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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 538 di lunedì 12 luglio 2021

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANDREA MANDELLI

La seduta comincia alle 9,35.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ALESSANDRO COLUCCI, Segretario, legge il processo verbale della seduta dell'8 luglio 2021.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascani, Battelli, Bergamini, Berlinghieri, Boschi, Brescia, Brunetta, Cancelleri, Carfagna, Casa, Castelli, Cavandoli, Cirielli, Colletti, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Dadone, De Maria, Delmastro Delle Vedove, Luigi Di Maio, Di Stefano, Durigon, Fassino, Ilaria Fontana, Franceschini, Gallinella, Garavaglia, Gava, Gebhard, Gelmini, Giachetti, Giacomoni, Giorgetti, Grande, Grimoldi, Guerini, Invernizzi, Iovino, Lapia, Liuni, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lupi, Macina, Maggioni, Magi, Marattin, Melilli, Migliore, Molinari, Molteni, Morelli, Mulè, Mura, Muroni, Nardi, Nesci, Occhiuto, Orlando, Parolo, Perantoni, Polidori, Ribolla, Rizzo, Rotta, Ruocco, Sasso, Scalfarotto, Schullian, Serracchiani, Carlo Sibilia, Silli, Sisto, Speranza, Tabacci, Tasso, Vignaroli, Zanettin, Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 88, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Trasmissione dal Senato di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.

PRESIDENTE. La Presidente del Senato, con lettera in data 8 luglio 2021, ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è stato assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla XII Commissione (Affari sociali):

S. 2267 - "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 8 giugno 2021, n. 79, recante misure urgenti in materia di assegno temporaneo per figli minori" (Approvato dal Senato) (3201) - Parere delle Commissioni I, II, V, VI, XI e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è stato altresì assegnato al Comitato per la legislazione.

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 9 luglio 2021, il deputato Devis Dori, già iscritto al gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Liberi e Uguali.

La presidenza di tale gruppo, con lettera pervenuta in pari data, ha comunicato di aver accolto la richiesta.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (IV). Grazie, Presidente. Ieri ha vinto l'Europa: mi permetta solo di complimentare i nostri Azzurri per il grande exploit di ieri sera e anche Matteo Berrettini per aver portato per la prima volta un italiano alla finale di Wimbledon, dopo 144 anni (Applausi). Quindi, penso che sia giusto mandare, dall'Aula, un gesto di ammirazione, di stima e di ringraziamento alla squadra del CT Mancini.

Tornando ai nostri lavori, noi chiediamo un rinvio dell'inizio della discussione generale di due ore, alle 11,30.

PRESIDENTE. Non essendoci nessun altro intervento, aggiorniamo la seduta alle 11,30. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 9,40, è ripresa alle 11,30.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

Discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73, recante misure urgenti connesse all'emergenza da COVID-19, per le imprese, il lavoro, i giovani, la salute e i servizi territoriali (A.C. 3132-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 3132-A: Conversione in legge del decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73, recante misure urgenti connesse all'emergenza da COVID-19, per le imprese, il lavoro, i giovani, la salute e i servizi territoriali.

(Discussione sulle linee generali - A.C. 3132-A​)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.

Avverto che i presidenti dei gruppi parlamentari MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico ne hanno chiesto l'ampliamento senza limitazioni nelle iscrizioni a parlare, ai sensi dell'articolo 83, comma 2, del Regolamento.

Avverto, altresì, che la V Commissione (Bilancio) si intende autorizzata a riferire oralmente.

Ha facoltà di intervenire il collega Bitonci, che è il relatore.

MASSIMO BITONCI, Relatore. Grazie, Presidente, grazie Vice Ministro Castelli. Il decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73, reca misure urgenti connesse all'emergenza da COVID-19 per le imprese, il lavoro, i giovani, la salute e i servizi territoriali. Il provvedimento è pubblicato in Gazzetta Ufficiale e trasmesso al Parlamento il 25 maggio 2021, all'esame della Camera dei deputati in prima lettura. È stato esaminato, in sede referente, dalla V Commissione (Bilancio), che ha approvato numerose modifiche e integrazioni al testo; quindi, do conto sinteticamente delle misure che sono state introdotte durante i lavori della Commissione.

All'articolo 1 sono stati introdotti i commi 30-bis, 30-ter e 30-quater, che riconoscono ai titolari di reddito agrario, nonché ai soggetti con ricavi derivanti da specifiche attività di cessioni di beni e prestazioni di servizi (di cui all'articolo 85, comma 1, lettere a) e b), del TUIR) o compensi in denaro o in natura, il contributo a fondo perduto previsto dal decreto-legge Sostegni e il contributo a fondo perduto riconosciuto a favore dei soggetti titolari di partita IVA che svolgono attività di impresa, arte e professione o producono reddito agrario.

All'articolo 1-bis, vengono soppresse due disposizioni contenute nel decreto-legge n. 137 del 2020 e, in particolare, una serie di contributi che non concorrono alla formazione della base imponibile delle imposte sui redditi e non rilevano ai fini di talune norme di carattere fiscale nonché le disposizioni di cui all'articolo 10-bis, comma 2 del citato decreto-legge n. 137, in base al quale la detassazione di contributi, di indennità e di ogni altra misura a favore di imprese e lavoratori autonomi, relativi all'emergenza da COVID-19, concernente le misure deliberate successivamente alla dichiarazione dello stato d'emergenza sul territorio nazionale, si applica nel rispetto dei limiti e delle condizioni definite dal quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato.

L'articolo 1-ter prevede una serie di contributi per il settore del wedding, dell'intrattenimento e dell'HoReCa.

All'articolo 1-quater si incrementa di 60 milioni di euro, per il 2021, il fondo straordinario per il sostegno degli enti del terzo settore.

L'articolo 1-quinquies assicura alle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza, le IPAB, un sostegno economico utile a garantire la continuità nell'erogazione delle prestazioni e, a tal fine, è stato istituito un fondo di 10 milioni di euro.

L'articolo 1-sexies rimodula i termini di versamento delle rate dovute nel biennio 2020-2021 per alcuni istituti della pace fiscale; quindi, parliamo della “rottamazione-ter” e del saldo e stralcio. In particolare, a specifiche condizioni si considerano tempestivi i versamenti effettuati oltre il termine relativi alla “rottamazione-ter” delle cartelle esattoriali e alla definizione agevolata delle risorse proprie al saldo e stralcio per i contribuenti in difficoltà economica.

L'articolo 1-septies detta una serie di misure per fronteggiare gli aumenti eccezionali dei prezzi dei materiali da costruzione avvenuti nel primo semestre dell'anno 2021, in relazione ai lavori in corso di esecuzione alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto. All'articolo 2 viene istituito, nello stato di previsione del Ministero dello Sviluppo economico, un fondo per il sostegno delle attività economiche che abbiano subito un periodo di chiusura nel lasso temporale tra il primo gennaio 2021 e la data di conversione del presente decreto, riducendo da 4 mesi a 100 giorni - e questo è un passaggio importante - il periodo di chiusura considerato ai fini della concessione dei benefici, estendendo, in tal modo, la platea dei potenziali destinatari della norma; si incrementa, inoltre, di 50 milioni di euro per l'anno 2021 il fondo destinato al ristoro delle perdite derivanti dall'annullamento, dal rinvio o dal ridimensionamento di fiere e congressi; l'incremento è destinato anche al ristoro a favore degli erogatori di servizi di logistica e trasporto e di allestimento delle fiere che abbiano una quota superiore al 51 per cento dei ricavi derivanti dall'attività di fiere e congressi.

All'articolo 2-bis si incrementa, sempre con un fondo di 10 milioni di euro, la prevenzione del fenomeno dell'usura.

All'articolo 3 si incrementa di 30 milioni di euro per il 2021 il fondo destinato alla concessione di contributi in favore dei soggetti esercenti attività d'impresa, vendita di beni e servizi al pubblico svolte nei comuni ubicati all'interno dei comprensori sciistici; inoltre, per far fronte alle esigenze connesse all'incidente della funivia del Mottarone, si assegna un contributo di 0,5 milioni di euro ai comuni di Stresa e Omegna.

All'articolo 3-bis si incrementa da 5 a 10 milioni la dotazione del fondo istituito dall'ultima legge di bilancio per compensare le città portuali che hanno subito perdite economiche a seguito del calo del turismo crocieristico.

All'articolo 3-ter si autorizza una spesa di 35 milioni per l'anno 2021, al fine di incrementare l'attività turistica del Paese, in relazione allo svolgimento dei Giochi olimpici di Milano-Cortina, che sono previsti nell'anno 2026.

All'articolo 4 sono stati aggiunti i commi 2-bis, 2-ter, 2-quater i quali estendono il credito d'imposta per i canoni di locazione degli immobili a uso non abitativo anche alle imprese esercenti attività di commercio al dettaglio con ricavi superiori ai 15 milioni di euro nel secondo periodo d'imposta antecedente a quello di entrata in vigore del decreto, in relazione ai canoni versati con riferimento a ciascuno dei mesi da gennaio 2021 a maggio 2021.

L'articolo 4-bis, prevede un percorso regolato di condivisione dell'impatto economico derivante all'emergenza epidemiologica, finalizzato alla rideterminazione del canone di locazione, al fine di tutelare le imprese e le controparti locatrici.

All'articolo 4 si esenta dall'IMU dovuta per l'anno 2021 per gli immobili a uso abitativo posseduti da persone fisiche e concessi in locazione per cui sia stata emessa una convalida di sfratto per morosità entro il 28 febbraio 2020, la cui esecuzione è sospesa fino al 30 giugno 2021; la medesima esenzione IMU per il 2021 si applica nei casi in cui la convalida di sfratto sia stata emessa dopo il 28 febbraio 2020 e l'esecuzione sia sospesa fino al 30 settembre 2021 o fino al 31 dicembre 2021; i soggetti destinatari dell'agevolazione hanno diritto al rimborso della prima rata pagata per il 2021. Inoltre, viene istituito presso il Ministero dell'Interno un fondo destinato al ristoro ai comuni delle minori entrate derivanti dalle agevolazioni in parola, la cui dotazione è pari a 115 milioni per l'anno 2021.

All'articolo 5-bis, si conferisce alla Cassa per i servizi energetici e ambientali l'importo complessivo di 1.200 milioni di euro per il 2021, anche al fine del contenimento degli oneri in bolletta derivanti dagli adeguamenti delle tariffe del settore elettrico per la regolazione dell'energia, l'ARERA.

L'articolo 6-bis ridetermina, per l'anno 2021, il canone minimo per le concessioni su aree pertinenziali demaniali marittime con finalità sportive, ricreative o legate a tradizioni locali. L'articolo 6-ter reca misure di sostegno per l'installazione di tecnologie per il potenziamento della selezione e l'avvio al riciclo dell'alluminio piccolo e leggero.

All'articolo 7 è stata introdotta, innanzitutto, una serie di misure a sostegno del settore turistico, delle attività economiche e commerciali e delle città d'arte; in particolare, si incrementa di 10 milioni di euro, per l'anno 2021, il rifinanziamento del fondo a sostegno delle agenzie di viaggio, tour operator, guide e trasporto di persone con bus scoperti in aree urbane e suburbane; si incrementa di 5 milioni di euro, per l'anno 2021, il fondo destinato al trasporto di persone su strada mediante autobus che svolgono servizi internazionali, interregionali, eccetera; si incrementa di 10 milioni di euro, per l'anno 2021, la quota del fondo da ripartire tra le regioni e le province autonome a sostegno delle categorie economiche particolarmente colpite dall'emergenza COVID; il fondo per il rilancio dell'attività turistica delle città d'arte è destinato, per 10 milioni di euro, anche a favore di Roma Capitale; ulteriori disposizioni introdotte all'articolo 7 riguardano l'accesso alla qualifica di vice ispettore della Polizia di Stato e la durata dei contratti a tempo determinato, prevedendo che, fino al 30 settembre 2022, qualora si verifichino specifiche esigenze previste dai contratti collettivi di lavoro, può essere apposto un contratto di lavoro a termine per durata superiore a 12 mesi e, comunque, non eccedente i 24 mesi.

L'articolo 7-bis introduce modifiche al tax credit vacanze, prevedendo che sia utilizzabile anche per il pagamento dei pacchetti turistici e prevede che possano avvalersi del sostegno del fondo per le agenzie di viaggio; inoltre, si istituisce, presso il Ministero del Turismo, un fondo con dotazione di 5 milioni di euro per il sostegno delle strutture ricettive extra-alberghiere, in pratica i bed and breakfast.

L'articolo 7-ter detta norme per la realizzazione di interventi di recupero, riconversione funzionale e valorizzazione di beni demaniali a uso militare che sono situati all'interno dei parchi nazionali.

All'articolo 8 sono state introdotte disposizioni per il sostegno dell'industria conciaria. L'articolo 8-bis riconosce la possibilità di prorogare di tre mesi la validità dei contratti di assicurazione obbligatoria di titolari di licenza per la produzione, deposito e vendita di fuochi artificiali.

All'articolo 9, con una modifica al comma 1, è stato previsto il posticipo, dal 30 aprile al 31 agosto 2021, della conclusione del periodo di sospensione dei termini di versamento di somme derivanti da cartelle di pagamento e avvisi esecutivi previsti dalla legge, nonché il termine finale della sospensione degli obblighi di accantonamento derivanti dai pignoramenti presso terzi, effettuati dall'agente della riscossione e dai soggetti cui è affidato l'accertamento; al comma 1-bis e 1-novies è prorogato al 31 dicembre 2021 il credito d'imposta previsto nella misura del 25 per cento per le grandi imprese, del 35 per cento per le medie imprese e del 45 per cento per le piccole, riconosciuto nei comuni delle regioni Lazio, Umbria, Marche, Abruzzo, colpiti dagli eventi sismici, succedutisi dal 24 agosto del 2016; inoltre, si fa salva l'autonomia nell'attività svolta e il coordinamento con il Dipartimento della Protezione civile.

L'articolo 9-bis proroga dal 30 giugno al 31 luglio il termine dell'approvazione delle tariffe e dei regolamenti relativi alla TARI.

L'articolo 9-ter proroga, per i soggetti che esercitano attività economiche per le quali sono stati appropriati gli ISA, cioè gli Indici sintetici di affidabilità, i termini di versamento risultanti dalle dichiarazioni dei redditi e da quelli in materia di IRAP e IVA che scadono dal 30 giugno al 31 agosto e, quindi, la scadenza diventa il 15 settembre 2021, senza alcuna maggiorazione. All'articolo 10 si incrementano le risorse di ristoro delle spese per l'effettuazione di test diagnostici per l'infezione COVID in favore di società sportive professionistiche e le risorse del fondo unico per il sostegno delle associazioni; si incrementano le risorse destinate a Sport e salute SpA per interventi di riqualificazione degli impianti natatori situati nel complesso del Foro Italico; infine, si modificano i termini di avvio dell'applicazione di disposizioni recate dai decreti legislativi di riforma dello sport.

L'articolo 10-bis riconosce un contributo a fondo perduto di 30 milioni di euro per il 2021 alle associazioni sportive iscritte al registro del CONI.

L'articolo 10-ter concede alle associazioni sportive dilettantistiche senza scopo di lucro, colpite dall'emergenza, una limitata proroga al 31 dicembre 2023 delle concessioni relative agli impianti sportivi su terreni demaniali.

All'articolo 11-bis si introduce una serie di disposizioni in materia di utilizzo di strumenti di pagamento elettronici, prevedendo la sospensione del programma cashback per il secondo trimestre 2021 e l'introduzione di un credito d'imposta pari al 100 per cento delle commissioni addebitate per le transazioni effettuate con strumenti di pagamento.

L'articolo 11-ter prevede misure per la semplificazione e il rifinanziamento della cosiddetta “legge Sabatini”.

L'articolo 11-quater detta norme sulla nuova Società Aerea Italiana SpA; in particolare, oltre a differire il termine per la restituzione del prestito di 400 milioni di euro, disposto ai sensi del decreto-legge n. 137 del 2019, a beneficio del gruppo Alitalia-SAI, si dispone la prosecuzione dell'attività delle medesime società nelle more del pronunciamento della Commissione europea.

L'articolo 11-quinquies autorizza l'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa SpA- Invitalia a sottoscrivere gli strumenti finanziari volti al rafforzamento patrimoniale delle imprese di medie dimensioni.

L'articolo 11-sexies prevede che le risorse del Fondo di sostegno ai comuni marginali, destinati a specifici territori per contrastare fenomeni di industrializzazione, siano assegnati in pari misura ai consorzi industriali ricadenti nel territorio dei beneficiari.

L'articolo 11-septies detta misure per il sostegno al settore pirotecnico.

L'articolo 11-octies modifica il decreto legislativo n. 385 del 1993, con l'obiettivo di rendere certe e trasparenti le condizioni di accesso al credito.

L'articolo 12-bis introduce un'ulteriore proroga del periodo di sottoscrizione in capo alle società di gestione del risparmio per il completamento della raccolta del patrimonio riservato.

All'articolo 13, in materia di sostegno della liquidità delle imprese, si sospendono fino al 30 settembre 2021 i termini di scadenza relativi ai vaglia cambiari e altri titoli di credito e ogni atto avente efficacia esecutiva.

All'articolo 13-bis si estende da 6 a 10 anni la durata dei finanziamenti coperti da garanzia straordinaria SACE a favore delle imprese colpite dalla pandemia.

All'articolo 14 si inserisce il comma 4-bis che stabilisce che le imposte sostitutive dovute per la rivalutazione delle partecipazioni in società non quotate e per i terreni posseduti alla data del 1° gennaio 2021 possano essere rateizzate fino ad un massimo di 3 rate annuali di pari importo, a decorrere dalla data del 15 novembre 2021.

L'articolo 14-bis rimodula, diminuendola per il 2021, l'imposta di consumo prevista sui prodotti succedanei al fumo.

L'articolo 16, al comma 3, proroga anche per l'anno 2022 la norma che disapplica, fino al 31 dicembre 2021, l'obbligo di alienazione entro un anno dalla ricognizione straordinaria e il divieto per il socio pubblico di esercitare i diritti sociali nel caso di società partecipate che abbiano prodotto un risultato medio in utile nel triennio precedente alla ricognizione, autorizzando peraltro l'amministrazione pubblica a prolungare la detenzione delle partecipazioni societarie anche nell'anno 2022, per i casi in cui le società partecipate abbiano prodotto un risultato medio in utile nel triennio 2017-2019.

All'articolo 17, comma 2-bis, si modifica la disciplina vigente che regola l'investimento dei fondi provenienti dalla raccolta effettuata da Poste Italiane SpA.

L'articolo 18-bis dispone che gli animali vivi ceduti per l'attività venatoria siano assoggettati ad un'aliquota IVA ridotta al 10 per cento.

L'articolo 19-bis proroga dal 30 giugno al 31 dicembre 2021 il termine per usufruire del credito d'imposta per i costi di costituzione o trasformazione delle società benefit, introdotto dal cosiddetto decreto Rilancio.

Gli articoli 23-bis e 23-ter recano modifiche al testo unico bancario, di cui al decreto legislativo 1993, n. 385, volte ad integrare la disciplina delle partecipazioni delle banche popolari.

L'articolo 25-bis detta misure di sostegno per il settore aeroportuale, sospendendo l'addizionale comunale sui diritti di imbarco per gli aeroporti che hanno registrato nel 2019 un traffico passeggeri in partenza pari o inferiore ad 1 milione.

L'articolo 26, comma 3, detta disposizioni in materia di prestazioni di natura genetica, clinica e di laboratorio. I commi 4 e 5 modificano la procedura di monitoraggio delle attività assistenziali per l'emergenza COVID. I commi 6, 6-bis e 6-quinquies dispongono il rifinanziamento del sistema termale nazionale.

All'articolo 30 sono state introdotte disposizioni per la digitalizzazione degli archivi della sanità militare in materia di personale della Difesa e di trattamento accessorio del personale del MEF. Io passerei la parola al collega, relatore.

PRESIDENTE. Grazie onorevole Bitonci, la parola gliela passo io al collega Buompane. Prego, ne ha facoltà.

GIUSEPPE BUOMPANE, Relatore. Grazie Presidente per la parola. Proseguendo la relazione già avviata dal collega Bitonci, passiamo all'articolo 30-bis, che reca interventi per agevolare la produzione delle industrie facenti capo ad Agenzia Industria Difesa.

All'articolo 31 sono state introdotte disposizioni in materia di ricerca e sviluppo di farmaci e vaccini, mentre l'articolo 31-bis, in via sperimentale per il 2021, concede un credito d'imposta pari al 17 per cento delle spese sostenute per reagenti e apparecchiature destinati alla ricerca scientifica in favore di enti di ricerca privati senza finalità di lucro.

L'articolo 31-ter assoggetta ad aliquota IVA, ridotta al 5 per cento dal 1° luglio al 31 dicembre 2021, i reagenti e le apparecchiature diagnostiche destinati a progetti di ricerca scientifica nel campo delle biotecnologie e della biomedicina, integralmente finanziati dall'Unione europea e acquistati da università, enti di ricerca, istituti di ricovero e cura a carattere scientifico e dagli enti di ricerca privati senza finalità di lucro.

L'articolo 31-quater modifica in più parti il decreto legislativo n. 143 del 1998 in materia di finanziamenti dei crediti all'esportazione, mentre all'articolo 32-bis si autorizzano le rivendite di generi di monopolio alla vendita di dispositivi di protezione individuale.

All'articolo 33, i commi da 6-bis a 6-quater istituiscono un fondo nello stato di previsione del Ministero della Salute, con una dotazione di 10 milioni di euro per l'anno 2021 destinata alla promozione del benessere della persona, facilitando l'accesso ai servizi psicologici delle fasce più deboli della popolazione, con priorità per i pazienti affetti da patologie oncologiche ed i ragazzi in età scolare.

All'articolo 33-bis si prevede un contributo in favore dell'ospedale Gaslini e degli altri IRCCS pediatrici, mentre all'articolo 34 sono state introdotte norme sui termini di rendicontazione del commissario straordinario per l'emergenza epidemiologica, sulla certificazione verde per cerimonie e viaggi negli Stati membri dell'Unione europea, sui tamponi gratuiti per i soggetti fragili, per il monitoraggio dei consumi farmaceutici e per lo screening polmonare.

L'articolo 34-bis detta disposizioni in materia di sorveglianza epidemiologica del SARS-COV-2 e delle relative varianti genetiche, e di monitoraggio delle risposte immunologiche al COVID-19 e ai vaccini.

All'articolo 35 sono stati introdotti i commi da 2-bis a 2-quinquies, finalizzati alla elaborazione di un programma attuativo triennale della legge sulle cure palliative - parliamo della legge n. 38 del 2010 - per garantire, entro il 2025, l'uniforme erogazione dei livelli di assistenza del decreto relativo ai nuovi LEA in materia.

L'articolo 35-bis modifica le norme in materia di assunzioni e di rapporti di lavoro dell'AIFA, mentre l'articolo 35-ter modifica la disciplina recata dalla legge di bilancio del 2017, istitutiva del Fondo per il concorso al rimborso alle regioni per l'acquisto dei medicinali innovativi e del Fondo per il concorso al rimborso alle regioni per l'acquisto di medicinali oncologici innovativi.

L'articolo 37-bis incrementa di 40 milioni di euro per il 2022 il Fondo per le non autosufficienze.

L'articolo 37-ter reca modifiche alla disciplina transitoria e speciale relativa alle assunzioni a tempo indeterminato nelle pubbliche amministrazioni di lavoratori socialmente utili o impegnati in attività di pubblica utilità.

All'articolo 40, il comma 1-bis prevede il differimento al 31 luglio 2021 dei termini di decadenza di 12 mesi, scaduti nel periodo tra il 1° febbraio 2020 e il 30 aprile 2021, per l'invio delle domande di accesso alle prestazioni integrative del reddito nel settore del trasporto aereo. L'articolo 40-bis prevede, in relazione a situazioni di particolare difficoltà, la possibilità del riconoscimento di un periodo di trattamento straordinario di integrazione salariale in favore di datori di lavoro che, per esaurimento dei limiti di durata, non potrebbero più ricorrere ai trattamenti di integrazione salariale, ordinaria o straordinaria, con esonero dalla contribuzione addizionale a carico del datore di lavoro prevista dalla disciplina generale.

L'articolo 40-ter riconosce anche ai lavoratori dei servizi aeroportuali di terra l'integrazione economica prevista per i lavoratori dipendenti delle imprese del settore del trasporto aereo e del sistema aeroportuale, con riferimento ai trattamenti di integrazione salariale in deroga con causale COVID-19, incluse le spettanze arretrate non erogate per il periodo dal 1° marzo 2020 al 31 dicembre 2020.

L'articolo 40-quater detta una serie di norme per il settore marittimo, riconoscendo in particolare, fino al 31 dicembre 2021, ai lavoratori operanti in alcune tipologie di porti ubicati nella regione Sardegna, che hanno cessato di percepire il trattamento straordinario di integrazione salariale nell'anno 2020, a domanda e in alternativa alla NASpI, un'indennità di importo pari a un ventesimo del trattamento massimo mensile di integrazione salariale straordinaria.

L'articolo 41-bis introduce una nuova condizione costituita da specifiche esigenze previste dai contratti collettivi in presenza delle quali il contratto a tempo determinato può avere una durata superiore a 12 mesi, ma comunque non eccedenti il limite massimo di 24 mesi. Tale condizione si aggiunge a quelle, cosiddette causali, già previste dalla normativa vigente. All'articolo 42 si prevede la proroga dell'indennità per i lavoratori stagionali del turismo e dello spettacolo. L'articolo 43-bis autorizza l'erogazione di contributi a fondo perduto nel limite di spesa complessiva di 100 milioni di euro per l'anno 2021, al fine di mitigare la crisi economica derivante dall'emergenza epidemiologica da COVID-19 alle imprese operanti nei servizi di ristorazione collettiva.

L'articolo 43-ter detta disposizioni straordinarie in materia di promozione dell'offerta turistica, consentendo la stipula da parte delle regioni di una polizza assicurativa relativa all'assistenza sanitaria per il rimborso delle spese mediche legate al COVID-19, mentre all'articolo 46 si dispone uno stanziamento di 30 milioni a decorrere dall'anno 2021 per far fronte agli oneri di funzionamento correlati all'esercizio di funzioni dei centri per l'impiego. L'articolo 47-bis, al fine della fruizione dell'esonero contributivo riconosciuto dalla legge di bilancio 2021 in favore dei lavoratori autonomi e dei professionisti aventi determinati requisiti, dispone che la regolarità contributiva di tali lavoratori è verificata d'ufficio dagli enti concedenti a partire dal 1° marzo 2022. L'articolo 48-bis introduce un credito d'imposta nella misura del 25 per cento per le imprese che effettuano spese per l'attività di formazione professionale di alto livello. All'articolo 49, i commi 2-bis e 2-ter dispongono la proroga per l'anno 2021 della possibilità per la regione Liguria di erogare un'indennità pari al trattamento straordinario di integrazione salariale, comprensiva della relativa contribuzione figurativa per la durata massima di 12 mesi, in favore dei lavoratori dipendenti da imprese del territorio di Savona, impossibilitati a prestare attività lavorativa in tutto o in parte a seguito della frana verificatasi lungo l'impianto funiviario di Savona.

L'articolo 50-bis detta una serie di misure di integrazione salariale in favore delle aziende operanti nel settore aereo che hanno cessato o cessano l'attività produttiva nell'anno 2020. L'articolo 50-ter autorizza il dipartimento della funzione pubblica a bandire procedure selettive per l'accesso a forme contrattuali a tempo determinato e a tempo parziale di 18 ore settimanali, della durata di 18 mesi e in deroga ai limiti di spesa posti dalla normativa vigente. L'articolo 50-quater attribuisce alla regione Calabria un contributo di 25 milioni di euro per l'anno 2021 ai fini dell'integrazione dell'indennità corrisposta per lo svolgimento di tirocini di inclusione sociale. L'articolo 51-bis estende fino al 31 dicembre 2021 la possibilità di avvalersi della convenzione Consip “Autobus 3”, stipulata il 2 agosto 2018. All'articolo 52, commi 1-bis, 1-ter e 1-quater, sono state introdotte una serie di disposizioni recanti misure di sostegno all'equilibrio di bilancio degli enti locali, la proroga dei termini concernenti rendiconti e bilanci degli enti locali, nonché in materia di fusione di comuni.

L'articolo 52-bis modifica la procedura per l'assegnazione di contributi ai comuni per la realizzazione di opere pubbliche e per la messa in sicurezza degli edifici e del territorio, con specifico riferimento all'ipotesi in cui l'entità delle richieste pervenute superi l'ammontare delle risorse disponibili. All'articolo 53, il comma 1-bis introduce norme per velocizzare le procedure di spesa dei fondi assegnati ai comuni per misure urgenti di solidarietà alimentare, nonché per il sostegno alle famiglie in stato di bisogno relativamente al pagamento dei canoni di locazione e delle utenze domestiche. L'articolo 54-bis reca un contributo di 5 milioni di euro per l'anno 2021 in favore degli enti di area vasta in stato di dissesto finanziario. L'articolo 54-ter riconosce alla Regione siciliana, in considerazione delle sue competenze e della sua autonomia, la facoltà di provvedere entro il 31 dicembre 2021 alla riorganizzazione del proprio sistema camerale. L'articolo 56-bis interviene in materia di rinnovo delle concessioni di aree pubbliche.

L'articolo 56-ter dispone che le aziende speciali e le società partecipate dalle pubbliche amministrazioni che abbiano registrato un risultato negativo in quattro dei cinque esercizi precedenti possono evitare la messa in liquidazione in presenza di un piano di riequilibrio aziendale che comprovi il riequilibrio economico delle attività svolte. L'articolo 56-quater destina risorse ai comuni fino a 3 mila abitanti per l'assistenza ai minori per i quali è stato disposto l'allontanamento dalla casa familiare.

L'articolo 57-bis estende l'efficacia temporale di una delle misure transitorie di semplificazione procedimentale introdotte dal decreto-legge n. 34 del 2020 in relazione all'emergenza da COVID 19, consistente nell'ampliamento della possibilità per cittadini e imprese di presentare dichiarazioni sostitutive in tutti i procedimenti avviati ad istanza di parte che hanno ad oggetto erogazioni di denaro comunque qualificate ovvero prestiti e finanziamenti da parte della pubblica amministrazione.

L'articolo 58 detta misure urgenti in materia di scuola. È stato previsto il riconoscimento della personalità giuridica della Scuola per l'Europa di Parma e inoltre è stata estesa anche alle scuole dell'infanzia paritarie la possibilità di beneficiare del contributo statale per contenere il rischio epidemiologico in relazione all'avvio dell'anno scolastico 2021/2022.

L'articolo 58-bis detta disposizioni per l'edilizia scolastica nelle aree interessate da eventi sismici del 2016 e 2017.

All'articolo 59 sono state introdotte misure straordinarie per la tempestiva nomina dei docenti di posto comune e di sostegno e semplificazione delle procedure concorsuali del personale docente.

L'articolo 60-bis modifica la disciplina prevista dall'articolo 1, comma 536, dell'ultima legge di bilancio per sostenere l'investimento in capitale umano in settori strategici per lo sviluppo economico e sociale del Paese.

L'articolo 60-ter dispone che, al fine di promuovere lo sviluppo e di potenziare l'attrattività degli atenei del Mezzogiorno e le università statali e non statali legalmente riconosciute aventi sede legale nei territori delle regioni Abruzzo, Basilicata, Molise, Campania, Calabria, Puglia, Sardegna e Sicilia, aventi un numero complessivo di iscritti non superiore a 9.000, è riconosciuto un contributo nel limite di spesa di 2 milioni di euro per l'anno 2021.

L'articolo 62-bis istituisce con la natura giuridica di fondazione il Centro italiano di ricerca per l'automotive sui temi tecnologici e ambiti applicativi relativi alla manifattura, partendo da automotive e aerospace, con prevedibili evoluzioni verso Industria 4.0 e la sua intera catena del valore.

L'articolo 63-bis modifica l'articolo 2, comma 5, del decreto legislativo n. 112 del 2008 al fine di prevedere, nell'ambito delle convenzioni accessorie al rilascio dei permessi di costruire concernenti la realizzazione di nuovi edifici residenziali, che le amministrazioni competenti individuino in termini preferenziali tra le opere da realizzare a scomputo degli oneri di urbanizzazione primaria quelle necessarie ad assicurare il collegamento in fibra ottica tra l'edificio e il nodo di connessione più vicino.

L'articolo 64 interviene sulla norma che individua le categorie con priorità nell'attribuzione dei benefici a valere sul Fondo di garanzia per la prima casa.

All'articolo 65 si introducono, in particolare, disposizioni per la proroga dal 31 agosto al 31 dicembre 2021 di taluni benefici in favore del circo equestre e dello spettacolo viaggiante. L'articolo 65-bis istituisce il Fondo per il restauro e gli altri interventi conservativi su beni immobili di interesse storico e artistico.

All'articolo 66 si prevede che, con decorrenza dal 1° gennaio 2022, l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali presso l'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro è estesa anche ai lavoratori autonomi iscritti al Fondo pensioni lavoratori dello spettacolo.

All'articolo 67 sono introdotte disposizioni concernenti il credito di imposta riconosciuto alle imprese editrici di quotidiani e periodici.

L'articolo 67-bis introduce per l'anno 2021 un credito d'imposta nel limite di 20 milioni di euro per il pagamento del canone unico patrimoniale dovuto per la diffusione di messaggi pubblicitari per un periodo massimo di 6 mesi.

All'articolo 68 è introdotta una serie di disposizioni per il settore zootecnico, le filiere e i distretti dell'agricoltura biologica e il settore agrumicolo e per la promozione del lavoro agricolo.

L'articolo 68-bis introduce misure per lo sviluppo e il sostegno dell'innovazione in agricoltura. L'articolo 68-ter dispone uno stanziamento di 92,7 milioni di euro per il riequilibrio finanziario tra i territori regionali a seguito del riparto delle risorse relative al Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale per il biennio 2021-2022.

All'articolo 68-quater si riconosce un contributo a fondo perduto in favore dei piccoli birrifici che producono birra artigianale.

All'articolo 71 è introdotta una serie di misure per la ripresa economica e produttiva delle imprese agricole danneggiate dalle avversità atmosferiche.

All'articolo 73 sono introdotte misure a sostegno del settore marittimo e portuale.

All'articolo 73-bis si dispone che gli autotrasportatori destinatari dei contributi previsti dall'articolo 5, comma 3, del decreto-legge n. 109 del 2018 in relazione al crollo del ponte Morandi hanno diritto a un contributo pari a 6 milioni di euro per l'anno 2021.

L'articolo 73-ter dispone l'approvazione, a seguito del parere favorevole espresso dal CIPESS, dell'aggiornamento per gli anni 2020-2021 del contratto di programma 2017-2021 tra il Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili e Rete ferroviaria italiana SpA. L'articolo 73-quater dispone la non applicazione della tassa di ancoraggio alle navi da crociera fino alla fine del 2021, istituendo un fondo apposito con una dotazione di 2,2 milioni di euro.

All'articolo 73-quinquies si dispone la proroga, fino al 31 dicembre 2021, e il rifinanziamento dell'ecobonus per coloro che acquistano in Italia, anche in locazione finanziaria, un autoveicolo nuovo di fabbrica con prezzo di listino inferiore a 40 mila euro, con contestuale rottamazione di un veicolo omologato in una classe inferiore ad Euro 6 e che sia stato immatricolato prima del 1° gennaio 2011.

All'articolo 74 è previsto lo stanziamento di risorse aggiuntive per il comparto sicurezza.

Agli articoli 74-bis e 74-ter si prevedono contributi economici a favore dei familiari del personale della delle Forze di polizia, del Corpo nazionale dei vigili del fuoco delle Forze armate impegnate nelle azioni di contenimento, contrasto e gestione dell'emergenza da COVID-19.

L'articolo 75-bis incrementa le risorse per l'indennità di servizio prevista per l'impiego all'estero di personale dell'Arma dei carabinieri per la sicurezza delle rappresentanze diplomatiche e consolari e degli uffici degli addetti militari all'estero.

Infine, all'articolo 77 i commi da 2-bis a 2-sexies prevedono misure economiche volti ad indennizzare i proprietari di immobili danneggiati dalle emissioni inquinanti provocate dagli stabilimenti siderurgici di Taranto del gruppo Ilva; l'indennizzo è riconosciuto dalla misura massima del 20 per cento del valore di mercato dell'immobile al momento della domanda e, comunque, per un ammontare non superiore a 30 mila euro per ciascuna unità abitativa.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il rappresentante del Governo, che si riserva.

È iscritto a parlare il collega Fusacchia. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-FE-FDV). Grazie, Presidente. Innanzitutto volevo fare un saluto al collega della Lega che è risultato positivo al COVID e agli altri che sono alle prese con quarantene e tamponi molecolari.

Poi, Presidente, volevo rubare un minuto del mio tempo - sono il primo a intervenire, in discussione generale, dopo quello che è successo ieri sera, quindi la vittoria azzurra - per mandare, da quest'Aula, i complimenti a Roberto Mancini, alla squadra e a tutto lo staff tecnico. È bello vedere il Presidente Mattarella emozionato; devo dire che è anche bello che a vincere l'Europeo sia stata una Nazione che crede nell'Europa.

Volevo fare anche tante congratulazioni, ovviamente, a Matteo Berrettini per la finale a Wimbledon, che è un risultato storico e che non credo sarà un traguardo ma solo l'inizio di una lunga carriera di successi per lui e per il Paese.

Vengo al “Sostegni-bis”, Presidente. Questo è un decreto che vale 40 miliardi, come sappiamo. È toccato a noi e non al Senato, come si dice, perché ormai ci stiamo abituando a questo sistema di monocameralismo alternato. C'è poi un'ulteriore aggravante, ultimamente, nel senso che non solo uno dei due rami del Parlamento fa fatica a intervenire sui decreti che arrivano dal Governo, ma anche lo spazio che poi è riservato qui, in questo caso alla Camera, per i parlamentari, per i deputati e le deputate, per poter intervenire sul testo si riduce progressivamente. In questo caso abbiamo fatto tanti emendamenti; prima, lo ricordavano bene i colleghi che sono intervenuti. Stiamo parlando di un provvedimento che non solo vale 40 miliardi ma che tocca tutto; è, di fatto, un provvedimento omnibus. Adesso ci siamo abituati a queste decine di miliardi ma stiamo parlando di cifre significativamente superiori a tutte quelle che sono state le leggi di bilancio pre-pandemia per tantissimi anni. Andiamo dai circhi agli infortuni sul lavoro, all'innovazione in agricoltura, alla scuola; c'è di tutto. Il fatto che questa Camera riesca a esprimere pochi emendamenti, ossia solo un numero limitato di emendamenti che si riescono a segnalare - come diciamo fra di noi, tecnicamente - per portarli in discussione, non perché vengano approvati ma per portarli in discussione e in votazione, è un'ulteriore deriva che francamente non mi entusiasma particolarmente, perché lo spazio di iniziativa parlamentare si riduce.

A questo, Presidente, aggiungo un terzo elemento. Il probabilmente inevitabile numero crescente di decreti-legge che il Governo fa, e che, quindi, il Parlamento è chiamato in tempi anche rapidi - come sappiamo essere previsto dalla Costituzione - a convertire, riduce lo spazio dell'iniziativa parlamentare autonoma. Questo lo dico perché non è, francamente, solo responsabilità del rapporto fra Governo e Parlamento; è anche probabilmente un po' responsabilità nostra, di come organizziamo i lavori. Mi si dice spesso - e non solo a me - che alcuni provvedimenti sono pronti in Commissione, per andare in Aula. Abbiamo il provvedimento sugli ITS, esaminato in VII Commissione, che è arrivato in Aula per la discussione generale e sarà votato; ma comunque ritarda. Abbiamo il provvedimento sull'abolizione del divieto di contemporanea iscrizione a due corsi di laurea, che è stato approvato all'unanimità in Commissione, è pronto da tempo e a forza di ritardarne la calendarizzazione in Aula - adesso speriamo arrivi a settembre - rischia di far slittare un intero anno accademico per tanti ragazzi.

Tutto questo vorrei metterlo un po' in fila e chiedo, Presidente, che noi, tutti insieme, facciamo una riflessione su questo tema, su come riuscire a recuperare uno spazio di azione più significativo per il lavoro che facciamo e che fa ciascuno di noi.

Per quel che riguarda il merito, vi sono tre temi che voglio toccare velocemente: la scuola, l'innovazione e la formazione, non parlando ovviamente di scuola e università, ma riferendomi alla formazione manageriale, in particolare.

Parto con la scuola. Questo decreto - diciamo le cose come stanno, usiamo le parole giuste - si chiama “Sostegni-bis”, ma non solo dentro c'è quasi di tutto - e lo dico anche in positivo, perché c'era bisogno di intervenire su tante materie diverse -, ma c'è di fatto una riforma della scuola. Nel “decreto Sostegni-bis” c'è una riforma del reclutamento, ossia di come vengono fatte le assunzioni nel mondo della scuola, quindi, una riforma della scuola. Ovviamente, su una riforma della scuola non solo è difficile intervenire quando è un decreto così generale (la Commissione referente inevitabilmente è la bilancio); non è un provvedimento sulla scuola, di pertinenza di alcune Commissioni, che possono intervenire in un certo modo e ciò, quindi, presenta una certa complessità. Inoltre, Presidente, c'è un'altra complessità: fare una riforma del reclutamento in un decreto che arriva a luglio - quindi, in questo frangente, sapendo che i tempi sono serratissimi per poter avviare l'anno scolastico a settembre - non è che aiuti tanto la possibilità di intervenire e di emendare. Quindi, c'è un eccesso di legificazione, perché il Governo inevitabilmente si trova nella posizione di inserire tante cose in questo decreto, sulla scuola, che normalmente in un decreto vanno: un po' di esperienza francamente ce l'ho in materia e non mi risulta sia stato sempre inserito, in passato, pure il punteggio dei concorsi in norma primaria. Se, infatti, prendiamo questo andazzo, non necessariamente riusciamo poi ad entrare nel merito delle questioni, perché ovviamente tutti capiscono che il Governo fa un decreto-legge, che è immediatamente legge, proprio perché ha tempi serrati e, quindi, in Parlamento, su alcune cose, di fatto, non possiamo intervenire, proprio perché i tempi sono serrati, perché si fa in questo momento dell'anno; e questa è la questione di metodo.

Nel merito, sollevo due punti sulle misure che sono state inserite. Ricordo molto bene il confronto che ho avuto anche personalmente, insieme ad altri colleghi, quando il Presidente Draghi, nel momento in cui ha svolto le consultazioni per la formazione del Governo, ha chiesto alle varie forze politiche di sollevare alcune questioni, alcuni punti importanti; ed i due punti che avevo sollevato erano relativi, il primo, alla pubblica amministrazione e, il secondo, a fine gennaio, inizio febbraio, all'ordinato avvio del prossimo anno scolastico; capisco sia complicato per i non addetti ai lavori occuparsi, a febbraio, di ciò che succederà a settembre per quanto riguarda l'apertura delle scuole, ma così è; le procedure sono lunghe, sono molto complesse, sono accavallate, cambiano ogni anno. Da quella conversazione, successivamente con un secondo giro di consultazioni, il tema è entrato pesantemente nell'attenzione del Governo, del Presidente, immagino anche del Ministro Bianchi e di tutti noi, che già ce ne occupavamo per mestiere perché siamo in VII Commissione; però, attenzione, perché non la vedo tanto l'associazione; ossia l'idea che si debbano fare procedure straordinarie di reclutamento, soprattutto a giugno, luglio e agosto, non è necessariamente compatibile con l'avvio ordinato dell'anno scolastico. Avvio ordinato dell'anno scolastico, Presidente, significa che il 1° settembre - o il 15 settembre, perché pure qui c'è un articolo che lascia ampio spazio e io mi interrogo su quando comincerà l'anno scolastico, l'anno prossimo - tutti i ragazzi e le ragazze che vanno a scuola o i bambini e le bambine abbiano un insegnante in classe; con un po' di onestà intellettuale, poco conta per quei bambini o quei ragazzi se l'insegnante ha un contratto a tempo determinato o indeterminato; è una cosa estremamente rilevante per la scuola, per il sistema, per quella persona, per quel lavoratore, per quel docente, ma non facciamo passare l'idea che organizziamo procedure straordinarie di reclutamento per l'ordinato avvio dell'anno scolastico perché l'ordinato avvio dell'anno scolastico - è buonsenso quello che sto dicendo - richiedeva che non si toccasse nulla. Ci sono anche altre esigenze legittime, benissimo, ma voglio ben sperare che le norme inserite nel decreto-legge da parte del Governo e anche di noi tutti, della VII Commissione in primis, che abbiamo proposto gli emendamenti che sono intervenuti su questo, non vadano a scapito dell'ordinato avvio dell'anno scolastico, perché altrimenti credo che tutti ci dovremo assumere una responsabilità al riguardo.

In secondo luogo, tengo ad evidenziarlo, Presidente, forse dovremmo ricominciare a fare i concorsi nella scuola; non i concorsi straordinari, che sono diventati lo strumento con il quale coloro che sono stati bocciati al concorso straordinario precedente hanno la possibilità di fare un nuovo concorso straordinario; io sono un fondamentalista del fatto che chiunque, contrariamente anche a ciò che aveva ipotizzato il Governo, possa fare tutti i concorsi che passano, nella vita; occorre riprovarci ogni sei mesi, se succede, perché dobbiamo dare tutte le opportunità e le possibilità. Però, non credo si possa decidere, con quelle premesse che ho fatto prima, a giugno, senza possibilità di interventi emendativi, perché altrimenti non si farebbe in tempo o altro, di stabilizzare - non usiamo altre parole più complicate - qualche decina di migliaia di diplomati magistrali, che erano in una graduatoria, perché, nel 2014, una sentenza decise che il diploma magistrale preso prima del 2001 aveva valore abilitante (ed abilitante vuol dire stare in una certa fascia), per poter fare in precedenza delle supplenze annuali. Noi, come dire, con un'operazione un po' veloce, mettiamola così, decidiamo, qualche anno dopo, di fare per loro un concorso straordinario - non so più come chiamarlo - su cui sospendo il giudizio: cioè sono disposto a ricredermi, però, a giugno, Presidente, pretendo che quest'Aula abbia i numeri; voglio vedere quante persone, che partecipano a questi concorsi straordinari, arrivano fino alla fine, perché, se sono selettivi, significa che c'è una selezione; se non lo sono, smettiamo di chiamarli concorsi.

Sospendo, ripeto, serenamente il giudizio, però mi aspetto che questa Camera, questo Parlamento e questo Governo ritornino, in maniera molto più incisiva, a mettere al centro le studentesse e gli studenti. E questo lo dico anche come rimprovero a me stesso, perché anch'io sono trascinato inevitabilmente in continuazione ad occuparmi molto più della dimensione occupazionale del corpo docente, che è fondamentale per avere un certo tipo di scuola, e molto meno degli studenti; io sto ancora aspettando, Presidente, di sapere dove sono pubblicati i protocolli della DAD. Ho presentato un'interrogazione a risposta immediata in quest'Aula al Ministro Patrizio Bianchi che ha risposto che li avrebbe pubblicati; fra l'altro, è andato a fare delle dirette, su importanti quotidiani nazionali, e il Ministro ha confermato questa cosa; ho chiesto informazioni al Ministero ma non riesco a trovare questi protocolli; stiamo parlando della gestione dei dati di milioni di minori. È inutile che parliamo di privacy la mattina e il pomeriggio non riusciamo nemmeno a far pubblicare due protocolli sulla DAD.

Dico ciò anche perché mi sta a cuore quello che ha detto l'Istat la settimana scorsa, che ci ricorda che 600 mila ragazzi non hanno fatto un'ora di lezione nemmeno da remoto; quindi, benissimo che la DAD non ci è piaciuta più di tanto - ci mancherebbe altro! -, avremmo voluto una scuola in presenza, anche se una scuola in presenza aumentata, cioè sfruttando il digitale in presenza, però ne abbiamo 600 mila smarriti, dispersi, che non hanno fatto un'ora di DAD per mesi e mesi, nessuno sa che fine ha fatto. Questo dibattito non riesco a farlo in Commissione, non riesco a farlo qui in Aula. Perché? Perché i temi, quando si dibatte di scuola, sono comunque collegati, ma restano altri.

Chiudo, Presidente, molto velocemente, su due altre questioni. La prima sull'innovazione e ci aggiungo impresa e investimenti. Qui abbiamo fatto una piccola cosa che, credo, però, sia importante, ossia un emendamento, proposto come Facciamo-Eco, per la proroga delle rivalutazioni delle partecipazioni societarie al 15 novembre. Si tratta di una misura che aiuterà a far ripartire un po' di investimenti, un po' di rivalutazione di quote, quindi è utile. Detto questo, Presidente, sono un po' sorpreso che non si riesca a trovare una quadra sulla questione che si è sviluppata negli ultimi mesi rispetto alle start up innovative. Qui c'è una legge, fatta quasi dieci anni fa, che prevedeva la possibilità di costituzione online. Tradotto: si poteva aprire una società come si fa in quasi tutti gli altri Paesi del mondo occidentale - semplifico -, sicuramente in quasi tutti gli altri Paesi europei. Stiamo lì, visto cosa è successo pure ieri sera. È intervenuta una sentenza che ha stabilito che non si può più costituire una start up online; è diventato un derby, Presidente. Si ragiona sempre per tifoserie: da una parte, i notai, dall'altra, quelli che fanno le start up, gli innovatori. Non funziona così, non è così. Non credo ci siano i buoni e i cattivi da una parte o dall'altra, però ritengo che questo Paese abbia bisogno di mantenere la sua capacità di innovazione. Ora, il fatto che l'emendamento che ha presentato il collega Carabetta - io ne avevo presentato uno simile - sia stato riammesso solo in parte e quella parte, Presidente, quale era? Era la parte che prevedeva, almeno per le società costituite prima del 28 marzo 2021, che fossero considerati validi gli atti che le suddette avevano compiuto nel corso degli anni.

Cosa è emerso nel dibattito, nemmeno troppo apertamente ma un po' dietro il ragionamento? Un elemento: l'antiriciclaggio. Quindi, non si possono sanare, non si può dire che le società, che hanno operato validamente, costituite solo online, siano valide perché c'è un rischio di antiriciclaggio? Scusate, veramente qualcuno mi vuole far credere che il problema dell'antiriciclaggio in Italia è rappresentato dalle start up innovative? Ma di cosa stiamo parlando? Bisogna che, ad un certo punto, il Governo se ne faccia carico, perché, come risultato netto di ciò che stiamo facendo, non è che vi sia meno antiriciclaggio in Italia: gli innovatori, i pionieri, tanti ragazzi e tante ragazze italiani se ne vanno a fare la start up, passata la frontiera con l'Italia.

Non credo necessariamente ciò sia quello che voglia questo Governo, lasciamo perdere quello che vuole Fusacchia.

Infine, su ENEA Tech sono molto contento di come sia andata alla fine; ci eravamo un po' allertati e allarmati perché all'inizio sembrava che dei 500 milioni, già in passato previsti per l'innovazione e le start up, una parte fosse riconvertita in maniera significativa per una causa altrettanto importante - ci mancherebbe - sul biomedicale; adesso, il fatto che il Governo abbia trovato risorse aggiuntive e che, anzi, una parte di quelle risorse dei 500 milioni sia finalizzata ad alcune questioni come l'economia verde, l'economia circolare, l'agritech, il deep tech, l'information technology, è una cosa che ci vede molto favorevoli. Di questo diamo atto al bel lavoro che hanno fatto il Ministro Giorgetti e il Governo.

Da ultimo, Presidente, c'è un emendamento che è stato approvato sulla formazione manageriale, che era un tema che era stato già affrontato in legge di bilancio e anche lì, in combinato con un altro emendamento, che prevede un credito d'imposta per quelle aziende che quest'anno e il prossimo anno investano in borse di studio per far fare formazione manageriale presso università pubbliche o enti privati accreditati internazionalmente. È una piccola cosa perché le risorse che accompagnano questa misura sono relativamente poche, ma credo sia una misura più che simbolica, perché la formazione manageriale è stata sempre importante, ma è sempre orfana di tutti perché essendo ibrida, a metà fra più Dicasteri, nessun Dicastero e nemmeno nessuna Commissione parlamentare se ne sono mai occupati, come ce ne saremmo dovuti occupare. Stiamo parlando di qualcosa che sarà sempre più rilevante per fare ripartire il Paese nei prossimi mesi e nei prossimi anni. È una piccola misura, ma è una misura più che simbolica, perché se attraverso questa sperimentazione, chiamiamola così, di queste borse di studio, di questo meccanismo, si incentivano alcuni percorsi, questo potrà essere il primo passo per un lavoro molto più significativo che si potrà fare su questo capitolo della formazione manageriale.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Signor Presidente, colleghi, signori del Governo, non possiamo certo non iniziare con un ringraziamento ai ragazzi della nostra Nazionale per il loro riscatto dopo la mancata qualificazione ai Mondiali del 2018, riscatto di tutta la Nazione. È stata una giornata storica, dopo più di mezzo secolo, rivincere gli Europei, così come è stata una giornata storica arrivare alla finale di Wimbledon con un giovane tennista romano. Tutto ciò onora sia il calcio, sport nazionale popolare, sia il tennis in rappresentanza di tutti gli sport considerati, a torto, meno importanti o meno attenzionati. Una giornata strepitosa per tutta l'Italia, che unisce, che ci rincuora, che è anche di buon auspicio. Grazie ai nostri azzurri, al nostro commissario tecnico, al grande mondo dello sport nazionale che, in qualità, anche di capogruppo della Commissione sport della Camera di Fratelli d'Italia sono qui, come primo intervento, ad esternare.

C'è sicuramente anche un aspetto poco commendevole, che è quello dei disordini che ci sono stati, delle aggressioni ai danni dei nostri tifosi all'uscita dallo stadio da parte di tifosi inglesi di fronte agli sguardi immobili degli steward dello stadio. Su questo con il collega Rampelli e con gli altri colleghi presenteremo un'interrogazione parlamentare al Ministro Di Maio perché chieda ragione e spiegazioni e magari anche le scuse.

Quest'anno, proprio a cominciare dallo sport, tutta la filiera ha subito un duro colpo. Finalmente, oggi, discutendo in Aula della conversione del decreto-legge “Sostegni-bis” si vuole operare affinché si possa dare un po' rilancio anche a questa filiera.

Il provvedimento però, colleghi, risulta tardivo e si propone di dare troppo poco e troppo tardi. Come sapete, ormai siamo in estate e le attività stanno galleggiando tra riaperture e mormorii sulla versione Delta che paventerebbe chissà quali altre chiusure, con un Ministro della sanità che, invece di dirci quello che sta facendo per la prevenzione, sta lì a dire: “Fate attenzione. La pandemia c'è. Attenzione!”, come fosse un uccello del malaugurio.

Di fatto, queste attività non hanno ripreso a pieno ritmo e alcune non sono neanche state considerate all'interno di questo provvedimento, se non in minima misura. Serviva - anzi sarebbe servito, perché ora è tardi - un decreto davvero efficace e tempestivo, che andasse incontro alle esigenze di tutti i comparti e di tutte le filiere.

Ci rattrista scoprire che così non è stato, che molto si è perso in corso d'opera, e anche ascoltando l'intervento del collega Fusacchia che mi ha preceduto, che non è certo un rappresentante di Fratelli d'Italia e, anzi, in genere è sempre molto a sostegno di questa maggioranza, di questo Governo e anche dei precedenti, questi non mi è sembrato particolarmente entusiasta.

I sostegni tanto promessi e decantati sono purtroppo arrivati con estremo - e diremo - ed esiziale ritardo. Le aziende sono in grave difficoltà. Vi cito solo alcuni dati per farvi capire la gravità della situazione. Vi ricordate l'antica “potenza di fuoco” di Roberto Gualtieri, che oggi vediamo impegnato con difficoltà, colleghi, in questa corsa a sindaco di Roma, che, al di là degli sfottò sul “Michetti chi”, poi, invece, lo vede seguire e non guidare la competizione e ora vorrebbe dare la propria sedicente competenza come sindaco? Dal recente rapporto Istat, sottosegretario, che fotografa la situazione economica e sociale, citiamo i seguenti dati. Nonostante un moderato recupero occupazionale nei mesi recenti, a maggio ci sono 735.000 occupati in meno rispetto a prima dell'emergenza”. Nel 2020 la spesa per consumi finali sul territorio economico delle famiglie non residenti - i turisti (fonte: Banca d'Italia, non Fratelli d'Italia) - ha registrato un crollo del 60 per cento, pari a circa 26,8 miliardi di euro.

I dati del 2020 - nei primi mesi del 2021 - hanno dato conto del primo impatto della crisi sanitaria sui matrimoni, evidenziando un crollo di portata storica ed eccezionale: una riduzione annua del 47,5 per cento nel 2020, con una perdita di 87.000 matrimoni. Il record negativo del minor numero di nascite toccato nel 2019 è stato di nuovo superato nel 2020. I nati della popolazione residente sono stati 404.104, in diminuzione del 3,8 per cento rispetto al 2019 e di quasi il 30 per cento a confronto con il 2008, anno di massimo relativo più recente delle nascite.

È necessario sottolineare che la drastica contrazione del numero di matrimoni, dovuta prevalentemente alle misure restrittive imposte dalla crisi, può costituire un elemento rilevante per le prospettive di natalità negli anni a venire (questo non lo dice Fratelli d'Italia; lo dice sempre l'Istat). Nel 2020 le prestazioni ambulatoriali specialistiche erogate sono diminuite del 20,3 per cento rispetto all'anno precedente. Nel 2020 sono state erogate complessivamente circa 2 milioni di prestazioni indifferibili in meno - TAC, risonanze magnetiche - con un calo del 7 per cento.

Con riferimento, colleghi, alle imprese manifatturiere con almeno 20 addetti, che nel 2018 spiegavano più dell'80 per cento del fatturato della manifattura e oltre il 90 per cento delle esportazioni, gli effetti economici della pandemia sono stati diffusi e severi. Nel corso del 2020, un'impresa su due ha subìto una riduzione di fatturato pari ad almeno il 10 per cento e una su quattro ha registrato cadute non inferiori al 25 per cento, ovvero di un'entità tale da porre a rischio qualsiasi struttura d'impresa.

C'è poi tutta la filiera culturale, che ha visto un crollo tremendo. Pensate, colleghi, a tutte le attività artistiche, sportive e di intrattenimento che sono morte, che sono chiuse, che sono state dimenticate. Pensate ai teatri, pensate anche agli operatori dello spettacolo, che sono stati così duramente colpiti.

Fratelli d'Italia da subito ha annunciato che i ristori arrivavano - e arrivano - a coprire, nella migliore delle ipotesi, il 5 per cento - sì, avete capito bene, colleghi: solo il 5 per cento! - delle perdite avute nel 2020. Un'attività, che ha subìto migliaia di euro di perdite, cosa se ne fa di un aiuto pari al 5 per cento?

Fratelli d'Italia resta convinta che le azioni da adottare siano ben altre e che debbano essere di gran lunga superiori a questa percentuale. Basta con i bonus, che non sono che palliativi in una situazione già così difficile per le aziende italiane e che certo non le aiutano e non le sostengono come invece meriterebbero.

Da tempo, colleghi, chiediamo che le aziende siano aiutate in altro modo, ossia attraverso misure in grado di contenere i costi fissi, che restano sempre invariati. Questo comporterebbe di evitare politiche puramente assistenzialistiche.

Il 2020, cari colleghi, è stato un anno nero anche per l'editoria italiana: 9 editori su 10 hanno previsto per il 2020 una perdita consistente del proprio fatturato rispetto all'anno precedente, con evidenti ricaschi occupazionali. Per fare fronte all'impatto della pandemia sul settore dell'editoria, sono state diverse le iniziative promosse e realizzate dagli operatori: in primo luogo, il rinvio delle nuove uscite editoriali in programma; il potenziamento dei canali di vendita online; il ricorso al lavoro in modalità smart working per il personale interno. L'editoria ha pagato un prezzo molto alto durante la pandemia. Grazie anche a Fratelli d'Italia, sempre in prima fila e sempre un passo precedente rispetto al Parlamento, si è giunti a dare un sostegno importante al comparto dell'editoria, che è, di fatto, uno dei settori maggiormente in crisi. È, difatti, notizia di giovedì scorso l'accoglimento del nostro emendamento, insieme ai collegati dei colleghi - vedo Filippo Sensi, vedo la collega Piccoli Nardelli - e di altre forze politiche. Tuttavia, ricordo che erano già state approvate le osservazioni al parere su questo decreto in Commissione cultura e, su proposta di Fratelli d'Italia, si era arrivati a fare osservazioni per arrivare almeno al 30 per cento del credito d'imposta. Questo emendamento afferma il 10 per cento, quindi 30 milioni, che è sicuramente una cifra importante ed è sicuramente una bella vittoria trasversale, ma noi auspichiamo che si possa investire di più perché, adesso, tolto il blocco dei licenziamenti, molte imprese editoriali saranno costrette a licenziare se non si interverrà in maniera forte, come in Francia, come in Germania, come in tutta Europa, rispetto a questa filiera. Per dare un supporto concreto e reale al comparto dell'editoria ci sarà l'inserimento del credito d'imposta per l'acquisto della carta; siamo giunti, appunto, a questo successo, come raccontavamo, anche grazie all'inserimento, sempre in Commissione cultura, delle osservazioni. È un indirizzo che la Commissione cultura ha dato al Parlamento più volte per sostenere proprio l'editoria. Colleghi, si tratta di un aiuto importantissimo, che è di fondamentale importanza per le aziende editoriali in crisi a causa della pandemia e della concorrenza con le piattaforme digitali. Questo è un altro aspetto che stiamo attraversando e affrontando trasversalmente, perché in questo e su questo tema il Parlamento dev'essere unito a livello trasversale. Noi ci siamo sempre impegnati per difendere l'editoria nazionale, garantendo le aziende, i posti di lavoro, il valore dell'innovazione e la qualità dell'informazione. Noi non intendiamo abbandonare i lavoratori, i giornalisti, i tecnici e i settori in difficoltà come l'editoria e la cultura. Siamo convinti che questa sia la base della democrazia, siamo convinti che l'editoria, che conta migliaia di lavoratori, possa davvero permettere di continuare a garantire il pluralismo. Dobbiamo essere grati a chi fa informazione e a chi l'ha fatta in situazioni talvolta drammatiche.

Poi, c'è un'altra buona notizia. È passato un altro emendamento per un Fondo per il restauro delle dimore storiche e degli immobili sottoposti a vincolo. Anche questa è una battaglia storica e anche questa è trasversale: portarla fino a termine sembrava impossibile e, invece, grazie a questo fronte trasversale, ci siamo riusciti. Siamo sicuramente soddisfatti che possano essere inserite misure per il patrimonio culturale privato, ma vogliamo sollevare numerose criticità. Innanzitutto, l'esigua entità del Fondo: 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2021 e 2022; ricordo che è stato riformulato, in quanto prima era “a partire dagli anni 2021 e 2022” e, quindi, è stato stabilizzato. Ovviamente, ciò non rappresenta nulla di più di un segnale simbolico, di un principio: abbiamo aperto un Fondo, ma adesso, colleghi e rappresentanti del Governo, questo Fondo va finanziato in maniera adeguata, perché il circuito delle dimore storiche è un circuito di primaria importanza e chi le possiede è un custode e non un privilegiato. Ha un costo altissimo gestire un palazzo antico, gestire un museo privato e, per questo, ci deve essere un aiuto in maniera sussidiaria da parte dello Stato, per poi metterlo a disposizione della comunità. Inoltre, ci sono immobili privati sottoposti a vincolo, quindi troviamo singolare la scelta di non consentire la cumulabilità con altri contributi, il che significa arrivare a un contributo di credito d'imposta fino a 100.000 euro su immobili che magari valgono 10, 20 o 50 milioni di euro, senza poter cumulare ciò con altri sostegni; questo è assurdo e non è proporzionato rispetto all'intervento. Ciò anche in virtù del fatto che tali immobili rappresentano il 2 per mille dell'intero patrimonio immobiliare italiano e dell'incertezza normativa che verrebbe a crearsi in caso venga fatta richiesta di accesso al fondo, ma le risorse dello stesso risultassero esaurite: che fanno i proprietari che hanno fatto richiesta? Si arrendono al nulla di fatto. In tale ipotesi, si renderebbe più complesso l'accesso ad altri contributi. In altre parole, io faccio domanda per il credito d'imposta su questo fondo, non lo ottengo, però non posso fare domanda e mi è inibita la possibilità di fare domanda ad altri fondi, ad altri sostegni, ad altri recuperi possibili. Su questo, Governo, dovete assolutamente intervenire: Questa non è una questione di costo di bilancio o di peso sul bilancio; questa è una questione di buonsenso e basta una modifica per evitare questo vincolo, che è assolutamente assurdo, insensato e non si capisce quale ufficio legislativo l'abbia potuto scrivere. Potenzialmente, quindi, non è possibile, alla luce della richiesta di accesso al fondo in oggetto, chiedere altri fondi.

L'esclusione dal credito di imposta per chi esercita attività di impresa impedirebbe, di fatto, l'accesso a larga parte dei possibili beneficiari, quindi nessuno lo chiederà, pochissimi lo chiederanno perché non potranno, poi, chiedere altri fondi, anche di altra natura. Se il proprietario di un immobile storico è anche un imprenditore, non potrà accedere agli altri benefici e agli altri fondi perché, altrimenti, verrà escluso per aver chiesto il credito d'imposta sull'immobile. Infatti, il riconoscimento del contributo alle sole persone fisiche circoscrive in modo inspiegabile tale platea, escludendo, a titolo esemplificativo, chiunque eserciti nella sua proprietà anche attività commerciali (magari c'è una residenza storica, magari c'è un museo privato, magari ci sono tante altre attività). Auspichiamo, quindi, che, in successivi e immediati provvedimenti, si possa sanare questo aspetto carente e vincolante - inutilmente vincolante e assurdamente vincolante - della norma.

Questa azione emendativa dimostra che Fratelli d'Italia è opposizione e forza di Governo al tempo stesso: lo abbiamo detto, lo abbiamo dimostrato; siamo andati in delegazione, con Giorgia Meloni e i capigruppo, da Draghi più volte, portando le nostre proposte, portando anche le nostre critiche, ma costruttive, come il cashback, che grazie a Dio è stato abolito, quando noi eravamo gli unici a chiederlo e gli unici a dirlo.

Colleghi, è stato raggiunto in questi giorni l'accordo sull'aliquota minima globale per le multinazionali, la cosiddetta digital tax. Fratelli d'Italia, su questo, si è posta sempre in avanguardia fin dall'inizio della legislatura, a tutela della concorrenza e della sovranità digitale, con una mozione in Senato e, ancor prima, all'inizio della legislatura, con un ordine del giorno qui alla Camera, che citava per primi il concetto e il tema della sovranità digitale. I dati dell'Istat fotografano una Nazione in declino: il tramonto dell'Italia, purtroppo, è di fronte ai nostri occhi.

Presidente, per il suo tramite: colleghi del MoVimento 5 Stelle, avete visto la decadenza di Roma, dell'Italia che governate, di cui siete principali forze? Beppe Grillo garante, e adesso Conte; incredibilmente siete riusciti ad incontrarvi anche durante la vicenda della nazionale, a dimostrazione della scarsa sensibilità che avete nel sentimento popolare comune. Dicevamo, Beppe Grillo garante è la quinta colonna del potere del comunismo cinese in Italia; infatti ha portato subito Conte dall'ambasciatore per accreditarlo. Voi non pensate alla Nazione, agli italiani, ai romani che non aspettano altro che l'arrivo del centrodestra al governo della capitale. Su questo ci sarebbe da scrivere un libro, ma non c'è qui il tempo. Qualcuno dovrebbe chiedere scusa, qualcuno che aveva infangato il governo del centrodestra di Roma Capitale, dopo l'assoluzione dell'ex sindaco Alemanno. Qualcuno che aveva costruito la propria carriera e che era venuto a Roma apposta per dire che c'era un ennesimo teorema, una “mafia capitale” che sarebbe presto emersa e, guarda caso, è emersa alla vigilia del rinnovo della carica di sindaco; guarda caso, questo tsunami giudiziario ha riscritto la storia di Roma, capitale d'Italia, portandoci prima Marino, di cui, poi, il Partito Democratico si è vergognato e lo ha fatto dimettere con le firme dal notaio. Peraltro, aveva solo, forse - poi è stato assolto -, sbagliato con qualche scontrino...

PRESIDENTE. Onorevole Mollicone, però restiamo sul “decreto Sostegni”…

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Fa parte del tema…

PRESIDENTE. No, guardi, se fa parte del tema lo decido io.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). No, lo decido io, perché questo è ancora il Parlamento sovrano…

PRESIDENTE. No, onorevole Mollicone…

FEDERICO MOLLICONE (FDI). … e finché abbiamo facoltà di parola, lo decido io se fa parte del tema e lo decide il popolo.

PRESIDENTE. No, onorevole Mollicone, è una facoltà del Presidente: è un obbligo del Presidente, non solo una facoltà!

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Avete un nervo scoperto su questo, Presidente.

PRESIDENTE. Ma si figuri!

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Le filiere e le categorie sono allo stremo, la povertà assoluta in Italia è ai massimi livelli: va fatto qualcosa e va fatto adesso. Questo provvedimento è un provvedimento assolutamente insufficiente e non possono certo bastare pochi ristori per andare a sostenere quello che avete fatto con una gestione confusa, assolutamente incongruente - è stato Beppe Grillo a dire che Conte non sapeva governare -, con un Ministro Speranza che è ancora lì a dirci “attenzione, non gioite troppo per la vittoria dell'Italia, non vi assembrate troppo perché la pandemia c'è ancora, è ancora è qui e, quindi, fate attenzione”, come un uccello del malaugurio, quando, invece, dovrebbe pensare alla prevenzione, alla rete domiciliare a evitare i ricoveri, a questo dovrebbe pensare e non ad altro.

Colleghi, questo provvedimento è un provvedimento importante, abbiamo fatto la nostra battaglia emendativa. C'è un altro emendamento fondamentale che vogliamo rilanciare per dimostrare che Fratelli d'Italia pensa alla capitale ed è l'emendamento Meloni, con 10 milioni per l'arte e la cultura per Roma capitale. Qualcuno evidentemente si era dimenticato della capitale. Colleghi, siamo tutti nell'Osservatorio parlamentare, ma parlare di Roma capitale senza assegnargli fondi speciali e poteri, non serve a nulla. Quindi, colleghi, rappresentanti del Governo, Presidente, anche su questo provvedimento Fratelli d'Italia ha fatto la propria parte, come opposizione patriottica, nazionalista, in difesa delle categorie, in difesa dei non garantiti, in difesa del popolo italiano. Ora fate la vostra.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Spena. Ne ha facoltà.

MARIA SPENA (FI). Grazie, Presidente. Governo, colleghi, il più grande sostegno è la riapertura e noi vogliamo accompagnare il Paese in quei 6 mesi positivi, ma difficili. Con queste parole il Premier Draghi aveva accompagnato, nella conferenza stampa del 20 maggio, la presentazione del decreto-legge Sostegni-bis, un decreto innovativo che stanzia 40 miliardi extradeficit per misure in favore di impresa, lavoro, giovani, salute e servizi territoriali. Oggi siamo qui, in discussione generale, per la conversione in legge di un decreto che ha visto aggiungere, ai 40 miliardi di base, altri 3 miliardi circa grazie al lavoro, al contributo della Commissione bilancio, grazie al lavoro dei gruppi parlamentari, a partire da quelli di opposizione.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANDREA MANDELLI (ore 12,45)

MARIA SPENA (FI). Il provvedimento doveva affrontare temi di grande urgenza, quali il sostegno alle attività economiche danneggiate a seguito delle ultime misure restrittive di qualche mese fa, prima che la situazione epidemiologica migliorasse grazie all'intervento del generale Figliuolo, così come l'intervento ulteriore in materia di ammortizzatori sociali, prevedendo il rifinanziamento di altri periodi di cassa integrazione, della riqualificazione professionale dei lavoratori cassaintegrati, dei lavoratori in NASpI, l'accesso alle misure previste dalla “manovra Sabatini”. A queste situazioni si sono aggiunte altre criticità a cui si è dovuto fare fronte: penso, ad esempio, alla sentenza della Corte costituzionale relativa alle anticipazioni di liquidità per gli enti locali; penso anche ad Alitalia, una pratica ancora che non riesce a sbloccarsi. Criticità sulle quali si è dovuto intervenire con misure specifiche.

Il decreto-legge, nel corso di queste settimane, ha subito modifiche ed integrazioni, certamente grazie anche al lavoro dei gruppi parlamentari. Forza Italia ha offerto un contributo determinante di proposte e di idee per il miglioramento di questo provvedimento. Voglio partire dal settore dello sport, che il nostro gruppo ha presentato come prioritario. Le misure relative alla riapertura varate dal Governo, a nostro avviso, avevano svantaggiato alcuni settori: penso a quello delle piscine, tanto che abbiamo previsto lo stanziamento di 30 milioni di euro per sostenere i centri natatori, insieme ad altri 10 milioni per le palestre. A questi si sono aggiunti, sempre su iniziativa del nostro gruppo, altri 6 milioni per sport e salute e per la realizzazione del progetto sport nei parchi; uno sport, Presidente, libero, uno sport aperto a tutti.

Un altro tema di grande importanza è quello del turismo, che ha sofferto sia dal punto di vista nazionale che internazionale. Siamo voluti partire proprio dagli operatori dell'indotto; abbiamo così pensato di rifinanziare con ulteriori 5 milioni le città portuali a seguito del calo del turismo crocieristico, così come l'eliminazione della tassa di ancoraggio fino al 31 dicembre, che comporta un risparmio di quasi 3 milioni di euro.

Poi c'è il tema dei bus turistici, sul quale Forza Italia è sempre stata in prima linea, soprattutto quando noi proponevamo l'integrazione, il supporto dei bus turistici per il trasporto pubblico locale in tempo di emergenza; soltanto adesso abbiamo trovato una soluzione di 10 milioni da destinare a contributi a fondo perduto per questo comparto. Ma non solo, pensiamo alle agenzie di viaggio, alle guide turistiche a cui sono stati assegnati 10 milioni. E poi, come dimenticare il mondo del wedding e il mondo delle cerimonie che Forza Italia al Governo ha sempre seguito, cercando anche una sintesi per riaprire l'attività il 15 di giugno: sono stati previsti 60 milioni totali, di cui 50 per il mondo del wedding e delle cerimonie e 10 per il settore dell'HoReCa.

Poi la salute, a cui abbiamo prestato tanta attenzione; agli operatori del settore non faremo mai mancare la nostra gratitudine e riconoscenza: sono stati, così, stanziati 11 milioni per la ricerca scientifica, quindi per gli enti di ricerca privati senza scopo di lucro e anche per la realizzazione di collegamenti di rete tra strutture sanitarie delle regioni confinanti, proprio a tutto vantaggio degli utenti. C'è poi il tema dei cicli termali, quindi sono stati stanziati 5 milioni per consentire agli assistiti del Servizio sanitario nazionale di effettuare, appunto, cicli termali.

C'è poi il tema degli enti locali. Quando si parla degli enti locali non si può non pensare ai servizi fondamentali per la cittadinanza. Quindi, abbiamo incrementato di 160 milioni ulteriori il fondo a sostegno della liquidità dei comuni.

C'è poi il Meridione, Presidente, che torna - ancora una volta - ad essere protagonista. Abbiamo stabilizzato i tirocinanti presso gli uffici dei Ministeri della Cultura, dell'Istruzione e della Giustizia nelle regioni Calabria, Campania, Puglia e Sicilia; siamo riusciti a sostenere le piccole università del Meridione.

E poi ci sono i temi generali, quei temi di fondamentale importanza ai quali Forza Italia non ha mai fatto mancare il contributo insieme alle altre forze politiche. Sul fronte fiscale si è preferito spostare in avanti il calendario delle scadenze per le partite IVA, quindi il pagamento delle tasse a metà settembre senza alcuna maggiorazione. Penso ai 100 milioni per consentire alle imprese la compensazione dell'impennata dei prezzi delle materie prime verificatasi negli ultimi mesi.

C'è poi il fronte della scuola. Per scongiurare il ritorno alla DAD abbiamo sostenuto i 350 milioni per le scuole statali e 50 milioni per le scuole paritarie secondarie, più i 10 milioni previsti per la scuola dell'infanzia.

Per l'agricoltura, che non ha fatto mai mancare il cibo sano e sicuro sulle tavole degli italiani, abbiamo pensato ad un sostegno alla zootecnia, quindi per l'aumento delle materie prime, per l'aumento dei prezzi dei mangimi con 5 milioni, così come 5 milioni per il settore apistico, 1 milione per l'alluvione della Calabria.

Presidente, quindi, l'impianto iniziale di questo provvedimento è stato ulteriormente migliorato nel corso dell'esame in Commissione, è stato fatto un grande lavoro e di questo lavoro Forza Italia si sente con orgoglio protagonista per il rilancio di un grande Paese, da oggi campione d'Europa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Torto. Ne ha facoltà.

DANIELA TORTO (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi, il “Sostegni-bis” è uno dei decreti più imponenti dall'inizio di questa pandemia e siamo tutti d'accordo: parliamo di un totale di 40 miliardi di euro, praticamente la stessa cifra che è stata stanziata con l'ultima legge di bilancio. Ovviamente, oggi lo voglio ricordare, tutto questo va a testimonianza di un impegno immenso se parliamo di finanza pubblica, un impegno messo in atto proprio per andare a tamponare lì dove gli effetti della pandemia sono stati disastrosi e negativi.

È chiaro che, se abbiamo imparato dalla crisi precedente - mi riferisco a quella iniziata dal 2008 - questo sostegno straordinario all'economia non deve fermarsi a breve termine; il bilancio pubblico, vedete, non si mette a posto con le politiche di austerità, con continui tagli agli investimenti, come accadde dopo il 2011; il bilancio pubblico lo si sana se si è in grado di garantire la crescita economica: questo è il grande insegnamento di cui dovremmo fare tutti tesoro, non soltanto ora ma anche e soprattutto dopo questo 2021.

Allora, per entrare nel cuore del decreto che stiamo discutendo, un decreto in cui risuona in maniera consistente, ancora una volta, il sostegno a fondo perduto per imprese e professionisti: stiamo parlando di 15 miliardi e 400 milioni, quindi di quasi 15,5 miliardi, di cui 8 miliardi andranno a rinnovare automaticamente il sostegno a chi ne ha già beneficiato con il precedente provvedimento. Altri 3 miliardi e 400 milioni, con questi soldi permetteremo alle imprese che ne hanno diritto di calcolare la perdita di fatturato non da inizio 2020, bensì da aprile 2020. Quattro miliardi ancora saranno dedicati a finanziare il fondo perduto per chi ha subito perdite di esercizio, superando questa volta, ovviamente su base volontaria, il metodo del fatturato. Vedete colleghi, il mondo delle imprese medie, grandi e piccole è stato duramente colpito in questi anni e non possiamo pensare di riuscire a sanare i danni registrati agendo soltanto tramite i sostegni; è proprio per questo motivo che abbiamo pensato ad altre misure importanti: penso, ad esempio, alla proroga per ulteriori 5 mesi per il bonus affitti, alla proroga del sostegno in bolletta fino a luglio per le imprese piccole e medie, i 500 milioni di compensazione ai comuni per consentire la riduzione della TARI. Queste non sono solo piccole attenzioni, sono delle azioni dovute che, però, manifestano la piena volontà politica di dare ascolto al nostro tessuto economico; è proprio alle imprese che dovevamo le nostre risposte.

Presidente, nel decreto in esame interveniamo anche su altri fronti, tra questi non dimentichiamo il pacchetto turismo, importantissimo - è già stato detto da altri colleghi - per far ripartire un settore chiave nel presente così come nel futuro; cosa abbiamo fatto, di quali aiuti stiamo parlando? Parliamo di interventi mirati, come ad esempio i 150 milioni di euro per l'anno 2021 per il fondo a sostegno delle agenzie di viaggio, tour operator, guide, accompagnatori turistici, ancora altri interventi a sostegno delle strutture alberghiere e ricettive. Presidente, noi ci siamo chiesti se potevamo fare di più: sicuramente, ma la difficoltà di questa crisi ha colto tutti di sorpresa. Perché no, anche il mondo della politica. Noi con la guida del Presidente Giuseppe Conte è stata indiscussa la capacità di saper arginare il danno nel modo più efficace possibile, quindi sarà da perseguire ancora questo percorso anche in questo Governo, anche nei prossimi anni. Vede, il cammino è tracciato, bisogna restare in campo per continuare ad insistere accompagnando e stando al fianco di chi continua a soffrire. Soltanto così possiamo riconquistare quella che è la normalità.

Presidente, come può capire, si tratta di un decreto molto corposo, che va ad abbracciare naturalmente altri settori: ad esempio, siamo intervenuti sul rinnovo del reddito di emergenza per ulteriori 4 quote relative ai mesi di giugno, luglio, agosto e settembre 2021; abbiamo riconosciuto un'indennità di 1.600 euro a favore di diverse categorie di lavoratori; e ci sarebbe ancora un lungo elenco di interventi, ma in questo breve arco di tempo mi limito a ricordare, in chiusura, quelli messi in atto soprattutto per sostenere i nostri comuni, gli enti locali, che hanno mostrato la capacità di reazione in questi mesi, pur sopportando il peso di problemi che si sono accumulati negli anni e nelle successioni delle amministrazioni comunali. E allora abbiamo dato una risposta: abbiamo stanziato 450 milioni per il 2021 sul Fondo per garantire l'erogazione dei servizi aggiuntivi programmati di trasporto pubblico locale e regionale; 50 milioni di euro per il 2021 in favore delle imprese, delle pubbliche amministrazioni e anche degli istituti scolastici che adottino i piani di spostamento casa-lavoro e casa-scuola, e iniziative per la mobilità sostenibile; l'incremento delle risorse destinate all'erogazione del contributo decennale a favore della fusione dei comuni; e poi, un fondo di 500 milioni di euro per le misure urgenti di solidarietà alimentare e di sostegno alle famiglie, che sappiamo bene versano in stato di bisogno anche sul pagamento delle bollette o dei contratti di locazione.

Come vedete, colleghi, l'impegno di questa maggioranza nei confronti dei nostri cittadini è di certo evidente, ma, come dicevo all'inizio della discussione generale sul decreto di sostegno alla nostra economia, questo darà buoni frutti soltanto se sarà perseguito nel tempo, se non ci limitiamo a dare un aiuto straordinario, perché soltanto nel tempo potremo permettere che un sostegno del genere possa consentire una risalita in queste circostanze. Dobbiamo continuare a dare dignità e ossigeno ai nostri lavoratori, perché siamo qui per lavorare, non semplicemente per offrire un aiuto alla sopravvivenza.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Claudio Borghi. Ne ha facoltà. Vuole scendere qua nell'emiciclo? Allora adesso, subito, attrezzano per farla parlare qua nell'emiciclo. Ecco, onorevole Borghi, sta arrivando il suo leggio sanificato. Prego, onorevole Borghi.

CLAUDIO BORGHI (LEGA). Grazie, Presidente. Ovviamente mi associo con quanto hanno già espresso i miei colleghi nell'entusiasmo per la vittoria della nostra Nazionale, ricordando che ha vinto l'Italia, non ha vinto l'Europa, come le cose assurde che ho sentito dire in commenti ufficiali o meno ufficiali da altri colleghi, ha vinto l'Italia e, nello specifico, hanno vinto “quei” ragazzi, perché siamo un Paese un po' strano, dove, quando vincono, abbiamo vinto tutti, quando perdono, hanno perso loro. Non è così. Così come non ha vinto l'Europa, perché altrimenti quando la Svizzera ha battuto la Francia, cos'era? Ha vinto la Confederazione? Oppure, quando Berrettini ha perso da un serbo, dubito che l'Europa abbia perso dalla Serbia. Quindi, facciamo le congratulazioni e congratulazioni anche, appunto, al nostro ottimo tennista Berrettini, che mi ha dato una grande emozione, perché vedere un italiano in finale a Wimbledon fa capire in certi casi che la vittoria conta, ma conta - ed è il significato dello sport - anche la partecipazione.

A questo punto, entriamo nel cuore della questione, vale a dire il “decreto Sostegni-bis”. È un'occasione molto importante per ribadire alcune cose, per esempio da dove vengono i soldi. Se ho fatto i conti giusti, siamo a sopra 200 miliardi fra “Sostegni” e “Ristori”, quindi significa che l'importo allocato per il sostegno delle nostre imprese e della nostra economia, se aggiungiamo anche le voci di bilancio, è superiore o quantomeno analogo a quello previsto nel famoso PNRR. Ce li ha dati l'Europa questi soldi? No. Il PNRR, fino adesso, non ha ancora versato una lira o un euro all'economia italiana. I sostegni, i ristori, e così via, sono stati pagati con il deficit. Come è stato creato questo deficit? Ancora qualcuno, secondo me, anche in questo Parlamento, non ha capito come funziona. Lo ricordo: lo Stato spende più di quello che incassa, perché in certi casi alcuni di questi provvedimenti, per esempio, sono dei provvedimenti necessari di differimento imposte. E ne ricordo nello specifico uno, che è stato attuato anche grazie all'insistenza del nostro relatore, dell'onorevole Bitonci, e dell'onorevole Gusmeroli, che hanno particolarmente preso a cuore la questione, vale a dire il differimento degli obblighi di versamento, per gli ISA e per l'IVA, che erano previsti per il 30 agosto (e non era esattamente una data particolarmente felice) e sono stati spostati al 15 settembre senza sanzioni.

Quindi, lo Stato rinvia tasse, in certi casi non le incassa - perché, se dei settori vengono chiusi, significa che non possono nemmeno versare tasse - e spende più di quello che incassa; quindi, fa deficit, perché per 2 anni, se non mi ricordo male, siamo nei dintorni dell'11 per cento di deficit. Tenuto presente che il PIL è circa 1.800 miliardi, significa che il 10 per cento di deficit è 180 miliardi: quindi, capite bene che, per ogni anno, ci sono 180 miliardi di differenza tra quanto lo Stato ha incassato rispetto a quanto ha pagato, ed è bene che sia così.

Da dove arrivano questi soldi, dato che non arrivano dalle tasse? Bene, lo Stato emette dei titoli di Stato, questi titoli di Stato, a interesse negativo per la maggior parte, non vengono acquistati sempre per la maggior parte dalle famiglie, perché una famiglia di solito un titolo di Stato a interesse negativo non lo compra. Per la stragrande maggioranza dei casi, il compratore netto è la banca centrale. Quindi - così almeno ce lo stampiamo tutti in testa, perché poi io so che ricominciamo a parlare di austerità, di fardello delle prossime generazioni e similari - cosa fa la banca centrale? La banca centrale crea denaro, è il suo mestiere, crea denaro; quel denaro creato dalla banca centrale, lo utilizza per comprare titoli di Stato, il denaro va nelle casse del Tesoro. Quindi, facciamo a capirci: lo Stato, il Tesoro, stampa il titolo di Stato, il titolo di Stato viene comprato dalla banca centrale che ha creato il denaro, quindi il denaro passa dalla banca centrale al Tesoro, che poi lo può spendere secondo quanto indicato dal Governo e dal Parlamento, per esempio, con le attività assolutamente utili e necessarie per il mantenimento dell'economia, quali quelle previste in questo decreto. Ma allora uno dice: poi rimane il debito. Attenzione: il debito ricomprato dalla banca centrale, quindi quel titolo di Stato, non è una cosa che dovrà essere restituita dalle future generazioni, come in tanti casi mi sembra di sentire, ma quel debito viene ridepositato in Banca d'Italia. Una volta che è stato ridepositato in Banca d'Italia, è come se fosse dello Stato stesso, perché, come ci è stato spiegato tante volte, la banca centrale, in quanto ente pubblico, non è da considerarsi terza rispetto allo Stato. Questo ce l'hanno detto tante volte, quando si parlava dell'oro della Banca d'Italia, solo che non è possibile che l'oro sia degli italiani e i titoli di Stato, invece, siano di qualcun altro. Quindi, dato che assumo che siano tutti della stessa proprietà, i titoli di Stato depositati in Banca d'Italia sono de facto dello Stato. Dunque, lo Stato è debitore di se stesso, tant'è vero che gli interessi che paga su quei titoli vengono restituiti al Tesoro ogni anno. Se fossero di qualcun altro, questi interessi andrebbero a qualcun altro. Spero che si sia capito il meccanismo, vale a dire che lo Stato paga ogni anno gli interessi su questi titoli di Stato; qualora questi titoli di Stato - com'è il caso di tutti quelli emessi recentemente - siano depositati presso la Banca d'Italia, questi interessi li raccoglie la Banca d'Italia e li rigira allo Stato. È chiaro il meccanismo? Quindi, in realtà, noi non stiamo indebitando le future generazioni.

Questa cosa deve condurci a un altro passo mentale, vale a dire che, tutte le volte che ci hanno sempre detto in passato - spero tutti si ricordino la famigerata lotta per passare da 2,4 di deficit a 2,04, quando c'era il Governo “Conte 1” - e quando ancora si dice che non ci sono i soldi, è una bugia. C'è una volontà politica; c'era una volontà politica di non far spendere - in altre situazioni - e adesso, invece, c'è una volontà politica di spendere.

Questo è importante, perché il decidere quando è il caso di spendere e quando no è attività eminentemente politica. Ma, quando si fa un'attività politica, vale a dire una scelta e, quindi, si dice che in questo caso sto spendendo e in questo caso invece non sto spendendo (e non deriva da alcune divinità o da situazioni strane o similari, ma deriva da scelte di persone), in questo caso, quando questo capita, allora è il caso forse di ricordare che, quando c'è scelta politica, c'è anche responsabilità politica. Infatti, fino adesso ci si è sempre baloccati e ci si è sempre nascosti dietro il dito, dicendo che non ci sono i soldi. Perché? Boh! Come se quel giorno i nanetti sono usciti fuori cercando di trovare i soldi nelle miniere, hanno avuto una giornata sfortunata e sono ritornati con le gerle vuote. E invece, adesso, fortunatamente - guarda caso, ma pensa che fortuna, c'è il COVID! - meno male che i nanetti, quando sono andati a cercare i soldi sotto le banche centrali o sotto le miniere, hanno trovato delle banconote e, quindi, possiamo spendere.

Questo ricordiamocelo per il futuro, perché fra un po' ricominceranno le regole. Ve l'hanno già fatto capire. E il problema di queste regole è che, in certi casi, sono giuste per qualcuno e sono sbagliate per altri. Infatti, scusate, non è troppo differente una ditta o un'impresa che chiude per questioni di COVID o una ditta o un'impresa che chiude per questioni di austerità: l'impiegato, l'operaio è sempre licenziato. Quindi, in certi casi, un minimo in più di politiche espansive sono necessarie – necessarie! - in certe situazioni per il nostro Stato. Perché, signori, io capisco tirare i remi in barca o mettere il fieno in cascina, quando si sta crescendo fortemente, ma l'Italia non cresceva da più di vent'anni. Quante sono, in questi vent'anni, le imprese che hanno chiuso? Ma non è che un'impresa che chiudeva per delle politiche economiche sbagliate vale di meno rispetto a un'impresa che chiudeva per il COVID!

Per cui, ricordiamocelo: quando si ricomincerà a parlare di austerità, quando si ricomincerà a parlare di regole di bilancio, quando si ricomincerà a parlare di “non ci sono i soldi”, stiamo parlando di posizioni politiche. Chiunque si nasconderà dietro il dito, dicendo “non possiamo farlo, perché hanno detto” - hanno detto? – “che c'è il 2 per cento, che c'è il 3 per cento, che c'è il deficit” e così via e dirà che non ci sono i soldi, vi mentirà. Questo lo ricordiamo adesso, in modo tale che ne prendiamo buona norma per il futuro.

Questa questione - tra parentesi - serve anche per un discorso più generale sulla democrazia.

Tutti ci rendiamo conto che stiamo vivendo una situazione particolare; però, io spero, sinceramente, che si ritorni velocemente a una piena democrazia parlamentare. Proprio la questione del rinvio delle scadenze mi serve per ricordare un episodio, avvenuto in Commissione. Una volta che arriviamo in Aula, è tutto sotto sotto i riflettori; nelle Commissioni, giustamente, si lavora, ci si mette d'accordo e, alla fine, rimangono i resoconti. Ebbene, nella situazione relativa al rinvio delle scadenze tutti erano d'accordo; tutti! I promotori dell'idea erano stati i deputati che vi ho indicato prima ma erano tutti d'accordo. In una fase in cui si era tutti d'accordo, il Governo inizialmente diceva “no”, senza motivare sufficientemente questo “no”. Non è che mancassero i fondi o, anche in questo caso, si sforasse rispetto al limite detto. C'erano delle motivazioni tecniche, che poi sono state spiegate; ed è stata una buona cosa che siano state spiegate. Inizialmente, però, si è detto: “no, perché il Governo non è d'accordo”. Ebbene, questo sistema a me sinceramente non piace. Il fatto che gli accordi vengano fatti in cabina di regia e, dopo che sono stati fatti in cabina di regia, passino in Consiglio dei Ministri, secondo i pareri, e quando arrivano in Parlamento i giochi siano più o meno fatti, sinceramente, va bene tollerarlo per un po' di tempo ma anche no. A me piacerebbe che la Commissione bilancio, o le Commissioni di merito per gli altri provvedimenti, fossero esattamente il punto dove vengono composte queste questioni, fossero esattamente il punto dove ci si confronta con il Governo e con le altre forze parlamentari, che possono avere, giustamente, delle idee diverse rispetto a quello che viene fatto, e che, alla fine, rimanesse un bel resoconto di tutto quello che è stato detto e quello che è stato fatto. Altrimenti, come capire perché determinate decisioni sono state prese dal Governo, se non c'è un resoconto, non c'è un verbale, non c'è niente? Io non penso che sia una cosa utile per i cittadini prolungarla ancora per troppo tempo. Siamo il Parlamento: va bene l'emergenza ma non abituiamoci troppo all'emergenza, perché io sono convinto che ai Governi questa stanza dia un po' fastidio. Non so perché io mi sono fatto quest'idea, cioè che, quando uno governa, il fatto che ci sia un Parlamento dove ci sono i rappresentanti eletti dal popolo non è una cosa che piace tanto. Come dire: ma che schifo, le cose importanti tanto ce le facciamo noi, in Consiglio dei Ministri, poi andiamo in Parlamento e spariamo le briciole (i famosi 800 milioni del fondo parlamentare e così via). Ebbene, non mi piace. Spero di non essere considerato eretico, di non essere considerato sovranista, di non essere considerato xenofobo se voglio riportare il Parlamento all'importanza che la Costituzione gli dovrebbe dare, perché è qui che vengono composti gli interessi dei cittadini e, per il tramite di una scelta di maggioranza, si prendono delle decisioni e il Governo è organo esecutivo! Va bene?

Ricordiamo, sempre a proposito di decisioni del Governo, che il Ministro Franco ci ha ricordato che una settimana di lockdown costa lo 0,5 del PIL. Dato che non vorrei ritornare ancora a dover fare altri “sostegni” derivanti dal lockdown, quando sento che si sta iniziando a parlare di cambiare i parametri per i colori delle regioni e cose di questo tipo - come dicono che si stia facendo in questi giorni – ecco che io mi allarmo un filo. Se ci sono contagi, ma non ci sono ospedalizzazioni, non vorrei che si ritorni alla leggerezza di ricominciare con il lockdown e poi ricominciare con i “sostegni” e così via. L'economia sana di uno Stato non va avanti a lockdown e a sostegni! I sostegni sono stati una cosa necessaria, in certi casi. Avete sentito il lungo elenco dei relatori? Se non l'avete sentito, andatevelo a sentire. Quando è stato descritto il decreto, articolo per articolo, vedete che in ogni articolo del “decreto Sostegni” c'era una goccia, probabilmente in molti casi non sufficiente a sanare i danni derivanti dalle chiusure, ma c'era una goccia di aiuto, una goccia d'acqua per far crescere una pianta. Questa è un'emergenza; ma una cosa è l'emergenza, una cosa, invece, è il normale funzionamento di un'economia. L'economia deve crescere, l'economia deve funzionare, non deve essere bloccata se non per motivi gravissimi. Abbiamo visto che fino adesso, con tutti gli studi possibili e immaginabili, uno studio rischi/benefici sui lockdown non è mai stato fatto; si chiude e basta. Ripeto, stiamoci attenti perché mi piacerebbe pensare che questo sia l'ultimo “decreto Sostegni” che questo Paese deve affrontare perché per il resto, invece, l'economia si sosterrà da sola. Si sosterrà da sola con una crescita sana, con una crescita duratura.

Concludendo, sono molto contento del lavoro che è stato fatto in Commissione bilancio, sono molto contento del lavoro che hanno fatto i miei colleghi e, soprattutto, voglio ripetere ancora un ringraziamento al relatore, l'onorevole Bitonci, e all'altro relatore, l'onorevole Buompane, perché hanno oggettivamente fatto un lavoro di raccordo molto importante su un provvedimento che non era assolutamente semplice. Ci sono alcuni risultati all'interno di questo decreto che sono veramente importanti ma ne cito uno di cui, forse, si è parlato di meno, perché tutti cercano, se possibile, in questi giorni di ricordare quelli che sono stati loro più cari: c'era una questione che forse era stata un po' nascosta all'interno delle pieghe del decreto, cioè l'innalzamento del limite di fatturato per avere diritto ai sostegni. Grazie anche a un'attività della Lega, questo limite era stato già alzato a 10 milioni; in questo caso, il limite passa a 15 e spero che si capisca l'importanza di questa cosa. C'era il paradosso di chi magari aveva solo la colpa di avere avuto un fatturato, nel 2019, quando le cose andavano bene, superiore ai 10 milioni e poi, nel 2020, a causa del COVID, magari il fatturato è andato a zero. Il diritto di avere il ristoro in quel caso non c'era perché si andava a guardare il 2019 e si diceva: nel 2019 hai fatturato tanto. Me ne rendo conto ma, forse, se uno fatturava tanto prima, può essere che il danno sia stato ancora più grande dopo. Avere aumentato il limite dei sostegni significa che ci sono tante imprese che potranno rimanere aperte; l'impresa che rimane aperta, non licenzia il lavoratore e per il lavoratore il contratto a tempo indeterminato in tasca, con l'impresa in continuità di funzionamento, è l'unica garanzia per una vita serena.

L'obiettivo della piena occupazione dovrebbe essere quello che ci guida. Quindi, mi auguro che in futuro, quando si parlerà di nuove regole, invece di assurdità, come vi ho detto prima, quali il limite del debito o il limite del deficit, ci siano dei parametri importanti in merito a quello che veramente conta per costruire una famiglia e costruire un futuro, come, per esempio, l'obiettivo, invece che del deficit zero, della disoccupazione zero. Uno Stato che può investire e dare lavoro alle sue imprese in modo tale da arrivare a zero disoccupazione deve essere il nostro obiettivo finale. Solo così possiamo crescere e possiamo assicurare un futuro alle nuove generazioni e alle famiglie, che potranno ricominciare a fare figli. Il problema, signori, è che una società in cui i giovani sono terrorizzati, non possono uscire di casa, sebbene non abbiano particolari rischi di morte derivanti dal COVID, e non possono pensare di fare una famiglia, perché sono disoccupati o sono precari e quindi i figli non arrivano, che futuro ha?

Quindi dobbiamo cercare di creare in sicurezza un lavoro per tutti i cittadini italiani che hanno voglia di lavorare in modo tale che possano fare figli e possano creare, con queste nascite, un futuro per tutti noi.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Occhionero. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA OCCHIONERO (IV). Presidente, Governo, colleghe e colleghi, non aggiungo altro a quanto è stato già detto da chi mi ha preceduto, il collega Ungaro e tutti gli altri colleghi, rispetto alla grande soddisfazione e alla gioia per la bellissima pagina di sport che abbiamo tutti vissuto ieri. Gli azzurri ci hanno regalato un grande sogno, di cui avevamo particolarmente bisogno in questo momento. Ecco, il provvedimento si inserisce proprio in un'ottica di rinascita e di positività che, secondo me, deve essere assolutamente sottolineata. Stiamo infatti convertendo il secondo “decreto Sostegni” emanato dal Governo Draghi e preliminarmente dobbiamo rilevare che, sin dal primo “decreto Sostegni”, è avvenuto un grande cambio di passo rispetto ai precedenti provvedimenti che contenevano i ristori, con il superamento, ad esempio, dei codici Ateco, la nuova modalità che mira a concedere sostegno a tutte quelle attività che, a seguito dell'emergenza COVID, hanno visto danni enormi per chiusure o comunque per la diminuzione di fatturato derivati dalla crisi e dalle misure restrittive adottate per contenere la diffusione della pandemia.

Un passo avanti importante, quindi, affrontato con decisione dal primo decreto e che trova compimento, speriamo definitivo, con questo provvedimento legislativo che proietta il nostro sistema economico verso quella ripresa che speriamo essere perfino superiore alle aspettative e alle previsioni. I nuovi sostegni erogati con le diverse modalità contenute nell'articolo 1 prevedono uno stanziamento di ben oltre 15 miliardi di euro e occorreranno a fornire quella iniezione di liquidità e anche di fiducia necessaria ad una ripartenza opportuna che deve essere rapida e sicura per tornare, nel più breve tempo possibile, ai cicli produttivi anche precedenti al COVID.

Riconosciamo altri ulteriori contributi in favore dei soggetti titolari di reddito agrario; si innalza la soglia dei ricavi da 10 milioni di euro a 15 per il riconoscimento dei contributi previsti dal “Sostegni 1”. Una proposta di Italia Viva che è stata recepita in fase di conversione nelle Commissioni di merito.

Sempre in sede di esame di Commissione bilancio è stata data grande attenzione ai settori economici che più hanno sofferto a causa delle restrizioni. Penso, per esempio, al wedding, agli eventi, alle cerimonie e al comparto HoReCa. Grazie ad un emendamento presentato anche dal gruppo di Italia Viva, a mia firma, saranno erogati contributi a fondo perduto per ben 60 milioni di euro nel 2021 a tutto questo comparto; una boccata di ossigeno assolutamente necessaria per quei settori e per quegli operatori di aziende che hanno subito grandissimi disagi a seguito delle misure restrittive necessarie per contenere la diffusione del virus, che oggi quindi necessitano giustamente di un grande riconoscimento.

Con un altro nostro emendamento il Fondo a sostegno del settore turistico, istituito con il “decreto Rilancio”, è stato incrementato di 10 milioni di euro proprio per garantire l'erogazione di contributi in favore delle guide turistiche e di tutti quegli accompagnatori turistici titolari di partita IVA che avevano sofferto grandemente.

In un momento poi in cui tanti hanno perso il lavoro e tante famiglie hanno visto ridotte le loro disponibilità economiche, è necessario attenzionare l'importanza e il ruolo degli enti del Terzo settore e delle istituzioni pubbliche di assistenza e di beneficenza. Quindi è diventato ancora più necessario e strategico stare vicino a questi settori per la tutela dei soggetti più deboli, perché dobbiamo ripartire tutti insieme senza lasciare indietro nessuno e limitando al massimo anche le tensioni sociali e colmando il più possibile quei gap creatisi durante la pandemia.

In quest'ambito, risulta opportuna e necessaria la norma, anche questa fortemente voluta da Italia Viva, che ridetermina al ribasso la soglia minima dei canoni demaniali marittimi per le attività sportive e ricreative legate alle tradizioni locali e svolte senza scopo di lucro per le finalità di interesse pubblico. Si mette in tal modo al sicuro l'esercizio di attività importanti che, pur sostenute dai comuni con il “decreto Agosto”, rischiavano, non potendo sostenere i nuovi tetti previsti in quelle norme. E poi è importante garantire liquidità e sostegni in questo momento, e quindi assolutamente rideterminare le scadenze relative ai versamenti previsti dalla definizione agevolata dei carichi affidati all'agente della riscossione.

È chiaro che pretendere un pagamento immediato in un'unica soluzione, rispetto ai piani del 2020 e del 2021, avrebbe creato problemi a tutte quelle famiglie, a tutti quei debitori che non potevano assolutamente pensare di adempiere, per le difficoltà del momento, rispetto a quelle norme, a quei tempi; questo avrebbe comportato un allungamento dei piani stessi, causando anche gravi danni all'erario oltre che alle famiglie già di per sé provate dalle difficoltà connesse alla pandemia. Ecco perché la rimodulazione dei termini delle scadenze garantirà una maggiore flessibilità ai contribuenti che, avendo aderito alla definizione agevolata, avevano comunque manifestato la volontà di sanare le posizioni debitorie.

La Commissione in sede referente ha anche affrontato il problema del consistente aumento del costo delle materie prime in alcuni settori, determinato dalla ripartenza immediata di alcuni comparti e si sono previsti sostegni consistenti al settore fieristico e termale; ringraziamo la collega Moretto per essersi impegnata in questa direzione, garantendo cicli di riabilitazione termale motoria e neuro-motoria per la riabilitazione funzionale del motuleso e per la riabilitazione funzionale cardiorespiratoria da effettuarsi in tutti gli stabilimenti termali che concorrono a fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19.

Si è, poi, incrementato il fondo antiusura, perché bisogna assolutamente evitare che della crisi si giovi soprattutto la criminalità organizzata, sempre pronta a riciclare i proventi illeciti e facendo bottino di quelle che sono le aziende sane del nostro settore produttivo, ma in momentanea difficoltà, purtroppo, a seguito di tutti gli eventi contingenti. Ecco perché la dotazione del Fondo per la promozione integrata è stata aumentata di 50 milioni di euro, anche questo grazie ad un emendamento approvato, a prima firma del collega Marco Di Maio.

Grande attenzione è stata dedicata, poi, agli enti locali che hanno visto una consistente riduzione delle entrate e che, nelle difficoltà di bilancio, continuano a erogare servizi che, in nessun modo, devono essere messi a rischio; e si finanziano così le stazioni sciistiche, per garantire il necessario ammodernamento di tutti quegli impianti che devono lavorare in piena sicurezza per i loro fruitori, per i turisti, e il nostro ricordo commosso non può non correre alla tragedia del Mottarone, e chiaramente fatti del genere non devono più accadere. A questo proposito, si è raddoppiato il Fondo per il ristoro delle città portuali, incrementando di 100 milioni quello per i comuni montani e tutto il sistema turistico.

Poi, qualche parola sul lavoro. Il testo rafforza la NASpI, la mobilità in deroga, i trattamenti di integrazione salariale, e viene istituito un ulteriore trattamento di Cassa integrazione guadagni straordinaria, finanziato con oltre 350 milioni di euro, rafforzando anche il contratto di espansione; sono tutte misure di sostegno che mirano alla tutela dei livelli occupazionali, attribuendo a imprese e lavoratori tempi e opportunità per cogliere i frutti della ripresa, pur nel mantenimento della tenuta sociale.

La sospensione del programma del cashback poi consentirà il recupero di un cospicuo tesoretto (parliamo di quasi 1,5 miliardi di euro), che concorrerà al finanziamento di tutti quegli interventi di riforma degli ammortizzatori sociali tanto attesi e, a questo punto, non più rinviabili.

Vi sono nuove norme sul sostegno alla liquidità per le imprese, sul Fondo per le piccole e medie imprese, sulla “nuova Sabatini”, sul pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni e sulla fiscalità degli investimenti in start up e PMI innovative; queste daranno massimo slancio e impulso alla ripresa e consentiranno investimenti e innovazioni anche e soprattutto sugli assi portanti del PNRR, contribuendo alla sua attuazione e consentendo al tessuto produttivo italiano quell'ammodernamento in termini tecnologici che renderà più stabile e più duratura la crescita nel futuro.

Il decreto affronta anche il tema della sanità, ad esempio le liste di attesa, consentendo alle regioni una maggiore flessibilità nell'utilizzo delle risorse, incentivando la riorganizzazione delle reti dei laboratori diagnostici e sostenendo anche quella sanità militare che tanto ha fatto in piena pandemia, affiancando quella civile e che tanto sta facendo anche nell'ambito dell'attuazione del piano vaccinale.

In quest'ambito, poi, l'articolo 31 del decreto, fortemente migliorato con l'approvazione di un testo proposto anche da Italia Viva, consente alla fondazione “Enea Tech e Biomedical”, rinominata, di attivarsi anche per il potenziamento della ricerca, dello sviluppo e della riconversione industriale del settore biomedicale verso la produzione di nuovi farmaci e vaccini per fronteggiare, in ambito nazionale, le patologie infettive emergenti, anche attraverso la realizzazione di poli di alta specializzazione; tutto ciò, grazie ad un finanziamento aggiuntivo di 400 milioni di euro e senza pregiudicare la mission originaria tesa proprio al sostegno delle imprese innovative.

Poi è stato affrontato il tema dei giovani, della scuola, garantendo importanti finanziamenti per 350 milioni alle scuole statali e 60 milioni alle paritarie, per l'acquisto di beni e servizi tesi a contenere il rischio epidemiologico nell'ambito dell'avvio dell'anno scolastico 2021-2022. Su questo versante riteniamo importante che anche le paritarie dell'infanzia, inizialmente escluse, siano state inserite nel provvedimento, in linea con un emendamento presentato dal collega Toccafondi. Vi sono, poi, misure per contrastare la povertà educativa, norme tese a favorire, attraverso il ricorso al Fondo di garanzia per la prima casa, l'acquisto della casa di abitazione e anche in questa direzione voglio segnalare l'approvazione di un emendamento a firma della collega Fregolent che prevede proprio che i soggetti finanziatori siano tenuti a indicare le condizioni economiche di maggior favore applicate ai beneficiari in ragione dell'intervento del Fondo di garanzia pubblica, un ulteriore elemento che contribuirà a far sì che, a fronte di minori rischi a carico degli istituti di credito, le famiglie possano fruire di condizioni maggiormente favorevoli. Infine, il testo prevede una serie di previsioni per il sostegno alla cultura, al settore ferroviario, al trasporto aereo, all'autotrasporto, all'agricoltura, alla pesca, che completano un provvedimento serio e complesso, che ha una grande ambizione: quella di affrontare in maniera compiuta molti problemi causati dalla pandemia, ma anche molti ritardi e molte criticità di cui il nostro Paese soffre endemicamente, da anni. Voglio ancora citare due importanti norme fortemente volute dal mio gruppo, Italia Viva; quella che prevede l'individuazione, da parte degli amministratori che rilasciano il permesso di costruire per nuove costruzioni residenziali, delle infrastrutture destinate all'installazione di reti e impianti di comunicazione elettronica in fibra ottica, questo è importante per assicurare il collegamento tra l'ingresso dell'edificio e il più vicino nodo di connessione, quindi un emendamento che consentirà di avere edifici sempre più moderni e in linea con i tempi; e quella che contiene nuove disposizioni in materia di incentivi per l'acquisto dei veicoli meno inquinanti, che riconosce contributi anche alle persone fisiche che acquistano un veicolo usato di classe euro 6 e che, contestualmente, ne rottamano uno. Si tratta, in conclusione, di un provvedimento importantissimo, anche per l'entità delle risorse stanziate, che è stato sicuramente migliorato in Commissione bilancio grazie all'apporto di tutti i miei colleghi e al lavoro dei nostri commissari, cosa per la quale voglio ringraziare soprattutto il collega Del Barba; un testo fortemente integrato e connesso con gli obiettivi del PNRR, che dimostra la visione d'insieme e l'unità di intenti che il Governo e il Parlamento hanno finalmente acquisito e compiutamente raggiunto. Dunque, è una legge di conversione che mi auguro veda una spedita e definitiva approvazione in quest'Aula e anche al Senato perché i cittadini e le imprese hanno davvero bisogno, soprattutto i giovani, di tutte le previsioni normative contenute in questo decreto.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Grazie, Presidente. Come tutti gli altri intervenuti, credo sia il caso di ricordare la vittoria dell'Italia, di ieri, nel campionato d'Europa. Siamo campioni d'Europa; ho sentito dire non è l'Europa che ha vinto; beh, l'Italia rappresentava l'Europa, in una competizione contro l'Inghilterra, che è uscita dall'Europa; quindi, penso che questo significato sia anche da attribuire alla vittoria, anche se calcistica, ma che ha un risvolto importante, e la presenza del Presidente Mattarella lo dimostra, nella ricerca dell'unità nazionale e nel sentimento più profondo della Nazione, anche in questo momento. E, quindi, rivolgo un ringraziamento ai nostri calciatori, a Mancini, all'allenatore, alla Federazione italiana giuoco calcio e a tutto il movimento sportivo italiano. Detto questo, ci occupiamo della conversione in legge del decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73, recante misure urgenti connesse all'emergenza da COVID-19, per le imprese, il lavoro, i giovani, la salute e i servizi territoriali. Già la intitolazione del provvedimento fa comprendere la vastità dei temi che sono trattati, l'importanza dei temi che sono trattati, la necessità e l'urgenza di provvedere in materia sulla base uno scostamento di bilancio di oltre 40 miliardi di euro. Da questo punto di vista il Governo ha fatto molto bene, ma bisogna anche dire che il Parlamento si è mosso, la Camera in questo caso, perché siamo noi che in questo momento, anche vista la prossima scadenza del decreto il 24 luglio, abbiamo dovuto emendare ed anche integrare con una grande dovizia di particolari che hanno arricchito sicuramente il provvedimento. In questi casi i ringraziamenti sembrano solo fatti per ricordare il lavoro di qualcuno, no, in questo caso io credo che debba fare dei ringraziamenti, a nome del mio gruppo ma penso di tutti i componenti della Commissione, ai due relatori, Bitonci e Buompane, che hanno seguito con grandissima cura e con grande impegno un provvedimento non facile, non semplice, molto vasto, molto impegnativo, che traccia fortemente l'indirizzo politico di questo Governo; e lo hanno fatto con capacità e sagacia, anche nel mediare in seno alla maggioranza, considerate le diverse sensibilità e la vastità della maggioranza, ed anche nel dialogo continuo con le opposizioni. In questo senso, anche agli uffici della Commissione bilancio; qualcuno lo doveva fare, sebbene in genere questi ragionamenti si fanno alla fine. È importante farli perché molto spesso ciò che avviene nella ricucitura del tessuto provvedimentale dipende dalla capacità degli uffici delle Commissioni della Camera di comprendere e indirizzare anche elementi, fattori, questioni che spesso sono dimenticati o che spesso, da parte governativa, sono affrontati in maniera – scusi sottosegretario, se lo dico - a volte sommaria, ma è un decreto-legge e può capitare. Ringrazio però il sottosegretario Guerra perché, insieme agli altri, ma più lei degli altri, ha avuto evidentemente la pazienza non solo seguire i lavori ma anche di trovare soluzioni, cosa non semplice, cosa che non sempre avviene, da parte del rappresentante del Governo, ma ciò è normale. La centralità del Parlamento, che prima è stata messa in dubbio, in questo caso non può essere messa in dubbio. Mi permetto di dire al collega Bitonci, riguardo all'intervento svolto dal collega Borghi della Lega, che io ho visto una Lega che in Commissione ha costruito e sostenuto un provvedimento importante dando ruolo al Parlamento. Il collega Borghi ha detto che non abbiamo avuto nessun ruolo e che il Parlamento è un po' sfilacciato rispetto al Governo; non mi sembra. Coraggio Italia, Forza Italia, la Lega, il PD, il Movimento 5 Stelle, tutti hanno dato il loro contributo e i relatori, tra cui Bitonci, che è della Lega, ha dato un contributo fondamentale per ricucire, ricostruire un provvedimento che non era semplice ricostruire. Pertanto, il lavoro del Parlamento c'è stato, in sinergia piena con il Governo. Diciamole queste cose, altrimenti diamo un messaggio all'esterno come se il Parlamento fosse subordinato al Governo e non svolgesse alcun ruolo, con forze politiche di maggioranza che si limitano semplicemente ad alzare la mano per dire di “sì”. Non è consentito dirlo, proprio perché non è vero e perché i gruppi hanno fatto un lavoro diverso e quindi anche in sede di discussione generale questi aspetti vanno chiariti, fermo restando che poi ognuno esprime liberamente le sue opinioni, ci mancherebbe, però siamo maggioranza, maggioranza parlamentare e di Governo - provvisoria, transeunte? - ma siamo maggioranza, comportiamoci quindi da maggioranza. Il provvedimento è molto ampio e difficile. Penso sia anche sterile ricordare i risultati di ogni singolo gruppo, i risultati sono di tutti nel lavoro parlamentare. Ogni idea, ogni proposta condivisa con il Governo ha migliorato un provvedimento che era necessario ed urgente e che il Parlamento deve convertire con risorse, sì, proprie, ma in vista anche di ciò che dovremo fare nella realizzazione e attuazione del PNRR.

Questa è la prospettiva, questo è il disegno di questi provvedimenti. Sul piano politico, non bisogna dimenticarlo questo: è un disegno europeo, è un disegno nazionale di ripresa del Paese che passa anche attraverso l'attività dei sostegni ma, in questo caso, ci sono anche investimenti, non meri sostegni, c'è anche la politica di investimenti che è sottesa agli stessi interventi di sostegno. Per questo motivo è sterile, puerile ricordare l'emendamento “x” o l'emendamento “y”, ciò che ha fatto il gruppo o ciò che ha fatto quell'altro, anche perché non porta nessun voto questa roba, con tutto il rispetto di chi lo fa; non porta, ripeto, alcun voto.

I cittadini a questa maggioranza e al Governo Draghi chiedono risultati reali, chiedono decisioni, chiedono interventi immediati, ma anche di prospettiva, chiedono che si investa, che si pensi al futuro del Paese, non gli interessano i risultati del singolo parlamentare o del singolo soggetto o il fondo dato ai parlamentari o ai gruppi per rispondere; fa parte del gioco, ma non è quella la modalità da cui nasce una maggioranza e da cui nasce la risposta al Paese. Noi di Coraggio Italia non lo facciamo. Ce ne sono emendamenti, lo sanno bene i relatori, su molti temi che abbiamo condiviso insieme, molti dove ci sono emendamenti sottoscritti da più gruppi politici. Con il relatore Bitonci, per esempio, sui canoni demaniali e su altre questioni ne abbiamo discusso in sede di Commissione trovando delle soluzioni, come devono fare i relatori. Ma c'è bisogno di alzare la mano e dire l'ho fatto io, l'ha fatto lui, l'ha fatto quello, l'ha fatto quell'altro, io sono bravo quello no, il gruppo? Tutti i temi sono frutto del lavoro della maggioranza e del relatore e del Governo, tutti i macro-temi che abbiamo individuato nel corso del lavoro parlamentare svolto dalla Commissione fanno parte del ruolo, dell'indirizzo politico del Governo Draghi, altrimenti finiamo per dare un'altra impressione, che siamo la solita maggioranza che va cercando - scusate la parola, non uso mai questi termini - le marchette dei singoli. Ma che senso ha, qual è il profitto che si ha a fare ragionamenti di questo tipo, lo dico ciò a tutti i gruppi? A cosa serve? Io so' più bravo, di più o di meno, che si fa la gara al risultato? Non è questo lo spirito di questo Governo! Non è questo lo spirito di questa maggioranza, non è stato questo il lavoro dei relatori e del Governo, che hanno invece impostato il lavoro, giustamente, per dare centralità al Parlamento sull'indirizzo politico fondamentale, su quello che conta, non sulle bandierine. In questo momento non servono a nulla le bandierine, l'unità nazionale è la risposta a una crisi grave, post pandemica, si spera, e richiede responsabilità, chiarezza d'intenti, capacità politica nel comprendere seriamente e con sobrietà quali sono le esigenze del Paese. Il resto non fa parte della sostanza e della ratio della formazione di questo Governo, del suo incedere e della prospettiva alla quale andiamo incontro. Le forze di centrodestra hanno aderito, alcune con questo spirito, molte mantengono questo atteggiamento, altre si vede che non hanno ancora compreso la novità del momento.

Molti emendamenti sono stati riformulati dal Governo, d'accordo con la Commissione. Ricordiamo il famoso iter parlamentare; quando i provvedimenti vengono studiati - lo sa bene il sottosegretario Guerra, per la sua esperienza, anche universitaria - si vanno a cercare i lavori parlamentari, si va a vedere quale è stato l'iter, come si è giunti a una norma, come si è giunti a una scelta, come si è fatta una proposta. Non si vanno a cercare le marchette, si vanno a cercare i temi fondamentali, la costruzione del provvedimento, il procedimento che ha portato a quei risultati. Ci sono sicuramente temi - alcuni li voglio ricordare – comuni, non dei singoli gruppi, comuni: l'automotive, lo sport, la salute, i contributi a fondo perduto per le attività imprenditoriali, il Fondo per le non autosufficienze, i fondi che anche il relatore più volte ha richiesto, insieme ad altri gruppi, su temi fondamentali per l'assistenza agli anziani, la regolazione dei canoni demaniali marittimi, l'intervento su altre questioni che riguardano i canoni, il supporto al settore agrumicolo, il sostegno alle fiere e ai comuni in difficoltà, la cultura, lo spettacolo, le esigenze dell'insegnamento. Ma lo stesso provvedimento è suddiviso in parti che specificano questo intendimento: il sostegno alle imprese, all'economia e all'abbattimento dei costi fissi; le misure per l'accesso al credito e alla liquidità delle imprese; le misure per la tutela della salute, la sicurezza, le politiche sociali e gli enti territoriali. Tutto questo nasce dal Governo e dal lavoro parlamentare. Misure concrete? Vogliamo fare i numeri? Siamo in discussione sulle linee generali e lo faremo anche dichiarazione di voto, ma i numeri sono quelli di un imponente intervento del Governo e della maggioranza, imponente e necessario per preparare il terreno all'attuazione del PNRR, nell'ottica europea in cui noi siamo collocati e in cui questo Governo è collocato. Un'ottica di responsabilità, un'ottica che parte dai temi concreti, ma sulla base dell'indirizzo politico generale. Chi dice che questo è un Governo tecnico, che non parla col Parlamento, non sa di cosa parla. Questo è un Governo che ha dei tecnici, ma ha sostanza politica. Se ci sono relatori di gruppi parlamentari, nello svolgimento del procedimento legislativo, i quali, come risulta dall'iter dei lavori parlamentari, trovano soluzioni insieme al Governo, insieme ai gruppi di maggioranza e poi con le opposizioni, questo cosa vuol dire? Che non c'è un indirizzo politico? Che è solo tecnico? Che c'è il Ministro o il Consiglio dei Ministri che sembra lì fare i provvedimenti tecnici e poi il Parlamento li adotta? Questo non è un bel segnale da dare! La minoranza non può dire questo, perché non è così! Così come rivendicare solo le proprie questioni di gruppo, i singoli emendamenti e le singole questioni non ha significato. È un modo vecchio, che non capisce qual è la novità del paradigma Draghi, che non è stato ancora compreso da alcuni. È diverso il modello, è diversa la ratio, è diverso l'intento, che parte non da un effimero richiamo all'unità nazionale, ma da un sostanziale richiamo all'unità nazionale. Però, tutto questo non basta, e mi rivolgo anche ai colleghi dell'opposizione, con il rispetto che io ho sempre avuto per i colleghi dell'opposizione e per il richiamo che ho sempre fatto ai loro suggerimenti, perché fossero compresi e ricompresi anche nel lavoro della maggioranza. Ma non può bastare fare l'elencazione delle problematiche, dei problemi e delle questioni e proporre alcune soluzioni. Questo provvedimento propone soluzioni concrete alle stesse censure che l'opposizione ha posto anche in discussione generale. Basta leggerlo, però. Il provvedimento va letto, va studiato, perché ci sono risposte. Tutte? No. Complete? No, ma ci sono risposte. È la politica del fare, quella che è sempre piaciuta anche al centrodestra nelle amministrazioni comunali, e abbiamo qui un sindaco che è un relatore. Abbiamo visto Bitonci nella sua attività, e si vede che ha un'esperienza amministrativa locale nel trovare soluzioni. Dunque, abbiamo trovato soluzioni. Questo è stato lo spirito e non si può dire che non c'è alcuna soluzione in un provvedimento che ha oltre 40 miliardi di impegno e che dà risposte su tutti i temi che ho elencato. Non è possibile. Certo, non ci sono tutte le risposte, certo non è completo il lavoro, ma è più difficile il fare e la politica del fare rispetto al resto.

Però, così come c'è massimo rispetto e considerazione delle tante, buone proposte delle opposizioni, ci deve essere altrettanta considerazione, così come ho visto spesso, del lavoro che comunque la maggioranza e il Governo hanno fatto, dando delle risposte. Infatti, non è che si può dire che ci sono 40 miliardi e passa buttati così - no, no! - o parlare di ciò che è successo a Roma prima e dopo. Con tutto il rispetto della centralità della capitale e delle elezioni che sono in corso, stiamo pensando a Roma e a tutto il Paese in questo momento e lo facciamo con grande impegno. Su Roma l'impegno è fortissimo da parte di questo Governo, così come ci sono proposte per dare a Roma la centralità che merita anche nel rilievo costituzionale della Carta costituzionale; e su questo tutti siamo d'accordo. Allora, ricordiamolo e facciamo un lavoro che serva al Paese, pur nelle distinzioni fra maggioranza e opposizione, come è giusto e corretto. Mi rivolgo in questo senso al Governo: spesso dalle opposizioni, in particolare da Fratelli d'Italia, arrivano giusti suggerimenti, e lo sto vedendo anche sul “decreto Semplificazioni”. Soffermiamoci su quelle proposte, perché anche noi spesso siamo stati minoranza e opposizione. Troviamo un elemento di dialogo, troviamo una composizione, troviamo il modo di discutere, troviamo il modo di dare un tavolo, così come ha fatto il Presidente Draghi che si è aperto al dialogo con le opposizioni, che ha voluto chiedere alle opposizioni quali fossero i loro intendimenti, anche perché a volte le opposizioni - bisogna ammetterlo - hanno rilevanti percentuali, almeno a seguire i sondaggi, e, quindi, rappresentano una parte consistente del Paese che non può essere non tenuta presente; sempre che siano proposte che abbiano un significato nell'indirizzo politico generale del Governo.

Io ho visto le forze di opposizione rispetto al loro dialogo con la maggioranza. Almeno, ho visto che in Commissione Lega e Coraggio Italia sicuramente hanno tenuto questo atteggiamento di dialogo molto stretto e hanno cercato di trovare delle soluzioni; su questo non c'è ombra di dubbio. Se rivendico qualcosa che abbiamo fatto come gruppo, rivendico questo. Penso che sia un dovere, in un'ampia maggioranza come questa, subire, sì, le critiche ma trovare anche la volontà e avere anche la forza di dialogare con le opposizioni, perché è il compito di un Governo che nell'unità nazionale trova il suo humus costitutivo. Dobbiamo farlo, nei limiti, ovviamente, di ciò che è ammissibile rispetto alle proposte che vengono fatte, ma dobbiamo farlo perché in questo senso interpretiamo la novità del paradigma Draghi, in questo senso interpretiamo anche la necessità di una mediazione, di una costruzione politica dell'indirizzo di questo Governo, che non ha bisogno di opporsi a nessuno, che non ha bisogno di avere nemici ma solo avversari, che ha bisogno di dialogo e di apertura con tutti, con le formazioni sociali, con gli enti, con i partiti, con tutti coloro che in questo momento chiedono al Paese una risposta unitaria ed efficace. In questo senso il nostro gruppo continuerà a svolgere il suo compito senza ricercare bandierine - abbiamo le bandierine anche noi nel provvedimento - ma ricercando la costruzione di questo indirizzo politico generale del Governo in una prospettiva europea, in una prospettiva di rilancio e di rinascita del Paese. Questo è ciò che ci chiede il Paese e noi dobbiamo farlo con la responsabilità, la sobrietà, la capacità e la competenza che il Presidente Draghi più volte ci ha ricordato di dover svolgere e di dover tenere come punto di riferimento nella nostra azione politica (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole De Toma. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Grazie, Presidente. Solo 30 secondi per ringraziare, doverosamente, da parte mia e del gruppo di Fratelli d'Italia, per la splendida giornata che ci hanno fatto vivere ieri sia Matteo Berrettini sia la Nazionale italiana di calcio. Penso che vivere questi momenti in un momento difficile come quello che stiamo attraversando - l'orgoglio italico - sia importante per tutta la Nazione. Abbiamo potuto dimostrare più che altro, da italiani, che sappiamo vincere in Europa e vincere nel mondo.

Questo è fondamentale anche per contribuire in quello che oggi discutiamo, un decreto sicuramente importante e impegnativo, come anche ha detto l'onorevole D'Ettore poc'anzi. È un decreto che anche noi abbiamo studiato, abbiamo potuto verificare. I nostri colleghi in Commissione bilancio hanno fatto un lavoro meraviglioso, strepitoso per cercare di portare avanti quel ruolo di un'opposizione che è un'opposizione concreta, costruttiva e, soprattutto, determinata. Lo dimostrano, anche e soprattutto, i 540 emendamenti che abbiamo presentato, di cui 80 segnalati.

Noi lavoriamo per il bene di questa Italia, ne siamo fieri, ma si rivela quasi inutile; tutte le nostre proposte, o la maggior parte, vengono bocciate o non tenute in giusta considerazione. Purtroppo, il tempo continua a darci ragione perché il Governo continua a non avere una strategia per sostenere le attività produttive, che mantengono, però, in piedi la nostra Nazione; anzi, a questo punto, una strategia c'è ed è quella di metterle in difficoltà oppure di farle fallire.

Il “decreto Sostegni-bis” ha introdotto tre nuovi contributi a fondo perduto per aiutare le attività economiche maggiormente danneggiate dall'emergenza da Coronavirus. La platea dei possibili beneficiari è costituita dai soggetti titolari di partita IVA che esercitano attività di impresa, di lavoro autonomo o che sono titolari di reddito agrario. Il terzo contributo a fondo perduto, di seguito denominato “contributo Sostegni-bis perequativo”, è commisurato alla differenza del risultato economico dell'esercizio relativo all'anno di imposta 2020 rispetto a quello relativo all'anno d'imposta 2019. Il contributo spettante viene riconosciuto al netto dei contributi a fondo perduto già ottenuti dal richiedente durante l'intero periodo di emergenza da Coronavirus, a partire dal contributo del “decreto Rilancio”. Come disposto dal “decreto Sostegni-bis”, tale contributo troverà attuazione successivamente al 10 settembre 2021. L'attuazione del provvedimento al 10 settembre è troppo stretta, perché le imprese non hanno tempo a sufficienza per depositare i bilanci. Il Governo deve valutare la possibilità di posticipare i termini per l'attuazione.

Un altro esempio è un emendamento inserito sul credito d'imposta per i canoni di locazione alle imprese esercenti attività di commercio al dettaglio degli immobili a uso non abitativo: confuso, ma poco incisivo, oltretutto. Invece, una nostra proposta di legge, a prima firma dell'onorevole Zucconi, è stata completamente bocciata, non tenuta in considerazione, proprio in virtù di un emendamento che, poi, è stato presentato frettolosamente da questa maggioranza, senza avere una visione concreta.

I decreti “Sostegni 1” e “Sostegni-bis” sono la prova provata che la musica non cambia, come si evidenzia dalla mancanza di volontà di riaprire le discoteche e i locali di intrattenimento che, ad oggi, hanno ancora le porte chiuse. In Italia, continua a mancare una data certa per la riapertura di attività che necessitano di una lunga programmazione per la loro stessa natura. È in gioco il futuro di migliaia di famiglie e di lavoratori. Si balla ovunque - lo abbiamo visto anche ieri sera - in piazza, per strada, in spiaggia ma non nelle discoteche. Abbiamo capito che il Governo detesta anche i giovani e predilige la strada del “no” categorico, a tutti i costi, solo per non ammettere il fallimento di una strategia che non c'è mai stata. In questo modo, sono stati indirettamente fomentati i party e i rave abusivi, l'illegalità e gli assembramenti con migliaia di persone e, in qualche caso, ci è scappato anche il morto, purtroppo.

Ballare nelle discoteche all'aperto è molto più sicuro che farlo al chiuso, nelle case o in qualche posto sperduto. Chi fa questo mestiere lo fa seriamente, pagando le tasse; chi fa questo mestiere si è preoccupato di attrezzare i locali nel pieno rispetto dei protocolli stabiliti dal Governo, già dallo scorso anno. Se si aspetta ancora, si rischia di non aprire più per la seconda stagione consecutiva, a parte una brevissima parentesi dello scorso anno. Al 70 per cento di quei locali di intrattenimento il Governo ha messo i sigilli, li ha messi da parte, per sempre, con un danno inimmaginabile all'economia italiana.

Vede, è stato presentato un mio ordine del giorno sulle discoteche: è stato accolto come raccomandazione dal Governo che, però, non si è mai mosso in questa direzione. Considerando anche che i giovani sono poco vaccinati e risultavano essere i primi diffusori della variante Delta, il mio ordine del giorno impegnava il Governo a riconoscere un beneficio fiscale e contributivo per consentire a tutti i locali da ballo, di intrattenimento o assimilati di acquistare dispositivi di protezione individuale, tamponi antigenici da somministrare all'ingresso dei locali e l'avvio di una campagna di comunicazione per sensibilizzare i giovani a sottoporsi alla vaccinazione. Nulla è stato fatto.

Abbiamo il turismo. Che ci sia una disparità tra Stati europei sulle aperture ai flussi turistici è evidente. La situazione è in continua involuzione, perché definirla “evoluzione” sarebbe un paradosso. Un infinito districarsi tra informazioni sincopate e confusionarie, a partire dalla vaccinazione e dal green pass. Lo stesso Sergio Abrignani, membro del CTS, sostiene che dobbiamo essere pronti a pensare a un mondo in cui si conviverà con questo virus. Ma l'opinione del CTS vale sempre o è un part-time secondo l'andamento degli umori della maggioranza?

Il sottosegretario Sileri oggi dichiara che è convinto che non serva rivedere le regole, perché l'evoluzione della variante Delta in Italia sarà simile a ciò cui abbiamo assistito in Gran Bretagna, con contagi tre o quattro volte superiori rispetto agli attuali, ma con un aumento progressivo delle persone vaccinate con doppia dose. Quindi, i decessi e i ricoveri in terapia intensiva restano fortunatamente bassi. I contagi in aumento non comportano necessariamente sintomi gravi e ricoveri, infatti, e ad oggi, abbiamo il 2 per cento dei posti occupati nei reparti di terapia intensiva. Ci chiediamo cosa stia facendo, allora, questo Governo per prepararsi all'autunno o a un'eventuale nuova ondata. A che punto sono le strutture ospedaliere? Abbiamo personale sanitario qualificato a sufficienza? Noi lo chiediamo come abbiamo fatto da oltre un anno a questa parte, perché non si può continuare ad imporre le chiusure: bisogna farlo solo se realmente necessario e non deve essere un modo per nascondere sotto il tappeto il vostro dire tutto e non fare nulla.

Nel frastuono generale e nel caos dei vari decreti che si sovrappongono, ad alcuni forse è sfuggito il rincaro dei prezzi del carburante di questi giorni. Gli italiani devono ancora fare i conti con la crisi scatenata dal COVID e il Governo, anziché ridurre le tasse - vedi, appunto, la proposta di legge Zucconi sui costi fissi - decide di lucrare sul costo dei carburanti, regalando l'ennesima stangata agli automobilisti. IVA e accise, attualmente, ammontano a circa il 67 per cento, pesando per oltre un euro sul costo finale. Le accise si sono sedimentate nel corso degli anni senza mai essere state ritirate al cessare delle varie emergenze per le quali erano state introdotte. Ciò favorisce l'illegalità nel settore della distribuzione dei carburanti.

Ma veniamo a un tema sensibile a tutta l'Aula ed è quello riguardante i caregiver familiari. Nonostante le promesse della Lega e di Forza Italia quando erano all'opposizione, i numerosi ordini del giorno approvati alla Camera e al Senato, ad oggi, né con il “Sostegni 1” né ora con il “Sostegni-bis” è stato dato nulla ai caregiver familiari. Si è preferito, come ha ben evidenziato il senatore Andrea Cangini, con una interrogazione dello scorso novembre rimasta senza risposta da parte del Governo, distrarre i fondi dai caregiver familiari - ben 70 milioni di euro per finalità non consentite dalla legge - e darli alle regioni. E vedremo, allora, a questo punto, fioccare i ricorsi per l'uso distorto di questi fondi da parte delle famiglie, che ne hanno diritto, ma che non riceveranno un euro.

Sull'uso distorto di fondi ho citato il senatore Cangini, perché gli riconosco di essere coerente con il proprio impegno a favore dei caregiver familiari anche oggi che è in maggioranza, cosa che non posso dire, purtroppo, del Ministro Carfagna, che, prima di diventare Ministro, era fortemente impegnata per la causa dei caregiver familiari, ma ora non so; forse, se ne è dimenticata. Persino il Papa, nell'Angelus di ieri, auspicando una sanità pubblica, gratuita e accessibile a tutti, ha voluto ricordare il ruolo di chi presta cura ai bisognosi e, nello specifico, agli ammalati e non autosufficienti, quasi a voler richiamare l'attenzione proprio sui caregiver familiari, a cui, ripeto, il Governo Mario Draghi, come i precedenti Governi, non ha voluto dare nulla.

Nel “Sostegni-bis”, è vero, ci sono dei rari punti di attuazione rispetto alla disabilità, ma stiamo parlando di incrementi di fondi di cui beneficeranno solo gli enti del terzo settore e mai direttamente le persone con disabilità e le loro famiglie. In questo debbo evidenziare il poco lavoro fatto da parte del Ministro Stefani, che, pur essendo Ministro senza portafoglio, ha completamente fallito nella sua missione di creare un clima di attenzione trasversale tra tutti i colleghi di Governo sui temi della disabilità.

Vede, a noi sembra che questo Governo sia più impegnato ad occuparsi di altro, piuttosto che focalizzarsi sulle persone con disabilità e a quello che le loro famiglie stanno patendo in questo periodo difficile per tutti e, a maggior ragione, per loro.

Nemmeno sul PNRR, che, tuttavia, enfatizza le parole “attenzione trasversale” alla disabilità, il Ministro Stefani sembra in grado di poter incidere concretamente e la trasversalità del tema è assente. Il PNRR sembra una mera spartizione di fondi senza alcuna regia e coordinamento.

Infine, mi sia consentito un altro richiamo al Governo: per poter sostenere le persone con disabilità e le loro famiglie non bastano più le parole, occorrono fatti e aiuti concreti che nel “Sostegni-bis” non ci sono affatto.

Un altro settore, quello della moda, è in grave sofferenza con i negozi chiusi a lungo e le vendite online. Sostegno dello Stato: nullo (ad esempio, appunto, i costi fissi). Gli emendamenti proposti sul piano moda nel “decreto Rilancio” dall'onorevole Gelmini non hanno avuto seguito, così come non si è fatto nulla con il mio ordine del giorno sul “decreto Ristori”. È accaduto lo stesso con la collega della Lega, onorevole Fiorini, che ha presentato un ordine del giorno in merito al “decreto Sostegni” a favore della filiera del tessile e della moda, simbolo del made in Italy e comparto altamente strategico della nostra Nazione.

Gli ordini del giorno vengono accolti ma poi, a distanza di mesi, il Governo continua a restare silente. Secondo il dottor Torti, segretario generale di Federmoda-Confcommercio, il personale c'è, ma 50 mila addetti del retail sono con il fiato sospeso. La gente ha meno risorse e va a comprare meno, inoltre i magazzini sono pieni di merce della stagione passata. La filiera corre un forte rischio di stallo e, se chiudono 20 mila punti vendita, vuol dire che 50 mila addetti del retail della moda dovranno trovare un'altra occupazione, come se fosse facile trovarla in Italia in questo momento.

L'emendamento del credito di imposta al 30 per cento non deve valere solo per la produzione, ma anche per la distribuzione della moda, per la filiera. È un emendamento importante e necessario, che deve essere esteso anche al comparto del retail e non solo a quello della produzione, ed ha già avuto un riscontro oggettivo nel settore.

Vede, ci fa arrabbiare quando vediamo sprecare tutti questi soldi che ipotecheranno drammaticamente il futuro dei nostri giovani e che vengono sperperati anziché essere investiti; siamo esausti nel vedere esautorato il ruolo di questo Parlamento: continuiamo ad assistere a decretazioni d'urgenza che urgenti non sono più. L'unica cosa davvero urgente è mandare a casa quanto prima questo Governo.

In virtù dell'assurdità di certe disposizioni che mancano proprio di logica e di strategia, mi sia concesso di riprendere una frase del celebre attore e registra Checco Zalone: “Ma sono del mestiere, questi?”. Fratelli d'Italia è composta da professionisti, da gente che vive la vita vera, che è per strada per ascoltare le istanze di tutti coloro che voi ignorate e mortificate da troppo tempo. Sì, noi siamo del mestiere e quando saremo al Governo ridaremo il lustro che merita alla nostra magnifica Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, sottosegretaria Bini, intervengo per fare alcune considerazioni. È stato detto moltissimo dai miei colleghi e, quindi, io eviterò di ripetermi su tutto quello che ha funzionato ma, soprattutto, su tutto quello che non ha funzionato.

Una considerazione di carattere politica preliminare è che questo provvedimento - che da quello che abbiamo ascoltato, da parte di esponenti della maggioranza, viene salutato come un ottimo decreto, perfetto, con tutti gli scopi che voleva raggiungere - in realtà, quando arriva qui, viene salutato da 4 mila emendamenti. Questo è un dato politico che noi dobbiamo sottolineare.

La maggioranza e l'opposizione - più la maggioranza, perché sono molto più grandi di noi dal punto di vista numerico - presentano 4 mila emendamenti, cioè 4 mila proposte - lo dico per i non addetti ai lavori - nelle quali ci si mette la faccia, perché si prevede l'impegno di spesa, si spiega che cos'è, si firma e, molto spesso, si firma anche in batteria (cioè quelle proposte sulle quali il singolo deputato o l'intero gruppo o parte di esso ci mettono la faccia per dimostrare la sensibilità rispetto a mondi, a persone, a categorie). Questi 4 mila emendamenti non credo siano stati un esercizio di stile da parte della maggioranza o dell'opposizione; non credo siano stati pescati o scritti per caso; sicuramente, saranno stati figli di un'interlocuzione con le associazioni di categoria, nei rapporti anche quotidiani; magari, erano la conseguenza delle tantissime manifestazioni che ci sono state qui in piazza, dove siamo sempre tutti dalla stessa parte, la pensiamo tutti allo stesso modo, prendiamo tutti gli stessi impegni, poi, però peccato che questo nei decreti non lo ritroviamo mai. Probabilmente, questi 4 mila emendamenti avrebbero messo a posto gran parte di quelle storture che, in questo decreto, non vanno. Poi i 4 mila emendamenti sono diventati 400 e anche questo lo fa la politica, lo fa la maggioranza, questo lo fa - mi perdoni sottosegretario - il Governo che, probabilmente, ha avuto difficoltà - e aveva ragione su questo - ad accettare il contraddittorio con un Parlamento che sostanzialmente non riesce a controllare e, quindi, meno emendamenti ci saranno, minore sarà la possibilità di dividerci e più probabilità avremo di chiudere il provvedimento in tempi brevi.

Peccato che poi, alla prova dei fatti, mentre l'opposizione - e lei lo sa benissimo - ha svolto il suo ruolo corretto ed ordinato e, soprattutto, propositivo, presentando i propri emendamenti, motivandoli e sostenendoli con gli strumenti a disposizione (quindi utilizzando il tempo necessario per spiegarvi ogni emendamento, la sua storia e le sue motivazioni), poi siamo rimasti lì ad assistere all'ostruzionismo che vi siete fatti da soli. Perché questo è un altro aspetto che dobbiamo sottolineare e che la Nazione è bene che sappia: abbiamo avuto pause lunghissime, rinvii continui perché la maggioranza non trovava la quadra su questo o su quell'argomento.

Io ho detto con una battuta, spero simpatica, che non ci sono più le maggioranze di una volta, un po' come le mezze stagioni, sottosegretario; sono sparite le maggioranze di una volta perché abbiamo assistito veramente ad un continuo ripensamento su temi importanti, ma perché? Perché il “Governo dei migliori” non è il “Governo dei migliori”, perché per essere il “Governo dei migliori” devono essere migliori tutti: non deve essere migliore solo il capitano, ma il portiere, il terzino, l'allenatore, il massaggiatore, il magazziniere e, quando di migliore ce n'è uno, lei capisce che la cosa più semplice da fare è giocare il meno possibile, è parlare il meno possibile, è confrontarsi il meno possibile, perché questo è il tema. E più si va avanti e più il Parlamento viene espropriato delle sue prerogative proprio per questo motivo: questa attenuante a Draghi gliela do. Non me lo immagino come un arrogante stratega e dittatore che non vuole rispettare il Parlamento e che, quindi, decide di scriversi da solo il PNRR, di farsi da solo i decreti, di decidere quali sono gli emendamenti che devono passare. Penso piuttosto che Draghi abbia un problema: ossia che, quando apre il confronto in quest'Aula, la sua maggioranza va in pezzi. Questo però non va bene, non si può fare, perché siamo una democrazia parlamentare e lo ripeto per l'ennesima volta per i colleghi del PD: non siamo una democrazia parlamentare quando serve mettere in campo una maggioranza nuova per far governare chi, sistematicamente, perde le elezioni da 15 anni; siamo una maggioranza parlamentare perché è qui il cuore della Nazione, è questo il posto del confronto, questo è il posto delle decisioni. Peccato che, per questo motivo, per una maggioranza solo di facciata e non di sostanza, questo esercizio ogni giorno perde un pezzo. Dopo questa considerazione di carattere politico, sottosegretario, vorrei sottolineare due sconfitte per me molto gravi e molto pesanti, due nostre sconfitte di Fratelli d'Italia; ne potrei raccontare diverse, però queste, secondo me, sono emblematiche del nostro modo di approcciare il confronto politico e del vostro disinteresse su temi essenziali. Il primo è il tema che abbiamo posto noi, quello della premialità, della politica attiva per il lavoro.

È vero che questo è un momento in cui dobbiamo far sopravvivere le aziende, ma, secondo noi, dobbiamo dire oggi quello che succederà domani; dobbiamo dare segnali chiari e forti alle imprese che, in questo momento, stanno giocando una sfida impossibile; dobbiamo trovare il modo di convincere le imprese, che in questo momento non lavorano, non guadagnano e si caricano comunque del fardello delle spese (perché nessuno gliel'ha tolte e, nella migliore delle ipotesi, gliele avete rinviate), a reggere, perché, domani, quando il mondo ripartirà, vi saranno altre regole e un modo diverso di approcciare al mondo del lavoro, agli affitti, al costo dell'energia; insomma, occorre stabilire premialità per chi, oggi, accetta la sfida che, domani, quando ripartirà, non licenzierà nessuno. Perché se ciò vi dovesse sfuggire - nelle audizioni ce lo hanno detto un po' tutte le associazioni di categorie - migliaia e migliaia di persone, subito dopo la fine del blocco dei licenziamenti, perderanno il posto di lavoro. E questa sarà forse l'unica possibilità che molte imprese avranno di sopravvivere. Per sopravvivere, magari, licenziano il 50 per cento del personale; per sopravvivere ne mandano a casa il 70, l'80 per cento. Si restringe l'offerta dell'azienda, così sopravvive: peccato che, in questo modo, migliaia e migliaia di persone perderanno il posto di lavoro.

Vi abbiamo sfidato su questo argomento: avevamo presentato un emendamento sulla riduzione del costo del lavoro del 50 per cento, per chi prendesse e accettasse oggi la sfida di mantenere domani il proprio personale, e avevamo detto al Governo che avremmo accettato ogni forma di riformulazione, perché era ed è un segnale forte da dare alle aziende: ossia il fatto di iniziare a pensare e a stare vicino a chi domani si misurerà con questa sfida così importante. E dopo un accantonamento ed una disponibilità iniziali, questo emendamento è stato messo da parte; non è stato preso in considerazione; per la verità, non lo abbiamo nemmeno sufficientemente discusso, e credo sia un grandissimo limite. Ma glielo dico da cittadino, da imprenditore: non far arrivare messaggi in questa direzione alle aziende significa abbandonarle a se stesse. Chi è abituato a ragionare in termini di lavoro, non è che può pensare di riconvertire, dalla sera alla mattina, il proprio modo di ragionare, diventando da lavoratore e imprenditore ad assistito. La gente, le imprese e chi in Italia è abituato a costruire e a far crescere la Nazione vogliono continuare a farlo a condizione che, domani, cambino le regole di ingaggio; se le regole rimangono le stesse che c'erano prima, in un mondo deserto come quello che troviamo e che troveremo, sarà impossibile per molte aziende andare avanti e sarà sicuramente impossibile per tutte le aziende mantenere la stessa forza lavoro.

Il secondo argomento che abbiamo posto - che è un grave fallimento - è il tema dell'aumento del costo delle materie prime. Lo abbiamo sollecitato, abbiamo presentato un emendamento al riguardo e vi abbiamo chiesto di affrontarlo da due punti di vista: dal punto di vista generale, perché l'aumento delle materie prime sta creando grandissimi problemi ad interi comparti; e poi vi abbiamo chiesto di rivedere i contratti per la ricostruzione, che sono stati sottoscritti, non per colpa dei diretti interessati, ma delle scelte scellerate che avete operato sui nominativi dei commissari al sisma. I contratti per la ricostruzione sono stati sottoscritti anni fa e sono totalmente disallineati in questo momento rispetto al costo delle materie prime.

Bene, su questo tema non avete accettato il contraddittorio, avete accantonato questo aspetto e tolto dal decreto. È molto grave perché, con questo atteggiamento, voi dite ai Paesi colpiti dal sisma che il tema c'è, ma lo affrontiamo in un ambito nazionale e non lo possiamo affrontare rispetto a quei contratti perché in questo momento non abbiamo - secondo me - né voglia e né soldi. Peccato che i soldi ce n'erano abbastanza e che sono stati in qualche caso gestiti malissimo, come al solito. Quindi, questo segnale va nella medesima direzione di tutto quello che è stato fatto fino ad oggi per queste comunità. Non c'è tempo e anche oggi penseremo alla ricostruzione domani.

Vorrei rispondere anche al collega di Coraggio Italia, D'Ettore, intervenuto prima di me: questo è quello che fa Fratelli d'Italia. Fratelli d'Italia pone dei temi, anche con molta forza, sui quali cerca di avere almeno il contraddittorio.

Allora - e mi avvio a concludere, sottosegretario - io le chiederei un impegno. Vede, noi abbiamo, sempre per essere responsabili, ripresentato 20 emendamenti per l'Aula, 20 argomenti su cui discutere; e abbiamo anche preso l'impegno a farlo con interventi di 5 minuti per ogni emendamento, pensando che questo sia importante per la Nazione, pensando che questo possa essere importante per il Parlamento. Ma io penso anche che questo possa essere importante per la stessa maggioranza, perché non parlare degli argomenti che sono rimasti indietro, vuol dire dare un segnale bruttissimo a tutti coloro che anche questa volta non sono stati presi in considerazione, ma soprattutto, sottosegretario, significa che noi siamo qui semplicemente a fare delle comparse, perché l'attore è quello che recita una parte, quello che ha un ruolo, la comparsa no. Io le chiedo, dunque, di fare in modo che il nostro ruolo rimanga quello di attore, io voglio fare l'attore rispetto a questo decreto, io voglio, da domani, da oggi pomeriggio, prendere i miei emendamenti, alzarmi in piedi e discuterli, proprio perché non ho paura di spiegare perché Fratelli d'Italia mette la faccia su questo o su quell'argomento. E allora non è come dice il collega D'Ettore, che Fratelli d'Italia dice che non va tutto bene; la verità è che voi non avete alcuna voglia di confrontarvi sui temi, e lei sa benissimo perché: perché qualunque tema noi poniamo, poniamo un tema serio, sul quale rischiereste di dividervi; e in Parlamento non si può fare come in Commissione, che si suona la campanella e ci si va a chiudere in una stanza magari per 4 ore. La vostra maggioranza andrebbe in pezzi. E allora per tenere unita la maggioranza, noi comprimiamo la discussione, e lei vedrà, saprà, anzi lei lo sa meglio di me, che persino di fronte a 20 emendamenti, la maggioranza scappa e chiederà la fiducia, per silenziare non il Parlamento, per silenziare se stessa. E questo è veramente molto grave (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Piccoli Nardelli. Ne ha facoltà.

FLAVIA PICCOLI NARDELLI (PD). Grazie, Presidente, bentrovata sottosegretaria. Sono moltissimi i temi su cui avremmo dovuto intervenire, Presidente. Il mio tema, però, oggi rimane quello della scuola. Ormai sono tante le occasioni che mi hanno vista intervenire in quest'Aula sulla scuola, per sostenere innovazioni, per auspicare cambiamenti, troppe volte, Presidente, per non rischiare la frustrazione per problemi che sembra non riusciamo a risolvere, che vedono corsi e ricorsi che si trascinano troppo a lungo; sempre, però, per difendere i diritti dei ragazzi, per ribadire che il diritto ad apprendere è, per noi del Partito Democratico, alla base di ogni possibile speranza per il nostro Paese.

L'intervento di oggi, necessariamente breve per garantire gli interventi dei diversi gruppi parlamentari in un momento di emergenza, nasce come presa d'atto delle parole con cui il Presidente Draghi ha presentato le politiche del suo Governo, ribadendo che è necessario investire nella formazione del personale docente, per allineare l'offerta educativa alla domanda delle nuove generazioni, quando ha dato all'istruzione quel ruolo che le è proprio, sottolineando la necessità di riaprire la scuola il 1° settembre, con tutti gli insegnanti in cattedra. Due anni di gestione altalenante della scuola, dovuta alla pandemia, hanno lasciato strascichi che solo in parte vengono alla luce. Sono di questi giorni i dati forniti dall'Istat sugli esiti delle lezioni in DAD, che pure hanno garantito la continuità della scuola nel nostro Paese. Ma non abbiamo - ed è grave, sono certa che anche il Ministro ne sia convinto - dati accurati sulle perdite di apprendimento con cui dobbiamo misurarci.

Il provvedimento previsto da questo decreto, significativo per l'impegno preventivato, assicura la riapertura in sicurezza dell'anno scolastico con risorse finanziarie (350 milioni di euro), garantendo apparecchiature per la sanificazione dell'aria, sistemi di sicurezza, distanziamenti, così come sperimentato negli ultimi mesi dell'anno scolastico 2020-2021. A questo si sono aggiunte significative risorse (400 milioni di euro) per assicurare alla scuola un contingente di insegnanti che fino a dicembre possano sostenere un lavoro di recupero nelle classi.

Non voglio ricordare gli 800.000 ragazzi, secondo i dati Istat, esclusi dalle elezioni nel primo anno di COVID, né i dati problematici sul disagio psicologico, sulla carenza di attenzione, sulla didattica, rimasta alla lezione frontale e solo trasferita in lezioni a distanza.

Un terzo elemento desidero ricordare tra quelli previsti dal decreto in discussione: il sostegno alla scuola paritaria, infanzia compresa, segno di attenzione, ma anche di dignità per tutto il sistema scolastico nazionale. Il nostro intervento emendativo all'articolo 59, sul reclutamento straordinario degli insegnanti, previsto per garantire la loro presenza sulle 112.000 cattedre circa che a settembre risultano vacanti e disponibili, è, per noi del Partito Democratico, fortemente qualificante.

Accanto ai vari provvedimenti messi in atto dal Ministero dell'Istruzione, che può contare sui vincitori del concorso straordinario indetto dalla Ministra Azzolina e conclusosi in questi giorni, sugli insegnanti rimasti nelle GAE e nelle graduatorie di merito, sulle 4.000 cattedre STEM anticipate rispetto alle 42.000 previste a regime dal concorso ordinario, bandito, ma non ancora partito, il Partito Democratico ha proposto l'apertura di una procedura straordinaria per gli insegnanti con un'esperienza di almeno 36 mesi maturata nelle aule scolastiche, da verificare con una prova disciplinare in ingresso, che ne porti un numero certo - quello che rimane, una volta espletate tutte le altre procedure previste - ad un percorso di formazione, valutato alla sua conclusione, che consenta, se considerato idoneo, l'inserimento in ruolo al 1° settembre 2022.

Nello stesso spirito, quello di assicurare numeri certi, a fronte delle richieste previste, in risposta alle esigenze di un Paese che chiede per i propri figli stabilità e qualità, il Partito Democratico ha sostenuto la proposta dell'emendamento presentato dalla presidente Casa, a nome del MoVimento 5 Stelle, per l'inserimento con procedure semplificate degli insegnanti specializzati sul sostegno, nella consapevolezza della delicatezza e dell'importanza di queste figure. Procedure di reclutamento che si configurano come sanatorie? No, Presidente, visti le condizioni e i percorsi ipotizzati. Un concorso mascherato? No, nemmeno quello, ma un'ipotesi di reclutamento, che tiene insieme la necessaria formazione, peraltro già sperimentata in molti altri Paesi europei e frutto di approfondite riflessioni teoriche.

Non mi soffermo a spiegare perché il reclutamento senza formazione non garantisca adeguati livelli di qualità alla nostra scuola. Noi siamo convinti che questa procedura straordinaria serva in prospettiva, in vista di un sistema a regime, che è necessario programmare e su cui dobbiamo investire, perché, Presidente, è necessario superare questa fase del problema, risolvere il problema degli insegnanti, per concentrarci sugli alunni, per assicurare loro una didattica che superi la tradizionale lezione frontale, che integri la didattica a distanza, usandola nel senso più ampio delle possibilità che offre, che sani soprattutto lo iato che esiste tra il mondo della scuola e quello in cui i ragazzi vivono. Non possiamo permetterci - l'abbiamo detto - di arrivare impreparati all'inizio del nuovo anno scolastico. Dobbiamo affrontarlo con ampiezza di vedute, consapevoli dei problemi che possono presentarsi, forti di quanto abbiamo sperimentato e che ha funzionato.

Ecco, perché, Presidente, oggi il mio intervento sulla scuola ricalca idee note in quest'Aula, quelle in cui il Partito Democratico crede, ma arricchite dalla consapevolezza di sostenere ipotesi corrette, coerenti con le speranze che il Recovery Plan apre per il mondo dell'istruzione.

Presidente, ci sono ovviamente tante altre priorità, tanti altri interventi compresi in questo provvedimento, dalla sanità ai servizi, dall'automotive, su cui è stato reso disponibile una dote di 350 milioni di euro per la conversione ecologica del parco macchine del nostro Paese, fino al lavoro. Accade in queste ore, a Lodi, a Campi Bisenzio, con lavoratori che si sono visti licenziare con una mail: il tema del lavoro, dell'economia industriale che cambia e della responsabilità di impresa nei confronti dei lavoratori e dei territori è, se possibile, oggi, la priorità delle priorità. Per questo il Governo ha il dovere di richiamare alle proprie responsabilità chi delocalizza e sparisce. Sono ferite profonde che rischiano di diventare croniche, in un panorama economico messo a dura prova dalla crisi e dalla pandemia.

Istruzione e lavoro, Presidente - e concludo -, richiamano la comunità che vogliamo essere, il Paese che stiamo costruendo, il futuro che desideriamo per ognuno di noi, insieme, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie Presidente, Sottosegretario, mi limiterò ad alcune osservazioni generali, perché non mi vorrei sovrapporre ad interventi già fatti dai colleghi di Fratelli d'Italia.

È stata ricordata più volte l'entità di questa manovra, più di 40 miliardi, quindi, sicuramente, una manovra importante. La chiamo “manovra”, perché una volta si parlava di queste cifre soltanto in occasione delle leggi di bilancio e 40 miliardi sono una cifra impegnativa.

Purtroppo, quello che è mancato, anche stavolta - è la prima riflessione -, è una visione prospettica e una visione di riforme strutturali, da mettere in campo anche nei settori economici e che hanno contraddistinto tutto un regime di emergenza continua dei vari decreti che si sono succeduti, ben comprensibili quelli a ridosso dell'inizio della pandemia, meno comprensibili per quanto stiamo facendo ancora oggi.

Ricordava il collega Trancassini i 4 mila emendamenti proposti dai partiti e dai colleghi della maggioranza, quasi a riproporre un dipinto di Pieter Bruegel il Vecchio, “Il Paese della cuccagna”: si trovano i fondi e c'è la corsa ad accaparrarsi qualcosa, che è appeso all'albero della cuccagna. Non può funzionare così per tutti i settori. Quelli, semmai, sarebbero interventi da proporsi come partiti di opposizione, cercando di rimediare settorialmente a cose che non funzionano, ma non possono essere la proposta complessiva di una maggioranza.

Già in passato, prima e durante la pandemia, Fratelli d'Italia - voglio ricordarlo - aveva proposto riforme che affrontavano in altro modo le varie tematiche economiche, che si tentano di rimediare via via, invece, con i vari decreti. Vorrei ricordare la proposta del “cassetto fiscale”, appena iniziata la pandemia, cioè un sistema per mettere in tranquillità e in sicurezza le aziende, fornendole di un cassetto fiscale, dove dovevano andare a confluire tutte le imposte e tutte le tasse che sono state rimandate via via nel tempo.

L'altro giorno su Il Sole 24 Ore c'era un piccolo articolo, che illustrava la risposta di un commercialista a un titolare di ditte in Snc o in Srl. Le scadenze, le difformità e le particolarità che venivano enucleate in questo articolo erano tali da far capire che noi stiamo mettendo in difficoltà non soltanto le aziende, ma anche i professionisti che devono assisterle, proprio perché manca un'indicazione univoca; si continua con i bizantinismi applicativi di leggi, regolamenti, proroghe e decreti, lasciando tutti nel mare della incertezza e della confusione.

Riforme strutturali. Si parlava del credito d'imposta, che era stato sicuramente un fatto lenitivo rispetto alle difficoltà delle aziende. Che senso ha prorogarlo fino al 31 luglio, atteso che, semmai, luglio e agosto saranno veramente i mesi nei quali le difficoltà delle aziende saranno inferiori? Si parlava dei costi fissi e non li avete voluti affrontare.

Sottosegretario, in questa settimana è calendarizzata in Aula una proposta di Fratelli d'Italia, che affronta le rinegoziazioni dei contratti di affitto per le aziende che hanno avuto chiusure imposte o forti limitazioni del lavoro. Voi avete risposto con l'articolo 4-bis, estremamente fumoso, che si rimette alla buona volontà e alla buona fede delle parti – quindi, locatori e locatari -, per trovare un accordo per rinegoziare il contratto d'affitto. La proposta di legge va in discussione in quest'Aula questa settimana ed è una proposta di legge precisissima, a fronte della quale il Governo e i partiti che lo sostengono hanno sicuramente risposto in modo negativo. Anzi, hanno risposto più che in modo negativo: hanno risposto senza accettare neppure un confronto nel merito, proponendo soltanto un emendamento soppressivo. È molto grave.

Il collega Claudio Borghi prima, ricordava la responsabilità di chi, in momenti in cui avrebbe dovuto azionare le leve dell'espansione economica, è andato invece sul versante dell'austerità. Concordo con lui, ma dico di più: le risorse, però, non solo vanno messe, ma vanno anche ben spese. Ci avete allietato l'esistenza con provvedimenti, come quelli del cashback che costavano miliardi; ci avete fornito, nel tempo, anche provvedimenti sul reddito di cittadinanza; queste non sono misure espansive, queste sono misure controproducenti, deficienti, nel senso che, ancora una volta, dimostrano una carenza di visione su quello di cui sicuramente necessita l'Italia. Non avete voluto affrontare, negli anni, una legge quadro sul turismo, che pure Fratelli d'Italia aveva proposto già nel 2019 e che avrebbe normato tutta questa filiera, mettendola forse al riparo dalla tempesta che poi si è abbattuta, soprattutto su questa filiera.

Avevamo fatto una proposta sulle tassazioni web: beh, la minimum global tax proposta dagli Stati Uniti in questi giorni, e che è veramente all'ordine del giorno internazionale come misura di giustizia economica e fiscale, noi l'avevamo proposta anni fa, all'inizio di questa legislatura, e tutti i Governi che si sono succeduti non ne hanno assolutamente tenuto conto. Per tutte queste osservazioni, noi rimaniamo abbastanza dubbiosi che anche questo investimento di risorse possa risolvere alla radice i problemi. Infatti, se è vero che, a fianco del PNRR, ci dovranno essere riforme serie, vere e strutturali, della giustizia ad esempio, non capiamo come si possa andare avanti senza operare nello stesso modo per tutti quei settori e tutte quelle filiere che rappresentano la spina dorsale dell'economia italiana.

Vi affidiamo queste riflessioni, consci di aver fatto, come partito di opposizione, una presenza di responsabilità e di proposta. A voi la responsabilità, evidentemente, di non avere accolto queste indicazioni e di continuare a procedere a vista (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Avrei iscritto a parlare l'onorevole Rampelli. No? Si intende che vi abbia rinunciato.

Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche - A.C. 3132-A​)

PRESIDENTE. I relatori, l'onorevole Bitonci e l'onorevole Buompane, mi hanno fatto sapere che non intendono replicare.

Prendo atto che il rappresentante del Governo rinuncia alla replica.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Buompane. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE BUOMPANE, Relatore. Grazie, Presidente. Come è comprensibile, questo provvedimento, che è molto complesso, ha richiesto un lavoro di verifica anche da parte della Ragioneria generale dello Stato, che, in questi minuti, sta predisponendo una nota per alcune correzioni, anche in ordine ad alcune coperture. Quindi, chiederei una sospensione dei lavori d'Aula e un riaggiornamento, se la Presidenza lo ritiene opportuno, per le ore 17,30, previo rinvio in Commissione del provvedimento.

PRESIDENTE. Quindi avete chiesto il rinvio in Commissione del provvedimento, giusto? Ho inteso bene?

GIUSEPPE BUOMPANE, Relatore. Assolutamente.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 14,39).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, senza registrazione dei nomi, decorre da questo momento il termine di preavviso di cinque minuti, previsto dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Sulla proposta di rinvio del provvedimento in Commissione nei termini precisati dal relatore, darò ora la parola, ai sensi dell'articolo 41, comma 1, del Regolamento, a un deputato contro e a uno a favore, per non più di cinque minuti.

Ha chiesto di parlare contro l'onorevole Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Soltanto perché resti agli atti, Presidente, che, a monte di tutti gli emendamenti proposti e segnalati - e quindi portati alla discussione della Commissione bilancio - ci risultava che preventivamente, soprattutto su esortazione del presidente della Commissione, fossero stati interessati sia la Ragioneria dello Stato in modo particolare, sia una specie di cabina di regia del Governo onde evitare proprio che accadesse questo, cioè che a fronte dell'approvazione, addirittura, già avvenuta in Commissione di alcuni emendamenti, ci si dovesse poi tornare sopra; noi registriamo soltanto questo. C'è stato tutto il tempo per far questo e i lavori in Commissione a volte sono stati anche un po' strozzati; qui si sta per mettere una fiducia e, quindi, ancora una volta, per chi faceva notare che il ruolo del Parlamento viene poi alla fine coartato in tutti i modi, questo ne è una prova ulteriore ed evidente.

Se volete, vi è anche poca serietà nell'affrontare un decreto così importante, se c'è ancora una volta questo bisogno, dopo che alcuni emendamenti, sui quali si tornerà, saranno nuovamente presi in considerazione, perché ciò dimostra uno scollegamento totale, per esempio, con la Ragioneria dello Stato. Se quest'ultima, infatti, eccepisce oggi, a fronte di un confronto che doveva avvenire già prima e che era già avvenuto prima, evidentemente ciò segnala un problema. Tra l'altro, faccio solo un esempio: c'era un emendamento di Fratelli d'Italia che prevedeva la possibilità di coprire, attraverso le regioni, le spese mediche, un rimborso per eventuali prolungamenti di soggiorno causa COVID.

Benissimo, ma anche su questo si tornerà, benché l'argomento, lo ripeto, fosse già stato affrontato e votato. Questo è un dato di fatto, è un dato di disorganizzazione che non possiamo che far presente e accollare, evidentemente, ancora una volta, alla responsabilità dei partiti che compongono questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a favore l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). La ringrazio, Presidente. Per il suo tramite, vorrei dire qualcosa al cortese collega Zucconi circa gli argomenti che lui ha giustamente utilizzato. Suggerisco, però, di non uniformare il comportamento dei partiti, delle Commissioni, dei relatori in Commissione, dei presidenti di Commissione alle esigenze degli uffici dello Stato, degli uffici ministeriali, che hanno un compito terzo rispetto alla nostra volontà politica e che, dunque, nelle ore successive alla conclusione dei lavori di una Commissione, per un provvedimento così complesso come è un provvedimento da 45 miliardi - se non vado errato, mi correggano i relatori - controllano pedissequamente, per nostra fortuna e giustamente - in questo caso nei due giorni di fine settimana - che il testo approvato collimi con le norme vigenti, con le imposizioni di spesa che si sono votate nell'approvazione degli emendamenti, con le modifiche complessive delle tabelle da cui derivano le imposizioni di spesa. Dunque, io penso che sia, come è sempre successo con Governi di tutti i colori e con maggioranze di tutti i colori, assolutamente naturale - mi rivolgo sempre al collega Zucconi per il suo tramite, Presidente - che gli uffici valutino con attenzione di far uscire da questa Camera dei deputati, dal Parlamento, un testo che sia al proprio interno coerente con le norme già esistenti, con il bilancio dello Stato, nella necessaria concitazione di un lavoro così delicato, che anche insieme all'opposizione si è svolto in quella Commissione.

Penso che la richiesta che è stata fatta di un rinvio in Commissione sia fatta per il bene degli italiani, perché agli italiani venga offerta una norma che deriva dalla conversione di questo decreto e che sia perfettamente coerente, quindi applicabile, e al suo interno collimante con le esigenze del bilancio. Quindi, ovviamente, esprimiamo un parere favorevole al rinvio in Commissione del provvedimento.

PRESIDENTE. Prima di porre in votazione il rinvio in Commissione, l'onorevole Buompane ha ulteriormente chiesto la parola sull'ordine dei lavori per una precisazione.

GIUSEPPE BUOMPANE, Relatore. Sì, Presidente, solo per precisare che, naturalmente, il rinvio in Commissione è circoscritto ai rilievi che saranno formulati dalla Ragioneria generale dello Stato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Solo per avere una delucidazione. La Commissione bilancio stamattina era falcidiata dall'emergenza COVID, per cui siamo stati in 80 segnalati (usiamo questo termine). Volevo capire se questa verifica l'avete fatta e se tutti i colleghi sono in condizioni di poter intervenire, perché anche queste convocazioni “ad minutum” mi lasciano un po' perplesso in maniera proprio generale. Siamo in un'epoca in cui non ci sono più i telefoni attaccati al muro e abbiamo la possibilità di scambiarci un messaggio da qui all'altra parte del mondo in un secondo. Noi apprendiamo adesso - io, in qualità di capogruppo in Commissione bilancio, apprendo adesso - che c'è la necessità di tornare in Commissione e quindi devo sentire gli altri due per sapere se hanno fatto il tampone, se sono in condizioni intervenire, se si trovano nelle vicinanze della Camera; insomma credo che tutto questo vada un po' registrato. Questo è un errore - lo dico con simpatia al collega Buompane, ma mi dispiace rivolgermi a lui - che state commettendo molto spesso, cioè date per scontato che il Parlamento siete voi; visti i numeri della maggioranza, nel momento in cui vi siete un po' messi d'accordo, voi pensate di avere raggiunto tutti, ma non è così. Quindi, se si deve tornare in Commissione, educazione - non parlo di forma, ma di educazione - vuole che almeno questa mattina qualcuno ce lo avesse detto; soprattutto, si dovrebbe concordare un orario e capire se questo è anche materialmente possibile, alla luce di questa nuova situazione, che ovviamente non è colpa di alcuno. Quindi, volevo capire quali sono i tempi, quando si pensa di andarci e se sono state fatte queste verifiche.

PRESIDENTE. Il relatore o il Ministro D'Incà vogliono intervenire? No. Allora, onorevole Trancassini, sicuramente la sospensione è fino alle 17,30. Controllerò personalmente che ci siano gli spazi e i tempi affinché tutto il lavoro possa essere ordinato e vi sia data la possibilità, ovviamente, di organizzarvi; se la Commissione bilancio sì riunirà, sarà tenendo conto delle problematiche che sono emerse improvvisamente e che quindi stanno richiedendo una soluzione in corso d'opera.

Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di rinvio in Commissione del provvedimento in discussione, nei termini precisati dal relatore.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva.

Sospendo, quindi, la seduta che riprenderà alle 17,30.

La seduta, sospesa alle 14,50, è ripresa alle 17,35.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Gusmeroli, Liuzzi, Olgiati, Paternoster e Spadoni sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente 93, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il vicepresidente della Commissione bilancio, onorevole Lovecchio, prego.

GIORGIO LOVECCHIO, Vicepresidente della V Commissione. Grazie Presidente, vorrei solo comunicare che la Ragioneria generale dello Stato ha trasmesso la nota con i propri rilievi soltanto quindici minuti fa. Pertanto, la Commissione bilancio ha bisogno di un'altra ora e mezza per esaminare il testo ed apportare le relative modifiche.

PRESIDENTE. Quindi, onorevole, quanto tempo vi occorre?

GIORGIO LOVECCHIO, Vicepresidente della V Commissione. Per le 19 può riconvocare l'Aula.

PRESIDENTE. Per le 19 siete sicuri di farcela?

GIORGIO LOVECCHIO, Vicepresidente della V Commissione. Così sembra.

PRESIDENTE. Va bene, riprenderemo la seduta alle 19. Ci riconvochiamo per quell'ora. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 17,38, è ripresa alle 19.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori il vicepresidente della Commissione bilancio, onorevole Lovecchio. Ne ha facoltà.

GIORGIO LOVECCHIO, Vicepresidente della V Commissione. Grazie Presidente, sono qui a richiedere altri 45 minuti di sospensione dei lavori dell'Aula perché stiamo attendendo alcuni chiarimenti da parte della Ragioneria dello Stato sul testo normativo che ci è stato inviato.

PRESIDENTE. Quindi, 19,45?

GIORGIO LOVECCHIO, Vicepresidente della V Commissione. Sì.

PRESIDENTE. Va bene, allora aggiorniamo la seduta per le 19,45.

La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 19,01, è ripresa alle 19,55.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il relatore del provvedimento, l'onorevole Buompane. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE BUOMPANE, Relatore. Grazie, Presidente. In Commissione stiamo concludendo l'esame degli ultimi due emendamenti dei relatori per rispondere alle censure mosse dalla Ragioneria generale dello Stato. Occorre quindi il tempo tecnico per collazionare il testo. Dunque, chiederei un rinvio fino alle 20,30.

PRESIDENTE. Onorevole, siamo sicuri o ha bisogno di qualche minuto in più? Giusto per non far girare l'Aula a vuoto. Se vuole avere 5 minuti in più, facciamo un'ora che abbia un senso, in maniera tale che sia quella definitiva. So di metterla in imbarazzo, non vorrei.

GIUSEPPE BUOMPANE, Relatore. No, assolutamente. È un orario che non viene da me. È un confronto con la presidenza della Commissione bilancio, uffici compresi. Quindi, sono un mero latore di questa richiesta.

PRESIDENTE. La capisco e, infatti, non volevo metterla in imbarazzo. Però, era giusto anche per il rispetto dei colleghi.

GIUSEPPE BUOMPANE, Relatore. Assolutamente.

PRESIDENTE. Anche perché giustamente c'è da mettere insieme la redazione del testo e, una volta approvato il mandato al relatore, vi è la necessità di almeno altri 10-15 minuti. Quindi, facciamo…

GIUSEPPE BUOMPANE, Relatore. A questo punto, facciamo alle 21 direttamente.

PRESIDENTE. Va bene. Così siamo tutti tranquilli e i colleghi non hanno problemi. Se devono tornare, sanno che siamo a posto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Angiola. Su che cosa?

NUNZIO ANGIOLA (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente. Vorrei intervenire sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Prego, onorevole Angiola.

NUNZIO ANGIOLA (MISTO-A-+E-RI). Chiedo di intervenire sull'ordine dei lavori, Presidente, perché, negli ultimi giorni, c'è stata una forte recrudescenza di episodi criminali nella provincia di Foggia e il mio obiettivo è quello di chiedere al Ministro dell'Interno, Lamorgese, e al Ministro della Giustizia, Cartabia, di venire a riferire in Parlamento su cosa sta succedendo nella provincia di Foggia e su come intendano muoversi, Presidente.

PRESIDENTE. Va bene, onorevole Angiola. Quindi, lei chiede che venga a riferire il Ministro in Aula?

NUNZIO ANGIOLA (MISTO-A-+E-RI). Sì, entrambi i Ministri oppure, in maniera coordinata, uno dei due e vorrei spiegare le motivazioni al riguardo.

PRESIDENTE. Prego.

NUNZIO ANGIOLA (MISTO-A-+E-RI). Nella città di San Severo, in provincia di Foggia, negli ultimi giorni si sono verificati fatti di una gravità inaudita, Presidente. Giovedì scorso è stata incendiata l'automobile dell'assessore all'ambiente Felice Carrabba, mentre nella giornata di ieri, nel corso dei festeggiamenti per la vittoria della Nazionale italiana agli Europei, è stato assassinato in pieno centro urbano un pregiudicato, con il ferimento del nipote di soli sei anni che era sullo scooter dello zio per festeggiare la vittoria. Il bambino è in condizioni gravissime, Presidente.

Vengo, dunque, al mio intervento sull'ordine dei lavori. E' evidente che la risposta più immediata al dilagare della criminalità non può che passare attraverso il potenziamento dei sistemi di prevenzione, ma anche del sistema giudiziario, soprattutto con l'apertura di nuove sedi di tribunale e con il reale potenziamento del personale amministrativo e di magistratura. Su questo, intendo adesso soffermarmi. Sul piano geografico, il circondario del tribunale di Foggia si caratterizza, anzitutto, per la sua grande estensione. Esso comprende l'intera provincia di Foggia, terza provincia d'Italia per estensione territoriale, più alcuni importanti comuni facenti parte della provincia di Barletta-Andria-Trani. Si tratta dei comuni di Margherita di Savoia, San Ferdinando di Puglia e Trinitapoli. La superficie complessiva del circondario è di 7.400 chilometri quadrati, superiore, quindi - fate bene attenzione -, ai 4.460,65 chilometri quadrati del Molise, nel quale operano tre tribunali; superiore ai 5.416,21 chilometri quadrati della Liguria, nella quale operano quattro tribunali; di poco inferiore rispetto ai 7.924,36 chilometri quadrati del Friuli-Venezia Giulia, nel quale operano quattro tribunali. Il bacino di utenza è di circa 700.000 abitanti e conta 64 comuni, 61 della provincia di Foggia e 3 della provincia BAT. Il territorio circondariale comprende l'intero promontorio del Gargano caratterizzato dalla presenza di zone montuose e impervie, alcune delle quali di non facile accessibilità, anche per la mancanza di un'adeguata viabilità. Anche la fascia costiera è molto estesa, avendo una lunghezza di circa 100 miglia nautiche, che parte dal confine con il Molise, segue tutto il promontorio del Gargano e giunge fino al comune di Margherita di Savoia. Tali caratteristiche del territorio, unite al sistema dei trasporti pubblici locali assolutamente inadeguato, contribuiscono a non favorire la piena attuazione di una garanzia fondamentale dello Stato di diritto, costituita dall'accesso alla giustizia, soprattutto per le popolazioni residenti nei comuni più distanti della provincia di Foggia.

Sotto il profilo socioeconomico, il territorio è caratterizzato, sia nel capoluogo che in provincia, da un'economia prevalentemente agricola assai poco sviluppata e da situazioni di notevole disagio sociale. Tra queste, la presenza di un elevato numero di immigrati, molti dei quali impiegati in lavori agricoli, soprattutto di natura stagionale. Diversamente da altri territori del Sud dell'Italia, in cui le organizzazioni mafiose, attraverso un controllo della microcriminalità, cui viene impedito di operare e proliferare, assicurano la pacifica convivenza civile acquisendo consenso sociale, nel circondario di Foggia si assiste alla coesistenza e, spesso, cointeressenza tra criminalità organizzata e microcriminalità. La vita quotidiana della popolazione è funestata dalla forte presenza di quest'ultima: furti di autovetture, furti in appartamento e nelle campagne, rapine, anche in strada, ed estorsioni, attuate spesso con l'uso di esplosivi devastanti, toccano con impressionante frequenza l'integrità fisica e patrimoniale dei cittadini, il libero esercizio dell'attività commerciale e di quella imprenditoriale.

Come è noto, la revisione delle circoscrizioni giudiziarie - questo è un punto molto importante - effettuata nel settembre 2013 ha portato all'accorpamento degli uffici giudiziari del circondario di Lucera, in particolare della procura della Repubblica, del tribunale, delle sezioni distaccate di Apricena e di Rodi Garganico a quelle del circondario di Foggia.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole, perché era sull'ordine dei lavori.

NUNZIO ANGIOLA (MISTO-A-+E-RI). Certo. Il tribunale di Foggia, a sua volta, ha subito la soppressione delle quattro sezioni distaccate precedentemente operanti, cioè delle sezioni distaccate di Cerignola, di Manfredonia, di San Severo e di Trinitapoli - ci sono quasi, Presidente - sicché la riforma del 2013 ha cancellato dall'attuale territorio del circondario di Foggia ben sette sedi di uffici giudiziari (Lucera, Apricena, Rodi Garganico, Cerignola, Manfredonia, San Severo e Trinitapoli). La possibilità - e concludo - di tornare a celebrare…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole.

NUNZIO ANGIOLA (MISTO-A-+E-RI). …questi dibattimenti penali in sedi adeguate è fondamentale per invertire la rotta.

PRESIDENTE. La seduta riprenderà alle ore 21, come abbiamo stabilito prima con il relatore. Quindi, sospendo la seduta.

La seduta, sospesa alle 20,05, è ripresa alle 21,09.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il vicepresidente della Commissione bilancio, onorevole Lovecchio. Ne ha facoltà.

GIORGIO LOVECCHIO, Vicepresidente della V Commissione. Grazie, Presidente. Sono qui per richiedere il rinvio dei lavori dell'Aula a domani mattina, alle 10,30.

C'è un provvedimento che deve essere concluso in Commissione bilancio: attendiamo il parere della Ragioneria dello Stato e, quindi, non possiamo chiudere.

PRESIDENTE. Quindi, rimane inteso domani, alle 10,30, la seduta d'Aula. Perfetto.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Martedì 13 luglio 2021 - Ore 10,30:

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73, recante misure urgenti connesse all'emergenza da COVID-19, per le imprese, il lavoro, i giovani, la salute e i servizi territoriali. (C. 3132-A/R​)

Relatori: BITONCI e BUOMPANE.

(ore 15)

2. Discussione congiunta sulle linee generali dei documenti:

Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2020. (Doc. VIII, n. 7)

Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2021. (Doc. VIII, n. 8)

La seduta termina alle 21,10.