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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 532 di martedì 29 giugno 2021

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

La seduta comincia alle 12.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANDREA DE MARIA, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Luigi Di Maio, Gebhard, Lapia, Lupi, Magi, Melilli, Migliore, Muroni, Paita, Pastorino, Andrea Romano, Schullian, Scoma, Silli, Stumpo, Tasso, Tateo e Viscomi sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 96, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 12,04).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 12,25. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 12,05, è ripresa alle 12,30.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2207 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 6 maggio 2021, n. 59, recante misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e altre misure urgenti per gli investimenti (Approvato dal Senato) (A.C. 3166​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3166: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 6 maggio 2021, n. 59, recante misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e altre misure urgenti per gli investimenti.

Ricordo che nella seduta del 28 giugno si è conclusa la discussione generale e il relatore per la maggioranza e la rappresentante del Governo sono intervenuti in sede di replica.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 3166​)

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e degli emendamenti riferiti agli articoli del decreto-legge (Vedi l'allegato A).

La I Commissione (Affari costituzionali) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

Ha chiesto di parlare, sul complesso degli emendamenti, il deputato Pettarin. Ne ha facoltà.

GUIDO GERMANO PETTARIN (CI). Grazie Presidente. Colleghi e colleghe, sul punto l'intervento sarà estremamente rapido e semplice. Sapete che stiamo esaminando il decreto-legge n. 59 del 2021 e sapete che il quadro che è pervenuto alla nostra attenzione deriva dall'approvazione che al Senato ha preceduto la nostra fase di esame.

Come sapete, l'articolo 1 approva il Piano nazionale per gli investimenti complementari finalizzato ad integrare gli interventi del PNRR con le nostre risorse nazionali.

Come avete avuto sicuramente modo di seguire, l'articolo 2, invece, incrementa le risorse del Fondo sviluppo e coesione, il notissimo FSC relativo al ciclo di programmazione 2021-2027.

Altrettanto noto è il contenuto dell'articolo 3, dedicato all'agevolazione del programma Transizione 4.0, dell'articolo 4, che dispone gli interventi di finanziamento per l'attraversamento ferroviario di zone del nostro territorio particolarmente delicate, e dell'articolo 5, che provvede prima di tutto a determinare i limiti massimi degli interessi passivi sui titoli pubblici, derivanti dal ricorso a maggiore indebitamento.

Naturalmente, il quadro è estremamente complesso ma altrettanto naturalmente completa nel suo quadro, non solamente normativo ma anche di dettaglio, il PNRR. Quindi, in questo contesto, come gruppo di Coraggio Italia, sollecitiamo l'approvazione dello stesso e naturalmente provvederemo ad un tanto (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mollicone. Ne ha facoltà. Siamo sul complesso degli emendamenti.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Brevemente, come già fatto anche nella seduta di ieri, durante l'intervento in discussione generale, per il suo tramite, chiederei al Presidente Fico e ai questori di verificare e di far sapere ai singoli deputati il censimento rispetto alla raggiunta o meno immunità di gregge dell'Aula e degli assistenti parlamentari, almeno perché vengano ripristinati i leggii al centro dell'Aula, per permettere a tutti i deputati di intervenire senza la mascherina (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché non se ne può davvero più. Soprattutto per i colleghi che hanno gli occhiali, diventa limitante intervenire con la mascherina. Penso - e spero - che, come chi vi parla, sia stata fatta la vaccinazione o si sia raggiunta l'immunità per averlo avuto, anche nel rispetto del personale d'Aula, tuttavia questa verifica dovrebbe essere a conoscenza del Presidente Fico perché, altrimenti, non si capisce per quale motivo.

Dico questo - e concludo - perché, come sappiamo, l'Istituto superiore di sanità ha confermato che, raggiunta l'immunità di gregge nel Paese al 70 per cento, a settembre, sarà possibile eliminare le mascherine anche al chiuso. Io penso che qui, in un contesto protetto, dove siamo controllati ancora per la temperatura tutti i giorni, forse, potremmo fare questa verifica a beneficio dei lavori d'Aula.

PRESIDENTE. Grazie a lei, deputato Mollicone, anche se stavamo sul complesso degli emendamenti, tecnicamente ha fatto un richiamo all'ordine dei lavori oppure, visto che si tratta delle modalità di svolgimento dei lavori dell'Aula, eventualmente il suo intervento potrebbe essere considerato un richiamo al Regolamento.

Vorrei tranquillizzarla perché domani è convocata una riunione dei presidenti di gruppo, alla presenza del Presidente Fico. La circostanza ha reso possibile la convocazione proprio dei questori per avere la possibilità di approfondire le questioni tecniche in ordine alla prosecuzione dei nostri lavori con le mutate circostanze relative alla pandemia. Quindi, penso che, per domani, potremmo avere indicazioni più certe.

Se nessuno chiede ulteriormente di intervenire sul complesso degli emendamenti, dopo l'intervento del deputato Pettarin, invito i relatori ed il rappresentante del Governo a esprimere il parere sugli emendamenti.

MAURO D'ATTIS, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario sugli emendamenti 1.9 Trancassini, 1.6 Ciaburro, 1.24 Mollicone, 1.10, 1.11 e 1.12 Trancassini, 1.1 Trano, 1.13 e 1.14 Trancassini.

PRESIDENTE. Sono tutti contrari?

MAURO D'ATTIS, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro, altrimenti parere contrario.

PRESIDENTE. Tutti invito al ritiro.

MAURO D'ATTIS, Relatore per la maggioranza. Tutto il fascicolo.

PRESIDENTE. Sentiamo la relatrice di minoranza. Prego, deputata Lucaselli.

YLENJA LUCASELLI, Relatrice di minoranza. Grazie, Presidente. Ovviamente, il gruppo di Fratelli d'Italia non intende ritirare nessuno dei suoi emendamenti. Sui nostri emendamenti presentati insistiamo per la discussione in Aula. Parere favorevole, ovviamente.

PRESIDENTE. Parere favorevole anche su quelli non presentati da Fratelli d'Italia? C'è l'emendamento 1.1 Trano, per esempio.

YLENJA LUCASELLI, Relatrice di minoranza. No, sull'emendamento 1.1 Trano, c'è parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

ALESSANDRA SARTORE, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. Il parere è conforme a quello dl relatore: invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario su tutto il fascicolo.

PRESIDENTE. Quindi, parere conforme al relatore per la maggioranza, vale la pena precisarlo.

Passiamo all'emendamento 1.9 Trancassini, con parere contrario della Commissione e del Governo.

Ha chiesto di parlare il deputato Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie, Presidente. Con questo emendamento il gruppo di Fratelli d'Italia - la prima firma è del collega Trancassini - chiede di disporre la destinazione dei fondi alla ripresa del settore turistico e al sostegno del comparto Horeca con complessivi 13.500 milioni di euro per gli anni dal 2021 al 2026, da finanziare mediante l'abolizione del cashback. Perché, vedete, al di là di questo emendamento, della sua motivazione e delle indicazioni delle risorse da trovarsi, il film che ci hanno costretto a vedere, da mesi ormai, i Governi che si sono succeduti è: “non ci sono risorse”. Qualsiasi proposta emendativa, qualsiasi proposta di cambiare e di investire per sostegni e ristori diversi rispetto a quello che si faceva ha ottenuto: guardate il film “non ci sono risorse”; e non essendoci risorse, tutto questo finisce.

Poi, ci sono le dichiarazioni del Ministro Franco che ci dice: “guardate, avevamo impegnato 11 miliardi e, invece, ne abbiamo utilizzati soltanto 6 e, quindi, 5 miliardi non sono stati allocati per le misure di ristoro”. Poi, c'è una cabina di regia, all'interno della quale, si decide addirittura - udite, udite - di far terminare il programma del cashback, in pratica, ricordando che il meccanismo del cashback era stato ideato dal Governo MoVimento 5 Stelle-PD per incentivare l'uso, secondo quanto si diceva, del bancomat, e che erano state impegnate risorse enormi: 2,2 miliardi per il 2020, 1.750 milioni per il 2021, 3 miliardi per l'anno 2022, eccetera. Questo meccanismo termina, con largo preavviso peraltro, il 30 di giugno, così pare.

Bene, allora si liberano delle risorse, come si erano liberate non usando tutte le risorse previste nel “Ristori”.

Del resto, i dubbi della BCE, ma anche dello stesso Presidente del Consiglio Draghi in merito erano stati piuttosto chiari: la misura era ideologica, comportava una spesa enorme ed era stata confermata anche nel momento della pandemia, quando tutti dicevamo che le risorse si sarebbero dovute allocare in modo ben diverso.

E, allora, si continua a dire di no alle proposte di Fratelli d'Italia, e il Governo e il relatore per la maggioranza hanno dato parere negativo a questo emendamento; quindi, non siamo d'accordo a destinare i soldi del cashback, che ora non verranno più spesi, tra l'altro, per il sostegno al settore turistico e al comparto Horeca. Si dice di “no” alla proposta di Fratelli d'Italia di estendere il superbonus alle strutture ricettive, per esempio, cosa chiesta dalle associazioni di categoria da tempo e alle quali si è sempre risposto con il titolo del film “non ci sono risorse”. No, le risorse ci sono, solo che sono male allocate, mal spese, male individuate, questo è il problema ed è una riflessione che riguarderà anche i modi di spesa delle risorse del PNRR. Ma si continua a dire questo: non si può aumentare l'estensione del superbonus alle strutture ricettive e alle aziende, perché non ci sono le risorse. Falso. Non si può approvare la proposta di legge di Fratelli d'Italia sui costi fissi, perché non ci sono le risorse. Falso. Le risorse ci sono e ci saranno, ma voi volete indirizzarle contro le aziende e non a favore delle aziende.

Io vorrei che qualcuno, poi, magari verso i mesi di ottobre e di novembre, mi facesse un report rispetto a quante cause e quante litispendenze ci saranno fra i gestori e i proprietari di tantissime aziende. Vediamo come andrà a finire. I proprietari sono tutelati al momento dalla legge, ma le prime sentenze che ci sono state sono a macchia di leopardo, a volte tutelano una parte, a volte un'altra, ingenerando una confusione enorme. Ma, nel caso in cui il gestore si voglia difendere, l'unico modo che avrà sarà fallire, con ciò avendo fatto un danno all'azienda e un danno al proprietario. Allora, le risorse ci sono, ma non sono ben spese: questa è la sostanza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Albano. Ne ha facoltà, per un minuto.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere l'emendamento del collega Trancassini precedentemente illustrato dal collega Zucconi, perché ritengo veramente importante il sostegno alle imprese anche in questo provvedimento, dove sembra abbastanza residuale il sostegno alle imprese del settore della ristorazione, dell'hôtellerie, dei bar, insomma al settore del turismo e dell'accoglienza. Ma quello che è importante - come viene sottolineato - ed è interessante nell'emendamento è, oggettivamente, la sua copertura con i fondi residuali dalla famosa operazione del cashback.

Ebbene, il cashback è un'operazione che è stata sicuramente inutile e dannosa e riteniamo che sia molto più importante sostenere le imprese che, in qualche modo, disincentivare l'uso del contante, che, ricordiamo, è la moneta a corso legale in Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato De Toma. Ne ha facoltà, per un minuto.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Grazie, Presidente. Come già detto precedentemente, vorrei anch'io sottoscrivere questo emendamento. Abbiamo notato come ormai sia certificato il fallimento del cashback (lo andavamo dicendo ormai da mesi) che è quella risorsa che questo emendamento individua - ma, ovviamente, ce ne sono altre a disposizione - per far ripartire un settore che, forse, è il più drammaticamente coinvolto, visto lo shock che ha dovuto sostenere e il bisogno di questo settore di essere ripensato, ancora oggi, anche rispetto alle presenze. Infatti, per quanto riguarda i turisti, ovviamente, in un Paese come l'Italia, che viene visto come un Paese in difficoltà, automaticamente ecco che abbiamo ancora pochi turisti in giro per le nostre città, soprattutto con riferimento alle presenze negli alberghi. Secondo il mio punto di vista, questo è proprio il nodo centrale: sostenere un settore così complesso, come quello del turismo. Ecco perché, convintamente, chiedo al sottosegretario di ripensare a quello che è il suo parere nei confronti di questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Deidda. Ne ha facoltà, per un minuto.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Per chi volesse ascoltare i nostri interventi, il comparto HoReCa è un settore fondamentale nel nostro Paese, in Italia, e comprende il settore alberghiero, la ristorazione, i B&B e quei microbirrifici che, ovviamente, hanno subito una grossa perdita in quanto quel maledetto codice Ateco li accorpava con i grandi birrifici, i grandi produttori di birra, mentre loro rifornivano il mondo della ristorazione. Per questo, anche alla luce della grande truffa del cashback, con tanti imbroglioni che andavano a truffare nei distributori di benzina, a fare microprelievi e micropagamenti per poi accedere a questa misura fallimentare del Governo Conte, noi chiediamo di destinare più risorse a quegli imprenditori…

PRESIDENTE. Concluda.

SALVATORE DEIDDA (FDI). …che con coraggio hanno continuato a lavorare e a soffrire in Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà, per un minuto.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Presidente, noi di Fratelli d'Italia siamo sollevati nell'apprendere che finalmente la misura del cashback può essere archiviata. Lo abbiamo detto dagli albori, dall'inizio, che quella era una misura sbagliata, che quella misura non avrebbe potuto produrre alcuno stimolo al consumo. Dati alla mano, oggi finalmente anche il Governo si è reso conto dell'inutilità di quella misura. Proprio per questo motivo, attraverso questo emendamento il gruppo di Fratelli d'Italia ha chiesto, sin dall'inizio, che le risorse ad oggi messe a disposizione del cashback siano, invece, utilizzate per altro. In particolare, con questo emendamento chiediamo che vengano messe a disposizione di quei settori, in particolare quello del turismo, che hanno sofferto terribilmente il passato anno, ma non solo: soffriranno e continueranno a soffrire…

PRESIDENTE. Concluda.

YLENJA LUCASELLI (FDI). …fino a quando non si darà la possibilità di viaggiare serenamente e di ripristinare la regolarità del turismo italiano.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Mollicone. Ne ha facoltà, per un minuto.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Tolgo gli occhiali, perché ovviamente sono appannati, e sottoscrivo l'emendamento perché, come avevamo denunciato con gli interventi di Giorgia Meloni, di Fratelli d'Italia, di tutto il partito, il fallimento del cashback si è puntualmente avverato. Quindi, noi chiediamo - e lo facciamo su questo emendamento e sugli altri emendamenti per altre filiere e categorie - che questi soldi risparmiati possano essere investiti, in questo caso, a favore della filiera del turismo, che è allo stremo e che stenta a ripartire; poi, come vedrete negli altri emendamenti, anche su altre filiere. Lo avevamo fatto come opposizione patriottica, avevamo fatto un'analisi tecnico-finanziaria spiegando perché questa forma di cashback fosse assolutamente inutile. Non ci avete voluto ascoltare e ora siete qui a contemplare l'ennesimo fallimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Montaruli. Ne ha facoltà per un minuto.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Quando Fratelli d'Italia fa una proposta come l'abolizione del cashback succede che i membri della maggioranza e del Governo non ne danno mai atto, salvo, dopo un po' di tempo, rendersi conto che avevamo ragione e fare propria la proposta da noi avanzata. Dunque, siamo contenti che forse sul cashback si sia arrivati a questa maturità e che la proposta di FDI sia ormai patrimonio anche del Governo. Però, oggi noi chiediamo sostanzialmente che questi soldi vengano utilizzati per il settore del turismo, un settore che è stato colpito in maniera grave, in maniera assai importante durante la pandemia a causa delle restrizioni incomprensibili che avete applicato…

PRESIDENTE. Concluda.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). …e che continuerà, purtroppo, a essere in difficoltà, viste le vostre proposte sul green pass per la mobilità interna alla nostra Nazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Prisco. Ne ha facoltà, per un minuto.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento va nella direzione di colmare una lacuna a cui l'Italia non è riuscita a far fronte. I fondi per difendere una parte importante dell'economia nazionale, il comparto del turismo, purtroppo non sono stati mai abbastanza. Non diciamo, per carità, che si poteva fare di più, e forse lo si poteva fare; diciamo, però, che questo comparto, che è stato forse uno dei più colpiti dalla pandemia, il primo a chiudere e l'ultimo a riaprire, si potrebbe aiutare ancora utilizzando quei 5,5 miliardi del cashback, che è stato un provvedimento inutile e infruttuoso e che anche la Corte dei conti ha censurato. Dunque, prendere quelle risorse, darle agli operatori, alle imprese del turismo, ai commercianti legati alle città d'arte, a tutti coloro che sono stati danneggiati e che…

PRESIDENTE. Concluda.

EMANUELE PRISCO (FDI). …nonostante la pandemia, nonostante il non aiuto del Governo, sono rimasti in piedi e rappresentano l'ossatura di una parte importante dell'economia nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Rotelli. Ne ha facoltà, per un minuto.

MAURO ROTELLI (FDI). Grazie, Presidente. Un saluto al sottosegretario Sartore. Proprio a lei mi rivolgo, sottosegretario, perché io penso che lei sia sobbalzata sulla sedia soprattutto quando ha visto quant'era l'ammontare di questa somma posizionata sul cashback, cioè su questo contante che viene ridato, e questo proprio per le sue esperienze pregresse, proprio per il lavoro che ha fatto sul bilancio di una regione importante (più o meno importante: diciamo che ognuno ha la sua impostazione) come la regione Lazio. Io le dico, sottosegretario, che è fondamentale non soltanto aver bloccato questa operazione del cashback ma, a questo punto, ridare la possibilità a questo comparto, che è stato pesantemente penalizzato, di risollevarsi. La proposta di Fratelli d'Italia è una proposta sensata e concreta perché trova anche la copertura, e sa che questo non è assolutamente scontato. In questo caso era fondamentale individuare la posta in bilancio, una posta che per adesso era “accasata”, era stata sistemata su un'operazione della quale poi vorremmo anche un po' i contorni, perché molto probabilmente il cashback è stato cancellato proprio perché il ritorno o la finalità…

PRESIDENTE. Concluda.

MAURO ROTELLI (FDI). …che doveva avere molto probabilmente non c'è stata, cioè l'utilizzo soltanto delle carte rispetto al contante (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Silvestroni. Ne ha facoltà.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Grazie, Presidente, della facoltà. Abbiamo detto che il programma del cashback di Stato finisce qui, finisce oggi. Questo emendamento chiede di disporre la destinazione di fondi alla ripresa del settore turistico e al sostegno del comparto HoReCa; complessivamente, 3 miliardi e 500 milioni di euro, per gli anni dal 2021 al 2026, da finanziare mediante l'abolizione del cashback. Ritengo che sia un emendamento intelligente, perché vuole finanziare il settore turistico. In quest'Aula, tutti si riempiono la bocca dicendolo e tutti sanno che il settore del turismo nel suo complesso è il petrolio che in realtà noi non abbiamo, ma può rappresentare la sostituzione del petrolio. Allora, quale occasione, come questa, per destinare quei fondi, i fondi del cashback

PRESIDENTE. Concluda.

MARCO SILVESTRONI (FDI). …direttamente - sono nei termini, Presidente - al settore del turismo. (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Trancassini. Ne ha facoltà, per un minuto.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Paziente sottosegretaria, io le affido solo una considerazione, oltre a tutto quello che è stato detto dai nostri colleghi. La considerazione è questa: dopo che lo abbiamo spiegato in tutti i modi e in tutte le salse e infilato l'abolizione del cashback in tutti i provvedimenti, finalmente questa mattina ci siete arrivati anche voi e l'avete cancellato. Da questo punto di vista noi siamo contenti. Rimane l'amarezza di averlo fatto molti mesi dopo la proposta di Fratelli d'Italia.

Allora, la considerazione che voglio fare insieme a lei è che noi abbiamo molti dubbi che questo sia il Governo dei migliori. Gliel'ho spiegato anche in Commissione e le ho anche articolato i motivi per cui riteniamo che tutto si possa dire meno che sia il Governo dei migliori.

La storia del cashback, però, dimostra che questo è il Governo dei presuntuosi, il Governo che non ascolta, il Governo che ha un'opposizione che propone, come in questo caso, l'abolizione del cashback, e ci mette mesi. Perché? Perché capisce perfettamente che la proposta è valida, ma deve trovare e lavorare alla sintesi interna e su questo disperde energie e tempo. Facciamo in modo, sottosegretario, che non sia più almeno il Governo dei presuntuosi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Vinci, sempre a titolo personale. Ne ha facoltà, per 1 minuto.

GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie Presidente, in merito a questo emendamento si possono dire tante cose; si può dire che il settore del commercio ha perso 40 miliardi a causa della pandemia soltanto l'anno scorso, senza parlare del problema degli hotel. Tutti noi vediamo quello che succede, ad esempio, nelle città d'arte come Roma, che ancora è in difficoltà e boccheggia. Questo è un emendamento chiaro: togliere i soldi dal cashback e mi riferisco anche alla lotteria degli scontrini; da una parte, il Governo sembra lottare contro il gioco d'azzardo e poi, dall'altra parte, invece, lo fomenta, spingendo tutti i consumatori alla lotteria degli scontrini. Ebbene, noi diciamo di spostare questi denari e riportarli in un settore che è stato profondamente colpito, come quello della ristorazione e degli hotel (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.9 Trancassini, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Passiamo all'emendamento 1.6 Ciaburro.

Ha chiesto di parlare la deputata Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento vuole portare l'Aula ad attenzionare il fenomeno della montagna e delle aree interne: è un tema sul quale, a parole, in sede di discussione d'Aula, ci si trova sempre tutti uniti, ma poi, nei fatti concreti c'è sempre molta distanza dal realizzare ciò di cui c'è veramente bisogno.

Con questo emendamento - e da sempre - Fratelli d'Italia è attenta alle aree più fragili, le quali hanno bisogno di recuperare quella disattenzione che si è manifestata nei loro confronti negli anni, che si sono impoverite di servizi e che hanno registrato quello spopolamento di cui tutti noi oggi parliamo; è importante quindi fare in modo che chi ancora vi resiste con fatica, sacrificio e passione possa continuare a rimanerci, cercando però di farle ripopolare.

E tutto questo come può avvenire? Cercando di ricreare lavoro, le condizioni lavorative, che possano essere messe in pista. Quale può essere la ripartenza per questi territori? Sicuramente con l'istituzione di zone franche montane. Questo perché? Perché, se andiamo a vedere ciò che si sta facendo anche per il Sud, con una buona visione delle necessità, perché non farlo anche nelle aree - quelle più fragili - dove davvero le persone hanno difficoltà a vivere per mancanza e carenza di servizi, a cominciare dalla banda larga, alla telefonia che non raggiunge moltissime zone del nostro territorio italiano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), ma anche tutte le infrastrutture?

Senza quel pezzo d'Italia, senza quei borghi, senza quelle comunità, la nostra Italia non sarebbe la stessa Italia che conosciamo oggi. Quindi, con questo emendamento si chiede di istituire queste zone franche per dare uno strumento, un incentivo di ripartenza con il lavoro e con gli insediamenti di attività economiche, attraverso facilitazioni che chiaramente costituiscono quell'incentivo che potrebbe rendere di nuovo possibile la ripartenza anche per queste aree.

Credo che un Governo attento ai suoi italiani, ai suoi cittadini, a tutto il suo territorio non possa prescindere dalla valutazione di queste porzioni di territorio, che non sono porzioni poco significative: rappresentano infatti una percentuale importante del nostro territorio e, soprattutto, sono proprio loro che devono essere più attenzionate, perché più fragili e perché, negli anni, questa mancanza di attenzione verso questi territori ha portato davvero ad un abbandono quasi totale che provoca inevitabilmente delle conseguenze, con costi non solo economici, ma anche umani, in termini di dissesto idrogeologico; laddove non abbiamo più controllo e persone su quei territori, chiaramente restano abbandonati e, di conseguenza, quelle azioni volte, con fatica, con passione e con dedizione, a mettere in campo tutto ciò che serve per mantenere in ordine quei territori, ovviamente, non vengono fatte.

Quindi, crediamo davvero che non si possa parlare di piano di ripartenza senza tener conto di questi territori, anche per dare dignità a quelli che ancora oggi, con fatiche immense - abbiamo visto, anche nel periodo della pandemia, quanto la montagna sia stata maltrattata dalla sera alla mattina, dopo un entusiasmo di ripartenza, di spiraglio di ripartenza - sono bloccati con costi davvero importanti che hanno dovuto assumersi.

La montagna è sempre stata abituata a rimboccarsi le maniche, cercando di fare, con tenacia e sacrificio; e quella resilienza, loro, da sempre, l'hanno messa in campo.

Qui si chiede al Governo di attenzionare questi territori, perché davvero non possiamo pensare ad un piano di ripartenza nazionale senza considerarli.

Con questo emendamento, dunque, si vogliono istituire le zone franche montane con criteri ben precisi per dare quegli incentivi necessari, fondamentali, come peraltro già previsto nel 1994, con la “legge Carlotto”, che peraltro è stata approvata, ma che poi non si è mai attuata; e quindi, semplicemente, continuare quella che era un'idea condivisa da tutto il Parlamento già allora, ma che nei fatti non ha portato a nulla.

Con questo emendamento, invece, chiediamo di istituire queste zone franche montane, proprio perché vanno ad individuare quei meccanismi per la ripartenza vera, per creare lavoro e restituire dignità a chi ci vive, ma anche a chi vuole tornare a viverci, attraverso servizi e fondi messi apposta (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo , il deputato Deidda. Ne ha facoltà, per 1 minuto.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie Presidente, sarò rapido, anche perché sono firmatario di una proposta di legge - quindi non è una proposta estemporanea - con la collega Ciaburro per l'istituzione delle zone franche montane. Per fare un esempio, l'altro giorno ho incontrato il direttore regionale dell'Agenzia delle entrate, insieme ai sindaci della comunità montana, forse anche la collega Romina Mura conosce la situazione della Barbagia di Seulo, del Sarcidano; l'Agenzia delle entrate chiude gli uffici, decantando quanto sia bello Internet, fare webinar con gli abitanti dei paesi montani.

Peccato che non c'è rete nei paesi montani; peccato che questo Governo sta chiudendo gli uffici della Polizia stradale di un comune come Fonni, che è la principale stazione sciistica della Sardegna perché c'è poca gente. Certo, c'è poca gente perché purtroppo siamo costretti a scappare dalla montagna se si vuole sopravvivere e noi paghiamo le stesse tasse di chi abita al mare o in città (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.6 Ciaburro, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Passiamo all'emendamento 1.24 Mollicone.

Ha chiesto di parlare il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento è importante e anche simbolico dell'impegno di Fratelli d'Italia anche sul fronte dell'innovazione per il settore dello spazio, su cui siamo, in Italia, un'eccellenza. L'emendamento mira a estendere le risorse destinate alle tecnologie satellitari e all'economia spaziale anche ai servizi di downstream, osservazione della terra, monitoraggio e infrastrutture digitali per l'aerospazio. Colleghi, secondo i dati presentati nelle scorse settimane alla Camera da Bruno Tabacci, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, la nuova economia dello spazio potrebbe raggiungere un giro di affari complessivo di 1000 miliardi di dollari nel 2040, dopo aver toccato nel 2019 i 360 miliardi di dollari, pari a 325 miliardi di euro.

All'interno della space economy - economia dello spazio - il segmento più propriamente legato allo spazio e all'aerospazio produce attualmente ricavi per circa 100 miliardi di euro, il 70 per cento dei quali derivanti dal mercato istituzionale e il 30 per cento dalla componente privata. È inevitabilmente un settore strategico per l'Italia, attualmente ottava potenza mondiale. Il piano prevede un aumento del 20 per cento di addetti dell'aerospazio, ma per raggiungere l'obiettivo bisogna coordinare le azioni con quelle previste per la formazione tecnico-scientifica, che pure sono presenti. Bisogna, dunque, colleghi, avere ben presente l'effetto a cascata che hanno le strategie per lo spazio. L'aerospazio è soprattutto una filiera di piccole e medie imprese d'eccellenza (cito da L'industria aeronautica italiana e il COVID tra resilienza e trasformazione, realizzato dal cluster tecnologico nazionale dell'aerospazio). Nell'immediato è indispensabile attuare interventi per mettere in sicurezza la filiera, in particolare le PMI, mediante agevolazioni e appalti pubblici per l'acquisto di beni e servizi che richiedono limitati investimenti. Ciò garantirebbe la continuità della manifattura e dell'occupazione soprattutto nelle PMI più fragili in termini finanziari ed esposte alle conseguenze del COVID-19 di tutta la filiera e porterebbe a un maggior valore aggiunto rispetto al ricorso agli ammortizzatori sociali. Per cui chiediamo all'Aula su questo emendamento un minimo di attenzione perché è un settore strategico per l'innovazione e, ovviamente, per il tessuto delle piccole e medie imprese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Albano, a titolo personale, per un minuto. Ne ha facoltà.

LUCIA ALBANO (FDI). Presidente, sottosegretario, sottoscrivo l'emendamento del collega Mollicone perché certifica l'attenzione e l'impegno di Fratelli d'Italia per il settore spaziale nazionale e per il settore delle tecnologie digitali. Bisogna considerare che questo settore può trasformarsi a livello nazionale in uno dei motori propulsori di una nuova crescita della nostra Italia, però ci devono essere particolari condizioni. Intanto, un disegno di sviluppo che comprenda tutte le piccole e medie imprese che appartengono alla filiera; ricordiamoci che è un patrimonio, quello italiano, che vanta un fatturato di 1,6 miliardi di euro e dà lavoro in Italia a circa 6 mila addetti di alta specializzazione. L'altra condizione è che ci siano investimenti - investimenti pubblici - ed è per questo che abbiamo chiesto, attraverso questo emendamento, la possibilità di potenziare l'investimento in questo settore. Chiediamo, quindi, al Governo un cambio nel parere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a titolo personale, per un minuto, il deputato Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per chiedere di sottoscrivere l'emendamento presentato dal collega Mollicone e sfrutterò questo minuto solamente per rafforzare tutte le motivazioni che ha ben espresso il collega. Quella dell'aerospazio è un'economia floridissima, a cui forse si guarda con troppa diffidenza, anche perché sembra un'economia lontana, un'economia inarrivabile. Invece noi, nel nostro tessuto produttivo nazionale, abbiamo tante aziende che si interessano di questo, quindi l'estensione di maggiori risorse e la possibilità di destinare maggiori risorse a questo settore, che genera un flusso di ricavi così importante, sarebbe un esempio di lungimiranza. Purtroppo, come sempre, dobbiamo rammaricarci del fatto che noi, come Fratelli d'Italia, riusciamo a vedere delle cose che forse gli altri colleghi non vedono e poi, tristemente, abbiamo solo la magra consolazione di poter dire “l'avevamo detto”.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlarea titolo personale, per un minuto, la deputata Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Anche questo emendamento pone l'attenzione su tutto quello che è una visione che deve avere questa nostra nazione rispetto all'aerospazio e a tutte le strutture tecnologiche che devono servire questa ricerca, questo monitoraggio e osservazione, proprio perché attraverso delle risorse in più e strumenti che sono necessari a questa osservazione e a tutta la filiera che viene coinvolta nel monitoraggio della nostra terra e di quelli che sono i movimenti, chiaramente possono dare dei segnali e dei dati che possono essere utili poi a interpretarli, leggerli e a produrre delle azioni concrete sul territorio. Anche questo è un settore assolutamente importante, ma che porta con sé quella visione, quel saper guardare avanti attraverso la lettura di questi dati; se ciò viene mortificato con delle risorse non sufficienti a garantire un'efficienza, economicità, ma anche efficacia in quello che è tutto il monitoraggio, chiaramente restiamo assolutamente con strutture inappropriate.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a titolo personale, per un minuto, il deputato Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Oltre a sottoscrivere questo emendamento, chiedo anch'io che venga approvato e che venga cambiato il parere da parte del Governo e anche della Commissione - del relatore di maggioranza - perché in tutta Italia si sta sviluppando questa industria dell'aerospazio e dobbiamo in tutti i modi sostenerla. Parlo sempre della mia terra, la Sardegna, perché è quella che conosco, quella in cui vivo; anche lì stiamo cercando di sviluppare, con il distretto aerospaziale sardo, dei progetti a Quirra, come a Lula, come a San Basilio, con l'osservatorio astronomico e abbiamo sempre più bisogno di sostegno e di risorse; risorse per incentivare e avere poi sul territorio quelle ricadute per questa industria che in campo internazionale si sta sviluppando molto velocemente. Qui voglio dedicare un pensiero all'ingegnere Broglio, che è stato uno degli innovatori italiani a cui abbiamo dedicato anche una base all'estero, in Africa. Egli è stato un grande innovatore nella storia italiana, a cui dobbiamo sempre un ringraziamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, per un minuto, la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Questo provvedimento si occupa di 30,6 miliardi, della destinazione di risorse pubbliche, perché questi soldi provengono dal bilancio dello Stato e non dall'Europa. Allora noi continuiamo a chiedere - lo facciamo anche attraverso questo emendamento - che le risorse vengano spese nel miglior modo possibile.

Abbiamo sentito parlare in tutti questi mesi, negli ultimi anni, di quanto il comparto dell'aerospazio rappresenti una capacità del tutto peculiare della industria italiana e allora riteniamo che proprio a questo comparto si debba dare maggiore attenzione. Siamo assolutamente consapevoli che l'iter legislativo che è stato seguito, che ha portato a pochissime ore di discussione in Commissione e non a un dibattito…

PRESIDENTE. Concluda.

YLENJA LUCASELLI (FDI). ...ampio come avremmo voluto, ha compresso la possibilità di spiegare le nostre motivazioni, ma riteniamo che il Governo possa comunque valutarle.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, per un minuto, la deputata Montaruli. Ne ha facoltà. Rinuncia.

Ha chiesto di parlare il deputato Prisco, per un minuto. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Anche questo emendamento, come i tanti che Fratelli d'Italia ha provato ad aggiungere a questo provvedimento con proposte migliorative, è rivolto a dare più forza al comparto dell'aerospazio, strategico per l'economia nazionale, strategico per la difesa nazionale, strategico per la capacità di innovazione che l'Italia può portare per se stessa, per l'Europa e per il mondo. Credo che questo emendamento, come altri, abbia il famoso buonsenso del buon padre di famiglia e sia un emendamento che merita accoglimento. Mi permetto di rappresentare al Governo la necessità di una ulteriore valutazione, perché credo che…

PRESIDENTE. Concluda.

EMANUELE PRISCO (FDI). …difendere gli asset fondamentali dell'economia nazionale sia prima di tutto un dovere per questo Parlamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, per un minuto, il deputato Rotelli. Ne ha facoltà.

MAURO ROTELLI (FDI). Grazie, Presidente. Sottoscrivo questo emendamento, anzi ringrazio il collega Mollicone perché questo passaggio, questa sottolineatura dell'economia spaziale mi sembra assolutamente appropriata e pertinente. È proprio di questo che si deve parlare, in un momento nel quale si programma la ripartenza a vari livelli, soprattutto dal punto di vista economico, con un'assoluta eccellenza nazionale che risiede in tutte quelle aziende che fanno parte di un comparto tecnologico ben individuato, che possono essere aiutate in maniera definitiva; per aiutarle non bisogna fare nient'altro che immettere risorse, dare ossigeno e fare in modo che la sperimentazione e la tecnologia possa svilupparsi. Da questo punto di vista ritengo che, anche per le tendenze di carattere mondiale e planetario, sia decisamente importante investire in questo comparto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, per un minuto, il deputato Silvestroni. Ne ha facoltà.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Presidente, sottosegretario, io chiaramente sottoscrivo questo emendamento e intervengo per cercare, comunque, di convincerla a rivedere le sue posizioni perché, come è già stato detto da colleghi, il settore dell'aerospazio in Italia è un settore che ha aziende altamente specializzate che chiedono di investire, e sono investimenti importanti.

Abbiamo parlato, nel PNRR, della digitalizzazione, parliamo di cybersicurezza: non investire nel settore delle tecnologie e delle infrastrutture digitali per l'aerospazio nel momento in cui se ne ha la possibilità, secondo me non è un buon operato da parte del Governo. Quindi, sottosegretario, le chiedo di rivedere il parere in senso positivo.

PRESIDENTE. Concluda.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Questo emendamento è un emendamento giusto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, per un minuto, il deputato Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Onorevole sottosegretaria, questo è un altro emendamento che ci permette di sottolineare un altro aspetto - secondo me importante - dell'approccio di Fratelli d'Italia nel Parlamento, qui alla Camera. L'emendamento del collega Mollicone è un emendamento importante, che sottolinea un approfondimento di materia. Il collega non ha censurato il vostro operato, ma ha semplicemente proposto che queste somme venissero messe a terra con uno spettro più ampio, facendo un lavoro che poteva essere fatto direttamente dal Governo, magari dalla maggioranza, però questo secondo me è un approccio che va sottolineato. Mi riferisco alla capacità da parte di Fratelli d'Italia di andare oltre rispetto alle divisioni e farvi delle proposte che sono di buonsenso, perché è sicuro che la proposta del collega Mollicone è una proposta di buonsenso, importante per la maggioranza, per fare in modo che le risorse che voi avete individuato per il settore aerospaziale possano raggiungere tutto quel settore.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Concludo dicendo che non mettere le risorse sull'osservatorio e sui monitoraggi credo che sia un grave errore: fatene tesoro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, per un minuto, il deputato Vinci. Ne ha facoltà.

GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie, Presidente. Io vorrei spiegare - anche per quelli che non sono in quest'Aula, anche se vedo che in quest'Aula c'è poca attenzione per un tema così importante, perché si parla spesso di innovazione ma poi, quando ci si trova a dover decidere di innovazione, quest'Aula solitamente tende a parlare d'altro, o a perder tempo - che questo emendamento prevede, al comma 2, lettera a), numero 3, di sostituire le parole “tecnologie satellitari ed economia spaziale” con le seguenti: “tecnologia satellitare, servizi downstream (tra cui osservazione della terra, monitoraggio) e infrastrutture digitali per l'aerospazio.” Allora, o il sottosegretario ci viene a dire che queste sono già ricomprese - e in questo caso non si capisce perché il voto debba essere contrario, perché potrebbe perfettamente essere positivo - oppure, in caso contrario…

PRESIDENTE. Concluda.

GIANLUCA VINCI (FDI). … questa modifica è necessaria e, come al solito, la maggioranza si volta dall'altra parte (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.24 Mollicone con il parere contrario della Commissione, del Governo e il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Desidero intanto informare l'Assemblea che la nostra collega Elisa Scutellà è diventata mamma del piccolo Flavio Antonio (Applausi). Esprimo alla collega, al neonato e al papà gli auguri più sinceri della Presidenza e di tutta l'Aula.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Passiamo all'emendamento 1.10 Trancassini, il parere della Commissione è contrario così come quello del Governo. Ha chiesto di parlare la deputata Lucaselli, che peraltro è anche relatrice di minoranza e ha espresso parere favorevole su questo emendamento. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Presidente, questo emendamento credo riporti all'attenzione del dibattito politico una questione che troppo spesso viene dimenticata, o meglio viene tirata fuori dal cassetto all'occorrenza. In realtà, invece, noi riteniamo che sia un problema che debba essere affrontato e non troviamo occasione migliore come quella del dibattito che oggi c'è in Aula.

L'emendamento - e lo dico a beneficio dei colleghi dell'Aula che non hanno letto il fascicolo - propone di potenziare la rete nazionale degli asili e di incrementare i servizi per la prima infanzia. Presidente, la percentuale di copertura dei posti rispetto ai bambini residenti, nell'anno educativo 2017-2018, era al 25,5 per cento e, benché questa sia una percentuale che è cresciuta rispetto agli anni precedenti, siamo ancora molto lontani dal 33 per cento, che è il parametro previsto dall' Unione europea, come stabilito nel consiglio di Barcellona. Allora, noi riteniamo che si debba davvero porre l'attenzione su questa questione non soltanto perché dobbiamo ovviamente rispettare i parametri che ci sono stati indicati, ma anche perché è una questione di civiltà e di cultura. Noi riteniamo che sia fondamentale conciliare la vita familiare e lavorativa e questo lo si può fare soltanto attraverso la promozione di una maggiore partecipazione delle donne al lavoro; questo, però, può avvenire se quelle donne vengono aiutate, vengono coadiuvate dallo Stato nella crescita della prole.

Tra l'altro, mi permetto di ricordare che il divario che ancora oggi è presente fra il Centro-Nord e il Mezzogiorno d'Italia è ancora troppo pesante e ancora troppo sfavorevole per le regioni del Sud. Noi dovremmo raggiungere l'obiettivo dei 33 posti ogni 100 bambini, così come accade nel resto di Europa, e questo obiettivo è rispondente non soltanto ai parametri, come dicevo prima, ma soprattutto ad una esigenza che dovrebbe - ribadisco - quotidianamente dominare il dibattito pubblico. Si tratta di una sfida centrale, quella sul nostro sistema educativo. È ormai acquisito, nella letteratura, come i primi 1.000 giorni di vita di un bambino siano determinanti per il suo sviluppo successivo; è proprio a partire da questa fase, in cui i bambini sono più ricettivi, che va garantito a tutti, a prescindere dalle condizioni economiche delle famiglie, un ambiente di crescita che sia il più favorevole possibile. Gli standard internazionali, che sono stati fissati anche da Unicef, pongono in primo piano la cura della prima infanzia per le sue conseguenze di lungo periodo, nell'interesse, ovviamente, del singolo bambino ma anche nell'interesse della società. L'Alleanza per l'infanzia, l'associazione internazionale che si occupa di infanzia, ha ribadito le ragioni per cui i primi anni di vita devono essere centrali nella definizione delle politiche pubbliche e questo ovviamente ha un effetto determinato e diretto sulla cultura e sulla classe dirigente della società. Quei bambini sono il nostro futuro, dobbiamo aiutare le famiglie affinché possano avere i posti necessari all'interno delle strutture pubbliche. Non possiamo permettere che soltanto quelle private si preoccupino della crescita; lo Stato deve operare come un buon padre di famiglia e un buon padre di famiglia si preoccupa prima di tutto dei propri figli, della loro crescita, della loro serenità e della loro educazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Lucia Albano. Ne ha facoltà, per un minuto.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente e sottosegretario. Al 31 dicembre 2020, la popolazione residente in Italia ha perso 384 mila abitanti. È come se fosse sparita una città come Firenze; così, nel nulla. L'Italia ha toccato, nel 2019, il minimo storico delle nascite: oltre 19 mila in meno rispetto all'anno precedente; mai così pochi nati dall'Unità d'Italia.

Fratelli d'Italia crede fortemente – e, insieme con Giorgia Meloni, ha voluto proporla - in una politica a sostegno della natalità. Mettere in atto il più importante piano di sostegno alla natalità della storia d'Italia: questo è un cambiamento sostanziale che noi proponiamo, anche con la proposizione di questo emendamento. In questo provvedimento, chiediamo che vengano stanziati 4 dei 30 miliardi per il sostegno degli asili nido, e noi crediamo che questo sia fondamentale per poter sostenere la natalità in Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Bellucci. Ne ha facoltà, per un minuto.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretario, in Italia stiamo vivendo un reale allarme sociale che è quello delle culle vuote. Per questo, il Governo e il Parlamento devono intervenire in maniera decisa e massiva. Come Fratelli d'Italia, abbiamo inserito questo emendamento nel Fondo complementare del PNRR perché non si può essere così distratti e così manchevoli: 4 miliardi sono doverosi per far sì che gli asili nido possano essere presenti in ogni parte d'Italia, da Nord a Sud, per raggiungere quel 33 per cento e per superarlo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) perché è assurdo che il 75 per cento dei bambini oggi, in Italia, non possa avere un servizio educativo. Noi pertanto chiediamo che i fondi del cashback, un vero fallimento, vengano destinati per gli asili nido; le famiglie, i genitori ci chiedono questo: niente cashback, sì agli asili nido (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Bucalo. Ne ha facoltà, per un minuto.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere, convintamente, questo emendamento perché il suo oggetto è veramente una sfida centrale del nostro sistema educativo, perché rappresenta, non solo il contrasto della povertà educativa, ma il vero intervento, reale, per la tutela dei diritti della famiglia e per la tutela delle donne lavoratrici. Dobbiamo potenziare questi investimenti perché il numero degli asili nido presenti sul nostro territorio è ancora lontano dalle reali esigenze e soprattutto dagli obiettivi europei. È dunque importante che l'Italia punti ad aumentare la diffusione degli asili nido sul territorio, non soltanto tra Nord e Sud, ma anche nelle regioni che sono ancora, in media, più bisognose; ci sono zone che sono carenti e coincidono con le aree interne, più lontane. È importante farlo, perché questo investimento rappresenta il futuro della nostra Nazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Caiata. Ne ha facoltà, per un minuto.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Chiedo di sottoscrivere questo emendamento. Sottosegretario, le risorse per motivi nobili, per motivi importanti non sono mai sufficienti. Credo che, a un certo punto, abbiamo il compito e il dovere di indirizzare e di capire dove vogliamo andare. Il ruolo che gli asili nido e i servizi alla prima infanzia rivestono nella nostra società è fondamentale, lei lo sa benissimo. Ci sono tante donne che sono costrette a scegliere fra le alternative di lavoro che si prospettano loro esclusivamente in base a chi dà la possibilità o meno di poter portare i figli in un asilo nido. Quindi, credo che noi abbiamo il dovere civico, morale, per un problema proprio di emancipazione, di dotarci di queste strutture. Poiché il PNRR è veramente l'occasione del ripensamento della nostra politica nazionale e per capire dove vogliamo andare e che tipo di Nazione vogliamo diventare, riteniamo fondamentale l'importanza del servizio che viene dato alle donne e all'infanzia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Ciaburro. Ne ha facoltà, per un minuto.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Anche questo emendamento, sottosegretario, riguarda un tema di sostanza per la nostra Nazione, e anche per il futuro della nostra Nazione. Tratta di ciò che riguarda i nostri bambini, i nostri giovani. I dati rispetto alla denatalità sono stati ricordati dai miei colleghi, ma viaggiano di pari passo con strutture ancora troppo poco importanti, carenti e, soprattutto, necessarie sul territorio. Questo fa sì che una famiglia va incontro a moltissime difficoltà in più nel mettere al mondo dei figli. Uno Stato che vuole stare vicino alle famiglie e che vuole guardare al futuro, che passa, necessariamente, attraverso un indice di natalità il cui trend deve essere invertito nella nostra Nazione, deve immaginare di dare gli strumenti necessari che possano supportare e sostenere le famiglie, creando e determinando dei punti, che sono gli asili nido, di una rete che deve assolutamente essere implementata. Questo proprio perché una madre, un padre, una famiglia che abbiano dei bambini appena nati devono avere la possibilità di immaginare di avere spazi assolutamente accoglienti e formativi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato De Toma. Ne ha facoltà, per un minuto.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Grazie, Presidente. Sottoscrivo convintamente l'emendamento. Sottosegretario, l'emendamento prevede il potenziamento della rete nazionale degli asili nido e l'incremento dei servizi per la prima infanzia ad essa correlati. Nei primi anni di vita la formazione procede ad una velocità che non raggiungerà mai negli anni successivi. Ecco perché bisogna potenziare questi servizi. Gli asili nido rappresentano la sfida centrale per il nostro sistema educativo, a prescindere dalle condizioni della famiglia, e bisogna garantire tale servizio a tutti i bambini, in un ambiente di crescita a loro favorevole.

Queste sono le discussioni, che comunque sono state sempre dibattute in quest'Aula, rendendo ovviamente centrale il ruolo della famiglia e dei figli, dei bambini, e quindi vi è la necessità importante di poter avere una rete all'altezza. Incrementare i loro servizi, per noi di Fratelli d'Italia, è una priorità.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Deidda. Ne ha facoltà, per un minuto.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Presidente, questo è un argomento abbastanza delicato e importante per una Nazione che vede purtroppo la curva delle nascite ridotta drasticamente. Ieri, su Il Sole 24 Ore, è uscita una classifica, in base alla quale, con orgoglio, la città metropolitana di Cagliari è prima in Italia per i servizi - un bambino crescerebbe meglio con tutti i servizi -, però basta vedere quella classifica per accorgersi come tante città, anche più grandi di Cagliari, soffrano la mancanza di servizi per l'infanzia.

Per questo motivo, appoggio e sostengo questo emendamento, proprio perché in tutta Italia ci devono essere eguali servizi e, come Fratelli d'Italia, visto che governiamo la città metropolitana di Cagliari, possiamo dare utili suggerimenti per far avvicinare tutti al primato della nostra città.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Mollicone. Ne ha facoltà per un minuto.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Nell'anno scolastico 2018, da dati Istat, erano attivi sul territorio nazionale 13.145 servizi educativi per la prima infanzia, collocati all'interno di 12.213 strutture. I posti autorizzati al funzionamento risultano 354.000, di cui il 51 per cento sono all'interno di servizi a titolarità pubblica. Nell'arco dei 4 anni compresi dalla rilevazione Istat, fino al 2018, la capacità ricettiva del sistema educativo rivolto alla fascia 0-3 anni è rimasta quasi invariata a livello nazionale e comunque ben al di sotto del 33 per cento, che è il parametro europeo. Da questi dati ovviamente spiccano le regioni del Centro-Nord, con una fragilità del Centro-Sud, esclusa la Sardegna, che – come abbiamo ascoltato dal collega Deidda - invece emerge per i servizi alla prima infanzia.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Con questo emendamento, Fratelli d'Italia pone l'accento su quello che è il futuro della nostra Nazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Montaruli. Ne ha facoltà, per un minuto.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Io chiedo al Governo di rivalutare il parere su questo emendamento, perché troppo spesso noi, in quest'Aula, abbiamo discusso e denunciato proprio la questione della carenza delle nascite, che peraltro in epoca pandemica è assolutamente incrementata. Un problema sempre più sentito, quindi, sempre più emergenziale, su cui bisogna fare assolutamente squadra, perché si arrivi a delle soluzioni.

L'unica soluzione può essere quella di far sentire le donne e le famiglie supportate nella scelta di avere un figlio. Oggi, questo supporto in realtà non c'è perché, proprio in relazione agli asili nido, c'è una difficoltà oggettiva delle famiglie di affidarsi a tali strutture per carenze di posti o per costi.

PRESIDENTE. Concluda.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). E allora, con questo emendamento, si farebbe un passo concreto, per il sostegno, sì, della natalità, ma in generale, per il sostegno delle famiglie e dei diritti dei bambini, che meritano di avere dei servizi adeguati.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Prisco. Ne ha facoltà, per un minuto.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Vorrei sottoscrivere questo emendamento, che è strategico anche rispetto alle politiche delle cosiddette pari opportunità. Infatti, spesso la politica si riempie la bocca della retorica delle pari opportunità, spende milioni di euro in convegni, in consulte sulle pari opportunità, ma poi, quando arriva la sfida di destinare le risorse vere, non utilizzate, di un provvedimento sbagliato per incrementare la rete degli asili, cioè di rendere possibile alle famiglie, soprattutto alle donne, di confrontarsi sul mercato del lavoro in base alle proprie capacità, senza dover rinunciare ad essere madri, cioè di rendere effettive le pari opportunità, ecco lì che poi la politica spesso si gira dall'altra parte.

Quindi, l'invito che faccio, signor sottosegretario, è di cambiare il suo parere su questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Rotelli. Ne ha facoltà, per un minuto.

MAURO ROTELLI (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per sottolineare, come il gruppo di Fratelli d'Italia, stia provando, sottosegretario, a dare tutta una serie di risposte e soprattutto di alternative a queste risorse che provengono - credo - praticamente, esclusivamente dal cashback, quindi stia parlando della possibilità di spostare risorse da quella iniziativa ad altre.

Abbiamo parlato del comparto HoReCa, abbiamo fatto una sottolineatura per quanto riguarda l'economia spaziale, adesso siamo sulla rete nazionale degli asili nido. Presidente, è una delle vicende che riguarda il sistema Paese, forse come nessun'altra, quella del problema demografico e della possibilità di dotare tutta la struttura della nostra società di servizi adeguati, che permettano di accompagnare e sostenere la maternità.

Riteniamo che questo sia un emendamento serio: io approfitto dell'occasione per poterlo sottoscrivere e invito il Governo a modificare il parere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Silvestroni. Ne ha facoltà, per un minuto.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Grazie, Presidente. Sottolineo, come il collega Rotelli, il fatto che in questo caso, anche da parte del Governo, sottosegretario, ci sia della cecità. Sappiamo già che viviamo in un periodo di poche nascite, sappiamo già che le famiglie, con quelle poche nascite che ci sono, hanno grandi problemi, come sappiamo che il 75 per cento dei bambini italiani non ha un sostegno. Allora, con questo emendamento si chiede di destinare 4 milioni di euro ad investimenti sui servizi per la famiglia, così come sulla rete degli asili nido e ci domandiamo come possa lei dare un parere negativo a una proposta emendativa di questo tipo. I fondi ci sono. Allora, non continuiamo a riempirci sempre di parole sul fatto che siamo a favore delle famiglie italiane: cambi il suo parere cortesemente, se lo ritiene chiaramente giusto, e chieda di approvare questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Trancassini. Ne ha facoltà, per un minuto.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Signor sottosegretario, noi abbiamo provato, nella stesura e nella discussione del PNRR, di dare centralità a questo argomento; lo abbiamo fatto con una serie di proposte articolate, perché il tema è molto serio ed emergenziale. Peccato che questo tema - così come, ad esempio, quello della riforma della giustizia - appassiona tutti da un punto di vista superficiale, ma non c'è la capacità, la preparazione e neanche il coraggio di andare al cuore del problema.

Il problema della denatalità, il problema demografico italiano è enorme e va affrontato con condivisione - cosa che non c'è stata -, con attenzione e soprattutto con fondi. Noi abbiamo provato a dirvelo nel PNRR - ma abbiamo ottenuto in cambio una serie interminabile di “no”- e continuiamo a dirvelo. Lo facciamo anche in questa occasione, nella quale insomma abbiamo contezza che difficilmente lei cambierà il parere, ma credo che sia nostro dovere continuare a ripetervi quelli che sono i problemi centrali del Paese, come questo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Vinci. Ne ha facoltà, per un minuto.

GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie, Presidente. Quest'Aula parla sempre di denatalità e di aiuti alla famiglia, ma poi, quando ci si trova a dover decidere per davvero e a prendere dei provvedimenti a favore della famiglia, ci si trova davanti a un muro. Diverse forze politiche in quest'Aula hanno parlato di asili nido gratis e di aiuti alle famiglie, ma poi oggi c'è da votare, noi presentiamo un emendamento e in Aula vediamo i colleghi che discutono d'altro.

Allora, questa è una proposta concreta: investiamo parte di quel denaro, che molti cittadini sperano - e purtroppo sperano solamente - che arrivi per aiutarli nella vita concreta, e usiamoli veramente per far ripartire il Paese e dare un'opportunità alle famiglie di andare al lavoro, sgravandole delle difficoltà e dei costi di un asilo nido. Qui, invece, si ricevono questi denari…

PRESIDENTE. Concluda.

GIANLUCA VINCI (FDI). …che andranno anche restituiti, ma per la famiglia e per gli asili nidi non c'è nulla (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.10 Trancassini, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo all'emendamento 1.11 Trancassini

Ha chiesto di parlare il deputato Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Signor paziente sottosegretario, questo è un emendamento importante che, però, merita una considerazione preliminare che approfitto della sua attenzione per fare insieme a lei. Questo è un decreto di oltre 30 miliardi: noi oggi stiamo discutendo di una quasi finanziaria. Allora, la domanda che pongo a lei e a tutta l'Aula distrattissima: ma è normale che, in questa Camera, passi un provvedimento di oltre 30 miliardi e ci sia soltanto una voce, quella di Fratelli d'Italia, a cercare di richiamare l'attenzione sui problemi, credo anche molto importanti, per la Nazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Penso che non sia normale e che non facciamo bene il nostro lavoro. Lo dico ai colleghi del MoVimento 5 Stelle, dai quali ci aspettavamo quella rivoluzione che non c'è stata, quella trasparenza, ma anche la volontà e la capacità di misurarsi su temi, come questi, che credo tutta la Nazione abbia a cuore.

Infatti, questo dato, sottosegretario, va sottolineato. Noi oggi siamo qui con una trentina, quaranta emendamenti - li abbiamo selezionati -, quelli che comunque rappresentano temi centrali per la Nazione, perché pensiamo sia nostro dovere, indipendentemente dalle strategie del Palazzo, venire qui e continuare a ripetere i problemi che fuori di qui la gente vive, perché, altrimenti, non faremmo bene il nostro lavoro e, soprattutto, sviliremmo il ruolo del Parlamento. Infatti, anche su questo, la nostra democrazia parlamentare è tale solo e soltanto quando dobbiamo cambiare in corsa le maggioranze, quando dobbiamo far governare una forza politica - me lo perdoni - come il Partito Democratico che, sistematicamente, perde le elezioni da una decina d'anni. Allora, lì siamo democrazia parlamentare. Ma, quando c'è da discutere ed approvare emendamenti, veniamo sistematicamente zittiti e viene svilito il ruolo del parlamentare.

Il “decreto Sostegni-bis” verrà discusso la settimana prossima e di 4 mila emendamenti ne sono stati ammessi soltanto 400 alla discussione: un oltraggio, uno schiaffo alla democrazia parlamentare che non merita né Fratelli d'Italia, ma nemmeno tutte le altre forze parlamentari.

Veniamo all'emendamento: l'emendamento riguarda il potenziamento del trasporto pendolare, perché noi, come tutti gli italiani, ci siamo fatti delle domande. Veniamo da un periodo lunghissimo che potremmo definire molto vicino agli arresti domiciliari. Abbiamo rinunciato a tante libertà, siamo stati chiusi in casa. Però, la nostra è stata la Nazione con le più alte restrizioni e, contemporaneamente, la Nazione con la più alta mortalità. Evidentemente, qualche cosa l'abbiamo sbagliata; evidentemente, abbiamo scelto delle scorciatoie senza andare al cuore del problema. Abbiamo pensato che sarebbe stato più semplice chiudere gli italiani dentro casa, piuttosto che occuparci di un tema come questo, del trasporto pubblico, che era ed è un tema centrale. È stato un errore? Sì.

Oggi abbiamo la possibilità di riparare e per questo vi proponiamo di investire di più sul tema del trasporto pendolare. Un altro dei ritornelli che ogni tanto ci sentiamo dire fuori di qui - la maggioranza è molto brava davvero, sia prima che oggi, nella narrazione - è che, con i soldi che ci sono, troppo si fa. In realtà, voi avete speso somme incredibili fino ad oggi. Noi oggi siamo qui a dirvi che il cashback poteva e doveva essere messo da un'altra parte e poteva, come abbiamo dimostrato fino adesso, essere destinato al turismo, agli asili nido, al trasporto pubblico. Ma non è soltanto il cashback, perché questa maggioranza - e anche la precedente - ha speso soldi con i banchi a rotelle, ha speso soldi con i monopattini. E poi sa che c'è, sottosegretario? C'è una colpa che è ancora più grave: è stata spesa una montagna di soldi per fare contenti gli amici e gli amici degli amici nei CdA e questo è intollerabile (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Infatti, nel momento in cui venivamo chiusi a casa - perché non me lo dimentico - in tutti i provvedimenti, ripeto in tutti i provvedimenti, signor sottosegretario, c'era comunque sempre lo spazio per far star zitta una parte di quella maggioranza o addirittura una parte di quel partito. E lei sa ovviamente che mi riferisco al Partito Democratico con le sue tantissime anime. Ecco, se tutte queste somme, ieri ma anche oggi, soprattutto oggi, venissero messe a sistema, avremmo la possibilità di intervenire su questo grandissimo problema, che è quello del trasporto pubblico.

In questo emendamento vi diciamo semplicemente di metterci più fondi, ma in realtà noi questo tema lo abbiamo delineato molto bene. I nostri parlamentari della competente Commissione lo hanno declinato nel tempo, con tutta una serie di emendamenti, per dimostrare, anche attraverso l'utilizzo del servizio privato, che c'era la possibilità di dare un aiuto al servizio privato e, contemporaneamente, dare un aiuto al servizio pubblico

PRESIDENTE. Concluda.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). …e soprattutto trovare il modo per bloccare la pandemia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale per un minuto, la deputata Lucia Albano. Ne ha facoltà.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie Presidente. Ecco un'altra proposta di Fratelli d'Italia per utilizzare il famigerato cashback, che finalmente è stato sospeso da questo Governo, dopo le richieste numerose e convinte di Fratelli d'Italia, di poterlo annullare e di poter destinare le ingenti risorse ad altre iniziative e ad altre attività.

In questo caso, l'emendamento propone di ammodernare le infrastrutture e le strutture relative al trasporto pubblico locale per aiutare i pendolari a vivere meglio il loro rapporto con il mondo del lavoro lontano da casa. Sviluppare nuove tratte, prevedere l'interscambio tra i vari servizi di trasporto locale - c'è veramente moltissimo da fare nel trasporto pubblico locale -, ma soprattutto aumentare la sicurezza.

PRESIDENTE. Concluda.

LUCIA ALBANO (FDI). Per questo chiediamo che il Governo possa cambiare il proprio orientamento su questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale per un minuto, il deputato Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie Presidente. Qui abbiamo individuato un'altra modalità, che reputiamo nobile, per spendere in maniera alternativa quelle risorse che avevamo contestato per un lungo periodo, quelle del cashback, risorse paradossalmente spese in una maniera che non ritenevamo giusta. Ne avevamo chiesto la sospensione e vi chiediamo di metterle, invece, in più su questo capitolo di spesa, che è quello che prevede il potenziamento del trasporto e, nel caso di specie, del trasporto pendolare. È inutile - lo hanno fatto già i miei colleghi e lo faranno anche quelli che interverranno successivamente - elencare tutte le motivazioni valide per cui varrebbe la pena fare questo, sottosegretario. Per questo, le chiediamo di cambiare idea e di rivedere il parere su questo emendamento…

PRESIDENTE. Concluda.

SALVATORE CAIATA (FDI). …tanto più alla luce della pandemia. Sappiamo tutti…

PRESIDENTE. La ringrazio. Ha chiesto di parlare, a titolo personale per un minuto, la deputata Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie Presidente. Sottosegretario, non si tratta di spendere semplicemente dei soldi; si tratta di investirli per il nostro futuro, il futuro dell'Italia e di tutti gli italiani - rispetto a tantissime tematiche che Fratelli d'Italia sta sottoponendo all'Aula, emendamento dopo emendamento - verso i quali c'è davvero un muro di gomma, come abbiamo visto anche in altre situazioni, nonostante le proposte poi, a posteriori, siano state recepite, ma tardi.

Ma, magari tardi, magari con il suggerimento preso al momento giusto, si risparmiavano tante situazioni di criticità. Anche con questo emendamento, a prima firma dell'onorevole Trancassini, si pone l'attenzione sul grande tema del trasporto pubblico. Anche qui, le risorse devono essere investite davvero per far funzionare meglio tutto quello che riguarda il nostro trasporto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale il deputato De Toma. Ne ha facoltà, per un minuto.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Grazie, Presidente. Vede, sottosegretario, questa mattinata sarà ridondante per lei per le continue richieste e pressioni da parte di Fratelli d'Italia, che vanno nella direzione, ovviamente, di cercare di migliorare e, più che altro, di dare delle indicazioni su un provvedimento così importante. Sottoscrivo le parole dell'onorevole Trancassini, proprio perché ormai da mesi - da quasi a più di un anno - siamo a discutere di provvedimenti che dovrebbero dare la certezza di quelle migliorie che abbiamo sempre chiesto. Parliamo del trasporto pendolare, del trasporto pubblico, parliamo degli ascensori rotti, delle scale mobili ferme; parliamo delle difficoltà che hanno i soggetti fragili, gli anziani, ad utilizzare questi trasporti. L'emendamento in questione, come quelli precedenti e anche come quelli successivi, va nella direzione di potenziare, migliorare, ed è questo che le chiediamo costantemente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Deidda. Ne ha facoltà, per un minuto.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie. Sottoscrivo questo emendamento. Prendo le parole dello stesso Premier Draghi che, quando è venuto recentemente qui alla Camera, ha ammesso che, evidentemente, in passato si è sbagliato a sottovalutare il problema dei trasporti. Egli ha ammesso che puntava a migliorare questo servizio e poneva un dubbio, dicendosi anche disponibile a recepire quelli che erano i suggerimenti del Parlamento per vedere di migliorare un settore penalizzato, ma, soprattutto, un settore - noi, tante volte, l'abbiamo sottolineato - che favoriva anche il contagio nelle grandi città (così nel trasporto pubblico per i pendolari scolastici, ma anche per i lavoratori). In alcune zone, infatti, era impossibile viaggiare; per questo, le chiedo di poter cambiare il parere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà, per un minuto.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Presidente, attraverso questo emendamento, il gruppo di Fratelli d'Italia ha cercato di introdurre, all'interno del dibattito sulla infrastruttura, lungamente affrontato, e sulla necessità che i soldi del Piano nazionale di ripresa e resilienza siano destinati ad una ristrutturazione generale e a una revisione generale del sistema trasporti italiani, un ulteriore tema: quello dei trasporti dei pendolari. Siamo infatti assolutamente convinti che il problema dei trasporti non debba e non possa essere affrontato soltanto in senso verticale, quindi da nord a sud, ma debba necessariamente anche riguardare il trasporto in via orizzontale, cioè dalle grandi città verso i piccoli comuni e viceversa. Conosciamo tutti la situazione di moltissimi lavoratori italiani che utilizzano il trasporto pubblico proprio per svolgere la propria attività lavorativa e sappiamo benissimo tutti quanto quelle tratte siano assolutamente fatiscenti e da migliorare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Mollicone. Ne ha facoltà, per un minuto.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Questo emendamento pone al centro il tema dei trasporti. Vedete, colleghi, il pendolarismo spesso è vissuto come un'esperienza spiacevole, con effetti negativi sulla salute e sul contesto familiare, rappresentando un fenomeno che comprende una pluralità di dimensioni analizzate dagli stili di mobilità dei cittadini; motivazioni che sottostanno anche ad alcune scelte abitative e lavorative, al benessere delle persone e alla soddisfazione degli utenti nel servizio di trasporto pubblico.

La popolazione pendolare, ad esempio, nella regione Lazio, pari al 48,2 per cento, si colloca al di sopra della media nazionale, che corrisponde al 47 per cento. Pensate, colleghi: 2 milioni e mezzo di persone effettuano spostamenti giornalieri proprio nella regione Lazio; Roma, con circa un milione e 800 mila, persone, Latina con circa 227 mila, Frosinone con 214 mila, Viterbo con 125 mila e Rieti con 64 mila.

Noi riteniamo che il disagio dei pendolari vada incentivato con una politica dei trasporti che abbia finalmente un senso e non come è stato negli anni passati.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Montaruli. Ne ha facoltà, per un minuto.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Con questo emendamento, nuovamente, Fratelli d'Italia fa proposte costruttive al Governo e, per questo, mi auguro, nel sottoscrivere l'emendamento, che il Governo voglia raccogliere questo sforzo che fa Fratelli d'Italia e riflettere bene sulla proposta avanzata. Una proposta che è sintetizzata in questo emendamento dell'onorevole collega Trancassini, che chiede semplicemente di prevedere fondi per il potenziamento e l'ammodernamento del trasporto pendolare. Una richiesta di buonsenso, una richiesta necessaria in tantissime aree della nostra Penisola; una richiesta che, peraltro, viene incontro alle esigenze dei lavoratori, che si trovano ad affrontare sempre di più una condizione economica critica e che, certamente, vanno supportati, quantomeno negli spostamenti e nella mobilità. Allora, diventa veramente incomprensibile come mai il Governo continui a dire “no” a questa proposta, così come quelle precedenti. Invito realmente il Governo a riflettere e cambiare il proprio parere perché, peraltro, si tratta di una modifica piccola, ma con grandissimo alto valore nei confronti degli italiani in questo momento. Certamente nel PNRR ci sono misure di potenziamento del trasporto su ferro, ma oggi è importante dare un segnale a tutti i pendolari che utilizzano la nostra infrastruttura ferroviaria.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Prisco. Ne ha facoltà, per un minuto.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Questo, come tanti altri emendamenti di Fratelli d'Italia, porta anche a correggere il tiro sulla gestione della pandemia, perché - l'abbiamo visto - sul trasporto pubblico si è giocata la partita, persa dai Governi che si sono susseguiti, sul contenimento della pandemia. Mentre Conte chiudeva i ristoranti, le palestre e le piscine, i dati confermavano che sul trasporto pubblico, anche su quello di più lunga percorrenza - che riguarda, appunto, l'oggetto di questo emendamento - correva forte, invece, il contagio. Quindi, ne va del rispetto dei lavoratori, del rispetto della sicurezza nazionale sanitaria, del rispetto di una comunità che è costretta a spostarsi per lavoro. Credo che sia una priorità nazionale l'ammodernamento dei mezzi e un investimento su questo tipo di trasporto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Rotelli. Ne ha facoltà, per un minuto.

MAURO ROTELLI (FDI). Grazie, Presidente. Un altro interessante e intelligente emendamento del collega Paolo Trancassini rispetto all'utilizzo dei fondi del cashback. Sottosegretario, una chiave di lettura l'ha data il mio collega Prisco, cioè il fallimento, purtroppo, della gestione COVID con il trasporto pubblico locale. Qui non parliamo di TPL, stiamo parlando di pendolarismo. Allora, mi permetto di suggerire altre due chiavi di lettura: la prima, per cui, intanto, ogni euro speso per un'infrastruttura viene moltiplicato almeno per due e per tre per quanto riguarda la ricaduta economica che ogni singolo territorio ha nel momento nel quale si spende e si investe in infrastrutture. Il secondo aspetto riguarda l'abbattimento del CO2. Sappiamo perfettamente quanto questo Governo abbia al centro delle sue politiche il contenimento del CO2; ebbene, i dati che ha fornito il collega Mollicone parlano - per esempio, per la regione, che lei conosce molto bene - di un flusso di centinaia di migliaia di persone che ogni giorno arrivano nella capitale per poter svolgere il proprio lavoro, professionale, di studio, culturale e quant'altro. Questo è un investimento che permetterebbe di abbattere il CO2 in maniera sensibile nella nostra regione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Vinci. Ne ha facoltà, per un minuto.

GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento sta cercando, purtroppo senza avere dall'altra parte una maggioranza che intenda ravvedersi, di porre rimedio a quello che tutti noi abbiamo visto in quest'anno. Abbiamo visto metropolitane piene, quando i ristoranti erano chiusi perché la vicinanza avrebbe aumentato i contagi, e abbiamo visto autobus pieni.

Dunque, arrivano finalmente i soldi, il denaro tanto promesso per far ripartire l'economia e combattere il COVID. Quindi, dov'è che si potevano spendere questi denari se non nel potenziare le infrastrutture per i pendolari, per aumentare finalmente i mezzi di trasporto, migliorarli e poter aumentare a questo punto anche le distanze, dato che abbiamo visto scene incredibili?

PRESIDENTE. Concluda.

GIANLUCA VINCI (FDI). Questo Governo ci risponde: “No, i soldi li dobbiamo utilizzare per fare altro”. Non è questa la maggioranza che deve governare questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.11 Trancassini, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.12 Trancassini.

Ha chiesto di parlare il deputato Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Con questo emendamento, a fronte della miserrima e ridicola somma che è stata postata per l'edilizia carceraria, cioè 132 milioni di euro spalmati in 6 anni, di cui soli 2,5 milioni nel 2022, Fratelli d'Italia, anche alla luce della resipiscenza delle forze di Governo che finalmente hanno compreso l'assoluta inutilità del cashback, chiede di destinare le somme risparmiate, i 4 miliardi del cashback, per l'edilizia carceraria. Lo facciamo oggi, oggi che è un giorno infausto, in cui abbiamo visto 117 agenti della Polizia penitenziaria sulle prime pagine di un giornale.

Non vogliamo, come Fratelli d'Italia, entrare nel merito della vicenda processuale. Vogliamo però, come Fratelli d'Italia, oggi ricordare che noi siamo al fianco, senza se e senza ma, di chi in divisa in carcere garantisce la nostra sicurezza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Lo vogliamo dire per quei 38.000 agenti della Polizia penitenziaria sotto organico, male equipaggiati, senza taser, costretti a lavorare in condizioni estreme, abbandonati a se stessi nel momento delle rivolte carcerarie eterodirette dalla criminalità organizzata, che voleva raggiungere l'obiettivo storico di frantumare il carcere duro, di dire che i mafiosi potevano uscire dal carcere, che potevano ottenere gli arresti domiciliari e che potevano tornare a flagellare le popolazioni che hanno sempre flagellato.

Allora, noi lì abbiamo avuto davanti a noi 2 modelli: gli agenti della Polizia penitenziaria, che pur invocando protocolli unici di sicurezza, pur invocando regole certe di ingaggio, tentavano, come potevano, di domare e di sedare le rivolte; il Ministro della Giustizia, che scarcerava centinaia di boss mafiosi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Tutta questa infamità è potuta intanto accadere in quanto la criminalità organizzata, etero-dirigendo le rivolte del carcere, che non avvenivano certo per il tramite di istanzine di manifestato disagio dei “concellini”, ma avvenivano con pentolini pieni d'olio e armi confezionate nelle carceri, tutto ciò avveniva, dicevo, perché la criminalità organizzata poteva alimentare ed eccitare un disagio reale, quello del sovraffollamento carcerario.

Allora, noi ve lo diciamo oggi per domani: garantite maggiore dignità ai detenuti ma garantite anche maggiore sicurezza al lavoro dei nostri agenti della Polizia penitenziaria, perché non si trovino più senza protocolli, senza taser, senza equipaggiamento, in condizioni di sovraffollamento carcerario a dover domare titanicamente rivolte per le quali poi ogni tanto succedono anche gli spiacevoli fatti di cui leggiamo in questi giorni sui giornali.

Voi, con questo emendamento, avreste a disposizione 4 miliardi per l'edilizia carceraria. Non ci venite a raccontare domani che per affrontare il sovraffollamento carcerario farete nuovi provvedimenti “Svuotacarceri”, perché, dandovi noi oggi le risorse, vi riterremo responsabili (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Voi non ci venite a dire domani che c'è il sotto organico della Polizia penitenziaria, perché quel sotto organico, che c'è, deve affrontare le rivolte, quando ci sono, nel pieno del sovraffollamento carcerario.

Noi dobbiamo garantire dignità ai detenuti e sicurezza agli agenti della Polizia penitenziaria, perché noi, senza se e senza ma, nell'ambito di quelle rivolte sapevamo da che parte stare.

Se i due estremi sono la Polizia penitenziaria, che pur senza protocolli, pur senza equipaggiamento, pur senza regole certe di ingaggio, che possono anche produrre procedimenti penali, domano, comunque, le rivolte della popolazione carceraria, etero-diretta dalla criminalità organizzata, e dall'altra parte c'è un Ministro che cede alle richieste, più o meno dirette o indirette, della criminalità organizzata e manda centinaia di boss mafiosi ai domiciliari a flagellare nuovamente quei territori che flagellano, ebbene noi sappiamo da che parte della trincea stare: da quella degli agenti della Polizia penitenziaria, che chiedono oggi a voi…

PRESIDENTE. Concluda.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). …edilizia carceraria per garantire maggiore dignità ai detenuti e maggiore sicurezza a loro e alle loro famiglie e, per il loro tramite, a tutti noi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Grazie, Presidente. È evidente - e mi rivolgo al Governo da un gruppo di maggioranza - che il tema del piano carceri e della costruzione di nuove carceri, così come previsto nel provvedimento, deve avere ulteriore e ampia attenzione da parte del Governo, visti anche i fatti recenti.

Il collega Delmastro Delle Vedove, anche con la sua capacità oratoria, ha comunque descritto una problematica che deve essere affrontata e che non può passare semplicemente in una mera discussione in Parlamento che riguarda gli emendamenti o il presunto ostruzionismo di Fratelli d'Italia, perché in questo caso una forza, pure all'opposizione, sta ponendo all'attenzione un tema che la maggioranza deve ulteriormente considerare.

Su quello che è avvenuto in questi giorni con riguardo anche al tema del sovraffollamento, è chiaro che molti gruppi, probabilmente quelli di centrodestra, non potranno accettare in alcun modo provvedimenti che possano rispondere al sovraffollamento con misure straordinarie, che potrebbero essere necessarie in funzione proprio della situazione molto grave che in questo momento alcune carceri stanno subendo. Non è escluso che le rivolte che ci sono state lo scorso anno si possano riverificare e la risposta da parte dello Stato non dev'essere solo repressiva ma dev'essere una risposta preventiva.

Il nostro compito è il rispetto anche del principio costituzionale sulla rieducazione del condannato.

Non può uno Stato garantista, uno Stato che tratta con il senso di umanità necessario anche i soggetti sottoposti al regime carcerario, non tenere conto delle difficoltà, della gravità della situazione attuale.

Mi rivolgo a lei, sottosegretario, perché noi, come gruppo di maggioranza, sosteniamo la posizione del Governo anche su questo emendamento. Se lei ritiene, lo si potrebbe anche accantonare e chiedere, rispetto alla richiesta molto più ampia di copertura, se ci possa essere una copertura diversa, o qualcosa che possa riguardare anche un eventuale ordine del giorno, prima di votare contro, senza tenere conto di un tema che è centrale, che è fondamentale e che deve essere discusso nell'ambito della maggioranza. Non stiamo qui solo - e non possiamo farlo - a non vedere temi che sono centrali, non solo nell'area del centrodestra, ma credo in tutta la maggioranza. Su questo tema, per questa ragione, le chiedo se può valutare un eventuale accantonamento, non al solo scopo di approvare ma anche di vedere se ci sono spazi per impegni su ordini del giorno in materia di risorse per il Piano carceri e anche per quanto riguarda la risposta al sovraffollamento, alla disumanità di alcuni trattamenti in alcune carceri e alla tutela della Polizia penitenziaria, che in questo periodo è sottoposta, fermi restando gli accertamenti giudiziali, a pressioni a volte anche indebite. Sono temi fondamentali.

Questo emendamento tocca anche questioni di attualità e forse il Governo, visto che è un Governo di amplissima maggioranza, può permettersi un attimo e un momento di riflessione, per valutare ulteriormente questo tema, anche con ulteriori atti parlamentari che vengano incontro alla proposta dell'opposizione, che è centrata. Forse sono risorse troppo ampie, vediamo di discutere e di vedere quello che si può fare, in un provvedimento che ha circa 30,6 miliardi di risorse e di misure straordinarie di investimento, una vera e propria finanziaria; vediamo se possiamo in qualche modo valutare qualche elemento che possa portare ad un accoglimento, se non totale, parziale oppure ad atti che impegnino il Governo su tale situazione, anche perché è un impegno che il Governo ha già preso direttamente anche nel provvedimento. Quindi, si può ragionare su una eventuale proposta di accantonamento, che io le faccio. Valutino i relatori e valuti anche il sottosegretario, in rappresentanza del Governo, quello che si può fare, fermo restando che il nostro gruppo, ovviamente, come gruppo di maggioranza… Non ci costringete a doverci opporre o a votare contro qualcosa che, non uso il termine buonsenso, è centrale in un momento come questo, soprattutto sul Piano carceri (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Torniamo agli interventi a titolo personale. Ha chiesto di parlare il deputato Foti. Ne ha facoltà, per 1 minuto.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, sia il collega Delmastro sia il collega D'Ettore hanno evidenziato come l'emendamento in esame di Fratelli d'Italia meriti un giudizio che non può essere quello numerico di questa maggioranza vastissima ma deve essere un giudizio di merito su quanto chiede l'emendamento. Vedete, la certezza della pena non può essere evocata e non praticata. Non si può pensare di risolvere il sovraffollamento carcerario con indulti, indultini, sconti di pena, rimessione in libertà dei delinquenti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Noi vogliamo, certo, che la pena sia rieducativa ma che sia scontata per intero. E allora mi permetto di dire che questo emendamento rappresenta fino in fondo la politica di Fratelli d'Italia: no a svuota carceri, sì a nuove carceri. È quello che serve al Paese, è quello che serve in questo momento per dare un segnale vero e concreto anche alla Polizia penitenziaria, i cui agenti, i cui operatori, sono i primi ad essere i veri prigionieri in quelle carceri (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Vinci. Ne ha facoltà, per 1 minuto.

GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie, Presidente. Da tanti anni sentiamo parlare di carceri sovraffollate e siamo stati anche, ogni tanto, condannati dall'Europa perché c'è il sovraffollamento. La sinistra, invece di pensare a creare nuove carceri, ogni tanto esce fuori con un'amnistia o un indulto. Sentiamo dire, anche in tanti salotti buoni, che questa è la volta buona, che con i soldi che arriveranno possiamo fare tantissime cose buone per l'economia e per i cittadini. Beh, che cosa c'è di meglio se non garantire la sicurezza dei cittadini? Garantire la sicurezza significa che chi viene arrestato può starsene comodamente in carcere, senza bisogno di essere rimesso in libertà perché c'è un sovraffollamento e c'è la scusa del sovraffollamento. Noi chiediamo di investire 4 miliardi, ma il Governo potrebbe riuscire anche con molto meno, forse con una stima di 500 milioni, a risolvere il problema. Il fatto che non voglia farlo significa che non vuole (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Trancassini. Ne ha facoltà, per 1 minuto.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Un altro tema, signor sottosegretario, per attenzionare il Governo distratto. Mi ha fatto particolarmente piacere l'intervento del collega D'Ettore, a testimonianza che, insomma, non siamo qui a fare dell'ostruzionismo ma semplicemente a sottolineare i problemi reali e, purtroppo, la quotidianità ce lo conferma. La verità è che questo è un tema sul quale emerge il corto circuito di questa maggioranza. Vede, su temi come questo, o anche quello degli affitti, viene fuori l'impossibilità, l'incapacità vostra di trovare una sintesi tra chi ritiene che questi fenomeni vadano combattuti con nuove carceri piuttosto che con lo “svuota carceri”. La verità - ed è questo il dato politico che va sottolineato - è che voi guardate altrove e quando c'è un problema che vi divide, anziché affrontarlo e mettere in campo il coraggio della sintesi, il coraggio del confronto, tirate dritto e lo mettete da parte. A Fratelli d'Italia spetta il compito di tirarli fuori questi problemi, sottolinearli e dirvi che la attualità, che è sotto gli occhi di tutti, si affronta solo e soltanto con investimenti in questa direzione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Rotelli. Ne ha facoltà, per 1 minuto.

MAURO ROTELLI (FDI). Presidente, io mi sento di sottolineare e di sostenere anche l'invito che è stato fatto dal collega D'Ettore, ossia accantonare questo emendamento. È un momento particolarmente delicato per quanto riguarda le questioni carcerarie e, purtroppo, molte di queste tematiche si trascinano da troppo tempo, da decenni, sottosegretario. Questa è l'occasione nella quale un importante quantitativo di risorse può essere spostato su questa tematica, può essere investito per poter, almeno in parte, risolvere alcuni dei problemi che riguardano questo comparto. Ha fatto bene il collega Trancassini a presentarlo. Io penso che questo emendamento, al quale chiedo di poter apporre la mia firma, debba essere valutato attentamente dal Governo, come chiesto ormai da più parti all'interno dell'Aula.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Prisco. Ne ha facoltà, per 1 minuto.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento va nella giusta direzione, che più volte abbiamo ribadito anche in quest'Aula: stanziare le risorse, finalmente importanti, allocate per il cashback, quindi per una misura inutile e non importante, per la realizzazione di nuove carceri. Insieme alle dotazioni organiche, strumentali, di autodifesa e alle regole d'ingaggio per gli uomini e le donne della polizia penitenziaria, esso rappresenta un modello differente ed opposto a quello dello “svuota carceri”. Il Governo stanzia oggi 2,5 milioni per il 2022, su 130 complessivi e diluiti negli anni. Con questo emendamento avrebbe l'opportunità di dare una risposta di legalità costruendo nuove carceri e ristrutturando quelle esistenti, perché la legalità può anche passare per una risposta certa dello Stato e non deve per forza passare dalla resa dello “svuota carceri” (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Montaruli. Ne ha facoltà, per 1 minuto.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Mi stranisce il fatto che il Governo, sorretto da una maggioranza che a parole in passato si è spesa contro il sovraffollamento delle carceri e, in particolare, per il trattamento dei detenuti, oggi dica “no” a questo emendamento.

Infatti, questo emendamento intende risolvere il problema di fatto del sovraffollamento, anche con la costruzione di maggiori carceri e istituti penitenziari, nell'ottica di non fare nessuno sconto alla criminalità, cosa che oggi avviene perché esiste il carcere aperto, dove, di fatto, persone, molto spesso non raccomandabili, in realtà, non stanno chiuse in cella, ma gironzolano nei bracci e hanno la possibilità di continuare…

PRESIDENTE. Concluda.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). …a comunicare con altre persone, la cui pericolosità sociale e lo spessore criminale è alto; quindi, le modalità di risoluzione del sovraffollamento permetterebbero in tutta sicurezza di garantire, da un lato, il diritto…

PRESIDENTE. Concluda.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). …di un detenuto di stare in una dimensione corretta, così come ci chiede l'Europa, e, dall'altra parte, però, garantire, in maniera netta, che la criminalità organizzata all'interno delle carceri venga controllata (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Mollicone. Ne ha facoltà, per un minuto.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Perché sia chiaro che Fratelli d'Italia presenta questo emendamento per risolvere l'affollamento e, quindi, ha una visione di governo del problema: da una parte, la pena deve essere retributiva e non deve essere considerata una vendetta, dall'altra, però, si deve garantire lo status, la difesa e le condizioni di lavoro della Polizia penitenziaria che svolge un lavoro estremamente difficile. Quindi, da un lato, ci devono essere tutte le garanzie, comprese quelle per gli indagati, per i detenuti, che devono essere trattati non come animali, pensando ovviamente ad una visione retributiva della pena e, dall'altra, però, non offendere Abele. Nessuno tocchi Caino, ma difendere anche Abele (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Maschio. Ne ha facoltà, per un minuto.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento è di assoluto buonsenso e lo sottoscrivo. La sinistra, purtroppo, da sempre, per risolvere il problema del sovraffollamento carcerario, che in Italia è drammatico, pensa di abolire i reati, di liberare i condannati o i delinquenti sulla pelle delle vittime: questa ovviamente non è la soluzione. Per Fratelli d'Italia le soluzioni sono tre: la prima, il rimpatrio dei detenuti stranieri, in merito alla quale non è stato fatto niente; la seconda, investimenti sulla Polizia penitenziaria e sul personale, che ci sono stati, ma sono insufficienti e inadeguati; la terza, costruire nuove carceri. Per farlo, bisogna investire realmente e non solo a chiacchiere, e questo emendamento, che chiede di utilizzare 4 miliardi per costruire nuove carceri, anziché per il cashback e la lotteria degli scontrini, è una proposta concreta che ci auguriamo venga condivisa da tutti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, deputata Lucaselli. Ne ha facoltà, per un minuto.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Presidente, credo che questo sia un argomento che interessi tutte le forze politiche e credo che il dibattito che abbiamo avuto in Commissione, anche con il sottosegretario, rispetto a questi temi e alla disponibilità del Governo di valutare la proposta di Fratelli d'Italia, anche ai fini di un parere favorevole su un ordine del giorno, imponga a questo punto una richiesta di accantonamento che giro al relatore di maggioranza e alle signorie vostre perché davvero crediamo - siamo veramente convinti - che questo sia un tema fondamentale che ha a cuore non soltanto il rispetto dell'articolo 27 della Costituzione, ma anche il rispetto del diritto e dei diritti di quei lavoratori che, all'interno delle carceri italiane, hanno scelto di lavorare.

E allora, poiché questo non è un tema non conosciuto o disconosciuto, sul quale tante volte ci siamo sentiti dire che il Governo avrebbe provveduto, siamo assolutamente certi e convinti che si debba prendere un impegno forte e concreto, ma soprattutto dichiarato sulla vicenda dell'edilizia carceraria.

Noi lo abbiamo già detto in Commissione: il tema non è soltanto quello delle nuove costruzioni, il tema è molto più ampio. Abbiamo la necessità di occuparci anche delle case famiglia, degli immobili dove vengono detenute le giovani madri.

E allora ribadiamo, ancora una volta, la necessità di accantonare questo emendamento, perché pone all'attenzione dell'Aula un tema fondamentale non soltanto dal punto di vista strutturale, perché parla dell'edilizia, ma dal punto di vista sociale e di giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. A questo punto, visto la richiesta avanzata, diamo la parola al relatore di maggioranza, deputato D'Attis, per una valutazione.

MAURO D'ATTIS, Relatore per la maggioranza. Grazie, Presidente. L'emendamento 1.12 è stato, tra l'altro, in Commissione proprio uno di quegli emendamenti sui quali, in maniera espressa, il Governo aveva già annunciato un impegno. Quindi, non ho difficoltà ad accantonare, sulla base della richiesta, l'emendamento 1.12, ovviamente specificando che è ai fini della produzione di un testo di un ordine del giorno che dia seguito alle istanze che non sono evidentemente solo del gruppo che lo ha presentato.

PRESIDENTE. Quindi, l'emendamento 1.12 è…

ROBERTO GIACHETTI (IV). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Deputato Giachetti, a lei la parola. Su cosa?

ROBERTO GIACHETTI (IV). Per un richiamo al Regolamento, semplicemente per capire che cosa succede. Viene accantonato un emendamento perché sia presentato un ordine del giorno? Ma, in questo caso, si ritira l'emendamento e si fa un ordine del giorno, perché, altrimenti, noi adesso accantoniamo un emendamento e poi ricominciamo con un dibattito di altri 40 minuti sull'emendamento che non viene ritirato o sull'ordine del giorno.

Se c'è la richiesta di presentare un ordine del giorno in sostituzione di un emendamento, si ritira l'emendamento e si presenta l'ordine del giorno. L'accantonamento, nel caso, è perché la Commissione e il Governo rivalutino il parere sull'emendamento presentato.

PRESIDENTE. Se non ho capito male le parole del relatore di maggioranza, deputato D'Attis, l'ipotesi di un ordine del giorno è un'ipotesi. Penso che ci sia il desiderio di valutare il merito dell'emendamento, di cui si chiede l'accantonamento, e poi, valutate le circostanze, trovare una soluzione con gli altri gruppi che si sono pronunciati al riguardo.

WANDA FERRO (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Su cosa? Noi stiamo accantonando questo emendamento, quindi se…va bene così? Rinuncia?

WANDA FERRO (FDI). Presidente, solo un chiarimento, magari direttamente al collega D'Attis. Se tutto ciò avviene per stralciare e mettere da parte l'emendamento e proporre un eventuale ordine del giorno, per il gruppo di Fratelli d'Italia non va bene perché abbiamo delle richieste molto chiare, ma soprattutto siamo abituati ad ordini del giorno - non è riferito a lei, ovviamente, collega - che poi il Governo tiene nel cassetto, rimanendo soltanto delle belle parole e, per quanto ci riguarda, per noi è tempo perso. Quindi, se rimane come emendamento, ovviamente il gruppo è d'accordo, in attesa che si esprima il Governo.

PRESIDENTE. Chiedo scusa, cerco di fare l'interprete delle valutazioni che ho ascoltato. E' stata chiesta tecnicamente la possibilità di accantonare questo emendamento; l'accantonamento prevede, comunque, una riflessione e, quindi, un pronunciamento o nel merito dell'accantonamento o una proposta per un'altra soluzione possibile, che potrebbe essere l'ordine del giorno, che, in questo momento, non si è manifestata, e che sarà valutata dall'Aula quando, comunque, il Governo (Commenti del deputato Giachetti)…Non l'ha detto, l'ha pronunciata come ipotesi, come possibile ipotesi, nel caso in cui non si addivenisse ad una soluzione emendativa.

Allora, deputato D'Attis, siccome abbiamo ascoltato tutti, anche le dichiarazioni della deputata Ferro, nel caso in cui lei avesse in mente di derubricare l'emendamento ad ordine del giorno, ha già, ex ante, la risposta dei presentatori dell'emendamento, che è negativa rispetto alla soluzione dell'ordine del giorno. Quindi, c'è la possibilità che questo emendamento accantonato venga rivalutato oppure la maggioranza ha comunque in mente solo e soltanto la strada dell'ordine del giorno, che viene esclusa e preclusa dai firmatari?

MAURO D'ATTIS, Relatore per la maggioranza. Presidente, senza infingimenti, siccome è lo stesso dibattito che si è tenuto in Commissione, è evidente che non vi è strada per l'approvazione dell'emendamento, sul quale permane il parere che è stato espresso in seduta.

Siccome, però, c'è una richiesta anche da parte di altri gruppi di accantonamento per una riflessione che porti ad una soluzione diversa - che in questo caso può essere l'ordine del giorno -, l'accantonamento serve per dare tempo ad una riflessione di questo genere: punto. Non ci sono altri elementi rispetto all'inizio della seduta.

PRESIDENTE. Se non ci sono obiezioni, la Presidenza accantona l'emendamento, dunque, stando alle dichiarazioni del relatore di maggioranza; ci torneremo.

Passiamo all'emendamento 1.1.

Ha chiesto di parlare il deputato Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV). Presidente, questa volta le parole del relatore sono state evidenti, cioè ha detto che non ritornerà mai a cambiare il parere sull'emendamento, ma vuole semplicemente sapere se ci sarà la disponibilità per l'ordine del giorno. Le vorrei fare presente che se noi adesso accantoniamo, nel momento in cui lo rimettiamo in gioco, si riapre un dibattito, quindi si può reintervenire e occupare ancora del tempo su questo emendamento. Tuttavia, se in origine l'onorevole Ferro ha detto chiaramente che non intende derubricarlo a ordine del giorno e il relatore dice che non cambierà mai il parere e vuole l'ordine del giorno, siamo al surreale, Presidente!

PRESIDENTE. Deputato Giachetti, non so quanto sia surreale questa discussione; sicuramente diciamo che stiamo contribuendo a renderla tale. Qui c'è una richiesta di accantonamento e, per la seconda volta, il relatore di maggioranza accoglie la richiesta di accantonamento. In più, le faccio presente che ci sono comunque sospesi ancora sette interventi del gruppo di Fratelli d'Italia, che non si sono dunque esauriti, quindi comunque dovremmo andare avanti su questo tipo di discussione e non è che ci si tornerà nel caso in cui l'1.12 sarà richiamato tra qualche minuto o qualche ora.

YLENJA LUCASELLI, Relatrice di minoranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Su cosa, deputato Lucaselli? Prego, lei ha già parlato su questo.

YLENJA LUCASELLI, Relatrice di minoranza. Sull'ordine dei lavori Presidente. Semplicemente perché la richiesta di accantonamento l'ho fatta io, in qualità di relatrice di minoranza, e il relatore di maggioranza ha accolto la mia richiesta di accantonamento. I motivi che sono alla base e sottesi alla mia richiesta e alla decisione del relatore di maggioranza non hanno a che fare con il Regolamento. Tecnicamente è stata fatta una richiesta di accantonamento, poi accolta. Io credo che tutto questo dibattito sia surreale, per cui possiamo continuare, dal mio punto di vista, nella discussione degli emendamenti di Fratelli d'Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Scusi, Presidente, solo per una questione regolamentare. Pare evidente che quando si chiede l'accantonamento in questa fase, come lei correttamente ha fatto presente, si chiede l'accantonamento dell'emendamento: non vi è altra possibilità. Quindi, se l'Assemblea è d'accordo, si accantona l'emendamento e l'emendamento sarà oggetto di discussione nella sede competente, o di riflessione da parte del Governo. Quando sapremo il risultato, sull'emendamento accantonato, si riaprirà la discussione o lo stesso verrà ritirato in relazione e in funzione di eventuali successive decisioni assunte in altre sedi.

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, all'emendamento 1.1 Trano, come già avevamo fatto qualche minuto fa. Ha chiesto di parlare il deputato Trano. Ne ha facoltà.

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. È solo per mettere agli atti la votazione di questo emendamento, che dispone di allocare delle risorse verso il settore del cabotaggio marittimo. In particolare, parliamo di quei vettori che esercitano gli spostamenti tra la terraferma e le isole, con particolare riferimento alle isole minori - che, tra l'altro, sono uno dei biglietti da visita per i tanti turisti, che speriamo ritornino nel nostro Paese - che consentono, appunto, di fruire della visita di luoghi bellissimi che abbiamo nella nostra amata Italia. Pertanto, pur essendo conscio che questo è soltanto un puro esercizio di stile, chiedo comunque che si metta in votazione.

PRESIDENTE. Non ci sono altre richieste di intervento, quindi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1 Trano, con parere contrario della Commissione, del Governo e della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Passiamo all'emendamento 1.13 Trancassini, il parere della Commissione e del Governo è contrario, mentre quello della relatrice di minoranza è favorevole.

Ha chiesto di parlare la relatrice Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Attraverso questo emendamento, Fratelli d'Italia ha posto all'attenzione della Commissione - e fa lo stesso oggi qui in Aula - un tema che riteniamo fondamentale proprio per quella ripresa di cui tanto sentiamo parlare, cioè il superbonus e tutte le misure ad esso correlate. Perché dico questo? Perché siamo tutti assolutamente consapevoli - lo vediamo dalla lettura dei dati - che questa misura ha sicuramente ottenuto dei buoni risultati; buoni risultati che potevano essere ottimi risultati se si fosse declinata in una modalità migliorativa anche la parte tecnica e la parte burocratica.

Allora, affrontiamo attraverso questo emendamento due temi: il primo tema, quello più importante, riguarda la certezza del tempo, cioè la certezza della possibilità di accedere a questa misura nei tempi corretti. Abbiamo discusso in Commissione - il sottosegretario ce ne darà atto - che quella del superbonus è una misura che ha rimesso in moto un intero comparto e tutta la filiera ad esso collegato, ma, per poterlo fare, ovviamente, c'è la necessità di programmazione, che è esattamente quello che alle volte manca nella visione di insieme. Allora, riteniamo che proprio in questo settore, dove la programmazione di interventi non è sicuramente una programmazione a breve scadenza ma è indubbiamente molto complessa e che va avanti nel tempo, diventa fondamentale; diventa fondamentale, per chi decide di fare una serie di investimenti, avere delle tempistiche chiare e, soprattutto, a largo raggio.

Del resto, le stesse associazioni di categoria ci hanno detto che uno dei disincentivi all'utilizzo di questa misura, che invece dovrebbe essere incentivata il più possibile, riguarda proprio l'incertezza dei tempi, l'incertezza circa la possibilità di accedere ed ottenere quei finanziamenti, quelle risorse economiche necessarie nei tempi che, ovviamente, competono per un certo tipo di costruzioni; questo è il primo tema che noi abbiamo affrontato in tema di superbonus.

La seconda questione, è relativa alla sburocratizzazione. Sentiamo parlare da tantissimo tempo del “decreto Semplificazioni”; con riferimento allo stesso provvedimento “Semplificazioni” ricordo a me stessa che di qui al 24 luglio ci sono 243 adempimenti fiscali che dovranno essere posti in essere. Proprio perché, invece, per noi la semplificazione è l'elemento essenziale affinché ci sia il collegamento fra l'attività legislativa, dispositiva e - come si usa dire oggi - la “messa a terra” delle attività, è fondamentale che si passi a una procedura di semplificazione vera. Dobbiamo sburocratizzare il più possibile, dobbiamo dare la possibilità alle aziende di accedere al superbonus in maniera celere e agevole.

Invece, ancora oggi, ci ritroviamo con una misura il cui ammontare complessivo non è stato nella sua totalità utilizzato proprio perché ci sono impedimenti, ci sono gradini che purtroppo oggi per gli imprenditori diventano assolutamente insormontabili. Il superbonus ha, per noi, sicuramente una efficacia nel mondo del lavoro; il superbonus ha sicuramente aiutato la mobilità di un comparto e di tutta la filiera di quel comparto, e noi non vorremmo che, invece, l'incertezza sugli investimenti, l'incertezza sulla durata di questo provvedimento, di fatto, poi vada a vanificare tutto quanto di positivo è stato ottenuto sino a questo momento. Riteniamo che, attraverso questo emendamento, si possa riportare sul tavolo del Governo una questione sulla quale riteniamo che il Governo debba prendere una posizione chiara, parlare con un'unica voce e dare certezza e stabilità a tutti coloro i quali vogliono, e possono, utilizzare una misura che sicuramente ha un impatto diretto ed immediato nel ciclo dei consumi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Foti. Ne ha facoltà, per un minuto.

TOMMASO FOTI (FDI). Presidente, il tema del superbonus 110 per cento rappresenta indubbiamente uno di quei temi fondamentali per la auspicata ripresa economica. Noi riteniamo che vi siano difficoltà oggettive, che derivano già dall'aumento dei prezzi delle materie prime; non si capisce, quindi, per quale ragione il Governo non si impegni ad estendere la platea dei soggetti che possono essere beneficiari della iniziativa in questione. Io penso, quindi, che accogliere questo emendamento servirebbe soprattutto a dare un segnale vero alle categorie che sono escluse e anche, oltretutto, ad una iniziativa particolarmente positiva quale potrebbe essere quella della riqualificazione della edilizia residenziale pubblica. Noi sappiamo in quale stato versi l'edilizia residenziale pubblica; un'applicazione più ampia del superbonus del 110 per cento garantirebbe alla stessa livelli qualitativi consoni ad un Paese civile (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Vinci. Ne ha facoltà, per un minuto.

GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie, Presidente. Da parecchio tempo ormai sentiamo parlare del superbonus del 110 per cento; molti cittadini hanno appreso, all'inizio, la notizia con entusiasmo, per poi accorgersi delle difficoltà per l'accesso a questo 110 per cento perché, come al solito in Italia, quando le cose sono buone funzionano - o si cerca di farle funzionare - male. Con questo emendamento noi cerchiamo di ampliare la platea, ma non a dei soggetti estranei, ma anche agli esercenti l'attività di impresa, le arti e le professioni, e non si capisce per quale motivo questi soggetti non fossero già ricompresi inizialmente nella norma. Se c'è qualcosa che può far ripartire il Paese, questo strumento va potenziato e utilizzato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sempre a titolo personale, il deputato Trancassini. Ne ha facoltà, per un minuto.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Signor sottosegretario, abbiamo affrontato in Commissione questo tema attraverso una serie di emendamenti, proprio per cercare di fare in modo che questa importante opportunità, come si suol dire, venisse messa a terra, perché quello che arriva ai cittadini è una procedura complicata, complessa, con tempi ristretti; molti sono attratti e, col tempo, spaventati da questa possibilità; poi, lei sa che nella regione Lazio si è aggiunta l'aggravante dei piani paesistici che non sono stati approvati, per una scelta scellerata della giunta Zingaretti, ciò che ha compresso ancora di più la possibilità di accedere a questa forma di aiuto e di sostegno. È una grande opportunità; lei sa benissimo che il comparto dell'edilizia è un volano di economia. Fratelli d'Italia, con una serie di proposte - questa è la prima - cerca di focalizzare tale opportunità quanto più possibile, per far arrivare ai cittadini quello che deve essere appunto un'opportunità chiara, proiettata nel tempo che permetterà al comparto di ripartire. Oggi così non è; non lo dice Fratelli d'Italia, ma lo dicono tutti gli emendamenti che la maggioranza presenta e che poi sistematicamente è costretta a ritirare, come per il caso del superbonus, per cercare di tirare avanti all'interno della maggioranza, ma, come abbiamo detto in precedenza, anche su questo aspetto, mettendo da parte quelli che possono essere temi divisivi; affrontateli, e se lo ritenete, affrontateli insieme a noi, che abbiamo le idee molto chiare sull'argomento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Silvestroni. Ne ha facoltà per un minuto. Rinuncia. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Rotelli. Ne ha facoltà per un minuto. Rinuncia. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Prisco. Ne ha facoltà per un minuto.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Vorrei sottoscrivere questo emendamento del collega Trancassini, che mira ad estendere sostanzialmente la platea dei beneficiari del superbonus 110 per la riqualificazione edilizia residenziale pubblica anche ai soggetti che svolgono l'attività di impresa, quindi arti e professioni, dunque in particolar modo le imprese artigiane, le piccole imprese; è un modo per sostenere una parte importante dell'ossatura economica della Nazione, quella delle microimprese e delle piccole imprese che, anche grazie a questo strumento, che si è dimostrato efficace - seppur nelle mille burocrazie a cui siamo abituati in Italia - per la ripartenza, potranno dotarsi anche di strutture aziendali di avanguardia, migliorate, più efficienti, partecipando alla trasformazione anche ecologica del nostro Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Montaruli. Ne ha facoltà, per un minuto.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento entra in un tema molto sentito, che è quello che riguarda anche il superbonus per le imprese e gli artigiani. L'emendamento estende la platea dei beneficiari del superbonus. Noi abbiamo sempre dato atto di come questa misura potesse essere proficua se, da un lato, ci fosse stata una corretta modalità per ottenerla, senza ulteriori complicazioni burocratiche e, dall'altro, andasse a rispondere esattamente alle necessità che sono emerse in questo in questo periodo. Ebbene, un superbonus del 110 per cento per la riqualificazione dell'edilizia residenziale pubblica che non consideri i soggetti esercenti attività di impresa anche professione è un superbonus ingiusto e, quindi, una misura potenzialmente efficace e giusta diventa, in realtà, una misura discriminatoria e inutile perché la sua portata risulta veramente vanificata.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Mollicone. Ne ha facoltà, per un minuto.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Sì, Grazie. Il superbonus è sicuramente un'occasione per riqualificare l'edilizia residenziale, per dare la possibilità a condomini e a privati di riqualificare il nostro tessuto urbanistico, molto spesso creato in periodi di grande speculazione e, quindi, sicuramente di bassa qualità edilizia. L'estensione che qui andiamo a chiedere è di buonsenso e non fa altro che accentuare il moltiplicatore economico necessario, anche per la ripartenza in un periodo post-pandemico come il nostro. Quindi, anche questo emendamento risulta essere un'occasione mancata per questa maggioranza, che forse veramente non sa quali indirizzi prendere per rimettere in moto l'economia italiana.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Maschio. Ne ha facoltà, per un minuto.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Il superbonus 110 per cento è una buona idea che, nei primi mesi di applicazione, non è decollata in quanto, da un lato, erano enormi le complicazioni burocratiche che di fatto impedivano ai professionisti e alle imprese di poter realmente avvalersi di questo bonus e, dall'altro, era limitata la platea dei possibili beneficiari.

In questi mesi, abbiamo presentato diversi emendamenti per chiedere di semplificare i presupposti e le procedure e qualche passo in avanti è stato fatto. Con l'emendamento di oggi si chiede di estendere la platea dei beneficiari del superbonus per l'edilizia residenziale pubblica anche ai soggetti che esercitano attività di impresa, arti e professioni. È una proposta di buon senso, che va nella direzione di contribuire al rilancio e alla ripresa di un settore importante della nostra economia e anche, ovviamente, di consentire a milioni di italiani di poter riqualificare il proprio patrimonio immobiliare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Frassinetti, che non vedo, quindi si intende che vi abbia rinunziato. È entrata adesso in Aula, ma rinuncia ad intervenire.

Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Ferro. Ne ha facoltà, per un minuto.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere questo emendamento, che - credo sia stato già anticipato e ribadito dai colleghi, non solo dai firmatari, ma da coloro che hanno inteso sottoscriverlo - ha importanza per la ripartenza, per l'economia, ma anche e soprattutto per quella possibilità di occupazione che la pandemia ha ristretto ulteriormente, non soltanto in una parte del Paese, ma - devo dire - nel Paese tutto. Vuol dire in qualche modo guardare a tutto ciò che significa indotto, agli esercenti delle attività riguardanti imprese, arti e professioni e, nello stesso tempo, anche riuscire a sfruttare quel superbonus, che ha mille peculiarità, tante potenzialità, ma ne ha ancora di più se sfruttate in tal senso. Quindi, spero che, da parte del sottosegretario, ci possa essere un ripensamento nell'accantonare o nel rivalutare un emendamento, che per noi di Fratelli d'Italia è di vitale importanza rispetto alla ripresa e alla ripartenza del nostro Paese.

PRESIDENTE. Hanno chiesto di parlare i deputati Delmastro Delle Vedove e De Toma, ma vi hanno rinunciato.

Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Caiata, che sta raggiungendo la postazione. Ne ha facoltà, per un minuto.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. È saltato l'ordine degli interventi, quindi ci ho messo un po' di tempo per arrivare in Aula. Questo emendamento, che chiedo di sottoscrivere, tratta il tema del superbonus, che abbiamo affrontato da tutte le sfaccettature. È evidente che è un motore propulsivo per l'economia ed è evidente che dare questa possibilità, oltre che al privato cittadino, alle imprese e agli artigiani, costituirebbe un'accelerazione importante per la ripresa e lo sviluppo economico. Ci sono tanti imprenditori che hanno nel proprio patrimonio aziendale immobili che avrebbero bisogno di essere ristrutturati, o che avrebbero bisogno di avere un efficientamento energetico, cosa che darebbe a tali imprenditori la possibilità anche di essere sicuramente più competitivi sul mercato, per cui estendere questa possibilità, utilizzando sempre le solite famose risorse del cashback che non sono state utilizzate, sarebbe senz'altro un modo più produttivo di farlo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.13 Trancassini, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Passiamo all'emendamento 1.14 Trancassini, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Questo emendamento risulta ritirato, è stato ritirato in Commissione perché c'è la volontà del Governo di approvare un ordine del giorno.

PRESIDENTE. D'accordo. È stato ripresentato per l'Aula, ma lo consideriamo ritirato.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Lo dico per correttezza nei confronti del sottosegretario, perché noi lo avevamo ritirato.

PRESIDENTE. Va bene. Passiamo dunque alla votazione dell'emendamento 1.7 Ciaburro.

Ha chiesto di parlare la deputata Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Io intervengo sull'emendamento a prima firma della collega Ciaburro, che ovviamente sottoscrivo, con piena adesione e convinzione, perché questo emendamento, volto a finanziare fondi per una maggiore attrattività dei borghi dei piccoli comuni, apre a quest'Aula la possibilità di fare una riflessione che, prima ancora che politica, è, a mio avviso, di natura sociologica. Questa epidemia ci ha costretti a rivedere le nostre vite e le nostre organizzazioni e ha impegnato centinaia di migliaia di lavoratori, in tutta

Italia, ad imparare a lavorare da casa, a gestire diversamente il proprio tempo, a valutare diversamente la qualità del tempo impiegato per lavorare, del tempo impiegato per la propria famiglia. È pertanto necessario fare una riflessione ulteriore. Questi borghi rappresentano un volano autentico per valorizzare un patrimonio, fatto di storia, di arte, di cultura, di tutela dell'ambiente, di tradizioni; in una sola parola, la radice più profonda della nostra identità. Sulla scorta di queste valutazioni, dunque, noi riteniamo che i borghi, pur rappresentando un incredibile valore aggiunto per l'offerta turistica che il nostro Paese, ogni anno, mette in campo, siano, in realtà, isolati ed emarginati dai flussi di visitatori e dai flussi di turisti. Questo perché? Perché spesso non hanno la possibilità, anche economica - i bilanci dei piccoli comuni sono flagellati da trasferimenti sempre minori da parte dello Stato e delle regioni -, di un'offerta turistica integrata, quindi di meglio sviluppare la loro attrattività. Questo Fondo - sul quale io invito, per suo tramite, Presidente, il Governo ad una valutazione ulteriore - serve a combattere il degrado, quel degrado che viene dallo spopolamento, serve ad aumentare il movimento turistico e il movimento commerciale, serve a disegnare quel mondo diverso che il post-COVID inevitabilmente ci consegnerà.

Quindi, è necessario ragionare sulle diversità, sulle identità, sulle specificità per recuperare i borghi abbandonati. Tanti architetti e tanti urbanisti, in questo periodo, hanno evidenziato l'opportunità di decentrare la presenza umana su tutto il territorio nazionale. Allora, come arrivare a questo risultato, se non favorendo il ripopolamento dei borghi, se non consentendo ai borghi di sviluppare un'attrattività maggiore per rientrare a pieno titolo in quel circuito turistico che, nei decenni, ha fatto dell'Italia appunto il Belpaese, ma da cui questo turismo massivo degli ultimi anni ha inesorabilmente allontanato proprio i borghi che, con il loro patrimonio, che ho prima descritto, rappresentano il cuore vero della nostra Italia? Sono il cuore vero e più autentico dell'identità nazionale che intendiamo tutelare con l'emendamento della collega Ciaburro. Quindi, è importante capire cosa lascerà questa pandemia, cosa ci consegnerà in ogni settore della vita pubblica. Credo che una riflessione vada fatta proprio su questo tema: l'occasione offerta da questo emendamento è davvero troppo ghiotta per lasciarla sfuggire in un'attenzione dell'Aula quasi sfumata, su un argomento che, però, riguarda e potrebbe riguardare centinaia di migliaia di italiani, territori, che troverebbero nuova linfa vitale, nuove energie, e, forse, anche nuovi investitori nel mercato immobiliare, compromesso da un eccessivo abbandono, dallo spopolamento. Sono tutti temi che ciclicamente sentiamo riecheggiare in queste Aule, ma ai quali, secondo me, non diamo la giusta attenzione.

PRESIDENTE. Concluda.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Questo è il momento di farlo. Quindi, mi avvio alla conclusione, Presidente, chiedendo una riflessione condivisa sul futuro che noi immaginiamo, futuro del quale, sicuramente, l'identità rappresentata dai borghi italiani deve far parte (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Foti. Ne ha facoltà, per un minuto.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, già nella passata legislatura è stata approvata una legge, la legge n. 158 del 2017, altrimenti nota come legge dei piccoli comuni o “Salva borghi”. In realtà, quella legge è frutto anche di precedenti iniziative, di cui anch'io sono stato partecipe come primo firmatario, che avevano portato nelle due precedenti legislature all'approvazione in un ramo del Parlamento - ogni volta all'unanimità - di una legge che si preoccupava di curare, in modo diverso, i borghi italiani, molti dei quali sono del tutto abbandonati e, senza idonee risorse, non possono più essere appetibili, come lo potrebbero essere, in realtà, diversamente, anche sotto il profilo turistico.

PRESIDENTE. Concluda.

TOMMASO FOTI (FDI). Mi pare, quindi, che questo emendamento non solo meriti attenzione, ma meriterebbe l'approvazione piena per il nobile fine che si presuppone.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Trancassini. Ne ha facoltà, per un minuto.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Il tema delle aree interne e dei piccoli comuni: lo abbiamo declinato molte volte sia in Commissione che in quest'Aula. Secondo noi, l'abbiamo sempre fatto in maniera un po' troppo superficiale, perché il tema vero dei piccoli borghi e delle aree interne è quello dell'economia, quello del lavoro e, quindi, anche quello della possibilità di sviluppare al massimo la propria capacità di fare turismo.

Con questo emendamento vi suggeriamo, ancora una volta, la strada e vi chiediamo di investire su queste realtà che sono rimaste, sottosegretario, la vera identità italiana. Oggi, se vogliamo trovare una comunità che fa le stesse cose durante le festività, che parla lo stesso dialetto e via dicendo, dobbiamo per forza andare nei paesi dell'entroterra e scoprire nelle piccole comunità che lì, ancora oggi, sono vive le nostre tradizioni e i nostri dialetti. Per poterle mantenere, però, dobbiamo fare in modo che non siano più aree interne, perché un'area è interna non perché sta all'interno nella cartina geografica.

PRESIDENTE. Concluda.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). E' all'interno perché sta lontano dai servizi essenziali, di opportunità, lo sport, il tempo libero, l'economia.

PRESIDENTE. La ringrazio...

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Con questo emendamento vi chiediamo, appunto, di investire dal punto di vista dell'attrattività turistica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Mollicone. Ne ha facoltà, per un minuto.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Sottosegretario, questo emendamento dimostra quanto teniamo all'identità più profonda della nostra Nazione ed è il motivo per cui ci chiamiamo Fratelli d'Italia. Ogni regione, ogni comune, degli 8 mila comuni, ha una storia, un'identità che, molto spesso, va rievocata e sostenuta. Ha un'abbazia, ha un castello, ha un palazzo antico. Sono tutte ricchezze e identità che vanno ovviamente finanziate, riqualificate e valorizzate attraverso la rievocazione. Questo lo abbiamo fatto in una battaglia storica che ha portato al finanziamento di 2 milioni l'anno, per il fondo per la rievocazione storica. Andate a vedere l'elenco dei comuni: non ci sono solo grandi città d'arte, ma ci sono anche le attività di rievocazione dei piccoli comuni, con i fatti storici importanti e fondamentali per quel territorio.

PRESIDENTE. Concluda.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Per cui chiediamo che questo emendamento venga riconsiderato dal Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Maschio. Ne ha facoltà, per un minuto.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. I piccoli borghi sono senza alcun dubbio un patrimonio straordinario, culturale, turistico, storico, architettonico dell'Italia ed hanno anche uno straordinario potenziale nella ripresa economica che stiamo cercando, con ogni mezzo, di sostenere. Quindi, un emendamento, che stabilisce di stanziare 10 milioni per ciascuno dei borghi previsti nell'elenco allegato, dal 2021 al 2026, è uno strumento concreto per valorizzare questo patrimonio storico e consentire di rilanciare anche il nostro tessuto socio-economico e turistico, in un momento delicato come questo.

È un'altra proposta di buon senso che proviene dal territorio, che Fratelli d'Italia sostiene, e che auspichiamo possa essere accolta dall'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà, per un minuto.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Io credo non ci sia chi non riesca a vedere l'importanza di questo emendamento e dell'argomento di merito che abbiamo trattato attraverso questo emendamento. Noi riteniamo che parlare di turismo in maniera generica non risponda esattamente al rispetto di alcuni territori che davvero possono fare la differenza nel comparto del turismo italiano.

Lo diciamo convintamente; lo diciamo con la consapevolezza di un gruppo che ha al suo interno sindaci di piccoli comuni interni che combattono quotidianamente non soltanto per la gestione amministrativa di piccolissime realtà ma per riportare alla luce le bellezze di quei territori. Noi sappiamo che il turismo straniero è alla ricerca delle bellezze italiane…

PRESIDENTE. Concluda.

YLENJA LUCASELLI (FDI). …che non sono soltanto quelle delle grandi città, ma che ovviamente comprendono anche i piccoli comuni italiani.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Frassinetti. Ne ha facoltà, per un minuto.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Sostengo questo emendamento con grande forza, perché, come ben illustrato dalla collega Varchi, si riferisce agli antichi borghi dei piccoli comuni.

Questo è un patrimonio: il cosiddetto patrimonio diffuso del nostro territorio. Ci sono stati anche segnali di ripopolamento, proprio in questi borghi, per una qualità della vita diversificata, che possa essere un tutt'uno anche con la produzione di specifici alimenti provenienti dai territori. Quindi, penso che questo settore vada incentivato. Perché allora non approvare questo emendamento? Se ne parla sempre; anche il Ministro Franceschini in Commissione cultura ha parlato dell'esigenza della riqualificazione di questi borghi.

Quando arriva il momento di poter andare su questa strada, in maniera concreta, con un emendamento, la cosa più logica è proprio quella di approvarlo, perché questo è sicuramente un interesse comune che non può che fare bene a tutto il nostro patrimonio ambientale e artistico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Ferro. Ne ha facoltà, per un minuto.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Sottoscrivo con immenso piacere questo emendamento a prima firma della collega Ciaburro, che mette in evidenza la necessità ma, soprattutto, il dovere che deve avere il legislatore nel sostenere i piccoli borghi, che sono sede di cultura, di arte, di tradizione ma, ancor di più, di quella identità che fa di un Paese di per sé stupendo un Paese straordinario. Infatti, le diversità sono arricchimento e, nello stesso tempo, possiamo sottolineare che, rispetto agli altri Paesi, l'Italia può vantare, attraverso l'identità dei piccoli comuni e dei piccoli borghi, quell'identità, semmai, un'identità da riscoprire e da sostenere, mentre altri Paesi hanno una cultura e un'identità, spesso, da inventare. Allora, mi auguro che questo finanziamento richiesto a sostegno possa vedere l'attenzione da parte del Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà, per un minuto.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Con questo emendamento, Fratelli d'Italia, nuovamente, avanza la sua battaglia a favore dei piccoli comuni. Sono 5.521 i piccoli comuni italiani, rappresentano il 69 per cento dei comuni. Cì vivono 9 milioni e 800 mila italiani, il 16 per cento della popolazione italiana, e rappresentano uno dei tratti identitari più intimi della italianità. Con il loro patrimonio identitario, contribuiscono a suonare quella polifonia identitaria italiana fatta, pur con diverse screziature, ma nell'orizzonte unitario, di lingue, di costumi, di tratti architettonici, di tradizioni, di cultura popolare, flagellati, però, dalla medesima mancanza di servizi e mancanza di attenzione del Governo. Lì residua uno dei più straordinari e intimi tratti identitari della cultura italiana. Valorizziamoli perché, valorizzando i piccoli borghi e i piccoli comuni italiani, valorizziamo una Nazione, la cui identità di pietra serpeggia e punteggia la nostra Nazione, anche per il tramite di questi piccoli comuni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Ciaburro. Ne ha facoltà, per un minuto.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento vuole di nuovo porre l'attenzione sulla realtà dei piccoli comuni, dei borghi di cui, da nord a sud, da est a ovest, la nostra Italia è ricca. Questo significa, però, mettere a disposizione delle risorse per investire su questi territori e su questi comuni, proprio per andare a tutelare, supportare e salvaguardare un patrimonio identitario nazionale che non possiamo permetterci di perdere. Questa è un'occasione davvero per cercare di attenzionare questi territori, dando degli strumenti per poter invertire una tendenza di spopolamento oppure di mancanza di strumenti da parte di tutte le amministrazioni, in primis, i sindaci che si ritrovano davvero a fare salti mortali per cercare di far quadrare i conti e mantenere vivo un territorio. Diamo una mano a tutti questi piccoli comuni approvando questo emendamento, che va ad aggiungere delle risorse che sono sostanziali per poter far ripartire la nostra Nazione in modo organico, a 360 gradi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Silvestri. Ne ha facoltà, per un minuto.

RACHELE SILVESTRI (FDI). Grazie, Presidente. Come è stato ribadito dai colleghi, questo emendamento, che chiedo di sottoscrivere, è veramente molto importante soprattutto perché i borghi sono una parte fondamentale del nostro Paese, sono una parte fondamentale per il nostro patrimonio culturale. Quindi, lo Stato ha due obblighi: quello di tutelarli ma, soprattutto, quello di investire per aiutarli, soprattutto, nel turismo. È da questa mattina che il gruppo di Fratelli d'Italia parla di questo settore che, purtroppo, è quello che ha pagato di più per la pandemia ed è per questo che dobbiamo aiutare soprattutto i piccoli borghi a crescere, ad investire, cercare di creare nuovi passaggi per il turismo e attrarre nuovi investimenti per cercare di aumentare le loro capacità di investire.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Bucalo. Ne ha facoltà, per un minuto.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. L'Italia è il Paese con il maggior numero di borghi presenti nei piccoli comuni. Sono zone di pregio storico e architettonico, presentano monumenti rilevanti, ville. È un patrimonio immenso e costituiscono delle risorse uniche, che dovremmo proteggere costantemente. Invece, purtroppo, molti sono abbandonati da anni. Quindi, è importante chiedere una giusta valorizzazione attraverso proprio gli investimenti previsti in questo emendamento, per garantire i servizi minimi affinché questi borghi non muoiano e, con loro, le nostre tradizioni, i nostri valori portanti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.7 Ciaburro, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Approfitto di questi minuti di votazione per chiedere al gruppo di Fratelli d'Italia se sul prossimo emendamento 1.25 Mollicone - noi dovremmo chiudere alle 15,30 - è possibile fare… no? Quindi, chiudiamo ora e, dopo la sospensione, riprendiamo dall'emendamento 1.25.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Colleghi, poiché sul prossimo emendamento 1.25 Mollicone risultano iscrizioni per dichiarazione di voto che non consentirebbero di rispettare il termine delle ore 15,30, previsto per la seduta antimeridiana, sospendiamo a questo punto la seduta stessa, che riprenderà alle ore 17.

La seduta, sospesa alle 15,25, è ripresa alle 17,05.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANDREA MANDELLI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Battelli, Brescia, Comaroli, Delmastro Delle Vedove, Gregorio Fontana, Gebhard, Giachetti, Lapia, Losacco, Lupi, Magi, Molinari, Mura, Occhiuto, Perantoni, Tasso e Viscomi sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente 96, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 3166.

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 3166​)

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3166: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 6 maggio 2021, n. 59, recante misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e altre misure urgenti per gli investimenti.

Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato accantonato l'emendamento 1.12 Trancassini ed è stato da ultimo respinto l'emendamento 1.7 Ciaburro.

Passiamo, quindi, all'emendamento 1.25 Mollicone.

Ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto su tale emendamento il deputato Federico Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente, colleghi. Con questo emendamento, noi andiamo a specificare le risorse nell'ambito della Transizione 4.0. Questo testo, infatti, precisa l'ambito di applicazione della concessione delle risorse relative alla Transizione 4.0, che, ad oggi, risulta indefinita. Questo stesso nome sembra, infatti, fin troppo ampio e generico: considerate che altri piani nazionali parlano, in maniera ben più precisa, di dove si vuole arrivare, in che modo e con quale percorso. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza, alla Missione 1, componente 2, prevede investimenti volti a promuovere lo sviluppo e l'adozione di tecnologie avanzate da parte del sistema produttivo italiano, tra cui, appunto, il Piano Transizione 4.0, del valore di circa 18 miliardi, di cui almeno il 10 per cento destinato a incentivare l'acquisto di beni intangibili innovativi, quali i servizi di cloud computing e big data analytics. Nell'investimento sono, quindi, incluse le imprese della filiera editoriale, incentivando gli investimenti in tecnologie all'avanguardia, così come ricerca, sviluppo e innovazione. Di fatto, questo, rispetto anche al diorama europeo, appare un investimento assolutamente limitato: le piccole e medie imprese, infatti, sono le realtà imprenditoriali e strutturali portanti del nostro Paese. In Italia, ce ne sono circa 206.000, meno del 5 per cento del totale delle imprese attive e, da sole, contribuiscono a oltre il 41 per cento dell'intero fatturato generato. Stando all'indice DESI - l'indice creato dalla Commissione europea per misurare e monitorare i progressi dei Paesi europei in termini di digitalizzazione dell'economia e della società -, il livello di digitalizzazione delle piccole e medie imprese italiane è al di sotto della media europea. In termini di vendite online, tanto per fare un esempio, le nostre PMI occupano la posizione 26 su 28, ben lontana dalle controparti di Paesi come Irlanda, Regno Unito e Germania. Questo serve anche per capire che, forse, finalmente il Governo – e, in particolare, il Ministero per l'Innovazione tecnologica e la transizione digitale - può aiutare a sviluppare piattaforme in cui la tecnologia sia neutrale e mettere in rete e online le piccole e medie imprese in maniera però vincente, altrimenti la concorrenza dominante delle grandi piattaforme che conosciamo bene, senza doverle citare, diventa prevalente. Per cui, facciamo un appello al sottosegretario che è in Aula e rappresenta il Governo, affinché venga considerata l'importanza di questo emendamento, almeno come indirizzo o come contenuto eventualmente trasfuso in un ordine del giorno, qualora lo possa ritenere accettabile, e siamo disposti anche a ritirarlo, in quel caso. Su questo, però, vorremmo un pronunciamento del Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Foti, ma non è in Aula, quindi, si intende che via abbia rinunciato.

Poi abbiamo l'onorevole Varchi, che non vedo, poi l'onorevole Trancassini, l'onorevole Mollicone, che ha già parlato e, quindi, non può intervenire; e poi c'è l'onorevole Maschio.

L'onorevole Varchi c'è. Ha chiesto di parlare l'onorevole Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente, avevo sentito il mio nome prima di quello del collega Trancassini, ecco perché ho chiesto di intervenire. L'emendamento a prima firma del collega Mollicone, a mio avviso, centra un punto focale di questo provvedimento, che è quello che riguarda l'innovazione ispirata alle tecnologie per l'impresa 4.0. E' ovviamente un aspetto del quale si parla diffusamente - tanti sono stati i focus su questo aspetto - nell'ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza; ecco perché questo emendamento, evidentemente, affronta uno dei punti su cui il PNRR dovrà dimostrare tutta la capacità di incidere, in termini di programmazione delle attività future, in un comparto assolutamente nevralgico, quale sarà quello della Transizione 4.0. Ecco perché, oltre a sottoscrivere personalmente l'emendamento, chiedo il voto favorevole dell'Aula.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Varchi. Mi scusi, ma l'onorevole Trancassini mi aveva fatto il segno degli europei, del cambio, e quindi avevo dato retta all'onorevole Trancassini.

Ha chiesto di intervenire l'onorevole Trancassini. Questa volta a lui la parola, per un minuto.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Dovrei chiedere il sostegno del VAR, perché, in realtà, io ho chiesto il cambio rispetto all'onorevole Foti, quindi, poi magari, se lei potrà rivedere, mi darà successivamente ragione. Ma, al di là degli scherzi, questo del collega Mollicone è un emendamento importante, che attira l'attenzione della maggioranza e del Governo sul tema della digitalizzazione della piccola e media impresa, un'altra proposta emendativa che cerca di migliorare quello che non è esattamente compiuto, uno sforzo che vi chiediamo - l'ennesimo - per cercare di mettere a terra quante più cose possibili e farlo nel migliore dei modi. Purtroppo, anche su queste proposte, vi siete voltati dall'altra parte. Mi sembra, signor sottosegretario, che il collega Mollicone abbia dato anche la disponibilità - qualora ci fosse da parte sua e da parte della maggioranza, se non vado errato - di accogliere un ordine del giorno con lo stesso contenuto e di ritirare l'emendamento. Almeno su questo, io mi aspetterei che lei si esprimesse.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Maschio, ma non è presente.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Anche con questo emendamento, il gruppo di Fratelli d'Italia pone all'attenzione dell'Aula un argomento sul quale, attraverso gli emendamenti del collega Mollicone, il gruppo di Fratelli d'Italia è stato molto prolifero e attento. Sappiamo tutti che la Transizione 4.0 ha necessità di essere ampliata e non c'è momento migliore per poter provvedere ad un aggiornamento delle piattaforme per le innovazioni che sono appunto ispirate alle nuove tecnologie. Noi siamo assolutamente consapevoli della sfida dei prossimi mesi, ma soprattutto dei prossimi anni, dell'Italia nei confronti non soltanto dell'Europa, ma del resto del mondo e, allora, per accompagnare i nostri imprenditori in questa nuova sfida, è essenziale mettere a disposizione degli stessi risorse economiche e nuove tecnologie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Maschio. Poi toccherà all'onorevole Frassinetti. Prego, onorevole Maschio.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. In realtà, stavo arrivando, quando prima mi ha chiamato, ma, ovviamente, non potendo fare i 100 metri piani in pochi centesimi, non sono riuscito ad arrivare. Comunque, condivido e sottoscrivo l'emendamento dei colleghi, perché ritengo che sia necessario investire per consolidare le piattaforme per le innovazioni ispirate alle tecnologie di impresa.

Ritengo che questo emendamento proponga di far ciò in modo concreto, con riferimento ad un Piano, il Piano nazionale di ripresa e resilienza che fa della digitalizzazione, dell'innovazione tecnologica, quindi dell'adeguamento del nostro sistema alle sfide del nostro tempo uno dei punti forti. Quindi, non si può non condividere in questo scenario anche questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà. Poi, l'onorevole Ferro.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Sottoscrivo l'emendamento 1.25 a prima firma del collega Mollicone perché lo trovo molto pertinente. È un emendamento che, ad una prima lettura, sembra molto semplice, perché chiede una sostituzione di termini: da “Transizione 4.0” a “Piattaforme per innovazioni ispirate a tecnologia per l'impresa 4.0”. Non è, però, un dettaglio questa sostituzione, ma è una sostituzione che, nel merito, pone l'attenzione su queste piattaforme per le innovazioni, che sono proprio ispirate alle tecnologie e che dovrebbero essere la novità di tutto il Piano di ripresa e resilienza. Quindi, dopo aver tanto decantato questo sistema, diamo l'opportunità, con questi emendamenti, di renderlo molto più agile e incisivo per la produttività delle imprese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà. Poi, ci sarà l'onorevole Delmastro Delle Vedove.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Come già avevo richiesto, sottoscrivo questo emendamento, a prima firma Mollicone, rispetto ad un tema importantissimo che riguarda la piccola e media impresa ed il fatto di stare al passo con i tempi ma nel nostro tempo, anche con riferimento a tutto ciò che può consentire alle nostre aziende di ripartire e di decollare; oggi il confronto tra ciò che si produce e ciò che si mette in campo lo si fa, guardando anche altri Paesi, i quali probabilmente sono più avanti rispetto alla piattaforma e all'innovazione tecnologica. Quindi, è importante mettere in campo le risorse affinché si mettano tutti nelle condizioni di poter lavorare con un tasso qualitativo alto, ma soprattutto con una velocità alla pari con i tempi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Delmastro Delle Vedove, che non c'è.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda? No.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.25 Mollicone, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.28 Mollicone.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Ho problemi con la mascherina (per fare una battuta). Grazie, Presidente.

Questo emendamento attiene sempre all'innovazione, che è il tema trasversale principale del PNRR, nonché alla creazione di un polo tecnologico innovativo con il coinvolgimento del settore privato nel contesto della sicurezza cibernetica, tema di estrema attualità, che Fratelli d'Italia ha anticipato, insieme al collega Butti, al senatore Adolfo Urso e a tutti i nostri colleghi che lo seguono e che, appunto, nell'ambito del dibattito parlamentare, hanno anticipato questo argomento. Si pensi a cosa potrebbe accadere a causa di una compromissione cibernetica nel sistema di automazione delle linee ferroviarie o nei sistemi di controllo radar degli aeroporti o, ancora, alle conseguenze dell'intrusione e controllo dei sistemi di sicurezza delle centrali elettriche o, a seguito di un blackout maggiore, nella manomissione della sequenza di ripartenza della filiera energetica. Restare al passo dello stato dell'arte in tema di cybersecurity non è, quindi, un'opzione ma una necessità.

Anche qui i dati attuali, colleghi, non sono propriamente incoraggianti: una capacità complessiva di portata mediocre. Secondo un recente studio di Comparitech, su sessanta Paesi - pensate - l'Italia si collocherebbe alla trentaseiesima posizione, tra l'Argentina, migliore di noi, e la Malaysia. È notizia di poco tempo fa di un attacco cibernetico negli Stati Uniti e dell'apertura di un fascicolo presso la procura di Roma su un attacco al Ministero dello Sviluppo economico.

Colleghi, la sicurezza informatica è uno dei temi che Governi e imprese stanno considerando sempre più una priorità per il benessere di una Nazione e la tutela dei cittadini, della libertà e delle imprese. Un tema cruciale: è legato alla necessità di avere figure professionali che possano rispondere al tema. Nel PNRR crediamo che uno spazio di tutto rispetto debba e dovrà essere lasciato alla costituzione di un accordo nazionale per aggregare tutte le sfide dell'innovazione che veda promozione culturale e imprenditoriale in grado di generare una forte relazione con le nostre start up, le nostre università ma, soprattutto, gli enti pubblici, che hanno difficoltà nel comprendere tali azioni per trasformarle in migliori servizi, efficaci ed efficienti.

Per questo, nel mercato italiano anche tutto il mondo delle start up deve essere messo in rete insieme alle strutture che abbiamo citato, ma soprattutto deve esistere una struttura - e sta per nascere - che possa essere garante di questa cybersecurity.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a titolo personale l'onorevole Vinci. Ne ha facoltà per 1 minuto. Poi, l'onorevole Varchi.

GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie, signor Presidente. Con questo emendamento si cerca di investire quel denaro che arriverà in Italia esattamente secondo i dettami e secondo ciò che l'opinione pubblica si è sentita dire in questi mesi. Cosa facciamo con il denaro che ci viene dato? Potenziamo l'economia, la rendiamo più sicura e con questo emendamento chiediamo anche di potenziare, dal punto di vista cibernetico, la sicurezza dei dati e delle comunicazioni. Siamo nel 2021 e spesso in quest'Aula ci siamo sentiti dire che bisogna diventare una società più aperta e con più tecnologia. Però, serve anche la protezione dei dati, altrimenti un'apertura alla tecnologia senza protezione dei dati non ha futuro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Varchi. Ne ha facoltà. Poi, c'è l'onorevole Trancassini.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Ancora una volta, l'emendamento 1.28, a prima firma del collega Mollicone, dedica un'integrazione, rispetto alla quale credo che il Governo, che sollecito per suo autorevole tramite, debba fare una valutazione di tipo differente.

Infatti, una delle componenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza pone, in maniera assolutamente incontrovertibile, l'attenzione su questo specifico sviluppo delle nostre imprese. Trovo, quindi, francamente inaccettabile un parere contrario a questo emendamento, che naturalmente con questo intervento dichiaro di sottoscrivere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trancassini, poi l'onorevole Silvestroni. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie Presidente. Un'altra occasione per migliorare questo tema. La proposta emendativa del collega Mollicone è molto interessante, molto puntuale, molto chiara: la creazione di un polo tecnologico per operare anche nel contesto della sicurezza cibernetica. Ne abbiamo parlato diverse volte in Aula, sappiamo essere un tema caldo, un tema importante, un tema che va declinato nel migliore dei modi, ma che molto spesso evidenzia la superficialità di questa maggioranza. E allora, quale occasione, se non questa, per accantonare questo emendamento, oppure magari dare la disponibilità ad approvare un ordine del giorno, in modo che questo tema rimanga vivo non solo nella volontà di Fratelli d'Italia, ma di tutto il Parlamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Silvestroni, ma non lo vedo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Prisco. Ne ha facoltà. Poi c'è l'onorevole Maschio.

EMANUELE PRISCO (FDI). Sì, grazie Presidente. Anch'io intendo sottoscrivere questo emendamento. La sfida della modernità passa anche nell'affrontare questi temi e questo emendamento, come altri che seguiranno di Fratelli d'Italia, va in questa direzione, facendo delle proposte che sono di buonsenso e non hanno particolari impeti ideologici, ma pongono punti fermi rispetto alla necessità di evoluzione, anche tecnologica, di cui sicuramente ha bisogno il nostro Paese; e questo lungo periodo di pandemia ci ha fatto anche accorgere quanto soprattutto alcune aree territoriali - penso alle aree interne che prima abbiamo trattato con un altro emendamento - ne abbiano la necessità. Quindi rimarchiamo, con questo emendamento, l'urgenza e la priorità.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Maschio. Ne ha facoltà, per 1 minuto. Poi ci sarà l'onorevole Lucaselli.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie Presidente. Non c'è alcun dubbio che nel nostro tempo, il campo in cui si gioca il confronto tra le potenze internazionali è quello della comunicazione, dell'informatica. Purtroppo l'Italia, dal punto di vista della sicurezza informatica, che è diventato il terreno principale che va protetto a livello internazionale, è sicuramente posizionata in classifica molto in basso rispetto a quanto dovrebbe essere un Paese che è tra i primi dieci Paesi al mondo per PIL. Quindi, questo emendamento - che propone di creare un polo tecnologico innovativo, coinvolgendo anche, se necessario, il settore privato nel contesto della sicurezza cibernetica - è di importanza strategica per la sicurezza degli asset fondamentali del nostro Paese per i prossimi anni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà. Poi c'è l'onorevole Frassinetti.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Presidente, il motivo che ha spinto il gruppo di Fratelli d'Italia a presentare questo emendamento è la consapevolezza che l'attività cibernetica e tutto ciò che ad essa è correlato, è diventato di importanza strategica e fondamentale. Noi lo abbiamo potuto verificare non soltanto attraverso le audizioni, alle quali, a partire dal 2018 ad oggi, abbiamo assistito nelle varie Commissioni, ma anche in relazione allo sviluppo delle tecnologie che sta avvenendo e che sta coinvolgendo in questo momento tutti i Paesi europei. E allora dobbiamo necessariamente porre l'attenzione su questioni che possono porre l'Italia all'avanguardia, non soltanto nello studio delle tecnologie, ma anche nelle attività di sicurezza e di controllo dei nostri confini.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà. Poi ci sarà l'onorevole Ferro.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie Presidente, l'emendamento 1.28, a prima firma Mollicone, propone la creazione di un polo tecnologico innovativo. Già il fatto di prevedere un polo tecnologico innovativo sottende tutta un'attività veramente importante, che concretizza le linee e le regole di questa evoluzione tecnologica presente nel Piano. Poi, in secondo luogo, si parla di sicurezza cibernetica, che, credo, sia molto importante perché, fino a quando non accadono fatti pericolosi e di allerta, magari pochi ci pensano, ma invece questa rete di protezione è sicuramente fondamentale e va di pari passo con la tecnologia che avanza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà. Poi ci sarà l'onorevole Deidda.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente Mandelli. Questo emendamento - che vede la condivisione, per quanto mi riguarda, già nella sottoscrizione - parla di riparametrare un po' le risorse messe in campo, soprattutto sulle varie annualità. Vi è la volontà di creare un polo tecnologico innovativo che possa svolgere le funzioni, che sono state spiegate egregiamente dal collega Mollicone, primo firmatario, ricorrendo anche a quella parte del privato che riguarda il settore della cybersecurity. Si tratta di una sfida che guarda al nostro tempo, non soltanto per quanto riguarda le aziende, i confini, ma soprattutto anche quel tessuto di infrastrutture a cui si è rifatto, parlando di aeroporti, piuttosto che di ferrovia o di altre situazioni importanti per il nostro Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà. Poi ci sarà l'onorevole De Toma.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie Presidente, oltre a sottoscrivere questo emendamento, invito a leggerlo o, comunque, a riflettere sull'opportunità di approvarlo e cambiare parere, perché è un importante contributo che noi vogliamo dare ad uno dei settori vitali dell'Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Toma. Ne ha facoltà. Poi c'è l'onorevole Ciaburro.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Grazie Presidente, vorrei sottoscrivere l'emendamento 1.28 del collega Mollicone perché bisogna vincere questa sfida tecnologica, che ci impone un'attenta programmazione, anche attraverso investimenti mirati e strutture efficienti. L'Italia, purtroppo, paga da sempre un deficit in termini di investimenti, ricerca e sviluppo, in cui lo Stato deve agire di concerto con il settore privato. La creazione di un polo tecnologico innovativo, quindi, è fondamentale per far sì che l'Italia sia capace di essere autonoma e sovrana in merito al comparto della sicurezza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciaburro. Ne ha facoltà. Poi abbiamo l'onorevole Bellucci.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie Presidente. Fratelli d'Italia, con questo emendamento a prima firma dell'onorevole Mollicone - che chiedo di sottoscrivere - sottopone di nuovo un tema importante, direi strategico, rispetto a quella che è la situazione, anche di transizione e, soprattutto di utilizzo, delle nuove tecnologie: la protezione dei dati e, quindi, la sicurezza cibernetica. Si chiede, con questo emendamento, di andare a inserire delle risorse in più per poter garantire efficienza nella sicurezza dei dati che possono arrivare dalle aziende, piuttosto che dalle strutture sanitarie locali, piuttosto che dall'Agenzia delle entrate, e tutti quelli che ovviamente utilizzeranno questi sistemi tecnologici, creando anche un polo tecnologico innovativo con il coinvolgimento del settore privato, in modo da garantire prevenzione e sicurezza utili, opportune e necessarie, in modo da non subire attacchi e dover correre ai ripari.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie Presidente. Il collega Mollicone con questo emendamento ha inteso dare sostanza alla protezione degli interessi italiani e l'ha fatto dando uno strumento, offrendo uno strumento al Governo e alla maggioranza, cioè quello di poter fronteggiare la sfida che attende le istituzioni.

Mi riferisco alla protezione cibernetica, a cui destinare maggiori fondi, rivolgendo anche un'attenzione particolare alla creazione di un polo tecnologico. Si tratta di non essere disattenti a quella che sicuramente è una necessità di protezione dell'Italia, di asset strategici, e, quindi, una misura che oggi è indispensabile per essere al passo con i tempi e con le sfide tecnologiche. Quindi, chiediamo di poter votare a favore di questo emendamento e lo sottoscrivo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.28 Mollicone, con il parere contrario di Commissione e Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Passiamo all'emendamento 1.29 Mollicone.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. L'emendamento che ho presentato attiene al sistema informatico museale. Con questo testo, intendiamo accendere i riflettori su un tema molto importante, che, troppo spesso, viene sottovalutato, ma che risulta fondamentale dal punto di vista della crescita della nostra Nazione, ma soprattutto della valorizzazione del sistema culturale e museale italiano. L'Italia è una Nazione che affonda le proprie radici nella cultura e nella bellezza; non a caso siamo definiti il Bel Paese all'estero. Eppure, nonostante tutte le nostre ricchezze artistiche, archeologiche e beni culturali, non siamo in grado di valorizzarle in modo opportuno e, soprattutto, con gli strumenti dell'innovazione. La digitalizzazione dei musei è, quindi, una priorità e un impegno assolutamente rilevante che il Governo deve garantire. I consumi culturali, infatti, sono mutati.

In questo provvedimento, sono presenti 14 interventi su diverse tipologie di beni, tutti di natura pubblica e appartenenti a enti locali o al Ministero della Cultura. Di essi, 8 realizzano progetti di rigenerazione integrata, di recupero urbano e/o processi di riqualificazione culturale - sono previste la realizzazione di biblioteche e la riqualificazione di grandi aree urbane a fini culturali e sociali -, 4 si concentrano sul restauro e sul recupero del patrimonio culturale in aree che richiedono interventi rilevanti e soltanto 2 interessano ambiti paesaggistico-territoriali. I fondi destinati alla cultura, quindi, sono assolutamente limitati e insufficienti. Ci saremmo aspettati di più da questo piano…

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Mollicone. Se magari moderiamo un attimo il tono della voce, così l'onorevole Mollicone riesce a fare il suo intervento.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie. Il settore della cultura ha subito, infatti, un grave contraccolpo a causa dell'emergenza sanitaria da COVID-19. I nostri musei, i nostri siti archeologici, che in tanti ci invidiano, sono rimasti chiusi, senza poter accogliere i visitatori a cui siamo abituati ogni anno, causando ingenti perdite al comparto cultura pubblico e privato, che va, quindi, sostenuto per la ripartenza. Le nostre opere artistiche potrebbero essere fruibili anche su cloud e realtà virtuale o aumentata, ma il problema dell'Italia è l'arretratezza nella transizione digitale; un divario che ci auguriamo venga colmato in tempi brevissimi attraverso il PNRR, ma che, invece, da questa pianificazione e visione, ci sembra assolutamente insufficiente e limitata.

Tutto questo, per permetterci di essere una Nazione competitiva con il resto dell'Europa. Permettetemi di aggiungere che l'autonomia dei musei, se, da una parte, ha favorito un'innovazione nella digitalizzazione, dall'altra, per paradosso, rischia di essere anche un freno. Per cui, riteniamo che sia necessaria una supervisione a livello nazionale e che ci sia un report anche nelle Commissioni competenti di Camera e Senato, per capire cosa fanno i grandi musei e le piccole e medie strutture, perché, da quello che ci risulta e dai dati pubblicati sull'ultimo numero de Il Giornale dell'Arte, la maggioranza dei musei considera opera di digitalizzazione e valorizzazione aprire l'account Instagram e Twitter o fare qualche post di Facebook.

In realtà, sappiamo che è tutt'altro, e, quindi, sono le mostre virtuali, sono la realtà aumentata delle esposizioni, sono le scansioni virtuali dei musei, sono tutte quelle operazioni…

PRESIDENTE. Onorevole Battelli, per cortesia!

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Presidente, è impossibile intervenire così!

PRESIDENTE. Se non fate un po' di silenzio, penso che l'onorevole Mollicone non possa proprio intervenire. Quindi, l'onorevole Fraccaro magari se si mette…se fate un po' di silenzio, possiamo cercare di arrivare celermente alla fine, altrimenti diventa un po' complicato per tutti. Mi scusi, onorevole Mollicone.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Sì, ma sento ancora un brusio prevalente in Aula, è difficile intervenire in queste condizioni.

PRESIDENTE. Onorevole Verini, se anche lei…Spadafora…se potete gentilmente darci una mano.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Vorrei invitare i colleghi dei 5 Stelle, che sono l'asse portante di questa maggioranza, magari a interessarsi dell'innovazione e della digitalizzazione…

PRESIDENTE. Onorevole Mollicone, sono qua io.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Non mi sembra che però sortisca effetti.

PRESIDENTE. Ho fermato il tempo. Fin quando non stanno zitti, non riprendiamo, però lo faccio io. Il tempo è fermo: se diamo la possibilità all'onorevole Mollicone di intervenire, andiamo più spediti tutti. Ora mi pare un po' meglio, onorevole Mollicone.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Procedo, Presidente, e la ringrazio. Dicevo, e mi avvio a conclusione, che la digitalizzazione dei musei, così come risulta da un'approfondita inchiesta de Il Giornale dell'Arte, riguarda l'11,5 per cento dei musei statali che ha effettuato la catalogazione digitale del proprio patrimonio. Quanto alla strumentazione digitale, il 43,7 per cento dei musei statali ha un sito web - pensate, solo il 43 per cento - e il 65,9 per cento ha un account social, mentre solo il 9,8 per cento offre la possibilità di una visita virtuale. Per cui, Presidente, rappresentante del Governo, rinnovo l'appello perché, almeno su questo emendamento, come sui precedenti, ci sia un'attenzione da parte del Governo. Presidente, noi abbiamo chiesto una valutazione al cortese sottosegretario che è in Aula, per capire se alcuni di questi emendamenti, che sono di natura di indirizzo, al di là dell'impegno economico, possano essere trasformati in ordini del giorno.

Noi siamo disponibili a ritirarli, però sarebbe cortese, da parte del Governo, farci avere una valutazione al riguardo: se ritiene che possano essere accantonati, questi e anche i seguenti che riguardano l'innovazione nella cultura, noi siamo disponibili ad accantonarli e a trasformarli in ordini del giorno.

PRESIDENTE. Chiederei ancora all'Aula la cortesia magari di tenere un tono più… onorevole Fregolent, è la seconda volta! Allora, se riusciamo a mantenere un minimo, andiamo avanti, altrimenti diventa…ecco, abbiamo anche Scerra e tutti quelli che stanno dando le spalle alla Presidenza; se magari vi girate. Brescia…

Ha chiesto di parlare il sottosegretario. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA SARTORE, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. Vorrei rispondere positivamente al deputato Mollicone, e, quindi, assolutamente siamo disponibili ad accogliere o, comunque, valutare tutti gli ordini del giorno in quella materia, e, comunque, anche gli altri emendamenti, se fosse possibile ritirarli, così come avevamo detto all'inizio della seduta insieme al relatore, siamo pronti assolutamente a valutarli tutti.

PRESIDENTE. Prego, onorevole Mollicone.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Quindi il Governo è disponibile, se noi ritiriamo questo emendamento, ad accettarlo come ordine del giorno, e così quelli correlati, a parte l'impegno economico, ovviamente.

PRESIDENTE. Allora, onorevole Mollicone, ritira l'emendamento 1.29, per trasformarlo in ordine del giorno?

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Sì, è trasformato in ordine del giorno.

PRESIDENTE. Però lo deve presentare lei.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Sì, grazie.

PRESIDENTE. Aspettiamo il testo.

Passiamo all'emendamento 1.5 Caretta.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento, che volge lo sguardo al mondo dell'agritech italiano, chiede di andare a finanziare delle start up o delle piccole e medie imprese innovative, che abbiano la sede legale in Italia e producano in Italia nel settore dell'agritech.

Lo sviluppo tecnologico, che è all'avanguardia - e soprattutto il tema è di saperlo indirizzare in modo che, oltre ad essere all'avanguardia, sia anche uno strumento efficace, efficiente e di ottimizzazione -, si può assolutamente anche impiegare nell'agricoltura per andare a ottimizzare delle terre, soprattutto quelle che hanno delle fragilità e delle complessità anche di gestione.

Attraverso queste nuove tecnologie si rendono molto più facili le attività, i processi, la logistica e si vanno ad ampliare tutte quelle offerte di cui l'Italia è già molto ricca, sia in varietà che in quantità, efficientando anche la produzione.

Se i nostri maggiori competitor sono la Francia, la Spagna e i Paesi dell'Est, che stanno investendo tantissimo sul settore delle nuove tecnologie abbinate e affiancate all'agricoltura, noi non possiamo e non dobbiamo permetterci di essere da meno, perché sappiamo tutti che la nostra agricoltura e i nostri prodotti agroalimentari sono quasi un simbolo nel mondo - non a caso c'è tutto il fenomeno dell'italian sounding - che dobbiamo assolutamente difendere. Oggi vi è un made in Italy ricco, ma che può diventare ancora più ricco attraverso l'utilizzo di quelle terre più difficili e l'efficientamento dei processi con le nuove tecnologie.

L'agritech italiano è terzo in Europa e vale il 5 per cento della quota del mercato globale. Quindi noi dobbiamo, in quest'Aula e in tutto il Parlamento, assolutamente affiancare e supportare questo tipo di attività che ci rende orgogliosi in tutto il mondo.

Queste nuove linee logistiche di efficientamento, attraverso la tecnologia, hanno bisogno dunque di risorse. Se, attraverso l'accoglimento di questo emendamento, daremo l'opportunità di far partire e incentivare anche delle nuove start up, delle piccole e medie imprese, ovviamente che operano in Italia, per stimolarle e aiutarle nell'acquisto di queste nuove tecnologie, saremo capaci di assecondare quelli che sono i bisogni, soprattutto guardando al domani, per mantenere quella capacità di produzione agricola rispetto alla quale il nostro Paese ha dimostrato di essere assolutamente all'altezza.

Quindi, dobbiamo aiutare queste nostre aziende agricole nel percorso tecnologico, soprattutto per poter dare un futuro migliore a tutto quello che può derivare dalla terra (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vinci, a titolo personale. Ne ha facoltà, per un minuto. Poi interverrà l'onorevole Varchi.

GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie, Presidente. Sentiamo spesso parlare in quest'Aula di eccellenze del made in Italy, di eccellenze nel settore agroalimentare. Noi, con questo emendamento, stiamo chiedendo un piccolissimo investimento, perché si tratta di 25 milioni l'anno per finanziare delle piccole e medie imprese innovative, delle start up che possano riavvicinare un settore, quello dell'agricoltura, anche ai più giovani, persone che, magari, oggi, non ritengono accattivante quel settore.

Molti vedono nel PNRR uno strumento per far ripartire la nostra economia. Bene, la nostra economia in buona parte è legata anche al made in Italy e all'agricoltura. Se noi impediamo di innovare in agricoltura e tagliamo la strada rigettando emendamenti come questo, di fatto rendiamo inutile l'indebitamento che stiamo facendo nei confronti dell'Europa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Varchi. Ne ha facoltà. Poi interverrà l'onorevole Trancassini.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Io intervengo su questo emendamento, che naturalmente sottoscrivo, per rilanciare l'impegno di Fratelli d'Italia a favore di un settore strategico come quello della agricoltura. È un emendamento che va nel senso di favorire i nuovi investimenti, favorire le start up, favorire le piccole e medie imprese affinché facciano della innovazione nel settore dell'agricoltura la cifra della propria attività imprenditoriale.

Credo che il Governo, per coerenza con le affermazioni fin qui fatte proprio con riferimento al comparto agricolo, debba inevitabilmente rivedere il proprio parere anche su questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trancassini. Ne ha facoltà. Poi si prepara l'onorevole Silvestri.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. È un'altra proposta emendativa in un settore importante e trainante come quello dell'agricoltura. Con questo emendamento la collega Caretta richiama l'attenzione sulle start up innovative, sulle piccole e medie imprese sempre innovative, cioè cerca di finanziare la vivacità all'interno di un comparto importante, trainante, almeno secondo Fratelli d'Italia, quale è il comparto dell'agricoltura.

Vede sottosegretario, noi anche nel PNRR vi abbiamo chiesto di mettere maggiori fondi sull'agricoltura. Secondo noi, non ce ne sono abbastanza perché riteniamo che questo settore rappresenti un'eccellenza e, nel momento in cui noi abbiamo la possibilità di investire delle somme per cercare di rilanciare l'economia, dobbiamo farlo lì dove siamo i più bravi. E nel mondo agricolo e nel mondo della produzione agricola credo che noi non abbiamo uguali. Questo emendamento ci permette anche di investire sui giovani in questo comparto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Silvestri. Ne ha facoltà. Poi interverrà l'onorevole Rizzetto.

RACHELE SILVESTRI (FDI). Grazie, Presidente. Chiedo di sottoscrivere questo emendamento perché, come è stato già espresso dai miei colleghi, è fondamentale sostenere e dare la possibilità alle aziende, quindi alle start up e alle PMI, di investire soprattutto nel settore agricolo che, come abbiamo visto in questi anni, sta avendo una grande rivalutazione soprattutto tra i giovani.

Lo possiamo vedere anche dalle varie iscrizioni ai corsi agrari nei vari istituti. C'è un ritorno anche della gioventù verso l'agricoltura ed è per questo che dobbiamo investire in questo settore. Bisogna aiutare queste aziende a innovarsi, a innovare le tecnologie, ad andare avanti perché questo è anche il futuro del nostro Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà. Poi interverrà l'onorevole Prisco.

WALTER RIZZETTO (FDI). La ringrazio, Presidente. Signor Presidente, questa che voglio sottoscrivere è una proposta emendativa molto importante. Al netto dell'attenzione che sta provando a tenere in Aula in questo momento, nonostante i suoi sforzi, ma sento soprattutto che sono piuttosto vani, l'emendamento è importante …

PRESIDENTE. Vogliamo stare un attimo ad ascoltare l'onorevole Rizzetto, per piacere?

WALTER RIZZETTO (FDI). Presidente, mi permetta: è paradossale che il lunedì mattina si facciano le fotografie di un'Aula vuota, quando invece si dovrebbero registrare gli audio di quando si lavora e i deputati si fanno esattamente i cavoli loro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Perché questo succede ai cittadini che poi ci guardano.

PRESIDENTE. Proseguiamo con l'emendamento.

WALTER RIZZETTO (FDI). Dicevo che è un emendamento molto importante perché, rispetto anche all'innovazione tecnologica, che le colleghe Ciaburro e Carretta e gli altri firmatari hanno cercato di circoscrivere in questa proposta emendativa, sottosegretario, c'è evidentemente anche un qualcosa che sa molto di transizione ecologica. La tecnologia in agricoltura porta agli impianti a goccia, porta al minor consumo del suolo, porta evidentemente…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole.

WALTER RIZZETTO (FDI). …concludo, Presidente, ringraziandola, però mi dia due secondi perché abbiamo avuto un'interruzione. Dicevo che porta fondamentalmente anche ad un risparmio in condizioni che dovrebbero essere sempre più ecologicamente sostenibili. Non ci sentite, ci riproveremo.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Rizzetto. Avevo comunque sospeso il tempo, per tranquillità sua e dei colleghi che intervengono. Ha chiesto di parlare l'onorevole Prisco. Ne ha facoltà. Poi interverrà l'onorevole Lucaselli.

EMANUELE PRISCO (FDI). Presidente, questo emendamento è una piccola proposta molto significativa che si basa su due principi e pilastri importantissimi, anche come messaggio rispetto al mondo dell'agricoltura e della produzione in genere. Da una parte, difendere il prodotto italiano, la sua qualità, la sua identità, la sua capacità di innovazione assieme alla sua tradizione; dall'altra parte, dare una mano alle nuove aziende, ai più giovani che si imbarcano in questa avventura, che decidono di farlo in Italia, mantenendo la sede in Italia, pagando le tasse in Italia.

Noi, come italiani, sappiamo fare la concorrenza ai Paesi dell'Unione europea, una concorrenza leale - e concludo, Presidente - con la qualità e la bellezza del nostro prodotto, con le mani e la sapienza dei nostri agricoltori, con la tecnica e l'ingegno dei nostri tecnici; credo sia compito del Parlamento e del Governo italiano dare loro una mano ad essere semplicemente il meglio che rappresenta questa Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucaselli. Poi interverrà l'onorevole Frassinetti. Prego, onorevole Lucaselli, ha facoltà di parlare.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Come è noto, i fondi di cui discutiamo oggi sono fondi complementari che andranno ad aiutare la realizzazione degli obiettivi indicati nel Piano nazionale di ripresa e resilienza e, proprio per questo motivo, poiché sono soldi pubblici che provengono dagli accantonamenti precedenti, riteniamo debbano essere utilizzati in via prioritaria per tutte quelle attività economiche che rappresentano il made in Italy in giro per il mondo.

Sicuramente il comparto dell'agricoltura è fondamentale, non soltanto perché racchiude piccole e medie imprese italiane, ma perché, attraverso il lavoro di queste imprese, viene data a tutti i prodotti italiani la possibilità di essere conosciuti in Europa e in tutto il mondo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassinetti. Poi interverrà l'onorevole Ferro. Prego, onorevole Frassinetti, ha facoltà di parlare.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Questo è un emendamento sicuramente importante che chiede di finanziare le start up, le piccole e medie imprese innovative, specificando quelle che abbiano la sede legale e fiscale in Italia; quindi questa è già una scelta di campo molto importante.

La nostra produzione agricola-alimentare è sicuramente la punta di diamante del made in Italy e qui, coniugandola con la tecnologia, parliamo di agritech; quindi, i nostri prodotti tradizionali, che sicuramente dobbiamo tutelare e che Fratelli d'Italia non smette mai di dire che vanno tutelati, questa volta sono insieme alla tecnologia, così come vuole questo provvedimento e, quindi, sarebbe molto sensato e molto utile approvare questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferro. Poi interverrà l'onorevole Deidda. Prego, onorevole Ferro, ha facoltà di parlare.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente sottoscrivo l'emendamento a prima firma Caretta, che, come è stato ampiamente descritto e spiegato dalla collega Ciaburro, guarda ad un mondo di eccellenza, sul quale Fratelli d'Italia ha sempre messo il proprio impegno, un impegno che si deve realizzare attraverso la possibilità del finanziamento di 25 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022-2025, a sostegno di quelle start up che diventano imprese temporanee, ma replicabili e che, soprattutto oggi, hanno la grandissima attenzione dei nostri giovani che vogliono scendere in campo per fare impresa, un'impresa che sia ovviamente tecnologicamente all'avanguardia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda. Poi interverrà l'onorevole De Toma. Prego, onorevole Deidda, ha facoltà di parlare.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Sottoscrivo anch'io questo emendamento e ringrazio le colleghe Caretta e Ciaburro per il lavoro che stanno svolgendo in Commissione, sottolineando l'importanza di valorizzare quelle imprese che cercano di innovare e di far sì che in Europa e nel mondo, ma anche nel resto d'Italia (apprezzo tantissimo che si annullino le distanze fra le varie terre, dalla Puglia alla Sardegna, dal Friuli alla Sardegna), si portino e si facciano conoscere le nostre eccellenze agroalimentari (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Toma. Poi interverrà l'onorevole Bellucci. Prego, onorevole De Toma, ha facoltà di parlare.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Grazie Presidente, sottoscrivo l'emendamento convintamente, ma anche le parole dell'onorevole Ciaburro, nella sua spiegazione dell'emendamento, proprio perché bisogna parlare concretamente del made in Italy, difenderlo in maniera importante, contrastare i fenomeni che riguardano la contraffazione, con la tutela dei prodotti agroalimentari italiani. Questo finanziamento di start up e PMI innovative, ovviamente con la sede legale e fiscale in Italia, nel settore dell'agritech è importantissimo; ecco perché questi sono emendamenti non solo di buonsenso, ma soprattutto di una visione strategica di un'Italia innovativa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bellucci. Poi interverrà l'onorevole Albano. Prego, onorevole Bellucci, ha facoltà di parlare.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Come ha argomentato bene la collega Ciaburro, l'agricoltura rappresenta uno dei fiori all'occhiello dell'Italia, un gioiello di famiglia che va valorizzato. Con questo emendamento, pertanto, le colleghe Caretta e Ciaburro vogliono offrire uno strumento a questo Governo e a questa maggioranza per valorizzare il lavoro svolto dalle piccole e medie imprese e dalle start up innovative; soprattutto, vogliono aiutare quelle attività che hanno sede legale e fiscale in Italia, ossia tutte quelle attività che scommettono sul patrimonio italiano, sulla ricchezza italiana e lo fanno con sacrificio, dedizione e sforzi enormi e, quindi, devono vedere lo Stato al loro fianco che le accompagni e le sostenga per mano per restituire all'Italia tutto l'onore e la gloria che merita. Quindi, chiediamo che l'Aula possa votare a favore di questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Albano. Ne ha facoltà.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente. Ancora un emendamento, una proposta di Fratelli d'Italia che va al cuore di questo provvedimento, toccando ancora una volta il tema dell'innovazione, in particolare, nel settore dell'agricoltura. È fondamentale il finanziamento di start up e piccole e medie imprese innovative, in particolare che abbiano sede legale e fiscale in Italia, come i miei colleghi hanno ricordato. Tradizione e qualità, quindi, da una parte, ma in connubio con ambiente, tecnologia e innovazione. Ricordiamo che il finanziamento alle start up e alle piccole e medie imprese può innescare un percorso virtuoso tale da rappresentare anche un modello e un'attività di propulsione per le aziende meno innovative e più tradizionali che possono poi investire, anche esse, nell'innovazione tecnologica.

PRESIDENTE. Non essendovi altre richieste di intervento, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.5 Caretta, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Passiamo all'emendamento 1.26 Mollicone.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento riguarda un altro tema strategico per quanto riguarda l'innovazione, questa volta nel settore dell'agricoltura, ma sempre rispetto ai servizi innovativi.

Il settore agroalimentare nazionale genera un volume d'affari di circa mezzo trilione di euro, ossia il 25 per cento del PIL italiano. Nel 2020 le start up agrifood hanno visto investimenti per un totale di circa 30 miliardi di dollari a livello globale; ciò rappresenta una crescita di oltre il 30 per cento sull'anno precedente. Il mercato della smart agriculture costituisce circa il 10 per cento delle start up italiane. Tecnologie come IoT, big data, intelligenza artificiale, blockchain stanno radicalmente trasformando settori importanti dell'economia italiana. L'agricoltura, comparto strategico per la Nazione, sta attraversando profonde trasformazioni, che si affiancano alle grandi sfide su scala globale, come la sostenibilità, i cambiamenti climatici e la povertà alimentare. Anche in questo contesto, la diffusione di nuove tecnologie digitali può contribuire al suo rilancio.

La Missione 2 del Piano nazionale di ripresa e resilienza “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, con l'investimento 2.3 “Innovazione e meccanizzazione nel settore agricolo alimentare”, ha tra gli obiettivi da raggiungere entro il 2026 quello di sviluppare una filiera agroalimentare sostenibile, migliorando le prestazioni ambientali e la competitività delle aziende agricole. L'introduzione di tecniche di agricoltura di precisione e l'utilizzo di tecnologie sono elementi imprescindibili per la riduzione delle emissioni e la sostenibilità ambientale e sono in grado di aiutare gli agricoltori a trasformare più rapidamente i loro metodi di produzione. La digitalizzazione del comparto agricolo, pertanto, gioca un ruolo fondamentale per ottenere migliori risultati ambientali, aumentare la resilienza climatica e ottimizzare i processi produttivi. L'innovazione digitale può contribuire a migliorare la competitività nel settore agroalimentare italiano, garantendo maggiore qualità, trasparenza, tracciabilità, oltre all'ottimizzazione dei processi di produzione, coltivazione e allevamento. L'automazione permette di difendere la qualità delle produzioni, abbattendo i costi di gestione, monitorando l'intero ciclo di produzione e scegliendo il momento migliore per intervenire.

Vedete, colleghi, la trasformazione digitale delle aziende agricole, attraverso la raccolta, la trasmissione e l'elaborazione dei dati, avviene grazie a sensori interconnessi e agli algoritmi di intelligenza artificiale, supportando così l'attività degli agricoltori, che, in questo modo, avrebbero informazioni sull'intero processo produttivo e sulla qualità dei prodotti. Queste tecnologie comportano una maggiore produzione di cibo con minori sprechi. Questo settore, il mercato italiano della smart agriculture, coinvolge, quindi, potenzialmente, 1 milione 200 mila aziende agricole e già nel 2020 valeva - pensate un po' - 540 milioni di euro, registrando una crescita del 20 per cento annuo dal 2019.

Le sperimentazioni in ambito di agricoltura 4.0 hanno dimostrato le ampie possibilità che questo settore può esprimere in termini di innovazione dei processi e tracciamento delle filiere, sebbene il tasso di crescita sia notevolmente rallentato, rispetto all'incremento di valore del 270 per cento registrato nel 2018, e soltanto il 3,4 per cento dei campi risulta effettivamente coinvolto da processi di trasformazione digitale. Al fine di accelerare i processi di transizione ecologica e digitale delle imprese agricole, soprattutto di piccole e medie dimensioni, e rilanciare i prodotti agricoli made in Italy, accanto ai meccanismi di incentivo tramite credito d'imposta e super-ammortamento dedicati all'acquisto di beni strumentali in conto capitale, è indispensabile prevedere uno strumento di incentivo alla domanda di servizi che integrino, insieme alle componenti hardware e IoT, connettività, software e cloud as a service.

Anche su questo, che riguarda prettamente l'innovazione nella filiera agricola, relativa sempre al PNRR, siccome ci è stato accolto già un ordine del giorno consimile, faccio un appello al Governo: siamo pronti a ritirarlo, fermo restando che lo presenteremo come ordine del giorno. Se il Governo, appunto…

PRESIDENTE. Il Governo è favorevole al ritiro e alla trasformazione in ordine del giorno, che ci farà pervenire a stretto giro? Allora, l'emendamento 1.26 Mollicone è ritirato.

Passiamo all'emendamento 1.30 Mollicone.

Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Su questo, sarò anche più veloce, perché riguarda un tema che abbiamo già trattato, che è abbastanza simile a quello precedente e, quindi, probabilmente, verrà recepito da un ordine del giorno. Però, è importante accennarlo, perché su questo so che c'è la convergenza anche di molti colleghi della maggioranza. Riguarda sostanzialmente il finanziamento della digitalizzazione della filiera editoriale. È un tema che Fratelli d'Italia segue dall'inizio della legislatura, da prima della pandemia, ma soprattutto dopo, con molta, molta attenzione. In particolare, questo emendamento 1.30 - e l'1.27 che seguirà -, di fatto tratta il finanziamento della digitalizzazione della cultura.

La pandemia ha cambiato la nostra modalità di consumo culturale; va garantito, quindi, un finanziamento apposito per la transizione digitale della cultura. Nel 2020, si è verificato un drastico calo di ricavi nel settore dell'industria culturale; il suddetto ha riguardato, in particolare, le vendite dei prodotti culturali, quali libri, musica e DVD, la cancellazione di concerti, di spettacoli teatrali, la disdetta di mostre pubbliche e private, visite culturali con presenze nei musei che non raggiungono il 20 per cento di quelle normalmente registrate, l'annullamento di festival ed eventi fieristici, la chiusura delle sale cinematografiche, la sospensione delle produzioni audiovisive nazionali e internazionali e, in generale, il congelamento di attività o iniziative già programmate.

Tali circostanze stanno comportando danni economici rilevanti su tutto il territorio nazionale e della filiera in generale, stravolgendo investimenti e sviluppo dell'industria culturale, con rischi per la situazione occupazionale di migliaia di lavoratori dello spettacolo, come denunciato dall'AGIS e da tutte le categorie, che, grazie a Fratelli d'Italia, finalmente, hanno un tavolo permanente, istituito con decreto dal Ministro Franceschini, durante tutta la pandemia – e, quindi, sicuramente fino a fine legislatura -, per affrontare, caso per caso, categoria per categoria, queste vicende. Su questo e anche sul successivo, siamo disponibili al ritiro, perché abbiamo ordini del giorno, che speriamo vengano però valutati positivamente.

PRESIDENTE. Allora, l'onorevole Mollicone chiede di poter trasformare l'emendamento in ordine del giorno, se il Governo è favorevole. Onorevole Mollicone, il sottosegretario mi dice di sì, quindi ritiriamo anche l' emendamento 1.30.

Passiamo all'emendamento 1.27 Mollicone.

Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Sì, anche qui velocemente. Anche questo è un tema, su cui attenzioniamo il Governo. Su questo, c'è l'emendamento, ma c'è anche l'ordine del giorno. La Commissione Cultura della Camera dei deputati, già nel maggio 2020, ha approvato una risoluzione - che nasceva da un nostro testo di ben 14 pagine, che si riporta anche in allegato - con la quale, tra l'altro, il Governo si impegna: ad adottare ogni iniziativa utile a limitare l'impatto delle perdite per il sistema editoriale, derivanti dall'emergenza sanitaria pandemica, a sostenere l'informazione professionale di qualità e a garantire la tenuta occupazionale e finanziaria di un settore economico cruciale per la qualità della democrazia.

Vedete colleghi, il settore editoriale, la stampa quotidiana e periodica e il servizio radiofonico, già in difficoltà a causa di una generale diminuzione dei ricavi dello scorso decennio, ha subito già effetti della contrazione economica derivanti dall'emergenza epidemiologica, con tagli rilevanti agli investimenti pubblicitari - prevalente fonte di ricavi per l'azienda del settore -, con cancellazioni di campagne già pianificate, in particolare, di eventi, fiere e concerti già programmati.

Secondo i dati FIEG, la stima di perdita è pari a 600 milioni di euro. Già nel marzo 2021, le categorie chiedevano: interventi per il sostegno alla transizione del digitale, con contributi sulle spese per la multimedialità, per la gestione delle piattaforme, per la formazione digitale e per il miglioramento dell'efficienza aziendale; misure per favorire il ricambio generazionale, la consegna a domicilio delle pubblicazioni, con un piano sinergico fra editori, distributori, operatori postali ed edicolanti, per la creazione di una rete logistica efficiente ed economicamente sostenibile; infine, l'informatizzazione e la modernizzazione delle edicole, con una rete digitale fra editori, distributori e punti vendita, per l'offerta di servizi aggiuntivi del mercato e per l'implementazione dei servizi di pubblica amministrazione.

Concludo, confermando questo appello all'accoglimento e la disponibilità al ritiro, proprio perché questo è un tema trasversale, su cui anche in Commissione Cultura ci siamo trovati d'accordo, tanto da approvare una risoluzione, di cui qui riportiamo, in senso generale, gli indirizzi.

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Mollicone, lo ritira, indipendentemente dalla presentazione di un ordine del giorno?

FEDERICO MOLLICONE (FDI). No, c'è già un ordine del giorno su questo tema - che chiediamo poi di valutare favorevolmente -, però, essendoci già anche l'ordine del giorno, ritiro questo emendamento a mia prima firma.

PRESIDENTE. Perfetto, allora è ritirato anche l'emendamento 1.27. Passiamo all'emendamento 1.33 Varchi. Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, l'onorevole Varchi Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Io intervengo sull'emendamento a mia prima firma 1.33, che riguarda l'edilizia giudiziaria. Proprio in questi giorni, cito soltanto due esempi che sono eclatanti e si sono verificati nel distretto della corte di appello di Palermo: il crollo di una porzione del soffitto dell'aula bunker di Trapani, con il conseguente rinvio di importanti processi anche per associazione criminale di stampo mafioso. Una determinazione alla quale sono pervenuti, nei giorni scorsi, a Palermo, ossia il trasferimento di una intera parte degli uffici giudiziari fuori dalla cittadella in un'altra strada di Palermo, con conseguente e immaginabile disastro per oltre 3 mila persone, che si troveranno a fare la spola, con un traffico, ormai, letteralmente paralizzato dalle folli politiche del sindaco Orlando e della sua giunta, con una ricaduta inevitabile sul servizio offerto ai cittadini dagli avvocati, quindi ai propri assistiti, ma, ancor di più - ed è questo che alla maggioranza dovrebbe interessare -, con l'impossibilità di amministrare correttamente la giustizia. Io credo che, a fronte di questi due esempi, che a titolo sicuramente non esaustivo ho voluto citare, ma ce ne sono, ovviamente, molti altri in giro per l'Italia - chiunque si occupi di giustizia e abbia a cuore l'aspetto logistico, l'aspetto dell'edilizia giudiziaria lo sa -, questo emendamento non può che trovare accoglimento. Mi sorprende, ma, forse, dovrei dire non troppo, l'atteggiamento di questa maggioranza di fronte a un problema così cogente, un problema che interessa non domani, non nel futuro, ma già oggi migliaia di cittadini in attesa di giustizia, migliaia di avvocati, magistrati, cancellieri, personale delle Forze dell'ordine, che si trovano ogni giorno a frequentare quelle aule. Ecco perché investire maggiori fondi sulla messa in sicurezza dei palazzi di giustizia è assolutamente indifferibile come esigenza, basti pensare che il crollo del soffitto dell'aula bunker di Trapani, invece di accadere nottetempo, poteva accadere durante il giorno, magari durante la celebrazione di una udienza. Se il disinteresse di quest'Aula verso il mio modestissimo intervento è lo stesso disinteresse che c'è per l'edilizia giudiziaria, ben comprenderò e saprò spiegare a tutti i cittadini il voto contrario al mio emendamento. In caso, invece, di approvazione, potrò spiegare che, per una volta, la maggioranza ha prestato attenzione a chi ascolta i propri conterranei, a chi ascolta ogni giorno gli operatori, le categorie e porta in quest'Aula non un atto semplice di opposizione, ma proposte concrete per risolvere i problemi che riguardano gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.33 Varchi, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.32 Varchi, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Passiamo all'emendamento 1.3 Bellucci. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretario, richiamiamo la sua attenzione su un tema particolarmente delicato, sensibile, che riguarda i bambini dietro le sbarre. Purtroppo in Italia, attualmente, ci sono ancora dei bambini che trascorrono la pena detentiva con le madri e che si trovano a vedere il cielo a quadretti, proprio dietro le sbarre. Sappiamo quanto il sistema carcerario abbia tanti problemi - il sovraffollamento, la mancanza di un'assistenza sanitaria puntuale, le condizioni in cui operano e versa la Polizia penitenziaria -, i problemi sono davvero tanti, ma, tra questi problemi, ci sono anche le difficoltà in cui versano i più piccoli. Io sono fermamente convinta che lo Stato e le istituzioni debbano proteggere i più fragili e, certamente, i più fragili sono le persone di minore età, quelle persone che hanno bisogno di adulti che possano difendere i loro diritti e proteggerli. E, allora, attraverso questo emendamento vi chiediamo di destinare almeno una quota parte di già quegli scarsi milioni di euro che avete previsto nel PNRR alla realizzazione delle case famiglia protette. Già una legge prevedeva la loro realizzazione e istituzione, ma sappiamo benissimo che non sono una realtà in ogni parte d'Italia e che, a causa di questa mancanza, purtroppo, la conseguenza è che dei piccoli, di un anno, due anni, tre anni, vedono la loro crescita, in momenti così essenziali della loro formazione umana, psicologica, emotiva e relazionale, all'interno di un contesto che limita la loro libertà. Allora, ci dobbiamo chiedere che tipo di adulti diventeranno domani, perché, di certo, non si può pensare di offrire le migliori cure e una vita sana a quei piccoli. Allora riteniamo che sia indispensabile, attraverso le risorse del PNRR, non rimandare quello che è un atto dovuto. Non hanno alcuna colpa, non è possibile immaginare un'esistenza di quelle creature ancora in spazi che comprimono totalmente l'interesse del minore. È per questo che Fratelli d'Italia ha voluto presentare questo emendamento, è per questo che vi chiediamo e vi richiediamo, nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, di offrire uno spazio di attenzione e di risorse economiche a quei piccoli, è per questo che vi chiediamo di realizzare, attraverso quelle risorse economiche, delle case famiglia protette. È solo in questo modo che noi facciamo anche un'attività di prevenzione, perché il malessere che cagioniamo facendo insistere quei minori in luoghi in cui c'è la limitazione della libertà personale crea, inevitabilmente, disturbi di carattere relazionale, psicologico, esistenziale, fino ad arrivare a comportamenti antisociali rispetto ad uno Stato che non è stato in grado di offrirgli le migliori protezioni. Non si può accettare tutto ciò, evidentemente quei piccoli odierebbero le istituzioni e odierebbero gli adulti che non sono stati in grado di proteggerli.

Quindi, ancora una volta, vi chiediamo di poter riflettere su questo emendamento e di prendere un impegno rispetto al riconoscimento di una protezione educativa, una protezione umana a coloro che sono soggetti di diritto e che hanno bisogno di vedere noi al loro fianco (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.3 Bellucci, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.23 Ferro.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferro (mi avevano detto che non voleva parlare e invece ha cambiato idea). Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Mi perdoni, Presidente, sono appena rientrata. Ci tengo ad illustrare l'emendamento, perché stamattina già abbiamo avuto un dibattito sull'emendamento che riguardava un piano straordinario delle carceri rispetto a un bacino di solo 47.000 persone, che vede una presenza e un sovraffollamento di 53.000 unità. Abbiamo sempre sostenuto con grande chiarezza, come Fratelli d'Italia, che le carceri sovraffollate sono motivo di preoccupazione per chi ci lavora e per i tanti detenuti che sono all'interno di quelle strutture. Secondo noi, per queste strutture, al di là degli stanziamenti - però, anche attraverso quegli stanziamenti, che poi magari vedranno, da parte del sottosegretario, un'attenzione rispetto all'emendamento accantonato -, ci sono interventi che riguardano gli spazi, la possibilità del reinserimento degli stessi detenuti, che significano possibilità lavorative e di studio. Nello stesso tempo, da rivedere quell'opzione che vedrebbe per 20 anni il nostro Paese avere in stato detentivo tante persone che ci sono con i giusti crismi che dovrebbe avere il nostro millennio (e, quindi, quelle strutture). Inoltre, anche all'interno pensare alla famosa schermatura, quella schermatura che ha visto fino alla scorsa settimana - ma credo che sia stato sotto gli occhi di tutti - ciò che è arrivato all'interno delle carceri attraverso i mini cellulari, attraverso, devo dire, anche i tanti strumenti che sono stati motivi di aggressione, non solo nei confronti della persona che voleva crearsi danno - e, quindi, una forma anche di autolesionismo -, ma anche da parte della Polizia penitenziaria, che al suo interno, ha subìto aggressioni. Parto dal presupposto che, per quanto riguarda la possibilità di schermatura, non ci vogliono grandi risorse. Addirittura, si potrebbe fare anche a costo zero, sottosegretario, qualora non si volesse investire a struttura, pensando anche alla chiusura delle piccole carceri che sono un dispendio economico, di risorse umane e di risorse strumentali, e, quindi, pensare ai famosi 5.000 posti da costruire, con 4 padiglioni ex novo, e, nello stesso tempo, anche con quella strumentazione che, sulla parte di competenza, è di proprietà del Ministero e, quindi, senza inficiare chi abita lì vicino con l'impossibilità di poter comunicare attraverso i cellulari. A questo, si aggiunge eventualmente anche chi ha tutta la parte delle intercettazioni e, quindi, quando parlo di costo zero poter contattare le società telefoniche e stipulare una forma di contratto, affinché questo si possa realizzare.

Bisogna capire realmente se si vuole risolvere il sovraffollamento, rimandando i detenuti nel proprio domicilio, come è avvenuto per tanti boss nel recente passato, o se si vuole mettere in sicurezza chi deve scontare la pena, ma anche chi ci lavora. Dalle vostre risposte, capiremo quale sarà l'intenzione di quella doppia morale, dove si parla di donne e poco si fa sulle donne, si parla dei detenuti e poco si fa per i detenuti, si parla di chi indossa una divisa e poco si fa per chi, costantemente, rischia la propria vita ed è un presidio di sicurezza per tutti quanti noi. Quindi, mi auguro che ci sia la giusta attenzione, perché credo che rigettare e dare un parere negativo su questo emendamento a costo zero, sottosegretario, sia una responsabilità importante agli occhi non soltanto del gruppo di Fratelli d'Italia, ma, io credo, della Nazione e di tutti coloro che ci stanno guardando e che saranno lì a giudicarci per quello che noi faremo, ma che voi, in qualche modo, non ci avete concesso di fare.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.23 Ferro, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.15 Trancassini, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.4 Caretta, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.16 Meloni.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Onorevole sottosegretario, mentre va in scena l'ennesimo psicodramma grillino e scrive un capitolo importante, noi, invece, proviamo a sollecitare l'Aula su un tema molto, molto importante, sul quale - vede, sottosegretaria - si è verificata una cosa molto paradossale. Il tema di Roma Capitale è un tema che unisce tutti, a condizione che non ci sia da votare per dare a Roma quei poteri, ma, soprattutto, quelle risorse che Roma merita. È un tema che parte da lontano. Noi lo abbiamo declinato nella legge di bilancio e abbiamo proposto un emendamento importante per dare risorse a Roma. Poi, trovammo un punto di mediazione con la maggioranza in un ordine del giorno a prima firma dell'onorevole Meloni - e, se lei non lo sa, glielo ricordo io - che ha visto tutti i gruppi parlamentari prendere l'impegno, nella legge di bilancio, che alla prima occasione avremmo dato più risorse a Roma. Di occasioni, dalla legge di bilancio a oggi, ce ne sono state diverse.

C'è stata, per esempio, quella del PNRR: un'occasione storica perché era ed è una grande possibilità di finanziamento per tutto quello che può farci uscire dalla crisi. E in quell'occasione, così come nella legge di bilancio, abbiamo provato a far fare a questo Parlamento un ragionamento molto semplice ma che, evidentemente, per l'Italia semplice non è. È un ragionamento che fanno tutte le Nazioni al mondo; non c'è una Nazione che non fa questo ragionamento così semplice, e cioè che la capitale è altro, la capitale è la fotografia sulla carta d'identità di una Nazione, come dice il presidente Meloni, e quindi la capitale diventa la locomotiva che traina una Nazione e, soprattutto, che ha il dovere di trainarla quando questa è in difficoltà.

Abbiamo spiegato questo concetto che va al di là del Giubileo, delle manifestazioni.

La capitale è la capitale sempre, non serve un'occasione per allocare delle somme. La capitale deve essere sempre all'altezza di quella che è, appunto, la capacità di rappresentare una Nazione. E Roma credo sia per definizione la migliore capitale, la città più bella del mondo. Abbiamo provato, quindi, insieme ai colleghi della maggioranza, a far arrivare a Roma quelle risorse che merita. Lo abbiamo fatto, convinti di avere una forza in più; un ordine del giorno non ha grande spessore politico, ma un ordine del giorno firmato da tutti i gruppi politici, sì, lo votammo anche; fu un impegno solenne che, per la verità, poi ritrovammo rimbalzato su tutte le bacheche di quasi tutti i parlamentari romani; quindi, tutti si appropriarono di quell'ordine del giorno e, quindi, fecero proprio, anche dal punto di vista mediatico, l'impegno a mettere risorse su Roma. Peccato che, alla prova dei fatti, il primo, il candidato sindaco Gualtieri, non abbia inserito nel PNRR le risorse che erano fondamentali per Roma.

Abbiamo chiesto di inserire nel PNRR 1 miliardo l'anno per due ordini di motivi: il primo, perché, con queste risorse, nei sei anni, avremmo coperto le difficoltà della capitale che sono sotto gli occhi di tutti; ma soprattutto, sottosegretario, l'avremmo messo su una corsia preferenziale privilegiata, perché, nel PNRR, le opere bisogna farle subito, devono essere inaugurate entro il 2026; significava fare presto e bene. Un'occasione che, per primo, ha perso Gualtieri, pensando che, probabilmente, doveva accontentare tutto quello che gli veniva richiesto dalla sua maggioranza e ha svilito la nostra proposta che, nella prima stesura del PNRR, con grande fatica, eravamo riusciti a far inserire, seppur non con quelle somme. Abbiamo continuato poi - e concludo, Presidente - a convincere la maggioranza che non è un bell'esercizio di credibilità della politica se si prendono degli impegni e poi non si mantengono. E allora, anche in questa occasione, signor sottosegretario, così come faremo in tutte le occasioni, perché lo stiamo facendo anche nel “decreto Sostegni-bis”, saremo qui a ricordarvi che c'è una capitale e che sulla capitale bisogna mettere le risorse e fare quello che fanno in tutte le Nazioni.

Con questo emendamento vi chiediamo 3 miliardi e mezzo, quelli famosi del cashback, perché siamo convinti che una capitale in ordine, con le opere pubbliche all'altezza del suo nome - e il nome è Roma - sicuramente riuscirebbe a fare da locomotiva, non solo di una grande Nazione come l'Italia, ma di una Nazione in difficoltà come siamo noi oggi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà, per un minuto. Poi interverrà l'onorevole Mollicone.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Vorrei sottoscrivere l'emendamento a prima firma Meloni che parla di Roma capitale e, soprattutto, di una Roma capitale, dalle straordinarie bellezze, che ha bisogno: da più tempo, Fratelli d'Italia, in quest'Aula, fa battaglie a favore delle risorse che dovrebbero arrivare e che non arrivano mai e, quando arrivano sono insufficienti. Rispetto al cashback, dall'inizio abbiamo sempre detto cosa pensavamo: ossia che si tratti di uno spreco di denaro. E allora, attraverso la possibilità di finanziare questi 25 milioni, probabilmente annullandoli a qualche iniziativa di minor prestigio, ricordiamo a noi stessi che un popolo e una Nazione passano attraverso la bellezza e soprattutto la storia di una città che rimarrà per sempre la città eterna.

Fate in modo che abbia la dignità che merita: se realmente ci tenete, dimostratelo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà. Poi interverrà l'onorevole Varchi.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). “Quando si considera un'esistenza come quella di Roma, vecchia di oltre duemila anni e più, e si pensa che è pur sempre lo stesso suolo, lo stesso colle, sovente perfino le stesse colonne e mura, e si scorgono nel popolo tracce dell'antico carattere, ci si sente compenetrati dei grandi decreti del destino”: questa frase di Goethe rende l'idea dell'importanza e del valore che diamo a Roma e dell'importanza e del valore che ha Roma capitale; la stessa importanza, colleghi, che, trasversalmente, tutte le forze politiche, anche della maggioranza, esprimono nelle civili riunioni dell'Osservatorio parlamentare, di cui mi onoro di far parte. Ecco, allora diamo un senso a questo impegno, diamo un senso a questo amore per la capitale: sostenete il finanziamento, i fondi e i poteri speciali, perché poi non ci sarà campagna elettorale dove potrete andare a raccontare un'altra cosa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Sì, grazie Presidente. Questo emendamento è l'esatta traduzione in atto parlamentare di ciò che molti esponenti della maggioranza - e, naturalmente, anche noi dell'opposizione l'abbiamo presentato - dicono di voler fare con riferimento a Roma capitale che, lo si ricorda, è l'emblema della Nazione nel mondo. È una capitale che deve essere nelle condizioni di competere con tutte le grandi capitali del mondo e per questo chiediamo - consapevoli dell'importanza, della storia, del valore identitario e del patrimonio culturale che Roma esprime - l'approvazione di questo emendamento come logica conseguenza delle affermazioni di tutti i partiti su Roma capitale; affermazioni che, ove questo emendamento fosse bocciato, rimarrebbero meramente labiali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà. Poi non ho altre richieste di intervento.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Chiedo di sottoscrivere questo emendamento. Fratelli d'Italia, per l'ennesima volta, chiede a questo Parlamento e al Governo di poter offrire a Roma le giuste risorse. La capitale d'Italia deve essere sostenuta come ogni capitale europea, non solo per poter svolgere il proprio compito per i cittadini romani, ma anche per far sì che l'Italia possa essere orgogliosa della capitale, che è la capitale di tutti. È per questo che insistiamo: anche in questa occasione non faremo mai mancare la nostra attenzione, i nostri contributi, le nostre proposte per offrire dignità alla capitale di tutti noi. Per questo, chiedo al Parlamento, a tutti i deputati di votare a favore. È una questione di rispetto verso la nostra Nazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.16 Meloni, con il parere contrario di Commissione e Governo e il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.19 Trancassini, con il parere contrario di Commissione e Governo e il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.2 Bellucci, con il parere contrario di Commissione e Governo e il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.18 Trancassini, con il parere contrario di Commissione e Governo e il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.17 Trancassini, con il parere contrario di Commissione e Governo e il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.31 Albano, con il parere contrario di Commissione e Governo e il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.20 Trancassini, con il parere contrario di Commissione e Governo e il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.21 Trancassini, con il parere contrario di Commissione e Governo e il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Passiamo all'emendamento 1.8 Ciaburro. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Questo è uno degli emendamenti sulle criticità del superbonus. I precedenti non sono stati illustrati, ma sostanzialmente propongono dei correttivi e delle estensioni rispetto all'utilizzo, oltre che la proroga. In quanto a questo vorrei segnalare che sull'emendamento c'è un errore materiale, nel senso che è richiesta la proroga al 31 dicembre 2023. Chiaramente è un errore che si evince, perché nel 2021 già ci siamo.

Si punta l'attenzione soprattutto per quello che riguarda di nuovo una distrazione importante verso quei territori montani che chiaramente possono effettuare gli interventi soltanto in soli pochi mesi rispetto ai 12 fruibili in altre località. Ciò andava considerato; spero, quindi, che ci sia attenzione a rendere, su tutto il territorio, equilibrato l'utilizzo di questo strumento, che, sì, può essere importante, sicuramente virtuoso, ma se nella sua applicabilità e operatività mostra tutte queste criticità diventa inaccessibile, e, quindi, non perseguibile. Si chiede, di conseguenza, questa proroga proprio per consentire in quelle aree montane interventi di ristrutturazione, quindi utilizzando cemento, che chiaramente non si può fare a meno 10 gradi oppure quando ci sono i territori innevati. Su queste terre spesso e volentieri i mesi a disposizione sono 4, 5, 6 al massimo all'anno. Addirittura abbiamo dei borghi splendidi nella nostra Italia che durante l'inverno sono assolutamente inaccessibili, e quindi non riconoscere questi tempi integrativi e in deroga rispetto alla possibilità di effettuare i lavori significa, di fatto, non consentire loro nemmeno di partire. Quindi, questo creerebbe davvero uno squilibrio sul nostro territorio rispetto a diritti che tutti i cittadini devono avere su tutto il nostro territorio nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.8 Ciaburro, con il parere contrario di Commissione e Governo e il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.22 Trancassini, con il parere contrario di Commissione e Governo e il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.100 Cirielli, con il parere contrario di Commissione e Governo e il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.101 Cirielli, con il parere contrario di Commissione e Governo e il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.102 Cirielli.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30 ).

Ora dobbiamo tornare all'emendamento 1.12 Trancassini, a pagina 4 del fascicolo, rispetto al quale era stato chiesto l'accantonamento; quindi, chiedo al relatore se rimane il parere contrario.

MAURO D'ATTIS, Relatore per la maggioranza. Grazie, Presidente. Siccome abbiamo accelerato, le chiedo una sospensione di cinque minuti.

PRESIDENTE. Le basta onorevole D'Attis?

MAURO D'ATTIS, Relatore per la maggioranza. Cinque minuti bastano e avanzano.

PRESIDENTE. Allora, il relatore chiede cinque minuti. Sospendo quindi la seduta, che riprenderà tra 5 minuti.

La seduta, sospesa alle 18,55, è ripresa alle 19,09.

PRESIDENTE. Avverto l'Aula che i relatori per la maggioranza e di minoranza mi hanno chiesto ancora un quarto d'ora; quindi, sospendiamo la seduta fino alle 19,25, in modo da permettere di presentare gli ordini del giorno.

La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 19,10, è ripresa alle 19,25.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 1.12 Trancassini. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo soltanto per annunciare che ritiriamo questo emendamento, in virtù dell'accoglimento dell'ordine del giorno.

PRESIDENTE. È quindi ritirato l'emendamento 1.12 Trancassini.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 3166​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito la rappresentante del Governo a esprimere il parere. Sottosegretario, le do i numeri, lei mi dice il parere? Ordine del giorno n. 9/3166/1 Foti.

ALESSANDRA SARTORE, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze.

Sull'ordine del giorno n. 9/3166/1 Foti, il parere è favorevole, con la sostituzione, al secondo rigo, dopo “e, in ogni caso, di concretamente attivarsi” delle parole “affinché possa trovare piena attuazione” con le altre parole “per dare attuazione al”.

PRESIDENTE. Quindi, parere favorevole con riformulazione. Ordine del giorno n. 9/3166/2 Rizzetto?

ALESSANDRA SARTORE, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze.

Anche sull'ordine del giorno n. 9/3166/2 Rizzetto il parere è favorevole, con la sostituzione delle parole, al primo rigo, “ad adottare prioritariamente ed urgentemente” con: “a valutare l'opportunità che siano adottate iniziative”

PRESIDENTE. Quindi, parere favorevole con riformulazione sull'ordine del giorno n. 9/3166/2 Rizzetto. Ordine del giorno n. 9/3166/2 D'Uva?

ALESSANDRA SARTORE, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze.

Parere favorevole.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/3166/4 Masi?

ALESSANDRA SARTORE, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Anche sull'ordine del giorno n. 9/3166/4 Masi il parere è favorevole, con riformulazione, al quarto rigo, dopo la congiunzione “e” inserire “a valutare l'opportunità”.

Ordine del giorno n. 9/3166/5 Casa, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3166/6 Lorenzoni, parere favorevole con riformulazione: al quarto rigo, dopo “Ascoli Piceno e” inserire: “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno n. 9/3166/7 Flati, parere favorevole con riformulazione: impegna il Governo “a valutare l'opportunità di destinare attraverso…” Questo già c'è scritto. Ordine del giorno n. 9/3166/8 Elisa Tripodi, anche su questo il parere è favorevole con riformulazione: impegna il Governo” a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno n. 9/3166/9 Federico, parere favorevole con riformulazione: impegna il Governo “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno n. 9/3166/10 Gagnarli, anche su questo ordine del giorno parere favorevole con riformulazione: impegna il Governo “a valutare l'opportunità di”.

Ordine del giorno n. 9/3166/11 Varrica, anche su questo ordine del giorno, parere favorevole con riformulazione: impegna il Governo “a valutare l'opportunità di incrementare…”. Ordine del giorno n. 9/3166/12 Ianaro, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3166/13 D'Arrando, parere favorevole con riformulazione: impegna il Governo “a valutare l'opportunità di investire…”. Ordine del giorno n. 9/3166/14 Mammì, anche su questo ordine del giorno il parere è favorevole con riformulazione: alla lettera b) dopo: “a promuovere” inserire: “, nel rispetto di compatibilità di finanza pubblica,”. Sugli ordini del giorno n. 9/3166/15 Rizzo, n. 9/3166/17 Cardinale e n. 9/3166/17 Zanichelli, il parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3166/18 Comaroli, anche su questo ordine del giorno il parere è favorevole con riformulazione: impegna il Governo “a valutare l'opportunità, quantificandone le occorrenti risorse”. Ordine del giorno n. 9/3166/19 Pezzopane, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3166/20 Albano, anche su questo ordine del giorno vi è parere favorevole con riformulazione: al quarto rigo, sostituire le parole: “viene ricompresa” con le seguenti: “si valuti la possibilità di ricomprendere”.

Ordini del giorno n. 9/3166/21 Bucalo e n. 9/3166/22 Frassinetti, pareri favorevoli. Ordine del giorno n. 9/3166/23 Lollobrigida, anche qui il parere è favorevole con riformulazione: impegna il Governo “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3166/24 Prisco, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3166/25 Butti, parere favorevole con riformulazione: impegna il Governo “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3166/26 Silvestroni, anche su questo ordine del giorno si propone una riformulazione: inserire “a valutare l'opportunità di predisporre…” e sostituire, nelle ultime due righe, le seguenti parole: “e finanziabili mediante risorse da reperire con un nuovo veicolo legislativo”.

Ordine del giorno n. 9/3166/27 Deidda, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

Anche sull'ordine del giorno n. 9/3166/28 Galantino, il parere è favorevole con riformulazione: impegna il Governo “a valutare l'opportunità di prevedere il potenziamento della rete nazionale”

Ordine del giorno n. 9/3166/29 Gemmato, favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3166/30 Bond, favorevole con riformulazione, introducendo, al primo rigo, dopo le parole: “agro fotovoltaici”, le parole: “a valutare l'opportunità di”.

Ordine del giorno n. 9/3166/31 Meloni, questo è favorevole con riformulazione, identica ad altri due ordini del giorno - andrebbe insieme agli ordini del giorno n. 9/3166/66 e n. 9/3166/68 -: impegna “a stanziare le adeguate risorse” diventa: “a valutare l'opportunità di stanziare adeguate risorse, concomitanti al Piano nazionale”. “Concomitanti” perché non possiamo usare “complementari”, dentro un Fondo complementare. Quindi, “concomitanti”. Lo stesso parere è per gli ordini del giorno n. 9/3166/66 e n. 9/3166/68.

PRESIDENTE. Allora, se non ho capito male, l'ordine del giorno n. 9/3166/31 Meloni è favorevole con riformulazione e la stessa riformulazione è per gli ordini del giorno n. 9/3166/68 Gualtieri e per il n. 9/3166/66 Baldino. Quindi, siamo all'ordine del giorno n. 9/3166/32 Caretta.

ALESSANDRA SARTORE, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Ordine del giorno n. 9/3166/32 Caretta, anche su questo il parere favorevole con riformulazione: all'inizio della frase sostituire: “stabilire” con: “prevedere”.

Ordine del giorno n. 9/3166/33 Ciaburro, favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3166/34 Cirielli, anche questo favorevole con riformulazione: dopo la parole: “a valutare l'opportunità” inserire le seguenti: “compatibilmente con il quadro di finanza pubblica”.

Ordine del giorno n. 9/3166/35 Zucconi, favorevole con riformulazione: impegna il Governo “a valutare l'opportunità”,

Sugli ordini del giorno n. 9/3166/36 Vitiello, n. 9/3166/37 Bellucci e n. 9/3166/38 Ferro, parere favorevole con riformulazione: impegna il Governo “a valutare l'opportunità”.

PRESIDENTE. Sottosegretario, l'ordine del giorno n. 9/3166/39 Lucaselli è quello in nuova versione.

ALESSANDRA SARTORE, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sì. Anche su questo è parere favorevole con la seguente riformulazione: sostituire le parole “ad incrementare” con le seguenti “a reperire le risorse all'interno della Missione n. 2…”

Ordine del giorno n. 9/3166/40 Rampelli, favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

Ordine del giorno n. 9/3166/41 Maschio, favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità”.

Ordine del giorno n. 9/3166/42 Varchi, favorevole con riformulazione: impegna il Governo “a valutare l'opportunità di garantire…”.

Ordini del giorno n. 9/3166/43 Mantovani e n. 9/3166/44 Mollicone, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3166/45 De Toma, favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di destinare, nell'ambito delle risorse disponibili nel quadro delle compatibilità di finanza pubblica”.

Ordine del giorno n. 9/3166/46 Rotelli, favorevole con riformulazione: impegna il Governo “a valutare l'opportunità e va tolto il riferimento al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/3166/47 Noja?

ALESSANDRA SARTORE, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Scusi, un attimo, datemi un attimo, perché questo lo devo completare. Scusate, sono talmente tanti.

PRESIDENTE. Sta parlando dell'ordine del giorno n. 9/3166/46 Rotelli o dell'ordine del giorno dell'ordine del giorno n. 9/3166/47 Noja?

ALESSANDRA SARTORE, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Dell'ordine del giorno n. 9/3166/46 Rotelli.

PRESIDENTE. Quindi, quello favorevole con riformulazione, stiamo sentendo la riformulazione.

ALESSANDRA SARTORE, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Un minuto, se è possibile.

PRESIDENTE. Certo, sottosegretario.

ALESSANDRA SARTORE, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Questo va riformulato così, togliendo il “Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza”, “tra i progetti finanziati, le opere, anche di natura preliminare, inerenti la realizzazione del ponte, come collegamento viario-ferroviario, compatibilmente con le molteplici esigenze di cui necessita il Paese, in linea con l'indirizzo votato alla Camera sul Recovery e con la finalità di realizzare un collegamento stabile e veloce dello stretto di Messina mediante opere adeguate e mezzi idonei”.

PRESIDENTE. Quindi, stiamo parlando dell'ordine del giorno n. 9/3166/46 Rotelli, favorevole con questa riformulazione che ci ha appena letto.

ALESSANDRA SARTORE, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sì.

Sull'ordine del giorno n. 9/3166/47 Noja, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3166/48 Caiata, parere favorevole con riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3166/49 Baldelli, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3166/50 Spena: “a valutare l'opportunità di adottare”, parere favorevole.

PRESIDENTE. Quindi, favorevole con riformulazione.

ALESSANDRA SARTORE, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. No, va bene così, perché c'è già scritto, Presidente.

PRESIDENTE. Perfetto, quindi è favorevole senza riformulazione.

ALESSANDRA SARTORE, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sì.

Sull'ordine del giorno n. 9/3166/51 Trancassini, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3166/52 Bignami, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3166/53 Vinci, parere favorevole con riformulazione. Al secondo rigo, sostituire la parola: “complementari”, con la parola: “concomitanti”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3166/54 Rachele Silvestri, parere favorevole con riformulazione: anche qui, valuta l'opportunità, non “di una quota parte del Fondo complementare”, ma “del finanziamento”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3166/55 Donzelli, parere favorevole con riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3166/56 Delmastro Delle Vedove, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3166/57 Osnato, parere favorevole con riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità”.

Anche sull'ordine del giorno n. 9/3166/58 Montaruli vi è parere favorevole con riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità”. La stessa cosa per l'ordine del giorno n. 9/3166/59 Patassini, parere favorevole con questa riformulazione: “a valutare l'opportunità”.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/3166/60 Pella?

ALESSANDRA SARTORE, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sull'ordine del giorno n. 9/3166/60 Pella, il parere è favorevole con questa riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità”.

Anche sull'ordine del giorno n. 9/3166/61 Caon: “impegna il Governo a valutare l'opportunità”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3166/62 Prestigiacomo: “impegna il Governo ad individuare, compatibilmente con le molteplici esigenze di cui necessita il Paese, in linea con l'indirizzo votato dalla Camera sul Recovery e con la finalità di realizzare un collegamento stabile e veloce dello Stretto di Messina mediante opere adeguate e mezzi idonei”. Quindi, non “a valutare l'opportunità” ma “ad individuare”.

PRESIDENTE. Quindi, favorevole con questa riformulazione.

ALESSANDRA SARTORE, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sì.

Ordine del giorno n. 9/3166/63 Siracusano: “a valutare l'opportunità”.

Ordine del giorno n. 9/3166/64 Marrocco: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di adottare (…)”.

PRESIDENTE. Quindi, con questa riformulazione.

ALESSANDRA SARTORE, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sì.

Ordine del giorno n. 9/3166/65 Carnevali, parere favorevole con riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di adottare (…)”.

PRESIDENTE. Il parere sull'ordine del giorno n. 9/3166/66 Baldino me l'ha già dato: favorevole con riformulazione.

ALESSANDRA SARTORE, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Ordine del giorno n. 9/3166/67 Patelli: parere favorevole.

PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/3166/68 Gualtieri ha già dato il parere: favorevole con riformulazione, come aveva fatto con gli altri. Poi, c'è l'ordine del giorno n. 9/3166/69 Mancini.

ALESSANDRA SARTORE, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Anche questo è uguale all'ordine del giorno n. 9/3166/68 Gualtieri. Quindi: “impegna il Governo a valutare l'opportunità”.

PRESIDENTE. Quindi, favorevole con riformulazione.

ALESSANDRA SARTORE, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sì, è identico.

PRESIDENTE. Questo era l'ultimo ordine del giorno.

Secondo le intese intercorse, sospendiamo, a questo punto, l'esame del provvedimento che riprenderà nella seduta di domani, a partire dalle ore 9,30.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Giorgi. Ne ha facoltà. Se facciamo un po' di silenzio permettiamo all'onorevole De Giorgi di fare il suo intervento. Prego.

ROSALBA DE GIORGI (MISTO). Grazie, Presidente. La settimana appena trascorsa ha consegnato a Taranto e ai suoi cittadini tre verità: una, è che il suo destino dovrà restare ancora legato ad una fabbrica che, allo stato attuale, non può essere additata come modello da seguire per la produzione di acciaio; la seconda, invece, lascia ancora più amarezza, perché si è preso atto che la situazione che vivono gli abitanti della città dei due mari non potrà mai essere capita se non la si sperimenta personalmente. Queste due verità sono state consegnate dalla sentenza del Consiglio di Stato che ha cancellato l'ordine di spegnimento degli impianti dell'area a caldo dello stabilimento siderurgico che era stato firmato dal sindaco del capoluogo ionico.

C'è, poi, una terza verità, ed è quella che si è materializzata a seguito della decisione presa dal Ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, appena due giorni dopo il pronunciamento del Consiglio di Stato. Il Ministro ha firmato un decreto con cui ha negato ad Acciaierie d'Italia, la nuova ex Ilva, la proroga per gli interventi di messa a norma della batteria 12 della cokeria. Il tempo per adeguare questo impianto in modo tale da abbattere le emissioni scade il 30 giugno, nonostante l'azienda abbia chiesto di far slittare il termine a gennaio del 2022. Il Ministro non ha concesso proroghe al colosso d'acciaio, facendo capire che allora è vero che contro chi inquina si può ancora fare qualcosa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Muro. Ne ha facoltà.

FLAVIO DI MURO (LEGA). Grazie Presidente, un mese fa sono intervenuto in quest'Aula per condannare un'aggressione avvenuta ai danni di un carabiniere nella mia città, a Ventimiglia. Dopo un mese, mi tocca tornare sull'argomento perché non è cambiato nulla, anzi la situazione è peggiorata, perché cinque agenti della polizia sono stati feriti dai migranti.

Quindi, oltre a dare la solita e consueta solidarietà alle Forze dell'ordine, voglio dire chiaramente che la situazione è inaccettabile. Oggi guardavo i dati del Ministero dell'Interno, quindi dati ufficiali, e, da gennaio a giugno di quest'anno, sono sbarcati 20 mila migranti sulle coste italiane, dieci volte tanto, lo ripeto, dieci volte tanto rispetto alla passata gestione del 2009, con Ministro Matteo Salvini. Lo ripeto, è inaccettabile, Presidente.

Se l'attuale Ministro Lamorgese ha deciso di fare sbarcare chiunque, deve anche gestire, poi, i flussi sul territorio nazionale. Se lo specchio della sua gestione è la città di Ventimiglia, dove vi sono bivacchi abusivi, stanno occupando le case, risse ogni sera, i cittadini sono spaventati ad uscire sia di giorno che di notte, questo è un totale fallimento. Non posso accettare una gestione di questo tipo da parte del Governo e del Ministro Lamorgese.

Il Presidente Draghi è stato a Bruxelles e l'hanno rimandato a settembre. Noi come affrontiamo la stagione estiva con questo incremento di dati nella città di Ventimiglia? Servono risposte concrete e servono subito. Bisogna svegliarsi! Sveglia, Ministro Lamorgese, così non possiamo andare avanti! Dobbiamo aspettare il morto per agire?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rizzo Nervo. Ne ha facoltà.

LUCA RIZZO NERVO (PD). Grazie Presidente, voglio raccontare all'Aula brevemente la storia incredibile di Irene: incredibile, purtroppo, come tante. Irene è una bambina di 4 anni e mezzo, una bambina che va alla scuola d'infanzia, come tutti i bambini della sua età, gioca con i suoi compagni, scopre cose nuove, acquisisce autonomie, come tutti. Irene la scorsa settimana era con la sua famiglia a fare qualche giorno di vacanza in un grande villaggio turistico, una di quelle grandi strutture ricettive all inclusive, progettate per soddisfare ogni aspettativa, per fare stare bene, per garantire alti standard di qualità. E Irene voleva il più semplice degli standard: giocare con gli altri bambini nel centro giochi del villaggio turistico, come tutti, insieme a tutti, con la semplicità dei bambini che annulla ogni distanza. Ma questo standard, Presidente, nel 2021, ancora pare non si possa garantire ad Irene, perché Irene è una bimba con la sindrome di Down. A lei quella possibilità è stata negata, le sono stati chiusi i cancelli davanti agli occhi, in modo inevitabilmente traumatico, perché il suo essere speciale, in cerca di normalissimo divertimento, non rientrava negli standard: spaventava educatrici, direttori di struttura. Solo dopo, quando tutto era già successo, sono giunte le tardive quanto inutili scuse, sempre del giorno dopo. Una vicenda piccola, Presidente, ma dolorosa, che ci racconta dello straordinario e incessante lavoro culturale che ancora serve per scalfire un pericolosissimo handicap, che è l'ignoranza che produce discriminazioni all inclusive nel nostro Paese.

Ad Irene il nostro abbraccio e l'impegno ad intervenire con urgenza e decisione, perché quelle di Irene e di tanti altri bambini speciali siano solo storie di bellezza e di sorrisi: mai più, Presidente, di assurde umiliazioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferri. Ne ha facoltà. Se sgombrate l'emiciclo, perché l'onorevole Ferri è proprio lì, sul banco dei relatori.

COSIMO MARIA FERRI (IV). Sì, grazie Presidente, vorrei sollecitare l'attenzione del Ministro Giorgetti su uno dei tanti casi di crisi industriali che, purtroppo, ci sono nel nostro Paese, in particolare quello della nuova Sanac (si tratta di diversi stabilimenti, io conosco meglio quello nella mia provincia di Massa-Carrara, ma ce ne sono altri anche in altre zone) che è commissariata e attende una risposta da parte del Governo.

Hanno fatto una gara, è stata affidata ad ArcelorMittal, che ha presentato una garanzia. È il destino legato anche a quello dell'ex Ilva. Si parla molto di ex Ilva, giustamente, ma poco di Nuova Sanac, e sono due aziende collegate. Chiaramente la Nuova Sanac è più piccola, ma non per questo meno importante; strategica in quel settore, ha grandi professionalità e una produzione importante, in sinergia con il mercato dell'ex Ilva. Scade la garanzia, che è fideiussoria, che ha presentato ArcelorMittal, nell'essere, tra l'altro, l'unico concorrente che ha partecipato al bando, e i lavoratori sono preoccupati perché non sanno niente, non si sa se questa garanzia fideiussoria sarà rinnovata e quali saranno le intenzioni del Ministero e del Commissario, se verrà fatta una nuova gara, se verrà assegnata, continuerà appunto con il rinnovo della garanzia e sarà assegnata a ArcelorMittal, quale sarà il futuro di un'azienda che è strategica.

Dobbiamo una risposta a questi lavoratori perché non basta parlare di proroghe dei licenziamenti, di blocco dei licenziamenti. Pensiamo anche a queste crisi industriali perché davvero ci sono tante famiglie che sono preoccupate e attendono una risposta da parte del Governo. Richiamo su questo l'attenzione, per far chiarezza e si auspica che lo Stato entri in queste aziende, in settori così strategici per il Paese, e le salvi per il bene dei lavoratori, ma anche della produzione industriale.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 30 giugno 2021 - Ore 9,30:

(ore 9,30 e ore 16)

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

S. 2207 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 6 maggio 2021, n. 59, recante misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e altre misure urgenti per gli investimenti (Approvato dal Senato). (C. 3166​)

Relatori: D'ATTIS, per la maggioranza; LUCASELLI, di minoranza.

2. Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:

GELMINI e APREA; INVIDIA; BUCALO e FRASSINETTI; TOCCAFONDI; COLMELLERE ed altri; SOVERINI ed altri: Ridefinizione della missione e dell'organizzazione del Sistema di Istruzione e formazione tecnica superiore in attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. (C. 544​-2387​-2692​-2868​-2946​-3014-A​)

Relatore: TOCCAFONDI.

3. Seguito della discussione della mozione Cabras ed altri n. 1-00456 concernente iniziative in relazione al caso di Julian Assange .

4. Seguito della discussione della proposta di legge:

ZUCCONI ed altri: Disposizioni concernenti la rinegoziazione dei contratti di locazione di immobili destinati ad attività commerciali, artigianali e ricettive per l'anno 2021 in conseguenza dell'epidemia di COVID-19.

(C. 2763-A​)

Relatori: MASI, per la maggioranza; ZUCCONI, di minoranza.

5. Discussione della relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti della deputata Vincenza Bruno Bossio. (Doc. IV-ter, n. 18-A)

Relatore: SAITTA.

(ore 15)

6. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 5 i deputati Bonomo e Gariglio hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.

La seduta termina alle 19,55.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 3166 - em. 1.9 352 347 5 174 35 312 83 Resp.
2 Nominale em. 1.6 345 343 2 172 44 299 83 Resp.
3 Nominale em. 1.24 357 344 13 173 34 310 82 Resp.
4 Nominale em. 1.10 365 349 16 175 34 315 81 Resp.
5 Nominale em. 1.11 340 333 7 167 31 302 79 Resp.
6 Nominale em. 1.1 376 346 30 174 20 326 78 Resp.
7 Nominale em. 1.13 366 351 15 176 32 319 78 Resp.
8 Nominale em. 1.7 372 365 7 183 41 324 78 Resp.
9 Nominale em. 1.25 367 358 9 180 37 321 83 Resp.
10 Nominale em. 1.28 380 371 9 186 41 330 83 Resp.
11 Nominale em. 1.5 397 392 5 197 43 349 81 Resp.
12 Nominale em. 1.33 370 369 1 185 47 322 79 Resp.
13 Nominale em. 1.32 368 367 1 184 46 321 79 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale em. 1.3 379 374 5 188 48 326 79 Resp.
15 Nominale em. 1.23 382 380 2 191 50 330 78 Resp.
16 Nominale em. 1.15 381 374 7 188 42 332 78 Resp.
17 Nominale em. 1.4 378 368 10 185 41 327 78 Resp.
18 Nominale em. 1.16 390 377 13 189 38 339 78 Resp.
19 Nominale em. 1.19 383 374 9 188 41 333 78 Resp.
20 Nominale em. 1.2 391 378 13 190 36 342 79 Resp.
21 Nominale em. 1.18 385 372 13 187 34 338 79 Resp.
22 Nominale em. 1.17 399 385 14 193 36 349 79 Resp.
23 Nominale em. 1.31 394 379 15 190 36 343 79 Resp.
24 Nominale em. 1.20 401 386 15 194 36 350 79 Resp.
25 Nominale em. 1.21 399 383 16 192 34 349 79 Resp.
26 Nominale em. 1.8 396 381 15 191 35 346 79 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 30)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale em. 1.22 394 377 17 189 34 343 79 Resp.
28 Nominale em. 2.100 393 382 11 192 37 345 79 Resp.
29 Nominale em. 2.101 400 387 13 194 37 350 79 Resp.
30 Nominale em. 2.102 397 385 12 193 36 349 79 Resp.