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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 525 di mercoledì 16 giugno 2021

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

FRANCESCO SCOMA, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascari, Battelli, Brescia, Cancelleri, Casa, Cavandoli, Cenni, Cirielli, Comaroli, Covolo, Davide Crippa, Daga, Delmastro Delle Vedove, Fassino, Gregorio Fontana, Gallinella, Gebhard, Giachetti, Invernizzi, Lapia, Maggioni, Molinari, Mura, Perantoni, Rosato, Schullian e Tasso sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 94, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,35).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Filippo Sensi. Ne ha facoltà.

FILIPPO SENSI (PD). Grazie, Presidente. Prendo la parola sull'ordine dei lavori per ricordare all'Aula che, oggi, Patrick Zaki compirà per la seconda volta il suo compleanno in carcere, a Tora, in Egitto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), vittima di una violenza assurda, torturato quotidianamente dalla mancanza di sonno, costretto a dormire a terra, in condizioni che non possiamo nemmeno immaginare - nessuno di noi qui dentro -, accusato di niente, ripeto: di niente. Ostaggio di un gioco incomprensibile e crudele, impedito di tornare dalla sua famiglia e ai suoi studi a Bologna, che oggi lo festeggerà, nella speranza più forte di qualsiasi regime e nell'ostinazione a chiederlo libero.

Qualche settimana fa, il Senato unito, con l'astensione di Fratelli d'Italia, ha chiesto al Governo di muoversi per assicurare a Patrick la cittadinanza italiana; era presente in Aula anche la senatrice Liliana Segre, venuta per l'occasione a far sentire la sua storia e la sua vicinanza a Zaki. Una petizione online, Presidente, arrivata a quasi 300.000 firme, chiede da mesi la cittadinanza italiana per Zaki e ringrazio i firmatari per la loro tigna. Lo stesso fanno organizzazioni come Amnesty International, da sessant'anni dalla parte dei diritti.

Due mesi fa, oggi, il Governo italiano ha formalmente preso l'impegno a valutare le condizioni per conferire la cittadinanza italiana a Patrick, studente dell'Università di Bologna.

Sono passati due mesi, l'ennesimo rinvio farsa di 45 giorni di prolungamento della carcerazione, e - mi duole dirlo - troppo silenzio, anzi perfino una rivendicata strategia del silenzio, come a dire: “lasciateci lavorare”! E noi abbiamo fiducia nell'operato del nostro Governo, come è stato per la lunga attesa e la capacità diplomatica che ha portato ieri, finalmente - sono passati 9 anni -, alla sentenza della Corte indiana che ha archiviato e liberato definitivamente i nostri due marò, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, o come abbiamo visto in queste ore in Sudan, con un nostro imprenditore Marco Zennaro, uscito dall'incubo del carcere, anche se ancora costretto agli arresti domiciliari. Due casi molto diversi, che tuttavia dicono che l'Italia sa trovare la sua strada per essere rispettata come merita. Ma, Presidente, qui non c'è più tempo: sono 500 giorni che Zaki vive in condizioni inumane e non possiamo dire a lui e ai suoi familiari di aspettare e sperare, non possiamo più stare zitti e buoni, mendicando il capriccio dei suoi carcerieri. L'Egitto deve sapere che il giovane torturato nel carcere di Tora è un cittadino italiano, è parte di questa comunità, è un cittadino europeo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, MoVimento 5 Stelle, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Italia Viva) e che quello che viene fatto a lui viene fatto a ognuno di noi, se non bastasse la forza dei diritti umani e civili e di quei valori che sono il perimetro dell'Europa che vogliamo.

Presidente, non oso neanche pronunciare in quest'Aula, in questa occasione, il nome di Giulio Regeni, di quella violenza disumana, di quella catena di responsabilità e dei silenzi che solo oggi, forse, cominciano ad essere squarciati dalla lotta della sua famiglia e dal lavoro della procura di Roma per portare a processo i suoi boia.

Ancora ieri, sono venute dall'Egitto parole inaccettabili e oltraggiose per la memoria di Giulio, per la sua famiglia e per ognuno di noi.

Oggi, Patrick Zaki compie trent'anni in carcere, solo, malato, lontano dai suoi affetti, ma prossimo a noi tutti qui.

Per questo, le chiedo, Presidente - lo chiedo al gruppo e a nome del gruppo parlamentare al quale mi onoro di appartenere, lo chiedo ai deputati di tutti i gruppi e ai presidenti dei gruppi - di calendarizzare, il prima possibile, la mozione, a prima firma Lia Quartapelle Procopio, che chiede al Governo il conferimento della cittadinanza italiana per Patrick Zaki, per chiudere il cerchio aperto al Senato e per far sì che non sia il silenzio - no! - ma la voce dell'Italia e dell'Europa a chiedere: Patrick Zaki, cittadino italiano ed europeo, libero subito (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, MoVimento 5 Stelle, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Italia Viva)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sempre sull'ordine dei lavori il deputato Dario Bond. Ne ha facoltà.

DARIO BOND (FI). Presidente, per suo tramite, nel massimo rispetto dell'intervento di chi mi ha preceduto, esprimo grande sostegno a questa iniziativa. Ma l'argomento è diverso ed è legato alle crisi aziendali, alle attività produttive e alla situazione economica. Chiedo per suo tramite che il Ministro dello Sviluppo economico venga in Aula a relazionarci su una situazione di crisi o anche su paventate crisi che si stanno profilando nel nostro sistema economico. Stamattina ho letto di FCA-Stellantis ma c'è, ad esempio, anche il polo del bianco ItalComp, che doveva nascere tra Embraco e la Acc di Mel e che non nascerà più, o sembra che non nasca più. Allora, sarebbe utile che il nostro Ministro venisse in Aula a dirci com'è la situazione economica, quali sono gli indici di ripresa – che, ho sentito, sono anche positivi – e quali sono le crisi che attanagliano il nostro territorio e che hanno bisogno di un aiuto. Non possiamo vivere di parziali notizie, riprese sul giornale o nelle TV, quando ci sono lavoratori e famiglie monoreddito che sono in attesa di sapere che fine faranno e non solo hanno la crisi economica ma hanno anche il futuro non assicurato. Ecco, su queste considerazioni chiedo all'Aula, come chi mi ha preceduto, la massima attenzione e un ragionamento complessivo, unico e senza tante bandiere politiche, per capire che fine faranno migliaia di lavoratori

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il deputato Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (IV). Presidente, sull'ordine dei lavori. Anche noi appoggiamo la richiesta di calendarizzazione della mozione che chiede l'assegnazione della cittadinanza a Patrick Zaki, che compie appunto trent'anni. Concordo con il collega Sensi che c'è troppo silenzio sulla questione ed è importante ricordare che Patrick Zaki non è un cittadino italiano ma studiava in un ateneo italiano e adesso, sicuramente, noi non possiamo abbandonarlo nelle galere di uno Stato che continua a violare i diritti umani e continua a negare la verità sul caso di Giulio Regeni.

All'epoca, con il Governo Renzi è stata applicata la massima pressione diplomatica possibile sul Governo del Cairo e noi pensiamo che sia importante mantenere la pressione alta, sia nella ricerca di verità e giustizia sul caso Regeni sia, assolutamente, per non abbandonare Patrick Zaki al suo destino (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, Presidente. Sempre sull'ordine dei lavori, in ordine alla vicenda, alla drammatica vicenda di Patrick Zaki, per associarci alla proposta e alla richiesta del collega Sensi di calendarizzare il più rapidamente possibile la mozione per dare la cittadinanza italiana a questo ragazzo. Credo che questa vicenda sia intollerabile sotto ogni punto di vista ed è ancor più intollerabile perché segue il dramma dell'uccisione, della barbara uccisione di Giulio Regeni. Quindi, io credo che, da questo punto di vista, dal Parlamento italiano debba uscire una voce forte e chiara, ché non possiamo continuare ad accettare una violazione così palese dei diritti umani in Egitto (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il deputato Pettarin. Ne ha facoltà.

GUIDO GERMANO PETTARIN (CI). Grazie, Presidente. Sarò velocissimo per associarmi e associare il nostro gruppo di Coraggio Italia alle istanze che i colleghi hanno fatto, per poter portare al più presto possibile la vicenda di Patrick Zaki all'attenzione di questa Camera e di nuovo all'attenzione del Paese. Tengo però moltissimo a precisare che anche la vicenda Regeni, naturalmente, deve essere tenuta costantemente sotto attento controllo e sotto pressione. Ricordo che la procura del Cairo ieri si è macchiata di un'altra situazione, che non esito a definire imbarazzante, dicendo che non c'è alcun motivo per processare alcuno per la morte del ricercatore friulano, perché risulta che non si sappia chi si sia macchiato di questa orrenda vicenda. Credo che questo debba essere sempre e comunque evidenziato e messo sotto la luce dei riflettori, perché solamente con la nostra pressione riusciremo veramente ad avere verità e giustizia per Giulio Regeni e a riportare Patrick a casa (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sempre sull'ordine dei lavori, il deputato Federico. Ne ha facoltà.

ANTONIO FEDERICO (M5S). Grazie, Presidente. Giusto perché il dibattito di questa mattina, secondo me, è importante ed è importante riportarlo sempre in Parlamento. Nel nostro ruolo credo che sia importante anche aderire e sostenere la richiesta di calendarizzazione, perché la cittadinanza per Patrick Zaki è un gesto importante che viene e può venire da questo Parlamento e che può dare anche una risposta seria rispetto a una situazione che assolutamente non è accettabile e per la quale c'è bisogno anche di una soluzione veloce e immediata (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e Italia Viva)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Donzelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. Io ho ascoltato il dibattito e sinceramente resto perplesso sui ruoli che stiamo svolgendo in questo Parlamento. Siamo tutti convinti della necessità di un impegno importante da parte dell'Italia nella liberazione di Zaki e siamo tutti convinti dell'importanza del ruolo dell'Italia per la verità per Giulio Regeni. Quello che non comprendo è che normalmente, in questo caso, l'opposizione si dovrebbe alzare in Aula e dire: “Il Governo non fa abbastanza, serve una mozione parlamentare!” Così, per creare un po' di tensione sul caso e poi non riuscire a risolvere niente. Con un po' di irresponsabilità, ma con un po' di astuzia politica, a volte le opposizioni questo fanno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Oggi, invece, ci ritroviamo nella condizione in cui l'opposizione, con senso di responsabilità, ha offerto al Governo la propria disponibilità per collaborare e per arrivare alla liberazione di Zaki e alla verità su Regeni e la maggioranza, invece, chiede le mozioni per fare le scene contro un Governo che, invece, dovrebbe impegnarsi per risolvere il problema (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). C'è la volontà di risolvere il problema? Allora, chiedo alla maggioranza, con i canali propri, di adoperarsi per stimolare il Governo a fare di più perché, a quanto pare, il Governo non fa abbastanza; lo dice la maggioranza. Oppure, c'è la volontà di raccattare qualche voto su questo? Mi auguro di no, mi auguro che nessuno voglia, in una vicenda così delicata, pensare di raccogliere qualche voto con una mozione. C'è un problema serio, grave: l'Italia sta facendo abbastanza? Sì o no? Se non sta facendo abbastanza, compito della maggioranza è di fare di più e dell'opposizione, con responsabilità, di starvi vicino. Se, invece, l'Italia sta facendo abbastanza, non c'è bisogno di creare tensione internazionale con delle mozioni che rischiano di mettere in difficoltà il Governo nel lavoro - sufficiente o insufficiente, non spetta a me dirlo - che sta svolgendo.

Quindi, il mio appello: noi siamo pronti a discutere di tutto, anche delle mozioni, figuriamoci - anzi, se volete calendarizzarla, calendarizzatela, non abbiamo niente in contrario e ci esprimeremo con serenità - ma il mio appello è quello di essere responsabili su queste vicende, a non farci campagne politiche, ma a sostenere le istituzioni, la diplomazia e i nostri ambasciatori, per arrivare a delle soluzioni. Mi fa specie che a fare un appello di responsabilità sia l'unico partito d'opposizione, rispetto alla maggioranza che parla di mozioni e chiede maggiore impegno al Governo che sostiene (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Picchi, sempre sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

GUGLIELMO PICCHI (LEGA). Grazie, Presidente. Come Lega, sapete che guardiamo con attenzione a quello che sta avvenendo a Patrick Zaki; tutta la nostra solidarietà. Però, pensare di risolvere il problema di Zaki così come risolvere il problema di Giulio Regeni attraverso mozioni parlamentari è velleitario. Abbiamo un Governo in carica autorevole, supportato da una larga maggioranza parlamentare, e abbiamo tutti gli strumenti per poter risolvere la questione con i canali diplomatici. Quindi, la Lega c'è nel dare il sostegno e impegnare il Governo a fare tutto il possibile per dare giustizia a Zaki, per farlo uscire da quell'ingiusto processo in cui è coinvolto. Però, dobbiamo anche dire che esiste uno Stato sovrano, che è l'Egitto, che gestisce in autonomia i propri procedimenti giudiziari (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Noi dobbiamo fare chiarezza e sostenere tutta l'azione diplomatica, però non si può pensare che con una mozione parlamentare si risolva il problema. Dico di più: potrebbe essere anche controproducente per l'obiettivo che la mozione stessa si pone. Quindi, molta cautela: diamo sostegno al Governo e seguiamo la via diplomatica (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Grazie a lei, deputato Picchi. Ha chiesto di parlare il deputato Silli, se è sullo stesso argomento, per il suo gruppo ha parlato già il collega.

GIORGIO SILLI (CI). Non è sullo stesso argomento. No, semplicemente sull'ordine dei lavori per ribadire quello che sto dicendo da settimane a questa parte: noi siamo indietro - noi intendo come maggioranza, riferendomi al Governo - mesi e mesi e mesi con i decreti attuativi, signor Presidente, e fior di deputati non ricevono risposte alle interrogazioni che depositano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Va bene fare squadra ed avere una maggioranza così ampia, ma vi sono provvedimenti, approvati più di un anno fa, che ancora non sono fruibili dalle aziende perché non ci sono i decreti attuativi. La prego, signor Presidente, come ho pregato i suoi colleghi nelle scorse settimane, di intervenire, perché veramente la cosa sta diventando imbarazzante.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sempre sull'ordine dei lavori il deputato Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Per collegarmi a quanto detto dal collega che mi ha preceduto, devo sottolineare - lo farò molto spesso - che il problema sollevato dal collega è reale, perché agli atti ispettivi, che dovrebbero avere risposta dopo 14 giorni secondo il Regolamento, non abbiamo mai risposta. Ci sono interrogazioni che giacciono nei Ministeri da due anni, problemi che non sono stati risolti, problemi che meritano una risposta, quanto meno uno straccio di risposta, positiva o negativa. Succede anche che, nonostante il sollecito che diamo in Presidenza, e la Presidenza sollecita ovviamente il Governo, e risulta anche nel sito, i Ministeri se ne freghino altamente, anche quando c'è un preciso Regolamento.

Quindi, per il rispetto al ruolo di ogni singolo parlamentare, e non di una singola forza politica, ma di tutte le forze politiche, rivolgo un appello al Governo, che è qui presente e so che il sottosegretario è molto sensibile - si era attivata anche per una mia interrogazione e la ringrazio – però ci sono Ministeri che non hanno mai dato risposta a certe interrogazioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Intanto, la sottosegretaria Bergamini ha ascoltato i due ultimi interventi e, quindi, certamente, si farà parte diligente per sollecitare, come nei suoi compiti di istituto, il Consiglio dei Ministri, quindi ciascun Ministro, a provvedere a consegnare le risposte alle interrogazioni presentate dai deputati. Per quel che attiene, invece, la vicenda sviluppata poc'anzi, ricordo che i gruppi, attraverso i loro presidenti, hanno a disposizione lo strumento che calendarizza e ordina i nostri lavori per poter prevedere la discussione e la votazione della mozione che si sollecitava.

A questo punto, non essendo ancora decorso il termine di preavviso, anche se per pochi minuti, previsto per le votazioni con il procedimento elettronico, sospendiamo la seduta per 5 minuti. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 9,55, è ripresa alle 10.

Seguito della discussione della proposta di legge: S. 728 - D'iniziativa dei senatori: Vallardi ed altri: Norme per la valorizzazione delle piccole produzioni agroalimentari di origine locale (Approvata dal Senato) (A.C. 2115-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata dal Senato, n. 2115-A: Norme per la valorizzazione delle piccole produzioni agroalimentari di origine locale.

Ricordo che, nella seduta del 14 giugno, si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore e la rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 2115-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge e delle proposte emendative presentate.

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione. In particolare, tale ultimo parere reca due condizioni, formulate ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, che sono in distribuzione e saranno poste in votazione a norma dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 2115-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sugli emendamenti riferiti a tale articolo: si tratta degli emendamenti 1.4 Ciaburro e 1.50 Manzato. Si dovrebbe alzare in piedi, per cortesia.

GIANPAOLO CASSESE, Relatore. Sull'emendamento 1.4 Ciaburro, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “nel rispetto ed in compatibilità con i controlli di natura igienico-sanitaria condotti dalle ASL e delle disposizioni normative vigenti in materia”. Sull'emendamento 1.50 Manzato, parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo? Chiedo scusa, deputati… deputato Occhiuto, deputato Valentini. Sottosegretaria Bergamini, dovrebbe dare il parere del Governo sugli emendamenti a seguito del parere espresso dal relatore.

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Mi scuso, Presidente. Il parere è conforme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.4 Ciaburro, così come riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.50 Manzato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 2115-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative. Nessuno chiedendo di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 4).

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 2115-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative. Nessuno chiedendo di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 5).

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 2115-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GIANPAOLO CASSESE, Relatore. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 4.50 Manzato, nonché sull'emendamento 4.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

PRESIDENTE. Il Governo?

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Il parere è conforme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.50 Manzato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 8).

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 2115-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GIANPAOLO CASSESE, Relatore. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 5.50 Manzato.

PRESIDENTE. Il Governo?

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il parere è conforme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.50 Manzato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 9).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 10).

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 2115-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 11).

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 2115-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 12).

(Esame dell'articolo 8 - A.C. 2115-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GIANPAOLO CASSESE, Relatore. Sull'emendamento 8.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.200 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 14).

(Esame dell'articolo 9 - A.C. 2115-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 15).

(Esame dell'articolo 10 - A.C. 2115-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 16).

(Esame dell'articolo 11 - A.C. 2115-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 17).

(Esame dell'articolo 12 - A.C. 2115-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 18).

(Esame dell'articolo 13 - A.C. 2115-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GIANPAOLO CASSESE, Relatore. Sull'emendamento 13.100 della Commissione il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Il parere è conforme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.100 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 20).

(Esame dell'articolo 14 - A.C. 2115-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 21).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2115-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Il deputato Mollicone ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2115-A/3.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Soltanto per accennare al tema - so che il Governo è sensibile ad esso - che è quello dell'innovazione nell'agricoltura, nella filiera dell'agricoltura, anche alla luce della transizione ecologica prevista dal PNRR. Soltanto poche parole per non rallentare l'ordine dei lavori e, appunto, per auspicare che possa essere accolto.

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo, la sottosegretaria Bergamini, ad esprimere i pareri.

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Sugli ordini del giorno n. 9/2115-A/1 Caretta, n. 9/2115-A/2 Ciaburro, n. 9/2115-A/3 Mollicone e n. 9/2115-A/4 Mantovani il parere favorevole.

PRESIDENTE. Prendo atto che nessuno insiste per la votazione del proprio ordine del giorno.

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2115-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Antonio Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE-PSI). Grazie, Presidente. Il tema di cui si tratta in questo provvedimento è, naturalmente, di particolare importanza, di grande interesse ed evidenzia quanto sia rilevante l'apporto dell'economia rurale per il nostro Paese. Il marchio delle piccole produzioni locali, previsto in questo atto, rappresenta un'importante operazione che riguarda, da una parte, la qualificazione delle piccole produzioni e, quindi, dei piccoli imprenditori agricoli e, dall'altra, l'introduzione di alcune facilitazioni burocratiche per le piccole aziende. Quindi, parliamo di produzioni locali che saranno commercializzate nella provincia e nei territori immediatamente adiacenti. Tutto questo di certo costituisce un importante e valido argine, un freno, vorrei dire, al problema dello spopolamento delle aree interne che riguarda, ahimè, anche il mio territorio di provenienza, la Capitanata. Inoltre, favorisce e incoraggia il rilancio delle micro-filiere territoriali e non solo, perché anche per la manutenzione del territorio è la principale arma di contrasto al famigerato e temuto dissesto idrogeologico.

Io vorrei ricordare a me stesso che le imprese agricole ed agroalimentari - e vorrei aggiungere en passant anche gli allevatori, che a questo mondo sono strettamente collegati -, soprattutto quelle di dimensioni minori, sono ubicate nelle zone più svantaggiate e più marginali del nostro Paese, come, ad esempio, quelle zone montane di cui tanto si parla e su cui c'è tanta attenzione ma deve tradursi in atti pratici. Queste aziende vedono nel prodotto tipico locale la possibilità di ritagliarsi uno spazio davvero importante…

PRESIDENTE. Concluda.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE-PSI). …perché altrimenti questi marchi - e concludo, Presidente - verrebbero troppo facilmente aggrediti dalle grandi aziende.

Non vorrei tralasciare, in conclusione, Presidente, l'elemento importante del turismo, che guarda con molto interesse alle piccole produzioni alimentari tipiche di grande qualità.

PRESIDENTE. La ringrazio…

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE-PSI). Finisco, Presidente, annunciando il voto favorevole della componente MAIE-PSI.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Renzo Tondo. Ne ha facoltà.

RENZO TONDO (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, Presidente. Il gruppo Noi con l'Italia-USEI ha votato a favore su tutti gli articoli ma si asterrà sul provvedimento. Si asterrà per un ragionamento fondamentale, perché questa proposta di legge, che fra poco sarà legge, non prevede alcun finanziamento. Noi riteniamo che il mondo dei piccoli produttori sia un mondo codificato in termini di spontaneità, di autoregolamentazione, di assoluta libertà di produrre. Chi, come me, conosce molti dei produttori - penso a chi fa il Formadi Frant, a chi fa il FigoMoro, a chi fa la Cipolla Rossa, a chi fa il formaggio salato, a chi fa lo Slivovitz, a chi fa la Rosa di Gorizia, a chi fa la Blave di Mortean - sa che sono tutti piccoli produttori rispetto ai quali la codificazione comportamentale non serve assolutamente a nulla. Se noi non prevediamo, in una legge come questa, almeno un minimo di finanziamento, che sia una start up per creare una rete di relazioni o per creare un database di questi elementi, io credo che sia una legge che non dia i risultati che auspichiamo.

Per cui, pur riconoscendo che la Commissione ha fatto un buon lavoro e pur riconoscendo che l'obiettivo è importante, ribadiamo che una legge che non prevede finanziamenti è una mezza legge. Rischia di restare un elemento di bandiera e di non dare ai piccoli produttori quella necessità di sostegno di cui hanno sostanzialmente bisogno e, invece, rischia di irreggimentare ancora una produttività che è basata sulla spontaneità e sulla libera attività economica (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Federico Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, Presidente. Signora sottosegretaria, approviamo, a poca distanza dal passaggio in Aula del provvedimento sull'agricoltura contadina, un provvedimento che, a nostro giudizio, integra quell'impostazione e che va nella stessa direzione, cioè quella di sostenere, aiutare, facilitare e deburocratizzare il più possibile le attività di un'agricoltura minore. Minore ma non nei numeri, che vorrei citare per dare il quadro entro cui noi ci muoviamo. Nel 2015, le imprese agricole operanti sul nostro territorio, nel territorio nazionale, erano 1.471.185. Ebbene, il 92,9 per cento di esse, cioè 1.366.000, avevano manodopera familiare o, comunque, manodopera familiare prevalente. È a questo mondo che questa PDL si propone di parlare, di interloquire, cioè quello di chi vive con piccole economie e, spesso, accanto alle produzioni che poi vanno direttamente sul mercato attraverso altri canali, vive utilizzando anche i canali di vendita diretta. Da questo punto di vista la definizione di piccole produzioni locali, che è nel comma 2 dell'articolo 1, mette proprio in evidenza come sia necessario provare, nel rispetto dei princìpi di salubrità, localizzazione, limitatezza e specificità, ad aiutare sia la trasformazione di questi prodotti sia la loro commercializzazione.

Questo è un tema che può in apparenza risultare marginale ma i numeri che ho letto prima indicano con chiarezza che stiamo parlando alla parte più consistente, in realtà, del mondo dell'agricoltura e anche - vorrei sottolinearlo - a quello che spesso noi promuoviamo all'estero, cioè il made in Italy. Soprattutto, attraverso queste piccole produzioni si salvaguardano pezzi di tradizione, pezzi di storia ma anche la biodiversità. In molti casi, sono operatori, imprenditori e contadini che salvano importanti pezzi della nostra tradizione, che la valorizzano, che diventano a loro volta, attraverso questa produzione, dei fattori attrattivi di un comparto molto più ampio che si chiama “agroalimentare” o, meglio, “enogastronomia”. Detto in altri termini, sono pezzi importanti di un tassello che fa dell'Italia una delle mete turistiche più importanti al mondo, certamente per il nostro patrimonio culturale e artistico ma anche - ce lo dicono le statistiche - per la nostra tradizione enogastronomica. Questo pezzo di mondo, proprio quello delle piccole produzioni locali, è assolutamente fondamentale. Se non ci fossero loro - proviamo a immaginare un'agricoltura senza le piccole produzioni locali o, comunque, senza questa attività di vendita che, come ricordava prima qualche collega, significa produzioni di nicchia, veramente di poche centinaia o di poche migliaia di pezzi - noi avremmo un'agricoltura totalmente in mano alla grande dimensione e soprattutto un agroalimentare, di fatto, in mano solamente ai grandi gruppi multinazionali.

Pertanto, aiutare ed incentivare questo tipo di produzioni è assolutamente fondamentale, anche in un'altra logica che voglio sottolineare. Noi spesso tendiamo a parlare delle problematiche delle aree interne, se vogliamo provare a lottare contro lo spopolamento, se vogliamo provare ad intervenire contro un fenomeno che ha caratterizzato e caratterizza la nostra agricoltura nazionale, cioè quello dell'invecchiamento, riuscire a costruire piccole filiere locali e valorizzare i prodotti locali significherebbe andare nella direzione di contrastare questi fenomeni e aiuterebbe nel concreto, da un punto di vista economico, questi territori. È vero, ed è un punto sicuramente critico, lasciatemi dire due parole su questo, e lo dico al Governo se ha la bontà di ascoltarmi …mi fermo…

PRESIDENTE. Deputato Mollicone! Prego prosegua.

FEDERICO FORNARO (LEU). Chiedo scusa, la sottosegretaria Bergamini è sempre molto attenta, però questo è un punto che, credo, riguardi tutti. Non è possibile che le proposte di legge di iniziativa parlamentare se vogliono andare in Aula, nei fatti, devono avere una norma che preveda la invarianza finanziaria, cioè la spesa uguale a zero. Per me questo è inaccettabile! Non è accettabile che all'interno dei Ministeri - oggi parliamo di agricoltura ma vale per qualsiasi altro Ministero - con bilanci da miliardi, non si trovino le risorse per sostenere questi provvedimenti. Non so se all'interno della legge di bilancio o all'interno dei bilanci dei Ministeri occorra creare un piccolo fondo, un fondo proprio per le iniziative di carattere parlamentare. Lo dico anche al Presidente Rampelli, ma questa è una questione che, a mio avviso, va trasmessa anche alla Presidenza. Questa è una tendenza, che noi vediamo su diverse leggi, che dà l'impressione, alla fine, di interventi parlamentari sterili: vanno bene le idee, vanno bene le normative, ma, alla fine, c'è necessità di sostegni economici ed è per questo che mi sono anche permesso di chiedere l'attenzione della sottosegretaria.

Credo sia fondamentale che a valle di queste iniziative, a valle dell'agricoltura contadina, a valle di questo provvedimento, ci sia una conseguenza nelle scelte che i Ministeri faranno in sede di legge di bilancio. Bisogna che queste leggi, una volta approvate dal Parlamento, abbiano poi un fondo dedicato; le dimensioni del fondo ovviamente saranno da valutare sulla base delle disponibilità, però se noi non vogliamo produrre un elemento di carattere… (se adesso fate anche le riunioni dietro però) …Presidente…

PRESIDENTE. Guardi ci sono letteralmente folate improvvise perché tendenzialmente c'è stato silenzio, per questo non ho interrotto, poi improvvisamente c'è qualche capannello che si accende. Le chiedo scusa, prego prosegua. Deputati, intanto siete pregati di non dare le spalle alla Presidenza!

FEDERICO FORNARO (LEU). Mi sono permesso perché questo è un tema che riguarda davvero tutti: oggi è relativo a un provvedimento in materia di agricoltura, ma andando avanti tutte le leggi di iniziativa parlamentare hanno questo elemento. Noi abbiamo approvato diversi emendamenti - non so se i colleghi hanno posto l'accento su questo - che prevedevano “senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica”, addirittura abbiamo cambiato l'articolo 13, sostituendo la rubrica con “clausola di invarianza finanziaria”. Sarebbe un segnale importante da parte del Governo se, prima della legge di bilancio, si facesse un censimento delle leggi di iniziativa parlamentare e si desse conseguenza logica, cioè si mettessero a disposizione fondi per poter dar gambe a queste proposte.

Per questi ragionamenti, per queste riflessioni che abbiamo fatto, condividendo lo spirito di questo provvedimento, voteremo a favore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Matteo Dall'Osso. Ne ha facoltà.

MATTEO DALL'OSSO (CI). Grazie Presidente, esprimo il voto favorevole del gruppo di Coraggio Italia. Si tratta di valorizzare e promuovere le piccole produzioni locali italiane, favorendo gli imprenditori che possono vendere i prodotti alimentari primari di origine animale e vegetale. L'importante è che questi prodotti siano riconoscibili attraverso specifiche indicazioni sull'etichetta. L'Italia ha bisogno che queste realtà abbiano voce: i contadini, gli allevatori sono sentinelle del territorio, sono coloro che portano avanti il bene primario per il benessere di tutti. La realtà italiana è fatta di identità e il cibo rappresenta il valore aggiunto proprio per la specificità di cui l'Italia è protagonista. Il turismo italiano ha un grande valore anche per questo: chi viene in Italia viene anche per il cibo. Avendo vissuto all'estero, garantisco che si sente proprio il bisogno di cibo italiano, delle piccole produzioni locali: quanto mi mancava.

Voglio ringraziare chi per 365 giorni l'anno - e mi riferisco agli allevatori - sono sul luogo di lavoro che spesso, alla fine, coincide con il loro luogo di residenza (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia). Questa proposta di legge riesce a sintetizzare un aspetto fondamentale delle necessità di cui l'Italia ha bisogno, per dare forza a coloro che oggi ne hanno bisogno e che rappresentano una realtà. Coraggio Italia (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Maria Chiara Gadda. Ne ha facoltà.

MARIA CHIARA GADDA (IV). Grazie Presidente, attorno al cibo si sta declinando il dibattito pubblico ormai da tempo nel nostro Paese perché le sfide del nostro tempo intercettano il mondo dell'agricoltura insieme alle sue fragilità e alle sue opportunità. La pandemia ha messo in luce, da un lato, le potenzialità del nostro sistema agricolo, della pesca, dell'acquacoltura, del nostro sistema produttivo ma, dall'altro, ha messo in luce le numerose fragilità, i numerosi divari.

Noi oggi, in quest'Aula, a partire dallo spunto, dalla provocazione di questa proposta di legge, insieme ad altre che abbiamo già approvato o che sono attualmente in discussione in Parlamento, dovremmo aprire una riflessione rispetto al tipo di agricoltura di cui abbiamo bisogno nel nostro Paese, a quali modelli fare riferimento. E questa valutazione non può che partire da un'analisi di quello che è già il nostro Paese, in termini di posizionamento sul mercato e in termini di caratteristiche orografiche. Dico ciò perché la nostra agricoltura, il nostro made in Italy, i nostri prodotti, che sono noti in tutto il mondo, provengono da diversi modelli di agricoltura: dall'agricoltura convenzionale, così come dall'agricoltura biologica di cui l'Italia è il secondo produttore al mondo; un secondo produttore al mondo rispetto a produzioni di qualità. E questa qualità è declinata attraverso la qualità delle nostre materie prime ma, come abbiamo detto più volte in quest'Aula, anche attraverso la nostra capacità di trasformarle. In questo momento non credo sia utile ai nostri produttori, al nostro Paese e alla competitività del nostro Paese contrapporre modelli di agricoltura.

Sicuramente, per competere a livello internazionale, ma anche per dare soddisfazione alla richiesta interna di alimenti, di cibo e di tutto il nostro patrimonio agroalimentare, abbiamo bisogno anche di grandi produzioni, di quell'agricoltura dei grandi quantitativi che caratterizza grandi aree del nostro Paese; pensiamo per esempio alle produzioni che ci sono nella pianura padana, che è il territorio da cui peraltro provengo. Però abbiamo anche l'immagine di un'altra Italia, che è quella caratterizzata dal 75 per cento del nostro territorio, di terreno collinare, di terreno montuoso, che ha delle caratteristiche molto diverse, ad esempio, da quelle che ho citato della pianura padana. E questi territori - lo abbiamo visto con la pandemia - non sono soltanto a rischio di abbandono, sono a rischio di abbandono da parte delle persone, perché mancano i servizi, e delle imprese, che in questi anni hanno costruito anche quei territori, facendo manutenzione, facendo muretti a secco, creando anche la bellezza, per cui noi siamo noti nel mondo. Quindi, quando si parla di cibo, qualsiasi valutazione è strettamente connessa nel nostro Paese all'impatto culturale, tradizionale, all'impatto addirittura sul paesaggio che i diversi metodi di coltivazione e di trasformazione hanno rappresentato nei secoli nel nostro Paese e che sono di fatto la nostra storia. Quindi, oggi, parlare di piccole produzioni locali vuol dire prestare attenzione a quelle aree del Paese che, con diversi metodi di produzione - ribadisco che credo che oggi non sia utile e non giovi a nessuno fare delle contrapposizioni tra metodi diversi di produzione, per esempio tra quello convenzionale e quello biologico -, attraverso le piccole produzioni locali, possono trovare una nuova declinazione con riguardo a territori a rischio di abbandono. Si tratta di piccole tradizioni locali che riguardano davvero l'essenza, il mantenimento della biodiversità e addirittura di tecniche di lavorazione antiche, che di fatto hanno consentito alle nostre produzioni agroalimentari di trovare nel mondo la loro specificità. Quindi, credo che questa proposta di legge abbia il pregio in quest'Aula di inserire un faro, di portare l'attenzione appunto su tutti quei territori, che sono una grande parte delle aree del nostro Paese, che possono trovare nelle piccole produzioni una nuova declinazione, che peraltro aiuta tutti noi ad intercettare le sfide di questo tempo. Sappiamo bene, infatti, che il mondo agricolo, più di altri settori produttivi, è soggetto ai drammatici effetti dei cambiamenti climatici, alla diffusione di fitopatie, di malattie, a siccità e alluvioni, che sono sempre oggetto di discussione in quest'Aula, anche rispetto alle richieste di risarcimento danni o rispetto ad eventi climatici che sono sempre più aggressivi e sempre più presenti.

Riguardo al tema della scarsa manutenzione dei territori, noi osserviamo in questi anni la diminuzione della superficie agricola utilizzata nel nostro Paese e questo non porta al benessere, né dal punto di vista economico o da quello della conservazione e della tutela dei nostri territori, né dal punto di vista della sicurezza stessa e della manutenzione del territorio. Laddove c'è una produzione agricola, c'è un muretto a secco, c'è un bosco che viene utilizzato, che viene governato e che non viene destinato all'abbandono, c'è manutenzione ma c'è anche bellezza. Quindi, da questa proposta di legge, credo che noi abbiamo il dovere di partire e aprire davvero una discussione seria sulla vocazione che il nostro Paese ha e deve continuare ad avere in ambito agricolo. Certo è che - e questo lo dico soprattutto al Governo - non credo giovi alla discussione di quest'Aula, ma soprattutto agli effetti che queste proposte di legge hanno nel momento in cui vengono approvate, l'eccessiva frammentazione, perché spesso ci siamo trovati a votare e a discutere in quest'Aula proposte che parlavano di chilometro zero, di filiera corta, di piccole produzioni locali e di agricoltura contadina. Ecco, io credo che insieme dovremmo però trovare una modalità che possa andare verso un'organicità di questi strumenti: proprio perché sono importanti, noi dobbiamo dare al Paese un messaggio anche di coerenza nell'impianto normativo, perché tutte queste proposte di legge, che ultimamente abbiamo approvato, vanno sicuramente nella direzione giusta del riconoscimento di quello che sono, non soltanto la nostra storia e la nostra tradizione, ma anche e soprattutto il futuro e l'identità delle nostre comunità locali.

Però questa organicità è, quanto mai, necessaria, se vogliamo garantire che queste stesse produzioni possono andare - ad esempio, riconoscendo anche le piccole specificità - verso un'aggregazione di prodotto e di produttori, o normative che abbiano nel loro impianto una coerenza, un messaggio, che appunto faccia convivere e condividere diversi modelli di agricoltura nel nostro Paese. Quando osserviamo i nostri territori, noi dobbiamo essere sempre molto consapevoli che il nostro sistema agricolo della pesca e dell'acquacoltura è molto diverso - e questo credo sia un vantaggio - rispetto ad altri sistemi, che ad esempio ci sono a livello comunitario, che hanno produzioni più standardizzate e che hanno territori molto diversi dal nostro anche per questioni climatiche. Non è un caso - come dicevo prima - che alcune tipologie di produzione, per esempio quella biologica, siano così preponderanti nel nostro Paese in termini numerici di presenza sul mercato, perché il nostro Paese ha le condizioni climatiche adatte per quel tipo di produzione; non c'è un metodo di produzione agricolo adatto per ogni stagione e per ogni territorio e questo credo sia anche la bellezza, la biodiversità e la caratteristica del nostro sistema.

E poi vorrei toccare un altro punto, che è presente in questa proposta di legge, così come in molte altre che abbiamo approvato: c'è sicuramente il tema del rapporto con il cittadino, del rapporto con il consumatore - oggi il cittadino chiede trasparenza, chiede di poter toccare con mano, osservare e conoscere la storia dei prodotti -, quindi il tema dell'etichettatura, dei loghi, che possano dare garanzie appunto di tracciabilità, di riconoscibilità e di trasparenza è un elemento importante che dobbiamo porre. Però, anche da questo punto di vista, credo che non dobbiamo rinunciare a un altro aspetto perché quando i prodotti contengono tante informazioni sull'origine, sulle caratteristiche igienico-sanitarie, sulle date di scadenza, sulla storia stessa del prodotto - tutte indicazioni importanti, che oggi i consumatori vogliono conoscere e devono conoscere - l'aspetto informativo, l'aspetto culturale ed educativo non possono essere abbassati, perché un eccesso di informazione rischia poi al consumatore di non dare nessuna informazione. Da questo punto di vista, credo che, anche il tema dell'etichettatura e dei tanti loghi - quello che ci apprestiamo ad approvare ovviamente è un logo volontario -, debba essere sempre accompagnato da una valutazione che possa davvero far conoscere…

PRESIDENTE. Concluda. Ha esaurito il tempo a sua disposizione.

MARIA CHIARA GADDA (IV). … al consumatore tutte le informazioni necessarie. Quindi, con queste considerazioni, auspico che si possano, anche nel lavoro al Senato, fare ulteriori passaggi e confermo il voto favorevole del gruppo di Italia Viva (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente, onorevoli colleghi, sottosegretario. Questa proposta di legge costituisce una preziosa opportunità per fornire nuovi fonti d'entrata reddituale per gli operatori agricoli nazionali, ma anche per stimolare a recuperare quelle piccole produzioni agroalimentari locali, che in qualche modo magari sono state abbandonate, proprio perché troppo piccole, proprio perché in territori definiti “svantaggiati”, ma che a me piace non chiamare svantaggiati, proprio perché sono svantaggiati per quello che riguarda i servizi e forse per l'abbandono da parte dello Stato, con vari, svariati e smisurati tagli, ma in realtà sono molto vantaggiosi e ricchi, se consideriamo il legno, l'acqua, il paesaggio. Quindi hanno tanti vantaggi ma oggi, per viverli, son diventati svantaggiati, proprio per quello che invece lo Stato non ha saputo fare rispetto a un'attenzione a delle esigenze e delle caratteristiche di quei territori.

Non ultimo, vi è il tema della tutela, anche di tutto il territorio, perché nel momento in cui i cittadini spopolano queste terre per cercare aree dove ci sono più servizi e dove quindi la vita è sicuramente più agevole e facile, certamente, abbandonando queste terre, si crea anche un sentimento di abbandono in termini di attenzione verso quel fenomeno - che poi riscontriamo - dato dai dissesti idrogeologici, che genera costi che è tutta la comunità a pagare, a cominciare dai cittadini.

Quindi, pensiamo che questa proposta di legge dia sicuramente attenzione, offra una possibilità e uno strumento per andare a recuperare le nostre tradizioni, la nostra cultura, la nostra identità, che nasce proprio da quella terra, proprio da quella piccola coltivazione, proprio da quel piccolo allevamento. È un'occasione anche, semplificando e sburocratizzando, di trasformare quelle materie prime, all'interno di quell'azienda che opera su quel territorio, e di poterle anche commercializzare. Quindi, si apre una finestra importante per queste produzioni, ma certamente non possiamo dimenticarci del quadro in cui opera questa legge. Diceva bene l'onorevole Gadda, quando ricordava l'importanza di essere organici rispetto a queste tematiche. Credo che la Commissione Agricoltura - e soprattutto Fratelli d'Italia - abbia sempre dimostrato, quando ci sono provvedimenti utili agli italiani e alla nostra Nazione, di essere sempre favorevole, portando anche quei giusti correttivi, che riteniamo possano migliorare e rendere più utili ed efficaci le leggi e le norme che andiamo ad approvare in quest'Aula.

Però, signori, dobbiamo anche ricordarci che questa organicità non ce l'abbiamo, soprattutto rispetto agli occhi che chiudiamo - o qualcuno di noi chiude - sul fenomeno della fauna selvatica. Infatti, se noi non riusciamo a mettere mano alla gestione di questo fenomeno, non c'è agricoltura che tenga, non c'è allevamento che tenga (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché tutto quello che si produce e che l'uomo può cercare di mettere in campo, da una parte, se lo mangia il cinghiale e, dall'altra parte, se lo mangia il lupo. Quindi, nel non voler affrontare questo problema, noi possiamo fare tantissimi provvedimenti di questa natura, ma non mettiamo nelle condizioni questi provvedimenti e gli uomini che li devono applicare di renderli davvero concreti. Quindi, il diavolo è nei dettagli, come fin troppo abbiamo visto nel corso di questa legislatura. Soprattutto rispetto a questo tema, le produzioni locali, lo strumento che andiamo ad approvare oggi vede certamente Fratelli d'Italia favorevole, così come è stato anche al Senato, proprio perché si dà uno strumento importante. Anche alla Camera è stato un tema affrontato in modo molto aperto e anche attento alle istanze, istanze che ognuno di noi all'interno della Commissione ha potuto apportare, con un dialogo sempre costruttivo, finalizzato a migliorare il testo.

Certamente, il problema dell'invarianza finanziaria è un problema, perché qualsiasi cosa si possa mettere in campo, senza le risorse economiche rischia di non partire. Così come c'è un'altra criticità, per cui chiedo anche al sottosegretario - per il suo tramite, Presidente - di verificare tutta quella burocrazia legata ai decreti attuativi, che poi rischiano, nonostante le approvazioni delle leggi, di congelare, ingessare e bloccare tutte quelle proposte che di fatto sono state approvate, ma che poi, nei tempi della realizzazione, senza quei decreti sono assolutamente inutili. Così come diceva il collega Deidda, rispetto a tutte le nostre interrogazioni e gli atti ispettivi, che sono finalizzati a fare attenzione su una tematica o su un problema nell'interesse dei nostri cittadini e della nostra Nazione, se poi rimangono fermi, nonostante il Regolamento dia indicazione di risposta entro i 14 giorni, restano assolutamente inutili; così, anche l'attività che viene svolta non offre quelle risposte che possono servire ai nostri cittadini, anche in tempi rapidi (spesso, infatti, le problematiche vanno affrontate subito perché dopo 180 giorni o dopo due anni, probabilmente, sono già assolutamente superate).

Quindi, per tutti questi motivi, non posso che dichiarare il voto favorevole di Fratelli d'Italia a questo testo, ma la nostra più grande contrarietà, la nostra incrollabile opposizione a qualunque assalto da parte delle burocrazie europee nei confronti del nostro cibo, della nostra tradizione, della nostra cultura, della nostra identità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché noi siamo la nostra terra e ciò che la nostra terra produce non è altro che la nostra terra e la nostra identità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Nevi . Ne ha facoltà.

RAFFAELE NEVI (FI). Grazie Presidente. Signor sottosegretario Bergamini, che è sempre molto attenta e segue i lavori dell'Aula - purtroppo da sola, però in modo molto attento e competente -, noi di Forza Italia voteremo a favore di questa legge e proverò a spiegare il perché. Questa legge va nella direzione che noi pensiamo sia quella giusta per l'agricoltura italiana. La nostra visione del comparto primario del nostro Paese è nota, perché più volte abbiamo sottolineato qual è la nostra impostazione, ma è bene farlo anche in occasione dell'approvazione di questa legge. Infatti, io penso che ci sia ancora molto bisogno di parlare di agricoltura, del settore primario e di come organizzare al meglio le normative, gli atti e le misure governative per valorizzare questo settore, per cercare di farlo sviluppare e per far sì che questo settore sia visto con occhi diversi rispetto al passato.

Io auspicherei che si abolisse anche la parola “contadini”. Per noi, questi eroi che tutti i giorni, andando contro alle avversità anche climatiche, si battono per fornire cibo ai nostri concittadini, sono imprenditori (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e sempre di più devono essere valorizzati, al pari di tutti gli imprenditori! Ho sentito anche i colleghi del nuovo gruppo Coraggio Italia, che chiamano contadini questi che invece per noi sono imprenditori. È un lessico che appartiene alla sinistra e abbiamo impiegato anni per cercare di far capire che per noi, invece, la cosa è diversa: questi sono da noi considerati imprenditori. Anzi, sono imprenditori molto bravi, perché al rischio tradizionale di impresa aggiungono anche il rischio dovuto al “Padreterno”, come si dice dalle parti mie, cioè le avversità climatiche, a cui si sono aggiunti anche i danni provocati dalla fauna selvatica incontrollata (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Per questo, torniamo a chiedere un intervento importante e finalmente risolutivo, per cercare di mettere nelle condizioni le regioni di contrastare al meglio questo fenomeno, che sta veramente minando soprattutto i piccoli imprenditori e chi ha delle piccole produzioni. Infatti, poi, se arriva un cinghiale o piuttosto un lupo e sbrana un animale, di due che ne hai, è chiaro che ti abbatte il 50 per cento della tua produzione; se invece ciò avviene in un allevamento dove ci sono migliaia di capi, è chiaro che questo ha un impatto diverso. Qui torniamo a chiedere un impegno da parte del Governo e speriamo che il sottosegretario si faccia carico di riportarlo all'attenzione del Ministro dell'Agricoltura.

Ma noi votiamo a favore di questa legge per un altro motivo ancora, cioè perché va nella direzione di incentivare gli imprenditori, non solo a produrre prodotti di qualità, ma anche a trasformarli e quindi ad accorciare la catena - che è la causa di abbassamento del reddito -, cercando di arrivare direttamente al consumatore, valorizzando i propri prodotti con quella maestria e capacità che è tipica italiana. Noi abbiamo un Paese in cui a ogni chilometro c'è un grande imprenditore che, anche magari per piccole quantità, fa prodotti magnifici, che i turisti assaggiano quando vanno a visitare le nostre campagne, le nostre colline e anche i bellissimi litorali del nostro Paese. Su questo noi ci troviamo al 100 per cento, perché pensiamo che l'agricoltura italiana debba accorciare la filiera.

L'abbiamo detto e ripetuto: sui grandi temi, dai cereali - vedo qui, davanti a me, l'onorevole Spena, che si è battuta su questo - fino ad arrivare anche ai prodotti ittici. Abbiamo discusso, stiamo discutendo - la settimana prossima sarà discusso in Aula - un disegno di legge in questo senso.

Il tema è accorciare la filiera per aumentare il reddito degli agricoltori che producono e dobbiamo spingerli a produrre prodotti di qualità, ma senza abbassare il livello delle garanzie rispetto alla sicurezza alimentare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Su questo siamo i primi al mondo e lo dobbiamo essere per quanto riguarda le grandi aziende di trasformazione e anche per quanto riguarda i piccoli imprenditori che producono il miele piuttosto che la carne piuttosto che ortaggi e così via. Al riguardo, penso sia importante valorizzare (ed è contenuto nel testo) il ruolo per esempio dei mattatoi.

Il mattatoio, spesso troppo demonizzato, è un luogo ove si garantisce la sicurezza alimentare, perché c'è un veterinario della ASL dedicato ed è lì che poi la filiera agricola e la filiera industriale si intersecano virtuosamente. Anche su questo, penso ci sarà da fare una riflessione: non lo abbiamo potuto inserire in questa proposta di legge, ma la rete dei mattatoi si sta impoverendo. Qui si fa riferimento ai mattatoi provinciali: magari ce ne fosse uno per provincia. Purtroppo, stanno chiudendo molti mattatoi e questa sicuramente non è una cosa positiva; quindi, su questo Forza Italia si impegnerà perché riteniamo importanti anche i piccoli mattatoi come presidio, per la lavorazione della carne, di sicurezza alimentare, di qualità del cibo che poi viene somministrato e arriva sulle nostre tavole. Troppo spesso, ci sono pratiche abusive per cui il produttore vende direttamente al consumatore senza passare per il mattatoio, quindi senza avere quelle garanzie igienico-sanitarie assolutamente fondamentali che attengono alla sicurezza sanitaria dei nostri prodotti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Per questo, siamo molto felici di questo provvedimento.

Un'altra cosa importante è l'etichettatura e mi soffermo un minuto anche qui per chiarire bene la nostra posizione. Noi siamo da sempre a favore della trasparenza nell'etichetta, cioè la gente deve sapere ciò che mangia e da dove viene ciò che mangia, ma questo non può di per sé essere associato ad un criterio di qualità e dire che tutto ciò che non viene da lì fa schifo, per dirla in modo grezzo e brutale. No, noi riteniamo che ci debbano essere trasparenza e il rigoroso rispetto delle norme sanitarie affinché il prodotto, che proviene, magari, da un piccolo appezzamento di terra nonché quello che proviene da estensioni enormi, abbiano la stessa qualità e la stessa garanzia di sicurezza alimentare. Sono però cose diverse, magari costano anche in modo diverso e hanno tipicità, storie, anche, chiaramente, un gusto che magari si perde nelle produzioni di massa. Quindi, ha un senso questa legge, altrimenti si dice: va bene, facciamo una legge bandierina? No, ha un senso, perché dà un'indicazione precisa rispetto ad una visione di agricoltura che è molto precisa.

Concludo, dicendo che il provvedimento in esame è molto importante anche per l'aspetto turistico. Abbiamo bisogno di dare ai nostri turisti - che per fortuna torneranno in massa, da qui a poco, nel nostro Paese - la possibilità di avere prodotti certificati, provenienti da piccoli produttori che incontrano quando fanno delle passeggiate o quando vanno in bicicletta o in motocicletta a visitare il nostro meraviglioso Paese. Anche su questo penso che il logo sia un elemento distintivo importante che può dare un piccolo beneficio. Penso sia stato fatto un buon lavoro.

Certamente, il tema delle risorse c'è - non lo scopriamo oggi - e forse bisognerebbe affrontarlo con il Governo in modo definitivo, però, per tutti i motivi che ho evidenziato, penso si tratti davvero di un piccola, ma significativa proposta di legge che speriamo sia attuata nei tempi previsti, andando nella direzione di favorire sempre di più i tanti imprenditori agricoli che tutti i giorni ci forniscono cibi di grande qualità (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Incerti. Ne ha facoltà.

ANTONELLA INCERTI (PD). Presidente, signora sottosegretario, colleghi, il gruppo del Partito Democratico voterà a favore di questo provvedimento che ci arriva dal Senato dopo un ampio e condiviso lavoro, con il contributo essenziale di tutti i gruppi della Commissione agricoltura, compresi gli emendamenti del nostro gruppo che sono stati accolti nella loro interezza. È un lavoro che è continuato anche qui, nella nostra Commissione; lo sottolineo perché questo è sempre un valore aggiunto. Ciò che viene messo in campo per sostenere i piccoli produttori locali, agricoli, ma anche quelli ittici, a partire dall'incremento del loro reddito, ci ha sempre visti favorevoli. Quindi, condividiamo questo provvedimento, partendo dalla considerazione, peraltro già sottolineata dai colleghi, che il nostro agroalimentare è soprattutto caratterizzato da queste numerose piccole produzioni alimentari locali, tipiche, di grande qualità. Una varietà e una ricchezza che ci porta a parlare, per quanto riguarda la nostra agricoltura, non di una sola, ma piuttosto di molte agricolture italiane, che ne fanno la sua straordinarietà. Una realtà, questa, sempre più apprezzata, ricercata dai consumatori, in constante crescita proprio perché si lega strettamente ai territori in cui c'è questa produzione. Questo stretto legame è ribadito in più punti della legge. Diamo, quindi, a quei tanti piccoli produttori e allevatori la possibilità di gestire e confezionare le loro produzioni, permettendo altresì - cosa importante - deroghe e semplificazioni sul piano amministrativo, in accordo con le istituzioni locali, partendo dalle aziende sanitarie.

È prevista, come veniva ricordato, l'etichettatura, che noi abbiamo sempre sostenuto, e la promozione di questi prodotti attraverso il marchio che sarà curato dal Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, che però dovrà essere pubblicizzato in modo adeguato. Qui veniva ricordato che il consumatore va informato correttamente e non sovraccaricato di loghi, perché è necessario farli conoscere. Peraltro, all'articolo 8, è previsto anche un apposito sito del Ministero per valorizzare tutti questi siti, facendo la loro promozione. Il marchio sarà comunque in piena compatibilità con le indicazioni geografiche protette, con le specificità tradizionali, nonché con i regolamenti comunitari, partendo dal regolamento (CE) n. 852 del 2004, che disciplinano questa materia. Ci saranno linee guida definite da un decreto che garantiranno sicurezza e qualità di questi prodotti, così come è previsto, anche da noi richiesto, un sistema di controllo puntuale.

Anche sulla scia di molte esperienze regionali che sono già consolidate, è un provvedimento che dà concreta risposta a reti di imprese che potranno così dar valore ai loro prodotti, venderli in quantità limitate, commercializzarli nelle province di produzione e in quelle contermini e accrescere così proprio il valore di tipicità.

Perciò, integrazione del reddito dei produttori, scoperta di nuovi prodotti e luoghi da parte dei consumatori, salvaguardia delle tradizioni e delle culture in senso ampio, che poi, come si diceva, si legano strettamente al valore complessivo di un territorio che le produce.

Spesso si trovano questi produttori, come veniva ricordato, proprio ad operare in quelle aree cosiddette marginali oppure aree interne che, in realtà, vanno, anche in questo caso, richiamate e sostenute perché sostenere queste produzioni vuol dire proprio investire su quelle aree che sono strategiche per l'assetto ambientale, perché sono aree a rischio, come veniva ricordato, di abbandono del terreno e spopolamento, soprattutto nelle nostre montagne. In realtà, essi contribuiscono in modo essenziale al presidio territoriale e alla lotta al dissesto idrogeologico.

Ci sarà ancora lavoro da fare su questo provvedimento, perché è previsto un decreto che vada a definire in modo preciso la quantità, i modi, le prescrizioni previste per garantire questi produttori. Quindi, saremo ancora chiamati, come Commissione, a definire in modo puntuale quali sono le regole del gioco.

Noi voteremo a favore ma con due sollecitazioni che vorremmo anche noi richiamare. Innanzitutto, maggiore omogeneità. Abbiamo approvato molte leggi in questa direzione, dal “chilometro zero” all'agricoltura contadina, ma credo che, al di là delle bandierine che vogliamo mettere, ci sia bisogno, in realtà, di produrre testi normativi più organici e coerenti se davvero vogliamo sostenere questa nostra agricoltura. Inoltre, ovviamente, anche il richiamo all'invarianza finanziaria. Non possiamo pensare di continuare a vagliare delle leggi - questo è un richiamo anche al Governo - senza mettere in campo dei veri investimenti. Solo così, con questo impegno di un maggiore investimento, noi potremo davvero sostenere questi nostri piccoli produttori che fanno straordinaria la nostra agricoltura. Diversamente, sarà una bella legge, come ce ne sono altre, che, però, non andrà nella direzione di dare davvero un contributo risolutivo a coloro che, come giustamente richiamato, fanno viva e straordinaria la nostra agricoltura (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bubisutti. Ne ha facoltà.

AURELIA BUBISUTTI (LEGA). Grazie, Presidente. Sottosegretario, onorevoli colleghi, il provvedimento in esame ha lo scopo di dare valore alle piccole produzioni locali e questo mio intervento vuole focalizzare l'attenzione proprio su questo. Un aspetto fondamentale riguarda la trasformazione: con un minimo investimento, un allevatore o agricoltore potrà completare l'organizzazione aziendale. In alcune regioni, come il Veneto e il Friuli-Venezia Giulia, sono divenute ormai realtà consolidate. Non si tratta certamente di voler replicare un modello valido per tutti, bensì utilizzare buone prassi per semplificare e permettere agli agricoltori e allevatori la lavorazione e la vendita in ambito locale di prodotti trasformati nella propria azienda, siano essi agricoli, ittici o apistici, nel rispetto della sicurezza igienico-sanitaria e fornendo un'integrazione al reddito.

Non solo. Il decreto che andiamo ad approvare ha l'ambizione di fare emergere le innumerevoli, piccole e piccolissime aziende artigianali che, dalla trasmissione di antichi saperi, riescono a mantenere tradizioni che si perdono nel tempo ma che costituiscono una delle ricchezze del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Piccoli prodotti locali: in queste tre parole si racchiude un mondo di passione, di ricerca di voglia di fare e di fare sempre meglio. Tecniche tramandate, che non variano solo da regione a regione o da comune a comune ma tra borghi vicini, tra famiglie, in particolare in luoghi dove le grandi comunicazioni sono lontane. Ho sentito parlare della montagna; io provengo dalla montagna e vi assicuro che questa è una risorsa enorme e molto spesso non considerata. Mai come oggi c'è una continua ricerca e richiesta di prodotti del territorio, la scoperta di sapori, profumi, essenze quasi dimenticati.

Non si tratta soltanto di ricadute economiche importantissime ma anche culturali e sociali: conoscere il proprio territorio e le sue biodiversità significa amarlo, preservarlo e valorizzarlo anche in chiave turistica.

Importanti sono i principi che stanno alla base di questa proposta: la salubrità dell'alimento prodotto, la localizzazione (si possono commercializzare solo prodotti primari in ambito aziendale e locale), la specificità (solo prodotti indicati) e la semplificazione delle modalità di vendita. È rivolto a imprenditori agricoli, allevatori, ittici e apistici e istituti tecnici professionali con indirizzo agrario-alberghiero. Tutto questo si chiude con la formazione: tu allevi, raccogli, trasformi e vendi.

Questo provvedimento si iscrive in un momento di riforma della PAC e con questo vorrei anche sottolineare quello che è stato detto, importantissimo, cioè che questa legge non ha risorse. Però, in questo momento, questa riforma della PAC vedrà le regioni attivare forti investimenti sul proprio territorio attraverso il Piano di sviluppo rurale. Questo è un tassello importante per i piccoli e piccolissimi produttori che, nella trasformazione della loro produzione, trovano ulteriore aiuto e un'integrazione al reddito (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Auspichiamo che possa accadere quanto è successo nel Veneto e nel Friuli-Venezia Giulia. Questa legge, infatti, trova spunto dalle proposte e dalle leggi fatte in quelle regioni, dove aziende nate grazie agli interventi di quelle regioni si sono trasformate in aziende più grandi e competitive.

Vorrei sottolineare due emendamenti che mi stavano molto a cuore. Uno, purtroppo, è stato ritirato e riguardava il riconoscimento del ruolo delle cooperative sociali di tipo B. Questo avrebbe consentito di poter reinserire dei lavoratori svantaggiati. Mi auguro che il Senato possa riprenderlo. Invece, sono molto contenta per la proposta che riguarda il riconoscimento dei macelli registrati. Sembra una stupidata ma non è così, perché consente una lavorazione veloce e locale dei prodotti, garantendo genuinità e rispetto delle procedure tradizionali.

L'approvazione di questo decreto sarà importante per proseguire sulla strada indicata dall'allora Ministro Centinaio sulla riscoperta e valorizzazione delle risorse, incredibili realtà alimentari italiane. Con queste premesse, il gruppo Lega-Salvini Premier darà voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pignatone. Ne ha facoltà.

DEDALO COSIMO GAETANO PIGNATONE (M5S). Grazie, Presidente. Dopo le norme sull'agricoltura contadina esitate qualche settimane fa in quest'Aula, oggi ritorniamo a parlare delle richieste che provengono dagli agricoltori più piccoli, quelli che, probabilmente, operano nelle zone interne, più difficili, montane, e diamo una risposta anche a queste comunità, perché andiamo a valorizzare le loro tipicità enogastronomiche e andiamo ad aumentare anche il reddito delle aziende agricole.

Miriamo a valorizzare i prodotti non solo degli imprenditori agricoli ma anche di quelli ittici e di quelli apistici, dando la possibilità di valorizzare le loro produzioni primarie trasformate all'interno delle loro aziende, somministrarle e venderle direttamente. Queste saranno chiaramente riconoscibili tramite una specifica indicazione.

Si rafforza, in questo modo, il legame tra il produttore e il consumatore, accorciamo la filiera corta e, quindi, favoriamo l'incontro, il concetto di filiera corta e chilometro zero. I principi di questa legge, salubrità, localizzazione, limitatezza e specificità, sono tutti elementi che servono a determinare, classificare, individuare un certo prodotto.

Un aspetto molto importante su cui voglio soffermarmi è il fatto che questa norma si rivolge anche agli istituti tecnici e professionali a indirizzo agrario e alberghiero-ristorativo che, nello svolgimento della loro attività, hanno la possibilità di produrre o trasformare prodotti primari. Quindi, guardiamo anche alla formazione dei giovani, li accompagniamo verso questo settore estremamente importante, che è fondamentale per la nostra economia ed è in grado di offrire anche importanti posti di lavoro. Come è noto, l'agricoltura italiana è caratterizzata da una grandissima varietà di prodotti, di ambienti di tradizioni culturali ed è verso questi prodotti che sorge oggi una nuova sensibilità, un nuovo interesse per i generi agroalimentari tradizionali e tipici.

Siamo convinti che il settore agroalimentare italiano rappresenti certamente un elemento strategico per il rilancio del mondo rurale, di conseguenza un'opportunità di sviluppo economico; sappiamo quanto siano fondamentali le aziende agricole, soprattutto quelle di minori dimensioni ubicate in aree interne svantaggiate e marginali, perché si pongono come custodi naturali dell'ambiente, determinando un contrasto attivo verso lo spopolamento, l'abbandono delle campagne e il dissesto idrogeologico; vedono inoltre nel prodotto tipico locale la possibilità di far conoscere l'aspetto naturale, culturale, umano, economico di una comunità. In una parola, il prodotto agroalimentare tipico diviene ambasciatore del territorio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Si prevede la costituzione di una rete di mercati caratterizzati dalla presenza di produzioni locali e identificati tramite una specifica indicazione e, quindi, anche volano di un turismo enogastronomico che ha la necessità di ripartire.

La valorizzazione delle PPL aiuterà le piccole attività di vendita dei nostri prodotti più tipici e rappresentativi; pensiamo, ad esempio, ai prodotti tipici della dieta mediterranea, ma anche alla possibilità di riscoprire sapori e tradizioni che rischiano di scomparire; quindi, le PPL quali strumento che sostiene la globalizzazione e si frappone al conformismo agroalimentare.

Oggi penso che si debba guardare all'agricoltura con una nuova veste e pensare anche all'agricoltura più piccola, ma non per questo meno imprenditoriale o meno idonea ad affrontare il mercato, ma deve trattarsi di un mercato diverso; dobbiamo favorire le condizioni per creare un mercato che tenga conto e valorizzi, dia il giusto peso alle peculiarità del prodotto, consentendo all'agricoltore di ottenere il giusto prezzo. Ritengo che dobbiamo smarcarci da un'agricoltura che sopravvive solo grazie ai contributi, e il nostro impegno deve far sì che il prezzo del prodotto vada a sostenere l'azienda agricola (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), ma dobbiamo accompagnarla e sostenerla nel mercato e, con questa norma andiamo in questa direzione. Le TPL già funzionano, già si trovano in alcune regioni, ma ricordo anche come la dieta mediterranea sia già patrimonio immateriale dell'umanità; in Sicilia, ad esempio, esiste il primo parco dello stile di vita Mediterraneo, che fa dell'aspetto agroalimentare uno dei suoi pilastri.

Presidente, con questa normativa, valorizziamo le tradizioni, il passato, ma ci proiettiamo anche verso il futuro, ed è per questo che dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare il relatore Cassese, per un ringraziamento. Ne ha facoltà.

GIANPAOLO CASSESE, Relatore. Grazie, Presidente. Ci tengo a ringraziare gli uffici della Camera per il lavoro di supporto profuso su questo provvedimento e ringrazio anche tutte le forze politiche, in particolare i colleghi della Commissione agricoltura, di maggioranza e opposizione, per il lavoro sinergico e costruttivo che ci ha permesso di portare in approvazione finale questo provvedimento che tutela, promuove e valorizza le piccole produzioni locali.

(Coordinamento formale - A.C. 2115-A​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2115-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 2115-A:

S. 728 - "Norme per la valorizzazione delle piccole produzioni alimentari agroalimentari di origine locale " (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 22).

Dovremmo passare ora al seguito dell'esame delle mozioni concernenti iniziative in materia di tutela della salute mentale.

Essendo stata testè presentata la riformulazione di una delle mozioni, il rappresentante del Governo ha chiesto di poter avere 10 minuti di tempo per approfondire i contenuti del nuovo testo ai fini dell'espressione del parere.

Sospendiamo pertanto la seduta che riprenderà alle ore 11,45.

Naturalmente, tenuto conto che l'orario di conclusione della seduta è previsto alle ore 13, invito sin d'ora i gruppi a contenere, ove possibile, la durata degli interventi al fine di non superare tale limite orario.

La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 11,40, è ripresa alle 12.

Seguito della discussione delle mozioni Lorenzin ed altri n. 1-00472, Panizzut ed altri n. 1-00495 e Bellucci ed altri n. 1-00496 concernenti iniziative in materia di salute mentale.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Lorenzin ed altri n. 1-00472, Panizzut ed altri n. 1-00495 e Bellucci ed altri n. 1-00496 concernenti iniziative in materia di salute mentale (Vedi l'allegato A).

Avverto che, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 14 giugno 2021, è stata presentata la mozione Bellucci ed altri n. 1-00496, che è già stata iscritta all'ordine del giorno.

Avverto che, in data odierna, è stata presentata una nuova formulazione della mozione Lorenzin ed altri n. 1-00472, che è stata sottoscritta, tra gli altri, anche dai deputati D'Arrando, Panizzut, Bagnasco, Noja e Stumpo che, con il consenso degli altri sottoscrittori, ne diventano rispettivamente il secondo, il terzo, il quarto, il quinto e il sesto firmatario (Vedi l'allegato A). Il relativo testo è in distribuzione.

Contestualmente, la mozione Panizzut ed altri n. 1-00495 è stata ritirata.

(Parere del Governo)

PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo ha facoltà di intervenire, esprimendo altresì il parere sulle mozioni presentate. Prego, a lei la parola, sottosegretario Costa.

ANDREA COSTA, Sottosegretario di Stato per la Salute. Grazie, Presidente. Procedo con i pareri. Per quanto riguarda la mozione a firma Lorenzin ed altri n. 1-00472 (Nuova formulazione), sugli impegni nn. 1, 2, 3 e 4 il parere è favorevole; impegno n. 5 parere favorevole con l'aggiunta, alla fine, “nel rispetto dei profili di competenza e dei vincoli di bilancio”; impegno n. 6 favorevole; n. 7 favorevole “nel rispetto dei vincoli di bilancio”; impegno n. 8 parere favorevole; impegno n. 9 parere favorevole a condizione che venga riformulato come di seguito: “a sviluppare reti di collaborazione e servizi di sostegno attraverso figure formate da psicologi e servizi sociali integrati in rete funzionale con i singoli ambiti distrettuali sanitari, per rispondere alle esigenze delle istituzioni scolastiche di accompagnamento e supporto in materia”; impegno n. 10 parere favorevole a condizione che sia inserita la formula: “a valutare l'opportunità di” e “nel rispetto delle competenze regionali”; impegno n. 11 parere favorevole tenendo in considerazione anche le iniziative già avviate dal Governo; impegno n. 12 parere favorevole; impegno n. 13 favorevole con la riformulazione: “valutare la possibilità di”; impegno n. 14 parere favorevole; impegno n. 15 favorevole: “nel rispetto dei vincoli di bilancio”; impegno n. 16 favorevole tenendo in considerazione anche le iniziative già avviate in materia; impegno n. 17 parere favorevole per i profili di competenza; impegno n. 18 parere favorevole; impegno n. 19 parere favorevole per quanto riguarda i profili di competenza; sugli impegni nn. 20, 21, 22 e 23 parere favorevole; impegno n. 24 parere favorevole, tenendo in considerazione anche le iniziative già avviate in materia; infine, impegno n. 25 parere favorevole.

PRESIDENTE. Il parere sulle premesse?

ANDREA COSTA, Sottosegretario di Stato per la Salute. Parere favorevole. Per quanto riguarda la mozione a firma Bellucci ed altri n. 1-00496, sugli impegni nn. 1 e 2 parere favorevole; impegno n. 3 parere favorevole a condizione che sia premessa la seguente formula: “in occasione dell'aggiornamento dei livelli essenziali” e “nel rispetto delle disposizioni vigenti”; impegno n. 4 parere favorevole; impegno n. 5 parere favorevole: “nel rispetto dei vincoli di bilancio” e “per quanto di competenza”; impegno n. 6 parere favorevole; impegno n. 7 parere favorevole a condizione che si tengano in considerazione anche le iniziative già avviate, da ultimo, nell'articolo 33, nel DDL n. 73; sugli impegni nn. 8, 9, 10 e 11 parere favorevole; impegno n. 12 parere favorevole nel senso di considerare anche le iniziative già avviate; impegno n. 13 parere favorevole con la premessa: “a valutare la possibilità di” e “nel rispetto dei vincoli di bilancio”; impegno n. 14 parere favorevole a condizione che sia riformulato come di seguito: “a sviluppare reti di collaborazione e servizi di sostegno attraverso figure formate da psicologi e servizi sociali integrati in una rete funzionale con i singoli ambiti distrettuali sanitari, per rispondere alle esigenze delle istituzioni scolastiche di accompagnamento e supporto in materia”; impegno n. 15 parere favorevole; impegno n. 16 parere favorevole a condizione che dopo la parola “pubblici” sia inserita la formula “a valutare la possibilità, nel rispetto dei vincoli di bilancio, anche ai privati”; impegno n. 17 parere favorevole con l'inserimento della formula: “valutare la possibilità, nel rispetto delle competenze regionali”; impegno n. 18 parere favorevole a condizione che sia inserita la formula: “nel rispetto dei vincoli di bilancio”; impegno n. 19 parere favorevole, però considerando anche le iniziative già avviate; impegno n. 20 parere favorevole con la formula: “a valutare la possibilità di”; impegno n. 21 parere favorevole; impegno n. 22 parere favorevole a condizione che si tengano in considerazione le iniziative già avviate; sugli impegni nn. 23, 24, 25 e 26 parere favorevole; impegno n. 27 parere favorevole, anche se le relazioni al Parlamento devono essere previste da disposizione normativa di rango primario. Parere favorevole anche alle premesse.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto. Ha chiesto di parlare la deputata Mara Lapia. Ne ha facoltà.

MARA LAPIA (MISTO-CD). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, la discussione della presente mozione sul tema della salute mentale avviene in un momento delicato per la storia del nostro Paese, soprattutto se si tiene in considerazione l'enorme impatto psicologico sulla popolazione causato dalle misure di restrizione adottate negli ultimi mesi al fine di contenere la diffusione del Coronavirus. Poco meno di un mese fa durante il question time che si è tenuto in Commissione affari sociali alla presenza del sottosegretario alla salute, Andrea Costa, ho ribadito con forza la necessità di introdurre all'interno del nostro Sistema sanitario nazionale la figura dello psicologo di comunità, indispensabile per sostenere percorsi di cura dei pazienti affetti da disturbi mentali, soprattutto nella fase iniziale della patologia. Non l'unico passo da fare certamente, ma indubbiamente uno dei più importanti. Molte volte, infatti, a causa dell'impreparazione dei sistemi sanitari regionali nel garantire la dovuta assistenza a questo tipo di problematiche a livello territoriale restano frequenti i casi in cui i primi sintomi della patologia non vengono riconosciuti. Questo accade a causa della mancanza di specialisti e di campagne informative mirate; carenze che spesso fanno in modo che la patologia non venga trattata con la dovuta tempestività accentuandone le conseguenze sulla persona e riducendone le possibilità di cura. Ad oggi non sono mai stati adottati interventi strutturali in tal senso, ma solo soluzioni tampone come di recente la previsione di assunzione di 600 psicologi in tutto il Paese; appare evidente che si tratti di una risposta insufficiente dettata più da necessità contingenti che da una visione lungimirante utile a riformare il nostro Sistema sanitario nell'ambito del trattamento delle malattie mentali. Nonostante i continui richiami all'attenzione di un così importante tema, sembra davvero mancare il coraggio che la politica dovrebbe invece avere quando si tratta di assumere scelte così importanti. Il grido d'allarme lanciato da molti esperti sull'inasprimento dei disturbi mentali - penso, per esempio, all'ospedale Meyer di Firenze che ha fatto sentire la propria voce lo scorso marzo tramite il responsabile della psichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza - sottolinea, ancora una volta, come gli investimenti nell'erogazione dei servizi di base e dei programmi di salute mentale a livello nazionale non siano più procrastinabili. La mozione in discussione oggi avrà il nostro voto favorevole, ma sia chiaro che non ci si deve fermare qui. Servono iniziative volte a rimuovere le forme di discriminazione nei confronti dei soggetti affetti da disturbi mentali; investimenti che vadano a finanziare in modo adeguato i programmi regionali, azioni volte al rafforzamento territoriale della tutela della salute mentale e della medicina preventiva. Va sostenuta la diffusione delle linee di ascolto e di emergenza per i giovani e per i meno giovani; devono essere implementate e rilanciate le reti territoriali della salute mentale, dovrà essere istituita la figura dello psicologo nei reparti di pediatria al fine di tutelare non solo gli adolescenti, ma anche i loro genitori, come anche nelle scuole, nelle università, per facilitare il percorso di apprendimento e di formazione, riducendo il disagio sociale che spesso serpeggia invisibile. È, dunque, compito di questo Parlamento, colleghi, di concerto con il Governo rendere omogeneo su tutto il territorio nazionale l'accesso alle cure, soprattutto alle terapie più efficaci. Finché l'introduzione della figura dello psicologo di famiglia non diverrà concreta all'interno del nostro sistema il problema non potrà mai essere risolto.

PRESIDENTE. Chiede di parlare un richiamo al Regolamento il deputato Giachetti. Prego a lei la parola.

ROBERTO GIACHETTI (IV). Presidente, per richiamo al Regolamento, articolo 8. Io conosco bene, perché la conosco da tempo, le sue doti, lei è capace di gestire il Regolamento nel modo migliore, però le volevo chiedere come pensa di risolvere il problema che le dichiarazioni di voto durano normalmente un'ora e quaranta, noi però abbiamo a disposizione 55 minuti; lei ha detto che c'era un'intesa tra i gruppi, io non so se effettivamente questa intesa c'è stata per la riduzione del tempo degli interventi. Come lei ha visto, in tutte le occasioni in cui ci sono stati questi impegni poi ciò risulta inevitabilmente molto difficile da realizzare. Io la sollecito e la richiamo che alle 13 si chiude per motivi sanitari, conseguentemente o lei regola gli interventi, attraverso il richiamo a cinque minuti, oppure è del tutto evidente che lei non è in condizione di garantire che si arrivi al voto entro le 13.

La pregherei di tenere conto di questo.

PRESIDENTE. Guardi, deputato Giachetti, stavo giustappunto anticipandola, per dire che gli accordi intercorsi tra i gruppi, in questo caso, verranno sigillati, garantiti, certificati da un colpo di campanella al 4° dei 5 minuti che, più o meno, erano stati concordati con la lettura di quel testo a cui faceva riferimento. Quindi, questa dovrebbe essere la circostanza che potrebbe garantirci - cosa che, comunque, accadrà - la sospensione della seduta alle ore 13 per motivi sanitari.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nicola Stumpo. Al 4° minuto, le darò la segnalazione. Prego, a lei la parola, deputato Stumpo.

NICOLA STUMPO (LEU). Grazie, Presidente. La Carta del Piano d'azione globale per la salute mentale 2013-2020 individuava tre macro-aree di intervento prioritario: miglioramento della qualità della vita dei pazienti e dei familiari con nuovi approcci terapeutici; sviluppo di interventi basati sulle evidenze in servizi integrati e orientati alla guarigione; revisione di finanziamento e strategica dei servizi di salute mentale, pubblici e privati, nelle regioni. Quindi, gli Stati membri dell'Unione europea erano sollecitati a intraprendere le necessarie azioni programmatiche e a stanziare le risorse necessarie per la tutela della salute mentale. Purtroppo, le risorse che la psichiatria italiana ha a disposizione dal Servizio sanitario nazionale, in Italia, sono molto inferiori rispetto a quelle degli altri Stati europei: per fare un esempio, in Germania sono il 7,5 per cento, mentre da noi il 3,2 per cento. Questo crea un profondo gap tra quello che si potrebbe realizzare grazie alle nuove conoscenze sulle patologie mentali e quanto viene garantito dal Servizio sanitario. Quindi vi è la necessità di una maggiore dotazione e di un migliore utilizzo di personale e risorse. Questa è la conseguenza dei tagli lineari effettuati negli anni scorsi, senza tener conto della necessità della cura e del diritto alla salute dei cittadini. Sussistono criticità evidenti, che debbono essere affrontate. Tra queste, la mancanza di un equo accesso nelle regioni ai trattamenti innovativi farmacologici, l'insufficiente integrazione del privato sociale e imprenditoriale con i servizi pubblici di salute mentale, nell'ambito della residenzialità territoriale ospedaliera, la discriminazione dei malati di mente sul lavoro, pensionamento e assicurazioni, l'assenza di programmi per le patologie gravi all'esordio nella fascia di età tra i 15 ed i 30 anni. Si deve procedere ad un profondo rinnovamento, perché ci troviamo dentro una condizione sociale e ambientale che è cambiata, anzi addirittura peggiorata, con l'emergenza sanitaria e con le misure restrittive, giustamente adottate, ma che hanno ulteriormente creato disagi. Per questo, è necessaria una profonda riorganizzazione dei servizi, con apporti finanziari adeguati, per attivare servizi e interventi e la loro gestione. Come non pensare ai familiari, che senza adeguati supporti e azioni di reinserimento sociale, dovuti alla inadeguatezza delle risorse disponibili, si trovano tutti i giorni a convivere con una persona malata? Vede, io aggiungerei anche, Presidente, che forse bisognerebbe integrare il luogo dove i giovani passano più tempo in assoluto, che è la scuola, e il servizio sanitario, perché, in questi anni, troppo hanno sofferto i ragazzi, hanno avuto difficoltà e nessuno è riuscito a farsi carico, come Stato, di queste cose. Io penso che ci sia la necessità, quindi, non soltanto di pensarlo come Servizio sanitario nazionale, ma anche di integrare i luoghi dove i giovani, che sono quelli che, in questi anni, hanno sofferto molto questa vicenda, devono essere aiutati a superare fasi difficili. Proverò a stare anche in meno del tempo che ci siamo concessi. Altri dati ci dicono che solo il 10, 15 per cento dei servizi di salute mentale in Italia è in uno stato buono o accettabile; nella maggioranza sono carenti e questo non può essere tollerato in un Paese del G7. Sono passati quarant'anni dalla morte dell'onorevole Basaglia e la salute mentale è uscita negli ultimi anni dal dibattito politico e dai media: questo ha significato il silenzio su quasi 1 milione di persone con malattie mentali pesanti e altri 2 o 3 milioni di familiari. È da segnalare come un fatto positivo che il Governo abbia inserito la salute mentale nel programma di Governo. Si tratta di un segnale molto forte, anche perché - come ho accennato in precedenza -, in tempi di COVID, le fragilità del disagio psichico hanno assunto un pezzo rilevante. Opportuna è, quindi, la mozione che oggi si discute, che è stata promossa dalla collega Lorenzin, dal gruppo del PD, sottoscritta praticamente da tutti, una mozione articolata, che fornisce un quadro completo della situazione e della necessità, con dati che sono molto significativi. Non entro nel merito dei 25 impegni, che condividiamo tutti, e per queste ragioni esprimo il voto favorevole del gruppo di LeU (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Grazie a lei anche per la puntualità, deputato Stumpo. Ha chiesto di parlare la deputata Maria Teresa Baldini. L'avviso a 4 minuti, un minuto prima del termine. Prego.

MARIA TERESA BALDINI (CI). Grazie, Presidente. Questa è una mozione davvero molto delicata e estremamente complessa. La pandemia da COVID ha dimostrato il fallimento dell'Organizzazione sanitaria e dobbiamo ancora ringraziare il Presidente Mario Draghi, che, nominando il generale Figliuolo, ha determinato davvero un cambiamento sostanziale, portandoci fuori da quel marasma di provvedimenti governativi, spesso contraddittori, che hanno decisamente aumentato il disagio nella popolazione, raggiungendo, nelle persone fragili e nelle persone più deboli, il coinvolgimento psichico. Oggi, dobbiamo correre davvero ai ripari con interventi nuovi e con persone nuove e soprattutto professionalmente preparate per intervenire in un settore della medicina così delicato e così complesso. In queste mozioni, è descritto molto bene come le sofferenze psichiche siano aumentate con la pandemia ed è fotografato in modo obiettivo e chiaro il prima e l'adesso: ci sono idee e progetti che prospettano aspetti riabilitativi, interventi - scusi, Presidente, non sento bene quando parlo - sulle carceri. Si parla di problematiche molto importanti, psichiche, addirittura seconde solo a malattie neoplastiche. Però, in queste mozioni si parla di affrontare le problematiche psichiche con poca professionalità nelle funzioni: c'è una confusione nei ruoli professionali. Le patologie psichiche, da quello che si legge in queste mozioni, sembrano solo l'ansia, la depressione, i disturbi comportamentali, la dipendenza da alcol e droghe e il suicidio. Dobbiamo essere molto precisi: la patologia è solo questa, per chi ha scritto queste mozioni? È limitata a questi aspetti? Si parla di long COVID psichico. Io credo che la problematica psichica sia una patologia importante a cui bisogna fare molta attenzione…

PRESIDENTE. Chiedo scusa, deputata Baldini. La interrompo solo per qualche secondo. I deputati che hanno bisogno di conversare tra loro sono pregati di farlo fuori dall'Aula. Siamo, oltretutto, in dichiarazione di voto, quindi è proprio un atto di elementare educazione.

Prego. deputata Baldini.

MARIA TERESA BALDINI (CI). Grazie. Occorre fare molta attenzione a dire questo, perché un domani queste cose potrebbero avere dei risvolti importanti, sotto il profilo delle indennità e della medicina legale, quindi è importante definire molto bene questo aspetto. In queste mozioni, si parla molto di assistenza alle donne - ma esistono anche gli uomini -, si parla di giovani – anche l'intervento precedente era tutto concentrato sui giovani -, ma gli anziani? L'aver dimenticato - e questo l'ho visto nelle mozioni, tranne in questa di Fratelli d'Italia, nella quale c'è un accenno - di scrivere degli anziani, è una lacuna davvero troppo importante. Ricordo che esiste la psicogeriatria, esiste il suicidio negli anziani (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia): sono gli anziani delle residenze, sono le persone morte nelle strutture, sono quelle che hanno visto morire i loro coetanei. Il problema è che, oggi, gli anziani sono soli e le famiglie devono lasciarli soli per portare avanti problematiche lavorative o, comunque, di vita. Molti di loro pagano proprio con la sofferenza, ma, soprattutto, manifestando il loro disagio psichico, lasciandosi semplicemente andare o non curandosi. Questa è una grave dimenticanza in queste mozioni: è compito di una società civile curare e non dimenticare gli anziani. Un accenno non lo vediamo, non lo trovo scritto in maniera chiara e in maniera evidente.

Bisogna fare molta attenzione ai termini. In queste mozioni c'è scritto “neuropsichiatria”: è un termine davvero desueto che non ha significato in questo contesto, soprattutto in termini scientifici. Che cosa vuol dire neuropsichiatria? C'è lo psichiatra e il neurologo. La neuropsichiatria infantile esiste, quando in un bambino non sappiamo differenziare, perché nel bambino non si differenzia la malattia psichica da una malattia neurologica. Questo è un altro problema, che noi, come Coraggio Italia, vogliamo evidenziare, ovvero che il ruolo professionale è fondamentale per chiarirci, affinché non siano soltanto parole.

La figura sottintesa sempre in queste mozioni, per arrivare a queste grandiose iniziative, è sempre quella dello “psicologo psicologo”...

PRESIDENTE. Concluda.

MARIA TERESA BALDINI (CI). …e sono convinta che, con tutte queste buone prospettive, parlare di psicologo sia un grosso limite, con tutto il rispetto della categoria. L'approccio psicoterapeutico – a seguito della specializzazione - non è sottolineato e quindi l'aspetto clinico rimane carente e ingiusto. In Italia si arriva anche a queste assurdità. I medici psicoterapeuti, di fatto, nelle strutture pubbliche devono fare gli psichiatri, tenendo presente che da solo lo “psicologo psicologo” non può fare niente di clinico. Quindi, è fondamentale specificare in queste mozioni la professionalità dello psicoterapeuta.

PRESIDENTE. Deve concludere.

MARIA TERESA BALDINI (CI). Inoltre, non si tiene conto che gli psichiatri sono medici specialisti in psicologia clinica e psicoterapia. Quindi, sarebbe stato importante dare un risvolto clinico allo psicologo psicoterapeuta che chiaramente non può dare farmaci e non ha formazione medica, invece di centralizzare lo “psicologo psicologo”, che ha altre competenze. Ci tengo molto a sottolinearlo, perché la nuova politica deve avvalersi di professionalità importanti e professionalità chiare, altrimenti sono solo parole che non portano a risolvere i veri problemi (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. La ringrazio.

Ha chiesto di parlare la deputata Noja. Ne ha facoltà.

LISA NOJA (IV). Grazie Presidente, vorrei innanzitutto ringraziare l'onorevole Lorenzin, prima firmataria della mozione da cui è scaturito il testo unitario di maggioranza, che oggi ci apprestiamo a votare e che riguarda un tema al centralissimo della nostra democrazia, fondamentale per il benessere dei cittadini: quello della promozione della protezione della salute mentale. Parliamo di un diritto supremo, inderogabile, riconosciuto dall'articolo 32 della Costituzione, a cui è necessario attribuire, come ha affermato la Consulta, la medesima dignità riconosciuta alla salute fisica.

Per capire l'intensità dei bisogni a cui cerca di rispondere la mozione, è utile citare qualche dato. L'Istat stima che le persone che sperimentano disagi legati all'area della salute mentale in Italia siano 17 milioni, di cui 3 milioni presentano sintomi depressivi e 1 milione 300 mila una diagnosi di depressione maggiore. La crisi pandemica ha ulteriormente aggravato questo quadro, a causa della sommatoria di più fattori: l'isolamento sociale, la solitudine, la paura, i lutti vissuti. E così, nel 2020, risulta che i disturbi depressivi si siano quintuplicati, con un'incidenza dei disagi inerenti alla salute mentale che ha assistito ad un incremento dal 6 al 32 per cento. Gli esperti hanno parlato della pandemia come detonatore di fragilità, registrando dati estremamente allarmanti nella seconda ondata: un aumento del 30 per cento di ricoveri in psichiatria per atti di autolesionismo e tentativi di suicidio che, per il 90 per cento dei casi, ha riguardato giovani tra i 12 e i 18 anni; una moltiplicazione dei disturbi del comportamento alimentare, con una media che scende da 15 a 13 anni. A fronte di questi dati, la situazione del nostro Sistema sanitario nazionale, purtroppo, è in grave sofferenza. Il rapporto SISM del 2018 sulla salute mentale registrava un'utenza psichiatrica pari a 837 mila unità, con una media di solo 14,2 prestazioni per utente. Quanto ai minorenni, già prima della pandemia, 200 bambini e ragazzi su mille avevano un disturbo neuropsichico, ma solo 60 su 200 riuscivano ad accedere a un servizio territoriale. Questi dati raccontano di come, mentre la richiesta e l'utenza legata alla salute mentale cresce anche tra bambini e adolescenti, il nostro Paese sia invece in forte difficoltà nella garanzia effettiva del diritto costituzionale alla salute mentale. In più, durante la prima ondata pandemica, i servizi di salute mentale hanno assistito a una drastica riduzione: il 20 per cento dei centri ambulatoriali ha chiuso e il 25 per cento ha ridotto gli orari di accesso e le visite programmate, in un contesto di disuguaglianze particolarmente marcate tra regione e regione.

Alla luce del quadro richiamato, se è vero che la mozione si pone una serie articolata di obiettivi molto ambiziosi, è altrettanto vero che il raggiungimento di quegli obiettivi è indispensabile per il nostro Paese. Come ha scritto il giurista Paolo Zatti, infatti, la garanzia della salute mentale implica per il diritto - e, dunque, per le istituzioni che lo maneggiano - la necessità di occuparsi per davvero della sofferenza psichica che altro non significa se non riuscire a regolare rapporti e decisioni che si inseriscono nelle condizioni di fragilità, di fatica, di malattia, di battaglia, di attesa o di desiderio di morire, condizioni che tutti gli esseri umani incontrano prima o poi nella loro vita in qualche modo fra la nascita e la morte e che li conducono a quell'esperienza, che Levine definiva come il momento in cui “la mente si consuma e il cuore diviene di brace”.

Proprio pensando a questa sofferenza e al dovere che ciascuno di noi ha in quest'Aula di prendersene cura, dichiaro il voto favorevole di Italia Viva sulla mozione di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie Presidente. Sottosegretario Costa, lo diremo sin dall'inizio in maniera chiara e netta: Fratelli d'Italia sarà sempre a favore di qualsiasi iniziativa che vada verso la tutela della salute mentale e la promozione del benessere psicologico. Per questo abbiamo proposto una nostra mozione e voteremo a favore delle iniziative parlamentari che sono nate in questi giorni, perché questa non è una questione rinviabile: è un atto dovuto.

È un atto dovuto nei confronti di quel 30 per cento di ragazzi che, proprio in questo periodo di pandemia, con un aumento del 30 per cento, sono arrivati a compiere atti di autolesionismo e di tentati suicidi. Questo è quello che ci dice il “Bambino Gesù” di Roma.

È un atto dovuto nei confronti dell'aumento del 60 per cento di disturbi del comportamento, di disturbi d'ansia, di disturbi del sonno, che si sono manifestati sempre in questo periodo di pandemia e che sono stati registrati dall'Istituto “Gaslini” di Genova.

È un atto dovuto, poi, in questi giorni, nei confronti di quei piccoli, David e Daniel, e di quel signore, Salvatore, che ad Ardea hanno perso la vita per mano di un giovane di 35 anni, conosciuto dal Sistema sanitario nazionale italiano per problemi psichiatrici.

Quelle morti hanno straziato tutti noi, perché Daniel e Davide stavano giocando innocentemente nel parco e sono stati raggiunti da un colpo di pistola che gli ha tolto la vita. Quelle morti ci devono far riflettere su quanto e su come il Sistema sanitario nazionale italiano e il sistema sociale siano in grado di intervenire, di prevenire e di proteggere la salute di tutti.

A questo interrogativo per prima cosa dobbiamo rispondere, rendendoci conto della situazione degli stanziamenti economici in Italia, per quanto riguarda la salute mentale. L'Italia è la Cenerentola in Europa.

Viene stanziato il 3,5 per cento di fondi rispetto alla salute e alla protezione della salute e, quindi, ai fondi del Sistema sanitario nazionale, in confronto a Paesi del G7, in Europa, che stanziano una forbice dall'8 al 15 per cento. In Italia abbiamo un rapporto psicologi-abitanti che è pari a uno ogni 12 mila abitanti, in confronto sempre ai Paesi del G7 che hanno un rapporto di numero di psicologi pari a uno psicologo ogni 2.500 abitanti. L'Italia è al ventesimo posto per numero di psichiatri.

Noi abbiamo delle professionalità eccellenti, abbiamo psicologi, psicoterapeuti, psichiatri, tecnici della riabilitazione, abbiamo delle esperienze nel mondo della ricerca, scientifiche, nelle scuole di specializzazione, universitarie, che ci pongono ai vertici nel panorama europeo e internazionale, ma non riusciamo a riconoscere il giusto aiuto, il giusto supporto e le giuste risorse umane all'interno del nostro sistema di servizi. La legge Basaglia, una legge che ha restituito dignità alla persona e ha chiuso gli ospedali psichiatrici, in realtà è in buona parte inattuata.

Quella psichiatria di comunità, quel benessere psicologico di prossimità oggi non c'è in Italia. C'è bisogno di fare una riforma del sistema della protezione della salute mentale. Fratelli d'Italia ha le sue proposte…

PRESIDENTE. Concluda.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). …che si incentrano nell'istituzione dello psicologo di base, dello psicologo scolastico, di un sistema di monitoraggio puntuale che possa dare accesso anche ai dati che riguardano i minori e che invece non vengono trasmessi dalle regioni per un DM che ne proibisce la restituzione.

Siamo convinti che è necessario convenzionare la psicoterapia, siamo convinti che è necessario offrire dei voucher per proteggere la salute dei più piccoli e dei più fragili con pieno accesso psicologico. Abbiamo tante idee come Fratelli d'Italia, perché l'Italia deve investire sul capitale umano, e investire sul capitale umano significa proteggere la salute e il benessere psicologico dei nostri italiani.

Questa deve essere una priorità e le chiedo, sottosegretario, di restituire dignità anche all'interno del PNRR, che vede assente invece la protezione della salute mentale. Voteremo convintamente a favore di tutte le proposte perché il Parlamento c'è; speriamo che il Governo ci sia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Novelli. Ne ha facoltà.

ROBERTO NOVELLI (FI). Presidente, signor sottosegretario, oggi c'è l'occasione per accendere un faro sul grande tema della salute mentale, che per troppi anni il nostro Paese ha sottovalutato o, in qualche caso, si è fatto anche finta di non vedere.

La mozione di oggi riguarda quindi un tema importantissimo, quello della salute mentale, e su questo c'è la necessità che il Governo si attivi per tutte le iniziative che poi riguardano e coinvolgono le famiglie e i tantissimi cittadini che vivono quotidianamente una situazione di disagio; una situazione di disagio molto spesso silenziosa, non vista, ma devastante, che distrugge la persona, ma distrugge anche la famiglia che vive e convive con la persona che soffre del disagio mentale.

Abbiamo sottolineato più volte come questo anno e mezzo di lockdown abbia incrementato il numero di persone che si trovano in una condizione di disagio mentale e che, proprio in questo anno e mezzo di lockdown, le risposte che lo Stato deve dare o avrebbe dovuto dare a queste persone non sono state sufficienti, anzi, si sono ridotte.

Pensiamo semplicemente a quello di cui abbiamo parlato più volte, alla chiusura dei centri diurni; pensiamo a quante persone sono state abbandonate a loro stesse perché i servizi non venivano erogati, perché c'era un tema contingente, c'era la pandemia. Quindi i servizi non potevano erogare con lo stesso criterio e con la stessa intensità le prestazioni che avrebbero dovuto fare, ma che comunque sarebbero state insufficienti.

Allora al confinamento tra le pareti domestiche imposto dal contagio si è aggiunta in maniera preoccupante anche la drastica riduzione o sospensione delle terapie. Molte persone psicologicamente più fragili hanno avuto ancora più difficoltà, quindi, per accedere alle cure.

Adesso, grazie alla campagna vaccinale, stiamo prendendo le distanze da questo virus e, prendendo le distanze da questo virus, tornando a una sorta di normalità, dobbiamo guardarci negli occhi e pensare che quello che stiamo facendo o che è stato fatto per dare risposte a chi è in situazioni di sofferenza mentale non è sufficiente.

C'è bisogno di nuove e maggiori risorse, di incrementare il personale sanitario; abbiamo bisogno di medici specialisti. Oggi - non c'entra molto con questa mozione - abbiamo sentito la notizia che fra sei anni non ci saranno più nemmeno i medici di medicina generale in numero sufficiente. Noi dobbiamo invertire questa tendenza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), perché la catena dell'attenzione verso il cittadino, nel momento in cui si spezza un anello, è una catena che non funziona.

Quindi, abbiamo bisogno di tecnici di riabilitazione psichiatrica, come c'è bisogno di aumentare sensibilmente il numero degli psicologi; tutte cose che sono già state dette, ridette, però quello che vorrei dire in questo breve intervento è alla fine una cosa importante. Indipendentemente dall'aspetto specifico su cui ognuno di noi si è maggiormente incentrato, questa mozione contiene il tutto, contiene quelle che dovrebbero essere le risposte, contiene un elenco di necessità che abbiamo bisogno di mettere in campo con le risposte conseguenti.

Per cui è indispensabile anche che una quota di queste risorse del PNRR finalizzate ad allineare i servizi sociosanitari, i bisogni della comunità, venga destinata all'assistenza distrettuale e ai servizi per la gestione e la cura delle persone con disagio mentale. Accanto a questo è indispensabile anche provvedere a un aumento dei posti letto - lo abbiamo letto, ne abbiamo discusso - per quanto riguarda la neuropsichiatria infantile e la salute mentale.

Insomma, è un'altra bella pagina, in questo momento teorica, di come quest'Aula, sui grandi temi che riguardano la salute e che riguardano il sociale, si compatti, si unisca e voti in modo unitario.

Voglio ricordare, a conclusione, che questo è un bel percorso: abbiamo discusso e votato importanti mozioni sulle cure palliative prima, sulle barriere architettoniche e oggi sul disagio mentale. Insomma, facciamo in modo che questo tipo di attenzione che l'Aula dimostra, nel momento in cui c'è in modo così forte, con un voto unitario, poi trovi anche un'applicazione pratica, in un percorso lungo, difficile, ma con una visione. Una visione del futuro, signor sottosegretario, che, per questo aspetto specifico, è contenuta in una mozione che davvero è un altro bel momento di quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lorenzin. Ne ha facoltà.

BEATRICE LORENZIN (PD). Presidente, onorevoli colleghi, innanzitutto mi permetta, Presidente, di rivolgere direttamente un ringraziamento all'Aula, a tutti i gruppi parlamentari che hanno lavorato in questo mese e mezzo per arrivare a delle proposte condivise.

Mi riallaccio all'ultimo intervento che è stato fatto: noi, qui, oggi, stiamo dando un segnale molto forte al Paese e al Governo. È una voce unitaria che viene da questa Camera e dai suoi rappresentanti; una voce che vuole dare una risposta alla sofferenza che c'è nel Paese, una sofferenza spesso nascosta, una sofferenza invisibile, che durante questo anno e mezzo terribile – terribile - di pandemia è cresciuta nelle vite di ognuno di noi, di tutte le famiglie degli italiani.

Noi, in questa mozione, parliamo di salute mentale, parliamo di disagio psichico, parliamo di sofferenza, parliamo di depressione, di ansia, parliamo di psicosi, parliamo di fenomeni patologici e abbracciamo non soltanto tutta l'età dell'uomo, dall'infanzia fino all'età anziana, ma abbiamo anche cercato, nel modo riduttivo che si può fare attraverso una mozione, di dare una risposta e disegnare un'esigenza complessiva di una trasformazione nella nostra società.

I nostri dipartimenti di salute mentale, coloro che sono sul territorio, negli ospedali, nelle ASL, a dover fronteggiare ogni giorno, già prima del COVID, le esigenze, le domande che venivano dalla sofferenza psichica della popolazione, sono stati in questo anno e mezzo travolti e spremuti: è questo quello che è accaduto.

Mentre noi scrivevamo questa mozione, a noi sono arrivati appelli dagli psichiatri, dalla società di psicologia, dalle famiglie, dalle associazioni che stavano sui territori, dai singoli operatori, che ci dicono “non ce la facciamo più”. Per non parlare dei chi è stato, in questo anno e mezzo….

PRESIDENTE. Un attimo. Deputati, vale l'avviso precedente: siamo in dichiarazione di voto, quindi non è neanche obbligatorio stare qui perché non si vota; chi deve conversare deve farci la cortesia di essere educato e rispettare gli oratori che parlano recandosi fuori dall'Aula per proseguire la propria conversazione. Prego, prosegua.

BEATRICE LORENZIN (PD). Penso a tutti i protagonisti, sia chi è stato sul campo - non ne abbiamo parlato esplicitamente in questa mozione - ma anche ai tanti operatori sanitari che hanno visto la morte ogni giorno in un modo sconvolgente, in questo anno e mezzo: come escono, come stanno dopo questo shock, dopo questo trauma, dopo questo stress test che ha riguardato tutta la società, tutta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? Bambini isolati a casa, chi ha slatentizzato delle patologie latenti, persone anziane spaventate e depresse; chi ha visto morire i propri parenti, il proprio vicino di casa, chi ha l'ansia per il futuro, per il lavoro, per come cambia e si trasforma la nostra società. Noi abbiamo passato anni a parlare di traumi, ma noi abbiamo un cambiamento in atto del nostro modo di vivere, del nostro modo di relazionarci con gli altri e con il futuro, perché non sappiamo ancora quando finirà questa pandemia.

Questi campanelli che sono arrivati sono stati raccolti dagli operatori. Non è che prima non ci fosse un problema: già c'era ed è stato scritto da tutti in modo molto onesto. Il Fondo sanitario nazionale è stato desertificato nella durante la crisi economica - quando io entrai a fare il Ministro aveva un segno che era meno 25 miliardi, un qualcosa di spaventoso - ma oggi noi usciamo e usciremo da questa crisi con una consapevolezza nel nostro Parlamento e nel Parlamento europeo, cioè che non si va avanti senza un Sistema sanitario nazionale forte; non si va avanti senza un finanziamento del Fondo sanitario, che non solo agli interventi “one shot” per l'emergenza, non sono neanche gli interventi del PNRR, ma è decisione e la visione di un Paese di decidere di investire nei prossimi decenni sulla sanità e sulla salute.

Allora, questa mozione disegna una visione, che è una visione di rete a maglie larghe per il benessere psichico della nostra popolazione: riguarda i medici, riguarda gli psichiatri, gli psicologi, gli operatori sul territorio, il terzo settore, il mondo del volontariato, le nostre comunità e vuole abbattere lo stigma, dando una visione in cui rompiamo alcune catene che ancora ci portiamo dietro. Noi con questo voto abbiamo solo iniziato: chiederemo nella legge di bilancio che il Fondo sanitario sia messo in sicurezza per i prossimi anni, chiederemo che sia vincolata una parte più cospicua sulla salute mentale, chiederemo che si facciano assunzioni, concorsi sugli operatori sul territorio e che questo ci permetta di garantire il benessere della nostra società, non solo dei nostri bambini e dei nostri adulti, ma di come noi viviamo, per vivere in una società che sta bene, che è più accogliente, che è meno violenta, che sa prendersi cura degli altri (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sutto. Ne ha facoltà. Vi prego di essere attenti ai minuti a vostra disposizione.

MAURO SUTTO (LEGA). Grazie, Presidente. Colleghi e colleghe, sottosegretario Costa, le malattie mentali riguardano i disturbi del pensiero, dell'emotività e del comportamento. Piccoli turbamenti in tali aspetti della vita sono comuni, ma quando provocano notevoli disagi al soggetto oppure interferiscono con la sua quotidianità, siamo davanti ad una malattia mentale o a un disturbo psichico. Quello mentale è un disturbo che altera significativamente il modo di pensare, il controllo della sfera emozionale e il comportamento di un soggetto. Questo fa sì che il soggetto provi una forte sofferenza personale e soggettiva e che la sua vita socio-lavorativa risulti problematica.

Un disturbo mentale, colleghi, può colpire chiunque: al momento si calcola che una persona su quattro nel mondo sia colpita da disturbi mentali. La depressione si attesta tra le prime cause di disabilità a livello mondiale. Nell'Unione europea i problemi di salute mentale colpiscono circa 84 milioni di persone. I disturbi mentali possono essere di diverso tipo, dalla schizofrenia, a uno sbalzo di umore, dalla personalità, all'ansia, all'alimentazione, ai problemi dissociativi, psichici, disturbi correlati all'uso di sostanze; i sintomi maggiori sono, tra i primi, il ritiro sociale e un calo delle prestazioni lavorative, scolastiche o sportive, problemi di concentrazione e aumento della sensibilità.

La maggior parte dei disturbi mentali può colpire persone anche molto giovani, ad esempio gli adolescenti. Spesso sono malattie che non compaiono improvvisamente: i genitori, gli amici, gli insegnanti si accorgono di piccoli cambiamenti nel soggetto che fanno scattare un campanello di allarme. Non è sempre possibile distinguere chiaramente la malattia mentale dal comportamento normale; ad esempio, distinguere un normale tristezza dalla depressione può risultare difficile in quei soggetti che hanno vissuto una perdita significativa, come la morte del coniuge o di un figlio.

La malattia mentale è considerata meno reale o riconosciuta rispetto a quella fisica. Gli ultimi rapporti disponibili, peraltro, dimostrano che i servizi e le strutture che svolgono un ruolo essenziale per la tutela della salute mentale si trovano in una situazione di grave sofferenza a causa dei tagli alla spesa sanitaria, che sono stati perpetrati negli anni in maniera lineare e generalizzata. In occasione della “Giornata mondiale della salute mentale”, ricordo che l'Italia è un fanalino di coda per i posti letto: 9 su 100 mila abitanti, in confronto alla Germania o al Belgio, dove ci attestiamo a una cifra di 15 volte superiore. Una delle maggiori problematiche aperte ancora oggi nel campo della salute mentale è rappresentata dalle difficoltà che gli utenti, le famiglie e i servizi hanno nel portare avanti percorsi di formazione lavorativa. Negli anni - lo ricordiamo - ha assunto un ruolo fondamentale il Sistema informatico per la salute mentale. La cosa più importante è che, con la pandemia, i bambini e gli adolescenti nel mondo hanno sperimentato varie forme di limitazione della propria autonomia di movimento (pensiamo alla sospensione scolastica, lavorativa e della socialità). Numerose ricerche dicono che gli alti livelli di stress in isolamento possono influenzare lo sviluppo psicofisico dei bambini e degli adolescenti, anche a lungo termine, pesando maggiormente su coloro che si trovano in situazioni di povertà economica, sociale, educativa. L'assenza di attività scolastiche e sportive ha costretto alla permanenza forzata in casa milioni di ragazzi e ragazze, con ripercussioni ancora non quantificabili. È da inizio pandemia che lo dico e lo ricordo anche all'Aula: vi è un aumento esponenziale, quasi un abuso, tra i giovani di ansiolitici, antidepressivi o altri medicinali. È difficile dare un quadro preciso delle reali conseguenze della pandemia sul benessere psicologico e mentale dei più piccoli e degli adolescenti, ma è ormai evidente prevedere che, accanto ad interventi finalizzati a porre fine alla pandemia e alla tutela della salute, ci siano interventi mirati a tutela della salute mentale dei nostri giovani e giovanissimi.

L'applicazione delle misure di contenimento e il prolungato isolamento, la paura del contagio, l'interruzione dei rapporti interpersonali, la sospensione delle attività scolastiche, sportive e ricreative, ma anche la crisi economica e occupazionale hanno agito alla stregua di moltiplicatori del malessere psichico, provocando una sindemia di proporzioni senza precedenti, le cui conseguenze si ripercuoteranno inevitabilmente sulla popolazione nei prossimi anni (così Claudio Mencacci del Fatebenefratelli).

Ovviamente, la situazione di allarme legata sì agli adolescenti, ma anche a tutte le persone coinvolte avendo a che fare con una condizione mai conosciuta prima. Durante gli eventi epidemici vi è un elevato rischio di sviluppare ansia, depressione, comportamenti auto ed etero-aggressivi e, in queste situazioni, sale anche la frequenza di uso di alcol e sostanze e, purtroppo, anche episodi di violenza domestica.

Le cause di questa situazione emergenziale vanno rintracciate negli errori di programmazione che sono stati commessi, negli ultimi anni, a livello nazionale, nella quantificazione insufficiente dei fabbisogni di personale.

Concludo, Presidente. Anche la Lega, nel merito, ha voluto contribuire alla stesura di una propria mozione, poi confluita in un testo unico, proprio per accendere i riflettori sul problema. L'auspicio è che andiamo avanti con gli impegni della mozione.

Per tutti questi motivi, dichiaro il voto favorevole del gruppo della Lega (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Celeste D'Arrando. Ne ha facoltà.

CELESTE D'ARRANDO (M5S). Grazie, Presidente, grazie colleghi e colleghe. Io rivolgo un ringraziamento alla collega Lorenzin, ma anche a tutti quei colleghi che hanno contribuito a redigere un atto importante, in un momento importante per il nostro Paese e che, fino a lavorarci a sera tardi, abbiamo voluto fosse veramente una visione di insieme per rispondere a quello che l'attualità ci fa vedere, ci mostra crudelmente e drammaticamente, tutti i giorni, una realtà spesso invisibile, che è quella del disagio mentale, di tutti quei ragazzi, quelle ragazze, quei bambini e quelle bambine, quelle donne e quegli uomini, quegli anziani che, in questo periodo di pandemia, hanno sofferto a causa di diversi disturbi; da quelli dell'alimentazione ai disturbi depressivi; sono già stati ampiamente citati.

In questo atto noi, come Movimento 5 Stelle, ed io, insieme a tutte le colleghe e i colleghi, abbiamo voluto anche dare una visione di prevenzione e promozione, quella che, negli ultimi decenni, in questo Paese, è mancata; non possiamo pensare sempre di sbucciarci il ginocchio e metterci un cerotto, dobbiamo ragionare prima di cadere e far sì che esista sul territorio, nei nostri comuni, nelle nostre comunità, una rete sociale e sociosanitaria che sia in grado di sostenere e supportare le persone, le famiglie e aiutare nella gestione delle relazioni; la relazione è fondamentale nella nostra comunità, ce ne siamo spesso dimenticati, troppo concentrati sul nostro ego, troppo concentrati su noi stessi, senza guardare che la persona affianco a noi forse aveva qualcosa che non andava, e poi è stato troppo tardi per poter rimediare. Dobbiamo prevenire e promuovere corretti stili di vita, lavorare insieme, perché la comunità cura.

Credo anche in un'altra parola chiave; per me è fondamentale e centrale: la persona al centro; pensiamo a tutte quelle prestazioni che sono standardizzate e che non tengono conto dei bisogni sociali e sociosanitari primari delle persone. Coloro che stiamo curando, che vogliamo prendere in carico quando siamo sul territorio, come operatori, come politici anche, sono persone, con i loro pensieri, le loro emozioni, le loro esigenze, i loro bisogni, a cui noi dobbiamo prestare attenzione e non dimenticarcene mai, perché non siamo macchine, siamo esseri umani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Credo che questa sia la visione di un politico; io non mi reputo un politico, Presidente, io mi reputo una cittadina all'interno di questa istituzione, che cerca di portare la voce di tanti milioni di persone, di cittadini e cittadine che soffrono. Anche io sofferto, nella mia vita, di disagio psichico, se può essere magari quando si è a contatto con altre persone che soffrono e non le si possono aiutare; conosco tante persone che hanno avuto bisogno di essere sostenute. Ecco perché abbiamo creduto fortemente che fosse necessario inserire in questa mozione la possibilità di dare pari opportunità all'accesso alla psicoterapia e a percorsi psicoterapeutici, perché i nostri ragazzi e le nostre ragazze, i nostri bambini, i nostri cittadini semplicemente, hanno la necessità e il diritto a potersi curare quando non stanno bene. E non perché io ho un potere economico maggiore posso andare da uno psicoterapeuta e pagare 50 o 100 euro una seduta, mentre qualcun altro, che magari non ha neanche da mangiare, non riesce neanche a curarsi, con il rischio dell'aumento dei suicidi e di tutto quello che abbiamo sentito nell'ultimo anno e mezzo, soprattutto con la pandemia. Ecco perché è necessario lavorare per un'integrazione sociosanitaria; il mondo della sanità e il mondo del sociale devono comunicare, senza contrapposizioni inutili, che non aiutano né le persone né, tanto meno, la nostra società.

Infine, un ultimo punto. Credo che per mettere la persona al centro, bisogna parlare di progettazione personalizzata. Uno degli strumenti che abbiamo voluto inserire in questa mozione è il budget di salute, uno strumento innovativo in cui io e il MoVimento 5 Stelle, e anche gli altri partiti della maggioranza, credono fortemente, perché è un momento importante quello che il Paese sta vivendo, in cui abbiamo la necessità di utilizzare le risorse in modo efficace ed efficiente e di riportare la centralità delle persone nella nostra azione politica sociale e sanitaria e, soprattutto, ridare dignità a tutte quelle persone che soffrono e che sono in uno stato di fragilità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Vado alla conclusione, perché credo che le parole servano a poco, quello che contano sono i fatti. Questo Parlamento si esprime, oggi, con i fatti e con un atto chiaro e anche molto, molto ambizioso; speriamo e auspichiamo che il Governo prosegua in questa direzione.

Per tutti questi motivi, dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.

Come da prassi, le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lorenzin, D'Arrando, Panizzut, Bagnasco, Noja, Stumpo ed altri n. 1-00472 (Nuova formulazione), come riformulata su richiesta del Governo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Bellucci ed altri n. 1-00496, come riformata su richiesta del Governo e per quanto non assorbita dalla votazione precedente, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 24).

Sospendiamo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 15 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 13, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, il Ministro dell'Istruzione e il Ministro dello Sviluppo economico.

Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Iniziative volte a includere con riserva, nelle graduatorie di luglio 2021, gli insegnanti risultati idonei alle selezioni del V ciclo dei percorsi di specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità – n. 3-02336)

PRESIDENTE. Il deputato Pastorino ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02336 (Vedi l'allegato A).

LUCA PASTORINO (LEU). Grazie Presidente, grazie signor Ministro, il tema è quello degli insegnanti di sostegno risultati idonei al V ciclo TFA. Avevamo già presentato un'altra interrogazione alla Ministra dell'Università e della ricerca, Messa, la quale aveva risposto che il Ministero dell'Università e della ricerca si era attivato per accrescere le potenzialità del sistema universitario, utili al fine di offrire garanzie di specializzazione a questi idonei.

La Ministra aveva concluso che avrebbe dovuto essere profuso uno sforzo di sinergia tra Ministero dell'Istruzione e Ministero dell'Università e della ricerca, affinché, a fronte dell'accresciuta disponibilità dell'offerta formativa, potesse essere aumentato il fabbisogno espresso dal sistema educativo, quindi la capacità del sistema scolastico di assorbire il personale qualificato - è un problema che ci sta molto a cuore perché è un fenomeno, quello disabilità, che sta crescendo in maniera importante - così da giustificare l'accresciuto bisogno di docenti di sostegno qualificati, anche per permettere l'inclusione con riserva nelle graduatorie di luglio 2021, in coda alla I o alla II fascia di sostegno delle graduatorie provinciali per le supplenze e prima delle graduatorie incrociate degli insegnati risultai idonei alle selezioni del V ciclo dei percorsi di specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità che conseguiranno il titolo di specializzazione, come soprannumerari, nel 2022 in occasione del VI ciclo Tirocinio formativo attivo sostegno.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, ha facoltà di rispondere.

PATRIZIO BIANCHI, Ministro dell'Istruzione. Grazie, onorevole Pastorino. Condivido l'esigenza di assicurare un'adeguata e specifica formazione del personale docente a supporto dei nostri studenti più fragili. A tal fine, insieme al Ministero dell'Università e della ricerca, è stata avanzata al MEF e alla Funzione pubblica l'autorizzazione ad avviare percorsi di specializzazione sul sostegno per complessivi 90 mila posti per il triennio accademico 2021-2024, a fronte di 40 mila posti autorizzati per il triennio 2018-2020.

Tale incremento dell'offerta formativa richiederà indubbiamente una risposta rilevante in termini di impegno da parte delle università italiane. Al contempo, la rilevazione effettuata dal Ministero dell'Università e della ricerca per l'anno accademico 2020-2021 ha fatto emergere una disponibilità di 22 mila posti per il VI ciclo TFA. Considerato che, a fronte dei posti autorizzati per il triennio 2018-2020, ne sono residuati 6.191, abbiamo già chiesto l'attivazione di ulteriori 15.809 posti per il VI ciclo.

PRESIDENTE. Ministro, la mascherina…

PATRIZIO BIANCHI, Ministro dell'Istruzione. Mi scusi. Questo anche in considerazione dell'incremento della dotazione organica, per complessivi 25 mila posti, disposto dall'ultima legge di bilancio.

Proprio ieri il MEF ha comunicato al Ministero di non avere osservazioni da formulare in ordine all'attivazione dei percorsi per complessivi 90 mila posti sul triennio accademico indicato e di ulteriori 15.809 per il VI ciclo.

Si è ormai conclusa la procedura straordinaria per l'immissione in ruolo della scuola secondaria di primo e secondo grado di docenti di sostegno, che permetterà di coprire parte dei posti vacanti e disponibili.

Lo scorso anno sono state bandite ben due procedure ordinarie, anche al fine di allineare l'offerta di insegnanti di sostegno alle esigenze degli alunni con disabilità.

Aggiungo che, ai sensi del comma 4 dell'articolo 59 del cosiddetto decreto Sostegni-bis, potranno iscriversi alla prima fascia del GPS o negli appositi elenchi aggiuntivi, con riserva di accertamento del titolo, coloro che avranno completato il percorso di specializzazione sul sostegno entro il prossimo 31 di luglio. Questo consentirà loro, col possesso di almeno 36 mesi di servizio negli ultimi dieci anni, di partecipare al percorso concorsuale straordinario. Questo, se positivamente concluso, condurrà all'assunzione a tempo indeterminato.

Onorevole, l'istituzione di una fascia aggiuntiva alla prima e alla seconda fascia del GPS per gli idonei del quinto ciclo del corso di specializzazione sul sostegno comporterebbe la modifica delle loro discipline, con evidenti quanto insostenibili riverberi negativi sul regolare avvio di questo anno scolastico.

Come ben sa, la conversione del “decreto Sostegni-bis” è all'esame di questa Camera. Sono stati presentati alcuni emendamenti che, tra l'altro, incidono su questi requisiti, specie sulla menzionata anzianità triennale. Su questo vi è la mia disponibilità a raggiungere un punto di equilibrio che soddisfi l'esigenza di mettere in cattedra quanti più insegnanti possibili in possesso del titolo di specializzazione sul sostegno.

PRESIDENTE. Il deputato Pastorino ha facoltà di replicare, per due minuti.

LUCA PASTORINO (LEU). Signor Ministro, grazie per la risposta, che però leggerò in maniera approfondita, perché l'audio da qui non è dei migliori. Il punto consiste nel trovare questa sinergia con il Ministero dell'Università, in modo tale che comunque si possa arrivare ad un'offerta adeguata di insegnanti senza lasciare indietro coloro che, pur risultando idonei, non erano stati vincitori e in modo tale che questo percorso di specializzazione, fatto in tempi brevi, non vada ovviamente ad incidere anche sulle potenzialità del VI ciclo; altrimenti, l'anno prossimo potremmo essere di nuovo nelle stesse condizioni.

Quindi, al netto della risposta e dei numeri della prima fase che mi sembrano molto importanti, anche dal punto di vista della proposta al Ministero e della conferma, se ho capito bene, che ha ricevuto dal MEF, il tema per noi è quello di trovare soluzioni per questi docenti, ma anche di trovare una soluzione adeguata alle esigenze delle famiglie su un tema così importante. Diversamente, questo che è un servizio fondamentale per famiglie già in difficoltà e per alunni con delle problematiche importanti per i quali verrebbe messo in campo personale scolastico non idoneo, perché sarebbe chiamato a fare questo lavoro provenendo da altre esperienze completamente diverse; ciò sarebbe negativo per i ragazzi, per le famiglie e per la scuola in generale.

Ringraziandola ancora e sottolineando il fatto che anche il mio gruppo ha presentato un emendamento in questo senso al “decreto Sostegni-bis”, mi auguro che avremo occasione di chiarire ogni aspetto di questo percorso e l'inserimento degli insegnanti già dal prossimo anno.

(Iniziative volte a garantire la riapertura in sicurezza degli istituti scolastici per l'avvio del nuovo anno scolastico e la ripresa dell'attività didattica in presenza per gli studenti di ogni ordine e grado – n. 3-02337)

PRESIDENTE. Il deputato Anzaldi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Toccafondi ed altri n. 3-02337 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

MICHELE ANZALDI (IV). Grazie Presidente, grazie Ministro. In Italia la scuola, nell'anno scolastico in corso, è stata chiusa per circa 37 settimane di media, il periodo più lungo rispetto agli altri Paesi europei (34 settimane in Germania, 27 nel Regno Unito, 15 in Spagna, 12 in Francia). La vera e propria spersonalizzazione della didattica a distanza ha prodotto effetti sicuramente negativi per migliaia di bambini e adolescenti che sono rimasti fuori dalle aule.

Il tasso di dispersione scolastica rischia di aumentare sensibilmente, così come rischiano di aumentare le lacune formative. Si tratta della più grande emergenza educativa degli ultimi anni, che ha ampliato il divario tra le famiglie, tra i bambini che abitano nelle aree urbane e quelle rurali, tra i minori con disabilità e non.

La riapertura a settembre prevede la didattica in presenza per tutti gli studenti di ogni ordine e grado al 100 per cento; necessita, quindi, di un piano che contenga, necessariamente e prioritariamente, soluzioni concernenti il distanziamento fisico, l'utilizzo dei mezzi di trasporto e una campagna vaccinale. Le chiedo chiarimenti su queste emergenze.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Istruzione, Bianchi, ha facoltà di rispondere.

PATRIZIO BIANCHI, Ministro dell'Istruzione. Grazie. Onorevole Anzaldi, concordo con lei: la pandemia sta evidenziando i molteplici divari che, da tempo, attraversano e dividono il nostro Paese. Proprio per porre rimedio a questo problema, con riguardo all'istruzione, abbiamo messo a disposizione soprattutto delle aree più fragili, in particolare del Mezzogiorno d'Italia, ben 510 milioni con un piano scuola che - come lei ha auspicato - serve anche per recuperare non solo molta della socialità persa, ma anche delle competenze.

Per inciso, le dico che nei progetti che abbiamo finanziato vi è un recupero di circa 1 milione e 600 mila ore di attività di insegnamento, proprio dell'attività didattica.

La partecipazione delle istituzioni scolastiche è stata davvero significativa: ben 5.888 si sono candidate per ottenere i fondi e partecipare alle attività, di cui 5.162 scuole statali su 8.054. Analogo impegno stiamo profondendo per garantire un regolare avvio in sicurezza del prossimo anno scolastico. A tal fine, con il comma 4 dell'articolo 58 del “Sostegni bis” è stato istituito un apposito Fondo per l'emergenza nello stato di previsione del Ministero. Le scuole statali potranno contare su ulteriori 350 milioni per tutte le misure di intervento necessarie a garantire la sicurezza degli ambienti scolastici. Per gli stessi fini, ulteriori 50 milioni sono stati dedicati alle scuole paritarie. Grazie alle misure adottate con il già menzionato decreto, gli enti locali disporranno di ulteriori 70 milioni per l'affitto dei locali e il noleggio di strutture temporanee per aumentare, come da lei augurato, il numero di aule. Inoltre, il “decreto Sostegni bis”, in discussione in questa Camera, ha stanziato ulteriori 450 milioni per potenziare i servizi aggiuntivi di trasporto scolastico e ha previsto che gli uffici scolastici regionali possano stipulare direttamente convenzioni con operatori economici esercenti il servizio di trasporto passeggeri su strada. Le scuole potranno inoltre accedere al fondo di 50 milioni destinato a finanziare anche i piani per gli spostamenti casa-scuola-casa del personale scolastico e degli studenti. Prosegue il lavoro dei tavoli prefettizi, a cui rivolgo il mio ringraziamento, in raccordo col Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili. Insieme con il CTS, si sta verificando la possibilità di incrementare il coefficiente di riempimento di tali mezzi. Inoltre, con il “decreto Sostegni bis” abbiamo reso più veloce l'iter delle procedure necessarie per l'assunzione degli insegnanti, per le assegnazioni provvisorie e per l'attribuzione delle supplenze e contiamo di avere tutti entro la fine di agosto, così come ci siamo impegnati a fare; termine che, lo ricordo, l'anno scorso riguardava solo le immissioni in ruolo. Questa accelerazione è voluta per poter giungere a un quadro definitivo per l'avvio dell'anno scolastico già all'inizio di settembre.

Onorevole Anzaldi, quanto al piano vaccinale per i più giovani ricordo che larga parte del personale scolastico è già stato vaccinato e si procederà secondo le indicazioni del Ministero della Salute, tenendo conto dell'andamento del contagio e dei riscontri scientifici che via via si definiranno. Anche su questo le posso garantire il pieno e totale impegno non solo mio ma di tutto il Governo, convinti che questa sia la via comunque necessaria per giungere a un rientro in piena sicurezza.

PRESIDENTE. Il deputato Toccafondi ha facoltà di replicare, per 2 minuti.

GABRIELE TOCCAFONDI (IV). Grazie, Presidente. Ringrazio il Ministro per la risposta. Come egli stesso ha sottolineato, per un anno e mezzo la scuola è stata molto più in video che in presenza. La didattica a distanza in media è stata adottata per 37 settimane, un dato drammatico per i ragazzi. A breve arriveranno i dati statistici, freddi ma chiari, sui giudizi di quest'anno riferiti ai cosiddetti “non ammessi”, cioè coloro che dovranno ripetere l'anno; ma quanti di loro dovranno ripetere l'anno a causa della didattica a distanza? Avremo anche i dati, che leggiamo in aumento, dei debiti da recuperare dei ragazzi. In più, a breve arriveranno anche i dati molto chiari dell'Invalsi sulle lacune formative. Quindi, Ministro, vanno benissimo le risorse messe dal Ministero, il bando e l'aiuto ai ragazzi. In quel momento, però, di fronte ai dati avremo anche la conferma, molto dolorosa, che la didattica a distanza non aiuta, soprattutto non aiuta i più deboli; c'è chi ha difficoltà a seguire la scuola in presenza, figuriamoci davanti a un video. La scuola è un percorso educativo e si può fare solo e soltanto in presenza. A noi preoccupa - ed è il tema dell'interrogazione - la scuola a settembre, la ripresa del nuovo anno scolastico dopo un anno e mezzo di DAD. È doveroso riprendere per tutti e al 100 per cento solo la scuola in presenza, ovvero l'unica scuola che funziona. Benissimo, quindi, il piano dei vaccini dai 12 anni in su e benissimo anche la risposta dei nostri insegnanti, che da subito si sono vaccinati; ma al 100 per cento tutti in classe senza deroghe, senza ordinanze regionali, senza escludere nessuno, perché la scuola ha il dovere di non lasciare indietro nessuno (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

(Iniziative di competenza in relazione a recenti dichiarazioni del Presidente della Repubblica d'Austria circa le prospettive di concessione della grazia a terroristi altoatesini, nonché in relazione all'estradizione dell'ex terrorista Heinrich Oberleiter – n. 3-02334)

PRESIDENTE. La deputata Biancofiore ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02334 (Vedi l'allegato A).

MICHAELA BIANCOFIORE (CI). Grazie, Presidente. Poi la correggerò sulla pronuncia, che è stata tanto particolare.

PRESIDENTE. Oberleiter.

MICHAELA BIANCOFIORE (CI). Sì, Oberleiter.

Grazie, Presidente. Onorevole Ministro, è surreale dover parlare di queste cose in un momento in cui ovviamente dobbiamo occuparci di pandemia, dovremmo occuparci di crisi sanitaria, di Consiglio d'Europa e di cose estremamente più importanti, ma è altrettanto curioso ciò che il Presidente della Repubblica austriaca, Alexander Van der Bellen, nella sua recente visita in Italia, il 7 giugno scorso, al Presidente della Repubblica italiana, al Quirinale, ha fatto filtrare, non senza significato simbolico per chi conosce le segrete cose della mia terra, l'Alto Adige, alla vigilia di quella cosiddetta “Notte dei fuochi”, che è il 12 giugno, non a caso, che non solo è simbologica ma è anche la notte nella quale si ricordano, per alcuni estremisti tirolesi, gli attentati degli anni Sessanta che hanno provocato reati di sangue. Lei è noto, Ministro, per essere quello che ha recentemente risolto la questione di Chico Forti, e gliene do atto, e di aver anche partecipato all'estradizione in Italia di Cesare Battisti.

PRESIDENTE. Concluda.

MICHAELA BIANCOFIORE (CI). Non si può sentire che il Presidente della Repubblica austriaca chieda in Italia la grazia per i terroristi in questo momento storico, tanto più che proprio oggi sono stati trovati 60 chilogrammi di tritolo in una grotta in Alto Adige, che appartengono a quegli anni. Quindi, mi chiedo se lei possa manifestare sorpresa all'ambasciatore austriaco in Italia.

PRESIDENTE. Il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Luigi Di Maio, ha facoltà di rispondere.

LUIGI DI MAIO, Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Grazie, signor Presidente. Deputate e deputati, la questione della possibile concessione della grazia a terroristi altoatesini e dell'estradizione dell'ex terrorista Heinrich Oberleiter non ha fatto parte dell'agenda dei colloqui del 7 giugno scorso tra il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il Presidente della Repubblica d'Austria, Alexander Van der Bellen. Vorrei sottolineare, come sottolinea anche l'interrogante, che il potere di grazia costituisce prerogativa esclusiva del Capo dello Stato. Proprio in questi giorni, 60 anni fa, si scatenava la “Notte dei fuochi”, con gli attacchi ai tralicci elettrici in Alto Adige. Ora, 60 anni dopo, Alto Adige, Trentino e Tirolo hanno appena inaugurato insieme al Brennero la loro interconnessione elettrica transfrontaliera. Ciò è stato possibile nell'ambito di Euregio, l'euroregione di Alto Adige, Trentino e Tirolo, grazie, quindi, al consolidato processo di integrazione europea. È questa la strada che dobbiamo continuare a percorrere.

PRESIDENTE. La deputata Biancofiore ha facoltà di replicare, per 2 minuti.

MICHAELA BIANCOFIORE (CI). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro. Ovviamente, la sua risposta mi conforta e la condivido, anche perché lei, come me, sarà in possesso della lettera delle Nazioni Unite, che io ho qui, del 17 giugno 1992, la cosiddetta “quietanza liberatoria” con la quale l'Austria rinunciò a essere la potenza tutrice - mi consenta, già è ridicolo che l'Italia possa avere una potenza tutrice su una parte del proprio Stato, sulle proprie autonomie - e con la quale rinunciò ad avere un'egida, diciamo così, sullo Stato italiano, su una porzione di territorio italiano. Eppure, purtroppo, costantemente vi è un'ingerenza da parte dell'Austria - e lei ne è edotto - nelle cose interne dello Stato italiano, come il Ministero degli Affari esteri suole denominare, addirittura al punto che il Cancelliere austriaco Sebastian Kurz venne in Italia, 2 anni fa, in occasione delle elezioni amministrative, a fare campagna elettorale per un noto partito politico, cosa che io credo sia gravissima.

Come lei ha sottolineato, i terroristi per i quali è stata chiesta la grazia sono terroristi che non hanno scontato un giorno di galera in Italia, esattamente come Cesare Battisti, tengo a sottolineare, e sono stati condannati per un doppio ergastolo perché si sono macchiati di fatti di sangue per i quali sono morte numerose Forze dell'ordine italiane nonché tanti civili.

Come ribadivo prima, purtroppo, c'è stato il fatto, anche recente, proprio oggi - e secondo me non è casuale anche questo - del ritrovamento di 60 chilogrammi di tritolo, risalente, pare, a quegli anni. C'è una escalation da parte di queste forze pan-tirolesi, che peraltro dovrebbero essere, come dire, estromesse dal sistema giudiziario e istituzionale italiano, perché sono forze che violano l'articolo 18 della Costituzione. Sono felice che il Presidente della Repubblica, dal quale lei è appena stato, le abbia detto che la grazia ai terroristi non è stata oggetto del colloquio, però a questo punto, a maggior ragione, le chiedo di manifestare sorpresa all'ambasciatore austriaco in Italia perché il Presidente Van der Bellen ha detto il contrario ai microfoni della televisione italiana.

(Elementi e iniziative di competenza in merito al ritorno in Italia del signor Enrico Forti, detenuto negli Stati Uniti - n. 3-02335)

PRESIDENTE. Il deputato Deidda ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-02335 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario, per un minuto.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie Presidente, signor Ministro, per chi non conosce la storia, Enrico Forti, noto a tutti come Chico, è un italiano detenuto negli Stati Uniti dal 2010 con sentenza definitiva per omicidio. Lui si è sempre proclamato innocente e sin dall'inizio si è capito che quelle indagini, anche grazie a trasmissioni come Le Iene e alla grande mobilitazione trasversale dei cittadini italiani, erano state condotte forse in maniera superficiale, con errori pacchiani. Chico, come detto, si è sempre proclamato innocente; lei si è impegnato - lo riconosciamo - su questa vicenda già dal 2018, invocando anche la Convenzione di Strasburgo e poi nel 2020 ha annunciato il ritorno in patria di Chico Forti con il provvedimento del governatore della Florida.

Noi abbiamo presentato questo question time per fare chiarezza rispetto a delle voci che ci preoccupano; non lo facciamo per polemizzare con il Governo perché noi quando siamo stati in piazza con i manifestanti abbiamo sostenuto la sua azione; noi dobbiamo essere tutti uniti in questa vicenda, che sosteniamo sicuramente. Le chiediamo di fare chiarezza anche e soprattutto perché ci risulta che Chico non sia più detenuto in un carcere statale ma in un istituto di massima sicurezza.

PRESIDENTE. Il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Di Maio, ha facoltà di rispondere.

LUIGI DI MAIO, Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Grazie, signor Presidente, conosciamo tutti bene e abbiamo a cuore, come ha detto il deputato interrogante, la storia di Chico Forti. Nel dicembre 2019 il suo avvocato, dopo lunghi e intensi contatti con le autorità italiane, in particolare il Ministero degli Affari esteri, ha confermato la volontà di Forti di essere trasferito in Italia ai sensi della Convenzione di Strasburgo. Ciò ha consentito di aprire formalmente il procedimento e prendere contatto con le autorità della Florida. Il 23 dicembre 2020, un anno dopo, la richiesta è stata autorizzata dal governatore della Florida. Ho allora condiviso la gioia per quella notizia: un risultato importante della nostra diplomazia, frutto di un'azione corale, spesso sottotraccia, ma tenace e articolata. Faccio presente che è il primo passo in avanti concreto sulla vicenda Forti dopo circa vent'anni. A gestire la procedura di trasferimento è il nostro Ministero della Giustizia, che si è attivato immediatamente, il giorno successivo, richiedendo al Dipartimento della Giustizia americano la trasmissione della documentazione prevista dalla Convenzione di Strasburgo. A sua volta, il 7 gennaio 2021 il Dipartimento di Giustizia americano ha confermato di aver avviato l'iter per concedere il nulla osta definitivo al trasferimento in Italia di Forti.

Si tratta di una procedura complessa, che vede coinvolte diverse amministrazioni degli Stati Uniti, sia a livello statale che federale. Ad oggi, gli Stati Uniti non hanno ancora trasmesso la documentazione prevista. A riscontro di ulteriori richieste di chiarimento da parte del Dipartimento della Giustizia statunitense, la Ministra Cartabia, lo scorso 10 marzo, ha inviato una lettera al governatore dello Stato della Florida fornendo le necessarie assicurazioni al fine di favorire il trasferimento di Chico Forti in Italia. Successivamente, lo scorso 9 giugno, la Ministra ha indirizzato una nuova lettera al Procuratore generale che guida il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, chiedendo il suo interessamento al fine di accelerare la pratica. L'argomento è stato sollevato dalla Ministra anche con l'incaricato d'affari americano in Italia. Nel frattempo - e vado verso la conclusione, Presidente - la nostra ambasciata conferma che lo Stato della Florida ha spostato Chico Forti in un penitenziario dal quale avverrà il trasferimento.

Faccio anche presente che attualmente Forti è detenuto in una sezione di questo penitenziario, che non è di massima sicurezza, e di questo abbiamo ce ne siamo occupati sin dal primo giorno. L'impegno della Ministra e mio personale è pieno e incessante; non appena si è insediata la nuova Amministrazione Biden, uno dei primi argomenti di collaborazione tra me e il Segretario di Stato, Blinken, è stato proprio il caso Forti. La nostra ambasciata a Washington continua nell'azione di impulso presso le autorità statunitensi ai più alti livelli. La procedura per rendere effettivo il trasferimento è complessa, ma c'è l'impegno di tutti, del Governo e, come penso di poter dire, del Parlamento affinché Chico torni presto. Lui ne è consapevole, tant'è vero che proprio ieri ha dichiarato che sa che stiamo facendo di tutto per riportarlo a casa. Colgo l'occasione per ringraziarlo per le belle parole che ha voluto dedicare alla Ministra Cartabia e a me per il lavoro che stiamo facendo. Non smetteremo e daremo il massimo finché l'obiettivo non sarà raggiunto (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il deputato Rizzetto, per due minuti.

WALTER RIZZETTO (FDI). Grazie Presidente, la ringrazio Ministro Di Maio. Certo, come ricordava il collega Deidda in apertura, nell'incipit di questo ragionamento che stiamo facendo oggi, qui in Aula, nessuno dice, anzi la ringraziamo per il suo impegno; ringraziamo anche, tra l'altro, il collega Riccardo Fraccaro, che mi pare si stia occupando del caso. Bisogna capire, però, una cosa, Ministro, nel senso che lei ha parlato di carcere e noi vorremmo capire tecnicamente se questo è un carcere statale oppure un carcere federale. C'è una differenza sostanziale, una evidente differenza, perché i detenuti in via di estradizione, più o meno lunga, vanno messi in carceri federali; a noi oggi risulta che Chico Forti non sia in un carcere federale ma in un carattere statale, però prendo per buone le sue parole.

Ci sono molte altre cose da capire. Vorremmo capire, Ministro Di Maio, se nella sua visita di aprile a Washington ha parlato del caso Forti; non ci sembra. Lei ha appena detto una cosa molto grave e, a questo punto, vorremmo capire: dice che il Ministro Cartabia scrive, giustamente, legittimamente, virtuosamente, ben due missive indirizzate alle autorità degli Stati Uniti, ma oggi c'è una risposta a queste missive della Ministra Cartabia? Probabilmente non c'è. Allora, la risposta cerchiamo di dargliela anche noi. Abbiamo presentato qualche giorno fa una mozione parlamentare che spero tutto il Parlamento voterà per dare una mano al Governo rispetto al rimpatrio. Dopodiché, Ministro, in chiusura, le chiediamo, al netto degli entusiasmi, un minimo di rispetto anche quando si danno certe notizie; glielo dico veramente con il cuore, C'è una mamma, che ha oltre 91 anni, che all'epoca, a dicembre, quando lei dichiarò “ci siamo, siamo vicini, Chico Forti rientrerà”, probabilmente l'avrebbe voluto vedere a casa dopo qualche giorno; così non è, ancora, come anche la zia Wilma e lo zio Gianni. Noi, Ministro, ci rifiutiamo - speriamo come lei, anzi ne siamo assolutamente certi - di lasciare indietro un nostro connazionale, un italiano che deve rientrare in Italia dopo una fase processuale quanto meno dubbia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Concludo, Presidente, ringraziandola e, se mai Chico Forti dovesse vedere queste sue parole, queste nostre parole, che penso siano parole di tutta l'Aula, lo salutiamo (ricordo che Chico Forti era un campione di windsurf) con uno “shaka brah”, questo simbolo, questo saluto di coloro che fanno windsurf nell'attesa di ritrovarlo e di abbracciarlo molto presto in Italia. Non lasciamo indietro nessuno, non lasciamo indietro assolutamente nessuno, tanto meno in questo caso un italiano. Spero che lei sia chiaramente al nostro fianco per questa battaglia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Iniziative di competenza per il rilancio del comparto dell'edilizia in relazione all'aumento dei prezzi dei materiali per le costruzioni, al fine di preservare i progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza e l'efficacia degli incentivi fiscali – n. 3-02338)

PRESIDENTE. La deputata Pezzopane ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02338 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Grazie Presidente, signor Ministro, i numeri parlano chiaro: è in corso un forte aumento dei materiali per le ricostruzioni, partendo da quelli siderurgici, acciaio e ferro, ma anche polietilene, rame, bitume, cemento. L'OCSE attribuisce tale dinamica dei prezzi all'impennata repentina della domanda del settore delle costruzioni in Cina, che ha causato, poi, un effetto a cascata soprattutto in Europa. Tali i rincari mettono in difficoltà famiglie, imprese e artigiani e rischiano di frenare i lavori privati e pubblici, di rallentare la difficile ricostruzione dei territori colpiti dai terremoti; mettono quindi a rischio gli interventi del PNRR, nonché del superbonus che ha tempistiche e massimali ben precisi; cominciano, tra l'altro, anche a scarseggiare materiali come i ponteggi di ferro.

Abbiamo presentato una risoluzione in Commissione, come Partito Democratico, e un emendamento al “decreto Sostegni-bis”, per proporre un monitoraggio trimestrale e compensazioni, come suggerito anche da associazioni di categoria e sindacali.

Con questa interrogazione, signor Ministro, chiediamo in particolare quali urgenti iniziative…

PRESIDENTE. Concluda.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). …intenda intraprendere per il sostegno e il rilancio dell'edilizia, colpito da crisi decennali e, poi, cosa si intenda fare…

PRESIDENTE. Grazie...

STEFANIA PEZZOPANE (PD). …per scongiurare il rischio che l'aumento indiscriminato dei prezzi metta a repentaglio cantieri in corso, incentivi fiscali e progetti del PNRR.

PRESIDENTE. Il Ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha facoltà di rispondere.

GIANCARLO GIORGETTI, Ministro dello Sviluppo economico. Grazie Presidente, grazie colleghi per la questione che avete posto, quella dei prezzi dei materiali. Per quanto attiene specificatamente i prezziari dei materiali da costruzione, in applicazione del Codice dei contratti pubblici, la competenza in materia è del Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili. Questa amministrazione, con proprio decreto, rileva annualmente la variazione percentuale dei singoli prezzi dei materiali da costruzione più significativi, relativamente ai contratti di lavoro affidati prima dell'entrata in vigore del decreto legislativo n. 50 del 2016 e tuttora in corso di esecuzione. A questo proposito, si informa che è stato recentemente pubblicato il decreto, appunto, del Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili 25 maggio 2021, cosiddetto decreto Caro materiali, con il quale è stato rilevato uno scostamento dei prezzi rispetto alle precedenti annualità.

Per quanto riguarda, invece, i contratti affidati sulla base del decreto legislativo n. 50 del 2016, il costo dei prodotti delle attrezzature e delle lavorazioni è determinato sulla base dei prezziari regionali aggiornati annualmente, ma non è previsto un sistema di adeguamento dei prezzi, come avveniva nel precedente Codice. Proprio in ragione della particolare situazione dei prezzi che si è venuta a creare nel corrente anno, in questi giorni sono allo studio del Governo le possibili iniziative, anche di carattere normativo, aventi a oggetto i contratti giudicati sulla base del vigente Codice.

Al di là del settore dei contratti pubblici, l'andamento dei prezzi che riguarda l'edilizia non è certamente limitato a questo settore e desta severe preoccupazioni e richiede interventi operati a livello di Unione europea. Tant'è vero che, alla fine dello scorso anno, la Commissione europea ha presentato il piano d'azione sulle materie prime critiche ed ha avviato un dialogo con i singoli Stati sul punto.

È poi dell'inizio di giugno l'avvio di un sondaggio da parte dell'Unità materie prime della competente Direzione generale dell'industria della Commissione europea, volto a comprendere l'interesse ad aderire a un eventuale IPCEI sulle materie prime critiche. L'utilizzo dell'IPCEI per finalità di ricerca e sviluppo è stato promosso a livello europeo negli ultimi anni per la capacità di sostenere l'avanzamento tecnologico di filiere strategiche e il Ministero dello Sviluppo economico ha già manifestato un interesse di massima alla partecipazione di un IPCEI sul tema delle materie prime critiche.

Va pertanto ribadito che risulta necessario un approccio unificato a livello europeo, anche in considerazione delle diverse cause alla base dell'aumento dei prezzi. Se in determinati casi si assiste, infatti, a fenomeni speculativi e come tali da contrastare, vi sono ipotesi in cui la lievitazione del prezzo è dovuta a una carenza globale di offerta, il che necessita di una immediata strategia di implementazione e incentivazione della produzione a livello europeo, così come la politica dei dazi, su cui è in corso un'approfondita riflessione, va a influenzare in maniera decisiva gli approvvigionamenti da Paesi extra UE e i relativi costi. L'obiettivo finale, in ogni caso, è quello di rendere le catene degli approvvigionamenti più sicure e resilienti alle variabili del commercio mondiale, nonché prevenire ed evitare qualsiasi fenomeno speculativo, che determini ingiustificati aumenti dei prezzi.

PRESIDENTE. Il deputato Benamati, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare, per due minuti.

GIANLUCA BENAMATI (PD). Grazie Presidente. Innanzitutto noi, chiaramente, giudichiamo positivo l'impegno del Governo, che è stato dispiegato su diversi piani. Certamente il Ministro sa benissimo che la crescita del PIL, migliore di quella attesa, si sovrappone alla crescita della produzione industriale e manifatturiera, di cui l'edilizia, come diceva la collega che mi ha preceduto, è un traino. Gli investimenti pubblici, ma anche gli investimenti privati, con il superbonus 110 per cento, sono il motore di questo. Allora, noi concordiamo con lei, Ministro, sul fatto che la questione della crisi delle materie prime è più ampia del solo settore dell'edilizia e ha una componente che riguarda gli approvvigionamenti e una componente che riguarda anche i prezzi; però diciamo che questa variabile esogena sta per diventare un blocco di fermo lavori. Si è già detto di quanto sono aumentati i prezzi delle materie prime degli intermedi in edilizia, ma c'è anche il tema di una scarsità.

Allora, noi siamo positivamente d'accordo con le sue intenzioni e chiediamo di assicurare disponibilità di questi materiali, di sostenere le aziende che sono colpite da questa fiammata dei prezzi - che in alcuni casi è anche un'ombra speculativa - e di tenere presente che questo si riverbera anche sui tempi dei lavori.

Quindi: revisione, ove possibile dei contratti anche nel settore pubblico negli investimenti, tenendo conto dei prezzi; adeguamenti periodici - come si faceva, lei lo ha menzionato - anche ovviamente dei prezziari, assieme a quel monitoraggio che noi chiediamo.

Sui tempi: questo è un problema importante e lo dico anche per il superbonus 110, perché affronteremo una discussione. Oltre al tema economico, anche il tema - concludo, Presidente - dell'allungamento dei tempi del 110 servono a questo.

Una parola solo, in fondo, Presidente, sul tema europeo che lei ha citato: questo serve moltissimo anche sulle clausole di salvaguardia, per aiutare a recuperare queste materie prime e non bloccarle su regole, che magari non sono appropriate in questo momento. Se faremo tutto questo, potremo spegnere questa bolla che, come dicevo, è in parte speculativa e aiutare le aziende italiane (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Iniziative di competenza a sostegno delle imprese e dei consumatori in relazione al fenomeno del rialzo dei prezzi delle materie prime – n. 3-02339)

PRESIDENTE. La deputata Alemanno ha facoltà di illustrare l'interrogazione Sut ed altri n. 3-02339 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria, per un minuto.

MARIA SOAVE ALEMANNO (M5S). Grazie Presidente. L'impennata dei prezzi delle materie prime rischia di rallentare la produzione industriale e inficiare la ripartenza della nostra economia. L'aumento esponenziale dei prezzi dei prodotti, che interessa trasversalmente i comparti produttivi europei e grava sul prezzo al consumo, è attribuibile alla ripartenza simultanea delle economie e alla ripresa rapida della domanda interna della Cina e degli USA. Una situazione, questa, che genera una marcata incertezza per il mondo produttivo, il quale rischia di rispondere alla ripresa della domanda con una paralisi delle produzioni.

Desta, inoltre, ulteriore preoccupazione l'aumento dei prezzi di materie prime di importazione extra UE, alcune delle quali, come il cobalto, le terre rare e il litio, indispensabili nel compimento delle transizioni ecologica e digitale, per le quali si prevede nei prossimi decenni un macroscopico aumento della domanda.

Per questo, siamo a chiedere, Ministro, quali iniziative di competenza intenda intraprendere il Ministero, per sostenere le imprese, la produttività e i consumatori, in considerazione dell'aumento dei prezzi delle materie prime, descritto in premessa.

PRESIDENTE. Il Ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha facoltà di rispondere.

GIANCARLO GIORGETTI, Ministro dello Sviluppo economico. Grazie Presidente, grazie colleghi. Ritorno sull'argomento per completare il ragionamento che è stato fatto in precedenza. Innanzitutto, questa esplosione dei prezzi delle materie prime si registra in qualche modo e si riflette poi nel tasso d'inflazione. Dobbiamo capire se questo è un fenomeno che ha un carattere, diciamo così, temporaneo, se è una cosiddetta fiammata o se invece assume un carattere strutturale. È chiaro che le due situazioni cambiano radicalmente. Una seconda osservazione mi viene dal suo intervento. È chiaro che con riferimento ad alcune materie prime, in particolare alle materie prime che diventano strategicamente rilevanti per determinati tipi di produzione, i ragionamenti che si devono fare e che stiamo facendo, evidentemente, non sono meramente di tipo economico, ma anche - oserei dire - di carattere geopolitico e investono in prima battuta anche la prospettiva puramente europea. È per quello che in precedenza io ho citato il tema dell'IPCEI. È chiaro che l'Europa si deve porre il problema di come garantirsi un approvvigionamento, con una diversificazione evidentemente anche delle fonti di approvvigionamento, in prospettiva, di alcune materie prime rare. La riflessione aperta in sede europea è una riflessione a cui evidentemente l'Italia partecipa a pieno titolo.

Un esempio concreto, a cui faccio riferimento, non tanto sulle materie prime ma già in prodotti finiti, fondamentali per le filiere, tipo quella dell'automotive; è il caso dei semiconduttori, in cui improvvisamente c'è stata una carenza a livello globale e in cui, provvidenzialmente, l'Italia è presente con aziende di eccellenza. È chiaro che in questo caso serve - e il Governo attuale, ma anche quello precedente ha fatto la sua parte - incentivare investimenti e aumentare la capacità produttiva al fine di rispondere a questo tipo di richieste.

Dobbiamo lavorare chiaramente in ottica previsionale, ma, per fare questo, e colgo questa occasione per ribadirlo, l'ho già detto in sedi pubbliche e anche a livello comunitario, l'Europa deve avere coscienza di quello che è la prospettiva strategica. Se si applicano le regole in modo burocratico per quanto riguarda, ad esempio, gli aiuti di Stato rispetto a investimenti strategici - faccio riferimento ad esempio a quello che abbiamo in mente in qualche modo di promuovere nell'ambito del PNRR a Catania, sempre nel campo dei semiconduttori - vuol dire che non si è capita la logica in cui sostanzialmente si cala questo tipo di situazione. Altro ragionamento evidentemente va fatto con riferimento alla politica dei dazi.

Ad esempio, per quanto riguarda l'acciaio, in molti operatori lamentavano e lamentano l'aumento dei prezzi sull'acciaio, motivato anche dalla politica dei dazi introdotta dall'Unione europea in risposta a precedenti i dazi a sua volta adottati a livello di Governo americano, ma anche in questo caso bisogna bilanciare interessi contrapposti, cioè quello della filiera degli acciai e degli utilizzatori dei medesimi. Quindi questioni molto complicate, in cui convergono sia esigenze di carattere economico degli operatori sia esigenze di carattere strategico a livello puramente politico.

PRESIDENTE. Il deputato Sut ha facoltà di replicare.

LUCA SUT (M5S). Grazie, Presidente. Signor Ministro, il quadro economico attuale del nostro Paese è fragile dopo la più grande recessione mai avutasi nella storia della nostra Repubblica. Questo aumento dei prezzi è un fenomeno complesso, come lei ha sottolineato, e multifattoriale, che non può però in ogni modo lasciare indifferenti le istituzioni e il suo Ministero. Vengono colpite in prima battuta le imprese, ma ci saranno ricadute anche sui lavoratori e sui consumatori, sui quali rischia di scaricarsi questo aumento di prezzi, dei rincari di tantissime delle commodities. Di fatto l'escalation dei prezzi delle materie prime e la conseguente difficoltà anche di reperirle rischia di depotenziare la ripresa economica del nostro Paese.

Questo problema ferma la produzione e indebolisce anche la competitività del sistema, proprio in questo momento in cui si stavano vedendo dei segnali congiunturali di ripresa. Tutti i comparti del manifatturiero, per quanto riguarda la metallurgia, il legno, le materie plastiche, le apparecchiature elettriche ed elettroniche dell'automotive, per citarne alcune, chiedono a gran voce un intervento da parte del Governo.

Non dimentichiamo, poi, che siamo il secondo Paese in Europa per la produzione manifatturiera, che però è molto dipendente dai mercati esteri, dove deve acquistare le materie prime. Sono proprio le materie prime al centro della transizione ecologica e digitale, transizioni che dobbiamo assolutamente portare a termine e farlo soprattutto nei tempi previsti, tenendo anche conto, però, a questo punto, che l'aumento di prezzi non deve essere utilizzato come scusa per rinviare la transizione.

Non voglio uscire dall'argomento di questa interrogazione, ma vorrei comunque citare uno dei temi che anche lei comunque ha richiamato e che l'ha vista anche impegnato in questi giorni, e mi riferisco al caso Stellantis: facciamo in modo che l'Italia abbia la sua gigafactory, ma facciamo di più, dobbiamo fare molto di più, investendo sul recupero delle batterie per il loro riutilizzo in ambito, per esempio, stazionario oppure riciclando le materie prime che la compongono. Questa è la giusta risposta alla dipendenza dai mercati extra UE, perché dobbiamo assolutamente diventare autonomi anche in questo. Non possiamo chiedere ancora una volta alle imprese di tirare la cinghia e di essere resilienti, aspettando che passi la nottata.

PRESIDENTE. Concluda.

LUCA SUT (M5S). Concludo, Presidente. Servono quindi iniziative e servono in tempi rapidi. Non possiamo lasciare che il fenomeno agisca indisturbato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Termini e modalità attuative in ordine all'erogazione delle risorse previste dai recenti provvedimenti legislativi al fine di favorire la ripresa delle attività commerciali – n. 3-02340)

PRESIDENTE. Il deputato Pettazzi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Bitonci ed altri n. 3-02340 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

LINO PETTAZZI (LEGA). Grazie Presidente e grazie signor Ministro. Premesso che, per effetto delle misure di contenimento per il contrasto all'emergenza COVID, negli ultimi mesi numerose attività sono state interessate dai provvedimenti di carattere restrittivo stabiliti con decretazione d'urgenza, al fine di sostenere economicamente le suddette attività danneggiate dalle chiusure, nell'ultimo provvedimento adottato dal Governo è stato previsto lo stanziamento di risorse ad hoc per un ammontare complessivo di 100 milioni di euro per l'anno 2021, destinate a tutti gli operatori del settore. Si evidenzia, dunque, il preminente obiettivo di favorire la ripartenza delle attività commerciali anche mediante la previsione di interventi economici idonei a compensare adeguatamente i cali di fatturato che sono seguiti alle sopramenzionate restrizioni. Le chiediamo quindi, signor Ministro, entro quali termini e con quali modalità attuative saranno erogate le risorse sopramenzionate, indispensabili in specie alla fase di ripresa economica post pandemia.

PRESIDENTE. Il Ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha facoltà di rispondere.

GIANCARLO GIORGETTI, Ministro dello Sviluppo economico. Grazie colleghi, grazie Presidente. Il decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73, cosiddetto “Sostegni-bis”, ha previsto questo fondo destinato esplicitamente alle attività forzatamente chiuse; non a coloro che semplicemente sono stati danneggiati, ma a coloro che, per almeno quattro mesi, non hanno potuto svolgere alcun tipo di attività , in virtù dei decreti emanati dal Governo e dalle autorità.

Evidentemente il decreto-legge è in pendenza di conversione; ciononostante ci siamo attivati, esiste già una bozza di decreto condiviso con le amministrazioni interessate, in particolare con il Ministero dell'Economia e delle finanze. Naturalmente, se il Parlamento volesse aumentare lo stanziamento della misura, sarebbe evidentemente benvenuto, e questa misura, che poi dovrà essere ovviamente notificata all'Unione europea, si basa sul riconoscimento di un contributo a fondo perduto, la cui quantificazione poi, rispetto a una base definita uguale per tutti, è parametrata all'ammontare dei compensi nel 2019.

Naturalmente c'è, elencato in base ai codici Ateco, l'universo dei soggetti che, appunto, in relazione alla chiusura, faccio esempi per intenderci, i locali da ballo sono il tipico caso, le piscine al chiuso sono il tipico caso, che ancora oggi sono chiuse e non possono, in virtù di un decreto, avere nessun tipo di attività.

Per quanto riguarda le modalità attuative, si è previsto il ricorso a un sistema caratterizzato da un notevole livello di automatismo, con l'obiettivo di garantire la più celere attuazione delle procedure e favorire così la ripartenza delle attività economiche interessate, speriamo al più presto, anche per quelle a cui manca ancora una data precisa di riapertura.

In tale ottica si è proposta una modalità particolarmente semplificata, con presentazione della richiesta in via telematica e autocertificazione della sussistenza dei requisiti da parte dell'interessato, che si sostanziano essenzialmente delle indicazioni dell'attività ricompresa tra quelle oggetto di chiusura forzata per più di quattro mesi, dei ricavi e del periodo di chiusura, mentre per le modalità concrete di effettuazione della richiesta e i termini di presentazione saranno fornite specifiche istruzioni da parte dell'Agenzia delle entrate con proprio provvedimento.

Naturalmente noi abbiamo in qualche modo anticipato tutta la procedura, in modo da essere pronti immediatamente, nel momento in cui il decreto-legge viene convertito e pubblicato in Gazzetta Ufficiale, ad offrire questa possibilità di sostegno a chi in particolare è stato pesantemente danneggiato non soltanto nell'attività, ma anche proprio nella propria dimensione umana, non potendo in alcun modo svolgere alcun tipo di attività.

PRESIDENTE. Il deputato Pettazzi ha facoltà di replicare per due minuti.

LINO PETTAZZI (LEGA). Grazie, Presidente. Signor Ministro, sono uno delle migliaia di imprenditori che hanno subìto importanti ripercussioni a seguito della pandemia. Mi rapporto quotidianamente con decine di imprenditori, che fortunatamente, nelle ultime settimane, stanno intravedendo un ritorno, seppur lento, alla normalità. Sappiamo benissimo che dovremo stringere i denti e lottare ancora a lungo per recuperare i danni subiti, soprattutto quelli economici. Questo è quanto è emerso anche dalle moltissime audizioni negli ultimi mesi delle associazioni di categoria in Commissione attività produttive.

Signor Ministro, quanto abbiamo poc'anzi ascoltato va proprio nella direzione che auspicavamo; un sollievo per moltissime attività costrette alla chiusura e che, per ripartire, hanno assolutamente bisogno di sostegno sia economico, ma anche morale.

Dico questo perché per un imprenditore è indispensabile sapere di poter contare sulle istituzioni a tutti i livelli. Per questo ci riteniamo molto soddisfatti della risposta e, a nome del gruppo Lega-Salvini Premier, la ringrazio e le auguro buon lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Iniziative di competenza per il rilancio del comparto automobilistico italiano, anche in vista della transizione verso la mobilità elettrica – n. 3-02341)

PRESIDENTE. La deputata Porchietto ha facoltà di illustrare l'interrogazione Barelli ed altri n. 3-02341 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria, per un minuto.

CLAUDIA PORCHIETTO (FI). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro, mi permetto di ringraziarla per l'incontro che c'è stato ieri, perché credo che sia il primo passaggio importante e utile per un comparto che per l'Italia è fondamentale e credo che ieri si siano gettate le basi per quella che deve essere, comunque, un'iniziativa di politica industriale forte e importante su un settore, come quello dell'automotive, che per noi è vitale.

Abbiamo appreso dai giornali - quindi, speriamo di poter avere qualche informazione in più direttamente da lei - di quelle che sono state le prime dichiarazioni fatte da Stellantis, quelle di una volontà di fare una superlinea in questo momento a Melfi. Ma io voglio ricordare che noi abbiamo quattro aree importanti e credo che sarebbe altrettanto importante che Stellantis non lavorasse a comparti stagni, ma che facesse un progetto articolato e complesso sulla grande capacità produttiva italiana e, quindi, tenesse in considerazione le zone del Sud le zone del Nord, perché la cosa fondamentale e importante che dobbiamo portare a casa è la fabbrica sulle batterie. Ieri non credo che ci sia stato modo di approfondire questo tema, ho visto che c'è, comunque, un'iniziativa rispetto all'assemblaggio delle batterie, ma noi necessitiamo di una gigafactory, come tutte le altre attività e le altre grandi case automobilistiche.

Pertanto, mi permetto di chiederle, Ministro, di darci qualche indicazione in più, ricordando, mi permetta, io arrivo da Torino e Mirafiori è Mirafiori, che avremmo piacere di sapere anche quale sarà il futuro di questo stabilimento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Il Ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha facoltà di rispondere.

GIANCARLO GIORGETTI, Ministro dello Sviluppo economico. Grazie per avere introdotto anche il tema dell'automotive che, evidentemente, consideriamo centrale. Già in precedenza, in diverse interrogazioni, abbiamo trattato di questo argomento e, naturalmente, parlando di automotive, anche se non si risolve unicamente la vicenda Stellantis, parlare di Stellantis, oggi e le per ragioni che lei ha ricordato anche di attualità, è importante.

Ieri si è svolto questo incontro, abbiamo ricordato che ci sono degli impegni assunti dal dall'azienda, impegni assunti anche in relazione a una garanzia che la SACE ha riconosciuto per oltre 5,6 miliardi di euro e su cui conseguono determinati impegni sotto il profilo degli investimenti, 5 miliardi di investimenti, che sono stati confermati da parte dell'azienda e tutta una serie di altri corollari che non sto qui a ricordare. Perché? Perché il tema è quello; oltre agli impegni che sono stati assunti sulla realtà di Melfi, perché ieri l'incontro è stato fondamentalmente su l'impianto tecnologicamente più avanzato di Stellantis in Italia e che sarà destinato per primo a quello che è il trasferimento cosiddetto tecnologico e, cioè, per la produzione di macchine elettriche. L'azienda ha ribadito la vocazione territoriale, cioè la volontà di investire ed investire seriamente anche per quanto riguarda l'innovazione dei modelli su Melfi. Naturalmente questo non significa che il problema è risolto, su Melfi, perché, evidentemente, partirà una trattativa sindacale per quanto riguarda l'organizzazione e la riorganizzazione aziendale connessa alla chiusura di una linea, presumibilmente, ma perché altri sono i temi su cui noi abbiamo chiesto all'azienda di confrontarci in successivi incontri. Prima di tutto, la scelta di localizzare in Italia questa gigafactory per quanto riguarda la produzione delle batterie. Noi abbiamo ribadito che, per una serie di motivi e, ovviamente, di interessi, attendiamo e ci attendiamo che questa sia localizzata in Italia, dove? In questo Parlamento, probabilmente, ci sono idee diverse, aspettiamo una decisione da parte dell'azienda, ma, per sicuro, riteniamo che debba essere localizzata in Italia.

E, poi, le altre realtà produttive del Paese. In particolare, siccome questo Parlamento ha scelto, in qualche modo, di aderire con il PNRR a una transizione ecologica di un certo tipo, sappiamo perfettamente che, ad esempio, gli stabilimenti che producono motori diesel hanno gli anni contati. Ecco, anche su questo, abbiamo sollecitato l'azienda per i successivi incontri. Ricordo che, proprio la settimana prossima, anzi il 23, ci sarà un tavolo automotive, quindi allargato anche a tutto l'indotto.

Non finisce qui il confronto tra azienda, sindacati e Governo: sicuramente noi intendiamo fare la nostra parte, perché, lo ribadisco, l'automotive e il ruolo di Stellantis sono un po' il cuore della politica industriale del Paese.

PRESIDENTE. La deputata Porchietto ha facoltà di replicare.

CLAUDIA PORCHIETTO (FI). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro, ci fanno piacere le sue parole, lei ha toccato un tema che, chiaramente, è sinergico e collegato, che è quello dell'indotto e noi sappiamo, tra l'altro, che l'indotto automotive dovrà fare, comunque, una traversata nel deserto non da poco, perché il tema dell'elettrico e dell'elettrificazione significa anche cambiare un indotto. Pertanto il fatto che, anche nel PNRR, lei abbia voluto valutare, comunque, come strategico questo passaggio per noi è assolutamente importante.

Mi permetto di sottolineare come, in questi giorni, con il “Sostegni-bis”, tutte le forze che sono qui presenti e i parlamentari hanno sottolineato al Governo come siano fondamentali gli incentivi anche sui motori tradizionali, perché abbiamo la necessità, comunque, di traghettare un sistema. Io credo che il Parlamento abbia dato un forte segnale di comunanza di intenti al Governo e riteniamo che il Governo sia tranquillo nel sapere che il Parlamento seguirà quello che sarà il progetto industriale applicato ed adottato dal Governo.

Su questo passaggio, lei ha sottolineato come ieri abbiate parlato, in particolare, della superlinea di Melfi, che è una superlinea che dovrebbe, indicativamente, produrre 430 mila auto all'anno. Mi permetto solo di dire che, in questo momento, la capacità produttiva in Italia è di 800 mila, quindi metà saranno già, comunque, dedicate a Melfi. Sono certa che lei farà di tutto per far sì che le 800 mila diventino, come minimo, il doppio, per riportare, comunque, una capacità produttiva in Italia, magari ragionare, come sta facendo la Francia, con un'operazione di investimenti e di reshoring, quindi di rientro anche di attività produttive. Di certo ci sarà, comunque, un proseguimento nei tavoli e sono certa che lei vorrà coinvolgere anche in questo le Aule parlamentari, perché saremo sicuramente al vostro fianco per portare a casa questa nuova politica industriale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 16,05. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 16, è ripresa alle 16,05.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascari, Battelli, Bianchi, Enrico Borghi, Brescia, Cancelleri, Casa, Maurizio Cattoi, Cavandoli, Comaroli, Corda, Covolo, Delmastro Delle Vedove, Dieni, Ehm, Fassino, Gallinella, Gebhard, Giachetti, Lapia, Liuni, Lorefice, Losacco, Maggioni, Magi, Montaruli, Occhiuto, Paita, Parolo, Perantoni, Polidori, Schullian, Spena, Stumpo, Tasso, Vito e Raffaele Volpi sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente 105, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori il deputato Ungaro. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore!

MASSIMO UNGARO (IV). Sì, Presidente, grazie. Noi chiediamo il rinvio della discussione della mozione sul caso di Julian Assange alla settimana prossima.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Presidente, intervengo per segnalarle che la Commissione bilancio è ancora in corso, quindi il problema è che, certo, vi è anche la richiesta del collega, però mancano tutti i colleghi.

PRESIDENTE. Questa però può andare avanti, solo questo.

Se non vi sono obiezioni, rimane stabilito che la mozione n. 1-00456 concernente iniziative in relazione al caso di Julian Assange è rinviata alla prossima settimana.

(C osi rimane stabilito ).

A questo punto, sospendiamo, per cinque minuti, la seduta.

La seduta, sospesa alle 16,10, è ripresa alle 16,15.

Seguito della discussione della mozione Fitzgerald Nissoli, Invidia, Formentini, Pezzopane, Mollicone, Ungaro ed altri n. 1-00359 concernente iniziative di carattere diplomatico volte a salvaguardare l'eredità culturale italiana negli Stati Uniti, con particolare riferimento alla figura di Cristoforo Colombo.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della mozione Fitzgerald Nissoli, Invidia, Formentini, Pezzopane, Mollicone, Ungaro ed altri n. 1-00359 (Nuova formulazione) concernente iniziative di carattere diplomatico volte a salvaguardare l'eredità culturale italiana negli Stati Uniti, con particolare riferimento alla figura di Cristoforo Colombo (Vedi l'allegato A).

Ricordo che nella seduta di lunedì 26 ottobre 2020 si è svolta la discussione sulle linee generali. Avverto che in data odierna è stata presentata un'ulteriore nuova formulazione della mozione all'ordine del giorno. Il relativo testo è in distribuzione.

(Parere del Governo)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il sottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale, Di Stefano, che esprimerà altresì il parere sulla mozione all'ordine del giorno.

MANLIO DI STEFANO, Sottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale. Grazie, Presidente. Parere favorevole del Governo.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di parlare il deputato Palazzotto. Ne ha facoltà.

Colleghi… colleghi… colleghi, c'è brusio… per favore, un po' di collaborazione che ci sono gli interventi… un po' di rispetto… grazie.

Prego, deputato Palazzotto.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Grazie, Presidente. Devo dire che provo un po' di imbarazzo ad affrontare questa discussione in un momento come questo, non solo per il delicato momento che attraversa non solo il nostro Paese, della pandemia globale e per l'impegno, quindi, di quest'Aula ad affrontare questo tema, ma anche per il modo maldestro con cui questa mozione interviene in un dibattito rilevante che attraversa oggi la società americana, e che riguarda le sue origini e la complessità della sua storia.

Tralascio la questione, ormai risolta dalla nuova riformulazione, del riferimento che in questa mozione veniva fatto alla figura del gerarca fascista Italo Balbo ed anche del riferimento che viene fatto ad altre figure che sono oggetto, oggi, di questo dibattito negli Stati Uniti e che porta anche alla rimozione, in molte città, delle statue di generali dell'esercito sudista che in qualche modo avevano partecipato alla stagione dello schiavismo negli Stati Uniti.

Quindi, questo dibattito non riguarda il movimento di alcuni vandali che, in qualche modo, imbrattano le statue di Cristoforo Colombo negli Stati Uniti, ma riguarda una riflessione molto più approfondita che dalla figura di Cristoforo Colombo, e non solo, anche di altre figure che si inscrivono nella stessa epoca e in quelle successive, prova a dare una ricostruzione delle origini della società americana. Riguarda tanto la figura ancestrale di Cristoforo Colombo, quanto le figure più recenti e il grande dibattito che c'è anche oggi rispetto al segregazionismo razziale negli Stati Uniti. E forse servirebbe un po' più di attenzione quando a fare questo dibattito è un'Aula di un Parlamento di un Paese straniero. Quindi, vorrei richiamare un attimo l'attenzione di quest'Aula rispetto al tema di cui oggi stiamodiscutendo, perché la mozione tralascia, anche nella parte narrativa, alcuni elementi rilevanti; vorrei farvi presente che ad annullare la celebrazione del Columbus Day e a sostituirla con la Festa delle popolazioni indigene originarie degli Stati Uniti sono state città importanti, dopo un lungo e sofferto dibattito che ha riguardato in primo luogo i cittadini discendenti dalle popolazioni native, dibattito che si apre oggi negli Stati Uniti e riguarda il fatto che Cristoforo Colombo, così come gli altri conquistatori che sicuramente diedero un contributo importante alla scoperta del Nuovo Continente, parteciparono comunque a quello che è definito uno dei più grandi genocidi della storia dell'umanità, delle popolazioni native. E noi di questa parte dovremmo avere contezza e affrontare un dibattito di questo tipo con maggiore accortezza. Solo per citarne alcune, le città che hanno affrontato questa discussione e che hanno deliberato, nei propri consigli, la rimozione del Columbus Day e la sostituzione con la festività delle popolazioni indigene sono: San Francisco, Los Angeles, Berkeley, Baltimora. Non parliamo di piccole città; quel dibattito ha riguardato una posizione che è stata espressa anche dai più alti vertici della attuale Amministrazione americana; l'ultima, in ordine di tempo, a prendere una posizione su questo è stata la Vicepresidente Kamala Harris, dicendo che forse è arrivato il momento di riconoscere quel genocidio e di affrontare questo tema in maniera diversa. Il sindaco di New York ha posto il tema di dover affrontare anche la contestualizzazione della figura di Cristoforo Colombo in un quadro storico riconoscendo anche le problematicità che quella figura pone.

Vorrei, dunque, che questo Parlamento - e anche il Governo italiano - discutesse con un po' più di serietà di un tema come questo e che non si sovrapponesse un dibattito così macchiettistico al tema della difesa dell'identità culturale degli italiani all'estero e nel mondo o, in particolar modo, degli italiani negli Stati Uniti, perché altrimenti rischiamo, noi stessi, di fare un danno agli italiani nel mondo, alla nostra cultura e alla nostra intelligenza.

Ed è per questo che io, oggi, annuncio il voto di astensione, non perché non ci sia una contrarietà sul tema della mozione, ma perché appunto vogliamo dare un segnale, in questo momento, che noi non siamo contro la valorizzazione della cultura italiana e anche dei simboli di quella storia, però ci vuole anche rispetto e la contestualizzazione all'interno del dibattito che attraversa una società, quella americana e, quindi, anche evitare l'ingerenza dentro quel dibattito da parte di organi istituzionali, perché un conto sono le libere espressioni, i comunicati stampa che ognuno di noi fa, quelle posizioni che vengono assunte, un conto sono atti formali. E guardate che in questa mozione è scritto, a chiare lettere, che oggi il Parlamento impegna il Governo italiano ad attivare ogni iniziativa di carattere diplomatico nei confronti del Governo degli Stati Uniti per tutelare la figura di Cristoforo Colombo e, con essa, la tradizione e la cultura degli italiani negli Stati Uniti.

Ora, io vi invito veramente a riflettere sull'opportunità di questa mozione, perché è evidente che un'iniziativa di questo tipo presa anche dal Governo, al netto dell'ingerenza che questa rappresenterebbe dentro un dibattito così delicato come quello che vi prospettavo, rappresenta anche un elemento di problematicità dal punto di vista della credibilità del nostro Paese. Ho difficoltà a immaginare il Presidente Draghi che, in un momento come questo, tra una discussione che riguarda il rapporto con la Cina e la risoluzione della pandemia, ponga il tema della tutela delle statue di Cristoforo Colombo. Vorrei veramente richiamare l'Aula a un'attenzione e anche alla possibilità di soprassedere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Gagliardi. Ne ha facoltà.

MANUELA GAGLIARDI (CI). Grazie, Presidente. L'impegno che chiediamo al Governo con questa mozione è di proseguire con tutte le azioni necessarie affinché sia salvaguardata l'eredità culturale italiana negli Stati Uniti e, con essa, la figura simbolo di tale cultura: mi riferisco a Cristoforo Colombo. Negli USA, purtroppo, negli ultimi anni e con una recrudescenza nel 2020, le proteste inizialmente pacifiche contro il razzismo si sono trasformate in violente rivolte. In diverse città, con atti di vandalismo sui monumenti, alcuni personaggi sono stati accusati di essere stati lesivi per le minoranze etniche. Tra queste figure è finita anche quella del nostro navigatore ed esploratore genovese Cristoforo Colombo, le cui statue presenti nelle principali piazze delle città americane sono state vandalizzate e, in alcuni casi, addirittura rimosse. Nella foga revisionista di pochi è finito anche il Columbus Day, la festa del giorno dell'arrivo di Colombo nel Nuovo Mondo. Quella data e quelle celebrazioni, però, sono importanti nella storia americana e rappresentano l'eredità culturale negli Stati Uniti degli italiani che vedono nel Columbus Day il giorno della celebrazione dell'orgoglio e della cultura italiana nel mondo. Le contestazioni creano, quindi, evidentemente una ferita profonda alla comunità italiana che vive negli Stati Uniti e non solo, naturalmente.

Come ha scritto un autorevole quotidiano americano, è quantomeno spiacevole vedere come una figura come quella di Cristoforo Colombo, che una volta univa e rappresentava il coraggio, l'ottimismo e tutti gli immigrati d'America, oggi sia improvvisamente nel mirino di chi la vuole distruggere.

Colombo rappresenta uno dei principali simboli del legame tra l'Italia e gli Stati Uniti. La rimozione di questa figura dalla memoria storica del popolo americano è come se minasse i sentimenti di collaborazione e di grande amicizia che i due Paesi nutrono reciprocamente e che sono stati, da ultimo, ribaditi al recente incontro al vertice del G7 tra il Presidente Draghi e il Presidente Biden, nonché dal Presidente Mattarella nella sua ultima visita, quando tenne fortemente ad affermare che i rapporti tra gli Stati Uniti e l'Italia sono caratterizzati da un'amicizia profonda, da una comunanza di interessi, rafforzati dalla presenza negli Stati Uniti di tanti americani di origine italiana.

Cristoforo Colombo è stato un esploratore, un navigatore. Ha aperto orizzonti, ha permesso di conoscere e scoprire continenti e terre che fino ad allora venivano ignorati. Ha unito mondi diversi e lontani, arricchendo la cultura di tutte le terre toccate e di quelle da cui è partito. Questo noi oggi dobbiamo fermamente ribadirlo e rivendicarlo. Sono legami riconosciuti e tramandati nel passato e non possiamo permettere in alcun modo che vadano persi nel nostro futuro. Stati Uniti e Italia sono uniti per la loro storia, per i valori di riferimento: libertà, diritti umani, stato di diritto e molto altro; per la nostra cultura, per la cultura che condividiamo e che ci accomuna; per i sentimenti di profonda amicizia, rispetto e vicinanza che ci legano da sempre, da quando Cristoforo Colombo approdò a San Salvador, e che non vogliamo vadano persi in alcun modo.

Per queste ragioni, Coraggio Italia voterà a favore della mozione (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (IV). Presidente, noi voteremo a favore di questa mozione per tutelare l'eredità della cultura italiana negli Stati Uniti e, soprattutto, la figura di Cristoforo Colombo.

Lo sappiamo tutti: Colombo era un navigatore, un esploratore - lo diceva la collega poco fa - di umili origini della città di Genova che, su mandato della Corona spagnola, entrò per primo in contatto con le Americhe e con il Nuovo Mondo, fino ad allora sconosciuti, cambiando per sempre la storia del mondo.

Negli ultimi anni abbiamo assistito a tanti episodi di intolleranza verso la sua figura in tanti diversi Stati degli Stati Uniti d'America. Le statue che lo rappresentavano sono state abbattute, distrutte, ghigliottinate ed è gradualmente emersa una lettura revisionista, alternativa della storia, che vede Colombo come il simbolo della persecuzione e della decimazione del popolo indigeno americano per mano degli europei colonizzatori.

Io non condivido questa lettura. Non la condivido nel metodo e neanche nel merito. Nel merito, secondo me, la figura di Colombo rappresenta invece l'incontro tra il Vecchio e il Nuovo Mondo. Con la sua curiosità e la sua determinazione ha permesso l'apertura di nuovi orizzonti e ha permesso a interi continenti, che fino ad allora non si conoscevano, di entrare in collegamento, come ha ricordato il Presidente Mattarella durante la sua visita negli Stati Uniti l'anno scorso. Inoltre, è stato il primo italiano ad arrivare nelle Americhe e, quindi, personifica il contributo che gli italiani hanno dato, nei secoli, al Nuovo Mondo. Un'eredità importante che gli stessi Stati Uniti celebrano ogni anno, dopo che il Congresso, nel 1934, decise di dedicare il secondo lunedì di ogni ottobre al Columbus Day, proprio per celebrare il contributo che gli italiani d'America hanno dato a quel Paese. Gli Stati Uniti non sarebbero quel grande Paese che sono oggi senza il contributo di quei milioni di italiani e italiane che hanno attraversato l'oceano, chi per fuggire dalla fame, chi per fuggire dalle persecuzioni o chi solamente in cerca di fortuna, e che hanno contribuito a costruire quel Paese, chi impiantando piastrelle, chi invece lavorando nei laboratori di fisica nucleare. Credo, quindi, sia giusto che lo Stato si applichi per difendere questa lettura della storia. Colombo era un esploratore, non era un sovrano, non era un mercante di schiavi, non era un serial killer. Voleva scoprire nuovi mondi, nuove rotte commerciali, ha spinto più in là la conoscenza del mondo del suo tempo, oltre i dogmi e le idee preconcette. La figura di Colombo rappresenta anche la forte amicizia tra il popolo americano e il popolo italiano e, come tale, va tutelata, in un momento storico che vede i nostri due Paesi alleati e membri del mondo libero e democratico.

Nel metodo, invece, è ovvio che rimuovere e cancellare in via arbitraria e selettivamente dalla storia mi sembra un controsenso, mi sembra antiscientifico e antistorico. Mi sembra sbagliato applicare i valori e i parametri di oggi per interpretare eventi accaduti secoli fa; ma, soprattutto, è un procedimento che non avrebbe fine. Se dovessimo rimuovere tutte le statue di persone che non si sono opposte alla schiavitù, a Roma dovremmo abbattere tutte le statue dell'Impero romano o demolire il Colosseo, per rendere omaggio e ricordare le anime dei tanti martiri cristiani che sono morti dentro il Colosseo. Quindi, no a ogni forma di furia iconoclasta. Gli effetti della cancel culture ricordano i talebani che, nel 2001, distrussero le statue millenarie di Buddha nella regione di Bamiyan in Afghanistan o la decapitazione delle statue dei templi pagani nel Foro Romano da parte dei primi cristiani.

Detto questo, Presidente, è normale che ogni epoca rilegga il suo passato in modo diverso, con le lenti della propria fase storica anche per tracciare il proprio futuro politico; soprattutto quando alcuni aspetti del nostro patrimonio artistico assumono una rilevanza politica come il nome di una strada o la statua in una piazza. Per questo motivo, è altrettanto ingenuo dire che la storia non si tocca. Io lo ricordo ogni volta che ricevo visite dalla Germania o dal Regno Unito: quando li porto al Foro Italico e vedono l'obelisco con la scritta “Mussolini Dux” io ho difficoltà a spiegare il motivo per cui quella scritta non sia stata spostata in un museo in cui si possa spiegare il contesto storico, in cui si possano spiegare le persecuzioni e gli eccidi del regime fascista. Di pari passo, penso che negli Stati Uniti distruggere le statue di Colombo non permetterà a quel Paese di risolvere i propri conflitti di identità, di rispettare meglio le sensibilità delle minoranze. Sono invece da incoraggiare iniziative volte a celebrare il multiculturalismo e il rispetto della memoria e delle radici, per esempio introducendo giornate celebrative della cultura indigena e dei nativi americani. La forte polemica storica attuale, che soggiace alla cosiddetta cancel culture o, comunque, a una rilettura alternativa della storia in chiave meno eurocentrica e più rispettosa delle minoranze, non può comunque essere liquidata come un futile capriccio e su questo concordo con il collega Palazzotto; ha un suo perché, che va trovato nel forte disagio che alcune comunità americane vivono sulla propria pelle. Ricordo i tanti episodi emersi, negli anni, di discriminazione sistematica e di violenza da parte di tanti poliziotti in tanti Stati degli Stati Uniti d'America verso alcune minoranze, soprattutto la minoranza afroamericana. Ricordo il tragico caso di George Floyd che, un anno fa, morì, dopo che venne tenuto a terra con un ginocchio sul collo per oltre nove minuti, fino a trovare la morte.

Ci dicono che esiste negli Stati Uniti una cultura di repressione e di razzismo strutturale presente in alcuni sezioni della Polizia e delle istituzioni, a cui occorre porre rimedio per assicurare la tutela dei diritti umani. Ma serve un'iniziativa politica, un'iniziativa politica e culturale per promuovere la cultura dell'inclusione e del rispetto non solo formalmente ma anche sostanziale e, quindi, in via economica e sociale delle minoranze, come ha indicato il Presidente Biden all'inizio del suo mandato. Insomma, Presidente, per includere tutti serve la politica. Non prendiamocela con la storia, non prendiamocela con Cristoforo Colombo (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Onorevoli colleghi, signor Presidente, signori del Governo, una delle tendenze più in voga è giudicare il passato con gli occhi del presente. Nel New Jersey nelle scorse settimane, in ossequio a non ledere la sensibilità di nessuno, hanno eliminato direttamente i nomi delle feste: il Natale, ad esempio, è diventata una semplice festa. I monumenti, vedete, sono le tracce della memoria di ciò che gli uomini hanno fatto in vita, una traccia che va oltre il tempo. Le opere di un uomo sono ciò che rimane della grandezza di un personaggio, di una generazione, di una cultura, di un'epoca, di una civiltà, anche della sua tragicità e dei suoi errori.

La mozione unitaria che abbiamo presentato in Parlamento, con la collega Fitzgerald Nissoli, impegna il Governo ad attivarsi sul piano politico e diplomatico affinché sia salvaguardata l'eredità culturale italiana negli Stati Uniti e la figura simbolo di tale eredità, che è incarnata da Cristoforo Colombo. Vedete, già nel 2017, con il portale “We the Italians” e Umberto Mucci, lanciammo una petizione, ad agosto 2017, quando non ne parlava nessuno, in cui chiedevamo al Governo italiano di intervenire per via diplomatica per chiedere ufficialmente al Governo degli Stati Uniti la tutela dei monumenti dedicati a Cristoforo Colombo e il rispetto del Columbus Day, inteso come giorno di affermazione dell'orgoglio italiano negli Stati Uniti e di amicizia tra i due popoli, non certo per celebrazione arrogante di chissà quale passato espansionistico. Nonostante l'emergenza sanitaria, quest'anno abbiamo organizzato comunque un Columbus Day virtuale. Questo non escluderebbe di dedicare un altro giorno alla memoria della cultura indigena, che dev'essere certo rispettata e celebrata ma senza discriminazioni incrociate, e su questo concordiamo con quanto detto dal collega Ungaro. Per cui, noi difendiamo tutte le tradizioni ma ovviamente, essendo italiani, difendiamo la nostra. Inoltre, abbiamo presentato una proposta di legge, a prima firma di Giorgia Meloni, di riforma degli articoli 635, 639 e 733 del codice penale, con la finalità di inasprire le sanzioni contro chi deturpi, vandalizzi o distrugga immobili o beni riconosciuti di valore artistico-culturale, ovunque siano collocati. Un tema, quindi, quello della difesa di Colombo che con la collega Fitzgerald Nissoli seguiamo sin dall'inizio della legislatura. Un ringraziamento è dovuto alla Conference of presidents of major italian american organizations e al presidente Russo e al già citato giornalista Umberto Mucci. La cancellazione del Columbus Day dal calendario delle feste e gli attacchi alle statue di Colombo rappresentano, oltre che un atto di profonda ignoranza storica, un affronto alla comunità italiana che vive negli Stati Uniti. Le più di 100 statue di Colombo esistenti in America sono state volute, pagate, scolpite, erette, celebrate e difese dagli italoamericani e da loro ripulite dopo essere state vandalizzate (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Molte di quelle statue, vedete colleghi, hanno una bandiera italiana accanto a loro e vennero erette - pensate un po', a proposito di pregiudizi e discriminazioni - a memoria degli 11 siciliani linciati e impiccati agli alberi di New Orleans dopo essere stati ingiustamente accusati, poi processati e, infine, ritenuti innocenti dalla giuria per l'omicidio del capo della Polizia nel 1891. Quelle statue, quelle di Colombo, colleghi, significano molto di più di Colombo: quelle statue rappresentano l'Italia. Sono gli italoamericani che hanno spinto e ottenuto il Columbus Day come festa nazionale, come veniva ricordato, e sono loro che organizzano, producono e promuovono le parate con centinaia di migliaia di persone con la bandiera italiana, il secondo lunedì di ottobre. Vi partecipano orgogliosi di mostrare l'italianità col tricolore in mano. Sono centinaia le associazioni, le aziende e i gruppi che, per significare l'orgoglio delle proprie radici italiane, hanno Colombo nel loro nome. Colombo è stato eletto come simbolo degli italoamericani e chi lo nega lo fa in malafede o per enorme ignoranza. Eppure, in molti luoghi il Columbus Day è stato sostituito incomprensibilmente, perché non c'è conflitto fra le due ricorrenze, dall'Indigenous Day, sebbene esista una festa nazionale indigena in un altro giorno. È la prima volta che si cancella una festa nazionale, anche se al momento, grazie a Dio, solo a livello locale. Questi attacchi, colleghi, sono ormai all'ordine del giorno. Nell'immaginario collettivo Colombo è diventato un genocida e così si è cresciuta una generazione, nell'ignoranza, nell'odio e nel totale silenzio dell'Italia. Culturalmente si sono prese per vere le calunnie scritte da chi non negava di motivare le sue azioni con un'agenda politica che stravolse alcuni passaggi dei diari di Colombo, ritagliando qua e là passaggi fino a dare loro un significato completamente diverso da quello originario. Molti storici hanno dimostrato che le sue erano falsità e manipolazioni. La storia bisognerebbe conoscerla prima di volerla sradicare. Al comando di tre caravelle, Colombo sbarcò nel continente, che da allora gli ha riservato gratitudine, cominciando col dichiarare giorno di festa l'arrivo di un tale rivoluzionario dei mari. Non per caso è considerato l'antesignano dei voli nello spazio dal Centro Kennedy di Cape Canaveral in Florida, che, a sua volta, lo commemora con lungimiranza. Le navicelle sono la prosecuzione delle caravelle. Ecco perché Colombo è un patrimonio dell'umanità. Da tempo la storiografia ha rivalutato la civiltà degli Incas, dei Maya, degli Aztechi, mettendo in evidenza tutti gli errori e gli orrori della conquista spagnola, questa, sì, forse, dovrebbe essere ristudiata. Come ha indicato il docente di italianistica William Connell, Colombo non è stato l'iniziatore della schiavitù: era un fenomeno di quel tempo. Come tutte le grandi figure, abbiamo bisogno di maggiore attenzione critica, contestualizzando ed evitando miti e fatti inaccurati. Di Colombo il Presidente Reagan disse: “Fu un sognatore, un uomo di visione e coraggio, un uomo pieno di speranza per il futuro, determinato a scoprire ciò che era sconosciuto e a salpare verso rotte inesplorate per la gioia della conoscenza”. Sintetizzando, potremmo dire che Colombo è stato l'inventore del sogno americano. Alcune storie di grandi italoamericani: Amadeo Peter Giannini, figlio di due emigranti italiani che avevano lasciato il paese natale, Favale di Malvaro in provincia di Genova, divenne il più grande banchiere del mondo. Giannini inventò il microcredito: concedeva prestiti a chiunque, limitandosi ad annotare solo nomi e cifre. Gli analfabeti potevano firmare con una croce. Poi, i grandi attori italoamericani: De Niro, Di Caprio, Cage, Sean Penn, e tanti altri che non possiamo citare per uno sterminato elenco. Persino la mia famiglia, in maniera molto più umile come le famiglie di molti di voi, prese parte a questa avventura. Il mio bisnonno Giovanni con i suoi figli andò negli Stati Uniti all'inizio del secolo scorso. Ma vorrei ricordare soprattutto mio nonno paterno Amilcare, che partì a 22 anni dal suo paese natale, Pontecorvo, per Napoli, si imbarcò su una nave - pensate un po': una motonave che si chiamava Colombo - e sbarcò l'11 settembre 1923 a New York. Sono stati milioni gli abitanti dell'Italia che hanno voluto attraversare l'oceano per stabilirsi nella nascente Nazione americana, impiegando il loro lavoro, la loro inventiva, la loro cultura per crescere in quella società e assumere ruoli importanti nella vita sociale, industriale e politica. È tempo che l'Italia si muova per difendere uno dei più grandi pionieri della storia dell'umanità, un nostro figlio oltraggiato e deriso così come i 17 milioni di nostri connazionali che lo hanno eletto a simbolo. Onorevole Palazzotto, in conclusione, con tutto il rispetto per le opinioni sue e del suo gruppo politico, riteniamo, però, che non ci si possa astenere mai dall'essere italiani: non ci si astiene in America, non ci si astiene in nessuna Nazione del mondo, non ci si astiene in Europa e soprattutto non ci si astiene in quest'Aula. Non ci si astiene mai dall'essere italiani e difendere l'identità italiana (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Fucsia Fitzgerald Nissoli. Prego.

FUCSIA FITZGERALD NISSOLI (FI). Presidente, in America l'intolleranza del politically correct cresce nel sonno della ragione che crea mostri come la cultura della cancellazione. Molti intellettuali della sinistra europea hanno definito la cancel culture una barbarie, un ritorno ai tempi dell'oscurantismo che decideva quali libri erano da leggere e quali no e affermano che è come quella dei nazisti che bruciavano i libri, trasformandoli in falò. Ora è arrivato il momento in cui si cerca di cancellare la cultura italiana e grandi italiani: oggi Colombo, domani Dante Alighieri? L'ultimo caso di cancellazione della cultura che abbiamo avuto nel mondo è di pochi anni fa ed è quello attuato dai terroristi islamici di Isis Daesh che, poiché negavano la fondamentale libertà religiosa, hanno distrutto un immenso patrimonio di tesori dell'umanità: in odio al buddismo in Afghanistan, hanno distrutto i grandiosi Buddha di Bamiyan, scolpiti nella pietra viva e poi, in odio alla civiltà assiro-babilonese, il sito archeologico di Palmira e i tesori del museo di Mosul. Era la catastrofica conseguenza di una dittatura feroce.

A chi vuole cancellare il Columbus Day chiediamo di rispondere ad una semplice domanda: Colombo e gli europei che, nel XV secolo, cominciano ad emigrare verso le Americhe, cercando una vita migliore, lavoro e libertà, non erano simili ai rifugiati, ai migranti economici che, oggi, dall'Asia, dall'Africa emigrano verso l'Europa e gli Stati Uniti? Se i sostenitori della cancel culture non vogliono il muro anti-emigranti al confine messicano, non possono condannare le migrazioni del XV secolo che andavano verso territori immensi e sconfinati: cadono in una contraddizione clamorosa perché vanno contro la ragione e contro la logica e rischiano di uscire dall'onestà intellettuale. Bisogna aggiungere che giudicare i secoli passati con il criterio dei secoli successivi è assurdo: è come fare leggi con valore retroattivo.

Se si vuole cancellare quanto viene considerato come male - e certamente il male esiste e si è sempre manifestato nella storia dell'umanità -, è evidente che lo si deve fare in tutte le situazioni in cui vediamo la sua presenza e, quindi, lo si deve fare anche quando si tratta di realtà culturali e politiche che noi amiamo. Qui diventa importante analizzare la storia non secondo i nostri gusti o le nostre ideologie ma secondo i criteri di una ricerca scientifica rigorosa perché diversamente si cadrebbe nel relativismo culturale dove ciascuno racconta la sua ragione, come fanno coloro che sostengono che “uno vale uno” per cui si equivarrebbe il parere di uno studioso di storia a quello del primo che passa per strada. Voglio portare l'esempio della negritudine che è molto significativo e chiarissimo e che è confermato da rigorosa ricerca storico-scientifica. La negritudine è la rivendicazione sacrosanta dell'orgoglio dei popoli africani di essere neri, con la loro profonda spiritualità e con il loro grande anelito alla dignità e alla libertà. L'amore per il proprio colore e per la propria terra africana è stato cantato nel secolo scorso dal grande poeta Senghor ed ha fatto conoscere a tutti la bellezza della cultura e degli stili di vita di quei popoli. Ma noi sappiamo che nella storia africana ci sono state situazioni terribili e dolorosissime in cui alcuni popoli neri schiavizzavano dei fratelli neri e li vendevano agli uomini bianchi con il fez, che erano gli arabi nordafricani.

A causa di questa terribile piaga, i sostenitori della cancel culture dovrebbero cancellare tutta la negritudine e i suoi valori, ma questo significherebbe buttare via il bambino con l'acqua sporca, sarebbe fare un torto e un'ingiustizia a tutti i neri, sarebbe violenza. Invece, noi vogliamo continuare a cantare la negritudine per esaltarne i valori positivi che non possiamo cancellare solo perché ci sono stati gravi disvalori. Se questa riflessione risponde a criteri di logica e di morale e, quindi, è corretta, allora è da applicare a tutti; è vero che anche i bianchi europei sono stati schiavisti e colonialisti, ed è vero che hanno sterminato gli indiani nativi in America.

Ma, allora, dovremmo cancellare tanto la storia dell'Occidente quanto la negritudine e, quindi, cancellare anche la cultura dei popoli arabo-islamici che hanno colonizzato mezza Africa per tredici secoli e, prima della schiavitù della rotta atlantica, hanno deportato 17 milioni di neri verso l'Asia e, a causa degli orrori del comunismo, dovremmo cancellare i simboli della cultura di Paesi come la Cambogia di Pol Pot o la Cina di Mao.

Se bastasse cancellare le tracce e la memoria del male per farlo scomparire sarebbe bello, ma non è così. Molto più profondo è il lavoro da fare, tanto sulle singole persone quanto sulle singole culture. E la cultura del mondo occidentale, culla di democrazia e libertà, ha fatto forte autocritica dei suoi errori, mentre altre culture non l'hanno mai fatta e ora si fustiga in modo eccessivo fino all'autodistruzione, sbagliata come il suicidio.

Ci avviciniamo ai nostri giorni e a quanto sta accadendo negli Stati Uniti: la situazione è davvero preoccupante. La cancel culture è un movimento puritano, dominato dallo stesso dogmatismo che giustamente si rimproverava ai clericali, che pratica la censura e che, per condannare la caccia alle streghe del passato, ha ricominciato a fare la caccia alle streghe oggi. Sono all'assurdo di copiare e ripetere esattamente quello che vorrebbero combattere; ma tutti sappiamo bene - e lo sperimentiamo nella vita quotidiana - che non esistono né persone né popoli che siano immuni da peccati e da errori. Se a tutti i popoli del pianeta del Nord o del Sud, sviluppati o no, bianchi o colorati, dicessimo la frase evangelica: “chi è senza peccato, scagli la prima pietra”, chi oserebbe scagliare? Nessuno. La cancellazione culturale cade in un'altra vistosa contraddizione e spero non per disonestà ma solo per incapacità logica; infatti, essa si pone l'obiettivo di difendere tutte le diversità e tutte le minoranze ed anzi definisce una ricchezza la biodiversità e le diversità culturali come il gender, ma poi è totalmente intollerante delle diversità di persone o popoli che sono diversi dai loro principi ideologici e si spinge fino a far licenziare docenti universitari non in linea con la cultura cancellatrice. Incredibile!

I diversi popoli, le diverse storie e le diverse identità sono valori da rispettare e da difendere e non da cancellare: un conto è condannare gli errori delle persone e altro conto è censurare e cancellare le persone come Dante o San Francesco o quant'altri. Qui emerge un altro problema del politically correct che, essendo sostenitore della globalizzazione, vorrebbe appiattire e omogeneizzare ogni popolo e ogni cultura in un indifferenziato color caffelatte, ma deve uscire dalla contraddizione insostenibile di voler, al tempo stesso, difendere ogni diversità e voler appiattire tutto dentro gli schemi della propria ideologia.

Rileggere la storia, stravolgendola attraverso la negazione di fatti realmente accaduti, significa cadere nella falsificazione e nella menzogna; bisogna invece che la storia venga vista nella sua interezza e venga studiata per quella che era ed è necessario capire i fenomeni, collocandoli nel contesto del loro tempo. Osservando in questo modo sarà possibile evidenziare i progressi che sono stati compiuti e capire meglio gli errori da non ripetere. Ecco, allora che l'Italia e gli italiani chiedono di non essere discriminati attraverso l'espulsione della loro cultura e storia dalla vita degli Stati Uniti, come nessuna cultura deve essere criminalizzata perché allora ci sarebbero motivi per criminalizzarle tutte.

Chiedo che il Parlamento italiano difenda la nostra Patria e la nostra dignità e quella degli italiani all'estero. Voglio ringraziare a tal proposito le organizzazioni degli italiani in America che si sono battute per difendere il nostro patrimonio culturale, un attaccamento alla madrepatria di cui le istituzioni nazionali devono tenere debitamente conto, un esempio di amore verso l'Italia che tutti in quest'Aula dovremmo riscoprire (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Rivolgo al Parlamento italiano un appassionato appello ad approvare la mozione - mi dispiace per l'onorevole Palazzotto - che è frutto di un lavoro ampiamente condiviso e ringrazio tutti i colleghi per questo. Inoltre, chiedo che una delegazione ufficiale del Parlamento si rechi negli Stati Uniti alla celebrazione del Columbus Day e che si vada oltre le diversità politiche per poter essere una sola voce a sostegno dell'italianità e di quanti hanno scelto di vivere in un grande Paese come gli Stati Uniti, baluardo di pluralismo, di democrazia e di libertà (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Pezzopane. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Grazie, Presidente. L'esigenza di questa mozione è nata a seguito dei recenti episodi di intolleranza, volti a distruggere statue che raffiguravano Cristoforo Colombo. A partire dal 2017, infatti, vi furono diversi fatti di intolleranza verso alcuni simboli della storia americana, ivi compreso Cristoforo Colombo - icona per gli italiani d'America, che celebrano ogni anno il Columbus day, voluto nel 1947 dal presidente Roosevelt - fino al punto che, a Los Angeles, nel 2017, veniva votata a stragrande maggioranza la cancellazione del Columbus day. Tale fatto si inserisce in un'azione di rimozione storica e culturale della figura di Colombo dalla vita pubblica americana. Lo stesso Presidente Mattarella, durante la sua visita negli Stati Uniti, lo scorso novembre, nel corso delle dichiarazioni alla stampa, ha avuto modo di sottolineare come, invece, Cristoforo Colombo abbia aperto orizzonti di conoscenza, ponendo in collegamento continenti fino ad allora sconosciuti l'uno all'altro.

Per molti italo-americani il vandalismo nei confronti di Colombo è considerato un insulto razzista. Per questo sono state molteplici le iniziative degli italiani d'America, orgogliosi del patrimonio culturale. La comunità italiana degli Stati Uniti è una realtà culturale da sostenere e Colombo è un importante simbolo della relazione con l'Italia. Gli italiani in America si sono fatti tradizionalmente strada in tutti i settori della vita del Paese. La loro presenza costituisce un ponte al più alto livello fra Italia e Stati Uniti, attraverso l'apporto allo sviluppo e al rafforzamento delle relazioni bilaterali. All'immigrazione tradizionale dei nostri nonni, che partivano con le valigie di cartone, iniziata nella seconda metà dell'Ottocento e proseguita, a fasi alterne, per tutto il secolo scorso, si è negli ultimi anni affiancato un nuovo flusso di arrivi dall'Italia. È un dato testimoniato anche dal numero crescente di iscritti all'anagrafe consolare degli italiani all'estero. Si tratta di un flusso di arrivi prevalentemente costituito da professionisti e personale qualificato, il più delle volte in possesso di titoli di studio universitari e specializzazioni. Il numero dei ricercatori italiani che, in vari ambiti, operano invece negli Stati Uniti, è oggi superiore ai 15 mila e sono più di 4 mila i ricercatori italiani che fanno parte del network ISSNAF e moltissimi i medici che hanno dato un eccezionale contributo al contrasto alla pandemia negli Stati Uniti. Secondo i dati dell'ultimo censimento del 2010, gli americani di origine italiana sono oltre 17 milioni e sono il quarto gruppo di origine europea, dopo i tedeschi, gli irlandesi e gli inglesi.

I rapporti tra Italia e Stati Uniti risalgono a ben prima della nascita del Regno d'Italia nel 1861, dai contatti dei patrioti del Risorgimento in terra americana. Ma quell'anno, il 1861, segnò l'avvio delle relazioni diplomatiche. I due Paesi proseguono il percorso di intesa, rafforzato all'indomani della Seconda guerra mondiale con la nascita dell'Alleanza atlantica, fondata su principi e valori comuni. Proprio questo legame è stato rivendicato con forza, in quest'Aula, anche dal Presidente Draghi, ribadendo ancora una volta come l'ancoraggio alle relazioni transatlantiche sia, insieme all'europeismo, uno dei pilastri della politica estera di questo Governo. E intendiamo - diceva Draghi - perseguirlo sia sul piano bilaterale sia negli ambiti multilaterali, come la Presidenza italiana del G20.

Lo stesso Presidente americano Biden, in occasione dei 160 anni delle relazioni diplomatiche tra Italia e Stati Uniti, ha affermato che gli Stati Uniti e l'Italia restano amici stretti e alleati vitali. Le nostre Nazioni condividono una profonda e duratura amicizia, rinforzata dai legami di famiglia e della cultura che unisce la nostra gente. È una relazione particolarmente significativa per milioni di orgogliosi americani, che hanno le loro radici in Italia. E - ricordava Biden –“compresa mia moglie Jill”.

Il contesto globale tortuoso e i mutamenti all'ordine del giorno rappresentano il fulcro dell'agenda quotidiana della NATO, a cui il nostro Paese partecipa con convinzione e impegno. Ve ne è piena espressione nelle sfide internazionali, da un lato, come, ad esempio, il sostegno italiano in questi anni in Afghanistan, Iraq, Balcani, Corno d'Africa e Sahel, nell'ambito della coalizione contro il terrorismo. Ma l'impegno, in questo momento, è ancora più incentrato sulla lotta globale alla pandemia e nel contrasto al cambiamento climatico, sfide che l'Italia sta affrontando in primo piano, dando un contributo effettivo, attraverso la presidenza del G20 e la copresidenza della COP26. Italia e Stati Uniti restano forti alleati, contro sfide di un contesto globale in continua evoluzione, membri della stessa comunità di valori, che si riconosce nella NATO, alla quale l'Italia partecipa con convinzione e rinomato impegno, e coopera in sedi come il G7, il G20, l'OCSE e le Nazioni Unite.

Per tutto quanto rappresentato, in conclusione, non possiamo che essere sostenitori, quindi, di questa iniziativa, chiedendo che il Governo continui a proseguire l'attività politica e diplomatica, per salvaguardare l'eredità culturale italiana negli Stati Uniti, anche attraverso la celebrazione del Columbus day, e continuando a sostenere la sua nutrita comunità di italiani e italo-americani, che negli Stati Uniti portano avanti i valori comuni in tutti i settori della vita del Paese, rafforzando con l'azione quotidiana la profondità dei legami che ci uniscono. A tal proposito, sono più che mai calzanti le parole del Presidente Mattarella: oggi sempre più persone, e tra loro numerosissimi giovani, considerano Stati Uniti e Italia come una casa nella quale vivere e muoversi in entrambe le direzioni, contribuendo con passione e determinazione a proiettare i nostri Paesi nel futuro (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Formentini. Ne ha facoltà.

PAOLO FORMENTINI (LEGA). Grazie, Presidente. Colleghi, io ho ascoltato con attenzione le dichiarazioni di voto per difendere la figura di Cristoforo Colombo, fatte in quest'Aula da tutti i partiti politici. Devo, però, prendere le distanze da Liberi e Uguali che definisce “macchiettistico” questo dibattito. Non è un dibattito macchiettistico: è un dibattito che ha profondamente a che vedere con l'interesse nazionale italiano.

Evidentemente, da un partito che in genere è internazionalista, non ci si aspettava una difesa, invece, della politica di uno Stato estero, nella quale non si può interferire. È qualcosa di nuovo e non capiamo davvero l'imbarazzo di questo partito. Un imbarazzo che fa male, perché sarà l'unico partito italiano a non votare questa mozione dell'onorevole Fucsia Fitzgerald Nissoli, che ringrazio di cuore, perché ha combattuto come una leonessa per difendere la calendarizzazione di questa mozione, che è stata all'ordine del giorno dei lavori più volte. La discussione generale è dello scorso ottobre e solo oggi ci troviamo a votarla. Questo è sintomo di un problema grave, un problema del nostro Paese, l'incapacità di fare sistema e difendere ciò di più prezioso che abbiamo.

Colombo per noi è un simbolo, è un simbolo per gli italiani, è un simbolo per gli italo-americani ed è un simbolo per l'Occidente tutto. È un simbolo di intraprendenza: si è lanciato verso lo sconosciuto, ha aperto nuovi orizzonti. È il simbolo di una civiltà, è simbolo di quello in cui noi crediamo profondamente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). E, allora, non possiamo non difenderlo. Celebrando Colombo, celebriamo degnamente i nostri fratelli d'oltreoceano, celebriamo degnamente 160 anni di relazioni diplomatiche tra il nostro Paese e gli Stati Uniti d'America, patria di libertà; 529 anni dopo la scoperta dell'America, è ancora viva in noi e forte quella scoperta di un nuovo mondo, scoperta di un nuovo mondo che, nel segno di Colombo, nel nome di Colombo, deve continuare verso lo spazio che è la nostra nuova frontiera, verso quello spazio dove dobbiamo protenderci, andando di nuovo verso lo sconosciuto.

Questo è l'Occidente, questo è il sogno di una Nazione come quella italiana che ha dato al mondo l'Umanesimo e il Rinascimento, che ha dato al mondo Cristoforo Colombo, perché Cristoforo Colombo, anche se tanti dicono il contrario, era un grande genovese, un grande ligure e un grande italiano (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Gli indigeni d'America sono nostri fratelli. Noi della Lega abbiamo portato per primi il dramma del genocidio dei popoli nativi americani nella politica italiana, e lo abbiamo fatto con un manifesto, un manifesto che forse è il manifesto di maggior successo del nostro partito, un manifesto sull'immigrazione incontrollata.

Quindi, non contro gli indigeni d'America, non contro l'Indigenous Peoples' Day, che è un giusto tributo a quei popoli che persero milioni di persone dopo l'arrivo degli europei, ma non deve esserci contrapposizione con la celebrazione dell'Italian-American Heritage, l'eredità degli italo-americani, una grande eredità. Pensiamo, ad esempio, che tanti sono stati i sindaci italiani di New York, che italo-americano è il governatore di New York attualmente e che tanti degli sfidanti repubblicani, che potrebbero candidarsi contro di lui, sono italo-americani. Noi non possiamo non riunire l'Occidente; l'Occidente è sotto attacco, ha bisogno dei suoi simboli più grandi e più forti, e la difesa di una civiltà è la difesa di idee, di valori, di quella comunità di valori atlantica che ha anche in Colombo un proprio simbolo.

E allora, se l'Aula davvero voterà compatta questa mozione dell'onorevole Fitzgerald Nissoli, che noi abbiamo sottoscritto, speriamo che sia il primo passo perché la figura di Colombo possa diventare anche il simbolo degli italiani nel mondo. Attualmente deve essere ancora votata una proposta di legge per l'istituzione della Giornata degli italiani nel mondo. A chi intitolarla se non a colui che ha aperto una nuova via, che ha tracciato la via e che ancora celebriamo, perché noi, che oggi con il Presidente Biden, con gli Stati Uniti d'America, con l'Europa tutta e l'Occidente vogliamo ricostruire un mondo migliore dopo la pandemia, non possiamo non ripartire dalle nostre radici profonde. Quelle radici profonde che non gelano mai; radici che ci dicono che grandi navigatori come Giovanni Caboto, Amerigo Vespucci e Cristoforo Colombo hanno fatto non solo la storia di questo Paese, ma la storia del mondo.

La cultura di chi vuol cancellare semplicemente non è cultura e noi abbiamo il dovere, come italiani, di farlo presente al mondo. Non si rimuove la cultura, non si cancella la storia; si storicizza, si legge con capacità critica.

Questo noi sappiamo fare, questo è il portato della civiltà italiana: non dimentichiamolo mai. Voteremo a favore (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Emiliozzi. Ne ha facoltà.

MIRELLA EMILIOZZI (M5S). Presidente, colleghi, Cristoforo Colombo è un simbolo globale di valori umani, eterni e necessari, a prescindere dal tempo e dalle interpretazioni della storia; è simbolo di coraggio, di speranza, di immaginazione, di unità tra i popoli, di cui ancora e soprattutto oggi c'è grande bisogno. È fondamentale continuare a ricordare e a celebrare Colombo negli Stati Uniti come in Italia o nel resto del mondo, ed è doveroso che il Governo italiano lavori per l'affermazione dei valori che rappresenta e che sono attuali, necessari e soprattutto nostri, italiani.

Per questo, brevemente, esprimo il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANDREA MANDELLI (ore 17,02)

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Fitzgerald Nissoli, Invidia, Formentini, Pezzopane, Mollicone, Ungaro ed altri n. 1-00359 (Ulteriore nuova formulazione), su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 25) (Applausi).

In morte dell'onorevole Franco Calamida.

PRESIDENTE. Comunico che è deceduto l'onorevole Franco Calamida, già membro della Camera dei deputati nella IX e X legislatura.

La Presidenza della Camera ha già formulato ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Avverto che, in relazione ai tempi di trasmissione da parte del Senato del disegno di legge di conversione del decreto-legge 6 maggio 2021, n. 59, recante misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa, la relativa discussione generale in Assemblea, attualmente prevista per lunedì 21 giugno, secondo le intese intercorse tra tutti i gruppi, è posticipata a lunedì 28 giugno, prima degli altri argomenti già previsti, mentre il seguito dell'esame avrà luogo a partire dalla seduta di martedì 29 giugno, sempre prima degli argomenti già previsti.

Conseguentemente: nella seduta di martedì 22 giugno, lo svolgimento di interpellanze e interrogazioni avrà luogo alle ore 11, anziché alle ore 9,30, mentre le discussioni con votazioni avranno luogo a partire dalle ore 15 sino alle ore 18,30, con eventuale prosecuzione notturna dalle ore 20 alle ore 23; anche nelle giornate successive la prosecuzione notturna delle sedute sarà eventuale; nella seduta di martedì 29 giugno, lo svolgimento di interpellanze e interrogazioni avrà luogo alle ore 9,30, anziché alle ore 11, mentre le discussioni con votazioni avranno luogo a partire dalle ore 12 sino alle ore 15,30 e dalle ore 17 alle ore 20, con prosecuzione notturna dalle ore 21,30 alle ore 24; anche nelle giornate successive sarà prevista la prosecuzione notturna delle sedute.

Avverto, altresì, che, con lettera trasmessa in data odierna, la presidente della Commissione cultura ha chiesto di rinviare a lunedì 28 giugno l'inizio dell'esame in Assemblea delle proposte di legge n. 544 e abbinate, recanti disposizioni per la riorganizzazione del sistema di istruzione e formazione tecnica superiore, la cui discussione generale in Assemblea è attualmente prevista per lunedì 21 giugno, in ragione dell'esigenza - sulla quale è stato acquisito l'assenso unanime dei rappresentanti dei gruppi in Commissione - di disporre di tempi più ampi per la conclusione dell'esame in sede referente.

Secondo le intese intercorse, la discussione generale di tale provvedimento avrà luogo nella seduta di lunedì 28 giugno e sarà collocata all'ordine del giorno dopo la discussione generale del decreto-legge 6 maggio 2021, n. 59, mentre il seguito dell'esame avrà luogo a partire dalla seduta di martedì 29 giugno, sempre dopo il citato decreto-legge.

Avverto, inoltre, che, nella seduta di mercoledì 23 giugno, a partire dalle ore 16, avrà luogo la votazione per schede per l'elezione di un Segretario di Presidenza, ai sensi dell'articolo 5, commi 5 e 6, del Regolamento.

Avverto, infine, che, nell'allegato A al resoconto della seduta odierna, sarà pubblicata l'organizzazione dei tempi per l'esame della proposta di legge recante disposizioni concernenti la negoziazione dei contratti di locazione di immobili destinati ad attività commerciali, artigianali e ricettive per l'anno 2021 in conseguenza dell'epidemia di COVID-19.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Sapia. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SAPIA (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Al Ministro Roberto Speranza avevo chiesto di venire a riferire in Parlamento. La morte della diciottenne Camilla Canepa è stato un colpo per tutti. La necessità di capire come debba proseguire la campagna vaccinale imponeva al Ministro di presentarsi alle Camere, per un fatto istituzionale e morale, invece, ancora una volta, il Ministro ha evitato questo passaggio, preferendo il mezzo stampa. Ha chiesto alle regioni di allinearsi, ha detto che non dovranno essere vaccinate con AstraZeneca le persone con meno di sessant'anni. Ha aggiunto che la vaccinazione eterologa, già utilizzata dalla Germania, ha risultati incoraggianti, poi ha parlato di studi che testimoniano come la risposta immunitaria sia addirittura migliore.

Presidente, il metodo del Ministro non è corretto, a prescindere dalle valutazioni di Aifa e CTS. Il Ministro non si è posto il problema della sicurezza e della disparità della vaccinazione eterologa, ai fini della tutela della salute nel tempo. Gli rammento che una pubblicazione a prima firma di Alexandra Spencer, apparsa a maggio su Nature Communications, avverte che i risultati sui topi confermano la necessità di studi clinici ulteriori. Ho molta impressione che il Ministro continui a non applicare il principio di precauzione, posto che i vaccini ci servono come il pane.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Maggioni. Ne ha facoltà.

MARCO MAGGIONI (LEGA). Grazie, Presidente. Intervengo per rimarcare e sottolineare la rilevanza dell'interrogazione, che ho depositato il 24 maggio, al Ministro Speranza in merito alla carenza, ormai sistemica, dei medici di medicina generale. La Federazione italiana medici di medicina generale, recentemente, ha ribadito come, da qui al 2027, si prevedono circa 35 mila medici che andranno in pensione e, a fronte di questi pensionamenti, non c'è un piano per andare ad assumere forze in grado di contrastare questa operazione di pensionamento. Questo genera tutta una serie di criticità, di problematicità in tutta Italia, soprattutto, in quelle aree rurali dove si stanno registrando già carenze di medici di famiglia.

È evidente come si debba intervenire ora, con una strategia di lungo periodo. Non possiamo pensare di continuare a caricare i medici che rimangono ancora al lavoro di ulteriori pazienti, in quanto il numero ottimale, che è di 1.000 pazienti per medico, è già stato abbondantemente superato da anni, se è vero come è vero che, ormai, ogni medico di medicina generale conta circa 1.500-1.800 pazienti.

Quindi, chiedo al Ministro un intervento e, di conseguenza, una risposta, che non è una semplice risposta alla mia interrogazione, ma è una risposta a tutti quegli italiani e a quei sindaci che, già oggi, sul loro territorio, vivono drammaticamente questa necessità.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tondo. Ne ha facoltà.

RENZO TONDO (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, Presidente, volevo solo ricordare che, il 16 giugno del 1958, esattamente 63 anni fa, a Budapest, veniva impiccato Imre Nagy, che era il capo della rivoluzione democratica che l'Ungheria aveva iniziato. Con l'impiccagione di Nagy si chiudeva di fatto, anche plasticamente, l'invasione dell'Unione Sovietica, si chiudeva quella pace per la quale anche Giorgio Napolitano disse: i carri armati sovietici riportano la pace in Ungheria, e c'è stata una pace eterna soprattutto per Imre Nagy, che è stato impiccato solo perché aveva tentato di portare quel Paese alla democrazia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Schiro'. Ne ha facoltà.

ANGELA SCHIRO' (PD). Grazie, Presidente. Giorni fa un nostro connazionale residente a Barcellona, iscritto all'AIRE, si è visto rifiutare un mutuo perché le banche locali non gli riconoscono la carta d'identità cartacea al posto di quella digitale, e un altro, a Stoccarda, per acquistare un camion con un mutuo, dovendo rinnovare il proprio documento d'identità, si è visto dare dal Consolato un appuntamento d'urgenza, a distanza di mesi. Centinaia di connazionali in Europa, dopo questi mesi di lontananza forzata dal nostro Paese a causa della pandemia, continueranno ad essere bloccati all'estero perché i loro documenti di identità sono scaduti e le proroghe stabilite per l'Italia purtroppo non consentono comunque la mobilità tra Paesi. Ci sono casi che riguardano trascrizioni di atti fondamentali: nascita, matrimonio, morte, iscrizione all'AIRE, che non vengono lavorati in tempo utile alle esigenze e ai bisogni. Decine di migliaia di connazionali sono in attesa per un appuntamento riguardante domande di cittadinanza e centinaia di migliaia sono quelli che aspettano una risposta per pratiche già presentate da diversi anni. Si tratta solo di esempi delle centinaia e migliaia di casi che ogni giorno si verificano in tutte le realtà dove risiedono i nostri connazionali, costretti a una lotta disperata per ottenere dalla nostra amministrazione i servizi loro dovuti e il soddisfacimento dei loro più elementari diritti.

La presenza di italiani al di fuori dei confini è cresciuta, negli ultimi anni, in progressione geometrica, superando i 6 milioni, una regione più grande del Lazio, per capirci, e a questi italiani vengono quotidianamente rinviati - o addirittura elusi - i fondamentali diritti di cittadinanza; si tratta di diritti che impattano quotidianamente sulle necessità della vita familiare e di lavoro, tra l'altro mettendoli in una situazione di difficoltà rispetto all'osservanza delle leggi del Paese ospitante. La situazione, signor Presidente, è ormai insostenibile; il colpo finale è stato ovviamente la pandemia, e per questo, ripeto, è una situazione insostenibile e la prego, con tutta la forza di convinzione che posso mettere nelle mie parole, signor Presidente, di rappresentare al Governo e ai Ministri competenti - Affari esteri, Transizione digitale, Pubblica amministrazione - la necessità e l'urgenza di adottare un Piano straordinario di intervento sulla rete estera della pubblica amministrazione; è indispensabile ripristinare le condizioni di ordinaria agibilità e riassorbire gli accumuli di arretrati che impediscono ai cittadini e alle imprese di fruire in tempi adeguati dei servizi di cui hanno bisogno per la loro vita e anche per il loro lavoro (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Colla. Ne ha facoltà.

JARI COLLA (LEGA). Grazie, Presidente. Grazie alle indagini effettuate dagli uomini e dalle donne della Guardia di Finanza di Isernia, a cui va il nostro grazie, sono stati scovati 224 percettori abusivi del reddito di cittadinanza; per ottenere il beneficio, avevano dichiarato il falso nell'istanza di presentazione della domanda e, in particolare, di essere residenti in Italia da almeno 10 anni, requisito fondamentale per il sussidio, ma che, in questo caso, non corrispondeva al vero; 224, in gran parte stranieri, di nazionalità somala e nigeriana, che hanno truffato lo Stato italiano che li aveva accolti e teso loro la mano. Nessuna tolleranza deve esserci per queste persone, sarebbe inaccettabile.

La Lega chiede controlli stringenti in tutte le città, perché non crediamo sia un caso isolato; è fondamentale stanare la rete di fiancheggiatori e di tutte le persone che li hanno aiutati a compiere questa truffa ai danni del nostro Paese, del Paese che li ha ospitati. Andiamo fino in fondo perché, con un milione di italiani che hanno perso il lavoro durante la pandemia e con la notizia proprio di oggi, dell'Istat, di un milione e 300 mila minori italiani poveri, non possiamo permettere che ci siano persone che tolgono risorse agli italiani in difficoltà.

Ma, rimanendo sempre a Isernia, voglio anche enfatizzare una bella notizia, Presidente. Colgo l'occasione per complimentarmi con la judoka Petra Maria Centracchio: sarà la prima donna molisana ai Giochi olimpici, rappresenterà la nazionale italiana di judo alle Olimpiadi in Giappone. Maria, in bocca al lupo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bordonali. Ne ha facoltà.

SIMONA BORDONALI (LEGA). Grazie, Presidente. Presidente, colleghi, questa mattina è stata recapitata alla nostra sede della Lega di Brescia una busta anonima, scritta forse con un normografo e contenente una polvere bianca.

Ci auguriamo e auspichiamo che l'esame delle polveri dia esito di non nocività, ma è un messaggio che non va sottovalutato e che rischia di rendere invivibile il clima politico del territorio e la vita democratica della città.

Esprimo vicinanza ai militanti della Lega, Armida, Marco e Giampietro, che hanno trovato la busta e per i quali ci auguriamo non debbano rendersi necessari approfondimenti sanitari rispetto ad eventuali contaminazioni.

Un ringraziamento a tutti coloro che hanno prestato soccorso e stanno continuando a prestarlo, perché l'accaduto è di stamattina verso le dieci, ma sono ancora tutti presso la sede della Lega. Hanno prestato soccorso le Forze di polizia, i vigili del fuoco e il personale dell'ATS di Brescia.

Auspico, Presidente, perché fino a questo momento purtroppo ciò non è ancora accaduto, che messaggi di condanna al gesto e di vicinanza alla Lega arrivino da tutte le istituzioni bresciane, magari a partire dal sindaco, e anche da tutte le forze politiche bresciane; quelle forze politiche che credono nella politica con la “P” maiuscola, quella basata sul confronto e sul rispetto delle posizioni altrui (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bond. Ne ha facoltà.

DARIO BOND (FI). Presidente, il mio argomento sarà oggetto di trattazione nel prossimo futuro, soprattutto nell'applicazione del PNRR e della transizione ecologica. Riguarda la triplicazione della superficie del fotovoltaico entro dieci anni: ciò significa portar via all'agricoltura circa 440 chilometri di superficie e significa, soprattutto, creare dei grossi problemi di gestione nelle aziende agricole, nei terreni, ma anche di tipo paesaggistico in molte parti d'Italia.

Ho deciso di intervenire perché se pensavo che questa fosse una previsione con dei numeri buttati là al 2030, quando ho letto il “decreto Semplificazioni”, ho capito che questo passaggio, questa applicazione e questo progetto saranno realizzati entro breve termine. Infatti, il “decreto Semplificazioni” prevede tempi certi, poteri sostitutivi, e anche, dal punto di vista paesaggistico-ambientale, prevede non più dei pareri vincolanti ma dei pareri “sentito”, non vincolanti.

Allora, l'appello che rivolgo in quest'Aula vuota, ma insomma sempre presente, e a lei, Presidente, è che è giusto fare una programmazione per ridurre i gas serra, è giusto fare una programmazione per arrivare al 30 per cento di energie rinnovabili, ma non è giusto rovinare l'ambiente. Triplicare il fotovoltaico significa trovarsi tanti pannelli solari che, una volta giunti a fine gestione, dovranno essere anche smaltiti, ma soprattutto sarà un pugno nell'occhio ai tanti visitatori, ai tanti turisti, alla tanta gente che va in giro per le nostre campagne, per la nostra ruralità a vedere dei bei paesaggi, a mangiare dei buoni prodotti made in Italy, a vedere anche delle cose significativamente belle della nostra Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (IV). Grazie, Presidente. Cento anni fa i corridoi di questo Palazzo diventavano testimoni per la prima volta della violenza fascista. Si erano da poco svolte le elezioni e, durante la seduta inaugurale della ventiseiesima legislatura del Regno d'Italia, il 13 giugno del 1921, l'onorevole Francesco Misiano, deputato del neonato Partito Comunista d'Italia, veniva aggredito all'interno di Montecitorio da un manipolo di deputati fascisti guidati dal poco onorevole Giuseppe Coda, costringendo Misiano ad abbandonare la Camera.

L'onorevole Misiano veniva tacciato ingiustamente di codardia, quando invece negli anni si era impegnato con forza per la causa pacifista e contro l'intervento dell'Italia nella Prima guerra mondiale. Un attivismo che gli costò la persecuzione da parte delle autorità, costringendolo ad emigrare e a continuare l'attività politica, prima con il Partito Socialista e poi con il Partito Comunista, in esilio dalla Svizzera. Al suo ritorno si dovette confrontare con lo squadrismo fascista e l'accanimento degli organi dello Stato, fino al punto che il 20 dicembre 1921 la Camera votò a maggioranza per la revoca del suo mandato elettorale. Credo, quindi, Presidente, che sia importante ricordare Francesco Misiano e tutte quelle donne e quegli uomini che, investiti del mandato parlamentare affidatogli dal popolo sovrano, non hanno taciuto nemmeno di fronte alle peggiori violenze pur di affermare le proprie idee e i propri valori (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sensi. Ne ha facoltà.

FILIPPO SENSI (PD). Grazie, Presidente. Mi permetto poche parole sul Parlamento come istituzione, quando sa essere degno della sua responsabilità. Lo faccio con i nomi di due parlamentari che spero servano a ispirarci nel nostro lavoro quotidiano e che possano far riflettere su quanto importante sia per una democrazia il posto in cui siamo. Il primo nome è quello di Jo Cox, parlamentare britannica uccisa 5 anni fa oggi da un nazionalista bianco in piena campagna per la Brexit; cinque anni dopo il lavoro di Jo Cox era e resta un instancabile fonte d'ispirazione a cercare sempre ciò che ci accomuna su ciò che ci divide, a sperimentare il dialogo, la mediazione, il compromesso sull'odio che pure la uccise.

Il secondo nome, Presidente, è quello di Sandor Szekely, un altro deputato, ungherese, esponente di una piccola formazione di opposizione al partito del Premier Orban. Ieri Szekely è stato l'unico parlamentare a votare contro una legge che discrimina pesantemente la comunità LGBT, un ulteriore preoccupante passo indietro dall'Europa da parte dell'Ungheria. Due storie di deputati, Presidente: il sacrificio di Cox, che resta come un assillo a trovare sempre ciò che ci tiene assieme, e il coraggio di Szekely, unico ad alzarsi in piedi contro la deriva antieuropea del Governo di Orban. Ci tenevo a cucirle insieme - spero non somigli a un arabesco e concludo - perché sono le vite delle persone, le cose in cui credono e per cui combattono alla fine che devono tenerci desti la notte per chiederci, come parlamentari, se abbiamo fatto, se stiamo facendo tutto quello che possiamo per le cose che sono giuste (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Orsini. Ne ha facoltà.

ANDREA ORSINI (FI). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, il 14 giugno è scomparso a Milano Livio Caputo, il direttore ad interim del quotidiano il Giornale, grande figura del giornalismo italiano. Per decenni Caputo ci ha raccontato il mondo da inviato, da corrispondente, da direttore di testate prestigiose; lo ha fatto con spirito critico, con profonda cultura, con grande onestà intellettuale. Livio era un liberale nell'anima, per cultura, per sensibilità, per atteggiamento verso la vita. Da qui il suo impegno politico, che lo portò dapprima a militare nel Partito Liberale, scegliendo di candidarsi proprio nel momento più difficile, quando nel 1976 quel partito rischiava la scomparsa. Per le stesse ragioni, nel 1994 aderì subito a Forza Italia, rispondendo all'appello di Silvio Berlusconi, e partecipò, da sottosegretario agli Esteri, al nostro primo Governo. In quella veste, mise a frutto la sua grande competenza in politica internazionale. Conclusa quell'esperienza di Governo tornò al giornalismo, la sua vera passione, ma non abbandonò l'impegno politico. Accettò di guidare per molti anni il gruppo azzurro al consiglio comunale di Milano, impegnandosi con il consueto scrupolo sui temi amministrativi della città.

In questi 28 anni, Livio Caputo è rimasto sempre al fianco di Forza Italia e del presidente Berlusconi. Di lui ci mancheranno molte cose, prime fra tutte la cultura profonda e non ostentata, il tratto garbato e signorile, la profonda discrezione che lo rendeva alieno da ogni protagonismo, la grande disponibilità che lo ha portato a mettersi in gioco fino all'ultimo per le battaglie di libertà. Se posso concludere con una nota personale, la mia prima esperienza di candidatura, nel 1977, fu in una lista liberale che aveva come capilista Enzo Tortora e Livio Caputo. Considero ancora oggi un grande onore il fatto che il mio nome, da giovanissimo, sia stato accostato a quello di 2 grandi figure simbolo, di 2 grandi testimoni di libertà (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 18 giugno 2021 - Ore 9,30:

1. Svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta termina alle 17,25.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nelle votazioni dalla n.7 alla n. 11 e nelle votazioni nn. 24 e 25 il deputato Fassino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 10 la deputata Rachele Silvestri ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 18 e 23 la deputata Emiliozzi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 22 la deputata De Micheli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

nella votazione n. 23 la deputata Di Giorgi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 25 la deputata Cardinale ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Pdl 2115-A - em. 1.4 365 365 0 183 365 0 75 Appr.
2 Nominale em. 1.50 378 378 0 190 377 1 74 Appr.
3 Nominale articolo 1 391 390 1 196 390 0 73 Appr.
4 Nominale articolo 2 384 383 1 192 383 0 73 Appr.
5 Nominale articolo 3 395 394 1 198 394 0 73 Appr.
6 Nominale em. 4.50 399 397 2 199 397 0 73 Appr.
7 Nominale em. 4.200 390 389 1 195 389 0 73 Appr.
8 Nominale articolo 4 401 400 1 201 400 0 73 Appr.
9 Nominale em. 5.50 407 407 0 204 407 0 72 Appr.
10 Nominale articolo 5 402 401 1 201 401 0 72 Appr.
11 Nominale articolo 6 407 406 1 204 406 0 72 Appr.
12 Nominale articolo 7 414 413 1 207 413 0 71 Appr.
13 Nominale em. 8.200 417 416 1 209 416 0 71 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 25)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale articolo 8 412 411 1 206 411 0 71 Appr.
15 Nominale articolo 9 412 409 3 205 409 0 71 Appr.
16 Nominale articolo 10 408 407 1 204 407 0 71 Appr.
17 Nominale articolo 11 408 407 1 204 407 0 71 Appr.
18 Nominale articolo 12 411 408 3 205 408 0 71 Appr.
19 Nominale em. 13.100 417 415 2 208 415 0 71 Appr.
20 Nominale articolo 13 405 404 1 203 404 0 71 Appr.
21 Nominale articolo 14 403 402 1 202 402 0 71 Appr.
22 Nominale Pdl 2115-A - voto finale 423 421 2 211 421 0 69 Appr.
23 Nominale Moz. Lorenzin e a. n.1-472 n.f. rif 423 421 2 211 421 0 67 Appr.
24 Nominale Moz. Bellucci e a. n. 1-496 rif. 415 414 1 208 414 0 67 Appr.
25 Nominale Moz Fitzgerald Nissoli e a 1-359 nf 329 313 16 157 305 8 93 Appr.