gente comune a pagare il prezzo più alto di questa riforma. È una riforma che nulla ha a che vedere con la brevità dei processi, che nulla ha a che fare con chi la vuole far franca; semmai andremo a incitare e a dire alla gente che probabilmente è molto più semplice compiere dei reati. Lo abbiamo detto, come Fratelli d'Italia, lo abbiamo fatto in tutti gli emendamenti e lo abbiamo rifatto in tutti gli ordini del giorno. Abbiamo tentato di chiedere al Governo una linea retta, una linea che potesse dare ragione ai tanti uomini di prima linea nella magistratura, alle Forze dell'ordine e a tutti coloro che quotidianamente aiutano un sistema di per sé complesso.

È una riforma che si aspettava da anni, ma non per creare quel vulnus che, invece, apporterà. Io sinceramente sono certa che il sottosegretario non cambierà parere, neanche sulla mia proposta di accantonamento. Parto solo dal presupposto che in questo modo…

PRESIDENTE. Concluda.

WANDA FERRO (FDI). …noi vanifichiamo il lavoro e il sacrificio di tanti e, tra questi, mi riferisco anche ai testimoni di giustizia. Andiamo a mortificare anche chi è vittima dei reati e in attesa di una verità e, forse, condanneremo gli italiani a una sorte peggiore, poiché non si può trovare…

PRESIDENTE. Collega, deve concludere.

WANDA FERRO (FDI). … giustizia se, in qualche modo, si è inventato il potere. Io credo che questo Governo, più che pensare a un sistema di giustizia giusto, pensa a un sistema di potere vero e su questo vi chiedo, ovviamente, di fare la giusta riflessione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/37 Ferro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Avverto che, essendone stata fatta richiesta, la Presidenza concederà al gruppo Fratelli d'Italia, in via del tutto eccezionale, un ulteriore tempo aggiuntivo di 10 minuti.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/38 Bellucci, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2435-A/39 Fornaro, parere favorevole se riformulato. Ha chiesto di parlare il sottosegretario Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. La ringrazio, Presidente. Anche questo ordine del giorno n. 9/2435-A/39 Fornaro rientra fra gli emendamenti da accantonare.

PRESIDENTE. Ordine del giorno da accantonare, quindi?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Ho sbagliato. Era per vedere se l'Aula fosse attenta. Intendevo dire ordini del giorno da accantonare.

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2435-A/40 Rampelli. C'è un parere favorevole con riformulazione. Chiedo se viene accettato il parere. Ha chiesto di parlare la collega Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Credo che anche l'ordine del giorno a prima firma del Presidente Rampelli, vertendo in materia di reati ambientali, debba essere accantonato. Quindi, chiedo al Governo di procedere.

PRESIDENTE. Il Governo fa cenno di essere d'accordo. Quindi, accantoniamo anche l'ordine del giorno n. 9/2435-A/40 Rampelli. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2435-A/41 Varchi, che chiede di intervenire.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Io sarò telegrafica. Questo ordine del giorno riguarda un aspetto collaterale all'istituto della improcedibilità che questo provvedimento introduce. Segnatamente, oltre a introdurre l'improcedibilità, il provvedimento, all'articolo 2, commi 16 e 17, prevede la creazione di un comitato tecnico-scientifico sostanzialmente per il monitoraggio dei tempi. Con questo ordine del giorno chiedo che il comitato, già previsto dalla legge, riferisca annualmente sul rispetto di questi tempi e che si prevedano delle sanzioni per i magistrati a capo degli uffici giudiziari che non riescano a far rispettare i tempi. Se la ratio della norma è dare fiducia ai capi degli uffici giudiziari nell'organizzazione, ma al tempo stesso si prevede il loro monitoraggio, chiedo allora che questo monitoraggio abbia poi delle conseguenze pratiche.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/41 Varchi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2435-A/42 Biancofiore: c'è un parere contrario. Ha chiesto di parlare il rappresentante del Governo. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Presidente, chiedo che anche l'ordine del giorno n. 9/2435-A/42 Biancofiore sia accantonato per analogo motivo degli altri ordini del giorno accantonati.

PRESIDENTE. D'accordo.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2435-A/43 Gagliardi, sul quale c'è un parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/43 Gagliardi.

Dichiaro aperta la votazione.

Revoco la votazione.

Prego, sottosegretario Sisto, a lei la parola.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Propongo all'onorevole Gagliardi l'accoglimento dell'ordine del giorno come raccomandazione.

PRESIDENTE. La collega Gagliardi è d'accordo, quindi proseguiamo. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2435-A/44 Raduzzi, sul quale c'è un parere contrario. Ha chiesto di parlare il collega Raduzzi. Ne ha facoltà, per un minuto.

RAPHAEL RADUZZI (MISTO). Grazie, Presidente. Chiedo al Governo di rivedere il proprio parere e, magari, accantonare questo ordine del giorno un po' come si è fatto per il tema dei reati ambientali. Qui stiamo parlando dei reati finanziari, che non sono meno gravi di certo; stiamo parlando di cose come l'aggiotaggio, l'ostacolo alle funzioni di vigilanza, il falso in prospetto, cioè cose che sicuramente segnano i risparmiatori, che la Costituzione dovrebbe tutelare, e che, probabilmente, diventeranno un tema anche di cronaca recente, pensiamo ai fatti di MPS e a quanto potrebbe scaturire da ciò. Chiedo, quindi, di accantonare questo ordine del giorno e, quanto meno, un voto favorevole degli ex colleghi dei 5 Stelle.

PRESIDENTE. Non vedo cenni da parte del Governo. Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/44 Raduzzi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2435-A/45 Boldrini: c'è un parere favorevole con riformulazione. Viene accettata? Prego.

LAURA BOLDRINI (PD). Sì, Presidente, siccome è firmato da altre colleghe, se il sottosegretario poteva cortesemente ripetere la riformulazione, che io non l'ho memorizzata, così da renderla nota anche alle altre colleghe.

PRESIDENTE. D'accordo. Sottosegretario Sisto, prego.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Con piacere. Leggo soltanto, ovviamente, la parte dispositiva: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di escludere dall'ambito di applicabilità dell'istituto della sospensione del procedimento penale con messa alla prova dell'imputato per tutti i reati a sfondo sessuale”.

PRESIDENTE. Viene accettata, collega?

LAURA BOLDRINI (PD). Sì, Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2435-A/46 Tondo, sul quale c'è un parere contrario. Ha chiesto di parlare il collega Tondo. Ne ha facoltà.

RENZO TONDO (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, Presidente. Semplicemente perché voglio annunciare il ritiro di questo ordine del giorno. In realtà non capisco, ma mi adeguo: non mi rendo conto di come il Governo non possa accettare un ordine del giorno in cui si dica “a valutare l'opportunità di”. Sono formule che si concedono tutti. Ma, in realtà, lo ritiro per due motivi: primo, perché non voglio creare problemi al Governo che probabilmente ne ha già troppi e, secondo, perché non voglio turbare l'equilibrio dell'onorevole Serracchiani e del PD che stamattina erano preoccupati dell'atteggiamento di qualche parte dell'opposizione.

Mi limito a dire che in politica, ogni tanto, bisogna inghiottire qualche rospo e quello che è peggio è che devi dire anche che ti piace. Fa parte delle regole della politica e, quindi, io ritiro questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno è stato ritirato. Non so se il sottosegretario voleva intervenire. Prego.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Per una questione di cortesia, visto il garbo dell'onorevole Tondo, gli voglio rammentare che il parere contrario deriva dal dato che, a differenza di altri ordini del giorno, qui non si chiede l'adempimento alla direttiva europea e alla legge del 2021. Quindi, questo è il motivo del parere contrario, volevo chiarirlo, perché, ripeto, a tanta cortesia mi sembrava giusto rispondere.

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2435-A/47 Annibali, sul quale c'è un parere contrario. Viene ritirato? D'accordo. Ordine del giorno n. 9/2435-A/48 Ruffino, sul quale c'è un parere contrario; viene ritirato. Ordine del giorno n. 9/2435-A/49 Pettarin, parere favorevole con riformulazione, che viene accettata. Ordine del giorno n. 9/2435-A/50 Saitta, favorevole con riformulazione, che viene accettata. Ordine del giorno n. 9/2435-A/51 D'Orso, favorevole con riformulazione, che viene accettata. Gli ordini del giorno n. 9/2435-A/52 Giuliano e n. 9/2435-A/53 Ferraresi sono stati ritirati. Ordine del giorno n. 9/2435-A/54 Palmisano, favorevole con riformulazione: viene accettata.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/55 Zolezzi, parere favorevole, con riformulazione. Ha chiesto di parlare il collega Federico. Ne ha facoltà.

ANTONIO FEDERICO (M5S). Grazie, Presidente. Questo è l'ordine del giorno del MoVimento 5 Stelle afferente alla materia dei reati ambientali, quindi immagino che sia accantonato anche questo.

PRESIDENTE. Sottosegretario, lo accantoniamo? D'accordo.

L'ordine del giorno n. 9/2435-A/56 Sarti è stato ritirato.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/57 Perantoni, parere favorevole con riformulazione, che viene accettata. L'ordine del giorno n. 9/2435-A/58 Ascari è stato ritirato.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/59 Salafia, favorevole con riformulazione, che viene accettata. Ordine del giorno n. 9/2435-A/60 Miceli, favorevole con riformulazione, che viene accettata.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/61 Vitiello, c'è un parere contrario. Sottosegretario, prego.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Propongo una riformulazione al proponente: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di prevedere, anche in successivi provvedimenti, misure dirette a incentivare la garanzia della segretezza delle indagini, tutelando l'indagato in attuazione della direttiva (UE) 2016/343”.

PRESIDENTE. Viene accettata questa riformulazione? D'accordo.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/62 Corda, c'è un parere contrario. Collega Corda, lei ha già parlato, può però dire se intende metterlo in votazione.

EMANUELA CORDA (MISTO-L'A.C'È). Sì, lo mettiamo in votazione.

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/62 Corda, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2435-A/63 Romaniello, parere favorevole con riformulazione. Sottosegretario?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Accantonato per le stesse ragioni degli altri.

PRESIDENTE. D'accordo.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2435-A/64 Vallascas: anche questo è accantonato, sottosegretario? D'accordo.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2435-A/65 Testamento, sul quale c'è un parere contrario. Nessuno chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/65 Testamento, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/66 Trano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2435-A/67 Cabras. C'è un parere contrario. Ha chiesto di parlare il deputato Cabras. Ne ha facoltà.

PINO CABRAS (MISTO-L'A.C'È). Voi tutti conoscete la canzone di Edoardo Bennato: Salviamo il salvabile. Io credo che nelle scelte che sono state fatte per questa legge delega, da parte di una parte consistente della maggioranza ci sia l'illusione di salvare alcune norme dalla scandalosa possibilità di arrivare all'amnistia. Tra queste, non è stata inserita la truffa aggravata volta al conseguimento di erogazioni pubbliche, cioè una delle norme che in tempi di PNRR diventa una questione primaria su cui si gioca il futuro dell'Italia. Ricordiamo che il potenziale criminogenetico del meccanismo di pubblico finanziamento è qualcosa su cui si è accesa da molti anni l'attenzione delle amministrazioni pubbliche, da parte dell'autorità giudiziaria e anche del Parlamento, che, negli anni, ha reso molto più pesanti le condanne per questa materia, perché è un tema su cui si gioca il PIL dell'Italia, la vita concreta di milioni di cittadini, le possibilità dell'economia. Regalare alla possibilità di amnistia un tipo di crimine così delicato è molto pericoloso e noi lo denunciamo, se non riusciamo a cambiare l'orientamento del Governo.

PRESIDENTE. Collega Forciniti, lei è già intervenuto due volte, quindi non può parlare. Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/67 Cabras, con il parere contrario del Governo .

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Intanto colleghi vi ricordo di indossare correttamente la mascherina mantenendo il distanziamento.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/68 Galantino, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2435-A/69 Colletti. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trano. Ne ha facoltà.

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Preliminarmente vorrei sfatare un luogo comune: l'Europa ci ha chiesto di rendere efficiente sì la giustizia italiana, ma la priorità della riforma era sul processo civile, per le sue immediate ricadute sull'economia, e non per il penale. Tra l'altro, ciò è anche corroborato dalla relazione Lattanzi, a pagina 51, che esattamente dice che, dal punto di vista tecnico, non vi sono ragioni che rendono urgente anticipare la riforma della prescrizione. Quindi, noi ci troviamo qui, oggi a parlare, a discutere di qualcosa che poteva essere facilmente rinviabile nel tempo, anche perché si è posta la questione che questa è una delle riforme da fare velocemente per recuperare la prima tranche di finanziamenti. Quindi, ci troviamo esattamente davanti a un grande falso storico. L'ordine del giorno proposto chiede di annoverare tra i delitti che non devono essere sottoposti a improcedibilità un reato, che è quello previsto dall'articolo 416-ter del codice penale, lo scambio elettorale politico-mafioso.

Dunque, chiedo davvero al sottosegretario di rivedere il parere in questione e, in caso non intenda mutare questo parere, di voler fornire delle spiegazioni di ordine pratico sui motivi per cui è stato dato questo parere.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/69 Colletti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/70 Paolo Nicolò Romano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Chiedo ai colleghi Angiola, Galli e Boldi di indossare la mascherina.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/71 Maniero, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2435-A/72 Ungaro: viene ritirato.

Sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/73 Occhionero c'è un parere favorevole con riformulazione, che viene accettata.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/74 Migliore: c'è un parere contrario; viene ritirato.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2435-A/75 Delmastro Delle Vedove, sul quale c'è un parere contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie Presidente. Io credo che il parere contrario sull'ordine del giorno di Fratelli d'Italia, in cui si chiede di intervenire sulla normativa dell'ergastolo ostativo, strumento cardine della lotta contro la mafia, dopo la mannaia della Corte costituzionale, sia gravissimo. La Corte costituzionale stessa ha detto: legislatore intervieni entro il 10 maggio 2022, perché in quella data salterà tutta la normativa speciale per il contrasto alla criminalità organizzata. Voglio rileggerlo quello che chiediamo. Chiediamo al Governo di introdurre criteri che permettano di valutare se il criminale che accede ai benefici abbia rescisso ogni legame con la criminalità organizzata: come fate a dir di no? Ma come è possibile? L'ho voluto rileggere a imperitura infamia di questo parere, l'ho voluto rileggere perché vi rendiate conto che state mortificando le vittime di mafia, l'ho voluto rileggere perché vi rendiate conto che state disonorando gli eroi nazionali della lotta contro la mafia fino al consapevole olocausto di sé, a partire da Falcone e da Borsellino. L'ho voluto rileggere alla galassia pentastellata, in particolar modo, per ricordare che la lotta alla criminalità organizzata, la lotta alla mafia non si fa a corrente alternata e non si sacrifica in particolar modo, non già per ragioni di Governo, ma per una comoda (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) poltroncina su cui sedere le proprie terga. La mafia sappia che c'è qualcuno che sta contro la mafia senza se e senza ma, e sappia che poi ci sono quelli che, nel breve volgere di un'esperienza di Governo, passano da “onestà, onestà” a “omertà, omertà” (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Commenti) e non è un bel viatico per quel partito.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Saitta. Ne ha facoltà.

EUGENIO SAITTA (M5S). Grazie, Presidente. Ringrazio il collega Delmastro Delle Vedove per aver introdotto questa discussione molto importante. Non sfuggirà al collega Delmastro Delle Vedove che la prima forza politica a parlare di questo problema è stata proprio il MoVimento 5 Stelle. Quello che lei dice è vero, ma il problema è che questa non è la sede adatta per parlare di questa problematica. Voglio ricordare che noi abbiamo presentato una proposta di legge proprio sull'ergastolo ostativo, che verrà incardinata domani dalla Commissione giustizia e rispetto alla quale invito tutte le forze parlamentari a far sì che possa essere portata in porto, che possa essere approvata dai due rami del Parlamento entro maggio 2022, che è il termine che la Corte costituzionale ci ha dato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Su questa tematica importantissima il Paese deve vedere che il Parlamento ha una voce sola, che si oppone alla mafia; il contrasto della mafia merita una sede adeguata, merita un trattamento adeguato, merita una trattazione adeguata. Questo lo possiamo fare in Commissione giustizia, con le audizioni, con l'impegno di tutte le forze politiche e con l'attenzione doverosa che dobbiamo dare a ogni singola parola, a ogni singolo emendamento per questa importante tematica. Di certo, non è un una tematica che può essere trattata come slogan oggi, qui, in un ordine del giorno, al fine solo di gridare: “Omertà, omertà!” (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Dai banchi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia si grida: Omertà! Omertà!). Se oggi abbiamo a cuore questa importante tematica prendiamo l'impegno di portarla avanti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Dai banchi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia si grida: Omertà! Omertà!).

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/75 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

L'ordine del giorno n. 9/2435-A/76 De Luca è accantonato. Passiamo dunque all'ordine giorno n. 9/2435-A/77 Massimo Enrico Baroni. Nessuno chiedendo di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/77 Massimo Enrico Baroni, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il collega Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie Presidente. Questa mattina, proprio in apertura di discussione dell'ordine del giorno - chiedo un attimo di attenzione da parte del sottosegretario - abbiamo chiesto, come Fratelli d'Italia, spiegazione sul motivo del parere contrario sugli ordini del giorno nn. 9/2435-A/30 Lollobrigida e 9/2435-A/78 a mia prima firma, poi si è sviluppata una ampia discussione, ma purtroppo il mio ordine del giorno è rimasto da parte. Ho fatto notare ciò con un intervento sull'ordine dei lavori, successivamente al Presidente Fico, il quale mi ha consigliato, quando si sarebbe passati all'esame di questo ordine del giorno, di chiedere al sottosegretario la motivazione del parere contrario, così come ha fatto questa mattina, magari entrando un pochino più nello specifico e lasciando da parte “il perimetro” sul quale abbiamo ragionato questa mattina. Su questo ordine del giorno veramente ignoriamo il motivo del suo parere contrario.

PRESIDENTE. Collega, ovviamente se il Governo vuole rispondere, risponde; se non vuole rispondere andiamo avanti con il parere contrario. Sottosegretario Sisto, prego.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Come dicevo, il contraddittorio è sempre ciò che consente poi il chiarimento delle posizioni. Il parere contrario sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/78 Trancassini prende le mosse dal contenuto dell'ordine del giorno. Si tratta di un ordine del giorno - non casualmente un ordine del giorno e non un emendamento - che impegnerebbe il Governo ad assumere le necessarie iniziative, anche di carattere normativo, volte ad estendere anche ai rappresentanti delle università e dell'avvocatura nei consigli giudiziari la possibilità di partecipare alla valutazione dell'operato dei magistrati.

Il Governo ritiene questo ordine del giorno generico, non capace di esprimere, da parte del Governo, una volizione di impegno, posto in questi termini, con la prospettiva ovviamente - che ribadisco - di una riserva di intervento su questi temi nelle sedi più proprie. Allo stato, la genericità e la impossibilità di comprendere perfettamente il contenuto, di merito, dell'ordine del giorno necessitano del parere contrario.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (MISTO). Presidente, non sarei intervenuta, come ho fatto riguardo alla precedente proposta di Fratelli d'Italia, però dopo l'intervento del Governo, tengo a spiegare perché mi asterrò: non certamente per le argomentazioni che ha speso il sottosegretario. Nel merito, io condivido assolutamente l'ordine del giorno: è tempo di restituire pari dignità all'avvocatura all'interno dei consigli giudiziari, quindi facendoli votare, il diritto di voto e non solo il mero diritto di partecipare. Invece, il dato per il quale io mi astengo e non voto a favore è che noi abbiamo in esame la riforma dell'ordinamento giudiziario e del CSM e credo che quella sia la sede più appropriata. Pur essendo assolutamente a favore nel merito, spero che venga affrontato in altra sede.

PRESIDENTE. Non essendovi altre richieste di intervento, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/78 Trancassini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il collega Volpi. Ne ha facoltà.

RAFFAELE VOLPI (LEGA). Lei mi permetterà, Presidente, di fare una valutazione generale non nel merito dei due ordini del giorno. È cominciato questa mattina, con l'ordine del giorno n. 1, con la declaratoria del Governo di non avere un proposito specifico rispetto alla materia trattata. Mi pare di ricordare, nel diritto parlamentare, che, all'origine, l'ordine del giorno è una trattazione fiduciaria fra il Governo e il parlamentare presentatore, natura che poi si è evoluta con la richiesta dei voti in Aula; quindi, la questione non è più una diretta fra il parlamentare proponente e il Governo, diventa una proposizione politica di tutta l'Assemblea. Nel momento in cui il Governo pone una sua questione, positiva o negativa, in due casi negativa, come nell'ultimo ordine del giorno, presuppone che il nostro voto diventi di ordine politico perché, non essendo più trattazione fra l'unico parlamentare e il sottosegretario, vi è un'espressione dell'Assemblea. Io mi domando - e lo domanderei al Governo -, con grande curiosità ma, nel momento, in cui la proposizione del Governo dovesse andare verso quello che è il contenuto degli ordini del giorno proposti non potrebbe succedere che qualcuno porrà la sua posizione dicendo che l'Assemblea si è esposta in modo diverso su un'indicazione del Governo? Io credo che queste domande il Governo dovrebbe farsele rispetto a un'indicazione che diventa un'indicazione politica, anche nel momento stesso in cui il Governo - glielo spiego meglio, Sisto, te lo spiego meglio se non hai capito -, cioè la mia domanda è molto semplice, qui ci esprimiamo ovviamente per quei termini, come sono stati definiti questa mattina, di lealtà, siamo noi siamo in maggioranza; e, domani, se il Governo decide che queste proposte vanno bene cosa succede? Che qualcuno si alzerà per dire: scusi, sottosegretario, guardi che l'Assemblea le ha votato contro, ha votato contro questi contenuti, su indicazione del Governo. Si faccia la domanda e ci dia una risposta.

PRESIDENTE. Collega, io immagino che il Governo prenderà atto delle sue osservazioni. Quello che le posso dire è che, a livello regolamentare, la giornata si sta svolgendo come stabilito. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2435-A/79 Spessotto. Nessuno chiede di intervenire, quindi passiamo quindi ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/79 Spessotto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/80 Giuliodori, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2435-A/81 Suriano, su cui c'è un parere contrario. Ha chiesto di parlare la collega Suriano. Ne ha facoltà.

SIMONA SURIANO (MISTO). Sì, Presidente. Chiedo di cambiare il parere perché questo ordine del giorno, tra l'altro, è molto simile a quello già presentato dalla collega Boldrini, in cui chiediamo di inserire il reato di violenza sessuale tra quelli non sottoponibili alla tagliola della improcedibilità, con il rischio, dopo due anni di processo in appello, di mettere a piede libero un potenziale stupratore e mietere ulteriori vittime. Chiedo, quindi, che almeno questo reato rientri tra quelli che derogano alla tagliola dell'improcedibilità (Appalusi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Siragusa. Ne ha facoltà.

ELISA SIRAGUSA (MISTO). Solo per sottoscrivere questo ordine del giorno, grazie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Ehm. Ne ha facoltà.

YANA CHIARA EHM (MISTO). Grazie, Presidente. Anch'io per sottoscrivere l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Muroni. Ne ha facoltà.

ROSSELLA MURONI (M-MAIE-PSI-FE). Per sottoscrivere l'ordine del giorno, grazie Presidente.

PRESIDENTE. D'accordo. Colleghi, vi ricordo che potete sottoscrivere l'ordine del giorno anche avvicinandovi alla Presidenza e parlando con gli uffici. La collega Paxia voleva sottoscriverlo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Leda Volpi. Ne ha facoltà.

LEDA VOLPI (MISTO-L'A.C'È). Chiedo anch'io di sottoscrivere l'ordine del giorno, grazie.

PRESIDENTE. D'accordo. Lo sottoscrivono anche i colleghi Raduzzi, Sodano, Forciniti, Sarli, Trano, Termini e Maniero. Ha chiesto di parlare il collega Maniero. Ne ha facoltà.

ALVISE MANIERO (MISTO-L'A.C'È). La ringrazio, Presidente. Io seguo con sempre maggior preoccupazione le serie di pareri negativi del Governo su queste proposte, perché se scorriamo gli ultimi ordini del giorno, abbiamo visto rifiutare discipline più prudenti e quindi più severe riguardo reati che vanno dalla falsificazione dei prospetti nei prodotti finanziari, quindi facilito la strada a chi ruba la collanina alle vecchiette nelle banche, cose che abbiamo visto in tutta Italia da nord a sud; dopodiché, abbiamo visto un ordine del giorno, a mia prima firma, rifiutato, che pregava di esonerare dall'improcedibilità, dalla prescrizione facile, non so come la vogliamo chiamare, i reati di coloro che organizzano il traffico di stupefacenti su grande scala. Credevo che almeno i grandi narcotrafficanti li potessimo combattere (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è): no, non si può, anche questi saranno agevolati. Non parliamo dei reati ambientali: a quelli abbiamo già rinunciato. Ora parliamo della violenza sessuale. Presidente, io non so più che cosa dire per pregare i colleghi di qualunque forza politica - non mi appello neanche più a quelli con cui sono stato eletto - di avere un minimo di forza su queste cose e di dare almeno un segnale, non dico una cosa che faccia la differenza perché è troppo tardi, ma almeno un segnale culturale che non è tutto perduto (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Bartolozzi. Mi scusi, lei ha parlato già 2 volte, quindi non può intervenire; può eventualmente dirmi se vuole sottoscrivere o altro. D'accordo.

Non ci sono altre richieste di intervento, quindi passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/81 Suriano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Sugli ordini del giorno n. 9/2435-A/82 Raciti e n. 9/2435-A/83 Vinci, c'è un parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/84 Forciniti c'è un parere contrario.

Nessuno chiede di intervenire, passiamo quindi ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/84 Forciniti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/85 Ehm, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/86 Sapia, c'è un parere contrario.

Ha chiesto di parlare il collega Sapia. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SAPIA (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Brevemente, anche per dire che, secondo Nicola Gratteri, la riforma della Ministra Cartabia non abbrevia i processi ma li taglia. Da qui il nostro ordine del giorno che impegna il Governo a escludere dalla improcedibilità tutti i reati di concussione e corruzione. Presidente, la verità è che la “riforma Cartabia” è chiesta dall'Europa, che ci presta una montagna di miliardi da spendere secondo gli ordini della Commissione europea. Quindi, si impone una riforma della giustizia lampo, con 45 gradi all'ombra, a ridosso delle feries e mettendo la fiducia che ammazza la democrazia e conferma l'inciucio della maggioranza. Presidente, noi di L'Alternativa c'è continueremo a denunciare e a combattere il regime attuale, che mette in ginocchio il popolo e risparmia i corrotti, corruttori e predatori delle casse pubbliche (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/86 Sapia, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2435-A/87 Leda Volpi.

Ha chiesto di parlare il sottosegretario di Stato per la Giustizia, Francesco Paolo Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie, Presidente. Chiedo che sia accantonato esattamente come gli altri.

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2435-A/88 Costanzo, su cui c'è un parere contrario.

Ha chiesto di parlare la collega Costanzo. Ne ha facoltà.

JESSICA COSTANZO (MISTO-L'A.C'È). Presidente, sono piuttosto amareggiata per questo parere contrario, perché il reato di bancarotta fraudolenta aveva una prescrizione di 10 anni, 15 se aggravata, decorrenti proprio dalla sentenza che dichiarava fallito l'imprenditore. Chiunque potrebbe immaginare che non servono certo 10 anni per accertare la sussistenza o meno di una delle diverse forme che la bancarotta può rivestire. Eppure, nonostante queste caratteristiche, la bancarotta è tra quei reati che più frequentemente finiscono in prescrizione, pur dopo inchieste iniziate con roboanti misure cautelari in carcere. Quindi, Presidente, questo che cosa significa? C'è un alto tasso percentuale di probabilità che questo tipo di reati finiranno per essere prescritti e avremo ancora altre prescrizioni. Estendere la previsione di improcedibilità anche per il reato di bancarotta significa accordare l'ennesimo favore a soggetti che vivono di espedienti criminali, in danno all'economia e anche ai lavoratori. Lo sappiamo perché abbiamo dei casi concreti. Lo dimostra, per esempio, quanto accaduto a Modena, con l'operazione denominata Trust: ben dieci ordinanze cautelari emesse nei confronti di professionisti - quindi colletti bianchi - che avevano messo in piedi una vera associazione per delinquere finalizzata, tra l'altro, proprio alla bancarotta fraudolenta. I miei colleghi torinesi conosceranno bene anche il caso Ventures, per cui i vertici della società utilizzavano auto di lusso e sovvenzionavano le loro spese personali con i fondi per gli operai. Questa improcedibilità sancisce sostanzialmente un'impunità verso coloro i quali, senza scrupoli, calpestano i diritti dell'economia e del Paese. Quindi, formulo ancora una volta al Governo e al sottosegretario un invito a rivedere il parere (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/88 Costanzo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

Ordine del giorno n. 9/2435-A/89 Albano, c'è un parere favorevole con riformulazione, che viene accettata.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/90 Montaruli, c'è un parere contrario. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/90 Montaruli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/91 De Toma, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/92 Donzelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Ordine del giorno n. 9/2435-A/94 Rachele Silvestri, il parere è favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/95 Caiata, c'è un parere contrario. Nessuno, chiede di intervenire, quindi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/95 Caiata.

Dichiaro aperta la votazione.

Revoco la votazione. Sottosegretario Sisto, prego.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/95 c'è una proposta di riformulazione come raccomandazione e mi accingo a leggerla: “prevedere che l'inderogabile necessità della riforma della giustizia prevista dal PNRR sia al tempo stesso coniugata con una corretta regolamentazione dell'applicazione dell'istituto della proroga, la cui disposizione non sia lasciata al mero arbitrio del giudice, le cui ragioni dell'ordinanza devono prevedere giuste motivazioni”. Quindi, è espunta la parte finale dell'ordine del giorno. Se viene accettata questa riformulazione, come raccomandazione il parere è favorevole.

PRESIDENTE. D'accordo. Chiedo al collega Caiata: non viene accettata. Quindi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/95 Caiata, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

Abbiamo una serie di ordini del giorno accantonati. Chiede di intervenire il Governo. Prego, sottosegretario Sisto.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie, Presidente. Approfitterei, per quindici minuti, della pazienza dell'Aula per poter compiutamente esprimere i pareri sugli ordini del giorno accantonati.

PRESIDENTE. D'accordo. Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 16,50.

La seduta, sospesa alle 16,35, è ripresa alle 16,52.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il sottosegretario Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Presidente, mi scuso con l'Aula, ma, per semplificare e abbreviare i nostri lavori, ho necessità di completare questa riunione con tutti i gruppi per ulteriori venti minuti.

PRESIDENTE. D'accordo. Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 17,15. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 16,53, è ripresa alle 17,25.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Sottosegretario Sisto, prego.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Mi rendo conto che non è facile dire che la soluzione, pur trovata, ha bisogno di qualche altro (Commenti)… scusate, non è gradevole per nessuno lavorare nell'interesse dell'Aula, ma è necessario. Vi chiedo scusa, ulteriori quindici minuti di sospensione.

PRESIDENTE. D'accordo, sospendiamo quindi la seduta, che riprenderà alle ore 17,40. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 17,26, è ripresa alle 17,40.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Passiamo agli ordini del giorno accantonati nel corso della seduta.

Chiedo al rappresentante del Governo di esprimere il parere su tali ordini del giorno.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie, Presidente. Sugli ordini del giorno n. 9/2435-A/36 Zanettin e n. 9/2435-A/76 De Luca il parere è favorevole.

Per quanto riguarda gli ordini del giorno n. 9/2435-A/6 Muroni, n. 9/2435-A/8 Sarli, n. 9/2435-A/24 Longo, n. 9/2435-A/31 Deidda, n. 9/2435-A/39 Fornaro, n. 9/2435-A/40 Rampelli, n. 9/2435-A/42 Biancofiore, n. 9/2435-A/55 Zolezzi, n. 9/2435-A/63 Romaniello, n. 9/2435-A/64 Vallascas e n. 9/2435-A/87 Leda Volpi, si propone la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di individuare soluzioni per la definizione dei procedimenti che abbiano ad oggetto gravi reati ambientali”.

PRESIDENTE. Chiedo alla collega Muroni se accoglie la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/2435-A/6. Sì?

La collega Sarli non accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/2435-A/8. Quindi, lo poniamo in votazione…

RAPHAEL RADUZZI (MISTO). Presidente!

PRESIDENTE. Collega Raduzzi, mi risulta che abbia già parlato due volte. Quindi, non può intervenire.

Allora, colleghi, torniamo sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/6 Muroni, del gruppo Misto-MAIE-PSI-FE. Chiedo se la riformulazione viene accettata o meno.

ROSSELLA MURONI (M-MAIE-PSI-FE). No, Presidente, non posso accettarla, perché era esattamente la modifica che chiedevamo fosse fatta. Io capisco che non c'è disponibilità, però non mi è stata nemmeno data una spiegazione. Quindi, no!

PRESIDENTE. Quindi, non accetta la riformulazione…

RAPHAEL RADUZZI (MISTO). Presidente! Sull'ordine dei lavori!

PRESIDENTE. Collega Raduzzi, lei è già intervenuto due volte. Lo vuole sottoscrivere? Non la sento. È sull'ordine dei lavori? Prego (Commenti). Colleghi!

RAPHAEL RADUZZI (MISTO). Grazie, Presidente. Sull'ordine dei lavori. Voglio chiedere al sottosegretario se poteva ripetere la riformulazione, perché da qui sembrava un po' una supercazzola (Commenti).

PRESIDENTE. Collega, le chiedo, però, di moderare i toni. Le chiedo di moderare i toni! Sono sicura che avrà ascoltato attentamente la riformulazione e, quindi, andiamo avanti.

La riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2435-A/6 Muroni non viene accettata.

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Su che cosa, collega Trano?

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). Presidente, sull'ordine dei lavori. Chiedo cortesemente se il sottosegretario può ripetere la riformulazione che è stata fatta, per cortesia.

PRESIDENTE. Cortesemente suppongo che il sottosegretario approverà la sua richiesta. Quindi, sottosegretario Sisto, le chiedo la cortesia di ripetere la riformulazione.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Volentieri, Presidente: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di individuare soluzioni per la definizione dei procedimenti che abbiano ad oggetto gravi reati ambientali” (Applausi polemici di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Dunque, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/6 Muroni.

Dichiaro aperta la votazione…

Revoco l'indizione della votazione.

Collega Muroni, lei non ha accettato la riformulazione. Quindi, lo pongo in votazione con il parere contrario?

ROSSELLA MURONI (M-MAIE-PSI-FE). Posso parlare sull'ordine del giorno?

PRESIDENTE. Certo, prego.

ROSSELLA MURONI (M-MAIE-PSI-FE). Scusate, colleghi. Io capisco, diciamo, il fastidio, però di solito non è mio uso, come dire, creare problemi in Aula in maniera strumentale. Qui il tema è sostanziale. Guardi, sottosegretario, io ringrazio lo sforzo che è stato fatto e so anche che si era partiti da tutt'altro atteggiamento. Quindi, immagino che qualcuno della maggioranza sia intervenuto per arrivare a questa non risposta. Noi chiedevamo esattamente di togliere quella frase, “valutare la possibilità di”, perché non c'è niente da valutare (Applausi dei deputati del gruppo Misto-MAIE-PSI-Facciamoeco e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia). In questa riforma Cartabia è stato fatto un errore madornale.

Noi, nel 2015, con la “legge Realacci”, una legge del PD, peraltro, voluta fortemente anche dal MoVimento 5 Stelle, dalla sinistra, avevamo affermato un principio che, in questo Paese, chi inquina, deve pagare. Io me li ricordo perché, all'epoca, ero fuori da questo Palazzo. Me li ricordo i deputati che sono venuti a festeggiare con noi in piazza 20 anni di battaglia, per fare in modo che il popolo inquinato avesse giustizia. Me li ricordo tutti! Tanti colleghi e tante colleghe, a cui io devo rispetto, sono ancora qui dentro.

Mi domando, allora, come si possa dire che adesso bisogna “valutare l'opportunità di”. Quale opportunità dovete valutare, scusate? Questo Paese è fatto di storie di imprenditori assolutamente virtuose, ma è fatto anche di territori inquinati. Se noi avessimo avuto questa riforma per i procedimenti che riguardano, ad esempio, l'Ilva di Taranto, il Pfas in Veneto, la Terra dei fuochi, noi avremmo dovuto dire che chi inquina paga se però si fa tanto in fretta e chi segue i procedimenti ambientali sa benissimo che le ricerche, i dati, le indagini sono lunghe, sono complesse e, peraltro, spesso sfociano in filoni che arrivano direttamente alle ecomafie. Valutare l'opportunità di cosa? Di che cosa dobbiamo valutare l'opportunità? È un ordine del giorno! Noi siamo parlamentari ed è un ordine del giorno! Non ordiniamo niente a nessuno; chiediamo al Governo un impegno.

Io sinceramente non me la sento di dare il tempo di valutare al Governo, perché do per scontato che il Governo che vuole fare la transizione ecologica, il Governo che ha un Piano nazionale di ripresa e resilienza da applicare (Applausi dei deputati del gruppo Misto-MAIE-PSI-Facciamoeco), il Governo che ha semplificato le grandi opere abbia assolutamente la consapevolezza che non c'è niente da valutare. Noi abbiamo bisogno di un sistema giudiziario che non abbia le armi spuntate proprio per garantire l'economia pulita, che io sono sicura sia maggioritaria in questo Paese. Ma noi dobbiamo impedire il dumping ambientale, da una parte, e dobbiamo difendere quei cittadini e quelle cittadine che in questi anni hanno visto rovinata la propria salute e i propri territori. Voi non vi potete permettere di mettere in discussione una legge che ha avuto 20 anni di mobilitazione popolare. Non è consentibile, non è valutabile. Io chiedo ai deputati e alle deputate, che nel 2015 hanno votato a favore di questa legge, che cosa devono valutare. Lo dico con grande rispetto, guardate. Però, come dire, sembra sia lesa maestà chiedere una riformulazione. Ricordo a me stessa, innanzitutto, e a tutte le persone che sono qui dentro che noi siamo deputati della Repubblica e la prima lealtà che noi dobbiamo…

PRESIDENTE. La invito a concludere.

ROSSELLA MURONI (M-MAIE-PSI-FE). …non è al Governo, ma ai cittadini e alle cittadine italiane (Applausi dei deputati del gruppo Misto-MAIE-PSI-Facciamoeco).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Fratoianni. Ne ha facoltà.

NICOLA FRATOIANNI (LEU). Grazie, Presidente, solo per sottoscrivere questo ordine del giorno e per sottoscrivere, dalla prima all'ultima, le parole della collega Rossella Muroni (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Leda Volpi. Ne ha facoltà.

LEDA VOLPI (MISTO-L'A.C'È). Presidente, questa riformulazione è una vergogna, persino peggio della precedente, perché mi dovete spiegare cosa vuol dire in italiano “valutare l'opportunità di individuare soluzioni per la definizione dei procedimenti”. Ma che vuol dire (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è)? Cioè, non solo ci togliete la possibilità di fare emendamenti a colpi di fiducia e ci date solo questo straccio di possibilità di chiedere deboli ordini del giorno, ma oltretutto ci fate le supercazzole semantiche. Ma non mi vergognate (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è e di deputati del gruppo Misto)?

PRESIDENTE. Collega, collega!

LEDA VOLPI (MISTO-L'A.C'È). Abbiamo aspettato 30 anni per avere una legge sugli ecoreati, nel 2015, come diceva la collega, una legge che è stata ampiamente festeggiata anche dagli ex colleghi del MoVimento 5 Stelle. Ve l'hanno detto tutti, Legambiente, Greenpeace, WWF e anche Sergio Costa che, voglio ricordare, è l'unico vero Ministro della Transizione ecologica del MoVimento 5 Stelle e non Cingolani, l'amico delle trivelle, del nucleare e degli inceneritori (Applausi dei deputati del gruppo L'Alternativa c'è).

Allora, se vogliamo dire alle persone che perdono la salute che, purtroppo, non saranno risarcite e non vedranno giustizia perché bisogna dare la prescrizione facile, vi dovete solo vergognare (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è e di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Romaniello. Ne ha facoltà.

CRISTIAN ROMANIELLO (MISTO). Grazie, Presidente. Intervengo per chiedere di sottoscrivere questo ordine del giorno e anche per puntualizzare una cosa. In questo ordine del giorno, c'è scritto che si impegna il Governo ad adottare ulteriori iniziative normative. Non si specifica neanche quanto tempo debba passare; cioè, lascia tutto l'agio possibile al Governo per potersi muovere nei tempi che ritiene opportuni. Quindi, una riformulazione di questo tipo, secondo me, è intollerabile (Applausi dei deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Avverto che la componente L'Alternativa c'è del gruppo Misto ha esaurito i tempi previsti dal contingentamento per il seguito dell'esame (Commenti). La Presidenza, essendone stata fatta richiesta, concederà a tale componente un ampliamento dei tempi pari ad un terzo rispetto a quelli originariamente previsti.

Ha chiesto di parlare il deputato Fassina. Ne ha facoltà.

STEFANO FASSINA (LEU). Presidente, chiedo anch'io di sottoscrivere l'ordine del giorno della collega Muroni, che ritengo, nella formulazione presentata, consenta al Governo, se intende davvero andare nella direzione indicata dall'ordine del giorno, di procedere con i gradi di libertà sufficiente per fare un'operazione equilibrata e che ritengo possa trovare in quest'Aula un consenso molto largo. Infatti, come è stato ricordato, le finalità sono quelle che abbiamo assunto come prioritarie nella definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e dovrebbero essere finalità prioritarie per tutta la politica del Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Sgarbi. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI (M-NCI-USEI-R-AC). Onorevole Presidente, gentile sottosegretario, sottoscrivo anch'io l'ordine del giorno della collega Muroni e sono convinto che, nel suo cuore segreto, la pensano come noi sia il sottosegretario Sisto, sia gran parte dei colleghi di Forza Italia, della Lega e di Fratelli d'Italia. Credo che il tema dell'ambiente sia un tema sacro, senza bisogno di chiamarlo “transizione ecologica”, errore che oggi è stato compiuto, ma nei Governi precedenti in cui stavano i 5 Stelle non è mai stata evocata questa parola criminale.

Si chiama paesaggio, si chiama ambiente, si chiama natura; i luoghi violentati, stuprati, inquinati da una violenza inaudita e mafiosa che, nell'intero Sud, ha prodotto deformazioni del paesaggio sia in Puglia, sia in Sicilia, sia in Molise, con inutili, violente e stupranti pale eoliche e fotovoltaico. Uno dei grandi temi del paesaggio italiano, che deve essere stabilito e difeso come un bene spirituale secondo quello che dice l'articolo 9 (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Richiamo, quindi, questo Parlamento all'attenzione sull'articolo 9 e anche Sisto, che lo sa bene, a non violare la terra in cui lui abita, che, tra l'altro, è la più inquinata per la violenza di cui parla questo intelligentissimo ordine del giorno (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Suriano. Ne ha facoltà.

SIMONA SURIANO (MISTO). Per sottoscrivere l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. D'accordo.

Ha chiesto di parlare la collega Ehm. Ne ha facoltà. Sottoscrive? D'accordo.

Ha chiesto di parlare il collega Sodano. Ne ha facoltà.

MICHELE SODANO (MISTO). Grazie, Presidente. Intervengo non solo per sottoscrivere questo ordine del giorno di profonda sensatezza, ma anche per ribadire un concetto. Noi, già nel precedente “decreto Semplificazioni”, abbiamo indebolito strumenti fondamentali per la tutela ambientale, come la VAS, come la VIA, la valutazione di impatto ambientale. Quindi, quei pochi reati che le varie procure potranno contestare a chi commette un reato ambientale, se noi non diamo certezza della pena e ci rifiutiamo di modificare questa norma dell'improcedibilità, veramente saranno del tutto impuniti.

Qui c'è grande imbarazzo, l'onorevole Muroni ha fatto un intervento estremamente condivisibile. Allora, questo Governo, che è nato sotto le stelle della transizione ecologica, veramente faccia un atto che va in questo senso, perché, se non ci sono le giuste sanzioni, si continueranno ancora a commettere dei grandi reati in ambito ambientale.

Quindi, visto che è solo un ordine del giorno, per carità, votatelo positivamente, anche le forze di maggioranza, il MoVimento 5 Stelle, perché non ha senso negare al nostro Paese una protezione giuridica rispetto al gravissimo tema dei reati ambientali. Fatelo, per cortesia (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Vianello. Ne ha facoltà.

GIOVANNI VIANELLO (M5S). Grazie, Presidente. Sto intervenendo a titolo personale. Chiedo di sottoscrivere, ovviamente, con il consenso della prima firmataria, l'ordine del giorno (Applausi di deputati del gruppo Misto), che chiede una cosa semplice: il Governo vuole che i delitti contro l'ambiente siano soggetti alla tagliola, sì o no? Per questo mi auguro veramente che l'Aula e i colleghi possano riflettere seriamente sulla votazione di questo ordine del giorno (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Braga. Ne ha facoltà.

CHIARA BRAGA (PD). Signora Presidente, io ho molto rispetto di alcune affermazioni che ho sentito da parte di tanti colleghi di quest'Aula, tanti colleghi che non hanno bisogno di essere confermati nel loro impegno sul tema del contrasto all'illegalità ambientale. Credo, però, che un tema così sensibile e del quale ci chiedono conto i cittadini abbia bisogno di essere trattato con la giusta serietà e precisione. Stiamo parlando di norme penali che il Parlamento, nella scorsa legislatura, ha introdotto per reati particolarmente gravi. Ci sono norme che non prevedono un'impunità, neanche con questa riforma, di quei delitti. Io credo che sia sbagliato profondamente trasmettere questo messaggio ai cittadini.

Ci sono margini ed esigenze di miglioramento, soprattutto, per alcuni delitti molto gravi, come il disastro ambientale e, per questo motivo, noi prendiamo come un impegno sostanziale quello del Governo (Commenti di deputati del gruppo Misto) a intervenire con un provvedimento, facendo le dovute valutazioni, che differenziano anche le misure e la graduazione della norma sulla applicazione della improcedibilità per i delitti ambientali introdotti, sapendo che la norma che stiamo approvando non comporta nessuna automatica prescrizione, anche per delitti gravi, come l'inquinamento ambientale, per il quale i termini di prescrizione aumentano rispetto alla prescrizione sostanziale oggi prevista dal nostro ordinamento.

Quindi, noi condividiamo la proposta di riformulazione del Governo, ma chiediamo e intendiamo questo come un impegno sostanziale per non arretrare la nostra battaglia nel contrasto all'illegalità ambientale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Sarli. Ne ha facoltà.

DORIANA SARLI (MISTO). Proprio per rispondere alla collega che è appena intervenuta, noi facciamo solo ordini del giorno, non abbiamo possibilità di accedere ad altri strumenti normativi in questo momento e nel mio ordine del giorno che verrà successivamente - con riferimento al quale già dico che non accetto la riformulazione - parlo proprio di valutare tutte le iniziative affinché per il reato di disastro ambientale venga prevista la proroga del termine del giudizio di impugnazione senza limiti di tempo, quindi esattamente quello che ha detto la collega precedentemente.

Quindi dico: a questo punto, per quale motivo neanche un ordine del giorno? Non è un emendamento, non è una legge; c'era una legge, che si sta smantellando grazie a questa nuova riforma (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Siragusa. Ne ha facoltà.

ELISA SIRAGUSA (MISTO). Grazie, Presidente. Ovviamente, sottoscrivo ogni parola della collega Muroni e voglio aggiungere una considerazione. Questo pianeta, il pianeta in cui viviamo, non ci appartiene, non appartiene a noi che viviamo il presente; il pianeta appartiene alle generazioni future e, quindi, un reato verso l'ambiente è un reato che tocca i diritti dei cittadini del futuro (Applausi di deputati del gruppo Misto).

Per questo motivo non possiamo permettere che si metta una tagliola sui processi che riguardano i reati ambientali. Quindi, veramente io prego per uno scatto d'orgoglio di noi, di tutti noi parlamentari, perché questa è una questione troppo importante, che va oltre le dinamiche politiche, le dinamiche di maggioranza, di opposizione: riguarda il futuro del nostro pianeta (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signora Presidente. Io condivido l'intervento della collega Braga e, quindi, anche per economia dei lavori, non lo ripeterò. Preannuncio già, ora per allora, di accettare la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2435-A/39 a mia prima firma. Credo sia un punto di caduta ragionevole nella misura in cui non stiamo emendando un testo, stiamo approvando un ordine del giorno. Rispetto al testo che aveva molto chiaramente definito i reati che erano esclusi dalla nuova normativa, lascia uno spazio perché nei tempi e nei modi che si riterranno opportuni si possa affrontare un tema, che io credo sia un tema assolutamente fondamentale, come quello dei reati di carattere ambientale. Credo non ci sia in quest'Aula nessuno che possa dire di essere favorevole a trovare scorciatoie o facilitazioni rispetto al perseguimento di questi reati.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

DAVIDE CRIPPA (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo su questo ordine del giorno innanzitutto per chiarire che il perimetro di questa delega che stiamo votando è stabilito da un accordo preso dalla maggioranza nel Consiglio dei Ministri. Però, mi sembra evidente che questo non preclude azioni normative successive con altri provvedimenti che possano andare a toccare temi il cui esame, come già abbiamo dimostrato con le modifiche fatte in questo, si è rivelato necessario. Crediamo che sul tema dei reati ambientali sia veramente necessario comprendere bene lo stato dell'arte dei processi che oggi, ad esempio, sono in corso, anche come testimonianza delle lungaggini e della difficoltà di accertare la verità dei processi ambientali. Ci abbiamo messo anni per comprendere e arrivare alla verità di importanti processi, anche perché semplicemente spesso ci sono da fare dei piani di bonifica e di caratterizzazione, per comprendere anche soltanto quali possano essere le sorgenti inquinanti e arrivare, poi, a sentenza, tutto all'interno di un processo temporale che potrebbe essere in qualche modo preclusivo di una verità di fondo, a tutela dei princìpi della nostra Costituzione.

Allora, nel momento in cui stiamo andando a legiferare per l'inserimento dell'ambiente in Costituzione, credo che noi non possiamo permetterci di accettare, in questo caso di votare contro un ordine del giorno che impegna il Governo in prossimi provvedimenti. Quindi, non ha una cogenza nell'immediatezza, non è una cosa legata strettamente a questo disegno di legge penale per il quale c'è un accordo di maggioranza, contenuto al proprio interno. Ma è evidente che, entro altri perimetri, possano essere oggetto di discussione parlamentare e lo devono essere per la tutela dei principi e diritti. Per questo noi voteremo a favore di questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Applausi polemici dei deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Lombardo. Ne ha facoltà.

ANTONIO LOMBARDO (M-MAIE-PSI-FE). Presidente, intanto mi compiaccio con il collega Crippa e con il MoVimento 5 Stelle. Intervengo solo per aggiungere una considerazione al dibattito, in quanto la collega Braga elencava una serie di impegni esattamente contenuti nell'ordine del giorno. Quindi, non riusciamo a capire come mai il Partito Democratico non lo voti così com'è. Solo questo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Scoma. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SCOMA (IV). Grazie, Presidente. Molto brevemente. Abbiamo assistito a una serie di interventi che parlano di disastri ambientali. Io vorrei pregare il Governo di interessarsi, affinché possa essere inserito all'ordine del giorno dei suoi lavori, fra i disastri ambientali, anche tutto quello che sta accadendo con riferimento agli incendi dolosi. Oggi, in alcune regioni italiane, soprattutto in Sardegna e in Sicilia, stiamo…

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia.

FRANCESCO SCOMA (IV). …vedendo come la flora e la fauna siano state devastate da piromani e da interessi legati alle attività malavitose che stanno consumando i territori e l'economia di alcune regioni, letteralmente devastate da un fenomeno che è, a dir poco, legato a fenomeni mafiosi o 'ndranghetisti.

La mia preghiera è che, assieme a questi disastri più o meno ambientali, possa essere inserita anche la possibilità di colpire in maniera importante chi ogni giorno lavora per la distruzione della nostra economia legata al territorio, alla bellezza della nostra fauna e del nostro ambiente.

WANDA FERRO (FDI). Presidente!

PRESIDENTE. Allora, io avrei la collega Ferro. Scusi un attimo, collega, lei ha già parlato due volte, quindi, eventualmente, mi può dire se vuole sottoscrivere o altro, ma, al momento, non può intervenire.

Ha chiesto di parlare la collega Emanuela Rossini. Ne ha facoltà.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Vorrei dire una cosa. Con rispetto di tutti coloro che hanno parlato, però non possiamo non guardare al presente. La riformulazione del Governo esprime tutta la fatica e l'impegno che in questo momento noi stiamo mettendo nel riscrivere proprio le regole, le normative, le procedure sull'ambiente e sulla sostenibilità ambientale. Noi stiamo rivedendo e trainando l'industria e le imprese in una nuova concezione e in una nuova transizione verde. Proprio in questo momento, noi abbiamo bisogno non solo di crederci ma anche di capire che il futuro è diverso dal passato. Con la decarbonizzazione, con tutte le nuove professionalità, noi siamo su una strada nuova e la dobbiamo considerare in questo momento in cui anche le normative e i reati saranno nuovi, saranno diversi. Pertanto, credo che abbiamo bisogno, non solo di sostenere il Governo per sostenere qualcuno, ma sostenere l'inizio di una strada nuova. Solo una settimana fa è stato istituito il nuovo Dipartimento con una complessità enorme. Noi nei comuni stiamo vivendo la complessità ma anche la volontà di tutti gli amministratori di lavorare su un nuovo concetto di ambiente e di sostenibilità ambientale. Pertanto, la fretta, la paura non ci devono distogliere da un percorso che è difficile. Noi abbiamo proprio la responsabilità di guidarlo; non è sentirsi guidati dal Governo, noi guidiamo il Paese. Nella riformulazione del Governo trovo questo impegno e la difficoltà di scrivere una nuova strada, anche normativa; e lo sarà anche sui reati. Però, non possiamo dire che non è il nostro Governo, ora il nostro impegno per l'ambiente è al massimo. Pertanto, non è neanche giusto tornare a vecchi schemi come se non ci fosse l'impegno in questo momento che è quello della scrittura di un nuovo impianto amministrativo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Berardini. Ne ha facoltà.

FABIO BERARDINI (CI). Grazie, Presidente. Noi volevamo solo sottolineare una questione. Siccome questa riformulazione fa parte di una serie di ordini del giorno che erano stati presentati, tra cui anche quello a prima firma Biancofiore, di Coraggio Italia, noi, a questo punto, visto che dobbiamo anche misurare la fedeltà…

PRESIDENTE. Collega, le ricordo che siamo sull'ordine del giorno Muroni; quindi, dovrebbe rimanere sul contenuto dell'ordine del giorno.

FABIO BERARDINI (CI). Certo, ma siccome c'è una serie di riformulazioni, noi parliamo sulla riformulazione. Qui tutti hanno preso la parola sulla riformulazione comune a questi ordini del giorno.

PRESIDENTE. Collega, le spiego. Al momento, noi siamo sull'ordine del giorno Muroni. Per i prossimi ordini del giorno, lei potrà intervenire. Io le sto dicendo che, in questo momento, lei può intervenire sull'ordine del giorno Muroni, cioè quello di cui stiamo parlando adesso; gli altri li affronteremo più avanti. Ogni ordine del giorno ha delle premesse diverse, quindi, in questo momento, lei può intervenire sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/6 Muroni, se vuole. Altrimenti interverrà sui prossimi. Interviene sui prossimi?

FABIO BERARDINI (CI). No, attendiamo il nostro ordine del giorno a questo punto.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/6 Muroni, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 46) (Applausi ironici dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia).

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il collega Molinari. Ne ha facoltà.

RICCARDO MOLINARI (LEGA). Grazie, Presidente. Vorrei capire una cosa: questa mattina, ho ascoltato due interventi, molto appassionati, di due illustri colleghi capigruppo del centrosinistra, che spiegavano come il voto di astensione da parte del centrodestra su due ordini del giorno rappresentasse una violazione degli accordi di maggioranza (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente). Io pensavo che, dietro a questo pathos, ci fosse un'effettiva convinzione politica. Ora io ho difficoltà a collegare quegli interventi con il fatto che, invece, in questo momento, su un altro ordine del giorno, su cui il Governo dà parere negativo, non soltanto alcuni elementi dei gruppi, che uno di quei due capigruppo presiede, votano contro, ma un intero gruppo - che è il MoVimento 5 Stelle, che, nell'ottica del segretario del PD, dovrebbe far parte del centrosinistra - vota contro il Governo e gli stessi gruppi che ci bacchettavano (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente) si sono astenuti esattamente come il centrodestra questa mattina. Ora, può essere che sia io che non riesco a capire, ma sarebbe interessante sapere, da chi accusa il centrodestra di mettere in difficoltà la maggioranza di questo Governo di unità nazionale, quale debba essere l'interpretazione di questo voto (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2435-A/8 Sarli, non è stata accettata la riformulazione. La collega Sarli voleva intervenire? Collega Sarli, è già intervenuta due volte; quindi, io pongo direttamente in votazione l'ordine del giorno n. 9/2435-A/8 Sarli. Collega Colletti, su che cosa vuole intervenire, dato che non può intervenire, come ben sa sull'ordine del giorno? Mi dica.

ANDREA COLLETTI (MISTO-L'A.C'È). Sull'ordine dei lavori, Presidente Spadoni.

PRESIDENTE. Prego.

ANDREA COLLETTI (MISTO-L'A.C'È). Presidente, è giusto che quest'Aula possa avere maggioranze variabili, anzi, in un certo senso, noi auspichiamo la libertà dei deputati di poter votare ciò che credono nella loro coscienza e speriamo che tale libertà possa, altresì, allargarsi al voto finale di questo abominio che è questa legge di riforma sulla giustizia penale. Tuttavia, dall'esterno di questa maggioranza, dobbiamo verificare come questa maggioranza si presti solo a stare insieme per le poltrone. E c'è un vero problema. Mentre questa maggioranza cerca di spartirsi poltrone di Governo, poltrone nelle partecipate, soldi da dare, in lungo e in largo, agli amici degli amici (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia Viva), fuori c'è un Paese che aspetta i comodi di questa maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Collega…

ANDREA COLLETTI (MISTO-L'A.C'È). E, quindi, Presidente io credo che oggi, qui, in quest'Aula, ma anche fuori, i capigruppo e i capi politici, votati o non votati - perché ci sono anche capi politici non votati e non iscritti ai partiti di cui sono leader -, dovrebbero farsi un esame di coscienza, e spero che stasera se lo faranno (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/8 Sarli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Collega D'Ettore, le chiedo di indossare la mascherina.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2435-A/24 Longo. Chiedo se viene accettata la riformulazione. Collega Longo? Il collega Longo non è presente. Quindi, intanto proseguiamo con il successivo, poi ci ritorneremo. Ordine del giorno n. 9/2435-A/31 Deidda, che chiede di intervenire. Prego.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie. Presidente. No, non posso accettare la riformulazione. Mi chiedo, collegandomi anche un intervento precedente del collega che ha parlato di incendi, come possa essere accettabile la riformulazione del Governo quando noi prevedevamo la formula: ad adottare ogni opportuna iniziativa al fine di prevedere, per i fatti più gravi, sia l'aumento della pena prevista per il reato di incendio e incendio boschivo, unitamente all'introduzione della pena accessoria dell'interdizione perpetua dai pubblici uffici. Infatti, oltre al carcere bisogna estinguere ai piromani il conto in banca: non risarciscono mai il danno, dopo il carcere ritornano nei propri paesi a fare, come si dice in sardo, i “barrosi”, quelli che sono i grandi e vanno a prendersi i finanziamenti pubblici e le pensioni. Ieri, ad Enna, in Sicilia, i Carabinieri hanno beccato un ottantenne che appiccava il fuoco; ad Alghero hanno beccato un disoccupato che otto volte ha tentato di dare fuoco alla pineta.

Noi chiediamo al Governo l'impegno solamente di prevedere pene più severe e di estinguere i conti in banca, e voi ci proponete una riformulazione generica, a valutare poi l'opportunità di? Noi siamo stufi di vedere questi piromani che dopo un anno, due anni di carcere se ne ritornano nelle nostre comunità. Noi vogliamo pene più dure (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). È un problema, purtroppo, che ci portiamo dietro da tanti anni, anche Eleonora d'Arborea - nostra giudicessa - prevedeva che anzitutto bisognava estinguere il conto del piromane, nel senso che doveva risarcire tutti i danni, pena il taglio del braccio destro. Oggi noi non siamo in grado di dare la certezza della pena? Dobbiamo valutare l'opportunità di? Non vi diciamo tot anni, ma vi invitiamo a prendere l'impegno di prevedere pene più dure; dobbiamo lanciare un messaggio univoco, unanime; per i piromani non c'è più spazio, devono stare in carcere e poi, quando escono, devono campare del loro lavoro e non con le pensioni dell'INPS, non con il reddito di cittadinanza, non con i finanziamenti, non con la Forestale, non con i cantieri lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Siamo stufi di essere sotto il ricatto di una minoranza; siamo stanchi delle belle parole e della solidarietà, non vogliamo fondi pubblici, vogliamo solamente giustizia, la possibilità di non vederli più nelle nostre comunità, nei nostri paesi. Nel mio terreno, quattro anni fa, un incendio, solo grazie a Dio - è cambiato il vento - non mi ha bruciato ettari di bosco. Quanto è quantificabile il danno? Vi chiediamo questo impegno, riformulate l'impegno; vi chiediamo solamente di prendere l'impegno e lanciare un messaggio chiaro: inaspriremo le pene per gli incendi boschivi, lo chiediamo da anni, da anni, lo chiediamo a qualunque Governo, da 4 a 10 anni sono niente per un piromane che brucia 100 ettari di terreno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/31 Deidda.

Dichiaro aperta la votazione…Revoco la votazione.

Ha chiesto di parlare il collega Sgarbi. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI (M-NCI-USEI-R-AC). Mi sembra anche in questo caso che un'insorgenza morale debba indurci a valutare con attenzione questo ordine del giorno, perché gli incendi in Sardegna e in Sicilia sono stati oggetto della Commissione antimafia in Sicilia che li ha collegati ad un'intenzione mafiosa, utile alla diffusione del fotovoltaico. Proprio recenti indagini ci dicono che la connessione tra incendi e mafia è tanto stretta da indurci ad essere molto severi nel punire questi reati che hanno esecutori materiali, ma ispirati da una cupola mafiosa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e da interessi multinazionali contro il paesaggio, contro la natura, contro l'ambiente. Quindi, anche in questo caso, sottoscrivo l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/31 Deidda, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Avverto che il gruppo Fratelli d'Italia ha esaurito anche l'ulteriore tempo aggiuntivo concesso dalla Presidenza. Resta ferma, per i deputati di tale gruppo, la possibilità di svolgere interventi, che saranno imputati ai tempi residui per interventi a titolo personale.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

Tornando all'ordine del giorno n. 9/2435-A/24 Longo, la Presidenza ha ricevuto la comunicazione dal collega Cecconi che è stata accettata la riformulazione.

Andiamo avanti con l'ordine del giorno n. 9/2435-A/36 Zanettin. Favorevole, d'accordo.

Sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/39 Fornaro, viene accettata la riformulazione?

FEDERICO FORNARO (LEU). Sì, signora Presidente, come le avevo già preannunciato, accetto la riformulazione del Governo.

PRESIDENTE. Ha ragione.

Passiamo, quindi, all'ordine del giorno n. 9/2435-A/40 Rampelli. Collega Mollicone, lei è già intervenuto due volte, però può dirmi se viene accettata o meno la riformulazione. Prego.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Sì, sono firmatario e chiedo al sottosegretario di rileggere la riformulazione per cortesia, poi le dirò subito se accetto o meno. Nel frattempo, Presidente, anche per il verbale (Commenti)… Prego, sottosegretario.

PRESIDENTE. Sottosegretario, le chiedo la cortesia di rileggere. Chiedo a tutti i colleghi, ovviamente, di prestare attenzione alla riformulazione.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Presidente, la cortesia di Aula mi impone di rispondere al delicato invito del collega Mollicone: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di individuare soluzioni per la definizione dei procedimenti che abbiano ad oggetto gravi reati ambientali”.

PRESIDENTE. Grazie, sottosegretario. Viene accettata la riformulazione?

FEDERICO MOLLICONE (FDI). No, Presidente. Ringrazio il collega Sisto per la sua correttezza e precisione. Chiudo con la precisazione che il termine “supercazzola” non è un insulto, si vada a leggere lo Zingarelli…

PRESIDENTE. Collega Mollicone…

FEDERICO MOLLICONE (FDI). …ma esattamente questo.

PRESIDENTE. Collega Mollicone, quindi la riformulazione non viene accettata.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/40 Rampelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

Ordine del giorno n. 9/2435-A/42 Biancofiore: viene accettata la riformulazione, d'accordo.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/55 Zolezzi: viene accettata la riformulazione.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/63 Romaniello: chiedo se viene accettata la riformulazione. Prego, collega Romaniello.

CRISTIAN ROMANIELLO (MISTO). Grazie, Presidente. No, la riformulazione non è accettata, anche perché qui si parla di morte o lesioni come conseguenza del delitto di inquinamento ambientale. E visto che anche in questo caso non si sta pressando il Governo, dando un tempo o chiedendo di intervenire in tempi brevissimi, ma si sta lasciando tutto l'agio per lavorare con serenità e nei tempi che il Governo avrà a disposizione, non vedo davvero perché ci sia la necessità di fare questa riformulazione e di aggiungere “a valutare l'opportunità di”. Anche in questo caso mi verrebbe da chiedere all'Aula: visto che la questione è molto, molto grave, non vedo nulla di male se oggi, tutti insieme, votassimo a favore di questo ordine del giorno per chiedere al Governo che, in caso di morte o lesioni come conseguenza del delitto di inquinamento ambientale, si eviti questa riformulazione e si chieda, invece, un impegno concreto, ripeto, senza dare tempi, però in modo che il Governo ne tenga conto per uno dei prossimi provvedimenti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Muroni. Ne ha facoltà.

ROSSELLA MURONI (M-MAIE-PSI-FE). Presidente, mi scusi, per sottoscrivere l'ordine del giorno del collega Romaniello.

PRESIDENTE. D'accordo. Anche la collega Siragusa, la collega Ehm e il collega Raduzzi lo sottoscrivono.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/63 Romaniello, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).

Ordine del giorno n. 9/2435-A/64 Vallascas: chiedo se viene accettata la riformulazione. Non viene accettata, passiamo quindi ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/64 Vallascas, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

Ordine del giorno n. 9/2435-A/76 De Luca: il parere è favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2435-A/87 Leda Volpi: chiedo se viene accettata la riformulazione.

LEDA VOLPI (MISTO-L'A.C'È). No, Presidente. Non accetto la riformulazione. Il mio ordine del giorno era molto semplice: togliere il disastro ambientale tra i reati che avranno la prescrizione facile. Quindi, o si accetta o non si accetta da parte del Governo. Io, per quanto mi riguarda, non accetto giravolte semantiche alla Azzeccagarbugli.

PRESIDENTE. D'accordo. Passiamo, quindi, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/87 Leda Volpi.

Dichiaro aperta la votazione… Revoco la votazione.

Ha chiesto di parlare la collega Boschi. Ne ha facoltà.

MARIA ELENA BOSCHI (IV). Grazie, Presidente. Solo per annunciare, ovviamente, il voto del nostro gruppo coerente alle indicazioni del Governo, però anche per stigmatizzare l'incoerenza di altri gruppi che ritengono evidentemente il disastro ambientale meno grave rispetto ad altri ordini del giorno sui quali si sono espressi, invece, in modo diverso, perché credo sia una questione o di merito o politica. Il merito mi sembra che sia sparito dalla valutazione che stanno facendo altri gruppi. E mi dispiace anche che analoga attenzione non si sia vista rispetto ad altri ordini del giorno, per esempio quello sulla violenza sulle donne, su cui non si è acceso questo dibattito. Per quanto riguarda il nostro gruppo, ovviamente, riteniamo coerente votare secondo le indicazioni del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Collega Sarli, lei ha già parlato. Lo sottoscrive. D'accordo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2435-A/87 Leda Volpi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).

Sospendiamo, a questo punto l'esame del provvedimento che riprenderà alle ore 19 per le dichiarazioni di voto finale dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto, per le quali è stata prevista la ripresa televisiva. Seguirà la votazione finale.

La seduta, sospesa alle 18,30, è ripresa alle 19.

Si riprende la discussione.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2435-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ricordo che è stata disposta la ripresa televisiva diretta delle dichiarazioni di voto finale dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Enrico Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente. Ministra Cartabia, Azione-+Europa hanno sostenuto in modo costante il suo impegno per un testo innovativo e garantista, l'esatto contrario dell'impostazione precedente di matrice 5 Stelle, fatta di bandierine e manette. Oggi, finalmente, solo grazie alla sua perseveranza, Ministra, e a quella del Premier Draghi si chiude questo percorso e si chiude l'era del “fine processo mai”, quella dello scaricare sul cittadino le inefficienze del sistema giustizia, quanto di più illiberale ci possa essere; tutti ai piedi dello Stato, che detta i tempi del processo a suo piacimento, ed il cittadino può restare in attesa per anni e anni.

Un innocente cosa se ne fa di un'assoluzione dopo vent'anni, se è stato sbattuto sui giornali e la vera sentenza è stata la conferenza stampa dei PM? Ma anche una condanna dopo vent'anni non rende giustizia, perché interviene su una persona profondamente diversa da quella che ha commesso il fatto.

Ministra, lei ha giustamente posto un limite all'arbitrarietà di Stato, ha dettato dei tempi, tempi che tutti i cittadini hanno a questo mondo, si chiamano scadenze e chi dovrà rispettare queste scadenze si è opposto. Questo provvedimento è stato caratterizzato dal massiccio, violento attacco da parte della magistratura italiana, una parte della magistratura italiana. Addirittura hanno detto che termini tanto stringenti per i processi d'appello toglierebbero serenità al giudice, come se chi aspetta per anni una sentenza fosse serenissimo e rilassato.

Ammettiamolo, la colpa della politica è forte, una politica immatura, che ogni giorno si avvale delle inchieste per colpire l'avversario di turno e, finché non si uscirà da questo meccanismo, sarà sempre più debole. Per questo Azione-+Europa voteranno a favore di questa legge e lo faranno con convinzione, un significativo cambio di passo per una giustizia più attenta alle garanzie e per una giustizia liberale. Grazie ancora per l'impegno suo, Ministra Guardasigilli, e del Premier Draghi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Emanuela Rossini. Ne ha facoltà.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Ministra Cartabia, i meriti e le novità di questo intervento di legge li ritroviamo non solo nelle misure fortemente volute da lei, volte a stabilire una ragionevole durata dei processi, garanzia fondamentale in uno Stato di diritto come il nostro, ma anche e soprattutto perché interviene e inserisce tutti gli interventi all'interno di un nuovo quadro, quello della giustizia penale riparativa. È un nuovo modo di concepire la giustizia penale, un modello affermato già a livello sovranazionale, che va a connaturare la pena come riparazione. Un reato non è un'offesa allo Stato, ma è un'offesa a chi lo subisce, che ha quindi diritto di volerlo vedere riconosciuto e ripagato anche attraverso azioni concrete.

Ecco, quindi, che nei casi in cui parte civile, imputato, pubblica accusa decidano e concordino sull'utilizzo di questo strumento - che in questa legge, finalmente, è inserito in modo organico e di sistema -, si dovranno svolgere programmi per reintegrarsi e questo grazie all'ampliamento delle sanzioni alternative. Ora, cosa succede? Ciò garantisce innanzitutto la certezza della pena svolta, ma con i programmi di reinserimento noi possiamo anche andare a scongiurare recidive, in modo forse più efficace, perché quelle sono la vera spia del fallimento dell'attuale sistema penale.

Ora, andrà chiaramente garantita la diffusione dell'approccio della giustizia riparativa; penso, per esempio, all'ambito della giustizia minorile, che è estremamente importante. È chiaro che concepire un simile tipo di giustizia…

PRESIDENTE. Deve concludere.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). …nella cornice di un codice penale datato 1930 non è facile, anzi è complesso, ma la riforma va nella giusta e nell'auspicata direzione.

Per questa ragione, annuncio il voto favorevole della mia componente Minoranze linguistiche.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lupi. Ne ha facoltà. Mi scusi, collega, credo che il microfono non sia operativo. Prego.

MAURIZIO LUPI (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, riprendo. Signor Presidente, signor Ministro, Noi con l'Italia voterà convintamente “sì” a questa riforma e, per spiegarne le ragioni, nel poco tempo a disposizione prendo spunto da una piccola notizia, purtroppo, apparsa sui giornali di oggi. Il senatore Caridi, ex senatore di Forza Italia, arrestato nel 2016, si è fatto diciotto mesi di carcerazione preventiva. Il tribunale della libertà, nel 2018, lo rimette in libertà: cinque anni di processo, l'accusa di associazione mafiosa, gogna mediatica, abuso della custodia cautelare. Dopo cinque anni di processo, in primo grado viene assolto, perché il fatto non sussiste.

Perché allora la sua riforma è un importante traguardo? È un importante traguardo perché rimette al centro, prima ancora della prescrizione e via dicendo, la Costituzione, cioè la carta di identità di tutti noi italiani, ciò che ci tiene insieme. E in particolare quali principi? L'articolo 27, la presunzione di non colpevolezza; l'articolo 111, la ragionevole durata del processo, il giusto processo; ancora di più, l'articolo 27, la funzione rieducativa della pena. Principi concretissimi, attuali, che vedono protagonisti l'imputato e la vittima; l'imputato, che ha il diritto di dover sapere se è colpevole o innocente, e la vittima, che ha il diritto di sapere chi lo ha leso nella sua persona, il cittadino e lo Stato.

Allora, io spero che questa sua riforma sia, anche per il compromesso che c'è stato, l'inizio della fine del giustizialismo, della fine del “fine processo mai”, del tintinnio delle manette e del contenuto dello scontro politico che usa la giustizia e non il confronto di merito, che non vede nessuna distinzione tra giudice e PM, nessuna distinzione tra procura e media.

PRESIDENTE. Deve concludere.

MAURIZIO LUPI (M-NCI-USEI-R-AC). Ecco, concludo. La sua riforma è frutto di un compromesso, ma, come lei sa bene, non l'assenza di ogni compromesso, ma il compromesso stesso è la vera morale dell'attività politica. Quel compromesso che abbiamo fatto, che è frutto del lavoro suo, del Governo e di tutto il Parlamento, ha un unico scopo: il bene comune, cioè l'interesse dei cittadini. Per questo, Noi con l'Italia voterà convintamente “sì” (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC e di deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Muroni. Ne ha facoltà.

ROSSELLA MURONI (M-MAIE-PSI-FE). Grazie, Presidente. Signora Ministra, a me tocca spiegarle perché i deputati di Facciamoeco sono costretti a votare contro questa riforma. Noi abbiamo chiesto che gli ecoreati fossero compresi tra quei reati per cui non è prevista l'improcedibilità. Poi, abbiamo provato una mediazione e vi abbiamo chiesto che almeno il disastro ambientale rientrasse in questi provvedimenti. Poi, abbiamo presentato un ordine del giorno, per impegnare il Governo ad affrontare questa situazione. Su queste nostre tre proposte ci è stato detto di no.

Ecco, la legge n. 98 del 2015, a prima firma Realacci, Ministra, è frutto di una mobilitazione popolare durata vent'anni, frutto di quei territori che nel nostro Paese hanno conosciuto l'inquinamento ambientale, la messa a rischio della salute dei cittadini e delle cittadine.

Siamo arrivati dopo vent'anni di mobilitazione a una legge giusta che stabiliva un principio sacrosanto, che chi inquina, in questo Paese, deve pagare. Non solo perché inquina nel presente ma perché mette a rischio il futuro delle prossime generazioni, quelle prossime generazioni in nome delle quali noi stiamo facendo la cosiddetta transizione ecologica. Questa è una legge fortemente voluta dal popolo inquinato e noi riteniamo che la sua riforma tagli le gambe a questa legge, ed è una cosa che non possiamo permettere. Guardi, la grande amarezza è che, oggi, chi nel 2015 non ha voluto quella legge nel 2021 sta vincendo. Chiedo al Governo di riconsiderare questa vostra decisione nei prossimi provvedimenti; questo chiedevamo nel nostro ordine del giorno e ci è stato negato anche questo.

In questi giorni stiamo vedendo un pezzo importante del nostro Paese che va a fuoco. Noi rischiamo che con un procedimento del genere vada a fuoco soprattutto la giustizia, vada in fumo la giustizia, e questo non possiamo consentirlo, non possiamo consentire che quei territori che conoscono l'inquinamento vengano indeboliti, mettendo a rischio una legge fortemente voluta anche dalla magistratura, che combatteva i reati ambientali con armi spuntate. Ora quelle armi sono di nuovo spuntate. Ministra, il mio è un appello, oltre naturalmente alla dichiarazione di un voto contrario: veramente il disastro ambientale è un delitto odioso, è un delitto contro l'umanità e va assolutamente ricompreso tra quei delitti per cui non è prevista l'improcedibilità.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (MISTO-L'A.C'È). Quando vengono fatte riforme del genere in piena estate è perché bisogna agire senza far sapere nulla all'opinione pubblica su che cosa stia succedendo qui, in Parlamento. Vi è un primo dato politico: questa legge rappresenta la sconfitta del MoVimento 5 Stelle, che sta votando a favore della cancellazione della sua legge manifesto. Colleghi ed amici del MoVimento 5 Stelle, avevate spacciato urbi et orbi che entravate in questo Governo per difendere con le unghie e con i denti le riforme fatte. Il “decreto Dignità”, la prescrizione, il reddito di cittadinanza: una per una, state votando per la cancellazione di tutta la vostra azione di Governo passata, anzi, la nostra azione di Governo passata. In pratica, in questo Governo e in questa maggioranza siete purtroppo irrilevanti. Mi domando: è valsa la pena votare per il Governo Draghi (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è)?

Vi è un secondo dato politico: la schizofrenia legislativa e parlamentare. Nel 2019, il MoVimento 5 Stelle e la Lega votavano la riforma della prescrizione, che ci metteva in scia agli altri Paesi europei. Oggi, gli stessi due partiti, che rappresentano comunque la maggioranza del Parlamento, votano la sostanziale cancellazione di quella legge, dopo solo un anno e mezzo di vigenza, senza nemmeno conoscerne gli effetti positivi o negativi. Ma entriamo nel merito nel pochissimo tempo che ho: un emendamento di Forza Italia rende molto più difficile riaprire le indagini. Ieri, il Presidente Fico ha commemorato la strage di Bologna ma, se fosse entrata in vigore allora questa legge, quelle indagini non si sarebbero mai potute riaprire; così come non si sarebbero riaperte le indagini sulla trattativa Stato-mafia, sulle uccisioni, da parte della mafia e di pezzi dello Stato, di Falcone e Borsellino. Con che faccia riuscite a votare queste cose oggi, qui (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è)?

Per non parlare del nuovo istituto della improcedibilità, una prescrizione processuale che però la giurisprudenza dichiarerà sostanziale, con effetti che saranno validi per tutti gli attuali processi. Invece di accelerare i processi, li eliminate del tutto a beneficio di imputati condannati in primo grado e contro gli interessi delle vittime dei reati e del sistema giustizia. Niente più condanna a Cosentino, niente più condanna a D'Alì, niente più condanne per concorso esterno alla mafia. Invece di inserire risorse per concorsi di magistrati, aumentando pubblici ministeri e giudici, invece di allargare magari il patteggiamento in primo grado, di aumentare magari le competenze del tribunale monocratico, invece di incentivare i riti alternativi, invece di evitare le impugnazioni dilatorie, si eliminano i processi in appello o in Cassazione, si vanno a incentivare le impugnazioni invece di evitarle, si aumentano i ricorsi in Cassazione invece di favorire i patteggiamenti, si aumenta addirittura la messa alla prova fino a reati con sei anni di reclusione, contro gli interessi delle persone offese. Un preventivo “Svuotacarceri”.

Ebbene, amici del MoVimento 5 Stelle, vi esorto davvero a non sentire le sirene di coloro che vogliono la stabilità, poiché rappresentano la stabilità delle loro poltrone, non la stabilità e gli interessi di questo Paese. Molti elettori passati e presenti sono ancora nelle vostre mani: non deludeteli, non siate complici di questo inno alla impunità di Stato (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è - Deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è espongono striscioni recanti la scritta: RIFORMA GIUSTIZIA = IMPUNITÀ DI STATO).

PRESIDENTE. Colleghi, vi chiedo di abbassare i cartelli. Chiedo agli assistenti parlamentari di intervenire (Gli assistenti parlamentari ottemperano all'invito della Presidente)

Ha chiesto di parlare il deputato Conte. Ne ha facoltà.

FEDERICO CONTE (LEU). Grazie, Presidente. Ministra, onorevoli colleghi (Una voce dai banchi del gruppo Misto-L'Alternativa c'è: Vergogna!)…

PRESIDENTE. Prego.

FEDERICO CONTE (LEU). Grazie, Presidente, Ministra, onorevoli colleghi, intervengo per dichiarare (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è) il voto favorevole del gruppo Liberi e Uguali al disegno di legge delega della riforma del processo penale. È un voto al quale siamo arrivati attraverso un percorso insidioso, tortuoso addirittura, ma è un percorso che è stato compiuto, questo è il fatto principale, e su un terreno addirittura disastrato come quello della giustizia penale italiana. È questa riforma un punto di arrivo? La mia risposta è: sinceramente, no. Sul piano generale, culturale, nessuna legge può essere un punto di arrivo, soprattutto per chi, come me, viene dalla cultura riformista. Nello specifico, questa legge manca di almeno due interventi di sistema, dal mio punto di vista: uno sugli strumenti deflattivi principali, i riti alternativi, il giudizio abbreviato e il patteggiamento, il cui potenziamento è stato impedito dal peso politico della Lega, e uno sull'ordinamento penitenziario, sul sistema di esecuzione penale esterna in particolar modo, osteggiato sin dai tempi del Governo giallo-verde.

Però questa riforma contiene dentro di sé norme e interventi di grande capacità innovativa, che potranno consentire una vera modernizzazione del sistema, per cui rappresenta dal mio punto di vista uno straordinario punto di partenza, sul quale il legislatore di domani potrà intervenire, approfittando, avvantaggiandosi dell'implementazione di strutture e di organico che nel frattempo saranno rese possibili dai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza che questo Governo, anche grazie a questa riforma, si sarà guadagnato.

Alla stessa maniera, venendo alla vexata quaestio della prescrizione, della norma che più ha alimentato e allarmato, anche oltre il suo valore effettivo, il dibattito, la risposta evidentemente è che non può essere un punto di arrivo. Non lo può essere dal punto di vista ontologico per la sua stessa natura di compromesso politico, un compromesso tanto più difficile perché espressione di sensibilità profondamente diverse quali sono quelle che animano una maggioranza così eterogenea. Eppure, questa mediazione reca, porta in sé un quid novi di particolare valore culturale e giuridico.

PRESIDENTE. Scusi, collega. Colleghi, è possibile abbassare il tono della voce? Prego.

FEDERICO CONTE (LEU). Si tratta dell'idea costituzionale che un cittadino abbia il diritto di sapere in che tempi, o quantomeno in che tempi ragionevoli, verrà processato. Questa novità, questo principio nuovo che viene introdotto grazie alla riforma Cartabia nel nostro ordinamento dovrà essere valutato, attenzionato, osservato. Ben venga il lavoro che svolgerà il costituendo comitato scientifico di valutazione dell'implementazione della legge; su quei lavori, su quei risultati il legislatore di domani potrà intervenire per avvicinare sempre più la fattispecie astratta alla fattispecie concreta del processo. Ma, soprattutto, il voto favorevole di Liberi e Uguali è motivato dal contenuto dispositivo più autentico e più pieno della riforma, quello che è stato obnubilato, oscurato da un dibattito spesso falsato. Le norme di sistema, quelle che consentiranno di modernizzare il nostro processo penale, sono tante. Consentitemi di elencarne alcune rispetto alla mia sensibilità, in particolare: per quanto riguarda il sistema, la digitalizzazione, la possibilità che in un tempo progressivo, garantito da una norma intertemporale, le comunicazioni e le notificazioni avvengano telematicamente, gli atti e i documenti possano essere depositati su un portale digitale.

L'ufficio del processo, l'idea che anche nel processo penale il giudice abbia a disposizione una squadra che gli consenta di implementare e velocizzare il suo lavoro. Sul piano delle garanzie - parliamo spesso di garantismo -, è un intervento per ridurre i tempi dell'indagine preliminare, per ridurre i tempi morti, per aumentare la possibilità di controllo da parte del GIP sull'azione del pubblico ministero, in particolar modo sul terreno del delicato tema della gestione del registro degli indagati e della corretta iscrizione delle notizie di reato. Quindi, un cambiamento culturale: l'idea che si possa immaginare di chiedere il processo a carico di un cittadino, solo quando c'è la ragionevole convinzione di ottenere una condanna e non più l'idea di un processo penale con finalità esplorative a carico del cittadino.

E, ancora, se vogliamo parlare di un'attività che riguarda la riduzione dell'ipertrofica area di penale rilevanza che affligge il nostro ordinamento, vi sono interventi deflazionistici. Dunque, non possiamo che accogliere con favore l'idea di ampliare il novero dei reati contro le persone e contro il patrimonio procedibili a querela, cioè affidare al reale interesse dei cittadini ad una tutela penale quel tipo di condotte penalmente rilevanti. Ancora, vi è la possibilità di ampliare l'istituto dell'esclusione della punibilità per la speciale tenuità del fatto, alzando a due anni nel minimo la pena dei reati che vi si possono ricomprendere. È un istituto che ha dato una prova molto importante ed è stato molto utile per sgombrare - visto che parliamo di carico di lavoro - gli armadi dei magistrati di processi inutili. Aumentiamo quella possibilità di penetrazione, introducendo l'elemento della valutazione della condotta successiva al fatto, che è una condotta rilevante da parte di chi è accusato di un reato.

Poi, l'istituto della messa alla prova (reati punibili fino a 6 anni). Aumentiamo l'istituto che ha dato la maggiore efficacia deflazionistica al nostro ordinamento, che ha dato la migliore prova di sé, l'unico strumento di giustizia riparativa che fino ad ora abbiamo realizzato nel nostro ordinamento e che ha funzionato, provocando meccanismi di risocializzazione e di rieducazione non del condannato ma dell'imputato che sceglie una strada alternativa per sottrarsi al processo. Avviamo la realizzazione, con questo disegno di legge, della direttiva 2012/29 dell'Unione europea, che ci vede come ultimo Paese in Europa per organizzare processi di giustizia riparativa, cioè di riavvicinamento del reo e della vittima in un percorso in cui il processo penale e l'esecuzione della pena non disgregano la società ma cercano di tenerla unita.

Soprattutto, per la mia sensibilità, mi piace ricordare l'intervento sul sistema delle pene, l'idea, cioè, che una contravvenzione, una contravvenzione penale, possa avere un'efficacia special-preventiva. Questo sta nella possibilità allargata di poter estinguere una contravvenzione col lavoro di pubblica utilità o col pagamento di una somma in denaro, cosa che fino ad oggi non era possibile. Ma, soprattutto, la straordinaria novità che metterà in condizione i giudici di merito - e qui il plauso va al Ministro per aver saputo intervenire indirettamente, non potendolo fare direttamente, sull'ordinamento penitenziario - di stabilire nella sentenza che una pena non va scontata in carcere ma può essere svolta con la semilibertà o con la detenzione domiciliare fino a 4 anni e con il lavoro di pubblica utilità fino a 3 anni. Dunque, il recupero del rapporto risocializzante della pena, la funzione rieducativa dell'articolo 27 della Costituzione, la possibilità di sostituire una pena pecuniaria immediata ed effettiva a una pena detentiva fino a 1 anno.

È una visione, è un'impostazione che va verso un sistema processuale più trasparente con la digitalizzazione, più efficiente con più personale, più strumenti e più infrastrutture, più rapido con la semplificazione delle procedure e l'aumento della capacità di lavoro. Ma anche un sistema che darà pene più effettive, perché l'effettività della pena sta nella sua vicinanza al fatto: più è prossima al fatto, più effettiva è la pena. Ma anche una pena - e questo mi sta particolarmente a cuore - più umana, che non serva per creare reprobi e recidivi ma per favorire il reinserimento nella società. Un sistema giudiziario - per dirla in definitiva e spero poi, Ministra, che toccherà a quello penitenziario - che mette al centro la società e i cittadini perché, dal mio punto di vista, una società che dà un'altra occasione a un suo cittadino è una società più giusta e, per questo, una società migliore (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Felice Maurizio D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Grazie, Presidente. Signora Ministra, signor sottosegretario, oggi affrontiamo in dichiarazione di voto, dopo le lunghe discussioni e il processo legislativo che ha interessato questo provvedimento, la delega al Governo per l'efficienza del processo penale e disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari pendenti presso le corti d'appello, una delega in cui si fissano principi e criteri direttivi per un oggetto definito. Molto abbiamo ascoltato in queste ore e in questi giorni in merito alla delega, poco con riguardo all'oggetto della delega, all'importanza della delega, a ciò che il Governo dovrà fare rispetto a questa delega.

Questa riforma ha un oggetto definito: la giustizia e il processo, la giustizia processuale. Prende di mira uno degli aspetti più problematici e lo fa sulla base di una scelta, un indirizzo politico che determina chiaramente quali sono le opzioni che questo Governo ha determinato, con la Ministra Cartabia e il Presidente Draghi, in una riforma che è una svolta epocale per il Paese. Forse, è la prima vera riforma del Governo Draghi e mi sia consentito, in una premessa di una nota politica, di far presente che il nostro gruppo, fin dall'inizio, ha sostenuto il lavoro del Governo, le proposte e l'indirizzo politico di maggioranza, e lo ha fatto in Commissione e nelle interlocuzioni necessarie nella maggioranza. Lo ha fatto con coerenza e lealtà (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia), perché ha colto l'importanza e la rilevanza di questa delega, tenendo presente che si fissano i principi e i criteri direttivi sui quali poi si svolgerà l'azione del Governo, con le successive attività del Parlamento di controllo e di definizione del quadro normativo che verrà e che sarà determinato da questa delega.

Tutti sappiamo - ecco la nota e la premessa politica - che questo è uno snodo, in chiave di attualità, tra i più rilevanti: da un lato, la Ministra e il Governo hanno dovuto tenere conto di un patrimonio culturale, di principi democratici e legalitari che fissano i capisaldi del nostro Stato di diritto; dall'altro, hanno dovuto tenere conto dell'esigenza che i fondi che derivano dal Recovery Plan trovino strutture, anche giudiziarie, idonee a supportare i progetti che l'immane flusso di finanziamenti consentirà di realizzare. È questo lo snodo su cui si è dovuto muovere il Governo, è questo lo snodo che le forze politiche di maggioranza devono comprendere nella novità del prodotto, anche legislativo, e della proposta. Questo è il punto!

Come non pensare, poi, che un impegno a una ragionevole durata del processo non rappresenta soltanto un diritto della persona coinvolta nel processo, ma anche una garanzia oggettiva di buon funzionamento della giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia). Qui è il dato politico della scelta, nonché l'indirizzo e la ratio fondamentale della delega, e tutte le discussioni e i commenti che abbiamo sentito, sia dentro sia fuori quest'Aula, non colgono nel segno di questa esigenza. Questa è la ratio intima del procedimento legislativo che ha portato all'approvazione di questa delega.

Se partiamo da questo presupposto - che non è tecnico; è politico - riusciamo a comprendere tutto ciò che è contenuto anche in quella che è stata chiamata la mediazione del Ministro Cartabia, nella scelta, anche chiara, di stabilire che il tempo del processo dipende dalla prescrizione ma anche da altri elementi e fattori che fanno parte della risposta processuale.

Questo è il tema; non legarsi alla polemica e al conflitto su un aspetto che non è l'unico coinvolto nella definizione di quel ragionevole rapporto tra la durata del processo e le altre garanzie del giusto processo: il contraddittorio, inteso come diritto di difesa nella sua essenza; la terzietà e imparzialità del giudice; la parità tra le parti e, quindi, la ragionevole durata che non è legata solo ad un istituto. E non è questo un esercizio tecnico, ma una valutazione politica. Qui è la rilevanza di ciò che è stato fatto; bisogna cogliere l'importanza di questo passo, che non è il primo ma è un passo importante che avrà ulteriori passaggi. È evidente che la ratio politica di questo provvedimento ci può spiegare tante altre ragioni tecniche della delega. Un tema, credo, sia necessario esporre, anche per chi ci ascolta, per evitare incomprensioni, per evitare polemiche su ciò che non esiste, su ciò che non è materia giuridica del provvedimento; giuridica non è solo la disposizione, ma è il contenuto di significato di queste disposizioni nel loro ampio valore, che non può essere trasmesso in una negatività che non coglie il segno dei contenuti di significato che questa delega nel suo sistema propone.

È evidente che non vi è un semplice mutamento terminologico nel parlare o spostare il tema dal diritto sostanziale alla prescrizione, alle dinamiche processuali, alla improcedibilità, non è un vezzo tecnico, è una sostanza, è un passaggio importante di non breve momento, che segnala come non sia più il reato a essere estinto per consumazione temporale, ma è lo Stato giudice che non è riuscito, nei termini certi preassegnati dalla legge, a far valere la pretesa punitiva, pretesa punitiva che, a un certo punto, deve lasciare spazio a un altro diritto, a un'altra situazione giuridica tutelata. Questo è il senso dell'improcedibilità, che non stravolge il sistema, ma lo rafforza, crea maggiore rilevanza ed arricchisce il principio di legalità e non può essere trasmesso questo valore, che esprime la tavola dei valori costituzionali, in maniera disorganica, in maniera solo critica, in maniera oppositiva, senza spiegare e far comprendere la novità del tema, che ha sostanza politica. C'è chi ha detto, tra alcuni commentatori, che quasi si rinnova il contratto sociale, cioè il cittadino si obbliga a rispettare la legge, pena la sottoposizione al processo; lo Stato giudice si impegna a processarlo in tempi definiti. Si sancisce così un nucleo nuovo e irrinunciabile della previa conoscenza della legge penale cui si è chiamati all'obbedienza, che deve trovare posto non solo negli aspetti sostanziali, ma anche in quelli processuali. Da qui il tema dell'improcedibilità, da qui la rilevanza della scelta, da qui la fondatezza dell'indirizzo politico che questa maggioranza ha insieme costruito grazie alla mediazione del Ministro Cartabia, che, tra i conflitti, ha scelto l'opzione ragionevole dell'equilibrio degli interessi, anche costituzionali, contrapposti in questa vicenda della delega e del procedimento legislativo (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia). Ma c'è un ulteriore effetto che è importante sotto il profilo della rapidità del giudizio. Non è una semplice soluzione il rito, esterna all'accertamento della responsabilità personale del presunto reo. L'improcedibilità non lascia profilare ulteriori indagini né contraddittorio di sorta, ma ben si presta ad un'affermazione contenuta, anche, probabilmente, in un monocratico decreto, da adottare nelle forme più rapide e semplici possibili. E, quindi, tutto ciò che abbiamo sentito in merito - concludo, Presidente - ho voluto cogliere questo aspetto, per ricordare che, da tempo, si studiano il processo e la giustizia, tenendo conto anche di quella che è la cosiddetta teoria del riconoscimento, che è fonte della democrazia deliberativa: il riconoscimento della persona, il riconoscimento alla centralità della persona, il riconoscimento del processo nella sua equità in ogni fase.

PRESIDENTE. Deve concludere.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Ed allora questa è una scelta politica che questa maggioranza ha fatto consapevolmente, noi lo abbiamo fatto dando sostegno al Governo. Ringraziamo il Presidente Draghi e la Ministra Cartabia per aver finalmente portato in queste Aule un equilibrio costituzionale e una ragionevolezza che mancavano da molti anni (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Vitiello. Ne ha facoltà.

CATELLO VITIELLO (IV). Grazie, Presidente, illustre Ministra, mi consenta di dire sin da subito che noi votiamo convintamente per la riforma cosiddetta Cartabia perché è finita, con questa riforma, l'epoca del giustizialismo sfrenato in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva) ed è tornata in auge la cura dei diritti fondamentali dell'individuo, e lo dico senza tema di smentita. Proviamo a suggerire quale è l'idea e il fondamento del processo penale. Comincerei con un'accezione negativa: cosa non è. Non è quella barbarie giustizialista che il precedente Governo ha voluto inserire nel nostro sistema, mortificando i diritti e le garanzie dell'individuo e, alla fine, ha mortificato se stesso, perché ha dovuto cedere la mano al Governo Draghi perché, finalmente, quei diritti fossero salvaguardati (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Che cos'è il processo penale? L'accezione positiva: è un sistema complesso di valori, di garanzie che troviamo all'interno della Costituzione, Ministra. Io ricordo una delle prime lezioni di procedura penale, forse, la prima. Ricordo il mio maestro, mi diceva: il processo penale lo trovi prima nella Carta costituzionale, poi, dopo nel codice di rito. Sono quei valori, che vanno dalla inviolabilità della libertà personale, dal principio di legalità, fino ad arrivare all'autonomia della magistratura, al giusto processo. E, allora, comprenderete il mio sconcerto rispetto a questo scontro fra giustizialisti e garantisti, che considero assolutamente fuori luogo, fuori contesto. Qui bisogna soltanto stabilire se si è dalla parte della Costituzione o contro la Carta costituzionale (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva) e noi, come lei ha dimostrato nella sua riforma, comprendiamo il valore aggiunto di chi crede nei valori costituzionali. Qualcuno ha detto, addirittura, che la questione dello scontro è una questione manichea, ma non è così, lo ha detto il precedente Primo Ministro, non è così. Bisogna stabilire da che parte stare: noi stiamo, come lei, dalla parte dei princìpi costituzionali. E, allora, il giusto processo in che cosa lo identifichiamo? Il giusto processo è un processo veloce e noi abbiamo voluto questa riforma e sin dall'inizio immaginavamo questa riforma, perché avesse come obiettivo la ragionevole durata; poi, dopo, è successo di tutto, si sono confuse le questioni e si è cominciato a parlare di prescrizione. Come vedrà, io parlerò pochissimo della prescrizione e dell'improcedibilità nel mio intervento, perché qui si è fatto qualcosa di molto più serio per la ragionevole durata; una ragionevole durata che va a beneficio dell'imputato, va a beneficio dell'imputato innocente - certo, è sotto gli occhi di tutti -, ma va a beneficio, Ministra, anche dell'imputato colpevole, perché ci dimentichiamo lo scollamento temporale fra la data del fatto e l'accertamento. Non ci deve essere un eccessivo scollamento e immediata deve essere la risposta sanzionatoria, perché quell'uomo è un uomo diverso dopo 10 anni, dopo 15 anni, dopo 20 anni. Lo spirito deve essere quello della rieducazione, altrimenti che motivo di processare ho? E, poi, la tutela delle vittime, perché qui passa il messaggio che un processo eterno va a beneficio delle vittime. Non è così, colleghi, non è così: le vittime vengono tutelate se il processo è veloce (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva), non se abbiamo il fine processo mai e in questa direzione va la riforma Cartabia.

Tre esempi? Processo penale telematico, con quella gradualità che ci consente a noi penalisti di cominciare a masticare l'informatizzazione del sistema; le notificazioni, ispirato ad un modello anglosassone con la concentrazione dei tempi per gli avvisi e le comunicazioni; e poi - sì lo confesso - si poteva fare qualcosa in più rispetto ai riti alternativi, perché bisogna incentivarli, perché possa essere conveniente non andare al dibattimento e questo significa diminuire il carico processuale, diminuire il carico dei dibattimenti. Ci voleva forse un po' di coraggio in più, ma io ritengo questa riforma un buon inizio. Il giusto processo è un processo equo, ma l'equità deve essere guardata a monte e non riguarda il giudizio in concreto del singolo caso; l'equità la può predeterminare la politica. Allora, quando noi abbiamo visto nella riforma precedente i criteri di priorità, certo, ci siamo preoccupati perché l'arbitrio eccessivo all'interno delle procure rispetto alla scelta, andava contro l'obbligatorietà dell'azione penale e, allora, quale sistema? Ministra, con riferimento ai criteri generali per il Parlamento, ciò non significa entrare a gamba tesa nel sistema giudiziario da parte della politica; significa semplicemente riequilibrare la separazione dei poteri perché la politica criminale è appannaggio del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Riconquistiamo il nostro spazio rispetto alla magistratura (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

Ricordo l'insegnamento di Sabino Cassese, che ho sentito anche qualche sera fa. I padri costituenti, quando hanno pensato all'autonomia della magistratura, non si sono posti il problema dell'inversione dei fattori. Occorre ora preoccuparsi dell'autonomia della politica, della sana politica, rispetto alla magistratura. Il giusto processo è un processo fondato su oralità e immediatezza. Oralità: lei ha fatto un'operazione straordinaria perché ci ha consentito di vedere finalmente la videoregistrazione dell'interrogatorio e anche dei dibattimenti. Giustissimo, però lei è stata ancora più coraggiosa, Ministra, perché lei ha avuto la capacità di andare anche contro una Cassazione che aveva mortificato l'oralità. Lei, invece, ha avuto coraggio e finalmente la politica riconquista, attraverso la sua riforma, il suo ruolo, attraverso il suo coraggio, anche contro quella che rappresenta la distorsione patologica di un sistema che deve essere salvaguardato in qualche modo quando la politica non ci mette le mani. È l'autoconservazione della magistratura che noi non dobbiamo consentire, perché dobbiamo intervenire prima che si elevi il livello di allerta. Come vede, si ridimensiona il problema prescrizione, dell'improcedibilità. È un po' come quando si indica la luna e si guarda il dito: io preferisco guardare l'obiettivo. Però, Ministra, Presidente, mi consentirete di dire che il “fine processo mai” è rimasto per alcuni reati. Penso soltanto ad una persona, ad un modello, ad un esempio di galantuomo ed esempio di malagiustizia: Enzo Tortora (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Oggi avrebbe dovuto fare i conti perché ingiustamente incolpato, da innocente, di associazione finalizzata allo spaccio, con questa riforma, col “fine processo mai”: quanto tempo deve durare il processo di un uomo innocente? Quanti Enzo Tortora abbiamo in Italia? Quanti ? Troppi!

È un buon inizio, Ministra, perché quello che manca in questa riforma è mancato anche quando ci fu quella riforma epocale del 1988, quando si è passati da un sistema inquisitorio - o tendenzialmente inquisitorio, dicono i dotti - a un sistema accusatorio. Mancava il diritto tabellare (così lo chiamava il mio maestro), cioè quello che guarda al ruolo dei giudici, quello che guarda alla capacità di un rinvio a breve. Il processo accusatorio si basa proprio sulla possibilità di ascoltare immediatamente i fatti accaduti. Noi dobbiamo mettere mano lì, cercando di ovviare ad un problema atavico: quello della incapacità di gestire un carico notevole all'interno dei tribunali. Sto per concludere Presidente, solo pochi secondi.

Per poter far ciò, visto che noi siamo stati e diamo oggi la stura, attraverso la riforma del processo penale e poi per la riforma del processo civile, al Recovery, ricordiamoci, quando utilizzeremo quelle risorse, di utilizzarle investendo nella giustizia, perché senza le assunzioni dei magistrati, senza le assunzioni dei cancellieri, l'ufficio del processo…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

CATELLO VITIELLO (IV). … avrà breve durata. Allora, Ministra, il livello di civiltà di una società - concludo davvero - si riequilibra sul processo penale, si comprende inevitabilmente sul processo penale; il processo penale è il termometro della civiltà. Lei ha manifestato grande sensibilità rispetto a delle nostre istanze…

PRESIDENTE. Collega, deve concludere.

CATELLO VITIELLO (IV). Penso al diritto dei detenuti e penso al processo telematico: grande sensibilità. Continuiamo su questa strada: noi ci siamo a lavorare assieme a lei perché possiamo arrivare all'obiettivo di una ragionevole durata dei processi (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Maria Carolina Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Signori componenti del Governo. Onorevoli colleghi. Su questo provvedimento il voto di Fratelli d'Italia sarà contrario. Abbiamo criticato la scelta di porre la questione di fiducia perché troviamo paradossale che la maggioranza più ampia di sempre abbia la necessità di ricorrere così spesso al voto di fiducia, che, come è noto, comporta la decadenza di tutte le proposte emendative e la compressione del dibattito in Aula. Questa volta il dibattito è stato polverizzato anche in Commissione giustizia, dove abbiamo dovuto lavorare su un provvedimento che, all'ultimo momento, è stato modificato dagli emendamenti del Governo, depositati proprio a ridosso dell'arrivo in Aula, originariamente fissato per il 23 luglio scorso e poi rinviato, ma non certo per garantire il dibattito, bensì per sedare le liti all'interno della maggioranza.

Perché viene posta la questione di fiducia? Perché il “Governo dei migliori” non poteva riformare il processo penale sotto il fuoco incrociato che inevitabilmente sarebbe partito con il cosiddetto semestre bianco, che darà la stura al redde rationem tra forze di maggioranza. Lo abbiamo già visto lo psicodramma del MoVimento 5 Stelle, che si ritrova a dover difendere un provvedimento che i loro stessi alleati presentano come un colpo di spugna (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) su ogni proposta targata Bonafede. Ancora, la rissa scatenatasi questa mattina tra i banchi della sinistra per un semplice ordine del giorno di Fratelli d'Italia sulla responsabilità civile dei magistrati dopo il tentativo fallito, da parte del Partito Democratico, di dare ordini e patenti di lealtà (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) ai partiti del centrodestra di Governo, che io ringrazio per avere sostenuto, ancorché non lo abbiano fatto fino in fondo, l'ordine del giorno del nostro capogruppo Lollobrigida. L'unico collante è la paura del voto popolare, la contrapposizione tra garantisti a corrente alternata e manettari con i polsi altrui, che lascia questo Governo privo di alternative che non siano il caos (evitato, appunto, soltanto grazie al voto di fiducia).

Ce lo chiede l'Europa: questo è un po' il mantra di questa riforma. Ma cosa chiede effettivamente l'Europa? Ce lo ha ricordato il commissario europeo della giustizia, che abbiamo ascoltato in Commissione qualche mese fa. In Italia il livello di indipendenza della magistratura viene percepito come molto basso; sono necessarie la riforma del CSM e dell'ordinamento giudiziario, che questo Governo sembra aver accantonato, per sanare problemi percepiti di indipendenza e integrità del CSM. La Commissione europea ritiene necessario, oltre alle riforme del codice di rito, l'aumento delle risorse umane e il completamento del processo di digitalizzazione. In Italia, inoltre, i processi durano troppo a lungo. Sicuramente questi problemi non si risolveranno con l'ufficio del processo che, dagli esperti nominati da questo Governo, è stato considerato un fallimento. Allora, perché investire la maggior parte dei fondi del Recovery destinati alla giustizia - circa 2,3 miliardi - proprio in una struttura fallimentare senza neanche interrogarsi sulle cause del fallimento stesso? Forse per fare statistica sulle assunzioni creando un esercito di precari, o, peggio ancora, per la non dichiarata intenzione di fare transitare in quell'ufficio del processo i magistrati onorari che vanno messi al riparo dagli effetti della “riforma Orlando” (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), tragicamente vicini alla data del 16 agosto?

L'arretrato, i ruoli si alleggeriscono con i concorsi per i giudici togati, per i cancellieri, con la stabilizzazione dei magistrati onorari e non basterà nemmeno affidare ai capi delle procure i criteri di priorità a risolvere il problema dell'arretrato; si passerà da un piano processuale, che è quello dei criteri già previsti dal nostro codice di procedura penale per l'organizzazione dei tribunali, a un piano sostanziale, derogando a quel principio di obbligatorietà dell'azione penale che per noi di Fratelli d'Italia rimane un caposaldo del nostro ordinamento.

Siamo contrari a questa deroga anche nel merito perché vorremmo capire che senso ha disegnare una giustizia a geografia variabile, dove, in alcuni comprensori, dei reati saranno perseguiti con maggiore efficacia, e in altri comprensori meno; qual è il motivo, qual è il fondamento di attribuire ai capi delle procure una scelta che tradizionalmente spetta al Parlamento, ossia quella di individuare quale domanda di giustizia è meritevole di risposta e quale no? Individuare, per la collettività, quale sia il disvalore di una condotta al punto da renderla reato perseguibile è compito del legislatore. Noi stiamo minando un architrave del nostro ordinamento, che è la separazione dei poteri (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

E arrivo al punto più controverso di questa riforma, la prescrizione. Non avete potuto definitivamente mandare in soffitta la riforma Bonafede, per non urtare la sensibilità del MoVimento 5 Stelle e allora avete dovuto aggirare l'ostacolo, introducendo l'improcedibilità processuale, creando un ibrido tutto italiano, senza eguali in Europa e, forse, nel mondo, un sistema misto tra prescrizione sostanziale e improcedibilità processuale, ma, nella sostanza, è lo Stato che si arrende alla sua disorganizzazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), è lo Stato che si arrende alla sua incapacità di celebrare un processo in tempi ragionevoli, è lo Stato che si arrende di fronte alla esigenza di garantire tutela alle vittime, e noi questo non lo possiamo tollerare.

Questa è una corsa contro il tempo, introdotta nei giudizi di appello e di Cassazione, prevedendo, però, la possibilità che essa venga derogata dai magistrati che non riescono, con la loro disorganizzazione, a garantire il rispetto di quei tempi; per cui per alcuni reati possono concedere a loro stessi una proroga. Praticamente è anarchia della giurisdizione, e a farne le spese saranno sempre i cittadini.

Peraltro, prevedere la proroga per alcuni reati significa lasciarne fuori tanti altri, significa ammettere che senza quella deroga, i reati che avete deciso di inserire sarebbero caduti sotto la mannaia della improcedibilità e, con ciò stesso, ammettete che tanti altri reati rischiano ancora ora di cadere sotto quella improcedibilità processuale. E tutto questo non ci esonererà da una infrazione da parte dell'Unione europea, che non chiede che l'Italia interrompa i processi che non è in grado di celebrare. L'Unione Europea vuole una pronuncia nel merito, vuole che i processi si celebrino (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), vuole che lo Stato dica se un cittadino è colpevole o innocente, se una vittima ha diritto di essere ristorata nel danno subito o no.

Il carcere non può essere l'unica risposta al reato; lei, Ministro lo ha detto tante volte. Gli emendamenti del Governo vanno in questa direzione, che noi troviamo molto preoccupante. Siamo consapevoli che esiste il sovraffollamento carcerario, ma siamo altrettanto convinti che gli unici rimedi siano i trasferimenti nel Paese di origine dei detenuti cittadini di Stati extraeuropei (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), il potenziamento dell'edilizia penitenziaria ben oltre l'irrisorio stanziamento previsto con i fondi del Recovery, che forse basterà per costruire qualche padiglione.

Siamo molto preoccupati, perché le soluzioni proposte da questo Governo sembrano finalizzate scientemente a evitare l'ingresso in carcere per soggetti accusati, come nel caso della messa alla prova, o già ritenuti colpevoli, come nel caso della previsione, già per il giudice di merito, di dare la detenzione domiciliare o la semilibertà senza passare dal vaglio più penetrante dell'ufficio di sorveglianza.

Con questa riforma il rischio concreto è che lo Stato non tuteli più le vittime, che vedranno i loro aguzzini liberi di circolare, perché le istituzioni hanno rinunciato all'efficacia deterrente - anche rieducativa, ovviamente - della pena detentiva, per favorire un'amnistia generalizzata, uno “Svuotacarceri” mascherato, al solo fine di assecondare esigenze statistiche agli occhi dell'Unione Europea. E noi tutto questo lo consideriamo inaccettabile.

Concludo, pertanto, signor Presidente, annunciando un voto contrario a una riformetta che, nell'immaginario collettivo, doveva essere una riforma epocale, ma che scarica o sugli avvocati, come nel caso delle notifiche, o sui cittadini, come nei casi che ho elencato prima, l'incapacità di far fronte alla esigenza di giustizia, l'incapacità di garantire che la giustizia penale venga correttamente amministrata in Italia.

Questa riforma doveva risolvere tutti i problemi del processo penale, ma è diventata, in realtà, un mercato, una sorta di gran bazar, dal quale - è questo è il grande miracolo di questo Governo - ciascun partito di maggioranza è andato via convinto di aver concluso un grande affare, ma questo ovviamente non consentirà all'Italia di fugare i dubbi dell'Europa sul malfunzionamento della giustizia nella nostra Nazione. E, si badi bene, il danno sarà soltanto sulle spalle dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia – Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Matilde Siracusano. Ne ha facoltà.

MATILDE SIRACUSANO (FI). Grazie, Presidente. Colleghi, Governo, Ministro Cartabia, questa non è la nostra riforma. La nostra riforma avrebbe previsto la separazione delle carriere, la responsabilità diretta dei magistrati, la revisione della custodia cautelare, l'inappellabilità delle sentenze di assoluzione e certamente l'eliminazione dell'abuso del trojan (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Quindi, evidentemente, questa non è la riforma di Forza Italia, né del centrodestra, eppure la votiamo con convinzione, perché riconosciamo che il Governo ha compiuto un vero miracolo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) nella misura in cui ha invertito il senso di marcia nel modo di legiferare sulla giustizia.

Negli ultimi anni tutti i provvedimenti in materia di giustizia erano unidirezionali, in direzione giustizialismo, con norme scritte sotto dettatura dalle procure o dall'Associazione nazionale magistrati (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), finalizzati a limitare le garanzie del processo, che era percepito quasi come un fastidio inutile prima della condanna, già emessa tra l'altro con un avviso di garanzia e con il processo mediatico che ne consegue. Quindi lei, Ministro Cartabia, ha un grande merito: ha cambiato direzione. Questo deve essere il preludio di un cambiamento radicale.

Inoltre segnaliamo che si è verificata una circostanza straordinaria, perché, per la prima volta, il potere di veto delle procure sull'attività politica non ha funzionato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), nonostante i reiterati tentativi! Perché, in passato, Ministro, altro che separazione dei poteri: in passato, quando il Parlamento ha provato a toccare i fili della riforma della giustizia sono caduti Governi, sono stati decapitati leader dell'opposizione, della loro opposizione, con la trasmissione tempestiva di avvisi di garanzia anche nel corso di un G7 (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), e noi ne sappiamo qualcosa, perché il nostro leader, il Presidente Berlusconi, ha subito 90 processi, la somma di 3.672 udienze: una persecuzione infernale, che non augureremmo neanche ai nostri peggiori nemici (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Quindi, il Governo ha tenuto la barra dritta, ha respinto ogni tentativo di condizionamento e questo grazie alla sua autorevolezza, Ministro Cartabia, all'autorevolezza del Premier Draghi, ma certamente anche perché il consenso sociale di cui godevano le procure oggi è venuto meno, e lo si evince dalla corsa dei cittadini ai gazebo, per firmare i referendum sulla giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), lo si comprende anche dal silenzio imbarazzato degli intellettuali e di tutti coloro che, fino a ieri, nelle Aule parlamentari, nei talk show sostenevano come dogmatiche e sacrali le indicazioni delle procure e oggi tacciono in silenzio, a causa dei fatti di cronaca e anche dei numerosi scandali che hanno colpito il CSM, di cui abbiamo perso anche il conto, parte dei quali ben documentati nel libro di Palamara e di Sallusti.

Quindi, i portavoce sono rimasti in pochi; è rimasto l'onorevole Colletti, sono rimasti gli ex grillini, però sostenitori di teorie - il sottosegretario Sisto ricorderà - della vaghezza delle norme o promotori di idee secondo le quali il garantismo è un becero sinonimo di assoluzionismo, invece che un principio dello Stato di diritto, sorretto da numerose garanzie costituzionali (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Ministro, oggi celebriamo la chiusura di un'epoca. Si chiude un'epoca e se ne apre un'altra. Si chiude un'epoca che ha avuto, tra i momenti più bui, quelli dell'oscurantismo del MoVimento 5 Stelle, tradotto nelle leggi dell'ex Ministro Bonafede, che ha pensato orgogliosamente di eliminare la prescrizione, che è l'estremo rimedio non all'irragionevole ma all'incivile durata dei processi che ci sono in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), spacciando la prescrizione come un espediente utilizzato con dolo dagli avvocati per eludere le condanne. Questa era la cornice.

E poi il Ministro Bonafede ha soffiato sul fuoco dell'antipolitica, evidentemente non ispirato da un ideale di purezza ma per speculazione elettorale, equiparando i reati contro la pubblica amministrazione a quelli di mafia e terrorismo, considerando i nostri sindaci alla stessa stregua dei mafiosi e dei terroristi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente); quei sindaci che vanno difesi perché troppo spesso incappano in inchieste giudiziarie per responsabilità oggettiva, che va al di là delle condotte soggettive, e vanno difesi. Qui lei, Ministro Cartabia, ha un altro merito: di aver ricondotto nel giusto binario i reati contro la pubblica amministrazione, infrangendo un pregiudizio che c'è qua dentro, perché non solo una parte di questo Parlamento vuole combattere la corruzione, tutti vogliamo combattere la corruzione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), ma non tolleriamo che la corruzione sia utilizzata come strumento di propaganda politica sulla pelle dei nostri amministratori locali.

Ci tengo veramente a fare una precisazione, Ministro Cartabia: noi abbiamo chiesto il voto sull'ampliamento del perimetro della delega per inserire l'abuso d'ufficio ma non l'abbiamo fatto per affossare la riforma, non l'abbiamo fatto per mettere bandierine, l'abbiamo fatto perché vogliamo rispondere alla richiesta di aiuto dei nostri sindaci (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e confidiamo in lei e confidiamo in questo Governo, perché al prossimo provvedimento siamo certi che il Governo si occuperà dell'abuso d'ufficio per ridimensionare questo reato. Su questo le preannuncio che non le daremo tregua.

Infine, il voto favorevole di Forza Italia discende anche dalla consapevolezza di aver contribuito a migliorare il testo con delle norme che hanno introdotto princìpi garantisti in tema di diritto di difesa, di patteggiamento nelle contestazioni suppletive e sul principio del contraddittorio in Cassazione. Poi, c'è una norma molto importante, che porta la firma del nostro capogruppo in Commissione giustizia, l'onorevole Zanettin, sull'apposizione di criteri più stringenti per la riapertura delle indagini. Questa è veramente una norma importante, Ministro, perché noi non vogliamo limitare le indagini, noi riteniamo che i magistrati inquirenti debbano investigare con tutti gli strumenti e con tutte le risorse che la legge mette a disposizione, ma anche nei tempi congrui stabiliti dalla legge. Per cui riteniamo che la riapertura delle indagini, dopo una archiviazione, debba essere motivata da esigenze incontrovertibili (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), perché, se è vero come è vero che il “fine processo mai” è una pena, lo è anche il “fine indagini mai”.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO (ore 20,05)

MATILDE SIRACUSANO (FI). Votiamo questa riforma - sì, colleghi, l'avete detto in tanti - perché ce lo chiede l'Europa, perché sappiamo che le ingenti risorse del Recovery Fund sono legate alla riforma della giustizia, ma votiamo la riforma perché ce lo chiedono tutte le vittime dei reati commessi in questo Paese, che da troppi anni attendono che si faccia giustizia. Ce lo chiedono i 29.659 cittadini vittime dell'ingiusta detenzione, che sono stati ingiustamente incarcerati per errori giudiziari. Ce lo chiedono i 120.000 assolti con formula piena che ogni anno si registrano in Italia e che per troppi anni hanno visto la propria vita sospesa, la propria libertà sospesa, la loro e quella delle loro famiglie. È per loro che oggi votiamo “sì”, un “sì” carico di speranza, Ministro Cartabia, perché è un ottimo inizio. Su questo Forza Italia c'è, con la promessa che è l'inizio di un grande lavoro di cambiamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Grazie, Presidente. Signora Ministra, la riforma della giustizia ce la chiede l'Europa. Questo è ciò che sentiamo ripetere da tante settimane, ed è vero. Ce la chiede l'Europa che ha condizionato l'erogazione dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza all'approvazione di alcune riforme considerate ineludibili, tra cui esattamente quella della giustizia. Ma io direi, prima e innanzitutto, che la riforma della giustizia ce la chiedono i cittadini italiani, ce la chiedono le imprese, il mondo dell'economia, il mondo della giurisdizione, l'intera società italiana. La nostra giustizia funziona male ed è una macchina che troppo spesso gira a vuoto.

Due dati vorrei citare, tra i tanti che si potrebbero indicare, che ci dicono di questo malfunzionamento: 1.202 condanne inflitte allo Stato italiano dalla Corte europea dei diritti dell'uomo per la violazione del principio della ragionevole durata del processo, il doppio del secondo in classifica, la Turchia; il 50 per cento, invece, è la percentuale di condanne pronunciate in Italia al termine di un processo, contro il 93 per cento degli Stati Uniti, l'82 per cento della Germania, l'84 per cento dell'Inghilterra, il 99 per cento del Giappone. Per dirla in sintesi, troppi processi inutili, troppo lenti.

Allora, è vero, come è stato detto, che l'unica cosa che non possiamo permetterci oggi - l'ha detto lei, signora Ministra - è l'opzione zero: restare fermi, magari per la paura di cambiare. Non è il momento della paura, è il momento del coraggio. Noi pensiamo che il lavoro fatto fino ad oggi dal Governo, in questi pochi mesi, sia stato ottimo. Abbiamo condiviso quasi senza riserve il lavoro della Commissione Lattanzi, che per una grande parte è stato riversato nella proposta di riforma che oggi ci apprestiamo a votare. Non poteva essere diversamente questa nostra condivisione, dal momento che si innesta sul disegno di legge del Governo precedente, di cui pure abbiamo fatto parte, ne riprende e valorizza molte proposte, sia pure con ancora più incisività ed efficacia.

Vedete, non si è fatto altro che parlare di prescrizione in questi giorni, in questo dibattito tutto politico, poco attento al merito, incandescente come è uso e costume in questo Paese quando si parla di giustizia, dimenticando che la prescrizione è la patologia del sistema. Una discussione che parla solo della patologia, scusate, è essa stessa una discussione viziata, è come parlare di una malattia senza parlare della cura. Sia chiaro, noi rivendichiamo di aver contribuito, di aver insistito per portare nel nostro ordinamento un principio nuovo e direi quasi rivoluzionario, quello del tempo di durata massima di un processo, del tempo di fase che impedisce il processo infinito (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ma sappiamo che la sostanza vera della riforma è altrove, la sostanza è in uno degli aspetti - e uso le parole di un luminare, come il professor Pulitanò - più innovativi e seri: il nuovo filtro rappresentato dalla diagnosi di colpevolezza per il rinvio a giudizio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ciò vuol dire che la forza dell'ipotesi accusatoria va costruita nella fase delle indagini, non dopo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Dunque, meno processi, più fondati.

La sostanza di questo provvedimento è nel - e uso le parole di un altro luminare, il professor Fiandaca - rafforzamento della dimensione garantistica delle indagini preliminari, attraverso un adeguato controllo giurisdizionale che può contribuire a ridurre i tempi nella fase più critica dei ritardi e della lentezza del procedimento, che è la fase delle indagini preliminari e dell'esercizio dell'azione penale. La sostanza di questo provvedimento è nel rafforzamento dei riti alternativi per deflazionare gli uffici giudiziari (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), che noi avremmo voluto ancora più rilevante. Penso all'archiviazione meritata, signora Ministra, che avevamo proposto e che, secondo noi, è stata archiviata un po' frettolosamente.

Ma penso anche alla depenalizzazione in concreto, attraverso l'estensione della particolare tenuità del fatto, nell'aumento dei reati perseguibili a querela, nell'introduzione di principi di giustizia riparativa, nell'estensione della messa alla prova, istituti molti dei quali introdotti nella scorsa legislatura dal nostro Ministro Orlando e oggi giustamente valorizzati, perché hanno già dato buona prova di sé e perché vanno nella direzione di alleggerire il carico di lavoro delle corti di giustizia. Tutti capitoli, questi che ho elencato, tutti titoli, che anche solo presi uno per uno segnerebbero un grande passo avanti, ma che, tutti insieme, disegnano una ambiziosa e innovativa riforma organica della giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) in un corretto equilibrio tra efficienza e garanzie. Una riforma, attenzione, che certo non potrà mai decollare senza la seconda gamba, ovvero un adeguato e peraltro già previsto e finanziato innesto di nuove risorse: giudici, personale amministrativo, cancellieri (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). E il fondamentale ufficio del processo, che dopo essere stato ideato e introdotto anch'esso dal Ministro Orlando e aver già contribuito a ridurre i tempi dei processi, in alcune realtà dove è stato introdotto e sperimentato, finalmente entrerà a pieno regime, grazie alle risorse del PNRR ed è stato inserito in questo provvedimento grazie a un emendamento nel nostro relatore Vazio.

Noi siamo orgogliosi del lavoro che ha fatto il nostro gruppo parlamentare, il nostro partito, su questa riforma (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Abbiamo difeso la riforma e con essa il Governo dai siluri, che dall'interno della maggioranza, non più tardi di una settimana fa, sono stati lanciati per affossarla (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Noi non abbiamo dimenticato la tensione di quel voto in Commissione, sulla scellerata richiesta di rinvio sine die del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Quel siluro alla riforma e al Governo il Partito Democratico ha contribuito in maniera decisiva a deviarlo. E rivendico al nostro gruppo, al nostro partito, di aver offerto alla coalizione un'ipotesi di mediazione, il cosiddetto atterraggio morbido della riforma della prescrizione con la norma transitoria, per farci carico delle preoccupazioni legittime evidenziate dagli uffici giudiziari, ma anche per aiutare la riforma, il Governo e la maggioranza, a superare indenne questo passaggio difficile. Perché è chiaro a tutti che il Governo Draghi non sarebbe uscito rafforzato da una implosione della sua attuale maggioranza su questo scoglio! Ecco, noi abbiamo lavorato in queste settimane per salvare la riforma, per aiutare il Governo. Chi sostiene il contrario o è in malafede o di politica capisce poco (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Lo abbiamo fatto con il nostro spirito di lealtà e di servizio, perché siamo convinti e consapevoli che questo Governo di unità nazionale, figlio di una situazione eccezionale, non può permettersi di perdere questa straordinaria, irripetibile occasione per riformare il Paese, anche attraverso l'utilizzo dei fondi europei, perché a perdere non sarebbe questa o quella forza politica, ma il Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ci siamo impegnati per portare in fondo questa riforma, nella quale crediamo, senza mai iscriverci al partito dei giustizialisti, quelli che soffiano sui sentimenti di vendetta che serpeggiano nella società per qualche consenso elettorale in più, né al partito di coloro che utilizzano un termine nobile e bellissimo, il garantismo, come un randello da dare in testa agli avversari politici e alla magistratura (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Perché noi sappiamo che la giustizia si realizza solo nel difficile ma necessario equilibrio tra il rispetto delle garanzie di chi si trova sottoposto alla pretesa punitiva dello Stato e il sacrosanto anelito alla giustizia delle vittime dei reati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Anelito, che - credetemi sulla parola - io conosco bene (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Un bilanciamento, questo, che si rinviene nei valori disegnati e scolpiti nella Carta costituzionale, che per noi del Partito Democratico costituisce sempre, anche sulla giustizia, un riferimento ineludibile. Allora - e concludo -, noi voteremo convinti questa riforma, che consideriamo il primo passo di un cambiamento necessario della giustizia nel nostro Paese. In questo percorso, Ministra Cartabia, con la nostra lealtà, la nostra serietà e i nostri valori, sappia che saremo sempre al suo fianco (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Turri. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore, un po' di silenzio.

ROBERTO TURRI (LEGA). Grazie Presidente. Membri del Governo, colleghe e colleghi, con l'approvazione di questo provvedimento diamo innanzitutto un colpo di spugna alla famigerata “riforma Bonafede” sulla prescrizione, meglio detta “fine processo mai” (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), quella per cui un cittadino poteva rimanere imputato a vita con tutte le conseguenze che questo comporta, sia per la vittima del sistema, compromesso sul piano personale e professionale per un tempo imprecisato, sia per i cittadini tutti, costretti a vivere in un clima di perenne incertezza e sfiducia verso lo Stato. È evidente che un Paese che ambisce e mira ad una giustizia giusta non può permettersi un abominio simile, che vede nel processo eterno il solo mezzo per comminare una pena, senza comprendere che la sua stessa durata infinita è di per sé una condanna. Già questa, da sola, ritengo sia un'ottima ragione per festeggiare il trionfo del buonsenso, della competenza e della civiltà.

Ma, ancora, con l'approvazione di questo provvedimento cancelliamo anche la riforma del processo penale, così come l'aveva disegnata l'ex Ministro Bonafede nella sua delega, completamente soppiantata dalle profonde modifiche introdotte dall'attuale Ministro Cartabia e, come vedremo, dalla costruttiva mediazione con i gruppi che compongono la maggioranza di Governo. Anche questa è una buona notizia, perché la delega Bonafede faceva acqua da tutte le parti. Non lo dico io, non lo sostiene la Lega, ma sono dello stesso avviso gli innumerevoli illustri operatori del diritto, magistrati, avvocati e professori di materie giuridiche, che hanno fornito il prezioso contributo in sede di audizione, buona parte di questi molto critici. Non posso ovviamente riportare le loro considerazioni per ovvie ragioni di tempo, ma posso certamente sintetizzare il pensiero comune, una riforma ingarbugliata quella di Bonafede e soprattutto assolutamente incapace di migliorare, accelerare e razionalizzare il processo penale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Inoltre, come hanno già sottolineato anche altri colleghi, oggi con questo provvedimento si abbandona l'idea di una giustizia giustizialista in favore di una giustizia garantista (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Non possiamo nasconderci, poi, come l'importanza del provvedimento che ci accingiamo ad approvare vada al di là del suo valore intrinseco, che rimane il perno della riforma, ossia il miglioramento del sistema giustizia. Dicevo che va al di là, soprattutto in questo preciso momento storico, segnato dalla crisi sanitaria ed economica innescata dalla pandemia da COVID che affligge il nostro Paese ormai da due anni. Infatti, l'Europa condiziona le ingenti risorse assegnate al nostro Paese per investimenti strategici, che ci aiutino ad uscire dalla crisi, anche all'approvazione della riforma della giustizia, scandendo operato e tempistiche ben determinate ed eminenti entro il 2021 per la loro approvazione ed entro il 2024 per la verifica dei relativi effetti. La Lega, ben conscia dell'importanza di queste risorse e con forte spirito di responsabilità, ha messo davanti a tutto l'interesse del Paese e non ha mai fatto mancare la propria massima e fattiva collaborazione al Presidente Draghi e al Ministro Cartabia per arrivare alla migliore riforma possibile, tenuto conto delle condizioni e delle prospettive attuali (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Purtroppo, altri gruppi politici ben lontani dal nostro hanno remato strenuamente contro questo progetto, non per preservare qualche loro ideale - sarebbe stato almeno onorevole, anche se non condivisibile - ma per capricci di corrente, mero ostruzionismo. Sì, perché oltre mille emendamenti sono ostruzionismo e giochi di potere, che niente hanno a che vedere con l'interesse del Paese. Entrando sinteticamente nei contenuti della delega, tengo ad evidenziare come il nostro spirito collaborativo sia andato di pari passo con il nostro spirito critico, che ci ha permesso, sì, di arrivare in tempo utile all'approvazione del testo, senza tuttavia rinunciare a quelle modifiche necessarie per un buon risultato nel merito. Mi riferisco, ad esempio, agli accorgimenti previsti per la deflazione e accelerazione del processo penale. Si pensi, in particolare, ai termini di durata delle indagini preliminari, che sono stati rimodulati in funzione della natura dei reati perseguiti, o ancora alla riduzione dei momenti di stasi del processo nella fase conclusiva delle indagini, al contempo rafforzando le garanzie dell'imputato e della persona offesa. Si è inciso anche negli stessi criteri di priorità per l'esercizio dell'azione penale, che devono essere trasparenti e predeterminati, in modo che vengano razionalmente selezionate le notizie di reato da trattare, tenuto conto della mole dei procedimenti e delle effettive risorse disponibili. A proposito di risorse, non si è trascurato di promuovere la digitalizzazione del processo penale con finalità di velocizzazione e risparmio.

Viene quindi sancita l'obbligatorietà dell'utilizzo di modalità digitali tanto per il deposito di atti e documenti quanto per le comunicazioni e notificazioni. La disciplina transitoria sul tema consentirà certo una graduale implementazione del processo penale telematico, che dovrà tuttavia arrivare a prevedere l'impiego di modalità non telematiche solo in via di eccezione. Non solo modifiche procedurali, che non di meno vanno ad incidere sostanzialmente nella vita del processo, ma anche cambiamenti significativi nelle modalità di indagine e nella tipologia di tutela apprestata alle vittime di determinati reati, dall'introduzione di un codice univoco identificativo del soggetto apolide nei cui confronti vengano emessi provvedimenti destinati a essere iscritti nel casellario giudiziale.

Inoltre sono state previste ulteriori misure concrete ed effettive a tutela delle vittime di reato, come l'estensione delle previsioni di cui al noto codice rosso anche alle vittime di violenza domestica e di genere in forma tentata e alle vittime di tentato omicidio.

Da questi doverosi richiami ad alcuni punti cardine del provvedimento si comprende come la riforma sia tesa sì alla riduzione dei tempi del processo, senza dimenticare però la tutela delle vittime e degli stessi imputati, cui vanno riconosciute garanzie ineliminabili. Abbiamo quindi preservato la collegialità e l'impugnazione libera in appello, nel pieno rispetto del diritto di difesa dell'imputato, memori delle troppe sentenze di primo grado che subiscono un radicale ribaltamento in appello. Statuire diversamente avrebbe significato aprire un varco alla conferma di vere e proprie ingiustizie che meritano, invece, di trovare soluzione con un secondo grado di giudizio.

Abbiamo anche limitato le misure alternative al carcere, che devono certo essere incentivate in generale, ma non rispetto a gravi reati per i quali occorre la pena detentiva (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Per quanto riguarda il tema della prescrizione, tolto di mezzo il “fine processo mai”, sono stati assegnati tempi certi alla durata di appello, due anni, e Cassazione, un anno. Il testo, nella sua formulazione iniziale, prevedeva un'estensione rispettivamente a tre e due anni per alcuni reati, tra cui mafia e terrorismo, che, grazie al contributo della Lega, sono stati ampliati, e sono stati inclusi anche altri reati, come l'associazione finalizzata allo spaccio di stupefacenti, nonché la violenza sessuale di gruppo e verso i minori.

Non è la riforma che avremmo voluto, forse, ma sicuramente è il miglior testo che con questa maggioranza eterogenea e di responsabilità nazionale causa COVID si poteva approvare.

Allo stesso tempo, stiamo lavorando perché possa essere approvata in Parlamento la delega sul processo civile e sulla riforma dell'ordinamento giudiziario. Accanto a queste riforme dell'oggi, come le ha definite la senatrice giurista Giulia Bongiorno, ossia le riforme tecniche sui codici di procedura, stiamo preparando altrettanto seriamente e convintamente le riforme del domani, prima fra tutte la separazione delle carriere, il cui inizio sarà segnato dai referendum (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Si tratta di un percorso rivoluzionario, certo, di rango costituzionale, che richiede tempo, ma ancor prima richiede necessariamente una spinta seria e motivata, quella dei cittadini; quegli stessi cittadini che oggi si stanno riversando sulle piazze per la firma dei quesiti referendari proposti da Lega e radicali, e molto presto si mobiliteranno, con altrettanta partecipazione, per quella firma di democrazia che è il voto.

Spetterà allora al centrodestra raccogliere il testimone per guidare il Paese nel segno di una vera e profonda riforma della giustizia che inizia oggi in quest'Aula con l'approvazione di questo provvedimento, frutto anche dell'inestimabile contributo, della tenacia e del coraggio della senatrice Giulia Bongiorno, del nostro segretario federale Matteo Salvini e della Lega tutta. Annuncio, quindi, il voto favorevole del gruppo Lega-Savini Premier (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bonafede. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore, senza brusio, un po' di silenzio.

ALFONSO BONAFEDE (M5S). Grazie, Presidente. Oggi parliamo di giustizia, di riforma del processo penale, cioè di un settore fondamentale che riguarda la tutela dei diritti di tutti i cittadini italiani, e non intendo rispondere a nessuna delle provocazioni che sono state fatte, perché la giustizia non è una questione personale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Allora, il nostro dovere è parlare oggi ai cittadini del merito di questa riforma, cioè concentrarci sui fatti, non sulle provocazioni o sulle ricostruzioni fantasiose. Cominciamo con il primo punto importante, e cioè cosa votiamo oggi. L'idea che si vuole far passare è quella del Governo Draghi che in fretta e furia, sollecitato dall'Europa per recuperare fondi del Recovery Plan, ha scritto una riforma del processo penale nuova, che è lontana anni luce da quello che era stato scritto nel “Conte 2” e che addirittura cancella completamente quello che era stato scritto nel “Conte 2”. Qual è la realtà? La realtà è che oggi si vota la riforma del processo penale a prima firma Bonafede, approvata in Consiglio dei Ministri dal “Conte 2”, portata in quest'Aula nel marzo del 2020 e successivamente emendata dal Governo Draghi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Sul merito degli emendamenti mi soffermerò tra poco. Quello che va chiarito è che in questa occasione è vero che l'Europa ci ha chiesto le riforme della giustizia, ma è altrettanto vero che, quando ce le ha chieste, noi eravamo già pronti come Paese, perché la riforma del processo civile, quella del processo penale e quella del Consiglio superiore della magistratura erano già approvate in Consiglio dei Ministri e già all'esame del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ma di questo chiaramente non parla nessuno, perché il messaggio che deve passare a reti unificate è che il MoVimento 5 Stelle giustizialista, manettaro (Commenti) e tutte le altre etichette che sono state risollevate oggi in quest'Aula si sia completamente disinteressato dei tempi della giustizia e delle garanzie costituzionali. Ora, a chi dice questo lo dico chiaramente: smettetela di mentire al popolo italiano, perché il piano di assunzioni su cui si basa l'intera riforma è quello concepito e in gran parte finanziato dal “Conte 1” e dal “Conte 2”. Parliamo delle assunzioni ordinarie, che sono circa 18 mila, a cui si aggiungono le assunzioni straordinarie, circa 21 mila, del PNRR, che è stato scritto nel “Conte 2” e poi confermato, con una scelta che abbiamo apprezzato pubblicamente, Ministra, dalla Ministra Cartabia e dal Governo Draghi, ma ha confermato completamente il piano assunzionale che era stato scritto dal Governo “Conte 2” (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Se il modo migliore per velocizzare i processi è fare le assunzioni, e noi possiamo rivendicarlo con orgoglio, abbiamo varato il piano di assunzioni e di investimento nell'organico della giustizia che non ha precedenti nella storia di questo Paese, dati alla mano. Il MoVimento 5 Stelle, quindi, ha dimostrato di tenere alla velocizzazione della giustizia come mai nessuno aveva fatto prima (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché siamo fermamente convinti che un processo nel rispetto delle garanzie costituzionali debba concludersi in tempi ragionevoli. Ma il processo deve concludersi con un accertamento dei fatti, non deve andare al macero (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché mandare al macero un processo è il peggior fallimento dello Stato di diritto, che dichiara la resa incondizionata (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Applausi polemici dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è - Commenti del deputato Delmastro Delle Vedove).

E passiamo al punto certamente più dibattuto e controverso, vale a dire quello sulla improcedibilità e sulla prescrizione. Qui mi rivolgo a quest'Aula, ma, permettetemi, mi rivolgo anche a tutta la comunità del MoVimento 5 Stelle, che su tutto il territorio in questi anni ha portato avanti iniziative e occasioni di approfondimento in materia di giustizia.

Allora, chiariamo un punto: anche nel testo che viene votato e approvato oggi la prescrizione si blocca dopo la sentenza di primo grado, così come era previsto nella legge “Spazzacorrotti”; quindi dopo le indagini, il dibattimento, la sentenza di primo grado, rimane che la prescrizione si blocca definitivamente. Ma cosa dicevano gli emendamenti del Governo nel testo originario?

Nel testo originario, una volta chiarito che la prescrizione si bloccava dopo la sentenza di primo grado, si stabiliva che in appello dopo un termine massimo di due anni e in Cassazione dopo un termine massimo di un anno, si aveva l'improcedibilità, cioè il processo finiva oggettivamente nel nulla. Ora, dobbiamo essere chiari: abbiamo alzato le barricate? Assolutamente sì! Siamo stati gli unici nella maggioranza a farlo? Orgogliosamente sì (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché questo è il destino del MoVimento 5 Stelle. È nel nostro DNA essere in trincea per difendere con intransigente i valori della giustizia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Hai votato l'improcedibilità!

PRESIDENTE. Deputato Delmastro Delle Vedove, per favore!

ALFONSO BONAFEDE (M5S). Vedete, la prescrizione e l'improcedibilità - diciamocelo chiaramente - non hanno nulla a che fare con la velocità dei processi, anzi, in un Paese in cui il tempo medio della durata dell'appello è di poco più di due anni, nella media nazionale, fissare una soglia massima di due anni vuol dire sollecitare le impugnazioni, perché gli stai dando una meta temporale di durata oltre la quale il processo finirà nel nulla, quindi, sollecitando le impugnazioni aumentano le impugnazioni, si ingolfano le corti d'appello e si rallentano i processi, che è l'esatto opposto dell'obiettivo della riforma.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Non votarlo! Non votarlo, fai prima!

PRESIDENTE. Deputato Delmastro Delle Vedove, deputato Delmastro Delle Vedove, la richiamo all'ordine!

ALFONSO BONAFEDE (M5S). E aggiungo un punto: stabilire una soglia così bassa di durata massima, cioè due anni, in un Paese in cui il tempo di durata media in appello è più di due anni, voleva dire accettare il rischio - per noi inaccettabile - di avere isole di impunità, perché non si sarebbero celebrati tutti i processi. Tra l'altro, visto che tutti parlano dell'Europa, dobbiamo chiarirci che questa sarebbe stata una risposta completamente in senso contrario rispetto a quello che ci chiede l'Europa, che, tra l'altro, è quella stessa Europa che ha più volte lodato la norma sulla prescrizione che è contenuta nella “legge Spazzacorrotti”. Ad ogni modo, cosa abbiamo fatto? Semplicemente, siamo stati gli unici nella maggioranza a insistere perché ci fosse in Commissione l'audizione dei più autorevoli esponenti istituzionali in materia di giustizia e il messaggio che è venuto fuori da quelle audizioni è stato molto chiaro: in primo luogo, c'era il rischio, col testo originario, di un problema per la sicurezza nazionale, soprattutto per quanto riguarda i reati di mafia; in secondo luogo, per l'Associazione nazionale magistrati c'era un rischio di mandare al macero 150.000 processi (Commenti del deputato Pittalis).

PRESIDENTE. Deputato Pittalis!

ALFONSO BONAFEDE (M5S). Nel giro di poco tempo gli autorevoli esponenti della lotta alla mafia si sono uniti al coro di voci critiche su quel testo originario e il MoVimento 5 Stelle, come fa sempre, cioè lavorando nelle istituzioni (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), si è fatto carico di quelle preoccupazioni emerse nelle audizioni nel sostanziale silenzio di tutta la politica. Anzi, no: qualcuno ha parlato, perché il segretario della Lega ha chiarito legittimamente che la riforma - cito testualmente - “non andava cambiata nemmeno di una virgola”, ignorando, quindi, completamente l'allarme che veniva lanciato dai magistrati antimafia. Questo fa un po' specie se si pensa che il segretario della Lega è anche un ex Ministro dell'Interno, che, quindi, rispetto alla sicurezza nazionale, dovrebbe avere una particolare sensibilità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Forza Italia, dal canto suo, approfittava di un momento di caos e presentava un emendamento sull'abuso d'ufficio che veniva bloccato, grazie anche alla fermezza del MoVimento 5 Stelle.

PRESIDENTE. Si avvii a conclusione.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Bravo Presidente!

ALFONSO BONAFEDE (M5S). Presidente, sono stato interrotto più volte.

PRESIDENTE. Sì, sta recuperando. Prego.

ALFONSO BONAFEDE (M5S). Oggi non c'è nessun trionfalismo per i risultati raggiunti. Quello che viene votato non è il testo che avremmo voluto. C'è però da constatare che, grazie al contributo del MoVimento 5 Stelle, guidato da Giuseppe Conte, nell'interlocuzione, che abbiamo apprezzato, con la Ministra Cartabia e col Governo Draghi (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), siamo riusciti a ottenere che per tutti i reati, per tutti i reati…

PRESIDENTE. Colleghi, dovete far concludere.

ALFONSO BONAFEDE (M5S). …compresi i reati ambientali, fino a dicembre 2024, i termini vengono raddoppiati a quatto anni e per i reati con l'aggravante mafiosa vengono triplicati a sei anni. Non solo, perché per tutti i reati, cioè di mafia, di voto di scambio politico-mafioso, terrorismo, violenza sessuale aggravata, traffico internazionale di stupefacenti, è stato eliminato il termine di durata massima.

Ora, Ministra Cartabia, il percorso è ancora lungo e noi continueremo a dare il nostro contributo, con lealtà e in maniera costruttiva. Questo non vuol dire essere sempre d'accordo: vuol dire, nel momento di disaccordo e di divergenza, portare avanti argomentazioni solide, anzi solidissime nel merito.

PRESIDENTE. Concluda.

ALFONSO BONAFEDE (M5S). Noi - finisco, Presidente - ci saremo. Lo dico a tutte quelle forze politiche che hanno l'obiettivo, per non dire quasi l'ossessione, di demolire quello che è stato costruito in materia di giustizia nei due Governi precedenti: non ci sarà nessuna restaurazione, nessun passo indietro, non con noi nella maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Concludo, Presidente. Noi abbiamo il dovere di essere leali prima di tutto con i cittadini italiani, che nel 2018 hanno manifestato una chiara volontà di cambiamento (Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia) e che credono fermamente nel fatto che l'onestà e la giustizia siano le uniche prospettive possibili per il futuro del nostro Paese. Con questo spirito e con questo orgoglio, dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Congratulazioni).

DAVIDE GALANTINO (FDI). Venduti!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ehm. Ne ha facoltà.

YANA CHIARA EHM (MISTO). Grazie, Presidente. Ci vuole coraggio a votare “sì” a una riforma di fatto bocciata da tutti (Applausi di deputati del gruppo Misto). La rabbia è molta, la rabbia è molta: dai familiari delle vittime del Rigopiano, dal ponte Morandi e dalla strage di Viareggio, che ha visto 32 morti e centinaia di feriti che da 12 anni attendono giustizia. C'è rabbia verso chi, con una faccia, proclama legalità, cerimonie e memoriali per le vittime delle stragi di mafia e, con l'altra, ha elaborato o vota un testo giudicato dallo stesso CSM come rischioso di rilevanti e drammatiche ricadute (Applausi di deputati del gruppo Misto).

Mi appello a tutti, Presidente, ma, in particolare, al MoVimento 5 Stelle. In quest'Aula si è fatta l'Italia: fermate questa riforma e non macchiatevi di questo clamoroso errore. Io non dimentico i valori che mi hanno portato in quest'Aula e voglio condividerli con il pensiero di Salvatore Borsellino, che cito: “Chiedo a tutti quelli che con il loro voto decideranno l'esito di questa riforma (…) di volerla fermare, di non distruggere il sogno di Paolo Borsellino e di Giovanni Falcone (Applausi di deputati del gruppo Misto), altrimenti non osino più, in futuro, di pronunciare neanche loro nome”. Il mio voto è “no” (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Prima dell'intervento della deputata Ehm, si sono esaurite le dichiarazioni di voto finale per le quali è stata disposta la ripresa televisiva diretta.

Ha chiesto di parlare la deputata Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (MISTO). Grazie, Presidente. Signora Ministra, membri del Governo, onorevoli colleghi, il mio voto su questa riforma è favorevole, un riforma che non è certamente quella voluta dall'ex Guardasigilli Bonafede, perché per me, Ministro, ha un pregio indiscutibile: quello di aver restituito tempi certi alla celebrazione del grado di appello e del grado in Cassazione. Ma le dico, onorevole, anche una cosa in più e, per il suo tramite, Presidente, all'ex Guardasigilli. Anche sulle assunzioni, la sua riforma è totalmente diversa da quella voluta, perché voi creavate il precariato nel comparto giustizia, per esempio nell'ufficio del processo laddove si prevedevano assunzioni a tempo determinato; la Ministra Cartabia, correttamente, ha previsto assunzioni a tempo indeterminato.

Ministro, io trovo che quando si parla di centralità della Costituzione credo veramente che non si colga appieno il sistema. Noi dobbiamo allineare un sistema che è disallineato, un codice penale che è figlio - chiudo, Presidente - degli anni Trenta, quindi di stampo repressivo, una Costituzione del 1948 di stampo liberale e di tradizione democratica laica e un codice di procedura penale figlio dell'epoca stragista del 1988.

E, allora, come si riporta il tutto a unità? Riconducendo - chiudo -, fugando la panpenalizzazione, Ministro, facendo una seria politica di depenalizzazione. Questo ci chiedono i cittadini per riportare la punizione e, quindi, il reato al comune sentire. In quest'ottica, lei ci troverà sempre, con lealtà, al suo fianco (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Leda Volpi. Ne ha facoltà.

LEDA VOLPI (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Questa è la peggiore riforma della giustizia che abbia mai visto: queste le parole di Nicola Gratteri (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è), che aggiunge: “Con la riforma Cartabia sarà più facile delinquere e avere l'impunità. L'Europa ci chiede i processi celeri, non di fermare i processi e mandarli in fumo”. Nino Di Matteo: “Un aumento esponenziale dell'impunità anche per reati molto gravi. Sarà la fine della grande fase dei processi per mafia aperta negli anni Ottanta da Falcone”.

PRESIDENTE. Colleghi…

LEDA VOLPI (MISTO-L'A.C'È). E che dire degli ecoreati? Non avete ascoltato nemmeno gli appelli di Legambiente e WWF, indignate perché i complessi processi per i reati ambientali rischiano di finire in prescrizione. Non avete ascoltato i familiari delle vittime della strage di Viareggio: “È un testo che rischia di cancellare con un colpo di spugna i processi per i disastri colposi ambientali”, dicono. Non solo il processo di Viareggio, ma anche la strage di Rigopiano, il ponte Morandi, la funivia del Mottarone.

PRESIDENTE. Concluda.

LEDA VOLPI (MISTO-L'A.C'È). Non avete ascoltato Francesco Cozzi, capo della procura di Genova, che ha seguito tutta l'indagine sul Morandi: “Mi pare un meccanismo privo di logica”. Per non parlare dei reati contro la pubblica amministrazione: con questa legge non sarà condannato più nessuno per la corruzione. La prescrizione è servita, la “legge Bonafede” cancellata, complimenti.

PRESIDENTE. Deve concludere.

LEDA VOLPI (MISTO-L'A.C'È). Voi non avete ascoltato nessuno, ma quando le vittime si vedranno negate alla giustizia, quando vedranno che nessuno pagherà per ciò che è successo, allora sarà giusto ricordare i nomi di chi oggi voterà questa vergogna, così sapranno chi ringraziare (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Sarli. Ne ha facoltà.

DORIANA SARLI (MISTO). Grazie, Presidente. Non so da dove iniziare per motivare la mia contrarietà a questo provvedimento. Ho poco tempo e lo concentrerò sull'introduzione dell'istituto giuridico dell'improcedibilità. È una forma abbreviata di prescrizione e produce effetti peggiori: il processo si blocca, non va avanti, diventa improcedibile e la parte lesa non solo non riceve giustizia, ma viene consegnata ad un processo civile del quale, probabilmente, non vedrà mai la fine. E non dite “ce lo chiede l'Europa”: l'Europa ci chiede di tradurre di ridurre i tempi dei processi, non di cancellarli. L'Europa ci considera, a ragione, un Paese ad alto tasso di corruzione e proprio questi processi saranno ad alto rischio di improcedibilità. A chi facciamo un regalo? Ai corrotti? Ai responsabili di crimini ambientali spesso legati a mafia e malaffare? E che un domani nessuno dica “non sapevo, non avevo capito” (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sgarbi. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI (M-NCI-USEI-R-AC). Gentile Ministro, gentile Presidente, cari colleghi, è stato bello: anche Bonafede è contento (Applausi – Si ride). Una buona giornata, dunque, per l'Italia e per il Parlamento e, come abbiamo sentito, anche per l'autore di una legge che avete creduto di mutare. Possiamo dire, oggi, che, ineluttabilmente, la “legge Bonafede” è caduta in prescrizione, è riuscita così ad evitare (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia), come ha confessato il suo autore, cui è stata risparmiata la carcerazione preventiva, la condanna che le sarebbe toccata perché il fatto sussiste, come lui ha ammesso. L'Italia ringrazia il Ministro Cartabia, il Presidente Draghi per avere creato le condizioni per questo atto di clemenza. Attendiamo ora la condanna del tribunale del popolo per il MoVimento 5 Stelle, che ha confessato la sua colpa, senza prescrizione, come loro chiedono: condannati per sempre (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sodano. Ne ha facoltà.

MICHELE SODANO (MISTO). Grazie, Presidente. Sicuramente stiamo assistendo ad una scena surreale, cioè, da un lato, la maggioranza brinda perché finisce la stagione del giustizialismo, secondo loro introdotta da Bonafede e, dall'altro lato, Bonafede gioisce perché rivendica un provvedimento che allarga le maglie dell'impunità (Applausi di deputati del gruppo Misto).

Ma fuori i cittadini italiani che film si fanno? Che credibilità diamo, come Parlamento (Applausi di deputati del gruppo Misto)? Perché ricordiamo, Ministro Cartabia, avete fatto il capolavoro , ci avete chiamato qui domenica mattina per chiederci di lavorare a questa legge delega e, poi, il pomeriggio stesso avete messo la fiducia, negandoci la possibilità di lavorare a questa legge (Applausi dei deputati del gruppo Misto). Qui chiaramente si scontrano due idee di giustizia: una è quella di Gratteri, di Di Matteo, di Salvatore Borsellino, l'altra è quella, legittima, per carità, dei berlusconiani, dell'avvocato di Berlusconi. Io chiedo, Ministro Cartabia: lei da che parte sta?

Per concludere, voglio semplicemente dire che qui ci sono 15 deputati, 20, indipendenti, che hanno combattuto e non hanno mai abbandonato quest'Aula, nel silenzio totale dei media italiani, totalmente allineati al regime. Allora, io dico, per quello che può valere: onore a questi deputati, che hanno combattuto veramente per difendere la legalità nel nostro Paese (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Raduzzi. Ne ha facoltà.

RAPHAEL RADUZZI (MISTO). Presidente, oggi qui non parliamo di giustizia, come ha detto qualcuno: oggi, qui, stiamo parlando di ingiustizia di Stato (Applausi di deputati del gruppo Misto)! E per questo io annuncio il mio voto contrario a una riforma che è stata discussa 2 ore in Commissione, che è arrivata in Aula la domenica, in agosto, e ci avete pure messo la fiducia per non discutere nel merito delle cose. Una riforma che crea una vera e propria corsa a ostacoli per quei giudici che vorrebbero arrivare a una sentenza definitiva, perché dovranno dimostrare questa particolare complessità del processo per non mandarlo al macero, come succederà, purtroppo, anche per i reati di mafia. Questo dovete dirlo. E non solo, pensate agli ecoreati, come diceva Sergio Costa, l'ex Ministro dell'Ambiente, ai reati finanziari, ai reati contro la PA. Ecco, per questi motivi, io dico “no” a una riforma fatta su misura per i delinquenti (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Suriano. Ne ha facoltà.

SIMONA SURIANO (MISTO). Volevamo intervenire sulla legge elettorale dei componenti togati del CSM per limitare il ruolo delle correnti nelle competizioni elettorali e, invece, ci troviamo una riforma con la quale sarà molto più semplice delinquere e conseguire l'impunità. Vorrei tranquillizzare tutti, chi afferma questo concetto non è un laureato in chimica o farmacia, ma un magistrato (Applausi di deputati del gruppo Misto), un procuratore, il dottor Gratteri, che presumo di come si svolgano i processi e dei problemi della giustizia italiana abbia contezza. Ma continuate a preferire fare orecchie da mercante, fingere che avete migliorato qualcosa che, in realtà, andava respinto al mittente. E voglio ricordare come tutto questo è stato possibile grazie al voto unanime di tutti i partiti della maggioranza in quel Consiglio dei Ministri. Siete, poi, corsi ai ripari, ma la toppa è stata peggio del buco. Oggi permettete a imprenditori spregiudicati, bancarottieri, corrotti e corruttori e stupratori di rimanere impuniti: è quanto di più malvagio poteva mai partorire una mente malvagia e il consenso silenzioso, acritico, passivo di tre quarti di quest'Aula mi fa paura. Per questo dichiaro il mio voto contrario (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Vazio, per un ringraziamento. Ne ha facoltà.

FRANCO VAZIO, Relatore per la maggioranza. Solo pochi secondi, Presidente. Anche la discussione odierna in Aula ha dimostrato l'importanza di questa riforma e quanto essa sia sentita da tutti, una riforma che l'Italia attende da anni. Per queste ragioni, come relatore, intendo ringraziare tutti i colleghi, per l'impegno profuso, sia in Commissione che in Aula, e per i loro contributi e la Ministra Cartabia e i sottosegretari Macina e Sisto, per una disponibilità e un'attenzione al confronto davvero speciali. Un ringraziamento particolare va, però, rivolto ai dirigenti e ai funzionari della Commissione giustizia e del Ministero della Giustizia che, in queste settimane, con abnegazione e professionalità altissime, hanno reso possibile questo straordinario risultato, di cui la Camera dei deputati deve andare fiera (Applausi).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 2435-A​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2435-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2435-A:

"Delega al Governo per l'efficienza del processo penale nonché in materia di giustizia riparativa e disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari".

Dichiaro aperta la votazione.

(S egue la votazione) .

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 53).

(Applausi)

Su un lutto del deputato Zanettin.

PRESIDENTE. Comunico che il collega Pierantonio Zanettin è stato colpito da un grave lutto: la perdita della madre. Al collega la Presidenza della Camera ha fatto già pervenire le espressioni della più sentita partecipazione al suo dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

Annunzio della presentazione di una questione pregiudiziale (A.C 3243).

PRESIDENTE. Avverto che è stata presentata la questione pregiudiziale n. 1 Lollobrigida ed altri, riferita al disegno di legge n. 3243 di conversione del decreto-legge recante misure urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle pubbliche amministrazioni funzionale all'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e per l'efficienza della giustizia, che sarà esaminata e posta in votazione nella seduta di domani, mercoledì 4 agosto 2021, dopo la discussione generale del provvedimento.

Annunzio di un'informativa urgente del Governo.

PRESIDENTE. Avverto che, secondo le intese intercorse tra i gruppi, nella seduta di giovedì 5 agosto, alle ore 9, avrà luogo un'informativa urgente del Governo, con la partecipazione del Ministro della Transizione ecologica, sullo sviluppo di gravi incendi in diverse aree del Paese.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare il deputato Romaniello. Ne ha facoltà.

CRISTIAN ROMANIELLO (MISTO). Grazie, Presidente. Gentile onorevole, abbiamo letto nei giorni scorsi l'ordinanza del governatore Emiliano e ne siamo stati favorevolmente colpiti. Il riferimento è ad un'ordinanza regionale che vieta il lavoro in condizioni di esposizione prolungata al sole dalle 12,30 alle ore 16; un'ordinanza scritta dopo la morte di un bracciante di 27 anni. Proseguono così: Finalmente qualcuno sembra cominciare a rendersi conto che la realtà di alcuni lavoratori è al limite del disumano. Occupandoci soprattutto di manutenzione delle strade, oltre ad una serie innumerevole di altre mansioni pesanti e pericolose per la nostra incolumità, quella che più ci mette tutti quanti a rischio durante le bollenti giornate estive sicuramente è la posa dell'asfalto. La macchina asfaltartice per poter lavorare l'asfalto caldo obbligatoriamente possiede quattro fuochi sempre accesi in modo da mantenere l'asfalto ad altissime temperature. Infatti, il conglomerato bituminoso deve essere mantenuto ad una temperatura tra i 220 e 250 gradi. Vi preghiamo di immaginare cosa significhi lavorare un materiale ad una tale temperatura, con tutte le esalazioni che comporta in una giornata afosa, estiva, magari con quaranta gradi. Vi chiediamo, prendendo esempio dal governatore della Puglia, di prevedere un divieto di espletare queste mansioni, già estenuanti in condizioni normali, per lo meno con temperature superiori ai 30 gradi e nelle ore più calde della giornata, confidando nella vostra sensibilità verso la salute di noi lavoratori del settore edile. Grazie.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI (Ore 20,55)

CRISTIAN ROMANIELLO (MISTO). Quello che volevo dire a quest'Aula è che forse c'è da prendere effettivamente esempio da questa ordinanza e iniziare a ragionare sui lavoratori che debbono probabilmente iniziare, soprattutto nel periodo estivo, soprattutto quando ci sono queste temperature, a lavorare di meno, probabilmente a saltare le ore calde. Visto che il futuro sarà forzatamente la riduzione dell'orario di lavoro, secondo me potrebbe essere buono iniziare già in questa legislatura a parlare di lavoratori che lavorano sull'asfalto e impedire che possano lavorare in orari così caldi con le condizioni che abbiamo appena sentito. Intanto ringrazio questi lavoratori e tutta l'Aula per l'attenzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Stefania Ascari. Ne ha facoltà.

STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie Presidente, ci vogliono meno di 6 secondi per leggere questo messaggio agghiacciante: “da lunedì 2 agosto lei sarà dispensato dall'attività lavorativa, cordiali saluti”. Con questo lapidario SMS, Presidente, 90 lavoratori si sono visti liquidare da Logista, multinazionale della distribuzione del tabacco, che ha deciso di chiudere il sito di Bologna scaricando, come se fossero pesi inutili, quasi 100 facchini. Parliamo di lavoratori che in quest'anno e mezzo, durante la pandemia non si sono mai fermati, perché i tabacchi sono stati considerati attività essenziale. Inoltre, secondo i sindacati, Logista non chiude a Bologna per problemi di produttività, ma per il costo del lavoro, considerato eccessivo; non chiude per crisi, ma per fame di profitto, questa è la verità, esattamente come altre aziende che chiudono oggi: la FedEx a Piacenza, Gkn, Whirlpool e Logista hanno tutte una cosa in comune, non sono aziende in crisi, semplicemente delocalizzano, spostano il lavoro dove gli operai sono meno organizzati, più facilmente sfruttabili, perché gli stabilimenti che chiudono sono tutti con un tasso di sindacalizzazione molto alto; sono i diritti e le tutele, Presidente, che non fanno comodo e che oggi spaventano le multinazionali, ma una Nazione civile, oggi, non può consentire tutto questo, non può girare la faccia di fronte alla barbarie di un licenziamento che avviene con un SMS, violando i diritti dei lavoratori e, soprattutto, sbeffeggiandoli, questo è inaccettabile.

Chiudo, Presidente, perché voglio ricordare, in quest'Aula, Laila El Harim, operaia di quarant'anni che questa mattina ha perso la vita sul posto di lavoro; è accaduto in un'azienda del mio territorio, in provincia di Modena; lascia il compagno e una bambina di quattro anni. Io vorrei ricordare che al lavoro si va per vivere, e non per morire; vorrei esprimere la mia sincera vicinanza alla famiglia (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Roberto Rossini. Ne ha facoltà.

ROBERTO ROSSINI (M5S). Grazie, Presidente. I due ori in dieci minuti, conquistati nel salto in alto e nei 100 metri rappresentano un'impresa leggendaria, forse il punto più alto della storia italiana alle Olimpiadi o, anche, di tutta la nostra storia sportiva, e hanno un significato che va ben oltre lo sport: l'abbraccio di Tamberi e Jacobs, così come quello di Mancini e Vialli dopo la vittoria agli Europei, rappresenta il riscatto di tutti noi, il riscatto di un Paese martoriato dalla pandemia, di un Paese che stenta a ritrovare la normalità, la serenità, che stenta a trovare la scintilla per ripartire, e lo sport può essere quella scintilla. Queste Olimpiadi ci stanno dando tanto, ci stanno facendo unire, abbracciare, urlare di gioia e stanno facendo vedere al mondo che l'Italia è un Paese grande. Stiamo dimostrando, anche attraverso lo sport, che nelle difficoltà tiriamo sempre fuori qualcosa in più, che quando l'Italia chiama, gli italiani rispondono. Ma queste ultime imprese non devono trarci in inganno, Presidente: abbiamo perso tante medaglie per strada e, soprattutto, ci mancano molti metalli pesanti, mancano gli ori; possiamo e dobbiamo fare di più; se vogliamo arrivare al livello delle grandi potenze come Stati Uniti e Cina dobbiamo aiutare di più i nostri ragazzi, dobbiamo lavorare di più nelle scuole, nei territori, stimolare nei ragazzi la passione per lo sport.

Concludo, Presidente. In tutto questo, voglio sottolineare il grandissimo lavoro dei gruppi sportivi militari e delle Forze dell'ordine, che danno un contributo enorme allo sport italiano, e anche in queste Olimpiadi lo hanno dimostrato, un patrimonio dal valore inestimabile, che va assolutamente valorizzato di più; se aiutiamo lo sport, aiutiamo il nostro Paese (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Luca Rodolfo Paolini. Ne ha facoltà.

LUCA RODOLFO PAOLINI (LEGA). Grazie, Presidente. Ricordo, a ciò sollecitato dal sindacati della Polizia di Stato Italiacelere, che continuano le violenze inaudite dei No-TAV in Val di Susa contro i nostri agenti, che vengono definiti pupazzetti mandati allo sbaraglio; è una cosa incredibile che si continui, da 10-12 anni, con questa pantomima. Ricordo che nel 2011 i signori no-TAV avevano allestito una catapulta capace di lanciare pietre da 10, 12, 20 chili, che avrebbe potuto uccidere. Lo dico alla Ministra Lamorgese, in latino citando le Catilinarie e adattandole: Quo usque tandem, Minister Lamorgese, audierit no-Tavulos abutere patientia civium? Quamdiu etiam furor no-Tavulorum rei publicae eludet? Quem ad finem eiusdem effrenata iactabit audacia?

Fino a quando, dunque, Ministra Lamorgese, consentirà ai no-TAV di abusare della pazienza dei cittadini? Quanto a lungo ancora la furia dei no-TAV si prenderà gioco dello Stato? Fino a che punto si spingerà la loro sfrenata follia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Maria Soave Alemanno. Ne ha facoltà.

MARIA SOAVE ALEMANNO (M5S). Grazie, Presidente. In questi ultimi caldi giorni d'estate, l'ostilità nei confronti del reddito di cittadinanza è aumentata notevolmente, indebolisce la fibra delle persone e la loro capacità di iniziativa, è diseducativo e puro assistenzialismo: questo è quello che sentiamo dire da politici e imprenditori, che per lo più sono nati in famiglie agiate, in condizioni favorevoli, disponendo di genitori con mezzi sufficienti a dar loro una mano in caso di necessità. È questo, infatti, l'identikit di chi se la prende con i cittadini che, invece, non potendo contare su agiatezze di famiglia, sono destinatari dell'aiuto pubblico. L'invito a spaccarsi la schiena, soffrire, provare e rischiare è un insulto, se rivolto a persone che lavorano spesso in una condizione di assoluta precarietà e scarsità di diritti. Certamente il reddito di cittadinanza è una misura perfettibile, e questo noi come MoVimento l'abbiamo sempre detto, ma è una misura irrinunciabile, a maggior ragione oggi, di fronte ad una crisi che continua a mordere e ad insidiare le parti più fragili del Paese.

Inoltre, grazie al reddito di cittadinanza, abbiamo capito che è fondamentale investire di più e meglio sui centri per l'impiego, informatizzarli, trasformarli in presidi reali di aiuto per il cittadino. Il reddito, oltre che un sussidio, può diventare uno straordinario strumento di formazione…

PRESIDENTE. Concluda.

MARIA SOAVE ALEMANNO (M5S). …un trampolino di lancio per il mondo del lavoro. Per affrontare e superare questa crisi, dobbiamo ripensare il mercato del lavoro e porre al primo posto i diritti, la sostenibilità e la dignità del cittadino (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lombardo. Ne ha facoltà.

ANTONIO LOMBARDO (M-MAIE-PSI-FE). Grazie, Presidente. Il giorno 7 agosto ricorrono 10 anni dalla tragica scomparsa di Ludovico Corrao, del quale mi onoro di essere stato concittadino. Più volte deputato e assessore regionale siciliano, eletto alla Camera dei deputati e più volte senatore della Repubblica. Da avvocato, Corrao portò alla ribalta il caso di Franca Viola e la difese in tribunale. Fu sindaco di Alcamo nei primi anni Sessanta e poi di Gibellina per un quarto di secolo, guidando la rinascita del centro belicino dopo il terribile terremoto del 1968, coinvolgendo architetti, artisti ed intellettuali di grande prestigio.

Credo che il modo migliore per ricordare una personalità come Corrao sia utilizzare le sue parole, quindi citerò un po' quello che è che il suo manifesto politico: “Ricordo il mio manifesto elettorale del '94, che è un'opera d'arte di Mario Schifano: rappresenta la Sicilia come un'oasi di palme e un'isola zattera. E' questa la sintesi ideale del mio progetto, in un'unione di arte, politica, economia e storia. E' un progetto di sviluppo culturale, di una nuova fase identitaria forte dell'intreccio di molteplici civiltà e di differenti correnti di pensiero e di espressione, del nomadismo intellettuale e creativo. Un'identità dal cuore antico (…), che affronti i nodi della cultura contemporanea globalizzata. La Sicilia torna così ad essere un polo di internazionalità con la presenza di centinaia di migliaia di migranti, qui tornano le lingue dei tanti popoli della terra, qui (…) soffiano gli spiriti creatori, musiche, poesie, riti che preannunciano un mondo di fratellanza e di pace (…)”.

PRESIDENTE. Concluda.

ANTONIO LOMBARDO (M-MAIE-PSI-FE). Mi avvio a concludere. “La Sicilia, dunque, come ponte tra Europa e Africa, tra Europa e Medio Oriente.” Grazie a Ludovico Corrao (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato De Luca. Ne ha facoltà.

PIERO DE LUCA (PD). Grazie, Presidente. Quanto accaduto nelle ultime settimane e nelle ultime ore a tanti, troppi, cittadini bielorussi non può lasciarci indifferenti. Come Partito Democratico vogliamo denunciare con forza quello che sta accadendo nelle ultime ore e che abbiamo appreso dagli organi di stampa. Siamo sconcertati e addolorati per la notizia della morte dell'attivista bielorusso Vitaly Shishov. E' una notizia che ci lascia colpiti e che non può lasciarci indifferenti. Noi denunciamo con forza quanto sta accadendo. Vitaly Shishov era a capo di una ONG che aiuta e sostiene gli oppositori del regime Lukashenko a trovare una sistemazione e un lavoro all'estero. E' stato trovato impiccato, molto probabilmente vittima di un assassinio, a Kiev. Se fosse confermato, questo episodio sarebbe gravissimo, sarebbe l'ennesimo tentativo di L'Unione europea ha reagito nelle scorse settimane, prevedendo delle misure restrittive e sanzioni nei confronti del regime. Se necessario, il Governo faccia tutto quanto è possibile, perché in Europa si prevedano e si adottino ulteriori sanzioni ancora più forti, ancora più decise, per opporci con forza alla continua e reiterata violazione di ogni tipo di diritto umano, civile, sociale e della libertà democratica in questo Paese. È un Paese in cui la democrazia è sospesa, un Paese che stava prevedendo il rientro forzato in un atleta, qualche ora fa, dalle Olimpiadi e che poche settimane fa ha addirittura fatto dirottare un volo di linea, per arrestare un Roman Protasevich, uno degli oppositori al regime. Non possiamo più tollerare questo tipo di comportamenti e di atteggiamenti. Si faccia il possibile a livello europeo e internazionale per superare il regime e arrivare a una transizione democratica ordinata in questo Paese. Il Partito Democratico farà valere con forza queste istanze a livello nazionale ed europeo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Migliore. Ne ha facoltà.

GENNARO MIGLIORE (IV). Grazie, signora Presidente. Nella giornata di oggi è scomparso improvvisamente Antonio Pennacchi, uno degli scrittori e degli intellettuali più importanti del nostro Paese, autore di un vero capolavoro di questo inizio secolo, che è “Canale Mussolini”, vincitore di molteplici premi, inventore di una lingua, quella veneto-pontina, che ha rappresentato anche un'innovazione straordinaria nel campo letterario. Si tratta soprattutto, però, di un uomo, la cui storia, la cui vita è stata un'opera d'arte. Ha iniziato da operaio e ha attraversato forze politiche diverse, prima il Movimento Sociale, poi il Partito Comunista, poi il Partito Democratico, poi è andato altrove, ma ha fatto della sua vita e della sua irrequieta curiosità e arguzia una vera e propria opera d'arte. Ad Antonio Pennacchi dobbiamo molto, perché ha saputo con il suo sorriso beffardo sottolineare anche alcuni vizi del nostro Paese. Io ritengo che ricordarlo in quest'Aula sia non solo doveroso, ma illustrativo di chi, come lui, che si è definito e si è autodefinito a un certo punto della sua vita fasciocomunista, poteva essere la rappresentazione di quell'inquietudine che, partendo da un punto di contestazione, arrivava ad altre considerazioni rispetto alla vita. Io credo che davvero il dolore che lascia nella sua straordinaria famiglia, Laura Pennacchi, è un economista straordinaria, Gianni Pennacchi un giornalista…

PRESIDENTE. Deve concludere.

GENNARO MIGLIORE (IV). …e a tutta la sua famiglia debba arrivare la vicinanza del nostro pensiero (Applausi).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 4 agosto 2021 – Ore 9

(ore 9, con votazioni non prima delle ore 12)

1. Discussione del disegno di legge (per la discussione sulle linee generali e, previo esame e votazione della questione pregiudiziale presentata, per il seguito dell'esame):

S. 2272 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 giugno 2021, n. 80, recante misure urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle pubbliche amministrazioni funzionale all'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e per l'efficienza della giustizia (Approvato dal Senato). (C. 3243​)

- Relatori: Ceccanti, per la I Commissione; Zangrillo, per la XI Commissione.

La seduta termina alle 21,10.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 17 la deputata Villani ha segnalato che si è erroneamente astenuta mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 24 i deputati Caretta e Caiata hanno segnalato che hanno erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbero voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 30 il deputato Romaniello ha segnalato che si è erroneamente astenuto mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 40 la deputata Ravetto ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 46 la deputata Noja ha segnalato che si è erroneamente astenuta mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 46 il deputato Verini ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 2435-A - odg 9/1 436 427 9 214 35 392 76 Resp.
2 Nominale odg 9/2435-A/3 439 436 3 219 20 416 74 Resp.
3 Nominale odg 9/2435-A/4 446 444 2 223 54 390 73 Resp.
4 Nominale odg 9/2435-A/7 436 433 3 217 31 402 73 Resp.
5 Nominale odg 9/2435-A/9 434 433 1 217 32 401 71 Resp.
6 Nominale odg 9/2435-A/10 437 426 11 214 32 394 71 Resp.
7 Nominale odg 9/2435-A/11 428 427 1 214 44 383 71 Resp.
8 Nominale odg 9/2435-A/12 428 424 4 213 41 383 72 Resp.
9 Nominale odg 9/2435-A/13 442 430 12 216 33 397 70 Resp.
10 Nominale odg 9/2435-A/15 434 430 4 216 49 381 71 Resp.
11 Nominale odg 9/2435-A/16 435 434 1 218 48 386 70 Resp.
12 Nominale odg 9/2435-A/17 442 440 2 221 48 392 70 Resp.
13 Nominale odg 9/2435-A/23 440 268 172 135 33 235 69 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale odg 9/2435-A/25 434 431 3 216 44 387 69 Resp.
15 Nominale odg 9/2435-A/26 438 435 3 218 35 400 69 Resp.
16 Nominale odg 9/2435-A/28 437 436 1 219 47 389 69 Resp.
17 Nominale odg 9/2435-A/30 438 257 181 129 37 220 68 Resp.
18 Nominale odg 9/2435-A/32 354 350 4 176 35 315 81 Resp.
19 Nominale odg 9/2435-A/33 360 358 2 180 37 321 79 Resp.
20 Nominale odg 9/2435-A/37 425 420 5 211 44 376 76 Resp.
21 Nominale odg 9/2435-A/38 422 417 5 209 44 373 76 Resp.
22 Nominale odg 9/2435-A/41 421 420 1 211 45 375 75 Resp.
23 Nominale odg 9/2435-A/44 436 434 2 218 50 384 74 Resp.
24 Nominale odg 9/2435-A/62 442 439 3 220 29 410 73 Resp.
25 Nominale odg 9/2435-A/65 444 442 2 222 50 392 73 Resp.
26 Nominale odg 9/2435-A/66 437 436 1 219 49 387 73 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale odg 9/2435-A/67 441 438 3 220 47 391 73 Resp.
28 Nominale odg 9/2435-A/68 428 424 4 213 48 376 73 Resp.
29 Nominale odg 9/2435-A/69 436 435 1 218 49 386 73 Resp.
30 Nominale odg 9/2435-A/70 435 431 4 216 45 386 73 Resp.
31 Nominale odg 9/2435-A/71 436 432 4 217 42 390 73 Resp.
32 Nominale odg 9/2435-A/75 441 435 6 218 47 388 73 Resp.
33 Nominale odg 9/2435-A/77 444 440 4 221 48 392 73 Resp.
34 Nominale odg 9/2435-A/78 439 271 168 136 31 240 73 Resp.
35 Nominale odg 9/2435-A/79 437 435 2 218 49 386 73 Resp.
36 Nominale odg 9/2435-A/80 442 441 1 221 50 391 73 Resp.
37 Nominale odg 9/2435-A/81 434 432 2 217 54 378 73 Resp.
38 Nominale odg 9/2435-A/84 437 436 1 219 50 386 73 Resp.
39 Nominale odg 9/2435-A/85 440 437 3 219 49 388 73 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale odg 9/2435-A/86 440 437 3 219 50 387 73 Resp.
41 Nominale odg 9/2435-A/88 442 439 3 220 49 390 73 Resp.
42 Nominale odg 9/2435-A/90 432 427 5 214 34 393 73 Resp.
43 Nominale odg 9/2435-A/91 441 435 6 218 45 390 73 Resp.
44 Nominale odg 9/2435-A/92 440 436 4 219 30 406 73 Resp.
45 Nominale odg 9/2435-A/95 449 446 3 224 31 415 73 Resp.
46 Nominale odg 9/2435-A/6 423 367 56 184 181 186 72 Resp.
47 Nominale odg 9/2435-A/8 433 431 2 216 60 371 72 Resp.
48 Nominale odg 9/2435-A/31 423 419 4 210 49 370 72 Resp.
49 Nominale odg 9/2435-A/40 427 425 2 213 50 375 72 Resp.
50 Nominale odg 9/2435-A/63 429 426 3 214 57 369 71 Resp.
51 Nominale odg 9/2435-A/64 430 428 2 215 51 377 71 Resp.
52 Nominale odg 9/2435-A/87 427 423 4 212 56 367 71 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 53)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale Ddl 2435-A - voto finale 456 453 3 227 396 57 52 Appr.