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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 552 di lunedì 2 agosto 2021

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

La seduta comincia alle 20,50.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

SILVANA ANDREINA COMAROLI , Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Ascani, Battelli, Bergamini, Boschi, Brescia, Brunetta, Cancelleri, Carfagna, Casa, Castelli, Cavandoli, Cirielli, Colletti, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Dadone, De Maria, Delmastro Delle Vedove, Luigi Di Maio, Di Stefano, Durigon, Fassino, Gregorio Fontana, Ilaria Fontana, Franceschini, Gallinella, Garavaglia, Gava, Gebhard, Gelmini, Giachetti, Giacomoni, Giorgetti, Grande, Grimoldi, Guerini, Invernizzi, Iovino, Lapia, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lupi, Macina, Maggioni, Magi, Mandelli, Marattin, Melilli, Molinari, Molteni, Morelli, Mulè, Mura, Nardi, Nesci, Occhiuto, Orlando, Paita, Palazzotto, Parolo, Pastorino, Perantoni, Rampelli, Rizzo, Andrea Romano, Rotta, Ruocco, Sasso, Scalfarotto, Schullian, Serracchiani, Carlo Sibilia, Silli, Sisto, Speranza, Tabacci, Tasso, Vignaroli, Zanettin e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 91, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Nel quarantunesimo anniversario della strage di Bologna.

PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lui, l'intera Assemblea e i membri del Governo). Colleghe e colleghi, come sapete, ricorre oggi il 41° anniversario della strage di Bologna. Il 2 agosto 1980 un micidiale ordigno squarciò la stazione, uccidendo 85 persone e ferendone oltre 200. Il terrore e la violenza di quel terribile evento rappresentano, ancora oggi, una dolorosa ed incancellabile ferita per tutto il Paese. Per questa ragione, rinnoviamo oggi in quest'Aula la più profonda solidarietà e vicinanza alle famiglie delle vittime ed alla città di Bologna, che ho già espresso con un mio messaggio.

Al tempo stesso, la ricorrenza odierna deve essere l'occasione per ribadire la necessità di giungere, a distanza di tanti anni, ad una verità piena ed inconfutabile su quella tragica vicenda - condizionata da troppi insopportabili depistaggi -, riaffermando l'impegno di tutte le Istituzioni in questa direzione. Il persistere di ombre, ipotesi non chiarite e congetture è inaccettabile non soltanto per le vittime e per le loro famiglie, ma per uno Stato di diritto come il nostro. Proprio in questi mesi si sta svolgendo un procedimento giudiziario che, confidiamo tutti, potrebbe contribuire ad accertare le responsabilità e a ricomporre il contesto di quella tragica vicenda. Invito l'Assemblea ad osservare un minuto di silenzio (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio - Applausi).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO (ore 20,57)

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Colletti. Su che cosa?

ANDREA COLLETTI (MISTO-L'A.C'È). Presidente, sull'ordine dei lavori, prima di lasciare spazio alle dichiarazioni di voto sulla fiducia.

PRESIDENTE. Prego.

ANDREA COLLETTI (MISTO-L'A.C'È). Presidente, ieri è stata una giornata devastante per la mia città, la città di Pescara, a causa di incendi che hanno quasi interamente distrutto la Pineta Dannunziana. I Vigili del fuoco si sono occupati di far fronte a questi incendi, molto probabilmente di natura dolosa, e i volontari della Protezione civile ma anche semplici cittadini, che hanno protetto la città. Vi sono stati feriti e sfollati e per questo vorrei comunque ringraziare tutti quanti sono accorsi a tutelare la città e anche un suo polmone verde. Vorrei che nell'informativa, che dovrebbe e potrebbe - spero - fare il Ministro per tutti i fatti incendiari, gli incendi in Sardegna e in Sicilia che sono accaduti in questi giorni, si facesse riferimento anche a ciò che è accaduto nella mia città (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda, immagino sullo stesso tema. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Sarò brevissimo, intervengo per dare la mia solidarietà e quella del gruppo di Fratelli d'Italia alla popolazione dell'Abruzzo e per ringraziare anche tutti i colleghi che nelle scorse settimane hanno offerto aiuto e solidarietà alla mia regione, la Sardegna. Grazie di cuore, perché posso dire che, da sardi, l'abbiamo sentita tutti e veramente abbiamo sentito la solidarietà di un'intera Nazione. Quanto ho detto - e mi dispiace vedere la Sicilia e l'Abruzzo bruciare - ci deve far riflettere tutti: c'è bisogno di nuove misure dal punto di vista forestale e della prevenzione, ma occorre dotarci anche di più mezzi per contrastare, purtroppo, questi roghi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fiano, immagino sullo stesso argomento. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). La ringrazio, Presidente. Mi unisco alle parole dei colleghi per ricordare gli incendi dolosi della Sardegna e della Sicilia e gli ultimi eventi di Pescara, dell'Abruzzo, per esprimere la nostra vicinanza alle popolazioni colpite per i danni subiti, per augurarci che l'intervento del Governo possa essere quanto mai rapido ed efficiente per alleviare in parte i danni che sono occorsi e per permettere anche di consegnare alla giustizia coloro che si macchiano di questi crimini così terribili come gli incendi dolosi, di cui l'Italia è gravemente colpita.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Migliore. Ne ha facoltà.

GENNARO MIGLIORE (IV). Grazie, signor Presidente. Innanzitutto, anch'io vorrei unirmi alle parole dei colleghi per esprimere solidarietà nei confronti delle popolazioni colpite da questa ennesima ondata di incendi, che, per quanto ci riguarda, evidentemente non possono che avere una natura dolosa. Noi su questo chiediamo che ci sia un intervento pronto da parte delle Forze dell'ordine e della magistratura. Nel contempo, però, vorrei anche sottolineare il generoso sforzo della Protezione civile, dei Vigili del fuoco e di tutti i volontari che si sono mobilitati. A Pescara si è attentato alla Pineta Dannunziana, uno dei più straordinari luoghi e patrimoni naturalistici e storici del nostro Paese, mentre in Sardegna sono stati cancellati 20 mila ettari, così come altrove, in Sicilia e in altre parti del nostro territorio. Chiediamo che l'intervento del Governo sia celere ma, nello stesso tempo, crediamo che si debba mettere mano a un'azione repressiva forte nei confronti di chi attenta a questi patrimoni per interessi che non sono, ovviamente, di natura lecita (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Berardini. Ne ha facoltà.

FABIO BERARDINI (CI). Grazie, Presidente. Da abruzzese mi unisco a questo momento di dolore. Io ho visto con i miei occhi, proprio dal racconto di persone che sono a me care, la devastazione che ha provocato questo incendio. Chiaramente, sono vicino a tutte le popolazioni che hanno vissuto sulla propria pelle altri incendi, che hanno purtroppo devastato il nostro Paese in questi giorni. Solo uno stolto danneggia cose come gli alberi, che non si possono difendere né possono scappare. Nel caso di Pescara pare addirittura che siano stati ritrovati 7 inneschi. Quindi, c'è stata una premeditazione molto probabilmente da parte di piromani, che auspichiamo che vengano assicurati al più presto alla giustizia. Come gruppo di Coraggio Italia facciamo un ringraziamento a tutte le Forze dell'ordine, che sono prontamente intervenute, e auspichiamo una profonda riflessione sul tema degli incendi, magari anche inasprendo ulteriormente le pene, perché questo è un patrimonio che non possiamo permetterci di perdere (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Maurizio Cattoi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO CATTOI (M5S). Grazie, Presidente. Voglio solo associare allo sconcerto e al dolore delle popolazioni colpite per questi gravi episodi, che deturpano il nostro Paese, il profondo sconcerto e l'amarezza di tanti operatori del settore - parlo dei forestali - che oggi non riescono più, come prima, ad operare a cerniera di tante organizzazioni, di tanti impulsi e di tanti enti che insieme collaboravano per il raggiungimento dell'obiettivo principale, che era quello di arrivare presto sul fronte del fuoco e di lottare fino a che le cose erano ancora rimediabili.

Chiedo una riflessione di fondo al Parlamento per poter consentire il recupero della professionalità di 200 anni di storia di professionisti, che, pochi nel settore, erano però preziosi come gli infermieri sulle autoambulanze. Le autoambulanze arrivano sul posto, salvano le vite, se ne vanno, riportano le persone negli ospedali. Non è importante portare l'ospedale sulla strada ma portarci gli infermieri. I forestali erano questo: gli infermieri sulle strade. Non servono i grandi apparati, anche se hanno la loro funzione generale di deterrenza, ma in questi casi occorre essere pochi, precisi ed efficaci. Chiedo veramente una riflessione generale su questo tema, perché il vulnus creato dalla soppressione del Corpo forestale sta dimostrando adesso l'intera sua ridotta efficacia.

Su questo occorrerà aprire un forte dibattito e consentire al Parlamento di colmare questa grave lacuna (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bordonali. Ne ha facoltà.

SIMONA BORDONALI (LEGA). Grazie, Presidente. Anch'io, con tutto il gruppo Lega, voglio esprimere solidarietà a tutte le popolazioni colpite da questi gravissimi incendi. Anche noi auspichiamo che, al più presto, attraverso le Forze dell'ordine e la magistratura, venga fatta luce su queste devastazioni, che, come sappiamo, nella maggior parte dei casi hanno una matrice dolosa, e che gli interventi che verranno realizzati nei confronti di questi delinquenti siano esemplari affinché certe devastazioni non colpiscano più il nostro territorio.

Va, però, ricordato il grande lavoro della Protezione civile nazionale e delle Protezioni civili regionali, che sono prontamente intervenute a fianco dei Vigili del fuoco, e anche la solidarietà delle Protezioni civili di tutte quelle regioni che hanno inviato aiuti nelle regioni colpite. Abbiamo un sistema di Protezione civile che è un'eccellenza all'interno del nostro territorio nazionale e, purtroppo, solo in questi momenti ci si rende conto di quanto importante sia. Forse, dovremmo prestare in tal senso maggiore attenzione quando si parla anche di risorse da destinare a questo settore, che è fondamentale per la gestione di tutte quelle emergenze che colpiscono il nostro territorio (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pittalis. Ne ha facoltà.

PIETRO PITTALIS (FI). Esprimo anche a nome del gruppo di Forza Italia-Berlusconi Presidente la nostra convinta solidarietà alle popolazioni dell'Abruzzo. Mi sia consentito di evitare di fare un esercizio retorico di una solidarietà soltanto verbosa. Debbo dire, pensando a quello che è successo in Sardegna, che ad iniziativa di questo Parlamento e ad iniziativa del Governo su questo tema non ho ancora visto atti concreti rispetto ai quali possano le popolazioni dirsi soddisfatte (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) o possa dirsi soddisfatto chi ha perso la casa, chi ha perso il proprio bestiame, chi in Abruzzo sta soffrendo per le conseguenze di fatti che, a volte, nascono dalla casualità e, a volte, perché ci sono dietro dei criminali. Penso a una iniziativa - Forza Italia in questo senso se ne fa promotore - prima della pausa estiva perché vengano risarcite tutte le persone (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Altrimenti, è un esercizio retorico al quale io e il mio gruppo non ci prestiamo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Naturalmente, la Presidenza si unisce alle espressioni di solidarietà a tutta la popolazione coinvolta e di sostegno e di ringraziamento per i Vigili del fuoco, la Protezione civile, tutti i volontari e gli amministratori, i sindaci in prima linea, che hanno lavorato in questa emergenza. Poi, il Governo ci farà sapere anche come far contribuire il Parlamento in questo lavoro.

Aveva chiesto di parlare l'onorevole Fornaro, che ho dimenticato, mia colpa.

FEDERICO FORNARO (LEU). Mi ritrovo nelle sue parole, Presidente.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Fornaro, e mi scuso.

Seguito della discussione del disegno di legge: Delega al Governo per l'efficienza del processo penale nonché in materia di giustizia riparativa e disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari (A.C. 2435-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2435-A: Delega al Governo per l'efficienza del processo penale nonché in materia di giustizia riparativa e disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari.

Ricordo che, nella seduta di ieri, il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, degli articoli 1 e 2 del provvedimento, nel testo della Commissione.

(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia – Articolo 1 - A.C. 2435-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia posta sull'articolo 1.

Ha chiesto di parlare la collega Gebhard. Ne ha facoltà.

RENATE GEBHARD (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. La riforma della giustizia penale che trattiamo è coerente con i principi costituzionali ed europei del giusto processo e della sua ragionevole durata. È una riforma che, per queste ragioni, l'Europa ha indicato come essenziale nell'attuazione del Piano nazionale relativo al Recovery Fund. È importante, dunque, che la riforma della giustizia sia condivisa e sostenuta. Ne consegue, a nostro giudizio, che siano stati positivi il confronto e l'intesa raggiunti nella maggioranza di Governo. Ogni riforma, se efficace, comporta discontinuità con il passato. La discontinuità che a noi preme è con un sistema giudiziario nel quale oggi non vi è certezza del diritto e che ha costi economici e sociali insostenibili.

Condividiamo le affermazioni della Ministra Cartabia e il suo richiamo costante allo Stato di diritto. La riforma ha come obiettivo che tutti i processi giungano a conclusione. Riforma del processo civile, del diritto penale e riforma dell'ordinamento giudiziario sono aspetti fra loro integrati. Auspichiamo, dunque, che il Governo, come già ribadito dalla Ministra, lavori in questa prospettiva alla riforma della giustizia civile. Per queste ragioni voteremo a favore della fiducia posta dal Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Tondo. Ne ha facoltà.

RENZO TONDO (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, signor Presidente. La componente Noi con l'Italia voterà a favore di questo provvedimento; sarà un “sì” convinto ma, allo stesso tempo, senza entusiasmo. Convinto, perché riconosciamo il lavoro fatto dal Ministro, che ringraziamo, ma senza entusiasmo perché avremmo voluto di più. Ci rendiamo conto che, con i tempi che corrono, ci dobbiamo accontentare di quello che abbiamo ottenuto. Grazie, Ministro. La votiamo perché, da un lato, è necessario per l'Europa - ci è stato, giustamente, sottolineato questo - e, dall'altro, perché, da garantisti quali siamo, si pone finalmente fine al “paradigma Bonafede” e torna ad essere centrale in questo Parlamento il concetto della presunzione di innocenza che, per tanti anni, è un po' scomparso dal nostro ragionamento.

Vorrei essere molto chiaro: se in questi ultimi anni si è andata sempre più diffondendo una certa cultura colpevolista, la responsabilità non è solo dei rappresentanti del MoVimento 5 Stelle, con Beppe Grillo che urlava nelle piazze “vi verremo a prendere nelle case”, o di pubblici ministeri, come Davigo, che sostenevano che non esistono innocenti ma solo colpevoli che l'hanno fatta franca, ma questa responsabilità è anche di chi ha utilizzato la giustizia per farne un uso di lotta politica che ha avuto, io ritengo, nel PdS, poi PD, un raffinato motore ideologico. Non dimentichiamo che, solo poco tempo fa, PD e LeU hanno approvato la “riforma Bonafede”, Ministro del quale si possono dire molte cose ma non che non abbia agito in coscienza e in coerenza con le proprie, ancorché inaccettabili per noi, idee; ma tant'è.

Oggi, per quanto ci riguarda, chiudiamo un capitolo. Diamo atto volentieri al Premier Draghi e alla Ministra Cartabia di aver avuto il varco più ampio possibile verso una giustizia giusta e garantista. Avremmo voluto di più, saremmo voluti intervenire sulla modalità dei processi, ci piacerebbe che i pubblici ministeri facessero meno interviste e meno conferenze stampa. Ciò non è stato accolto e c'è, però, un nostro ordine del giorno su questo ma, siccome siamo riformisti e responsabili e sappiamo che il meglio è nemico del bene, per ora ci accontentiamo e voteremo la riforma del processo penale proposta dal Governo.

Oggi - e concludo, Presidente - il Parlamento si riappropria di un suo compito e di un suo potere: votare le leggi. Ci auguriamo, Ministro, che siano definitivamente tramontati i tempi in cui pubblici ministeri sudati e in maniche di camicia dettavano i ritmi al Parlamento, per poi, dopo pochi anni, essere eletti parlamentari nelle liste del PD. Oggi l'Europa ci chiede questo, l'Europa ci chiede questo voto e noi di Noi con l'Italia lo diamo volentieri (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Forciniti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-L'A.C'È). Buonasera, Ministra Cartabia, spero che lei abbia passato una buona domenica. Noi l'abbiamo aspettata ieri fino a tardi, avremmo voluto discutere con lei della riforma che porta il suo nome; purtroppo, l'abbiamo attesa invano. Soprattutto, avremmo voluto riprendere il filo del discorso interrotto non più tardi di un paio di settimane fa, quando lei, rispondendo a una nostra interrogazione, un'interrogazione de L'Alternativa c'è, disse che i processi contro mafia e terrorismo non erano affatto in pericolo, dopo gli emendamenti governativi che avevate presentato. Poi, però, in fretta e furia, avete convocato un Consiglio dei Ministri, avete partorito una pezza e, poi, dopo aver partorito quella pezza, avete detto che ora i processi contro mafia e terrorismo sono salvi. Quindi, delle due l'una: o erano salvi sin dall'inizio o li avete salvati dopo e, nel caso, vuol dire che li avete salvati da voi stessi (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è). Io credo, invece, che la verità sia che voi mentivate prima, quando dicevate che i processi per mafia e terrorismo non erano in pericolo, e, a maggior ragione, mentite adesso sapendo di mentire, dicendo di averli salvati i processi di mafia e terrorismo, perché questo accordo, questo compromesso che avete partorito in Consiglio dei Ministri - che, poi, stranamente, avete fatto cristallizzare dai relatori, un accordo di Governo presentato dai parlamentari, quindi una totale sovrapposizione fra Governo e Parlamento - è un accordo al ribasso, che non salva nulla.

Addirittura, peggiora la situazione nel momento in cui costringerà i giudici di appello ad una corsa ad ostacoli e a dover addirittura motivare la particolare complessità del processo per salvarlo e dovrà anche sottoporsi ad un giudizio in Cassazione perché noi daremo un'arma in più, una freccia in più nell'arco dei mafiosi, permettendogli di fare ricorso avverso quell'ordinanza e potranno anche dimostrare che il processo è solo complesso e non particolarmente complesso e, quindi, dovrà essere dichiarato improcedibile.

La verità, quindi, è che voi siete dei falsari: siete dei falsari (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è)! Se dei falsari vengono a chiedermi la fiducia, ovviamente io non posso dare la fiducia a dei falsari. Noi non vogliamo dare la fiducia a dei falsari, pensando di poterli controllare dall'interno, perché voi siete incontrollabili ormai; lo eravate prima, lo siete giorno dopo giorno sempre di più (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

Cosa vuoi controllare dall'interno? Cosa vuoi controllare? Ormai siete incontrastabili. Avete preso questo Paese in maniera autoritaria, non lasciate spazio a questo Parlamento, schiacciate ogni procedura, vi prendete anche gli spazi di democrazia parlamentare, come quelli di una legge delega, mettete la fiducia, non ci date il tempo di discutere un emendamento che sia uno e volete anche la fiducia? Volete anche la fiducia? Ci vuole veramente una bella faccia tosta secondo me. Allora, noi non daremo la fiducia, intanto perché questa riforma Cartabia ci fa schifo - per questo - ma ci fa schifo anche la visione di Paese che voi incarnate, perché noi anziché controllare dall'interno, cerchiamo di affermare una visione nuova. Noi vogliamo costruire un'alternativa in questo Paese, che anziché arridere a mafiosi, criminali e all'establishment, possa essere ispirata a principi di giustizia sociale, solidarietà sociale e, soprattutto, legalità.

Quindi, L'Alternativa c'è e non voi avrete mai la nostra fiducia: mai l'avrete, mai (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è - I deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è espongono cartelli recanti le scritte: CARTABIANCA PER I LADRI, IMPUNITA' DI GREGGE)!

PRESIDENTE. Togliete quei cartelli, grazie. Gli assistenti parlamentari diano una mano, cortesemente (Gli assistenti parlamentari ottemperano all'invito del Presidente). Colleghi, vi hanno già fatto le fotografie, potete rimuoverli grazie.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Conte. Ne ha facoltà.

FEDERICO CONTE (LEU). Grazie, Presidente. Il gruppo di Liberi e Uguali voterà la fiducia alla prima riforma di sistema approvata sotto il Governo Draghi. Una riforma che rappresenta un passo significativo per dare al Paese un processo penale moderno e per guadagnare i fondi così decisivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Una riforma che la Ministra Cartabia, alla quale va il ringraziamento di tutto il gruppo che mi onoro di rappresentare e il mio personale per un lavoro faticoso e paziente, ha voluto, con grande stile istituzionale, svolgere nel solco del disegno di legge che porta il nome del suo predecessore, ed è infatti all'interno di quel percorso parlamentare, quello del disegno di legge Bonafede, che i gruppi hanno potuto svolgere, all'indomani della formazione del Governo Draghi, le proprie proposte emendative; solo dopo aver accolto quelle proposte la Ministra ha incaricato una commissione di esperti, ai massimi livelli nazionali, presieduta dal presidente Lattanzi, per proporre una formula organica di riforma del processo penale, che tenesse conto di quel lavoro parlamentare.

Quella proposta di riforma è stata conosciuta, condivisa, valutata, affrontata dialetticamente tra i gruppi parlamentari e il Governo. Questo è evidente; ne è prova, per fare un esempio, il fatto che il senatore Bongiorno rivendichi come un merito per la Lega di aver impedito il potenziamento dei riti alternativi del giudizio abbreviato e del patteggiamento; una posizione, secondo me, sbagliata perché di propaganda e non di merito, in contraddizione con lo spirito della riforma sia quanto alla effettività della pena, che è tale quanto è più prossima, sia quanto alla ragionevole durata del processo, che si alimenta di soluzioni alternative al giudizio ordinario. Il MoVimento 5 Stelle, per fare un altro esempio, ha potuto ottenere che venisse espunta da quella proposta la norma che impedisce al pubblico ministero di impugnare una sentenza di assoluzione. Su questa discussione ci siamo inseriti, noi partiti di tradizione riformista, per chiedere l'esclusione delle norme che costipavano, oltre ogni ragionevole possibilità di accettazione, gli spazi difensivi di impugnazione.

Questo per dire che quelle proposte sono state conosciute, discusse e anche quella sulla prescrizione, soprattutto dalle varie parti politiche che poi l'hanno messa in discussione; quelle che hanno escluso categoricamente, sin da subito, l'altra possibilità, l'altra proposta della Commissione, cioè il ritorno alla “legge Orlando”. Quando quelle norme sono arrivate con il maxiemendamento in Commissione, era lì che si sarebbe dovuta svolgere una discussione di merito e per il merito, che avrebbe dovuto affrontare i rischi effettivi di ricaduta negativa sul sistema di quella norma, pure promossi nel dibattito nazionale da autorevoli magistrati e giuristi. È in quella sede che si sarebbero potute immaginare delle soluzioni, come una norma intertemporale per consentire l'ingresso progressivo della norma nel nostro ordinamento, come poi si è fatto; oppure degli interventi per immaginare tempi ragionevolmente più lunghi di fase, o proroghe contenute nel numero, in maniera da non renderle infinite, come ha fatto il gruppo che io rappresento con una proposta che andava in quella direzione. Invece, la discussione è uscita dalle Aule parlamentari, è andata fuori dal Parlamento, è diventata di dibattito pubblico ed è stata intrappolata in una discussione stantia, in uno schema stantio, che occupa il nostro Paese ormai da trent'anni, una contrapposizione tra meta-garantisti e meta-colpevolisti, che non riguarda la capacità della politica e del legislatore di cogliere le esigenze vere della società, di interpretarle, di indicare soluzioni, ma la tendenza della politica a cogliere e assecondare gli istinti superficiali della società, spesso istigati dagli stessi salvatori del momento successivo.

È in questo contesto che si determina una mediazione, che realizza un fenomeno tutto tipico della politica italiana, per cui tutti vi hanno concorso e la rivendicano per un verso, e tutti se ne dissociano per un altro. Una mediazione che ha fatto la norma sulle eccezioni e non sulla regola, e che ha introdotto regimi differenziati rispetto a un istituto unitariamente considerato. Una norma che è stata tenuta insieme solo grazie al sapere esperto e all'equilibrio della Ministra Cartabia, che l'ha ricondotta ad una prosa costituzionalmente orientata. Se per differenziazioni si poteva procedere, allora tanto valeva mantenere - come pure abbiamo proposto - quella della precedente proposta normativa tra condannati e assolti, almeno per salvaguardare quest'ultimi, reduci del travaglio delle indagini preliminari, della fase cautelare, del dibattimento, da un ulteriore, infinita attesa in appello. Se per catalogo di reati da escludersi si doveva procedere, allora perché non dare seguito alla proposta di autorevoli esponenti di Liberi e Uguali di includervi anche gli ecoreati, che tutelano un bene giuridico costituzionalmente rilevante non di minor grado di quello tutelato, ad esempio, dalle norme sugli stupefacenti.

Questo è un rilievo che faccio qui Ministra solo per amore della verità, per l'esigenza di dare a questo dibattito un valore vero, che denuncia la stigmatizzazione di una tendenza del legislatore a non affrontare i problemi della società per come sono, ma per come vengono rappresentati. Ciò non di meno, la norma in sé considerata, quella che diventerà legge domani sera, merita accoglimento perché nella sua parte - quella dei reati comuni, quelli che riguardano la stragrande maggioranza dei processi - realizza lo scopo, introducendo un principio di grande civiltà giuridica, cioè quello per cui un cittadino deve sapere in che tempi egli verrà giudicato dal suo Stato. Per la parte che ci pare problematica, che potrebbe dare delle distorsioni, ci sarà tempo di intervenire, come avviene per ogni norma di funzionamento. Ben venga, quindi, la costituzione di un comitato scientifico che ne monitorerà l'applicazione, ma il merito principale di questa norma, che giustifica la sua approvazione, è il consentire, l'aver sbloccato, l'aver realizzato l'obiettivo politico di questo Governo in contro tendenza rispetto a una legislazione animata da istinti populisti. È una riforma che nel suo insieme è stata ingiustamente adombrata nel dibattito, che introduce nel nostro ordinamento, norme nuove, sistemi nuovi e principi di grande cambiamento culturale e di funzionamento. È una riforma che ci darà un processo nel quale i cittadini potranno godere di più infrastrutture materiali e digitali, di un processo più efficiente, più trasparente, più veloce, ma anche di pene più effettive che saranno, però, anche pene più umane (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Parisse. Ne ha facoltà.

MARTINA PARISSE (CI). Grazie, Presidente. Presidente e membri del Governo, colleghe, colleghi, oggi siamo chiamati a dare il via alla riforma del processo penale, una delle riforme indispensabili per poter accedere ai fondi del Recovery Fund e che inaugura l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Il PNRR è fondamentale per cambiare profondamente l'Italia, per rilanciarla, innovarla e permetterle di stare al passo nella competizione mondiale e vincere le sfide del domani. Questa riforma, incentrata sulla materia penale e del processo penale con l'obiettivo della riduzione dei tempi del giudizio, affronta un tema importante, un tema imprescindibile per l'Italia, perché è particolarmente sentito dagli italiani. Un tema sul quale era necessario intervenire da molto tempo, ma che, purtroppo, per molti anni, il Parlamento non è stato in grado di trattare per le profonde divisioni ideologiche che caratterizzano le diverse forze politiche. E, purtroppo, il prezzo di questa incapacità lo hanno pagato i cittadini, perché essere coinvolti in un processo significa dedicare anni della propria vita a difendersi nelle aule dei tribunali e questo incide pesantemente sulla qualità della vita del singolo cittadino coinvolto e di tutta quella platea di soggetti ad esso legati, determinando una situazione di incertezza che è assimilata ad un vero e proprio diniego di giustizia.

Anche per questo, Presidente, era necessario mettere mano alla riforma del processo penale, ma non solo; anche e soprattutto per eliminare le forzature, per usare un eufemismo - e questa per noi è un'assoluta priorità - che il Governo Conte aveva introdotto, seguendo una logica giustizialista (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

Se, oggi, riusciamo ad intervenire, mettendo mano ai nodi strutturali del processo penale, lo dobbiamo esclusivamente alla determinazione del Presidente Draghi.

Come gruppo di Coraggio Italia, abbiamo condiviso, sin dall'inizio, l'impostazione data alla riforma, perché questa è una riforma garantista, che annulla il “fine processo mai”, che consegna ai cittadini una giustizia più efficiente e rapida, con pene certe e in tempi certi.

Presidente, un processo che si conclude in termini ragionevoli non solo evita le prescrizioni, ma è anche una garanzia dei diritti, voluta dalla Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

Questa riforma è indissolubilmente legata all'erogazione dei fondi del Recovery Fund. Infatti, l'Europa ci mette a disposizione più di 200 miliardi, vincolandoli all'adozione di una serie di riforme strutturali, tra le quali è prevista anche la riforma della giustizia, che il nostro Paese deve portare a compimento in tempi non stretti, ma strettissimi.

Presidente. potevamo permetterci di perdere queste risorse e rinunciarvi, perché ogni partito voleva mettere la propria bandierina, allargando il perimetro della riforma? Assolutamente no. E noi, non essendo al Governo, abbiamo lavorato nella Commissione competente, proprio per evitare che questo avvenisse (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia). E, oggi, rivendichiamo con orgoglio politico ogni atto compiuto, perché, in questi giorni, in gioco c'è stata non solo la riforma della giustizia: abbiamo assistito da parte delle forze politiche al tentativo di stravolgerla; abbiamo assistito anche all'approvazione della riforma all'unanimità in Consiglio dei ministri, salvo poi vedere che i partiti degli stessi Ministri hanno fatto di tutto per rallentarla, nella migliore delle ipotesi, o affossarla, nella peggiore.

Noi, condividendone l'impianto, abbiamo scelto di credere alla riforma Draghi-Cartabia, abbiamo scelto di appoggiare Mario Draghi, perché questa è la prima vera riforma targata Draghi e non era possibile indebolirla senza, allo stesso tempo, indebolire il nostro Paese e indebolire il Presidente del Consiglio, in Italia e in Europa (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

Il compito affidatogli è ambizioso, perché c'è da modernizzare, da innovare, da far ripartire l'Italia, mentre siamo ancora nel bel mezzo di una pandemia. Ma noi crediamo che il Presidente ben possa essere all'altezza della sfida.

In questi giorni, abbiamo visto i partiti di maggioranza rivendicare le loro posizioni sulla riforma. Certo, è giusto che ognuno valorizzi le proprie convinzioni, ma, in questo momento, occorre uno sforzo di unità. E quando si agisce per un interesse generale, occorre, a volte, rinunciare a qualcosa di particolare- Occorre fare un passo indietro per farne fare uno in più, in avanti, all'Italia.

In questi giorni, abbiamo anche sentito rivendicare più volte, da molte parti, la vittoria sulla riforma della giustizia. Questo non sarà mai il nostro modus operandi, perché, se si trattasse di vittoria di singoli partiti, verrebbe a cadere il motivo per cui il Governo Draghi è nato (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia). Qui deve vincere l'Italia e, se proprio ha vinto qualcuno, anche in questo caso ha vinto la determinazione del Presidente del Consiglio, che ha saputo non cedere alle sirene che provenivano da più parti.

Nel dare, ancora una volta, la fiducia al Governo Draghi, non possiamo non ricordare che alcune cose di questo Governo devono essere migliorate.

In questo momento, ci preoccupa, prima di tutto, la gestione della scuola. Il tempo passa inesorabile e la campanella a settembre scandirà il primo giorno di scuola, coinvolgendo milioni di ragazzi e di famiglie italiane. Ad oggi, non ci è chiaro se siano stati risolti i problemi che abbiamo dovuto affrontare lo scorso anno, dal trasporto pubblico al numero di aule sufficientemente grandi a garantire il distanziamento degli studenti, passando per l'assunzione degli insegnanti, anche quelli di sostegno, ai protocolli sanitari che dovranno essere alla base della riapertura della scuola. E c'è anche da chiarire l'utilizzo del green pass e, soprattutto, l'obbligatorietà della vaccinazione per gli insegnanti e gli operatori scolastici, che noi crediamo sia opportuno prevedere (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

Altri temi ci preoccupano, come, per esempio, lo sport, che vede l'assoluta mancanza di una linea politica da parte del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia). Le sembra accettabile, Presidente, che, alla richiesta della Lega Calcio, fatta nel mese di luglio, di programmare la riapertura degli stadi con il pubblico in presenza, sia stato risposto che farla adesso non è altro che un semplice esercizio di retorica? Quando si dovrebbe programmare la riapertura, se non nelle settimane precedenti, considerando che il campionato inizia ad agosto? Altro che retorica! Infatti, o non si conosce il settore o non si può lasciare che la superficialità e l'incompetenza influiscano, in modo negativo, su un mondo - quello del calcio - che gioca un ruolo molto importante nel sistema Paese, sia a livello sportivo, sia a livello economico, sia a livello sociale (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia). E parlo dello sport anche perché stiamo assistendo, in questa estate, ad una serie di grandissime vittorie degli azzurri, e ancora oggi voglio complimentarmi con loro e affermare che lo sport italiano è, senza dubbio, un modello vincente, un modello vincente che deve essere sostenuto dal Governo e non, invece, dimenticato o, peggio, attaccato (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

E, allora, se vogliamo risollevare l'Italia, dobbiamo anche indossare la maglia azzurra e fare squadra, come - e voglio sottolinearlo - abbiamo fatto noi nel caso della presente riforma del processo penale, che rappresenta uno dei punti fondamentali della ripartenza del nostro Paese.

Siamo tutti consapevoli - e mi avvio alla conclusione - che si può sempre fare meglio e bene, e noi siamo disposti a lavorare in squadra per il bene degli italiani. Lo facciamo, perché crediamo nell'Italia, lo facciamo, perché crediamo che, con Draghi alla guida del nostro Paese, il nostro Paese Italia possa affrontare e vincere le sfide del futuro. Ed è, soprattutto, per questo motivo che Coraggio Italia conferma il proprio appoggio a Mario Draghi, votando “sì” alla fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Annibali. Ne ha facoltà.

LUCIA ANNIBALI (IV). Grazie, signor Presidente. Governo e colleghi, oggi siamo chiamati a votare la fiducia su una riforma della giustizia necessaria, attesa dal Paese e dall'Europa, che persegue l'obiettivo di ridurre i tempi di definizione dei processi penali e che archivia definitivamente la riforma Bonafede e il suo “fine processo mai” (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

Nonostante i contentini concessi a un partito che aveva bisogno di sventolare qualche bandierina per non ammettere di aver cancellato la propria riforma, possiamo dire che il cambio di passo c'è stato e che quella chiara ispirazione populista e giustizialista, che voleva realizzare il processo infinito e individuava nel carcere l'unico trattamento sanzionatorio possibile, è ormai superata (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

Evitare che i processi si prescrivano ed evitare che abbiano una durata irragionevole: è quello che abbiamo sempre chiesto, spesso in solitudine, nei mesi scorsi. Lo abbiamo fatto non per piantare una bandierina, bensì per riaffermare i princìpi costituzionali, sacrificati in nome di un'alleanza. E a chi, in questi anni, ci ha detto che garantismo e giustizialismo sono sullo stesso piano, diciamo che avevamo ragione noi: non sono sullo stesso piano (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Questa riforma ne è la dimostrazione. Il garantismo è insito nella nostra Costituzione, il giustizialismo rappresenta la patologia del diritto penale elettorale e un'errata concezione della funzione del processo penale.

Dunque, un cambio di passo è necessario per più di una ragione. La prima, attuale e tangibile: sulla durata dei processi ci giochiamo i miliardi del Recovery, non solo quelli destinati alla giustizia. La Commissione europea ha imposto al Governo italiano alcune condizioni molto chiare per ottenere i fondi del Next Generation EU: la riforma della giustizia è una di queste. Una giustizia celere ed efficiente è, poi, un importante fattore di sviluppo economico per il Paese, ma intervenire sulla durata dei processi è necessario per una, se vogliamo, ancor più nobile ragione: riportare i princìpi costituzionali e convenzionali all'interno del processo penale, dopo la stagione populista e giustizialista. Il testo proposto dal Governo Draghi va esattamente in questa direzione, nella direzione da noi auspicata, perché di fatto demolisce e supera sia l'obbrobrio giuridico che era la prescrizione targata Bonafede, sia la sua riforma penale. Un testo, quest'ultimo, in cui la riduzione dei tempi del processo si perseguiva a danno delle garanzie del giusto processo e delle prerogative della difesa, che, per queste ragioni, aveva portato Italia Viva ad astenersi in Consiglio dei Ministri. Una riforma priva di coerenza e senza visione, con numerose ed evidenti criticità: dal conferimento ai capi delle procure del potere di individuare i criteri di selezione dei reati da perseguire con precedenza, attribuendo all'Autorità giudiziaria un inedito potere di politica criminale, all'ampliamento delle ipotesi di inappellabilità delle sentenze; dall'obbligo di conferire al difensore procura per proporre appello, alla scelta di sacrificare la collegialità a vantaggio di un giudice d'appello monocratico, solo per citarne alcune.

Oggi, tutte queste storture non ci sono più e possiamo dire che si ristabilisce un equilibrio che era saltato: l'esigenza di repressione dei reati e di tutela delle persone offese, cui va assicurata una risposta di giustizia, da un lato, la garanzia costituzionale del diritto dell'imputato a un processo di ragionevole durata, dall'altro (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Perché un processo che dura venti anni è un processo che ti ruba la vita, la reputazione, l'attività professionale e la serenità familiare. Un processo senza fine è la negazione della giustizia. Venendo alla riforma su cui siamo chiamati a votare la fiducia oggi, non è - dobbiamo dirlo - la riforma coraggiosa che noi avremmo voluto, ma sappiamo, d'altra parte, che non avrebbe potuto esserlo, poiché è innestata, seppur migliorandolo, sul testo Bonafede e perché è il risultato della mediazione tra parti politiche, che sui temi della giustizia penale hanno visioni distanti.

Tra le innovazioni previste, oltre alla tanto discussa riforma della prescrizione alla regola dell'improcedibilità, vi sono alcune previsioni particolarmente rilevanti: un rafforzamento del controllo giurisdizionale durante le indagini preliminari e tempi certi delle varie fasi; aver affidato al Parlamento il potere di stabilire periodicamente, con legge, i criteri generali di priorità nell'esercizio dell'azione penale; un maggiore investimento sui riti alternativi; una diversa visione della pena, più adeguata al modello rieducativo costituzionale; l'estensione dell'ambito di applicabilità della sospensione del procedimento con messa alla prova dell'imputato. Altra novità rilevante è l'introduzione di una disciplina organica in materia di giustizia riparativa, conforme alle indicazioni internazionali; su questo, come Italia Viva, avevamo un nostro emendamento. Apprezzabile anche la decisione di abbandonare la proposta di trasformare l'appello penale in un giudizio cosiddetto a critica vincolata. Tuttavia, sul tema delle impugnazioni, la richiesta di specificità dei motivi lascia aperti non pochi residui di ambiguità. Su questo criterio di delega abbiamo chiesto a più riprese di intervenire, anche con nostri subemendamenti. Continueremo, comunque, a vigilare affinché un diritto costituzionalmente riconosciuto all'imputato non risulti inficiato (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Con l'esame in Commissione, il testo della riforma si arricchisce grazie all'approvazione di due emendamenti del gruppo di Italia Viva: uno del collega Vitiello e uno a mia prima firma, che prevede l'arresto obbligatorio in flagranza per i reati di violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare o di divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Una previsione, questa, molto importante e molto attesa, che garantisce maggior tutela e protezione alle vittime di maltrattamenti e di stalking, e che, allo stesso tempo, va a colmare un vulnus creato dal cosiddetto codice rosso. Si tratta, nel complesso, di misure che segnano una svolta nella giusta direzione. È fondamentale sottolineare anche che finalmente la giustizia potrà beneficiare di cospicui investimenti per aiutare gli uffici a rispettare gli impegni sottoscritti con l'Europa. Noi crediamo anche che a questa riforma si debba affiancare a un cambiamento culturale, che abbandoni definitivamente il populismo penale con i suoi effetti corrosivi sulla cultura dei diritti e delle garanzie, che condiziona un'opinione pubblica di cui alimenta le insicurezze attraverso la spettacolarizzazione della giustizia, che strumentalizza le vittime e rende insostenibile la presunzione di innocenza (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). A tutto questo abbiamo il dovere morale di opporci, di recuperare quella funzione pedagogica che la politica ha smarrito in nome del consenso, e tornare a declinare la parola legalità in termini virtuosi, nel rispetto dei diritti, delle garanzie e della certezza della pena, sì, che però non è certezza del carcere.

Per tutti questi motivi, possiamo dire che oggi è un bel giorno per il nostro Paese, non soltanto perché si approva una riforma della giustizia penale attesa da molti anni, ma perché oggi l'Italia, grazie al Governo Draghi, torna garantista. È un primo passo, ne siamo consapevoli, ma ora c'è un senso diverso e più vivo della responsabilità che dobbiamo assumerci tutti per restituire al Paese una giustizia celere, efficiente ed efficace. Se perdiamo questa occasione, non ne avremo un'altra. Lo dobbiamo agli italiani e alle nuove generazioni. Per tutti questi motivi, annuncio il voto favorevole del gruppo di Italia Viva alla questione di fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Il Governo dei migliori sta utilizzando i metodi peggiori: siamo alla trentacinquesima fiducia alla Camera e trentaduesima al Senato dall'inizio di questa legislatura. Con questa media, la proiezione è che questa legislatura stabilirà il record del numero massimo di voti di fiducia mai posti dal dopoguerra ad oggi. L'abuso del voto di fiducia mostra un Parlamento esautorato di fatto dalle proprie prerogative e ridotto ad un teatro di spettatori non paganti, pagati, per ratificare decisioni prese altrove senza nemmeno discuterle (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). A conferma di questo, ci ha deluso molto constatare l'assenza del Ministro Cartabia per l'intera seduta. È stata una mancanza di rispetto nei confronti del Parlamento, che non ci aspettavamo. Ce la potevamo aspettare da qualche incidente della politica, come una Paola Taverna, ma non dall'ex Presidente della Corte costituzionale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Se su una riforma così importante, di cui si parla da mesi, non si sente nemmeno il dovere di salvare la forma e di venire in Aula a fare almeno finta di ascoltare e discutere, significa che si sta perdendo il senso della sacralità delle Istituzioni. E non mi sarei mai aspettato di dover citare io all'ex Presidente della Corte costituzionale l'articolo 72 della Costituzione, che dice che: “Ogni disegno di legge presentato ad una Camera è, secondo le norme del suo regolamento, esaminato da una Commissione e poi dalla Camera stessa, che l'approva articolo per articolo e con votazione finale”. In questo caso si è voluto, invece, comprimere al massimo i tempi dei lavori della Commissione. La Commissione è stata prima paralizzata per oltre due mesi sui propri emendamenti, nell'attesa che arrivassero gli emendamenti del Governo, sui quali non c'è stata nessuna discussione in Commissione. La discussione e la votazione sono state compresse, concentrate in 2-3 ore, in un contesto veramente surreale, nel quale le poche opposizioni sono state sostanzialmente private della possibilità di sviluppare un ragionamento più approfondito.

Si poteva tranquillamente raggiungere l'obiettivo della maggioranza di arrivare al risultato dell'approvazione in Commissione e in Aula senza cadere così in basso. E questo denota una mancanza di rispetto della sacralità del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

È lo stesso atteggiamento che stiamo vedendo sull'ultimo “decreto COVID”, quello che propone l'introduzione del green pass, misura che, ovviamente, interferisce notevolmente sulla vita e la libertà dei cittadini e delle attività economiche e che sta seminando preoccupazione, perché vi sono diverse lacune ed ambiguità, alle quali ancora non è stata data risposta. Poi, condivido anche l'appello fatto dai colleghi di Coraggio Italia ad accendere anche un faro sulla situazione del mondo dello sport e di tutte le attività come gli spettacoli, gli stadi, i teatri, le discoteche, i bar, i ristoranti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) che non sanno quale sarà il loro futuro. Tutto questo viene appreso esclusivamente per decreto-Per questo Fratelli d'Italia ha chiesto che anche quella misura, che influisce così pesantemente sulla vita e sulla libertà delle persone, possa essere discussa e confrontata, in modo trasparente, in Parlamento, anche per poterne migliorare il contenuto. Avete il 95 per cento dei numeri in Aula in questo momento: a cosa vi serve comprimere il dibattito (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), anziché venire qui a confrontarvi con l'opposizione?

Quindi, il nostro è un “no” per il metodo, ma è un “no” anche nel merito, come abbiamo approfonditamente detto in Aula e in Commissione, nel poco tempo a disposizione. È un “no”, perché si è scelto di mantenere l'impianto della legge delega sulla vecchia riforma Bonafede, anziché presentare un testo ex novo. È un “no”, perché, di fatto, viene minata l'obbligatorietà dell'azione penale; l'introduzione dei criteri generali, che il Parlamento delega al Governo, che delega ai capi delle procure dei distretti, nella facoltà di determinare le priorità con le quali perseguire i reati, introduce un criterio di selezione a geografia variabile, che sicuramente sarà sfruttato dalla criminalità organizzata, che saprà dove andare a delinquere più agevolmente e dove, invece, determinati reati potrebbero essere perseguiti; consegna, di fatto - non formalmente, ma di fatto -, un notevole potere normativo ai capi delle procure, che, eventualmente, sarebbe dovuto rimanere in capo al Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che è il luogo in cui si stabilisce quali sono le fattispecie di particolare disvalore sociale, che meritano di essere o non essere oggetto di norme penali.

E, ancora: “no” per il pasticcio inguardabile della abbinata prescrizione-improcedibilità. La soluzione che tante persone di buonsenso avevano suggerito era, semplicemente, rimuovere l'anomalia della sospensione della prescrizione, introdotta dalla riforma Bonafede; ma non potevate farlo, quindi, avete trovato un escamotage, per far finta di non averlo fatto, sminando di fatto, per il 70-80 per cento - aggirando l'ostacolo -, la prescrizione Bonafede, novellando con l'articolo 344-bis del codice di procedura penale. Il risultato è che un processo, che ha la prescrizione in primo grado e l'improcedibilità nei gradi successivi, può trovarsi in situazioni di corto circuito: un fatto può essere dichiarato improcedibile in appello o in Cassazione, ma senza estinguere il reato. Anche gli emendamenti che sono stati presentati non risolvono l'equivoco del diritto delle parti civili a vedere realmente risarciti i propri diritti, che, invece, rischiano, in alcuni casi, di finire in una sorta di nulla processuale. Ovviamente, non c'è tempo di approfondire dettagliatamente quanto affermo. Ancora “no” nel merito, perché, di fatto, si introduce uno “Svuotacarceri” mascherato. Di fatto, le importanti aperture alla messa alla prova e alle misure alternative alla pena intramuraria sono formalmente annunciate sulla base di un principio, che è quello della funzione rieducativa della pena, ma, nei fatti, concretamente, si lede e si mina , anche nella percezione sociale che ci sarà, soprattutto dei potenziali criminali, la certezza della pena e si introduce la certezza delle misure alternative alla pena detentiva (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che non è esattamente la funzione rieducativa della pena. È la consapevolezza per un potenziale delinquente che può tranquillamente correre il rischio di delinquere, tanto, mal che vada, si fa un po' di messa alla prova, va ai domiciliari, ma, sicuramente, non rischia di andare in carcere. Questo è un deficit di giustizia, che viene scaricato sui cittadini. Noi siamo per una giustizia che sia garantista nel processo, ma che non sia assente nella fase di esecuzione della pena (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), sennò passa il messaggio che in Italia c'è la certezza dell'impunità.

Infine, è un “no” anche politico. In questa riforma, avete creato un ibrido giuridico, che cerca di mettere insieme tutto e il contrario di tutto tra visioni fortemente contrapposte. Abbiamo la seria preoccupazione che questo ibrido si abbia anche in altri provvedimenti ancora più delicati e importanti, come nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, sul quale, finora, gli investimenti sulla giustizia sono molto inferiori rispetto a quello di cui la giustizia oggi avrebbe bisogno. Non si risolve il nodo principale e, cioè, si introduce l'ennesima riforma sul rito, senza intervenire, invece, in modo efficace e strutturale, sulle vere carenze, che sono la causa della lentezza dei processi, da un lato, e del sovraffollamento delle carceri, dall'altro, ovvero la carenza di magistrati, di assistenti giudiziari e di personale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). L'Italia oggi ha un rapporto tra personale della giustizia e popolazione che è al 50 per cento rispetto alla media europea. Di tutto questo, ovviamente, non può esserci traccia in un disegno di legge di riforma, ma non c'è traccia neanche nel Piano nazionale di ripresa e resilienza e in nessun altro vostro provvedimento.

Quindi - e concludo, Presidente -, in questo momento, avete i numeri, che tenete insieme a colpi di fiducia, perché, se ci fosse un dibattito libero, vedremo cose che voi umani… Ma, in questo momento, credo che, mai come oggi, valga una citazione di Friedrich von Schiller: “La voce della maggioranza non è garanzia di giustizia” (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Questa maggioranza passerà e dovremo ancora occuparci della giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pittalis. Ne ha facoltà.

PIETRO PITTALIS (FI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori rappresentanti del Governo, il nostro “sì” alla fiducia di oggi è un “sì” convinto ad un Governo di cui, in particolare in questo momento, possiamo dirci senz'altro soddisfatti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Il Governo Draghi, nato con il contributo decisivo di Forza Italia, oggi consente, in un settore particolarmente importante come quello penale, di ripristinare i principi cardine della nostra civiltà giuridica, quale quello della ragionevole durata dei processi, abbandonando definitivamente l'irricevibile “fine processo mai” (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Quante volte, dall'approvazione della contestatissima norma sulla prescrizione Bonafede, abbiamo evocato Carnelutti, che, nel lontano 1946, scriveva: “Se il processo penale è di per sé una pena, bisogna almeno evitare che la stessa abbia una durata irragionevole” (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)? Ecco, quanta attualità in queste parole! Il mio è un invito soprattutto ad alcuni colleghi, che ho sentito nel dibattito di ieri e anche poco fa, a leggere Carnelutti, soprattutto a quei colleghi in stato di confusione argomentativa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e che sono qui in Parlamento soltanto a fare della gazzosa!

Allora, ecco perché, finalmente e non senza difficoltà, abbiamo una riforma della giustizia penale improntata proprio a quel criterio indicato da Carnelutti. Un processo ispirato al fondamentale principio della ragionevole durata del processo, così come sancito dall'articolo 111 della Costituzione, che supera e azzera quelle norme introdotte nel corso della legislatura da parte dei Governi del Presidente Conte, che sicuramente avevano un obiettivo ambizioso, cioè l'obiettivo di ridurre l'arretrato e accelerare i processi, ma - udite, udite - quale era la contropartita? Era a totale scapito e a totale detrimento delle garanzie difensive, abolendo la prescrizione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

Vorrei ricordare che la prescrizione è un fondamentale elemento acceleratorio e il suo venir meno, più che una cura, suona come il certificato della malattia cronica della giustizia italiana. Porre il processo al di fuori del flusso del tempo danneggia tutti; danneggia la vittima e tutta la collettività, che hanno interesse ad un pronto accertamento della responsabilità e alla punizione dei colpevoli, ma danneggia l'innocente, che già di per sé subisce un danno per il solo fatto di essere sottoposto al procedimento e per il quale ogni giorno in più alla gogna è un supplizio intollerabile.

Approfitto, proprio perché è l'ultimo caso in ordine di tempo, per esprimere, a nome del gruppo di Forza Italia, la nostra vicinanza e solidarietà al senatore Antonio Caridi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), che rappresenta una di quelle vittime di un sistema giustizia malato. Infine, si danneggia anche lo stesso colpevole, che ha diritto di vedere definita in breve la sua vicenda, espiando la pena, per poi reinserirsi in società. La riforma Cartabia rappresenta, quindi, per noi, la risposta più eloquente di contrasto al populismo penale, al giustizialismo, allo smantellamento ingegneristico delle garanzie, alla delegittimazione della difesa, e rappresenta, in questa congiuntura storica, un obiettivo irrinunciabile per ogni liberale e per ogni garantista.

In questa logica il diritto penale, che rappresenta la massima forma di minaccia del potere alla sfera delle libertà individuali, non può non essere liberale, non può non essere circoscritto nelle forme della stretta ragionevolezza e proporzionalità, non può non incarnare la ragione delle leggi che prevale sulla passione degli uomini e, consentitemi di dire, che prevale anche sulle passioni di quei pubblici ministeri che entrano a gamba tesa nel processo di formazione delle leggi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Pensassero i magistrati ad applicare la legge, non a scrivere la legge: a questo ci pensa il Parlamento. Pensassero a fare bene le inchieste, pensassero bene che sono migliaia le persone che sono sotto assedio di una iniziativa, perché con l'obbligatorietà dell'azione penale si giustifica il tutto e il contrario di tutto, ma solo nel nostro Paese, tra le democrazie europee e anche in un sistema internazionale, solo in Italia ancora c'è questa sorta di impunità di un rappresentante dello Stato, della pubblica amministrazione, e i fatti che stanno emergendo in questi giorni e in queste settimane lo dimostrano. Ecco perché, per noi e per Forza Italia, è imprescindibile la riforma delle riforme, cioè la separazione delle carriere (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Il processo per noi deve restare il luogo dell'accertamento dei fatti e delle responsabilità individuali; non deve divenire il mezzo o il palcoscenico attraverso cui si regolano i conflitti sociali, si governano i flussi di consenso o si veicolano i disegni di moralizzazione pubblica. Allora, nel solco della sua tradizione liberale e garantista si è mossa l'attività emendativa e il lavoro svolto da Forza Italia nel corso dell'esame del testo.

Abbiamo proposto antiche battaglie, volte innanzitutto a riportare il processo all'interno delle aule giudiziarie, eliminando le patologie del processo mediatico e valorizzando la presunzione costituzionale di non colpevolezza: no alle conferenze stampa dopo gli arresti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente); no ai nomi, alle foto e alle interviste dei magistrati protagonisti nelle inchieste; no alla gogna senza tempo nei social. Crediamo in un processo penale finalmente selettivo e che porti al giudizio solo coloro che hanno una effettiva prognosi di condanna. Le nostre proposte miravano, poi, a valorizzare la sentenza di assoluzione di primo grado, escludendo la possibilità per il pubblico ministero di ricorrere in appello, al fine di evitare la pena eterna nei confronti di chi si è visto liberare da ogni addebito in un processo rispettoso dell'ampiezza del contraddittorio.

Abbiamo avanzato proposte per ampliare la convenienza dei riti alternativi al processo, al fine di alleggerire l'insopportabile carico giudiziario che spesso comporta, per raggiungere la tanto agognata efficienza, la riduzione delle garanzie della difesa. Bisogna migliorare l'offerta di giustizia e non ridurre la domanda. Abbiamo proposto di estendere, per ragioni di evidente economia processuale, il giudizio abbreviato anche dinanzi al giudice del dibattimento, superando così l'ingessatura formale del rito e, al tempo stesso, rafforzando il controllo dinanzi al giudice del merito. Abbiamo avanzato proposte per qualificare le ipotesi di archiviazione, indicando situazioni di meritevolezza della stessa mediante condotte riparatorie, così esaltando la necessità di tenere conto delle vittime del reato.

In questo processo di riappacificazione fra l'imputato, la vittima e la giustizia risiede una nuova visione del processo come non finalizzato alla condanna, ma al neutrale accertamento di responsabilità. Abbiamo presentato diversi emendamenti per provare a ripristinare un uso corretto del trojan, che contemperi le esigenze delle indagini, ma anche quelle di riservatezza, superando le forzature del passato. Insomma, abbiamo con le nostre proposte chiesto di ripristinare un processo che non sia eterno, ma abbia, secondo Costituzione, una durata ragionevole, cercando soluzioni che, oltre a tale argine, comprendessero principi di economia. Per noi la pretesa punitiva dello Stato non può e non deve essere eterna.

Concludo. Certamente, l'accordo sulla riforma è un buon risultato: lo dobbiamo al Presidente Draghi, lo dobbiamo alla signora Ministro, Cartabia, e anche a tutti i Ministri di Forza Italia, a partire da chi oggi è anche qui presente, come l'onorevole Brunetta; ma un grazie particolare voglio spenderlo per il nostro sottosegretario Sisto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) che ha lavorato in Commissione e dato un fattivo contributo.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

PIETRO PITTALIS (FI). Un grazie, mi consenta, Presidente, di rivolgerlo al collega Zanettin, che oggi doveva intervenire al posto mio. È stato purtroppo colpito da un grave lutto: a lui, da parte del nostro gruppo di Forza Italia e a titolo personale, va la nostra vicinanza per il lavoro che ha fatto e il grande contributo che il nostro capogruppo in Commissione giustizia ha dato ad una riforma così importante, che noi convintamente sosteniamo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente- Congratulazioni)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Verini. Ne ha facoltà.

WALTER VERINI (PD). Grazie, Presidente. In questi giorni abbiamo assistito a una grancassa di dichiarazioni: abbiamo vinto noi, li abbiamo umiliati, siamo stati decisivi. Noi pensiamo che in realtà non si comprenda bene la fase che si sta vivendo e la necessità su certi temi di mettere da parte piccole bandiere, totem, tabù, e di farla finita con la giustizia come trentennale terreno di scontro politico. Da una parte, un populismo giudiziario, una cultura di presunta colpevolezza; dall'altra, un garantismo a corrente alternata, un garantismo sinceramente strumentale, che poco ha a che vedere con il garantismo della Costituzione, che è una cosa seria. Il PD non ha partecipato a questa gara, ma ha lavorato con serietà per aiutare il Governo a condurre in porto questa riforma, migliorando e aggiustando - e uso i verbi che hanno usato il Presidente Draghi e la signora Ministra, Cartabia - la prima stesura degli emendamenti.

Abbiamo contribuito a superare estremismi e rigidità inaccettabili di chi etichettava questa riforma come una schifezza e di chi intimava: “Guai a toccarne una virgola”. Abbiamo contribuito a sventare il rischio di emendamenti e allargamenti di materia, che avrebbero rinviato la riforma alle calende greche e spostando anche all'indietro le lancette dell'orologio, a quando si faceva fatica a scorgere l'interesse generale di certe leggi o non si vedeva per niente. Abbiamo chiesto che fosse garantito, con una norma transitoria, il tempo necessario per adeguare gli uffici giudiziari alla sfida, in termini di personale, professionalità multidisciplinari e digitalizzazione verso quel decisivo consolidamento dell'ufficio del processo. Abbiamo ascoltato anche le critiche, quelle serie e costruttive che sono venute da istituzioni dello Stato come il CSM, dalla Procura antimafia e dal presidente dell'ANM, ma anche da personalità dell'avvocatura, come Vittorio Manes, e, su certi punti, dal presidente delle Camere penali, Gian Domenico Caiazza, nonché da personalità che hanno speso una vita al servizio leale dell'istituzione e della giurisdizione, un nome per tutti: Armando Spataro. Abbiamo raccolto, e il Governo ha raccolto tutti utili suggerimenti a far atterrare davvero nella realtà concreta la riforma. Nessuno ha mai voluto mandare in fumo procedimenti per reati gravissimi di mafia e lo dico con il tono giusto, credo. Per quanto riguarda il PD, consideriamo offensivo solo aver pensato questo. Lo voglio ricordare: io non so che riferimenti abbiano certe persone, ma tra i nostri riferimenti, morali e fondativi, stanno anche il patrimonio morale e politico di uomini come Piersanti Mattarella e Pio La Torre (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Per questo abbiamo proposto e ottenuto, per certi gravissimi reati, di dare più tempo alla necessità di chiudere il processo con un esito, senza lo scatto dell'improcedibilità, così come non saranno cancellati i processi per reati ambientali e quelli per violenza sessuale. Per noi, la Convenzione di Istanbul è una cosa seria, un punto di riferimento di straordinario valore, e tutto ciò è stato giusto, signora Ministra. Un procedimento, come lei ha detto, che non riesce a concludersi è una sconfitta dello Stato; è un'offesa per gli imputati, che - ribadiamolo - sono presunti innocenti fino all'ultimo grado di giudizio, ed è una ferita per le vittime dei reati, siano cittadini singoli o sia l'intera collettività. La riforma punta proprio a questo: a garantire tempi certi di durata ragionevole dei processi, come dice la Costituzione e come ci chiede l'Europa, che ci ricorda questo, ma - non lo dimentichi nessuno - ci chiede anche di tenere altissima la guardia contro la penetrazione delle mafie nella gestione dei fondi del Recovery e contro la piaga della corruzione nel nostro Paese. Dunque, con questa riforma si può voltare una pagina troppo lunga. Però, questo chiama tutti a un respiro, a uno spessore forte delle proprie convinzioni, ma, contemporaneamente, a un atteggiamento alto. Intendo, per atteggiamento alto, fare riforme come questa per il Paese e non per qualcuno o contro qualcuno, per rendere più giusta e civile l'Italia, non per colpire l'avversario, e per accompagnare con credibilità gli investimenti previsti dal Piano nazionale PNRR.

La riforma è, dunque, una tappa importante, una tappa. Mentre il Governo dovrà scrivere le deleghe, in rapporto anche con il Parlamento, c'è da approvare, presto, la riforma del processo civile, per un processo più veloce, a favore di cittadini, imprese e investitori. C'è la riforma del CSM, per aiutare la magistratura a recuperare credibilità e per garantirne così anche autonomia e indipendenza, e dobbiamo mettere mano anche alla riforma dell'ordinamento penitenziario. Anche qui voglio ringraziare il Presidente Draghi e lei, signora Ministra, per i gesti e le parole pronunciate sulla gravissima vicenda di Santa Maria Capua Vetere e per l'approccio, civile e costituzionale, sulla questione carceraria. Basta con le concezioni della pena come vendetta, del “buttiamo via la chiave”, del “marciscano in galera” (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). La pena dev'essere certa, ma, al tempo stesso, occorre garantire trattamento umano, recupero e reinserimento. Così non si torna a commettere reati, la società è anche più sicura e i mercanti della paura - e ogni riferimento non è casuale - avranno meno lavoro.

Questa riforma è, dunque, un passo di grande rilievo. E ha fatto bene, signora Ministra, a partire dall'impianto del Governo precedente e del suo predecessore, che conteneva già aspetti come quelli della giustizia riparativa, del patteggiamento, dei riti abbreviati e delle pene alternative. Ma ha fatto anche bene a tenere la barra dritta per cambiare in modo profondo aspetti sbagliati, come quello legato alla prescrizione, per giungere davvero a un rispetto sostanziale del principio costituzionale della durata ragionevole (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), con le garanzie per gli imputati, le vittime e la collettività.

Ho sentito che qualcuno l'ha rimproverata, ieri, di non essere stata in Aula ieri sera. Posso dire, signora Ministra, che ha fatto bene; si è risparmiata uno spettacolo vergognoso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), così come ha fatto bene a rappresentarci tutti, oggi, alla manifestazione a Bologna in occasione dell'anniversario della strage (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Deputati del gruppo Partito Democratico si levano in piedi). Infine, votando questa legge, il Parlamento dimostra a se stesso di avere forza e capacità, insieme al Governo Draghi, di riformare ambiti della vita sociale che sembravano irriformabili e di fare le riforme, non solo di volerle abrogare dall'esterno. Non sarà perfetta, ma è una tappa coraggiosa, seria, civile, europea. Sono queste le ragioni del convinto voto di fiducia del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Paolini. Ne ha facoltà.

LUCA RODOLFO PAOLINI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, onorevole Ministra, la riforma che ci stiamo accingendo a votare è certamente coatta, sotto un certo profilo, perché è una delle condizioni che l'Europa ci pone per ottenere ingenti contributi, ma è anche una riforma che viene giustamente spinta, perché comporta notevoli vantaggi e innovazioni. Io direi che il primo miracolo l'ha fatto lei, Ministra, ottenendo il consenso entusiasta dell'ex Ministro Bonafede, il quale oggi - leggo sul giornale - dice: “Anche io voterò e ne sono orgoglioso” e credo che faccia bene, da persona intellettualmente onesta qual è, a riconoscere che questa riforma supera - ed è motivata, essenzialmente e principalmente da essi - gli errori fatti, in particolar modo in materia di prescrizione. Fine processo mai non andava, e non andava, a maggior ragione, per come venne introdotta quella riforma erronea, con un emendamento, nel novembre 2019, buttato là, mentre si esaminava lo “Spazzacorrotti”, andando a incidere su una cosa essenziale del processo penale, senza quindi alcun serio dibattito preventivo e senza la valutazione delle conseguenze. Lei, Ministra, ha fatto questo miracolo, di ottenere addirittura il plauso del suo predecessore. Quindi, chapeau!

Dentro alle sue riforme, anche se sono piovute le critiche, in realtà c'è parecchia roba positiva, poi le dirò anche cosa, secondo me, non va e su questo la inviterò a riflettere. Per esempio, innanzitutto rimedia all'errore della “Bonafede” sulla prescrizione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Adesso abbiamo una prescrizione, abbiamo perlomeno un fine processo con un processo con dei limiti, non infinito e differenziato a seconda delle tipologie di reato, e questa è una cosa che è venuta soprattutto - mi scusi se faccio un po' di partigianeria - grazie alla spinta della Lega, la quale ha giustamente osservato che mettere sullo stesso piano il ladro di galline e il processo per mafia era inaccettabile. Quindi, oggi abbiamo termini di prescrizione processuale non solo congrui, a mio avviso, ma soprattutto modulabili addirittura a richiesta dell'organismo del giudice procedente, laddove esistano fondate ragioni, ma anche ricorribili per Cassazione.

Quindi, laddove il giudice esageri, ci sarà sempre un giudice di legittimità che dice “no, stai abusando di una tua facoltà”. Abbiamo introdotto un'altra cosa che, a mio avviso, è importantissima, la cosiddetta udienza filtro. Lei certamente sa, signora Ministra, che il ruolo del GIP, in moltissimi casi, fino ad oggi è ancillare. Io conosco casi, addirittura, di qualche GIP che ha osato chiedere conto alle procure di non aver fatto indagini, dicendo: “mi chiedi il rinvio, ma non hai fatto neanche un atto di indagine o non ne hai fatti a sufficienza” ed è stato deferito al CSM come se tenesse un atteggiamento di contrasto, mentre, invece, applicava semplicemente la legge, laddove prevede dei termini perentori per la chiusura delle indagini preliminari ovvero per chiedere l'archiviazione ovvero per chiedere il rinvio a giudizio.

Il patteggiamento allargato è sicuramente un fatto positivo, perché se, ad oggi, i riti speciali sono utilizzati nell'8,1 per cento dei casi, mi pare, per il patteggiamento e per il 12,2 per cento per il giudizio abbreviato, quindi circa il 20 per cento, con questa innovazione si potrà sicuramente auspicare un miglioramento della agibilità di questo rito, che senz'altro deflaziona.

Abbiamo un allungamento di termini, che viene incontro anche alle richieste di tutta la magistratura esposta, soprattutto nei processi contro la criminalità organizzata, contro i grandi trafficanti di droga, contro i terroristi. Quindi abbiamo dato questa modularità.

Abbiamo allargato le possibilità di detenzione domiciliare. Ricordo al collega Maschio, se non ricordo male, che diceva “qui non va più in galera nessuno”. Scusate, perché oggi uno spacciatore di droga in galera ci va? Allora, se noi sostituiamo, con opportuni accorgimenti informatici, quella detenzione in carcere, che spesso porta ad un peggioramento del soggetto e, addirittura, la sua affiliazione ad organizzazioni criminali che conosce dentro il carcere, se noi lo sostituiamo, laddove ci è possibile, con una vera, verificata, verificabile e elettronicamente controllata detenzione domiciliare, abbiamo un doppio vantaggio: meno gente nelle carceri, quindi meno disordini, meno rischi per gli agenti di Polizia penitenziaria, meno tensioni e un'effettività della pena (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Poi abbiamo introdotto, mi pare la prima volta, la giustizia riparativa. Anche questa è un'innovazione che è passata, forse non è molto popolare, ma noi, per la prima volta, cerchiamo, come fanno in altri Paesi, di mettere in contatto la vittima con il carnefice, se mi si passa il termine; o l'archiviazione meritata, come si dice. Si cerca di far conseguire alla vittima un ristoro da parte del reo e cercare, quindi, di riconciliare quella frattura nell'ordine sociale che si è verificata e alla quale si voleva, si vorrebbe, si dovrebbe porre fine con il processo penale.

A proposito di penale, la cultura - io dico dei 5S, ma veramente parte prima con Di Pietro, a dir la verità - che crede che tutto il mondo si sani con il processo penale è una cultura sbagliata, perché, altrimenti, come ha giustamente osservato qualcuno, basterebbe prevedere l'ergastolo per tutto, per qualsiasi cosa e avremmo estirpato il male dal mondo. Non è così: la corruzione, tutti quei reati che si vogliono estirpare si estirpano con migliori procedure, con più trasparenza, con regole meno confuse, nelle quali si annida la corruzione, e, soprattutto, con controlli e trasparenza ante processo penale. Il processo penale è la medicina; le regole certe, chiare e trasparenti sono il medico di base che impedisce di ammalarsi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Poi, un'altra cosa che è sfuggita, che non c'era, si definisce il concetto di chi è la vittima del reato. Mi pare che finora nel codice non c'era, adesso viene introdotto. Chi è la vittima del reato? Una serie di persone, ad esempio anche i conviventi, che, oggi, molto spesso, non avevano titolo per costituirsi parte civile e, quindi, vengono anch'essi qualificati come vittime del reato, perché uccidi una persona che convive con un'altra da vent'anni e, magari, ha due figli e non sono sposati, probabilmente, è una vittima del reato come se fossero marito e moglie.

Abbiamo, poi, l'ufficio del processo, l'ha ricordato già il collega Verini. Effettivamente è un passo avanti e il decreto che ne costituisce l'ossatura umana è già stato pubblicato il 6 giugno di quest'anno ad opera del Ministro Brunetta, che è qui presente, che prevede l'assunzione di 16.500 giovani laureati, è vero a tempo determinato, è vero che serviranno un po' da costituire l'ossatura, è vero che dovranno essere formati, ma io sono anche convinto che, alla fine di questo tirocinio, ci saranno - e io credo che sarebbe giusto prevederlo - dei percorsi concorsuali tali da consentire a questi ragazzi di entrare finalmente a pieno nell'amministrazione giudiziaria. Abbiamo la deindicizzazione degli innocenti. Piccola cosa, ma io, anni fa, proposi il casellario degli innocenti per venire proprio incontro a questo problema: che tu, anche se sei assolto, ma rimani nei siti indicato come colpevole, nessuno, poi, va a vedere, perché ha sempre molto meno spazio sulle pagine dei giornali, la tua assoluzione, ma rimane l'imputazione. L'ha previsto, è un titolo per chiedere deindicizzazione. Il tempo è finito. L'archiviazione meritata, il codice unico identificativo. Quante volte abbiamo assistito a soggetti che vengono processati e, poi, scappano e non sa più chi sono. Con il codice unico identificativo l'abbiamo superato.

Quindi, concludendo, cosa non va? Forse ragionare sulla modifica dell'udienza preliminare: oggi, con l'udienza filtro, che già fa da filtro, appunto, l'udienza preliminare, non so fino a che punto, anche alla luce dell'esperienza concreta che si è verificata in questi anni, sia utile. Detto questo, avrei altro da aggiungere, ma il giudizio complessivamente è positivo e, per queste ragioni, signora Ministra e Governo, la Lega darà convintamente il suo appoggio a questa riforma (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Saitta. Ne ha facoltà.

EUGENIO SAITTA (M5S). Grazie, Presidente. Ministra Cartabia, membri del Governo, colleghi deputati e deputate, fiducia e responsabilità sono le parole che hanno contraddistinto il MoVimento 5 Stelle in questo frangente. Un passaggio delicato, difficile - questo non lo nego -, una mediazione difficoltosa, ma un passaggio importantissimo per tutti i cittadini italiani. Oggi siamo chiamati ad esprimere il voto di fiducia che le singole forze politiche fanno al Governo, ma io voglio fare una premessa: il MoVimento 5 Stelle ha già dimostrato la fiducia a questo Governo con il comportamento coerente che ha mantenuto in tutto questo frangente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ministra, sicuramente, un atteggiamento critico, anche molto critico, su alcuni punti, ma sempre costruttivo, abbiamo sempre prediletto il dialogo. Ricorderà lei che, all'indomani della relazione del presidente Lattanzi, siamo venuti da lei in delegazione, abbiamo parlato, esposto le nostre criticità, la nostra visione di giustizia e le devo riconoscere che le sue proposte erano, in parte, differenti da quelle che sono uscite dalla “Commissione Lattanzi”. Sicuramente ha provato a venire incontro anche alle nostre esigenze che le abbiamo prospettato, questo glielo riconosco, però quelle soluzioni, la sua proposta originaria, purtroppo, era una proposta lontana da quella che è la visione del MoVimento 5 Stelle, vi erano dei punti critici che per noi rendevano ancora invotabile la sua proposta. Ed è per questo che abbiamo presentato gli emendamenti - quella è la visione del MoVimento 5 Stelle nella giustizia penale -, abbiamo chiesto un supplemento di audizioni e, purtroppo, siamo stati i soli, a parte anche alcuni della minoranza, a chiedere quelle audizioni e, poi, abbiamo visto, alla fine, quanto importanti sono state quelle audizioni, anche perché molte delle criticità che avevamo sollevato noi hanno trovato riscontro negli autorevoli auditi e questo è stato anche importante al fine delle soluzioni finali che abbiamo trovato.

Abbiamo continuato il dialogo, lo abbiamo fatto con la nostra guida, Giuseppe Conte, con i nostri Ministri, in Consiglio dei Ministri, e con tutto il MoVimento 5 Stelle, abbiamo sempre cercato il dialogo e siamo stati avulsi da comportamenti distruttivi. Ricorderà che il tentativo di allargare il perimetro in Commissione non è matrice del MoVimento 5 Stelle, ma di Forza Italia, e quello sì che era un comportamento distruttivo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Se oggi siamo in Aula, lo si deve anche al MoVimento 5 Stelle. Ministra, poteva essere semplice in quel frangente mettere i bastoni tra le ruote al Governo, pensare agli interessi personali e non agli interessi della collettività; sarebbero bastate due, tre persone che non avessero votato e poi, magari, sarebbe passato l'ampliamento del perimetro e lì sarebbe stato tutto un mare magnum e non sappiamo quali sarebbero stati gli esiti. Invece, coerentemente abbiamo sempre cercato il dialogo con lei, abbiamo mantenuto la nostra parola, abbiamo votato compatti ed oggi siamo qua. Abbiamo cercato di trovare una soluzione a quelle che per noi erano le priorità, cioè i processi per mafia, i processi per terrorismo. Se non fosse stato per quell'atteggiamento costruttivo, per le proposte che abbiamo presentato, insieme al Presidente Giuseppe Conte, oggi non avremmo avuto la norma transitoria, il regime speciale che sottrae alla tagliola dell'improcedibilità i gravi reati, quindi i reati di mafia, di terrorismo, di violenza sessuale aggravata (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), di traffico internazionale degli stupefacenti. Prima non c'erano e oggi ci sono e questo è grazie al comportamento e grazie all'intenzione che ha avuto il MoVimento 5 Stelle e grazie anche alla sua disponibilità all'ascolto. Questo è un altro merito che le riconosco. Tante altre cose ci potevano rientrare, l'abbiamo visto nelle riunioni di maggioranza. Noi avevamo proposto anche il giudice monocratico in appello per i reati minori, che aveva anche il suo consenso, ma non abbiamo trovato una quadra con tutte le altre forze politiche; questo non ci è rientrato e, quindi, lo ripresenteremo in futuro, senza ombra di dubbio.

Però, Ministra, noi abbiamo continuato ad avere una linea. Avevamo una visione chiara del processo penale e l'abbiamo mantenuta per tutto l'iter, a differenza di altri gruppi politici come la Lega. Lo ricorderà che, all'indomani del Consiglio dei Ministri, hanno detto: è tutto perfetto. Quando noi abbiamo sollevato le criticità hanno detto: non si cambia neanche una virgola (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) delle proposte Cartabia. Quando poi abbiamo visto che c'erano delle criticità, c'erano delle possibilità di cambiare quel testo in senso migliorativo, allora ecco che, all'alba del Consiglio dei Ministri, sono spuntati con altre proposte, cercando goffamente di intestarsi i risultati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) che invece sono il frutto della mediazione del MoVimento 5 Stelle, di Giuseppe Conte e di questo Governo che abbiamo portato avanti. Ministra, c'è tanto del MoVimento 5 Stelle in questa riforma del processo penale. La base è quella che è stata fatta dall'ex Ministro Alfonso Bonafede. Abbiamo anche ottenuto che il comitato tecnico-scientifico vada a controllare, ad appurare se le assunzioni programmate dal Ministro Alfonso Bonafede, che lei sta portando avanti, saranno sufficienti a velocizzare i processi, così come l'impatto delle norme. Abbiamo ottenuto altri miglioramenti in senso positivo. Mi sento di avere la coscienza a posto in questa azione che abbiamo fatto insieme. Io penso che, con il contributo di tutti, abbiamo migliorato la proposta di riforma della delega penale e abbiamo ottenuto un importante risultato a favore dei cittadini. Il dialogo e la franchezza nei rapporti sono stati la base che ci ha permesso di arrivare a questo risultato ed è per questo motivo che dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle alla fiducia al Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la collega Bartolozzi. Ne ha facoltà, per un minuto.

GIUSI BARTOLOZZI (MISTO). Grazie, Presidente Rosato. Ministro Cartabia, membri del Governo, onorevoli colleghi, sono fermamente convinta che chi abbia il dono di coniugare competenze maturate, tecniche e abbia visione e progettualità a medio lungo termine non rimanga mai solo nel percorso delle grandi riforme. Allora, mi piace pensare che i Ministri riuniti in così alto consesso, ma anche i componenti della Commissione giustizia che insieme a me trasversalmente hanno licenziato favorevolmente il suo testo, Ministro Cartabia, non l'abbiano fatto meramente per ricevere i fondi dall'Unione europea - seppur cospicui perché sono oltre 2,3 miliardi per la giustizia - e non l'hanno fatto certamente per attribuire bandierine di sorta per mantenere o recuperare consenso popolare. Lo hanno fatto confidando nel ritorno della buona politica, quella fatta di confronto e di mediazione, che è ritornata al centro del dibattito di quest'Aula e del dibattito pubblico. Lei, signora Ministra, ha lanciato un sassolino nello stagno e i più, credo intenti in tecnicalità, non se ne sono neanche accorti ma l'onda d'urto che ne arriverà travolgerà gli increduli. Allora, se questo è il fine, la mia fiducia ora è: avanti per la vostra e per la sua azione di Governo (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Paxia. Ne ha facoltà.

MARIA LAURA PAXIA (MISTO). Grazie, Presidente. Cari colleghi, da sempre sono abituata per convinzione e cultura a formarmi un'opinione leggendo da varie fonti. Anche per la riforma della giustizia ho seguito lo stesso metodo. Autorevoli addetti ai lavori, magistrati, ANM e CSM sono concordi nel giudicare questa riforma pessima. I minimi aggiustamenti che la riforma ha subìto non la rendono votabile. Basti pensare che rischiano l'improcedibilità reati ambientali e reati di corruzione, dove spesso si annidano le mafie. Da “Spazzacorrotti” a “Salvacorrotti” è un attimo. Non sono abituata ad attaccare nessuno ma mi meraviglio che i miei colleghi 5 Stelle non nutrano i miei stessi dubbi. Il nuovo MoVimento 5 Stelle non doveva essere tutto concentrato sulla tutela dell'ambiente? La migliore tutela sono le leggi. Ahimè, l'ambiente è il termine più usato per vari spot elettorali di questo o di quel partito; poi, però, quando bisogna davvero fare qualcosa c'è sempre qualche priorità da valutare. Nel frattempo, le nostre città bruciano, vengano travolte da frane e smottamenti, sono sempre più inquinate…

PRESIDENTE. Grazie onorevole Paxia.

MARIA LAURA PAXIA (MISTO). …i nostri cittadini si ammalano di cancro, ma tutto va bene. Io ho scelto di svolgere il mandato con disciplina ed onore rispetto ai cittadini che mi hanno sostenuto. Per questa ragione non appoggerò questa riforma (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Sgarbi. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI (M-NCI-USEI-R-AC). Illustre Presidente. Illustre Ministro. Fra tanti vaniloqui, volevo semplicemente ricordare che la norma che oggi indica il diritto dell'oblio degli indagati e degli imputati è una norma di civiltà e mi fa tornare in mente una voce mancante in quest'Aula, la voce di un uomo che si è occupato di giustizia come nessuno - mi riferisco a Marco Pannella - e di cui vorrei ricordare le parole di Leonardo Sciascia: è il solo uomo politico italiano che costantemente dimostri di avere il senso del diritto, della legge e della giustizia.

Oggi la voce di Pannella manca.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Sodano. Ne ha facoltà.

MICHELE SODANO (MISTO). Grazie, Presidente. Qualche mese fa, prima di essere espulsi dal MoVimento 5 Stelle, un signore chiamò me e i miei colleghi dicendoci: siete giovani, avete un futuro davanti, non vi conviene non votare la fiducia a Draghi, ve ne pentirete. Quello stesso signore, ieri, nonostante noi fossimo seduti ad occupare pacificamente, con un gesto gandhiano, i tavoli del Governo, per allontanare una riforma che, oggi pomeriggio, lo stesso procuratore Di Matteo, nonostante le modifiche apportate da Conte, ha detto essere pericolosissima, ha pronunciato quelle parole per negare a questo Parlamento di esprimersi su una riforma tremenda. Allora, io dico al Ministro - che vedo, in questo momento - che probabilmente la nostra generazione, a causa di persone come lei, non avrà un futuro; ma potremo dormire tranquilli, Ministro D'Incà (Applausi di deputati del gruppo Misto). Per questo motivo non voteremo la fiducia ad una riforma tremenda che rende impuniti i criminali di questo Paese.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazione della questione di fiducia – Articolo 1 - A.C. 2435-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione della questione di fiducia.

Indìco la votazione per appello nominale dell'articolo 1, nel testo della Commissione, sulla cui approvazione, senza emendamenti, subemendamenti ed articoli aggiuntivi, il Governo ha posto la questione di fiducia.

Ricordo che l'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale la chiama avrà inizio è stata effettuata dalla Presidenza nella seduta di ieri. La chiama avrà inizio quindi dalla deputata Scutellà. Sulla base di tale estrazione, sono state stabilite e comunicate apposite fasce orarie per regolare l'accesso dei deputati, i quali - all'orario stabilito per ciascuna fascia - faranno ingresso in Aula dal lato sinistro della Presidenza, dichiareranno il voto dalla fila dei banchi del Governo riservata ai sottosegretari e quindi lasceranno l'Aula dall'ingresso del lato destro.

Avverto che la Presidenza accoglierà un numero di richieste di anticipazione del voto fino ad un massimo del 3 per cento della consistenza numerica di ciascun gruppo, oltre a quelle dei membri del Governo.

Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.

Colleghi, per semplificare il nostro lavoro che, come noto, prevede due chiame, pregherei, una volta esaurite le operazioni di voto, di uscire dall'Aula, anche per il rispetto delle normative anti-COVID.

(Segue la chiama).

Colleghi! Un attimo… Colleghi, invito ad un maggior silenzio e invito chi ha già votato a uscire dall'Aula. Colleghi, abbiamo ancora una chiama. Va bene! Sospendiamo la seduta? Per me non c'è problema. Chi ha già votato, esca dall'Aula, cortesemente. Prego.

(Segue la chiama)

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione dell'articolo 1, nel testo della Commissione, sulla cui approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, il Governo ha posto la questione di fiducia:

Presenti:……………518

Votanti:…..………..517

Astenuti:……………..1

Maggioranza:………259

Hanno risposto :…462

Hanno risposto no:....55

La Camera approva.

Sono così respinte tutte le proposte emendative riferite all'articolo 1.

Hanno risposto sì:

Acunzo Nicola

Adelizzi Cosimo

Aiello Davide

Alaimo Roberta

Alemanno Maria Soave

Amitrano Alessandro

Andreuzza Giorgia

Angiola Nunzio

Annibali Lucia

Anzaldi Michele

Aprea Valentina

Aprile Nadia

Aresta Giovanni Luca

Ascani Anna

Ascari Stefania

Avossa Eva

Azzolina Lucia

Badole Mirco

Bagnasco Roberto

Baldelli Simone

Baldini Maria Teresa

Baldino Vittoria

Baratto Raffaele

Barbuto Elisabetta Maria

Barelli Paolo

Baroni Annalisa

Bartolozzi Giusi

Barzotti Valentina

Battelli Sergio

Battilocchio Alessandro

Bazoli Alfredo

Bazzaro Alex

Bella Marco

Belotti Daniele

Benamati Gianluca

Bendinelli Davide

Benvenuto Alessandro Manuel

Berardini Fabio

Bergamini Deborah

Berlinghieri Marina

Bersani Pier Luigi

Berti Francesco

Biancofiore Michaela

Billi Simone

Bilotti Anna

Binelli Diego

Bisa Ingrid

Bitonci Massimo

Boldi Rossana

Boldrini Laura

Bonafede Alfonso

Bond Dario

Boniardi Fabio Massimo

Bonomo Francesca

Bordo Michele

Bordonali Simona

Borghi Claudio

Borghi Enrico

Boschi Maria Elena

Braga Chiara

Brescia Giuseppe

Brunetta Renato

Bruno Raffaele

Bruno Bossio Vincenza

Bubisutti Aurelia

Buffagni Stefano

Buratti Umberto

Businarolo Francesca

Cadeddu Luciano

Caffaratto Gualtiero

Cancelleri Azzurra Pia Maria

Cannizzaro Francesco

Cantalamessa Gianluca

Cantini Laura

Cantone Carla

Cantone Luciano

Caon Roberto

Capitanio Massimiliano

Cappellacci Ugo

Cappellani Santi

Carabetta Luca

Carbonaro Alessandra

Carè Nicola

Carelli Emilio

Carfagna Maria Rosaria

Carrara Maurizio

Casa Vittoria

Casciello Luigi

Caso Andrea

Cassese Gianpaolo

Cassinelli Roberto

Cataldi Roberto

Cattaneo Alessandro

Cattoi Maurizio

Cattoi Vanessa

Cavandoli Laura

Ceccanti Stefano

Cenni Susanna

Centemero Giulio

Cestari Emanuele

Chiazzese Giuseppe

Ciagà Graziella Leyla

Ciampi Lucia

Cillis Luciano

Cimino Rosalba

Ciprini Tiziana

Coin Dimitri

Colaninno Matteo

Colla Jari

Colucci Alessandro

Comaroli Silvana Andreina

Comencini Vito

Cominardi Claudio

Conte Federico

Corneli Valentina

Cortelazzo Piergiorgio

Costa Enrico

Covolo Silvia

Crippa Andrea

Crippa Davide

Cristina Mirella

Critelli Francesco

Cubeddu Sebastiano

Currò Giovanni

Dadone Fabiana

Daga Federica

Dal Moro Gian Pietro

D'Alessandro Camillo

Dara Andrea

D'Attis Mauro

De Angelis Sara

De Carlo Sabrina

De Filippo Vito

De Giorgi Rosalba

De Girolamo Carlo Ugo

De Lorenzis Diego

De Lorenzo Rina

De Luca Piero

De Maria Andrea

De Martini Guido

De Menech Roger

De Micheli Paola

Deiana Paola

Del Barba Mauro

Del Basso De Caro Umberto

Del Grosso Daniele

Del Monaco Antonio

Del Sesto Margherita

Delrio Graziano

D'Eramo Luigi

D'Ettore Felice Maurizio

Di Giorgi Rosa Maria

Di Lauro Carmen

Di Maio Luigi

Di Maio Marco

Di Muro Flavio

Di Sarno Gianfranco

Di Stasio Iolanda

Dieni Federica

D'Incà Federico

D'Ippolito Giuseppe

Donina Giuseppe Cesare

Donno Leonardo

Dori Devis

D'Orso Valentina

D'Uva Francesco

Emiliozzi Mirella

Ermellino Alessandra

Fantinati Mattia

Fantuz Marica

Faro Marialuisa

Fassina Stefano

Fassino Piero

Ferraioli Marzia

Ferrari Roberto Paolo

Ferri Cosimo Maria

Fiano Emanuele

Ficara Paolo

Fiorini Benedetta

Fitzgerald Nissoli Fucsia

Flati Francesca

Fogliani Ketty

Fontana Gregorio

Fontana Lorenzo

Formentini Paolo

Fornaro Federico

Foscolo Sara

Fraccaro Riccardo

Frailis Andrea

Franceschini Dario

Frassini Rebecca

Frate Flora

Fregolent Silvia

Furgiuele Domenico

Gagliardi Manuela

Gagnarli Chiara

Galizia Francesca

Galli Dario

Gallinella Filippo

Gallo Luigi

Garavaglia Massimo

Gariglio Davide

Gastaldi Flavio

Gebhard Renate

Gelmini Mariastella

Germanà Antonino

Giaccone Andrea

Giachetti Roberto

Giacometti Antonietta

Giacometto Carlo

Giacomoni Sestino

Giarrizzo Andrea

Giglio Vigna Alessandro

Giordano Conny

Giorgis Andrea

Giuliano Carla

Golinelli Guglielmo

Grande Marta

Gribaudo Chiara

Grillo Giulia

Grimaldi Nicola

Grippa Carmela

Gualtieri Roberto

Gubitosa Michele

Guerini Lorenzo

Gusmeroli Alberto Luigi

Ianaro Angela

Iezzi Igor Giancarlo

Incerti Antonella

Invernizzi Cristian

Invidia Niccolò

Iovino Luigi

La Marca Francesca

L'Abbate Giuseppe

Labriola Vincenza

Lacarra Marco

Lazzarini Arianna

Legnaioli Donatella

Lepri Stefano

Librandi Gianfranco

Licatini Caterina

Liuni Marzio

Liuzzi Mirella

Lolini Mario

Losacco Alberto

Loss Martina

Lotti Luca

Lovecchio Giorgio

Lucchini Elena

Lucentini Mauro

Lupi Maurizio

Macina Anna

Madia Maria Anna

Maggioni Marco

Magi Riccardo

Maglione Pasquale

Manca Alberto

Mancini Claudio

Mandelli Andrea

Manzato Franco

Manzo Teresa

Maraia Generoso

Marattin Luigi

Marchetti Riccardo Augusto

Marin Marco

Marino Bernardo

Marrocco Patrizia

Martinciglio Vita

Martino Antonio

Marzana Maria

Masi Angela

Maturi Filippo

Mauri Matteo

Mazzetti Erica

Melicchio Alessandro

Miceli Carmelo

Micillo Salvatore

Migliore Gennaro

Migliorino Luca

Minardo Antonino

Molinari Riccardo

Molteni Nicola

Mor Mattia

Morani Alessia

Morassut Roberto

Moretto Sara

Morgoni Mario

Moschioni Daniele

Mugnai Stefano

Mulè Giorgio

Mura Romina

Murelli Elena

Musella Graziano

Napoli Osvaldo

Nappi Silvana

Nardi Martina

Nesci Dalila

Nevi Raffaele

Nitti Michele

Nobili Luciano

Noja Lisa

Occhionero Giuseppina

Occhiuto Roberto

Olgiati Riccardo

Orfini Matteo

Orrico Anna Laura

Orsini Andrea

Pagani Alberto

Pagano Ubaldo

Paita Raffaella

Pallini Maria

Palmieri Antonio

Palmisano Valentina

Panizzut Massimiliano

Paolin Giuseppe

Paolini Luca Rodolfo

Papiro Antonella

Parisse Martina

Parolo Ugo

Patelli Cristina

Pella Roberto

Pellicani Nicola

Penna Leonardo Salvatore

Pentangelo Antonio

Perantoni Mario

Perconti Filippo Giuseppe

Pettarin Guido Germano

Pettazzi Lino

Pezzopane Stefania

Piastra Carlo

Picchi Guglielmo

Piccoli Nardelli Flavia

Piccolo Tiziana

Pini Giuditta

Pittalis Pietro

Pizzetti Luciano

Plangger Albrecht

Polidori Catia

Pollastrini Barbara

Polverini Renata

Porchietto Claudia

Potenti Manfredi

Prestigiacomo Stefania

Prestipino Patrizia

Pretto Erik Umberto

Provenza Nicola

Quartapelle Procopio Lia

Racchella Germano

Raciti Fausto

Raffa Angela

Raffaelli Elena

Ravetto Laura

Ribolla Alberto

Ricciardi Riccardo

Ripani Elisabetta

Rixi Edoardo

Rizzo Gianluca

Rizzo Nervo Luca

Rizzone Marco

Romano Andrea

Rospi Gianluca

Rossi Andrea

Rossini Emanuela

Rossini Roberto

Rosso Roberto

Rostan Michela

Rotondi Gianfranco

Rotta Alessia

Ruffino Daniela

Ruggieri Andrea

Ruggiero Francesca Anna

Ruocco Carla

Russo Paolo

Saccani Jotti Gloria

Saitta Eugenio

Salafia Angela

Saltamartini Barbara

Sani Luca

Sarro Carlo

Sarti Giulia

Savino Elvira

Savino Sandra

Scagliusi Emanuele

Scalfarotto Ivan

Scanu Lucia

Scerra Filippo

Schirò Angela

Schullian Manfred

Scoma Francesco

Sensi Filippo

Serracchiani Debora

Serritella Davide

Sgarbi Vittorio

Siani Paolo

Sibilia Carlo

Sibilia Cosimo

Silvestri Francesco

Siracusano Matilde

Sisto Francesco Paolo

Snider Silvana

Soverini Serse

Sozzani Diego

Spadafora Vincenzo

Spadoni Maria Edera

Spena Maria

Sportiello Gilda

Squeri Luca

Stumpo Nicola

Sut Luca

Sutto Mauro

Tabacci Bruno

Tarantino Leonardo

Tartaglione Annaelsa

Tateo Anna Rita

Terzoni Patrizia

Timbro Maria Flavia

Tiramani Paolo

Toccafondi Gabriele

Toccalini Luca

Tofalo Angelo

Tomasi Maura

Tombolato Giovanni Battista

Tondo Renzo

Topo Raffaele

Torromino Sergio

Torto Daniela

Traversi Roberto

Tripodi Elisa

Troiano Francesca

Tucci Riccardo

Turri Roberto

Tuzi Manuel

Ungaro Massimo

Vacca Gianluca

Valbusa Vania

Valente Simone

Valentini Valentino

Vallotto Sergio

Varrica Adriano

Vazio Franco

Verini Walter

Versace Giuseppina

Vietina Simona

Vignaroli Stefano

Villani Virginia

Viscomi Antonio

Vitiello Catello

Vito Elio

Viviani Lorenzo

Vizzini Gloria

Volpi Raffaele

Zan Alessandro

Zanella Federica

Zangrillo Paolo

Zanichelli Davide

Zardini Diego

Zennaro Antonio

Zicchieri Francesco

Ziello Edoardo

Zoffili Eugenio

Zolezzi Alberto

Zordan Adolfo

Hanno risposto no:

Albano Lucia

Baroni Massimo Enrico

Benedetti Silvia

Bignami Galeazzo

Bucalo Carmela

Butti Alessio

Cabras Pino

Caiata Salvatore

Caretta Maria Cristina

Ciaburro Monica

Cirielli Edmondo

Colletti Andrea

Corda Emanuela

Costanzo Jessica

De Toma Massimiliano

Deidda Salvatore

Delmastro Delle Vedove Andrea

Donzelli Giovanni

Ehm Yana Chiara

Ferro Wanda

Forciniti Francesco

Frassinetti Paola

Fratoianni Nicola

Galantino Davide

Gemmato Marcello

Giuliodori Paolo

Lollobrigida Francesco

Lucaselli Ylenja

Mantovani Lucrezia Maria Benedetta

Maschio Ciro

Mollicone Federico

Montaruli Augusta

Osnato Marco

Paxia Maria Laura

Raduzzi Raphael

Rizzetto Walter

Rotelli Mauro

Russo Giovanni

Sapia Francesco

Sarli Doriana

Silvestri Rachele

Silvestroni Marco

Siragusa Elisa

Sodano Michele

Spessotto Arianna

Suriano Simona

Termini Guia

Trancassini Paolo

Trano Raffaele

Vallascas Andrea

Varchi Maria Carolina

Villarosa Alessio

Vinci Gianluca

Volpi Leda

Zucconi Riccardo

Si sono astenuti:

Borghese Mario

Sono in missione:

Campana Micaela

Carinelli Paola

Castelli Laura

Di Stefano Manlio

Durigon Claudio

Fontana Ilaria

Gava Vannia

Gerardi Francesca

Giorgetti Giancarlo

Grimoldi Paolo

Lapia Mara

Lorefice Marialucia

Melilli Fabio

Morelli Alessandro

Orlando Andrea

Palazzotto Erasmo

Pastorino Luca

Patassini Tullio

Rampelli Fabio

Sasso Rossano

Scutellà Elisa

Silli Giorgio

Speranza Roberto

Tasso Antonio

Testamento Rosa Alba

Tripiedi Davide

Zanettin Pierantonio

(Votazione della questione di fiducia – Articolo 2 - A.C. 2435-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione della questione di fiducia.

Indìco la votazione per appello nominale dell'articolo 2, nel testo della Commissione, sulla cui approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, il Governo ha posto la questione di fiducia.

Ricordo che l'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale la chiama avrà inizio è stata effettuata nella seduta di ieri.

La chiama avrà quindi inizio dalla deputata Anna Rita Tateo.

Sulla base di tale estrazione, sono state stabilite e comunicate apposite fasce orarie per regolare l'accesso dei deputati, i quali - all'orario stabilito per ciascuna fascia - faranno ingresso in Aula dal lato sinistro della Presidenza, dichiareranno il voto dalla fila dei banchi del Governo riservata ai sottosegretari e, quindi, lasceranno l'Aula dall'ingresso del lato destro.

Avverto che la Presidenza accoglierà un numero di richieste di anticipazione del voto fino ad un massimo del 3 per cento della consistenza numerica di ciascun gruppo, oltre a quelle dei membri del Governo.

Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.

(Segue la chiama).

Colleghi, liberiamo il passaggio cortesemente: chi non deve votare è pregato di liberare il passaggio. Pregherei anche gli assistenti parlamentari di far rispettare questa indicazione, di tenere libero il passaggio cortesemente.

(Segue la chiama).

Chiederei di liberare il passaggio anche a chi ha chiesto di votare anticipatamente e impedisce la funzionalità del passaggio. Cortesemente colleghi!

(Segue la chiama).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione dell'articolo 2, nel testo della Commissione, sulla cui approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, il Governo ha posto la questione di fiducia:

Presenti:……………505

Votanti:…..………..504

Astenuti:……………..1

Maggioranza:………253

Hanno risposto :…458

Hanno risposto no:....46

La Camera approva.

Si intendono così respinte tutte le proposte emendative riferite all'articolo 2.

Hanno risposto sì:

Acunzo Nicola

Adelizzi Cosimo

Aiello Davide

Alaimo Roberta

Alemanno Maria Soave

Amitrano Alessandro

Andreuzza Giorgia

Angiola Nunzio

Annibali Lucia

Anzaldi Michele

Aprea Valentina

Aprile Nadia

Aresta Giovanni Luca

Ascani Anna

Ascari Stefania

Avossa Eva

Azzolina Lucia

Badole Mirco

Bagnasco Roberto

Baldelli Simone

Baldini Maria Teresa

Baldino Vittoria

Baratto Raffaele

Barbuto Elisabetta Maria

Barelli Paolo

Baroni Annalisa

Bartolozzi Giusi

Barzotti Valentina

Battelli Sergio

Battilocchio Alessandro

Bazoli Alfredo

Bazzaro Alex

Bella Marco

Belotti Daniele

Benamati Gianluca

Bendinelli Davide

Benvenuto Alessandro Manuel

Berardini Fabio

Bergamini Deborah

Berlinghieri Marina

Bersani Pier Luigi

Berti Francesco

Biancofiore Michaela

Billi Simone

Bilotti Anna

Binelli Diego

Bisa Ingrid

Bitonci Massimo

Boldi Rossana

Boldrini Laura

Bonafede Alfonso

Bond Dario

Boniardi Fabio Massimo

Bonomo Francesca

Bordo Michele

Bordonali Simona

Borghi Claudio

Borghi Enrico

Boschi Maria Elena

Braga Chiara

Brescia Giuseppe

Brunetta Renato

Bruno Raffaele

Bruno Bossio Vincenza

Bubisutti Aurelia

Buffagni Stefano

Buratti Umberto

Businarolo Francesca

Cadeddu Luciano

Caffaratto Gualtiero

Cancelleri Azzurra Pia Maria

Cannizzaro Francesco

Cantalamessa Gianluca

Cantini Laura

Cantone Carla

Cantone Luciano

Caon Roberto

Capitanio Massimiliano

Cappellacci Ugo

Cappellani Santi

Carabetta Luca

Carbonaro Alessandra

Carè Nicola

Carelli Emilio

Carfagna Maria Rosaria

Carrara Maurizio

Casa Vittoria

Casciello Luigi

Caso Andrea

Cassese Gianpaolo

Cassinelli Roberto

Cataldi Roberto

Cattaneo Alessandro

Cattoi Maurizio

Cattoi Vanessa

Cavandoli Laura

Ceccanti Stefano

Cenni Susanna

Centemero Giulio

Cestari Emanuele

Chiazzese Giuseppe

Ciagà Graziella Leyla

Ciampi Lucia

Cillis Luciano

Cimino Rosalba

Ciprini Tiziana

Coin Dimitri

Colaninno Matteo

Colla Jari

Colucci Alessandro

Comaroli Silvana Andreina

Comencini Vito

Cominardi Claudio

Conte Federico

Corneli Valentina

Cortelazzo Piergiorgio

Costa Enrico

Covolo Silvia

Crippa Andrea

Crippa Davide

Cristina Mirella

Critelli Francesco

Cubeddu Sebastiano

Currò Giovanni

Dadone Fabiana

Daga Federica

Dal Moro Gian Pietro

D'Alessandro Camillo

Dara Andrea

D'Attis Mauro

De Angelis Sara

De Carlo Sabrina

De Filippo Vito

De Giorgi Rosalba

De Girolamo Carlo Ugo

De Lorenzis Diego

De Lorenzo Rina

De Luca Piero

De Maria Andrea

De Martini Guido

De Menech Roger

Deiana Paola

Del Barba Mauro

Del Basso De Caro Umberto

Del Grosso Daniele

Del Monaco Antonio

Del Sesto Margherita

Delrio Graziano

D'Eramo Luigi

D'Ettore Felice Maurizio

Di Giorgi Rosa Maria

Di Lauro Carmen

Di Maio Luigi

Di Maio Marco

Di Muro Flavio

Di Sarno Gianfranco

Di Stasio Iolanda

Dieni Federica

D'Incà Federico

D'Ippolito Giuseppe

Donina Giuseppe Cesare

Donno Leonardo

Dori Devis

D'Orso Valentina

D'Uva Francesco

Emiliozzi Mirella

Ermellino Alessandra

Fantinati Mattia

Fantuz Marica

Faro Marialuisa

Fassina Stefano

Fassino Piero

Ferraioli Marzia

Ferrari Roberto Paolo

Ferri Cosimo Maria

Fiano Emanuele

Ficara Paolo

Fiorini Benedetta

Fitzgerald Nissoli Fucsia

Flati Francesca

Fogliani Ketty

Fontana Gregorio

Fontana Lorenzo

Formentini Paolo

Fornaro Federico

Foscolo Sara

Fraccaro Riccardo

Frailis Andrea

Frassini Rebecca

Frate Flora

Fregolent Silvia

Furgiuele Domenico

Gagliardi Manuela

Gagnarli Chiara

Galizia Francesca

Galli Dario

Gallinella Filippo

Gallo Luigi

Garavaglia Massimo

Gariglio Davide

Gastaldi Flavio

Gebhard Renate

Gelmini Mariastella

Germanà Antonino

Giaccone Andrea

Giachetti Roberto

Giacometti Antonietta

Giacometto Carlo

Giacomoni Sestino

Giarrizzo Andrea

Giglio Vigna Alessandro

Giordano Conny

Giorgis Andrea

Giuliano Carla

Golinelli Guglielmo

Grande Marta

Gribaudo Chiara

Grillo Giulia

Grimaldi Nicola

Grippa Carmela

Gualtieri Roberto

Gubitosa Michele

Guerini Lorenzo

Gusmeroli Alberto Luigi

Ianaro Angela

Iezzi Igor Giancarlo

Incerti Antonella

Invidia Niccolò

Iovino Luigi

L'Abbate Giuseppe

Labriola Vincenza

Lacarra Marco

Lazzarini Arianna

Legnaioli Donatella

Lepri Stefano

Librandi Gianfranco

Licatini Caterina

Liuni Marzio

Liuzzi Mirella

Lolini Mario

Lorenzoni Eva

Losacco Alberto

Loss Martina

Lotti Luca

Lovecchio Giorgio

Lucchini Elena

Lucentini Mauro

Lupi Maurizio

Macina Anna

Madia Maria Anna

Maggioni Marco

Magi Riccardo

Maglione Pasquale

Manca Alberto

Mancini Claudio

Mandelli Andrea

Manzato Franco

Manzo Teresa

Maraia Generoso

Marattin Luigi

Marchetti Riccardo Augusto

Mariani Felice

Marin Marco

Marino Bernardo

Marrocco Patrizia

Martinciglio Vita

Martino Antonio

Marzana Maria

Masi Angela

Maturi Filippo

Mauri Matteo

Mazzetti Erica

Melicchio Alessandro

Miceli Carmelo

Micillo Salvatore

Migliore Gennaro

Migliorino Luca

Molinari Riccardo

Molteni Nicola

Mor Mattia

Morani Alessia

Morassut Roberto

Moretto Sara

Morgoni Mario

Moschioni Daniele

Mugnai Stefano

Mulè Giorgio

Mura Romina

Murelli Elena

Musella Graziano

Napoli Osvaldo

Nappi Silvana

Nardi Martina

Nesci Dalila

Nevi Raffaele

Nitti Michele

Nobili Luciano

Noja Lisa

Occhionero Giuseppina

Occhiuto Roberto

Olgiati Riccardo

Orfini Matteo

Orrico Anna Laura

Orsini Andrea

Pagani Alberto

Pagano Alessandro

Pagano Ubaldo

Paita Raffaella

Pallini Maria

Palmieri Antonio

Palmisano Valentina

Panizzut Massimiliano

Paolin Giuseppe

Paolini Luca Rodolfo

Papiro Antonella

Parisse Martina

Parolo Ugo

Patelli Cristina

Pella Roberto

Pellicani Nicola

Penna Leonardo Salvatore

Pentangelo Antonio

Perantoni Mario

Perconti Filippo Giuseppe

Pettarin Guido Germano

Pettazzi Lino

Pezzopane Stefania

Piastra Carlo

Picchi Guglielmo

Piccoli Nardelli Flavia

Piccolo Tiziana

Pini Giuditta

Pittalis Pietro

Pizzetti Luciano

Plangger Albrecht

Polidori Catia

Pollastrini Barbara

Polverini Renata

Porchietto Claudia

Potenti Manfredi

Prestigiacomo Stefania

Prestipino Patrizia

Pretto Erik Umberto

Provenza Nicola

Quartapelle Procopio Lia

Racchella Germano

Raciti Fausto

Raffa Angela

Raffaelli Elena

Ravetto Laura

Ribolla Alberto

Ricciardi Riccardo

Ripani Elisabetta

Rixi Edoardo

Rizzo Gianluca

Rizzo Nervo Luca

Rizzone Marco

Romano Andrea

Rospi Gianluca

Rossi Andrea

Rossini Emanuela

Rossini Roberto

Rosso Roberto

Rostan Michela

Rotondi Gianfranco

Rotta Alessia

Ruffino Daniela

Ruggieri Andrea

Ruggiero Francesca Anna

Ruocco Carla

Russo Paolo

Saccani Jotti Gloria

Saitta Eugenio

Salafia Angela

Saltamartini Barbara

Sani Luca

Sarro Carlo

Sarti Giulia

Savino Elvira

Savino Sandra

Scagliusi Emanuele

Scalfarotto Ivan

Scanu Lucia

Scerra Filippo

Schirò Angela

Schullian Manfred

Scoma Francesco

Sensi Filippo

Serracchiani Debora

Serritella Davide

Sgarbi Vittorio

Siani Paolo

Sibilia Carlo

Sibilia Cosimo

Silvestri Francesco

Siracusano Matilde

Sisto Francesco Paolo

Snider Silvana

Sozzani Diego

Spadafora Vincenzo

Spadoni Maria Edera

Spena Maria

Sportiello Gilda

Squeri Luca

Stumpo Nicola

Sut Luca

Sutto Mauro

Tabacci Bruno

Tarantino Leonardo

Tartaglione Annaelsa

Tateo Anna Rita

Terzoni Patrizia

Timbro Maria Flavia

Tiramani Paolo

Toccafondi Gabriele

Toccalini Luca

Tofalo Angelo

Tomasi Maura

Tombolato Giovanni Battista

Tondo Renzo

Topo Raffaele

Torromino Sergio

Torto Daniela

Traversi Roberto

Tripodi Elisa

Troiano Francesca

Tucci Riccardo

Turri Roberto

Tuzi Manuel

Ungaro Massimo

Vacca Gianluca

Valbusa Vania

Valente Simone

Valentini Valentino

Vallotto Sergio

Varrica Adriano

Vazio Franco

Verini Walter

Versace Giuseppina

Vietina Simona

Vignaroli Stefano

Villani Virginia

Viscomi Antonio

Vitiello Catello

Vito Elio

Viviani Lorenzo

Volpi Raffaele

Zan Alessandro

Zanella Federica

Zangrillo Paolo

Zanichelli Davide

Zardini Diego

Zennaro Antonio

Zicchieri Francesco

Ziello Edoardo

Zoffili Eugenio

Zolezzi Alberto

Zordan Adolfo

Hanno risposto no:

Albano Lucia

Baroni Massimo Enrico

Benedetti Silvia

Bignami Galeazzo

Bucalo Carmela

Butti Alessio

Caiata Salvatore

Caretta Maria Cristina

Ciaburro Monica

Cirielli Edmondo

Colletti Andrea

Corda Emanuela

De Toma Massimiliano

Deidda Salvatore

Delmastro Delle Vedove Andrea

Donzelli Giovanni

Ferro Wanda

Frassinetti Paola

Fratoianni Nicola

Galantino Davide

Gemmato Marcello

Giuliodori Paolo

Lollobrigida Francesco

Lucaselli Ylenja

Mantovani Lucrezia Maria Benedetta

Maschio Ciro

Montaruli Augusta

Osnato Marco

Rampelli Fabio

Rizzetto Walter

Rotelli Mauro

Russo Giovanni

Sapia Francesco

Sarli Doriana

Silvestri Rachele

Silvestroni Marco

Siragusa Elisa

Spessotto Arianna

Termini Guia

Trancassini Paolo

Trano Raffaele

Vallascas Andrea

Varchi Maria Carolina

Villarosa Alessio

Vinci Gianluca

Zucconi Riccardo

Si sono astenuti:

Borghese Mario

Sono in missione:

Campana Micaela

Carinelli Paola

Castelli Laura

Di Stefano Manlio

Durigon Claudio

Fontana Ilaria

Gava Vannia

Gerardi Francesca

Giorgetti Giancarlo

Grimoldi Paolo

Lapia Mara

Lorefice Marialucia

Melilli Fabio

Morelli Alessandro

Orlando Andrea

Palazzotto Erasmo

Pastorino Luca

Patassini Tullio

Sasso Rossano

Scutellà Elisa

Silli Giorgio

Speranza Roberto

Tasso Antonio

Testamento Rosa Alba

Tripiedi Davide

Zanettin Pierantonio

PRESIDENTE. Interrompiamo, a questo punto, l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani, a partire dalle 9, con l'esame degli ordini del giorno. Avverto che, secondo le intese intercorse tra i gruppi, le dichiarazioni di voto finale si svolgeranno dalle 19, con ripresa televisiva diretta.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Martedì 3 agosto 2021 - Ore 9:

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

Delega al Governo per l'efficienza del processo penale nonché in materia di giustizia riparativa e disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari. (C. 2435-A​)

Relatori: SARTI e VAZIO, per la maggioranza; VARCHI e COLLETTI, di minoranza.

La seduta termina alle 0,45 del 3 agosto 2021.