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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 540 di mercoledì 14 luglio 2021

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

La seduta comincia alle 9,40.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ALESSANDRO COLUCCI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Enrico Borghi, Maurizio Cattoi, Dieni, Ehm, Gregorio Fontana, Paita, Suriano, Vito e Raffaele Volpi sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 96, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori la deputata Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (IV). Grazie, Presidente. Italia Viva chiede l'intervento in Aula del Governo in merito ai licenziamenti di 422 lavoratori della GKN di Campi Bisenzio, licenziati con una mail e senza chiedere gli ammortizzatori sociali. Sappiamo che, nei prossimi giorni, al MiSE ci sarà un incontro con le parti sociali, ma vorremmo comunque che il Governo, nella persona del Ministro Giorgetti, o nella persona del Ministro Orlando, venisse in Parlamento a riferire su questa terribile vicenda che, ancora una volta, calpesta i diritti dei lavoratori senza motivo e senza riguardo alla produzione e alla capacità produttiva di quel sito e di quelle persone.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73, recante misure urgenti connesse all'emergenza da COVID-19, per le imprese, il lavoro, i giovani, la salute e i servizi territoriali (A.C. 3132-A/R​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 3132-A/R: Conversione in legge del decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73, recante misure urgenti connesse all'emergenza da COVID-19, per le imprese, il lavoro, i giovani, la salute e i servizi territoriali.

Ricordo che nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge in esame, nel testo approvato dalla Commissione a seguito del rinvio deliberato dall'Assemblea.

(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 3132-A/R​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Renate Gebhard. Ne ha facoltà.

RENATE GEBHARD (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Condividiamo gli indirizzi fondamentali del provvedimento, il cui obiettivo principale è intervenire con misure di sostegno per favorire politiche attive di ripresa ed equità sociale. Nonostante la pluralità di misure e settori, nel decreto è presente un principio di coerenza che regola sia gli interventi di sostegno, sia gli indirizzi che possono contribuire alla continuità economica.

Particolare importanza assume per noi l'incremento previsto per il Fondo della montagna, che garantisce un ristoro minimo a tutte le categorie che hanno perso l'intera o quasi tutta la stagione invernale. Non meno efficaci e importanti sono le misure di equità sociale a sostegno dei costi reali delle famiglie che hanno sofferto molto in questo periodo pandemico. Attribuiamo, per questo, particolare importanza all'incremento del Fondo per le politiche della famiglia.

Per queste ragioni, rinnoviamo la fiducia al Governo e coerentemente voteremo a favore del provvedimento in sede di voto finale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Colucci. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO COLUCCI (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, Presidente. Voteremo la fiducia al Governo Draghi, un Governo che ha risposto con efficacia al virus, sia da un punto di vista sanitario - parliamo oramai, ad oggi, di 59 milioni di dosi somministrate -, sia da un punto di vista economico, prima con il “decreto Sostegni” ed ora con il “decreto Sostegni-bis”.

Parliamo, riguardo a questo decreto, di 40 miliardi di scostamento di bilancio, per l'utilizzo dei quali noi abbiamo dato il nostro contributo per aiutare l'economia in crisi, di 100 milioni di euro a fondo perduto per risarcire il settore della ristorazione collettiva - risorse a fondo perduto, che per noi sono la strada per dare sicuramente al mondo dell'economia una risposta migliore rispetto ai prestiti garantiti dallo Stato -, di 30 milioni di euro per fornire tamponi gratuiti per avere il green pass (per consentire anche a chi non ha avuto il COVID o a chi non si è vaccinato di poter avere il green pass a costo zero), di 10 milioni di euro per le scuole dell'infanzia, aggiuntivi ai 50 miliardi per la scuola primaria.

Ovviamente per noi il tema della formazione è prioritario e, in questo modo, crediamo si possano superare le difficoltà che la scuola dell'infanzia sta vivendo.

Infine, è prevista l'introduzione del credito d'imposta per la formazione definitiva e quindi del termine “capitale umano 4.0”, che crediamo sia la nuova frontiera su cui fare le nostre battaglie politiche.

Concludo, Presidente: questi sono interventi caratterizzati da un'impostazione orientata alla concretezza, alla serietà e alla competenza, che avevamo chiesto al Governo e che nei fatti è pienamente confermata. Da parte nostra, quindi, piena fiducia al Governo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ermellino. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA ERMELLINO (MISTO-CD). Grazie, Presidente, Governo, colleghe e colleghi. A differenza di quanto espresso, attraverso gli organi di stampa, da parte dell'opposizione, noi di Centro Democratico riteniamo che porre la fiducia su questo provvedimento non sia affatto un tentativo di esautorare o scavalcare le prerogative del Parlamento, anche in considerazione del fatto che la discussione in Commissione bilancio è stata tutt'altro che superficiale, sia da un punto di vista politico, sia per quanto riguarda gli aspetti tecnici, come dimostra anche la richiesta di verifica della Ragioneria per le correzioni in merito ad alcune coperture.

Al contrario, riteniamo invece che la fiducia sul decreto di oggi in discussione risponda a un'esigenza di tempestività e di responsabilità.

C'è urgenza, Presidente, che questo decreto-legge venga approvato il prima possibile, non per i termini entro i quali deve essere convertito, ma per la necessità di implementare al più presto le misure in esso previste.

Parlare quindi di prova muscolare dell'Esecutivo appare, a mio parere, onestamente inopportuno e fuori luogo.

Aggiungo inoltre che la componente alla quale appartengo ha sin dall'inizio assicurato il proprio sostegno al Governo, nella certezza che l'affidabilità della Presidenza del Consiglio sia al momento la miglior garanzia per una compiuta ripresa del Paese e per una, per quanto possibile, soluzione positiva alla fase convulsa nella quale siamo piombati in questo anno e mezzo di pandemia.

Bloccare il provvedimento significherebbe tardare ulteriormente l'arrivo degli aiuti alle famiglie, alle partite IVA, alle aziende, posticipare ancora una volta il sostegno al comparto del turismo, frenare le assunzioni e la ripresa in sicurezza della scuola e in presenza - lo sottolineo, Presidente -, senza che alcun governatore regionale possa sentirsi autorizzato ad operare in deroga e a costringere i nostri ragazzi a permanere in didattica a distanza.

La componente di Centro Democratico, nel solco della responsabilità che ha contraddistinto la sua azione dalla formazione della maggioranza, annuncia pertanto il suo voto favorevole, nella certezza che l'autorevolezza del Premier, ormai riconosciuta e ampiamente dimostrata in ambito nazionale ed europeo, sia, ancora una volta, la migliore assicurazione per un prosieguo efficace dell'azione di Governo fino al termine di questa legislatura.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Trano. Ne ha facoltà.

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Colleghi, rappresentanti del Governo, quella di oggi è la sesta fiducia posta dal Governo Draghi, il cosiddetto “Governo dei migliori” e questo in soli pochi mesi.

A mio avviso, questo atto di fiducia è assolutamente inutile, perché il Governo può contare su una larghissima maggioranza e, quindi, non ne avrebbe alcun bisogno; tra l'altro, quelli svolti in Commissione bilancio sono stati lavori sereni, almeno per quanto consta alle opposizioni, perché abbiamo atteso le sospensioni, abbiamo atteso i rinvii, abbiamo atteso i pareri; semmai era la maggioranza che litigava, quindi non c'era alcun motivo di porre la questione di fiducia.

Però, vede Presidente, il voto di fiducia è un atto politico molto forte, perché è una forzatura ed è l'ennesimo colpo di mano del Governo Draghi per azzittire il Parlamento e azzerare il dibattito e, dunque, ignorare anche gli elettori che noi rappresentiamo.

Due sono le cose: o Draghi ha scelto di porre la fiducia per nascondere le debolezze di una maggioranza evidentemente non così coesa ed unita, oppure Draghi ha preso una brutta abitudine, quella cioè di mostrare i muscoli anche quando non ce n'è bisogno. Credetemi, mostrare i muscoli, zittendo il Parlamento e azzerando il dibattito, è una prova di deriva autoritaria che noi di L'Alternativa c'è rifiutiamo e ci spinge, altresì, ad un'opposizione ancora più dura e ancora più rigorosa.

Io mi vorrei rivolgere ai colleghi del Partito Democratico e di LeU (oggi ne vedo pochissimi): voi che siete i discendenti dei padri costituenti dovreste essere i primi a difendere il dibattito democratico. Ma dov'è finito il vostro spirito? E, soprattutto, come fate a sostenere un Governo con simpatie autoritarie?

Mi rivolgo anche ai colleghi del MoVimento 5 Stelle - non ne vedo neanche uno oggi - che dovevano aprire questo Parlamento come una scatoletta di tonno, ma che in realtà sono complici di alcune marchette, a cui abbiamo assistito nel corso dei lavori in Commissione bilancio. Faccio riferimento a 25 milioni di euro, soldi delle nostre tasse, destinati all'assunzione a termine, per la sola regione Calabria, di 4 mila ex LSU; guarda caso soltanto per consentire di far vincere qualche forza politica alle prossime regionali calabresi, e ciò ha del tutto un sapore di voto di scambio.

A parte queste sfumature, vorrei veramente richiamare la sua attenzione, Presidente, perché lei ci ha detto che il Parlamento è centrale, ma qui di centralità non se ne vede neanche l'ombra. Concludo citando il grandissimo Giorgio Gaber: “Libertà è partecipazione”. Qui non c'è né partecipazione, né tantomeno libertà. Per questi motivi e per tanti altri la componente politica L'Alternativa c'è non voterà la fiducia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Signor sottosegretario, colleghi, innanzitutto un ringraziamento ai relatori per l'impegno profuso nelle lunghissime riunioni di Commissione, nelle ore convulse dei giorni scorsi.

Presidente, rispondo, per il suo tramite, alle sollecitazioni del collega Trano. Credo che le critiche facciano parte del dibattito, inviterei, però, ad avere un po' più di prudenza nell'uso di alcuni termini, perché le parole sono pietre. Un conto è ragionare su un eccesso e su un migliore utilizzo di uno strumento oggettivamente limitante del dibattito parlamentare, come il voto di fiducia, altro conto è evocare derive autoritarie che, francamente, non solo sono eccessive ma sono sostanzialmente inesistenti e, comunque, non sono associabili al voto di fiducia.

Mi riferisco anche, signor Presidente, alla riflessione, nel corso della riunione dell'Ufficio di Presidenza con i capigruppo, attorno alla necessità, su alcuni provvedimenti - dove c'è un atteggiamento costruttivo dell'opposizione - di arrivare, comunque in tempi certi, all'approvazione senza passare per il voto di fiducia; credo che questa sia una riflessione che, come partiti di maggioranza e, più in generale, come gruppi complessivamente, dovremmo fare.

Nel merito noi ci apprestiamo a dare il voto di fiducia su un provvedimento, il decreto-legge n. 73, più noto alle cronache come “Sostegni-bis”. Un decreto che reca sostegni per 40 miliardi.

Anche su questo aspetto occorre fare un esercizio di verità. Quante volte abbiamo sentito, nei mesi scorsi, quasi come una litania, riecheggiare in quest'Aula la frase: “Il Governo promette, ma non arrivano soldi”? Durante il Governo Conte ciò è stato veramente il leitmotiv di tutta l'opposizione: raccontare che non stavano arrivando i soldi, che non arrivavano mai a terra. Il 7 luglio scorso, in risposta ad un'interrogazione del collega Fragomeli, il sottosegretario Durigon ha dato delle cifre che io credo debbano essere patrimonio di tutti perché, come avevamo sottolineato più volte in quest'Aula, non era vero che non stessero arrivando i soldi; c'erano problemi in alcuni ambiti, in alcune categorie, per alcune fattispecie, ma i soldi stavano arrivando. La riprova è che, alla data del 7 di luglio, i soggetti che hanno ricevuto sostegno da parte dello Stato, le partite IVA, sono state più di 7 milioni: 7.044.471 per 20,8 miliardi; il commercio all'ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli: 1.462 mila soggetti per 4,6 miliardi; attività di servizi di alloggio e ristorazione: 1.308 mila soggetti per 4,9 miliardi; attività professionali e scientifiche: 746 mila soggetti per 1,3 miliardi; costruzioni: 639 mila soggetti per 2 miliardi; agricoltura 0,9 miliardi; attività manifatturiere: 2,1; altre attività e servizi: 0,8, via via per arrivare a 20,8 miliardi.

Credo che questa può essere l'occasione anche per fare un bilancio, che credo sia positivo, rispetto alla drammaticità, alla vastità, alla profondità e all'assoluta incertezza della crisi. La risposta complessiva dello Stato c'è stata (scusate il bisticcio di parole). Credo che questo vada rivendicato da tutti, sia da chi era in maggioranza all'epoca, sia da chi, invece, era all'opposizione.

Questo decreto va nel solco di quelli precedenti; è un decreto che ha visto anche - questo va sottolineato e smentisce anche un po' le espressioni utilizzate prima anche dal collega Trano - un numero importante di modifiche di segno, nella concretezza, nel passaggio parlamentare, che è stato un passaggio foriero di approfondimenti ed integrazioni utili al miglioramento del testo.

Il decreto in esame, con le modifiche approvate in Commissione, spazia dal sostegno alle attività economiche danneggiate, all'intervento in materia di ammortizzatori sociali con un rifinanziamento di ulteriori periodi di cassa integrazione. Sono stati, altresì, decisi interventi in materia di riqualificazione professionale dei lavoratori cassintegrati e dei lavoratori in NASpI, così come l'accesso a misure previste dalla “manovra Sabatini”. Non mancano, poi, rilevanti sostegni a fondo perduto per imprese e professionisti, con uno stanziamento complessivo di 15,4 miliardi di euro; 8 miliardi di questi sono la proroga di sostegni a chi ne aveva già beneficiato con il cosiddetto “Sostegni 1”. Quattro miliardi di euro, poi, finanzieranno a fondo perduto chi ha subito perdite di esercizio.

Sono, poi, previsti, per le imprese, anche interventi minori, quali la proroga per 5 mesi del bonus affitti e 500 milioni di euro ai comuni per consentire la riduzione della TARI. Poi, ci sono molti altri interventi, e sottolineiamo favorevolmente quelli sulla scuola, per cui sono previsti 350 milioni per le scuole statali e 10 milioni per la scuola dell'infanzia.

C'è poi anche il rinnovo del reddito di emergenza per ulteriori 4 quote relative ai mesi di giugno, luglio, agosto e settembre 2021 e un fondo di 500 milioni per misure urgenti di solidarietà alimentare.

Potrei andare avanti e sottolineare - ma credo che lo farà, nel merito, il collega Fassina nell'intervento sul voto finale - cose che abbiamo sostenuto, tra cui – ci tengo a sottolinearlo - gli emendamenti nell'area della salute, oltre che l'erogazione di contributi a fondo perduto per 100 milioni per le imprese operanti nei servizi di ristorazione collettiva, che, fino ad oggi, non erano state considerati. Chiudo, facendo una riflessione più generale, perché non voglio sottrarmi a una questione. Come ho provato a spiegare con i numeri che ho fornito, l'intervento complessivo dello Stato è stato un intervento importante: per la prima volta, non ha coperto soltanto i cosiddetti garantiti, ma è intervenuto sull'area del lavoro autonomo, delle partite IVA, con uno sforzo assolutamente unico e straordinario. Si poteva fare di più? Ovviamente sì, ma continuare a dire che non si è fatto nulla, che ci si è dimenticati, vuol dire continuare ad alimentare una guerra tra garantiti e non garantiti, che non serve.

Il Paese ha bisogno di coesione sociale e, da questo punto di vista - lo dico al rappresentante del Governo -, noi rimaniamo convinti che la proroga del blocco dei licenziamenti al 31 ottobre, che era contenuta in un nostro emendamento, resti una scelta giusta ed equa. Far coincidere la ripresa, che c'è - i numeri stanno dando ragione a chi vedeva camminare di pari passo la sicurezza sanitaria con la ripresa economica; e, anche su questo, in quest'Aula ne abbiamo sentito di ogni -, con la proroga, che era corretta nella tempistica.

Crediamo anche che la scelta e la mediazione che sono state fatte, alla fine, con l'accordo dei sindacati, vadano nella direzione giusta, ma lo strumento della proroga era più garantente: soprattutto, era un messaggio molto chiaro, ossia che lo Stato non lascia indietro nessuno e che, alla fine, da questa crisi non si esca come si è usciti in crisi precedenti, con i soggetti più deboli a pagare il conto. È per questo che noi abbiamo visto e vediamo con grande preoccupazione le vicende relative ai licenziamenti della Gkn toscana, della Gianetti di Ceriano Laghetto, non soltanto perché, dall'oggi al domani, si chiudono attività produttive e si lasciano a casa centinaia di lavoratori, ma anche per le modalità barbare. Infatti, non si può troncare un rapporto di lavoro con una mail, non si può chiudere, da un giorno all'altro. Dobbiamo lanciare un messaggio molto chiaro nei confronti delle multinazionali e dei fondi stranieri: noi non siamo un Paese sottosviluppato, siamo una delle più grandi Nazioni industriali e queste cose, in Italia, non possono e non devono accadere. Quindi, è giusto che si facciano i tavoli al Mise, con il Ministero del Lavoro, perché il messaggio deve essere chiaro e l'intervento del Governo molto forte. Se queste aziende hanno ottenuto fondi dallo Stato per investire, devono restituire questi soldi, e deve essere chiaro che noi - chiudo su questo - saremo sempre a fianco di chi fa impresa. Non c'è alcun pregiudizio anti imprenditoriale, però siamo per sostenere gli imprenditori e non i “prenditori”. I “prenditori” non possono avere il sostegno dello Stato e non possono avere cittadinanza in una Nazione come la nostra. Per queste motivazioni, dichiaro il voto favorevole sulla questione di fiducia che è stata posta dal Governo (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Gagliardi. Ne ha facoltà.

MANUELA GAGLIARDI (CI). Grazie, Presidente. Il Presidente Draghi ha la nostra fiducia e diciamo “sì” al suo Governo, pur non facendone parte direttamente con i nostri rappresentanti. Sono tante le cose che sono cambiate positivamente in questi ultimi mesi, da quando c'è stato il cambio di Governo, e questo decreto ne rappresenta il primo atto formale. Grazie a un nostro emendamento, a un emendamento di Coraggio Italia, è stato, per esempio, aumentato sensibilmente il Fondo per le non autosufficienze, e di questo siamo orgogliosi (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia). Il PNRR è finalmente realtà. Stiamo aspettando di ricevere i primi finanziamenti dall'Europa e non era questo un fatto scontato qualche mese fa, quando il vecchio Governo, quello Conte per intenderci, non riusciva neppure a mettere insieme il piano attuativo da presentare in Europa. Oggi, abbiamo il dovere, signor Presidente, di utilizzare al meglio il risultato portato a casa dal Presidente Draghi, e, per farlo, abbiamo noi stessi un dovere in queste Aule di avviare un processo serio di sburocratizzazione che permetta al Paese di fare uno scatto in avanti in tempi rapidi. Votiamo “sì”, perché è innegabile come il Governo Draghi, con la nomina di Figliuolo, abbia salvato la campagna vaccinale del Paese, raggiungendo risultati straordinari, oppure come abbia dimostrato coraggio, affrontando la tanto attesa riforma della giustizia e, ancora di più, riscrivendo, finalmente, anche la norma sulla prescrizione che abbiamo, nei mesi scorsi, tanto contestato e tanto combattuto (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia). Al Ministro Speranza chiediamo un piano di tracciamento e di sequenziamento efficiente, però. In questo, l'Italia, purtroppo, è evidentemente indietro, gli è stato inviato, per la prima volta, già mesi fa e ancora non è stato attivato. Il rischio, purtroppo, signor Presidente, è che arrivi la quarta ondata, con la variante Delta o con altre varianti, e che ci colga impreparati. Questo sarebbe francamente inaccettabile. Noi sosteniamo il Governo Draghi, quello del migliore, ma ci sono ancora alcune cose su cui è necessario cambiare marcia. Il primo tema che va assolutamente messo al centro dell'agenda del Governo è quello della scuola, signor Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia). Abbiamo avuto molto tempo a disposizione e poco, però, ce ne rimane per organizzarci bene. Non possiamo ritrovare gli stessi problemi che abbiamo lasciato con la chiusura di questo anno scolastico; a settembre, i nostri ragazzi devono poter tornare in classe tutti, tutti indistintamente, e non per fasce di età o per zone (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

E allora, è il momento di decidere se rendere obbligatorio o meno il vaccino per gli insegnanti e per tutto il personale della scuola che entra in contatto con gli studenti; così come è il momento di organizzare il trasporto pubblico locale, affinché ci siano mezzi idonei per trasportare tutti i ragazzi a scuola, tutti, lo ribadisco (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia), senza mettere a rischio la loro salute, quella delle loro famiglie e, soprattutto, senza imporgli ancora ulteriori sacrifici. Non sappiamo se le aule siano pronte per accogliere i ragazzi in sicurezza, se siano sufficienti gli spazi, se vadano individuate soluzioni alternative; così come non sappiamo se c'è un numero adeguato di insegnanti e, soprattutto, di insegnanti di sostegno, che sappiamo essere così preziosi per i nostri ragazzi. E allora, signor Presidente, chiediamo al Ministro Bianchi di darci certezze, affinché i nostri ragazzi non si trovino, di nuovo, nella situazione già vissuta nel recente passato, quando purtroppo, ahinoi, la priorità dell'allora Ministro erano i banchi con le rotelle.

Un altro tema che vorremmo che venisse affrontato con un approccio diverso rispetto al Governo Conte 2 riguarda una parte importante della vita di ciascuno di noi. Ci riferiamo allo sport, che non sembra essere entrato nelle priorità attuali, facendoci quasi rimpiangere l'ex Ministro Spadafora, che, anche se non condividevamo nelle scelte - lo abbiamo contestato soprattutto per la mancanza di risorse -, però almeno aveva adottato una propria linea politica. Oggi, invece, la linea politica apparentemente è inesistente. Lo sport ha una valenza sociale: basti pensare ai nostri ragazzi, alle vittorie di questi giorni che ci hanno resi così orgogliosi del nostro Tricolore. Mi consenta, signor Presidente, un saluto e un ringraziamento ai nostri campioni della Nazionale di calcio e al campione di tennis Matteo Berrettini per la finale di Wimbledon (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

Sappiamo quanto sia importante nello sport lo spirito emulativo, lo sport insegna il rispetto delle persone, lo sport insegna a stare insieme, ci dice che vince il merito. Bisogna imparare che c'è qualcuno più bravo di te e che, nei casi in cui si è più bravi degli altri, bisogna saperlo fare nel modo giusto. Questo, la politica, lo dovrebbe un po' imparare dallo sport. Lo sport ha una grande valenza economica, perché rappresenta circa il 2 per cento del nostro PIL nazionale. Lo sport ha, inoltre, una valenza di prevenzione sanitaria, come tutti ben sappiamo, e per queste ragioni non ci possiamo permettere che lo sport non abbia una guida politica forte all'interno del Governo Draghi. Non può poi mancare una riforma fiscale complessiva. Le tasse vanno abbassate e va diminuito il numero delle tasse (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia), perché oggi, purtroppo, già stare dietro a tutte le scadenze che ci impone il nostro sistema fiscale è una vessazione nei confronti dei nostri cittadini, per i nostri cittadini.

Ho proposto l'introduzione di una no tax area generazionale per gli under 35 e per i soggetti che fanno fatica a inserirsi nel mondo del lavoro. Crediamo convintamente che il lavoro vada messo al centro degli obiettivi dell'agenda politica: far crescere l'occupazione incentivando le imprese e riducendo il cuneo fiscale. Questo, come Coraggio Italia, chiediamo al Governo di fare (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia), perché solo così cambieremo davvero passo, perché senza impresa non c'è lavoro, signor Presidente. Questi impegni chiediamo che si assuma il Governo, riconoscendo naturalmente il Presidente Draghi che, insieme al Presidente Mattarella, è la persona più autorevole che il nostro Paese esprime in Europa e nel mondo (e lo ha dimostrato dando impulso e prospettive importanti di cambiamento rispetto al passato).

È per questo che noi confermiamo la fiducia al Governo Draghi, certi che anche grazie al nostro sostegno saprà continuare a trovare gli strumenti migliori per far correre l'Italia veloce. Coraggio, chiediamo coraggio al Presidente. Ci aspettiamo quello stesso coraggio che noi abbiamo deciso di mettere nel nostro nome, perché il Presidente Draghi è il numero 1 che oggi potevamo esprimere alla guida del Paese e naturalmente per poter continuare ad esserlo non deve essere vittima delle mediazioni politiche, ma deve poter essere e potere fare quello che ha già dimostrato in tutta la sua carriera grazie alle sue immense competenze. Quindi, per tutte queste ragioni, signor Presidente, il gruppo di Coraggio Italia voterà a favore sulla fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mor. Ne ha facoltà.

MATTIA MOR (IV). Grazie, Presidente. L'economia italiana, stando alle ultime stime della Commissione europea, dovrebbe crescere del 5 per cento nel 2021 e del 4,2 per cento nel 2022. Le nostre imprese, dalle più grandi alle più piccole, hanno dimostrato una grande tempra, una capacità di adattamento e di superare, attraverso il lavoro, i momenti più bui dei 18 mesi scorsi, così da non mandare a gambe all'aria interi settori dell'economia italiana. Quindi, entro il 2022 dovremmo riassestarci ai livelli pre-crisi. Però, parliamoci chiaro, cari colleghi: è un errore accontentarsi di far riferimento al periodo pre-crisi 2019, quando la verità è che l'Italia è entrata, purtroppo, in una crisi profonda e lunga fin dagli anni Ottanta, salvandoci poi con alcune svalutazioni competitive all'inizio degli anni Novanta, fermandoci del tutto negli anni Duemila, permettendo ad alcune categorie e classi sociali di arricchirsi alle spalle degli altri con l'avvento dell'euro e poi con una grande crisi finanziaria nel 2008, peggiorata addirittura e diffusa nell'economia nel 2012, non uscire praticamente mai da questo stato di crisi, se non in alcuni anni in cui c'è stato un rimbalzo di una crescita più strutturale fra il 2014 e il 2017, in cui il nostro Governo ha messo in atto ciò che serve effettivamente per far crescere un Paese, ovvero riforme, investimenti pubblici, attrazione di investimenti privati e ritorno a un aumento della produttività.

Detto ciò, sono queste le 3 parole chiave su cui l'Italia può e deve impegnarsi per avere l'ambizione di tornare a crescere in maniera sistemica: riforme, investimenti e produttività, a cui vorrei aggiungere la parola formazione. Stiamo vivendo un buon momento. Nel Paese c'è un'aria di positività che la nostra generazione non ha mai vissuto, che è figlia del ritorno alla vita, delle riaperture, del COVID ridimensionato dai vaccini, anche se non ancora sconfitto, di un Governo autorevole in Europa che ha saputo tenere fondi mai ricevuti prima per far ripartire il Paese. È un momento che non possiamo sprecare, ma gestire al meglio affinché questa sensazione si tramuti in vero benessere, in maggiori occasioni per il futuro dei nostri lavoratori, per i nostri giovani, per non emigrare ma rimanere in Italia a immaginare un futuro migliore. Speriamo che con il ritorno alla quotidianità delle nostre vite si possa mettere fine a questa serie di decreti che hanno usato anche delle parole volte a tamponare l'emergenza: abbiamo votato un “decreto Rilancio”, vari “decreti Ristori”, questi “decreti Sostegni”. Speriamo di poter tornare, con l'approvazione del decreto di oggi, a una nuova stagione di normalità fatta di lavoro.

Il provvedimento che ci apprestiamo a esaminare consiste, dunque, nella legge di conversione del secondo “decreto Sostegni” e il testo a cui oggi daremo la nostra fiducia al Governo vuole affrontare diverse problematiche causate dalla pandemia, ma anche molti dei ritardi e delle criticità che portano l'Italia ad avere quella situazione di crisi che citavo prima. Innanzitutto, dobbiamo rilevare come dal primo “decreto Sostegni” sia stato fatto un cambio di passo rispetto ai precedenti provvedimenti che contenevano i ristori, con il superamento del sistema dei codici Ateco e la nuova modalità che mira a concedere il sostegno a tutte quelle attività che hanno subìto danni economici, dalle chiusure alle restrizioni che si sono rese necessarie per l'emergenza COVID. I nuovi sostegni, erogati con diverse modalità, prevedono uno stanziamento di oltre 15,4 miliardi di euro e occorreranno a fornire quell'iniezione di liquidità necessaria a un'opportuna ripartenza, che deve essere rapida e sicura. Per i ristori automatici, identici a quelli del primo “decreto Sostegni”, sono stanziati 8 miliardi di euro. Per quelli che emergono dal confronto tra il fatturato di aprile 2020 e marzo 2021 e il confronto con il periodo 1° aprile e 19 e 31 marzo 2020 sono stanziati 3,4 miliardi e per i ristori a conguaglio circa 4 miliardi. I fondi destinati al settore del turismo sono 3,3 miliardi, che si aggiungono agli 1,7 miliardi del “decreto Sostegni”.

Il testo che andiamo a esaminare oggi va anche a bilanciare gli effetti di alcuni provvedimenti che, pure opportuni, avevano danneggiato alcune categorie. Penso, ad esempio, alla sospensione delle esecuzioni di sfratto ai proprietari degli immobili, che erano costretti, pur in mancanza di reddito derivante dalle locazioni, a sostenere spese per l'IMU, tema importante che da sempre Italia Viva sottolinea e che trova parziale soluzione con l'esenzione per il 2021 di tale imposta. Per i versamenti delle imposte da parte dei 4,3 milioni di partite IVA soggette alle pagelle fiscali, il decreto prevede che ci sia uno spostamento del saldo e primo acconto dal 30 giugno al 31 agosto 2021, con la possibilità di pagare fino al 15 settembre. È importante anche il sostegno che questo decreto dà al mondo dell'innovazione, su cui l'Italia ha molta strada da fare per recuperare terreno nei confronti dei principali Paesi europei. All'articolo 14 abbiamo previsto l'esenzione fiscale per le plusvalenze realizzate da chi investe in start up e detiene l'investimento per almeno 3 anni. È una norma fondamentale per incentivare i risparmiatori a investire nella creazione di nuove imprese e per i nostri imprenditori, giovani e non solo, ad avvicinarsi con uno stimolo in più alla creazione di un proprio progetto imprenditoriale. Io ritengo personalmente che questa sia una decisione molto importante, su cui ho lavorato in prima persona con alcuni colleghi della maggioranza, proprio perché permetterà di far affluire maggiori capitali nella creazione di nuove imprese, favorendo un trend che è in crescita da 10 anni ma che è ancora troppo in ritardo rispetto ai principali competitori europei.

In questo ambito, nell'articolo 31 del decreto abbiamo migliorato, attraverso un emendamento anche proposto da Italia Viva, la dotazione della fondazione Enea Tech, che adesso è ridenominata Enea Tech Biomedical, per attivarsi per il potenziamento della ricerca, per lo sviluppo e la riconversione industriale del settore biomedicale grazie a un finanziamento aggiuntivo di 400 milioni che si aggiungono ai 500 in precedenza stanziati e senza, dunque, pregiudicare la sua missione originaria, tesa al sostegno delle imprese innovative anche nei settori dell'economia verde e circolare, dell'information technology, dell'agritech e del deep tech. Nel pacchetto di finanziamenti a fondo perduto troviamo aiuti a molti settori che sono stati colpiti dalle chiusure: il wedding, gli eventi, le cerimonie, tutto il comparto HoReCa, che, grazie a un emendamento di Italia Viva, avranno 60 milioni di sostegno, e le mense della ristorazione collettiva, che disporranno di 100 milioni di sostegno. Altri 50 milioni verranno invece destinati a ripianare le perdite del settore delle fiere, che sappiamo essere così importante per il sostegno all'export di un Paese come il nostro, che vive di esportazioni e che deve raccontare i propri prodotti a tutto il mondo. Inoltre, 60 milioni verranno stanziati per il Fondo straordinario per il Terzo settore. In un momento come quello attuale, in cui tanti hanno perso il lavoro e tante famiglie hanno visto ridursi le proprie disponibilità economiche, il ruolo degli enti del Terzo settore e delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza è diventato ancora più strategico rispetto a prima, per quanto fosse possibile, e l'incremento dei fondi che lo sostengono consentirà di stare vicini ai soggetti più deboli, perché per ripartire non possiamo e non dobbiamo lasciare indietro nessuno. Infine, 400 milioni vengono stanziati per rinnovare, anche nel 2021-2022, l'organico aggiuntivo della scuola per affrontare il prossimo anno scolastico. Si tratta di circa 60.000-70.000 persone da assumere a tempo determinato dall'avvio delle lezioni al 31 dicembre. La Commissione bilancio ha poi approvato l'emendamento del Governo che recepisce il decreto sul fisco e sul lavoro, tra l'altro con lo sblocco dei licenziamenti e la sospensione del cashback. Nel primo caso vengono sbloccati i licenziamenti per motivi economici dal 1° luglio per l'industria manifatturiera e l'edilizia, con l'eccezione del tessile e dei settori a esso collegati, mentre la sospensione del programma del cashback consentirà il recupero di un tesoretto di circa 1,5 miliardi, che concorrerà al finanziamento degli interventi di riforma degli ammortizzatori sociali, tanto attesi e ormai non più rinviabili.

Nel decreto viene sostenuta la cultura in tutte le sue sfaccettature, attraverso una serie di interventi direttamente indirizzati agli operatori del settore con un sostegno concreto: un'indennità di 1.600 euro.

Contestualmente, si è intervenuti sui fondi di emergenza, con riferimento ai quali i 200 milioni previsti per il 2021 saranno così ripartiti: 120 milioni a sostegno del Fondo di emergenza per lo spettacolo, il cinema e l'audiovisivo, 20 milioni per il sostegno ai musei statali, 45 milioni per il fondo di parte corrente, 20 milioni per il fondo attinente alle imprese e a tutte le istituzioni del mondo della cultura.

Vorrei poi citare due importanti norme fortemente sostenute dal gruppo Italia Viva: quella che prevede l'individuazione, da parte delle amministrazioni che rilasciano il permesso di costruire nuove costruzioni residenziali, delle infrastrutture destinate all'installazione di reti ed impianti di comunicazione elettronica e in fibra ottica (un emendamento che consentirà di avere edifici sempre più moderni e in linea con i tempi) e quella che contiene, invece, disposizioni in materia di incentivi per l'acquisto di veicoli meno inquinanti e che riconosce i contributi anche alle persone fisiche che acquistino un veicolo almeno di classe Euro 6; un provvedimento che contribuirà al rinnovo del nostro parco veicolare circolante, ridurrà le emissioni, andando incontro anche alle esigenze dei cittadini meno abbienti.

Il Fondo per il sostegno delle attività economiche chiuse per l'anno 2021 prevede, poi, una dotazione di 100 milioni. Il “Sostegni-bis” prevede che beneficeranno di questi ristori le attività che, a causa dell'emergenza sanitaria, nel 2021 sono rimaste chiuse per almeno quattro mesi. Nella logica del sostegno al settore alberghiero, attraverso un nostro emendamento abbiamo ritenuto di ampliare l'esenzione delle imposte per gli operatori nell'ambito dei settori alberghiero e termale che hanno concesso in locazione e in affitto i propri immobili. E siamo, poi, intervenuti sull'investimento per le nuove generazioni, con 350 milioni alle scuole statali e 60 milioni alle paritarie per l'acquisto di beni e servizi tesi a contenere il rischio epidemiologico nell'ambito dell'avvio dell'anno scolastico 2021-2022.

Vado a chiudere, signor Presidente. Si è avuto un aumento della posta a copertura del credito di imposta per il settore più colpito - uno dei più colpiti, quello del tessile e della moda - che ha visto il proprio credito d'imposta essere coperto dagli originari 45 milioni di euro a 95 milioni di euro, mentre, per il 2022, la copertura è di 150 milioni. Vediamo che sono tanti gli ambiti di intervento su cui il Governo e il Parlamento sono intervenuti e se ne possono citare altri ancora, consci della gravità del momento vissuto e della necessità di non lasciare indietro nessuno. E' un decreto che anticipa una stagione, quella del PNRR, nella quale il Paese dovrà dimostrare di voler continuare i percorsi che sono stati intrapresi in questi mesi; un provvedimento importante per l'entità delle risorse stanziate, tutte a debito, per cui abbiamo una responsabilità ancora maggiore, e che dimostra la visione di insieme e l'unità del Governo e del Parlamento che hanno finalmente lavorato in maniera congiunta per andare a sostenere il più possibile la nostra economia, così tanto provata da questi mesi.

Abbiamo detto che non è più il tempo di ristori e sostegni per immaginare anni di ripresa, di crescita, di lavoro in aumento e auspichiamo davvero che quello che stiamo vivendo sia un punto di svolta che porti ad anni di maggiore positività, di maggiore intraprendenza, di entusiasmo per il lavoro, che la pandemia, semmai ce ne fosse stato bisogno, ha dimostrato ancora di più quanto sia centrale nella vita della nostra società.

Con questi auspici, il gruppo di Italia Viva voterà a favore della fiducia a questo Governo, che ringraziamo per il lavoro svolto (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie, Presidente. L'aver posto la fiducia sulla conversione in legge del “Sostegni-bis” ha, secondo noi, tre significati precisi. Il primo è l'aver voluto evitare il necessario e opportuno confronto in Aula sostanzialmente perché non avete la capacità di proporre alla stessa riforme strutturali e poteva rappresentare un'occasione anche il “Sostegni-bis”. Se diciamo che, affianco del PNRR, si dovranno introdurre riforme importanti, serie e strutturali sulla giustizia, sulla fiscalità, sugli appalti e, noi aggiungiamo, sulle energie, con particolare riguardo all'idroelettrico e al geotermico, sulla produzione di nuove tecnologie (ormai l'Italia è soltanto un consumatore di tecnologie e così non avremo futuro), e poi ancora sulla programmazione, per esempio, delle estrazioni delle terre rare (ci sono mille argomenti sui quali ci vorrebbero riforme strutturali), allora, anche in campo economico, per esempio sulla filiera del turismo e sulla filiera dell'artigianato, ogni provvedimento dovrebbe essere sfruttato per proporre riforme strutturali.

Capiamo che si sono dovuti attivare provvedimenti emergenziali all'inizio della pandemia ma - lo ricordava anche il collega Mor poco fa -, basta ristori, basta sostegni; ci vogliono riforme di base, riforme vere. Fratelli d'Italia ne aveva avanzate diverse, ne ricordo solo alcune: la proposta del cassetto fiscale per rilevare i bizantinismi e le incertezze che caratterizzano ancora oggi il regime fiscale a carico delle imprese, con tutte le incertezze. Su Il Sole 24 Ore, l'altro giorno, c'era un bell'articolo che spiegava l'assurdità dei rinvii, delle proroghe su tante tasse e su tante imposte.

Avevamo fatto una proposta sui costi fissi che andava a sanare, fino alla fine di questo 2021, le problematiche fra locatori e locatari, promuovendo una rinegoziazione dei contratti. Voi avete risolto la questione con un fumosissimo articolo 4-bis che non risolve nulla, è evanescente e lascia le cose come stanno. Ma, ancora di più: come Fratelli d'Italia avevamo proposto una legge quadro sul turismo già nel 2019. Vi ricordiamo che le fragilità c'erano anche allora, la pandemia le ha soltanto evidenziate ed aggravate. Questo evidenzia l'incapacità e l'incoerenza di un Governo di portare in Aula, al confronto dell'Aula, riforme strutturali e importanti.

L'altro giorno, il collega Borghi segnalava la necessità di politiche espansionistiche in caso di contrazione delle economie nazionali: qui non stiamo facendo neanche questo, perché queste misure espansionistiche devono avere una visione di quadro generale che non sapete proporre. Quindi, questa è una delle prime motivazioni: sottrarsi ad un confronto sulle riforme di cui l'Italia ha bisogno.

Il secondo significato sta nei 4 mila emendamenti presentati dalla maggioranza. È chiaro che questa è una maggioranza contraddittoria, evanescente, non ha un mandato popolare e, quindi, si trova a balbettare nel momento in cui deve andarsi a confrontare con una minoranza - quella di Fratelli d'Italia, sostanzialmente - che, invece, propone. Questa è la difficoltà. Noi rimaniamo assolutamente convinti di rappresentare un'alternativa alla tecnocrazia, un'alternativa di Governo alle logiche degli apparati clientelari, delle ideologie pauperiste sulla pelle degli italiani, dei terzomondismi vani, ciechi e anche un pochino ipocriti. La destra fa proposte concrete, rimettendo al centro concetti e valori, come quelli del lavoro, del merito, della competenza, del sostegno alla famiglia, quella dell'articolo 29 della Costituzione.

Per Fratelli d'Italia queste non sono parole vuote, sono parole che stanno a monte di qualsiasi progetto. Nessuno può intraprendere un viaggio se non conosce la meta: la meta di questa maggioranza non si sa quale sia. E questo si fa con riforme di struttura, profonde, convinte, decise, epocali, come le sfide alle quali siamo chiamati.

Il terzo significato della posizione di questa fiducia, sicuramente, è quello della sostanziale mancanza di rispetto nei confronti di una istituzione, quella parlamentare, che viene bypassata regolarmente; lo ricordavano prima, questa è già la sesta fiducia del Governo Draghi. Non c'è stato alcun motivo che giustificasse la posizione di questa fiducia. La fiducia, normalmente, si pone quando si temono bocciature, e su questo noi rimandiamo ai valori che sono espressi in termini numerici in quest'Aula. Se avete paura di vedervi bocciati provvedimenti, avendo circa 600 deputati in maggioranza, non è un bel segnale; forse, avevate paura che qualche emendamento di buonsenso proposto dall'opposizione fosse approvato.

Questo è un problema vostro, però, ed anche grave. Si pone la fiducia, a fronte di ostruzionismi, di scadenza dei termini, ma Fratelli d'Italia aveva presentato venti emendamenti; quindi, si poteva chiudere il provvedimento, come testimoniato anche dalla disponibilità dei nostri commissari nei lavori di Commissione, senza la posizione della fiducia, facendo trascorrere quelle 24 ore, attivando un confronto, uno scambio di idee e, magari, la contrapposizione di proposte diverse, ma con un approfondimento.

Abbiamo fatto passare 24 ore inutilmente. Il nostro capogruppo in Commissione bilancio lo aveva anche proposto: non faremo alcun tipo di ostruzionismo, non voteremo, probabilmente, nemmeno in termini negativi sul provvedimento finale. E, allora, perché ricorrere alla fiducia, se non per denunciare, ancora una volta, una sorta di cialtronismo istituzionale, di pressappochismo. Questo è assolutamente sbagliato. Questa Aula parlamentare, come quella del Senato, va ritrasformata in Aula parlamentare e non in un votificio, come sta accadendo ultimamente. Quindi, questa ennesima e inutile fiducia rappresenta, purtroppo, anche questo, ossia che la politica italiana non cambia, cambia il mondo, ma la politica italiana rimane questa, resta senza visione e senza coraggio.

Quindi, Fratelli d'Italia vi affida queste riflessioni, nell'annunciare il voto contrario alla fiducia, consci di aver dato, come partito di opposizione, la testimonianza di una presenza nel segno dei concetti di responsabilità e di proposta. A voi, invece, la responsabilità di non aver accolto queste indicazioni e di continuare a procedere a vista, perché, fra essere qualcosa, essere la rappresentazione di qualcosa, o essere l'apparenza di qualcosa, la differenza c'è, si sente, pesa. Questo è il nostro messaggio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato D'Attis. Ne ha facoltà.

MAURO D'ATTIS (FI). Signor Presidente, signor sottosegretario, colleghi e colleghe deputate, siamo chiamati a esprimerci sulla questione di fiducia posta dal Governo. Forza Italia convintamente - lo dico subito - risponderà favorevolmente a questa richiesta di fiducia. Lo dico subito perché - per usare una frase che qualcuno ha utilizzato qualche tempo fa - il vento è cambiato. In questo caso il vento politico è cambiato davvero. Non è una frase di circostanza, ma è un dato oggettivo suffragato dai fatti. Il cambio di passo, che si è registrato con la nascita di questo Governo, è sicuramente testimoniato dai recenti provvedimenti, in particolare da tutta la partita giocata dal PNRR, ma ancora di più lo testimonia questo “decreto Sostegni-bis”.

All'interno di questo provvedimento sono presenti misure importanti, che, al di là dell'aspetto finanziario e strettamente tecnico, rappresentano vere e proprie svolte politiche, delle quali Forza Italia è stata protagonista. Faccio un esempio subito - e mi fa piacere farlo avendo accanto la collega Polverini, che ha fatto la storia anche del sindacato italiano -: è stato finalmente abbattuto il muro eretto dal cosiddetto “decreto Dignità”, una modifica ordinamentale, potremmo dire una modifica tecnica. Allora, vi chiederete: perché, che senso ha, esaltare una modifica ordinamentale in una manovra economica, come quella del “decreto Sostegni-bis”, che vale circa 43 miliardi di euro? Ora proviamo a spiegarlo. È giusto secondo noi sottolineare, anzi rivendicare, da parte di Forza Italia, questa misura di modifica del “decreto Dignità”, perché si tratta di una svolta politica, che, in oltre un anno e mezzo di legislazione in materia di COVID, non si era mai riuscita ad ottenere; fino ad oggi erano sempre state approvate norme di deroga alle normative sulle causali previste dai contratti di lavoro a termine. Questa volta, invece, in Commissione bilancio, non abbiamo approvato una deroga, ma una modifica testuale del decreto legislativo n. 81 del 2015, una modifica approvata grazie a un emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) segnalato da Forza Italia, una modifica che è di semplice buonsenso e che prevede che si possano stipulare contratti di lavoro a tempo determinato per un periodo superiore ai 12 mesi, nel caso in cui lo prevedano specifiche esigenze previste dai contratti collettivi. Quindi, cara Renata Polverini, saranno dunque, come è giusto e doveroso, le parti sociali a decidere, in totale autonomia, quando un contratto a tempo potrà durare più di un anno.

Il “decreto Dignità”, approvato con il “Conte 1” ha irrigidito ideologicamente e dannosamente il mercato del lavoro. Il “decreto Dignità” con l'esplosione della pandemia si è trasformato in un danno per i lavoratori a termine, che il Governo “Conte 2” non ha mai avuto il coraggio di affrontare davvero. Ora, con il Governo Draghi, con Forza Italia in maggioranza, risolviamo in parte questo problema e anche l'intervento successivo, volto a limitare temporalmente il danno, non limita questa vittoria. Dunque, un'altra volta, il vento è cambiato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Il cashback. Il cashback rappresenta un altro caposaldo politico di questo provvedimento. Il Governo ha deciso di mettere mano finalmente ad una misura che, da un lato, si è dimostrata insufficiente e, dall'altro, - permettetemi - totalmente irrazionale. La finalità vera del cashback era quella di avere uno strumento in più per contrastare l'evasione fiscale, ma si è rivelato totalmente inefficace. Inoltre era poco razionale che, in un momento di forte crisi economica, si mettesse in campo uno strumento che incentivava e premiava i più ricchi a spendere, ignorando totalmente chi in questi mesi era in grave difficoltà: il contrario di Robin Hood. Il Governo Draghi ha giustamente invertito questa tendenza, spostando circa un miliardo e mezzo di risorse dallo shopping agli ammortizzatori sociali, che forse servono di più. Il Governo ha spostato risorse, da chi ne aveva in eccesso, al sostegno alle imprese in difficoltà e ai lavoratori di queste imprese, che potranno così continuare a percepire il proprio stipendio. La concretezza, cari colleghi, ha sostituito l'ideologia, la buona amministrazione ha sostituito l'improvvisazione. Anche in questo caso il vento è cambiato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). L'editoria. Anche in questo caso non rileva la misura dell'intervento, perché ovviamente parliamo di un credito d'imposta di 30 milioni di euro, ma la sensibilità politica del tema. L'editoria – ricordiamocelo - in questi anni e con i due Governi precedenti era diventata una sorta di tabù, come se le imprese della carta stampata, le imprese radiofoniche e le imprese televisive fossero figlie di un dio minore, un “dagli all'untore” senza motivazioni logiche, del quale è divenuta l'emblema – ce lo ricordiamo - la crociata contro Radio Radicale. Noi siamo stati in prima linea a difendere da questa crociata, nei confronti della quale Radio Radicale si segna finalmente un'inversione di tendenza, con il credito d'imposta previsto sulle spese per l'acquisto della carta, con il rinvio dei tagli previsti al comparto dell'editoria e con la norma INPGI. Anche in questo caso non stiamo parlando di interventi di ampia portata, che pure sono presenti nel decreto, ma di misure che segnano ancora una volta che il vento è cambiato. Colleghi, la fiducia su questo decreto è stata posta dal Governo in senso tecnico, per riprendere una definizione coniata dal Presidente Cossiga nella Prima Repubblica; la fiducia serve, come di prassi, a ridurre il tempo dell'esame parlamentare, che pure in Commissione è stato ampio e articolato. È altresì evidente che, quando una Camera, quando un qualsiasi parlamentare è chiamato ad esprimere il voto di fiducia, non ci si può limitare comunque al provvedimento in esame, ma si effettua una valutazione politica complessiva. Ebbene, nella valutazione che porterà Forza Italia a votare la fiducia del Governo, gioca un ruolo fondamentale anche quanto è avvenuto la scorsa settimana a Palazzo Chigi, dove con la preziosa mediazione del Presidente Draghi e della Ministra Cartabia è stata finalmente approvata una riforma della giustizia, che interviene anche sulla controriforma che era stata fatta della prescrizione. Vogliamo parlarne (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)? In questo caso non è solo cambiato il vento, ma abbiamo finalmente rimesso, come si dice, la chiesa al centro del villaggio. Anche in questo caso il “Conte 1” aveva approvato una riforma della giustizia assolutamente inaccettabile, il “Conte 2” non ha mai avuto la forza di porvi rimedio ed ora il Governo Draghi, con Forza Italia, finalmente è intervenuto. Questo da solo sarebbe sufficiente a indurci a votare la fiducia che il Governo ci ha richiesto.

Ovviamente in questo provvedimento ci sono molte altre misure che meritano attenzione, perché intervengono su settori fortemente in crisi, misure sulle quali c'è stato un proficuo lavoro di Governo, della maggioranza e, in molti casi, anche dell'opposizione e questo non abbiamo alcun problema a riconoscerlo. Ci sono misure di sostegno per le quali Forza Italia si è fortemente battuta ed è riuscita ad ottenere i risultati. Penso, ad esempio, all'intervento complessivo a favore del Sud Italia, con la norma volta a favorire la stabilizzazione dei tirocinanti delle Regioni Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. Penso all'intervento a sostegno delle piccole università del Sud Italia, che svolgono un'opera strategica dal punto di vista culturale. C'è il tema del sostegno al settore dell'attività sportiva, dei centri natatori, delle palestre, che più di altri hanno subìto i contraccolpi delle misure. Potrei citare altri temi, quali l'intervento in materia di Terzo settore, quello relativo alle scuole d'infanzia paritarie - qui vedo annuire la collega Aprea, che tanto si è spesa -; ma poi vogliamo parlare anche degli 11 milioni per la ricerca biomedica? Finalmente Airc AISM, Telethon potranno disporre di strumenti finanziari per l'acquisto di reagenti e apparecchiature. E le città d'arte, i comuni in dissesto, l'agricoltura e gli allevamenti, la sanità militare, insomma, tutti argomenti che faranno parte degli interventi che già i colleghi hanno avuto modo di sottolineare in discussione generale e sui quali sicuramente torneranno in dichiarazione del voto finale. Signor Presidente, concludo, dunque, ribadendo che Forza Italia voterà convintamente la fiducia al Governo per questo provvedimento, perché condivide lo condivide e apprezza il lavoro che il Governo sta svolgendo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Navarra. Ne ha facoltà.

PIETRO NAVARRA (PD). Grazie, signor Presidente. Signor sottosegretario, onorevoli colleghe e colleghi deputati, nel 2020 l'Italia ha registrato una diminuzione del PIL di poco meno del 9 per cento, la riduzione più ampia dalla seconda guerra mondiale.

L'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche è cresciuto al 9,5 per cento del PIL dall'1,6 per cento del 2019, tuttavia nel corso di quest'anno l'economia ha mostrato capacità di recupero. L'attività si è stabilizzata nel primo trimestre del 2021 e, secondo i dati più recenti, dovrebbe avere intrapreso un sentiero di espansione nel secondo.

I segnali positivi, a livello nazionale, e il marcato miglioramento del quadro economico globale rafforzano le aspettative di una ripresa robusta nella seconda metà dell'anno. Grazie al buon andamento della campagna di vaccinazione e al miglioramento del quadro sanitario, la ripresa economica si sta consolidando. Infatti, come è stato rilevato da recenti analisi svolte da istituzioni e centri di ricerca nazionali e internazionali, la crescita del PIL del nostro Paese dovrebbe toccare valori intorno al 5 per cento, in media, nell'anno in corso.

In questo quadro, si inserisce il “decreto Sostegni-bis”, per la cui conversione è stata posta dal Governo la fiducia, una fiducia che risponde alla necessità di dare risposte pronte ed efficaci alle esigenze dei cittadini.

Se, da un lato, in questo decreto vi è continuità con gli interventi effettuati nel corso del 2020, dall'altro, i nuovi provvedimenti hanno iniziato a tracciare un graduale percorso di uscita dalle misure emergenziali.

Più in particolare, i provvedimenti inclusi nel decreto hanno due specifiche finalità: in primo luogo, accompagnare il Paese fuori dalla crisi e, al tempo stesso, scongiurare danni permanenti al suo tessuto produttivo; in secondo luogo, gli interventi riguardano il consolidamento della ripresa, al fine di recuperare nel 2022 i dati economici del 2019.

Quanto più la crisi economica ha colpito settori produttivi, fasce occupazionali o categorie sociali, tanto più infatti si avverte la necessità di sanare le ferite, ma anche quella di ricostruire le premesse per liberare il grande potenziale italiano di sviluppo.

Gli interventi previsti assorbono risorse pari a 43 miliardi di euro, usando i margini di bilancio disponibili per effetto dello scostamento autorizzato in aprile, in coerenza con le previsioni del Documento di economia e finanza. Nei programmi del Governo, che tengono già conto degli effetti del decreto in esame, nel 2021 il disavanzo delle amministrazioni pubbliche sarà pari all'11,8 per cento del prodotto e il rapporto fra il debito e il PIL toccherà il 159,8 per cento.

Il decreto contiene molte misure che riflettono - come già nel passato hanno fatto altri provvedimenti analoghi - un difficile equilibrio tra la disponibilità delle risorse e i bisogni del Paese. Esso si concentra principalmente sul 2021 ed è articolato su cinque principali linee di azione di carattere generale e su alcune importanti misure di carattere settoriale. La prima linea di azione, del valore di circa 17 miliardi di euro, prevede un nuovo pacchetto di contributi a fondo perduto per i soggetti titolari di partita IVA che svolgono attività di impresa, arte o professione, nonché per gli enti non commerciali del terzo settore, senza più alcuna limitazione settoriale o vincolo di classificazione delle attività economiche interessate.

Il nuovo intervento è più articolato dei precedenti, con l'obiettivo di raggiungere una platea ancora più ampia di beneficiari e di fornire un ristoro maggiormente in linea con gli effettivi danni economici subiti dagli operatori a causa della pandemia.

La seconda linea di azione, del valore complessivo di circa 9 miliardi di euro, concerne misure che hanno l'obiettivo di garantire l'accesso al credito, sostenere la liquidità e incentivare la capitalizzazione delle imprese attraverso l'estensione di misure in vigore e l'attuazione di nuovi interventi.

La terza linea di azione, del valore di circa 3 miliardi di euro, riguarda la tutela della salute: sono state aumentate le risorse a disposizione della struttura commissariale al fine di agevolare la campagna vaccinale e ridurre le liste di attesa; sono state inoltre stanziate risorse per sostenere le campagne vaccinali nei Paesi del Terzo mondo ed è stato introdotto un credito d'imposta per la sanificazione degli ambienti di lavoro nelle imprese.

La quarta linea di azione, del valore di 5 miliardi di euro, concerne il lavoro e le politiche sociali: le disposizioni riguardano l'estensione del reddito di emergenza per quattro ulteriori mensilità, l'erogazione di contributi una tantum per lavoratori stagionali, nonché specifiche misure legate all'assegno di ricollocamento e un finanziamento delle coperture per i contratti di solidarietà. Sono stati stanziati infine 500 milioni di euro per sostenere le famiglie indigenti nel pagamento di fitti e bollette.

La quinta linea di azione, del valore di circa un miliardo e mezzo, riguarda giovani, scuola e ricerca: il Governo ha studiato apposite misure per sostenere i giovani fino a 36 anni di età, con specifiche agevolazioni per l'acquisto della prima casa. Per ciò che concerne la ricerca, è stato istituito il Fondo italiano della scienza, con una dotazione di 50 milioni per il 2021 e di 150 per gli anni a venire.

Il decreto poi ha previsto una serie di misure settoriali, del valore complessivo di circa 4 miliardi di euro, a sostegno degli enti territoriali e a beneficio dei settori ferroviario, aeroportuale, marittimo, della cultura, dello spettacolo, del turismo e dell'agricoltura.

In sede di conversione, il decreto è stato poi significativamente migliorato per effetto del contributo dei colleghi deputati e delle colleghe deputate di tutti i gruppi di maggioranza, ma anche, in alcuni frangenti, per l'apporto costruttivo dell'opposizione, segno questo di quanto sia importante e utile il rapporto dialettico tra Esecutivo e Parlamento.

Sono molte e variegate le misure introdotte nella discussione parlamentare: dai fondi per il Terzo settore e per le istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza, alle risorse per i servizi della ristorazione collettiva, dal sostegno al settore delle fiere e dei congressi, ai contributi a fondo perduto per le strutture sportive, dagli interventi a favore dei settori del wedding e dell'intrattenimento, ai finanziamenti delle città d'arte e dei centri storici, dall'incremento del Fondo per la prevenzione del fenomeno dell'usura, all'istituzione di un Fondo per tamponi gratis a persone fragili e con disabilità e alla creazione di un altro Fondo per l'accesso ai servizi di sostegno psicologico da parte dei pazienti oncologici e dei giovani.

Potrei continuare l'elenco ancora lungo delle misure contenute nel decreto e volute dal Parlamento, ma per ragioni di tempo desidero soffermarmi su due degli emendamenti proposti su iniziativa del Partito Democratico, che reputo particolarmente significativi.

Per risolvere le criticità legate all'applicazione della sentenza della Corte costituzionale che ha cancellato la possibilità per i comuni di restituire in trent'anni le anticipazioni di liquidità concesse per pagare i debiti commerciali, è stato istituito un Fondo di 660 milioni, che evita a circa 1.400 comuni, colpiti dalla sentenza, di deliberare lo stato di dissesto finanziario, assicurando loro il massimo di continuità nell'azione amministrativa ed evitando l'interruzione dell'erogazione di servizi essenziali resi ai cittadini.

Altrettanto importante è il rifinanziamento, con uno stanziamento di 350 milioni di euro, degli incentivi per l'acquisto di autovetture e veicoli commerciali a basso impatto ambientale. Con l'approvazione di questo emendamento si prosegue, quindi, con il sostegno alla filiera dell'automobile, una componente fondamentale del nostro comparto industriale, una scelta a favore della mobilità a zero emissioni, che aveva già prodotto ottimi risultati, sia dal punto di vista economico, che da quello ambientale e sociale.

Come affermato dal Presidente Draghi in una recente conferenza stampa, se la situazione pandemica continuerà a migliorare, non ci sarà più bisogno di nuovi scostamenti e nuovi sostegni alla nostra economia, che, per intraprendere un percorso di crescita sostenuta, ha bisogno degli interventi e delle riforme contenute nel Piano di ripresa e resilienza al vaglio delle istituzioni europee.

A questo proposito, ieri è stata una giornata importante: Il Consiglio Economia e finanza dell'Unione europea ha approvato il Piano nazionale di ripresa e resilienza dell'Italia. Il nostro Paese riceverà tra qualche settimana circa 25 miliardi di euro, che equivalgono al 13 per cento delle risorse totali del programma Next Generation EU a noi destinate.

Questa approvazione rappresenta una tappa fondamentale di un percorso che ha visto impegnati il Governo e il Parlamento, con l'obiettivo, non solo, di portare l'Italia fuori dalla crisi scatenata dalla pandemia, ma di aprire una nuova stagione di sviluppo per il Paese. Dobbiamo riconoscere che questo impegno viene da lontano ed è certamente il frutto di un'azione politica svolta con determinazione dal Governo precedente, che ha contribuito a unire l'Europa in uno sforzo comune per superare la crisi legata alla pandemia, a dispetto di chi rivendicava - e continua a farlo ancora oggi - posizioni sovraniste, senza storia né futuro.

Ma è altrettanto indubbio che la spinta finale, che ci ha consentito di formulare un piano di alta qualità per il rilancio di un'Italia più prospera, più forte, più giusta e più sicura, sia avvenuta anche grazie alla capacità di proposta del nuovo Governo e alla leadership di Mario Draghi, che sta guidando l'Esecutivo in modo determinato ed equilibrato, dando stabilità e prospettiva al quadro politico nazionale, in un momento difficile per il Paese che, per reagire, ha bisogno di un ingrediente fondamentale: la fiducia. Una fiducia che permette di sostenere aspettative ottimistiche nel breve e nel medio termine.

Senza la fiducia, le risorse non si spendono, non si rilanciano gli investimenti e non si attraggono capitali dall'estero. Compito dell'azione di Governo è quindi alimentare la fiducia nel Paese, nella bontà dei suoi progetti e nella loro implementazione.

È anche per queste ragioni che ci auguriamo che il Piano nazionale di ripresa e resilienza, già formulato e approvato ieri a Bruxelles, possa essere implementato dando continuità all'azione di Governo fino alla conclusione della legislatura.

La responsabilità di tutti è adesso quella di spendere presto e bene le risorse per gli investimenti e varare con celerità le riforme essenziali decise nel Piano nazionale. È giunto il momento quindi di dare concretezza alle previsioni del Piano, convertendo i fondi in opere e azioni, perché, nell'insieme dei progetti, dei numeri, delle scadenze e degli obiettivi del programma, c'è il destino del nostro Paese.

Il Governo sarà il regista di questa fase di trasformazione e di rilancio della nostra economia e il Parlamento saprà sicuramente affiancarlo, svolgendo il ruolo di supervisore attento di questo immenso ed esaltante progetto.

Per tutte queste ragioni, annuncio il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico sulla questione di fiducia al Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bitonci. Ne ha facoltà.

MASSIMO BITONCI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi. Volevo innanzitutto ringraziare il relatore Buompane, il presidente Melilli, il Governo, i colleghi di Commissione, il dottor Somma e tutti gli uffici legislativi per l'ottimo lavoro che è stato svolto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Un lavoro, devo dire, svolto in sinergia, un lavoro di Commissione che ha portato a integrare e modificare le misure, estendendone il campo a molte realtà in crisi, che erano state escluse dai contributi e aiuti concreti. Questo è stato il tema che ha affrontato la Commissione con emendamenti comuni, emendamenti condivisi da tutti i movimenti e partiti politici, tenendo conto delle diverse sensibilità di tutte le componenti di maggioranza, ma anche dell'opposizione, dando, quindi, un senso comune al lavoro parlamentare e quanto mai ritrovando una centralità al ruolo del parlamentare in Commissione. Un decreto che immette 44 miliardi complessivi nel mondo reale: aiuti alle imprese, al lavoro, ai giovani, alla salute, al territorio. Due volte una legge di bilancio che, se sommato al “Sostegni 1”, supera i 70 miliardi di misure atte ad aiutare il sistema produttivo, le famiglie, le associazioni, il volontariato, per superare la grave crisi economica che ha colpito la nostra Nazione durante la pandemia. Alla fine del 2019, l'economia italiana presentava già evidenti segnali di stagnazione, poi, a partire da fine febbraio, il dilagare dell'epidemia COVID-19 e i conseguenti provvedimenti di contenimento decisi dal Governo precedente hanno determinato un impatto profondo sull'economia, alterando le scelte e le possibilità di produzione, investimento e consumo e il funzionamento del mercato del lavoro. Inoltre, la rapida diffusione dell'epidemia a livello globale ha drasticamente ridotto gli scambi internazionali e, quindi, la domanda estera rivolta alle nostre imprese. Allora, quanto di più urgente sostenere le nostre aziende con sostegni diretti alle imprese? Quattordici miliardi di erogazioni dirette con un'importante novità: si introduce un correttivo che tiene conto non solo del calo di fatturato, ma anche delle perdite dei costi fissi di esercizio anche per le aziende con volume d'affari, aumentato da noi a 15 milioni. Dalla Lega un vero sostegno all'Italia: abbiamo prorogato al 15 settembre il saldo e l'acconto delle tasse di giugno e luglio, una boccata d'ossigeno e di liquidità per le PMI, artigiani, commercianti e professionisti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Oltre a questo, abbiamo ottenuto un'ulteriore proroga del periodo di sospensione dell'attività dell'agente di riscossione: 163 milioni di cartelle giacenti per 18 milioni di italiani e un ulteriore differimento della rateizzazione del pagamento della rottamazione-ter e saldo stralcio entro l'anno in corso. È una misura tampone provvisoria ma, signor Presidente, Governo, bisogna prendere coscienza dei 1.000 miliardi di magazzino fiscale che le proroghe, seppur necessarie, non bastano più; bisogna pensare a misure strutturali deflattive del contenzioso, una nuova pace fiscale che cancelli definitivamente quanto non è più esigibile, non parlo dei furbetti di turno che vanno stanati, ma di aziende, famiglie e lavoratori (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) che non hanno la possibilità per un'evidente e conclamata difficoltà economica. La Lega continuerà a ripeterlo e a presentare le sue proposte ad ogni provvedimento economico. Una nuova pace fiscale che recuperi quel rapporto di fiducia, perso da decenni, tra fisco e contribuente. Abbiamo pensato ai dimenticati dei “Ristori”, al turismo che produce il 13 per cento del PIL nazionale, agli hotel, ristoranti, bar, al settore del wedding ed eventi con 70 milioni, alle fiere nazionali che sono ancora oggi i luoghi messi a disposizione per la vaccinazione di massa, al terzo settore, case di riposo, aree termali, centri riabilitativi, alle guide turistiche e agenzie di viaggio, al settore delle crociere, bus turistici, città d'arte, impianti di risalita sciistici minori, all'editoria, al ristoro per attività con chiusure parziali, estendendo la platea con un fondo per le chiusure di almeno 100 giorni, anziché 4 mesi. Non ci siamo dimenticati dei nostri connazionali terremotati e delle aree colpite dal sisma, estendendo al 31 dicembre il credito d'imposta per le imprese che effettuano gli investimenti e per chi ha il coraggio e la forza di fare ancora impresa in quelle zone gravemente colpite (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), come per i contributi per i nostri agricoltori, colpiti pesantemente, oltre che dalla pandemia, anche da gelate, alluvioni e calamità naturali. Per lo sport abbiamo destinato 112 milioni di euro a fondo perduto per gli operatori del settore, per la gestione e manutenzione delle piscine e per interventi infrastrutturali su impianti sportivi per le Olimpiadi di Milano e Cortina 2026. Non ci siamo dimenticati della sanità e del sociale, delle cure palliative, del Fondo per la non autosufficienza, con 40 milioni per i più fragili e i disabili, e inoltre fondi per i farmaci innovativi oncologici e per gli istituti oncologici pediatrici e l'inclusione e il finanziamento delle scuole di infanzia paritarie (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), che svolgono un fondamentale ruolo educativo e di supplenza della scuola pubblica statale.

Grazie alla Lega abbiamo sanato una grave ingiustizia per i proprietari di abitazione che hanno subito il blocco degli sfratti: non dovranno pagare l'IMU per tutto il 2021 (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), saranno rimborsati della rata scaduta il 16 giugno e non pagheranno quella del 16 dicembre. Una norma di buonsenso, che Matteo Salvini ha fortemente voluto. Signor Presidente, grazie al lavoro dei gruppi abbiamo sanato anche un'altra grave ingiustizia: nella legge di bilancio 2021 la Lega aveva fortemente voluto l'anno bianco contributivo per i lavoratori autonomi, con una dotazione di ben 2,5 miliardi, legato però alla regolarità contributiva. Proprio sul DURC l'esonero per milioni di soggetti si è incagliato e proprio in Commissione abbiamo approvato un emendamento dei relatori che sostanzialmente permette agli autonomi di regolarizzare la propria posizione contributiva entro il 31 ottobre, e da novembre l'INPS inizierà le verifiche, permettendo così lo sblocco dell'esonero per artigiani, commercianti e professionisti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Questo è un esempio, signor Presidente, del buon lavoro di tutti i gruppi in Commissione, che hanno pensato al bene comune al di là degli schieramenti. Ci sarebbe ancora molto da dire: le mille nuove assunzioni in Polizia, il rafforzamento dei contingenti presso le ambasciate, la digitalizzazione degli archivi della sanità militare, i 660 milioni ai comuni a rischio default per la sentenza della Corte costituzionale, la proroga della Tari e la flessibilità regionale sulle spese COVID. Ma non abbiamo voluto solo sostegni e ristori, signor Presidente, ma anche misure per il rilancio del Paese, perché dobbiamo guardare avanti, alla ripresa del PIL e al futuro. Una norma ad hoc con 100 milioni sul rincaro delle materie prime degli appalti pubblici, 425 milioni per il finanziamento della “nuova Sabatini”, incentivi concreti per le PMI che devono rinnovare macchinari e strutture, 350 milioni per l'automotive, risorse preziose per il Fondo rottamazione, ma con un'importante novità: 40 milioni saranno destinati per chi acquista veicoli usati a bassa emissione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Una misura, Presidente, semplice e concreta, che accoglie la necessità di aiutare famiglie che economicamente non possono acquistare un'auto nuova (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), ma che contribuisce a eliminare un parco macchine che è tra i più vecchi ed inquinanti d'Europa. E dal MiSE una nuova mission per Enea Tech, che sarà anche biotech, 250 milioni di euro ai settori dell'economia verde e circolare e dell'information technology e 400 milioni di euro per la ricerca biomedicale. Insomma, Presidente, un decreto che accompagnerà la ripresa, necessario, ma che non servirà se non sarà accompagnato dalle riforme tanto attese, dalla riforma della pubblica amministrazione, della giustizia, dalla riforma del fisco, dalle semplificazioni a quella sugli ammortizzatori sociali. La Lega lavora per questo e per il nostro Paese, per le nostre famiglie ed imprese. La Lega, signor Presidente, darà anche oggi la propria fiducia e il proprio lavoro e sostegno concreto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Flati. Ne ha facoltà.

FRANCESCA FLATI (M5S). Grazie, Presidente. Il “decreto Sostegni-bis” è un provvedimento fondamentale per la ripartenza del nostro tessuto produttivo, ma anche per la protezione delle famiglie e per la protezione dei lavoratori, e quindi, vorrei sottolinearlo, Presidente, anche per la difesa dei servizi pubblici essenziali.

Qui parliamo proprio di sanità, parliamo dei bilanci dei comuni che in questo momento soffrono di più. Infatti, Presidente, non è certo un caso che il cosiddetto “Sostegni bis” sia il decreto più pesante rispetto a quelli che abbiamo lavorato finora a causa della pandemia. È un decreto che ammonta a 40 miliardi di euro, cioè esattamente quanto l'ultima legge di bilancio. Questo, Presidente, dimostra una cosa ben precisa: lo sforzo che il bilancio pubblico ha dovuto sostenere per consentire al settore privato di reagire all'emergenza sanitaria, ma anche e soprattutto di reagire alla conseguente emergenza economica che ci ha travolto a partire dal marzo 2020.

Voglio dire, Presidente, che siamo ovviamente tutti consapevoli che, dallo scorso anno, il deficit ha raggiunto dei livelli estremamente elevati, eppure dalla crisi del 2008 noi dovremmo cogliere una lezione molto importante, cioè che quando arrivano i tempi di crisi lo Stato deve essere protagonista, deve promuovere le condizioni di profittabilità in modo da permettere la ripartenza degli investimenti privati e anche dell'occupazione. Quindi, se c'è una cosa che abbiamo imparato proprio da quella crisi è che, tra il 2010 e il 2011, il sostegno pubblico all'economia si è fermato troppo presto.

Allora, oggi è decisivo non commettere lo stesso errore, è decisivo fare in modo che questo non accada, anche perché i risultati delle decisioni prese in quegli anni li conosciamo tutti. Peraltro, le politiche di austerità sono sempre state nel mirino del MoVimento 5 Stelle, ancor prima che il MoVimento entrasse all'interno delle istituzioni. Allora, a questo punto l'Italia, lo Stato italiano, deve essere protagonista sia nel sostegno alle imprese ma anche e soprattutto per fare in modo di intervenire in Europa e permettere all'Europa stessa di modificare quei parametri sulla finanza pubblica che si sono dimostrati inefficaci e controproducenti.

Ecco, Presidente, questo è il contesto in cui è stato concepito il decreto che stiamo esaminando e vorrei dire, Presidente e colleghi, che, entrando nel merito, c'è assolutamente da essere molto orgogliosi di quanto è stato fatto, perché sono stati stanziati, appunto, 40 miliardi, dei quali più della metà sono destinati alle imprese. Peraltro, tra questi miliardi destinati alle imprese ben 15,4 miliardi – 15,4 miliardi! - riguardano nello specifico sostegni a fondo perduto.

Poi, ci sono anche importanti novità rispetto ai ristori. Infatti, di questi 15,4 miliardi, che ho appena citato, 8 andranno a rinnovare automaticamente il sostegno a chi lo aveva già ricevuto. Ne restano altri 7,4, che vengono suddivisi in 2 modi: 3,4 miliardi sono stanziati per consentire alle imprese che ne hanno diritto di calcolare la perdita di fatturato non più da inizio 2020 ma a partire dall'aprile 2020, quindi a partire da quando la pandemia effettivamente era già scoppiata; poi, altri 4 miliardi andranno, invece, a chi ha subìto perdite di esercizio, iniziando, quindi, a superare su base volontaria il metodo del fatturato; anche perché ora, Presidente, abbiamo a disposizione dei dati che ci permettono di capire di più sulla salute delle nostre imprese.

Poi, al di là dei sostegni, ci sono anche altre misure di peso che aiutano le imprese, e vorrei ricordare le principali: prima di tutto, la proroga per altri 5 mesi del bonus affitti a favore delle imprese che hanno perso più del 30 per cento del fatturato nel periodo aprile 2020 - marzo 2021 rispetto al periodo precedente; in seconda battuta, ricordo la proroga del sostegno in bolletta fino a luglio per le piccole e medie imprese; quindi, il pacchetto turismo, decisamente importante per far ripartire il settore chiave dell'economia italiana. È un pacchetto che è stato anche arricchito dai nostri emendamenti in Commissione bilancio. Infatti, abbiamo aumentato di 10 milioni il Fondo per le agenzie di viaggio, abbiamo aggiunto 10 milioni per il 2021 destinati alle guide turistiche e agli accompagnatori turistici che non hanno usufruito del contributo di ottobre 2020 e abbiamo anche stanziato 10 milioni per i bus turistici e 5 milioni a favore dei bus di linea.

Poi, Presidente, per chiudere il capitolo imprese, sottolineo la conferma decisiva delle garanzie alla liquidità che hanno sostenuto il credito alle aziende durante questo anno e mezzo di crisi. Ovviamente, mi riferisco al Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese e a SACE.

È stato necessario ed è stato fondamentale anche intervenire per aiutare i comuni, anche perché, Presidente, sono i sindaci ad essere il presidio fondamentale dei cittadini e, soprattutto, dei servizi che vengono forniti e dati ai cittadini. Abbiamo stanziato oltre 450 milioni, per il 2021, destinati al trasporto pubblico locale e regionale, ma abbiamo inserito anche altre misure mirate, come i 100 milioni di compensazione per la mancata riscossione dell'imposta di soggiorno.

Vorrei ricordare anche il fondo da 500 milioni per sostenere gli enti che hanno ricevuto anticipazioni di liquidità finalizzate al pagamento dei debiti commerciali e che sono stati colpiti, quindi, da due sentenze della Corte costituzionale: una nel 2020 e una nel 2021. Peraltro, questi fondi arrivano, addirittura, a 660 milioni grazie ad un altro emendamento approvato in Commissione bilancio, che permette anche di spalmare l'extra deficit su dieci anni.

Presidente, voglio evidenziare molto chiaramente che, senza queste misure, più di mille comuni sarebbero andati incontro a gravi difficoltà economiche e a dissesti e, quindi, sarebbe stato impossibile erogare i servizi ai cittadini, anche e, soprattutto, quelli destinati alle persone più fragili.

Quindi, su un testo così ricco di misure e di provvedimenti, il lavoro della Commissione ha ulteriormente arricchito il “decreto Sostegni-bis”. Siamo intervenuti su tanti settori, ne cito qualcuno a titolo di esempio: abbiamo stanziato 10 milioni di euro, per il 2021, per garantire tamponi gratuiti ai cittadini con disabilità o con fragilità e che, quindi, non possono accedere al vaccino per motivi di salute certificati. Abbiamo stanziato 10 milioni di euro, per il 2021, per favorire l'accesso ai servizi psicologici dei pazienti affetti da patologie oncologiche e anche per il supporto psicologico ai ragazzi in età prescolare. Poi, per quanto riguarda i trasporti e l'innovazione, diamo il via al Centro italiano di ricerca per l'automotive a Torino. Questo è un nuovo, straordinario polo che si occuperà di ricerca scientifica, di trasferimento tecnologico e, in generale, di sviluppo di tecnologie innovative, con particolare riferimento alle applicazioni dell'intelligenza artificiale. Poi abbiamo previsto un ulteriore scorrimento della graduatoria per aumentare l'organico delle Forze di polizia, prevedendo circa mille assunzioni, che andranno a potenziare i presidi di legalità nel nostro territorio.

Presidente, le misure sono veramente tantissime. Abbiamo rimpolpato il fondo per i soggetti in condizioni di sovraindebitamento e a rischio usura e abbiamo anche previsto l'esenzione dal pagamento dell'IMU 2021 per i proprietari di immobili sotto procedura di sfratto per morosità, affiancandola al rimborso della prima rata per coloro che l'avessero già pagata entro la data di scadenza del 16 giugno del 2021.

Sono veramente tante le modifiche, non c'è tempo per ripercorrerle tutte quante, però si tratta di misure importanti, Presidente, attese da cittadini, lavoratori, imprese ed enti locali. E, quindi, è evidente che, davanti ad un decreto così imponente e dettagliato, noi voteremo la fiducia al Governo e siamo convinti che le azioni di sostegno all'economia non possano fermarsi qui (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 11,10).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Poiché, in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato stabilito che la votazione per appello nominale abbia luogo a partire dalle ore 11,22, sospendo la seduta fino a tale ora. La seduta è sospesa, riprenderà alle ore 11,22.

La seduta, sospesa alle 11,10, è ripresa alle 11,24.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANDREA MANDELLI

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge di conversione n. 3132-A/R.

(Votazione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 3132-A/R​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.

Indìco la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.

Ricordo che l'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale la chiama avrà inizio è stata effettuata dalla Presidenza nella seduta di ieri. La chiama avrà, quindi, inizio dal deputato Centemero.

Sulla base di tale estrazione, sono state stabilite e comunicate apposite fasce orarie per regolare l'accesso dei deputati, i quali - all'orario stabilito per ciascuna fascia - faranno ingresso in Aula dal lato sinistro della Presidenza, dichiareranno il voto dalla fila dei banchi del Governo riservata ai sottosegretari e, quindi, lasceranno l'Aula dall'ingresso del lato destro.

Avverto che la Presidenza accoglierà un numero di richieste di anticipazione del voto fino ad un massimo del tre per cento della consistenza numerica di ciascun gruppo, oltre a quella dei membri del Governo.

Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.

(Segue la chiama)

Scusate, se chi ha votato evita di stazionare nell'emiciclo ed esce, per motivi di sicurezza, di sanificazione, di distanziamento e quant'altro è meglio. Grazie.

(Segue la chiama)

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI (ore 12,10)

(Segue la chiama)

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANDREA MANDELLI (ore 12,13)

(Segue la chiama)

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia

Presenti e votanti: ………………….495

Maggioranza: ………………………248

Hanno risposto : ………………….444

Hanno risposto no: …………………..51

La Camera approva.

Si intendono così precluse tutte le proposte emendative presentate.

Hanno risposto sì:

Acunzo Nicola

Adelizzi Cosimo

Aiello Davide

Alaimo Roberta

Alemanno Maria Soave

Amitrano Alessandro

Andreuzza Giorgia

Angiola Nunzio

Annibali Lucia

Anzaldi Michele

Aprea Valentina

Aresta Giovanni Luca

Ascani Anna

Ascari Stefania

Avossa Eva

Azzolina Lucia

Badole Mirco

Bagnasco Roberto

Baldelli Simone

Baldini Maria Teresa

Baldino Vittoria

Baratto Raffaele

Barbuto Elisabetta Maria

Barelli Paolo

Baroni Annalisa

Barzotti Valentina

Battelli Sergio

Battilocchio Alessandro

Bazoli Alfredo

Bazzaro Alex

Bella Marco

Belotti Daniele

Benamati Gianluca

Bendinelli Davide

Benvenuto Alessandro Manuel

Berardini Fabio

Bergamini Deborah

Berlinghieri Marina

Bersani Pier Luigi

Berti Francesco

Biancofiore Michaela

Billi Simone

Bilotti Anna

Binelli Diego

Bisa Ingrid

Bitonci Massimo

Boccia Francesco

Boldi Rossana

Boldrini Laura

Bologna Fabiola

Bonafede Alfonso

Bond Dario

Boniardi Fabio Massimo

Bonomo Francesca

Bordo Michele

Bordonali Simona

Borghese Mario

Borghi Claudio

Borghi Enrico

Boschi Maria Elena

Braga Chiara

Brescia Giuseppe

Brunetta Renato

Bruno Raffaele

Bruno Bossio Vincenza

Bubisutti Aurelia

Buffagni Stefano

Buompane Giuseppe

Buratti Umberto

Businarolo Francesca

Cadeddu Luciano

Caffaratto Gualtiero

Calabria Annagrazia

Cantalamessa Gianluca

Cantini Laura

Cantone Carla

Cantone Luciano

Caon Roberto

Caparvi Virginio

Capitanio Massimiliano

Cappellacci Ugo

Carabetta Luca

Carbonaro Alessandra

Carè Nicola

Carelli Emilio

Carnevali Elena

Carrara Maurizio

Casa Vittoria

Casciello Luigi

Caso Andrea

Cassese Gianpaolo

Cassinelli Roberto

Castiello Giuseppina

Cataldi Roberto

Cattaneo Alessandro

Cattoi Maurizio

Cattoi Vanessa

Cavandoli Laura

Ceccanti Stefano

Cecconi Andrea

Cenni Susanna

Centemero Giulio

Cestari Emanuele

Chiazzese Giuseppe

Ciagà Graziella Leyla

Ciampi Lucia

Cillis Luciano

Cimino Rosalba

Coin Dimitri

Colaninno Matteo

Colla Jari

Colmellere Angela

Colucci Alessandro

Comaroli Silvana Andreina

Comencini Vito

Cominardi Claudio

Corneli Valentina

Costa Enrico

Covolo Silvia

Crippa Andrea

Crippa Davide

Cristina Mirella

Critelli Francesco

Cubeddu Sebastiano

Currò Giovanni

Daga Federica

Dal Moro Gian Pietro

D'Alessandro Camillo

Dall'Osso Matteo

Dara Andrea

D'Arrando Celeste

D'Attis Mauro

De Angelis Sara

De Carlo Sabrina

De Filippo Vito

De Giorgi Rosalba

De Girolamo Carlo Ugo

De Lorenzis Diego

De Lorenzo Rina

De Luca Piero

De Maria Andrea

De Martini Guido

De Menech Roger

De Micheli Paola

Deiana Paola

Del Barba Mauro

Del Basso De Caro Umberto

Del Monaco Antonio

Del Sesto Margherita

Delrio Graziano

D'Eramo Luigi

D'Ettore Felice Maurizio

Di Lauro Carmen

Di Maio Marco

Di Muro Flavio

Di San Martino Lorenzato Luis Roberto

Di Stasio Iolanda

Dieni Federica

D'Incà Federico

D'Ippolito Giuseppe

Donina Giuseppe Cesare

Dori Devis

D'Orso Valentina

Durigon Claudio

D'Uva Francesco

Emiliozzi Mirella

Ermellino Alessandra

Fantinati Mattia

Fantuz Marica

Faro Marialuisa

Fassina Stefano

Fassino Piero

Federico Antonio

Ferraioli Marzia

Ferrari Roberto Paolo

Ferri Cosimo Maria

Fiano Emanuele

Ficara Paolo

Fiorini Benedetta

Fitzgerald Nissoli Fucsia

Flati Francesca

Fogliani Ketty

Fontana Gregorio

Fontana Lorenzo

Formentini Paolo

Fornaro Federico

Foscolo Sara

Fragomeli Gian Mario

Frailis Andrea

Franceschini Dario

Frassini Rebecca

Frate Flora

Fregolent Silvia

Fusacchia Alessandro

Gadda Maria Chiara

Gagliardi Manuela

Galizia Francesca

Galli Dario

Gallinella Filippo

Garavaglia Massimo

Gariglio Davide

Gastaldi Flavio

Gebhard Renate

Germanà Antonino

Giaccone Andrea

Giachetti Roberto

Giacometti Antonietta

Giacometto Carlo

Giacomoni Sestino

Giannone Veronica

Giglio Vigna Alessandro

Giordano Conny

Giorgis Andrea

Giuliano Carla

Golinelli Guglielmo

Gribaudo Chiara

Grillo Giulia

Grimaldi Nicola

Grippa Carmela

Gualtieri Roberto

Gubitosa Michele

Gusmeroli Alberto Luigi

Ianaro Angela

Iezzi Igor Giancarlo

Incerti Antonella

Invernizzi Cristian

Invidia Niccolò

Iorio Marianna

Iovino Luigi

L'Abbate Giuseppe

Labriola Vincenza

Lacarra Marco

Lapia Mara

Lattanzio Paolo

Lazzarini Arianna

Lepri Stefano

Librandi Gianfranco

Licatini Caterina

Lolini Mario

Lorefice Marialucia

Lorenzin Beatrice

Lorenzoni Eva

Lorenzoni Gabriele

Losacco Alberto

Loss Martina

Lotti Luca

Lovecchio Giorgio

Lucchini Elena

Lucentini Mauro

Lupi Maurizio

Maccanti Elena

Madia Maria Anna

Maggioni Marco

Magi Riccardo

Maglione Pasquale

Mammì Stefania

Manca Alberto

Manca Gavino

Mancini Claudio

Mandelli Andrea

Maraia Generoso

Marchetti Riccardo Augusto

Mariani Felice

Marin Marco

Marrocco Patrizia

Martinciglio Vita

Marzana Maria

Masi Angela

Maturi Filippo

Mauri Matteo

Mazzetti Erica

Melicchio Alessandro

Miceli Carmelo

Micheli Matteo

Micillo Salvatore

Migliore Gennaro

Migliorino Luca

Milanato Lorena

Minardo Antonino

Molinari Riccardo

Mor Mattia

Morassut Roberto

Morelli Alessandro

Moretto Sara

Morgoni Mario

Morrone Jacopo

Mugnai Stefano

Mura Romina

Murelli Elena

Musella Graziano

Napoli Osvaldo

Nappi Silvana

Nardi Martina

Navarra Pietro

Nesci Dalila

Nevi Raffaele

Noja Lisa

Novelli Roberto

Occhionero Giuseppina

Occhiuto Roberto

Orfini Matteo

Orlando Andrea

Orrico Anna Laura

Pagani Alberto

Pagano Alessandro

Pagano Ubaldo

Paita Raffaella

Palazzotto Erasmo

Pallini Maria

Palmieri Antonio

Palmisano Valentina

Panizzut Massimiliano

Paolin Giuseppe

Paolini Luca Rodolfo

Papiro Antonella

Parisse Martina

Parolo Ugo

Pastorino Luca

Paternoster Paolo

Pedrazzini Claudio

Pella Roberto

Pellicani Nicola

Pentangelo Antonio

Perantoni Mario

Perconti Filippo Giuseppe

Perego Di Cremnago Matteo

Pettarin Guido Germano

Pettazzi Lino

Pezzopane Stefania

Piastra Carlo

Picchi Guglielmo

Piccoli Nardelli Flavia

Pignatone Dedalo Cosimo Gaetano

Pini Giuditta

Pizzetti Luciano

Plangger Albrecht

Polidori Catia

Polverini Renata

Porchietto Claudia

Potenti Manfredi

Prestipino Patrizia

Pretto Erik Umberto

Provenza Nicola

Quartapelle Procopio Lia

Racchella Germano

Raciti Fausto

Raffaelli Elena

Ravetto Laura

Ribolla Alberto

Ricciardi Riccardo

Ripani Elisabetta

Rixi Edoardo

Rizzo Nervo Luca

Rizzone Marco

Romano Andrea

Rosato Ettore

Rospi Gianluca

Rossello Cristina

Rossi Andrea

Rossini Emanuela

Rostan Michela

Rotta Alessia

Ruffino Daniela

Ruggieri Andrea

Ruggiero Francesca Anna

Ruocco Carla

Saccani Jotti Gloria

Saitta Eugenio

Salafia Angela

Saltamartini Barbara

Sangregorio Eugenio

Sani Luca

Sarro Carlo

Sarti Giulia

Savino Sandra

Scagliusi Emanuele

Scalfarotto Ivan

Scanu Lucia

Scerra Filippo

Schullian Manfred

Scoma Francesco

Sensi Filippo

Serracchiani Debora

Serritella Davide

Sibilia Cosimo

Silli Giorgio

Silvestri Francesco

Siracusano Matilde

Snider Silvana

Sozzani Diego

Spadafora Vincenzo

Spadoni Maria Edera

Spena Maria

Sportiello Gilda

Squeri Luca

Stefani Alberto

Stumpo Nicola

Sut Luca

Sutto Mauro

Tabacci Bruno

Tarantino Leonardo

Tartaglione Annaelsa

Tateo Anna Rita

Terzoni Patrizia

Timbro Maria Flavia

Tiramani Paolo

Toccafondi Gabriele

Tofalo Angelo

Tomasi Maura

Topo Raffaele

Torromino Sergio

Traversi Roberto

Tripiedi Davide

Tripodi Elisa

Tripodi Maria

Troiano Francesca

Turri Roberto

Tuzi Manuel

Ungaro Massimo

Vacca Gianluca

Valbusa Vania

Valentini Valentino

Vallotto Sergio

Vazio Franco

Verini Walter

Vietina Simona

Vignaroli Stefano

Villani Virginia

Viscomi Antonio

Vitiello Catello

Vito Elio

Viviani Lorenzo

Volpi Raffaele

Zan Alessandro

Zanella Federica

Zanettin Pierantonio

Zangrillo Paolo

Zanichelli Davide

Zardini Diego

Zennaro Antonio

Zicchieri Francesco

Ziello Edoardo

Zoffili Eugenio

Zordan Adolfo

Hanno risposto no:

Aiello Piera

Albano Lucia

Baroni Massimo Enrico

Bellucci Maria Teresa

Benedetti Silvia

Bucalo Carmela

Butti Alessio

Cabras Pino

Caretta Maria Cristina

Ciaburro Monica

Cirielli Edmondo

Colletti Andrea

Cortelazzo Piergiorgio

Costanzo Jessica

Cunial Sara

Deidda Salvatore

Delmastro Delle Vedove Andrea

Donzelli Giovanni

Ferro Wanda

Forciniti Francesco

Foti Tommaso

Frassinetti Paola

Fratoianni Nicola

Galantino Davide

Gemmato Marcello

Giuliodori Paolo

Lollobrigida Francesco

Lucaselli Ylenja

Mantovani Lucrezia Maria Benedetta

Maschio Ciro

Meloni Giorgia

Menga Rosa

Mollicone Federico

Montaruli Augusta

Osnato Marco

Paxia Maria Laura

Prisco Emanuele

Raduzzi Raphael

Rizzetto Walter

Rotelli Mauro

Russo Giovanni

Sarli Doriana

Silvestri Rachele

Silvestroni Marco

Spessotto Arianna

Trancassini Paolo

Trano Raffaele

Vallascas Andrea

Villarosa Alessio

Vinci Gianluca

Zucconi Riccardo

Sono in missione:

Campana Micaela

Cancelleri Azzurra Pia Maria

Carfagna Maria Rosaria

Carinelli Paola

Castelli Laura

Dadone Fabiana

Di Maio Luigi

Di Stefano Manlio

Ehm Yana Chiara

Fontana Ilaria

Gava Vannia

Gelmini Mariastella

Gerardi Francesca

Giorgetti Giancarlo

Grande Marta

Grimoldi Paolo

Guerini Lorenzo

Liuni Marzio

Liuzzi Mirella

Macina Anna

Marattin Luigi

Melilli Fabio

Molteni Nicola

Mulè Giorgio

Muroni Rossella

Olgiati Riccardo

Rampelli Fabio

Rizzo Gianluca

Sasso Rossano

Scutellà Elisa

Sibilia Carlo

Sisto Francesco Paolo

Speranza Roberto

Suriano Simona

Tasso Antonio

Testamento Rosa Alba

PRESIDENTE. Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 3132-A/R​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

L'onorevole Fucsia Fitzgerald Nissoli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3132-AR/78.

FUCSIA FITZGERALD NISSOLI (FI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, i villaggi del nostro Paese d'estate si sono sempre ripopolati di tanta gente che torna nei luoghi di origine ristabilendo contatti affettivi, economici e culturali che potranno aiutarci nella fase di ripresa dalla crisi connessa alla pandemia. Molti di noi ricordano il clima di festa che anima i paesini, quando tornano coloro che sono andati a vivere all'estero.

Con questo ordine del giorno vorrei che contribuissimo a ricreare quel clima, una situazione che contribuisce a dare speranza nel futuro. Tuttavia, molti di questi connazionali sono timorosi ad affrontare il viaggio di ritorno perché non hanno l'assistenza sanitaria in Italia, in quanto residenti all'estero. Allora, credo che possiamo venire loro incontro, garantendo l'accesso all'assistenza sanitaria di base almeno fino alla fine di quest'anno. In questo modo contribuiremo a creare un clima di maggior fiducia verso la madrepatria e ad incentivare i viaggi di ritorno, contribuendo ad aiutare la ripresa del settore turistico, soprattutto di quello diffuso, che tocca le località interne che troverebbero notevole giovamento con l'arrivo di gente che spende soldi sul posto. Cari colleghi, lo spopolamento dei piccoli comuni lo si combatte anche in questo modo, facilitando il rientro dei tanti che hanno lasciato queste terre per trovare fortuna all'estero. Si sta facendo tanto per far ripartire l'Italia, facciamolo anche favorendo il rientro in patria degli italiani all'estero. Il turismo di ritorno, o delle radici, è un percorso importante da seguire, che il Ministero degli Esteri sta prendendo in seria considerazione. Mettiamo un tassello in questo disegno di legge veramente strategico, approvando anche questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. L'onorevole Cavandoli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3132-AR/96.

LAURA CAVANDOLI (LEGA). Grazie, Presidente. Il mio ordine del giorno si riferisce all'articolo 58 del provvedimento, che prima è stato ben illustrato dai relatori e anche citato dal relatore Bitonci nella dichiarazione di voto, nella parte relativa all'intervento nell'ambito scolastico.

Io chiedo un passo in più: oltre a questi 350 milioni stanziati dal Governo per permettere la ripartenza delle scuole e assestare, quindi, la sanificazione e predisporre tutti gli interventi per la didattica a distanza, io chiedo che - siamo già a metà luglio - il Governo promuova con urgenza l'adozione di linee guida per la prevenzione, lo screening e la gestione dei contagi in ambito scolastico. Infatti, è necessario che i nostri ragazzi, nell'anno scolastico che inizierà a settembre, mantengano integralmente l'attività didattica in presenza. Hanno avuto gravissimi danni a livello psicologico e a livello personale per l'attività didattica svolta a distanza. Quindi, per questi ragazzi c'è bisogno di istruzione e formazione sociale e anche di assicurare loro un benessere psicofisico. Chiedo anche al Governo di procedere a valutare anche l'approvvigionamento e il periodico impiego di test salivari rapidi, proprio perché in questo modo si possono fare degli screening più semplici e più rapidi all'interno delle scuole. Chiedo poi l'installazione di sistemi di climatizzazione e ventilazione meccanica negli ambienti scolastici utili alla filtrazione, alla sanificazione e, comunque, al ricambio della dell'aria, in coerenza con le raccomandazioni pubblicate dal Centers for disease control and prevention di Atlanta, attuate in molti Stati del mondo. In questo modo si va ad assicurare il ricambio d'aria e, quindi, la possibilità per i ragazzi di non contagiarsi negli istituti scolastici.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze, Maria Cecilia Guerra. Ne ha facoltà.

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e delle finanze. Chiederei la cortesia a chi interviene di specificare il numero dell'ordine del giorno e di sapere il numero di quello appena illustrato.

PRESIDENTE. Lo ricordo io sottosegretaria, lo farò assolutamente.

L'onorevole Bruno Bossio ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno n. 9/3132-AR/163.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Grazie, Presidente. Sottosegretaria, un emendamento all'articolo 37 del “decreto Sostegni”, firmato da tutti i parlamentari calabresi, chiedeva di mettere fine alla disparità di trattamento tra ex LSU ed ex LPU.

Vorrei l'attenzione, se è possibile. Presidente…

PRESIDENTE. Scusi onorevole.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Nel 1997 si è avviato il percorso delle politiche del lavoro.

Il decreto legislativo n. 81 del 2000 ha modificato la disciplina sui lavoratori socialmente utili, ai quali è stato riconosciuto un contributo annuo per ciascun soggetto assunto a tempo indeterminato, fino ad arrivare alla legge n. 296 del 2006.

Nel 2007 un decreto specifico per la Calabria, che però faceva riferimento alla legge n. 296, stanziava un finanziamento per la stabilizzazione, pari a 60 milioni di euro; questi soldi servivano sia per gli LSU che per gli LPU (lavoratori socialmente utili e lavoratori di pubblica utilità). Successivamente, con la legge n. 147 del 2013, si è avviato il processo di stabilizzazione di 5 mila lavoratori LSU ed LPU calabresi, con proroghe a tempo indeterminato dei contratti che sono partiti dal 2015; nel frattempo, sono intervenuti la “riforma Madia” e il decreto n. 75.

Successivamente, c'è stato un accordo che ha previsto che il Ministero del Lavoro desse il contributo annuo - previsto nel 2006 per LSU e LPU - soltanto agli LSU. Questo ha provocato non solo una differenza di trattamento tra i lavoratori, ma un abbattimento dei contratti di lavoro, per cui da sussidiati questi lavoratori avevano contratti anche di 26-32 ore, da stabilizzati hanno attualmente un contratto di 15-16, massimo 18 ore, con un salario mensile di 650 euro, spesso inferiore addirittura anche al reddito di cittadinanza.

Riteniamo, dunque, che vada ristabilita l'equiparazione degli LPU agli LSU non solo per coerenza normativa, come è avvenuto nel 2008, ma, soprattutto, anche per dare una risposta, in termini di riconoscimento della dignità di lavoro, a dei lavoratori che da vent'anni sono stati precari e in qualche misura lavoratori in nero nella pubblica amministrazione, ma oggi, da dipendenti pubblici, prendono un salario inferiore a quello che è il reddito minimo. Per cui bisogna che, entro il 31 dicembre, questa cosa sia risolta definitivamente e che il fondo per gli LPU sia garantito come quello per gli LSU dalla legge n. 296.

PRESIDENTE. L'onorevole Bella ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3132-AR/122.

MARCO BELLA (M5S). Grazie, Presidente e grazie, sottosegretaria Guerra. Intervengo in quest'Aula per illustrare un ordine del giorno che riteniamo davvero importante. Catastrofe generazionale: è stata questa una dichiarazione congiunta delle direttrici dell'Unicef e dell'UNESCO riferita alla chiusura prolungata delle scuole. Il 12 luglio a Parigi, le due massime dirigenti delle agenzie dell'ONU hanno affermato: “Sono passati 18 mesi dall'inizio dell'epidemia di COVID-19 e l'istruzione di milioni di bambini continua a essere interrotta (..). Questa situazione non può andare avanti. Le scuole dovrebbero essere le ultime a chiudere e le prime a riaprire”.

Queste dirigenti hanno anche affermato che la riapertura delle scuole non può aspettare la fine della pandemia e nemmeno la vaccinazione di tutti gli studenti e del personale e può essere realizzata in sicurezza, tanto più che le scuole non sono tra i principali luoghi di propagazione del virus.

Ricordiamo che il MoVimento 5 Stelle, ma anche altre forze politiche si sono battute proprio per questo, affinché le scuole fossero le ultime attività a chiudere e le prime ad aprire; questa è anche la posizione espressa dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), la massima autorità sanitaria europea.

Questo ente, nel suo report del 10 luglio, ha precisato che la chiusura delle scuole non ha avuto un'efficacia significativa nella seconda ondata, che la cosiddetta variante inglese non è stata più contagiosa in modo selettivo per i giovani, ma è più contagiosa per tutti, giovani e adulti e, soprattutto, che la chiusura delle scuole dovrebbe essere l'estrema ratio, l'ultima misura da adottare nel pieno della pandemia e non certo la prima come, purtroppo, messo in campo da alcuni amministratori locali, rischiando appunto una catastrofe generazionale.

Non a caso, la riapertura delle scuole dai primi di aprile non ha influito in modo significativo sulla curva epidemica, che ha continuato la sua discesa naturale fino a pochi giorni fa.

La posizione del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie è totalmente in linea con quella delle direttrici di Unicef e UNESCO, che hanno ulteriormente dichiarato: “Al fine di evitare una catastrofe generazionale, esortiamo i politici e i Governi” – e, quindi, qui mi sento di esortare i colleghi e il rappresentante del Governo presente in quest'Aula – “a dare priorità alla riapertura delle scuole in sicurezza. Chiudere le scuole mette in pericolo il nostro futuro solo per preservare in modo incerto il nostro presente”. I ragazzi e le ragazze che oggi frequentano la scuola avranno dai 40 ai 50 anni nel 2050 e rappresentano la classe dirigente del nostro Paese, rappresentano il nostro futuro.

Abbiamo presentato questo ordine del giorno per impegnare il Governo a garantire la didattica in presenza, per mettere in campo ogni sforzo possibile per la riapertura con tutte le cautele possibili, ma per una riapertura che, è bene precisare, dovrà essere garantita in ogni caso. Dobbiamo agire ora perché abbiamo tutti il dovere imperativo di evitare una catastrofe generazionale.

PRESIDENTE. L'onorevole Trano ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3132-AR/143.

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). Presidente, sottosegretario Guerra, colleghi, già nel corso della discussione del “Sostegni 1”, che riguardava misure urgenti per il contenimento dell'epidemia da COVID-19, in materia di vaccinazioni anti SARS-CoV-2 e anche norme in materia di giustizia e di concorsi, avevo fatto presente l'inadeguatezza dell'attuale sistema di nomine dei vertici delle ASL, chiedendo di modificare immediatamente le norme di selezione e la nomina dei direttori generali delle aziende sanitarie e dei policlinici. Avevo evidenziato come tali nomine fossero troppo legate alla politica, e dunque occorresse cambiare le regole, facendo ricorso a criteri meritocratici più espliciti, ma quelle richieste sono rimaste inevase ed oggi, dopo gli sviluppi delle inchieste sulla sanità calabrese e di concorsopoli nell'ASL di Latina, sono ancora più attuali ed urgenti.

Infatti, se andiamo a vedere che cosa è successo in provincia di Latina, dove ci sono diversi candidati e vincitori di concorso sospesi, fortunatamente, da pochi giorni, abbiamo un ex senatore del Partito Democratico ed un manager dell'ASL agli arresti domiciliari, abbiamo intercettazioni telefoniche pubblicate sui giornali su cui c'è davvero poco da capire e da discutere.

Dunque, l'ex segretario del Partito Democratico è stato arrestato per corruzione nell'inchiesta sulla concorsopoli dell'ASL per favorire candidati al concorso, tra l'altro, vicini al suo partito; avrebbe fatto contattare questi candidati dal presidente di commissione, facendogli scegliere i temi su cui volevano essere interrogati. Nelle intercettazioni li chiamavano i “pensierini”, “mi dica un pensierino”. In cambio, al presidente della commissione avrebbe assicurato appoggio per farlo nominare direttore amministrativo dell'ASL, facendo fuori la direttrice amministrativa dell'epoca, che, a quanto pare, era meno permeabile alle indicazioni della politica.

E allora, alla luce di tutto questo, chiedo al rappresentante del Governo e della maggioranza tutta: ma non credete che sia giunto il momento di cambiare? Possiamo cominciare da subito, Presidente, da oggi, con l'approvazione di questo ordine del giorno, che prevede un albo nazionale ed una graduatoria per titoli per i manager delle ASL e criteri simili per la nomina dei primari di policlinici universitari, perché vedete bene che la sanità non è un “postificio”.

La salute umana non si può barattare e il dramma del COVID deve ricordarci anche questo oggi, soprattutto questo, perché, se vi sono tante disfunzioni nell'ambito sanitario, è proprio perché mettiamo persone, vicine alla politica, che non hanno meriti, titoli, non hanno competenze, non hanno niente per poter risiedere all'interno di strutture complesse come quelle delle ASL. Per questo dico, Presidente, che questo ordine del giorno è un atto di indirizzo del Governo che dà un'apertura rispetto ad una riforma che deve essere fatta ora, immediatamente: non possiamo più attendere. Poi, Presidente, mi consenta anche di fare questa digressione: vi sono territori più fragili, come il mio territorio d'appartenenza, dove, una settimana, arrestano l'ex senatore e, la settimana dopo, indagano l'eurodeputato. Dunque, bisogna avere veramente una grande attenzione e agire: agire immediatamente e oggi, magari, se il Governo esprime parere favorevole, iniziamo a dare un buon segnale al territorio e al Paese tutto.

PRESIDENTE. L'onorevole Zucconi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3132-AR/67.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie, Presidente. Intanto vorrei cogliere l'occasione dell'illustrazione di questo ordine del giorno per interrompere una brutta consuetudine, sottosegretario Guerra, per cui, quando ci troviamo nel confronto, lei spesso alle proposte di Fratelli d'Italia dice un bel “no”, e segnatamente alle mie. Però sono qui a proporle questo ordine del giorno in maniera tale che infrangiamo questa brutta tradizione. L'ordine del giorno riguarda la richiesta di impegnare il Governo a prorogare l'applicazione del credito d'imposta - per le strutture ricettive, le agenzie di viaggio e i tour operator che abbiano subito una diminuzione del fatturato o dei corrispettivi - fino al 31 dicembre e non fino al 31 luglio, come invece è previsto nel “Sostegni-bis”. La valutazione che facciamo, infatti, è questa: la misura è sicuramente ben accetta, ma è troppo limitata, anche perché, per un turismo quale quello italiano, fatto anche di località balneari, che vedono soprattutto nei mesi estivi aumentare - grazie a Dio - il proprio lavoro, mentre tornano in crisi nei mesi autunnali, semmai questo credito d'imposta, in quei mesi, servirebbe e non la semplice proroga al 31 luglio. Del resto, nello stesso “Sostegni-bis” il credito d'imposta sappiamo che va sugli affitti, sulle locazioni e gli affitti dei fondi commerciali: avete dato una risposta veramente fumosa, priva di precetto, laddove esortate le parti, locatori e locatari, a trovare un accordo in buona fede, però, ripeto, l'articolo 4-bis non dice niente, è assolutamente inconcludente. Ora, siccome casualmente Fratelli d'Italia aveva presentato una proposta di legge precisa, che era già calendarizzata per l'esame questa settimana - probabilmente andrà alla prossima -, dove si prevedeva tutta una serie di rinegoziazioni che facevano proprio leva sui crediti di imposta, sulla concessione dei crediti di imposta, e siccome noi prevediamo che nei mesi autunnali i problemi non saranno risolti per le aziende, anzi, questa breve boccata di ossigeno della stagione estiva non sarà sufficiente a corroborare i bilanci delle aziende, noi vi diciamo di prendere in considerazione questo ordine del giorno, anche per non dover essere costretti poi a sconfessare voi stessi con un'altra “proroghina” di un altro mese, magari in fase successiva. Darebbe anche il senso e il segnale di avere una visione d'insieme per lo meno di qui a fine 2021. Questo è il senso del nostro ordine del giorno e ci auguriamo veramente che lei lo prenda in considerazione.

PRESIDENTE. L'onorevole Loss ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3132-AR/104.

MARTINA LOSS (LEGA). Presidente, membri del Governo, onorevoli colleghi, quest'ordine del giorno è dedicato al settore dell'apicoltura, che in Italia è caratterizzato da una dimensione aziendale estremamente variabile, che va dalle grandi imprese specializzate alle aziende agricole in cui l'apicoltura è un'attività integrativa fino agli hobbisti, che praticano l'apicoltura per l'autoconsumo, seppure con grande passione. L'apicoltura italiana su tutto il territorio nazionale sta attraversando un periodo di profonda crisi a causa anche dell'andamento climatico che, nella primavera scorsa, ad esempio, ha causato una generalizzata riduzione delle produzioni di miele significativa sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. L'apicoltura è un'attività agricola molto sensibile ed esposta alle condizioni meteorologiche e vede, per ogni tipologia di prodotto, molto concentrate nel tempo le fasi del raccolto. Infatti, le api e il miele dipendono dalle fioriture, che compaiono distribuite sull'arco dell'anno ma in periodi estremamente ristretti specie per specie, e, quindi, ne dipendono anche per la loro sopravvivenza. Se le piante soffrono la siccità, il gelo, il freddo o il caldo anomalo, questo influisce sulle fioriture e, quindi, le api ne risentono immediatamente e pesantemente. Queste difficoltà, unitamente ad altri problemi del settore dell'apicoltura quali la presenza di vecchie e nuove patologie e anche di frodi commerciali, cioè la presenza sul mercato di prodotti contraffatti, stanno producendo gravi ripercussioni sulle aziende apistiche e sul mercato, con riduzione del reddito degli apicoltori. Assieme a questo va ricordata anche l'importanza ambientale della presenza delle api che, nel momento in cui si trovano in difficoltà per la presenza di patologie o per le difficoltà climatiche, questo si ripercuote immediatamente anche sul nostro ambiente. La produzione italiana di miele rilevata dall'Istat è pari a poco meno di 8 mila tonnellate, per un valore di oltre 64 milioni di euro. La produzione di miele - ricordiamo - proviene da oltre un 1.600.000 alveari, di cui un po' più della metà stanziali, mentre il restante sono nomadi. Una piccola quota residua è poi rappresentata da alveari di distribuzione mista. L'azione dei componenti della Lega nella Commissione agricoltura ha portato ad alcuni emendamenti che hanno agito sull'articolo 71 - interventi per la ripresa economica e produttiva delle imprese agricole danneggiate dalle avversità atmosferiche - portando a un incremento della dotazione finanziaria degli interventi indennizzatori del mondo agricolo di 160 milioni di euro e, in particolare, 5 milioni dedicati espressamente agli imprenditori apistici. Tuttavia questa disposizione introdotta è un piccolo passo in avanti per risollevare un settore importante per la nostra agricoltura. Intervenire a sostegno dell'apicoltura contribuisce anche allo sviluppo delle produzioni agricole italiane di qualità, che sono fortemente connesse all'impollinazione delle api e al mantenimento della biodiversità. Per questo l'ordine del giorno chiede al Governo la possibilità di intervenire, attraverso misure straordinarie di sostegno a favore degli apicoltori italiani, per fronteggiare l'emergenza e la gestione delle calamità naturali che colpiscono l'agricoltura, in particolare l'attività apistica, che è fondamentale per l'equilibrio dell'agricoltura nazionale, che rischia un pesante declino anche a causa delle molteplici difficoltà che il settore ha affrontato negli ultimi anni, dalle siccità alle gelate, dalle morie agli spopolamenti. Inoltre, chiediamo la possibilità di un rafforzamento puntuale e organico del controllo sui mieli importati, al fine di garantire il consumatore e tutelare i produttori italiani da pesanti fenomeni di concorrenza sleale dovuti alla commercializzazione di prodotti apistici di dubbia origine e qualità e per un'efficace azione di contrasto contro le adulterazioni. Infine, chiediamo la possibilità di prevedere, al fine di accompagnare lo sforzo produttivo degli apicoltori, incentivi per la creazione di polizze assicurative o fondi mutualistici, con contributo pubblico nazionale e comunitario, anche per l'indennizzo dei danni da mancata produzione per il settore apistico (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. L'onorevole Colletti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3132-AR/172. L'onorevole Colletti non c'è; quindi, s'intende abbia rinunciato. L'onorevole Ferro ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3132-AR/158.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Signor sottosegretario, colleghi, in questo momento di grande e particolare difficoltà che stanno vivendo un po' tutti quanti, dai cittadini alle imprese, è necessario poter assicurare la liquidità del sistema finanziario, rendendolo agile e snello ma soprattutto maggiormente attrattivo per gli investitori.

Per tale motivo, non si comprende - e devo dire che il gruppo di Fratelli d'Italia ha più volte ribadito, anche in sede di Commissione, questo aspetto - la ragione per cui il Governo, con l'articolo 13, primo comma, lettera d), del DL in esame, sia intervenuto a modificare l'articolo 1, comma 14-ter, del decreto-legge n. 23 del 2020, che estende la garanzia della SACE alle emissioni obbligazionarie delle imprese. Quindi, prevedeva che, qualora la classe di rating attribuita a tali emissioni fosse inferiore a BBB, i sottoscrittori originari dei prestiti obbligazionari fossero obbligati a mantenere una quota pari al 30 per cento del valore dell'emissione per l'intera durata della stessa. L'articolo 13, primo comma, lettera d), del DL in esame ha introdotto, invece, una riduzione dell'obbligo in capo ai sottoscrittori originari di mantenimento nel portafoglio dell'obbligazione per l'intera durata dal 30 per cento al 15 per cento del valore dell'emissione, quindi dimezzando totalmente la percentuale.

A fronte delle modifiche apportate, che certamente non condividiamo, è necessario individuare uno strumento che possa rendere garanzia e che sia anche maggiormente attrattivo e interessante per gli investitori. A tal fine, chiediamo l'impegno del Governo a prevedere una riduzione del periodo in cui l'investitore dovrà mantenere obbligatoriamente il titolo nel proprio portafoglio: quindi, sei mesi dall'emissione potrebbe essere un periodo congruo, per quanto ci riguarda, invece dell'intera durata del titolo medesimo, posto che gli investitori valutano le opportunità di investimento nel mercato obbligazionario senza tale vincolo. Riteniamo che, da questo punto di vista, considerato il lungo periodo di pandemia e soprattutto quanto le imprese hanno dovuto subire, questo potrebbe essere uno strumento importante per dare sostegno, per essere attrattivi, per essere quella Nazione che riparte proprio sulla sua più importante ossatura, che, per quanto ci riguarda, è rappresentata dalle nostre imprese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Tarantino ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3132-AR/167.

LEONARDO TARANTINO (LEGA). Grazie, signor Presidente. Il “decreto Sostegni-bis”, che oggi approveremo, insieme al “decreto Sostegni” originario, è un provvedimento che prevede degli imponenti interventi al sostegno…

PRESIDENTE. Onorevole Tarantino, mi perdoni. Se cambia il microfono, perché fa un sibilo e magari non riescono a seguirla con attenzione. Le rifaccio ripartire il tempo, non si preoccupi.

LEONARDO TARANTINO (LEGA). Grazie ancora, signor Presidente. Il “decreto Sostegni-bis”, che oggi approveremo, unitamente al “decreto Sostegni” originario, è un provvedimento che prevede imponenti interventi al sostegno e al rilancio dell'economia del nostro Paese. Il solo “decreto Sostegni-bis”, oggi in discussione, stanzia, come è stato detto, 44 miliardi in spesa proprio a sostegno di vari settori dell'economia. Tra quello su cui si va a intervenire e a sostenere nel complesso di questi provvedimenti ci sono anche gli aiuti agli enti locali. Il “decreto Sostegni” aveva stanziato, per rimpinguare il Fondo funzioni fondamentali, 1 miliardo di euro ulteriore, oltre a quelli già previsti e stanziati lo scorso anno, perché è indubbio che gli enti locali, i comuni, le province e le regioni, hanno avuto penalizzazioni nei loro bilanci dovute agli effetti della pandemia. Il decreto che discutiamo oggi chiarisce, tra l'altro, che queste risorse del Fondo funzioni fondamentali sono a valere, appunto, per il biennio 2020-2021, quindi collegando le risorse già stanziate l'anno scorso, in parte rendicontate dagli enti locali, appunto su questa doppia annualità.

Tra le maggiori spese che gli enti locali si sono trovati a sostenere per gli effetti dell'emergenza COVID ce ne sono alcune che sono chiaramente identificabili e dirette, come, per esempio, su tutte, la spesa per la sanificazione degli uffici pubblici e aperti al pubblico e, comunque, dove si svolgono le attività istituzionali. Ma ce ne sono anche altre che sono collegabili in modo non così diretto ma, direi, comunque inequivocabile. Sono balzati agli occhi della cronaca gli effetti del lockdown - ed è l'argomento che vogliamo affrontare con l'ordine del giorno -: la limitazione dei movimenti, una vita familiare che è cambiata nelle abitudini, a causa delle limitazioni legate al COVID, hanno generato anche tensioni familiari, sfociate nell'aggravamento di situazioni di disagio, con violenza nei confronti delle donne e dei minori, che ha provocato, con le reti di tutela territoriale, l'intervento dei tribunali, a tutela dei minori e la protezione di queste figure deboli, con il ricovero in comunità protette, quindi, vi è stato anche l'aumento dei “codici rossi”. Questi interventi hanno comportato l'impegno di somme che ricadono direttamente sui bilanci comunali e, quindi, gli enti locali si sono trovati ad affrontare queste ulteriori spese, che sono oggettivamente riconducibili anche agli effetti della pandemia; sono somme importanti e pesanti che, a volte, gravano sui bilanci e impediscono di dedicare risorse ad altre attività rivolte ai cittadini.

Per cui, noi chiediamo di impegnare il Governo a valutare l'opportunità di riconoscere in modo chiaro ed esplicito, in modo che i comuni possano anche avere, nei loro bilanci, durante il 2021, la possibilità di attingere dal Fondo per l'esercizio delle funzioni fondamentali anche le somme per la spesa sociale resasi necessaria per tutelare le vittime di violenza familiare, i minori e le vittime previste dal “codice rosso”.

PRESIDENTE. Colleghi, considerato che vi sono ancora sei iscritti e che, secondo quanto convenuto, la seduta verrà sospesa alle 13,30, direi di fare intervenire l'onorevole Bond e l'onorevole Ferri e rinviare l'intervento degli altri colleghi alla ripresa pomeridiana della seduta, così vi potete regolare.

L'onorevole Bond ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3132-AR/90.

DARIO BOND (FI). Grazie, Presidente. Buongiorno al sottosegretario. Cari colleghi, l'ordine del giorno che ho voluto presentare riguarda l'imposta di soggiorno, questa imposta che il turista paga all'albergatore e, che, in qualche maniera, l'albergatore poi gestisce. Nel 2020, con il decreto-legge n. 34, articolo 180, il Governo ha voluto - il Parlamento, poi, lo ha ratificato - fare chiarezza, stabilendo che l'albergatore non è un agente contabile, ma un sostituto d'imposta; quindi incamera l'imposta di soggiorno e la versa, attraverso il modello F24, al comune.

Purtroppo - e arrivo già alla fine di questa esposizione di questo ordine del giorno -, in seno alla Corte dei conti-sezioni regionali - e questo, sottosegretario, vorrei che lo tenesse in grande attenzione -, c'è l'interpretazione di questo decreto-legge n. 34 del 2020 in forme e maniere diverse a seconda delle sezioni regionali. Io non sto a contestare la ricaduta e la capacità giuridica di ogni sezione, non sta a me, non sono un uomo di legge, di studio di legge, sono un parlamentare, però voglio porre a lei la questione, perché lei si faccia promotrice, all'interno del Governo, per fare chiarezza su questo. L'albergatore è un agente contabile, con tutto quello che ne deriva, con la parificazione dei conti alla Corte dei conti, o è un sostituto d'imposta, con un semplice versamento F24 al comune? Perché ne derivano anche le sanzioni, ne derivano anche le ricadute, purtroppo penali, di questo albergatore che, in qualche maniera, gestisce i soldi per altri.

Quello che le chiedo è di fare un occhiello su questo ordine del giorno, perché vi chiedo di fare chiarezza: non è possibile che la legge sia interpretabile da regione a regione. Ho finito, è una questione di giustizia verso tanta gente, tanti albergatori, tante persone che lavorano e, in molti casi, sono fatti oggetto di procedimenti penali.

PRESIDENTE. L'onorevole Ferri ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3132-AR/116.

COSIMO MARIA FERRI (IV). Grazie, Presidente. Volevo porre all'attenzione del Governo un tema che riguarda il settore italiano della distribuzione automatica: parlo di 820 mila distributori, 3 mila imprese di gestione, che danno occupazione a 45 mila persone, compreso l'indotto, quindi, possiamo immaginare non solo i lavoratori che sono impegnati, ma anche le famiglie e le imprese.

Parlo del settore del vending. C'è un tema politico, ma anche giuridico, perché la legge di delegazione europea 2019-2020, nell'esercizio della delega per l'attuazione della direttiva (UE) 2019/904, ha invitato il Governo ad adottare ulteriori principi e criteri direttivi per l'attuazione della direttiva sulla riduzione dell'incidenza dei prodotti di plastica. Perché è un problema giuridico? Perché questa direttiva prevede che il Governo emetta un provvedimento e, quindi un decreto legislativo, e viene indicato un termine, tra l'altro, nel quale entra in vigore il divieto relativo a tutta una serie di oggetti di materiale di plastica. Questo termine è il 3 luglio 2021, quindi è già passato, e molti operatori dicono: non c'è il decreto, ma, allora, vale o no questo termine o è decaduto e possiamo continuare a produrre? Quindi, c'è molta incertezza dal punto di vista giuridico, nello stesso tempo, è chiaro che bisogna venire incontro a queste imprese, prevedendo degli incentivi economici in tema di ricerca e di sviluppo, per consentire anche all'imprenditore di riconvertire la propria attività. Tra l'altro, tanti operatori nel settore del vending hanno cercato, sia come sostenibilità ambientale, sia come ricerca, sia come sviluppo, di dare un messaggio di etica, di ambiente e di riconversione per sostituire la plastica con altri materiali che devono essere idonei, perché, di solito, per le bevande, soprattutto quelle calde, è chiaro che il materiale deve essere idoneo e, quindi, ci sono dei materiali incompatibili dal punto di vista igienico-sanitario per questo tipo di bevande. È necessario trovare delle soluzioni per cercare di dare delle risposte concrete. Con questo ordine del giorno, quindi, si vuole essere, da una parte, costruttivi, segnalare un problema giuridico e, nello stesso tempo, dire: va benissimo tutta la politica ambientale di riconversione della plastica, ma teniamo conto delle realtà, e questo è un settore che merita delle risposte. Chiudo, ho sottoscritto un altro emendamento sui segretari comunali. È un altro tema, lo segnalo al Governo, perché l'ANCI Toscana - e non riguarda solo la regione Toscana, ma tante altre regioni - segnala la mancanza di segretari comunali, che rappresentano una figura essenziale per il controllo di legalità, di efficienza, dell'organizzazione dei comuni e delle amministrazioni; è un modo anche per avvicinare sempre di più il cittadino al procedimento amministrativo, con il garante, anche per la parte amministrativa, del segretario comunale. Mancano i segretari nei piccoli comuni, mancano i sostituti, quelle figure che possono sostituire il segretario comunale, perché sono piccoli comuni con poche risorse idonee a svolgere queste funzioni. Chiediamo di mettere subito in servizio i vincitori del concorso di segretario comunale COA6 (così viene denominato il concorso per i vincitori), di avviare le procedure per un altro concorso, il COA7, che è già stato preannunciato, ma bisogna velocizzare, e anche, per coloro che hanno già vinto, di far fare la prova di formazione quando già hanno preso servizio, perché è un tema che lascia i sindaci, che sono sempre in difficoltà, soprattutto nei piccoli comuni, e che sono soli nell'amministrare, senza questa figura apicale essenziale. Inoltre, chiediamo di prevedere delle forme di reclutamento diverse e idonee a garantire i tempi e la certezza per questi comuni. Il “decreto Sostegni-bis” dà delle indicazioni utili per la fusione dei comuni, mette tante risorse per quanto riguarda i comuni e le fusioni; purtroppo, però, le fusioni dei comuni, poi, nella pratica, non avvengono spesso e, quindi, sono pochi i casi di fusione. Quindi, ci sono tante risorse per le fusioni, poche fusioni di fatto e, invece, manca una politica di incentivi e di risorse sulla professionalità, sul reclutamento e sulla semplificazione anche delle procedure di assunzione.

PRESIDENTE. Come preannunciato, sospendiamo l'esame del provvedimento, che riprenderà alle ore 16. Sospendiamo la seduta, che riprenderà alle ore 15 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 13,30, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro per la Pubblica amministrazione, il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, il Ministro della Transizione ecologica e il Ministro della Salute. Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva.

(Iniziative di competenza in relazione alle criticità emerse con riguardo al cosiddetto “concorso dei tecnici al Sud”, anche in considerazione dell'eventuale annullamento della procedura selettiva da parte del tribunale amministrativo regionale – n. 3-02395)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno, Baldino ed altri n. 3-02395 (Vedi l'allegato A). La deputata Alaimo ha facoltà di illustrare, per un minuto, l'interrogazione di cui è cofirmataria.

ROBERTA ALAIMO (M5S). Grazie, Presidente. Ministro, nelle ultime settimane si sta discutendo del concorso per 2.800 tecnici al Sud, voluto e finanziato dal precedente Governo, ma non con questo impianto, un concorso travagliato, basato su una prima selezione per titoli ed esperienze professionali, che, di fatto, ha escluso neolaureati e disoccupati. Peraltro, all'unica prova scritta, in alcune regioni, si sono presentati meno del 50 per cento degli ammessi, costringendo l'amministrazione a richiamare i 70 mila candidati inizialmente esclusi.

Ministro, non ritiene che la preselezione per titoli ed esperienze lavorative abbia limitato la partecipazione dei giovani e, al contempo, non siano state date sufficienti garanzie ai professionisti sull'assegnazione e sulla remunerazione?

PRESIDENTE. Il Ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, ha facoltà di rispondere.

RENATO BRUNETTA, Ministro per la Pubblica amministrazione. Grazie Presidente e grazie all'interrogante. Un po' di chiarezza e un po' di precisione. Il Governo precedente aveva finanziato e voluto questo concorso per specifiche professionalità di tecnici: nulla per i giovani neolaureati, nulla per i disoccupati. Quindi, non posso accettare, come dire, quanto lei ha detto, nella sua introduzione. Noi abbiamo attuato, nella sua interezza, l'impianto voluto dal Ministro Provenzano. Abbiamo unicamente realizzato il concorso in termini digitali, come prevedeva la nuova legge - articolo 10 del decreto-legge n. 44 del 2021 - e ci siamo impegnati per la realizzazione del concorso in cento giorni, cosa che puntualmente è avvenuta.

I risultati del concorso sono sotto gli occhi di tutti, vale a dire: non si sono semplicemente coperti tutti i posti messi a concorso. Un flop? Uno potrebbe anche dire che il concorso è stato serio, rigoroso e probabilmente ha dato origine alla copertura di circa metà dei posti disponibili. Tra l'altro, su questo le do una notizia: stiamo rilanciando il concorso, proprio per coprire tutti i posti disponibili, lo faremo nei prossimi giorni con i risultati tra settembre e ottobre. Quindi, da questo punto di vista: concorso digitale, sbloccato - perché era bloccato in tempo di COVID - rigoroso, che ha selezionato professionisti, perché questi erano previsti dal bando di concorso, come voluto dal Governo giallo-rosso. Per cui dire che abbiamo escluso i giovani e i disoccupati è semplicemente un errore, perché non erano previsti né i giovani né i disoccupati.

Una domanda, invece, è da farsi in quest'Aula e in questo consesso: era corretto prevedere l'assunzione di tecnici con esperienza e poi offrire loro un posto a termine con remunerazione, come dire, medio-bassa? La scopertura maggiore è avvenuta proprio sui profili tecnici, sugli ingegneri, sugli informatici e cioè sulle specializzazioni. Quindi, la riflessione, che io ho già fatto al Senato, e invito a fare anche qui, in quest'Aula, è che molto probabilmente dovremo cambiare modo di offrire occasioni di lavoro, anche alla luce del PNRR prossimo venturo, offrire tipologie diverse, specializzazioni diverse, proprio per incontrare una domanda che attualmente non c'è, non solo per questo concorso, ma - vi do un'altra informazione - in tutti i concorsi che si stanno tenendo in Italia in questo momento e stanno avendo risultati simili: bassa affluenza e bassa idoneità.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la deputata Baldino, per due minuti.

VITTORIA BALDINO (M5S). Grazie Presidente. Grazie Ministro, per la risposta. Ministro, come lei ricorderà, in sede di pubblicazione del bando, noi avevamo espresso le nostre perplessità rispetto al peso eccessivo che si attribuiva alle pregresse esperienze lavorative, che, avevamo ammonito in quella sede, avrebbero fatto desistere molti candidati, soprattutto i più giovani - non è necessaria un'esplicita esclusione dei giovani, ma sono i fatti che contano - dalla partecipazione alle prove. Il nostro timore, purtroppo, si è rivelato fondato. Nei giorni scorsi, il TAR ha diramato un'ordinanza di rigetto rispetto ad un'istanza cautelare di sospensiva. Ma cosa dice quell'ordinanza? Conferma il nostro pensiero, cioè conferma che è legittimo che cosa? È legittimo il provvedimento di rettifica del bando. Quindi, ciò che è legittimo per il TAR è ciò che si è reso necessario per ovviare ad un errore, cioè per evitare che quel concorso cadesse sostanzialmente e si concludesse in un nulla di fatto. Il motivo per cui si intese dare via a questo piano straordinario di assunzioni, fu quello di decidere di ovviare ad un gap amministrativo tra Nord e Sud, e, per farlo, è stata fatta una vera e propria chiamata alle armi delle nostre migliori risorse. Noi, Ministro, parlavamo di “competenza”, lei ha ribattuto con “esperienza”. Ma esperienza e competenza non sono sinonimi: non sempre maggiore esperienza si traduce in maggiore competenza e non sempre profili con maggiore esperienza sono maggiormente inclini a mettersi al servizio del Paese. Purtroppo, lo abbiamo visto. Noi abbiamo un dovere nei confronti dei giovani di questo Paese: assicurargli la possibilità di lavorare nella pubblica amministrazione, di mettersi al servizio della pubblica amministrazione. Questo è da sempre un obiettivo del MoVimento 5 Stelle e le chiediamo di condividerlo, Ministro, perché questo non è un gioco a somma zero: se questa missione fallisce, non perde solo lei, perdiamo tutti, perde il Paese. Per questo le dico che, se vorrà prendere in considerazione i nostri suggerimenti, noi saremo al suo fianco. Ieri, rivolgendosi a Giuseppe Conte, ha detto che ha fatto un errore a non seguire i suoi consigli. Pur non condividendo questa certezza, Ministro, la faccio mia e le dico: non faccia lo stesso errore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Intendimenti del Governo in ordine alla possibile sospensione dei finanziamenti destinati alla Guardia costiera libica, in attesa di un chiarimento del quadro politico in Libia – n. 3-02396)

PRESIDENTE. Il deputato Napoli ha facoltà di illustrare, per un minuto, la sua interrogazione n. 3-02396 (Vedi l'allegato A).

OSVALDO NAPOLI (CI). Grazie Presidente. Innanzitutto la solidarietà di Coraggio Italia al Ministro Di Maio per le minacce subite dall'ISIS: al Ministro la nostra vicinanza (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia). È di qualche giorno fa la notizia della richiesta, avanzata dal procuratore di Agrigento, di autorizzazione ad aprire un fascicolo contro la Guardia costiera libica, per il tentativo compiuto, lo scorso 30 giugno, di affondamento di un barcone carico di migranti, per fortuna andato a vuoto.

La questione che intendo porre è semplice, nella sua drammaticità: i soldi che il Governo italiano versa alla Guardia costiera, nelle tasche di chi vanno a finire? Le cronache riferiscono di una guardia inesistente e, quindi, sedicente, trattandosi, in realtà, di bande criminali, impegnate nel controllo del traffico di esseri umani, 60 mila migranti respinti e la cui vita si prospetta terrificante nelle mani della stessa Guardia costiera.

In conclusione, dall'Italia 49 mezzi militari alla Libia, 22 milioni di finanziamento a Tripoli, altri 10,5 milioni con il voto che ci sarà domani in Aula: lei non ritiene che sia il caso di sospendere i finanziamenti, in attesa di un chiarimento del quadro politico in quel Paese?

PRESIDENTE. Il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Luigi Di Maio, ha facoltà di rispondere.

LUIGI DI MAIO, Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Grazie, signor Presidente e grazie al deputato interrogante. L'episodio del 30 giugno conferma la complessità della gestione del fenomeno migratorio, tema centrale nell'azione politica e diplomatica dell'Italia e centrale anche nel percorso di rafforzamento della collaborazione bilaterale con la Libia, da noi rilanciato a seguito della progressiva normalizzazione politica e di sicurezza nel Paese. In Libia si è avviato un processo di stabilizzazione con l'insediamento di un'autorità unificata transitoria, legittimata dal voto di fiducia del Parlamento, chiamata a condurre il Paese alle elezioni il 24 dicembre di quest'anno. Il rafforzamento delle capacità delle autorità libiche di condurre attività di search and rescue nella propria area di responsabilità, nel rispetto delle normative internazionali, è una delle linee perseguite dal Governo. Si inserisce nel quadro delle iniziative per favorire una gestione più efficace e rispettosa degli standard internazionali dei flussi irregolari da parte delle autorità libiche e per contrastare il traffico di esseri umani; un aspetto su cui l'attenzione del Governo è altissima e lo è anche da parte anche del Governo di unità nazionale.

A differenza di quanto riportato, però, il Governo non ha disposto e non disporrà finanziamenti a favore della Guardia costiera libica. Tutte le nostre iniziative di sostegno alle autorità libiche in materia migratoria si ispirano al principio imprescindibile della tutela delle condizioni dei migranti e dei rifugiati presenti nel Paese. L'Italia resta, al momento, l'unico Stato europeo a effettuare evacuazioni dirette dalla Libia e siamo uno dei principali sostenitori dei rimpatri volontari assistiti dal Paese. Nell'ambito del Fondo migrazioni 2021, il Ministero degli Affari esteri ha valorizzato l'azione congiunta con l'Organizzazione internazionale per le migrazioni e l'Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati. L'obiettivo è non solo quello di potenziare l'offerta e i servizi di base in Libia per i richiedenti asilo e i rifugiati vulnerabili, ma anche di svolgere attività di formazione per la tutela dei diritti umani dei migranti a beneficio di tutti gli enti libici coinvolti nelle operazioni di soccorso in mare. Pur tenendo presente la precarietà delle condizioni politiche e di sicurezza in Libia, continuiamo a dialogare con le stesse autorità per garantire maggiore protezione ai più vulnerabili, accrescere il ruolo delle agenzie delle Nazioni Unite specializzate che operano nel Paese e favorire il progressivo superamento dei centri di detenzione. Vorrei aggiungere, in conclusione, Presidente, che la chiusura dei centri di detenzione è stata espressamente inclusa, anche su ferma richiesta dell'Italia, tra gli impegni adottati dalle autorità libiche e inseriti nelle conclusioni della seconda Conferenza di Berlino, a cui ho preso parte il 23 giugno scorso. L'attenzione del Governo su questi temi è massima; sono stati anche oggetto delle numerose visite istituzionali che, negli ultimi mesi, il Presidente del Consiglio Draghi ed io abbiamo effettuato in Libia, dove mi accingo a tornare nelle prossime settimane.

PRESIDENTE. Il deputato Napoli ha facoltà di replicare, per due minuti.

OSVALDO NAPOLI (CI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, trovo che nella sua risposta - mi permetta, in maniera estremamente corretta in termini istituzionali - lei non abbia chiarito un aspetto cruciale: a chi risponde la Guardia costiera libica? Da chi prende gli ordini per le sue azioni e a chi risponde dei suoi comportamenti? Il Governo italiano finanzia un corpo regolare di milizie - lei dice che non è vero - oppure delle bande criminali? La responsabilità, probabilmente - certo - non è sua, ma rimane il fatto che non conosciamo coloro ai quali vanno i soldi dei contribuenti italiani. Ho ben chiaro, naturalmente, che le gravi questioni umanitarie legate al ruolo della Guardia costiera non possono in alcun modo intaccare il ruolo che l'Italia e l'Europa svolgono nella stabilizzazione politica di quell'area. A questo proposito, non posso non ricordare l'incontro del nostro Presidente del Consiglio, Mario Draghi, con lei, Ministro, con il Premier libico. È stata la prima visita all'estero del nostro Presidente, a sottolineare, in questo modo, l'importanza cruciale che l'Italia annette alla stabilità di quell'area, specialmente quella libica. Rilanciare i rapporti economici col Governo legittimo nato sotto l'egida dell'ONU è un impegno decisivo per la stabilità della Libia, ma lo è anche per tutta l'Europa. In questo senso, io credo che l'Italia abbia una grande funzione da svolgere, a beneficio non solo dei nostri interessi ma degli interessi dell'Europa totalmente. L'accordo sottoscritto da ENAV con le autorità libiche per la riapertura dell'aeroporto di Tripoli è un atto, certamente, rilevante, Ministro, perché significa ricondurre a normalità la vita civile e commerciale di quel martoriato Paese. Non ho problemi a riconoscere la ragionevolezza della proposta del segretario del PD, Enrico Letta, sulla necessità di affidare all'Unione europea i rapporti con la Guardia costiera libica, cosa sempre auspicata da Coraggio Italia. La proposta è ragionevole, ma nello stesso tempo - dobbiamo dirlo - è l'ammissione di una gestione inadeguata da parte dei precedenti Governi.

(Iniziative in relazione al trafugamento di adesivi per i visti Schengen presso l'ambasciata italiana di Islamabad in Pakistan, con particolare riferimento ai rischi connessi al terrorismo internazionale – n. 3-02397)

PRESIDENTE. La deputata Albano ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida n. 3-02397 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria, per un minuto.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente. Il Ministro degli Affari esteri pachistano ha confermato, lo scorso 9 giugno, che dall'ambasciata italiana di Islamabad, in Pakistan, sono stati trafugati 1.000 adesivi per i visti Schengen che aprono le porte a 26 Paesi europei. La notizia è stata confermata dall'ambasciatore italiano, che ha affermato: “C'è stato un ammanco”. Sottolineiamo che il Pakistan è undicesimo nella classifica dei Paesi con il più alto tasso di visti Schengen negati e che in Pakistan sono particolarmente attivi, radicati e diffusi gruppi integralisti islamici che potrebbero utilizzare i visti per consentire a numerosi terroristi di far ingresso in Europa. L'accaduto preoccupa e sconcerta sul fronte della sicurezza - se ne sta occupando l'agenzia europea deputata - ed assume dei tratti inquietanti perché il Pakistan è tradizionalmente considerato un hub del terrorismo islamico. Quanto è accaduto rappresenta certamente una falla nel nostro sistema di sicurezza. Pertanto, Fratelli d'Italia chiede se sia stata disposta, alla data odierna, un'indagine interna sull'accaduto o se si intenda disporla, e quali siano i protocolli di sicurezza adottati per impedire, soprattutto ad eventuali terroristi, di poter utilizzare gli adesivi per i visti di Schengen trafugati.

PRESIDENTE. Il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Luigi Di Maio, ha facoltà di rispondere.

LUIGI DI MAIO, Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Grazie, signor Presidente, grazie alla deputata interrogante. Il 2 giugno 2021 l'Ambasciata di Islamabad ha notificato alla procura della Repubblica di Roma e alle competenti strutture di Farnesina e Viminale di aver accertato, il giorno precedente, un ammanco dal proprio magazzino di 1.000 vignette-visto, i cosiddetti sticker. Il plico sigillato, dal quale esse sono state asportate, contenente in totale 4.000 vignette, era stato correttamente ricevuto e preso in carico dalla sede il 1° luglio 2020. In linea con le disposizioni della pertinente circolare del Ministero, l'ambasciata aveva regolarmente attestato la presenza all'interno del plico del quantitativo integrale di 4.000 vignette. Inoltre, la sede aveva fornito alla Farnesina la ricevuta ed effettuato la presa in carico di 4.000 numeri di serie nell'apposito applicativo informatico per la gestione dei visti, il Visa Information System. Il plico era stato poi depositato nella cassaforte dell'ufficio amministrativo contabile, ove è rimasto custodito in attesa dell'esaurimento degli sticker già in dotazione all'ambasciata. L'insorgere dell'emergenza sanitaria e le correlate restrizioni ai viaggi internazionali avevano infatti determinato una significativa diminuzione delle richieste di visto e, quindi, dell'utilizzo di vignette. L'accertamento dell'ammanco da parte dell'ambasciata ad Islamabad è scaturito da segnalazioni del consolato generale a Dubai e della Farnesina, nelle quali si richiedeva alla sede di verificare alcuni sticker, rilevati in controlli nello scalo aeroportuale emiratino e a Lisbona, in quanto sospetti di falsificazione e riportanti i numeri di serie risultanti in carico alla sede in Pakistan. Nel constatare l'ammanco, l'ambasciata rilevava come un lato del plico potesse essere stato manomesso e richiuso con precisione, in modo impercettibile a ispezioni visive dall'esterno e senza comprometterne la complessiva sigillazione. Fin qui, i fatti. Quanto ai protocolli di sicurezza adottati, come detto, è stata trasmessa tempestiva comunicazione della notizia di reato alla procura della Repubblica di Roma, successivamente integrata con ulteriori informazioni sul rinvenimento di altre vignette dello stock mancante e sulle modalità della loro compilazione fraudolenta.

Abbiamo, inoltre, immediatamente segnalato l'ammanco a tutta la rete visti italiana, dando istruzioni alle sedi di accrescere la vigilanza sui numeri di serie di queste vignette e di informare il Ministero di eventuali rinvenimenti delle vignette trafugate. Analoga informativa è stata indirizzata al Servizio per la cooperazione internazionale di polizia e alla Polizia di frontiera del Dipartimento della pubblica sicurezza del Viminale per l'inserimento dei numeri seriali delle vignette sottratte nelle banche dati di sicurezza Schengen e Interpol, onde evitarne usi fraudolenti. Secondo quanto richiesto dalla normativa europea, l'ammanco è stato, inoltre, formalmente notificato anche alla Commissione europea, che, a sua volta, ha proceduto con una sua comunicazione a tutti gli Stati membri e Schengen associati. La sede di Islamabad ha prontamente informato i partner Schengen locali e le autorità pachistane, oltre al Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale e all'Agenzia federale investigazione del Ministero dell'Interno, che ha avviato sue indagini. In conclusione, confermo che le competenti strutture del nostro Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale hanno immediatamente avviato un'indagine interna, volta a ricostruire circostanze e tempistiche dell'ammanco.

PRESIDENTE. Il deputato Andrea Delmastro Delle Vedove ha facoltà di replicare, per due minuti.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. La risposta, evidentemente, lascia clamorosamente insoddisfatto il gruppo di Fratelli d'Italia. Sono stati trafugati 1.000 visti in Pakistan per entrare nell'area Schengen e lei, Ministro, ha derubricato il fatto ad un furto che quasi non la riguarda. Dalla sua disarmante risposta, emerge con nitidezza che, ancora oggi, lei non abbia compreso la gravità dell'accaduto. Proviamo a rispiegarglielo noi di Fratelli d'Italia: sono stati trafugati 1.000 visti a Islamabad, in Pakistan, in una delle terre hub del terrorismo internazionale jihadista; 1.000 visti che, nella migliore delle ipotesi, serviranno ad alimentare le reti criminali della tratta degli esseri umani; 1.000 visti che, nella peggiore delle ipotesi, serviranno a far entrare, nell'area Schengen, per la permeabilità delle sue ambasciate, altrettante cellule, più o meno dormienti, del jihadismo internazionale, pronte ad insanguinare le nostre città. E lei, a distanza di un mese dall'accaduto, non ha saputo dirci un fatto importantissimo, ossia il tempo tra la trafugazione e la scoperta e, quindi, quanti visti siano stati, nel frattempo, utilizzati. Non ci ha indicato protocolli di sicurezza che scongiurino che possa accadere di nuovo; non ha saputo dirci che la nostra rete consolare, quando è in Francia, può esternalizzare alcuni servizi, ma, se si trova in Pakistan, non può più esternalizzare certi servizi e che abbiamo bisogno di personale italiano, e non di personale locale, nelle terre del jihadismo internazionale, perché, se no, questi fatti accadono. Quindi, lei è politicamente, non personalmente, responsabile della trafugazione di 1.000 visti, del fatto che questi 1.000 visti possano essere in mano degli jihadisti e che possano insanguinare le nostre città. In conclusione, se la sua proverbiale inadeguatezza al ruolo fa sorridere, quando fatica a trovare sulla cartina geografica Matera, la stessa inquieta, sconcerta, disarma e terrorizza, quando pensiamo che nelle sue mani è posta malamente la sicurezza internazionale del nostro Paese.

(Iniziative per la riqualificazione ambientale del sito di interesse nazionale di Manfredonia con riferimento all'area industriale ex Enichem – n. 3-02398)

PRESIDENTE. Il deputato Tasso ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02398 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE-PSI). Grazie, Presidente, Ministro Cingolani. L'industrializzazione del secolo scorso, spesso accompagnata da una consapevolezza ambientale scarsa, o - oserei dire - nulla ha lasciato, anche nel nostro Paese, una pesante eredità in termini di siti contaminati. Purtroppo, sono migliaia quelli presenti sul nostro territorio nazionale e centinaia di migliaia le persone che vivono in prossimità di questi siti. Esemplare è la situazione del sito di interesse nazionale di Manfredonia, dove insiste l'area industriale ex Enichem, in agro di Monte Sant'Angelo, quindi parliamo della Capitanata e della provincia di Foggia. In tale sito, considerato uno dei più inquinati d'Italia, il 22 giugno scorso, si sviluppava un esteso incendio che aggrediva cumuli di rifiuti speciali e pericolosi abbandonati illegalmente in strutture dismesse di aziende fallite, con probabile interessamento della eco-criminalità.

Il fumo e le sostanze tossiche sprigionate dalla combustione invadevano i vicini agglomerati urbani e hanno creato serio pericolo per la popolazione. Io chiedo, pertanto, alla luce della documentazione prodotta, cosa lei, Ministro, intenda attuare per la risoluzione del grave e annoso problema evidenziato, che poi è un problema non soltanto territoriale, ma anche nazionale.

PRESIDENTE. Il Ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO CINGOLANI, Ministro della Transizione ecologica. Grazie, Presidente. Il SIN (sito di interesse nazionale) di Manfredonia è stato inserito tra i siti…

PRESIDENTE. Ministro, scusi, la mascherina.

ROBERTO CINGOLANI, Ministro della Transizione ecologica. Mi scusi, abbia pazienza.

Il SIN di Manfredonia è stato inserito nell'elenco dei siti di interesse nazionale dalla legge 9 dicembre 1998, n. 426, e perimetrato con il decreto del Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare il 10 gennaio del 2000. Il sito è caratterizzato dalla presenza di alcune discariche non controllate di rifiuti urbani, che sono le ex cave di calcarenite, e di discariche industriali in aree interne allo stabilimento ex Agricoltura SpA in liquidazione, attualmente Eni Rewind SpA. La contaminazione, riscontrata nei suoli e nelle acque sotterranee, si presenta molto variegata e legata alla tipologia di industrie presenti. Le principali criticità ambientali sono determinate dalle contaminazioni riscontrate sia in falda, nell'area del polo chimico ex Agricoltura SpA, che nella falda soggiacente le discariche. Le indagini di caratterizzazione hanno evidenziato nei suoli una contaminazione puntuale, costituita da metalli pesanti (come mercurio, piombo e zinco), non metalli (come l'arsenico) e composti organici (BTEX, caprolattame, IPA, eccetera), quindi un profilo complesso. Nelle acque di falda sono state riscontrate contaminazioni di BTEX, caprolattame, IPA, arsenico, mercurio, zinco, alluminio, nichel, piombo, nonché azoto di origine ammoniaca.

Lo stato di attuazione degli interventi di caratterizzazione e bonifica per le aree comprese in questo SIN è il seguente: per il 100 per cento delle aree sono stati presentati i risultati di queste caratterizzazioni e per il 34 per cento di queste aree contaminate è stato approvato il progetto di messa in sicurezza e bonifica dei suoli (sono 74 ettari, al momento). Per il 78 per cento delle aree contaminate della falda, è stato approvato il progetto di messa in sicurezza e bonifica per 168 ettari circa; per il 18 per cento dei suoli, è stato concluso il procedimento (sono 38 ettari). Alcune delle attività risultano rallentate dalla mancata individuazione del responsabile della contaminazione da parte della provincia territorialmente competente.

Il totale delle risorse destinate a questo SIN ammonta a 80.757.000 euro, di cui 37.366.000 stanziati dal Ministero della Transizione ecologica e 43.390.000 da altri soggetti pubblici (quindi, il pacchetto intero, per ora, è di 80 milioni). È stato sottoscritto un unico accordo di programma, in data 20 dicembre 2020, con un importo complessivo di 13.550.000, di cui 6.182.000 trasferiti alla regione Puglia e 7.370.000 a valere sulle risorse del bilancio del Ministero.

Per quanto riguarda la presenza di rifiuti, in realtà, non vi sono profili di competenza del Ministero, perché l'articolo 239 del decreto legislativo n. 152 del 2006 esclude dal campo di applicazione del Titolo V la bonifica e l'abbandono rifiuti, prevedendo che, solo a seguito della rimozione dei rifiuti abbandonati, ai sensi di quanto previsto da questo articolo 192, vengano condotte le attività di caratterizzazione volte ad accertare l'eventuale superamento della concentrazione soglia di contaminazione (CSC) e delle matrici ambientali e, quindi, l'avvio delle procedure di bonifica del SIN, ricondotte alla titolarità del Ministero della Transizione ecologica.

Per quanto riguarda l'incidente segnalato, evidenziamo che, nella relazione di ARPA Puglia, al momento, non ci sono profili di danno ambientale, ai sensi del decreto legislativo n. 152 del 2006; comunque, la situazione va monitorata, questo è fuori di discussione. La stessa prefettura aggiunge che, in seno all'attività del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, è stato avviato un monitoraggio dei siti, sui quali sono stati depositati, in modo illecito, rifiuti, ed un percorso condiviso con la regione Puglia e le amministrazioni comunali interessate per consentire, nel più breve tempo possibile, la bonifica dei siti inquinati.

PRESIDENTE. Il deputato Tasso ha facoltà di replicare, per due minuti.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE-PSI). Grazie, Presidente. Ministro, io apprendo dalla sua elaborazione e illustrazione puntuale, quello che è lo stato dell'arte, che certifica che questo sito è uno dei più inquinati d'Italia, e su questo non c'è dubbio. Lo stato di salute della popolazione interessata è compromesso: questo non lo dico io, ma lo dice un'attenta e qualificata indagine epidemiologica, che è stata effettuata tra il 2015 e il 2018. Ora, noi qui siamo di fronte a diversi tipi di problematiche. La prima è ambientale, in quanto quella zona è considerata fortemente danneggiata - lo ha detto lei nella sua puntualizzazione -, anche se si spera che la situazione possa essere recuperata.

Poi c'è la problematica sanitaria, poiché la cattiva utilizzazione di quella zona ha avuto - o potrebbe avere, e su questo ci sono forti possibilità - un grande impatto sulla salute della popolazione. Vi è quella sociale, in quanto si potrebbe creare una preoccupante contrapposizione fra le comunità delle città interessate a quest'area; e poi, infine, la problematica, forse più grave, connessa alla legalità, perché in quella zona gli interessi della ecocriminalità sono forti anche in tema di abbandono di rifiuti pericolosi e ne abbiamo un esempio: ciò che è accaduto il 22 giugno - lo ha ricordato - non è stato il primo e non sarà, purtroppo, l'ultimo episodio del genere, ma l'elemento raccapricciante sa qual è? È che non vi è un censimento puntuale delle strutture abbandonate in quella zona che, con i rifiuti contenuti al loro interno, costituiscono -e mi creda è così - una vera e propria bomba ecologica, anzi tante bombe ecologiche.

Le comunità di Manfredonia e di Monte Sant'Angelo - e concludo Presidente - glielo posso assicurare, sono accomunate dallo stesso interesse per la salvaguardia ecoambientale del territorio, perciò io ho chiesto, e continuerò a farlo con una certa insistenza, l'indizione di un tavolo tecnico-istituzionale al quale siedano delegazioni qualificate delle due città interessate, oltre ai rappresentanti dei Ministeri titolati che sono il suo, Transizione ecologica, il Ministero della Salute del Ministro Speranza e il Ministero dell'Interno, in modo che, in questa maniera, i cittadini possano avere un ruolo decisionale attivo per il futuro del loro territorio.

(Chiarimenti in merito all'incidenza delle condizioni di mercato nell'attuazione del programma di transizione ecologica predisposto dal Governo – n. 3-02399)

PRESIDENTE. Il deputato Squeri ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02399 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

LUCA SQUERI (FI). Grazie, Presidente. Buona sera, signor Ministro. Noi condividiamo quando lei afferma che, per cambiare il nostro sistema e, dunque, contrastare gli effetti climalteranti, sia necessario fare cambiamenti radicali che avranno conseguenze sui prezzi; dovremo pagare molto di anidride carbonica e, dunque, con conseguenze anche sulla bolletta elettrica. I dati europei ci dicono che adesso la quotazione, per quanto riguarda le emissioni di anidride carbonica, è di 55 euro a tonnellata, si prevede che arriverà oltre i 100, in base alla politica ambientale che l'Europa sta mettendo in atto. Dunque, bisogna dire che la transizione energetica si scontra con la realtà dei mercati. Per quanto riguarda il prezzo della nostra corrente elettrica, ha raggiunto 100 euro a megawattora, ed è la prima volta dopo tre anni, per cui quello che le chiediamo è se il programma di transizione predisposto disponga di una adeguata modularità per affrontare questa transizione e se non ritenga opportuno diversificare le metodologie per arrivare a una transizione efficiente.

PRESIDENTE. Il Ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO CINGOLANI, Ministro della Transizione ecologica. Grazie, Presidente, grazie, onorevole Squeri. Sono perfettamente consapevole del problema e lo sento moltissimo.

Dunque, gli investimenti previsti per la riduzione dell'anidride carbonica dovranno accelerare in maniera sostanziale entro il 2030; abbiamo un'asticella a livello internazionale che è spaventosamente alta e spaventosamente vicina, quindi, mi consenta di semplificare, dicendo che il PNRR, anche per le linee guida che ci ha dato l'Europa, deve accelerare questo processo prendendo i cosiddetti frutti pendenti in basso. Però, starei attento a non confondere quello che dobbiamo fare con il PNRR, che è un'impostazione molto forte, molto accelerante, con quella che deve essere una politica di più lungo termine, che dobbiamo sviluppare come Paese, che, ovviamente, sopravvivrà sicuramente a me, ma penso anche a molti altri, perché è un percorso di più di 25 anni, quasi 30 anni. Abbiamo gli aumenti del prezzo dell'energia, che sono dovuti al costo della CO2; sono fenomeni, come avete visto recentissimamente, che ci hanno preso non in contropiede, ma gli aumenti sono elevati; siamo intervenuti in piena contingenza per mitigare l'effetto, per quello che si può fare.

Guardando al futuro, a regime, un sistema di produzione di energia dominato dalle energie rinnovabili non sarebbe colpito dall'aumento del prezzo internazionale del gas e non avrebbe extra costi della cedola da pagare, però bisogna arrivarci, ne sono perfettamente consapevole; mi preoccupano molto i 6,7,8 anni che abbiamo per arrivare lì; una volta che ci saremo arrivati probabilmente la cosa sarà anche più fattibile. Ad oggi, in realtà, la transizione potrebbe avere contraccolpi e fenomeni da gestire; i prezzi della CO2 potrebbero crescere effettivamente a 3 cifre - gli analisti son tutti d'accordo - influendo sulla competitività del sistema europeo nel suo complesso, quindi è un problema di geopolitica internazionale, oltre che di accordi interni all'Europa su cui dobbiamo lavorare.

Ovviamente questo va a impattare l'equità sociale, il lavoro, il costo della bolletta di tutti i cittadini. Il processo di transizione va affrontato con misure di accompagnamento e di compensazione che devono essere adeguate, questo fa parte del lavoro che stiamo facendo ora, se vogliamo anche extra PNRR. Il Programma di transizione ecologica è in fase di stesura, nel senso che, fatto il PNRR, noi stiamo adesso facendo il nuovo PNIEC, aggiornato, che deve dettare una cosiddetta long-term strategy che si affianca, recepisce i messaggi fondamentali del PNRR, però pone le basi a quello che diceva lei.

La quadratura del cerchio è complessa, non sto dicendo che è già tutto fatto. Questa missione, ovviamente, non esaurisce il lavoro in progress necessario ad ottenere i target al 2030, nell'ottica del Green Deal, ma, certamente, bisognerà coniugare obiettivi di decarbonizzazione, sostenibilità sociale ed equità, intervenendo in modo complementare al mercato e scegliendo quegli ambiti che più necessitano di un sostegno pubblico in questa fase di cambiamento. Noi pensiamo alle comunità energetiche, alle riconversioni di impianti a biogas verso il biometano, all'esigenza di coniugare produzione di energia rinnovabile con l'attività agricola, riconversioni e integrazione delle stazioni di rifornimento di carburanti con punti di ricarica elettrica avanzati, soluzioni di decarbonizzazione per il sistema trasporti e settori industriali hard to abate.

Questo sarà un percorso complesso, lungo e in salita per i prossimi anni, ne siamo perfettamente coscienti; bisognerà avere la capacità di monitorare costantemente come vanno le cose. Il Piano e le nostre previsioni sono fatte a invarianza tecnologica, ma noi sappiamo che questo settore cresce ad una velocità spaventosa e dovremo essere pronti, in qualsiasi momento, ad aggiornare; basta un cambiamento importante sulle batterie o sugli accumulatori o, ancora su una sorgente nuova di energia rinnovabile e noi dobbiamo avere il coraggio di rinegoziare con l'Europa e di fare i conti anche nel nostro PNIEC futuro.

PRESIDENTE. Concluda.

ROBERTO CINGOLANI, Ministro della Transizione ecologica. Sì, sto finendo. Il Governo sta lavorando all'aggiornamento del PNIEC, che sarà occasione di confronto con le Commissioni parlamentari competenti. Affronteremo il tema dei target, ma anche di come arrivare a ottenerli e di quali effetti gestire, cercando di coniugare sostenibilità, competitività e sicurezza. Le posso garantire che c'è la massima attenzione e il massimo impegno su questo punto.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il deputato Squeri, per due minuti.

LUCA SQUERI (FI). Grazie, signor Ministro. Sappiamo che il suo è un compito molto difficile e può essere certo che saremo al suo fianco per sostenere questa transizione. Siamo consapevoli che occorre agire sul permitting, velocizzando la burocrazia, snellendo le pratiche, identificando aree idonee, pensando allo sviluppo dell'idrogeno, dell'eolico, del fotovoltaico off-shore. Sono tutte azioni da mettere in campo immediatamente, perché, nel frattempo, i costi della CO2, come abbiamo detto, aumentano; aumentano la bolletta elettrica, il gas, il petrolio, tutti quegli elementi, in maniera esponenziale, che bruciano risorse che, poi, non possono essere allocate in tecnologie green ma, di fatto, rimangono contributi versati ai fossili.

Proseguire in maniera univoca verso l'elettrificazione dei consumi, incentivando i consumi elettrici nel riscaldamento degli edifici, nella mobilità, nel frattempo comporterà nuovi costi da calmierare e genererà risorse che rallenteranno il processo di affrancatura alle fossili. Dobbiamo fare di più e includere maggiormente tutte le fonti rinnovabili. Parlo della geotermia a bassa entalpia per riscaldamento e biocombustibili per i trasporti, le bioenergie che possono dare effetti immediati: elementi che vanno rafforzati per non vanificare gli sforzi economici e sociali che siamo costretti a mettere in campo.

Concludo dicendo che rispetto al PNIEC, che per noi era da modificare da subito - adesso è necessario anche rispetto ai nuovi obiettivi -, noi proporremo addirittura di mettere i risultati sulla carta che vadano oltre gli obiettivi da raggiungere, in modo tale che si metta a disposizione ogni fonte rinnovabile per la sua potenzialità, per la sua efficienza e, poi, come dice lei, verificare e monitorare quale sarà l'andamento, in modo tale da avere una transizione sostenibile e che possa raggiungere gli obiettivi.

(Iniziative volte a garantire il tracciamento della diffusione delle cosiddette varianti e l'incremento delle dosi di vaccino da somministrare nel periodo estivo – n. 3-02400)

PRESIDENTE. Il deputato Rizzo Nervo ha facoltà di illustrare l'interrogazione Carnevali ed altri n. 3-02400 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario, per un minuto.

LUCA RIZZO NERVO (PD). Grazie, Presidente. Ministro, è ormai sotto gli occhi di tutti il significativo aumento dell'incidenza della variante Delta del virus SARS-CoV-2, cresciuta, negli ultimi mesi, del 30 per cento e destinata, secondo le proiezioni, a rappresentare, entro la fine dell'estate, il 90 per cento delle nuove infezioni.

Questa evidenza chiede, come abbiamo avuto modo di ricordare spesso in questi mesi, un rafforzamento della capacità di tracciamento del contagio, da un lato, e una maggiore capacità di sequenziamento dei ceppi virali, dall'altro, per garantire la capacità di intercettare tempestivamente le nuove varianti del virus e la diffusione delle varianti già conosciute. Bene, in questo senso, l'accoglimento nel “decreto Sostegni-bis” dell'emendamento del PD per potenziare e meglio coordinare le attività dei laboratori analisi e dei centri di sequenziamento genomico con questo obiettivo, ma non basta. In vista della sempre maggiore riapertura delle attività economiche e sociali, della scuola a settembre, è necessario che sia il tracciamento, sia il sequenziamento, sia la campagna vaccinale non solo non rallentino ma, al contrario, vengano potenziati e accelerati. Per queste ragioni chiediamo a lei, Ministro, quali ulteriori misure straordinarie intenda adottare per garantire il tracciamento delle varianti, la loro tipizzazione e un incremento della campagna vaccinale, in particolare per la popolazione ultrasessantenne non ancora vaccinata, il personale scolastico e gli studenti in età vaccinale.

PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO SPERANZA, Ministro della Salute. Ringrazio l'onorevole Rizzo Nervo e il gruppo del Partito Democratico per aver posto l'attenzione su un tema che credo sia decisivo ed anche profondamente dentro l'agenda di queste ore.

I dati della campagna di vaccinazione in Italia sono incoraggianti e positivi: oggi supereremo 59 milioni di dosi somministrate e procediamo con una media quotidiana di oltre 530 mila dosi somministrate ogni giorno. C'è un'adesione significativa in modo particolare nelle generazioni più in avanti negli anni (per esempio, gli over 80 sono ormai oltre il 90 per cento). Non vi è alcun dubbio che la variante Delta sta producendo in tutta Europa, ma non solo in Europa, un significativo aumento dei casi, che richiede a tutti noi la massima attenzione e alle autorità sanitarie di seguire il tutto con assoluta accortezza. L'ECDC, che è la nostra agenzia europea di riferimento per la sorveglianza e il controllo delle malattie, prevede che molto presto questa variante diverrà prevalente in tutta Europa e tutti gli elementi fanno pensare che la stessa valutazione sarà valida anche per l'Italia.

Come si diceva, con la regia dell'Istituto superiore di sanità noi abbiamo lavorato negli ultimi mesi per rafforzare la nostra capacità di sequenziamento. Ci sono 112 laboratori, sotto la regia dell'Istituto superiore di sanità, che lavorano per sequenziare. Il dato definitivo del mese di giugno è al momento quello del 6 per cento dei casi che vengono sequenziati, ma dobbiamo lavorare per aumentarli ancora.

Noi lavoriamo anche perché questa rete non sia legata soltanto alla vicenda del COVID - che pure oggi ha una valenza straordinaria - ma affinché sia una rete che rafforzi il sistema Paese e abbia capacità di tenuta anche al di là del COVID. La stessa cosa vale per il tracciamento, che dobbiamo sicuramente continuare a tenere a livelli assolutamente alti, e vale per le altre due cose fondamentali: da un lato, chiaramente, il rispetto delle norme, l'utilizzo corretto delle mascherine, il distanziamento, nonché l'utilizzo intelligente, per esempio, del green pass, che è uno strumento importante. Mi fa piacere condividere con l'Aula il dato secondo cui stamattina, alle ore 7, erano 28 milioni e 400 mila le green card scaricate dai nostri portali informatici; è un numero molto significativo, che credo dovremo ben utilizzare ancora. Poi, per concludere, chiaramente, la campagna di vaccinazione - lo ribadisco - è e resta lo strumento fondamentale che può portarci fuori da questi mesi così difficili.

PRESIDENTE. La deputata Carnevali ha facoltà di replicare.

ELENA CARNEVALI (PD). Grazie, signor Presidente. Grazie, Ministro, per la risposta perché io credo che la capacità vaccinale giornaliera, delle oltre 500 mila vaccinazioni, debba essere un obiettivo che dobbiamo perseguire. Abbiamo dei doveri che abbiamo ricordato qui, in quest'Aula, più volte: il primo, è riuscire a vaccinare la popolazione scolastica e il personale scolastico. Su ciò, occorre prestare un'attenzione particolare e io proporrei in quest'Aula anche la chiamata diretta - lo facciamo anche per le vaccinazioni antinfluenzali - di coloro che poi staranno vicino ai nostri studenti, se noi abbiamo l'esigenza e il dovere di garantirgli di poter ritornare in presenza.

Secondo: benissimo l'attività di sequenziamento; lei ha ragione quando dice che dobbiamo andare oltre questo 6 per cento. In più, piuttosto che giocare, come sempre, alle parti in commedia senza riflettere su quello che sta avvenendo, abbiamo sentito ora, in questi minuti, che in Catalogna abbiamo 100 mila casi in tre settimane di incremento, con ricoveri - ahimè - ancora ospedalieri in terapia intensiva, anche nella popolazione giovanile.

Poiché gli obiettivi che abbiamo raggiunto, compreso quello di ritornare a vivere, di avere una vita sociale, una vita economica, sono nell'interesse di tutti, credo che piuttosto che dire di no a qualsiasi utilizzo, dobbiamo fare in modo che il numero significativo delle 28 milioni di persone che hanno il green pass diventi sempre più alto, riflettendo anche sul suo utilizzo, senza dire che non si può neanche provare a discutere. Credo che quest'Aula debba avere un unico obiettivo, quello che il Ministro sta seguendo, come tutti noi, a partire dal Premier Draghi, che è quello di riuscire ad avere una campagna vaccinale efficace, che riesca ad essere il più permeata possibile e a garantire quelle attività di sequenziamento e tracciamento che sono fondamentali per arginare soprattutto le varianti del virus. Solo così ragioneremo in una logica di sicurezza del Paese e di sicurezza per tutti.

(Finanziamento delle borse di specializzazione in medicina – n. 3-02401)

PRESIDENTE. Il deputato Stumpo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02401 (Vedi l'allegato A).

NICOLA STUMPO (LEU). Grazie, Presidente. Signor Ministro, per l'anno accademico 2020/2021 il Governo ha finanziato 17.400 borse di specializzazione in medicina per altrettanti giovani laureati; queste sono il doppio di quelle che esistevano fino a due anni fa e quasi il triplo di quelle stanziate negli anni precedenti. È un risultato straordinario, che aumenta le opportunità per tanti giovani medici laureati e pone le fondamenta per il Servizio sanitario nazionale del futuro. Siamo quindi arrivati a 17.400 rispetto alle circa 5 mila della scorsa rilevazione e alle 13.400 dell'anno precedente. L'aumento delle borse di studio è stato stabilito da un decreto firmato da lei, signor Ministro, di concerto con il Ministro dell'Università e della ricerca e con il Ministro dell'Economia. Le ulteriori 4.200 borse di specializzazione rispondono al fabbisogno segnalato dalle regioni e dalle province autonome; altre se ne faranno grazie al PNRR.

Le 17.400 borse di specializzazione rappresentano un risultato concreto e straordinario che aumenta le opportunità per tanti giovani medici laureati e rafforza il percorso di potenziamento del Servizio sanitario nazionale. Il test di ammissione alle prove di specializzazione si svolgerà il prossimo 20 luglio, mentre con decreto del Ministro dell'Università e della ricerca sarà definita la distribuzione dei posti. Le chiediamo se il finanziamento delle ulteriori 4.200 borse di specializzazione esaurisca l'intero fabbisogno o se intenda assumere ulteriori iniziative anche in relazione alla prossima legge di bilancio.

PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO SPERANZA, Ministro della Salute. Grazie, Presidente. Ringrazio l'onorevole Stumpo e il gruppo di Liberi e Uguali per questa possibilità di chiarire i numeri e anche la prospettiva temporale del lavoro che stiamo facendo attorno a un tema che, evidentemente, è decisivo. Era obiettivo del Governo lavorare per prosciugare il cosiddetto imbuto formativo: l'imbuto formativo è costituito da quelle persone, laureate in medicina, che non riescono a conseguire una specializzazione perché non ricevono una borsa di studio a questo finalizzata. Una situazione di questo tipo crea evidentemente uno spreco di risorse: sono famiglie che hanno investito per far studiare i loro figli; è lo Stato stesso che ha investito per formare questi laureati, che però non riescono ad entrare nel Servizio sanitario nazionale, esattamente perché il numero di borse non era sufficiente.

Ora, quali sono i numeri degli ultimi anni? Tra il 2016 e il 2018 abbiamo avuto 6.000 borse di media all'anno; nel 2018/2019, 8.000 borse in un anno; nel 2019/2020, 13.400 borse finanziate; quest'anno arriviamo al numero, mai visto prima nella storia di questo Paese, di 17.400 borse. Lo si diceva: si tratta del doppio di soli due anni fa e del triplo degli anni precedenti. Abbiamo investito più borse di specializzazione negli ultimi 2 anni che nei 5 anni precedenti.

Credo che dobbiamo continuare ad investire fortemente, perché l'esperienza del COVID ci ha dimostrato una cosa molto semplice: che una mascherina, un respiratore, un camice può essere acquistato anche sul mercato internazionale, ma un medico, purtroppo, non può essere trovato sul mercato internazionale se non si è investito per tempo nel formarlo.

Quindi, l'obiettivo del Governo continuerà ad essere quello di investire sulle nostre risorse umane che sono il vero bene più prezioso del nostro Servizio sanitario nazionale.

PRESIDENTE. Il deputato Stumpo ha facoltà di replicare, per due minuti.

NICOLA STUMPO (LEU). Grazie Presidente, grazie signor Ministro, mi ritengo soddisfatto della sua risposta, non soltanto per i numeri, ma anche per la prospettiva che lei ha indicato (questa risorsa). L'investimento nelle risorse umane, in quello che deve essere il cuore del Servizio sanitario nazionale, è fondamentale. C'è bisogno, quindi, di avere maggiori numeri e lo abbiamo visto in questo anno e mezzo di difficoltà e di passione a causa del COVID. Spesso, sono mancate le figure professionali. Noi dobbiamo lavorare per recuperare, per dare certezza alla sanità nel futuro, per avere professionalità, per recuperare in quei territori in cui c'è un ritardo sulla sanità, per dare forza alla sanità e per guardare con maggiore sicurezza al futuro per tutti i cittadini.

(Iniziative volte a evitare il possibile aumento dei contagi legato alla cosiddetta variante “delta” e per garantire la ripresa in presenza e in sicurezza delle lezioni, anche prevedendo l'obbligo vaccinale per il personale scolastico – n. 3-02402)

PRESIDENTE. Il deputato Toccafondi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Noja ed altri n. 3-02402 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario, per 1 minuto.

GABRIELE TOCCAFONDI (IV). Grazie, Presidente. Ministro Speranza, i dati dei nuovi casi di positività al COVID e l'aumento della variante “delta” dimostrano che l'infezione tende a colpire sempre di più i giovani. Tutto questo ci fa dire, a due mesi dal nuovo anno scolastico, che dobbiamo proteggere, e con due dosi di vaccini, i nostri ragazzi, anche perché la didattica a distanza, con tutta la buona volontà delle famiglie, dei ragazzi e del personale scolastico, non aiuta. Oggi, i dati Invalsi dimostrano, ancora una volta, la catastrofe educativa di un anno di scuola davanti a un video e non in presenza a scuola, in classe. Per questo, chiediamo al Governo quali misure intenda adottare per evitare l'aumento dei contagi, garantendo anche la ripresa delle lezioni in presenza, e chiediamo, infine, se il Governo abbia intenzione, per il personale scolastico, di prevedere l'obbligo vaccinale, analogamente a quanto disposto per il personale sanitario.

PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO SPERANZA, Ministro della Salute. Grazie, Presidente. Grazie all'onorevole Toccafondi e al gruppo di Italia Viva per aver voluto concentrare l'attenzione su un tema che è particolarmente decisivo, cioè la ripresa del prossimo anno scolastico e la necessità a cui il Governo lavora, perché questa ripresa possa avvenire, naturalmente, in piena sicurezza e in presenza. L'arma fondamentale non può che essere la campagna di vaccinazione. Insistiamo che questo è il vero strumento che abbiamo per provare a metterci alle spalle questa fase così difficile. Le vaccinazioni hanno già prodotto un effetto: l'Italia, soltanto pochi mesi fa, aveva quasi 30.000 persone ricoverate in ospedale; a ieri sera, ne ha 1.128; avevamo quasi 3.800 persone in terapia intensiva e, oggi, ne abbiamo 157. Se questo è stato possibile, non è solo grazie, chiaramente, al comportamento attento di tante persone, ma soprattutto grazie alla campagna di vaccinazione e ai numeri che sono assolutamente significativi.

I numeri sono significativi anche per il personale scolastico. In questo momento, ci risulta che siamo all'85 per cento di persone che operano dentro le nostre scuole che hanno ricevuto almeno una prima dose. È un dato importante e sarebbe sbagliato far passare un messaggio che non riconosca che siamo di fronte a un dato robusto. Detto questo, è del tutto evidente che noi dobbiamo ancora lavorare, con grande insistenza e in stretta collaborazione con le regioni, perché questo 85 per cento non è omogeneo sul piano nazionale, ma fa riscontrare differenze molto significative, perché questo numero possa salire in modo ancora molto, molto alto.

Sull'obbligatorietà, che è tema delicato e di cui, naturalmente, anche il Parlamento dovrà occuparsi, voglio solo ricordare una cosa, cioè che noi siamo stati il primo Paese in Europa a disporre questa obbligatorietà per il personale sanitario. Oggi, leggiamo che altri Paesi, anche molto importanti, come, ad esempio, la Francia, si stanno avviando su un modello piuttosto simile al nostro; credo che questo segnali come quella decisione sia stata una decisione giusta e corretta.

PRESIDENTE. La deputata Noja ha facoltà di replicare, per due minuti.

LISA NOJA (IV). Grazie, Presidente, Grazie, signor Ministro, per le sue risposte. Lei sa che Italia Viva si è sempre sottratta, in questi mesi, al dibattito fittizio e fasullo tra aperturisti e chiusuristi. Noi abbiamo sempre cercato di parlare del come riaprire e abbiamo sempre cercato di portare avanti proposte concrete sul tracciamento, sull'aumento della sorveglianza attiva, sul potenziamento di tutte le misure, sia per i trasporti pubblici sia per rendere più sicure le nostre scuole. Vede, Ministro, noi abbiamo 2 mesi, sia perché tra 2 mesi riapriranno le scuole, sia perché la variante Delta incombe. Quindi, quello che dobbiamo fare, dobbiamo farlo ora, in questo momento, per non trovarci a settembre a doverci rendere conto che abbiamo perso tempo prezioso. Dobbiamo ora accelerare sulla campagna vaccinale per i giovani, dobbiamo ora recuperare tutte le persone ancora fragili che non sono vaccinate, convincendole porta a porta e - aggiungo io - con una comunicazione forse più chiara e più adeguata di quanto è avvenuto nelle ultime settimane. Però, vede, Ministro, se la priorità di tutti noi - e credo che questo sia un sentire comune - è quella di non rimettere in campo misure restrittive e di far sì che i nostri ragazzi a settembre possano riprendere la scuola in presenza, io credo che un dibattito, un confronto, una valutazione sulla direzione che ha preso la Francia, sia per quanto riguarda l'uso del green pass, sia per quanto riguarda l'obbligatorietà del vaccino anche per il personale scolastico, siano necessari e noi chiediamo al Governo di avviarli.

Il Presidente Macron ha ricordato che la Francia è la patria di Pasteur. Io vorrei ricordare in quest'Aula che noi siamo la patria di Galileo Galilei, che è il padre della scienza moderna, ed è per questo che credo che non possiamo sottrarci all'obbligo di dibattere su basi scientifiche i 2 punti: come vaccinare i nostri giovani e come recuperare rapidamente le persone più a rischio. Lei parlava dell'85 per cento di personale scolastico vaccinato. Questo significa che, comunque, c'è un 15 per cento che non si è ancora vaccinato e, come sappiamo, con la variante “delta”, basta poco, perché quella protezione data dal vaccino diventi poco utile a impedire la circolazione del virus. Quindi, le chiediamo, Ministro: su questo abbiamo il coraggio di avviare un confronto serio e…

PRESIDENTE. Concluda.

LISA NOJA (IV). …un confronto aperto (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

(Iniziative di competenza volte a superare la carenza di medici di medicina generale sull'intero territorio nazionale – n. 3-02403)

PRESIDENTE. Il deputato Tiramani ha facoltà di illustrare l'interrogazione Molinari ed altri n. 3-02403 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario, per un minuto. Per favore, per favore!

PAOLO TIRAMANI (LEGA). Grazie, Presidente. Ministro, a nome del gruppo Lega-Salvini Premier, presentiamo questo question time per far emergere il problema della carenza dei medici di base, una carenza che oggi è strutturale e che andrà ad aggravarsi nei prossimi 2 o 3 anni con i pensionamenti previsti, pensionamenti che prevedono il fatto che oltre 10 milioni di italiani potrebbero non ritrovarsi questa importante figura. È evidente che, da parte nostra, c'è una preoccupazione, ma, oltre alla preoccupazione, poniamo questioni per risolvere il problema. L'ha fatto il consiglio regionale della Lombardia, chiedendo più borse di studio per permettere ai medici di base di specializzarsi. Lo chiediamo anche con altre modifiche, per le quali, a livello di capacità, i medici che hanno altre specializzazioni possano chiedere di tornare a fare quel tipo di professione e, in deroga, anche i medici in formazione potrebbero andare a ricoprire i ruoli dove queste posizioni sono carenti. Soprattutto, lo chiediamo da amministratori locali. In tanti piccoli paesi e…

PRESIDENTE. Concluda.

PAOLO TIRAMANI (LEGA). …io arrivo da un territorio, la Valsesia, dove molti sindaci non hanno un medico di base e questo è devastante per l'impatto territoriale e per i cittadini. Quindi, dando queste soluzioni, chiediamo da parte sua un'azione concreta.

PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO SPERANZA, Ministro della Salute. Ringrazio gli onorevoli interroganti per aver posto l'attenzione su un tema che credo sia particolarmente strategico per l'immediato, per i numeri che proverò a riportarvi, ma anche per il futuro, perché la mia personale e convinta opinione è che dentro il futuro Servizio sanitario nazionale c'è un ruolo essenziale dei medici di medicina generale, che sono dotati di una straordinaria capacità di relazione diretta con le persone, in un rapporto fiduciario, e hanno anche una straordinaria rete di capillarità, che credo sia perfettamente compatibile con quella idea di sanità della prossimità che io ritengo sia la vera chiave della sanità del futuro.

Alcuni numeri, che sono rilevanti: tra il 2014 e il 2017, la media annuale di borse finanziate per la medicina generale è stata di poco superiore alla cifra di 1.000: nel 2020-2023, questa cifra è salita a 1.332 borse, poi si aggiungono sempre, chiaramente, i soprannumerari. Quest'anno il mio obiettivo è di lavorare per raddoppiare, almeno rispetto all'anno passato, il numero di borse che andremo a finanziare. Questo raddoppio è realistico, anche grazie alla scelta che il Governo ha fatto di investire una parte delle risorse del PNRR proprio sulla formazione dei medici di medicina generale. Quindi, useremo una parte dei fondi europei per finanziare, già da quest'anno e, poi, per tre anni di fila, 900 borse, che si andranno ad aggiungere ai finanziamenti ordinari.

Voglio, inoltre, ricordare che i medici che si iscrivono al corso di formazione specifica in medicina generale potranno continuare a mantenere anche incarichi convenzionali in deroga alla normativa vigente; proprio oggi, ho firmato il decreto di proroga di una disposizione che era già stata fatta nei mesi precedenti. Questo lo ritengo indispensabile anche per il lavoro straordinario che i medici di medicina generale stanno facendo durante l'emergenza COVID.

Voglio, in conclusione, garantire il massimo impegno, mio e del Governo, per valorizzare il più possibile una figura che riteniamo davvero essenziale per costruire il rafforzamento del nostro Servizio sanitario nazionale.

PRESIDENTE. Il deputato Maggioni ha facoltà di replicare, per due minuti.

MARCO MAGGIONI (LEGA). Grazie, Presidente. Signor Ministro, se volessi sintetizzare, direi bene, ma non benissimo: noi ci aspettavamo una strategia di più ampio respiro. La carenza di medici di medicina generale è un problema relegato, purtroppo, nelle dinamiche territoriali, ma che abbiamo voluto portare in queste Aule proprio perché si evidenzia come la mancata programmazione, negli ultimi vent'anni, dei Ministri che l'hanno preceduta, ha portato ad una situazione ormai insostenibile. Si è pensato, senza lungimiranza, in passato, che il semplice aumento del numero di mutuati per singolo medico di base fosse sufficiente a gestire questo problema: si è passati dai 1.000, ai 1.500, ai 1.800 e la situazione è diventata, come dicevo, ormai intollerabile e insostenibile.

Signor Ministro, noi, insieme a lei, abbiamo il dovere e l'obbligo di porre rimedio a questa situazione e dobbiamo farlo oggi, perché non abbiamo più tempo, il fattore tempo si è azzerato. Ce lo dicono i cittadini, ce lo dicono - come già ricordava il collega poc'anzi - i sindaci, ce lo dicono i numeri: ieri, in provincia di Bergamo, 77 ambiti carenti, con 5, e solo 5, candidati per ricoprire questi incarichi. Abbiamo le previsioni di pensionamento, che sono drammatiche. Quindi, noi ci saremmo aspettati una strategia, dicevo, di lungo periodo, una strategia che potesse gettare le basi per invertire questa drammatica rotta.

Quindi, noi torniamo a proporre che, ormai, serve superare il numero chiuso per la possibilità di frequentare l'università nella facoltà di medicina. Il numero chiuso, ormai, è anacronistico, in medicina. Chiediamo, poi, di introdurre il tirocinio professionalizzante e di modificare la convenzione tra i medici di base e il Servizio sanitario nazionale. Se lei farà questo, avrà invertito la rotta e noi saremo lì a verificare la tempistica di realizzazione di questi intendimenti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Sospendo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 16,15.

La seduta, sospesa alle 16,05, è ripresa alle 16,15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANDREA MANDELLI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascani, Battelli, Bergamini, Boschi, Brescia, Brunetta, Casa, Cirielli, Colletti, Comaroli, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Delmastro Delle Vedove, Durigon, Fassino, Gregorio Fontana, Franceschini, Frusone, Gallinella, Garavaglia, Gebhard, Giachetti, Giacomoni, Invernizzi, Iovino, Lapia, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lupi, Maggioni, Magi, Molinari, Morelli, Mura, Nardi, Nesci, Occhiuto, Orlando, Paita, Palazzotto, Parolo, Perantoni, Rotta, Ruocco, Scalfarotto, Schullian, Serracchiani, Silli, Tabacci, Vignaroli, Viscomi, Zanettin e Zoffili sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente 94, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Forciniti, sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-L'A.C'È). Grazie. Intervengo sull'ordine dei lavori, perché desidero segnalare alla Presidenza lo scempio procedimentale che si sta consumando in Commissioni riunite affari costituzionali e ambiente, nell'ambito dell'esame del decreto “Governance PNRR e semplificazioni”, per chiedere quindi il suo intervento, a tutela e a difesa delle prerogative dei parlamentari.

Sta, più o meno, succedendo questo, che noi abbiamo rispettosamente atteso che il Governo presentasse i pareri agli emendamenti; per oltre due settimane siamo rimasti in ostaggio in Commissione, senza poter lavorare, in attesa che il Governo ci portasse questi benedetti pareri per poterci lavorare su. Finalmente, dopo due settimane di attesa, arrivano i primi pareri solo sui primi articoli, quelli più blandi, quelli meno controversi politicamente, su cui la maggioranza ha trovato un minimo di quadra, articoli comunque molto pervasivi e, secondo me, pericolosissimi per l'ordinamento, ma comunque quelli più blandi. Abbiamo iniziato a lavorare a spizzichi e bocconi su alcuni articoli, facendo un po' il gioco dell'oca saltando da un articolo all'altro, secondo i desiderata della maggioranza e del Governo. Ieri, dopo neanche un'ora di discussione degli emendamenti, ci siamo dovuti fermare, perché il Governo non era in grado di darci i pareri sugli altri articoli. Oggi ci presentiamo in Commissione e ci viene detto che non si potrà lavorare fino a lunedì in Commissione, perché il Governo non è in grado di darci i pareri. Allora, con quale ipocrisia qui ci lamentiamo del monocameralismo di fatto, se qui neanche una Camera riesce… (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è), magari una sola Camera riuscisse a lavorare sui decreti! Già potremmo dirci soddisfatti e felici di questo. Ma il Governo ci tiene in ostaggio. Ci hanno detto che venerdì, forse - grazie, bontà loro -, ci daranno i pareri e, poi, però, dovremo sbrigarci, perché lunedì si deve tornare in Aula e bisogna anche dare il tempo agli uffici per fare il fascicolo, per venire in Aula. Questo potrebbe essere un grande pretesto per tagliare, segare la discussione, con una bella ghigliottina e fare fuori tutti quegli emendamenti su VIA, VAS, appalti e subappalti, su cui la maggioranza non ha accordo. Se il Governo pensa veramente di poter giocare così sporco e mettersi sotto i piedi anche quell'ultimo simulacro, quella parvenza di democrazia che è rimasta in queste Aule, noi lo denunceremo con tutte le nostre forze e con tutti i nostri mezzi, perché non è possibile che in questo momento, in questo contesto storico, si possa fare una modifica così violenta e così pervasiva su materie enormi, in un decreto omnibus (appalti, subappalti, procedure ambientali), senza che neanche le Commissioni referenti possano dire una mezza cavolo di parola (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è)! Allora, se dobbiamo lavorare così, chiudiamolo del tutto questo Parlamento, incoroniamo Draghi - e Brunetta - come nuovo monarca dell'Italia, come nuovo imperatore del Regno d'Italia, e noi ce ne andiamo tutti a casa!

Quindi, Presidente, veramente la prego di difendere questo Parlamento nei confronti di questo Governo autoritario e violento, che viene qui a fare quello che vuole, come se fosse casa sua. Noi non lo possiamo accettare (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 3132-A/R.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge di conversione n. 3132-A/R.

Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta hanno avuto inizio gli interventi per l'illustrazione degli ordini del giorno.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 3132-A/R​)

PRESIDENTE. La deputata Snider ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3132-AR/136. Non c'è, quindi, si intenda vi abbia rinunciato.

L'onorevole Paolin ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3132-AR/6.

GIUSEPPE PAOLIN (LEGA). Grazie, Presidente. Colleghi, sottosegretario Guerra, il decreto all'esame per la conversione reca, tra le altre, disposizioni in materia di tutela della salute. In tale ambito, una delle maggiori criticità è la carenza di personale sanitario e sociosanitario.

Per quanto riguarda il personale infermieristico, ricordo i dati contenuti in un rapporto OCSE, dove si evidenzia come in Italia vi siano appena 5,7 infermieri ogni 1.000 abitanti, rispetto a una media di 8,2, mentre negli Stati del Nord Europa è di 10, sempre ogni 1.000 abitanti. Sempre nello stesso documento OCSE, il rapporto tra infermieri e medici ci vede agli ultimi posti, con 1,4 infermieri per ogni medico: fanno peggio solamente Bulgaria, Lettonia, Portogallo e Cipro. La carenza di infermieri, del resto, è denunciata anche dalla Federazione nazionale ordini professioni infermieristiche, secondo la quale a oggi nel nostro Paese mancano all'appello circa 63.000 infermieri.

Per fronteggiare la carenza, acuita dalla pandemia, le aziende sanitarie locali hanno indetto concorsi per l'assunzione di personale infermieristico, ai quali hanno risposto in massa, tra gli altri, gli infermieri delle residenze sanitarie assistenziali (RSA), il che ha aggravato ovviamente la situazione in essere presso le anzidette strutture. Il Governo ha risposto nel “decreto Cura Italia” con la possibilità di assumere, fino al 31 dicembre 2021, anche presso le RSA autorizzate o accreditate, il personale sanitario di Paesi non appartenenti all'Unione europea, che sia iscritto, nello Stato di provenienza, all'albo delle professioni sanitarie. Tale misura, tuttavia, presenta un arco di efficacia temporale eccessivamente ristretto, che rischia di neutralizzarne i potenziali effetti positivi.

In assenza di soluzioni di breve e lungo periodo, dunque, c'è il rischio, reale, che le RSA, non riuscendo a garantire il grado di assistenza previsto a livello normativo, inteso come rapporto infermieri-ospiti, si vedano costrette, in primo luogo, a non poter accogliere ulteriori ospiti e, successivamente, a contattare i familiari, per invitarli a farsi carico del trasferimento del proprio congiunto. Tale prospettiva deve essere scongiurata nella maniera più assoluta, perché le vittime sarebbero prima di tutto i nostri anziani e le persone fragili, ai quali non può essere certamente negato il diritto all'assistenza.

Con questo ordine del giorno si chiede al Governo di estendere, anche per gli anni 2022 e 2023, la possibilità di assumere personale non appartenente all'Unione europea e, nei prossimi anni, di ampliare i posti messi a disposizione per i corsi di laurea in infermieristica (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Costanzo per illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3132-AR/171.

JESSICA COSTANZO (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Quest'ordine del giorno, in effetti, ripropone il corpo dell'emendamento all'articolo 37 del “Sostegni 1”. Siamo al “Sostegni-bis” e, purtroppo, questo emendamento - che è l'emendamento Italcomp - all'articolo 37 non c'è. Il Ministro Giorgetti si è tirato indietro; la scorsa settimana è arrivata una doccia fredda e, sebbene l'aiuto di Stato fosse stato assicurato, ad oggi non c'è.

Con questo ordine del giorno, noi chiediamo di garantire l'erogazione della liquidità alle aziende in amministrazione straordinaria, che consenta il pagamento degli stipendi ai lavoratori, di saldare i debiti con i fornitori e garantire la continuità produttiva degli stabilimenti.

Il progetto Italcomp vedeva la fusione di due aziende in crisi: l'ex Embraco di Riva presso Chieri, in provincia di Torino, e la ACC di Borgo Valbelluna, un totale di 800 famiglie. È una storia tutta italiana, con un paradosso tutto italiano. Vediamo una delocalizzazione della multinazionale Whirlpool sulla sua controllata Embraco, poi abbiamo avuto un “ok” ad un progetto di reindustrializzazione - che tra l'altro si è poi rivelato essere farlocco, con tanto di compensi milionari ai manager - e un nuovo progetto, invece, proposto, che è proprio quello Italcomp, per il polo tutto italiano dei compressori, a cui il Ministro Giorgetti, incomprensibilmente, ha detto “no”. In totale abbiamo 4 Governi, 5 Ministri, tutti i colori politici con annunci, passerelle, anche truffe, ma zero soluzioni. I lavoratori del sito di Riva presso Chieri sono degli ex Whirlpool, ex Embraco, ex Ventures. Vengono chiamati “ex”, ma prima di tutto restano lavoratrici e lavoratori, donne e uomini, mogli e mariti, madri e padri.

Quindi, non riusciamo a capire perché il Ministero dello Sviluppo economico, con Invitalia, abbia detto a suo tempo “sì” ad un progetto industriale come quello di Ventures e, invece, “no” a un progetto industriale come quello di ItalComp. Sapevamo che Ventures avrebbe prodotto di tutto e di più: dai robot per la pulizia dei pannelli fotovoltaici agli erogatori d'acqua d'avanguardia, ma in realtà tutto è rimasto vuoto. ItalComp, invece, crea un polo tutto italiano dei compressori. I manager dell'ex Ventures non avevano esperienza alle spalle, se non un precedente in Francia, dove avevano messo mano al tesoretto di Whirlpool, creando poi, di fatto, un crack. Qui, invece, abbiamo un piano industriale solido, proposto dalla sottosegretaria al Ministero dello Sviluppo economico, Alessandra Todde, e dal commissario straordinario per la ACC, Castro, che vanta, tra l'altro, un curriculum di tutto rispetto: è stato manager della Zanussi, ha avuto incarichi in Confindustria, in Federmeccanica; è un esperto in relazioni industriali ed è anche stato senatore. Qual è stato l'esito di questi piani industriali? Quello di Ventures ha creato un'ipotesi di reato di bancarotta distrattiva, il mancato pagamento degli stipendi dei lavoratori e, in più, ci sono stati sequestri e pignoramenti da parte della Guardia di finanza. Il piano industriale di ItalComp, invece, prevedeva 56 miliardi di investimenti (38 in Veneto e 18 in Piemonte). Il sito di Riva, presso Chieri, sarebbe stato un centro di eccellenza per la produzione di motori e quello di Borgo Valbelluna, invece, sarebbe stato dedicato all'assemblaggio dei compressori; si prevedeva la partecipazione di Invitalia al 49 per cento e il 30 per cento di quote ai privati.

Ebbene, al Ministro Giorgetti chiediamo: dov'è il “metodo Corneliani”? Perché ItalComp non riceve e non ottiene investitori privati? Perché il Ministro Giorgetti si è tirato indietro all'ultimo momento, non presentando nemmeno l'emendamento all'articolo 37? Vogliamo un'operazione verità e chiediamo se abbia accantonato questo progetto italiano per non pestare i piedi all'Austria, che non apprezzerebbe la nascita di un competitor forte in Europa. Quindi chiediamo al Parlamento di esprimersi, perché bisogna togliere la maschera: bisogna dire se questo Governo vuole affossare l'emendamento ItalComp, oppure vuole approvarlo. Basta: siamo passati da “prima gli italiani” a “prima gli austriaci” e tutto questo è inaccettabile.

PRESIDENTE. L'onorevole D'Alessandro ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3132-AR/12.

CAMILLO D'ALESSANDRO (IV). Grazie, Presidente. Ci tengo particolarmente a richiamare l'attenzione dell'Aula e, in particolare, del Governo e dei colleghi parlamentari del Sud del Paese per cercare di fare, una volta per tutte, chiarezza su un aspetto che credo non sia stato o non voglia essere approfondito nei meandri burocratici di un atteggiamento assolutamente non positivo rispetto alle proposte che arrivano dal Parlamento. Intanto, voglio dirvi e vorrei dire al Governo che se c'è questo ordine del giorno, è perché il Governo ha insistito con un parere negativo su un emendamento che riguarda le ZES; ciò è, secondo me, sbagliato e incomprensibile sia dal punto di vista finanziario, sia dal punto di vista dello spirito di questi tempi, in cui bisogna cercare di fare in modo che le risorse che ci sono o le agevolazioni che ci sono vengano realmente utilizzate. Ebbene, si è fatto un gran parlare delle ZES, Presidente, che dovrebbero e che sono nate per attrarre gli investimenti in aree particolari del Paese: nascono per questo! Nascono per attrarre gli investimenti e lo Stato, per attrarre gli investimenti, prevede due leve fondamentali: la prima è quella fiscale; la seconda è quella dell'azzeramento della burocrazia. Mentre su quest'altro aspetto ancora si disciplina nulla, sull'aspetto della leva fiscale in realtà le ZES hanno un credito d'imposta, nelle aree dove si fanno gli investimenti, che va dal 30 a circa il 50 per cento. Si ritiene che questo credito d'imposta serva ad attrarre gli investimenti: è una finzione, perché se un'impresa del mondo decide di investire in Italia, per esempio con Industria 4.0 o Transizione 4.0, avrà un credito d'imposta pari o superiore a quello che viene riconosciuto all'interno delle aree ZES. Se, poi, all'interno delle aree ZES un investitore decide di fare Industria 4.0, non può cumulare i due crediti, ma deve optare per il credito d'imposta più conveniente. Ciò è esattamente quello che accade in tutte le parti d'Italia: ciò ha leva zero ed è solo una finzione burocratica! Per questo, avevamo presentato un emendamento che consentiva agli investitori nelle aree ZES di cedere il credito d'imposta agli istituti finanziari; si parla di cessione. È iniziato, quindi, un bailamme di pareri e di ragioni negative, ma nessuno che abbia un riscontro con la realtà, perché se io ho 100 di credito d'imposta da ammortizzare in cinque anni e, invece di utilizzarlo io il credito di imposta, lo faccio utilizzare da un terzo soggetto, per esempio una banca, per lo Stato non cambia nulla! Non c'è una differenza in termini di bilancio dello Stato, però si è insistito nel dire di no.

L'ordine del giorno serve non solo ad avere un impegno generico del Governo, ma ad accendere un faro: se vogliamo insistere sulle funzioni delle ZES o sulle finzioni delle ZES. Per adesso, sono finzioni, perché bisognerebbe dire, ad esempio, quali sono gli investimenti partiti dalle aree ZES; parlo degli investimenti privati, perché poi c'è la quota parte di investimenti pubblici nelle stesse aree. Quali sono e a quanto ammontano gli investimenti partiti in queste speciali aree che dovevano attrarre gli investimenti? Io non ce l'ho il numero, però, conoscendo parte dei territori del nostro Paese o della mia regione, dico, tendenzialmente, zero, perché se bisogna fare un investimento, lo si fa su Industria 4.0 o su Transizione 4.0.

Allora, o rendiamo le ZES realmente attrattive, aggiungendo fiscalità di vantaggio o cessione di credito, o altrimenti noi stiamo perpetuando una finzione…

PRESIDENTE. Concluda.

CAMILLO D'ALESSANDRO (IV). …che non ha alcun senso - concludo - continuare a perpetuare rispetto a una parte del Paese, che invece ha bisogno di investimenti e di investitori (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. L'onorevole Golinelli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3132-AR/102.

Se facciamo anche un po' di silenzio riusciamo a seguire meglio l'intervento dell'onorevole Golinelli.

GUGLIELMO GOLINELLI (LEGA). Grazie, Presidente. A seguito delle gelate di aprile e poi delle grandinate che ci sono state a maggio e a giugno nel Nord Italia e in tutto il Paese, si contano danni per quasi un miliardo di euro al sistema agricolo nazionale. Con l'articolo 71 del “decreto Sostegni-bis” si è passati da 105 milioni stanziati dal Governo, a 160 milioni di euro per compensare questi danni, rifinanziando il Fondo di solidarietà nazionale. Capiamo che questa cifra è irrisoria per il montante complessivo dei danni. Il Fondo di solidarietà nazionale interviene su quelle produzioni e su quei danni catastrofali che non sono assicurabili; attraverso l'istituto della deroga noi andremo ad aiutare quelle aziende che si potevano assicurare, ma che non l'hanno fatto. Altra cosa che la legge n. 102 del 2004 fa, è di escludere le aziende agricole che, invece, hanno stipulato polizze assicurative agevolate con un finanziamento dello Stato al 70 per cento. Questo meccanismo va a disincentivare il sistema delle assicurazioni che, anche a detta del Ministro, oggi, in audizione in Commissione sulla politica agricola comunitaria, è la forma imprenditoriale corretta di gestione del rischio. Noi, con questo ordine del giorno, chiediamo al Governo di valutare l'opportunità di finanziare ulteriormente, nei prossimi provvedimenti, la legge n. 102 del 2004 - quindi il Fondo di solidarietà nazionale - e di comprendere altresì nei risarcimenti quelle aziende che, in modo corretto e imprenditorialmente lodevole, hanno stipulato polizze assicurative, ma che attraverso i risarcimenti non raggiungeranno il 30 per cento della produzione lorda vendibile (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). Presidente, la ringrazio. Intervengo sull'ordine dei lavori rispetto ad una notizia che è giunta poco fa. Se posso, Presidente, chiederei anche l'attenzione dell'Aula, perché ritengo sia una notizia devastante per il nostro Paese e per il nostro sistema produttivo. Infatti, Presidente, la multinazionale americana Whirlpool, qualche ora fa, ha rifiutato la proroga della Cassa integrazione di 13 settimane per i suoi operai e per i suoi dipendenti.

Allora, Presidente, vorrei dire una cosa: quando un'azienda multinazionale, dopo aver lavorato, dopo aver formato, anche dopo - mi permetta, a questo punto mi tocca dirlo - avere sfruttato centinaia di lavoratori che chiaramente con il loro sapere hanno contribuito alla grandezza di quest'azienda, ecco che oggi rifiuta l'offerta dell'Esecutivo, l'offerta del Governo rispetto alla proroga per 13 settimane della Cassa integrazione, mandando a casa 360 persone.

Allora, da questa parte dell'emiciclo, non accettiamo questo modo di fare da parte della multinazionale americana, il cui fatturato e il cui bilancio sono in crescita, quindi nemmeno in crisi. E diciamo chiaro che, se l'azienda mette in campo azioni offensive nei confronti del nostro sistema produttivo e nei confronti dei nostri dipendenti, la politica deve rispondere con un'altra risposta offensiva nei loro confronti. Il Primo ministro Draghi convochi immediatamente il management di Whirlpool e cerchi di risolvere la situazione. Oramai, Presidente, sottosegretario, la situazione non è più accettabile.

Chiudo, Presidente, ricordando che, nelle ultime ore, soltanto per fare un confronto ed un raffronto rispetto a quanto stiamo vivendo, 359 dipendenti della Whirlpool stanno per essere mandati a casa; 152 dipendenti della Gianetti Ruote di Ceriano Laghetto, in Brianza, sono stati mandati a casa; 422 dipendenti della GKN di Campi Bisenzio (Firenze) sono stati mandati a casa attraverso una mail a loro inviata.

Per quanto ci riguarda, la misura è colma e chiediamo, non ufficiosamente, ma ufficialmente, che il Ministro Orlando venga in Aula a dichiarare quanto può fare nei confronti dei dipendenti delle nostre aziende. Così, Presidente, evidentemente, non si può più andare avanti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Polidori. Sul medesimo argomento? Prego, onorevole.

CATIA POLIDORI (FI). Presidente, vorrei accodarmi alla richiesta che ha fatto il collega di Fratelli d'Italia. La notizia ce l'ha data lui in questo momento e la ritengo assolutamente non plausibile rispetto ad un'azienda di questo tipo che, per tanti anni, è stata in Italia, ha avuto la possibilità certamente di far lavorare, dando a molti dei nostri lavoratori un lavoro, ma di certo ha avuto i favori del nostro Paese, perché è un'azienda a cui l'Italia ha sempre offerto tutto.

Quindi, anche noi riteniamo che il Ministro Orlando debba venire in Aula (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Napoli, credo sul medesimo argomento. Ne ha facoltà.

OSVALDO NAPOLI (CI). Grazie, Presidente, sarò velocissimo. Anch'io devo concordare con chi mi ha preceduto sulla situazione della Whirlpool, di cui avevamo parlato pochi giorni or sono, che è veramente una situazione indegna per un'azienda, una multinazionale americana.

Faccio anche riferimento al precedente intervento della collega sull'Embraco di Moncalieri, con una situazione anche lì estremamente delicata. Sono perfettamente d'accordo con quanto è stato detto in precedenza, debbo però aggiungere che l'impegno da parte del Ministro Giorgetti, l'impegno dell'assessore regionale Elena Chiorino, per quanto riguarda l'Embraco c'è stato: la verità è che sono quattro anni che dura una vertenza di questo genere ed è scandaloso che, in quattro anni, non si sia trovata una soluzione. Anche l'intervento dall'arcivescovo di Torino, con parole estremamente forti di critica nei nostri confronti e nei confronti della politica, è giusto. Infatti, la politica - almeno per quanto riguarda Whirpool, ma in questo caso, essendo torinese, parlo, in modo particolare, per l'Embraco - non ha saputo dare una risposta.

Il 22 luglio ci sarà il licenziamento collettivo di tutti gli operai: 400 famiglie sul lastrico. E non riusciamo a trovare una soluzione? E allora, se vogliamo che la politica diventi di nuovo credibile, Presidente, invito tutto il Governo a prendere una posizione estremamente forte in tempi brevi, sia per la Whirlpool che per l'Embraco, perché queste due aziende sono l'esempio di un fallimento eventualmente politico, e noi, invece, dovremmo esattamente fare il contrario. Speriamo che si trovi una soluzione per salvare questa occupazione di cui queste zone hanno estremamente bisogno (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sul medesimo argomento l'onorevole Vitiello. Ne ha facoltà.

CATELLO VITIELLO (IV). Grazie, Presidente. Seguo in coda l'intervento dei colleghi che mi hanno preceduto, aggiungendo semplicemente che sembra davvero paradossale la coincidenza - e chi le parla non crede alle coincidenze – che, sull'onda di una mozione presentata dai colleghi di LeU proprio sulla vertenza Whirlpool, noi passiamo da una discussione generale della settimana scorsa ad una dichiarazione di voto sulla mozione e nelle more probabilmente ci sarà una mozione di maggioranza che prenderà il posto di quella di LeU votata da tutti quanti; e Whirlpool, che fa? Annuncia la chiusura.

È vergognoso quello che sta capitando a dei lavoratori, a via Argine, a Napoli, che hanno bisogno di tutela. E non lo stanno chiedendo, oggi, per la prima volta: sono quattro anni che aspettano. E non possono certamente andarsene così, senza dare conto delle loro responsabilità. Chiediamo che il Governo intervenga in Aula, immediatamente (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, Presidente. Quello che è avvenuto, oggi, al tavolo di crisi su Whirlpool è francamente inaccettabile. È un comportamento irresponsabile da parte di Whirlpool: il rifiuto di utilizzare lo strumento delle 13 settimane - lo ricordo a chi ci ascolta -, con cassa integrazione a carico dello Stato (quindi, all'azienda non sarebbe costato un solo euro), dimostra che esiste una volontà punitiva - a questo punto francamente incomprensibile -, rispetto a cui non ci può non essere una risposta chiara e netta.

Quest'Aula ha discusso - e ringrazio tutti i colleghi -, in maniera molto costruttiva, la nostra mozione e stiamo lavorando anche a un secondo testo, in modo da raccogliere il consenso auspicabilmente di tutti i gruppi, affinché, signor Presidente, possa essere calendarizzata il prima possibile, in modo tale da dare una risposta chiara e auspicabilmente unitaria su questo tema.

È una questione che non può non vedere ovviamente accanto ai ministri interessati, al MiSE e al Ministero del Lavoro, anche il Presidente del Consiglio. È una questione di rispetto nazionale, oltre che ovviamente di rispetto e solidarietà nei confronti dei lavoratori di Whirlpool, che, da mesi, difendono il loro posto di lavoro e difendono quella che è un'eccellenza campana. Insomma, credo che ci siano tutte le condizioni perché questa diventi una vertenza nazionale e non soltanto locale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sportiello, sempre sul medesimo argomento. Ne ha facoltà.

GILDA SPORTIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo anch'io sulla questione Whirlpool, perché quello che è successo oggi è davvero gravissimo e non può passare inosservato. Oggi, questo Parlamento sta rispondendo, in maniera unanime, condannando aspramente la decisione dell'azienda che ci risulta davvero incomprensibile, davanti a un impegno che il Governo - con i Governi che lo hanno preceduto - sta portando avanti da tempo e interlocuzioni che puntualmente trovano un muro da parte dell'azienda. È francamente incomprensibile e inaccettabile come sia possibile che, davanti all'aiuto e all'impegno di uno Stato che si impegna ad intervenire, senza alcuna spesa per l'azienda, per offrire una soluzione ed offrire fino ad ottobre una cassa integrazione e piani di ristrutturazione, l'azienda decida, comunque, di chiudere; di chiudere tra l'altro quello stabilimento.

Io vengo da Napoli, quello stabilimento lo conosco bene e so quanto i lavoratori hanno dato a quell'azienda, quell'azienda che ancora oggi chiamano “mamma Whirlpool”, proprio a testimoniare quel radicamento che c'è e tutto quello che hanno donato ad un'azienda che, nonostante quanto abbia ricevuto dallo Stato, decide comunque di sbattere la porta in faccia e di chiudere ogni trattativa. Bene ha detto la nostra sottosegretaria Alessandra Todde, che continua ad impegnarsi a riconvocare un tavolo. Noi francamente non possiamo accettare un atteggiamento del genere da un'azienda come la Whirlpool. Saremo sempre a fianco dei lavoratori e ci uniamo all'appello di quest'Aula, che chiede, non solo di votare la mozione che abbiamo scritto, ma soprattutto di avviare nuove trattative e nuovi tavoli affinché la vicenda non si concluda in questo modo. Noi ci siamo e il nostro impegno resta immutato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sempre sul medesimo argomento, l'onorevole De Luca. Ne ha facoltà.

PIERO DE LUCA (PD). Grazie, signor Presidente. Anche noi, a nome del gruppo del Partito Democratico, intendiamo manifestare e testimoniare la nostra piena e completa vicinanza ai lavoratori dello stabilimento di Napoli, di Whirlpool. La decisione dell'azienda appare, ancora una volta, assolutamente incomprensibile, irragionevole e di una gravità inaudita. Ricordiamo i dati di quest'anno: i dati del fatturato dell'azienda Whirlpool a livello globale sono di circa 20 miliardi di dollari, con un utile netto di un miliardo di euro. Sono dati che, oltretutto, si prestano ad un ulteriore rilancio, in considerazione delle prospettive positive per quanto riguarda questo settore. Per questo motivo, per tutte queste ragioni, consideriamo davvero incomprensibile la decisione dell'azienda di non utilizzare gli strumenti che, a livello nazionale, abbiamo predisposto, come le 13 settimane ulteriori di cassa integrazione, peraltro a carico dello Stato. Per questo motivo, riteniamo necessario che questa vicenda sia considerata - come veniva ricordato, in modo unanime - di rilievo nazionale e invitiamo davvero il Governo a fare ogni sforzo per salvaguardare i livelli occupazionali di questa azienda ed evitare una vera e propria desertificazione industriale, sociale, lavorativa, occupazionale, che avrebbe un impatto economico-sociale davvero drammatico, soprattutto in questo momento storico, nel Mezzogiorno, ma in tutto il Paese.

Per cui, davvero invitiamo il Governo a fare ogni sforzo per poter trovare una soluzione adeguata ad evitare i licenziamenti, mantenere i livelli occupazionali e programmare una riqualificazione e un rilancio anche economico-industriale di questo sito, che ha un valore e una valenza strategica e decisiva per Napoli, per la Campania, per il Mezzogiorno, ma anche per l'intero Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sul medesimo argomento, l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (MISTO-L'A.C'È). Presidente, noi de L'Alternativa c'è ve l'avevamo detto di non sbloccare i licenziamenti (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è). Cosa vi aspettavate che potesse fare la Whirlpool, una settimana dopo lo sblocco dei licenziamenti? Oggi, siamo qui, ipocritamente, a dire che la Whirlpool è cattiva; la Whirlpool fa i suoi interessi, perché è una multinazionale e fa utili, fa utili sulla pelle dei lavoratori italiani, ma fa utili grazie a voi e al Governo, a voi della maggioranza, che le permettete di gestire i lavoratori italiani in questo modo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è) e di chiudere gli stabilimenti produttivi di questo Paese. Allora, è inutile fare belle mozioni, se poi il Governo se ne frega, fa carta straccia di queste mozioni e permette, non solo alla Whirlpool, di licenziare, perché, nelle prossime settimane, aumenteranno le vertenze e aumenteranno i licenziamenti. Siete forse ancora in tempo, non è ancora tardi per bloccare i licenziamenti fino alla fine, fino a che questa crisi economica sarà superata. Voi, invece, pensate di fare gli interessi ovviamente dei grand commis, delle grandi aziende, di quelle che magari pagano le campagne elettorali, perché tanto i lavoratori italiani le campagne elettorali non le pagano, al massimo votano, ma forse neanche votano più, perché sono schifati da questa politica.

Quindi, anche il Governo, che è qui presente, dovrebbe dire una parola su questo, non dovrebbe essere silente, perché il silenzio. in realtà, è colpevole, e non potete essere assolti solo perché siete in silenzio.

E non c'è solo la Whirlpool: parliamo di Embraco, parliamo di una cassa integrazione che non arriva, perché i Ministeri competenti non fanno arrivare soldi nella curatela e ai lavoratori. Di cosa stiamo parlando? C'è un ordine del giorno della collega Costanzo, che ha appena illustrato, che parla proprio della vicenda Whirlpool, e noi continuiamo a dare soldi indifferentemente a queste imprese, che, finiti i soldi, se ne vanno e i soldi li vanno a guadagnare in altri Paesi, vanno a delocalizzare. Quello che voi state creando con i vostri decreti, con i vostri “decreti Sostegni”, è inquinamento economico, perché semplicemente non vi rendete conto di quello che succede nel Paese reale. Il problema vero è che, prima o poi, il Paese reale viene alla luce e vi fa sentire cosa succede (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 3132-A/R.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 3132-A/R​)

PRESIDENTE. Invito quindi la Vice Ministra Castelli ad esprimere il parere sugli ordini del giorno.

LAURA CASTELLI, Vice Ministra dell'Economia e delle finanze. Sugli ordini del giorno n. 9/3132-AR/1 Cardinale, n. 9/3132-AR/2 Lapia e n. 9/3132-AR/3 De Giorgi il parere è favorevole. Ordine del giorno n. n. 9/3132-AR/4 Longo, parere favorevole con l'espunzione del sesto, settimo e ottavo capoverso delle premesse, quindi da “tale gravissima evenienza, purtroppo trascurata nel Recovery Fund”, fino a “trattamenti conformi ai principi delle proprie religioni”. Ordine del giorno n. 9/3132-AR/5 Fiano, parere favorevole, con la riformulazione: impegna il Governo “a valutare l'opportunità di (…)”. Ordine del giorno n. 9/3132-AR/6 Paolin, parere favorevole, a condizione che siano riformulati entrambi gli impegni, premettendo la locuzione “a valutare l'opportunità di (…)” e che sia espunto dalle premesse l'ottavo capoverso, da “tale misura tuttavia presenta un arco di efficacia temporale eccessivamente ristretto”, fino a “tempistica che scoraggia gli infermieri stranieri a trasferirsi in Italia per pochi mesi”. Ordine del giorno n. 9/3132-AR/7 Borghese, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3132-AR/8 Pagani, parere favorevole, con la riformulazione: impegna il Governo “a valutare l'opportunità di (…)”. Ordine del giorno n. 9/3132-AR/9 Borghi, parere favorevole, con la riformulazione: impegna il Governo “a valutare l'opportunità di (…)”. Ordine del giorno n. 9/3132-AR/10 Siragusa, parere favorevole, con la riformulazione, a inizio di ogni impegno, “a valutare l'opportunità di (…)”. Ordine del giorno n. 9/3132-AR/11 Occhionero, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3132-AR/12 D'Alessandro, parere favorevole con l'inserimento, alla fine dell'impegno, della locuzione “compatibilmente con le regole che Eurostat fissa sul tema in corso di approfondimento”. Ordine del giorno n. 9/3132-AR/13 Fiorini, parere favorevole con la riformulazione: impegna il Governo “a valutare l'opportunità di (…)”. Ordini del giorno n. 9/3132-AR/14 Bellachioma, n. 9/3132-AR/15 Angiola, n. 9/3132-AR/16 Bendinelli e n. 9/3132-AR/17 Noja: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3132-AR/18 Paternoster, parere favorevole con la riformulazione: impegna il Governo “a valutare l'opportunità di (…)”. Sugli ordini del giorno n. 9/3132-AR/19 Nevi, n. 9/3132-AR/20 Turri, n. 9/3132-AR/21 Cirielli e n. 9/3132-AR/22 Ciampi il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3132-AR/23 Silvestroni il parere è favorevole, a condizione che l'impegno sia riformulato premettendo la locuzione “a valutare l'opportunità di (…)” e che vengano espunti dalle premesse il quarto e il quinto capoverso, da “la governance in materia di TPL” fino a “assenza di visione strategica unificata”.

Ordine del giorno n. 9/3132-AR/24 Squeri, parere favorevole a condizione che, prima del secondo impegno, sia aggiunta la locuzione “a valutare l'opportunità di (…)”. Ordine del giorno n. 9/3132-AR/25 Aprea, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3132-AR/26 Saccani Jotti, parere favorevole con la riformulazione: impegna il Governo “a valutare l'opportunità di (…)”. Ordine del giorno n. 9/3132-AR/27 Faro, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3132-AR/28 Gallo, parere favorevole con la riformulazione: impegna il Governo “a valutare l'opportunità di (…)”. Ordine del giorno n. 9/3132-AR/29 Vacca, parere favorevole, con la riformulazione: impegna il Governo “a valutare l'opportunità di (…)”. Ordine del giorno n. 9/3132-AR/30 Casa, favorevole con la seguente riformulazione: impegna il Governo “a valutare l'opportunità, ove necessario, di anticipare la prova disciplinare presso la commissione esterna prevista dall'articolo 59, comma 7, prima del colloquio davanti al Comitato di valutazione, solo se questa viene superata”. Ordine del giorno n. 9/3132-AR/31 Carbonaro, parere favorevole con la riformulazione: impegna il Governo “a valutare l'opportunità di (…)”. Ordini del giorno n. 9/3132-AR/32 Cancelleri e n. 9/3132-AR/33 Zolezzi, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3132-AR/34 Maraia, parere favorevole con la riformulazione: impegna il Governo “a valutare l'opportunità di (…)”. Ordini del giorno n. 9/3132-AR/25 Varrica, n. 9/3132-AR/26 Amitrano, n. 9/3132-AR/37 Alaimo, n. 9/3132-AR/38 Invidia, n. 9/3132-AR/39 Galizia e n. 9/3132-AR/40 Di Sarno, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3132-AR/41 Rizzo, favorevole con la riformulazione: impegna il Governo “a valutare l'opportunità di (…)”. Ordini del giorno n. 9/3132-AR/42 Cassese, n. 9/3132-AR/43 Papiro e n. 9/3132-AR/44 Scerra, parere favorevole.

Ordini del giorno n. 9/3132-AR/45 L'Abbate e n. 9/3132-AR/46 Manca, parere favorevole, con la riformulazione: impegna il Governo “a valutare l'opportunità di (…)”. Ordini del giorno n. 9/3132-AR/47 Cadeddu, n. 9/3132-AR/48 Scanu, n. 9/3132-AR/49 Giarrizzo, n. 9/3132-AR/50 D'Uva, n. 9/3132-AR/51 Palmisano, n. 9/3132-AR/52 Lorefice e n. 9/3132-AR/53 Ianaro: parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3132-AR/54 D'Arrando, favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”. Ordine del giorno n. 9/3132-AR/55 Mammì: favorevole. Ordine del giorno n. 9/3132-AR/56 Federico, favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”. Ordine del giorno n. 9/3132-AR/57 Villani, favorevole con le riformulazioni in tutti gli impegni: “a valutare l'opportunità di (…)”. Ordini del giorno n. 9/3132-AR/58 Grippa e n. 9/3132-AR/59 Barbuto: favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3132-AR/60 Ficara, favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”. Ordine del giorno n. 9/3132-AR/61 Scagliusi: favorevole. Ordine del giorno n. 9/3132-AR/62 Baldino, favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”. Ordine del giorno n. 9/3132-AR/63 Adelizzi, favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare gli effetti applicativi delle disposizioni richiamate in premessa, al fine di valutare di adottare ulteriori iniziative normative volte a riprendere il programma cashback prima della fine del semestre sospeso a legislazione vigente, finalizzata all'attuazione di misure premiali per l'utilizzo di strumenti di pagamento tracciabili.” Ordini del giorno n. 9/3132-AR/64 Manzo e n. 9/3132-AR/65 Martinciglio: favorevole. Ordini del giorno n. 9/3132-AR/66 Donno, n. 9/3132-AR/67 Zucconi e n. 9/3132-AR/68 Ciaburro, favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”. Ordine del giorno n. 9/3132-AR/69 Caretta, favorevole con la formulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”, con l'espunzione delle premesse, del secondo e terzo capoverso, dalle parole “come evidenziato contestualmente” fino alle parole “nel corso delle conversioni dei provvedimenti”.

Ordini del giorno n. 9/3132-AR/70 Zangrillo, n. 9/3132-AR/71 D'Attis e n. 9/3132-AR/72 Giacomoni, favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”. Ordini del giorno n. 9/3132-AR/73 Russo, n. 9/3132-AR/74 Sarro e n. 9/3132-AR/75 Fasano: favorevole. Ordini del giorno n. 9/3132-AR/76 Savino e n. 9/3132-AR/77 Bagnasco, favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”. Ordini del giorno n. 9/3132-AR/78 Fitzgerald Nissoli, n. 9/3132-AR/79 Novelli, n. 9/3132-AR/80 Centemero e n. 9/3132-AR/81 Berti: favorevole. Ordine del giorno n. 9/3132-AR/82 Pentangelo, favorevole a condizione che siano espunti dalle premesse il terzo e il quarto capoverso, dalle parole: “nulla però è stato previsto”, fino alle parole: “diritto alla salute è costituzionalmente tutelato.” Ordini del giorno n. 9/3132-AR/83 Baratto e n. 9/3132-AR/84 Frassini: favorevole. Ordini del giorno n. 9/3132-AR/85 Torromino, n. 9/3132-AR/86 Polidori, n. 9/3132-AR/87 Barelli e n. 9/3132-AR/88 Spena, favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”. Ordini del giorno n. 9/3132-AR/89 Barzotti e n. 9/3132-AR/90 Bond: favorevole. Ordine del giorno n. 9/3132-AR/91 Navarra, favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)” e con l'espunzione delle premesse e il sesto capoverso da: “ne deriva che le previsioni di gettito sono da considerarsi allo stato irrealistiche da rivedere” fino a “dal Documento di economia e finanza dell'anno 2021”. Ordine del giorno n. 9/3132-AR/92 Rizzetto, favorevole a condizione che sia riformulato con la formula: “a valutare l'opportunità di (…)” e che vengano espunte la terza, la quinta e la sesta premessa, e che il quarto impegno sia riformulato con: “anche”. Ordine del giorno n. 9/3132-AR/93 Rosso: favorevole. Ordine del giorno n. 9/3132-AR/94 Mollicone, favorevole a condizione che sia riformulato come l'ordine del giorno n. 9/3132-AR/12. Ordini del giorno n. 9/3132-AR/95 Rizzo Nervo e n. 9/3132-AR/96 Cavandoli, favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”. Ordine del giorno n. 9/3132-AR/97 Pezzopane: favorevole. Ordine del giorno n. 9/3132-AR/98 De Toma, favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”. Ordine del giorno n. 9/3132-AR/99 Lombardo: favorevole. Ordine del giorno n. 9/3132-AR/100 Mantovani, favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”. Ordini del giorno n. 9/3132-AR/101 Frate, n. 9/3132-AR/102 Golinelli, n. 9/3132-AR/103 Gastaldi, n. 9/3132-AR/104 Loss, n. 9/3132-AR/105 Viviani e n. 9/3132-AR/106 Benamati: favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3132-AR/107 Rotelli, favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”. Ordine del giorno n. 9/3132-AR/108 Liuzzi: favorevole.

Ordini del giorno n. 9/3132-AR/109 Vallascas, n. 9/3132-AR/110 De Luca, n. 9/3132-AR/111 Nardi, n. 9/3132-AR/112 Pettazzi, n. 9/3132-AR/113 Fassina, favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”. Ordini del giorno n. 9/3132-AR/114 Belotti e n. 9/3132-AR/115 Rosato: favorevole. Ordini del giorno n. 9/3132-AR/116 Ferri, n. 9/3132-AR/117 Moretto, n. 9/3132-AR/118 Baldini, n. 9/3132-AR/119 Ripani, n. 9/3132-AR/120 Vietina, n. 9/3132-AR/121 Carnevali, n. 9/3132-AR/122 Bella, n. 9/3132-AR/123 Trizzino, n. 9/3132-AR/124 Silli, n. 9/3132-AR/125 Nitti, n. 9/3132-AR/126 Pellicani e n. 9/3132-AR/127 Deidda, favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”.

Ordine del giorno n. 9/3132-AR/128 Osnato, favorevole con la riformulazione: “a valutare gli effetti applicativi delle disposizioni richiamate in premessa al fine di valutare e di prevedere che le risorse del fondo per il sostegno alle attività economiche chiuse siano destinate a favorire la continuità delle attività economiche soggette anche a chiusure per periodi inferiori ai cento giorni.” Ordini del giorno n. 9/3132-AR/129 Dall'Osso, n. 9/3132-AR/130 Muroni e n. 9/3132-AR/131 Fioramonti, favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”.

Ordini del giorno n. 9/3132-AR/132 Capitanio, n. 9/3132-AR/133 Boniardi e n. 9/3132-AR/134 Villarosa: favorevole. Ordine del giorno n. 9/3132-AR/135 Fusacchia, favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”. Ordine del giorno n. 9/3132-AR/136 Snider: favorevole. Ordine del giorno n. 9/3132-AR/137 La Marca, favorevole, eliminando le parole: “e l'urgenza”. Ordini del giorno n. 9/3132-AR/138 Prestipino e n. 9/3132-AR/139 Di Giorgi: favorevole. Ordine del giorno n. 9/3132-AR/140 Prestigiacomo, favorevole con la riformulazione: “ad adottare quanto prima il decreto di cui all'articolo 1, comma 573, della legge n. 178 del 2020.” Ordini del giorno n. 9/3132-AR/141 Mazzetti, n. 9/3132-AR/142 Cortelazzo, n. 9/3132-AR/143 Trano, n. 9/3132-AR/144 Corda, favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”. Ordine del giorno n. 9/3132-AR/145 Albano: favorevole. Ordini del giorno n. 9/3132-AR/146 Giuliodori, n. 9/3132-AR/147 Bucalo, n. 9/3132-AR/148 Gemmato, favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”.

Ordine del giorno n. 9/3132-AR/149 Foti: invito al ritiro o parere contrario. Ordine del giorno n. 9/3132-AR/150 Bellucci, favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”.

Sugli ordini del giorno n. 9/3132-AR/151 Lollobrigida e n. 9/3132-AR/152 Prisco, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”. Sugli ordini del giorno n. 9/3132-AR/153 Meloni, n. 9/3132-AR/154 Lorenzin e n. 9/3132-AR/155 Piccoli Nardelli, parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3132-AR/156 Maschio parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”. Sull'ordine del giorno n. 9/3132-AR/157 Varchi, al primo impegno, parere favorevole con la riformulazione: “ad adottare le opportune iniziative” e poi prosegue l'impegno. Sul secondo impegno, invece, la riformulazione proposta è: “ad adottare le opportune iniziative al fine di individuare le modalità e le risorse necessarie per realizzare un collegamento stabile, veloce e sostenibile dello Stretto di Messina, estendendo così la rete dell'alta velocità fino in Sicilia”. Sul terzo impegno: “a valutare l'opportunità di (…)”.

PRESIDENTE. Quindi, è favorevole con le riformulazioni che lei ha declamato.

LAURA CASTELLI, Vice Ministra dell'Economia e delle finanze. Sì. Sull'ordine del giorno n. 9/3132-AR/158 Ferro parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3132-AR/159 Rampelli, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”. Sull'ordine del giorno n. 9/3132-AR/160 Bignami, parere favorevole come raccomandazione. Sugli ordini del giorno n. 9/3132-AR/161 Porchietto, n. 9/3132-AR/162 Lucaselli e n. 9/3132-AR/163 Viscomi parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”. Sull'ordine del giorno n. 9/3132-AR/164 Gagliardi, parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3132-AR/165 Schirò, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”. Sull'ordine del giorno n. 9/3132-AR/166 Fogliani, parere favorevole, se riformulato come l'ordine del giorno n. 9/3132-AR/12.

Sull'ordine del giorno n. 9/3132-AR/167 Tarantino, parere favorevole. Sugli ordini del giorno n. 9/3132-AR/168 Calabria, n. 9/3132-AR/169 Marin e n. 9/3132-AR/170 Testamento, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”. Sull'ordine del giorno n. 9/3132-AR/171 Costanzo, parere favorevole. Sugli ordini del giorno n. 9/3132-AR/172 Colletti, n. 9/3132-AR/173 Caiata, e n. 9/3132-AR/174 Delmastro Delle Vedove, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”. Sull'ordine del giorno n. 9/3132-AR/175 Ruggiero, parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3132-AR/176 Pettarin, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”. Sull'ordine del giorno n. 9/3132-AR/177 Businarolo, parere favorevole. Sugli ordini del giorno n. 9/3132-AR/178 Sapia e n. 9/3132-AR/179 Massimo Baroni, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”. Sull'ordine del giorno n. 9/3132-AR/180 Forciniti, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare gli effetti applicativi delle disposizioni richiamate in premessa, al fine di valutare di adottare ulteriori iniziative normative volte a estendere la proroga al 31 dicembre 2021”. Sull'ordine del giorno n. 9/3132-AR/181 Sodano, parere favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trano. Su che cosa?

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). Presidente, un chiarimento sull'ordine del giorno n. 9/3132-AR/157 Varchi: non abbiamo ben capito qual è il parere del Governo.

PRESIDENTE. Il parere è favorevole con riformulazione con tre differenti specifiche che ha dichiarato la Vice Ministra.

Preferisce riascoltarle? Sono tre punti che ha leggermente modificato.

Vice Ministra, sull'ordine del giorno n. 9/3132-AR/157 Varchi, vi sono tre punti che lei aveva messo in luce. Se magari ce li ripete, così l'onorevole Trano e l'Aula li capiscono.

LAURA CASTELLI, Vice Ministra dell'Economia e delle finanze. Allora, per ripetere, al primo impegno, la riformulazione è: “ad adottare le opportune iniziative”. Sul secondo impegno, invece, la riformulazione è: “ad adottare le opportune iniziative al fine di individuare le modalità e le risorse necessarie per realizzare un collegamento stabile, veloce e sostenibile dello Stretto di Messina, estendendo così la rete dell'alta velocità fino alla Sicilia”; lo stesso impegno della mozione parlamentare. Il terzo impegno è: “a valutare l'opportunità di”.

PRESIDENTE. Chiaro, onorevole Trano? Mi hanno chiesto la parola l'onorevole Vietina, l'onorevole Rizzetto e l'onorevole Carnevali: non so se vi riferite a questo ordine del giorno, altrimenti, se siete d'accordo, procederei in maniera ordinata e, quando si passerà al vostro ordine del giorno - ho segnalato la vostra volontà di parlare -, vi darò la parola. Siamo d'accordo? Va bene.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Trancassini. Su che cosa?

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Sull'ordine dei lavori, perché non c'è nel fascicolo il mio ordine del giorno, quindi credo sia stato smarrito. Lo dico, ve lo stiamo rinviando e vi mandiamo anche la copia che attesta che è stato mandato per tempo.

PRESIDENTE. Onorevole Trancassini, adesso faremo un accertamento: sicuramente, sarà nostra premura tenerla accorrentata sullo sviluppo della ricerca. Quindi, procederei in maniera ordinata, tenendo conto della richiesta di intervento degli onorevoli Vietina, Rizzetto e Carnevali.

Sugli ordini del giorno n. 9/3132-AR/1 Cardinale, n. 9/3132-AR/2 Lapia e n. 9/3132-AR/3 De Giorgi, il parere è favorevole. Sugli ordini del giorno n. 9/3132-AR/4 Longo, n. 9/3132-AR/5 Fiano e n. 9/3132-AR/6 Paolin, si accetta la riformulazione. Sull'ordine del giorno n. 9/3132-AR/7 Borghese, il parere è favorevole. Sugli ordini del giorno n. 9/3132-AR/8 Pagani, n. 9/3132-AR/9 Enrico Borghi e n. 9/3132-AR/10 Siragusa, si accetta la riformulazione. Sull'ordine del giorno n. 9/3132-AR/11 Occhionero, il parere è favorevole. Sugli ordini del giorno n. 9/3132-AR/12 D'Alessandro e n. 9/3132-AR/13 Fiorini, si accetta la riformulazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ziello. Ne ha facoltà.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Grazie, Presidente. Semplicemente, per comunicare che il gruppo Lega accetta tutte le riformulazioni proposte dal Governo sugli ordini del giorno (Applausi).

PRESIDENTE. La ringrazio molto, così agevola il nostro lavoro.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, parimenti, a nome del gruppo del Partito Democratico, a parte l'ordine del giorno n. 9/3132-AR/121, per il resto le riformulazioni che il Governo ha fornito per noi vanno bene, non mettiamo al voto nulla.

PRESIDENTE. Il n. 9/3132-AR/121 è quello su cui aveva chiesto di intervenire l'onorevole Carnevali. Siamo d'accordo, onorevole Fiano.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Federico. Ne ha facoltà.

ANTONIO FEDERICO (M5S). Grazie, Presidente. Semplicemente, per dire la stessa cosa per il MoVimento 5 Stelle: accogliamo tutte le proposte di riformulazione del Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Attis. Ne ha facoltà.

MAURO D'ATTIS (FI). Presidente, per la stessa ragione: le riformulazioni degli ordini del giorno presentati dal gruppo di Forza Italia sono tutte accolte.

PRESIDENTE. Eravamo rimasti, se non ricordo male, all'ordine del giorno n. 9/3132-AR/14 Bellachioma, che, quindi, è accettato. Sugli ordini del giorno n. 9/3132-AR/15 Angiola, n. 9/3132-AR/16 Bendinelli e n. 9/3132-AR/17 Noja, il parere è favorevole.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Vietina. Ne ha facoltà.

SIMONA VIETINA (CI). Per comunicare che anche Coraggio Italia accetta tutte le riformulazioni, ad eccezione dell'ordine del giorno n. 9/3132-AR/120, sul cui parere c'è un errore, perché è già indicato “di valutare la possibilità di”, e, quindi, si chiede che si cambi il parere in favorevole.

PRESIDENTE. Adesso, la Vice Ministra controllerà sicuramente l'ordine del giorno n. 9/3132-AR/120 e ci dirà, ma mi ha già fatto segno che va bene così, quindi, il parere è favorevole, senza riformulazione.

Quindi, a questo punto, abbiamo accettato tutti gli ordini del giorno di Coraggio Italia. Giusto, onorevole Vietina? Accetta tutte, quindi, le altre riformulazioni. Perfetto.

Sugli ordini del giorno n. 9/3132-AR/16 Bendinelli e n. 9/3132-AR/17 Noja, il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3132-AR/18 Paternoster, a questo punto, è accettata la riformulazione. Sugli ordini del giorno n. 9/3132-AR/19 Nevi, n. 9/3132-AR/20 Turri, n. 9/3132-AR/21 Cirielli e n. 9/3132-AR/22 Ciampi, il parere è favorevole. Sugli ordini del giorno n. 9/3132-AR/23 Silvestroni e n. 9/3132-AR/24 Squeri, si accetta la riformulazione. Sull'ordine del giorno n. 9/3132-AR/25 Aprea, il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3132-AR/26 Saccani, si accetta la riformulazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/3132-AR/27 Faro, il parere è favorevole. Sugli ordini del giorno n. 9/3132-AR/28 Gallo, n. 9/3132-AR/29 Vacca, n. 9/3132-AR/30 Casa e n. 9/3132-AR/31 Carbonaro, si accetta la riformulazione. Sugli ordini del giorno n. 9/3132-AR/32 Cancelleri e n. 9/3132-AR/33 Zolezzi, il parere è favorevole. Sugli ordini del giorno n. 9/3132-AR/34 Maraia, n. 9/3132-AR/35 Varrica, n. 9/3132-AR/36 Amitrano, n. 9/3132-AR/37 Alaimo, n. 9/3132-AR/38 Invidia, n. 9/3132-AR/39 Galizia, n. 9/3132-AR/40 Di Sarno e n. 9/3132-AR/41 Rizzo, si accetta la riformulazione.

Ordini del giorno n. 9/3132-AR/42 Cassese, n. 9/3132-AR/43 Papiro, n. 9/3132-AR/44 Scerra, n. 9/3132-AR/45 L'Abbate, n. 9/3132-AR/46 Alberto Manca, n. 9/3132-AR/47 Cadeddu e n. 9/3132-AR/48 Scanu, vanno tutti bene.

Ordini del giorno n. 9/3132-AR/49 Giarrizzo, n. 9/3132-AR/50 D'Uva, n. 9/3132-AR/51 Palmisano, n. 9/3132-AR/52 Lorefice, n. 9/3132-AR/53 Ianaro e n. 9/3132-AR/54 D'Arrando: il MoVimento 5 Stelle accetta.

Ordine del giorno n. 9/3132-AR/55 Mammì, favorevole; n. 9/3132-AR/56 Federico e n. 9/3132-AR/57 Villani, favorevole con riformulazione, che è accettata; n. 9/3132-AR/58 Grippa, n. 9/3132-AR/59 Barbuto e n. 9/3132-AR/60 Ficara, tutti favorevoli.

Onorevole Trancassini, mi dicono dagli uffici che effettivamente la sua richiesta aveva un fondamento. È stata ritrovato un errore. Ci scusiamo tutti e lo trasmettiamo immediatamente alla Vice Ministra Castelli, che lo valuterà e, quindi, non lo perderemo ulteriormente di vista.

Quindi, eravamo rimasti all'ordine del giorno n. 9/3132-AR/67 Zucconi, favorevole con riformulazione: accetta.

Onorevole Ciaburro, anche lei accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/3132-AR/68? Sì.

Onorevole Caretta, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/3132-AR/69? Sì.

Gli onorevoli Zangrillo, D'Attis e Giacomoni accettano le riformulazioni dei loro ordini del giorno n. 9/3132-AR/70, n. 9/3132-AR/71 e n. 9/3132-AR/72.

Gli altri sono favorevoli. Ordini del giorno n. 9/3132-AR/76 Elvira Savino e n. 9/3132-AR/77 Bagnasco, tutti favorevoli (sono tutti in fila, Forza Italia e MoVimento 5 Stelle, quindi hanno già accettato i delegati d'Aula e il capogruppo).

Andiamo all'ordine del giorno n. 9/3132-AR/92 Rizzetto, favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). La ringrazio, Presidente. Vorrei capire, Vice Ministra, la riformulazione, se è possibile. Non l'ho capita benissimo; è un po' arzigogolata, per così dire. Quindi, vorrei capire la riformulazione rispetto sia alle premesse, sia all'impegno.

PRESIDENTE. Scusi, Vice Ministra. Se facciamo un po' di silenzio permettiamo all'onorevole Rizzetto di capire la riformulazione e procediamo spediti. Se potete fare un po' di silenzio anche lì in mezzo, che c'è un assembramento.

LAURA CASTELLI, Vice Ministra dell'Economia e delle finanze. Allora, il parere favorevole è condizionato all'impegno che sia riformulato con: “valutare l'opportunità di”, mentre sulle premesse si chiede di poter espungere il terzo, il quinto e il sesto punto delle premesse e riformulare il quarto con l'aggiunta di: “anche”.

PRESIDENTE. Le è chiaro, onorevole Rizzetto?

WALTER RIZZETTO (FDI). Sì, mi è chiaro; viene abbastanza snaturato l'ordine del giorno…

PRESIDENTE. Pensa di accettare la riformulazione?

WALTER RIZZETTO (FDI). Va bene, l'accettiamo.

PRESIDENTE. Quindi, l'ordine del giorno n. 9/3132-AR/92 Rizzetto è riformulato e accettato.

Ordine del giorno n. 9/3132-AR/94 Mollicone: accetta la riformulazione, onorevole Mollicone? Sì.

Ordine del giorno n. 9/3132-AR/100 Mantovani, favorevole con riformulazione: accetta la riformulazione, onorevole Mantovani? Sì.

Ordine del giorno n. 9/3132-AR/107 Rotelli, favorevole con riformulazione: accetta la riformulazione, onorevole Rotelli? Sì.

Ordine del giorno n. 9/3132-AR/109 Vallascas, favorevole con riformulazione: accetta la riformulazione, onorevole Vallascas? No, l'onorevole Vallascas non accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/3132-AR/109.

Passiamo ai voti

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3132-AR/109 Vallascas, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Passiamo, quindi, solo per certezza all'ordine del giorno n. 9/3132-AR/120 Vietina: la Vice Ministra ha detto che andava bene senza riformulazione.

Ordine del giorno n. 9/3132-AR/121 Carnevali.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Carnevali. Ne ha facoltà.

ELENA CARNEVALI (PD). Grazie, Presidente. Chiederei cortesemente di rivalutare il parere e di togliere la dizione: “a valutare l'opportunità”, perché il riferimento all'ordine del giorno riguarda l'istituzione del registro delle malattie croniche intestinali, attività che davvero ha già visto l'istituzione di un gruppo di lavoro che è attualmente al Ministero. Sinceramente, mi sembrerebbe davvero una mortificazione quella di scrivere: “a valutare l'opportunità”. È una strada che si sta percorrendo, quindi credo che meriti davvero di poter essere approvato così com'è. Quindi, ringrazierei della possibilità di cambiare e di rivalutare rispetto…

PRESIDENTE. Quindi, chiede di cambiare il parere?

ELENA CARNEVALI (PD). …e stavo chiedendo l'espressione del parere su questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Vice Ministra, l'onorevole Carnevali chiede se può cambiare il parere, dalla riformulazione.

LAURA CASTELLI, Vice Ministra dell'Economia e delle finanze. Era semplicemente un errore, Presidente. Il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Va bene. Allora, ordine del giorno n. 9/3132-AR/121 Carnevali, favorevole. Proseguiamo. Ordine del giorno n. 9/3132-AR/123 Trizzino: accetta la riformulazione? Sì.

Ordine del giorno n. 9/3132-AR/127 Deidda.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Accetto la riformulazione, considerato che è un argomento comune. Chiedo, però, il conforto anche dell'Aula e una votazione dell'Aula, accettando la riformulazione e ringraziando la Vice Ministra.

PRESIDENTE. Lo pongo in votazione? Non accetta la riformulazione, quindi?

SALVATORE DEIDDA (FDI). No, ho detto che, ringraziando la Vice Ministra, accetto la riformulazione, ma vorrei anche il conforto rafforzativo dell'Aula.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3132-AR/127 Deidda.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

Ordine del giorno n. 9/3132/113 Fassina: accetta la riformulazione? Sì.

Ordine del giorno n. 9/3132/128 Osnato. Onorevole Osnato, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno? No.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. Non posso accettare questa riformulazione che prevede successive valutazioni per concedere una cosa che, dopo 16 mesi dalle prime chiusure, dovrebbe essere non dico scontata ma almeno chiara agli occhi del Governo. Il Governo dovrebbe sapere quello che può fare e che, secondo me, deve fare nei confronti delle tante attività che hanno subìto le chiusure.

Qui si chiede di considerare alcuni ristori anche per coloro che hanno chiuso per meno di cento giorni. Non bisogna sempre andare con l'accetta: hanno chiuso per meno di cento giorni, ma non è che non abbiano avuto i danni che altre realtà hanno registrato per queste chiusure, perché ci sono stati i blocchi dei consumi, i rallentamenti, le varie suddivisioni in “zone gialle”, in “zone arancioni”, in “zone rosse”; quindi, qualcuno ha potuto avere una platea di consumatori che si è recata in questi negozi mentre altre zone no. Pertanto, è chiaro che bisogna entrare nel particolare e considerare la soggettività di queste realtà economiche. Noi dobbiamo essere in grado di dare risposte e non valutazioni soggettive che, sinceramente, pensavamo fossero chiare anche a questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Quindi, a questo punto, chiediamo al Vice Ministro di essere un po' più certa, di farsi portavoce per conto del Governo nei confronti di queste categorie, generalmente piccoli imprenditori, commercianti, negozianti che aspettano, dall'oggi al domani, di sapere quale futuro li aspetta, di avere notizie più chiare. Quindi, crediamo di non poter accettare questa riformulazione, chiediamo, invece, che, finalmente, vengano riconosciuti diritti anche a queste realtà (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la Vice Ministra Castelli. Ne ha facoltà.

LAURA CASTELLI, Vice Ministra dell'Economia e delle finanze. Solo per dire, Presidente, che, se il presentatore chiede l'espunzione dell'aggiunta “di valutare (…)”, il Governo proporrebbe di aggiungere, alla fine dell'impegno, così come è scritto, “nei limiti di finanza pubblica”, semplicemente per una questione di equilibrio.

PRESIDENTE. Lo accetta così come riformulato e lo poniamo in votazione, giusto? Bene.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3132-AR/128 Osnato, così come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

Ordine del giorno n. 9/3132-AR/129 Dall'Osso: va bene.

Ordine del giorno n. 9/3132-AR/130 Muroni, favorevole con riformulazione: accetta? Sì.

Ordine del giorno n. 9/3132-AR/131 Fioramonti, favorevole con riformulazione: non vedo segnali, quindi penso sia accettato.

Ordine del giorno n. 9/3132-AR/135 Fusacchia, favorevole con riformulazione: accetta? Sì.

Ordine del giorno n. 9/3132-AR/143 Trano, favorevole con riformulazione: l'accetta, onorevole Trano? Sì.

Ordine del giorno n. 9/3132-AR/144 Corda: accetta, onorevole Corda? Sì.

Ordine del giorno n. 9/3132-AR/146 Giuliodori, favorevole con riformulazione: accettate? No? Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3132-AR/146 Giuliodori, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Ordine del giorno n. 9/3132-AR/147 Bucalo, favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Accetto la riformulazione e ringrazio il Vice Ministro, ma chiedo la votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3132-AR/147 Bucalo, così come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 5).

Ordine del giorno n. 9/3132-AR/148 Gemmato, favorevole con riformulazione: accetta, onorevole Gemmato? Sì.

Ordine del giorno n. 9/3132-AR/149 Foti, il parere è contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Presidente, non voglio dilungarmi, perché il nostro ordine del giorno - e ringrazio il collega Foti di aver sottolineato la sua importanza - cerca, negli impegni, di dirimere due criticità che esistono in Italia: da una parte, c'è una spesa folle inserita nel 2018 - molti la votarono, ma oggi sono pentiti, anche nelle dichiarazioni stampa che ne fanno -, e, dall'altra, c'è una necessità, che si evidenzia in questa nostra Nazione, che, come strumento di lotta alla povertà, non ha portato alcun esito e, addirittura, alcun beneficio in termini di politiche attive del lavoro, se non per i navigator. Parlo, ovviamente, del reddito di cittadinanza. In queste ore abbiamo sentito il leader di Italia Viva chiamare al referendum, abbiamo sentito altre forze politiche certificare il fallimento di questo strumento e l'appello a cancellarlo.

Noi siamo per cancellare subito il reddito di cittadinanza, perché ha significato sperperi di risorse in questa nostra Nazione, perché ha significato dare soldi a criminali: solo nel 2020, 50 milioni sono finiti nelle tasche di persone che non avevano diritto al reddito di cittadinanza, ma dobbiamo dire grazie all'azione repressiva delle Forze dell'ordine, non a quella di controllo dei Ministeri competenti, perché da parte dell'INPS, di Tridico in particolare, c'è stata latenza in quest'ottica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Ebbene, non possiamo più essere ipocriti in questo Parlamento. Di fronte alle famiglie in ginocchio in questa nostra Nazione, alla necessità di indebitare le future generazioni per tirare fuori miliardi per sostenere la nostra economia, ci si deve schierare, oggi, non domani con i referendum, non dopodomani con le enunciazioni via stampa: o si è a favore o si è contro il reddito di cittadinanza, o si è a favore o si è contro strumenti di lotta reale alla povertà che non entrino in concorrenza con il mercato del lavoro, che sta mettendo in ginocchio anche quelle attività produttive che stiamo aiutando, come le attività turistiche, di ristorazione, agricole, che non trovano gente italiana che lavori (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché hanno un reddito che è analogo, stando a casa, rispetto a quello percepito in eventuali attività di questa natura.

E, allora, stiamo soffocando il mondo dell'impresa, non stiamo aiutando i nostri giovani ad avere nella testa la necessità e la voglia di poter trovare lavoro, e questo veleno, inserito in questo Parlamento nel 2018, si chiama reddito di cittadinanza. E, allora, ci saremmo aspettati dalla collega Castelli, in rappresentanza del Governo Draghi, un Governo ad ampia maggioranza, almeno le parole “a valutare l'opportunità di” verificare se questo strumento ha fallito, perché ci sono forze politiche che hanno detto che questo strumento ha fallito. In questo Parlamento ci sarebbe la maggioranza per approvare questo ordine del giorno, dando un'indicazione oggi per evitare altri miliardi: solo in questo decreto c'è un miliardo in più, rispetto ai quattro miliardi già previsti, per il reddito di cittadinanza.

Allora, il mio invito, rivolto a chi è contro il reddito di cittadinanza, è a votare a favore di questo ordine del giorno e, ovviamente, a definire - perché questo dice l'ordine del giorno - come ricercare strumenti di lotta alla povertà che siano davvero efficaci. È il momento della verità: vediamo chi, tra le forze politiche, è davvero convinto, magari pentito, che questo strumento sia fallimentare, che non serve a questa nostra Nazione, alla nostra economia, alle nostre imprese; è servito a qualcuno per arrivare sui banchi di questo Parlamento e restarci ancorato a prescindere da qualsiasi evento di natura naturale o sovrannaturale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3132-AR/149 Foti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/3132-AR/150 Bellucci, favorevole con riformulazione. Accetta?

Ha chiesto di parlare l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). La ringrazio, Presidente. Sottosegretario Castelli, con questo ordine del giorno n. 9/3132-AR/150 volevamo catturare la vostra attenzione, rispetto alla tematica dei bambini affidati, ma illecitamente, e dei bambini che, nelle case famiglia, vengono abusati e maltrattati.

Purtroppo, i fatti di Massa-Carrara, gli ultimi che ci sono stati, sono fatti orribili: bambini che venivano alimentati con cibo scadente, che venivano violati nel corpo e nell'anima, che dormivano in giacigli di fortuna, che vivevano nella sporcizia, che venivano maltrattati, ai quali, addirittura, venivano somministrati psicofarmaci senza un'attenzione puntuale. Questo è quello che viene rilevato dall'inchiesta che è stata portata avanti.

Siccome, purtroppo, questi fatti esistono in Italia, esistono, sì, servizi e case famiglia che operano amorevolmente, ma esistono anche queste case famiglia, che possiamo definire, senza ombra di dubbio, degli orrori. Allora, le istituzioni devono entrare in campo e assumersi la responsabilità.

Con questo ordine del giorno, vi volevamo chiedere soltanto di pensare ad un fondo, che potesse ristorare e prendersi cura di questi minori, che sono stati violati anche dalle istituzioni, anche da uno Stato che non ha esercitato quel compito di monitoraggio, di controllo, di presenza, di protezione dei più fragili. E non ci sono certamente più fragili di quei minori, che sono senza famiglia, allontanati dalla famiglia e, a volte, purtroppo, troppo spesso, ingiustamente.

Allora, sottosegretario, la riformulazione “a valutare l'opportunità di…” lascia veramente basiti, perché che cosa si deve valutare? Anche utilizzare queste parole, che oggi vengono proposte negli ordini del giorno, a volte, è come se fosse - mi permetta di dire - un fatto burocratico. Già l'ordine del giorno è ben poca cosa, ma, oltretutto, inseriamo parole che umiliano ulteriormente chi è già umiliato, vessato, piegato. Abbiamo la responsabilità di restituire giustizia, protezione, di far credere che c'è uno Stato che, se sbaglia, poi si rende conto e interviene in maniera prioritaria e massiva. Allora, il peso di queste parole è troppo ingente: sono macigni. Le chiedo di poterci ripensare, di poter accogliere questo ordine del giorno così com'è o, almeno, di immaginare una rimodulazione che non sia “a valutare l'opportunità di”, perché non c'è nulla da dover valutare in termini di “opportunità”: è una questione di giustizia e di protezione. Quindi, mi appello alla sua capacità di poter riflettere sulle parole e immaginare un'altra rimodulazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Vice Ministro Castelli. Ne ha facoltà.

LAURA CASTELLI, Vice Ministra dell'Economia e delle finanze. Presidente, la riformulazione non era un'umiliazione, ma, visto che l'impegno chiede l'istituzione di un fondo, abbiamo necessità di dare un limite. Quindi, se lei vuole, togliamo: “a valutare l'opportunità di” e aggiungiamo alla fine: “nei limiti dei saldi di finanza pubblica” (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Così, la accetta, onorevole Bellucci?

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Sì, accetto la riformulazione e la metto al voto dell'Aula.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3132-AR/150 Bellucci, così come è stato riformulato dalla Vice Ministra Castelli, con parere favorevole del Governo,

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 7).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3132-AR/151 Lollobrigida: accetta la riformulazione?

Ha chiesto di parlare l'onorevole Meloni. Ne ha facoltà.

GIORGIA MELONI (FDI). Grazie Presidente. Dunque, Vice Ministro Castelli, questo ordine del giorno di Fratelli d'Italia, nel suo impegno, recita la richiesta al Governo di riaprire tempestivamente e in sicurezza le discoteche, per consentire la ripartenza di uno dei settori che sono stati maggiormente colpiti durante la pandemia. Lei ci propone un'ipotesi alternativa di ordine del giorno, una riformulazione, con la quale ci dice che il Governo vorrebbe: “a valutare l'opportunità di…”. Scusi, Vice Ministro Castelli, che cos'è che dovete valutare? In questi giorni, abbiamo visto migliaia di persone che ballavano in piazza per la vittoria dell'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), migliaia di persone che ballavano in piazza per il gay pride (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), migliaia di persone che ballavano in piazza ovunque (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e mi state dicendo che dovete valutare se la gente può ballare, dove c'è qualcuno che potrebbe verificare le norme di sicurezza? Ma vi rendete conto del delirio delle cose che sostenete? Qual è il problema che avete con queste persone che vi chiedono semplicemente di poter lavorare? Che non vi chiedono, così, il reddito di cittadinanza? Perché questa gente vuole lavorare! Sono migliaia di famiglie e migliaia di operatori allo stremo, che sono stati i primi a chiudere e gli unici che non hanno ancora riaperto, che stanno aspettando una risposta del Governo, per vivere del loro lavoro e non dei vostri sussidi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Quindi, credo che non ci sia assolutamente nulla da valutare, perché, come la gente balla fuori dalle discoteche, con l'autorizzazione delle istituzioni, giustamente, può ballare anche dentro le discoteche, con l'autorizzazione delle istituzioni. Quindi, mi aspetto che lei, adesso, rilegga bene questo ordine del giorno, ritiri la sua proposta di riformulazione e che quest'Aula, una volta tanto, nel rispetto del lavoro dignitoso delle persone, approvi questo scontato ordine del giorno di Fratelli d'Italia. E mi aspetto, ovviamente, che, a maggior ragione, lo votino coloro che hanno già sostenuto questo settore sulle loro pagine Facebook e sui comunicati stampa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché poi bisogna essere conseguenti e coerenti con le cose che si sostengono (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Meloni. Quindi, intendo che la riformulazione non è accettata dall'onorevole Lollobrigida.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). La ringrazio, Presidente Mandelli. La considerazione in premessa da fare è che, perfino in un provvedimento importante come questo, che tocca molti e rilevanti aspetti della vita sociale ed economica del nostro Paese, quando ci si trova nelle circostanze di aver avuto magari un dibattito importante e approfondito in Commissione, ma di aver posto la fiducia in Aula, il dibattito, inevitabilmente, si incanala nel momento della discussione degli ordini del giorno. Questo accade in tutte le stagioni, con tutti i decreti e con tutte le maggioranze e, anche in questa stagione, siamo nella stessa medesima condizione rispetto alle precedenti.

La seconda considerazione è che gli amici di Fratelli d'Italia pongono - in maniera intelligente dal loro punto di vista di partito di opposizione - questioni politiche rilevanti, che, però, drammaticamente, non possono essere ricondotte a una discussione di cinque minuti di illustrazione e cinque minuti di dichiarazione di voto sugli ordini del giorno, in appendice ad un decreto-legge che tratta molte altre materie.

Allora, come su questo, che è un tema che Forza Italia conosce bene da vicino, che considera sensibile e che ha posto, in qualche modo, all'attenzione della maggioranza e del Governo, così sul reddito di cittadinanza, che è una questione rispetto alla quale Forza Italia esprime le sue più profonde convinzioni critiche, tanto è vero che non l'ha sostenuta quando è stato istituito, e continua a non sostenerla adesso e crede che si debba superare. Sono tanti i temi che, attraverso lo strumento dell'ordine del giorno, possono essere messi all'attenzione dell'Assemblea, ma il metodo di trattazione di temi così rilevanti merita un dibattito, probabilmente, più ampio, più approfondito e, ancora, strumenti diversi.

È per questa ragione che Forza Italia voterà, insieme ai colleghi della maggioranza, secondo il parere che il Governo esprime, non perché sottovaluti i temi posti che Forza Italia spesso e volentieri condivide o che, addirittura, per prima ha messo in campo negli anni passati, ma perché la discussione residua di questi temi, seppure importanti, non fa onore al Parlamento in quanto tale che, su temi come questi, normalmente, dovrebbe essere abituato ad un confronto ampio, serio, prolungato e approfondito.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori, se non ho capito male, l'onorevole Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Sull'ordine dei lavori, Presidente, perché il collega Baldelli, che ha capacità cognitive elevate, ma, soprattutto, conoscenza di quest'Aula, ha fatto affermazioni sul metodo di utilizzo degli strumenti che i nostri Regolamenti ci forniscono, tra cui gli ordini del giorno. Ora, il collega Baldelli ha messo in discussione l'utilità degli ordini del giorno e, quindi, immagino che, nella Giunta per il Regolamento, di cui fa parte, lavorerà per l'abolizione di uno strumento che, evidentemente, egli ritiene superato nei fatti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Però, Presidente, io colgo l'occasione - l'ho fatto nella Conferenza dei capigruppo e lo rifaccio qui -, per dire: colleghi, questa fiducia sul “decreto Sostegni” è stata posta da una maggioranza composta dal 90 per cento dei parlamentari della Repubblica di fronte a 20 - dico 20 - emendamenti di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Noi avremmo voluto discutere, come chiede il collega Baldelli, ma questa maggioranza ha paura di sé stessa, perché entra in contraddizione su tutto, sul reddito di cittadinanza che, è vero, Forza Italia, sui giornali, annuncia di voler abolire, ma lo rifinanzia con il suo voto favorevole su questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! È vero che altre forze politiche lo enunciano, ma lo finanziano in questo decreto! Allora, collega, se vogliamo lavorare domani a una proposta da approfondire rapidamente in Parlamento, anche nel mese di agosto, per raggiungere questi obiettivi, facciamolo, perché l'Italia non ha tempo da perdere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede d'intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3132-AR/151 Lollobrigida, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3132-AR/152 Prisco, sul quale c'è una riformulazione, che è accettata.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3132-AR/153 Meloni.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Adelizzi. Ne ha facoltà.

COSIMO ADELIZZI (M5S). Presidente, semplicemente per dire che quest'ordine del giorno tratta un tema che sta particolarmente a cuore al MoVimento 5 Stelle, ovvero si chiede di prevedere - leggo testualmente - il riconoscimento di una premialità per i datori di lavoro privati che, al termine della fruizione dei trattamenti di integrazione salariale, siano stati in grado di mantenere i livelli occupazionali del mese di febbraio 2020. Chiedo ai colleghi firmatari di Fratelli d'Italia di poterlo sottoscrivere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Quindi, aggiunge la sua firma all'ordine del giorno n. 9/3132-AR/153 Meloni, sul quale c'è il parere favorevole.

C'è qualcun altro che intende intervenire?

Ha chiesto di parlare l'onorevole Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Semplicemente, Presidente, perché volevamo mettere ai voti questo ordine del giorno. Ringrazio il Vice Ministro e anche il collega del MoVimento 5 Stelle.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3132-AR/153 Meloni, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 9).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3132-AR/156 Maschio, sul quale c'è una riformulazione, che è accettata.

Sull'ordine del giorno n. 9/3132-AR/157 Varchi, che era già stato illustrato dal Vice Ministro, c'è un parere favorevole con riformulazione, che è accettata.

Sull'ordine del giorno n. 9/3132-AR/159 Rampelli, c'è un parere favorevole con riformulazione, che è accettata.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3132-AR/160 Bignami, accolto come raccomandazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Questa proposta di Fratelli d'Italia nasce dalla convinzione che oggi si debba riflettere sulle esigenze che si apriranno quando, a breve, cesserà la possibilità di una sospensione di cartelle e di sospensioni varie, cercando di programmare il futuro di una ripresa normale, senza affidarsi a strumenti e palliativi che, lo abbiamo già visto in occasione delle misure assunte sullo sblocco dei licenziamenti, se non affrontati in tempo e con programmazione, rischiano di generare situazioni di confusione il cui costo finale, poi, ricade sui cittadini, sui lavoratori e sugli italiani. Con questa proposta, Fratelli d'Italia chiede, oggi, di potenziare strumenti che, togliendo interessi e sanzioni, consentano a quei cittadini, che si sono trovati nelle condizioni di non poter onorare i propri debiti nei confronti dello Stato, non per scelta, ma per necessità determinata dalla crisi economica derivante dalla pandemia, di poterlo fare, accedendo a strumenti deflattivi del contenzioso tributario che, altrimenti, verranno inevitabilmente attivati. È una scelta e Fratelli d'Italia ritiene che sia necessario compiere una scelta con nitidezza, facendo sì che la politica si riappropri di spazi che attualmente sono stati delegati interamente all'amministrazione finanziaria. Non è più concepibile che la politica, il legislatore e il Governo deleghino all'Agenzia delle entrate e alle amministrazioni finanziarie la possibilità di determinare cosa agli italiani è consentito fare e che cosa non lo è (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Deve essere il Governo ad assumersi la responsabilità, oggi, di dirlo, di dirlo con fermezza, con convinzione, con nitidezza, perché il quadro di incertezza, che ancora oggi c'è su questi temi, sta diventando ambiguità. Noi dobbiamo dire, oggi, agli italiani che, nella prospettiva di una ripresa dei pagamenti, certa, inevitabile, giusta e corretta, potranno farlo, senza la vessazione di uno Stato che pretende, ma non è in grado di essere chiaro su che cosa sarà consentito fare. Avevamo proposto un emendamento su questo; la posizione della fiducia l'ha superato. Abbiamo formulato un ordine del giorno e, oggi, ci sentiamo avanzare la proposta di un'ulteriore derubricazione a mera raccomandazione. Noi riteniamo - come ho detto in apertura - che sia il momento di dire parole chiare, di dirle con certezza, assumendosi tutte le responsabilità del caso. Fratelli d'Italia lo fa con questa proposta e riceviamo dal Governo un comportamento che, non solo la declina, ma si schiera con convinzione, purtroppo, ancora una volta, dalla parte di chi non è abituato a campare del proprio lavoro e che immagina un'Italia fatta di sussidi, di reddito di cittadinanza e di indennizzi. Non è l'Italia che Fratelli d'Italia vuole (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Grazie, Presidente. Mi rivolgo al Governo per fare presente che questo ordine del giorno, che sarebbe derubricato in raccomandazione, è riferito a un tema centrale in ordine ai contenziosi tributari, cioè all'utilizzo di tutti gli strumenti idonei, da un punto di vista deflattivo, ad evitare ulteriori contenziosi, ulteriori difficoltà da parte dei contribuenti, imprese e cittadini, che si trovano in una situazione di grandissima difficoltà per la pandemia, ma anche in funzione del fatto che comunque l'ordinamento del contenzioso tributario necessita di una forte e precisa riforma e revisione.

Da questo punto di vista, noi come gruppo certamente aderiamo alla posizione del Governo, ma sollecitiamo, se possibile, l'eventuale cambio di parere, perché è un tema sul quale dovremo comunque intervenire. Non c'è solo la giustizia civile e penale. Mi riferisco alla giustizia tributaria, soprattutto con riguardo alla implementazione degli strumenti deflattivi, il ravvedimento operoso e la possibilità che non si continui a determinare una pressione fiscale anche post accertamento, che diventa totalmente insostenibile nel mantenimento soprattutto delle regole attuali del contenzioso tributario. Credo che ciò sia del tutto coerente anche con lo spirito e la ratio di questo Governo e con il fatto che comunque, anche nell'attuazione del PNRR e nell'utilizzo di tutti i fondi che avremo sulla parte relativa al prelievo fiscale, se manteniamo questo tipo di assetto del contenzioso tributario, sarà molto difficile in qualche modo riuscire a rispondere in questo momento alle esigenze dei contribuenti e di tutti i cittadini.

Poi, al di là di come è articolato e di quali sono i passaggi e le formulazioni, visto che questo è un intendimento chiaro che mi sembra venga anche dal MEF, chiedo se è possibile cambiare parere ed eventualmente riformularlo, senza non dire “no” completamente rispetto a un superamento. È una raccomandazione - ho capito - ma non penso che diventi così fuori da ogni tolleranza di impegno la possibilità di assumere un impegno di questo tipo: è nella tolleranza e nell'ambito dello spirito dell'iniziativa che c'è.

Se poi c'è una possibilità - vedo che parla con il presentatore - da questo punto di vista, il nostro gruppo ritiene che sia un argomento che comunque deve essere affrontato e che è sistemico nell'ambito della giustizia: non ci dimentichiamo della giustizia tributaria (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3132-AR/160 Bignami, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Passiamo, quindi, all'ordine del giorno n. 9/3132-AR/161 Porchietto: è accettato. L'ordine del giorno n. 9/3132-AR/162 Lucaselli è riformulato: accetta la riformulazione? Sì.

Ordini del giorno dal n. 9/3132-AR/163 Viscomi al n. 9/3132-AR/169 Marin: va bene.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3132-AR/170 Testamento: parere favorevole con riformulazione: accetta la riformulazione, onorevole Testamento? Sì. Sull'ordine del giorno n. 9/3132-AR/171 Costanzo vi è parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3132-AR/172 Colletti, vi è un parere favorevole con riformulazione: accetta la riformulazione? No, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3132-AR/172 Colletti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3132-AR/173 Caiata, parere favorevole con riformulazione: va bene. Poi abbiamo l'ordine del giorno n. 9/3132-AR/174 Delmastro Delle Vedove, che accetta la riformulazione. Ordine del giorno n. 9/3132-AR/178 Sapia, parere favorevole con riformulazione: non è accettata la riformulazione e lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3132-AR/178 Sapia, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3132-AR/179 Massimo Enrico Baroni, parere favorevole con riformulazione; non si accetta la riformulazione. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Trano. A lei la parola.

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). Presidente, la storia di questo ordine del giorno è una lunga storia, che nasce con la scorsa legge di bilancio. In realtà, il proponente è la mia collega, onorevole Piera Aiello, che aveva presentato questo atto di indirizzo su un tema che è molto, molto, molto sensibile, proprio perché la pandemia, il COVID, ha acuito ancor di più dei fenomeni delle organizzazioni criminali che stanno fagocitando centinaia di imprese, che sono vittime di usura e che sono vittime di racket. Noi, con grande sensibilità, già molti mesi fa avevamo interloquito con il Governo per cercare una mediazione, ma soprattutto una soluzione a tal riguardo. Mi creda: nonostante in Commissione bilancio noi abbiamo sostenuto l'emendamento presentato dalla collega Aiello, non c'è stato alcun verso di poter convincere questo Governo a dare una risposta concreta sulle norme che vanno a implementare misure di contrasto del racket.

Noi ci abbiamo provato in tutti i modi, anche perché abbiamo spiegato con calma e con dovizia di dettagli che, purtroppo, anche corroborati dai dati della Guardia di finanza, c'è una continuità, anzi c'è una crescita considerevole delle tante imprese che oggi purtroppo fanno dei passaggi di proprietà, e questi proprietari purtroppo appartengono a queste organizzazioni.

Perché? Perché essendo una crisi di liquidità, la liquidità, oggi, oltre alle banche ce l'hanno i clan mafiosi. Ebbene, noi abbiamo provato in Commissione bilancio con questo “decreto Sostegni” a dare attuazione all'emendamento dell'onorevole Aiello, grazie alla convinzione che l'ordine del giorno approvato in legge di bilancio, che tra l'altro citava espressamente di essere inserito in un prossimo strumento normativo, contenesse la previsione di sostenere delle risorse per alimentare il fondo antiracket. Purtroppo, non è valso a niente.

Noi oggi ci troviamo in una situazione davvero imbarazzante perché, nonostante abbiamo provato a parlare con i relatori e il Governo, questi ultimi sono sordi di fronte a un tema delicatissimo, molto delicato. Mi creda, Presidente: io capisco che i colleghi sono distratti dei cellulari, sono distratti da tante altre cose, ma noi qui veramente ci giochiamo anche la credibilità del Parlamento! Quali sono gli strumenti messi in campo? Quali sono, se oggi stiamo fronteggiando uno tsunami che sta investendo tantissime delle nostre imprese, ma soprattutto quelle legate al comparto turistico alberghiero e della ristorazione?

Io davvero, Presidente, non ho parole e non mi spiego come su un ordine del giorno come quello presentato a firma del collega Baroni, che ripropone, tra l'altro, l'emendamento della Aiello, supportato dall'ordine del giorno approvato all'unanimità da quest'Aula, oggi addirittura venga espressa la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Che cosa dobbiamo valutare noi? Cos'altro dobbiamo valutare dopo tutto questo? Quindi, Presidente, è davvero sconcertante quello che sta avvenendo. Pertanto, io chiedo alla rappresentante del Governo, quantomeno, di eliminare la riformulazione “a valutare l'opportunità di” perché è inopportuno che ci sia su questo ordine del giorno, è davvero inopportuno, ma soprattutto chiedo che abbiano un sussulto di dignità, che diano un segnale per la lotta al contrasto delle mafie. Ormai, Presidente, non so che ruolo abbiamo noi parlamentari, se ancora rappresentiamo i cittadini e se possiamo portare le istanze, dall'esterno, all'interno del palazzo. Davvero, Presidente, io sono molto sconcertato e molto deluso ma spero davvero in un ravvedimento del Governo. Io mi aspetto che venga riformulato immediatamente e che si possa avviare una fase interlocutoria per piazzare un emendamento in un futuro e prossimo strumento normativo, senza attendere più nulla perché non abbiamo più nulla da attendere. Quindi, Presidente, io spero, per il suo tramite…

PRESIDENTE. Concluda.

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È).…che il Governo possa veramente fare uno scatto di orgoglio, soprattutto per difendere quei tanti imprenditori che sono vessati da questi usurai (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. La ringrazio. Ha chiesto di parlare l'onorevole Aiello. Ne ha facoltà.

PIERA AIELLO (MISTO). Buonasera, Presidente. Chiedo un minuto di attenzione da parte dei miei colleghi perché sto affrontando una cosa molto importante. Intanto, appongo la firma sull'ordine del giorno del collega Trano.

Colleghi, vi voglio portare indietro con la mente a fine anno, alla legge di bilancio: tutti noi abbiamo votato all'unanimità un ordine del giorno molto importante e molti di voi lo hanno anche sottoscritto. Questo ordine del giorno doveva diventare un emendamento nel primo decreto favorevole. Io l'ho presentato, l'ho presentato in questo “decreto Sostegni”. Ho mandato il 15 giugno un sms al Vice Ministro Garavaglia nonché al Vice Ministro Castelli, dove chiedevo che questo emendamento potesse andare avanti perché tutela gli imprenditori vittime di racket e di usura. Noi tutti avevamo votato l'ordine del giorno all'unanimità in quest'Aula e questo emendamento doveva andare avanti per forza, perché avrebbe fatto risparmiare tanti soldi al Governo e avrebbe aiutato tantissimi imprenditori vittime di racket. Invece, in questo “Sostegni-bis” è stato accantonato per tutto il tempo, costringendomi a stare lì a seguire quell'emendamento e, alla fine, non è neanche stato preso in considerazione. La responsabilità è del Governo, non di noi colleghi, perché noi l'abbiamo votato, la responsabilità è del Governo che non l'ha neanche preso in considerazione. Vorrei capire da questo Governo come vuole fare la lotta alla mafia, come vuole fare la lotta alla criminalità organizzata, come vuole difendere gli imprenditori che denunciano e che sono ormai costretti a chiudere le aziende. Questo Governo non vuole fare la lotta alla mafia ma io questo emendamento lo porterò in qualsiasi provvedimento utile, fino a quando questo Governo sordo non mi ascolterà (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la Vice Ministra Castelli. Ne ha facoltà.

LAURA CASTELLI, Vice Ministra dell'Economia e delle finanze. Presidente, se la presentatrice ritiene di poter accettare che alla fine dell'impegno di un ordine del giorno che lei propone come una vera e propria proposta di legge - perché questo è l'impianto che giustamente la presentatrice propone - si aggiunga la locuzione “limitatamente ai saldi di finanza pubblica”, per noi va bene. Ho già consigliato alla presentatrice di continuare a lavorare con i Ministeri competenti in quanto gli emendamenti sono stati bocciati perché non avevano tutti i pareri favorevoli e non è una questione di cattiveria del Governo. Come il Presidente sa, e può comunicare per mio tramite, l'approvazione di un emendamento è vincolata al parere favorevole dei Ministeri competenti. Sono certa che in questi mesi che abbiamo davanti, se viene fatto un lavoro approfondito nei Ministeri competenti attraverso le forze politiche, oppure con gli strumenti che i parlamentari hanno a disposizione per presentare proposte di legge, questi pareri che oggi non sono favorevoli da parte di tutti i Ministeri competenti, perché non è solo uno, magari possono portare alla formulazione di un testo che può essere approvato con un parere favorevole. Ad oggi, non è questa la condizione. Capisco la rabbia della presentatrice, a cui ripropongo di sopprimere la locuzione “a valutare l'opportunità di” e aggiungere, alla fine, la locuzione “nei limiti di finanza pubblica”, ma - ripeto - è il caso, secondo noi, di procedere per questa strada perché ad oggi l'emendamento che la collega propone ha ancora delle difficoltà nei numerosi Ministeri competenti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (MISTO-L'A.C'È). Intervengo ovviamente per conto del mio collega Baroni. Inserire la locuzione “limitatamente ai saldi di finanza pubblica”, in sé e per sé, non è un problema perché comunque il Governo, attualmente, ha fondi di riserva tali per cui sarebbe molto facile dare seguito all'approvazione di questo ordine del giorno. Tant'è vero che lo stesso Governo ha facilmente trovato milioni e milioni di euro per le varie marchette che sono servite a puntellare la maggioranza, al fine di votare questo “decreto Sostegni” (Applausi dei deputati del gruppo applausi Misto-L'Alternativa c'è). Quindi, io sono sicuro che, siccome l'ordine del giorno del collega Baroni riguarda il Fondo di garanzia per le vittime del racket, questo Governo dovrebbe trovare i fondi necessari non in una settimana, dovrebbe trovarli in 24 ore perché basterebbe smuoversi al Ministero dell'Economia e trovarli. Basta davvero una penna per muoverli e loro possono farlo. Proprio per questo motivo accetto la riformulazione.

PRESIDENTE. Hanno chiesto parlare l'onorevole Trano e l'onorevole Aiello. Voi avete finito il tempo. L'onorevole Aiello è già intervenuta, non può intervenire due volte. Onorevole Trano, lei ha finito il tempo. Purtroppo, il Regolamento è questo. Su che cosa vuole intervenire onorevole Trano?

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). Presidente, per sottoscrivere l'ordine del giorno, perché non lo avevo sottoscritto prima. E chiedo anche di intervenire.

PRESIDENTE. Purtroppo, come sa, aveva 5 minuti a disposizione e li ha esauriti. La regola è uguale per tutti, non possiamo andare oltre quello che dice il Regolamento. Questo è e questo rimane.

Quindi, se nessun altro intende intervenire, passiamo ai voti sull'ordine del giorno n. 9/3132-AR/179 Massimo Enrico Baroni. Avete accettato la riformulazione? Bene, se l'avete accettata, andiamo avanti.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3132-AR/180 Forciniti, sul quale c'è una riformulazione, che è accettata.

A questo punto, c'è da recuperare l'ordine del giorno n. 9/3132-AR/182 Trancassini, che era sfuggito e aspettiamo quindi il parere della Vice Ministra.

LAURA CASTELLI, Vice Ministra dell'Economia e delle finanze. Il parere è favorevole se l'ordine del giorno viene riformulato inserendo, alla fine dell'impegno, la locuzione “nei limiti dei saldi di finanza pubblica”.

PRESIDENTE. L'onorevole Trancassini accetta la riformulazione del suo ordine del giorno. Siamo quindi arrivati alla fine.

Siccome si sta verificando un accordo per la continuazione dei lavori, sospendo cinque minuti la seduta, per capire esattamente cosa i gruppi intendano proporre alla Presidenza. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 18,15, è ripresa alle 18,20.

PRESIDENTE. Secondo le intese intercorse tra tutti i gruppi, proseguiamo con le dichiarazioni di voto finale fino alle 19,40, per poi sospendere la seduta, al fine di consentire la sanificazione dell'Aula. La votazione finale del provvedimento avrà luogo alla ripresa notturna della seduta, alle ore 21.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3132-A/R​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Al fine di rispettare il termine delle ore 19,40, invito i gruppi a contenere i tempi degli interventi. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tasso. Ne ha facoltà, con quella raccomandazione che ho appena fatto.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE-PSI). Presidente, per l'economia dei lavori, dichiaro solamente il voto favorevole e mi taccio (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Emanuela Rossini. Ne ha facoltà.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Presidente, in questo provvedimento riteniamo importante l'obiettivo conseguito, quello di intervenire con misure di sostegno, che possano anche produrre le condizioni per introdurre politiche attive di ripresa ed equità sociale, una coerenza tra sostegni e sussidi con indirizzi che possano contribuire a una continuità economica. Come componente, riteniamo importante il rinnovo e l'incremento del Fondo della montagna e anche l'aver dato attenzione a un sostegno delle filiere agricole. Poi, il Fondo per le politiche della famiglia sarà molto importante per i comuni, che potranno così potenziare i centri estivi e i servizi socioeducativi territoriali. Come autonomia, infine, riteniamo positive anche le scelte operate per le modalità di ripartizione tra le regioni a statuto speciale e le province autonome delle risorse del Fondo per l'esercizio delle funzioni delle regioni a statuto speciale per il 2021. Per queste ragioni, esprimiamo un voto favorevole sul provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Muroni, che non vedo. L'onorevole Lupi mi ha pregato di ritardare un minuto, perché è in arrivo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lapia. Ne ha facoltà. Se facciamo intervenire l'onorevole Lapia in dichiarazione di voto, vi sono grato. Grazie, onorevole Bonafede.

MARA LAPIA (MISTO-CD). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, mai nella storia della nostra Repubblica abbiamo affrontato una crisi di tale gravità, scatenata dalla pandemia con così drammatiche conseguenze dal punto di vista umano e sanitario e, inevitabilmente, dal punto di vista sociale ed economico. L'attuale Governo e quello precedente sono riusciti ad ottenere una quantità di risorse senza precedenti. Questo risultato costituisce l'occasione irripetibile di realizzare politiche pubbliche espansive e di lasciarci alle spalle definitivamente gli anni di austerità, che hanno caratterizzato l'ultimo decennio. Solo attraverso investimenti strutturali i nostri figli potranno tornare a vedere un futuro luminoso, più ricco di sogni, di prospettive e di speranze. Le ricadute sul nostro sistema produttivo, le cui attività sono state per mesi ridotte o sospese, sono state veramente pesanti, in particolar modo sui lavoratori autonomi e sulle partite IVA. Mi riferisco a chi si è dovuto fermare per malattia o per quarantena, alle sospensioni di molte attività di imprese committenti, alle limitazioni della circolazione tra i territori. Non dimentichiamo che queste categorie non hanno potuto godere degli ammortizzatori sociali, di cui hanno fruito molte altre categorie.

Non dimentichiamo, in secondo luogo, che le suddette e tutta la piccola e media impresa costituiscono l'ossatura della nostra economia, l'essenza della nostra Nazione, il fiore all'occhiello dell'Italia nel mondo, grazie al nostro straordinario talento.

Federcontribuenti ha rilevato recentemente che il 25 per cento degli autonomi si trova ad oggi al di sotto della soglia di povertà, ma è il turismo il settore che ha pagato di più.

A livello europeo l'Italia è il Paese con il più alto numero di esercizi ricettivi, il secondo Paese per presenze straniere e tra i primi quattro per presenze delle strutture ricettive in Europa. Il suo sviluppo pone le proprie basi sulla ristorazione, sui trasporti, sulle attività di intermediazione, sui servizi culturali e ricreativi e sul commercio. Ma l'immagine che questa crisi ci ha consegnato è quella di un'Italia più divisa, con maggiori disparità sociali e un progressivo divario tra Nord e Sud. Soprattutto nelle regioni meridionali, nelle isole e nelle periferie delle grandi città sono emerse le fragilità del nostro welfare.

Riteniamo un piccolo passo in avanti l'istituzione di un fondo, contenuto in questa legge, in favore dei comuni, al fine di adottare misure urgenti di solidarietà alimentare e di sostegno alle famiglie che versano in uno stato di bisogno per il pagamento dei canoni di locazione e delle utenze domestiche.

Il provvedimento su cui oggi quest'Aula è chiamata ad esprimersi mobiliterà in favore delle categorie produttive e sociali duramente colpite un ammontare di risorse imponenti e Centro Democratico accoglie positivamente le misure che sono contenute oggi in questo testo. Mi riferisco, in particolar modo, agli ulteriori contributi a fondo perduto a favore dei titolari di partite IVA che svolgono attività di impresa, arte o professione e che hanno subito un calo di almeno il 30 per cento del fatturato tra aprile del 2020 e aprile del 2021. Per ciò che attiene al comparto turistico, dicevo, riteniamo rilevanti la proroga del credito d'imposta per canoni di locazione degli immobili previsto per le imprese turistico-ricettive.

Ed eccoci ai profili sanitari: la comunità scientifica ha più volte dibattuto sulle conseguenze indesiderate di medio e lungo periodo che si possono ripercuotere sulla salute dei pazienti contagiati e poi guariti dal COVID. Per questo motivo riteniamo di notevole portata la previsione della presa in carico da parte del Servizio sanitario nazionale, mediante un programma di monitoraggio, degli ex pazienti dimessi dagli ospedali e poi guariti senza spese a carico di essi.

Non di minore importanza la previsione di un credito d'imposta a beneficio delle imprese che svolgono attività di ricerca e sviluppo di farmaci innovativi, inclusi i vaccini.

Ancora, il Fondo per il trasferimento tecnologico sarà indirizzato anche al potenziamento di ricerca e allo sviluppo e alla riconversione industriale del settore biomedicale che miri alla produzione di nuovi farmaci e vaccini per fronteggiare le patologie infettive emergenti. Non possono che essere accolti e condivisi, inoltre, gli interventi concernenti le liste di attesa relative alle presentazioni di ricovero ospedaliero programmabile e a quelle di specialistica ambulatoriale non erogate nel 2020 a causa dell'emergenza. La deroga del regime tariffario prevista è una misura che risponde adeguatamente ai disagi emersi in quest'ultimo anno e mezzo. Tuttavia, Presidente, mi permetto di porre alla vostra attenzione il pesante deficit di personale sanitario pubblico che presta servizio nei territori più disagiati.

Riteniamo di fondamentale rilevanza gli ordini del giorno, oggi accolti dal Governo, presentati da me, di Centro Democratico, e dalla mia collega Cardinale, che prevedono incentivi economici per i medici che operano nei presidi ospedalieri delle zone disagiate e per i medici di base al servizio di tali comunità al fine di incoraggiarli a prestare la loro opera a favore di queste porzioni di popolazione. Le indennità consentirebbero loro di far fronte ai disagi relativi agli spostamenti dovuti all'inefficienza delle infrastrutture e dei trasporti e alle peculiari caratteristiche morfologiche e urbanistiche di questi territori disagiati.

Concludo, evidenziando, ancora una volta, le conseguenze di natura psicologica che questa pandemia ha prodotto. Mi riferisco, in particolare, ai nostri figli, ai bambini e agli adolescenti. Tutti ben sappiamo quanto sia necessaria la figura dello psicologo di famiglia; ne parlo spesso in quest'Aula e non mi stanco di continuare a parlarne finché non si risolverà questo problema. Sappiamo che è necessaria questa figura, di supporto ai casi di particolare disagio, come quelli di pazienti affetti da patologie oncologiche e delle loro relative famiglie. Ci auguriamo che questo servizio sia presto garantito.

Oggi, però, non mi sento soddisfatta e non ci sentiamo soddisfatti in merito a quanto si è fatto e a ciò che, invece, si sarebbe potuto fare riguardo al problema della salute mentale.

Il testo in approvazione dispone il reclutamento straordinario di psicologi e operatori sanitari diretto a tutelare la salute psicologica individuale e collettiva, ma questo non è abbastanza. Una Nazione non si può ritenere civile se non offre un servizio su tutto il territorio nazionale per prevenire e curare le patologie psichiatriche e i disagi psicologici, e noi, non istituendo la figura dello psicologo di comunità, siamo ben lontani dal raggiungimento di tale scopo.

Avevamo una grande occasione per poterlo fare e non è stato fatto. Oggi il Governo ha dimostrato insensibilità in relazione a questo tema e anche indifferenza rispetto ai disagi legati al mondo della salute mentale che attanagliano oggi i nostri cittadini.

Non avete minimamente valutato il numero crescente dei disturbi alimentari nei giovani, l'uso eccessivo delle benzodiazepine, l'alcolismo, la depressione, i segnali d'allarme che ci sono arrivati dagli ospedali Meyer e Gaslini, il numero dei suicidi.

Ieri nel mio paese, un paese di poco più di due mila abitanti, si è suicidato un giovane ragazzo e noi non riusciamo a introdurre lo psicologo di famiglia. Ancora oggi avevamo la possibilità di farlo e non lo abbiamo fatto; possiamo solo sentirci in colpa, Vice Ministro, per questo.

Siamo in forte ritardo, ma abbiamo ancora tempo di lavorare e in tempi brevissimi dobbiamo farla, ossia una norma che preveda l'introduzione di tale figura. La volontà è politica, in quest'Aula si ottiene ciò che si vuole, lo ha detto bene stasera qualche collega. Qui otteniamo…Vice Ministro, mi ascolti, perché sto toccando un discorso importante. Si ottiene ciò che si vuole…Presidente, può attirare l'attenzione dell'Aula? Sto parlando di suicidi nei giovani e non tollero di non essere ascoltata su questo tema, alla luce del fatto che oggi mi porto un lutto dentro.

PRESIDENTE. Se facciamo intervenire l'onorevole che sta svolgendo la sua dichiarazione di voto, mi fate una cortesia e riusciamo ad andare spediti.

MARA LAPIA (MISTO-CD). Non è importante se non mi ascoltano i colleghi, voglio l'attenzione del Governo su questo tema, perché non accetto che, nella nostra comunità, non si intervenga su questo tema riguardo ai nostri giovani con responsabilità, perché ritengo di portarmi dentro questa responsabilità. Dato che continuo a parlarne in quest'Aula, auspico miglioramenti futuri per quanto riguarda la salute mentale e i nostri giovani.

Oggi nuovamente appoggio l'azione del Governo, a cui non è mai mancato il sostegno di Centro Democratico, ma con una promessa, che chiedo al Governo e a quest'Aula: maggiore sensibilità riguardo alla salute dei nostri cittadini. Allora, ci sarà il voto, mio personale e di Centro Democratico, con spirito di lealtà e di collaborazione, con la promessa, che ci siamo fatti, di pensare alla salute mentale dei nostri cittadini, perché c'è spazio per poterlo fare con volontà politica (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Centro Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fassina. Ne ha facoltà.

STEFANO FASSINA (LEU). Grazie, Presidente. Mi rendo conto che abbiamo tempi piuttosto limitati, però ritengo che dovremmo dedicare un'attenzione almeno minimale ad un provvedimento che, ricordo a tutti, è il più importante provvedimento di finanza pubblica dell'anno per quanto riguarda almeno la dimensione quantitativa.

Siamo a 40 miliardi di intervento sull'anno in corso, la legge di bilancio ne ha impegnati 25, il precedente “decreto Sostegni”, che abbiamo convertito in legge qualche settimana fa, ne ha impegnati circa una trentina.

Quindi siamo di fronte a un provvedimento importante in termini di finanza pubblica, un provvedimento che purtroppo, come in questo anno, senza responsabilità di nessuno, ma per evidenti ragioni di necessità, viene letto soltanto da una Camera; letto in senso effettivo, in senso di poter far conseguire alla lettura poi la fase emendativa e di approvazione. Quindi, ritengo che, nonostante i tempi stretti che abbiamo, al provvedimento vada dedicato un minimo d'attenzione e soprattutto vada rivendicato il ruolo del Parlamento, sebbene, appunto, sia un Parlamento che, per stato di emergenza, lavora secondo la logica del bicameralismo alternato. Devo dire che, anche con questo provvedimento, il nostro ruolo a mio avviso, pur nella consapevolezza dei tempi stretti e delle emergenze da affrontare, non è stato adeguatamente salvaguardato. Presidente, si è verificato un incidente in Commissione bilancio che voglio anche in questa sede sottolineare, perché dobbiamo trovare le correzioni (lo dico con spirito assolutamente costruttivo). Dobbiamo trovare le correzioni, perché quando la Commissione vota su un emendamento riformulato dal Governo e sul quale il Governo esprime parere favorevole (un emendamento importante perché sto parlando dell'emendamento che consente di posticipare la verifica di regolarità contributiva per il 2020, cioè il DURC 2020, per oltre 1 milione di partite IVA ai fini dell'ottenimento dell'esonero contributivo), ebbene, dopo un voto favorevole dato rispetto a un parere favorevole del Governo, poi, due, tre giorni dopo non si può arrivare in Commissione e stralciare un emendamento che riguarda una platea così rilevante - certamente è un emendamento non improvvisato - senza dare alla Commissione una spiegazione adeguata e dovendo faticare molto, come Commissione, per trovare poi la possibilità di recuperare almeno in parte il lavoro fatto.

Poi, a proposito del ruolo del Parlamento, Presidente, vorrei anche sottolineare l'anomalia - non mi prendo la responsabilità di non segnalarla - dell'articolo 11-quater, che riguarda Alitalia. Noi approviamo una norma che fa riferimento a una decisione della Commissione europea che non conosciamo. Il Parlamento italiano approva una norma che attua una decisione della Commissione europea che non conosciamo. Voglio segnalare questo, perché, a mio avviso, è un punto che rileva ai fini della qualità del processo democratico.

Entro rapidamente nel merito del provvedimento nel quadro che ho segnalato, innanzitutto sul terreno macroeconomico. Con questo provvedimento arriviamo per l'anno in corso a un intervento complessivo di finanza pubblica che è di circa 100 miliardi. Anche qui, vorrei sottolineare un dato che mi pare troppo trascurato nel dibattito, cioè la funzione fondamentale e decisiva che sta svolgendo e ha svolto in questi 18 mesi la Banca centrale europea. Noi riusciamo a fare interventi così rilevanti e a tenere i tassi di interesse a livelli così contenuti, su un debito che è arrivato a oltre il 160 per cento, perché c'è una politica monetaria adeguata. Segnalo al Governo e segnalo ai colleghi - mi permetto di segnalare ai colleghi - che è importante certamente quanto arriva dal Recovery Plan - i 25 miliardi che arriveranno nelle prossime settimane - ma la variabile di politica economica decisiva affinché la ripresa si possa consolidare e non venga soffocata è la politica monetaria. Su questo dobbiamo prestare la massima attenzione e mi pare che l'attenzione necessaria non vi sia.

Infine, segnalo alcuni punti specifici che meritano attenzione. Con il provvedimento che oggi convertiamo, come sapete, convertiamo anche un decreto importante, il decreto n. 99, che conteneva le misure sui licenziamenti, sulla proroga di alcune scadenze fiscali, sulle risorse per le agevolazioni agli investimenti delle imprese, la “Nuova Sabatini”. Ecco, su questo provvedimento, nella parte che riguarda i licenziamenti, c'è stata una grande discussione (anche in questi giorni c'è stata una grande discussione). Noi dobbiamo fare in modo che l'attenzione del Governo e del legislatore sia sull'occupazione e non sui licenziamenti. È singolare che in una fase in cui c'è un impiego così consistente di risorse - prima l'ho ricordato - e in cui tutti gli istituti di ricerca, compreso quello di Confindustria, segnalano la consistenza della ripresa, l'agenda della politica è dominata dalla discussione sui licenziamenti. Qui, invece, andrebbe fatto un rilievo diverso, anche a proposito della GKN, che ha licenziato brutalmente 422 lavoratori a Firenze, a Campi Bisenzio; andrebbe fatta una valutazione che riguarda il funzionamento del mercato unico europeo e la facilità delle delocalizzazioni, laddove i salari sono un quarto o un quinto rispetto a quelli che ricevono i lavoratori italiani. Su questo dovremmo tornare, perché non ci si può appellare alle buone maniere o ai buoni sentimenti del management dell'azienda. Ci sono nodi strutturali che determinano questa serie infinita di delocalizzazioni, che poi lasciano macerie sociali, oltre che economiche, sul nostro territorio.

Nel provvedimento - e mi avvio a concludere, Presidente - che anche con il voto favorevole del gruppo Liberi e Uguali oggi approviamo, ci sono tante misure rilevanti. Qualche mese fa, quando c'era un altro Governo, era senso comune, soprattutto di alcuni giornali, definirle “marchette”: invece no, Presidente! Erano allora e sono oggi provvedimenti specifici che vanno ad aiutare e a sostenere settori specifici; misure specifiche verso territori che hanno esigenze particolari (che vanno rivendicate). Uno di uno di questi - e chiudo - riguarda la ristorazione collettiva: finalmente arriviamo dove non eravamo arrivati e consentiamo a imprese importanti di poter guardare con un po' più di positività al futuro. Ecco, con questi rilievi, Presidente, confermo il voto favorevole di Liberi e Uguali (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Solo per ricordare ai relatori iscritti a parlare in dichiarazioni di voto finale che l'accordo era per chiudere l'Aula alle 19,40. Io devo fare sanificare l'Aula in quell'orario. Gli accordi sono stati presi dai capigruppo e io devo solo ricordarveli. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pettarin. Ne ha facoltà.

GUIDO GERMANO PETTARIN (CI). Grazie, Presidente. Naturalmente, da parte nostra rispetteremo il patto e saremo assolutamente riassuntivi. Presidente, colleghi, Governo: la situazione del Paese è nota ed è notissima anche la situazione degli sforzi che tutta quanta la nostra Nazione sta facendo. Sono sforzi che finalmente hanno degli esiti incoraggianti e rasserenanti grazie all'efficiente, efficace e sapiente regia del Presidente del Consiglio dei Ministri e grazie alla sua grande azione sinergica con l'Unione europea. L'esigenza assoluta che abbiamo è di destinare al meglio e con la maggiore rapidità possibile le risorse che abbiamo a disposizione e che con il “Sostegni bis” indirizziamo laddove riteniamo che siano necessarie, con più di 40 miliardi di euro; tutti noi sappiamo che 40 miliardi di euro in altre epoche erano due manovre economiche.

Sappiamo che è una disponibilità che abbiamo a debito, che deriva da uno scostamento di bilancio, ma sappiamo anche che questa è l'unica strada, perché l'unica strada - l'abbiamo condiviso tutti, insieme con il Presidente Draghi - è il debito buono, l'investimento, le spese non di parte corrente, ciò che ci permetterà di produrre il reddito che servirà a pagare questo debito. Adesso il “Sostegni-bis” è arrivato al capolinea grazie all'attività importante della Commissione bilancio ed ora dell'Aula. È essenziale adesso che noi si completi l'attività e si arrivi all'utilizzo delle misure previste. L'azione che, in questa attività, è stata fatta da Coraggio Italia è stata attenta a tutti i temi particolarmente sensibili: in maniera particolare, l'attività di impresa e lo sport e, poi, la salute, i contributi a fondo perduto e, in particolare, i più sfortunati, con l'arricchimento con altri 40 milioni di euro del Fondo per la non autosufficienza. Ma il punto fondamentale è che, mentre noi stiamo facendo questo, l'Unione europea ci ha dato il via al PNRR e ora siamo pronti, sia in un senso che nell'altro, a correre e dobbiamo fare solo questo, perché, colleghi, Presidente, Governo, ora bisogna correre, correre pancia a terra verso l'obiettivo; e l'obiettivo non è solamente il superamento della crisi pandemica, ma è anche il superamento della crisi in cui ci trovavamo prima, quando la crisi pandemica è iniziata, e che durava da quasi vent'anni. Noi non abbiamo più tempo colleghi, ma abbiamo solo - e vogliamo solo avere - tanto, tanto coraggio (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Del Barba. Ne ha facoltà.

MAURO DEL BARBA (IV). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, signori del Governo, nel giorno in cui, in quest'Aula, il Governo poneva la fiducia sul provvedimento in esame, il Consiglio dell'Economia e delle finanze dell'Unione europea approvava definitivamente il PNRR italiano, aprendo, di fatto, i rubinetti dei primi finanziamenti, che arriveranno a breve, per un importo di circa 25 miliardi di euro, pari al 13 per cento del Piano complessivo. Continua, dunque, e sostanzialmente si conclude proprio con il “Sostegni-bis”, questo percorso parallelo, che ci vede impegnati nella formazione da quando c'è il nuovo Governo: da una parte, la messa in sicurezza e normalizzazione del Paese, messa in sicurezza, soprattutto, attraverso il Piano vaccini e le misure di sostegno all'economia, dall'altra, la necessaria proiezione sul futuro, la progettazione, di cui il PNRR rappresenta chiaramente il massimo sforzo esercitato.

Un doppio binario che ci ha visti, come Parlamento, esercitare in forma progressivamente sempre più ampia - perché, ha ragione l'onorevole Fassina, ancora oggi il Parlamento non ha quella centralità che dovrebbe avere; questo, purtroppo, da molto tempo e sicuramente anche a causa della pandemia, ma è anche innegabile che questa centralità pian piano, progressivamente, la stiamo recuperando - un ruolo di indirizzo e controllo e, nel caso di questo provvedimento, esercitare anche un ruolo che definire di rifinitura, forse, è anche fin troppo riduttivo.

Applichiamo, oggi, alla parte più sofferente delle nostre imprese, delle nostre famiglie, delle nostre istituzioni, perfino una, forse ultima, ingessatura, un sostegno che consenta di evitare drammatiche chiusure e perdite di competitività, nella consapevolezza che, fin da subito, sta per arrivare il tempo per correre, non potendosi dare un ulteriore tempo per la convalescenza. È, dunque, una grande responsabilità quella che, con il Governo, ci stiamo assumendo, completando, con oggi, la destinazione dei 40 miliardi di scostamento che a suo tempo autorizzammo e sulla quale già mi sono soffermato in occasione della dichiarazione di voto sul Fondo complementare. Siamo fermamente convinti che sia stato fatto un buon lavoro, con la necessaria perizia, compatibilmente con i tempi di questa somministrazione.

Il decreto, come l'abbiamo ricevuto, impegnava gran parte delle somme a disposizione sugli interventi già ampiamente noti al Paese: ricordo solamente il contributo a fondo perduto per le imprese, uno stanziamento di oltre 15,4 miliardi di euro sui ristori automatici, identici a quelli del primo “decreto Sostegni”, altri 8 miliardi di euro per quelli alternativi; sono stati stanziati 3,4 miliardi per il ristoro a conguaglio, calcolati sul risultato d'esercizio a fine anno; i fondi ammontano a 4 miliardi, e così via tutte le misure che in questo mese di lavori sono state più volte ricordate e che investono chiaramente il turismo e arrivano a occuparsi dei temi della salute, del lavoro, dei temi sociali, delle pubbliche amministrazioni. Ebbene, il lavoro del Parlamento ha consentito di aggiungere a questa struttura ciò che, permettetemi di dire, la nostra vicinanza a singole situazioni ha messo in luce: bisogni forse minori, ma non certo meno importanti, particolari, ma non particolaristici, che hanno meritato il lungo confronto operato in Commissione bilancio tra le forze di maggioranza e con il contributo costruttivo di quelle di minoranza. Abbiamo, in questo modo, sostenuto ulteriormente la ristorazione collettiva - lo abbiamo fatto tutti insieme -, il settore dell'automotive; ci siamo occupati anche di misure innovative come quella, che, con orgoglio, ricordava il collega Mor, sulla fibra ottica nei nuovi edifici; abbiamo trovato fondi per sostenere i comuni in dissesto, fondi per le IPAB; abbiamo finalmente dato corso al credito d'imposta sulle società benefit, che costituiscono uno degli elementi di innovazione di questo Paese e di progresso verso lo sviluppo sostenibile, il Fondo per il Terzo settore; ci siamo occupati della scuola, con particolare attenzione delle paritarie e tanti altri temi. Ripeto, temi forse di minore entità, rispetto a quelli che il Governo ci ha scodellato, ma che ci hanno offerto l'opportunità di esercitare il nostro ruolo di sentinelle nel Paese.

Nel merito, sappiamo di aver fatto tanto e bene, ma siamo, altresì, consapevoli che molti emendamenti, molte misure sono rimaste lì sul tavolo; non si può fare tutto, ma sappiamo che, quando comincerà questa corsa, non possiamo nemmeno dimenticarci di ciò che oggi non siamo stati in grado di compiere fino all'ultimo sforzo. Torneremo a correre, lo dicono tutti e anche le stime di crescita dell'Unione europea ci danno ai livelli degli altri Stati dell'Unione, ma non potremo farlo adeguatamente se dovessimo lasciare indietro tanti nostri concittadini. Abbiamo alle nostre spalle 17 mesi terribili e oggi chiudiamo idealmente l'emergenza, pur con tutte le attenzioni che ho appena richiamato. Abbiamo pure dovuto imparare a lavorare insieme, lo abbiamo fatto fin dalla legge di bilancio dove il Governo naufragò sui tempi, lo abbiamo ripetuto in questo provvedimento.

In conclusione, colleghi, per rispettare l'impegno sui tempi, nell'annunciare il voto favorevole di Italia Viva al provvedimento in esame, auguro a tutta l'Aula di potersi guardare indietro, ritenendo che tutto quanto andava fatto è stato fatto ed essere pronta, da domani, a continuare questo doppio binario, dove la voce ripresa e resilienza sarà sempre più dominante, ma dove, grazie anche a questi interventi, non dovremmo mai smettere di adoperarci per alleviare le sofferenze umane, morali ed economiche di chi è stato colpito duramente dalla pandemia e lo è ancora oggi (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà. Ho fatto preparare il leggio, se lo preferiva. Come vuole. Avevo capito male io.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Preferisco discutere dai banchi del mio gruppo.

Presidente, rappresentante del Governo, colleghi. Io credo che questo provvedimento meriti qualche minuto di dibattito e di riflessione in più. Dico subito che il gruppo di Fratelli d'Italia si asterrà dal voto su questo decreto e lo dico perché avverto forte la responsabilità di dire parole che costruiscano e che non distruggano. Credo che il comportamento del gruppo di Fratelli d'Italia in Commissione abbia dato la dimostrazione di quanto la nostra volontà fosse quella di collaborare e di arrivare a un testo il più condiviso possibile, perché questo è un testo veramente importante, per gli effetti economici sull'Italia e sugli italiani. A questo comportamento però, - lo ha detto molto bene prima il mio capogruppo, Lollobrigida - purtroppo non è corrisposta un'altrettanta buona volontà da parte del Governo.

Noi abbiamo chiesto di non porre la fiducia; abbiamo dimostrato di essere assolutamente collaborativi e, nonostante questo, è stata posta una fiducia che per noi non aveva senso e continua a non averlo. Infatti, la discussione e il dibattito in quest'Aula di questo provvedimento erano importantissimi. Poi abbiamo capito le ragioni. Siamo rimasti basiti, all'inizio, ma poi abbiamo capito le ragioni. Le ragioni non sono che Fratelli d'Italia poteva creare problemi, la ragione è tutta interna alla divisione, alla spaccatura di una maggioranza che ha gestito questa Commissione con continui stop e con continue riprese, perché era la maggioranza che non riusciva a trovare un punto d'incontro su questioni fondamentali per tutti gli italiani. Presidente, credo che questo comportamento dica da solo quali sono i problemi divisivi di questo gruppo eterogeneo di idee e di partiti e lo dice anche il fatto che, in un testo così importante, a metà fra la crisi e il rilancio dell'economia, i gruppi di maggioranza presentano oltre 4.000 emendamenti, segno evidente e tangibile che probabilmente nessuno della maggioranza fosse veramente convinto della genuinità e della bontà del testo base. Se la maggioranza deve ricorrere costantemente a questi stop and go, nonostante l'ottimo lavoro dei relatori, che hanno cercato di cesellare, di raggiungere il compromesso su ogni singolo emendamento, di fatto, siamo arrivati ad un testo definitivo che manca di lungimiranza e di visione e al quale tanto si sarebbe potuto aggiungere. Partiamo da qualche numero, perché credo che i numeri non siano secondari: descrivono perfettamente i fenomeni, raccontano le storie e valutano l'azione politica. Oggi, a questo provvedimento manca oltre il 97 per cento delle attuazioni. Questa è, purtroppo, una prassi consolidata che abbiamo ritrovato anche nei provvedimenti precedenti. Manca oltre il 90 per cento delle attuazioni relative al “decreto Sostegni” e il 75 per cento alla legge di bilancio 2021. Ricordo quando il sottosegretario alla Presidenza, Roberto Garofoli, sottolineava la gravità di questo tema, esortando i Ministeri a rimediare e auspicando l'adozione di norme autoapplicative. Bene, anche in questo caso, non è stato fatto, per cui molto probabilmente, anzi, quasi certamente ci ritroveremo con un provvedimento che, di fatto, non riuscirà a raggiungere gli italiani e le imprese italiane.

Veniamo, però, al merito del provvedimento, perché, con onestà intellettuale, dobbiamo dire che è soltanto grazie al lavoro fatto in Commissione che, con Fratelli d'Italia, si sono riusciti a trovare alcuni punti di convergenza. Siamo contenti di accertare la sospensione del cashback - Fratelli d'Italia lo aveva detto da mesi - e siamo contenti che, finalmente, anche il Governo dei migliori sia arrivato alla nostra soluzione.

Siamo contenti di aver finalmente fatto capire che lo sblocco selettivo dei licenziamenti ha un senso quando, in Italia, il problema da affrontare è quello delle chiusure delle aziende. Il 40 per cento delle aziende rischia la chiusura oggi e milioni di italiani finiranno e potrebbero finire per strada, in ogni caso. Allora, dobbiamo concentrarci - è questo che abbiamo chiesto lungamente e fortemente in Commissione - sulla continuità delle aziende. Noi abbiamo la necessità di premiare quelle aziende che, nonostante tutto, sono andate avanti e hanno mantenuto la saracinesca alzata. Dovremmo aiutare quegli imprenditori e, ovviamente, dobbiamo fare in modo che ci sia finalmente una vera riforma fiscale. Il regime fiscale va cambiato a favore delle aziende, affinché quelle aziende possano creare il lavoro di cui tanto parliamo. Grazie a Fratelli d'Italia, è stata aumentata la dotazione del fondo del Ministero del Turismo per le città d'arte, sono stati destinati 10 milioni aggiuntivi a Roma: una vittoria per la capitale, una vittoria per l'Italia intera, perché, come abbiamo più volte detto, Roma è la cartolina d'Italia e abbiamo necessità di preoccuparci, tutti insieme, che questa cartolina sia la più bella possibile.

Pur apprezzando un rafforzamento e un ampliamento degli interventi sui contributi a fondo perduto, abbiamo contestato che siano rimaste rigidità sui parametri di accesso in termini di perdite di fatturato e di tetto massimo dei ricavi.

Crediamo ancora fortemente che vadano intensificate le misure sul turismo, perché quelle che riguardano i trasporti e la mobilità non sono state ampliate. Va ampliata la platea dei beneficiari. Il rifinanziamento del fondo dedicato ai tour operator, e non solo questo, ma tutto ciò che ha a che fare con il turismo va rivisto. È il settore economico che più soffre per gli effetti della pandemia e al suo interno le strutture turistico-ricettive, quelle termali, sono quelle che stanno pagando il prezzo più alto.

I numeri parlano chiaro: pochi giorni fa, l'Istat ha pubblicato i dati relativi al fatturato degli alberghi nel primo trimestre 2021, che registra un calo del 70,8 per cento rispetto allo stesso periodo del 2020 e il nostro centro studi ha rilevato, nel quadrimestre gennaio-aprile 2021, un crollo dell'85,6 per cento delle presenze dei turisti negli esercizi ricettivi.

Con questo provvedimento sono stati destinati spiccioli al turismo. Dobbiamo iniziare a capire che, se davvero vogliamo aiutare i settori, bisogna concentrarsi su alcuni settori e sugli stessi bisogna concentrare le risorse economiche.

Bene che ci sia stata la previsione di un potenziamento dei fondi per la cultura, lo stanziamento di risorse per aiutare le famiglie in difficoltà a pagare le bollette o l'affitto; assolutamente nulla, invece, è stato fatto per quanto riguarda la scuola, una risposta tanto attesa che dovremmo dare fra pochissimo, fra meno di due mesi e mezzo. Noi abbiamo la necessità di aiutare il corpo docente, coloro che lavorano all'interno della scuola, ri-immaginando il sistema di reclutamento. E, invece, abbiamo ancora docenti immobilizzati.

Per concludere, Presidente, il “Sostegni-bis” ha lasciato indietro moltissime cose. Noi abbiamo cercato di farlo capire, ne abbiamo discusso. Ed è per questo che volevamo che questo provvedimento fosse dibattuto in quest'Aula, perché tutti i colleghi che non hanno partecipato ai lavori della Commissione bilancio potessero essere consapevoli di quello che votavano e delle misure che vi erano contenute. Infatti, siamo certi che, se ciò fosse avvenuto, sarebbero venuti a noi, nella considerazione che molto di più poteva essere fatto.

Però, anche se il Governo e la maggioranza continuano a tacitare Fratelli d'Italia in Aula, impedendole di parlare, gli italiani sanno che noi saremo sempre dalla loro parte (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pella. Ne ha facoltà.

ROBERTO PELLA (FI). Grazie, Presidente Mandelli. Cari colleghi, vorrei aprire il mio intervento con un auspicio: mi auguro che questo possa essere l'ultimo “decreto Sostegni” che ci troveremo ad approvare nel corso di questa legislatura. Se così sarà, avrà significato che ci saremo finalmente messi alle spalle questa terribile pandemia con cui stiamo combattendo da un anno e mezzo, un tempo lungo e doloroso, e che il nostro Paese sarà tornato finalmente a correre come merita.

Le risorse stanziate a partire dal primo scostamento di bilancio hanno inciso in maniera molto pesante sui nostri conti e il nostro debito pubblico è schizzato a cifre mai toccate prima. Abbiamo grandi responsabilità ora. C'è bisogno di tornare a legiferare per costruire il futuro del Paese che consegneremo alla prossima generazione e che la fiducia di imprese e cittadini, così come degli investitori esteri, continui a crescere.

Venendo al decreto in esame, tutti i colleghi che, come me, hanno partecipato al suo esame, in queste ultime tre settimane, in Commissione bilancio sanno che è stato un esame molto complesso e talvolta estremamente faticoso e, d'altronde, non poteva essere altrimenti, vista la mole di risorse contenute nel provvedimento che, nel testo originario, partiva da 40 miliardi e che, dopo l'esame in Commissione, è arrivato a circa 43 miliardi. Dunque, è un decreto che vale una legge di bilancio. Tra le principali modifiche introdotte, voglio partire da una delle più rilevanti introdotte dal Governo; mi riferisco all'intervento effettuato sul cashback per liberare risorse da destinare al finanziamento di ulteriori settimane di cassa integrazione. Questo intervento, a mio avviso, racchiude l'essenza della politica, la politica con la “P” maiuscola. Io sono un amministratore, un sindaco e chi amministra sa che il suo compito è decidere quali finalità perseguire utilizzando le risorse a disposizione, che sono sempre inferiori alle finalità da realizzare. Il Governo Draghi, nel momento in cui, qualche settimana fa, il dibattito sul blocco dei licenziamenti era molto acceso, ha saputo fare politica nel vero senso della parola, ha stornato temporaneamente ingenti risorse, circa un miliardo e mezzo, da una misura che in questo frangente non era prioritaria, e li ha destinati a una finalità sociale ed economica, come sostegno alle imprese e ai lavoratori, rifinanziando gli ammortizzatori sociali. In materia di licenziamenti, ha scelto la soluzione più equilibrata, con un blocco che potremmo definire “selettivo”, limitato cioè solo ad alcuni settori maggiormente in crisi, quali il manifatturiero-tessile. Forza Italia ha offerto il proprio contributo costruttivo nel corso dell'esame in Commissione e, su alcuni temi, è stata protagonista. Penso, ad esempio, all'intervento a sostegno del mondo dello sport, per il quale ci siamo fortemente battuti. Nel piano delle riaperture, i centri natatori sono stati i soggetti più svantaggiati: è proprio per questo che Forza Italia è riuscita a far inserire un intervento di sostegno di 30 milioni da destinare come contributo a fondo perduto per le piscine, contributo che si unisce ai 10 milioni previsti per le palestre, ai 30 milioni stanziati per coprire le spese sostenute nel settore per la sanificazione degli ambienti e al rifinanziamento di 6 milioni per il progetto “sport nei parchi”, un'idea progettuale nata in pandemia, che troverà ancor più spazio nel ridisegno delle nostre città, facendo tesoro delle dure lezioni che l'emergenza ci ha impartito. Stiamo vedendo in questi giorni quanto lo sport può essere simbolo di rinascita e di ripartenza con gli importanti risultati che gli atleti nazionali ci regalano. Forza Italia è stata protagonista anche di un intervento complessivo a sostegno del turismo, uno dei settori più danneggiati dalla pandemia, e delle città portuali. Sul fronte delle crociere, siamo stati tra i gruppi che hanno eliminato la tassa di ancoraggio per il 2021. Inoltre, siamo stati fautori di contributi agli operatori del turismo (bus turistici, guide turistiche, agenzie di viaggio, con 10 milioni ciascuno). Sempre in tema di rilancio del turismo, il Governo ha molto opportunamente istituito un fondo da 50 milioni per il rilancio dei comuni inseriti in siti riconosciuti patrimonio Unesco. Forza Italia ha integrato questa misura, prevedendo un ulteriore finanziamento a favore di quelle città che fanno parte della rete delle città creative, sempre prevista dall'Unesco stesso. Forza Italia ha ottenuto importanti risultati nel settore sanitario, con il credito d'imposta a favore della ricerca biomedica e l'istituzione di reti tra strutture sanitarie di regioni limitrofe, al fine di garantire un numero di prestazioni maggiori e con minore attesa per i pazienti. Ci sono stati interventi di ampia portata, che hanno visto la collaborazione di tutti i gruppi: l'automotive, gli interventi a sostegno dell'editoria, del wedding, delle fiere, della ristorazione collettiva, del terzo settore, del mondo agricolo, agrumicolo e degli allevamenti bovini e delle università del Sud. Siamo intervenuti su una grande criticità, come l'aumento del costo delle materie prime, che in questo decreto è stato limitato agli appalti pubblici e sul quale credo dovremo ritornare in legge di bilancio per tutto quello che riguarda l'impresa privata, come è stato chiesto da alcuni nostri ordini del giorno. C'è stato l'intervento che ha eliminato il pagamento dell'IMU per i proprietari di immobili, che si sono visti sospendere l'esecuzione dello sfratto e l'ulteriore dilazione delle rate relative al saldo e allo stralcio e alla definizione agevolata. Un grande tema, un grande risultato per Forza Italia. E poi ancora la possibilità di assunzione di tirocinanti, già rientranti in percorsi di formazione e inclusione sociale. C'è il tema essenziale degli enti locali, che non si limita ad una questione amministrativa, ma riguarda cittadine e cittadini nella loro vita quotidiana, cioè nella possibilità di accedere ai servizi, a partire dai fondi stanziati per i comuni che hanno subito i danni dei terremoti del Centro Italia, per proseguire con un emendamento, a mia prima firma, che ha inteso limitare, con ulteriori 160 milioni, gli effetti prodotti dalla sentenza della Corte Costituzionale su moltissimi comuni italiani in situazioni di dissesto o pre-dissesto, integrando le risorse stanziate dal Governo e prevedendo un tempo più ampio per le restituzioni degli anticipi di liquidità. Forza Italia si è poi anche fatta carico di rifinanziare, da un lato, il Fondo per i comuni in dissesto finanziario e, con un emendamento della collega Prestigiacomo, vicepresidente della Commissione bilancio, di garantire il funzionamento degli enti di area vasta in dissesto finanziario. Ritengo sia stato fatto un grande lavoro. Per questo, oltre che ringraziare il Vice Ministro Castelli, i relatori e tutti i colleghi di maggioranza, anche un grazie di cuore per aver contribuito in maniera costruttiva anche all'opposizione, in modo particolare a Fratelli d'Italia. Per queste ragioni Forza Italia, dunque, voterà in maniera convinta a favore di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ubaldo Pagano. Ne ha facoltà. Vi ricordo l'impegno di chiudere i lavori alle 19,40.

UBALDO PAGANO (PD). Signor Presidente, autorevoli rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, quello che abbiamo alle spalle è stato forse l'anno peggiore da quando è nata la nostra Repubblica; un tempo che ha causato ferite e lasciato cicatrici che stenteranno a rimarginarsi. Sarebbe troppo semplice soffermarsi sulle questioni ancora aperte dopo questo decreto-legge. Ecco che torna in mente una massima attribuita al patrono d'Italia: “Cominciate col fare ciò che è necessario. Poi ciò che è possibile e all'improvviso vi sorprenderete a fare l'impossibile.” Il provvedimento che approveremo oggi è il necessario e il possibile. Agli italiani e alle loro difficoltà dobbiamo, però, continuare a offrire sostegno e ascolto. A chi rischia di perdere il proprio posto di lavoro è necessario dare la certezza che un lavoro continuerà ad averlo. A quelli che vedono avvicinarsi il pericolo di chiudere la propria attività dobbiamo dare rassicurazioni, perché a nessuno di loro basterà una spalla su cui piangere se non saremo stati in grado di risolvere le grandi questioni che abbiamo dinanzi. Questo decreto è il frutto di un buon lavoro fatto dal Governo e dal Parlamento, tutto il Parlamento. Per questo voglio ringraziare sentitamente i due relatori e coloro i quali, membri del Governo, hanno seguito il provvedimento. Abbiamo con loro provato a dare, almeno in parte, risposte alle imprese, al mondo del lavoro, ai giovani, alle esigenze sanitarie, agli enti locali; un risultato vi assicuro non scontato e raggiunto non senza fatica. Risorse per più di 40 miliardi di euro saranno investite con questo provvedimento per potenziare gli strumenti di contrasto alla diffusione del COVID e rafforzare la sanità innanzitutto, perché quella è la prima missione cui ci stiamo dedicando. Un nuovo pacchetto di aiuti da 15 miliardi per contributi a fondo perduto serve a tendere una mano alle attività di imprese e professionisti, allargando la platea dei beneficiari, senza però mai dimenticare gli enti del terzo settore, fondamentali per combattere la pandemia, a cui, grazie a un emendamento approvato in Commissione, incrementiamo di 60 milioni il fondo dedicato. A tal proposito vorrei sottolineare un altro intervento portato nei lavori di Commissione in favore di alcuni settori che hanno sofferto, ben più di altri, le conseguenze economiche delle chiusure e che ho visto sono stati ripresi da molti degli interventi che mi hanno preceduto: il settore del wedding, il settore dell'HoReCa e della ristorazione collettiva. Non per fare parti disuguali tra soggetti che hanno subito la pandemia, ma perché, evidentemente, tutti gli scorsi provvedimenti che avevamo assunto non avevano raggiunto questi settori che, invece, hanno visto una perdita importante dei loro fatturati. Ma, forse, l'intervento più significativo, più prospettico verso il futuro, riguarda il rifinanziamento dello stanziamento di 350 milioni sull'ecobonus per l'automotive. Sì, un investimento nella mobilità sostenibile in uno dei settori chiave dell'industria italiana, che consentirà di spingere fino a fine anno gli incentivi per l'acquisto di veicoli a bassissime emissioni che, già nel terzo trimestre dello scorso anno, era stato la causa, forse più importante, dell'aumento vertiginoso del prodotto interno lordo italiano. Alle imprese sono dedicati molti altri interventi che qui non abbiamo il tempo di richiamare, perché la tenuta del sistema economico è e deve continuare a essere una priorità assoluta per questo Parlamento; come prioritaria è per noi la salvaguardia dei posti di lavoro, soprattutto in una fase di transizione come questa, in cui la tentazione di scaricare sui lavoratori i costi della crisi potrebbe prevalere sul buonsenso. Ecco perché riteniamo sacrosanto l'intervento di proroga del Governo sul blocco dei licenziamenti, almeno in quei settori maggiormente in difficoltà. Un tema, quello dei licenziamenti, su cui non possiamo abbassare la guardia e che, anzi, anche alla luce degli inaccettabili avvenimenti dei giorni scorsi, forse è giusto riprendere in mano con più fermezza, per evitare che scelte miopi e inopportune come quella scatenino una carneficina sociale nei prossimi mesi.

A proposito di miopia, per non esserlo più quando si parla di sanità, questo decreto stanzia ulteriori 3 miliardi di euro per continuare la lotta al virus, ridurre le liste d'attesa per le prestazioni specialistiche e per sostenere prevenzione, ricerca e assistenza. Mi sia consentito, però, citare uno degli emendamenti approvati in Commissione, che riguarda le cure palliative. Infatti, diamo avvio finalmente a un programma triennale per dare attuazione alla legge sulle cure palliative, un diritto assoluto per migliorare per quanto possibile la qualità di vita delle persone che vivono malattie drammatiche. Abbiamo provato a trovare una soluzione, per quanto parziale, ai problemi degli enti locali, prima fonte di sostegno nei momenti più bui e adesso messi in crisi dalla difficilissima congiuntura economica. Per quanto tutto sarà insufficiente fino a quando non sarà ristabilita la normalità, è stato dato un segnale importante di attenzione anche alle popolazioni colpite dagli eventi sismici nel Centro Italia. È stato esteso, infatti, fino al 31 dicembre 2021 il credito d'imposta per le imprese che effettuano investimenti nel cratere del terremoto.

Per concludere, signor Presidente, una misura che ci fa pensare sicuramente al futuro e alla ripartenza: il fondo da 100 milioni di euro istituito con un emendamento della Commissione bilancio - tutta la Commissione bilancio - per fronteggiare gli aumenti eccezionali dei prezzi di alcuni materiali da costruzione avvenuti nel primo semestre del 2021, e assicurare così il completamento di opere pubbliche essenziali per il Paese, anche in vista dei grandi investimenti nei prossimi anni che ci saranno dati dal PNRR. Signor Presidente, credo che c'è un lungo filo rosso, o almeno mi piace pensare che ci sia un lungo filo rosso, che lega il dramma delle immagini di Bergamo dello scorso anno alla gioia sconfinata di un intero popolo per la vittoria ai campionati europei; quel filo è l'unità di una comunità che sa egualmente stringersi in un abbraccio di fronte alle tragedie e dinanzi ai grandi trionfi.

L'Italia non sarà il Paese più disciplinato al mondo e nemmeno il più efficiente, ma di una cosa siamo certi: siamo un popolo unito, che sa trovare in se stesso la forza di superare le avversità, gli ostacoli, i momenti più critici, che si tratti di combattere una pandemia catastrofica o di affrontare un avversario su un campo di calcio. Con l'auspicio che questo senso profondo di comunità che ci sta accompagnando in queste settimane possa prolungarsi il più a lungo possibile, dichiaro il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassini. Ne ha facoltà.

REBECCA FRASSINI (LEGA). Presidente, oggi in quest'Aula dibattiamo del “decreto Sostegni-bis”, un decreto importante, un decreto che vale più di 40 miliardi di euro di risorse. Oggi magari diamo per scontati questi 40 miliardi di euro, ma in realtà l'iter per arrivare a questa cifra è stato un po' lungo e anche un po' tortuoso. Ricordo a tutti in quest'Aula e a chi ci sta seguendo che, se non era per la Lega che ha battuto da subito i pugni sul tavolo per raddoppiare la cifra, oggi staremmo parlando di solo 20 miliardi di euro (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! È un decreto importante - lo hanno detto anche i colleghi che mi hanno preceduta - che deve andare a ristorare le nostre categorie produttive, le nostre imprese, i nostri lavoratori, che sono stati pesantemente danneggiati dall'emergenza COVID. Presidente, questo decreto, come dicevo, vale 40 miliardi di euro; insieme al “decreto Sostegni 1”, che vale 32 miliardi, sono 72 miliardi che questo Governo Draghi, questo nuovo Governo, ha stanziato in pochissimi mesi. Questo lo dico perché forse c'è ancora qualcuno in quest'Aula che ha qualche dubbio; c'è ancora qualcuno che magari si chiede se c'è stato effettivamente un cambio di passo. Presidente, è evidente che il cambio di passo c'è stato. C'è in termini di risorse, c'è stato in termini anche di superamento della logica dei codici Ateco e questo la Lega lo ha sempre detto: lo ha sempre detto in quest'Aula, lo ha sempre detto nelle Commissioni di merito per materia che bisognava andare oltre questa logica, perché lasciava fuori interi settori, intere categorie produttive. Così è stato e anche in questo provvedimento, finalmente, si è superata questa logica.

Ma non solo, Presidente. Quando si fanno dei decreti così importanti, bisogna avere l'umiltà di ascoltare e questo Governo ha avuto l'umiltà di ascoltare le categorie produttive che chiedevano anche un'altra linea di contributi, oltre al calo del fatturato. Infatti, la novità di questo provvedimento è che ci sarà anche il criterio dell'utile; il contributo spetterà infatti in presenza di un peggioramento del risultato economico di esercizio. Ma non solo: l'altra novità sta anche nell'arco temporale del criterio del calo del fatturato. Infatti, grazie a questo provvedimento ci sarà l'arco temporale, che sarà il risultato più specificatamente riferibile al periodo pandemico. Questo perché? Perché era evidente che bisognava cambiare il criterio per ampliare di più le categorie che potevano accedere a questi contributi. Infatti, grazie a questa novità ci saranno più di 370.000 nuove partite IVA che riceveranno questo nuovo contributo a fondo perduto. Ma non solo, Presidente. Entrando più nel merito delle modifiche parlamentari, colgo innanzitutto questa occasione per ringraziare i colleghi della Lega che hanno combattuto in queste settimane per apportare delle modifiche costruttive a un provvedimento così importante (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Ringrazio il relatore, Massimo Bitonci, per il grande lavoro svolto insieme all'altro relatore, Giuseppe Buompane: è stato fatto veramente un ottimo lavoro di modifica parlamentare. Mi soffermerò adesso, Presidente, solo su alcuni dei settori su cui siamo intervenuti, perché il tempo a me concesso è poco, quindi dovrò stare nei tempi che sono stati decisi, però faccio un passaggio fondamentale su un tema che la Lega fin da subito ha voluto affrontare. Sto parlando dei proprietari di immobili che non avevano percepito i canoni d'affitto previsti dal contratto, ma che dovevano comunque comunicarli all'interno della dichiarazione dei redditi. Capite bene che era una situazione assurda perché, senza aver ricevuto nulla, dovevano pagare le tasse. Grazie alla Lega, che da subito è intervenuta su questo tema (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), adesso finalmente 100.000 proprietari di immobili interessati dagli sfratti non saranno tenuti a pagare l'acconto IMU 2021 e chi aveva già pagato l'acconto di metà giugno avrà diritto al rimborso integrale della quota versata.

Poi, Presidente, c'è soddisfazione anche per quanto riguarda la parte fiscale. Infatti, sempre grazie alla Lega, ci sarà la proroga dei versamenti ISA al 15 settembre senza alcuna sanzione. Questo è importante, perché per le 4,3 milioni di partite IVA ci sarà una boccata d'ossigeno vera che vale 8 miliardi e in un momento di emergenza come questa dobbiamo essere vicini ai nostri commercianti e alle nostre partite IVA; questo è un risultato che, dal nostro punto di vista, era meritevole di essere comunicato a quest'Aula. Poi, Presidente, c'è soddisfazione anche per il Fondo per il sostegno alle attività economiche chiuse, che aveva una dotazione iniziale di 100 milioni di euro e che è stato aumentato di ulteriori 40 milioni di euro grazie a un emendamento. È positiva anche la modifica introdotta relativa ai tempi di chiusura necessari ad accedere ai fondi, che da 4 mesi diventano 100 giorni.

Poi, un passaggio dal nostro punto di vista importante deve essere fatto anche sulla tutela dei più fragili. La Lega, da subito, aveva chiesto che venisse istituito il Ministero delle Disabilità, perché per noi su ogni agenda di ogni Esecutivo la tutela dei più fragili dovrebbe essere tra i primi punti di ogni Governo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Dico questo perché c'è grande soddisfazione per il fatto che si è riusciti ad aumentare di 40 milioni il Fondo per le non autosufficienze, che andrà in capo alle regioni per il potenziamento dei servizi relativi ai progetti di vita indipendente delle persone con gravi disabilità.

Poi, un passaggio fondamentale lo dobbiamo fare sulla montagna. Presidente, chi è in quest'Aula lo sa bene: la Lega, da subito, dalla legge di bilancio dello scorso anno, quando la Lega era forza di opposizione, ha fatto guerra per la montagna, perché l'allora Governo non ci aveva ascoltati, ma questo è un settore importantissimo, anche per il rilancio del nostro Paese. Ecco perché, grazie al Ministro Garavaglia, è stato istituito nel “decreto Sostegni 1” un Fondo da 700 milioni di euro. In questo decreto l'aumento del Fondo è di 100 milioni di euro e, grazie a un emendamento della Lega, un emendamento fortemente voluto dalla Lega, il Fondo verrà aumentato di ulteriori 30 milioni, che andranno ai comprensori sciistici a carattere locale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier); sono quei piccoli comprensori sciistici che erano stati penalizzati dalla ripartizione dei fondi. Questo perché, nella nostra logica, tutti devono essere aiutati e nessuno deve arrivare per ultimo.

Poi, Presidente, per quanto riguarda gli altri settori a cui abbiamo voluto dare un contributo importante, ne citerò ovviamente solo alcuni. Citerò quelli che sono stati più penalizzati, come ad esempio le fiere. Anche sulle fiere abbiamo fatto grandi battaglie, perché le fiere - lo sappiamo tutti - sono il biglietto da visita del nostro Paese nel mondo; le fiere, peraltro, sono state le prime a chiudere.

Pensate che è stato perso circa l'80 per cento del fatturato e il fatturato previsto per il 2020 era un miliardo e, invece, ha incassato solo 200 milioni. Quindi, era necessario incrementare il Fondo destinato al ristoro delle perdite e lo abbiamo aumentato di 50 milioni in questo decreto.

Ma non solo le fiere, Presidente, anche i centri commerciali, forse qui i numeri sono ancora più drammatici, perché abbiamo avuto un 40 miliardi di mancato fatturato e 55 mila posti di lavoro persi. Anche qui, un sostegno, tramite credito d'imposta, per i canoni di locazione degli immobili ad uso non abitativo anche alle imprese con ricavi superiori ai 15 milioni, per i centri commerciali è, di certo, un aiuto concreto, che servirà, appunto, per risollevare questo settore.

Anche su piscine e palestre, perché anche qui, purtroppo, lo scorso Governo aveva obbligato le piscine e le palestre a sottostare ai protocolli igienico-sanitari, hanno fatto ingenti investimenti, eppure sono rimaste chiuse fino a poco tempo fa. Quindi, abbiamo pensato bene di istituire un contributo a fondo perduto di 77 milioni di euro, che andasse a ristorare queste importanti realtà.

Io, Presidente, mi avvio alla conclusione di questo mio intervento. La Lega ha scelto di stare in questa maggioranza di Governo perché abbiamo ascoltato l'appello accorato del Presidente della Repubblica all'istituzione di un Governo di unità nazionale, perché, in un momento di tragedia come questo, in un momento dove il libro della storia del nostro Paese segna una delle pagine più brutte, bisogna metterci la faccia, Presidente, e la Lega c'è (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), la Lega c'è ora e la Lega ci sarà, spinta dallo spirito di servizio per il nostro Paese. Noi siamo al fianco del Premier Draghi e abbiamo tutta l'intenzione di starci ancora. Quindi, con questo, Presidente, dichiaro il voto favorevole della Lega-Salvini Premier a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lupi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, Presidente. Innanzitutto, mi permetta di ringraziare lei della cortesia, e anche gli altri colleghi - ma non è presunzione, era un impegno indifferibile mio -, che mi permette di intervenire in un'occasione così importante. Colgo l'occasione anche per ringraziare la presenza del Vice Ministro Castelli che, nell'interlocuzione tra Governo e Parlamento, in particolare, in Commissione, ci ha visto - c'è qui il relatore - lavorare insieme, in una divisione di ruoli, ma con un unico obiettivo, cioè quello di utilizzare al meglio le risorse che abbiamo messo a disposizione con un ulteriore debito, spero buono - 40 miliardi -, per il rilancio del nostro Paese. Le chiedo già sin d'ora, vista la questione legata ai tempi, di poter depositare l'intervento integrale agli atti del verbale.

Proprio per il tempo, io mi permetto di sottolineare quattro punti sintetici e velocissimi, poi lei mi richiami, ovviamente, con il campanello. Il primo: sono altri 40 miliardi di euro che facciamo integralmente a debito e dobbiamo avere coscienza che questo che abbiamo fatto in tutto questo periodo drammatico - oltre 200 miliardi - rappresenta un debito che noi facciamo sulle spalle dei nostri figli e dei nostri nipoti. Ed è proprio per questo che dobbiamo ragionare e riflettere se e come queste risorse messe a disposizione, nelle diverse fasi, hanno aiutato il Paese, l'Italia, a resistere rispetto ad una cosa che ha sconvolto tutti e come le ultime risorse le stiamo utilizzando per la prospettiva di rilancio.

Se può tranquillizzare, Draghi ha citato un commento della Banca centrale europea, che credo sia condiviso da tutti, ma lo dico anche per chi ci ascolta: senza l'aiuto messo a disposizione in Europa e, quindi, anche dall'Italia, da parte dei diversi Paesi, cioè l'intervento dello Stato, sul reddito lordo degli italiani, così come di tutti i cittadini europei, si sarebbe perso almeno un quarto del reddito, il 25 per cento del reddito prodotto. Questo è un elemento che deve farci capire come la coesione sia stata importante da parte di tutti. Oggi i dati sull'Italia vedono un 7 per cento, importantissimo, drammatico, di reddito lordo perso. Quindi, è stato utile - prima osservazione -, dovevamo farlo, l'abbiamo fatto in diverse fasi, anche di Governo, ma lo abbiamo fatto convintamente.

Secondo punto: lotta alla pandemia, è evidente. Non a caso ci sono dei punti anche di utilizzo delle risorse dei 40 miliardi in questi “Sostegni-bis”, e saluto anche l'altro relatore che ci ha accompagnato, ovviamente, in tutte queste settimane, il collega Bitonci, e lo ringrazio. Lotta alla pandemia: se noi non affrontiamo di petto la sfida alla pandemia, non ne usciamo più. La strada che abbiamo intrapreso è la strada giusta, cioè quella dei vaccini, del Piano vaccini straordinario, è quella del comprendere come nei prossimi mesi - lo dico anche al Governo - si deve imparare a convivere con questa drammatica sfida che si chiama COVID e con le varianti che arriveranno. Lo strumento l'abbiamo a disposizione; usiamo tutte le armi che abbiamo per convincere gli italiani, anche quelli ultimi a vaccinarsi, ma quella è la strada - lo diciamo con chiarezza - prudenza sì, ma paura no.

Stiamo assistendo a dibattiti strani e astrusi: green pass per andare a bere il caffè. Il green pass lo si usi per i grandi eventi, come è giusto che sia, dallo stadio ai concerti, ai grandi eventi e ai grandi assembramenti, ma, ragazzi, puntiamo sulla libertà e la responsabilità delle persone, sennò non siamo politici che rappresentiamo le istituzioni, siamo stupidi: per prendere un caffè io devo far vedere il green pass. Non credo che sia lo strumento messo a disposizione dell'Italia e di un Paese che punta sulla libertà e sulla responsabilità delle persone. Quindi, secondo punto, andiamo avanti sul rischio calcolato. Abbiamo messo a disposizione le risorse e andiamo avanti su questo. C'è un primo passo importante anche sui tamponi gratuiti. Noi avremmo voluto molto di più, però almeno, sulle categorie fragili, abbiamo dato un segnale importante, per quanto riguarda i tamponi messi gratuitamente a disposizione delle categorie fragili.

Terzo punto - e poi vado verso la conclusione con il quarto – rapidissimo, ma fondamentale: la riapertura delle scuole. Qui ci sono risorse messe a disposizione per la riapertura delle scuole. Non è più accettabile, qualunque cosa accada, che le nostre scuole rimangano chiuse e che si vada sulla DAD! I dati oggi dell'Invalsi sono drammatici. Drammatici! E lo diciamo con forza e vado verso la conclusione. Il 44 per cento degli studenti che vanno alla maturità non hanno dimostrato condizioni minime di conoscenza e, se aggiungiamo la matematica, siamo al 51 per cento. Quindi, facciamo il possibile - vaccini, risorse eccetera - perché la scuola a settembre riinizi e riinizi con forza. C'è un segnale importante - e vado veramente a concludere - che è legato anche al lavoro che abbiamo fatto insieme sulle paritarie, perché finalmente la scuola è pubblica ed è fatta da statale e paritaria. Sono ulteriori 10 milioni, quindi 60 milioni complessivi.

Infine, il tema del lavoro. Si passi alle politiche attive del lavoro; il lavoro lo danno le imprese; aiutiamo la formazione; il capitale umano, cioè le persone, sono la risorsa principale delle imprese. Un piccolo emendamento, approvato e proposto da Noi con l'Italia, ma da tutto l'intergruppo per la sussidiarietà, è un passo in avanti. Le macchine sono una risorsa importante per le imprese, ma ancora di più lo sono le persone. La formazione deve essere considerata come Industria 4.0: Capitale umano 4.0; tutto ciò che un'impresa - e ho veramente concluso - investe in formazione, nei costi diretti e nei costi indiretti, deve essere considerato esattamente come l'investimento in un macchinario, con le stesse agevolazioni e con la stessa strada.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Adelizzi. Ne ha facoltà.

COSIMO ADELIZZI (M5S). Presidente Mandelli, rappresentanti del Governo, colleghe e colleghi, prima di tutto, un sentito ringraziamento a tutti coloro i quali hanno lavorato seriamente in queste settimane a quello che finora è certamente il provvedimento più importante di questa legislatura in termini di risorse stanziate, a partire dai due relatori, l'onorevole Bitonci e l'onorevole Buompane. A una manovra da 40 miliardi di euro si sono affiancati due “decreti Sostegni” di dimensioni corpose. Il “Sostegni-bis”, che oggi stiamo per approvare, supera addirittura le dimensioni della legge di bilancio, configurando uno sforzo di finanza pubblica eccezionale.

Quindi, ringrazio, in particolare, le deputate e i deputati del mio gruppo di tutte le Commissioni, che hanno cercato attraverso numerosi emendamenti di migliorare significativamente questo provvedimento. Colleghi, noi del MoVimento 5 Stelle insistiamo spesso e volentieri su un punto.

Sappiamo perfettamente che un deficit pubblico oltre il 10 per cento non è sostenibile a lungo termine e che la riduzione del rapporto debito-PIL è un obiettivo razionale di politica economica. Allo stesso modo, però, guardiamo alla realtà del Paese e siamo convinti che è proprio in momenti come quello che stiamo attraversando che la finanza pubblica deve investire e mettere in atto delle politiche espansive. Perché ho voluto fare questa premessa, Presidente? Perché il “decreto Sostegni-bis” è l'ultimo intervento espansivo in ordine di tempo ma non è detto affatto che non ne debbano seguire altri. Le riaperture, da sole, potrebbero non bastare per tutelare quel nucleo di piccole e medie imprese che rappresentano l'ossatura produttiva del nostro Paese. Lo stesso vale per i lavoratori e le famiglie. Se vogliamo davvero rilanciare l'economia dobbiamo creare nuovi posti di lavoro e sostenere la spesa degli italiani sul mercato interno, anche attraverso l'intervento pubblico. D'altronde, colleghi, che cos'è il Recovery Fund se non un grande piano di investimenti pubblici nei settori strategici per il presente e per il futuro? È esattamente ciò di cui aveva bisogno il nostro Paese ed è per questo che non bisogna mai smettere di ringraziare Giuseppe Conte per questo grande risultato raggiunto.

Andiamo ora al decreto, che come anticipato in apertura, ammonta complessivamente a quasi 45 miliardi di euro. Di questi, oltre 15 miliardi sono dedicati alle imprese attraverso il fondo perduto ma è interessante notare i passi in avanti che abbiamo oggi potuto fare rispetto ai decreti precedenti. Infatti, se 8 miliardi sono dedicati ai sostegni automatici per le imprese che avevano già ricevuto il fondo perduto in precedenza, altri 3,4 miliardi riguardano le imprese che vogliano calcolare la perdita di fatturato a partire non da inizio 2020 ma da aprile 2020, ovvero dopo l'arrivo della pandemia. C'è di più: 4 miliardi di euro vengono riservati alle imprese che hanno perso utile, dato che abbiamo ormai a disposizione i bilanci delle aziende e, dunque, dati più affidabili riguardo al loro stato di salute in questo periodo difficile, anche in relazione ai tanti costi fissi che hanno dovuto comunque sostenere. Questo, Presidente, ci tengo a sottolineare che lo avevamo promesso e lo abbiamo fatto. Dopo aver superato i codici Ateco, siamo finalmente riusciti ad andare oltre anche al metodo del fatturato, che è stato molto utile ma che comunque non era perfetto.

Per le imprese vanno ancora ricordate molte altre misure di particolare importanza. Tra queste, la proroga, per altri cinque mesi, del credito d'imposta sugli affitti per gli immobili a uso commerciale a favore di chi ha perso oltre il 30 per cento di fatturato, la proroga fino a luglio 2021 della riduzione dei costi delle bollette dell'energia elettrica per le piccole e medie imprese e un corposo pacchetto di sostegno a tutto il mondo delle imprese legate al turismo, al wedding, alle fiere, alla ristorazione e all'automotive, con particolare attenzione agli incentivi per l'acquisto di veicoli elettrici e a basse emissioni inquinanti. Il tutto arricchito dagli emendamenti voluti e votati in Commissione bilancio dal MoVimento 5 Stelle, uno dei quali prevede, per la prima volta in assoluto, l'istituzione di un fondo di 5 milioni di euro in favore dei bed and breakfast a conduzione familiare.

Le assicuro, Presidente, che, se proteggere le imprese era ed è ancora indispensabile, lo stesso si può dire dei lavoratori e delle famiglie. Ecco perché nel decreto si è voluto fare tanto anche per loro. L'elenco sarebbe davvero lungo ma, raccogliendo il suo invito, Presidente, per economia di tempo citerò solo una misura su tutte. Sto parlando del rinnovo, per altre quattro mensilità, del reddito di emergenza, quella misura grazie alla quale è stato consentito a migliaia di genitori e di famiglie italiane, che, magari, non avevano i requisiti per accedere al reddito di cittadinanza ma che, comunque, a causa della pandemia non avevano alcuna entrata nel bilancio familiare, di tirare avanti stringendo i denti ma con la garanzia di poter sostenere i propri figli, grazie a un aiuto concreto da parte dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Non è un caso, colleghi, se ho scelto di citare questa misura. In questi giorni, infatti, diverse forze politiche hanno ricominciato ad attaccare sistematicamente e strumentalmente una conquista che, come MoVimento 5 Stelle, abbiamo fortemente voluto e che - come tutti sanno ma molti non vogliono o non possono ammettere - ha permesso, in piena emergenza, di evitare il manifestarsi di disordini sociali: sto parlando del reddito di cittadinanza. Voglio approfittare di questo momento in quest'Aula per essere chiaro, Presidente. Colleghi, chi attacca il reddito di cittadinanza non attacca il MoVimento 5 Stelle ma prende di mira centinaia di migliaia di famiglie e milioni di cittadini italiani che, senza questo strumento, vivrebbero sotto la soglia di povertà. Ma di questo, probabilmente, molti di voi ne sono consapevoli e solo per pura strategia politica si fa finta di non sapere. Sappiate però un'altra cosa, colleghi: noi non solo continueremo a perfezionare questo strumento, non permettendo a nessuno di abolirlo, ma ci batteremo per arrivare, in un futuro non troppo lontano, a garantire a tutti i cittadini italiani un reddito universale riconosciuto per legge fin dalla nascita.

Presidente, oltre a imprese, lavoratori e famiglie, naturalmente abbiamo finanziato interventi preziosi per la sanità, così come per la cultura e per lo sport, a partire dalle piscine e dalle palestre.

Vorrei concludere questa dichiarazione di voto con una misura decisiva per oltre mille comuni che rischiavano letteralmente il dissesto finanziario a causa di una recente sentenza della Corte costituzionale. Grazie a un emendamento fortemente sostenuto dal MoVimento 5 Stelle e approvato soprattutto con l'impegno del Vice Ministro Laura Castelli, che ringrazio, abbiamo spalmato su dieci anni il debito aggiuntivo dei comuni che avevano ricevuto anticipazioni di liquidità per pagare i loro debiti commerciali. La sentenza n. 80 del 2021 della Corte costituzionale impedisce, infatti, di restituire questi debiti nell'arco di trent'anni, com'era originariamente previsto. L'emendamento stanzia quindi anche 160 milioni di euro, che si aggiungono ai 500 milioni già previsti, per aiutare direttamente questi comuni. Stiamo parlando di circa 1.400 sindaci che avrebbero dovuto, altrimenti, tagliare la spesa sociale e i servizi essenziali ai propri cittadini per rientrare dall'extradeficit in tempi brevi.

Quindi, credo, Presidente - e concludo - che con questo provvedimento non risolveremo purtroppo tutti i problemi che gli italiani si sono ritrovati a causa della pandemia, ma potremo tornare a testa alta sui territori, tra i cittadini e nelle aziende e dire che ce l'abbiamo messa davvero tutta per favorire il rilancio del Paese.

Se non si è riusciti ad approvare qualcosa che pure volevamo, vorrà dire che ci metteremo certamente mano nei prossimi provvedimenti e ci batteremo per non lasciare indietro nessuno. Per tutte queste ragioni, Presidente, annuncio convintamente il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Costanzo. Ne ha facoltà.

JESSICA COSTANZO (MISTO-L'A.C'È). Con questo decreto si cerca di accontentare tutti, ma alla fine non si accontenta nessuno. Si dà qualcosa a tutti senza dare di più a chi ne ha veramente bisogno. Così facendo, si perde di vista quel che invece servirebbe davvero in un momento come questo: un progetto organico per rilanciare le imprese e dunque l'occupazione.

Certo, nel decreto sono presenti misure doverose, purtroppo però spesso si tratta di proroghe di misure che avevano già mostrato la loro insufficienza e la loro totale incapacità di aderire concretamente ai bisogni di chi ha subito i maggiori danni dalla crisi sanitaria.

Anche in questo decreto la rotta non è invertita. In favore delle attività colpite dalla crisi il Governo mette a disposizione 15,4 miliardi di aiuti a fondo perduto, ma quanti di questi aiuti finiscono poi nelle tasche delle aziende che ne hanno diritto? Risultato: gli imprenditori potranno coprire una quota dei ricavi perduti nel corso degli ultimi 14 mesi, che va dal 17 al 26 per cento.

C'è poi una serie di norme che sinceramente fanno strabuzzare gli occhi. Se è vero che il decreto si chiama “Sostegni” ed è una misura emergenziale, possiamo realisticamente ritenere che sia prioritario per il Paese sostenere le grandi navi, esentandole dal pagamento della tassa di ancoraggio per le navi? Oppure estendere il credito d'imposta per gli investimenti pubblicitari effettuati sulle emittenti radiofoniche e televisive? Questi non sono aiuti a settori in ginocchio, questi sono il risultato di una potente azione di lobbying (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

Presidente, prima di soffermarmi sul tema del lavoro - il vero punto dirimente per decidere il futuro del nostro Paese e il vero motivo per cui L'Alternativa c'è voterà contro -, vorrei fare una considerazione di insieme. Quando parliamo di bonus, agevolazioni, misure emergenziali e non, dobbiamo tenere conto di un dato: dal 1° gennaio 2020, sono state introdotte 737 novità, da rendere operative con l'adozione di altrettanti decreti attuativi. Ebbene, manca ancora la firma su 479 documenti, servono, insomma, ancora, 479 decreti attuativi solo per dare forma ai bonus, alle agevolazioni, alle misure emergenziali e non, delineate e approvate dal 1° gennaio 2020 ad oggi. Cosa significa questo? Che evidentemente non siete pronti ad affrontare l'emergenza economica e sociale scatenata dalla pandemia e soprattutto significa che tutte queste misure, annunciate in pompa magna, a reti unificate, e su tutta la carta stampata, restano, appunto, solo parole e annunci. Venendo al tema del lavoro, siamo di fronte a un'ecatombe annunciata e, per di più, da voi legittimata: lo sblocco dei licenziamenti altro non è che il primo segnale del motivo per cui oggi esiste una nuova maggioranza e cioè che Confindustria doveva tornare a dettare legge. Il Governo semplicemente si è adeguato. Poco importa che il primo effetto dello sblocco sia stato quello di lasciare in mezzo a una strada quasi 500 lavoratori della GKN, 400 della Whirlpool, di Caffarel, di Conte of Florence, di Gianetti e molte altre realtà. È l'inizio della macelleria sociale, che voi state attuando con la complicità di Confindustria. La verità è che volevate smantellare ogni soluzione che metteva al centro le persone, la dignità del lavoro, il bene comune (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è). A proposito di dignità, un altro pilastro della politica del MoVimento 5 Stelle cola a picco: con un emendamento in Commissione bilancio, il Governo ha smantellato l'impianto del “decreto Dignità” approvato tre anni fa. Come da copione, si torna, quindi, a liberalizzare i contratti a tempo determinato, una mossa che avrà un unico risultato: aumentare la precarietà e l'insicurezza dei lavoratori, già provati da un anno e mezzo di sacrifici. L'Alternativa c'è ha fatto di tutto per migliorare questo testo, ha proposto emendamenti, lavorato in Commissione bilancio, ma voi, fregandovene, avete eliminato ogni confronto, mettendo la fiducia e rendendo ancora più inutile questo Parlamento. Il neoliberismo ha vinto questa battaglia, ma noi de L'Alternativa c'è non gli permetteremo di vincere la guerra. Per questo motivo, a nome de L'Alternativa c'è, dichiaro il voto contrario a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Sodano. Ne ha facoltà.

MICHELE SODANO (MISTO). Grazie, Presidente. Naturalmente, non ve n'è notizia nei TG e nei giornali, ma eravamo solamente in quattro - io, l'onorevole Raduzzi, l'onorevole Trano e l'onorevole Villarosa - a cercare, in Commissione bilancio, di dare un senso a questo decreto, che voi avete chiamato “Sostegni all'economia”, ma che noi abbiamo scoperto smantellarli uno per uno. Voi siete tutti d'accordo, vi fate solamente una guerra di facciata, ma poi avete scelto bene come dividervi questi milioni di euro e, invece di aiutare il popolo, avete dato - questo non l'ha detto nessuno in Aula - 30 milioni all'editoria, 7 milioni per nuove assunzioni al Ministero delle Finanze, perfino mezzo milione per abbassare l'IVA sui prodotti della caccia. Però, i soldi per le cose importanti non c'erano, anzi, per fare economia, abbiamo smantellato il “decreto Dignità”, impedito la proroga del contratto di rioccupazione, abbiamo cancellato la moratoria sui mutui automatica e il prestito garantito al 100 per cento dallo Stato per i piccoli e medi imprenditori. Riguardo al mio emendamento, sul sostegno psicologico, avete ridotto ad una cifra ridicola il contributo, che non potrà in alcun modo essere di aiuto al nostro Paese, mentre altri Paesi, come la Francia, stanno addirittura regalando 10 sedute dallo psicologo ad ogni cittadino francese, vista la grave crisi, anche psicologica, che deriva dal Coronavirus. Io ho capito la vostra strategia: voi vi nascondete dietro i successi di Roberto Mancini e dell'Eurovision e, nel frattempo, fate macelleria sociale. Siccome, non sarò complice di questo provvedimento, dichiaro il mio voto contrario a questo “decreto Smantella sostegni” (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sempre a titolo personale, l'onorevole Raduzzi. Ne ha facoltà.

RAPHAEL RADUZZI (MISTO). Grazie, Presidente. Intervengo, a titolo personale, per esprimere il mio voto contrario a questo decreto. Un decreto che la maggioranza di Governo ha avuto la faccia tosta di chiamare “decreto Sostegni”, ma che, con un po' più di onestà intellettuale, avrebbero dovuto chiamare “decreto ostacoli alle imprese”. Come si può chiamare, infatti, un decreto che diminuisce le garanzie pubbliche sui prestiti alle imprese, elimina la proroga automatica della moratoria sui mutui anche per la quota interessi, toglie e cancella il cashback, una delle bandiere del MoVimento 5 Stelle, smantella gran parte del “decreto Dignità”, ma solo fino a settembre 2022 (come se poi non ci sarà spazio per una proroga)? Proroga, come quella che abbiamo visto sui tagli all'editoria, che verranno rimandati al 2023, all'editoria a cui abbiamo dato altri 30 milioni. Quindi, spazio per le cose importanti non ce n'è, ma per le marchette sì. Altri due dirigenti al Ministero dell'Economia e delle finanze e addirittura l'abbassamento dell'IVA sugli animali vivi, utilizzati nell'attività venatoria. Ecco, per questi motivi, il mio voto è contrario (Applausi dei deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Sospendiamo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 21, per la votazione finale del provvedimento in esame, cui seguirà la votazione per l'elezione di due componenti il consiglio d'amministrazione della RAI. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 19,55, è ripresa alle 21.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

Missioni.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Comunico che ai sensi articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Battelli, Casa, Castelli, Cavandoli, Cirielli, Delmastro Delle Vedove, Gebhard, Giachetti, Lapia, Lollobrigida, Lorefice, Maggioni, Mura, Nardi, Occhiuto, Paita, Parolo, Perantoni, Schullian, Serracchiani, Silli e Tasso sono in missione a decorrere dalla ripresa notturna nella seduta.

I deputati in missione sono complessivamente 95, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Desidero informare l'Assemblea che la nostra collega Francesca Gerardi è diventata mamma della piccola Sveva (Applausi). Esprimo alla collega, alla neonata e al papà gli auguri più sinceri della Presidenza e di tutta l'Aula.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 3132-A/R: Conversione in legge del decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73, recante misure urgenti connesse all'emergenza da COVID-19, per le imprese, il lavoro, i giovani, la salute e i servizi territoriali.

Ricordo che prima della sospensione della seduta hanno avuto luogo le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 3132-A/R​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 3132-A/R​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3132-A/R: Conversione in legge del decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73, recante misure urgenti connesse all'emergenza da COVID-19, per le imprese, il lavoro, i giovani, la salute e i servizi territoriali.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Applausi) (Vedi votazione n. 13).

Votazione per l'elezione di due componenti il consiglio di amministrazione della RAI - Radiotelevisione italiana Spa.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la votazione per l'elezione di due componenti il consiglio di amministrazione della RAI - Radiotelevisione italiana Spa.

Ricordo che l'articolo 49, comma 6, lettera a), del decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177, prevede che la Camera dei deputati elegga due componenti del consiglio di amministrazione, con voto limitato ad un solo candidato.

Il comma 6-bis del medesimo articolo 49 stabilisce, inoltre, che i componenti il consiglio di amministrazione di designazione della Camera dei deputati devono essere eletti tra coloro che hanno presentato la propria candidatura nell'ambito dell'apposita procedura di selezione.

Al riguardo, faccio presente che, sempre a norma del richiamato comma 6-bis, l'avviso della procedura di selezione è stato pubblicato sul sito Internet della Camera dei deputati il giorno 31 marzo 2021 e che i curricula dei candidati sono stati pubblicati sul medesimo sito Internet il giorno 6 maggio 2021.

Ciascun parlamentare riceverà quindi una scheda sulla quale potrà indicare un solo nominativo. Le schede recanti un numero superiore di nominativi saranno dichiarate nulle. Saranno altresì dichiarate nulle le schede recanti nominativi diversi rispetto a quelli dei soggetti che hanno presentato la propria candidatura ai sensi del comma 6-bis dell'articolo 49 del decreto legislativo n. 177 del 2005. Avverto inoltre che, avendo taluni candidati lo stesso cognome, ove si intenda votare per uno di essi, occorrerà indicare sulla scheda, ai fini dell'attribuzione del voto, sia il cognome, sia il nome dell'interessato. In mancanza dell'indicazione del nome, il voto sarà considerato nullo. Saranno infine considerate nulle le schede recanti segni di riconoscimento. Saranno eletti coloro che ottengono il maggior numero di voti.

Ricordo che, conformemente alla prassi relativa alla votazione per schede, la chiama sarà effettuata secondo l'ordine alfabetico. I deputati faranno ingresso in Aula dal lato sinistro, esprimeranno il loro voto nelle cabine dopo aver ritirato una matita e la scheda, e, quindi, dopo aver depositato nell'urna la scheda e consegnato la matita, lasceranno l'Aula dall'ingresso del lato destro.

Passiamo ora alla votazione segreta per schede.

Avverto che, come da prassi, al fine di garantire l'ordinato svolgimento della votazione, la Presidenza accoglierà un numero di richieste di anticipazione del voto fino ad un massimo del 3 per cento della consistenza numerica di ciascun gruppo.

Invito i deputati segretari a procedere alla prima chiama. Prego.

(Segue la votazione)

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI (ore 22,35)

(Segue la votazione)

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.

Invito i deputati segretari a procedere, nella Sala dei Ministri, allo spoglio delle schede.

Sospendo la seduta fino al termine delle operazioni di scrutinio.

La seduta, sospesa alle 22,40, è ripresa alle 23.

Comunicazione del risultato della votazione per l'elezione di due componenti il consiglio di amministrazione della RAI - Radiotelevisione italiana Spa.

PRESIDENTE. Comunico il risultato della votazione per l'elezione di due componenti del consiglio di amministrazione della RAI - Radiotelevisione italiana Spa:

Presenti e votanti…..463

Hanno ottenuto voti: Bria 162; Agnes 161; Rossi 74; Giannone 16.

Voti dispersi…..1

Schede bianche….20

Schede nulle…..29.

Proclamo eletti componenti del consiglio di amministrazione della RAI - Radiotelevisione italiana Spa, Francesca Bria e Simona Agnes.

Hanno preso parte alla votazione:

Acunzo Nicola

Adelizzi Cosimo

Aiello Davide

Alaimo Roberta

Albano Lucia

Alemanno Maria Soave

Amitrano Alessandro

Andreuzza Giorgia

Angiola Nunzio

Annibali Lucia

Anzaldi Michele

Aprea Valentina

Aresta Giovanni Luca

Avossa Eva

Azzolina Lucia

Badole Mirco

Bagnasco Roberto

Baldelli Simone

Baldini Maria Teresa

Baldino Vittoria

Baratto Raffaele

Barbuto Elisabetta Maria

Barelli Paolo

Baroni Annalisa

Barzotti Valentina

Battelli Sergio

Battilocchio Alessandro

Bazoli Alfredo

Bazzaro Alex

Bella Marco

Bellucci Maria Teresa

Belotti Daniele

Benamati Gianluca

Benedetti Silvia

Benigni Stefano

Benvenuto Alessandro Manuel

Berardini Fabio

Bergamini Deborah

Berlinghieri Marina

Berti Francesco

Biancofiore Michaela

Bignami Galeazzo

Billi Simone

Bilotti Anna

Binelli Diego

Bisa Ingrid

Bitonci Massimo

Boccia Francesco

Boldi Rossana

Boldrini Laura

Bologna Fabiola

Bonafede Alfonso

Bond Dario

Boniardi Fabio Massimo

Bonomo Francesca

Bordo Michele

Bordonali Simona

Borghese Mario

Borghi Enrico

Boschi Maria Elena

Braga Chiara

Brunetta Renato

Bruno Raffaele

Bruno Bossio Vincenza

Bubisutti Aurelia

Bucalo Carmela

Buffagni Stefano

Buompane Giuseppe

Buratti Umberto

Businarolo Francesca

Butti Alessio

Cabras Pino

Cadeddu Luciano

Caffaratto Gualtiero

Caiata Salvatore

Calabria Annagrazia

Cannizzaro Francesco

Cantalamessa Gianluca

Cantini Laura

Cantone Carla

Cantone Luciano

Caon Roberto

Caparvi Virginio

Capitanio Massimiliano

Cappellacci Ugo

Carabetta Luca

Carbonaro Alessandra

Cardinale Daniela

Carè Nicola

Carelli Emilio

Caretta Maria Cristina

Carfagna Maria Rosaria

Carnevali Elena

Carrara Maurizio

Casa Vittoria

Casciello Luigi

Caso Andrea

Cassinelli Roberto

Castiello Giuseppina

Cataldi Roberto

Cattaneo Alessandro

Cattoi Vanessa

Cavandoli Laura

Ceccanti Stefano

Cenni Susanna

Centemero Giulio

Cestari Emanuele

Chiazzese Giuseppe

Ciaburro Monica

Ciagà Graziella Leyla

Ciampi Lucia

Cillis Luciano

Cimino Rosalba

Ciprini Tiziana

Cirielli Edmondo

Coin Dimitri

Colaninno Matteo

Colla Jari

Colletti Andrea

Colmellere Angela

Colucci Alessandro

Comencini Vito

Cortelazzo Piergiorgio

Costanzo Jessica

Covolo Silvia

Crippa Andrea

Crippa Davide

Cristina Mirella

Critelli Francesco

Cubeddu Sebastiano

Currò Giovanni

Daga Federica

Dal Moro Gian Pietro

D'Alessandro Camillo

Dall'Osso Matteo

Dara Andrea

D'Attis Mauro

De Angelis Sara

De Carlo Sabrina

De Filippo Vito

De Giorgi Rosalba

De Girolamo Carlo Ugo

De Lorenzis Diego

De Lorenzo Rina

De Luca Piero

De Maria Andrea

De Martini Guido

De Menech Roger

De Micheli Paola

De Toma Massimiliano

Deiana Paola

Deidda Salvatore

Del Sesto Margherita

Delmastro Delle Vedove Andrea

Delrio Graziano

D'Eramo Luigi

D'Ettore Felice Maurizio

Di Lauro Carmen

Di Maio Marco

Di Muro Flavio

Di San Martino Lorenzato Luis Roberto

Di Stasio Iolanda

Dieni Federica

D'Incà Federico

D'Ippolito Giuseppe

Donina Giuseppe Cesare

Donzelli Giovanni

Dori Devis

D'Orso Valentina

Durigon Claudio

Emiliozzi Mirella

Ermellino Alessandra

Fantuz Marica

Faro Marialuisa

Fassina Stefano

Federico Antonio

Ferraioli Marzia

Ferraresi Vittorio

Ferrari Roberto Paolo

Ferri Cosimo Maria

Ferro Wanda

Fiano Emanuele

Ficara Paolo

Fiorini Benedetta

Fitzgerald Nissoli Fucsia

Flati Francesca

Fogliani Ketty

Fontana Gregorio

Fontana Lorenzo

Formentini Paolo

Fornaro Federico

Foscolo Sara

Foti Tommaso

Fragomeli Gian Mario

Frailis Andrea

Frassinetti Paola

Frassini Rebecca

Frate Flora

Fratoianni Nicola

Furgiuele Domenico

Fusacchia Alessandro

Gadda Maria Chiara

Gagliardi Manuela

Galantino Davide

Galizia Francesca

Galli Dario

Gallo Luigi

Garavaglia Massimo

Gariglio Davide

Gastaldi Flavio

Gava Vannia

Gebhard Renate

Gemmato Marcello

Germanà Antonino

Giaccone Andrea

Giacometti Antonietta

Giacometto Carlo

Giacomoni Sestino

Giannone Veronica

Giarrizzo Andrea

Giglio Vigna Alessandro

Giordano Conny

Giorgetti Giancarlo

Giorgis Andrea

Giuliano Carla

Golinelli Guglielmo

Gribaudo Chiara

Grillo Giulia

Grimaldi Nicola

Grippa Carmela

Gusmeroli Alberto Luigi

Ianaro Angela

Iezzi Igor Giancarlo

Incerti Antonella

Invernizzi Cristian

Invidia Niccolò

Iovino Luigi

La Marca Francesca

L'Abbate Giuseppe

Labriola Vincenza

Lacarra Marco

Lapia Mara

Lattanzio Paolo

Lazzarini Arianna

Lepri Stefano

Librandi Gianfranco

Licatini Caterina

Lolini Mario

Lollobrigida Francesco

Lorefice Marialucia

Lorenzin Beatrice

Lorenzoni Eva

Lorenzoni Gabriele

Losacco Alberto

Loss Martina

Lotti Luca

Lovecchio Giorgio

Lucaselli Ylenja

Lucchini Elena

Lucentini Mauro

Lupi Maurizio

Maccanti Elena

Macina Anna

Madia Maria Anna

Maggioni Marco

Maglione Pasquale

Manca Alberto

Manca Gavino

Mandelli Andrea

Mantovani Lucrezia Maria Benedetta

Maraia Generoso

Marchetti Riccardo Augusto

Mariani Felice

Marin Marco

Marrocco Patrizia

Martinciglio Vita

Marzana Maria

Maschio Ciro

Masi Angela

Maturi Filippo

Mauri Matteo

Mazzetti Erica

Melicchio Alessandro

Meloni Giorgia

Miceli Carmelo

Micheli Matteo

Micillo Salvatore

Migliore Gennaro

Migliorino Luca

Milanato Lorena

Molinari Riccardo

Mollicone Federico

Montaruli Augusta

Morassut Roberto

Morelli Alessandro

Morgoni Mario

Morrone Jacopo

Mugnai Stefano

Mulè Giorgio

Mura Romina

Murelli Elena

Napoli Osvaldo

Nappi Silvana

Nardi Martina

Navarra Pietro

Nevi Raffaele

Noja Lisa

Novelli Roberto

Occhiuto Roberto

Orfini Matteo

Orlando Andrea

Orsini Andrea

Osnato Marco

Pagano Alessandro

Pagano Ubaldo

Paita Raffaella

Pallini Maria

Palmieri Antonio

Palmisano Valentina

Panizzut Massimiliano

Paolin Giuseppe

Paolini Luca Rodolfo

Papiro Antonella

Parisse Martina

Parolo Ugo

Paternoster Paolo

Pella Roberto

Pellicani Nicola

Perantoni Mario

Perconti Filippo Giuseppe

Perego Di Cremnago Matteo

Pettarin Guido Germano

Pettazzi Lino

Pezzopane Stefania

Piastra Carlo

Picchi Guglielmo

Piccoli Nardelli Flavia

Pignatone Dedalo Cosimo Gaetano

Pini Giuditta

Pizzetti Luciano

Plangger Albrecht

Polidori Catia

Polverini Renata

Porchietto Claudia

Potenti Manfredi

Prestipino Patrizia

Pretto Erik Umberto

Prisco Emanuele

Provenza Nicola

Quartapelle Procopio Lia

Racchella Germano

Raciti Fausto

Raduzzi Raphael

Raffaelli Elena

Rampelli Fabio

Ravetto Laura

Ribolla Alberto

Ricciardi Riccardo

Ripani Elisabetta

Rixi Edoardo

Rizzetto Walter

Rizzo Nervo Luca

Rizzone Marco

Romaniello Cristian

Romano Andrea

Rospi Gianluca

Rossello Cristina

Rossi Andrea

Rossini Emanuela

Rotelli Mauro

Rotondi Gianfranco

Rotta Alessia

Ruffino Daniela

Ruggieri Andrea

Ruggiero Francesca Anna

Russo Giovanni

Russo Paolo

Saccani Jotti Gloria

Saitta Eugenio

Salafia Angela

Saltamartini Barbara

Sangregorio Eugenio

Sani Luca

Sarti Giulia

Sasso Rossano

Savino Sandra

Scagliusi Emanuele

Scanu Lucia

Scerra Filippo

Sensi Filippo

Serracchiani Debora

Serritella Davide

Silli Giorgio

Silvestri Francesco

Silvestri Rachele

Silvestroni Marco

Siracusano Matilde

Sisto Francesco Paolo

Snider Silvana

Sodano Michele

Sorte Alessandro

Soverini Serse

Sozzani Diego

Spadafora Vincenzo

Spadoni Maria Edera

Spena Maria

Spessotto Arianna

Sportiello Gilda

Squeri Luca

Stefani Alberto

Stumpo Nicola

Sut Luca

Sutto Mauro

Tarantino Leonardo

Tartaglione Annaelsa

Tasso Antonio

Tateo Anna Rita

Terzoni Patrizia

Timbro Maria Flavia

Tiramani Paolo

Toccalini Luca

Tofalo Angelo

Tomasi Maura

Topo Raffaele

Torromino Sergio

Trancassini Paolo

Trano Raffaele

Traversi Roberto

Tripodi Elisa

Tripodi Maria

Troiano Francesca

Turri Roberto

Tuzi Manuel

Vacca Gianluca

Valbusa Vania

Valentini Valentino

Vallascas Andrea

Vallotto Sergio

Varchi Maria Carolina

Varrica Adriano

Vazio Franco

Verini Walter

Versace Giuseppina

Vianello Giovanni

Vietina Simona

Villani Virginia

Vinci Gianluca

Vitiello Catello

Viviani Lorenzo

Volpi Raffaele

Zan Alessandro

Zanella Federica

Zanettin Pierantonio

Zangrillo Paolo

Zanichelli Davide

Zardini Diego

Zennaro Antonio

Zicchieri Francesco

Ziello Edoardo

Zoffili Eugenio

Zolezzi Alberto

Zordan Adolfo

Zucconi Riccardo

Sono in missione:

Campana Micaela

Cancelleri Azzurra Pia Maria

Carinelli Paola

Castelli Laura

Dadone Fabiana

Di Maio Luigi

Di Stefano Manlio

Ehm Yana Chiara

Fontana Ilaria

Gelmini Mariastella

Gerardi Francesca

Grande Marta

Grimoldi Paolo

Guerini Lorenzo

Liuni Marzio

Liuzzi Mirella

Marattin Luigi

Melilli Fabio

Molteni Nicola

Muroni Rossella

Olgiati Riccardo

Rizzo Gianluca

Rosato Ettore

Scutellà Elisa

Sibilia Carlo

Speranza Roberto

Suriano Simona

Testamento Rosa Alba

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Avverto che, con lettera trasmessa in data odierna, il presidente della Commissione affari costituzionali, anche a nome della presidente della Commissione ambiente, ha richiesto di rinviare a lunedì 19 luglio l'inizio dell'esame in Assemblea del decreto-legge n. 77 del 2021, recante disposizioni in materia di governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza e di semplificazioni, la cui discussione generale in Assemblea è attualmente prevista per venerdì 16 luglio, in ragione dell'esigenza - sulla quale è stato acquisito l'assenso unanime dei rappresentanti dei gruppi nelle Commissioni - di consentire alle Commissioni di licenziare il provvedimento entro la giornata di venerdì 16 luglio e di disporre dei tempi necessari per la stampa del testo A.

Secondo le intese intercorse, l'esame di tale provvedimento avrà luogo nella seduta di lunedì 19 luglio a partire dalle ore 9,30, con votazioni non prima delle ore 14 e con prosecuzione notturna.

Avverto altresì che nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna sarà pubblicata l'organizzazione dei tempi per l'esame della relazione delle Commissioni III e IV sulla deliberazione del Consiglio dei Ministri in merito alla partecipazione dell'Italia a ulteriori missioni internazionali per l'anno 2021 e sulla relazione analitica sulle missioni internazionali in corso.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Conny Giordano. Ne ha facoltà per due minuti.

CONNY GIORDANO (M5S). Gentili colleghi e colleghe, è trascorso ormai un anno da quel terribile 15 luglio 2020, giorno della morte di Mario Paciolla, che aveva solo 33 anni. Cooperante per l'ONU in Colombia, era un cittadino del mondo, un sognatore, un ragazzo che desiderava solo provare a vivere in un pianeta migliore, non a parole ma con gesti concreti, sacrificando il proprio tempo libero e viaggiando in diversi Stati. Lo voglio ricordare non solo perché è seppellito nella mia città, Frattamaggiore, città di origine anche dei genitori, ma perché la sua storia non può essere lasciata nel dimenticatoio. Il Ministro Di Maio sta lavorando in questa direzione. Proprio in questi giorni ha avuto un colloquio telefonico con la Vice Presidente della Colombia e ha ribadito la volontà del nostro Paese di collaborare per la ricerca della verità.

È necessario cogliere tutti gli aspetti di questa vicenda, che ha diversi lati oscuri. Non dobbiamo spegnere i riflettori e dobbiamo andare fino in fondo alla ricerca di verità e giustizia. Lo dobbiamo a Mario, ai suoi familiari, ai suoi amici, al suo sogno di cambiare questo nostro mondo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Grazie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Simona Bordonali. Ne ha facoltà per due minuti. La deputata Bordonali non è in Aula; si intende che abbia dunque rinunciato.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 15 luglio 2021 - Ore 9,30:

1. Discussione della relazione delle Commissioni III (Affari esteri e comunitari) e IV (Difesa) sulla deliberazione del Consiglio dei Ministri in merito alla partecipazione dell'Italia a ulteriori missioni internazionali, adottata il 17 giugno 2021 (anno 2021) (Doc. XXV, n. 4) e sulla relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, riferita all'anno 2020, anche al fine della relativa proroga per l'anno 2021 (Doc. XXVI, n. 4). (Doc. XVI, n. 5)

Relatori: MIGLIORE, per la III Commissione; FERRARI, per la IV Commissione.

2. Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:

GELMINI e APREA; INVIDIA; BUCALO e FRASSINETTI; TOCCAFONDI; COLMELLERE ed altri; SOVERINI ed altri: Ridefinizione della missione e dell'organizzazione del Sistema di Istruzione e formazione tecnica superiore in attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. (C. 544​-2387​-2692​-2868​-2946​-3014-A​)

Relatore: TOCCAFONDI.

3. Discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità nell'ambito di un procedimento civile nei confronti di Monica Faenzi (deputata all'epoca dei fatti). (Doc. IV-ter, n. 3-A)

Relatrice: PINI.

4. Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:

CIPRINI ed altri; GRIBAUDO ed altri; BOLDRINI ed altri; BENEDETTI ed altri; GELMINI ed altri; VIZZINI ed altri; D'INIZIATIVA DEL CONSIGLIO NAZIONALE DELL'ECONOMIA E DEL LAVORO; CARFAGNA ed altri; FUSACCHIA ed altri; CARFAGNA: Modifiche al codice di cui al decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198, e altre disposizioni in materia di pari opportunità tra uomo e donna in ambito lavorativo. (C. 522​-615​-1320​-1345​-1675​-1732​-1925​-2338​-2424​-2454-A​)

Relatrice: GRIBAUDO.

5. Seguito della discussione delle mozioni Fornaro ed altri n. 1-00499 e Lollobrigida ed altri n. 1-00501 concernenti iniziative volte al rilancio del sito produttivo Whirlpool di Napoli e alla salvaguardia dei relativi livelli occupazionali .

6. Seguito della discussione della proposta di legge:

MELONI ed altri: Disposizioni in materia di equo compenso delle prestazioni professionali. (C. 3179-A​)

e delle abbinate proposte di legge: MELONI ed altri; MANDELLI ed altri; MORRONE ed altri; BITONCI ed altri; DI SARNO ed altri.

(C. 301​-1979​-2192​-2741​-3058​)

Relatrice: BISA.

7. Seguito della discussione della proposta di legge:

ZUCCONI ed altri: Disposizioni concernenti la rinegoziazione dei contratti di locazione di immobili destinati ad attività commerciali, artigianali e ricettive per l'anno 2021 in conseguenza dell'epidemia di COVID-19.

(C. 2763-A​)

Relatori: MASI, per la maggioranza; ZUCCONI, di minoranza.

La seduta termina alle 23,10.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: MAURIZIO LUPI (A.C. 3132-A/R​)

MAURIZIO LUPI (M-NCI-USEI-R-AC). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 3132-A/R​). Signor Presidente, onorevoli colleghi, oggi voteremo sì al decreto sostegni bis, il secondo provvedimento con cui il Governo ha deciso di supportare il Paese per superare insieme i danni provocati dalla pandemia stanziando circa 40 miliardi di euro. Se guardiamo gli ultimi provvedimenti che hanno impegnato il Parlamento, vediamo come lo scostamento di bilancio approvato recentemente contiene sia le risorse per finanziare questo decreto sia quelle dedicate al fondo complementare del PNRR. È questo un segnale dell'inizio di un nuovo momento, della possibilità di muoverci dalla cura delle ferite inferte dal Covid alla ripresa dell'economia e della società per rilanciare il futuro del Paese.

Non voglio certo ignorare o sottovalutare il valore dei sostegni che stiamo continuando a erogare. Sappiamo bene qual è la condizione di difficoltà in cui versano le famiglie, come certificato dai dati Istat, secondo cui più di due milioni di nuclei versano in condizione di povertà assoluta. Come ha recentemente ricordato il presidente Draghi, “la Banca Centrale Europea ha stimato che in assenza del sostegno pubblico, le famiglie nei Paesi della zona euro avrebbero perso, in media, quasi un quarto del loro reddito da lavoro. Grazie all'intervento statale, questa perdita è stata limitata al 7%.” Gli oltre 15 miliardi a fondo perduto contenuti nel presente decreto testimoniano come la maggioranza non sia arretrata di un centimetro rispetto all'esigenza di tutelare le attività produttive colpite dagli effetti della pandemia.

Anche il provvedimento che ci apprestiamo ad approvare è stato un'opportunità perché la politica potesse rappresentare tutte le situazioni di difficoltà, anche quelle che erano state dimenticate. Ne è un chiaro esempio il fondo da 100 milioni di euro in favore del settore della ristorazione collettiva, di cui fanno parte più di 1.000 imprese che nel solo 2020 hanno riportato in media un calo di fatturato del 40%, corrispondente a circa due miliardi di euro.

Tuttavia, già questo provvedimento inizia a dare segnali importanti di un orizzonte che torna a estendersi verso il futuro, ponendosi con serietà e responsabilità il problema della sostenibilità del debito che stiamo mettendo sulle spalle dei nostri figli. In occasione dell'approvazione del decreto sostegni, ebbi modo di dire che investire in “debito buono” era, per esempio, estendere da sei a dieci anni la durata dei finanziamenti coperti dalla “Garanzia Italia”. L'estensione risulta ancora più importante dopo gli ultimi dati Istat secondo cui la crisi sanitaria ha compromesso in molti casi la solidità delle imprese: risultano strutturalmente a rischio la metà delle micro imprese e un quarto delle piccole imprese, soprattutto nel terziario. Per questo abbiamo accolto con grande soddisfazione la decisione del Governo di recepire la richiesta di estendere la durata dei finanziamenti all'art. 13 del presente provvedimento, una dimostrazione di fiducia verso le imprese italiane, contrariamente a un certo atteggiamento anti-imprenditoriale che aveva preso piede in passate esperienze di governo. Esperienze di cui, mi sia concessa una piccola parentesi, non sentiamo spesso la mancanza.

Per quanto mi riguarda, sono tre le sfide centrali che abbiamo davanti per una ripartenza in grado di mobilitare le migliori energie del Paese e a cui abbiamo cercato di rispondere contribuendo al decreto sostegni bis: la prima riguarda sicuramente le misure necessarie a mantenere sotto controllo la situazione epidemiologica. Come sappiamo, il metodo scelto per affrontare le riaperture è stato definito “rischio calcolato”: i numeri ad oggi dicono che il tasso di occupazione delle terapie intensive è vicino al 2%, con un numero di pazienti ospedalizzati totale in diminuzione da inizio maggio. Certo non possiamo permetterci di abbassare la guardia, anzi: nelle prossime settimane sarà cruciale poter garantire ai cittadini tutte le misure disponibili per evitare che nuove varianti possano far crescere nuovamente gli ospedalizzati, le terapie intensive e soprattutto il numero dei decessi. Anche per questo, ci siamo impegnati a far sì che tutti e tre le modalità di accesso al green pass potessero essere rese gratuite per i cittadini. Insieme al diritto alla cura e alla gratuità dei vaccini, abbiamo ottenuto un fondo per effettuare tamponi gratuitamente.

La seconda sfida che abbiamo davanti è la riapertura delle scuole, uno dei grandi test a cui il Paese è stato sottoposto dallo scoppio della pandemia e, lasciatemelo dire, un impegno che dobbiamo ai nostri ragazzi e a cui non possiamo sottrarci. I dati Invalsi appena pubblicati hanno infatti certificato l'effetto disastroso della DAD sulle competenze degli studenti. Le due Regioni in cui si è registrato il calo più importante nelle conoscenze acquisite sono state la Campania e la Puglia, ossia i due territori in cui le scuole sono rimaste chiuse per più tempo. Un dato su tutti basterebbe a lanciare un allarme: alle superiori, il 44% dei maturati non ha raggiunto un livello di conoscenza minima dell'italiano, un dato che sale al 51% se consideriamo l'insegnamento della matematica. I dati hanno anche documentato l'aumento del divario di conoscenze tra nord e sud, un segnale che rende più che mai necessarie le risorse previste dal PNRR per combattere la crescita a due velocità a cui stiamo assistendo da troppo tempo. Davanti a questo scenario preoccupante, come dovremo impegnarci per non discriminare gli studenti di un territorio o di un altro, è stato importante anche riconoscere le risorse per la ripartenza per il nuovo anno scolastico anche alle scuole paritarie, grazie a uno stanziamento di 50 milioni di euro a cui si sommano 10 milioni di euro dedicati alle scuole dell'infanzia.

Da ultima viene la sfida del lavoro, su cui ho avuto occasione di spendere più di un intervento in Aula nelle ultime settimane. Come già detto in occasione dell'approvazione del decreto sostegni, ci tengo a ribadire che il vero sostegno non possono essere i soldi a pioggia, ma politiche attive del lavoro degne di questo nome e più efficaci di strumenti come il reddito di cittadinanza. Il presidente Draghi ha avuto modo di sottolineare recentemente l'importanza degli investimenti come condizione necessaria affinché il tasso di crescita annuale sia tale da poter ripagare il debito contratto nell'ultimo anno e mezzo. Allora permettetemi di esprimere soddisfazione anche per un'altra misura che stiamo per approvare con il presente decreto, un aiuto che potrà favorire uno degli investimenti chiave che possono favorire una crescita reale del Paese. Come per l'acquisto dei macchinari lo Stato si è impegnato in passato a riconoscere un credito d'imposta “industria 4.0”, così da tempo chiedevamo che un beneficio simile fosse concesso a quelle aziende che investono sull'alta formazione dei propri dipendenti. Così è accaduto grazie a un emendamento proposto da Noi con l'Italia e approvato in Commissione Bilancio, un piccolo segno della fiducia che dobbiamo accordare ai cittadini e alle imprese.

Concludendo, ribadiamo il nostro voto favorevole al provvedimento odierno, augurandoci che l'orizzonte del nostro impegno possa spostarsi sempre di più dai sostegni necessari alle riaperture, al rilancio del Paese, a quelle nuove generazioni che oggi ci chiedono di scommettere davvero sulla loro voglia di futuro.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 1 il deputato Gariglio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 13 i deputati Raduzzi e Sodano hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 3132-A/R - odg 9/109 455 455 0 228 56 399 76 Resp.
2 Nominale odg 9/3132-A/R/127 rif. 451 445 6 223 439 6 76 Appr.
3 Nominale odg 9/3132-A/R/128 rif. 455 451 4 226 450 1 75 Appr.
4 Nominale odg 9/3132-A/R/146 453 452 1 227 58 394 75 Resp.
5 Nominale odg 9/3132-A/R/147 rif. 454 448 6 225 442 6 75 Appr.
6 Nominale odg 9/3132-A/R/149 438 435 3 218 39 396 75 Resp.
7 Nominale odg 9/3132-A/R/150 rif. 455 450 5 226 446 4 74 Appr.
8 Nominale odg 9/3132-A/R/151 443 435 8 218 55 380 74 Resp.
9 Nominale odg 9/3132-A/R/153 448 444 4 223 438 6 74 Appr.
10 Nominale odg 9/3132-A/R/160 441 434 7 218 55 379 72 Resp.
11 Nominale odg 9/3132-A/R/172 456 455 1 228 61 394 72 Resp.
12 Nominale odg 9/3132-A/R/178 447 446 1 224 55 391 72 Resp.
13 Nominale Ddl 3132-A/R - voto finale 410 372 38 187 363 9 65 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.