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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 529 di mercoledì 23 giugno 2021

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

La seduta comincia alle 9,05.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

AZZURRA PIA MARIA CANCELLERI, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Battelli, Billi, Brescia, Casa, Cavandoli, De Menech, Galantino, Gallinella, Gebhard, Giachetti, Molinari, Mura, Pastorino, Perantoni, Polidori, Roberto Rossini e Tasso sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 99, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri in vista della riunione del Consiglio europeo del 24-25 giugno 2021.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri in vista della riunione del Consiglio europeo del 24-25 giugno 2021.

La ripartizione dei tempi riservati alla discussione è pubblicata nel vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (vedi calendario).

Avverto che, su richiesta del gruppo Fratelli d'Italia, la Presidenza ha attribuito a tale gruppo un tempo aggiuntivo nell'ambito della discussione generale.

(Intervento del Presidente del Consiglio dei Ministri)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi. Ne ha facoltà.

MARIO DRAGHI, Presidente del Consiglio dei Ministri. Onorevole Presidente, onorevoli deputati e deputate, il mio intervento di oggi intende rendervi partecipi degli argomenti in discussione nel Consiglio europeo di questa settimana. Si tratta di un passaggio importante. Vi ringrazio di essere qui. L'interlocuzione con il Parlamento è essenziale per definire la posizione del nostro Paese su temi di rilevanza grande per la vita dei nostri cittadini, delle nostre istituzioni.

Procederò a toccare i principali temi in agenda. Questi includono: la ripresa economica, la pandemia da COVID-19, i vaccini, le migrazioni, temi di politica estera, come i rapporti con Turchia e Russia, e le crisi in Etiopia e nel Sahel.

La situazione economica europea e italiana è in forte miglioramento. Secondo le proiezioni della Commissione europea, nel 2021 e nel 2022 l'Italia crescerà rispettivamente del 4,2 e del 4,4 per cento, come il resto dell'Unione Europea. Molti degli indicatori che abbiamo a disposizione indicano che la ripresa sarà, probabilmente, ancora più sostenuta.

Gli ultimi dati sulla fiducia di imprese e consumatori, riferiti al mese di maggio, sono in marcato aumento. Il dato per le imprese, in particolare, è in forte accelerazione rispetto alla tendenza positiva degli ultimi mesi ed è il dato più alto dal febbraio 2018.

Anche il commercio estero è ripartito. Nel mese di aprile, le esportazioni sono cresciute notevolmente, non solo rispetto all'anno scorso, quando il loro livello era stato eccezionalmente basso, ma anche rispetto a 2 anni fa, segnando un più 7,4 per cento. Sempre ad aprile, l'indice della produzione industriale è aumentato dell'1,8 per cento rispetto a marzo. La fiducia, insomma, sta tornando.

Il nostro obiettivo è superare in maniera duratura e sostenibile quei tassi di crescita anemici, diciamo, che l'Italia registrava prima della pandemia. Per far ciò è fondamentale mantenere a livello europeo una politica di bilancio espansiva nei prossimi mesi.

Durante la pandemia abbiamo impiegato risorse ingenti per proteggere la capacità produttiva della nostra economia, ora dobbiamo assicurarci che la domanda aggregata sia in grado di soddisfare questi livelli di offerta. Abbiamo protetto la capacità produttiva durante la pandemia, protetto i posti di lavoro, protetto le persone, ora si tratta di proteggere la crescita della domanda.

Raggiungere tassi di crescita notevolmente più alti di quelli degli ultimi decenni ci permetterà anche di ridurre il rapporto tra debito e prodotto interno lordo, che è aumentato di molto durante la pandemia, come peraltro in tutti gli altri Paesi dell'Unione europea, e ci consentirà di creare nuovi tipi di lavoro, nuovi posti di lavoro, fondamentali per affrontare le transizioni: quella digitale, quella ambientale.

In questo quadro economico positivo permangono, però, alcuni rischi. Il primo è proprio la situazione epidemiologica, di cui parlerò più avanti. Sebbene in forte miglioramento, questa deve essere osservata, monitorata con attenzione. In particolare, dobbiamo tenere sotto controllo l'emergere e il diffondersi di nuove e pericolose varianti che possono rallentare il programma di riaperture e frenare consumi e investimenti.

Il secondo potenziale pericolo è l'inflazione che, nell'area dell'euro, ha raggiunto il 2 per cento a maggio, dopo l'1,6 di aprile. C'è largo consenso che, a oggi, questo aumento sia temporaneo perché legato a un recupero della domanda, a strozzature dell'offerta e a effetti contabili. L'inflazione cosiddetta core - che esclude le componenti più variabili come l'energia -, cioè quella a cui si guarda per capire se un aumento dell'inflazione è duraturo oppure temporaneo, rimane molto bassa nella zona dell'euro, anche se è in crescita negli Stati Uniti.

Dobbiamo mantenere alta l'attenzione affinché le aspettative di inflazione restino ancorate al target di medio termine, ma dobbiamo soprattutto monitorare il rischio di una divergenza tra l'economia della zona euro e quella statunitense e le implicazioni che questa avrebbe per la politica monetaria europea e della Federal Reserve.

Un ulteriore rischio è legato al debito. Nel corso del 2020 il rapporto debito-PIL nell'Unione europea è salito di 16,7 punti percentuali, in Spagna del 25,7, in Francia del 18,5, in Italia del 15,8 per cento.

Nel 2020 i Governi europei hanno utilizzato in maniera corposa le garanzie statali per un ammontare di 450 miliardi di euro nei soli quattro Paesi più grandi dell'Unione. Alcune di queste garanzie probabilmente dovranno essere, come dire, realizzate. Una politica di bilancio espansiva è essenziale quindi per preservare ritmi di crescita sostenuti che, a loro volta, permetteranno di ridurre l'indebitamento; tuttavia, è importante che tutti i Governi si impegnino, nel medio termine, nel lungo termine, a tornare ad una politica di bilancio prudente una volta che la crescita sarà di nuovo sostenibile. Questo serve per rassicurare gli investitori, prevenire eventuali rialzi dei tassi di interesse e dunque favorire gli attuali programmi di investimento.

L'ultimo rischio riguarda la coesione sociale e la sostenibilità ambientale. Le fasi di ripresa dalle crisi precedenti hanno spesso favorito solo alcune fasce della popolazione, penalizzando i meno abbienti, i più giovani e le donne. Non abbiamo prestato la dovuta attenzione alla crisi climatica che colpisce soprattutto le aree più fragili del nostro Paese; questa volta dobbiamo agire diversamente.

Ad esempio, dobbiamo mettere in campo politiche attive del lavoro efficaci per aiutare chi ha bisogno di formazione per trovare un nuovo impiego. Il programma stesso di questo Governo è una risposta a quest'ultimo rischio, cioè quello rappresentato dalla coesione sociale, dalla sostenibilità climatica.

Il Consiglio europeo discuterà di come garantire una crescita durevole e sostenibile, anche grazie alle risorse del Next Generation EU. A livello europeo, è molto positivo che 24 dei 27 Piani dei Paesi membri siano già stati formalmente presentati e che la Commissione ne abbia esaminati 10. L'erogazione dei fondi dipenderà dall'approvazione da parte del Consiglio europeo ed è importante che questo avvenga in modo rapido ed efficace.

L'approvazione del Piano italiano da parte della Commissione, confermata dalla Presidente von der Leyen durante la sua visita di ieri a Roma, conferma il grande lavoro svolto dal nostro Paese (Applausi).

Abbiamo messo insieme un Piano ambizioso di riforme e di investimenti e lo abbiamo fatto con la collaborazione degli enti territoriali, delle parti sociali e del Parlamento, che tengo qui a ringraziare. Il vostro ruolo come Parlamento sarà fondamentale durante tutta l'attuazione del Piano. Come ho avuto modo di dire ieri alla Presidente von der Leyen, l'approvazione da parte della Commissione è infatti soltanto il primo passo. Nei prossimi mesi ci aspetta un cammino impegnativo per avviare i progetti di investimento previsti e per portare avanti l'agenda di riforme. Gli occhi dell'Europa sono sull'Italia. Il nostro è, infatti, il programma più di sostanza, più grande, per un importo pari a 191,5 miliardi di euro, a cui si aggiungono i 30 miliardi del Fondo complementare. Il successo del programma Next Generation EU dipende in larga parte da noi.

Per quanto riguarda la pandemia, rispetto alle mie comunicazioni alle Camere del 24 marzo, il quadro epidemiologico in Italia e, in generale, in Europa è molto migliorato. La scorsa settimana in tutta l'Unione europea abbiamo registrato circa 90 mila casi e ci sono stati 2.600 decessi dovuti al COVID-19; due mesi fa i casi erano circa 1 milione a settimana e i decessi settimanali erano 6 volte quelli attuali. Questo miglioramento è merito della campagna vaccinale, che procede in modo spedito: a metà aprile solo 1 adulto su 4 aveva ricevuto almeno una dose, appena 1 su 10 aveva completato il ciclo vaccinale; ad oggi, nell'Unione europea più di metà della popolazione adulta ha ricevuto almeno 1 dose di vaccino, in Italia la quota è quasi del 60 per cento e circa il 30 per cento della popolazione adulta ha completato l'intero ciclo di vaccinazione.

I rischi legati alle varianti, e in particolare alla cosiddetta variante Delta, ci impongono di procedere nella campagna vaccinale con la massima intensità. Dobbiamo inoltre continuare a concentrarci sui soggetti più fragili, non ci devono essere distrazioni; i soggetti più fragili come i più anziani, che sono maggiormente a rischio di morte o di ospedalizzazione.

Per quanto riguarda il pass italiano, il 17 giugno è stato firmato il DPCM che definisce le modalità di rilascio. È, quindi, operativa in Italia la piattaforma informatica di rilascio della certificazione, che facilita la partecipazione ad alcune tipologie di eventi e gli spostamenti tra regioni in caso di peggioramento del quadro epidemiologico. Dal 1° luglio la certificazione sarà valida anche come certificato verde europeo per poter viaggiare da e per i Paesi dell'Unione europea e dell'area Schengen. Intanto consentiamo già, alle stesse condizioni di certificazione, l'ingresso in Italia dei turisti provenienti dalle stesse aree, dagli Stati Uniti, dal Canada e dal Giappone; vogliamo permettere loro di venire in sicurezza in Italia, per aiutare i nostri albergatori e i ristoratori a ripartire, dopo un anno e mezzo di difficoltà.

Sempre sul tema dei vaccini, il Consiglio europeo affronterà nuovamente la questione della solidarietà internazionale; migliorare l'accesso ai vaccini nei Paesi più poveri non è soltanto una questione etica, ma è anche una priorità sanitaria. Più a lungo dura la pandemia, più possibilità ci sono che il virus muti in varianti particolarmente contagiose e che possono sfuggire alla copertura del vaccino. Anche su questo fronte sono stati fatti importanti passi in avanti nel corso degli scorsi due mesi. Sono molto soddisfatto del lavoro svolto al Global Health Summit organizzato dall'Italia insieme alla Commissione europea, a Roma, il 21 maggio scorso. Il Summit è stato il preludio del Consiglio europeo straordinario del 24-25 maggio, in cui tutti i Paesi dell'Unione europea si sono impegnati a donare almeno 100 milioni di dosi di vaccini entro la fine dell'anno. L'Italia farà la sua parte e donerà 15 milioni di dosi (Applausi). Nel Vertice G7 in Cornovaglia, nel successivo Vertice Unione europea-Stati Uniti, è stato ribadito l'impegno comune ad aumentare la produzione dei vaccini anche al fine di una loro distribuzione più equa a livello globale.

Come ho dichiarato in altre occasioni, il trasferimento di tecnologie verso Paesi terzi può essere molto utile a questo fine; tale questione andrà definita nel quadro di un negoziato presso l'Organizzazione mondiale del commercio. La Commissione è pronta a presentare una propria proposta scritta come base per i negoziati. Al Global Health Summit la Presidente von der Leyen ha presentato l'iniziativa europea per la produzione locale e l'accesso ai vaccini, ai farmaci e alle tecnologie sanitarie del continente africano; è un'iniziativa che l'Italia appoggia con convinzione. È previsto 1 miliardo di euro in investimenti a carico del bilancio europeo da incrementare col supporto degli Stati membri.

Durante il Consiglio europeo verrà inoltre accolta la decisione, adottata dalla settantaquattresima Assemblea generale dell'Organizzazione mondiale della sanità, di convocare una sessione speciale dell'Assemblea mondiale della salute a novembre. In quell'occasione si discuterà di un quadro comune per migliorare la preparazione globale a future pandemie sulla base delle lezioni apprese durante questa crisi sanitaria. L'Italia, come tanti altri Paesi, si è trovata impreparata all'arrivo del COVID-19. Non bisogna, non possiamo permetterci che questo accada di nuovo. La Dichiarazione di Roma, approvata anch'essa al Summit, fornisce un'ottima base per una maggiore cooperazione e solidarietà internazionale in futuro.

Un altro tema che ci riguarda da vicino è quello della gestione dei flussi migratori, che torna ad essere in agenda del Consiglio europeo su precisa richiesta dell'Italia (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Lega-Salvini Premier, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Italia Viva, Coraggio Italia, Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Misto).

Come ho dichiarato in passato, il Governo vuole gestire l'immigrazione in modo equilibrato, efficace, umano, ma questa gestione non può essere soltanto italiana; deve essere davvero europea (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Lega-Salvini Premier, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Italia Viva, Coraggio Italia, Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Misto). Occorre un impegno comune che serva a contenere i flussi di immigrazione illegali, a organizzare l'immigrazione legale e aiutare questi Paesi a stabilizzarsi e a ritrovare la pace e penso ovviamente, in modo particolare, alla Libia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Un miglior controllo della frontiera esterna dell'Unione può essere la base per un piano più ampio, che comprenda anche il tema dei ricollocamenti. Tra i Paesi dell'Unione esiste un'ampia convergenza sull'esigenza di superare il regolamento di Dublino. Si tratta di una convenzione concepita in una diversa fase storica, adatta semmai a gestire numeri contenuti, più contenuti di quanto non siano oggi. Al momento, però, una solidarietà obbligatoria verso i Paesi di primo arrivo, attraverso la presa in carico dei salvati in mare, rimane divisiva per i 27 Stati membri. Serve un'alternativa di lungo periodo per fare in modo che nessun Paese sia lasciato solo (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Lega-Salvini Premier, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Italia Viva, Coraggio Italia, Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Misto). Il Patto sulla migrazione e l'asilo, proposto il 23 settembre 2020 dalla Commissione europea, ha il merito di ricercare un cambio di prospettiva, ma il negoziato sul Patto dimostra che c'è ancora molto lavoro da fare. Attualmente sta emergendo un terreno comune fra gli Stati europei su diversi aspetti fondamentali. Tra i 27 Stati membri ci sono punti di convergenza, innanzitutto sul riconoscimento delle rotte migratorie come parte integrante dell'azione esterna dell'Unione europea. Intendiamo intensificare in tempi rapidi partenariati e forme di collaborazione con i Paesi di origine e di transito, in particolare con i Paesi africani. Lo scopo è quello di evitare perdite di vite umane ma anche di contrastare le partenze illegali, nonché di ridurre la pressione sui confini europei.

Ho discusso anche di questo durante gli incontri, avvenuti nelle ultime settimane, con il Primo Ministro libico Dabaiba e il Presidente della Repubblica tunisina Saïed, dai quali ho ricevuto riscontri positivi. Anche la Commissione europea e l'Alto rappresentante dell'Unione europea per gli Affari esteri e la politica di sicurezza hanno ribadito l'urgenza di portare avanti azioni concrete dai tempi certi con i Paesi di origine e di transito, un invito su cui mi sembra ci sia ampia convergenza. Inoltre, la maggioranza dei Paesi membri sembra essere sensibile all'esigenza di una più stretta collaborazione tra l'Unione europea, l'Alto commissariato ONU per i rifugiati e l'Organizzazione internazionale per le migrazioni riguardo a tutte le rotte migratorie.

Vogliamo che il Consiglio promuova un'azione più incisiva sui rimpatri, anche attraverso lo strumento dei rimpatri volontari assistiti, e che favorisca un impegno comune a sostegno dei corridoi umanitari.

Attualmente, credo, noi siamo i protagonisti per i corridoi umanitari; credo che ci siano pochissimi altri Paesi che li fanno e, devo dire, sia pure nella ridotta dimensione, li fanno così bene. Più in generale serve una maggiore considerazione dal punto di vista politico e finanziario delle rotte migratorie nel Mediterraneo centrale e occidentale. Oggi è privilegiata soprattutto la rotta orientale sul piano giuridico e finanziario. Occorre uno specifico impegno dell'Unione europea per la stabilità in Libia, auspicabilmente sotto gli auspici delle Nazioni Unite.

Per quanto riguarda la politica estera, il Consiglio europeo si occuperà prima di tutto dei rapporti tra Unione europea e Turchia. Nella sua riunione di marzo il Consiglio aveva ricordato come sia di interesse strategico europeo avere una situazione di stabilità e sicurezza nel Mediterraneo orientale e, dunque, collaborare con la Turchia. Il Consiglio intende sottolineare di nuovo la disponibilità dell'Unione europea a cooperare in alcune aree di interesse comune come la lotta ai cambiamenti climatici, la salute pubblica o la lotta al terrorismo. Siamo impegnati anche sul tema dell'unione doganale. Ribadiremo però la nostra preoccupazione per il rispetto dei diritti fondamentali in Turchia, come i diritti delle donne, i diritti civili e i diritti umani (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Lega-Salvini Premier, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Italia Viva, Coraggio Italia, Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Misto).

Per quanto riguarda la Russia si farà riferimento alle conclusioni del Consiglio europeo straordinario di maggio e si ribadirà l'impegno ai principi chiave che governano la relazione tra Unione europea e Russia.

Infine, nelle conclusioni del Consiglio europeo sono previsti riferimenti alla crisi nel Sahel e in Etiopia. La stabilizzazione del Sahel rappresenta una priorità per l'Italia. Negli ultimi anni abbiamo ampliato il nostro impegno nella regione sia sul piano politico sia su quello della cooperazione allo sviluppo e dell'assistenza e nel campo della sicurezza. A riprova dell'attenzione italiana ed europea alla stabilità della regione del Sahel è opportuno ricordare la nomina il 21 giugno dell'onorevole Emanuela Claudia Del Re come rappresentante speciale dell'Unione europea per il Sahel (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali).

Per quanto riguarda la grave crisi umanitaria nel Tigrai, l'Italia continua a fare appello per un immediato cessate il fuoco, il pieno accesso umanitario, la fine degli spostamenti forzati. Chiediamo, inoltre, indagini indipendenti sulle violazioni dei diritti umani e l'avvio di un percorso di riconciliazione nazionale. Lo facciamo nel solco dei tradizionali rapporti di amicizia e collaborazione bilaterale e nel pieno sostegno al processo di riforme e allo sviluppo del Paese. Oggi possiamo dirci ragionevolmente ottimisti per l'evoluzione della situazione europea: la campagna vaccinale ci sta permettendo di contenere in maniera efficace la pandemia, la ripresa economica procede rapida e il programma Next Generation EU ci fa guardare con fiducia a una stagione di riforme e investimenti. Tuttavia, permangono diverse sfide: la gestione della migrazione è una, a cui ho appena accennato e dobbiamo affrontarla con molta attenzione e molto impegno per venire incontro alle richieste dei nostri cittadini. L'Unione europea è la sede giusta per risolvere questi problemi, ma è importante che i nostri partner comprendano l'urgenza di trovare soluzioni rapide e condivise. In tutto ciò il vostro sostegno è determinante per portare avanti gli interessi italiani in Europa (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Lega-Salvini Premier, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Italia Viva, Coraggio Italia, Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Misto).

(Discussione)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri. È iscritto a parlare il deputato Andrea Orsini. Ne ha facoltà.

ANDREA ORSINI (FI). Presidente, onorevoli colleghi, signor Presidente del Consiglio. Mi permetta prima di tutto di dirle che, dopo aver ascoltato il suo intervento di oggi, ben si colgono le ragioni del commento del Primo Ministro spagnolo Pedro Sánchez: quando parla Draghi, dice il Premier spagnolo, tutta Europa lo ascolta in silenzio (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Così oggi l'Aula di Montecitorio ha ascoltato con meritata attenzione la sua analisi dello scenario europeo, un'analisi di profondo spessore intellettuale e politico, che noi naturalmente condividiamo, ma nella quale si può riconoscere anche chi si colloca al di fuori del perimetro della maggioranza. È giusto che sia così, perché la politica estera di un grande Paese come il nostro non deve essere ostaggio di questa o quella maggioranza, di questo o di quello schieramento; non vi sarebbe nulla di più sbagliato che usare la politica estera per scopi, anche legittimi, di politica interna (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Lei, signor Presidente del Consiglio, ha saputo fare sintesi delle diverse sensibilità che compongono questa maggioranza, una maggioranza…

PRESIDENTE. Colleghi, per favore. Deputato Schullian, per favore. Prego.

ANDREA ORSINI (FI). Grazie, Presidente. Una maggioranza straordinaria che nasce da circostanze straordinarie. Una maggioranza anomala ma necessaria, che non rappresenta certo il futuro del Paese, ma che oggi esprime il volto unito e credibile dell'Italia nei confronti dell'Europa e del mondo. Una maggioranza che per prima Forza Italia intuì come necessaria, che per primo il Presidente Berlusconi chiese di realizzare come risposta all'emergenza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Questa maggioranza e il Governo che ne è espressione sono stati in grado di proporre all'Europa un piano credibile per l'utilizzo delle risorse messe a disposizione dal Next Generation EU. Sono le risorse dalle quali dipende la possibilità per l'Italia di uscire da una crisi drammatica, ma Next Generation EU è anche qualcosa di più: è un cambio di passo dell'Unione europea che, per la prima volta, impiega risorse proprie per una politica espansiva e solidale. Per la prima volta, dopo tanto tempo, l'Europa, di fronte alla pandemia, si dimostra una comunità di popoli che condividono valori e interessi. È questo il vero tema trasversale a tutti gli argomenti all'ordine del giorno del prossimo Consiglio europeo: quale Europa uscirà da questa crisi? In che misura i Paesi d'Europa hanno imparato a pensare in termini europei e non in termini di faticoso compromesso tra interessi nazionali? Forza Italia è un movimento profondamente e convintamente europeista, proprio in nome dei nostri valori cristiani e dei nostri principi liberali, perché proprio questa è la nostra idea d'Europa: è la sintesi delle radici giudaico-cristiane e del riformismo liberale che ha dato origine alla nostra cultura e al nostro modello di società. Questa non è solo un'affermazione astratta, ma ha un significato politico preciso, perché un'Europa di questo tipo è capace di una posizione comune del mondo, di una politica estera e di difesa comune, di una comune espressione dei propri valori e dei propri interessi in uno scenario mondiale che è in profonda trasformazione. Uno scenario nel quale l'Europa oggi ha, allo stesso tempo, il dovere e l'interesse a mostrarsi generosa sul fronte della lotta alla pandemia da COVID-19 e, in particolare, della disponibilità di vaccini a costo zero per le popolazioni dei Paesi più poveri. La sfida della pandemia non conosce confini e si può concludere solo con una vittoria globale o con una sconfitta globale dell'umanità intera. È però un falso problema contrapporre il tema della tutela della proprietà intellettuale a quello della disponibilità universale dei vaccini; va anzi ricordato che proprio il sistema dei brevetti ha consentito lo straordinario sforzo scientifico che ha reso possibile l'individuazione e la diffusione su larga scala di vaccini in tempi eccezionalmente rapidi. Signor Presidente del Consiglio, onorevoli colleghi, la Presidenza Biden ha rilanciato, in occasione del G7, un approccio multilaterale fondato su una stretta collaborazione atlantica nei confronti delle sfide globali, a partire da quella cinese. L'Europa non può rimanere a guardare o chiamarsi fuori; non può non cogliere questa finestra di opportunità per essere protagonista delle sfide che la riguardano direttamente. Il Presidente Berlusconi ha parlato molte volte della necessità dell'urgenza per l'Europa di parlare con una voce sola nella politica estera e di dotarsi di uno strumento militare adeguato a sostegno di questa politica. Va da sé che la politica estera e di difesa europea non può che essere complementare a quella dell'Alleanza atlantica, perché l'Occidente è il nostro naturale orizzonte di riferimento. In tale ambito, l'iniziativa europea è oggi paralizzata dagli stessi meccanismi di governance dell'Unione. Su questo è necessaria una riflessione approfondita, senza pregiudizi, che sappia andare al di là del contingente anche sul tema del voto a maggioranza. Se infatti in alcune materie essa costituisce una garanzia indispensabile, in altre rischia di condurre, per una sorta di eterogenesi dei fini, proprio quell'Europa a più velocità che abbiamo sempre voluto scongiurare. La politica estera europea è il terreno tipico di questa riflessione.

Nessuna politica estera o di difesa comune è possibile senza un meccanismo decisionale chiaro e realistico, così come non è possibile senza un grado ragionevole di convergenza su interessi obiettivi, che ci sono indicati, anzi imposti dalla storia, dalla geografia, dalla cultura e dell'economia.

Come durante la Guerra fredda, oggi l'Europa è un luogo di confine. Certo, il confine si è spostato molto più a est e a sud di allora: i popoli e le capitali che stanno al di là della linea Stettino-Trieste - quelle di cui parlava con angoscia Churchill nel celebre discorso della “cortina di ferro” - sono tornati da tempo a far parte della famiglia degli uomini liberi dell'Europa e dell'Occidente; la stessa Russia è un interlocutore complesso, ma non è più l'avversario sistemico di un tempo. Rimane, però, il fatto che molte delle principali linee di tensione o di frattura della geopolitica contemporanea toccano l'Europa o, comunque, la influenzano profondamente. Allora, è un bene che si cominci a trovare una chiave per affrontare queste sfide e queste complessità in modo univoco, perché l'approccio frammentato, diviso, concorrenziale ha portato a risultati disastrosi anche nella storia recente. La crisi libica è anche frutto dell'incapacità dell'Europa di parlare con una voce sola e dell'illusione di utilizzare le cosiddette primavere arabe per estendere sfere di influenza nazionali.

Oggi la capacità dell'Europa di essere se stessa si misura nella gestione dell'emergenza immigrazione, un'emergenza rispetto alla quale le ragioni della fermezza, della sicurezza, dell'inviolabilità dei confini devono accompagnarsi e non contrapporsi alle emergenze umanitarie, che non possono certo essere ignorate. Si tratta, come lei ha giustamente rilevato, di individuare soluzioni a lungo termine, che passano attraverso la stabilizzazione della sponda sud del Mediterraneo: non è un tema che riguarda i Paesi rivieraschi, è un tema che riguarda i confini d'Europa. Il soccorso, la collocazione dei rifugiati, la verifica di chi ha ragioni per essere accolto, il rimpatrio di chi non può rimanere in Europa non possono che essere temi collettivi. Gli Accordi di Dublino non nascevano per lasciare sulle spalle dei Paesi della sponda sud quello che è un problema collettivo e per questo vanno rivisti con urgenza.

Parlare di Mediterraneo e di Libia significa affrontare il tema complesso del rapporto con la Turchia, un tema che non consente semplificazioni. La Turchia è un grande Paese dell'Alleanza atlantica, con una collocazione strategica essenziale, che ambisce a svolgere un ruolo coerente con una storia illustre e una vocazione di ampio respiro. I metodi con i quali il Governo turco attua questo disegno non sono sempre compatibili con la nostra visione delle relazioni internazionali ed è con preoccupazione che si registra, all'interno di quel Paese, un'involuzione sul piano del costume e delle libertà civili che suscita molte critiche giustificate. Tuttavia, deve essere chiaro che la Turchia è un interlocutore, non un avversario, un interlocutore al quale possiamo e dobbiamo esprimere tutto il nostro dissenso, con fermezza ma anche con rispetto, per individuare soluzioni, non per alimentare polemiche di bandiera. Non possiamo certo tollerare che una grande potenza regionale come la Turchia abbia un atteggiamento aggressivo verso la Grecia o verso l'Armenia o verso la stessa Libia, ma non possiamo immaginare di fare a meno della Turchia. Non è realistico pensare ad un assetto stabile dell'Europa Sud-Orientale, del Medio Oriente e del Caucaso nel quale la Turchia non sia coinvolta.

Lo stesso approccio è necessario adottarlo nei rapporti con la Russia. Molte valutazioni specifiche ci dividono: lo stato dei diritti politici in Russia non è soddisfacente, ma la Russia è un interlocutore e, in prospettiva, anche un alleato, non un avversario sistemico. La sua storia, la sua cultura, la sua stessa vocazione ne fanno una parte dell'Europa: non possiamo pensarla come un corpo estraneo. Dobbiamo recuperare lo spirito di Pratica di Mare, il vecchio sogno di De Gaulle: l'Europa dall'Atlantico agli Urali è una prospettiva nella quale non dobbiamo smettere di credere. Oggi, di fronte a molte delle sfide globali, dall'espansionismo cinese all'integralismo islamico, dobbiamo avere la Russia dalla nostra parte. Questo non significa, naturalmente, non essere rigorosi nella difesa della libertà dei popoli dell'Est europeo, quelli minacciati da iniziative unilaterali e quelli oppressi, come il popolo bielorusso, ancora nelle mani dell'ultima dittatura europea. Signor Presidente del Consiglio, mi avvio alla conclusione. Il compito che attende l'Europa è davvero epocale. Questo Consiglio europeo è un passaggio di un processo molto più vasto, che non si esaurisce neppure con la Conferenza sul futuro dell'Europa. Siamo convinti che il suo prestigio, la sua autorevolezza, la sua credibilità le consentiranno di continuare ad essere protagonista, consentiranno all'Italia di essere protagonista di questa fase. Noi saremo al suo fianco con convinzione, perché, certamente, lei lo merita e perché, come ci ha insegnato il presidente Berlusconi, nella politica estera la Nazione deve sapersi unire intorno ai nostri valori fondanti e al comune interesse nazionale ed europeo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Colleghi, per favore, un po' di silenzio. È iscritto a parlare il deputato Forciniti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Presidente Draghi, il prossimo Consiglio europeo sarà proficuo solo se lei e gli altri Capi di Stato e di Governo europei sarete in grado di resistere e di non cedere alle lusinghe e alle tentazioni dell'autoesaltazione, per partire, invece, da una profonda autocritica rispetto a quello che non ha funzionato e che non sta funzionando, autocritica che io, sinceramente, non ho neanche minimamente colto nelle sue parole. E questo vale per quanto riguarda sia il tema principale all'ordine del giorno, sia quello legato alla campagna vaccinale, ma anche e, soprattutto, il tema della risposta all'emergenza economica e sociale da COVID-19 che le istituzioni europee stanno mettendo in campo.

Per quanto riguarda i vaccini, è evidente che i vaccini sono uno strumento importante nella lotta alla pandemia, ma averne fatto l'unico strumento, il solo strumento, lo strumento su cui imperniare tutta la strategia di contrasto alla pandemia è stata, sicuramente, una scelta scellerata, di cui abbiamo anche pagato le conseguenze. Pensare, per esempio, di vaccinare tutti, persino i ragazzini, perfino i minorenni, peraltro anche con AstraZeneca - cosa sconsigliata da tutte le autorità sanitarie -, è stato, sicuramente, un errore grave, un pasticcio, di cui il principale responsabile non può che essere lei, insieme al generale Figliuolo, che, evidentemente, per stare dietro alle promesse fatte a suo tempo, ha giocato tutto sui numeri, sulla quantità, per poi, magari, mettere il pennacchio nei salotti televisivi e ostentare, quindi, un'efficienza e un'efficacia che, però, erano vuote. Infatti, lo scopo della campagna vaccinale doveva essere quello di mettere in sicurezza le persone più fragili, le persone, ovviamente, più esposte al rischio di contrarre il COVID in forma grave e, per tutto il resto, si doveva agire, avendo sempre, come stella polare, il principio di precauzione, perché è evidente che siamo in presenza di farmaci, di sieri sperimentali che servono, sono importanti, ma, ovviamente, non ci danno ancora garanzie certe riguardo agli effetti a lungo periodo oppure alle reazioni avverse, su cui ancora conosciamo poco, né sappiamo quanto sia precisamente la durata anticorpale che producono.

Allora, secondo me, ci vorrebbe un approccio più responsabile, più maturo alla campagna vaccinale, anche perché, altrimenti, si genera l'effetto opposto, si insinua nella popolazione un sentimento di diffidenza rispetto ai vaccini e lei, Presidente Draghi, insieme al sedicente Governo dei migliori, sicuramente, siete responsabili di avere fatto un danno al Paese in un momento delicato come questo.

Anche sul tema della risposta economica ai problemi e alla crisi sociale di questo Paese, non possiamo essere soddisfatti di come le cose stiano andando avanti. È evidente che, in questo momento, il Paese è una pentola a pressione: dal punto di vista sociale ci sono tensioni crescenti e il suo Governo sta accrescendo le disuguaglianze e sta dimostrando di non avere la necessaria sensibilità sociale per capire il momento storico che stiamo vivendo. Penso al prossimo sblocco dei licenziamenti, penso al fatto che, al 23 di giugno, ancora non c'è un euro nei conti correnti di tutte le partite IVA, dei piccoli imprenditori, delle piccole e medie imprese, a fronte di 40 miliardi che, già di per sé, sono spiccioli, stanziati da questo Parlamento mesi, mesi e mesi fa e, ancora oggi, non c'è un euro sui conti correnti di questi imprenditori che stanno veramente soffrendo le difficoltà di un momento del genere. E, poi, ovviamente, c'è anche il capitolo legato al PNRR, che non può essere raccontato, disegnato, dipinto, presentato come la panacea di tutti i mali, ma è evidente che questa è una narrazione che fa a pugni con la realtà dei fatti. È evidente che le risorse messe in campo dal PNRR sono, per lo più, sostitutive e andranno a finanziare interventi già previsti, con investimenti che languivano già nei cassetti dei vari Ministeri e che aggiungeranno molto poco.

PRESIDENTE. Concluda.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-L'A.C'È). L'effetto additivo sul PIL sarà, infatti, veramente irrisorio. E il vero tema, invece, quello di cui nessuno di voi parla, è quello relativo ai Trattati, al Patto di stabilità che deve andare in pensione, al fatto che dobbiamo dire basta austerity

PRESIDENTE. Grazie, deve concludere.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-L'A.C'È). …altrimenti questo sarà solo un palliativo e abbiamo ancora questa spada di Damocle di quei Trattati assurdi che hanno devastato il Paese e azzerato (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è)…

PRESIDENTE. Grazie. È iscritta a parlare la deputata Galizia. Ne ha facoltà.

FRANCESCA GALIZIA (M5S). Grazie, Presidente. Presidente del Consiglio, onorevoli colleghi, il coordinamento nell'Unione europea nel contrasto al COVID-19, la ripresa economica europea, le migrazioni: sono questi i tre principali temi oggetto di discussione durante il prossimo Consiglio europeo del 24 e 25 giugno 2021, occasione di confronto tra i Capi di Governo e di Stato degli Stati membri dell'Unione europea.

Le migrazioni, Presidente, è da questo tema che vorrei partire, perché per noi è di estrema importanza. È, infatti, dal Consiglio europeo del 28 e 29 giugno 2018 che questo tema non viene affrontato e, come ha detto lei, è grazie ad una richiesta tutta italiana che questo tema torna centrale. Presidente, è evidente che il fenomeno migratorio va affrontato con un approccio strutturale e congiunto a livello comunitario per poter essere gestito al meglio. I flussi migratori non sono solo risultati in costante crescita negli ultimi anni, ma sono destinati prevedibilmente ad aumentare anche in futuro, come diretta conseguenza della crisi pandemica da COVID-19, ma anche per motivi che vanno dalle crisi economiche a quelle ambientali. Pertanto, Presidente, serve uno sforzo comune; sono necessarie strategie a lungo termine, incentrate sul principio di solidarietà che mirino, in primo luogo, alla condivisione automatica dell'accoglienza, anche sulla base di quote obbligatorie di collocamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), così come una migliore regolamentazione dell'ingresso legale in Europa per ragioni umanitarie, ma anche economiche o di studio (ossia la quota più rilevante di arrivi). Ci aspettiamo che il Governo ponga le migrazioni al centro del dibattito politico europeo, perché ormai è più che necessario trovare un giusto equilibrio, su base europea, tra responsabilità e solidarietà nei confronti degli Stati membri di primo ingresso; sarà fondamentale promuovere una politica migratoria comune dell'Unione europea che sia parte integrante dell'azione esterna dell'Unione e che contrasti, anche con strumenti finanziari adeguati, tutte le rotte della migrazione illegale e il traffico di esseri umani con un'attenzione particolare al Mar Mediterraneo, senza, tuttavia, lasciare da parte e trascurare la rotta balcanica dove, solo nei primi quattro mesi di quest'anno, si è registrato un aumento del 20 per cento degli ingressi rispetto all'anno precedente. Su questa rotta non è solo l'incremento degli arrivi a sollecitare attenzione, ma gli articoli di cronaca e di recente report di Save the Children in cui si denunciano maltrattamenti nei confronti dei migranti minori, avvenuti nei paesi vicini. Non possiamo ignorare queste violenze e questi soprusi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). I migranti minori non accompagnati sono soggetti vulnerabili, perché hanno affrontato grandi dolori e grandi cambiamenti; queste giovani vite sono facili prede della tratta e di gente senza scrupoli che cerca di guadagnare sulla disperazione delle persone e l'Europa, Presidente, non può più permettere che questo accada (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Le chiediamo, quindi, di rafforzare la cooperazione dell'Unione europea con le Nazioni Unite sui corridoi umanitari, in particolare con l'UNHCR e con l'OIM, con l'obiettivo di garantire assistenza umanitaria e rispetto dei diritti umani nella gestione del fenomeno migratorio, garantendo, allo stesso tempo, una puntuale e piena attuazione della proposta della Commissione europea del 27 aprile scorso sulla strategia sui rimpatri volontari, nel rispetto delle convenzioni internazionali a tutela dei diritti umani.

L'attuale assetto europeo sulla gestione della migrazione e il Regolamento di Dublino - come anche ha detto lei e come abbiamo detto noi più volte - si sono rivelati totalmente inadeguati al fenomeno, perché lasciano alcuni Paesi, come il nostro, soli ad affrontare le emergenze. Il nuovo patto sulla migrazione e l'asilo può essere considerato soltanto un timido passo, volto a dare al fenomeno migratorio un ruolo chiave nelle relazioni esterne dell'Unione e nell'agenda di politica estera. Tuttavia, questo percorso sappiamo bene che non è facile: la stessa Presidenza portoghese ha riferito di un sostanziale stallo su alcuni punti chiave del patto; sarà, dunque, necessario lavorare per individuare un punto comune di azione, ispirato a criteri di responsabilità e solidarietà europea.

Presidente, le chiediamo di intervenire sulle trattative relative al regolamento dell'Agenzia europea per l'asilo (l'EASO); è indispensabile una maggiore protezione delle frontiere esterne, va scongiurato il rischio di uno sproporzionato accrescimento degli oneri e delle responsabilità, che graverebbero sugli Stati membri frontalieri già in difficoltà, in quanto teatro di arrivi illegali e sbarchi, a seguito delle operazioni di ricerca e salvataggio in mare.

Con riferimento a quest'ultimo e specifico aspetto nella gestione delle operazioni di salvataggio in mare (SAR), occorre che si lavori per un cambio di prospettiva sul rispetto delle convenzioni internazionali sul soccorso in mare, sulla piena funzionalità ed operatività dei dispositivi di soccorso marittimo europei. Nel prossimo Consiglio europeo si guarderà, inoltre, al rilancio economico attraverso il Next Generation EU; uno strumento che sta entrando nella sua fase operativa e che speriamo dia subito ottimi risultati. Proprio ieri, la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, era qui a Roma per ufficializzare la promozione a pieni voti del PNRR italiano, dando così il via libera al 13 per cento di prefinanziamento a favore del nostro Paese, pari a circa 25 miliardi di euro.

L'Italia è in prima linea nel sostenere l'obiettivo strategico dell'Unione di trasformazione economica in senso digitale e verde: che sia, altresì, inclusiva, non dimentichiamocelo mai! L'economia digitale ha apportato e può continuare ad apportare numerosi vantaggi ai nostri cittadini e alle nostre imprese. Per questo motivo, le chiediamo, Presidente, che il Next Generation EU resti uno strumento fondamentale per la transizione ecologica digitale e per simulare la ripresa economica, insieme ad altre adeguate misure di sostegno a livello nazionale e ad impronta europea, come l'attivazione della clausola di salvaguardia del Patto di stabilità e crescita fino al 2022 e il Quadro temporaneo sugli aiuti di Stato.

Dal MoVimento 5 Stelle, Presidente, più volte le è stato chiesto di lavorare in Europa per superare i vincoli del Patto di stabilità e crescita affinché venga riformato, e non solo sospeso. Su questo come MoVimento 5 Stelle non siamo intenzionati a indietreggiare: ci opporremo al ritorno dei vecchi vincoli, ormai anacronistici, e saremo protagonisti di un nuovo corso in Europa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Così è importante, Presidente, che il Recovery quale meccanismo di aiuto comunitario, che poggia sull'emissione di debito comune, diventi uno strumento permanente perché, nei momenti di crisi, pandemica ed economica, i cittadini europei non siano lasciati soli, come è successo durante la crisi del 2018. L'Europa ha fatto enormi passi in avanti, ma occorre ora un segnale forte perché si ritrovi fiducia in essa e nelle sue istituzioni. Il 9 maggio scorso si è inaugurata la Conferenza sul futuro dell'Europa e il 19 giugno c'è stata la prima Assemblea plenaria: questo appuntamento deve essere un'occasione da cogliere perché l'Europa ha mostrato le sue fragilità in questi anni, ma anche la propria forza nei suoi valori fondanti. La Conferenza può rivelarsi uno strategico ruolo di confronto nel quale progettare un nuovo percorso di integrazione europea.

Le chiediamo, Presidente, che il Governo si impegni a valorizzare tutte le opportunità offerte dall'avvio del Next Generation EU per le future riforme delle politiche di bilancio e fiscali dell'Unione, con particolare riguardo alla tassazione digitale, all'adozione di nuove regole comunitarie anti-elusione e anti-dumping nonché, sulla scia di accordi raggiunti nel recente vertice G7, all'inserimento di una aliquota minima comune, globale, per la tassazione delle multinazionali. Non possiamo permettere che le nostre piccole e medie imprese continuino a subire una concorrenza sleale in un momento di ripresa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Altro punto all'ordine del giorno è rappresentato dai temi di politica estera: è importante, signor Presidente, migliorare le relazioni con la Turchia, nell'interesse dell'Unione europea e del nostro Paese, sostenere ed incentivare, in questo momento, un dialogo costruttivo con Bruxelles, anche in materia di diritti umani, compresi i diritti delle donne, dello Stato di diritto e dei valori europei, a partire dalla richiesta di rientro nella Convenzione di Istanbul, e della ferma condanna della repressione sistematica di molte voci dell'opposizione. La nostra bussola in Italia, come in Europa, deve essere il rispetto dei diritti umani e dello stato di diritto: su questo noi, come appartenenti al MoVimento 5 Stelle, non possiamo che essere intransigenti.

Per quanto riguarda il Sahel, e concludo, mi permetta di fare i migliori auguri alla collega Emanuela Claudia Del Re per il nuovo e prestigioso incarico che andrà ad assumere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Presidente Draghi, penso che, in questi mesi abbia imparato a conoscerci: a Fratelli d'Italia, al Presidente Giorgia Meloni e a tutti i colleghi, anche prima di appuntamenti importanti europei, non piace tifare per il fallimento del Governo, ma cerchiamo di portare le nostre istanze con attenzione e dare il nostro contributo.

In questi mesi, purtroppo, non abbiamo visto quell'attenzione verso temi come l'immigrazione da parte dei partner dell'Unione europea; quando parliamo di corridoi umanitari, vediamo Nazioni guidate da Governi socialisti che chiudono i propri confini, anche con le Forze armate, mentre noi accogliamo tutti, anche quelli che Malta furbescamente manda verso le nostre coste in maniera subdola, e nel Mare Mediterraneo continuano a navigare le navi ONG battenti bandiera tedesca o di altre Nazioni europee (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Mi permetta anche di sottolineare un aspetto per quanto riguarda il Recovery: lei ha parlato degli amministratori locali come un grande contributo. Loro aspettano risposte e soprattutto vogliono capire cosa c'è realmente, quali siano i progetti, ma soprattutto pretendono che i fondi arrivino subito. Grande attenzione, poi, ci deve essere da parte sua sui lavori parlamentari perché, quando Fratelli d'Italia presenta proposte concrete, e mi riferisco anche al progetto di legge del collega Zucconi, dove si parla di affitti e di andare incontro agli imprenditori in difficoltà, poi la sua maggioranza litigiosa abroga tutto semplicemente per fare opposizione all'opposizione. Vorrei anche concludere, lei, forse, non l'ha fatto sicuramente per male, dicendo un grande grazie, per tutto quello che sta accadendo nel Sahel, in Libia ma anche a proposito della campagna di vaccinazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), alle nostre Forze armate, e ci siamo complimentati con lei per la scelta del Generale Figliuolo. Senza di loro, la campagna di vaccinazione, la nostra politica estera nel Sahel, in Libia non sarebbero state così efficaci. Hanno bisogno di molto più supporto, hanno bisogno di una politica della difesa comune europea, ciò non vuol dire che c'è un esproprio delle nostre prerogative, perché noi non vogliamo un'Europa federalista, noi vogliamo un'Europa confederale, dove le peculiarità di ogni Nazione siano rispettate (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Colaninno. Ne ha facoltà.

MATTEO COLANINNO (IV). Signor Presidente della Camera, signor Presidente del Consiglio, onorevoli colleghi, il consenso che l'Italia ha ottenuto sul Piano nazionale di ripresa e resilienza non solo rende merito all'enorme lavoro svolto in breve tempo da lei, Presidente Draghi, e dal suo Governo, ma soprattutto segna un punto di svolta: dagli auspici si passa agli impegni, ai progetti, che da qui in avanti dovranno trovare concreta attuazione. E la visita della Presidente della Commissione, von der Leyen, ieri, a Roma, rappresenta un crocevia fondamentale per il futuro dell'Italia e dell'Unione europea. Le valutazioni massime che hanno accompagnato l'approvazione del nostro PNRR ci consentono non soltanto di muovere i primi passi in un clima di fiducia, ma anche di poter arrivare ad usufruire, nel brevissimo termine, di 25 miliardi di prefinanziamento.

Le dobbiamo dare atto, Presidente Draghi, che anche rispetto agli impegni e alla tabella di marcia che aveva enunciato qui, alla Camera, nelle primissime comunicazioni del Governo, rispetto ai 25 miliardi di prefinanziamento, è un fatto estremamente importante che lei abbia colto tale prefinanziamento nelle primissime finestre temporali con cui la Commissione è andata sui mercati. Non può esservi dubbio alcuno che l'Italia debba dimostrare a se stessa, prima ancora che agli altri partner europei, di essere all'altezza di una sfida così importante e di voler imboccare senza indugi la via delle riforme necessarie a rendere il nostro Paese coerente con il tempo del futuro.

Questo non può essere più il tempo delle divisioni. D'ora in avanti, il concetto chiave si declinerà in un lavoro impegnativo, costante e silenzioso, l'unica garanzia in grado di fare uscire l'Italia da decenni di bassa crescita e bassa produttività, proiettandola su un sentiero di sviluppo e modernità. Oggi, ascoltando, Presidente, anche tutti i parametri vitali dell'economia italiana, ascoltando i rischi che sono connessi, non vi è dubbio che questa sia l'unica strada possibile.

Ampliando lo sguardo, non possiamo non riflettere sulla prospettiva aperta dall'Unione con l'adozione del Next Generation EU, un Piano conseguente ad un approccio inedito, innovativo, rispetto alle crisi del 2008 e del 2011, quando era stata la Banca centrale europea - come lei ben sa, Presidente - a svolgere un ruolo determinante per garantire la tenuta della moneta unica e dell'Eurozona. Se la Banca centrale si è confermata una certezza. a cambiare questa volta è stato l'approccio di politica fiscale necessariamente espansiva, grazie alla sospensione dei vincoli del Patto di stabilità e crescita e della disciplina degli aiuti di Stato. Il dibattito in corso offre, in tal senso, due spunti molto chiari, anzitutto quello sulle regole fiscali, che negli anni si sono sviluppate attorno al totem del Patto di stabilità e crescita: in tutta franchezza e nel rispetto di opinioni differenti, non è immaginabile che tali regole siano compatibili con lo scenario post COVID. Per conciliare le esigenze di crescita e produttività con quelle del coordinamento delle politiche fiscali nazionali occorrerà, anche in questo ambito, un approccio di discontinuità rispetto al passato.

In secondo luogo - e concludo -, occorre fare maturare l'ambizione necessaria a rendere il Next Generation EU un Piano non temporaneo, ma una misura strutturale. Noi deputati di Italia Viva siamo convinti, Presidente Draghi…

PRESIDENTE. La ringrazio.

MATTEO COLANINNO (IV). …che la sua leadership europea - ho finito - e internazionale guiderà l'Italia e l'Unione verso le soluzioni più giuste e lungimiranti (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Bazzaro. Ne ha facoltà.

ALEX BAZZARO (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, Presidente del Consiglio Draghi, lei si appresta a rappresentare l'Italia ad un Summit europeo particolarmente importante per il nostro Paese.

Sono molte le questioni sul tavolo, ma mi sento, prima di tutto, di volerle esprimere il plauso del gruppo della Lega per le sue recenti dichiarazioni a margine del G7, con le quali ha definito la Cina un'autocrazia e la sua visione del mondo lontana da quelle delle democrazie occidentali (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Lei ha ribadito che si può cooperare, ma bisogna essere franchi sulle cose che non accettiamo e su cui non concordiamo.

Vede, dopo periodi, da qualche collega non ancora accantonati, in cui il guardare a Pechino come nuova orbita internazionale del nostro Paese era un must-have, queste sue parole hanno assunto un significato importante.

L'Italia è - e rimane - nell'Alleanza atlantica, nel solco delle grandi democrazie liberali occidentali, e non possono essere i progetti economici del gigante asiatico a minare questa nostra collocazione. Lo ribadisco anche ai tanti convertiti sulla via della Seta, facendo mie le parole di Joshua Wong, leader delle proteste di Hong Kong: cari colleghi non ci sono pranzi gratis con Pechino.

Il Consiglio europeo del prossimo 24 e 25 giugno andrà ad affrontare tematiche importanti interne e sulle relazioni esterne dell'Unione. Dalle prime intendo partire. Quando le due Camere hanno approvato il PNRR, lo hanno fatto consapevoli che quei 235 miliardi di euro erano vincolati a delle riforme che il nostro Paese avrebbe dovuto attuare con scadenze fisse. Come Lega, abbiamo fin da subito richiesto di superare le miopi visioni interne, che rischiavano, non solo di far naufragare i progetti, ma anche di mettere a repentaglio una ripresa che, dopo i drammi vissuti per colpa dell'emergenza pandemica e della successiva crisi economica, non poteva essere bloccata da normative anti-imprese e da vincoli ideologici.

Abbiamo chiesto di adeguare la normativa sul codice degli appalti a quella europea e di dar seguito alle indicazioni dell'Unione per una seria riforma della giustizia. Anche per questo, nei prossimi mesi, come Lega, saremo nelle piazze d'Italia per essere da sprone al Governo e rispondere ai vincoli posti da Bruxelles (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Vogliamo aiutare l'azione del Ministro Cartabia, dando parola agli italiani con una delle più alte forme di partecipazione democratica diretta, in modo da evitare che qualche movimento di questa maggioranza possa far naufragare una riforma che i cittadini aspettano e che sarà prodromica all'ottenimento di una parte di quei denari, così fondamentali per la ripresa del nostro Paese.

Sul tema dell'emergenza pandemica, Presidente, è fondamentale che l'Italia continui la campagna vaccinale, rispettando il diritto all'obiezione di coscienza da parte dei cittadini, ma fornendo, forti del principio di sussidiarietà, il giusto numero di dosi alle regioni, che non possono trovarsi nella scarsità di reperire i vaccini a fronte della grande opera di sensibilizzazione messa in atto. Ricordo sul punto la risoluzione del Consiglio d'Europa del 2021, dove al punto 7.3.1 si specifica che gli Stati sono tenuti a garantire che i cittadini siano informati che la vaccinazione non è obbligatoria, dato che in questi giorni sentiamo parlare anche per i più giovani di green pass per entrare nelle discoteche.

È poi necessario che l'Europa sia davvero capofila di un massiccio invio di vaccini nei Paesi meno sviluppati del mondo, salvaguardando vite umane ed evitando che i movimenti migratori facciano riprecipitare nuovamente il nostro continente nella spirale del virus (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Ben venga, dunque, l'intenzione di inviare oltre 700 milioni di dosi ai Paesi più a rischio, sfruttando la clausola di Doha del WTO relativamente alla produzione in loco. Il green pass europeo è uno strumento che molti imprenditori in Italia, della filiera del turismo, hanno richiesto nel tentativo di salvaguardare la stagione 2021 di un settore che - lo ricordo - vale il 13 per cento del PIL italiano, ma è necessario che vi sia la doverosa proporzionalità tra la garanzia della salute pubblica e il diritto alla libera circolazione delle persone.

Sull'ambiente, sappiamo che, come Italia, abbiamo allocato quasi il 40 per cento dei fondi del Next Generation EU, che equivalgono a circa 75 miliardi nei prossimi cinque anni, ma va detto con forza che sulle emissioni l'Europa sta già facendo la propria parte ed occorre chiedere al resto del mondo di fare altrettanto, non solo implementando gli accordi di Parigi, ma ribadendo la necessità di competere a costi paritari con la Cina.

Un'attenzione particolare va posta alla difesa del nostro agroalimentare: troppe volte, come Lega, ci siamo trovati da soli a difendere la nostra agricoltura e la nostra pesca. La crisi del settore ittico - con le proteste di questi giorni dei nostri pescatori - ne è la prova e, ancora una volta, chiediamo, come Parlamento, che l'Italia si presenti unita a difendere una delle nostre eccellenze.

Infine, Presidente, vado al tema dell'immigrazione: dall'inizio dell'anno, sono sbarcati sulle nostre coste 18.000 immigrati clandestini irregolari, il tutto mentre la tanto invocata solidarietà europea stenta a decollare.

Noi abbiamo apprezzato le sue parole di richiamo alla responsabilità congiunta dei Paesi UE, parole uguali a quelle da sempre pronunciate da Matteo Salvini e allora tanto criticate dalle sinistre.

Vede, non è accettabile che - mentre il nostro Paese lotta quotidianamente nella gestione dei migranti, evitando, lo dico di cuore, fortunatamente di adottare le politiche di altri Paesi del Mediterraneo che non esitano ad usare mezzi durissimi nei respingimenti - vi siano Paesi, Stati, come la Danimarca, dove i democratici della sinistra fanno approvare a larghissima maggioranza mozioni per evitare persino di avere gli hot spot sul suolo danese.

In quest'Aula, prima dei Summit europei in cui ho avuto l'onere e l'onore di parlare per conto del mio gruppo, qualche collega nelle volte precedenti ci rimproverava la nostra vicinanza ai Paesi di Visegrád. Ebbene, oggi silenzio assoluto, perché ad attuare politiche discriminatorie contro l'Italia, in barba ad ogni idea di ricollocamento e gestione condivisa, sono proprio i grandi socialdemocratici del nord Europa.

Dobbiamo superare Berlino e attuare un meccanismo strutturato, stabile e permanente di redistribuzione obbligatoria dei migranti che giungono sul territorio dei Paesi UE: o questo, o continueremo a veder morire persone nel Mediterraneo e ad avere un'Italia lasciata sola dagli altri Stati europei.

Concludo, Presidente, non potendo non citare la Turchia. Sappiamo come nella logica della realpolitik essa sia un partner dell'Unione europea, anche e soprattutto nella gestione della regione in termini di immigrazione; ma è altrettanto utile ribadire al dittatore Erdoğan che il dialogo con Bruxelles debba avere al centro il rispetto dei diritti umani (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e la cessazione di sgarbi e ingerenze verso i leader europei. La Turchia non è Europa e non potrà esserlo fino a quando discriminazioni e diritti civili non saranno al centro del dialogo con Ankara.

PRESIDENTE. Concluda.

ALEX BAZZARO (LEGA). Concludo. Lei ha ribadito con forza questo tema e speriamo che il Summit abbia la forza e il coraggio di fare altrettanto. Buon lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE-PSI). Grazie, Presidente. Presidente Draghi, come abbiamo ascoltato, nel prossimo Consiglio europeo del 24 e 25 giugno verranno trattati argomenti di straordinaria importanza. In questo mio primo breve intervento, mi soffermerò su due temi: il coordinamento dell'Unione europea nel contrasto al COVID-19 e la ripresa economica europea. Sono punti cruciali, presenti anche nella risoluzione di maggioranza di cui il MAIE-PSI, che qui rappresento, è cofirmatario.

La strategia europea per i vaccini deve essere protesa a garantire la produzione e la distribuzione universale, equa e gratuita, di vaccini sicuri ed efficaci, e l'azione di ricerca a supporto va sempre più potenziata partendo da una riflessione molto semplice: la lotta al COVID-19 ha registrato, sì, notevoli passi avanti, ma non è ancora vinta. Questo credo sia ben presente a tutti noi, stanti le recenti evoluzioni delle varianti.

L'altra riflessione su questo tema, che mi sento di proporre, ritorna su un argomento che diverse volte ho rilevato anche in quest'Aula, cioè quello del potenziamento della medicina territoriale, che eviterebbe l'ospedalizzazione attraverso cure domiciliari più efficienti.

Ora, cambiando rapidamente argomento, voglio augurare a tutti noi che le parole della signora von der Leyen - e cito - che sarà al nostro fianco per far sì che il successo dell'Italia sia il successo dell'Europa, siano da positivo preludio all'alba della ripresa economica del nostro Paese, che dovrà dare prova di grande efficienza nell'impiegare la prima tranche dei fondi, come ha detto lei, Presidente Draghi, operando con onestà e trasparenza; il che infonderebbe fiducia per una sfida che si presenta molto difficile, ma che non è impossibile vincere.

Presidente, in dichiarazione di voto mi riservo di trattare qualche altro punto sulla relazione comunicata.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Ermellino. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA ERMELLINO (MISTO-CD). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, è nostra convinzione che il Paese, grazie anche alla sua autorevolezza, signor Presidente, ha l'opportunità di assumere finalmente un ruolo centrale in seno alla discussione per le future politiche europee sull'immigrazione. Abbiamo, quindi, di fronte una chance che non possiamo permetterci di sprecare. E perché questo Consiglio non sia vano, dobbiamo impiegare tutte le nostre forze per imprimere una svolta alla gestione dei flussi, che non guardi più soltanto alle crisi contingenti, ma si muova su quella dimensione esterna dell'Unione europea, senza la quale non possiamo sperare in una soluzione a lungo termine del fenomeno migratorio.

In questo senso, la speranza è che la cooperazione e gli interventi di sostegno ai Paesi terzi superino l'orizzonte ristretto degli accordi bilaterali, per agire, invece, in una direzione unitaria. E sarà nostro compito, come promotori di questo atto importante del prossimo Consiglio, convincere e coinvolgere in questo disegno di ampio respiro gli Stati ancora riluttanti ad accettare questa situazione come un dato di fatto.

Dobbiamo fare in modo di correggere la miopia di soggetti politici e Governi che non riescono a vedere quanto, invece, un'azione comune porterà anche a loro i benefici rincorsi da così tanto tempo. Solidarietà, dunque, ma anche responsabilità, europea però, non nazionale, perché vede, Presidente, è solo in questo modo che si può sperare di risolvere anche le criticità particolari. E solo a partire da qui, ne siamo convinti, si potranno superare questioni annose, come quelle dei ricongiungimenti, dei ricollocamenti e dei rimpatri, qualora legittimi e necessari alla sicurezza dell'Unione. Non si tratta di buonismo, ma di visione. Crediamo davvero che, senza un concreto impegno dell'Europa nei luoghi in cui si originano le migrazioni, potremo allentare la pressione sulle nostre coste? Davvero c'è chi ancora pensa di risolvere la questione con blocchi navali e respingimenti? Cerchiamo allora di allargare lo sguardo e di conferire al nostro Paese la centralità che merita nell'area mediterranea…

PRESIDENTE. Concluda.

ALESSANDRA ERMELLINO (MISTO-CD). …nella consapevolezza che questo potrà accadere solo e soltanto lavorando di concerto con chi saprà guardare oltre i propri interessi nazionali.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Pettarin. Ne ha facoltà.

GUIDO GERMANO PETTARIN (CI). Grazie Presidente, Ministro, Presidente del Consiglio dei Ministri, colleghi e colleghe. Presidente Draghi, molti anni fa, Henry Kissinger, in un momento di imbarazzo, ebbe a dire che era in difficoltà, perché quando doveva parlare con l'Unione europea, non sapeva a chi telefonare. Credo che oggi possiamo risolvere questo problema e potremmo comunicare al dottor Kissinger che, per sapere con chi parlare quando vuole parlare con l'Unione europea, basta che telefoni ora a Palazzo Chigi (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia). È un punto molto importante, perché, grazie a lei, grazie all'attuale situazione, siamo tornati ad essere centrali nell'Unione Europea.

Un altro episodio: moltissimi anni fa, a Berlino, il Presidente degli Stati Uniti d'America ebbe a dire “Ich bin ein Berliner”; credo che oggi possiamo tranquillamente dire: “Wir sind Europäer. Wir sind alle Europäer (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

Presidente, noi la sosteniamo, questo è il Governo del migliore, noi siamo in maggioranza, ma non siamo il Governo e questo ci dà un po' di maggiore libertà di parlare con trasparenza a lei e di evidenziarle le situazioni che abbiamo davanti agli occhi.

Andiamo con ordine. Pandemia: non si possono negare i problemi che ci sono stati e quelli che ci sono anche ora. Il cambio di passo è stato evidentissimo, il cambio di passo rispetto al Presidente Conte, il cambio di passo rispetto ad Arcuri, grazie a lei e al generale Figliuolo (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia). Ma, Presidente Draghi, va fatto molto altro: gli italiani vanno vaccinati subito, va fatto un piano di tracciamento nazionale, deve essere risolto il problema delle seconde dosi, deve essere combattuto senza “se” e senza “ma” il no-Vax (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia), va cambiata la comunicazione, la comunicazione deve profondamente cambiare per evitare che la confusione possa portare difficoltà al nostro modo di andare avanti; e, nel contempo, va sottolineato che noi mai dimenticheremo cos'è l'Italia nell'Europa unita, la necessità del principio della universalità del vaccino, nel rispetto della solidarietà umana e della umanità.

Passiamo all'economia, Presidente: l'approvazione, ieri, del PNRR è un vero e proprio faro, è una boa attorno alla quale noi stiamo virando. Dobbiamo fare, però, anche qui, molto, molto altro, Presidente, e lei, siamo convinti, ne è ben cosciente. I nostri princìpi devono essere: merito, competenza, giovani, tutela dei lavoratori e tutela delle imprese. Ma ci permettiamo di sottolineare un punto: se ci deve essere o se ci dovesse essere una precedenza, questa deve essere tagliare le catene della burocrazia (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia). Solo così, Presidente, potremo passare dalle parole d'ordine di ieri - ripresa e resilienza - alle parole d'ordine di domani: futuro, sostenibilità, onestà, fruttuosità, rapidità, non burocratizzazione (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia). Questa è l'Italia che vogliamo, questa è l'Europa che vogliamo, questo è il modo che noi disegniamo per i nostri figli, noi che, come Coraggio Italia, siamo profondamente europeisti, atlantisti, cattolici, moderati e riteniamo che il nostro Paese sia spina dorsale dell'Unione europea (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

Estero, Presidente. L'Estero è enormemente importante. Turchia, Russia, ma, in questo contesto, confidiamo che lei non dimenticherà quanto importante sia per l'Italia e per l'Unione europea il tema balcanico. L'allargamento ai Balcani occidentali dell'Unione europea è essenziale, perché sarà ciò che darà modo di completare l'Unione europea e di far sì che l'Unione europea - l'Unione europea, non i 27 Stati membri che si comportano in maniera indipendente l'uno dall'altro! - abbia la realtà di una realtà comune, una difesa comune (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia), una politica estera, una Europa! Questo è ciò che noi crediamo sia il futuro. Presidente, il suo è il Governo del migliore. Credo che possiamo effettivamente ritenere di essere destinati a partecipare alla Europa dei migliori (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia). Credo che quando, nel 2058, sarà esaurito il piano di ammortamento del nostro debito, che, come lei sa, inizierà nel 2028, con una certa serenità i nostri figli potranno guardare indietro, perché sapranno che gli abbiamo lasciato non solo debiti, ma anche gli strumenti, per poterli pagare e proseguire nel loro futuro (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia). L'Europa c'è, Presidente, e, francamente, c'è, in grossissima parte, grazie a lei. Coraggio, Presidente Draghi, noi siamo convintamente con lei (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia)!

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Colucci. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO COLUCCI (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie Presidente. Noi abbiamo dato il nostro contributo alla risoluzione di maggioranza, i cui contenuti affidiamo al Governo per il prossimo Consiglio europeo. Crediamo, Presidente Draghi, che, grazie alla sua autorevolezza, si può iniziare a fare quello che, da tempo, auspichiamo: cambiare l'Europa in cui vogliamo stare, cambiarla su alcuni temi per noi non più rinviabili. A tal proposito, abbiamo apprezzato la fermezza e la chiarezza con cui il Governo ha posto all'Europa il tema migratorio, senza slogan e senza sbraitare, ma con concretezza, soprattutto in riferimento alla gestione delle frontiere e agli interventi sui Paesi di origine. Su questo tema, nella risoluzione, grazie anche un'interlocuzione molto proficua col sottosegretario Amendola, noi abbiamo suggerito di rafforzare i programmi di cooperazione, per creare condizioni di sviluppo nei Paesi di origine, per escludere, in prospettiva, una delle ragioni per cui si fugge dal proprio Paese: la povertà. Inoltre, abbiamo evidenziato la necessità che l'Europa si faccia carico degli oneri per i rimpatri dei Paesi di primo approdo. Questo è un segnale, per dire che il problema migratorio non è il problema dell'Italia, ma è il problema dell'Europa. Presidente Draghi, siamo certi che lei e l'Italia, al prossimo Consiglio europeo, sugli obiettivi della risoluzione, vi farete rispettare e vi farete ascoltare. Con questo, le auguriamo buon lavoro e la ringraziamo per il suo lavoro e per quello che il Governo sta portando avanti (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato De Maria. Ne ha facoltà.

ANDREA DE MARIA (PD). Grazie Presidente. Presidente del Consiglio, colleghi, ci troviamo qui, oggi, all'indomani della formalizzazione del via libera della Commissione europea al nostro PNRR, come ha giustamente ricordato lei, Presidente Draghi, un motivo di grande orgoglio per l'Italia. Poi, la seduta della Camera di oggi, in vista del prossimo Consiglio europeo, si svolge a pochi giorni dall'insediamento della Conferenza sul futuro dell'Unione europea, che getterà le basi per rivedere gli assetti del nostro continente, un appuntamento importante, perché l'Europa è più che mai ad un bivio. La prova subita con la pandemia ha mostrato tutte le difficoltà, i limiti e le contraddizioni di un continente, che è quello più integrato al mondo, con più forme di cooperazione, e, allo stesso tempo, limitato dai singoli Stati nella sua completa integrazione.

Abbiamo imparato, in quest'anno e nei settant'anni di pace e collaborazione che ci hanno portato fin qui, che un'Europa più forte e unità è la strada per lo sviluppo e la crescita. Abbiamo imparato dagli errori, dalle risposte miopi ed egoiste alla crisi economica e finanziaria del 2008, che ora l'Europa può essere la soluzione e non il problema. Questa volta, di fronte alla crisi più grave dal dopoguerra, si sono fatti passi avanti molto importanti e dovremo ora proseguire nella direzione giusta. Next Generation EU è il frutto di un'Europa che ha saputo finalmente superare egoismi nazionalistici e aprirsi a un orizzonte solidale. Nell'Europa che stiamo disegnando, finalmente, la dimensione ambientale, la dimensione sociale e la dimensione economica sono connesse. Non vi sarà transizione ecologica, se non ci sarà sviluppo sostenibile e se non verrà affrontato insieme a questo il grande tema della questione sociale, delle disuguaglianze e delle ingiustizie, a partire da quelle prodotte dal COVID-19.

La campagna vaccinale si sta portando lentamente fuori dalla fase più difficile, anche se occorrerà ancora attenzione e prudenza. Il primo passo è garantire a tutti l'accesso al vaccino e qui, ancora una volta, l'Europa - l'ha ricordato molto bene lei, Presidente del Consiglio - può fare la sua parte, aiutando i Paesi più poveri con donazioni, mettendoli in grado di produrne autonomamente o, infine, chiedendo la sospensione temporanea della proprietà intellettuale. Mai come in questa fase appare evidente che nessuno si salva da solo in un mondo interconnesso. Il vaccino deve essere, quindi, un bene pubblico globale: non esistono diritti di proprietà che possano prevalere sul diritto alla vita. La nostra è una proposta di umanità e civiltà; se non blocchiamo il virus, nessuno sarà al sicuro.

Il vaccino è solo una delle questioni che riguardano le relazioni tra l'Europa e il resto del mondo, soprattutto quel resto del mondo più in difficoltà, sofferente, ancora travagliato da guerre, pandemie e drammi storici; quelle terre da cui ogni giorno si muovono migliaia di donne, di uomini e di bambini alla ricerca di una vita migliore. Sono anni che l'Italia pone, insieme alla Grecia e alla Spagna, insomma ai Paesi di primo ingresso nell'Unione europea, la necessità di una strategia europea nella gestione delle migrazioni. Risulta evidente a tutti, ormai, che il Regolamento di Dublino non è lo strumento adatto, anzi è anche iniquo, perché fa carico ai Paesi di primo ingresso di occuparsi dei migranti, assolvendo da questa responsabilità gli altri Paesi membri dell'Unione, quando sappiamo tutti che i flussi migratori non riguardano questo o quel Paese ma l'intera Europa. Chi sbarca sulle coste italiane, spagnole o greche vuole entrare in Europa. Il problema è europeo e l'Europa deve affrontarlo in modo serio, come ha chiesto lei, Presidente del Consiglio, e come da anni chiede il Partito Democratico. Anziché chiudere gli occhi, affrontiamo il problema nella legalità e nella trasparenza, il che vuol dire accordi bilaterali con i Paesi di origine e di transito, concordando le quantità e i profili che possono essere accolti in ogni Paese in modo regolare, alla luce del sole, predisponendo anche le politiche di accoglienza e di integrazione necessarie. Si tratta, poi, di governare un fenomeno, affrontando anche la questione della distribuzione di chi in ogni caso sbarca sulle coste in modo irregolare chiedendo asilo. Se vogliamo stroncare il traffico dei migranti e salvare vite umane, il modo più utile è gestire i flussi in modo regolare e trasparente.

Allo stesso tempo chiediamo che l'Europa abbia una strategia per sedare i conflitti e volgerli a soluzioni pacifiche politiche, come si sta facendo, sotto l'impulso italiano in Libia. L'Africa e il Mediterraneo sono alle porte di casa e l'Europa deve creare le condizioni per costruire insieme il futuro. Come si vede, sono tutti temi delicati, che richiedono risposte immediate e pensieri lunghi. Noi siamo certi che l'esperienza, la fiducia e la stima che la sua persona, signor Presidente del Consiglio, riscuote in Europa, possano essere la carta in più per ottenere risultati, mettendo l'Unione europea nelle condizioni di corrispondere alle aspettative dei cittadini e di essere protagonista autorevole, ascoltata del mondo globale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Palazzotto. Ne ha facoltà.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Grazie Presidente. Nessuno si salva da solo: dovrebbe essere questa la frase scolpita sul tavolo del Consiglio europeo. Nessuno si salva da solo significa, signor Presidente, permettere che i vaccini siano accessibili in larga parte a tutta la popolazione mondiale, per evitare che il virus continui a circolare e a mutare, rendendosi anche resistente ai vaccini; per farlo dobbiamo derogare a un principio su cui oggi c'è molta timidezza, quello della sospensione dei brevetti e della tutela della proprietà intellettuale di questi brevetti per tutelare sostanzialmente i profitti delle case farmaceutiche; in un momento come questo, tutto questo non ce lo possiamo permettere. Nessuno si salva da solo, signor Presidente, significa che non può non riguardarci quello che accade dall'altra parte del Mediterraneo, in Libia, nel Sahara occidentale, in Egitto, in Qatar, in Turchia, in Arabia Saudita. Non può non riguardarci la condizione di vita delle donne e delle bambine stuprate nei centri di detenzione in Libia, come ci ha raccontato fino a ieri il quotidiano Avvenire. Non può non riguardarci la condizione di giovani studenti egiziani, come Patrick Zaki, che marciscono nelle galere egiziane senza alcuna colpa (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali). Non può non riguardarci la condizione dei lavoratori schiavi in Qatar; la condizione del popolo curdo nel sud della Turchia, che subisce quotidianamente una violazione sistemica dei diritti umani. Non può non riguardarci la condizione di un giornalista come Khashoggi in un Paese come l'Arabia Saudita. Il degrado della condizione dei diritti umani, signor Presidente, è la sfida del nostro secolo. Ho molto apprezzato le sue parole rispetto a quella che oggi è una sfida che le democrazie devono lanciare contro le autocrazie e questa sfida passa da un ruolo dell'Europa nella difesa dei diritti umani e della libertà. Questa sfida deve valere sempre, signor Presidente: non può valere solo quando ci rivolgiamo a nostri competitor commerciali, come la Cina o come la Russia; deve valere anche quando riguarda nostri partner commerciali, come l'Egitto, come l'Arabia Saudita, come la Turchia. Ha fatto bene lei, oggi, a ricordare che il tema dei diritti umani e delle libertà civili in un Paese come la Turchia non può essere derubricato.

Signor Presidente, continuare a lavorare su partenariati senza diritti umani o lasciando i diritti umani a margine, come un orpello, una nota a margine di un accordo su un partenariato, che sia esso commerciale o che riguardi il contenimento dei flussi migratori, è una scelta che avrà un impatto molto grande anche sulle nostre vite. Leggo oggi, nella risoluzione che abbiamo scritto, nell'ordine del giorno del Consiglio europeo, nelle sue parole, il passaggio di paradigma rispetto alla questione migratoria: provare ad affrontarla dal punto di vista della dimensione esterna. È finalmente un primo passaggio importante, ma la dimensione esterna del fenomeno migratorio non può essere solo una politica di contenimento che passa dall'esternalizzazione e dalla militarizzazione della frontiera, in deroga alle convenzioni internazionali sulla tutela dei diritti umani. Deve esprimere una visione di politica estera comune, improntata al sostegno della democrazia e dei diritti umani. Citare il ruolo dell'UNHCR e dell'OIM nella gestione del fenomeno migratorio non può essere anch'esso un orpello del nostro dibattito politico; dobbiamo farlo anche leggendo le cose che queste agenzie dell'ONU ci dicono su qual è la condizione oggi dei diritti umani in Libia e su quali sono le responsabilità delle autorità libiche, a partire dalla Guardia costiera libica, con cui noi continuiamo ad avere un accordo di ferro, rispetto a quella violazione dei diritti umani. Citavo prima le violenze subite da cinque ragazzine minorenni, sedicenni, somale, nel centro di Zawiya, gestito dal capo della Guardia costiera libica di Zawiya, il capo dei trafficanti al-Bija, sostenitore del Governo di unità nazionale libico.

Allora, impegnarsi per la stabilizzazione della Libia è importante, ma non lo possiamo fare abdicando alla nostra civiltà giuridica. Abbiamo la necessità di chiedere oggi ai nostri interlocutori in Libia di chiudere i campi di detenzione in cui stanno migliaia di persone e la sfida dell'Europa è quella di costruire un grande piano di evacuazione per le persone che lì dentro sono detenute. Parliamo di poco più di 5 mila persone che vivono in una condizione di violazione drammatica e che noi stiamo abbandonando al loro destino. Non è pensabile che noi continuiamo, Presidente - e concludo -, a immaginare una politica di gestione dei flussi migratori, di un fenomeno strutturale del nostro tempo, immaginando semplicemente di contenere chi cerca di fuggire da una condizione disumana. È come, se durante la Seconda guerra mondiale, i Paesi alleati, la Francia, il Regno Unito e gli Stati Uniti, si fossero posti il tema di come fermare le persone che fuggivano dal nazifascismo.

Ecco, noi oggi non possiamo permettercelo. Abbiamo bisogno di affrontare il tema della governance di un fenomeno strutturale, creando vie d'accesso legali e sicure, e affrontando contestualmente l'emergenza umanitaria. Non possiamo immaginare che si continui, come adesso, a sospendere le operazioni di soccorso in mare, sperando che le persone non arrivino, perché affondano o perché vengono catturate dalla guardia costiera libica. Prima si salva, poi si discute, signor Presidente. E allora oggi è il momento di dare dimostrazione dei grandi valori e principi su cui si fonda l'Unione europea e immaginare di ripristinare ciò che è stato cancellato, ovvero una grande missione di soccorso in mare dell'Unione europea, che affronti il tema spinoso, doloroso, del cimitero che è diventato il Mediterraneo, il nostro mare, perché quello che accade lì riguarderà, presto o tardi, anche noi (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Ianaro. Ne ha facoltà.

ANGELA IANARO (M5S). Grazie, Presidente. Presidente Draghi, onorevoli colleghe e colleghi, dal marzo 2020 ad oggi abbiamo compiuto enormi passi in avanti, unendo sforzi immani e risorse ingenti nella lotta alla pandemia da COVID-19; una lotta che abbiamo condotto con rinnovato spirito di solidarietà, nel quadro comune dell'Unione europea, attiva su tutti i fronti per contenere la diffusione del nuovo Coronavirus, sostenere i sistemi sanitari nazionali e contrastare l'impatto socioeconomico della pandemia, artefice di iniziative, misure e azioni di intervento inedite. L'avere compreso come agire insieme ci ha aiutato in questa battaglia, che non ha precedenti storici a cui appigliarsi per trarre ispirazioni nelle difficili decisioni che è stato necessario prendere. Come ha detto lei, Presidente, le lezioni apprese durante questa pandemia devono rappresentare un monito a non farci più trovare impreparati.

La battaglia, però, non è ancora vinta e i passi in comune da compiere sono ancora molti, ma con una prospettiva sicuramente diversa, con maggiore fiducia, anche grazie all'approvazione, da parte della Commissione europea, del PNRR, frutto dell'azione sinergica del precedente e dell'attuale Governo. Grazie al certificato europeo sarà agevolata la libera circolazione dei cittadini, a partire dal 1° luglio. Attraverso il quadro comune per il rilascio, la verifica e l'accettazione dei certificati interoperabili relativi alla vaccinazione, ai test e all'avvenuta guarigione dal COVID-19, gli Stati membri potranno contare su un approccio coordinato, che renderà sicuri viaggi e riaperture all'interno dei confini comunitari. È necessario, tuttavia, ed è bene sottolineare quanto sia fondamentale garantire il giusto equilibrio tra le esigenze di salute pubblica, da un lato, e il pieno godimento dei diritti legati alla libertà di circolazione, evitando peraltro ogni forma di discriminazione. Mi riferisco in particolare, signor Presidente, al bisogno di assicurare uniformità alle famiglie che viaggiano con i propri bambini.

Nella proposta di aggiornamento della raccomandazione del Consiglio nell'ambito delle nuove regole per viaggiare all'interno dell'Unione, la Commissione europea regola specificamente la fattispecie dei bambini di età inferiore ai 6 anni, i quali dovrebbero poter viaggiare senza sottoporsi ai test diagnostici o dovrebbero essere esentati dalla quarantena quando non devono sottoporvisi i genitori.

Presidente, la rinnovata determinazione dell'Europa ad agire insieme riguarda anche la nostra capacità di fare i conti con nuove minacce già presenti o che si profilano all'orizzonte. Fra queste, la comparsa e il moltiplicarsi delle varianti di SARS-CoV-2 che si stanno sviluppando e diffondendo a livello globale. Anche qui l'Unione europea ci ha esortato a intraprendere un'azione collettiva e, insieme, rapida e determinata, perché la velocità con la quale saremo in grado di individuare le varianti è fondamentale per rispondere prontamente laddove le mutazioni possano essere maggiormente o completamente resistenti ai vaccini ad oggi autorizzati. Come? Attraverso il sequenziamento del genoma, uno strumento essenziale per monitorare i ceppi del virus che circolano tra la popolazione, e conseguentemente estremamente utile per assumere decisioni informate di salute pubblica. Come già più volte raccomandato in sede europea, gli Stati membri dovrebbero raggiungere una capacità di sequenziamento di almeno il 5 per cento dei test risultati positivi, fare in modo che le tendenze e le aree problematiche possano essere individuate e affrontate con rapidità.

È ormai ben noto il monito degli esperti sulla scarsa capacità del nostro Paese di sequenziare, monito che si unisce all'appello che ho lanciato proprio io, per prima, in quest'Aula, in un'interpellanza urgente e poi con un emendamento presentato recentemente, affinché l'Italia ripari al più presto al preoccupante ritardo che può costarci i sacrifici e gli sforzi compiuti con la campagna vaccinale, che procede a pieno ritmo. Si rende, quindi, indispensabile intraprendere le azioni comuni raccomandate per evitare che il rischio delle varianti possa eludere parzialmente la risposta immunitaria, tanto più proprio adesso che siamo in presenza di un inatteso aumento dei casi nei Paesi europei, seppure in presenza di un'alta copertura vaccinale.

Tuttavia, mi preme sottolineare, Presidente, un assunto che anche lei ha più volte evidenziato in quest'Aula: la strategia dell'Unione europea per i vaccini si è dimostrata efficace nel garantire agli Stati membri la quantità e la qualità dei vaccini necessari, un obiettivo raggiunto sostenendone lo sviluppo, anche grazie a ingenti finanziamenti pubblici, incentivandone la produzione e assicurandone l'approvvigionamento. Ma cosa sta avvenendo nel resto del mondo? Dobbiamo chiedercelo! Se nei Paesi ricchi 1 persona su 3 ha ricevuto entrambe le dosi del vaccino, ben diversa è la situazione in quelli a medio e basso reddito, dove la proporzione è di 1 persona su 1.000. Come ammonito dal Segretario generale dell'ONU, il Programma COVAX, concepito allo scopo di garantire un accesso equo e globale al vaccino anti-COVID, avrebbe dovuto consegnare 172 miliardi di dosi, mentre finora ne ha consegnate solo 72. In occasione del recente vertice del G7, i Capi di Stato e di Governo, come lei ha ricordato, hanno annunciato la loro volontà di distribuire 1 miliardo di dosi di vaccino ai Paesi più poveri. Donare, Presidente, risponde ai nostri più nobili interessi collettivi, ma non è sufficiente; la solidarietà, da sola, non rende le persone indipendenti. Presidente, finché non procederemo, in questi Paesi, con la realizzazione di un contesto favorevole alla produzione locale, trasferendo il know-how e le tecnologie necessarie, non garantiremo l'annunciata volontà di favorire un accesso equo e globale ai sieri (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Certamente, fin dallo scoppio della pandemia l'Unione europea si è resa protagonista di una solidarietà attiva con il resto del mondo: ha autorizzato esportazioni pari a circa la metà della quantità totale dei vaccini prodotti in Europa e ha sostenuto fortemente la COVAX facility, ma questo non basta, Presidente. Senza la sospensione temporanea dei brevetti sui vaccini anti-COVID, il mondo continuerà a procedere a 2 velocità nella campagna di immunizzazione. Le donazioni, da sole, non possono soddisfare la domanda mondiale di sieri. Quest'Aula ha sostenuto largamente la mozione, a mia prima firma, affinché questo Governo si adoperi, in sede europea e nelle competenti sedi internazionali, per derogare temporaneamente ai diritti di proprietà intellettuale e consentire ai produttori locali, previ accordi con i detentori di brevetti, di aumentare le forniture delle dosi, insieme a un maggiore accesso a materie prime e a tecnologie che la deroga consentirebbe.

Mi avvio alle conclusioni. Il nostro Paese è protagonista di un'imponente campagna vaccinale, che procede a pieno ritmo e che ci ha consentito di immunizzare oltre 15 milioni di persone con un ciclo completo. Nell'interesse di proteggere la vita delle persone e di garantire la salute pubblica, i Piani nazionali di vaccinazione devono essere attuati nel modo più inclusivo possibile, a prescindere dallo status giuridico.

PRESIDENTE. Concluda.

ANGELA IANARO (M5S). Dobbiamo, Presidente, tener conto anche dei migranti, che arrivano sulle nostre coste, e riuscire, attraverso un'azione di solidarietà europea comune, a vaccinare anche queste persone…

PRESIDENTE. Deve concludere.

ANGELA IANARO (M5S). …che, in tal modo, sarebbero garantite nella loro salute (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Abbiamo ascoltato con interesse la relazione del Presidente del Consiglio e, sentita la relazione del Presidente del Consiglio, come Fratelli d'Italia credo che vi stupiremo con effetti speciali, riconoscendoci e arrendendoci anche noi alla definizione de “Il migliore”.

Una definizione che abbiamo sempre rifiutato, noi di Fratelli d'Italia; la sentivamo e l'avvertivamo un po' salottiera, autoreferenziale, un po' sprezzante della democrazia. Noi riteniamo che il migliore sia colui che viene selezionato dal popolo e non colui che, per la sua indubbia professionalità, è lo strumento per cui una classe dirigente di un Paese, avendo orrore della democrazia, rinvia le elezioni perché si aggrappa a un sedicente salottiero e autoreferenziale “migliore”. Glielo diciamo, invece, con franchezza: ci siamo arresi, Presidente; lei è il migliore, il migliore nel bene e nel male. Lei è condannato ad essere il migliore ed è condannato anche quando si produce in straordinari esercizi di funambolismo cerchiobottista a cui lei è costretto dalla sua politica estera. Sulla sua relazione ci sembra un po' di rivedere la commedia di quando va al G7 a raccontare che siamo, senza se e senza ma, atlantisti e che siamo contro la Cina; poi, però, non fa in tempo a rientrare in Italia che scopre che il suo Ministro degli Affari esteri, mentre lei dialogava al G7, dialogava con la Cina, rafforzava il rapporto con la Cina, rilanciava la Via della Seta. Allora, qui, allo stesso modo, abbiamo sentito sulla Turchia finalmente parole di verità, che in questo emiciclo fino a ieri avanzava solo Fratelli d'Italia. Abbiamo sentito da lei una fotografia impietosa sulla deriva islamista della politica domestica della Turchia, con compressione dei diritti politici, dei diritti religiosi e dei diritti sociali. Abbiamo avvertito finalmente da lei che sposava le parole di Fratelli d'Italia sull'eccitazione di una forma di scontro di civiltà da parte del sultano Erdoğan, che lei ha provvidamente definito “dittatore” - salvo dimenticare il termine islamista - e che quella politica estera è contraria agli interessi strategici italiani in termini di approvvigionamento energetico, in tema di difesa nazionale ed internazionale, in tema di contrasto al terrorismo internazionale, in tema di approvvigionamento energetico. Finalmente sentiamo parole di verità, finalmente sentiamo una fotografia impietosa contro il sultano Erdoğan, che prima fiancheggiava i militanti di ISIS in Siria, poi finanziava la penetrazione islamica in Europa tramite il finanziamento delle moschee, poi sfregiava la cristianità con la storia di Santa Sofia, poi entrava militarmente e unilateralmente in una zona di sovranità esclusiva di una Nazione europea - Cipro -, sloggiando ENI e Total con un'operazione militare. Abbiamo finalmente sentito forte preoccupazione da parte sua sul fatto che - e non come diceva Palazzotto - il mare nostro, il Mediterraneo, non lo è più; è il mare del sultano Erdoğan, grazie all'inerzia e all'incapacità della politica estera italiana (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), laddove è riuscito, il sultano Erdoğan, financo a sloggiare un ospedale militare italiano da Misurata e a farne una base militare, disegnando anche in Libia una nuova ZEE, pregiudizievole per gli interessi nazionali, per poi finalmente iniziare ad alimentare il fatto che userà i migranti come arma di distruzione di massa non solo più da Est ma anche da Sud. Bene: finalmente abbiamo sentito queste parole! Quali sono le sue conclusioni, però, Presidente? Me le sono segnate: rafforzare la cooperazione con la Turchia, modernizzare l'unione doganale con la Turchia, rilanciare il dialogo nella politica estera con la Turchia. A casa mia, se uno è un dittatore io non modernizzo l'unione doganale; a casa mia, se uno è un dittatore io non rafforzo il dialogo. Lei fa parte di quell'Europa forte con i deboli e debole con i forti che, come un'aguzzina - l'Europa - è riuscita a guardare la Polonia e l'Ungheria e a subordinare financo i soldi del Recovery Fund per affrontare la crisi sanitaria e salvare vite umane al cosiddetto Stato di diritto. Nei confronti della Turchia, che viola, per la sua stessa fotografia impietosa, ogni Stato di diritto, noi diciamo: “Insomma, cerchiamo di dialogarci”. La capisco, e mi sono segnato quelli della sua maggioranza eterogenea.

PRESIDENTE. Concluda.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Il MoVimento 5 Stelle: “Bisogna migliorare il dialogo con la Turchia”; Forza Italia: “La Turchia è un interlocutore importante”; anche la Lega: “La Turchia non potrà essere Europa fin quando non rispetterà i diritti”. Bene, per noi - ma pensiamo anche per lei, anche se non l'ha potuto dire, perché lei lo ha definito per quello che è, cioè un dittatore, e noi aggiungiamo anche “islamista” - la Turchia non è geograficamente, spiritualmente, culturalmente e politicamente Europa! Non lo sarà mai e noi le diamo un mandato forte: vada in Europa…

PRESIDENTE. Concluda!

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). …al di là della visione della sua maggioranza chiedendo la revoca di status di candidato all'adesione europea della Turchia che frutta miliardi a…

PRESIDENTE. Grazie, grazie.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). …quello che lei definisce dittatore e noi sultano, il quale scarica contro l'Europa e contro l'Italia (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Noja. Ne ha facoltà.

LISA NOJA (IV). Grazie, Presidente. Signor Presidente del Consiglio, ci troviamo, come lei ha sottolineato, in un punto molto critico di questa terribile pandemia, che - voglio ricordarlo - si è portata via oltre un milione di nostri concittadini europei. Abbiamo, infatti, la concreta possibilità di piegare finalmente il virus grazie all'arma portentosa che, in poco tempo, ci ha offerto la scienza: i vaccini. Come tutti i punti critici della storia del nostro continente, per vincere la sfida è fondamentale un autentico spirito europeista. Ciò è essenziale per far funzionare in modo efficiente ed efficace il COVID pass, uno strumento essenziale per garantire la libera circolazione in sicurezza delle persone nel territorio dell'Unione e per promuovere una condivisione più forte della strategia di risposta alla pandemia. Ma lo spirito europeista è essenziale anche per la piena realizzazione del COVAX, un programma indispensabile per l'accesso più rapido possibile ai vaccini, anche da parte dei Paesi con redditi più bassi. Come lei ha detto, infatti, non si può risolvere un'epidemia globale senza una protezione vaccinale globale, ma proprio perché COVAX deve essere un obiettivo prioritario, occorre perseguirlo con gli strumenti giusti. Su questi, Italia Viva non ha nessuna contrarietà: in linea teorica, la deroga temporanea al regime ordinario sui brevetti rispetto ai vaccini anti-COVID, ma ciò nella misura in cui tale scelta sia necessaria e funzionale non a piantare bandierine ideologiche, bensì ad aumentare, in concreto, la produzione di vaccini, tenendo nella dovuta considerazione il ruolo fondamentale della tutela brevettuale per incentivare gli investimenti anche futuri in ricerca; ciò, soprattutto, partendo dalla consapevolezza che attualmente il nodo della crescita della produzione vaccinale è principalmente legato a un problema avulso dalla questione dei brevetti, ossia la difficoltà di reperire in breve tempo la specializzazione industriale e gli ingredienti base necessari per produrre i vaccini in sicurezza (lo sottolineo, in sicurezza). Per un fatto di chiarezza e concretezza avremmo voluto che questo aspetto fosse meglio articolato nella risoluzione di maggioranza che voteremo e ci dispiace che questo spunto non sia stato colto, ma sappiamo che chiarezza e concretezza sono la cifra dell'azione del suo Governo, signor Presidente, quindi siamo sicuri che al prossimo Consiglio europeo con quella cifra lei rappresentare al meglio l'Italia anche su questo tema (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Maggioni. Ne ha facoltà.

MARCO MAGGIONI (LEGA). Grazie, Presidente. Presidente Draghi, membri del Governo, onorevoli colleghe e colleghi, il Consiglio europeo prossimo vede in agenda pochi punti di analisi e di discussione, ma senza dubbio tutti di reale interesse per l'Unione e per il nostro Paese. I dati sul numero di contagi giornalieri sono in costante miglioramento e così pure quelli sui decessi. La campagna di vaccinazione procede bene e questo è merito suo e del Governo. Tutti dovrebbero riconoscere che avete mantenuto l'impegno assunto a febbraio di vaccinare la popolazione italiana: oggi sono più di 47 milioni le somministrazioni effettuate nel nostro Paese. Coloro i quali scommettevano sul fallimento di questa campagna si sono dovuti ricredere: ne prendano atto, signor Presidente. Il Paese sta riaprendo passo dopo passo, senza azzardi o scelte avventate, ed il processo di ritorno alla normalità è ormai avviato; tuttavia dobbiamo essere lungimiranti. Anche l'anno scorso di questo periodo sembrava tutto superato e relegato al passato, dunque dobbiamo già proiettarci ad ottobre. L'obiettivo è e deve essere quello di non tornare a chiudere. Le vaccinazioni e un controllo coordinato a livello europeo sia del trasporto aereo, sia del numero delle ospedalizzazioni devono metterci al sicuro da un'eventuale recrudescenza del virus con nuove varianti.

Vede signor Presidente, è in gioco molto più della crescita del PIL del 2021 o del 2022, l'autunno sarà il banco di prova circa la possibilità di tornare ad uno stile di vita simile a quello pre-pandemia. Ci giochiamo la fiducia degli italiani. Sappiamo che i consumi e gli investimenti sono conseguenti alle aspettative future dei cittadini e delle imprese, quindi, quanto si farà nelle prossime settimane, sarà determinante.

Signor Presidente, all'ordine del giorno del Consiglio europeo prossimo ci sarà anche la ripresa economica, è incoraggiante la valutazione dell'Unione sul nostro Piano, ma occorre la massima attenzione su come e dove verranno spese le risorse in arrivo. Lei è la nostra garanzia. L'esperienza del passato, anche recente, ci ricorda che, piuttosto che spendere male, è meglio non spendere affatto, trattandosi di fondi a debito che vanno restituiti. Le strategie di spesa non dovranno essere ancorate a tendenze del momento, ma collegate sempre e comunque ai ritorni occupazionali che ogni scelta genera per la nostra economia. Non si può parlare di transizione ecologica se significa chiudere le fabbriche (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Questo Paese ha bisogno di crescita economica, ha bisogno di crescita demografica ma, soprattutto, di sano e concreto realismo. Va ricostruito un Paese dalle fondamenta: formazione scolastica, università, senso di legalità, famiglia, figli, impresa, settori dell'economia che non possiamo più dipendere dalle produzioni cinesi. Serve essere orgogliosi del futuro che progettiamo. Ovvio che servono certezze sulle regole. In questi ultimi giorni si è tornati a parlare, a livello europeo, dei parametri di Maastricht e credo sia opportuno fare chiarezza con i partner europei su come e quando si tornerà ad osservarli. Allo stesso modo è necessario fare chiarezza sul rispetto dei confini. Intanto, signor Presidente, una precisazione lessicale per non stravolgere la lingua italiana: “immigrato” è chi si sposta da uno Stato all'altro, cioè chi emigra rispettando tutti i requisiti, ben diverso è chi varca le frontiere privo di titoli e dei necessari documenti e va chiamato con il termine più appropriato, vale a dire: “clandestino” (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). È uno strano Paese il nostro: i dati del Ministero dell'Interno dicono che nel 2016 si sono registrati più di 181 mila ingressi irregolari, nel 2017 più di 119 mila, ma nel 2018 circa 23 mila e nel 2019 solo poco più di 2.000. Peccato che questa reale tutela dei confini sia costata ben due processi all'allora Ministro dell'Interno, Matteo Salvini: un fatto senza precedenti nella storia repubblicana (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). L'anno corrente conta già 18 mila arrivi dal Nordafrica, si salpa ogni giorno, le ONG traghettano e, giusto per fare un esempio, Malta, da inizio anno a fine maggio scorso, ha ricevuto meno di 200 clandestini e preciso che i dati sono forniti dall'ONU, quindi al di sopra di ogni sospetto. Con grande chiarezza dobbiamo riconoscere che la politica della redistribuzione negli altri Stati europei finora non ha mai funzionato. Il primo a parlarne fu il non rimpianto Ministro Alfano, ma l'unica redistribuzione che gli riuscì fu quella tra le regioni italiane, paese per paese, città per città. È apprezzabile, signor Presidente, la sua proposta di attivare una politica estera europea in Nordafrica, la stabilità di quei Paesi è necessaria per gestire i flussi e ridurre al minimo le partenze, non vi è altra soluzione. L'immigrazione clandestina non è solo sinonimo di Nordafrica, non dobbiamo tralasciare la rotta balcanica generata colpevolmente dalla Turchia: sono centinaia gli arrivi negli ultimi mesi in Friuli-Venezia Giulia, con una percentuale rilevante di positivi al COVID. Usiamo precauzioni e distanziamenti per tutelare i nostri cittadini e non è sostenibile che si sviluppino focolai in quella regione in conseguenza dell'arrivo di clandestini. Signor Presidente, i cittadini ci chiedono determinazione e siamo certi che lei saprà rappresentare al meglio il nostro Paese al prossimo Consiglio europeo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Quartapelle. Ne ha facoltà.

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Grazie, Presidente. Colleghi, Presidente del Consiglio, nessuna Nazione, neanche la più grande, la più potente dal punto di vista militare o la più avanzata dal punto di vista tecnologico può farcela da sola di fronte a ogni fenomeno che investe il mondo intero. Tra le questioni globali ce n'è una di scala e impatto incomparabile, che è il fenomeno migratorio. Le migrazioni ci sono, ci sono state e ci saranno, sono un fenomeno di dimensioni sempre più ampie, sempre più diffuse, sempre più frequenti, epocali, bibliche, epiche, come dice chi vuole enfatizzare senza sapere bene che fare. Sono un fenomeno che, dunque, va governato: lo si può, lo si deve fare, in modo ordinato, sicuro e legale; per l'Italia, lo si può fare solo a livello europeo. La scelta di porre la questione migrazione al tavolo del Consiglio europeo ha per il nostro Paese, quindi, un valore strategico: non è e non deve essere la riproposizione di un problema stagionale.

Troppo spesso, in questi anni, in vari angoli d'Europa, abbiamo osservato i sintomi di un fenomeno non governato. Il campo profughi a Lesbo, in Grecia, i migranti sotto la neve in Bosnia, le persone che cercano di raggiungere la Spagna a nuoto e da Ceuta, i naufragi al largo di Lampedusa: sono scene terribili in sé per sé e perché evidenziano l'inerzia europea, il timore di programmare e di intervenire. Continueranno ad essere scene atroci finché non ci sarà una strategia europea. Ora è il momento: dopo aver fatto tanto per integrare le nostre economie, abbiamo l'occasione perché non si continui così. Lei, a Berlino, lo ha detto: per avere un'Europa più forte, serve un'Italia più forte, anche sulle migrazioni. Se vogliamo una forte risposta europea su questo fronte, l'Italia deve essere compatta anche nel mandato che oggi il Parlamento le affiderà. Sull'immigrazione, lo si sa, ci siamo scontrati duramente e ripetutamente in questi anni, ma ora è il tempo di chiedersi se è possibile un impegno comune. Sul dovere di salvare vite in mare dobbiamo concordare tutti e sono sicura che lo faremo, ma serve anche di più, serve un investimento strategico della cooperazione con i Paesi dell'Africa e una politica ordinata di pianificazione dei flussi; servono i corridoi umanitari. E qui, Presidente, le rivolgo un appello: i campi in Libia si possono chiudere, collaboriamo con il nuovo Governo libico per farlo. Stiamo parlando di 5 mila persone, tra cui 1.500 minori e donne. Convinciamo gli altri Paesi europei a fare quello che l'Italia, per ora, fa da sola, con orgoglio: i corridoi umanitari (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Bene anche aver sentito da lei parole chiare sull'Etiopia. Per la pace e il dialogo nazionale in quel Paese, in tanti si aspettano una leadership italiana che finora non è venuta. Le chiediamo di impegnare l'Italia attivamente per la pace in Etiopia. Dobbiamo avere chiaro, però, che il dovere di accogliere chi fugge dalle guerre e dalle calamità e, prepariamoci, anche dal surriscaldamento globale, non basta: dobbiamo anche aprire vie legali e dobbiamo sapere integrare coloro che arrivano sul nostro territorio e, prima ancora, chi già risiede in Italia. L'immigrazione senza integrazione è il caos. L'integrazione è parte della coesione sociale ed è anch'essa un dovere morale verso gli italiani e verso gli stranieri che con noi convivono. Dobbiamo rompere il circolo perverso tra ingressi illegali, mancate politiche migratorie e lo smarrimento dell'opinione pubblica e le reazioni populiste. La migrazione va governata con scelte che devono proiettarsi nel futuro, oltre le contingenze, le convenienze immediate di consenso e le ideologie. Questo Governo è un'occasione unica, da questo punto di vista, per l'Italia: possiamo, per una volta, sottrarci alla trappola in cui siamo caduti in tutti questi anni, quella, cioè, di una contrapposizione tutta interna tra chi specula sulla paura e chi ha pensato che bastasse il sacrosanto dovere di salvare le vite in mare, la buona volontà del terzo settore, lo spirito di accoglienza della nostra Nazione per affrontare un fenomeno che è enorme. Più che soluzioni, questa contrapposizione ha prodotto un infinito talk show. È ora di assumerci tutti una vera responsabilità. Affrontiamo le migrazioni come quello che sono: una grande questione di politica estera, di diritti umani e di sicurezza dell'Italia e, insieme, dell'Unione europea. Solo così si può affrontare questa faccia della globalizzazione, tenendo insieme le esigenze di sicurezza dei cittadini dello Stato che accoglie, il rispetto dei diritti umani, il senso di umanità e i benefici che derivano dall'arrivo di nuovi individui nella comunità nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Rampelli. Ne ha facoltà.

FABIO RAMPELLI (FDI). La ringrazio, Presidente. Presidente Draghi, abbiamo ascoltato tutti, come ha potuto constatare, con grande interesse, la sua relazione. C'è qualcosa, però, che non torna, pur avendo ben presente il successo rappresentato dalle dichiarazioni della Commissaria europea Von der Leyen e, quindi, conseguentemente, l'anticipazione di 25 miliardi che otterrà il Governo italiano per provvedere, evidentemente, alle sofferenze del nostro ciclo economico. Tuttavia, quel che non funziona è un deficit, a mio giudizio, mi consenta, di certezza, di incoraggiamento, di ottimismo. Se posso permettermi una battuta, ma davvero simpatica, assolutamente non offensiva, anche perché la persona che sto per citare, pur non essendo della mia parte politica, è persona assolutamente rispettabile, in certi passaggi mi è sembrato di ascoltare alcuni adagi dell'ex vice presidente - mi sembra - del Consiglio Walter Veltroni: sì, ma anche, sì, ma anche. C'è sempre un “ma anche”, che c'è sempre un “però”. Lei è il capo del Governo italiano e, in questa fase in cui, comunque, ci stiamo indebitando fortemente, abbiamo, forse lei più di altri, il dovere di dare questi segnali di incoraggiamento. E, poi, abbiamo anche un altro dovere, che è quello, purtroppo, a sinistra sempre deficitario, di rappresentare gli interessi italiani. Lei è il Capo del Governo italiano, non è ancora - le auguro di diventarlo presto - commissario europeo ed essere Presidente del Consiglio italiano significa andare in Europa con rispetto, facendo sicuramente anche gli interessi dell'Europa, ma gli interessi dell'Europa vanno composti attraverso la sommatoria o, se preferisce, la sintesi degli interessi degli Stati che compongono il continente europeo e l'Unione, che ha un senso solo e soltanto perché esiste un continente europeo. E, quindi, l'approccio non può non essere anche critico o autocritico, perché, altrimenti, non andiamo da nessuna parte.

Io ho pochi minuti a disposizione, non ho alcuna possibilità di sviluppare gli argomenti che avrei pure desiderato illustrarle. Parto da un argomento da cui ,comunque, ne discendono altri e cerco di essere telegrafico, il tempo è tiranno: l'immigrazione. Sull'immigrazione noi siamo all'anno zero e non è possibile che ogni Presidente del Consiglio che venga ad assumere questo ruolo si presenti in Aula, rimandando a data da destinarsi la soluzione di un problema che non è, badate bene, come è stato definito poco fa, il problema dei populisti, dei sovranisti che se la prendono con gli immigrati. Ma figurarsi un po': la cultura della solidarietà, in noi, alberga in maniera molto più radicata rispetto a coloro che, invece, la esibiscono come una bandiera, come un totem, per farne cassetta elettorale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), non scherziamo. Qui il tema è che l'Europa non si sta accorgendo che, di fatto, pur non volendo operare in tal senso e in tale direzione, si sta svuotando letteralmente il continente africano, con un cucchiaino, delle forze vive, delle energie produttive, in potenza, di quei disperati, che, però, hanno un'età compresa - e sono tutti uomini - tra i 18 e i 35 anni.

L'Europa non deve preoccuparsi soltanto - ed è suo dovere farlo - della protezione dei confini del suo lato meridionale; l'Europa deve relazionarsi con il continente africano, continente con continente: sono politiche intercontinentali ineludibili, per le quali passano gli interessi dell'Italia, che è il baricentro del Mediterraneo. E ciò che non viene fatto dall'Italia, da questo punto di vista, e che non viene sostenuto dall'Unione europea, di fatto, si ripercuote negativamente contro di noi e su di noi. E siccome in politica, come in fisica, esistono i vuoti e i pieni e, quando c'è un vuoto, qualcosa va a riempirlo, quello che l'Europa e l'Italia non fanno per emancipare l'Africa, prenderla per mano e accompagnarla sulla strada dello sviluppo, lo fa qualcun altro al posto nostro, a qualche migliaio e migliaio di chilometri di distanza, che arriva e si impossessa dell'Etiopia, questione, per esempio, che ha creato anche diverse problematiche in ordine alla gestione dell'Organizzazione mondiale della sanità, perché gli interessi cinesi, con investimenti di miliardi di dollari per realizzare infrastrutture, hanno, di fatto, gemellato l'Etiopia alla Cina.

PRESIDENTE. Concluda.

FABIO RAMPELLI (FDI). Concludo. Lei viene qui e riesce a trovare - e la ringrazio per questo - argomenti per discutere delle derive totalitarie turche, della mancanza di rispetto dei diritti civili e politici, piuttosto che delle complessità russe, però, sulla Cina, non ci ha detto niente.

Chiedo scusa, qui c'è un piccolo problema - ed è davvero l'ultima battuta che faccio - di fronte al quale non ci si può voltare indietro: c'è un Paese che è proprietario delle terre rare, da cui dipende l'evoluzione dei sistemi digitali e persino dell'economia verde su cui stiamo investendo tutti i nostri quattrini e lei non dice niente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e l'Europa non dice niente rispetto all'inaccessibilità democratica della Cina e la sua impossibilità di partecipare al sistema occidentale. Questo è un problema (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. E' così conclusa la discussione generale.

(Annunzio di risoluzioni)

PRESIDENTE. Avverto che sono state presentate le risoluzioni Galizia, Giglio Vigna, De Luca, Marrocco, Colaninno, Fornaro, Pettarin, Schullian, Colucci, Ermellino e Tasso n. 6-00191 e Lollobrigida ed altri n. 6-00192 (Vedi l'allegato A). I relativi testi sono in distribuzione.

(Replica del Presidente del Consiglio dei Ministri)

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi.

MARIO DRAGHI, Presidente del Consiglio dei Ministri. Vi ringrazio moltissimo per le parole di stima e di apprezzamento e la fiducia che riponete nel mio ruolo nelle prossime discussioni del Consiglio europeo: naturalmente, posso solo - come dire - augurarmi di non deluderla. Però, prima di cominciare, veramente, mi vien voglia di rispondere all'onorevole Rampelli, che ha messo in dubbio la mia volontà e la mia capacità di rappresentare gli interessi degli italiani. Volevo solo dirgli che ho finito il discorso con questa frase: il vostro sostegno è determinante per portare avanti gli interessi italiani in Europa (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, MoVimento 5 Stelle, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Lega-Salvini Premier, Italia Viva, Coraggio Italia e di deputati del gruppo Misto).

Vi è un'altra osservazione, poi risponderò anche individualmente ai punti sollevati, ma ci sono alcuni punti che sono stati sollevati da molti di voi, quindi cercherò di affrontarli per primi: tutti gli interventi di oggi hanno riconosciuto l'appartenenza dell'Italia all'Europa. Se confrontate questa posizione con quella di pochi mesi fa, c'è stata una trasformazione veramente significativa (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, MoVimento 5 Stelle, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Lega-Salvini Premier, Italia Viva, Coraggio Italia e di deputati del gruppo Misto). Vorrei continuare, però, la stessa trasformazione - che mi rende, non dico ottimista, perché sarebbe troppo, ma fiducioso nelle discussioni, nelle future discussioni, non solo in questo Consiglio europeo, ma anche in futuro -, una trasformazione analoga è avvenuta anche tra i Paesi che fanno parte del Consiglio europeo, tra i Paesi membri.

Per esempio, cominciamo dal Next Generation EU: uno sforzo del genere sarebbe stato impensabile un anno e 2, 3 mesi fa. C'è stata certamente una forte determinazione della Commissione, ma questo Piano non sarebbe mai passato con le posizioni, gli atteggiamenti di politica estera, di politica europea di molti paesi europei (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, MoVimento 5 Stelle, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Lega-Salvini Premier, Italia Viva, Coraggio Italia e di deputati del gruppo Misto).

La seconda questione: l'immigrazione. E' importante ricordare - il sottosegretario Amendola me lo rammentava ora - che, dal giugno del 2018, l'immigrazione non era più all'ordine del giorno del Consiglio europeo. E' bastato semplicemente il fatto che io lo chiedessi e l'hanno messa all'ordine del giorno (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, MoVimento 5 Stelle, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Lega-Salvini Premier, Italia Viva, Coraggio Italia e di deputati del gruppo Misto). Ma attenzione: non è tanto la rivendicazione di un merito, perché ancora non sappiamo come questa discussione andrà a finire, ma è semplicemente il marcare una sensibilità diversa, il capire che questi problemi si possono affrontare solo insieme.

Almeno questo ho letto in questa prontezza nell'adesione alla richiesta.

Terzo punto, un po' connesso: il mantenimento della stabilità o, meglio, la riconquista della stabilità, la riconciliazione nazionale, l'impegno nell'evitare genocidi, guerre civili, soprattutto nel Nordafrica, ma anche in Etiopia, in Eritrea, nel Sahel. Sempre di più vien fuori dai colloqui, sia quelli che ho io bilateralmente sia anche un po' nelle risoluzioni collettive, che è un impegno che non si può che affrontare tutti insieme. In altre parole, c'è un fidarsi di più nell'affrontare queste sfide che, certamente, fino a poco tempo fa, non era visibile; c'era semplicemente il rivendicare la posizione nazionale che, tradizionalmente, il Paese aveva tenuto nell'affrontare, dicevo, queste sfide. Oggi ci si parla molto di più, si cerca di fare le cose insieme.

Ultimo punto: politica estera. L'esempio è stato il G7 che si è svolto poco tempo fa: la posizione europea era, sì, sulle stesse linee ovviamente atlantiste e di impegno contro le dittature, contro le autocrazie, ma è stata modulata in maniera diversa e, alla fine, poi è quella che ha prevalso.

E su questo risponderò a molti dei punti, a cominciare da quello rilevato dall'onorevole Orsini, di Forza Italia, poi sollevato anche da altri: nei confronti di tutti i Paesi - ma soprattutto ovviamente questa scelta diventa ancora più difficile nei confronti di quei Paesi che violano i diritti umani - la posizione non può che essere quella, specialmente quando la dimensione del Paese è grande, di cooperazione per risolvere i problemi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Pensate soltanto che la sfida del cambiamento climatico non è affrontabile senza la cooperazione della Cina. Le emissioni di CO2 dell'Unione Europea contano per il 7 per cento, quelle della Cina e dell'India per quasi il 40, quelle degli Stati Uniti per il 30 per cento, più o meno come la Cina; quindi, senza i grandi Paesi, che sono i maggiori produttori di emissioni di CO2, non si può. Questo è il primo pezzo, però, poi noi siamo anche competitori, concorrenti. Ovviamente dobbiamo difendere i nostri interessi, gli interessi italiani, gli interessi europei, in un mondo che ci fa concorrenza; concorrenza spesso sleale e, quindi, bisogna proteggersi dalla concorrenza sleale.

Terzo, sempre in questa strategia complessiva: importantissima è la franchezza, franchezza nel difendere i diritti umani, franchezza nel denunciare le violazioni (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Lega-Salvini Premier, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Italia Viva, Coraggio Italia e di deputati del gruppo Misto). Per usare una frase pronunciata dal Presidente Biden, nel corso del colloquio del G7: “il silenzio è complicità” (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Lega-Salvini Premier, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Italia Viva, Coraggio Italia e di deputati del gruppo Misto).

Un altro punto che è stato sollevato da diversi di voi riguardava la reintroduzione del Patto di stabilità e di crescita: non ci sono, secondo me, pericoli che possa essere ripresentato nella stessa forma di prima. L'ho detto circa da tre anni che le cose andavano cambiate, e la discussione è veramente solo agli inizi; credo che andrà avanti per tutto il 2022 e solo all'inizio del 2023 si potrà avere una proposta condivisa da tutti.

Onorevole Galizia, la migrazione è al centro del dibattito politico europeo. Sì, ora sì, ora sì e rimarrà tale e sono anche d'accordo sul fatto che il problema diventerà sempre più serio. Prevedibilmente l'abbandono dell'Afghanistan creerà un aumento, di cui ancora non conosciamo l'entità, ma di cui sappiamo tutti la dimensione - sappiamo tutti che sarà grande - dell'immigrazione da quel Paese. Quindi, ancora di più, occorre essere tutti insieme per affrontare questo problema. Quando dico affrontare - e questo punto anche è stato sollevato da molti di voi - la dimensione esterna dell'Unione è la risposta a questo, ma la dimensione esterna non vuol dire soltanto contenimento, vuol dire impegno economico, impegno di assistenza tecnica e - se posso - anche di assistenza sanitaria in questi Paesi da parte dell'Unione europea (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente). Significa, sì, con una brutta parola, gestire i flussi illegali e accelerare i rimpatri assistiti, ma significa anche gestire i flussi legali (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico) perché esistono quelli legali - non è che non esistono - e arriverò tra poco anche a specificare questo.

All'onorevole Deidda rispondo che certamente ringrazio le nostre Forze armate, e le ringrazio per il loro ruolo (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Lega-Salvini Premier, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Italia Viva, Coraggio Italia e di deputati del gruppo Misto), per la loro azione straordinaria nel mondo, ma anche in Italia, dove indubbiamente sono state fondamentali per permetterci quelli che è troppo presto chiamare successi, perché non è finita: occorre continuare, occorre persistere (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

L'onorevole Colaninno ha parlato di lavoro costante e silenzioso, dopo l'approvazione e l'entusiasmo generato dall'approvazione del PNRR e, a questo proposito, vorrei segnalare che, durante il mese di luglio, il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, porterà alla Conferenza Stato-regioni le prime proposte per la distribuzione dei fondi del Recovery e del Fondo complementare per trasporti e infrastrutture, quindi le cose stanno andando avanti rapidamente.

L'onorevole Bazzaro, della Lega, ha sollevato sostanzialmente lo stesso punto: come ci si atteggia nei confronti di questi Paesi? Cooperazione, concorrenza e franchezza è la risposta.

Mi è stato chiesto da alcuni, tra cui l'onorevole Bazzaro, un calendario delle leggi: intanto il Governo ha presentato, tre decreti-legge, che sono il decreto sul reclutamento, il decreto sulla governance e il “decreto Semplificazioni”: questo già è un passo avanti notevole. Entro la fine di giugno, ci sarà la presentazione delle leggi delega per la riforma degli appalti e delle concessioni, in luglio ci sarà la legge sulla concorrenza. Io mi ricordo che, in occasione di un mio discorso qui, in quest'Aula, stavo leggendo tutte le cose che il Governo doveva fare, ed erano i primi di maggio e, a un certo punto, dissi: “accidenti quante cose ci sono da fare nel mese di maggio”! Beh, insomma, finora sono state fatte (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Lega-Salvini Premier, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Italia Viva, Coraggio Italia e di deputati del gruppo Misto).

L'onorevole Tasso ha toccato il punto del potenziamento della produzione dei vaccini e altri di voi hanno toccato la questione dei diritti di proprietà - io parlavo della sacralità del brevetto – : allora, le prime discussioni hanno visto una contrapposizione tra chi sosteneva l'opportunità di una sospensione dei brevetti temporanea, circoscritta, in modo da poter ampliare la campagna vaccinale nei Paesi poveri, e chi difendeva i diritti di proprietà dei brevetti anche per buoni motivi, perché, per esempio, se venissero sospesi, si incoraggerebbe la produzione illegale da parte di tanti produttori. Però, ora la discussione si è avviata su un binario abbastanza costruttivo e quindi c'è stato questo primo effetto.

All'interno dell'Organizzazione mondiale del commercio c'è una proposta della Commissione europea, non tanto per la sospensione ma per l'attribuzione obbligatoria di licenze produttive. Nello stesso tempo, però, occorre individuare siti produttivi nei Paesi in via di sviluppo e nei Paesi a medio e basso reddito - diciamo così - e quindi questa è l'altra strada su cui sta lavorando la Commissione europea.

Poi c'è tutto il resto, perché non è semplice produrre i vaccini - c'è il trasferimento di tecnologia, di know-how -, e comunque sembrerebbe che su questa strada ci possa essere anche la collaborazione del settore privato, che è essenziale, ovviamente, per il trasferimento di tecnologia. C'è stato un secondo effetto, però, anche più immediato, che quella discussione ha prodotto ed è stata la dichiarazione delle grandi case farmaceutiche, in primis, Pfizer BioNTech, al Global Healt Summit a Roma, della produzione di 2 miliardi di vaccini da dare ai Paesi poveri a basso reddito a prezzo di costo e ai Paesi a medio reddito con un piccolo - spero piccolissimo - margine di profitto (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Italia Viva). Queste sono donazioni che poi si aggiungono al miliardo di dosi promesse dai Governi. Queste donazioni stanno avvenendo ora. Le donazioni del settore privato sono 1 miliardo (prima della fine dell'anno) per quest'anno e 1 miliardo per l'anno prossimo, ma anche le nostre, anche quelle dei Governi, sono cospicue; COVAX, cioè il veicolo che è stato scelto per la distribuzione dei vaccini, è molto attivo.

L'onorevole Ermellino ha toccato la questione della solidarietà e della responsabilità nella gestione del problema migratorio; in particolare ha rilevato la questione dei ricongiungimenti e dei rimpatri. Come ho detto prima, qui ci vuole una visione condivisa, perché anche nei ricollocamenti, anche nella redistribuzione dei movimenti secondari, la questione dei rimpatri è fondamentale e per far questo soltanto l'Unione europea ha la capacità contrattuale per gestire - certamente ha una maggiore capacità contrattuale rispetto ai singoli Paesi - questi accordi e assicurare, nello stesso tempo, il rispetto di condizioni umane per le persone che vengono rimpatriate.

L'onorevole Pettarin ha toccato due punti che condivido pienamente: occorre continuare con le vaccinazioni e, come ho detto poco tempo fa, oggi la sfida è quella di ricercare tutti coloro che hanno più di cinquant'anni nei posti più difficili, cercare di trovarli e, se sono contrari, cercare di convincerli. In ogni caso, quella è la direzione: sono i fragili del futuro, ma anche del presente (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Coraggio Italia e di deputati del gruppo Misto).

Più in generale, vorrei dire una cosa. Siamo in un periodo in cui di nuovo tutto appare roseo, ma - l'abbiamo visto anche l'anno scorso - non illudiamoci: aspettiamoci qualcosa, cerchiamo di essere più preparati. Ora lo sappiamo: abbiamo l'esperienza dell'anno scorso e la lezione dell'anno scorso, quindi tutte le autorità - a cominciare dalle Forze armate - a livello locale e regionale siano pronte. Naturalmente, la cooperazione con le regioni è fondamentale per la pronta individuazione delle varianti e dei focolai. Quindi, tutto deve essere mobilizzato: questo è il momento in cui ci si deve mobilizzare e si deve costruire la riapertura delle scuole a ottobre. Con riguardo ai trasporti, anche questa è una lezione che abbiamo imparato: sono stati destinati fondi cospicui l'anno scorso per i trasporti pubblici locali (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Coraggio Italia e di deputati del gruppo Misto), ma, evidentemente, o non bastavano o l'organizzazione di queste modifiche era troppo complessa, fatto è che ci siamo trovati a dover decidere che i trasporti pubblici locali potessero essere capienti solo in minima parte. Questo, naturalmente, ha reso ancora più difficile la frequenza regolare delle scuole in presenza, quindi, ora lo sappiamo, speriamo di averlo imparato e speriamo di fare le cose (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, MoVimento 5 Stelle, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Lega-Salvini Premier, Italia Viva, Coraggio Italia e di deputati del gruppo Misto). Temi simili mi pare di averli già affrontati e sono stati sollevati dall'onorevole De Maria.

Anche per quanto riguarda l'impegno nella difesa dei diritti umani, le parole che ho usato prima sono una risposta anche all'onorevole Palazzotto, per quanto riguarda la difesa.

In risposta all'onorevole Ianaro, non c'è dubbio che bisogna trovare un equilibrio tra salute pubblica e libertà di movimento all'interno dell'Unione europea. Già oggi ci sono delle esenzioni da tamponi e altre cose per i bambini; probabilmente bisogna essere ancora più rigidi nell'evitare questi test a bambini piccoli. Un po' poi dipende anche dai vari Paesi, perché non abbiamo delle regole comuni su questo.

Sono anche d'accordo sul fatto che occorra sviluppare la capacità di sequenziamento, però, a questo punto, forse la priorità è l'individuazione pronta dei focolai - per questo bisogna rimanere pronti e non smantellare l'apparato che è stato messo insieme in questo anno e mezzo - e l'azione immediata di contrasto allo sviluppo dei focolai.

Poi, devo dire, devo continuare a ringraziarvi per le parole di fiducia perché è stato veramente, da parte vostra, un segnale di grandissimo apprezzamento per quello che il Governo ha fatto (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, MoVimento 5 Stelle, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Lega-Salvini Premier, Italia Viva, Coraggio Italia e di deputati del gruppo Misto).

Onorevole Maggioni, della Lega: sono d'accordo, l'autunno sarà il banco di prova; sarà il banco di prova per il Governo, sarà il banco di prova per tutti noi. La fiducia sta crescendo e occorre continuare a far sì che cresca. Questo dipende da due cose: fare delle politiche economiche appropriate e tenersi prontissimi nell'affrontare eventuali emergenze sanitarie, quindi il contrasto ad eventuali varianti deve essere rapido ed efficiente.

L'apparato di sostegni alle persone e alle imprese, che ora viene gradualmente sostituito dagli investimenti nelle infrastrutture, dagli investimenti soprattutto, direi, nella transizione ecologica e nella transizione digitale che creeranno altri posti di lavoro, che viene sostituito anche dalla riapertura di tutti i cantieri - quindi, in questo senso, si aumentano i posti di lavoro -, dovrebbe contribuire al mantenimento della fiducia, nell'autunno.

Quindi, siamo tutti consapevoli che questa fiducia che c'è ora non è gratis: occorre meritarsela e continuare a meritarsela (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Lega-Salvini Premier, Italia Viva, Coraggio Italia e di deputati del gruppo Misto).

L'onorevole Quartapelle ha toccato un punto sull'importanza dei problemi migratori e sul fatto che, come dicevo prima, finalmente ora sono all'ordine del giorno del Consiglio europeo. Sul fatto che oggi tali problemi siano all'attenzione, ricordo ancora, quando feci questa richiesta, cosa dissi: guardate che dormire sui problemi non è che li fa sparire. Questo è stato accolto, ma ora bisogna che questa accoglienza non sia limitata al contenimento; sono d'accordo.

Come ho detto prima, esistono i flussi illegali e i flussi legali. I flussi legali - e questa è un'altra area su cui dovremo porre molta attenzione - non basta importarli legalmente: bisogna integrarli.

Se noi non integriamo queste persone nella società italiana, facciamo un danno a noi stessi in primis (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, MoVimento 5 Stelle, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Lega-Salvini Premier, Italia Viva, Coraggio Italia e di deputati del gruppo Misto), perché la mancanza di integrazione significa la produzione di esseri sostanzialmente ostili (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, MoVimento 5 Stelle, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Lega-Salvini Premier, Italia Viva, Coraggio Italia e di deputati del gruppo Misto). Quindi, se noi non li integriamo, produciamo dei nemici, potenzialmente.

E poi ho risposto già all'onorevole Rampelli, quindi ho terminato (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, MoVimento 5 Stelle, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Lega-Salvini Premier, Italia Viva, Coraggio Italia, Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Misto - L'Assemblea si leva in piedi - Congratulazioni).

(Parere del Governo)

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Vincenzo Amendola, per l'espressione del parere sulle risoluzioni presentate.

VINCENZO AMENDOLA, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Grazie Presidente. Sulla risoluzione Galizia, Giglio Vigna, De Luca, Marrocco, Colaninno, Fornaro, Pettarin, Schullian, Colucci, Ermellino e Tasso n. 6-00191, parere favorevole. Sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. 6-00192, parere contrario.

BEATRICE LORENZIN (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo?

BEATRICE LORENZIN (PD). Sull'ordine dei lavori, Presidente.

PRESIDENTE. Prego, ne ha facoltà.

BEATRICE LORENZIN (PD). Presidente, solo perché in quest'Aula, ogni tanto, possiamo anche plaudire una bella notizia: è stato ritrovato il piccolo Nicola (Applausi). Credo che sia una notizia che ci fa felici. Noi, poche settimane fa, ci siamo tutti commossi per un altro bambino, che non ha avuto questo, diciamo, esito felice, il piccolo Eitan, il ricordo va anche a lui. Invece, oggi, dobbiamo ringraziare, per questo straordinario ritrovamento, le Forze dell'ordine, la Protezione civile, i volontari - c'è questa bellissima foto del bambino in braccio al Carabiniere -, ma, soprattutto, il giornalista che lo ha trovato. Ed è veramente un ringraziamento a questa Italia, che, ogni tanto, ci fa anche sperare bene. Oggi, dal Presidente sono venute tante belle parole di speranza per l'Italia e per l'Europa e il piccolo Nicola è un po' la gioia di tutti noi in questa giornata (Applausi).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 11,37).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono, da questo momento, i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di parlare il deputato Nunzio Angiola. Ne ha facoltà.

NUNZIO ANGIOLA (MISTO-A-+E-RI). Grazie Presidente, signor Presidente del Consiglio, signori Ministri, cari colleghi, noi, di Azione-+Europa, voteremo a favore della risoluzione di maggioranza.

Su un punto vorrei soffermarmi: in questo delicato momento, le borse valgono 115 miliardi di dollari, ossia il 113 per cento del PIL mondiale. Solitamente, gli esperti ritengono che, quando le Borse superano il valore del PIL mondiale, non è certo il momento di stare tranquilli. Anche l'andamento del mercato delle obbligazioni desta particolare preoccupazione: nel 2009, prima che le banche centrali iniziassero ad iniettare liquidità con i vari quantitative easing, le obbligazioni nelle Borse mondiali capitalizzavano 20 mila miliardi di dollari; adesso siamo a 65 mila miliardi di dollari, oltre 3 volte il valore del 2009. Quindi, tanto i mercati azionari, quanto quelli obbligazionari, sono davvero in una fase di esuberanza, che non possiamo che considerare con preoccupazione. Le azioni sono trattate a prezzi molto alti e le obbligazioni sono sopravvalutate, in un contesto in cui le principali banche centrali si avviano a fare lentamente marcia indietro, ovvero a fare tapering, ossia ridurre gli stimoli monetari. E ce ne stiamo già accorgendo, con l'incremento dei rendimenti dei Treasury a 10 anni, ossia dei bond governativi americani, che è tornato sopra l'1,60 per cento. Quindi, non appena le banche centrali dovessero avviare il tapering, verrebbero aggiornate al ribasso le quotazioni di azioni e obbligazioni, e le conseguenze potrebbero essere pesanti sulle banche, sulle imprese e sui risparmiatori.

La risoluzione di maggioranza, che approviamo, signor Presidente del Consiglio, impegna il Governo ad adoperarsi per la stabilità finanziaria. Penso, ad esempio, al punto 10…

PRESIDENTE. Concluda

NUNZIO ANGIOLA (MISTO-A-+E-RI). …che insiste sulla necessità di rendere permanente l'emissione di debito comune. Fatta questa precisazione, annuncio il voto favorevole di Azione+Europa-Radicali italiani.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE-PSI). Grazie, Presidente. Come già ricordato in discussione generale, il MAIE-PSI voterà la risoluzione di maggioranza, di cui sono firmatario. Tra i diversi punti di fondamentale interesse, anche nella sua replica, Presidente Draghi, vorrei ulteriormente sottolineare un tema che il nostro Paese soffre particolarmente, che è quello della migrazione. È una situazione che il nostro Paese soffre, non perché l'Italia non sia uno Stato solidale verso i cittadini stranieri, che hanno bisogno di aiuto; soffre perché gli italiani si rendono conto che c'è bisogno di una riqualificazione e di una riorganizzazione della gestione dei flussi migratori, una gestione che conferisca dignità ai cittadini che arrivano nel nostro Paese, dignità a chi si adopera per accoglierli umanamente, dignità e sicurezza, sociale e sanitaria, per i cittadini italiani, che poi, giocoforza, debbono convivere con una presenza, che va bene se è organizzata, va bene se è gestita nel tempo necessario per una stabilizzazione anche negli altri Paesi europei, ma che deve vedere, finalmente in tempi brevi, realizzato quel patto di migrazione che fornisca un cambio di passo e di prospettiva sulla questione.

Lei, Presidente Draghi, lo ha detto: c'è ancora molto lavoro da fare. E posso immaginare le resistenze di quei Paesi che non vivono quotidianamente la grave realtà di dover soccorrere esseri umani, salvare le loro vite, offrire conforto fisico e morale e, poi, porsi il grande problema di dove collocarli dignitosamente. Ecco perché il tema migratorio deve essere al centro del dibattito politico europeo e gli strumenti da adottare dovranno essere adeguati, sia da un punto di vista operativo che economico. Pertanto, auguro, Presidente Draghi, buon lavoro a lei e alla sua delegazione (Applausi dei deputati del gruppo Misto-MAIE-PSI).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Gebhard. Ne ha facoltà.

RENATE GEBHARD (MISTO-MIN.LING.). Grazie Presidente. Il Consiglio europeo si colloca in un momento del tutto straordinario per l'Europa, nella fase in cui l'Unione avvia effettivamente il Recovery Plan con l'approvazione dei diversi Piani nazionali e mentre i rapporti bilaterali indicano un ruolo attivo dell'Italia, ai fini di una corporazione più efficace fra i Paesi europei. Siamo consapevoli dei problemi da affrontare, le cui soluzioni per l'Europa sono strategiche: COVID e ripresa economica, Recovery Plan e attuazione dei Piani nazionali, migranti e ruolo europeo nel Mediterraneo, sicurezza digitale, riduzione delle diseguaglianze di genere, sociali ed economiche.

Auspichiamo che l'Europa e i suoi Paesi membri possano uscire dalla crisi sanitaria e dalla conseguente crisi economica con maggiori opportunità, piuttosto che riproponendo limiti e immobilismo del passato. Per questo, condividiamo con lei, Presidente Draghi, le parole che ha pronunciato in occasione dell'incontro con la Cancelliera Merkel: per avere un'Europa più forte, occorre anche avere un'Italia più forte. Sappiamo quanto il suo lavoro sia apprezzato anche in Europa e, per questa ragione, le rinnoviamo la nostra fiducia e votiamo la risoluzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fioramonti. Ne ha facoltà.

LORENZO FIORAMONTI (MISTO-FE-FDV). Grazie Presidente. Presidente del Consiglio, noi, oggi, come Facciamo Eco-Federazione dei Verdi, voteremo a favore della risoluzione di maggioranza, però le chiediamo tre rettifiche, in particolare.

La prima. Le chiediamo di non elogiare mai più la Guardia costiera e le forze di sicurezza in Libia, che violano costantemente i diritti umani di tante persone.

La seconda cosa che le chiediamo, perché si parla di Piano nazionale di ripresa e resilienza, è di rivedere immediatamente la composizione della cosiddetta task force, che dovrà valutare l'efficacia del Piano, perché, all'interno di questa task force, sono stati nominati economisti che non credono nell'intervento dello Stato in economia e che dovrebbero valutare l'efficacia degli interventi dello Stato nell'economia! Tutti uomini, nessuna donna. Lei, giustamente, è venuto qui oggi a dirci che la questione di genere e la questione climatica sono centrali e, poi, per valutare gli impatti sul genere e sul clima, ha scelto tutti uomini, persone non qualificate e, soprattutto, negazionisti climatici. È una cosa davvero sconvolgente; noi crediamo che sia stata una svista, non capiamo. Se proprio ritiene che ci debbano essere ultraliberisti, nonostante il liberismo sia stato sconfitto dalla storia - e concludo, Presidente -, glieli daremo noi nomi di ultraliberisti, che sono molto, ma molto più qualificati.

Infine, lei ha detto giustamente che le regole europee devono cambiare. Sa benissimo, perché è un contabile di mestiere e conosce molto bene la contabilità macroeconomica - e concludo, Presidente -, che il PNRR, se non verrà accompagnato da una riforma fiscale complessiva in Italia e da una riforma delle regole macroeconomiche in Europa, non servirà quasi a nulla!

Quindi, le chiediamo quest'anno di riformare la fiscalità nel nostro Paese, per andare nella direzione auspicata dal Next Generation, e di farsi portavoce adesso, non nel 2023, di una riforma delle regole economiche in Europa, perché lei ha la credibilità - e questa, sì, può usarla a livello personale - per diventare un leader di un'Europa diversa…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

LORENZO FIORAMONTI…e non fare dell'Italia un Paese a ricasco degli altri (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Facciamo Eco-Federazione dei Verdi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lupi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie signor Presidente. Signor Presidente del Consiglio, peggio di questa crisi c'è solo il dramma di sprecarla. Nel suo discorso e nella replica, ha tracciato alcuni punti, per cui abbiamo la possibilità di non sprecarla. Per Noi con l'Italia, le questioni sono molto semplici e gliele sottolineiamo. In primo luogo, l'emergenza sanitaria ci ha insegnato che la fiducia la si riconquista con serietà e concretezza: prometto, realizzo. I vaccini somministrati sono 47 milioni, 16 milioni e mezzo di persone immunizzate. Hai promesso 500 mila vaccini al giorno? Li superi. Il rischio calcolato si è dimostrato più efficace dell'applicazione rigida e assoluta del principio di prevenzione. In sintesi, scommettere sulla responsabilità e la libertà dei cittadini non è mai un errore. La scommessa delle riaperture, la scommessa sul lavoro, la corretta conseguenza delle necessarie politiche di sussidi a fronte dell'emergenza. Lei ha detto: non è tempo di prendere i soldi dai cittadini, ma di darli. Concordo. Il modo di dare i soldi ai cittadini e alle imprese è quello del debito buono, del debito che crea lavoro, dell'investimento in politiche attive del lavoro e di abbandono, adesso sì, di quelle assistenzialistiche, che garantiscono un reddito ma non incentivano la partecipazione attiva e responsabile alla costruzione del bene comune attraverso il lavoro su cui si fonda la Costituzione. Infine - lo ha citato lei nella replica - l'Europa. L'Europa è diventata non più matrigna, ma un'opportunità. Da soli non ci si salva, sta diventando una coscienza. Ma come è stato possibile? Per farlo basta lamentarsi. Bisogna credere nell'Europa, ma tornarne ad essere protagonisti. In questo senso credo che il compito che noi abbiamo adesso, a proposito del debito buono, è proprio quello che, avendo approvato il PNRR, è doveroso concentrarsi sulla capacità di spesa, troppo deficitaria in passato, il rigoroso rispetto dei tempi - e concludo veramente -, signor Presidente del Consiglio, sul coinvolgimento dei privati….

PRESIDENTE. Grazie…

MAURIZIO LUPI (M-NCI-USEI-R-AC). …dei quali dobbiamo riconquistare la fiducia. Evitiamo, tentazioni nuove, nazionalizzazioni che diventino tentativi perseguiti, che è una strada, questa, che genera solo debito cattivo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ermellino. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA ERMELLINO (MISTO-CD). Grazie Presidente. Come già chiarito nel mio intervento precedente, Centro Democratico rinnova la fiducia nell'operato del Governo e annuncia fin da ora il voto favorevole della componente alla risoluzione oggi in discussione. L'attuale situazione politica, pur nell'incertezza e nella criticità di cui tutti abbiamo contezza, offre - lo ribadisco - ampi margini di movimento per il nostro Paese e per l'Europa tutta. Essere finalmente riusciti a porre il tema migratorio nell'agenda del Consiglio europeo è un merito che non fatichiamo a riconoscere a questo Esecutivo, ma la vera sfida sarà trasformare questo traguardo in un effettivo cambiamento di approccio dell'Unione alla gestione dei flussi, un'inversione di tendenza in direzione del consolidamento della dimensione esterna, alla quale ho accennato in precedenza. Se rinunceremo a farlo, se cioè rinunceremo a sostituire il paradigma del bilateralismo con il principio della solidarietà, siamo certi di poter iniziare a sperare in un futuro europeo diverso, inclusivo, ma efficiente, e cioè in grado di salvaguardare, da una parte, i diritti umani e, dall'altra, la sicurezza di tutti gli Stati membri, la loro prosperità e i princìpi che li hanno spinti ad unirsi e a riconoscersi in un'unica compagine. Per quanto riguarda noi di Centro Democratico, se queste sono le premesse, non faremo di certo mancare il nostro appoggio. Buon lavoro, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Centro Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Cabras. Ne ha facoltà.

PINO CABRAS (MISTO-L'A.C'È). Molti la incensano, Presidente Draghi, e lei se ne bea. Ma la strategia del suo Governo non funziona. La incensano i giornali di lor signori, i partiti ormai rassegnati a non contare nulla e ripiegati sulle poltrone di serie “B”. Le poltrone di serie “A” lei le dà ai tecnici dei tecnici dei tecnici al servizio di Bruxelles, gente che nessuno controlla e che ha fede nel neoliberismo: libera volpe, in libero pollaio. Noi no! Noi non agitiamo l'incenso, perché la sua strategia non funziona, e preferiamo la verità, la verità sulla sindemia da COVID, sul PNRR, sulle trappole dell'austerity che lei e tutto il Governo rappresentano, la verità sulla gestione delle migrazioni e sul ruolo dell'Italia nel Mediterraneo.

Sulla sindemia l'Italia è maglia nera sia tra i Paesi che hanno avuto la peggio in termini di perdite umane, sia tra quelli che hanno prodotto la peggior crisi economica del secolo. È la stessa Italia che ha tagliato per decenni il sistema sanitario pubblico e che a questo ritardo non sta rimediando. La strategia del suo Governo, Presidente Draghi, sui vaccini ha fallito e ha generato paura e confusione nelle persone, con continue indicazioni diverse e disastri a livello di comunicazione. Di fatto, ha limitato le libertà fondamentali dei cittadini e abbassato di un ulteriore gradino il livello di fiducia nelle istituzioni. Per non parlare del green pass per ballare in discoteca e viaggiare all'estero: una sorta di teletrasporto, un miraggio tecnocratico. Al Consiglio europeo parlerete proprio di green pass, un nome che sa tanto di brand e pubblicità hollywoodiana, ma funziona come il lasciapassare di Fracchia la belva umana. C'è poi la verità sulla migrazione: gli egemoni nordici hanno deciso di nuovo che l'Italia sia il paraurti per le tragedie della globalizzazione, con l'Africa che esplode. Quale sarà la riforma del Regolamento Dublino III in tema di asilo, tema primario della nostra sicurezza nazionale? La sua strategia, Presidente Draghi, non funziona, perché siamo fermi al primo Paese d'ingresso, il nostro, che si fa carico del richiedente asilo. Solidarietà e ripartizione sui migranti sono rimasti lettera morta e i Paesi europei mediterranei ne stanno pagando le conseguenze da anni. Se non si cambia, la migrazione rimarrà a due velocità: Italia e Spagna prenderanno i disperati, in Germania i super laureati. Noi di L'Alternativa c'è chiediamo il superamento del Regolamento di Dublino, ma in meglio, non verso il caos. Su questo la maggioranza tace, sembra un gruppo di sovranisti in pantofole. Sul PNRR la sua strategia, Presidente Draghi, non ha funzionato; è stato scritto sotto dettatura di Bruxelles. Non ci sarà un euro per la crescita del settore manifatturiero italiano; se si guarda alle cifre con lenti macroeconomiche, il saldo netto sono spiccioli, altro che fantastiliardi! Cosa ancor più grave, nel PNRR una grossa fetta di bilancio statale passa sotto gestione eccezionale. Il Recovery sarà cullato da 500 balie asciutte, lontane dalle Aule parlamentari e vicine alle multinazionali.

PRESIDENTE. Concluda.

PINO CABRAS (MISTO-L'A.C'È). Dalla nuova centralità del Parlamento promessa dal Presidente Fico, che ora mi scampanella, giustamente, nel 2018 siamo passati alla centralità di una nuova casta invisibile e opaca, voluta da lei in persona, Presidente Draghi, con buona pace dei partiti, ormai spenti gregari. La prossima puntata è la crisi economica e sociale gestita da chi vuole la cara vecchia austerity, il bengodi del subappalto e della distruzione ambientale. Il Ministero delle Finanze ha volutamente fuggito centinaia di miliardi di euro che poteva raccogliere dalle aste BTP a condizioni favorevoli. Altro che Recovery Fund e trappole austeritarie! L'alternativa c'è: non legarci a questo vincolo esterno e fare una banca pubblica. La sua strategia, Presidente Draghi, non funziona perché l'alternativa c'è. Non ci aspettiamo che cambi i suoi piani, ma ai piani di questo Governo resisteremo insieme ai cittadini che ci sostengono. L'Alternativa c'è, buon viaggio (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è )!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà. Per favore, D'Ettore!

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente.

PRESIDENTE. D'Ettore, non c'è un dibattito in corso con lei. Prego.

FEDERICO FORNARO (LEU). Signor Presidente, Presidente Draghi, Ministri e sottosegretari, noi siamo in una fase in cui alcune lezioni siamo in grado di trarle dalla pandemia e da questo punto di vista - lo ha detto nel suo intervento in discussione generale il collega Palazzotto - rimane il tema che nessuno si salva da solo. Bene, quindi, quello che lei ci ha riferito e le prospettive di un'azione coordinata e congiunta in termini solidali dell'Europa per la risposta sanitaria sulla pandemia e anche la necessità di sviluppare un'azione di solidarietà nei confronti dei Paesi più poveri. Vaccinare tutti, dappertutto nel mondo, non è soltanto una scelta etica - lo è innanzitutto aiutare nei momenti di difficoltà chi oggi non sarebbe in grado di dare una risposta adeguata ai propri abitanti - ma è un'esigenza comune, è un'esigenza di tutti, è interesse comune.

Mi lasci dire, però, ancora alcune cose attorno a questo: se noi oggi siamo arrivati qui, se in Italia siamo in grado di ragionare, come è stato deciso dal CTS, anche dell'abbandono della mascherina all'aperto, in condizioni di non assembramento, lo dobbiamo al fatto che dall'inizio di questa pandemia i comportamenti, le scelte dei Governi, del Governo Conte prima e del suo Governo dopo, sono sempre stati improntati alla gradualità, al principio di precauzione e alla prudenza, non cedendo alle sirene che periodicamente o andavano verso un completo “liberi tutti” oppure ricercavano restrizioni non logiche.

Credo che sia quindi, da questo punto di vista, da rivendicare il merito anche di essere riusciti ad impostare una campagna vaccinale che, pur in presenza di criticità, dovute in parte alle case produttrici farmaceutiche in parte all'evoluzione del virus, ha comunque raggiunto risultati importanti, che sono quelli che ci consentono di guardare verso il futuro con un cauto ottimismo, senza mai, però, dimenticare il tema della prudenza. Sbaglieremmo, da questo punto di vista.

Allo stesso modo, signor Presidente del Consiglio, vale quel “nessuno si salva da solo” anche sui temi economici; vale in una dimensione europea, e da questo punto di vista il Next Generation EU rappresenta oggettivamente un cambio di paradigma nella storia dell'Unione europea. Bene l'approvazione del nostro Piano del Recovery, del Next Generation EU; un Piano che aveva preso l'avvio con il Governo precedente, con il Governo Conte, e che abbiamo portato in porto con un'azione, che lei giustamente ha ricordato, importante del Parlamento sotto il suo Governo. Anche da questo punto di vista, però, qualcosa dobbiamo trarre come lezione dalla pandemia: intanto c'è la necessità di coinvolgere maggiormente i territori. In questo momento, dai territori il Recovery appare con una gestione centralista. Allora, alcune scelte di fondo devono essere nazionali e sono conseguenze delle scelte europee, ma senza un coinvolgimento vero dei territori c'è il rischio che, alla fine, non si raggiungano gli obiettivi di programma che ci eravamo prefissati.

Allo stesso modo, lei ha posto l'accento su una questione, che noi riteniamo giusto rimarcare: come usciremo, quale sarà la società, l'economia, il mondo del lavoro dopo la pandemia, con la ripresa. Noi vediamo rischi: sono i rischi che, accanto a un tema di quantità di lavoro, e quindi di riduzione della disoccupazione, non si tenga in eguale considerazione il tema della qualità del lavoro. Noi rischiamo di vedere espulse dal ciclo produttivo persone che hanno una tutela molto ampia e con un ingresso, invece, nel ciclo produttivo di giovani spesso che si devono adattare a lavori precari, a situazioni con meno tutele rispetto a chi esce. Credo che questa sia una questione, perché soltanto con la qualità del lavoro possiamo pensare a reggere la competizione. Lei in alcune parti del suo intervento ha sottolineato il tema della competizione: l'Italia non può pensare di reggere la competizione internazionale giocando semplicemente sulla riduzione dei diritti e del costo del lavoro, deve giocarla esattamente all'opposto. Il sistema delle imprese deve provare a scommettere sulle risorse intellettuali, sulle capacità dei lavoratori. Ed ecco perché non è finita, l'accompagnamento non può essere finito. In questo noi testardamente le chiediamo di approfondire, di verificare le condizioni per la proroga del blocco dei licenziamenti. Ha un valore simbolico e sostanziale, ma è l'idea che, nella fase in cui si riprende, si continua ad accompagnare e si continua a cercare di tutelare i soggetti più deboli della nostra società. È una scelta politica, è una scelta forte, ma è un'idea di un Paese con un'alta coesione sociale, con un'alta inclusione sociale, che ha capito la lezione della pandemia e prova a costruire un mondo del lavoro in cui si crea buona e sana occupazione.

Sulle questioni dell'immigrazione è già intervenuto, con maggiori competenze di quelle che posso avere io, il collega Palazzotto. Mi pare, però, che ci siano, anche dopo la sua replica, da sottolineare alcuni aspetti. Presidente, lei ha detto una cosa che noi condividiamo: questo è un fenomeno complesso; l'abbiamo ribadito tante volte dal 2018, anche in posizioni diverse, sia in maggioranza sia in opposizione. C'è la necessità di un approccio globale, c'era la necessità e c'è la necessità di una gestione europea; bisogna superare Dublino, da un lato, e costruire i corridoi umanitari e stabilizzare aree dell'Africa, come lei ha ricordato. Però, c'è un punto, Presidente, lo dico con una frase soltanto: noi non possiamo chiudere gli occhi sull'inferno libico. Questo non è accettabile. Non è accettabile non soltanto in termini etici, ma anche di credibilità della nostra politica estera (e lì dobbiamo affrontarlo). Così, sui temi più generali che riguardano la Turchia e il ruolo della Turchia, condividiamo quell'impostazione, ma siamo stati tra chi in quest'Aula ha sottolineato più volte che non è accettabile che un partner dell'Unione europea violi sistematicamente i diritti umani e i diritti politici. Questo, per noi, è un punto assolutamente non accettabile.

Concludo, signor Presidente. Io credo che tutti i ragionamenti di oggi - e, quindi, questo importante Consiglio europeo - debbano essere letti in una prospettiva di nuova Europa. Non abbiamo ancora affrontato - e credo che il Parlamento dovrebbe farlo - la Conferenza sul futuro dell'Europa. È un punto chiave, è un punto chiave di prospettiva: quale Europa vogliamo, di quale Europa ha bisogno anche il nostro Paese? Noi lo abbiamo detto e lo ripetiamo qui, signor Presidente: un'Europa che non sia somma di interessi ed egoismi nazionali. Difendere gli interessi dell'Italia è una cosa, credere che l'Europa sia la semplice somma di interessi ed egoismi nazionali sarebbe un errore imperdonabile. La lotta ai sovranismi e agli egoismi nazionali la si combatte in una prospettiva di un'Europa sociale e solidale e, da questo punto di vista, i segnali che prima abbiamo ricordato, di solidarietà sulle questioni legate alla pandemia e alla ripresa economica, vanno in questa direzione.

Mi si lasci dire ancora una cosa: sentiamo poco, quando si ragiona sul Next Generation EU italiano, il tema della sanità e degli investimenti in sanità. Noi dalla pandemia dobbiamo uscire con una sanità più forte, con una sanità pubblica più forte, con una sanità che abbia nella medicina territoriale un nuovo elemento fondante e alternativo rispetto a una logica che, invece, vede crescere gli interessi privati.

Chiudo, quindi, su questo tema, sul tema dell'Europa. Molte delle cose che abbiamo detto e anche le questioni dell'immigrazione necessitano di una politica estera comune. Oggi abbiamo una contraddizione: l'Unione europea è un gigante in economia, ma è l'esatto opposto in politica estera. Così è un gigante nella manifattura, nella capacità di innovazione di prodotto e, all'opposto, è un nano nelle politiche fiscali comuni. Noi abbiamo bisogno di una nuova Europa…

PRESIDENTE. Concluda.

FEDERICO FORNARO (LEU). …una nuova Europa, in grado di risolvere le questioni che abbiamo detto e di disegnare, dopo la pandemia, un futuro in cui solidarietà e questioni sociali siano al centro dell'azione dei Paesi e delle Nazioni europee (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mugnai. Ne ha facoltà.

STEFANO MUGNAI (CI). Grazie, Presidente. Presidente del Consiglio, colleghi, venendo subito al punto relativo all'appuntamento che interesserà il nostro Presidente del Consiglio il 24 e il 25 giugno, i 3 temi che il Consiglio d'Europa andrà ad affrontare sono assolutamente importanti: le azioni di coordinamento con cui l'Unione europea continuerà a contrastare la pandemia da COVID-19; la ripresa economica che noi tutti vogliamo, e lavoriamo perché sia una ripresa economica duratura, significativa e quanto più possibile condivisa; le problematiche legate al fenomeno dell'immigrazione e, non ultimo, riprendere un ragionamento per quanto riguarda le relazioni con Stati importanti quali Turchia e Russia.

Sul contrasto al COVID, in questi lunghi mesi di crisi sanitaria abbiamo sviluppato una serie di conoscenze, abbiamo sfatato una serie di semplificazioni che poi, alla prova dei fatti, si sono dimostrate sbagliate. Una cosa l'abbiamo capita: la stella polare per affrontare la complessità della pandemia è avere risposte complesse e articolate; non esiste la risposta unica e definitiva che permetta di affrontare e sconfiggere la pandemia. È una complessità di risposte che, a sua volta, dev'essere modulata rispetto al mutare continuo della sfida pandemica. Però, abbiamo anche capito - e su questo credo che tutti noi dobbiamo affermarlo con forza, perché c'è ancora chi contesta questa assoluta verità - che il punto di svolta nella battaglia alla pandemia è la vaccinazione. È una campagna di vaccinazione che deve correre rapidamente e che deve arrivare a quante più persone possibile. Credo che onestà intellettuale obblighi a dare un segnale di apprezzamento rispetto ai risultati che questo Governo è riuscito a portare a casa nella campagna vaccinale, rispetto soprattutto ai passi tentennanti del Governo che l'ha preceduto. Infatti, credo che convenga anche ricordare che fare la campagna vaccinale in maniera efficace e rapida era uno dei due mandati fondamentali che il Presidente della Repubblica prima e il Parlamento dopo hanno dato a questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia). Credo che tutti noi, come cittadini italiani, dobbiamo essere orgogliosi di quanto stiamo facendo, perché abbiamo dato una dimostrazione - probabilmente senza neanche crederci fino in fondo sino a qualche mese fa - di una capacità logistica, di una generosità e di una dedizione che permettono oggi non solo di raggiungere gli obiettivi della campagna vaccinale ma di superarli quasi quotidianamente.

Ma anche se domani tutti i nostri concittadini fossero vaccinati, anche se tutti i cittadini dell'Europa domani fossero vaccinati, anche se tutti i cittadini dei Paesi occidentali o dei Paesi che hanno un livello economico e tecnologico avanzato domani fossero vaccinati, non abbiamo sconfitto la pandemia. La pandemia sarà sconfitta nel momento in cui ogni cittadino, ogni nostro simile in ogni angolo del mondo, sarà vaccinato, perché fino a quando tutta la comunità umana mondiale non sarà al sicuro con il vaccino, il rischio che di variante in variante il virus ritorni all'interno dei nostri confini è un rischio presente. Allora, l'impostazione che il Governo sta dando anche alla necessità di far sì che in tutto il mondo, anche nei Paesi che hanno un livello tecnologico ed economico meno sviluppato, ci sia una produzione e una distribuzione equa e universale dei vaccini è una sfida importante. Io penso che ciò sia importante dal punto di vista etico perché, di fronte a un dramma come questo, credo che ci debba essere un dovere morale nell'andare a soccorrere, ad aiutare e a risolvere i problemi di ogni nostro simile; ma anche chi non sposa questo convincimento etico, faccia semplicemente un'analisi di interesse egoistico, poiché fino a quando tutti noi non saremo vaccinati, il rischio è che il virus rientri in casa nostra. Quindi, credo che l'impostazione che il Governo sta dando in questa battaglia parallela, nel correre per vaccinare i nostri cittadini, italiani europei, ma in parallelo anche per far sì che la campagna vaccinale si estenda quanto prima possibile a livello planetario, sia una risposta estremamente importante.

Il secondo punto è quello della sfida economica. Ci siamo detti, tantissime volte in questi mesi, che l'emergenza sanitaria è inevitabilmente legata a doppio filo all'emergenza economica. Io credo che nelle prossime settimane e nei prossimi mesi dovremo non solo dire ma dimostrare che l'uscita dall'emergenza sanitaria a sua volta dev'essere legata a doppio filo a una stagione di crescita importante. Guardate, sono anch'io un ottimista per natura, un fiducioso e ho sempre la speranza che il domani sia migliore di oggi; naturalmente, questo comporta un impegno di tutti. Io registro, come ognuno di noi quotidianamente, che gli analisti economici rivedono settimanalmente le stime di crescita del nostro Paese al rialzo. Senza tuttavia scomodare gli analisti economici, chi vive sui territori si rende conto che in questo momento c'è un'effervescenza, c'è una fiducia, c'è una voglia di ripartire e di rimboccarsi le maniche che in questo Paese da mesi e da anni non si trovava più. Allora, dobbiamo cogliere questo momento con grande determinazione, senza perdere di vista che la sfida assolutamente importante è quella del Next Generation EU. Questa è una sfida che dovrà essere declinata e vinta non nel breve periodo: è una gara di fondo e c'è la necessità di una prospettiva temporale per riuscire a poter dire che la sfida sarà vinta. Però, siamo in stagione di pagelle: ieri ci hanno dato le pagelle e mi sembra che a Cinecittà il dato che emerge sia che sin qui, anche su questa battaglia, questo Governo e questo Paese i compiti li hanno fatti e li hanno fatti estremamente bene (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

Il 25 e il 26 giugno, come ha ricordato il Presidente Draghi, sarà anche l'occasione per tornare a parlare di un problema che ha caratterizzato il dibattito inevitabilmente politico degli ultimi anni e che, negli ultimi mesi, era stato un po' – come dire - eclissato dalla emergenza pandemica; un dibattito su un fenomeno storico, inevitabile, cioè quello delle migrazioni. Credo che sia importante tornare a parlarne partendo da un assunto: questo Paese, a differenza di tanti altri partner, è stato chiamato ad affrontare questa emergenza e questo fenomeno storico molto spesso da solo. Nell'affermarlo, evidentemente, c'è stato un atteggiamento egoistico dei nostri partner, però la politica è fatta di rapporti di forza, di credibilità e autorevolezza; probabilmente c'era anche il fatto che chi rappresentava il nostro Paese non aveva questa forza politica, non aveva questa credibilità e questa autorevolezza per far sì che i nostri partner europei avessero un atteggiamento più solidale rispetto al carico di responsabilità che il nostro Paese si stava assumendo, anche nell'interesse dei nostri partner.

Io ho la sensazione - Coraggio Italia ha la netta sensazione - che quella pagina storica di una rappresentanza non autorevole e non credibile nel nostro Paese sia terminata con l'insediamento del Governo Draghi. Questo non è un elogio fine a se stesso, è semplicemente il tentativo di sollecitare - ma questo so benissimo che lo stiamo facendo – a cogliere il momento. Ciò che il Governo italiano non è riuscito negli anni a far passare rispetto alla Comunità europea su questo delicato tema - cioè superare Dublino, mettere in cantiere una revisione complessiva delle politiche migratorie - se prima era impossibile oggi è assolutamente fattibile.

Allora, dobbiamo spingere con forza in questa direzione, anche cercando di coinvolgere i nostri partner nell'adozione di misure di buonsenso: che siano gli Stati di bandiera delle navi che vanno a soccorrere le persone in mare, posto che le persone a mare si soccorrono sempre - ciò è fuori discussione - (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia); ma nel momento in cui si salvano, siano agli Stati di bandiera di quelle imbarcazioni che fanno questo lavoro a farsi carico anche della responsabilità di individuare i porti dove poi far sbarcare le persone che stanno migrando, a rischio della propria vita, individuando anche la responsabilità, poi, di doverle accogliere.

Noi siamo profondamente convinti della necessità di rafforzare, di investire attenzione, tempo e risorse nelle relazioni con Paesi importanti quali la Turchia e la Russia, ma dobbiamo farlo rivendicando con forza il rispetto di principi e di valori che sono per noi fondamentali perché sono presenti nella nostra Costituzione repubblicana. Sono valori e principi fondativi anche dell'Unione europea, cioè il rispetto dei diritti civili, il rispetto delle minoranze religiose ed etniche, il rispetto delle forze politiche di opposizione, sono cose che in quei paesi non stanno avvenendo. Allora, anche da questo punto di vista ci deve essere una posizione chiara e netta del nostro Paese capace anche di portarsi dietro le scelte politiche dei nostri partner.

Chiudo dicendo che siamo alla vigilia di una stagione dove il nostro Paese sta riconquistando il rispetto e l'attenzione che merita; naturalmente, molto dipende da chi rappresenta il nostro Paese. Io però credo che si sia alla vigilia anche di qualcosa di più importante, di metapolitico, che forse va anche oltre ai meriti del Presidente del Consiglio Draghi. La presenza del Presidente del Consiglio Draghi a Palazzo Chigi ha un valore simbolico-politico che va oltre rispetto anche ai meriti di chi rappresenta nel nostro Paese. Ciò significa che tutta la retorica populista dell'“uno vale uno” l'abbiamo lasciata dietro.

PRESIDENTE. Concluda.

STEFANO MUGNAI (CI). Nel momento in cui il Paese era in difficoltà, si è guardato intorno e ha chiesto l'aiuto di colui che era ritenuto il più capace. Ciò significa che nel momento in cui dobbiamo farci guidare si sceglie colui che si reputa - magari sbagliando - il più intelligente e il più serio…

PRESIDENTE. Grazie.

STEFANO MUGNAI…. non il più simpatico e il più guascone. È una sfida importante, perché può cambiare il futuro del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Migliore. Ne ha facoltà.

GENNARO MIGLIORE (IV). Grazie, signor Presidente. Signor Presidente del Consiglio, signor sottosegretario, colleghi e colleghe. Questi sono i giorni nei quali tanti ragazzi e tante ragazze - i nostri figli - stanno affrontando una prova decisiva come l'esame di maturità.

Verrebbe da dire: cosa c'entra in questo dibattito? Ma io penso che siano loro la Next Generation EU, che siano loro il nostro interlocutore privilegiato e anche coloro sui quali - come ha saggiamente potuto dire il Presidente Mattarella - si costruirà la ripresa dell'Italia e l'onere di una ricostruzione dopo una crisi così profonda, come non se ne vedevano dalla Seconda guerra mondiale. Sono loro e, quindi, la responsabilità con la quale noi facciamo politica deve essere ancora più severa nei nostri confronti.

Ieri, a proposito di voti, l'Italia è stata promossa a pieni voti con l'approvazione del PNRR e il pieno sostegno delle autorità europee, anche simboleggiate dalla presenza a Roma della Presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. Una grande soddisfazione, ma è solo un primo passo. Come lei ha detto, adesso non bisogna perdere questa occasione e, come ebbe a dire un importante economista, Claudio Napoleoni, noi dovremmo essere in grado di cambiare il motore con la macchina in corsa, avere cioè la capacità di affrontare l'emergenza come si sta affrontando in questo momento, brillantemente, anche grazie alla generosità di tutto l'apparato coordinato dal generale Figliuolo, ma anche pensare al futuro.

La prima e più decisiva sfida è quella delle nostre riforme quindi, avendo ben chiaro che senza una riforma della pubblica amministrazione, della giustizia, della digitalizzazione, della messa in sicurezza del nostro Paese non riusciremo a farcela e non solo a non salvarci da soli, ma ad affrontare questa fase. Prima c'era la lamentela del “Ce lo chiede l'Europa”, oggi dobbiamo ammettere e, anzi, sottolineare che grazie proprio al rigore delle richieste dell'Europa e a seguito della durezza della pandemia, si apre una finestra di opportunità per la quale ci vuole coraggio, determinazione, ma anche qualità (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Oggi noi dobbiamo risolvere questo groviglio che intrappola l'Italia, come avrebbe detto Carlo Emilio Gadda questo “gnommero” bisogna scioglierlo, avere la possibilità di decollare finalmente per un'Italia più aperta e anche più severa con noi stessi. Una speranza coltivata non sul populismo, ma sul saper fare e sulla valutazione delle competenze, quella che io definirei, in una parola, l'Italia di Draghi. Questa non è un'epoca di cambiamenti, ma è un cambiamento d'epoca e queste parole suonano più appropriate in questi tempi così intensi.

Perché questo Consiglio, a nostro giudizio, a giudizio di Italia Viva, non è come tutti gli altri? Potrebbe sembrare superfluo, ma io vorrei puntualizzarlo. Il prossimo Consiglio si concentra, sebbene su temi specifici, su questioni generali, sull'identità, sulla collocazione geopolitica, sull'ambizione al cambiamento e a guidare, con un programma ambizioso, una leadership a livello globale (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva), in un mondo multipolare, sui temi dei diritti umani, della transizione ecologica, sul grande tema dell'uguaglianza e anche della inclusione sociale.

Oggi abbiamo dato prova - e nelle sue parole ho ritrovato questi rintocchi - che l'egoismo maturo di chi sa che fare del bene e solidarizzare con gli altri - è anche un vantaggio per se stessi - può diventare la regola in questo Continente. Sul piano generale, questo cambiamento d'epoca può finalmente riprendere anche un discorso interrotto, e non suoni un fuor d'opera, perché io di questo sono convinto e penso che il nostro Paese ne dovrà essere sempre più convinto: puntiamo alla Federazione europea, all'integrazione piena, ad un'identità che abbia davvero la capacità di dire quali sono i tratti identitari e quali sono i pilastri dell'Unione che oggi possono essere messi alla prova. Innanzitutto, lo abbiamo detto, la solidarietà tra europei, senza di questa non sarebbe esistita neanche la possibilità della ripresa e del Next Generation EU; il rispetto rigoroso dei diritti umani; la responsabilità verso le future generazioni. Ovunque non si rispettino questi pilastri, sono minacciati i nostri interessi, tanto all'interno dell'Unione europea che all'esterno. E vorrei dire a qualche collega, che prima ha confuso anche la collocazione dei vari Paesi, che una cosa è, come ha detto la Presidente Von der Leyen oggi, in una dichiarazione importante, e ringrazio anche il sottosegretario Amendola per aver tenuto ferma la posizione, che la legge contro gli LGBT in Ungheria è una vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva) e che questa non fa parte della nostra identità europea, un'altra è avere la comprensione, come è giusto che sia, che i rapporti, a livello globale, devono tenere conto dell'esistenza di altre realtà, con le quali noi dobbiamo essere franchi, come ha detto lei. Dobbiamo essere franchi con la Cina, con la Turchia, con la Russia, con l'Egitto, dobbiamo essere franchi con quei Paesi nei quali noi riconosciamo la violazione sistematica dei diritti umani, ma dobbiamo sapere che esiste una modalità di relazione necessaria, perché noi dobbiamo sostituire quell'idea fallace e fallimentare dell'hard power con il soft power del dialogo e della comprensione reciproca.

E, poi, dobbiamo avviare un piano per una politica fiscale e di bilancio unitaria a livello europeo, che renda fermamente i meccanismi attuati dal Next Generation EU stabili e riveda, archiviandola definitivamente, la stagione dell'austerity.

La riconquistata centralità delle migrazioni nell'agenda europea è già di per sé, come lei ha detto, un successo, e non solo diplomatico, lo era stata solo nel momento in cui aveva interessato la rotta balcanica del 2015, nei rapporti con la Turchia. Finalmente otteniamo che si aprano gli occhi su un fenomeno che va ben al di là della crisi post-bellica in Siria. Il nostro approccio va ribadito, sapendo, però, chi paga il prezzo più alto, e qui sono risuonate queste parole: il prezzo più alto lo pagano le vittime dei traffici illeciti, i morti che si ammassano in un cimitero liquido, che è diventato il Mediterraneo, le famiglie spezzate, i bambini, le donne e gli uomini torturati. Non solo non dobbiamo chiudere gli occhi, ma dobbiamo essere capaci di invertire la rotta e usare le rotte migratorie per avere una rotta dei diritti e della solidarietà (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Noi, non dimentichiamolo mai, iniziammo il nostro lungo percorso di migranti 150 anni fa, soprattutto, quando c'erano i pescatori siciliani che andavano in Tunisia, che approdavano nel canale de La Goulette, a fianco di Tunisi, essendo vituperati, scacciati e cancellati.

Noi abbiamo detto sì ai corridoi umanitari, ma, ribadisco, c'è bisogno di un approccio legale, perché l'illegalità si sconfigge solo con la legalità e, quindi, anche con la definizione di una strategia di ingresso legale nel nostro Paese. Per questo motivo, dobbiamo ripensare anche ad un'altra questione che io mi permetto qui di ribadire: noi non abbiamo firmato il Global Compact for migration e questo, secondo me, è un limite, perché lì si parla di una migrazione sicura, ordinata e regolare. Questo è quello che dobbiamo affrontare ed è giusto affrontare il tema della collocazione geopolitica dell'Europa, guardando alla Turchia e alla Russia, che - e concludo - hanno un interesse nel Mediterraneo fortissimo e noi dobbiamo imparare a guardare più al Sud e dal Sud.

Ma, per concludere davvero, negli ultimi secondi, con il suo stile, ha illustrato il programma per il futuro dell'Europa e del nostro Paese con parole semplici e sobrie: siamo ragionevolmente ottimisti. Noi siamo sollevati, perché vogliamo tornare alla normalità, ma abbiamo visto anche il cambio di passo e a chi non voleva capire, a chi non vuole ancora vedere, a chi coltiva nostalgia di un recente passato, a chi, soprattutto, ha saputo cogliere il salto di qualità, a chi vuole servire il Paese con l'ansia di chi serve il Paese (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva), una cosa sola vogliamo dire: ne valeva la pena, ne valeva la pena di avere questo cambiamento, di avere lei alla guida del Paese e di avere un futuro per la nostra Europa (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Grazie, Presidente Fico. Presidente Draghi, noi l'abbiamo ascoltata con l'attenzione dovuta a chi va a rappresentare gli interessi italiani.

Leggeremo dagli atti del Consiglio se sarà riuscito in questa impresa, perché di auspici ne abbiamo negli anni sentiti tanti e, ovviamente, per quanto sia nostro interesse sperare che sia così, qualche volta siamo rimasti delusi, anzi, direi spesso. Nella sua relazione lei ha tirato fuori degli spunti, come è sua consuetudine, particolarmente interessanti: abbiamo letto con interesse la sottolineatura della necessità di mantenere in Europa politiche economiche espansive, così come la ricerca di politiche attive del lavoro efficaci, e non sono certo quelle del reddito di cittadinanza che è fallito miseramente, così come stiamo guardando con grande attenzione a quello che accadrà il 24 e 25, leggendo anche l'ordine del giorno, che inizia con la relazione, così sembra, rispetto a quello che abbiamo imparato dalla pandemia. Ecco, noi abbiamo - lo dico senza giri di parole - constatato, più che imparato, che questa Europa è un'Europa che è stata in grado di essere egoista all'inizio di questa pandemia, quando ha lasciato sola l'Italia a marzo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia): ricorderà il blocco del Brennero e i paracarri a fermare le strade in uscita dai confini di Trieste. Un'Europa lenta, non per mancanza di volontà politica: è un paradosso, ventisette Nazioni coese, insieme, che danno l'indirizzo sull'approvvigionamento vaccinale e un'elefantiaca burocrazia che rallenta e rende inefficace qualsiasi tipo di azione. Un'Europa divisa, incapace di trovare punti comuni con la rapidità necessaria per sostenere le imprese, per trovare punti di convergenza economica, che hanno visto, poi, riuscire, magari, anche con qualche ritardo di troppo, ad arrivare, per esempio, nel settore del turismo, ad evitare che ci fosse concorrenza sleale attraverso l'approvazione, in questi giorni, del pass vaccinale. È evidente, Presidente, che questa Europa - e lo dico - non è stata in grado di viaggiare alla velocità di altre Nazioni, degli Stati Uniti, di Israele, della Gran Bretagna, che sono, magari, partite in ritardo, anche perché il virus da loro è arrivato, in qualche modo, dopo rispetto all'Italia, ma che hanno recuperato questo gap. E mi permetta, in questo, di togliermi una curiosità, Presidente, e fare una sottolineatura: io non ho capito bene la vicenda di Wembley, perché non credo che, per un Presidente del Consiglio come lei, sia solo una vicenda calcistica quella di spostare la finale e, forse, non è solo legata alla pandemia. Se così fosse, saremmo anche d'accordo all'auspicio, ma temiamo che, dietro quelle sue dichiarazioni così forti nei confronti di Londra, ci sia altro, in asse con la Germania: la condanna della scelta libera del popolo inglese di lasciare l'Unione europea e questo non ci vedrebbe d'accordo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Un'Unione europea, però, che noi vogliamo difendere, ricostruire. Vede, in queste ore, il presidente Meloni, presidente di ECR, di uno dei partiti più importanti presenti nel mondo, che rappresenta i conservatori, in tanti Stati che governiamo e in altri in cui rappresentiamo, come in Italia, un'opposizione patriottica, è a Bruxelles per una serie di incontri che riteniamo molto importanti, a cominciare dal Presidente Sassoli, che sta incontrando proprio in questi minuti e, poi, nel pomeriggio, con il Commissario europeo Gentiloni, partendo dagli italiani, da coloro con i quali, su posizioni diverse, riuscire a capire quali punti di convergenza possono esserci per difendere gli interessi nazionali. Al Commissario Gentiloni sottolineerà il rischio delle condizionalità che lei scantona e dice non sono a rischio, il Patto di stabilità non sarà quello di oggi, perché, se così fosse, implicitamente, lei ci fa comprendere che per l'Italia sarebbero a rischio quei finanziamenti, come noi abbiamo sostenuto, a livello europeo. Bene, speriamo che questo Patto di stabilità, che nel 2023 si riattiverà, sia diverso e le strategie di austerity vengano allontanate dalle dinamiche europee, perché penalizzano la nostra Nazione. Così come l'EBA, altro argomento sul quale noi abbiamo pregato lei di prendere una posizione chiara: significa oggi avere il rischio, per singoli individui che si espongono per qualche mese per 100 euro, in questa fase, in questo momento di crisi economica, e per le imprese per 500 euro, di essere, per semplificare, iscritti nell'elenco dei cattivi pagatori. Penalizzati loro, penalizzate le imprese, con il rischio di fallimento e penalizzate nel sistema bancario, che rischierà di essere sovraccaricato da crediti non esigibili.

La presidente Meloni, oggi, incontrerà anche Janez Janša, che sarà Presidente di turno del Consiglio europeo, sloveno, per coordinarsi anche su quelle che potranno essere le politiche di immigrazione da Est, che sono state frenate, ma che continuano ad avere necessità di interesse e interventi da parte nostra, ma, soprattutto, per raggiungere quell'obiettivo che lei ha richiamato : la necessità - e lo farà con lui, come con Viktor Orbán, come con Morawiecki nel pomeriggio, come con tanti altri rappresentanti di partiti europei - di capire come si possa costruire un'alleanza strategica europea che ponga l'indice sull'obiettivo della protezione dei confini (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). La legalità che viene richiamata in più interventi e che va difesa. Presidente, il sottosegretario Amendola le ha fatto una cortesia, ricordandole che, dal 2018, non si parlava di immigrazione, mentre oggi se ne parla. Ecco, io ricambio la cortesia, a nome suo, all'ex Ministro Amendola, che era Ministro degli Affari europei: se non se ne parlava, qualche responsabilità sarà anche la sua, Ministro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E mi permetta anche di sottolineare un altro fatto, però prima ringraziando una parte delle nostre Forze armate, la Guardia costiera italiana che, nonostante leggi immigrazioniste, che gli impediscono di difendere adeguatamente i nostri confini, ogni giorno rende più sicuri i mari e salva vite umane ma, nello stesso tempo, sottolinea alcune criticità che esistono, con dati oggettivi. Più persone vengono invitate ad attraversare il mare, più morti ci sono (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia): non è umano far viaggiare persone attraverso il mare, invitandole e incitandole. Le dico le cifre: nel 2016, 181 mila immigrati hanno attraversato il Mediterraneo per arrivare da noi, con 5 mila morti; l'anno successivo, 120 mila immigrati, e vi era Frontex, vi erano aerei, mezzi di soccorso adeguati, con 3 mila morti; poi, nel 2019, siamo scesi a 11 mila e, forse, anche per questo, la tensione e l'attenzione a livello europeo si sono dimostrate più flebili nei confronti dell'immigrazione; c'era una strategia di contenimento del fenomeno migratorio e non incentivante, come è stato negli anni a venire, cioè del Governo Conte, Partito Democratico, Movimento 5 Stelle; 38 mila lo scorso anno, 62 mila in proiezione quest'anno, con l'indice dei morti che seguirà esattamente questo tipo di scia: andate a controllarli. Allora, ha ragione, Presidente, bisogna aggredire le criticità, a cominciare dal sostegno alle Nazioni africane, a cominciare dal sostegno europeo, e non lo sfruttamento di qualche Nazione, tipo la Francia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), in particolare dei Paesi del Sahel, facendo un nome a caso. Aiutiamo i padri, perché il 90 per cento degli immigrati clandestini che arrivano in Italia sono uomini in età da lavoro, a rimanere accanto ai loro figli nelle loro terre, accanto alle loro mogli; questa è umanità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), non traghettarli e farli vivere ai confini della cultura e della società occidentale. Presidente, al riguardo, non condividiamo l'affermazione: non è la nostra ostilità ad impedire l'integrazione e rendere ostili gli immigrati; è il sistema della delinquenza, a cui sono costretti spesso gli immigrati perché portati qui senza possibilità di accoglienza, di lavoro, a renderli ostili, come è avvenuto qualche giorno fa presso la stazione Termini e la mia solidarietà va al poliziotto che ha difeso gli interessi italiani e oggi è indagato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Quindi, occorre aggredire le criticità, Presidente Draghi, come lei ha sottolineato, con il blocco navale che è quello che noi richiediamo ma, se non ci si riesce, perché l'Europa ritiene non sia possibile, almeno aiutiamo la Libia a fare il proprio dovere. Oggi sono partiti dalle coste libiche 24 mila persone, non libici ovviamente, perché sappiamo che è il Paese di transito: 11 mila sono arrivati mentre 13 mila sono stati riaccompagnati dalla Guardia costiera libica in Africa, quindi è possibile anche garantire di non partire da quelle coste semplicemente aiutando queste Nazioni con accordi che lei immagino palesava quando ragionava degli incontri diplomatici con la Libia, con la Tunisia che prima richiamava. Facciamo quello che è stato fatto anche a Est con la Turchia ma ne parleremo fra qualche secondo. Dobbiamo e abbiamo la necessità di lavorare per il contenimento dell'immigrazione, cambiando impostazione, superando definitivamente Dublino, alleandoci con chi ritiene sia necessario proteggere i confini, ragionando in merito agli hot spot in Africa dove selezionare chi può arrivare in Italia nella legalità e garantire dall'immigrazione illegale, respingendo chi in Italia non ci può arrivare perché non siamo in grado di accoglierlo, sostenerlo e garantire la nostra cultura. In ultimo, sulla vicenda della Turchia, già il collega Delmastro Delle Vedove lo ha sottolineato, condividiamo la sua affermazione: Erdoğan è un dittatore (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), un autocrate, una persona che ha umiliato l'Europa nel modo peggiore, colpendo una donna che la rappresentava, nel suo ruolo di donna; è una cosa che non riteniamo tollerabile, semplicemente tollerabile, e fa parte di una cultura islamica e islamista che si sta, in maniera violenta, imponendo a livello nazionale in Turchia ma soprattutto internazionale, in quell'area di nuovo imperialismo che caratterizza l'azione di Erdoğan. Erdoğan lo facesse con i suoi soldi, non con i soldi degli europei (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

In ultimo, e chiudo su questo: Presidente, noi non le chiediamo di non collaborare, sappiamo di politica internazionale. Le chiediamo un'altra cosa: recidere quel cordone che divide noi da quelle Nazioni che, con noi, non c'entrano, finché non cambieranno il modello culturale, diventando Nazioni civili, lo dico con chiarezza, perché chi tratta le donne in quel modo non è una Nazione civile che può ambire ad entrare nell'Unione europea secondo nessuna modalità.

In bocca al lupo, Presidente, leggeremo dagli atti i risultati che porterà a casa e dei quali saremo fieri (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Valentini. Ne ha facoltà.

VALENTINO VALENTINI (FI). Signor Presidente del Consiglio, innanzitutto, vorrei ringraziarla per la resistenza, per aver voluto dimostrare che il Parlamento è il luogo dell'interlocuzione essenziale e lei l'ha detto e l'ha fatto. Ritengo che quello di quest'oggi non sia uno dei classici dibattiti nei quali ciascuno viene, legge il suo pezzo e se ne va, ma abbiamo avuto con lei veramente un'interlocuzione. Lo dico anche perché, sottosegretario Amendola, che qui ringrazio, avremmo preferito un documento, una risoluzione - che ovviamente voteremo e alla quale abbiamo tutti contribuito - che fosse più essenziale, più scarna, che le potesse servire maggiormente da stimolo nel negoziato, lasciando poi al dibattito, che mi pare sia stato abbastanza effervescente, le diverse posizioni che spetta poi al Presidente tradurre e utilizzare sul tavolo dei negoziati per il bene del nostro Paese.

Fatta questa premessa, vorrei giungere al Consiglio europeo: innanzitutto, i Consigli europei ogni volta vengono presentati come se fossero delle finali; il Consiglio europeo non è una finale, ma una partita di un campionato e, come le partite del campionato, vanno preparati prima per poi passare a quelli successivi. Ora, non vorrei essere tacciato di piaggeria, ma penso che tutti noi riteniamo che l'Italia abbia svolto un ruolo fondamentale nel momento in cui è stato inserito all'ordine del giorno il tema delle migrazioni, perché, se non lo si fa prima, non si riesce poi a giocare la partita successiva. Ma, prima di giungere a questo aspetto, vorrei dire questo: è chiaro che, quando si va, ogni volta, in campo per una partita, bisogna avere presente l'obiettivo da portare via e, nell'insieme dei temi che vengono affrontati – e, questa volta, sono tutti molto importanti -, avere sempre preciso il punto focale.

I temi importanti che vengono affrontati sono due, è già stato detto ed è inutile ripeterlo in questa fase e tediarla: il primo riguarda le vaccinazioni. Avremo successo realmente - e abbiamo visto tutti i passi in avanti che sono stati compiuti, sia a livello nazionale sia a livello europeo -, quando, per usare una brutta parola, sarà raggiunta l'immunità di gregge a livello globale. E qui, ancora una volta, l'Italia è impegnata con il G20 e deve spingere, affinché il COVAX riesca a raggiungere gli ambiziosi traguardi di 2 milioni nel 2021. Dico ciò, riallacciandomi a quello che il Presidente ci ha detto all'inizio; il Presidente ha detto, nella sua analisi economica, che ora va preservata la domanda aggregata che deve venire incontro all'offerta che abbiamo preservato. La domanda aggregata, soprattutto nel nostro Paese, è composta di servizi: turismo, viaggi, ristoranti, hotel. Ebbene, se ogni volta lasciamo correre il vaccino nel resto del mondo, ogni volta ci vediamo minacciati dalla possibilità che riemerga in questa o in un'altra parte, anche il nostro obiettivo economico e il nostro tornaconto ne sono direttamente minacciati. Sempre sull'aspetto economico, molto importante in questo Consiglio, abbiamo anche la questione che riguarda i piani nazionali. Lei, Presidente, nella cerimonia di Cinecittà, ieri ha detto che l'Italia, che ha passato così brillantemente questo esame e non era assolutamente scontato, dovrà essere in grado di spendere tutto, bene e con onestà. In queste tre parole, sta il vero elemento trasformativo del PNRR, cioè si tratta di un processo per il quale il nostro Paese deve adeguare la sua struttura, la sua pubblica amministrazione, le sue istituzioni, in un dialogo continuativo con l'Europa, con la Commissione, perché non si tratta di un compito una tantum: siamo andati lì e ci viene data una bella somma di denaro. Si tratta di un'erogazione a stato avanzamento dei lavori, che prevede, quindi, da parte del nostro Paese, un ammodernamento, uno sforzo continuo che deve durare in tutti i cinque anni per riuscire a farvi fronte.

Quindi, alla fine di questi cinque anni, o usciamo più competitivi, con lo spirito di Cinecittà, così l'ho voluto interpretare, con il quale l'Italia è di nuovo intraprendente e forte, altrimenti la massa di debiti ci seppellirà; abbiamo sentito, anche qui, toccare la questione, di nuovo, dei criteri di Maastricht, ovviamente, ma i criteri prudenziali di gestione del debito ce lo fanno presagire.

Quindi, PNRR come elemento di trasformazione del nostro Paese, come un ulteriore sforzo: abbiamo fatto una grande fatica per arrivare in finale, ma adesso dobbiamo impegnarci; fino ad adesso, abbiamo fatto un ottimo compito e mi spiace, Presidente, che dovrà continuare ad allenare e a spingere la nostra squadra per riuscire in questo difficilissimo processo.

Ora voglio giungere, invece, alla questione fondamentale, a quello che considero l'obiettivo che dobbiamo portare a casa in questa partita, in questo Consiglio europeo, cioè alla questione migratoria. Lei ha avuto il merito - e non era assolutamente scontato - di inserire la questione migratoria nell'ordine del giorno del Consiglio europeo. È chiaro che i nostri colleghi europei non hanno voglia di farlo; il loro atteggiamento è di indifferenza o di rimozione ed è chiaro che, sulla questione, tutti riconoscono l'inadeguatezza del Regolamento di Dublino, ma nessuno, in realtà, è disposto a modificarlo per condividere, con un riparto di quote obbligatorie di migranti, le conseguenze che derivano da quelle, ahimè, che sono sostanzialmente le condizioni della geografia. Anzi, la verità è che finora ciascun Paese ha dovuto cercare di farsi carico di quello che la storia gli ha buttato addosso. La mossa vincente della Presidenza italiana, l'uovo di Colombo - perdonatemi - è quella di uscire dallo stallo dei fronti contrapposti - il fronte dei Paesi del Sud, rivieraschi, che hanno l'immigrazione di prima ondata e il fronte dei Paesi del Nord, che, invece, cercano di respingere le immigrazioni secondarie - e di puntare sulla dimensione esterna della migrazione, cioè andare alle cause, andare insieme a trovare l'accordo, affrontando il contesto in maniera più vasta, stipulando accordi con i Paesi di origine e di transito, non individualmente o in maniera disorganica - vediamo già adesso che nei Paesi nei quali il Presidente è andato e in cui vanno i nostri Ministri, va anche la Commissione, e non è un caso che questo avvenga – e, soprattutto, di fare sì che tutto ciò sia parte integrante dell'azione esterna dell'Unione europea, in modo pragmatico e flessibile. Lo chiamiamo “Piano Marshall per l'Africa” o lo chiamiamo “Nuovo strumento finanziario per la politica di sviluppo e di cooperazione internazionale”: si tratta di contrastare il traffico di esseri umani lungo tutto il corso delle rotte dell'immigrazione illegale, non solo nei Paesi di transito, insieme alle organizzazioni internazionali. La lotta al traffico di esseri umani, la lotta alla moderna schiavitù si può vincere solo con la creazione di canali umanitari, con una politica programmata dell'immigrazione e con l'aiuto allo sviluppo. Non illudiamoci: ciascuno è chiamato a fare la sua parte, soprattutto a casa propria; il compito sicuramente non è facile, ma, con questo cambio di indirizzo, l'Italia toglie le migrazioni dalla dimensione emergenziale e le colloca all'interno di un complesso fenomeno epocale e strutturale, che può essere affrontato, prendendo in considerazione tutte le dimensioni. Vedete, l'obiettivo di questo Consiglio è importante, perché il Consiglio europeo, le istituzioni europee sono come un grande transatlantico, che ha bisogno di molto anticipo per poter virare, ma anche pochi gradi di virata possono portare a un mutamento molto importante nella traiettoria a lungo termine. Questo è il risultato che dobbiamo portare a casa; questo è un qualcosa in relazione al quale, all'interno e all'esterno dell'Unione europea, avremo una politica di condivisione di benefici ed è un qualcosa che meglio si confà alla proiezione esterna dell'Unione: è la produzione economica, non è quella militare. Parlando di proiezione esterna, veniamo adesso ai due temi di politica estera che affrontiamo e consentitemi di affrontarli in un'altra maniera: so benissimo e conosciamo l'atteggiamento fermo del nostro Presidente, ma mi permetto di offrire un altro angolo di visuale. L'arrivo sulla scena del nuovo Presidente americano, il mutare dei rapporti tra Stati Uniti e il resto del mondo non possono non influenzare la posizione che l'Unione europea assume, alla luce della rinnovata partnership euro-atlantica. Dopo che hanno spinto la NATO a inserire la Cina tra le sfide sistemiche dell'ordine mondiale, nel vertice con Putin, gli Stati Uniti hanno tracciato una serie di linee rosse e definito ambiti di disaccordo, ma hanno dato al Presidente russo spazi di collaborazione in settori strategici, che possono essere letti, sia come contenimento della Cina, ma anche come iniezione di stabilità e prevedibilità.

L'inattesa apertura di credito è sotto riserva di valutazione, ma è un qualcosa che va in controtempo rispetto all'inasprimento dei rapporti con Putin che si ostina a non riconoscere l'Unione Europea come entità sovrana e distinta rispetto agli Stati Uniti.

PRESIDENTE. Concluda.

VALENTINO VALENTINI (FI). Presidente, avrei voluto concludere anche sulla vicenda della Turchia, dicendo soltanto questo - mi conceda un minuto di più - : Biden ha incontrato sia Putin, che la Turchia, ha preso un oggetto relazionale, ha chiesto alla Turchia di tornare a svolgere il suo ruolo nella NATO, li ha perdonati per gli S-400, ha chiesto loro di andare a Kabul a coprire la ritirata della NATO. La Turchia svolge un ruolo geostrategico, in definitiva, è una democrazia che viola i diritti umani, non rispetta gli altri partiti, fa tutta una serie di violazioni che noi riscontriamo, ma, allo stesso tempo, è una democrazia e lasciamo che sia il popolo turco nelle elezioni a decidere chi lo governerà. Ricordo a voi che le principali città sono in mano all'opposizione, per cui, con entrambi i partiti, dobbiamo stabilire un nostro dialogo diretto ed è importantissimo che si faccia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato De Luca. Ne ha facoltà.

PIERO DE LUCA (PD). Grazie, signor Presidente. Il prossimo Consiglio europeo affronterà questioni di grande rilevanza e sensibilità. I leader esamineranno innanzitutto l'attuale situazione epidemiologica. Questa drammatica pandemia ha mostrato le fragilità e le debolezze degli Stati nazionali, se agiscono da soli; in futuro allora abbiamo il dovere di rafforzare e migliorare il coordinamento in materia sanitaria, costruendo una vera e propria Europa della salute. In questo quadro, abbiamo degli obiettivi prioritari e importanti da perseguire già nelle prossime settimane, innanzitutto, rafforzare la strategia europea per i vaccini, continuando a pretendere serietà e rispetto dei contratti da parte delle case farmaceutiche - come lei ha fatto, signor Presidente - ribadendo con forza, come ha fatto ancora oggi, stamattina, in quest'Aula, un messaggio chiaro a chi nutre ancora dubbi o fa speculazioni: vacciniamoci tutti! Vacciniamoci tutti! Il vaccino è l'unica arma che abbiamo per sconfiggere il virus, per difendere la salute e la vita dei nostri cari e per far ripartire l'economia e assicurare la tenuta sociale delle nostre comunità! In questa prospettiva, invitiamo il Governo, allora, a portare avanti anche un'altra battaglia decisiva, quella per la solidarietà internazionale e per garantire a tutti, nell'attuale fase di emergenza, vaccini gratuiti, sicuri ed efficaci. La ringraziamo per la sensibilità manifestata sul tema, signor Presidente: noi siamo al suo fianco e per le ragioni anche extrapolitiche e istituzionali da lei richiamate, continuiamo, come Democratici, a sostenere con forza, in sede europea e internazionale, la sospensione transitoria dei diritti di brevetto e comunque la cessione delle licenze di produzione. È una battaglia di civiltà e di equità necessaria per aumentare al massimo la capacità di produzione e distribuzione dei vaccini. Il Consiglio si occuperà poi di azione esterna: al riguardo, noi riteniamo assolutamente necessario consolidare il ruolo dell'Unione, quale attore internazionale sempre più autorevole e, in questa prospettiva, è indispensabile in particolare accrescere gli sforzi per la stabilizzazione della Libia, ma è necessario anche - come lei ricordava - confermare l'interesse a un'interlocuzione strategica con la Turchia, sollecitando però, con la franchezza che lei richiamava, la fine delle sempre più ricorrenti violazioni dei diritti civili e politici fondamentali e chiedendo con forza alla Turchia un segnale importante. Rientri nella Convenzione di Istanbul, la prima convenzione internazionale per il contrasto e la prevenzione della violenza contro le donne! Questo è un segnale decisivo che noi dobbiamo chiedere alla Turchia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Il Consiglio si occuperà poi anche di immigrazione, proprio grazie alla richiesta dell'Italia. Come sappiamo, l'Unione non ha fornito finora, negli anni, risposte all'altezza delle sfide in questo settore. L'Italia invece ha dato - lo ricordiamo con orgoglio - lezioni di civiltà al mondo intero, sin da quando, dopo l'atroce naufragio di Lampedusa, il 3 ottobre 2013, decise di istituire da sola l'operazione Mare Nostrum, di cui andiamo fieri ancora oggi. Come ha ricordato il Presidente Mattarella, nella giornata mondiale del rifugiato, la protezione della vita umana, l'accoglienza dei più vulnerabili sono impegni cui la Repubblica italiana non si è mai sottratta, ripeto: mai. Dobbiamo partire da questa consapevolezza per ottenere, però, che gli egoismi nazionali siano definitivamente superati in Europa e che nessun Paese sia lasciato solo. La volontà sostenuta dal suo Governo, dal nostro Governo, di inserire le politiche migratorie nell'ambito dell'azione esterna europea può essere un punto di svolta decisivo. È giunto il tempo di definire allora, anche in questo settore, un Next Generation EU anche per le politiche migratorie, un nuovo patto sull'immigrazione e l'asilo, fondato su equa condivisione delle responsabilità, umanità, accoglienza e sicurezza. Questi sono i cardini della politica del futuro in questo settore. In questo quadro, è necessario rafforzare innanzitutto allora le politiche di vicinato per la cooperazione e il sostegno allo sviluppo dei Paesi di origine e transito, soprattutto nel continente africano. Poi è indispensabile battersi da subito per un obiettivo prioritario. Come lei ricordava, dobbiamo evitare ulteriori vittime innocenti nel Mediterraneo, combattere le reti criminali di trafficanti di esseri umani e porre fine a pericolosi viaggi della speranza. E abbiamo guardato una sola strada da percorrere al riguardo, davanti a noi: aprire dei corridoi umanitari per l'ingresso regolare di flussi di migranti in Europa, in modo da assicurare una gestione controllata e legale delle partenze nel Mediterraneo verso il nostro continente.

È necessario, infine, portare a termine un'ultima battaglia politica, difficile ma non impossibile per lei e per il nostro Governo: superare il Regolamento di Dublino. Questa è la madre di tutte le riforme in materia. È un obiettivo decisivo per stabilire un meccanismo permanente di redistribuzione automatica obbligatoria dei richiedenti asilo e dei migranti che giungono dagli Stati di frontiera, accompagnata dai rimpatri comunitari di coloro che non hanno diritto alla protezione internazionale.

Il tema ulteriore all'ordine del giorno, poi, è quello del Next Generation EU. Per me, oggi, e per noi è motivo di grande soddisfazione commentare e salutare in Aula l'approvazione, da parte della Commissione europea, del Piano nazionale di ripresa e resilienza che conferma la bontà del documento inviato dal nostro Paese a Bruxelles e del lavoro svolto dall'Italia. Il via libera al Recovery Plan italiano, sancito simbolicamente anche dalla presenza a Roma della Presidente von der Leyen, ieri, è un momento storico di cui essere assolutamente orgogliosi come italiani, che merita di essere celebrato e valorizzato in pieno. Grazie, da questo punto di vista, al Governo, grazie soprattutto a lei, signor Presidente, per aver contribuito in modo decisivo ad ottenere questo risultato con la sua autorevolezza internazionale, ma anche con l'orientamento chiaramente europeista impresso all'Esecutivo sin dal suo insediamento.

È doveroso ringraziare, però, anche tutti i colleghi che hanno lavorato in Parlamento, in quest'Aula, fornendo linee guida al Governo perché l'Italia trasmettesse a Bruxelles, nei tempi previsti, un piano credibile ed efficace. Toccherà a noi verificare la corretta attuazione e implementazione dello stesso nei prossimi mesi e nei prossimi anni.

Certo, come Democratici, rivendichiamo con particolare forza questo risultato, ce lo lasci dire. Nei mesi scorsi è accaduto qualcosa di straordinario in Europa: in risposta all'emergenza, l'Unione ha adottato misure inedite e rivoluzionarie, fortemente espansive, e questo grazie all'impegno decisivo in particolare dei democratici e progressisti. Nei mesi scorsi, grazie al nostro lavoro, si è voltata pagina rispetto all'austerità degli anni passati, si è approvato un programma di investimenti da 750 miliardi per la ricostruzione dell'Unione dopo la pandemia, che si aggiunge a un bilancio pluriennale da più di 1.000 miliardi di euro. Per la prima volta nella storia, grazie alla nostra determinazione, nei mesi scorsi è stata prevista l'emissione di 750 miliardi di euro di eurobond, nonostante l'opposizione a Bruxelles dei sovranisti italiani ed europei. E soprattutto, per la prima volta nella storia, nei mesi scorsi è stata definita in modo vincolante la condizionalità dello Stato di diritto, per noi importantissima e decisiva, e abbiamo detto “no” alla distribuzione di risorse europee a chi viola diritti, valori e libertà fondamentali che costituiscono l'essenza dell'integrazione europea. Per noi è un risultato estremamente importante.

E allo stesso modo, grazie al ruolo determinante dei Democratici in Italia e in Europa, il nostro Paese è diventato il primo beneficiario del programma, con 209 miliardi di euro, disponendo così di risorse mai viste dal dopoguerra ad oggi, per ricostruire le nostre comunità e avviare una stagione di interventi straordinari nella sostenibilità ambientale, nella transizione digitale, nella coesione sociale e territoriale, così come nelle politiche di sostegno alle donne, ai giovani e al Mezzogiorno. Per questo riteniamo doveroso riconoscere anche il merito del lavoro svolto dal precedente Governo e, al suo interno, dagli ex Ministri Gualtieri e Amendola, (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), ex Ministro e sottosegretario Amendola, che ieri a Lussemburgo ha portato alta la bandiera dell'Italia, anche opponendosi alla legge ungherese palesemente discriminatoria. Grazie per il lavoro che state facendo a livello internazionale sui tavoli di Bruxelles (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ed è doveroso ringraziare, ancora oggi più che mai, per quanto fatto a Bruxelles, il commissario Paolo Gentiloni e il Presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, che hanno avuto un ruolo di impulso decisivo in questi mesi. È da qui che dobbiamo ripartire per ricostruire e disegnare l'Italia e l'Unione del futuro.

A chi ancora, nelle scorse ore, ha attaccato il Parlamento europeo, proponendo il ritorno ad un'Europa dei Governi, ad un'Europa delle barriere, ad un'Europa medievale delle piccole patrie, ribadiamo con forza che noi Democratici siamo dall'altra parte della storia. Ci perdonerete, cari colleghi, ma tra Orbán e Sassoli noi non abbiamo dubbi su quale indirizzo e linea politica seguire (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). E lo diciamo soprattutto a chi pensa di creare con Orbán nuovi partiti nazionalisti in Europa: non portate indietro le lancette del tempo nel nostro continente. Noi Democratici abbiamo un'idea diversa, vogliamo rafforzare e non indebolire le competenze del Parlamento europeo e di tutti i Parlamenti nazionali. Noi siamo per costruire un'Europa dei cittadini, della democrazia, della solidarietà, un'Europa sociale dei valori, dei diritti e delle libertà fondamentali.

Noi siamo per un'Europa e un'Unione che modifichi il Patto di stabilità, renda strutturale il programma SURE e il programma Next Generation EU. Siamo per un'Europa dell'equità, che ponga fine ai paradisi fiscali ed elimini l'inaccettabile dumping di troppe aziende sulla scia dell'accordo raggiunto all'ultimo G7 su un'aliquota minima globale per la tassazione delle multinazionali. Ecco la nostra idea di Europa e riteniamo che ci siano oggi tutte le condizioni per realizzarla. Ricordava Schuman, nel suo celebre discorso, che l'Europa non si farà d'un tratto, ma sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto. Ebbene, la risposta alla pandemia da parte dell'Unione ha consolidato la solidarietà europea e ha fatto acquisire la comune consapevolezza dell'importanza decisiva dell'Unione per proteggere al meglio le nostre comunità. L'Italia è e continuerà ad essere sempre più il pilastro fondante dell'Europa. L'Europa è e continuerà ad essere sempre più la nostra casa comune. Lo ricordiamo a tutti: sostenere e difendere l'Europa vuol dire sostenere gli interessi del nostro Paese, come lei ha ricordato, e difendere il futuro dei nostri cittadini. Siamo convinti che ci riusciremo: saremo al suo fianco e al vostro fianco in questa sfida e in questa battaglia decisiva per il nostro futuro. Grazie, signor Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giglio Vigna. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO GIGLIO VIGNA (LEGA). Grazie, Presidente, onorevoli colleghi, Governo. Al primo punto dell'imminente vertice europeo, i vaccini: proseguire la campagna di vaccinazione, proseguire in modo spedito. Dopo un inizio titubante, il vecchio continente si è ripreso. Abbiamo apprezzato che la linea di fermezza della Lega verso le case farmaceutiche sia diventata la sua linea, Presidente Draghi, e poi la linea dell'Unione europea, attraverso lei. L'Italia, dopo i disastri di Arcuri, si è ripresa, è ripartita. Abbiamo apprezzato che la linea della Lega - sostituire Arcuri e tutto il CTS - sia diventata la linea del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). A noi la divisa del generale Figliuolo non fa paura, ci dà sicurezza: grazie generale, viva il Corpo degli alpini, viva la Protezione civile, viva la Croce Rossa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier); viva la grande macchina del volontariato italiano, che, insieme al personale medico, da mezzo anno sta presidiando i centri vaccini. Grazie ai nostri amministratori locali: centri vaccinali ovunque, dagli hub delle grandi città, fino ai piccoli paesini di montagna. Ricordiamoci, Presidente Draghi, onorevoli colleghi, della grande forza di questo Paese: volontari e autonomie; comuni e regioni - fra cui la mia, Presidente, il Piemonte - vogliono riprendere l'iter dell'autonomia dopo quanto dimostrato di positivo in questa emergenza (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Glielo dobbiamo, signor Presidente.

Orgogliosamente parte di questa maggioranza, non possiamo apprezzare, non possiamo veramente apprezzare il lavoro della Lamorgese. La politica dei porti aperti porta morti nel Mediterraneo, alimenta il traffico di esseri umani: fermiamo questa mattanza, chiudiamo i porti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

Veniamo, però, ai temi europei - questa era una chiosa nazionale -: era dall'ultimo Consiglio europeo del 2018, con la Lega in maggioranza, che non veniva affrontato il tema immigrazione. Stufi di essere presi in giro, ogni 6 mesi un accordo farlocco: basta, basta, basta! Riforma di Dublino subito, ovvero redistribuzione, impegno a contrastare i flussi da parte dell'Unione europea nella rotta mediterranea centrale, come si è già fatto nella rotta mediterranea occidentale e orientale: vivrà la presa di coscienza - e diamo a lei, Presidente Draghi, incarico, attraverso la nostra risoluzione di maggioranza - che o l'Europa torna in Libia da protagonista, o il problema non si risolverà mai. Quel Paese è strategico, non può essere lasciato in mano alla Turchia di Erdoğan. L'Europa deve tornare in quel Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), l'Europa si deve occupare di immigrazione. La prima grande crisi in Europa dalla nascita dell'Unione europea ha dimostrato che l'austerity non funziona, che l'austerity è fallimentare: vent'anni fa lo diceva solo la Lega; oggi siamo in molti sia in questo Parlamento, sia nel Paese, sia in tutta Europa. Quindi, noi oggi chiediamo la possibilità di dare aiuti di Stato, la riforma del Patto di stabilità, investimenti per finanziare lo sviluppo e produrre PIL, non come misure emergenziali per contrastare questo momento di Coronavirus, ma come politiche strutturali dell'Unione europea. Noi chiediamo una nuova grande fase di investimenti dell'Europa sui territori, sulle regioni e sui nostri Stati nazionali, per tornare ad essere un continente che produce e che, perlomeno, sugli asset strategici è indipendente dal resto del mondo: acciaio, trasporti, infrastrutture, digitale, sanità, vaccini! Produzione in Europa, produzione in Italia e, per alcuni settori, limitazioni verso le big company extraeuropee, in particolare verso quelle finanziate o pilotate dai loro Stati, come le grandi compagnie della Repubblica Popolare cinese, che, mettendo piede in Europa, espandono il potere politico della Cina.

Vado a concludere, Presidente. Tutto questo, Presidente Draghi, Governo, onorevoli colleghi, è scritto nella nostra risoluzione di maggioranza. Noi, come già detto, diamo mandato a lei, nel segno dell'autonomia dei territori, della sovranità produttiva europea e nazionale, e di una Unione europea che dialoga e commercia con tutti, ma che ha nell'atlantismo la sua stella polare. Annuncio il voto favorevole della Lega alla risoluzione di maggioranza. Buon lavoro, Presidente Draghi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Scerra. Ne ha facoltà.

FILIPPO SCERRA (M5S). Grazie Presidente. Presidente del Consiglio, membri del Governo, colleghe e colleghi, nel prossimo Consiglio europeo, su richiesta dell'Italia, i Capi di Stato e di Governo torneranno ad affrontare il tema migratorio, di cui non discutevano in maniera esaustiva dal giugno del 2018.

A settembre 2020 la Commissione europea aveva presentato il nuovo patto sulla migrazione e l'asilo, con l'obiettivo di superare lo stallo negoziale, cercando un equilibrio tra responsabilità e solidarietà. Uno stallo dovuto agli stessi tentativi da parte dei Paesi del Nord Europa di porre dei veti, ai veti dei Paesi dell'Est e alla solitudine dei Paesi frontalieri, come il nostro Paese. Per il MoVimento 5 Stelle c'è un punto dirimente: il criterio del Paese di primo ingresso non può continuare a penalizzare i Paesi di sbarco, come l'Italia, che, secondo la proposta della Commissione europea, vedrebbero attribuirsi ulteriori oneri, come screening di sicurezza, trattenimenti, verifiche sulla fondatezza della domanda ed eventuali procedure di rimpatrio.

Il nostro auspicio, Presidente, è che non vengano ripetuti gli errori del passato. Solo con un meccanismo di ricollocazione automatica e obbligatoria dei richiedenti asilo si può garantire un'equa distribuzione delle responsabilità fra gli Stati membri (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e si può porre un freno anche ai movimenti secondari che interessano altri Paesi. Tutto il resto non risponde assolutamente al principio di solidarietà europea che è presente nei trattati. Per questo, noi pensiamo che sia importantissimo riformare Dublino, ma ciò non basta e ne siamo consapevoli.

Chiediamo al Governo - e sono soddisfatto di quello che ha detto il Presidente Draghi - di promuovere una politica migratoria comune dell'Unione europea, che contrasti tutte le rotte dell'immigrazione illegale e il traffico di esseri umani. Soprattutto - questa è una richiesta del MoVimento 5 Stelle sulla quale il Presidente Draghi si è espresso positivamente - vogliamo che il Governo si attivi per promuovere iniziative concrete, finalizzate al rafforzamento dei corridoi umanitari, come strumento altamente positivo per la difesa dei diritti dei migranti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Per l'Italia è poi molto importante la Libia. L'Unione si deve impegnare per la stabilità della Libia, riprendendo quel ruolo centrale che i Paesi dell'Unione europea devono avere e che in questo momento non hanno.

Altro punto, in generale molto importante, è che l'Unione adotti iniziative mirate ad un rafforzamento della collaborazione con i Paesi di origine e transito, per arrivare a stipulare accordi bilaterali.

Un altro punto all'ordine del giorno riguarda la lotta contro il COVID-19.

Chiediamo al Governo di spingere nei tavoli europei per lo sviluppo della capacità industriale all'interno dell'Unione europea, in maniera da arrivare, nel più breve tempo possibile, ad un elevato tasso di indipendenza produttiva e tecnologica. Come Unione europea, dobbiamo essere in prima linea, per garantire un accesso universale, equo e gratuito ai vaccini, soprattutto nei confronti dei Paesi terzi a basso e medio reddito, in modo da riaffermare il ruolo solidale dell'Unione europea anche in materia sanitaria. Per noi è molto importante (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Per far questo, Presidente, come MoVimento 5 Stelle, sosteniamo da tempo l'importanza della sospensione dei brevetti. Come in tante battaglie portate avanti dal MoVimento 5 Stelle, all'inizio eravamo soli. Abbiamo proposto, a marzo, delle interrogazioni al Parlamento europeo, abbiamo proposto una mozione a firma Ianaro e Grillo qui, alla Camera, poi, a maggio, è arrivata l'apertura da parte del Presidente degli Stati Uniti e, il 9 giugno, c'è stato il voto nel Parlamento europeo che apre alla sospensione dei brevetti. Tra i partiti italiani - questo è giusto dirlo, anche in questa sede - ci sono stati alcuni partiti che in quella votazione hanno scelto di stare dalla parte delle case farmaceutiche. Il MoVimento no, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Noi pensiamo che la salute dei cittadini sia al primo posto, ben prima dell'interesse delle Big Pharma, che tra l'altro in quest'ultimo anno hanno visto accrescere i propri profitti. Ma siamo comunque soddisfatti del fatto che, in questa risoluzione di maggioranza, siamo riusciti ad inserire un impegno in cui si chiede esplicitamente la deroga, cioè la sospensione temporanea dei brevetti, a dimostrazione del fatto che la nostra presenza, in questa maggioranza, continua a dare contributi determinanti, in questo caso per la salute dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Il Consiglio europeo farà il punto sui progressi compiuti per il rilancio economico attraverso Next Generation EU. Ieri abbiamo ricevuto notizia, da parte della Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, della promozione, a pieni voti, del nostro Piano da parte della Commissione europea. La ringrazio, Presidente Draghi, perché il suo Governo ha il merito di aver definito e portato a compimento nei tempi richiesti – questo è molto importante - questo piano. Grazie veramente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Il MoVimento 5 Stelle è orgoglioso della sua approvazione, perché nel Piano ci sono tante delle nostre idee, tante delle nostre battaglie, una visione del futuro improntata alla transizione digitale ed ecologica, alla sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Il Sud, in questo Piano, con questo Piano, sarà il motore della crescita economica del Paese. Come MoVimento 5 Stelle, spingiamo ogni giorno perché ciò avvenga (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Con l'ok della Commissione si conclude un percorso travagliato, che sancisce un cambiamento storico per l'Unione europea. La solidarietà e la condivisione degli sforzi diventano realtà con questo strumento, chiesto, creato e ottenuto grazie all'autorevolezza, all'impegno, e alla determinazione del Presidente Giuseppe Conte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), che la storia pensiamo che ricorderà per il suo instancabile servizio per il Paese, in uno dei momenti più bui. Senza di lui, tutto questo non sarebbe successo: grazie ancora, Presidente Conte.

Nonostante il virus non sia ancora sconfitto, ci sono sicuramente segnali economici incoraggianti e li ricordava lei, Presidente Draghi. Si stima un PIL che cresce del 4,2 per cento a livello europeo e del 4,2 per cento a livello italiano. I numeri parlano chiaro: siamo sulla strada giusta. Il primo quadrimestre di quest'anno fa segnare risultati record positivi anche sulle esportazioni. Addirittura, paragonando questo anno al 2019, abbiamo più 4 punti percentuali, ciò significa più 6,5 miliardi di euro di maggiore export. Questa è la conferma che il nostro made in Italy fa da traino a tutta l'economia del Paese e che il Patto per l'export, voluto e siglato dal nostro Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, sta dando i suoi frutti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), i frutti di un incessante lavoro a supporto dei nostri imprenditori e delle eccellenze italiane. Grazie, Ministro Di Maio.

Come sistema Italia, abbiamo adesso una sfida davanti a noi, quella di spendere al meglio le risorse del Fondo per la ripresa. Ma c'è un rischio che vediamo sui fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, cioè quello che possano finire nelle mani delle associazioni criminali. Noi pensiamo che soltanto affidandone il monitoraggio agli esperti dell'Autorità anticorruzione riusciremo a garantire tutta la trasparenza necessaria in questa delicatissima fase. Per il MoVimento 5 Stelle questo è un aspetto molto importante, Presidente, perché abbiamo nel nostro DNA il rispetto per la legalità e ci battiamo ogni giorno, in tutte le sedi, contro i fenomeni criminali di ogni specie. E siamo vicini, vicinissimi, a quanti di noi vengono minacciati per le loro denunce: siamo vicini a Davide Aiello, siamo vicini a Valeria Ciarambino (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Un simbolo delle nostre lotte è la città di Roma, dove la nostra sindaca Virginia Raggi ha sfidato le mafie che dominavano questo territorio (Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia), ha abbattuto quelle ville che nessuno mai aveva osato abbattere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), ha reso trasparenti gli appalti pubblici. Pensiamo che Roma, Presidente, possa essere un simbolo della lotta alla criminalità, e, date le competenze altamente qualificate e specializzate sull'antiriciclaggio presenti nel nostro Paese, riteniamo che la capitale possa essere la sede ideale per ospitare la futura Autorità europea antiriciclaggio.

Mi accingo a concludere, Presidente: noi abbiamo fiducia in questo Governo perché possa far valere ai tavoli europei le ragioni di un Paese che ha tutte le potenzialità per essere protagonista del nuovo corso europeo.

Per questo dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle alla risoluzione di maggioranza e auguro buon lavoro al Presidente Draghi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Sgarbi. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI (M-NCI-USEI-R-AC). Illustre Presidente, illustri colleghi. Nell'imminenza del Consiglio europeo, vorrei semplicemente richiamarla al rispetto dei diritti umani, che è nella sua missione e nella sua visione personale, e valutare anche il problema che un Paese che ha un rapporto con l'Italia, come il Pakistan, debba valutare se un omicidio compiuto in Italia, che riguarda la giovane Saman, possa essere perseguito da chi è sfuggito alla giustizia italiana per andare in Pakistan, dove ovviamente un omicidio è un omicidio, è un omicidio in Italia. Per cui credo che tra le iniziative che lei potrà applicare nei prossimi giorni c'è anche quella di chiamare il rapporto fra l'Europa e i Paesi di cultura musulmana perché le leggi siano rispettate dove un delitto è compiuto, senza pensare che si protegga l'assassino perché arriva in un altro Paese che ha una visione del delitto diversa dalla nostra.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fratoianni. Ne ha facoltà.

NICOLA FRATOIANNI (LEU). Grazie, Presidente. Signor Presidente del Consiglio, forse agli italiani sarebbe piaciuto ascoltare qualche parola sulla pesante ingerenza dello Stato Vaticano nel nostro processo democratico (Commenti), peraltro le aveva qui annunciate. Il Presidente Fico ne ha dette, e anche di molto chiare, e per questo lo ringrazio. Al Vaticano, peraltro, possiamo ricordare che, se ritiene violato il Concordato, lo potremmo anche ridiscutere.

Secondo punto, ha aperto il suo discorso parlando della necessità di agganciare la ripresa alla coesione: ha fatto bene a farlo in un Paese dove, nel 2021, si torna a morire davanti alle fabbriche quando lì si manifesta per i propri diritti. Ma perché quell'auspicio abbia qualche conseguenza servirebbe qualche parola in più, servirebbero scelte, un salario minimo legale in Italia e in Europa, servirebbe una norma che ponga fine alla catena dello sfruttamento negli appalti e nei subappalti, servirebbe una scelta diversa da quella che si prepara a sbloccare i licenziamenti dentro la condizione drammatica del Paese. Altrimenti restano parole, ma le parole non cambiano, soprattutto in meglio, la vita della gente.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Come da prassi, le risoluzioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Galizia, Giglio Vigna, De Luca, Marrocco, Colaninno, Fornaro, Pettarin, Schullian, Colucci, Ermellino e Tasso n. 6-00191, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

Passiamo alla votazione della risoluzione Lollobrigida ed altri n. 6-00192. Avverto che i presentatori ne hanno chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare, dapprima, distintamente, ciascuno dei cinque capoversi del dispositivo - colleghi, colleghi, siamo in fase di votazione, per favore! - e a seguire, ove il dispositivo venga in tutto o in parte approvato, la premessa.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. 6-00192, limitatamente al primo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. 6-00192, limitatamente al secondo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. 6-00192, limitatamente al terzo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. 6-00192, limitatamente al quarto capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. 6-00192, limitatamente al quinto capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

In virtù della reiezione del dispositivo della risoluzione Lollobrigida ed altri n. 6-00192, non si procederà alla votazione della relativa premessa. Sono così esaurite le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri in vista della riunione del Consiglio europeo del 24 e 25 giugno 2021.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Elio Vito. Ne ha facoltà.

Il Presidente del Consiglio ci informa che è andato via per un impegno istituzionale. Prego.

ELIO VITO (FI). Grazie, Presidente. Io credo che la libertà di stampa appartenga a uno di quei valori universalmente riconosciuti oltre che dalla Carta delle Nazioni Unite per la quale, quando ci sono delle violazioni, tali violazioni non appartengono alle vicende interne di un Paese ma riguardano tutta la comunità e le istituzioni internazionali. Mi riferisco alla notizia uscita poche ore fa, Presidente, che domani sarà stampata l'ultima edizione di Apple Daily di Hong Kong, una rivista che ha subìto, la settimana scorsa, perquisizioni e arresti e che, per tutelare la libertà del proprio personale, si è vista costretta ad annunciare questa drammatica notizia. Già alcuni Paesi - la Gran Bretagna - sono intervenuti, definendo agghiacciante questa notizia. Io chiedo, signor Presidente, che intervenga anche il nostro Governo e che il Ministro degli Affari esteri venga a riferire in Aula o in Commissione, dove riterrà più opportuno, per far sapere al Parlamento, alla Camera, quali iniziative il Governo intenda assumere nei confronti della Cina in presenza di una così palese violazione - ripeto - di quello che è uno dei valori e dei diritti inalienabili e irrinunciabili per tutti i Paesi ai quali sta a cuore la libertà di stampa rispetto a quanto sta accadendo a Hong Kong. A me dispiace doverlo affermare di nuovo: non è una questione che riguarda la politica interna della Cina; è una questione che riguarda diritti che anche noi abbiamo il dovere di difendere (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Quartapelle Procopio. Ne ha facoltà.

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Presidente, mi associo a questa iniziativa dell'onorevole Vito che, come tante delle iniziative dell'onorevole Vito, è un'iniziativa davvero sensata. Quello che sta succedendo a Hong Kong non è la prima volta che lo denunciamo in quest'Aula. Certo, la vicenda di Apple Daily, con 500 agenti che sono andati per arrestare 2 giornalisti una settimana fa e che, come conseguenza, oggi porta alla chiusura dell'ultimo quotidiano indipendente, dell'ultimo sito di informazione indipendente di Hong Kong, è davvero il segno che quello che sta succedendo a Hong Kong è una repressione pesantissima che viola i termini della dichiarazione sino-britannica del 1984, che prevedeva la libertà e lo Stato di diritto all'interno dei diritti garantiti all'isola fino al 2043. La Cina sta ripetutamente violando quell'accordo internazionale in nome di un'interpretazione totalitaria del tema della sicurezza nazionale. Questo discorso che facciamo noi qui oggi, nel Parlamento italiano, in Cina non sarebbe permesso. Non sarà permesso parlare più di Apple Daily e il rischio è che tutti i giornalisti di Apple Daily rischino anni di carcere, come sta succedendo a chi è stato in manifestazione in questi giorni per ricordare piazza Tienanmen. Usiamo il Parlamento italiano per dare voce a quelle persone che stanno rapidamente e drammaticamente perdendo la loro libertà giorno per giorno. Noi non li dimentichiamo (Applausi)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Formentini. Ne ha facoltà.

PAOLO FORMENTINI (LEGA). Grazie, Presidente. Voglio unirmi anch'io ai colleghi che mi hanno preceduto, perché quanto sta succedendo a Hong Kong riguarda profondamente anche noi.

Davvero non dobbiamo restare indifferenti, perché la morte della democrazia a Hong Kong - di questo stiamo parlando - significa anche un Occidente indifferente, un Occidente che davvero sta lasciando calare la scure del regime comunista cinese su quello che era un territorio di nome autonomo, su quello che era un territorio democratico, garantito da quelle leggi internazionali e da quei trattati internazionali di cui tutti noi qui ci riempiamo la bocca, ma che oggi non sono rispettati da uno Stato che mira a diventare la potenza egemone del globo e a imporre i non valori di cui è promotore anche al nostro Stato.

Quindi, da qui dobbiamo far sentire la nostra voce, perché la chiusura dell'Apple Daily non è la chiusura di un quotidiano: è l'Occidente che viene silenziato. A Hong Kong muore l'Occidente e dopo Hong Kong, se non reagiamo, sarà Taiwan. Quindi, ancora una volta, con gli Stati Uniti, con la Gran Bretagna e con chi in quei mari ha inviato come severo monito le proprie portaerei, mentre l'Italia pensa con calma a cosa fare (Applausi).

Annunzio della presentazione di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissioni in sede referente.

PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, con lettera in data 22 giugno 2021, ha presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è stato assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alle Commissioni riunite IX (Trasporti) e XIII (Agricoltura):

“Conversione in legge del decreto-legge 22 giugno 2021, n. 89, recante misure urgenti in materia di agricoltura e per il settore ferroviario” (3170) - Parere delle Commissioni I, V e XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è stato altresì assegnato al Comitato per la legislazione.

Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

La seduta, sospesa alle 13,25, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata alle quali risponderanno la Ministra della Giustizia, la Ministra dell'Università e della ricerca, il Ministro della Transizione ecologica e il Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili. Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Iniziative per porre rimedio al sovraffollamento delle carceri, anche attraverso l'impiego di risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza – n. 3-02351)

PRESIDENTE. La deputata Wanda Ferro ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida n. 3-02351 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, la situazione del sovraffollamento nelle carceri è motivo di grande apprensione. Attualmente, nei nostri istituti di pena sono recluse 53 mila persone, a fronte di una capienza di 47 mila e ciò pone il nostro sistema penitenziario in una preoccupante situazione di allerta. Le carceri sovraffollate sono pericolose per i detenuti, ma non soltanto per i detenuti, anche per chi, a partire dagli agenti di Polizia penitenziaria, è sempre più frequentemente penalizzato da organici insufficienti e vittima di grandi aggressioni.

Fratelli d'Italia continua ad evidenziare la necessità e l'improrogabilità di potenziare le dotazioni organiche degli agenti e, soprattutto, di assumere le opportune iniziative, in ambito internazionale, per l'esecuzione penale dello Stato di provenienza, in un'ottica di diminuzione della popolazione carceraria. In questo momento, è importante affrontare il problema, con la costruzione di nuovi istituti detentivi, utilizzando le risorse del PNRR. Queste risorse devono riguardare non soltanto la costruzione - secondo noi - di 4 carceri per oltre 5 mila posti, che risolveranno il problema per i prossimi 20 anni, ma anche la parte della ristrutturazione, per rendere, ovviamente, gli istituti moderni, sicuri…

PRESIDENTE. Concluda.

WANDA FERRO (FDI). …ma anche con la possibilità di fare attività di lavoro e di studio. Le chiediamo, anche rispetto al documento che è stato licenziato dal Senato e che arriverà alla Camera, come intenda farlo, in che tempi e, soprattutto, siamo certi che le risposte arriveranno…

PRESIDENTE. Grazie.

WANDA FERRO (FDI). …perché è stata una cosa sollecitata da Fratelli d'Italia per tanto tempo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. La Ministra della Giustizia, Marta Cartabia, ha facoltà di rispondere.

MARTA CARTABIA, Ministra della Giustizia. Grazie, Presidente. Onorevoli, il problema del sovraffollamento delle carceri, così come, in generale, la materia dell'esecuzione penale, è una delle priorità del Dicastero che rappresento, l'ho sottolineato più volte, da ultimo in occasione della relazione annuale del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale. Torno a ribadire, anche in questa sede, che sono perfettamente consapevole delle ricadute che il sovraffollamento determina su ogni aspetto della vita all'interno delle carceri, sia della popolazione detenuta, sia del personale penitenziario, della Polizia e degli altri operatori che hanno, peraltro, assicurato, anche in questo periodo difficile di pandemia, condizioni di vita, tutto sommato, accettabili, dopo un inizio piuttosto faticoso; a loro, va tutto il mio apprezzamento, come ho espresso più volte (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), da ultimo, in occasione della festa della Polizia penitenziaria, il 15 giugno scorso. Ci sono già molte azioni in atto. Voi avete menzionato il problema del reclutamento del personale e dell'organico. Abbiamo ripreso le procedure concorsuali per porre rimedio alle ben conosciute carenze di organico e poi altri interventi sull'acquisto di dotazioni, anche tecniche, che ci sono state sollecitate più di una volta.

Ma veniamo al problema specifico del sovraffollamento. Io credo che, su questo terreno, bisogna agire su vari fronti e con una pluralità di interventi concomitanti. Primo. Lo avete citato anche voi, il problema delle strutture detentive e degli immobili. Nell'ambito delle pianificazioni del Recovery, molti sono gli interventi diretti a migliorare gli ambienti, sia per ampliare gli spazi disponibili, sia per realizzare ambienti dedicati al trattamento: ampliare gli spazi per mitigare il disagio causato dal sovraffollamento carcerario e ripensare l'architettura per creare condizioni materiali, affinché l'esecuzione penale possa svolgere la sua funzione costituzionale. Allo scopo, al Ministero è insediata, da tempo, una commissione per l'architettura penitenziaria che terminerà i suoi lavori entro il mese di luglio. C'è un investimento importante nel Piano del Recovery per complessivi 132,9 milioni di euro per gli anni dal 2022 al 2026, da destinare alla costruzione e al miglioramento di 8 padiglioni e alla ristrutturazione degli istituti penitenziari, sia per gli adulti che per i minori.

Secondo. In questo tempo di ripresa e di ritorno alla normalità, occorre continuare a potenziare le riforme che stanno per essere portate in Parlamento, dove sono previsti anche quei percorsi di esecuzione penale alternativi alla detenzione, al carcere, e misure che mettono in contatto il detenuto con il territorio in funzione del suo graduale recupero.

Terzo. Lo avete citato anche voi, la questione del trasferimento dei detenuti nei Paesi di provenienza. Concludo, Presidente. Negli ultimi anni, il Ministero della Giustizia ha fortemente intensificato le negoziazioni. Ci sono moltissimi accordi bilaterali con Albania, Tailandia, Perù, Cuba, Egitto, India, Repubblica Domenicana, Hong Kong, Kazakistan e, da ultimo, un trattato Italia-Kosovo sul trasferimento delle persone condannate, che entrerà in vigore il prossimo 10 luglio 2021. Su molti fronti bisogna agire, alcuni sono di più lungo termine, altri possono dare sollievo più immediato, ma questi sono gli ambiti e il terreno di impegno di questo Ministero.

PRESIDENTE. Il deputato Emanuele Prisco ha facoltà di replicare, per due minuti.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, è evidente che se, da una parte, c'è l'accoglimento delle indicazioni forti di Fratelli d'Italia, penso alla necessità di costruire nuove carceri, lei si rende conto che non è chiudendo quelle piccole - e, quindi, chiudendone alcune - e costruendone altre, risolviamo completamente il problema del sovraffollamento. È evidente che vi sono due visioni diverse del mondo rispetto a questo tema: da un lato, c'è quella delle misure che hanno portato alla scarcerazione di delinquenti, anche molto pericolosi, dall'altro, c'è chi, come Fratelli d'Italia, chiede allo Stato di fare lo Stato, cioè costruire nuove carceri sufficienti per garantire la copertura della popolazione carceraria e garantire che la pena possa essere scontata, nel rispetto della dignità delle persone. Dotare di rinforzi - 4 mila unità di carenza - la Polizia penitenziaria. Quest'Aula ha votato, qualche settimana fa, su input di Fratelli d'Italia, un ordine del giorno praticamente all'unanimità che le chiede, Ministro, di fare queste assunzioni, non un pochino - i 600, e qualcosa, unità che sono previste come assunzioni straordinarie -, ma di colmare con urgenza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) questa carenza! Perché gli uomini e le donne in divisa in carcere ci stanno perché servono allo Stato, non perché hanno commesso un reato; e, poi, le esecuzioni penali all'estero, intensificando le relazioni internazionali, anche laddove l'Italia mette risorse chiedendo in cambio - e concludo Presidente - questo piccolo aiuto ai Paesi che con noi concludono questi accordi, cioè di riprendersi almeno i propri criminali (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Su questa strada della legalità, della tutela delle persone e della difesa degli uomini e delle donne in divisa, non mancheranno, certamente, come non è mancato fino ad oggi, l'apporto propositivo, ma anche la vigile attenzione di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Iniziative per una riforma organica dell'università volta a valorizzare le esigenze della ricerca e dell'alta formazione, con particolare riferimento al reclutamento del personale docente – n. 3-02352)

PRESIDENTE. Il deputato Felice Maurizio D'Ettore ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02352 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Grazie, Presidente. Ministro, già in discussione generale sul provvedimento relativo al reclutamento dei ricercatori c'è stata una sollecitazione, che lei ha ampiamente accolto, di proporre una riforma di carattere sistematico molto più ampio, che tenga conto di tutte le esigenze della ricerca e dell'università, anche in considerazione dei vincoli del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che valorizza fortemente la ricerca e l'alta formazione universitaria. Da questo punto di vista, ci attendiamo da lei una risposta in un confronto con il Parlamento, perché non solo i giovani ricercatori, ma l'intero settore dell'università e della ricerca hanno bisogno di una normativa aggiornata, in particolare con riferimento allo spazio europeo internazionale. Da questo punto di vista, sono certo che, da parte sua, ci sia attenzione, ce l'ha già dimostrato; aspetto la sua risposta per una replica (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. La Ministra dell'Università e della ricerca, Maria Cristina Messa, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

MARIA CRISTINA MESSA, Ministra dell'Università e della ricerca. La ringrazio per aver posto l'attenzione su una tematica che è di grande interesse per noi e anche di attualità per tutto il mondo dell'università e della ricerca. Il sistema di reclutamento universitario, disciplinato principalmente, ma non solo, dalla legge n. 240 del 2010, cosiddetta “legge Gelmini”, ha formato oggetto, negli ultimi anni, di diverse iniziative legislative di riforma da parte delle Camere, che sono rivolte ad adeguare il contenuto alle nuove esigenze di un mondo che è in perenne movimento, come dovrebbe essere principalmente quello della ricerca.

All'atto del mio insediamento ho preso atto che, proprio in questo ramo del Parlamento, era stata avviata una discussione sul tema della riforma del reclutamento dei ricercatori nelle università e negli enti pubblici di ricerca. Quindi, ho ritenuto importante e doveroso seguire il compimento di questo iter parlamentare e offrire, già in questa sede, il contributo del Governo, affinché questa riforma rispondesse non solo alle originarie esigenze di riforma che erano alla base dell'iniziativa parlamentare, ma anche della necessità, concomitante, di adeguare il sistema università e ricerca alle sfide del PNRR.

Il testo che è stato licenziato da questa Camera il 15 giugno rappresenta un passo molto importante, ma è un primo passo, nel processo di riforma del sistema, che dovrà garantire, comunque, maggiore competitività e promuovere processi di mobilità e di circolazione dei saperi. In ogni caso, già in questo testo, grazie al confronto, che è stato animato, ma molto utile, sono presenti importanti risposte alle istanze più ricorrenti di riforma della materia: significativi gli interventi in grado di valorizzare il capitale umano del sistema dell'università e della ricerca, ringiovanire il sistema di reclutamento e uniformarlo agli standard internazionali ed europei e anche di promuovere la circolazione proficua delle conoscenze e competenze attraverso meccanismi nuovi di interscambio fra università ed enti di ricerca. Questi strumenti si inseriscono proprio fra gli obiettivi del PNRR, nell'ambito della Missione 4 (Istruzione e ricerca), dove si promuove la creazione di un sistema competitivo e performante, con lo scopo di migliorare i processi di reclutamento, a supporto della ricerca e innovazione e anche i processi di mobilità e flessibilità. Grazie al determinante contributo, quindi, della Camera, di questo ramo del Parlamento, il percorso di riforma richiesto dal Piano dovrà essere ora arricchito da altri interventi: alcuni possono essere discussi nell'iter, nel prosieguo parlamentare del decreto già citato, ma altri, sicuramente, potremmo discuterli in questa stessa Camera.

PRESIDENTE. Il deputato D'Ettore ha facoltà di replicare.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Grazie, Presidente. Ringrazio il Ministro che, ancora una volta, anche nel richiamo di un provvedimento che ha avuto un iter che non era, in qualche modo, governato direttamente dal Ministro in carica, dimostra che è riuscito a reinterpretarlo, ad adattarlo alle esigenze del momento; è chiaro, però, come lei conclude nella sua risposta, che c'è bisogno di ulteriori provvedimenti, l'università ha bisogno di interventi molto più rilevanti.

Noi partiamo, anche come gruppo di Coraggio Italia, dalla considerazione e dal rispetto per la ricerca, per i ricercatori italiani, che sono sicuramente tra i primi nel mondo anche per i risultati e per la produzione. Quindi, partiamo da un livello molto alto, che, però, ha bisogno, come lei, Ministro, giustamente ricordava, anche nell'iter del provvedimento che ha citato, di ulteriori implementazioni, soprattutto, relativamente ai giovani ricercatori, ma anche con riguardo alla ricerca nello spazio, come dicevo prima, europeo ed internazionale, dando quella dignità e quella forza alla nostra università che, in questo momento, manca, soprattutto per deficienze di risorse e burocratiche. Noi su quello dobbiamo intervenire; dobbiamo varare una riforma complessiva e organica, non c'è da buttare niente di quello che è stato fatto prima, come giustamente lei ricordava, ma in una prospettiva costruttiva, appunto di costruzione e anche di apertura al mondo dell'università e della ricerca, come tema centrale, come tema fondamentale anche per la ripresa economica, come tema che deve essere considerato dal Governo, come è stato considerato nel PNRR, uno dei temi centrali del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che deve diventare obiettivo comune per tutto il Governo. Quindi, l'università e la ricerca non come qualcosa che arriva dopo, ma come qualcosa che è centrale nell'indirizzo politico di questo Governo. Questa è la speranza, la sua risposta ci conforta. Il Parlamento, come le ho detto anche nella discussione generale sul provvedimento che ha citato, è più che disponibile alla più ampia collaborazione. Sappiamo che lei sicuramente sarà pronta, come ha dimostrato nell'iter parlamentare del provvedimento, con questa grandissima attenzione anche per i dettagli della produzione legislativa, a riconoscere l'importanza di questo settore (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

(Iniziative per la prevenzione e il contrasto del traffico illecito dei rifiuti, con particolare riferimento alla loro tracciabilità – n. 3-02353)

PRESIDENTE. Il deputato Maraia ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02353 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

GENEROSO MARAIA (M5S). Grazie, Presidente. Ringrazio il Ministro; abbiamo deciso, oggi, di parlare di tracciabilità dei rifiuti, perché riteniamo che ad oggi, in Italia, non esiste un sistema valido di tracciabilità dei rifiuti volto a contrastare, soprattutto, il traffico illecito dei rifiuti. A dirlo non siamo noi, è lo stesso Albo nazionale gestori ambientali, che ha comunicato in una circolare, la n. 13 del 9 dicembre 2020, che, in applicazione del DPCM del 3 dicembre 2020, le verifiche di idoneità per la figura del responsabile tecnico della gestione rifiuti rimangono sospese, causando disagi nelle attività delle aziende del settore, in virtù dell'imprescindibilità di tale ruolo. Inoltre, lo stesso decreto-legge n. 135 del 2018, che ha soppresso il Sistri, introducendo il REN, fa riferimento alla necessità di una piattaforma telematica dell'Albo nazionale gestori ambientali, con il supporto tecnico-operativo delle sezioni regionali e provinciali.

Sottoponiamo all'attenzione del Ministro anche la mancanza di un sistema sanzionatorio valido e, soprattutto, i numerosi eventi, testimoniati dalla cronaca, che ci parlano del traffico di rifiuti illeciti tra la Campania e la Tunisia. Noi vogliamo soprattutto tempi certi, non tanto le sperimentazioni in atto, che possono anche rallentare, invece di accelerare, l'adozione di un tracciamento semplice da attuare, secondo noi. Basterebbe istituire sui mezzi delle società che trattano e gestiscono i rifiuti un sistema di GPS satellitare.

PRESIDENTE. Il Ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

ROBERTO CINGOLANI, Ministro della Transizione ecologica. Grazie. Con riferimento alle questioni che avete posto, in via preliminare, osservo che la normativa nazionale di derivazione comunitaria ha garantito una tracciabilità dei rifiuti accurata e capillare, che viene concretizzata con il sistema di adempimenti contro le sanzioni, che sono parte della parte 4 del decreto legislativo n. 152 del 2006, il testo unico ambientale. In particolare, per quanto riguarda le sanzioni, il sistema prevede diverse ipotesi di illecito, graduate secondo la gravità della condotta, che vanno da sanzioni amministrative per violazioni documentali fino a sanzioni penali per i reati più gravi, come il disastro ambientale e il traffico dei rifiuti.

In questo contesto, si è proceduto a recepire la direttiva (UE) 2018/851 sulla disciplina rifiuti con il decreto legislativo n. 116 del 2020, che è fondamentale per la transizione verso l'economia circolare. Il provvedimento contempla l'istituzione del Registro elettronico nazionale, che è basato sull'interoperabilità tra sistemi gestionali degli operatori e altri sistemi della pubblica amministrazione. È chiaro che questo richiede un grosso sforzo - è un inciso che faccio - dal punto vista delle piattaforme digitali: capite bene che dobbiamo sfruttare rapidissimamente quello che stiamo facendo adesso anche in transizione digitale, perché dal cloud alla Rete, l'infrastruttura, l'interoperabilità sono cose da costruire ad hoc.

In linea con la Convenzione di Aarhus sull'accesso alle informazioni ambientali, il Registro fornirà dati qualificati relativi all'attività di vigilanza e controllo, oltre che alla progettazione industriale. Tra le principali caratteristiche includiamo la digitalizzazione dei dati ambientali, la tenuta e gestione del registro cronologico di carico e scarico del rifiuto, la trasmissione e la conservazione del Formulario identificativo del rifiuto (il cosiddetto FIR) e il Modello unico di dichiarazione dei rifiuti (il cosiddetto MUD), ossia il bilancio annuale delle attività svolte da ogni operatore nella filiera.

Ad oggi, il Ministero sta procedendo all'attuazione della normativa prevista dal nuovo articolo 188-bis del decreto legislativo n. 152 del 2006, introdotto dal decreto di recepimento, in modo da disciplinare l'organizzazione e il funzionamento del Registro elettronico nazionale per la tracciabilità, nonché i modelli dei formati relativi al registro di carico e scarico dei rifiuti.

Inoltre, è stato dato avvio alla fase di sperimentazione del prototipo di Registro elettronico per la tracciabilità, avvalendosi, in questa fase iniziale, delle proposte emerse dal confronto con diversi stakeholder. La realizzazione del prototipo di REN, di Registro elettronico è basata sull'individuazione di un campione di imprese rappresentativo di tutte le categorie e tipologie di operatori che sono potenzialmente interessati dall'applicazione del sistema. Questo per avviare una fase di sperimentazione riferita ad uno schema di regolamento relativo al funzionamento del Registro elettronico, che è attualmente in fase di redazione.

Ultima novità introdotta dal decreto legislativo n. 116 del 2020, la previsione finalizzata all'adozione di un Programma nazionale di gestione dei rifiuti.

Il programma contiene in particolare: la ricognizione impiantistica nazionale, l'adozione dei criteri generali per la redazione dei piani di settore concernenti specifiche tipologie di rifiuti e, più in generale, strumenti e misure per l'ottimizzazione dei flussi dei rifiuti. Il fenomeno legato al traffico illecito di rifiuti coinvolge i Paesi extraeuropei come la Tunisia; lo stesso potrebbe essere favorito indirettamente dall'inadeguatezza delle strutture impiantistiche esistenti, oltre che da una non corretta pianificazione del ciclo del rifiuto, che può condurre al suo smaltimento illecito; l'impegno del Ministero va evidentemente nel senso di superare tutte queste criticità.

In ultimo, per quanto concerne le risorse da destinare alla realizzazione di nuovi impianti di gestione dei rifiuti e l'ammodernamento degli esistenti, il PNRR, nell'ambito dell'obiettivo generale M2C1, economia circolare ed agricoltura sostenibile, stanzia, per la parte “tracciabilità”, l'equivalente di 1,5 miliardi che dobbiamo usare bene e subito, e su questo mi impegno. Tali risorse…

PRESIDENTE. Ministro, dovrebbe concludere.

ROBERTO CINGOLANI, Ministro della Transizione ecologica. Sì, una riga, Presidente. Tali risorse, destinate a migliorare la gestione dei rifiuti, potranno contribuire a colmare il divario tra le regioni del Nord e quelle del Centro-Sud; oggi circa 1,3 milioni di tonnellate di rifiuti vengono trattate fuori dalle regioni di origine. Onorevoli, faremo del nostro meglio perché questa cosa si realizzi in fretta, anche con le tecnologie più avanzate e disponibili. Scusi per il ritardo.

PRESIDENTE. Il deputato Alberto Zolezzi ha facoltà di replicare.

ALBERTO ZOLEZZI (M5S). Grazie Ministro, voglio ricordare che, ai sensi della legge di bilancio 2017, in Italia le aziende possono dotarsi di meccanismi di tracciabilità e pesatura dei rifiuti pressoché gratis perché sono inseriti nella ex legge Sabatini. È importante ciò che ci ha detto il Ministro perché tracciare serve anche a capire quale impiantistica ci serve e dove. Ciò è importante e seguiremo questo impegno. Voglio poi ricordare che i cittadini stanno collaborando: la raccolta differenziata in Italia è passata dal 55 al 61 per cento dal 2017 al 2019; abbiamo bruciato 4,5 per cento di rifiuti in meno in due anni; abbiamo una capacità di incenerimento che rasenta 5 milioni di tonnellate nel 2020, per cui non servono, al momento, nuovi inceneritori e non dobbiamo mettere fondi nel “decreto Semplificazioni” per il combustibile solido secondario. Ricordo che l'indagine sui rifiuti dalla Campania alla Tunisia in gran parte riguarda quelli sanitari a rischio infettivo. Grazie al decreto-legge n. 76, questi rifiuti, se sterilizzati in situ presso le strutture sanitarie, diventano rifiuti urbani, quindi non si pone il tema del turismo dei rifiuti. Ministro, le ricordo la tracciabilità dei fanghi di depurazione - il Comitato cittadini di Calcinato ce lo chiede - anche quando si trasformano in gessi. Ricordo che non dobbiamo incentivare il trasporto dei rifiuti liquidi dal lago di Garda al bacino del Chiese: è una cosa assurda (attenzione per il nuovo commissario). I rifiuti organici non devono essere trasportati dal Sud al Nord; sono acqua per l'80 per cento. Attenzione, poi, agli incentivi che saranno previsti nel PNRR. E' molto più importante tracciare che costruire impianti prima di aver capito dove farli. Bene la tariffa puntuale che aiuterà a ridurre le spese, bene tracciare, bene i controlli, bene il personale e bene che vi siano sanzioni adeguate.

(Iniziative volte ad accelerare la realizzazione della “Gronda di Genova”, anche attraverso la nomina di un commissario straordinario – n. 3-02354)

PRESIDENTE. Il deputato Roberto Cassinelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02354 (Vedi l'allegato A).

ROBERTO CASSINELLI (FI). Signor Presidente, signor Ministro, la rete autostradale genovese, realizzata tra gli anni Cinquanta e Sessanta, rappresenta l'unico caso rilevante in Italia di un attraversamento dell'agglomerato urbano. Offenderei la sua professionalità se snocciolassi i dati che lei ben conosce, ma non posso non ricordarne uno: il tasso di incidentalità delle tratte A7, A10 e A12 - quelle interessate, appunto, dal progetto della Gronda - è 15 volte superiore alla media del tracciato. Signor Ministro, la costruzione dei 61 chilometri della Gronda, tra la A7, la A10 e la A12, di cui parliamo dal 2002, è un'opera che deve partire subito. Non c'è giorno, feriale o festivo, che quel tratto autostradale non sia congestionato, rendendo la vita impossibile a decine di migliaia di liguri e a tutti i cittadini del Nord-Ovest che hanno la disavventura di percorrerlo. Conosciamo bene le vicende societarie della società Autostrade e auspichiamo che, nel rispetto delle 43 vittime innocenti, si possa trovare rapidamente una soluzione per tornare a guardare al futuro, ma la Gronda di Genova non può restare ferma. Chiediamo con forza al Governo di approvare il progetto esecutivo e nominare un commissario sul modello del ponte Morandi: è solo volontà politica. Signor Ministro, dia impulso ad un'opera che è fondamentale per lo sviluppo dell'intero Nord-Ovest del Paese.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

ENRICO GIOVANNINI, Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili. Grazie Presidente. Gli onorevoli interroganti chiedono di conoscere i tempi di avvio dei cantieri per la realizzazione della Gronda di Genova. Le attività di progettazione del passante autostradale di Genova sono state, come sapete, caratterizzate da un iter molto complesso. Il progetto definitivo sviluppato dal concessionario è stato approvato dalla Direzione generale per la vigilanza sulle concessionarie stradali con decreto del 7 settembre 2017 e, nel corso del 2018, il concessionario ha predisposto la progettazione esecutiva, sulla quale la struttura tecnica di missione del Ministero ha effettuato uno specifico approfondimento mediante la metodologia dell'analisi costi-benefici.

Come è noto, l'opera è inserita nella proposta di definizione consensuale della procedura di contestazione, avviata nei confronti di ASPI a seguito del crollo del viadotto sul fiume Polcevera. I tempi di avvio dei lavori sono pertanto strettamente correlati a quelli di definizione del citato provvedimento, nonché a quelli di approvazione del Piano economico finanziario di ASPI. A tale riguardo, evidenzio che in data 10 giugno 2021 il consiglio di amministrazione di Atlantia ha approvato l'offerta del consorzio costituito da CDP Equity Spa, The Blackstone Group International Partners Llp e Macquarie European Infrastructure Fund 6 SCSp di acquisto della quota di controllo detenuta da Atlantia in Autostrade per l'Italia.

Per effetto di detta delibera, sono state avviate le attività necessarie per la formalizzazione dell'acquisto, nel rispetto delle tempistiche indicate nell'offerta. Infine, quanto alla nomina di un commissario straordinario, evidenzio che il citato Piano economico finanziario, su cui gli uffici del Ministero, unitamente a quelli del Ministero dell'Economia e delle finanze stanno eseguendo ulteriori approfondimenti, prevede l'effettuazione, da parte del concessionario, di investimenti sull'intera rete gestita, pari a 13,2 miliardi di euro, di cui 4,3 miliardi di euro, relativi al passante autostradale di Genova.

In considerazione della valenza strategica dell'opera, le strutture del Ministero stanno vigilando sull'effettuazione di quello che è possibile per migliorare la situazione della viabilità in Liguria e in generale, ma poi vigileranno sulle modalità e sulle tempistiche di realizzazione, segnalando, ove dovessero ricorrere i presupposti, la necessità di procedere alla nomina di un commissario straordinario.

PRESIDENTE. Il deputato Roberto Cassinelli ha facoltà di replicare per due minuti.

ROBERTO CASSINELLI (FI). La ringrazio, signor Ministro, le sue parole ci confortano e accendono una speranza. La Liguria vive, da troppi anni, in una situazione di estremo disagio. Il sistema ferroviario, quello autostradale e il numero limitato di voli penalizzano fortemente tutto il sistema economico che ha, nella portualità ligure e nel turismo, i suoi assi fondamentali. Per questo, credo che il riconoscimento della mancanza di continuità territoriale per la Liguria sia comunque una richiesta più che legittima. In questo quadro, la realizzazione della Gronda è opera essenziale dal punto di vista economico, occupazionale ed ambientale. Me lo lasci dire: quello della Gronda è un tipico esempio di cattiva amministrazione italiana, purtroppo. Non ci possono volere vent'anni di dibattiti, incontri, scontri, carte per decidere se realizzare o meno la struttura che è essenziale e, chissà, anche la storia del ponte Morandi forse sarebbe stata diversa. La Gronda sarebbe, secondo me, cantierabile in tempi ragionevoli e può entrare in pochi anni in esercizio. Ci sarebbero importanti ricadute occupazionali - si parla di 10 mila persone tra addetti diretti e indiretti - e grossi benefici ambientali (circa 15 milioni di veicoli, di cui quasi 2 milioni di mezzi pesanti, non attraverserebbero più le zone urbanizzate del ponente genovese); ci sarebbero benefici anche al traffico proveniente da levante verso la città di Genova, che è regolarmente intasata a causa del traffico da ponente.

Voglio concludere, signor Ministro, pregandola qualche mattina, mentre si fa la barba - così non perderà tempo - di ascoltare Isoradio FM 103.300: avrà la conferma che, ogni giorno, dalla Liguria arriva un bollettino di guerra, con chilometri e chilometri di code, rallentamenti e lunghi tempi di percorrenza. Tutto questo non è più accettabile: i liguri e genovesi non possono continuare a vivere in questo modo!

La situazione è ulteriormente aggravata, come lei diceva, dal problema dei cantieri che sono necessari per le attività di manutenzione, del quale il Ministero si sta occupando. L'opera, a nostro giudizio, va realizzata in tempi più brevi: i soldi ci sono, il Recovery non è stato molto generoso con la mia terra (Commenti). No, non è stato molto generoso.

PRESIDENTE. Deve concludere.

ROBERTO CASSINELLI (FI). Contiamo veramente sul suo impegno e che questo Governo, da domani, sblocchi questa situazione con qualunque strumento, inclusa anche la nomina di un commissario.

(Iniziative di competenza volte a evitare il transito delle cosiddette «grandi navi» nel bacino di San Marco e nel Canale della Giudecca a Venezia - n. 3-02355)

PRESIDENTE. Il deputato Nicola Pellicani ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02355 (Vedi l'allegato A).

NICOLA PELLICANI (PD). Grazie, Presidente. Venezia sta faticosamente ripartendo, ritrovando davanti a sé tutti i problemi che aveva lasciato prima dell'esplosione della pandemia, a cominciare dal transito delle grandi navi.

È di pochi giorni fa l'ultimatum dell'UNESCO e ora Venezia rischia di essere inserita nella black list, la lista del patrimonio in pericolo. Finalmente, però, lo scorso maggio, il Parlamento ha approvato la legge che ha dato il via libera al concorso di idee, che sarà avviato a giorni, per la realizzazione di un porto off-shore al di fuori della laguna.

Sono trascorsi quasi 10 anni dal “decreto Clini-Passera”, che prevede l'estromissione dal bacino di San Marco e dal Canale della Giudecca delle navi superiori alle 40 mila tonnellate, senza che nulla di concreto sia stato fatto. In attesa del progetto per l'off-shore, è necessario gestire la fase transitoria. L'ultimo Comitatone aveva individuato approdi provvisori nell'area della prima zona industriale di Porto Marghera.

PRESIDENTE. Concluda.

NICOLA PELLICANI (PD). È importante conoscere quali iniziative intenda assumere il Governo e con quali tempi, in attesa di una soluzione definitiva, anche perché - e concludo - da notizie di stampa, nei giorni scorsi, era emerso che il Governo avesse in animo di produrre un decreto su questo tema.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, ha facoltà di rispondere, per 3 minuti.

ENRICO GIOVANNINI, Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili. Grazie, Presidente. Gli onorevoli interroganti chiedono di conoscere le iniziative che il Governo intende porre in essere per inibire l'ingresso nel bacino di San Marco delle navi di stazza superiore alle 40 mila tonnellate.

Ebbene, al fine di contemperare lo svolgimento dell'attività crocieristica nel territorio di Venezia e della sua laguna, con la salvaguardia dell'unicità e dell'eccellenza del patrimonio culturale, paesaggistico e ambientale di detto territorio, l'articolo 3 del decreto-legge n. 45 del 2021 ha attribuito all'Autorità di sistema portuale del mare Adriatico settentrionale il compito di procedere all'esperimento di un concorso di progettazione, articolato in 2 fasi e avente ad oggetto l'elaborazione di proposte ideative e di progetti di fattibilità tecnico-economica relativi alla realizzazione e gestione di punti di attracco fuori dalle acque protette della laguna di Venezia e utilizzabili dalle navi adibite al trasporto passeggeri e di stazza lorda superiore a 40 mila tonnellate e dalle navi portacontenitori adibite a trasporti transoceanici.

In attuazione di detta disposizione, l'Autorità di sistema portuale procederà, il prossimo 29 giugno, alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea dell'apposito bando di gara.

Nelle more della realizzazione dei punti di attracco fuori dalla laguna di Venezia, gli uffici del Ministero stanno approfondendo, con l'Autorità di sistema portuale e con gli operatori economici a vario titolo coinvolti, le modalità attraverso cui realizzare, in coerenza con l'orientamento espresso dal Comitatone nella seduta del 21 dicembre 2020, punti di attracco temporanei nell'area di Marghera, alcuni dei quali già utilizzabili in tempi brevi.

Da ultimo, quanto alle notizie di stampa in ordine alla decisione, o meglio alla proposta di decisione, da parte del Comitato tecnico dell'UNESCO, di inserire la laguna di Venezia nella lista dei patrimoni UNESCO in pericolo, rappresento che il Governo, come già operato con la disposizione inserita nel decreto-legge n. 45 del 2021, sta preparandosi ad assumere le iniziative necessarie per contemperare le esigenze di massima tutela di Venezia e della sua laguna con quelle di salvaguardia e sviluppo dei livelli occupazionali e del tessuto socioeconomico e produttivo di tali territori.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il deputato Nicola Pellicani.

NICOLA PELLICANI (PD). Grazie, Presidente. Mi fa piacere sapere dal Ministro che il Governo è impegnato a dare una risposta in tempi ragionevoli su un tema che sta a cuore a Venezia e al mondo intero.

Sono urgenti decisioni chiare e condivise, e bisogna tenere nella giusta considerazione anche le osservazioni dell'UNESCO, che assumerà una decisione su Venezia nel mese di luglio. Tra l'altro, in quel periodo sono in programma anche il G20 a Venezia, c'è la festa del Redentore, per cui sarebbe da valutare anche di chiudere il transito al bacino di San Marco e al Canale della Giudecca per quel periodo. In attesa di questa decisione, in ogni caso, signor Presidente, credo vada individuato un percorso che in prospettiva conduca ad una crocieristica a misura di Venezia, avendo sempre come primo obiettivo la difesa del lavoro e del porto, perché Venezia è il suo porto.

È evidente che, contestualmente al tema delle grandi navi, vanno affrontati in modo unitario tutti i temi del dossier Venezia, richiamati del resto anche dall'UNESCO, e non è pensabile affrontarli senza coinvolgere anzitutto la città, ovvero i rappresentanti eletti nelle varie istituzioni, il mondo del lavoro e delle categorie. Ma è necessaria, signor Presidente, anche una maggiore attenzione da parte del Parlamento.

Insomma, le scelte vanno condivise, altrimenti l'esperienza di una città complessa come Venezia insegna che, alla lunga, tali scelte non reggono nel tempo. Anche per questo, credo sia indispensabile mettere in campo più politica e forse meno commissari per Venezia. Con “dossier Venezia”, signor Ministro, mi riferisco principalmente ai temi del MoSE con i cantieri fermi da mesi, al Consorzio con un debito enorme; penso all'operatività del porto, all'aeroporto, al tema del ripopolamento della città, alle bonifiche di Porto Marghera e, ovviamente, penso al turismo, ovvero anzitutto alla gestione dei flussi, perché Venezia deve fare i conti con tanti gigantismi, non solo quello delle grandi navi...

PRESIDENTE. Concluda.

NICOLA PELLICANI (PD). Mi riferisco al numero dei visitatori, al numero degli alberghi, eccetera, eccetera. Ma le grandi navi rappresentano la punta di un iceberg, un'emergenza non più sopportabile. Va da sé che vanno trovate subito misure provvisorie compatibili con la fragilità della laguna, che non possono prevedere nuovi scali. Penso, quindi, che la soluzione che citava, di Marghera, vada intesa…

PRESIDENTE. Collega, deve concludere.

NICOLA PELLICANI (PD). …nella realizzazione di approdi temporanei nei terminal TIV e Vecon e lungo il Canale Nord. Grazie ancora per l'interessamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Iniziative volte a garantire la realizzazione dell'alta velocità/alta capacità ferroviaria per la tratta Salerno-Battipaglia - n. 3-02356)

PRESIDENTE. Il deputato Federico Conte ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02356 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

FEDERICO CONTE (LEU). Grazie, Presidente. Signor Ministro, lo studio di fattibilità di RFI per la realizzazione della rete ad alta velocità Salerno-Reggio Calabria, per il tratto Salerno-Battipaglia, al punto 7.1, individua il cosiddetto “lotto 0”: 44 chilometri che, da Napoli per Sarno, arriverebbero nel comune di Baronissi, a ridosso della città capoluogo dove verrebbe realizzato il nuovo hub di Salerno sul modello di Napoli-Afragola, e poi, proseguendo, fino a Battipaglia-Eboli, al centro della Valle del Sele.

Apprendiamo dalla stampa che ci sono manovre politiche e spinte di gruppi di interessi non meritevoli di tutela, che operano per non far realizzare questo percorso. Sarebbe un grave danno, un gravissimo danno per la provincia di Salerno, dove, sostanzialmente, vista l'inadeguatezza della proposta progettuale sulla linea ferroviaria esistente, non si viaggerebbe con l'alta velocità. Le chiedo, dunque, di rassicurare i cittadini salernitani sul loro futuro.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, ha facoltà di rispondere.

ENRICO GIOVANNINI, Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili. Grazie Presidente. In Italia, come sappiamo, il 90 per cento del traffico di passeggeri avviene su strada, mentre sulle ferrovie viaggia solo il 6 per cento, rispetto al 7,9 per cento in Europa, con la conseguenza che il settore del trasporto risulta tra quelli maggiormente responsabili delle emissioni climalteranti, al di là del fatto che reti ferroviarie inefficienti non forniscono i servizi adeguati ai cittadini.

La principale infrastruttura di collegamento del Paese, la rete ad alta velocità, si ferma alla Napoli-Salerno. La popolazione residente non servita da quella tratta ferroviaria risulta, pertanto, scollegata dalla rete ad alta velocità e in generale nel Mezzogiorno la capacità, l'affidabilità e la frequenza dei servizi ferroviari sono limitati con lunghi tempi di percorrenza.

Allo scopo dichiarato di potenziare il trasporto su ferro di passeggeri e merci, così da aumentare la capacità e la connettività della ferrovia e migliorare la qualità del servizio lungo i principali collegamenti nazionali e regionali, anche attraverso il rafforzamento dei collegamenti transfrontalieri, la missione 3 del PNRR - “Infrastrutture per una mobilità sostenibile” - prevede investimenti sulla rete ferroviaria per 24,8 miliardi di euro, in gran parte destinati al Sud: non solo la parte alta velocità, ma anche il potenziamento delle ferrovie regionali.

Rientra in questo ambito la realizzazione della rete ad alta velocità vera, se posso usare questo termine, nel Mezzogiorno, tra cui il completamento della tratta Salerno-Reggio Calabria. Come è stato detto, la realizzazione di tali interventi è articolata in 7 lotti, tra cui il “lotto 0” relativo alla tratta Salerno-Battipaglia.

Io non so a quali notizie di stampa lei faceva riferimento, ma è chiaro che l'intenzione del Ministero e del Governo è di realizzare tutta la tratta. Non tutta l'alta velocità entro il 2026.

Chiaramente non tutto è stato inserito nel PNRR, ma l'aver previsto oltre 10 miliardi per il completamento, entro il 2030, di tutta l'alta velocità nel Mezzogiorno è un impegno chiaro nella direzione da lei indicata.

Noi consideriamo assolutamente strategica l'opera. Al fine precipuo di ridurre al massimo i tempi di realizzazione, la tratta Salerno-Reggio Calabria è stata inserita nell'elenco di opere, di cui all'allegato 4 del decreto-legge n. 77 del 2021 e, pertanto, alla stessa si applica la procedura accelerata, disciplinata dall'articolo 44 del medesimo decreto-legge. Quindi, le confermo l'intenzione del Governo di andare nella direzione, naturalmente in interazione con i territori, verso la realizzazione dell'intero progetto di alta velocità.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il deputato Federico Conte.

FEDERICO CONTE (LEU). Ministro, le sue parole mi rincuorano molto e la ringrazio a nome dei miei concittadini. Le due fermate intermedie di Baronissi e Battipaglia rappresentano un'occasione straordinaria. Baronissi, nella valle dell'Irno, lì dove c'è la cittadella universitaria di Fisciano, incrocia in intermodalità l'Irpinia e incrocia l'altra tratta dell'alta velocità, quella che va da Napoli alle Puglie. La fermata, l'hub di Battipaglia-Eboli, serve una delle zone più ricche del Paese: c'è una filiera dell'agroalimentare e del turismo, che avrebbe un vantaggio straordinario da questo intervento. E c'è un vantaggio ulteriore: la vecchia linea ferroviaria, quella che adesso corre da Napoli-Salerno-Sapri, potrebbe essere asservita a funzioni di metropolitana regionale e garantire quel raccordo che lei ricordava, tra la struttura principale e i territori. Può avvenire con la cittadella universitaria, ma anche con l'aeroporto di Pontecagnano-Costa d'Amalfi e può servire territori come il Cilento, per consentire un recupero della struttura dell'alta velocità in tempi rapidi. Un treno dedicato, da Battipaglia a Vallo della Lucania, servirebbe il Cilento alto.

Due interventi di raccordo autostradale potrebbero svolgere una funzione ulteriormente virtuosa: un nuovo svincolo autostradale tra Battipaglia e Eboli, a servizio dell'hub, lì, nel cuore della Valle del Sele, dove c'è anche una zona industriale molto florida, e un potenziamento del raccordo tra il Vallo di Diano, lo svincolo autostradale di Buonabitacolo e Sapri, garantirebbero anche il basso Cilento e il saprese. Si tratta di una prospettiva di sviluppo straordinaria, irrinunciabile, che farebbe uscire questa provincia, con la sua dimensione metropolitana di capoluogo e di entroterra, da una dimensione di trasporti ferroviari ottocentesca.

(Iniziative volte alla realizzazione del raccordo autostradale della Valtrompia, in provincia di Brescia – n. 3-02357)

PRESIDENTE. Il deputato Donina ha facoltà di illustrare l'interrogazione Rixi ed altri n. 3-02357 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

GIUSEPPE CESARE DONINA (LEGA). Grazie Presidente. Al Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti per sapere appunto quanto segue. Premesso che il raccordo autostradale della Valtrompia è un'opera strategica per l'intero territorio nazionale e assolutamente prioritaria per la mobilità su gomma dell'intero comparto produttivo bresciano, l'opera è stata ideata negli anni Settanta, ma soltanto nel 2018 l'ANAS ha firmato il contratto con il raggruppamento temporaneo delle imprese Salc Spa-Carena Spa. La realizzazione di questa bretella autostradale in questione porterebbe notevoli benefici, consentendo di allontanare il traffico dai centri abitati e, in particolare, quello dei mezzi pesanti, favorendo la circolazione in questi centri abitati di merci e persone in uno dei territori più produttivi del Paese. È di qualche giorno fa la notizia dell'avvenuta consegna formale dei cantieri da parte di ANAS alla società appaltatrice, però la storia ci racconta di notevoli annunci.

PRESIDENTE. Concluda.

GIUSEPPE CESARE DONINA (LEGA). Considerata la scelta di escludere il commissariamento dell'opera, chiediamo quali altre iniziative di competenza intenda adottare, per portare a compimento la bretella autostradale in questione nel più breve tempo possibile.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, ha facoltà di rispondere.

ENRICO GIOVANNINI, Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili. Grazie, Presidente. Il progetto esecutivo, relativo al raccordo autostradale A4-Valtrompia, prevede la realizzazione delle seguenti opere principali: i quattro svincoli di Concesio, Codolazza, Sarezzo Lumezzane; la galleria artificiale San Vigilio; il viadotto Mella Nord; la galleria naturale Villa Carcina; le due gallerie di svincolo da Sarezzo verso Brescia e viceversa; la galleria artificiale imbocco da Sarezzo; il ponte sul fiume Mella; il ponte sul torrente Faidana-Valgobbia e i viadotti Valgobbia. Si tratta pertanto di un'opera complessa, per il cui completamento sono previsti circa quattro anni e mezzo. Lo scorso 17 giugno ANAS ha provveduto a consegnare le aree di cantiere all'impresa appaltatrice, che ha ultimato le opere di cantierizzazione del campo base e ha già iniziato la realizzazione della paratia di imbocco della galleria naturale Villa Carcina e quelle necessarie alla deviazione del torrente relativo.

Con specifico riguardo agli strumenti previsti dall'ordinamento nazionale per mitigare gli effetti delle variazioni dei prezzi nel settore dei lavori pubblici, ricordo, ai sensi del comma 27-ter dell'articolo 216 del decreto legislativo n. 50 del 2016, che ai contratti di lavoro affidati prima dell'entrata in vigore del medesimo decreto e in corso di esecuzione continua ad applicarsi l'articolo 133 del previgente codice degli appalti. In attuazione del citato articolo 133, il Ministero rileva con proprio decreto le variazioni percentuali annuali dei singoli prezzi dei materiali da costruzione più significativi, relativamente ai contratti di lavoro in corso di esecuzione e affidati prima dell'entrata in vigore del codice dei contratti pubblici. Per i contratti relativi al nuovo codice, il comma 1 dell'articolo 106 del codice prevede che le modifiche e le varianti dei contratti di appalto in corso di validità devono essere autorizzate dal RUP. In caso di variazioni in aumento o in diminuzione dei prezzi, le stesse possono essere valutate in eccedenza con riferimento al 10 per cento rispetto al prezzo originario e, comunque, in misura pari alla metà. La possibilità di aggiornamento dei prezzi, dunque, è rimessa agli accordi tra le parti, ferma restando l'impossibilità di modificare la natura generale del contratto.

Concludo, evidenziando che, anche alla luce delle segnalazioni effettuate delle stazioni appaltanti, nonché delle sollecitazioni provenienti dal Parlamento, sono in corso di svolgimento specifiche interlocuzioni con il Ministero dell'Economia e delle finanze, finalizzate a individuare le opportune iniziative, anche di natura legislativa, per affrontare il problema.

PRESIDENTE. Il deputato Donina ha facoltà di replicare.

GIUSEPPE CESARE DONINA (LEGA). Grazie, Presidente. Ringraziamo ovviamente il Ministro per l'interessamento. Vediamo che ha toccato tutti i punti di quest'opera e uno molto in particolare, quello del notevole aumento dei prezzi, soprattutto delle materie prime, in questo periodo. Auspichiamo che il controllo da parte del Ministero, e anche rispetto ad ANAS e alla stazione appaltante, sia davvero attento, anche perché volevo ricordare che l'ultimo decennio è stato ricco di annunci, passi falsi, stop and go che hanno lasciato privo di opere infrastrutturali necessarie un distretto altamente industrializzato come quello bresciano e come quello delle valli bresciane. Ricordo, comunque, che sono già valli isolate e che non hanno sbocchi e la viabilità su questi territori è fondamentale, sia per l'aspetto produttivo sia soprattutto anche per l'aspetto turistico.

Quindi, nel ringraziarla ancora, signor Ministro, le chiediamo un'attenzione particolare verso questi territori, che hanno davvero estrema necessità di sviluppo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Iniziative di competenza volte a definire le prospettive della nuova gestione di Autostrade per l'Italia, anche con riferimento al monitoraggio sugli investimenti e ai controlli sulle manutenzioni – n. 3-02358)

PRESIDENTE. Il deputato Nobili ha facoltà di illustrare l'interrogazione Paita ed altri n. 3-02358 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

LUCIANO NOBILI (IV). Grazie, Presidente. Ministro, come sa, una buona parte del nostro Paese sconta una fragilità e un'inadeguatezza del proprio sistema infrastrutturale, fragilità che è emersa negli ultimi mesi e in diverse occasioni negli ultimi anni e, in particolare, in Liguria, il 14 agosto 2018, con la tragedia del ponte Morandi, in cui hanno perso la vita 43 persone.

Sul tema Autostrade, dopo tre anni di retorica populista sulla revoca, che evidentemente non era possibile, si è chiuso un accordo – peraltro, molto discutibile - col gruppo Benetton, che ha visto l'ingresso dello Stato con Cassa depositi e prestiti, che oggi detiene il 51 per cento di Aspi.

Il problema è che il cambio di azionista di riferimento e anche l'ingente piano industriale previsto di per sé non garantiscono e non affrontano i nodi essenziali del problema della sicurezza della rete, della congruità e dell'adeguatezza dei controlli e dell'adeguatezza degli investimenti che saranno fatti, il ruolo del Ministero, il ruolo di ANSFISA, dal punto di vista dei controlli e della sicurezza, il ruolo del controllante e del controllato. Da questo punto di vista, vorremmo sapere, come Ministero, quali iniziative intende mettere in atto…

PRESIDENTE. Deve concludere.

LUCIANO NOBILI (IV). …per garantire adeguatezza degli investimenti, dei controlli e della sicurezza sulla rete autostradale.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, ha facoltà di rispondere.

ENRICO GIOVANNINI, Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili. Grazie, Presidente. I disagi registrati sulla rete autostradale ligure sono la risultanza di molteplici fattori e sappiamo di doverli affrontare tutti simultaneamente in presenza di un'emergenza, come quella che è stata ricordata.

Per garantire i necessari standard di sicurezza, il Ministero, attraverso le proprie strutture operative, ha elaborato disposizioni e linee guida relative, in particolare, alla verifica di ponti, viadotti e gallerie, e ha adottato circolari ministeriali che definiscono la modalità di verifica delle infrastrutture, anche attraverso l'impiego di nuove tecnologie che riducono la necessità di fermare la circolazione nelle opere soggette a verifica. In attuazione delle disposizioni impartite, i gestori hanno avviato un significativo piano di ispezione, finalizzato ad acquisire il massimo stato di conoscenza delle opere, nonché a procedere alla realizzazione degli interventi manutentivi. Ed è dalla fine dell'anno scorso che esiste un tavolo di coordinamento, proprio per programmare queste attività. Nell'ultimo mese, abbiamo intensificato fortemente l'attività di quel tavolo, insieme naturalmente ai comuni, alla regione e al concessionario, per ridurre al massimo i disagi.

Alcuni risultati sono stati già conseguiti, ma, come ho spiegato nella riunione che ho avuto con i sindaci di ANCI Liguria e con il presidente della regione lunedì scorso, ci siamo impegnati a una riunione settimanale per verificare se gli ulteriori indirizzi che stiamo dando, ferma restando la necessità di assicurare la sicurezza degli utenti, possano migliorare la situazione, in vista dei prossimi mesi.

Con specifico riguardo all'esenzione, ovvero alla riduzione dei pedaggi applicati lungo la rete autostradale ligure, oggetto degli interventi, il Ministero ha richiesto al concessionario l'adozione di specifiche iniziative, che si sono tradotte nell'applicazione di riduzioni tariffarie variabili tra il 50 e il 100 per cento. Oltre alle modifiche della compagine societaria di Autostrade per l'Italia, richiamata dagli onorevoli interroganti, evidenzio che, in data 10 giugno, il consiglio di amministrazione di Atlantia ha approvato l'offerta del consorzio costituito da CDP e altri partner.

Per effetto di detta delibera, sono state avviate le attività necessarie per la formalizzazione dell'acquisto, nel rispetto delle tempistiche indicate nell'offerta. Nell'evidenziare che il trasferimento della partecipazione di controllo detenuta da Atlantia in Aspi a un soggetto pubblico individuato da Cassa depositi e prestiti Spa costituisce uno degli impegni assunti dalla medesima società per addivenire a una definizione consensuale del procedimento di contestazione avviato nei confronti di Aspi a seguito del crollo del viadotto sul fiume Polcevera, rappresento che gli uffici del Ministero, unitamente a quelli del MEF, stanno eseguendo ulteriori approfondimenti al piano economico-finanziario, che già prevede investimenti sull'intera rete gestita per complessivi 13,2 miliardi. Concludo, ricordando che, riguardo al ruolo e alle funzioni di Ansfisa, di cui è stato recentemente nominato il nuovo direttore, l'ingegnere Domenico De Bartolomeo, evidenzio che, con l'articolo 65 del decreto-legge n. 77 del 2021, attualmente all'esame di questo ramo del Parlamento, si è provveduto a meglio definire gli ambiti di attività dell'Agenzia, esplicitando le interrelazioni con le funzioni del Ministero in qualità di concedente e rafforzando gli strumenti di controllo sull'attività dei concessionari e sulla sicurezza delle infrastrutture.

PRESIDENTE. La deputata Raffaella Paita ha facoltà di replicare.

RAFFAELLA PAITA (IV). Grazie Presidente, ringrazio il Ministro Giovannini per la sua risposta. Non voglio sottacere che, su questo tema, ci siano stati sicuramente passi in avanti rispetto al Governo precedente; tuttavia, rimangono problemi che voglio evidenziare, non solo per quanto riguarda il tema dell'emergenza ligure, su cui poi brevemente verrò. Il punto è che noi abbiamo assistito per tre anni circa, a seguito del crollo del ponte Morandi, ad una incredibile esasperazione della discussione e a una soluzione, quella della revoca, del tutto populistica. Infatti, in tre anni, la revoca poi non si è realizzata, segno evidente del fatto che non era possibile, se non a costi altissimi per i cittadini. Questo ha comportato una scelta, l'operazione di CDP, che è una scelta che definirei sbilanciata, perché, alla fine, ha comportato il risarcimento ai Benetton per una cifra molto cospicua. È un dato inimmaginabile: si è partiti dalla revoca, tre anni di discussione esasperata, per poi arrivare a risarcire i Benetton. Credo che questo sia un dato da cui necessariamente noi dobbiamo partire, per fare un'analisi seria sul futuro, e cioè, se è vero che, in questo Paese, il tema dei controlli da parte del pubblico in un bene dato in concessione, non regalato, non ha funzionato, noi abbiamo il dovere di mettere in campo un piano industriale sugli investimenti, un piano di controlli da parte del Ministero, un piano di verifiche da parte di Ansfisa che sia degno di un Paese civile.

PRESIDENTE. Concluda.

RAFFAELLA PAITA (IV). Ad oggi, questo piano non è ancora realtà, ragione per la quale noi la sollecitiamo ad andare avanti con il lavoro, a mettere nelle condizioni Ansfisa di poter lavorare tempestivamente su tutti gli interventi e, sul caso della Liguria, a prendere atto che, purtroppo, nonostante le buone intenzioni e i tavoli, la situazione è quotidianamente fuori controllo…

PRESIDENTE. Concluda.

RAFFAELLA PAITA (IV). …a causa di code autostradali che determinano, e chiudo, esse stesse un problema di pericolo per i cittadini. Quindi, abbiamo il dovere, anche lì, di intervenire con un'azione radicale, robusta, senza tentennamenti e senza mediazioni, almeno sulla questione dei pedaggi, perché, in questo momento, è inaccettabile che ai cittadini venga chiesto di pagare per una rete che non funziona.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 16,30. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 15,55, è ripresa alle 16,30.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Battelli, Billi, Cavandoli, Colucci, D'Incà, De Carlo, Delmastro Delle Vedove, Gregorio Fontana, Gebhard, Giachetti, Giacomoni, Invernizzi, Liuni, Lorefice, Lupi, Maggioni, Magi, Mura, Occhiuto, Paita, Parolo, Perantoni, Schullian, Serracchiani, Stumpo, Tasso e Zoffili sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente 96, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Votazione per l'elezione di un Segretario di Presidenza, ai sensi dell'articolo 5, commi 5 e 6, del Regolamento.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la votazione per l'elezione di un Segretario di Presidenza, ai sensi dell'articolo 5, commi 5 e 6, del Regolamento.

Ricordo che a tale elezione si procede a seguito della richiesta formulata dal gruppo Coraggio Italia, costituitosi dopo l'elezione dell'Ufficio di Presidenza e non rappresentato in tale organo.

Avverto che ciascun deputato può scrivere sulla scheda un solo nome. Le schede recanti più di un nominativo saranno considerate nulle.

Ai sensi del richiamato articolo 5, comma 6, del Regolamento, risulterà eletto il deputato, fra quelli appartenenti al gruppo Coraggio Italia, che otterrà il maggior numero di voti.

I deputati faranno ingresso in Aula dal lato sinistro, esprimeranno il loro voto nelle cabine dopo aver ritirato una matita e la scheda e, quindi, dopo aver depositato nell'urna la scheda e consegnato la matita, lasceranno l'Aula dall'ingresso del lato destro.

Indìco la votazione per schede.

Avverto che la Presidenza accoglierà un numero di richieste di anticipazione del voto fino ad un massimo del 3 per cento della consistenza numerica di ciascun gruppo, oltre a quelle dei membri del Governo.

Avverto inoltre che la Presidenza ha autorizzato l'anticipazione del voto di tre deputati, componenti effettivi del Consiglio di giurisdizione, impegnati in una riunione in camera di consiglio.

Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.

(Segue la votazione).

Colleghi, vi ricordo di mantenere le distanze, di evitare assembramenti, di indossare correttamente la mascherina. Chi ha già votato può uscire dall'Aula.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

Invito i deputati segretari a procedere allo spoglio delle schede presso la Sala dei Ministri.

Ricordo che, dopo la proclamazione del risultato, i nostri lavori proseguiranno con l'esame degli ulteriori argomenti iscritti all'ordine del giorno della seduta odierna, a partire dall'esame degli ordini del giorno riferiti al collegato in materia di titoli universitari abilitanti.

Sospendo la seduta, che riprenderà alle 18,30.

La seduta, sospesa alle 18, è ripresa alle 18,30.

Comunicazione del risultato della votazione per l'elezione di un Segretario di Presidenza, ai sensi dell'articolo 5, commi 5 e 6, del Regolamento.

PRESIDENTE. Comunico il risultato della votazione per l'elezione di un Segretario di Presidenza, ai sensi dell'articolo 5, commi 5 e 6, del Regolamento:

Presenti e votanti…………... 398

Hanno ottenuto voti: Silli 183; Cosimo Sibilia 9; Baldini 5.

Voti dispersi………………….. 8

Schede bianche……….......... 150

Schede nulle…….................... 43

Proclamo eletto Segretario di Presidenza il deputato Giorgio Silli (Applausi).

Hanno preso parte alla votazione:

Adelizzi Cosimo

Aiello Davide

Aiello Piera

Alaimo Roberta

Albano Lucia

Amitrano Alessandro

Andreuzza Giorgia

Annibali Lucia

Anzaldi Michele

Aprea Valentina

Aresta Giovanni Luca

Ascari Stefania

Avossa Eva

Azzolina Lucia

Badole Mirco

Bagnasco Roberto

Baldelli Simone

Baldini Maria Teresa

Baratto Raffaele

Barelli Paolo

Baroni Annalisa

Baroni Massimo Enrico

Bartolozzi Giusi

Barzotti Valentina

Basini Giuseppe

Battelli Sergio

Battilocchio Alessandro

Bazoli Alfredo

Bazzaro Alex

Bella Marco

Belotti Daniele

Benedetti Silvia

Benvenuto Alessandro Manuel

Berardini Fabio

Biancofiore Michaela

Bignami Galeazzo

Billi Simone

Bilotti Anna

Binelli Diego

Bisa Ingrid

Boldi Rossana

Bonafede Alfonso

Bond Dario

Boniardi Fabio Massimo

Bonomo Francesca

Bordonali Simona

Borghi Claudio

Borghi Enrico

Braga Chiara

Brescia Giuseppe

Bruno Raffaele

Bruno Bossio Vincenza

Bucalo Carmela

Buffagni Stefano

Buompane Giuseppe

Buratti Umberto

Businarolo Francesca

Cadeddu Luciano

Caffaratto Gualtiero

Calabria Annagrazia

Cancelleri Azzurra Pia Maria

Cantalamessa Gianluca

Cantini Laura

Cantone Carla

Cantone Luciano

Caparvi Virginio

Capitanio Massimiliano

Cappellacci Ugo

Carabetta Luca

Carbonaro Alessandra

Carelli Emilio

Carnevali Elena

Casa Vittoria

Casciello Luigi

Cassese Gianpaolo

Castiello Giuseppina

Cataldi Roberto

Cattaneo Alessandro

Cattoi Maurizio

Cattoi Vanessa

Cavandoli Laura

Ceccanti Stefano

Cecchetti Fabrizio

Cenni Susanna

Centemero Giulio

Cestari Emanuele

Chiazzese Giuseppe

Ciaburro Monica

Ciagà Graziella Leyla

Ciampi Lucia

Cillis Luciano

Cimino Rosalba

Cirielli Edmondo

Coin Dimitri

Colaninno Matteo

Colla Jari

Colucci Alessandro

Comaroli Silvana Andreina

Comencini Vito

Conte Federico

Corneli Valentina

Costa Enrico

Covolo Silvia

Crippa Andrea

Crippa Davide

Cristina Mirella

Critelli Francesco

Cubeddu Sebastiano

Cunial Sara

Currò Giovanni

Daga Federica

Dal Moro Gian Pietro

Dall'Osso Matteo

Dara Andrea

D'Arrando Celeste

D'Attis Mauro

De Angelis Sara

De Filippo Vito

De Giorgi Rosalba

De Girolamo Carlo Ugo

De Lorenzo Rina

De Maria Andrea

De Martini Guido

De Menech Roger

De Micheli Paola

Deidda Salvatore

Del Barba Mauro

Del Basso De Caro Umberto

Del Monaco Antonio

Del Re Emanuela Claudia

Del Sesto Margherita

Delmastro Delle Vedove Andrea

Delrio Graziano

D'Eramo Luigi

D'Ettore Felice Maurizio

Di Giorgi Rosa Maria

Di Lauro Carmen

Di Muro Flavio

Di Stasio Iolanda

Dieni Federica

D'Ippolito Giuseppe

Donina Giuseppe Cesare

Donno Leonardo

Donzelli Giovanni

Dori Devis

D'Orso Valentina

Emiliozzi Mirella

Ermellino Alessandra

Fantinati Mattia

Faro Marialuisa

Federico Antonio

Ferraioli Marzia

Ferraresi Vittorio

Ferrari Roberto Paolo

Ferri Cosimo Maria

Ferro Wanda

Fiano Emanuele

Ficara Paolo

Fiorini Benedetta

Flati Francesca

Fogliani Ketty

Fontana Gregorio

Fontana Lorenzo

Formentini Paolo

Fornaro Federico

Foscolo Sara

Foti Tommaso

Fraccaro Riccardo

Fragomeli Gian Mario

Frailis Andrea

Frassinetti Paola

Frassini Rebecca

Frate Flora

Furgiuele Domenico

Gadda Maria Chiara

Gagliardi Manuela

Gagnarli Chiara

Galantino Davide

Galizia Francesca

Galli Dario

Gallo Luigi

Gariglio Davide

Gastaldi Flavio

Gebhard Renate

Gemmato Marcello

Giaccone Andrea

Giachetti Roberto

Giacometti Antonietta

Giacometto Carlo

Giannone Veronica

Giarrizzo Andrea

Giglio Vigna Alessandro

Giordano Conny

Giorgis Andrea

Giuliano Carla

Gobbato Claudia

Golinelli Guglielmo

Gribaudo Chiara

Grillo Giulia

Grimaldi Nicola

Grippa Carmela

Gubitosa Michele

Gusmeroli Alberto Luigi

Ianaro Angela

Iezzi Igor Giancarlo

Incerti Antonella

Invidia Niccolò

Iovino Luigi

La Marca Francesca

L'Abbate Giuseppe

Labriola Vincenza

Lacarra Marco

Lattanzio Paolo

Lazzarini Arianna

Legnaioli Donatella

Lepri Stefano

Librandi Gianfranco

Liuni Marzio

Lorefice Marialucia

Lorenzin Beatrice

Lorenzoni Eva

Lorenzoni Gabriele

Losacco Alberto

Loss Martina

Lovecchio Giorgio

Lucaselli Ylenja

Lucchini Elena

Maccanti Elena

Madia Maria Anna

Maggioni Marco

Maglione Pasquale

Manca Alberto

Manca Gavino

Mandelli Andrea

Mantovani Lucrezia Maria Benedetta

Manzato Franco

Manzo Teresa

Maraia Generoso

Marchetti Riccardo Augusto

Mariani Felice

Marin Marco

Marrocco Patrizia

Martinciglio Vita

Maschio Ciro

Masi Angela

Mauri Matteo

Mazzetti Erica

Melicchio Alessandro

Micheli Matteo

Micillo Salvatore

Migliore Gennaro

Migliorino Luca

Milanato Lorena

Misiti Carmelo Massimo

Montaruli Augusta

Mor Mattia

Morgoni Mario

Morrone Jacopo

Moschioni Daniele

Mugnai Stefano

Napoli Osvaldo

Nappi Silvana

Navarra Pietro

Nevi Raffaele

Nitti Michele

Nobili Luciano

Noja Lisa

Novelli Roberto

Occhionero Giuseppina

Olgiati Riccardo

Orfini Matteo

Orrico Anna Laura

Orsini Andrea

Osnato Marco

Pagani Alberto

Pagano Ubaldo

Panizzut Massimiliano

Paolin Giuseppe

Paolini Luca Rodolfo

Papiro Antonella

Parentela Paolo

Parisse Martina

Parolo Ugo

Pastorino Luca

Patassini Tullio

Patelli Cristina

Paternoster Paolo

Paxia Maria Laura

Pedrazzini Claudio

Pella Roberto

Pentangelo Antonio

Perantoni Mario

Perconti Filippo Giuseppe

Pettarin Guido Germano

Pettazzi Lino

Pezzopane Stefania

Piastra Carlo

Picchi Guglielmo

Piccoli Nardelli Flavia

Piccolo Tiziana

Pignatone Dedalo Cosimo Gaetano

Pini Giuditta

Pittalis Pietro

Pizzetti Luciano

Plangger Albrecht

Pollastrini Barbara

Polverini Renata

Potenti Manfredi

Prestipino Patrizia

Provenza Nicola

Racchella Germano

Raciti Fausto

Raduzzi Raphael

Raffa Angela

Ravetto Laura

Ricciardi Riccardo

Rizzo Nervo Luca

Rizzone Marco

Romaniello Cristian

Rospi Gianluca

Rossini Roberto

Rotelli Mauro

Ruffino Daniela

Ruggieri Andrea

Ruggiero Francesca Anna

Ruocco Carla

Russo Giovanni

Saitta Eugenio

Salafia Angela

Saltamartini Barbara

Sangregorio Eugenio

Sani Luca

Sarro Carlo

Sarti Giulia

Savino Sandra

Scagliusi Emanuele

Scanu Lucia

Scerra Filippo

Schirò Angela

Schullian Manfred

Segneri Enrica

Sensi Filippo

Serracchiani Debora

Sibilia Cosimo

Silli Giorgio

Silvestri Rachele

Siracusano Matilde

Siragusa Elisa

Snider Silvana

Sozzani Diego

Sportiello Gilda

Stefani Alberto

Sut Luca

Sutto Mauro

Tarantino Leonardo

Tartaglione Annaelsa

Tateo Anna Rita

Timbro Maria Flavia

Tiramani Paolo

Toccafondi Gabriele

Toccalini Luca

Tofalo Angelo

Tomasi Maura

Topo Raffaele

Torto Daniela

Trancassini Paolo

Traversi Roberto

Tripodi Elisa

Tripodi Maria

Trizzino Giorgio

Tucci Riccardo

Turri Roberto

Tuzi Manuel

Ungaro Massimo

Vacca Gianluca

Valbusa Vania

Valentini Valentino

Vallascas Andrea

Vallotto Sergio

Varrica Adriano

Vazio Franco

Verini Walter

Vianello Giovanni

Vietina Simona

Villani Virginia

Villarosa Alessio

Vinci Gianluca

Viscomi Antonio

Vitiello Catello

Viviani Lorenzo

Zanella Federica

Zanichelli Davide

Zardini Diego

Zennaro Antonio

Ziello Edoardo

Zolezzi Alberto

Zordan Adolfo

Zucconi Riccardo

Si sono astenuti:

Nessuno

Sono in missione:

Ascani Anna

Bergamini Deborah

Berlinghieri Marina

Berti Francesco

Boschi Maria Elena

Brunetta Renato

Campana Micaela

Carfagna Maria Rosaria

Carinelli Paola

Castelli Laura

Colletti Andrea

Dadone Fabiana

De Carlo Sabrina

Di Maio Luigi

Di Stefano Manlio

D'Incà Federico

Durigon Claudio

D'Uva Francesco

Fassino Piero

Fontana Ilaria

Franceschini Dario

Frusone Luca

Gallinella Filippo

Garavaglia Massimo

Gava Vannia

Gelmini Mariastella

Gerardi Francesca

Giacomoni Sestino

Giorgetti Giancarlo

Grande Marta

Grimoldi Paolo

Guerini Lorenzo

Invernizzi Cristian

Lapia Mara

Lollobrigida Francesco

Lombardo Antonio

Lupi Maurizio

Macina Anna

Magi Riccardo

Marattin Luigi

Melilli Fabio

Molinari Riccardo

Molteni Nicola

Morelli Alessandro

Mulè Giorgio

Mura Romina

Muroni Rossella

Nardi Martina

Nesci Dalila

Occhiuto Roberto

Orlando Andrea

Paita Raffaella

Polidori Catia

Rampelli Fabio

Ribolla Alberto

Rizzo Gianluca

Rosato Ettore

Rotta Alessia

Sasso Rossano

Scalfarotto Ivan

Scoma Francesco

Scutellà Elisa

Sibilia Carlo

Sisto Francesco Paolo

Speranza Roberto

Stumpo Nicola

Tabacci Bruno

Tasso Antonio

Testamento Rosa Alba

Vignaroli Stefano

Zanettin Pierantonio

Zoffili Eugenio

Seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni in materia di titoli universitari abilitanti (A.C. 2751-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2751-A: Disposizioni in materia di titoli universitari abilitanti.

Ricordo che nella seduta di ieri si è concluso l'esame degli emendamenti.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2751-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli stessi. Sottosegretario Sisto, a lei la parola.

Colleghi, vi chiedo di abbassare il tono della voce. Prego.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie, Presidente. Sull'ordine del giorno n. 9/2751-A/1 Frassinetti, parere contrario, anche con una succinta motivazione: il parere è contrario, tenuto conto che si chiede la costituzione di un tavolo tecnico che non è compatibile con quelle che sono le prospettive.

Sull'ordine del giorno n. 9/2751-A/2 Albano il parere è contrario, anche qui per una impraticabilità tecnica della proposta dell'impegno per il Governo.

L'ordine del giorno n. 9/2751-A/3 Caretta può essere accolto, con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative normative volte ad ampliare la platea di classi di laurea e di professioni suscettibili del nuovo meccanismo di titoli abilitanti professionalizzanti, con una eventuale riprogrammazione dell'offerta formativa”.

L'ordine del giorno n. 9/2751-A/4 Ciaburro è accolto con la seguente riformulazione, ove condivisa: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di adottare iniziative di competenza volte a promuovere l'uniformità dei regolamenti didattici di ateneo nel quadro della riforma in oggetto, assicurando, se del caso, una sostanziale riforma dei tirocini formativi”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2751-A/5 Aprea, il parere è favorevole.

L'ordine del giorno n. 9/2751-A/6 Saccani Jotti è accolto, ove fosse accettata la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di promuovere, attraverso le iniziative di competenza, l'adeguamento degli ordinamenti didattici delle classi di laurea già abilitanti all'esercizio delle professioni sanitarie”.

L'ordine del giorno n. 9/2751-A/7 Ungaro è accolto con la seguente riformulazione, ove accettata: “a valutare l'opportunità di prevedere, attraverso gli opportuni interventi normativi, che le lauree magistrali e i titoli universitari abilitanti specificati in premessa, conseguiti nei Paesi appartenenti all'Unione europea, equivalgano ugualmente all'abilitazione professionale”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2751-A/8 Carbonaro, il parere è favorevole.

L'ordine del giorno n. 9/2751-A/9 Melicchio è accolto, ove fosse condivisa la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di rivedere la normativa in materia di idoneità dei farmacisti alla titolarità della farmacia di cui all'articolo 12 della legge 2 aprile 1968, n. 475, al fine di consentire un più agevole accesso alla stessa, soprattutto, da parte dei giovani professionisti”.

PRESIDENTE. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2751-A/1 Frassinetti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2751-A/2 Albano.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Sugli ordini del giorno n. 9/2751-A/3 Caretta e n. 9/2751-A/4 Ciaburro il parere è favorevole con riformulazioni, che vengono accettate. Sull'ordine del giorno n. 9/2751-A/5 Aprea il parere è favorevole. Sugli ordini del giorno n. 9/2751-A/6 Saccani Jotti e n. 9/2751-A/7 Ungaro il parere è favorevole con riformulazioni che vengono accettate. Sull'ordine del giorno n. 9/2751-A/8 Carbonaro il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2751-A/9 Melicchio il parere è favorevole con riformulazione, che viene accettata.

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2751-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Colleghi, vi ricordo che, per rispettare la durata di tre ore della seduta con votazioni, dovremmo accelerare l'esame del provvedimento, per poter chiudere alle ore 19,30.

Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, il deputato Andrea Cecconi. Ne ha facoltà.

ANDREA CECCONI (MISTO-FE-FDV). Grazie, Presidente, nel rispetto dei tempi, vorrei dire semplicemente che questo è un ottimo disegno di legge che viene sicuramente da un momento buio, quello della pandemia dell'anno scorso, e che di buono ha il fatto di aver consentito di prendere i nostri ragazzi, i nostri giovani universitari, e immetterli, nel più breve tempo possibile, nel mondo del lavoro, consentendo loro quel contatto con la realtà, quel rapporto tra università e mondo del lavoro che, per troppo tempo, è mancato nel nostro Paese.

Quindi, ciò che vorremmo riproporre all'Aula e anche al Governo è di non bloccare il cambiamento che si sta avviando con questo provvedimento, ma di procedere sullo stesso sentiero, nella stessa direzione, concependo la nostra università come un'università nuova, dove la doppia laurea non è più vietata per legge ed industria, economia e mondo reale entrano in contatto con l'istruzione, cambiandola, modificandola e rendendola, nel più breve tempo possibile, più confacente al nuovo periodo storico a cui il nostro Paese si sta affacciando.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Rina De Lorenzo. Ne ha facoltà.

RINA DE LORENZO (LEU). Grazie, Presidente. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza comincia a prendere forma attraverso questo provvedimento legislativo, che attribuisce alle lauree un valore abilitante, grazie al superamento di una prova per l'abilitazione all'esercizio professionale. La riforma che vede la luce fa seguito a quanto già previsto per la laurea in medicina, divenuta abilitante con il “decreto Cura Italia”, in una delle fasi più acute della pandemia, in uno dei momenti più critici per il nostro Paese, in cui l'emergenza sanitaria ha reso necessario il reclutamento di giovani medici, impegnati a salvare vite umane nei reparti COVID dei nostri ospedali.

Il provvedimento che ci apprestiamo a votare segna uno dei passaggi cruciali per l'università, previsti dagli interventi del Recovery Plan. L'obiettivo è riformare l'offerta formativa universitaria, per permettere ai giovani di accedere al mondo del lavoro più velocemente, senza quindi doversi sottoporre ad un ulteriore esame dopo la laurea, che appare ormai un doppione anacronistico, una lungaggine fuori dal tempo. Si tratta di un provvedimento che incide positivamente sul mercato del lavoro e potrà essere esteso anche ad altre classi di laurea. Abbiamo quindi voluto agire sulle dinamiche del mercato del lavoro, caratterizzate, in questo straordinario momento storico, da un indebolimento dei livelli di attività economica.

Favorire l'ingresso nel mondo del lavoro per i giovani laureati, in un Paese come l'Italia, sempre più anziano e con pochi giovani, spesso costretti a trasferirsi all'estero dopo aver raggiunto alti livelli di istruzione, costituisce proprio la ratio di questo provvedimento. L'Italia è dunque un Paese dove i giovani non si sentono valorizzati come risorsa; vanno all'estero sempre di più, alla ricerca di un futuro migliore ed è proprio per contrastare la fuga di cervelli che si è voluto intervenire in questo senso.

Si tratta di una vera e propria rivoluzione per il mondo del lavoro futuro, che traccia una strada con meno ostacoli verso la professione e la modernizzazione dell'offerta formativa nazionale; è una sfida di competitività del mercato, ma anche una scommessa nei confronti del mercato; una risposta alle nuove istanze di sviluppo economico e sociale dell'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Martina Parisse. Ne ha facoltà.

MARTINA PARISSE (CI). Grazie, Presidente. Poco più di un anno fa ci siamo trovati catapultati in un'emergenza sanitaria senza precedenti, che ci ha spinto a promuovere alcune politiche coraggiose, impensabili fino a gennaio 2020. Le condizioni di criticità del Servizio sanitario nazionale di quel momento ci imposero la necessità di disporre quanto prima di personale medico abilitato e, già nel marzo del 2020, con il “decreto Cura Italia”, decidemmo di introdurre, a regime, la laurea abilitante in medicina e chirurgia; probabilmente, dallo scorso anno siamo riusciti tutti insieme - e con non poche difficoltà - a rimuovere alcuni di questi ostacoli. Infatti, è nel solco dell'intervento legislativo del marzo del 2020 che si colloca il presente provvedimento, che semplifica le modalità di accesso alle professioni e che trasforma l'esame conclusivo del corso di studi nella sede nella quale sostenere l'esame di Stato, previa valutazione di un tirocinio pratico che diviene parte integrante del corso di studi.

Presidente, abbiamo un duplice obiettivo da perseguire oggi: il primo è quello di semplificare le modalità di accesso all'esercizio delle professioni, per dare una immediata ed efficace collocazione dei giovani nel mondo del lavoro; il secondo è quello di garantire una risposta concreta alle nuove esigenze, non solo sanitarie, ma anche culturali, economiche, produttive e sociali del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia), attraverso la ridefinizione di un'offerta formativa che comprenda una preparazione qualificata sotto il profilo tecnico e professionale. Quasi tutte le professioni oggi sono al centro di un processo di trasformazione, un processo che è strettamente connesso ai cambiamenti del nostro sistema economico, ma anche alle mutate esigenze della collettività, e questa evoluzione impone, in modo sempre più evidente, un adeguamento dei curricula universitari. E poi è chiaro, Presidente, che alla semplificazione dell'accesso alla carriera professionale vadano necessariamente accompagnati un ragionamento e degli interventi che mirino sia a valorizzare i titoli di studio, ma anche ad assorbire nella società tutta quella platea di professionisti. Ed è per questo che è fondamentale consolidare il rapporto tra università ed impresa. Diventano così di fondamentale importanza i tirocini e, infatti, è proprio la profonda riforma del tirocinio curriculare, oggi, l'obiettivo che, più che mai, dobbiamo qui tutti perseguire.

Appare chiaro che questa evoluzione non potrà essere un mero passaggio formale del modo di certificare le competenze, ma dovrà richiedere un ripensamento di tutto l'impianto di acquisizione delle stesse, mediante attività pratiche. Noi, Presidente, vigileremo su questo, vigileremo affinché questa riforma, che poi sarà completata con l'adozione di regolamenti e di decreti ministeriali, sia accompagnata da una robusta e coerente definizione di tirocinio. Vigileremo affinché siano ben definite le sue modalità di svolgimento e chiederemo che siano coinvolti, nei tavoli di confronto con i Ministeri competenti, anche gli ordini professionali (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia). Ad ogni modo, oggi iniziamo - ed è un traguardo per tutti - a favorire l'accesso diretto alle professioni per alcune classi di laurea e, ovviamente, sarà giusto allargare, in futuro, l'opportunità di estendere le lauree abilitanti anche a tutte quelle classi che hanno come sbocco professionale naturale una professione. Bene infatti che il provvedimento contenga una disposizione programmatica aperta che lo consenta, ma siamo anche consapevoli che ci sono alcune professioni che richiedono, per la loro natura, una preparazione tecnico-pratica molto complessa e molto lunga da maturare nel percorso di studio universitario. Presteremo la massima attenzione affinché questa preparazione degli studenti sia effettiva, valida sul campo e non un mero passaggio formale da certificare, perché l'abilitazione - ripeto, l'abilitazione - va a qualificare un laureato in un professionista.

E allora, Presidente, mi accingo a concludere. Il gruppo di Coraggio Italia voterà a favore di questo provvedimento. Ben venga, nella teorica formazione italiana, una ventata di sano pragmatismo: è ciò di cui il Paese ha bisogno, è ciò che gli italiani ci chiedono (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gabriele Toccafondi. Ne ha facoltà.

GABRIELE TOCCAFONDI (IV). Grazie, Presidente. Saluto il Governo. La necessità di questa legge ce la indica il buon senso e soprattutto i numeri che riguardano i nostri giovani, soprattutto quelli che hanno un titolo di studio di livello terziario. Siamo ultimi tra Paesi OCSE, con una media del 25 per cento, quando la media OCSE è al 42 per cento. L'Italia ha un tasso di passaggio dal livello di istruzione secondaria all'università di circa il 50 per cento, la Francia del 70 per cento; pochi ragazzi si iscrivono all'università, pochissimi si iscrivono all'università e frequentano gli istituti professionali e pochi quelli che frequentano gli istituti tecnici; sono tanti anche gli abbandoni, è alto il tasso di abbandono dei ragazzi tra il primo e il secondo anno di università. A fronte di tutto questo, abbiamo un mondo del lavoro che, paradossalmente, cerca ma non trova e abbiamo un periodo molto lungo tra il diploma, tra la laurea e poi l'entrata nel mondo del lavoro.

Abbiamo 2 milioni di cosiddetti NEET e una disoccupazione giovanile di circa il 30 per cento. Chi difende lo status quo è un irresponsabile. Questa maggioranza e questo Governo hanno il compito di modificare questa situazione e questo atto - che votiamo oggi in Parlamento - va nella direzione di cambiare. Rispetto a questo passaggio fondamentale oggi alla Camera, voglio ringraziare il Governo, voglio ringraziare la Ministra Messa, ma anche il Ministro Manfredi, che, in precedenza, ha fatto partire questo percorso: un cambiamento che, per molti versi, rappresenta una vera e propria rivoluzione, una norma che, per decenni, vari corporativismi non hanno consentito di affrontare e adesso, grazie al Governo Draghi e alla maggioranza che lo sostiene, diventa realtà. Per questi motivi, annuncio il voto favorevole di Italia Viva (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Paola Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Presidente, sottosegretario, Ministro Messa, questo provvedimento, come è stato già detto, attua una semplificazione per far sì che gli studenti universitari di alcuni corsi di laurea possano avere il titolo abilitante; sostanzialmente, una velocizzazione in questo sistema. Le lauree, quelle ad inclinazione più tecnico-pratica, che hanno il tirocinio nel loro corso, possono velocizzare i tempi e far sì che gli studenti facciano coincidere l'esame di Stato con l'esame di laurea. E' ovviamente importante e rivoluzionario questo provvedimento, noi pensiamo, però - dando atto che, naturalmente, ogni cosa che aiuta i giovani studenti ad integrarsi del mondo del lavoro è ben vista da Fratelli d'Italia -, che dobbiamo stare attenti a 2 rischi, Ministro: il primo è quello che sicuramente ci siano una valutazione e un accertamento del tirocinio, perché è importante che questi ragazzi che si laureano abbiano effettivamente compiuto il tirocinio, a maggior ragione per il fatto che questa laurea ha un connotato abilitante; il secondo punto è che non si tenti di estendere questa misura a corsi di laurea dove non ci sono, invece, i presupposti affinché la laurea diventi abilitante. Non tutti i corsi di laurea, non tutti i percorsi di studi hanno prove tecnico-pratiche che possano far sì che questa laurea sia abilitante; un esempio su tutti è quello di giurisprudenza: giurisprudenza è un corso, più che altro, teorico, mai potrebbe uno studente che si laurea in giurisprudenza, senza mai aver visto un'aula di tribunale, diventare avvocato, così come un uditore giudiziario mai potrebbe diventare magistrato. Quindi, ci sono corsi di laurea - ingegneria, economia e commercio, giurisprudenza, architettura - dove non è possibile effettuare questa riforma, a meno che non ci sia una seria riforma del percorso di studi interno. Naturalmente, è molto importante questa precisazione, come è anche importante tenere il collegamento con gli ordini professionali che hanno avuto un ruolo, sia nell'ascolto durante l'iter di questa legge sia nel percorso della commissione giudicatrice. Loro sono l'anello di congiunzione tra il mondo esterno della professione e la valutazione, la capacità di valutare se, da un punto di vista tecnico-pratico, questi studenti sono pronti ad entrare nella professione. Il coinvolgimento degli ordini è basilare e Fratelli d'Italia ha, sicuramente, come presupposto di tutta questa innovazione normativa, quello di far sì che questi ordini abbiano un ruolo molto importante in questo percorso. Con questo provvedimento si cerca di porre fine al fatto che, molte volte, i giovani si laureano senza ricevere poi quel giusto senso pratico che le imprese richiedono, quindi, cercando di eliminare questo rischio di inattività di alcuni corsi, ma rendendoli sempre, invece, agili, moderni e pronti ad entrare, con nuova linfa, nel mondo del lavoro. La riforma, quindi, ha l'obiettivo di ridurre questo rischio. Fratelli d'Italia è convinta che, per far ripartire l'Italia, ci vogliono giovani universitari competenti: non vogliamo più assistere alla fuga dei cervelli. Per questo, ogni provvedimento che semplifica il cammino dei nostri ragazzi, aiutandoli a inserirsi nel mondo del lavoro, per noi è necessario. Pertanto, in coerenza con quanto sempre sostenuto dalla nostra presidente Giorgia Meloni, che avremo approvato i provvedimenti che sono favorevoli all'Italia e agli italiani, esprimiamo un voto favorevole a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Colleghi, vi ricordo di indossare sempre la mascherina, coprendo naso e bocca. Ha chiesto di parlare la deputata Valentina Aprea. Ne ha facoltà.

VALENTINA APREA (FI). Presidente, sottosegretario Sisto, Ministra Messa, grazie per questa sua presenza. Il provvedimento, di cui si conclude l'esame in Aula, interviene con l'obiettivo di semplificare le modalità di svolgimento dell'esame di abilitazione per l'accesso all'esercizio di alcune professioni, per cui è richiesto il superamento dell'esame di Stato - esame che è oggetto di copertura costituzionale, prescritto all'articolo 33 della Costituzione -, certamente per rispondere al bisogno di garantire la qualità, che rappresenta, quindi, un passaggio imprescindibile.

Il provvedimento è stato presentato, lo scorso ottobre, dal Ministro Manfredi - Governo “Conte 2” - ed è stato condiviso poi dalla Ministra Messa, che lo ha sostituito a capo del MIUR con il Governo Draghi. Questo provvedimento prevede, quindi, che l'esame di Stato si svolga in sede di discussione della tesi di laurea o di laurea magistrale, previo superamento di una prova pratico-valutativa delle competenze professionali acquisite nel corso di un tirocinio svolto all'interno del percorso di studi. Questo intervento era richiesto e atteso da tempo, soprattutto in virtù dell'intervallo di tempo che trascorre tra il conseguimento del titolo universitario e la possibilità di sostenere l'esame di Stato, tempo sottratto alla possibilità di iniziare la propria vita professionale, in linea con gli studi effettuati - a volte anche di una durata molto lunga -, e di entrare velocemente nel mondo del lavoro.

Non è, inoltre, da sottovalutare anche il problema dei costi sostenuti dagli aspiranti professionisti per sostenere l'esame di abilitazione. Forza Italia si era già mossa in questa direzione, presentando, da tempo, la proposta di rendere abilitante la laurea in medicina e chirurgia, proposta che è stata poi realizzata dal Governo, che con il decreto legislativo n. 18 del 2020, ha introdotto tale previsione, in risposta, ovviamente, all'emergenza pandemica e alla necessità di velocizzare il sistema di reclutamento dei medici.

Nel progetto di Forza Italia, però, mancano ancora dei tasselli, che abbiamo sintetizzato negli ordini del giorno che il Governo ha approvato. Quindi, ringraziamo e condividiamo questa visione con l'onorevole Saccani Jotti e l'ordine del giorno da me presentato, per l'introduzione nel sistema del valore abilitante della laurea magistrale, al fine anche della selezione del personale docente della scuola, con una rivisitazione ovviamente del percorso formativo di coloro che intendono intraprendere la professione di insegnante, nel senso di prevedere percorsi volti all'acquisizione delle competenze, non solo disciplinari, ma anche pedagogiche, didattiche, relazionali e comunicative necessarie.

PRESIDENTE. Mi scusi, collega.

VALENTINA APREA (FI). Sto concludendo.

PRESIDENTE. Mi scusi. Colleghi, vi chiedo di evitare assembramenti. Collega Iovino, le chiedo di mettere la mascherina. Prego.

VALENTINA APREA (FI). Grazie, Presidente. L'emergenza pandemica, che stiamo affrontando da febbraio 2020, ha chiesto all'Italia, ai singoli cittadini, agli imprenditori e ai nostri giovani sforzi, sacrifici, impegno e pazienza. Si sono evidenziati punti di forza del nostro sistema, ma anche punti di debolezza. Soprattutto, si è resa evidente la necessità di affrontare alcuni nodi con una nuova energia. Dobbiamo guardare al futuro, avere il coraggio di intervenire, lì dove si mostrano evidenti punti di debolezza o dove sono richiesti interventi di svecchiamento e il coraggio di innovare, per favorire il ricambio generazionale. Questo coraggio non manca alla Ministra Messa, che ci ha già sollecitato e proposto, in sede di discussione di altri provvedimenti, di attuare questo svecchiamento. Ma noi sappiamo che il futuro è nei giovani, un capitale umano qualificato, motivato, ma soprattutto riconosciuto.

Le persone costituiscono la risorsa fondamentale per un Paese, forse la più rilevante per la sua crescita, per lo sviluppo culturale, sociale ed economico di una Nazione e di un popolo. Quindi, per fare ciò dobbiamo investire maggiormente sulla formazione, ma rendere anche l'offerta formativa più efficiente e competitiva. Tra l'altro, nel resto d'Europa, Ministra Messa, le lauree sono già tutte abilitanti. Noi abbiamo avuto, purtroppo, la concorrenza - e devo dire purtroppo - di Paesi europei, in particolar modo la Spagna, che da questo punto di vista è molto attiva. Quindi, recuperiamo ora alla nostra causa, la causa di una formazione terziaria qualificata, tanti giovani che finora sono andati anche all'estero. Dobbiamo prevedere queste misure, volte a favorire la spinta all'autonomia e alla crescita indipendente nei giovani, affinché si aprano per loro le porte del mondo del lavoro, possano conquistare l'autonomia, abbiano la possibilità di accesso a risorse, non solo finanziarie, per poter realizzare la loro propria progettualità. È questo il momento, mentre facciamo ripartire il Paese, di liberalizzare un po' di più le professioni - e mi pare che questa legge abbia individuato un percorso e questo è molto importante -, mantenendo quella qualità e quel prestigio che ha sempre contraddistinto i professionisti italiani; questo, ovviamente, è un obiettivo che dobbiamo mantenere. Allora, buona fortuna alle nuove generazioni, buon lavoro al Governo: contate su di noi, contate su Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Collega Paolini, le chiedo di indossare la mascherina. Collega Paolini! Collega Paolini! Collega, le chiedo di indossare la mascherina.

Ha chiesto di parlare la deputata Flavia Piccoli Nardelli. Ne ha facoltà.

FLAVIA PICCOLI NARDELLI (PD). Presidente, signora Ministra, con un'accelerazione improvvisa e forse imprevista, la Commissione Cultura si è trovata ad esaminare e a portare all'attenzione dell'Assemblea in questi giorni ben tre i provvedimenti, tutti espressione di quel terzo livello di istruzione e formazione che, da anni, regola il sistema culturale del nostro Paese: uno è stato approvato la scorsa settimana ed è il testo unificato che si occupa del pre-ruolo universitario; uno è in discussione oggi e propone le lauree abilitanti; un altro è nel calendario per la prossima settimana e regola il sistema di istruzione e formazione degli istituti tecnici superiori (ITS). L'insieme di questi provvedimenti dà una manifestazione tangibile di quel lavoro di modernizzazione del Paese che si sta svolgendo nel solco delle riforme richieste dal Recovery Plan.

Il disegno di legge che trattiamo oggi è motivo di semplificazione e di rafforzamento ordinamentale, perché facilita le modalità di accesso all'esercizio di alcune professioni regolamentate e assicura un più veloce inserimento nel mercato del lavoro. Questo è uno dei casi, Presidente, in cui, pur nella tragedia che è stata per il nostro Paese l'insorgere della pandemia, questa si è trasformata in un'opportunità. Grazie al decreto-legge n. 18 del 2020, il cui articolo 102 ha introdotto il valore abilitante per la laurea magistrale in medicina e chirurgia, per far fronte alla carenza di medici da poter utilizzare nella crisi pandemica, noi oggi affrontiamo il medesimo tema su scala più larga. Molte cose sono state dette a proposito delle lauree abilitanti nella discussione generale, ieri in quest'Aula, dai colleghi dei diversi gruppi parlamentari, che hanno portato elementi di riflessione largamente condivisibili. Sono lauree abilitanti e l'ordinamento prevede che vi siano una parte teorica, il sapere (circa un terzo dell'impegno orario), e una parte, il saper fare, vale a dire il tirocinio (circa due terzi dell'impegno orario), essenziali per l'acquisizione delle competenze. È un'esperienza del tutto positiva grazie al metodo formativo, che unisce una solida parte teorica alla possibilità di svolgere attività professionalizzante pratica direttamente sul luogo di lavoro. Non dovrebbe dunque meravigliare che altri corsi di laurea di area medico-sanitaria, puntualmente indicati nell'articolo 1 del decreto-legge, prendano la stessa strada. Sarebbe però ingenuo non tener conto delle difficoltà che in questo percorso devono affrontare e che provengono, a volte, da parte del sistema universitario stesso o, a volte, da parte degli ordini e degli albi professionali specifici; dobbiamo saperlo ed essere vigili.

La proposta di legge introduce la possibilità anche per altri ordini professionali di rendere i corsi di laurea abilitanti in un secondo momento su propria decisione. La decisione, infatti, è stata quella di prevedere nell'articolo 4 una norma aperta, creata per evitare la creazione di un elenco, rimandando alla richiesta degli ordini o a un decreto rettorale di rendere abilitante il percorso, senza necessità di un'ulteriore norma da emanare in futuro. L'approvazione di questa riforma rappresenta un doveroso passo avanti importante anche grazie al fatto che viene inserito un meccanismo premiale che, di fatto, obbliga tutti gli atenei a rispettare la normativa. Il testo che stiamo per approvare riconosce un ruolo essenziale agli ordini professionali, che devono proporre l'adozione della laurea abilitante o approvarla quando a proporla sia l'università stessa e devono farsi garanti del corretto svolgimento del percorso di tirocinio previsto dal corso di laurea e verificarlo nell'esame finale.

Oggi gli ordini professionali, Presidente, ricoprono di fatto un ruolo di controllo e di gestione di alcuni settori chiave dell'economia della conoscenza nella vita del nostro Paese, sotto la vigilanza del Ministero della Giustizia. Parliamo di oltre 2 milioni di persone iscritte ad uno dei circa trenta ordini professionali attualmente esistenti in Italia. Gli ordini hanno radici antiche; da anni il dibattito è continuo tra chi intende preservarli e rinforzarli e chi li considera un freno alla libera concorrenza tipica dell'economia del mercato. Questo testo riconosce agli ordini professionali l'importanza e il ruolo che hanno svolto e continuano a svolgere per garantire la qualità delle prestazioni professionali, per curare il continuo aggiornamento degli iscritti, sottoscrivere un codice deontologico, tutelare la professione, salvaguardando il cittadino dall'eventuale loro esercizio illegittimo.

Lo ricordiamo perché il provvedimento che oggi discutiamo considera l'adesione degli ordini elemento imprescindibile per arrivare a una laurea abilitante. Alcune complessità su questo tema si erano presentate, sono state risolte solo in parte e quindi devo esprimere una nota di rammarico per alcune criticità che non abbiamo potuto correggere e che cercheremo di affrontare in futuro. Sappiamo di essere in ritardo rispetto all'alta formazione prevista negli altri Paesi europei; sappiamo che solo investendo nella formazione superiore investiremo davvero nel futuro e solo questo ci consentirà di non perdere in competitività. Ecco perché la Commissione cultura della Camera in questo periodo affronta questo provvedimento come un tema squisitamente politico, peraltro in conformità allo spirito dei costituenti, che ci hanno lasciato, con gli articoli 33 e 34 della Costituzione, laddove parlano di esame di Stato obbligatorio per l'esercizio di alcune professioni, anche un tema per cui assicurano il diritto di raggiungere il più alto grado degli studi per i capaci e i meritevoli.

L'intento di questa legge è di rendere più duttile il nostro sistema normativo, di adattarlo all'evoluzione socioeconomica. Lo spaccato della crisi pandemica rivela che la tecnologia può sopprimere posti di lavoro in modo strutturale: è una preoccupazione seria. Il Partito Democratico non vuole aspettare che il futuro ci riservi sorprese amare: intende precorrerlo e preparare il Paese a reagire e a sfruttare le opportunità che si presentano. Una valorizzazione intelligente e dinamica, mai corporativa delle professioni, è dunque necessaria. L'investimento sulla formazione è strategico perché anche qui sia mirato, efficiente ed efficace. Ecco perché il Partito Democratico vota convintamente a favore di questo disegno di legge, nella consapevolezza che l'investimento sulle nuove generazioni passa davvero da provvedimenti di questa portata (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Toccalini. Ne ha facoltà.

LUCA TOCCALINI (LEGA). Presidente, colleghe, colleghi, sottosegretario, Ministro, ci apprestiamo a votare un disegno di legge fondamentale, che gli studenti universitari si aspettavano da anni, con un grande punto di partenza che si era raggiunto lo scorso anno con il già citato articolo 102 del “decreto Cura Italia”, che ha reso, data l'emergenza per la mancanza fisica di medici, la necessità di abilitarli immediatamente. In questa riforma si prevede che il tirocinio pratico-valutativo obbligatorio sia svolto all'interno dei corsi di laurea, e che, di conseguenza, l'esame conclusivo del corso di studi divenga anche la sede nella quale conseguire l'abilitazione di Stato per l'esercizio della professione.

Questa riforma, ovviamente, ha avuto il parere favorevole sin da subito da parte degli ordini e dei collegi professionali di tutte le figure coinvolte e, innanzitutto, è anche una riforma necessaria per accedere ai fondi del PNRR.

Grazie a questa, gli studenti potranno finalmente evitare di perdere 1 anno di carriera e 1 anno di lavoro, perché, purtroppo, ad oggi, tra la laurea e l'esame di abilitazione, possono passare 6, 8 o addirittura 12 mesi, in base alla specializzazione e al periodo di calendarizzazione dell'esame di Stato. Quindi, guadagnare 1 anno lavorativo e battere un altro record negativo che l'Italia ha, in questo momento, rispetto ai colleghi europei è, sicuramente, un messaggio positivo per le nuove generazioni, ma soprattutto per le aziende, che potranno assumere immediatamente questi giovani. Le lauree magistrali inizialmente coinvolte sono (ne cito alcune) odontoiatria e protesi dentaria, farmacia, farmacia industriale, medicina veterinaria, psicologia e tante altre.

Entro 3 mesi dall'entrata in vigore di questa legge, il Ministero dell'Università e della ricerca dovrà emanare un decreto per adeguare la formazione universitaria di questi corsi, valorizzando sempre di più l'aspetto pratico - questo penso sia un punto fondamentale -, ovvero il tirocinio, per conformarsi alle variegate esigenze dell'attuale mercato del lavoro. Ovviamente, sarà possibile estendere questa disciplina, essendo un testo aperto per scelta anche da parte della Commissione, anche a tutti quei corsi di laurea che consentano l'accesso all'esame di Stato per l'abilitazione all'esercizio delle professioni, per cui non è richiesto lo svolgimento di un tirocinio post lauream. A questo punto, è giusto citare anche alcuni ordini che hanno già dato la possibilità di accedere a questa riforma e mi riferisco agli ordini degli architetti e degli ingegneri. Rimarranno, quindi, escluse solo alcune professioni: commercialisti, dottori contabili, notai e avvocati e, su quest'ultimi, anche se non fanno parte di questa riforma, voglio spendere 2 parole, perché, proprio in queste settimane, in questi giorni e anche in queste ore, oltre 25.000 ragazzi stanno sostenendo l'esame di avvocato dopo tantissimi anni di studio. Purtroppo, la pandemia, seppure con un grandissimo ritardo dovuto al precedente Governo, ha imposto un cambio di modalità d'esame, con 2 orali e non più con 3 scritti e 1 orale. Però, stiamo leggendo, ahimè, sui giornali e anche sui social network, di atteggiamenti e di frasi vergognose da parte di alcuni commissari d'esame. Mi riferisco, soprattutto, al caso di Brescia, dove, purtroppo, un commissario ha detto apertamente, a microfono acceso, “fermiamoci, perché non possiamo promuoverli tutti” (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Ecco, io penso che questi atteggiamenti vadano condannati, siano vergognosi e ci dimostrano, ancora una volta, che è necessaria una riforma anche per l'esame di avvocato. Io auspico che il Ministro Cartabia, in collaborazione con lei, Ministro Messa, possa metterci mano, per una volta, e trovi il coraggio di farlo, a differenza di tanti Ministri che, in passato, invece, si sono fermati e non hanno proseguito in questa direzione. Ecco, la riforma entrerà in vigore l'anno successivo all'approvazione definitiva della legge. Dunque, io vorrei fare un appello ai colleghi senatori, all'Ufficio di Presidenza del Senato, per calendarizzarla il più velocemente possibile, per non far restare in balia del passaggio tra Camera e Senato - ed eventualmente di un altro passaggio alla Camera - decine di migliaia di ragazzi che non vedono l'ora di poter godere di questa riforma. Chiudo, Presidente, parlando con il cuore, essendo uno di quei ragazzi che, per tanti anni, da rappresentante degli studenti universitari o volantinando davanti alle università, chiedeva questo momento. Quindi, sono orgoglioso che una delle tante battaglie storiche della Lega venga oggi in Aula, sono orgoglioso che una tematica giovanile finalmente torni nelle Aule di Montecitorio e spero che i giovani possano tornare protagonisti anche nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, perché il futuro passa dalle nuove generazioni e provvedimenti come questo dimostrano l'orientamento del Governo. Quindi, chiudo, ringraziando anche la Commissione per il grande lavoro svolto di collaborazione con tutti i partiti in questi mesi e annuncio il voto favorevole del gruppo Lega-Salvini Premier (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Alessandro Melicchio. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO MELICCHIO (M5S). Signora Presidente, stiamo per approvare il DDL sulle lauree abilitanti. Questo provvedimento permette di risolvere quella che, secondo molti, rappresenta, per certi versi, una contraddizione nel nostro sistema di formazione. I nostri studenti e le loro famiglie investono tempo e risorse economiche per raggiungere un obiettivo, che è quello di conseguire una laurea. Per tante famiglie questo obiettivo rappresenta un orgoglio, un sogno, in tanti casi rappresenta un vero e proprio riscatto sociale.

Qualcuno si chiederà, Presidente, perché uso il termine “contraddizione”: lo uso perché conseguire una laurea e non poter svolgere una professione, perché è necessario un ulteriore adempimento, quello dell'abilitazione, l'esame di abilitazione che viene superato, nella stragrande maggioranza dei casi, da quasi tutti i candidati, è, quantomeno, ridondante. Il risultato è che poi, nel senso comune, nella popolazione, spesso porta a dire: a cosa servirebbe poter conseguire una laurea e non poter svolgere la professione per la quale si è formati? È possibile laurearsi in farmacia, piuttosto che in psicologia, piuttosto che in chimica, e non avere l'autorizzazione a svolgere la professione di farmacista, di psicologo o di chimico? E così via. Sarebbe la negazione della validità dello stesso percorso universitario che si è appena concluso. Allora, è necessario affermare un principio senza alcun dubbio, il principio secondo cui il titolo di laurea, se viene rilasciato, vuol dire che quell'università ha erogato un corso adeguato a svolgere una professione e lo studente ha acquisito quelle competenze necessarie a entrare nel mondo del lavoro, altrimenti non lo si rilascia.

Queste contraddizioni, signor Presidente, questo senso comune del ritenere, a volte, superflua una laurea, forse è anche alla base del fatto che, in Italia, abbiamo così pochi laureati. Tantissime stime collocano l'Italia agli ultimi posti in Europa in termini di numero di laureati, di numero di studenti che conseguono una laurea. Questa è una percezione sbagliata che questo Parlamento può contribuire a cambiare. L'idea che una laurea non sia utile è sbagliata, certamente, anche per il fatto che la quasi totalità dei candidati agli esami di abilitazione in determinate professioni supera brillantemente quell'esame e questo ci dice due cose fondamentali: prima di tutto, che le nostre università, i nostri docenti universitari garantiscono una formazione di qualità e formano ottimi professionisti; il secondo punto è che, oggi, l'esame di abilitazione non ha più quella funzione, non ha più quelle finalità che aveva un tempo. Quindi, questo testo, questo disegno di legge sana tutto ciò. Sono questi stessi dati che ci pongono davanti agli occhi il fatto che i nostri laureati hanno buone competenze e una buona preparazione.

Ora, con questo provvedimento ci muoviamo all'interno della cornice costituzionale, perché sappiamo tutti che l'articolo 33 della Costituzione prevede l'esame di abilitazione per lo svolgimento delle professioni, però abbiamo portato avanti il disegno di legge sulle lauree abilitanti come legge ordinaria, facendo sì che ciò che l'esame di abilitazione era deputato a fare dopo il conseguimento della laurea venga fatto all'interno dell'esame di laurea. Quindi, durante l'esame di laurea, le commissioni di valutazione andranno a valutare anche le competenze tecniche e pratiche acquisite, non solo durante il corso di studi, ma anche durante il tirocinio da svolgere prima dell'esame di laurea, con un evidente beneficio per le famiglie, i neolaureati, che risparmiano tempo, e la loro più rapida immissione nel mercato del lavoro lo rende un beneficio anche per il settore produttivo.

Io voglio ricordare che il superamento di questa contraddizione è iniziato, per la prima volta, durante il Governo “Conte 2” con il decreto-legge Cura Italia, che stabiliva, per la prima volta, che l'esame di laurea fosse abilitante per la professione medica. Ma c'è voluto il COVID. Nonostante la drammatica condizione che abbiamo vissuto tutti per mesi, il COVID è servito a toccare con mano la carenza di medici cui deve far fronte il Paese. È per questa ragione che a quel decreto presentai un ordine del giorno per estendere la laurea abilitante anche ad altre professioni, perché era un'intuizione giusta quella di rendere abilitante l'esame di laurea per i nostri medici ed era una buona idea da applicare a tante altre lauree, a tante altre professioni. Ebbene, in quest'Aula sentiamo spesso dire che gli ordini del giorno servono a poco: non servono se il Governo è sordo ma, nel momento in cui, invece, abbiamo un Ministro che accoglie quegli ordini del giorno e, poi, li traduce in atti concreti, come in questo caso, allora servono eccome.

Tutto ciò testimonia l'ascolto di cui è stato capace l'ex Ministro dell'Università e della ricerca Gaetano Manfredi, che si è dimostrato aperto a dare seguito alle istanze del Parlamento. Gaetano Manfredi è stato un ottimo Ministro dell'Università e della ricerca anche per questo, e sono certo che presto sarà anche uno straordinario sindaco della città di Napoli (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Partito Democratico). Un grazie particolare al nuovo Ministro dell'Università e della ricerca, Maria Cristina Messa. Grazie per l'attenzione che dedica alle tematiche riguardanti il suo Ministero, alle risorse che sta dedicando: sono veramente tanti i provvedimenti che sta contribuendo a portare all'esame parlamentare. Proprio in questi giorni, proprio in queste settimane abbiamo il maggior numero di proposte di legge che siano arrivate, in tutta la legislatura, all'esame dell'Aula della Camera dei deputati sulle materie di sua competenza. La scorsa settimana abbiamo approvato la legge sui ricercatori, oggi quella sulle lauree abilitanti, presto ci sarà l'esame sulla doppia iscrizione ai corsi di laurea alla quale si va ad aggiungere un'altra iniziativa molto importante della Commissione cultura che è quella sugli ITS. Mi dia solo un altro minuto, Presidente. Questo disegno di legge, quindi, fa propria quella prospettiva di rilancio e modernizzazione del Paese, con particolare attenzione ai giovani, che guida le strategie di politica economica che l'Italia…

PRESIDENTE. Collega, le chiedo di avviarsi alla conclusione, grazie.

ALESSANDRO MELICCHIO (M5S). Mi sto avviando alla conclusione, Presidente. Infine, è stato importante ampliare quella possibilità anche ai professionisti di area tecnica, che svolgono un ruolo di indubbia importanza sociale, culturale ed economica. È sufficiente pensare al ruolo di quei professionisti in questioni di carattere ambientale, del risparmio energetico e nella riduzione del rischio idrogeologico.

PRESIDENTE. Collega, la invito a concludere.

ALESSANDRO MELICCHIO (M5S). Questi sono temi fondamentali per il mio gruppo parlamentare, questi sono temi fondamentali per tutto il Paese.

PRESIDENTE. Grazie.

ALESSANDRO MELICCHIO (M5S). Stiamo andando nella direzione giusta quindi, è per questo che (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale. Ha chiesto di parlare, per un breve ringraziamento, il relatore Tuzi. Ne ha facoltà.

MANUEL TUZI, Relatore per la VII Commissione. Grazie, Presidente, intervengo velocemente per ringraziare tutti i funzionari di Commissione e di Aula, per ringraziare il Governo che è qui presente oggi. Stiamo dando un'opportunità ai nostri giovani e oggi tutto il Parlamento, unito, sta dando un segnale importante ai ragazzi, che sono quelli che hanno sono stati più colpiti da questa pandemia. Oggi noi velocizziamo il loro percorso, per farli entrare prima nel mondo del lavoro e per questo volevo ringraziare sentitamente tutti i commissari e tutto il Parlamento, i gruppi di maggioranza e di opposizione per questo importante risultato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Coordinamento formale - A.C. 2751-A​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2751-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2751-A: "Disposizioni in materia di titoli universitari abilitanti ".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 9) (Applausi).

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Avverto che, secondo le intese intercorse tra i gruppi, il seguito dell'esame della proposta di legge n. 2763-A in materia di rinegoziazione dei contratti di locazione di immobili destinati ad attività commerciali, è rinviato alla prossima settimana.

Avverto inoltre che, con distinte lettere, i presidenti delle Commissioni competenti in sede referente hanno rappresentato l'esigenza di posticipare al prossimo calendario dei lavori l'inizio dell'esame in Assemblea dei seguenti provvedimenti, la cui discussione generale è prevista dal vigente calendario dei lavori lunedì 28 giugno:

disegno di legge n. 2435, recante Delega per l'efficienza del processo penale;

disegno di legge n. 2561, recante Deleghe per il sostegno e la valorizzazione della famiglia;

proposta di inchiesta parlamentare sulle cause dello scoppio della pandemia di SARS-Co V-2 (Doc XXII, n. 42);

proposta di legge n. 301 e abbinate in materia di compenso delle prestazioni professionali.

Secondo le intese intercorse tra tutti i gruppi, l'esame dei provvedimenti sopra citati non sarà iscritto all'ordine del giorno delle sedute dell'Assemblea previste per la prossima settimana.

L'articolazione dei lavori dell'Assemblea è conseguentemente così rimodulata:

Lunedì 28 giugno (ore 12 e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge C. 3166​ - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 6 maggio 2021, n. 59, recante misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e altre misure urgenti per gli investimenti (approvato dal Senato – scadenza: 6 luglio 2021)

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 544 e abbinate - Disposizioni per la riorganizzazione del sistema di istruzione e formazione tecnica superiore

Martedì 29 giugno (ore 9.30)

Svolgimento di interpellanze e interrogazioni

Martedì 29 (ore 12-15.30 e 17 - 20, con prosecuzione notturna dalle 21.30 alle 24), mercoledì 30 giugno (ore 9.30 – 13 e 16 - 19, con prosecuzione notturna dalle 20.30 alle 23.30) e giovedì 1° luglio (ore 9.30 – 13 e 15 - 18, con prosecuzione notturna dalle 20 alle 23 e nella giornata di venerdì 2 luglio)

Seguito dell'esame del disegno di legge C. 3166​ - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 6 maggio 2021, n. 59, recante misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e altre misure urgenti per gli investimenti (approvato dal Senato – scadenza: 6 luglio 2021)

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 544 e abbinate - Disposizioni per la riorganizzazione del sistema di istruzione e formazione tecnica superiore

Seguito dell'esame della mozione Cabras ed altri n. 1-00456 concernente iniziative in relazione al caso di Julian Assange

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 2763 - Disposizioni concernenti la rinegoziazione dei contratti di locazione di immobili destinati ad attività commerciali, artigianali e ricettive per l'anno 2021 in conseguenza dell'epidemia di COVID-19

Discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti della deputata Vincenza Bruno Bossio (Doc. IV-ter, n. 18-A)

Mercoledì 30 giugno (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata

Venerdì 2 luglio (ore 9.30)

Svolgimento di interpellanze urgenti.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Collega Zucconi, è un intervento di fine seduta o sull'ordine dei lavori?

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Mi scusi, Presidente, fra gli argomenti che sono stati rinviati secondo le intese fra i gruppi…

PRESIDENTE. Scusi collega. Colleghi, vi chiedo di abbassare il tono della voce e di uscire dall'Aula. Prego, collega Zucconi.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Nell'elenco dei provvedimenti che lei ha letto, che include il disegno di legge per l'efficienza del processo penale, quello sul Family Act, per abbreviare, la proposta d'inchiesta sul COVID, lei ha inserito anche la proposta di legge sull'equo compenso. Ora, questa intesa fra i gruppi su questo argomento non la rilevo, però; quindi, se può sospendere per cinque minuti e posso venire a conferire con lei…

PRESIDENTE. Gli uffici stanno verificando; al momento ci sono state comunicazioni tra il suo gruppo e la Presidenza per inserire anche questo provvedimento, però stiamo verificando. Intanto, proseguirei con gli interventi di fine seduta, poi le darò risposta, collega.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di parlare il deputato Giorgio Lovecchio. Ne ha facoltà.

GIORGIO LOVECCHIO (M5S). Grazie, Presidente, da giorni il Tavoliere delle Puglie brucia, tra San Severo e Foggia; dal Gargano fin sui monti Dauni interi campi di grano bruciano proprio nel pieno del periodo di raccolta del grano. Presidente, questo mette in ginocchio un intero anno di lavoro, portato avanti dai nostri agricoltori, a cui oggi, con tutto il cuore, vogliamo mostrare la nostra vicinanza: centinaia di ettari di grano distrutti. Questi gesti vanno condannati, nella consapevolezza che non sono soltanto un atto di inciviltà ma, molto probabilmente, dietro questi roghi c'è il cancro della mafia che attanaglia il nostro territorio. Viene distrutto grano eccellente, la cui produzione sarà inferiore del 45 per cento, per siccità, gelate e, adesso, per un incendio di iniziativa mafiosa.

Un quarto della produzione di grano italiano proviene dalla Capitanata, zona in cui io stesso vivo. Oggi mi appello alla sua sensibilità, affinché questo comparto, colpito duramente, venga aiutato. Presidente, per suo tramite, chiedo a questo Governo di predisporre un'attenzione particolare, anche ricorrendo alla presenza delle Forze dell'ordine, soprattutto nelle campagne abbandonate da troppo tempo a se stesse ed ai continui furti.

La Daunia è stanca e chiede solo giustizia. A questo proposito mi permetto di chiedere la possibilità di un sostegno straordinario per le vittime (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Manfredi Potenti. Ne ha facoltà.

MANFREDI POTENTI (LEGA). La ringrazio Presidente, l'11 agosto 2017, in una discoteca di Lloret de Mar moriva, in realtà dopo poche ore da questo tragico fatto, un giovane toscano: si chiamava Niccolò Ciatti. In questi giorni avrete letto sulla stampa che l'assassino di questo giovane, che ha sferrato un colpo di arti marziali durante una rissa sviluppatasi in discoteca, è stato posto in libertà, rispetto alla norma, alla misura che lo vedeva ristretto in carcere in Spagna, per scadenza dei termini di detenzione preventiva. Gli è stato imposto un obbligo di firma settimanale presso le forze dell'ordine spagnole. Abbiamo già subito per questo caso un diniego, da parte della Francia, all'estradizione di uno dei 3 accusati che aggredirono questo ragazzo fino al punto di ucciderlo. Ebbene, io rivolgo in quest'Aula un appello alle sensibilità diverse tra i Paesi europei rispetto alla vita, con riferimento a fatti che un padre o genitori, insieme a tanti amici, che hanno perso un loro caro, devono di conseguenza sopportare per il comportamento sconsiderato, criminale, da parte di soggetti, tornati in libertà; ebbene, chiediamo la certezza della pena e la sicurezza dei nostri figli, a cui è giusto vengano garantite, nel momento in cui condividono un bellissimo luogo come l'Europa, nei vari Paesi, nelle sue varie destinazioni, dove numerosi giovani amano andare. Sicurezza e giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Virginia Villani. Ne ha facoltà.

VIRGINIA VILLANI (M5S). Grazie Presidente, colleghe e colleghi, a distanza di pochi giorni dalla vile aggressione al collega Davide Aiello, un altro grave tentativo di intimidazione ha colpito un portavoce del MoVimento 5 Stelle: due lettere minatorie contenenti proiettili sono state spedite da ignoti alla capogruppo del MoVimento 5 Stelle e vice presidente del consiglio regionale della Campania, Valeria Ciarambino. Il testo del messaggio era eloquente: “stai zitta, non parlare troppo”. E' vero, Valeria parla troppo, parla da 6 anni, parla da quando siede negli scranni dell'assise regionale ed è costantemente impegnata a tutelare il diritto alla salute dei cittadini e a difendere i principi della legalità e della trasparenza, denunciando in ogni sede abusi e irregolarità. La nostra Valeria si è fatta portavoce di ogni richiesta di aiuto, paladina dei diritti di tutti, sempre a difesa dei lavoratori, in una terra difficile e orgogliosa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), dove i cittadini, pur tra mille problemi, non sono certo avvezzi alla resa. Presidente, ho sentito forte la necessità che, anche da quest'Aula, occorresse fare arrivare ai cittadini campani un messaggio di sicurezza e di temperanza, e soprattutto alla nostra collega, l'amica Valeria, esprimere tutta la nostra solidarietà, perché, se un rappresentante delle istituzioni viene vilmente minacciato per aver difeso i sacrosanti diritti dei cittadini, compiendo il suo dovere di portavoce, le istituzioni, ad ogni livello, devono mostrarsi più forti e all'unisono affermare che i principi della legalità, dell'onestà e della democrazia in questo Paese non sono negoziabili (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), soprattutto in questo momento di grande sofferenza e con un Paese da ricostruire.

Non ci faremo intimidire, Presidente, nessuno ci zittirà, nessuna minaccia ci impedirà di operare sempre per il bene del nostro Paese e di essere megafono dei cittadini e portavoce delle loro istanze. Vai avanti con coraggio, Valeria, siamo tutti con te (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Claudio Borghi. Ne ha facoltà.

CLAUDIO BORGHI (LEGA). Grazie, Presidente. Domenica sera, dopo una lunga malattia, è venuto a mancare a Milano il cavaliere del lavoro Bruno Ermolli, che, per tramite dei suoi figli, mi onorava della sua amicizia. Penso che si tratti di una persona da cui molti, se non tutti, dovrebbero prendere esempio. Una persona che, quando nascevo, nel 1970, ha fondato una società di consulenza, la Sin&rgetica, e da allora ha sempre dato consigli, senza mai apparire in prima persona, sempre discreto, sempre un passo indietro, ma sempre ascoltato da tutti. Tanta gente che è passata in quest'Aula gli deve molto; tanta gente che in quest'Aula si presentava come frontman, in realtà aveva dietro dei saggi consigli di un uomo buono, di un uomo che amava l'arte, di un uomo d'altri tempi, di un uomo rinascimentale. Qualità che ormai stiamo costantemente dimenticando, ma, se dimentichiamo il senso di modestia, il senso della cultura, il vantaggio e la bellezza che la musica e l'arte ci danno, perdiamo tutto il nostro essere esseri umani e esseri italiani (Applausi). Ecco, Bruno Ermolli è stato un grande italiano, un grande milanese e, con queste poche parole, posso solo iniziare a raccontare le virtù di questa persona buona, modesta, sempre un passo indietro, sempre il numero due, ma in realtà più importante di tantissimi numeri uno (Applausi).

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Prima di dare lettura dell'ordine del giorno della seduta di venerdì 25 giugno, devo una risposta al collega Zucconi, che aveva sollevato perplessità sull'intesa tra i gruppi in ordine al rinvio della proposta di legge in materia di compenso delle prestazioni professionali. Dopo le necessarie verifiche, preciso che la richiesta di rinvio è stata avanzata dal presidente della Commissione giustizia, con lettera trasmessa in data odierna, in relazione ad una richiesta riformulata in tal senso proprio dal rappresentante del gruppo Fratelli d'Italia, su cui hanno convenuto tutti i gruppi.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 25 giugno 2021 - Ore 9,30:

1. Svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta termina alle 19,40.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 4 il deputato Morrone ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro.

nella votazione n. 9 la deputata Braga ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 9)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ris. Galizia e a. n. 6-191 465 429 36 215 411 18 68 Appr.
2 Nominale Ris. Lollobrigida e a. n. 6-192 pI 464 459 5 230 38 421 68 Resp.
3 Nominale Ris. Lollobrigida e a. n. 6-192 pII 458 453 5 227 35 418 68 Resp.
4 Nominale Ris. Lollobrigida e a. n 6-192 pIII 464 459 5 230 37 422 68 Resp.
5 Nominale Ris. Lollobrigida e a. n. 6-192 pIV 458 454 4 228 32 422 68 Resp.
6 Nominale Ris. Lollobrigida e a. n. 6-192 pV 457 449 8 225 32 417 68 Resp.
7 Nominale Ddl 2751-A - odg 9/1 337 333 4 167 21 312 73 Resp.
8 Nominale odg 9/2751-A/2 346 342 4 172 22 320 73 Resp.
9 Nominale Ddl 2751-A - voto finale 331 331 0 166 330 1 71 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.