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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 524 di martedì 15 giugno 2021

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANDREA MANDELLI

La seduta comincia alle 11.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

LUCA PASTORINO, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Cavandoli, De Maria, Luigi Di Maio, Ferri, Gebhard, Grande, Lapia, Lupi, Magi, Muroni, Paita, Rampelli, Schullian, Tasso e Viscomi sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 92, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Annunzio della presentazione di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissioni in sede referente.

PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, con lettera in data 14 giugno 2021, ha presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è stato assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alle Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e IX (Trasporti):"Conversione in legge del decreto-legge 14 giugno 2021, n. 82, recante disposizioni urgenti in materia di cybersicurezza, definizione dell'architettura nazionale di cybersicurezza e istituzione dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale" (3161) – Parere delle Commissioni II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), III, IV, V, VI, VII, X, XI, XII e XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è stato altresì assegnato al Comitato per la legislazione.

Sostituzione di un componente della delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare della Nato.

PRESIDENTE. Comunico che la Presidenza della Camera ha chiamato a far parte della delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare della NATO, sulla base dell'indicazione della presidente del gruppo parlamentare del Partito Democratico, il deputato Alberto Pagani, in sostituzione del deputato Marco Minniti, dimissionario.

Sostituzione di un componente della delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare dell'Iniziativa centro-europea (InCE).

PRESIDENTE. Comunico di aver chiamato a far parte della delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare dell'InCE il deputato Graziano Delrio, in sostituzione della deputata Debora Serracchiani, dimissionaria.

Svolgimento di interrogazioni.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni.

(Tempi per l'adozione del decreto volto all'introduzione di specie non autoctone per il contrasto alla diffusione della cimice asiatica e per la tutela delle colture frutticole – nn. 3-01343 e 3-02330)

PRESIDENTE. Passiamo alle interrogazioni Vietina n. 3-01343 e Cavandoli ed altri n. 3-02330 che, vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente (Vedi l'allegato A).

La sottosegretaria di Stato per la Transizione ecologica, Ilaria Fontana, ha facoltà di rispondere.

ILARIA FONTANA, Sottosegretaria di Stato per la Transizione ecologica. Grazie, Presidente. In Italia, la presenza della cimice asiatica è segnalata a partire dal 2012 e, allo stato attuale, è diffusa in quasi tutte le regioni. Attacca più di un centinaio di ospiti vegetali, tra cui specie fruttifere, ornamentali e forestali caratteristiche del patrimonio agricolo e ambientale nazionale, causando la necrosi dei tessuti vegetali di cui si nutre, sia nella fase giovanile sia in quella adulta, con conseguente deformazione dei frutti colpiti. Determina un danno sociale nel momento in cui, durante i mesi autunnali e invernali, gli esemplari cercano rifugio, in gran numero, nelle abitazioni civili e nei magazzini. Si segnala il danno derivante dai forti ritardi nello sdoganamento di spedizioni nazionali di merci, anche di natura non vegetale, ai punti di entrata di alcuni Paesi terzi, come Nuova Zelanda e Australia, a seguito delle ispezioni più scrupolose o dei trattamenti obbligatori a cui le merci sono sottoposte per garantire l'assenza dell'insetto, che tende a nascondersi negli imballaggi. Com'è noto, in Italia, in passato, era vietato introdurre in natura specie e popolazioni non autoctone, in ottemperanza al DPR n. 120 del 12 marzo 2003, che ha modificato il DPR n. 357 del 1997. Con DPR n. 102 del 5 luglio 2019 sono state adottate modifiche all'articolo 12 del DPR n. 357 dell'8 settembre 1997 concernenti, tra le altre cose, la possibilità di introdurre specie non autoctone per motivate ragioni di rilevante interesse pubblico.

Il quadro normativo, propedeutico all'utilizzo di organismi non autoctoni come agenti di controllo biologico, è stato completato con il decreto del Ministero dell'Ambiente (oggi della Transizione ecologica) del 2 aprile 2020, relativo ai criteri per l'immissione nel territorio nazionale di specie e di popolazioni non autoctone, come previsto dal DPR n. 102 del 5 luglio 2019. Questo strumento normativo identifica i contenuti dello studio di valutazione del rischio per l'immissione in natura di specie non autoctone e consente di avviare l'iter per autorizzare in deroga l'impiego del parassitoide della cimice Trissolcus japonicus, in quanto le istanze delle regioni interessate devono contenere tale studio. Questo Ministero può autorizzare le istanze di introduzione di organismi non autoctoni presentate dalle regioni sulla base dei succitati criteri ed in esito alla valutazione positiva del rischio associato alla loro introduzione. Dette autorizzazioni saranno adottate previo parere del Ministero delle Politiche agricole, del Ministero della Salute e del Consiglio del Sistema nazionale dell'ambiente, di cui alla legge 28 giugno 2016, n. 132.Ciò premesso, si evidenzia che, già a luglio 2019, nell'ambito di un accordo di collaborazione tra il Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali ed il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria, è stata finanziata una specifica attività volta a verificare la fattibilità di interventi di lotta biologica finalizzati al controllo della cimice asiatica, nel quadro delle prove di efficacia, e alla predisposizione di uno specifico dossier inerente la valutazione di impatto ambientale per le vespe samurai. Il 10 ottobre 2019, il Comitato fitosanitario nazionale ha approvato il programma di azioni e di misure da adottare sul territorio nazionale per contrastare la diffusione della cimice asiatica, che prende in considerazione tutti gli aspetti necessari ad implementare un valido intervento di contrasto all'insetto. Il programma prevede, al contempo, azioni per il supporto tecnico agli agricoltori e degli operatori professionali, nonché l'istituzione di un tavolo tecnico-scientifico nazionale di coordinamento, che si è insediato il 16 dicembre 2019. Tra gli obiettivi prioritari del programma sono contemplati la predisposizione dello studio del rischio per l'immissione di Trissolcus japonicus come agente di controllo biologico e la programmazione delle attività di moltiplicazione e lancio del parassitoide.

Per quanto riguarda la programmazione delle attività di moltiplicazione e lancio del parassitoide, nell'ambito del tavolo tecnico nazionale istituito presso il Ministero delle Politiche agricole sono stati definiti i criteri di scelta dei siti di rilascio, nonché la modalità di rilascio e verifica dell'efficacia dell'intervento di controllo biologico della cimice. È stato, inoltre, approvato il cronoprogramma che individua i siti in cui effettuare i lanci, nel momento più opportuno nel ciclo biologico della cimice, e sono state programmate tutte le attività di moltiplicazione del parassitoide in strutture idonee individuate ad hoc in ambito regionale, nonché le modalità per la verifica dell'efficacia dei lanci. Infine, il Ministero delle Politiche agricole, per consentire un'applicazione omogenea sul territorio nazionale delle misure di contrasto ritenute, ad oggi, più efficaci contro l'insetto, ha emanato il decreto 29 aprile 2020 circa le misure di emergenza per la prevenzione, il controllo e il contrasto della cimice asiatica.

Detto provvedimento si basa sull'adozione di un approccio integrato di misure, quali gli interventi di difesa chimica, i metodi meccanici di eliminazione della vegetazione spontanea ospite dell'insetto, l'impiego di rete antinsetto e trappole, che saranno implementate in funzione delle singole peculiarità territoriali. A seguito della richiesta pervenuta in data 15 maggio 2020 da parte di alcune regioni e province autonome (Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Veneto, Bolzano e Trento), volta a ottenere l'autorizzazione ministeriale ai sensi del DPR n. 357/97, articolo 12, comma 4 per l'immissione in natura della specie non autoctona Trissolcus japonicus quale agente di controllo biologico del fitofago Halyomorpha halys, l'allora Ministero dell'Ambiente, oggi della Transizione ecologica, acquisito il parere del Consiglio del Sistema nazionale SNPA, ai sensi del DPR n. 102 del 2019, e sentiti i Ministeri della Salute e delle Politiche agricole alimentari e forestali, ha adottato il decreto direttoriale 9 giugno 2020. Con il citato decreto, si è disposta l'autorizzazione all'immissione in natura della specie Trissolcus japonicus quale agente di controllo biologico esclusivamente all'interno dei territori di competenza delle citate regioni con alcune prescrizioni, tra cui l'attuazione di un monitoraggio post rilascio e un'integrazione dello studio del rischio che tenga conto delle indicazioni contenute nel parere del Consiglio del Sistema nazionale per la protezione dell'ambiente, all'esito dei quali sarà valutato il rinnovo dell'autorizzazione.

In conclusione, il Ministero della Transizione ecologica, insieme agli altri Dicasteri coinvolti, sta mettendo in campo ogni misura di contrasto alla diffusione della cimice asiatica, nel rispetto degli habitat naturali, della fauna e della flora selvatica locale, anche al fine di evitare il crescente ricorso ad antiparassitari.

PRESIDENTE. L'onorevole Simona Vietina ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

SIMONA VIETINA (CI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, sottosegretari, la cimice asiatica, nel corso dell'annata agraria 2019, ha causato all'agricoltura italiana danni stimabili tra i 600 e i 700 milioni e particolarmente colpita è stata la frutticoltura delle regioni del Nord, l'Emilia-Romagna, la mia regione, il Veneto, il Friuli. Il Piano di azione nazionale vede oggi una delle possibili strategie di contenimento del polifago nel rilascio di un insetto antagonista, la cosiddetta vespa samurai, come diceva anche la sottosegretaria.

Ma al momento in cui è stata fatta la mia interrogazione - ed era il marzo 2020 - l'iter autorizzativo per il rilascio in deroga risultava incompleto, in quanto mancava la firma dei decreti ministeriali conseguenti al DPR n. 102, entrato in vigore il 20 settembre 2019, la firma del Ministro dell'Ambiente. Conseguenza era che l'introduzione di antagonisti naturali e non autoctoni era vietata dall'articolo 12 del DPR n. 357 del 1997, che non prevedeva deroghe finalizzate alla lotta biologica, articolo modificato con il DPR n. 102 del 5 luglio 2019. La nuova normativa, invece, prevede la possibilità di introdurre specie non autoctone, come appunto la vespa samurai, e con l'interrogazione si chiedevano quali fossero i tempi, visto che la primavera era già iniziata e si poteva prevedere un ulteriore disastro per l'agricoltura delle nostre regioni, che è tanto importante nella loro economia.

Era una situazione emergenziale, urgente, ed oggi non posso che esprimere soddisfazione per il risultato ottenuto con la mia interrogazione. Vorrei soltanto sottolineare ancora che la cimice asiatica è un fitofago chiave in numerosi ecosistemi ed è purtroppo dimostrato dai fatti come riesca a causare ingenti danni economici alle colture come il melo, il pero, il pesco, il kiwi. Sottolineo anche che le colture ancora più colpite da questi attacchi sono quelle biologiche. È vero che il 2020 è stato un anno importante nella lotta alla cimice asiatica, comparsa, come diceva anche la sottosegretaria, già nel 2012, ma le disposizioni attuative del DPR n. 102, entrato in vigore il 20 settembre 2019, hanno visto la luce nell'aprile 2020, e i primi trattamenti che prevedevano il rilascio dell'antagonista, la cosiddetta vespa samurai, un insetto innocuo per l'uomo ed efficace contro la cimice asiatica, sono iniziati il 15 giugno 2020, dopo circa un anno di solleciti, e noi siamo ancora qui in Aula a discuterne un anno dopo con uno scenario sociale, economico e politico molto diverso da quello in cui abbiamo fatto questa interrogazione.

Lasciatemi dire, ma soltanto in chiave di critica meramente costruttiva, che, se la politica ha davvero il fine di provvedere al bene comune e al comune benessere, migliorando la società in cui viviamo per restituirla migliore ai nostri figli e ai nostri nipoti, deve cambiare approccio, deve essere più celere e intervenire concretamente in un mondo che è in continuo divenire. Non si può dare risposta dopo due anni; qui c'è bisogno di risposte concrete e immediate, altrimenti poi i soldi che vengono spesi per rattoppare i danni fatti da una mancanza di legislazione politica sono molto di più di quelli che potremmo utilizzare per prevenire. La politica deve svincolarsi dall'immobilismo che l'ha caratterizzata se vogliamo evitare che l'Italia arrivi ultima in Europa, perdendo le migliori forze che le appartengono.

PRESIDENTE. L'onorevole Tarantino ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

LEONARDO TARANTINO (LEGA). Grazie, signor Presidente. Abbiamo ascoltato la dettagliata risposta della sottosegretaria e il tema dei patogeni alloctoni, quelli non originari dei nostri territori, è un tema sempre più diffuso sul territorio nazionale. Il venir meno delle barriere commerciali e l'avvento del mercato globale ha comportato anche la diffusione di queste problematiche, soprattutto in campo agricolo. Come diceva la sottosegretaria, la cimice asiatica addirittura è presente in Italia fin dal 2012. Ci sono altri esempi, anche diventati famosi, ne cito solo alcuni: il cinipide del castagno; la Xylella, che non è un insetto, che ha devastato gli uliveti salentini; la Popillia japonica, che si sta diffondendo in areali lombardi e piemontesi.

Sono tutti elementi che creano danni rilevanti all'agricoltura, con milioni, poi, di indennizzi che, magari, le regioni o anche lo Stato devono mettere in campo. In particolare, come è stato detto, la cimice asiatica colpisce moltissime specie vegetali e, soprattutto, le specie da frutto, nelle realtà emiliano-romagnole, con grandi terreni ed estensioni dedicati a questi tipi di colture.

Quindi, su questi temi - quello della cimice asiatica non è l'unico e non sarà l'unico in futuro - è necessario un approccio assolutamente pragmatico, razionale, direi anche senza ideologie e assolutamente tempestivo. Abbiamo visto che il tempo è un fattore determinante per riuscire a intervenire rispetto a questi fattori. Quindi, senza ideologie anche rispetto a una lotta integrata, ma anche chimica, nella fase iniziale, oltre a un approccio sulla ricerca molto tempestivo, con risorse da dedicare alla lotta biologica e, come è stato detto anche nella risposta, anche alla formazione che deve essere fatta, nel settore agricolo, agli operatori.

Vorrei sottolineare anche la necessità, dal punto di vista della tempestività, di pensare anche a potenziare le strutture ministeriali o, comunque, dedicate a queste tematiche, perché i danni che registriamo economicamente sono veramente rilevanti e sicuramente non aiuta anche il fatto che sul decreto dovesse essere, poi, sentito il parere di altri due Ministeri e della Conferenza Stato-regioni. Però, come è stato detto, finalmente, dal 2019, c'è un nuovo strumento, che è questo decreto del Presidente della Repubblica, che ha introdotto la possibilità di utilizzare antagonisti alloctoni, come, nel nostro caso, la vespa samurai. L'interrogazione era stata, appunto, presentata pochi mesi dopo l'approvazione di questo decreto del Presidente Repubblica per sollecitare l'approvazione del decreto.

Quindi, prendiamo atto che c'era questa interrogazione, c'era anche una risoluzione del Senato e che, nell'aprile 2020, è stato approvato il decreto e le successive azioni, tra cui questo Piano di azione a ottobre. Quindi, siamo soddisfatti che siano stati messi in campo gli strumenti normativi necessari ad avviare le azioni concrete di contrasto. Di tempo ne è comunque passato, quindi ribadiamo ancora la necessità, rispetto a questi eventi, della tempestività, dell'azione, prima di tutto, legislativa e normativa e, poi, quella esecutiva che si fa sul territorio.

(Misure a sostegno del comparto agricolo dell'Emilia-Romagna recentemente colpito da eccezionali eventi atmosferici avversi – nn. 3-02328 e 3-02329)

PRESIDENTE. Passiamo alle interrogazioni Marco Di Maio n. 3-02328 e Morrone ed altri n. 3-02329, che, vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente (Vedi l'allegato A).

Il sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali, Gian Marco Centinaio, ha facoltà di rispondere. Prego, senatore.

GIAN MARCO CENTINAIO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Grazie, Presidente. Considerata l'analogia delle interrogazioni degli onorevoli Di Maio e Morrone, concernenti le misure da attivare a favore delle aziende agricole situate anche nella regione Emilia-Romagna, le cui colture sono state danneggiate dalle recenti ondate di gelo, rispondo congiuntamente.

Ricordo anzitutto che gli interventi compensativi ex post del Fondo di solidarietà nazionale per il sostegno alle imprese agricole colpite da avversità atmosferiche eccezionali possono essere attivati solo nel caso in cui le avversità, le colture e le strutture agricole colpite non siano comprese nel Piano assicurativo annuale per la copertura dei rischi con polizze assicurative agevolate. Pertanto, ai fini di una copertura dei rischi climatici, gli agricoltori devono provvedere alla stipula di polizze assicurative agevolate, tra l'altro, da contributo statale fino al 70 per cento della spesa premi sostenuta. Tuttavia, da una rapida indagine sull'andamento delle coperture assicurative agevolate sottoscritte nel corrente anno, è emerso che la capacità assuntiva offerta dalle compagnie non sia riuscita a coprire integralmente le richieste delle imprese agricole, anche per la difficoltà a piazzare i rischi catastrofali, come, appunto, il gelo, presso le compagnie di riassicurazione internazionali. Questa circostanza, unita al fatto che esistono ancora importanti distretti produttivi che non fanno ricorso alle assicurazioni agricole agevolate, determina uno stato di crisi del settore ogni qualvolta si verifichi un evento climatico avverso di particolare intensità.

Non dobbiamo dimenticare che le assicurazioni agricole agevolate - cui sono stati destinati finanziamenti superiori a 1,3 miliardi di euro per il periodo 2015-2020, ai quali si aggiungono ulteriori risorse per il biennio 2021-2022 - rappresentano il principale strumento di intervento messo in campo dallo Stato per fronteggiare le pesanti perdite di reddito subite dalle imprese agricole in caso di calamità naturali. Tuttavia, le esperienze degli ultimi vent'anni hanno dimostrato l'inefficacia dello strumento di intervento cosiddetto ex post, molto oneroso per la finanza pubblica e con risorse insufficienti per le imprese danneggiate.

Detto questo, tenuto conto della portata e della vastità territoriale e settoriale dei danni, rilevo che il Ministero delle Politiche agricole si è fatto promotore della necessaria norma di deroga per consentire l'attivazione degli interventi compensativi del Fondo di solidarietà nazionale a favore delle imprese agricole che, al momento dell'evento, non risultavano coperte da polizze assicurative per il rischio gelo.

In tale direzione, l'articolo 71 del decreto-legge n. 73 del 2021, oltre a consentire l'attivazione degli interventi compensativi del Fondo di solidarietà nazionale per le imprese danneggiate dagli eventi segnalati, reca uno stanziamento di 105 milioni di euro da destinare alla misura.

Pertanto, entro il prossimo 24 luglio, le regioni territorialmente competenti sui territori danneggiati potranno presentare la proposta di declaratoria che consentirà di attivare, qualora ricorrano le necessarie condizioni, le misure compensative a favore delle imprese agricole, tra cui contributi in conto capitale fino all'80 per cento del danno sulla produzione lorda vendibile ordinaria; prestiti ad ammortamento quinquennale per le maggiori esigenze di conduzione aziendale nell'anno in cui si è verificato l'evento e in quello successivo; proroga delle rate delle operazioni di credito in scadenza nell'anno in cui si è verificato l'evento calamitoso; esonero parziale (fino al 50 per cento) dal pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali propri e dei propri dipendenti; contributi in conto capitale per il ripristino delle strutture aziendali danneggiate.

Mi preme, inoltre, rilevare che, per superare le difficoltà legate ai sempre più frequenti eventi avversi legati al cambiamento climatico in corso che impattano ormai a livello continentale, per la prossima programmazione dei fondi europei relativi allo sviluppo rurale, stiamo esaminando un nuovo strumento di intervento ex ante sotto forma di Fondo di mutualizzazione nazionale (cui potranno accedere tutte le imprese agricole) in grado di intervenire in caso di eventi catastrofali, come quello segnalato dagli interroganti. Peraltro, unitamente a Francia e Grecia, abbiamo già proposto alla Commissione europea di applicare l'articolo 221 del regolamento sull'Organizzazione comune del mercato unico (OCM) e di indirizzare una piccola quota dei pagamenti diretti a disposizione di ciascuno Stato membro, per creare una rete di sicurezza per tutte le aziende agricole a fronte di eventi catastrofici come quelli che hanno colpito molte regioni europee.

Nel frattempo, con il prossimo Piano di gestione dei rischi 2022, valuteremo eventuali modifiche finalizzate a migliorare l'efficacia dello strumento assicurativo, aumentandone la capacità assuntiva, favorendo innanzitutto l'allargamento della base assicurata e cercando di facilitare la riassicurazione dei rischi da parte delle compagnie assicurative, anche indirizzando opportunamente il Fondo di riassicurazione gestito da Ismea.

Informo inoltre che, con il cosiddetto “decreto Sostegni-bis”, per ristorare i danni a produzioni, strutture e impianti produttivi delle aziende colpite dalle gelate e brinate dell'aprile 2021, sono stati stanziati, come detto prima, 105 milioni di euro per l'incremento del Fondo di solidarietà nazionale previsto dal decreto legislativo n. 102 del 2004.

Per quanto concerne, infine, le tempistiche per il riparto delle somme alle regioni e la successiva erogazione degli aiuti alle imprese danneggiate, rilevo che ci siamo già attivati con le regioni per concordare modalità uniformi e celeri di istruttoria delle domande, in modo da ridurre i tempi per l'erogazione degli aiuti ai beneficiari finali.

PRESIDENTE. L'onorevole Marco Di Maio ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

MARCO DI MAIO (IV). Grazie, Presidente. Siamo soddisfatti, come gruppo di Italia Viva, dalla risposta che ci ha dato il sottosegretario senatore Centinaio, che ringraziamo per aver preso in carico questo tema. È un argomento molto sentito non solo dal nostro gruppo politico, anche in Commissione agricoltura la collega Gaggia ha più volte posto questo tema, ma sappiamo che le sollecitazioni che sono arrivate anche al Ministero sono pervenute non solo dalle parti politiche, ma anche dalla regione Emilia-Romagna, che si è immediatamente attivata, e dalle organizzazioni del settore.

Abbiamo posto l'attenzione su questo tema e, quindi, sulla necessità di intervenire a sostegno delle aziende colpite dalle calamità, perché la stima dei danni che si sono riscontrati in questa circostanza, in questa ulteriore circostanza - perché anche nel 2020 si erano presentate situazioni analoghe purtroppo, con un danno notevole e, peraltro, risultano ancora difficoltà nel liquidare le somme previste per i risarcimenti del 2020 e, quindi, colgo l'occasione per sollecitare eventualmente un intervento in questa direzione - si è rivelata superiore a quella prevista.

Siamo ad oltre 200 milioni di euro di danni quantificati, danni che non hanno colpito solo l'ortofrutta, solo i prodotti che tradizionalmente vengono danneggiati da questo tipo di eventi, ma che hanno colpito anche i vigneti. I riscontri che gli agricoltori stanno avendo è che, purtroppo, c'è stato un impatto molto forte anche su questo comparto. Quindi è importantissimo che, entro il 24 luglio, come ha annunciato lei, sottosegretario, ci sia una celerità da parte delle regioni a svolgere tutte le iniziative necessarie per poter attivare l'erogazione dei contributi, che ci auguriamo sia più rapida rispetto a quelli del 2020, che ancora non sono arrivati.

Accogliamo anche con favore il lavoro che si sta facendo volto a predisporre un intervento che possa essere, in qualche modo, preventivo e non successivo a questi eventi. Quindi, sosterremo e incoraggeremo tutte le iniziative che vanno in questa direzione, così come quella - che peraltro era anche una delle richieste che avevamo formulato nella nostra interrogazione - di promuovere iniziative assieme ad altri Stati europei affinché ci sia un cambio di passo anche della Commissione e di tutte le istituzioni europee nel trattare questo tipo di problematiche. Siamo anche convinti che la ritrovata autorevolezza che il nostro Paese ha conseguito grazie al cambio di Governo, grazie all'arrivo del Presidente Draghi a Palazzo Chigi e al ruolo che inevitabilmente - ciò è evidente ed è sotto gli occhi di tutti - l'Italia sta tornando a giocare sul palcoscenico internazionale, sia uno strumento e crei le condizioni migliori affinché si possa porre con maggior efficacia questa questione anche dentro le istituzioni europee.

Ovviamente, lavoreremo anche nella fase emendativa del “decreto Sostegni-bis” per rafforzare la misura che è già stata messa in campo e che lei ha ricordato nella sua risposta, per cui continueremo, in uno spirito collaborativo e anche un po' al di là delle appartenenze politiche, a lavorare per dare risposte concrete ai nostri agricoltori, in particolare a quelli emiliano-romagnoli, che sono oggetto di questa interrogazione ma, più in generale, ad un comparto che è strategico per il futuro del Paese. Lo si dice tante volte, ma la pandemia ha mostrato ciò a maggior ragione e con tutte le difficoltà che ci sono state. Tuttavia questo settore ha tenuto e ha consentito al nostro Paese di continuare ad avere gli approvvigionamenti necessari, approvvigionamenti di qualità, quindi è un settore che va sostenuto, che va aiutato e noi continueremo a batterci in questa direzione.

PRESIDENTE. L'onorevole Morrone ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

JACOPO MORRONE (LEGA). Grazie Presidente, grazie sottosegretario per la risposta, siamo soddisfatti. La risposta del sottosegretario dimostra anche come il Ministero abbia compreso l'allarme che è stato lanciato in modo univoco dal settore agricolo alla politica per via dell'ondata di temperature basse e delle gelate notturne che si sono abbattute su vaste zone dell'Emilia-Romagna per la seconda volta in questo 2021: prima ci sono state le gelate del 18 e del 20 di marzo e poi quelle dei primi giorni di aprile, con punte fino a meno 6 gradi, che hanno messo definitivamente in ginocchio l'ambito frutticolo regionale e, in particolare, quello romagnolo. Sarà quindi un magro raccolto, quello del 2021, di albicocche, di susine, di pesche nettarine, di ciliegie, di quell'area che è famosa per i suoi prodotti, che va da Rimini a Forlì, Cesena, Ravenna, Ferrara, Bologna, Modena e anche oltre, purtroppo. I danni sono stati registrati anche sulle piante già germogliate, quelle di cachi e quelle di kiwi - nello specifico le culture frutticole in piena fioritura - come anche il melo, per non parlare anche poi del settore vitivinicolo. I danni, pertanto, sono ingenti, in particolare anche in alcune zone del ravennate, del cesenate e del forlivese, dove addirittura hanno toccato il 100 per cento della coltivazione, hanno - direi - distrutto il 100 per cento della coltivazione.

È inutile, quindi, ribadire quella che è una gravissima situazione che stanno vivendo le nostre aziende dopo il secondo anno consecutivo di gelate primaverili. È un nuovo pesante colpo che può mettere in forse il lavoro di un anno, dopo la crisi intervenuta con l'emergenza sanitaria e, come già detto anche dai precedenti colleghi, con le gelate del 2020, che provocarono ricadute disastrose nel settore agricolo con perdite di circa 400 milioni di euro; e in questo 2021 i danni riguarderanno ancora migliaia di aziende agricole. L'impatto, quindi, è estremamente pesante e da qui c'è una necessità di interventi straordinari da parte di istituzioni pubbliche. Dobbiamo cercare di scongiurare il fallimento delle aziende agricole; senza aiuti consistenti, molti imprenditori agricoli dovranno dichiararsi sconfitti. Sarebbe, pertanto, un disastro per l'intera agricoltura italiana, per la produzione di qualità, che contraddistingue, ma soprattutto che tutela e salvaguardia il nostro territorio italiano. Bisogna evitare questa catastrofe e bisogna farlo velocemente. Siamo certo consapevoli che, di fronte a fenomeni climatici, sia necessario accompagnare i risarcimenti a dei metodi alternativi per mettere a riparo le aziende. Pensiamo, per esempio, sottosegretario, a una riforma del sistema assicurativo agricolo, perché non più adeguato e con franchigie troppo alte, per cui gli agricoltori preferiscono non assicurarsi perché non è più conveniente, mentre assicurarsi dovrebbe risultare un vantaggio e non un ulteriore aggravio di spesa. Così come siamo concordi con chi sollecita anche nuove misure strategiche per garantire quella che è la competitività delle nostre aziende. Tuttavia, oggi, sottosegretario, dobbiamo pensare a questa emergenza e salvaguardare le famiglie e i lavoratori.

(Iniziative di competenza volte a contrastare la diffusione di giochi e videogiochi che inneggiano alla criminalità organizzata di tipo mafioso, nonché volte a rimuovere analoghi contenuti sui social network - n. 3-01395)

PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato per l'Interno, Carlo Sibilia, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Ascari n. 3-01395 (Vedi l'allegato A).

CARLO SIBILIA, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Grazie Presidente, gentili deputati, la deputata Ascari chiede di assumere iniziative per evitare la diffusione e la vendita di giochi e videogiochi che esaltano comportamenti mafiosi e di sostegno alla criminalità organizzata, nonché per attivare un'attività di controllo dei social network al fine di rimuovere i contenuti che inneggiano alla criminalità organizzata di tipo mafioso.

A tale riguardo evidenzio preliminarmente che, nel nostro ordinamento, l'articolo 414 del codice penale disciplina e punisce l'istigazione e l'apologia di reato. La pena è aumentata se il fatto è commesso attraverso strumenti informatici o telematici e se l'istigazione o l'apologia riguardano delitti di terrorismo o crimini contro l'umanità. La Corte costituzionale, chiamata a pronunciarsi sulla asserita incostituzionalità della predetta norma per violazione della libertà di manifestazione del pensiero, sancita dall'articolo 21 della Costituzione, ha avuto modo di evidenziare che la libertà di manifestazione del pensiero trova i suoi limiti non soltanto nella tutela del buon costume, ma anche nella necessità di proteggere altri beni di rilievo costituzionale e nell'esigenza di prevenire e far cessare turbamenti della sicurezza pubblica, la cui tutela costituisce una finalità immanente del sistema.

In merito alla tematica della vendita di videogiochi evidenziata dalla deputata interrogante, è stata presentata una proposta di legge, l'atto Camera n. 1866, recante “Introduzione dell'obbligo di classificazione dei videogiochi e disposizioni concernenti la loro diffusione e vendita, per la tutela dell'integrità psico-fisica e morale dei minori”. Posto che attualmente non c'è una specifica normativa che disciplini la materia, lo scopo della predetta proposta di legge è quello di introdurre nel nostro ordinamento una regolamentazione della diffusione e della vendita di videogiochi destinati ad un pubblico adulto, al fine di tutelare i minori nell'utilizzazione degli stessi, anche attraverso il recepimento del sistema di classificazione PEGI, Pan European Game Information, nato su impulso della Commissione europea e adottato da molti Stati membri.

Quanto al controllo dei social network, ai gestori dei siti Internet e delle piattaforme, nonché alla rimozione dei loro contenuti, segnalo che il decreto legislativo del 9 aprile 2003, n. 70, emanato in attuazione della direttiva europea sul commercio elettronico, la n. 2000/31/CE, non prevede per i provider né l'obbligo generale di sorveglianza ex ante, né l'obbligo di ricercare attivamente fatti o circostanze che indichino la presenza di attività illecite. La stessa normativa, tuttavia, impone ai provider di informare prontamente le autorità competenti degli illeciti rilevati e di condividere con esse ogni informazione utile a identificare l'autore della violazione; in caso di mancata collaborazione, gli stessi provider sono civilmente responsabili dei danni provocati.

Sul piano dell'azione di contrasto alle tematiche a cui si riferisce la deputata interrogante, esse sono da tempo all'attenzione del Ministero dell'Interno, impegnato anche sul fronte della prevenzione delle forme di violenza esercitate in rete, nella piena consapevolezza della necessità che i minori, ma anche tutti coloro che sono chiamati a concorrere alla loro educazione, siano resi più pienamente consapevoli delle insidie che possono scaturire da un uso poco accorto della rete. Mi preme sottolineare come, in tale contesto, il Ministero dell'Interno sia costantemente impegnato con l'attività svolta dal servizio di Polizia postale e delle comunicazioni, cui sono attribuiti la prevenzione ed il contrasto di ogni forma di pericolo e di violenza ai danni dei minori, perpetrati sulla rete. Prevenzione e contrasto si realizzano attraverso un attento e continuo monitoraggio, 24 ore su 24, della rete, realizzato dagli operatori del predetto servizio, che promuove anche l'uso legale e sicuro delle nuove tecnologie.

A seguito della riscontrata presenza sulla rete di contenuti penalmente rilevanti, gli uffici della predetta specialità interessano l'autorità giudiziaria territorialmente competente, ai fini della loro rimozione, che, tuttavia, è condizionata all'accoglimento di una richiesta inviata alle società che gestiscono i social network, che spesso hanno la propria sede o i propri server in Stati esteri, con una normativa di riferimento meno stringente rispetto a quella italiana. Attraverso il costante monitoraggio della rete e l'approfondimento mirato delle segnalazioni ricevute, la Polizia postale e delle comunicazioni prevede anche la tempestiva creazione di specifici alert pubblicati sul sito del commissariato di pubblica sicurezza online, mediante il quale vengono fornite le informazioni sui rischi di tali pratiche e delle conseguenze, anche gravissime, che possono avere sulla salute dei ragazzi.

Oltre al monitoraggio continuo della rete, la Polizia di Stato è da tempo impegnata anche nell'ideazione e nella realizzazione di specifiche campagne di sensibilizzazione orientate ai più giovani, alle famiglie e al mondo della scuola. In particolare, segnalo un'innovativa campagna di sensibilizzazione contro il disagio giovanile, denominata Progetto “Blue Box”, con l'obiettivo di sensibilizzare familiari e insegnanti a riconoscere gli eventuali segnali di malessere giovanile e di fornire indicazioni utili per un corretto utilizzo del web e dei social network. Il progetto prende il nome dalle cassette blu, come il colore istituzionale della Polizia di Stato, che sono state collocate nei luoghi frequentati dagli studenti per raccogliere segnalazioni, anche anonime, suggerimenti o richieste di aiuto da parte dei ragazzi. In tale ambito, le questure hanno organizzato una serie di eventi presso i luoghi di incontro e aggregazione giovanile o presso le scuole, allo scopo di stabilire un contatto di fiducia con i minori proprio per mettere in luce i pericoli del web e fornire consigli utili.

Ricordo, inoltre, l'iniziativa denominata “Una vita da social”, campagna nazionale itinerante giunta alla sua ottava edizione. Nel corso degli anni, questa manifestazione ha interessato oltre 2 milioni di studenti, 220.000 genitori e 125.000 insegnanti, per un totale di 18.500 istituti scolastici e 350 città italiane. Altra importante iniziativa è quella denominata “In Rete con i ragazzi, una guida all'educazione digitale”, con cui la Polizia postale e delle comunicazioni intende fornire un supporto a tutte le figure di riferimento per i ragazzi nel guidare i nativi digitali verso un rapporto equilibrato con la rete, prevenendo le conseguenze negative sulla loro salute e i rischi ai quali possono trovarsi esposti.

Segnalo anche l'iniziativa “Giovani ambasciatori contro il cyberbullismo”, volta a prevenire episodi di bullismo e cyberbullismo. A tale iniziativa si aggiunge il quotidiano impegno, profuso da oltre 15 anni, dagli operatori della Polizia postale e delle comunicazioni nella pianificazione di incontri con studenti, insegnanti e genitori, realizzato in tutto il territorio nazionale direttamente nelle scuole. A tale proposito, sottolineo che l'emergenza sanitaria non ha fermato tale tipologia di iniziative, anche se ha reso necessario modificare le modalità degli incontri con gli studenti e, più in generale, con l'utenza. L'attività formativa, prima organizzata in presenza, viene svolta interamente sulla rete, in linea con le misure previste per il contenimento del contagio.

PRESIDENTE. L'onorevole Ascari ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente, e onorevoli colleghi. La ringrazio, sottosegretario Sibilia, per la risposta che ci ha voluto fornire oggi in Aula. La ringrazio anche per le ottime iniziative per quanto riguarda l'educazione ai social network, fonti principali di prevenzione per i più giovani, anche quelle che mi auguro entreranno in vigore a breve. Ritengo, tuttavia, che, dal punto di vista del linguaggio, ci sia ancora tanto da fare: quello del linguaggio della criminalità e delle mafie è infatti un tema importante che, forse, per molto tempo, è stato sottovalutato (anche oggi è molto sottovalutato).

La malavita organizzata da tempo ha costruito il suo potere proprio sull'immaginario di uomo vincente, furbo e, soprattutto, al di sopra delle regole. Oggi quell'immaginario trova nei social network una cassa di risonanza potentissima, perché, attraverso Facebook o TikTok, riesce ad arrivare ad una vastissima porzione di pubblico prima inimmaginabile e oggi possibile; un pubblico, tra l'altro, per lo più giovane o giovanissimo.

La sottocultura - che le mafie diffondono attraverso video, canzoni ma anche murales e altarini veri e propri, come abbiamo visto nel caso di Emanuele Sibillo, ucciso a soli 20 anni in un agguato di camorra e al quale era dedicato un vero e proprio altarino, poi rimosso dalle Forze dell'ordine, che lo ritraeva con una pistola in mano e la scritta: “Sibillo Regna” - è fatta di simboli potentissimi e dalla forte capacità persuasiva. Quello della mafia è un linguaggio che mescola elementi specifici del territorio di appartenenza e codici di condotta interni, parole chiave che fanno da collante culturale tra adepti e costruiscono un'identità individuale e collettiva molto forte. I simboli della mafia oggi sono elementi costitutivi del fenomeno stesso, della sua identità e delle identità di chi lo incarna. Per questo non possiamo sottovalutarli ma anzi, se vogliamo vincere questa battaglia, dobbiamo combatterli e sradicarli. Questi simboli e questo linguaggio rendono la mafia socialmente viva, le consentono di comunicare all'esterno e dettare la linea. È un immaginario potente che, purtroppo, fa presa facilmente sui giovani e giovanissimi, restituendo un'immagine edulcorata e non rispondente al vero delle organizzazioni criminali.

Anche per questo ho recentemente depositato una proposta di legge che prevede di introdurre nel nostro ordinamento l'aggravante dell'istigazione o dell'apologia del delitto di associazione di tipo mafioso all'interno proprio dell'articolo 414 del codice penale che lei, sottosegretario, citava prima. Ritengo che questo sia un vuoto normativo che deve essere colmato, alla luce anche dei numerosi fatti di cronaca che coinvolgono sempre più adolescenti. Considero importante questo aspetto, anche alla luce di canzoni, video, murales o, come nel caso della mia interrogazione, giochi che diventano simboli e tendenze, mirando alla conquista del consenso sociale.

La mafia - non dovremmo mai dimenticarlo - è lontana anni luce dai tratti di romanticismo, eroismo e avventura che spesso chi ne fa parte le attribuisce. La mafia è vigliaccheria, sopraffazione, violenza e, soprattutto, morte. È la prepotenza che si impone sul diritto, il torto che schiaccia la ragione. Per questo, quando la mafia parla e sfodera il suo immaginario più potente per far colpo sulle giovani generazioni, lo Stato deve rispondere con forza e soprattutto senza tentennamenti.

Colpire questi simboli significa colpire la mafia stessa.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

Sospendo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 15.

La seduta, sospesa alle 11,50, è ripresa alle 15.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Acunzo, Amitrano, Carè, Corda, De Menech, Deidda, Mariani, Melilli e Roberto Rossini sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente 100, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche.

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno avere luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori l'onorevole Davide Crippa. Ne ha facoltà.

DAVIDE CRIPPA (M5S). Colleghi, due giorni fa è accaduto un fatto gravissimo. Un nostro deputato, Davide Aiello, già capogruppo e tuttora componente della Commissione antimafia, è stato aggredito fisicamente e verbalmente nella piazza della sua Casteldaccia, il paese del palermitano nel quale è nato, vissuto e nel quale si è avvicinato al Movimento 5 Stelle.

L'aggressione lo ha costretto a rifugiarsi in un bar per chiedere l'intervento delle Forze dell'ordine e poi sottoporsi a controlli medici. Un'aggressione che, di per sé, è ovviamente già un fatto grave; io però, Presidente, richiamo l'attenzione di quest'Aula sui motivi di questa aggressione. In questo caso, è ancor più grave se andiamo a vedere i motivi reali che hanno condotto l'aggressore ad aggredire Davide Aiello, con insulti verbali rispetto ad un intervento che il nostro collega Davide aveva fatto all'interno di quest'Aula. Sì, colleghi, un intervento su una battaglia che lui seguiva da tempo, quella della legalità nel suo Paese, per gli episodi di voto di scambio avvenuti durante le elezioni amministrative del 2018 in quel comune.

Voglio dire da subito che noi tutti, come gruppo del Movimento 5 Stelle, siamo orgogliosi di quello che Davide ha portato all'interno di quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), che tutto il gruppo parlamentare è con lui (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), che per noi quelle denunce rappresentano un valore e sono la realizzazione dei nostri principi e della nostra attenzione all'etica pubblica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), il segno della lotta al malaffare e verso ogni tipo di corruzione, ed è stato aggredito per quello che riportava all'interno di quest'Aula, chiedendo legalità e serietà nel condurre un'azione politica amministrativa per il suo comune.

Vogliamo dirvi che nessuna violenza e nessuna aggressione potrà mai fermare la nostra azione. Noi continueremo a denunciare, come ha fatto Davide, tutti quei fatti e a metterci dalla parte della gente perbene perché è la maggior parte, a Casteldaccia come in altri paesi del nostro territorio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Fatti di tale gravità superano gli steccati politici. Sono certo, infatti, che tutte le forze politiche riunite in questo Parlamento potranno condannare questo gesto, così come è già avvenuto da parte di alcuni esponenti. La violenza è di per sé inaccettabile e lo è ancora di più immaginando che questa derivi da una richiesta di legalità, e che questa richiesta di legalità venga da una delle più alte espressioni della Repubblica, cioè nei riguardi di un deputato della Repubblica che svolge il proprio lavoro nell'interesse della tutela della collettività. Io continuo a immaginare che questo percorso debba avere una maggiore attenzione, che questo percorso, come tanti altri di battaglie di legalità in Italia, debba portarci a esprimere una compattezza trasversale fuori dagli schieramenti politici.

Per questo motivo, rinnovo il nostro incoraggiamento a Davide - che ho sentito e sta bene, fortunatamente -, provato emotivamente da una situazione che, in qualche modo, imbarazzerebbe ognuno di noi, cioè quello di sentirsi aggredito per un'attività nei riguardi della propria comunità. Sono certo cari colleghi che anche voi tutti sarete dalla nostra parte: noi ci saremo e siamo a fianco di Davide in ogni minuto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Grazie onorevole Crippa. Ha chiesto di parlare sul medesimo argomento l'onorevole Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie Presidente. Io mi unisco all'accorato intervento del collega Crippa e, ovviamente, nell'immediatezza dell'accaduto ho fatto pervenire personalmente al collega Davide Aiello la piena vicinanza mia e del gruppo di Fratelli d'Italia per l'accaduto. Trovo vergognoso quanto verificatosi, anche perché l'anomalia in corso nell'applicazione delle norme vigenti al comune di Casteldaccia era stata da me già evidenziata attraverso una interrogazione che ho depositato nel mese di settembre 2020 circa le procedure che il Governo ha definito nella risposta alla mia interrogazione, assuntivamente dichiarative in ordine ai provvedimenti del prefetto, su una questione che probabilmente - quella della permanenza in carica del sindaco - richiederebbe maggiore attenzione. Sicuramente torneremo ad immaginare delle modifiche delle norme vigenti anche con i colleghi del Movimento 5 Stelle. Quanto accaduto è semplicemente vergognoso. Non è tollerabile che il nome di una comunità umana, cittadina, come quella di Casteldaccia, un paese alle porte di Palermo, venga macchiata da comportamenti del genere. Quindi, io mi sono unita all'inizio di questa vicenda alle denunce sul malaffare che sembrava aver governato quella tornata elettorale e su questo auspico che la magistratura faccia presto e bene il suo corso, visto che un mandato di sindaco dura cinque anni, quindi speriamo di vedere almeno una sentenza di primo grado entro questi cinque anni. È intollerabile che un cittadino, ancor più grave se ciò accade a un parlamentare per l'esercizio delle sue funzioni, venga aggredito. Quindi, la nostra piena solidarietà al collega Davide Aiello e manifesto fin da ora piena disponibilità anche ad iniziative simboliche nel comune di Casteldaccia che i colleghi vorranno organizzare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sul medesimo argomento l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). La ringrazio, Presidente. Vorrei, per il suo tramite, far giungere a Davide Crippa e al gruppo del MoVimento 5 Stelle, e per loro tramite a Davide Aiello, tutta la solidarietà del gruppo del Partito Democratico, che è già stata espressa dal nostro Segretario nazionale (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e MoVimento 5 Stelle).

Tra l'altro, mi ricordava la collega Carla Cantone che il nonno di Davide Aiello, sindacalista, fu ucciso dalla mafia e, quindi, anche alla sua memoria rivolgiamo un pensiero (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e MoVimento 5 Stelle).

Mi ha molto colpito che colui che ha preso a pugni il collega Aiello - al quale ovviamente facciamo i migliori auguri di pronta guarigione - gli abbia urlato una frase così significativa e così iscritta nella storia dei rapporti tra la mafia e la politica. Gli ha urlato: “a Roma sbagliò a parlare”, perché il collega Aiello in quest'Aula presentò un'interrogazione sul voto di scambio a Casteldaccia, nel suo luogo di nascita e di residenza.

Dunque, è una cosa terribilmente grave che un parlamentare della Repubblica, signor Presidente, possa pensare di dover pagare perché interroga il Governo sul voto di scambio nella sua città. Sembra di tornare indietro di decenni e invece accade oggi, nel 2021, siamo qui.

Qualcuno di molto importante, che per la mafia è morto, ha detto che una delle cose che fa muovere la mafia per punire qualcuno è l'impressione che chi la critica, chi l'attacca sia isolato. Quindi, non c'è niente di più importante di quello che facciamo adesso, in questo momento - e ringraziamo il presidente Davide Crippa per aver aperto la seduta su questo - ossia far sapere a Casteldaccia, a chi ha preso a pugni Davide Aiello, agli amici di coloro che l'hanno preso a pugni, a coloro che in quella città - come diceva l'interrogazione di Davide Aiello - hanno esercitato voto di scambio, inquinando la politica con la mafia, che Davide Aiello non è solo e non sarà solo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e MoVimento 5 Stelle).

Se organizzerete, come Movimento 5 Stelle, una manifestazione di solidarietà, in quella località, a Casteldaccia, in piazza, noi ci saremo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Intervengo per associarmi, a nome del gruppo di Liberi e Uguali e mio personale, alla solidarietà nei confronti del collega Aiello e dell'intero gruppo del MoVimento 5 Stelle.

È del tutto evidente che quanto avvenuto sia di una gravità inaccettabile: è giusto che se ne parli in quest'Aula perché da quest'Aula deve uscire con forza un elemento che credo debba trovarci tutti uniti, indipendentemente dai ruoli e dalle posizioni di questo emiciclo.

Non ci possono essere zone franche di illegalità e di impunità. Ciò che è avvenuto segnala che ci sono persone, soggetti che pensano che, all'interno di un comune, di fatto, la legge sia sospesa per loro volontà.

Il tema del voto di scambio, il tema della legalità sono questioni fondamentali perché ineriscono alla definizione fondamentale della democrazia stessa; il momento del voto è alla base della democrazia. Quindi, da questo punto di vista, ribadisco la solidarietà. Credo anche che, qualora si decida di fare una manifestazione, ovviamente noi ci saremo e che, sul tema, occorra ritornare, perché questo è un episodio ma potremmo probabilmente, in altri casi, citarne altri che non hanno coinvolto parlamentari: ci sono ancora nel nostro Paese troppe zone di illegalità e di impunità (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Attis. Ne ha facoltà.

MAURO D'ATTIS (FI). Grazie, Presidente. Anche il gruppo di Forza Italia si unisce alla solidarietà e anche al sostegno e al supporto del collega Davide Aiello.

Le violenze vanno condannate a prescindere, senza se e senza ma, senza colori, gialli, verdi, rossi, soprattutto quando poi riguardano attività specifiche, in questo caso di un parlamentare che viene aggredito per aver attivato un'iniziativa di sindacato ispettivo; ove evidentemente i fatti vanno accertati, comunque le prerogative del parlamentare, ma io direi le prerogative di un libero cittadino vanno salvaguardate.

Per noi le condanne e la solidarietà non hanno colore politico, come anche la solidarietà, la vicinanza e il sostegno alle aggressioni di rappresentanti politici, in questo caso di altri partiti, non sono gesti che si fanno a seconda del momento e della convenienza. Tante sono state le aggressioni che abbiamo condannato in quest'Aula e, a volte, qualcuno è stato timido nel condannare le aggressioni altrui. Ecco, Forza Italia questa timidezza non ce l'ha (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) perché le violenze non hanno colore politico.

Quindi, grazie Presidente per avermi dato la parola. Solidarietà - ripeto e confermo - al collega Davide Aiello (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Grazie, Presidente. Il gruppo di Coraggio Italia - ma anche io personalmente - si associa alla solidarietà per il collega Davide Aiello e per il gruppo MoVimento 5 Stelle.

Il fatto avvenuto è gravissimo perché un parlamentare della Repubblica ha espresso opinioni nel corso dei lavori d'Aula e ha presentato atti di sindacato ispettivo, svolgendo i suoi compiti di parlamentare eletto. Lo ha fatto su un tema delicatissimo che è quello del voto di scambio e lo ha fatto anche per comprendere come il Governo si voleva muovere su questi temi.

È una vile aggressione fisica avvenuta nella piazza centrale di Casteldaccia. C'è stato chi ha ritenuto possibile aggredirlo nella piazza del paese e inseguirlo dove poi si è rifugiato; e, grazie all'intervento dei Carabinieri, la situazione non è peggiorata ancora di più. È stato ricoverato al pronto soccorso con un rischio anche per un problema che ho letto aveva all'occhio.

Io credo che quanto avvenuto, oltre alle manifestazioni, debba comportare una presa di posizione molto forte dell'intero Parlamento, perché la gravità di quello che è avvenuto ci fa ritornare indietro di molti anni.

La politica, anche in Sicilia, anche nel Sud, deve essere svolta nel contrasto di tutti i fenomeni mafiosi, senza sconti e con il massimo rigore, e un parlamentare non può essere così facilmente aggredito e colpito nella piazza di un paese per ciò che dice in un'Aula parlamentare. Credo che sia un fatto di estrema gravità per il quale bisogna reagire.

Sono convinto che il Governo e il Ministro dell'Interno provvederanno immediatamente anche in ordine a tutto quello che può essere un dispositivo di sicurezza riguardo al collega Aiello, perché è chiaro che, se si dà fastidio a qualcuno, qualcuno reagisce, ma nessuno può sentirsi infastidito dai lavori parlamentari e dal lavoro di un parlamentare in quest'Aula.

Partecipazione e solidarietà: siamo pronti anche noi a partecipare a qualsiasi manifestazione, ma chiediamo anche che immediatamente - e lo faremo se i colleghi del MoVimento5 Stelle insieme lo vorranno fare - si interpelli il Governo per immediati interventi a tutela non solo di Aiello ma di tutta la popolazione di Casteldaccia, che è stata colpita e ferita da una aggressione vile e proditoria, come quella che è avvenuta e che ha colpito il nostro collega parlamentare.

Siamo pronti a qualsiasi iniziativa che i colleghi del MoVimento 5 Stelle ci vorranno proporre per rispondere in maniera decisa e far vedere che lo Stato dalle Aule parlamentari risponde a qualsiasi aggressione mafiosa, e per colpire la mafia ed estirparla dai luoghi in cui crede ancora di poter comandare e dirigere anche le attività politiche locali (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Paolini. Ne ha facoltà.

LUCA RODOLFO PAOLINI (LEGA). Presidente, io conosco un po' meglio di altri l'onorevole Aiello perché è in Commissione antimafia ed è persona sempre corretta e lavoratrice.

Nell'inviargli personali auguri di pronta guarigione, ricordo una cosa: innanzitutto, che in famiglia già hanno una vittima, perché il bisnonno Andrea venne ucciso il 5 agosto 1944 con una fucilata alle spalle, perché era segretario della camera del lavoro di Casteldaccia, quindi per motivi eminentemente politici, delitto certamente mafioso, anche se gli autori non sono mai stati scoperti, ma certamente dovuto alla funzione.

Sull'onorevole Aiello, al di là della tutto sommato non elevata gravità fisica di quello che gli è successo, è importante capire perché. E pare che qualcuno, mentre lui cercava aiuto, ha sentito al bar un signore che dicesse: “iddu a Roma sbagliò a parrari”, ha sbagliato a parlare a Roma! Ha sbagliato a parlare del voto di scambio, che è la negazione della democrazia! Quindi, un'aggressione a un parlamentare di qualunque idea, di qualunque colore sia, è un'aggressione a questa Assemblea e al popolo italiano tutto. Quindi, chiaramente massima solidarietà e necessario denunciare quello che è. Se prima c'era un Davide Aiello che denunciava il voto di scambio, oggi ci dovranno essere 630 di Aiello che diranno e denunceranno, a tutti i livelli, che il voto di scambio è la negazione della democrazia. Naturalmente, se chi ha commesso questo fatto pensava di zittire l'onorevole Davide Aiello sul voto di scambio, dovrà dire la prossima volta che dovranno essere sempre di più iddi che a Roma sbagliarunu a parrari (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (IV). Anche come gruppo di Italia Viva portiamo la nostra solidarietà al collega Davide Aiello e al gruppo del MoVimento 5 Stelle. Abbiamo conosciuto, in questi anni, l'attivismo in quest'Aula, la passione e l'impegno del collega Davide Aiello, contro la mafia, contro il crimine organizzato e contro il voto di scambio. Condanniamo ogni forma di violenza. In una pubblica piazza ancora vediamo parlamentari attaccati e picchiati per la loro attività parlamentare, portandoci la memoria a periodi cupi e bui della nostra storia. Noi, invece, come Parlamento, dobbiamo essere uniti come istituzione, per condannare ogni atto di violenza e chiedere la tolleranza zero verso questi atti e, da ora, agire uniti contro il voto di scambio, contro la mafia, a favore della legalità (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. La Presidenza si associa alla condanna dei fatti e esprime, ovviamente, massima solidarietà al collega Davide Aiello.

Rinvio del seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: L'Abbate e Parentela; D'Alessandro ed altri; Viviani ed altri: Interventi per il settore ittico e in materia di politiche sociali nel settore della pesca professionale. Delega al Governo per il riordino e la semplificazione normativa nel medesimo settore (A.C. 1008​-1009​-1636-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge nn. 1008-1009-1636-A: Interventi per il settore ittico e in materia di politiche sociali nel settore della pesca professionale. Delega al Governo per il riordino e la semplificazione normativa nel medesimo settore.

Poiché, tuttavia, la Commissione bilancio non ha ancora espresso il prescritto parere in ragione della mancata trasmissione della relazione tecnica sul testo del provvedimento, il seguito di tale esame si intende rinviato alla prossima settimana.

Al riguardo, ha chiesto di intervenire il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, onorevole Andrea Orlando. Ne ha facoltà.

ANDREA ORLANDO, Ministro del Lavoro e delle politiche sociali. Grazie, signor Presidente. Onorevoli deputate e deputati, desidero ringraziare in primo luogo il presidente Gallinella e tutti i componenti della Commissione agricoltura, per l'importante lavoro che è stato svolto nella definizione di una proposta di legge che è molto ambiziosa e sicuramente attesa dal settore ittico, un comparto di assoluto rilievo per l'economia del Paese.

Il testo all'esame della Commissione, che, in raccordo con il Ministro dell'Agricoltura, ho valutato con la massima attenzione, prevede, come è noto, interventi in diversi ambiti afferenti al settore della pesca. Questi interventi, in parte, sono immediatamente efficaci, in parte, con lo specifico riguardo al riordino e alla semplificazione della normativa di settore, sono contenuti in una apposita delega.

Mi soffermo in particolare, per ragioni di stretta competenza, sulle norme riguardanti la definizione degli ammortizzatori sociali per il settore. Fin d'ora posso manifestare la più ampia condivisione circa le soluzioni individuate dalla proposta di legge, soprattutto nella parte in cui si estende l'ambito di applicazione della CISOA ai lavoratori imbarcati su navi adibite alla pesca marittima e ai soci lavoratori di cooperative di pesca più piccole, nonché agli armatori e ai proprietari armatori imbarcati sulle navi dai medesimi gestite.

Purtroppo, occorre prendere atto che il testo in esame, solo per ragioni di copertura finanziaria, come risulta dalla stessa relazione tecnica, non può essere il veicolo normativo più idoneo a contenere questa specifica proposta di riforma, che - ribadisco - nel merito è assolutamente condivisibile.

Assicuro in ogni caso il presidente Gallinella e i parlamentari che hanno lavorato alla definizione del testo che, nell'ambito della più generale riforma degli ammortizzatori sociali, che è in fase di avanzata definizione, questo particolare profilo sarà espressamente contemplato e adeguatamente valorizzato. L'obiettivo di definire un sistema di ammortizzatori sociali più equo, sostenibile, in grado di far fronte alle repentine trasformazioni del mercato del lavoro e tendenzialmente a carattere universale non può non tenere conto delle esigenze del settore della pesca, che, alla pari di altri settori, presenta tratti di specificità. In questo senso, la proposta contenuta nel disegno di legge all'esame, che raccoglieremo nella riforma degli ammortizzatori, è assolutamente coerente per la realizzazione dell'obiettivo, anche alla luce di un confronto con le parti sociali che ha, in qualche modo indirizzato, quest'esito. Naturalmente, si tratterà poi di affinare nel dettaglio le modalità con le quali recepire questa indicazione, ma credo che fin d'ora si possa assumere un impegno politico che va in questa direzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il relatore, onorevole Gallinella. Ne ha facoltà.

FILIPPO GALLINELLA, Relatore. Grazie, Presidente. Ringrazio il Ministro, che è venuto in Aula a spiegare i motivi del ritardo della relazione tecnica, che mi auguro comunque arriverà in settimana, in modo tale che nella prossima possiamo chiudere il testo. Ovviamente prendiamo atto dell'impegno di fronte a quest'Aula, che il Ministro Orlando, ma anche il Ministro Patuanelli hanno preso e prenderanno per risolvere il problema degli ammortizzatori sociali del settore pesca, che abbiamo sentito tutti sarà inserito nella riforma più ampia degli ammortizzatori sociali. Quindi, credo che poi, durante i lavori, con l'accordo anche della Commissione bilancio, potremo sospendere questo punto, perché sarà rivalutato in un provvedimento più ampio.

Ci tengo a ringraziare, perché il lavoro della Commissione, in tal senso, è stato sempre all'unanimità. Quindi, mi auguro di poter dar risposta al comparto della pesca, anche per le altre questioni sollevate nel testo. Ci auguriamo che, quanto prima, gli ammortizzatori sociali anche per il settore pesca possano trovare la luce prima della fine di questa legislatura.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Noi dobbiamo prendere atto di una costante nell'attività di questo Governo - per la verità, in assoluta continuità con i due Governi che lo hanno preceduto nel corso di questa medesima legislatura - ossia l'abitudine di ragionare come se fossimo padroni di chissà quanto tempo sulla pelle degli italiani. Io vorrei rappresentare a questo Governo, per il suo autorevole tramite, che tempo non ve ne è più, che era ora il tempo in cui questo provvedimento doveva essere analizzato dall'Aula dopo un poderoso lavoro della Commissione, soprattutto di ascolto di tutti i comparti della pesca, che, al pari di tanti altri, stanno maledettamente soffrendo questo periodo. Quando sento, come auspicio, “speriamo che veda la luce entro la fine della legislatura”, tremano i polsi, Presidente, perché o si spera, come Fratelli d'Italia, che questa legislatura finisca il prima possibile, per ridare il voto agli italiani o...

PRESIDENTE. Scusi, onorevole. Potete fare un po' di silenzio, per cortesia, perché non riusciamo a sentire l'onorevole Varchi. Prego, onorevole.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). …evidentemente non si comprende che uno o due anni, sulla pelle di chi attende gli ammortizzatori sociali, rischiano di essere veramente insuperabili.

Quindi, Fratelli d'Italia intende denunciare l'ennesima occasione persa da questo Governo, l'ennesimo tentativo, stoppato da una relazione tecnica, di fare le solite riforme a costo zero, senza che vi siano adeguati stanziamenti. È una storia che ormai non può più andare avanti e siamo sicuri che ogni settore della società italiana ve ne chiederà conto, quando finalmente la parola sarà restituita agli elettori (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: Fregolent; Torto ed altri; Melicchio ed altri; Melicchio ed altri; Piccoli Nardelli e Ciampi; Angiola; Frassinetti ed altri: Disposizioni in materia di attività di ricerca e di reclutamento dei ricercatori nelle università e negli enti pubblici di ricerca (A.C. 208​-783​-1382​-1608​-2218​-2294​-2996-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge nn. 208-783-1382-1608-2218-2294-2996-A: Disposizioni in materia di attività di ricerca e di reclutamento dei ricercatori nelle università e negli enti pubblici di ricerca.

Ricordo che nella seduta del 14 giugno si è conclusa la discussione generale e il relatore è intervenuto in sede di replica.

(Esame degli articoli - Testo unificato - A.C. 208-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del testo unificato delle proposte di legge e degli emendamenti presentati (Vedi l'allegato A).

Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi degli articoli 86, comma 1, e 89, comma 1, del Regolamento, l'articolo aggiuntivo 5.0100 Testamento, non previamente presentato in sede referente, volto a disciplinare l'istituzione del ruolo unico di professore universitario, in quanto recante contenuto estraneo rispetto alle materie oggetto del provvedimento.

Avverto, altresì, che la Commissione ha presentato gli emendamenti 5.200 e 7.200, che sono in distribuzione (Vedi l'allegato A) e in relazione ai quali risulta alla Presidenza che tutti i gruppi abbiano rinunciato alla fissazione del termine per la presentazione di subemendamenti.

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri, che sono in distribuzione (Vedi l'allegato A). In particolare, tale ultimo parere reca quattro condizioni, formulate ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, che sono in distribuzione e saranno poste in votazione a norma dell'articolo 86, comma 4-bis del Regolamento.

(Esame dell'articolo 1 - Testo unificato - A.C. 208-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative. Se nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto, lo pongo direttamente in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

(Esame dell'articolo 2 - Testo unificato - A.C. 208-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A). Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Casciello. Ne ha facoltà.

LUIGI CASCIELLO (FI). Grazie, Presidente, Ministro. Forza Italia ha scelto di non presentare una sua proposta di legge in materia, considerato che la proposta modifica la “legge Gelmini”, la n. 240 del 2010, però siamo consapevoli che, dopo 10 anni dall'approvazione, è giunto il momento di una revisione di quelli che si sono mostrati come punti di debolezza della legge n. 240 del 2010 e abbiamo scelto di collaborare in maniera determinata in questi due anni per la redazione di un nuovo testo che soprattutto ponga al centro della questione il merito.

Abbiamo affrontato la questione anche nelle audizioni. Il mondo accademico, pur senza voler fare analisi demagogiche con sguardi rivolti al passato, deve avere il coraggio di cogliere ciò che anche questi tempi ci hanno consegnato. È cambiato il mondo e - mai come ora - bisogna ripartire dal merito, dalla capacità di non assecondare legittime aspirazioni, che portino il meglio della nostra gioventù e della nostra preparazione accademica fuori dal perimetro nazionale, soprattutto quando questo non significa uno scambio vero di intelligenze e di preparazione. Ecco perché noi riteniamo che questa legge, sulla quale abbiamo lavorato in questi anni, anche con i colleghi di questa nuova maggioranza, che affronta un periodo difficile del Paese, possa riportare al centro due questioni: la fine del precariato e una prospettiva vera per i giovani ricercatori, per un ricambio nel mondo accademico; un ricambio che passi anche attraverso concorsi che impongano una grande trasparenza, che impongano una capacità di riconoscere la meritocrazia nel percorso di studi che viene effettuato e la capacità anche di rappresentare un rapporto nuovo tra il mondo accademico e il mondo della produttività di questo Paese.

So che questi sono temi a lei anche molto cari e sappiamo che questa legge potrà aiutare a costruire questo percorso. Ecco perché noi non abbiamo ritenuto di presentare emendamenti, ma abbiamo ritenuto anche di focalizzare la nostra attenzione su quello che io ripeto come un mantra, oramai da anni, in quest'Aula e non solo. Guardi - e mi avvio alla conclusione Presidente -, se qualcosa mi ha toccato, è il sapere che, anche nel periodo immediatamente pre pandemico, c'erano giovani - di grande qualità, tra l'altro, e di grande merito - pronti anche ad affrontare…

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole. Se facciamo un po' di silenzio permettiamo al signor Ministro di sentire l'intervento dell'onorevole Casciello. Vi sono grato, ma soprattutto vi sono grati anche gli altri colleghi, che vogliono seguire il dibattito.

LUIGI CASCIELLO (FI). Dicevo, Ministro - grazie, Presidente, per l'attenzione a cui ha richiamato l'Aula -, di giovani dottorandi di ricerca pronti anche ad andare in Colombia. Senza togliere nulla alla Colombia, Ministro. Perché i nostri giovani, aspiranti ricercatori, non devono sentirsi legittimati, riconosciuti, garantiti e tutelati in questo percorso? Ecco perché questa è una legge che fa un passo avanti soprattutto sulla struttura, sull'organizzazione dei concorsi ed anche sulla prospettiva della carriera universitaria. Da questo punto di vista, ci sentiamo estremamente confortati e garantiti; infatti, il 27 aprile scorso siamo giunti ad un testo unificato, che può rappresentare una mediazione, nel contesto della nuova maggioranza che si è venuta a creare in questo periodo. Tra l'altro, il PNRR può rappresentare un'occasione per supportare la tendenza che negli ultimi anni ha visto incrementare il Fondo ordinario per l'università e le risorse per la ricerca. L'obiettivo - lo ripeto e concludo - è che, a differenza anche di quanto emerso dai dati della Corte dei Conti, nel referto sul sistema universitario 2021, che segnala un incremento del numero di laureati che va a lavorare all'estero del 41,8 per cento negli ultimi 8 anni, questa percentuale si possa abbassare, ma perché questo accada c'è bisogno di passione, di cuore, di garanzia e di tutela del merito.

Per questo, ci affidiamo a questa legge, ma anche alla capacità del Governo affinché chiarezza, limpidezza e trasparenza nelle procedure siano garantite con questo provvedimento, licenziato, come dicevo prima, in maniera unitaria dalla nuova maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai pareri.

Prego relatore, onorevole Melicchio. Se l'Aula ci consente di lavorare con un tono di voce più basso è meglio per tutti.

ALESSANDRO MELICCHIO, Relatore. Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti 2.1 Frassinetti e 2.2 Aprile, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento 2.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento (della Commissione bilancio).

PRESIDENTE. Il Governo?

MARIA CRISTINA MESSA, Ministra dell'Università e della ricerca. Il parere del Governo è conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 2.1 Frassinetti.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Presidente, colleghi, signor Ministro, Fratelli d'Italia ha presentato all'articolo 2 un emendamento soppressivo. Poche parole per spiegarne il significato: noi riteniamo che le borse di ricerca siano un doppione. Esistono già gli assegni di ricerca e non comprendiamo la necessità di un nuovo strumento di precarizzazione. Questo è il motivo del nostro voto contrario all'articolo e anche della presentazione di questo emendamento; non abbiamo bisogno, cioè, di uno sdoppiamento di strumenti, ma casomai abbiamo la necessità di facilitare l'assunzione dei giovani più meritevoli nel contesto di un percorso di formazione che porta dalla laurea all'ingresso nel mondo accademico.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.1 Frassinetti, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.2 Aprile, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 5).

(Esame dell'articolo 3 - Testo unificato - A.C. 208-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ALESSANDRO MELICCHIO, Relatore. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento 3.100 Frassinetti, mentre l'emendamento 3.102 Frassinetti è accantonato, ed esprime parere contrario sull'emendamento 3.101 Frassinetti.

PRESIDENTE. Il Governo?

MARIA CRISTINA MESSA, Ministra dell'Università e della ricerca. Il parere del Governo è conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 3.100 Frassinetti.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Fratelli d'Italia ha presentato questo emendamento ad un articolo che parla dei dottori di ricerca proprio per dare ancora più forza al titolo di dottore di ricerca, qualificandolo, qualificando il laureato alla dirigenza della ricerca, in modo che sia un requisito essenziale all'ingresso nel mondo accademico. Dovrebbe essere proprio il corso di dottorato di ricerca il momento in cui gli studenti dimostrano a se stessi e ai docenti di possedere la qualità necessaria per una futura crescita nell'ambito accademico. Ecco perché abbiamo presentato questo emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.100 Frassinetti, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

L'emendamento 3.102 Frassinetti è accantonato.

Passiamo all'emendamento 3.101 Frassinetti.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Qui parliamo dei dottorandi dell'area medica: sono i dottori di ricerca dei policlinici, figura importantissima. Noi chiediamo che, una volta in possesso della specializzazione medica, possano esercitare l'attività assistenziale equiparati ai dirigenti medici nel periodo del dottorato. Un modo comunque per attivare dottori che sono già specializzati e, poiché la ricerca in campo medico è anche clinica, è anche assistenziale, riteniamo opportuno venga accolto questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Grazie, Presidente. Anche a seguito dell'intervento che ho svolto in discussione generale, signor Ministro, c'è necessità che questo provvedimento porti ad una visione organica e sistematica dell'università e della ricerca.

Mi permetto di dirlo perché il provvedimento, pur negli sforzi che sono stati fatti - e so che lei ha partecipato ai lavori delle Commissioni e dei comitati ristretti -, ha delle lacune dovute, forse, alla necessità di una forte mediazione sul provvedimento. E, quindi, io ritengo che, ad esempio, emendamenti come questi potrebbero, eventualmente, essere accantonati per un'ulteriore valutazione, o decida quello che ritiene il Governo.

La sollecitazione che io mi sono permesso di dare in discussione generale con i colleghi che vedo qui presenti, che sono tutti intervenuti, è stata quella di aprire un tavolo di ulteriore confronto fra Governo e Parlamento, per soluzioni tecniche, ma anche di indirizzo politico di carattere più generale, che affronti il tema dell'università e della ricerca in maniera complessiva, sistematica organica. I rilievi critici che mi sono permesso di rappresentare in discussione generale, fermo il voto del nostro gruppo, che sarà favorevole, sono volti a costruire un modello che, però, non parta dalla demonizzazione, come ho sentito prima, di ciò che c'era prima, cioè della “riforma Gelmini”, che non credo possa essere demonizzata, perché ha subito pochi ritocchi, essenzialmente la ratio del provvedimento è rimasta in piedi: l'abilitazione scientifica nazionale, l'organizzazione dei dipartimenti. Chi è nell'università sa che la riforma, comunque, ha funzionato e ha determinato effetti. Ho sentito prima qualche collega dire che avrà bisogno di ritocchi: sì, ma ritocchi che devono essere, però, guardati in una prospettiva più ampia, più organica, più sistematica. Nel confronto che abbiamo avuto in discussione generale con i colleghi, questo è emerso.

L'appello che le faccio è anche quello di considerare emendamenti come questo, che riguardano un settore importante della specializzazione universitaria e medica, che riguardano il dottorato di ricerca, che riguardano – lei lo sa bene - la polemica che era sorta per le specializzazioni mediche per gli specializzandi che erano stati chiamati dal precedente Ministro a svolgere, come credito formativo, l'attività di vaccinazione. Si ricorda? Cioè, uscite non sempre congrue e adeguate al sacrificio che anche gli specializzandi e i medici hanno subito in questo periodo della pandemia, offrendo le loro prestazioni o la loro attività in maniera assolutamente importante per la risposta anche del sistema sanitario alla pandemia.

Io ritengo che si possa anche riflettere e ci siano spunti in queste segnalazioni che ci fanno gli emendamenti dell'opposizione. Noi non abbiamo presentato altri emendamenti proprio per la partecipazione alla maggioranza, ma ciò non vuol dire, Ministro, che non ci sia la necessità di un nuovo confronto, di un'apertura - credo che il sottosegretario glielo abbia detto - a una più ampia ed organica, sistematica riforma, che tenga conto anche dei suggerimenti che ci sono stati, senza demonizzare e senza sentire ciò che abbiamo sentito nei confronti all'università, dei concorsi, come se tutto quello che c'era prima fosse sbagliato, fosse da demonizzare. No, l'università e la ricerca italiana sono da considerare fra le migliori del mondo, i nostri ricercatori meritano di avere prospettive di carriera, di superare il precariato. E non si può partire dal parlar male di quello che c'era prima nell'università e nella ricerca, perché tutti coloro che hanno vissuto il mondo dell'università e della ricerca sanno che la nostra università e la nostra ricerca non hanno niente da temere nel confronto con altre istituzioni ed enti di ricerca, anche stranieri.

In questa prospettiva, l'auspicio è che al più presto, con i gruppi, qui in Parlamento, comprese le opposizioni, che stanno dando una serie di suggerimenti, si possa pensare a una riforma più ampia e più organica. Questa maggioranza credo che, in questo confronto con il Governo, sia pienamente disponibile e, ripeto, anche con le opposizioni. È necessario farlo, Ministro, perché i provvedimenti con monadi provvedimentali o le leggi provvedimento, come questa rischia di essere, al confine di una legge provvedimento, non sempre sono efficaci rispetto a quello che è un profilo più ampio, un indirizzo politico più generale, che sicuramente lei vorrà accogliere come esortazione che viene anche da un gruppo di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.101 Frassinetti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della Commissione bilancio.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

(Esame dell'articolo 4 - Testo unificato - A.C. 208-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ALESSANDRO MELICCHIO, Relatore. Sull'emendamento 4.102 Frassinetti, parere contrario, mentre sull'emendamento 4.101 Bella, parere favorevole.

PRESIDENTE. Onorevole, a me mancherebbe anche l'emendamento 4.100 Frassinetti, è nel fascicolo, a pagina 3, poco prima della fine della pagina.

ALESSANDRO MELICCHIO, Relatore. Mi scusi, Presidente. Il parere sull'emendamento 4.100 Frassinetti è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

MARIA CRISTINA MESSA, Ministra dell'Università e della ricerca. Il parere del Governo è conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 4.102 Frassinetti.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.102 Frassinetti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.101 Bella, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 9).

Passiamo all'emendamento 4.100 Frassinetti.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo solo per specificare che questo emendamento è simile a quello che ho illustrato prima, solo che parla dei titolari di assegno di ricerca e non dei dottori di ricerca, ma, sostanzialmente, la questione è la medesima.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.100 Frassinetti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della Commissione bilancio.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 11).

(Esame dell'articolo 5 - Testo unificato - A.C. 208-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ALESSANDRO MELICCHIO, Relatore. Sugli emendamenti 5.105 Frassinetti, 5.100, 5.104 e 5.101 Testamento, parere contrario.

Sugli identici 5.102 Testamento e 5.107 Frassinetti, nonché sull'emendamento 5.106 Frassinetti, parere contrario. Sugli identici emendamenti 5.108 Frassinetti e 5.103 Testamento, parere favorevole. Sugli emendamenti 5.300 e 5.301, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, e 5.200 della Commissione il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

MARIA CRISTINA MESSA, Ministra dell'Università e della ricerca. Il parere del Governo è conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 5.105 Frassinetti.

Se nessuno intende intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.105 Frassinetti, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.100 Testamento, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.104 Testamento, con il parere contrario di Commissione, Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.101 Testamento, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 5.102 Testamento e 5.107 Frassinetti, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Passiamo all'emendamento 5.106 Frassinetti, che ha chiesto di parlare. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie Presidente, questo emendamento tratta la problematica della composizione delle commissioni per i concorsi. Io penso che la presenza di un membro interno all'Ateneo, che poi dovrà accogliere il concorrente, sia una regola di buonsenso. Mi sembra assurdo che non ci sia la presenza della persona che poi dovrà interagire con lo studente. Quindi, penso che sia un emendamento di buonsenso e che dovrebbe essere accolto da quest'Aula.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.106 Frassinetti, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 5.108. Frassinetti e 5.103 Testamento, con il parere favorevole di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.200 della Commissione, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 20).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.301, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 21).

Passiamo, quindi, alla votazione dell'articolo 5. Ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto l'onorevole Aprea. Ne ha facoltà.

VALENTINA APREA (FI). Grazie Presidente, Ministra Messa, sottosegretario Scalfarotto, colleghi, intervengo su questo articolo perché è quella parte della legge che più ha modificato la legge n. 240, fortemente voluta da Forza Italia nel 2010, la cosiddetta legge Gelmini. Molte sono state le ipotesi di modifica valutate dal Comitato dei nove e, conseguentemente, numerose sono state le riscritture di questo articolo, che rappresenta per questo il cuore, se così si può dire, della legge. Le norme che oggi approviamo a questo articolo rappresentano, per questo, il punto di caduta di una necessaria revisione della legge n. 240 del 2010, a più di dieci anni dalla sua approvazione, che tiene debito conto dei punti di forza, ma anche delle criticità che sono emerse in questi anni; soprattutto guarda in avanti, in modo particolare alle previsioni contenute nel PNRR, che, a questo proposito, introduce, proprio quale misura di riforma, l'attuazione di misure di sostegno alla ricerca e sviluppo per promuovere la semplificazione e la mobilità, alla Missione 4. Un intervento, quindi, sul percorso di carriera dei ricercatori, anche unificando le figure dei ricercatori a tempo determinato di tipo A e B. L'articolo 5 riconduce, infatti, a unità le due tipologie di contratto, tipo A e tipo B, previste a legislazione vigente e, quindi, innova tutto il meccanismo.

L'articolo 5 stabilisce, infatti, nello specifico che il contratto per ricercatore universitario a tempo determinato, che, come già accennato, ora diverrebbe di un'unica tipologia, ha una durata complessiva di 7 anni e non è rinnovabile. Ma soprattutto valutiamo positivamente e di grande respiro il fatto che l'articolo 5 più in generale disponga che ogni università, nell'ambito della programmazione triennale, vincoli risorse corrispondenti ad almeno un terzo degli importi destinati alla stipulazione dei contratti in favore di candidati che, per almeno 36 mesi, anche cumulativamente, abbiano frequentato corsi di dottorato di ricerca o svolto attività di ricerca sulla base di formale attribuzione di incarichi, escluse le attività a titolo gratuito, presso atenei o istituti di ricerca italiani o stranieri diversi da quello che ha emanato il bando. Con questa norma riconosciamo ancora di più il merito di quanti si sono specializzati all'estero o, comunque, presso atenei o istituti di ricerca diversi da quelli abituali, dove, cioè, hanno iniziato la specializzazione per la carriera universitaria. Apprezziamo ancora, Ministra Messa, che per la prima volta si faccia riferimento non solo a settori disciplinari ma anche a macrosettori concorsuali.

Insieme alla collega, onorevole Gloria Saccani Jotti, da tempo abbiamo indicato come assolutamente necessaria e non più rinviabile la revisione dei settori scientifici disciplinari universitari verso logiche interdisciplinari, sicuramente più idonee a rendere la ricerca accademica più competitiva e al passo con i tempi.

Infine, questo articolo dispone che l'attività didattica e scientifica svolta dai ricercatori a tempo determinato concorra alla valutazione delle politiche di reclutamento svolta dall'ANVUR ai fini dell'accesso alla quota di finanziamento premiale a valere sull'FFO. Anche questa è stata una norma fortemente voluta da Forza Italia per introdurre, in un certo senso, la valutazione ex ante ed ex post dei ricercatori, dei nuovi ricercatori, e superare forme di assunzioni e/o promozioni all'interno dell'università che possano, diciamo così, rispondere a logiche diverse dal merito e dalla qualità degli insegnamenti e della ricerca, che, al contrario, devono prevalere in tutte le azioni che l'università promuove.

Nel ringraziare il relatore, il collega Melicchio, che tenacemente ha resistito a tutte le riscritture di questo articolo 5 con sedute pomeridiane e notturne e alla fine si è trovato un accordo, ringrazio soprattutto la Ministra Messa, che è arrivata alla fine di questo percorso e ha messo il timbro, come è suo solito fare per noi che la conosciamo, per noi milanesi che conosciamo la tenacia e la bravura di Cristina Messa, della rettrice Ministra Messa, per il decisivo contributo che ha voluto fornire alla Commissione per l'individuazione delle soluzioni che non erano né facili né scontate.

Per tutte queste ragioni, dichiaro il voto favorevole di Forza Italia sull'articolo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 22).

(Esame dell'articolo 6 - Testo unificato - A.C. 208-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore, onorevole Melicchio, ad esprimere il parere della Commissione.

ALESSANDRO MELICCHIO, Relatore. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento 6.100 Frassinetti, mentre sull'emendamento 6.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

MARIA CRISTINA MESSA, Ministra dell'Università e della ricerca. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.100 Frassinetti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 24).

Passiamo alla votazione dell'articolo 6.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Sull'articolo 6 credo sia necessario intervenire; va rilevato che il Ministro Messa è intervenuto su questo articolo poiché, in Commissione c'è stato un dibattito, anche tra la maggioranza, che è continuato in modo rilevante. Va premesso che Fratelli d'Italia ha presentato una proposta di legge dove si chiede l'istituzione della figura del ricercatore a tempo indeterminato e noi troviamo nell'articolo 6 una figura che riteniamo simile, che sostanzialmente definisce la qualifica di primo ricercatore o primo tecnologo che può essere inquadrata anche a tempo indeterminato. Ciò significa che, sulla materia del reclutamento e della volontà di risolvere il problema del precariato, ci sono anche tante metodologie che, alla fine, si intersecano. Sicuramente è importante questa figura, simile a quella che Fratelli d'Italia aveva individuato nella sua legge, mentre devo dire che il terzo comma, dove si prevede un meccanismo diverso per il reclutamento con la chiamata diretta dal dipartimento, mi sembra un po' contraddittorio rispetto alla metodologia del concorso. Su questo noi di Fratelli d'Italia - ed è stato anche presentato un emendamento appena votato sul punto - troviamo una grande contraddizione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 25).

(Esame dell'articolo 7 - Testo unificato - A.C. 208-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore, onorevole Melicchio, ad esprimere il parere della Commissione.

ALESSANDRO MELICCHIO, Relatore. Grazie, Presidente. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 7.200 della Commissione. Sugli identici emendamenti 7.100 Testamento e 7.101 Frassinetti, il parere è favorevole con riformulazione.

Le leggo la riformulazione: Al comma 3 aggiungere, in fine, il seguente periodo: «Le istituzioni di cui al comma 1 sono tenute altresì a pubblicare nel medesimo portale unico dei concorsi gli atti relativi alle procedure di selezione entro 5 giorni dalla loro adozione».

PRESIDENTE. Il parere del Governo?

MARIA CRISTINA MESSA, Ministra dell'Università e della ricerca. Il parere è conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Grazie, Ministro. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.200 della Commissione, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 26).

Con riferimento all'emendamento 7.100 dell'onorevole Testamento e all'emendamento 7.101 dell'onorevole Frassinetti, il relatore ha letto la riformulazione. Chiedo all'onorevole Testamento e all'onorevole Frassinetti se accettano tale riformulazione; va bene.

Passiamo quindi ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 7.100 Testamento e 7.101 Frassinetti, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 27).

Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo alla votazione dell'articolo 7.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 28).

(Esame dell'articolo 8 – Testo unificato - A.C. 208-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ALESSANDRO MELICCHIO, Relatore. Sull'emendamento 8.101 Frassinetti il parere è contrario, mentre sull'emendamento 8.100 Viscomi c'è un parere favorevole con riformulazione, che vado a leggere. Al comma 3 aggiungere, infine, il seguente il seguente periodo: “tale limite continua ad applicarsi anche ai rapporti instaurati ai sensi del comma 3, lettere a) e b) dell'articolo 24 della legge 30 dicembre 2010, n. 240, nella formulazione vigente prima della data di entrata in vigore della presente legge”.

PRESIDENTE. Il Governo?

MARIA CRISTINA MESSA, Ministra dell'Università e della ricerca. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.101 Frassinetti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Passiamo quindi all'emendamento 8.100 dell'onorevole Viscomi, sul quale c'è una riformulazione. Prendo atto che l'onorevole Di Giorgi accetta, perfetto.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Fratoianni. Ne ha facoltà.

NICOLA FRATOIANNI (LEU). Grazie, Presidente, per chiedere innanzitutto ai presentatori e alle presentatrici di poter sottoscrivere questo emendamento, con questo cogliendo l'occasione per dire pochissime cose.

Ho chiesto di sottoscrivere questo emendamento perché lo stesso serve ad evitare un rischio, come è evidente, cioè il rischio che un intero pezzo, diciamo, del mondo della ricerca precaria di questo Paese venga espulso sostanzialmente dalla possibilità di vedere stabilizzato il proprio percorso. Ora, questo emendamento interviene su uno dei problemi di questa norma; lo dico consapevole delle buone intenzioni di chi l'ha redatta e anche del lavoro che si è svolto in tutta la fase di discussione in Commissione. Tuttavia, alcuni problemi restano e sono i problemi che da molto tempo, in qualche modo, attanagliano la discussione, non solo di questa legislatura ma, diciamo, delle ultime legislature. Sono problemi che io metto sotto la categoria di quella che chiamo la “riformite”, cioè quella tendenza che colpisce spesso e volentieri, anche in modo un po' trasversale, le forze politiche a introdurre ogni volta, in ogni legislatura, una nuova riforma più o meno di sistema, salvo poi trovarsi di fronte alla difficoltà di accompagnare questo sforzo e questo tentativo, la capacità di accompagnare alle riforme di carattere ordinamentale i necessari stanziamenti e le misure necessarie ad affrontare quella fase - la cosiddetta fase transitoria - che, ogni volta, rischia, tra una riforma e l'altra, di consegnare a una sorta di limbo una parte rilevante di chi dentro quei mondi vive concretamente, investe le proprie speranze e le proprie energie. Dunque, lo ripeto: questo emendamento rimedia ad alcuni dei problemi, che pure restano, riguardo a questa legge; dunque, io chiedo di sottoscrivere l'emendamento e lo voterò, ma siccome restano dei problemi, colgo anche l'occasione per annunciare, per queste ragioni, il mio voto di astensione sul complesso invece della legge e quindi sul voto finale.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.100 Viscomi, nel testo riformulato dal relatore, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 30).

Nessuno chiedendo di intervenire, passiamo quindi alla votazione dell'articolo 8.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 31).

Ha chiesto di intervenire il relatore, onorevole Melicchio. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO MELICCHIO, Relatore. Presidente, chiedo una sospensione di mezz'ora.

PRESIDENTE. Ce la fa? Mezz'ora le basta?

ALESSANDRO MELICCHIO, Relatore. Dipende dai tempi della Commissione e dal Comitato dei nove, però ritengo che dovremmo farcela.

PRESIDENTE. Va bene. Sospendiamo pertanto la seduta, per consentire al Comitato dei nove e alla Commissione bilancio di riunirsi in relazione all'accantonamento dell'emendamento 3.102 Frassinetti e della votazione dell'articolo 3.

La seduta è sospesa e riprenderà alle ore 17.

La seduta, sospesa alle 16,30, è ripresa alle 17,05.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

(Ripresa esame dell'articolo 3 – Testo unificato – A.C. 208-A​)

PRESIDENTE. Avverto che la Commissione ha presentato il subemendamento 0.3.102.1 che è in distribuzione (Vedi l'allegato A). La Commissione bilancio, nel parere testé espresso, ha subordinato il parere favorevole sull'emendamento Frassinetti 3.102 all'approvazione di tale subemendamento, revocando conseguentemente il parere contrario precedentemente espresso.

Invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sul subemendamento 0.3.102.1 della Commissione e sull'emendamento Frassinetti 3.102 precedentemente accantonato.

ALESSANDRO MELICCHIO, Relatore. Grazie, Presidente. Il parere sul subemendamento 0.3.102.1 della Commissione è favorevole, così come il parere sull'emendamento 3.102 Frassinetti.

PRESIDENTE. Perfetto.

Il Governo?

MARIA CRISTINA MESSA, Ministra dell'Università e della ricerca. Il parere del Governo è conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.3.102.1 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.102 Frassinetti, nel testo subemendato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 33).

Passiamo alla votazione dell'articolo 3.

Ha chiesto di parlare la deputata Carbonaro. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA CARBONARO (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo in dichiarazione di voto su questo articolo perché possiamo finalmente annoverare tra i soggetti che possono attivare i corsi di dottorato di ricerca anche le istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica. Si tratta di un'importante novità per il settore della ricerca in campo artistico, musicale e coreutico. Il testo base, infatti, ha recepito un subemendamento, a firma Nitti e Carbonaro, dopo un lungo dibattito e un'interlocuzione con il Ministero. È un'occasione che abbiamo voluto cogliere per affermare il pieno diritto del comparto di attestarsi all'interno del segmento terziario dell'istruzione, come previsto dalla legge n. 508 e grazie anche all'impegno della Ministra Messa che aveva già annunciato nell'atto di indirizzo politico-istituzionale per il 2021. Questo importante riconoscimento per il settore rappresenta, infatti, un passo in avanti fondamentale per definire una chiara caratterizzazione dei percorsi erogati dalle istituzioni di alta formazione artistica e musicale nell'ambito dell'istruzione terziaria, al pari di quanto avviene in tutti gli altri percorsi universitari. Si tratta di un'innovazione normativa che il settore aspettava da tempo.

Oltre all'aspetto nominalistico è importante sottolineare come tale disposizione dovrebbe ora poter permettere alle istituzioni AFAM di partecipare agli investimenti sui dottorati di ricerca previsti dal PNRR che prevede espressamente l'estensione del numero dei dottorati di ricerca e dottorati innovativi per la pubblica amministrazione e il patrimonio culturale.

Sarebbe questo, quindi, il completamento di un lungo percorso di riconoscimento per il settore artistico, musicale e coreutico sul quale abbiamo profuso il nostro impegno durante questa legislatura e che oggi, alla luce di quanto il mondo dell'arte e dello spettacolo ha vissuto a causa della pandemia, acquista ancora più significato, dato anche il periodo di prolungata chiusura dei luoghi di cultura.

Con la ripartenza del settore culturale, quella grande assenza che tutti abbiamo percepito durante il lockdown oggi viene lentamente riavvitata e credo che non ci poteva essere momento migliore di questa fase di ripartenza per approvare una norma così importante.

Infine, vorrei ringraziare il relatore, instancabile e attento, e i colleghi della Commissione cultura tutta per l'impegno profuso per rendere possibile questo passaggio tanto importante quanto non scontato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 34).

(Esame degli ordini del giorno - Testo unificato - A.C. 208-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

MARIA CRISTINA MESSA, Ministra dell'Università e della ricerca. Grazie, Presidente. Con riferimento all'ordine del giorno n. 9/208-A/1 Caretta il parere è favorevole mentre sull'ordine del giorno n. 9/208-A/2 Ciaburro il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/208-A/3 Mollicone il parere è contrario sulla lettera a) del dispositivo, mentre è favorevole sulla lettera b). Sugli ordini del giorno n. 9/208-A/4 Ciagà, n. 9/208-A/5 Suriano, n. 9/208-A/6 Ungaro il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/208-A/7 Frassinetti il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di equiparare i dottori di ricerca”.

Ordine del giorno n. 9/208-A/8 Mantovani, parere favorevole, con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di prevedere, a partire dalla prossima legge di bilancio”.

PRESIDENTE. Intanto, magari facciamo questi e poi vediamo se arriva il parere, perché c'è un ordine del giorno n. 9/208-A/9 su cui deve ancora essere espresso: è arrivato all'ultimo momento, quindi intanto procediamo e poi vediamo.

Ordine del giorno n. 9/208-A/1 Caretta, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/208-A/2 Ciaburro, parere contrario. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/208-A/2 Ciaburro.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/208-A/3 Mollicone, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Ordini del giorno n. 9/208-A/4 Ciagà, n. 9/208-A/55 Suriano e n. 9/208-A/6 Ungaro, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/208-A/7 Frassinetti, favorevole con riformulazione: va bene. Ordine del giorno n. 9/208-A/8 Mantovani, favorevole con riformulazione: va bene.

Il Governo è in grado di esprimere già il parere sull'ordine del giorno del giorno n. 9/208-A/9 Albano?

MARIA CRISTINA MESSA, Ministra dell'Università e della ricerca. Sì, il parere sull'ordine del giorno n. 9/208-A/9 Albano è favorevole, con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di scegliere almeno un membro della commissione giudicatrice”.

PRESIDENTE. Grazie. Accetta la riformulazione? Perfetto.

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - Testo unificato - A.C. 208-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Angiola. Ne ha facoltà.

NUNZIO ANGIOLA (MISTO-A-+E-RI). Grazie Presidente. Cari colleghi, col testo unificato delle sette proposte di legge di iniziativa parlamentare, tra cui una a mia prima firma sui ricercatori a tempo indeterminato, si introducono le borse di ricerca con una durata massima di 36 mesi e sono riservate ai giovani laureati senza dottorato di ricerca.

Riguardo al titolo di dottore di ricerca, se ne prevede la valorizzazione, riconoscendogli un maggiore valore, sia nella PA che nel privato.

Riguardo poi agli assegnisti si va verso una maggiore qualificazione dell'assegnista; oggi è sufficiente la laurea, mentre d'ora innanzi prevediamo un dottorato di ricerca per l'accesso, con una durata massima di 4 anni.

Si modifica la “riforma Gelmini”, che aveva introdotto le due figure di ricercatore universitario di tipo “A” e “B”. Superiamo queste due figure e ne creiamo una sola, quella di ricercatore universitario con contratto a tempo determinato, per un periodo massimo di 7 anni, ma sin dal terzo anno, dietro una valutazione di tipo nazionale, può diventare professore associato. Infatti, da nessuna parte al mondo tutti i dottori di ricerca diventano professori o ricercatori e sarebbe scorretto continuare a fare promesse in tal senso. Pertanto, il ricercatore è giusto che capisca, entro una certa età, se ha concrete e ragionevoli possibilità di continuare il suo percorso nella ricerca o deve attivarsi per trovare un altro sbocco occupazionale. Dopotutto, se poi una persona che fa ricerca si ritrova a 45 anni, o anche di più…

PRESIDENTE. Concluda.

NUNZIO ANGIOLA (MISTO-A-+E-RI). …nella palude del precariato, quali possibilità avrà di collocarsi in imprese o enti del settore pubblico? Ci vuole un limite temporale.

Sono tanti gli aspetti trattati. Ecco, Presidente, cari colleghi, a nome della componente Azione-+Europa, dichiaro il nostro voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fusacchia. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-FE-FDV). Grazie, Presidente. Io intervengo per esprimere il voto favorevole di Facciamo Eco e per ringraziare il relatore e tutti i colleghi, perché è stato un lavoro molto paziente quello che ci ha portato oggi in Aula, su questo provvedimento importante per la carriera universitaria, i ricercatori, i dottorati e tutto quello che abbiamo discusso anche in queste ore.

Ci sono due cose che voglio dire, importanti, che penso siano molto importanti per il lavoro che stiamo facendo. La prima è che in questo Parlamento, dove inevitabilmente, in questa fase storica più che in altre, ci troviamo a convertire i decreti-legge che vengono dal Governo, il fatto che ci siano iniziative legislative parlamentari che nascono in Parlamento e che nascono con un consenso così ampio in Parlamento credo sia un segnale molto apprezzabile e molto significativo.

La seconda, collegata a questa - e lo dico anche alla Ministra Messa, che saluto – è che questo pezzo di legislazione, che stiamo facendo oggi, di cui ci stiamo occupando oggi, è collegato ad altre proposte e iniziative legislative, che sono fondamentali per un tema centrale per la ripartenza dopo il COVID, che sono le competenze del futuro. Noi, alla fine, stiamo parlando di come l'università si rimette in discussione. Ma si rimette in discussione non come fine, ma come strumento, per diventare più osmotica, per facilitare e favorire la mobilità, anche della ricerca e dell'insegnamento fra i diversi atenei. Tutto questo è fondamentale perché, se lo colleghiamo con gli altri provvedimenti, Presidente, su cui stiamo lavorando, che aspettano di arrivare in Aula, come l'abolizione del divieto di contemporanea iscrizione a due corsi di laurea, come il lavoro che stiamo facendo sul riordino degli ITS, come il lavoro che, col Governo, stiamo facendo sulle lauree abilitanti, sono tutti pezzi dello stesso sistema, con cui noi stiamo cercando di costruire un Paese più a misura di futuro, un Paese dove le competenze per i nuovi mestieri, per i mestieri del domani, che richiedono ibridazione fra fisico e digitale e fra diversi ambiti della conoscenza, sono fondamentali. Ogni pezzetto che, in questi mesi, possiamo fare per andare in questa direzione è fondamentale. Quindi, iniziativa parlamentare, che nasce in Parlamento, con grande consenso trasversale e centralità di questo provvedimento, rispetto a un tema fondamentale che è le competenze del futuro per le nuove generazioni, credo che sia una buona combinazione su cui continuare a lavorare anche nei mesi a venire.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ermellino. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA ERMELLINO (MISTO-CD). Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Colleghi, per favore! Per favore, un po' di silenzio, grazie. Prego, deputata.

ALESSANDRA ERMELLINO (MISTO-CD). Grazie. La pandemia da COVID, semmai ce se ce ne fosse stato bisogno, credo abbia chiarito in modo definitivo quanto la ricerca sia assolutamente cruciale per la sicurezza nazionale e per la nostra capacità di adattamento a fenomeni difficilmente prevedibili, che, infatti, sono stati anche tema, durante il G7, di una riflessione profonda, di quanto sia necessario adesso prepararsi al futuro, con uno sguardo attento e una visione molto precisa. Si tratta di fenomeni comunque caratterizzati da elevata complessità, per quanto riguarda la loro gestione e l'analisi del loro impatto. La realtà, però, è che questo non vale soltanto per il settore medico sanitario, ma per ogni comparto chiamato a concorrere a una compiuta strategia di rilancio per il Paese, un piano cioè che guardi ai prossimi decenni e sappia immaginare le migliori politiche possibili per il bene delle future generazioni. La validità di una visione politica lungimirante si misura, infatti, anche con la qualità del lavoro dei nostri ricercatori, con la nostra capacità di tutelarli e garantirli e con la forza attrattiva che i nostri atenei e i nostri istituti pubblici sono in grado di esercitare, anche rispetto a quelli stranieri. La speranza che accompagna il voto favorevole di Centro Democratico al provvedimento in discussione è che la revisione del sistema offra finalmente un barlume di chiarezza ai futuri ricercatori, dottorandi e assegnisti, favorendo l'accesso ai giovani e ponendo fine al limbo, in cui tanti aspiranti professori universitari si trovano costretti per anni.

Occorre ordine nel disciplinare le diverse figure di pre-docenza, ma abbiamo anche la necessità di ridurre drasticamente il tempo medio di attesa per l'accesso al ruolo, senza dimenticare - questi sono dati del 2019, Presidente - che quasi il 70 per cento di ordinari e associati ha più di cinquant'anni.

Ciò vuol dire che abbiamo un assoluto bisogno di dare spazio a tanti giovani preparati di cui noi disponiamo. Stando ai dati del MIUR, l'età media dei docenti degli atenei statali è pari a 52 anni, ma si va dai 59 dei professori ordinari ai 52 degli associati fino ai 47 dei ricercatori. Nella classe di età fino a 30 anni sono presenti quasi esclusivamente titolari di assegni. Al provvedimento è, inoltre, affidato un altro gravoso compito, cioè quello di frenare l'emorragia di preziose risorse umane, la fuga di cervelli, che devono certo poter andare a formarsi all'estero, ma poter trovare modo di tornare e mettere a frutto il bagaglio acquisito senza che questo comporti un abbassamento della loro dignità lavorativa. Insomma, dobbiamo fare in modo che il Paese sappia dare loro il giusto riconoscimento perché certamente in loro è sempre presente la voglia di rientrare in Italia e di servire il proprio Paese. Vorrei da ultimo aggiungere un dato che ha a che fare con una questione generale, ma che trova anche in questo caso riscontro: a fronte di 12.303 professori ordinari, le professoresse ordinarie sono solo 2.952, mentre, per quanto riguarda i professori associati, siamo a 19.676 uomini contro 7.575 colleghe. A livello nazionale risultano esserci rettrici in sole sei università italiane. Anche nel contesto accademico, insomma, sarà necessario incrementare la presenza femminile se si vuole davvero sperare in un cambiamento duraturo e fruttuoso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore, un po' di silenzio. Grazie a tutti per la collaborazione.

FEDERICO FORNARO (LEU). Signor Presidente, signora Ministra, credo che prima di entrare nel merito del provvedimento vadano fatte alcune premesse. La prima, che credo sia anche un punto di orgoglio per quest'Aula: questa è una proposta di legge di iniziativa parlamentare, è un lavoro lungo che hanno fatto i colleghi della Commissione cultura, a cui va il nostro ringraziamento, un lavoro iniziato diversi anni fa. Credo che alla fine si sia trovato un testo che cerca di contemperare tutte le problematiche che il tema ripropone. L'altra premessa era un po' più di carattere generale: dove noi inseriamo questo provvedimento. Si è più volte detto e si è fatto riferimento al fatto che noi viviamo nella società della conoscenza e sempre più la conoscenza diventerà, insieme al tema della rivoluzione digitale, parte del nostro quotidiano. Da questo punto di vista non possiamo non rilevare come le statistiche rispetto alla formazione, all'alta formazione, alla formazione universitaria degli altri Paesi europei, di Nazioni paragonabili alla nostra, indichino che noi siamo in ritardo; ed è un ritardo che dobbiamo colmare velocemente perché è del tutto evidente che investire nella ricerca, investire nell'università, significa investire nel futuro. Un Paese che non investe in ricerca, sia nella ricerca universitaria, ma anche nella ricerca privata, è un Paese che necessariamente e inevitabilmente finirà per perdere in competitività, e noi questo lo vediamo in maniera molto netta e segna il tragitto di questi ultimi anni, degli ultimi decenni del nostro Paese. Da questo punto di vista il nostro pensiero è che provare a rimettere mano al tema del reclutamento, rilanciare il tema della ricerca universitaria sia una necessità, un elemento inderogabile, se vogliamo realmente affrontare le sfide della modernità che abbiamo davanti. Da questo punto di vista, quindi, le tempistiche che sono previste dalla proposta di legge vanno in questa direzione, vanno nella direzione giusta, e cioè carriere certe e fine di una precarizzazione infinita. Ora sia ben chiara una cosa: la ricerca di per sé si porta dietro un'idea di precarietà, perché, ovviamente, è una sfida continua, costante; è un settore ad alta competitività. Questo non possiamo e non dobbiamo dimenticarlo. Però un conto è una precarizzazione infinita, che non definisce percorsi certi, tempi certi, altro invece è un sistema che deve necessariamente rimanere competitivo, ma prova a definire dei tempi certi su cui le persone possano valutare la costruzione del loro futuro lavorativo ed eventualmente anche valutare offerte di tipo alternativo. E, quindi, avere ridefinito dottorati di ricerca, borse di ricerca, assegni di ricerca e la funzione dei ricercatori prova a costruire un percorso di carriera che ha proprio nelle tempistiche certe l'elemento fondamentale. C'è una questione, l'ha sollevata prima il collega Fratoianni nel suo intervento, ed è un tema che noi ritroviamo in diverse tipologie di riforme, cioè come noi costruiamo e gestiamo il cosiddetto regime transitorio, cioè come innestiamo il vecchio sul nuovo. Da questo punto di vista, l'emendamento 8.100 va nella direzione giusta. Sappiamo che nell'università c'è stata ieri una manifestazione e ci sono preoccupazioni forti. Crediamo che il passaggio al Senato possa essere anche l'occasione, noi auspichiamo, per far venir meno questa preoccupazione e avere quindi il tempo e la possibilità per definire al meglio questo provvedimento, che, ripeto, va nella direzione giusta. Un'ultima osservazione, cogliendo anche l'occasione della presenza della Ministra, che ringraziamo, su un tema che a noi sta molto a cuore: la questione della ricerca e della ricerca universitaria sempre più deve essere vista in una logica di interdisciplinarità. Questo è assolutamente fondamentale: viviamo nella società della complessità, la complessità richiama la necessità di un approccio interdisciplinare. Fermo restando questo quadro e questa impostazione di tempistiche e di superamento di una precarizzazione infinita, dobbiamo provare - ed è un compito del Ministero, in particolare - a favorire l'interdisciplinarità, a favorire un rapporto anche corretto con la ricerca privata, l'interscambio da questo punto di vista, provare ad aiutare anche le imprese ad utilizzare, per esempio, quel patrimonio di conoscenze rappresentato dai dottori di ricerca, che spesso sono visti soltanto in una logica universitaria e che invece possono dare, credo, uno straordinario contributo al sistema delle imprese in un rapporto proficuo, anche di collaborazione con i dipartimenti e nella logica interdisciplinare che ricordavo prima, per far affrontare al sistema Paese le sfide che abbiamo di fronte. Quindi, con questo spirito, dichiaro il voto favorevole del gruppo di Liberi e Uguali a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Vietina. Ne ha facoltà.

SIMONA VIETINA (CI). Presidente, onorevoli colleghi, signor Ministro, l'università è fondamentale per la ripresa del nostro Paese e per ricoprire un ruolo qualificato in Europa e nel mondo, ma l'università ha bisogno di prospettiva, di organizzazione, di capacità; ed è in questo contesto che si vorrebbe collocare questo provvedimento, che ha l'intento di valorizzare il dottorato di ricerca, aumentando la sua spendibilità per l'accesso alla pubblica amministrazione, per chi vuole intraprendere carriere innovative, atteso che il mondo imprenditoriale è strettamente collegato al mondo accademico, a riordinare il processo di reclutamento dei ricercatori universitari, a contrastare il precariato nelle università, restituendo ai nostri giovani l'ambizione di essere delle risorse fondamentali del sistema socioeconomico e produttivo del nostro Paese. La moltiplicazione delle figure precarie, unita al taglio delle risorse trasferite all'università e alla ricerca, nel corso degli anni ha diminuito il personale di ruolo e raddoppiato il numero dei contratti a termine, che rappresentano ormai oltre la metà del personale universitario della ricerca e della didattica. Ci preme comunque sottolineare che il lavoro dell'università e della ricerca italiana è fra i primi nel mondo in più settori, benché i nostri ricercatori operino, come ben sappiamo, in un contesto di estrema difficoltà.

Purtroppo, però, un Paese che non investe in ricerca non cresce. Grazie al Governo Draghi, comunque, ci aspettiamo un'inversione di tendenza, visto che sono stati stanziati 11 miliardi di euro per l'istruzione, la formazione e la ricerca.

Coraggio Italia è ben consapevole che investire nell'università rappresenta un tema fondamentale per la ripresa del Paese, per l'identità italiana, per la capacità che la nostra ricerca può offrire al rilancio dell'economia in Europa e nel mondo.

L'Italia è piena di menti brillanti, di persone preparate, formate, capaci; spesso, però, sono ingabbiate in lunghe ed estenuanti procedure burocratiche che prolungano il tempo di attesa per la realizzazione di un sogno professionale e questo, spesso, li costringe ad emigrare in altri Paesi. Ecco, non possiamo assistere all'emigrazione dei nostri giovani migliori perché non siamo in grado di sostenerli. Noi potremo supportarli solo quando saremo tutti d'accordo e lavoreremo in un'unica direzione e, quindi, considereremo l'università come un luogo che crea prospettive, costruisce valori, aiuta le intelligenze a svilupparsi, garantendo a tutti pari opportunità di accesso e realizzazione delle proprie capacità e delle proprie aspettative.

Questo è un provvedimento il cui esame in Commissione è durato quasi due anni (si sono alternati nel frattempo tre Governi diversi e quattro Ministri diversi); un provvedimento che nasce da ben sette proposte di legge di iniziativa parlamentare, riconducibili sia alla maggioranza che alla minoranza e, se da un lato, può essere visto come un arricchimento, dall'altro, può essere ricondotto all'ipotesi che non vi sia una visione unica, una prospettiva organica di ampio respiro. E' un tema che ha bisogno di essere maggiormente valorizzato, perché è dall'università e con l'università che si raggiungono ruoli di primo piano nel mondo.

Il presente progetto di legge potrebbe da solo non riuscire a risolvere le problematiche che appartengono al mondo universitario. Ci sono sicuramente apprezzabili linee guida, ma ravvisiamo la necessità, magari nel dialogo tra Governo e Parlamento, di integrare e trovare norme di sistema correttive. Il nostro sostegno al Governo non ci esime dal fare critiche sulla ratio e sul modo con cui è stato costruito il provvedimento, perché vogliamo dare il nostro contributo costruttivo alla migliore risposta del Paese in tema di università e di ricerca e, quindi, per noi è doveroso sottolineare che il provvedimento non ha una visione organica.

L'iniziativa parlamentare, per quanto apprezzabile, non ha affrontato tutti i temi e le difficoltà in cui si trovano la ricerca e l'università italiana. Quindi, nella preoccupazione che questo provvedimento possa non riuscire a superare il precariato universitario, auspichiamo che il Parlamento, insieme al Governo, intervenga ulteriormente per dare una ragionevole prospettiva ai nostri giovani ricercatori. Siamo certi che il Ministro Messa sarà disponibile a ulteriori approfondimenti anche con altri eventuali provvedimenti di natura sistemica. Una riforma complessiva adeguata alle esigenze in materia del PNRR sarebbe importante e rappresenterebbe un vero e proprio trampolino di lancio sia per l'università italiana sia per valorizzare in ogni campo la ricerca e l'alta formazione.

Coraggio Italia è, comunque, pronta a fare la sua parte. Voterà favorevolmente su questo provvedimento, ma, ripeto, auspica che il Governo e il Ministro, sollecitati da questo provvedimento, a breve, in un dialogo con le Commissioni competenti e il Parlamento, propongano una riforma complessiva e adeguata anche alle istanze del PNRR (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (IV). Grazie, signor Presidente. Grazie ai colleghi della Commissione cultura che hanno affrontato questo provvedimento, riunendo varie proposte di legge, tra cui la mia (a prima firma), sugli assegni dei ricercatori. Infatti, tra gli elementi importanti della nostra ricerca è il fatto che spesso i nostri ricercatori universitari non hanno un adeguato assegno di ricerca e, quindi, l'estero è più competitivo rispetto alla ricerca italiana: questo è un elemento di povertà culturale del nostro Paese. Ringrazio pertanto la Ministra Messa per essere intervenuta alla fine di un provvedimento complesso, per non averlo bloccato, portandolo a conclusione. Sicuramente non risolverà il problema dell'università, né era questo, forse, il provvedimento per farlo, ma è un segnale da dare ai ricercatori universitari. I problemi atavici della ricerca, ossia la precarietà, il fatto di non sapere quando questa ricerca finisce - sembra una ricerca ad libitum, ma finalmente abbiamo cercato di accorciare questo lungo periodo, calcolando una media di 11 anni rispetto ai 17 dell'attuale mondo universitario -, sicuramente non saranno risolti definitivamente, né nessuno di noi pensava di farlo, ma è un piccolo segnale di attenzione verso un mondo che merita rispetto e verso una strategia del nostro Paese. Oggi, con il PNRR abbiamo la possibilità di fare investimenti ben superiori rispetto alla media degli anni che hanno visto, nelle finanziarie, risorse limitate. E, allora, abbiamo la possibilità di cambiare, anche in maniera radicale, il mondo dell'università, partendo dalla ricerca, ma individuando nel merito - e la parola “merito” mi preme sottolinearla più di una volta - l'elemento principale per la selezione delle persone.

L'importanza di questo provvedimento sta anche nel fatto che i ricercatori non sono visti solo per il mondo dell'università, ma vengono utilizzati in maniera trasversale anche per altri mondi. Da poco mi è capitato di partecipare ad un convegno sulla pubblica amministrazione e il refrain di molti amministratori locali e non solo era: “abbiamo bisogno di una nuova spinta propulsiva delle persone che entrano nella pubblica amministrazione, che non vuol dire soltanto giovani generazioni, ma vuol dire competenze ben specifiche, migliorare le competenze della PA”. Con questo provvedimento diciamo ai ricercatori che avranno una corsia preferenziale nei concorsi della pubblica amministrazione (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva), quindi è un segnale di attenzione verso un mondo che non deve vedere soltanto nell'università l'unico sbocco fattibile. Ovviamente, noi ci aspettiamo da lei e da questo Governo che venga messa l'attenzione sull'università in generale. È una riforma complicata, glielo dico per esperienza personale, nel senso che, quando i partiti hanno toccato la scuola, diciamo così, non ne sono mai usciti benissimo. È un argomento che provoca molte resistenze, in particolare, da parte di coloro che lo “abitano”, che si lamentano che non funziona, ma che, poi, nel momento in cui si pensa di farlo funzionare meglio, dicono: “no, è meglio che ci lasci così”. Quindi, capisco che sarà complicato, però noi dobbiamo capire dove voler portare il nostro Paese. I dati che vengono forniti spesso su materie scientifiche scelte, materie umanistiche, dimensioni delle università influenzano la classifica. Il nostro sistema universitario non è peggiore rispetto ad altri Paesi in alcuni settori, che sono, poi, quelli che vengono presi d'assalto non soltanto dagli studenti italiani, ma anche, nei progetti Erasmus o nelle ricerche internazionali, da tutti i Paesi, e, poi, abbiamo università piccole che non riescono a stare al passo delle migliori. Quindi, bisogna fare delle scelte, perché i soldi del PNRR non devono essere una mancia, che si dà in maniera indiscriminata al mondo universitario, ma l'elemento per una scelta ben precisa. Con questo non voglio dire che bisogna soltanto investire sulle materie scientifiche e abbandonare il mondo umanistico, ma è fondamentale dare una giusta individuazione delle priorità di un Paese.

Non è possibile che, ancora oggi, un pezzo di Paese scelga molto di più le materie scientifiche, un pezzo molto di più le materie umanistiche, pensando ancora che il mondo della scuola sia l'elemento che riesca ad assorbire quella domanda che ormai, anche, purtroppo, per la denatalità nel nostro Paese, non è più possibile. Quindi, è il momento delle scelte, difficili probabilmente, ma necessarie per far ripartire il Paese, che ha tutte le carte per farlo. E se non si parte dal mondo dell'università e della ricerca, da dove dobbiamo partire? Perché è proprio questo mondo che ci rende unici. Tutti noi, in questo periodo, esaltiamo presenze come Samantha Cristoforetti, capo della spedizione, che si occupa della Stazione spaziale e, quindi, di un consesso internazionale. È frutto del mondo della ricerca. Io vengo da Torino, so che l'aviospazio è importantissimo, ed è frutto della ricerca. E allora perché non mettere in interconnessione il mondo dell'università e il mondo della ricerca privata di alcune aziende - e non soltanto privata, pensiamo a Leonardo che privata non è, appunto - e di renderlo partecipe ad una unica macchina per far funzionare il Paese? Noi abbiamo investito, nel PNRR, il 37 per cento delle risorse nella transizione ecologica, noi abbiamo bisogno di figure professionali, che non sono soltanto quelli che mettono i pannelli fotovoltaici, ma ingegneri che progettino nuovi modi di costruire, nuovi materiali. Abbiamo un intero Paese da risistemare e da far avanzare. E allora il mondo della ricerca è fondamentale e non si può rimanere in un mondo della ricerca ancorato, se va bene, agli anni Ottanta, con quella metodologia di materie e con quella tipologia di ricerca. Il tentativo di questi progetti di legge, che poi sono stati appunto uniti, è quello di evitare che il ricercatore non si muova per altri atenei, che vada all'estero per fare formazione anche all'estero, perché non dobbiamo aver paura dell'estero, anzi, il modo di confrontarsi deve essere positivo, a patto che poi ritorni ovviamente nel nostro Paese per contribuire alla crescita. E invece questo sistema, che abbiamo visto in questi anni, così bloccato, ha determinato veramente che molti cervelli siano fuggiti, perché in un sistema così chiuso non potevano avere accesso. Questa proposta di legge è un avvio, non risolverà tutti i casi, ma sicuramente è un elemento importante per dire ai giovani ricercatori che non sono soli, che lo Stato che li ha formati non li abbandona ad un certo punto, che li porta a concludere il loro percorso universitario, all'interno dell'università, nel mondo del lavoro, nel mondo della produzione, rendendoli protagonisti del nostro Paese. Italia Viva, ovviamente, la appoggerà nelle sue proposte per la riforma del mondo universitario, perché, come qualche collega diceva prima, le norme risalgono al 2010 e non hanno prodotto i frutti sperati. Probabilmente devono essere modificate radicalmente, perché, se bisogna correre, bisogna avere degli atleti che corrono per noi, e le giovani generazioni sono quegli atleti che ci permetteranno di vincere in Europa e nel mondo come sistema Italia. Investire su di loro vuol dire investire nel nostro Paese. Per questo, io la ringrazio per la sua presenza e, ovviamente, come Italia Viva daremo il parere favorevole a questa proposta di legge (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Presidente, colleghi, signor Ministro, siamo alla fine di questo iter, che dura da 2 anni e che, sostanzialmente, parla delle difficoltà dell'accesso al mondo accademico: una preoccupazione per tutti, una preoccupazione, quella di vedere emigrare i nostri studenti in altre Nazioni per trovare, lì, qualche soddisfazione, pur avendo una preparazione qualitativamente molto alta, perché è quello che l'Italia offre con le sue università ai nostri studenti. Noi sappiamo che ci sono dei progetti europei che vengono finanziati, gli ERC, e sappiamo anche che ben 47 italiani quest'anno hanno vinto l'ERC con, ovviamente, una dote di finanziamento da portarsi appresso; purtroppo, solo 17 hanno scelto l'Italia. Speriamo che questo interesse, questa modifica del quadro normativo relativamente alla ricerca possa anche risolvere il problema della cosiddetta fuga dei cervelli. Noi abbiamo una legge Gelmini che, dopo 10 anni, ovviamente, mostra qualche segno di cedimento. Io mi onoro di essere stata la relatrice, in quest'Aula, di questa legge, quando è stata approvata, la quale, comunque, dobbiamo assolutamente renderci conto, ha modificato positivamente il mondo dell'università. E quindi è da due anni che si cerca di trovare una soluzione. Noi abbiamo presentato una nostra proposta di legge, che è stata abbinata e che pone un percorso diverso, ma ugualmente abbiamo cercato, con spirito collaborativo, di aiutare tutta la Commissione con le nostre proposte per cercare di rendere incisivo questo provvedimento.

Questo provvedimento - l'ho detto prima discutendo gli emendamenti, quindi non mi trattengo su questo, faccio solo qualche accenno - ha delle criticità: penso, per esempio, che le borse di studio siano un doppione degli assegni di ricerca e rischiano di diventare uno strumento di precarizzazione dei giovani laureati. E poi voglio fare un accenno allo scoglio che si è presentato sul cammino di questa legge, ossia il problema della mobilità obbligatoria, che poi per fortuna si è risolto. Fratelli d'Italia pensa che la mobilità sia importante, che sia importante avere esperienze all'estero, ma ci vogliono degli incentivi, non si può obbligare la gente, gli studenti, ad andarsene dalla propria università. Peraltro, anche il CUN era d'accordo, definendo questa una prescrizione di dubbia legittimità. Però ci tenevo a evidenziare questo problema, che ci ha accompagnato diversi mesi nella nostra Commissione, forse segnato dall'ossessione dei concorsi truccati. Ecco, per evitare i concorsi truccati si possono prevedere inasprimenti delle pene per le condotte illecite o meccanismi di penalizzazione del Dipartimento. Ma, tornando alla legge Gelmini, diciamo che la legge Gelmini su questo punto ha fatto molto. Ci sono dei valori di soglia qualitativi riconosciuti dalla comunità scientifica globale e questo è sicuramente un avanzamento della meritocrazia introdotto da quella legge, che non può che fare bene. Poi abbiamo, dicevo, la nostra proposta. La nostra proposta è quella di istituire la figura del ricercatore a tempo indeterminato o professore di terza fascia, per risolvere il problema del precariato. Come ho detto anche in precedenza, Ministro, l'aver istituito, da parte sua, una figura che noi riteniamo simile a quella da noi indicata, che è quella appunto del primo ricercatore, crediamo che sia stato importante. Penso che ci sia ancora ancora da fare - lo dicevano anche i colleghi - in questo settore. Abbiamo apprezzato che ci sia stato un interesse al dottore di ricerca. Noi, col nostro emendamento, chiedevamo una riqualifica, proprio per provare a dargli un titolo preferenziale. Un'altra buona notizia riguarda l'AFAM: il testo di esame include, tra i soggetti che possono attivare corsi di dottorato e di ricerca, anche le istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica; una tradizione italiana troppo spesso in difficoltà, sono oltre 10 anni che l'AFAM è incastrata in situazioni di confusione e non riesce, sostanzialmente, a liberare le sue energie e la sua autorevolezza culturale, come noi vorremmo. La danza, la musica, la coreutica fanno parte della tradizione identitaria italiana ed è giusto, quindi, che anche qui, dove si parla di dottorato di ricerca, venga menzionata e soprattutto venga prevista anche l'AFAM tra le figure dei soggetti che possono attivare corsi di dottorato.

Abbiamo anche il problema dei dottorandi medici. Io ringrazio il Ministro di aver accolto con una riformulazione l'ordine del giorno: è un segnale importante per questi studenti che scelgono, in questo momento particolare, il difficile percorso di medicina, di poter entrare nei policlinici, questi ospedali che sono delle eccellenze, questi ospedali che non significano solo cura, ma significano anche studio, didattica e ricerca. Questa figura del policlinico non può sparire e dobbiamo aiutare a farla vivere, perché sicuramente è un modello importante da esportare, un servizio ai nostri ragazzi che intanto fanno ricerca e iniziano ad assistere i pazienti.

Quindi, per arrivare alla dichiarazione di voto, questo di Fratelli d'Italia sarà un voto di astensione, perché in questo percorso ho trovato, comunque, dei punti di incontro, che sono stati dati anche dall'accoglimento di alcuni nostri emendamenti, e ringrazio il relatore Melicchio che, con tanta tenacia, ha portato avanti questo provvedimento. Quindi, penso che ci sia da parte nostra la volontà di astenerci per questi segnali positivi e anche per ribadire la nostra opposizione costruttiva soprattutto su temi delicati come quelli della ricerca e del futuro dei nostri ragazzi. Siamo assolutamente convinti che si sarebbe potuto fare meglio e - lasciatemelo dire - comunque ci candidiamo fin d'ora a risolvere il problema dell'università e del reclutamento non appena avremo la possibilità di governare questa Nazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Aprea. Ne ha facoltà.

VALENTINA APREA (FI). Presidente Fico, colleghi, Ministra Messa, come lei certamente sa, la Corte dei conti, nel Referto sul sistema universitario 2021, segnala un incremento del 41,8 per cento negli ultimi 8 anni del numero di laureati che va a lavorare all'estero. Il dato di per sé non sarebbe negativo se fosse parte di una circolazione di personale qualificato da e verso l'estero, ma non si registra analogo flusso in entrata (questo è il nostro problema).

La mappa dei cosiddetti “cervelli in fuga” - e ne abbiamo parlato un po' tutti in questo dibattito questo pomeriggio - non è possibile disegnarla nei dettagli, ma l'Istat segnala che nel 2018 dei 117.000 italiani che sono andati all'estero circa 30.000 erano laureati. Un quarto, quindi, è capitale umano qualificato. Ma è ancora più grave che tra gli italiani che sono andati all'estero 3 su 4 hanno intorno ai 25 anni, quindi qualificati e giovani. Tra le cause certamente c'è anche la mancata chiarezza di prospettiva dal punto di vista delle possibilità occupazionali. Secondo quanto riportato dalla Corte dei conti, quella economica è una delle motivazioni, così come il riconoscimento della qualifica professionale in linea con i titoli acquisiti, soprattutto dopo l'impegno economico delle famiglie per la frequenza universitaria dei figli. Dunque, il famoso “ascensore sociale” non ha funzionato. In questo modo non permettiamo ai giovani di esprimere, pensare e realizzare progettualità. Il nostro è un sistema che non dà molto spazio alle risorse più giovani.

Sempre facendo riferimento al Referto sul sistema universitario 2021 della Corte dei conti, il reclutamento dei ricercatori è stato caratterizzato dall'eccessivo prolungamento di condizioni di incertezza in merito alle prospettive di inserimento stabile nella carriera universitaria. A questo si aggiunge la difficoltà di fare ricerca nel nostro Paese. Infatti, nell'ambito della ricerca scientifica rimane al di sotto delle medie europee il livello degli investimenti pubblici. L'Italia non è riuscita a raggiungere l'obiettivo concordato nell'ambito della Strategia Europa 2020 di portare la spesa per la ricerca e lo sviluppo all'1,53 per cento del PIL, attestandosi all'1,41. Gli assegnisti, secondo il Referto sul sistema universitario della Corte dei conti, sono cresciuti dal 2016 del 3 per cento: nel 2019 erano 13.930, con differenze per aree disciplinari. Anche i collaboratori di ricerca risultano in crescita. Nel 2019 il trend è in crescita in tutte le aree geografiche.

Ovviamente lei, Ministra Messa, arriva ora al Governo e, quindi, non è che chiediamo a lei, con una bacchetta magica, di risolvere tutti i problemi. Semmai i problemi sono emersi nel tempo e oggi forse possiamo affrontarli con una visione diversa e con risorse diverse.

Allora, in questo contesto si inserisce il provvedimento in esame, che interviene sul sistema di reclutamento dei ricercatori, che si propone di ridurre il fenomeno del precariato universitario e introdurre forme di tutela appropriate. Interviene, inoltre, sul sistema dei dottorati di ricerca e in materia di personale delle università e degli enti pubblici di ricerca.

Un provvedimento il cui esame è durato 2 anni e mezzo e ci sono stati anche tanti Ministri di mezzo, diversi Ministri. Quindi, non è stato facile neanche per il Parlamento, per questa Camera, arrivare poi a un punto di caduta. L'obiettivo è promuovere il ricambio generazionale nelle università. Non l'abbiamo fatto come lei ci aveva indicato, come lei avrebbe voluto, ma sappia che Forza Italia vuole esattamente questo e le sarà sempre affianco e cercherà di raggiungere questo obiettivo, ovviamente senza traumi e senza strappi. Il punto è che noi dobbiamo operare il ricambio generazionale per le ragioni che ho esposto all'inizio del mio intervento, però il problema è che dobbiamo tener conto di quello che comunque c'è nelle università, quindi anche attraverso la stabilizzazione dei ricercatori che in questi anni hanno permesso al sistema di funzionare, naturalmente senza mai dimenticare il valore del merito, che per noi è fondamentale come sappiamo esserlo anche per lei. La sfida è quella di continuare a garantire la qualità del servizio e dare una risposta alle ambizioni dei ricercatori, proprio alla luce del fatto che si assiste in Italia al fenomeno di una nuova immigrazione di persone giovani e qualificate verso altri Paesi europei.

Forza Italia ha scelto di non presentare una sua proposta di legge, considerato che la proposta - questa proposta - modifica la “legge Gelmini” n. 240 del 2010. Ma, consapevole che dopo 10 anni dall'approvazione è giunto il momento di una revisione di quelli che si sono mostrati come punti di debolezza, Forza Italia ha scelto di collaborare attivamente portando il proprio contributo al miglioramento del testo e, quindi, anche proprio della “legge Gelmini”, sulla quale intervengono alcuni articoli della proposta.

La Commissione ha lavorato a lungo in sede di comitato ristretto e si è registrata una collaborazione anche con il Governo, soprattutto con lei, Ministra Messa, per arrivare a questo testo condiviso che stiamo per approvare. Infatti, il 27 aprile scorso si è giunti a un testo unificato che può rappresentare una mediazione nel contesto della nuova maggioranza, che io amo definire “repubblicana” e che abbiamo bisogno di sostenere proprio perché la Repubblica italiana, che oggi ha bisogno di tutti noi, in questi mesi ha dovuto affrontare sfide davvero inimmaginabili fino a qualche anno fa. Prima noi avevamo alcune emergenze: certamente l'emergenza formativa e certamente l'emergenza occupazionale; in più, oggi abbiamo l'emergenza sanitaria e un post-COVID che, comunque, rivoluziona il mondo e, quindi, nessuno di noi pensa di dover o poter ritornare al mondo di prima. Però, questa può essere una sfida da raccogliere e un'opportunità, quindi, per ricollocare in spazi nuovi e con modalità nuove anche i famosi giovani, che finora sono stati fuori come tasselli che alla fine non rientrano mai in quel puzzle che è il nostro Paese.

Allora, il PNRR naturalmente rappresenterà e rappresenta un'occasione per supportare la tendenza che negli ultimi anni ha visto un incremento del Fondo ordinario per l'università e per le risorse per la ricerca. La ricerca è un investimento nel futuro. Lo diciamo a lei, che ha speso tutta la sua vita per la ricerca di base, universitaria, scientifica, nel CNR. Quindi, sappiamo di sfondare una porta aperta, però sappia che il Parlamento ora è pronto a investire, perché, sapete, si fa presto a dire: “La ricerca è importante ma ci sono altre priorità”, e c'è sempre qualche altra cosa che viene prima dell'investimento su qualcosa che guarda al futuro. Oggi sappiamo che investire sulla scienza e sulla ricerca può veramente essere determinante per il benessere, la salute, la vita e lo sviluppo di tutti. Quindi, anche nella percezione dell'uomo comune il rapporto con la scienza e con la ricerca è cambiato dopo questa emergenza sanitaria.

Ora abbiamo una donna giusta al posto giusto, che si chiama Cristina Messa e che sicuramente potrà far valere le ragioni di questi investimenti nella ricerca, sia essa di base e non direttamente e immediatamente connessa con progetti ben definiti legati al mondo produttivo, sia quella invece che si intreccia direttamente con le realtà industriali e produttive del Paese. Un Paese che non investe nel proprio futuro ma ha presente sempre e solo il qui ed ora, difficilmente può costruire, progredire e crescere ma, soprattutto, superare l'emergenza sanitaria con serenità. Dare spazio e certezza ai giovani talenti permetterà loro di non dover cercare un'alternativa all'estero per poter realizzare le proprie ambizioni e a noi di avere la soddisfazione di aver creato davvero una Repubblica del terzo millennio. Grazie Ministro e auguri. Noi le siamo accanto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Di Giorgi. Ne ha facoltà.

ROSA MARIA DI GIORGI (PD). Grazie, Presidente. Presidente, Ministro, onorevoli colleghi, la legge che votiamo oggi ha avuto un lungo iter, come avete capito da coloro che sono intervenuti e hanno già raccontato un po' quello che è successo sia dentro che fuori dal Parlamento e nasce da sei proposte depositate dai gruppi, quindi si capisce già da questo numero quanto sia stata sentita da tutte le forze politiche, quanto sia sentita come necessaria la riforma del reclutamento per università ed enti di ricerca. Il confronto con i mondi di riferimento è stato molto intenso e ha prodotto notevoli miglioramenti al testo, che è nato in un certo modo ed è diventato un'altra cosa. Un testo che si proponeva l'obiettivo ambizioso di intervenire con modalità innovative introducendo nuovi concetti, anche abbastanza estranei al mondo dell'università italiana nei processi di scelta delle persone all'interno dei nostri atenei e nei nostri centri di ricerca pubblici. L'obiettivo di questa legge è quello di rendere il sistema di reclutamento nel settore dell'alta formazione degli enti di ricerca più rispondente alle attuali esigenze dettate da un mondo in profonda trasformazione, che vede nell'eccellenza del sistema formativo e dell'innovazione il fulcro dello sviluppo del Paese. Scegliere chi farà parte di questo mondo nel prossimo futuro, garantire l'eccellenza e dare opportunità ai giovani che intendono dedicarsi alla ricerca e all'insegnamento nelle nostre università è, quindi, molto importante ed è questo il nodo di questo provvedimento. La sfida del PNRR è lì a dimostrarlo; sono previsti investimenti mai visti nel settore della ricerca e dell'alta formazione e i nostri atenei ed enti devono essere attrezzati con il personale giusto per poter stare al passo con quanto ci viene richiesto per rendere il nostro Paese competitivo, e non certo solo per i cinque anni del PNRR ma per il futuro che noi immaginiamo, a partire da questo PNRR. Quindi, già queste frasi che sto usando, Presidente, fanno intendere quanto, per noi del Partito Democratico, sia importante questo provvedimento e tutti i provvedimenti che si occupano di università e di ricerca scientifica, perché noi riteniamo questo un settore assolutamente strategico del nostro Paese e proviamo anche un po' di fatica a considerarlo un settore, perché riteniamo che sia davvero al centro di tutta l'iniziativa che deve esserci nei confronti del futuro, quindi è attraverso questo mondo che dobbiamo affrontare le nuove sfide. Il tema è quello di come sostenere e sviluppare le intelligenze - le chiamo proprio così - che determinano i cambiamenti culturali, sociali ed economici, e come dare il meglio in termini di percorsi formativi ai nostri giovani. Noi dobbiamo stimolare la loro intelligenza, creare nuove intelligenze attraverso nuovi saperi. Quindi, come garantire a questi giovani uno sbocco all'interno di università ed enti? Certo, pensiamo a giovani bravi, eccellenti, quelli che devono stare nelle nostre università e nei nostri enti di ricerca, e che saranno la punta di diamante per lo sviluppo della ricerca e dell'innovazione nel nostro Paese. Quindi, come fare a immettere negli atenei persone qualificate e preparate, e attraverso quale selezione? Di questo si occupa questa legge. Come garantire l'equità e la qualità nell'espletamento dei concorsi? Come rendere attrattive le nostre università e i nostri centri di ricerca (sempre per il tema, che qui è stato molto trattato, della cosiddetta fuga dei cervelli e della difficoltà che abbiamo a tenere le nostre eccellenze nelle nostre sedi di ricerca e nelle nostre università)? Per questo - Ministro, lei è qui e lo sa benissimo - sono necessarie risorse economiche e risorse umane. La finalità di questa legge è di rendere efficienti, trasparenti e adeguati i percorsi di reclutamento per avere e dare il meglio. Noi dobbiamo avere e dare il massimo, quindi competenza, qualità e selezione di merito: queste sono le parole chiave, queste le finalità di una legge che si propone di intervenire per affermare e dare valore al concetto proprio di qualità. Quindi quali sono gli strumenti che possono supportare questo cammino? Noi siamo molto coerenti, come Partito Democratico, e lo dimostriamo in ognuno dei provvedimenti che portiamo avanti, perché in tutti c'è una sorta di fil rouge che li lega, ossia noi poniamo al centro dell'azione lo sviluppo e l'innovazione, che sono impossibili da perseguire senza sistemi formativi adeguati. È la formazione importante e le persone devono essere il fulcro di questo, in questo caso chi impara e chi insegna. La formazione a cui pensiamo è quella che crea competenze e determina eccellenze, e lo sosteniamo in ogni segmento del sistema della conoscenza. In questi giorni stiamo lavorando al “decreto Sostegni-bis”. Nei nostri emendamenti noi proponiamo percorsi certi per la formazione di coloro che dovranno andare in cattedra e insegnare ai nostri studenti nelle scuole, e quindi, ancora di più, qui mi riferisco al provvedimento che stiamo trattando, che si occupa di coloro che saranno i futuri docenti: chi mettiamo dentro l'università? È importantissimo questo, e allora dobbiamo fare in modo di avere la possibilità di trovare i migliori, coloro che saranno i protagonisti del cambio di paradigma nello sviluppo sostenibile che stiamo perseguendo. Questi sono gli elementi centrali per comprendere; lo dico per i colleghi che non hanno lavorato su questo e che evidentemente si chiedono anche qual è la finalità delle leggi, laddove tutti noi che lavoriamo ai vari provvedimenti sappiamo bene quello che abbiamo messo dentro il provvedimento. Ecco, questo è ciò che questa legge vorrà fare e quindi è sostanzialmente un tassello importante, questa legge, per la realizzazione del PNRR. Quindi, ciò si inquadra perfettamente nel contesto coerente che stiamo tracciando per l'attuazione del Next Generation EU e risponde a quelle linee strategiche individuate nelle conclusioni del Consiglio europeo del 28 maggio scorso - Ministro, lei ha partecipato a questo - sullo spazio europeo della ricerca, testimoniando l'impegno del nostro Paese nelle linee guida tracciate dall'Unione europea. Nel merito, quindi, si tratta di un intervento mirato. Sono poche le modifiche, ma di forte impatto e voglio ricordarle qui, le due o tre più significative: non più il precariato a oltranza senza garanzie, ma carriere tracciate, con valutazioni periodiche e verifiche di competenza; periodi di fruizione di borse di ricerca e di assegni di ricerca da sei e per non più di 36 mesi. Questo è davvero innovativo e su questo io ringrazio molto - lo devo fare adesso - il collega Melicchio che, con grande pazienza, ha innestato tanti processi nella nostra discussione, così come il collega Bella; io riconosco a questi colleghi la paternità di tanta dell'innovazione che poi all'interno di questo provvedimento è stata posta e che nel dibattito è ovviamente diventata anche molto condivisa da noi tutti. Quindi, borse di ricerca, per cui anche questa flessibilità che è importante in entrata. Vi è poi la valorizzazione del dottorato di ricerca; questo l'avete già detto, ma forse non è stato detto che all'interno della pubblica amministrazione si valorizzerà - è proprio scritto in norma - il dottore di ricerca, con un punteggio. Ci sarà un punteggio nei concorsi, in modo tale che si possa valorizzare davvero questo percorso, che finora, forse, non è stato così supportato. Poi c'è la mobilità fra università ed enti di ricerca - mi sentite spesso parlare di questo, cioè di enti di ricerca -, quest'altro pezzo di mondo importante per l'innovazione e per il futuro del Paese. Finalmente si potrà andare a fare il professore universitario o il ricercatore in un ente di ricerca a seconda delle proprie attitudini.

Nello stesso tempo, si prevede - molto importante - la riserva del 30 per cento dei posti nei concorsi per ricercatori per chi ha trascorso periodi all'estero. Ho quasi concluso.

C'è poi la trasparenza e la partecipazione; non ne avete parlato, ma c'è questo portale che è molto importante perché garantisce a tutti di sapere, in tutta Italia, nelle 97 sedi universitarie e nei 20 enti pubblici di ricerca, quali sono i concorsi in essere e, quindi, a che cosa si può partecipare.

Appare chiaro che questo è un provvedimento che serve ed è utile. Poi, certamente, potremmo migliorarlo: sarà una delle caselle che indubbiamente sono pronte ad essere ulteriormente arricchite nel puzzle che stiamo cercando di creare per sviluppare bene il nostro Paese. Però, credo che questo sia stato un pezzo importante e che sia stato uno dei provvedimenti che in qualche modo va in una prospettiva coerente, come abbiamo visto.

Quindi, il lavoro del Parlamento - e ribadisco anch'io che è una legge di iniziativa parlamentare e quindi questo ci dà molta soddisfazione - con il lavoro del Governo credo che abbia prodotto un risultato davvero interessante. Per questo, con convinzione, dichiaro il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Colmellere. Prego, ne ha facoltà. Colleghi, c'è un po' di brusio, per favore…

ANGELA COLMELLERE (LEGA). Presidente, onorevoli colleghi, la proposta di legge che arriva oggi in Aula, dopo una lunga ma assai proficua gestazione in Commissione - e ringrazio, pertanto, il relatore per il suo grande impegno - mira a rivalorizzare il dottorato di ricerca, a riordinare il processo di reclutamento dei ricercatori universitari, a contrastare il precariato dentro le nostre università riducendo i tempi del pre-ruolo, e a ringiovanire l'accesso della docenza nei nostri atenei.

In Italia i dottori di ricerca costituiscono una risorsa fondamentale, anche e soprattutto al di fuori delle università, per lo sviluppo e l'innovazione del nostro Paese. Le competenze acquisite, se adeguatamente valorizzate, possono promuovere la competitività delle imprese italiane, l'efficienza della pubblica amministrazione e una scuola fulcro e sorgente di cultura. I dottori di ricerca rappresentano un vettore di innovazione in grado di contribuire alla trasformazione e al miglioramento dei processi in molti ambiti. Alla luce di ciò, la necessaria riforma del sistema di reclutamento dei dottorati e dei docenti universitari si avvia e mira a restituire ai nostri giovani l'ambizione di diventare risorse fondamentali del tessuto socio-economico e produttivo italiano proprio perché specializzati.

Oggi abbiamo l'occasione di rinforzare il nostro sistema dell'alta formazione che consenta carriere certe e la fine della precarizzazione dei rapporti di lavoro, pur garantendo una certa flessibilità in entrata. La nuova disciplina, peraltro, favorirà una maggiore spendibilità del titolo per le prospettive di occupazione di coloro che non saranno assorbiti dall'università.

Questa legge, inoltre, ha le potenzialità per farci uscire dalla crisi più forti di prima. Il PNRR destina ben 432 milioni per finanziare migliaia di borse di studio per i dottorati di ricerca e il provvedimento che stiamo discutendo consentirà di attuare effettivamente ed efficacemente il piano.

Oggi possiamo dare al Paese un sistema di reclutamento efficiente in cui la progressione di carriera sia nota e abbia tempi certi. Una volta acquisito il dottorato, si potrà aspirare a diventare professore associato all'università o primo ricercatore in un ente pubblico di ricerca, in un tempo che può variare da 3 a un massimo di 11 anni.

Durante l'iter che ha portato all'approdo in Aula di questo provvedimento sono stati positivamente recepiti i nostri emendamenti che, garantendo l'indipendenza dei componenti delle commissioni esaminatrici, consentono la permanenza al loro interno di almeno un membro tra i docenti dell'ateneo che impiegherà quel ricercatore. Questo avverrà garantendo comunque equità alla selezione.

Abbiamo anche insistito per tutelare le madri la cui carriera non poteva arrestarsi a fronte dell'impossibilità di trasferimento in un'altra città per compiere un periodo di ricerca. La mobilità, che certamente è auspicabile, non poteva divenire una prescrizione di dubbia legittimità, tanto più in mancanza di misure di sostegno alla stessa.

Infine, il testo che approda in Aula appare in linea con le strategie per l'attrattività della carriera nel settore della ricerca, adottate dal Consiglio europeo del 28 maggio 2021, che puntano a favorire la circolazione dei cervelli nelle università degli Stati membri.

Salutiamo perciò con favore questa norma di semplificazione e trasparenza che restituisce all'università italiana il lustro che merita. Ai nostri giovani offre la possibilità di competere per l'eccellenza, incentivando la meritocrazia, l'autonomia, la professionalizzazione dei percorsi. Annuncio, pertanto, il voto favorevole ad un provvedimento di buonsenso, equilibrato, che può sempre essere migliorabile, ma che attualmente rappresenta un buon punto di partenza verso la direzione giusta per il futuro del nostro Paese nell'alta formazione e nella ricerca scientifica (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Torto. Ne ha facoltà.

DANIELA TORTO (M5S). Grazie, Presidente. Ministra, colleghe e colleghi, la proposta di legge che stiamo per votare oggi rappresenta un primo passo in avanti nel mondo dell'università e della ricerca, in modo particolare, per la figura del ricercatore universitario e per tutte quelle figure impegnate nei percorsi post-laurea. Cosa intendo dire? Noi oggi stiamo intervenendo per migliorare quella che è la “riforma Gelmini”, che di fatto introduceva due figure di ricercatore universitario. Cos'è che non andava in questo sistema? Da una parte, si dava spazio a una sola figura che di fatto aveva la possibilità di diventare professore universitario; dall'altra, l'altra figura di ricercatore si ritrovava in un vicolo cieco. E lo sanno bene i nostri giovani, i ricercatori, i professionisti che magari sono dovuti andare all'estero perché qui in Italia trovavano le porte sbarrate.

Con questa proposta, invece, abbiamo pensato a tutti i ricercatori senza escluderne nessuno. È per questo motivo che abbiamo previsto un'unica figura di ricercatore, per restituire in qualche modo la possibilità, a tutti coloro che lo meritano, di diventare professore universitario (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Non solo: dobbiamo essere chiari su questo. Infatti, ciò non comporta soltanto la cosiddetta fuga di cervelli ma c'è un altro grave, gravissimo limite, e qual è? Glielo dico subito, Presidente. Vede, lo Stato attualmente investe molte risorse per la formazione universitaria dei suoi cittadini e poi di fatto non ne va a raccogliere i frutti, e questo ovviamente è inaccettabile.

Allora, è necessario intervenire a sostegno del settore universitario, di tutti quei giovani che si avvicinano al mondo della ricerca e che però non devono e non possono essere costretti a rinunciarvi per mancanza di prospettive di futuro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Non si può chiedere ai nostri ragazzi, ai nostri ricercatori, ai nostri professionisti di dedicarsi al lavoro di ricerca per poi passare la maggior parte del loro tempo a restare di fatto precari o, ancora peggio, a dover cambiare mestiere. Non si può permettere, Presidente, che le nostre migliori menti siano più apprezzate e siano più riconosciute all'estero che in casa propria (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Dobbiamo lavorare per restituire credibilità al nostro sistema universitario che costringe troppo spesso i nostri giovani a mettersi in fila, ad aspettare il loro turno e anche a rinunciare alle esperienze che vanno al di là del loro contesto, al di là del proprio ateneo.

Presidente, fuori da questi palazzi quante volte abbiamo visto cittadini rinunciare alla loro formazione universitaria perché sopraffatti da un sistema che si pensava non sarebbe cambiato mai e che esasperava nel tempo l'entusiasmo di fare ricerca?

Io chiedo a quest'Aula, a tutti i colleghi, se è giusto che i giovani debbano rinunciare ad esprimere le proprie capacità; eccellenti capacità, voglio sottolinearlo.

Infatti, scegliere studio e ricerca tante volte significa essere condannati a una prospettiva senza futuro e questo non lo possiamo permettere, ed è il motivo per cui il MoVimento 5 Stelle, insieme alla politica tutta, deve continuare a lavorare, Presidente. È chiaro che, per sostenere le giovani generazioni e per dare maggiore sicurezza di accesso al mondo del lavoro e della ricerca, debba essere questo oggi il nostro principale obiettivo. Un obiettivo che, però, non deve essere legato soltanto alla politica, ma al sistema universitario stesso. Vedete, colleghi, in questo periodo si è confermata estremamente necessaria la direzione della riforma del perfezionamento, del percorso di rinnovamento all'insegna di maggiore trasparenza, all'insegna di maggiore meritocrazia, e anche di un ammodernamento delle procedure di selezione, non soltanto nel mondo universitario, ma in tutta la pubblica amministrazione. Quando in Commissione cultura è stata avviata questa discussione, il MoVimento 5 Stelle aveva ben chiaro qual era la portata di questa riforma e oggi, dopo un tempo di pandemia e di emergenza, è evidente a tutti. In questo periodo noi abbiamo potuto toccare con mano la centralità del ruolo della ricerca, che direi di importanza vitale nella nostra società, se pensiamo alla ricerca scientifica, se pensiamo a quella in ambito medico e farmacologico. Il provvedimento, che portiamo oggi in Aula e che andremo a votare, si muove proprio in questa direzione, accompagnandosi, da una parte, con l'incremento dei fondi all'università voluto dai Governi “Conte 1” e “Conte 2” e, dall'altra, i 3 mila dottorati innovativi previsti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza. Voglio tornare sull'iter percorso fin qui, che ha saputo mettere insieme più linee di pensiero per giungere a una visione unitaria, che, però, deve essere la base da cui partire per portare avanti un lavoro ancora più capillare e ancora più incisivo nel futuro. Per questo ringrazio tutti coloro che si sono spesi nel merito, dal relatore Alessandro Melicchio alla Commissione Cultura, a tutti i colleghi che hanno contribuito ed anche la nostra Ministra. Abbiamo ribadito l'introduzione di una figura unica di ricercatore, abbiamo ribadito la necessità di evitare la fuga di cervelli, ma c'è un altro aspetto di questa proposta di legge importante: la trasparenza. Nel merito, come MoVimento 5 Stelle, abbiamo voluto fortemente che si intervenisse con dei correttivi al verificarsi di spiacevoli episodi, molto spesso legati alle fasi concorsuali. Noi sappiamo bene che questa fase è determinante nel sistema di reclutamento universitario. Quante volte ciascuno di noi, almeno una volta nella vita, avrà sentito parlare di concorsi truccati all'interno delle università italiane. Ebbene, al di là di quelli che poi sono stati gli esiti giudiziari, è ovvio che c'è qualcosa su cui continuare a lavorare, qualcosa da migliorare. Con questa proposta di legge, ad esempio, interveniamo sulle commissioni di concorso, che saranno individuate tramite un meccanismo di sorteggio dei commissari, i quali in gran parte non possono neppure appartenere all'ateneo che bandirà il concorso. E questo perché? Per garantire maggiore imparzialità e maggiore trasparenza. Presidente, infine, tengo a sottolineare un aspetto che ho particolarmente a cuore e per il quale ringrazio il contributo pervenuto da più colleghi. In questo testo è stata inserita una novità importante anche relativa al mondo dell'alta formazione musicale e coreutica, un mondo troppo spesso lasciato in sordina, che pure in realtà costituisce una risorsa importante per l'università italiana. È ovviamente il luogo in cui si elabora quello che è il nostro patrimonio musicale, artistico-culturale. Ebbene, l'intervento nel merito di questa proposta darà uno slancio notevole al sistema, garantendo che il famoso terzo livello di formazione, dedicato alla ricerca artistica, trovi una sua più precisa definizione e una più certa posizione. Infatti, sarà data la possibilità di attivare un dottorato di ricerca anche negli istituti di alta formazione musicale e coreutica, per la prima volta; finora non era così. È necessario, quindi, che, anche in questo settore, si esca da quella posizione di limbo, in cui si è intrappolati da tanti, troppi anni, e il MoVimento 5 Stelle si muove in questa direzione. Questo risultato è la dimostrazione che c'è l'interesse politico, la volontà politica, a muoverci in questa direzione anche nel futuro. Questo lo dico con soddisfazione e, ancor prima che da deputato, lo dico da musicista, per portare qui in Aula la voce e la soddisfazione di un'intera categoria (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ci impegniamo, dunque, a lavorare per migliorare il sistema universitario in tutte le sue sfumature, partendo proprio da qui. Quindi, Presidente, volgo al termine e, per tutte queste ragioni, a nome di tutto il MoVimento 5 Stelle, dichiaro il voto favorevole a questo provvedimento in discussione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale. Ha chiesto di intervenire, per un breve ringraziamento, il relatore, deputato Alessandro Melicchio. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO MELICCHIO, Relatore. Grazie, Presidente, solo per ringraziare gli uffici della Camera dei deputati e, in particolare, il dottor Di Muccio, la dottoressa Minerva e la dottoressa Stella, che hanno lavorato in maniera instancabile sul provvedimento, e naturalmente ringrazio la Ministra, per l'attenzione che ha dato sullo stesso. Voglio, infine, ricordare il professor Luciano Modica, che ci ha lasciato poche settimane fa, già senatore della XIV legislatura, nonché rettore dell'Università di Pisa. Con Luciano ho avuto la fortuna di dialogare e lo si è sempre fatto in maniera costruttiva, benché partissimo da punti di vista spesso diversi, ma condividendo le stesse finalità. Se il testo che stiamo per approvare è migliorato rispetto al passato, è anche grazie a lui (Applausi).

Commemorazione di Ettore Guglielmo Epifani (ore 18,35).

PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lui, l'intera Assemblea e i membri del Governo). Colleghe e colleghi, come sapete, lo scorso 7 giugno è venuto a mancare il collega deputato Guglielmo Epifani. Laureatosi in filosofia, ha iniziato giovanissimo una lunga e articolata esperienza nella CGIL, di cui sarebbe diventato Segretario generale nel 2002. Ha contribuito a segnare tappe significative del movimento sindacale italiano, coniugando sempre l'obiettivo primario della difesa dei diritti e della dignità dei lavoratori, soprattutto i più deboli, con una visione riformista, sempre attenta all'evoluzione economica e sociale del Paese.

Nel 2013 è stato eletto deputato con il Partito Democratico, lasciandolo poi nel febbraio 2017 per aderire al gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista. È stato, quindi, rieletto alla Camera nel 2018, nelle liste di Liberi e Uguali. Colto e appassionato, nella sua intensa attività di dirigente sindacale e di parlamentare, così come nel ruolo di dirigente di partito, Guglielmo Epifani è stato un uomo orgogliosamente di parte, ma ha saputo combattere le proprie battaglie senza mai rinunciare al suo pensiero critico e riflessivo. Sempre disposto al dialogo e al confronto costruttivo, è stato interlocutore stimato da tutti, anche da chi era portatore di posizioni profondamente diverse dalle sue. Ne è testimonianza l'apprezzamento unanime per l'autorevolezza, l'imparzialità e l'equilibrio con cui ha esercitato le funzioni di presidente della Commissione attività produttive nella passata legislatura. Nell'ultimo intervento in quest'Aula, il 20 maggio scorso, ha ricordato significativamente un'altra figura chiave per le questioni relative al diritto del lavoro e alle relazioni industriali, il professor Massimo D'Antona, ucciso dalle Brigate Rosse 22 anni fa, e nelle sedute precedenti era intervenuto diverse volte su un tema di enorme importanza, come quello della sicurezza sul lavoro.

Con Guglielmo Epifani scompare dunque una personalità di primo piano della nostra storia repubblicana; ne rimpiangeremo tutti i tratti garbati, l'integrità e la passione con cui ha sempre perseguito gli ideali di equità, di giustizia sociale e di solidarietà.

Ho già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita vicinanza e solidarietà della Camera dei deputati, che vi invito ora a rinnovare con un minuto di silenzio (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio - Prolungati applausi).

Ha chiesto di parlare il deputato Bersani. Ne ha facoltà.

PIER LUIGI BERSANI (LEU). Signor Presidente, cari colleghi, prima di tutto un abbraccio alla moglie Giusi, al fratello, ai familiari. In questi giorni a noi ovviamente sono venute più facili le lacrime delle parole. Nel nostro mondo si è improvvisamente aperto un vuoto, che non sarà colmato. Noi qui, in questo piccolo gruppo, perdiamo un compagno carissimo, prezioso, un amico fraterno, e credo di poter dire che noi tutti qui, in quest'Aula, perdiamo un collega, una persona a cui era facile, molto facile, volere bene (Applausi). Adesso, in cinque minuti, ovviamente non parlerò della vita e delle opere di Epifani, si è già detto e scritto molto.

Dico solo un paio di cose che sento di dover dire di Epifani, anche con un piccolo omaggio alle sue passioni culturali: la musica, il teatro, il cinema. Allora, ricordo che Luis Buñuel nella sua autobiografia scriveva che gli sarebbe piaciuto, una volta morto, uscirsene un attimo, andare in edicola, leggere i giornali su una panchina e poi tornarsene nell'aldilà. Leggendo i giornali e vedendo i servizi di questi giorni, Epifani, ne sono certo, riservato com'era, sarebbe arrossito, si sarebbe commosso per i riconoscimenti straordinari, unanimi, ma poi, ragionando e ragionando - perché, lo sapete, gli piaceva a ragionare - avrebbe forse suggerito qualche puntualizzazione. Una me la immagino così: tanti hanno ricordato la dolcezza, l'intima eleganza di Epifani, la sua misura, la razionalità, la passione per il merito dei problemi, per il confronto, il ripudio di ogni demagogia. E poi molti di questi tanti hanno aggiunto un “eppure”: eppure, nei passaggi difficili, fece scelte radicali, a volte dolorose. Eppure, come se senso della misura e radicalità fossero un ossimoro. Ma no, Epifani era semplicemente, come ha detto il Presidente Fico, un riformista; un riformista di prima che la parola “riformismo” si ammalasse un po' e diventasse buona per molti usi.

Pensate che in un po' di questi usi uno come Epifani non avrebbe avuto cittadinanza, uno che aveva fatto la sua tesi su Anna Kuliscioff. Questi sono i prodigi amari della politica e della linguistica. Il riformismo di Epifani - lo dirò così, riformismo di denominazione d'origine controllata - vuol dire graduale emancipazione degli esclusi, dei subordinati, di chi per vivere ha bisogno di lavorare, ed è l'idea che, guardando il mondo con gli occhi di tutti questi, si fa una società migliore per tutti. È l'idea che i valori e i principi non puoi lasciarli nell'iperuranio e proclamarli e basta; devi portarli a terra almeno un po' e farli vivere almeno un po' nella vita concreta delle persone. Quindi nulla a che fare né con il massimalismo predicatorio né con il moderatismo codista e cedevole.

La convinzione profonda, semmai, che una sinistra di governo, innamorata dell'uguaglianza, saldamente costituzionale, attenta al sociale, al lavoro, all'impresa, possa essere utile all'Italia. Questo era Epifani, nella misura e nella radicalità. E se vogliamo fare qualcosa in suo nome - questo era il suo cruccio, voglio dirlo qui - ricomponiamo il lavoro, che oggi è diviso, disarticolato, frammentato. Una società non può stare assieme con un lavoro così diviso e non basterà a noi dire “più lavoro” se riproduciamo un lavoro fatto così. Allora, al concreto, legge sulla rappresentanza, sulla contrattazione. Stesso lavoro, stesso contratto, stessi diritti. Parità salariale di genere, ammortizzatori universali, la formazione messa in modo intrinseco, strutturale nei rapporti di lavoro e sicurezza sul lavoro, così che il lavoro ritrovi la sua soggettività, la sua autonomia, la sua forza, e possa provare a cercare la sua strada nella terra incognita di questo algoritmo globale.

È una terra incognita. Ho concluso, cari colleghi: appena prima di andare in ospedale e di morirci, il suo ultimo fiato Epifani lo ha speso in piazza con gli operai della Whirlpool che stanno difendendo la loro fabbrica e il loro lavoro.

Ecco la vita finisce là dove comincia, e questo, caro Guglielmo, se ti fosse sfuggito, lo dice Pasolini nel suo Edipo Re: la vita finisce dove comincia sì, ma, per chiudere così perfettamente il cerchio, ci vuole la mano ferma e una grande, grandissima classe, una grandissima classe. Grazie, Guglielmo (Applausi – L'intera Assemblea si leva in pedi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

DAVIDE CRIPPA (M5S). Grazie, Presidente. Rivolgo, in primis, un sentito abbraccio a tutta la famiglia. Grazie Guglielmo, mai avrei immaginato di dover fare questo intervento in Aula pensando quando, nel 2013, arrivammo in Parlamento e ho avuto l'onore di fare il vicepresidente della Commissione attività produttive, proprio quella Commissione che tu hai presieduto per cinque anni e che, come ha ricordato il Presidente Fico, hai gestito con un'imparzialità totale. Abbiamo discusso, abbiamo chiacchierato, abbiamo cercato di portare avanti provvedimenti all'interno degli schieramenti opposti. Siamo riusciti ad avviare un percorso straordinario, quello in cui, grazie alle tue intuizioni, si è parlato di “Industria 4.0” all'interno di questo Paese, ma dalla parte dell'attenzione dei lavoratori, per comprendere come l'innovazione dovesse essere immediata, dovesse essere accompagnata da una misura. Tu hai saputo coinvolgerci all'interno di quel percorso istituzionale e politico, proprio noi, i 5 Stelle e io, in primis, dotati di un discreto temperamento caratteriale. I tuoi modi gentili ci hanno accompagnato nell'esame di diversi provvedimenti, hai sempre cercato di mediare tra minoranza e maggioranza, sono stati tanti gli scambi di opinione che abbiamo avuto anche in questa legislatura e sembrano tutti improntati, anche gli interventi che solitamente rivolgevi al Governo, gli interrogativi nei question time, al settore, ad esempio, dell'automotive, dove ti domandavi quale sarebbe stato il futuro dei lavoratori e le modalità con cui questo settore sta cambiando rapidamente e in cui si vede la fatica di una fase di accompagnamento. Abbiamo parlato tante volte di un'azione politica, di questa azione politica che, insieme, questa volta, e non da minoranza e opposizione come nella scorsa, abbiamo portato avanti durante il Governo “Conte 2” e in questa esperienza di Governo molto ampio. Ricordo, e non lo dimenticherò mai, le pacche sulle spalle rientrato dalla mia esperienza al Governo per darmi un maggiore impegno a un'azione politica istituzionale e continuare su una strada di maggior dedizione rispetto a un progetto politico che stava dando e sta dando i frutti all'interno di queste Aule e di questo dibattito parlamentare. Sentire oggi i colleghi, anche nella prima legislatura, che in Commissione lavoro mi hanno raccontato entusiasti dei tuoi discorsi, della tua visione all'interno di una seduta di Commissione semplice, dove il silenzio d'improvviso calava nel momento in cui prendevi parola e davi una chiave di lettura che sembrava a molti lontana, poco chiara, poco comprensibile. Ecco, vedere che loro hanno quella stessa impressione che ho avuto io nei cinque anni passati, grazie a te, devo dire grazie di cuore, mi hai saputo trasmettere una modalità di partecipazione alla vita istituzionale estremamente delicata per chi, come noi, arrivava all'interno di queste istituzioni e doveva apprendere tanto da questa esperienza politica. Guglielmo, grazie di cuore e un grazie ancora (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giaccone. Ne ha facoltà.

ANDREA GIACCONE (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, mai avrei voluto dover ricordare in quest'Aula un collega per cui nutrivo la più profonda stima. Alla moglie e alla famiglia vanno la nostra vicinanza e le nostre condoglianze. Una vita trascorsa all'interno del sindacato, a difesa del lavoro e dei lavoratori: questa è stata la vita di Guglielmo Epifani, tant'è che, come è stato ricordato, pochi giorni prima del ricovero, era in piazza con i lavoratori della Whirlpool. Io vorrei ricordarlo per la semplice conoscenza diretta che ne ho avuto in Commissione lavoro come collega, gentile e pacato, ma fermo, competente e sempre costruttivo. In Commissione lavoro è stato anche relatore, durante questa legislatura, della proposta di legge n. 1266 in materia di vigilanza e sicurezza sul lavoro, tema, anzi tragedia, quanto mai all'ordine del giorno e su cui il collega Epifani si è sempre e a lungo speso. Nei suoi interventi aveva la capacità di catalizzare l'attenzione, a dimostrazione che non serve alzare la voce per essere ascoltati. E lui ascoltato e rispettato da tutti lo era, al di là delle differenze di vedute, sicuramente per la sua grande competenza, ma anche per il suo stile, la sua visione, il suo modo di essere. Tutti i colleghi del mio gruppo, al di là degli schieramenti politici, ne avevano un'enorme rispetto. Ho avuto l'onore di presiedere la Commissione lavoro a inizio legislatura e al mio primo mandato parlamentare, compito non facile e Guglielmo Epifani, con la sua esperienza pregressa di presidente della X Commissione, mi diede un impagabile aiuto e impagabili consigli sulle procedure e sulla gestione del lavoro della Commissione. Uomo di fine intelligenza e grande cultura, dotato di spiccato ed elegantissimo senso dell'umorismo, mai banale. Ricordo con affetto e piacere, al di fuori della politica, le discussioni sulle comuni passioni e sui più disparati argomenti. La scomparsa di Guglielmo Epifani è una grave perdita non solo per i suoi compagni del sindacato e per la sinistra, ma per tutto il Parlamento e per tutto il Paese. Ho un rammarico, perché avrei voluto che la nostra conoscenza fosse più lunga e approfondita, ma sono onorato di aver avuto la possibilità di lavorare e confrontarmi con lui. Ciao Guglielmo (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Carla Cantone. Ne ha facoltà.

CARLA CANTONE (PD). Grazie, Presidente. Ciao Guglielmo, te ne sei andato in silenzio, senza fare rumore: così ce ne siamo accorti alla fine, tutti ce ne siamo accorti alla fine, anche se nei tuoi occhi c'era da tempo un velo di tristezza. Sei sempre stato una persona mite e gentile, ma non debole, anzi coraggioso. Abbiamo lavorato insieme dieci anni, noi così diversi, abbiamo combattuto insieme per almeno vent'anni per obiettivi fondamentali, diritti e giustizia sociale, libertà e democrazia. Sei sempre rimasto socialista, perché credevi nella lotta riformista per l'emancipazione dei lavoratori e dei più deboli. Hai guidato la CGIL in un periodo difficile, dopo Cofferati. Molti dicevano “non ce la farà”, invece, sei stato bravissimo, sei riuscito benissimo a fare il segretario generale. Tua è stata, nel 2005, la denuncia che tanto ha fatto discutere: il declino industriale. Lanciò questo messaggio in una piazza di Napoli piena di disoccupati, nel 2005, e avevi, purtroppo, ragione. Tu credevi nel ruolo importante delle donne e nei giovani, i giovani ai quali hai dedicato la prima assemblea nazionale in assoluto della CGIL di delegati aziendali nel 2006, ragazzi e ragazze di vent'anni, perché erano il futuro non della CGIL, ma del nostro Paese.

Credevi nell'unità sindacale e ti sei sempre impegnato per ricostruire ogni volta che c'era una divisione. Tu tornavi dalla CISL e dalla UIL e dicevi: ricominciamo. Ti sei impegnato con la passione civile che ti ha accompagnato nel cammino della tua vita, nel sindacato prima, nella politica poi, nel Partito Democratico come segretario, è stato il nostro segretario; e poi Articolo Uno e LeU, come ha ricordato Bersani prima, e hai vissuto, diciamolo, con sofferenza la scissione.

I tuoi interventi in quest'Aula erano seguiti con il rispetto che ti veniva riconosciuto, sempre di merito e mai banale. In Commissione lavoro, abbiamo imparato tanto dai tuoi suggerimenti, che ci davi senza mai far pesare il tuo sapere. Porteremo avanti le tue proposte per lo sviluppo, per il lavoro, contro la precarietà e la disoccupazione, ma soprattutto per la sicurezza nei posti di lavoro, e le tue idee sulla rappresentanza sociale nel rigoroso rispetto della Costituzione; quella Costituzione, Guglielmo, che hai sempre difeso per tutta la tua vita, fin da ragazzo, una Costituzione dove, in alcuni articoli, si parlava di combattere la povertà.

C'è una pagina di Guglielmo che molti non conoscono, proprio per la sua riservatezza: la povertà, i bambini; quante volte non sapevo dove fosse finito, andava a trovare le famiglie povere e i bambini poveri, lo ha sempre fatto, proprio nel nome di quella Costituzione in cui lui credeva molto, quella che ha difeso, appunto, per tutta la sua vita.

Ci mancherai, Guglielmo, ci mancherà il tuo modo di fare, ci mancherà il tuo autentico impegno democratico. Vai avanti anche dove ti trovi, Guglielmo, so che tu ci credi. Spero che appena sei arrivato dove adesso sei, non ti sei messo subito a fare un'assemblea o un intervento come in Parlamento, sei capace di fare anche questo. Ma noi lo ricordiamo anche in questo modo, con l'affetto che lui meritava (Applausi – Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Polverini. Ne ha facoltà.

RENATA POLVERINI (FI). Grazie, Presidente, ho scritto per riuscire ad arrivare alla fine, perché per me ricordare una persona alla quale si è legati da sentimenti di affetto, di amicizia e riconoscenza, è già difficile, ancora di più se questa persona, come Guglielmo, aveva straordinarie qualità, umane e politiche, riconosciute da tutti. Tutti quelli che in questi giorni hanno ricordato la figura di Epifani hanno usato aggettivi inconsueti per un leader sindacale e politico, definendo Guglielmo gentile, cortese, colto, persino elegante nel portamento e, soprattutto, in quell'eloquio capace di soddisfare i palati più fini di quest'Aula, come di galvanizzare le operaie e gli operai dai quali, fino all'ultimo respiro, è stato ricordato e ai quali - è proprio il caso di dirlo - ha dedicato i suoi pensieri, il suo impegno, la sua vita.

Mi sono venuti i brividi e le lacrime, in questi giorni abbiamo pianto in tanti per lui, ma io ho pianto anche nel riascoltare sul suo blog gli interventi fatti da questi banchi negli ultimi giorni di vita. Uno in particolare, quello del 12 maggio, dedicato al tema della sicurezza sul lavoro per la morte di una giovane operaia a Prato, mi è parso - ascoltatelo - più che una testimonianza di un leader sindacale, che di quel tema aveva fatto una bandiera ed una ragione di vita, quasi un testamento politico e personale.

Disse, in quell'occasione, Guglielmo: la priorità della salute e della sicurezza non nasce da un presupposto ideologico, ma da una evidenza umana, perché tutto dipende dalla salute e dalla sicurezza delle persone, lo stato del presente, la possibilità di programmare il futuro, la propria libertà, la propria dignità, il proprio lavoro, il sistema degli affetti e delle relazioni”. Quanta verità c'è in queste parole! Tuttavia, la priorità di Guglielmo era quella di preoccuparsi della salute degli altri, di garantire ai più deboli quel presupposto che una terribile malattia gli avrebbe negato di lì a breve.

Ho avuto la fortuna, anzi il privilegio, di condividere con Epifani, da organizzazioni sindacali diverse ma convergenti, un'indimenticabile stagione sindacale - anche Carla ricorda quante battaglie abbiamo fatto insieme -, una stagione nella quale, da segretario generale del più grande sindacato italiano, la CGIL, ha affrontato un durissimo scontro con il Governo e la Confindustria sull'articolo 18 e non solo. Noi siamo stati entrambi vice segretari generali delle nostre rispettive organizzazioni e poi entrambi segretari generali e nessuno dei due poteva immaginarlo solo qualche anno prima. Guglielmo guidava la giusta resistenza allora a un cambiamento che metteva in discussione l'architrave di tutti i diritti dei lavoratori. Lo faceva con una lucidità, una determinazione e una consequenzialità argomentativa che sbaragliava qualsiasi confronto. E, infatti, almeno in quella fase politica vinse lui e con lui un'idea di lavoro che dovremmo recuperare proprio nel momento in cui la pandemia ci ha riportato con i piedi in terra, costringendoci a fermarci e a fare i conti con ciò che è davvero importante nella vita: la priorità, appunto, di cui parlava Guglielmo in quest'Aula.

Ricordare la figura di Epifani in 2 minuti è impossibile e sono sicura che altri lo hanno già fatto, ma soprattutto il tempo e gli studi che si dovranno necessariamente dedicare alla sua figura si incaricheranno di sottolinearne l'impegno politico, la coerenza con la quale ha militato prima nel Partito Democratico, di cui è stato segretario generale in un delicato periodo, e ora, con un passaggio intermedio, in LEU.

Vorrei chiudere ricordando il sorriso di un amico premuroso e attento, che non mi ha mai fatto mancare buoni consigli ed esortazioni e con il quale condividevamo spesso. Non avevamo nemmeno figli, nessuno dei due, ed eravamo molto legati ai nostri nipoti (Applausi). Lui conosceva bene i miei e parlava dei suoi sempre, costantemente con grande orgoglio. A Guglielmo e alla sua amata Giusi, la compagna di una vita che ha avuto la fortuna e il privilegio di averlo accanto, va il mio abbraccio, il mio e della mia famiglia, e ovviamente l'omaggio e il cordoglio di tutto il gruppo di Forza Italia (Applausi). A me Guglielmo mancherà, mancherà tantissimo: mi mancherà in quest'Aula, mi mancheranno i suoi messaggi, mi mancherà la sua vicinanza. Per me è andato via un amico, un amico vero che mi ha dato tanto e che non mi ha mai chiesto niente in cambio (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). Grazie, Presidente. Come vede, anch'io oggi cerco di non andare a braccio, ma di leggere un intervento. Vede, Presidente, questa lettura virtuosa e importante, anche da parte di molti colleghi, è importante proprio perché in questo momento i colleghi di Guglielmo Epifani non vogliono sbagliare una parola nei confronti di un deputato, di un politico, di un sindacalista che probabilmente mai ha sbagliato in termini di parole. È altrettanto chiaro che ci uniamo con le condoglianze ai familiari e alla moglie Giusi.

Devo dire che oggi - e penso anche per gli altri colleghi che sono intervenuti - parlare con quel mazzo di fiori lì davanti (sino a qualche ora fa Guglielmo Epifani era qui di fronte a noi, piuttosto che al vostro fianco) fa tremare un po' i polsi e fa tremare un po' le gambe dinanzi a una figura politica, a una figura sindacale di primo rilievo nel nostro Paese. Una figura, come ricorderanno molti colleghi che qui oggi sono seduti e che hanno fatto sindacato, che è arrivata a dirigere, Presidente, un sindacato di classe partendo dagli studi, partendo dalla sua laurea in filosofia, partendo da una tesi rispetto ad una delle più grandi figure del socialismo (la ricordava prima l'onorevole Bersani, Anna Kuliscioff).

Diciamo che Guglielmo Epifani ha di fatto scavato e dissotterrato valori quali la cultura e la forza gentile della trattativa e della mediazione. Era un grandissimo mediatore, forse uno dei migliori. È stato il primo segretario socialista della CGIL. Senza di lui, colleghi, io penso che – per quanto poco o tanto possiamo rivolgere uno sguardo al passato - il sindacato, qualunque esso sia oggi in Italia, non avrebbe mai raggiunto quel riconoscimento culturale così alto, che è altrettanto importante ed altissimo per un sindacato.

Aveva un tratto gentile e un'eleganza innata, come spesso oggi è stato ricordato, anche nel contrastare le idee. Io l'ho frequentato - lo ricordava il collega Crippa - prima da presidente della Commissione X, poi in questi anni da facente parte della Commissione lavoro (Commissione che io frequento oramai da molti anni) ed era elegante anche nel contrastare le idee. Molto spesso le nostre idee erano un po' contrastanti, però questo era il suo tratto distintivo; mi ricorderò di lui sotto questo punto di vista. Un tratto distintivo importante, nella sua vita, e un tratto distintivo, purtroppo, molto importante anche nella sua scomparsa.

Ricordo un episodio, Presidente, quando, circa tre anni fa, Guglielmo Epifani iniziò a frequentare la Commissione lavoro; io avevo preparato una proposta di legge sul sindacato, che mi sembrava in quel momento la più bella proposta di legge che si potesse presentare, ed egli me l'ha distrutta politicamente in due minuti; alla fine, mi sono sentito anche di doverlo ringraziare perché avevo imparato, evidentemente, qualcosa.

Pur con idee diverse, per molti, quindi, è stato qui alla Camera dei deputati - ma non soltanto alla Camera dei deputati - un grande esempio. È stato un grande sindacalista e, per come l'ho conosciuto, è stato anche un grande e paziente segretario di partito, oltre che un ottimo parlamentare. Una forza gentile - lo citava prima la collega Polverini in uno dei suoi ultimi interventi - che io ho osservato, anche nel suo ultimo intervento, con la sua prossemica: il modo in cui si sporgeva dai banchi, il modo in cui muoveva le mani facevano evidentemente capire quali erano i suoi ideali e quali sono i suoi ideali.

Ha vissuto, tra l'altro, il suo male con una grande dignità e una grandissima riservatezza. Sembrava addirittura, colleghi, che non volesse che nessuno in quel momento si preoccupasse di lui.

Abbiamo, Guglielmo, passato molto tempo in Commissione lavoro assieme e, per questo, io ti ringrazio.

In uno degli ultimi momenti in cui l'ho visto in vita, eravamo assieme e lui ha parlato prima di me a un presidio Whirlpool, qui accanto alla Camera. E io penso che se qualcosa dobbiamo all'onorevole Epifani, anche dopo le belle parole dell'onorevole Bersani, vi è anche la necessità di favorire oggi il dialogo - un dialogo costruttivo, Presidente - fra la parte datoriale e gli occupati, che in questo momento, effettivamente, secondo me qualche difficoltà inizia ad averla. Difendiamo il lavoro, difendiamo i lavoratori, nel nome di Guglielmo Epifani; non soltanto nel suo nome, ma è del tutto evidente che egli ha lasciato una traccia indelebile nel sindacato, in noi e in questo Parlamento. La ringrazio (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Colaninno. Ne ha facoltà.

MATTEO COLANINNO (IV). Signor Presidente della Camera, colleghi, la scomparsa dell'onorevole Guglielmo Epifani, del nostro collega, del nostro amico, ci ha lasciati sgomenti e addolorati.

Ho conosciuto Guglielmo quando era il segretario generale della CGIL, il più importante sindacato d'Italia, ed io ero il presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria.

Abbiamo, fin da subito, costruito un confronto aperto sul futuro dell'impresa italiana, sul futuro dell'impresa italiana nelle sfide della nuova globalizzazione e, soprattutto, su un tema che ci aveva accomunato, cioè sulla centralità della persona umana come fattore primo di sviluppo economico e sociale.

Molti anni più tardi l'onorevole Epifani venne eletto segretario del Partito Democratico e mi volle al suo fianco nella segreteria del partito come responsabile economico.

Ma soprattutto devo dire che, in tutti questi anni, ho avuto l'onore della sua amicizia, preziosa, saggia, affettuosa. Sì, Guglielmo era così come è stato descritto e raccontato da tutti: un uomo profondamente colto, intelligente, sensibile, dirigente del sindacato e politico riformista e lungimirante; un signore, elegante, stimato e apprezzato da tutti: sono tratti che ammiro tanto, anche se lontani, purtroppo, dalle mode di questo tempo.

Come altri esponenti di industria sono testimone della determinazione acuta di Guglielmo, segretario generale della CGIL, ad affrontare strategie industriali complesse. Conosceva tutte le dinamiche dei settori industriali, da quelli più difficili come l'automotive, a tutte le filiere produttive. Sono testimone della sua capacità di cogliere il risultato, grazie anche alla straordinaria virtù di negoziatore, in grado di concludere con successo mediazioni in principio impossibili, sempre nell'interesse dei lavoratori, dei loro diritti, del lavoro e delle imprese.

A Guglielmo, collega stimato, apprezzato e ben voluto da tutti, il ricordo senza tempo e indelebile di tutti noi colleghi di Italia Viva. E alla signora Epifani, a te Giusi, ai vostri familiari, le nostre condoglianze e tutto il nostro sostegno (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Napoli. Ne ha facoltà.

OSVALDO NAPOLI (CI). Grazie, Presidente. Fare memoria di Guglielmo Epifani in quest'Aula significa non solo per me ricordare un parlamentare straordinario per i molti talenti e la qualità che tutti, avversari o sodali politici, gli abbiamo riconosciuto. È cosa rara di questi tempi: gli sono stati riconosciuti in vita.

Il suo tratto umano, fatto di una cordialità mai ostentata ma sempre genuina, disponeva l'interlocutore ad un dialogo franco, privo di ghirigori, ma sempre focalizzato sulla sostanza delle questioni. Chi cercasse differenze significative fra il sindacalista e l'uomo politico perderebbe il suo tempo perché in Guglielmo Epifani la lealtà e la coerenza delle idee prevalevano su tutto e venivano prima di qualsiasi considerazione.

È stato un sindacalista combattivo e ragionevole, due termini in apparenza antitetici ma che in realtà convivevano perfettamente in lui. La sintesi fra la ragionevolezza e la combattività si chiamava in lui in un solo modo, già detto da altri: riformismo. È stato riformista durante la lunga stagione del socialismo craxiano, lo è stato negli anni successivi quando, finito il Partito Socialista, Epifani entrò nei Democratici di Sinistra e poi nel Partito Democratico, sempre conservando salde le sue radici di riformista e di socialista. E da socialista è stato, sia pure per pochi mesi, reggente del Partito Democratico nel 2013, unico caso di un socialista alla guida del più grande partito in cui confluiva gran parte dell'eredità del Partito Comunista e non solo del Partito Comunista.

Epifani votò il Jobs Act non senza tormenti, avendo lui guidato la manifestazione sindacale contro la riforma dell'articolo 18. Dopo quel passaggio maturò una decisione sofferta: lasciò il Partito Democratico per aderire ad Articolo 1 e, quindi, a Liberi e Uguali.

Il suo riformismo intransigente lo accomuna ad un'altra grande personalità, come fu Vittorio Foa. I suoi modi gentili e la pacatezza dei toni non erano una maschera pubblica perché la determinazione del sindacalista e del politico nella difesa delle idee e dei valori restava intatta. Anche chi non ha sempre condiviso le sue battaglie - e certamente sono io fra questi - non può oggi non rendere omaggio alla memoria di un uomo perbene, di un politico che ha calcato la scena pubblica senza il clamore a cui siamo oggi, purtroppo, costretti. Ricordando la sua figura rendiamo omaggio ad un protagonista che ha attraversato la vita sindacale e la vita parlamentare con assoluta dignità, sempre pronto a pagare di persona in difesa degli ideali in cui credeva. Una lezione, colleghi, di stile e di vita dalla quale abbiamo tutti da imparare qualcosa (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Costanzo. Ne ha facoltà.

JESSICA COSTANZO (MISTO-L'A.C'È). “Il tema della sicurezza sul lavoro suscita indignazione profonda ma tutto, poi, torna nel sotterraneo. Noi, invece, dobbiamo vincere questa battaglia, che è una battaglia, prima di tutto, culturale”. Queste sono parole di Guglielmo Epifani, in uno dei suoi ultimissimi interventi proprio in quest'Aula. Epifani parlò al Premier Draghi di morti sul lavoro - eravamo nei giorni immediatamente successivi alla tragedia di Luana D'Orazio - e lo fece in una maniera non scontata, con la competenza e la passione di sempre, con toni intransigenti ma pacati che hanno caratterizzato la sua intera vita politica e sindacale. Ho un bellissimo ricordo di Epifani, mio collega in Commissione lavoro. Ascoltarlo in ogni suo intervento, alle audizioni di esperti come durante l'esame di provvedimenti governativi, era sempre un arricchimento. La sua conoscenza del mondo del lavoro, delle normative e delle problematiche irrisolte era sterminata ma Epifani non lo faceva pesare; anzi, si poneva in un'ottica dialogante e soprattutto di vicinanza rispetto al proprio interlocutore, che guardava anche con interesse. Addirittura, un paio di settimane fa, nella sua ultima apparizione pubblica, era intervenuto al presidio degli operai della Whirlpool, dichiarandosi fermamente contrario allo sblocco dei licenziamenti dal primo luglio e dicendo di non capire la differenza tra sbloccarli a luglio o a ottobre, quando, magari, l'economia si sarà ripresa.

Questo e molto altro è stato Guglielmo Epifani e io ho avuto l'onore di poter condividere solo un piccolo tratto di strada al suo fianco, molto poco rispetto alla sua lunga e prestigiosissima carriera politica e sindacale ma sufficiente per farmi cogliere la sua dedizione alla causa dei più deboli e la ricerca, mai interrotta, della strada migliore per garantire dignità ai diritti dei lavoratori. Quale migliore commemorazione se non attuare, concretizzare il suo pensiero? Quest'Aula glielo deve, il Parlamento glielo deve. Credo sarebbe il miglior gesto commemorativo per ringraziarlo, per rispettarlo, per omaggiarlo per aver condiviso con l'Italia il suo pensiero, il suo insegnamento e la sua esperienza. Grazie, Guglielmo (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lapia. Ne ha facoltà.

MARA LAPIA (MISTO-CD). Grazie, Presidente. È stato un onore per me conoscere Guglielmo Epifani, l'uomo e il politico, un grande uomo e un grande politico. Sappiamo quanto chiare e condivisibili fossero le sue analisi sul sistema produttivo del Paese, un Paese in fase di netto declino. Ne ha evidenziato l'emergenza e la necessità di cambiamenti a difesa dei diritti dei lavoratori, della fragilità dei nostri lavoratori e della loro dignità e a sostegno della centralità del sindacato, a partire dai presidi territoriali. Ma le sue battaglie non si sono limitate a questo. Non dimentichiamo che il nostro caro collega, che oggi in quest'Aula ricordiamo, fu il primo segretario in CGIL a rivelare particolare sensibilità nei confronti del pieno esercizio di tutti i diritti civili, pur legati a battaglie collettive.

Lavorando in Commissione affari sociali, non posso non ricordare l'impegno, in prima persona, in occasione del referendum sulla legge n. 40 sulla procreazione medicalmente assistita, molto importante per tanti di noi. Mise all'ordine del giorno temi dei quali questo Parlamento si è occupato negli anni successivi: autodeterminazione della persona, fine vita, testamento biologico, rispetto dell'identità di genere.

Ho avuto modo di conoscerlo in questi anni di attività parlamentare, di parlarci diverse volte. Ho ritrovato caratteri essenziali che avevano contraddistinto la sua figura. Una persona perbene, attenta ai cambiamenti sociali e alla difesa dei più deboli, impegnata nella costruzione di una civiltà più solidale, moderna e inclusiva. Ciò che potremo fare sarà continuare, andare avanti nel suo esempio e portare avanti le sue battaglie. Alla sua famiglia e a sua moglie le mie più sentite condoglianze (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Muroni. Ne ha facoltà.

ROSSELLA MURONI (MISTO-FE-FDV). Grazie, Presidente. È per me insieme un grande onore e un grande dolore ricordare Guglielmo Epifani in quest'Aula, come è stato un onore condividere con lui i banchi di Liberi e Uguali. Anche per la mia generazione, appassionata di politica, la CGIL è stata un porto sicuro, dove fare politica da studenti e imparare da figure come quella di Guglielmo Epifani.

Il mio ricordo di Guglielmo Epifani è quello di un uomo curioso, che sui temi ambientali voleva capire, approfondire, intuendo come la battaglia di sempre, quella per il lavoro, fosse oggi intimamente legata ai temi ambientali, cercando di superare quella tradizionale dicotomia tra ambiente e lavoro. Mi chiedeva, Guglielmo Epifani, e voleva che io gli spiegassi alcune posizioni che io prendevo. Aveva una curiosità generosa ed era difficile rispondere alle sue domande perché era un uomo rigoroso, colto e pretendeva lo stesso rigore nella risposta. Ma era davvero un piacere confrontarsi con lui e, anche se non credo di averlo convinto di alcune delle mie idee - ma questo per un mio limite - serbo come un ricordo prezioso i suoi racconti sul sindacato, sulle battaglie, sul partito. Un uomo che ha fatto un pezzo di storia, che pure fino alla fine ha lavorato con impegno e passione, regalando a tutti noi un esempio prezioso di buona politica, quella bella e gentile ma rigorosa e radicale. Grazie, Guglielmo (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sgarbi. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI (M-NCI-USEI-R-AC). Onorevoli colleghi, non vorrei chiamarla “commemorazione” perché mai, nella perdita di un collega, siamo stati così uniti, come se la sua morte ci migliorasse nel sentire ciò che unisce i nostri pensieri e non ciò che li divide. La sua morte ha fatto come non era mai capitato. In quest'Aula, avendo una certa età, ho commemorato Franco Marini, Rossana Rossanda, Emanuele Macaluso, Mellini, tutte persone con cui ho avuto un'amicizia stretta e molte idee condivise. Con Epifani avevo in comune la considerazione molto alta della bellezza che salva il mondo, se noi siamo in grado di salvare lei, difendendo l'Italia, la sua dimensione di paesaggio che rischia di essere disperso e perduto.

Ricordo, il 17 marzo 2018, con l'amico Speranza - io raccontavo Michelangelo al Teatro Olimpico - la passione, la verità del suo sguardo, attento alle immagini e ai racconti che io venivo facendo e, come è capitato in numerose occasioni, la sua vigile presenza e il suo desiderio. Da non molti colleghi ho sentito chiedere: verrò a vedere la mostra, verrò da te, lui a Sutri, lui a Ferrara. Veniva con la curiosità autentica di chi sente la cultura come una natura profonda.

Per questo, al di là dei colleghi perduti che ci hanno insegnato molto, come Rossana Rossanda, da Epifani veniva qualcosa che va al di là dell'ideologia e riguardava l'umanità, quello che ci accomuna, quello che ci unisce, quello che ci migliora. Abbiamo sentito qualche collega piangere, commuoversi. Prima, l'amico Speranza mi ha chiamato, dopo le tante polemiche che abbiamo avuto, perché è più forte la sua vita in quei fiori, che non erano stati in nessun banco per altri colleghi. È come se non potessimo accettare che egli se ne sia andato. E proprio perché nell'andarsene, nell'andare non in un luogo che io credo ci aspetti, forse non ci aspetta niente, però ciò che rimane di noi è la memoria che lasciamo. E per questo, ho pensato che, forse, era giusto dedicargli, in ordine al valore della poesia, i versi di Guillaume Apollinaire de La casa dei morti, quella in cui sicuramente sta, che qualcuno può pensare sia la casa dell'altra vita. Dice qualcosa che riguarda più noi, che ci siamo, che lui: “Perché nulla può innalzarvi di più dell'aver amato un morto o una morta. Si diventa così puri da giungere nei ghiacciai della memoria a confondersi col ricordo. Se ne resta fortificati per la vita e non s'ha più bisogno di nessuno”.

Questo penso, che il dolore che ho provato a vedere non più i suoi occhi e la sua intelligenza in quel banco ha, in realtà, dato alla mia vita maggiore senso (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE-PSI). Grazie, Presidente. A dire la verità, ascoltando gli illustri colleghi che mi hanno preceduto, non ho una frequentazione da riportare con l'onorevole Epifani, non ho un'assiduità o, comunque, un'appartenenza ad una Commissione da poter vantare, e, quindi, non avrei alcun ricordo da poter offrire a quest'Aula, anche perché la statura di questa persona è ormai nota e conosciuta a tutti. Almeno fino a poco più di qualche settimana fa, quando, facendomi coraggio anche, con un po' di imbarazzo, visti la qualità e, come ho detto prima, la statura della persona, mi permisi di invitare l'onorevole Epifani alla presentazione di un libro scritto da un sindacalista, dirigente anche della CGIL, prima locale e poi provinciale, del mio territorio di provenienza, cioè della provincia di Foggia, che ha scritto questo libro nel 2018 e poi è scomparso subito dopo averlo pubblicato.

Allora, avevo piacere di presentare questo libro, da cui è stato tratto un film, di questa persona, di questo dirigente. Ho avuto il piacere di invitare l'onorevole Epifani, il quale, con grande sensibilità, con grande affabilità, mi disse subito di sì. E poi chiesi: ma devo mandare un invito ufficiale alla segreteria, alla mail? Disse: no, no, l'importante è che tu me lo ricordi magari qualche giorno prima dell'evento. Ebbene, il giorno dell'evento è stato oggi, alle ore 14. Ho presentato nella sala stampa di Montecitorio questo libro, alla presenza della moglie di questo dirigente. L'onorevole Epifani, naturalmente, non c'era. Il libro che il sottoscritto, con la famiglia, avrebbe voluto donare all'onorevole Epifani, mi permetterò di offrirlo alla famiglia, se avrà il piacere di riceverlo e io ottenere il privilegio di poterlo consegnare (Applausi).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO (ore 19,30)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Ministro Speranza. Ne ha facoltà.

ROBERTO SPERANZA, Ministro della Salute. Ci tenevo veramente, in pochissimi istanti, ad aggiungere alle parole importanti che abbiamo ascoltato anche il cordoglio del Governo del Paese per una personalità che riteniamo essere stata molto importante, una figura eccezionale che lascia un vuoto indelebile. Io credo che a Guglielmo la discussione che è stata fatta oggi sarebbe davvero piaciuta, forse avrebbe sorriso e ci avrebbe accarezzato, Renata, ci avrebbe persino confortato, perché questo era Guglielmo Epifani: una personalità straordinaria, dotata di un'umanità incredibile, capace di leggere la complessità dei processi, di semplificarli, di tenere insieme una grande fermezza di principi, una grande radicalità delle cose in cui credeva, con una straordinaria capacità di dialogo, di ascolto, di confronto con tutti quanti. E io penso che il messaggio di quest'Aula di oggi sia quanto di più bello possa esserci, un messaggio unitario di una grande personalità, rappresentante, senz'altro, di una parte, di un punto di vista, ma rappresentante, come ci chiede la Costituzione, con disciplina ed onore, delle nostre istituzioni. E, allora, io penso che, nel ringraziarlo, anche come Governo del Paese, in una seduta solenne del Parlamento, dovremmo tutti assumere un impegno, l'impegno di provare a tenere viva questa lezione straordinaria, la lezione di un uomo che ha dedicato l'intera vita, prima di tutto, a difesa del diritto al lavoro. Nella sua esistenza ha fatto tantissime cose, ma credo che la matrice di fondo fosse questa. Spesso, in questi giorni, è stato ricordato il suo sentirsi, essere socialista: io penso che questa parola vada interpretata nel senso più umanista possibile, cioè come tentativo quotidiano di costruire una realtà migliore, in cui nessuno resti indietro, in cui i diritti vengano sempre estesi e resi disponibili per tutti. E, allora, io penso che noi - e quando dico “noi”, lo ribadisco, non penso ad una parte, ma penso a tutti quelli che hanno a cuore la buona politica, la difesa delle istituzioni, la loro dignità, l'impegno civico -, penso che tutti noi dovremo lavorare insieme per tenere viva questa memoria e provare a tenere, appunto, viva questa lezione straordinaria con atti reali che difendano, ogni giorno, quei valori essenziali per cui Guglielmo ha speso un'intera esistenza (Applausi).

Si riprende la discussione del Testo unificato delle proposte di legge n. 208-A.

PRESIDENTE. Riprendiamo, quindi, il seguito della discussione del Testo unificato delle proposte di legge nn. 208-783-1382-1608-2218-2294-2996-A.

Colleghi, prima di passare alla votazione finale, avverto che, a causa di un fraintendimento, l'ordine del giorno n. 9/208-A/3 Mollicone è stato posto in votazione con il parere contrario del Governo e respinto dall'Assemblea, come ricorderete. Successivamente, anche avendo consultato il rappresentante del Governo che ha espresso i pareri, è stato constatato che il parere su tale ordine del giorno è stato erroneamente registrato dalla Presidenza. Esso era, in realtà, contrario sull'impegno di cui alla lettera a) e favorevole su quello di cui alla lettera b). Si è trattato, quindi, di un parere favorevole, con riformulazione.

Avendo il presentatore dell'ordine del giorno comunicato, per le vie brevi, alla Presidenza che era sua intenzione accogliere tale riformulazione, non posso che prenderne atto. Dispongo, quindi, ai sensi dell'articolo 57, comma 1, del Regolamento, l'annullamento della votazione n. 36, relativa all'ordine del giorno n. 9/208-A/3 Mollicone, che risulta accolto dal presentatore nel testo riformulato.

(Coordinamento formale - Testo unificato - A.C. 208-A​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – Testo unificato - A.C. 208-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul testo unificato delle proposte di legge nn. 208-783-1382-1608-2218-2294-2996-A:

"Disposizioni in materia di attività e ricerca e di reclutamento dei ricercatori nelle università e negli enti pubblici di ricerca".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 37) (Applausi).

Modifica nella composizione della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività connesse alle comunità di tipo familiare che accolgono minori.

PRESIDENTE. Comunico che, in data 11 giugno 2021, la Presidente del Senato ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività connesse alle comunità di tipo familiare che accolgono minori, la senatrice Grazia D'Angelo, in sostituzione della senatrice Simona Nocerino, dimissionaria.

Elezione della Vicepresidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica.

PRESIDENTE. Comunico che il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica ha proceduto, in data odierna, all'elezione della Vicepresidente. È risultata eletta la deputata Federica Dieni.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ci sono alcuni interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Furgiuele. Ne ha facoltà.

DOMENICO FURGIUELE (LEGA). Grazie, Presidente, con la stagione estiva, ormai di fatto iniziata, assistiamo comunque a delle situazioni paradossali che cozzano con le reali esigenze di ripresa economica e di ripresa sociale, soprattutto all'indomani di quelli che sono stati i rigori pandemici, quelli più pesanti. Allora, troverei importante dare attenzione al caso di Amantea, in provincia di Cosenza, che potrebbe esplodere se non viene affrontato in modo immediato.

Signor Presidente, parliamo sostanzialmente del blocco, dell'isolamento di una realtà molto importante, che è fondamentale per il turismo della costa tirrenica, un'arteria bloccata tra il collegamento della zona di Coreca con la zona centrale del centro abitato, e che è fondamentale per i visitatori, è fondamentale per il turismo.

Signor Presidente, parliamo anche di un altro blocco relativo all'ingresso dalla zona sud della cittadina, in corrispondenza di una galleria lunga quasi 1 chilometro, un blocco che provoca traffico, un traffico che può essere anche pericoloso soprattutto nel periodo estivo e che ferma la compenetrazione positiva, dal punto di vista economico, per altre realtà: penso a Nocera Terinese, penso a Falerna, penso a Gizzeria.

Signor Presidente, bisogna intervenire immediatamente, perché non si può assistere inermi all'agonia di realtà nel Mezzogiorno d'Italia, che dovrebbero essere raggiunte non soltanto nel periodo estivo e che vengono frenate nella loro voglia di ripartenza, soprattutto per colpa di una burocrazia che rimane incivile e intollerabile (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Novelli. Ne ha facoltà.

ROBERTO NOVELLI (FI). Grazie, Presidente, oggi riprendono le feste di matrimonio in tutta Italia e riprendono in un clima di profonda incertezza, che è legata all'interpretazione delle norme relative alla certificazione verde. La domanda è: chi deve esserne munito? Solo gli invitati o anche gli operatori? E chi può controllarle? Solo le autorità o anche i titolari delle location o gli organizzatori? Sono domande che non sono fatte così, in astratto, ma che hanno ricadute sull'operatività. Dubbi che già oggi, proprio il giorno 15 giugno, hanno creato problemi, equivoci e persino abusi nelle more dell'interpretazione della piattaforma digitale e del green pass europeo, che recepisce tutte le puntuali osservazioni del Garante della privacy.

È necessario che il Governo emani una circolare interpretativa che faccia chiarezza, una circolare che dia seguito al mio ordine del giorno del 9 giugno scorso, su cui il Governo ha dato parere favorevole sull'esclusione degli operatori e ha accolto come raccomandazione l'impegno sulle persone titolate al controllo. Gli operatori del settore vogliono rispettare le norme, ma abbiamo il dovere di dare indicazioni chiare e ragionevoli.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (IV). Presidente, voglio ringraziare la Polizia penitenziaria e tutto il personale dell'istituto penitenziario minorile di Pontremoli, perché il 18 maggio, con grande professionalità, impegno e umanità - e ringrazio Gioia Cardone e Alessandro Atzeni, che cito, e chiedo alla Ministra Cartabia un encomio per questi servitori dello Stato -, dentro la struttura penitenziaria minorile, che, come sapete, è particolare e in cui è importante il lavoro di tutti gli operatori, è nata una bambina. Era detenuta una ragazza di 17 anni, che ha dato alla luce una bellissima bambina. I medici non hanno fatto in tempo a intervenire e questo parto è avvenuto all'interno della struttura, tanto che lo stesso primario dell'ospedale, quando pochi minuti dopo ha ricevuto la mamma con la bambina, ha dato atto della grande professionalità dell'intervento di questi agenti. Ecco, sono esempi di come i nostri funzionari, di come i nostri agenti - e oggi cito Atzeni e Cardone, ma vale per tutto il personale - lavorano con grande serietà e anche con grande umanità, dando dei segnali come in questo caso. Penso che la Ministra Cartabia debba intervenire, debba fare un encomio a queste persone, debba gratificarle, debba essere fiera di quello che ha fatto il personale all'interno di questa struttura di Pontremoli e debba valorizzare sempre di più l'umanità e l'impegno del nostro personale. Quindi, benvenuta a questa bambina e grazie al personale che si è adoperato, andando oltre i propri compiti con quella umanità che deve sempre guidare all'interno degli istituti penitenziari.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 16 giugno 2021 - Ore 9,30:

(ore 9,30 e ore 16)

1. Seguito della discussione della proposta di legge:

S. 728 - D'INIZIATIVA DEI SENATORI: VALLARDI ed altri: Norme per la valorizzazione delle piccole produzioni agroalimentari di origine locale (Approvata dal Senato). (C. 2115-A​)

Relatore: CASSESE.

2. Seguito della discussione delle mozioni Lorenzin ed altri n. 1-00472, Panizzut ed altri n. 1-00495 e Bellucci ed altri n. 1-00496 concernenti iniziative in materia di salute mentale .

3. Seguito della discussione della mozione Cabras ed altri n. 1-00456 concernente iniziative in relazione al caso di Julian Assange .

4. Seguito della discussione della mozione Fitzgerald Nissoli, Invidia, Formentini, Pezzopane, Mollicone, Ungaro ed altri n. 1-00359 concernente iniziative di carattere diplomatico volte a salvaguardare l'eredità culturale italiana negli Stati Uniti, con particolare riferimento alla figura di Cristoforo Colombo .

(ore 15)

5. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

La seduta termina alle 19,45.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 7 il deputato Fassino ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

nella votazione n. 9 la deputata Emiliozzi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 18 il deputato Ferri ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale TU 208-A - articolo 1 376 346 30 174 346 0 84 Appr.
2 Nominale em. 2.1 401 386 15 194 37 349 82 Resp.
3 Nominale em. 2.2 404 361 43 181 3 358 81 Resp.
4 Nominale em. 2.300 408 374 34 188 368 6 81 Appr.
5 Nominale articolo 2 407 394 13 198 359 35 81 Appr.
6 Nominale em. 3.100 411 409 2 205 50 359 80 Resp.
7 Nominale em. 3.101 411 395 16 198 48 347 80 Resp.
8 Nominale em. 4.102 413 402 11 202 40 362 80 Resp.
9 Nominale em. 4.101 410 408 2 205 366 42 80 Appr.
10 Nominale em. 4.100 408 402 6 202 45 357 80 Resp.
11 Nominale articolo 4 416 385 31 193 382 3 80 Appr.
12 Nominale em. 5.105 414 409 5 205 46 363 80 Resp.
13 Nominale em. 5.100 407 405 2 203 20 385 80 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale em. 5.104 413 402 11 202 8 394 80 Resp.
15 Nominale em. 5.101 411 403 8 202 10 393 80 Resp.
16 Nominale em. 5.102, 5.107 414 405 9 203 42 363 80 Resp.
17 Nominale em. 5.106 414 401 13 201 41 360 80 Resp.
18 Nominale em. 5.108, 5.103 416 414 2 208 405 9 79 Appr.
19 Nominale em. 5.300 420 385 35 193 382 3 79 Appr.
20 Nominale em. 5.200 408 377 31 189 376 1 79 Appr.
21 Nominale em. 5.301 416 380 36 191 378 2 79 Appr.
22 Nominale articolo 5 408 373 35 187 372 1 79 Appr.
23 Nominale em. 6.100 416 402 14 202 42 360 79 Resp.
24 Nominale em. 6.300 416 381 35 191 376 5 79 Appr.
25 Nominale articolo 6 414 375 39 188 370 5 79 Appr.
26 Nominale em. 7.200 417 385 32 193 383 2 79 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 37)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale em. 7.100, 7.101 rif. 415 414 1 208 411 3 79 Appr.
28 Nominale articolo 7 415 380 35 191 378 2 79 Appr.
29 Nominale em. 8.101 419 403 16 202 49 354 79 Resp.
30 Nominale em. 8.100 rif. 418 417 1 209 415 2 79 Appr.
31 Nominale articolo 8 414 371 43 186 371 0 79 Appr.
32 Nominale subem. 0.3.102.1 391 391 0 196 390 1 79 Appr.
33 Nominale em. 3.102 404 404 0 203 403 1 79 Appr.
34 Nominale articolo 3 421 385 36 193 385 0 79 Appr.
35 Nominale odg 9/208-A/2 421 405 16 203 42 363 79 Resp.
36 Nominale odg 9/208-A/3   Annu.
37 Nominale T.U. 208-A - voto finale 349 317 32 159 317 0 71 Appr.