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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 546 di venerdì 23 luglio 2021

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANDREA DE MARIA, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascari, Gregorio Fontana, Migliorino e Patassini sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 93, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 22 luglio 2021, il deputato Giovanni Russo, già iscritto al gruppo parlamentare Misto, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Fratelli d'Italia.

La presidenza di tale gruppo, con lettera pervenuta in pari data, ha comunicato di aver accolto la richiesta.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 31 maggio 2021, n. 77, recante governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza e prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di accelerazione e snellimento delle procedure (A.C. 3146-A/R​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 3146-A/R: Conversione in legge del decreto-legge 31 maggio 2021, n. 77, recante governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza e prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di accelerazione e snellimento delle procedure.

Ricordo che nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge in esame, nel testo approvato dalle Commissioni a seguito del rinvio deliberato dall'Assemblea.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Cabras. Ne ha facoltà.

PINO CABRAS (MISTO-L'A.C'È). È urgente porre all'ordine del giorno dei nostri lavori un immediato confronto con il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, che deve riferire in Aula, perché ha proposto una svolta che mette in questione diritti e libertà fondamentali, cioè i temi più sensibili di una democrazia. Dopo il regime del Turkmenistan, un nuovo regime in fase di formazione vuole introdurre, fra i primi al mondo, una profonda segregazione sanitaria: quello di Draghi.

Il lasciapassare sanitario separa i cittadini in base a principi antiscientifici e rischia di vanificare gli sforzi fatti con i vaccini sperimentali per le fasce di cittadini più esposti. Vuole dividere le persone con provvedimenti senza senso, che chiunque, anche senza essere un super scienziato, può notare facilmente. Dobbiamo discuterne qui, apertamente, senza farci intimidire da una politica della paura. Con quel “rischiate di morire” o “state per morire”, diventiamo un Paese che elargisce libertà fondamentali solo a condizione che si sia detentori di un pass che trasferisce a burocrati e negozianti la scelta sul fare accedere o meno un libero cittadino a servizi anche essenziali.

L'obbligo di assumere farmaci come condizione di esercizio di una piena cittadinanza non è esattamente quello che volevano i nostri padri costituenti. Una tale imposizione di fatto o di diritto va, invece, respinta senza esitazione, sia sul piano etico, che su quello costituzionale. Innanzitutto, è chiaro a tutti che i vaccini non impediscono i contagi, specie con le nuove varianti. Se ti vaccini è più difficile che il COVID arrivi in forma grave anche se sei anziano, ma non impedisce che tu possa essere contagioso. Perché mai, allora, limitare con un arbitrio burocratico la libertà garantita dalla Costituzione solo per una questione di probabilità di contagio e non di immunità? Se non hai il lasciapassare, non ti puoi sedere al chiuso nei bar e nei ristoranti, ma puoi consumare al bancone: nessun criterio scientifico, solo un attacco alle libertà delle persone, che dobbiamo discutere al più presto.

Non ci meravigliamo di questo nel momento in cui la democrazia è ostaggio di uno dei minimi scienziati della nostra epoca, come Burioni, che in un tweet vuole mettere milioni di persone, parole sue, “agli arresti domiciliari”, per trattarli “come sorci”, parole sue. È questo che si vuole? Non discutere in Parlamento e trattare i devianti come sorci? Sta montando un linguaggio da Stato totalitario, questo è un linguaggio squadristico. Un filtro precauzionale sulle persone ha senso per i grandi assembramenti, dove arriva tanta gente, facile da risolvere con il tampone. A quando i tamponi e i test anticorpali gratuiti? Tutti i Paesi del mondo incentivano il distanziamento fisico e avrà senso farlo per un po' di tempo ancora, ma si possono tenere intatte le libertà e fare scelte razionali. Milioni di cittadini, invece, avranno lo status del reietto, con decreti…

PRESIDENTE. Collega Cabras, qual è il suo quesito? Perché, considerato che il decreto, come tutti i decreti, verrà in quest'Aula per essere discusso nei prossimi giorni, qual è il suo quesito? L'ordine dei lavori qual è?

PINO CABRAS (MISTO-L'A.C'È). La questione dell'urgenza, perché la questione…

PRESIDENTE. Io ho molta pazienza, vede, ma qual è l'ordine dei lavori?

PINO CABRAS (MISTO-L'A.C'È). L'ordine dei lavori è proporre che questa cosa venga discussa immediatamente.

PRESIDENTE. Perfetto, l'abbiamo recepito. Verrà discusso immediatamente come tutti i decreti, come prevede la Costituzione.

PINO CABRAS (MISTO-L'A.C'È). No, no, molto prima, perché è necessario in questo momento; si sta sottovalutando l'attacco che c'è a delle libertà fondamentali, quindi dobbiamo parlarne al più presto ed essere investiti di questa discussione.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 3146-A/R.

(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia – Articolo unico - A.C. 3146-A/R​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.

Ha chiesto di parlare la collega Ghebard. Ne ha facoltà.

RENATE GEBHARD (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. La realizzazione delle missioni del PNRR dipende dall'introduzione di un sistema di coordinamento, gestione e controllo, che semplifichi e innovi il quadro normativo e che possa garantire livelli essenziali, diritti e obiettivi. Cabina di regia e Tavolo permanente per il partenariato economico, sociale e territoriale, corrispondono a tale esigenza. C'è un punto fondamentale: i fondi europei sono un'occasione unica per uscire più forti da questa pandemia e vanno spesi per riformare. Il successo del Piano dipende, dunque, dalla capacità di rovesciare e superare ciò da cui arriviamo. Governo, amministrazioni pubbliche, autonomie e soggetti economici e sociali sono chiamati ad introdurre un efficace sistema di responsabilità. L'idea di un'Europa condivisa dipende dalle nostre capacità. Nel lavoro dei prossimi mesi e anni, realizzando gli obiettivi e i progetti del PNRR, è essenziale il coinvolgimento dei territori interessati, enti locali, regioni, province, in coordinamento con il Governo in merito ai molteplici settori di intervento, tenendo conto anche delle competenze delle autonomie speciali e consentendo loro la partecipazione a tutti i finanziamenti previsti dal PNRR, al pari degli altri territori. Avendo fiducia che ciò accadrà, annuncio che voteremo la fiducia posta dal Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Minoranze Linguistiche e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tondo. Ne ha facoltà.

RENZO TONDO (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, Presidente. Confesso che ieri sera, quando raccoglievo gli appunti per sviluppare questo brevissimo intervento che deve stare nei 2 minuti, volevo confermare l'appoggio convinto del gruppo Noi con l'Italia-USEI al “decreto Semplificazioni” e al Governo. Oggi mi trovo nelle condizioni di togliere la parola, convinto di mantenere l'appoggio e il voto favorevole, però, francamente, il decreto di ieri qualche perplessità ce la lascia.

Torno un attimo al punto principale. È bene ribadire fin dall'inizio che questo che oggi approviamo è in stretta dipendenza con il PNRR, è uno strumento indispensabile per la governance dei finanziamenti che il Piano stesso ci assegna, in particolare: nei settori dell'agricoltura, nell'applicazione del fotovoltaico, delle energie alternative, del dissesto idrogeologico, delle misure introdotte dall'articolo 10, che vanno nella direzione di accelerare la realizzazione di investimenti pubblici, oppure dell'articolo 37, che semplifica la riconversione dei siti industriali, degli interventi in materia forestale e difesa del suolo, vedi l'articolo 35-bis, con il commissariamento della direzione dei poteri, specie per intervenire in tempi più efficaci; e soprattutto, consideriamo importante il tema del 110 per cento.

Va detto, però, con chiarezza che questo non è il sistema di semplificazione di cui il Paese ha bisogno, questo è un sistema di semplificazioni che è utile per applicare tutto ciò che concerne il PNRR, però la semplificazione generale, poderosa, di cui questo sistema ha bisogno e che il nostro sistema produttivo si aspetta, è una cosa che deve venire e che è ben diversa da quello che stiamo facendo.

Ho una forte perplessità: se noi guardiamo le carte che ci sono state trasmesse, io credo che sia una duplicazione eccessiva di agenzie e cabina di regia. Leggo: cabina di regia all'articolo 2, il Tavolo permanente per il partenariato economico, la Segreteria tecnica collocata presso la Presidenza del Consiglio, l'Unità per la razionalizzazione e il miglioramento della regolamentazione, una presso il MEF addirittura; ci sono almeno 6 o 7 agenzie che hanno il compito di coordinare. A me, francamente, corre la preoccupazione che tutto questo eccesso di coordinamento, alla fine, produca un'ulteriore lentezza di cui non abbiamo bisogno.

Concludo. Ieri, in diverse occasioni, il capogruppo Lupi ha sostenuto una linea diversa rispetto a quella espressa dal Governo sui temi del green pass. Non riesco a capire, ad esempio, perché nei bar, fino all'altro giorno, si poteva stare solo in piedi e, adesso, si può stare solo seduti o il contrario; mi sembra che si dia una settimana di vacanza ad uno e una settimana all'altro. Io sono molto perplesso in ordine a quanto ha varato il Governo ieri e anticipo già che voteremo a favore, ovviamente, del provvedimento odierno, ma, per quanto mi riguarda, anche a livello personale, se non ci saranno modifiche, annuncio già che non ci sarà, da parte mia, un voto favorevole al decreto che è uscito, in queste ore, dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Corda. Ne ha facoltà.

EMANUELA CORDA (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Oggi, devo dire che mi trovo qui ad esprimere un'opinione sulla fiducia al Governo e sono particolarmente imbarazzata, così come lo sono i miei colleghi de L'Alternativa c'è. Questo perché noi stiamo votando l'ennesimo “decreto omnibus”. Io ricordo a tutti, in particolar modo ai miei ex colleghi del MoVimento 5 Stelle, che noi abbiamo fatto cinque anni di battaglie all'opposizione contro questo tipo di decreti, decreti che contengono tutto e il contrario di tutto. Abbiamo fatto delle battaglie contro l'appiattimento del dibattito parlamentare e, adesso, ci ritroviamo qui, nel silenzio surreale di quest'Aula, a dover ingoiare un “provvedimento mostro”, un provvedimento che poteva essere tranquillamente scorporato in tre provvedimenti diversi: abbiamo la governance, abbiamo il Codice degli appalti, tutte le norme in materia ambientale, che rischiano di devastare il nostro patrimonio paesaggistico.

Dobbiamo assolutamente, rispetto a questo, fare un'opposizione seria e concreta e, per questo, io mi aspetto che ci sia una reazione da parte di chi, per anni, ha difeso questi valori. So che i colleghi in Commissione hanno tentato - parlo dei colleghi di maggioranza, i miei ex colleghi - di opporsi, con qualche timido emendamento, a questo sfacelo, che riguarda soprattutto le norme in materia ambientale, ma sono stati silenziati dai loro vertici. Questo dispiace. Quindi, io li esorto ad avere un moto di dignità, una reazione, anche minima, e a non votare questa fiducia, perché è invotabile, è assolutamente insostenibile. Noi non abbiamo sostenuto questo Governo fin dal principio e devo dire che tutti questi provvedimenti vergognosi che si stanno varando, senza consentire al Parlamento di lavorare, di fare il suo dovere, con uno schiacciamento da parte dell'Esecutivo, avallato da una maggioranza cammellata, piena di tutto e il contrario di tutto, tutto questo è inaccettabile.

Non sosterremo la fiducia a questo Governo e invitiamo chi ha ancora una coscienza a non farlo, perché domani sarà troppo tardi, sarà inutile dire che ci abbiamo provato, non serve a niente. L'orgoglio deve essere tirato fuori adesso, in questo momento. Quindi, il mio appello è, soprattutto, ai miei ex colleghi di maggioranza, che possono veramente cambiare le cose e possono farlo adesso. Le chiacchiere, per quanto ci riguarda, stanno a zero, quindi, L'Alternativa c'è voterà no a questa fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Rappresentante del Governo, a differenza di chi mi ha preceduto, noi voteremo questa fiducia, perché riteniamo che questo sia un passaggio importante, sebbene, nel corso della Commissione, abbiamo evidenziato una serie di limiti e di contraddizioni, alcune delle quali sono state risolte in via emendativa, altre, a nostro giudizio, permangono e, quindi, crediamo, che, nella discussione sul merito del provvedimento, ci possa essere un supplemento di riflessione su alcuni temi.

Prima di entrare nel merito, con riferimento all'intervento sull'ordine dei lavori del collega Cabras, mi permetto di fare una riflessione ad alta voce. Stiamo entrando in una fase molto difficile e delicata, anche della vita nazionale, anche con riferimento alla pandemia. È evidente che siamo tutti stanchi, lo abbiamo detto molte volte in questa sede. Occorre avere un supplemento di ragionevolezza e di riflessione ed essere tutti consapevoli che le parole sono pietre. Soprattutto, stanno crescendo nel Paese paragoni con fasi storiche della vita nazionale e mondiale assolutamente inaccettabili, sono autentici insulti alla memoria: paragonare le battaglie dei no-Vax alle vicende dell'Olocausto, è non soltanto una scorrettezza da un punto di vista storico, ma anche un insulto ai milioni di uomini e di donne che furono oggetto di quelle segregazioni e oggetto dello sterminio. Quindi, io credo che, in questa fase, occorra, invece, fare una riflessione. Ci sarà lo spazio, come è giusto che sia, perché siamo in una democrazia e rimaniamo in una democrazia parlamentare, nella fase di discussione alla Camera e al Senato del provvedimento sul cosiddetto green pass, per fare eventuali miglioramenti, sapendo, però, che noi abbiamo un dovere e il dovere è quello di guardare, innanzitutto, alla salute degli italiani.

Nel merito, faccio alcune osservazioni che rivolgo al Governo, visto che siamo anche nella fase di fiducia. Primo: evitiamo l'arroccamento su Palazzo Chigi, evitiamo l'arroccamento su un luogo fisico, perché, se vogliamo che il PNRR raggiunga gli obiettivi, è necessaria una condivisione larga della burocrazia statale, delle regioni, dei comuni e delle parti sociali. Ed è per questo che abbiamo convintamente fatto una battaglia, riuscendo a ottenere una riformulazione del nostro emendamento 8.2, che va nella direzione di avere un'intesa quadro tra il Governo e le parti sociali, per dar vita a tavoli settoriali e territoriali per affrontare le questioni in via preventiva, senza togliere nulla, ovviamente, alle responsabilità, all'operatività e alla velocità che necessitano gli interventi del PNRR, però in una logica di ascolto e di condivisione. Lo dico in altri termini al Governo: il PNRR è una sfida del sistema Paese, non è una sfida del Governo pro tempore, della maggioranza pro tempore, è una sfida del sistema Paese e la vinciamo solo se tutti riusciamo a dare il nostro contributo e nessuno si sente escluso. Poi, ci sono momenti decisionali, lo prevede la normativa, nulla toglie a questo, ma dobbiamo allargare la logica di condivisione.

Seconda questione. Attenzione, perché spesso, dietro l'attacco alla burocrazia - peraltro, la storia ci dice che è sempre esistita, perché senza burocrazia non esiste lo Stato -, all'oppressione burocratica, spesso presente in tanti post e in tanti comunicati propagandistici, dietro a questo attacco, in realtà, si nasconde l'attacco ai controlli e noi abbiamo bisogno di un Paese che abbia un sistema di controlli, sì snello, sì veloce, ma efficace. Dire che si è contro i ritardi è una cosa, ma, attenzione, i controlli sono necessari, perché l'esperienza ci dice che, senza controlli adeguati, il paesaggio può essere devastato; senza controlli adeguati, l'azione delle mafie, con l'obiettivo di permeare il sistema economico sano, soprattutto in alcune aree del Paese, non avrebbe più alcun ostacolo. Quindi, un sistema di controllo ci vuole, ci vuole velocità, ci vogliono semplificazioni, ma, dall'altra parte, occorre mantenere saldi e forti sistemi di controllo.

Così come dietro l'attacco alle complicazioni, alla burocrazia nel settore dei rifiuti, si nasconde l'idea che, in fondo, si possa tornare a vecchi modelli: da un lato, si decanta l'economia circolare, dall'altro si ritorna a parlare dell'incenerimento; da una parte, si dà una spinta forte con il PNRR, proprio nella direzione della transizione ecologica; dall'altra, si rischia di consentire di bruciare nei cementifici qualsiasi tipo di rifiuti. Ovviamente, ho estremizzato il concetto, però bisogna stare molto attenti perché ci sono lobby potenti, operatori poco trasparenti che non aspettano altro, quindi, dobbiamo ergere alte barriere contro questi rischi.

In ultimo - anche in questo caso ne abbiamo fatto una battaglia politica, anche in sede di Governo -, vi sono i temi degli appalti, dei subappalti, del codice degli appalti. Da un lato, si prevede la possibilità per il Governo di individuare un terzo elenco di opere commissariabili ma, di fatto, si è svuotata larga parte del codice degli appalti, per quel che riguarda le opere maggiori; inoltre, bisogna stare estremamente attenti sul tema dei subappalti su cui è vero che abbiamo la lente di ingrandimento dell'Europa ma, in Europa - dobbiamo essere onesti intellettualmente -, non esistono le aree di opacità che abbiamo in Italia; non esiste il radicamento così forte delle mafie che, soprattutto nel settore dei subappalti (valga per tutti quello del movimento terra), non solo sono presenti ma, in alcuni territori, non soltanto in quelli più “storici”, hanno sostanzialmente il monopolio di queste attività. Quindi, è stato un errore - lo diciamo chiaramente - non accogliere un nostro emendamento che andava nella direzione di sottrarre i costi della sicurezza del lavoro dal ribasso. Questo è un altro elemento! Non possiamo anche in quest'Aula piangere i morti - e purtroppo ce ne sono tanti, troppi ogni giorno, di morti sul lavoro - e poi non dare un segnale in questa direzione. Noi speriamo che su questo ci sia un ripensamento nei prossimi provvedimenti. Lo ripeto: i costi sulla sicurezza sul lavoro non possono essere parte del ribasso d'asta, possono far parte, quindi, del ribasso relativo ai subappalti. Questa è una norma di civiltà, è un segnale che dobbiamo dare con forza.

Quindi, concludo, rinnovando un giudizio complessivamente positivo, ma anche evidenziando elementi di criticità che sottoponiamo con spirito costruttivo al Governo poiché crediamo possano essere oggetto di un'ulteriore riflessione.

Per queste ragioni il gruppo di Liberi e Uguali voterà a favore della fiducia (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rospi. Ne ha facoltà.

GIANLUCA ROSPI (CI). Grazie, Presidente. Presidente, Governo, colleghi, l'Aula oggi è chiamata al primo voto di fiducia su un provvedimento importante, quello di governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Permettetemi di ricordare la grande quantità di risorse messe in campo dall'Unione europea che ammontano a oltre 190 miliardi di euro, a cui si aggiungono altri 30 miliardi del Fondo complementare nazionale. Oggi - lo diceva anche il collega Fornaro - siamo tutti chiamati ad attuare con la maggiore efficacia ed efficienza il PNRR per non sprecare, Presidente, la più grande occasione di modernizzazione, crescita e sviluppo che la nostra Nazione abbia avuto dal secondo dopoguerra a oggi.

Diceva Achille Castiglioni, architetto e designer italiano: un buon progetto non nasce dall'ambizione di lasciare un segno nella società, ma dalla volontà di instaurare uno scambio, anche piccolo, con l'ignoto personaggio che userà l'oggetto da noi progettato.

Ebbene, colleghi, è tempo di pensare e progettare che futuro vogliamo lasciare ai nostri figli, sapendo, fin da subito, che saranno loro a raccogliere i frutti buoni o cattivi delle azioni che metteremo in campo oggi. D'altronde, anche il Presidente Draghi ha esortato tutti noi ad investire le somme europee con la finalità del debito buono, quello che incentiva la crescita sociale ed economica e che ha come fine ultimo quello di lasciare un mondo migliore alle nuove generazioni. Un obiettivo, questo, che può essere raggiunto solo attraverso il coinvolgimento e il protagonismo di tutte le energie positive presenti nella società civile.

Noi di Coraggio Italia abbiamo sostenuto fin dall'inizio il Governo Draghi, anche senza farne parte, perché siamo convinti che il Premier Draghi e il nostro Presidente Mattarella oggi sono le personalità più autorevoli in Italia e in Europa e colgo anche l'occasione, da quest'Aula, di fare i miei più sinceri auguri per gli 80 anni che oggi compie il nostro Presidente (Applausi).

È un Governo che noi consideriamo, Presidente, “del migliore”, non “dei migliori”. Il cambio di marcia è stato avvertito da tutti i cittadini. Infatti, basta vedere la campagna vaccinale messa in campo dal generale Figliuolo. L'Italia ad oggi ha superato il 50 per cento dei vaccinati contro il COVID con due dosi.

Oggi votiamo le regole di governance per il PNRR, regole che prevedono una serie di misure per semplificare e rendere il nostro un Paese del fare e non più dei “lacci e lacciuoli” che bloccano lo sviluppo (qui mi trovo in disaccordo con il collega Fornaro, perché burocrazia e controlli sono due cose totalmente differenti).

Siamo preoccupati però, Presidente, per come il Ministro Bianchi sta gestendo il tema della riapertura delle scuole. I nostri ragazzi sono stati quelli che hanno pagato il prezzo maggiore di questa crisi (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia). Infatti, il carattere dei nostri ragazzi si forma anche attraverso le relazioni fisiche con i coetanei e con i docenti e, quindi, non possiamo permetterci un altro anno di didattica a distanza, colleghi. Dobbiamo attivare ogni sforzo per evitare di richiudere le scuole e i luoghi della cultura (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia). Eppure, ancora oggi mancano professori, le aule non sono state adeguate al distanziamento e alcune strutture sono ancora chiuse. Allora, mi chiedo da quest'Aula: quali soluzioni vuole adottare il Ministro Bianchi? Attiviamoci fin da subito per fare convenzioni con le strutture scolastiche paritarie, con le strutture ricettive e con gli enti del Terzo settore per garantire luoghi fisici e docenti ai nostri ragazzi (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia). Presidente, mancano due mesi al suono della prima campanella. Dunque, speriamo tutti di non dare l'ennesima delusione ai nostri ragazzi.

Poi, Presidente, mi preoccupa l'aver lasciato fuori dall'obbligo di green pass il trasporto pubblico locale. Sappiamo tutti, ormai, che il virus nelle precedenti ondate ha avuto una corsia preferenziale nel diffondersi proprio attraverso il trasporto pubblico locale (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia). Quindi, non capisco perché escluderlo dal green pass. Mi auguro che si intervenga quanto prima per evitare ulteriori tragiche chiusure a settembre. Al riguardo, per fortuna, il Presidente Draghi ci ha rassicurato tutti, perché prenderà provvedimenti già dalla prossima settimana.

Presidente, ad oggi manca ancora un piano di tracciamento nazionale che è fondamentale per capire come si muove il virus all'interno del nostro territorio. Sappiamo che alcuni affermati virologi hanno consegnato al Ministero una bozza che, purtroppo, è rimasta nei cassetti. Inoltre, si continuano a cercare poco le diverse varianti di COVID e l'Italia è all'ultimo posto in Europa, Presidente, per il sequenziamento dei casi di Coronavirus. Il Ministero della Salute è in ritardo anche su questo.

Inoltre, Presidente, manca ancora oggi una politica su come far ripartire lo sport in Italia. Permettetemi di ringraziare prima di tutto i nostri ragazzi della Nazionale che, con la loro tenacia e il loro spirito di squadra, sono diventati campioni d'Europa (Applausi). Ad oggi, Presidente, tutto il mondo dello sport si interroga che cosa farà a settembre. Ci sono milioni di italiani che fanno sport. Lo sport non è un esercizio di retorica, come dice qualcuno del Governo. Lo sport rappresenta il 4 per cento del PIL a livello nazionale. La Lega Calcio e tutte le altre associazioni professionistiche e dilettantistiche ci chiedono come riapriranno. Abbiamo il dovere, come politica, di dare risposte serie e concrete (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

Signor Presidente, non posso non affrontare, in conclusione, il tema del Mezzogiorno. Vi sono alcuni sindaci del Sud che dicono che, se fossero stati usati gli stessi criteri dell'Unione europea nella distribuzione delle risorse, sarebbero arrivate più risorse nel Mezzogiorno. Questo è vero purtroppo, ma comunque al Sud è destinato il 40 per cento delle risorse, pur avendo il 33 per cento della popolazione, con oltre 90 miliardi a cui verranno aggiunti tutti i fondi strutturali europei. Per noi di Coraggio Italia è importante come vengono spese le risorse.

Per questo, occorre mettere in condizione tutte le amministrazioni comunali di spendere bene e subito le risorse del PNRR (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia). Ottantacinque miliardi saranno spesi dai comuni. In Italia le amministrazioni comunali sono l'investitore pubblico più importante. I comuni devono essere i primi attori della ripartenza. Nel corso della storia, Presidente, è stato sempre così: la ripresa è partita sempre dalle comunità locali. Per questo occorre, Presidente, intervenire sul personale della pubblica amministrazione, incentivando le assunzioni e valorizzando soprattutto il merito (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

Al Sud dobbiamo, inoltre, intervenire sui trasporti, sulle infrastrutture, nella logistica; bisogna, poi, vigilare che le risorse arrivino alla parte sana e operosa del Paese. L'Europa ci ha dato più soldi degli altri Stati, Presidente, per colmare le disparità territoriali e avere gli stessi livelli assistenziali su tutto il territorio italiano. Una sanità uguale per tutto il Paese, che possa anche competere con le altre Nazioni europee, la stessa distribuzione degli asili nido, gli stessi servizi pubblici essenziali su tutto il territorio nazionale: questo dobbiamo fare; non deve essere un'utopia questa, Presidente, ma deve essere il risultato della buona azione politica (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

Mario Draghi quando era Presidente della Banca d'Italia ha detto:” Il Paese non cresce se non cresce il Mezzogiorno”. Noi di Coraggio Italia non chiediamo assistenzialismo, ma chiediamo condizioni eque per competere ad armi pari con i partner europei e partecipare a una sana competizione di mercato. Noi di Coraggio Italia chiediamo una visione coraggiosa che sappia fare del Mezzogiorno e della nostra Italia non più la periferia d'Europa, ma il centro del Mediterraneo. Questa, Presidente, deve essere una prospettiva realistica e concreta. Presidente, Mediterraneo ed Europa sono stati sempre interconnessi, ma mai contrapposti. Allora, colleghi, pianificando il nostro futuro, possiamo tornare - e concludo - a immaginare l'Europa la casa della nostra economia, della nostra salute, del nostro lavoro, dei nostri ideali, senza tralasciare, però, gli interessi della nostra Nazione, del nostro popolo, ma comprendendo che sarà sempre più difficile, oggi, essere Italia, se non si è Europa e se non si è Mediterraneo.

È proprio per questi motivi che noi di Coraggio Italia oggi rinnoviamo la fiducia al Presidente Draghi e al “Governo del migliore” (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marco Di Maio. Ne ha facoltà.

MARCO DI MAIO (IV). Grazie, Presidente. Il decreto che ci accingiamo a convertire in legge è un testo molto, molto rilevante, perché rappresenta il motore che servirà per far funzionare la grande macchina del Recovery Plan, per spendere al meglio gli oltre 200 miliardi di euro messi a disposizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Il lavoro che abbiamo svolto nelle Commissioni affari costituzionali e ambiente è stato intenso e proficuo, perché ha consentito di apportare significative modifiche, spesso migliorative, nonostante un iter farraginoso e nonostante l'impossibilità, per i colleghi del Senato, di poter, a loro volta, incidere sul testo, data la scadenza ravvicinata del decreto. A dimostrazione - e faccio un inciso su questo - che la semplificazione più grande di cui abbiamo bisogno, di cui ha bisogno il nostro sistema e che certo non poteva essere inclusa in questo decreto, essendo una materia costituzionale, è quella che riguarda il nostro assetto bicamerale; lo voglio ribadire perché continuare ad avere due Camere con gli stessi poteri e le stesse funzioni, ma che funzionano come un monocameralismo di fatto, perché ogni volta uno dei due rami del Parlamento non è nelle condizioni di intervenire sui testi di legge, è un problema, e lo sarà ancor di più nella prossima legislatura, a seguito della riduzione del numero dei parlamentari.

Ma tornando a questo decreto - e annuncio da subito il nostro voto favorevole, convintamente favorevole - siamo assolutamente convinti dell'impianto generale del testo voluto dal Consiglio dei Ministri e anche delle modifiche apportate dal Parlamento, anche perché vediamo questo provvedimento come un'ulteriore tappa di un percorso che Italia Viva ha cominciato nel novembre del 2019. Fu proprio allora che, da Torino, lanciammo il programma Italia Shock: la nostra proposta per sbloccare i cantieri, realizzare le infrastrutture, garantire la messa in sicurezza della città e dei territori, contribuendo, così, anche a creare nuove opportunità di lavoro, utilizzando risorse già stanziate o andando a intercettarne di nuove, come poi è avvenuto; nel novembre 2019 nessuno si immaginava quello che sarebbe successo poi con la pandemia e anche lo straordinario sforzo delle istituzioni europee. Quel modello, che noi abbiamo presentato, proponeva di utilizzare il modello gestionale che si è usato per realizzare il ponte di Genova, per Pompei, per l'Expo di Milano; un modello che ha consentito di velocizzare le procedure, senza compromettere il controllo di legalità e la qualità delle opere; questo è un aspetto molto, molto importante. All'epoca qualcuno commentò dicendo che era un disegno velleitario, poi, però, finalmente, dopo mesi di pressioni, il 4 settembre 2020, con il “decreto Semplificazioni 1”, una prima parte di quel programma Italia Shock divenne legge e si delineò una prima lista di opere prioritarie. Terminata l'esperienza del Governo “Conte 2”, aprile 2021, il nuovo Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini - la nuova denominazione del Ministero la dice lunga anche sul taglio che il nuovo Governo ha voluto dare a queste politiche - annuncia la nomina di 29 commissari per sbloccare le prime 57 opere. A giugno 2021 vengono sbloccate altre 44 opere; insomma il “decreto Semplificazioni 1” prevedeva 29 commissari straordinari per sbloccare 57 opere pubbliche e il “Semplificazioni 2” 44 opere pubbliche, sempre con la logica dei commissari.

L'investimento complessivo del “decreto Semplificazioni 1”, 82,7 miliardi di euro, a cui si aggiungono i 13 miliardi di euro del “Semplificazioni 2”, ci consentirà di sbloccare ben 101 opere. Ora abbiamo 1.987 giorni, da qui alla fine del 2026, per spendere al meglio i fondi del programma Next Generation EU. Il Recovery Plan è un'occasione enorme per l'Italia in termini di risorse e capacità di visione e rilancio di occupazione ed economia; è un'occasione che non va sprecata, per questo abbiamo messo al centro la semplificazione e la sburocratizzazione, che non vuol dire minori controlli, ma vuol dire una burocrazia che si sposta dall'altra parte del tavolo e si siede accanto ai cittadini e alle imprese, per trovare insieme le soluzioni. Secondo le stime del Governo, nei prossimi 10 anni lo sblocco di queste opere garantirà una media di quasi 70 mila nuovi posti di lavoro l'anno, con un picco di oltre 100 mila, previsto nel 2025. Il modello di sviluppo delle infrastrutture del nostro Paese è uno dei grandi temi dei prossimi anni e se ripartono i cantieri è del tutto evidente che ripartono il lavoro, l'economia, l'occupazione e le opportunità per i nostri ragazzi.

Questo è il cuore del decreto; siamo davvero lieti che il modello che proponemmo nel 2019, quando ancora nessuno - lo ripeto - si immaginava l'arrivo di una pandemia come quella che stiamo ancora vivendo, inizialmente irriso, definito inapplicabile da alcune forze politiche, che oggi, invece, rivendicano il merito di questi interventi, viene oggi confermato anche dal Governo Draghi per velocizzare le procedure e fare ripartire i cantieri. Nelle Commissioni di merito siamo intervenuti su molti aspetti, con il contributo attivo di Italia Viva, della collega Fregolent, della collega Paita, di tanti colleghi di Italia Viva che hanno contribuito, con i loro emendamenti. Cito solo tre temi, che riteniamo qualificanti, tra i tanti dei quali ci siamo occupati e che delineano anche il nostro profilo. L'autorizzazione unica per gli interventi di riqualificazione delle strutture ricettive, che avranno così tempi molto più rapidi per le risposte della burocrazia alle richieste di autorizzazione sugli interventi di ammodernamento delle strutture alberghiere e ricettive in generale; il turismo è un'industria fondamentale per l'economia del nostro Paese e metterlo nella condizione di investire di più e meglio le risorse private in questo caso che sono a disposizione è un aspetto fondamentale. Poi, grazie a un emendamento di Italia Viva, le piccole e medie imprese potranno concorrere, in condizioni di parità rispetto alle grandi aziende, ai bandi finanziati con le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza; per compensare gli svantaggi competitivi, legati alle diverse dimensioni aziendali, si potranno, nei bandi di gara, negli avvisi o negli inviti che saranno, appunto, legati agli investimenti che saranno finanziati con questi fondi, introdurre criteri premiali per agevolare le piccole e medie imprese nella valutazione dell'offerta. In questo modo non solo si tutela la libera concorrenza, che è un aspetto fondamentale ed è un cardine del Piano Next Generation EU e si garantisce anche il pluralismo degli operatori, ma si pongono le condizioni per allargare la platea delle imprese capaci di cogliere l'opportunità rappresentata dal Recovery Plan, con benefici ovviamente diffusi e molto più ampi, anche sui territori.

Poi, sempre grazie ad un nostro emendamento, si pone fine alle incertezze interpretative sulle varie tipologie di rifiuti, evitando in questo modo di mettere in ginocchio le attività economiche connesse ai processi del riuso. La norma fornisce finalmente una definizione chiara di rifiuti assimilati che viene distinta da quella relativa ai rifiuti normali domestici, considerati speciali. Il superamento delle ambiguità classificatorie garantisce la chiarezza necessaria alle aziende del settore del riuso e del riciclo di materie prime e seconde e di superare l'impasse operativa che si era creata con il precedente Ministero, con il Ministero guidato dall'allora Ministro Costa.

In questo modo, da un lato, si evita il tracollo di un importante segmento dell'economia del riciclo e, dall'altro, si rendono più efficienti e sicuri i processi di smaltimento, con vantaggi sia economici che ambientali. Il binomio economia e ambiente deve sempre rimanere legato.

Più in generale, anche questo provvedimento segna un netto cambio di passo rispetto all'impostazione del precedente Governo. Rivendichiamo, ancora una volta, con orgoglio l'operazione che coraggiosamente abbiamo attuato per rendere possibile l'arrivo di Mario Draghi a Palazzo Chigi; un cambio di passo concreto e palpabile sulla campagna vaccinale, sulla gestione dell'emergenza, su tanti aspetti della vita pubblica del nostro Paese che unisce pragmatismo e visione, valutazione del pericolo oggettivo, convivenza con il virus e, appunto, anche la capacità di assumere decisioni che solo in apparenza sono impopolari, come quella compiuta ieri con le norme sull'uso del green pass.

Il cambio di passo, però, si avverte anche sulle politiche degli investimenti e su quelle dell'ambiente. Quello che un tempo era considerato il Ministero dei “no” oggi è diventato il Ministero dei “sì”, perché il Ministero della Transizione ecologica, che ha innovato non solo la definizione, ma anche le competenze e le capacità di questo Ministero di dare delle risposte, sta sicuramente dando un'impostazione diversa rispetto alla precedente.

La politica ambientale è piena di buone intenzioni, è piena di buoni propositi, è piena di buone idee, però la capacità di queste politiche di riuscire ad arrivare ad un risultato è il metro con cui si misura la capacità delle politiche stesse. Tutelare l'ambiente significa coniugare sostenibilità e economia, protezione dell'ambiente e sostegno economico, protezione dell'ambiente e promozione del miglioramento del benessere delle popolazioni. Noi pensiamo che questo decreto, quindi, vada nella direzione giusta ed auspicata non solo da Italia Viva, ma credo dalla gran parte del Paese, dalle parti produttive, dai cittadini perché tiene insieme protezione dell'ambiente e sostegno e ripartenza economica. Questo è un aspetto positivo.

Ovviamente, non è un decreto che esaurisce le necessità in questi ambiti che il nostro Paese ha di fronte. Pensiamo, ad esempio, al tema del contrasto al dissesto idrogeologico, agli investimenti che devono essere attuati, alla necessità, che ribadiamo, di istituire nuovamente un'unità di missione come “Italia Sicura”, che diede risposte concrete e fattive ai bisogni di investimenti delle comunità locali.

Quindi sappiamo e siamo consapevoli che c'è molto da fare, ma siamo anche convinti che questo decreto vada nella giusta direzione e quindi confermo il voto di fiducia e il voto anche finale sul provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Butti. Ne ha facoltà.

ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie, Presidente. Oggi parlo da questo banco e non è un caso, anzi, per il mio gruppo è molto significativo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Il Governo dei migliori ci regala la fiducia numero otto tra Camera e Senato, equamente suddivise per non fare torto a nessuno, però cambia un paradigma: se fino a qualche tempo fa la questione di fiducia veniva posta per proteggere i provvedimenti dal dibattito parlamentare e dai diritti delle opposizioni parlamentari, questa volta la questione di fiducia viene posta per difendere un provvedimento dalle insidie portate dalla maggioranza al Governo stesso che ha prodotto il provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Non raccontate più, colleghi della maggioranza, che siete qui sotto l'ombrello del Presidente Draghi, con spirito di sacrificio, di abnegazione, con senso di responsabilità, perché non vi crede più nessuno.

Infatti, in queste settimane di dibattito in Commissione, abbiamo rilevato solo avidità nella gestione delle risorse messe a disposizione del PNRR nonché uno spirito di vendetta mai sopito tra ex alleati, ora nuovamente costretti a coesistere sotto lo stesso tetto del Presidente Draghi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Abbiamo assistito ad imboscate tra alleati, abbiamo ascoltato e sentito Ministri decisamente contestati, leader di partito affannati a piantare le bandierine nelle singole misure.

Abbiamo visto anche il Governo soccombere in più occasioni sotto i colpi inferti dalla propria maggioranza. Noi riteniamo sia irresponsabile, ma lo avete fatto, ritardare opere per la decarbonizzazione, per l'efficienza e la sicurezza energetica che devono poi attivare quello che è il circolo virtuoso della transizione ecologica, indispensabile non solo per rilanciare l'economia, ma anche per mantenere gli obiettivi del 2050 relativamente alle emissioni zero, nel rispetto dell'ambiente e, soprattutto, nel rispetto delle future generazioni, perché, Fratelli d'Italia lo sostiene da tempo, è sulla transizione ecologica e sulla transizione digitale, su questi due driver che si giocherà il rilancio dell'economia. Cosa dire di questa maggioranza? I 5 Stelle confermano la loro vocazione all'immobilismo, alla strategia del ricatto, forse complice anche questa diatriba perenne e interminabile tra Grillo e Conte che certamente ha inficiato anche l'attività del Governo. Del resto, sono cose che abbiamo già visto, quelle dell'immobilismo, con il primo Governo Conte, con il Ministro Toninelli, con la sua improbabile questione del rapporto costi-benefici.

È una questione genetica: i 5 Stelle sono fatti così e non si accorgono che stanno per essere fagocitati, direi quasi liofilizzati, insieme ad altre parti di questa maggioranza, da una sinistra che, per tradizione, ha radicato il proprio potere nel sistema. Ma non si accorgono di questo. Sulla transizione ecologica ampie fette della maggioranza hanno inteso dare un preciso messaggio al Presidente Draghi, colpendone il Ministro tecnico preferito, prediletto, che è il Ministro Cingolani, che è un ottimo professionista.

Siete riusciti a litigare anche sulle estensioni delle semplificazioni, sul dissesto idrogeologico, sul superbonus. Ed è così su tutti i provvedimenti importanti, è accaduto anche sulle infrastrutture strategiche, quelle, per intenderci, da commissariare. Stiamo parlando di strade importanti, stiamo parlando di importanti interventi per l'Alta velocità ferroviaria. Abbiamo assistito ad un rissoso “taglia”, “cuci”, “metti”, “togli”: tutto per soddisfare singoli appetiti di questa maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), ma non già nel quadro di una visione prospettica di infrastrutturazione del Paese.

Ed è accaduto anche sullo sviluppo digitale, Presidente: in quest'Aula non ci è consentito parlare di sviluppo digitale, non si può parlare di cloud, in Commissione anche il dibattito sul 5G è stato costretto e ancora una volta c'è un Ministro sconfitto; non a caso, ancora una volta, un Ministro tecnico, voluto dal Presidente Draghi, secondo segnale. Stiamo parlando di un altro ottimo professionista come il Ministro Colao che, da presidente di una delle mille task force ingaggiate dal Presidente del Consiglio Conte, mise chiaramente nero su bianco che i limiti elettromagnetici si sarebbero dovuti adeguare sic et simpliciter a quelli europei, il che significava semplicemente decuplicarli; non proprio una cosa molto semplice, ma bastava leggere prestigiosi pareri sanitari per procedere con un lieve, progressivo, limitato innalzamento di quei limiti, che, così come sono, ci stanno costringendo al nanismo tecnologico in Europa e nel mondo. Bastava promuovere un'azione di moral suasion nei confronti dei sindaci che sono terrorizzati per l'installazione degli impianti sui loro territori; bastava promuovere una massiva campagna di comunicazione per informare i cittadini sull'utilità del 5G in materia di trasporti, di sanità, di efficienza dei servizi.

E, ancora, divisioni e incertezze sulla gestione dell'emergenza sanitaria che, colleghi, non pesano solo sugli italiani, ma anche sull'economia; non è un caso che, in questa settimana, la Borsa di Milano abbia perso decine di miliardi a causa delle vostre indecisioni che lasciano presagire nuovi lockdown, mai smentiti.

Mercati, economia, imprese, investitori e risparmiatori chiedono sicurezza, invocano un nocchiero concreto, pragmatico; non un green pass confuso, contraddittorio, frutto di compromessi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Non giocate con la libertà degli italiani, date sicurezze, garanzie agli italiani. Ed è così su tutto, anche sulle riforme complementari della giustizia.

C'è una forza di Governo che propone il referendum, ed è forza di Governo, c'è chi sostiene ancora l'insostenibile Bonafede, c'è chi, addirittura, è per l'abiura dell'ultima mediazione della Ministra Cartabia, votata all'unanimità in Consiglio dei Ministri (ma già si prospetta almeno un migliaio di emendamenti della maggioranza). Gli italiani vogliono per la giustizia tempi rapidi, una magistratura trasparente, questo vogliono gli italiani relativamente alla giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Siete divisi su tutto, tranne che sulla corsa alle poltrone, su questo procedete con un sistematico annichilimento dei diritti e delle prerogative delle minoranze in Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), e lo fate dalle Commissioni parlamentari - perché è la legge che dice che le presidenze di quelle Commissioni vadano riconosciute alle minoranze - fino al servizio pubblico della RAI, passando attraverso altre decine di nomine appena effettuate. La lottizzazione alla quale sottoponete, almeno dal 2015, la RAI non ha eguali nella storia; smettetela di raccontare che il Parlamento è l'editore della RAI, perché proprio qui ne avete calpestato il diritto di rappresentanza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); e se, come dite, e noi siamo d'accordo, la RAI è la più importante azienda culturale del Paese, cultura deve essere ovviamente, quindi, plurale, sappiate che rivolgersi al Quirinale, così come ha fatto Giorgia Meloni, non solo ha senso, non solo non è un attacco al Presidente della Repubblica - al quale rinnoviamo la nostra stima e la nostra fiducia -, ma ha un precedente, il precedente del Presidente Carlo Azeglio Ciampi, lo dico simpaticamente agli amici dei 5 Stelle, parlo dell'originale, cioè quello con la “g” nel nome, Carlo Azeglio Ciampi, il quale invia un messaggio alle Camere nel 2003, tra gli applausi, tifosi, della sinistra, proprio in materia di pluralismo dell'informazione e cominciava così, e mi avvio alla conclusione, Presidente: “La garanzia del pluralismo e dell'imparzialità dell'informazione costituisce strumento essenziale per la realizzazione di una democrazia compiuta; si tratta di una necessità avvertita dalle forze politiche, dal mondo della cultura, dalla società civile”; sempre Ciampi: “Il principio fondamentale del pluralismo, sancito dalla Costituzione (…)”. Ma noi, ieri e oggi, abbiamo letto sui giornali lo scempio di questo concetto costituzionale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), la spartizione del consiglio d'amministrazione della RAI e già i partiti della maggioranza si sono avventati - sto concludendo - su quella che sarà la lottizzazione dei direttori di rete e di testate; uno sconcio, uno sconcio se si parla di servizio pubblico, uno sconcio se riconoscete che il canone lo paga anche quel 20 per cento, trend in ascesa, che oggi voterebbe Giorgia Meloni e Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Non può esserci fiducia in un Governo sistematicamente ricattato dalla propria maggioranza, perché non è un Governo prestigioso, non è un Governo autorevole; è un Governo a smaccata trazione del Partito Democratico, che non può meritare la fiducia di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia – Congratulazioni).

PRESIDENTE. Onorevole Butti, mi consenta di mandare un affettuoso abbraccio, da tutti i colleghi, al collega Foti (Applausi).

Ha chiesto di parlare l'onorevole Orsini. Ne ha facoltà.

ANDREA ORSINI (FI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor rappresentante del Governo, quando Forza Italia ha chiesto, per prima, un Governo di emergenza, nei momenti più drammatici della pandemia, eravamo ben consapevoli non solo della gravità della situazione sanitaria, ma della complessità del compito immane di far ripartire il Paese, piegato da una crisi economica e sociale senza precedenti. Diciamo che potevamo sperare di farlo solo grazie all'Europa, che, in effetti, finalmente, questa volta si è dimostrata una comunità di popoli solidale al proprio interno. Questa è l'Europa che ci piace, consapevole del fatto che le grandi sfide, come la pandemia, si vincono o si perdono tutti insieme. Nessuno, neanche i Paesi più forti, si salva da solo, tanto meno poteva salvarsi un Paese, come l'Italia, gravato da storiche e strutturali debolezze.

Voglio qui ricordare la grande opera svolta, in Europa, da Forza Italia, dal nostro Presidente Berlusconi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e, con lui, dal nostro coordinatore Tajani, per convincere i principali leader europei della necessità di una scelta, ad un tempo, generosa, lungimirante e coraggiosa. Tale scelta si è tradotta nel Recovery Plan; per la prima volta, l'Europa, con risorse proprie, si è impegnata per uscire da una crisi globale, ma, una volta che l'Europa ha fatto la sua parte, noi dovevamo fare la nostra e per questo c'era bisogno di un Governo adeguato alle circostanze straordinarie, un Governo che coniugasse l'unità sostanziale del Paese e la qualità delle persone e delle idee, un Governo che riunisse le migliori energie, chiamandole a concorrere ad un grande sforzo di salvezza nazionale, al termine del quale la parola dovrà tornare agli italiani, ristabilendo la normale dialettica fra forze politiche antagoniste; in quel momento, sarà il centrodestra unito a candidarsi a guidare il Paese, un centrodestra liberale, cristiano, europeista, garantista, che rappresenta la maggioranza naturale degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Oggi, però, il grande impegno unitario per la salvezza della Nazione non ha alternative, e il Governo Draghi ha dimostrato, dal primo giorno, di esserne all'altezza; lo ha dimostrato con il varo del Piano nazionale di ripresa e resilienza e lo conferma con questo provvedimento, che del PNRR è uno strumento attuativo fondamentale; lo ha dimostrato, ancora ieri, del resto, con le decisioni che il Presidente del Consiglio ha illustrato, con un discorso di grande autorevolezza, in ordine al green pass, inteso non come strumento di limitazione della libertà, ma, al contrario come argine della diffusione del virus (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e, quindi, come garanzia della riapertura e della ripartenza del Paese, come garanzia del rilancio, in condizioni di sicurezza, dei settori più a rischio, dei settori fin qui più spesso penalizzati. Il Governo, anche in questa materia, ha individuato un saggio punto di equilibrio e di mediazione, cogliendo il senso delle indicazioni di Forza Italia. La strada della più ampia diffusione possibile del vaccino è la sola strada per la vita, per la sicurezza, per la ripresa, per evitare nuovi e drammatici lockdown, in definitiva per la libertà di tutti; il vaccino a partire dalla scuola, dove per gli insegnanti e deve essere un obbligo morale e legale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), secondo il disegno di legge presentato, al Senato, da Forza Italia, dalla collega Ronzulli.

Ancora, è importante che il Presidente del Consiglio abbia ribadito l'impegno sulla riforma della giustizia, una riforma che il Paese aspetta da troppo tempo e che, questa volta, è anche condizione indispensabile per la ripartenza; confidiamo davvero che, anche in questo settore, il Governo saprà recepire i contributi migliorativi che Forza Italia ha responsabilmente avanzato, contributi che, senza stravolgere il senso della riforma Cartabia, che va tutelato, ne migliorano l'efficienza e l'efficacia.

Forza Italia ha l'orgoglio di essere stata determinante non solo nel far nascere il governo Draghi, ma nel dare impulso al suo funzionamento; ne è la prova il decreto che oggi siamo chiamati a convertire in legge. A tale proposito, credo sia doveroso dare atto del grande lavoro svolto dai nostri Ministri e dai nostri sottosegretari tutti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e, in particolare, dal Ministro Brunetta che di questo provvedimento è stato, ed è, l'anima, l'artefice e il promotore: la sua passione, la sua energia, la sua competenza, unite alla sensibilità del Presidente Draghi e dei colleghi di Governo, hanno consentito di creare uno strumento agile, ma imponente, che il Parlamento ha ulteriormente arricchito nel lavoro in Commissione, recependo ben 49 proposte migliorative di Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), tutte proposte che vanno nella direzione di dare un'ulteriore spinta alla semplificazione, alla razionalizzazione, all'efficienza dei processi, all'equità della distribuzione; fra tutte, però, consentitemi di ricordare con orgoglio - e lo faccio volentieri, da parlamentare del Nord, perché siamo un grande Partito nazionale - le norme per Roma e per il Sud che sono state introdotte da Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). È di Forza Italia l'emendamento che riconosce il ruolo di Roma capitale, propedeutico al nostro impegno per una riforma costituzionale che dia a Roma lo statuto e i poteri delle grandi capitali europee. È di Forza Italia la norma che riserva al Mezzogiorno, anche nella parte relativa agli interventi messi a bando, il 40 per cento delle risorse del PNRR ed è ancora grazie a Forza Italia che si è reso possibile lo stanziamento di 40 milioni di euro per il dissesto idrogeologico della regione Calabria, una regione troppo spesso dimenticata, come spesso, del resto, tutto il Sud dai Governi, negli ultimi dieci anni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Dunque, grazie al Ministro Carfagna per la nuova, diversa e particolare attenzione al Sud che ha riservato questo Governo.

Grazie al Ministro Gelmini, per quanto sta facendo nel suo ruolo strategico e nel rapporto con le regioni, decisivo per l'uscita dalla pandemia. Grazie, ancora una volta, a Renato Brunetta per aver saputo interpretare al meglio la vocazione di Forza Italia, quella che ci ha insegnato il Presidente Berlusconi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Un grazie, infine, credo lo meriti davvero la nostra relatrice, Annagrazia Calabria, per la passione e la competenza con cui ha contribuito a migliorare questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). La semplificazione e la razionale organizzazione della macchina pubblica sono certamente strumenti di maggiore efficienza, ma sono anche - forse questa è la cosa più importante - le condizioni per un diverso rapporto fra lo Stato e il cittadino, un rapporto più rispettoso della persona, un rapporto nel quale lo Stato è uno strumento al servizio dei singoli, delle loro aspirazioni, dei loro interessi e dei loro sogni; l'opposto, cioè il cittadino al servizio dello Stato che decide i bisogni e concede i diritti, è il modello delle società illiberali.

Signor Presidente, non voglio caricare questo decreto di significati eccessivi; è una tappa di un processo che sarà ancora lungo e difficile; tuttavia, un provvedimento che razionalizza la governance del PNRR e, allo stesso tempo, la rende trasparente e partecipata, è davvero uno strumento essenziale per cominciare a vedere la luce in fondo al tunnel. La chiara definizione delle responsabilità di indirizzo, di verifica e di rendicontazione, i poteri sostitutivi chiaramente individuati e definiti, sono strumenti essenziali perché il PNRR non rimanga un elenco di buone intenzioni. Voglio sottolineare l'importanza del superamento di veri e propri colli di bottiglia, come la VIA (Valutazione di impatto ambientale), che da strumento per la tutela dell'ambiente si era a mano a mano trasformata in uno strumento di interdizione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Certamente, la soglia del controllo paesaggistico e ambientale non deve essere abbassata, anzi deve innalzarsi sempre di più, ma questo non può significare la paralisi degli interventi strategici per il Paese e per la collettività.

In questo senso, decisivo impulso avranno le grandi opere che il Paese aspetta e che sono la chiave della ripresa ma anche della tutela dell'ambiente, da Sud a Nord, dall'Alta velocità Salerno-Reggio Calabria al porto di Trieste, dalla rete ferroviaria siciliana alla linea Verona-Brennero. Saranno favorite, grazie alle semplificazioni, la produzione di energia da fonti rinnovabili, la bonifica dei siti contaminati, l'efficientamento energetico degli edifici, grazie al superbonus che siamo riusciti a confermare e ad allargare: questo è il nostro ambientalismo, fatto non di divieti ma di incentivi; invece della cultura del “no”, la cultura del fare, come ci ha insegnato ancora una volta Silvio Berlusconi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). La cultura del fare, onorevoli colleghi, perché solo un Paese capace di proiettarsi verso la modernità e di superare le tante incrostazioni del passato può superare davvero questa difficile prova. Da qui l'importanza degli interventi che troviamo nel decreto per favorire la digitalizzazione, la diffusione della fibra ottica e il superamento del digital divide, che ancora oggi è la palla al piede di tante aree del Paese; da qui, ancora, la necessità di più aggiornati interventi di trasparenza e di pubblicità sugli appalti. Nella nostra cultura, trasparenza fa rima con efficienza; semplicità è l'opposto di malaffare.

Da qui, infine, gli interventi a favore dell'inserimento nel lavoro di donne e giovani, dacché un grande Paese non crescerà mai se non offre una speranza alle giovani generazioni, che hanno diritto a un futuro adeguato, e se continua a discriminare lo straordinario patrimonio di competenze, di energie e di risorse che l'universo femminile esprime.

Concludo, signor Presidente, dicendo che l'Italia è ancora oggi in una condizione difficile e molte categorie continuano a soffrire le conseguenze di una crisi devastante: i non garantiti, dei quali tante volte abbiamo parlato; i lavoratori autonomi, i commercianti, gli artigiani, i professionisti e i giovani, che guardano con preoccupazione ad un futuro nel quale anche i colpi di coda della pandemia si profilano minacciosi. Però, finalmente, abbiamo una prospettiva; finalmente l'Italia si è incamminata sulla strada giusta per tornare alla normalità, alla crescita, alla fiducia. Questo decreto è un passo importante su questa strada. Per questo, Forza Italia voterà con convinzione la fiducia al Governo su un provvedimento che è tanto necessario, tanto urgente e tanto importante (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pezzopane. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Grazie, Presidente. Raccontare questo “decreto PNRR-Semplificazioni” non è affatto semplice. Il testo inviato dal Governo alle Camere era infatti assai complesso ed il risultato finale, rafforzato ed arricchito grazie al lavoro parlamentare, è ancora più composito. D'altra parte, ci stiamo giocando molto: l'urgenza di mettere in campo procedure semplificate, ma efficaci e rispettose del Parlamento e degli organismi della democrazia, era da tutti noi molto sentita ed investiva vari campi ed aspetti. La scommessa di utilizzare presto e bene le ingenti risorse del Recovery Plan è di quelle sfide che mettono i brividi e non ti fanno dormire la notte. Questo è uno dei decreti più importanti che abbiamo approvato negli ultimi mesi perché, pur non avendo un suo ingente plafond di risorse, stabilisce le regole, i poteri, le governance e gli organismi utili perché le altre risorse stanziate, da mettere a terra, vengano effettivamente utilizzate per dare benefici ai cittadini e rilanciare il nostro Paese. C'è sofferenza per la pandemia e per la crisi che ne è scaturita. Il Partito democratico ha accompagnato questo percorso con passione ed impegno, soffrendo con la nostra gente per le difficoltà che vive il Paese, ma anche condividendo le speranze di futuro che attraversano tanti cittadini e, soprattutto, le giovani generazioni. Affrontare le difficoltà e non tradire le speranze: questo è stato il filo conduttore del nostro agire in queste settimane di intenso lavoro, con giornate interminabili passate con i colleghi e le colleghe, con i relatori, che ringrazio, i rappresentanti del Governo e degli uffici dei Ministeri. Abbiamo ascoltato i sindacati, le forze sociali, i territori, gli amministratori e le associazioni; ci siamo sforzati di produrre i bisogni dentro le nostre proposte emendative. Volevamo fare passi in avanti in più direzioni e per questo ci siamo battuti, perché il Parlamento recuperasse un ruolo. Siamo convinti di aver fatto un servizio al Paese proponendo direttamente e votando emendamenti che andavano in questa direzione. Capiamoci, una volta per tutte: il Parlamento è importante e sarà importante in questo processo; non è un orpello o una zavorra; su questo ci sarà da parte del Partito Democratico sempre la massima attenzione. Poi ci siamo impegnati sui temi e sui contenuti; perciò, con determinazione, abbiamo insistito perché venisse introdotto, attraverso un importante emendamento dei relatori, un corposo intervento normativo per la prevenzione e il contrasto del dissesto idrogeologico, che, incomprensibilmente, mancava in un decreto in cui la tematica ambiente e territorio è, invece, decisiva. L'ambiente, la salvezza del nostro patrimonio naturale e lo sviluppo sostenibile sono in cima agli obiettivi di Governo del Partito Democratico e non potevamo perdere l'occasione di dare una risposta seria ai territori, alle associazioni, ai sindaci e agli amministratori, con procedure più snelle e norme più efficaci per le azioni di prevenzione e contrasto del dissesto idrogeologico. I commissari straordinari, per questo obiettivo, potranno inoltre ridurre i tempi della realizzazione delle opere indicate come prioritarie. Ci sono oltre 20 miliardi da spendere per prevenire danni, frane, alluvioni e calamità naturali e c'è da risanare quanto purtroppo distrutto in questi anni: non ci piace chiudere gli occhi, non lo abbiamo mai fatto. Avevamo presentato sul tema, a maggio, una proposta di legge a prima firma Roberto Morassut e questo era il momento per dare un segnale al Paese e il segnale lo abbiamo dato e con forza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Con un altro emendamento, a mia prima firma, con i colleghi del Partito Democratico, abbiamo inoltre modificato l'articolo 59 del decreto, mantenendo intatto il principio di perequazione infrastrutturale ed evitando così l'assurda e grave cancellazione di ben 4,6 miliardi destinati dall'ultima legge di bilancio alle aree interne e montane, nonché al Sud per superare lo storico ritardo. Questa per noi è una battaglia importante a cui non avremmo mai rinunciato: siamo felici di averla vinta per il Paese e per i territori più disagiati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Inoltre, grazie a una nostra proposta viene rinviato il termine di entrata in vigore dell'articolo 177 del codice degli appalti, che prevedeva l'esternalizzazione dei servizi pubblici a partire dal 31 dicembre 2021 e che, però, per le condizioni che si sono create con la pandemia, metteva a rischio 150 mila posti di lavoro e la gestione efficiente di tanti servizi pubblici. La pandemia, infatti, ha ritardato processi importanti di riforme in corso, che vanno rimessi in carreggiata in tempi più adeguati a questa speciale emergenza che stiamo vivendo.

Sono stati approvati anche nostri emendamenti, molto attesi nelle comunità dei parchi nazionali, su governance e fruizione delle aree protette, per agevolare l'efficacia delle iniziative collegate al PNRR. Sono stati approvati emendamenti sulla semplificazione degli appalti pubblici nei territori del sisma 2009, rendendo le norme finalmente omogenee a quelle del sisma 2016-2017, dando, inoltre, un ruolo di soggetto attuatore agli uffici speciali della ricostruzione, necessari per aiutare i piccoli comuni in difficoltà. Inoltre, abbiamo proposto e fatto approvare una speciale governance per l'utilizzo e la programmazione del Fondo complementare di un miliardo e 780 milioni per le aree terremotate 2009 e 2016, strumento di rilancio di un progetto dell'Appennino, un progetto di riscatto per i territori colpiti non solo dalla pandemia, ma già da due terremoti; un'occasione storica che abbiamo voluto cogliere al volo, accompagnando la decisione, già assunta dal Governo Conte, di investire un miliardo 780 milioni per lo sviluppo economico e sociale delle aree terremotate con una governance strutturata ed autorevole.

Siamo poi intervenuti sul bando “Bellezz@-Recuperiamo i luoghi culturali dimenticati”, per tornare a dare vita al relativo progetto. Abbiamo fatto poi un prezioso lavoro con tutta la maggioranza sul superbonus, che per noi è tanto importante, ma non da ora; non è una novità, l'avevamo già individuato e ora l'abbiamo rafforzato, potenziato, esteso, introducendo ulteriori semplificazioni, su cui avevamo presentato diverse proposte confluite nell'“emendamentone” all'articolo 33.

Non eravamo soddisfatti dello spazio e delle modalità previste per garantire trasversalità delle donne e dei giovani dentro il PNRR; per questo, abbiamo presentato emendamenti che fanno chiarezza su una caratteristica del Piano che per noi è fondamentale: giovani e donne. Siamo poi intervenuti sul tema della detenzione delle armi, per tutelare la sicurezza dei cittadini, stabilendo che i sindaci dovranno comunicare alle autorità preposte l'adozione di misure o TSO connessi a patologie, che possano determinare il venir meno dei requisiti per la detenzione di armi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico); mai tema è stato tanto attuale, anche alla luce di quanto accaduto in questi giorni. E con numerosi emendamenti, ci siamo cimentati su tematiche, quali l'ambiente, i rifiuti, l'ISPRA e tanto altro ancora.

Lo abbiamo detto e lo ripeto qui: il PNRR è la nostra grande occasione di mostrarci Paese, con tanta voglia di vincere la sfida, attento ai più deboli, capace di sviluppare i settori produttivi trainanti, di modernizzare l'economia, di superare le disparità, a partire da quella uomo-donna, di favorire la partecipazione e il protagonismo delle giovani generazioni, di eliminare gli squilibri tra Nord e Sud, rilanciando aree interne e montane. In questo decreto, si affrontano e si toccano tanti temi, anche grazie agli emendamenti che abbiamo voluto portare all'attenzione del Parlamento, riportando risultati importanti. Siamo orgogliosi del lavoro fatto, perché, con i colleghi delle Commissioni VIII e I, e con i tanti altri colleghi che hanno presentato emendamenti nel gruppo PD e che hanno sostenuto il nostro lavoro - a partire dalla presidente del gruppo Debora Serracchiani, che ha seguito ogni passaggio -, abbiamo fatto un gran bel lavoro di squadra, convincendo il Governo su tanti obiettivi anche infrastrutturali, come la Tirrenica, a venire sulle nostre idee.

Purtroppo, dobbiamo rammaricarci, perché, su alcune questioni, non c'è stato il giusto atteggiamento, in particolare, sull'appalto integrato riteniamo che le proposte del PD meritassero ben altra attenzione, così come sugli emendamenti sull'End of Waste, sull'internalizzazione dei lavoratori dei call center INPS, sul digital bonus e su altre questioni.

Ma le vittorie sono talmente importanti, questo decreto è talmente importante, che il Partito Democratico, ringraziando chi ha avuto attenzione e capacità di lavoro sulle questioni da noi poste - perché tanti sono i bisogni che volevamo rappresentare -, annuncia il voto favorevole con convinzione su questo importante decreto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucchini. Ne ha facoltà.

ELENA LUCCHINI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, il decreto che ci apprestiamo a votare è uno dei provvedimenti simbolo dell'azione politica che il Governo Draghi sta portando avanti e che vede tra gli obiettivi prioritari quello di realizzare celermente le opere necessarie al Paese, anche in materia di transizione ecologica, semplificando le procedure burocratiche, riducendo tempi e costi superflui, che, per troppi anni, hanno tenuto sotto scacco il Paese. È un passaggio chiave e fondamentale, oggi più che mai essenziale per un vero rilancio economico e per dare piena attuazione a quel pacchetto di riforme chiesto dall'Europa e che accompagna le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza, risorse messe a disposizione dal Recovery Fund, che rappresentano un'occasione per rimettere in moto il Paese e che non devono, in alcun modo, essere dissipate.

La Lega ha sostenuto con vigore questa riforma, mettendola tra i punti prioritari per la ripartenza del Paese dopo l'emergenza COVID. La crisi sanitaria ed economica, legata alla diffusione del COVID-19, ha fatto emergere una domanda di semplificazione senza precedenti, da parte non solo delle imprese e dell'opinione pubblica, ma degli stessi funzionari delle pubbliche amministrazioni. Infatti, i dati ci dicono che, in Italia, per realizzare un'opera di un milione di euro, è calcolato che servono cinque anni e più della metà di questo tempo serve alla pubblica amministrazione per l'espletamento di gare, autorizzazioni, verifiche e controlli. Per realizzare un'opera di 100 milioni di euro, si arriva addirittura a quindici anni e, tra i motivi delle lentezze, vi sono anche l'interpretazione della norma e il processo decisionale.

Come sapete bene, la Lega è entrata a far parte dell'Esecutivo con grande senso di responsabilità, per far fronte ad una crisi pandemica ed economica che ha messo in ginocchio piccole, medie e grandi imprese, che chiedono da anni un intervento concreto in materia di semplificazione. Ebbene, con questo provvedimento abbiamo dato loro una risposta. In materia ambientale, ad esempio, sono state apportate modifiche sostanziali al codice dell'ambiente, snellendo e accelerando le procedure di valutazione di impatto ambientale e di valutazione ambientale strategica, con particolare riferimento ai progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza, riducendo i termini per l'espressione dei pareri e stabilendo, inoltre, un criterio di priorità per progetti con un valore economico superiore ai 5 milioni di euro, ovvero quei progetti che hanno una ricaduta maggiore in termini occupazionali.

Nel decreto abbiamo previsto, inoltre, che il parere obbligatorio del Ministero della Cultura non sia più vincolante per la realizzazione di impianti eolici e fotovoltaici nelle aree confinanti a quelle vincolate; ciò permetterà un forte impulso nel settore delle energie da fonti rinnovabili, che ha visto l'Italia, fino ad oggi, fanalino di coda in Europa. Ci tengo a precisare che la Lega è per il rispetto dell'ambiente e del paesaggio; lo dimostra anche un nostro emendamento, che prevede l'installazione di impianti fotovoltaici anche su antenne e strutture tecnologiche diverse da edifici, per evitare, quindi, di occupare ulteriore terreno agricolo. Abbiamo, inoltre, voluto agevolare i processi autorizzativi per il rinnovamento e l'incremento di potenza di vecchi impianti eolici poco produttivi con quelli di nuova generazione, raddoppiando, al contempo, la produzione elettrica.

Un importante capitolo del provvedimento è stato destinato al superbonus 110 per cento, che viene ampliato per scopi di utilità sociale, quali ospedali, case di cura e conventi, e per l'eliminazione di barriere architettoniche in favore delle persone disabili. Da oggi, inoltre, il superbonus sarà fruibile con più facilità - viste le difficoltà sino ad oggi riscontrate da cittadini e professionisti - attraverso la sola comunicazione di inizio lavori CILA e senza l'attestazione dello stato legittimo dell'immobile. Su questo tema, abbiamo apportato, inoltre, in sede di conversione, ulteriori agevolazioni tecniche.

Ancora, il Governo ha voluto semplificare le procedure per convertire con più facilità i rifiuti in prodotti da riutilizzare, per incentivare l'economia circolare e ridurre l'uso delle materie vergini in considerazione anche del rincaro dei prezzi di questi ultimi anni. C'è ancora tanto lavoro da fare, anche in vista dei decreti attuativi che il Governo dovrà emanare per ogni singolo settore, ma il percorso intrapreso dimostra la volontà e l'impegno dell'Esecutivo.

È assolutamente importante ricordare, inoltre, il subemendamento della Lega che ha permesso di migliorare il testo relativo alla nomina dei commissari di Governo per il dissesto idrogeologico e che impone una condivisione preventiva con le regioni in merito alle opere da realizzare e ai relativi cronoprogrammi. La Lega ha sempre rispettato i territori, che devono avere voce in capitolo sulle scelte che li riguardano direttamente e che hanno ricadute nel proprio ambito (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Questo è un principio che sta alla base della leale collaborazione istituzionale, che non deve mai mancare tra Stato e regioni.

La Lega ha saputo, poi, cogliere l'occasione per concretizzare un lavoro importante svolto in Commissione ambiente, trasformando in legge dello Stato un nostro impegno previsto dalla risoluzione sui contratti di fiume, che era stata approvata, meno di un anno fa, all'unanimità da tutti i commissari, sia di maggioranza sia di opposizione. Nello specifico, il commissario di Governo sul dissesto idrogeologico, in collaborazione con le autorità di Governo e le amministrazioni comunali competenti, potrà attuare interventi di manutenzione idraulica e periodica dei bacini e dei fiumi, al fine di garantire, attraverso opportuni dragaggi, il mantenimento delle caratteristiche dell'alveo e della sezione fluviale, assicurando il deflusso delle acque in tratti di particolare pericolosità, per evitare quindi straripamenti, alluvioni, calamità naturali e crollo dei ponti che, più volte negli ultimi anni, hanno colpito l'Italia e i nostri territori. Non bisogna scordare che, per la prima volta, un decreto prevede importanti semplificazioni per la manutenzione straordinaria della montagna e delle aree collinari, esentando le opere di sistemazione idraulica e forestale da una serie di autorizzazioni anche nei casi di aree vincolate. In materia di contratti pubblici sono state previste nuove regole semplificate per appalti e subappalti ed un'estrema semplificazione per la realizzazione di 10 opere pubbliche strategiche.

Dalla Lega arriva, inoltre, un segnale forte e chiaro sul controverso articolo 177 del nuovo codice degli appalti, che impone di esternalizzare, dall'inizio del 2022, l'80 per cento dei servizi erogati da parte dei titolari di concessioni dirette. Grazie proprio ad un nostro emendamento, approvato dal Governo, quest'obbligo è stato rinviato di un anno e ciò ha permesso di salvare migliaia di posti di lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Nel concludere il mio intervento, Presidente, desidero evidenziare quanto la concretezza e il pragmatismo abbiano prevalso in questo provvedimento sul quale, anche a detta di diverse associazioni di categoria, era già stato fatto un buon lavoro nel testo base, che le Commissioni parlamentari hanno ulteriormente migliorato, integrandolo con norme aggiuntive e modifiche anche sostanziali; un lavoro complesso e articolato che siamo orgogliosi di aver svolto in quanto darà un'iniezione di fiducia a cittadini e imprese, agevolando la quanto più possibile rapida ripresa del Paese Italia. Per questo, signor Presidente, il gruppo della Lega voterà la fiducia al Governo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Elisa Tripodi. Ne ha facoltà.

ELISA TRIPODI (M5S). Grazie, Presidente. In queste settimane c'è stato un intenso lavoro nelle Commissioni affari costituzionali e ambiente e voglio approfittare subito, in premessa, per ringraziare i due relatori per il lavoro che hanno svolto perché, obiettivamente, affrontare questo decreto non era affatto semplice, sia per la quantità di tematiche che vengono trattate sia per l'importanza di queste, visto che riguardano la governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza, riguardano il rafforzamento delle strutture amministrative e lo snellimento della burocrazia nel nostro Paese.

Noi del MoVimento 5 Stelle abbiamo lavorato molto in fase emendativa, per migliorare e potenziare questo provvedimento. Come ha ricordato la collega Terzoni durante la discussione generale, abbiamo vissuto dei momenti particolari. Uno di questi momenti particolari lo abbiamo vissuto proprio durante la discussione e la votazione di un nostro emendamento - un emendamento a firma del collega Zolezzi – su cui la maggioranza parlamentare si è espressa in modo difforme rispetto alle indicazioni dei relatori e all'indicazione del Governo. Però, in questi giorni si è fatta una narrativa, ci sono state anche delle ricostruzioni di quello che è successo quella sera un po' sbagliate, se vogliamo dire così. Si è parlato di attacco del Parlamento nei confronti del Governo, si è parlato di attacco del Parlamento, soprattutto, nei confronti del Ministero della Transizione ecologica. Ma questa non può essere la sola narrativa esistente, perché la verità è che il Parlamento ha fatto il suo lavoro e questo non si può recriminare, né al Parlamento, né ai parlamentari. Faccio mie le parole della collega Terzoni, perché ben descrivono chi siamo noi del MoVimento 5 Stelle e qual è la nostra visione di politica ambientale: noi teniamo alla vera transizione ecologica e per raggiungere questo obiettivo abbiamo operato negli anni, senza indugio. la nostra stella polare, anzi, le nostre stelle polari sono sempre state il “no” a fonti fossili, il “sì” a fonti rinnovabili, il “sì” all'efficienza energetica, il “sì” all'economia circolare e il “sì” alla tutela dell'ambiente. In questi anni, le calamità ambientali che si sono scatenate hanno avuto e hanno, tuttora, effetti sul nostro territorio e sul mondo intero e sono indicative delle strategie politiche e ambientali che si devono mettere in atto. Io provengo dalla montagna e sotto ai miei occhi è visibile l'instabilità del ghiacciaio di Planpincieux. Sotto i miei occhi, ma anche sotto i vostri occhi, sono visibili le conseguenze del dissesto idrogeologico. In questo decreto vi sono molte norme in contrasto con i princìpi che devono guidare l'attuazione del PNRR, a partire dalla previsione europea del non arrecare danni significativi. Questa è una contraddizione che non ci ha lasciato indifferenti e ci ha messi a lavorare sugli emendamenti. Abbiamo analizzato a fondo, articolo per articolo, smontando e rimontando questo decreto, con spirito costruttivo, e ogni singolo comma, proponendo emendamenti puntuali e migliorativi. Gli emendamenti che noi abbiamo presentato fanno parte della nostra storia, fanno parte del nostro DNA, costituiscono quello in cui crediamo convintamente: riciclo, riduzione e riuso dei rifiuti ed è su questo che lo Stato deve investire.

Su tanti punti che abbiamo presentato abbiamo ottenuto ascolto, abbiamo ottenuto condivisione dal Governo, dalle forze di maggioranza. Su alcuni punti ci siamo battuti, facendo prevalere le nostre ragioni. Su altri ancora ci siamo battuti ma non ci siamo riusciti, come la previsione di una procedura semplificata per bruciare i rifiuti negli inceneritori e in altri tipi di impianti o la bocciatura della nostra proposta per introdurre la moratoria delle nuove trivellazioni, in attesa dell'approvazione del PiTESAI, il Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee.

Noi continueremo a lavorare, ad insistere per correggere queste situazioni nei prossimi provvedimenti che arriveranno in Aula. Allo stesso tempo, però, è doveroso prendere atto che, senza il nostro lavoro, non avremmo corretto tante storture, non avremmo fatto i significativi passi in avanti che possiamo registrare ora. Mi riferisco all'approvazione di numerosi emendamenti proposti dal MoVimento 5 Stelle, ad esempio quello della collega Vittoria Baldino, che interviene per garantire un maggior controllo sulla gestione dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), evidenziando il ruolo dell'Autorità nazionale anticorruzione, fondamentale per evitare l'insorgere di conflitti di interessi e il rischio di doppio finanziamento pubblico degli interventi. Non possiamo, infatti, permettere che il ruolo dell'ANAC sia indebolito, a maggior ragione in questa fase cruciale per l'attuazione del PNRR.

Abbiamo sempre lavorato per garantire ai cittadini procedure più snelle e trasparenti e con il nostro emendamento, approvato, miglioriamo le procedure elettorali, attraverso la diffusione delle comunicazioni digitali con le pubbliche amministrazioni. Si anticipano i tempi per le verifiche delle liste da parte della Commissione antimafia, perché potranno essere trasmesse fino a 75 giorni prima della competizione elettorale, per fare in modo che l'esito delle verifiche sia comunicato in tempi tali da garantire alle forze politiche la possibilità di modificare la composizione della propria lista.

In materia di voto elettronico, invece, la sperimentazione riguarderà anche le elezioni regionali, le elezioni comunali, insieme alle politiche, insieme a quelle europee e ai referendum.

Poi c'è un altro importantissimo risultato, una battaglia che il MoVimento 5 Stelle ha iniziato in solitudine: parlo dell'emendamento della collega Giulia Grillo che introduce in Italia lo strumento delle licenze obbligatorie per i medicinali e i dispositivi medici in caso di emergenza nazionale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). In questo modo, il Governo potrà obbligare i possessori di un brevetto o altri diritti in esclusiva a concederne l'uso allo Stato o ad altri soggetti. Questo è senza ombra di dubbio un passo avanti fondamentale per poter produrre e distribuire i vaccini contro il COVID. Ricordiamo che i vaccini rappresentano un bene comune e devono essere accessibili a tutti e in ogni parte del mondo e questa per noi è una grandissima vittoria.

Il lavoro che abbiamo portato avanti ha garantito a questo provvedimento misure fondamentali e in linea con i programmi e gli obiettivi da portare avanti in merito alla transizione energetica e alla sostenibilità, come le modifiche fatte al superbonus e le regole concernenti l'eolico e il fotovoltaico. Sul superbonus 110 per cento, l'insistenza del MoVimento 5 Stelle ha consentito di ottenere un primo importante pacchetto di facilitazioni per cittadini, imprese e per i tecnici. Tramite una riformulazione dei relatori al nostro emendamento a prima firma Terzoni, siamo intervenuti, ad esempio, sulle eventuali irregolarità emerse dai controlli. Le violazioni formali peseranno limitatamente all'irregolarità riscontrata e, in caso di violazioni, il beneficio decade solo in relazione alla parte contestata e non sul complesso dell'agevolazione. Anche in questo caso, si poteva ma si potrà sicuramente fare di più in seguito, semplificando ancora e prorogando la nostra misura a tutto il 2023 ed estendendola almeno anche alle attività turistiche, alberghiere ed extra alberghiere.

Potrei citare ancora le vere e proprie conquiste in materia di bonifiche su suoli agricoli, assicurando un rapido e certo ripristino dei siti inquinati e su questo i miei colleghi della Commissione ambiente (tra i quali Maraia, Vianello, Zolezzi e tutti gli altri) hanno lavorato senza sosta.

Occorre ricordare anche la rimodulazione del funzionamento della Commissione per la valutazione dei progetti legati al PNRR che andava pericolosamente a sovrapporsi all'attuale Commissione VIA.

Gli esempi dei passi avanti fatti grazie a noi sarebbero ancora tanti. Come ho detto in premessa, avremmo scritto e approvato un decreto diverso, in grado di semplificare davvero senza per questo mettere a rischio la salute e l'ambiente. Le nostre proposte e i nostri emendamenti non finiranno in un cassetto dopo l'approvazione di questo decreto, perché molte questioni che le altre forze di maggioranza e il Governo non hanno voluto risolvere adesso torneranno e richiederanno un intervento del Parlamento.

Il MoVimento 5 Stelle continuerà a farsi trovare pronto e a mettere davanti a tutto gli interessi dei cittadini, la tutela degli ecosistemi e della salute, la trasparenza e la legalità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.

Sospendiamo quindi la seduta, che riprenderà alle ore 11,17.

La seduta, sospesa alle 11,05, è ripresa alle 11,17.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge di conversione n. 3146-A/R.

(Votazione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 3146-A/R​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.

Indico la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, sulla cui approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, il Governo ha posto la questione di fiducia.

Ricordo che l'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale la chiama avrà inizio è stata effettuata dalla Presidenza nella seduta di ieri. La chiama avrà, dunque, inizio dal deputato Mulè.

Sulla base di tale estrazione, sono state stabilite e comunicate apposite fasce orarie per regolare l'accesso dei deputati, i quali - all'orario stabilito per ciascuna fascia - faranno ingresso in Aula dal lato sinistro della Presidenza, dichiareranno il voto dalla fila dei banchi del Governo riservata ai sottosegretari e, quindi, lasceranno l'Aula dall'ingresso del lato destro.

Io faccio solo una raccomandazione ai colleghi: quando hanno votato, di uscire dall'Aula, così rendiamo la gestione più semplice e più rispettosa delle norme.

Sono le 11,17 e, quindi, possiamo cominciare la chiama.

Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.

(Segue la chiama).

Si è conclusa così la prima chiama.

Per dare modo ai colleghi di sapere come ci organizzeremo, finita anche la seconda chiama, sospenderemo per dieci minuti la seduta, che poi riprenderà per l'illustrazione degli ordini del giorno e il seguito del nostro lavoro.

Procediamo con la seconda chiama.

(Segue la chiama ) .

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, sulla cui approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, il Governo ha posto la questione di fiducia:

Presenti e votanti: ……... 394

Maggioranza:……………198

Hanno risposto :……… 350

Hanno risposto no:…….....44

La Camera approva.

Si intendono così precluse tutte le proposte emendative presentate. Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 12,50.

Hanno risposto sì:

Adelizzi Cosimo

Alaimo Roberta

Alemanno Maria Soave

Andreuzza Giorgia

Angiola Nunzio

Annibali Lucia

Anzaldi Michele

Aprea Valentina

Aresta Giovanni Luca

Azzolina Lucia

Bagnasco Roberto

Baldelli Simone

Baldini Maria Teresa

Baldino Vittoria

Baroni Annalisa

Bartolozzi Giusi

Barzotti Valentina

Battelli Sergio

Battilocchio Alessandro

Bazoli Alfredo

Bella Marco

Belotti Daniele

Benamati Gianluca

Berardini Fabio

Bergamini Deborah

Berlinghieri Marina

Berti Francesco

Biancofiore Michaela

Billi Simone

Bilotti Anna

Binelli Diego

Bisa Ingrid

Bitonci Massimo

Boccia Francesco

Boldi Rossana

Boldrini Laura

Bologna Fabiola

Bonafede Alfonso

Boniardi Fabio Massimo

Bordo Michele

Bordonali Simona

Borghese Mario

Borghi Enrico

Boschi Maria Elena

Braga Chiara

Brunetta Renato

Bruno Raffaele

Bruno Bossio Vincenza

Bubisutti Aurelia

Buffagni Stefano

Buratti Umberto

Cadeddu Luciano

Caffaratto Gualtiero

Calabria Annagrazia

Cannizzaro Francesco

Cantalamessa Gianluca

Cantini Laura

Cantone Carla

Cantone Luciano

Carabetta Luca

Carbonaro Alessandra

Carè Nicola

Carelli Emilio

Carnevali Elena

Casciello Luigi

Caso Andrea

Cassinelli Roberto

Castiello Giuseppina

Cataldi Roberto

Cattaneo Alessandro

Cattoi Maurizio

Cattoi Vanessa

Ceccanti Stefano

Cenni Susanna

Cestari Emanuele

Chiazzese Giuseppe

Ciagà Graziella Leyla

Ciampi Lucia

Cillis Luciano

Cimino Rosalba

Colaninno Matteo

Colla Jari

Comaroli Silvana Andreina

Comencini Vito

Costa Enrico

Covolo Silvia

Crippa Andrea

Crippa Davide

Cristina Mirella

Cubeddu Sebastiano

Daga Federica

Dal Moro Gian Pietro

D'Alessandro Camillo

Dara Andrea

D'Arrando Celeste

D'Attis Mauro

De Angelis Sara

De Carlo Sabrina

De Filippo Vito

De Girolamo Carlo Ugo

De Luca Piero

De Maria Andrea

De Menech Roger

Deiana Paola

Del Barba Mauro

Del Monaco Antonio

D'Eramo Luigi

D'Ettore Felice Maurizio

Di Giorgi Rosa Maria

Di Maio Marco

Di Muro Flavio

Di Sarno Gianfranco

Di Stasio Iolanda

D'Incà Federico

Donina Giuseppe Cesare

Dori Devis

D'Orso Valentina

Emiliozzi Mirella

Fantinati Mattia

Fantuz Marica

Fassina Stefano

Federico Antonio

Ferrari Roberto Paolo

Ferri Cosimo Maria

Fiano Emanuele

Ficara Paolo

Fitzgerald Nissoli Fucsia

Flati Francesca

Fogliani Ketty

Fontana Gregorio

Fontana Ilaria

Fontana Lorenzo

Formentini Paolo

Fornaro Federico

Foscolo Sara

Frailis Andrea

Frassini Rebecca

Frate Flora

Fregolent Silvia

Furgiuele Domenico

Gagliardi Manuela

Gagnarli Chiara

Galli Dario

Garavaglia Massimo

Gariglio Davide

Gastaldi Flavio

Gebhard Renate

Germanà Antonino

Giaccone Andrea

Giachetti Roberto

Giacometti Antonietta

Giacometto Carlo

Giacomoni Sestino

Giannone Veronica

Giarrizzo Andrea

Giglio Vigna Alessandro

Giordano Conny

Giorgis Andrea

Giuliano Carla

Grande Marta

Gribaudo Chiara

Grimaldi Nicola

Gubitosa Michele

Gusmeroli Alberto Luigi

Iezzi Igor Giancarlo

Incerti Antonella

Invernizzi Cristian

Invidia Niccolò

Iovino Luigi

La Marca Francesca

Lapia Mara

Lattanzio Paolo

Lazzarini Arianna

Legnaioli Donatella

Lepri Stefano

Liuni Marzio

Lolini Mario

Lorenzin Beatrice

Lorenzoni Eva

Lorenzoni Gabriele

Losacco Alberto

Lovecchio Giorgio

Lucchini Elena

Lupi Maurizio

Maggioni Marco

Magi Riccardo

Maglione Pasquale

Manca Gavino

Manzato Franco

Maraia Generoso

Marattin Luigi

Mariani Felice

Marin Marco

Marino Bernardo

Martinciglio Vita

Marzana Maria

Masi Angela

Maturi Filippo

Mauri Matteo

Mazzetti Erica

Miceli Carmelo

Micheli Matteo

Micillo Salvatore

Migliore Gennaro

Milanato Lorena

Molinari Riccardo

Molteni Nicola

Mor Mattia

Morani Alessia

Morassut Roberto

Moretto Sara

Morgoni Mario

Morrone Jacopo

Moschioni Daniele

Mulè Giorgio

Mura Romina

Murelli Elena

Nardi Martina

Navarra Pietro

Nesci Dalila

Nevi Raffaele

Nitti Michele

Nobili Luciano

Noja Lisa

Occhionero Giuseppina

Occhiuto Roberto

Olgiati Riccardo

Orfini Matteo

Orrico Anna Laura

Orsini Andrea

Pagani Alberto

Pagano Alessandro

Pagano Ubaldo

Paita Raffaella

Palmieri Antonio

Palmisano Valentina

Panizzut Massimiliano

Paolin Giuseppe

Paolini Luca Rodolfo

Papiro Antonella

Parolo Ugo

Pastorino Luca

Patelli Cristina

Paternoster Paolo

Pella Roberto

Pellicani Nicola

Perantoni Mario

Perconti Filippo Giuseppe

Pettazzi Lino

Pezzopane Stefania

Piastra Carlo

Picchi Guglielmo

Piccoli Nardelli Flavia

Piccolo Tiziana

Pini Giuditta

Pittalis Pietro

Pizzetti Luciano

Plangger Albrecht

Polidori Catia

Pollastrini Barbara

Polverini Renata

Porchietto Claudia

Potenti Manfredi

Prestigiacomo Stefania

Prestipino Patrizia

Pretto Erik Umberto

Provenza Nicola

Quartapelle Procopio Lia

Racchella Germano

Raciti Fausto

Raffaelli Elena

Ravetto Laura

Ribolla Alberto

Ricciardi Riccardo

Rizzo Gianluca

Rizzo Nervo Luca

Rizzone Marco

Romano Andrea

Rospi Gianluca

Rossi Andrea

Rossini Emanuela

Rossini Roberto

Rosso Roberto

Rotta Alessia

Ruffino Daniela

Ruggiero Francesca Anna

Russo Paolo

Saitta Eugenio

Salafia Angela

Saltamartini Barbara

Sangregorio Eugenio

Sani Luca

Scagliusi Emanuele

Scalfarotto Ivan

Scanu Lucia

Scerra Filippo

Scoma Francesco

Sensi Filippo

Serracchiani Debora

Serritella Davide

Siani Paolo

Sibilia Cosimo

Silli Giorgio

Silvestri Francesco

Siracusano Matilde

Sisto Francesco Paolo

Snider Silvana

Soverini Serse

Spadoni Maria Edera

Spena Maria

Sportiello Gilda

Squeri Luca

Stumpo Nicola

Sut Luca

Sutto Mauro

Tarantino Leonardo

Tateo Anna Rita

Terzoni Patrizia

Timbro Maria Flavia

Toccafondi Gabriele

Tofalo Angelo

Tomasi Maura

Tondo Renzo

Topo Raffaele

Torto Daniela

Tripiedi Davide

Tripodi Elisa

Tripodi Maria

Troiano Francesca

Turri Roberto

Tuzi Manuel

Ungaro Massimo

Valbusa Vania

Valente Simone

Valentini Valentino

Vazio Franco

Verini Walter

Vietina Simona

Vignaroli Stefano

Viscomi Antonio

Vitiello Catello

Vito Elio

Viviani Lorenzo

Volpi Raffaele

Zanella Federica

Zanettin Pierantonio

Zanichelli Davide

Zardini Diego

Zennaro Antonio

Ziello Edoardo

Hanno risposto no:

Albano Lucia

Bellucci Maria Teresa

Bignami Galeazzo

Bucalo Carmela

Butti Alessio

Cabras Pino

Caiata Salvatore

Caretta Maria Cristina

Ciaburro Monica

Cirielli Edmondo

Corda Emanuela

Costanzo Jessica

Cunial Sara

De Toma Massimiliano

Deidda Salvatore

Delmastro Delle Vedove Andrea

Donzelli Giovanni

Ferro Wanda

Forciniti Francesco

Frassinetti Paola

Galantino Davide

Gemmato Marcello

Giuliodori Paolo

Lollobrigida Francesco

Lucaselli Ylenja

Mantovani Lucrezia Maria Benedetta

Maschio Ciro

Mollicone Federico

Montaruli Augusta

Paxia Maria Laura

Prisco Emanuele

Raduzzi Raphael

Rizzetto Walter

Rotelli Mauro

Russo Giovanni

Silvestri Rachele

Silvestroni Marco

Sodano Michele

Trancassini Paolo

Trano Raffaele

Vallascas Andrea

Vianello Giovanni

Vinci Gianluca

Zucconi Riccardo

Si sono astenuti:

Nessuno

Sono in missione:

Amitrano Alessandro

Ascani Anna

Ascari Stefania

Borghi Claudio

Brescia Giuseppe

Campana Micaela

Cancelleri Azzurra Pia Maria

Carfagna Maria Rosaria

Carinelli Paola

Casa Vittoria

Castelli Laura

Cavandoli Laura

Colletti Andrea

Colucci Alessandro

Dadone Fabiana

Di Maio Luigi

Di Stefano Manlio

Durigon Claudio

D'Uva Francesco

Fassino Piero

Frusone Luca

Gallinella Filippo

Gava Vannia

Gelmini Mariastella

Gerardi Francesca

Giorgetti Giancarlo

Grimoldi Paolo

Guerini Lorenzo

Lorefice Marialucia

Macina Anna

Mandelli Andrea

Melilli Fabio

Migliorino Luca

Morelli Alessandro

Muroni Rossella

Orlando Andrea

Palazzotto Erasmo

Patassini Tullio

Rampelli Fabio

Ruocco Carla

Sasso Rossano

Schullian Manfred

Scutellà Elisa

Sibilia Carlo

Speranza Roberto

Tabacci Bruno

Tasso Antonio

Testamento Rosa Alba

Zoffili Eugenio

La seduta, sospesa alle 12,35, è ripresa alle 12.50.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 3146-A/R​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A). Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, in quanto recanti contenuto estraneo rispetto alle materie oggetto del provvedimento, i seguenti ordini del giorno: n. 9/3146-AR/120 Mammì, in materia di estensione dei termini per l'iscrizione nell'elenco dei massofisioterapisti; n. 9/3146-AR/138 Frusone, concernente l'impiego delle guardie giurate a bordo delle navi antipirateria.

L'onorevole Massimo Enrico Baroni ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3146-AR/78. Non è presente; quindi, vi rinuncia.

L'onorevole Zucconi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3146-AR/76.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie, Presidente. Vorrei illustrare il mio ordine del giorno n. 9/3146-AR/76 che impegna il Governo, anche in considerazione dei gravi danni economici dovuti alla pandemia, ad estendere il cosiddetto superbonus anche alle strutture ricettive alberghiere ed extralberghiere al fine di consentire la ristrutturazione e la riqualificazione delle proprie aziende. Nel “decreto Rilancio”, infatti, che prevedeva una misura oggettivamente positiva e valida come quella del superbonus, le strutture alberghiere, ricettive e non, non sono state assolutamente incluse e questo, secondo noi, è un grave errore. Fratelli d'Italia aveva proposto, infatti, di includere anche il settore ricettivo nell'applicazione del superbonus. Tra l'altro, lo scorso 28 giugno il Ministro del Turismo, Garavaglia, aveva preannunciato una possibile inclusione delle aziende ricettive, seppure con un superbonus all'80 per cento e non al 110. Da allora però, nonostante le richieste delle varie categorie, niente è stato fatto in questo senso e, quindi, le aziende ricettive risultano ad oggi ancora escluse.

In ordine al superbonus Fratelli d'Italia, segnatamente tramite l'onorevole Foti, aveva inoltre proposto e propone di chiarire, attraverso emendamenti e un ordine del giorno, che la procedura delle varianti in corso d'opera e l'esclusione della SCIA per agibilità debbano riguardare tutti gli interventi agevolati e i soggetti CILA. Sempre sul superbonus, diciamo anche che, essendosi verificati aumenti dei materiali considerevoli, sarebbe opportuno, in generale, prorogare questa misura fino al 2023. Questo impegno, che chiediamo al Governo nell'ordine del giorno, lo sottoponiamo allo stesso, sperando che ci venga incontro, perché è una richiesta oggettiva, avanzata da tutte le aziende e da tutti gli imprenditori del settore; ci pare che rappresenti una partita di giro, perché alla fine queste spese, che lo Stato andrebbe a sostenere con l'estensione del superbonus, rientrerebbero attraverso le varie imposte e tasse che servono per fare i lavori stessi (quindi, sarebbe una partita di giro).

Pertanto, l'appello al Governo è di esprimere parere favorevole su questo nostro ordine del giorno.

PRESIDENTE. L'onorevole Paxia ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3146-AR/1.

MARIA LAURA PAXIA (MISTO). Grazie, Presidente. Come sapete tutti, nel 2016-2017 c'è stata una serie di eventi sismici che ha interessato l'Italia centrale. Tra i vari interventi normativi, si è riusciti a prorogare lo stato di emergenza fino al 31 dicembre 2021, con vari decreti e varie norme. Basti pensare che solo per il 2021 è stato istituito il Fondo per le emergenze nazionali, che ha destinato 300 milioni proprio a queste aree del Centro Italia per poter, per esempio, utilizzare una proroga dei contratti per le assunzioni nelle amministrazioni pubbliche, superando i vincoli dei contratti vigenti; sono state anche estese delle agevolazioni tariffarie a tutte le utenze che si trovavano nei territori vicini alle zone colpite dagli eventi sismici.

Nel corso di queste legislature, quindi, c'è stata una grande attenzione per i comuni del Centro Italia, in particolare per il terremoto del 24 agosto 2016. Nel contempo, posso dire che non c'è stata la stessa attenzione per il terremoto di Santo Stefano che ha interessato i territori etnei, in provincia di Catania, che ancora, con difficoltà, stanno subendo un rallentamento nelle attività di ricostruzione.

Per questa ragione chiedo che vi siano agevolazioni economiche non soltanto per i cittadini, ma soprattutto per le imprese, perché è essenziale far ripartire in questi luoghi il tessuto economico, ma diventa centrale, ancora di più, avere una normativa semplificata per accedere ad una ricostruzione celere, perché spesso, anche interfacciandomi con il commissario per la ricostruzione nei territori etnei, di volta in volta è difficile riuscire a districarsi in una normativa estremamente complessa.

Per questa ragione chiedo che venga istituito un regime normativo unico e semplificato valido per tutto il territorio nazionale. È il momento di avere strumenti unici, non soltanto per la rigenerazione del territorio ma, soprattutto, per poter fare ripartire anche quelle attività di impresa che rappresentano davvero il tessuto economico dei vari comuni.

Vi ricordo che, per la città di Catania e per i comuni etnei, la vicinanza con il vulcano Etna rappresenta una fonte di interesse ed il turismo di quelle aree deriva proprio dalla vicinanza con il vulcano. Quindi, in questo momento far ripartire e aiutare le imprese e i cittadini diventa centrale per far ripartire tutti i territori etnei (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. L'onorevole Cabras ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3146-AR/59.

PINO CABRAS (MISTO-L'A.C'È). L'ordine del giorno fa riferimento ad una vicenda che si trascina da molti anni e, nel momento in cui dico molti anni, non mi riferisco a 5 o 10 o 15 anni: parliamo di una vicenda che si trascina da 35 anni, in Sardegna, quando ci fu una campagna per far aderire alla possibilità di incentivare le attività in agricoltura con una legge regionale che ha favorito il rinnovamento del settore agricolo, con la costruzione di molte imprese e l'abbattimento dei tassi di interesse allora molto alti (erano superiori al 20 per cento, molte volte, e scesero al 3 per cento) per migliaia di aziende. Ad un certo punto è successo che quella vicenda ha avuto una svolta, perché l'Unione europea - non si chiamava ancora così a quel tempo - aveva deciso che quegli aiuti erano impropri e andavano restituiti. Nel frattempo, le banche avevano già incassato tutta la quota interessi e ciò non ha impedito loro di chiedere indietro i soldi agli agricoltori, trasformandoli in imprese sovra indebitate. Questa è una palese ingiustizia che si trascina da molto tempo che è anche difficile da ricostruire, non impossibile da ricostruire.

In tutti i provvedimenti economici degli ultimi tempi abbiamo sollevato l'attenzione su un tema che riguarda la vita concreta di migliaia di famiglie, di migliaia di persone, mi viene da dire la vita e la morte di molte persone. Vi sono stati moltissimi suicidi che sono una tragedia in una terra in cui si aveva la speranza di rinnovare profondamente l'agricoltura e ci si è trovati ad avere, invece, i ceppi. Lo Stato si dimostra incapace, nel corso del tempo, di risolvere questo problema, con una trascuratezza, un rinvio e una tendenza a considerare queste cose come una truffa lontana che non ha più interesse. Invece, è una vicenda molto attuale.

Vi sono migliaia di aziende che sono sottoposte in questo momento a procedure esecutive: aziende, che possono valere anche 500.000 euro o 1 milione di euro, vengono trascinate fino a raggiungere prezzi vili, fino a 15.000 euro e vi sono soggetti che prendono in carico l'acquisto di queste aziende a pacchi, a decine, a centinaia.

Chi sono questi soggetti? Perché non c'è un'attenzione dello Stato verso questa vicenda? Noi da tempo stiamo cercando di sollevare l'attenzione. Con questo ordine del giorno, chiediamo, semplicemente, di fare due cose: innanzitutto, avviare una procedura molto semplice di rinvio delle procedure esecutive, per salvare concretamente aziende che, altrimenti, verrebbero smembrate e distrutte; in secondo luogo, creare una commissione ad acta, dare un incarico a una figura che ricostruisca tutta la catena di rapporti che ha creato questa profonda ingiustizia sociale, che si traduce anche in un danno economico, in un gravame per la nostra terra. Nel momento in cui parliamo di resilienza, di rilancio, di ricostruzione dell'economia, non dobbiamo farlo, concentrandoci soltanto su certi settori. Mi viene in mente una frase detta dal Presidente del Consiglio Draghi, lo scorso autunno: dovranno sopravvivere certe aziende più attrezzate e dovranno morire le aziende zombie; una sorta di darwinismo sociale, in cui c'è un sacrificio. Penso che non ci siano persone sacrificabili, che ci sia un'alternativa a questa gestione dell'economia; il modo è quello di rivolgere l'attenzione alle persone e alle aziende concrete, distogliendo gli interessi da quelli delle banche, che hanno prevalso in tutta questa vicenda. Quindi, questo ordine del giorno è un piccolo tassello per affermare un principio basilare. Lo Stato si impegni, aiuti queste aziende, è un vero aiuto alla ricostruzione, con un equilibrio fra territori, che oggi vengono trascurati, senza rivolgersi soltanto a presunte innovazioni dell'economia che, magari, andranno a beneficio dell'industria automobilistica tedesca. Infatti, uno dei meccanismi perversi delle tante semplificazioni che vengono fatte oggi per favorire, teoricamente, il rilancio dell'economia, va in una direzione sbagliata. Quindi, questo ordine del giorno aiuta a creare un nuovo equilibrio (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. L' onorevole Prisco ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3146-AR/35.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Con questo ordine del giorno, Fratelli d'Italia chiede di inserire gli interventi per l'eliminazione delle barriere architettoniche, in un autonomo tetto di spesa del superbonus e, quindi, di non computarli all'interno delle modalità di calcolo attualmente previste. Questo ordine del giorno - come l'emendamento che avevamo presentato al provvedimento e come tutti gli emendamenti che Fratelli d'Italia ha proposto - lo abbiamo presentato con uno spirito costruttivo, comprendendo che, dalla semplificazione, da alcuni interventi di alleggerimento delle procedure, passa non solo la possibilità di spendere i soldi, le risorse del PNRR, ma anche la facilitazione nella ripresa della Nazione. Così continuiamo, anche con una serie di ordini del giorno che va esattamente in questa direzione, cioè portare un contributo parlamentare alla risoluzione di piccoli e grandi problemi dei cittadini. Su questo tema, avevamo presentato un emendamento; è stato per lungo tempo accantonato perché, ovviamente, immagino trovasse la sensibilità di molti gruppi parlamentari; poi il Governo ha deciso di dare un parere negativo definitivo per mancanza di risorse aggiuntive. Segnalo sommessamente all'attenzione di quest'Aula che, però, le risorse aggiuntive - perché questo provvedimento, ricordiamolo, non prevedeva risorse aggiuntive - si sono trovate, per soddisfare le esigenze rispetto ad alcune questioni poste dalla maggioranza, non si sono trovate per l'abbattimento delle barriere architettoniche negli edifici privati. Quindi, per quello che vi pare le risorse si trovano, per quello che riguarda l'interesse di molti italiani, evidentemente, no.

Mi auguro - ne prendiamo atto - che si possa fare in un prossimo provvedimento, quanto prima possibile, perché il superbonus, onestamente bisogna ammetterlo, è un strumento che funziona, che può funzionare per lo sviluppo economico, per intervenire sull'abbattimento delle barriere architettoniche, sulla transizione ecologica, sulla sistemazione sismica degli edifici, ma, per farlo, ci vogliono le risorse, ci vogliono i tempi alleggeriti della burocrazia, ci vogliono procedure più semplificate di quelle che si sono raggiunte con questo provvedimento, ci vogliono le dotazioni organiche dei comuni. Infatti, è stato scaricato sui professionisti, sulle amministrazioni comunali un carico di lavoro, cui non è corrisposta, in eguale misura, una dotazione di risorse economiche per le assunzioni, che determina, di fatto, un intasamento delle pratiche amministrative, che rende di difficile attuazione uno strumento che, invece, potrebbe essere utile, come quello del superbonus. Quindi, se vogliamo renderlo effettivo anche in questa modalità, va approcciato in maniera non ideologica, ma funzionale e funzionante. Come sapete cari colleghi, come sa, Presidente, come sanno, immagino, i rappresentanti del Governo, gli interventi per l'abbattimento delle barriere architettoniche, i fondi che vengono trasferiti dallo Stato alle regioni e dalle regioni ai comuni, arrivano a rifondere le spese sostenute dai cittadini con molti mesi, anni di ritardo. È un meccanismo vecchio che non funziona. Ecco, invece, con lo strumento del superbonus, questo potrebbe essere accelerato, rendendo molto più efficace, diretto e sostenibile per i cittadini l'abbattimento delle barriere architettoniche negli edifici privati. Ce lo hanno rappresentato nelle audizioni i rappresentanti di categoria del mondo dell'impresa - e concludo Presidente -, ce l'hanno rappresentato i professionisti, ce l'ha rappresentato l'Italia reale, che Fratelli d'Italia cerca di portare anche in quest'Aula e in questo provvedimento. Perché è una misura di civiltà, è una misura che rende più facile la vita dei cittadini, che hanno qualche difficoltà e perché non è giusto che lo possano fare solo coloro che hanno le risorse per poterlo fare. Questa deve diventare una battaglia, mi auguro, nella quale troverete l'aiuto e la sensibilità di Fratelli d'Italia. Mi auguro che quella che è la priorità per noi, per molti italiani, per le categorie e per le imprese, diventi presto, quanto prima, anche la priorità per questo Parlamento, per questo Governo e per questa maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Colletti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno; si intende che vi abbia rinunciato. L'onorevole Mollicone ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3146-AR/108. Onorevole Mollicone, la trasmissione la garantisce la Camera. Il testo? Ma lei va a braccio, con serenità.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Chiedo di parlare dal leggìo.

PRESIDENTE. Prego, onorevole Mollicone. La vedo in grande forma oggi, però metta la mascherina. Quando arriva lì la toglie, così fa come gli altri.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Rappresentante del Governo, con quest'ordine del giorno, di fatto, andiamo a trattare una questione tipica della semplificazione per questa Nazione. Nel provvedimento in esame si prevedono, infatti, molteplici misure, al fine di sburocratizzare e rendere efficace ed efficiente la pubblica amministrazione con le procedure ad esse connesse.

La valorizzazione del nostro patrimonio artistico e culturale italiano deve essere, anche grazie alla semplificazione, una delle priorità al fine di rilanciare e di promuovere il grande capitale culturale che l'Italia possiede. Sono numerose le opere che giacciono ancora nei depositi museali senza avere alcuna possibilità di essere fruite dal pubblico o esposte all'interno di sedi museali. La valorizzazione del nostro patrimonio storico, artistico e culturale necessita di un sistema di sussidiarietà - colleghi - e di cooperazione tra pubblico e privato, al fine di promuovere quelle iniziative che in caso contrario rischierebbero di non essere più proposte e fruite dal pubblico (e qui c'è il tema della semplificazione). Spesso, come sappiamo, le soprintendenze hanno mostrato una gestione proprietaria dei territori di cui devono solo gestire i vincoli e garantire la vigilanza, perché i beni monumentali, archeologici e museali non vengano, ovviamente, deturpati o gestiti in maniera scorretta da concessionari privati. Appare necessario, invece, garantire una revisione dei vincoli paesaggistici e architettonici, così da valutarne l'effettiva sussistenza nel momento in cui viene richiesta la valutazione sul vincolo paesaggistico, perché a volte le condizioni non esistono più. Faccio un esempio su tutti. In una città come la capitale, la città di Roma, ci sono intere zone che hanno ancora il vincolo paesaggistico del 1939, quando erano colline, quando, giustamente, ci si poneva il problema della tutela del paesaggio. Tuttavia, oggi, che sono città consolidate, che vi è un tessuto urbanistico consolidato, che senso ha far aspettare sei mesi, un anno - talvolta fino a sette anni - perché venga processata una pratica per una rigenerazione urbana? La rigenerazione urbana è un elemento fondamentale che Fratelli d'Italia sostiene da tempo e da sempre, come abbiamo provato a fare, con l'opposizione della sinistra, a Tor Bella Monaca con il masterplan di Leon Krier. Noi crediamo nella rigenerazione urbana, crediamo nella possibilità di avere delle grandi operazioni di ridisegno della città e delle grandi città anche attraverso una visione di bellezza, perché il degrado e la criminalità ci sono laddove si vive male, laddove c'è degrado, dove c'è abbandono. È la famosa sindrome della finestra rotta, teorizzata anche a New York dall'ex sindaco Giuliani. Noi siamo per la bellezza, per la rinascita delle nostre città, per la rinascita, in particolare, della capitale e non vogliamo - a parole su questo è d'accordo anche il Ministro Franceschini e speriamo che il parere possa essere favorevole - che un apparato statale, a cui va tutto il nostro rispetto per l'oneroso lavoro che svolge, possa però fraintendere quello che è il suo ruolo, che è il ruolo della vigilanza, non è il ruolo della gestione proprietaria. L'ultima battaglia non l'ha fatta Fratelli d'Italia, l'ha fatta il Presidente Zaia della regione Veneto, giustamente, sulle campagne - e vado a concludere - del Veneto, dove gli imprenditori avevano magari i casolari dei nonni, che volevano rigenerare e far diventare una cosa bella, una struttura per riqualificare la propria attività e farne magari anche un caso di studio dell'architettura, ma lì è piombato il vincolo paesaggistico! Oppure come a Roma, quando ho fatto l'esempio dei vincoli del 1939 in quartieri ormai costruiti: noi chiediamo, con questo ordine del giorno, che si ristudi questa normativa, che si limiti questo strapotere e che finalmente si possa dare il via a una vera semplificazione, a una vera rigenerazione urbana e, soprattutto, alla bellezza delle nostre città (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Corda ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3146-AR/80.

EMANUELA CORDA (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Questo provvedimento dovrebbe semplificare e invece aggiunge sovrastrutture alle strutture già esistenti, creando maggiore burocrazia e anche un dispendio di danari maggiore. La parola confusione regna sovrana, unita a quella di superficialità. Questo è ciò che emerge se cerchiamo di capire il ruolo e le funzioni di questa Soprintendenza Speciale per gli interventi al Piano nazionale di ripresa e resilienza che avete istituito con il decreto-legge del 31 maggio 2021, n. 77, all'articolo 29.

Il Governo, che nasce per istituire un PNRR che sia intelligente ed efficace, si rivela nuovamente un bluff e sta tentando di affidare una parte importantissima per il rilancio del Paese, quella relativa ai beni culturali, ad una soprintendenza generale che vorrebbe, di diritto, avere non solo l'ultima parola sui progetti relativi alle nostre bellezze e ricchezze, ma anche intervenire a suo piacimento, calpestando in modo prepotente l'autonomia di enti e territori che hanno, ovviamente, più accurata percezione della tematica specifica che li riguarda. La Soprintendenza Speciale, così come è stata istituita, pretende di interferire sui progetti del PNRR con una certa discrezionalità; opportunità offerta non da evidenti competenze e organizzazione, ma da una preoccupante e inaccettabile vaghezza del testo normativo, che si presenta superficiale e inadeguato. Un intervento in caso di necessità, così come è espresso nel testo del decreto, è ovviamente una formula che non vuole dire nulla ed è facilmente manipolabile.

Sarebbe molto più logico che l'esercizio diretto di tutela dei beni sottoposti ad interventi sia e resti di competenza delle soprintendenze territoriali e che venga garantita la loro autonomia operativa sui territori. Il ruolo della Soprintendenza Speciale che avete costituito dovrebbe limitarsi al coordinamento tecnico generale, alla vigilanza, al monitoraggio dell'attuazione degli interventi del Piano. Gli altri interventi dovrebbero avvenire solo in caso di inerzia e inadempienza. Per tutto questo chiediamo che il Governo si impegni affinché alla Soprintendenza Speciale siano almeno affiancate tutte le altre soprintendenze territoriali e che venga riconosciuto il loro valore, la loro competenza ed affidabilità (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. L'onorevole Galantino ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3146-AR/170.

DAVIDE GALANTINO (FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretario, buongiorno. Il provvedimento in esame reca misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di accelerazione e snellimento delle procedure. Al capo VII del provvedimento sono previste ulteriori misure di rafforzamento della capacità amministrativa, anche in ambito trasporti, e tra le misure che andrebbero varate per sostenere la competitività dell'industria marittima nazionale e ottenere quindi una maggiore efficienza e semplificazione delle procedure amministrative e dei vincoli burocratici gravanti sul settore marittimo a beneficio del comparto e dell'amministrazione medesima, è di particolare importanza l'istituzione di un comitato nazionale per la semplificazione in ambito marittimo. Il comitato, facente capo al Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, avrebbe il fine di aggiornare e armonizzare l'intero apparato normativo del settore marittimo, individuare le normative obsolete o comunque di migliorabile applicazione, anche tenendo in considerazione le nuove tecnologie informatiche oggi a disposizione, e predisporre, con cadenza semestrale, una relazione da trasmettere alle Camere avente ad oggetto il quadro aggiornato di quanto realizzato dallo stesso comitato, comprensivo del cronoprogramma dei lavori.

Tale istituzione consentirebbe una comune iniziativa ricognitiva tra armamento e amministrazione per individuare le principali criticità amministrative riscontrate dall'utenza armatoriale, e per tali ragioni chiediamo un impegno del Governo a istituire, in uno dei prossimi provvedimenti utili, un comitato nazionale per la semplificazione in ambito marittimo, al fine di sostenere la competitività dell'industria marittima nazionale e risolvere le principali criticità amministrative riscontrate dall'utenza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Costanzo ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3146-AR/84.

JESSICA COSTANZO (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Questo ordine del giorno chiede l'impegno del Governo a emanare il prima possibile un provvedimento che limiti l'uso dell'affidamento diretto, perché sappiamo benissimo che con il “decreto Semplificazioni” c'è l'estensione di questo istituto, dell'affidamento diretto, nella materia degli appalti pubblici: era previsto inizialmente fino a 40 mila euro, è stato quasi quadruplicato, portandolo a 150 mila euro negli appalti pubblici, e sarebbe dovuto durare fino a fine anno, il 31 dicembre 2021, mentre invece viene protratto fino al 30 giugno 2023. In discussione, anche in Commissione, il collega Forciniti aveva presentato un emendamento - 51.92 - che non è stato accolto per volontà politica (quindi è chiaro dire che questa maggioranza non vuole limitare l'istituto dell'affidamento diretto), ma, soprattutto, poi, ponendo la questione di fiducia, non è stato possibile neanche poi accoglierlo.

Quindi noi chiediamo questo impegno perché l'affidamento diretto ha tre criticità principali: innanzitutto bypassa ogni logica concorrenziale e poi non dà garanzie in termini di trasparenza, di pubblicità; anzi, rischia che negli affidamenti senza gara si aumenti anche il prezzo, compromettendo la qualità anche dei servizi e dei lavori.

Il terzo aspetto, il più importante, crea l'habitat per le infiltrazioni mafiose; è il caso in cui si scrive una norma semplice per tentare magari di semplificarne effettivamente l'applicazione, ma poi il conto che si rischia di pagare è veramente salato.Innanzitutto, è stata scritta in modo ambiguo perché non si sa se, vista la deroga all'articolo 36, comma 2 del codice, un ente possa decidere comunque di continuare a fare gare aperte. Poi, il decreto recita: “(…) nel rispetto dei principi di trasparenza, non discriminazione e parità di trattamento (…)”. Allora, cos'è? Un modo per lavarsi la coscienza? È il Governo che vuole sentirsi più buono? Perché sappiamo tutti che, escludendo tutte le offerte competitive, è vero che si risparmia il tempo di verificare la congruità, però si incentiva anche un aumento dei prezzi in gara, e il risultato qual è? Che si sceglie il prezzo mediocre, effettivamente magari non è il più basso perché se superasse la soglia di ribasso determinerebbe l'esclusione dell'offerta.

Altro aspetto è il criterio di rotazione degli inviti, perché si chiede di considerare anche una diversa dislocazione territoriale delle imprese, però sappiamo benissimo come funziona, perché dietro un'apparente attenzione alle pari opportunità si nasconde, in realtà, una riduzione della trasparenza. Sappiamo come funziona: si invitano le imprese più lontane, queste non rispondono alla gara e quindi si lascia campo libero “a chi vogliamo noi”. Senza i dovuti contrappesi, state creando l'habitat ad hoc per le cosche imprenditrici, perché non potete negare che esistano le infiltrazioni mafiose negli appalti pubblici. Questa è una diatriba che riguarda lo Stato italiano e la Corte europea, perché la pubblica amministrazione italiana ha ammesso la sua inefficienza nei controlli antimafia sugli appalti e, quindi, questo è innegabile, ma con il sistema senza gara fondamentalmente, con la soglia fino a 150 mila euro, per le mafie imprenditrici sarà più facile usare gli appalti pubblici come lavatrice per convertire, poi, loro guadagni criminali in soldi puliti. Ed è inutile che ci diciamo: vigiliamo, controlliamo, monitoriamo; voi ci dite tutte queste cose, però, in realtà, è una vera e propria ammissione di inefficienza della pubblica amministrazione, perché la parcellizzazione dei contratti, il numero di appalti fino a 150 mila euro, il ricorso al subappalto, la proliferazione delle imprese creano, di fatto, l'impossibilità di un controllo efficiente degli appalti pubblici; anzi, è più facile pilotare questi appalti pubblici. Allora, vi chiediamo di non correre ai ripari quando sarà troppo tardi, perché poi sappiamo che, in Italia, le deroghe diventano regole. Ecco, si fanno grandi commemorazioni per le stragi di Capaci e di via D'Amelio, dei giudici Falcone e Borsellino, in realtà, non servono le cerimonie in pompa magna, ma servirebbe applicare esattamente ciò che loro ci hanno insegnato. Ci hanno insegnato come gli appalti, gli affidamenti diretti e i subappalti siano stati, da tempo - e sono ancora, tutt'oggi - la mangiatoia dei clan; sono le inchieste giudiziarie a dirlo e, primo fra tutti, vorrei ricordare un esempio: il sacco di Palermo. Mi rivolgo anche alla sottosegretaria per l'Ambiente, che trovo qui in Aula, perché so che ha a cuore sicuramente, come visione, questo ordine del giorno. Chiedo, quindi, un impegno concreto e un accoglimento affinché venga limitato l'istituto dell'affidamento diretto nella materia degli appalti pubblici (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. L'onorevole Mantovani ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3146-AR/112.

LUCREZIA MARIA BENEDETTA MANTOVANI (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per illustrare l'ordine del giorno da me presentato perché credo che quello qui trattato sia un tema centrale ed essendo il gruppo di Fratelli d'Italia appunto in minoranza, sia per noi doveroso sottolineare l'importanza di certe tematiche attraverso un'opposizione costruttiva e propositiva. Con questo provvedimento si intende intervenire su una vasta serie di fattori, al fine di rendere quanto più snella la disciplina connessa alle materie previste nel PNRR. La transizione ecologica è un asse strategico all'interno del Piano italiano ed è in coerenza con gli obiettivi di medio periodo che l'Europa si è imposta per il raggiungimento di un'economia sostenibile. La produzione di energia rinnovabile è una sfida ambiziosa, quanto difficile, in vista del graduale abbandono delle risorse energetiche di tipo fossile. Il Recovery Plan pone quindi una grande attenzione nei confronti della transizione ecologica, che richiede un profondo cambio di paradigma dal punto di vista dell'utilizzo delle risorse energetiche. L'Italia dovrà dunque intervenire, a 360 gradi, per rendere quanto più snello il sistema normativo in cui cittadini e imprese cadono spesso in trappola a causa della complessità del nostro apparato burocratico. Parlo di tutto quell'apparato di autorizzazioni, di procedure e diritti amministrativi che spesso e volentieri rappresentano un deficit per chi opera nei settori economici, tanto quanto per tutta la Nazione. Con questo ordine del giorno, frutto di un emendamento presentato da me e da altri colleghi, si vuole intervenire al fine di rendere sì più semplice, ma anche più razionale e connesso con la realtà l'insieme delle disposizioni a cui sono soggette tutte le attività economiche.

Secondo il Piano nazionale integrato per l'energia ed il clima, il fotovoltaico è chiamato a svolgere un ruolo da protagonista nel sistema elettrico nazionale, decisamente preminente rispetto a tutte le altre fonti rinnovabili, in vista della decarbonizzazione, e pertanto la produzione di energia rinnovabile vede negli impianti fotovoltaici una risorsa chiave per soddisfare la domanda energetica italiana, e per questo risulta necessaria l'installazione di impianti sempre più innovativi e capaci di rendere efficiente ed efficace l'utilizzo della superficie. Si tratta, in poche parole, di migliorare il rapporto tra centrali fotovoltaiche e territorio. La semplificazione delle procedure è da sempre una necessità per il nostro sistema Paese, oltre che di tutti gli operatori economici che in Italia investono o intendono investire nel settore dell'energia, ed è per questo motivo che, con questo ordine del giorno, io intendo impegnare il Governo a valutare l'opportunità di introdurre procedure autorizzative più semplici, che favoriscano gli interventi di repowering degli impianti fotovoltaici già esistenti o già autorizzati, a parità di suolo occupato. In questo modo, si semplifica, quindi, l'installazione di nuove soluzioni tecnologiche in grado di massimizzare la produzione di energia da fonti rinnovabili (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Forciniti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3146-AR/65.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Fra le tante aberrazioni che questo osceno “decreto Semplificazioni”, finte semplificazioni, contiene c'è questo articolo 63, che è un attacco sfrontato al superbonus, che era anche un po' un totem, in particolare di una delle forze politiche di questa maggioranza, ossia del MoVimento 5 Stelle, un articolo 33, che estende la platea dei soggetti che potranno accedere a questa misura, che è di buonsenso, un'ottima misura, che coniuga insieme la ricerca di obiettivi diversi quali quello di una sostenibilità ambientale ed energetica, allo stesso tempo dando anche la possibilità di rinnovare il patrimonio edilizio di questo Paese, evitando altro consumo del suolo e puntando sulla riqualificazione.

Il punto è che questo strumento viene adesso ampliato, introducendo anche altri soggetti nella pletora di quelli che potranno accedere a questa misura; alcuni di questi sono, per esempio, anche cliniche private, case di cura, ospedali pubblici o privati, quindi di fatto snaturando la mission originaria di questo istituto, che doveva aiutare anche questo Paese a rinnovare il proprio patrimonio immobiliare per i privati, per i residenti senza magari trasformarsi in un aiuto surrettizio al costruttore di turno o a chi detiene cliniche private. Ma non è tanto questo l'obiettivo dell'ordine del giorno; in realtà, c'è un altro punto in questo articolo 33, che è abbastanza inquietante, perché è una semplificazione che prevede la possibilità di accedere al superbonus semplicemente attraverso una CILA, che sarebbe, in gergo tecnico, una comunicazione di inizio lavori asseverata. La differenza rispetto al passato è che il tecnico che dovrà materialmente redigere questa CILA non sarà più tenuto ad attestare lo stato legittimo, ossia cosa significa?

Questo significa che, mentre prima, comunque, il tecnico doveva accertare che ci fosse una congruità fra il titolo, il permesso a costruire e quello che è proprio lo stato dell'immobile, adesso si dice che basta che il tecnico verifichi o certifichi che l'immobile risale a prima del 1967 o, addirittura, basta solo verificare che ci sia un titolo originario, un permesso a costruire. Pazienza se magari, dopo, su quell'immobile sono sorti altri manufatti abusivi, pazienza se magari sono stati realizzati, sopra, uno o due piani rialzati in maniera totalmente abusiva. Il tecnico non dovrà più accertarsi di tutto questo, dovrà semplicemente verificare che l'immobile risalga a prima del ‘67 - questo lo potrebbe anche dichiarare o autocertificare, di fatto, non essendoci prove - oppure potrebbe semplicemente accontentarsi di attestare che c'era un permesso di costruire in origine, senza doversi premurare di verificare se, poi, quel titolo a costruire sia stato rispettato e se, nel frattempo, sono sorti altri immobili abusivi su quel manufatto. Questo che cosa comporta? Che, di fatto, noi stiamo dicendo che grazie al superbonus si potrà in un colpo solo sanare un eventuale abuso edilizio, perché chi accederà a questa misura poi avrà diritto anche all'accatastamento, e si verrà anche pagati, perché si potrà sfruttare anche il credito fiscale del 110 per cento. È evidente che se noi abbiamo un obiettivo in questo Paese, che è quello di razionalizzare il consumo del suolo o comunque l'utilizzo delle risorse pubbliche, anche materiali, non dovremmo fare in modo di poter sanare, di fatto, immobili abusivi attraverso una misura che, invece, ha un obiettivo totalmente opposto, anche perché sarebbe totalmente irrazionale pensare di utilizzare le risorse del superbonus, magari, per sanare degli immobili che sono pericolanti o che sono in luoghi nei quali non potevano e non dovevano stare. Allora, questo noi chiediamo al Governo, visto che ci abbiamo già provato a farvi ragionare, per il tramite di alcuni emendamenti che abbiamo presentato. Almeno, ci avete lasciato quest'ultima parvenza di dialettica parlamentare, soltanto attraverso questi ordini del giorno, e ci proviamo, anche se, francamente, ci sentiamo umiliati perché si tratta di temi che avrebbero meritato tutt'altra sede e tutt'altra possibilità di dibattito; ma non ce l'avete concesso. Almeno, vi chiediamo di ragionare, di darci questo minimo appiglio di speranza affinché rinsaviate, perché non si può pensare di utilizzare una misura come il superbonus per legittimare e avallare quelli che saranno veri e propri condoni edilizi, addirittura pagando chi accederà a questa misura avendo un immobile parzialmente o totalmente abusivo e dandogli anche diritto all'accatastamento. Almeno, evitiamo e proviamo in qualche provvedimento successivo a specificare meglio questa previsione, anche se penso che l'abbiate fatto apposta e, quindi, penso che non abbiate interesse a chiarire meglio questa cosa. Almeno, facciamo in modo che non si usino le risorse del superbonus - che, tra l'altro, sono limitate perché c'è un capitolo di bilancio che non è infinito e c'è anche una discussione su questo – ed evitiamo che queste risorse preziose che possiamo utilizzare per la rigenerazione urbana e per la riqualificazione energetica vengano invece utilizzate per mascherare dei veri e propri condoni edilizi, con l'aggravante che lo Stato pagherà gli abusivi e darà anche loro il credito di imposta del 110 per cento. Quindi, Governo, veramente vi preghiamo, almeno su questo, di fare una riflessione molto attenta perché il problema c'è; non lo diciamo noi lo dicono anche dei tecnici autorevoli su tutti gli organi di stampa (Applausi del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. L'onorevole Giuliodori ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

PAOLO GIULIODORI (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. La questione trattata nel mio ordine del giorno è molto tecnica ma non per questo meno importante. In questo caso parliamo del decreto legislativo n. 259 del 2003 ossia del codice delle comunicazioni elettroniche. In questo decreto sostanzialmente si parla delle infrastrutture di comunicazione elettronica per impianti radioelettrici, quindi di come normarle e anche di dove posizionarle. In particolare, l'articolo 87, comma 9, sostanzialmente dice che il richiedente, anzi l'amministrazione competente in campo ambientale per lo più, ha 90 giorni per esprimere il proprio parere al richiedente e viene previsto anche il silenzio assenso. All'interno di questo decreto - che è ora in conversione - sostanzialmente si aggiunge la possibilità per il richiedente di autocertificare il silenzio assenso, trascorsi sette giorni oltre il termine dei 90 giorni che l'Amministrazione competente ha per rispondere alla richiesta di autorizzazione. Questa è una questione molto delicata perché sostanzialmente coinvolge la salute dei cittadini. Stiamo parlando di impianti radioelettrici, quindi stiamo parlando per lo più di impianti di telefonia mobile. Ormai sappiamo tutti che non è solo telefonia nel senso stretto del termine, ma stiamo parlando di tutto quel mondo che gira attorno: pensiamo a Internet, pensiamo ai big data, tutti temi che stanno entrando nel dibattito pubblico in modo assolutamente preponderante. Questo, di conseguenza, aumenta anche il traffico dati. Tutti noi praticamente abbiamo uno smartphone, abbiamo un piano dati con cui possiamo comunicare, possiamo scaricare materiale, eccetera. Questo progresso, però, non può avvenire a discapito della popolazione perché ormai sono molte le evidenze scientifiche che lo associano alle radiazioni, ai campi elettromagnetici generati dalle antenne di comunicazione elettronica. Queste radiazioni hanno effetti biologici sul corpo umano e questi effetti sono stati ormai sostanzialmente circoscritti dalla comunità scientifica e non possiamo non tenerne conto. Andrebbe fatto uno studio per capire esattamente quali siano gli effetti, in che misura possiamo permetterci di installare antenne e quante antenne. Attenzione, tra l'altro, a un punto focale: non è detto che noi dobbiamo installare meno antenne per tutelare la popolazione. Potrebbe essere un discorso totalmente opposto, ossia possiamo anche installare più antenne e con queste antenne possiamo avere un campo elettromagnetico sostanzialmente uniforme sulla popolazione e non avere una parte della popolazione molto esposta alle radiazioni e una parte molto poco esposta. Sostanzialmente, avendo un basso livello di radiazione per tutti andiamo a tutela della salute dei cittadini. In questo ordine del giorno vorrei chiedere al Governo di portare il termine, anziché a 90 giorni, a 180 giorni, in modo tale da dare più tempo alle amministrazioni; stiamo parlando, in questo caso, per lo più delle ARPA cioè delle agenzie regionali per la tutela ambientale che sono importantissime, nel senso che permettono la tutela ambientale nel campo dell'elettrosmog ma anche dell'inquinamento classico, dell'inquinamento delle acque, eccetera. Quindi, sono fondamentali, soprattutto in un contesto di PNRR, dove si vuole andare a migliorare l'ambiente e a migliorare il modo in cui produciamo energia e in cui la consumiamo e, pertanto, non si può non passare tramite queste ARPA. Sono istituzioni assolutamente fondamentali che, anzi, andrebbero rifinanziate, andrebbero aumentati i fondi di queste agenzie che sostanzialmente non riescono a star dietro a tutto e, magari, sono costrette a dare autorizzazioni dove ci sono dubbi. Tutto questo si riallaccia, perché nel PNRR sostanzialmente si va in deroga al codice dell'ambiente e al codice degli appalti. Non vorrei, sinceramente, che questo PNRR sia semplicemente una scusa per passare sopra tutta una serie di norme che in questo Paese sono riuscite comunque a tutelare l'ambiente, la cultura e la legalità (Applausi dei deputati del gruppo Misto- L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. L'onorevole Caretta ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

MARIA CRISTINA CARETTA (FDI). Grazie, Presidente. Discutiamo di questo ordine del giorno in un momento che dovrebbe rappresentare la fine della stagione di terrore in cui abbiamo vissuto sinora. Due anni fa, nel mese di giugno, ci fu l'assegnazione, dopo ben vent'anni dall'edizione di Torino 2006, dei Giochi olimpici invernali all'Italia, con il tandem Milano-Cortina 2026. Una notizia che ha rappresentato per tutti noi un motivo di grande soddisfazione. Ben poco, ovviamente, potevamo immaginare riguardo alla pandemia che di lì a poco si sarebbe manifestata in tutto il mondo. Le Olimpiadi rappresentano da sempre un'occasione di sviluppo economico, sociale e infrastrutturale per il territorio nazionale.

Non è un caso che, con l'edizione invernale del 2026, si stiano predisponendo 11 miliardi di investimenti, per un totale di 60 opere da realizzare per progetti di impatto infrastrutturale a medio-lungo termine. Questi progetti spaziano dal potenziamento dell'intermodalità dell'aeroporto di Malpensa al collegamento Lecco-Bergamo; oltre alla Pedemontana lombarda, la realizzazione delle varianti di Longarone e di Cortina, il collegamento ferroviario Verona Porta Nuova-Aeroporto Catullo e la linea ferroviaria Mestre-Castelfranco. Questo elenco è solo per citare alcuni tra i più importanti progetti che verranno messi in cantiere tra Lombardia e Veneto.

Il numero totale delle opere, come detto, è decisamente più corposo, ma ho voluto citare solo quelle la cui realizzazione è attesa dai territori da più tempo e che finalmente si potranno realizzare, sfruttando proprio la spinta propulsiva dei Giochi olimpici.

L'istituzione di una società pubblica, vigilata dal Ministero delle Infrastrutture e per suo tramite dal Governo, costituisce sicuramente un primo intervento di coordinamento di grande importanza.

Noi, però, ci troviamo ad esaminare un testo che parla di semplificazioni, che va a toccare tutta una serie di criticità, come ad esempio quelle relative alle procedure di appalto, per le quali sono state ridotte le tempistiche legate all'iter di aggiudicazione; inoltre, sono stati integrati regimi di autorizzazione documentale più rapidi e digitali e abbiamo assistito a uno snellimento della valutazione di impatto ambientale con una riduzione dei tempi procedurali per i progetti del PNRR.

Proprio sul tema inerente i Giochi olimpici invernali 2026, ho presentato un emendamento a questo decreto-legge, che, purtroppo, come molti emendamenti presentati dall'opposizione, è stato puntualmente bocciato, ma, grazie a questo ordine del giorno, vorrei tornare a sensibilizzare l'Aula su questo tema.

Le Olimpiadi invernali del 2026 possono rappresentare una forte occasione di rilancio del prestigio e della fama del nostro Paese in tutto il mondo, mettendo in vetrina dei territori che non fatico a definire tra i più belli e attrattivi del mondo. Questi territori, questo grande evento, tuttavia, necessitano di programmazione, di infrastrutture e di mezzi idonei a rendere pienamente fruibile questa grande bellezza.

Per tutti questi motivi fondamentali, auspico che il Governo accolga questo mio ordine del giorno e che estenda il regime di semplificazione, previsto per le opere del PNRR, anche alle opere relative ai Giochi olimpici invernali di Milano-Cortina 2026 (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Maniero ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno. Non è presente: si intende che vi abbia rinunciato.

L'onorevole Butti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie Presidente, mi ha colto quasi di sorpresa. Questo ordine del giorno impegna il Governo a disporre – ogni intervento ci sembra eccessivo, però, insomma - qualche intervento, necessario ad assicurare la semplificazione autorizzativa per il collegamento in micro trincea - questa è una tecnologia che peraltro già esiste ed è già a norma di legge, si tratta solamente di attuarla, di applicarla e semmai di incentivarla - per le scuole, gli ospedali e gli uffici postali, così come descritto nella premessa, che sicuramente la sottosegretaria avrà avuto modo di leggere. Noi abbiamo una grande necessità, quella di collegare - e di farlo nel modo migliore e più velocemente possibile - certamente tutti gli altri uffici che erogano servizi per il pubblico, ma soprattutto le scuole e le strutture sanitarie.

Ovviamente, digitalizzare le scuole, agevolare il passaggio in fibra FTTH per le scuole o agevolare il 5G per le scuole non significa avallare in via definitiva la didattica a distanza. Noi vorremmo che i nostri ragazzi potessero evidentemente frequentare i corsi di studio in presenza e non certamente in DAD, però quanto abbiamo vissuto con l'emergenza COVID ha lasciato indubbiamente il segno in questa materia.

Ma l'aspetto ancor più fondamentale è quello che invece riguarda la questione della digitalizzazione degli ospedali e delle strutture sanitarie, perché questa è veramente importante. Noi abbiamo la necessità - e lo possiamo fare, sottosegretaria, solo accogliendo ordini del giorno che vanno in questa direzione - di cablare indubbiamente gli ospedali.

A tal proposito, c'è un progetto estremamente interessante, messo in campo da Inwit, che è la società delle torri che tutti quanti conosciamo, anche con un interessante sistema di sostenibilità economico-finanziaria. Certamente abbiamo la necessità di dare garanzie nei tre passaggi che possono interessare un incidentato, un infartuato o un malato grave. Vi è la fase dall'emergenza-urgenza della Croce Rossa e dell'ambulanza, che deve essere già messa nella condizione di poter dialogare nel modo più proficuo possibile con il pronto soccorso, non solo per un'anamnesi del paziente, non solo per una diagnosi immediata, ma anche per consentire al pronto soccorso di potersi organizzare per tempo per l'accoglienza di questo sfortunato paziente.

Poi c'è la seconda fase, che è quella della degenza, che spesso è caratterizzata anche da un intervento chirurgico. Allora, poter fare ricorso alla telechirurgia significa usufruire di una straordinaria opportunità, di una straordinaria possibilità, che è quella della consulenza, del consulto, da parte di professionisti straordinari di eccellenza nel mondo della chirurgia, oppure facilitare il contatto tra medici, che, anziché prendere il telefono o andare da un reparto all'altro, possono utilizzare tranquillamente la telemedicina e la telechirurgia; per arrivare - e concludo - all'ultima fase, che è quella della convalescenza, cioè della riabilitazione.

Noi in Italia abbiamo un sistema ospedaliero, che è, secondo me, anche esageratamente impostato sugli acuti, ovvero si entra in ospedale, nell'arco di 24 ore si viene sottoposti a intervento chirurgico e, poi, la convalescenza la si deve fare altrove. Ed è sull'altrove che c'è stato il fallimento della medicina del territorio. Allora, occorre pensare alla domiciliazione delle cure da remoto e questo è fondamentale.

Quindi, vi preghiamo di accogliere questo nostro ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Paolo Nicolò Romano ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno. Non è presente: si intende vi abbia rinunciato.

L'onorevole Rotelli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

MAURO ROTELLI (FDI). Grazie Presidente, un saluto a lei e anche alla sottosegretaria Fontana. Sono ordini del giorno che presentiamo e che proviamo a portare all'attenzione del Governo e del Parlamento, in maniera particolare con riferimento a questo provvedimento. Alcuni di quelli che sono gli obiettivi sono sicuramente quelli della digitalizzazione, della razionalizzazione dei sistemi informativi e anche quello dell'interoperabilità e compatibilità delle banche dati.

In maniera particolare, l'ordine del giorno che ho presentato è molto pratico e punta a eliminare l'obbligo a bordo dei bus a media e lunga percorrenza della copia dell'autorizzazione certificata conforme. Tale obbligo fa riferimento all'articolo 5 del decreto legislativo 21 novembre, 2005, n. 285, che in maniera specifica parla di riordino dei servizi automobilistici interregionali di competenza statale. Proprio perché questo decreto, sottosegretaria, è del 2005 si capisce per quale motivo, attraverso questo ordine del giorno, si prova a sollecitare il Governo affinché tutta una serie di pratiche di carattere burocratico, in questo caso cartaceo, possano essere assolutamente superate, digitalizzate e semplificate, come prevede lo stesso titolo e tema del provvedimento che oggi ci troviamo davanti.

Il riordino dei servizi automobilistici del 2005 parla di obblighi per le imprese in possesso dei requisiti relativi all'accesso e alla professione di trasportatore di persone - ripeto e sottolineo, bus di media e lunga percorrenza - e, in particolare, al comma 2 dell'articolo 5, alla lettera c), si dispone che l'impresa debba tenere a bordo dell'autobus la copia dell'autorizzazione conforme certificata dall'autorità che ha rilasciato il titolo, nonché una dichiarazione nella quale si attesti che il conducente abbia un regolare rapporto di lavoro secondo le normative vigenti.

Ebbene, proprio perché, Presidente, il provvedimento che ci stiamo accingendo a votare parla di governance e semplificazioni, questo sembra un piccolo passaggio ma, nel frattempo, sono state anche implementate delle banche dati, che - ringraziando Dio - riescono e possono dialogare tra di loro. In maniera particolare, c'è un portale - quello dell'automobilista - che potrebbe essere utilizzato come piattaforma di riferimento per poter ospitare questi certificati senza che dal punto di vista cartaceo vengano messi in possesso o siano presenti sul mezzo - sul bus - e potrebbero, per qualsiasi tipo di controllo, senza inficiare alcun passaggio, né di qualità, né di sicurezza, essere digitalizzati - quindi dematerializzati - e inseriti all'interno di questa piattaforma.

È un ordine del giorno particolarmente pratico, puntuale. Così come tanti emendamenti che sono stati presentati dal gruppo di Fratelli d'Italia, anche questi ordini del giorno hanno questa funzione, cioè quella di puntare dritto a una tematica; una tematica magari circoscritta, come questa, ma ben presente e attenzionata da parte degli operatori del settore, che hanno proprio la necessità di vedere un piccolo, ma significativo passaggio burocratico, accantonato. È per questo che lo presentiamo e l'ho voluto spiegare anche in questo contesto proprio per far capire come, se si parla di semplificazioni, ci sono delle cose che possono veramente tanto aiutare le aziende. Nell'ambito dei trasporti, sottosegretario, le devo dire che, mai come in questi ultimi 15-16 mesi, l'intero settore sia stato sottoposto a uno stress particolarmente importante e quindi ha bisogno di semplificazioni e di procedure che rendono tutto più snello e più pratico. Grazie Presidente e un saluto al sottosegretario (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Raduzzi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

RAPHAEL RADUZZI (MISTO). Grazie Presidente, intervengo e prendo la parola su questo ordine del giorno che tratta un tema veramente importante, quello del subappalto. Ricordo che in quest'Aula c'era una forza politica che si batteva e scriveva ovunque: no al subappalto libero. Questo decreto, purtroppo, fa l'esatto contrario: innalza il limite al subappalto al 50 per cento fin da subito e - pensate un po' - da novembre quei limiti spariscono; non ci sarà alcun limite al subappalto, cioè esattamente il subappalto libero! Tutto ciò andrà ad uso e vantaggio esclusivo di tutte quelle imprese che producono a basso costo, cioè che risparmiano sugli stipendi e soprattutto, purtroppo, sulla sicurezza dei lavoratori. Questa norma la segnalo perché è importante anche per un altro motivo: con questa norma si inaugura la stagione del “ce lo chiede l'Europa”. La Commissione europea ci aveva, infatti, messo sotto procedura di infrazione proprio per quei limiti al subappalto che tutelano le imprese che lavorano seriamente e che non fanno concorrenza sulla pelle dei lavoratori. Questo è importante dirlo, perché parliamo spesso di quei prestiti a debito e tutti in quest'Aula purtroppo osannano questo Recovery Fund, ma questo è un vero e proprio ricatto: se noi non facciamo queste “schiforme”, dall'Europa non vediamo un euro! Questo è importante ribadire.

Per questi motivi, con questo ordine del giorno chiediamo al Governo di fare marcia indietro su un decreto che non solo smantella tutti i vincoli ambientali e paesaggistici, ma smantella anche i limiti al subappalto: no al subappalto libero (Applausi di deputati del gruppo Misto e dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è)!

PRESIDENTE. L'onorevole Rizzetto ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

WALTER RIZZETTO (FDI). Presidente, buongiorno, la ringrazio. Dunque, sottosegretario, stiamo parlando di un provvedimento molto importante e corposo. Fratelli d'Italia, evidentemente, ha fatto la sua parte in Commissione; qualche proposta emendativa è stata accettata, molte altre meno. Ora, premesso che il disegno di legge in esame contiene, di fatto, le disposizioni rispetto alla governance sul PNRR e misure evidentemente di rafforzamento rispetto a tutta la fase strutturale che il nostro Paese dovrà affrontare nei prossimi anni, dalle procedure amministrative piuttosto che allo snellimento di procedure. Tutto questo, secondo noi, dovrebbe - uso il condizionale perché non ne siamo, evidentemente, così certi e sicuri - andare a ricadere nell'alveo di una sorta di ripresa e la ripresa di un Paese - come lei ci insegna - in questo caso si fa attraverso la ripresa delle aziende stesse (piccole e medie imprese, grandi aziende, piuttosto che i nostri lavoratori). Il grosso problema, oggi, sottosegretario, è che nel nostro Paese soffriamo - viceversa, rispetto ad altri Paesi intra moenia della Comunità europea - di una sorta di dumping sociale, salariale, fiscale, inverso rispetto a quello che, invece, dovremmo sperare di avere. Come facciamo, sottosegretario, oggi, ad attirare, ad esempio, imprese, imprenditori, lavoratori, da altri Paesi, considerato che il nostro è uno tra i Paesi dell'intera Europa che soffre di una tassazione tra le più alte e, evidentemente, di adempimenti fiscali che sono sicuramente molto più alti rispetto ad altri Paesi? Ricordo, ad esempio, alcune pratiche e alcuni di questi adempimenti fiscali che si svolgono, ad esempio, nei Paesi dell'Europa dell'est: parliamo di Polonia, parliamo di Ungheria, parliamo di Romania. Noi, qualche settimana fa, qualche giorno fa, abbiamo votato una mozione unitaria di tutto il Parlamento, ad esempio, per quello che è il caso simbolo di questi giorni e di questi mesi, ossia il caso Whirlpool, che evidentemente in questo caso non va a delocalizzare in uno di quei Paesi, ma ci sono altre aziende multinazionali, nello specifico Embraco, Gianetti Ruote, la Gkn di Campi Bisenzio in provincia di Firenze, che si sentono attratte da Paesi dove c'è un sistema fiscale e un costo del lavoro nettamente inferiore al nostro.

Le parla una persona che viene dal Friuli-Venezia Giulia e che vive nella fascia di confine tra la Slovenia e l'Austria, dove ci sono degli assetti amministrativi molto più semplici e molto più agili rispetto al nostro Paese, con carico fiscale e costo del lavoro più bassi, che rendono questi territori sostanzialmente più competitivi e attrattivi per imprese e consumatori, il tutto a pochi chilometri da casa nostra. Ormai per delocalizzare un'azienda, infatti, non serve più andare dall'altra parte del mondo, ma basta un'ora e mezza di aereo per poter delocalizzare la stessa rispetto a quanto, effettivamente, si soffre in termini di tasse e di costo del lavoro in Italia.

Ora, l'impresa è libera, fondamentalmente, anzi, menomale che l'impresa è libera da questi vincoli. Però, peggio mi sento quando un'impresa - o una multinazionale, in questi casi - dopo che ha preso molti contributi pubblici per far restare il lavoro nel nostro Paese, nel giro di qualche settimana e qualche giorno va a delocalizzare da qualche altra parte.

Lo rinnovo: non serve molto. Il Presidente Rosato viene dalla città di Trieste e se io in 20-25 minuti di macchina vado in Slovenia, lui probabilmente ci mette 3 minuti per arrivare nella vicina Slovenia, laddove effettivamente il costo del lavoro è più basso e laddove, ad esempio, Presidente, la tassazione unica sui redditi delle imprese è al 19 per cento, mentre in Italia è quasi 3 o 4 volte tanto. Quindi, questo è un ordine del giorno che impegna - in modo propedeutico rispetto alla prossima legge di stabilità, laddove presenteremo delle proposte emendative - il Governo, affinché abbia mandato per andare a discutere in Europa, per cercare quantomeno di spingere ad una tassazione, rispetto alle imprese, un po' più omogenea di quanto c'è oggi ai nostri giorni, essendo purtroppo questo elemento un qualcosa che fa allontanare sia le imprese, sia i lavoratori dal nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Spessotto ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno. Non è presente: si intende che vi abbia rinunciato.

L'onorevole Deidda ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Il mio e il nostro ordine del giorno prende atto che in questo decreto, grazie ad un emendamento approvato in Commissione, si interviene sul dissesto idrogeologico, il grande problema delle frane nelle coste nella regione Calabria; si semplifica l'attività, si attribuiscono poteri, anche straordinari, per poter intervenire. Questa è una buona notizia e i tempi lo richiedono; anche con la collega Wanda Ferro saremmo voluti intervenire sulla materia; stavamo studiando al riguardo, tanto che in passato, su un analogo provvedimento, avevo presentato un'interrogazione per quanto riguarda la regione Sardegna che, come sapete, ha un grande sviluppo costiero di spiagge e di problemi dovuti all'erosione. Per questo, chiediamo al Governo un impegno affinché adotti analogo provvedimento per la regione Sardegna, perché venga incontro, visto anche il nostro statuto speciale, nominando il presidente di regione o l'assessore regionale all'ambiente per dargli quei poteri, per intervenire e anche per portare all'attenzione della nostra regione tutte quelle risorse necessarie, visto che, a partire da Porto Torres, ad Alghero, a Sorso, ad Arbus, nelle coste del cagliaritano, nell'Ogliastra, noi siamo un'isola e, per quanto sia bella, noi dobbiamo affrontare degli interventi gravosi e, quindi sarebbe utile semplificare tutte le procedure, dare i poteri ai rappresentanti del territorio per intervenire. In questo senso, speriamo in un accoglimento, speriamo, quindi, ci sia anche un'interlocuzione con la nostra regione, anche in base all'interrogazione, ripeto, che ho presentato tempo fa, perché stanno avvenendo delle frane delle coste che mettono in pericolo non solo l'ambiente, ma anche le persone. Noi dobbiamo intervenire e ci stiamo appellando affinché ci siano gli strumenti e le risorse (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Testamento ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno: non c'è.

L'onorevole Gemmato ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno. Sta arrivando? Lo aspettiamo. Prego, onorevole Gemmato.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Scusi, Presidente, c'è stata una turbo-accelerazione. Illustro il mio ordine del giorno, partendo dalla considerazione che il decreto in conversione definisce la governance del PNRR ed opera anche il rafforzamento delle strutture amministrative proprio per coadiuvare, immagino, le amministrazioni regionali, che dovrebbero essere i centri di spesa dello stesso, nel poter arrivare alla definizione e alla determinazione di una spesa congrua rispetto a questi 200 e passa miliardi, molti presi a debito e, quindi, che, evidentemente, impatterebbero o potrebbero impattare in misura negativa, nel momento in cui non si dovessero spendere in maniera opportuna, con il futuro dei nostri figli. Quindi, una responsabilità e un atto di responsabilità anche nell'orientamento della spesa. Denunciando, anche nella conversione di questo decreto, delle falle rispetto alla capacità di spesa delle nostre regioni, mi spiace ricordare che la regione dalla quale provengo - la Puglia -, sui fondi ordinari, quelli strutturali, sui fondi per l'agricoltura, nell'ultimo anno - e uso un eufemismo -, non ha brillato, nel senso che si sono perse svariate occasioni di sviluppo per la nostra regione e, conseguentemente, diverse centinaia di milioni di euro che abbiamo dovuto dare indietro alla Comunità europea. L'articolo 33 del decreto in conversione prevede e riconosce il 110 per cento di bonus per quanto riguarda gli interventi di eliminazione delle barriere architettoniche, aventi come oggetto montacarichi e ascensori, eseguiti contestualmente ad interventi antisismici. Una misura che noi definiamo positiva, non fosse altro perché il sottoscritto, con il gruppo di Fratelli d'Italia, ha prodotto, diverse volte, emendamenti ed ordini del giorno. In realtà, un ordine del giorno era stato approvato in tal senso e, quindi, io mi illudo del fatto che l'ordine del giorno, essendo un atto di indirizzo al Governo, abbia prodotto questo risultato, ovvero quello di far arrivare e determinare il Governo nella apposizione del 110 per cento, del cosiddetto superbonus, anche per l'eliminazione delle barriere architettoniche. Detto questo, voglio spostare l'asse del mio ragionamento, cercando di ampliarlo. Il 110 può essere un'occasione, un volano di sviluppo per la nostra economia. Quindi, siamo partiti dai privati, siamo andati più in profondità, pensando che, fra questi privati, vi fossero delle persone che hanno difficoltà. Parlo, evidentemente, dei diversamente abili: gli siamo andati incontro, giustamente aggiungo - ripeto e risottolineo l'azione politica del gruppo di Fratelli d'Italia -, per quanto riguarda l'abbattimento delle barriere architettoniche. Vi è un grande tema: il Coronavirus ha colpito l'asse produttivo della nostra Nazione, ha colpito le aziende, ha colpito i liberi professionisti, quindi io mi chiedo: perché non estendere questa che è un'opportunità e, quindi, non una spesa, ma un investimento, perché determina in maniera chiara e netta anche uno sviluppo dell'economia? Perché non prevedere per i professionisti, perché non prevedere per le aziende la possibilità di accedere al cosiddetto superbonus del 110 per cento? Glielo dobbiamo, perché è innegabile, Presidente, che in questa fase pandemica, insieme, ovviamente, a chi ne ha patito in prima persona le conseguenze - e concludo -, ovvero i malati, i 130 mila morti, le loro famiglie, vi è qualcos'altro, vi sono anche le aziende. Quindi, insieme a questo, che ovviamente è l'effetto primario - quello della morte, che non si mette su nessun altro piano -, parallelamente, più in basso, c'è un problema di carattere economico che, a nostro avviso, andrebbe compendiato. Con questo ordine del giorno, noi chiediamo che il 110 per cento venga esteso alle aziende e ai professionisti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Trano ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente Rosato. Le conseguenze drammatiche del riscaldamento globale ormai sono evidenti, lapalissiane, sono tra noi. Mentre l'agenda politica del “Governo dei migliori” e di questa raffazzonata maggioranza prevede di discutere sulle quote di CO2, sulle batterie elettriche, sulle centrali fotovoltaiche grandi quanto 100 campi da calcio che andranno a lastricature anche dei terreni di pregio, vincolati, e che ha già discusso, purtroppo, sull'altezza delle pale eoliche che da 100 metri raddoppieranno, con buona pace della moria di tante specie di uccelli migratori, cosa succede? Accade che nel nord Europa - Germania, Olanda, Belgio e Lussemburgo - un'alluvione ha causato circa 200 morti e centinaia di milioni di euro di danni. Quindi, già mi verrebbe da chiedere: ma il famoso Green New Deal dove sta? Dove è finito? E per non farci mancare nulla, andiamo a vedere l'altro lato del Pianeta, esattamente in Cina, dove una stessa alluvione ha causato circa 33 morti, 200 mila sfollati ed è una delle peggiori, più gravi alluvioni degli ultimi 60 anni. Quindi, le avvisaglie ci sono tutte, ormai non c'è molto da discutere sulla questione dei cambiamenti climatici. Ma anche in Italia abbiamo questo gravoso problema, anzi, forse ne abbiamo di più, anche alla luce del decreto che si sta per approvare, che peggiorerà notevolmente i territori. In particolare, riferendomi all'ordine del giorno in questione, ci sono dei territori, come il caso del Rio di Itri, in provincia di Latina, che è già stato sottoposto al dibattito in quest'Aula dall'allora Ministro Costa. Ebbene, questo torrente piccolino ha già causato tre alluvioni negli ultimi dieci anni e ha comportato anche la morte di una povera anziana. Quindi, quali sono le conseguenze di questi disastri? Che molti cittadini non hanno più la cognizione di cosa significhi vivere una vita normale: ci sono persone che vanno a dormire con un occhio aperto, perché, la mattina dopo, potrebbero non svegliarsi.

Mi creda, Presidente: è mai possibile che ancora oggi non sia stata installata una semplice centralina di allarme da poche migliaia di euro? La prevenzione! Una centralina, che costa meno di 2 mila euro, ancora non è stata installata. Quindi, altro che Paese della digitalizzazione e della modernizzazione! Noi qui viviamo ancora nel Medioevo, soprattutto sulla prevenzione ambientale.

Tra l'altro, sempre per riferirmi ad atti parlamentari, il tema era stato già posto in un question time in Commissione ambiente questo 13 gennaio, ma ad oggi nulla è stato installato, nonostante, come dicevo, la morte di quella povera signora.

Sempre nel “decreto Semplificazioni”, sono stati inseriti 2 articoli specifici in tema di dissesto idrogeologico, gli articoli 36-bis e 36-ter. Io, in particolare, sono molto contento per gli abitanti della Calabria, che avranno altri 80 milioni di euro in 3 anni per compiere gli interventi in quelle zone che sicuramente ne hanno bisogno; però, chiedo al rappresentante del Governo, che tra l'altro condivide con me la stessa appartenenza territoriale e, quindi, conosce perfettamente quali sono i problemi di quel territorio, di porre la stessa attenzione anche per il Sud Pontino, dove, peraltro, ci sono state lunghissime battaglie, anche portate avanti dal sottoscritto e da un'intera comunità (e citerei anche il “comitato Pontone”), per un semplice sacrosanto diritto: quello all'incolumità. Ad oggi, noi abbiamo un progetto di 307 mila euro per il progetto esecutivo (ma questo dopo anni di battaglie), per avere un'opera idraulica che ha un costo di circa 10 milioni di euro. Ma finora i soldi sono arrivati soltanto con il contagocce e sulla strada per salvare questo territorio, a vocazione agricola e turistica tra i comuni del Sud Pontino, dobbiamo muoverci, dobbiamo affrettarci.

Anche ieri, per citare un ultimo esempio, nel Gargano c'è stata un'inondazione, che ha preoccupato molto i cittadini di quel territorio. Credo che la funzione di quest'Aula non si possa soltanto limitare…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Trano.

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). Concludo, Presidente. Ancora dieci secondi e concludo.

PRESIDENTE. Di meno! Prego.

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). Credo che quest'Aula, Presidente, non si possa soltanto limitare alla presa d'atto di commemorazioni o a ratificare provvedimenti. Facciamo una discussione, si dia un po' di spazio anche alle opposizioni per dibattere e riportare alla luce (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è)

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Trano.

L'onorevole Silvestroni ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Presidente, grazie per avermi concesso la parola. Sottosegretario, il mio ordine del giorno o, meglio, questo mio intervento sull'ordine del giorno deriva da un'incomprensibile bocciatura di un emendamento da parte della maggioranza in Commissione.

Io credo, sottosegretario, che i suoi onorevoli colleghi del Governo per motivi istituzionali spesso avranno preso un volo dall'aeroporto di Ciampino - certo che l'hanno preso! - accompagnati dalle macchine di servizio. Quindi, non hanno potuto capire in quale condizione si trovi il secondo aeroporto di Roma. La condizione è quella per cui, se non hai una macchina di servizio per arrivarci, perché non svolgi un ruolo istituzionale, per coloro che arrivano in aeroporto e devono raggiungere Roma non ci sono mezzi pubblici adeguati; possono raggiungere la via Appia e attendere eventualmente che arrivi un mezzo regionale a trasportarli.

Quindi, non c'è un collegamento da parte delle Ferrovie dello Stato raggiungibile, né c'è un collegamento con la metropolitana.

Stiamo parlando del secondo aeroporto di Roma che – lo ripeto - tutti i membri del Governo usano per potersi spostare a livello nazionale. È un aeroporto giovane, non è come quello di Fiumicino: è usato molto dai giovani, soprattutto quelli provenienti dall'estero che - ripeto - quando arrivano giungono in un deserto.

Allora, siccome si parla molto spesso di intermodalità e il Governo è partito con l'intermodalità, se non è intermodalità riuscire ad approvare un emendamento (così come è stato fatto, quindi bocciandolo), che propone di prolungare una metropolitana - e non entro nel merito di quale sia, sicuramente è la metropolitana A, quella che arriva fino ad Anagnina - per 3 chilometri fino all'aeroporto di Ciampino, di quale progetto di intermodalità stiamo parlando?

Sembra noioso ripeterlo sempre: se l'intermodalità di collegamento per il Governo è solo quella dei monopattini, allora non è possibile riempirsi la bocca sul PNRR di grandi progetti europei quando non si riesce a capire e, invece, si approvano in maggioranza altri progetti pure importanti.

Quindi, sottosegretario, pur avendolo bocciato come emendamento, approvare questo ordine del giorno, io credo che sia, da parte sua, sicuramente un atteggiamento di sensibilità nei confronti del secondo aeroporto di Roma e nei confronti di tutti quei giovani (al di là - ripeto - di chi riveste un ruolo istituzionale, che può utilizzare le macchine di servizio), per consentire loro di raggiungere Roma.

Oltre che di intermodalità parliamo spesso anche di turismo; allora, aiutiamo anche il turismo e aiutiamo anche il secondo aeroporto di Roma, come è stato fatto per tante opere importanti, che, in realtà, avete approvato sia nel testo originario sia come emendamenti.

Quindi, io spero che lei possa approvare questo ordine del giorno sull'aeroporto di Ciampino (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Vallascas ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

ANDREA VALLASCAS (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Con questo ordine del giorno vorrei che il Governo assumesse con determinazione l'impegno a sostenere, con misure adeguate, la diffusione delle tecnologie dell'idrogeno verde, e questo per l'importante ruolo che questa fonte energetica è destinata ad avere nel processo di decarbonizzazione al 2050 e nel contrasto ai cambiamenti climatici.

In particolar modo, noi vorremmo sollecitare la formazione di un quadro normativo di riferimento per le aziende del settore, che sia costituito da un insieme di norme chiare e maggiormente semplificate che garantiscano anche un orizzonte temporale certo nel quale poter programmare gli investimenti.

È necessario, inoltre, sostenere con misure agevolative gli operatori della filiera che intendono investire nelle ZES nell'ambito degli interventi per la crescita economica del Mezzogiorno.

Oggi le aziende si devono muovere tra una pluralità di norme, che spesso risultano poco chiare anche sul riparto delle competenze e delle potestà legislative tra Stato e regioni, con conseguente aumento sia dei tempi delle istanze sia dell'incertezza dell'esito dei procedimenti adottati. Questo aspetto deve essere risolto, affinché la transizione possa muoversi nel campo del diritto e con la certezza delle leggi.

Non si tratta di derogare alle regole, come si sta facendo per molti altri aspetti con questo provvedimento; si tratta, viceversa, di fornire delle regole a garanzia di tutti i soggetti interessati: le pubbliche amministrazioni, le aziende della filiera dell'idrogeno verde, i cittadini.

La rivoluzione green non si può fermare agli slogan. Ai programmi e alle dichiarazioni devono seguire misure concrete di sostegno, tra cui ci sono soprattutto le norme e le regole che devono guidare le amministrazioni pubbliche e le imprese nell'applicazione degli indirizzi generali posti dal legislatore.

Ricordo che abbiamo davanti a noi importanti sfide sul fronte della transizione, sfide dettate da obiettivi particolarmente impegnativi destinati a ribaltare i paradigmi su cui è basato lo sviluppo delle economie occidentali e a sovvertire radicalmente molti settori strategici, dall'energia, all'industria, ai trasporti.

Molti ambiti della nostra vita devono cambiare, se vogliamo contribuire significativamente all'abbattimento delle emissioni di CO2 e se vogliamo contrastare con decisione i cambiamenti climatici. A questo proposito, ricordo la decisione del Consiglio europeo, che ha fissato al 55 per cento l'obiettivo della riduzione delle emissioni comunitarie al 2030 e del totale abbattimento nel 2050.

Obiettivi particolarmente sfidanti che sono previsti dal PNIEC, a cui si aggiunge l'accelerazione dettata dal PNRR. Per affrontare queste sfide è necessario mettere in campo e sviluppare diverse tecnologie green a nostra disposizione. L'idrogeno verde è sicuramente in grado di sostenere questo processo di transizione e di contribuire alla realizzazione di un sistema energetico sempre più sicuro, sostenibile e competitivo. Grazie alle sue diverse applicazioni e alle configurazioni, il tutto a zero emissioni di CO2, può rivelarsi cruciale per raggiungere la neutralità climatica e rispettare gli impegni dell'Accordo di Parigi del 2015. L'importanza dell'idrogeno è stata ribadita dalla Commissione europea nella Strategia per l'idrogeno per un'Europa climaticamente neutra, mentre la Strategia nazionale sull'idrogeno prevede un'applicazione graduale sul breve termine fino al 2030 in settori quali la chimica, la mobilità, la raffinazione petrolifera; sul lungo termine, quindi al 2050, nei settori hard to abate per favorire il processo di decarbonizzazione degli stessi.

L'interesse attorno all'idrogeno è fortemente aumentato negli ultimi anni e questa è una altra delle ragioni del ritardo sotto il profilo dell'adeguamento normativo allo sviluppo delle nuove tecnologie. Questa questione cardine è inspiegabilmente e vergognosamente assente proprio in un provvedimento come questo, che avrebbe dovuto contenere le regole e le norme sulle quali sviluppare programmi del PNRR. Ricordo che una delle principali barriere allo sviluppo dell'idrogeno verde è proprio la mancanza di un quadro regolatorio e normativo chiaro di riferimento sui vari segmenti della filiera, che crei le condizioni favorevoli per dare slancio a progetti finalizzati a produrre idrogeno rinnovabile su scala di gigawatt entro il 2030, che contribuisca all'integrazione del sistema energetico e al bilanciamento della rete, accelerando la transizione energetica.

Oggi è necessario adeguare le norme per favorire lo sviluppo tecnologico, premiare l'impatto ambientale nullo dell'idrogeno prodotto da fonti rinnovabili, sostenere gli investimenti e semplificare i procedimenti amministrativi per gli impianti di produzione di idrogeno verde, anche su piccola scala. Ma, evidentemente, in un decreto che, in molte parti, scambia la semplificazione con la cancellazione delle regole non c'è spazio per un settore che attende regole e procedure e gare (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. L'onorevole Ciaburro ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, sottosegretario, questo decreto, che l'Aula si accinge a licenziare per un rinvio al Senato, rappresenta un punto cardine della governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza, dei suoi obiettivi e delle sue risorse, secondo quanto ha, ovviamente, deciso il Governo. Ci ricordiamo tutti di quando il testo definitivo del PNRR arrivò alla Camera per il voto, praticamente spesso in tempo reale senza neanche dare il tempo alla Camera di poterlo leggere. Ci ricordiamo, almeno noi all'opposizione, delle enormi difficoltà che abbiamo incontrato nel confrontarci su questo tema. Anche oggi dobbiamo fare di necessità virtù. Questo decreto è stato chiamato “Semplificazioni” proprio in virtù del regime semplificato richiesto dalle opere del PNRR. Parlando di semplificazioni, tuttavia, non posso non pensare al superbonus 110 del per cento ed a tutte le semplificazioni che sono state attuate con enorme fatica, grazie anche ad un sovrumano sforzo dell'opposizione che, sempre concretamente e suggerendo situazioni critiche, ha fatto il suo lavoro già dall'anno scorso, proponendo tutte quelle misure che, nel tempo, a spizzichi e bocconi, hanno migliorato il testo. Era infatti l'agosto scorso, ad esempio, quando sollecitavamo, con quelli che erano i nostri strumenti, interrogazioni piuttosto che emendamenti, in tantissimi provvedimenti una semplificazione riguardo la fattibilità dei lavori sulle parti comuni dei condomini in comproprietà quando era stata resa impossibile da alcune interpretazioni dell'Agenzia delle entrate. In seguito, semplificazioni nell'ambito dei requisiti delle altezze minime e planimetria degli edifici, dove l'applicazione dell'incentivo stesso è stato prorogato, seppure in modo tardivo e ristretto, al 2022.

Tutte queste norme e questo strumento fondamentale di ripresa, di ripartenza e di trasformazione del nostro patrimonio, che è sicuramente il più vetusto d'Europa e anche molto energivoro, sarebbero sicuramente molto, molto utili ma, a furia di semplificare e di andare a intercettare le criticità nel tempo, senza dare poi una proroga effettiva sulla base di regole certe, chiare, semplici, non interpretabili più dall'Agenzia delle entrate, piuttosto che dall'Enea, i cittadini, i professionisti e tutte le ditte che devono lavorare e operare affinché questo strumento possa arrivare al traguardo lavorano e operano in un clima di incertezza, di paura, di spavento, non sapendo come e quando possono ultimare i lavori. Questo è inaccettabile in un Paese e soprattutto da parte di un Governo che deve dare a quei cittadini degli strumenti e poi rendere anche chiaro quel gioco, perché non posso far giocare a quel gioco le persone che magari non hanno neanche le carte per giocare, piuttosto che non sanno a che tempi devono adeguarsi.

Noi abbiamo sempre fatto proposte, anche considerando le difficoltà in determinate aree del nostro Paese, che sono rappresentate dalle aree interne e dalla montagna. Ad esempio, non possiamo immaginare di costruire, rifare il cemento, fare i cappotti a dicembre, quando abbiamo -25 gradi, perché quei lavori banalmente - lo capisce anche un bambino - se vengono fatti, poi non vanno bene perché le temperature non consentono lavori di qualità e, quindi, di durare nel tempo.

Sono tante le semplificazioni che ci saremmo aspettati in più ma, soprattutto, quella visione strategica del dove siamo e dove dobbiamo andare. Abbiamo delle norme rispetto all'urbanistica e abbiamo tirato fuori la super CILA ma se qualche cittadino opera su un abuso edilizio reitera semplicemente quell'abuso e i comuni e le amministrazioni dovranno reprimere quegli abusi. Quindi, con l'ordine del giorno a mia prima firma - ma tutto il gruppo di Fratelli d'Italia, da tempo, sollecita queste misure - chiediamo al Governo intanto di prorogare, di dare strumenti effettivi ai comuni. Anche con la legge di bilancio c'erano state la possibilità e la facoltà in deroga di assumere, proprio in virtù del superbonus, la figura del tecnico fino al 31 dicembre del 2021; ancora oggi, però, manca tutto quello che serve per poter attingere a quella possibilità. Quindi, strumenti che sulla carta funzionano ma, nell'operatività di tutti i giorni delle amministrazioni, dei sindaci e dei tecnici, purtroppo non sono assolutamente percorribili. Ecco perché abbiamo chiesto anche delle misure per tutta la parte burocratica e delle risorse minime di dotazione a tutti i comuni d'Italia, compresi quelli piccoli delle aree interne e delle aree montane. Rendete operativo lo strumento che mettete in campo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. L'onorevole Volpi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno. Non è presente: si intende abbia rinunciato.

L'onorevole Bucalo ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretario, con questo ordine del giorno Fratelli d'Italia chiede al Governo un piano di stabilizzazione di migliaia di insegnanti di religione cattolica, tenuto conto che il valore abilitante dell'idoneità rilasciata dall'ordinario diocesano è stato già confermato da tempo; eppure, questi docenti non hanno avuto la possibilità di partecipare ad un concorso dal 2004, nonostante la legge n. 186 del 2003 li prevedesse con scadenza triennale. Oggi, ci sono, in attesa di una decisione che stenta ad arrivare, ben 15 mila docenti precari con più di 36 mesi di servizio: un esercito di persone già arruolate e pagate come i docenti di ruolo che, puntualmente, da ben 20 anni - stiamo parlando del precariato storico - prendono servizio il 1° settembre ma a cui viene negata una stabilità lavorativa vera, seria, concreta, un contratto a tempo indeterminato. Come Fratelli d'Italia non comprendiamo come questo Governo parli di stabilizzazione - è da mesi che si parla di stabilizzazione e, quindi, di eliminazione del precariato - e, di fatto, boccia in questo provvedimento tutti gli emendamenti riguardanti questa categoria di insegnanti. Come ho già detto sono il precariato più storico.

Riteniamo non vi siano ragioni per rinviare oltre questo intervento normativo che è essenziale per restituire dignità alla categoria, a migliaia di docenti e alle loro famiglie e, nello stesso tempo, dare certezza di progettualità alle scuole. Ed è proprio per questi motivi che, con questo ordine del giorno a mia firma, si chiede al Governo di prevedere l'istituzione di una graduatoria per titoli ai fini dell'assunzione di insegnanti di religione cattolica su posti vacanti e disponibili con più di 24 mesi di servizio nelle scuole del servizio nazionale di istruzione. Inoltre, non dimentichiamo che vi sono ancora gli idonei alle procedure concorsuali, di cui al decreto direttoriale del 2 febbraio 2004, che ancora sono in attesa della cattedra a tempo indeterminato. Si chiede inoltre, in subordine, di bandire un concorso riservato al personale docente di religione in possesso del requisito di cui ho già detto, il riconoscimento di idoneità rilasciato dall'ordinario diocesano, che, ribadisco, ha valore abilitante, che abbia svolto almeno 36 mesi di servizio di insegnamento.

Confido in questo Governo e in questa maggioranza perché si restituisca, con un piano di stabilizzazione, dignità ad una categoria e a migliaia di docenti precari (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Colletti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

ANDREA COLLETTI (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Oggi ci troviamo a discutere gli ordini del giorno, anzi, ad illustrare questi ordini del giorno, perché purtroppo qui, in quest'Aula, non ci è stato permesso dal Governo e da questa maggioranza discutere e illustrare gli emendamenti che avrebbero dovuto migliorare questo testo, questo decreto, se era possibile migliorarlo, perché ovviamente ogni deputato, ogni forza politica intende migliorare qualcosa, ma certi decreti vanno solo rigettati. Addirittura certi decreti sono peggiorati durante la discussione in Commissione che, ricordo, è stata addirittura bloccata dai presidenti di Commissione.

Ebbene, Presidente, oggi siamo qui ad illustrare un ordine del giorno, che è l'unico strumento rimasto a noi deputati, ben sapendo, purtroppo, quanto possa valere un ordine del giorno nella scala dei valori degli atti di questa Camera. Fermo restando che, come spesso accade, il Governo in sede di valutazione degli ordini del giorno ci chiederà di inserire - ormai siamo noi stessi ad inserirla - la famosa locuzione “a valutare l'opportunità di”, che tutto vuol dire, ma non vuol dire nulla in realtà.

Presidente, in questo decreto vi sono vari abomini: questo ordine del giorno specifico riguarda un aspetto di cui in parte ha parlato già in precedenza il mio collega Giuliodori, ovvero quello del silenzio assenso, anzi, non solo del silenzio assenso, addirittura dell'autocertificazione del silenzio assenso.

Ma parliamo di questo istituto, diventato ormai una pratica generale, poiché lo Stato e gli enti territoriali non riescono, con le loro risorse umane, a stare dietro alle istanze dei cittadini. Ormai decenni fa, ci siamo inventati il silenzio assenso: faccio una domanda e se tu, ente pubblico, non rispondi, è come se dessi l'assenso a questa mia richiesta. Però questo silenzio assenso è stato anche una grande scusa per lo Stato per non inserire più davvero risorse umane.

C'è stato per anni il blocco del turnover e ci ricordiamo quando è intervenuto: ormai 13 anni fa, anzi 10 anni fa, con il Ministro Brunetta, che è ritornato ad essere in questo Governo di tutti, in questo Governo dei peggiori, Ministro della Pubblica amministrazione.

Con il silenzio assenso andiamo solo a peggiorare le cose perché lo Stato non metterà più soldi per inserire figure professionali; gli enti territoriali, ma anche gli enti pubblici non risponderanno più ai cittadini; i cittadini potranno avere il famigerato silenzio assenso per qualsivoglia richiesta. Adesso ci mettiamo anche l'autocertificazione del silenzio assenso, quindi non basta non avere una risposta da parte dell'ente, ma chiunque si può anche autocertificare quella risposta. Ma la cosa grave è che poi si autocertifica questa risposta, anzi questa mancata risposta anche nei casi di condono edilizio, perché in realtà è l'articolo 62 che ha questo gravissimo problema, ovvero non escludere questo novello istituto nei casi di condono edilizio e quindi in materia di sanatoria edilizia.

Con questo decreto abbiamo allargato le maglie, ad esempio, del 110 per cento anche a tutti quei casi di difformità edilizia e quindi lo Stato va a finanziare coloro che si sono resi responsabili di difformità edilizie; quindi, lo Stato, in realtà, va a finanziare coloro che hanno aggredito il territorio, magari che hanno costruito vicino ai fiumi. Noi andiamo a finanziare coloro che, in realtà, dovremmo combattere ovvero coloro che distruggono il nostro paesaggio e il nostro territorio; questo è ancora più pericoloso perché le persone oneste finanziano coloro che lo Stato dovrebbe considerare come in parte disoneste.

E' per questo che chiedo davvero al Governo e alla sottosegretaria qui presente di valutare di recedere da questo intendimento e, anche nel prossimo provvedimento utile, di modificare quella legge, se non integrarla (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. L'onorevole Frassinetti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Questo ordine del giorno tratta un argomento molto sentito che mi fa chiedere il motivo per cui l'emendamento attinente sia stato rigettato, quello della diminuzione del numero degli alunni per classe. Sappiamo che le classi cosiddette e definite “pollaio” sono un'emergenza da sempre, a prescindere anche dalla pandemia, ma naturalmente lo sono diventate in maniera abnorme durante questa emergenza sanitaria.

Le nostre aule sono sovraffollate, raggiungono numeri che spesso superano anche la trentina e naturalmente tutto ciò osteggia la regolamentazione e il protocollo del distanziamento che è invece una delle regole fondamentali per cercare di contrastare il virus, soprattutto a scuola. Quindi, mentre si alzano moniti per la vaccinazione obbligatoria di quei pochi insegnanti che ancora non hanno provveduto, non si approva un emendamento molto semplice che va proprio nel senso di far sì che si possa e si debba evitare la didattica a distanza nel prossimo anno scolastico.

Quindi, una stringente logica ci induce a sostenere che questo ordine del giorno, almeno questo, vada accolto proprio in ossequio a tutte le raccomandazioni e a tutte le ansie che molte famiglie stanno avendo in questo periodo relativamente alla sorte dei loro figli nel prossimo anno scolastico; se non si comincia neanche a dare un segnale concreto e tangibile della volontà del Governo di ridurre gli alunni per classe, sembra poi abbastanza difficile riuscire ad attuare tutti gli altri provvedimenti che dovranno, in maniera organica, essere un po' la piattaforma per riaprire le scuole in sicurezza.

Per questo l'impegno al Governo è chiaro: si parla di assicurare la regolare ripresa dell'attività in presenza, a partire dal prossimo anno scolastico 2021/2022, valutando la possibilità di prevedere una riformulazione della dotazione organica degli alunni.

In questo disegno di legge di conversione naturalmente si definisce la governance del PNRR, dove questa questione, nel punto relativo all'istruzione, era ben tangibile e ben delineata: misure volte a rafforzare le strutture amministrative. Tra quelle più importanti, anche relativamente allo snellimento delle procedure, vi era proprio questa diminuzione degli alunni per classe.

Sappiamo che il provvedimento contiene alcune misure legislative previste dal PNRR, in particolare la semplificazione degli oneri burocratici relativi all'attuazione del PNRR stesso nonché misure urgenti in materia di semplificazione dei contratti pubblici; tuttavia, per semplificare, per andare al centro della richiesta di questo ordine del giorno, si ribadisce al signor sottosegretario la necessità di ridurre gli alunni per classe.

Mi sento di dire che, se non ci si impegna nemmeno ad accogliere un ordine del giorno su una problematica così sentita e così dirimente, è inutile che veniate a parlare di soluzione della scuola in presenza a settembre, perché è una grande presa in giro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Albano ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente. “Siamo come nani sulle spalle di giganti, così che possiamo vedere più cose di loro e più lontane, non certo per l'acume della vista o l'altezza del nostro corpo, ma perché siamo sollevati e portati in alto dalla statura dei giganti”: così Bernardo di Chartres, filosofo francese - non italiano - ci ricordava che siamo eredi di un passato, di una tradizione, di una storia che costituiscono la nostra profonda identità e che richiamano quell'identità giudaico-cristiana che un filosofo francese, non a caso, aveva in comune con noi. Ebbene, a volte queste spalle così forti tremano; a volte metaforicamente crollano e, a volte, purtroppo, concretamente e realmente. Ed è ciò che è accaduto nel terremoto del 2016: parlo della mia regione, delle Marche, parlo di un territorio ricco di opere, di vestigia della nostra antica storia; si respira nella nostra terra, si respira la nostra identità.

Vengo ai numeri: nelle Marche ci sono 240 immobili artistici destinati al recupero, 8.726 opere artistiche archeologiche, 2.073 metri lineari di beni archivistici e 4.072 beni librari; sono stati istituiti e gestiti depositi di queste opere; ad Ancona, presso la Mole Vanvitelliana, e presso i musei diocesani di città come Ascoli Piceno, Fermo e Camerino, fortemente interessate dal terremoto; le opere sono in attesa di restauro e di ricollocazione.

Questi depositi sono stati istituiti dal decreto-legge n. 123 del 2019 per interventi di urgenza nelle aree terremotate, varato per far ripartire il tessuto economico e il sistema produttivo e per incentivare il lavoro delle imprese del territorio, ma non sembra così coerente con questo obiettivo lo stanziamento previsto di 3 milioni di euro, destinato ad un non meglio identificato programma. “Programma”, tra l'altro, non è un termine tecnico: quando si parla di restauro, di ricostruzione, si parla di progettazione, conservazione e tutela e non di programma. Sono stanziati questi 3 milioni di euro in due anni, i quali sono affidati a istituti assolutamente prestigiosi, quali l'Opificio delle pietre dure, l'Istituto centrale del restauro, ma certamente non del territorio.

Entriamo nel merito dell'ordine del giorno che ho presentato al provvedimento di cui stiamo discutendo: l'articolo 29 del 6 del decreto-legge n. 77 del 2021 istituisce la Soprintendenza speciale per il PNRR, con l'obiettivo di assicurare la più efficace e tempestiva attuazione degli interventi del Piano. Questa Soprintendenza speciale è un ufficio di livello dirigenziale incardinato presso il Ministero della Cultura, di carattere straordinario, la cui operatività ha funzioni di tutela dei beni culturali e paesaggistici nei casi in cui ci siano interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza; dunque sono attribuiti a questa istituenda Soprintendenza poteri di avocazione e sostituzione nei confronti delle soprintendenze archeologiche, con riguardo ad ulteriori interventi strategici. Tale disposizione di avocazione dei poteri attribuisce ampi margini di discrezionalità in capo a questa Soprintendenza speciale, con circostanze e provvedimenti che poi saranno adottati, ma anche questa disposizione normativa non appare nella direzione della valorizzazione del sostegno alla ricostruzione e alla ripartenza del territorio.

Noi di Fratelli d'Italia riteniamo fondamentale che il Governo si impegni nel rivalutare, sviluppare e potenziare le risorse del luogo, le aziende, le attività produttive del territorio, le competenze e le professionalità ed è per questo che ho presentato questo ordine del giorno che impegna il Governo a valutare l'opportunità di prevedere che la Soprintendenza speciale per le aree del sisma 2016 sia autonoma rispetto all'istituenda Soprintendenza speciale per il PNRR e di prevedere che il programma degli interventi, ai sensi del decreto-legge n. 123 del 2019, dovrà declinarsi nella progettazione e venga curato prioritariamente dalle imprese di restauratori abilitati all'esercizio della professione o da ditte che abbiano la propria sede operativa nelle regioni terremotate; le Marche, signor Presidente, che oggi sono “bianche”, a dispetto di qualche annuncio fuorviante di qualche giorno fa, continuano ad avere un cuore “rosso”, un cuore ferito della “zona rossa”, che ha diritto di essere adeguatamente curato, perché questo cuore sostiene, regge, dà consistenza alle spalle di quei giganti su cui noi ancora oggi ci poniamo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole De Toma ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Grazie, Presidente. L'ordine del giorno n. 9/3146-AR/12, che mi accingo a presentare, riguarda le modifiche che l'articolo 38 del decreto-legge n. 77 del 2021 apporta al cosiddetto decreto-legge Semplificazione, il DL n. 76 del 2020, sul tema della diffusione delle comunicazioni digitali delle pubbliche amministrazioni. In particolare, la norma interviene, con alcuni correttivi, sulla disciplina del domicilio digitale delle società e delle imprese individuali, come ridisegnata dal decreto-legge n. 76 del 2020, che ha riscritto i commi 6, 6-bis e 6-ter dell'articolo 16 del decreto-legge n. 185 del 2008 e il comma 2 dell'articolo 5 del decreto-legge n. 179 del 2012. L'articolo 37 del decreto-legge n. 76 del 2020, in particolare ha opportunamente confermato e rafforzato il principio secondo cui ogni impresa, individuale o societaria, deve essere titolare di un proprio indirizzo PEC, più correttamente domicilio digitale, stabilendo sanzioni specifiche e prevedendo l'attribuzione diretta del domicilio digitale alle imprese, società inadempienti da parte degli uffici del Registro delle imprese. Il sistema camerale è da sempre pioniere dell'implementazione di strumenti innovativi e tecnologici, in particolare nella semplificazione delle comunicazioni telematiche tra imprese e pubblica amministrazione ed è pronto ad attuare le previsioni normative di cui condivide pienamente la finalità. Inoltre, come è noto, gli indirizzi PEC, ossia i domicili digitali iscritti nel registro delle imprese, sono utilizzati dalle pubbliche amministrazioni, ormai in via esclusiva, ai fini della notifica dei propri provvedimenti alle imprese, come, ad esempio, dall'Agenzia delle entrate, dall'INPS, dall'INAIL, dal Ministero della Giustizia nell'ambito del processo civile telematico. Tuttavia, in considerazione del fatto che circa un milione e più di imprese non hanno comunicato il proprio domicilio digitale al Registro delle imprese entro il 1° ottobre 2020, si propone, in questo momento così critico, di intervenire per posticipare al 31 marzo 2022 l'avvio dell'applicazione delle sanzioni alle imprese che non dovessero riuscire ad adeguarsi alla comunicazione al Registro delle imprese del proprio domicilio digitale nei termini previsti.

In questa fase di crisi legata all'emergenza sanitaria, si ritiene opportuno, infatti, evitare di irrogare sanzioni amministrative che penalizzerebbero le imprese, in un periodo già così complicato. L'ordine del giorno prevede che il termine del 1° ottobre 2020 sia prorogato al 31 marzo 2022. Dopo tale scadenza, gli uffici del Registro delle imprese assegneranno direttamente il domicilio digitale ai trasgressori, emettendo contestualmente le sanzioni previste.

Il rinvio del termine al 31 marzo 2022, da un lato, consentirà una maggiore diffusione del domicilio digitale ed una spontanea adesione, da parte delle imprese, all'obbligo di legge, e, dall'altro, consentirà agli uffici del Registro delle imprese di concludere i procedimenti di cancellazione d'ufficio di tutte quelle imprese che si trovano nelle condizioni previste dall'articolo 40 del medesimo decreto-legge 16 luglio 2020. La necessità di assegnare, in tempi rapidi, il domicilio digitale rende, inoltre, opportuno, qualora vi siano segnalazioni di domicili inattivi o malfunzionanti, che l'attribuzione d'ufficio avvenga dopo aver notificato all'impresa la richiesta di provvedere attraverso un avviso da pubblicare sul sito Internet della competente camera di commercio, evitando, in tal modo, anacronistici flussi cartacei. Anche per le imprese individuali, viene semplificata la vigente previsione del procedimento di assegnazione d'ufficio, inutilmente complicato, che il decreto-legge n. 76 del 2020, intervenendo sull'articolo 5 del n. 179 del 2012, ha introdotto, stabilendo che l'ufficio del Registro delle imprese, prima dell'assegnazione, diffidi il trasgressore, assegnando un ulteriore termine di 30 giorni. La notificazione di questo atto mediante il tradizionale flusso cartaceo rischia di vanificare lo scopo perseguito dal legislatore di dotare rapidamente del domicilio digitale tutte le imprese. È necessario, in altri termini, che le camere di commercio assegnino il domicilio digitale alle imprese individuali inadempienti, come già previsto per le società, senza comunicazioni interlocutorie, cioè senza alcuna preliminare diffida (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. La collega Ferro ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente Rosato. Ringrazio anche per la presenza gli esponenti del Governo e invito ad una riflessione su questo ordine del giorno presentato ad un decreto che dovrebbe rendere la materia degli appalti, con le normative e le proroghe, uno strumento agile e snello; soprattutto, dovrebbe farlo non soltanto rispetto alle opere del PNRR, ma anche rispetto alle priorità di tanti territori. Per quanto riguarda questo ordine del giorno, il territorio è quello mio di appartenenza o, meglio, di provenienza, la Calabria, dove c'è una situazione sanitaria cristallizzata, una situazione dovuta a un decennio di commissariamenti che ha prodotto una voragine sempre più ampia rispetto al buco economico, ma anche alle prestazioni sanitarie, quindi ai livelli essenziali di assistenza che si dovrebbero garantire a ogni cittadino. Credo che la possibilità di riflettere su questo ordine del giorno, con un accoglimento, sia fondamentale perché, per quanto riguarda la gestione del COVID, sappiamo come è avvenuta in tante regioni.... oggi sembra veramente di stare in una sede della Tim… Ancor di più rispetto a tutto ciò che, mezz'ora fa, abbiamo letto sull'agenzia ANSA. Credo si tratti di ciò che avevamo anticipato al precedente Governo che, devo dire, di cecità ne ha dimostrata tanta, con il “decreto Sanità Calabria”, bocciando i tanti emendamenti che, certamente, avrebbero risolto i problemi. La Consulta ha dichiarato incostituzionale il commissariamento sanità in Calabria. Parlando di una situazione molto critica, non ci si può soltanto limitare ad un interesse sull'avvicendamento dei vertici, ma bisogna incidere, in modo che si possa creare un Paese ad un'unica velocità, soprattutto quando parliamo di sanità e di salute del cittadino. Questo significa anche un rilancio importante per la regione. Ho sempre definito la sanità in molte regioni del Centro-Sud e del Sud, come la Calabria, “la prima industria”. Che cosa chiediamo, come impegno, al Governo?

Come ha detto qualche collega che mi ha preceduto, e pur sapendo che gli ordini del giorno, alcune volte, quando vengono accolti, poi rimangono chiusi in un cassetto, credo che oggi sia proprio la giornata per dare un segnale non soltanto rispetto all'attenzione che chiede un territorio, ma anche rispetto a un decreto che mette in atto i presupposti per i quali è nato. Noi chiediamo di estendere le disposizioni che prevedono misure semplificate in materia di appalti, servizi e forniture, relativi soprattutto all'acquisizione di beni e servizi e all'affidamento dei lavori, anche di manutenzione, di tante strutture che ne hanno bisogno agli enti e alle aziende del servizio sanitario della regione Calabria. Sarebbe un modo per incidere su quel tasso altissimo di emigrazione sanitaria che riguarda una popolazione del Sud che pure dispone di brillanti energie dal punto di vista medico e paramedico, ma non ha quelle strutture che possano consentire all'ammalato una giusta cura e al personale che ci lavora la possibilità di lavorare in serenità. Credo sarebbe un cambio di passo rispetto al Governo Conte e sarebbe soprattutto un cambio di passo di coloro che, troppe volte, parlano del Sud, ma che di questo Sud, difficilmente, poi ne fanno una ricchezza nazionale. Quindi, chiedo alla sottosegretaria di poter accogliere questo ordine del giorno mio e dei colleghi Gemmato e Bucalo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Vinci ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno, di cui è cofirmatario.

GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie, Presidente. Buongiorno ai membri del Governo. Questo ordine del giorno, che vado a spiegare, in realtà, è proprio l'essenza del provvedimento “Semplificazioni”. Si tratta di governance del PNRR e, però, nel fare questa normativa, a nostro avviso, vi è stato un piccolo problema, piccolo, ma deve essere superato, e riguarda la semplificazione in materia di superbonus. Chiediamo che questo ordine del giorno riceve una particolare attenzione da parte della maggioranza, perché, se il problema non viene risolto in questa sede, dovrà essere risolto successivamente dagli uffici oppure dai dei cittadini. Solleviamo il fatto che, all'articolo 33, il testo del decreto-legge reca, tra le altre cose, la semplificazione della disciplina per fruire del superbonus, stabilendo che, attraverso una comunicazione di inizio lavori asseverata - la CILA -, è possibile attestare gli estremi del titolo abilitativo che ha previsto la costruzione dell'immobile e del provvedimento che ne ha consentito la legittimazione, rendendo non più necessaria l'attestazione dello stato legittimo. Questa norma, però, prevede e da per scontato che vi sia bisogno di questo tipo di documentazione. Quindi, l'intento era quello di semplificare per tutti i cittadini l'accesso al superbonus. In realtà, noi di Fratelli d'Italia ci siamo accorti che per alcune categorie vi è, invece, un aumento di burocrazia, perché, per alcuni interventi, quella attestazione non è necessaria. Quindi, si andrebbe ad introdurre un obbligo nella richiesta di superbonus per categorie di interventi che, ad oggi, non necessitano di quella documentazione. Quindi, l'ordine del giorno fa presente che, ai fini dell'applicazione di tale regime semplificato, il provvedimento qualifica indistintamente tutti gli interventi come di manutenzione straordinaria. In realtà, molti di questi interventi non rientrano nel campo di applicabilità della manutenzione straordinaria. Tali interventi, tuttavia, costituiscono una categoria particolarmente ampia e non omogenea dal punto di vista edilizio e del relativo regime autorizzativo applicabile. La disposizione di un regime edilizio, così come previsto, indifferente rispetto alla natura degli interventi, ha, quindi, l'effetto negativo di aggravare il regime edilizio stesso di interventi di attività libera, per i quali la disciplina vigente non richiede, già allo stato, l'acquisizione di titoli abilitativi. Noi ci ritroviamo con un “decreto Semplificazioni” che complica la vita ai cittadini proprio in uno degli strumenti che, almeno mediaticamente, riscuote maggiore successo da parte dei cittadini italiani, quello del superbonus. Poi facciamo un “decreto Semplificazioni” che, in realtà, aumenta la burocrazia per l'ottenimento di questo superbonus.

Quindi, questo ordine del giorno ha un indirizzo molto semplice da parte del gruppo di Fratelli d'Italia al Governo, ovvero di chiarire qual è la situazione prima che debba intervenire una circolare interna o che vi siano delle problematiche legate all'ottenimento del superbonus da parte di cittadini, che, ad oggi, non riuscirebbero ad ottenerlo senza questa documentazione. Quindi, è una cosa molto semplice, una svista, che probabilmente hanno avuto gli uffici nel redigere questo provvedimento, che non è stato possibile emendare per via della fiducia. Con questo ordine del giorno chiediamo che sia il Governo a intervenire velocemente con un provvedimento affinché un “Semplificazioni” non diventi un “Complicazioni” e quindi non si vada addirittura ad aumentare la documentazione richiesta per interventi edilizi che, ad oggi, quella certificazione neanche la richiedono (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Lucaselli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie Presidente. Onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, credo sia chiaro ed evidente che se il Governo ci avesse ascoltato e ci avesse dato l'opportunità di discutere questo testo all'interno dell'Aula senza porre la fiducia, sicuramente ci sarebbero stati tanti temi sui quali probabilmente avremmo potuto trovare anche punti di convergenza. Sicuramente avremmo trattato una serie di temi - ora coperti dalla questione di fiducia - che riteniamo fondamentali e che discutiamo e dibattiamo attraverso il racconto del contenuto dei nostri ordini del giorno.

Se avessimo potuto discutere in Aula, fra questi temi vi sarebbe sicuramente stato l'articolo 33, riformulato nottetempo con un emendamento, che di fatto non si occupa dei veri problemi che invece erano trattati nel testo base dall'articolo 33 e, fra questi temi, c'è sicuramente quello del superbonus. Noi sappiamo che la governance istituita e indicata all'interno del testo di cui oggi discutiamo, affinché possa dare una spinta al PNRR con procedure e finalità molto più snelle e accelerate nell'ambito amministrativo, è sicuramente un punto importante di questo testo base. Ma, ovviamente, quando parliamo di accelerazione e di snellimento, parliamo di tutte le procedure amministrative e quella del superbonus, sicuramente, dal nostro punto di vista, rientra in queste. Sappiamo che la CILA si inquadra come istituto complementare alla SCIA nel processo di liberalizzazione dell'attività privata; se ciò è assolutamente certo, tuttavia incerta rimane la procedura da seguire nel caso in cui, in corso di CILA, venga depositata una modifica ai lavori. Lo dico nel modo più semplice possibile affinché tutti possano cogliere l'importanza di questo ordine del giorno, perché la disciplina del superbonus 110 per cento è stata più volte rimaneggiata, è stata ritoccata a più riprese e contiene talmente tanti richiami normativi fuori dalla normativa principale e fuori dall'attività codicistica che, di fatto, tutti coloro i quali vogliono utilizzare il superbonus si trovano invece ad avere a che fare con una normativa e una attività complessa che molte volte spinge più a disincentivare l'utilizzo del superbonus, invece che a utilizzarlo. A tutto questo impianto normativo molto complesso si sono poi aggiunte alcune sentenze della Corte di cassazione, in particolare due sentenze delle sezioni unite della Cassazione, per le quali il procedimento viene ancora più ingessato, perché il professionista, di fatto, è messo nella impossibilità di poter dichiarare l'effettiva conformità dello stato dei luoghi. Di conseguenza, ogni modifica al progetto depositato comporta per il professionista stesso l'onere della presentazione di un nuovo progetto. Tutto questo senza considerare anche gli effetti distropici che ci sono sugli istituti bancari, che ovviamente hanno molta difficoltà a dare affidamento e a mantenere aperta la linea di credito quando già in partenza risulta assolutamente chiaro ed evidente che, in caso di modifica in corso d'opera, la procedura diventa molto farraginosa e, soprattutto, molte volte porta all'impossibilità di terminare. Questo è il motivo per il quale chiediamo che questo ordine del giorno venga considerato nella sua complessità, proprio perché quella del superbonus non rimanga soltanto un'operazione sulla carta, ma diventi di fatto la possibilità di essere utilizzata (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Di Sarno ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

GIANFRANCO DI SARNO (M5S). Grazie Presidente. Questo ordine del giorno nasce dall'allarme lanciato da centinaia di uffici tecnici comunali sparsi in tutta Italia, dovuto all'impossibilità per questi uffici di lavorare le istanze di centinaia di migliaia di cittadini, titolari di licenze edilizie denominate cosiddette imperfette. Come sappiamo, il nostro territorio nazionale per la maggior parte è sottoposto a vincolo paesaggistico e, quindi, le licenze edilizie sono accompagnate molto spesso dai pareri delle soprintendenze. Ora, cosa è accaduto? Negli anni addietro molti comuni hanno disatteso questa procedura obbligatoria, rilasciando comunque regolari licenze edilizie edificanti, ma prive dell'acquisizione dei pareri delle soprintendenze. Questo ha creato un ingolfamento grave di questi uffici. Orbene, l'obiettivo di questo ordine del giorno è proprio diretto a regolarizzare esclusivamente questi fabbricati, che sono muniti di regolare licenza edilizia, rilasciata dagli enti comunali negli anni addietro. L'obiettivo di questo ordine del giorno - applicandolo - produrrebbe due importanti effetti: il primo consentirebbe agli enti locali di incassare importanti risorse economiche nelle loro casse, molto spesso vuote, per racimolare risorse fresche da investire sui territori attraverso l'incasso della sanzione pecuniaria prevista proprio dalla legge n. 308 del 2004; in secondo luogo, consentirebbe a questi manufatti di essere reintrodotti nel circuito legale e, quindi, di poter beneficiare anche di quelle opere di qualificazione edilizia che oggi tanto il Governo centrale sta sponsorizzando con incentivi e strumenti alternativi, tra cui anche il famoso superbonus 110 per cento.

Pertanto, con questo ordine del giorno, sottosegretario, chiedo che il Governo si impegni a valutare e a produrre un provvedimento normativo, capace di regolarizzare esclusivamente questi manufatti, regolarmente costruiti negli anni addietro con regolare licenza edilizia e compatibili con i piani regolatori e gli strumenti urbanistici in essere su questi territori.

PRESIDENTE. L'onorevole Sodano ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

MICHELE SODANO (MISTO). Grazie Presidente. Innanzitutto mi aspetto già che questo ordine del giorno verrà bocciato, perché non sia mai che si parli veramente di protezione dell'ambiente in questo Governo superecologista!

Per illustrare il mio ordine del giorno voglio parlare di un fatto concreto che mi è successo, perché a volte una memoria e una storia possono veramente dare grande forza ai ragionamenti politici. Io l'unica volta che sono stato contestato, nella mia breve storia politica, è stato a Licata, nella mia amata provincia di Agrigento, dove mi ero recato per un sit-in, una manifestazione, di quella comunità fortemente spaventata per il rischio di trivelle e di nuove concessioni per la ricerca di idrocarburi nella meravigliosa costa licatese.

Io ero andato lì a rassicurarli, perché ero rappresentante di un Governo dove il Ministro Costa apriva ad una nuova fase veramente ecologista, dove vigevano tre principi: la tutela dei mari, il rispetto della volontà delle comunità e una transizione a fonti alternative per la quale quindi il costo-beneficio di nuove trivellazioni, che devastano il nostro ambiente, perde di significato. Però, accettavo giustamente quella comunità licatese, che non capiva che io ero portatore di un messaggio nuovo, li capivo, perché la politica ha sempre deluso i nostri cittadini, però mi dicevo, in cuor mio, il tempo mi darà ragione e bisogna aspettare. Ed ero abbastanza sicuro che veramente potessimo tutti quanti mettere fine ad un capitolo tremendo di devastazione ambientale. Ed ero sicuro fino a quando poi Confindustria, le potenze dell'energia, del petrolio, non hanno voluto commissariare il nostro Paese, mettere Mario Draghi e con questo nuovo straordinario Ministro, addirittura della Transizione ecologica, Cingolani, sono arrivati i miei primi dubbi; anche perché, diciamocelo, il primo atto di Cingolani è stato proprio quello di rilasciare concessioni per trivellazioni (Applausi di deputati del gruppo Misto). Allora, a quel punto, c'è una storia, no? E oggi c'è un “decreto Semplificazioni” che sta distruggendo totalmente il nostro ambiente e noi stiamo togliendo via - lo dico giusto perché rimanga agli atti - quella valutazione di impatto ambientale fondamentale. Quante aziende, che inquinavano e che producevano malati di tumore nelle aree circostanti, sono state chiuse grazie ad una VIA? Noi la togliamo, vi è la sanatoria tramite un ecobonus e, addirittura, invece di pensare ad un'economia circolare, con questo decreto diamo il via alla vecchia retorica degli inceneritori. Però, comunque, c'era stata una fase migliorativa ed uno degli emendamenti più straordinari veniva proprio dal partito della maggioranza, era dello stimato collega Vianello ed era un emendamento migliorativo, che finalmente metteva nero su bianco: basta con le trivellazioni, basta con il violentare il nostro mare (Applausi di deputati del gruppo Misto), basta parlare di energia alternativa, fare una retorica tremenda su una transizione ecologica e poi, al primo provvedimento, invece, distruggere completamente quelli che sono proprio i capisaldi della tutela ambientale. E allora lo ripropongo come ordine del giorno, proprio perché ritengo fondamentale, in un'ottica di devastazione climatica mondiale, non perdere tempo a scherzare con una pubblicità su un'attenzione all'ambiente, parlare di un PNRR che ci andrà a riqualificare come Nazione all'avanguardia sui temi della tutela ambientale. E allora, con questo ordine del giorno, impegno il Governo - lo leggo - “a introdurre il divieto di rilascio di nuovi permessi di prospezione o di ricerca, di concessioni di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi (…)”, perché questa roba qui è del secolo scorso e noi non possiamo permetterci di devastare quelle comunità che non vogliono, a pochi chilometri dalle proprie coste, le trivellazioni, vogliono il mare pulito, vogliono le riserve naturali. E questo scellerato “decreto Semplificazioni” - che avrete sulla coscienza - è un punto di non ritorno per la natura ecologista che dovrebbe avere il nostro Paese. Allora, chiedo al Governo, alla impegnatissima sottosegretaria Fontana sui temi dell'ambiente, di aiutarci, di non lasciarci da soli. Chiedo anche alle forze politiche e ai singoli membri di non appoggiare questo decreto e di non avere paura delle ripercussioni che i propri partiti potrebbero mettere in atto nei loro confronti, perché noi siamo qui per servire il Paese e oggi questo Governo non lo sta facendo (Applausi di deputati del gruppo Misto), e questo Parlamento sta accettando in maniera supina delle logiche che definisco criminali e di cui non mi voglio macchiare. Per cui con questo gruppo di pochi parlamentari, che tengono ancora al mandato di rappresentare e di difendere la propria popolazione, ci opporremo a questo decreto, speriamo in tutti i modi che possa saltare, perché l'Italia che sogniamo è diversa e abbiamo un sostegno incredibile dal popolo lì fuori, che voi non vi azzardate a considerare per promuovere le vostre violenti e criminali logiche, anche quelle di abuso dell'ambiente (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. L'onorevole Silvestri ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

RACHELE SILVESTRI (FDI). Grazie Presidente, onorevoli colleghi, sottosegretario, lo stralcio dell'emendamento al “decreto Semplificazioni”, volto a ribadire i princìpi della direttiva europea sull'economia circolare, è l'ennesima conferma di un Governo che parla di economia circolare, di Europa, di modernizzazione e di impresa, ma di fatto ha difficoltà a rimanere in una cornice europea dell'economia circolare, e questo genera un clima caotico, dove a rimetterci sono sempre e solo le imprese che in questo caso operano nel settore del riciclo dei rifiuti. Ancora una volta, questo Governo non si allinea con le indicazioni europee rispetto agli indirizzi relativi ad un'economia circolare nell'ambito dei rifiuti. Ancora una volta, la libertà di fare impresa su alcuni settori viene compressa da logiche che si avvicinano molto di più al monopolio di democristiana memoria, le quali tendono a salvaguardare alcuni privilegi, invece di allinearsi a meccanismi liberali e virtuosi.

Uno Stato di diritto non può, ogni volta, rimandare i problemi e nascondere la testa sotto la sabbia come uno struzzo, senza mai affrontare in maniera risolutiva, con tutte le salvaguardie possibili, i problemi alla radice.

I dispositivi dell'Unione europea non possono essere applicati solo quando conviene o perché si è incapaci di decidere, questo è intollerabile. Questo emendamento, che generava una norma che aveva il merito di chiarire uno dei princìpi fondamentali per cui la definizione di rifiuti urbani ha finalità statistiche per il calcolo degli obiettivi di riciclo, ha visto, da un lato, il Ministero della Transizione ecologica dare parere favorevole con riformulazione, e, dall'altro, il Ministero dell'Economia e delle finanze bocciarlo senza una motivazione plausibile, se non quella di salvaguardare uno status quo del pubblico che va contro alcuni princìpi dell'Unione europea, a discapito anche della libertà di fare impresa; un emendamento al decreto-legge Semplificazioni, che andava solo a chiarire che non spetta esclusivamente al gestore del servizio pubblico il management dei rifiuti per alcune categorie, ma che apriva anche alle imprese, in una logica europea. Lo stralcio dell'emendamento da parte della Commissione bilancio costituisce un durissimo colpo a migliaia e migliaia di imprese, che in Italia rappresentano il vero cuore dell'economia circolare e per cui abbiamo anche un'eccellenza. Andiamo ora all'ordine del giorno, che spero venga approvato, ma il cui impegno sia reale per questo Governo e venga recepito già dal prossimo decreto. Il disegno di legge definisce la governance del PNRR e le prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di accelerazione e snellimento delle procedure. Il provvedimento contiene alcune delle misure legislative previste dal PNRR, in particolare norma alcune semplificazioni degli oneri burocratici relativi all'attuazione del PNRR stesso. Di fatto, l'articolo 34 novella l'articolo 184-ter del codice dell'ambiente in materia di cessazione della qualifica di rifiuto, al fine di razionalizzare e semplificare l'iter procedurale, prevedendo che il rilascio dell'autorizzazione avvenga previo parere obbligatorio e vincolante dell'Ispra o dell'Agenzia regionale di protezione ambientale territorialmente competente.

Il decreto legislativo n. 116 del 2020, che ha recepito la direttiva (UE) 2018/851, apportando modifiche al decreto legislativo n. 152 del 2006, ha introdotto la nuova definizione di rifiuti urbani, che comprende sia quelli prodotti dalle utenze domestiche, che quelli provenienti da altre fonti e che sono simili, per composizione, ai rifiuti domestici. Tale definizione, come richiamato dalla direttiva (UE) 2018/851, deve essere intesa esclusivamente ai fini degli obiettivi di preparazione per il riutilizzo e riciclaggio, nonché per le relative norme di calcolo, aspetto già chiarito dalla recente nota del 14 maggio 2021, sempre del Ministero della Transizione ecologica. Pertanto, i rifiuti simili ai domestici, prodotti dalle utenze non domestiche, di cui all'allegato L-quinquies, non sono assimilati ex lege agli urbani ai fini della gestione e non devono, di conseguenza, essere necessariamente trattati nell'ambito del circuito pubblico. Chiudo, Presidente, dicendo che in questo ordine del giorno vogliamo impegnare il Governo a disporre interventi in tema di classificazione e cessazione della qualifica di rifiuto, finalizzati ad includere tra i rifiuti speciali quelli simili ai domestici e prodotti dalle utenze non domestiche che non sono assimilati ex lege agli urbani ai fini della gestione e non devono, di conseguenza, essere necessariamente gestiti nell'ambito del circuito pubblico. È una misura di buon senso, che è giusto portare avanti, ma soprattutto, visto che ce lo chiede l'Europa, è giusto approvarla (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Montaruli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Con questo ordine del giorno, Fratelli d'Italia cerca di imporre al Governo di arrivare a scrivere meglio una norma che, altrimenti, lascerebbe aperto un equivoco. Io pregherei comunque di ascoltarmi, perché, va bene che nella maggioranza ci deve essere un dibattito bello sostanzioso, ma varrebbe la pena, se non sentire me, almeno sentire la campanella che viene dalla Presidenza.

Dicevo, un provvedimento, quello “Semplificazioni”, che, però, si trova oggi ad avere delle norme scritte in modo assolutamente errato o, quantomeno, che destano confusione. Fa specie che proprio il termine “semplificazioni” non vi entri in testa, però, evidentemente, il Governo è anche l'ufficio complicazioni affari semplici.

Arrivando al merito dell'ordine del giorno, noi chiediamo che, nei provvedimenti di prossima emanazione, ci sia la possibilità di adottare dei correttivi relativamente a una norma che è stata introdotta proprio in sede di esame del provvedimento in Commissione. Se il provvedimento fosse arrivato in Aula, avremmo presentato molto probabilmente, anzi, sicuramente, un emendamento; purtroppo, voi siete la maggioranza più disomogenea, ma con più numeri, credo, della storia di questa Repubblica e non riuscite, comunque, a mantenere il dibattito all'interno del Parlamento, richiedendo la fiducia; e, visto che chiedete la fiducia, quindi, provvediamo attraverso quest'atto di indirizzo.

Durante l'esame in Commissione, è stato introdotto nel testo un nuovo articolo, che prevede che i sottoprodotti provenienti da attività agricola, da allevamento, dalla gestione del verde e dall'attività forestale e i sottoprodotti provenienti da attività alimentari e agroindustriali utilizzati al fine di produrre biometano attraverso la purificazione del biogas costituiscano materie prime idonee al riconoscimento della qualifica di biocarburante avanzato.

Ebbene, pur essendo stata menzionata espressamente la filiera agroindustriale, il testo che è stato introdotto, ripeto, nell'esame in Commissione fa riferimento, nella sua riformulazione, ai soli sottoprodotti dell'Allegato 1, Tabella 1.A, punti 2 e 3, del decreto del Ministro dello Sviluppo economico del 23 giugno 2016, omettendo il punto 1, riferito, appunto, alla stessa filiera agroindustriale.

È evidente che con questo ordine del giorno noi chiediamo un correttivo di buonsenso, un correttivo molto tecnico, che, però, serve, poi, nell'attuazione delle norme ormai parte del provvedimento, a non destare negli operatori quella confusione o quel difetto di interpretazione che rischierebbe di inficiare i risultati positivi dell'introduzione della norma.

Spero che, di fronte a questa richiesta assolutamente di buonsenso, ma, soprattutto, a questa esigenza, che non è un esigenza soltanto di Fratelli d'Italia, ma di tanti operatori che guardano a questo settore molto specifico, la risposta del Governo sia quella di correggere, di fatto, questo errore e venire incontro alla richiesta del nostro partito per mettere chiarezza e perché ci sia una semplificazione reale e non soltanto a parole o nel titolo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Caiata ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente, buon pomeriggio. Prima di illustrare il mio ordine del giorno, mi lasci esprimere di nuovo il rammarico di dover illustrare gli ordini del giorno e non gli emendamenti, perché pare che questo Governo abbia preso la pessima abitudine del Governo precedente, quella di porre la questione di fiducia su ogni provvedimento, togliendo, di fatto, ogni capacità di dibattito e anche di significato a quest'Aula, rendendoci - come ho detto già in un'altra occasione - spettatori pagati di quello che fate, a cui non viene data la possibilità di discutere, e togliendo anche il carattere dell'eccezionalità che la posizione della fiducia dovrebbe avere.

Detto questo, l'obiettivo di questo provvedimento è quello di imprimere un impulso decisivo allo snellimento delle procedure amministrative utili alla realizzazione degli obiettivi del PNRR e del PNC, così da consentire un'attuazione efficace, tempestiva ed efficiente degli obiettivi del Piano.

Questo “decreto Semplificazioni”, in realtà, per contenuti e finalità dichiarate, si pone in una sorta di continuità con tutti i provvedimenti che fino a questo momento avete adottato. L'obiettivo annunciato è quello del rilancio dell'economia nazionale attraverso l'accelerazione degli investimenti, delle infrastrutture, la semplificazione delle procedure in materia di contratti pubblici e di edilizia, nonché la semplificazione in materia di responsabilità del personale delle amministrazioni.

In questo quadro, è stato presentato l'ordine del giorno a mia firma, utile a semplificare, almeno nelle sue procedure amministrative, l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza ovvero i procedimenti amministrativi in ordine alle materie autorizzatorie che interessano, rispettivamente, l'urbanistica e il paesaggio, superando il vigente sistema autorizzatorio, che prevede, addirittura, due distinte autorizzazioni rispetto allo stesso intervento edilizio e, cioè, quella paesaggistica normata dall'articolo 146 del decreto legislativo n. 42 del 2004 e quella urbanistica normata dall'articolo 20 del DPR n. 380 del 2001.

Nella specie, si renderebbe necessario superare questo sistema binario della doppia autorizzazione paesaggistica e urbanistica, estendendo in maniera chiara e specifica il modulo procedimentale della Conferenza dei servizi, di cui agli articoli 14 e seguenti della legge n. 241 del 1990 a tutti i procedimenti autorizzatori che coinvolgono interessi diffusi, quali quelli urbanistici e paesaggistici, ricordando che quelli ambientali sono cosa diversa da quelli paesaggistici, superando in tal modo gli schemi procedimentali appesantiti, normati dal predetto articolo 146 e dall'articolo 20 del DPR n. 380 del 2001.

Allo stesso modo, si renderebbe opportuno - sempre in via espressa - estendere il modulo della Conferenza dei servizi anche ai procedimenti di sanatoria urbanistica e paesaggistica, nonché a quelli di sanatoria speciale disciplinati dalle leggi del condono n. 47 del 1985 e successive, allo stato pendenti e non ancora conclusisi nonostante procedibili ex lege.

Tale semplificazione si renderebbe utile a ridurre i tempi - è, quindi, nello spirito pieno della legge e del provvedimento - per l'ottenimento delle autorizzazioni edilizie, rispettando pienamente l'indirizzo del PNRR in ordine alla semplificazione normativa ed amministrativa, ambientale, edilizia, urbanistica, della rigenerazione urbana e dei lavori pubblici, addirittura prevedendo modelli procedimentali di digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni che rispettino le varie fasi amministrative.

Pertanto, si chiede di impegnare il Governo a potenziare lo strumento fondamentale della Conferenza dei servizi ovvero come momento di semplificazione dell'azione amministrativa e così come descritto in premessa, proprio al fine di poter attuare realmente il Piano nazionale di ripresa e resilienza consumando tutti i fondi a disposizione; poiché le singole amministrazioni e gli enti locali - essendo i diretti responsabili dell'attuazione delle varie misure che compongono il PNRR - necessitano di strumenti attuativi-amministrativi per semplificare le procedure autorizzatorie fondamentali al conseguimento degli obiettivi delle varie Missioni del PNRR, in particolare, quelle della transizione ecologica e delle infrastrutture per una mobilità sostenibile (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Bignami ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Come già esposto da alcuni colleghi che mi hanno preceduto del gruppo di Fratelli d'Italia, la finalità dei nostri ordini del giorno e anche dell'illustrazione è quella di rendere evidenti alcune situazioni di criticità che riguardano il provvedimento all'ordine del giorno e che ha come finalità quella di individuare, in queste criticità, anche delle soluzioni, come sempre Fratelli d'Italia fa, nel tentativo non solo di individuare i problemi, ma anche di dare alcuni elementi di risposta concreta.

Nella scrittura nel decreto n. 77 che ci accingiamo a convertire, è necessario rilevare la presenza di un articolo, l'articolo 34, con cui si va a novellare l'articolo 184-ter del codice dell'ambiente.

Tale articolo ha come oggetto, come è noto sicuramente a tutti i colleghi, quello di realizzare una semplificazione dei procedimenti amministrativi che porti alla conclusione della vita di un bene rifiuto e, quindi, anche alla sua inseribilità in un processo di conversione e di riutilizzo in un sistema integrato ad economia che consenta il riciclo pieno del bene stesso. È sicuramente uno scopo importante, che si colloca in una prospettiva di transizione ecologiche effettiva, che tuttavia sconta alcune difficoltà. Come spesso capita, purtroppo, questo decreto è detto di “Semplificazione”, ma, in realtà, di semplificazione ha ben poco. Infatti si realizza, più che altro, un esproprio progressivo di funzioni dai livelli più bassi ai livelli superiori, in un'accezione invertita del principio di sussidiarietà verticale e, purtroppo, anche in questo caso, il tema della semplificazione per raggiungere quella che viene chiamata “end of waste”, cioè la fine del rifiuto, in realtà non concretizza una conclusione della vita stessa del bene per un riutilizzo, ma - ahimè - concretizza, prevedendo un quinquennio per poter pervenire al riutilizzo del bene, un appesantimento delle procedure burocratiche e amministrative, scontando di fatto impegni presi dalla nostra Nazione proprio in sede comunitaria. L'Italia ha assunto, infatti, degli impegni dinanzi all'Unione europea al fine di rendere più snella, più rapida e più veloce la possibilità di concretizzare un riutilizzo di questi beni, con uno scalino determinato dalla presenza di incombenze burocratiche che, in questo caso, anche la nuova previsione dell'articolo 184-ter così come modificato all'articolo 34 non riesce a risolvere, giacché, come dice la norma stessa, si introducono 2 ulteriori livelli di valutazione che sono individuati nel parere obbligatorio e vincolante dell'ISPRA, ovvero in quello dell'agenzia regionale per la protezione ambientale territorialmente competente; ciò, quindi, concretizza uno sbarramento ulteriore all'effettivo raggiungimento di quegli obiettivi assunti in sede europea.

Quindi, Fratelli d'Italia ritiene necessario che si sciolga questa situazione, che rende assai più difficoltosa e problematica la possibilità di un riutilizzo del bene, che rappresenta, proprio in quell'ultimo segmento, la possibilità di un pieno ed effettivo utilizzo dell'ex bene rifiuto in un'accezione e in una prospettiva concreta ed effettiva - e non solo dichiarata - di quel ciclo integrato dell'economia circolare, che è alla base della disposizione, nonché uno degli aspetti più importanti toccati dal PNRR sotto l'egida di quella missione che viene definita “transizione ecologica”.

In questo senso, pertanto, crediamo che sia importante che il Governo possa - e questo ordine del giorno va in quella direzione - disporre nel primo provvedimento utile un intervento finalizzato a rendere conforme all'articolo 184-ter del codice dell'ambiente, nella nuova formulazione realizzata dall'articolo 34 del decreto n. 77 del 2021 - di prossima conversione, immaginiamo - al fine di allineare gli impegni assunti con l'Unione europea con le previsioni stesse contenute nella disposizione. È, quindi, un ordine del giorno con cui si cerca di realizzare e di raggiungere un obiettivo assunto in sede europea, in piena conformità con gli obiettivi posti dal PNRR stesso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Bellucci ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretario, abbiamo affrontato la conversione di questa disposizione puntualmente. Fratelli d'Italia ha cercato di fare delle proposte nel merito, cercando di aiutare gli italiani ad avere un provvedimento più capace di rispondere ai loro reali bisogni. L'abbiamo dimostrato e l'hanno dimostrato i colleghi in Commissione e, infatti, alcuni dei nostri emendamenti, a testimonianza della bontà delle nostre proposte, sono stati recepiti. In particolare, un emendamento che ho sottoscritto e che ho presentato all'attenzione dei lavori di Commissione, riguardava proprio la possibilità per le persone diversamente abili di veder realmente riconosciuto il diritto al lavoro e di far sì che quella legge, la n. 68 del 1999, ormai datata oltre 20 anni e purtroppo non tanto attuata, avesse la possibilità, proprio attraverso il Piano nazionale di ripresa e resilienza, di essere maggiormente presente nella vita delle persone disabili. Proprio per questo, abbiamo chiesto che in un piano straordinario, come quello che ci ha visto lavorare in questi mesi, ci fosse la garanzia per le persone disabili di veder riconosciuto il diritto al lavoro: chiedendo cosa? Chiedendo che chiunque partecipi a un bando e diventi utilizzatore delle risorse del PNRR, sia una realtà, ente, associazione o settore privato che abbia adempiuto doverosamente agli obblighi di impiego delle persone disabili. Allora, siamo particolarmente contenti di questa nostra proposta, di questa nostra idea di non lasciare un'occasione persa, come quella del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ma invece di vedere riconosciuto questo diritto a persone che hanno soltanto voglia di lavorare, di poter contribuire alla ripresa dell'Italia e di dare un proprio contributo, divenendo per voi l'occasione per migliorare questa opportunità.

Ovviamente, non ci fermiamo: non ci fermiamo ed è per questo che i deputati di Fratelli d'Italia hanno presentato i loro ordini del giorno, cogliendo questa ennesima occasione, quella dei lavori d'Aula, per illustrarveli. Certo, alcuni importanti emendamenti, come quello che andavo a descrivere poc'anzi in difesa dei più fragili, sono stati accolti ma altri no. Allora, noi siamo assolutamente consapevoli di quanto il Piano nazionale di ripresa e resilienza sia un'occasione che non va sprecata e siamo consapevoli di quanto questi fondi straordinari - oltre 200 miliardi di euro - debbano essere utilizzati in modo efficace ed efficiente con tutti gli strumenti per far sì che vengano ottimizzati. Non ci dimentichiamo, infatti, che quei fondi - per oltre il 65 per cento - sono fondi che riguardano debiti, debiti che dovranno essere pagati dagli italiani, debiti che ricadono nella vita delle nuove generazioni, di quelle che ci saranno anche dopo di noi. Allora, anche in questo caso proviamo a presentarvi questo ordine del giorno, che riguarda gli appalti di un settore particolarmente delicato come quello dei servizi sociali, educativi e culturali. Troppo spesso non viene dato spazio alla qualità. È vero che la norma, sia a livello europeo che italiano, parla dell'offerta economicamente più vantaggiosa, ma sappiamo bene quanto nei lavori di Commissione, poi, gli aspetti soggettivi facciano sì che quella importanza che dovrebbe essere destinata alle questioni qualitative riceva poi un'attenzione non proporzionale alla delicatezza. In questo settore, quello dei servizi sociali, dei servizi educativi e culturali, parliamo, ovviamente, di una questione strategica quando si tratta di Piano nazionale di ripresa e resilienza. Noi con questo ordine del giorno vogliamo soltanto aiutarvi a inserire il fatto che non potrà esserci l'attribuzione di un punteggio maggiore all'offerta economica maggiore del 20 per cento; va bene il bilanciamento tra prezzo e qualità, ma dev'essere un bilanciamento che dia sempre spazio e importanza alla qualità, quindi alla protezione dei più fragili, dei minori e di quel settore che è particolarmente delicato. Ci auguriamo che voi possiate accogliere almeno questo ordine del giorno e prendere questo impegno con gli italiani e con questo settore (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Delmastro Delle Vedove ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Prima di illustrare l'ordine del giorno, mi consenta, ancora una volta, di ribadire, in nome e per conto del gruppo di Fratelli d'Italia, l'amarezza di poter contribuire al dibattito sul DL n. 77 solo per il tramite di ordini del giorno, perché ancora una volta avete posto la fiducia, ancora una volta la fiducia l'avete posta non contro l'ostruzionismo della minoranza ma contro la vostra stessa maggioranza, perché non siete in grado banalmente neanche di licenziare il “DL Semplificazioni”: neanche su quello riuscite a trovare una quadra in questa maggioranza balcanizzata, tribalizzata, incapace di avere la benché minima visione comune su qualunque aspetto dell'esistenza, financo su quelli più tecnici relativi alle presunte semplificazioni.

Andiamo, viceversa, in medias res. Il tema che affronto con questo ordine del giorno è quello relativo all'economia circolare e alla riduzione del conferimento in discarica dei rifiuti. Gli interventi che sono indicati in questo provvedimento sono timidi, balbettanti, incapaci di addivenire ad una visione circolare del rifiuto nel vero senso della parola.

Allora, con questo ordine del giorno impegniamo il Governo a sostenere, per esempio, in tema di materie plastiche, il riciclo tramite l'innovativa procedura della pirolisi, sostituendo l'attuale processo meccanico. La lotta ai rifiuti di plastica e all'inquinamento globale conseguente dovrebbe essere una lotta che unisce non che disunisce.

Purtroppo, anche sulla lotta all'inquinamento globale ci sono due vie. La vostra, la più semplice, è quella di scaricare sull'economia reale, flagellando nuovamente le nostre imprese per il tramite della tassazione. Quando voi avete in mente di difendere l'ambiente, il refrain è immediatamente: poniamo la plastic tax.

Altra via è quella che indica Fratelli d'Italia, ossia quella della ricerca. Il riciclo chimico tramite pirolisi garantisce, per esempio, per davvero, un modello virtuale e virtuoso di economia circolare, capace di affrontare il grande tema dei rifiuti plastici, partendo da due, tre dati che sono sconcertanti: 350 milioni sono le tonnellate di plastica prodotte, 250 milioni finiscono in discarica, 10 milioni finiscono negli oceani. Il riciclo meccanico è colpevole parzialmente di questi dati in termini di inquinamento che sono devastanti, perché il riciclo meccanico, peraltro flagellato oggi dalla improvvida e funesta plastic tax, prevede una catena dell'approvvigionamento lunga, complessa, sviluppata, che non consente di trattare moltissime materie plastiche e di trasformarle.

La pirolisi, come è noto, scompone chimicamente il materiale plastico e consente una facilità di applicazioni, consente un riciclo, consente su ogni tonnellata di produrre l'85 per cento di petrolio e il 15 per cento di gas facilmente e utilmente utilizzabili.

Allora, vogliamo offrirvi questi strumenti anche per le politiche ambientali, ma indicandovi una via diversa da quella della tassazione: quella della ricerca, della produzione industriale che crea occupazione e ricchezza in campi innovativi.

Nella vostra sinistra versione della tutela ambientale, le tematiche ambientali si coniugano invariabilmente sempre con nuove tassazioni, nuova burocrazia, nuovi obblighi che penalizzano sempre di più le nostre imprese nella competizione internazionale.

La destra ha nel suo DNA la tutela dell'ambiente. Chi è conservatore ha nel suo DNA la velleità di ricevere un mondo pulito e, ove possibile, trasmetterlo ancor più pulito ai propri figli. In questa visione di un conservatorismo patriottico, l'ambiente gioca una parte fondamentale, ma per la destra la tutela dell'ambiente si coniuga con la ricerca, con la innovazione, con la tutela della produzione, con la tutela della occupazione.

Questo vi diciamo con questo ordine del giorno: abbandonate la logica punitiva della tassazione ogni volta che avete in mente l'ambiente e abbracciate la logica innovativa della ricerca. Così si difende l'ambiente, così si difende la produzione, così si difende l'occupazione; in una parola sola, così si difende l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi per l'illustrazione degli ordini del giorno.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 15,45).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta avranno luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 3146-A/R.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 3146-A/R​)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/3146-AR/148 Perantoni è stato ritirato dal presentatore. Quindi, chiedo al Governo se vuole esprimere i pareri.

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Ordine del giorno n. 9/3146-AR/1 Paxia, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/3146-AR/2 De Giorgi, favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, di prevedere nell'area della città di Taranto” e poi il testo rimane lo stesso. Ordine del giorno n. 9/3146-AR/3 Sani, favorevole con riformulazione, a condizione che sia premesso: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3146-AR/4 Plangger, favorevole con riformulazione dell'impegno, lo leggo: “a valutare l'opportunità, anche alla luce della sentenza della Corte costituzionale n. 53 del 20 dicembre 2002, di garantire che venga pienamente rispettato il nesso tra i comuni interessati da una grande derivazione e l'utilizzo del sovracanone e che le somme prelevate da un certo territorio vengano direttamente reinvestite nella formazione degli amministratori dei comuni montani di quel territorio”.

Ordine del giorno n. 9/3146-AR/5 Cardinale, favorevole con riformulazione, a condizione che sia premesso: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3146-AR/6 Sodano: invito al ritiro. Ordine del giorno n. 9/3146-AR/7 Baratto, favorevole compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, da aggiungere nel testo dell'impegno e limitatamente al punto i).

Ordini del giorno n. 9/3146-AR/8 Pellicani e n. 9/3146-AR/9 Pezzopane: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3146-AR/10 Caretta: accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/3146-AR/11 Ciaburro, favorevole con le seguenti riformulazioni che leggo: premettere all'impegno le seguenti parole: “a valutare la possibilità di”. Al primo capoverso la parola “prevedere” sia sostituita dalla seguente: “individuare”; e le parole da “effettivi” fino alla fine del capoverso siano soppresse. Al secondo capoverso siano aggiunte, infine, le parole: “con le modalità di cui al decreto-legge n. 80 del 2021”. Al terzo capoverso siano sostituite le parole da “disporre” fino ad “apposite” con le seguenti: “individuare, anche ai fini di una più agevole attuazione dei progetti contenuti nel PNRR, possibili”. Al quarto capoverso la parola “disporre” è sostituita dalla seguente: “individuare”.

Ordine del giorno n. 9/3146-AR/12 De Toma: accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/3146-AR/13 Bucalo: invito al ritiro. Ordine del giorno n. 9/3146-AR/14 Gusmeroli, favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, di”.

Ordini del giorno n. 9/3146-AR/15 Butti, n. 9/3146-AR/16 Frassinetti e n. 9/3146-AR/17 Sgarbi: parere favorevole. Ordine del giorno n 9/3146-AR/18 Testamento: accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/3146-AR/19 Trano, favorevole con l'inserimento nell'impegno di “valutare l'opportunità di”.

Ordine del giorno n. 9/3146-AR/20 Emanuela Rossini: invito al ritiro. Ordine del giorno n. 9/3146-AR/21 Baldelli, favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare la predisposizione di una circolare interpretativa che, quanto agli obblighi di cui all'articolo 16, comma 7, del decreto-legge n. 185 del 2008 e di cui all'articolo 3, comma 5, lettera b), del decreto-legge n. 138 del 2011, tenga conto della diversità dei profili e degli elenchi tenuti presso l'Ordine dei giornalisti”.

Ordine del giorno n. 9/3146-AR/22 Tondo, parere favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “impegna il Governo a valutare che le asseverazioni di traduzioni e perizie possano essere richieste e rilasciate mediante strumenti di trasmissione telematica”.

Ordine del giorno n. 9/3146-AR/23 Sangregorio: invito al ritiro. Ordini del giorno n. 9/3146-AR/24 La Marca e n. 9/3146-AR/25 Schirò: parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3146-AR/26 Bruno Bossio, favorevole con l'inserimento nell'impegno di “valutare l'opportunità di”.

Ordine del giorno n. 9/3146-AR/27 Costa, favorevole a condizione che il quinto capoverso delle premesse sia riformulato come segue: “considerando che secondo gli ultimi dati disponibili dell'Istat, nel 2017 sono stati 6.500 i procedimenti aperti per abuso d'ufficio, di cui solo 57 le condanne definitive; nel 2018 quelli definiti dal GIP e GUP sono stati 7.133 e 6.142 sono stati archiviati, si dimostra che i procedimenti aperti per abuso d'ufficio sfociano in condanne definitive in meno di un caso su cento; in taluni casi l'amministratore locale subisce una condanna in primo grado per abuso d'ufficio che, salvo rarissime eccezioni, viene ribaltata nei gradi successivi, trasformandosi in proscioglimento; il fatto che la legge faccia discendere dalla condanna di primo grado la sospensione dell'amministratore locale rappresenta un effetto politico amministrativo irrimediabile in caso di assoluzione definitiva”. Seconda condizione, venga espunto il sesto capoverso delle premesse. Terza condizione, venga riformulato l'impegno come segue: “a valutare eventuali modifiche ai presupposti della sospensione degli amministratori locali e delle cariche regionali per condanne di primo grado non definitive per abuso d'ufficio”.

Ordine del giorno n. 9/3146-AR/28 Lorenzin, favorevole con l'inserimento nell'impegno di “valutare l'opportunità di”. Ordini del giorno n. 9/3146-AR/29 Nobili e n. 9/3146-AR/30 Fregolent: parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3146-AR/31 Schullian, favorevole con l'inserimento nell'impegno di “valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3146-AR/32 Rizzetto: accolto come raccomandazione. Ordini del giorno n 9/3146-AR/33 Bellucci e n. 9/3146-AR/34 Lucaselli: invito al ritiro.

Ordine del giorno n. 9/3146-AR/35 Prisco, parere favorevole se riformulato con: “valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3146-AR/36 Rampelli, parere contrario alle premesse, favorevole al primo impegno, favorevole al secondo impegno, a condizione che sia riformulato come segue: “a individuare, in sede di recepimento della direttiva RED II n. 2018/2001, adeguati parametri di compatibilità paesaggistica per l'installazione di impianti industriali per la produzione di energia da fonti rinnovabili che non arrechino danni ad altri valori, in attuazione della disposizione di cui all'articolo 5 della legge 22 aprile 2021, n. 53”. Infine, parere favorevole al terzo impegno, a condizione che sia riformulato come segue: “a garantire che la progettazione degli impianti fotovoltaici ed eolici collocati a terra preveda un corretto inserimento paesaggistico”.

PRESIDENTE. Possiamo considerarlo, quindi, favorevole con una riformulazione che espunge le premesse.

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ordine del giorno n. 9/3146-AR/37 Varchi, parere favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “impegna il Governo a: garantire che il 40 per cento delle risorse stanziate con il PNRR sia destinato al Mezzogiorno; garantire che il raggiungimento dell'obiettivo del 40 per cento non comporti il definanziamento di altri progetti o l'impiego di fondi già allocati; adottare le opportune iniziative volte ad individuare idonee misure di semplificazione procedimentale per la realizzazione del collegamento stabile, veloce e sostenibile dello Stretto di Messina”. Ordine del giorno n. 9/3146-AR/38 Del Barba, parere favorevole, a condizione che siano espunte nell'impegno le parole da: “e per cui” fino alla fine. Ordine del giorno n. 9/3146-AR/39 Manca, parere favorevole se riformulato con: “valutare l'opportunità di”. Ordini del giorno nn. 9/3146-AR/40 Bond e 9/3146-AR/41 Gribaudo, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3146-AR/42 Silvestri, parere favorevole, con la seguente riformulazione: “valutare la possibilità di chiarire il regime applicabile ai rifiuti assimilati ex lege anche con riferimento alle relative modalità di gestione”.

Ordine del giorno n. 9/3146-AR/43 Molinari, parere favorevole, n. 9/3146-AR/44 Capitanio accolto come raccomandazione, n. 9/3146-AR/45 Cavandoli, parere favorevole, n. 9/3146-AR/46 Fiorini, accolto come raccomandazione, n. 9/3146-AR/47 Tarantino, parere favorevole, con riformulazione dell'impegno come segue: “a valutare gli effetti applicativi del regime introdotto dal decreto legislativo n. 63 del 2008 in termini di aggravi burocratici”.

Ordini del giorno n. 9/3146-AR/48 Bubisutti, parere favorevole se riformulato con: “valutare l'opportunità di”, n. 9/3146-AR/49 Colmellere, parere favorevole, n. 9/3146-AR/50 Belotti, favorevole se riformulato con: “valutare l'opportunità di”, n. 9/3146-AR/51 Donina, parere favorevole con riformulazione, nel senso di espungere dall'impegno le parole da: “per rendere” fino alla fine, nn. 9/3146-AR/52 Bordonali e 9/3146-AR/53 Panizzut, parere favorevole, n. 9/3146-AR/54 Gastaldi, parere favorevole se riformulato con: “valutare l'opportunità di”.

Ordini del giorno n. 9/3146-AR/55 Covolo, accolto come raccomandazione, n. 9/3146-AR/56 Saltamartini, parere favorevole, n. 9/3146-AR/57 Potenti, parere favorevole, con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di operare una semplificazione sull'uso dei materiali dragati affinché divengano una risorsa del bilancio sedimentario costiero”, n. 9/3146-AR/58 Lattanzio, invito al ritiro, n. 9/3146-AR/59 Cabras, parere favorevole, n. 9/3146-AR/60 Termini, invito al ritiro, n. 9/3146-AR/61 Squeri, parere favorevole se riformulato con: “valutare l'opportunità di”, n. 9/3146-AR/62 Prestigiacomo, parere favorevole, con riformulazione dell'impegno come segue: “ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare idonee misure di semplificazione procedimentale per la realizzazione del collegamento stabile, veloce e sostenibile dello Stretto di Messina”.

Ordini del giorno n. 9/3146-AR/63 Giuliodori, invito al ritiro, n. 9/3146-AR/64 Vallascas, parere favorevole se riformulato con: “valutare l'opportunità di”, n. 9/3146-AR/65 Forciniti, invito al ritiro, n. 9/3146-AR/66 Mura e n. 9/3146-AR/67 Calabria favorevole, nn. 9/3146-AR/68 Spessotto e 9/3146-AR/69 Volpi, invito al ritiro, n. 9/3146-AR/70 Maniero, parere favorevole, a condizione che sia riformulato espungendo, nel secondo capoverso della premessa, le parole da: “come previsto” fino a “governo” e che l'impegno venga riformulato come segue: “a valutare la possibilità di garantire che la realizzazione delle grandi opere del PNRR e degli impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili sia effettuata rispettando l'ambiente e la biodiversità”.

Ordini del giorno nn. 9/3146-AR/71 Sapia, 9/3146-AR/72 Ehm, 9/3146-AR/73 Raduzzi, 9/3146-AR/74 Donzelli e 9/3146-AR/75 Albano, invito al ritiro, n. 9/3146-AR/76 Zucconi, parere favorevole, a condizione che siano espunti il settimo e l'ottavo capoverso delle premesse. Ordini del giorno nn. 9/3146-AR/77 Paolo Niccolò Romano, 9/3146-AR/78 Massimo Enrico Baroni, 9/3146-AR/79 Colletti 9/3146-AR/80 Corda, invito al ritiro, n. 9/3146-AR/81 Silvestroni, accolto come raccomandazione, n. 9/3146-AR/82 Lupi, parere favorevole se riformulato con: “valutare l'opportunità di”, n. 9/3146-AR/83 Colucci, parere favorevole a condizione che agli impegni siano premesse le seguenti parole: “a valutare, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3146-AR/84 Costanzo, invito al ritiro, n. 9/3146-AR/85 Conte, parere favorevole, n. 9/3146-AR/86 Fassina, parere favorevole se riformulato con: “valutare l'opportunità di”, n. 9/3146-AR/87 Fornaro, parere favorevole, n. 9/3146-AR/88 Timbro, parere favorevole se riformulato con: “valutare l'opportunità di”, nn. 9/3146-AR/89 Cirielli e 9/3146-AR/90 Siragusa, parere favorevole, n. 9/3146-AR/91 Tartaglione, parere favorevole se riformulato con: “valutare l'opportunità di”, n. 9/3146-AR/92 Mazzetti, accolto come raccomandazione, n. 9/3146-AR/93 Battilocchio, parere favorevole con riformulazione dell'impegno, nel senso di premettere agli impegni le seguenti parole: “a valutare l'opportunità, fatte salve le competenze dei commissari per la liquidazione degli usi civici”, nn. 9/3146-AR/94 Siracusano e 9/3146-AR/95 Bartolozzi, parere favorevole se riformulato con: “valutare l'opportunità di”, n. 9/3146-AR/96 Gregorio Fontana, parere favorevole, n. 9/3146-AR/97 Spena, parere favorevole, con riformulazione dell'impegno come segue: “ad adottare le opportune iniziative volte ad individuare idonee misure di semplificazione procedimentale per la realizzazione delle opere in premessa”.

Ordine del giorno n. 9/3146-AR/98 Marrocco, parere favorevole, con l'inserimento nell'impegno delle parole: “compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica”, n. 9/3146-AR/99 Cortelazzo, accolto come raccomandazione, n. 9/3146-AR/100 Benvenuto, parere favorevole se l'impegno viene riformulato come segue: “a valutare la possibilità di semplificare con appositi interventi normativi l'iter autorizzativo degli impianti di accumulo elettrochimico”, n. 9/3146-AR/101 Patassini, parere favorevole se riformulato con: “valutare l'opportunità di”, n. 9/3146-AR/102 Racchella, parere favorevole, n. 9/3146-AR/103 Raffaelli, parere favorevole, con riformulazione dell'impegno come segue: “a valutare l'opportunità di adottare le opportune iniziative, coerentemente con il decreto di approvazione del Piano nazionale dei dragaggi sostenibili, per una revisione delle norme di attuazione dell'articolo 109 del decreto legislativo n. 152 del 2006, in ordine alla semplificazione delle modalità di caratterizzazione, riutilizzo o smaltimento dei materiali di dragaggio e all'accelerazione delle procedure amministrative di autorizzazione delle relative attività”.

Ordine del giorno n. 9/3146-AR/104 Lucchini favorevole se riformulato con: “valutare la possibilità di”, n. 9/3146-AR/105 Murelli, parere favorevole se riformulato con: “valutare l'opportunità di”, n. 9/3146-AR/106 Benigni, parere favorevole, nn. 9/3146-AR/107 Sorte, 9/3146-AR/108 Mollicone e 9/3146-AR/109 Ferro, invito al ritiro, n. 9/3146-AR/110 Deidda, parere favorevole a condizione che nell'impegno siano premesse le parole: “a valutare l'opportunità di” e che siano espunte le parole da: “se del caso” fino alla fine, n. 9/3146-AR/111 Rotelli, parere favorevole a condizione che all'impegno sia premesso: “a valutare l'opportunità” e che siano espunte le seguenti parole: “nel prossimo provvedimento utile”.

Ordini del giorno nn. 9/3146-AR/112 Mantovani e 9/3146-AR/113 Meloni, parere favorevole, n. 9/3146-AR/114 Lollobrigida, parere favorevole, con la seguente riformulazione dell'impegno: “a garantire la sostenibilità delle due manifestazioni sportive di cui in premessa, valutando l'individuazione per le medesime di ulteriori misure di semplificazione amministrativa”, nn. 9/3146-AR/115 Currò e 9/3146-AR/116 Villani, parere favorevole, n. 9/3146-AR/117 Nappi, parere favorevole, a condizione che, nell'impegno, le parole: “per i comuni singoli o associati” siano sostituite con le seguenti: “ambiti territoriali” e che le seguenti siano soppresse: “e del PON inclusione FSE fino ad un massimo del 60 per cento delle risorse assegnate”.

Ordini del giorno nn. 9/3146-AR/118 Ruggiero, 9/3146-AR/119 Federico, 9/3146-AR/121 Alaimo, 9/3146-AR/122 Amitrano e 9/3146-AR/123 Baldino, parere favorevole, n. 9/3146-AR/124 Barzotti, parere favorevole, a condizione che le parole: “senza ritardo” siano sostituite con le seguenti: “ove necessario”, n. 9/3146-AR/125 Battelli, parere favorevole, n. 9/3146-AR/126 Brescia, parere favorevole, a condizione che sia espunto l'ultimo capoverso delle premesse: “si evidenzia, in ogni caso, che è già in corso di predisposizione il provvedimento richiamato dall'ordine del giorno”.

Ordini del giorno nn. 9/3146-AR/127 Businarolo, 9/3146-AR/128 Cadeddu, 9/3146-AR/129 Cancelleri e 9/3146-AR/130 Caso, parere favorevole, n. 9/3146-AR/131 Cattoi, parere favorevole, a condizione che, nell'impegno, siano espunte le parole da: “anche introducendo” fino alla fine, n. 9/3146-AR/132 Cillis, parere favorevole limitatamente al secondo impegno, n. 9/3146-AR/133 De Carlo, invito al ritiro.

Ordini del giorno nn. 9/3146-AR/134 Deiana, 9/3146-AR/135 D'Orso, 9/3146-AR/136 D'Uva, 9/3146-AR/137 Ficara, 9/3146-AR/139 Galizia e 9/3146-AR/140 Giarrizzo, parere favorevole, n. 9/3146-AR/141 Giordano, parere favorevole, con l'inserimento, nell'impegno, di: “valutare l'opportunità di”. Ordini del giorno nn. 9/3146-AR/142 Grimaldi, 9/3146-AR/143 Licatini e 9/3146-AR/144 Alberto Manca, parere favorevole, n. 9/3146-AR/145 Maraia, parere favorevole se riformulato con: “valutare l'opportunità di”, n. 9/3146-AR/146 Martinciglio, parere favorevole, n. 9/3146-AR/147 Di Sarno, invito al ritiro.

Ordine del giorno n. 9/3146-AR/149 Rizzo, parere favorevole, a condizione che siano espunte le seguenti parole: “nonché idonei percorsi autorizzativi semplificati” Ordini del giorno nn. 9/3146-AR/150 Roberto Rossini, 9/3146-AR/151 Scerra e 9/3146-AR/152, Segneri, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3146-AR/153 Serritella, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/3146-AR/154 Tripiedi, parere favorevole, se riformulato come l'ordine del giorno n. 9/3146-AR/162 Invidia, il cui testo leggo adesso: “a valutare l'opportunità di istituire un tavolo tecnico-politico presso il Ministero del Lavoro, con tutti i soggetti interessati, finalizzato alla valorizzazione della specificità di ciascuna figura ispettiva dell'INPS e dell'INAIL, in modo da salvaguardare la professionalità di ciascun corpo ispettivo e l'autonomia giuridica e funzionale di ciascun ente, nell'esercizio dell'attività ispettiva, nonché di perfezionare la governance degli INL, di cui al decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 149” e “a valutare l'opportunità di rafforzare i singoli servizi ispettivi degli Istituti INPS e INAIL, attraverso lo sblocco delle assunzioni e il conseguente ampliamento dell'organico”.

Ordini del giorno nn. 9/3146-AR/155 Tripodi e 9/3146-AR/156 Varrica, accolti come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/3146-AR/157 Zolezzi, parere favorevole con riformulazione al primo impegno: “a monitorare le autorizzazioni al riciclo dei rifiuti End of Waste in termini qualitativi e quantitativi e monitorare l'efficacia del novellato articolo 184-ter del decreto legislativo n. 152 del 2006”; favorevole al secondo impegno e favorevole al terzo impegno, a condizione che sia espunta la parola “ministeriale”

Ordine del giorno n. 9/3146-AR/158 Berti, parere favorevole, se riformulato con “valutare l'opportunità di”. Ordini del giorno nn. 9/3146-AR/159 Ferraresi, 9/3146-AR/160 Manzo e 9/3146-AR/161 Ianaro, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3146-AR/162, Invidia, parere favorevole, come detto in precedenza. Ordine del giorno n. 9/3146-AR/163 Iovino, parere favorevole.

PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/162 Invidia? Con la riformulazione?

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. No, non è questo che è riformulato; è il n. 9/3146-AR/154 Davide Tripiedi.

PRESIDENTE. Allora, il parere sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/162 Invidia è favorevole?

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Sì, è favorevole. Ordini del giorno nn. 9/3146-AR/164 Faro, 9/3146-AR/165 Grillo, e 9/3146-AR/166 Adelizzi, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3146-AR/167 Bignami, invito al ritiro. Ordine del giorno n. 9/3146-AR/168 Cunial, parere favorevole, se riformulato con l'inserimento di “valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3146-AR/169 Foti, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3146-AR/170 Galantino, parere favorevole, con l'inserimento nell'impegno di: “compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica”. Ordine del giorno n. 9/3146-AR/171 Montaruli, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/3146-AR/172 Osnato, invito al ritiro. Ordine del giorno n. 9/3146-AR/173 Trancassini, accolto come raccomandazione. Ordini del giorno nn. 9/3146-AR/174 Bologna e n. 9/3146-AR/175 Gagliardi, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3146-AR/176 Daniela Ruffino, invito al ritiro. Ordine del giorno n. 9/3146-AR/177 D'Ettore, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3146-AR/178 Mugnai, invito al ritiro. Ordine del giorno n. 9/3146-AR/179 Maschio, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/3146-AR/180 Delmastro Delle Vedove, invito al ritiro. Ordine del giorno n. 9/3146-AR/181 Dori, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3146-AR/182 Caiata, parere favorevole, se riformulato con “valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3146-AR/183 Gemmato, accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/184 Donzelli, vi è un invito al ritiro.

PRESIDENTE. Signora sottosegretaria, per cortesia, lei ha letto una lunga riformulazione sull'INAIL e l'INPS, che era riferita a un ordine del giorno, richiamandone anche un altro.

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il Governo accoglie l'ordine del giorno n. 9/3146-AR/154 Davide Tripiedi, se riformulato come il n. 9/3146-AR/162 Invidia.

PRESIDENTE. Allora, anche il parere sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/162 Invidia è favorevole così, o anche è riformulato?

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. No, è favorevole, così com'è.

PRESIDENTE. Sta bene. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori l'onorevole Volpi. Ne ha facoltà.

RAFFAELE VOLPI (LEGA). Presidente, grazie. Sarò brevissimo. Un ringraziamento e un auspicio. Il ringraziamento va al Ministro D'Incà e alla sottosegretaria Bergamini. L'auspicio è che, da ora in poi, anche dalla prossima settimana, essendovi materie non scevre da ragionamenti politici, e non solo tecnici, al banco del Governo ci siano anche rappresentanti dei Ministeri competenti. Credo sia una forma di rispetto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) anche verso il Parlamento, e per un aspetto anche di trattazione. Io credo che, conoscendoli, sia la sottosegretaria Bergamini, sia il Ministro D'Incà, abbiano una grande cultura generale; ma, visto che non si tratta di arrivare semplicemente con specifiche tecniche, ma probabilmente con trattazioni di delicatezza, anche politica, penso che, su 60/62 rappresentanti del Governo, i competenti Ministeri debbano mandare i loro rappresentanti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Colleghi, siamo adesso a dover sospendere la seduta; io vi dico che, durante tutta la fase della lunga discussione, peraltro in un Aula abbastanza vuota, l'Aula è stata molto arieggiata; possiamo sospendere per un'ora e mezza o possiamo valutare altri tempi? Sospendiamo per un'ora e mezza, non ci sono problemi. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Lei, Presidente, ha posto un quesito, anche motivandolo in maniera corretta. Quindi, la nostra proposta, possibilmente, è di continuare i lavori, senza dover sospendere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), proprio perché lei ha motivato che l'Aula è stata, fino adesso, sempre mezza vuota; allora le ragioni di riduzione dei tempi di sospensione le possiamo fare, magari iniziando più tardi, e poi riducendo anche dopo la sospensione, ma continuando adesso a lavorare, così come stiamo facendo. Non vedo per quale ragione, rispetto al suo iniziale ragionamento sul fatto che l'Aula era vuota, si debba sospendere. Io penso che si possa proseguire, no?

PRESIDENTE. Sì, anch'io sono di questa opinione. Se non ci sono… Io non vedo motivazioni per… Prego, onorevole Fiano.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, ringrazio lei, per le ragioni che ha mostrato e il presidente Lollobrigida per - non so come dire - l'atteggiamento costruttivo che, per la verità, ha dall'inizio della discussione di questo decreto. Purtuttavia, noi avendo calcolato, prima, e a lungo durante il giorno, la successione dei tempi e sapendo che ci sarebbe dovuta essere una sospensione dell'Aula per motivi tecnici di arieggiamento per il COVID, ci sono colleghi che tornano, considerando che si sarebbe fatta una piccola sospensione. Quindi, per venire incontro a tutte e due le esigenze, magari, riduciamo da un'ora e mezza un'ora la sospensione (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sta bene. Sospendiamo la seduta, che riprenderà alle 17,30, dopo la sanificazione. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 16,10, è ripresa alle 17,30.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi, dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Battelli, Bergamini, Boschi, Brunetta, Cirielli, Comaroli, Davide Crippa, D'Incà, Daga, Delmastro Delle Vedove, Gregorio Fontana, Ilaria Fontana, Fornaro, Garavaglia, Gebhard, Giachetti, Giacomoni, Grande, Invernizzi, Lapia, Lollobrigida, Losacco, Lupi, Maggioni, Magi, Marattin, Molinari, Molteni, Mulè, Mura, Nardi, Nesci, Occhionero, Occhiuto, Paita, Parolo, Perantoni, Rizzo, Andrea Romano, Rotta, Scalfarotto, Scoma, Serracchiani, Silli, Sisto, Vignaroli, Viscomi e Zanettin sono in missione a decorrere la ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente 98 come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza, che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 3146-A/R.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 3146-A/R.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 3146-A/R​)

PRESIDENTE. Ricordo che, prima della sospensione della seduta, la rappresentante del Governo ha espresso il parere sugli ordini del giorno.

Avverto che l'ordine del giorno n. 9/3146-AR/20 Emanuela Rossini è stato ritirato dalla presentatrice. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3146-AR/1 Paxia: il Governo lo ha accolto come raccomandazione. Va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/2 De Giorgi c'è un parere favorevole con riformulazione. Va bene. Ha chiesto di parlare il deputato D'Attis. Ne ha facoltà.

MAURO D'ATTIS (FI). Presidente, vorrei comunicare che il gruppo di Forza Italia accoglie tutte le proposte di riformulazione e di raccomandazione del Governo.

PRESIDENTE. Perfetto. Sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/3 Sani c'è un parere favorevole con riformulazione. Ha chiesto di parlare il deputato Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Il gruppo Partito Democratico accoglie tutte le indicazioni del Governo.

PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/4 Plangger, c'è un parere favorevole con riformulazione. Va bene. Ha chiesto di parlare il deputato Ziello. Ne ha facoltà.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Vorrei comunicare, Presidente, che accettiamo tutte le riformulazioni, proposte dal Governo, degli ordini del giorno presentati dalla Lega.

PRESIDENTE. Perfetto. Ha chiesto di parlare il deputato Stumpo. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (LEU). Vorrei comunicare che il gruppo Liberi e Uguali si attiene alle decisioni del Governo.

PRESIDENTE. Perfetto. Ha chiesto di parlare il deputato Federico. Ne ha facoltà.

ANTONIO FEDERICO (M5S). Grazie, Presidente. Vorrei semplicemente far presente che il gruppo MoVimento 5 Stelle accetta tutte le riformulazioni, così come proposte dal Governo, di tutti gli ordini del giorno del nostro gruppo.

PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/5 Cardinale c'è un parere favorevole con riformulazione. Andiamo avanti. Sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/6 Sodano c'è un invito al ritiro o parere contrario. Ha chiesto di parlare il deputato Sodano. Ne ha facoltà.

MICHELE SODANO (MISTO). Grazie, Presidente. Il Governo mi invita a ritirare un ordine del giorno che lo impegna ad introdurre il divieto di rilascio di nuovi permessi di prospezione o di ricerca, di concessioni di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi. Questo ordine del giorno non fa altro che riprendere un emendamento dello stimato collega Vianello, del MoVimento 5 Stelle, che semplicemente vuole dire basta alla ricerca in mare di petrolio, basta a snaturare, a sventrare, a violentare il nostro patrimonio marittimo. A questo punto, chiedo alle singole forze politiche e ai deputati di fare capire da che parte stanno, dalla parte dei grandi petrolieri o da quella del popolo che vuole riserve naturali, che vuole il rispetto dell'ambiente e non devastazione (Applausi dei deputati del gruppo Misto)! Questo è un voto molto importante, cari colleghi, perché noi, quando eravamo fuori da questo palazzo, quando eravamo nelle nostre comunità non facevano altro che chiedere questo, che si fermasse una perversa logica che questo “decreto Semplificazioni” pone come un'apoteosi dello sventramento della nostra natura. È molto semplice: diciamo “no” una volta per tutte alle trivellazioni in mare perché dobbiamo difendere il nostro popolo e non le grandi compagnie dell'energia e del petrolio che sulle nostre risorse naturali voglio solo speculare, causando tremende devastazioni all'ambiente che vanno nell'ottica completamente opposta a questa narrativa della transizione energetica ,sotto cui questo Governo è nato (Applausi dei deputati del gruppo Misto). Fuori le bugie!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giuliodori. Ne ha facoltà.

PAOLO GIULIODORI (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Chiedo di poter firmare l'ordine del giorno a prima firma Sodano. Avendo partecipato ai lavori di Commissione e ringraziato il collega Vianello, che si è occupato di questo tema (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è), ribadisco che con questo ordine del giorno, che a suo tempo era un emendamento, si va ad inficiare le nuove concessioni di idrocarburi e non anche quelle attualmente concesse. Pertanto, non c'è nemmeno un problema di previsione di produzione di idrocarburi e, quindi, di fabbisogno energetico. Si tratta semplicemente di dire e mettere nero su bianco che non verranno date più concessioni per idrocarburi se vogliamo veramente una transizione ecologica. Quindi, vogliamo capire che cosa vuole fare il Ministro Cingolani. Deve dirlo chiaramente perché è del tutto ambiguo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Raduzzi. Ne ha facoltà.

RAPHAEL RADUZZI (MISTO). Grazie, Presidente. Chiedo anch'io di apporre la mia firma a questo ordine del giorno e chiedo a tutta l'Aula, in particolare agli amici del MoVimento 5 Stelle, di votare a favore di un ordine del giorno. Questo è un impegno formale - non stiamo parlando di un emendamento al testo - a bloccare le nuove trivellazioni. Questo Governo è partito all'insegna del Ministero della Transizione ecologica, che doveva essere il fiore all'occhiello delle conquiste del MoVimento. Abbiate un po' di coraggio, non ci vuole tanto, premete il pulsantino verde e date il via libera a questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Sarli. Ne ha facoltà.

DORIANA SARLI (MISTO). Presidente, solo per chiedere al collega di sottoscrivere l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/6 Sodano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

C'è un problema di login in Transatlantico (Commenti del deputato Deidda).

Sta intervenendo il tecnico, Deidda, può andare a controllare (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

SALVATORE DEIDDA (FDI). Presidente! Chiudi!

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1) (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Ordine del giorno n. 9/3146-AR/7 Baratto, favorevole con riformulazione…

Ha chiesto di parlare il deputato Forciniti. Prego.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-L'A.C'È). Vorrei chiedere, considerate anche le missioni, qual è il numero legale da raggiungere dalla maggioranza. Volevamo sapere, quindi, a quanto ammonta il numero legale.

PRESIDENTE. Quindi è sull'ordine dei lavori questo intervento. Adesso vediamo.

Ordine del giorno n. 9/3146-AR/7 Baratto, favorevole con riformulazione. Ordine del giorno n. 9/3146-AR/8 Pellicani, favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3146-AR/10 Caretta, accolto come raccomandazione.

Ha chiesto di parlare la deputata Caretta. Prego.

MARIA CRISTINA CARETTA (FDI). Grazie, Presidente. Mi è difficile accettare questa proposta, che l'ordine del giorno sia accettato come raccomandazione, perché con questo ordine del giorno ho chiesto un impegno al Governo di estendere il regime di semplificazione previsto per le opere del PNRR anche alle opere relative ai Giochi olimpici invernali di Milano-Cortina 2026. Mi chiedo perché il Governo mi propone di accoglierlo come raccomandazione. Il Governo non si assume la responsabilità di prendersi l'impegno su questo ordine del giorno.

Vedete, la narrazione vostra e della stragrande maggioranza dei media, allineati e coperti sulle vostre posizioni fin dal giorno dell'insediamento del Governo Draghi, ha sottolineato ossessivamente come questo Esecutivo rappresenti un cambio di passo rispetto al disastroso precedente Governo Conte. Purtroppo, dispiace dover riscontrare come il modus operandi sia esattamente il medesimo: ogni qualvolta l'opposizione propone qualcosa di buon senso, emendamento o ordine del giorno che sia, viene sistematicamente bocciato, riformulato, rigettato o accolto come raccomandazione, in maniera aprioristica, senza entrare mai nel merito, ma solo perché avanzato dall'opposizione.

Se dai banchi del Governo vi è un minimo di ascolto, mi sapranno anche dare una risposta. Certo, se poi le stesse proposte vengono riproposte con molta calma dalla maggioranza e diventano legge, non possiamo esserne che contenti, visto che l'emulazione è la più grande forma di stima.

Però, allora, mi chiedo: perché non valutare mai le proposte dell'opposizione? Perché, ad esempio, andare contro una proposta che chiede una semplificazione? È Il famoso modello Genova, di cui tanti esponenti di maggioranza si sono riempiti la bocca per la realizzazione delle opere delle Olimpiadi invernali 2026; solo perché l'ho presentato io che faccio parte dell'opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Ormai è diventato impossibile vivere la vita parlamentare, i cui contorni sono semplicemente farseschi. Se proponiamo gli emendamenti, vengono bocciati in Commissione, però, se vogliamo proporli in Aula per fare assumere a ciascuno le proprie responsabilità, viene proposta la fiducia e, quindi, si arriva alla decadenza automatica di tutti gli emendamenti.

E poi arriviamo agli ordini del giorno: se accolti, non saranno mai realizzati. Sulle prime vedere un proprio ordine del giorno accolto può anche dare una certa soddisfazione ma, dopo anni di ordini del giorno accolti e nessuno realizzato, ci si rende conto di come il ruolo del Parlamento sia stato declassato alla mera trattazione degli atti della maggioranza, qualunque essa sia.

Ricordo a tutti che l'ordine del giorno nasce per orientare e impegnare il Governo a comportarsi in questo o in quel modo nell'attuazione di una determinata legge. È uno strumento che di per sé avrebbe anche una dignità e utilità. Ma mi spiegate che utilità può avere uno strumento puntualmente disatteso, nella migliore delle ipotesi riformulato?

Mi avvio alla conclusione, Presidente. Avete idea di quante volte la nostra cronaca abbia raccontato di grandi appalti ed eventi, che si tramutano in occasioni sprecate per questa o quella inefficienza? Questo Paese è pieno di cantieri abbandonati o sospesi lì, da trent'anni, cattedrali nel deserto.

Le Olimpiadi e le grandi manifestazioni sono sempre state una grande occasione di crescita e sviluppo per il Paese, ma sono state anche grandi occasioni perse. Questo ordine del giorno non è sicuramente una legge, men che meno un emendamento, ma rappresenta una grande opportunità per cambiare passo e dimostrare a noi stessi e al mondo che siamo persone serie e che vogliamo portare a casa i risultati.

Per questo motivo chiedo che questo ordine del giorno sia messo in votazione così com'è, rifiutando l'accoglimento come raccomandazione. Fratelli d'Italia, da forza patriottica quale è, scende in campo e si prende le proprie responsabilità e, davanti al reiterarsi di certi atteggiamenti, dubito che gli altri componenti di quest'Aula siano in grado di fare lo stesso.

PRESIDENTE. Concluda.

MARIA CRISTINA CARETTA (FDI). Concludo, Presidente, perché mi incuriosisce veramente come i colleghi della maggioranza avranno il coraggio di votare su questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Sottoscrivo l'emendamento della collega Caretta, perché penso che la richiesta, pervenuta da Fratelli d'Italia e dalla collega, sia sacrosanta: chiedere che siano snellite e semplificate le opere per un grande evento, che vedrà il Nord Italia impegnato ad accogliere Nazioni di tutto il mondo; devono essere accelerate e devono essere aiutate, invece che danneggiate.

Mi fa specie che, soprattutto su un provvedimento come questo, si continui ad osteggiare i provvedimenti e le richieste dell'opposizione, quando abbiamo cercato in tutti i modi di agevolare il corso dei lavori, non facendo ostruzionismo, cercando di abbreviare anche i tempi col nostro collega Lollobrigida.

Quando vi porgiamo una mano, troviamo invece un muro che addirittura vi danneggia; quando abbiamo chiesto di accelerare i lavori perché non c'era bisogno della sanificazione, avete detto che non si potevano accelerare. Poi vi abbiamo chiesto: ritiriamo gli emendamenti? “No, va bene, non importa”. Non importa e andiamo ad allungare.

Un atteggiamento sempre di ostruzionismo, verso l'opposizione addirittura, quasi di fastidio verso le proposte, quando l'opposizione vi sta cercando di dare una mano, sta cercando di venire incontro a questo ramo del Parlamento: discutiamo, almeno; cerchiamo di abbreviare i tempi; invece no, non si discute. Arrivano gli ordini del giorno, che - sappiamo benissimo - sono degli inviti al Governo a riflettere, e riceviamo sempre la formula della raccomandazione; per la maggior parte dei pareri, abbiamo inviti al ritiro o pareri contrari, con riformulazioni nella quasi totalità, quando - lo sappiamo benissimo - stiamo parlando di ordini del giorno. Poi non lamentiamoci che l'opposizione farà il suo ruolo, intervenendo con questi ordini del giorno, farà il suo ruolo nelle dichiarazioni di voto. Non lamentiamoci, poi: direte che i deputati di Fratelli d'Italia sono veramente dei rompiscatole, ma dobbiamo cercare almeno di essere ascoltati in qualche modo. Se neanche quando porgiamo una mano veniamo ascoltati, allora, veramente, dobbiamo utilizzare tutti gli strumenti a disposizione, come gli ordini del giorno.

Mi direte: cosa c'è in contrario nel chiedere e impegnare il Governo a sveltire, a snellire i lavori, le opere e i cantieri per le Olimpiadi? Cosa c'è di contrario a prendere l'impegno a valutare? Non una raccomandazione, quindi! Cosa devi raccomandare? Raccomandare che cosa? Impegnare a valutare che cosa? L'ordine del giorno è già un impegno a valutare! Invece voi no, sempre con un ostruzionismo che sicuramente fa danno; soprattutto, vi dimenticate sempre che Fratelli d'Italia, ad oggi, è dato da tutti come il primo partito, rappresentante vero della gente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Preliminarmente mi corre l'obbligo di censurare il fatto che Fratelli d'Italia, oggi, sia qui a poter apportare il suo contributo al dibattito per il tramite di ordini del giorno, ordini del giorno che, come ha ricordato prima la collega Caretta, già valgono poco e sono strumenti spuntati, ma che poi vengono addirittura trasformati in raccomandazione perché questo Governo neanche un ordine del giorno riesce ad assumersi come impegno. Tutto questo avviene - glielo debbo dire con rispetto del suo ruolo, ma con franchezza - perché lei dorme - mi dispiace dirglielo - il sonno degli ingiusti: lei non ha aperto bocca in ordine all'uso smodato della decretazione d'urgenza di questa maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), costringendo a intervenire il Presidente della Repubblica, che si è sostituito lei nella difesa delle prerogative del Parlamento e, per il tramite della difesa delle prerogative del Parlamento, nella difesa e nella tutela della democrazia, nella difesa e nella tutela di una legiferazione seria e corretta.

Lei non ha aperto bocca sul fatto che ormai siamo abituati a decretazione d'urgenza, poi a maxi emendamenti di natura governativa, rispetto ai quali qui il Governo mette la fiducia, non già e non tanto per l'ostruzionismo della minoranza, ma perché all'interno della maggioranza non siete uniti su niente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Prima fate la decretazione d'urgenza, poi quella decretazione d'urgenza è talmente povera e talmente inadeguata e frutto di tali e tanti compromessi che fate, nottetempo, maxiemendamenti governativi e, a fronte di quei maxiemendamenti governativi, avete la spudoratezza di porre anche la fiducia! E nel suo silenzio complice è dovuto intervenire, proprio in queste ore, mentre lei indugiava nel tempo che ci mettevano i deputati a rientrare in Aula per avere finalmente la maggioranza legale stentata, mentre lei consentiva quel pascolare lento (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) dei deputati di maggioranza richiamati al cellulare…

PRESIDENTE. Delmastro Delle Vedove, senza pascolare…

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). …è dovuto financo intervenire il Presidente della Repubblica. Allora, lei capisce che, da colui che è entrato in quest'Aula come evocativo, simbolico e caustico “barbudos” della rivoluzione pentastellata, che avrebbe difeso le prerogative del Parlamento (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico), avrebbe difeso la tutela della democrazia, ci aspettavamo qualche cosa in più che un…

PRESIDENTE. Delmastro Delle Vedove, porti rispetto alla Presidenza!

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). …barbudos…guardi, se lei ritiene che i barbudos… anche io come lei…

PRESIDENTE. …alla Presidenza, prego.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Ha ragione: io ho sempre pensato che dire barbudos cubani fosse denigrare una persona; scopro da lei finalmente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) che anche per lei i barbudos cubani sono quel che sono. La ringrazio: è un outing politico che ha fatto. Mentre è maturato, è arrivato alla maturazione politica…

PRESIDENTE. Vada avanti.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). …quella maturazione che le consiglia sempre prudenza, silenzio complice. Ecco perché noi siamo costretti ad utilizzare gli ordini del giorno: perché lei non ha difeso minimamente le prerogative di questo Parlamento! Perché lei, se lo interpreta come offensivo, da barbudos cubano della rivoluzione pentastellata si è trasformato in complice pretoriano di un Governo che sta radendo al suolo ogni prerogativa del Parlamento, che è l'espressione della democrazia, che qualche anno fa lei difendeva! Per lei è stato forse un peccato o un errore di gioventù, mentre per noi di Fratelli d'Italia rivendicare la centralità del Parlamento, stare qui a discutere dei problemi degli italiani - perché siamo stati eletti per farlo - non è stato un errore di gioventù: è una scelta che rinnoviamo anche oggi, richiamando lei ai suoi doveri e, soprattutto, suggerendole che, se mai esercitasse i suoi doveri, forse non dovremmo scomodare financo il Presidente della Repubblica, che ha sentito il dovere morale, politico, costituzionale, di intervenire rispetto ad una decretazione d'urgenza che produce pessimi risultati legislativi e che sta annichilendo il dibattito politico in quest'Aula!

L'opposizione di Fratelli d'Italia continuerà ad alzare il vessillo della democrazia, del dibattito politico e non consentirà a questo Governo di continuare a governare come quei caudilli del Sud America, che tanto a lei piacevano, ma che a noi non sono mai piaciuti perché governano con questi mezzi, che non sono i mezzi che le democrazie occidentali conoscono (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/10 Caretta, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Dovremmo ora passare all'ordine del giorno n. 9/3146-AR/11 Ciaburro…

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori perché prima, in sua assenza, c'è stata una querelle sulla decisione, che Fratelli d'Italia aveva messo a disposizione dell'Aula, di continuare i lavori anche rispetto alla sospensione precedente, tenuto conto di quanto dichiarato dalla Presidenza sull'assenza di deputati in quest'Aula. Non erano certo quelli di Fratelli d'Italia quelli assenti, però l'Aula aveva una presenza molto inferiore a quella attuale e quindi il Presidente di allora, il collega Rosato, pensava che si potesse addivenire ad una riduzione dei tempi. Noi abbiamo detto che la riduzione dei tempi, visto che la parte in cui c'erano pochi colleghi era nella parte precedente alla sua constatazione, potesse avvenire, evidentemente, solo a seguito di un dibattito, che magari poteva essere più nutrito in termini di presenze. Tradotto: significava poter continuare, dopo la elargizione dei pareri da parte del Governo, con le votazioni.

Il Partito Democratico si è opposto a questa scelta, dicendo che i colleghi non è che partecipano ai lavori in maniera costante, ma erano stati avvisati per le vie brevi che forse ci sarebbe stata una previsione di sospensione, su calcoli che non sono proprio attinenti al Regolamento, e si è opposto a questo tipo di indirizzo, chiedendo una sospensione che la Presidenza, di sua sponte, senza nemmeno sottoporla al voto, ha deciso di concedere con la richiesta di sanificazione.

Ora, per evitare che ci ritroviamo in una condizione paradossale, nella quale non si comprenderà, nel corso di questo pomeriggio e della eventuale serata di oggi o nella mattinata di domani, quando si sospende l'Aula e quando si potrà sospendere, io le vengo a chiedere di stabilire un termine già oggi, adesso, considerato che in Aula c'è un numero di colleghi presenti, che nelle votazioni possono essere computati, che sia idoneo ed adeguato per garantire la stessa sicurezza che lei ritiene essere una delle motivazioni che portano alla sospensione e alla sanificazione. Ricordo, Presidente, a lei che noi ci troviamo in questa paradossale condizione nella quale già da due giorni il “decreto Semplificazioni” avrebbe potuto vedere la sua approvazione grazie alla disponibilità non solo di Fratelli d'Italia ma anche della componente L'Alternativa c'è, che, pur di discutere emendamenti all'interno di quest'Aula, aveva deciso, in riunione dei presidenti di gruppo, di concedere la data certa, con tutte le adeguate garanzie da parte del gruppo di Fratelli d'Italia, eventualmente ci fossero stati scherzi d'Aula, anche a concedere in anticipo la deroga non a 24 ore, ma a un minuto, che significava garantire al 100 per cento l'approvazione nella giornata di mercoledì, credo di ricordare, del decreto che stiamo invece continuando a discutere adesso. Sentiamo voci ripetute che l'ostruzionismo ci porterà ad approvare il decreto tardi: no, non c'è l'ostruzionismo che porta ad approvare il decreto tardi. Noi avevamo offerto la possibilità di approvarlo mercoledì, questo forse sarà approvato sabato e ritengo che questo ritardo sia imputabile del tutto alla maggioranza. Accanto alle parole del collega Delmastro, che le hanno significato come le nostre denunce sull'abuso della decretazione d'urgenza fossero fondate in termini costituzionali tanto che il Presidente della Repubblica le ha sottolineate, le rivendichiamo la nostra richiesta, in forma scritta, di tener conto anche dell'abuso del meccanismo della fiducia, che consolida un meccanismo degenerato, che non solo pone la decretazione d'urgenza su dei “decreti omnibus”, come sono stati definiti in queste ore, ma che, addirittura, impedisce al Parlamento di entrare nel merito di quelle vicende solo per volontà della maggioranza. Ricordo che, quando non c'è ostruzionismo, quando c'è la data certa dell'approvazione e, quindi, è impossibile per l'opposizione creare ritardi che facciano degenerare il provvedimento e lo facciano deperire, c'è un'altra sola ragione per la quale un Governo può chiedere la fiducia: l'assenza di certezza di avere una maggioranza. E questa è l'unica ragione che riteniamo abbia imposto al Ministro D'Incà di entrare in quest'Aula, immagino, con mandato del Presidente Draghi, glielo chiederemo, perché noi riteniamo che il Presidente Draghi sia esente da responsabilità con queste modalità di approccio. Il Governo Draghi oggi, con il 90 per cento, sulla carta, dei parlamentari, teme l'Aula, teme di non avere la maggioranza sui singoli emendamenti e questo è un fatto che, evidentemente, distorce il meccanismo con il quale si rapporta il Governo con il Parlamento, se diventa una prassi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Deputato Lollobrigida, solo per rispondere alla prima parte del suo intervento, come lei sa bene, nella Conferenza dei capigruppo, sono venuti i Questori e il Questore Fontana ci ha detto che non c'è più bisogno, perché non c'è più l'obbligatorietà di sospensioni; quando, poi, noi sospendiamo, se facciamo la sanificazione, per la sanificazione ci vuole un'ora e trenta.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Posso, Presidente?

PRESIDENTE. Non c'è più il limite di durata dell'Assemblea.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). No, Presidente, cerchiamo di metterci d'accordo, perché, a questo punto, lei denuncia un errore grave della Presidenza, perché, se non c'era obbligo di sospensione, oggi la sospensione è stata utilizzata dalla Presidenza, in assenza di una motivazione formale, per eludere un voto che vedeva, per stessa ammissione del Partito Democratico, la maggioranza assente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E, allora, diventa un fatto grave. Quindi, la pregherei di dirci, di sua sponte, rispetto a quello che il Presidente Rosato ha affermato e che ha condizionato una sospensione non votata dall'Aula, quale sia la ragione per la quale lei non intende stabilire la stessa linea. O sbaglia lei o ha sbagliato prima il collega Rosato, ma l'errore del collega Rosato indurrebbe il sospetto o quasi la certezza che quel meccanismo adottato sia stato solo per evitare che la maggioranza facesse venir meno il numero legale per la propria assenza. Quindi, su questo io chiedo un chiarimento e, se si addiviene a un chiarimento, non procediamo con altra richiesta, altrimenti io credo che lei debba prendere in considerazione la riunione dei capigruppo per chiarirci su questo aspetto, perché un'Aula seria si tiene tenendo conto dell'unicità della volontà della Presidenza che lei rappresenta in termini oggettivi e non soggettivi. Quindi, il collega Rosato, quando era qui, si è espresso in sua vece ed è, quindi, lei responsabile di quello che ha detto e di quello che ha fatto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Deputato Lollobrigida, ribadisco che, nella Conferenza dei capigruppo, dove c'eravamo tutti, c'erano tutti i capigruppo, oggi non abbiamo più un limite predeterminato. Quando, poi, c'è una decisione di sospensione, la sospensione dell'Aula è di circa un'ora e trenta per una sanificazione, che, poi, concordata, può essere anche di un'ora, così come ci hanno detto anche i Questori. Tutto qui, quindi, nel momento in cui noi, ora, per le 20 o quando decideremo di sospendere, per fare la sanificazione ci impiegheremo un'ora e mezza.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Ci può dire…

PRESIDENTE. Ma non dobbiamo dirlo in questo momento quando ci sarà la sospensione, deputato Lollobrigida. Prego, mi dica.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Lei ha un verbale del quale deve tenere conto. Allora, il delegato d'Aula del Partito Democratico, quindi non il signor nessuno, ma il collega Fiano, autorevole rappresentante del Partito Democratico, ha certificato, nel suo intervento che potrà rileggere, che i colleghi del Partito Democratico e della maggioranza non erano presenti in Aula e, quindi, si doveva tener conto di una comunicazione, della quale lui, io credo, non in maniera mendace, abbia avuto notizia, che ci sarebbe stata una sospensione. Allora, io non credo che la Presidenza agisca a senso unico e dia delle informazioni riservate al collega Fiano, ma credo che questa notizia che il collega Fiano richiamava sia stata, in qualche modo, regolamentata dalla Presidenza. Allora, se è così, io chiedo lo stesso tipo di trattamento per l'opposizione: ci comunichi lei, a sua discrezione, anche alle 9 di domani mattina, ma ci dica, con la stessa chiave comunicativa, che ha avuto la possibilità di avere il collega Fiano, quando intende sospendere per il tempo che riterrà opportuno.

PRESIDENTE. Io le voglio dire che la Presidenza, quando ha presieduto il Vicepresidente Rosato, ha fatto tutto nei termini esattamente giusti, senza alcun problema.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Allora il collega Rosato (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico), Presidente…

PRESIDENTE. Deputato Lollobrigida…

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Volete stare qui stanotte? Per me va bene. Iscrivi in dichiarazione di voto tutti.

PRESIDENTE. Deputato Lollobrigida, non sta parlando con gli altri in questo momento, sta parlando con la Presidenza, quindi senza nessun tipo di rivendicazione.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Allora, Presidente, ribadisco, noi cerchiamo di fare il nostro ruolo, che era quello di agevolare un rapporto con il Governo che sia di contribuzione attiva nell'interesse della Nazione, non rinunciamo, però, al nostro ruolo di essere rispettati. Quindi, il Presidente Rosato, quando io sono intervenuto chiedendo il voto - credo che avrà lei la possibilità di rileggere l'intervento - ha detto “per me va bene, possiamo continuare”. Il Partito Democratico si è alzato e ha detto “no, perché i nostri colleghi non sono presenti, avendo ricevuto comunicazione di sospensione”. Il collega, Presidente Rosato, si è assunto la responsabilità, quindi, di dar corso all'informazione, che ha dato per buona, proveniente dal collega Fiano. Io chiedo a lei: o è vero che esiste una sospensione preordinata e chiedo lo stesso trattamento, sapendo quando sarà la prossima o, se non è così, ovviamente, credo necessario un chiarimento nel senso di quello che la Presidenza pro tempore occupata dal collega Rosato, molto esperto, molto puntuale, molto preciso, molto capace - e, quindi, io non credo abbia potuto compiere un atto contrario ai suoi compiti istituzionali - possa aver adottato. Quindi, io chiedo lo stesso trattamento e chiedo a lei di verificare i verbali, se quanto le ho detto è errato, anche per una virgola (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Forciniti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Una proposta che vuole essere pacificatrice sull'ordine dei lavori. Siccome nessuno vuole pensare che la Presidenza possa utilizzare le soste in maniera strumentale per favorire, di volta in volta…

PRESIDENTE. E non è mai stato fatto da nessun Vice Presidente.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-L'A.C'È). È una proposta per il futuro, per l'organizzazione dei lavori nel futuro: siccome ormai sappiamo, più o meno, che la presenza numerica in Aula è questa e non muterà significativamente nel futuro, già da adesso potremmo darci un metodo e decidere, per esempio, di sospendere ogni 2, 3 ore, oppure di non sospendere più, ma, comunque, deciderlo ora, in maniera definitiva, così che nessuno possa pensare che, di volta in volta, la Presidenza possa assumere decisioni strumentali. Nessuno lo pensa, però potremmo rasserenare il clima, dandoci, già da adesso, un metodo di lavoro, decidendo quando sospendere, ogni quante ore, oppure decidere di non sospendere affatto, ma, comunque, deciderlo ora (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ad ora, non sono previste sospensioni, se poi decidiamo di sospendere, la seduta sarà sospesa e ci sarà la sanificazione di un'ora e trenta (Proteste del deputato Lollobrigida).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/3146-AR/11 Ciaburro, favorevole con riformulazione. Accetta? Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciaburro Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Vorrei solo che mi ripetesse la riformulazione.

PRESIDENTE. Il Governo può rileggere la formulazione?

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/11 Ciaburro, il parere è favorevole con le seguenti riformulazioni: premettere all'impegno le seguenti parole: “a valutare la possibilità di”. Inoltre, al primo capoverso la parola: “prevedere” è da sostituire con la seguente: “individuare” e le parole da: “effettivi” fino alla fine del capoverso sono da sopprimere. Al secondo capoverso, da aggiungere le parole: “con le modalità di cui al decreto-legge n. 80 del 2021”. Al terzo capoverso, da sostituire le parole da: “disporre” fino a “apposite” con le seguenti: “individuare, anche ai fini di una più agevole attuazione dei progetti contenuti nel PNRR, possibili”. Al quarto capoverso la parola: “disporre” è da sostituire con: “individuare”.

PRESIDENTE. Accetta la riformulazione?

MONICA CIABURRO (FDI). Sì, lo stavo dicendo, ma era impegnato. L'accetterei, però, siccome è un impegno - “a valutare”, “individuare” -, ma molto importante per tutte le amministrazioni dei nostri comuni, a cominciare dal segretario comunale, che è la figura cardine di un qualsiasi comune, quindi, essendo un impegno per la semplificazioni di cose da mettere in atto, chiederei a tutta l'Aula di esprimere il proprio voto.

PRESIDENTE. Va bene, quindi, lo pongo in votazione? Accetta la riformulazione e chiede la votazione.

MONICA CIABURRO (FDI). Accetto l'ordine del giorno riformulato, ma vorrei in questo impegno almeno la forza di tutta l'Aula; è soltanto un ordine del giorno, ma che tutti ci mettano la faccia.

PRESIDENTE. C'è una richiesta di voto sul testo riformulato. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/11 Ciaburro, nel testo riformulato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/3146-AR/12 De Toma, accolto come raccomandazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Toma. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Grazie, Presidente. Non accetto la raccomandazione e vorrei spiegare anche la motivazione – anzi vorrei raccomandare il Governo ad ascoltare –, perché riguarda più comunemente la cosiddetta PEC: parliamo di imprese e di domicilio digitale.

Questo ordine del giorno nasce da un emendamento presentato in Commissione, accantonato e non messo in votazione. Mi sento in dovere di ripresentarlo come ordine del giorno, che, di fatto, impegna il Governo ad adottare iniziative di carattere normativo volte a prorogare, al 31 marzo 2022, il termine entro il quale gli uffici del registro delle imprese dovranno irrogare le sanzioni previste ai trasgressori e a valutare l'opportunità di prevedere che l'assegnazione d'ufficio del domicilio digitale avvenga a seguito di una procedura di notifica all'impresa della richiesta di adempiere, attraverso la pubblicazione di un apposito avviso nell'albo camerale sul sito Internet della competente camera di commercio, evitando, in tal modo, anacronistici flussi cartacei. Bene, sbaglio o parliamo del “decreto Semplificazioni”? O abbiamo cambiato decreto? Infatti, per l'ennesima volta, le imprese devono necessariamente adottare il flusso cartaceo o, addirittura, vedere il termine delle sanzioni che si allunga, perché circa 1.200.000 imprese, ad oggi, non ha comunicato il proprio domicilio digitale al registro delle imprese entro il 1° ottobre 2020.

Con questo ordine del giorno, si chiedeva semplicemente quello che ho detto precedentemente. Allora, il motivo cardine è il seguente: il Governo che intende fare con le imprese? Aiutarle? Agevolarle? Perché, forse, siamo usciti dalla pandemia, non ce ne siamo resi conto e siamo ritornati alla normalità, quindi tutto è ritornato normale, come prima. Invece no, perché questo è il frutto della situazione precedente. La difficoltà delle imprese è nata anche dalla difficoltà, ovviamente, di chi era preposto a dover operare in tal senso.

Allora, non capisco per quale motivo si debba necessariamente accogliere come raccomandazione un semplice ordine del giorno, quando, già nell'impegno, mi sembrava abbastanza chiaro e lecito provvedere ad inserirlo nel primo provvedimento utile. Infatti, stiamo parlando di semplificare la vita delle imprese, sia individuali che societarie, per dare una mano a coloro che, in questo momento, indubbiamente, si trovano in difficoltà e far fare gli adempimenti in maniera più ordinata e coordinata entro il 31 marzo 2022; dopodiché entro 30 giorni, di fatto, viene applicata subito la norma e, quindi, l'eventuale registrazione della PEC viene fatta d'ufficio e la sanzione viene irrogata.

Quindi, non si chiedeva un abbattimento delle spese, ma solo un prolungamento dei termini; abbiamo potuto vedere e continuiamo a vedere che la situazione odierna permette di pensare di poter essere un po' lungimiranti. Ecco perché mi stupiva il comportamento del Governo all'interno della Commissione per averlo accantonato e non, invece, accolto. Ora, questo ordine del giorno è la prova provata che, effettivamente, la raccomandazione che mi concedete io vorrei concederla a voi: la raccomandazione a rileggere esattamente l'ordine del giorno e valutare attentamente la richiesta che abbiamo fatto. Infatti, penso sia necessario e importante dare un segnale alle imprese, perché con gli ultimi avvenimenti, anche di questi giorni, continuiamo a dire a certe imprese che dovranno morire, chiudere e che non hanno la possibilità di andare avanti. Quindi, qualcuno ne potrà far parte. Qui, stiamo solamente dando la possibilità alle imprese di poter vedere finalmente una piccola luce in fondo al tunnel per una semplice PEC. Mi chiedo sempre: stiamo parlando del “decreto Semplificazioni” oppure stiamo parlando di un'altra cosa? Perché magari mi sono sbagliato: non è più semplificare quello che ci interessa, ma, invece, obbligare le imprese a continuare a vivere in una fase di incertezza che, sicuramente, costringerà loro stesse a non poter portare avanti la propria attività in maniera consona (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Adesso anche con il timbro hanno chiamato per chiedere se vogliamo essere chiamati deputato o deputata: vorrei sapere, però, se viene fatta la stessa chiamata ai colleghi maschi. Detto questo, l'ordine del giorno che qui noi abbiamo presentato è un ordine del giorno vitale perché dà la misura della considerazione che avete nei confronti delle partite IVA e, in generale, delle imprese. A scadenza di un fatto che certamente è utile, come quello della dichiarazione del domicilio digitale, ma che produce a sua volta delle sanzioni laddove questa scadenza non sia rispettata, dopo mesi di pandemia dove le partite IVA sono state letteralmente abbandonate, prive di ristori, prive di aiuti, in un totale isolamento, chiedere, alla mancanza del rispetto di questa scadenza, ancora delle sanzioni è qualcosa di profondamente vessatorio nei confronti di tante persone che non dipendono dallo Stato, ma che allo Stato contribuiscono.

Se volete che continuino a contribuire - perché il livello di tassazione non è poi così basso, anzi -, allora, quantomeno, non sanzionatele e provvedete - membri del Governo - ad aumentare i mesi possibili affinché possano mettersi in regola. Noi chiediamo una proroga, che abbiamo identificato in una data ben precisa, il 31 marzo 2022, che ci sembra congrua rispetto al periodo che stiamo attraversando; altrimenti il risultato è solo e soltanto uno, cioè quello di continuare a colpire le partite IVA.

In un momento in cui auspichiamo la ripresa, in un momento in cui tutti, in maniera trasversale, a parole dicono che vogliono stare affianco alle imprese, in questo momento, se si vuole passare dalle parole ai fatti, una soluzione che vi offriamo è quella di dire sì all'ordine del giorno. Un “sì” incondizionato, convinto, che è frutto anche del buonsenso; un buonsenso che ormai sembra perso, anche alla luce dei provvedimenti di queste ultime ore, ma su cui non disperiamo. Quindi, con questo ordine del giorno Fratelli d'Italia chiede una proroga - la proroga al 31 marzo 2022 - ma attraverso questa proroga chiede di non vessare ulteriormente le aziende che sono nel tessuto economico. Ci aspettano - perché questo dicono i dati - mesi di crisi economica forte, ci aspettano mesi di preoccupazione, che è già viva in tantissimi imprenditori e anche in tantissimi piccoli imprenditori rispetto a quelle che saranno le congiunture economiche dei prossimi mesi, per l'appunto. Noi dobbiamo dare dei segnali: da quest'Aula deve arrivare un segnale netto e preciso. Il tema è congruo rispetto al provvedimento che noi andiamo ad approvare perché oggi questa proroga significa semplificare la vita di chi lavora, la vita di chi lavora senza stare sulle spalle dello Stato, la vita di chi lavora mettendoci del proprio. Semplificare la vita di tantissimi operatori all'interno del nostro tessuto economico significa dare una mano - per carità, piccola - a tutta la nostra economia. Mi auguro, quindi, che il Governo riveda la propria posizione e dia un sì convinto al nostro ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Preliminarmente mi corre l'obbligo di ricordare che se a quest'ora, di venerdì 23 luglio, al netto della piacevole compagnia, siamo qui questa sera assieme, nonostante tutti i tentativi che Fratelli d'Italia, per tramite del capogruppo Lollobrigida, ha cercato di comporre in tempi anche sicuramente più brevi, a partire da mercoledì sera, visto che tutti i gruppi di opposizione erano d'accordo per poter procedere a una votazione spedita della conversione del decreto-legge, questo non è certamente attribuibile a Fratelli d'Italia. Analogamente, anche nella giornata di ieri vi era stata la disponibilità a procedere senza bisogno di porre la fiducia e, anche oggi, nella strana situazione descritta prima dal capogruppo Lollobrigida, abbiamo assistito effettivamente a una strana forma di ostruzionismo autoapplicato da una maggioranza che, tra l'altro, vanta numeri a dir poco schiaccianti in quest'Aula. Corre l'obbligo di rilevare come, se ancora oggi siamo qua a dover discutere di ordini del giorno, raccomandazioni, riformulazioni e quant'altro, certo questo non è attribuibile alla responsabilità di Fratelli d'Italia. In questo senso sorprende, non oltre, l'atteggiamento di alcuni colleghi di maggioranza, il cui il brusio, quando si ricordano i fatti, sale dai banchi, evidentemente non troppo memori di quello che è avvenuto nelle scorse ore. Devo dire che, pur ringraziando la sottosegretaria Bergamini, che ha dimostrato anche nella rilettura puntuale delle formulazioni e nell'illustrazione estremamente dettagliata delle varie modifiche da apportare, comunque con una valutazione attenta dei testi, dobbiamo tuttavia rilevare come la conversione o la proposta di convertire in raccomandazione questo ordine del giorno di impegno al Governo appaia quanto meno singolare.

È bene ricordare che, quando si parla di semplificazione della pubblica amministrazione, non bisognerebbe semplificare spostando in capo alle partite IVA, ai professionisti, alle aziende, ai commercianti e alle imprese il costo di quella semplificazione. La semplificazione dovrebbe essere una semplificazione che attiene evidentemente alle procedure interne all'amministrazione pubblica, realizzando quindi una velocizzazione e una fluidificazione dei processi amministrativi e burocratici che consentono alle aziende, alle partite IVA, ai commercianti, eccetera, eccetera, di lavorare nel miglior modo possibile. Questo è lo scopo a cui punta l'ordine del giorno del collega De Toma.

In questo senso, forse, è bene rammentare anche che il PNRR ha una funzione - quella sì - di recepire dei finanziamenti, che - è bene anche qui ricordarcelo, comunque - sono soldi dell'Europa, ma il debito è italiano; conseguentemente, anche per quello che riguarda i cosiddetti trasferimenti a fondo perduto, mi permetto sommessamente, a futura memoria, di rammentare che l'Italia quei finanziamenti comunque dovrà ridarli con trasferimenti diretti - qui nessuno regala niente-, ma la finalità di questo tipo di intervento è quello di rendere evidentemente più significativa e incisiva l'azione delle aziende. La famosa messa a terra del PNRR è funzionale a consentire al sistema Italia di ripartire perché - va anche detto - chi c'era prima evidentemente non era riuscito a farlo nella maniera adeguata.

Perché questa premessa? Perché se noi ci dimentichiamo che il punto di caduta di questi finanziamenti, di questi contributi, di questi piani è comunque la vitalità del nostro sistema produttivo, la vitalità delle partite IVA, la vitalità delle aziende, cioè di chi paga poi il Welfare State, di chi paga i servizi, di chi paga la realizzazione e il funzionamento della macchina amministrativa statale e non solo, se ci dimentichiamo questo, poi perdiamo di vista anche l'importanza di ordini del giorno come quello del collega De Toma, con cui si chiede una cosa obiettivamente banale. Si chiede, infatti, banalmente, di rendere possibile, in una fase in cui tutte le aziende hanno già dovuto scontare significativi ritardi, criticità e difficoltà, determinati da una pandemia di cui tutti, almeno a parole, riconosciamo l'effettiva e rilevante pericolosità su tutto ciò che ha comportato in ordine al funzionamento dell'apparato del sistema Italia, che ci sia un'applicazione ritardata, prorogata al 31 marzo del 2022, di un termine entro il quale attualmente, invece, si dovrebbe procedere secondo un'imminenza temporale che costituirebbe un ulteriore aggravio per le aziende. Non solo, ma le espone già oggi a un rischio di sanzioni; il tutto perché, sempre stando evidentemente a quello che l'articolo 37 del decreto-legge n. 76 del 2020 prevede, evidentemente risulterebbero esposte ove non avessero comunicato il proprio domicilio digitale entro il 1° ottobre 2020. Perché questo diventa importante?

Perché noi dobbiamo cercare di rendere più fluida e, anche in questo caso, più immediata la possibilità delle aziende di lavorare, non quindi di avere aggravi e ulteriori situazioni di afflizione, come quella che, in punto, invece viene respinta, con questo mancato accoglimento di un ordine del giorno.

Mi si permetta - e concludo - di ricordare che questo neppure è un emendamento, ma è un ordine del giorno, il cui valore vincolante e prescrittivo rimarrebbe, quindi, tutto sommato, limitato. In questo senso, il fatto che il Governo intenda accoglierlo come raccomandazione ne dovrebbe testimoniare una condivisione nei contenuti, e non si comprende pertanto il motivo per il quale non si possa, invece, andare a un accoglimento non come raccomandazione, ma come ordine del giorno accettato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/12 De Toma, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3146-AR/13 Bucalo, su cui c'è un invito al ritiro o parere contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Governo, come si fa? Come si fa ad accettare questo invito al ritiro su un tema così importante? Stiamo parlando del precariato storico, stiamo parlando dei docenti dell'insegnamento della religione cattolica, stiamo parlando di docenti che aspettano da 20 anni; aspettano, da parte di uno Stato sordo, di uno Stato indifferente, di uno Stato che ha costretto i docenti e le loro famiglie a stare per 20 anni in uno stato di precarietà, senza la possibilità di costruire una vita, senza la possibilità di progettualità, per 20 anni. E adesso, questa sera, io devo accettare un invito al ritiro? No, è un ennesimo schiaffo, è l'ennesimo schiaffo verso una categoria, quella del precariato. La vostra è la dimostrazione chiara che non volete iniziare a parlare seriamente di stabilizzazione, che non volete parlare seriamente di eliminazione del precariato. Troppo facile la richiesta di ritiro di un ordine del giorno, è facile far ritirare l'ordine del giorno perché non si vedano quelle lucette rosse che dimostrano chi veramente ci tiene e tutela la scuola.

In questi mesi troppe dichiarazioni anche su questo tema. Molti esponenti dei partiti che costituiscono questa maggioranza hanno rilasciato dichiarazioni a iosa sui giornali, tutti a sostenere questa categoria di docenti, questo precariato storico; eppure, non avete avuto il coraggio neanche di accettare un ordine del giorno, un impegno a prevedere una soluzione, a iniziare un percorso, un cammino che ridia la dignità a questa categoria di docenti precari; no, solo un invito, solo un nascondersi per una decisione, perché? Perché è facile, poi, che queste categorie vengano prontamente utilizzate ai fini di campagna elettorale e, allora, è facile utilizzare il precariato, è facile dire “arriverà la stabilizzazione”.

Cosa abbiamo avuto, in questi giorni? Solo soluzioni provvisorie, soluzioni che rimandano, nonostante il nostro Ministro avesse fatto tutte le dichiarazioni più rosee - tutti in cattedra dal 1° settembre - e pure soluzioni che sono solo l'esempio di un compromesso tra forze politiche che vogliono semplicemente non il bene della scuola, ma spartirsi le fette di potere.

Allora, proprio per dare dignità a questa categoria di precariato, io non mi sento di accettare un invito al ritiro; voglio che quelle lucette finalmente dimostrino chi vuole il bene della scuola, chi combatte per il precariato e chi, invece, si nasconde dietro un invito al ritiro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo, intanto per sottoscrivere questo ordine del giorno, illustrato in maniera puntuale dalla mia collega Bucalo. Io voglio aggiungere qualche considerazione sulla stabilizzazione, necessaria, per i docenti di religione, perché i docenti di religione non hanno un concorso loro dedicato dal 2004 – pensate - e quindi risulta necessaria una previsione. In questo provvedimento si parla di semplificazione delle procedure di assunzione per il personale insegnante con almeno 36 mesi di servizio nell'insegnamento. È un ordine del giorno che potrebbe essere accolto, quindi non si comprende l'invito al ritiro in una materia così delicata, che parla di lavoro, che parla di persone che si sono dedicate all'insegnamento con tanta passione, con tanto impegno e con tanta competenza.

Quindi, chiediamo al Governo di ripensarci, e anche l'impegno formulato è molto pertinente, è molto articolato; si chiede l'istituzione di una graduatoria, per titoli, ai fini dell'assunzione di insegnanti di religione cattolica sui posti vacanti e disponibili con più di 24 mesi di servizio a tempo determinato nelle istituzioni scolastiche.

È comunque una proposta ragionata, una proposta calibrata, che va nel senso di una stabilizzazione possibile; non è una proposta demagogica, che non si può realizzare. Quindi, chiedo proprio che ci sia un ripensamento e chiedo anche che sia, oltretutto, un segnale per la stabilizzazione in generale a cui guardano tantissimi insegnanti nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Non essendoci altri interventi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/13 Bucalo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Ha chiesto di parlare la rappresentante del Governo. Ne ha facoltà.

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Grazie, Presidente. Sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/14 Gusmeroli, consapevole che il gruppo Lega ha dichiarato di accettare tutti i pareri del Governo (scelta della quale ringrazio il gruppo), perché rimanga a verbale devo mutare la riformulazione che avevo proposto. La riformulazione era “a valutare l'opportunità, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica”. Invece, il Governo esprime parere favorevole, con la riformulazione “a valutare l'opportunità”.

PRESIDENTE. Deputato Ziello? Perfetto. Ordine del giorno n. 9/3146-AR/15 Butti, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3146-AR/16 Frassinetti, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3146-AR/17 Sgarbi, parere favorevole. Ordine del giorno n. n. 9/3146-AR/18 Testamento, accolto come raccomandazione. Deputato Colletti?

ANDREA COLLETTI (MISTO-L'A.C'È). Presidente, vorrei sottoscriverlo. Però, come componente, non accettiamo la raccomandazione e chiediamo che sia messo al voto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sodano. Ne ha facoltà.

MICHELE SODANO (MISTO). Grazie, Presidente. Anch'io vorrei sottoscrivere questo importante ordine del giorno. Una delle cose che fa questo “decreto Semplificazioni” è smantellare e indebolire uno strumento utilissimo, la VIA, la valutazione di impatto ambientale. Voi non avete idea, nei territori, di quante aziende hanno chiuso per non aver passato questa VIA, questa valutazione di impatto ambientale; aziende che emettono gas nocivi. In quelle comunità hanno un tasso altissimo di tumori. Noi come possiamo indebolire e umiliare i nostri cittadini in questo modo (Applausi di deputati del gruppo Misto)? Noi dovremmo rafforzare cose come il VIA. Lo dico soprattutto miei ex compagni del MoVimento 5 Stelle, perché noi ci siamo sempre posti come presidio di difesa dei cittadini nelle istituzioni. Non posso credere che questo Governo… Lo dico anche a quelli della Lega che dicono: prima gli italiani. Gli italiani li difendi quando fai chiudere un'azienda che fa venire il tumore a chi ha la casa vicina a un'azienda così. Vi prego di cambiare l'impianto di questo decreto, di cercare di fare ordini del giorno che possano agire in questo senso. Vi prego di agire secondo coscienza! Ci potete essere anche voi accanto a una di quelle industrie e non avremo più gli strumenti normativi per fermarle! E' drammatico che questo avvenga in una fase in cui tutto il pianeta ci risponde con crisi emergenziali e con devastazioni della natura. E noi che cosa facciamo? Smantelliamo la valutazione di impatto ambientale! Per me è gravissimo ed è esasperante essere qua solamente in 15 a combattere per queste cose giuste. Quindi, vi prego di avere un sussulto di coscienza, perché stiamo parlando del futuro non solo nostro, ma anche dei nostri figli! La valutazione di impatto ambientale è sacra e non va smantellata (Applausi di deputati del gruppo Misto)!

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/18 Testamento, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3146-AR/19 Trano, sul quale c'è un parere favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare il deputato Trano. Ne ha facoltà.

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). Presidente, non accetto la riformulazione “a valutare l'opportunità di”.

PRESIDENTE. Quindi, lo pongo in votazione.

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). Vorrei anche illustrare il motivo per cui non accetto.

PRESIDENTE. Prego.

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). Presidente, l'annoso problema del dissesto idrogeologico è ben noto, ma anche gli accadimenti delle ultime settimane lo affermano con una certa chiarezza. Bisogna intervenire, non domani, ma subito, perché quello che è accaduto in Germania, Olanda, Belgio e Lussemburgo, che sono stati colpiti da queste pesanti alluvioni che hanno comportato quasi 200 vittime e centinaia di milioni di euro di danni, è un segnale. Questo è avvenuto in un lato del mondo, nel nord Europa, ma anche in Cina non andiamo meglio. Esattamente, nella provincia di Henan vi è stata la più grave alluvione degli ultimi 60 anni, con 33 morti e circa 200 mila sfollati. Sono numeri davvero da capogiro. Questo per dire che, anche nel territorio italiano, non andiamo così bene. Tra l'altro, è un tema che la sottosegretaria Ilaria Fontana conosce molto bene, perché anche lei viene dal mio stesso territorio; anche lei ha preso i voti da quei cittadini che, oggi, si aspettano soluzioni rapide e immediate, perché la stagione delle piogge sarà a settembre e ottobre.

Non si può stare lì ad aspettare e a fare la danza della pioggia, come recentemente ha riportato il nuovo amministratore delegato Scannapieco di CDP, che diceva che, in una città, in Israele, facevano una danza, aspettando che piovesse. Qui siamo esattamente all'opposto, cioè noi vogliamo che vengano messi in sicurezza questi torrenti che, all'apparenza, sembrano piccoli fiumiciattoli, ma quando le piogge cadono copiose, in 24 o 48 ore le precipitazioni arrivano ad essere pari a quelle di due tre mesi. Questa è la realtà dei fatti. L'ordine del giorno chiede, in modo esatto, di stanziare le risorse che servono a mettere in sicurezza il torrente d'Itri che, in dieci anni, è già esondato per ben tre volte, causando una vittima, una povera donna anziana e disabile che si trovava all'interno di un seminterrato e che è morta annegata atrocemente. Tutto questo, tra l'altro, senza che ci siano sistemi di allarme per poter avvertire i residenti quando le piogge sono così copiose. Ci rendiamo conto che noi, come sistemi di prevenzione per il dissesto idrogeologico, siamo fermi al medioevo? Tempo fa, in un question time in Commissione ambiente - all'epoca c'era il sottosegretario Morassut -, chiesi come si dovesse accelerare il processo per andare a collocare queste sonde, questi campanelli d'allarme che possono avvertire, magari durante la notte - come è avvenuto - che ci sono queste precipitazioni o che, quanto mai, ci sia un'allerta. La risposta è stata meramente burocratica. Dal 13 gennaio, quando fu svolta quella interrogazione in Commissione, ad oggi non è cambiato nulla, non si è smosso niente. Allora, veramente non riesco a capire, anche alla luce di tutto quello che è successo in nord Europa, in Cina e persino ieri, nel Gargano, dove ci sono state precipitazioni che hanno allagato diverse strade e messo in pericolo l'incolumità di tantissimi cittadini, nonostante ci siano questi fenomeni, che ormai non sono neanche più fenomeni rari ma, anzi, hanno una certa sistematicità, perché non si voglia intervenire subito e addirittura perché si debba inserire questa bruttissima clausola di “valutare l'opportunità di”. Di che cosa? Di che cosa? Il Governo si prenda le proprie responsabilità, stanzi questi soldi, dia certezza ai cittadini! Questo deve fare un Governo! Tra l'altro, vi chiamate pure il Governo dei migliori. Migliori di cosa? Questa mattina, addirittura, qualcuno della maggioranza ha citato il migliore. Il migliore di cosa? Addirittura ha già annunciato di mettere la fiducia sulla riforma della giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è)!

PRESIDENTE. Si avvii alla conclusione.

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). Presidente, la mia conclusione è che questo Parlamento non ha alcuna centralità; i suoi tweet sono inopportuni, perché altrimenti oggi, invece di utilizzare gli ordini del giorno per discutere, avremmo parlato di tutti gli emendamenti che sono stati cassati in Commissioni I e VIII. Oggi siamo qui a occupare gli spazi degli ordini del giorno…

PRESIDENTE. Grazie.

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). …per raccontare la nostra disapprovazione su questo provvedimento che è una grande porcata (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/19 Trano, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3146-AR/22 Tondo, su cui c'è un parere favorevole con riformulazione, che è accettata.

Sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/23 Sangregorio, c'è un invito al ritiro o parere contrario, che non è accettato.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/23 Sangregorio, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Ordine del giorno n. 9/3146-AR/27 Costa, favorevole con riformulazione. Ha chiesto di parlare il deputato Turri. Ne ha facoltà.

ROBERTO TURRI (LEGA). Grazie, Presidente. Volevo chiedere al collega Costa di poter sottoscrivere il suo ordine del giorno, a nome di tutti i componenti della Commissione giustizia del gruppo Lega-Salvini Premier.

PRESIDENTE. Perfetto. Deputato Costa, prego.

ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente. Ovviamente sono lieto di questa sottoscrizione. Si tratta di un ordine del giorno molto importante, perché attiene alla legge Severino e attiene alla sospensione degli amministratori locali per effetto di una sentenza per abuso d'ufficio di primo grado, presunzione…

PRESIDENTE. Deputato Costa, la interrompo un attimo: lei lo mette in votazione o accetta la riformulazione?

ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Non lo metto in votazione e accetto la riformulazione del Governo…

PRESIDENTE. Allora, se accetta la riformulazione, però non può intervenire: si parla solo in dichiarazione di voto.

ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Va bene, grazie Presidente.

PRESIDENTE. Ordini del giorno n. 9/3146-AR/29 Nobili e n. 9/3146-AR/30 Fregolent, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3146-AR/31 Schullian, favorevole con riformulazione: va bene. Ordine del giorno n. 9/3146-AR/32 Rizzetto, accolto come raccomandazione. Ha chiesto di parlare il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). La ringrazio, Presidente. Prima ho ascoltato il sottosegretario Bergamini - e la ringraziamo - che ha dato l'esito sugli ordini del giorno. Sottosegretario Bergamini, lei probabilmente ha ascoltato anche molti dei nostri interventi negli ultimi giorni, su questo che è un tema centrale della politica e un tema centrale rispetto alle disposizioni qui contenute sulla governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza, di fatto. Allora, anche per spiegarlo molto velocemente ai colleghi, questo è un ordine del giorno che impegna l'Esecutivo ad andare in Europa evidentemente ad alzare un po' la voce rispetto ad altri Stati intra moenia, cioè all'interno della stessa Europa, che non applicano lo stesso tipo di tassazione e costo del lavoro che c'è in Italia. Dopo, colleghi, è inutile che tutti qui dentro si battano il petto su crisi tipo Whirlpool, Embraco, GKN, Gianetti e nessuno poi fa più nulla per queste aziende (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché dall'altra parte, non del mondo ma dell'Europa - e quindi ad un'ora e un quarto di aereo - il costo del lavoro è evidentemente molto più basso rispetto all'Italia! Quindi, le delocalizzazioni - che non sono poco frequenti, purtroppo, negli ultimi tempi - sono all'ordine del giorno. Oggi cosa impedisce ad una nostra azienda di andare a delocalizzare, ad esempio, in Polonia, laddove il costo di un lavoratore, comprensivo di quello che potrebbe essere un welfare più o meno interessante o sufficiente, costa esattamente il 70 per cento in meno? Oggi cosa aspetta un'azienda, che ad esempio viene dal Friuli-Venezia Giulia e che ci mette 25 minuti in auto ad andare a delocalizzare in Slovenia o in Austria, laddove evidentemente il costo delle aziende, rispetto alle tasse che versano per i primi anni, è al 19 per cento, mentre in Italia è tre o quattro volte tanto? Allora, sottosegretario Bergamini, ringraziandola, io la invito a ripensarci rispetto non alla riformulazione, ma all'accordo che avete trovato rispetto al dispositivo: “a valutare l'opportunità di”. Infatti, noi non andiamo a fare, soprattutto in pancia ad un ordine del giorno, nessuna trattativa al ribasso sulla pelle dei nostri imprenditori e dei nostri lavoratori! È questo che vorremmo cercare di trasferire in questo momento al Governo, perché poi io ho ascoltato anche molte voci illustri dell'Esecutivo stesso dire esattamente le cose che sto dicendo io oggi, qui ed ora, ma poi, in Aula, alla prova dei fatti, i partiti di Governo evidentemente la pensano in un altro modo. Ciò non avviene su una proposta emendativa, che quindi va evidentemente a cambiare il testo del decreto, ma addirittura su un'indicazione. Io non accetto, sottosegretario e Presidente, l'invito e questo accordo al ribasso di quest'Aula, su un tema così importante. Ricordo che abbiamo votato una mozione molto importante, trasversale, circa dieci giorni fa, su Whirlpool, ma che poi andava a comprendere tutto il tessuto produttivo italiano, che evidentemente soffre per ciò che fondamentalmente non è omogeneo in tutta l'Europa, ovvero il costo del lavoro, il costo di un dipendente, il welfare piuttosto che la fiscalità, in un'Europa che evidentemente sta stringendo all'Italia sempre di più un cappio al collo sotto questo punto di vista.

Rinnovo: chiediamo al Governo di ripensarci, chiediamo di accettare integralmente questo ordine del giorno in termini di indicazioni; al contrario, lo mettiamo al voto e, finalmente, una volta per tutte, anzi, ancora una volta, vedremo i partiti e i movimenti che, da una parte, dicono una cosa, ma, alla prova dei fatti, in Aula, evidentemente ne fanno un'altra (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giovanni Russo. Ne ha facoltà.

GIOVANNI RUSSO (FDI). Grazie, signor Presidente. Intervengo anch'io in dichiarazione di voto. Il disegno di legge in esame contiene disposizioni sulla governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza e prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di accelerazione e snellimento delle procedure. Per un reale sviluppo e rilancio dell'Italia non sono sufficienti iniziative finalizzate all'attuazione del PNRR. Restano essenziali ulteriori misure strutturali, anche per salvaguardare le attività esistenti, volte a snellire le procedure amministrative e burocratiche e a rendere meno onerosi gli adempimenti fiscali e quelli relativi al costo del lavoro, per rimediare ai noti squilibri che esistono rispetto a tali procedure e adempimenti con gli altri Paesi dell'Unione europea e che finiscono per svantaggiare l'Italia, ostacolandone, anche in questa delicata fase dovuta all'emergenza COVID, quella ripresa di cui necessita il Paese. Queste iniziative sono quanto mai urgenti, perché riguardano l'intero sistema economico-sociale italiano, che soccombe troppo spesso ad una concorrenza insostenibile, che pregiudica micro, piccole e medie imprese, insieme a tutte le categorie di lavoratori: artigiani, partite IVA, lavoratori autonomi e professionisti.

In particolare, si consideri la condizione di svantaggio perenne in cui si trovano le attività economiche del Friuli-Venezia Giulia, nella fascia di confine con Slovenia ed Austria, dove un assetto amministrativo con procedure più agili, il carico fiscale e il costo del lavoro più bassi rendono questi territori più competitivi e attrattivi per imprese e consumatori, che indubbiamente riscontrano a pochi chilometri normative più convenienti. Per questo, il presente ordine del giorno impegna il Governo ad adottare tempestivi provvedimenti per provvedere a risolvere la condizione di svantaggio delle attività italiane, dovuta alle differenze procedurali e normative che sussistono negli altri Paesi dell'Unione europea, come esposto in premessa, e che ostacolano quel reale processo di ripresa e di rilancio dell'Italia che si propone il PNRR.

Presidente, come lei ben sa - e mi rivolgo anche a tutta l'Aula -, esiste il dumping tra i territori. Questo, soprattutto nelle aree di confine con altri Paesi che hanno delle strutture normative e fiscali più agili, comporta un grandissimo nocumento all'economia locale. Abbiamo citato, noi di Fratelli d'Italia, il caso del Friuli-Venezia Giulia, che soccombe di fronte alle asimmetrie fiscali e normative che si riscontrano con la Slovenia e con l'Austria. Pertanto, intendo sottoscrivere e chiedere a quest'Aula il voto favorevole del presente ordine del giorno, affinché venga posto un accento importante su queste tematiche e soprattutto per i territori coinvolti e per l'economia dell'Italia intera (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Vinci. Ne ha facoltà.

GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie Presidente, buonasera membri del Governo. Ci troviamo qui per l'ennesima volta a decidere di semplificazione, di cui tanto, spesso, troppo - anche sbagliando - si parla. C'è un decreto che si chiama “Semplificazione-bis” - così è stato rinominato - e l'Italia aspetta le semplificazioni da decine e decine d'anni ormai. Questo ordine del giorno serve a portare l'attenzione di quest'Aula su un problema che coinvolge tutto il Paese e soprattutto un paese, quello di confine.

Su questo ordine del giorno c'è scritto “Friuli-Venezia Giulia”, ma un problema identico ce l'ha il Veneto, che, negli ultimi 10-15 anni, si sta spopolando di imprese. Basta chiedere all'Agenzia delle entrate del Veneto, dove stanno andando le imprese, dove stanno andando le falegnamerie, dove stanno andando tutte le attività che trovano, magari nella vicina Slovenia oppure in Serbia o in altri Paesi, come l'Austria - che ha infrastrutture migliori delle nostre - un territorio dove andare a costruire e a prosperare, impoverendo il nostro Paese. Perché queste imprese italiane fanno queste scelte? Non certo perché non gli piaccia mettere sui propri prodotti il timbro del made in Italy, che è ancora qualificante; lo fanno perché, in Italia, ci sono continue normative che, ogni giorno, rendono più difficile andare avanti ed esportare le proprie merci. Ci sono normative che incombono dal punto di vista fiscale e pesano sui bilanci di queste aziende.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO (ore 18,55)

GIANLUCA VINCI (FDI). Cosa succede? Si decide di tenere la tassazione elevata, di tenere normative che impongono vincoli, anche molto forti, alle nostre imprese. Queste chiudono, creando qui povertà e disoccupazione, e riaprono 15, 20, 30 chilometri al di là del confine, creando ricchezza dalle altre parti e povertà da noi e portando fuori anche il know-how delle nostre imprese, che, una volta uscite, difficilmente potranno mai rientrare sul nostro territorio.

Questo ordine del giorno serve sostanzialmente a questo, a far capire a questo Parlamento che non si può sempre rilanciare in avanti la problematica dicendo “la affronteremo con il prossimo provvedimento”. È un ordine del giorno, serve per dare un indirizzo. Quest'Aula dovrebbe dare un indirizzo forte a questo Governo, che, come è stato ripetuto più volte, è stato definito e si è autodefinito il Governo dei migliori, il miglior Governo o altre indicazioni di questo tipo, ma che, fino a oggi, non fa altro che rimpallare in avanti, come è stato fatto per gli ordini del giorno sul ponte di Messina, perché è da 30-40 anni che in questo Paese se ne parla e poi si rilancia sempre in avanti. Oggi, si rilancia in avanti anche la semplificazione, nonostante ci sia un decreto-legge che si chiama “Semplificazione bis”. Quindi, un'ennesima presa in giro. Noi chiediamo la semplificazione, chiediamo di aiutare le imprese che sono in difficoltà e che stanno per chiudere, chiediamo di inserire un semplice ordine del giorno, quindi non una normativa, ma qualcosa che impegni questo Governo e ci ritroviamo una raccomandazione. No, così questo Paese non può andare avanti!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/32 Rizzetto.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/33 Bellucci, c'è un invito al ritiro.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Rappresentanti del Governo, Ministro Brunetta, con questo ordine del giorno volevamo cogliere la vostra attenzione rispetto a una tematica particolarmente sensibile, cioè quella degli appalti che si occupano di servizi sociali, educativi e culturali, cioè, per fare degli esempi, di quell'ambito di interventi che riguardano l'assistenza domiciliare ai disabili e alle persone anziane oppure i servizi educativi. Ebbene, quello che accade oggi rispetto alla normativa attuale è che il codice degli appalti, sì, dice che l'aggiudicazione deve avvenire esclusivamente con l'offerta economicamente più vantaggiosa e trovando il giusto bilanciamento tra la qualità e il prezzo, ma noi sappiamo bene come questo bilanciamento, troppo spesso, sia una chimera mai raggiunta.

Infatti, Ministro Brunetta - lei lo sa benissimo -, quello che accade è che spesso gli enti pubblici esternalizzano i servizi, soprattutto i servizi sociali, educativi o anche culturali, perché risparmiano, ma questo significa che scaricano i costi e anche le responsabilità su enti privati e del privato sociale, che, inevitabilmente, non riescono a sostenere doverosamente l'appalto che gli viene fornito. È un gioco al massacro, per non parlare del fatto che la possibilità di ricevere le economie, a fronte di un'aggiudicazione, è sempre tardiva e, quindi, si accumulano ritardi rispetto al saldo di quegli appalti che vengono gestiti dal settore privato e dal privato sociale.

Allora, noi volevamo far sì che vi prendeste cura di questa questione, perché lì vi è l'attenzione alle persone e, in particolare, alle persone più fragili. Allora, quando lo Stato esternalizza un servizio e dà il compito al privato, al privato sociale, di occuparsene, lo deve fare, prima di tutto, rispettando i destinatari, ma rispettando anche gli enti che si occupano di quella gestione e proponendo lui stesso, lo Stato, bandi di gara che siano giusti, che ci sia l'efficienza, l'efficacia e l'economicità, ma “sì” al giusto bilanciamento. Però, siccome questo non accade, perché sappiamo benissimo quanto nelle commissioni di gara le valutazioni soggettive facciano sì che gli aspetti qualitativi diventino meno importanti rispetto al prezzo, allora abbiamo pensato di darvi uno spunto, un'indicazione per sollecitarvi, in modo che voi magari facciate anche una riformulazione e immaginiate che il prezzo non possa occupare una percentuale di punteggio troppo ampia. La nostra sollecitazione andava verso un limite, il limite del 20 per cento, per cui l'80 per cento, invece, deve riguardare quei parametri di qualità in termini di personale, in termini di offerta progettuale, in termini di obiettivi da raggiungere, in termini di capacità di poter sostenere, ma laddove c'è uno Stato e enti pubblici, che creano tutti i presupposti per poterlo fare. Invece, spesso, quello che vediamo nelle amministrazioni pubbliche, nei comuni, nelle regioni e anche, a volte, nello Stato, è una totale miopia, in cui l'unico interesse è quello dell'offerta economicamente più bassa. In quell'offerta economicamente più vantaggiosa, in realtà, viene nascosto il vero obiettivo, che è quello di andare quasi a un massimo ribasso. Non c'è scritto, ma, troppo spesso, questo accade, e lì parliamo di servizi che si occupano di bambini piccoli - di 1, 2, 3 o 4 anni -, di persone disabili, di anziani, parliamo di fragilità. Allora sì che lo Stato dovrebbe essere così attento e capace di prendersi cura di tutte quelle derive che promuove lui stesso.

Era questa la nostra sollecitazione ed è per questo che non possiamo di certo accogliere il vostro invito al ritiro, perché saremmo complici di uno Stato che non garantisce la qualità e che scarica le proprie responsabilità sul privato e sul privato sociale, che diventano soltanto buoni a fare quello che le istituzioni pubbliche non sono capaci di fare (né sono corrispondenti alle necessità degli italiani). Quindi, mettiamo in votazione questo ordine del giorno di tutti i colleghi, perché si possa pensare e immaginare che qui ci siano deputati in grado di poter sostenere quell'alleanza dignitosa fra pubblico, privato e privato sociale, che è l'unico modo di utilizzare bene il PNRR e di far rialzare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bellucci.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Mantovani. Ne ha facoltà.

LUCREZIA MARIA BENEDETTA MANTOVANI (FDI). Grazie, Presidente. Chiedo di sottoscrivere questo ordine del giorno presentato dalla collega Bellucci, sul quale il Governo ha espresso un parere che non è certo coerente con la necessità di imporre un cambio di passo rispetto a quanto è stato fin qui in grado di esprimere il sistema Paese. Si trattava di un impegno di buonsenso, frutto di quello spirito che caratterizza il nostro gruppo, che ha ampiamente dimostrato di essere un'opposizione propositiva e non un'opposizione fine a se stessa.

Tendersi verso il futuro significa anche avere il coraggio di non chiudere la porta alle proposte di qualità che giungono dall'altra parte dell'emiciclo. Il meccanismo delle fiducie inibisce il dibattito, il confronto su temi che segneranno l'Italia da qui ai prossimi anni, danneggiando di fatto la democrazia.

La collega aveva presentato un impegno attento ai servizi dedicati ai più fragili, con l'intento di garantire, per i contratti relativi all'affidamento di servizi sociali, educativi e culturali, un maggiore peso specifico degli elementi qualitativi all'interno del criterio della qualità-prezzo, che vede, purtroppo, prevalere l'economicità alla qualità del servizio erogato. Nonostante la normativa faccia riferimento all'offerta economicamente più vantaggiosa, individuata sulla base del miglior rapporto qualità-prezzo, il bilanciamento di interessi sconta ampi margini di valutazione soggettiva; una logica che presenta diverse criticità che potrebbero essere sanate, trovando un limite ben definito quando si tratta di contratti caratterizzati da un particolare valore sociale.

Colleghi, dobbiamo guardare alla realtà, dare un segnale concreto su ciò che deve essere fatto per smuovere l'inerzia di situazioni sulle quali è davvero necessario intervenire. L'assegnazione degli appalti per l'erogazione di servizi delicati, come quelli che ho citato poco fa, necessita davvero di un approccio attento alla persona, ai bisogni dell'individuo e quindi non deve e non può essere sottomesso a dinamiche meramente economiche. La ratio era chiara, lo scopo meritevole di attenzione e allora per questo invito il Governo a ragionare e a cambiare parere su un ordine del giorno non politico, ma dedicato interamente al sociale. Non si può lavorare sempre al ribasso e sperare che tutto vada bene, soprattutto quando i cittadini si aspettano standard di un certo tipo alla luce della materia trattata (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/33 Bellucci.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3146-AR/34 Lucaselli: anche in questo caso c'è un invito al ritiro.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie Presidente. Questo ordine del giorno ha ricevuto un parere contrario: l'ho presentato nell'assoluta consapevolezza che sarebbe stato contrario. Lo dico con serenità, avendo vissuto i lavori su questo provvedimento in Commissione e sapendo, quindi, con certezza quanto le tematiche sul superbonus dell'articolo 33 abbiano creato una forte frattura all'interno della maggioranza: discussioni interminabili che poi hanno portato alla rivisitazione di un emendamento che nel suo complesso sostanzialmente non dà le risposte che il mondo dell'impresa sta aspettando e aspettava sul superbonus.

Sappiamo bene e chiaramente che l'introduzione della CILA si inquadra nella fattispecie di istituto complementare alla SCIA nel processo di liberalizzazione dell'attività privata. Proprio per questo motivo, abbiamo ritenuto e ho ritenuto di presentare quest'ordine del giorno che, in realtà, non ha a che fare con la grande discussione e il grande dibattito sulla proroga del superbonus, ma cerca di risolvere, nel suo piccolo, un problema concreto, fattuale, che le imprese hanno quotidianamente, ossia il fatto che la presentazione di una modifica di lavoro, mentre i lavori sono in corso, costituisce in questo momento un blocco burocratico che non è stato risolto da questa norma e che non è risolto a monte dalle fonti primarie.

Sappiamo perfettamente che, nel momento in cui viene depositata la CILA, mettiamo il professionista incaricato nelle condizioni di non poter proseguire, perché di fatto si ritrova nell'impossibilità di dichiarare l'effettiva conformità dello stato dei luoghi perché dovrebbe teoricamente ripresentare un nuovo progetto. Allora, capisco che non si è voluto toccare il tema del superbonus, non si è voluto affrontare il tema delle proroghe, il tema della riorganizzazione di tutto ciò che ha a che fare con il riconoscimento del superbonus, perché apriva un dibattito troppo acceso che avrebbe sicuramente potuto avere effetti nefasti all'interno della maggioranza, tant'è che uno dei motivi per i quali oggi siamo arrivati a discutere di ordini del giorno, e non del testo base sul quale è stata posta la fiducia, è proprio questo: l'impossibilità per la maggioranza di dialogare su fatti così importanti.

Vero è anche, però, che questo ordine del giorno cerca di semplificare. “Semplice” vuol dire “piegato una volta”, è questa l'etimologia del termine latino, perché, se non si è capaci di piegare una volta, difficilmente si può fare un origami. Questo era il concetto al quale si legavano i latini. Ebbene, il senso è proprio questo: abbiamo la necessità, attraverso questo ordine del giorno, di inserire una piccola semplificazione che però in questo momento può dare tante risposte alle imprese e agli imprenditori che hanno deciso di scegliere il programma del superbonus, che hanno scelto di attivare una programmazione che viene fatta ovviamente sul superbonus.

Come abbiamo già avuto più volte modo di sottolineare, una programmazione di questo tipo non può essere fatta a tempo poiché richiede completezza e uno studio estremamente approfondito: è una programmazione molto complessa. Ed è per questo che chiediamo attraverso questo ordine del giorno - e chiedo al Governo di rivedere il parere contrario - di introdurre una piccolissima e semplice novità, visto che parliamo di semplificazioni, sulla parte burocratica della presentazione della CILA, che aiuterà sicuramente e agevolerà gli imprenditori ad andare avanti su questa strada (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Sottoscrivo ovviamente questo ordine del giorno che condivido non solo in veste di parlamentare, ma anche di amministratore di un comune, osservatorio che mi consente di avere riscontrato un'ampia casistica di situazioni segnalate dai cittadini e dagli operatori, legate al superbonus 110.

Come sappiamo, il disegno di legge in esame, con disposizioni in materia di governance per il PNRR, ha già rimaneggiato e modificato a più riprese la disciplina del superbonus 110, con richiami complessi a diverse normative.

In ultimo, anche citando la Cassazione, si è creata una situazione che, di fatto, nella prassi, come abbiamo riscontrato spesso, porta ad una situazione in cui l'utilizzo del superbonus, con la dicitura “lasciando impregiudicata ogni valutazione circa la legittimità dell'immobile oggetto di intervento”, rende di fatto la CILA una sorta di autodenuncia e, in caso di abusi, il comune può bloccare il cantiere, ordinare di rimuovere le opere non autorizzate, neutralizzare così il superbonus stesso, di cui il proponente cerca di avvalersi, secondo un principio peraltro espresso anche dalle Sezioni unite della Cassazione, in cui, in aggiunta, l'Agenzia delle entrate potrebbe effettuare recuperi fiscali in 8 anni per ciascuno dei 5 anni di utilizzo del superbonus.

Già solo questo fatto, sommato alle altre complicazioni burocratiche riscontrate da tantissimi operatori, diventa un boomerang rispetto alla buona intenzione di promuovere l'utilizzo di questa opportunità. Di fatto, si crea un meccanismo fortemente scoraggiante da parte dei cittadini e degli operatori nell'avvalersi di un superbonus che, diversamente, potrebbe essere uno strumento importantissimo di riqualificazione edilizia, energetica di una gran parte del patrimonio immobiliare italiano privato e, in gran parte, anche pubblico.

Considerando che la CILA, così com'è strutturata, non ammette varianti, che, se in un cantiere si deve modificare qualche elemento sostanziale occorre presentare una nuova CILA e, quindi, questo potrebbe comportare l'interruzione del blocco dei finanziamenti, il blocco della procedura e, quindi, la perdita dei benefici per un prolungamento dei lavori nel tempo; e, ancora, sapendo che è possibile intervenire con più interventi incentivanti, ma la CILA semplificata non è sufficiente per il bonus casa 50 per cento, per il bonus facciate, per l'ecobonus, eccetera, ritengo che sia assolutamente di buonsenso - e concludo, Presidente - accogliere questo ordine del giorno, con l'auspicio che, poi, a questo accoglimento faccia seguito anche una nuova ridefinizione normativa, per rendere effettiva ed efficace la semplificazione burocratica di uno strumento, che è una grande opportunità, ma che, se non è semplificato, considerata la complessità della burocrazia e la difficoltà di lavoro degli uffici nelle amministrazioni comunali sul territorio, rischia di essere una buona intenzione che si blocca nelle sabbie mobili.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. L'ordine del giorno a prima firma Lucaselli va a toccare tutto il mondo dell'urbanistica e quello che si sarebbe potuto fare se si fosse affrontata la questione di uno strumento importante, come abbiamo già detto e ribadito in tante sedi e, soprattutto, con tanti atti parlamentari che il gruppo di Fratelli d'Italia ha voluto mettere a disposizione di questo Governo e del dibattito, anche nelle Commissioni, in tante situazioni, per cercare di migliorare quello strumento che davvero potrebbe essere uno strumento fondamentale per il recupero del patrimonio urbanistico in Italia, che è il più vetusto che abbiamo in Europa, ma, soprattutto, anche il più energivoro. Quindi, se si vuole intervenire anche rispettando i parametri che ci spettano sull'efficientamento energetico, e attraverso il patrimonio urbanistico lo possiamo fare, il superbonus rappresentava questo.

Purtroppo, però, è mancato il coraggio, manca il coraggio e manca anche l'onestà intellettuale nel mettere misure di semplificazione come la super CILA, sulla quale l'onorevole Lucaselli ha presentato questo ordine del giorno, facendo emergere quelle che sono le criticità, perché è come se togliessimo il problema a monte attraverso una semplificazione nella procedura. Ma quella semplificazione della procedura a valle, senza aver sistemato il monte, non produce che altri pasticci, perché, nel momento in cui c'è una super CILA, senza verificare le difformità urbanistiche che stanno a monte, laddove ci fosse un abuso edilizio, si reitera quell'abuso attraverso l'attivazione del superbonus su quell'edificio.

Quindi, dobbiamo metterci davvero coraggio nel capire che, in Italia, c'è un problema urbanistico nazionale. Dobbiamo metterci il cuore in pace e trovare soluzioni che possano essere sanabili di quello che è il contesto oggi, quindi con una restituzione grafica di quello che è il patrimonio immobiliare oggi: laddove è possibile una piccola sanatoria, si sana, laddove non lo è, non si può fare. Ma non possiamo illudere i cittadini e, attraverso una procedura apparentemente semplificata, gli andiamo a rovinare ancora di più la vita nel caso in cui si verificasse o si scoprisse che su quell'immobile c'è una difformità, in più, mettendo tutti gli enti comunali, le amministrazioni e gli uffici tecnici nella condizione di andare a reprimere l'attività in corso, andando a fare la verifica rispetto a una difformità preesistente alla super CILA che viene messa in campo.

Io credo che dovete smetterla di illudere i cittadini attraverso strumenti che, poi, non sono davvero operativi e che non hanno una ricaduta reale, ma vanno a complicare, paradossalmente, la situazione e, soprattutto, li illudono di poter fare qualcosa in modo più semplice, mettendoli, però, in una situazione assolutamente drammatica, perché quando, poi, quell'opera non si può realizzare con quel tipo di contributo che è il superbonus, che succederà? Si richiedono i soldi al cittadino? Io credo che questo non dobbiamo permetterlo. Siamo di fronte a un Governo che non vuole accogliere un ordine del giorno che dice semplicemente e banalmente questo, con correttezza, coraggio, lealtà e trasparenza, un Governo sordo che non si mette nei panni dei cittadini e non valuta gli strumenti che mette in campo affinché questi cittadini abbiano le loro esigenze accolte, semplificate e reali, ma che li sta di nuovo illudendo. Non accogliere questo ordine del giorno significa continuare a illuderli e metterli in una situazione ancora più complessa di una difformità urbanistica preesistente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/34 Lucaselli.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Colleghi, invito chi non ce l'ha a rimettere la mascherina. Non vorrei dover fare l'appello.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Ordine del giorno n. 9/3146-AR/35 Prisco, favorevole con riformulazione: la riformulazione viene accolta? Direi di sì. Ordine del giorno n. 9/3146-AR/36 Rampelli, favorevole con riformulazione: viene accolta? Sì. Ordine del giorno n. 9/3146-AR/37 Varchi, favorevole con riformulazione: viene accolta? Sì. Ordine del giorno n. 9/3146-AR/38 Del Barba, favorevole con riformulazione: viene accolta? Sì. Ordini del giorno n. 9/3146-AR/39 Gavino Manca, n. 9/3146-AR/40 Bond e n. 9/3146-AR/41 Gribaudo, pareri favorevoli. Ordine del giorno n. 9/3146-AR/42 Rachele Silvestri, parere favorevole con riformulazione: viene accolta? Ha chiesto di parlare l'onorevole Rachele Silvestri. Ne ha facoltà.

RACHELE SILVESTRI (FDI). Grazie, Presidente. No, non accolgo la riformulazione perché, dopo quello che abbiamo visto, abbiamo discusso in Commissione bilancio, nella giornata di mercoledì, mi pareva di aver intuito, dal Vice Ministro Castelli, che, comunque, su questo emendamento, l'emendamento che era stato presentato e, poi, riformulato e che, attualmente, è l'ordine del giorno che ho presentato, era intenzione del Governo portarlo alla prossima legge di bilancio. Quindi, io non accetto una riformulazione con “a valutare l'opportunità di”, perché, io ho già ribadito, prima, durante la discussione e l'illustrazione dell'ordine del giorno, quello che è accaduto per questo ordine del giorno. Essendo stato, l'emendamento, l'unico stralciato dalla Ragioneria dello Stato, noi, come gruppo di Fratelli d'Italia, abbiamo dovuto capirne il motivo e c'era stato detto che, comunque, nella legge di bilancio si sarebbe andato a rimediare; e, invece, così non è stato.

Quindi, siccome questo argomento - voglio ribadirlo - andava solamente a generare una norma che aveva il merito di chiarire uno dei principi fondamentali per cui la definizione di rifiuti urbani ha finalità statistiche per il calcolo degli obiettivi di riciclo, siccome abbiamo capito che il Ministro della Transizione ecologica è favorevole a questo argomento, visto che parliamo di economia circolare e ci riempiamo sempre la bocca di ambiente, economia circolare, ma, soprattutto, parliamo di imprese, quindi, due cardini del nostro Paese, ambiente e impresa, non riesco a capire il motivo per cui il Governo, su questo ordine del giorno, ha fatto questa riformulazione “a valutare l'opportunità di”.

Probabilmente, non c'è la volontà di andare in questa direzione e, quindi, non c'è una volontà di andare a recepire una direttiva europea, laddove comunque anche l'Europa ci ha chiesto di andare in questa direzione e, soprattutto, scusate se mi permetto: avvisate il Ministro della Transizione ecologica che il Governo non è d'accordo. Abbiamo visto che anche una parte della maggioranza era d'accordo su questo argomento, visto che la riformulazione comprendeva quattro emendamenti: uno presentato dal gruppo di Fratelli d'Italia, uno dal gruppo di Italia Viva, uno del gruppo del MoVimento 5 Stelle e uno del gruppo della Lega. Quindi, visto che è un argomento che la gran parte dei gruppi che sono all'interno di quest'Aula ha a cuore, visto che il PNRR al suo interno ha stanziato dei fondi per l'economia circolare, abbiamo bisogno di portare avanti questa battaglia. Parliamo sempre di cercare di salvare l'ambiente e di tutto quello che comunque ne deriva; per questo, questa riformulazione mi lascia basita. Lo ripeto: non è possibile andare a bloccare le imprese. Attualmente, se andate a vedere i dati, le imprese italiane sono un'eccellenza in questo settore. Siamo i primi in Europa sul discorso del riciclo, quindi, è fondamentale aiutarle ad investire, soprattutto in questo momento perché dobbiamo aiutare le aziende a migliorare anche i loro impianti per cercare di aumentare i valori e raggiungere gli obiettivi che, comunque, ci siamo prefissati.

Come Paese nella carta siamo vicini fortunatamente al raggiungimento dell'obiettivo all'88 per cento del 2030-2050; attualmente siamo all'81 per cento di riciclo della carta, quindi un ottimo obiettivo, però dobbiamo raggiungerlo anche con gli altri tipi di riciclo. Quindi, io non accetto la riformulazione e chiedo di metterlo in votazione, affinché rimanga agli atti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/42.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Ordini del giorno n. 9/3146-AR/43 Molinari, n. 9/3146-AR/44 Capitanio, n. 9/3146-AR/45 Cavandoli, n. 9/3146-AR/46 Fiorini, n. 9/3146-AR/47 Tarantino, n. 9/3146-AR/48 Bubisutti, n. 9/3146-AR/49 Colmellere, n. 9/3146-AR/50 Belotti, n. 9/3146-AR/51 Donina, n. 9/3146-AR/52 Bordonali, n. 9/3146-AR/53 Panizzut, n. 9/3146-AR/54 Gastaldi, n. 9/3146-AR/55 Covolo, n. 9/3146-AR/56 Saltamartini, n. 9/3146-AR/57 Potenti, n. 9/3146-AR/58 Lattanzio: il parere è favorevole.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3146-AR/59 Cabras, su cui c'è un parere favorevole. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cabras. Ne ha facoltà, per dichiarazione di voto, quindi dopo lo votiamo.

PINO CABRAS (MISTO-L'A.C'È). Intervengo per chiedere che venga votato, perché è importante dare un segnale di solennità rispetto a questa proposta.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/59 Cabras, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 13).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3146-AR/60 Termini, c'è un invito al ritiro. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sarli. Ne ha facoltà.

DORIANA SARLI (MISTO). Grazie, Presidente. Con questo ordine del giorno chiediamo che non si deroghi alla valutazione di impatto ambientale nella fase autorizzativa dell'aumento dell'altezza delle torri eoliche. È innegabile che alzare una torre eolica da 100 a 200 metri, o da 150 a 250 metri abbia un impatto ambientale, perché si modifica il paesaggio e si può impattare sulle rotte migratorie dell'avifauna. Ci sono, comunque, delle valutazioni di impatto ambientale da fare e noi siamo assolutamente contrari. Mi dissocio da tutte le deroghe alle valutazioni di impatto ambientale o alla riduzione dei tempi di espressione di una valutazione di impatto ambientale, perché credo che questo non vada assolutamente nella direzione di una tutela dell'ambiente, ma tutt'altro. Noi chiediamo, con questo ordine del giorno, che il Governo si impegni a che la valutazione di impatto ambientale non venga derogata nell'innalzamento delle torri eoliche (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà. Poi il collega Sodano.

ANDREA COLLETTI (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. In realtà, con questo mio intervento vorrei sostenere la collega Sarli ma, soprattutto, l'ordine del giorno della collega Termini. Il vero problema di questo decreto, in cui si innesta questo ordine del giorno, è che voi - dobbiamo ben dividere le evidenti responsabilità - in realtà con questo decreto addivenite a un sistema totalmente derogatorio che impone, purtroppo, la devastazione del nostro ambiente e del nostro paesaggio. In questo caso specifico si parla di torri eoliche. Sia chiaro: come componente siamo ovviamente favorevoli all'eolico ma, soprattutto, alla considerazione del mini eolico e a tutta quella pletora di possibilità che abbiamo per incidere contro il cambiamento climatico e, soprattutto, contro l'utilizzo delle fonti fossili; però c'è da dire anche che in questi anni, tra parchi di fotovoltaico che hanno sottratto territorio agricolo e, oltretutto, su investimenti anche di organizzazioni criminali su tali attività, che venivano soprattutto in passato lautamente finanziate dallo Stato, non possiamo non dire quanto sia e possa essere pericoloso.

Presidente, noi viviamo in un ecosistema e facciamo parte di questo ecosistema. Con la nostra azione antropica il rischio vero è che, andando a modificare parte di questo ecosistema, noi andiamo a modificare anche gli equilibri naturali che lo vivono. Possiamo dire che siamo arrivati a questo punto discutendo di dissesto idrogeologico, discutendo di quello che sta ed è avvenuto in Canada, in Germania, in Belgio; di quello che sta avvenendo, ad esempio, in Antartide, delle temperature che si stanno innalzando. Tutto questo, Presidente, in realtà è collegato ed è talmente collegato che neanche vi rendete conto quanto, in realtà, anche una piccola modifica - che per voi può sembrare piccola - può incidere sulla vita di tutti giorni. È per questo che è fondamentale differenziarsi e votare a favore di questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Onorevole Sodano, lei ha già esaurito le sue possibilità di intervenire. Ha chiesto di parlare l'onorevole Corda. Ne ha facoltà.

EMANUELA CORDA (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Anch'io ci tengo particolarmente ad intervenire su questo ordine del giorno, perché credo che questo dimostri incontrovertibilmente quanto sia grave il fatto di aver fatto decadere tantissimi emendamenti. Questa è una materia delicatissima, qui parliamo del nostro territorio, delle nostre bellezze paesaggistiche, ambientali, di tutto un patrimonio che ci caratterizza e che dobbiamo tutelare. Lo dico anche da sarda, perché io vivo in un'isola meravigliosa e, purtroppo, queste norme riguardano anche la mia terra. Io temo che queste norme potrebbero creare un attacco dissennato ai nostri territori e far perdere il controllo ai territori stessi su tutte queste azioni, ad appannaggio di grosse multinazionali o società che certamente non hanno come faro l'interesse collettivo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

Quindi, mi farebbe piacere che questo ordine del giorno fosse magari sottoscritto e anche votato da altri colleghi, in particolar modo quelli del MoVimento 5 Stelle. Noi abbiamo fatto delle battaglie incredibili su questo tema e anche innalzare una pala eolica in un luogo magari sottoposto a tutela, senza passare dal “VIA” - lo dico tra virgolette - è molto pericoloso, molto rischioso; e non credo che l'intento dei miei colleghi, i miei ex colleghi che adesso sono in maggioranza, sia quello di devastare il patrimonio paesaggistico ambientale. Credo che a loro stia particolarmente a cuore, tant'è vero che oggi abbiamo assistito anche al voto contrario sulla fiducia di un collega bravissimo di Commissione ambiente, il collega Vianello (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è), e questo lo denuncio con forza in quest'Aula perché il collega ha dovuto fare questa scelta proprio a causa di questo tipo di norme che sono state inserite in questo decreto mostruoso.

Credo che occorra fare una riflessione tutti insieme, anche se sorridono; vedo che i miei colleghi sorridono. A loro fa sorridere il tutto, a me non fa ridere perché, dopo aver fatto cinque anni di battaglie all'opposizione con loro, non li riconosco più. Ragazzi, mi spiace per voi (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Prendiamo nota della richiesta di sottoscrizione del collega Sodano.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/60 Termini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Sugli ordini del giorno n. 9/3146-AR/61 Squeri e n. 9/3146-AR/62 Prestigiacomo si accettano le riformulazioni.

Sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/63 Giuliodori c'è un invito al ritiro.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Giuliodori. Ne ha facoltà.

PAOLO GIULIODORI (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Non accetto la richiesta di ritiro, anzi, vorrei chiedere al Governo di rivedere il proprio parere perché sostanzialmente qua stiamo parlando di aumentare da 90 a 180 giorni il termine che le amministrazioni preposte al controllo delle emissioni elettromagnetiche hanno per l'autorizzazione di nuovi impianti. Il tema è assolutamente molto delicato e andrebbe discusso in modo molto più approfondito. Stiamo parlando di campi elettromagnetici e di radiazioni che, grazie alle varie evidenze scientifiche, possiamo definire per lo meno pericolosi per la salute dell'uomo.

In un contesto in cui le nuove tecnologie stanno andando molto velocemente, noi in qualche modo dobbiamo rimanere al passo con i tempi, però questo progresso non può arrivare a discapito della salute dei cittadini italiani. Quindi, questa proroga, questo aumento dei tempi che viene dato praticamente alle ARPA, che sono le agenzie preposte per la tutela ambientale a livello regionale, permette loro di avere tutti gli strumenti per valutare in modo sicuro e ben definito se un'antenna può stare in quella posizione o meno.

Questo deriva dal fatto che concettualmente possiamo anche avere più antenne, ma queste antenne devono essere disposte in modo strategico, devono essere disposte in certi punti in modo tale da irradiare la zona e non esporre la popolazione a radiazioni eccessive. Dovremmo in qualche modo mitigare il rischio, e per mitigarlo possiamo anche installare più antenne; l'importante è che questi campi elettromagnetici non vadano a colpire solo una parte della popolazione, ma siano in qualche modo diffusi e mitigati.

Quindi, invito il Governo a rivedere la sua posizione su questa proroga perché ritengo che sia molto importante la tutela della salute dei cittadini e non solo il progresso a occhi chiusi (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/63 Giuliodori, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3146-AR/64 Vallascas.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Vallascas. Ne ha facoltà.

ANDREA VALLASCAS (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Non accetto la riformulazione, e quindi chiedo che l'ordine del giorno venga posto in votazione e faccio la mia dichiarazione di voto. Semplicemente sollecito il Governo ad assumere, e non semplicemente a valutare, impegni volti a sostenere la promozione e la diffusione delle tecnologie legate all'idrogeno verde.

In particolare, vorrei che venissero colmate le lacune esistenti nel settore in merito all'assenza di un quadro normativo chiaro e di semplice interpretazione, soprattutto per quanto riguarda i rapporti tra le aziende e le pubbliche amministrazioni che hanno la responsabilità dei procedimenti autorizzativi. Stiamo parlando di quelle misure che ci saremmo aspettati da un provvedimento come questo, nel quale, però, si confondono troppo spesso le semplificazioni con le deroghe o con le sospensioni delle deroghe. Il settore dell'idrogeno verde ha bisogno, invece, di un insieme di riferimenti normativi per potersi muovere in un contesto nel quale occorrono ingenti investimenti e dal quale ci si attende molto, soprattutto per il ruolo determinante che questa fonte energetica può avere nel processo di decarbonizzazione al 2050 e nel contrasto ai cambiamenti climatici.

Sono convinto, inoltre, dell'importanza di prevedere agevolazioni fiscali per gli operatori della filiera che intendono investire nelle ZES, nell'ambito degli interventi per la crescita economica del Mezzogiorno. Abbiamo davanti a noi una serie di sfide particolarmente impegnative sul fronte della transizione energetica, della decarbonizzazione, del contrasto ai cambiamenti climatici; si tratta di sfide che cambieranno profondamente il nostro modo di intendere diversi ambiti della vita sociale ed economica.

Ricordo che il Consiglio europeo ha fissato al 55 per cento l'obiettivo della riduzione delle emissioni comunitarie entro il 2030 e del totale abbattimento nel 2050. Gli stessi strumenti di pianificazione adottati dal nostro Paese, sia il PNIEC che il PNRR, contengono obiettivi che impongono un'inversione di passo sulla strada della transizione. In questo contesto, come ho detto, l'idrogeno verde può sostenere questo processo, contribuendo in maniera significativa nella realizzazione di un sistema energetico sempre più sicuro, sostenibile e competitivo. Si tratta, infatti, di una fonte che garantisce zero emissioni di CO2 e può essere impiegata in diverse configurazioni come materia prima, combustibile, vettore, accumulatore di energia.

In questo senso, può rilevarsi determinante sia nel raggiungimento della neutralità climatica sia nel rispetto degli impegni dell'Accordo di Parigi del 2015.

La stessa Commissione europea ha riconosciuto questi punti di forza nella Strategia per l'idrogeno per un'Europa climaticamente neutra.

L'Europa ha inoltre fissato gli obiettivi per la produzione di idrogeno pulito in 6 gigawatt di elettrolizzatori installati con una produzione di un milione di tonnellate entro il 2024 e in 40 gigawatt e 10 milioni di tonnellate entro il 2030; mentre, per quanto riguarda l'Italia, la Strategia nazionale sull'idrogeno prevede un processo graduale, che vede fino al 2030 l'impiego nella chimica, nella mobilità, nella raffinazione; sul lungo termine nei settori hard to abate per favorire la decarbonizzazione. È necessario creare condizioni favorevoli in grado sia di sostenere progetti ed iniziative volte a produrre idrogeno rinnovabile su scala di gigawatt sia di integrare il sistema energetico, garantire il bilanciamento della rete e accelerare la transizione energetica.

Senza un adeguato quadro normativo di riferimento non è possibile dare slancio alle potenzialità del settore, che rischia di affrontare la sfida della transizione con il freno a mano tirato. Oggi le aziende si devono muovere tra una molteplicità di norme in molti casi poco chiare, soprattutto per quanto riguarda la suddivisione delle competenze tra Stato e regioni; una confusione normativa che causa ritardi negli iter autorizzativi e crea incertezze sugli esiti dei procedimenti. Tutte condizioni che rischiano di compromettere la pianificazione degli investimenti. Il nostro Paese può avere una grande opportunità dall'idrogeno verde, a patto che le aziende non siano lasciate da sole a operare in un contesto internazionale altamente competitivo.

C'è bisogno di regole chiare, c'è bisogno di incentivi fiscali, affinché programmi e dichiarazioni si traducano in fatti concreti. Per questo, sollecito il Governo a sostenere le imprese della filiera dell'idrogeno verde (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'alternativa c'è).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/64 Vallascas, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3146-AR/65 Forciniti. Ha chiesto di parlare il collega Forciniti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Questo ordine del giorno voleva essere una mano tesa rispetto a un Governo che, fin qui, ha usato, nei confronti del Parlamento, solo protervia, arroganza e, a tratti, oserei dire, anche disprezzo. Si tratta, semplicemente, di provare a limitare i danni rispetto agli effetti, per quanto mi riguarda, devastanti che avrà l'articolo 33 di questo decreto sulla disciplina del superbonus, una misura anche bandiera per i colleghi del MoVimento 5 Stelle, che io sento anche mia, perché all'epoca la votai, facendo parte dell'allora maggioranza e del MoVimento 5 Stelle. L'articolo 33 snatura la mission originaria del superbonus, perché amplia il ventaglio di quegli enti, di quelle situazioni che possono aderirvi; addirittura, potrà essere utilizzato anche dalle cliniche private. Gli ospedali pubblici cadono a pezzi (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è) e utilizziamo le risorse del superbonus per rifare, magari, le cliniche private a qualche amico del politico di turno. Ma al di là di questo, non era tanto questo l'obiettivo di questo ordine del giorno. Io ho sperato che si fosse trattato di una svista da parte del Governo, ma invece, oggi, mi rendo conto, rispetto al parere contrario a questo ordine del giorno, che il Governo, deliberatamente, ha voluto aiutare gli abusivi a sanare anche immobili ex post, utilizzando le misure del superbonus. Infatti, un comma di questo articolo 33 prevede espressamente che si possa accedere a questa misura semplicemente con una CILA, una comunicazione di inizio lavori asseverata, nella quale il tecnico che assevera è tenuto a verificare soltanto che ci sia un titolo originario che permetta di costruire, senza dover verificare se, nel frattempo, quell'immobile sia stato alzato di altri due-tre piani abusivi o se sia sorta una mansarda, una finestra o qualche altro manufatto, rendendo l'immobile stesso parzialmente abusivo. Noi stiamo dicendo che, grazie a questa semplificazione, basterà una CILA e il tecnico dovrà semplicemente verificare che c'era un titolo in origine o, addirittura, potrebbe autocertificare che quell'immobile risale a prima del 1967, anche senza averne prove. Il paradosso sarà che lo Stato permetterà a un possessore, proprietario di un immobile abusivo di sanarlo, quindi di accatastarlo e anche di ristrutturarlo, grazie alle risorse del superbonus, avendo anche il 110 per cento del credito di imposta! Non penso che questa fosse l'idea originaria di chi ha pensato questo strumento. Allora, chi voterà “rosso”, contro questo ordine del giorno, dirà di essere favorevole al fatto che le risorse del superbonus, che sono, tra l'altro, anche limitate, perché c'è un capitolo di bilancio e si sta anche lottando per avere un rimpinguamento, una proroga, le possiamo regalare ai proprietari di immobili abusivi, che addirittura potranno ristrutturare e riqualificare energeticamente il loro immobile abusivo, avere anche l'accatastamento e, in più, anche il credito d'imposta, magari rubando, togliendo quelle risorse a un onesto cittadino che ha un immobile in un condominio e non potrà ristrutturarlo perché non troverà più risorse.

Con questo ordine del giorno, chiedevamo al Governo non di fare la rivoluzione civile, ma almeno di valutare gli effetti applicativi delle disposizioni richiamate, per porvi un freno e un rimedio e magari prevedere di escludere dall'ambito applicativo di questa misura i proprietari di immobili abusivi o, almeno di non riconoscergli l'accatastamento; nemmeno questo ci avete riconosciuto! Allora, io lo dico ai colleghi dell'Aula, chi schiaccerà il bottone rosso, dirà che lo Stato autorizza una mega sanatoria con i soldi del superbonus, che non era certamente l'obiettivo originario di chi ha pensato questa misura, in particolare dei colleghi del MoVimento 5 Stelle.

Allora, io chiedo a quest'Aula anche un'obiezione di coscienza, perché altrimenti stiamo autorizzando una sanatoria mascherata indiscriminata in questo Paese, con i soldi del superbonus (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/65 Forciniti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Ordine del giorno n. 9/3146-AR/66 Mura, ok; ordine del giorno n. 9/3146-AR/67 Calabria, ok. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3146-AR/68 Spessotto, su cui c'è un invito al ritiro.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/68 Spessotto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3146-AR/69 Volpi. Nessuno chiedendo di parlare, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/69 Volpi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3146-AR/70 Maniero. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sarli. Ne ha facoltà.

DORIANA SARLI (MISTO). Non accettiamo la riformulazione, perché quello che chiediamo in questo ordine del giorno è un principio abbastanza semplice; che, nella realizzazione degli interventi inclusi nel PNRR e nel PNIEC, si debba tener conto della biodiversità e del principio di non arrecare danno significativo all'ambiente, non come la pensiamo noi, ma come previsto dal Regolamento dell'Unione Europea 241 del 2021. Tengo a ricordare a quest'Aula che la necessità che sia rispettata la disciplina europea in tema di biodiversità è legata al fatto che le risorse del Recovery erano state direttamente destinate a rimuovere le cause che hanno generato la pandemia in atto, quindi contro il degrado degli ecosistemi naturali. Quindi, rispettare un principio che ci è chiesto anche dall'Unione Europea, sembra proprio il minimo, di base, ed è quello che noi abbiamo chiesto con emendamenti che sono stati puntualmente bocciati e che adesso chiediamo con un banale ordine del giorno (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Non essendovi altre richieste di intervento e non essendo accettata la riformulazione, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/70 Maniero, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3146-AR/71 Sapia. Ha chiesto di parlare l'onorevole Raduzzi. Ne ha facoltà.

RAPHAEL RADUZZI (MISTO). Sì, grazie, Presidente, intervengo molto brevemente per illustrare questo ordine del giorno, che tratta il tema, molto importante, del subappalto. Non solo io, ma tutti i cittadini fuori da queste istituzioni ricordiamo bene che, durante la fase di stesura di questo orribile decreto, con post su Facebook e dichiarazioni roboanti, c'era chi prometteva e ovunque diceva “no al subappalto libero”. Ebbene, questo decreto fa l'esatto opposto. Cosa fa? Da subito, si innalza la soglia del subappalto al 50 per cento e, da novembre, la soglia del subappalto scompare, cioè non ci sarà più alcuna soglia del subappalto; questo è proprio il subappalto libero a cui qualcuno si opponeva.

Questo andrà a uso e vantaggio esclusivo di tutte quelle aziende che fanno competizione al ribasso (Applausi di deputati del gruppo Misto), ribasso sui costi e quindi sui salari e sulla sicurezza dei nostri lavoratori. Chiediamo, con un impegno, alla maggioranza e al Governo di rivedere questa norma e di reintrodurre una qualche forma di limitazione del subappalto (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Costanzo. Ne ha facoltà.

JESSICA COSTANZO (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Chiedo di sottoscrivere questo ordine del giorno già illustrato molto bene dal mio collega Raphael Raduzzi. Devo dire che non solo da parte nostra di Alternativa c'è ma anche all'esterno c'è molta delusione e molta amarezza, non solo per il fatto che non sia stato accolto ma perché addirittura è stato dato parere contrario con invito al ritiro, senza margine di discussione. Non c'è stata neanche una riformulazione, una richiesta di rivedere il testo e le premesse su un tema che era identitario, soprattutto per una forza politica - che era anche la mia forza politica e che sentivo ancora tale - quella appunto dei miei colleghi del MoVimento 5 Stelle.

Ricordiamoci che dentro questo decreto scompare il limite massimo di subappalto del 40 per cento. Le mafie fanno festa. Ripuliranno gran parte del loro denaro sporco proprio con il ricorso ai subappalti. Gli enti locali in questo caso possono affidare gli appalti senza motivare la scelta e senza gare tra imprese. Mi chiedo come si possa difendere la trasparenza, la legalità, il rispetto della legalità e anche lottare contro le mazzette - una delle battaglie più grandi anche del MoVimento 5 Stelle - asseverando una questione del genere. È proprio nei subappalti, infatti, che non si rispettano le regole sulla sicurezza sul luogo del lavoro, sulle condizioni di lavoro e sul lavoro nero. Sono anche pochissime le ispezioni, lo sappiamo che non c'è margine di controllo. Chiedo di rivedere il parere su questo ordine del giorno anche perché so - la vedo tra i banchi del Governo - che la sottosegretaria Ilaria Fontana concorda e conviene con questa linea politica. Non posso veramente accettare, a livello di coscienza, che ci sia un parere contrario. Rinnegate il vostro credo, la vostra identità e il vostro pensiero (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/71 Sapia, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/72 Ehm, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/73 Raduzzi, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3146-AR/74 Donzelli.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Galantino. Ne ha facoltà.

DAVIDE GALANTINO (FDI). Grazie, Presidente. Nel sottoscrivere questo ordine del giorno, ribadisco che il provvedimento in esame disciplina la governance del Piano nazionale di ripresa e residenza e contiene le prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di accelerazione e snellimento delle procedure. In particolare, all'articolo 33, il testo del decreto-legge reca, tra l'altro, la semplificazione della disciplina per fruire del superbonus, stabilendo che, attraverso una comunicazione di inizio lavori asseverata, comunemente detta CILA, è possibile attestare gli estremi o del titolo abilitativo che ha previsto la costruzione dell'immobile o del provvedimento che ne ha consentito la legittimazione, rendendo non più necessaria l'attestazione dello stato legittimo.

Ai fini dell'applicazione di tale regime semplificato, il provvedimento qualifica indistintamente tutti gli interventi come di manutenzione straordinaria, rientranti nel campo di applicabilità del beneficio fiscale di cui all'articolo 119 del decreto-legge n. 34 del 2020. Tali interventi, tuttavia, costituiscono una categoria particolarmente ampia e non omogenea dal punto di vista edilizio e del relativo regime autorizzativo applicabile e la disposizione di un regime edilizio, così come previsto, indifferente rispetto alla natura degli interventi ha l'effetto negativo di aggravare il regime edilizio stesso di interventi di attività libera, per i quali la disciplina vigente non richiede, già allo stato, l'acquisizione di titoli abilitativi. Ciononostante, il testo del provvedimento non prevede alcuna clausola di salvaguardia in relazione agli interventi rientranti nel regime edilizio dell'attività libera. Di conseguenza, al fine di evitare effetti distorsivi appare quindi necessario escludere espressamente dall'applicabilità del nuovo regime della CILA semplificata gli interventi allo stato già realizzabili in regime di edilizia libera, sulla base delle disposizioni vigenti al momento dell'entrata in vigore del decreto-legge. L'inserimento espresso di una clausola di salvaguardia per gli interventi di edilizia libera avrebbe, inoltre, l'effetto positivo di evitare possibili vizi interpretativi relativi agli interventi in fase di avvio o in corso di realizzazione al momento dell'entrata in vigore del presente decreto-legge.

Per tali ragioni, chiedo un impegno del Governo a chiarire, con successivi provvedimenti, l'esclusione dell'applicabilità del nuovo regime della cosiddetta CILA semplificata agli interventi già realizzabili in regime di edilizia libera prima dell'approvazione del decreto-legge, anche al fine di evitare possibili vizi interpretativi relativi agli interventi in fase di avvio o in corso di realizzazione al momento dell'entrata in vigore del provvedimento in esame. Per questo, mi auguro che questa Assemblea accolga favorevolmente la proposta in discussione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/74. Donzelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3146-AR/75 Albano.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Albano. Ne ha facoltà.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente e rappresentanti del Governo. Mi corre l'obbligo sottolineare che uno strumento così dignitoso, per quanto poco efficace ed incisivo, come l'ordine del giorno si vede ulteriormente svilito nel momento della sua mancata accettazione perché, come sappiamo tutti, stiamo parlando di atti che prevedono questa edulcorata formula di “impegno a valutare l'opportunità di” che, nel suo significato, poco valore imprime all'atto stesso. Sappiamo che la vita parlamentare ha dei contorni grotteschi, sappiamo tutti che gli ordini del giorno, anche se accolti, non saranno mai realizzati. Eppure, nonostante questo valore vincolante e prescrittivo molto limitato dell'atto mi sono trovata ad ascoltarla, sottosegretario Bergamini, quando annunciava i pareri sugli ordini del giorno ed ho ascoltato, non un invito al ritiro, ma un parere contrario sul mio ordine del giorno non senza una certa amarezza, anche se non con sorpresa. Ciò evidentemente perché la tesi sottesa alla mia istanza, alla mia richiesta al Governo era corretta. Evidentemente, come ho illustrato precedentemente questo pomeriggio, la richiesta di voler in qualche modo considerare l'importanza del territorio, dello sviluppo delle attività di restauro conservativo e ricostruttivo dei beni del territorio che sono stati oggetto del sisma del 2016 e delle comunità così fiaccate e così indebolite dal trauma subito non incontra assolutamente la volontà del Governo e segnatamente anche del Ministro della Cultura.

A volte crollano le certezze, a volte crollano le evidenze e a volte crollano i muri. Così è accaduto nel terremoto del 2016, in territorio ricco di opere d'arte e di beni di grande valore artistico. Ci sono, per esempio, nelle Marche 8.726 beni di valore artistico che sono depositati, così come beni archivistici per 2.073 metri lineari e 4.072 volumi che sono depositati nei depositi di Ancona, Ascoli Piceno, Fermo e Camerino.

Sono opere che devono essere restaurate e ricollocate. La legge n. 123 del 2019 voleva far ripartire il sistema economico e produttivo per incentivare quindi la ripresa del territorio. Lo ripeto: non mi sono stupita nel vedere respinto l'ordine del giorno che ho presentato, perché già anche la legge non era coerente con questo obiettivo. Infatti, da parte del Ministero della Cultura c'era stato uno stanziamento di 3 milioni di euro, destinati ad un non meglio identificato programma; 3 milioni di euro in due anni, affidati a degli istituti certamente prestigiosi, come l'Opificio delle pietre dure e l'Istituto centrale per il restauro, ma sicuramente non del territorio.

Insomma, già questo era evidente.

Per entrare nel merito del “decreto Semplificazioni”, questo provvedimento istituisce la soprintendenza speciale del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che deve attivare efficacemente le azioni di questo tipo definite all'interno del Piano stesso. È un ufficio importante, che deve definire anche la valutazione di impatto ambientale, ma, tra i poteri che sono dati alla soprintendenza, c'è anche quello di avocazione e sostituzione nei confronti delle soprintendenze territoriali, tra cui ovviamente anche la soprintendenza speciale straordinaria al terremoto.

Ebbene, anche questa disposizione normativa non appare nella volontà e nella direzione di voler valorizzare il territorio. Noi siamo molto delusi e chiedo anche agli onorevoli colleghi del territorio di mettersi una mano sulla coscienza e valutare di poter diversamente appoggiare questo ordine del giorno con il quale chiedevo di voler preventivamente assegnare le attività di ricostruzione e restauro ad enti che avessero la sede nel territorio del sisma prima del 2016, in modo da potere aiutare lo sviluppo del territorio stesso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo solo per sottoscrivere questo ordine del giorno, che mi ha molto colpito, perché parla delle zone terremotate e della possibilità di poter far lavorare le imprese del territorio e i restauratori, che si sono anche rivolti a noi della Commissione cultura, per chiedere una mano a risolvere questa situazione surreale e grottesca, per la quale loro non possono neanche intervenire nei territori colpiti dal terremoto. Quindi, con convinzione, sottoscrivo questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giovanni Russo. Ne ha facoltà.

GIOVANNI RUSSO (FDI). Grazie, signor Presidente. L'articolo 29 del decreto-legge n. 77 del 2021 in esame istituisce la soprintendenza speciale per il PNRR con l'obiettivo di assicurare la più efficace e tempestiva attuazione degli interventi recati nel medesimo Piano; ne definisce i compiti e i poteri; pone a capo della medesima struttura il direttore della Direzione generale archeologia, belle arti e paesaggio del Ministero; detta norme sulle risorse umane e finanziarie di cui ci si può avvalere.

Viene altresì specificato che la soprintendenza speciale è un ufficio di livello dirigenziale generale, incardinato presso il Ministero della Cultura, di carattere straordinario, la cui operatività, strettamente legata alla durata del PNRR, cesserà quindi il 31 dicembre 2026.

Inoltre, alla richiamata soprintendenza spettano le funzioni di tutela dei beni culturali e paesaggistici, nei casi in cui questi ultimi siano interessati dagli interventi del PNRR sottoposti alla valutazione di impatto ambientale (VIA) in sede statale oppure rientrino nella competenza territoriale di almeno due uffici periferici del Ministero.

In conclusione, intendo sottoscrivere questo ordine del giorno, perché ritengo sia importante che si impegni il Governo a valutare l'opportunità di prevedere per la soprintendenza speciale per le aree colpite dal sisma del 2016 autonomia rispetto all'istituenda soprintendenza speciale per il PNRR e, inoltre, a prevedere che, ai sensi del decreto-legge n. 123 del 2019, articolo 9-tricies, il programma degli interventi venga curato prioritariamente dalle imprese di restauratori abilitati all'esercizio della professione, ai sensi del codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, che hanno istituito la sede operativa della propria ditta nelle regioni terremotate prima degli eventi sismici del 2016, oltre che da altri enti che rispondano ai medesimi requisiti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/75 Albano.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3146-AR/76 Zucconi: favorevole con riformulazione, che viene accolta. Ordine del giorno n. 9/3146-AR/77 Paolo Nicolò Romano. Lo mettiamo in votazione? Onorevole Giuliodori, lei ha già fatto due interventi, purtroppo, non può intervenire. Se non ci sono altri colleghi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/77 Paolo Nicolò Romano.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/78 Massimo Enrico Baroni.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/79 Colletti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/80 Corda, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Ordine del giorno n. 9/3146-AR/81 Silvestroni.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Silvestroni. Ne ha facoltà.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Grazie, Presidente. Intermodalità e transizione ecologica, è stato detto da un collega - non ricordo il nome - “Governo dei migliori”. Ora, sottosegretari presenti, è stato bocciato un mio emendamento che era sicuramente per il “Governo dei migliori”, un emendamento che chiedeva di prolungare la metropolitana della linea A - che arriva ad Anagnina - da Anagnina al secondo aeroporto di Roma, che è quello di Ciampino, che non ha collegamenti; e, quindi, occorre utilizzare mezzi inquinanti per arrivarci, quei pochi mezzi che sono regionali.

Capisco che chi oggi siede nei banchi del Governo non conosce le difficoltà di chi deve andare al secondo aeroporto di Roma, perché usa le macchine con il lampeggiante, le macchine blu, ma vi posso garantire che il secondo aeroporto di Roma non può essere raggiunto tranne che da mezzi regionali. Ed è stato bocciato, perché vi riempite di parole, di queste grandi parole, che poi non hanno contenuti.

Se, infatti, per quanto riguarda la transizione ecologica e l'intermodalità, si boccia un emendamento che prevede solo tre chilometri di prolungamento di una metropolitana, che può usare, tra l'altro, in superficie, parte di una linea già esistente, vuol dire che non è vero che volete l'intermodalità e la transizione ecologica. Allora, potrei anche chiedere di rivedere il parere, ma credo sia giusto votare, perché dovete dimostrare agli italiani che non siete al loro servizio, che vi riempite solo di grandi parole, come, “intermodalità”, ma poi, in realtà, l'intermodalità non la applicate. Applicate marchette elettorali in alcune zone d'Italia, ma quando c'è veramente bisogno e ci vuole veramente poco, in realtà ve ne fregate dei problemi dei cittadini e, quindi, penalizzate il secondo aeroporto di Roma.

Allora, invece di rivedere il parere, che dovrebbe essere una proposta naturale, chiedo che venga messo al voto, perché voglio che voi bocciate questo ordine del giorno, perché gli italiani, ma soprattutto i romani e chi usa il trasporto dall'estero, devono capire che c'è una volontà di questo Governo di non essere al servizio dell'Italia e degli italiani. Quindi, chiedo che sia posto in votazione il mio ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno 9/3146-AR/81 Silvestroni. Ricordo il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Ordini del giorno n. 9/3146-AR/82 Lupi e n. 9/3146-AR/83 Colucci: i presentatori accolgono la riformulazione.

Ordine del giorno n. 9/3146-AR/84 Costanzo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Costanzo. Ne ha facoltà.

JESSICA COSTANZO (MISTO-L'A.C'È). Grazie. La presente per chiedere di nuovo di rivedere il parere, perché non può esserci una trattativa al ribasso su un ordine del giorno che riguarda l'estensione del ricorso all'istituto dell'affidamento diretto in materia di appalti pubblici. Sappiamo che questo affidamento diretto, così come inserito all'interno del “decreto Semplificazioni”, bypassa ogni logica concorrenziale, non dà adeguate garanzie di trasparenza e di pubblicità e, oltretutto, crea un habitat favorevole per le infiltrazioni mafiose. Le organizzazioni mafiose puntano sulle attività legali - lo sappiamo -, proprio per riciclare i loro capitali, che guadagnano illecitamente.

Allora, la presente, perché questa norma è stata scritta anche in maniera ambigua. Non si sa se, vista la deroga prevista nell'articolo 36, comma 2, del codice, un ente possa decidere di continuare a fare queste gare aperte. Il decreto recita oltretutto: “nel rispetto dei principi di trasparenza, di non discriminazione, di parità di trattamento”. Ma, allora, è un paradosso? È un modo per lavarsi la coscienza, per caso? Perché, se si escludono tutte le offerte competitive, è vero che si risparmia tempo per verificare la congruità, ma si incentiva un aumento dei prezzi in gara. Quindi, siccome le deroghe, in Italia, poi fondamentalmente diventano regole, la richiesta è quella di rivedere il parere su questo ordine del giorno, che contiene un tema essenziale per il nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/84 Costanzo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Ordini del giorno n. 9/3146-AR/85 Conte, n. 9/3146-AR/86 Fassina, n. 9/3146-AR/87 Fornaro e n. 9/3146-AR/88 Timbro, va bene.

Ordini del giorno n. 9/3146-AR/89 Cirielli, n. 9/3146-AR/90 Siragusa, n. 9/3146-AR/91 Tartaglione e n. 9/3146-AR/92 Mazzetti, parere favorevole.

Possiamo procedere andando agli ordini del giorno n. 9/3146-AR/93 Battilocchio, n. 9/3146-AR/94 Siracusano, n. 9/3146-AR/95 Bartolozzi, n. 9/3146-AR/96 Gregorio Fontana, n. 9/3146-AR/97 Spena, n. 9/3146-AR/98 Marrocco, n. 9/3146-AR/99 Cortelazzo, n. 9/3146-AR/100 Benvenuto, n. 9/3146-AR/101 Patassini, n. 9/3146-AR/102 Racchella, n. 9/3146-AR/103 Raffaelli, n. 9/3146-AR/104 Lucchini, n. 9/3146-AR/105 Murelli e n. 9/3146-AR/106 Benigni.

Ordine del giorno n. 9/3146-AR/107 Sorte, c'è un invito al ritiro.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/107 Sorte, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Ordine del giorno n. 9/3146-AR/108 Mollicone, c'è un invito al ritiro.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/108 Mollicone.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Ordine del giorno n. 9/3146-AR/109 Ferro.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente Rosato. Ero già intervenuta precedentemente per illustrare questo ordine del giorno, però mi fa piacere la presenza del Ministro Brunetta e della sottosegretaria Bergamini, soprattutto rispetto a un problema molto attuale che riguarda la Calabria e che riguarda un po' quello che questo ordine del giorno richiede nel merito. È di oggi la sentenza della Consulta che dichiara incostituzionale il commissariamento in sanità, cosa che, devo dire, avevamo detto, da più parti, e lo avevamo fatto nel momento in cui si andava ad approvare, con il precedente Governo, quel nefasto “decreto Sanità Calabria” che al Governo Conte avevamo detto essere la tomba ulteriore di una sanità cristallizzata, con tanti problemi, con un buco economico di grande importanza, che, anche ieri, è stato accertato attraverso una dichiarazione fatta dal commissario Longo; alla fine, rispetto ad un “decreto Semplificazioni”, che dovrebbe rendere agili e snelle tutte le procedure che riguardano le disposizioni per avere misure semplificate in materia di appalti di servizi e di forniture relative all'acquisizione di beni e servizi, ma anche per l'affidamento dei lavori di manutenzione (e tanti sono gli immobili sanitari per i quali la Calabria necessita di questo), e poterli affidare a enti e ad aziende del servizio sanitario della regione Calabria stessa, credo sarebbe un segnale molto importante per un territorio che vede una spesa importantissima soprattutto per le casse della regione Calabria, che già di per sé vede oltre il 70 per cento del proprio bilancio impegnato in spese sanitarie. Dunque, diventerebbe importantissimo per il risparmio di quei 300 milioni annui che vanno ad altri territori, costringendo tanti cittadini calabresi a emigrare, e, nello stesso tempo, forse darebbe un senso a questo “decreto Semplificazioni”, che, in molte parti, poco ha semplificato, soprattutto in giornate in cui credo che il gruppo di Fratelli d'Italia, attraverso il nostro capogruppo Lollobrigida, abbia messo in campo ipotesi, affinché non si potesse esautorare il Parlamento da un dibattito fondamentale attraverso la posizione della fiducia, che noi non avremmo voluto, anche a condizione di contingentare i tempi, anche con quei 14 emendamenti presentati dal nostro gruppo; credo così che stasera si potrebbe vedere riconosciuto quello che dovrebbe rappresentare un piano di rilancio, un piano di semplificazione. In qualche modo, si continua con questa decretazione d'urgenza, ma ancora di più - e non voglio essere disfattista né tanto meno pessimista - io credo che si finisca per complicare, nel momento in cui le regole utilizzate non sono, per tanti settori o per tutti i settori, quelle che sono state utilizzate per il ponte di Genova, quando e come possiamo accettare che ci siano corsie preferenziali o di emergenza - chiamatele come volete - per alcuni comparti o per alcune opere rispetto ad altri.

Ci voleva maggiore coraggio, quello di osare su norme che si dovrebbero applicare non soltanto alle opere che riguardano il piano di resilienza. Ci voleva la volontà di dare una dimostrazione al Sud, attraverso anche quella sanità che rappresenta - mi dispiace dirlo e lo ribadisco - la prima industria per il territorio, in modo che costituisse motivo di rilancio e di sicurezza per i cittadini. Come gruppo di Fratelli d'Italia, credo che abbiamo dimostrato comprensione e di porre questioni fondamentali che riguardavano la semplificazione sugli appalti piuttosto che su altri temi.

Tuttavia, come diceva Dostoevskij, la tolleranza arriva ad un tale livello che alcune volte pensiamo sarà anche vietato poter fare qualsiasi riflessione per non offendere chi si ritiene intelligente (ma che lui definiva degli imbecilli); solo per citare Dostoevskij (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Intervengo su questo ordine del giorno non perché ci siano altre parole per descriverne l'importanza, ma per sottolineare come una regione straordinaria, importante, che andrà al voto da qui a poco, dovrà vedere rinnovarsi un lavoro che la compianta Jole Santelli aveva iniziato e aveva portato avanti. Credo che, con quello spirito, dovrà essere affrontato il rilancio di questa regione, perché per noi il Sud non è un onere della Nazione: è un'occasione di rilancio dell'intera Nazione, se questo potrà essere letto in un contesto nazionale nel quale la realizzazione di opere possa essere facilitata.

È evidente che ciò è interesse di tutti. Immagino che nessuno qui dentro possa difendere il carattere corruttivo che ci può essere in fasi di realizzazione di opere pubbliche: figuriamoci. Devo dire e devo riscontrare, però, che questa Nazione, quando si sono agevolate alcune fattispecie - ne citava una in particolare la collega Wanda Ferro, con il ponte di Genova - in quelle occasioni si è riusciti a coniugare l'efficienza con la trasparenza dei processi, scegliendo le persone giuste al posto giusto e scegliendo forme di attenzione anche mediatica a quelle opere, che potessero porre al centro l'interesse di realizzazione di un'opera che diventa il simbolo della possibilità di operare. Allora, proprio Wanda Ferro, una persona che si è resa protagonista di tante battaglie per la sua regione, per la Calabria (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), da presidente della provincia di Catanzaro, è oggi qui a sottolineare come, attraverso questo ordine del giorno, sia necessario non parlare di quello che si potrà fare in futuro, ma di quello che va fatto adesso, con le risorse messe a disposizione del Piano nazionale di rilancio, certamente, ma è anche l'occasione di guardare a quelle semplificazioni che sono necessarie per far partire quelle opere strategiche, in un settore specifico, per esempio quello della sanità, che sono indispensabili per mettere la Calabria al passo con le altre regioni, perché le grandi risorse di quella regione possano essere messe in condizione di fruttare ai loro cittadini. È una delle regioni che ha più grande esodo di intelligenze, di menti. Non c'è un luogo, non c'è un foro di giustizia dove un avvocato non segni la sua origine calabrese e dimostri le sue capacità; non ci sono ospedali dove non ci siano eccellenze che provengono da quella regione. Anche in questo Parlamento, Wanda Ferro è senza dubbio un'eccellenza, che dimostra, con la moderazione, con la serenità nell'approccio a queste problematiche, una volontà propositiva. È per questo che non comprendo perché questo Governo, frutto di una maggioranza eterogenea, ponga condizioni a quello che, invece, dovrebbe essere uno sviluppo condiviso, che il centrodestra ha richiamato in più occasioni, in mille occasioni; il centrodestra ha richiamato il contenuto di questo ordine del giorno, lo ha declamato, lo ha raccontato anche nelle terre di Calabria. Allora, noi invitiamo gli amici del centrodestra, ma anche i parlamentari, a rispondere a questo giudizio negativo del Governo con un voto favorevole dell'Aula, che sia un apprezzamento di un percorso chiaro, orientato a sostenere una regione, che, proprio tra qualche mese, potrà dimostrare davvero di avere la volontà di restare una occasione per i suoi cittadini e di avere le persone giuste a poterla sostenere, guidare e rendere più forte di quella che è stata negli anni precedenti alla vittoria di Jole Santelli. È necessario e ci proveremo - speriamo - con la capacità di avere tante persone di qualità e di avere, però, le idee chiare su quello che può essere fatto; certamente, distanti e distinti dal Partito Democratico, dalla sinistra di Italia Viva, lo dico con franchezza, che è agganciata a questi processi, e anche, ovviamente, dal Movimento 5 Stelle, che quelle terre, le ha derise, prese in giro, drogate con il reddito di cittadinanza, invece di dare loro speranza con provvedimenti e scelte anche di carattere normativo che permettessero loro di avere un'occasione e di dimostrare il valore della propria gente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/109 Ferro.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/110 Deidda c'è un parere favorevole con riformulazione; va bene.

Sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/111 Rotelli c'è un parere favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Rotelli. Ne ha facoltà.

MAURO ROTELLI (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo - devo essere sincero - non volentieri e, salutando il Ministro Brunetta, mi rifaccio però al sottosegretario Bergamini, soprattutto perché ex collega, già collega, della Commissione trasporti. Questo ordine del giorno, che vede una riformulazione, è un ordine del giorno legato a una dematerializzazione di un documento, che è quello che accompagna i bus di media e lunga percorrenza.

Nella parte iniziale, nella quale abbiamo un po' raccontato che cosa volevano significare questi ordini del giorno, ho fatto presente che un provvedimento come questo, “Semplificazioni”, dovesse essere proprio caratterizzato - come lo è in alcune sue parti - da interventi di questo tipo. Questo è un intervento proprio classico da forza di destra e di centrodestra, vale a dire un intervento che tende alla semplificazione e dematerializzazione di un documento, che può tranquillamente essere inserito in una piattaforma come quella del portale dell'automobilista, ma che invece in questo momento non è.

La riformulazione, Presidente, che è stata proposta dal Governo, se non mi sbaglio, è quella di eliminare la parte nella quale, nel dispositivo dell'ordine del giorno, si dice di impegnare il Governo per poter attuare questo tipo di misura nel prossimo provvedimento disponibile. Se non ricordo male, la sottosegretaria ha proprio letto questa parte, dicendo che va riformulato e che va bene se viene tolta questa parte relativa all'inserimento: “al prossimo provvedimento disponibile”. Io credo che questa cosa non sia accettabile, perché già abbiamo avuto naturalmente tempi ridotti e modalità ridotte per quanto riguarda la questione relativa agli emendamenti e alla successiva fiducia che poi è stata posta dal Governo. Se noi non riusciamo a fare ciò neanche all'interno di un ordine del giorno di assoluto buonsenso, che va in linea totale con quelle che sono le finalità del decreto, che è governance PNRR e semplificazioni, rinominato “Semplificazioni-bis”, parlando di un documento che viene dematerializzato, digitalizzato, messo su una piattaforma e, quindi, che possa essere consultato in tempo utilissimo, senza creare alcun tipo di problema alla sicurezza, alla qualità della guida e, soprattutto al trasporto, in questo caso bus di media e lunga percorrenza per il trasporto di persone, io ritengo che ciò non sia così accettabile. Quindi, a malincuore devo rifiutare questa riformulazione, annotandomi il fatto che non potremo inserirlo nel “prossimo provvedimento utile”, mentre io penso che invece il Governo ci penserà bene a inserirlo perché è una questione veramente pratica, di buonsenso e che può essere fatta subito. Il Governo e tutte le parti in causa, compreso il Ministero, naturalmente, hanno tutti gli strumenti già idonei per far diventare questa misura operativa. Io sto facendo questo intervento nella speranza anche che, da parte dei sottosegretari e del Ministro, ci sia magari un cenno per poterlo accantonare e per poter vedere magari di poterlo ritrattare. Se però così non dovesse essere e se non c'è questo tipo di possibilità, mi trovo costretto a dover rifiutare la riformulazione presentata circa un'ora e mezzo fa, che non cancella la buona idea, ma che dice soltanto che questo è un provvedimento o una attività che si potrà fare non al prossimo provvedimento legislativo, ma che si potrà fare.

Quindi, partendo dal fatto che è stata individuata come positiva questa iniziativa, ritengo che il Parlamento si debba esprimere perché è importante dire, da parte di tutti, chi è per la semplificazione reale e chi, invece, chiama i decreti “Semplificazione”, ma poi, ad un atto pratico come questo, alla fine la semplificazione non la concretizza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/111 Rotelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Ordini del giorno n. 9/3146-AR/112 Mantovani e n. 9/3146-AR/113 Meloni, pareri favorevoli.

Ordine del giorno n. 9/3146-AR/114 Lollobrigida, parere favorevole con riformulazione: va bene.

Ordine del giorno n. 9/3146-AR/115 Currò parere favorevole. Poi possiamo andare direttamente all'ordine del giorno n. 9/3146-AR/133 De Carlo, su cui c'è un invito al ritiro o parere contrario: viene ritirato.

Poi, possiamo andare direttamente all'ordine del giorno n. 9/3146-AR/147 Di Sarno, su cui c'è un invito al ritiro: anche questo viene ritirato.

Sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/154 Davide Tripiedi ha chiesto di parlare la sottosegretaria.

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Grazie, Presidente, per mutare il parere.

PRESIDENTE. …che si legge insieme all'ordine del giorno n. 9/3146-AR/162 Invidia, se non sbaglio, giusto?

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. In realtà, non più, perché, sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/154 Tripiedi il parere è favorevole, così come era stato formulato.

PRESIDENTE. Perfetto, quindi viene cambiato il parere: sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/154 Tripiedi il parere è favorevole.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3146-AR/167 Bignami, invito al ritiro o parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/167 Bignami.

Dichiaro aperta la votazione…

Cosa succede? Sospendiamo la votazione. Non l'ho vista, onorevole Cabras. Prego.

PINO CABRAS (MISTO-L'A.C'È). Vorrei annunciare, a nome de L'Alternativa c'è, un voto favorevole a questo ordine del giorno, al quale mi sento di aderire per tante ragioni, perché affronta un tema che è stato trascurato nell'assetto complessivo di tutto il “decreto Semplificazioni” e, cioè, la questione della facilitazione del completamento del ciclo dei rifiuti, che ha tantissimi ostacoli legislativi, di burocrazie, di mentalità, che si sono sedimentati nel sistema italiano e non rendono facile passare a un sistema - come diceva un tempo Gunter Pauli di Zero Emissions Research & Initiatives - di zero emissioni, in cui ogni output di una produzione può diventare l'input di un'altra.

Veniamo da anni in cui tutto questo è stato trascurato, fino al punto di saturare in modo drammatico il ciclo dei rifiuti e questo è effetto anche dell'impostazione complessiva che si conferma anche nel DL “Semplificazioni”, anche in altri ambiti: lo abbiamo visto per le questioni del fotovoltaico, lo abbiamo visto per l'eolico. C'è una tendenza al gigantismo dell'idea di industria e anche di produzione di energia e di atteggiamento nei confronti dell'ambiente, l'idea di una sacrificabilità del suolo, non solo di un suo consumo, di una sua sacrificabilità; il centralismo dei grandi impianti, anziché la generazione distribuita o l'industria distribuita che riesce a recuperare, luogo per luogo, l'output delle emissioni.

Questo perché? Perché c'è un'impostazione in cui prevale il centralismo del capitale e non si favorisce un reale mercato, un mercato che sia semplificato, facilitato, reso agile. Anche nel settore delle plastiche, anche nel settore che per lungo tempo è stato fonte di inquinamento, di sovraccarico per i sistemi di riciclaggio o per le discariche, c'è una difficoltà a operare.

Noi chiediamo che ci sia uno sforzo maggiore in questo senso e credo che questo ordine del giorno vada nella direzione giusta, perché impegna, in qualche modo, il Governo a fare qualcosa.

Per cui, io non capisco l'invito al ritiro: perché invitare a ritirare un ordine del giorno che chiede un maggiore sforzo del Governo, dello Stato, per favorire una maggiore capacità di chiudere il loop, il circolo della produzione dei rifiuti?

End of waste entro cinque anni: un obiettivo irrealistico? Lo diventa nel momento in cui non c'è nessun impegno, nessuna tendenza verso questo, quando si favorisce in ogni campo, dalla produzione di energia alla gestione delle infrastrutture, una semplificazione non in senso positivo, ma nel senso di un lassismo, una semplificazione in favore del consumo di suolo o della speculazione.

Credo che questo ordine del giorno sia da votare positivamente; dovrebbe essere una tendenza insita in chi predica la transizione ecologica, ma non la pratica. E, allora, è forse è il momento di iniziare a praticarla.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/167 Bignami.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Ordine del giorno n. 9/3146-AR/168 Cunial, parere favorevole con riformulazione: va bene.

Ordine del giorno n. 9/3146-AR/169 Foti, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3146-AR/170 Galantino, parere favorevole con riformulazione: va bene.

Ordine del giorno n. 9/3146-AR/171 Montaruli, raccomandazione: va bene.

Ordine del giorno n. 9/3146-AR/172 Osnato, invito al ritiro.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/172 Osnato, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Ordine del giorno n. 9/3146-AR/173 Trancassini, raccomandazione: viene accolta.

Ordini del giorno n. 9/3146-AR/174 Bologna e 9/3146-AR/175 Gagliardi: vanno bene.

Sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/176 Ruffino, ha chiesto di parlare la sottosegretaria per cambiare il parere, come anche sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/178 Mugnai: facciamolo per tutti e due insieme, sottosegretaria, cortesemente.

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Grazie, Presidente. Il Governo accoglie entrambi gli ordini del giorno come raccomandazione.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/3146-AR/176 Ruffino viene accolto? Perfetto.

Ordine del giorno n. 9/3146-AR/177 D'Ettore: va bene.

Ordine del giorno n. 9/3146-AR/178 Mugnai: va bene la raccomandazione.

Ordine del giorno n. 9/3146-AR/179 Maschio: va bene la raccomandazione.

Ordine del giorno n. 9/3146-AR/180 Delmastro Delle Vedove, c'è un invito al ritiro.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3146-AR/180 Delmastro Delle Vedove.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Ordine del giorno n. 9/3146-AR/181 Dori: va bene.

Ordine del giorno n. 9/3146-AR/182 Caiata, parere favorevole con riformulazione: viene accolta? Sì.

Ordine del giorno n. 9/3146-AR/183 Gemmato, raccomandazione: viene accolta.

PRESIDENTE. È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). Presidente!

PRESIDENTE. Onorevole Trano, cosa succede?

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). Presidente, sull'ordine dei lavori: poiché abbiamo iniziato la seduta alle 17,30, le chiedo a beneficio di tutti i colleghi qui presenti…

PRESIDENTE. A beneficio di tutti i colleghi, le dico subito che concludiamo la seduta con le dichiarazioni di voto.

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). Quindi, nessuna sanificazione dell'Aula, benissimo.

PRESIDENTE. È sanificata (Applausi).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3146-A/R​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Rossini. Ne ha facoltà.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Presidente, chiedo di depositare la mia dichiarazione ed esprimo voto favorevole della componente Minoranze linguistiche (Applausi).

PRESIDENTE. Colleghi, invito a conservare gli applausi per i contenuti e non per i depositi.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Muroni. Ne ha facoltà.

ROSSELLA MURONI (MISTO-FE-FDV). Grazie, Presidente. L'ho già detto in discussione generale, questo decreto ha il sapore di un'occasione mancata.

Potrei parlarvi delle cose che non condivido, su cui abbiamo presentato numerosi emendamenti come Facciamo Eco, a partire dall'Allegato 1-bis, ma quello che non mi convince è la cultura di fondo: è un provvedimento in continuità politica e culturale con la legge obiettivo, con lo “Sblocca Italia” con lo “Sblocca cantieri” con il “Semplificazione 1”; una saga, sostanzialmente.

La logica è sempre quella delle deroghe e delle proroghe. Un'accozzaglia di norme che sembrano pensate per confondere e pietrificare i funzionari della pubblica amministrazione. Il paradosso è che si fanno regole semplificate per le grandi opere, mentre rimangono le procedure ordinarie per quelle di minore impatto. Io direi che, siccome pronunciamo sempre il do not significant harm, sarebbe bene ricordare che, in italiano, vuol dire che il Piano nazionale di ripresa resilienza deve garantire il principio del danno non significativo all'ambiente mentre questo provvedimento non lo garantisce. L'esperienza ci dice che solo dimostrando l'utilità delle opere, facendo progetti di qualità, dialogando con i territori e le istituzioni e avendo massima cura per concorrenza e trasparenza si è arrivati a realizzare le opere che servono davvero a questo Paese. Qui, invece, abbiamo i tempi ridotti su VIA e su VAS e l'azzeramento del dialogo sociale. Io ringrazio i colleghi della maggioranza, del Partito Democratico, del MoVimento 5 Stelle e di LeU, con cui, facendo squadra, siamo anche riusciti a portare dei miglioramenti, penso all'economia circolare…

PRESIDENTE. Onorevole Muroni, mi scusi. Invito i colleghi, soprattutto quelli che intendono vedere questo dibattito concretizzarsi anche in tempi certi, di fare maggior silenzio in Aula.

ROSSELLA MURONI (MISTO-FE-FDV). Dicevo delle modifiche che siamo riusciti a portare sull'economia circolare del legno, sul dissesto idrogeologico e sulla semplificazione per il superbonus. Ma per me il bicchiere è mezzo vuoto e rischiamo di romperlo. Manca una visione coerente con il fit for 55 e con l'obiettivo del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che è poi l'obiettivo finale di questo Governo. Io credo che si contrappongano paura e coraggio. La paura è quella evocata dal Ministro Cingolani e dal Ministro Giorgetti, che parlano di bagno di sangue per la transizione ecologica. Inoltre, manca tanto coraggio, quello di riconoscere i talenti italiani fatti di economia circolare, di rinnovabili, di edilizia sostenibile dedicata alla rigenerazione urbana. Manca un piano industriale verde su cui fare le semplificazioni.

Presidente, questo è probabilmente l'ultimo intervento che io faccio in Aula come capogruppo di una componente indipendente perché - niente di grave - i verdi italiani hanno deciso di ritirare il simbolo, per il fatto che non andiamo all'opposizione di questo Governo. Noi naturalmente continueremo a lavorare come Facciamo Eco, perché la libertà non ha prezzo. Lavoreremo per migliorare i provvedimenti perché pensiamo che, certo, si può stare in tribuna a fischiare l'arbitro guardando i sondaggi, eppure, invece, la sfida è quella di giocare la partita, provare a giocarla dando voce alle tante istanze che rimangono fuori da qui, penso a tutto il mondo della green economy. Certo, si sta più scomodi, si fa fatica ma c'è sempre tempo per uscire dal campo, mai però senza averci provato fino in fondo. Io sono consapevole che questo non è mai stato un Governo ambientalista ma penso che il Piano nazionale di ripresa e resilienza sia un'occasione unica, non tanto per i 209 miliardi, ma per farne un metodo e poi perché non c'è più tempo; ce lo ricordano i dati sul mutamento climatico. Per questo avremmo avuto bisogno di un “decreto Semplificazioni” più coraggioso e meno farraginoso, che cedesse meno alle deroghe e alle proroghe. Direi che questo è un provvedimento più inutile che dannoso e annuncio il voto contrario della componente Facciamo Eco.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lupi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, signor Presidente. Nell'annunciare il voto favorevole del nostro gruppo e, ovviamente, nel chiedere la possibilità di depositare l'intervento integrale che volevamo fare, io mi permetto solo, nei 30 secondi, di dire una cosa e di ricordarla all'Aula perché - lo avrei voluto dire nell'intervento in maniera più esplicita - uno dei punti fondamentali, l'abbiamo visto, è quello della attuazione del PNRR, con tutti gli strumenti fondamentali. Uno dei pilastri è certamente la giustizia, di cui stiamo discutendo. È scomparsa due giorni fa una grande figura, veniva da una cultura diversa dalla mia: era il magistrato e avvocato Nicolò Amato.

Lo voglio ricordare citando Il Manifesto, anche se ho una storia diversa, e credo che meriti un applauso da parte di tutta l'Aula che sta ascoltando (Applausi). Proprio a proposito del tema delle carceri, Il Manifesto lo ha descritto così: Nicolò Amato sapeva ascoltare e progettare il futuro delle carceri.

Io credo che, nell'attuazione del PNRR, negli strumenti che ci stiamo dando - ed è la ragione per cui, ovviamente, votiamo a favore convintamente anche di questo decreto-legge Semplificazioni - dobbiamo ricordarci questo tema, che è il pilastro dei pilastri: la giustizia, il saper ascoltare e il progettare il futuro dignitoso delle carceri, come Nicolò Amato ci ha testimoniato (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Forciniti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Mi lasci dire, prima di tutto, che troverei veramente deprecabile se le forze politiche di maggioranza decidessero anche di disertare quest'ultimo residuo di straccio di democrazia parlamentare, addirittura consegnando agli atti l'intervento e rinunciando anche a metterci la faccia e a fare il loro intervento qui in Aula, in dichiarazione di voto; già mi è sembrato di capire che questo sia l'intento delle forze di maggioranza. Stiamo, anzi, state approvando, convertendolo in legge, un decreto vergognoso che sventra il codice dell'ambiente e il codice degli appalti e ipoteca anche quella che sarà la gestione del PNRR nei prossimi anni. Non avete nemmeno il buon senso, la dignità, il pudore per metterci la faccia in quest'Aula. Io questo lo troverei veramente vergognoso, se dovesse succedere, e spero che non succederà. Mi dispiace che già alcuni colleghi di maggioranza abbiano deciso di fare questo, con il solo obiettivo di ritornare a casa 10 minuti prima; rispetto alla responsabilità che noi abbiamo verso i nostri concittadini che ci guardano da fuori, mi sembra veramente qualcosa di deprecabile. In questo decreto, secondo me, c'è proprio la summa stilistica di quello che rappresenta in questo momento proprio la filosofia draghiana nel metodo di amministrazione e di gestione del potere, inteso come strumento per schiacciare ogni forma di dissenso sul nascere, ogni forma, anche minima, di dialogo o di discussione. Lo si evince anche dal modo barbaro e vergognoso con cui questo Governo ha schiacciato sistematicamente il Parlamento, impedendo anche una discussione serena in Commissione, poi mettendo anche la fiducia qui in Aula, manifestandosi totalmente restio ad ogni forma di confronto con il Parlamento.

Non sono tanto in questione i rapporti fra maggioranza e opposizione, qui è proprio la dialettica fra Governo e Parlamento che sta venendo meno, in maniera sempre più autoritaria e violenta da parte di questo Governo che, nel metodo, ha impedito sistematicamente ai parlamentari di esprimersi. Anche qualche volenteroso parlamentare di maggioranza, che aveva presentato degli ottimi emendamenti, ha subito una vergognosa e umiliante ghigliottina, non prima però di avere messo al voto delle riformulazioni, centinaia di riformulazioni arrivate in Commissione alle 2 di notte, che abbiamo dovuto votare come i ladri, senza neanche poterle leggere. Quelle rare volte che, magari, qualche parlamentare di maggioranza ha provato, in buona fede, a migliorare il decreto, si è ritrovato anche a dover subire gli strali del Ministro D'Incà. Io l'ho ascoltato con le mie orecchie, si è messo a urlare in una sede istituzionale: “vergognatevi, vergognatevi”, dopo che era passato un emendamento dei colleghi del MoVimento 5 stelle, che sono stati ripresi come dei garzoni di bottega da un Ministro che, quando mette piede in un Parlamento lo dovrebbe fare con rispetto (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è)! Altro che urlare: “vergognati, vergognati” ad un parlamentare! Si vergogni lei Ministro D'Incà, si vergogni lei!

Poi anche nel merito, ovviamente, questo provvedimento manifesta la repulsione che ha questo Governo verso ogni forma di democrazia. Intanto, con questa cabina di regia che poi viene supportata da questa burocrazia. Ditemi voi se questa è semplificazione, mettere in piedi questo elefante burocratico che costerà 30 milioni di euro all'anno. Ci sono la segreteria tecnica presso la Presidenza del Consiglio, l'unità per la razionalizzazione e il miglioramento della regolazione presso la Presidenza del Consiglio, l'istituzione del servizio generale per il PNRR presso la Ragioneria generale dello Stato, l'istituzione di uffici dirigenziali presso la Ragioneria generale dello Stato, uffici dirigenziali per il coordinamento della fase attuativa del PNRR e, poi, c'è una soprintendenza speciale e, dulcis in fundo, alle 2 di notte, è arrivato anche 1 milione di euro all'anno per la Ministra Stefani, per farsi la sua unità di monitoraggio.

Se questa per voi è semplificazione, vorrei capire che cosa è invece complicare le cose, cioè vorrei proprio che mi spiegaste che semplificazione c'è in questo mostro burocratico che state mettendo in piedi e che sopravvivrà anche al vostro Governo; quindi, un commissariamento della democrazia che sopravvivrà anche a voi (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è), perché prima o poi ve ne dovete andare da questo Governo, spero prestissimo, ma le tracce sporche che avete lasciato in questo Paese rimarranno anche dopo, purtroppo.

Per quanto riguarda concettualmente questo decreto, vi è l'idea di mettere tre decreti in uno proprio per schiacciarci ulteriormente, per darci meno tempo anche di entrare nel merito. La prima parte è sulla governance, di cui abbiamo già parlato.

La seconda parte è sullo sventramento del Codice dell'ambiente: anche qui la summa stilistica dell'ideologia draghiana, che è un tecnico; però ce l'ha un'ideologia, eccome se ce l'ha. Esce fuori in maniera lampante questa idea mercantilistica dell'ambiente e del paesaggio svenduti alle ragioni del mercato, del capitale, delle grandi lobby che vi foraggiano (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è). E allora a che serve fare la VIA, a che serve fare la VAS; devastiamo quello che vogliamo perché tanto a noi serve fare qualche mezzo punto di PIL. Pazienza se poi sventriamo il nostro paesaggio e il nostro ambiente, magari anche rinunciando ad aree agricole di pregio o dando utilità strategica e interesse pubblico agli inceneritori. Dov'è la transizione ecologica, con gli inceneritori e le trivelle? Un collega del MoVimento 5 Stelle, Giovanni Vianello, ha provato anche a farvi rinsavire con degli emendamenti di buonsenso, che avete bocciato puntualmente, così come avete bocciato ogni minimo tentativo da parte di questo Parlamento di entrare nella cabina di regia o di fare trasparenza nella gestione del PNRR attraverso, magari, la pubblicazione di un regolamento in Gazzetta Ufficiale.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO (ore 21)

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-L'A.C'È). Volete fare il club privato per gestire il PNRR? Va bene, ma almeno pubblicate il regolamento, fateci capire come vi riunirete e come gestire questa cosa. Non è stato possibile, emendamenti bocciati! E poi la parte che riguarda proprio la deregolamentazione selvaggia: anche in questo caso il trionfo delle ragioni del mercato, del capitale e della competizione sfrenata a dispetto e a scapito dei diritti dei lavoratori. Mi dovete spiegare come si fa a parlare di semplificazione se liberalizziamo i subappalti (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è). Cioè, più intermediari ci sono in un lavoro pubblico e più c'è confusione. Come si fa ad abbinare il concetto di semplificazione con quello di subappalto? Come si fa? E poi gli affidamenti diretti, che significa liberi tutti, che significa regalo alla peggiore politica corrotta e clientelare di fare quello che cavolo gli pare, in combinato disposto con una riforma della giustizia che vi apprestate ad approvare con la fiducia. Vergognatevi, vergognatevi (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è)!

Quindi, se qualche volta capiterà, per puro caso, magari di beccare qualcuno con le mani nel sacco, non vi preoccupate perché ci sarà l'improcedibilità e chi s'è visto s'è visto, evviva l'Italia! Allora questa è la vostra visione di Paese, una visione distruttiva. Altro che restaurazione, non ho mai visto nelle istituzioni repubblicane qualcuno di più violento, più autoritario e anche più prevaricatore di voi, non è mai esistito. Altro che restaurazione, questo è peggio che una restaurazione! E quindi cosa vi possiamo dire? Noi ovviamente resteremo qui a fare le barricate e proveremo a fare scadere questo osceno decreto, anche perché comunque, se questo dovesse succedere, nessuno potrebbe imputare a noi la responsabilità di ciò. Abbiamo provato con responsabilità anche ad accontentarci di una minima forma di dialettica parlamentare, vi abbiamo detto: abbiamo presentato 80 emendamenti, se non mettete la fiducia ne discutiamo 20, solo 20; gli altri li lasciamo andare via e almeno facciamo un minimo di dialettica e di discussione.

Nemmeno questo ci avete concesso, ci avete messo l'ennesima fiducia tra capo e collo perché avevate paura che la vostra maggioranza si sarebbe spaccata di fronte ai nostri emendamenti di buonsenso, perché magari qualche collega li avrebbe votati. E allora ecco Draghi che ci dimostra sia nel metodo che nel merito qual è la sua concezione del potere: una posizione spregiudicata, autoritaria, che mira a schiacciare ogni forma di dibattito. Anche in questo provvedimento ci sono delle misure che abbattono ogni forma anche di condivisione con i territori, quindi il dibattito pubblico che viene asfaltato, i termini per presentare osservazioni. Si fa credere che sia semplificazione risparmiare 15 giorni sul dibattito pubblico prima di costruire un'opera; un cantiere che dura magari cinque, sei, sette anni, e voi ci fate credere che sia importante risparmiare 15 giorni di dibattito pubblico. Bugie! Voi volete solo asfaltare e silenziare l'idea dei territori che possano partecipare anche e condividere con voi le opere pubbliche, perché volete fare tutto da soli, senza avere preso un voto in questo Paese.

Allora di cosa stiamo parlando? Noi saremo contro questa visione di società, saremo anche contro chi pensa di poter continuare ancora a tenere in piedi questo carrozzone vigilando dall'interno. Cosa vuoi vigilare dall'interno, ormai? Ormai qui non c'è più il momento delle ambiguità, questo non è più il periodo storico per l'ambiguità; questo è il momento in cui bisogna scegliere da che parte stare, se stai dalla parte dell'establishment, dalla parte delle lobby, dalla parte di chi vuole distruggere la giustizia e propinarci un remake della stagione berlusconiana e del liberi tutti, dalla parte di chi vuole asfaltare ogni forma di dibattito parlamentare, come sta facendo con grande successo, o se vuoi stare dalla parte della giustizia sociale, dei cittadini, del popolo, delle piazze che presto torneranno a riempirsi, green pass o non green pass (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è). E allora questo è un momento buio per la nostra democrazia, ma prima o poi dovrà finire, prima o poi dovrà finire.

Apriremo gli occhi e allora veramente usciremo a riveder le stelle, questa volta davvero ci riusciremo.

Intanto magari state vincendo una battaglia: con questo decreto, pur avendo una maggioranza bulgara, avete avuto difficoltà anche a tenere il numero legale oggi; forse, oggi avete vinto una battaglia, ma state tranquilli che non finisce qui (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Colletti, che non è presente; si intende che vi abbia rinunziato.

Ha chiesto di parlare la deputata Corda. Ne ha facoltà.

EMANUELA CORDA (MISTO-L'A.C'È). Grazie mille, Presidente. Allora, mi fa piacere notare che in quest'Aula ci sia ilarità e vedere che i colleghi, i miei ex colleghi del MoVimento, insieme ai colleghi di Forza Italia, sorridono felici; magari sono incuriositi dalle parole del collega Forciniti che rievoca cose lontane, parole che ormai sono state dimenticate. Il collega Baldelli continua a sorridere: lo invito, magari, a fare un cambio di casacca, magari si troverà ancora meglio di dove sta. Però vorrei leggervi delle parole che raccontano un pochino quella che è la storia di alcune formazioni politiche che oggi sono qui presenti e che si apprestano a votare questo provvedimento scandaloso: “Ci troviamo nel luogo in cui si esprime la sovranità popolare, il luogo della proposta, dell'ascolto e dell'analisi di scelte destinate ad incidere sulle vite di milioni di persone. Sento personalmente questa grande responsabilità. Questo è il luogo dove il futuro può prendere forma e intendiamo costruirlo insieme a partire da oggi con l'unico interesse del bene collettivo, perché abbiamo il compito di servire un'intera Nazione. Dobbiamo far sì che in quest'Aula i cittadini possano sentirsi rappresentati, vedendola come un punto di riferimento in cui tornare a riporre la propria fiducia. Ed è proprio ai cittadini che penso quando invito tutti noi a riflettere sulla necessità che il Parlamento ritrovi la centralità che gli è garantita dalla Costituzione, obiettivo determinante per affrontare non soltanto le sfide interne, ma anche per dare nuovo valore all'idea stessa di Europa e affrontare le grandi sfide globali della nostra epoca”. Ebbene, queste parole sono del nostro Presidente della Camera Roberto Fico all'atto del suo insediamento in quest'Aula, e lo ringrazio perché sono delle parole bellissime, delle parole che il nostro Presidente e tutta la sua formazione politica ha completamente dimenticato. La centralità del Parlamento non esiste più, è sparita improvvisamente, un fantasma che aleggia in quest'Aula. Il lavoro dei parlamentari è totalmente schiacciato, annientato, il potere legislativo non esiste più. I miei colleghi lo sanno benissimo perché si lamentano di questo da tanto tempo. Questo decreto ne è la dimostrazione più tangibile, è un “decreto mostro”, l'ho definito così perché racchiude veramente di più, e nelle pieghe di questo decreto si sono insinuate delle norme veramente vergognose, che gli stessi colleghi del MoVimento, attenzione, hanno tentato di bloccare nelle Commissioni competenti, proponendo degli emendamenti di buonsenso, che sono stati totalmente annullati, schiacciati, avviliti dai loro stessi vertici, dai loro stessi colleghi.

A me dispiace perché ci sono tante persone in gamba che hanno lavorato tanto, che hanno creduto in questi valori e che oggi, per quattro poltrone, hanno rinunciato a combattere. Questo a me dispiace tantissimo perché il danno non lo fanno solo a se stessi, perché immagino che nella prossima legislatura sarà difficile raccontare una narrazione diversa da quella che ormai vediamo tutti. Avere tradito i valori, è quella la narrazione; quindi è difficile cambiare questa narrazione e credo che non ci riusciranno. Quindi penso che, votando questo decreto, sostenendolo, andando contro quelli che sono i loro valori, loro stiano tradendo se stessi, ma innanzitutto coloro che gli hanno consentito di essere eletti e di sedere dentro quest'Aula, che dovrebbero onorare. Cosa che noi stiamo facendo con impegno: siamo una piccola opposizione, stiamo cercando semplicemente di onorare il nostro mandato, cerchiamo di valorizzare quei 15 mila euro al mese che riceviamo, perché noi siamo tenuti a lavorare qua dentro, non a stare due giorni alla settimana e poi prendere il trolley e andare a casa.

E anche oggi è accaduta la stessa cosa, perché vedevo volti veramente trasfigurati, terrorizzati dal fatto che si dovesse tornare due ore più tardi; ma, ragazzi, è ridicolo! Tutte le settimane, facciamo praticamente due giorni di voti in quest'Aula: ma di che parliamo? E, poi, si impedisce al Parlamento di lavorare in Commissione; è stata messa la ghigliottina in Commissione, sono decaduti tantissimi emendamenti - più di 900 - che potevano migliorare veramente questo testo e non si è voluto ascoltare il Parlamento. Non si son volute ascoltare le parole del nostro Presidente, Roberto Fico, persona stimabile, che aveva portato questi valori in quest'Aula e al quale io ho creduto, perché tutti abbiamo creduto a queste parole; le abbiamo portate avanti fin dall'inizio, ci siamo convinti che, stando al Governo, avremmo potuto cambiare realmente le cose e, invece, ci siamo ritrovati in un Governo pieno di tutto e del contrario di tutto; anzi, io non mi ci sono ritrovata, perché ho votato contro la fiducia al governo Draghi. Infatti, giustamente, uno dei nostri capisaldi era “no ai Governi tecnici” e, in 24 ore, dall'oggi al domani, si è cambiata una posizione, senza neanche chiederci conto di questo. Se questo è il rispetto dei colleghi e del lavoro del Parlamento, veramente bisognerebbe guardarsi allo specchio e domandarsi se la faccia con la quale vi siete presentati qui sia ancora la stessa di allora, quella con la quale ci guardavamo negli occhi tutti quanti e credevamo veramente in questi principi e in questi valori.

Purtroppo, questo decreto è gigantesco: ci sono la governance, il codice degli appalti e norme in materia ambientale. È un polpettone, un pasticcio incredibile: trivelle, inceneritori, pale eoliche che aumentano di cubatura, in altezza, eliminando tutte le procedure di controllo; si sottraggono i poteri ai territori, il Governo avoca a sé tutti i poteri e può decidere, può piazzarci le pale eoliche dappertutto, dando concessioni a chiunque, senza controlli. Il superbonus era un ottimo provvedimento, che poteva muovere l'economia, dare una mano ai cittadini; è diventato, invece, anch'esso una marchetta a favore di persone che si vogliono fare gli affari loro e gli abusi edilizi. Questo non va bene, mi spiace, e sono scandalizzata dal fatto che tutto questo venga avallato dall'organizzazione politica che ci ha consentito di entrare in questo Parlamento e con la quale abbiamo fatto battaglie incredibili. Io mi appello ancora a loro, se veramente hanno ancora un moto di orgoglio, di dignità, affinché votino contro questo provvedimento. Non ho capito per quale motivo abbiano votato la fiducia, perché non c'è più alcun motivo per votarla, alcun motivo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è)! Hanno votato in Consiglio dei Ministri persino la riforma della giustizia, quando è stato detto, a chiare lettere, che è una riforma assolutamente irricevibile. Poi è stato dato l'ok alla fiducia. Chi deve rispondere di tutto questo? Ditemelo. Io capisco che vi facciano sorridere queste cose, perché probabilmente state già pensando al fatto che dobbiate rientrare a casa, che abbiate le vostre famiglie, però io ricordo che abbiamo trascorso 5 anni – ripeto 5 anni - barricati qui dentro, proprio per bloccare questo tipo di provvedimenti; ricordo il “decreto IMU-Bankitalia” e ricordo che la collega Boldrini mise “la ghigliottina”, chiamandola prassi, ma non era mai stata applicata nella storia. E noi? E noi scatenammo veramente l'inferno. Ed era giusto farlo, perché stavano facendo un danno ai cittadini, e oggi sta succedendo esattamente la stessa cosa, soltanto che voi siete dalla parte dei più forti, dalla parte chi sta abusando del proprio potere, contro gli interessi dei cittadini e contro il bene comune. E questa cosa non è accettabile. E il fatto che un vostro collega, bravo, capace, che ha sempre studiato su tutti i provvedimenti, abbia ingoiato molti rospi, perché ha votato tante cose, e, alla fine, si sia rotto le scatole, e non abbia votato questa fiducia, vi dovrebbe far riflettere. Invece, a voi fa sorridere, perché voi adesso andate a dire in giro che siete uomini di partito, che la politica è complessità. Io ricordo che Beppe Grillo ha sempre detto che chi dice che la politica è complessa, non ha capito niente della politica (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Costanzo. Ne ha facoltà.

JESSICA COSTANZO (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Questo “decreto Semplificazioni” in salsa tutta “draghiana” sventra il Codice degli appalti, ma soprattutto, se dovessimo descrivere effettivamente l'iter che ha portato alla conversione di questo decreto, possiamo dire che avete ucciso il dialogo, la discussione e il confronto. Siamo qui da giorni e abbiamo assistito ad una pantomima, anche in Commissione, perché veniva continuamente rinviato il confronto, il dialogo, e noi non riuscivamo ad andare avanti e, soprattutto, non si potevano discutere i vari emendamenti ed entrare nel merito. Siamo amareggiati, sconfortati, delusi, soprattutto per la mancanza di democrazia che c'è stata e che questa maggioranza e questo Governo dimostrano.

Abbiamo dovuto convertire gli emendamenti - che, ricordo essere di buonsenso, secondo la tutela dell'ambiente, della legalità, della sicurezza sul lavoro - in semplici ordini del giorno e, nonostante ciò, anche su questi ordini del giorno, purtroppo, è stato dato parere contrario, con l'invito al ritiro, senza una spiegazione; non c'era una ratio; una ratio non è arrivata nemmeno da quella forza politica che è il gruppo parlamentare del MoVimento 5 Stelle, che faceva delle 5 Stelle anche la tutela dell'ambiente. Ma qui, purtroppo, è a repentaglio non solo la tutela dell'ambiente, ma anche quella della legalità e della sicurezza sul lavoro. In particolare, faccio riferimento a due elementi che sono fondamentali all'interno di questo decreto. Il primo, è l'estensione del ricorso all'istituto del subappalto e, il secondo, è l'estensione del ricorso all'istituto dell'affidamento diretto nella materia degli appalti pubblici; questi due aspetti, molto importanti, fanno tornare indietro, sostanzialmente, rispetto alla storia del nostro Paese e, soprattutto, tolgono gli anticorpi a quel cancro che riguarda anche il nostro Paese, che è la mafia. Scompare, con questo decreto, il limite massimo di subappalto del 40 per cento e le mafie fanno festa: ripuliranno gran parte del loro denaro sporco proprio con il ricorso al subappalto. Gli enti locali potranno affidare gli appalti senza motivare la scelta e, soprattutto, senza fare gare. Quindi, come potete dire di difendere la trasparenza e il rispetto della legalità, la lotta alle mazzette? Perché è proprio nei subappalti che non si rispettano le regole della sicurezza sul luogo di lavoro; il lavoro nero si applica e ci sono pochissimi e insufficienti controlli e ispezioni. E, poi, l'istituto dell'affidamento diretto viene esteso non solo da 40 mila a 150 mila euro, ma questa estensione, che doveva durare fino al 31 dicembre di quest'anno, viene prorogata fino al 30 dicembre 2023; questo affidamento diretto bypassa ogni logica concorrenziale, non dà adeguate garanzie di trasparenza e di pubblicità, ma, soprattutto, crea l'habitat naturale per le infiltrazioni mafiose, perché le organizzazioni mafiose puntano sulle attività legali per riciclare i loro capitali guadagnati illecitamente; questo è il caso in cui si scrive una norma semplice, magari anche per tentare di semplificarne l'applicazione, ma il conto che si rischia di pagare è veramente salato, perché l'ambiguità, purtroppo, non lascia scampo: non si sa se, vista la deroga all'articolo 36, comma 2, del codice, un ente possa, comunque, continuare a fare gare aperte. E il decreto, poi, come un paradosso, recita che intende rispettare i principi di trasparenza, di non discriminazione, di parità di trattamento, quasi come a volersi pulire la coscienza. Infatti, escludendo tutte le offerte competitive, è vero che si risparmia tempo, il tempo di verificarne la congruità, ma si incentiva un aumento dei prezzi di gara, soprattutto si sceglie il prezzo mediocre, buono, ma non troppo, ma si pregiudica, si mette a repentaglio soprattutto la qualità. La qualità significa anche pericolo sull'uso dei materiali scadenti, e poi sappiamo le conseguenze, sappiamo che cosa significa; andatelo a chiedere al Comitato delle vittime dell'incuria, ai parenti che sono rimasti: loro possono darvi una triste testimonianza.

Sul criterio di rotazione degli inviti, che consideri anche una diversa dislocazione territoriale delle imprese, sappiamo benissimo, in realtà, che, dietro un'apparente attenzione alle pari opportunità, si nasconde una riduzione della trasparenza. Sappiamo come funziona: si invitano le imprese più lontane a non rispondere alla gara, così si lascia campo libero a chi si vuole. Le mafie, con l'affidamento diretto, festeggiano e ci hanno insegnato come appalti, affidamento diretto e subappalti siano i loro humus ideale. Senza i dovuti contrappesi state creando appunto il contesto ideale per le cosche imprenditrici perché non potete negare che esistano infiltrazioni mafiose. La stessa pubblica amministrazione italiana ha ammesso che non riesce a controllare in maniera sufficiente l'inefficienza dei controlli antimafia sugli appalti e sappiamo che questa è una grande diatriba anche tra l'Italia e la Corte europea.

Con il sistema senza gara con soglia a 150 mila euro, per le mafie imprenditrici sarà più facile usare gli appalti pubblici come lavatrice, per convertire i loro guadagni criminali in soldi puliti. È inutile che ci diciate: vigiliamo, monitoriamo, potenziamo i controlli. In realtà, questo “decreto Semplificazioni” porta come unica certezza la parcellizzazione dei contratti, un numero di appalti maggiore fino a 150 mila euro, il ricorso al subappalto e il proliferare di imprese. Quindi, aiuta a pilotare questi appalti pubblici e rende impossibile il controllo anche da parte degli stessi enti che dovrebbero farlo, gli enti competenti come l'Anac. Se non correte ai ripari, sarà veramente troppo tardi. Soprattutto una cosa vi chiediamo: basta ipocrisia. Basta ipocrisia perché, solo qualche giorno fa, erano piene le bacheche Facebook e le pagine Facebook di tanti nostri colleghi che andavano a commemorare la strage di via D'Amelio, la strage di Capaci, i giudici Borsellino e Falcone, il contrasto alla mafia; alcuni di voi sono anche in Commissione antimafia. Però, poi non si fa veramente tesoro di quello che loro ci hanno insegnato e ci hanno insegnato che è proprio all'interno degli affidamenti diretti e all'interno dei subappalti che si va ad aggregare la mafia; è la mangiatoia dei clan. Questo sono le inchieste giudiziarie a dirlo, non siamo noi, e vi invito veramente a riflettere perché tutto ciò che è stato fatto è veramente un annientamento della discussione, del dialogo e della democrazia a danno non solo del Parlamento ma del Paese intero (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Cabras. Ne ha facoltà.

PINO CABRAS (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Che tipo di società abbiamo di fronte quando si parla di semplificazioni? Sembrano bellissime parole semplificare, snellire le procedure e rendere tutto più efficiente, più funzionale. A me viene in mente una frase di Václav Havel, che aveva osservato a lungo un sistema che prometteva efficienza, a suo modo, ma non la dava e, anche quando l'avesse raggiunta, Václav Havel aveva detto che una società può essere anche più efficiente ma non è detto che sia una società migliore. Questo ce lo dobbiamo porre come interrogativo di fondo: che tipo di società vogliamo? Che tipo di funzionamento vogliamo nelle nostre attività, nelle imprese, nella burocrazia, nei difetti storici dello Stato italiano? Questi difetti vengono ingigantiti da questo decreto perché la funzionalità che prevede è una vecchia idea anni Novanta, l'idea degli spiriti animali delle macchine movimento terra, del consumo di suolo, l'idea che dove non si riesce ad arrivare con il reddito, perché siamo inseriti in un sistema che non funziona, quello dell'Unione europea, un sistema inceppato da trent'anni, si può sopperire abbassando i salari, quindi una deflazione dei salari, oppure attingendo al vecchio deposito infinito, ma non è infinito, che è il suolo, la terra, i luoghi dove abitiamo, i luoghi dove respiriamo, che sono sacrificabili. Mi ha stupito vedere che sono stati negati degli ordini del giorno che dicevano: riduciamo l'impatto del fotovoltaico, non potete impedire che ci sia la valutazione di impatto ambientale per qualcosa che si estende per decine e centinaia di ettari. Perché avete fatto questa scelta di sacrificare il suolo? Questo ha una ragione di fondo, che è l'idea di fondo del PNRR, che prevede la sottrazione di un pezzo del bilancio italiano, che normalmente veniva analizzato da quest'Aula, per portarlo in un ambiente tecnico, tecnocratico che prende delle decisioni difficili da controllare, sottratte a noi. L'idea di una ricostruzione che in sé era un'idea bella - la ricostruzione, la resilienza, la ripresa - diventa uno strumento eversivo, perché ci sarà un pezzo del bilancio dello Stato che sarà sottratto al controllo. Di fatto è così: liberi tutti. In realtà, questa cosa si potrebbe giustificare - sta arrivando una montagna di miliardi - e, invece, proprio qui c'è l'altra grande autointossicazione delle classi dirigenti italiane e di quel pezzo di classe dirigente in fieri che era il MoVimento 5 Stelle, cioè l'idea che Conte aveva ottenuto un grandissimo risultato, era riuscito a ottenere facilmente una montagna di miliardi - si è detto nella propaganda, in questi termini - soldi che arrivano da Bruxelles e si aggiungono all'economia italiana. Se andiamo a guardare, si tratta di pochissime risorse se guardiamo il saldo netto: gran parte sono soldi da restituire, a condizioni che sono le solite condizioni dell'austerity italiana. Quindi, c'è stata un'autointossicazione propagandistica che ha come conseguenza quella di accettare di tutto, perché è un sistema che non potrà funzionare come risorse aggiuntive; saranno, non dico spiccioli, ma molto poco rispetto al crollo del PIL del 9 per cento che c'è stato nel 2020. Non ci sarà una reale ripresa, ci sarà il tentativo delle classi dirigenti italiane, quelle solite, quelle che ottengono grandi risarcimenti dallo Stato, quelle che passano in mezzo alle gocce quando piove, le Atlantia, le tante entità di questo tipo che abbiamo conosciuto in Italia. Quelle entità continueranno a prosperare. È un mondo creato a misura della centralizzazione del capitale, del sacrificio della piccola e media impresa, della distruzione dell'economia di prossimità. Questo si salda con la grande crisi della sindemia COVID che è stata utilizzata dalle classi dirigenti italiane, con la complicità di un pezzo purtroppo enorme di questo Parlamento, ed è stata trasformata nell'occasione per fare un reset dell'economia italiana, della società italiana, creando le condizioni per una mortificazione totale del Parlamento. Il Parlamento non conta più nulla e questo è un dramma, altro che centralità del Parlamento! È un Parlamento che è un passacarte, ormai, o che si trova a resistere con una fatica immensa allo schiacciasassi che arriva da questi uffici tecnici incontrollabili, che non producono nulla di buono. Si è trasformata un'esigenza, la ricostruzione economica, in un mezzo eversivo che si combina con un'idea di società, alla fine, certo, l'idea del green pass, che è il tentativo impossibile di raggiungere l'immunità di gregge, e la riforma della giustizia, che invece è un tentativo, che non vogliamo far riuscire, di raggiungere l'impunità di gregge (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è). Questo è il dramma della saldatura eversiva che si sta realizzando da parte di un Governo. Ci sono i soliti esagerati che dicono che è una dittatura: no, non è una dittatura, è la non dittatura, però più autoritaria che abbiamo mai visto negli ultimi anni in Italia e sta stringendo i bulloni per una distruzione di ogni forma di controllo democratico, per non creare le condizioni di una rinascita economica, se non quella che sacrificherà le persone. Adesso, con il green pass si sacrificheranno milioni di persone che non avranno più una cittadinanza piena. Sapete qual è la conseguenza di una cosa di questo tipo? È un qualcosa che proviene da est, che non ci piace, è l'idea dei crediti sociali, di un sistema che conteggia dei comportamenti e in base a quelli regola i diritti e le libertà che normalmente invece dovrebbero essere garantite dalla Costituzione. Pensateci a quale tipo di società si va incontro. Da un lato, semplificazioni, però per le macchine movimento terra, e, dall'altro, complicazioni per la vita dei cittadini e per le libertà di ogni cittadino italiano che, un tempo, era tutelato dalla Costituzione.

Quindi, questa è la società che si sta disegnando, non è una società migliore. Forse funzionerà bene per alcuni, forse sacrificherà le imprese zombie, com'era nel programma di Draghi che, nel 2020, in autunno, aveva partecipato ad un think tank internazionale, dicendo che ci sarebbe stata una grande ristrutturazione dell'economia italiana post-COVID - lo diceva anche per altri Paesi - in funzione di una centralizzazione fortissima dei capitali, di una subalternità rispetto alle catene di valore di alcuni Paesi, ad esempio della Germania. È un enorme sacrificio di tutta l'economia di prossimità, un sacrificio del turismo, della ristorazione, delle piccole imprese, dell'artigianato, dei tanti artigiani o lavoratori indipendenti che diventeranno i fattorini di Amazon. Questo è il tipo di società che si vuole favorire, è questa la semplificazione che si vuole.

Noi pensiamo che l'alternativa c'è. L'alternativa c'è con una società che valorizzi delle risorse democratiche; il Parlamento deve diventare di nuovo centrale nella valutazione di tutte le risorse. Caspita, abbiamo centinaia di persone da far lavorare qui, invece si fanno lavorare per due giorni alla settimana; ma è una vergogna questa cosa (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è)! Invece, si pagano queste enormi strutture pletoriche di personalità incontrollabili, ma, guarda caso, personalità tutte scelte nelle madrase del neoliberismo, cioè quei luoghi in cui si insegna una versione estremistica dell'economia, un'idea che distruggerà qualsiasi senso civico, qualsiasi misura sociale dell'Italia. Noi vogliamo un'alternativa a tutto questo, un Parlamento che conti di più, un ascolto attento dell'economia italiana, che è piena di potenzialità. È un Paese che ancora esporta molto, è capace di avere un margine che non si fa schiacciare dalle realtà internazionali, un Paese che può sfruttare il suo enorme risparmio, anziché ricorrere a dei mezzi che saranno onerosissimi e implicheranno il commissariamento dell'Italia. Questo si deve fare: puntare sulle risorse nostre.

C'è stato un momento in cui Conte nell'inizio della pandemia, a un certo punto, vedendo gli egoismi europei, aveva detto: possiamo farcela da soli. Sembrava un'idea anche estrema, impossibile. Io penso che sia ancora possibile pensare a una cosa di questo tipo. Poi Conte ha scelto il lato oscuro della forza, ha detto che la vocazione europea è l'unico orizzonte possibile e ha trascinato in questo una forza che, un tempo, si diceva rivoluzionaria e, poi, è diventata la nuova palude. Allora, noi non vogliamo stare nella palude; vogliamo affermare una forza diversa, una forza popolare, vogliamo costruire un'opposizione vera in tutto il Paese e diciamo che l'alternativa c'è (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giuliodori. Ne ha facoltà.

PAOLO GIULIODORI (MISTO-L'A.C'È). Grazie Presidente. Sinceramente non so neanche da dove iniziare. Questo decreto contiene veramente molti punti deboli, molte cose sbagliate, molte cose volutamente sbagliate, perché perseguono interessi che non sono quelli della collettività, ma interessi particolari. Pensiamo alla questione sulla criminalità, pensiamo alla questione sui grandi gruppi energetici.

Inizierei a parlare del superbonus, una delle manovre che anch'io ho votato nello scorso Governo. Penso che sia una manovra assolutamente giusta, anche perché va a incentivare tutti quei lavori che, da un lato, portano un risparmio energetico, dall'altro, fanno lavorare tante piccole e medie imprese del nostro territorio. Ne parliamo sempre tanto, ma poi facciamo sempre troppo poco per loro. Quindi, il superbonus è veramente una manovra che aiuta e poteva aiutare l'Italia a uscire da questa ulteriore crisi, perché ricordo non siamo nemmeno usciti dalla crisi del 2010-2011. Peccato, però, che in questo decreto è stata inserita una norma, che porta a sanare di fatto gli abusi con i soldi del superbonus. Quindi, sostanzialmente, si sanano con soldi pubblici degli abusi.

Vi faccio alcuni esempi. Si va, per così dire, a semplificare - tra virgolette - la procedura del superbonus, quindi il tecnico non sarà più obbligato a verificare lo stato dello stabile, ma dovrà solamente presentare la cosiddetta CILA, la comunicazione di inizio lavori asseverata.

Questo vuol dire che dovrà semplicemente verificare che il nucleo originario è regolare e, quindi, da qua partono le autorizzazioni, partono i lavori, si prendono i soldi del superbonus - si prendono come sconto in fattura oppure come credito fiscale -, si fanno i lavori e, una volta completati, il privato potrà addirittura accatastare l'intero immobile oggetto della CILA, come se nulla fosse, sostanzialmente andando a sanare di fatto l'immobile con soldi pubblici. Anziché sanare pagando una quota o una tassa, lo va a sanare incassando.

Oppure può succedere un'altra questione, che è quella del caso in cui, per esempio, l'immobile è soggetto a un'ordinanza di demolizione. Anche in questo caso ci sarà sempre il tecnico che presenterà la CILA e ci saranno i lavori grazie ai fondi del superbonus; i lavori verranno completati e, a questo punto, ci sarà una situazione abbastanza assurda perché, da un lato, lo stabile sarà considerato abusivo, perché appunto c'è questa ordinanza di demolizione, ma non potrà essere demolito, perché ci sarà un probabile ricorso al TAR da parte dell'intestatario, da parte del proprietario dell'immobile, che potrà dire di aver speso soldi pubblici. Quindi, ci troveremo di fronte al fatto di dover buttare giù uno stabile che è stato ristrutturato con soldi pubblici e, probabilmente, al TAR vincerà questo ricorso e, quindi, l'immobile non verrà demolito.

Questa è una delle assurdità del superbonus, di come è stato modificato con questo decreto il superbonus, che noi di L'Alternativa c'è abbiamo segnalato più volte anche ai colleghi di maggioranza, che però, sostanzialmente, non ci hanno nemmeno ascoltato. Quindi, vedremo come andrà a finire, vedremo se ci sarà una nuova sanatoria di fatto, poi, su tutta una serie di immobili.

La cosa mi da particolarmente fastidio perché io ricordo, circa un paio d'anni fa, quando si stava lavorando al decreto sulla ricostruzione del Centro Italia. Ricordo alcuni esponenti anche del MoVimento 5 Stelle che erano furiosi nell'essere molto rigidi e nel non volere sostanzialmente nemmeno sanare un piccolo abuso, che poteva essere, per esempio, spostare una finestra o comunque piccolissimi abusi, che delle volte si verificano in case che sono per lo più residenziali, ma contadine, quindi di campagna, dove possono avvenire delle difformità rispetto al progetto iniziale. Ebbene, io ricordo questa posizione estremamente rigida e noi ci trovavamo in una situazione assurda, perché avevamo necessità, la popolazione aveva bisogno, di ricostruire le proprie case, eppure noi non riuscivamo a dare risposte, perché c'erano queste posizioni, molto ideologiche direi. Eppure, adesso mi ritrovo, anche grazie all'avallo dei 5 Stelle, che grazie al superbonus si possono sanare case che hanno uno o due piani o tre piani in più magari. Come dicevo, questa cosa la trovo ancora più assurda, proprio per aver vissuto in prima persona questo dramma, che è stato il terremoto del Centro Italia.

Un'altra questione potrebbe essere quella del fotovoltaico. È passato un po' tutto forse troppo in sordina. Per il fotovoltaico abbiamo prima vissuto un innalzamento, senza VIA chiaramente, da 1 megawatt a 10 megawatt e questo era contenuto nel testo originale del decreto, così come uscito dal Consiglio dei Ministri. Poi, addirittura, c'è stato un emendamento in Commissione che l'ha portato da 10 megawatt a 20 megawatt, senza VIA chiaramente. Francamente la questione mi lascia un po' perplesso, perché, facendo un rapido calcolo, 20 megawatt di fotovoltaico sono circa 40-60 ettari di terreno. Io adesso non so se i colleghi hanno presente quanto sono 60 ettari di terreno, ma sono circa 100 campi di calcio.

Immaginate 100 campi di calcio - siamo anche in tema, perché abbiamo vinto anche gli europei - e 100 campi di calcio, messi tutti insieme, sono praticamente come un piccolo comune. Immaginatevi di fare un campo fotovoltaico praticamente grande quanto un piccolo comune senza una valutazione di impatto ambientale: una cosa folle, assolutamente folle (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è). Blateriamo tanto di ecologia, di tutela dell'ambiente, abbiamo questo famosissimo Ministero della Transizione ecologica e poi andiamo sostanzialmente a cementificare 60 ettari, come se nulla fosse.

Un'altra questione simile è quella che riguarda l'eolico. C'è il raddoppio dell'altezza di alcuni parchi eolici, la possibilità di installare nuove pale eoliche vicino o in prossimità di un parco eolico già precedentemente installato, ma viene permesso il raddoppio all'altezza. Quindi, immaginate una torre eolica di circa 100 metri e accanto, senza VIA, può essere installata una torre eolica da 200 metri. Non so se le avete presenti, se siete mai andati a visitarle: sono dei mostri enormi che provocano anche grossi problemi per quanto riguarda la natura, e non solo (per le costruzioni affianco e per le persone che ci vivono vicino). Questo è stato fatto come se nulla fosse, col totale assenso anche del MoVimento 5 Stelle, che ritenevo una forza ecologista e ambientalista ma, a quanto pare, non è così.

Sulla questione dei subappalti c'è tutto un altro mondo che si apre. È tutto un altro mondo perché, alla fine, abbiamo trovato che il subappalto è stato ulteriormente potenziato fino addirittura a un 50 per cento e sappiamo benissimo come funziona il subappalto, sappiamo benissimo che è un terreno fertile per la criminalità, sappiamo benissimo che le imprese che lavorano grazie ai subappalti vanno a risparmiare sulla sicurezza, vanno a risparmiare sui tipi di contratti che fanno ai dipendenti, vanno a risparmiare su qualsiasi cosa, anche sui materiali, come è stato accennato prima da qualche mio collega. Poi, non lamentiamoci, appunto, dei crolli, di opere che devono essere ricostruite, di opere che cadono a pezzi e che dobbiamo chiudere, con tutto quello che ne consegue.

Un'altra assurdità che ho trovato è che si obbliga a rispettare una quota di genere all'interno degli appalti del PNRR, una quota del 30 per cento riservata a giovani donne. Sostanzialmente, la cosa mi lascia un po' perplesso, perché tutti sanno che in questi tipi di appalti si tende, appunto, al ribasso economico e, quindi, parliamo di paghe ridicole, tra i 4 e 5 euro, parliamo di condizioni di lavoro poco dignitose, parliamo, per lo più, di lavori a bassa manovalanza e di contratti precari. Quindi, sostanzialmente è come se noi stessimo relegando un'intera, o più intere classi sociali della nostra popolazione, a lavori di bassa manovalanza, precari, poco sicuri e con paghe ridicole. Quindi, francamente non so dove si vuole andare a parare. Sembra una proposta per la parità di genere ma, in realtà, è una precarizzazione a tutti gli effetti.

Poi, vorrei un attimo ripercorrere cosa ha portato a questo Piano nazionale di ripresa e resilienza. Parte tutto dal Recovery Fund, che, come è stato ricordato prima, non sarà la pioggia di miliardi ma si parla semplicemente di un saldo netto di 2 o 3 miliardi l'anno, che comunque dovranno essere recuperati poi…

PRESIDENTE. Concluda.

PAOLO GIULIODORI (MISTO-L'A.C'È). …con altra tassazione - concludo, Presidente - e, quindi, sostanzialmente verrà portata (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è)

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare il deputato Trano. Ne ha facoltà.

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). Presidente, prima di entrare nel merito del provvedimento, mi duole fare una piccola premessa, perché questa sera avevo chiesto sommessamente al Presidente di turno, Rosato, informazioni circa la sanificazione dell'Aula, perché erano circa 4 ore che noi eravamo qui dentro. Ebbene, questa mia richiesta ha suscitato l'ilarità di tanti colleghi deputati, sancendo, tra l'altro, un principio: che qui si deroga a delle norme sanitarie. Guardate bene che chi è fuori non ride, perché voi lo dovrete spiegare ai titolari di palestre, ai titolari di cinema, ai titolari di teatro, ai proprietari delle terme, ai titolari delle discoteche, ai ristoratori che hanno tavoli e sedie all'interno e magari non hanno neanche i dehor. Dovrete spiegare questa cosa all'esterno, perché loro non ridono e non rideranno rispetto alle dichiarazioni folli che sono stati fatte ieri dal Primo Ministro Draghi. Badate bene che su questa cosa non c'è molto da scherzare, perché io capisco che ormai l'andazzo che è stato preso in questo palazzo è quello di lavorare due giorni, martedì e mercoledì, e poi via subito con il trolley, ma fuori c'è gente che, se non fattura, se non vende i biglietti, non campa (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

Ma questa cosa l'avete capita o no? E di questo siete responsabili, questa larga maggioranza-accozzaglia, che litiga su tutto e va all'arrembaggio, come è capitato con questo “decreto Semplificazioni-governance”, mettendo, tra l'altro, la tagliola, nelle Commissioni I e VIII, alle 2 di notte, come i ladri, come i ladri!. Si accetta di tutto perché poi questa maggioranza, in realtà, litiga, ma non è che litiga per un interesse collettivo. Ci mancherebbe. Loro litigano per dividersi i tanti carrozzoni che sono stati istituiti all'interno di questo decreto e, guardate, i 3 decreti accorpati, questo mostro giuridico che state partorendo, è una roba che non si è mai vista. Io capisco che bisogna attuare il Piano nazionale di ripresa e resilienza, però, andando a vedere nelle pieghe del decreto, qui vengono distribuiti benefici a tutti. E quello che è avvenuto nelle Commissioni è: si distribuiscono gli emendamenti, si distribuisce tutta una serie di benefici e, talvolta, si resta senza coperture, come poi è capitato, perché ritornando in Commissione bilancio abbiamo dovuto cassare 2 emendamenti e ci sono state altre 7, 8 riformulazioni. Questo perché? Perché si fanno le cose di fretta, si cerca di dare prebende a tutto l'arco parlamentare di maggioranza e questi sono i risultati. Io vorrei ringraziare il collega Forciniti, per il grande lavoro che ha svolto in Commissione, cercando puntualmente di frenare, di far riflettere i colleghi su tanti provvedimenti-porcate che sono stati approvati. Ma lui era da solo, lui era da solo! E tutti gli altri dov'erano? Magari qualcuno ci ha pensato e, infatti, c'è qualche collega, finalmente, che ha mostrato gli attributi rispetto a un decreto monster. Però, voi sarete responsabili del declino paesaggistico, territoriale, ambientale di questo Paese per i prossimi anni.

Entrando, invece, nel merito, iniziamo un po' a parlare di che cosa è stato approvato. Partiamo dai campi fotovoltaici, dove adesso si possono piastrellare ben 60 ettari, con impianti da 20 megawatt su terreni di pregio, vincolati, agricoli. Ma noi siamo il made in Italy. Il nostro asset fondamentale, che ci invidia tutto il mondo, lo stiamo svendendo. E a chi lo stiamo svendendo? Alle multinazionali, alle lobby che ci sono dietro, agli amici degli amici. Questa è la rappresentazione del decreto in questione. E non ci si è fermati soltanto ai campi fotovoltaici, ma si è fatto di peggio: le pale eoliche da 100 metri a 200 metri, un'altezza del tutto innaturale, su cui impattano tantissime specie di uccelli migratori, che giacciono morti a terra. E poi qui si parla del Green New Deal, della svolta ambientalista, si cambia nome al Ministero dell'Ambiente - fa figo “Transizione ecologica” -, però, in realtà, i danni li state facendo, li state facendo voi.

Senza parlare, poi, della norma sui subappalti. Questa mattina ho ascoltato le dichiarazioni di voto sulla fiducia: il collega Fornaro si è preoccupato molto della questione della sicurezza sul luogo di lavoro.

Lui e la collega Muroni avevano presentato un emendamento - che prevedeva che alle società subappaltatrici venissero garantiti gli oneri della sicurezza - che è stato completamente cassato, bocciato, stralciato. Quindi, si consentirà alle società subappaltatrici di abbassare i costi sulla sicurezza dei lavoratori e, quindi, quale sarà la conseguenza nefasta? Che moriranno tanti altri lavoratori perché si vorrà risparmiare, ma questa è una storia nota, ben conosciuta nel nostro Paese. E anche qualche provvedimento fa, nel DL fiscale, si è cercato di garantire i contributi, si è cercato di evitare l'evasione fiscale proprio su queste aziende subappaltatrici, ma non la salute, evidentemente, perché con questo decreto, invece, possono tranquillamente ridurre i costi e, quindi, prendere queste opere e pagare meno sulla sicurezza dei lavoratori. E l'avete fatto voi. E poi dovremmo anche aggiungere di un emendamento, che è stato fatto dalla collega Piera Aiello, che è una bandiera sulle mafie; un emendamento, tra l'altro, che era già stato accettato con un ordine del giorno, votato tra l'altro dall'unanimità di questo ramo del Parlamento, e quindi aveva semaforo verde per potersi trasformare ed essere accettato, e invece è stato bocciato. Avete bocciato pure un emendamento su cui voi eravate tutti d'accordo e che poteva fungere da presidio contro le mafie, contro le criminalità.

Presidente, al peggio non c'è mai fine, anche perché, oggi, su un articolo di un quotidiano nazionale, si legge che ci sono alcune società che si sono macchiate di delitti incredibili, che stanno aspettando la riforma Cartabia. L'hanno dichiarato. Ma ci rendiamo conto di che deriva sta prendendo questo Parlamento? E voi, che crediti state dando in mano al Presidente Draghi e alla sua banda di tecnici? In questo Paese, i Governi tecnici non hanno mai fatto nulla di buono: vedere “alla pagina Elsa Fornero” cosa ha creato. Però, sembra che qui ci sia una certa stasi: si va tutti d'accordo, si insulta anche un po' la minoranza, perché magari stiamo cercando di salvaguardare gli interessi dei cittadini che non hanno lobby alle spalle, e andiamo felici avanti come se nulla fosse. Come se nulla fosse, oggi, ho provato a difendere un territorio sul dissesto idrogeologico, un territorio martoriato, con molte alluvioni in pochissimi anni, rispetto a quello che sta avvenendo in tutto il pianeta, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Germania, alluvioni lì, alluvioni in Cina, anche in Italia, il sud Italia colpito, però qui di fondi e, quindi, di risposte immediate e concrete da dare ai cittadini, niente, neanche l'ombra, non se ne parla, non se ne discute. E' veramente una cosa che non saprei nemmeno come chiamare: è davvero difficile per i cittadini accettare di non avere quelle sicurezze, quelle garanzie, perché, a settembre-ottobre, ritorna la stagione delle piogge e, se non si arriva prima, con questi temporali improvvisi, che risposta diamo noi, come Parlamento, come legislatori? Che tipo di risposta diamo loro?

Davvero, Presidente, io dissento da questo provvedimento, perché, come hanno illustrato molto bene i miei colleghi, è un provvedimento peggiorativo…

PRESIDENTE. Concluda.

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). …è un provvedimento peggiorativo rispetto a quanto già c'era prima, perché poi gli italiani sul mattone danno sempre il meglio di sé e sul 110 per cento che si può sanare, basta scrivere una CILA e dichiarare che l'immobile…

PRESIDENTE. Concluda, grazie.

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). Concludo, Presidente. Un secondo e concludo.

PRESIDENTE. Cinque secondi.

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). Va bene. Presidente, noi voteremo contro perché vogliamo bene agli italiani e non possiamo fare altrimenti. Pensateci anche voi quando farete la stessa cosa (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Timbro. Ne ha facoltà.

MARIA FLAVIA TIMBRO (LEU). Grazie, Presidente. Intervengo soltanto al fine di dichiarare il voto favorevole sul provvedimento da parte del gruppo di Liberi e Uguali e chiedo la possibilità di depositare il nostro intervento perché ne resti traccia agli atti del dibattito parlamentare.

PRESIDENTE. Perfetto, grazie.

Ha chiesto di parlare la deputata Ruffino. Ne ha facoltà.

DANIELA RUFFINO (CI). Grazie, Presidente. Soltanto per esprimere il voto favorevole del gruppo di Coraggio Italia (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (IV). Grazie, Presidente. Chiedendo di depositare anch'io il mio intervento e dichiarando il voto favorevole di Italia Viva, vorrei ringraziare la sottosegretaria Bergamini, la sottosegretaria Fontana, i relatori e tutti gli uffici che ci hanno assistito in questi lunghi giorni.

A coloro che oggi si scandalizzano che il Parlamento voti un decreto sulle semplificazioni, ricordo che hanno votato nel “decreto Genova” una norma relativa all'abuso edilizio di Ischia e non possono dare lezioni di ambientalismo a nessuno (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Io credo che prima di iniziare a discutere il merito di questo provvedimento, dovremmo fare alcune riflessioni sul momento storico che stiamo vivendo, perché vedete, colleghi, per tre secoli i legisti hanno costruito giuridicamente un concetto, che è quello dello Stato di diritto, e questo non allo scopo di eliminare il potere, ma semmai allo scopo di sottoporlo alla razionalità, all'impersonalità, alla oggettività della legge. Ed è per questo che oggi, indipendentemente dal voto finale che il gruppo di Fratelli d'Italia esprimerà sul provvedimento, noi non possiamo non mostrare il nostro rammarico nell'essere costretti a guardare lo spettacolo indecoroso che ha dato la maggioranza, soprattutto nelle fasi di discussione degli emendamenti in Commissione.

Vede, Presidente, autorevolezza e autorità sono sostantivi femminili entrambi, ma esprimono concetti sostanzialmente diversi. E allora credo che sia importante sottolineare che, in questo provvedimento, quella che è stata esercitata da parte di questo Governo è stata semplicemente l'autorità, cioè l'autorità di imporre la questione di fiducia, quando per prima l'opposizione aveva dato la propria disponibilità a discutere in tempi brevissimi, purché su questo provvedimento ci fosse un confronto. Invece, nei pochissimi giorni, nell'ambito di 10 giorni, abbiamo avuto due questioni di fiducia, ieri sera ne è stata addirittura annunciata in via preventiva un'altra. Ecco, esercitare l'autorità in questo modo vuol dire non avere autorevolezza.

Allora, Presidente, Fratelli d'Italia si asterrà dal voto di questo provvedimento e lo facciamo perché concediamo ancora una volta il beneficio del dubbio. All'interno del testo base abbiamo visto delle luci, nonostante l'ipertrofia normativa che c'è in questo momento, di fatto poi annienti il risultato che voleva essere raggiunto con questo testo. Noi abbiamo, comunque, apprezzato la sincerità degli intenti, perché questo decreto è evidentemente un diario aperto sulle carenze strutturali dell'esercizio della funzione pubblica: lo confermano la cabina di regia, i comitati interministeriali, i gruppi di controllo e di monitoraggio. Questo decreto fa un primo passo verso una fotografia importante, che è quella dello stato della nostra pubblica amministrazione: manchiamo di efficienza, e questo sicuramente lo si può evincere dal testo base.

Abbiamo potuto apprezzare e abbiamo riconosciuto il valore che è stato dato alla collaborazione tra pubblico e privato, tra politica e accademia, tra imprese e lavoratori, tra società civile e Governo, attraverso la realizzazione del Tavolo permanente per il partenariato economico, sociale e territoriale, ma anche in questo caso abbiamo poi contestato l'assenza che un così alto fine, di fatto, non abbia avuto la possibilità di vedersi riconosciute le risorse necessarie.

Abbiamo poi iniziato a dibattere, per quel poco che è stato possibile, l'articolo 47, spinto evidentemente dal modello europeo al PNRR, e questo dimostra sicuramente un approccio innovativo, perché per la prima volta guarda ai contratti pubblici in chiave strategica e di politica industriale. Allo stesso modo, però, dobbiamo anche mettere in evidenza quelle che per noi sono le assenze di questo provvedimento.

La prima su tutte: con questo atto creiamo una pubblica amministrazione del doppio binario, perché le regole facilitative che verranno applicate al PNRR non verranno applicate, invece, alla gestione ordinaria. Per cui ci ritroveremo con aziende che verranno facilitate nel proprio ruolo amministrativo e, contemporaneamente, ci ritroveremo aziende che già lavoravano con la pubblica amministrazione, che aspettano dalla pubblica amministrazione risposte da moltissimo tempo, che, invece, continueranno ancora ad aspettare e, anzi, aspetteranno di più e verranno messe nel dimenticatoio.

Noi abbiamo provato in Commissione a modificare questa impostazione di base, abbiamo provato a spiegare come le semplificazioni che si vogliono attuare per il PNRR devono essere applicate come logica di base nella ristrutturazione fondamentale di tutto l'impianto della pubblica amministrazione. In questo non siamo stati ascoltati. Siamo stati ascoltati su alcuni emendamenti: abbiamo, per esempio, fatto in modo che venisse dibattuto e che, finalmente, venisse approvata anche la possibilità che una serie di semplificazioni, anche da un punto di vista strutturale, venissero riconosciute a chi ha delle disabilità. Abbiamo sicuramente contestato l'articolo 51, perché, anche in questo caso, viene generalizzata la possibilità di premiare l'appaltatore che termina i lavori prima del termine convenuto, il che renderà naturale, per le stazioni appaltanti che vogliono cogliere l'occasione di una offerta, cogliere quella offerta, ma senza che, per questo, ci siano delle regole chiare, precise e lineari da seguire.

Allora, Presidente, vede, noi avevamo la necessità di discutere il testo base in quest'Aula, lo abbiamo detto e lo ripetiamo, non perché avevamo intenzione di bloccare i lavori parlamentari; credo che il comportamento del gruppo di Fratelli d'Italia sino a questo momento sia stato, evidentemente, nel senso della collaborazione partecipativa. Abbiamo provato, abbiamo concesso il beneficio del dubbio, ma di questo beneficio si è fatto un utilizzo ultroneo. E, allora, dobbiamo ritornare a discutere in quest'Aula dei provvedimenti, della loro essenzialità, ci vuole un confronto. Il confronto non può essere soltanto una dichiarazione di intenti, il confronto deve trasformarsi in atti e azioni che possano dare la possibilità di partecipare alla vita amministrativa della Nazione, ma, soprattutto, fare gli interessi dei cittadini italiani.

Presidente - e concludo -, ripeto a me stessa quanto veniva detto da Pericle 461 anni prima di Cristo. Pericle, parlando ad Atene, diceva che “un uomo si deve interessare allo Stato e, se non lo fa, noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benché in pochi siano in grado di dare vita alla politica, tutti siamo in grado di giudicarla. Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia. Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà è solo il frutto del valore. Insomma, ognuno qui cresce sviluppando in sé una felice versatilità, la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione”. Vede, Presidente, lo diceva Pericle 461 anni prima di Cristo e lo diceva parlando ai suoi ateniesi, perché voleva far capire che, in quella terra, si poteva parlare di democrazia e di Stato di diritto. Noi abbiamo bisogno che lo Stato di diritto ritorni in quest'Aula e, proprio per dimostrare la nostra buona volontà di collaborare, di discutere nel bene e nell'esclusivo interesse dei cittadini italiani, il voto di Fratelli d'Italia a questo provvedimento sarà un voto di astensione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Mazzetti. Ne ha facoltà.

ERICA MAZZETTI (FI). Grazie, Presidente. Annuncio il voto favorevole del gruppo di Forza Italia e deposito il mio intervento (Applausi).

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare la deputata Braga. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore.

CHIARA BRAGA (PD). Grazie, Presidente. Vorrei annunciare il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico e chiedere di depositare agli atti il mio intervento (Applausi).

PRESIDENTE. Perfetto. Ha chiesto di parlare il deputato Ziello. Ne ha facoltà.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Grazie, Presidente. Vorrei dichiarare il voto favorevole della Lega, però mi lasci fare un piccolo passaggio, perché abbiamo parlato più volte di norme che riguardano gli appalti. Qui, in quest'Aula, non c'è nessun gruppo politico che vuole andare a favorire il dilagare di delinquenza o di associazioni a delinquere (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), ma chi non ha mai fatto l'amministratore locale e chi non ha mai fatto il consigliere comunale non può sapere che, dando la possibilità di fare più affidamenti diretti, non si fa nient'altro che aumentare la capacità di spesa degli enti pubblici a livello locale e renderli più celeri.

Ci sono dirigenti e segretari generali che fanno istruttorie proprio per controllare questo e per prevenire possibili infiltrazioni mafiose (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Per cui - e chiudo, signor Presidente -, tanti deputati che sono intervenuti, delle volte anche a sproposito, dovrebbero prima studiare e farsi un po' di esperienza a livello locale prima di parlare in questo modo in quest'Aula, perché la nostra dignità non può essere sottoposta a nessun giudizio di quel tipo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Baldino. Ne ha facoltà.

VITTORIA BALDINO (M5S). Grazie, Presidente. Anche io intervengo per annunciare il deposito del mio intervento e il voto favorevole del MoVimento, però vorrei approfittare di un minuto per ringraziare tutti i colleghi della I Commissione e della Commissione ambiente per il lavoro che abbiamo svolto di miglioramento di questo testo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), un lavoro non facile.

Abbiamo combattuto davvero, articolo per articolo, comma per comma, emendamento per emendamento, cercando di dare il nostro contributo fattivo, costruttivo, propositivo per migliorare questo provvedimento: non abbiamo mai smesso né abbiamo rinunciato a lottare. Mai e non lo faremo mai (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Cunial. Ne ha facoltà. Colleghi… colleghi, non voglio sentire brusio.

SARA CUNIAL (MISTO). Grazie, Presidente. Benvenuti nell'era della transizione dove la propaganda inneggia al PNRR come piano di tutti e per tutti e le schede tecniche del Ministero divengono l'album da colorare per distrarre i bambini, mentre gli adulti si spartiscono il banchetto, con tanto di selezione di amari, land grabbing, trivelle, inceneritori, antenne, gasdotti e grandi opere inutili ovunque. Questo, mentre la I Commissione (Affari costituzionali) diventa “Commissione affari per pochi” e l'VIII Commissione (Ambiente) diventa “Commissione devasta ambiente”. Il Ministro Cingolani, dipendente dalla multinazionale simbolo del Patto euroatlantista, richiama l'Italia al suo dovere di schiava di Roma, togliendo di mezzo popolo, sovranità, identità, ecologia e equità per commemorare la strage di via D'Amelio e quindi resuscitare il ponte dei miracoli…

PRESIDENTE. Colleghi, per favore!

SARA CUNIAL (MISTO). …sponsorizzato anche dai fratelli di Aspen, che sappiamo dall'Antimafia rigenererà tutti i denari del narcotraffico 'ndranghetista in commesse per subappaltisti del cavaliere Salini.

Definire tutto questo “transizione” sarà anche onorevole, ma è irrispettoso nei confronti dei nostri cittadini. Il Parlamento è ormai morto e non a causa del COVID, usato per assecondare la transizione sostenibile alla dittatura del regime estrattivista e predatorio che, con un colpo di Stato, nomina una cabina di regia per commissariare il Paese grazie ai superpoteri. Ricatto, coercizione, estorsione sono armi di gestione dell'emergenza per sostenere l'economia del debito. Draghi è l'esecutore fallimentare testamentario e il PNRR il testamento sul quale tutti, discendenti diretti e indiretti, litigano per dividersi il bottino. Lo dico a tutti, dentro e fuori i palazzi, onorevoli e poco onorevoli: giù le mani dal nostro Paese. Non vi aiuterà a dividere il popolo tra obbedienti e disobbedienti con le stelline e le tessere ora usate come identità digitali dell'apartheid di regime. Difenderemo con tutte le forze ciò che volete depredare con i vostri progetti deviati, e lo dico da orgogliosa non vaccinata, diffamata dal vostro Presidente del Consiglio e portavoce di un popolo che non si farà mai piegare da un sicario della democrazia e della sovranità popolare e del nostro territorio. Costi quello che costi, non saremo le vostre cavie (Applausi dei deputati del gruppo Misto)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sodano. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore, senza brusio e commenti.

MICHELE SODANO (MISTO). Grazie, Presidente. Innanzitutto, scusate, tutti i colleghi, se vi abbiamo tenuto qui fino alle 22,30, fino alle 23, però, sapete, quando si parla di ambiente, quando si parla di natura, si parla di vita e, prima di smantellare il nostro ambiente, bisognerebbe pensarci un attimo, piuttosto che liquidare questo decreto, in che modo poi?

Abbiamo fatto una tagliola in Commissione e i commissari delle Commissioni affari costituzionali e ambiente non sono riusciti a toccarlo. Qui abbiamo messo la fiducia e, perdonatemi, se mi sembra alquanto strano che i partiti di maggioranza abbiano perfino rinunciato a fare una discussione in dichiarazione di voto (Applausi dei deputati del gruppo Misto). Vi dico una cosa: o perché volete tornare a casa e, quindi, volete tagliare i tempi o perché avete la vergogna di affrontare questo provvedimento, non ci fate una bella figura. In questo senso dico: onore ai compagni del MoVimento 5 Stelle che hanno scelto di non votare la fiducia questa mattina (Applausi dei deputati del gruppo Misto) perché chi asseconda la propria coscienza può dormire tranquillo e può essere sicuro di avere rappresentato degnamente quei cittadini che nel 2018 ci hanno dato una fiducia per cambiare questo Paese, non per sottostare alla Lega, al Partito Democratico e a Mario Draghi.

Grazie, Presidente, annuncio il mio voto contrario a questo decreto “ambienticida” (Applausi dei deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sarli. Ne ha facoltà.

DORIANA SARLI (MISTO). Grazie, Presidente. Il mio voto contrario nasce sicuramente da considerazioni di merito sui temi che mi sono molto cari, perché la necessità di semplificare non può e non deve derogare a norme di tutela dell'ambiente e del paesaggio e, quindi, della salute dell'uomo, degli animali e degli ecosistemi, che sulla carta tutti diciamo di voler tutelare e che con questo provvedimento ulteriormente distruggiamo. Ma nel mio voto contrario c'è anche una considerazione di merito sul metodo. Nelle ultime due settimane consecutive abbiamo votato, in quest'Aula, dei decreti con la fiducia, decreti omnibus in prima lettura, sì in prima lettura, lo stesso si preannuncia per la riforma del processo penale. Il Parlamento è così completamente esautorato dalla sua funzione legislativa, ormai per prassi consolidata. Così avviene nelle Commissioni di merito e io voto no a questa prassi ed è per questo e per molto altro, che nel mio poco tempo a disposizione non posso spiegare, che annuncio il mio voto contrario a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vianello. Ne ha facoltà.

GIOVANNI VIANELLO (M5S). Signor, Presidente in questo decreto ci sono norme di favore per bruciare rifiuti, ci sono norme di favore sugli idrocarburi, sulle fonti fossili. Si può essere favorevoli, contrari, sono opinioni, sono posizioni politiche, però quello che non va bene è il fatto di considerare le tutele ambientali e paesaggistiche come un vincolo al progresso(Applausi). Questa la volete chiamare transizione ecologica? Togliamo le tutele ambientali e paesaggistiche e la chiamiamo transizione ecologica? Eppure, tanti sono stati gli emendamenti presentati per migliorare concretamente questo decreto.

Abbiamo anche proposto di bloccare le future trivellazioni, gli air gun che sono ormai dannosi si sa, ci hanno detto no; abbiamo proposto di non fare le bonifiche a stralcio, bonificare la terra sopra e sotto la falda rimane inquinata, ci hanno detto di no; ci hanno detto di no alla tutela del paesaggio, a rendere vincolante un parere del Ministero che tutela il paesaggio, neanche questo. Allora, scusatemi, dinanzi a tutti questi no, chi vota favorevole a questo decreto, e bisogna dirlo, vota a favore degli inceneritori, vota a favore degli idrocarburi, delle trivellazioni (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è), vota a favore della deturpazione del paesaggio per l'alleggerimento delle bonifiche. Per questo motivo il mio è un voto purtroppo in dissenso con quello del mio gruppo. Ringrazio, comunque, i tanti commissari e tanti colleghi di tutte le formazioni politiche, abbiamo condiviso dei momenti anche di tensione, ma anche di lavoro intenso e li ringrazio veramente di cuore. Ma su questo “decreto Semplificazioni”, che è un decreto di distruzione, i cui effetti li avremo per i prossimi trent'anni e, quindi, li pagheranno i nostri figli, perché una centrale che si costruisce oggi, tra due anni, avrà vita utile tra trent'anni, io non posso dare il mio assenso e per questo annuncio il mio voto contrario (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare la relatrice Calabria, per fare un ringraziamento.

ANNAGRAZIA CALABRIA , Relatrice per la I Commissione. Scusate solo un minuto a fronte di tante settimane di lavoro. A nome mio e del collega Roberto Morassut desidero fare dei ringraziamenti in primo luogo al Governo, al Ministro Renato Brunetta, che ha fortemente voluto e lavorato a questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), al Ministro D'Incà, all'instancabile impegno dell'onorevole sottosegretario Deborah Bergamini (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), al sottosegretario Ilaria Fontana, agli uffici tecnici legislativi delle diverse amministrazioni competenti coinvolte, al prezioso contributo dei colleghi della maggioranza, anche allo stimolo delle opposizioni, ai presidenti di Commissione Alessia Rotta e Giuseppe Brescia. Infine un grato ringraziamento agli uffici e ai funzionari della I Commissione (Affari costituzionali) e della VIII Commissione (Ambiente), che con serietà, con professionalità e competenza hanno supportato e condiviso con il Parlamento tutto un lavoro davvero importante, imponente e complesso.

Da parte nostra c'è stata e c'è la piena consapevolezza e il senso di responsabilità di avere lavorato ad un provvedimento in cui confluiscono le prime grandi riforme di governance e semplificazioni che possono davvero cambiare il futuro dell'Italia. È il primo e fondamentale passo per poter creare un ecosistema istituzionale, normativo e amministrativo più snello ed efficiente, per realizzare progetti e investimenti previsti nel Piano di ripresa e resilienza. Concludo affermando che il testo che stiamo licenziando costituisce nel metodo e nel merito un bell'esempio di quella centralità del Parlamento che tanto viene invocata e, troppo spesso, troppo poco si pratica. Siamo convinti che un Parlamento serio e responsabile sia ancora lo strumento migliore per consentire al popolo sovrano di partecipare davvero alle grandi scelte di indirizzo del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. L'unica questione è di rimanere più sui ringraziamenti.

(Coordinamento formale - A.C. 3146-A/R​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 3146-A/R​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3146-A/R: Conversione in legge del decreto-legge 31 maggio 2021, n. 77, recante governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza e prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di accelerazione e snellimento delle procedure.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 39) (Applausi).

Trasferimento a Commissione in sede legislativa delle proposte di legge A.C. 802​, 925, 1129, 2159, 2239, 2270 e 2570.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'assegnazione di proposte di legge a Commissione in sede legislativa.

Propongo alla Camera l'assegnazione in sede legislativa delle seguenti proposte di legge, delle quali la III Commissione permanente (Affari esteri) ha chiesto il trasferimento in sede legislativa, ai sensi dell'articolo 92, comma 6, del Regolamento:

Longo: «Istituzione della Commissione parlamentare di indirizzo e controllo sull'emigrazione italiana nel mondo» (A.C. 802​);

Care' ed altri: «Istituzione di una Commissione parlamentare sulle migrazioni e sulla mobilità degli italiani nel mondo» (A.C. 925​);

Fitzgerald Nissoli ed altri: «Istituzione di una Commissione parlamentare per le questioni degli italiani all'estero» (A.C. 1129​);

Ungaro: «Istituzione di una Commissione parlamentare sull'emigrazione e sulla mobilità degli italiani nel mondo» (A.C. 2159​);

Schiro' ed altri: «Istituzione di una Commissione parlamentare sull'emigrazione e sulla mobilità degli italiani nel mondo» (A.C. 2239​);

Siragusa ed altri: «Istituzione di una Commissione parlamentare per le questioni degli italiani all'estero» (A.C. 2270​);

Formentini ed altri: «Istituzione della Commissione parlamentare per la protezione e la valorizzazione geoeconomica dell'emigrazione italiana nel mondo » (A.C. 2570​).

(La Commissione ha elaborato un testo unificato)

Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.

(Così rimane stabilito).

Trasferimento a Commissione in sede legislativa della proposta di legge A.C. 181​-1034​-1188​-1593​-1710​-1749​-1836​-1839-B​.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'assegnazione di proposta di legge a Commissione in sede legislativa.

Propongo alla Camera l'assegnazione in sede legislativa della seguente proposta di legge, della quale la XII Commissione permanente (Affari sociali) ha chiesto il trasferimento in sede legislativa, ai sensi dell'articolo 92, comma 6, del Regolamento:

S. 1441 – Gallinella e Gagnarli; Minardo; Mulè ed altri, Rizzetto ed altri; Misiti ed altri; Frassinetti ed altri; Leda Volpi; Rizzo Nervo ed altri: «Disposizioni in materia di utilizzo dei defibrillatori semiautomatici e automatici» (approvata, in un testo unificato, dalla Camera e modificata dalla 12a Commissione permanente del Senato) (A.C. 181​-1034​-1188​-1593​-1710​-1749​-1836​-1839-B​).

Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.

(Così rimane stabilito).

Annunzio della presentazione di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.

PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento ha presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla XII Commissione (Affari sociali):

“Conversione in legge del decreto-legge 23 luglio 2021, n. 105, recante misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19 e per l'esercizio in sicurezza di attività sociali ed economiche (3223) – Parere alle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), IV, V, VII, IX, X, XI, e XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis è altresì assegnato al Comitato per la legislazione.

In morte degli onorevoli Nicola Tranfaglia e Santino Picchetti.

PRESIDENTE. Comunico che è deceduto l'onorevole Nicola Tranfaglia, già membro della Camera dei deputati nella XV legislatura.

Comunico che è deceduto l'onorevole Santino Picchetti, già membro della Camera dei deputati nella IX e nella X legislatura.

La Presidenza della Camera ha già formulato ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Lunedì 26 luglio 2021 - Ore 12:

1. Discussione sulle linee generali del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 14 giugno 2021, n. 82, recante disposizioni urgenti in materia di cybersicurezza, definizione dell'architettura nazionale di cybersicurezza e istituzione dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale. (C. 3161-A​)

Relatori: BRESCIA, per la I Commissione; PAITA, per la IX Commissione.

2. Discussione sulle linee generali del disegno di legge:

S. 2267 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 8 giugno 2021, n. 79, recante misure urgenti in materia di assegno temporaneo per figli minori (Approvato dal Senato). (C. 3201​)

Relatrice: NOJA.

3. Discussione sulle linee generali della mozione Cantalamessa ed altri n. 1-00498 concernente iniziative volte a potenziare il contrasto di infiltrazioni mafiose con particolare riferimento alla realizzazione dei progetti previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza .

La seduta termina alle 22,25.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 5 il deputato Rizzone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 23 il deputato Sangregorio ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 2 il deputato Morgoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: EMANUELA ROSSINI, MAURIZIO LUPI, MARIA FLAVIA TIMBRO, DANIELA RUFFINO, SILVIA FREGOLENT, ERICA MAZZETTI, CHIARA BRAGA E VITTORIA BALDINO (A.C. 3146-A/R​)

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 3146-A/R​). La realizzazione delle missioni del PNRR dipenderà dall'aver introdotto livelli efficaci e semplificati di governance adeguati ai compiti di indirizzo, di regolazione e di controllo e fondamentali ai fini dell'attuazione del Piano, coerentemente agli impegni assunti in Europa nel concorrere a politiche di debito condivise ed alle riforme che abbiamo garantito in Europa.

E questo il nostro compito fondamentale, attuare il Piano nei tempi e con gli obiettivi stabiliti, per avere legittimità in futuro ad un'ulteriore evoluzione delle politiche europee economiche e sociali.

Con il decreto si determina un coordinato sistema di governo del Piano e attraverso poteri sostitutivi e procedure di prevenzione dei conflitti e di risoluzione si incide su un complesso sistema legislativo e amministrativo: a garanzia di una corretta gestione finanziaria, di una efficiente attuazione dei progetti e di realizzazione delle opere previste.

E' fondamentale che vi sia stata un'intesa in merito al coinvolgimento dei diversi livelli di autonomia speciale e regionale, in coordinamento con il Governo nazionale in merito a molteplici settori di intervento: dal codice per l'ambiente e in quest'ambito alla valutazione di impatto ambientale, di competenza statale e regionale, all'efficientamento energetico ed alle fonti rinnovabili, al contrasto del dissesto idrogeologico, alle norme relative al codice degli appalti e degli investimenti pubblici, all'edilizia scolastica.

Il PNRR presenta, come sappiamo, condizionalità trasversali alle differenti missioni. Sotto questo profilo la parità di genere è pari alla transizione digitale: l'altro capitolo decisivo del piano che richiede innovative procedure di condivisione, di dialogo fra le diverse amministrazioni coinvolte, di rispetto degli obblighi e dei tempi di innovazione.

Le infrastrutture digitali concorrono a realizzare quelle che potremmo definire le ‘infrastrutture ideali', i contenuti di merito, del piano in ragione dei quali giudichiamo indispensabili maggiori livelli di governance. Una rivoluzione fondamentale che non si esaurisce nel rafforzamento, certamente importante, della capacità amministrativa e che non si aggiunge a ciò che esiste, ma semplifica, innova e programma.

Possiamo, dobbiamo, riformare modelli burocratici che separano i diversi livelli di governo e di competenza anziché coordinarli fra loro, che elevano piuttosto che eliminare la dimensione opaca e inefficiente delle nostre norme legislative, che non esaltano le autonomie ma le contrappongono ad una visione centralistica, che disaggregano anziché unire, che non collegano la dimensione qualitativa agli obiettivi quantitativi degli investimenti.

Per queste ragioni voteremo il decreto e consideriamo il voto della Camera come un segno di credibilità e di coerenza.

MAURIZIO LUPI (M-NCI-USEI-R-AC). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 3146-A/R​). Signor Presidente, onorevoli colleghi, da quando si è insediato il Governo abbiamo segnalato con forza alcune priorità su cui concentrarci. E non abbiamo fatto mancare esempi e dati che rendessero evidente la necessità di un cambio di passo.

A fine aprile, in occasione della presentazione del PNRR, chiedevamo di snellire la burocrazia e di semplificare procedure che da tempo soffocavano le imprese. Oggi approviamo un provvedimento fondamentale che è anche un passo deciso in questa direzione, un decreto che definisce le modalità essenziali perché il Piano che abbiamo approvato nei mesi scorsi, insieme al Fondo complementare, non rimangano uno spot buono solo a fare pubblicità alla maggioranza. Modificare le regole che in passato hanno reso quasi impossibile realizzare le opere necessarie al nostro Paese rappresenta infatti una delle sfide su cui la politica sarà misurata nei prossimi mesi ma anche nei prossimi anni.

Mi permetto di aggiungere un dato importante, prima di addentrarmi nei contenuti del provvedimento. Sempre alla fine del mese di aprile avevamo formulato al Governo un'altra richiesta, denunciando in quest'aula il grave ritardo accumulato dallo scoppio della pandemia con riferimento ai decreti attuativi lasciati in eredità dall'esecutivo precedente, per un totale di 547 provvedimenti rimasti in sospeso. Come ha avuto modo di spiegare il Sottosegretario Garofoli presentando al Consiglio dei Ministri del 15 luglio la Terza relazione sul monitoraggio dei provvedimenti attuativi, dal 13 febbraio 2021 a metà luglio sono stati adottati 237 provvedimenti attuativi con un andamento crescente che ha raggiunto il livello più alto nel mese di giugno, con l'adozione di ben 70 provvedimenti. à un segnale importante, lasciatemelo dire, che si accompagna alla volontà di non sbandierare conquiste avvenute solo sulla carta ma di avviare un percorso reale di sviluppo del Paese.

Come sappiamo, la governance è incentrata sulla istituzione di una cabina di regia, presieduta dal Presidente del Consiglio dei Ministri, alla quale partecipano, di volta in volta, i Ministri e i sottosegretari competenti in ragione delle tematiche affrontate in ciascuna seduta. Anche qui è semplice notare un cambio di passo, grazie al coinvolgimento più ampio di tutti i Ministeri i quali potranno mettere a diposizione le competenze necessarie, contrariamente a modelli di governance più "verticali" che, non a caso, hanno rappresentato una delle cause di malcontento della precedente esperienza di Governo.

Esiste un'altra differenza che ci tengo a sottolineare sempre riguardo il modello di governance del Piano: la struttura delineata dal provvedimento che andiamo ad approvare non coinvolge solo i dicasteri, ma si distingue anche per il valore riconosciuto al Parlamento. Si pensi a quanto previsto dall'articolo 1 del decreto, secondo cui il Governo è tenuto a fornire alle Commissioni parlamentari competenti le informazioni e i documenti utili per esercitare il controllo sull'attuazione del PNRR e del Piano nazionale per gli investimenti complementari al PNRR. Il decreto riconosce anche un ruolo importante alle singole Commissioni parlamentari, che dovranno monitorare lo stato di avanzamento del PNRR e i progressi nella sua attuazione, anche con riferimento ai singoli interventi, con particolare attenzione al rispetto e al raggiungimento degli obiettivi delle priorità trasversali del Piano.

La seconda parte del decreto comprende, invece, misure di semplificazione che incidono su numerosi settori oggetto del PNRR, tra cui transizione ecologica, opere pubbliche e digitalizzazione, così da accelerarne la messa a terra e favorirne la completa realizzazione.

Per citare uno dei tanti miglioramenti messi a punto dal testo si può prendere ad esempio l'interpello ambientale. Accogliamo con soddisfazione la possibilità di mettere attorno al tavolo i portatori di interessi pubblici e privati, uscendo dalla logica del sospetto reciproco e favorendo al contrario un luogo unico di confronto, così che tutti siano chiamati a dare ragione della necessità di adottare un determinato intervento, o al contrario dei motivi che richiedono di apportare delle modifiche.

Una semplificazione notevole è rappresentata certamente dalla norma che stabilisce la fruizione del superbonus 110% attraverso la sola comunicazione di inizio lavori asseverata (CELA), ai fini dell'attestazione degli estremi del titolo abilitativo, che ha previsto la costruzione dell'immobile, o del provvedimento che ne ha consentito la legittimazione, rendendo non più necessaria l'attestazione dello stato legittimo. Il provvedimento riconosce anche più tempo per trasferire la residenza per usufruire delle agevolazioni prima casa, nel caso di acquisto di immobili sottoposti ad uno o più interventi di efficientamento energetico "trainanti". E ancora la sanatoria delle violazioni formali e per le varianti in corso d'opera, oltre alle novità per il sismabonus acquisti. Le modifiche introdotte e rendono maggiormente fruibile la detrazione d'imposta, anche in considerazione delle difficoltà riscontrate fino ad oggi dagli operatori del settore. Per quanto riguarda i possibili miglioramenti che avremmo auspicato, segnaliamo che forse il decreto avrebbe dovuto contemplare maggiori risorse per la copertura di eventuali proroghe o norme di ampliamento della platea dei soggetti beneficiari, invece di rimandare la discussione alla prossima legge di bilancio.

Mi avvio verso la conclusione. Sappiamo bene che le modifiche tecniche sono tanto necessarie quanto non sufficienti. Una volta modificate le procedure, ridotti i passaggi amministrativi, semplificate le cabine di comando, è necessario qualcosa di più: una volta che la strada è stata rimessa in sesto, occorre che ciascun trovi il coraggio di percorrerla fino in fondo. Questo passaggio chiama in causa tutti, dal Governo al Parlamento, alle amministrazioni locali, ma soprattutto i singoli cittadini, le imprese e le associazioni. Ancora una volta, non è scontato ribadire che la crescita come il lavoro non lo crea lo Stato: siamo chiamati a favorire le condizioni migliori, ma il punto decisivo è l'atto di fiducia verso il Paese, senza il quale tutti i nostri sforzi saranno vani. Ecco, sono convinto di aver indicato diversi spunti che documentano i primi risultati del Governo, per questo anche oggi chiediamo di poter andare avanti, di proseguire senza cedimenti. Ci auguriamo che questa spinta in avanti che il Governo ha iniziato a imprimere al Paese non venga meno. È una direzione che guarda al futuro, che tenta di togliere dalla discussione polemiche astratte dalle esigenze profonde del Paese, con i problemi che abbiamo spesso richiamato in quest'aula e su cui non voglio dilungarmi.

I dati sulle varianti del virus ci hanno ricordato che la gestione della pandemia non è stata archiviata e il Ministro Franco anche ieri ha evidenziato come le incertezze generate dai nuovi contagi rischiano di incidere sulle previsioni di crescita, che restano ancora solide se paragonate ai dati pubblicati nel dicembre scorso. Oggi è il momento dell'unità, per affrontare un passaggio stretto ma decisivo in cui occorre non perdere tempo a rivendicare singole rendite di posizione, che rischiano di minare la stabilità di un progetto comune. I primi risultati stanno arrivando, talvolta superando addirittura le aspettative: non perdiamo questa occasione preziosa.

MARIA FLAVIA TIMBRO (LEU). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 3146-A/R​). Il provvedimento che ci apprestiamo ad esaminare al fine di convertirlo in legge il decreto n. 77/2021 che reca “Governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza e prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di accelerazione e snellimento delle procedure” anche comunemente detto Decreto Semplificazioni bis, nasce con obiettivi ambiziosi e complessi al tempo stesso.

Da un lato l'obiettivo di introdurre ed immaginare una Governance per la realizzazione del PNRR definendone sedi, strumenti di intervento e di controllo, strumenti che non saranno legati solo alla durata di questa legislatura, ma che, per i fondi cui attingeranno, costituiranno un'agenda praticamente irreversibile che riguarderà i prossimi sei anni della vita del nostro Paese.

Dall'altro l'obiettivo- anche questo di non poco conto- di accelerare, snellire, velocizzare le procedure interessate all'attuazione del Piano, a partire da un irrobustimento della nostra capacità amministrativa.

Due obiettivi che, insieme, danno vita ad un'impresa a dir poco titanica. Non sfugge, dunque, la centralità che questo provvedimento avrà in questo tempo e negli anni a venire.

Il PNRR è, infatti, ad oggi, lo strumento fondamentale che abbiamo per ridisegnare il nostro paese e contemporaneamente contribuire alla salvezza del pianeta, per dare vita ad una società diversa da quella che viviamo, per costruire un paese più giusto, più equo, più moderno che riduca le diseguaglianze che lo attraversano, che garantisca una ripresa ed uno sviluppo reale ed ecocompatibile delle economie territoriali, che riduca il divario che esiste non solo tra nord e sud, ma anche e soprattutto tra centri e periferie. tra aree interne ed aree esterne.

Il PNRR, insomma, è la nostra occasione. Questo è il tempo di determinare nuovi processi economici e sociali, questo è il tempo per affrontare la sfida della conversione green e le trasformazioni della digitalizzazione.

Certamente non è semplice in un paese altamente burocratizzato, immobilizzato dalla burocrazia come può dirsi il nostro, intervenire sul quadro legislativo vigente per garantire la pronta, tempestiva e corretta realizzabilità degli investimenti contenuti in questo ambizioso e storico programma europeo di investimenti.

Non è questo un intento cui può ambire un unico intervento legislativo. La semplificazione, infatti, è da sempre un mostro giuridico per il nostro Paese.

Spesso, quando si prova a semplificare si corre il rischio di deregolamentare, dando vita, in assenza di regole o alla contraddizione di queste, ad una complicazione delle procedure, incorrendo in conseguenze irreparabili.

Il rischio, quindi, che dal decreto semplificazioni si passasse al decreto “complicazioni”, non possiamo nascondercelo, è stato serio e consistente.

Ma al di là dei giochi di parole e della facile ironia possiamo dirci con ragionevole certezza che il provvedimento in esame non può considerarsi esaustivo delle questioni che affronta, non è, per così dire, autosufficiente.

Ha, però certamente, il merito di prevedere non pochi interventi normativi di portata ampia, generale, interventi necessari che provano a riformare se non addirittura a disciplinare settori ben specifici: dall'economia circolare alla sistemazione idraulica e forestale delle aree a rischio idrogeologico, dagli incentivi per l'efficientamento energetico alla rigenerazione urbana, dall'ampliamento della disciplina sull'ecobonus alla perequazione infrastrutturale del mezzogiorno - anche se da siciliana devo dirlo, manca una reale attenzione ai porti del sud che rischia di far andare alla deriva l'area portuale che dovrebbe invece essere al centro della portualità del mediterraneo.

Bene anche la licenza obbligatoria per farmaci e vaccini in caso di emergenza e l'abbattimento delle barriere architettoniche.

Bene anche gli interventi emendativi che hanno rafforzato i poteri di controllo e di indirizzo del parlamento, ma riteniamo che continui a mancare nella Governance un coinvolgimento effettivo, reale, strutturato con le parti sociali.

Perché sui temi del lavoro, della resilienza, della piena attuazione dei diritti non si può fare a meno di prevedere una seria attività di confronto innanzitutto con i sindacati, condividendo con loro priorità e modalità degli investimenti, a maggior ragione se si vuole che il Piano abbia un vero impatto positivo in termini occupazionali che è uno degli obiettivi principali del PNRR.

Questo provvedimento dunque interviene su alcuni dei settori cardine su cui si regge il paese che siamo chiamati a costruire: la disciplina ambientale e la digitalizzazione delle Pubbliche amministrazioni, si occupa di tanto, forse di troppo.

Eppure non è un provvedimento esaustivo, al suo interno vi sono ancora delle mancanze importanti.

Alcune su tutte meritano di essere menzionate in particolare su ambiente e contratti.

È mancato, infatti, il coraggio di escludere tra le opere meritevoli di autorizzazione breve per ridurre le emissioni climalteranti la produzione di energia da fonti rinnovabili, fra cui residui e rifiuti.

E invece questo era ed è il tempo di tracciare definitivamente un punto sulla discussa questione degli inceneritori!!!

Il nostro paese si è impegnato con l'Europa ad avviare una pagina nuova nella gestione dei rifiuti non investendo più in inceneritori, ma piuttosto in trattamenti biologici che diano vita ad una nuova fase dell'economia circolare, che preveda anche interventi di incentivazione per aumentare il riciclo a scapito dello smaltimento in discarica e dell''incenerimento.

È mancata, poi, nella parte relativa ai contratti pubblici- in attesa delle necessarie determinazioni adottate per ristabilire la conformità del codice dei Contratti con le prescrizioni della Direttiva europea 2014/24- la volontà di inserire una norma- sulla quale questo gruppo ha chiesto con vigore un intervento e per la quale oggi abbiamo presentato un ordine del giorno in aula, perché si vincolino le stazioni appaltanti a scorporare dal costo dell'importo assoggettato al ribasso -nel caso sia di ricorso al minor prezzo che in quello di utilizzo del criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa- i costi della manodopera e della sicurezza.

Perché è soprattutto quando si avviano cantieri per la realizzazione di imponenti opere infrastrutturali che si deve alzare l'asticella sui controlli e garantire dignità al lavoro.

È soprattutto adesso che dobbiamo assicurarci che non siano i lavoratori e la loro sicurezza a pagare le conseguenze di una distorta idea e di una pratica speculativa e predatoria della concorrenza.

E guardi, Presidente, questo non ce lo chiede l'Europa, ce lo chiedono le centinaia di morti bianche che ogni anno insanguinano il nostro Paese!

Su questo, guardate, noi non abbasseremo mai la guardia e vigileremo affinché questa previsione non resti una promessa di impegno, ma trovi al più presto una reale collocazione nel nostro quadro normativo.

Da ultimo e mi avvio a concludere, non può tralasciarsi la considerazione che per dare senso a questo ambizioso programma di rigenerazione della macchina amministrativa e dell'intero Paese, manca oggi più che mai, un importantissimo tassello: quello delle risorse umane, risorse nuove e qualificate, da immettere al più presto nel sistema, perché, lo sappiamo bene, in loro assenza qualsiasi grande processo evolutivo è condannato a restare lettera morta.

Senza dunque volermi ulteriormente ripetere nel merito lo ribadisco, questo non è un provvedimento perfetto, si sarebbe potuto fare molto di più e molto di meglio, siamo perfettamente consapevoli dei suoi limiti e delle sue non poche contraddizioni, ma è certamente un provvedimento necessario, è necessario ad avviare e a costruire questa pagina che ci auguriamo- e ci impegneremo per questo- nuova nella storia di questo paese.

Per questa ragione dichiaro il voto favorevole al provvedimento del gruppo di Liberi e Uguali.

DANIELA RUFFINO (CI). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 3146-A/R​). Signor Presidente, Governo, colleghi, semplificare e agevolare, dare attuazione e valore all'interesse nazionale attraverso gli interventi inclusi nel Piano nazionale di ripresa e resilienza. Un concetto che racchiude il grande obiettivo che si può e si deve raggiungere.

Si corre però il rischio dei colli di bottiglia, su alcuni temi quali la valutazione di impatto ambientale, l'autorizzazione per i nuovi impianti per il riciclo dei rifiuti o la rigenerazione urbana. Temi cari a Coraggio Italia, che rappresentano una reale sfida per il Paese e che, non a caso, vedono la nostra nazione protagonista in questi giorni con il G20 sull'ambiente a Napoli.

E sono i nostri cittadini, l'Europa, le nostre imprese che ci chiedono di semplificare, uniformare le procedure, digitalizzare ogni atto emesso dalla pubblica amministrazione per ridurre oneri e tempi.

Occorre saper coinvolgere, recuperare l'arretrato, velocizzare i processi. Per fare questo enti locali, regioni, città metropolitane, unioni dei comuni e comuni debbono essere dotati di risorse finanziarie e umane!

Il personale, esperto, qualificato, efficiente serve ora, non domani. Con questa consapevolezza Coraggio Italia ha presentato un emendamento che tenesse in vita le graduatorie in scadenza. Si sarebbero raggiunti due obiettivi contemporaneamente: risparmio e il personale disponibile subito.

Usciamo da anni bui, da anni di tagli al personale e ai servizi. In passato si è tentato di semplificare, con provvedimenti sporadici e scoordinati con esiti che non sono stati percepiti.

Coraggio Italia ritiene sia iniziata una nuova epoca per la pubblica amministrazione che si rimette in gioco proprio attraverso le nuove misure di snellimento e semplificazione.

Signor Presidente, l'azione intrapresa non può essere rallentata dal rincaro delle materie prime, dall'irreperibilità dei materiali sul mercato. Il riflesso ricade inevitabilmente sull'andamento economico dei contratti pubblici che per divieto normativo non possono godere della revisione prezzi.

Le prossime gare di appalto potrebbero andare deserte, con il conseguente allungamento dei tempi per la realizzazione delle opere attese da tempo.

Territori più competitivi, prospettive di crescita e PNRR sono un tutt'uno, le opportunità non si possono perdere negli uffici urbanistici ingolfati nel rilascio delle asseverazioni di conformità. Stiamo superando una pandemia con migliaia di vite perse, con la stessa determinazione dobbiamo vincere la sfida contro la burocrazia e per la crescita.

Coraggio Italia nasce dai e nei territori, la nostra voce è quella dei Sindaci, delle imprese, delle famiglie. Signor Presidente, sosteniamo il Governo Draghi, il Governo del migliore, con convinzione, anche senza farne parte, offrendo il nostro leale, continuo e costruttivo apporto. Vogliamo essere gli estensori di misure semplici ed utili, misure che creino occupazione, vero lavoro, servizi, benessere e lo stiamo dimostrando!

Misure che rafforzino Signor Presidente la parità di genere, che non siano alimento per il reddito di cittadinanza ma lavoro, lavoro vero.

È con il lavoro che donne e uomini guardano al futuro con serenità, forza e dignità.

Per coraggio Italia il PNRR e le semplificazioni debbono essere opportunità per le nuove generazioni, per i nostri giovani che potranno scegliere se iniziare la loro attività in Italia o andare all'estero e non piuttosto avere una strada a senso unico, l'estero.

Le parole del Presidente Draghi sono state nette, “occorre spendere bene i soldi che ci arriveranno ed approvare in tempi rapidi le riforme per essere un paese credibile ed affidabile”.

Per Coraggio Italia è altrettanto importante accantonare ogni ambiguità sul Green pass, lo riteniamo lo strumento per non richiudere mai più il Paese, per mantenere aperte le attività, per la definitiva ripresa delle visite negli ospedali e nelle Rsa, per la piena ripresa delle attività sanitarie a partire dalla cura ai malati oncologici. Per l'avvio dell'anno scolastico in totale presenza. Sia di esempio il Parlamento, noi tutti!

Coraggio Italia è attenta agli artigiani, la nostra attività con i panificatori, categoria silenziosa e laboriosa ha lo scopo di ridurre i passaggi nei panifici italiani, e non piuttosto introdurre un nuovo registro delle farine. Una duplicazione che ha un costo ed un tempo per panifici di prossimità che sono un presidio in particolare per i piccoli comuni, per quei territori che con il PNRR, con le semplificazioni, con l'attenzione ai piccoli borghi non devono più essere terra di desertificazione e abbandono, bensì di rinascita.

Signor Presidente, la semplificazione ed accelerazione sulle misure per il contrasto al dissesto idrogeologico vede Coraggio Italia in prima linea. Si tratta di risorse per la finanza pubblica, continuative e mirate per garantire sicurezza degli italiani. L'azione distruttiva dei processi morfologici in termini di degrado del suolo è tale perché è stata priva di una seria programmazione. Abbiamo perso vite e subito tragedie, la sicurezza chiediamo sia priorità dell'agenda di governo.

Siamo coscienti e certi che l'Italia rende più forte l'Europa ma anche che l'Europa rende più forte l'Italia, “questo è l'inizio di un duro lavoro, questa è una opportunità che capita una volta nella vita, ci stiamo rimettendo in ordine, stiamo ripartendo”. E Coraggio Italia ha raccolto l'appello del Presidente del Consiglio.

Presidente, proseguiamo con il nostro impegno affinché tutto ciò che è necessario venga fatto, messo in atto ed annunciamo il nostro voto favorevole alla fiducia al Governo.

SILVIA FREGOLENT (IV). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 3146-A/R​). Grazie Signor Presidente, gentili rappresentanti del Governo, Onorevoli Colleghi, Innanzitutto vorrei ringraziare la sottosegretaria Deborah Bergamini e la sottosegretaria Ilaria Fontana per il lavoro svolto in queste settimane in Commissione, come tutti i partecipanti dei lavori che hanno dato il più delle volte un contributo fondamentale per l'approvazione del decreto in oggetto. Ci è voluta una pandemia così devastante per far scoprire a questo Paese l'esigenza indifferibile di semplificare il nostro Paese.

Se questa maggioranza trasversale se ne fosse resa conto nel 2016, sul famoso referendum costituzionale, il Paese sarebbe arrivato a questo drammatico appuntamento (non prevedibile da nessuno) con ben altri strumenti ed energie.

Ma come recitano i proverbi popolari "meglio tardi che mai" l'opportunità che ci dà il Recovery Plan di modificare radicalmente il nostro paese è un'opportunità troppo ghiotta affinché lacci e lacciuoli la facciano venir meno.

231 miliardi di euro (se calcoliamo i tempi che rimangono da qui al 2026 si traducono in interventi da 100 milioni al giorno) sono una cifra che dai tempi del Piano Marshall il nostro Paese non riceveva.

Sono soldi che l'Europa chiede di spendere in modo rapido e con una visione nuova dell'economia, che comporti una definitiva transizione ecologica dell'Unione europea e dei suoi stati membri.

Come ha giustamente sottolineato in questi giorni il Ministro Cingolani, del quale Italia Viva è fortemente convinta, la transizione ecologica non può realizzarsi a scapito di un dramma sociale, pertanto le misure previste nel piano e le risorse in esso contenute servono a realizzare la transizione ecologica/energetica senza al contempo distruggere il tessuto produttivo del nostro Paese. Per far questo come più volte sottolineato ci vuole una cabina di regia efficace, che vede nella Presidenza del Consiglio, nei Ministri interessati, nelle parti sociali il motore propulsivo per la sua realizzazione.

Le regole previste nel Decreto Semplificazioni che oggi andiamo ad approvare, prevedono di velocizzare gli investimenti che servono al nostro paese per poter ritornare a crescere. Digitalizzazione del Paese, sburocratizzazione della macchina pubblica, snellimento delle procedure, riforma della giustizia erano misure necessarie prima degli eventi drammatici di questo anno, dopo la pandemia non sono più rinviabili.

Per questo non comprendo le critiche fatte a questo provvedimento da alcune forze politiche di opposizione ma anche alcuni distinguo di rappresentanti della maggioranza che definiscono questo provvedimento dannoso per la salvaguardia e la tutela del paese.

Come se la presenza di lungaggini burocratiche avesse impedito in questi anni di assistere a mostruosità ambientali. Mi meraviglio ancora di più di queste infondate critiche tanto più che i colleghi che oggi le esprimono hanno votato in passato l'articolo 25 del D.L.28/09/2018 n.109 - cosiddetto Decreto Genova - dove vi era la definizione di condono che faceva riferimento alla legge 47 del 28/02/1985 (cosiddetto condono Craxi) che riguardava in particolare l'isola di Ischia e con il Decreto Genova non aveva nulla a che vedere.

E che con altrettanto entusiasmo hanno applaudito al primo Decreto Semplificazioni voluto dalla coppia Conte - Costa che ha suscitato moltissime critiche per le storture ambientali ivi contenute che rischiava di creare, da parte di numerose associazioni ambientaliste.

Il Decreto che andiamo ad approvare oggi darà un elemento di chiarezza nelle tempistiche e nelle procedure per poter far evolvere il nostro Paese.

Convinti della forza che l'Italia sa esprimere nei momenti di maggiore difficoltà, con la serietà e il rinnovato prestigio internazionale che il nostro Paese ha raggiunto da quando alla guida del Governo è arrivato il Presidente Mario Draghi, il Gruppo di Italia Viva voterà favorevole al Decreto in oggetto.

ERICA MAZZETTI (FI). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 3146-A/R​). Grazie Presidente. Con questo disegno di legge il Governo ha messo in ordine i tre capisaldi fondamentali all'attuazione del PNRR che sono la progettazione della governance del PNRR e le semplificazioni normative al centro del provvedimento.

Sono tasselli in grado di assicurare al PNRR un quadro normativo straordinario alla sfida storica legata soprattutto alla ricostruzione post pandemia, senza dimenticare i precedenti anni di crisi sia strutturale che economica.

Il PNRR, ricordiamo, con una dote di circa 235 miliardi di euro, rappresenta un'importante occasione per potenziare ed efficientare la pubblica amministrazione, semplificare le pratiche autorizzative, accelerare la transizione ecologica libera da ideologie e rendere il sistema Italia concorrenziale e strutturato a lungo termine.

Con questo Decreto Semplificazioni si è iniziato seriamente a porre le basi per risolvere i problemi storici del nostro Paese, fatti da procedure infinite, che hanno rallentato enormemente lo sviluppo ed allo stesso tempo ci daranno l'opportunità di accedere ai fondi europei del PNRR.

L'accelerazione imposta dal Governo Draghi non solo ci sta permettendo di rispettare i tempi chiesti dall'Europa, che ci autorizzeranno di ricevere fra luglio ed agosto la prima parte di fondi del piano europeo di 25 miliardi; contestualmente abbiamo rispettato i tempi e centrato i contenuti concordati con l'Unione Europea per le prime tre riforme attuative del PNRR.

Di questo il nostro Presidente Berlusconi e Forza Italia ne sono stati fautori ed i risultati ci hanno dato ragione con i fatti.

Questo decreto rappresenta il primo passo normativo per avviare un dibattito costruttivo di semplificazione, sburocratizzazione accelerazione delle procedure, con provvedimenti concreti e non slogan come nei precedenti Governi.

Ossia quello che ci chiede da anni il mondo reale delle imprese e dei cittadini.

Con questo provvedimento si interviene su tre punti fondamentali ed imprescindibili: velocizzazione degli investimenti; digitalizzazione e semplificazione della pubblica amministrazione, snellimento delle procedure.

Per realizzare tutto questo abbiamo dimezzato i tempi delle valutazioni ambientali, si rafforza il silenzio assenso e si riducono le procedure in tutti i settori.

Entrando nel merito si può affermare che con questo decreto la durata delle procedure di valutazione ambientale e di autorizzazione per gli impianti di produzione di energie rinnovabili e ad oggi incompatibile con la transizione ecologica (dai due ad i sei anni), pertanto indispensabile se vogliamo raggiungere gli obbiettivi che ci siamo posti. Forza Italia crede fortemente nella tutela dell'ambiente e vuole rimettere al centro le nostre filiere industriali strategiche di cui noi siamo orgogliosamente leader mondiali dell'economia circolare che andrà fortemente incrementata e agevolata.

Si migliora la normativa sul superbonus, non sarà più necessaria l'attestazione di stato legittimo urbanistico per gli interventi di efficientamento energetico ed antisismico.

Voglio qui ricordare che il rilancio del superbonus contribuisce alla ripresa dell'edilizia e del settore delle costruzioni e di conseguenza delle filiere produttive collegate a questo strategico comparto.

Dobbiamo trovare immediatamente spazio legislativo per diluire il provvedimento in tempi e modi congrui, sia al tipo di intervento sia per la difficoltà che gli operatori di settore stanno trovando nel reperimento del materiale da costruzione, con costi incontrollabili, e degli operatori di settore sia tecnico che manuale.

Accanto a tutto questo, sono state apportate misure di semplificazione delle procedure di affidamento dei lavori, servizi e forniture, in particolare in tutte quelle norme mirate a ridurre i tempi delle procedure di gara ed a semplificare gli oneri in capo agli operatori economici.

Le modifiche alla normativa appalti presenti in questo decreto, sono decisive ma avranno necessariamente bisogno di essere implementate soprattutto per i lavori privati e le piccole e micro imprese, che nel nostro paese sono la maggioranza, come ad esempio la divisione in più lotti dell'appalto e la comparazione delle agevolazioni ai contratti pubblici.

In questo comparto l'approvazione della legge delega che a breve dovrà riscrivere il codice appalti nato nel 2016, che ha fin da subito mostrato i propri limiti senza apportare nessun beneficio in termini di trasparenza, velocizzazione con evidenti e confermate conseguenze negative per gli operatori di settore e di conseguenza per i cittadini, incrementando il sospetto infondato della presunzione di colpevolezza, che vogliamo immediatamente correggere.

a dimostrazione di tutto questo il fatto che in poco tempo è stato necessario fare due provvedimenti poco risolutivi e se qualche opera è stata cantierizzata si è dovuto ricorrere ai commissari straordinari che però non devono essere la normalità, altrimenti si va a limitare la libertà della concorrenza d'impresa.

Per questo Forza Italia in tutte le sedi istituzionali, sarà parte attiva e perseverante affinché i prossimi decreti attuativi vedano la luce in tempi brevissimi.

Serve all'Italia e ce lo chiede l'Europa anche per non continuare a incorrere in procedure d'infrazione.

Altro tema importante per il nostro Paese affrontato in Commissione è il contrasto al dissesto idrogeologico e la difesa del suolo troppo fragile e trascurato.

Come Forza Italia crediamo che i contenuti di questo corposo e fondamentale decreto, articolato e multiforme, è stato certamente migliorato ed ha permesso di iniziare un percorso sostanziale di

liberalizzazione e di collaborazione fra pubblico e privato e di accelerazione di competitività in Europa e nel mondo ed è per questo che Forza Italia esprime il suo voto convintamente favorevole.

CHIARA BRAGA (PD). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 3146-A/R​). Il Partito Democratico voterà a favore di questo provvedimento, che rappresenta per tutti noi una scommessa e insieme un banco di prova.

Una scommessa, perché in questo decreto ci sono norme molto spinte sulla accelerazione dei tempi e sulla semplificazione delle procedure, in materia di valutazione di impatto ambientale e di autorizzazione unica, l'istituzione della Commissione speciale VIA per le opere PNRR e PNIEC e la Soprintendenza speciale, con percorsi preferenziali per le opere che devono realizzare i due grandi obiettivi del PNRR: la transizione ecologica e digitale. E poi in materia di appalti pubblici, con misure semplificatorie straordinarie, e per questo limitate nel tempo, che in alcuni casi prevedono anche la restrizione degli spazi di concorrenza e pubblicità delle procedure.

Ma questo sarà anche un banco di prova a cui tutti si dovranno sentire impegnati: le PA centrali e territoriali, le imprese pubbliche e private, gli stessi Ministeri chiamati a provvedere rapidamente all'attuazione di molte disposizioni previste dal decreto.

Un banco di prova dunque, perché da oggi in poi non sarà più possibile nascondersi dietro la "scusa" della burocrazia e delle norme che rallentano e frenano: il Parlamento ha confermato e migliorato l'impianto del decreto varato dal Governo, dando fiducia a una scelta che il PD condivide pienamente: creare le condizioni perché le importanti risorse che l'Italia ha ottenuto con il Recovery Plan siano spese in fretta e bene.

In fretta e bene, questo secondo obiettivo non è per noi meno importante del primo; per noi significa impiegare queste risorse per sostenere e spingere la ripresa post pandemia e insieme trasformare nella direzione della sostenibilità e dell'equità il nostro Paese.

Questa è la sfida del PNRR e questo provvedimento è un tassello fondamentale di un disegno più ampio, a partire dalle riforme che siamo impegnati ad approvare nelle prossime settimane.

Il Parlamento non è estraneo a questa sfida, tutt'altro: non intendiamo abdicare a una funzione necessaria e utile a dare più efficacia a un impegno corale di tutto il Paese.

Per questo anche attraverso nostri emendamenti abbiamo rafforzato il ruolo di interlocutore e controllore che spetta al Parlamento riguardo alle scelte di gestione del Piano, che restano chiaramente in capo al Governo: l'obbligo di fornire alle Commissioni parlamentari competenti i dati e documenti utili a accompagnare, verificare e nel caso correggere eventuali criticità nell'attuazione del Piano; una collaborazione molto stretta tra le due Camere, un monitoraggio puntuale sull'emanazione dei provvedimenti attuativi. Abbiamo attribuito un doveroso riconoscimento al ruolo di Comuni e Province nella Cabina di Regia sulle questioni di interesse locale, ii coinvolgimento dí Roma capitale e delle organizzazioni della cittadinanza attiva. E attraverso un protocollo di intesa nazionale tra Governo e le parti sociali più rappresentative dovranno essere attivati da ogni amministrazione tavoli settoriali e territoriali continui sulle ricadute economiche, sociali e sul lavoro dei progetti previsti dal PNRR.

Voglio infine rivendicare un risultato ottenuto grazie a un nostro emendamento: il rispetto della parità di genere nella composizione di tutti gli organismi pubblici e nelle strutture amministrative di supporto istituiti da questo decreto.

Noi abbiamo preso molto sul serio, anche nell'esame di questo provvedimento, l'impegno cardine del PNRR: ridurre e ricomporre i divari che frenano la crescita del nostro Paese. Per questo il PD ha voluto fortemente nel testo del DL e poi migliorato con i propri emendamenti la clausola di almeno il 30% di occupazione rispettivamente di donne e di giovani con meno di 36 anni in tutti gli appalti pubblici finanziati dal Piano. Ora sarà fondamentale che i Ministeri competenti provvedano a emanare entro i 60 gg previsti le Linee guida con i criteri vincolanti e premiali, per consentire l'effettiva applicazione di queste misure da parte di tutte le stazioni appaltanti.

Ma i divari che dobbiamo colmare sono anche quelli tra i territori: per questo il PD non avrebbe mai potuto accettare la cancellazione dei 4,6 miliardi destinati dall'ultima legge di bilancio alle aree interne e montane; il nostro emendamento, poi condiviso da tutta la maggioranza, ha evitato questo gravissimo errore e ha fatto salvo l'obiettivo della perequazione infrastrutturale.

E sempre per questo motivo abbiamo testardamente voluto, grazie all'impegno e alla determinazione del relatore Morassut e anche dell'altra relatrice Calabria che ringrazio, le norme per accelerare i tempi e potenziare gli interventi di prevenzione e contrasto al dissesto idrogeologico.

Un risultato di cui tutto il Parlamento deve essere fiero, perché risponde a un'esigenza pressante che viene dagli amministratori e dai tanti territori fragili sempre più esposti all'impatto dei cambiamenti climatici.

Voglio dirlo chiaramente: sono queste per noi le vere "grandi opere" che servono al Paese, quelle che meritano corsie preferenziali e accelerate, insieme a quelle che devono vedere aumentare di 10 volte ogni anno la capacità di energia rinnovabile installata, la realizzazione di impianti per l'economia circolare e per combattere l'inaccettabile spreco di acqua in molte parti di Italia, la ricostruzione delle aree colpite dai terremoti.

Tutto questo si può e si deve fare, senza sacrificare il suolo agricolo produttivo e la biodiversità, ma al contrario valorizzando i Parchi e le aree protette come abbiamo fatto con nostri emendamenti.

E continuando a lavorare per rigenerare le nostre città e riqualificare le case degli italiani dal punto di vista energetico e sismico; anche in questo decreto il PD ha ottenuto alcuni importanti risultati di semplificazione per l'applicazione del superbonus, ma sappiamo bene che non basta: per questo chiediamo al Governo un impegno chiaro perché il 110% sia prorogato e esteso a alcuni interventi, penso alle cooperative di abitanti e alle strutture con finalità pubbliche di cura e assistenza, e sia finalmente integrato con il digital bonus, in linea con gli obiettivi del PNRR.

Ci sono state anche alcune occasioni mancate in questo decreto: non si è voluto rafforzare, come invece servirebbe, il ruolo delle Agenzie ambientali a supporto della transizione ecologica, non si è semplificato il meccanismo dell'end of waste per liberare tutte le potenzialità dell'economia circolare.

Sappiamo però che il mondo non finisce con questo Decreto.

Sarà molto importante ad esempio, in materia di appalti, rafforzare le competenze e la qualificazione delle stazioni appaltanti, anche per scongiurare i rischi che non abbiamo mancato di sottolineare di un'estensione dell'appalto integrato; dare una specifica disciplina agli appalti dei servizi pubblici locali, la cui esternalizzazione è stata scongiurata grazie a un emendamento del PD; spingere sulla digitalizzazione e la trasparenza delle procedure di affidamento attraverso la Banca dati nazionale e il ruolo di Anac, rafforzare la sicurezza e la qualità del lavoro, cancellando il costo della manodopera dal ribasso sugli appalti.

Voglio però ricordare che con questo decreto abbiamo dato una nuova disciplina all'istituto del subappalto, coerente con il quadro europeo e senza cedimenti sul fronte della sicurezza e della legalità: no al subappalto selvaggio e ai contratti pirata, stesso trattamento economico e legale alle lavoratrici e ai lavoratori che svolgono la stessa mansione.

Una norma di civiltà; risultato ottenuto grazie al coinvolgimento delle parti sociali: un metodo e un obiettivo che dobbiamo continuare a perseguire con forza.

Le risorse del PNRR sono un'occasione straordinaria per il nostro Paese; nate da una drammatica contingenza sono ora lo strumento più potente che abbiamo per imboccare la strada di una ripartenza su basi nuove e solide.

Velocità e efficienza della pubblica amministrazione.

Qualità della spesa pubblica per promuovere competenze necessarie e lavoro buono.

Sostenibilità ambientale economica e sociale degli investimenti, così come ci stiamo impegnando a fare nel G20 Ambiente che oggi si è concluso a Napoli.

Per tutto questo occorre coerenza e una forte volontà politica da parte di tutta la maggioranza che sostiene il Governo; noi l'abbiamo e per questo esprimo il voto favorevole del Partito Democratico.

VITTORIA BALDINO (M5S). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 3146-A/R​). Il M5S voterà a favore di questo provvedimento, ma non posso esimermi dal ripercorrere la strada non facile che ci ha portato a convertire il decreto uscito dal Consiglio dei Ministri.

Quello che ci apprestiamo a votare, infatti, è un provvedimento costellato da disposizioni importanti per consentirci di investire bene e presto le risorse del PNRR, ma purtroppo anche da diversi coni d'ombra.

Abbiamo esaminato con molta attenzione ogni disposizione, offrendo un contributo costruttivo, propositivo, mai fazioso o, come a qualcuno piace dire per demolire le idee sgradite, “ideologico”. Un approccio che è partito dalla considerazione di cosa fosse utile e cosa fosse poco utile o addirittura dannoso. Dannoso, colleghi, non per chi vi parla, ma per il Paese, per il territorio, per quelle future generazioni a cui l'Europa ha pensato di dedicare il piano Next Generation EU.

L'obiettivo del piano, lo sappiamo, è quello di creare un'Europa più verde, più digitale, più resiliente e adeguata alle sfide presenti e future. E la sfida globale più grande di tutti i tempi è quella di cui oggi parlano tutti, ne parlano i giovani, ne parlano i potenti del mondo, ma di cui qualche anno fa, parlavano in pochi e soprattutto per cui agivano veramente in pochi. Ne parlava qualche scienziato, ne parlava un uomo che con la sua straordinaria capacità travolgente è riuscito ad aggregare centinaia, migliaia, milioni di cittadini ed a fare in modo che noi oggi fossimo qui. In aula, nelle commissioni, a difendere quello che è il bene più prezioso.

E la sfida globale più grande, quindi, è quella del raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050 e quindi di ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030, cioè entro 9 anni. Non abbiamo molto tempo, non possiamo permetterci di traccheggiare. Dobbiamo agire presto e dobbiamo agire bene!

Le conseguenze dei cambiamenti climatici sono sotto i nostri occhi ogni giorno: ci basti pensare che secondo l'ultimo bollettino climatico, quello che ci siamo lasciati alle spalle è stato il mese più caldo mai registrato in Europa e uno dei mesi più caldi a livello globale

Per questo, si legge nel piano, tutti gli investimenti e le riforme devono rispettare il principio del “non arrecare danni significativi all'ambiente”.

Per questo, come commissioni competenti, insieme ai colleghi di ambiente, che ringrazio per la passione, la dedizione e la competenza che hanno dimostrato, abbiamo posto tutta la nostra determinazione e tutto il nostro impegno per cercare di migliorare il più possibile il provvedimento in alcuni aspetti che non ci trovavano pienamente concordi e soddisfatti.

Mi riferisco, ovviamente, in primis, alle semplificazioni in materia ambientale e di contratti pubblici.

Mi riferisco agli aspetti relativi al controllo del Parlamento rispetto all'attuazione e all'avanzamento dei progetti e alla rendicontazione delle spese.

Mi riferisco al sistema dei controlli anticorruzione, alle verifiche antimafia e alla trasparenza.

In molti casi siamo riusciti a farlo, ribaltando anche il parere negativo espresso dal Governo, e su questo mi vorrei soffermare un attimo: noi riteniamo che la centralità del Parlamento nell'attività legislativa sia un valore da preservare e penso che la dialettica tra Governo e parlamentari sia segno di salute della democrazia, non di certo il contrario. Anche per questo, abbiamo proposto, difeso e approvato seppur contro il parere del Governo, quella norma del collega Zolezzi che rafforza il ruolo delle Commissioni parlamentari nel controllo sulle opere del PNRR.

Abbiamo fatto un danno? No! Abbiamo fatto bene, a tutela di questo parlamento e dei rappresentanti eletti dal popolo che ci succederanno. Per questo voglio ringraziare la compattezza che questo gruppo e il gruppo del partito democratico hanno dimostrato in quella occasione.

Siamo riusciti a intervenire come gruppo su molti punti critici, correggendo alcune che per noi erano delle storture e che senza il nostro lavoro sarebbero rimaste inalterate. Abbiamo dato battaglia, non contro qualcosa o contro qualcuno, ma per difendere le nostre idee, quelle idee che non solo ci hanno portato qui, ma la cui difesa è stato il presupposto chiaro ed inequivocabile per dare l'ok a questo Governo. Continueremo a lavorare in maggioranza fino a quando potremo contribuire in maniera significativa alle scelte politiche che hanno un impatto per il mondo reale.

Presidente, colleghi, se penso al testo entrato in Commissione e a quello uscito dopo i nostri interventi, non posso negare che il nostro contributo è stato significativo.

Mi riferisco, ad esempio, all'emendamento sui dragaggi sostenibili nei porti e nei bacini idrici; a quello che consente di fissare piccoli impianti fotovoltaici anche su strutture diverse dagli edifici; penso alla norma voluta dal capogruppo in Commissione ambiente Maraia che si tradurrà in uno stop all'eolico selvaggio, fissando dei limiti nelle distanze con le abitazioni e i centri abitati; penso all'emendamento sulle bonifiche sui terreni agricoli; a quello sul recupero degli imballaggi di plastica, vetro e metallo. Sono solo esempi: gli interventi migliorativi sono tanti e importanti.

Penso all'emendamento della nostra Giulia Grillo, che introduce in Italia lo strumento delle licenze obbligatorie per medicinali e dispositivi medici in caso di emergenza nazionale. Una nostra battaglia, di cui inizialmente eravamo i soli a parlare e da oggi una nostra conquista: ora il Governo potrà obbligare i possessori di un brevetto o altri diritti in esclusiva a concederne l'uso allo Stato o ad altri soggetti. E questo è, senza nessuna ombra di dubbio, un passo avanti fondamentale per poter produrre e distribuire i vaccini contro il Covid-19. I vaccini sono un bene comune e devono essere accessibili a tutti e in ogni parte del mondo. Una norma essenziale che coniuga con grande equilibrio, la tutela della salute dei cittadini e il rispetto della proprietà intellettuale.

E poi il superbonus 110%, una delle misure più imponenti dal punto di vista economico e di impatto sui consumi che sia mai stata approvata, una misura che coniuga sviluppo, lavoro, ricchezza e tutela dell'ambiente, un'idea di Riccardo Fraccaro e del M5S che, come mai in passato, è riuscita a mettere d'accordo i cittadini, le imprese e i lavoratori e che in questo provvedimento abbiamo contribuito a semplificare insieme al Governo e agli altri gruppi, tutti, che hanno riconosciuto, all'unanimità la sua straordinaria importanza.

Siamo intervenuti poi, con alcuni emendamenti a mia firma, sul sistema dei controlli sulla gestione dei fondi e sulle procedure di aggiudicazione degli appalti, ristabilendo il ruolo centrale e fondamentale che anche l'Europa ha riconosciuto, dell'ANAC e della Banca dati Nazionale dei contratti pubblici. La digitalizzazione e quindi la gestione dei dati in formato digitale non sono soltanto strumenti di semplificazione, ma sono anche efficienti e straordinari strumenti di trasparenza e controllo, anche rispetto alle verifiche antimafia. Perché colleghi, non viviamo nel Paese dei balocchi, il legislatore del 2021 non può ignorare il pericolo sempre più concreto che le associazioni criminali allunghino mani e piedi nella più imponente stagione di investimenti pubblici mai vista che stiamo inaugurando. Mafia e corruzione esistono, limitano la concorrenza e precludono il reale sviluppo economico del nostro sistema produttivo a vantaggio di pochi e a svantaggio di molti. Non possiamo permettercelo e gli emendamenti della prima Commissione, molti dei quali approvati, andavano tutti in questa direzione.

Non ultimo quello che consente alla Commissione antimafia di verificare con largo anticipo le liste depositate per le consultazioni elettorali. Una norma che portava la mia prima firma ma che è stata approvata da tutti e per questo vi ringrazio.

Ma come detto, il lavoro del Movimento, durante l'esame del provvedimento, è stato molto intenso e proficuo. Abbiamo introdotto, con un emendamento del nostro Presidente Davide Crippa, misure sugli oneri in bolletta che saranno riscossi senza passare nella disponibilità dei venditori, questo vuol dire che gli utenti non si ritroveranno più in bolletta oneri che derivano da debiti non pagati da alcuni venditori e che fino ad ora venivano coperti spalmandoli sull'intera utenza. Milioni di euro che finivano a carico dei consumatori con l'aumento in bolletta dei cosiddetti oneri generali di sistema e che adesso invece diventano un risparmio per le famiglie. Tutti parlano di abbassare le bollette, noi lo abbiamo fatto, con un emendamento a questo decreto.

Abbiamo difeso i fondi per le aree interne e le zone montane del Sud, abbiamo introdotto l'Anagrafe nazionale dell'istruzione e quella degli studenti universitari, abbiamo semplificato i procedimenti per l'utilizzo dei beni confiscati alle mafie e quelli per la presentazione delle liste elettorali, abbiamo introdotto semplificazioni per start-up, Pmi innovative, per l'agricoltura, per la pesca e per il terzo settore.

Abbiamo dato un contributo importante, fattivo, nonostante le resistenze, nonostante le difficoltà e nonostante le ombre che tutt'ora persistono e che non possiamo negare.

Presidente, voteremo a favore, ma il Governo sappia che questo gruppo non può e non deve essere ignorato, minimizzato, disinnescato. Perché la nostra miccia è sempre accesa.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 3146-A/R - odg 9/6 287 277 10 139 16 261 85 Resp.
2 Nominale odg 9/3146-A/R/10 330 329 1 165 26 303 84 Resp.
3 Nominale odg 9/3146-A/R/11 rif. 323 320 3 161 308 12 84 Appr.
4 Nominale odg 9/3146-A/R/12 328 325 3 163 33 292 83 Resp.
5 Nominale odg 9/3146-A/R/13 308 305 3 153 25 280 84 Resp.
6 Nominale odg 9/3146-A/R/18 312 288 24 145 24 264 83 Resp.
7 Nominale odg 9/3146-A/R/19 321 319 2 160 36 283 83 Resp.
8 Nominale odg 9/3146-A/R/23 320 311 9 156 24 287 83 Resp.
9 Nominale odg 9/3146-A/R/32 317 314 3 158 31 283 83 Resp.
10 Nominale odg 9/3146-A/R/33 303 302 1 152 23 279 83 Resp.
11 Nominale odg 9/3146-A/R/34 315 306 9 154 23 283 83 Resp.
12 Nominale odg 9/3146-A/R/42 301 292 9 147 21 271 83 Resp.
13 Nominale odg 9/3146-A/R/59 310 285 25 143 273 12 83 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale odg 9/3146-A/R/60 307 289 18 145 19 270 83 Resp.
15 Nominale odg 9/3146-A/R/63 310 307 3 154 31 276 83 Resp.
16 Nominale odg 9/3146-A/R/64 314 314 0 158 34 280 83 Resp.
17 Nominale odg 9/3146-A/R/65 317 312 5 157 35 277 83 Resp.
18 Nominale odg 9/3146-A/R/68 302 301 1 151 34 267 83 Resp.
19 Nominale odg 9/3146-A/R/69 308 287 21 144 13 274 83 Resp.
20 Nominale odg 9/3146-A/R/70 301 299 2 150 38 261 83 Resp.
21 Nominale odg 9/3146-A/R/71 308 304 4 153 37 267 83 Resp.
22 Nominale odg 9/3146-A/R/72 309 307 2 154 33 274 83 Resp.
23 Nominale odg 9/3146-A/R/73 305 303 2 152 33 270 83 Resp.
24 Nominale odg 9/3146-A/R/74 294 290 4 146 26 264 83 Resp.
25 Nominale odg 9/3146-A/R/75 303 294 9 148 21 273 83 Resp.
26 Nominale odg 9/3146-A/R/77 297 297 0 149 10 287 83 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale odg 9/3146-A/R/78 293 292 1 147 11 281 83 Resp.
28 Nominale odg 9/3146-A/R/79 293 291 2 146 10 281 83 Resp.
29 Nominale odg 9/3146-A/R/80 294 292 2 147 12 280 83 Resp.
30 Nominale odg 9/3146-A/R/81 300 291 9 146 13 278 83 Resp.
31 Nominale odg 9/3146-A/R/84 296 293 3 147 15 278 83 Resp.
32 Nominale odg 9/3146-A/R/107 298 295 3 148 21 274 83 Resp.
33 Nominale odg 9/3146-A/R/108 293 290 3 146 21 269 83 Resp.
34 Nominale odg 9/3146-A/R/109 293 290 3 146 19 271 83 Resp.
35 Nominale odg 9/3146-A/R/111 289 282 7 142 15 267 83 Resp.
36 Nominale odg 9/3146-A/R/167 282 282 0 142 24 258 83 Resp.
37 Nominale odg 9/3146-A/R/172 282 276 6 139 15 261 83 Resp.
38 Nominale odg 9/3146-A/R/180 285 282 3 142 15 267 83 Resp.
39 Nominale Ddl 3146-A/R - voto finale 300 279 21 140 265 14 78 Appr.