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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 533 di mercoledì 30 giugno 2021

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANDREA MANDELLI

La seduta comincia alle 9.30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANDREA DE MARIA, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Ascari, Battelli, Brescia, Cirielli, Comaroli, Covolo, Delmastro Delle Vedove, Gregorio Fontana, Gebhard, Giachetti, Lapia, Losacco, Lupi, Magi, Mura, Occhiuto, Perantoni e Tasso sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 94, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,36).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Licatini. Ne ha facoltà.

CATERINA LICATINI (M5S). Grazie, Presidente. Il motivo per cui chiedo di intervenire sull'ordine dei lavori è legato alla manifestazione che oggi si terrà qui a Roma, manifestazione organizzata dai pazienti in cura con la cannabis terapeutica, che, ancora oggi, chiedono che venga rispettato uno dei diritti più sacri e inviolabili, ovvero il diritto alla salute e, quindi, il diritto alla cura. Hanno raggiunto Roma da tutta Italia pazienti e associazioni che, da anni, lavorano su questo tema e con loro ci sono anche diversi familiari, come la mamma di una giovane ragazza che lotta contro l'incubo dell'epilessia e che vede nella terapia con il THC l'unica salvezza per una vita normale per la propria figlia. Ma vi sono anche altri pazienti che utilizzano il THC per il trattamento del dolore cronico, come nel caso dei malati di sclerosi multipla o di pazienti che hanno subito lesioni midollari. Vi sono pazienti che utilizzano il THC per contrastare nausea e vomito in trattamenti come la chemioterapia o la radioterapia e pazienti affetti dal morbo di Parkinson o da altre malattie neurodegenerative e neuromuscolari che utilizzano il THC anche per ripristinare alcune funzioni basilari, come la deambulazione, la minzione o semplicemente per portare un cucchiaio alla bocca, funzioni che per la maggior parte di noi sono naturali, ma che, in certi stati patologici, diventano impossibili. Ed è per questo che questi pazienti meritano doppiamente la nostra attenzione e quella del Ministro Speranza. Anche se ho interloquito, se ho avuto modo di interloquire con il Ministro e conosco la sua apertura e disponibilità a risolvere questi ostacoli, è necessaria la sua presenza in quest'Aula. Perché, vede, Presidente, come lei saprà benissimo, da farmacista, come la sottoscritta, quella con la cannabis è una terapia quasi impossibile. Questi pazienti non aspettano da un giorno; aspettano da 15 anni, da quando, nell'aprile del 2007, tramite un decreto del Ministero della Salute, è stata riconosciuta l'efficacia della cannabis e il suo utilizzo nella terapia farmacologica. Da allora, i problemi per questi pazienti non sono mai finiti, non sono mai diminuiti. Diversi sono i problemi che riguardano questi pazienti, dall'inaccuratezza delle stime delle quote regionali, al ridotto numero di farmacie che fanno preparazioni galeniche, ai tempi di attesa, alle code. Sono tutti problemi che contribuiscono a determinare il grande problema, quello principale, ovvero l'impossibilità di curarsi perché manca questo principio attivo nel nostro Paese: manca il THC. Quindi, ancora oggi non riusciamo a garantire la continuità terapeutica e il diritto alla cura a decine di migliaia di pazienti e, sebbene vi sia un accordo tra il Ministero della Salute e il Ministero della Difesa (datato 2014) che attribuisce all'Istituto chimico farmaceutico militare di Firenze la produzione della cannabis e delle preparazioni a base di cannabis, ancora oggi la produzione del nostro Paese non supera il 10 per cento e si raggiunge il 50 per cento della richiesta grazie alle quantità importate principalmente dall'Olanda e dal Canada.

Eppure, il nostro Paese, proprio per le caratteristiche geomorfologiche e climatiche, potrebbe non soltanto fornire il 100 per cento della nostra richiesta del fabbisogno terapeutico, ma addirittura diventare un Paese esportatore; invece, ancora il 50 per cento dei pazienti in cura con la cannabis non riesce ad accedere alla terapia. Chi ci guadagna? Mafia e criminalità organizzata.

Signor Presidente, è un dato di fatto: i nostri pazienti e soprattutto i loro familiari si ritrovano spesso a rivolgersi allo spacciatore di turno piuttosto che alla farmacia di turno perché lì non se ne trova; oppure, come nel caso di Walter De Benedetto, sono costretti a provvedere da soli con l'autocoltivazione ma, in questo caso, rischiano il processo penale.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

CATERINA LICATINI (M5S). Concludo, Presidente (Commenti di deputati del gruppo di Fratelli d'Italia), chiedendo la presenza del Ministro della Salute perché è un argomento importante: si parla di un diritto importante, come quello della salute, ed è un problema che, da troppi anni, è rimasto irrisolto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sul medesimo argomento, l'onorevole Romano. Ne ha facoltà.

ANDREA ROMANO (PD). Grazie, Presidente. Voglio associarmi anch'io al tema sollevato dalla collega Licatini, che ringrazio. Lo faccio a titolo personale naturalmente, senza coinvolgere l'interezza del gruppo del Partito Democratico, perché è naturale e inevitabile che, su un tema così delicato come quello della cannabis, vi siano sensibilità diverse all'interno dei nostri gruppi. Tuttavia, oggi non parliamo di cannabis cosiddetta ricreativa; non parliamo del monopolio di fatto che la criminalità organizzata detiene sulla produzione e sul commercio della cannabis ricreativa; non parliamo della necessità di ripristinare attività di formazione verso i giovani sulle diversità esistenti tra le varie sostanze psicotrope (e ricordiamo, a questo proposito, che l'assenza di attività di informazione tra i giovani è alla base della nuova e violenta recrudescenza della diffusione di sostanze psicotrope pericolosissime per i giovani): non parliamo di questo. Parliamo, invece, di un altro problema ovvero dell'accesso, negato per migliaia e migliaia di pazienti e i loro familiari, alla cosiddetta cannabis terapeutica; parliamo di pazienti afflitti da patologie gravissime, fortemente invalidanti che portano con sé una quantità di dolore quotidiano inaccettabile.

Questi pazienti e i loro familiari oggi - come è stato ricordato - si riuniscono di fronte al Ministero della Salute per chiedere che il Governo attivi procedure in grado di facilitare l'accesso alla cannabis terapeutica da parte dei pazienti afflitti da queste patologie; chiedono al Ministero, ma anche a noi, a questo Parlamento - lo hanno già fatto - di rendere più semplice l'accesso alla cannabis terapeutica; chiedono sia aumentata la produzione di cannabis terapeutica attraverso gli stabilimenti controllati dal Ministero della Difesa; chiedono che venga ampliato il numero delle patologie riconosciute dal Servizio sanitario nazionale; chiedono cose del tutto ragionevoli, sulle quali il nostro Paese potrebbe compiere passi molto più avanzati; chiedono cose che, in altri Paesi europei e non europei, sono state già fatte.

Presidente, concludendo, credo che questo Parlamento dovrebbe ascoltare la voce di questi pazienti e delle loro famiglie, partendo da un dato: liberare il tema della cannabis terapeutica dal pregiudizio che ancora l'affligge, un pregiudizio, in realtà, frutto della confusione tra cannabis terapeutica e cannabis cosiddetta ricreativa; solo attraverso il superamento di questo pregiudizio potremmo dare il necessario contributo alla qualità della vita di questi pazienti, alla dignità dei pazienti e delle loro famiglie e svolgere una funzione assolutamente meritoria (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Vorrei fare una serie di precisazioni. Con tutto il rispetto per il tema, l'intervento della collega Licatini non mi sembra sull'ordine dei lavori. Lo dico perché, molto spesso, siamo stati silenziati per aver cercato in quest'Aula, magari approfittando di questi venti minuti, di attirare l'attenzione su questo o quell'argomento. Quindi, preliminarmente, credo che…

PRESIDENTE. Onorevole Trancassini, per correttezza, l'onorevole Licatini ha chiesto l'intervento del Ministro; quindi, è la classica impostazione dell'intervento sull'ordine dei lavori per chiedere al Presidente di far venire in Aula il Ministro. Solo per chiarezza.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Presidente, abbiamo fatto notare che non era un intervento sull'ordine dei lavori; infatti, dopo dieci minuti, in chiusura, ha fatto questo passaggio. Ma, al di là di questo, se dobbiamo affrontare questo argomento, mi permetta di sottolineare l'ipocrisia della maggioranza perché, in Commissione bilancio, ho visto depositati e ritirati, depositati e ritirati, depositati e ritirati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) una serie di emendamenti su questo tipo di materia. Allora, noi abbiamo dei ruoli ed il nostro, tra l'altro, è quasi noioso. Siamo stati e siamo all'opposizione, ma, con questa porta girevole delle maggioranze, avete avuto - e adesso avete - la possibilità di incidere.

Credo che tutte le persone che manifestano non vi chiedono di fare interventi sull'ordine dei lavori: vi chiedono semplicemente di normare, che è il vostro lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). La verità è che non c'è la capacità di confrontarvi all'interno della maggioranza e allora fate questi esercizi, veramente sterili di ipocrisia politica, che non solo non fanno il bene dei manifestanti, ma credo non facciano il bene della politica, perché il tema centrale della politica è la sua credibilità. Questa non è una politica credibile (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Novelli, sempre sul medesimo argomento. Ne ha facoltà. Se cambia microfono onorevole Novelli, così la sentiamo.

ROBERTO NOVELLI (FI). Grazie, signor Presidente. Non so se ciò che si è attivato questa mattina in Aula in rapporto alla manifestazione che, fra poco, inizierà sotto le finestre del Ministero della Salute sia un esercizio sterile. So soltanto una cosa, ossia che questo è un argomento, di cui si dibatte da tempo, velato da molti equivoci, che ha bisogno definitivamente di essere attenzionato dalla politica per trovare giustamente soluzioni.

Tutti noi abbiamo esperienze nella vita quotidiana che ci insegnano quanto la sofferenza sia intimamente legata alle risposte che la sanità - e quindi la politica - riesce a dare. Ci sono decine di migliaia di persone affette da malattie neuromuscolari e neurovegetative che, quotidianamente, hanno problemi irrisolvibili, nel senso che le accompagna un dolore costante e continuo e possono trovare sollievo nelle cure terapeutiche con il THC, con la cannabis. È chiaro che il punto di partenza deve essere quello di consentire una produzione maggiore di questo farmaco da parte del nostro Paese.

È stato detto che l'Istituto farmaceutico di Firenze ha una produzione insufficiente: siamo costretti all'importazione ma, nonostante questa importazione, non riusciamo a coprire il fabbisogno.

Pochi giorni fa ho ascoltato con dispiacere - non con interesse - una persona affetta da una malattia neurovegetativa che era stata costretta a peregrinare di farmacia in farmacia per trovare il farmaco che avrebbe alleviato il dolore e ridotto gli spasmi muscolari di cui soffre.

Allora, questo potrebbe essere sicuramente un esercizio dialettico: siamo in un'Aula dove parliamo, dove esponiamo le ragioni, ci contrastiamo politicamente. Però, è anche vero che quello che diciamo in quest'Aula, poi, può riuscire a trovare un'applicazione pratica. Quindi, forse, oggi è arrivato il momento di provare, tutti insieme, a metterci la testa, per potenziare le regole, le norme e le attività che devono portare a far sì che le persone, che soffrono di queste patologie e possono essere curate o comunque aiutate dai farmaci a base di cannabis, possano trovare una risposta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV). Grazie, Presidente. Io vorrei ringraziare l'onorevole Licatini, che ha portato dentro quest'Aula l'informazione che c'è una manifestazione che si sta svolgendo sotto il Ministero della Salute. Vorrei dire che ho ascoltato gli interventi di chi mi ha preceduto e non posso che concordare. Concordo con l'onorevole Romano, sul fatto che sul tema della cannabis terapeutica c'è un pregiudizio che ci portiamo appresso. Io personalmente, come noto, sono favorevole alla legalizzazione anche della canapa per uso ricreativo - ma ovviamente parlo a titolo personale -, perché penso che sarebbe certamente l'occasione per mettere all'angolo la criminalità organizzata, e ci sono mille ragioni per dirlo. Ma, obiettivamente, il tema del dibattito sulla cannabis terapeutica è un dibattito che dobbiamo sganciare dal resto del ragionamento. In questo senso, penso che anche le considerazioni di chi mi ha preceduto siano giuste. Però, anche la sollecitazione, che, anche in forma polemica - perché ovviamente è all'opposizione - ha messo in campo l'onorevole Trancassini, non è fuori luogo, se effettivamente siamo dentro la maggioranza, una maggioranza così ampia. E, magari, perché no, io mi augurerei che su una questione del genere, pur sapendo perfettamente qual è la posizione di Fratelli d'Italia sul tema della legalizzazione delle droghe leggere, su un segmento così particolarmente delicato, che riguarda la sofferenza di tante persone, magari potrebbero esserci anche un'attenzione e un impegno da Fratelli d'Italia. La sollecitazione che ci arriva dall'onorevole Trancassini è giusta. Tutti mi pare che abbiamo messo in evidenza che, a causa del fatto che la produzione nazionale che avviene nell'Istituto militare non è sufficiente, siamo necessitati di ricorrere all'importazione della cannabis. Ma, nonostante questo, quella che viene messa a disposizione non è sufficiente. Ci sono i casi di persone che, per curarsi, hanno dovuto coltivarla, perché magari non vogliono andare al mercato nero e allo spaccio e che, poi, sono finite in giudizio.

Tutto questo ci dovrebbe far riflettere, forse, in un Parlamento che - in questo caso sì - dimostra spesso e volentieri il suo fallimento. Pensiamo all'incapacità di fare e portare a casa un testo, a un anno dalla decisione della Corte costituzionale, sul fine vita. Nella stessa situazione ci troveremo se mai affronteremo il tema dell'ergastolo ostativo. La politica scappa di fronte alle decisioni e, magari, a temi che potrebbero essere divisivi. Questo è un tema che non è divisivo e penso che la sollecitazione dell'onorevole Trancassini dovrebbe essere presa dalla maggioranza per fare in modo che rapidamente si metta in campo una normativa che consenta di fare un passo avanti su questo fronte e dare una risposta, una volta tanto concreta, a coloro che, sofferenti, sono, in queste ore, sotto la sede del Ministero della Salute a chiedere che si faccia obiettivamente un passo avanti su questo (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldini. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BALDINI (CI). Grazie, Presidente. In questo Parlamento da poco sono state approvate le cure palliative. Ma sappiamo chi fa le cure palliative; sono i terapisti del dolore, sono coloro che curano il dolore, controllano il dolore di pazienti, pazienti in stato terminale, ma anche pazienti in stati iniziali di terapia. Gli ospedali più organizzati hanno queste cure da sempre, da moltissimi anni: quando inizia il dolore, esso viene controllato con dei farmaci. Ci sono farmaci di vario genere, dai normali FANS antinfiammatori agli steroidi, ma anche farmaci oppioidi, che vengono normalmente utilizzati per il controllo del dolore.

Quindi, credo che il controllo del dolore sia uno dei passi più importanti che la medicina ha fatto negli ultimi anni. Infatti, mentre in precedenza il controllo del dolore era difficoltoso, specialmente in certi tipi di interventi chirurgici, nel post chirurgico, come nelle forme terminali, oggi il controllo del dolore avviene con tantissimi farmaci e in modo molto importante e risolutivo per il paziente. Qui non si tratta di parlare di opposizione e di maggioranza. Si tratta di parlare di un presidio terapeutico, perlomeno per quello che ci riguarda, che sicuramente riguarda la qualità di vita. Ma chi deve intervenire sul controllo del dolore? Chi risponde, direttamente e indirettamente, del trattamento terapeutico? È questo che mi chiedo: risponde il paziente o risponde il medico? Io credo che il medico abbia sempre la funzione di controllare il dolore e l'uso di quella determinata sostanza. È la politica che deve decidere il trattamento da fare o è la comunità scientifica? Questa è una cosa molto importante.

Ricordo che la cannabis ha degli effetti psicotropi. Sono effetti che noi dobbiamo sempre – sempre - ricordare e riconoscere. È quello che dobbiamo ricordare, e dobbiamo ricordare come la dose dipende proprio dall'azione della stessa cannabis.

Quindi, lo scopo terapeutico ha certamente un valore importante, un valore fondamentale, che la comunità scientifica sa e conosce, e va avanti in tal senso. Ma c'è quel valore, invece, ricreativo, a cui sembra tendersi oggi, ed è a quello che la politica sembra voler andare. Credo che dobbiamo ragionare su questo. Quindi, quando sento, in questo Parlamento, dire che i pazienti non vengono curati, non vengono seguiti per il loro dolore, mi sembra una cosa talmente assurda, che bisognerebbe andare in qualche corsia e vedere come i terapisti del dolore lavorano, quotidianamente, per la salvaguardia del paziente (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Magi, sempre sul medesimo argomento. Ne ha facoltà.

RICCARDO MAGI (MISTO-A-+E-RI). La ringrazio, Presidente. Intendo associarmi alla richiesta - avanzata per prima dall'onorevole Licatini, che ringrazio - di poter ascoltare in quest'Aula il Ministro Speranza su questo tema, che è un tema molto meno ambiguo di quanto ho sentito essere rappresentato da alcuni colleghi. Esiste una legge da ormai quasi quindici anni, esistono dei pazienti con in mano una prescrizione medica e questi pazienti hanno l'impossibilità, molto spesso, nel nostro Paese, di avere le cure che quella prescrizione indica per le loro patologie, che non sono solo cure palliative: sono cure di patologie croniche, in molti casi croniche-degenerative, sono cure che riescono a dare una qualità della vita migliore, alle quali molto spesso i pazienti arrivano dopo averle provate tutte, dopo avere provato sostanze che - lo dico alla collega che mi ha preceduto -, anche sotto il profilo degli effetti psicotropi, sono molto più pesanti del THC e della cannabis.

Si è riusciti, incredibilmente, questa mattina a ricavare uno spazio di dibattito parlamentare - va riconosciuto all'onorevole Trancassini - forzando un po' la discussione. Ma la questione è semplice. Nell'ultima legge di bilancio, questo Parlamento ha approvato, con un emendamento a mia prima firma, sottoscritto da molti colleghi, il raddoppio dei fondi allo stabilimento chimico-farmaceutico militare di Firenze. Vorremmo sapere che cosa ne è stato di quei fondi e quanto aumento della produzione abbiano determinato. Io sono convinto che comunque non sia sufficiente a soddisfare le richieste dei malati.

Servirebbe, ad esempio, un regime normale, quello che avviene per altri farmaci: rilasciare delle licenze per l'importazione e per la produzione in Italia. Non si capisce perché solo per questo farmaco debba valere un monopolio di Stato nella produzione, se non perché c'è uno stigma su quella pianta e su quella sostanza. Di questo dovrebbe discutere il Parlamento. Spero che il Ministro ci faccia capire presto l'orientamento del Governo, in modo che anche un Parlamento con una maggioranza così ampia che lo sostiene possa determinarsi. E ricordo che oggi, alle 15, c'è un ufficio di presidenza, in Commissione giustizia, che dovrà decidere su un iter, che riguarda anche una norma sulla coltivazione per uso personale, che è l'unico modo in cui oggi migliaia di malati in Italia riescono ad avere la sostanza di cui hanno bisogno (Applausi di deputati dei gruppi Misto e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sempre sul medesimo argomento, l'onorevole Trizzino, sempre sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

GIORGIO TRIZZINO (MISTO). Grazie, Presidente. Io ritengo che parlare di dolore non è mai inutile, soprattutto perché esiste, come è stato accennato, una legge nel nostro Paese, che è la legge n. 38 del 2010, che definisce, nel dettaglio, le modalità con cui la terapia del dolore e tutte le terapie necessarie per lenire le sofferenze devono essere utilizzate.

Purtroppo, il nostro Paese è l'ultimo in Europa per il consumo e la prescrizione dei farmaci oppiacei. Questo è veramente scandaloso, perché qui c'è un problema di conoscenza e di cultura della classe medica, che ancora teme di prescrivere gli oppiacei, di utilizzarli. Allora, certamente, sì, è importante incrementare la produzione del THC, ma è importante che esistano le condizioni perché questi malati vengano assistiti.

Noi, nel “decreto Sostegni”, abbiamo presentato, tutti i partiti hanno presentato, un emendamento identico, che costringerà le regioni ad attuare le reti di cure palliative. Io mi aspetto dal Governo che questo emendamento venga accolto, perché soltanto così sarà possibile costringere le regioni ad attuare queste forme di assistenza. Non è soltanto incrementando la produzione della cannabis, ma facendo cultura, mettendo le regioni nelle condizioni di applicare le forme di assistenza. Le cure palliative non sono quelle che io definivo palilalia, perché se ne parla troppo anche in questo Parlamento, ma si fa poco per attuarle: dobbiamo passare dalla fase delle discussioni a quella dell'attuazione di queste reti, perché le persone, purtroppo, muoiono e muoiono sole e disperate e questo lo sa soltanto chi le assiste. Ecco perché chiedo che questo Parlamento, ascoltando il Ministro, prenda, nel “decreto Sostegni”, la decisione di vincolare le regioni nell'assistenza in cure palliative e, soprattutto, anche per la terapia del dolore.

PRESIDENTE. Sono conclusi gli interventi sull'ordine dei lavori su questo argomento.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Bond su un'altra questione. Ne ha facoltà.

DARIO BOND (FI). Presidente, sarò brevissimo. Premetto che non voglio assolutamente far polemica con i due Ministri, che chiedo che vengano interessati affinché vengano in Aula a riferire. Sono trascorsi, però, ormai diversi mesi dall'approvazione del “decreto-legge Sostegni” anche per il mondo degli sport e delle attività turistiche invernali, ma le aziende non vedono assolutamente nessun euro che arriva. Mentre la Francia ha già pagato gli impianti di risalita, gli albergatori, i maestri di sci, l'Italia sta aspettando ancora delucidazioni e chiarimenti da parte dell'Europa. Allora, io chiedo, caro Presidente, che vengano a riferirci - ripeto, senza polemica, perché ho anche stima - il Ministro Garavaglia e il Ministro Giorgetti su questo argomento, perché si rischia di avere la chiusura di molte aziende. Non c'è più liquidità che gira e le aziende sono ormai proprio alla fine della loro storia finanziaria ed economica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare su un'altra questione, sempre sull'ordine dei lavori, l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). La ringrazio, Presidente. Il quotidiano Domani ha pubblicato il video delle violenze subite da alcuni detenuti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. Sono violenze che ci fanno inorridire, violenze non lecite in un Paese civile e democratico come il nostro: immagini di detenuti picchiati e umiliati senza motivo, ma non credo che esistano i motivi per umiliare e picchiare i detenuti. Abbiamo letto di alcuni brani di chat interne di alcuni di quegli agenti.

Questa questione indigna profondamente la nostra coscienza civile e, pertanto, tutto il Paese, sicuramente noi, pretendiamo giustizia. Per questo, chiediamo che venga a riferire in Aula la Ministra della Giustizia Cartabia su quanto è accaduto, con una precisazione, ovviamente, che vorremmo capire e sapere circa i superiori di quegli agenti. Noi parliamo di quegli agenti: ho visto che un leader politico, in questi minuti, ha detto che vanno sempre difese le divise. Non dovete insegnarlo a noi, che le difendiamo ogni giorno, onorevole Salvini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti), ma quando si vedono quelle scene, quando c'è qualcuno con la divisa che compie atti inaccettabili, la giustizia deve avere il suo corso. Però, vorremmo sapere dalla Ministra se nessuno dei livelli superiori a quegli agenti avesse saputo o sapeva. Ricordo che quei fatti, signor Presidente, avvengono nel periodo complicatissimo dell'esplosione della pandemia nel nostro Paese, della paura e dei problemi che serpeggiavano nelle nostre carceri per la possibilità e per la realtà della diffusione del virus in quegli ambienti così ristretti e di così continuo contatto tra detenuti, tra detenuti e polizia penitenziaria.

Noi pensiamo che si debba capire tutta la catena di comando che ha permesso o potuto permettere quelle violenze, quelle vigliaccate e quelle umiliazioni. Sappiamo che tutti siamo d'accordo che ciò non può accadere e, perché ciò non accada mai più, serve una giustizia totale e serve, secondo noi, che la Ministra della Giustizia venga a riferire in quest'Aula su quegli atti così gravi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Migliore. Ne ha facoltà.

GENNARO MIGLIORE (IV). Grazie, signor Presidente. In primo luogo, mi vorrei associare alla richiesta fatta dal collega Fiano di audire, in quest'Aula, la Ministra della Giustizia su un episodio di cui abbiamo avuto contezza attraverso la diffusione di immagini che non solo sconcertano, ma gettano una pesante ombra su un Corpo che merita, ovviamente, la nostra attenzione e il nostro riconoscimento per il lavoro fatto da tanti agenti tutti i giorni. Ma i fatti che abbiamo potuto vedere attraverso quelle immagini sono sconvolgenti e hanno un riflesso assolutamente negativo nei confronti dell'intera comunità nazionale.

Io stesso ho espresso perplessità anche in relazione alle misure cautelari, ma qui ci troviamo di fronte al giudizio politico e anche, nell'organizzazione della scala, della catena gerarchica, a ciò che sembra, in tutta evidenza, un comportamento contrario all'articolo 27 della Costituzione, che vieta espressamente trattamenti inumani e degradanti e tali, certamente, sono stati quei comportamenti che seguivano, con una sorta di spedizione punitiva, una rivolta che c'era stata all'interno del carcere di Santa Maria Capua Vetere. È bene ricordare che la responsabilità individuale e la difesa del Corpo avvengono, innanzitutto, eliminando i comportamenti che ne infangano l'intera reputazione. È questo il senso di una richiesta che ci vede concordi, perché la Ministra della Giustizia, la cui sensibilità nei confronti del mondo carcerario è nota, faccia chiarezza e si intervenga, anche dal punto di vista disciplinare, in maniera molto determinata. La giustizia faccia il proprio corso e non indichi una generica componente e un generico Corpo responsabile, ma individui specificamente i responsabili.

Tali comportamenti - lo dico anche ai colleghi che hanno difeso indiscriminatamente questi comportamenti - non sono accettabili. Abbiamo introdotto il reato di tortura all'interno di questo Paese, anche perché determinate azioni non potessero più essere sanzionate semplicemente come reati di violenza privata o azioni di abuso d'ufficio. Se c'è stata tortura - e se c'è stata lo deciderà la magistratura -, ovviamente le pene dovranno essere severe. La solidarietà nei confronti del Corpo non c'entra niente con la sanzione che dovrà colpire, in maniera severa, chi si è macchiato di questi crimini (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Potenti. Ne ha facoltà.

MANFREDI POTENTI (LEGA). La ringrazio, Presidente. Entro in punta di piedi in questo delicato dibattito che è stato acceso e sollevato poc'anzi dal collega Fiano. La premessa è che chiunque abbia sbagliato, in questo Paese, con qualunque comportamento che costituisca fatto di reato, è scritto che debba evidentemente risponderne all'autorità giudiziaria; su questo mi sembra che non ci possano essere punti di indecisione. Allo stesso modo, non possono esserci punti di indecisione o di titubanza rispetto alla presunzione di innocenza, che dobbiamo considerare elemento indefettibile di ogni giudizio che avviene in queste moderne udienze preliminari pubbliche, che si svolgono all'interno dei social, sui giornali, come su un quotidiano di Caserta che, proprio ieri, ha dimostrato di voler inaugurare questa nuova modalità di giudizio pubblico su fatti che costituiscono oggetto, evidentemente, di un accertamento giudiziario. D'altra parte, mi sento di chiedere a tutti voi, e anche al Ministro, che cosa stia succedendo alla giustizia italiana. Che cosa sta succedendo? Sono trascorsi pochi giorni dai fatti, veramente ignobili, della diffusione all'interno dei social di immagini afferenti alla tragedia del Mottarone. Sono state diffuse immagini del tutto inutili, come ho detto anche spiegandolo ad alcuni colleghi, che erano già disponibili in un fascicolo di indagine, per motivare la misura cautelare. Devo dire che non mi ha stupito la risposta di quel giudice che ha ritenuto di non convalidare la misura disposta e richiesta dal pubblico ministero allorché il pubblico ministero ha utilizzato come motivazione per richiedere quelle misure cautelari che il fatto è mediaticamente rilevante. No, non basta che il fatto sia mediaticamente rilevante per disporre una misura cautelare a carico di chiunque.

Ebbene, anche in questo frangente non dubitiamo che il Ministro, che ha sempre voluto, con solerzia, che si esercitasse la costituzione di parte civile nei confronti di altri episodi di violenza (voglio ricordare San Gimignano, sempre a carico di alcuni agenti), sia altrettanto solerte nel costituirsi parte civile anche nei processi che ci saranno per le rivolte avvenute in quello stesso carcere (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e compiute da alcuni soggetti. Evidentemente, anche quelli dovranno rispondere all'autorità giudiziaria per fatti avvenuti all'interno di un carcere e - come dissi, se ricorderete, mesi fa, in maniera anche un po' veemente - forse stimolati anche da soggetti criminali esterni, che hanno condotto alcune operazioni di quella rivolta. Ebbene, vorrei sottolineare - e concludo - che la sete di notizie non può pregiudicare il corretto esercizio dell'azione penale, condizionando il giudice o le corti per il peso mediatico che la gente si sente giustamente di dovere esprimere, di dover cercare la notizia all'interno delle fonti, delle news, dei giornali e dei telegiornali. Quindi, noi saremo certamente garanti, ma non ci sentiamo di colpevolizzare una divisa né tanto meno di dimenticare che, in un luogo di pena, lo Stato deve garantire la salute dei detenuti, deve garantire il loro corretto momento detentivo e anche socio-rieducativo, ma assolutamente non possiamo permettere che la stampa dileggi come pubblici criminali coloro i quali sono in attesa di una valutazione giudiziaria (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sempre sul medesimo argomento l'onorevole Napoli. Ne ha facoltà.

OSVALDO NAPOLI (CI). Grazie, Presidente. Io non posso non essere d'accordo con i colleghi che mi hanno anticipato. Devo dire, innanzitutto, un grazie alle Forze dell'ordine, anche perché hanno saputo controllare al proprio interno le indagini che sono state fatte dai Carabinieri e questa è una grande capacità, all'interno delle Forze dell'ordine, di autotutelarsi nella legalità. Quindi, non guardiamo soltanto ai fatti negativi, perché questo aspetto è estremamente importante. Guardate, io sarò velocissimo. Va tutto bene. Io credo che certamente quanto è avvenuto sia un fatto estremamente grave e il Ministro deve venire in Parlamento a riferire. Ricordiamoci, però, anche il contrario, cioè quando molto spesso, anche dalle mie parti, le Forze dell'ordine, Guardia di Finanza, Carabinieri e altre Forze dell'ordine, vengono continuamente colpite, proprio come a Chiomonte, dove c'è il centro della TAV, attraverso bombe carta, lacrimogeni e tutto il resto e i colpevoli vengono anche assolti (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Ricordiamoci anche di questo aspetto – ve lo chiedo, per piacere – perché non è possibile in quest'Aula venire soltanto a colpevolizzare, giustamente, chi commette quel tipo di reato. Credo che sia anche giusto dare la nostra solidarietà a quelle Forze dell'ordine che vengono continuamente colpite e accusate di tutto e di più, mentre invece i no-TAV e i centri sociali, che svolgono questo tipo di attività, vengono poi assolti dai vari tribunali. È un'ingiustizia che credo dobbiamo avere il coraggio di poter dichiarare pubblicamente (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Del Monaco. Ne ha facoltà.

ANTONIO DEL MONACO (M5S). Grazie, Presidente. Io voglio comunicare che ieri mi sono recato con tempestività presso il carcere di San Tammaro, anche denominato “Casa di Santa Maria”, e ho cercato di parlare con il personale, che era in uno stato realmente di confusione, anche e soprattutto dal punto di vista del ruolo, necessariamente per quello che era successo il giorno prima, vale a dire i fuochi di artificio e gli applausi da parte dei detenuti dopo gli arresti. Sicuramente la giustizia dovrà fare il suo tragitto e dovrà portare trasparenza e chiarezza in questa fase di difficoltà soprattutto della Polizia penitenziaria, che vive un momento di grande difficoltà. Necessariamente, la mia vicinanza va a tutti gli operatori delle Forze dell'ordine e, in particolar modo, in questo momento alla Polizia penitenziaria, al di là del fatto che chi ha sbagliato possa pagare ed è giusto che paghi. Però, è anche da tenere in considerazione il ruolo che svolge la Polizia penitenziaria. È un ruolo in cui realmente, in maniera diuturna e costante, è costretta a vivere e in cui la tranquillità e la calma sono molto difficili. Nelle nostre carceri abbiamo addirittura la mancanza di tantissimi personaggi che dovrebbero realmente fare quello in cui dovrebbe consistere il trattamento penitenziario: mancano psicologi, mancano medici, mancano educatori, mancano sociologi. Necessariamente, i poliziotti devono sopperire a queste mancanze e talvolta devono necessariamente sopperire anche alla carenza nel campo della psicoeducazione.

Io sono andato poi al carcere militare, dove ho incontrato anche gli 8 arrestati. Ho parlato con loro, mi sono intrattenuto con loro dal punto di vista umano, perché poi dal punto di vista della giustizia è giusto che quest'ultima faccia il suo corso. Però, non è altrettanto giusto che ieri sia uscito un giornale che riporta le fotografie degli indagati in divisa, in divisa! Abbiamo visto tutti quel video che ha portato in auge quelle immagini che sono, sì, molto forti ma sono immagini che dovrebbero essere ancora nelle mani della giustizia. È per questo che chiedo fortemente la presenza del Ministro, che possa dare delucidazioni a tutti noi e fare chiarezza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sempre sul medesimo argomento l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente Mandelli. Nel merito, rispetto a quanto accaduto nella casa circondariale, credo che una riflessione vada fatta: vi sono spunti per tutti noi per comprendere che ciò che è avvenuto sarà oggetto non solo dell'indagine, egregiamente condotta dall'Arma dei carabinieri, ma anche nelle aule deputate. Realmente non comprendiamo il processo mediatico che ha visto queste foto pubblicate. Probabilmente, il Ministro della Giustizia avrebbe già dovuto inviare una commissione ispettiva per comprendere da chi e in che modo queste fotografie, che riguardano non soltanto i poliziotti, ma anche il dirigente, siano state date ad una testata giornalistica.

Noi partiamo dal principio, dal presupposto che quando si sbaglia bisogna rendersene conto e assumersene la responsabilità. Ma, come ieri ha voluto puntualizzare il collega Delmastro Delle Vedove, se dobbiamo scegliere da che parte stare, noi stiamo dalla parte dei tanti uomini e delle tante donne in divisa che, nella quotidianità, sono a fianco dei cittadini e che, troppo spesso vedono una politica disattenta.

Quello che è successo in questa casa circondariale è il frutto di una politica di governo incapace e insipiente. Parlavamo del sovraffollamento delle carceri, ma vorrei che la stessa solerzia, che oggi qualche gruppo parlamentare ha dimostrato, parlando di questo tema, l'avesse dimostrata nel momento in cui vi sono state le famose rivolte e i tanti sindacati di Polizia penitenziaria hanno lanciato un grido d'allarme per le condizioni nelle quali spesso i poliziotti sono costretti a svolgere il proprio lavoro, con un organico sotto di 4 mila unità e la volontà di richiedere strumenti e personale, che ci ha visto presenti in tante piazze italiane per chiedere questo supporto.

Purtroppo, non me ne vogliano i colleghi pentastellati, siamo passati dalle scarcerazioni di Bonafede, da una verità che ancora non è stata trovata rispetto alla situazione del DAP, anche con riferimento a tutto ciò che è avvenuto nel caso Basentini, a processare, oggi, quando non ne abbiamo titolo, perché questo titolo spetterà alla magistratura, uomini che sono stati già giudicati attraverso testate giornalistiche.

Per quanto riguarda Fratelli d'Italia, abbiamo avuto sempre la consapevolezza che non esiste una doppia morale: chi sbaglia deve pagare, ma prima lo sbaglio deve essere accertato e chiarito; e ribadisco al Ministro della Giustizia - credo che questo si farà - di mandare un'ispezione e di capire da dove sono partite queste fughe e come sono arrivate. Nello stesso tempo, vorremmo che la nuova Ministra si concentrasse su un aspetto importante, quello che probabilmente sfugge a molti; stiamo parlando anche di un tema molto vicino alle carceri: io credo che, fino a quando non ci sarà la consapevolezza che, sulle nostre Forze dell'ordine, sulle nostre Forze di polizia, sulle nostre Forze armate, bisognerà realmente investire, probabilmente saremo parte di quello Stato che, invece di fare lo Stato, indietreggia ogni volta, puntando il dito verso chi, probabilmente, avrebbe bisogno di maggior sostegno.

Su questo Fratelli d'Italia sarà sempre e comunque dalla parte delle divise, ma soprattutto di quelle divise che, non con atteggiamenti errati, non intendono sporcare la storia e la nobiltà che rappresentano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Anche questa questione è conclusa. Ha chiesto di intervenire sempre sull'ordine dei lavori, su un'altra questione, l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Entro il 30 giugno di ogni anno dovrebbe essere presentata, anzi deve essere presentata in Parlamento, secondo il DPR n. 309 del 1990, la relazione nazionale sullo stato delle tossicodipendenze in Italia: una relazione particolarmente importante, perché dovrebbe non soltanto rappresentare la questione della diffusione delle dipendenze patologiche nella nostra Nazione, ma dovrebbe anche andare ad indicare la strategia che si intende attuare per affrontare l'annosa questione delle dipendenze patologiche, oltre a restituire anche i finanziamenti che sono stati erogati in termini di prevenzione, cura, trattamento e reinserimento sociale e lavorativo.

Ebbene, come ogni anno, da anni, la relazione non è stata presentata in Parlamento. Eppure sa, Presidente - e su questo chiedo un intervento dell'Ufficio di Presidenza, in particolar modo del Ministro delegato alle politiche antidroga, che è il Ministro Dadone -, è una questione particolarmente grave, perché mi corre l'obbligo di andare a sottolineare i dati che caratterizzano la diffusione delle dipendenze in Italia: noi siamo al primo posto in Europa per utilizzo di cannabinoidi tra i quindicenni; siamo al primo posto in Europa per persone in trattamento per uso di cannabis; siamo al terzo posto in Europa per persone in trattamento per uso di cocaina; siamo al quarto posto in Italia per persone in trattamento per utilizzo di eroina. E oltre a tutto questo, in Italia muore per overdose una persona al giorno, l'età di prima assunzione si è abbassata sempre di più perché arriva a 12 anni e sono state introdotte ben 91 sostanze sintetiche diverse nel 2020; la diffusione e la modalità di spaccio stanno sempre più cambiando, spostandosi dalle piazze reali alle piazze virtuali, arrivando le sostanze direttamente a casa dei fruitori. Oltretutto, durante la pandemia, l'utilizzo di sostanze stupefacenti è aumentato drammaticamente.

Rispetto a tutto questo, noi è da 10 anni che vediamo un totale disinteresse, è da 10 anni che non si celebra la Conferenza nazionale di lotta alla droga, sono 10 anni che non si fanno politiche reali di lotta alle dipendenze patologiche. E questo, Presidente, al di là di quella contrapposizione che spesso vede i proibizionisti e gli antiproibizionisti confliggere, le dico che noi dobbiamo mettere al centro la persona, con il suo bisogno e il suo diritto di essere libera da ogni dipendenza, perché le dipendenze sono schiavitù.

E allora io richiamo l'Ufficio di Presidenza ad un intervento, perché, secondo Fratelli d'Italia, una delle priorità è rendere le persone libere dalle dipendenze patologiche in tutte le sue forme. Vogliamo che rivenga messa al centro dell'azione di questo Parlamento la lotta alla droga e alle dipendenze, che si parli nel merito di queste questioni, che interessano troppo, troppo poco, e che, invece, affliggono la nostra Nazione. Per esempio, la scorsa settimana, il 26 giugno, si è celebrata la giornata mondiale di lotta alla droga: anche qui, ho visto un Parlamento assolutamente silente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), come se, a fronte di quei dati drammatici, non ci fosse, invece, un'attenzione costante della politica e del Parlamento come atto dovuto e doveroso.

Noi, come ha detto l'onorevole Trancassini, saremo sempre a favore dell'utilizzo per uso medico della cannabis e della promozione di ogni intervento in Italia per renderla possibile su prescrizione del medico. Ma siamo anche fortemente convinti - perché per noi la persona viene prima di tutto, così come la tutela di essa - che una seria attività di politica antidroga debba essere proposta. E quindi chiedo all'Ufficio di Presidenza di intervenire rispetto alla mancata presentazione della relazione annuale al Parlamento anche quest'anno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Onorevole Bellucci, solo per informarla che nell'allegato A in distribuzione, quello di oggi, c'è proprio l'annuncio che il Ministero delle politiche giovanili, con lettera in data 25 giugno, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 131 del Testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica, la relazione sui dati relativi allo stato delle tossicodipendenze. Quindi, lo trova a pagina 3 dell'allegato A, che è in distribuzione questa mattina. Quindi, questo per tranquillizzarla e per dire che è a posto. Quindi si è chiusa anche questa fase.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2207 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 6 maggio 2021, n. 59, recante misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e altre misure urgenti per gli investimenti (Approvato dal Senato) (A.C. 3166​) (ore 10,30).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3166: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 6 maggio 2021, n. 59, recante misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e altre misure urgenti per gli investimenti.

Ricordo che nella seduta di ieri la rappresentante del Governo ha espresso il parere sugli ordini del giorno.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 3166​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Ordini del giorno n. 9/3166/1 Foti e n. 9/3166/2 Rizzetto: i presentatori accettano la riformulazione. Sull'ordine del giorno n. 9/3166/3 D'Uva il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3166/4 Masi la riformulazione è accettata? Ha chiesto di parlare l'onorevole Masi. Ne ha facoltà.

ANGELA MASI (M5S). Grazie, Presidente. Semplicemente per chiedere al sottosegretario di ripetere la riformulazione.

PRESIDENTE. Dovrebbe essere nel resoconto, però, sottosegretaria, mi scusi, l'onorevole Masi chiede se cortesemente può rileggere la riformulazione del suo ordine del giorno, il n. 9/3166/4. Comunque, ricordo le riformulazioni sono nel resoconto stenografico, quindi se magari anche qualche altro collega vuole prendere visione della riformulazione che ieri la sottosegretaria aveva fornito. Intanto diamo qualche attimo al sottosegretario per ritrovare la carta.

Leggo, sottosegretaria: al quarto rigo, dopo la congiunzione “e” inserire “a valutare l'opportunità”. Onorevole Masi, è questa la riformulazione che ha proposto la sottosegretaria.

ANGELA MASI (M5S). Sì, Presidente, ma dell'impegno o della premessa? Perché nell'impegno non ci sono congiunzioni “e”, a parte nel nome della misura; quindi non è chiaro dove viene modificato.

PRESIDENTE. Prego, sottosegretaria.

ALESSANDRA SARTORE, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. A valutare l'opportunità di destinare eventuali risorse residue del Fondo complementare per potenziare l'intervento “Percorsi nella storia”. È qui. Forse è vero, non c'è la congiunzione “e”.

PRESIDENTE. Quindi accetta? Bene. Sull'ordine del giorno n. 9/3166/5 Casa vi è parere favorevole. Sugli ordini del giorno n. 9/3166/6 Lorenzoni, n. 9/3166/7 Flati, n. 9/3166/8 Elisa Tripodi, n. 9/3166/9 Federico, n. 9/3166/10 Gagnarli e n. 9/3166/11 Varrica viene accettata la riformulazione. Sull'ordine del giorno n. 9/3166/12 Ianaro vi è parere favorevole. Sugli ordini del giorno n. 9/3166/13 D'Arrando e n. 9/3166/14 Mammì viene accettata la riformulazione. Sugli ordini del giorno n. 9/3166/15 Rizzo, n. 9/3166/16 Cardinale e n. 9/3166/17 Zanichelli vi è parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3166/18 Comaroli viene accettata la riformulazione. Sull'ordine del giorno n. 9/3166/19 Pezzopane vi è parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3166/20 Albano si accetta la riformulazione. Sugli ordini del giorno n. 9/3166/21 Bucalo e n. 9/3166/22 Frassinetti vi è parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3166/23 Lollobrigida viene accettata la riformulazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/3166/24 Prisco vi è parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3166/25 Butti viene accettata la riformulazione.

Un saluto particolare al Presidente Boldrini (Vivi applausi all'indirizzo della deputata Boldrini al suo ingresso in Aula). Un saluto di cuore e gli auguri più sinceri, ovviamente. È bello rivederla in Aula.

Sugli ordini del giorno n. 9/3166/26 Silvestroni, n. 9/3166/27 Deidda e n. 9/3166/28 Galantino si accetta la riformulazione. Sull'ordine del giorno n. 9/3166/29 Gemmato il parere è favorevole. Sugli ordini del giorno n. 9/3166/30 Bond, n. 9/3166/31 Meloni e n. 9/3166/32 Caretta si accetta la riformulazione. Sull'ordine del giorno n. 9/3166/33 Ciaburro vi è parere favorevole. Sugli ordini del giorno n. 9/3166/34 Cirielli e n. 9/3166/35 Zucconi si accetta la riformulazione. Sull'ordine del giorno n. 9/3166/36 Vitiello si accetta la riformulazione. No, pardon, onorevole Vitiello, abbiamo frainteso il suo gesto. Ha chiesto di intervenire, a lei la parola.

CATELLO VITIELLO (IV). Grazie, Presidente. Soltanto per ricordare e chiedere nuovamente al sottosegretario di rivedere questa riformulazione. Sottosegretario, chiedo scusa, sottosegretario. Faccio riferimento al mio ordine del giorno n. 9/3166/36. Qui ha ritenuto di riformularlo perché ritiene che sia corretto dire “a valutare l'opportunità di garantire il diritto all'accessibilità delle persone con disabilità”. Dopo la mozione unitaria votata a maggio, all'unanimità in quest'Aula, mi sembra che non bisogna valutare alcuna opportunità, sottosegretario. La ringrazierei se volesse rivedere il parere (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la sottosegretaria. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA SARTORE, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Va bene così com'è (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Quindi, parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/3166/36 Vitiello. Sull'ordine del giorno n. 9/3166/37 Bellucci si accetta la riformulazione. Sull'ordine del giorno n. 9/3166/38 Ferro si accetta la riformulazione? Vuole risentirla? Allora, sottosegretaria, può rileggere la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/3166/38 Ferro? Se riusciamo magari a recuperarla anche noi, per aiutare la sottosegretaria. Parere favorevole con riformulazione: impegna il Governo “a valutare l'opportunità”, onorevole Ferro. La sottosegretaria annuisce. Non va bene, quindi lo metto ai voti, onorevole Ferro? Sottosegretaria, prego.

ALESSANDRA SARTORE, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. “A valutare l'opportunità di”.

PRESIDENTE. Insiste per la votazione, quindi, onorevole Ferro? Va bene. Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3166/38 Ferro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3166/39 Lucaselli (Nuova versione): accettiamo la riformulazione? Sì, non vedo segni particolari. Ordine del giorno n. 9/3166/40 Rampelli: va bene. Ordine del giorno n. 9/3166/41 Maschio, parere favorevole con riformulazione: va bene. Ordine del giorno n. 9/3166/42 Varchi, parere favorevole con riformulazione: vuole intervenire, onorevole?

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Sì, Presidente. Chiedo di ascoltare la riformulazione del mio ordine del giorno n. 9/3166/42, per favore.

PRESIDENTE. La riformulazione è: “a valutare l'opportunità di”, onorevole Varchi. L'accetta o lo pongo in votazione?

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). L'accetto, Presidente.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Varchi. Ordine del giorno n. 9/3166/43 Mantovani, vi è parere favorevole; ordine del giorno n. 9/3166/44 Mollicone vi è parere favorevole; ordine del giorno n. 9/3166/45 De Toma: accetta la riformulazione? Sì. Ordine del giorno n. 9/3166/46 Rotelli: chiede di intervenire, onorevole Varchi?

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Sì, Presidente. Con riferimento a questo ordine del giorno, di cui sono cofirmataria, chiedo che venga momentaneamente accantonato, per un supplemento di riflessione in corso con il Governo.

PRESIDENTE. Il Governo è d'accordo, sottosegretaria?

ALESSANDRA SARTORE, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. D'accordo.

PRESIDENTE. Allora, accantoniamo l'ordine del giorno n. 9/3166/46 Rotelli. Riprendo dall'ordine del giorno n. 9/3166/47 Noja, con parere favorevole; ordine del giorno n. 9/3166/48 Caiata: accetta la riformulazione? Sì. Ordine del giorno n. 9/3166/49 Baldelli, vi è parere favorevole. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). La ringrazio, Presidente. C'era anche la presidente Boldrini - che vedo e saluto con gioia oggi in quest'Aula, oggi - quella mattina di agosto di cinque anni fa, nella palestra comunale di Ascoli, insieme a tutte le più alte cariche dello Stato, quando si celebrava un funerale con 35 bare. Era una mattina caldissima, il Presidente della Repubblica Mattarella a ciascuna delle famiglie intorno a quelle bare andò a dare un abbraccio e a pronunciare parole di conforto, a nome di tutti noi e di tutto lo Stato (Applausi).

Dopo cinque anni, ancora una volta, la Camera dei deputati sceglie di destinare i propri risparmi a quelle popolazioni vittime del terremoto del Centro Italia, con un ordine del giorno che tutte le forze politiche presenti in questo Parlamento hanno voluto sottoscrivere, anche questa volta, anche quest'anno. Si tratta di risorse aggiuntive che saranno definite nelle prossime settimane, quando il bilancio interno della Camera giungerà in Aula, ma che vanno ad aggiungersi agli oltre 350 milioni già destinati negli anni passati a questa finalità.

Per questo voglio ringraziare la Presidenza della Camera, l'Ufficio di presidenza, il Collegio dei questori, di questa e della scorsa legislatura. Per questo voglio ringraziare tutte le forze politiche che hanno sottoscritto e sostenuto ancora una volta questa iniziativa. Per questo voglio ringraziare la pazienza e la caparbietà di quelle popolazioni colpite dal terremoto a cui vanno queste risorse, che devono essere spese presto e bene, nel loro esclusivo interesse.

Grazie a tutti e grazie al Governo per aver accolto l'ordine del giorno. Chiedo che venga posto in votazione. Grazie, Presidente (Applausi).

PRESIDENTE. Quindi, chiede che venga posto in votazione, onorevole Baldelli?

Allora, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3166/49 Baldelli, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

Ordine del giorno n. 9/3166/50 Spena, vi è parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3166/51 Trancassini: va bene la riformulazione? Sì. Ordine del giorno n. 9/3166/52 Bignami: accetta la riformulazione? Non vedo segni… Sì. Ordine del giorno n. 9/3166/53 Vinci, su cui vi è parere favorevole con riformulazione: va bene. Ordine del giorno n. 9/3166/54 Rachele Silvestri: accetta la riformulazione. Ordine del giorno n. 9/3166/55 Donzelli: accetta la riformulazione.

Ordine del giorno n. 9/3166/56 Delmastro Delle Vedove, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3166/57 Osnato: la riformulazione è accettata. Anche con riguardo agli ordini del giorno nn. 9/3166/58 Montaruli, 9/3166/59 Patassini, 9/3166/60 Pella e 9/3166/61 Caon, la riformulazione è accettata.

Ordine del giorno n. 9/3166/61 Prestigiacomo: accetta la riformulazione? No, chiede di intervenire. Prego, onorevole Prestigiacomo, ne ha facoltà.

STEFANIA PRESTIGIACOMO (FI). Grazie, Presidente. L'ordine del giorno riguarda il tema del ponte sullo Stretto. Ne avevamo anche discusso in Commissione bilancio, laddove io mi sono impegnata a ritirare un emendamento che implementava il Fondo di 8 miliardi, così come comunque ci eravamo detti, per finanziare quest'opera nell'ambito dei programmi di rilancio del Paese.

La motivazione con la quale il ponte sullo Stretto non è stato incluso nel Recovery Plan portata dal Governo era quella per cui l'opera non poteva essere completata entro il 2027. Questa motivazione si è rivelata, di fatto, non vera perché questo Fondo complementare è stato istituito proprio per completare la realizzazione di quelle opere che fanno parte del Recovery Plan, ma che non potevano essere concluse entro il 2027.

Io so bene che, attorno a questo tema, ancora non c'è stata una vera chiarezza da parte del Governo perché evidentemente, anche all'interno della maggioranza, ci sono posizioni diverse. Tuttavia, il tema del ponte sullo Stretto è indispensabile per il rilancio vero del Mezzogiorno, per modificare il destino di mezza Italia, e noi riteniamo che sia un'opera strategica. D'altro canto, il Parlamento, per ben due volte, laddove ha votato le linee guida al Recovery Plan, aveva indicato la necessità di realizzare un completamento stabile e veloce per unire le due sponde della Sicilia e della Calabria. Poi, questo dibattito si è un po' perso dai radar, perché sembra che del ponte sullo Stretto se ne parli ciclicamente, come se fosse un tema che improvvisamente emerge e poi sparisce totalmente dai radar del dibattito politico.

Abbiamo votato anche diverse mozioni in questo Parlamento e c'è stata una commissione ministeriale che ha approfondito la questione del progetto. Però, il Parlamento è ancora in attesa e, soprattutto, il Mezzogiorno, la Sicilia e la Calabria sono ancora in attesa di capire cosa intenda fare il Governo relativamente a questa infrastruttura. Sono state proposte riformulazioni di questo ordine del giorno che, dal nostro punto di vista, Presidente, come firmatari dello stesso, sono veramente irricevibili.

Si tratta di riformulazioni che praticamente puntano a rinviare l'argomento e a non volere dire, nemmeno in un ordine del giorno, che c'è la volontà di realizzare e finanziare questa importante infrastruttura, senza nemmeno indicare scadenze temporali (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente); noi dobbiamo dire che, compatibilmente con le esigenze del Paese, forse, alla fine, fra cent'anni, si potrà mettere in cantiere la realizzazione di questa infrastruttura. Allora, bene, preferisco che ci si esprima con un voto, con cui si dice finalmente cosa pensano le forze politiche rispetto, non a una campata, a due campate o a tre campate, ma alla necessità di realizzare un'infrastruttura, dotando finalmente tutto il Paese di moderne infrastrutture. Mentre ancora, nel Mezzogiorno, si continua ad investire su infrastrutture che, fra dieci anni, porteranno la parte meno sviluppata del Paese ad avere una rete di infrastrutture uguale a quella del resto del Paese degli anni Settanta, noi proponiamo, invece, di cambiare completamente rotta, di dire chiaramente che si vuole realizzare l'Alta velocità fino alla Sicilia, che si vogliono realizzare i programmi europei e quindi che si vuole dare assolutamente un messaggio di chiarezza e riprendere tutto quel programma infrastrutturale che, da dieci anni, è completamente fermo nel resto del Paese.

Lei sa bene, Presidente, che inserire nel Recovery Plan la Salerno-Reggio Calabria, che non potrà mai essere realizzata entro il 2027, e utilizzare la stessa motivazione per non inserire il ponte è un'offesa alla nostra intelligenza. Allora, se il Governo ritiene che questo sia un tema divisivo della maggioranza e che quindi non si possa pronunciare sul ponte sullo Stretto, deve dirlo chiaramente, lo deve dire al Parlamento e lo deve dire al Paese. Non è più possibile andare avanti con questa logica dilatoria che è francamente una presa in giro di tutti noi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Quindi, intendo che lei non accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/3166/62. Il Governo non cambia il parere, quindi lo poniamo in votazione. Prima però c'è un altro intervento.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Navarra. Ne ha facoltà.

PIETRO NAVARRA (PD). Presidente, desidero conoscere la riformulazione. Può, per favore, il sottosegretario, leggere la riformulazione dell'ordine del giorno?

PRESIDENTE. Sottosegretaria, io ho davanti la riformulazione sul resoconto stenografico. Se vuole posso agevolarla e leggergliela io. Posso leggere io, sottosegretaria? Va bene.

L'ordine del giorno n. 9/3166/62 Prestigiacomo “impegna il Governo ad individuare, compatibilmente con le molteplici esigenze di cui necessita il Paese, in linea con l'indirizzo votato dalla Camera sul Recovery e con la finalità di realizzare un collegamento stabile e veloce dello Stretto di Messina mediante opere adeguate e mezzi idonei”. Quindi, non “a valutare l'opportunità”, ma “ad individuare”. Questa è la riformulazione, così come riportata sul resoconto stenografico. Tutto chiaro?

Ha chiesto di parlare l'onorevole Siracusano. Ne ha facoltà.

MATILDE SIRACUSANO (FI). Grazie, Presidente. Sottosegretario, ribadisco la necessità di modificare ulteriormente questa riformulazione, in quanto riteniamo assolutamente superfluo aggiungere il riferimento ai mezzi idonei, perché l'impegno da parte del Governo deve essere secco e inequivocabile rispetto alla necessità di realizzare il ponte sullo Stretto di Messina; prima c'era un problema politico, ma oggi questo problema politico è superato, poiché la stragrande maggioranza delle forze politiche che siedono in questo Parlamento ritiene necessaria la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina; la stragrande maggioranza delle forze politiche che sostengono questo Governo ritiene necessaria la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). E, se non bastasse, due regioni, la regione Sicilia e la regione Calabria, che rappresentano 7 milioni di cittadini, in sede di Conferenza delle regioni e delle province autonome, in riferimento al Fondo complementare, hanno espresso un parere condizionato sulla necessaria realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina, o con le risorse del Fondo complementare o attraverso risorse aggiuntive, che però dovevano essere vincolate ad un impegno formale del Governo in questa sede. Quindi, riteniamo sia assolutamente necessario accogliere questo ordine del giorno senza questa riformulazione. Se così non fosse, chiediamo il voto dell'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pagano. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Presidente, restiamo basiti da quanto si continua ad ascoltare da parte dei tavoli del Governo. Immaginare una riformulazione, così come quella che è stata proposta - vado a spanne, cercando di ricordare le parole del sottosegretario “compatibilmente alle esigenze del Paese” ritengo sia un'offesa non soltanto alle regioni interessate alla potenziale costruzione del ponte, no, ma nei confronti dell'Italia tutta.

Gli economisti dicono in maniera inequivocabile che il ponte sullo Stretto rappresenta, in un contesto euro-mediterraneo, un fattore “zero”.

PRESIDENTE. Onorevole Fiano, per cortesia! Prego, onorevole Pagano.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). I macroeconomisti sostengono che il ponte sullo Stretto rappresenti, a tutti gli effetti - mi rivolgo al sottosegretario, sperando sia meno distratto il PD e dalle esigenze politiche che arrivano da quella parte - in un contesto euro-mediterraneo un fattore “zero”.

Sottosegretario, fattore “zero” significa che qualsiasi numero moltiplicato per zero fa zero. Non si può prescindere da un'opera infrastrutturale che ha una valenza mondiale, internazionale, mentre voi continuate ad avere una visione provincialistica ed ideologica. Continuare a sostenere questa tesi significa non volere bene al Paese, al nostro Paese, in un momento in cui è necessario fare opere pubbliche, in un momento in cui è necessario sviluppare progettualità autenticamente internazionali, in un momento in cui un Presidente del Consiglio si è insediato per portare avanti un progetto di sviluppo mondiale e la ritrovata leadership italiana in un contesto complessivo…Presidente, stavolta tocca a lei essere distratto e io mi fermo. Non è possibile: una volta si distraggono i sottosegretari, una volta lei. Qui non è possibile!

PRESIDENTE. Ha ragione.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Il Partito Democratico si deve mettere in testa che su questa vicenda non può sfuggire alle sue responsabilità… (Proteste di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. C'è un po' di concitazione.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). …deve dire in maniera molto chiara se è pronto al ponte. Lo deve dire!

PRESIDENTE. Onorevole Pagano! Faccia il suo intervento tranquillamente.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Lo deve dire perché qui c'è un blocco ideologico.

PRESIDENTE. Onorevole Pagano! Faccia il suo intervento! Faccia il suo intervento!

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Alla fine, Presidente, sta rimproverando me, non ho capito. Non è corretto che sia rimproverato io, Presidente (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Onorevole Pagano, faccia il suo intervento!

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Siamo di fronte - dicevo, Presidente - ad un blocco di tipo ideologico e assolutamente provincialistico. L'Italia sta ritrovando prestigio a livello mondiale grazie al nostro Presidente del Consiglio. Non è possibile che quest'opera, che rappresenta un fattore internazionale, continui ad essere oggetto di dileggio da parte degli altri Paesi nei nostri confronti. Qui ci vuole una risposta chiara: una volta per tutte, bisogna uscire da questo equivoco. Ribadisco da parte del sottoscritto, e ritengo anche da parte di tutto il gruppo parlamentare della Lega - la volontà di portare avanti questo progetto e di sottoscrivere quindi l'ordine del giorno nella sua interezza, così come testé proposto dai colleghi che mi hanno preceduto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Grazie, Presidente. Sottosegretario, come lei ha modo di appurare dagli interventi, che credo in questa fase non debbano essere tali da dividere la maggioranza, ma funzionali a trovare soluzioni adeguate rispetto ad un ordine del giorno che mi permetto, sottosegretario - così come ieri mi sono permesso, insieme al relatore D'Attis, di rappresentarle la richiesta sul Piano carceri di Fratelli d'Italia -, presenta elementi che rispecchiano un iter parlamentare che ha già condiviso questi obiettivi sul ponte sullo Stretto.

La Commissione trasporti della Camera dei deputati ha già espresso un parere in ordine alle adeguate risorse finanziarie…

PRESIDENTE. Facciamo intervenire l'onorevole D'Ettore, per piacere.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Se l'onorevole Fiano vuole intervenire, me lo dice e io interrompo subito.

PRESIDENTE. Prosegua onorevole D'Ettore, ho chiesto di rispettare il suo intervento.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Grazie. La Commissione trasporti è già intervenuta e la Conferenza delle regioni e delle province autonome ha già approvato all'unanimità il documento sul Recovery Fund, facendo osservazioni precise in merito alle opere strategiche prioritarie e aggiungerei alle opere strategiche europee, perché già esiste l'istituto delle opere strategiche europee. Il fatto che siano inseriti nel Recovery Plan italiano riferimenti e osservazioni in materia rende il percorso già avviato, anche con riguardo all'opera strategica europea.

Mi permetto, quindi, sottosegretario - vedo che c'è qui anche il Ministro D'Incà - di valutare un possibile accantonamento.

PRESIDENTE. Se fate seguire i lavori alla sottosegretaria, vi sono grato. Sgombrate un attimo l'emiciclo, così l'onorevole D'Ettore…

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Prendo positivamente questa serie di richieste che le giungono, c'è anche il Ministro D'Incà. Accantoniamolo il tempo necessario, anche se ritengo che in questo ordine del giorno ci siano già gli elementi per lasciarlo intonso, così come è, e per poter trovare una soluzione da parte del Governo che sia, in qualche modo, riferita a indicazioni di iter parlamentari che hanno già tracciato nelle Commissioni competenti un determinato percorso.

Così come ieri, sottosegretario, con grande prudenza e saggezza, lei ha ritenuto di portare fino in fondo un provvedimento su cui normalmente viene posta la fiducia ed è riuscita, invece, sia nelle Commissioni sia in Aula - e il relatore in questo senso ha trovato soluzioni - troviamo soluzioni anche oggi. Accantoniamolo un attimo, vediamo di valutare tutte le possibilità che emergono da questo impegno che, ripeto, il Governo può tranquillamente prendere, anche così come è stato formulato dalla prima firmataria Prestigiacomo. Anzi, se va bene alla prima firmataria, aggiungerei anche la mia firma per il nostro gruppo e spero che la proposta di accantonamento possa essere valutata in modo che anche il Ministro D'Incà possa, insieme a tutti i gruppi, riflettere su un impegno che penso sia sicuramente accettabile da tutta l'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Allora, l'onorevole D'Ettore, sottosegretaria, ha fatto una proposta di accantonamento. Vuole intervenire?

ALESSANDRA SARTORE, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sì, grazie lo possiamo accantonare insieme all'altro di Fratelli d'Italia, essendo sullo stesso tema.

PRESIDENTE. Qual è l'altro?

ALESSANDRA SARTORE, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. L'ordine del giorno n. 9/3166/46 Rotelli.

PRESIDENTE. Ho capito che cosa intendeva sottosegretaria. Quindi, rimangono accantonati l'ordine del giorno n. 9/3166/62 Prestigiacomo e il n. 9/3166/46 Rotelli.

Quindi, passiamo agli ordini del giorno n. 9/3166/63 Siracusano e n. 9/3166/64 Marrocco, i cui presentatori accettano la riformulazione.

Onorevole Carnevali il suo ordine del giorno è il n. 9/3166/65. Onorevole Carnevali? Onorevole Carnevali? È troppo presa con l'onorevole Serracchiani, non mi sentono. Onorevole Carnevali, mi scusi, le ho chiesto se accetta la riformulazione. Sì.

Sull'ordine del giorno n. 9/3166/66 Baldino il presentatore accetta la riformulazione. Sull'ordine del giorno n. 9/3166/67 Patelli il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3166/68 Gualtieri e n. 9/3166/69 Mancini i presentatori accettano la riformulazione.

A questo punto dovremmo tornare agli accantonati; se non siete pronti…

Ha chiesto di parlare l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). La ringrazio. Sulla questione degli accantonati, chiedo una sospensione per provare a verificare la possibilità di una sintesi sulla riformulazione.

PRESIDENTE. Quando tempo pensa? Un quarto d'ora, onorevole? Va bene un quarto d'ora, così siamo tutti più tranquilli. Quindi, la seduta è sospesa e riprenderà alle 11,20.

La seduta, sospesa alle 11,05, è ripresa alle 11,30.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Ricordo che, prima della sospensione, sono stati accantonati gli ordini del giorno nn. 9/3166/46 Rotelli e 9/3166/62 Prestigiacomo. Chiedo alla rappresentante del Governo di esprimere il parere su tali ordini del giorno.

ALESSANDRA SARTORE, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Presidente, sia per l'ordine del giorno n. 9/3166/62 Prestigiacomo sia per l'ordine del giorno 9/3166/46 Rotelli il dispositivo deve essere così sostituito: “ad adottare le opportune iniziative al fine di individuare le risorse necessarie per realizzare un collegamento stabile veloce dello Stretto di Messina, mediante la realizzazione di opere adeguate e mezzi idonei e sostenibili, estendendo così la rete dell'alta velocità.”

PRESIDENTE. Queste sono le riformulazioni. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3166/46 dell'onorevole Rotelli. Ha chiesto di parlare l'onorevole Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Io ho atteso che terminasse la consultazione tra gruppi su questo tema perché Fratelli d'Italia è inequivocabilmente l'unico partito di opposizione a questo Governo, però, su un tema nevralgico nel dibattito italiano, come quello del ponte sullo Stretto di Messina, e a cascata le conseguenze in termini di rafforzamento delle infrastrutture siciliane, sembra quasi che vi siano più opposizioni all'interno di quest'Aula. Io francamente non ho compreso le ragioni per le quali fuori da qui siamo tutti a favore del ponte sullo Stretto e poi, quando si tratta di un atto parlamentare che non ha - è bene ribadirlo - natura cogente, è semplicemente un impegno, non si riesca a trovare una sintesi scevra da bizantinismi dietro i quali si nasconde di fatto un rinvio sine die di questo dibattito. Ora, vede Presidente, il dibattito su questa infrastruttura è iniziato nel 1969. Io sarei nata molti anni dopo e sono cresciuta sentendo questa favola del ponte sullo Stretto. Oggi, forse, avremmo avuto la possibilità di mettere un tassello verso la realizzazione di questa favola e farla diventare un po' più aderente alla realtà e, invece, continuiamo, anzi continua la maggioranza e il Governo a fuggire dalle sue - scusi Presidente …

PRESIDENTE. Un attimo, onorevole Varchi.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Quindi, io vorrei soltanto capire. Sicuramente il voto su questo ordine del giorno a prima firma del collega Rotelli, del quale sono cofirmataria, sarà emblematico. È il momento di dire chi effettivamente vuole il ponte sullo Stretto di Messina e chi continua a rinviare. È una formula, tra le tante che abbiamo ascoltato questa mattina, che, ovviamente, è un “si” per dire un “no”. Noi, di fronte a questa riformulazione, non possiamo che chiedere all'Aula di esprimere con un voto la posizione di ciascun gruppo parlamentare. Non è più possibile di fronte ad un'opera così importante, non solo per la regione Sicilia e per la regione Calabria, ma per l'Italia intera perché un Sud a scartamento ridotto è una zavorra per l'intera Nazione e noi questo non lo vogliamo; noi vogliamo colmare quel divario che affligge le generazioni di italiani del Sud da troppi anni. Sicuramente questo era un passaggio importante che vedo sfumare in un dibattito distratto all'interno di quest'Aula. Fratelli d'Italia non accetta la riformulazione di questo di questo ordine del giorno. Lo ribadisco: è un “sì” per dire un “no”. Noi non ci stiamo e chiediamo il voto dell'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Micheli. Ne ha facoltà. Per dichiarazione di voto, immagino.

PAOLA DE MICHELI (PD). Non so se i firmatari hanno già detto se accettano la riformulazione del Governo o meno.

PRESIDENTE. L'onorevole Varchi ha detto di non accettare la riformulazione.

PAOLA DE MICHELI (PD). Va bene. Allora, voglio solo fissare due punti, signor Presidente, su questa vicenda. Il primo con grande pacatezza - perché questo argomento è molto, molto complicato - è quello di ricordare che oggi questo Parlamento può discutere ancora della realizzazione del ponte sullo Stretto, grazie ad una volontà, che si è trasformata in atti concreti, del Partito Democratico, che ha voluto l'istituzione della commissione presso il Ministero delle Infrastrutture, una commissione che ha fornito dati oggettivi alle Camere per poter approfondire tutti gli aspetti, che sono molto complessi in termini sia costruttivi che ambientali, e fare una valutazione sui reali impatti sociali di quest'opera. Io credo che il Partito Democratico debba rivendicare, non solo l'avviamento con serietà di questo nuovo percorso, per arrivare ad una decisione il più possibile condivisa - poi le decisioni sono decisioni e quanto saranno condivise lo vedremo -, ma deve anche rivendicare il fatto che oggi sono appostate nel bilancio dello Stato le risorse per completare lo studio di fattibilità dell'opera e, quindi, poi definire successivamente le risorse eventuali per realizzarla oppure decidere di non realizzarla. Io credo che le cose complesse debbano avere un approccio complesso e non semplicistico, come invece a volte appare nella discussione sul ponte sullo Stretto. Allora, la proposta che noi abbiamo fatto - ed è la seconda cosa che volevo comunicare all'Aula - era quella di riformulare l'ordine del giorno, per consentire a tutti di votarlo, in modo tale da fissare la possibilità - anzi l'impegno, non la possibilità - l'impegno del Governo ad utilizzare quei 50 milioni, già appostati nel bilancio, per completare l'iter di studio, di approfondimento e di realizzazione dello studio di fattibilità, come previsto dall'atto di indirizzo del Recovery, che la maggioranza ha votato all'unanimità. Fare un passo alla volta, per arrivare ad una decisione consapevole e approfondita, credo che sia il modo giusto per lavorare e per dare la risposta, che, giustamente, tutto il Sud si aspetta anche dall'attività di questo Governo e di questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Forciniti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-L'A.C'È). Grazie Presidente. Io trovo francamente sconcertante che ciclicamente la classe dirigente di questo Paese non trovi niente di meglio da fare che rivangare ogni volta questo fantomatico progetto del ponte (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è), che poi diventa tunnel sottomarino, poi diventa di nuovo ponte. Rivangando, rivangando, si alza sempre quella coltre di fumo negli occhi che si intende gettare ai cittadini italiani, che ovviamente in un momento come questo hanno tutt'altre priorità, e non potrebbe essere altrimenti. Ancora più sconcertante poi che si parli di ponte o di tunnel sottomarino sullo Stretto in un Governo che ha iniziato questa sua attività sotto le insegne di una fantomatica transizione ecologica. Ma come si fa a parlare di sostenibilità e a mettere insieme questo concetto con il ponte sullo Stretto, che ci richiama di nuovo a quella politica delle grandi opere inutili e fumose (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è - Commenti), di quel cemento buttato sul cemento, che serve solo ad arricchire qualcuno, facendoci dimenticare quelle che sono le vere priorità di questo Paese? Avete la minima idea del fatto che quella è un'area sismica? Conoscete la complessità di quell'ecosistema? Allora, come si fa a parlare di queste cose? Poi, tra l'altro, pensando di voler utilizzare le risorse del PNRR: questo Governo non ha messo un euro per la statale n. 106, la strada della morte, e vorreste mettere i soldi del PNRR nel ponte sullo Stretto (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è)! E la ferrovia Jonica, Presidente! La ferrovia Jonica ha ancora le littorine a diesel e il monobinario! E voi parlate di ponte sullo Stretto ancora oggi e adesso! Se non c'è mobilità interna, né in Sicilia né in Calabria (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è), cosa volete collegare? Sarebbe una cattedrale nel deserto. Allora, per favore, riportiamoci alla realtà, ricolleghiamoci al Paese reale, smettiamola con queste manfrine, che sono solo fumo negli occhi e che non portano a nulla. Abbiamo il dovere, in un momento storico come questo, di essere concreti e di individuare anche bene quali sono le priorità in questo momento. Non dobbiamo prendere in giro i cittadini con queste opere fantasma, che non servono o, comunque, in questo momento, non possono essere assolutamente indicate come una priorità (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

Se non si fosse capito, siamo leggermente contrari a questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dieni. Ne ha facoltà.

FEDERICA DIENI (M5S). Grazie, Presidente. Sono un po', neanche, esterrefatta. Mi aspettavo che si arrivasse a questo, perché siamo in campagna elettorale: ci sono le regionali in Calabria e c'è chi parla ai propri elettori promettendo un fantomatico ponte. Quindi, si vuole andare allo scontro qui, in Aula, e vedere ovviamente la conta di chi vuole e chi non vuole il ponte in quest'Aula.

In questo caso io dico questo: il MoVimento 5 Stelle ha fatto della sua battaglia contro il ponte, ovviamente, uno dei sei punti identitari e questa è una cosa nota, ma non per motivi ideologici. Va sfatata questa cosa.

Io abito a Reggio Calabria, quindi, io so quali sono le necessità della mia città, della città di Messina, che non sono quelle di avere un ponte che, oltre a deturpare un territorio e un ecosistema, non è quello che serve al nostro stretto. Servono delle navi efficienti e a basso impatto ambientale, serve la possibilità che su queste navi in tempo molto rapido si possano far traghettare anche i treni veloci. Questo serve alla nostra terra. Quindi, chiunque parla di altro è semplicemente un imbonitore di sogni.

Però, vorrei dire anche questo. Noi siamo stati disponibili e, quindi, siamo stati favorevoli allo stanziamento di risorse, anche per fare in modo che finalmente venga fatto un altro studio di fattibilità e si metta anche la parola fine, perché ovviamente per vari motivi il ponte è irrealizzabile.

Quindi, dal punto di vista politico, il MoVimento 5 Stelle ribadisce anche la sua contrarietà al ponte e voterà “no” a questo ordine del giorno. Vedremo in quest'Aula qual è la volontà della maggioranza, finalmente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lupi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie Presidente, velocemente. Purtroppo, ho troppo esperienza di dibattito parlamentare, dal 2001, per non poter dire e raccontare che sul ponte sullo Stretto c'è stata discussione, dibattito, scontri ideologici eccetera. Io mi auguro che oggi, nel 2021, e non nel 2001 o nel 2011, quando Monti...

PRESIDENTE. Se, gentilmente, permettete al Governo di ascoltare l'intervento dell'onorevole Lupi…

MAURIZIO LUPI (M-NCI-USEI-R-AC). Non importa, io credo che sia necessario adesso che proviamo a fare un passo in avanti. Nel 2011, il Governo Monti cancellò la società Stretto di Messina e poi ritornò il tema. Forse, occorre riaffrontare questo tema senza bandiere ideologiche, anche perché abbiamo un dato nuovo: lo dico ai colleghi, forse meno esperti di infrastrutture. C'è stata ho sentito prima - e c'è, potrei dire - ignoranza sul tema delle infrastrutture. Non importa la discussione se una grande opera genera tutte le altre opere, o se prima bisogna realizzare le piccole opere e poi la grande opera. Ma c'è un tema fondamentale: oggi abbiamo conquistato un principio, che è quello che l'alta velocità non deve andare solo dove c'è la domanda.

Mi ricordo che, quando io ero Ministro, la discussione con l'allora Ferrovie dello Stato era: l'alta velocità va solo dove c'è la domanda. Quindi, al Sud non può andare, perché la domanda non c'è. Mi ricordo che dopo tanti anni – purtroppo, dopo tanti anni - si è capito che l'alta velocità crea domanda, crea ricchezza, collega il Paese (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). L'abbiamo visto, indipendentemente se eravamo d'accordo sull'alta velocità o no. Io usavo sempre la macchina; per andare a Bologna non uso più la macchina, perché mi è più comodo, è più sicuro, è più compatibile con l'ambiente, perché mi hai fatto una struttura che si chiama Alta velocità e vado da Milano a Bologna in un'ora e non uso più la macchina! Non è più un dibattito ideologico, è un dato oggettivo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Ma, allora, scusate, lo dico agli amici del MoVimento 5 Stelle: ma è mai pensabile fare arrivare l'alta velocità a Reggio Calabria e interrompere l'alta velocità, che è treno, è ferro, non è macchina, eliminando una regione che si chiama Sicilia, che sarebbe esclusa totalmente dal resto dell'Italia? Ma è pensabile realizzare la Palermo-Messina-Catania, finalmente come si sta realizzando attraverso un commissario, e pensare che si finisce lì? Poi arrivi, prendi il traghetto delle Ferrovie, trasporti la merce e aspetti un'ora e mezza. Questa è la sfida della competitività? Abbiamo davanti una grande occasione (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC). Stiamo lavorando tutti insieme, ma perché dobbiamo continuare a sventolare bandiere ideologiche? Sono passati vent'anni!

Allora, questo ordine del giorno - e sappiamo quanto vale un ordine del giorno - è un atto di indirizzo, ma vale di più il PNRR1! Vale di più la previsione che l'Alta velocità fino a Reggio Calabria si farà! Vale di più il fatto che stiamo utilizzando 30,1 miliardi per le opere complementari! Allora sia un segnale, non si tratta di “compatibilmente” o “non compatibilmente”: un Paese come l'Italia, che vuole tornare a crescere, non può permettersi la divisione tra Sud e Nord del Paese, non può permettersi di perdere la competitività che deriva dalla realizzazione delle infrastrutture, quelle materiali e quelle immateriali, sennò ci riempiamo la bocca di divario e continueremo a stare fermi (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC). E credo che sia un appello a tutti, dal MoVimento 5 Stelle al Partito Democratico, che non può non credere e non essere convinto delle parole che sto dicendo. È talmente oggettiva la situazione, non perdiamo questa occasione storica!

Per questo, il mio voto sarà convintamente a favore degli ordini del giorno. Credo che sia sbagliata - lo dico al Governo - la riformulazione fatta, perché è come tenere insieme ciò che non si tiene insieme. Assumiamoci insieme la responsabilità e guardiamo con serietà al futuro dell'Italia, non dei nostri interessi o delle nostre bandiere ideologiche (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alessandro Pagano. Ne ha facoltà. Ha ancora un residuo di 2 minuti e 40 secondi.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Presidente, ci siamo lasciati da un punto di vista della mediazione politica, con un testo che si rifaceva, vado un po' a spanne, a quello che è il richiamo del PNRR. Scopriamo adesso, invece, che il sottosegretario, testualmente, dice: “individuare le risorse necessarie, estendendo la rete ferroviaria”. Né noi della Lega, né Forza Italia, che cofirma questo ordine del giorno, né il gruppo Misto - abbiamo sentito poco fa il brillante intervento di Lupi - vanno nella direzione della nostra mediazione. Quindi, immagino - spero di essere smentito dal Governo - che questa mediazione sia stata frutto solo di una parte politica ben individuata, quella che faceva capannello sotto di lei e sotto il sottosegretario: PD, LeU e 5 Stelle.

Allora, a questo punto, delle due, l'una: o questo è un Governo che ragiona perché ha un Presidente del Consiglio che ha una visione internazionale e una capacità di riuscire a spendere risorse che sono indispensabili per lo sviluppo di questo Paese, oppure ce la raccontiamo una volta sì e una volta no.

Nello specifico, quella volta “no” a cui voglio far riferimento è quella del Ministro Giovannini, che oggi è stato richiamato pedissequamente, testualmente, oserei dire, parola per parola, dall'ex Ministro Paola De Micheli.

Allora, io dico che questa operazione delle tre campate che è stata richiamata dall'ex Ministro dice assolutamente cose non vere, perché - leggo testualmente - “l'agibilità dell'attuale progetto viene garantita nell'intero arco dell'anno anche per il transito ferroviario”. Quindi, Governo, attenzione, perché lei sta proponendo una mediazione che è già superata. Perché? Perché lo certificano i progettisti del contraente generale Eurolink, la società più quotata al mondo in materia di ponti di grande luce e vale quanto indicato nei pareri positivi di tutti gli organi preposti: Consiglio superiore dei lavori pubblici, Ferrovie dello Stato, ANAS, Comitato scientifico preposto, Rina e verificatori indipendenti come Parson.

Se qualcuno, quindi, oggi sta cercando di tergiversare per allungare i tempi per la realizzazione o, peggio ancora, per non fare il ponte sullo Stretto, oggi sta trovando un secco “no”. Qui vi dovete assumere le responsabilità: fuori dai palazzi siete tutti d'accordo per il ponte, dentro i palazzi no.

Allora, qui, oggi, Partito Democratico, LeU e 5 Stelle la finiscano di portare argomenti da terzo mondo, siccome non c'è la via Jonica, che non ha ancora il completamento. Certo, l'ha spiegato bene Lupi: la domanda viene fuori dall'offerta. Se continuate a sostenere argomenti di questo genere, vuol dire che siete ancorati a logiche diverse e spiace che siano ragazzi di trentacinque e quarant'anni a fare ragionamenti che si facevano negli anni Novanta.

Oggi, Presidente, siamo qui di fronte a un fatto che deve trovare una risposta politica, prima ancora che di tipo economico. Noi abbiamo un ordine del giorno, quello a firma Prestigiacomo e di tutti i componenti della Lega…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). …se il Governo dice “no”, si assume una responsabilità e per la parte politica che, evidentemente, sta andando dietro a questo tipo di decisione, le conseguenze saranno altrettanto normali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Furgiuele. Ne ha facoltà.

DOMENICO FURGIUELE (LEGA). Grazie, Presidente. Al di là del merito, sono stati toccati tutti gli argomenti che riguardano la possibilità e le potenzialità che potrebbe avere questa opera di collegamento: la compenetrazione positiva dal punto di vista economico, la questione dell'alta velocità, il Corridoio scandinavo-mediterraneo. In un'epoca in cui si parla di transizione ecologica, siamo esterrefatti di fronte al fatto che non si voglia riconoscere che le emissioni di CO2, proprio in quell'area dello Stretto, stanno facendo danni, in prospettiva, molto preoccupanti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Allora, dopo aver approvato, all'unanimità, in Commissione trasporti una risoluzione, dopo aver approvato in questa Camera le linee guida, pensavamo che gli steccati ideologici fossero stati superati. La riformulazione di questo ordine del giorno svuota quello che è stato un lavoro parlamentare. Allora, quasi quasi, ci viene da chiedere: che cosa stiamo facendo? Quale è il lavoro che si porta avanti nelle sedi istituzionali e con i nostri uffici?

Credo, come qualcuno ha detto prima, che la Calabria, la Sicilia non debbano essere obbligate a scegliere tra un'opera e l'altra, ma debbono avere il diritto di accampare la pretesa di avere tutte le opere necessarie a far ripartire quei territori. Il ponte sullo Stretto non è un'opera meridionale, non è un'opera tra Reggio Calabria e Messina, ma è un'opera europea e l'Europa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) ci chiede di fare questa cosa, perché lo dice e lo prevede nel Piano Trasporti 2050, che ci indica che, entro il 2030, le merci dovranno correre sull'alta velocità almeno per il 30 per cento. Ad oggi, tra Calabria e Sicilia, si va soltanto al 5 per cento.

PRESIDENTE. Scusate, onorevoli, se non sgombrate l'emiciclo, non possiamo procedere. Anche quel capannello lì lo sgombriamo, qui davanti sgombriamo. Onorevole Trancassini, se, gentilmente, anche voi… anche l'onorevole Fiano, così siamo tutti uguali. Onorevole De Micheli… qui davanti, come non detto. Signor Ministro, se magari ci sgombra l'emiciclo possiamo continuare, sennò… signor Ministro, se sgombra l'emiciclo posso continuare, sennò lei non mi fa continuare i lavori dell'Aula. Onorevole Furgiuele, può riprendere il suo intervento, grazie.

DOMENICO FURGIUELE (LEGA). Grazie, Presidente. Probabilmente, ad una tematica così importante si dà il rispetto che qualcuno reputa di dare. Allora io, in conclusione dico: per tutte le ragioni che sono state elencate prima, per quello che ho detto, voterò convintamente questo ordine del giorno e spero – spero - che, finalmente, gli steccati ideologici di cui parlavo prima possano essere abbattuti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Germanà. Ne ha facoltà.

ANTONINO GERMANA' (LEGA). Presidente, io farò un intervento breve, perché non voglio fare perdere ulteriore tempo ai colleghi e all'Aula su questo argomento. Francamente, stiamo parlando di un ordine del giorno, da mezz'ora perdiamo tempo per un ordine del giorno, il cui peso specifico è come quello della carta igienica Scottex, quindi io credo che dobbiamo andare avanti. Su un argomento importante però, un argomento importante che è quello del ponte sullo Stretto, che viene, ancora una volta, trattato in maniera ideologica. Noi non ci meravigliamo dell'atteggiamento dei colleghi del MoVimento 5 Stelle, perché loro sono quelli del giorno e della notte, sono quelli che ci hanno proposto, che hanno proposto agli italiani Conte per due anni, salvo, poi, dire ieri, attraverso il loro leader, il loro vero leader, sul blog, che Conte è incapace, che Conte è anche un incompetente. E non ci meravigliamo neanche dell'atteggiamento dei colleghi del Partito Democratico, perché sono quelli che dicono di volere il ponte, ma sappiamo bene che non lo vogliono neanche loro, ma vogliono continuare a spendere ulteriori somme, ulteriori fondi per fare ancora studi, che sono già stati fatti, mentre sappiamo che l'unica soluzione vera, l'unica soluzione attuabile è quella del ponte a campata unica.

Noi, come gruppo della Lega, tramite il nostro capogruppo Alessandro Pagano, convintamente, abbiamo aderito e abbiamo sottoscritto questo ordine del giorno, ma è quell'ordine del giorno che noi vogliamo votare, e non una riformulazione inaccettabile che ci propone adesso il Governo. E ancora, mentre io parlo, volano pizzini, lì, al banco del Governo (Commenti). Su questo argomento la Lega vuole chiarezza e noi voteremo convintamente l'ordine del giorno in discussione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Siracusano. Ne ha facoltà, per 3 minuti e 40 secondi.

MATILDE SIRACUSANO (FI). Grazie, Presidente. Spiace constatare che purtroppo ancora oggi dopo tutto esiste ancora un dibattito ideologico su questo tema e spiace constatare che siano i colleghi meridionali a porre il tema del dibattito ideologico in nome semplicemente di mera propaganda (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), tenendo in ostaggio lo sviluppo del Mezzogiorno. Noi, qui, rappresentiamo i cittadini e noi, qui, portiamo le istanze che i nostri cittadini ci chiedono di portare in quest'Aula. Quindi, noi abbiamo cercato di trovare un compromesso, ma abbiamo ricevuto soltanto riformulazioni che sono un compromesso al ribasso, che noi non possiamo accettare. Per cui, sottosegretario, ribadiamo l'intenzione di mettere ai voti questo ordine del giorno, così ognuno si prenderà la propria responsabilità di fronte ai siciliani e di fronte ai calabresi.

Poi aggiungo, in riferimento a quanto detto dall'ex Ministro, l'onorevole De Micheli, che noi chiaramente abbiamo apprezzato il suo intervento, però noi abbiamo atteso per 9 mesi che si completassero questi studi, abbiamo atteso per 9 mesi una relazione che poi in Parlamento non è ancora arrivata, perché noi ancora non abbiamo potuto discutere nel merito dei contenuti di questa relazione, che è arrivata subito dopo il voto del Parlamento sul PNRR. Quindi, non abbiamo avuto neanche la contezza dei tempi relativi alla realizzazione del ponte sullo Stretto per capire se poteva entrare nel PNRR. Dunque, noi abbiamo chiesto oggi al Ministro Giovannini di venire in Commissione, perché abbiamo necessità di capire realmente quale sia l'intenzione del Governo sul ponte sullo Stretto. Per cui, sottosegretario, ribadisco la richiesta, da parte di Forza Italia, di mettere al voto questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trizzino. Ne ha facoltà.

GIORGIO TRIZZINO (MISTO). Grazie, Presidente. È paradossale che stiamo discutendo di un'opera che questo Paese, se fosse stato un Paese civile, avrebbe dovuto realizzare già 50 anni fa (Applausi di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Questa è la verità. Noi abbiamo lasciato un'opera incompiuta, cioè non fatta, che ha isolato di fatto un'intera area. La mia posizione è sempre stata palesemente favorevole, ma non perché ritengo che il ponte possa essere risolutivo come infrastruttura della Sicilia, perché la Sicilia ha bisogno di tante altre infrastrutture. Se si farà il ponte bisognerà fare i porti di Augusta e di Gela, per consentire che le navi possano giungere facilmente in quelle aree. Allora, veramente dobbiamo cercare di renderci conto che, in questo momento, la Sicilia ha bisogno di questa infrastruttura, che è fondamentale. A me dispiace differenziarmi rispetto alla posizione del MoVimento 5 Stelle, che non riesco a comprendere, francamente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Pertanto, chiedo l'autorizzazione all'onorevole Prestigiacomo di sottoscrivere l'ordine del giorno (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bruno Bossio. Ne ha facoltà.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Grazie. Io penso che sia importante, Presidente e, tramite lei, anche al Governo, ricordare, come spesso si fa, che il Parlamento è sovrano. Il Parlamento è sovrano nelle diverse articolazioni e vorrei ricordare che proprio su questo decreto-legge, n. 59 del 2021, c'è stato un parere favorevole della maggioranza, con un punto che era: “valutare l'opportunità di reperire adeguate coperture finanziarie per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina come collegamento stabile viario e ferroviario per il completamento della tratta nazionale della linea Torino-Lione”. Questo è il fatto. Non può essere che lo streaming costringa più d'uno a fare in questo momento propaganda elettorale. Non c'è più steccato ideologico sul tema del ponte sullo Stretto, quando la Ministra De Micheli ha incaricato una commissione che ha prodotto un lavoro preziosissimo, rispetto al quale bisogna continuare a discutere; abbiamo chiesto la presenza del Ministro Giovannini in Commissione. Tuttavia, la posizione del Partito Democratico è molto chiara: noi siamo dentro la linea europea.

Allora, non possiamo prestarci a nessun tipo di strumentalizzazione elettorale, perché, in questo momento, c'è una discussione istituzionale parlamentare e tutti dobbiamo avere rispetto del Parlamento e delle sue decisioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la sottosegretaria Sartore. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA SARTORE, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. Il Governo chiede una sospensione di un quarto d'ora.

PRESIDENTE. Un quarto d'ora vi basta, sottosegretaria?

ALESSANDRA SARTORE, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sì, grazie.

PRESIDENTE. La seduta è sospesa. Riprenderà alle 12,15.

La seduta, sospesa alle 12, è ripresa alle 12,25.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Ha chiesto di intervenire la sottosegretaria Sartore. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA SARTORE, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Presidente, chiederei ancora una sospensione fino (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)…

PRESIDENTE. Scusi, non ho sentito l'ora.

ALESSANDRA SARTORE, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Fino alle 13 meno dieci (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)...

PRESIDENTE. Sottosegretaria, scusi, non voglio assolutamente…però, forse, a questo punto, alle 13 i lavori dell'Aula sarebbero sospesi e converrebbe addirittura aggiornarci al pomeriggio, alle 16. Forse questa è la cosa migliore, sottosegretaria, perché riprendere per 10 minuti non avrebbe alcun senso. Riprendiamo alle 16, così abbiamo il tempo anche di…

MAURO ROTELLI (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ho due richieste contemporanee, Rotelli e Zucconi; ditemi voi, non ho nessun problema. Onorevole Rotelli, a lei la parola.

MAURO ROTELLI (FDI). Presidente, io credo che sia opportuno che questa sospensione venga votata dall'Aula, però; non possiamo andare avanti con queste richieste continue e in questo caso credo che il voto sia assolutamente opportuno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trano. Ne ha facoltà.

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). Grazie Presidente, è inaccettabile che ci siano questi stop and go, quindi anche noi chiediamo di far votare l'Aula, perché è veramente imbarazzante quello a cui stiamo assistendo, se si pensa che è un semplice ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Quindi, lo intendo come un intervento contro la proposta di rinvio? Perfetto. Qualcuno chiede di intervenire a favore della sospensione? No, nessuno.

Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di sospensione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva.

Cessazione dal mandato parlamentare della deputata Emanuela Claudia Del Re.

PRESIDENTE. Comunico che, in data 28 giugno 2021, è pervenuta alla Presidenza la seguente lettera della deputata Emanuela Claudia Del Re:

“Signor Presidente, desidero informarla che il 21 giugno 2021 il Consiglio Affari esteri dell'Unione europea, riunitosi a Lussemburgo, mi ha nominata, su proposta dell'Alto rappresentate dell'Unione per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza, Josep Borrell, Rappresentante speciale dell'Unione europea per il Sahel.

L'inizio del mio incarico a Bruxelles è previsto per il 1° luglio 2021 e pertanto con questa lettera desidero rassegnare le mie dimissioni dal mandato parlamentare a partire da quella data. Ritengo, infatti, che tale incarico, in ragione della natura dell'incarico stesso presso le istituzioni europee e del mandato politico del Rappresentante speciale, non consenta il proseguimento del mandato parlamentare.

Continuerò a rappresentare e difendere gli altissimi valori della Costituzione italiana, in cui credo profondamente, e servirò il mio Paese e l'Unione europea in tutti i consessi europei e internazionali, consapevole dell'onore che questo per me comporta.

L'occasione mi è gradita per trasmetterLe i sensi della mia più alta stima.

Firmato: Emanuela Claudia Del Re”.

Quindi, auguri all'onorevole Del Re (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e di buon lavoro.

La Giunta delle Elezioni, nella seduta odierna, ha preso atto delle conclusioni nel senso dell'incompatibilità della carica, formulate dall'apposito Comitato, e delle intervenute dimissioni della deputata Del Re, motivate in ragione di tale incompatibilità.

La Camera prende pertanto atto, a norma dell'articolo 17-bis, comma 2, del Regolamento, di questa comunicazione e della conseguente cessazione della deputata Emanuela Claudia Del Re dal mandato parlamentare.

Sospendiamo la seduta, che riprenderà alle ore 15 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

La seduta, sospesa alle 12,30, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro della Salute e il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali. Invito gli oratori a un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Chiarimenti in ordine al rispetto dei principi di trasparenza, condivisione e imparzialità nei processi decisionali relativi all'emergenza sanitaria – n. 3-02365)

PRESIDENTE. Il deputato Gemmato ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-02365 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Presidente, onorevoli colleghi, Ministro, interrogo il Ministro Speranza circa la mancata condivisione delle notizie relative alla gestione del momento da Coronavirus, le decisioni, i verbali del CTS, l'esistenza o meno di un piano pandemico nazionale. Tutte notizie secretate, che sono state desecretate proprio grazie all'intervento dei parlamentari di Fratelli d'Italia che si sono visti costretti a dover ricorrere, con successo, alla magistratura ordinaria.

Le voglio ricordare, Ministro, che il regolamento sanitario internazionale impone ai Governi di dire la verità al popolo durante la fase pandemica perché proprio il popolo può diventare parte diligente nella risoluzione del momento pandemico stesso.

Infine, le chiedo perché, Ministro, stia di fatto negando questo diritto, impugnando puntualmente tutte le sentenze che, invece, la obbligano a rendere la verità al popolo italiano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO SPERANZA, Ministro della Salute. Grazie, Presidente. Voglio utilizzare questo momento per chiarire come, sin dall'inizio della pandemia, le istituzioni del nostro Paese abbiano assicurato la massima trasparenza nei processi decisionali e nelle informazioni, non solo ai nostri cittadini, ma anche ai nostri partner internazionali.

Considero questo approccio un valore irrinunciabile e un punto di forza nel rapporto proprio tra le istituzioni del nostro Paese e l'opinione pubblica.

Spesso, come è evidente, nel dibattito politico si incrociano teorie e teoremi volti spesso anche ad alimentare comprensibili dinamiche di altra natura; lo capisco, ma mi spiace e riconosco che, in una pandemia, invece, il Paese dovrebbe tutto essere unito. Poi però ci sono i fatti, e i fatti in questa vicenda sono molto chiari e netti e, per quanto mi riguarda, contano più di ogni altra cosa.

Il fatto più rilevante è che l'Italia pubblica, a 45 giorni di distanza, tutti i verbali del proprio Comitato tecnico-scientifico, che è un organismo fondamentale per le decisioni che abbiamo assunto, e l'occasione mi è utile anche per ringraziarlo del lavoro che svolge ogni giorno.

A me non risulta che, in nessun altro Paese europeo e del mondo, avvenga un processo identico a quello italiano di tale trasparenza: pubblicazione di tutti i verbali a 45 giorni di distanza.

Penso che questo valore dovremmo rivendicarlo tutti come democrazia, come Parlamento, come Governo, perché è un valore positivo delle nostre istituzioni, e non continuare, invece, ad alimentare divisioni.

Quanto all'ultima procedura al Consiglio di Stato, rispettiamo chiaramente il lavoro in corso da parte degli organi di gestione della giustizia amministrativa, ma ribadisco che si tratta di resoconti informali interni, non soggetti, dal nostro punto di vista, ad obbligo di pubblicazione. Eppure, anche in questo caso, nonostante le parole che ho appena pronunciato, abbiamo deciso di pubblicare per massima trasparenza tutto sul nostro sito, come voglio ricordare anche in questa sede che sono pubblicati sul sito del Governo tutti i dati relativi alla campagna di vaccinazione, divisi per categorie e territorio per territorio, e oggi segnaliamo di essere arrivati a 51 milioni di dosi già somministrate.

Dico con assoluta franchezza che so che, per pregiudizio politico, mi direte di non essere soddisfatti, ma io continuerò ad insistere e a dirvi sempre che, davanti a una pandemia, al Paese serve unità e non divisioni e polemiche continue (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Il deputato Bignami, ha facoltà di replicare.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, lei ha una strana attitudine a distorcere la realtà dei fatti, perché, se davvero la sua finalità fosse quella di ispirare a unità e a trasparenza la propria azione, non avrebbe costretto Fratelli d'Italia, che le aveva chiesto quei documenti, proprio rispondendo ad un appello alla collaborazione, ad andare davanti a un giudice e lì davanti a quel giudice sentire condannare lei e il suo Ministero a produrre dei documenti che lei ancora oggi sta negando.

Lei ha citato solo un ricorso, dimostrando non solo di non essere informato, ma anche di essere evidentemente mal consigliato, perché vi sono due appelli rispetto ai quali il Ministero ancora oggi intende negare il diritto degli italiani ad avere conoscenza di quei documenti che svelano le fasi iniziali della gestione della pandemia.

Signor Ministro, cosa c'è in quei documenti che lei, ancora oggi, non vuole assolutamente produrre? Si informi presso i suoi uffici, chieda al dottor Andrea Urbani cosa c'era in quel documento elaborato a gennaio, rispetto al quale lei gli scrisse una lettera riservata e rispetto al quale ancora oggi non è stato prodotto quel documento, nonostante la condanna del TAR, perché lei non ha fatto nessun gesto di generosità. Lei ha ottemperato a delle sentenze di condanna del giudice amministrativo che ha obbligato il Ministero a produrlo perché Fratelli d'Italia, tutelando tutti gli italiani, ha preteso che quei documenti venissero prodotti.

Perché non voleva che quei documenti venissero divulgati? Cosa c'è in quei documenti che lei non voleva si sapesse? Per quale motivo, quando gli italiani varcavano Roma Fiumicino, venivano mandati alla Cecchignola, sottoposti a tampone e a quarantena, mentre, lo stesso giorno in cui la città di Wuhan veniva blindata dalle autorità cinesi, i cinesi provenienti da quella città potevano invece girare liberamente senza alcun tracciamento? Perché lei si preoccupava delle operazioni commerciali con la Cina e dei rapporti diplomatici con la Cina? Signor Ministro, ci deve dire qualcosa riguardo ai suoi rapporti con il regime comunista di Pechino (Commenti del deputato Fornaro)? C'è qualche cosa in ordine al fatto che lei, in quei giorni della pandemia, si preoccupava principalmente dei rapporti sussistenti? Perché, evidentemente, signor Presidente, chi cerca di interrompere, quei verbali non li ha letti, ma, se li leggesse, potrebbe trovare elementi di verità che invece oggi fa finta di ignorare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Iniziative volte a evitare sperequazioni territoriali nell'erogazione del reddito e della pensione di cittadinanza – n. 3-02366)

PRESIDENTE. Il deputato Colucci ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi e Colucci n. 3-02366 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

ALESSANDRO COLUCCI (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, Presidente. Signor Ministro, l'Istat ci dice che, in Italia, i nuclei familiari in povertà assoluta sono più di 2 milioni, di cui 775 mila al Sud.

All'INPS risultano beneficiari del reddito e pensione di cittadinanza un milione 574 mila nuclei familiari, di cui più di 942 mila al Sud. Quindi, pur tenendo conto di redditi e pensioni di cittadinanza, revocati o decaduti dal diritto, che ammontano a circa 285 mila, di cui 157 mila al Sud, al Sud ci sono più beneficiari dei bisognosi e, al Nord, la copertura della misura per i nuclei familiari bisognosi è del 30 per cento.

Quindi, la misura manifesta squilibri tra Nord e Sud ed eccede al Sud rispetto al reale bisogno.

Chiediamo, quindi, al Ministro Orlando quali iniziative intenda adottare per superare gli squilibri descritti che provocano spreco di risorse ed evidenziano il fallimento della misura del reddito di cittadinanza (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC).

PRESIDENTE. Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Andrea Orlando, ha facoltà di rispondere.

ANDREA ORLANDO, Ministro del Lavoro e delle politiche sociali. Grazie, Presidente. I dati recentemente diffusi dall'Istat confermano che la pandemia ha determinato una crescita della povertà e della disoccupazione, acuendo delle situazioni preesistenti di squilibrio territoriale, precarietà occupazionale e fragilità sociale. Le evidenze statistiche registrano un'incidenza assoluta della povertà più alta nel Mezzogiorno da 8,6, nel 2019, al 9,4 per cento. Ma la crescita più ampia si registra al Nord: la povertà familiare sale dal 5,8, nel 2019, al 7,6 per cento.

Di fronte a questa crescita nelle regioni del Nord si registra, come rilevato dagli onorevoli interroganti, una disomogenea distribuzione dei nuclei percettori del reddito e della pensione di cittadinanza, maggiormente concentrati nelle regioni del Sud e nelle isole. Occorre, però, osservare che i metodi con cui l'Istat e il reddito di cittadinanza stimano la povertà differiscono in modo sostanziale: l'Istat utilizza come indicatore di povertà il valore dei consumi effettuati dalle famiglie; la soglia per il Nord, infatti, è più elevata di circa 200 euro. Il reddito di cittadinanza, invece, intercetta i poveri sulla base innanzitutto dell'ISEE, quindi di requisiti reddituali e patrimoniali che non risentono di alcuna indicizzazione territoriale dei redditi.

Inoltre, mentre l'Istat si basa su un'indagine rappresentativa della popolazione, i dati del reddito di cittadinanza si riferiscono all'universo di coloro che richiedono e ottengono il beneficio.

Verosimilmente, la condizione economica di partenza più disagiata di individui e famiglie al Sud determina una platea più ampia dei beneficiari. Inoltre, lo squilibrio territoriale che connota la fruizione della misura può anche dipendere dalla maggiore quantità di cittadini stranieri in condizioni di povertà assoluta residenti nel Nord, pari al 29 per cento circa della platea stimata dall'Istat, che solo in parte possiedono i requisiti necessari per accedere al reddito di cittadinanza.

La lettura dei dati statistici ci suggerisce poi alcune riflessioni. Secondo quanto indicato dall'Istat nel suo report, il valore dell'intensità della povertà assoluta - che misura sostanzialmente quanto i poveri sono poveri - registra una riduzione dal 20,3 per cento al 18,7 per cento in tutte le ripartizioni geografiche. Tale dinamica è frutto anche delle misure introdotte a protezione dei cittadini, delle famiglie e delle imprese alle quali, nella fase attuale della ripartenza e nella prospettiva dello sviluppo, devono essere affiancate politiche naturalmente finalizzate al lavoro ed efficaci.

In questa direzione il Governo sta investendo risorse senza precedenti al fine di creare un sistema di protezione sociale rinnovato, che combini il mero sostegno al reddito con politiche attive volte a rafforzare le competenze dei lavoratori e ad accompagnarli nelle transizioni occupazionali.

Naturalmente, tutte queste considerazioni partono da come oggi è congegnata la misura. Il mio Ministero e il sottoscritto sono ampiamente disponibili a un confronto, nei prossimi passaggi utili, per vedere quali possano essere gli aggiustamenti rispetto ai quali eventualmente superare anche alcune distorsioni nelle modalità di registrazione della domanda e, d'altro canto, nel funzionamento stesso dello strumento.

PRESIDENTE. Il deputato Maurizio Lupi ha facoltà di replicare.

MAURIZIO LUPI (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie signor Presidente e grazie signor Ministro. La questione che abbiamo posto è fondamentale perché i dati dell'Istat, come lei ha detto, fotografano una situazione che noi tutti conosciamo: da una parte, il rischio dell'aumento della povertà assoluta, dall'altra l'oggettivo rischio, nel periodo di pandemia, della perdita di posti di lavoro.

Ci sono diversi strumenti che sono stati messi in campo, quelli di welfare, di intervento momentaneo: il reddito di emergenza, la cassa integrazione straordinaria. Quello che noi le chiediamo - e ci va bene l'apertura finale che lei pone - è di guardare in faccia la realtà, perché la serietà di una classe politica e di un'istituzione, indipendentemente dalle bandiere ideologiche, è quella di capire se una misura che è stata fatta funziona e risponde all'obiettivo per cui è stata fatta.

Il reddito di cittadinanza non è una misura di emergenza straordinaria ma era lo strumento - a detta degli altri – attraverso il quale poter intervenire, in un periodo di tre anni, per trovare lavoro alle persone. Qual è il risultato? È sotto gli occhi di tutti. Intanto, quanto abbiamo speso? Abbiamo speso e spenderemo, in tre anni, 18,3 miliardi di euro, quasi 7,3 miliardi l'anno. Quanti hanno trovato lavoro attraverso i navigator e hanno firmato e sottoscritto? Intanto, non tutti quelli che hanno il reddito di cittadinanza hanno sottoscritto il patto di lavoro: su un milione, solo 373 mila. Il dato precedente è della Corte dei conti. Uno su dieci ha trovato lavoro, dice Il Sole 24Ore, uno su dieci! Lo abbiamo pagato 18 miliardi di euro.

Andiamo avanti. Siccome - ha ragione lei - il tema sono le politiche attive del lavoro, domando a lei che, come me, ha una grande sensibilità e conosce la realtà imprenditoriale: ma se noi avessimo speso quei 18 miliardi di euro del reddito di cittadinanza dandoli alle imprese e avessimo detto loro di assumere un milione di persone e che le avremmo pagate, come stiamo pagando il reddito di cittadinanza, non avremmo avuto una risposta migliore? Intanto, sarebbero andate a lavorare.

PRESIDENTE. Concluda.

MAURIZIO LUPI (M-NCI-USEI-R-AC). In secondo luogo - e concludo - avrebbero avuto un luogo di lavoro e di formazione e, in terzo luogo, avremmo speso le risorse migliori.

Infine, lo sa che adesso sta riprendendo il lavoro? Allora, mi scusi: io e lei giriamo, incontriamo le imprese, i ristoratori ci dicono che la maggior parte rispondono: “ho il reddito di cittadinanza, quindi non lavoro perché mi devi pagare in nero”. I metalmeccanici e la meccatronica non trovano persone specializzate e vi è una cooperativa di servizi che dice che da quando è stato introdotto il reddito di cittadinanza non ci va più nessuno.

PRESIDENTE. La ringrazio, deve chiudere.

MAURIZIO LUPI (M-NCI-USEI-R-AC). Allora, se l'obiettivo è pagare meglio, paghiamo meglio, ma dobbiamo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC)

PRESIDENTE. Ha terminato il suo tempo. Grazie.

(Iniziative volte a potenziare il sistema di prevenzione del lavoro irregolare e a garantire il rispetto delle disposizioni in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro con riferimento al settore edile – n. 3-02367)

PRESIDENTE. La deputata Carla Cantone ha facoltà di illustrare l'interrogazione Viscomi e altri n. 3-02367 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

CARLA CANTONE (PD). Grazie, Presidente. Signor Ministro, lo scorso 25 giugno è venuta la firma del decreto ministeriale che definisce un sistema di verifica della congruità dell'incidenza di manodopera impiegata nella realizzazione dei lavori edili pubblici, privati, eseguiti in appalto e in subappalto o da lavoratori autonomi, in attuazione di quanto previsto dall'accordo collettivo del 10 settembre 2020 sottoscritto dalle organizzazioni più rappresentative del settore edile.

Tale provvedimento rappresenta un passo in avanti nella lotta e nella prevenzione del lavoro irregolare e per la sicurezza nei luoghi di lavoro in un settore fondamentale per la ripresa economica del nostro Paese. Quindi, costituisce un'evidente garanzia per la tutela dei diritti e della sicurezza e rappresenta un efficace strumento per il contrasto di forme di concorrenza sleale nei confronti delle aziende sane che rispettano le regole.

PRESIDENTE. Concluda.

CARLA CANTONE (PD). Chiedo - e finisco - quali urgenti e ulteriori iniziative intende adottare, al fine di potenziare il sistema di prevenzione e sicurezza e regolarità del lavoro nel settore dell'edilizia e in tutti i settori, anche in vista dell'attuazione del programma di investimenti previsti dal PNRR.

PRESIDENTE. Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Andrea Orlando, ha facoltà di rispondere.

ANDREA ORLANDO, Ministro del Lavoro e delle politiche sociali. Come evidenziato dagli onorevoli interroganti, in data 25 giugno è stato adottato un decreto ministeriale che introduce a livello nazionale il meccanismo di verifica della congruità della manodopera impiegata nel settore edile sulla base dell'accordo collettivo sottoscritto dalle parti sociali nel settembre dello scorso anno. Si tratta di un intervento attuativo di una disposizione contenuta nel “decreto Semplificazioni” del 2020 al quale, dall'inizio del mio mandato, ho voluto imprimere il massimo impulso, nella consapevolezza che potesse costituire uno strumento concreto nella lotta al lavoro irregolare nel settore dell'edilizia; un settore che, come abbiamo visto, è ripartito con grande forza in ragione del superbonus del 110 per cento e degli investimenti che sono connessi al Recovery Plan.

Abbiamo fatto in modo di valorizzare il dialogo sociale traducendo l'accordo dello scorso settembre in un provvedimento normativo. La verifica di congruità, in particolare nel settore edile, può concorrere infatti a realizzare un'azione di contrasto dei fenomeni di dumping contrattuale, promovendo l'emersione del lavoro irregolare attraverso l'utilizzo dei parametri idonei ad orientare imprese operanti nel settore e assicurando un'effettiva tutela dei lavoratori sia sotto il profilo retributivo sia per gli aspetti connessi alla salute e alla sicurezza.

Al fine delle migliori sinergie istituzionali è stato istituito un sistema di interscambio delle informazioni tra Ministero del Lavoro, Ispettorato del lavoro, INPS e INAIL, Commissione nazionale delle casse edili, che consenta di rendere disponibili gli esiti delle verifiche, nonché i dati relativi ai contratti, ai lavoratori impiegati, alle relative retribuzioni e di programmare più efficacemente l'attività di vigilanza.

Al fine di verificare l'efficacia e il funzionamento del nuovo sistema di congruità della manodopera è costituito un comitato di monitoraggio composto da rappresentanti del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, del Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, dell'INPS, dell'INAIL, dell'Ispettorato nazionale del lavoro, e delle parti sociali che sono firmatarie dell'accordo collettivo del 10 settembre 2020. Come è noto, infatti, è stato avviato il percorso di rafforzamento dell'Ispettorato previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, con l'autorizzazione all'assunzione di circa 2.000 unità presso lo stesso Ispettorato.

Un altro obiettivo, inoltre, attiene alla possibilità di rafforzare, in termini più generali, la qualificazione delle imprese, in modo da valorizzare le aziende che investono di più su comportamenti virtuosi e responsabili, sia sotto il profilo dell'occupazione regolare sia per quanto attiene alle misure di salute e sicurezza. Anche in questa prospettiva, come è stato fatto con il decreto per la verifica della congruità della manodopera, è necessario partire dal dialogo sociale per definire, in maniera quanto più possibile condivisa, un sistema di qualificazione in grado di rispondere in modo efficace e moderno alle sfide che sono già in atto.

Insomma, ritengo che ci si debba muovere lungo due direttrici: sviluppare ulteriormente il filone della qualificazione delle imprese e, per altro verso, capire se lo strumento che oggi stiamo sperimentando nell'edilizia, naturalmente tenendo conto delle specificità degli altri settori, può essere esteso anche ad altri settori. Questo sarà l'impegno delle prossime settimane.

PRESIDENTE. Il deputato Antonio Viscomi ha facoltà di replicare.

ANTONIO VISCOMI (PD). Grazie, Presidente. Grazie, signor Ministro. Quindici anni. Quindici anni, signor Ministro, sono passati da quando la legge n. 296 del 2006 stabiliva di promuovere la regolarità contributiva mediante la definizione di indici idonei a rilevare la congruità del rapporto tra la qualità dei beni e dei servizi offerti e la quantità delle ore di lavoro necessarie. Certo, non sono stati quindici anni facili per il sistema economico e produttivo nel suo insieme, scosso, da un lato, da profonde crisi economiche e grande trasformazione organizzativa e segnato, dall'altro lato, dall'affannosa ricerca di nuovi modelli di regolazione adeguati alla complessità dei lavori e dei mercati del lavoro. A volerla guardare con attenzione, signor Ministro, proprio la vicenda degli indici di congruità, finalmente portata da lei, ora, a compimento, sta lì a ricordare alcuni elementi essenziali per un governo adeguato ed effettivo del mercato del lavoro in società complesse e in situazioni altrettanto complesse come la nostra.

Il primo è che a governare la complessità - lo diceva lei stesso - non basta l'autorità, ma è necessaria la condivisione tra le parti sociali. Non a caso, all'origine del decreto sugli indici vi è l'avviso comune del 2010, così come non a caso, tra ieri e oggi, Governo e sindacati hanno condiviso un percorso in grado di coniugare le esigenze di ripartenza produttiva e la tutela della continuità del reddito dei lavoratori. Il secondo è che autonomia ed eteronomia come fonti di regolazione devono oggi trovare nuovi punti di equilibrio, di reciproca integrazione e rafforzamento, anche mediante l'elaborazione di una nuova legislazione di sostegno, cioè di una cornice giuridica che valorizzi e sostenga l'autonomia delle parti sociali. In situazioni complesse, come quella che stiamo vivendo, è necessario contenere le tensioni verso la destrutturazione del mercato e promuovere, al contempo, condizioni utili ad assicurare la coesione sociale. Il decreto da lei portato a compimento soddisfa tanto l'interesse delle imprese corrette, quanto l'interesse dei lavoratori. Abbiamo atteso 15 anni, certo, ma ora abbiamo a disposizione non solo - e neppure tanto - uno strumento, quanto piuttosto un metodo di lavoro.

L'auspicio è, signor Ministro, che questo metodo possa essere ora sviluppato in tutte le sue potenzialità operative, per contrastare il ricorso al lavoro nero e al dumping da parte delle imprese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Iniziative di competenza in relazione alle condizioni di lavoro e salariali nel comparto della logistica – n. 3-02368)

PRESIDENTE. Il deputato Federico Fornaro ha facoltà di illustrare l'interrogazione De Lorenzo e Fornaro n. 3-02368 (Vedi l'allegato A).

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, come è noto, il 18 giugno 2021 Adil Belakhdim, trentasettenne sindacalista del SI Cobas, è stato travolto ed è rimasto ucciso durante una manifestazione davanti ai cancelli del centro logistico della Lidl a Biandrate. È stata la punta dell'iceberg di una serie di manifestazioni, in un crescendo di tensioni nel settore della logistica. Lei ha giustamente sottolineato come ci sia il rischio di avere, sulla carta, un bel contratto firmato e, poi, un algoritmo digitale che scandisce orari e turni, un algoritmo dentro il quale nessuno è in grado di guardare qual è il vero contratto da rispettare, così come condividiamo la sua impostazione che i grandi gruppi non possono non sentirsi responsabilizzati anche per quello che avviene alla fine della catena, cioè nei confronti dei più piccoli.

Quindi, siamo a chiedere quali iniziative di competenza intenda adottare, coinvolgendo le rappresentanze sindacali e le parti datoriali, affinché vengano affrontati tutti i temi relativi alla logistica e, in particolare, si superino tutte le forme di giungla contrattuale e salariale ora, purtroppo, presenti in particolare proprio in questo settore.

PRESIDENTE. Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Andrea Orlando, ha facoltà di rispondere.

ANDREA ORLANDO, Ministro del Lavoro e delle politiche sociali. La morte di Adil Belakhdim è una ferita profonda per il nostro Paese, che ci impone di mettere fine alle situazioni di sfruttamento selvaggio del lavoro e di lesione dei diritti dei lavoratori, diffusesi con particolare gravità in alcuni settori produttivi. L'Ispettorato del lavoro, nell'esercizio della sua attività di vigilanza, nel 2020 ha riscontrato nel settore della logistica, del trasporto e magazzinaggio un tasso di irregolarità del 71,84 per cento, superiore di oltre 6 punti percentuali rispetto a quello riferito al complesso dei settori produttivi. È stata rilevata un'ampia casistica nella quale meccanismi di decentramento produttivo e la connessa dissociazione tra titolarità del contratto di lavoro e utilizzazione della prestazione hanno fortemente compresso le tutele dei lavoratori. L'elusione della normativa giuslavoristica si manifesta principalmente con l'utilizzo di strumenti di somministrazione fraudolenta della manodopera, degli appalti e dei distacchi, dei contratti di rete, in una dimensione multilocalizzata, anche internazionale.

In tale contesto, le condizioni di sfruttamento dei lavoratori sono sempre più pressanti, in alcuni casi integrano gli estremi del reato di caporalato. In particolare, il mancato godimento del riposo settimanale e giornaliero, delle pause, nonché delle ferie determina condizioni di lavoro che minano alla base l'equilibrio psicofisico dei lavoratori, con impatto diretto sulla salute e sulla sicurezza. Inoltre, si verifica il fenomeno del dumping contrattuale, basato sull'applicazione di contratti collettivi sottoscritti da organizzazioni sindacali prive di reale rappresentatività che consente una consistente riduzione del costo del lavoro. Si tratta di fenomeni sempre più spesso strutturati e complessi, per i quali ho promosso l'istituzione di una task force composta dal Ministero del Lavoro, dall'Ispettorato nazionale del lavoro, dall'INPS, dall'INAIL, dall'Agenzia delle entrate, dal Mise e dai rappresentanti degli altri Ministeri competenti, per condividere le informazioni e realizzare gli interventi congiunti. Parallelamente ai lavori della task force, si svolgerà un confronto costante con le parti sociali, per condividere ogni scelta e responsabilizzare al massimo tutti gli attori coinvolti.

Colgo l'occasione, in questa sede, per comunicare che sto per convocare i sottoscrittori del contratto collettivo della logistica per il giorno 7 luglio prossimo. Ho, inoltre, dato proprio oggi specifica indicazione al Comando dei carabinieri per la tutela del lavoro di condurre una mirata attività ispettiva riguardante la legalità nel settore. L'obiettivo è quello di realizzare le opportune sinergie istituzionali, non solo ai fini del coordinamento delle attività di controllo e di repressione, ma anche per attivare percorsi virtuosi di responsabilizzazione delle grandi imprese e degli operatori di settore.

Aggiungo un concetto che lei ha richiamato: in Europa si sta riflettendo sul fatto di andare oltre la responsabilità delle imprese e ragionare complessivamente sulla responsabilità delle filiere. Credo che questo sia esattamente il terreno sul quale ci dobbiamo muovere anche noi, perché spesso meccanismi organizzativi, di per sé equilibrati e virtuosi, scaricano i loro costi sulla filiera, con degli effetti che sono facilmente verificabili. Credo che questo sia esattamente l'ambito nel quale è necessario andare a guardare e approfondire.

PRESIDENTE. Il deputato Federico Fornaro ha facoltà di replicare.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Ministro, grazie per le sue parole, coraggiose: una fotografia cruda, non degna di un Paese civile come l'Italia ma, purtroppo, una fotografia reale della situazione di questo settore. Lei ha usato parole forti come “sfruttamento”, però i dati che lei ci ha fornito sull'attività ispettiva, con irregolarità al 71,4 per cento, ci dicono che qui c'è un problema enorme, un problema che sfocia - come lei ha ricordato - anche in episodi di caporalato e, in generale, relativo a situazioni di lavoro non degne. È chiaro che qui c'è una questione che sta in qualche modo a monte: è assolutamente necessaria - e noi lo andiamo ripetendo da tempo - una legge sulla rappresentanza. Occorre porre fine alle centinaia, per non dire migliaia, di contratti che spesso vedono come controparte della parte datoriale sindacati che, di fatto, non esistono.

Questa è una questione assolutamente centrale e lei lo ha ricordato: il contratto nazionale quadro della logistica e la necessità che ognuno faccia la sua parte.

Credo che da questo Parlamento debba anche partire un appello proprio alle grandi aziende. Qui non stiamo parlando soltanto dei piccoli, ma soprattutto dei grandi nomi che, ogni giorno, andiamo a toccare e con cui andiamo ad interloquire. Da questo punto di vista, non possono non sentire anche loro la responsabilità, che va al di là della responsabilità sociale dell'impresa.

È la responsabilità di avere alla fine nelle mani del consumatore - e chiudo, signor Presidente - un prodotto in cui, in tutta la filiera, si siano rispettati i diritti, non ci sia sfruttamento, che, insomma, sia una filiera degna di un grande Paese come l'Italia.

(Elementi in merito all'annunciata riforma degli ammortizzatori sociali e agli investimenti per le politiche attive del lavoro, anche in relazione alle iniziative in tema di sospensione dei licenziamenti – n. 3-02369)

PRESIDENTE. La deputata Tiziana Ciprini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02369 (Vedi l'allegato A).

TIZIANA CIPRINI (M5S). Gentile Ministro, è prossimo alla pubblicazione il decreto per prorogare il blocco selettivo dei licenziamenti, con un impegno delle parti sociali ad utilizzare al massimo gli ammortizzatori prima di licenziare.

Come MoVimento 5 Stelle, abbiamo più volte con forza e determinazione chiesto nelle ultime settimane di prorogare il blocco dei licenziamenti per difendere i lavoratori, le lavoratrici e le imprese da una pandemia i cui effetti sul tessuto economico e sociale non si sono ancora esauriti. Siamo contenti che, alla fine, sia stato fatto un intervento nella direzione da noi indicata, ma ora più che mai è necessario premere l'acceleratore per mandare in porto la riforma degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive.

Pertanto, Ministro, le chiedo di avere maggiori dettagli sulla tempistica, anche in relazione alla sospensione parziale dei licenziamenti e delle relative ricadute sociali.

PRESIDENTE. Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Andrea Orlando, ha facoltà di rispondere.

ANDREA ORLANDO, Ministro del Lavoro e delle politiche sociali. Grazie Presidente. Sul fronte della tutela del lavoro, la scelta di accompagnare questa fase così critica con la previsione di un generale divieto di licenziare, unito a strumenti straordinari di integrazione salariale a carico dello Stato, ha evitato al tessuto socio-produttivo di avvitarsi in una spirale di tensione sociale, i cui costi si sarebbero rivelati anche per le imprese molto elevati. Stiamo uscendo gradatamente da questa fase, anche confortati da dati incoraggianti sulla ripresa in atto e sulle attese per il prossimo autunno.

Alcuni settori, però, continuano a manifestare segnali di sofferenza. I dati ci dicono che i più penalizzati sono quelli a prevalenza di donne, giovani e lavoratori con basse competenze. Per questo, nel decreto-legge, che sarà adottato nelle prossime ore dal Consiglio dei Ministri, prevediamo per il comparto più colpito dalla crisi, tessile-calzaturiero, un'ulteriore proroga fino al 31 ottobre del divieto di licenziare e l'erogazione di ulteriori settimane di cassa COVID. Nello stesso tempo, assicuriamo ulteriori 13 settimane di cassa straordinaria per tutte le imprese che non hanno più a disposizione strumenti di integrazione salariale.

Nel segno di una comune e condivisa responsabilità, proprio ieri è stato siglato un avviso tra le parti sociali e il Governo. Da un lato, le parti sociali si impegnano a raccomandare, in alternativa alla risoluzione dei rapporti di lavoro, l'utilizzo degli ammortizzatori sociali previsti dalla legislazione vigente e dal decreto-legge di imminente adozione; dall'altra, si conviene su una rapida conclusione della riforma degli ammortizzatori sociali, sull'avvio delle politiche attive e dei processi di formazione permanente e continua. Sono questi gli indirizzi di riforma sui quali il Governo è impegnato, soprattutto a tutela di chi, pur lavorando, non ha un'adeguata rete di sicurezza contro il rischio di disoccupazione: lavoratori a termine, lavoratori autonomi a basso reddito, ma anche lavoratori informali e migranti.

Relativamente alla riforma degli ammortizzatori sociali è già iniziata la discussione con tutti i ministri interessati sull'impianto della riforma stessa. Essa sarà presentata nelle prossime settimane alle parti sociali e al Parlamento. La riforma mira a garantire tutti i lavoratori, creando un sistema di tutela universale, ma in grado di cogliere la strutturale elasticità delle dinamiche dei diversi settori produttivi, consentendo in tal modo un adeguamento dei trattamenti, differenziandoli secondo le caratteristiche settoriali e dimensionali delle aziende. Al fine di assicurare la massima tutela dei lavoratori in situazione di precarietà e di transizione occupazionale, non vi sarà soluzione di continuità tra le misure emergenziali di integrazione salariale e i nuovi strumenti di protezione previsti dalla riforma.

Voglio dire che l'accordo di ieri, che a mio avviso ha una grande rilevanza politica, può preludere a un accordo di carattere più generale che affronti complessivamente un passaggio delicato, sia dal punto di vista economico che dal punto di vista sociale, come quello che il Paese deve affrontare. Sono convinto, insomma, che, come in altri momenti importanti della storia repubblicana, che hanno visto il nostro Paese stringersi intorno ad un patto che ha definito le priorità e indicato le responsabilità delle diverse forze sociali e delle istituzioni, qualcosa di simile oggi può essere pensato e realizzato, alla luce anche di quel clima positivo che, dopo mesi non sempre facili, si è riuscito a registrare.

PRESIDENTE. Il deputato Cubeddu ha facoltà di replicare.

SEBASTIANO CUBEDDU (M5S). Grazie Presidente, grazie signor Ministro. Se abbiamo posto la questione in quest'Aula oggi è perché il MoVimento 5 Stelle, sin dall'inizio di questa legislatura, ha rappresentato un presidio di difesa dei lavoratori, delle imprese e dei disoccupati e ha cercato di promuovere in ogni modo un impulso, una collocazione lavorativa dei disoccupati attraverso vari strumenti, attraverso ogni iniziativa che potesse riaccostare e riavvicinare i lavoratori alle imprese e le imprese ai lavoratori. Avevamo auspicato che ci fosse un colloquio e un'intesa con le parti sociali e con i sindacati. Come MoVimento 5 Stelle, abbiamo apprezzato che questo incontro ci sia stato, grazie anche all'impulso del MoVimento stesso. Certo, la soluzione adottata è stata quella di un graduale sblocco dei licenziamenti, quando il nostro intendimento era, invece, quello di promuovere ancora una proroga del blocco, vista, appunto, l'attesa della riforma degli ammortizzatori sociali che, come lei ci ha riferito, dovrebbe essere presentata nelle prossime settimane, anche perché a settembre avremmo avuto disponibili dati certi sui settori maggiormente colpiti. Ma apprezziamo molto che sia stato relegato il licenziamento a carattere residuale e, cioè, questo accordo, di cui lei ci ha informato, lascerà in atto tutti gli strumenti di prevenzione, di Cassa integrazione e di tutela dei lavoratori e il licenziamento dovrà essere l'ultima spiaggia. Questo come impegno.

E noi speriamo che tutte le aziende arrivino ad una ripresa al più presto che coinciderà con la ripresa del Paese, senza più dover parlare di licenziamenti…

PRESIDENTE. Concluda.

SEBASTIANO CUBEDDU (M5S). …ma di lavoro e di famiglie, senza problemi, senza sofferenza, senza povertà.

(Iniziative per la tutela dei lavoratori dell'azienda ex Ilva, con particolare riferimento alla sospensione delle procedure di Cassa integrazione – n. 3-02370)

PRESIDENTE. La deputata Fregolent ha facoltà di illustrare l'interrogazione D'Alessandro ed altri n. 3-02370 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

SILVIA FREGOLENT (IV). Grazie, signor Presidente. Nei giorni scorsi, la città di Genova è stata teatro di tensioni e proteste da parte dei lavoratori dell'Ilva per contestare la scelta dei vertici aziendali di fare nuovamente ricorso alla Cassa integrazione per 13 settimane, che interesserà 981 addetti a Genova e fino a 4 mila a Taranto.

La decisione aziendale prevede, inoltre, il ricorso alla Cassa integrazione ordinaria e non alla cosiddetta cassa COVID, legata alle difficoltà economiche dovute alla pandemia.

La decisione dell'azienda ha sorpreso tutti, dato che il 30 giugno prossimo, ossia domani, è attesa la convocazione del CdA di Acciaierie, con l'entrata di tre rappresentanti dello Stato, come conseguenza del nuovo assetto societario, che vede Invitalia al 32 per cento. Una scelta del Governo che testimonia la volontà di investire nel settore dell'acciaio, asse strategico per il rilancio economico del nostro Paese, e sottolineato dall'investimento di oltre 400 milioni nel nuovo assetto societario dell'ex Ilva.

Siamo, pertanto, a chiederle quali iniziative intenda adottare per agevolare le relazioni tra l'azienda e le rappresentanze dei lavoratori e per difendere migliaia di posti di lavoro nel settore dell'acciaio, alla vigilia dell'insediamento del nuovo CdA dell'ex Ilva che vede la presenza di Invitalia, anche richiedendo l'immediata sospensione della procedura per la Cassa integrazione, annunciata dai vertici di ArcelorMittal.

PRESIDENTE. Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Andrea Orlando, ha facoltà di rispondere.

ANDREA ORLANDO, Ministro del Lavoro e delle politiche sociali. Gli eventi più recenti, relativi al nuovo assetto societario di Acciaierie Spa e alla conclusione dell'annoso contenzioso con la passata gestione dell'ex Ilva, sono presupposti fondamentali per la realizzazione del piano del Governo volto al consolidamento produttivo del settore dell'acciaio e alla riconversione verde del polo. Sicuramente, il recente pronunciamento da parte del Consiglio di Stato ha dato un orizzonte, lasciando invariata la necessità di continuare nel percorso di risanamento ambientale che il Ministro Cingolani sta monitorando. Nei prossimi giorni, con l'approvazione del bilancio 2020, che naturalmente ricade interamente sulla responsabilità del socio privato, si completerà il nuovo assetto di governance con l'ingresso nel consiglio di amministrazione dei rappresentanti di Invitalia, che oggi detiene il 40 per cento del capitale.

Ciò consentirà allo Stato di avere un ruolo strategico negli indirizzi e nelle decisioni societarie, che dovranno necessariamente essere ispirate al contemperamento delle esigenze del lavoro e della produttività con quelle dell'ambiente e della salute.

Anche in considerazione del generale contesto favorevole di mercato, nel quale sono percepibili i segnali di una consistente crescita della domanda dell'acciaio, il Governo sta assumendo tutte le iniziative per affermare la dimensione strategica del settore e garantire la tenuta occupazionale. In questa direzione si sta orientando, peraltro, utilizzando le risorse del PNRR, che sosterranno lo sforzo di riconversione ambientale, già previsto dal piano industriale, condiviso da Invitalia al momento del suo ingresso nel capitale della società. In questa fase risulta strategico, per l'avvio di un nuovo corso, mantenere costante l'interlocuzione tra le parti sociali, anche al fine di impedire nuove tensioni.

Com'è noto, Acciaierie d'Italia ha comunicato alle organizzazioni sindacali e a Confindustria l'intenzione di ricorrere dal 28 giugno, per un periodo presumibile di 12 settimane, alla cassa integrazione ordinaria, per un massimo di circa 4 mila dipendenti.

Lo scorso 28 giugno ho avuto modo di partecipare ad un incontro in prefettura a Genova con i rappresentanti sindacali e gli enti locali ed è stata occasione di un confronto utile per un'attenta valutazione della situazione sia dal punto di vista sociale, che economico e produttivo. Giovedì 8 luglio è stato convocato un incontro al Ministero dello Sviluppo economico alla presenza del Ministro Giancarlo Giorgetti e mia, al quale parteciperanno Acciaierie d'Italia, i sindacati e le parti interessate, per discutere delle prospettive industriali e della situazione occupazionale. Confido che, in quella sede, possano essere affrontate le questioni più urgenti relative alla tenuta occupazionale, ma anche individuate le azioni che consentano alla società di riprendere la discussione sul piano industriale, definendo le caratteristiche e i tempi degli investimenti per il raggiungimento della sostenibilità ambientale senza comprimere la produzione.

La discussione dovrà affrontare anche il tema dell'utilizzo degli ammortizzatori sociali e del modo in cui sono stati utilizzati, se effettivamente sono congrui rispetto alle finalità che il piano indica, perché questa è una domanda che credo vada posta e alla quale è necessario sia data una compiuta risposta.

PRESIDENTE. Il deputato D'Alessandro ha facoltà di replicare.

CAMILLO D'ALESSANDRO (IV). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro, in realtà, il suo inciso finale incrocia esattamente la domanda e l'attesa dei lavoratori, ma io credo anche del sistema economico italiano. La decisione dello Stato di entrare nel capitale sociale di un'azienda che era tutta privata, con i problemi che conosciamo, con i pronunciamenti giudiziari che conosciamo, con quella storia che conosciamo, che ha visto la proprietà da un lato e i sindacati non sempre agire nella stessa direzione, con delle conseguenze che sono quelle che ci hanno portato allo stato di fatto di oggi; ma lo Stato sceglie di entrare nel capitale con una partecipazione importante e cambia tutto; devono cambiare le regole del gioco e anche le relazioni tra la proprietà e i lavoratori.

È evidente che bisogna agire su due binari, da un lato, la tutela della salute e dell'ambiente e, dall'altro, la produttività e il lavoro - così come ha fatto riferimento lei -, però è chiaro che il piano industriale va spalmato, va costruito attorno all'obiettivo finale. Quando lo Stato decide di intervenire nel capitale sociale di un'azienda privata, con investimenti importanti pubblici, è evidente che cambiano, come dicevo, le regole, quindi deve cambiare anche il rapporto di maggiore tutela nei confronti dei lavoratori.

Ha mietuto troppe vittime la storia di Acciaierie, non solo da un punto di vista, purtroppo, della salute e dell'ambiente, ma anche da un punto di vista occupazionale. Per questo, io la ringrazio per la sua risposta, noi continueremo a seguire la vicenda, perché riteniamo, al di là della questione del lavoro che per noi prevale, strategica e fondamentale la presenza della filiera dell'acciaio nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

(Iniziative per salvaguardare i livelli occupazionali dell'azienda ex Embraco, anche alla luce dell'imminente scadenza degli ammortizzatori sociali – n. 3-02371)

PRESIDENTE. Il deputato Andrea Giaccone ha facoltà di illustrare l'interrogazione Molinari ed altri n. 3-02371 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

ANDREA GIACCONE (LEGA). Grazie, Presidente. Signor Ministro, con questa interrogazione desideriamo sollecitare la sua attenzione e l'attenzione del Governo sulla vicenda di Embraco, l'azienda brasiliana del gruppo Whirlpool, che nel 2017 ha deciso di licenziare 417 operai dal suo stabilimento a Riva di Chieri (Torino), per trasferire la produzione di compressori per frigoriferi in Slovacchia. Parliamo di uno stabilimento in cui lavoravano 2.500 operai nel 1990, quindi la perdita e questi numeri danno l'idea della perdita occupazionale e della crisi sul territorio.

Veniamo alla storia recente. Whirlpool destina un assegno di 50 milioni di dollari per la reindustrializzazione del sito di Riva di Chieri. La scelta, sostanzialmente, ricade su una società israelo-cinese, Ventures, che produce sistemi per la depurazione delle acque e robot per la pulizia a secco dei pannelli solari, che garantisce la conferma di tutti gli operai. Dopo 14 mesi l'attività produttiva non è affatto ripartita. Il 22 luglio 2021, agli operai scade la cassa integrazione, quindi si chiede se e quali iniziative di competenza intenda adottare per salvaguardare i livelli occupazionali della ex Embraco.

PRESIDENTE. Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Andrea Orlando, ha facoltà di rispondere.

ANDREA ORLANDO, Ministro del Lavoro e delle politiche sociali. Come è noto, la vicenda è da molto tempo all'attenzione del Governo, come lei ha ricordato, in particolare dopo che non ha avuto esito positivo il progetto di “ItalComp”, un progetto di politica industriale integrato, finalizzato a costruire il polo nazionale della componentistica per gli elettrodomestici, che avrebbe potuto salvare l'ex Embraco, individuando quel sito come il centro di eccellenza per la produzione di motori.

Con il nuovo Governo sono riprese le interlocuzioni con l'amministrazione straordinaria. È ancora in corso la ricerca di nuovi investitori e di una nuova partnership privata che creda nel progetto industriale e accetti la scommessa di salvare e rilanciare, insieme ad un socio pubblico, questa grande realtà produttiva.

Per quanto riguarda gli aspetti occupazionali, il trattamento di Cassa integrazione guadagni che riguarda i 400 lavoratori è attualmente in vigore fino a luglio del 2021. Al fine di salvaguardare i livelli occupazionali è stato fatto un intervento concreto: nel decreto-legge “Sostegni-bis” in corso di conversione, abbiamo stabilito la proroga della CIGS di sei mesi fino al 31 dicembre 2021 per le aziende di particolare rilevanza strategica sul territorio che abbiano avviato il processo di cessazioni aziendale e abbiano incontrato fasi di particolare complessità nel percorso di completamento della cessazione e di salvaguardia occupazionale. Questa norma consente all'ex Embraco di sostenere ulteriormente i livelli occupazionali esistenti e offre all'istituzione ulteriore tempo per rilanciare il polo industriale piemontese.

La regione Piemonte ha reso noto che, nella giornata del 23 giugno 2021, la curatela ha presentato istanza di esame congiunto al fine di verificare la possibilità di una proroga di ulteriori sei mesi della CIGS per cessazione, ai sensi dell'articolo 45 del decreto-legge “Sostegni-bis”.

Inoltre, con l'accordo di ieri tra Governo e parti sociali, nel nuovo decreto-legge che il Governo si appresta a varare, sarà inserita la possibilità per tutte le imprese in situazioni di crisi aperta di usufruire di ulteriori settimane di CIGS in deroga alla durata massima.

C'è, quindi, costante impegno da parte del Ministero a sostenere la tenuta occupazionale di tutte quelle situazioni di crisi, come l'ex Embraco, che rischiano di soccombere definitivamente. Naturalmente, il mio compito e il compito del mio Ministero è quello di allungare quanto più possibile questo intervallo. Questo intervallo deve essere utilizzato da investimenti che, in un'economia di mercato, non possono essere realizzati direttamente dallo Stato, a meno di condizioni di carattere eccezionale, che voi meglio di me conoscete, ma che comunque non possono essere determinate dal Ministero del Lavoro.

PRESIDENTE. Il deputato Gualtiero Caffaratto ha facoltà di replicare.

GUALTIERO CAFFARATTO (LEGA). Signor Ministro, Presidente, onorevoli colleghi, sono parzialmente soddisfatto della risposta, anche perché mi rendo conto che lei ha ereditato una situazione incancrenita nel tempo, che ormai è di difficile risoluzione. Purtroppo, forse - e mi spiace doverlo dire -, nella precedente legislatura non si è riusciti ad intervenire e a tamponare un processo che avrebbe dovuto essere chiaro a tutti: la volontà di Embraco e, quindi, della casa madre Whirlpool di trasferire tutta la produzione e l'enorme know-how acquisito da decenni dalle maestranze e dalla dirigenza italiana: Eh sì, perché Whirlpool acquistò l'azienda negli anni Ottanta dalla storica Aspera, gruppo FIAT, un'azienda che aveva ben cinque siti produttivi, ma tutti nel torinese e in Lombardia.

Mi scusi, signor Ministro, se sono particolarmente accalorato sulla vicenda, ma in questa azienda ho lavorato per oltre 15 anni. Ho avuto modo di conoscere gran parte delle maestranze e della dirigenza, per cui conosco molto bene la crescita esponenziale del sito di Riva Presso Chieri che, a fine anni Ottanta, ebbe una notevole espansione per l'accorpamento di tutti i siti produttivi. L'ho visto ampliarsi, ho visto nascere i nuovi capannoni, insediarsi nuove linee produttive e poi man mano, purtroppo, ho vissuto la decrescita, con trasloco graduale prima in Brasile, poi anche in Cina e in Slovacchia e mi sembra incredibile non si sia potuto fermare in tempo quello che, ad oggi, è sotto gli occhi di tutti.

Signor Ministro, auspico che lei e il Governo facciate tutto il possibile per salvaguardare il livello occupazionale degli ultimi circa 400 lavoratori.

Pur rendendomi conto che ormai i miracoli non si possono fare, è indispensabile che il Governo lavori da amico delle imprese, facendo il massimo per creare l'arrivo in questo e in altri siti di altre imprese che creino posti di lavoro. È chiaro che i processi portati dalla delocalizzazione prima e dalla contingenza del COVID poi hanno impattato pesantemente anche sulla realtà piemontese.

PRESIDENTE. Concluda.

GUALTIERO CAFFARATTO (LEGA). Quindi, confido che lei e l'intero Governo attenzioniate con il massimo impegno le molte crisi aziendali sparse nella mia regione, come, ad esempio, la situazione grave che si sta verificando in Caffarel a Luserna San Giovanni, dopo la sua acquisizione, pochi anni fa, dal gruppo Lindt.

Non vorrei rivivere la vicenda Embraco a pochi chilometri da casa mia.

(Elementi in ordine alla procedura per il conferimento al dottor Bruno Giordano di un incarico direttivo presso l'Ispettorato nazionale del lavoro – n. 3-02372)

PRESIDENTE. La deputata Renata Polverini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02372 (Vedi l'allegato A).

RENATA POLVERINI (FI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, come lei sa bene, già nel mese di maggio diverse fonti di stampa avevano annunciato l'intenzione di procedere alla nomina alla direzione dell'Ispettorato nazionale del lavoro del magistrato dottor Bruno Giordano, esperto di diritto della sicurezza sul lavoro. Ad oggi la nomina, come sappiamo, è ferma, non è stata ancora ufficializzata e sembra che le procedure non siano ancora state completate.

Il tema della sicurezza sul lavoro, lei sa, è importante per il suo Dicastero, ma soprattutto è un tema sul quale la sensibilità politica deve essere molto forte, anche rispetto ai dati che ancora ogni anno si sommano.

Allora, insieme al capogruppo Occhiuto, le chiediamo quale sia lo stato dell'arte della procedura per il conferimento dell'incarico al dottor Bruno Giordano, di cui abbiamo parlato, e se vi siano circostanze ostative in tal senso.

PRESIDENTE. Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Andrea Orlando, ha facoltà di rispondere.

ANDREA ORLANDO, Ministro del Lavoro e delle politiche sociali. Voglio ringraziare davvero particolarmente l'interpellante, l'onorevole Polverini, perché, come è noto, ho deciso di proporre la nomina, come è stato ricordato, del magistrato ordinario, dottor Bruno Giordano, a direttore capo dell'Ispettorato nazionale del lavoro in considerazione della sua qualificazione professionale e della sua indiscutibile competenza in materia di sicurezza sul lavoro.

L'organo di vertice dell'Ispettorato si è reso vacante, ai sensi dell'articolo 3, commi 1 e 2, del decreto legislativo n. 149 del 2015, dal 19 maggio scorso. Già il 3 maggio ho avviato le procedure propedeutiche al conferimento dell'incarico che presuppongono innanzitutto il collocamento fuori ruolo del dottor Giordano dall'amministrazione di appartenenza. Ho, quindi, richiesto contestualmente al vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura la preventiva autorizzazione al collocamento fuori ruolo e al Ministro della Giustizia l'adozione dei provvedimenti necessari all'assunzione dell'incarico. Il 17 maggio il consiglio direttivo della Corte di Cassazione, ufficio di appartenenza del dottor Giordano, ha espresso parere favorevole al collocamento fuori ruolo del magistrato. Il 22 giugno la terza commissione del Consiglio superiore ha dato un preventivo parere favorevole al collocamento fuori ruolo, che dovrà essere deliberato dal plenum in una prossima seduta.

All'esito favorevole di tale procedimento, proporrò la nomina del dottor Giordano al Consiglio dei Ministri, ai sensi del citato articolo 3 del decreto legislativo n. 149 del 2015.

Confido in una celere conclusione delle procedure previste per il conferimento dell'incarico e sono certo che l'apporto, che potrà venire dal dottor Giordano, risulterà prezioso nel processo di rafforzamento dell'Ispettorato del lavoro e nell'attività di vigilanza e di prevenzione per la sicurezza sul lavoro, già avviata dal Governo.

Resto, diciamo così, in fiduciosa attesa.

PRESIDENTE. La deputata Renata Polverini ha facoltà di replicare.

RENATA POLVERINI (FI). Grazie, Ministro. Rimaniamo anche noi, insieme a lei, in fiduciosa attesa, anche perché sappiamo bene quanto sia importante il ruolo che dovrà svolgere - ci auguriamo che lo possa svolgere - il dottor Bruno Giordano.

L'Ispettorato nazionale del lavoro ha un ruolo fondamentale. È nato con una grande forza ma sostanzialmente anche con grandi controversie interne che arrivano soprattutto da coloro che vedono in qualche modo un conflitto di competenza. Sappiamo che gli ispettori del lavoro fanno capo all'INPS, all'INAIL e alle ASL (quindi, alle regioni). Ci rendiamo conto che non è facile gestire una situazione così complessa e lo dico da sindacalista ma anche da ex presidente di regione. Non è semplice ed è il motivo per cui auspichiamo che una persona con un curriculum come quello del dottor Bruno Giordano possa ricoprire quel ruolo.

Lei sa che anche le organizzazioni sindacali si sono fatte portatrici di un messaggio molto forte affinché l'Ispettorato possa avere una guida solida. Ecco, auspichiamo - ma non abbiamo dubbi, vista la sua sensibilità - che si possa realmente e nella maniera più celere possibile procedere alla nomina.

(Iniziative per la creazione di nuovi posti di lavoro, alla luce delle ricadute occupazionali dell'emergenza pandemica – n. 3-02373)

PRESIDENTE. Il deputato Carlo Ugo De Girolamo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02373 (Vedi l'allegato A).

CARLO UGO DE GIROLAMO (CI). Grazie, Presidente. Signor Ministro e colleghi, la questione che anche noi portiamo alla sua attenzione e all'attenzione di questa Camera costituisce, al pari della questione sanitaria, la priorità del momento, e l'abbiamo capito anche dagli interventi di chi mi ha preceduto. Mi riferisco al già citato annuncio del Governo di voler sbloccare i licenziamenti in maniera selettiva, mantenendo, però, il blocco fino al 31 ottobre solo per quei settori più in crisi, come il tessile, il calzaturiero e la filiera della moda. Quindi, di fatto si tratta di un blocco selettivo e non possiamo che apprezzare tale scelta che denota certamente un segnale di attenzione proprio verso quei settori oggi più in difficoltà, come il comparto della moda. Però, Ministro, se è vero che fare previsioni su quanto accadrà da luglio è difficile, è altrettanto vero che non possiamo permetterci, da un lato, di lasciare indietro i lavoratori e, dall'altro, di non dotare le nostre imprese di strumenti in grado di coniugare il libero esercizio di impresa con la creazione di nuovi posti di lavoro e con la loro tutela e salvaguardia.

PRESIDENTE. Concluda.

CARLO UGO DE GIROLAMO (CI). Per questi motivi le chiediamo, Ministro, quali iniziative intenda assumere il Governo per sostenere l'occupazione e favorire la nascita proprio di nuovi posti di lavoro.

PRESIDENTE. Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Andrea Orlando, ha facoltà di rispondere.

ANDREA ORLANDO, Ministro del Lavoro e delle politiche sociali. Come ho già ricordato, il Governo si appresta a varare ulteriori misure di protezione delle imprese e dei lavoratori ispirate ad una logica selettiva, come lei ha ricordato. Esse si aggiungono ad altri strumenti già operanti che consentiranno alle imprese di affrontare le ristrutturazioni e di intercettare la ripresa economica. Certo, il rischio sociale, come si è convenuto, esiste, anche perché non è detto che la ripresa interessi in maniera omogenea tutti i settori e consenta di recuperare occupazione laddove si è perduta. Credo, però, sia stato predisposto un ventaglio articolato di strumenti per gestire e prevenire auspicabilmente il rischio della disoccupazione.

Questi strumenti, legati al contesto emergenziale, devono essere affiancati da interventi strutturali e di ampio respiro che consentano al Paese di intervenire e di invertire la tendenza al declino degli ultimi decenni, nonché di intraprendere il percorso dello sviluppo sostenibile. Da questo punto di vista, sarà importante anche accompagnare con le politiche attive del lavoro le politiche industriali, in modo che si garantisca quanto più possibile che gli investimenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza ricadano nel nostro Paese.

L'emergenza pandemica ha stimolato una rinnovata attenzione alle questioni legate alla crescita della produttività e alla piena e buona occupazione. A questo fine è necessario sostenere le imprese nel percorso di innovazione e transizione green e digitale, presupposti che sono ineludibili anche per la tenuta dei livelli occupazionali.

Segnalo che l'azione del Governo a sostegno delle imprese è stata altrettanto decisa. Ricordo, in proposito, le numerose misure contenute nel decreto-legge cosiddetto Sostegni-bis, attualmente in conversione proprio presso questo ramo del Parlamento. Penso, solo per citare alcuni istituti, all'introduzione del contratto di rioccupazione e all'esonero contributivo al 100 per cento per i dipendenti del settore del commercio e del turismo che, in alternativa al ricorso alla Cassa COVID, sono riportati al lavoro.

Stiamo lavorando anche per rafforzare uno strumento molto caro alle imprese, il contratto di espansione, che si è rivelato particolarmente utile per la gestione della riorganizzazione aziendale per le transizioni occupazionali.

Sempre con il decreto-legge cosiddetto Sostegni-bis abbiamo ridotto la soglia minima di dipendenti necessaria per poter utilizzare lo strumento.

Stiamo ora valutando l'introduzione di ulteriori agevolazioni contributive in favore delle imprese che stipulano questi contratti, in particolare prevedendo uno sgravio contributivo totale per chi instauri partnership con gli ITS o università, ovvero per chi decida di assumere donne e giovani in apprendistato. Non si può trascurare, in questa pur rapida ricognizione, la norma contenuta, invece, nel decreto-legge Semplificazioni, anch'esso in conversione qui, alla Camera dei deputati, volta a recepire la clausola di condizionalità prevista nel PNRR, con la quale si obbligano le imprese che vogliono partecipare all'attuazione del Piano ad assumere almeno il 30 per cento di donne e di giovani.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il deputato Carlo Ugo De Girolamo.

CARLO UGO DE GIROLAMO (CI). Grazie, Presidente. La ringrazio, signor Ministro, per la sua risposta, per le sue parole in merito anche all'accordo che, citava, il Governo ha concluso ieri con i sindacati. Un accordo che impegna le aziende a utilizzare gli ammortizzatori sociali prima di procedere ad eventuali licenziamenti ci conforta e ci sembra un segnale importante, perché intanto, viene data una prima risposta a quei tanti lavoratori che in questo periodo avevano preoccupazioni su cosa sarebbe successo nei prossimi giorni e nelle prossime settimane. Dobbiamo, però, essere sinceri: il “decreto Blocca licenziamenti” è stata una scelta obbligata, dettata dalla crisi pandemica; e qui il paradosso: se è pur vero che ha tamponato una crisi in un momento difficile, non è servito, però, né a salvare, né tantomeno a creare posti di lavoro, perché in questo anno e mezzo 900 mila lavoratori hanno visto sfumare la propria occupazione. Occorre, quindi, cambiare approccio. E oggi, non dovendo più tamponare l'emergenza, dobbiamo predisporre un sistema che possa intercettare la ripresa, una ripresa che sarà importante, date le stime di crescita del PIL, di circa il 5 per cento.

Ministro, quindi, la buona politica deve compiere scelte lungimiranti e coraggiose e non è certo tramite l'assistenzialismo cronico del reddito di cittadinanza che, ad esempio, si risolvono i problemi o si producono investimenti. E lo dico, prima che da parlamentare, Ministro, da giovane ricercatore: io ho investito tanto sulla mia formazione e vorrei che questo Paese - davvero lo dico col cuore - investisse con più convinzione sui giovani, sulla formazione finalizzata al lavoro e la creazione di nuova occupazione. In tal senso, apprezzo le parole che lei ha poc'anzi espresso, soprattutto sull'apprendistato.

Accogliamo con favore l'impegno di procedere a riformare gli ammortizzatori sociali. Concludo, Presidente, usando una metafora calcistica, in tema di Europei, e mi auguro me lo perdonerà: dobbiamo tutti giocare questa partita in attacco, e non certo in difesa; per giocare in attacco ci vuole coraggio, il coraggio di puntare sul mondo dell'impresa, il coraggio di abbattere il costo del lavoro, di tagliare, quindi, il cuneo fiscale. E, quindi, solo un'economia in crescita potrà creare nuove opportunità e nuovi posti di lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Sospendo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle 16,10.

La seduta, sospesa alle 16,05, è ripresa alle 16,15.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascari, Battelli, Cavandoli, Cirielli, Comaroli, Covolo, Del Barba, Delmastro Delle Vedove, Fassino, Gebhard, Giachetti, Lapia, Lupi, Maggioni, Magi, Migliore, Mura, Palazzotto, Perantoni, Schullian, Silli e Tasso sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente 97, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preannunzio di elezioni suppletive.

PRESIDENTE. Comunico che la Giunta delle elezioni, nella seduta odierna, ha verificato che il seggio di deputato nel collegio uninominale 11 - Roma - Quartiere Primavalle della XV Circoscrizione Lazio 1 deve essere coperto mediante elezioni suppletive, ai sensi dell'articolo 86, comma 3, del testo unico delle leggi per l'elezione della Camera dei deputati, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361.

Tale seggio - attribuito con il sistema maggioritario ai sensi dell'articolo 77, comma 1, lettera b), del medesimo testo unico - si è reso vacante a seguito della cessazione dal mandato parlamentare della deputata Emanuela Claudia Del Re, in ragione delle dimissioni presentate dalla medesima deputata dopo l'assunzione della carica incompatibile di Rappresentante Speciale dell'Unione europea per il Sahel, di cui la Camera ha preso atto nella seduta odierna.

Modifica nella composizione di un gruppo parlamentare.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 30 giugno 2021, la deputata Piera Aiello ha dichiarato di dimettersi dalla componente politica “Centro Democratico”, continuando ad aderire al gruppo parlamentare Misto.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 3166.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 3166​)

PRESIDENTE. Chiedo alla rappresentante del Governo se intenda modificare o confermare il parere già espresso sugli ordini del giorno n. 9/3166/46 Rotelli e n. 9/3166/62 Prestigiacomo.

ALESSANDRA SARTORE, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. Intendo modificare il parere di entrambi nelle stesse modalità. Leggo l'impegno: “ad adottare le opportune iniziative al fine di individuare le risorse necessarie per realizzare un collegamento stabile, veloce e sostenibile dello Stretto di Messina, estendendo così la rete dell'alta velocità fino alla Sicilia” (Applausi).

PRESIDENTE. I presentatori accolgono?

Ha chiesto di parlare il deputato Rotelli. Ne ha facoltà.

MAURO ROTELLI (FDI). Grazie, Presidente. Apprezziamo, sottosegretario, lo sforzo di trovare una formula di condivisione rispetto a questo ordine del giorno, anche se c'è questa parte nella quale si continua a parlare di questo collegamento stabile, Presidente, quando noi, nell'ordine del giorno, avevamo parlato in maniera molto più chiara naturalmente del ponte sullo Stretto. Mi sento di dire, a nome del gruppo, che accettiamo questa riformulazione e che, comunque sia, chiediamo ugualmente che l'Aula possa votare l'ordine del giorno accettato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3166/46 Rotelli, così come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 3) (Applausi).

Onorevole Prestigiacomo, accetta la riformulazione del Governo sul suo ordine del giorno n. 9/3166/62?

STEFANIA PRESTIGIACOMO (FI). Presidente, accetto la riformulazione e non chiedo che venga votato.

PRESIDENTE. Accetta la riformulazione e non chiede che venga votato, la ringrazio.

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3166​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Antonio Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE-PSI). Grazie, Presidente. Noi ci apprestiamo a votare il decreto-legge cosiddetto “Fondone”, cioè la conversione del decreto n. 59 del 6 maggio 2021, che stanzia 30 miliardi e 600 mila euro di risorse nazionali ad integrazione dei progetti previsti nel Piano di ripresa e resilienza. Una vasta serie di interventi che si riferiscono…

PRESIDENTE. Deputato Tasso, aspetti. Dobbiamo attendere che i colleghi facciano silenzio perché in queste condizioni non è possibile lavorare, quindi porti pazienza. Aspettiamo qualche secondo insieme. Colleghi deputati… colleghi deputati, ci sono in corso dichiarazioni di voto, quindi chi vuole parlare con qualche collega può farlo fuori dall'Aula; non ci sono votazioni, quindi non c'è alcun problema. Però, chi sta in Aula deve mantenere un contegno e consentire soprattutto ai colleghi di svolgere il proprio lavoro.

Deputati Buffagni, Scagliusi, Labate, Scerra, deputato De Luca, deputato De Menech, potete prendere posto oppure accomodarvi fuori per parlare. Colleghi deputati! Se non arrechiamo disturbo, vorremmo proseguire i nostri lavori (Applausi di deputati del gruppo Misto)!

Prego, deputato Tasso, mi pare che ci siamo. Può riprendere il suo intervento.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE-PSI). Grazie, Presidente. Allora, ribadisco: noi ci apprestiamo a votare il cosiddetto decreto-legge “Fondone”, cioè la conversione del decreto n. 59 del 6 maggio 2021, che stanzia 30 miliardi e 600 mila euro di risorse nazionali, a integrazione dei progetti previsti dal Piano di ripresa e resilienza. È una vasta serie di interventi che si riferiscono ad una platea variegata. Io mi soffermerò su alcuni di essi che si rivelano preziosi per la ricaduta territoriale a cui - è notorio - presto una particolare attenzione. Quindi, quando leggo che vi sono risorse per 1,2 miliardi destinate ai contratti di filiera al Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, di cui 15 milioni per gli allevamenti estensivi e senza gabbie, ne sono, come dire, rinfrancato perché tutte le proposte emendative in precedenti provvedimenti e quelle proposte poi avanzate al Ministero competente avevano, ed hanno tuttora, quindi, una certa fondatezza. Non è che avessi dubbi su questo, data anche la competenza degli enti con cui abitualmente mi rapporto nella stesura di queste proposte. Questa attenzione all'agricoltura riveste una particolare importanza soprattutto in riferimento all'emergenza climatica e ambientale che, a livello planetario oserei dire, stiamo attraversando e che sta mostrando tutta la sua drammaticità. Non per nulla - apro una breve parentesi - il Canada, dopo gli accadimenti di Vancouver, ha dichiarato lo stato di emergenza ambientale; anche se poi - faccio una breve sottolineatura - si tratta di un caso classico in cui si predica in un certo modo e si agisce in un altro, in quanto il Governo canadese ha approvato un gasdotto di 620 miglia che attraversa montagne e foreste ed è molto contestato dalle associazioni ambientaliste canadesi. Detto questo, è consequenziale l'attenzione che si dovrà avere verso l'impatto ambientale dovuto alla carenza di acqua in agricoltura e, conseguentemente, per ciò che concerne gli allevamenti nelle zone svantaggiate.

I 285 milioni in quattro anni per investimenti nell'inclusione sociale e nel risanamento urbano, nel rispetto degli obiettivi di transizione verde e della rigenerazione urbana sostenibile - che riguardano i comuni con una popolazione tra i 50 mila e i 250 mila abitanti e i capoluoghi di provincia che abbiano un numero inferiore ai 50 mila abitanti - mi fanno sperare che si possa avere un rilancio anche di queste realtà che vivono un periodo di disagio sociale e civico molto grave. Il sottoscritto, vivendo una situazione che rientra in questa casistica, propria del mio comune di residenza, ne è purtroppo buon testimone e la realtà territoriale di cui mi sto occupando necessita di questi aiuti, oltre che naturalmente di persone di buona volontà che vogliano finalmente dare una svolta allo stato delle cose e non permettere che la rassegnazione e il fatalismo continuino ad influenzare e a governare gli eventi.

Un tema che spesso ho evidenziato anche in quest'Aula è quello del potenziamento delle strutture e delle tecnologie sanitarie, che andrà a sopperire quelle carenze evidenziate, direi anche in maniera esponenziale, durante questa crisi pandemica. Quindi, l'ulteriore immissione di 500 milioni alle iniziative di ricerca per tecnologie e percorsi innovativi in ambito sanitario e assistenziale va in una giusta direzione, così come i 2,3 miliardi previsti per programmi di prevenzione, protezione e per la medicina territoriale, sulla quale tanto abbiamo dibattuto e che sarebbe un rimedio molto importante di contrasto all'emergenza pandemica.

L'attenzione, poi, riservata alla cultura, con i 1.455 milioni per il Ministero preposto, destinati ad un piano di investimenti strategici sui siti del patrimonio culturale, edifici e aree naturali ci porta a ritenere che ci si incammini verso un ulteriore riconoscimento che l'arte e la cultura, soprattutto nel nostro Paese, sono elementi fondamentali sia per l'ambito economico che per quello sociale.

Avendo particolarmente a cuore alcune questioni legate all'infrastrutturazione, non posso che accogliere favorevolmente gli oltre 9 miliardi destinati al Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili per il rinnovo delle flotte, il rafforzamento delle linee regionali, il rinnovo del materiale rotabile, il programma Strade sicure, il monitoraggio dinamico per il controllo remoto di ponti, viadotti e tunnel - e Dio solo sa quanto abbiamo bisogno di questa attività di monitoraggio - lo sviluppo e l'accessibilità marittima dei porti, l'elettrificazione delle banchine e delle aree interne.

La considerazione poi per l'edilizia, con la proroga del superbonus, con i fondi per gli interventi per le aree terremotate, unitamente ad altre previsioni di interessamento per l'istruzione, quanto mai opportune in una situazione di emergenza sanitaria in cui sono venute a galla tutte le criticità in questo settore, aggiungo anche l'ambito penitenziario e la cittadinanza digitale, fanno di questo provvedimento un'azione utile ed opportuna che avrà naturalmente il voto favorevole della componente MAIE- PSI (Applausi dei deputati del gruppo Misto-MAIE-PSI).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Lorenzo Fioramonti. Ne ha facoltà.

LORENZO FIORAMONTI (MISTO-FE-FDV). Grazie, Presidente. Con questo intervento annuncio il voto favorevole della nostra componente Facciamo Eco-Federazione dei Verdi. Siamo favorevoli all'idea che ci sia uno stanziamento ulteriore di finanziamenti, con risorse tutte italiane per affiancare il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Lo dico al sottosegretario, ai responsabili, ai rappresentanti del Governo: questo PNRR è un'opportunità più unica che rara, però è largamente insufficiente se non contribuirà a cambiare il nostro sistema economico e industriale in maniera radicale. Questo significa anche cambiare la politica fiscale, la politica degli investimenti nazionali e così via. Duecento miliardi, in un Paese che ne ha dieci volte di più di prodotto interno lordo, non cambiano radicalmente il Paese, se non cambiano, appunto, le regole con cui continuiamo a mandare avanti la nostra economia.

Per questo, siamo favorevoli all'idea che vi siano delle risorse aggiuntive, ma ci aspettiamo che si faccia molto di più già nella legge di bilancio della fine di quest'anno: una riforma fiscale che vada nella direzione giusta, che prenda sul serio le cose che questo Governo spesso ha detto, ma non sempre ha fatto, come un po' fa la politica in questo Paese da tanto, troppo tempo.

L'emergenza ambientale è un'emergenza sociale, un'emergenza economica, un'emergenza di lavoro, un'emergenza tutta collegata. La pandemia ce lo ha insegnato, quando inneschiamo percorsi che non sappiamo controllare, dal punto di vista sanitario e naturale, e ricordiamo sempre che il virus che ci ha colpito non è che sia venuto da Marte: se, attraverso l'azione dell'uomo, diretta o indiretta, si è scatenato un percorso incontrollato, ciò è avvenuto anche in virtù di un rapporto completamente scellerato nei confronti delle risorse naturali.

Se oggi il Canada dichiara lo stato di emergenza, con 50 gradi a Vancouver ed oltre 200 morti, se i climatologi di tutto il mondo dicono che questa situazione era completamente imprevedibile con la scienza climatica che noi abbiamo, significa che stiamo entrando in un'era completamente diversa, in un'era in cui questo Parlamento dovrebbe preoccuparsi solo esclusivamente di come utilizzare tutte le risorse che ha dal primo all'ultimo euro per cambiare il nostro modello industriale, prima che ci distrugga.

Questa dovrebbe essere la preoccupazione complessiva dopo un anno e mezzo di pandemia, anch'essa scatenata da un rapporto scellerato tra uomo e natura, l'unica preoccupazione.

Quindi, per esempio, una cosa che ci trova estremamente preoccupati, anche sulla base della struttura del Fondo aggiuntivo complementare di 30 miliardi che votiamo oggi e dei 190 miliardi del PNRR, è il fatto che tre agenzie indipendenti - una italiana, una tedesca e una inglese - abbiano valutato i Piani nazionali di ripresa e resilienza di tutti i Paesi che hanno beneficiato del Next Generation EU e l'Italia sia arrivata ultima, in quanto ad aspettative di effetti benefici sulle questioni centrali che hanno a che vedere proprio con la transizione ecologica dell'economia; ci si aspetta che solo il 13 per cento degli investimenti fatti andranno a beneficio di una riconversione complessiva del nostro comparto industriale e, quindi, con un effetto positivo sul clima e sulla lotta alla biodiversità.

Questo è scoraggiante, se non addirittura inaccettabile, visto che, forse, sarà l'unica possibilità che la nostra generazione avrà di avere un impatto positivo. Siamo noi a dover decidere se saremo il prossimo Canada, se conteremo i morti, se conteremo i posti di lavoro persi, se conteremo il fatto che le nostre aziende non saranno in grado di competere perché non le abbiamo messe nelle condizioni di poter accelerare quella rivoluzione tecnologica che noi oggi - spesso sbagliando - vediamo come qualcosa da rimandare o da contrastare addirittura, come nel caso della direttiva sulla plastica monouso dell'Unione europea.

Noi oggi siamo di fronte ad una grande opportunità che rischiamo di mancare completamente: quel 13 per cento rispetto al 37 per cento - che è ciò che ci chiedono le regole dell'Unione europea - è disarmante; da questo punto di vista, quindi, siamo davvero preoccupati e ci aspettiamo che questo Fondo complementare poi, quando verrà trasformato in progetti, sia utilizzato per progetti davvero di trasformazione radicale dell'economia, altrimenti non ne usciamo.

Lo abbiamo detto più volte e continueremo come Facciamo Eco-Federazione dei Verdi a ricordarlo ogni volta, perché noi sosteniamo questo Governo, ma lo sosteniamo con una criticità di fondo. Non possiamo permettere che il Governo parli il linguaggio dell'ambientalismo di tanto in tanto, quando si fa un'intervista con qualche giornale e poi si adoperi, a volte anche in segreto, per fare tutt'altro.

Per esempio ci preoccupa tantissimo - lo abbiamo detto più volte anche al Presidente Draghi - il fatto che Palazzo Chigi abbia scelto 5 cosiddetti esperti, che esperti molti di loro non sono, perché hanno un curriculum davvero estremamente discutibile, anche dal punto di vista delle conoscenze scientifiche, 5 valutatori, che dovranno esaminare l'impatto sia del Fondo complementare sia del PNRR su clima, genere e tutte le politiche di cui ci riempiamo sempre la bocca, tutti uomini; quindi, neanche una donna, per decidere e capire se abbiamo avuto un impatto positivo sulle questioni di genere.

Alcuni di loro sono dei negazionisti climatici, cioè persone che non credono che esistano le cose che stanno accadendo in Canada. Questo significa negare la scienza. È come se noi chiedessimo ad un no-Vax di valutare l'efficacia della campagna vaccinale. Tutti loro, almeno la maggioranza, sono addirittura contrari all'idea che lo Stato debba investire in economia, cioè dovrebbero valutare un investimento in economia fatto dallo Stato a cui loro non credono. Ecco, come possiamo immaginare che tutto questo abbia un effetto positivo, trasformativo per le cose di cui abbiamo bisogno, se coloro che scegliamo per valutarne l'efficacia e, quindi, per reindirizzare i finanziamenti non solo non credono nella prospettiva, ma nemmeno negli obiettivi che dovrebbero raggiungere?

Lasciamo stare il fatto che alcuni di noi hanno lavorato, forse continuano anche a lavorare, con alcune di quelle aziende che beneficiano del negazionismo o del rallentamento delle politiche di trasformazione del nostro Paese, tra cui grandi aziende energetiche e così via.

Ecco, noi al Governo chiediamo davvero questo sforzo e inizialmente l'abbiamo fatto con una grande voglia di collaborazione ma, se le cose non cambieranno in fretta, la collaborazione verrà meno. Noi a questo punto davvero ci chiediamo se oggi non ci troviamo di fronte ad una grande, grandissima opportunità che rischiamo di perdere perché una classe politica, forse non all'altezza della sfida, e un Governo che era partito con alcune premesse molto importanti, rischiano di non rispettarle, di non dare seguito a tutte quelle aspettative che avevano ingenerato nella popolazione.

Non ci stupisce il fatto che, di fronte a questa situazione - cioè il clima impazzito, una pandemia che non riusciamo a controllare, una situazione in costante evoluzione, dal punto di vista delle prospettive economiche che ci saranno dopo la fine della pandemia, semmai questa pandemia ci abbandonerà del tutto o magari si trasformerà in un'endemia che non sappiamo neanche se saremo in grado di gestire perché, in molti casi, non abbiamo utilizzato tutti gli strumenti che erano a disposizione per il contenimento del virus, come fatto invece in altri Paesi -, ecco, di fronte a tutto, riemerga la questione annosa del ponte sullo Stretto.

Oggi ne abbiamo parlato in maniera estesa fin troppo, rispetto alle vere emergenze del nostro Paese e del nostro continente. Ma la questione del ponte sullo Stretto è sintomatica di una classe politica e forse anche di un dibattito nazionale che sono fermi nel tempo.

Il dibattito sul ponte sullo Stretto non dovrebbe essere tanto se farlo o meno, ma se farlo in un Paese che ha opere molto spesso in tutto il territorio nazionale abbandonate, non portate a termine. È ridicolo! Se fossimo in un altro Paese, ci vergogneremo di parlare della più grande infrastruttura mai costruita in Italia quando poi abbiamo centinaia, se non migliaia, di opere non completate, abbandonate.

Nel mio collegio elettorale c'è una struttura, che era stata presentata dai Governi precedenti come la grande rivoluzione dello sport, il campionato del mondo di nuoto; si era scelto un architetto di fama internazionale come Calatrava che aveva rivoluzionato Valencia per realizzarla; ed è abbandonata - è costata 600 milioni di euro - piena di materassi e siringhe. Oggi l'unico modo in cui quella struttura genera del reddito è perché la serie Gomorra, pur di girare le scene, l'affitta.

Oggi siamo un Paese dove i ponti cadono, dove non riusciamo a gestire le strade, non riusciamo a gestire le ferrovie, non riusciamo a gestire i trasporti.

Allora, chiedo a tutti i colleghi prima di parlare di ponte - e a quel punto ne parleremo seriamente e molti di noi sono disposti anche a parlarne con tutte le categorie coinvolte - mettiamo a posto il resto del Paese.

Ma come si può pensare di parlare di una struttura così costosa quando la nostra esperienza di Paese ci dice che non siamo neanche in grado di rattoppare le strade?

Allora, dimostriamo prima di essere bravi come gli altri, di prenderci cura del nostro Paese. Dimostriamo a tutti che abbiamo a cuore il benessere territoriale e la lotta al dissesto del nostro Paese! Quando l'avremo fatto - lo dico ai colleghi Prestigiacomo e a tutti coloro che hanno sostenuto gli ordini del giorno - noi saremo i primi a dire: “Vi ricordate la questione del ponte? Ecco, adesso forse possiamo cominciare a parlarne”. Ma, se non arriveremo a quello, è la solita logica di mettere il carro davanti ai buoi, come facciamo con il clima, come facciamo con la questione sanitaria, come facciamo con la questione dell'istruzione e della scuola.

PRESIDENTE. Concluda.

LORENZO FIORAMONTI (MISTO-FE-FDV). Noi abbiamo delle ambizioni - e chiudo, Presidente -, ambizioni così alte e poi quando è passata la telecamera…

PRESIDENTE. La ringrazio…

LORENZO FIORAMONTI (MISTO-FE-FDV). …quando è passata la televisione, non ce ne importa più nulla.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lupi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, signor Presidente. Diciamo subito che Noi con l'Italia-USEI voterà convintamente a favore di questo provvedimento, anche perché completa la sfida che abbiamo davanti della ricostruzione e del rilancio dell'Italia, del nostro Paese.

È la ragione stessa per cui è nato, con il sostegno della politica, quella con la “P” maiuscola, questo Governo che è il Governo Draghi, che è un Governo straordinario, un Governo che vede oggettivamente forze diverse, con storie politiche diverse, con schieramenti diversi, impegnarsi al lavorare, perché non si perda questa occasione storica; 191 miliardi sono quelli messi a disposizione dall'Unione europea e, giustamente, il Governo Draghi - il Ministro Franco e il Presidente del Consiglio Draghi - ha proposto 30,6 miliardi in più, a completamento di questo grande investimento. Totale: 221,6 miliardi di euro. Una cifra enorme a disposizione, una sfida epocale, una sfida che ci impegnerà, nei prossimi 6-10 anni, e che sta ipotecando - e questa è la coscienza che dobbiamo avere - il futuro dei nostri nipoti, non dei nostri figli.

Allora, la prima osservazione, la premessa, è ovviamente che il nostro giudizio sul PNRR complessivo non cambia, anzi, siamo orgogliosi, al di là dei profeti di sventura e degli iettatori - mi spiace, non sono uno scaramantico - alla Travaglio, che fa sempre il tifo contro, quando ovviamente il Governo non è il suo: si augurava che non riuscivamo a fare 500 mila vaccini al giorno, oggi ne facciamo più di 700 mila; si augurava che i vaccini non arrivassero, la notizia… Ecco, noi crediamo che dobbiamo tifare a favore, dovevamo tifare tutti, perché questa sfida la possiamo vincere. Il giudizio dato dalla von der Leyen è un giudizio, non perché c'è il super Mario Draghi; è un giudizio perché il lavoro comune, che è stato fatto dal Governo e dalle forze dal Parlamento che hanno fatto le loro osservazioni, è riuscito a dare una svolta a quel Piano nazionale di ripresa e resilienza, che era stato presentato dal Governo Conte.

Qualcuno dice che nulla è cambiato. Mi sembra che sia cambiato molto. Innanzitutto, il sogno, la prospettiva, l'idea di fondo, che deve connettere non 100 o 500 interventi presi dal cassetto - perché 500 progetti non fanno un progetto, non fanno un sogno -, ma l'idea di metterli insieme in una visione.

In particolare - lo sottolineo, perché poi passo al merito delle altre considerazioni su questi 30,6 miliardi di euro come Fondo complementare -, c'è un elemento che segna fortemente la discontinuità. Un Paese cresce e si rilancia, se innanzitutto scommette sul principale pilastro che ha a disposizione. E il primo pilastro che ha a disposizione, che è un grande fattore economico, si chiama educazione, ricerca, sviluppo. Il fatto che, dal primo al secondo Piano, il 12,7 per cento delle risorse erano destinate nella prima versione all'istruzione e alla ricerca, oggi siamo passati al 17 per cento destinate alla ricerca e all'istruzione. È un elemento importante di novità, che fa acquisire la coscienza.

Il secondo tema, come Draghi ha detto più volte - la prima frase la pronunciò al Meeting di Rimini dello scorso anno - è che questo è il momento di fare debito. Non è il momento di restringere le risorse, ma è il momento di fare il debito buono e il debito buono si caratterizza esattamente sulla capacità, nella mediazione e nella sintesi delle diverse sensibilità, nei pilastri, nell'utilizzarli al meglio, non utilizzarli per assistenzialismo, non utilizzarli per utilizzarli. Infatti, l'obiezione principale, che è stata fatta da molti opinionisti e nel dibattito tra di noi, è perché l'Italia utilizza tutte le risorse e, anzi, addirittura mette 30,6 miliardi di euro in più. Qual è la ragione? Ci sono altri Paesi - si è detto - che hanno utilizzato solo i fondi a fondo perduto, pensiamo alla Spagna. Qual è la ragione per cui, invece, oggi noi dobbiamo rapidamente avere il più possibile di risorse a disposizione per vincere la nostra sfida?

La ragione sta nei dati dell'OCSE che ogni anno vengono puntualmente pubblicati e anche quest'anno, pur nella pandemia, dicono la distanza tra il nostro Paese e gli altri Paesi. La produttività è scesa, nel 2021, il rapporto sulla crescita, del meno 17 per cento. Il 50 per cento dei Paesi OCSE ha avuto, pur nella pandemia drammatica, migliori risultati del nostro Paese. Il PIL pro capite è sceso del 26 per cento e anche qui purtroppo, l'Italia si posiziona sotto la media del 50 per cento dei Paesi OCSE.

Allora, è evidente che il ritardo che dobbiamo recuperare è un ritardo strutturale, è un ritardo che non ci possiamo permettere. È per questo che dobbiamo concentrare tutti gli sforzi, è per questo che, dovendo colmare un enorme divario, abbiamo l'assoluta necessità di utilizzare tutte le risorse che abbiamo, nel minor tempo possibile e nel miglior modo.

Tra l'altro, devono preoccupare tutti gli ultimi dati dell'Istat che sono stati pubblicati: ormai abbiamo oltre 2 milioni di famiglie in povertà assoluta. Ma, anche qui, cosa vuol dire fare debito buono? Vuol dire solo fare interventi di emergenza? Buono lo strumento del reddito di emergenza, buono lo strumento della cassa integrazione straordinaria, ma dobbiamo capire - ed è questo lo scopo del Piano che stiamo presentando e che il Governo ha presentato - che sempre di più è solo la crescita, che porterà a combattere la povertà, a combattere la disoccupazione, a combattere quel divario sociale, che, sempre di più, si acuisce tra più ricchi e poveri e fa eliminare la classe medio-borghese, che è sempre stata la forza di questo Paese. È per questo che dobbiamo stare attenti a come utilizzare le risorse. Lo dicevamo anche come gruppo Noi con l'Italia al Ministro del Lavoro e lo diciamo al Presidente del Consiglio Draghi e al Ministro Franco: attenzione, dobbiamo avere il coraggio anche di vedere se alcune misure, che sono state prese nel passato, possano ancora continuare di per sé. Carta canta, i dati ci raccontano la realtà. Allora se, non il reddito di emergenza, ma il reddito di cittadinanza, in cui abbiamo speso in tre anni quasi 18 miliardi di euro - 18 miliardi di euro! -, sta dando i risultati che sta dando ed è un impedimento alla crescita, perché è una misura assistenziale, non è una cosiddetta politica del lavoro, dobbiamo avere il coraggio di capire che non è debito buono e non possiamo permetterci di buttare via quelle risorse. Un ultimo dato, che è stato pubblicato dall'INPS, è pazzesco: 1 milione di percettori del reddito di cittadinanza avrebbero dovuto iscriversi al registro per il lavoro; di questo milione che doveva iscriversi, se ne sono iscritti solo 357 mila; di questi 357 mila, solo uno – uno! - su dieci ha trovato lavoro. Quanti soldi abbiamo sprecato dei nostri figli e dei nostri nipoti per questo tipo di assistenzialismo, che non produce lavoro? Quante sono le imprese oggi che stanno cercando lavoro, piccole, medie e grandi, dalla meccatronica alla metalmeccanica, ai servizi, agli albergatori, che si sentono dire: “No, io non vengo a lavorare, perché ovviamente è meglio che mi prendo il reddito di cittadinanza e, magari, senti, dammi qualcosa in nero”? Ma se avessimo speso questi 18 miliardi e li avessimo dati alle imprese? “Prendetevi questo milione di persone, vi diamo il reddito di cittadinanza a voi, li portate a lavorare - c'è una dignità e la dignità è il lavoro, non l'assistenzialismo!- e li formate” Forse, il risultato, alla fine del percorso occupazionale, al di là del signor navigator, sarebbe stato diverso. Ecco! Come viene utilizzato questo Fondo complementare? In infrastrutture e trasporti, 10 miliardi di euro. Questo è importante, perché dobbiamo ridurre il divario materiale e immateriale. Io devo ringraziare la collega Prestigiacomo, perché, col suo ordine del giorno, ha portato all'attenzione di quest'Aula – ovviamente, nella fretta della discussione - un tema simbolico, che non ha solo il problema del ponte sullo Stretto.

È un tema simbolico che fa capire come le infrastrutture nel passato, al di là del periodo 2001-2006, con la legge obiettivo Berlusconi-Lunardi, in cui si percepì come dovevamo investire sulle infrastrutture, avevano una logica sbagliata: un Paese diviso in due, bisognava andare solo dove era la ricchezza e al Sud, siccome non c'era domanda, le infrastrutture non si potevano fare. Oggi è cambiata la logica, perché le grandi infrastrutture, materiali e immateriali, producono ricchezza, producono un Paese meno diviso. Dobbiamo avere il coraggio di smetterla nella demagogia e dobbiamo avere il coraggio di realizzarle. L'alta velocità, finalmente, arriva a Reggio Calabria e, finalmente, grazie a chi ha fatto il commissariamento della Bari-Napoli il Tirreno e l'Adriatico sono collegati. Era un'idiozia che non fossero collegati. Ma è stato possibile pensare all'alta velocità e non collegare con l'alta velocità nessuno degli aeroporti internazionali? Ma siamo alla follia? E perché era così? Perché le ferrovie vedevano la competizione con gli aeroporti, perché le autostrade erano in competizione con le ferrovie e con gli aeroporti. Ma un Paese che sogna il futuro ha la capacità della regia e capisce che porti, aeroporti, ferrovie debbono assolutamente vivere insieme in un piano complessivo. Noi dobbiamo vincere - e concludo - questa sfida con il PNRR. È la sfida di un'Italia che ritorna ad essere unita, di un Sud che ritorna ad essere la capitale del Mediterraneo, la grande risorsa dell'Italia e dell'Europa e di un Nord, che ritorna ad essere competitivo. Basta nazionalizzazioni, basta redditi di cittadinanza, ritorniamo a lavorare insieme, pubblico e privato, perché la forza dell'Italia sono i suoi cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lapia. Ne ha facoltà.

MARA LAPIA (MISTO-CD). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, l'indebitamento a cui il nostro Paese è stato costretto a ricorrere a fronte delle limitazioni delle attività economiche dell'emergenza sanitaria ci impone oggi di intraprendere un'unica strada: quella della crescita. Le sfide epocali che ci attendono dovranno obbligatoriamente passare attraverso due obiettivi fondamentali: la riduzione dell'inefficienza della spesa e la spinta dell'innovazione e della ricerca. Sono aspetti questi, Presidente, sui quali le imprese italiane si trovano già sotto la media europea, prima ancora dell'emergenza sanitaria che ci ha visto travolti. Sono limiti strutturali che la pandemia ha fortemente rimarcato, carenze del nostro sistema che per troppo tempo sono rimaste sotto il tappeto, talvolta per inerzia delle istituzioni, altre ancora per incapacità di adeguarci ai cambiamenti in atto. È la visione che ci è mancata, la lungimiranza e il coraggio. È per questo che oggi il Piano nazionale di ripresa e resilienza costituisce un momento per il nostro Paese tanto fondamentale, quanto cruciale, e lo sarà ancor di più, perché dovremo scontrarci con una burocrazia ancora troppo lenta, con le mancate riforme del passato, con lungaggini amministrative che non possono più essere accettate in uno Stato evoluto e con le drastiche conseguenze di politiche troppo austere, politiche che, invece di mettere in sicurezza i conti, ci hanno il più delle volte prodotto drastici tagli indiscriminati alla spesa pubblica, persino nei servizi più essenziali, creando maggiori disuguaglianze e inefficienze. Penso all'istruzione, alla sanità, all'innovazione digitale, alla semplificazione amministrativa e al ruolo dell'amministrazione della giustizia. Abbiamo tagliato sul futuro delle generazioni del nostro Paese. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza rappresenta oggi una svolta, la grande svolta per il nostro Paese. Nel Fondo complementare sono previsti interventi in materia di salute e ambiente, di sicurezza delle strutture sanitarie e per un ecosistema innovativo della salute, oltre agli interventi fondamentali per l'edilizia sanitaria, con il programma per un ospedale sicuro e sostenibile, i progetti di ricerca biomedica, i progetti di ricerca nel campo delle malattie rare e dei tumori rari.

Durante l'esame del provvedimento presso il Senato, sono state introdotte disposizioni aggiuntive di vitale importanza, con le quali è emersa la volontà di rimettere al centro i territori e i loro bisogni, al fine di ridurre il divario fra infrastrutture delle diverse regioni. Per esempio, vi sono norme che recano specifiche destinazioni delle risorse al rinnovo delle navi, ponendosi, tra i tanti obiettivi, anche lo sviluppo dell'accessibilità marittima e della resilienza delle infrastrutture portuali ai cambiamenti climatici, con stanziamenti di decine di milioni di euro, fino al 2025, per l'aumento selettivo della capacità portuale. Il Presidente Mario Draghi, qualche giorno fa, ha pronunciato parole semplici, ma efficaci: la sfida sarà quella di spendere con onestà. È vero, questi soldi dovranno essere spesi bene e in maniera efficace e funzionale agli obiettivi che ci siamo posti. La realizzazione degli interventi previsti, perciò, richiede, al contempo, rapidità, trasparenza e il coinvolgimento di tutte le istituzioni e dei cittadini. In questi ultimi anni abbiamo potuto constatare il pessimismo diffuso tra i cittadini nel mondo produttivo. Spesso la paura di investire nel nostro Paese ha preso il sopravvento, con una quota importante di ragazzi che hanno deciso di fare impresa non in Italia, ma di migrare, quindi, all'estero. Per questo motivo, la transizione ecologica ed il rilancio delle grandi opere non devono più rimanere parole vuote, parole dette al vento, sulle quali esercitare mera propaganda politica: dovranno essere, adesso e in futuro, i pilastri sui quali basare la nostra azione di Governo. Inoltre, la pandemia ha dimostrato quanto sia urgente tutelare la nostra salute, anche da nuove e sconosciute malattie attraverso la ricerca scientifica e lo sviluppo della tecnologia, l'ampliamento delle strutture, l'assistenza sanitaria domiciliare e una rete di tutele capillare sui territori, a partire dalle zone marginali del Paese; parlo del Sud e delle isole, che non dispongono di adeguate infrastrutture e di adeguati servizi. Il PNRR ha intrapreso la giusta direzione, esso costituisce la base per la necessaria riorganizzazione del Servizio sanitario nazionale, che avrà come pilastri della ripartenza la sicurezza degli edifici ospedalieri, delle reti transnazionali di eccellenza, al fine di mettere in relazione le competenze pubbliche e le competenze private, per ottenere una rete di assistenza di primo ordine. Questo è quello di cui abbiamo necessità. Urge un nuovo modello, un nuovo assetto di prevenzione collettiva, una prevenzione collettiva che comprenda tutta la sanità pubblica. Gli hub anti-pandemia rappresenterebbero uno strumento indispensabile per il contrasto alle emergenze sanitarie di ogni tipo. Negli ultimi decenni, sono stati ridotti di circa il 30 per cento i posti letto all'interno degli ospedali. La pandemia ha portato alla luce il limite di uno Stato a cui, spesso, è mancata una visione più ampia di quella che doveva essere un'offerta sanitaria e della rete assistenziale, a partire dal medico di famiglia, fino ad arrivare alle strutture ospedaliere, non ovunque, in passato, dotate di strumenti tecnologici all'altezza dei Paesi europei più efficienti; ma, ancora oggi, nella nostra Nazione, nelle nostre isole, vi sono territori che non hanno gli ospedali o che non hanno i medici di base. Perciò, oltre agli ambiziosi programmi contenuti nel PNRR e nel Fondo complementare, vi deve essere un progetto di riassetto del sistema ospedaliero e assistenziale che abbia ben chiaro questo orizzonte, con il pieno coinvolgimento degli enti locali, della rete del terzo settore e dei soggetti privati, al fine di perfezionare un modello di Stato sociale in grado di contrastare le emergenze e corrispondere ai cittadini l'adeguata tutela ai loro bisogni. Oggi approveremo un decreto all'interno del quale si definisce in maniera chiara un modello di governance, che avrà il compito di spendere, rendicontare e vigilare sull'attuazione dei progetti del Piano di ripresa. È a questo modello che viene affidata la gestione di importanti risorse economiche. Noi, affidandoci all'indirizzo del Governo, chiediamo trasparenza sulla gestione dei fondi: chiediamo che non solo vengano gestiti bene, ma che gli stessi cittadini, in maniera costante, vengano informati di come la pubblica amministrazione porta avanti questo storico programma di rilancio. Non possiamo permetterci errori, ne va del futuro del nostro Paese e, se permettete, su questo futuro, è giunto il momento di smettere di operare al ribasso: guardiamo in alto, fieri dei risultati che fino ad oggi abbiamo ottenuto e consapevoli che non possiamo permetterci più di sbagliare (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Centro Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Trano. Ne ha facoltà.

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, rappresentante del Governo, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, secondo noi de L'Alternativa c'è, deve cambiare nome in “Piano nazionale per i ricchi e la restaurazione”. Mi spiego meglio. Già il fatto che il provvedimento arrivi in quest'Aula blindato e senza alcuna possibilità di essere modificato la dice lunga su quanto discutiamo oggi, cioè che sia un Piano calato dall'alto, non solo calato dall'alto dal Governo Draghi, ma dall'alto di un'Unione europea sempre più intenta a usare la finanza per vincolare gli Stati a riforme che i popoli non voterebbero mai, anziché acconsentire ai popoli di disegnare un progetto di futuro comune (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è). Questo Piano nazionale per i ricchi e la restaurazione, per noi de L'Alternativa c'è, è lo specchio della strategia di un Governo esclusivamente tecnico e per nulla politico, che lavora in perfetta continuità con i Governi tecnici del passato, il Governo Monti su tutti, e che sta generando povertà, disoccupazione, distruzione sociale, sfascio della cosa pubblica e debito pubblico alle stelle. Lo dimostra lo sblocco dei licenziamenti di queste ore, che, in poche settimane, renderà ancora più chiaro a tutti il quadro della profonda crisi economica e sociale prodotta dalla pandemia, e non solo. Dietro al vincolo esterno del PNRR si nasconde, male, una politica di austerità ispirata al neoliberismo, che applica il darwinismo sociale alla vita delle persone. Il cuore del Piano, che è un prestito, è la conservazione della ricchezza nelle mani di pochi e il colpo di grazia per il controllo da parte dei cittadini della cosa pubblica. Il Piano nazionale per i ricchi e la restaurazione è il perfetto opposto della proposta di un'economia solidale orientata al benessere delle persone, che l'Alternativa c'è vuole garantire ai cittadini. La transizione ecologica, proposta dal Piano nazionale per i ricchi e la restaurazione, è il chiaro esempio che spiega la strategia di greenwashing del Governo Draghi (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è). Il Piano si concentra su misure del tutto marginali come il biometano e il ciclo dei rifiuti, che non creeranno alcuna transizione, perché mentre i grandi Paesi, quali Francia, Germania, Regno Unito e persino Stati Uniti, si concentrano su un'efficienza energetica spinta, mobilità elettrica, accumuli ed espansione della rete elettrica, il Governo Draghi pensa piuttosto a favorire qualche azienda amica e poco altro. Il New Green Deal vuole, di fatto, dare una nuova spinta all'approccio usa e getta e al consumo di risorse. Invece, la proposta de L'Alternativa c'è sull'ambiente punta sull'acqua pubblica, ancora un miraggio a 10 anni dal referendum che ha indicato la strada, zero consumo di suolo, recupero degli edifici abbandonati, che sono milioni in Italia, massimizzazione dell'efficientamento energetico e decarbonizzazione.

Stesso discorso sui trasporti. Il caso Autostrade-Benetton, con il danno della buonuscita da miliardi, invece della richiesta di risarcimento, oltre alla beffa delle vittime e dei familiari delle vittime del crollo del ponte Morandi, al fianco dei quali stiamo portando avanti una battaglia, è un caso emblematico della strategia del Governo Draghi. Sempre sul tema dei trasporti, oggi abbiamo assistito al teatrino indegno che ha bloccato i lavori di quest'Aula, per ore, perché dovevate ricercare una sintesi, una sintesi faticosa, in questa maggioranza informe. E, poi, su cosa? Sul ponte sullo Stretto, come se il Paese non avesse altre priorità (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è), come se non fosse vero che la Calabria e la Sicilia hanno gravi problemi di mobilità interna, tra le varie aree interne del territorio, come se riguardo alla ferrovia Jonica non ci fosse ancora il monobinario, con la “littorina” diesel, con i suoi sbuffi, e come se non fosse vero che da Siracusa a Trapani il collegamento più veloce impiega - udite, udite - 11 ore e 10 minuti, con 3 cambi in mezzo alle campagne siciliane: follia allo stato puro (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è)! Inoltre, come se non si trattasse di un'area sismica, con un ecosistema delicato e complesso, voi volete farci il ponte o, tutt'al più, il tunnel: alla faccia della transizione ecologica, con cui vi riempite la bocca ogni giorno (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è)!

E il Piano nazionale per i ricchi e la restaurazione non potrà che continuare a fare danni, in piena coerenza. Anche sulla sanità il Piano nazionale per i ricchi e la restaurazione dimostra coerenza, con privatizzazioni dei servizi nazionali sanitari invece che investimenti nelle “4 P”: pubblico, posti letto, personale e prevenzione. Le macerie del COVID hanno lasciato liste d'attesa per i servizi sanitari pubblici lunghe anni e la ricerca è al palo, con investimenti da minimo sindacale, il tutto in attesa di sequenziare tutti i tamponi rilevando la variante Delta del virus. Restiamo ancora in attesa della spesa totale dei fondi destinati al sequenziamento dei tamponi e magari di un'iniziativa davvero sociale, quale quella dei tamponi gratuiti per tutti. Il Piano nazionale per i ricchi e la restaurazione non prevede di portare il livello della spesa per la sanità pubblica a quello dei nostri vicini di casa, parlo della Francia e della Germania. E poi mi chiedo: ma che fine ha fatto il progetto del vaccino tutto italiano ReiThera? Gli investimenti sono stati bocciati dalla Corte dei conti e ora il Mise dovrebbe spiegare se ReiThera rimarrà solo un bel nome per un progetto o qualcosa di più.

Signor Presidente, onorevoli colleghi, un altro Piano nazionale di ripresa è quello de L'Alternativa c'è: che il Governo Draghi tenga conto delle proposte, costruttive, dell'opposizione oppure Draghi si prenda la piena responsabilità della crisi economica e sociale in atto. I partiti che lo sostengono ne risponderanno di fronte ai cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Stefano Fassina. Ne ha facoltà.

STEFANO FASSINA (LEU). Grazie, Presidente. Con il decreto-legge n. 59 del 2021, con le misure ricomprese nel Fondo complementare, scriviamo il terzo capitolo del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che arriva, con il provvedimento in esame e i 30 miliardi a esso associati, a quella quantità di 235 miliardi di spese, di investimenti, prevalentemente, sull'arco pluriennale fino al 2026. Sono risorse importanti anche quelle di cui discutiamo oggi e dobbiamo essere consapevoli che stanno dentro a un quadro che dobbiamo provare il più possibile a sostenere e a riprodurre, soprattutto per quanto riguarda le politiche monetarie e le politiche di bilancio. È evidente che 235 miliardi in 6 anni è una quantità di risorse molto significativa, e non ripeto le sollecitazioni all'efficienza e alla velocità nella spesa. Sottolineo, però, che sono risorse che, nell'anno di maggiore spesa, ci porteranno a un livello di investimenti sul PIL analogo a quello che avevamo prima della crisi del 2008-2009. Quindi, risorse importanti, ma risorse che vanno a colmare un vuoto che si è generato nell'ultimo decennio e che certamente non possono essere considerate sufficienti per quanto riguarda la spesa per investimenti che dobbiamo sostenere nel periodo davanti a noi.

Vorrei sottolineare un punto sul quale non c'è abbastanza attenzione, e mi rivolgo alla sottosegretaria Sartore: finora non siamo riusciti ad avere, non per colpa di qualcuno, ma perché il processo è in corso, un quadro programmatico chiaro e coerente nel quale alla spesa per investimenti si associ la spesa corrente. Rimango estremamente preoccupato dall'assenza di un quadro complessivo. Non è stato possibile farlo per il Documento di economia e finanza, auspico che il Governo lo possa fare con la Nota di aggiornamento al DEF, perché la prospettiva verso la quale andiamo non è particolarmente rosea. Immagino che anche voi abbiate letto i messaggi che arrivano dalla Germania.

Il Ministro dell'Economia, che pure è socialdemocratico ed è candidato Cancelliere, ha detto in modo molto chiaro che il Patto di stabilità e crescita non si cambia. Il Presidente della Bundesbank ha detto molto chiaramente che la Banca centrale europea deve cominciare a ridurre l'input alle banche centrali nazionali per le emissioni di titoli di debito pubblico. In questo scenario, noi rischiamo di avere programmata una significativa spesa per investimenti, ma poi trovarci soffocati, ristretti in quella che è la spesa corrente che dovrebbe accompagnare quegli investimenti, quelle infrastrutture, ai fini di un pieno funzionamento e di una piena operatività. Ed è chiaro che questo sarebbe un problema molto serio. Quindi, nel quadro economico-finanziario, di finanza pubblica, questi aspetti devono essere presi in considerazione.

E veniamo al merito dei programmi finanziati dal Fondo complementare. Ci sono misure importanti, non c'è dubbio, anche ai fini della transizione ecologica. Dopodiché, riprendo le valutazioni che faceva il collega Fioramonti. Le risorse, sebbene indicate sotto il titolo transizione ecologica, rischiano di essere poco funzionali a tal fine. Nel Fondo complementare, circa 10 miliardi vengono dedicati alla mobilità sostenibile. Sono, dai titoli, progetti, programmi importanti. Dobbiamo fare in modo che quelle misure abbiano effettivamente quell'orientamento e la discussione che abbiamo avuto, per l'ennesima volta, sul ponte sullo Stretto non è particolarmente rassicurante.

Ma voglio sottolineare un altro punto: transizione ecologica e transizione sociale. Su questo, a me pare che l'attenzione, da parte del Governo, non sia ancora adeguata. Faccio riferimento a un punto che ritengo estremamente rilevante per la transizione sociale da associare alla transizione ecologica, ed è quello del diritto all'abitare. Oggi, insieme al blocco dei licenziamenti, scade anche il blocco degli sfratti. Non è una misura poco rilevante ai fini dell'impatto sociale. Di fronte a una programmazione di interventi pluriannuale, come quella del PNRR, dobbiamo concentrare maggiore attenzione politica e maggiori risorse al diritto all'abitare, all'edilizia residenziale pubblica a canone sociale, perché da essa passa in misura molto rilevante il benessere delle famiglie, il sostegno alla natalità, il sostegno alla crescita dei figli. Allora, è positivo trovare nel Fondo complementare un intervento dal titolo molto rassicurante, “Sicuro, verde e sociale”, 2 miliardi per l'edilizia residenziale pubblica, su 6 anni. Sono risorse insufficienti. È vero, ci sono altre risorse nel resto del PNRR, che però non sono finalizzate e invece vanno finalizzate affinché possano essere concentrate sull'edilizia residenziale pubblica, le cui carenze certamente non possono essere compensate dal blocco degli sfratti, ma non possono nemmeno essere ignorate. Credo che su questo ci sia bisogno di tornare alla fase di specificazione dei progetti affinché tutte le risorse oggi genericamente ricomprese sotto un titolo che va all'insegna dell'housing sociale, della riqualificazione urbana, della rigenerazione siano effettivamente in misura consistente finalizzate sull'edilizia residenziale pubblica per fare in modo di tenere insieme transizione ecologica e transizione sociale. Infine, anche qui il ruolo del Parlamento rischia di essere davvero molto sacrificato perché il Fondo complementare ha dei titoli rilevanti, ma in questa Camera li abbiamo purtroppo soltanto letti senza poter fare interventi. È una prassi che non può diventare da eccezione a regola.

C'è un altro punto che voglio sottolineare: il provvedimento che oggi convertiamo individua, in un decreto ministeriale del Ministero dell'Economia e delle finanze, obiettivi iniziali, intermedi e finali, cioè le questioni più rilevanti vengono demandate a un decreto ministeriale. Ecco, io ritengo che questo sia un problema molto serio, perché noi dobbiamo fare in modo che quegli obiettivi iniziali, intermedi e finali siano coerenti con il disegno che il Parlamento ha definito, nel momento in cui ha autorizzato il Governo a presentare a Bruxelles il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Questo è un aspetto decisivo. Quindi, Presidente, con l'invito al Governo a tenere molta, molta, molta attenzione al rapporto con il Parlamento, dichiaro il voto favorevole di Liberi e Uguali (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Guido Germano Pettarin. Ne ha facoltà.

GUIDO GERMANO PETTARIN (CI). Grazie, Presidente. Presidente, Governo, colleghi e colleghe, ciò a cui siamo chiamati oggi non è una sfida di poco conto. Noi stiamo convertendo in legge quello la cui rubrica legis si intitola “recante misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e altre misure urgenti per gli investimenti”. Non ci siamo accontentati del PNRR, abbiamo pensato di accompagnarlo con un Fondo complementare di notevole entità, più di 30 miliardi. Ma dobbiamo chiederci il perché, dobbiamo chiederci quale ne sia il fine, quale sia lo scopo. Io credo che oggi noi abbiamo un unico scopo, un'unica via, un unico fine, e questo fine è: evitare assolutamente che tutto torni come prima. Se noi dovessimo uscire dalla crisi pandemica tornando esattamente laddove siamo partiti, sarebbe una sconfitta epocale (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia) per noi, per i nostri figli e per i nostri nipoti. Fermiamoci un attimo ad analizzare il quadro cronologico delle sfide che abbiamo di fronte a noi: 2021-2026, ma anche 2021-2027, e 2028-2058. Cosa sono questi numeri che sto snocciolando? Facile: 2021-2026 è l'esplosione cronologica del PNRR, nel 2021 presentiamo il PNRR, nel 2021 cominciamo ad ottenere le anticipazioni, nel 2022 facciamo le scelte degli investimenti su cui andare ad operare facendo gli impegni, realizziamo tutte queste opere entro il 2025 ed entro il 2026 rendicontiamo. Chi ha avuto la fortuna di fare l'amministratore, e l'amministratore locale, in maniera particolare, sa che questi sono tempi che non sono compatibili con la tradizione della nostra pubblica amministrazione e della nostra contabilità. È un mondo diverso, deve essere un mondo diverso (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia) e noi non ci allontaniamo da questa convinzione e vogliamo accettare questo guanto di sfida. Il 2021-2027 è la durata del Quadro finanziario di pluriennale europeo, il famoso QFP, ma le date più importanti sono il 2028 e il 2058, perché nel 2028 inizia il piano di ammortamento trentennale, che si concluderà nel 2058, di quella che è la parte di debito che noi stiamo assumendo.

E quindi è evidente che ciò che molti dicono, cioè che stiamo spendendo i denari dei nostri figli e dei nostri nipoti, non è semplicemente una leggenda: è la verità. Noi ci stiamo finanziando sulle spalle dei nostri ragazzi; è per questo che dobbiamo essere assolutamente seri nell'attività che facciamo. Noi oggi sappiamo finalmente dov'è l'Unione Europea e finalmente sappiamo anche dov'è l'Italia nell'Unione europea; e oggi l'Italia nell'Unione europea è al vertice perché traina lo sviluppo dell'intera Unione europea.

Dobbiamo chiederci perché si sia scelto di fare tutto il debito possibile e non si sia fatta la scelta, come altri Paesi, di limitare l'indebitamento. Il problema è estremamente facile: quando siamo arrivati alla pandemia, non eravamo in un momento di particolare brillantezza, ma in un momento che - da ormai 10, forse 15 anni - evidenziava un gap di arretratezza estremamente importante per il nostro Paese. Quindi, la sfida che a noi pongono il PNRR e il Fondo complementare non è solamente quella di superare la pandemia, ma la situazione di arretratezza che avevamo prima della stessa; e questo ci permette di essere capaci di dimostrare, visto che la sfida la vinceremo, che questa è la via, dimostrandolo a tutta l'Unione Europea.

Sono certo che ce la faremo; capiamo tutti che il problema non è quello di spendere, ma quello di spendere bene. Ricordo che, negli anni Novanta, la teoria economica si articolava sulle famose “tre e”: efficacia, efficienza ed economicità. Oggi le “tre e” dell'epoca sono sempre tre, ma sono cambiate quasi radicalmente: sono economia, ecologia, equità. Accanto a queste mi permetto di mettere una “r” importantissima, che è rapidità (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia) perché non possiamo più attendere i tempi a cui eravamo abituati.

Abbiamo avuto modo di chiedere al Presidente Draghi di dare particolare attenzione ad un punto: dobbiamo tagliare le catene della burocrazia, quelle catene che impediscono al nostro Paese, o meglio, che hanno impedito fino ad oggi al nostro Paese di essere ciò che è: un corridore vincitore delle gare. Fare debito non è un problema, se il debito che si fa è un debito positivo; è un problema fare debito cattivo. Il debito positivo è l'investimento: dobbiamo investire per i nostri figli e per i nostri nipoti, dobbiamo fare enorme attenzione al fatto che i denari non vengano sprecati in improduttive spese di parte corrente, ma tutti e solo legati al futuro, ai giovani, alla possibilità di uscire da questa situazione. E in questo contesto ci sentiamo di dire, con grande forza, “grazie” all'Unione europea, “grazie” anche per aver previsto le condizionalità, perché le condizionalità sono il modo per controllare che i Paesi facciano ciò che devono fare e per non lasciare che alcuni facciano ciò che vogliono, in dispregio all'interesse generale. Quindi, certo che ci sono le condizionalità; “grazie” perché ci sono le condizionalità, perché noi le rispetteremo e saremo vigili nel verificare che tutti le rispettino, non solamente coloro che in qualche maniera si forbiscono di questi termini senza capirne il contenuto effettivo. Questi sono i termini di riferimento, questo è ciò che ci proponiamo. Noi abbiamo un sogno e il sogno è che si proceda lungo questa via e che, grazie a ciò che stiamo vivendo e alle centinaia di migliaia di morti che abbiamo sulle spalle, si riesca però a fare un passo avanti importantissimo, a fare sì che l'Unione europea sia un Paese e non sia un mosaico di 27 tessere; sia una realtà, capace di guardare al futuro in maniera effettivamente serena, logica, speranzosa, convinta di dare ai propri ragazzi il proprio futuro. È per questo che mi sento di dire a tutta l'Italia, attraverso queste parole, sottosegretario, Presidente: abbiamo tutti coraggio, perché solamente il coraggio ci darà modo di affrontare questa grandissima sfida poiché abbiamo i mezzi, la capacità e l'intelligenza di vincere per i nostri figli (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Del Barba. Ne ha facoltà.

MAURO DEL BARBA (IV). Presidente, colleghi, nella settimana in cui questa Camera si accinge a varare il “Sostegni-bis”, o almeno la Commissione bilancio a chiudere i suoi lavori su questo importante provvedimento, oggi approviamo, già modificato dal Senato, il provvedimento con cui il Governo e il Parlamento completano lo spiegamento di forze per la ripresa e la resilienza, perché di questo si tratta. Vengono infatti allocati, su strategie e progetti che vanno dal 2021 al 2026, circa 30,6 miliardi tra quelli a suo tempo autorizzati nello scostamento di bilancio, approvato dal Governo nello scorso mese di aprile, recepito dalle Camere unitamente al DEF 2021. In quell'occasione, colleghi, ricorderete, autorizzammo un ulteriore indebitamento di circa 40 miliardi per il 2021 e mediamente di 6 miliardi per gli anni dal 2022 al 2033, principalmente finalizzati proprio a questi due provvedimenti. Ebbene, la Camera finalizza entrambe queste previsioni per cui lo scostamento fu pensato: il “decreto Sostegni-bis” e per l'appunto il provvedimento odierno, che stanzia un Fondo complementare a quanto già previsto per il Piano nazionale di ripresa e resilienza. E, come dicevo, con oggi lo schieramento di forze è completo nella sua definizione quantitativa, nella governance, nell'individuazione progettuale.

Sulla carta abbiamo finito il lavoro: una volta tanto siamo rimasti nei tempi, consegnando il PNRR all'Europa entro i termini stabiliti; abbiamo realizzato una progettazione di qualità, aspetto che ci è stato riconosciuto la scorsa settimana con la promozione a pieni voti, celebrata a Cinecittà a Roma; siamo andati addirittura oltre quanto l'Europa aveva a suo tempo disposto anche per noi, finalizzando ulteriori risorse complementari rispetto a quelle stimate a Bruxelles.

Sono in ballo numeri così grandi - e sono d'accordo con il collega che mi ha preceduto, numeri che riguardano le future generazioni - da risultare perfino difficili da commentare e che ancora non stanno alimentando il dibattito politico nel Paese, secondo una modalità che un pochino dovrebbe preoccuparci. Quando ci sono di mezzo tanti soldi da non poterli immaginare e tanti progetti da non poterli contare, sembra quasi che scatti l'automatismo per cui sui giornali sia bene parlare d'altro e non mettersi a parlare delle cose serie, troppo complicate, che possono rovinare l'estate degli italiani. Ma vediamoli questi numeri che oggi completano lo scacchiere: l'Europa mette sul campo quasi un triliardo, mille miliardi da qui al 2026, ricompresi tra le risorse del Next Generation EU e il quadro finanziario pluriennale.

Per quanto concerne noi, questa somma di canali di finanziamento ci consente di delineare un PNRR e un pacchetto di riforme a cui sono allocate risorse per 191,5 miliardi rinvenienti dal dispositivo per la ripresa e la resilienza e appunto i 30,6 miliardi attraverso il Fondo complementare, e poi potremmo aggiungere ulteriori 26 miliardi destinati alla realizzazione di opere specifiche e al reintegro del Fondo di sviluppo e coesione che approviamo oggi, a cui vanno comunque aggiunte le ulteriori risorse europee del REACT-EU da spendere negli anni 2021-2023 che, per l'Italia, ammontano a ulteriori 13 miliardi.

È possibile, quindi, ora affermare che il nostro Paese si è dotato di 261 miliardi di euro per la ripresa nei prossimi anni, di cui appunto 235,1 miliardi costituiscono il PNRR, ripetiamolo, completato da dispositivo di ripresa e resilienza, Fondo complementare, che approviamo oggi, e REACT-EU.

Venendo a questo provvedimento, l'articolo 1 va a ripartire i 30,6 miliardi del Fondo complementare per le annualità dal 2021 al 2026, quelle appunto interessate dal PNRR, per missioni e progetto e tra le amministrazioni centrali competenti. Questa è un'importante novità. Vengono riallocati, come già detto, sul Fondo sviluppo e coesione i 15,5 miliardi dal 2022 al 2031.

Sostanzialmente, disponiamo di una impressionante batteria di progetti e relative coperture per un periodo di tempo che abbraccia la fine di questa legislatura e gran parte della prossima. Se fin qua, dobbiamo dare atto al Governo di aver risposto ottimamente alla fiducia accordatagli con un grande consenso da entrambe le Camere, da qua in avanti, proprio per quanto appena affermato, appare chiaro che il ruolo e la responsabilità del Parlamento assumono un'importanza decisiva per l'attuazione di questo impressionante programma, a partire dalle riforme che lo accompagnano.

Per quanto riguarda gli anni interessati e la quantità di denaro coinvolto, mi verrebbe quasi da citare il mio compianto concittadino Ministro Vanoni, con il suo Piano Vanoni 1955-1964, ma solo per quanto riguarda i numeri, perché qui quello che manca - ed è quello che vorrei aggiungere con questa nostra dichiarazione di voto - è la sostanza, la garanzia, la qualità politica per essere in grado di accompagnare questa importante pianificazione fino al suo svolgimento nel 2026 e, come è stato ricordato, fino alla sua copertura quando inizieremo a ripagare questi debiti. Ecco, anche i singoli progetti e le schede attuative (ora il Parlamento dispone pure delle necessarie traduzioni) per gli approfondimenti dovuti sono, quindi, da trattare in quest'Aula e nelle aule delle Commissioni. Basti pensare, per fare un esempio, a uno dei progetti che già abbiamo fatto partire, prima ancora che il PNRR fosse anche solo immaginato: la misura del superbonus. Bene, la recente storia di questa misura ci mostra come sia necessario che le scelte politiche compiute dalle Camere vengano accompagnate da una adeguata risposta delle tecnostrutture che, con le loro indiscutibili competenze, devono lavorare per recepire e attuare le volontà parlamentari e non per contrastarle, giuste o sbagliate che si ritenga esse siano. Senza chiarezza e trasparenza noi saremo nella palude.

Nell'ambito della prima lettura al Senato, ad esempio, per rimanere su questo progetto già avviato, sono state lievemente modificate anche alcune scadenze che sono sensibili per l'opinione pubblica e per entrambe le Camere; con riguardo appunto al superbonus, ad esempio, gli IACP possono ora avvalersi della detrazione del 110 per cento fino al 31 dicembre 2023 a determinate condizioni; con riferimento ai condomini, anche qui abbiamo uno spostamento fino al 31 dicembre 2022 rispetto al termine generale previsto del 30 giugno 2022. Potremmo citare, comunque, anche il fatto che, con questo provvedimento, si è dovuto intervenire pure sulla copertura. Ripeto: su un progetto che prendiamo a caso, e pensate a quanti ne abbiamo dispiegati nel nostro Piano. Infatti, l'articolo 1, comma 4, del provvedimento che oggi approviamo ridetermina la copertura prevista relativa al superbonus per la parte a valere sulle risorse previste per l'attuazione del progetto nell'ambito del PNRR, e, quindi, arriviamo a 1.315 milioni per il 2023, 1.310 per il 2024, 560 per il 2025 eccetera. Cosa voglio dire, ricordando questi numeri? Voglio dire che, con il completamento di questa importante pianificazione, inizia, chiaramente, per tutti noi una nuova fase politica e questo Parlamento dovrà farsi trovare pronto e all'altezza di questa nuova fase politica. Quanto faticosamente stiamo sperimentando su un singolo progetto dovrà essere realizzato con grande competenza da Governo, Parlamento, tecnostrutture, amministrazioni centrali e periferiche, per molti anni, scontando, nel mezzo, le elezioni politiche del 2023.

Veniva già ricordato da chi mi ha preceduto che questi tempi, accompagnati all'enormità di questi progetti, ci fanno pensare a una modalità straordinaria di intervento, che non potrà essere risolta solo dalla cabina di regia. È chiaro che straordinaria dovrà essere la qualità politica che accompagnerà il Piano; altrimenti - ahinoi - ci troveremo davvero nella palude e, purtroppo, nella palude si troveranno i nostri figli.

PRESIDENTE. La ringrazio…

MAURO DEL BARBA (IV). Tutto questo, Presidente – e concludo - mentre oggi, esprimendo un voto favorevole al provvedimento in esame, si chiama in gioco la nostra responsabilità e capacità politica, come dicevo, che Italia Viva non farà mancare in quest'Aula e nelle Commissioni, proprio per accompagnare il Piano con la nostra responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, signor sottosegretario, oggi il Parlamento tocca il suo livello più basso. Questo è un dato politico oggettivo e di questo grande è la responsabilità del Presidente Fico che, per la seconda volta, si è prestato a questo pessimo fatto. È andato già in scena il rito del PNRR, consegnatoci alle 14,30: un Piano di oltre 200 miliardi che poi abbiamo dovuto, tra virgolette, discutere; in realtà, pochissimi minuti di discussione. Un PNRR confezionato dal Governo, impacchettato, portato in Parlamento e il Parlamento non ha avuto alcuna possibilità di scrivere una riga.

Oggi, noi parliamo di un provvedimento che sembra banale. Si è acceso soltanto il dibattito sulla questione del ponte e poi ci tornerò. Però, in realtà, sembra uno di quei decreti-legge che ogni tanto arrivano in Parlamento e stancamente guadagnano la via dell'uscita, senza grandi sussulti. Invece, io vorrei ricordare all'Aula - lo ricordo a tutti - che stiamo approvando una manovra di quasi 31 miliardi.

Signor sottosegretario, stiamo approvando una finanziaria e lo stiamo facendo senza alcuna possibilità di emendare, senza dibattito, lo stiamo facendo stancamente e lo stiamo facendo, chiudendo una discussione il mercoledì. Tra un'ora e mezza, l'Aula chiuderà e se ne parlerà la settimana prossima, e questo io lo trovo molto grave (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), soprattutto se in Parlamento c'è chi doveva accenderlo questo Parlamento, chi lo doveva portare al centro, chi doveva rompere i muri e mettere i cristalli per farlo conoscere ai cittadini. Io vorrei sapere quante dirette del Movimento 5 Stelle, in questo momento, stanno informando i cittadini che si approva una manovra di 31 miliardi, non si fa dire una parola al Parlamento, non si fa accendere il dibattito e, soprattutto, si silenzia il Parlamento.

Allora, credo che noi dovremmo farci una domanda, signor sottosegretario, io me la sono posta. Perché si fa tutto questo? Non c'è tempo? No, è mercoledì. C'è paura dell'opposizione? Non credo. Io credo che il dialogo con la maggiore e unica forza di opposizione, Fratelli d'Italia, sia stato, fino ad oggi, molto leale e molto corretto, anche nell'incontro che c'è stato tra la presidente Meloni e il Presidente Draghi.

La verità è che il Presidente Draghi e voi - il Governo - avete paura di questo Parlamento, voi avete paura della vostra maggioranza, voi sapete perfettamente che, se portate i problemi qua dentro, vi dividete. Questo è il vero motivo per cui viene esautorato continuamente il Parlamento.

Il povero D'Incà cerca in tutti i modi di non portare in Parlamento le discussioni, perché sa che improvvisamente la maggioranza va in pezzi. Ci mancava soltanto l'uscita di Grillo che ha spiegato ai 5 Stelle che Conte è un incapace (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), e quando noi lo dicevamo, eravamo tacciati di disfattismo. Oggi il capo politico del Movimento 5 Stelle afferma, senza se e senza ma, che il presidente Conte è un incapace. Che non solo non può governare un partito, ma io credo non potrebbe e non poteva governare una Nazione.

Allora, vede, ve ne è la dimostrazione: stamattina, grazie agli ordini del giorno del collega Rotelli e della collega Prestigiacomo, si è infiammata l'Aula. Per un ordine del giorno, per un ordine del giorno! Perché non c'è stata la capacità. Il voto è evidente: praticamente, è andata in mille pezzi; ogni partito ha votato in maniera difforme anche rispetto agli ordini di scuderia.

Siete andati in mille pezzi rispetto a un ordine del giorno sul ponte sullo Stretto, quando, come le ho detto in Commissione, basterebbe metterli in fila gli ordini del giorno approvati sullo Stretto, per arrivare dall'altra parte e farlo finalmente questo collegamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Basterebbero gli ordini del giorno approvati nella storia d'Italia per raggiungere questo obiettivo. Allora, vede, si dirà è facile stare all'opposizione, ce lo sentiamo dire. Assolutamente no. Stare all'opposizione è molto complicato quando lo fai con una forza che è maggioranza nel Paese ed è minoranza all'interno del Parlamento. Noi lo facciamo con poche persone: siamo più di 30. Voglio ringraziare tutti i colleghi parlamentari (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) per il lavoro instancabile che si fa nelle Commissioni e sa perché Presidente? Perché noi veniamo qui e portiamo sempre progetti, proposte puntuali, precise. Noi ne abbiamo discusse alcune e io la ringrazio per la sua disponibilità al dialogo in Commissione nel poco tempo che abbiamo avuto a disposizione. Fratelli d'Italia fa questo, lo fa con poche persone e non fa un ostruzionismo becero e non dice che tutto va male; dice semplicemente che quando si spendono 200-240-300 miliardi una forza di opposizione, che ormai è al 20 per cento nella Nazione, deve poter dire la propria. Noi lo facciamo attraverso le nostre proposte, lo facciamo con una fase di ascolto che è quello che deve fare la politica, ascoltiamo fuori e poi lo rappresentiamo all'interno. Abbiamo fatto una proposta in questo decreto per l'ennesima volta: l'abolizione del cashback. Quando l'abbiamo detto la prima volta anche lì siamo stati tacciati di disfattismo, che non capivamo, che non eravamo all'altezza della scienza del Presidente Conte. Peccato che adesso, essendo passato di moda il Presidente Conte, anche la maggioranza si è ricreduta su questo inutile strumento, che è, non altro, che un modo di buttare 5 miliardi e fare esaltare l'atteggiamento da guardone che lo Stato ha nei confronti di quello che fanno i cittadini. Vi abbiamo chiesto di abolirlo, vi abbiamo chiesto in questo decreto di utilizzare quelle somme e ve lo abbiamo fatto con proposte puntuali: Vi abbiamo detto che nel PNRR 1,8 miliardi per il turismo è poca cosa. Vede, sottosegretaria, il turismo non è come dice il Presidente che si rialzerà da solo, non funziona così; il turismo si rialzerà se noi avremo la capacità di mettere a terra una serie di risorse, se riusciamo a dargli quella visione che serve alle città d'arte, ai paesi dell'entroterra e a fare in modo di esaltarla questa grande vocazione che ha l'Italia. Ma per fare questo ci vogliono le risorse, ve l'abbiamo spiegato, vi abbiamo chiesto anche in questa occasione di metterci più risorse, così come vi abbiamo chiesto di mettere più risorse nell'agricoltura perché è un'eccellenza, perché le nostre tipicità fanno la differenza, perché noi siamo profondamente convinti, signor sottosegretario, che quando dobbiamo fare un investimento per rilanciare una Nazione quell'investimento non si deve fare nella direzione che vuole l'Europa per farci una Nazione piatta (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) come tutte le altre, lo dobbiamo fare lì dove siamo eccellenti, dove siamo i numeri uno. Basterebbe chiederlo a qualunque cittadino del mondo: che cos'è l'Italia? L'Italia è turismo, l'Italia è cultura, l'Italia è bellezza, l'Italia è agricoltura. Noi, invece, qua dentro continuiamo a prenderci in giro e allochiamo somme non all'altezza di queste potenzialità.

Volevamo confrontarci con voi anche sul tema dei trasporti perché, a differenza di questa e dell'altra maggioranza, noi continuiamo a sostenere che non sono state fatte delle scelte intelligenti dal Ministro Speranza. Qualcuno ci dovrà spiegare perché la Nazione con più ristrettezze d'Europa ha la più alta mortalità d'Europa. Evidentemente qualcosa non ha funzionato. Noi pensiamo che quello che non ha funzionato, tra l'altro, è proprio il sistema dei trasporti: perché non ha un grande senso chiudere i negozi e i ristoranti alle 6, e poi fino alle 11 trovare le metropolitane affollate, non ha un grande senso. Allora abbiamo provato anche in questo decreto a farvi delle proposte sensate, puntuali, precise perché le nostre proposte sono studiate, sono puntuali e sono precise. Vi abbiamo detto dove prendere i soldi, vi abbiamo detto quello che andava fatto, vi abbiamo invitato a utilizzare il sistema dei trasporti privati, così come vi abbiamo detto, anche in questo decreto, che la capitale di una Nazione merita i fondi che deve avere una capitale, che è quello che succede in tutto il mondo, non i soldi per Roma, i soldi per la capitale perché la capitale è la locomotiva di una Nazione. Anche qui quanta ipocrisia: abbiamo approvato un ordine del giorno tutti quanti insieme, però poi, quando è arrivato il PNRR, la proposta di Fratelli d'Italia è stata messa da parte vergognosamente da un candidato sindaco di Roma. Il candidato sindaco Gualtieri nel PNRR ha messo da parte la proposta di Fratelli d'Italia che prevedeva 1 miliardo l'anno per 6 anni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). In sei anni avremmo avuto quelle infrastrutture che servono alla capitale, le avremmo viste messe a terra fino al 2026, ma questo il candidato sindaco non lo ha fatto. Il sindaco non appartiene a una forza politica, il sindaco appartiene a un territorio e ad una comunità, chi appartiene a una forza politica non può fare il sindaco e questo glielo diranno i romani quando andranno a votare ad ottobre. Poi vi abbiamo parlato di denatalità, dei sistemi museali; vi abbiamo chiesto proroghe e concretezza sul bonus 110 per cento; vi abbiamo spiegato che le aree interne vanno rilanciate con progetti puntuali e con i collegamenti per non farle essere ancora in eterno le aree interne; vi abbiamo parlato anche delle infrastrutture, insomma abbiamo cercato di dare quella vivacità a un dibattito parlamentare stanco, un dibattito parlamentare anche infastidito perché vede c'è anche questo. Si avverte da parte di Fratelli d'Italia il fastidio a parlare di argomenti come questi, come se noi veramente fossimo soltanto delle marionette chiamate qui a recitare un ruolo. Allora, Presidente - e concludo e sono stato ampiamente nei dieci minuti così mi sono evitato i richiami - annuncio il voto di astensione di Fratelli d'Italia perché è un investimento di 30 miliardi. Lo facciamo sempre nella speranza di essere maggiormente coinvolti ed ascoltati e lo facciamo anche auspicando, Presidente, che il Presidente Fico voglia finalmente far ritornare questo Parlamento centrale, non dovrà fare grandi cose, dovrà soltanto essere coerente, non servirà ritornare sull'autobus con il quale è venuto la prima volta qui, le basterà di essere coerente perché la coerenza paga, lo ha dimostrato la storia di Fratelli d'Italia che, con un po' più di coerenza, rimetterà al centro di questa Nazione il Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Roberto Pella. Ne ha facoltà.

ROBERTO PELLA (FI). Grazie Presidente. Colleghi, il voto che a breve ci apprestiamo ad esprimere è di grande rilievo perché con questo voto convertiremo in via definitiva il decreto-legge che istituisce il Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza: 30 miliardi di euro spalmati sullo stesso arco temporale di sei anni, dal 2021 al 2026, che si aggiungono ai 191 miliardi del PNRR. Oggi mettiamo in campo il secondo pilastro del Piano complessivo di ripresa e resilienza tramite cui finanzieremo una lunga serie di investimenti, opere e infrastrutture che da oggi al 2026 dovranno rilanciare il nostro sistema economico, riportare il nostro PIL non solo ai livelli pre-COVID, ma in trend crescente come non accade da troppo tempo e trasformare stabilmente il nostro Paese dal punto di vista del proprio assetto normativo interno e del proprio ruolo in Unione europea e nelle relazioni estere. Un Paese che dovrà diventare più digitalizzato, più green, più omogeneo; un Paese che dovrà disporre di una mobilità veloce e al tempo stesso sostenibile in tutto il proprio territorio; un Paese che dovrà dotarsi di procedure amministrative e processi burocratici più snelli ed efficaci, nuove politiche per la concorrenza, politiche attive per il lavoro che garantiscano accesso e giuste tutele, specie a giovani e donne così duramente colpiti dall'emergenza pandemica e, finalmente, una riforma della giustizia e del fisco di cui anche ieri il Presidente Berlusconi ha parlato nella sua intervista ad un autorevole giornale nazionale. Tutto questo e altri interventi, che non cito per questioni di tempo, è il PNRR: il più grande ambizioso piano di riforme e interventi strutturali che sia mai stato messo in campo nella storia d'Italia. Non a caso spesso paragonato alla portata del Piano Marshall del secondo dopoguerra. Sarà necessario adottare, fin da subito, uno sguardo d'insieme a 360 gradi su questo Piano per poterne monitorare lo stato di avanzamento e valutare gli impatti in itinere e di esito. Il decreto che stiamo esaminando completa il primo step, quello certamente più importante perché individua le risorse complessive a disposizione, ma che da solo non sarebbe sufficiente. A questo step ne seguirà un altro altrettanto importante, che potremo definire procedurale perché definirà le regole che consentiranno da un lato di procedere materialmente agli investimenti previsti e dall'altro di coordinarli e monitorarne l'attuazione. Mi riferisco al decreto-legge sulla governance e sul “Semplificazioni” che, tra qualche settimana, approderà in quest'Aula e al decreto-legge sulle assunzioni della pubblica amministrazione che, invece, è in corso d'esame in Senato. Per mettere a terra, come si dice, le ingenti risorse a disposizione è essenziale coinvolgere tutti i livelli di Governo, da un lato inserendo fattori abilitanti che li metta nelle condizioni di spendere bene nei tempi, dall'altro inserendo fattori responsabilizzanti rispetto al grande compito che dovremo svolgere tutti: dai membri del Governo al più piccolo comune d'Italia, in sinergia e in piena trasparenza.

All'interno di questo perimetro, quindi, saremo chiamati ad approvare ulteriori provvedimenti normativi, che saranno ugualmente importanti ai fini della piena attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Non ci sarà né un piano “B”, né un secondo tempo, per cui deve essere chiara sin d'ora la responsabilità che assumiamo nei confronti del Paese e delle future generazioni. Un esempio, in questo, senso è il provvedimento che seguirà nelle prossime settimane, cioè il testo di legge sugli ITS e sul sistema di istruzione e formazione tecnica superiore; un testo che nasce da una serie di progetti di legge di iniziativa parlamentare, depositati prima della pandemia, che per la loro lungimiranza sono stati ricompresi all'interno del PNRR. Tengo a esprimere l'orgoglio riferito al fatto che la proposta di legge capofila di questo testo unificato sia di Forza Italia, con le prime firme delle colleghe Aprea e Gelmini.

Tornando al Fondo complementare che questo decreto istituisce, è opportuno sottolineare come nella prima versione del PNRR figurassero un numero di interventi che eccedevano le risorse effettivamente disponibili. Il Governo Draghi ha opportunamente ed efficacemente posto rimedio a quella lacuna, individuando finanziamenti aggiuntivi a valere su risorse esclusivamente nazionali, che consentiranno di realizzare un numero maggiore di interventi e di ricomprendere investimenti che, per le caratteristiche possedute, potevano essere a rischio nella valutazione delle istituzioni europee.

Visto che parliamo di politiche apportate dall'attuale Governo al primo schema di PNRR, mi consenta, Presidente, una piccola digressione per citare l'opportuna decisione del Governo di sospendere il cashback, una misura che la prima bozza di Piano prevedeva di finanziare e che ora non è più prevista; una decisione che Forza Italia rivendica per averla chiesta da subito e che ora con soddisfazione viene accolta (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Sono molti gli interventi di rilievo che ho avuto modo di citare in discussione generale. In questa sede vorrei soffermarmi con particolare favore sui 1.780 milioni stanziati complessivamente per le aree colpite dai terremoti dal 2009 al 2016. Il sisma era rimasto fuori dagli investimenti del PNRR ed ora è stato ricompreso nel piano complementare con un volume tale di risorse messe a disposizione che ci auguriamo possano risolvere definitivamente le dolorosi questioni, che affliggono ormai da troppi anni le popolazioni e i territori che sono stati colpiti da una calamità, che ha distrutto case, comunità, attività economiche e che ha danneggiato fortemente le infrastrutture e messo a dura prova i colleghi sindaci.

Nel corso del dibattito sono emersi anche elementi, che più che criticità definirei giusti spunti di riflessione. Uno l'abbiamo sollevato noi di Forza Italia, con un emendamento in Commissione e poi con un ordine del giorno a prima firma della collega Prestigiacomo, ma che tutto il gruppo di Forza Italia considera strategico. Mi riferisco alla questione del ponte sullo Stretto di Messina. Su questo vogliamo essere estremamente franchi: Forza Italia continuerà in ogni occasione utile a portare avanti questa battaglia perché si tratta di un'infrastruttura strategica per l'Italia e non soltanto per la Sicilia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente); un'infrastruttura che costituisce il completamento logico di un'opera finanziata proprio da questo provvedimento, come la linea ferroviaria ad alta velocità Salerno-Reggio Calabria.

Un altro tema di riflessione, che è emerso nel corso del dibattito, ha riguardato l'impossibilità da parte della Camera dei deputati di apportare modifiche ad un provvedimento così importante. Per questo, ringrazio il nostro relatore Mauro D'Attis, per il grande impegno che ha profuso e per le attenzioni che ha avuto nei confronti anche di quelli che sono poi stati gli ordini del giorno stessi. Si tratta di un tema, però, questo, che è stato sollevato comprensibilmente dall'opposizione, ma che non è stato estraneo alla maggioranza. In questo senso vorrei sottolineare il parere approvato dalla Commissione Trasporti della Camera, nel quale sono state inserite, grazie all'impegno dei colleghi Sozzani e Rosso, osservazioni di rilievo che hanno riguardato il superbonus, la Torino-Lione e il ponte sullo Stretto, solo per citarne alcune. È ovvio che, quando una Commissione nell'esame in consultiva inserisce osservazioni in un parere ad un provvedimento che è immodificabile, non lo fa per mettere in imbarazzo la Commissione che esaminava il provvedimento in sede referente, ma per lanciare un segnale al Governo, sottosegretario, e so che su questo lei è sempre particolarmente attenta. Ovviamente, non solo la Camera si è trovata nelle condizioni di dover semplicemente ratificare un provvedimento; la stessa cosa si verificherà per il Senato con il “decreto Semplificazioni”. Comprendo che i mesi di giugno e luglio da sempre sono particolari per l'attività parlamentare e, sovente, si registra un ingolfamento di provvedimenti che si debbono chiudere entro agosto. La proposta che però come Forza Italia formuliamo al Governo, è quella, per i futuri provvedimenti di grande portata che riguarderanno specificatamente l'attuazione del PNRR, di garantire un percorso parlamentare che consenta ad entrambe le Camere di poter fornire il loro contributo su un piano di parità, come tra l'altro prevede la Costituzione.

Concludendo, signor Presidente Rampelli, con l'approvazione di questo decreto si compie un ulteriore e fondamentale passo alla realizzazione del Piano che dovrà, da qui al 2026, farci uscire dalla crisi economica prodotta dal COVID e rilanciare strutturalmente il nostro Paese; Forza Italia ne è consapevole. Il presidente Berlusconi, Forza Italia con i propri ministri, il capogruppo alla Camera, Roberto Occhiuto, e i gruppi parlamentari stanno partecipando fattivamente a questa grande opera di rilancio, credendo che sia l'occasione per far ripartire un percorso di crescita economica, sostenibile e duratura. Forza Italia, dunque, voterà convintamente a favore di questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gavino Manca. Ne ha facoltà.

GAVINO MANCA (PD). Grazie signor Presidente. Onorevoli colleghi, gentile sottosegretaria, con il Next Generation EU si apre una stagione nuova per l'Europa. Il nostro Paese ha svolto un ruolo determinante nel dare avvio a questa nuova fase, portando nelle sedi comunitarie l'inderogabile esigenza di imprimere una svolta al progetto dell'Unione. Di fronte a un'emergenza senza precedenti, l'Europa ha saputo reagire trovando in sé stessa la forza e lo spirito che molti di noi credevano smarriti. Oggi, dopo la promozione a pieni voti del Piano italiano di ripresa e residenza da parte della Commissione europea, ci apprestiamo ad approvare uno strumento di enorme importanza, come il Fondo complementare, che allarga il raggio di azione del Recovery Plan, dotando la nostra strategia di sviluppo del prossimo quinquennio di nuove risorse e nuovi progetti da mettere in campo.

Questo provvedimento, oltre all'intento di dare maggiore sostanza al rilancio del nostro Paese, vuole significare qualcosa di più: la volontà di fare del Recovery, non più e non solo uno strumento emergenziale, ma un mezzo strutturale di crescita e sviluppo dell'Unione europea; un veicolo per superare l'Europa dell'austerità e per costruire un'Unione più forte, più equa, più sostenibile, più resiliente, accompagnandola nella transizione verso un'economia verde digitale.

Il decreto che oggi convertiamo definitivamente in legge stanzia ulteriori 30,6 miliardi per dare vita a questo progetto nei prossimi cinque anni; risorse importanti, che vanno a integrare quelle già previste per gli interventi del PNRR e per la cui spesa verranno le stesse regole semplificate stabilite per il Piano. Infatti, come ricordiamo a noi stessi, ancora più importante oltre a dotarsi di queste finanze è saper impegnare le risorse e portarle concretamente sui territori, realizzando progetti, infrastrutture, rafforzando il sistema Paese, facendo quelle riforme strutturali, che ci consentano di cambiare marcia e uscire dal pantano della crescita dello zero virgola.

Gli interventi che andiamo a finanziare riguardano un grande numero di ambiti. Senza la pretesa di richiamare puntualmente ciascuno di essi, mi limiterò a citare quelli maggiormente significativi. In primo luogo, si dà corpo alla prima Missione del piano. La transizione digitale, infatti, rappresenta, insieme a quella ecologica, una delle due colonne portanti del grande processo di trasformazione economica e sociale che vogliamo per l'Italia. Con il provvedimento in esame destiniamo altri 1,4 miliardi di euro per il finanziamento di misure di grande importanza, ossia l'implementazione dei servizi digitali, della cittadinanza digitale per lo sviluppo delle competenze digitali, anche attraverso la realizzazione del progetto “Polis” - Case dei servizi di cittadinanza digitale.

Al pari, provvediamo altri 800 milioni fino al 2026 per gli interventi del PNRR relativi alle tecnologie satellitari e allo sviluppo dell'economia spaziale, due ambiti di rilevanza strategica per il nostro Paese. Contemporaneamente si stanziano quasi 7 miliardi di euro per due misure imprescindibili per lo sviluppo e la digitalizzazione delle imprese, gli accordi per l'innovazione e il piano Transizione 4.0.

Ulteriormente si accrescono risorse utili a colmare uno dei grandi divari che scontiamo da anni con il sistema infrastrutturale. Oltre agli interventi previsti nel PNRR, per accorciare le distanze in tal senso tra Sud e Nord e tra città metropolitane ed interne, il Fondo complementare destina quasi un terzo delle risorse (9,7 miliardi) per interventi nei settori delle infrastrutture e dei trasporti, con un occhio di riguardo per il Mezzogiorno e per le isole, finalmente, con vincoli di destinazione per potenziare il trasporto su ferro e via mare. Invece, 1 miliardo in più è destinato all'implementazione dei sistemi di monitoraggio dinamico per il controllo dei ponti, viadotti e tunnel di tutta la rete viaria principale di gestione ANAS e con particolare attenzione alle autostrade A24 e A25.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI (ore 18)

GAVINO MANCA (PD). Sempre rispetto agli ambiziosi obiettivi di sviluppo delle aree interne e delle regioni del Mezzogiorno, sono degni di nota gli ulteriori 300 milioni stanziati per gli anni dal 2021 al 2026 in favore della Strategia nazionale per le aree interne.

In particolare, ci si impegna a finanziare il programma per il miglioramento dell'accessibilità e della sicurezza delle strade, dedito alla realizzazione di interventi per la messa in sicurezza e manutenzione straordinaria della rete viaria, anche rispetto ai fenomeni di dissesto idrogeologico. Al contempo, si incrementano di 15,5 miliardi le risorse del Fondo sviluppo e coesione relative al ciclo di programmazione 2021-2027. Il rifinanziamento del Fondo servirà, soprattutto, a centrare un obiettivo di vitale importanza: accelerare la capacità di utilizzo delle risorse e di realizzazione degli interventi e il PNRR, che, come sappiamo, è una delle criticità più urgenti da risolvere in vista del pieno rispetto degli impegni presi in sede europea.

Sono, poi, rinvigoriti due interventi di grande interesse per il Paese: gli Ecosistemi per l'innovazione al Sud, che ci aspettiamo diano un grande stimolo per lo sviluppo di ampie zone del Mezzogiorno, e il finanziamento di interventi di ricostruzione delle aree colpite dai terremoti del 2009 (Abruzzo) e 2016 (Centro Italia).

Infine, si rifinanziano molti interventi su cui il Partito Democratico e il Governo ripongono grande fiducia: il superbonus e le misure per la riqualificazione dell'edilizia residenziale pubblica. In tema di superbonus, proroghiamo al 31 dicembre 2023 il termine entro cui possono essere sostenute le spese per i lavori per Istituti autonomi case popolari. Si specifica, inoltre, che, per gli interventi effettuati dai condomini, la detrazione del 110 per cento spetta anche per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2022, indipendentemente dallo stato di avanzamento dei lavori. Altri 2 miliardi, invece, come anticipato, saranno destinati al programma “Sicuro, verde e sociale”, per finanziare gli interventi di riqualificazione dell'edilizia residenziale pubblica, compresi gli interventi di demolizione e ricostruzione, per incrementare il patrimonio pubblico e dare respiro a un ambito in cui si è, purtroppo, fatto poco in questi anni.

Per concludere, signor Presidente, è importante ribadire un concetto espresso più volte e chiarito anche ieri dal Commissario Gentiloni: l'enorme sforzo che l'Europa e l'Italia stanno compiendo dal punto di vista economico sarà del tutto vano, se non sarà accompagnato da un impegno serio e determinato da parte di tutti, istituzioni, pubblica amministrazione, imprese, ma, specialmente, cittadini. Il Recovery, come detto, è un patto senza precedenti, ma se vogliamo che diventi, appunto, il precedente, il punto di ripartenza di una riforma strutturale della strategia di sviluppo del territorio dell'Unione, è indispensabile che questa opportunità sia sfruttata al meglio, senza limiti e senza preclusioni ideologiche. Siamo chiamati, in qualità di Paese che ha beneficiato maggiormente delle risorse del Next Generation, a dare grande prova di unità ed efficienza. Io credo fermamente che l'Italia abbia una grande voglia di dimostrare di essere all'altezza, che l'Italia abbia una grande voglia di tornare grande, che l'Italia abbia un grande cuore che le consentirà di sfruttare e di non perdere questa grande e storica opportunità. Per questo motivo, dichiaro il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Comaroli. Ne ha facoltà.

SILVANA ANDREINA COMAROLI (LEGA). Grazie, Presidente. Sottosegretario Sartore, oggi noi approviamo il provvedimento in cui si stanziano ulteriori 30,6 miliardi in più, da aggiungere ai 204,5 già previsti nel PNRR, per un totale di 235 miliardi. Risorse sicuramente importanti, notevoli, però la cosa che preoccupa di questi fondi è riuscire effettivamente a spenderli bene e, soprattutto, l'altra cosa fondamentale è spenderli presto, perché il 2026 è vero che è fra cinque anni ma, purtroppo, conoscendo la macchina burocratica che ci portiamo sulle spalle, il 2026 è qua dietro l'angolo, quindi noi dobbiamo per forza fare presto, far presto e bene. Sentivo prima il collega di Fratelli d'Italia che giustamente si rammaricava per il fatto che la lettura vera, approfondita del provvedimento è stata fatta solo al Senato ma, proprio perché, invece, noi siamo consci dell'importanza di fare in fretta e bene, ci riteniamo comunque soddisfatti, perché sicuramente il Governo, oltre ad aver predisposto il Piano, ha anche accettato notevoli emendamenti al Senato che ha condiviso con il Parlamento; vero che è una sola Camera, però è pur sempre il Parlamento. Noi oggi dobbiamo ricostruire il nostro Paese che, purtroppo, l'anno scorso e anche in parte quest'anno, ha dovuto subire la pandemia, che ha colpito tutti noi. Ora, con questi fondi si deve ricostruire e questo, il Fondo complementare, è una parte di quello che si vuole andare a fare, proprio per rendere l'Italia un Paese più moderno, un Paese con più infrastrutture, per riuscire ad eccellere nell'ambito sanitario, diventando veramente anche un Paese di innovazione e un Paese ecosostenibile.

E proprio su questo tema - Paese ecosostenibile - devo dare atto al Governo di aver accettato un nostro emendamento al Senato, in cui si stanziano 115 milioni per il bacino padano (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), che è un fattore fondamentale, sottosegretario, perché, purtroppo, i limiti delle polveri sottili e del biossido di azoto che versa il bacino padano è soggetto a una procedura di infrazione. Cosa è questa procedura di infrazione? Se non ci adeguiamo e non rientriamo nei limiti previsti, in base a una sentenza del 10 novembre 2020, la Corte di giustizia europea ci imporrà una sanzione che va da 1,5 a 2,3 miliardi di euro. E noi, quindi, abbiamo detto: ma perché pagare la sanzione all'Unione europea, quando possiamo fare delle cose per migliorare l'aria del bacino padano e, quindi, la vita degli stessi cittadini? E qui, grazie veramente al Governo che ha accettato, mettendo un piccolo tassello perché sicuramente i 115 milioni non sono sufficienti, ma il Governo rimpinguerà il fondo.

Sempre sulla questione dell'inquinamento, è stato fatto anche dell'altro: sono stati destinati ai comuni, con popolazione da 50 a 250 mila abitanti, investimenti finalizzati al risanamento e alla rigenerazione urbana, oltre ai 70 milioni per il progetto “Agnes”, per la costituzione di un polo energetico nell'Adriatico per riconvertire le piattaforme oil and gas e realizzare nell'ambito tutto un sistema di energie rinnovabili. Tutto questo ci porta ad un'altra considerazione, che non riguarda solo l'ambiente, ma proprio quello che dicevo all'inizio sul fatto che sono stati stanziati dei fondi: pensiamo ai 6,8 miliardi del Ministero dello Sviluppo economico finalizzati alla realizzazione di programmi particolarmente innovativi; pensiamo al programma “Polis”; all'1,2 miliardi per la filiera delle politiche agricole perché, molte volte, anche in quest'ambito, noi riteniamo che l'agricoltura sia un pilastro fondante del nostro sistema, un fattore importantissimo che, tra l'altro, è anche quello che ci qualifica nello stesso mondo; quando si parla dei prodotti alimentari italiani, è un vanto per tutti noi questo aspetto. Pensiamo al miliardo e otto destinato alle aree terremotate: anche qui, se ne parla tanto e siamo sempre in ritardo. Anche da questo punto di vista, sottosegretario (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), io mi auguro veramente che non succeda quello che è successo nel passato, per cui vengono stanziati fondi e, poi, non si realizza nulla e si lasciano questi poveri terremotati allo sbando. Altra misura importante sono i 4 miliardi e mezzo del superbonus, misura che è stata prorogata, per esempio, per gli IACP e per le spese sostenute dai condomini. Però, sottosegretario, su questo punto, la cosa importante è il fatto che, come già il Governo si è impegnato a fare, venga prorogata la misura, perché non dobbiamo dimenticarci che sono tutte misure fondamentali.

Pensiamo solo alla questione delle case di riposo, che devono adeguarsi anche per la stessa questione antisismica. A queste case sociali, a queste case di riposo è fondamentale dare il tempo di adeguarsi alla normativa per la stessa sicurezza degli ospiti. La questione del tempo ristretto è la questione anche della difficoltà nel realizzare queste opere, nel realizzare le procedure di gara; ma soprattutto poi, anche una volta che si trova l'impresa che si aggiudica l'appalto dei lavori, oggi come oggi vi è la questione dei rincari dei prezzi e la difficoltà, fortemente sentita dalle imprese, di reperire le materie prime (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Quindi, è proprio per questo che stiamo chiedendo una proroga al superbonus. Noi ci auguriamo veramente che tutti questi finanziamenti possano essere realizzati, senza dimenticare il ruolo fondamentale delle regioni, perché, guardi, sono le regioni, le province e i comuni sul territorio che hanno la percezione reale delle problematiche stesse di quei territori e la collaborazione con loro diventa fondante proprio per lo stesso fine che tutti noi qui oggi ci prefiggiamo, quindi di non trascurare questi enti fondamentali.

Questi fondi, come già detto all'inizio, sono importanti. Una parte è sottoposta alle condizioni che ci detta l'Europa, condizioni vincolanti ma che sicuramente noi saremo determinati a rispettare; l'altra parte è costituita da fondi che creano debito pubblico. Questo debito pubblico vuol dire per noi che dovremo ripagarlo, tutti noi lo dovremo ripagare. Dunque, è proprio da questo punto di vista che sarà fondamentale riuscire a realizzare, però, in tutti quei settori che creano produttività e che generano risorse per poi ripagare questo debito pubblico.

La Lega è convinta di questo provvedimento, è convinta fortemente di quello che sta facendo il Governo e si prefigge veramente una concreta collaborazione. Per tutte queste motivazioni la Lega esprime parere favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Daniela Torto. Ne ha facoltà.

DANIELA TORTO (M5S). Grazie, Presidente…

PRESIDENTE. Collega, le chiedo di cambiare il microfono.

DANIELA TORTO (M5S). Va meglio?

PRESIDENTE. Prego.

DANIELA TORTO (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, questo è un momento storico che richiede una risposta all'altezza. Noi siamo qui per votare il Piano nazionale per gli investimenti complementari, che corrisponde a 30 miliardi e 600 milioni e che va a unirsi ai 191 miliardi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, nonché ai 13 miliardi previsti per il sostegno alla povertà e per l'assistenza alla ripresa dei nostri territori.

Presidente, noi stiamo parlando, quindi, di un progetto di circa 235 miliardi. Vede, potrebbe sembrare inutile ricordare che si tratta di cifre senza precedenti, che andranno a rilanciare la nostra economia non soltanto a breve termine ma che ci permetteranno soprattutto di impostare il futuro, il futuro di tutti noi e il futuro del nostro Paese. Lo faranno, Presidente, su una base solida, perché, vede, noi stiamo parlando di innovazione, stiamo parlando di tecnologia, stiamo parlando di sostenibilità ambientale da qui ai prossimi 20 anni. E questa, colleghi, è una bella sfida ed è una sfida ancora più grande se pensiamo che va a incrementare quello che è il Piano di ripresa e resilienza con interventi mirati, dove non era stato possibile intervenire in precedenza. Penso, nello specifico, a 2 misure in particolare finanziate da questo Fondo. Infatti, abbiamo l'estensione del superbonus 110 per cento con 4,5 miliardi; una misura - voglio ricordarlo e ci tengo a precisarlo - che è stata voluta, sostenuta e ottenuta dal MoVimento 5 Stelle, dal lavoro del collega Fraccaro e soprattutto dall'impegno di tutti coloro che si sono spesi per ottenere questa misura, che oggi è acclamata da tutti.

L'altro intervento, invece, è riservato al finanziamento con 5 miliardi per quella parte di capitolo della Transizione 4.0 per le imprese che non era stata finanziata col PNRR.

Ebbene, ricordo che entrambe queste misure sono state convintamente sostenute dal MoVimento 5 Stelle e di questo noi siamo orgogliosi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Siamo orgogliosi, Presidente, e lo diciamo convintamente, perché è questo quello che intendiamo quando parliamo di politiche a favore delle imprese e a favore delle partite IVA ed è anche questo ciò che intendiamo per politica di crescita economica che si unisce alla sostenibilità. Quindi, fatti concreti, misure che sono già state approvate e che oggi il mondo produttivo ci chiede a gran voce, e noi dobbiamo dare delle risposte a questo mondo.

Presidente, certo ci fa piacere che il nostro lavoro sia stato apprezzato anche da altre forze politiche che oggi parlano quotidianamente del superbonus - anche questo ci fa enormemente piacere -, però sappiamo bene che la stabilità normativa adesso è indispensabile per tutte le imprese, per gli ingegneri, per gli operai, per tutti quei cittadini che, al di fuori di questo palazzo, ci chiedono un sostegno concreto e reale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Allora, Presidente, la proroga del superbonus al 30 giugno 2023 per le case popolari, al 31 dicembre 2023 lì dove i lavori sono stati portati avanti per oltre il 60 per cento e la proroga a fine 2022 per i condomini, indipendentemente dallo stato di avanzamento dei lavori.

Questo è sicuramente un passo in avanti indiscutibile. Ma, vede, ci siamo chiesti se potevamo fare di più e la risposta è stata: sì, potevamo fare di più, e lo abbiamo fatto perché abbiamo destinato quella parte che è possibile risparmiare dal superbonus 110 per cento proprio per rifinanziare l'intera misura. E, a proposito di crescita, colleghi, io ho seguito il dibattito qui in Aula e anche in Commissione. Lasciatemi dire che sarebbe davvero un errore togliere, dall'oggi al domani, la misura del cashback e vi spiego il perché: perché questa misura si è mostrata di fatto utile ai rapporti tra l'amministrazione e i contribuenti. Non siamo solo noi del MoVimento 5 Stelle a dirlo; sono anche le altre forze politiche ma, soprattutto, sono i numeri: parliamo di ben 9 miliardi di gettito tra il 2021 e il 2025 e di un impatto positivo sui consumi pari a 23 miliardi tra il 2021 e il 2022. È ovvio che tutto questo è perfettibile, ma stiamo lavorando proprio in questa direzione anche grazie all'aiuto del Vice Ministro Laura Castelli.

Oltre al superbonus e alla Transizione 4.0, nel provvedimento troviamo molto altro. Ad esempio, penso ai cittadini colpiti dal terremoto. Ebbene, abbiamo istituito un Fondo di 1 miliardo e 780 milioni a sostegno delle zone colpite dai sismi del 2009 e del 2016, 1,5 miliardi di investimenti per i porti italiani, abbiamo investito 1 miliardo e 400 milioni per il monitoraggio delle autostrade, dei ponti e dei viadotti, per renderli più efficaci ma anche più sicuri, 9 miliardi e 400 milioni sull'alta velocità ferroviaria Salerno-Reggio Calabria.

Ma non è tutto, perché per i trasporti e la mobilità abbiamo un finanziamento di quasi 10 miliardi e in questo risultano compresi i 600 milioni per gli autobus e 1,5 miliardi per il trasporto pubblico regionale.

Un investimento strategico, Presidente. Perché dico strategico? Perché va finalmente a ridurre le diseguaglianze territoriali e andrà a valorizzare le regioni meridionali. E poi ricordo i 2 miliardi e 400 milioni per la sanità pubblica, di cui 1 miliardo e mezzo destinato esclusivamente agli ospedali.

Presidente, io mi sento di ringraziare anche per il lavoro fatto al Senato, grazie ai nostri colleghi del MoVimento 5 Stelle, che hanno introdotto un fondo di 135 milioni per l'istituzione di una rete unica di interconnessione delle scuole; e per quanto riguarda la transizione ecologica, ma anche la qualità del cibo che mangiamo, ricordo il finanziamento iniziale di 15 milioni per favorire il passaggio a modelli di allevamento più virtuosi, all'aperto, senza gabbie.

Presidente, tengo anche a sottolineare che tutto questo, ovviamente, necessita di un rigido monitoraggio, che ci sarà, ci saranno tappe intermedie, ci sarà il rispetto del vincolo della sostenibilità ambientale; e questo, per noi del MoVimento 5 Stelle, è un dato storico, perché è il primo finanziamento così importante che mette come elemento vincolante, la tutela dell'ambiente, ed è questa la vera e propria svolta.

In conclusione, vado a ricordare anche il miliardo e 700 milioni per la digitalizzazione e lo spazio; altri numeri: quasi 1 miliardo e mezzo per la valorizzazione del patrimonio culturale e nazionale, oltre 1 miliardo anche per la pesca, per l'acquacoltura, per l'agroalimentare, per il biologico. Presidente, lei sa e comprende bene che queste non sono soltanto cifre; dietro questi numeri ci sono le storie di imprenditori, ci sono le storie di famiglie, ci sono le storie di giovani ragazzi che meritano un futuro migliore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

E, quindi, noi ci spendiamo nel lavoro, anche in questo Governo, ogni giorno, ed è per questo che voteremo a favore di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 3166​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3166:

S. 2207 - "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 6 maggio 2021, n. 59, recante misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e altre misure urgenti per gli investimenti" (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 4).

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Dovremmo ora passare al seguito dell'esame del testo unificato delle proposte di legge nn. 544-2387-2692-2868-2946-3014-A, recante “Ridefinizione della missione e dell'organizzazione del Sistema di Istruzione e formazione tecnica superiore in attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza”.

Poiché, tuttavia, la Commissione bilancio non ha ancora espresso il prescritto parere, l'esame del provvedimento si intende, pertanto, rinviato ad altra seduta.

Secondo le intese intercorse tra tutti i gruppi, il seguito della discussione della mozione n. 1-00456, concernente iniziative in relazione al caso di Julian Assange, nonché il seguito dell'esame della proposta di legge n. 2763-A, recante “Disposizioni concernenti la rinegoziazione dei contratti di locazione di immobili destinati ad attività commerciali, artigianali e ricettive per l'anno 2021 in conseguenza dell'epidemia di COVID-19”, si intendono rinviati ad altra seduta.

Ha chiesto di parlare il deputato Cabras, immagino sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

PINO CABRAS (MISTO-L'A.C'È). L'ennesimo rinvio deciso dall'Ufficio di Presidenza, tutto giusto e perfetto, all'unanimità, in un momento in cui l'opposizione vede ridotti, in modo drammatico, i propri spazi. Si pone un problema di una componente parlamentare dell'opposizione, che vuole far discutere una cosa importante. Tutto quello che dirò è per motivare una discussione urgente.

Mentre Julian Assange ora langue in una prigione, assieme a tutto il giornalismo investigativo, il rinvio della mozione non è più soltanto una questione procedurale, ma è anche una questione politica, che dice tanto su cosa è diventato questo Parlamento. Questo Parlamento è schiacciato da provvedimenti, decreti, voti di fiducia sbrigativi, che ne sviliscono ogni funzione di controllo. Siamo pagati per un lavoro a tempo pieno, ma l'Aula vota ormai soltanto dal martedì al mercoledì (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è). Si affrontano discussioni di stretta attualità, come la settimana scorsa, su Cristoforo Colombo, e si rinviano questioni essenziali per la democrazia, come la tutela della libertà, come nel caso di Assange. Votare l'ennesimo rinvio dovrebbe portare a una scelta coerente: sostituite pure questi banchi, dove per decenni grandi personalità discutevano, studiavano, combattevano, decidevano, sostituite questi banchi con 630 trolley (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è), con 630 valigie, in fuga dalla responsabilità, oppure fermatevi, a riflettere sulla vostra e nostra libertà, sulla libertà di tutti, che è materia urgente, quanto la verità.

Un grande giornalista investigativo, con solide radici culturali e familiari nell'ebraismo argentino, Horacio Verbitsky, afferma: “giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole si sappia; il resto è propaganda”. Ecco perché la prigionia e la libertà di Julian Assange costituiscono una questione cruciale per noi, un luogo, il nostro, dove a parole tutti dicono che c'è democrazia quando emerge qualcosa che qualcuno non vuole che si sappia. Lo si diceva già 2.000 anni fa: oportet ut scandala eveniant, ossia è necessario che gli scandali avvengano, anche quando i grandi apparati di pubbliche relazioni preferiscono troncare e sopire, sopire e troncare. Uno dei modi di sopire e troncare è l'eterno rinviare. È questo che volete, colleghi di quel MoVimento 5 Stelle che si collegava in piazza con Julian Assange? È questo che volete, colleghi del PD, che pure avete organizzato convegni al Senato su Assange? È questo che volete, colleghi della Lega e di Fratelli d'Italia, che di recente avete denunciato certe censure che hanno reso più irrespirabile il web? Non abbiate paura. Lo abbiamo già detto nella discussione generale su questa mozione: l'uomo che oggi soffre, da troppo tempo, in una prigione britannica ha contribuito ad aumentare la consapevolezza di larghi strati della pubblica opinione mondiale rispetto a Governi, uomini di potere, grandi lobby, reti di relazioni ed eventi, ben oltre la narrazione ufficiale. La sua WikiLeaks ha consentito alla democrazia contemporanea di superare e mostrare i limiti del giornalismo tradizionale. Lasciare Assange in prigione, a quelle dure condizioni, è l'attentato definitivo, oltre che alla sua persona, al giornalismo investigativo. Ecco perché, invece, è urgente che il Parlamento discuta e ponga un'urgenza autentica per affrontare questa decisione su una protezione maggiore di Assange.

La storia, coraggiosissima, di Julian Assange esige che si discuta davvero sul valore del suo attivismo, da sempre minacciato con ogni mezzo, ora che pure cadono le false accuse su cui viene incriminato e su cui pende, comunque, una minaccia di estradizione. È normale che Governi e potenti abbiano qualcosa da nascondere, ma il compito dell'informazione, ineludibile, è quello di andare a scoprire i loro nascondigli e rivelarli al pubblico, ai popoli. È urgente parlarne, non aspettate fine luglio. La persecuzione contro una persona e il suo progetto di libertà richiede una discussione vera, aperta. Nel momento in cui vogliamo riportare qui la discussione, pensiamo alla manifestazione popolare che si terrà a Roma il 3 luglio, in piazza Trilussa, il giorno in cui Assange compirà 50 anni: siateci!

Connettiamoci a quei cittadini e a quelle organizzazioni formate da chi si batte per la libertà di parola. Sono in gioco questioni enormi. Il mondo che ha inventato le carte dei diritti umani non si libera dal suo lato oscuro: le libertà politiche incontrano se stesse e non si riconoscono, il giornalismo occidentale incontra se stesso e non si riconosce, la giustizia democratica incontra se stessa e non si riconosce, il Parlamento incontra la possibilità di parlare e resta muto. Ognuno di noi può fare qualcosa: viva la libertà, viva Julian Assange (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è - Deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è espongono cartelli con l'immagine di Assange)!

PRESIDENTE. Colleghi, vi chiedo di abbassare i cartelli. Colleghi, vi chiedo di abbassare i cartelli, grazie. Chiedo agli assistenti parlamentari di intervenire, grazie (Gli assistenti parlamentari ottemperano all'invito della Presidente).

Ha chiesto di parlare il collega Deidda. Sempre sull'ordine dei lavori?

SALVATORE DEIDDA (FDI). Presidente, sullo stesso tema, volevo confortare il collega, mio conterraneo, Pino Cabras (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è), che capisco benissimo. Capisco benissimo l'esigenza anche di fare un intervento in quest'Aula per poi dichiarare che c'è la manifestazione, c'è altro, ma non dovrebbe citare magari Fratelli d'Italia, come se avesse paura, perché si tratta di una decisione che ha preso la Conferenza dei capigruppo, con il Presidente Fico. Noi siamo disponibili a discuterla quando volete e quando ci sarà l'occasione; ci siamo lamentati che i lavori di quest'Aula finissero di mercoledì, quindi non abbiamo nessun timore e non ci citi, per cortesia, a sproposito, anche a livello propagandistico. Ricordo, caro collega, che tu sei adesso fuori dal MoVimento 5 Stelle, però hai avuto tre anni per discutere questa mozione; sei stato in maggioranza, quindi prenditela con i tuoi colleghi e con il Presidente Fico, e non con una forza come Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Discussione della relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti della deputata Vincenza Bruno Bossio (Doc. IV-ter, n. 18-A) (ore 18,32).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del seguente documento: relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti della deputata Vincenza Bruno Bossio (Doc. IV-ter, n. 18-A).

La Giunta propone di dichiarare che i fatti per i quali è in corso il procedimento concernono opinioni espresse dalla deputata Vincenza Bruno Bossio nell'esercizio delle sue funzioni, ai sensi del primo comma dell'articolo 68 della Costituzione.

(Discussione - Doc. IV-ter, n. 18-A)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione. Ha facoltà di parlare il relatore, deputato Eugenio Saitta.

EUGENIO SAITTA, Relatore. Presidente, colleghi deputati e deputate, la Giunta per le autorizzazioni riferisce su una richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità avanzata dal tribunale di Cosenza nei confronti della deputata Vincenza Bruno Bossio, pervenuta alla Camera il 21 giugno 2019. La Giunta ha dedicato all'esame della questione le sedute del 14, 21 e 29 aprile 2021 e del 5 maggio 2021, delle quali si allegano i resoconti. Il procedimento penale pendente presso il tribunale di Cosenza origina da una denuncia-querela nei confronti della deputata Vincenza Bruno Bossio da parte di Leonardo Sacco, legale rappresentante della Misericordia di Isola di Capo Rizzuto, ente gestore del centro d'accoglienza per richiedenti asilo di Sant'Anna di Isola di Capo Rizzuto, per il reato di diffamazione di cui all'articolo 595, secondo e terzo comma, del codice penale.

Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Cosenza, con ordinanza del 13 giugno 2019, ha ritenuto infondata l'eccezione di insindacabilità ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, sollevata dall'indagata, e ha sospeso il procedimento, disponendo la trasmissione di copia degli atti alla Camera dei deputati. La domanda riguarda il post pubblicato alla pagina Facebook dell'onorevole Bruno Bossio in data 5 luglio 2015 con il seguente contenuto: “Guardate chi usa le porcherie di Pollichieni per attaccarmi: il capo del CARA di Crotone, er Buzzi de noantri. Onorata di tanta attenzione! Ancora non ho finito di indagare su come gestisci gli immigrati. Verrò presto a farti visita”. Tale post pareva far riferimento al precedente, pubblicato dal querelante, con il quale egli aveva condiviso l'articolo della testata corrieredellacalabria.it dal titolo “Rimborsopoli; ecco perché si può parlare di Adamopoli”, concernente il marito dell'onorevole Bruno Bossio. Il querelante Sacco rilevava contenuti diffamatori e minacciosi nei suoi confronti. Dagli atti presenti nel fascicolo trasmesso alla Camera dei deputati emergono anzitutto le seguenti circostanze. Il pubblico ministero della procura della Repubblica presso il tribunale di Crotone ha ravvisato la propria incompetenza territoriale per il reato di diffamazione e chiesto l'archiviazione della denuncia, non rilevando gli estremi della minaccia nell'espressione “Verrò presto a farti visita”, proferita da un parlamentare, che non assume connotati che lascerebbero temere condotte antigiuridiche.

Il giudice delle indagini preliminari del tribunale di Crotone ha disposto la restituzione degli atti per incompetenza territoriale su entrambe le ipotesi delittuose, individuando la competenza del tribunale di Cosenza, luogo di residenza e domicilio dell'indagata. Il pubblico ministero della Repubblica presso il tribunale di Cosenza ha chiesto due volte l'archiviazione sia per il reato di minaccia sia per quello di diffamazione. Il giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Cosenza ha ritenuto invece fondata la querela per il delitto di cui all'articolo 595, comma terzo, del codice penale, in relazione all'espressione “Il capo del CARA di Crotone, er Buzzi de noantri”, da egli qualificata come oggettivamente offensiva. È opportuno svolgere due considerazioni su quanto riferito nelle premesse dell'ordinanza del GIP di Cosenza.

In proposito, si rileva che tra gli atti del fascicolo trasmesso alla Camera vi è anche il resoconto dell'audizione del 20 ottobre 2015 in Commissione antimafia del prefetto Mario Morcone, allora a capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'Interno. Nel corso dell'audizione, l'onorevole Bruno Bossio parlò del CARA di Sant'Anna di Isola di Capo Rizzuto, riferendosi in particolare alla società fornitrice del servizio di catering e ai suoi rapporti con precedenti società ai cui titolari era stato sospeso il certificato antimafia, e riferì di una visita da lei effettuata al CARA stesso, sostenendo che il signor Sacco non avrebbe gradito la presenza di alcune persone che la accompagnavano.

L'audizione del prefetto Morcone ebbe luogo in una data successiva a quella di pubblicazione del post su Facebook e gli interventi della deputata Bruno Bossio nel corso di quella audizione non possono perciò essere gli atti tipici alla base delle dichiarazioni poi oggetto di querela. Va tuttavia considerato il fatto che la visita al CARA si era svolta in una data precedente sia a quella dell'audizione, sia a quella della pubblicazione del post. La seconda considerazione è in riferimento all'interrogazione n. 4-08566 presentata dall'onorevole Bruno Bossio in data precedente alla pubblicazione del post su Facebook e alla valutazione del GIP sul suo contenuto. Al riguardo, si rileva che nelle premesse dell'interrogazione, che contiene diversi rilievi critici concernenti la gestione del CARA di Isola di Capo Rizzuto, si dà conto di una visita al predetto centro effettuata il 22 maggio 2015 dalla parlamentare, accompagnata da altri esponenti politici, tra cui un altro deputato, e sono citati in un'inchiesta apparsa sulla testata Repubblica.it del 6 maggio 2014 e in un articolo di L'Espresso online del 2 marzo 2015, che richiamava una precedente inchiesta della medesima testata.

Non vi è dubbio che l'interrogante Bruno Bossio abbia mosso pesanti critiche alla gestione del CARA, rilevate anche dal GIP di Cosenza, il quale però non sembra avere posto attenzione agli altri aspetti sopra evidenziati, la visita dei parlamentari e al rinvio ad articoli di stampa online. Negli atti tipici dell'attività della parlamentare deputata Bruno Bossio si segnala anche l'esistenza di un'altra interrogazione precedente alle affermazioni oggetto di querela del signor Sacco. Si tratta dell'interrogazione a risposta scritta in Commissione n. 5-03810, presentata il 16 ottobre 2014, nella quale è scritto che la gestione del CARA di Isola di Capo Rizzuto “è stata già oggetto di controversie e perplessità sollevate dalla sottoscritta dopo una visita al centro, conseguente alla documentata inchiesta giornalistica curata da Raffaella Cosentino e Alessandro Mezzaroma ed apparsa su Repubblica.it il 6 maggio 2014, con il titolo: “Milioni sulla pelle dei rifugiati”.

Nella seduta del 21 aprile 2021, la deputata Bruno Bossio è stata ascoltata in audizione dalla Giunta per le autorizzazioni ai sensi dell'articolo 18 del Regolamento della Camera. La deputata ha riferito che il signor Sacco risulta condannato per mafia in primo grado con rito abbreviato a 17 anni di reclusione e che nel processo di secondo grado è stata formulata una richiesta di condanna a 20 anni.

L'onorevole Bruno Bossio ha poi sottolineato che quanto da lei pubblicato sui social è una proiezione delle sue iniziative ispettive condotte, a partire dal 2015, sul centro di accoglienza per richiedenti asilo di Crotone.

Tale attività ispettiva ebbe inizio a seguito della pubblicazione di inchieste giornalistiche che evidenziavano pesanti irregolarità nella gestione del cosiddetto pocket money che risultava non essere effettivamente erogato ai migranti. Ha, quindi, ricordato di essersi recata per un'ispezione presso il CARA e di avere presentato due interrogazioni - la prima insieme ad altri deputati calabresi e la seconda con il deputato Chaouki - e che, dopo la presentazione di tali interrogazioni, è iniziata una campagna denigratoria sui social network, nei confronti suoi e anche del deputato Chaouki, condotta dal signor Sacco, al punto che vi sarebbero stati i presupposti affinché ella sporgesse querela nei suoi confronti.

È stato evidenziato che, delle due questioni fondamentali oggetto dell'attività ispettiva della deputata Bruno Bossio (la gestione del pocket money all'interno del CARA e l'affidamento del catering a una società riconducibile ai medesimi soggetti titolari di un'altra società che era stata oggetto di una misura interdittiva antimafia), la prima è al centro dell'interrogazione n. 4-08566, esaminata anche dal GIP di Cosenza, mentre la seconda è emersa, sin dalla visita ispettiva del 22 maggio 2015, citata nella medesima interrogazione e in altri atti parlamentari.

È stato, altresì, osservato che il contenuto dell'atto di sindacato ispettivo è stato probabilmente valutato in modo riduttivo e senza considerare adeguatamente la reale portata delle denunce ivi dettagliatamente circostanziate, anche attraverso il rimando a inchieste giornalistiche.

È, quindi, risultato evidente che, nella sua attività parlamentare ispettiva, svolta, sia prima sia dopo la pubblicazione delle dichiarazioni contestate, l'onorevole Bruno Bossio ha ritenuto di denunciare irregolarità nella gestione del CARA e di avanzare dubbi sulla legalità della stessa. Tali dubbi, come è noto, si sono poi dimostrati fondati in sede penale, vista la pesante condanna inflitta, in primo grado, al Sacco dal tribunale di Cosenza per il reato di associazione di tipo mafioso. In tale contesto, il riferimento al Sacco come “Buzzi de noantri” appare, in definitiva, rappresentativo e riassuntivo di quanto, in precedenza, sostenuto in sede parlamentare dalla deputata in relazione alla gestione del CARA di Isola di Capo Rizzuto.

Per le ragioni sopra esposte, è stata formulata, quindi, alla Giunta la proposta di deliberare nel senso della insindacabilità.

Nella seduta del 5 maggio 2021, infine, la proposta della Giunta di deliberare nel senso dell'insindacabilità è stata approvata con il voto favorevole dei rappresentanti di tutti i gruppi parlamentari.

La Giunta ha deliberato, pertanto, nel senso che, alle dichiarazioni rese dalla deputata Bruno Bossio, di cui al procedimento penale in oggetto, si applichi il primo comma dell'articolo 68 della Costituzione (Applausi).

PRESIDENTE. Non essendovi iscritti a parlare, dichiaro chiusa la discussione.

(Dichiarazioni di voto - Doc. IV-ter, n. 18-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto

Ha chiesto di parlare la deputata Manuela Gagliardi. Ne ha facoltà.

MANUELA GAGLIARDI (CI). Grazie, Presidente. L'odierna richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità ex articolo 68, primo comma, della Costituzione, riguarda un procedimento penale nei confronti della deputata Vincenza Bruno Bossio per il reato di diffamazione.

Questo procedimento ha preso seguito da una denuncia-querela presentata da Leonardo Sacco, legale rappresentante della Misericordia di Isola Capo Rizzuto, allora gestore del centro di accoglienza per richiedenti asilo di quella zona. La deputata, infatti, in risposta ad un post pubblicato su un social network del Sacco, in data 5 luglio 2015, avrebbe scritto frasi ritenute dallo stesso Sacco diffamatorie e minacciose. In particolare, quindi, oggetto dell'odierna deliberazione, è la frase: “Guardate chi usa le porcherie di Pollichieni per attaccarmi: il capo del CARA di Crotone, er Buzzi de noantri. Ancora non ho finito di indagare su come gestisci gli immigrati. Verrò presto a farti visita”. Allora, sulla parte delle minacce, la deputata ha ottenuto, più volte, l'archiviazione, proprio perché, in realtà, non si trattava di minacce, ma semplicemente dell'esplicitazione dell'attività ispettiva prerogativa dei parlamentari.

La deputata Bruno Bossio, nei mesi precedenti - è importante ricostruire questa fase -, rispetto a questa dichiarazione pubblicata nel post di Facebook, che è oggetto del procedimento, aveva svolto, a più riprese, attività ispettiva con riguardo al CARA di Crotone, perché, su questo centro di accoglienza, c'erano diverse criticità. E lo aveva fatto, la collega Bruno Bossio, sia effettuando delle visite proprio con la sua presenza fisica nella struttura sia attraverso il deposito di più atti di sindacato ispettivo. Le criticità nella gestione di questo centro erano state evidenziate, sia da inchieste giornalistiche che da indagini della magistratura.

Io mi permetterei di dire che l'attività ispettiva svolta dalla collega Bruno Bossio era addirittura doverosa, considerato il clima che si era creato su questa struttura (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia). L'attività posta in essere dall'onorevole Bruno Bossio era soltanto finalizzata a fare emergere le eventuali irregolarità sulle gestione del pocket money, da una parte, perché all'interno del CARA, un'indagine giornalistica svolta da una testata importante come la Repubblica aveva fatto emergere l'ipotesi che i denari che provenivano dal Governo e che dovevano essere lasciati nella disponibilità dei rifugiati, in realtà, non erano mai stati agli stessi destinati. E la Repubblica titolava questa inchiesta così: “Milioni sulla pelle dei rifugiati”. Quindi, ripeto, doverosamente la collega ha svolto questo tipo di attività ispettiva.

Ulteriori attività svolte erano tese a verificare la regolarità di affidamento del servizio di catering, perché c'erano dubbi sulla società che in quel momento aveva ottenuto l'affidamento, soprattutto in considerazione del fatto che sembrava essere riconducibile agli stessi soggetti che avevano già ricevuto una misura interdittiva antimafia e, quindi, giustamente da “attenzionare”. L'onorevole Bruno Bossio ha evidentemente svolto un'attività parlamentare ispettiva, denunciando irregolarità nella gestione del CARA di Crotone, oltre che ad avanzare dubbi sulla sua legalità; dubbi tutt'altro che infondati, signor Presidente, visto che poi il signor Sacco è stato condannato per associazione a delinquere di stampo mafioso.

L'onorevole Bruno Bossio, quindi, attraverso il post da cui è scaturita la denuncia-querela, ha solo dato diffusione, con il social network di riferimento, alle sue iniziative ispettive svolte con costanza fin dai primi mesi del 2015 - quindi molto prima rispetto al post - e poi anche successivamente. Quindi, per tutte queste ragioni, il gruppo di Coraggio Italia voterà a favore della insindacabilità, ex articolo 68, primo comma, della Costituzione, delle dichiarazioni della deputata Vincenza Bruno Bossio (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Colleghi, vi ricordo che dovete indossare la mascherina, coprendo naso e bocca e, soprattutto, mantenere il distanziamento, così come ricordato anche dal Collegio dei questori nella Conferenza dei presidenti di gruppo.

Ha chiesto di intervenire il deputato Catello Vitiello. Ne ha facoltà.

CATELLO VITIELLO (IV). Grazie, Presidente. Voteremo a favore della insindacabilità, così come da proposta avanzata dal collega Saitta. Poche cose da aggiungere, anzi nulla, perché nella ricostruzione è stato esemplificativo di quello che è accaduto. La collega Gagliardi ha fatto riferimento anche a quelle che sono le origini di un'interrogazione parlamentare che poi ha portato a tutto questo.

Però mi consentirà, Presidente, di aggiungere due cose. La prima: quando noi affrontiamo tutta la tematica dell'articolo 68, ci aspettiamo sempre che ci sia un vaglio giurisdizionale compiuto che, in questo caso, era alla portata del GIP, perché, per ben due volte, il pubblico ministero ha realizzato quello che noi, in quest'Aula, stiamo decidendo oggi, e cioè l'esercizio corretto e sacrosanto dell'attività del parlamentare extra moenia.

E allora il nostro lavoro di Giunta è un lavoro che in questa occasione diventa, consentitemelo, paradossale, perché il vaglio giurisdizionale avrebbe evitato tutto questo (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva e Forza Italia-Berlusconi Presidente). Seconda nota: la relazione viene da un valente collega della Giunta, il collega Saitta, che rappresenta il MoVimento 5 Stelle. Ha dato prova il MoVimento, attraverso le parole del collega Saitta, di aver compreso, finalmente, che l'attività del parlamentare, attraverso l'articolo 68, significa esprimere in libertà la tutela del cittadino che rappresenta (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva e Forza Italia-Berlusconi Presidente). In questo caso Enza Bruno Bossio ha fatto il suo lavoro, l'ha fatto in maniera decorosa, continente e certamente adatta al ruolo che riveste e questa prova di maturità noi non possiamo che applaudirla. Grazie al collega Saitta noi siamo per l'insindacabilità per Enza Bruno Bossio (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Pietro Pittalis. Ne ha facoltà

PIETRO PITTALIS (FI). Il gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente voterà a favore della relazione ed esprime anzi apprezzamento per le argomentazioni esposte dal collega Saitta, soprattutto perché si è trattato di un'attività legittima, anzi mi preme esprimere alla collega Vincenza Bruno Bossio la solidarietà perché un caso del genere non doveva neppure arrivare in Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Partito Democratico, Italia Viva e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).Quando si mettono a repentaglio le prerogative, come ha fatto il giudice del tribunale di Cosenza, ci deve essere la coscienza di questo Parlamento di riappropriarsi delle proprie competenze e delle proprie prerogative (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Partito Democratico, Italia Viva e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Alfredo Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Grazie, Presidente. Anche il gruppo del Partito Democratico condivide pienamente la relazione e le conclusioni del collega Saitta. Anche a noi sembra questa una vicenda esemplare e non per caso ha trovato l'unanimità dei consensi della Giunta e ci aspettiamo che trovi anche l'unanimità dei consensi di quest'Aula; non per caso, come ha ricordato prima il collega Vitiello, ben tre pubblici ministeri avevano chiesto che venisse archiviata la denuncia perché era abbastanza palese l'esistenza della insindacabilità per l'attività svolta dalla collega Bruno Bossio. Ricordiamo che questa attività è consistita in attività ispettiva nel CARA di Capo Rizzuto, è consistita in interrogazioni depositate per chiedere conto di una gestione disinvolta di quel centro di accoglienza, è consistita in attività anche in Commissione antimafia prima e dopo le dichiarazioni oggetto di querela, quindi è una vicenda esemplare delle ragioni per le quali c'è l'articolo 68 della Costituzione, che serve esattamente a garantire la libertà dei parlamentari da ogni condizionamento, alla libertà dei parlamentari da ogni possibile condizionamento. Questo è quello che è accaduto in questa vicenda, queste sono le ragioni molto chiare e molto palesi per le quali in questo caso è pacifica l'insindacabilità delle dichiarazioni espresse dalla collega Bruno Bossio per cui noi voteremo convintamente a favore della relazione del collega Saitta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire la deputata Ingrid Bisa. Ne ha facoltà.

INGRID BISA (LEGA). Grazie, Presidente. Anche la Lega-Salvini Premier voterà a favore della relazione fatta dal collega Saitta perché, come hanno già detto i colleghi che mi hanno preceduto, è veramente paradossale che, a fronte di due richieste da parte dei pubblici ministeri di archiviazione dei procedimenti nei confronti della collega Bruno Bossio, quest'Aula in qualche modo si debba sostituire a quel GIP che non ha voluto accogliere quelle richieste di archiviazione e, quindi, era lampante che l'attività che aveva fatto la collega Bossio nella precedente legislatura e anche in questa fosse, comunque, incentrata su quell'attività di ispezione in questi centri di immigrazione. Il fatto comunque che ci fossero degli atti parlamentari tipici, e quindi interrogazioni parlamentari ed anche l'ispezione personale fatta dalla collega Bruno Bossio in questi centri immigrati, appunto, avvalora il fatto che fosse assolutamente nell'esercizio delle sue funzioni di parlamentare a 360 gradi, in quella libertà che comunque ci garantisce l'articolo 68 della Costituzione. Quindi, ribadisco il voto favorevole alla relazione del collega Saitta e, quindi, per l'insindacabilità nei confronti dell'onorevole Bruno Bossio (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Stumpo. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (LEU). Grazie Presidente. Molto velocemente perché, anche se non sono stato in Giunta e non ho letto le carte, ma per conoscenza diretta di quanto accaduto e per essere stato anche insieme all'onorevole Vincenza Bruno Bossio qualche volta nel CARA di Crotone, non avevo bisogno di guardare le carte, per sapere perfettamente che quello svolto dalla collega era un lavoro diretto e mirato a migliorare la qualità del servizio che c'era. Quello che è successo nel CARA ne è stata la conseguenza, che abbiamo vissuto. Per questo dichiaro il voto favorevole di LeU alla relazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Di Sarno. Ne ha facoltà.

GIANFRANCO DI SARNO (M5S). Grazie Presidente. Come è stato ampiamente esposto dal relatore Saitta, la Giunta per le autorizzazioni a procedere è stata chiamata a valutare sull'insindacabilità di questo caso. Dalla documentazione in possesso della Giunta, si evince che la deputata ha effettuato molte visite nelle carceri, anche senza preavviso, e di essersi anche occupata a lungo dei centri di accoglienza per i migranti, tra cui il CARA di Crotone, nell'ambito di una più ampia attività di verifica del rispetto dei diritti costituzionalmente garantiti, oltre che dei diritti umani in tali strutture. Si fa notare che tali attività sono state anche al centro di un'interrogazione parlamentare. Pertanto, si ritiene che è evidente che le attività poste in essere dalla deputata Bruno Bossio siano nell'ambito delle sue rispettive prerogative parlamentari. Pertanto, per le ragioni ampiamente esposte in quest'Aula, propongo, a nome del MoVimento 5 Stelle, di votare per l'insindacabilità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazione finale - Doc. IV-ter, n. 18-A)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta della Giunta per le autorizzazioni di dichiarare che i fatti per i quali è in corso il procedimento, di cui al Doc. IV-ter, n. 18-A, concernono opinioni espresse dalla deputata Vincenza Bruno Bossio nell'esercizio delle sue funzioni, ai sensi del primo comma dell'articolo 68 della Costituzione.

Chi intende esprimersi per la insindacabilità delle opinioni espresse deve votare “sì”, mentre chi intende esprimersi per la sindacabilità deve votare “no”.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 5) (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di luglio 2021 e programma dei lavori per i mesi di agosto e settembre 2021.

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato stabilito, ai sensi dell'articolo 24, comma 2, del Regolamento, il seguente calendario dei lavori per il mese di luglio:

Martedì 6 luglio (ore 11)

Svolgimento di interpellanze e interrogazioni

Martedì 6 luglio (ore 14, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali della mozione Quartapelle Procopio ed altri n.1-00421 concernente iniziative di competenza a favore di Patrick Zaki, con particolare riferimento al conferimento della cittadinanza italiana

Discussione sulle linee generali della mozione Rizzo, Ferrari, Pagani, Maria Tripodi, Occhionero, Deidda, Tondo ed altri n. 1-00452 concernente iniziative volte a commemorare il centenario della traslazione del Milite ignoto all'Altare della Patria

Mercoledì 7 luglio (ore 9.30 – 13.30 e 16 – 19.30, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21 alle 24)

Votazione – per schede - per l'elezione di due componenti il consiglio di amministrazione della RAI (è stato convenuto che la Commissione Bilancio possa riunirsi durante la votazione)

Seguito dell'esame della mozione Quartapelle Procopio ed altri n.1-00421 concernente iniziative di competenza a favore di Patrick Zaki, con particolare riferimento al conferimento della cittadinanza italiana

Seguito dell'esame della mozione Rizzo, Ferrari, Pagani, Maria Tripodi, Occhionero, Deidda, Tondo ed altri n. 1-00452 concernente iniziative volte a commemorare il centenario della traslazione del Milite ignoto all'Altare della Patria

Discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento civile nei confronti di Monica Faenzi (deputata all'epoca dei fatti) (Doc. IV-ter, n. 3-A)

Mercoledì 7 luglio (al termine delle votazioni pomeridiane dell'Assemblea)

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 3179 e abbinate - Disposizioni in materia di equo compenso delle prestazioni professionali

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 522-615-1320-1345-1675-1732-1925-2338-2424-2454 - Modifiche all'articolo 46 del codice delle pari opportunità tra uomo e donna, di cui al decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198, in materia di rapporto sulla situazione del personale

Mercoledì 7 luglio (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata

Giovedì 8 luglio (ore 9.30 – 13.30 e 15 - 19.30, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21 alle 24)

Eventuale seguito degli argomenti previsti nella seduta di mercoledì 7 luglio e non conclusi

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 544-2387-2692-2868-2946-3014-A - Ridefinizione della missione e dell'organizzazione del Sistema di Istruzione e formazione tecnica superiore in attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 3179 e abbinate - Disposizioni in materia di equo compenso delle prestazioni professionali

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 522-615-1320-1345-1675-1732-1925-2338-2424-2454 - Modifiche all'articolo 46 del codice delle pari opportunità tra uomo e donna, di cui al decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198, in materia di rapporto sulla situazione del personale

Venerdì 9 luglio (ore 9.30 e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 3132 - Conversione in legge del decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73, recante misure urgenti connesse all'emergenza da COVID-19, per le imprese, il lavoro, i giovani, la salute e i servizi territoriali (da inviare al Senato - scadenza: 24 luglio 2021)

Discussione sulle linee generali della mozione in materia di salvaguardia e rilancio del sito produttivo Whirlpool di Napoli (in corso di presentazione)

Lunedì 12 luglio (ore 12 e pomeridiana, con prosecuzione notturna)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 3132 - Conversione in legge del decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73, recante misure urgenti connesse all'emergenza da COVID-19, per le imprese, il lavoro, i giovani, la salute e i servizi territoriali (da inviare al Senato - scadenza: 24 luglio 2021)

Lunedì 12 luglio (al termine delle votazioni e comunque non prima delle ore 15)

Discussione congiunta del Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2020 e del Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2021

Martedì 13 (ore 9.30 – 13.30 e 15 - 19.30, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24), e mercoledì 14 luglio (ore 9.30 – 13.30 e 16 – 19.30, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 3132 - Conversione in legge del decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73, recante misure urgenti connesse all'emergenza da COVID-19, per le imprese, il lavoro, i giovani, la salute e i servizi territoriali (da inviare al Senato - scadenza: 24 luglio 2021)

Eventuale seguito degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi

Seguito dell'esame della mozione in materia di salvaguardia e rilancio del sito produttivo Whirlpool di Napoli (in corso di presentazione)

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 2763 - Disposizioni concernenti la rinegoziazione dei contratti di locazione di immobili destinati ad attività commerciali, artigianali e ricettive per l'anno 2021 in conseguenza dell'epidemia di COVID-19

Mercoledì 14 luglio (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata

Giovedì 15 luglio (ore 9.30 – 13.30 e 15 - 19.30, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21 alle 24)

Eventuale seguito dell'esame del disegno di legge n. 3132 - Conversione in legge del decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73, recante misure urgenti connesse all'emergenza da COVID-19, per le imprese, il lavoro, i giovani, la salute e i servizi territoriali (da inviare al Senato - scadenza: 24 luglio 2021)

Esame della Relazione delle Commissioni riunite III (affari esteri e comunitari) e IV (difesa) sulla deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell'Italia a ulteriori missioni internazionali per l'anno 2021 e sulla relazione analitica sulle missioni internazionali in corso (in corso di presentazione)

Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi, nonché della mozione in materia di salvaguardia e rilancio del sito produttivo Whirlpool di Napoli e della proposta di legge n. 2763

Venerdì 16 luglio (ore 9.30 e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 3146 - Conversione in legge del decreto-legge 31 maggio 2021, n. 77, recante governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza e prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di accelerazione e snellimento delle procedure (da inviare al Senato - scadenza: 30 luglio 2021)

Discussione sulle linee generali del Doc XXII, n. 42 - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause dello scoppio della pandemia di SARS-CoV-2 e sulla congruità delle misure adottate dagli Stati e dall'Organizzazione mondiale della sanità per evitarne la propagazione nel mondo

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 2561 – Deleghe al Governo per il sostegno e la valorizzazione della famiglia

Lunedì 19 (ore 13-18, con prosecuzione notturna dalle 20 alle 24), martedì 20

(ore 9.30 – 13.30 e 15 - 19.30, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24), mercoledì 21 luglio (ore 9.30 – 13.30 e 16 – 19.30, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 3146 - Conversione in legge del decreto-legge 31 maggio 2021, n. 77, recante governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza e prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di accelerazione e snellimento delle procedure (da inviare al Senato - scadenza: 30 luglio 2021)

Eventuale seguito degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi

Seguito dell'esame del Doc XXII, n. 42 – Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause dello scoppio della pandemia di SARS-CoV-2 e sulla congruità delle misure adottate dagli Stati e dall'Organizzazione mondiale della sanità per evitarne la propagazione nel mondo

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 2561 – Deleghe al Governo per il sostegno e la valorizzazione della famiglia

Mercoledì 21 luglio (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata

Giovedì 22 luglio (ore 9.30 – 13.30 e 15 - 19.30, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21 alle 24)

Eventuale seguito dell'esame del disegno di legge n. 3146 - Conversione in legge del decreto-legge 31 maggio 2021, n. 77, recante governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza e prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di accelerazione e snellimento delle procedure (da inviare al Senato - scadenza: 30 luglio 2021)

Seguito dell'esame del Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2020 e del Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2021

Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi, nonché del Doc. XXII, n. 42 e del disegno di legge n. 2561

Venerdì 23 luglio (ore 9.30 e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 3161 - Conversione in legge del decreto-legge 14 giugno 2021, n. 82, recante disposizioni urgenti in materia di cybersicurezza, definizione dell'architettura nazionale di cybersicurezza e istituzione dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale (da inviare al Senato - scadenza: 13 agosto 2021)

Discussione sulle linee generali della mozione Cantalamessa ed altri n. 1-00498 concernente iniziative volte a potenziare il contrasto ad infiltrazioni mafiose con particolare riferimento alla realizzazione dei progetti previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 2435 - Delega al Governo per l'efficienza del processo penale e disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari pendenti presso le corti d'appello

Lunedì 26 (ore 13-18, con prosecuzione notturna dalle 20 alle 24), martedì 27 (ore 9.30 – 13.30 e 15 - 19.30, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24), mercoledì 28 luglio (ore 9.30 – 13.30 e 16 – 19.30, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 3161 - Conversione in legge del decreto-legge 14 giugno 2021, n. 82, recante disposizioni urgenti in materia di cybersicurezza, definizione dell'architettura nazionale di cybersicurezza e istituzione dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale (da inviare al Senato - scadenza: 13 agosto 2021)

Eventuale seguito degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi

Seguito dell'esame della mozione Cabras ed altri n. 1-00456 concernente iniziative in relazione al caso di Julian Assange

Seguito dell'esame della mozione Cantalamessa ed altri n. 1-00498 concernente iniziative volte a potenziare il contrasto ad infiltrazioni mafiose con particolare riferimento alla realizzazione dei progetti previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 2435 - Delega al Governo per l'efficienza del processo penale e disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari pendenti presso le corti d'appello

Mercoledì 28 luglio (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata

Mercoledì 28 luglio (al termine delle votazioni pomeridiane dell'Assemblea)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge S. 2267 - Conversione in legge del decreto-legge 8 giugno 2021, n. 79, recante misure urgenti in materia di assegno temporaneo per figli minori (ove trasmesso dal Senato - scadenza: 7 agosto 2021)

Giovedì 29 (ore 9.30 – 13.30 e 15 - 19.30, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24), venerdì 30 luglio (ore 9.30 – 13.30 e 15 - 19.30, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24)

Eventuale seguito dell'esame del disegno di legge n. 3161 - Conversione in legge del decreto-legge 14 giugno 2021, n. 82, recante disposizioni urgenti in materia di cybersicurezza, definizione dell'architettura nazionale di cybersicurezza e istituzione dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale (da inviare al Senato - scadenza: 13 agosto 2021)

Seguito dell'esame del disegno di legge S. 2267 - Conversione in legge del decreto-legge 8 giugno 2021, n. 79, recante misure urgenti in materia di assegno temporaneo per figli minori (ove trasmesso dal Senato - scadenza: 7 agosto 2021)

Eventuale seguito degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi, nonché della mozione n. 1-00498 e della proposta di legge n. 2435

Il Presidente si riserva di inserire nel calendario dei lavori l'esame di progetti di legge di ratifica deliberati dalle Commissioni e di ulteriori documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

L'organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario sarà pubblicata nell'Allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

L'organizzazione dei tempi per l'esame dei progetti di legge n. 3179 e abb., n. 522-615-1320-1345-1675-1732-1925-2338-2424-2454, n. 2561, n. 2435, del Doc. XXII, n. 42 e della Relazione delle Commissioni riunite III e IV sarà definita una volta concluso l'esame in sede referente.

L'organizzazione dei tempi per l'esame della mozione in materia di salvaguardia e rilancio del sito produttivo Whirlpool di Napoli sarà definita dopo la sua pubblicazione.

Comunico che è stato altresì stabilito, ai sensi dell'articolo 23, comma 6, primo periodo, del Regolamento, il seguente programma dei lavori per i mesi di agosto e di settembre:

Mese di AGOSTO

Eventuale seguito dell'esame dei disegni di legge di conversione dei decreti-legge previsti nel calendario dei lavori di luglio e non conclusi

Disegno di legge S. 2272 - Conversione in legge del decreto-legge 9 giugno 2021, n. 80, recante misure urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle pubbliche amministrazioni funzionale all'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e per l'efficienza della giustizia (ove trasmesso dal Senato - scadenza: 8 agosto 2021)

Mese di SETTEMBRE

Proposta di legge n. 2332 - Ratifica ed esecuzione degli emendamenti allo Statuto istitutivo della Corte penale internazionale, ratificato ai sensi della legge 12 luglio 1999, n. 232, adottati a Kampala il 10 e l'11 giugno 2010 (approvata dal Senato)

Disegni di legge di ratifica:

n. 2656 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione culturale, scientifica e tecnica tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica gabonese, fatto a Roma il 17 maggio 2011 (approvata dal Senato)

n. 2746 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica del Sud Africa sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 28 marzo 2017 e a Pretoria il 18 luglio 2017

n. 2823 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo quadro fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica argentina sulla collaborazione negli usi pacifici dello spazio extra-atmosferico, fatto a Buenos Aires il 27 febbraio 2019

n. 2824 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Gibuti sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 29 gennaio 2020

n. 2858 - Ratifica ed esecuzione dello Scambio di note di modifica della Convenzione del 19 marzo 1986 per la pesca nelle acque italo-svizzere tra la Repubblica italiana e la Confederazione svizzera, fatto a Roma il 10 e il 24 aprile 2017(approvato dal Senato)

n. 3038 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo fra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica tunisina sullo sviluppo di una infrastruttura per la trasmissione elettrica finalizzata a massimizzare gli scambi di energia tra l'Europa ed il Nord Africa, fatto a Tunisi il 30 aprile 2019 (approvato dal Senato)

n. 3042 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica tunisina in materia di trasporto internazionale su strada di persone e merci, fatto a Roma il 9 febbraio 2017 (approvato dal Senato)

Proposta di legge n. 43-1350-1573-1649-1924-2069 - Soppressione del divieto di contemporanea iscrizione a più università o corsi di studio universitari

Proposta di legge n. 1813 e abbinata - Misure per contrastare il finanziamento delle imprese produttrici di mine antipersona, di munizioni e submunizioni a grappolo (approvato dal Senato)

Proposta di legge n. 1339 - Disposizioni concernenti l'integrazione della composizione della Commissione medico-ospedaliera per il riconoscimento della dipendenza delle infermità da causa di servizio e le funzioni di rappresentanza dell'Unione nazionale mutilati per servizio

Proposta di legge n. 1356 e abbinate - Modifiche al testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, e altre disposizioni in materia di status e funzioni degli amministratori locali, di semplificazione dell'attività amministrativa e di finanza locale

Proposta di legge n. 1059 - Modifica all'articolo 71 del codice del Terzo settore, di cui al decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117, in materia di compatibilità urbanistica dell'uso delle sedi e dei locali impiegati dalle associazioni di promozione sociale per le loro attività

Mozione in materia di lavoro stagionale (in corso di presentazione)

Disegno di legge n. 2681 e abbinate - Deleghe al Governo per la riforma dell'ordinamento giudiziario e per l'adeguamento dell'ordinamento giudiziario militare, nonché disposizioni in materia ordinamentale, organizzativa e disciplinare, di eleggibilità e ricollocamento in ruolo dei magistrati e di costituzione e funzionamento del Consiglio superiore della magistratura

Proposta di legge n. 290-410-1314-1386-B - Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell'acquacoltura con metodo biologico (approvata, in un testo unificato, dalla Camera e modificata dal Senato)

Doc. XXII, n. 56 - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla tutela dei consumatori e degli utenti

Proposta di legge 2361 e abbinate - Modifiche all'articolo 12 del decreto-legge 23 dicembre 2013, n. 145, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 febbraio 2014, n. 9, in materia di compensazione dei crediti maturati dalle imprese nei confronti della pubblica amministrazione

Proposta di legge costituzionale n. 3156 - Modifiche agli articoli 9 e 41 della Costituzione in materia di tutela dell'ambiente (approvata, in un testo unificato, in prima deliberazione, dal Senato)

Mozione Boldi ed altri n. 1-00236 concernente iniziative per potenziare gli strumenti per la diagnosi e la cura della depressione

Proposta di legge n. 1494 - Delega al Governo per la riforma della disciplina dell'amministrazione straordinaria delle grandi imprese in stato di insolvenza

Proposta di legge n. 2372 - Disposizioni per la prevenzione della dispersione scolastica mediante l'introduzione sperimentale delle competenze non cognitive nel metodo didattico

Proposta di legge popolare n. 2 e abbinate - Rifiuto di trattamenti sanitari e liceità dell'eutanasia

Nell'ambito del programma è altresì previsto lo svolgimento di atti di sindacato ispettivo e potranno essere inseriti ulteriori progetti di legge di ratifica deliberati dalle Commissioni e documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare il deputato Simone Billi. Ne ha facoltà.

SIMONE BILLI (LEGA). Grazie, Presidente, onorevoli colleghi, nel Regno Unito sono aumentati esponenzialmente gli italiani iscritti all'AIRE in poco tempo: da circa 350 mila a più di 450 mila per via della Brexit. La necessità di avere i documenti elettronici aggiornati ha comportato, inoltre, un aumento consistente di richieste per il rinnovo dei documenti d'identità, in particolare passaporti e carte d'identità. Ancora, la pandemia ha comportato lavoro al 50 per cento in molti consolati nel mondo, tra cui appunto il consolato di Londra, aumentando ulteriormente gli arretrati e i disagi per gli utenti. Con il nostro “decreto Brexit”, nel 2019, quando la Lega-Salvini Premier era al Governo, la situazione stava migliorando, perché avevamo stanziato risorse per nuovo personale e per nuovi immobili, in particolare anche per la riapertura del consolato di Manchester, grazie all'approvazione anche di un mio specifico ordine del giorno. Adesso la situazione è di nuovo esplosiva per la rete consolare nel Regno Unito e il consolato di Manchester non è ancora operativo, nonostante il console sia già stato nominato. Pertanto, Presidente, sollecitiamo, ancora una volta, il Ministro degli Esteri, onorevole Luigi Di Maio, il sottosegretario competente, Benedetto Della Vedova, e la Farnesina, affinché vengano prese tutte le misure necessarie per aprire, al più presto, il nuovo consolato a Manchester e, quindi, migliorare il lavoro di quello di Londra (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Prestipino. Ne ha facoltà.

PATRIZIA PRESTIPINO (PD). Tra autobus in fiamme, targhe toponomastiche errate, montagne di rifiuti sparsi in ogni angolo della città, teorie del complotto, l'amministrazione Raggi continua a flagellare la capitale. Le aziende partecipate, quelle che erogano i servizi ai cittadini, sono in ginocchio. Da oggi, 132 lavoratori di Roma Metropolitane, quelli che progettano e mettono a gara quelle linee metro che i romani attendono da anni, sono in cassa integrazione a metà stipendio e potrebbero essere davvero gli ultimi stipendi che portano a casa. L'azienda è da tempo in liquidazione e il suo fallimento ormai è inevitabile, con tutte le conseguenze, economiche, sociali e penali, che si possono immaginare. Un comune bancarottiero, in sintesi. Che tristezza, mentre l'amministrazione capitolina continua ad annunciare a mezzo stampa mirabolanti infrastrutture su ferro.

Insomma, due magnifici mondi paralleli. Domani, 1° luglio, i lavoratori di Roma Metropolitane scenderanno in piazza per difendere i loro diritti e spiegare che oggi tocca sì a loro, ma domani la mannaia Raggi potrebbe abbattersi su altre aziende, come già accaduto su Farmacap e su Multiservizi. Il PD, ad ogni livello, comunale, regionale, parlamentare, è al loro fianco in questa lunga e complessa battaglia che stanno svolgendo, da soli, con le loro forze e chiede che si attivi un tavolo governativo che da subito metta in sicurezza i lavoratori. Forza, non siete soli in questa battaglia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato De Menech. Ne ha facoltà.

ROGER DE MENECH (PD). Grazie, Presidente. Il lavoro mai come oggi è al centro delle politiche del Governo Draghi. Oggi, in Consiglio dei Ministri è stato approvato un decreto molto importante per dare le giuste garanzie; ieri un accordo storico fra sindacati e categorie, con la regia del Ministro del Partito Democratico Orlando. Ma tutto questo basta? Credo che siano passi importanti, ma non basta. Noi abbiamo bisogno di un piano industriale nazionale vero, che si consolidi; lo dico in particolare al Ministro dello Sviluppo economico. Abbiamo bisogno di aggredire puntualmente le crisi esistenti, tutte; di mantenere in Italia le produzioni strategiche, soprattutto quelle di qualità. E lo dico portando un esempio della mia provincia, la provincia di Belluno. Due gravi crisi, quelle della ACC e di Ideal Standard, due aziende del comune di Borgo Valbelluna. Proprio un paio di giorni fa le RSU della ACC hanno dichiarato e detto chiaramente al Ministero dello Sviluppo economico e alla mia regione, la regione veneta, che il tempo è scaduto. Abbiamo bisogno di riaprire i canali di finanziamento per garantire quella produzione, la produzione della ACC di Mel.

Abbiamo bisogno di dare una garanzia vera a tutti quei lavoratori e quelle lavoratrici che sono da troppo tempo in una situazione di incertezza. Per fare tutto questo dobbiamo, come ho detto, garantire le linee di finanziamento per assicurare, come dicevo, la continuità produttiva di quei siti industriali, ma dobbiamo soprattutto avere le idee chiare sul futuro industriale del nostro Paese e delle produzioni che devono rimanere in Italia, per garantire anche quell'aspetto strategico della manifattura nel nostro territorio. I lavoratori e le lavoratrici hanno bisogno di questa dignità, e quindi chiedo uno sforzo ulteriore al Ministero e al Ministro dello Sviluppo economico per strutturare finalmente un Piano nazionale, perché dopo la pandemia abbiamo bisogno di mantenere la manifattura nel nostro Paese e dare dignità ai lavoratori e alle lavoratrici (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (IV). Grazie, Presidente. Volevo sottoporre all'attenzione del Ministro Giovannini e del Governo un tema che riguarda gli istruttori e gli insegnanti di scuola guida. Sono due professionalità che meritano risposte, che hanno partecipato a corsi di formazione - di 120 ore gli istruttori, di 145 ore gli insegnanti - e che, dopo questo corso, sono in attesa di un esame che deve organizzare la provincia, e invece le province sono ferme. Allora, occorre che la cabina di regia del Ministero delle Infrastrutture, proprio in tema di sicurezza stradale, e quindi per garantire di fare gli esami, e agli istruttori di poter svolgere questi esami per quelli che vi aspirano, occorre dare delle risposte e organizzarli.

Inoltre hanno fatto questi corsi di formazione, pagandoli, tra l'altro, e quindi hanno diritto a poter insegnare…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

COSIMO MARIA FERRI (IV). …e sbloccare anche la situazione delle autoscuole, perché le autoscuole non riescono a far fare gli esami perché mancano gli istruttori e gli insegnanti. Mi auguro che si possa risolvere tale questione e dare una risposta concreta a queste persone.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 2 luglio 2021 - Ore 9,30:

1. Svolgimento di interpellanze urgenti.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 3 il deputato Enrico Borghi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 3 i deputati Gallo, Giuliano e Migliorino hanno segnalato che hanno erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbero voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 5 la deputata Pezzopane ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

La seduta termina alle 19,20.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 5)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 3166 - odg 9/38 396 389 7 195 39 350 74 Resp.
2 Nominale odg 9/3166/49 399 398 1 200 397 1 74 Appr.
3 Nominale odg 9/3166/46 rif. 335 318 17 160 264 54 84 Appr.
4 Nominale Ddl 3166 - voto finale 365 342 23 172 323 19 78 Appr.
5 Nominale Doc. IV-ter, n. 18-A 318 310 8 156 305 5 75 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.