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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 521 di mercoledì 9 giugno 2021

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI

La seduta comincia alle 9.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANDREA DE MARIA, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascari, Bartolozzi, Cancelleri, Covolo, Ficara, Garavaglia, Gariglio, Palazzotto, Pittalis, Rixi, Rosato, Scoma, Vinci e Viscomi sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 99, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Modifica nella composizione della Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di David Rossi.

PRESIDENTE. Comunico che, in data 8 giugno 2021, il Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di David Rossi il deputato Andrea Rossi, in sostituzione del deputato Luca Sani, dimissionario.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,05).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo, pertanto, la seduta che riprenderà alle ore 9,25. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 9,05, è ripresa alle 9,25.

Proclamazione di una deputata subentrante.

PRESIDENTE. Dovendosi procedere alla proclamazione di un deputato, a seguito del decesso del deputato Ettore Guglielmo Epifani, avvenuto in data 7 giugno 2021, comunico che la Giunta delle elezioni, nella seduta del 9 giugno 2021, ha accertato che la candidata che segue immediatamente l'ultimo degli eletti nell'ordine progressivo della lista n. 2 - Liberi e Uguali, nell'ambito del collegio plurinominale 01 della XXV Circoscrizione Sicilia 2, risulta essere Maria Flavia Timbro.

Do atto alla Giunta di questo accertamento e proclamo deputata, a norma dell'articolo 17-bis, comma 3, del Regolamento, per la XXV Circoscrizione Sicilia 2, nell'ambito del collegio plurinominale 01, Maria Flavia Timbro.

Si intende che da oggi decorre il termine di venti giorni per la presentazione di eventuali ricorsi.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 22 aprile 2021, n. 52, recante misure urgenti per la graduale ripresa delle attività economiche e sociali nel rispetto delle esigenze di contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19 (A.C. 3045-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 3045-A: Conversione in legge del decreto-legge 22 aprile 2021, n. 52, recante misure urgenti per la graduale ripresa delle attività economiche e sociali nel rispetto delle esigenze di contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19.

Ricordo che, nella seduta di ieri, si sono svolti gli interventi per l'illustrazione degli ordini del giorno e il rappresentante del Governo ha espresso i pareri.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 3045-A​)

PRESIDENTE. Sugli ordini del giorno n. 9/3045-A/1 Termini e n. 9/3045-A/2 Rizzo Nervo il Governo ha espresso parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/3 Carnevali vi è parere favorevole con riformulazione: viene accettata. Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/4 Noja vi è parere favorevole con riformulazione: viene accettata. Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/5 Rosato vi è parere favorevole con riformulazione: viene accettata. Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/6 Gadda vi è parere favorevole con riformulazione: viene accettata. Sugli ordini del giorno n. 9/3045-A/7 Moretto e n. 9/3045-A/8 Mor il Governo ha espresso parere favorevole. L'ordine del giorno n. 9/3045-A/9 Fregolent è accolto come raccomandazione: viene accettata.

Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/10 Occhionero il Governo ha espresso parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/11 Ferri vi è parere favorevole con riformulazione: viene accettata. Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/12 Marco Di Maio vi è parere favorevole con riformulazione: viene accettata. Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/13 Ungaro il Governo ha espresso parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/14 Belotti vi è parere favorevole con riformulazione: viene accettata.

Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/15 Sarli vi è parere favorevole con riformulazione. Ha chiesto di parlare la collega Sarli. Ne ha facoltà.

DORIANA SARLI (MISTO). Grazie, Presidente. Non accetto la riformulazione e chiedo di porlo in votazione perché dare la possibilità a linee guida emanate da enti di prevedere pass sanitari per entrare a fiere o eventi all'interno del territorio nazionale genera, a mio avviso, solo ulteriori limitazioni delle libertà individuali e pensavo fosse possibile valutare l'opportunità di ripensarci. Il parere favorevole al terzo impegno, condizionato da equilibri di bilancio, mi fa sperare almeno che ci sia la volontà di valutare l'opportunità di prevedere che gli esami e i tamponi previsti obbligatoriamente vengano effettuati a carico del Sistema sanitario nazionale, ma non dovrebbe esserci una condizionalità, perché prevedere esami obbligatori, non gratuiti per tutti, significa evidentemente favorire solo chi può permetterselo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/15 Sarli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Ordine del giorno n. 9/3045-A/16 Potenti, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3045-A/17 Longo, parere favorevole con riformulazione: viene accettata la riformulazione? Sì.

Ordine del giorno n. 9/3045-A/18 Furgiuele, invito al ritiro o parere contrario. Lo ritira, va bene.

Ordine del giorno n. 9/3045-A/19 Tombolato, favorevole con riformulazione: viene accettata? Sì.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3045-A/20 Cabras, invito al ritiro o parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/20 Cabras.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3045-A/21 Iezzi.

Il sottosegretario Costa ha chiesto di intervenire. Ne ha facoltà.

ANDREA COSTA, Sottosegretario di Stato per la Salute. Grazie Presidente. Chiedo che venga accantonato l'ordine del giorno n. 9/3045-A/21 Iezzi per un'ulteriore riflessione sul parere.

PRESIDENTE. D'accordo.

Ordine del giorno n. 9/3045-A/22 Lupi, favorevole con riformulazione: viene accettata? Sì. Ordine del giorno n. 9/3045-A/23 Rizzetto, favorevole con riformulazione: viene accettata? Sì.

Ordine del giorno n. 9/3045-A/24 Albano, favorevole.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3045-A/25 Bucalo, c'è un parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/25 Bucalo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Ordine del giorno n. 9/3045-A/26 Testamento, c'è un parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3045-A/27 Frassinetti, parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/27 Frassinetti.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Ordine del giorno n. 9/3045-A/28 Osnato, favorevole con riformulazione: viene accettata. Ordine del giorno n. 9/3045-A/29 Butti, favorevole con riformulazione: viene accettata.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3045-A/30 Lollobrigida, c'è un parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/30 Lollobrigida.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Ordine del giorno n. 9/3045-A/31 Mollicone, favorevole con riformulazione: viene accettata. Ordine del giorno n. 9/3045-A/32 Comaroli, favorevole con riformulazione: viene accettata. Ordine del giorno n. 9/3045-A/33 Plangger, favorevole con riformulazione: viene accettata? Sì. Ordine del giorno n. 9/3045-A/34 Colletti, favorevole con riformulazione: viene accettata la riformulazione? Sì.

Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/35 Enrico Costa, parere favorevole con riformulazione: viene accettata? Sì.

Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/36 Zucconi c'è una raccomandazione: viene accettata.

Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/37 Trancassini c'è un parere contrario. Nessuno chiede di intervenire e quindi passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/37 Trancassini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

L'ordine del giorno n. 9/3045-A/38 Silvestroni è accolto come raccomandazione. Sugli ordini del giorno n. 9/3045-A/39 Vallascas e n. 9/3045-A/40 Rotelli, il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/41 Montaruli, c'è un parere favorevole con riformulazione, che non viene accettata. Passiamo, quindi, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/41 Montaruli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/42 Meloni c'è un parere contrario.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/42 Meloni, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/43 Foti, parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/44 De Toma, parere favorevole come raccomandazione: viene accettata.

Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/45 Patassini, è accolto come raccomandazione: viene accettata? Colleghi della Lega? Sì, viene accettata.

Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/46 Zennaro, parere favorevole con riformulazione, che viene accettata.

Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/47 Baldini, parere favorevole con riformulazione: viene accettata? Sì.

Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/48 Cirielli, parere favorevole con riformulazione: viene accettata? Va bene.

Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/49 Galantino, parere favorevole con riformulazione; è accettata.

Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/50 Maschio, parere favorevole con riformulazione, che viene accettata.

Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/51 Bignami, parere favorevole con riformulazione, che viene accettata.

Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/52 Caiata, parere favorevole con riformulazione, che viene accettata.

Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/53 Caretta, parere favorevole con riformulazione, che viene accettata.

Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/54 Bellucci, parere favorevole con riformulazione, che viene accettata.

Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/55 Ciaburro, parere favorevole con riformulazione, che viene accettata.

Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/56 Lucaselli, parere favorevole con riformulazione, che viene accettata.

Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/57 Donzelli, parere favorevole con riformulazione, che viene accettata.

Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/58 Varchi, parere favorevole con riformulazione: viene accettata? Sì.

Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/59 Rampelli, parere favorevole con riformulazione, che viene accettata.

Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/60 Ferro, parere favorevole con riformulazione, che viene accettata.

Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/61 Vinci, parere favorevole con riformulazione: viene accettata? Sì.

Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/62 Delmastro Delle Vedove c'è il parere contrario. Ha chiesto di parlare il collega Delmastro. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie Presidente, siamo francamente stupefatti per il fatto che il Governo ritenga di esprimere parere contrario su questo ordine del giorno. Approfittando dell'attenzione del sottosegretario Costa, proverei nuovamente a spiegare le ragioni di questo ordine del giorno.

In questo ordine del giorno, Fratelli d'Italia sostiene che per la denegata, non creduta, non sperata ipotesi che il decorso della pandemia non fosse così scontatamente un decorso che ormai ci lasciamo alle spalle ma, per via di eventuali, ipotetiche, non sperate varianti, la pandemia dovesse avere nuove insorgenze, chiediamo che il Governo si impegni a studiare, oggi per domani, stringenti protocolli di sicurezza per garantire alle nostre imprese di poter continuare l'esercizio delle proprie attività: lo abbiamo detto dopo la prima ondata, lo abbiamo detto insistentemente nel corso della seconda ondata. Ora chiediamo semplicemente al Governo di impegnarsi a studiare come fare a tenere aperte le nostre imprese, ad archiviare definitivamente l'infausta pagina delle chiusure per decreto e per marziani e lunari codici Ateco; infausta pagina che è un'eredità di questo Governo, ma non è uno stigma sociale-politico e una colpa attuale di questo Governo. Speravamo che l'inserzione di forze politiche anche di centrodestra garantissero, sotto questo profilo, un cambiamento di rotta, un segnale di netta discontinuità rispetto alla logica chiusurista del Ministro Speranza, l'uomo i cui neuroni concepiscono solo le chiusure per affrontare la pandemia. Allora, con questo ordine del giorno chiedevamo al Governo di valutare l'opportunità di studiare, sin da oggi, protocolli di sicurezza per tutte le nostre attività. Sottosegretario Costa, lei saprà benissimo che l'Università di Stanford ha raccontato che tutte le chiusure italiane sarebbero state eguali ad un modello di trasporto diverso come capacità di fronteggiare la pandemia; lo ha detto il professor Ioannidis dell'Università di Stanford, con un modello scientifico, statistico.

Ora, un Governo che non è riuscito in un anno e mezzo di pandemia a studiare una strategia di trasporti a dimensione pandemica e che ha scaricato completamente sull'economia reale le colpe della pandemia, raccontando, narrando, dipingendo come untori e monatti, ristoratori, baristi, parrucchieri, estetiste, intere filiere produttive inginocchiate, potrà oggi dire a questo popolo italiano: no, non chiudiamo più; studiamo protocolli di sicurezza per tenere aperto, lavoriamo tutta l'estate per la denegata ipotesi che vi siano nuove varianti, per assicurare un patto d'acciaio con quelle categorie che abbiamo già flagellato più della pandemia chiudendole per decreto, dicendo non vi chiudiamo più? Oppure, almeno, sottosegretario Costa, potrà questo Governo oggi dire: studiamo per non chiuderle più? La vostra risposta è: no, noi crediamo nei codici Ateco, lunari e marziani; noi crediamo solo nelle chiusure; noi, terrorizzati dalla pandemia, non la oltrepassiamo, ma rimaniamo pietrificati, credendo solo alle chiusure! È un fatto gravissimo sotto il profilo politico! Ci ripensi! Noi vi impegniamo solo ad ipotizzare, sin da oggi, protocolli di sicurezza, perché quello che è accaduto, che non è servito a contrastare la pandemia, non accada più, perché gli untori non sono i ristoratori, ma chi al Governo non organizza i trasporti è il vero untore (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/62 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Ordine del giorno n. 9/3045-A/63 Costanzo, favorevole con riformulazione: viene accettata. Ordine del giorno n. 9/3045-A/64 Sapia, c'è un parere contrario. Ha chiesto di parlare il collega Sapia. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SAPIA (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Avevo presentato un emendamento, ma, dopo una battaglia di un'ora e mezza, è stato bocciato; adesso voglio vedere come voteranno i colleghi che, a parole, difendono i lavoratori, ma poi in realtà votano contro e lasciano in situazioni disperate, dopo 15 anni di sfruttamento, i lavoratori precari. Sono tutti bravi, caro Presidente, a chiacchiere, a difendere i lavoratori, ma poi quando si tratta di fare atti concreti o disertano le Commissioni o fanno finta di non sapere cosa stanno votando.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Presidente, solo per sottoscrivere l'ordine del giorno a prima firma Sapia.

PRESIDENTE. D'accordo. Ha chiesto di parlare il collega Cannizzaro. Ne ha facoltà.

FRANCESCO CANNIZZARO (FI). Anche per me, Presidente, per sottoscrivere l'ordine del giorno Sapia.

PRESIDENTE. D'accordo. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/64 Sapia, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Ordine del giorno n. 9/3045-A/65 Deidda, c'è un parere contrario. Ha chiesto di parlare il collega Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente, se posso, vorrei proporre al sottosegretario di rivalutare l'ordine del giorno, ricordando che sono anche disponibile, per carità, a pensare di togliere il punto su “Strade sicure”, ma ricordando che, sul primo punto, c'era un sostanziale accordo fra i gruppi, per impegnare il Governo a valutarlo, perché si tratta di una graduatoria degli allievi di polizia - che sono qui fuori a manifestare - approvata e presente in una Gazzetta Ufficiale, in un precedente decreto in cui era previsto lo scorrimento, in un emendamento del collega Fiano. Noi ci eravamo impegnati, nello scorso provvedimento, a presentare un ordine del giorno, al fine di dare la possibilità al Governo di valutare questo scorrimento e dare la possibilità a questi ragazzi di fare la prova. Concludo, ricordando l'impegno che avevamo preso in Aula nello scorso provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/65 Deidda, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Ordine del giorno n. 9/3045-A/66 Dall'Osso, favorevole. Ordine del giorno n. 9/3045-A/67 Prisco, c'è un parere contrario. Ha chiesto di parlare il collega Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Presidente, è abbastanza clamoroso come questo Parlamento, con riferimento all'ordine del giorno del collega Deidda, che ha ricordato, tra l'altro, un impegno sostanzialmente unanime di questo Parlamento con cui si chiedeva di prendere in considerazione la possibilità di scorrere le graduatorie della polizia di Stato, così come in questo, in cui si propone di utilizzare le graduatorie della polizia penitenziaria, laddove si chiede un impegno - per quello che vale l'ordine del giorno - nel dire più poliziotti per garantire sicurezza nelle nostre città, più poliziotti penitenziari per garantire la loro sicurezza e più sicurezza e legalità nelle carceri, si giri dall'altra parte, per far passare indistintamente un parere contrario del Governo.

Quanto previsto in questo ordine del giorno, cioè la possibilità di incrementare gli organici della Polizia penitenziaria nelle carceri, si rappresenta come un'emergenza ogni giorno più forte. Sono di ieri - lo ha ricordato la collega Silvestri - le violenze contro i poliziotti penitenziari ad Ascoli, ad Orvieto, ed altre che, ogni giorno, raccontano le cronache di una difficoltà nel gestire la sicurezza e la legalità. Io capisco che, per certa sinistra, la risposta siano i provvedimenti e le norme “svuota carceri” per far uscire i criminali dalle carceri, ma noi riteniamo che più sicurezza nelle carceri, con più forza e anche più forze umane per dare ricambio e sicurezza alla Polizia penitenziaria e la costruzione di nuovi carceri sia la risposta di uno Stato che fa rispettare le regole.

E, quindi, è incredibile come non si capisca un ordine del giorno, che poteva essere tranquillamente riformulato più genericamente, volto a dare il segnale agli uomini e alle donne in divisa dentro alle carceri , “lo Stato non vi lascia soli, vi daremo una mano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), vi daremo i rinforzi” e non ci schieriamo, per incapacità dello Stato, con la resa di provvedimenti che portano anche pericolosi criminali ad uscire dalle carceri. Quindi, io mi auguro che il Governo possa rivalutare questo parere, trasformandolo in un parere favorevole, che possa dare il segnale agli uomini e alle donne in divisa, cioè a chi rappresenta lo Stato dentro alle carceri, che, appena possibile, faremo quelle assunzioni necessarie a colmare quel gap di 4 mila unità, che significa difficoltà anche a gestire la legalità all'interno delle carceri, ma, soprattutto, rischi e insicurezza per gli uomini e le donne in divisa che, in carcere, non hanno commesso un reato, ma - lo ricordo ancora una volta - sono lì perché rappresentano lo Stato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signora Presidente, signor rappresentante del Governo, mi pare che l'esposizione del collega Prisco sia stata oltremodo esaustiva. Io non penso che si possa dire di “no” a questo ordine del giorno, anziché valutarne una riformulazione, anche solo come atto di speranza nei confronti di coloro i quali vestono la divisa della Polizia penitenziaria.

Infatti, con buona pace di quella sinistra, che è erede di un'altra sinistra che tifava per il disarmo della Polizia negli anni Settanta, oggi non possiamo pensare che coloro che sono in carcere siano gli agenti o gli ispettori della Polizia penitenziaria e che, invece, in carcere, i galantuomini siano coloro i quali hanno commesso reati, anche gravissimi. Allora, proprio per questo motivo, signor rappresentante del Governo, già il collega Prisco ha fatto presente alcune situazioni. Io gliene cito una del carcere di Piacenza: negli ultimi 25 giorni, 8 appartenenti alla Polizia penitenziaria sono stati feriti; due giorni fa un ispettore ha avuto il setto nasale fratturato. Voi che cosa dite a questi uomini e donne in divisa? Che lo Stato scappa, che lo Stato fugge o che lo Stato è al loro fianco? Se lo Stato è al loro fianco, allora dovete sapere che non possono essere sottoposti a turni massacranti perché non vi è personale o perché non riescono a sostituire le persone che anche legittimamente si ammalano. Questa è una vergogna che dovrebbe essere cancellata immediatamente. Quindi, signor rappresentante del Governo, almeno la formula “a valutare l'opportunità di”, che non avete negato ad altri ordini del giorno ben più impegnativi, penso che potrebbe rappresentare quanto meno un dovuto segnale che lo Stato c'è e che lo Stato non fugge (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Intanto intervengo per sottoscrivere l'ordine del giorno; anzi, lo aveva già fatto per me il collega Prisco in occasione di tante esortazioni che abbiamo rivolto ai Governi precedenti e che continuiamo a fare su questo tema rispetto alla possibilità di ampliare gli organici, ridotti al lumicino, nelle tante carceri italiane. Pensiamo a cosa è avvenuto negli ultimi periodi dall'Ucciardone, a Castrovillari, a Cosenza, agli istituti che sono stati citati sia dal collega Prisco ma anche da chi mi ha preceduto, dal collega Foti.

Riteniamo che su questo ci debba essere una riflessione importante da parte del Governo perché è una necessità capire soprattutto da che parte si schiera questa maggioranza rispetto anche alle tante audizioni che abbiamo svolto con i vari sindacati di Polizia penitenziaria - tutti, nessuno escluso - che, in Commissione antimafia, hanno messo in campo la preoccupazione di evitare soprattutto che si possa ripetere quanto avvenuto all'epoca delle famose scarcerazioni, di cui si è parlato più volte, anche con riferimento a quell'organico di Polizia penitenziaria che ha dovuto fronteggiare situazioni di grande pericolo, rimettendoci spesso la vita.

Quindi, auspico che ci sia un ripensamento, ma soprattutto sia data la possibilità a questi ragazzi, che sono risultati idonei, di essere finalmente un vero supporto, insieme ad altri, con l'ampliamento di una pianta organica di cui certamente vi è necessità.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo, oltre che per sottoscrivere l'ordine del giorno, per ribadire ancora quanto già detto. Infatti, oltre alla mancanza degli agenti della Polizia penitenziaria, da tempo Fratelli d'Italia denuncia la mancanza delle figure apicali nelle carceri, e quindi, la direzione di direttori che devono supplire rispetto a più carceri, ovviamente con grande disagio. Nonostante i nostri appelli, in questi mesi e in questi anni dalla maggioranza vi è sempre stato un rifiuto. È inutile solidarizzare nelle piazze con gli agenti di Polizia, dare loro le pacche sulle spalle, dicendo di essere con loro, per poi lasciare, alla mercé, dentro le carceri, agenti sempre più vecchi, sempre più stressati da turni di lavoro impossibili e senza la necessaria dotazione organica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). Sottosegretario, ci rivolgiamo a lei, quantomeno rispetto al fatto che questo ordine del giorno, secondo noi - ma dovrebbe essere così per tutta l'Aula - è da accantonare, per poi eventualmente riformularlo su sua disposizione.

Ricordo al sottosegretario - lei lo saprà come me, se non meglio di me - che, ad esempio, in seno alla scorsa legislatura ci fu il cosiddetto decreto Salva-precari, che si chiamava “legge D'Alia” dell'ex Ministro D'Alia, che ricordava come lo scorrimento delle graduatorie fosse un qualcosa… (Presidente, se ne è andato il sottosegretario. Bene, sta rientrando: lo dico con simpatia, ci mancherebbe altro) … però, sottosegretario, le chiediamo quantomeno un accantonamento, se non in questo caso un accoglimento rispetto ad un settore che dovrebbe essere valorizzato nel nostro Paese, stante tra l'altro anche la crisi pandemica.

Non le stiamo dicendo: “vada di fatto a prendere il “decreto D'Alia” e vada a scorrere questa graduatoria”: si tratta di un ordine del giorno che è una mera indicazione di massima nei confronti dell'Esecutivo. Noi di Fratelli d'Italia siamo andati ad ascoltare in piazza le persone che sono venute a protestare rispetto ad una loro situazione: ecco che allora, al netto del fatto che avremmo voluto vedere altri colleghi fare questo tipo di iniziativa, ci sentiamo di sottolineare che l'Esecutivo, sotto questo punto di vista, per sua firma e per sua voce, dovrebbe quanto meno cercare di evidenziare un aspetto molto importante rispetto alla nostra pubblica amministrazione. Infatti oggi - e concludo, Presidente - il Governo sta valutando, ad esempio, un provvedimento sulla pubblica amministrazione: ora, non so se lei vorrà intervenire o vorrà fare qualcosa rispetto a questo ordine del giorno, ma ritengo che potrebbe essere un ordine del giorno proattivo nei confronti di ciò che, evidentemente in pancia alla pubblica amministrazione, si dovrà andare a legiferare nelle prossime ore piuttosto che nei prossimi giorni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Grazie, Presidente. Il gruppo di Forza Italia, sin dall'esame del “decreto Milleproroghe”, aveva agito non solo in fase emendativa, ma anche con un ordine del giorno dello stesso contenuto di quello che oggi presentano i colleghi del gruppo di Fratelli d'Italia.

Sottosegretario, ciò che chiediamo - quindi, Presidente, con il consenso dei presentatori, le chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno in esame - e ciò che chiedono i colleghi - lo ripeto, Forza Italia lo chiede già da tre mesi e lo farà anche in sede di esame del “decreto Sostegni-bis” - è che venga prevista la possibilità dello scorrimento di questa graduatoria.

Sottosegretario, sono soggetti che non sono vincitori ma sono idonei. Ripeto: le risorse ci sono, i posti ci sono, sono previste nuove assunzioni. Allora, non capisco per quale motivo non si debba prima scorrere le graduatorie di concorsi già espletati e poi accedere ad altri concorsi.

Quindi, le chiedo la cortesia, sottosegretario: laddove anche questa volta fosse bocciato, ci ritorneremo con il “decreto Sostegni-bis”, ma è una cosa che veramente grida vendetta. Io mi unisco al coro dei colleghi: accantoniamo l'ordine del giorno, fate una riflessione perché è un atto di giustizia nei confronti di ragazzi che aspettano da tre anni l'esito di un concorso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretario, credo che l'argomento meriti un approfondimento, anche alla luce di questo ultimo intervento. Vale la pena perderci qualche minuto in più. Li abbiamo visti tutti noi i ragazzi fuori a manifestare e, per la verità, abbiamo portato tutti la nostra solidarietà e tutti abbiamo dato la disponibilità ad occuparci di questa vicenda. Io credo che la cosa più saggia in questo momento sia quella di accantonare questo ordine del giorno, in modo da poterlo verificare, per lei e per il Governo, e fare la scelta più saggia. Noi sappiamo esattamente qual è, ossia quella di accoglierlo, ma magari in questo momento può sfuggire, visto che c'è stato un giudizio affrettato su questo e, per la verità, anche su altri ordini del giorno. Per cui, Presidente, chiedo formalmente che questo ordine del giorno venga accantonato.

PRESIDENTE. Colleghi, vi chiedo di mantenere il distanziamento. Vedo alcuni colleghi con la mascherina abbassata, vedo assembramenti. Colleghi del MoVimento 5 Stelle! Proseguiamo con la discussione.

Ha chiesto di parlare il collega Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Intervengo per insistere su quest'ordine del giorno, che chiede l'ampliamento dell'organico della Polizia penitenziaria in una situazione esplosiva delle nostre carceri, con il sovraffollamento, con l'organico ridotto al lumicino, con agenti della Polizia penitenziaria che, per questo, molto spesso vengono vessati financo all'interno degli istituti penitenziari. Sottosegretario, sarebbe gravemente immorale che questo ordine del giorno di Fratelli d'Italia non venisse accolto, soprattutto se consideriamo che con il “decreto Sostegni” avete trovato 61 milioni per 3.000 navigator (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) del reddito di cittadinanza, che vengono prorogati, che hanno titolo preferenziale, ma non trovate i soldi per 3.000 agenti della Polizia penitenziaria, che rappresentano lo Stato, che tutelano la legalità, che ci difendono dalla criminalità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il sottosegretario di Stato per la Salute, Andrea Costa. Ne ha facoltà.

ANDREA COSTA, Sottosegretario di Stato per la Salute. Grazie, Presidente. Chiedo che questo ordine del giorno venga accantonato per poter fare un'ulteriore verifica.

PRESIDENTE. Va bene. Sugli ordini del giorno n. 9/3045-A/68 Stumpo e n. 9/3045-A/69 Fassina il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/70 Rachele Silvestri c'è un parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/70 Rachele Silvestri, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3045-A/71 Massimo Enrico Baroni, che ha preannunciato alla Presidenza l'intenzione di non accettare la raccomandazione proposta dal Governo e di procedere ad una votazione per parti separate, nel senso di votare separatamente ciascuno degli 8 capoversi del dispositivo e, successivamente, in caso di approvazione, in tutto o in parte del dispositivo, di votare la premessa dell'ordine del giorno. Ha chiesto di parlare il collega Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Sono 8 impegni estremamente importanti, per permettere uno scatto in un momento, a mio avviso, di difficoltà per il Governo e ritengo si possa contribuire al miglioramento delle politiche sanitarie, in particolare in tema di vaccinazioni pediatriche. Ho fatto 7 revisioni di questo ordine del giorno, Presidente - lo ripeto, 7 - e mi fermerò, dopo avere illustrato ieri quest'ordine del giorno, a leggere solo il quinto impegno, che ritengo il più importante: “a istituire tempestivamente un tavolo di lavoro, anche a titolo oneroso, i cui componenti, anche di livello internazionale e diversi dall'attuale Comitato tecnico-scientifico, abbiano competenza specifica in materia di eventi avversi in tema di vaccinazione pediatrica, e che la loro condizione sia assente da legami di interesse con le case farmaceutiche produttrici a livello mondiale, e con l'impegno che i verbali di discussione del suddetto Comitato siano pubblicati in maniera integrale e trasparente sul sito del Ministero della Salute”. Ebbene, al di là delle due pagine di premesse che riportano la letteratura scientifica dell'ultima settimana in tema di eventi avversi in vaccinazioni pediatriche, voglio prendere ancora un po' del vostro tempo per leggere l'intervista di oggi a Valeria Poli: “Trombosi nei giovani correlati a uso AZ: scienziati omertosi” del 9 giugno 2021. Valeria Poli, docente di biologia molecolare all'Università di Torino e presidente della Sibbm (Società italiana di biofisica e biologia molecolare), che non è proprio l'ultima delle società scientifiche in termini di specificità e accountability, è tra i firmatari dell'appello diffuso dall'associazione Luca Coscioni, che chiede di non somministrare ai giovani i vaccini a vettore adenovirale AstraZeneca e Johnson & Johnson. L'hanno sottoscritto, tra gli altri, Anna Rubartelli, che insegna biologia molecolare al San Raffaele di Milano, Gennaro Ciliberto dell'Istituto Tumori di Roma, che guida la FISV, Federazione italiana scienze della vita, e le immunologhe Anna Mondino e Giulia Casorati. Avete avuto reazioni? Direttamente noi “no”. Ho visto che Matteo Bassetti - quello che va sempre in televisione - ha reso due dichiarazioni non supportate dai dati, ovvero che le uniche controindicazioni riguarderebbero chi ha avuto trombosi e le donne che assumono la pillola anticoncezionale (Adnkronos), ma non è vero; cioè, questa Presidente dice che questa dichiarazione non è vera! Lo esclude la Siset, la Società italiana per lo studio dell'emostasi e della trombosi: al Secolo XIX ha parlato di una frequenza di 6 casi su un milione di vaccinati, mentre dall'ultimo recentissimo report britannico con i dati disaggregati per fascia d'età - ripeto: dati disaggregati per fascia d'età - siamo a 18 casi di trombosi trombocitopenica indotta dal vaccino per milione di vaccinate tra i 18 e i 49 anni, cioè quasi 1 su 50.000. Ecco, i dati sulle vaccinazioni per prodotti e fascia d'età qui non riusciamo ad averli dall'ufficio del commissario straordinario: se non si sa quante somministrazioni e a quali fasce di età, i dati si annacquano. Si tratta di patologie rare, ma non è eticamente giustificabile esporre le persone a un rischio che comporta, in caso di evento avverso, un trentesimo per cento di letalità. Questa discussione c'è da marzo - dice il giornalista - e il vaccino AstraZeneca fu sospeso in tutta Europa, poi consigliato sopra i sessant'anni in Italia: perché l'appello solo adesso? Abbiamo provato a intervenire a marzo, come scienziate, per la società, sull'Huffington Post; il Corriere della Sera ci disse che non avrebbe pubblicato niente che potesse alimentare l'esitanza vaccinale. Allora, Presidente, siamo di fronte a una censura scientifica e dobbiamo ristabilire questo equilibrio. Quello che chiede L'Alternativa c'è, in scienza e coscienza, è l'istituzione di un Comitato tecnico-scientifico specializzato in eventi avversi per i nostri ragazzi. Stiamo parlando di un minimo sindacale. Mettiamoci una mano sulla coscienza perché non è possibile questo squilibrio tra coloro che dicono di andare avanti e coloro che dicono di andare un pochino più piano rispetto alla pericolosità…

PRESIDENTE. Concluda.

MASSIMO ENRICO BARONI…di alcuni eventi avversi. Stiamo parlando di cose di assoluto buonsenso. Questo vi chiede, dall'opposizione, L'Alternativa c'è. Vi chiedo di votare ovviamente questa parte dell'ordine del giorno e le relative premesse - se è possibile - che hanno avuto 7 revisioni: si va per arte di levare, come nella scultura e nella scienza (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Devo dire che ho ascoltato con attenzione il collega, ovviamente approfondendo anche il testo di questo ordine del giorno che pone sicuramente dei grandi interrogativi, ma anche delle grandi preoccupazioni, un po' per quello che ieri abbiamo sancito anche nella nostra dichiarazione di voto, sulla fiducia, come gruppo di Fratelli d'Italia. Sembra, insomma, che la trasparenza rispetto alla gestione della pandemia, al Comitato tecnico-scientifico che dice tutto e il contrario di tutto, che spesso nega di aver rilasciato dei pareri, guidi un po' l'azione di questo Governo.

Certamente, io trovo molto grave che ci sia una dichiarazione che sancisce che questa dichiarazione non è stata mai fatta e che non ci sia chiarezza rispetto a tutto ciò che, forse, oggi diventa più un fatto mediatico e televisivo che scientifico. Infatti, c'è stata una confusione generalizzata in tutte le fasi in cui i Governi, che si sono succeduti, hanno gestito l'emergenza, che adesso non dovrebbe più essere definita emergenza - ma che viene gestita come tale -, considerato che ormai parecchio si è conosciuto, instillando sempre di più nelle persone quella paura, quell'incertezza e quella preoccupazione sui vaccini, su quanto siano stati testati, su quali siano realmente le controindicazioni e su quali siano i pericoli ai quali uno si approccia. Purtroppo negli emendamenti che avevamo presentato a un decreto che doveva parlare di riaperture…

PRESIDENTE. Concluda.

WANDA FERRO (FDI). Si riapre affrontando la questione sanitaria - e questo credo sia il tema del collega -, ma anche la questione economica. Sono certa che, su questo, il gruppo di Fratelli d'Italia pone una grande attenzione e lo farà anche con il voto sull'ordine del giorno del collega che è stato appena illustrato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Lorenzin. Ne ha facoltà.

BEATRICE LORENZIN (PD). Considerando anche la delicatezza di questo ordine del giorno e anche l'intervento della collega, che è stato molto pacato nei toni, intervengo solo per ricordare a quest'Aula che il sistema di sorveglianza e di farmacovigilanza del nostro Paese, soprattutto sull'utilizzo dei farmaci pediatrici, è molto attento e trasparente e che le questioni che sono state sollevate, anche rispetto ad alert che sono arrivati dagli altri Paesi, sono oggetto di studi clinici anche indipendenti e l'Agenzia italiana del farmaco è particolarmente attenta e rende noti gli eventuali effetti avversi. Ovviamente, quando si tratta dell'utilizzo di farmaci (in questo caso di vaccini in età pediatrica), c'è un'ulteriore attenzione da parte di tutta la comunità scientifica, sia delle agenzie e degli istituti preposti, sia dell'Agenzia italiana del farmaco. Credo che, da questo punto di vista, le cose che sono qui elencate siano già previste dalla normativa, ma anche dal sistema di vigilanza, che è stato messo in campo ulteriormente in questa fase. Ecco, mi sentivo di intervenire per esprimere una parola su questo tema, che sta a cuore a tutti i genitori e alle tante persone che si stanno approcciando alle vaccinazioni anche dei giovani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Claudio Borghi. Ne ha facoltà.

CLAUDIO BORGHI (LEGA). Grazie Presidente, a titolo personale. Io penso che questo ordine del giorno sia una buona occasione per riflettere su una questione che, secondo me, si sta affrontando con estrema leggerezza, vale a dire la vaccinazione dei bambini e dei giovani, che è una cosa su cui non si può procedere in modo non ponderato. La vaccinazione dei bambini e dei giovani non è la stessa cosa della vaccinazione di una persona a rischio, perché il rapporto rischi-benefici dev'essere considerato molto attentamente. Non stiamo scherzando! La mortalità sotto i 19 anni, di giovani e bambini sani, è pari a 0 (non 0 per cento, ma 0 persone, perché dall'inizio della pandemia sono morti 24 giovani sotto i 19 anni e tutti avevano patologie pregresse). Io sono convinto che, seppur rarissimi, gli eventi avversi a seguito di un vaccino siano superiori a 0, perché qualsiasi numero è superiore a 0. Per cui, noi stiamo esponendo, in ogni caso, i ragazzi a rischi non necessari e, dunque, bisogna fare molta attenzione. Ma vi sono anche obblighi indiretti: io vedo con preoccupazione il discorso relativo alla DAD per i ragazzi che non saranno vaccinati e per i bambini. Ma stiamo scherzando? Che cosa facciamo, l'apartheid (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)? Quindi, non stiamo parlando di persone incoscienti, di anziani o di persone della mia età che, a un certo punto, potrebbero correre più rischi (sicuramente, rischiano di più dal COVID che dal vaccino e, quindi, gli si salva la vita). Qui stiamo facendo una cosa che non è necessaria. In Germania hanno fermato tutto e non sono dei pazzi, i tedeschi! Quindi, decidere di fare gli open day per i ragazzini che, in questo momento, non hanno la capacità di discernere cosa sia il bene per loro, ma che semplicemente stanno pensando che, se si vaccinano, potranno andare in discoteca, che, se si vaccinano, non saranno esclusi dagli amici, non sono queste le motivazioni per avere un trattamento sanitario! Bisogna essere consapevoli e bisogna avere in mano tutti i dati possibili, perché stiamo parlando di bambini e non di persone a rischio per cui uno dice: “Mi posso anche permettere il rischio della sperimentazione”, perché il rischio della malattia è più grande. In questo caso, invece, è il contrario: non c'è il rischio della malattia, ma quello della sperimentazione. Ma siamo davvero convinti che, in modo diretto o indiretto, questo rischio noi glielo vogliamo far correre ai nostri figli? Per cui, se è possibile, fermiamola un po' questa fretta. Poi si concluderà che, invece, non c'è alcun tipo di rischio? Benissimo! Si ritornerà, nel rispetto della libertà di scelta di chiunque, ad aprire tutto. Però, se possibile, cercare di avere un minimo di raccolta di dati ulteriore rispetto all'attuale penso che sia solo buonsenso. Per cui, personalmente, io voterò a favore su questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (IV). Io sono veramente sorpresa dalle dichiarazioni in quest'Aula. Si sta mettendo in discussione il sistema sanitario e si è detto praticamente che noi stiamo facendo la sperimentazione in diretta ai ragazzi per farli andare in discoteca (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Io non so che sistema sanitario voi conosciate. Io conosco un sistema sanitario che, prima di mettere in circolazione un vaccino, lo sperimenta, non sugli esseri umani, ma su altri organismi e solo quando è sicuro lo porta in circolo. Le motivazioni che si stanno indicando, in questo momento, che sono gravissime, sono le stesse che i no-Vax dicono per ogni tipo di vaccino che spetta ai bambini, per ogni tipo di vaccino! Non solo su questo! Per ogni tipo di vaccino (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva - Commenti)! È una cosa gravissima…

PRESIDENTE. Colleghi.

SILVIA FREGOLENT (IV). …perché questo è il Parlamento che serve a dare un indirizzo politico alla società e noi stiamo facendo una sorta di talk show approssimativo, dove tutti noi facciamo i finti medici e raccogliamo, copia e incolla, cose dette in maniera assurda. Quindi, piena fiducia nel sistema sanitario, anche perché voglio ricordare che, a fianco di bambini, con famiglie, ovviamente, che possono decidere di vaccinare o no il proprio bambino, ci sono gli immunodepressi, che questa decisione non possono prenderla, e il senso di comunità, dopo un anno e mezzo di pandemia, pensavo che avesse superato definitivamente queste boiate (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva e Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Sarli. Ne ha facoltà.

DORIANA SARLI (MISTO). Grazie, Presidente. Quello che si sta chiedendo, comunque, non è non vaccinare: si sta chiedendo prudenza, si sta chiedendo un tavolo che possa accertare il rapporto rischi-benefici di cui si è parlato su AstraZeneca e si è detto che il rapporto rischi-benefici per una persona over 60 andava a favore dei benefici, ma questo non è per quelli sotto i 60. Vedere hub vaccinali dove i ragazzi si fiondano a vaccinarsi per la libertà di movimento, ci deve far riflettere. Inoltre, sul sistema di farmacovigilanza, avrei anche da ridire. Ho avuto esperienze personali di persone che hanno evitato di chiamare il medico, il medico che ha evitato di fare la segnalazione, il sistema di segnalazione che non è sempre così facile.

Chiedere una maggiore attenzione su tutto questo è solo di buonsenso e la sperimentazione di cui si parla, per esempio, per la Pfizer, come detto dall'EMA, è avvenuta solo su 2.260 bambini di età compresa tra i 12 e i 15 anni. Ma di che cosa stiamo parlando (Applausi di deputati del gruppo Misto)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Menga. Ne ha facoltà.

ROSA MENGA (MISTO). Presidente, grazie. Vorrei davvero invitare il Governo a fare un supplemento di riflessione su questo ordine del giorno, a prima firma del collega Baroni, che ho sottoscritto convintamente, un supplemento di riflessione per tutta l'Aula. È stato detto poc'anzi che si parla in maniera approssimativa e non da medici: bene, spero che questo mio intervento possa essere giudicato dai colleghi poco approssimativo, perché è un medico che vi parla.

Credo che il testo di questo ordine del giorno sia davvero corposo, non soltanto nelle richieste e negli impegni formulati, ma nelle premesse, che trovano in fonti estremamente autorevoli il loro fondamento. Si cita la Fondazione Gimbe, si cita l'Agenzia europea del farmaco, si citano prestigiose riviste scientifiche.

L'unica citazione mancante, ma questo non per dimenticanza del collega Baroni, ma perché la notizia è di ieri ed è stata anticipata da il Fatto Quotidiano, è quella che il Koch Institute di Berlino, che è l'istituto responsabile per il controllo e la prevenzione delle malattie infettive, pubblicherà, secondo quelle che sono le anticipazioni de il Fatto Quotidiano, delle raccomandazioni ufficiali (Applausi di deputati del gruppo Misto) affinché il vaccino Pfizer BioNTech venga somministrato ai bambini soltanto con condizioni patologiche preesistenti, quindi soltanto a bambini fragili. Questo è quello che, secondo le anticipazioni, un prestigioso istituto scientifico di caratura internazionale dirà ufficialmente proprio nella giornata di domani.

Noi ci troviamo a decidere qui, oggi, su un tema delicato che sono certa stia a cuore trasversalmente alle forze politiche e che sicuramente vede tutti noi partecipi, non solo politicamente, ma anche in maniera molto empatica, da genitori, da fratelli, nei confronti dei bambini, dei più piccoli.

Non si sta chiedendo - lo ripeto ancora una volta - la sospensione della campagna vaccinale, si sta chiedendo la trasparenza e la pubblicità di questi eventi avversi in maniera separata dalla totalità degli eventi avversi che quotidianamente vengono raccolti e segnalati, affinché si possa sottolineare qual è il reale rischio, che, visti gli esigui campioni di bambini sui quali è stata effettuata la sperimentazione, rischia di essere un rischio - perdonate il gioco di parole - sottostimato.

Si sta chiedendo che venga reso evidente, che possa essere pubblicato anche sui siti Internet istituzionali delle nostre autorità vigilanti affinché i genitori possano immediatamente prenderne visione. La collega Lorenzin prima ricordava, e concordo con lei, che su questo tema - cioè sulla somministrazione di farmaci o vaccini, come in questo caso, sui bambini - c'è particolare attenzione di tutta la comunità scientifica. Io, da medico, non ne dubito assolutamente, ma si sta chiedendo un passo ulteriore al Governo; si sta chiedendo che anche le persone comuni, anche i genitori che si trovano in questo momento a decidere, a prendere una decisione molto delicata per la vita dei loro figli, se sottoporli o meno al vaccino anti-COVID, sapendo che con tutta probabilità lo contrarranno in forma asintomatica o assolutamente lieve, qualora venissero in contatto con il virus, ebbene, si sta semplicemente chiedendo che questi genitori possano decidere a ragion veduta. E come può essere garantito questo? Soltanto se ai genitori arriva un'informazione tempestiva, un'informazione trasparente e che può essere immediatamente reperibile anche online su siti istituzionali.

Sono ben lontana da posizioni no-Vax o vaccino-scettiche, sto semplicemente chiedendo che tutti i genitori possano fare una scelta ben ragionata e alla luce di quelle che sono le evidenze scientifiche puntualmente aggiornate per i propri figli e per la loro salute (Applausi dei deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fioramonti. Ne ha facoltà.

LORENZO FIORAMONTI (MISTO-FE-FDV). Grazie, Presidente. Un intervento a titolo individuale per sostenere questo ordine del giorno, che, a mio parere, è estremamente cautelativo ed utile. Qualche giorno fa, nell'assenza della discussione nel nostro Paese, l'inviato speciale dell'Organizzazione mondiale della sanità per il COVID-19, il professor David Nabarro, ha rilasciato un'intervista in cui dice chiaramente una cosa che purtroppo non si discute, cioè che i Governi in questo momento stanno sbagliando nel modo in cui utilizzano le campagne vaccinali perché si concentrano sull'uso del vaccino come contenimento della pandemia invece di concentrarsi sull'uso del vaccino come contenimento degli effetti gravi e delle morti causate dalla pandemia. Questo è molto importante da un punto di vista scientifico perché lui dice: stiamo vaccinando in maniera massiccia persone che non ne hanno bisogno e ci dimentichiamo invece di vaccinare coloro che bisogno ne hanno.

Fa anche una proposta molto, ma molto intelligente, che, secondo me, il nostro Governo dovrebbe sostenere, soprattutto chi in quest'Aula si dice progressista. Cioè, le dosi che oggi vanno a coprire fasce di età che hanno un rischio trascurabile relativamente agli effetti gravi della malattia dovrebbero essere destinate, invece, a tutelare gli anziani e i fragili di quei Paesi che invece non riescono a vaccinare nessuno perché non sono abbastanza sufficienti le dosi di vaccini nel mondo.

Quindi, nel nome della solidarietà internazionale, l'Organizzazione mondiale della sanità chiede in un'intervista a Euronews, non un'intervista su un blog di una figura qualsiasi, di ripensare il modo in cui si sta utilizzando la campagna vaccinale. Loro sottolineano, a mio parere giustamente, che si sta facendo lo stesso errore che hanno compiuto i Governi negazionisti nella fase iniziale della pandemia, cioè, per pressioni economiche a riaprire, riaprire tutto come era prima, oggi si sparano vaccini a destra e a sinistra senza un uso logico e strategico di questi vaccini.

L'Organizzazione mondiale della sanità ci dice: guardate che l'atteggiamento di Trump, di Johnson, di Bolsonaro dell'anno scorso non è molto diverso da chi oggi sta utilizzando la campagna vaccinale in maniera trasversale e senza un ragionamento, perché c'è dietro la pressione economica a riaprire o a fare in modo che si possano riattivare tutte le attività economiche, così come coloro che noi contestavamo l'anno scorso volevano fare dicendo che il virus non esisteva e che non era un problema.

Quindi, un elemento di riflessione aggiuntiva su questo, a mio parere, è indispensabile proprio perché sono i principali attori internazionali che ci dicono “attenzione a come state utilizzando questo strumento importantissimo, il cui uso più ragionevole è quello di tutelare tutti coloro che sono fragili da una certa età in su e tutti coloro che hanno delle patologie”; ma in tutto il mondo, non attivando un consumismo da vaccino in alcuni Paesi e lasciando completamente scoperti Paesi che invece ne hanno bisogno, e che, se non tuteliamo, ci riporteranno il virus con qualche variante di qui a qualche mese, e ricominceremo da capo.

Quindi, c'è un atteggiamento completamente irresponsabile da due punti di vista: sull'uso, in molti casi non suffragato da un'analisi rischi-benefici, costi-benefici, tra coloro che sono i più giovani e che purtroppo oggi stanno facendo le file per prendersi il vaccino non sempre consapevolmente, ma perché gli si dice “o fai così o rischi di non poterti godere la vita”, e tutti coloro che, invece, ne avrebbero bisogno nel mondo e che invece stanno aspettando, e che diventano un rischio - e con questo concludo - anche per noi. Non è un problema solo loro, ma è un problema per tutti, perché le varianti continueranno a circolare e questo riporterà la pandemia e l'epidemia anche nel nostro Paese, quando noi avremo pensato invece di essercela lasciata alle spalle.

PRESIDENTE. Colleghi, ho altri cinque interventi. Ricordo che i gruppi avevano trovato l'accordo per chiudere alle ore 11, per permettere ai colleghi interessati di partecipare alle esequie del collega Epifani. Quindi, se possibile, vi chiedo di poter limitare gli interventi per riuscire a votare questo ordine del giorno e poi chiudere l'Aula come previsto alle ore 11.

Ha chiesto di parlare la collega Baldini. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BALDINI (CI). Grazie, Presidente. Dico che non possiamo mettere sempre in discussione la scienza. Più di un miliardo di persone hanno ricevuto la prima dose di vaccino. I risultati scientifici ci danno sicurezza sui giovani; quindi questi dati scientifici possono essere confutati solo da altri dati scientifici. Creando e generando questa confusione non facciamo certamente il bene delle persone. Quindi, dico che soltanto la scienza adesso deve parlare e noi dobbiamo seguire la scienza, come, del resto, la scienza ci ha portato e ci sta portando fuori da questa pandemia (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Gadda. Ne ha facoltà.

MARIA CHIARA GADDA (IV). Presidente, vorrei soltanto lasciare agli atti una considerazione, aggiungendola all'intervento della collega Silvia Fregolent rispetto alla serietà del nostro Servizio sanitario nazionale. Io non credo che si possa affermare in quest'Aula - perché davvero è un messaggio al Paese negativo e aberrante - che i nostri ragazzi si stanno vaccinando perché vogliono andare in discoteca (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva) e che si stanno vaccinando perché pensano soltanto alla loro libertà. Io credo che noi abbiamo un sistema che è composto anche da un modello educativo importante, fatto dalle famiglie, fatto dal Terzo settore e fatto anche dal sistema scolastico, dove i nostri ragazzi, su questo tema così come su tanti altri, semplicemente si stanno assumendo una responsabilità nei confronti della collettività e, magari, di quella collettività di persone fragili, di persone che non si possono vaccinare e di cui i nostri ragazzi vogliono semplicemente prendersi cura. Quindi, davvero io credo che da quest'Aula considerazioni di questo tipo non possano venire, tantomeno in un momento in cui si pensa, in queste ore, anche al dibattito sul voto ai diciottenni. È davvero aberrante il messaggio che si sta dando (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega D'Alessandro. Ne ha facoltà.

CAMILLO D'ALESSANDRO (IV). Presidente, la cosa peggiore ascoltata e percepita è la disistima di molti colleghi verso i giovani e verso la capacità delle famiglie di esprimere un giudizio consapevole riguardo al vaccinarsi o meno. Ma la cosa allucinante, che è emersa in quest'Aula pochi minuti fa, è che una collega dice che ci vuole un tavolo, io vi chiedo solo un tavolo. Che tavolo ci deve essere più del tavolo della scienza e delle organizzazioni che certificano che un vaccino può essere messo in circolazione (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva)? Ci si deve sedere lei al tavolo? Chi ci si deve sedere, se non gli scienziati che sono abilitati a dire “sì” o “no” (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva)? Chi ci deve andare? La politica, per prendere qualche voto? Chi ci si deve sedere ai tavoli, per decidere se si può fare un vaccino ai giovani e ai meno giovani? Chi ci si deve sedere? Ed è questo che avete avvelenato! Avete avvelenato, nel tempo, questo dibattito, che non è un dibattito della politica ma è un dibattito della scienza! Avete cominciato - non tutti, ma in parte anche in quest'Aula - con i vaccini ordinari! Abbiamo assistito a malattie che non c'erano più in Italia e che sono ricomparse, grazie a questi maledetti del web (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva) che sono stati contro i vaccini! E adesso, in un momento delicato e di svolta, anche se avete un minimo dubbio, legittimo, affidatelo alla scienza, non portatelo in Aula per riaprire un dibattito a favore di social e, casomai, per ingenerare di nuovo un dubbio e dubbi che abbiamo sconfitto in questa pandemia! Questa è la responsabilità che si chiede in questo periodo (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Provenza. Ne ha facoltà.

NICOLA PROVENZA (M5S). Grazie, Presidente. Vorrei cercare di evitare, per quanto possibile, riguardo a queste argomentazioni quello che spesso accade in quest'Aula, cioè il tentativo costante e aprioristico di delegittimazione del parere di colleghi che possono esprimere liberamente il loro pensiero. Mi riferisco, in particolare, alle argomentazioni che sostengono questo ordine del giorno, ma che devono essere valutate alla luce di considerazioni, dal mio punto di vista, molto più ampie, molto più delicate e soprattutto centrate sul tema. Io penso che, quando si parla di affidare il dibattito alla scienza e non alla politica, si commette un errore, perché è la politica che deve prendersi carico però tenendo conto degli elementi che la scienza porta all'attenzione del dibattito pubblico. Così come bisogna tenere in considerazione che, con alcune argomentazioni che io ho ascoltato, si giunge addirittura a disconoscere gli enti regolatori. Allora, se gli enti regolatori - mi riferisco ovviamente all'EMA e all'Aifa - sono da mettere in discussione, il dibattito politico è altro e certamente non legato a questo emendamento. Sommessamente, a nome del mio gruppo, voglio ricordare che qualche settimana fa, proprio avendo una sensibilità massima rispetto a questo tema, in un question time in Aula abbiamo sollecitato il Ministro della Salute a prestare una grandissima attenzione verso questo argomento soprattutto incrementando qualsiasi modalità informativa che a largo raggio potesse mettere nelle condizioni le famiglie di essere informate e di potere decidere nella massima autonomia, sempre seguendo un principio di precauzione che, in questi casi, è quello che deve guidare l'azione politica.

Quindi, io rivendico in qualche modo queste argomentazioni che ho descritto adesso e concludo dicendo che, se da un ordine del giorno arriviamo ad evocare addirittura la distribuzione dei vaccini non equa nei vari Paesi del mondo, stiamo ancora una volta in quest'Aula strumentalizzando un argomento che, invece, è talmente delicato che merita un'attenzione da tutte le voci di questo Parlamento, senza alcun elemento di pregiudizio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Colleghi, ribadisco gli accordi che ci sono stati e vi chiedo, se possibile, di sintetizzare gli interventi, per permettere di chiudere con questo ordine del giorno alle ore 11. Ha chiesto di parlare la collega Ravetto. Ne ha facoltà.

LAURA RAVETTO (LEGA). Grazie Presidente. Io penso che vada precisato in quest'Aula che non stiamo discutendo, con questo ordine del giorno, di obbligo o non obbligo vaccinale per i giovani o tantomeno per i bambini. Anche io personalmente, da madre, vi dico, tenuto conto di fondamentali elementi, che i bambini, di fatto, quando e se prendono il virus hanno degli effetti veramente blandi e che, laddove hai vaccinato tutti i soggetti anziani e i soggetti fragili, ancorché i bambini attaccassero il virus a questi soggetti non provocherebbero loro delle difficoltà, perché sarebbero vaccinati.

Sgomberando il campo da questo e non introducendo questa discussione in quest'Aula, perché è anche inopportuno rispetto al provvedimento che stiamo discutendo, voglio però spezzare una lancia a favore del Governo. Il sottosegretario Costa ha accolto questo ordine del giorno come raccomandazione; noi stiamo discutendo in quest'Aula come se avesse dato parere contrario. Lo ha accolto come raccomandazione perché evidentemente il Governo stesso comprende che in questo ordine del giorno - che io invece voglio credere sia stato fatto dal collega in buona fede, probabilmente il collega è anche medico - si dice semplicemente che bisogna dare più informazioni, che bisogna comunicare, che bisogna informarsi bene prima di prendere delle decisioni. Personalmente, credo che stiamo creando un dibattito dividendoci e lo dice una che è assolutamente pro-vaccinazioni. Su questo voglio totalmente sgombrare il campo. Però, mi sembra che stiamo creando un'ostilità all'interno di quest'Aula su un non tema: il Governo stesso ha detto “raccomandazione”. Una riflessione su questo va fatta. Quindi, credo che la libertà di coscienza sia lasciata a qualunque deputato, la libertà di discussione, ma è lo stesso Governo che prende atto che questo è un tema che andrà approfondito (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (MISTO-L'A.C'È). Grazie Presidente. Ho ascoltato con interesse quanto detto soprattutto da membri di questa maggioranza. Questo fa capire quanto la maggioranza voglia inquinare le acque di un dibattito che dovrebbe essere sano, dentro il Parlamento. Non capisco sinceramente come i deputati di Italia Viva e del Partito Democratico possano essere contrari a istituire un tavolo di lavoro con studiosi di livello internazionale esperti in vaccinazioni pediatriche e come possano dei politici italiani rifiutarsi di fare un controllo post-vaccinazione su eventuali effetti avversi delle vaccinazioni pediatriche, sempre con studiosi di livello internazionale. Questo significa che la scienza non deve essere messa in discussione. In realtà, la scienza va messa in discussione ogni giorno, perché altrimenti è religione, è fideismo, non è più scienza. La scienza migliora grazie allo studio quotidiano di studiosi del settore, come si è visto, d'altra parte, con le varie indicazioni dei meccanismi regolatori, quali EMA e Aifa, sui vaccini, che prima erano consigliati per gli under 55 e, successivamente, erano consigliati esclusivamente per gli over 60.

La scienza ha bisogno di studio e quello che chiediamo, con questo ordine del giorno, è di utilizzare lo studio dei maggiori esperti in vaccinazioni pediatriche ed eventi avversi. Solo così potremmo controllare al meglio la farmacovigilanza. Chiediamo abbastanza poco ma chiediamo il minimo per quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul primo capoverso del dispositivo dell'ordine del giorno n. 9/3045-A/71 Massimo Enrico Baroni, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sottosegretario Costa?

ANDREA COSTA, Sottosegretario di Stato per la Salute. Sì, sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/72, quello successivo…

PRESIDENTE. Siamo ancora sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/71, dobbiamo votare il dispositivo per parti separate.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul secondo capoverso del dispositivo dell'ordine del giorno n. 9/3045-A/71 Massimo Enrico Baroni, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul terzo capoverso del dispositivo dell'ordine del giorno n. 9/3045-A/71 Massimo Enrico Baroni, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul quarto capoverso del dispositivo dell'ordine del giorno n. 9/3045-A/71 Massimo Enrico Baroni, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul quinto capoverso del dispositivo dell'ordine del giorno n. 9/3045-A/71 Massimo Enrico Baroni, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul sesto capoverso del dispositivo dell'ordine del giorno n. 9/3045-A/71 Massimo Enrico Baroni, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul settimo capoverso del dispositivo dell'ordine del giorno n. 9/3045-A/71 Massimo Enrico Baroni, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ottavo capoverso del dispositivo dell'ordine del giorno n. 9/3045-A/71 Massimo Enrico Baroni, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Non essendo stato approvato alcun capoverso del dispositivo, non si procederà alla votazione della premessa. Sottosegretario Costa, voleva intervenire?

ANDREA COSTA, Sottosegretario di Stato per la Salute. Sì, grazie Presidente. Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/72 a firma Novelli propongo alcune…

PRESIDENTE. Bagnasco.

ANDREA COSTA, Sottosegretario di Stato per la Salute. No, Novelli, Novelli e Bagnasco.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/3045-A/73 è di Novelli, sottosegretario, siamo all'ordine del giorno n. 9/3045-A/72 Bagnasco. Comunque, essendo giunti alle ore 11, come convenuto, sospendiamo l'esame del provvedimento, che riprenderà alle ore 16. Sospendo, pertanto, la seduta, che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

La seduta, sospesa alle 10,55, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno la Ministra dell'Interno e il Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali.

Invito gli oratori al rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Iniziative volte a contrastare il fenomeno dei matrimoni forzati, anche alla luce della vicenda della giovane pachistana Saman Abbas – n. 3-02315)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Fiano ed altri n. 3-02315 (Vedi l'allegato A).

La deputata Incerti ha facoltà di illustrare l'interrogazione, di cui è cofirmataria, per un minuto.

ANTONELLA INCERTI (PD). Grazie, Presidente. Signora Ministra, da notizie a mezzo stampa sembrerebbe che la giovane pachistana Saman Abbas, di appena 18 anni, scomparsa da più di un mese nelle campagne reggiane, dopo essersi rifiutata di sposare in matrimonio forzato un connazionale in patria, sarebbe stata drammaticamente uccisa dallo zio e da due cugini con la complicità dei genitori. Sappiamo che non è un caso isolato, ma ci sono migliaia di casi di matrimoni combinati all'interno di comunità di stranieri che finiscono per essere forzati.

Qualora questa drammatica ipotesi al vaglio degli inquirenti venisse confermata, saremmo di fronte all'ennesimo episodio di intollerabile violenza legato a questa pratica. In attesa che le indagini definiscano in modo inequivocabile questa vicenda, ribadendo con forza che nel nostro Paese non sarà mai ammissibile che possano applicarsi “leggi” parallele e sanguinarie in contrasto con la legge dello Stato, che si possano obbligare le donne a matrimoni forzati o, comunque, a qualsiasi condizione femminile di minorità, chiediamo, signora Ministra, quali provvedimenti urgenti il Governo intenda prendere per contrastare il fenomeno dei matrimoni forzati e ciò che tragicamente ne consegue per quelle donne che si rifiutano di accettare questa pratica e, cioè, il loro femminicidio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. La Ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha facoltà di rispondere.

LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. Signor Presidente, onorevoli deputati, gli onorevoli interroganti, traendo spunto dal tragico fatto di cronaca che ha riguardato la giovane cittadina pachistana Saman Abbas, richiamano l'attenzione sul fenomeno dei matrimoni forzati, che pare costituisca lo sfondo della suddetta vicenda, chiedendo quali iniziative il Governo intenda assumere per contrastare tale odiosa forma di violenza. Premetto che l'antidoto più efficace è sicuramente costituito da un'estesa azione di rete capace di coinvolgere gli attori istituzionali nelle loro diverse competenze e il mondo dell'associazionismo, per una diffusa opera di prevenzione e di sensibilizzazione culturale del rispetto e della parità di genere da realizzare in ogni ambito della vita.

L'Italia, nel corso degli anni, ha compiuto notevoli passi in avanti nel dotarsi di un'adeguata cornice normativa per rafforzare la tutela dei diritti della donna. In questo senso, è da ricordare, sul piano internazionale, la ratifica nel 2013, da parte del nostro Paese, della Convenzione di Istanbul del 2011 contro la violenza di genere, mentre, a livello interno, abbiamo posto in essere una serie di misure normative orientate alla promozione attiva della parità di genere e alla repressione della violenza sulle donne. Uno dei più recenti interventi è rappresentato dal cosiddetto “Codice rosso”, che ha ampliato le tutele per le vittime, introducendo nuove fattispecie criminose, tra le quali l'articolo 558-bis del codice penale, che punisce la costrizione e l'induzione al matrimonio circondando tale condotta da una rete di circostanze aggravanti.

Sul piano operativo, ricordo l'impegno delle Forze di polizia in diverse campagne di sensibilizzazione e informazione destinate anche al mondo della scuola, perché è essenziale che la cultura del rispetto diventi parte del processo di crescita e maturazione civica dei giovani. Ricordo anche che le Forze di polizia utilizzano avanzate prassi operative, in virtù delle quali grande attenzione è posta dalla valutazione delle situazioni di particolare vulnerabilità delle vittime, originate in contesti familiari, condizionati da difficoltà di ordine economico e sociale o da retaggi culturali. Sotto quest'ultimo profilo bisogna affermare che in nessun modo le differenze culturali possono esimere da una piena adesione ai principi di fondo sui quali si basa la nostra società, come l'eguaglianza di genere e il rispetto della dignità umana che permea di sé il quadro dei valori costituzionali.

Nella forte convinzione che il traguardo della parità di genere, cruciale per il futuro di tutte le società democratiche, richieda uno sforzo costante in un'ottica di perfezionamento continuo, assicuro che il Governo è al lavoro su interventi volti a migliorare la sicurezza delle donne e a condividere, in seno al tavolo per le relazioni con l'Islam italiano, i necessari percorsi per una maggiore integrazione.

Infine, informo che il Ministro per le Pari opportunità sta curando la predisposizione del nuovo Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne 2021-2023, nell'ambito del quale un'attenzione specifica sarà dedicata proprio al tema dei matrimoni forzati.

PRESIDENTE. Il deputato Fiano ha facoltà di replicare.

EMANUELE FIANO (PD). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro, anche per il suo lavoro quotidiano. La ringrazio per le cose che lei ci ha detto e, purtuttavia, non posso e non possiamo tutti noi che rimanere sgomenti di fronte all'efferatezza di quello che abbiamo sentito raccontare anche dal fratello della vittima. Per questo, io penso che, in particolare su una delle iniziative che lei ha illustrato oggi, cioè sul tavolo delle comunità islamiche - il quale sia propedeutico a sviluppare con il Governo percorsi per l'integrazione -, lì debbano essere messi dei punti fermi. Noi siamo, come è ovvio, il Partito Democratico è, per tutte le politiche possibili di sviluppo dell'integrazione. Quella integrazione, da parte delle comunità islamiche che, appunto, collaborano con il Governo, non può in alcun momento sottacere la prevalenza dei principi fondamentali della nostra Carta costituzionale, che mai in alcun modo potranno soggiacere ad altre pratiche o tradizioni, familiari o etniche. Su quel punto dell'integrazione si gioca, secondo noi, una parte del futuro di questo Paese, del futuro delle donne, del futuro dei diritti. In alcun modo la pratica del femminicidio, che sia questo fenomeno di cui stiamo parlando in queste ore o quello molto esteso, purtroppo, che accade in molte case italiane, può lasciarci inerti; in alcun modo l'indifferenza della constatazione che sono fenomeni che purtroppo accadono può influenzare l'attività del legislatore o del Governo.

Per questo, la ringraziamo della risposta, ci riteniamo soddisfatti, ma la invitiamo ad essere molto decisa nella questione dell'integrazione, che deve sicuramente essere un processo positivo, ma che passa da regole che in alcun modo possono essere calpestate (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Iniziative volte ad assicurare in tempi celeri l'esame delle domande di regolarizzazione presentate da lavoratori stranieri, anche al fine di facilitarne l'accesso alla campagna vaccinale anti-COVID – n. 3-02316)

PRESIDENTE. Il deputato Magi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02316 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

RICCARDO MAGI (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente. Ministra, in base ai dati del dossier elaborato dai promotori della campagna “Ero straniero”, dati diffusi il 1° giugno scorso, a un anno dall'apertura della finestra per accedere alla procedura di emersione dei rapporti di lavoro irregolari, delle 220 mila persone che hanno fatto richiesta, solo 11 mila (il 5 per cento) hanno ottenuto un permesso di soggiorno, mentre circa 20 mila sono i permessi in via di rilascio. Il ritardo enorme con cui si sta procedendo all'esame delle domande di emersione si traduce nell'impossibilità, di fatto, per decine di migliaia di persone, di accedere ai servizi, alle prestazioni sociali, alle tutele e ai diritti previsti per chi lavora nel nostro Paese.

Sono a chiedere, quindi, quali iniziative di competenza intenda adottare per assicurare che l'esame delle oltre 200 mila domande di regolarizzazione presentate venga finalizzato in tempi brevi, anche alla luce della difficoltà per questi lavoratori, nonostante sia previsto dal Sistema sanitario nazionale, di accedere alla campagna vaccinale.

PRESIDENTE. La Ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha facoltà di rispondere.

LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. L'onorevole interrogante fa riferimento alla procedura di emersione dei rapporti di lavoro irregolari prevista dal decreto-legge n. 34, il cosiddetto “decreto Rilancio”, chiedendo iniziative per velocizzare le relative istanze. Deve essere preliminarmente evidenziato che le procedure di emersione hanno incontrato varie difficoltà, la prima delle quali è rappresentata dalla complessità della gara europea, conclusasi soltanto a dicembre dello scorso anno e protrattasi fino a metà gennaio per la presentazione delle domande.

Altre difficoltà hanno inciso sulla veloce trattazione delle istanze, tra le quali quella dovuta agli adempimenti procedurali che investono più amministrazioni (prefettura, questura, ispettorato del lavoro, INPS), all'impossibilità tecnica di gestire la procedura esclusivamente in via telematica ed infine alla pandemia, che ha limitato la funzionalità delle strutture periferiche, il cui personale ha dovuto ridurre gli appuntamenti con gli utenti.

Il “decreto Rilancio” ha introdotto due distinti procedimenti amministrativi da attivarsi, rispettivamente, presso gli sportelli unici per l'immigrazione delle prefetture e presso le questure.

Riguardo alle procedure di regolarizzazione degli sportelli unici per l'immigrazione segnalo che, al 1° giugno, risultano aver preso servizio complessivamente 721 lavoratori interinali sugli 800 previsti, mentre i restanti 80 andranno assegnati alle sedi di destinazione non appena saranno perfezionate le procedure di reclutamento a cura della società di somministrazione del lavoro. In particolare, alle prefetture di Milano e di Roma, che effettivamente presentano i maggiori carichi di lavoro, sono stati rispettivamente assegnati 25 e 22 lavoratori a partire dallo scorso 22 marzo. Sulla tempistica di assegnazione hanno influito le numerosissime rinunce o dimissioni da parte dei lavoratori selezionati, che hanno comportato la necessità di scorrimento della graduatoria ai fini della individuazione delle altre unità disponibili.

In relazione all'esito favorevole dell'attività istruttoria svolta dagli sportelli unici per l'immigrazione, ad oggi sono pervenute alle questure, per il rilascio del permesso di soggiorno, 24.825 istanze, a fronte delle quali sono stati rilasciati circa 8 mila titoli di soggiorno.

Invece, in relazione alla procedura meno complessa da avviare direttamente presso le questure da parte dei cittadini stranieri in possesso di un permesso di soggiorno scaduto alla data del 31 ottobre 2019, non rinnovato o convertito in altro titolo di soggiorno, informo che, rispetto alle 11.830 istanze presentate, risultano rilasciati 9.735 titoli di soggiorno.

Le questure, inoltre, hanno dovuto far fronte a ingenti carichi di lavoro connessi al rilascio dei permessi di soggiorno per i quali, pure, è stato necessario munirsi, con apposita gara, di personale interinale. A partire dal 14 giugno, saranno distribuiti sul territorio nazionale 408 lavoratori interinali per la trattazione delle istanze di rilascio dei ricordati titoli. Al momento, sono già operativi 130 mediatori culturali di supporto nella trattazione delle istanze.

PRESIDENTE. Il deputato Magi ha facoltà di replicare.

RICCARDO MAGI (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente. Ringrazio la Ministra per le informazioni che ci ha dato ma, al contempo, chiediamo un ulteriore sforzo da parte dell'amministrazione. Ministra, questo provvedimento di emersione e di regolarizzazione il Governo e questo Parlamento lo hanno voluto, riconoscendovi un interesse nazionale, cioè un interesse in un momento particolare, un interesse che risponde a esigenze di emergenza sanitaria e che rispondeva anche a esigenze del nostro sistema produttivo. Ci dà un po' di sconforto sentire che la motivazione del rallentamento è nell'emergenza sanitaria quando la stessa emergenza sanitaria era una delle motivazioni alla base del provvedimento; ma dobbiamo andare avanti e dobbiamo fare tutto il possibile perché le pratiche vengano lavorate nel tempo più rapido possibile.

C'è un aspetto, in particolare, che ci preme sottolineare: questi cittadini stanno riscontrando molte difficoltà ad iscriversi al Servizio sanitario nazionale. Infatti, nonostante la circolare in merito del Ministero della Salute, c'è una discrezionalità eccessiva nel consentire quello che, invece, dovrebbe essere un obbligo di iscrizione e, comunque, nella possibilità di accedere alla campagna vaccinale, anche con la modalità, diciamo, provvisoria che in questo momento ha chi aspetta il perfezionamento. Non sfugge a nessuno di noi l'importanza che questo avvenga.

Infine - e concludo - la discrezionalità si è riscontrata spesso anche nelle modalità con cui le diverse prefetture accettano la documentazione attestante la loro presenza nel nostro Paese prima dell'8 marzo, che era la data indicata nel provvedimento.

Insomma, lo sforzo che noi chiediamo all'amministrazione è di prestare la massima attenzione, in attesa che questo Parlamento renda questo provvedimento, che è stato fatto con modalità straordinaria - e il sottoscritto ne è convinto - una misura invece di possibilità di regolarizzazione permanente, su base individuale.

Questo per le esigenze non solo di emergenza sanitaria ma di legalità, di inclusione sociale e di maggiore beneficio per la nostra società.

(Intendimenti in ordine ad una revisione delle politiche di accoglienza dei migranti, con particolare riferimento alle procedure di riammissione conseguenti ad accordi bilaterali e alle condizioni dei Centri per il rimpatrio – n. 3-02317)

PRESIDENTE. Il deputato Fratoianni ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02317 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

NICOLA FRATOIANNI (LEU). Grazie, signor Presidente. Signora Ministra, il 23 maggio 2021 nel porto di Bari è stato negato l'accesso alla procedura per la protezione internazionale a cittadini turchi di etnia curda, nonostante avessero esplicitamente fatto richiesta in tal senso. Questi cittadini sono stati privati dei loro effetti personali, non è stata loro fornita alcuna assistenza sul piano legale né un mediatore e sono stati riammessi in Grecia a bordo di un traghetto. Hanno viaggiato senza acqua né cibo, in un piccolo vano di carico, e pare che abbiano subito abusi durante le procedure di riammissione. Riammissione che è avvenuta - e questo è molto importante - in modo del tutto informale, senza che a loro fosse consegnato alcun provvedimento; dunque, privati della possibilità di fare ricorso, come prevedono le norme. In Grecia sarebbero stati trattenuti a lungo in luoghi fatiscenti, senza che l'UNHCR potesse avere notizie dalle nostre autorità e tutto ciò nonostante la condanna nei confronti dell'Italia nel caso Sharifi contro Italia e Grecia proprio sul tema dei respingimenti e delle riammissioni informali.

Tutto questo avviene in un contesto - quello del nostro Paese - in cui i cittadini stranieri sono spesso privati della loro libertà con scelte e meccanismi discutibili anche per ciò che riguarda il percorso della cosiddetta accoglienza: penso ai CPR, strutture che andrebbero definitivamente superate.

Dunque, sono qui a chiedere se non si intenda porre fine alle riammissioni alle frontiere interne e adriatiche attuate sulla base di accordi bilaterali discutibili e se non si intenda rivedere, al fine di superarle, le strutture come i CPR.

PRESIDENTE. La Ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha facoltà di rispondere.

LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. L'onorevole interrogante pone l'attenzione su due recenti casi, avvenuti a Bari e a Torino, che hanno riguardato migranti entrati irregolarmente in Italia, lamentando il trattamento riservato a tali stranieri.

Riguardo all'episodio di Bari, informo che, nel corso di un rituale controllo di frontiera, erano state individuate sette persone, tutte di nazionalità turca, nascoste all'interno di un furgone appena sbarcato da una motonave proveniente dalla Grecia. Nell'immediatezza dell'intervento venivano, dapprima, aiutate ad uscire dall'angusta posizione in cui erano state trovate e, poi, soccorse e rifocillate. Nessuno dei sette cittadini turchi, che si esprimevano in lingua inglese, ha espresso l'intenzione di presentare domanda di protezione internazionale, avendo invece dichiarato il proposito di raggiungere successivamente la Germania e la Svizzera.

Mentre sei dei cittadini turchi venivano immediatamente riaffidati al vettore greco per la riammissione in quel Paese, per uno, colpito da malore, si è reso necessario il ricovero in ospedale. Soltanto quest'ultimo, poi, ha effettivamente formalizzato la richiesta di protezione internazionale. Il quadro conoscitivo consente, quindi, di affermare l'insussistenza di presunti comportamenti arbitrari delle Forze di Polizia, con particolare riferimento all'abusiva negazione della possibilità di accedere a forme di protezione internazionale.

Aggiungo che il conducente del furgone, di nazionalità rumena, è stato arrestato per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

Con riguardo all'istituto delle riammissioni, ricordo che nell'episodio di Bari ha trovato applicazione l'Accordo di riammissione italo-greco che, in analogia ad altri accordi di riammissione stipulati con i Paesi Schengen dall'Italia, mira a contrastare i cosiddetti movimenti secondari che interessano una frontiera interna, ove non può essere adottato un provvedimento di respingimento che, come è noto, presuppone invece una frontiera esterna.

Evidenzio anche che la Commissione europea auspica la sottoscrizione di detti accordi quale misura compensativa rispetto al potenziale deficit di sicurezza connesso all'assenza di controlli sistematici alle frontiere interne, come anche ribadito nella sua raccomandazione del 12 maggio 2017 relativa ai controlli di polizia proporzionati e alla cooperazione di polizia nello spazio Schengen.

Per quanto concerne invece il suicidio del giovane Musa Balde, vittima di un'aggressione fisica qualche giorno prima a Ventimiglia e soccorso all'ospedale di Bordighera, informo che nei confronti del giovane della Guinea risultavano precedenti penali anche per lesioni personali e detenzione abusiva di armi e che a suo carico era già stato emesso un provvedimento di espulsione da parte del prefetto di Imperia.

In ragione di tali precedenti, il giovane, dall'ospedale veniva trasferito al CPR di Torino, all'interno del quale veniva sottoposto a colloquio conoscitivo dalla psicologa in servizio presso quel centro, anche alla presenza del supporto legale. In tale occasione il cittadino straniero si mostrava collaborativo e non evidenziava forme di fragilità, né intenti autolesionistici, riferendo, peraltro, che le ferite riscontrate non erano riconducibili all'aggressione ricevuta, bensì a una caduta accidentale. Anche la sua sistemazione, come unico occupante di uno specifico reparto del centro, ha corrisposto a una precauzione di carattere medico, in considerazione di una possibile patologia dermatologica contagiosa, esclusa poi dai successivi accertamenti clinici. Anche in tale dolorosa circostanza lo svolgimento dei fatti porta a escludere la sussistenza di negligenze che abbiano potuto concorrere a determinare il grave evento.

Riguardo, infine, al miglioramento delle condizioni di vita all'interno dei CPR, sottolineo che sono stati disposti ingenti interventi presso i CPR di Bari, Milano, Roma e anche della stessa Torino, allo scopo di migliorarne l'efficienza, la capacità e la qualità ricettiva, gravemente compromessa da atti di vandalismo posti in essere dagli stessi ospiti, tenendo anche conto delle esigenze di distanziamento connesse alla pandemia.

PRESIDENTE. Il deputato Fratoianni ha facoltà di replicare.

NICOLA FRATOIANNI (LEU). Grazie, Presidente. Signora Ministro, la ringrazio naturalmente per la risposta che, però, devo dire non mi soddisfa, per una serie di ragioni che proverò a spiegare, rapidamente. Primo, sulla vicenda di Bari, che purtroppo non è caso isolato, una serie di calcoli basati peraltro su dati del Ministero dell'Interno ci racconta che la procedura delle riammissioni è ormai assai frequente. Bari, peraltro, ha qualche record in questo senso: tra il 1° gennaio 2020 e il 15 novembre dello stesso anno, 628 persone sono state riammesse verso il Montenegro e l'Albania e oltre 79 persone verso la Grecia. Ebbene, il punto problematico e più grave di quello che è accaduto ha a che fare esattamente con le modalità con cui si è determinata questa riammissione. Non è solo questione di trattati, di cui naturalmente potremmo discutere - peraltro, il Trattato di riammissione con la Grecia non è ancora stato ratificato, come prevedrebbe, invece, la nostra Costituzione -, ma non è di questo che voglio discutere qui. Voglio discutere del modo con cui è avvenuta questa riammissione, perché c'è un problema non solo nella divergenza delle informazioni. A me, e a una serie di associazioni che sono intervenute, risulta che, invece, quei cittadini avessero fatto richiesta di asilo, anche perché i cittadini turchi di etnia curda sono particolarmente esposti, come è noto, a rischi in caso di riammissione, in questo caso dalla Grecia verso la Turchia (anche in questo caso, pratica per nulla infrequente), ma il punto è che la procedura è del tutto informale. Non è stato consegnato un provvedimento, non è stato chiamato un mediatore, non è stato chiamato un servizio di interpretariato e il fatto che parlassero inglese non rileva da questo punto di vista, perché è necessario in questi casi, per garantire fino in fondo i diritti individuali di ogni singola persona, che siano rispettati questi passaggi. Tutto questo non è avvenuto, e tutto questo è molto grave.

Allora, io penso che di fronte a questa singola vicenda, che rischia di esporre alcune persone a un pericolo che riguarda la propria vita (perché è di questo che stiamo parlando), in questo come in molti altri casi sia necessario che il Governo intervenga. Facendo cosa? Dando l'indicazione, alla Polizia di frontiera e a chi opera in questi contesti, di rispettare le norme e, quindi, evitare, da qui in avanti e una volta per tutte, che si continui con una procedura illecita, contro le norme sul diritto d'asilo e i trattati internazionali, di riammissioni informali basate su nessuna procedura che consenta a chi ne è vittima di tutelare i propri diritti fino in fondo.

(Elementi e prospettive circa i negoziati in sede europea concernenti le proposte normative relative al Nuovo patto sulla migrazione e l'asilo – n. 3-02318)

PRESIDENTE. La deputata Lucaselli ha facoltà, per un minuto, di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-02318 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Ministro, sappiamo che la Commissione europea ha indicato il secondo trimestre del 2021 come orizzonte temporale per l'adozione dei nuovi regolamenti sulla gestione della migrazione e sappiamo anche che i lavori della Commissione sono in una fase di stallo, così come sappiamo già chiaramente che Francia e Germania sono contrarie ai ricollocamenti obbligatori. Eppure, in Italia bisogna dare una risposta, una risposta veloce, celere per gli sbarchi che assediano le nostre coste.

Allora, le chiediamo quale siano i risultati ad oggi raggiunti di quei negoziati in sede di Consiglio, perché riteniamo che questo, ora, sia un problema che va affrontato, e va affrontato non sull'onda dell'ideologia falso-buonista, ma va affrontato, una volta per tutte, nel merito (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. La Ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha facoltà di rispondere.

LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. Il Nuovo patto sulla migrazione e l'asilo è un ambizioso complesso di misure, non solo legislative, che, secondo l'intenzione della Commissione, dovrebbe instaurare un quadro europeo, duraturo e sostenibile, di gestione delle politiche migratorie dell'asilo.

Ritengo che l'attuale formulazione delle proposte della Commissione non possa considerarsi soddisfacente per l'Italia. Come ho già avuto modo di chiarire, noi insistiamo per il riconoscimento della specificità della gestione delle frontiere marittime con sistemi di relocation dei migranti salvati in mare nel corso di operazioni di ricerca e soccorso, cosiddette SAR, così come prevedeva il meccanismo a suo tempo condiviso nel 2019 a Malta; la considerazione delle misure contenute nel Nuovo patto secondo una logica di pacchetto, cioè basata su un giudizio onnicomprensivo e interconnesso delle singole proposte normative che lo compongono, ferma restando la possibilità di progredire nel percorso comune su specifici aspetti a carattere più operativo per la gestione sul terreno del fenomeno migratorio; l'affermazione di un altro principio fondamentale tra responsabilità nella gestione delle frontiere esterne dell'Unione e solidarietà tra i Paesi membri.

Soprattutto in vista di quest'ultima priorità, siamo impegnati allo scopo di riattivare al più presto i risultati ottenuti prima del COVID, con la ricollocazione in alcuni Paesi che hanno partecipato volontariamente alla redistribuzione dei migranti. Su questo aspetto mi sono già confrontata a Parigi con il Ministro dell'Interno Darmanin e incontrerò anche il mio omologo tedesco Seehofer per un punto di situazione. Ieri proprio, in sede di Consiglio giustizia e affari interni in Lussemburgo, ho ribadito le nostre posizioni, insistendo sulla necessità che per ridurre la pressione migratoria ai confini esterni europei e, conseguentemente, anche i movimenti secondari all'interno dell'Unione europea, si debbano intensificare tutti i nostri sforzi, a livello politico, affinché le istituzioni dell'Unione europea pongano subito mano a robusti accordi di partenariato strategico con i Paesi di origine e di transito dei flussi migratori, a partire dalla Libia e dalla Tunisia, per consolidare i processi di stabilizzazione in atto e per contribuire al loro sviluppo economico.

Ho altresì posto in evidenzia che per i Paesi mediterranei riuniti nel gruppo Med5 è fondamentale che la trattativa sul nuovo patto sulla migrazione e l'asilo segua contemporaneamente un doppio binario: i temi legati alla responsabilità e quelli concernenti la solidarietà tra Stati membri, con la previsione di un equo meccanismo di ridistribuzione dei migranti in Europa.

Nel complesso, il negoziato in corso è quanto mai delicato sul piano politico e articolato sul piano tecnico ed è, quindi, ovvio che da tali fattori dipendono i tempi della tabella di marcia di attuazione del patto. Assicuro, comunque, che il Governo sta utilizzando gli strumenti più appropriati, sia a livello europeo sia sul piano bilaterale, per indirizzare il negoziato verso un esito soddisfacente per gli Stati membri mediterranei più esposti ai flussi.

PRESIDENTE. Il deputato Prisco ha facoltà di replicare.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Non possiamo ritenerci soddisfatti, anche perché i fatti condannano le politiche del controllo dell'immigrazione di questo Governo. Ci vuole che l'Europa capisca che l'Italia di fatto è il confine dell'Europa stessa sul Mediterraneo, anche in termini di immigrazione, e se non funziona una risposta solidale dell'Europa ci vuole, comunque, una risposta nazionale che, ad oggi, manca, Ministro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Manca perché nel 2019 - lo dice il cruscotto del Ministero a cui lei è al vertice - erano 2.128 gli sbarchi e oggi sono 15.195.

La risposta, altri Paesi europei governati dalla sinistra come l'Italia, l'hanno data, perché, per esempio, la Danimarca ha stabilito un blocco totale all'immigrazione clandestina e ha consentito l'avviamento di hotspot nei Paesi terzi, esattamente quello che le chiedevano Giorgia Meloni e Fratelli d'Italia sei mesi fa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). La Spagna, altro Paese governato dalla sinistra, è intervenuta anche con forza respingendo l'immigrazione clandestina. Le proposte che noi le facciamo da ormai molto tempo, blocco navale europeo - e su questo l'Europa prima o poi dovrà dare una risposta se non intende addivenire a patti solidaristici in termini di ridistribuzione dei migranti - hotspot nei Paesi terzi, perché noi non vogliamo che le persone muoiano in mare; si possono garantire i diritti umani e farlo nei Paesi di partenza, come stanno dimostrando anche altri Paesi europei. E accordi bilaterali, perché le risorse non devono essere sprecate negli accordi di cooperazione del Ministro Di Maio, ma date a quei Paesi che si impegnano e ci danno una mano a controllare l'immigrazione clandestina (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché se vi è sì un diritto ad emigrare, vi è anche il diritto a non emigrare, come anche il Santo Padre ha più volte ricordato.

Fratelli d'Italia continua a farle queste proposte, ma, stante questi dati, o il Governo si fa sentire in un'accelerazione europea oppure ci vuole che vi rimbocchiate le maniche e lavoriate per fermare un flusso migratorio preoccupante - i dati di oggi, come le ho ricordato, lo dimostrano - perché l'Italia non può diventare il campo profughi d'Europa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

(Iniziative volte a risolvere la carenza di segretari comunali, con particolare riguardo ai piccoli comuni – n. 3-02319)

PRESIDENTE. La deputata Ruffino ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02319 (Vedi l'allegato A).

DANIELA RUFFINO (CI). Signor Presidente e signora Ministra, poniamo la questione sul crescente fabbisogno dei segretari comunali. Le procedure concorsuali soddisferanno in minima parte il fabbisogno delle sedi oggi vacanti su tutto il territorio nazionale, peraltro direi molto ampio. Soltanto il 40 per cento degli enti locali risulta oggi dotato di un segretario comunale e nei piccoli comuni le sedi vacanti sono più di 1.400, a fronte di una tendenza che purtroppo, con i pensionamenti, vede il numero dei segretari comunali ridursi di circa 700 unità. Brevemente, ricordo anche la durata massima dell'incarico sostitutivo conferito ai funzionari: è prevista in soli dodici mesi. Signora Ministra, ad esempio potremmo estenderla all'intera durata del mandato del sindaco. La carenza condiziona la stessa capacità degli enti di ottemperare ai programmi di sviluppo nazionale, importantissimi oggi, stabiliti a livello centrale, e sostanzialmente rallenta anche le facoltà gestionali dei comuni. Chiedo quindi, signora Ministra, di sapere quali iniziative intenda adottare al fine di risolvere la carenza dei segretari comunali e la ringrazio (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. La Ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha facoltà di rispondere.

LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. Va premesso che la figura del segretario comunale e provinciale è articolata in tre diverse fasce professionali, A, B e C, distinte in relazione all'entità demografica degli enti locali. Allo stato, risulta una carenza di organico più accentuata nella fascia iniziale, la fascia C, acuita dall'emergenza COVID-19, che ha determinato, come è noto, la sospensione delle procedure di reclutamento all'interno della pubblica amministrazione. Gli iscritti in tale fascia sono destinati allo svolgimento delle funzioni nei comuni con popolazione fino a 3 mila abitanti; meno marcate sono invece le carenze nelle altre due fasce, corrispondenti ai comuni di medie e grandi dimensioni.

In merito alle procedure di reclutamento, nel dicembre 2019 è stato indetto il sesto corso-concorso di accesso alla carriera finalizzato all'iscrizione all'albo dei segretari comunali di 224 nuove unità, la cui conclusione è prevista entro la fine di questo mese. Nel prossimo mese di settembre è già previsto l'inizio del conseguente corso di formazione, destinato ai 291 borsisti, comprensivi anche di 67 idonei del concorso in questione da 224 unità. Il corso terminerà nel mese di aprile 2022 e si procederà all'immediata iscrizione all'albo dei 224 vincitori. È previsto, inoltre, il reclutamento di ulteriori 172 segretari comunali per una sessione aggiuntiva del predetto sesto corso-concorso, comprendenti gli idonei del concorso, nonché gli idonei della terza, quarta e quinta procedura assunzionale. L'inizio di questo ulteriore corso per segretari comunali, che comprenderà in tutto 223 borsisti, è previsto per il prossimo mese di ottobre, non appena saranno perfezionate le necessarie procedure autorizzatorie.

Aggiungo che è stato già autorizzato l'avvio di una nuova selezione relativa al settimo corso-concorso, finalizzata all'assunzione di ulteriori 171 segretari comunali, ed è in via di predisposizione il relativo bando. Un ulteriore intervento per far fronte alla carenza dei segretari comunali è rappresentato dal potenziamento della figura del vice segretario comunale. Infatti, per il triennio 2020-2022 i comuni di minore dimensione demografica possono affidare le funzioni di segretario comunale alla figura del vice segretario per un periodo massimo di 12 mesi complessivi.

I vice segretari devono possedere alcuni requisiti e sono tenuti ad assolvere uno specifico obbligo formativo. Sono state recentemente approvate ulteriori sessioni di recupero dei corsi di formazione per i vice segretari, da tenersi l'una nel mese di giugno e l'altra alla fine di quest'anno, per garantire a tutti i vice segretari che non avessero ottemperato all'obbligo formativo la possibilità di continuare a esercitare la propria attività. Sempre nell'intento di sopperire alla carenza dei segretari comunali, soprattutto, come dicevo prima, nella fase iniziale, lo scorso 28 aprile 2021 ho adottato un decreto che rende più flessibile la possibilità per i segretari comunali di stipulare convenzioni con i comuni, superando, a date condizioni, il preesistente limite di 5 enti, previa una specifica autorizzazione dell'amministrazione dell'Interno, che effettuerà anche un monitoraggio periodico sull'utilizzo di tale norma derogatoria, proprio per esaminare eventuali criticità che possano insorgere nella fase applicativa. Resta fermo che tale attività potrà essere svolta in favore di tutti i comuni che sono convenzionati.

PRESIDENTE. La deputata Ruffino ha facoltà di replicare.

DANIELA RUFFINO (CI). La ringrazio, signora Ministro. Sono numeri importanti, sicuramente, le 224 nuove unità, ossigeno, come anche le future 162 e i prossimi corsi-concorsi. Cogliamo l'occasione, però, per ribadire alcune soluzioni che potrebbero nell'immediato essere importanti. Una di queste l'ho riportata nel mio intervento iniziale, ad esempio la durata dei 12 mesi per i vice segretari comunali, personale preparato nei nostri comuni (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia), cresciuto tra le mura del comune, e quindi che già respira l'aria di una formazione che è certamente importante. Potrebbe essere una nomina fiduciaria, che dura quanto la durata del mandato del sindaco.

È importante anche l'aspetto che lei ha citato, la durata della convenzione, alla quale possono partecipare al massimo 5 enti. Io e molti colleghi - cito il mio caso - qui tra i presenti abbiamo situazioni dove i segretari comunali raggiungono anche i 15 enti. È ovvio che tutto questo rende il lavoro estremamente difficile da due parti: dalla parte del segretario comunale e ovviamente, dall'altra, quella del sindaco e dell'amministrazione comunale.

Siamo certi, signora Ministro, che lei vorrà trovare soluzioni immediate. Temiamo, purtroppo, non siano sufficienti i numeri che ci ha prima rappresentato, per il semplice fatto che ci saranno ulteriori pensionamenti. Sappiamo tutti quanto sia importante il ruolo dell'ente locale, anche del più piccolo, e abbiamo ribadito in quest'Aula l'importanza fondamentale di mettere ogni comune nella situazione di poter agire al meglio e di poter erogare dei servizi. Abbiamo visto quanto la pandemia abbia rallentato un po' le attività su tutti i nostri territori, però siamo anche molto coscienti che la volontà politica di superare questi problemi sicuramente diventa risolutiva. In ogni caso la ringraziamo e ci riteniamo soddisfatti della risposta (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

(Iniziative per la sostenibilità economica e sociale del comparto ittico, anche con riferimento alla definizione dei diritti di pesca nel quadro giuridico internazionale – n. 3-02320)

PRESIDENTE. La deputata Moretto ha facoltà di illustrare l'interrogazione Gadda ed altri n. 3-02320 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria, per un minuto.

SARA MORETTO (IV). Grazie Presidente. Signor Ministro, sabato prossimo, tra qualche giorno, a Venezia e a Mazara del Vallo, simbolicamente il mondo della pesca italiana si ferma per manifestare il proprio disagio. Un disagio che deriva da una serie di scelte, che negli ultimi anni si sono assunte a livello comunitario, da ultima una che ha ridotto ulteriormente i giorni di pesca, e a cui si sono aggiunti una serie di eventi indipendenti da esso, quindi la pandemia, ma anche il delicato equilibrio geopolitico del Mediterraneo. Tutti questi eventi hanno finito per impoverire in maniera drammatica il comparto della pesca, che, comunque, come tutta la filiera ittica, contribuisce per più di 39 miliardi al PIL italiano.

Le chiediamo quindi oggi, signor Ministro, come intenda intervenire a livello nazionale, ma anche sui tavoli comunitari, dove queste scelte vengono assunte, per portare le ragioni della pesca italiana, anche di quella più piccola, che spesso viene poco conosciuta dagli altri Stati europei.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, ha facoltà di rispondere.

STEFANO PATUANELLI, Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Grazie Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti per aver posto al centro uno dei temi più critici, che dobbiamo affrontare a livello europeo. Ha detto benissimo l'onorevole interrogante: ci sono elementi strutturali di criticità nel settore della pesca, spesso legati anche a scelte europee che tentano di calare su tutti gli Stati membri gli stessi strumenti, dove invece il settore della pesca è molto diverso da Paese a Paese. Poi ci sono elementi invece contingenti, legati al tema della pandemia; la chiusura del settore della ristorazione certamente ha aumentato e ha reso molto alto il danno al settore ittico.

In tale contesto, ovviamente, abbiamo cercato di mettere in campo degli strumenti di sostegno. Penso alla cassa integrazione in deroga fino al 31 dicembre per i professionisti; abbiamo istituito un ulteriore trattamento di sostegno al reddito fino al 30 giugno 2021; 19 milioni di euro è l'indennità per il fermo pesca obbligatorio; in tutto, sostegni per 31 milioni e mezzo di euro; oltre ciò abbiamo provveduto a rifinanziare: con 7 milioni il Programma nazionale triennale della pesca e l'acquacoltura, prorogato al 31 dicembre dal “decreto Liquidità”; il Fondo di solidarietà nazionale della pesca e l'acquacoltura con 6 milioni di euro, per l'anno 2021, e 4 milioni di euro, per ciascuno degli anni 2022 e 2023; nei “decreti Ristori” è stato previsto un esonero contributivo anche per il datore di lavoro della pesca e l'acquacoltura, per i mesi di novembre e dicembre, poi prorogato dal “Sostegni” anche nel mese di gennaio 2021; inoltre, nel “Sostegni-bis” abbiamo previsto un'ulteriore indennità una tantum di 950 euro, a favore dei pescatori autonomi, anche soci di cooperative. Strumenti piccoli, ma che abbiamo cercato di mettere a disposizione, fermo restando che ciò che dovremo fare in Europa è renderci conto che le giornate di fermo pesca, che devono tenere certamente in equilibrio l'esigenza di ripopolazione, non possono non tener conto degli sforzi che il settore della pesca ha già fatto e dello stato attuale dei nostri mari.

Vengo a un altro tema, che sarà quello della cassa integrazione, gli strumenti di ammortizzazione sociale che dobbiamo garantire a un settore che non li ha e che potranno far affrontare anche i momenti di fermo pesca con una maggiore serenità.

Per quanto riguarda la questione molto spinosa, legata al pescato nei mari libici, io ricordo la delimitazione delle acque territoriali libiche; come riferito dal Ministero degli Esteri, la proclamazione della zona di pesca protetta da parte libica è di per sé legittima. Occorre, quindi, individuare con urgenza strumenti di transizione, per assicurare un supporto ai nostri pescatori e armatori più direttamente danneggiati da questa situazione, mentre lavoriamo a una soluzione di più lungo periodo. Il Governo intende avviare un dialogo con le autorità libiche, anche nel quadro della delimitazione delle rispettive aree marittime di interesse esclusivo.

Già lo scorso gennaio, in vista della prossima auspicabile adozione della legge di autorizzazione alla zona economica esclusiva, l'Italia ha proposto all'allora Governo di accordo nazionale libico l'avvio di un negoziato bilaterale. In questo contesto e nel rispetto delle prerogative e competenze esclusive dell'Unione europea in materia di politica comune della pesca, i due Paesi potranno esplorare a livello bilaterale, anche attraverso la conclusione di un accordo provvisorio di delimitazione, il modo in cui favorire intese tra operatori privati italiani e libici e facilitare l'eventuale concessione, da parte delle competenti autorità libiche, di licenza di pesca all'interno della zona di pesca protetta del Paese.

Per affrontare tutti questi aspetti, stiamo organizzando, assieme al MAECI, un tavolo tecnico con il coinvolgimento di tutte le amministrazioni interessate. Abbiamo recentemente firmato anche un decreto, che destina 500 mila euro al personale imbarcato, ai familiari e alle imprese di pesca di Mazara del Vallo, vittime di sequestro per 108 giorni in Libia nel 2020, un segnale di vicinanza dello Stato che ritenevamo obbligatorio.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la deputata Gadda. Prego

MARIA CHIARA GADDA (IV). La ringrazio, signor Ministro, per aver ricordato tante battaglie del Parlamento e tanti risultati rispetto alle misure conseguite, stanziate dalla Ministra Bellanova e che lei ha confermato.

Queste misure certificano quanto il sistema - soprattutto il sistema pensionistico, le misure di sostegno al reddito - nel mondo della pesca sia estremamente fragile e che necessiti, in un momento storico come questo, di stabilità e di efficacia nelle misure.

Quindi, la pandemia ha mostrato le fragilità e gli investimenti e le scelte, che ci dobbiamo apprestare a fare, anche rispetto al Piano nazionale di ripresa e resilienza, devono andare nella direzione però di stabilità. Rispetto a questo, come lei ha ricordato, la stabilità e soprattutto le sfide che abbiamo dinanzi devono coniugare sicuramente la sostenibilità ambientale del sistema, ma, come ci dice anche l'Europa, la sostenibilità economica e sociale del sistema. E questo si vede nel mondo della pesca. Non si può pensare che la riduzione dello sforzo di pesca possa essere l'unica misura per preservare lo stock ittico, perché vi sono molti altri fattori, come per esempio i cambiamenti climatici, come per esempio le altre attività che vengono svolte nel Mediterraneo.

Come lei ha ricordato, grazie anche alla credibilità del Governo Draghi, credo sia giunto il tempo in modo fermo di porre anche in Europa una questione molto concreta, molto semplice: il Mar Mediterraneo non ha le stesse caratteristiche, non ha lo stesso stock ittico, non ha lo stesso sistema di pesca dei mari del Nord. Questo presuppone un'analisi dei dati, che possa essere concreta, efficace e rapida nei tempi.

Ma soprattutto credo sia anche giunto il tempo per rispondere anche all'altra questione molto seria, che lei ha posto rispetto ai fattori esogeni, ad esempio i fattori geopolitici nel Mediterraneo, nel Canale di Sicilia e rispetto alla Libia. Se è pur vero che la zona di pesca protetta è definita, è legittima, come evidentemente ha ricordato il Ministero degli Esteri, non è però ancora chiaro come calcolare il limite inferiore, perché ben sappiamo come la Libia nel 1973 abbia definito le acque interne del Golfo della Sirte. Quindi, questi accordi bilaterali che lei ha citato sono importanti, ma credo che sarà molto importante definirli utilizzando i diritti storici di pesca dei nostri pescatori, che da secoli pescano in quelle acque. Credo che la sostenibilità economica del sistema debba essere data, non chiedendo ai pescatori di non pescare, ma di poter svolgere in sicurezza il loro lavoro, perché così non è stato negli ultimi mesi.

PRESIDENTE. Deputata Gadda, concluda.

MARIA CHIARA GADDA (IV). Mi appresto a chiudere. Credo sia giunto il tempo anche di fare una conferenza del Mediterraneo, proprio per chiarire in modo univoco e definitivo, anche coinvolgendo le parti sociali, il tema non soltanto della giurisdizione delle acque, ma proprio il tema della compatibilità socio-economica e ambientale del sistema.

(Iniziative normative volte ad un efficace contenimento della fauna selvatica a tutela delle produzioni agricole e del territorio – n. 3-02321)

PRESIDENTE. Il deputato ha facoltà di illustrare l'interrogazione Viviani ed altri n. 3-02321 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

GUGLIELMO GOLINELLI (LEGA). Grazie Presidente, grazie Ministro. Oltre 60 milioni di euro di danni all'agricoltura ogni anno. Nel 2019, 221 feriti gravi e 15 morti, come quanto avvenuto il 18 maggio scorso, quando una donna ha perso la vita sulla A14 a causa di un capriolo che non doveva essere lì. Gli agricoltori da anni denunciano come i danni da fauna selvatica siano il problema più rilevante per l'agricoltura, dopo il reddito agricolo che deriva dal loro lavoro. Da troppo anni sono inascoltati e il risultato è che la fauna selvatica è fuori controllo, con intere zone rurali spopolate, cinghiali nei centri cittadini - come siamo abituati ormai a vedere nella Roma della Raggi ogni giorno - e la peste suina alle porte, con argini devastati ed esondazioni di fiumi e canali a causa degli animali fossori, impossibilità di allevare il pesce a causa degli uccelli ittiofagi e, soprattutto, la perdita di biodiversità a causa delle specie aliene.

Ministro, gli agricoltori lavorano per vendere i loro prodotti, non per vederseli distrutti dagli animali e, magari, per avere risarcimenti insignificanti. A distanza di quasi trent'anni dall'emanazione della legge n. 157 del 1992, i cacciatori sono passati da un milione 135 mila agli attuali 500 mila, quasi il 60 per cento in meno, con i cinghiali che, in dieci anni, sono passati da 500 mila ad un milione.

Per questo motivo, la interroghiamo per sapere se sia intenzionato a modificare la legge n. 157 del 1992, con particolare riferimento al controllo faunistico e ai piani di contenimento regionali (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, ha facoltà di rispondere.

STEFANO PATUANELLI, Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Grazie Presidente. Condivido le preoccupazioni dell'onorevole interrogante, anzi, degli onorevoli interroganti, perché il tema è oggettivamente preoccupante per i nostri produttori agricoli. Non si tratta nemmeno di individuare strumenti di sostegno quando i danni vengono fatti dalla fauna selvatica, perché non saranno mai sufficienti e anche perché i produttori non producono o non provano a produrre per avere gli indennizzi, se non ce la fanno; vogliono produrre in sicurezza e quindi gli strumenti di gestione della fauna selvatica devono essere messi in campo. Non posso però non sottolineare, anche citando le parole leggermente polemiche dell'interrogante, che le competenze possono essere tante, non certamente dei sindaci.

Come è noto, le regioni, laddove necessario, possono già provvedere al contenimento della popolazione dei cinghiali, applicando le disposizioni contenute nell'articolo 11-quaterdecies, comma 5, del decreto-legge n. 203 del 30 settembre 2005, convertito con legge n. 248 del 2 dicembre 2005, allo scopo di effettuare piani di prelievo selettivo senza limiti temporali. Rilevo che, con una nota congiunta, del 21 aprile 2021, dei Ministeri della Salute, Politiche agricole e Transizione ecologica - anche la competenza di molti Dicasteri non aiuta e non agevola le soluzioni che i produttori aspettano - è stato trasmesso alle regioni un documento di indirizzo tecnico sulla gestione del cinghiale e della peste suina africana, al fine di fornire un supporto specifico nella redazione e nell'aggiornamento dei singoli Piani regionali di gestione degli ungulati.

Per quanto concerne la problematica del risarcimento danni, ho già anticipato che non è questo ovviamente l'obiettivo ma, già da oggi, è possibile comunque ottenere gli indennizzi nel limite del regime de minimis fino a 25 mila euro nel triennio per l'impresa.

Concludo, informando che, relativamente alle previsioni di una modifica della legge n. 157 del 1992, che consente alle regioni l'utilizzo di soggetti diversi da quelli previsti all'articolo 19, comma 2, della citata legge, è intervenuta una sentenza della Corte costituzionale che sembra aprire alla possibilità di avvalersi di altri soggetti, i cosiddetti coadiutori, a condizione che questi ultimi abbiano frequentato appositi corsi di preparazione, organizzati dalla regione sulla base di programmi concordati con ISPRA. Non si può non tenere conto quindi della sentenza della Corte costituzionale e segnalo infine che le regioni stanno già legiferando in linea con la citata sentenza della Corte.

PRESIDENTE. Il deputato Viviani ha facoltà di replicare.

LORENZO VIVIANI (LEGA). Grazie, Presidente. Ringrazio il Ministro e accetto favorevolmente la risposta. Ministro, cerchiamo di avere più coraggio, più velocità negli interventi: lei è il Ministro degli agricoltori e quindi abbiamo bisogno che questo tema sia all'apice della sua agenda. Come ha detto bene lei e come ricordava l'interrogante prima di me, Golinelli, abbiamo problemi seri e non possiamo permetterci di perdere tempo. Abbiamo le competenze scientifiche specifiche in materia, abbiamo la conoscenza dei nostri agricoltori e dei nostri allevatori che va tenuta in conto in modo rilevante perché è quella che potrebbe dare veramente la svolta efficace in merito a questo problema. Non possiamo permetterci - mi faccia dire, Ministro - di ascoltare il solito mondo social da salotto che, purtroppo, va sempre a sconfessare, dal salotto di casa, quello che, sui territori, si cerca di portare avanti. Il made in Italy - si ricordi, Ministro - si protegge tutti i giorni e questa è una battaglia per il made in Italy, per i nostri prodotti e per le eccellenze dei nostri territori. I nostri agricoltori sono i custodi del territorio, sono quelli che evitano lo spopolamento delle nostre montagne, delle nostre colline e dei nostri borghi; quindi dobbiamo aiutarli in questa problematica e in questa battaglia, perché non possiamo permetterci di perdere chi, in questo momento, sta regimentando le acque, chi sta curando il territorio o chi salva - mi faccia dire - anche purtroppo quei detrattori che, molte volte, si ritrovano sui social a criticare il mondo agricolo.

Sappiamo che un agricoltore disperato perché ha perso un raccolto, purtroppo, non prende like oppure non fa notizia ma, proprio per questo, dobbiamo perorare questa causa in maniera veramente pragmatica e con cognizione di causa. Noi della Lega abbiamo posizioni ben chiare su questo argomento: la appoggeremo naturalmente in tutte le sue scelte che però devono andare in difesa dei nostri agricoltori (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Iniziative per la celere adozione dei provvedimenti attuativi relativi al Fondo per lo sviluppo ed il sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell'acquacoltura – n. 3-02322)

PRESIDENTE. La deputata Spena ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02322 (Vedi l'allegato A).

MARIA SPENA (FI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, il Fondo per lo sviluppo ed il sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell'acquacoltura ha raggiunto una dotazione di 300 milioni di euro, di cui 150 nella scorsa legge di bilancio, che però non ha visto l'emanazione dei decreti attuativi, e gli altri 150 nel “decreto Sostegni” che, sappiamo, è stato convertito in legge nel maggio scorso. Siamo tutti consapevoli che il mondo dell'agricoltura è stato doppiamente penalizzato dalla pandemia perché alle perdite dovute al crollo dell'HoReCa e quindi anche dei consumi è seguita una contrazione dei prezzi, dei ricavi e quindi anche del reddito degli agricoltori; il tutto poi è stato aggravato da un aumento esponenziale dei prezzi delle materie prime. Vi sono comparti, signor Ministro, che ricordiamo fra tanti, come quelli dell'ortofrutta, della zootecnia e del lattiero-caseario che hanno vissuto e vivono ancora momenti di seria difficoltà.

Quindi, le chiediamo un suo impegno soprattutto nel prevedere tempistiche di emanazione delle norme attuative, indicando le filiere della nostra agricoltura cui assegnare le risorse previste nel Fondo di sostegno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Il Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, ha facoltà di rispondere. Colleghi, per favore, un po' di silenzio, sento brusio. Prego.

STEFANO PATUANELLI, Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti. È evidente che c'è la necessità di fare presto e, altrettanto, di fare bene ed è ciò che stiamo cercando di fare. Dalla legge di bilancio, la crisi di Governo ovviamente non ha aiutato il rispetto dei tempi previsti e anche la novella legislativa, che ha accompagnato gli ulteriori 150 milioni, ci ha fatto ripensare un attimo l'impianto complessivo. I tre primi tre decreti sono sostanzialmente pronti; stiamo facendo un'ampia condivisione con le diverse parti sociali e con gli stakeholder proprio per fare un prodotto immediatamente applicabile e che vada incontro alle esigenze di quelle filiere - e sono tante - che hanno subito ingenti danni dalla pandemia. Numerose sono le filiere, appunto, ognuna con esigenze diverse. In particolare, in considerazione del perdurare dello stato di crisi del settore vitivinicolo, che registra un forte rallentamento delle vendite e delle esportazioni, causando un aumento degli stock di prodotto invenduto, che potrebbe generare ripercussioni negative sul livello dei prezzi, è nostra intenzione potenziare la misura di stoccaggio privato dei vini DOC, DOCG, IGT, certificati o atti a divenire tali, già attivata con l'articolo 1, comma 134, della legge di bilancio, che ha riscontrato particolare successo tra gli operatori. A fianco di tale misura, sempre per il settore vitivinicolo, intendiamo fornire anche il sostegno e la promozione del prodotto verso i Paesi terzi, con l'obiettivo di sostenere i produttori italiani a entrare nei nuovi mercati dove sono molteplici le potenzialità di crescita. Ci concentreremo sempre su quelle filiere e su quelle parti di filiera che creano valore aggiunto.

Per quanto concerne il settore ortofrutticolo, intendiamo strutturare un intervento volto al sostegno della capitalizzazione delle organizzazioni dei produttori del settore, in un particolare momento di crisi che ha fatto registrare una drastica riduzione del valore della produzione commercializzata da parte delle organizzazioni dei produttori (OP). Si vuole infatti intervenire, a titolo di contributo straordinario, solo per il 2021, al rafforzamento patrimoniale di quelle organizzazioni che, in possesso del riconoscimento giuridico ai sensi del regolamento (UE) n. 1308/2013 del Consiglio del Parlamento europeo, hanno in corso la realizzazione di un programma operativo ai sensi dell'articolo 33 del medesimo regolamento. Tale sostegno è finalizzato, in particolar modo, al miglioramento della situazione patrimoniale e finanziaria delle OP mediante la costituzione di riserve indivisibili ed un aumento di capitale sociale.

Un altro settore che merita un'immediata attenzione è quello della zootecnia: la misura che intendiamo sviluppare, nell'ambito del riparto del fondo, sarà diretta a contribuire ai costi di certificazione dei prodotti suinicoli e bovini. Inoltre stiamo valutando di rinnovare, potenziandola, la misura dell'ammasso privato già sperimentata in passato con discreto successo.

Particolare attenzione verrà inoltre dedicata ad altre filiere quali il settore olivicolo, il florovivaismo e il lattiero-caseario nonché alle filiere minori della frutta in guscio e dell'apicoltura.

Riteniamo che entro due settimane almeno i primi tre decreti saranno pronti.

PRESIDENTE. Il deputato Nevi ha facoltà di replicare.

Colleghi, colleghi per favore… Prego deputato.

RAFFAELE NEVI (FI). Signor Ministro, siamo felici che lei abbia dato anche una data. Questa è una notizia che il mondo agricolo aspettava, perché noi dobbiamo cambiare passo anche nei tempi di attuazione delle norme che mettiamo in campo, perché queste norme servono ora. Mentre noi parliamo, i produttori del nostro made in Italy sono alle prese con un aumento spaventoso delle materie prime, che va a incidere direttamente sui costi vivi delle aziende, riducendo notevolmente i ricavi e il reddito degli agricoltori, ma non solo degli agricoltori, di tutta la filiera.

Noi, come Forza Italia, abbiamo fatto una battaglia per incrementare il Fondo da 150 milioni a 300 milioni. Sul “Sostegni 2” la qui presente onorevole Savino ha presentato un emendamento addirittura per incrementare gli stanziamenti, perché le esigenze si manifestano, purtroppo, in modo sempre più forte e quotidianamente. Auspichiamo che ci sia una accelerazione nell'attuazione di queste risorse. Noi, come Forza Italia, siamo realmente convinti della necessità di un potenziamento delle filiere, per costruire un'alleanza vera tra industria e mondo agricolo, per valorizzare al meglio il nostro made in Italy, per garantire anche quella sovranità alimentare che, questa sì, ci piace molto, per diminuire la nostra dipendenza dall'estero e mettere reddito nelle tasche dei nostri agricoltori che, straordinariamente, contribuiscono anche al mantenimento del nostro paesaggio italiano (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

(Iniziative in relazione ai criteri di ripartizione dei fondi europei a sostegno del comparto agricolo – n. 3-02323)

PRESIDENTE. Il deputato Parentela ha facoltà di illustrare l'interrogazione Pignatone n. 3-02323 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario, per un minuto.

PAOLO PARENTELA (M5S). Grazie, Presidente. Ministro, i fondi europei della PAC, della Politica agricola comune, sono fondamentali per le imprese agricole. Prima della nuova programmazione, che partirà dal 2023, vanno decisi i criteri di riparto per gli anni transitori 2021-2022. Sul punto, però, in Conferenza Stato-regioni è mancata l'intesa unanime. In particolare, 14 regioni sono a favore della ripartizione con i criteri nuovi, le altre 6, specie del Sud, preferiscono quelli storici.

Ministro, lei si è impegnato, con grande senso di responsabilità, a proporre soluzioni, nonché a mediare, per superare questa paralisi decisionale non dipesa da lei, che, di fatto, nuoce all'agricoltura italiana per l'impossibilità di programmazione e di spesa proprio delle regioni. L'adozione di nuovi criteri rischierebbe, però, di penalizzare soprattutto le regioni del Sud, a discapito di aziende agricole che operano in un tessuto economico fragile, peraltro, ancora in pandemia.

Le chiediamo pertanto quali iniziative intenda prendere in merito, soprattutto a salvaguardia delle risorse per lo sviluppo delle imprese agricole meridionali.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Patuanelli, ha facoltà di rispondere.

STEFANO PATUANELLI, Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Grazie Presidente, ritengo necessario fare un piccolo excursus di quanto successo in questi mesi. Da ottobre, la Conferenza agricola, quindi la parte che si occupa di agricoltura della Conferenza delle regioni, ha iniziato a lavorare, trovando criteri condivisi per il riparto FEASR, non trovando, però, una soluzione: da un lato, 6 regioni del Centro-Sud, che richiedevano l'applicazione dei criteri storici, dall'altra parte, 13 regioni e 2 province autonome del Centro-Nord che, invece, chiedevano di applicare nuovi criteri, cosiddetti oggettivi, sulla base anche di un accordo, nel gennaio 2014, che prevedeva che l'applicazione dei criteri storici doveva valere esclusivamente per l'ultima programmazione 2014-2020. È evidente che il mancato accordo è stato sancito in Conferenza Stato-regioni, nonostante, a marzo, prima e ad aprile, poi, il Ministero ha cercato di farsi parte attiva, provando a proporre una soluzione che poteva essere condivisa, di mediazione, tra le regioni. Ciò nonostante, l'accordo non c'è stato. Poiché la programmazione del 2021 è già iniziata e le regioni devono poter proporre il loro piani di sviluppo rurale - i PSR -, c'è l'esigenza di trovare una quadra in Consiglio dei Ministri. La soluzione che proporremo nel Consiglio dei Ministri, di questa o al massimo della prossima settimana, verte su due elementi che procedono in modo parallelo. Da un lato, la conferma della proposta di riparto che abbiamo fatto ad aprile, cioè il primo anno, nel 2021, il 90 per cento di criteri storici e il 10 per cento di criteri oggettivi; il secondo anno, il 70 per cento di criteri storici e il 30 per cento di criteri oggettivi per il riparto. Questo nuovo criterio di riparto, ovviamente, incide su 5 regioni, non per le cifre astronomiche che abbiamo sentito in qualche conferenza stampa, ma, nel biennio, per complessivi 92 milioni di euro circa; ritenendo, quindi, che, in questo momento, nessuna regione debba avere risorse in meno, anche per affrontare il tema post pandemia del settore agricolo, abbiamo deciso di creare un Fondo, inserendo quelle risorse, esattamente lo stesso numero di risorse, ossia circa 92 milioni, a tutela di quelle regioni che, nel nuovo criterio di riparto, hanno meno fondi. In questo modo, non ci sarà alcuna regione che avrà un euro in meno di quanto avrebbe avuto con il riparto dei criteri storici. Garantiamo, quindi, l'applicazione piena dei Piani di sviluppo rurale e, quindi, inseriamo più risorse complessive nella spesa pubblica del FEASR. Credo che questa sia la soluzione migliore, perché tiene insieme l'esigenza di superare i criteri storici, come richiesto dalla maggior parte delle regioni, e di garantire le stesse risorse di prima anche alle regioni del Centro-Sud. Ho già manifestato la disponibilità, a tutti gli assessori, di lavorare sin da subito per individuare nuovi criteri, dal 2023, che tengano dentro le esigenze di tutti e considerare anche ciò che accadrà della PAC post 2020, dopo che l'accordo verrà chiuso a livello europeo, spero nel prossimo Consiglio, e quindi, lavorare sia sul primo che sul secondo pilastro, per trovare le soluzioni migliori per il nostro produttori.

PRESIDENTE. Il deputato Dedalo Cosimo Gaetano Pignatone ha facoltà di replicare.

DEDALO COSIMO GAETANO PIGNATONE (M5S). Grazie Ministro, la risposta che oggi ha fornito è estremamente importante, ci lascia soddisfatti, non solo perché fuga qualsiasi tipo di dubbio in merito alla possibilità che alcune regioni del Sud potessero essere destinatarie di minori risorse nel settore agricolo, ma soprattutto perché, dalle sue parole, emerge una nuova idea di politica agricola nel nostro Paese. Con il lavoro compiuto, con la proposta di questo Fondo, viene, dunque, prospettato un chiaro principio di uguaglianza tra regioni, cittadini e aziende agricole. Sappiamo bene che per i Fondi FEASR la scelta dei criteri e della conseguente allocazione dovrebbe essere fatta dalle regioni, che non sono state in grado di addivenire ad una soluzione condivisa da tutti. Ministro, non posso nascondere lo stupore che ho provato, insieme a colleghi nazionali e regionali, nel leggere alcune dichiarazioni da parte di presidenti di regione o assessori regionali, che, comunque, pur di minimizzare l'infruttuoso accordo e la loro incapacità di uscire da questa impasse, hanno addossato anche su di lei le loro responsabilità politiche. Ritengo che non sia stato semplice affrontare questo tema, ma, con grande senso di doverosità, è stato fatto. Con la soluzione prospettata, si interviene in modo deciso su una questione che molti suoi predecessori, anche recenti, hanno evitato di affrontare. Dinanzi ad una paralisi tra le regioni, lei è intervenuto in modo chiaro e netto, sancendo un principio che è caro al MoVimento, ma che soprattutto attiene ai principi fondanti della nostra Costituzione: nessuno deve rimanere indietro. Viene creato uno strumento per evitare disparità. Da cittadino del Sud, parlamentare siciliano, sono orgoglioso di dire che oggi la Sicilia, insieme alle altre regioni del Meridione, è ben rappresentata. Oggi, diamo un segnale forte e chiaro al mondo agricolo, anche grazie alla soluzione proposta, lo rendiamo ancora più competitivo e attrattivo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16,10.

La seduta, sospesa alle 16,08, è ripresa alle 16,10.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascari, Battelli, Brescia, Casa, Cavandoli, Ciaburro, Colucci, Comaroli, Corda, Covolo, Delmastro Delle Vedove, Fassino, Gebhard, Giachetti, Lapia, Lorefice, Lupi, Occhiuto, Parolo, Perantoni, Pittalis, Schullian, Serracchiani e Zanettin sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente 100, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 3045-A.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 3045-A​)

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge numero 3045-A.

Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato da ultimo respinto l'ordine del giorno n. 9/3045-A/71 Massimo Enrico Baroni e sono stati accantonati gli ordini del giorno n. 9/3045-A/21 Iezzi e n. 9/3045-A/67 Prisco.

Riprendiamo, quindi, l'esame a partire dall'ordine del giorno n. 9/3045-A/72 Bagnasco, su cui c'è un parere favorevole con riformulazione. Bagnasco, la accetta? Perfetto.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3045-A/73 Novelli.

Ha chiesto di parlare il rappresentante del Governo. Ne ha facoltà.

ANDREA COSTA, Sottosegretario di Stato per la Salute. Grazie Presidente, chiedo la parola per proporre una nuova riformulazione sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/73 Novelli: parere favorevole per quanto riguarda il primo impegno; parere favorevole sul secondo impegno, a condizione che sia inserita la formula “a valutare l'opportunità di”; per quanto riguarda il terzo impegno, è accolto come raccomandazione; per quanto riguarda il quarto impegno, parere favorevole con l'aggiunta della formula “a valutare l'opportunità di”.

PRESIDENTE. Deputato Novelli, accetta?

ROBERTO NOVELLI (FI). Sì, va bene, grazie, accetto.

PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/74 Maria Spena, parere favorevole con riformulazione: la accetta? Va bene.

Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/75 D'Attis, parere favorevole con riformulazione: deputato D'Attis, accetta? Va bene.

Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/76 Mazzetti, raccomandazione: accetta? Va bene.

Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/77 Martino, parere favorevole con riformulazione: accetta? Va bene.

Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/78 Sportiello, parere favorevole con riformulazione: va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/79 Carbonaro, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/80 Amitrano, parere favorevole con riformulazione: accetta? Va bene.

Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/81 Generoso Maraia, raccomandazione: accetta? Va bene.

Sugli ordini del giorno n. 9/3045-A/82 Galizia, n. 9/3045-A/83 Bruno e n. 9/3045-A/84 Villani, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/85 Gemmato, parere contrario.

Ha chiesto di parlare il deputato Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie Presidente, approfitto di questo ordine del giorno, che ha lo stesso tenore, o meglio pur avendo tenore diverso rispetto all'ordine del giorno presentato dal collega Baroni, mi offre la possibilità, in parallelo, di chiarire e integrare il pensiero della collega Ferro, intervenuta sull'ordine del giorno presentato dal collega Baroni. Mi permette anche di rappresentare il perché noi teniamo particolarmente a questo ordine del giorno, che altro non è che la tramutazione di un emendamento presentato al decreto in conversione, sul quale, notoriamente, essendo stata posta la fiducia, è decaduto e non siamo potuti intervenire.

Il tema qual è? Il tema è la definizione delle zone bianche: ad oggi si supera il parametro delle diverse fattispecie per determinare la zona bianca e la si vincola unicamente al numero di contagi parametrati a 100 mila abitanti, e noi condividiamo il fatto che venga parametrata a 100 mila abitanti e, quindi, ai contagi, la definizione delle zone bianche, arancioni, gialle e rosse. Quindi una zona può essere zona bianca se si ha, per tre settimane consecutive, un' incidenza inferiore a 50 casi per 100 mila abitanti, siamo d'accordo; noi introduciamo una seconda fattispecie, cioè quella per cui si può essere zona bianca se l'occupazione delle terapie intensive è al di sotto del 10 per cento. Perché questo? È di tutta evidenza: se noi abbiamo un virus che circola, che cammina, ma non produce malati, non produce morti, non produce occupazioni di terapia intensiva, evidentemente è un virus inattivato, che altro non è che il vaccino che viene inoculato, e quindi forse è auspicabile che si venga in contatto con esso. Una politica forte, una politica autorevole, una politica che basa le sue decisioni su fondamenti scientifici, dovrebbe tener conto di questo.

Quindi, vanno bene le zone bianche se vi è una incidenza di malattia al di sotto dei 50 casi per 100 mila abitanti, ma noi chiediamo, con questo ordine del giorno, che venga presa in considerazione l'ipotesi di monitorare anche l'occupazione delle terapie intensive e le occupazioni ordinarie COVID, che sono il vero termometro dell'incidenza e della presenza del virus nella nostra società (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Questo lo diciamo con la convinzione - lo voglio dire per l'ennesima volta - che noi non ci troviamo più di fronte ad una pandemia, ma di fronte ad una sindemia, che è la coesistenza di più patologie contemporaneamente; quindi noi non stiamo curando più in presenza chiara e netta di una pandemia da Coronavirus, ma abbiamo anche l'incidenza di tumori che non vengono curati, non vengono diagnosticati e non vengono debellati. Io voglio ricordare che il tumore al seno, diagnosticato precocemente, porta all'83 per cento di risoluzione, oggi tutta quella diagnostica è abbandonata; il tumore del colon retto, sangue occulto nelle feci: non viene più diagnosticato, non viene più predetto. Questo provocherà, immagino, nel breve, nel medio e nel lungo termine, l'insorgenza di notevoli casi di tumori.

Ora, insieme a questo, nella sindemia c'è anche la patologia economica, che è un'altra patologia importante…

PRESIDENTE. Concluda.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Concludo, Presidente. Se noi chiudiamo, in assenza di un virus che provoca malattia e che provoca morti, facciamo due danni: facciamo un danno forte all'economia e facciamo un danno agli italiani, perché verrebbero in contatto con un virus inattivato, che evidentemente vaccinerebbe gli stessi italiani e ci farebbe uscire nel brevissimo periodo fuori da questo incubo. Per questo chiedo di votare questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/85 Gemmato, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

C'era un problema di doppia tessera.

Ordini del giorno n. 9/3045-A/86 Casa e n. 9/3045-A/87 Chiazzese, favorevole. Ordine del giorno n. 9/3045-A/88 Penna, raccomandazione: accetta. Ordini del giorno n. 9/3045-A/89 Corneli, n. 9/3045-A/90 Iovino, n. 9/3045-A/91 Grippa, n. 9/3045-A/92 Palmisano favorevole con riformulazioni: accettate. Ordine del giorno n. 9/3045-A/93 Deiana, favorevole. Ordini del giorno n. 9/3045-A/94 Ianaro e n. 9/3045-A/95 Mantovani favorevole con riformulazioni: accettate. Ordini del giorno n. 9/3045-A/96 Corda e n. 9/3045-A/97 Gusmeroli, favorevole.

Ordini del giorno n. 9/3045-A/98 Nevi e n. 9/3045-A/99 Barelli, favorevole con riformulazioni: accettate. Ordine del giorno n. 9/3045-A/100 Porchietto, favorevole. Ordini del giorno n. 9/3045-A/101 Ruffino e n. 9/3045-A/102 Gagliardi, favorevole con riformulazioni. Va bene. Ordine del giorno n. 9/3045-A/103 Rospi, favorevole. Ordine del giorno n. 9/3045-A/104 Vanessa Cattoi, favorevole con riformulazione. Ordine del giorno n. 9/3045-A/105 Panizzut, favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3045-A/106 Giuliodori, parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/106 Giuliodori, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Ordine del giorno n. 9/3045-A/107 Volpi, raccomandazione: accetta.

Ordine del giorno n. 9/3045-A/108 Versace, favorevole con riformulazione: accetta.

Rimangono accantonati gli ordini del giorno n. 9/3045-A/21 Iezzi e n. 9/3045-A/67 Prisco.

Chiedo al rappresentante del Governo di esprimere il parere.

ANDREA COSTA, Sottosegretario di Stato per la Salute. Grazie, Presidente. Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/21 Iezzi si esprime parere favorevole, a condizione che sia riformulato, sostituendo le parole: “tutti i termini connessi”, con le seguenti: “i termini per la raccolta delle firme connesse”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/67 Prisco si esprime parere favorevole, a condizione che l'impegno sia riformulato come segue: “a proseguire nel rafforzamento del Corpo della polizia penitenziaria, valutando la possibilità di arruolamento straordinario dei soggetti risultati idonei al pubblico concorso per l'assunzione di 754 allievi agenti della polizia penitenziaria, bandito con decreto ministeriale 11 febbraio 2019, n. 18, e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 5 marzo 2019”.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/3045-A/21 Iezzi: accetta? Va bene.

Ordine del giorno n. 9/3045-A/67 Prisco. Ha chiesto di parlare il deputato Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Sì, accettiamo la riformulazione, ma chiedo, visto che è un tema emerso in più circostanze, anche per dare quel segnale che nel dibattito è emerso della volontà del Parlamento o di gran parte del Parlamento di indicare al Governo una priorità nel dare un rinforzo agli uomini e alle donne in divisa nelle carceri, di poter votare, comunque, questo ordine del giorno, con la riformulazione proposta testé dal Governo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3045-A/67 Prisco, così come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 23).

PRESIDENTE. È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3045-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Cunial. Ne ha facoltà.

SARA CUNIAL (MISTO). Grazie, Presidente. Il “certificato verde COVID” introdotto da questo esemplare decreto è un ostacolo sproporzionato, inefficiente e ingiusto alla libera circolazione dei cittadini italiani. L'articolo 9 proposto non è né scientificamente né giuridicamente, accettabile, perché viola la libertà di movimento e circolazione garantita dalla Costituzione, discrimina coloro che non possono o vogliono essere testati o vaccinati, non garantisce la protezione della privacy.

I certificati si basano sui test, antigienico, rapido o molecolare, quindi sui tamponi, sul cosiddetto vaccino e sull'avvenuta guarigione. I test RT-PCR, su cui vengono analizzati i tamponi, a detta dello stesso inventore Kary Mullis…

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, per favore. Mi scusi Cunial… colleghi, colleghi!

SARA CUNIAL (MISTO). I test RT-PCR con cui vengono analizzati i tamponi a detta dello stesso inventore Kary Mullis, Nobel per la chimica del 1993 - quindi non un Ministro qualunque - non possono essere usati per la diagnosi.

A novembre 2020 l'Agenzia svedese per la sanità pubblica diceva che la PCR non poteva essere utilizzata per determinare la contagiosità; a dicembre 2020 anche l'OMS ha dichiarato che la tecnologia PCR dava falsi positivi e negativi e, quindi, incoraggiava gli operatori sanitari a prendere in considerazione i sintomi clinici nella diagnosi, e quindi le visite domiciliari e le cure domiciliari che voi avete irresponsabilmente vietato.

Il valore dei cicli di amplificazione alto rende difficile distinguere il rumore di fondo dal virus bersaglio. L'ECDC stessa rimanda ad un risultato attendibile solo al di sotto dei 24 cicli di amplificazione, cosa che ci dice che i risultati dei tamponi in Italia, ad oggi, sono almeno per l'80 per cento inaffidabili perché amplificati a 30, 40 e 50 cicli. La falsità dei dati epidemiologici derivanti dall'uso abusivo e non corretto del test PCR è stata accertata e confermata dal tribunale amministrativo di Vienna e dalla corte di appello di Lisbona.

Anche i tamponi rapidi non sono attendibili, come dimostrato anche dalla campagna di screening anti-COVID “Sardi e Sicuri” che ha visto, su 582 tamponi positivi all'antigienico, solo 32 confermati poi dal molecolare.

Riguardo all'efficacia e all'efficienza di quelli che voi chiamate vaccini, ma che sono in realtà terapie geniche, sono noti i valori di riduzione del rischio relativo, quelli ufficiali, che danno al 95 per cento Pfizer , al 94 Moderna, al 67 Johnson e al 67 AstraZeneca e che sono già stati smentiti più volte. Già Peter Doshi, che è l'editore del British Medical Journal, ha ricalcolato il valore di Pfizer, ma ultimamente The Lancet, nell'articolo “Efficacia ed efficienza del vaccino COVID-19” dell'aprile del 2021, ha preso in considerazione i valori assoluti della riduzione del rischio sull'intera popolazione, scoprendo che AstraZeneca ha una riduzione del rischio di 1,3 per cento, Moderna e Johnson dell'1,2 per cento e Pfizer dello 0,84 per cento. La Rockefeller University, che voi conoscete bene, il 10 febbraio 2021 con un articolo su Nature dal titolo “Anticorpi indotti dal vaccino a mRNA contro Sars-CoV-2 e varianti circolanti”, afferma che le tre principali mutazioni del Sars sono probabilmente e sperimentalmente correlate alla vaccinazione del COVID-19.

Quindi, non si è in grado di rilevare con certezza la contagiosità e la positività perché i tamponi non sono affidabili, non si è in grado di arrestare il famoso contagio con i vaccini - anzi, andando a modificare la risposta immunitaria innata della persona, lo peggiorano - e non si è in grado di ridurre il rischio con la vaccinazione; per portare la guarigione si deve tornare a fare i medici che curano i pazienti con le terapie domiciliari, che voi non volete.

Quindi, che la gestione dell'emergenza sanitaria non sia una questione scientifica ormai è acclarato. Non si spiegherebbe, altrimenti, come, dopo aver confermato il nesso di causalità decesso-vaccinazione per il caso Paternò, uno dei tantissimi casi di reazione avversa fatale, il Ministero, l'Aifa, il CTS o l'Istituto superiore di sanità italiani non richiedano l'analisi puntuale di questi sieri. La procura di Siracusa per il caso Paternò ha stabilito come, a causa dell'ADE - cioè del potenziamento anticorpo-dipendente - una persona sana, che sia protetta con anticorpi naturali, è soggetta ad un reale pericolo se sottoposta al vostro vaccino; questo mentre la regione Marche si appresta alla terza dose per tutti e la dirigenza sanitaria dell'Emilia-Romagna invita tutti i sanitari a non prescrivere le analisi sierologiche, che definisce criminosamente “inutili”.

Tantissimi casi di reazioni avverse confermano la dannosità della proteina Spike, che è una vera e propria tossina per il nostro organismo, così come della tecnologia a mRNA inoculata, con effetti nocivi a danno di tutti, a causa dei residui delle sostanze estranee che si accumulano nei nostri organi – cervello, cuore, fegato, ovaie e testicoli - e che nei più giovani, oltre alle trombosi post vaccino e a disturbi a carico dell'apparato cardiocircolatorio e neurovegetativo, portano a pericolose miocarditi e leucemie fulminanti (Commenti).

Le persone vaccinate possono portare e diffondere il virus. I vaccini COVID-19 non impediscono né la trasmissione né l'infezione, non possono essere una condizione per il passaporto di vaccinazione: questo lo dice l'OMS. Il COVID pass è stato appunto anche cassato dall'OMS, che lo ritiene, quindi, una pericolosa illusione ed addirittura dal vostro Garante della privacy che, nel provvedimento di avvertimento, rivela le seguenti criticità; oltre al fatto che non l'avete neanche consultato, e che quindi la base giuridica su cui si basa è totalmente inidonea, vi è una violazione formale del principio di minimizzazione dei dati, del principio di esattezza, di trasparenza, di limitazione della conservazione, integrità e riservatezza.

Con il mio emendamento soppressivo si cercava, quindi, di debellare questo male che sta attanagliando la nostra Repubblica: quello del controllo sociale a tutti i costi.

Il COVID pass è stato bocciato da molti Stati del mondo che non ne vogliono sapere, insieme a mascherine, restrizioni e vaccini. Non può essere dovuto al “ce lo chiede l'Europa” perché ci sarebbe l'opposizione sulle barricate, cosa che non è. Quindi, vi chiedo: chi ve lo impone? Chi vi impone di implementare uno strumento che ricorda le apartheid di regime, che serve unicamente al controllo della popolazione, che al prossimo starnuto sarà costretta ad eseguire il vostro ordine di iniettarsi un vaccino di cui nessuno conosce la reale composizione e per il quale sono state già registrate e si registrano ogni giorno migliaia di reazioni avverse sul nostro corpo e che sta portando alla morte tantissimi giovani e adulti?

Allora, vi chiedo anche: è moralmente accettabile sottoporre i bambini ad un trattamento sanitario che può causare loro dei danni solo per proteggere altri adulti? Ed ancora: perché io devo farmi certificare il vaccino che mi fate inoculare e che non è in alcun modo certificato perché in fase di sperimentazione sulle cavie italiane? Quanti italiani sono sacrificabili? L'EMA aggiorna settimanalmente i dati relativi all'Unione europea sulle reazioni avverse; al 5 giugno scorso, si legge, in farmacovigilanza passiva, che, per i quattro vaccini, sono stati registrati un milione 354 mila eventi avversi, dei quali 683 mila sono stati definiti gravi; e, tra questi, 14 mila decessi in Europa. Sappiamo dal CDC americano che il grado di sottostima utilizzato , derivato dai precedenti studi comparativi tra sorveglianza attiva e passiva è di un fattore per cento, il che vuol dire che questi dati devono essere moltiplicati per cento per essere reali. La verità è questa: se i vaccini fossero sicuri, nel DL n. 44 non avreste certo previsto lo scudo penale per chi vaccina. L'EMA ha confermato che le sperimentazioni dei vaccini anti-COVID non hanno dimostrato che prevengono la morte o la malattia grave, nemmeno a breve termine. L'OMS ha riconosciuto che non impediscono l'infezione da COVID e la diffusione del virus ad altri. Le autorità permettono la vaccinazione contro il COVID, che facilita la diffusione delle varianti; la procura di Siracusa ci dice che il vaccino sperimentale può peggiorare la malattia quando gli individui vaccinati hanno contratto o contraggono il virus naturale, vedi il caso Paternò. Allora, si dice: la sopravvivenza della popolazione dal COVID supera il 99,8 per cento a livello globale, il tasso di mortalità globale dell'infezione è dello 0,03 per cento nelle persone sotto i 70 anni; ed ancora: le prove indicano che il trattamento precoce con i farmaci esistenti riduce l'ospedalizzazione e la mortalità, rispettivamente, dell'85 e del 75 per cento, le famose cure domiciliari che voi non volete.

Perché non attivate una seria farmacovigilanza attiva, come vi è stato richiesto anche nell'ordine del giorno dell'onorevole Baroni? Di cosa avete paura, cara onorevole Lorenzin? Cosa non dobbiamo sapere noi, povero popolo italiano, trasformato in cavie da laboratorio? Perché non predisponete un serio controllo qualità per questi sieri, che chiamate impropriamente vaccini, e per i tamponi? Controllo qualità che sarebbe obbligatorio, ed è obbligatorio, per qualsiasi altra cosa iniettabile o ingeribile in commercio. Infatti, il problema non è quello che dico io in quest'Aula, signori; il problema è quello che non ci dite voi. Conferme sono i vostri ricatti e menzogne con cui state trasformando questo Parlamento in un volgare mercato di diritti e privilegi. I diritti non possono essere comprati insieme ad un tampone, un vaccino o un test (Commenti). Vi lascio un messaggio da parte di uno dei tanti sanitari coscienziosi che incontro ogni giorno: moralità è fare ciò che è giusto, a prescindere da ciò che ti viene detto; obbedienza è fare ciò che ti viene detto, a prescindere da ciò che è giusto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Angiola. Ne ha facoltà.

NUNZIO ANGIOLA (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente. Noi di Azione-+Europa abbiamo più volte sollecitato diversi miglioramenti durante l'esame in sede referente alla Camera del “decreto Riaperture”. La nostra attività di impulso parlamentare ha fatto registrare diversi e importanti risultati. Primo, la riapertura, dal 22 maggio 2021 in zona gialla, anche nei giorni festivi e prefestivi, delle attività di esercizi commerciali presenti all'interno dei mercati e dei centri commerciali: avevamo, in precedenza, raccolto l'appello dei vertici del commercio italiano.

Secondo, la possibilità per il pubblico di presenziare sempre in zona gialla, anche agli eventi e alle competizioni sportive diversi da quelli di livello agonistico di rilevante interesse nazionale, dal 1° giugno 2021 se svolte all'aperto e dal 1° luglio 2021 se si tengono al chiuso.

Terzo, la conferma nelle zone gialle dell'apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura, limitando la necessità di prenotazione preventiva in alcuni casi e relativamente al sabato e ai giorni festivi per l'accesso agli istituti e ai luoghi della cultura che nel 2019 hanno registrato un numero di visitatori superiore a 1 milione.

Quarto, la ripresa in zona gialla delle attività sportive dapprima all'aperto e a seguire al chiuso, nonché delle attività dei centri benessere.

Quinto, la riapertura dal 24 maggio delle palestre, esigenza questa veramente molto avvertita da tantissimi operatori del settore, mentre per le attività dei centri natatori e delle piscine in impianti coperti nonché dei centri benessere la data è quella del 1° luglio (e di più non si poteva fare).

Sesto punto, ci intestiamo il merito di aver sollecitato, insieme ad altri, la ripresa dal 15 giugno 2021 in zona gialla delle feste, anche al chiuso, conseguenti alle cerimonie civili o religiose, con la prescrizione che i partecipanti siano muniti di una delle certificazioni verdi COVID-19, e di questo onestamente non se ne poteva fare a meno. C'è l'intero mondo del wedding e degli eventi intorno a questo miglioramento che abbiamo contribuito ad apportare.

Ciò posto, signor Presidente e signor sottosegretario, certamente sarebbe stato possibile accelerare ancora di più, ma Azione e +Europa sono forze politiche responsabili che hanno a cuore la salute dei cittadini, oltre che, ovviamente, la ripresa dell'economia. Annuncio, pertanto, il voto favorevole della componente Azione-+Europa sulla conversione in legge del “decreto Riaperture”.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fioramonti. Ne ha facoltà.

LORENZO FIORAMONTI (MISTO-FE-FDV). Grazie, Presidente. Annuncio il voto favorevole della nostra componente, Facciamo Eco-Federazione dei Verdi, perché siamo molto, ma molto favorevoli all'idea che si debba cambiare passo, che finalmente si possa cominciare un percorso diverso rispetto alla gestione di questa pandemia, che da un anno e mezzo a questa parte ha continuato a essere gestita molto spesso con improvvisazione e con strumenti occasionali. Siamo molto contenti che si cambi passo, siamo contenti che si comincino a utilizzare in maniera intelligente le nuove tecnologie, per esempio il certificato digitale, il cosiddetto green pass. Noi lo dicevamo già alcuni mesi fa: per tutti coloro che hanno già avuto la malattia o che fanno regolarmente il tampone noi chiedevamo che venissero dotati di quello che oggi è diventato il green pass, anche pubblicizzato dall'Unione Europea, un codice QR, un'identità digitale non modificabile che permettesse a queste persone di tornare a fare le cose che si fanno in una società normale. Con mesi di distanza finalmente ci siamo arrivati e questo, in qualche modo, ci vede estremamente rassicurati.

Vede Presidente, l'epidemiologia non è una scienza esatta; è una scienza probabilistica. Il che vuol dire che non esiste uno strumento perfetto per gestire un'epidemia, ma ne esistono tanti imperfetti che nell'insieme creano un risultato positivo. Per questo noi per mesi abbiamo detto: “Perché non inseriamo i sanificatori dell'aria in tutti i luoghi pubblici, nei cinema e nei teatri?”. Cominciamo a fare una cosa che è utile non soltanto per circoscrivere la pandemia di Coronavirus, ma è utile anche per sanificare l'aria dall'inquinamento urbano che, nelle nostre città, è estremamente significativo ed è la causa di tante patologie. Ricordo a tutti i colleghi che ogni anno in Italia muoiono 80.000 persone per malattie che si possono prevenire a causa dell'inquinamento atmosferico, però non importa niente a nessuno. Se noi oggi utilizzassimo la pandemia per dotarci di questi strumenti, potremmo anche prevenire tante patologie estremamente negative e incisive sul nostro Servizio sanitario nazionale e sulla società anche in futuro. Lo stesso vale per una serie di tecnologie che noi abbiamo a disposizione ma che non sono state utilizzate per nulla. Ci auguriamo che in questa nuova fase sia possibile farlo.

Vede, Presidente, dobbiamo riconoscerlo: questa pandemia ha dimostrato davvero un fallimento completo della governance globale; paesi che non condividono dati, dati che non sono accessibili alla società civile, ricercatori che devono aggrapparsi a quello che è disponibile e che non è tutelato o classificato per poter sviluppare applicazioni, soluzioni tecnologiche anche per lo spostamento delle persone e per evitare gli affollamenti, per evitare gli assembramenti, che, invece, abbiamo visto costantemente in questo anno e mezzo. È stato un fallimento generale, a partire dalla Cina (non si è capito come si è generato questo virus). I Paesi non condividono nulla e continuano ancora oggi a fare lo stesso con questa gara al massacro all'acquisizione dei vaccini, uno alle spese dell'altro. È quello che il direttore generale dell'OMS ha definito come una catastrofe morale incredibile, un consumismo vaccinale. Invece di utilizzare i vaccini in una maniera strategica intelligente, soprattutto per coloro che hanno il maggior rischio di sviluppare una malattia dalle caratteristiche moderate, gravi o addirittura di morte, i Paesi si stanno accaparrando più vaccini possibili, spesso non utilizzandoli nei confronti delle categorie a rischio e, anzi, aprendo a categorie che a rischio non sono. L'OMS ci chiede, infatti, di donare buona parte delle vaccinazioni che noi stiamo destinando ai giovani in Italia, che non sono categorie a rischio, per gli anziani e i fragili dei Paesi che non possono permettersele, attraverso il programma Covax. Invece noi non lo facciamo, mettendo a rischio anche la possibilità che questo contenimento della pandemia duri a lungo, perché quando si sviluppano varianti in altri Paesi tornano anche da noi, mettendo a rischio la nostra immunità di gregge. Dobbiamo ringraziare il fatto che questo virus tutto sommato è un virus contenuto, altrimenti quanti problemi avremmo avuto? Recentemente l'inviato per il COVID dell'OMS, che si è occupato dell'Ebola, che si è occupato della crisi del colera in Haiti, che si è occupato per anni di tutte le grandi epidemie globali (forse l'unico limite che ha avuto il dottor David Nabarro è quello di non aver presenziato a qualche talk show italiano, come fanno molti dei suoi meno qualificati colleghi), ci ricorda che i vaccini vanno utilizzati per contenere le morti e le malattie gravi e non per contenere la pandemia, perché la pandemia deve essere trasformata in un'endemia, come si fa normalmente con tutte queste patologie.

Allora, noi dobbiamo superare questa situazione di grande complessità attraverso un uso non più strumentale della scienza. Prima non ci interessava la scienza e ora siamo diventati tutti scienziati. Gli scienziati per anni ci hanno detto: “Occhio, che le pandemie esistono. Se noi continuiamo a distruggere l'ambiente arriverà un fenomeno conosciuto come zoonosi”, che si apprende dai libri di testo delle scuole elementari, “e porterà danni e distruzione nel nostro mondo”. Allo stesso modo, ci dicono da 50 anni che esiste un effetto cambiamenti climatici che noi costantemente neghiamo, salvo poi arrivare e dire: “ma non lo sapevamo” e siamo impreparati. Ecco, riconosciamo questa grande impreparazione e cerchiamo di gestire questa fase nuova utilizzando tutte le conoscenze che abbiamo e utilizzando il principio di precauzione, che è la base del nostro dettato costituzionale e della Costituzione dell'Unione europea, dei Trattati. Il principio di precauzione ci dice di valutare sempre i costi e i benefici - e concludo, Presidente - e fare in modo che non si passi da un atteggiamento negazionista nei confronti delle grandi sfide a un atteggiamento altrettanto oltranzista quando si tratta di utilizzare una scienza incerta, una scienza che costantemente migliora le proprie conoscenze per produrre, in alcuni casi, delle soluzioni che vanno a discapito del benessere di tutti, di tutte le generazioni e del resto del mondo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tondo. Ne ha facoltà.

RENZO TONDO (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, signor Presidente. Innanzitutto, le dico che il mio intervento di conferma del voto favorevole, già anticipato dal collega Colucci a nome di Noi con l'Italia e USEI, è incentrato soprattutto sul tema delle riaperture. Sul tema del vaccino, io desidero solo dire al sottosegretario che i veri laici, come siamo noi, hanno il dovere di ascoltare tutti, anche posizioni assolutamente minoritarie come quella espressa dalla collega Cunial, e io apprezzo che lei l'abbia ascoltata, nonostante sia un'opposizione fortemente minoritaria.

Detto questo, voglio dire con molta chiarezza che il provvedimento che stiamo per votare, con larga maggioranza, è un provvedimento che segna la ripartenza, la ripartenza del Paese da una crisi che forse stiamo rischiando di lasciarci troppo velocemente alle spalle. Riprende la scuola, riprende l'università, riprendono gli esercizi commerciali. Forse è il caso di…

PRESIDENTE. Colleghi, per favore. C'è troppo brusio: abbassate la voce! Prego.

RENZO TONDO (M-NCI-USEI-R-AC). Riprende l'università, riprendono gli esercizi commerciali, riprendono bar e ristoranti, riprendono le sale dei teatri, riprendono i musei, riprendono le palestre, le fiere, riprendono i convegni.

Dall'italiano medio la parola che ho sentito più volte in questi giorni è “finalmente”, la parola “finalmente” sulla bocca degli italiani. Ora, per quanto ci riguarda, non è più tempo di polemiche. Noi abbiamo sostenuto, Noi con l'Italia-USEI, posizioni molto chiare e forti, argomentate nei mesi scorsi con considerazioni critiche rispetto a un approccio che abbiamo definito, tra virgolette, talebano rispetto al tema della salute da parte del professor Conte e dell'onorevole Speranza. Ci sono alcune scelte del CTS che non abbiamo compreso, però, insomma, lasciamoci alle spalle tutto questo, la musica è cambiata e mi viene da fare un paragone che ho fatto più volte rispetto a ciò che ci sta di fronte. Quando nel 1976 venne il terremoto del Friuli Venezia Giulia, all'indomani ci fu un momento di ripresa, una sensazione di fiducia, di speranza di quello che si poteva ricostruire. Esattamente come quella volta, quando la gente risaliva sul tetto sapendo che la scossa può ritornare e rischiare, adesso noi risaliamo sul treno della ripartenza sapendo che il virus non è finito, che ci sono le varianti che possono ancora colpirci, ma credo che la sensazione positiva sia assolutamente sotto gli occhi di tutti. Ricostruire il morale, ricostruzione materiale, così abbiamo bisogno di una nuova tensione etica. Ecco, credo che abbiamo bisogno, signor Presidente, signor sottosegretario, di una forte coesione sociale attorno ad un Premier, che dobbiamo ringraziare pubblicamente, che ha avuto il coraggio e soprattutto il senso di responsabilità di mettersi, in un momento difficile come questo, al servizio del Paese. Grazie, professor Draghi, per questa impostazione che lei ha voluto dare. Ripeto, una coesione sociale che è un dovere; significa cercare prima di tutto ciò che ci unisce e valorizzare un sentimento comune di appartenenza ad un comune progetto. Significa, cari amici del PD e non solo, creare al Governo meno problemi possibili, creare al Governo le condizioni per lavorare. Allora mi chiedo, senza alcuna polemica, proprio con il sorriso sulle labbra, ma che senso ha in un momento come questo parlare di mettere al 25 aprile Bella ciao come saluto obbligatorio dopo l'inno nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC)? Ma non abbiamo nient'altro da fare? Ma volete davvero cercare le condizioni per litigare? Ma perché fate questo? Ve lo dice uno che è figlio di un personaggio che è stato rastrellato dai tedeschi, sono stato anche iscritto all'ANPI quando non era così fortemente schierata in maniera ideologica, ma che senso ha fare queste cose? Mi meraviglio che l'amico sindaco di Torino, Fassino, di cui ho apprezzato molto il lavoro, si presti a fare queste operazioni, che non fanno altro che alzare il livello di scontro all'interno della coalizione; e di tutto abbiamo bisogno fuorché di alzare il livello di scontro su cose che in questo momento non sono prioritarie.

Diamoci un progetto per il futuro, cerchiamo invece di programmare e gestire il Recovery, la scelta, la condivisione e la responsabilità di decidere. Oggi dobbiamo fare scelte ben diverse dal fatto se mettere Bella ciao prima o dopo l'inno nazionale il 25 aprile, dobbiamo avere un pensiero lungo. Abbiamo bisogno di riforme - e mi avvio alla conclusione -, la riforma della pubblica amministrazione, della giustizia, del fisco e del lavoro. Questo, e chiudo, signor Presidente, è l'ultimo Parlamento che prevede 630 deputati e 315 senatori. La nostra componente politica, Noi con l'Italia, abbiamo votato contro questa riduzione, perché noi crediamo nel primato della politica. Vorrei che questa legislatura, di cui ho fatto parte, e per me probabilmente, anzi, sicuramente sarà l'ultima, perché ho già abbastanza carriera politica alle spalle, ecco, vorrei essere ricordato non tra quelli che si sono vergognati e si sono tagliati il posto; vorrei essere ricordato tra quelli che hanno fatto le riforme. Pensiamo oggi invece a chiudere questa legislatura con un Parlamento monocamerale, con un'unica Assemblea di 630 parlamentari che siano largamente rappresentativi del Paese. Diamo un contributo positivo a questo, votiamo con convinzione questo provvedimento, ma cerchiamo di essere ambiziosi e di chiudere quest'ultima fase di legislatura con un disegno alto, che mi sembra ancora non essere presente in questa Aula parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC ).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lapia. Ne ha facoltà.

MARA LAPIA (MISTO-CD). Presidente, onorevole sottosegretario, onorevoli colleghi e colleghe, la parola d'ordine dell'emergenza legata alla diffusione del COVID-19 è stata “isolamento”. Oltre alle ricadute di ordine sanitario ed economico e alle conseguenze legate alla didattica a distanza per i nostri studenti, gli effetti della prolungata limitazione della possibilità di incontrarsi e di comunicare sono stati devastanti dal punto di vista sociale, perché hanno limitato quelle che sono le relazioni umane alla base della costruzione della vita di ognuno di noi, della nostra personalità e del relazionarsi tutti i giorni con i nostri parenti, con i nostri amici e con le nostre famiglie. Per parecchio tempo ci siamo dovuti abituare ad isolarci, ritenendo la nostra casa, le nostre mura domestiche l'unico porto sicuro. La paura del virus con il tempo ci ha portato a guardare ogni persona con diffidenza, anche i nostri parenti, anche i nostri amici, come se ognuno di loro potesse essere fonte di contagio. La solitudine, l'angoscia che nulla torni come prima e di perdere la sicurezza economica, il timore di vedere i nostri cari per paura di essere contagiati sono stati il dramma che ognuno di noi ha vissuto, e questo ha creato una condizione psicologica continua non tanto in noi adulti, ma soprattutto negli anziani e nei ragazzi, che sono state quelle categorie più deboli sotto il profilo psicologico. Ed è stato anche l'andamento della nostra economia e delle nostre imprese, dei nostri investimenti, che ha sofferto in questo periodo. Chi ha vissuto la quarantena, quindi, come una vera e propria prigionia e chi ha avuto un disturbo del sonno, dell'umore, con una ricaduta significativa nella vita quotidiana, oggi ancora patisce questi disturbi; chi ha perso la vita, chi ha dovuto sopportare il disagio del lutto e chi è rimasto completamente solo a casa. Per quanto le tecnologie abbiano modificato il concetto di socialità, a dover patire, come ho detto, di più questo disagio sono stati i giovani. La deprivazione sociale ha messo a repentaglio la salute psicologica dei nostri bambini ed è proprio questa fascia sociale che ha sviluppato molte abilità sociali. A questo si aggiunge il fatto che anche senza la quarantena molti disturbi mentali si sviluppano proprio durante l'adolescenza; quindi è facile immaginare che i ragazzi abbiano oggi veramente bisogno di un sostegno psicologico. È proprio in questa fase che dobbiamo occuparci di loro. Negli ultimi quindici mesi era prioritaria ogni misura al fine di tutelare il diritto alla vita, a garantire in ogni ospedale, per ogni malato, il diritto a essere curato, disponendo della riserva di legge prevista dall'articolo 16 della Costituzione, secondo il quale ogni cittadino può circolare liberamente, salvo limitazioni che la legge stabilisce per motivi di sanità e sicurezza. I risultati lo hanno dimostrato, noi le abbiamo attuate quelle limitazioni perché era inevitabile farlo; siamo stati contestati fortemente per questo, ma noi le abbiamo attuate. Abbiamo avuto coraggio in questo e oggi, tuttavia, vediamo che il tasso di positività è in costante calo, i ricoveri in terapia intensiva sono scesi a 900, così come è in progressivo calo il numero dei decessi. La campagna vaccinale si sta rivelando decisiva, conoscendo così quella primavera che è il netto cambio di marcia, e ora sta toccando quella quota di 600 mila persone vaccinate ogni giorno; una campagna vaccinale incisiva, che si sta dimostrando vincente, salvo qualche regione che sta rimanendo indietro, ma auspichiamo il recupero. Per questa ragione adesso è il momento di rimettere in moto anche la vita di chi è stato colpito psicologicamente e umanamente, e far sì che la nostra popolazione ritrovi l'ottimismo, la gioia di incontrarsi e la voglia di crescere, di pensare al futuro non solo in ottica di pandemia. Abbiamo voglia di lasciarcela alle spalle. Fortunatamente la nostra vita, la vita della nostra Nazione è fatta anche di molto altro, sempre con la prudenza, il buonsenso che fortemente ci contraddistingue o ci dovrebbe contraddistinguere. Il provvedimento che oggi è in discussione e al voto di quest'Aula segue proprio questa direzione, perché ripristina gradualmente e progressivamente la quasi totalità delle attività, tra cui la ristorazione, gli spettacoli, gli eventi sportivi finalmente riaperti al pubblico. Abbiamo riaperto le piscine, le palestre, gli sport di squadra, soprattutto per i nostri ragazzi, per i nostri giovani, che rivediamo scendere per strada nei piccoli paesi finalmente a giocare. Finalmente possiamo risentire le urla gioiose dei nostri giovani. Abbiamo riaperto i servizi educativi per l'infanzia, nelle scuole primarie e nell'intero ciclo delle scuole secondarie di primo grado, con percentuali di attività in presenza di oltre il 50 per cento per le secondarie di secondo grado.

PRESIDENTE. Concluda.

MARA LAPIA (MISTO-CD). Concludo, Presidente. Voglio dire questo, Presidente: stiamo rinascendo. Il COVID non ci ha sconfitto e, quindi, quello che è contenuto in questa norma rappresenta uno strumento importante per agevolare la rinascita; la rinascita delle imprese, della ristorazione e della nostra Nazione.

Per queste ragioni, Centro Democratico voterà con totale convinzione a favore di questo provvedimento e auspica che la campagna vaccinale continui spedita, consapevole che sia l'unico strumento che ci porterà al superamento definitivo dell'emergenza pandemica (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Centro Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Massimo Enrico Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Questa legge di conversione del decreto-legge n. 52 del 2021 consta di ben 44 articoli, innumerevoli commi, 93 pagine di Atto Camera, 296 pagine di dossier, di cui 5 pagine di indice, praticamente comprendendo ben tre decreti, che vengono convertiti con una sola - mi perdoni il termine un po' emblematico – “botta” di fiducia, che ha permesso una fase emendativa - a disposizione di 945 parlamentari della Repubblica italiana - solo ed esclusivamente, de facto, a 42 deputati, che sono i deputati che hanno lavorato in sede referente mercoledì e giovedì, con un ulteriore blocco, nonostante il provvedimento fosse stato incardinato in Commissione da molte settimane, a causa dell'assenza dei pareri del Governo, e la fase finale con i pareri e gli accantonati il venerdì. Ebbene, solo per questa ragione, Presidente, io mi sentirei in imbarazzo a rappresentare la Repubblica italiana come parlamentare, in una situazione in cui questo decreto si chiama originariamente decreto-legge Riaperture.

Andiamo avanti. Partiamo da una parziale incostituzionalità del decreto, perché L'Alternativa c'è non è assolutamente contraria, come idea di fondo, a un'idea di green pass, in quanto questa idea, in realtà, è contenuta in un editoriale, di The Lancet del settembre 2020, quando il direttore ha scritto in merito al fatto che questa non doveva considerarsi un'epidemia o una pandemia, ma doveva considerarsi una sindemia, perché lavora in combinato disposto con tutte le patologie pregresse. Fonte Report, a un anno dal COVID, la media dei morti per COVID è 81 anni. Bene, è ovvio che a 81 anni si hanno molte patologie pregresse; è ovvio che non sono disponibili i dati. Cioè, non è ovvio e non dovrebbe essere ovvio, ma ci sono grossi problemi di trasparenza da parte degli organi dello Stato in merito ai dati disponibili, perché la scienza prevedrebbe che, partendo dagli stessi dati, in qualsiasi parte del mondo, utilizzando lo stesso algoritmo e lo stesso metodo, io sia in grado di arrivare allo stesso identico risultato. Ebbene, la campagna “Dati bene comune” è da novembre 2020 che denuncia un'assenza di dati grezzi, che possano essere interoperabili e che possano essere comparabili dal punto di vista statistico, demoscopico ed epidemiologico. Sono tantissime le organizzazioni che hanno firmato la campagna “Dati bene comuni”, che hanno aderito alla campagna “Dati bene comune”, tra cui GIMBE, Transparency International Italia e molte altre, oltre 100 organizzazioni e associazioni del Terzo settore.

Si continua, quindi, con una logica di black box, in merito ad algoritmi che determinano l'apertura o la chiusura, la fortuna o la sfortuna, di alcune attività rispetto ad altre, di alcune disposizioni che diventano delle cosiddette cutting-edge lines, cioè delle linee di confine, delle linee che tagliano completamente e che lasciano da una parte o dall'altra una determinata categoria professionale. Per parlare della più importante di queste disposizioni, che sbaraglia gli equilibri costituzionali finora previsti in tema di equilibrio e compressione dei diritti dei cittadini italiani, il problema del green pass è che noi vogliamo far passare un cammello attraverso la cruna di un ago. Infatti, se la nostra Costituzione non prevede, nel bilanciamento tra i vari diritti, la possibilità di creare cittadini con prerogative diverse, solo ed esclusivamente perché non sono stati raggiunti per tempo da una campagna vaccinale, ecco che si prevede di tenerli in ostaggio, si prevede di tenere in ostaggio molti cittadini, quei 20 milioni di cittadini che non sono stati raggiunti dalla campagna vaccinale oppure di fargli pagare un ticket. Il cosiddetto ticket, per chi non si è ammalato da COVID-19 o per chi non è stato raggiunto da campagna vaccinale, consisterà nel pagamento di una tassa, per avere le stesse prerogative di spostamento e di aggregazione degli altri cittadini, che andrà da 25 euro fino a oltre 50 euro per ogni tampone, che libererà i cittadini e li porterà allo stesso livello di prerogative - in barba all'articolo 16 della Costituzione - delle altre persone che, invece, godranno del green pass.

Quindi, queste tre fattispecie sono, in realtà, delle fattispecie pasticciate, perché creano e delimitano un'Italia a più velocità, lasciando ancora più indietro la fascia dei cittadini che sono in difficoltà dal punto di vista socio-economico, colpevolizzando un'eventuale esitazione vaccinale, perché, de facto, viene colpevolizzata un'eventuale esitazione vaccinale. Io leggo proprio chiaramente sull'illegittimità della divulgazione di tali dati. Parlo dal punto di vista del Garante della privacy, che ha avuto molto da ridire rispetto alla disposizione in oggetto e rispetto a tutti i dati che andranno a comporre la scheda del green pass: è troppo aspecifica, sotto molti aspetti, a partire dalla inidoneità della base giuridica, determinata dalla omessa indicazione, esplicita e tassativa. delle finalità perseguite dalla certificazione verde. Noi stiamo facendo una certificazione verde, che potrà essere usata indistintamente per andare su un aereo, per andare in una discoteca, per andare a vedere, eventualmente, un balletto alla Scala di Milano, per andare a vedere un concerto e, chi più ne ha più ne metta. Non si specificano le finalità, perché le finalità sono delegate al dopo. Non si sa che cosa si andrà a fare, mentre, allo stesso momento, un'attenta lettura del dossier prevede addirittura il codice a barre. Infatti, l'identificativo unico verrà previsto attraverso il codice a barre. A me sembra che in alcuni momenti ci ritroviamo - cioè vi ritrovate, non ci ritroviamo - in un universo distorto e distopico. Infatti, io voglio vedere quando poi - lo dico tramite lei - l'onorevole Sgarbi verrà qui, facendoci vedere il tatuaggio del proprio green pass sottopelle. Perché questa è la questione! Voi state aprendo delle porte, che non sapete se sarete in grado di richiudere. Questo è lo sbilanciamento costituzionale; il cigno nero del COVID ha modificato gli equilibri che esistevano tra le prerogative dello Stato, le prerogative della scienza, le prerogative del dibattito scientifico e le prerogative dei cittadini, modificando ulteriormente la forbice tra queste prerogative, tra chi in realtà godeva già di alcune prerogative sociali ed economiche di tipo elevato e chi in realtà è stato lasciato indietro. Questo green pass non fa altro che esacerbare questo tipo di situazione. Non occorre essere uno statista per comprendere questa situazione.

Quindi, se si vuole certo si può puntare tutto su un'attesa esclusivamente messianica, riduzionista del vaccino, in una fase sperimentale, senza prevedere in realtà un approccio sindemico, multifattoriale, con tante situazioni che possono essere declinate a livello di buonsenso. Devo dire che molte sono state previste, l'articolo 2-bis – di cui all'emendamento dell'onorevole Noja - di fatto prevede questo tipo di modulazione positiva. Peccato, però, che poi viene respinto lo stesso identico emendamento presentato da un deputato dell'opposizione - che prevede semplicemente di superare, in deroga all'articolo 1, comma 1, lettera l) del DPCM del 4 marzo, che impedisce a qualsiasi familiare le visite nelle strutture ospedaliere di qualsiasi persona ricoverata. Quindi una persona, che è stata settanta giorni in un ospedale…

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO (ore 17,10)

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Baroni….

MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO-L'A.C'È). …in un ospedale non COVID non può usufruire di una visita domiciliare, perché c'è il DPCM del 2020 che non è stato superato. Il mio tempo è scaduto, la dichiarazione….

PRESIDENTE. La ringrazio.

Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie Presidente. Signor sottosegretario, colleghi, ho già avuto modo di esprimere la nostra posizione ieri, in occasione della dichiarazione di voto sulla fiducia e devo dire che questa mattina molti interventi mi hanno stupito, anche in negativo. Non dobbiamo dimenticarci il ruolo della politica e delle istituzioni, ossia la responsabilità che abbiamo; quando facciamo affermazioni in quest'Aula, al di là della giusta critica, che può essere anche severa, non dobbiamo mai dimenticare che tutto ciò ha effetti sull'opinione pubblica. Ho trovato questa mattina una serie di richiami, come se, in realtà, non si dovesse ammettere la verità ossia che la linea seguita dal Governo, dai Governi, dall'inizio della pandemia, quella del principio di precauzione, della prudenza, è risultata essere giusta e corretta e ci sta accompagnando alla meta, al traguardo finale, condiviso da tutti: quello di ritornare ad avere una vita normale. Però ho già detto ieri, non siamo ancora arrivati a quel traguardo e, come in una gara ciclistica, siamo agli ultimi tornanti: siamo tutti stanchi, è stanca l'opinione pubblica, è stanco ognuno di noi, siamo tutti stanchi per esempio di questa mascherina, ma, al tempo stesso, proprio come nelle gare ciclistiche, spesso gli errori e i rischi si annidano negli ultimi tornanti e quindi dobbiamo recuperare questo senso di responsabilità. Oggi, un conto è portare critiche in positivo, rispetto alla questione dei vaccini, altro conto, come ho sentito ancora pochi minuti fa, di fatto, è negare l'evidenza cioè che, solo grazie ai vaccini, usciremo dalla pandemia: questa è una realtà e, quando si dice una cosa diversa, si nega la realtà! Se lo si fa in Parlamento, non è come farlo nel bar. Quindi credo che la questione dei vaccini vada affrontata ovviamente anche qui con la stessa impostazione di prudenza, ma dobbiamo essere anche nelle condizioni di poter dire di essere orgogliosi dello sforzo straordinario che il Paese, i nostri operatori, i volontari stanno facendo; aver raggiunto questo fine settimana seicento mila inoculazione per giorno è un risultato importante che ci accompagna verso l'uscita. Questo decreto quindi è da leggersi come l'ultimo tassello di un grande disegno che ci sta portando fuori. Ognuno ha il suo mestiere e lo dico, pensando a quello che sto dicendo: la politica, le istituzioni ne hanno uno, l'altro facciamolo fare agli scienziati. Quando scimmiottiamo a fare gli scienziati, quando riportiamo pezzi di articoli scientifici non abbiamo l'autorevolezza di uno scienziato. Dobbiamo trovare una giusta sintesi, lasciando sempre e comunque l'ultima parola alla scienza: ad ognuno il suo mestiere. Il nostro mestiere in questo momento è di accompagnare il Paese fuori dalla pandemia. Questo decreto va in questa direzione e per queste ragioni voteremo a favore (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldini. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BALDINI (CI). Grazie, Presidente, con questo decreto-legge si attua un momento fondamentale per l'Italia, quello delle riaperture nel senso di responsabilità, serietà e consapevolezza, aperture con rapporti di fiducia reciproca tra cittadini e istituzioni. Noi come nuova formazione politica Coraggio Italia siamo onorati di avere come Presidente del Consiglio il professor Mario Draghi e di poter uscire, come i dati ci indicano, da situazioni drammatiche. Bisogna ripartire: milioni di italiani aspettano le nostre scelte, con un unico fine, con un unico traguardo, con un unico punto da raggiungere. Il punto è fare ripartire il Paese. L'Italia deve ripartire in tutte le sue forme e allora dobbiamo pensare e dobbiamo decidere quale sia il modo migliore affinché l'economia riparta; dobbiamo indirizzare l'aiuto economico e fare in modo che le aspettative diventino certezze. Partiamo con i nodi nevralgici: cosa riteniamo imprescindibile, affinché si riparta? Il turismo: i nostri sforzi siano per il turismo; la sanità, il lavoro, il commercio, l'istruzione, le energie alternative e altro ancora, senza dimenticare altre di primaria importanza, come giustizia e amministrazione pubblica.

Gran parte di queste cose accennate le ritroviamo anche indirettamente in questo decreto. Oggi concretamente si può parlare di riaperture e di ripartenza: due parole che sono inscindibili. Chiaramente ciò che viene annunciato è tutto teorico ma l'impegno che ci prendiamo di fronte al Paese è quello di far saltare la distanza tra teoria e pratica. E' chiaro a tutti che questa situazione è figlia della pandemia, di qualcosa di inimmaginabile, mai successo prima, ma purtroppo che è accaduto, che ha messo in ginocchio l'economia di tutto il mondo, che ha causato morti in tutto il pianeta e che necessita ancora di un periodo indefinibile, affinché tutto possa avere fine. Le riaperture sono necessarie ma il controllo e la prevenzione rimangono indispensabili; dobbiamo sempre tenere presente che la situazione a cui possiamo andare incontro, se non agiamo correttamente, sarà quella che abbiamo già visto. Sappiamo come il virus cambia e si adatta con il tempo e continua a variare e, in alcuni ambienti, dove ad esempio l'acqua non viene considerata per l'affinità che ha con l'uomo e non viene rispettata ma anzi usata in modo improprio, la cosa si ritorcerà contro di noi. Ci sono studi e proiezioni che affermano che quanto più prezioso avremo nei prossimi anni sarà l'acqua: è una tematica importante per Coraggio Italia.

Oggi la nostra economia e quindi la nostra ripartenza non possono non tenerne conto; gli aspetti ambientali, legati all'acqua, saranno determinanti per la nostra salute e per il benessere in generale. Tanto siamo stati capaci in pochissimo tempo a creare i vaccini, tanto possiamo essere vulnerabili con l'arrivo di nuove varianti del virus; l'economia oggi più che mai richiede scelte precise, non possiamo fare errori, lo dobbiamo a tutti gli italiani e alle nuove generazioni che verranno. Questo decreto-legge è una buona base di partenza e, lungo il percorso, potrà e dovrà essere migliorato. E' nostra convinzione che il generale Figliuolo abbia meriti tangibili; sentiamo che ogni giorno vengono vaccinate più di 500 mila persone e ci rendiamo conto che sarebbe stato impossibile avere questi risultati, senza professionalità, lungimiranza, capacità logistiche, tutti dati mancati inizialmente nella gestione pandemica.

La strada non è semplice e dobbiamo sempre tener presente i traumi che questa pandemia ha generato e che, ancora oggi, sono nella memoria di tutti: dalle famiglie con morti e malati, agli operatori sanitari, ai volontari e mi riferisco anche a chi, pur non colpito dal COVID-19, è dovuto rimanere chiuso in casa, nonché a tutti coloro che, tutt'oggi, prima di uscire, indossano la mascherina per la propria salvaguardia e la protezione degli altri. Sono cambiamenti epocali inimmaginabili che sono una parte importante della nostra esistenza. Il nostro compito ancora una volta è quello di avere coraggio nell'affrontare le riaperture, dando sicurezza a coloro che hanno paura nelle riaperture e, nello stesso tempo, controllare e limitare coloro che eccedono in comportamenti sbagliati che possono facilitare la ripresa del virus.

Ringraziamo il Presidente Mattarella che, proponendo Draghi come Presidente, ha permesso all'Italia di avere una guida capace e autorevole, riconosciuta a livello internazionale, in un momento estremamente vulnerabile per il nostro bellissimo Paese. Il nostro voto è chiaramente e convintamente favorevole. Buon lavoro Presidente e coraggio Italia (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Noja. Ne ha facoltà.

LISA NOJA (IV). Grazie Presidente, oggi, per la prima volta da tanti mesi, stiamo qui a discutere di un provvedimento che non adotta misure restrittive per contenere l'emergenza pandemica, ma disciplina la graduale riapertura di tante attività economiche del nostro Paese rimaste sospese per tanto tempo. Credo, quindi, che oggi valga la pena di dare atto al Governo Draghi di aver scelto, in queste settimane, la via giusta. Il Governo Draghi, infatti, ha preso la via della scienza, scegliendo di puntare sulla vera arma a nostra disposizione, quella della vaccinazione di massa ed è grazie a quell'arma che noi, oggi, possiamo guardare al futuro con ottimismo.

Vedete, colleghi e colleghe, quando all'inizio di quest'anno noi, di Italia Viva, abbiamo lanciato l'allarme sulla necessità di un deciso cambio di passo, la nostra prima grande preoccupazione era proprio la campagna vaccinale, perché, alla fine di marzo, di fatto, avevamo i progetti delle costose primule, ma non avevamo ancora un vero e proprio piano vaccinale.

Per questo, noi, oggi, esprimiamo grande gratitudine al Presidente Draghi, per aver scelto due persone capaci e competenti, come il generale Figliuolo e l'ingegner Curcio, per guidare la campagna vaccinale. La portata di questo netto cambio di passo sta in un dato che vorrei darvi: il 6 giugno scorso, la Germania ha somministrato 0,82 dosi ogni cento abitanti; la Francia 0.83; l'Italia 0,86: stiamo andando meglio di Francia e Germania. Questa è la svolta che chiedevamo ed è la svolta che è arrivata. È la svolta che, oggi, ci consente di approvare un provvedimento che, appunto, parla di riaperture e non più di chiusure, un provvedimento che noi condividiamo, ma rispetto al quale riteniamo opportuno svolgere una riflessione che vuole essere costruttiva. Noi siamo molto soddisfatti dell'adozione del green pass prevista dal provvedimento e crediamo che questo strumento, che proprio oggi è stato approvato anche dal Parlamento europeo, sia un tassello fondamentale per la ripresa del Paese.

Ci sono due aspetti, però, che per noi sono molto importanti e su cui abbiamo insistito con emendamenti che, purtroppo, non sono stati approvati e su cui continueremo ad insistere. Il primo: occorre erogare tamponi in gratuità, perché, se si inserisce il tampone negativo tra le ipotesi per l'ottenimento del green pass e non si è ancora stati in grado di offrire a tutti i cittadini la possibilità di vaccinarsi, ebbene, allora non possiamo discriminare tra chi può permettersi di pagare un tampone e chi no. Vale sempre, ma vale a maggior ragione in alcuni casi molto delicati, come, ad esempio, per i familiari dei residenti delle RSA. Vi abbiamo chiesto, e continueremo a chiedervi, sottosegretario, di intervenire per assicurare il loro diritto di visita con tamponi gratuiti e ringraziamo di aver approvato oggi l'ordine del giorno su questo (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

Secondo punto: occorre impegnarsi, a livello europeo, quando verrà la fase attuativa del green pass, per inserire, tra le ipotesi del COVID pass, anche un esame sierologico positivo e questo perché nel nostro Paese tante persone si sono ammalate di COVID senza saperlo e non possiamo discriminare tra chi può certificare di essere guarito e chi non può farlo, perché è stato asintomatico.

Detto ciò, io credo che noi, oggi, in quest'Aula, abbiamo il dovere etico, prima che politico, di dire con forza che vaccinarsi è il vero gesto di riappropriazione della libertà nostra e di tutto il Paese, con buona pace dei no-Vax e di chi, anche in quest'Aula, ha usato la parola libertà per giustificare troppo spesso atteggiamenti antiscientifici e le fake news di cui i no-Vax nutrono la loro propaganda (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). In questi giorni, l'adesione di massa di tanti giovanissimi alla campagna vaccinale è la risposta più bella a quel obnubilamento della ragione ed è la più bella prova di speranza e di fiducia in un futuro fatto di libertà e di solidarietà per tutti. Quella è la generazione che domani porterà il peso dei debiti che oggi contraiamo per tenere in piedi il Paese; quella è la generazione che ci sta dando un esempio di generosità straordinario. Nell'annunciare il voto favorevole di Italia Viva al provvedimento, chiedo, quindi, a tutti noi di ricordarlo e di onorare quel gesto, sentendo tutta la responsabilità verso quella generazione in termini di rigore, serietà e spirito di servizio, per il futuro della nostra meravigliosa Italia (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente, buon pomeriggio sottosegretario. Ennesima conversione in legge di un ennesimo decreto con l'ennesima fiducia. Do alcuni dati: il Governo Conte, nel 2020 ha emanato 35 decreti e ha posto 10 fiducie; il Governo Draghi 10 decreti e 3 fiducie. Vorrei ricordare che la decretazione d'urgenza, pur prevista nel nostro ordinamento, richiede straordinarietà, urgenza e necessità; se questa diventa un'abitudine, abbiamo perso il carattere del decreto di urgenza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Presidente, lei deve sorvegliare che questo Parlamento non diventi pubblico pagato di un Governo che si appropria della funzione legislativa. Fatta questa premessa, dico che questa decretazione d'urgenza è ancora più fastidiosa, se continua a incidere sulle libertà individuali fondamentali, sulla libertà di spostamento, sul coprifuoco, sul numero di commensali allo stesso tavolo o sulla carta verde che avete introdotto. Bene, la posizione di fiducia ci ha precluso ogni minima possibilità di discutere, di modificare un provvedimento che giudichiamo tardivo, incerto e, in ogni caso, incompleto. A queste nostre obiezioni, ci sentiamo spesso rispondere che il diritto alla salute limita tutti gli altri diritti. Noi crediamo che questo potesse essere vero nella prima fase della pandemia, ma, dopo più di un anno, il diritto alla salute va tutelato, non castigando il diritto alla libertà degli individui, il diritto di lavorare, il diritto delle imprese di intraprendere. Va tutelato aumentando i posti letto, aumentando i posti nelle terapie intensive, formando infermieri, formando medici, mettendo al sicuro gli anziani, i fragili e organizzando una valida campagna vaccinale. Vede Presidente, oggi, se stiamo uscendo da questo incubo, di certo, non lo facciamo per le misure bizzarre di limitazione della libertà individuale che il Ministro Speranza e il suo Comitato tecnico-scientifico hanno adottato, unico caso al mondo in cui si è dovuta fare una circolare per interpretare ciò che loro stessi avevano scritto, vale a dire per capire quante persone potessero mangiare allo stesso tavolo. Noi diciamo: basta limiti. Lo ha detto il nostro presidente, Meloni, con un ordine del giorno presentato a questo provvedimento, in cui si chiede che sia eliminato il numero dei commensali, sia all'aperto che al chiuso, anche perché, se allo stesso tavolo siamo più di quattro, il quinto sarà sicuramente a più di due metri di distanza dal primo e, quindi, in realtà, che limite è? Non ha proprio senso questo tipo di limite. Torniamo a noi. Stavo dicendo che se usciamo da questo incubo, sicuramente, non è dovuto alle misure restrittive, ma alla campagna vaccinale, che dà i suoi frutti. Una nota positiva di questo decreto è la proroga del commissario Figliuolo, la cui capacità organizzativa e logistica ha messo miseramente a nudo la totale inconcludenza di chi lo aveva preceduto, l'onnipotente commissario Arcuri, che ci ha fatto perdere mesi preziosi per la campagna vaccinale. Quanto è costata all'Italia e agli italiani la totale incapacità del commissario Arcuri? Oltre a mesi di privazione, sicuramente, centinaia di milioni di euro non rendicontati, ma di cui dovrà presto rendere conto, anche grazie all'opera costante di denuncia di Fratelli d'Italia. Vede Presidente, noi abbiamo una visione molto diversa delle cose. L'insieme di questi provvedimenti di riapertura sono, nella vostra ottica, una concessione che il Governo fa a cittadini e imprese.

Noi diciamo da sempre tutt'altro, che il Governo non ha il diritto di limitare le libertà fondamentali di cittadini e imprese, ha il dovere di stabilire le regole e vigilare perché vengano rispettate. E allora, in termini di concessioni pare tale anche quella che riapre al pubblico le porte degli eventi sportivi; mi lasci dire, sottosegretario, altra norma totalmente senza senso: possiamo accedere a un impianto per il 25 per cento della capacità massima, fino ad un massimo di 1.000 spettatori. Sa perché? Perché nell'articolo 5, lei lo saprà bene, al comma 4, si dice che si limita a 1.000 per cercare poi, in caso di contagio, di effettuare il tracciamento. Bene, vorrei dire al Ministro Speranza che, se il tracciamento fosse affidato alla sua applicazione Immuni, anche solo 2 spettatori sarebbero troppi per la validità di questa applicazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Durante tutto il periodo di lockdown abbiamo chiesto che fossero individuati validi strumenti di tracciamento, perché, nel momento in cui i contagi fossero scesi sotto i 5 mila giornalieri, questi potevano essere di aiuto per cominciare a rintracciare tutto quello che si muoveva intorno al virus. Non è stato fatto nulla e per nascondere questo non fare, si impedisce oggi anche il godimento di una singola partita di calcio. Poi, anche da questo punto di vista ci viene da sorridere perché, dopo la “variante Speranza” che portava il virus ad essere contagioso dopo le 18, oggi c'è una nuova variante, che contagia solo in certi stadi e solo per certe partite, perché alcune volte si può andare in 8 mila e altre volte solo in 1.000, quindi continua, diciamo, questa forma un po' bizzarra. Questo è chiaro che è frutto di mancata programmazione, perché le cose si fanno oggi perché non servano domani; ma, evidentemente, il nostro Ministro non la pensa così e dal piano pandemico in poi ha sempre pensato di fare diversamente. Ma qui mi permetto di ricordare che, grazie all'opera di Fratelli d'Italia e del collega Bignami, la verità verrà inesorabilmente fuori. Mi rimane poco tempo, mi pare, Presidente?

PRESIDENTE. Tre minuti e 45.

SALVATORE CAIATA (FDI). Bene. Allora, noi non condividiamo, di questo decreto, un'altra cosa: l'istituzione del certificato verde, ancora meno lo condividiamo con una decretazione di urgenza. Cos'è il certificato verde? Un foglio che certifica che si è guariti da COVID nei 6 mesi precedenti, che ci si è vaccinati nei 9 mesi precedenti o che si è fatto un tampone nelle 48 ore precedenti: è necessario - a dire di questo decreto - per spostarsi fra alcune regioni, è necessario per partecipare ad alcune cerimonie, ai matrimoni, è necessario anche per partecipare ad alcuni eventi sportivi. Bene, lo stesso Garante della privacy, in un avvertimento formale, ha rilevato diverse criticità. Noi lo riteniamo profondamente ingiusto e limitativo, soprattutto nei confronti di chi non può sostenere il costo dei tamponi. Il Governo avrebbe dovuto prima organizzare la possibilità per tutti di avere un tampone gratuito e poi prevederne l'obbligo: la famosa capacità di programmare di cui parlavo prima e che pare essere, evidentemente, sconosciuta a questo Esecutivo. E invece la capacità di programmare è fondamentale per chi fa impresa, per chi lavora, per chi ha necessità di ripartire. E a questo proposito ci saremmo aspettati un'attenzione in più per il mondo delle imprese, poiché questo decreto arriva al 31 di luglio e copre anche il mese di giugno. Sappiamo che il mese di giugno è pieno di adempimenti fiscali per i professionisti e per i contribuenti. Nei prossimi giorni, infatti, i contribuenti e i professionisti dovranno, tra il 16 e il 30 giugno, onorare 144 adempimenti, nel pieno della crisi economica da COVID-19, senza dimenticare che dal giorno successivo, il 1° luglio, sottosegretario, ripartirà la macchina della riscossione: nuove notifiche, nuovi pagamenti, pignoramenti finora sospesi dall'emergenza sanitaria. Pare siano circa 35 milioni le notifiche di nuovi atti bloccati, ad oggi, dall'emergenza sanitaria, ma che forse ora andrebbero bloccati per l'emergenza economica in cui intere categorie sono cadute a seguito dei provvedimenti ideologici di questo Governo. Vorrei, inoltre, ricordare che chi aveva rateizzazioni fiscali, si ritroverà a pagare il 31 di luglio, in un'unica soluzione, 16 rate arretrate tutte insieme. Dobbiamo inevitabilmente pensare a nuovi strumenti, come riliquidare gli acconti degli anni precedenti o unificare gli anni fiscali della pandemia. E sulla difficoltà di ripartire, mi lasci dire che al Sud abbiamo un dato paradossale: molte attività soffrono la possibilità di non poter programmare, ma soffrono moltissimo la difficoltà a trovare lavoro. Per fare quelli che il segretario del PD aveva definito “lavoretti”, non si trovano lavoratori, non perché siano lavoretti nel mondo della ristorazione, del turismo e degli alberghi, ma perché il reddito di cittadinanza ha totalmente precluso la capacità di reperire forza lavoro agli imprenditori. Il reddito di cittadinanza ha messo in ginocchio le aziende e sta riproponendo con forza il tema del lavoro nero. Dobbiamo e dovete prendere atto del fallimento di questo strumento che ha creato come unica occupazione i navigator, che hanno trovato un solo posto di lavoro: il proprio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Quindi, a seguito di tutto questo e di molto altro che non ho potuto esprimere, Presidente, ma che rimane agli atti di quest'Aula negli ordini del giorno e negli emendamenti che Fratelli d'Italia ha presentato, annuncio il voto contrario di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Versace. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA VERSACE (FI). Grazie Presidente, il “decreto Riaperture” che stiamo per votare è un provvedimento importante perché rappresenta una prima vera boccata d'ossigeno per la nostra economia dopo quasi un anno e mezzo di fortissimi sacrifici chiesti ai cittadini e al sistema produttivo nazionale; chiusure imposte dalla pandemia, ma che per fortuna, seppur faticosamente, ci stiamo lasciando alle spalle. Questo è stato possibile, principalmente, grazie all'abilità organizzativa del generale Figliuolo e di questo Governo, che hanno consentito una convinta accelerazione alla campagna vaccinale, che sta consentendo di mettere in sicurezza una buona fetta della popolazione e, soprattutto, le categorie più fragili, coloro che più di altri hanno pagato un prezzo fortissimo in termini di vite. La situazione attuale ci dice che siamo prossimi alle 40 milioni di dosi somministrate, al ritmo di oltre 500 mila vaccinazioni al giorno, mentre i decessi e i ricoveri calano ogni giorno di più. Questo obiettivo è stato raggiunto anche grazie ad una maggiore disponibilità dei vaccini, certamente, ma anche al lavoro costante e quotidiano di medici, infermieri e volontari, che non ringrazieremo mai abbastanza per il loro impegno quotidiano e senza sosta (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) negli oltre 2.500 punti vaccinali messi a disposizione proprio da questo Governo a guida Draghi, che ha finalmente dimostrato pragmatismo, archiviando quell'imbarazzante pagina legata alle primule, suggerite dall'ex commissario Arcuri e già ampiamente citate pure dai colleghi che mi hanno preceduta. È stato fondamentale, in questa fase, anche il costante coinvolgimento e confronto con le regioni e le province autonome, messo in atto dal Ministro Gelmini, che ha anche saputo raccogliere le istanze di associazioni impegnate in prima linea nella tutela di persone con disabilità e patologie gravi, che sono state più a rischio di altri. La fotografia attuale è quella di un Paese che tiene sotto controllo la diffusione della pandemia e sta creando le basi per la ripartenza delle attività economiche e sociali. Ed è proprio in questo quadro che si inserisce il primo provvedimento d'urgenza, che finalmente, invece di chiudere, riapre, e invece di restringere, ha allentato finalmente le misure, per l'appunto, restrittive. Il Paese e la nostra economia hanno proprio bisogno di questo riaprire. Sarà la ripresa produttiva, la crescita del reddito a sostenere e a dare vero ossigeno alle imprese e a tutto il Paese. Il testo è stato in parte migliorato anche grazie al contributo di Forza Italia, che, nel corso del suo esame in Commissione, ha avuto la possibilità di proporre delle iniziative, e per questo mi permetto di ringraziare tutti i colleghi, la relatrice e il sottosegretario qui presente, per la pazienza e la collaborazione dimostrata. È stato integrato con nuove importanti misure, volte proprio ad anticipare le date inizialmente previste da questo decreto per le riaperture, rivedendo e accelerando anche l'iniziale disciplina relativa al coprifuoco, passato nelle zone gialle prima alle ore 23, adesso a mezzanotte e fra meno di due settimane, finalmente, forse del tutto eliminato. Riaprono con sempre minori restrizioni anche i servizi di ristorazione, i centri commerciali, feste, cerimonie, musei, cinema, teatri, concerti, fiere e congressi, eventi e centri sportivi.

È stato possibile anche chiudere l'anno scolastico in presenza, archiviando quella triste stagione della didattica a distanza vissuta con grande sofferenza non solo dagli studenti ma anche dai docenti e dalle famiglie. Insomma, grazie a questo decreto, l'Italia viene messa davvero nelle condizioni di rimettersi in moto.

Ma c'è anche un altro settore che chiede e ha bisogno della vicinanza e del sostegno dello Stato e che mi sta particolarmente a cuore ed è quello dello sport. 100 mila centri sportivi, un milione di addetti ai lavori e 20 milioni di frequentatori obbligati a un lungo stop, con ripercussioni economiche fortissime - si stimano, lo voglio ricordare, 10 miliardi di perdite - ma anche con perdite in termini di benessere psicofisico. Ringrazio il Governo di aver accolto il mio ordine del giorno, con cui chiedevo di fare un ulteriore sforzo e di impegnarsi a stanziare ulteriori risorse; quindi un segnale importante.

Voglio concludere, Presidente, con una considerazione personale. Questa pandemia ha creato più solitudine, più depressione, più violenza domestica, di cui le donne sono state le principali vittime. Abbiamo assistito a suicidi, a femminicidi, a coloro che pensano di non farcela e che hanno perso la fiducia nei confronti dello Stato e del futuro. Noi abbiamo il dovere di dare una forte iniezione di fiducia e questo provvedimento, in qualche modo, rappresenta una di queste dosi di cui il Paese ha davvero bisogno. Anche in quest'ottica e anche per questo, io annuncio, a nome del gruppo di Forza Italia, il nostro voto favorevole al provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pini. Ne ha facoltà.

GIUDITTA PINI (PD). Grazie, Presidente. Sarò brevissima, perché i colleghi che mi hanno preceduto hanno ben spiegato le caratteristiche di questo decreto che, sostanzialmente, è quello che ci sta succedendo in questi giorni, cioè la riapertura, sempre graduale ma sempre più inesorabile, e le nuove regole con cui, finalmente, torniamo alla vita tutti insieme e che sono dovute, da una parte, al superamento della pandemia e, dall'altra, al grande successo della campagna vaccinale che sta andando molto bene e che consente una serie di cose, tra cui, come è stato spiegato bene, il green pass. C'è un tema che sta particolarmente a cuore al Partito Democratico ma, direi, a tutti i membri della Commissione affari sociali che hanno lavorato su questo tema e che è nei primi articoli del provvedimento: la riapertura delle visite all'interno delle RSA, la riapertura delle visite all'interno degli ospedali e, quindi, la possibilità, grazie ai vaccini e grazie ai certificati verdi, di tornare anche in quei luoghi che erano stati per tanto tempo preclusi, proprio a tutela di chi era dentro. È un punto su cui abbiamo lavorato molto come Commissione e che siamo contenti che il Ministro della Salute abbia integrato nel testo.

Questo decreto va a coprire fino al 31 luglio e siamo, come spesso accade, in dirittura di arrivo nel momento in cui lo stiamo convertendo.

Ci sono moltissime cose da dire, sono state già quasi tutte dette, quindi io mi limito a questo. Osservo solo, a margine, visto che è stato citato prima - questo magari lo lasciamo al dibattito futuro dell'Assemblea - che il fatto che nel nostro Paese le persone preferiscano, a volte, accettare sussidi o sostegni, come il reddito di cittadinanza o il sussidio per la disoccupazione, invece che accettare un posto di lavoro forse non è dovuto al fatto che non hanno voglia di lavorare, forse il problema è che i salari e la qualità del lavoro sono talmente tanto bassi e umilianti che, giustamente, le persone stanno iniziando a dire di no e, forse, in quest'Aula bisognerebbe iniziare a discutere su come ripensare il lavoro nel nostro Paese dopo questa pandemia, anche grazie a queste riaperture e ai vaccini che ci sono (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tiramani. Ne ha facoltà.

PAOLO TIRAMANI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, intervengo in dichiarazione di voto finale per esprimere il parere della Lega. Inizialmente, il decreto-legge n. 52 di aprile ha visto il nostro movimento contrariato, addirittura astenuto in Consiglio dei Ministri perché, rispetto al provvedimento iniziale, avevamo delle titubanze e volevamo correggere nelle Commissioni parlamentari questo decreto. Così è stato, grazie al lavoro fatto in Commissione. Ci sono degli importanti aspetti che, secondo noi, in questi due mesi sono notevolmente migliorati. Penso, prima fra tutto, alla campagna di vaccinazione: il fatto che oggi, archiviata la stagione delle “primule” e del commissario Arcuri, si sia arrivati a una campagna massiva di vaccinazione che vede oltre 700 mila vaccinazioni giornaliere è un dato di orgoglio per questo Governo. Ma vi erano delle altre questioni che andavano modificate, come gli emendamenti sul coprifuoco: sono state modificate le chiusure, fino ad arrivare a una graduale abolizione, nelle prossime settimane, del coprifuoco. Quanto alle disposizioni sulle RSA, molti ci chiedevano di poter tornare a visitare i parenti, di affrontare quel distacco che, da oltre 15 mesi, tutti affrontavano. Vi erano anche intere categorie che erano dimenticate: penso al catering, alle ludoteche, agli spettacoli viaggianti, ai centri commerciali, ai centri benessere e anche alle attività sportive. Alcuni sport si possono praticare, altri, ad oggi, non si possono ancora praticare: penso alle piscine che solo all'aperto possono essere frequentate; al chiuso no, fino al 1° luglio. Dietro a ogni attività commerciale ci sono migliaia di lavoratori che, in questa fase, sono disperati, che hanno bisogno di risposte e, con i nostri emendamenti e le correzioni governative, riteniamo che questo provvedimento sia stato notevolmente modificato.

Un'altra cosa che riteniamo finalmente doverosa e finalmente giusta è il fatto che, anche sulle colorazioni, non si prenda più in riferimento l'Rt epidemiologico. Era un grave errore calcolare tutte le persone contagiate, che stavano bene e, magari, erano portatrici sane e trascorrevano la degenza nelle proprie abitazioni, rispetto al vero indice che doveva essere preso in considerazione, e che, finalmente, è stato preso in considerazione, cioè l'Rt ospedaliero, gli effettivi posti occupati negli ospedali, i posti letto liberi e i posti letto liberi nelle rianimazioni. Questi sono i veri indici e, finalmente, questi sono i veri parametri a cui si fa riferimento.

Da amministratore locale e da sindaco, ho visto, in questi mesi, la disperazione di molti commercianti e di molti cittadini nel non poter tornare alla vita reale, alla vita normale. Capisco tutte le precauzioni che bisognava prendere, perché la pandemia aveva due correnti: c'erano i più attendisti, che, giustamente, avevano delle preoccupazioni per tutti i contagi e i morti che ci sono stati, e coloro che, comunque, volevano dare un'accelerata a questa fase perché c'era un problema socio economico che era reale e che andava affrontato. Io ritengo che il punto di equilibrio si sia trovato, ritengo anche che il punto di equilibrio si debba sempre cercare, si debba cercare a favore dei cittadini e a favore delle attività commerciali. Oggi, finalmente, approviamo, ed è già in vigore, questo decreto-legge che, con queste correzioni, secondo noi, è il giusto compromesso per tornare alla vita reale. Quindi, annuncio il voto favorevole del gruppo Lega Salvini-Premier (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sportiello. Ne ha facoltà.

GILDA SPORTIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Oggi, in quest'Aula, finalmente, siamo nelle condizioni di poter parlare di riaperture. Però, lo facciamo con consapevolezza e con la cognizione di dati che ci confortano e che ci dicono che i passi che abbiamo compiuto in questi mesi erano nella direzione giusta. Lo facciamo oggi, dopo aver assistito per mesi, però, a un'insopportabile corsa che ha visto alcuni partiti andare avanti e cercare di intestarsi il merito delle riaperture. Da quando questa pandemia è iniziata, l'approccio che il Governo di ieri, quello di oggi e la maggioranza del Parlamento hanno voluto tenere è sempre stato lo stesso, cioè attuare tutte le misure necessarie per contenere il contagio, seguendo due criteri: quello dell'adeguatezza e della proporzionalità, basandoci sempre su evidenze scientifiche e sui dati.

Abbiamo adottato questo approccio non perché fosse l'unico possibile in assoluto, ma perché è l'unico approccio possibile per affrontare una pandemia nel modo giusto, con criterio e basi solide; l'unico approccio perché oltre c'è solo il Brasile di Bolsonaro, che se può essere un punto di riferimento per qualcuno, non lo è per noi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Noi, come MoVimento 5 stelle, rivendichiamo questo approccio perché è un approccio alla politica, alla gestione della cosa pubblica; è un approccio della responsabilità e che guarda al bene collettivo, un approccio che mai ci ha fatto inseguire le sirene del consenso, anche quando il dibattito politico sulle misure di contenimento del contagio, sulle aperture e sul coprifuoco è diventato a tratti surreale e si è polarizzata talmente la discussione che, ad un certo punto, sembrava solo che esistessero, da un lato, coloro che volevano aprire tutto e a tutti i costi, anche quando ogni giorno contavamo migliaia di nuovi contagi e, dall'altro, i fautori di una fantomatica dittatura sanitaria che per puro capriccio hanno deciso di tenere chiuso tutto.

Ebbene, vi do una notizia: nessuno - se a qualcuno ancora non fosse chiaro - nessuno in questo Parlamento, al Governo e in tutto il Paese, nessuno non ha mai voluto riaprire il prima possibile; nessuno non si è posto l'obiettivo delle riaperture non appena ci fossero state le condizioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Fin dall'inizio di questa pandemia l'unica divisione è stata tra chi non si è mai sottratto alle proprie responsabilità e chi, sia dai banchi delle opposizioni che da quelli del Governo, ha continuato a strumentalizzare anche le difficoltà che certe categorie hanno vissuto, proponendo solo di riaprire però, senza proporre soluzioni concrete e soprattutto realizzabili.

I lavoratori hanno il diritto di protestare, di urlare la loro sofferenza; la politica, invece, ha il dovere e la responsabilità di raccontare la verità, di ascoltarle queste sofferenze, di dire come stanno le cose anche se dolorose e poi di proporre delle soluzioni concrete, realizzabili e responsabili.

Il nostro approccio non è mutato: è mutato lo scenario ed è mutato oggi anche grazie ai vaccini che sono stati somministrati in tutto il nostro Paese, portando l'Italia, sin dall'inizio, da dicembre, ai primi posti in Europa per dosi somministrate; da dicembre, dall'inizio e non da oggi, e questo non possiamo fare finta di non saperlo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

E se questo Paese è arrivato a primavera senza dover imporre un severo lockdown, come invece è successo in Francia, in Inghilterra e in Germania, è proprio grazie alle misure che sono state prese, grazie al sistema di differenziazione tra le regioni, che ha permesso a un Paese di sopravvivere e che ha permesso di aprire laddove si poteva e di chiudere dov'era necessario. E sarebbe onesto che il sistema politico e mediatico riconoscesse il merito a questo Paese per come ha affrontato questa pandemia; non al MoVimento 5 Stelle, non al Governo Draghi, non al Governo Conte. Se lo merita il Paese, ieri con Conte e oggi con Draghi; se lo meritano tutte quelle donne e quegli uomini che hanno fatto sacrifici enormi per arrivare oggi a questo risultato.

Di una cosa, però, dobbiamo essere coscienti: non basteranno le riaperture per portare le attività alla loro normalità. Noi, come Stato, dobbiamo essere presenti e stare vicino a tutte le attività che riapriranno e che non ritorneranno subito alla normalità. Dobbiamo farlo con tutti i sostegni economici necessari.

Questa pandemia ci ha mostrato anche quanto nel nostro Paese esistano delle diseguaglianze davvero feroci e insopportabili. Penso, per esempio, a tutte quelle categorie che sono state più duramente colpite da questa pandemia e che già prima si trovavano in forte difficoltà. Consapevoli di questo, oggi più che mai dobbiamo garantire a tutti dei diritti fondamentali. E allora penso ai vaccini, penso che dobbiamo arrivare a tutti, anche a quelle persone che sono più difficilmente intercettabili e più vulnerabili. Penso che dobbiamo arrivare a vaccinare le persone senza dimora, i rifugiati politici, i richiedenti asilo, chi vive in insediamenti informali. Dobbiamo chiedere aiuto agli enti locali, alle associazioni affinché questo sia possibile, perché dobbiamo vaccinare tutti, a prescindere dal loro status giuridico. Infatti, estendere le vaccinazioni a tutte le persone che sono in Italia è prima di tutto un principio di civiltà, un diritto e una tutela. E questo stesso principio deve valere anche quando chiediamo, come MoVimento 5 Stelle, la sospensione temporanea dei brevetti dei vaccini anti-COVID.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Sportiello…

GILDA SPORTIELLO (M5S). Concludo Presidente, dicendo che, proprio per non acuire queste differenze, introducendo il green pass dobbiamo garantire - lo chiediamo con forza - la gratuità dei tamponi. Dobbiamo farlo perché non possiamo permettere che dei diritti, come quello di ricongiungersi con i propri cari, siano legati alla potenzialità economica delle persone. Per questo dichiaro il voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sgarbi. Ne ha facoltà. Colleghi, pregherei di mantenere le distanze e il distanziamento sociale, come previsto; quindi, di usare solo i posti che possono essere usati. Lo dico anche ai colleghi e alle colleghe in alto, cortesemente.

VITTORIO SGARBI (M-NCI-USEI-R-AC). Onorevole Presidente Rosato, la esorterei a usare il distanziamento fisico, non sociale, perché qui c'è socialità. Proprio in ordine alle limitazioni della vita che abbiamo patito per più di un anno, voglio indicare una straordinaria e singolare contraddizione. Dal 3 giugno dell'anno scorso, senza i vaccini, ogni misura che qui è intesa come ritorno e ripresa graduale dopo il rischio calcolato del 26 aprile in cui il Presidente Draghi ha battuto i medici pessimisti perché non c'è stato nessun rischio o danno, però esiste un vulnus: servizi essenziali come musei e siti archeologici sono stati chiusi contro la legge del 15 settembre del 2015 che li dichiarava servizi essenziali come i trasporti e come gli ospedali.

Non ci sono limitazioni ai trasporti, che pure sono un'area a rischio, e tantomeno agli ospedali. Trovo quindi riduttivo e sbagliato che, nell'articolo 5-bis, sia indicato che per i musei occorre, invece che la libertà di accesso, prenotare il sabato e la domenica online almeno un giorno prima: è troppo! Occorre liberare i musei e arrivare fino alla pienezza del contingentamento senza obbligare chi viaggia a prenotare un giorno prima. È una forma di ricatto alla minaccia del COVID e contraddice ciò che è accaduto l'anno scorso e i diritti al servizio essenziale che sono i musei.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di intervenire anche per una proposta di correzione di forma, ai sensi dell'articolo 90, comma 1, del Regolamento, la deputata Angela Ianaro, relatrice del provvedimento.

ANGELA IANARO, Relatrice. Grazie, Presidente. Ai sensi dell'articolo 90, comma 1, del Regolamento, propongo la seguente correzione di forma riferita al titolo del decreto-legge: al titolo sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: “nonché disposizioni in materia di termini legislativi”.

PRESIDENTE. La ringrazio, così ci mettiamo dentro tutto.

Se non ci sono obiezioni, la proposta di correzione formale testé…

TOMMASO FOTI (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. C'era prima la collega Ianaro e poi le do la parola.

ANGELA IANARO, Relatrice. Presidente, volevo solo ringraziare, ma lo farò dopo che lei ha completato.

PRESIDENTE. Va bene, allora dopo. Prego, onorevole Foti.

TOMMASO FOTI (FDI). Presidente, la modifica del titolo del decreto non mi pare che sia una modifica di natura formale. Oltretutto, faccio presente che, essendo stato approvato il decreto nella formula in cui è uscito dalla Commissione col voto di fiducia, mi sembra una affermazione ultronea quella che viene oggi qui ribadita, che vuole essere trasfusa in un provvedimento di legge.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Foti. Capisco la questione che lei pone, anche se nelle interlocuzioni tra i gruppi c'era un accordo di massima.

Io le propongo comunque di accettare questa riformulazione, in quanto evidentemente, comprendendo pure il punto politico che lei suggerisce, c'è una evidente tensione nel riprodurre nel titolo quello che è il vero contenuto del provvedimento, per una chiarezza anche nei confronti dei nostri concittadini che sono tenuti a conoscere il contenuto. Quindi, si intende accolta la richiesta, se non vi sono obiezioni formali in tal senso.

Possiamo andare avanti? Poiché c'è una obiezione formale, bisogna mettere in votazione.

TOMMASO FOTI (FDI). Si metta ai voti.

PRESIDENTE. Si mette in votazione, ci sarà un intervento a favore e uno contro e approveremo la correzione formale che la Presidenza ritiene comunque ammissibile, considerandola una correzione formale.

C'è un intervento contro? Non ci sono interventi contro… Onorevole Foti, un intervento contro, prego.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, io non so quale fosse l'intesa di massima, nel senso che ignoro se sia stata un'intesa di massima in Commissione. Sicuramente non era un'intesa di massima all'interno dei gruppi, ma al di là di questa considerazione voglio far presente che la modifica del titolo del decreto non è un passaggio naturale dei nostri lavori. È una questione, direi, di rilevante importanza, perché cambia il titolo della legge, ma vuol dire che si è ampliato lo spettro legislativo del decreto-legge, perché lei sa che questa non è una legge ordinaria ma è una conversione in legge di un decreto-legge, il che significa che già ci sarebbe da vedere, secondo il Regolamento della Camera, perché sono stati dichiarati ammissibili emendamenti oltre quello che è il titolo del decreto-legge licenziato. Ma, a prescindere da questo aspetto solo di natura formale, io ritenevo e ritengo che quando ci sono delle modifiche di questo tipo sia doveroso comunque che l'Aula si assuma la responsabilità di aver fatto questa operazione. Personalmente la contesto, ma sono certo che mi piegherò alla volontà dell'Aula, che evidentemente piegherà il Regolamento alla sua propria volontà (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ci sono interventi a favore? Onorevole Fiano, prego.

EMANUELE FIANO (PD). Scusi, Presidente, sull'ordine dei lavori. Io non contesto le considerazioni dell'onorevole Foti, che secondo me hanno in parte del fondamento. Volevo solo segnalare all'onorevole Foti che una componente del vostro gruppo, credo la collega Bellucci…

PRESIDENTE. Onorevole Fiano, però…

EMANUELE FIANO (PD). No, scusi, Presidente…

PRESIDENTE. No, scusi lei. Siamo in una fase…

EMANUELE FIANO (PD). Io faccio un intervento sull'ordine dei lavori…

PRESIDENTE. Faccia un intervento a favore, allora. Faccia un intervento a favore e dice quello che ritiene.

EMANUELE FIANO (PD). No, secondo me non si deve votare, perché se ci sono degli accordi tra i gruppi questi accordi valgono fino all'ultimo momento. Non è che un gruppo cambia opinione e poi si vota.

PRESIDENTE. Onorevole Fiano, lei conosce il Regolamento. Se c'è un cambio di idea e di posizione all'interno del gruppo, è legittimo che ci sia una votazione e, quindi, io sono tenuto a mettere in votazione. Ribadisco, onorevole Foti, anche perché non c'è nessun piegamento del Regolamento. Il Regolamento viene rispettato fino in fondo e questo compete dirlo alla Presidenza, anche perché i colleghi sanno che questo decreto è una somma di altri 2 decreti. Quindi, è evidente che il titolo viene innovato alla luce delle decisioni che la Commissione, in collaborazione con il gruppo, ha assunto.

Ha chiesto di parlare la relatrice, onorevole Ianaro. Ne ha facoltà.

ANGELA IANARO, Relatrice. Presidente, grazie. Volevo sottolineare che, comunque, tutti i componenti del Comitato dei nove erano stati ovviamente avvisati della correzione di forma e c'era stata una totalità, un'unanimità di accordo. Però, evidenziamo, a questo punto, che c'è contrarietà e, quindi, ritiriamo la proposta di correzione di forma (Applausi).

PRESIDENTE. Va bene.

(Coordinamento formale - A.C. 3045-A​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 3045-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3045-A:

"Conversione in legge del decreto-legge 22 aprile 2021, n. 52, recante misure urgenti per la graduale ripresa delle attività economiche e sociali nel rispetto delle esigenze di contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 24) (Applausi).

Seguito della discussione della proposta di legge costituzionale: Bruno Bossio; Ceccanti; Brescia ed altri; Meloni ed altri: Modifica all'articolo 58 della Costituzione, in materia di elettorato per l'elezione del Senato della Repubblica (Approvata, in un testo unificato, in prima deliberazione, dalla Camera e approvata, senza modificazioni, in prima deliberazione, dal Senato) (A.C. 1511​-1647​-1826​-1873-B​) (ore 18,05).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge costituzionale, già approvata, in un testo unificato, in prima deliberazione, dalla Camera e approvata, senza modificazioni, in prima deliberazione, dal Senato nn. 1511-1647-1826-1873-B: Modifica all'articolo 58 della Costituzione, in materia di elettorato per l'elezione del Senato della Repubblica.

Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi delle dichiarazioni di voto è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori (vedi calendario).

Ricordo che nella seduta del 13 ottobre 2020 si è conclusa la discussione sulle linee generali e i relatori sono intervenuti in sede di replica mentre il rappresentante del Governo vi ha rinunciato.

Avverto che, trattandosi di seconda deliberazione su una proposta di legge costituzionale, a norma del comma 3 dell'articolo 99 del Regolamento, si procederà direttamente alla votazione finale.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1511-B​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il collega Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). La ringrazio Presidente. Essendo le 18,05-18,10 - non so - e avendo in teoria l'Aula una programmazione per finire alle 19 anche per le contingenti ragioni di salute, il mio è solo un appello, al di là del fatto che i gruppi della maggioranza tra loro hanno concordato (ma nell'Aula non c'è solo la maggioranza), di ridurre il più possibile gli interventi, in modo da arrivare non troppo oltre l'orario in cui l'Aula dovrebbe chiudere per questo voto sulla legge costituzionale.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Fiano. Prego lei e tutti i segretari d'Aula di fornire alla Presidenza il minutaggio. Altrimenti, io mi atterrò ai minuti che sono stati indicati dai gruppi. Ha chiesto di parlare l'onorevole Magi. Ne ha facoltà.

RICCARDO MAGI (MISTO-A-+E-RI). La ringrazio, Presidente. Annuncio il voto favorevole della nostra componente alla riforma oggi all'esame, che consentirà a circa 4 milioni di giovani di votare per il Senato. Con questa riforma ciascun senatore sarà eletto da un numero maggiore di cittadini rispetto a quello già elevato derivante dalla riduzione del numero degli eletti. Ciò renderà più autorevoli questi senatori agli occhi dei cittadini? No! Sono necessarie qui alcune precisazioni: non si può non ricordare che questa riforma era uno dei correttivi chiesti da molti che approvarono il taglio dei parlamentari, un correttivo che non corregge, però, né quella riforma né i limiti del nostro bicameralismo, che diventa ancora più perfetto nella stessa direzione, ovvero in quella di rendere le due Camere ancora più uguali…

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, colleghi, inviterei al silenzio e a uscire dall'Aula chi ha altri interessi. Prego, onorevole.

RICCARDO MAGI (MISTO-A-+E-RI). La ringrazio, Presidente. Nella stessa direzione, dicevo, ovvero quella di rendere le due Camere ancora più uguali va l'altra riforma costituzionale in discussione, quella in materia di base elettorale per le elezioni del Senato.

È inutile dire che sono stati smentiti dai fatti i facili profeti che indicavano nel taglio il passo che avrebbe aperto la strada a ulteriori e più profonde riforme istituzionali. La realtà ci mostra un bicameralismo che si è trasformato in un monocameralismo alternato di fatto, tendenza che non potrà che rafforzarsi con un Parlamento ridotto, un Parlamento che sarà difficile far funzionare, come ha denunciato fin dal primo momento +Europa, unico partito a opporsi alla sbornia populista, oggi lontana e quasi dimenticata, che credeva di rilegittimare le istituzioni tagliandole. La pandemia ha imposto, invece, decisioni sempre più complesse oltre che rapide, decisioni che con un Parlamento sempre più irrilevante non potranno che essere più superficiali. Quindi, esprimendo il nostro voto favorevole, però chiedo a questo Parlamento che si trovi la forza, in questa seconda fase della legislatura, di aprire un tavolo di riforme istituzionali che affronti un taglio che è stato fatto alla cieca e le sue conseguenze scellerate (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cecconi. Ne ha facoltà.

ANDREA CECCONI (MISTO-FE-FDV). Grazie, Presidente. Oggi finalmente, dopo tanto tempo, approviamo una una riforma che tanti giovani in questo Paese aspettavano e, come ha già ricordato il collega prima di me, ben 4 milioni di giovani dal 2023 o dal prossimo turno elettorale potranno eleggere il Senato della Repubblica. Non è soltanto una riforma che nella forma è minimale, piccola e non cambia in maniera enorme la nostra Costituzione, ma dal punto di vista sostanziale è una riforma di uguaglianza, una riforma che finalmente equipara le due Camere a un sistema elettorale che permette l'elezione di tutti i cittadini maggiorenni nel nostro Paese. Rimane un po' l'amaro in bocca perché nell'ultimo passaggio che c'è stato al Senato non si è riusciti ad inserire anche l'elettorato passivo, ossia permettere anche ai ragazzi venticinquenni di poter essere candidati ed eventualmente eletti al Senato della Repubblica, ma già questo è un primo passo. Quello che si obiettava era che noi abbiamo un bicameralismo perfetto e, se mettevamo in entrambe le Camere sia l'elettorato passivo ai 25 anni sia l'elettorato attivo ai 18 anni, avremmo avuto due Camere completamente identiche, e quindi sarebbe stato inutile avere due Camere, e quindi averne una sola. Credo che questo Paese abbia bisogno di due Camere, credo che il bicameralismo sia necessario nel nostro Paese e credo che noi, oltre a questa modifica costituzionale, che era negli accordi anche a seguito del taglio dei parlamentari, abbiamo la necessità urgente di proseguire un cammino di riforme soprattutto per quanto riguarda le modifiche dei Regolamenti di Camera e Senato, non soltanto per una riduzione del numero dei componenti, ma soprattutto perché è necessario rendere più moderne ed efficienti le due Camere ed evitare, come sta purtroppo accadendo in questa legislatura, di rimanere schiacciati sotto l'operatività del Governo, che, seppur noi tutti sosteniamo, rende praticamente inerti e inermi queste Camere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lapia. Ne ha facoltà.

MARA LAPIA (MISTO-CD). Grazie, Presidente Rosato. Sono trascorsi 75 anni dalla nascita della Repubblica e la piena titolarità del diritto di voto personale, uguale, libero e segreto, il pilastro fondamentale su cui si fonda ogni sistema democratico, è tuttavia negata a 4 milioni e mezzo di cittadini, coloro che tra i 18 e i 24 anni non hanno la possibilità di eleggere i loro senatori. Proprio i nostri figli, i nostri nipoti sono la prima generazione a trovarsi più povera di quelle precedenti nella storia del dopoguerra. Sono i giovani ad aver sofferto più di ogni altra categoria le conseguenze delle disuguaglianze procurate dalla recessione economica nel mondo occidentale, caratterizzate da una precarietà nel mondo del lavoro ormai tale da condizionare una vita intera. A queste si sono aggiunte le conseguenze di questa pandemia, che ha costretto tutti a rivedere il loro diritto allo studio, la libertà di incontrarsi. Già le difficili condizioni precedenti alla pandemia avevano alimentato in loro una progressiva sfiducia nei confronti della politica, innescata da una drammatica convinzione di non poter partecipare in alcun modo alle scelte fondamentali per il nostro Paese. Gli effetti li registriamo a ogni appuntamento elettorale, al cui seguito emerge costantemente un alto indice dell'astensionismo. Ma in Aula oggi non si decide soltanto se estendere il pieno diritto di voto ai maggiorenni, completando il percorso che porta al compimento di una piena democrazia rappresentativa; è in gioco anche l'efficienza e la stabilità delle nostre istituzioni. L'Italia è tra i pochissimi Paesi a mantenere il bicameralismo perfetto, con le due Camere che svolgono in maniera identica l'attività legislativa. Finché rimarrà immutato il rapporto fiduciario tra di esse e il Governo e se le stesse continueranno a essere elette da corpi elettorali differenti si produrranno, all'indomani di ogni risultato elettorale, maggioranze incoerenti tra Camera e Senato. Il naturale effetto di ciò sarebbe di nuovo l'inevitabile, ripetuta e triste difficoltà…sento più i colleghi, Presidente, che non me stessa in questa Camera, veramente. Ho difficoltà… D'Ettore!

PRESIDENTE. Colleghi, la collega Lapia ha ragione. Inviterei tutti a maggior silenzio e inviterei anche ognuno a sedersi rispettando le distanze che sono previste. C'è qualche collega che praticamente è in braccio a qualcun altro. Se posso evitare di fare l'appello. Prego.

MARA LAPIA (MISTO-CD). Grazie, Presidente. Il naturale effetto di ciò sarebbe di nuovo l'inevitabile, ripetuta e triste difficoltà di costituire un Governo solido, con le ripercussioni sulla stabilità politica ed economica che tutti ben conosciamo. Lo stesso Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un proprio saggio aveva già esposto quanto in Assemblea costituente le scelte sui requisiti per l'elettorato attivo delle due Camere non fossero state il risultato di un'unanime convinzione sull'attuale sistema, bensì di una mediazione tra chi sosteneva il bicameralismo paritario e chi proponeva il suo superamento. Si riteneva che la Camera eletta da una base elettorale più anziana potesse costituire l'elemento di equilibrio per scongiurare eventuali pericoli di regimi totalitari all'indomani del fascismo e della seconda guerra mondiale. Un'esigenza ora non più giustificabile. Mi permetto di evidenziare, infine, la singolare posizione di un ragazzo o di una ragazza non ancora venticinquenne che ha la possibilità di partecipare alle elezioni amministrative, regionali ed europee, con la titolarità di candidarsi per le relative cariche, ma che non può eleggere i senatori, determinanti nel processo di formazione dei Governi nazionali. Invito, quindi, quest'Aula a non avere timore di allargare la partecipazione, dotandoli di strumenti adeguati. I più giovani possono essere fino in fondo rappresentati e possono partecipare concretamente alle grandi scelte politiche del nostro Paese. Questa apparente limitata modifica costituzionale costituisce un segnale politico molto forte per le nuove generazioni: offriamo loro la possibilità di migliorare la società in cui viviamo e di ritrovare la fiducia nella politica. Estendere i diritti non è mai un errore. È per questa ragione che il Centro Democratico voterà convintamente a favore di questa riforma, ritenendola un passo in avanti per una classe politica più matura e più vicina ai bisogni dei cittadini. Sarebbe sempre auspicabile, Presidente, che quest'Aula avesse rispetto per i colleghi che parlano; sarebbe auspicabile anche per dare un segnale ai giovani, che, quando si disaffezionano alla politica, forse lo fanno anche per queste cose (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Centro Democratico).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Lapia. Faccio mie le sue parole, che valgono per tutti però, nel senso che ognuno, quando interviene, dovrebbe ricordarsi di quando, dopo, non interviene ed essere coerente. Non vale per lei, onorevole Lapia. Ha chiesto di parlare l'onorevole Forciniti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-L'A.C'È). Grazie, signor Presidente. L'Alternativa c'è voterà a favore di questo provvedimento, ritenendo che attribuire e riconoscere il diritto di voto a circa 4 milioni e mezzo di giovani di età compresa fra i 18 e i 25 anni anche per il rinnovo del Senato della Repubblica, e non già solo per la Camera, sia un'opera minima, ma pur sempre un'opera di giustizia sociale, che va a favore di una generazione o comunque di quella fascia di età che più di altri ha subito anche le conseguenze di scelte scellerate dal punto di vista politico, economico e sociale, che hanno indebolito la posizione di questa fascia di età all'interno della società nell'ottica di una privazione costante di diritti. Quindi, per una volta, ci troviamo qui a dire a questi giovani che gli riconosciamo qualche diritto in più, anziché sottrargliene dopo anni. Faccio riferimento, per esempio, all'esasperazione del precariato nel mondo del lavoro piuttosto che a vere e proprie forme di sfruttamento a norma di legge che sono state inserite negli ultimi decenni per il tramite di riforme del lavoro che non sempre hanno permesso ai giovani anche di guardare al futuro con ottimismo. Penso al blocco del turnover nella pubblica amministrazione e penso anche all'aumento dell'età pensionabile a dismisura, che ha impedito anche un ricambio sia nel settore pubblico che nel settore privato. A questi giovani noi oggi diamo un minimo segnale di inversione di tendenza, dicendo che gli attribuiamo e gli riconosciamo qualche diritto in più. Lo facciamo in parallelo anche, secondo me, correggendo quella che forse era una stortura un po' sistemica del nostro ordinamento, perché avere due elettorati diversi di riferimento fra Camera e Senato ha contribuito e contribuisce alla formazione di maggioranze disomogenee fra Camera e Senato, quindi dando anche un elemento in più di instabilità al nostro sistema istituzionale. Lo facciamo anche, nel contempo, preservando anche un po' l'originalità delle due Camere, l'una rispetto all'altra, perché l'elettorato passivo si consegue comunque in età diverse; quindi la possibilità di essere eletti al Senato rimane fissata al compimento dei 40 anni di età, per la Camera restano invece i 25 anni di età.

Allo stesso tempo, quindi, facciamo un provvedimento, secondo me, sacrosanto, che non dovrebbe neanche occuparci più di tanto perché veramente pacifico e perché ci permette anche di invertire una tendenza, che ha sempre visto troppo penalizzati i giovani nella nostra società.

Dobbiamo farlo, però, senza dimenticarci che comunque la tendenza e l'orientamento che questo Governo sta portando avanti nei confronti dei giovani non ci può trovare su quella linea, perché è evidente che in questo momento c'è un orientamento che penalizza e tende a punire i giovani, sotto tanti punti di vista, sotto l'aspetto sociale, sotto l'aspetto economico, sotto l'aspetto lavorativo. Penso, per esempio, alle recenti riforme che sono in cantiere per quanto riguarda l'accesso alla pubblica amministrazione, che stanno sempre di più potenziando lo strumento della chiamata diretta piuttosto che della selezione per titoli e per esperienze pregresse. È chiaro che se noi, da una parte, riconosciamo il diritto di voto ai giovani ma poi, dall'altra parte, li penalizziamo anche nella loro possibilità di giocarsi le loro carte alla pari con gli altri cittadini facciamo un'opera incompiuta, anche perché questi giovani, se sono più deboli nella società, se hanno meno strumenti anche per giocarsi le loro carte, saranno forse anche più soggetti a quelle logiche di ricatto occupazionale e voto di scambio. Quindi, magari, garantiamo loro formalmente il diritto di voto poi, però, nella sostanza non facciamo abbastanza per proteggere l'indipendenza anche di quell'espressione del voto, che noi oggi attribuiamo loro. Si tratta, secondo noi, quindi, di un provvedimento che va approvato e inserito nella Costituzione ma tutto il contesto deve mutare. Bisogna guardare ai giovani con un occhio maggiore, con maggiore attenzione, molto più di quanto non si stia facendo in questo momento storico. Tra l'altro, penso anche al paventato sblocco dei licenziamenti, che purtroppo costringerà tanti giovani, magari, a perdere delle garanzie lavoratore, in un momento drammatico come quello della pandemia. Allora, quando non si ha la sufficiente sensibilità sociale per capire che in questo momento storico, purtroppo, i giovani, in particolare loro, devono essere aiutati per evitare che vadano all'estero e che siano costretti magari a piegarsi a logiche poco chiare e poco trasparenti, se non si ha questa sensibilità questi interventi, pur importanti, però rischiano di trasformarsi in poco più che uno spot.

C'è anche un altro aspetto che mi preme rimarcare in questa sede, l'aspetto delle riforme istituzionali, perché la “pax draghiana” che ha un po' anestetizzato e anche un po', se vogliamo, commissariato questo Parlamento, perché ormai c'è questa logica del volemose bene, tale per cui non si può più quasi parlare di nulla, ha fatto calare il gelo e il silenzio anche sul tema delle riforme istituzionali. Questo, però, è un vero peccato e rischia anche di essere un problema serio perché, non dimentichiamolo, nel frattempo c'è già una riforma che ha previsto il taglio dei parlamentari. Le forze di maggioranza - ma io direi tutte queste istituzioni - si erano impegnate in maniera solenne a suo tempo, nei confronti dei cittadini, a portare avanti un'altra serie di riforme di contorno e di bilanciamento rispetto a quell'intervento che, a suo tempo, si è fatto.

Non me ne voglia il Presidente di turno, Rosato, ma in questo momento noi abbiamo una legge elettorale già pessima, che porta il suo nome, il Rosatellum-bis, che è ancora peggiore se immaginata in applicazione a una nuova legislatura con un numero di parlamentari ridotto, perché crea dei collegi enormi, sia nella quota proporzionale sia in quella uninominale. Queste istituzioni non pensino di potersi lavare la coscienza semplicemente con questo provvedimento che non compensa nulla di quello che ha provocato il taglio dei parlamentari, perché questo è tutto un altro tema. Ma poi queste istituzioni hanno il dovere - non il diritto, il dovere -, per un impegno solenne che è stato preso verso i cittadini, di riprendere in particolare il tavolo della legge elettorale, che non si capisce perché si sia inspiegabilmente arenato; o meglio, si capisce, perché in questo Paese cambiano le maggioranze, cambiano i Governi e allora ci si ferma, perché si pensa sempre di piegare le istituzioni e le regole del gioco a proprio uso e consumo. Secondo noi, non deve essere così. C'era già un equilibrio di massima, c'era un testo base adottato in Commissione, c'era già una legge elettorale di impianto proporzionale, che è la scelta naturale da affiancare a una riduzione quantitativa dei parlamentari. Queste istituzioni e questo Parlamento hanno il dovere di proseguire su quella strada. Non basta oggi riconoscere il diritto di voto ai giovani fra i 18 e i 25 anni, se poi rischiamo concretamente di mandarli alle urne con un pessimo sistema elettorale che non garantirà né rappresentanza né quella stabilità e quella governabilità che tutti auspicano, ogni volta che si mette mano alla legge elettorale.

Noi votiamo a favore ma questo non significa accettare e avallare l'andazzo che c'è in questo Palazzo e in queste istituzioni, con un Governo sordo rispetto alle istanze e alle richieste anche di quella fascia di giovani che oggi, magari, si pretende di tutelare. Soprattutto, questo voto vuole essere uno sprone fortissimo affinché si riprenda velocemente il tavolo di lavoro sulla legge elettorale, che è una necessità fondamentale di questo Paese. Probabilmente non c'è una percezione distinta di questo, perché la gente in questo periodo, ovviamente e legittimamente, si aspetta risposte immediate sulla pandemia, sul lavoro e sui temi economici. Ma dalla qualità del nostro sistema istituzionale dipende tutto: dipende la possibilità per un Paese di avere diritti, di avere una sanità pubblica degna di questo nome, di avere una scuola pubblica degna di questo nome. Allora, oggi votiamo a favore ma il mio auspicio e la mia preghiera, anche verso tutti noi, colleghi, sono quelli di riprendere subito in mano il tavolo delle riforme istituzionali e di non tradire quella promessa fatta a suo tempo, di virare verso un sistema proporzionale che possa correggere le storture - non me ne voglia, Presidente - della legge elettorale che porta il suo nome (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Arriviamo a votare questa riforma costituzionale molto semplice e, da questo punto di vista, incisiva ma al tempo stesso importante.

È un dibattito che arriva da lontano. Ricordo che una, se non la prima proposta in questa direzione, di concedere il voto ai diciottenni anche al Senato, fu depositata nel lontano 2006 da alcuni deputati tra cui un giovanissimo, forse all'epoca uno dei più giovani deputati eletti, Arturo Scotto. È quindi un tema che arriva da lontano, quello di cercare di uniformare l'elettorato attivo di Camera e Senato. È evidente che sono cambiate molte cose dal 1947, da quando si discusse l'impianto e si scrisse la Costituzione, che fu poi promulgata il 1° gennaio 1948. All'epoca poteva esserci, in una logica di differenziazione tra Camera e Senato, anche questo elemento che, peraltro, all'epoca riguardava soltanto quattro classi di età perché - lo ricordo - all'epoca la maggiore età si raggiungeva a 21 anni. Quando poi si portò la maggiore età a 18 anni, non venne fatto un intervento parallelo e, quindi, sono diventate ben sette le classi di età che non partecipano al voto al Senato. Credo, quindi, che sia giusto aver superato questa differenza. Si va - è già stato detto ed è un elemento su cui dobbiamo riflettere - ad uniformare sempre di più la Camera e il Senato. Da questo punto di vista, però, noi vediamo anche un aspetto positivo. Una delle criticità dell'instabilità che ha caratterizzato gli ultimi anni e le ultime legislature è stata proprio una differenza abbastanza significativa nella composizione del Senato, rispetto a quella della Camera, da un punto di vista politico. Abbiamo avuto, cioè, maggioranze autosufficienti alla Camera ma non al Senato. Ovviamente, questo intervento non risolve di per sé; occorre affiancare altri elementi.

Colgo l'occasione, prima di concludere, per rilanciare l'esigenza di riprendere la discussione in Commissione attorno alla proposta di riforma costituzionale, a mia prima firma, per la modifica della base di elezione del Senato, portandola da regionale a circoscrizionale. Questa, insieme a questa modifica, dovrebbe poter garantire, in prospettiva, un risultato finale più omogeneo tra Camera e Senato, dando più elementi, in termini di stabilità, agli Esecutivi. Per queste ragioni, il gruppo di Liberi e Uguali voterà convintamente a favore (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Grazie, Presidente. Sono già intervenuto più volte nell'iter del procedimento di revisione costituzionale in merito a questo provvedimento che, ricordo a tutti, si risolve in un articolo. Articolo 1: al primo comma dell'articolo 58 della Costituzione, le parole: “dagli elettori che hanno superato il venticinquesimo anno di età” sono soppresse. Ho ricordato e ribadisco che il disegno costituzionale non è soggetto ad interventi singoli, ad uno stravolgimento per monadi costituzionali; bisogna finalmente avere il coraggio di dire che non esiste alcun disegno costituzionale, intervenendo un pezzo per volta, come è accaduto per la riduzione dei parlamentari, senza sapere qual è il fine delle proposte, qual è il fine complessivo di ciò che facciamo (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia). Il tessuto costituzionale non è una trama a disposizione di chiunque e non è possibile dire, sull'onda che prima era semplicemente populista: diamo il voto ai diciottenni al Senato.

L'elettorato attivo e passivo, nel disegno costituzionale, nei lavori preparatori della Carta costituzionale, è sempre stato un elemento che si è mosso di comune accordo anche in sede di Assemblea costituente; i lavori delle Commissioni in materia sono chiarissimi, con i nomi dei costituenti che vengono ricordati, da Moro a Ruini, a tutti quelli che sono intervenuti in quel momento; basta leggere quegli atti per capire che è indissolubile il legame; non si interviene a caso, un pezzo per volta, per far ricordare a qualcuno e dire: diamo il voto ai diciottenni (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia). Nessuno è contrario a questo, ma nessuno può comprendere una trama costituzionale così sconclusionata; lo abbiamo detto più volte, l'ho detto quando ero nel gruppo di Forza Italia, che penso sia ancora su questa linea (al Senato l'ha avuta), ma è chiaro ed evidente che non esiste un disegno e poiché, di fatto, ci troviamo di fronte ad un monocameralismo, dovremmo avere il coraggio di dire che, con la riduzione dei parlamentari, possiamo mettere in opera una sola Camera, come dice sempre il collega Baldelli, ed è la proposta che avanzerà. Allora, facciamo una sola Camera; abbiamo previsto due Camere che avranno rispettivamente 400 deputati e 200 senatori; 200 senatori, con gli stessi compiti in un bicameralismo perfetto, che non esiste, perché non c'è più; se non c'è ora, con la composizione attuale, immaginiamo come sarà con 200 senatori, che non hanno nemmeno rappresentanza territoriale ma le competenze sono identiche e con un bicameralismo paritario e facciamo finta che tutto ciò non esista!

Ricordo, per chi fa richiami alla maggioranza, che questa maggioranza non è nata sulle riforme costituzionali: ci vuole un accordo anche con le opposizioni sulle riforme costituzionali (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia) perché le riforme non si fanno a colpi di maggioranza. Fratelli d'Italia è d'accordo ma, nei prossimi interventi, bisognerà dialogare con tutte le opposizioni, perché così si revisiona la Costituzione, così si apre il processo anche verso l'eventuale riforma della legge elettorale, tant'è vero che ho incontrato di recente il Ministro D'Incà; ci è stato chiesto di capire quali fossero gli intendimenti dei processi di revisione costituzionale pendenti, ma il disegno costituzionale non si fa a pezzetti, il disegno costituzionale si costruisce insieme, dialogando con tutte le forze presenti in Parlamento perché questa maggioranza non è nata sulle riforme costituzionali e se si vuole che questa maggioranza faccia proposte di riforma costituzionale, ci si siede ad un tavolo, si discute, si trova una soluzione e si condivide (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia). Questo è il modo in cui si procede. Finalmente qualcuno lo dice in quest'Aula: ma è possibile toccare la Costituzione a pezzetti perché tanto diamo il voto ai diciottenni? Questo è lo scopo di questa riforma o no? Questa revisione si unisce ad altre, disarticolando il progetto costituzionale e chiunque affermi cose diverse, lo fa solo perché ha deciso di farvelo votare e lo deve motivare in qualche modo, ma non c'è alcuna ragione profonda, né politica né costituzionale, per decidere tutto ciò. Noi abbiamo il coraggio di dirlo, lo abbiamo già detto, lo avevo detto quando ero in Forza Italia e dentro Forza Italia tutti eravamo d'accordo, lo dico ora come appartenente al gruppo Coraggio Italia, non per distinguerci ma per ricordare a tutti qual è l'ordinato procedimento di revisione costituzionale; vi sono pezzetti di revisione qua e là. Allora, c'è un disegno? Mi ricordo il dibattito, approfondito e lungo, in prima lettura, insieme al collega Ceccanti: lui aveva opinioni diverse da me, ma ho chiesto e continuo a chiedere quale sia il disegno: dare il voto ai diciottenni? E' solo questo che dobbiamo fare dopo la riduzione dei parlamentari? Abbiamo poco tempo, però cosa facciamo? Un piccolo “tagliettino”, una piccola cucitura, poi ne faremo un'altra: è questo il modo di procedere, il modo per avere un po' di consenso? Abbiamo fatto votare i diciottenni, l'ho detto più volte e lo ripeto: è solo questo lo scopo? E' poi? Per quanto riguarda l'elettorato passivo e attivo, c'era una proposta al Senato; si potevano candidare i venticinquenni. E' questo lo scopo ulteriore: non più quarantenni, ma venticinquenni? Non lo so, spiegatemelo, non l'ho capito ancora, nessuno me lo ha detto. Va bene, c'è questo, fermiamoci a questo: no, questo modello è assolutamente inaccettabile e una ricucitura del tessuto costituzionale è un obbligo che ha questo Parlamento, perché ha già fatto uno strappo con la riduzione dei parlamentari che non ha determinato alcun elemento sulla governabilità, sull'assetto della seconda parte della Carta costituzionale, nessuna certezza su quale sarà l'esito di ciò che è stato già fatto.

Una parte politica aveva questa intenzione: benissimo, l'ha realizzata. Aveva una maggioranza per farlo, una maggioranza! Ma, d'ora in poi, dobbiamo essere “costituenti”, perché questo modo di procedere non è essere “costituenti”: questa è tecnica legislativa ordinaria. L'approvazione del taglio di qualcosa non è essere “costituenti”; a cosa è legato tutto ciò? Se vogliamo essere “costituenti”, dobbiamo lavorare insieme, come dicevo prima, perché vi sia una riforma complessiva. Questo ho detto al Ministro D'Incà, in un incontro che lui giustamente ha promosso tra le forze di maggioranza. Diciamolo che ci sono stati questi incontri: io ci sono stato e gliel'ho specificato. Se c'è un disegno, se c'è un tessuto nuovo da costruire, anche dopo la riduzione dei parlamentari, bene, troviamoci, facciamolo, coinvolgendo le opposizioni, dicendo cosa vogliamo fare e qual è il progetto, come facciamo spesso in Commissione affari costituzionali, dove si coltiva questo spirito.

Se noi siamo il Governo di unità nazionale, dobbiamo capire quali sono le esigenze delle opposizioni e dialogare sui temi di revisione costituzionale; inoltre, se questo è il solo modo di procedere, indipendentemente da quale sarà la posizione di Fratelli d'Italia, che è comunque favorevole, dobbiamo capire come si lega questo progetto a tutto il resto, qual è il disegno, lo scopo. Mi dirà Ceccanti: il voto ai diciottenni; già lo so, mi ridonda la sua replica, perché ci sarà di sicuro; ne abbiamo discusso a lungo però spero che la nostra astensione sia il segnale, questa volta, di qualcosa che dovremmo fare, il più possibile articolato, il più possibile unitario, il più possibile costituzionale, nel vero senso della parola; non i “tagliettini”, le monadi costituzionali disarticolate, disomogenee e non sistematiche.

Non è questo il modo di procedere, abbiamo il coraggio di dirlo e lo diremo e almeno agli atti della Camera resta. Nessuno di noi è contrario a questa revisione, ma siamo contrari a questo modo di procedere, nel toccare la Carta costituzionale, perché la Carta costituzionale si tocca e si modifica con procedimenti di revisione costituzionale in un lungo dibattito, in un confronto e soprattutto su un progetto serio che è quello che si aspettano da noi i cittadini anche per il 2023, quando andremo a votare per un Parlamento ridotto, in maniera anomala e senza il consenso di tutto il Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Di Maio.

MARCO DI MAIO (IV). Grazie, Presidente. Italia Viva voterà a favore di questo provvedimento, che estende il diritto di voto per il Senato anche alla fascia di età tra i 18 e i 24 anni; lo faremo senza i toni entusiastici con cui abbiamo sentito e sentiremo rappresentare da alcuni colleghi, in maniera del tutto legittima, questo provvedimento. Infatti, se da una parte riteniamo giusto dare ad oltre 4 milioni di ragazzi la possibilità di eleggere direttamente anche i rappresentanti del Senato che, al pari dei deputati, rappresentano la Nazione, dall'altra, a questo intervento avrebbe dovuto corrispondere anche un ulteriore tassello, cioè permettere ai giovani di avere l'opportunità di sedere tra i banchi del Senato, equiparando l'età per l'elettorato passivo, cioè la possibilità di essere eletti, a quella della Camera, cioè a 25 anni (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

Lo avevamo chiesto, era stato proposto, era stato promesso, ma non lo si è voluto fare. Così, mentre ai giovani si racconta di dar loro più peso, perché gli verrà consentito di votare anche per il Senato, non diciamo loro – e, invece, abbiamo il dovere di dirlo – che, in realtà, non avranno la possibilità di condizionarlo, perché non saranno rappresentati in quella parte del Parlamento. Infatti, tra gli effetti indotti dalla riduzione del numero dei parlamentari, ci sarà anche quello di dare una minor rappresentanza non solo a tutti gli italiani ma, in particolare, ai più giovani, perché, in assenza dei tanti promessi correttivi al taglio del 40 per cento del numero dei rappresentanti dei cittadini - perché questo siamo noi parlamentari - nel prossimo Parlamento avremo certamente una minor rappresentanza delle giovani generazioni, per un motivo molto banale: i seggi parlamentari saranno ridotti da 945 a 600 e un terzo dei rimanenti, i 200 del Senato, saranno riservati esclusivamente a coloro che hanno più di quarant'anni. Non è decisamente un successo per la rappresentanza giovanile nelle istituzioni. Peraltro, una soglia di 40 anni d'età per essere eletti in un Parlamento votato a suffragio universale da tutti i cittadini maggiorenni, è un'anomalia solo italiana (c'è un caso simile solo nella Repubblica Ceca, dove però quel Senato ha poteri completamente diversi dal nostro, a cominciare dal fatto che non vota la legge di bilancio e non vota la fiducia al Governo). Le criticità che abbiamo espresso in passato su questo provvedimento stavano e stanno tutte qui nella sua incompletezza, nell'assenza di una visione complessiva di come ridisegnare le nostre istituzioni repubblicane, migliorarne il funzionamento. È ciò che chiediamo e continuiamo a proporre a tutte le forze politiche, maggioranza e opposizione, ma in particolare a quelle di maggioranza. Non viviamo di nostalgia, non vogliamo riproporre il testo della riforma del 2016, respinta con referendum costituzionale del 4 dicembre, anche da chi qui si lamenta di riforme “spezzatino”; anche noi non vogliamo le riforme “spezzatino”, ma forse, se a quel referendum avessero votato diversamente quei colleghi che oggi si lamentano, avremmo un altro assetto (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

Stiamo ancora aspettando che i promotori del “no” a quella riforma mettano in atto ciò che avevano promesso, cioè - e cito testualmente - una riforma alternativa di tre articoli che si può fare in pochi mesi (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Non solo non ne abbiamo visto traccia, ma non se ne vede all'orizzonte la prospettiva. I nodi che quella riforma costituzionale, la nostra riforma costituzionale, si proponeva di affrontare sono ancora tutti da sciogliere e verranno aggravati dalle modifiche costituzionali fin qui approvate, se non alziamo lo sguardo e non ci poniamo l'obiettivo di interventi più robusti e di lungo respiro, superando la logica degli interventi a “spezzatino”, che anche noi non condividiamo. Ai problemi della migliore rappresentanza, di un iter legislativo arcaico e inefficiente, le modifiche dei Regolamenti che si rendono necessarie per far sì che il prossimo Parlamento, a prescindere da quando verrà votato, possa subito lavorare e all'esigenza di una maggiore stabilità dei Governi e delle maggioranze e a tante altre criticità delle nostre istituzioni, si poteva dare, si potrebbe ancora dare una risposta organica, chiara, efficace e di facilissima comprensione: realizzare un sistema parlamentare con una sola Camera elettiva di 600 parlamentari, rispettando così l'esito del referendum sulla riduzione del numero dei rappresentanti dei cittadini in Parlamento, ampiamente rappresentativa dei territori, delle diverse opinioni, degli articolati e legittimi interessi che compongono il nostro Paese. A quel punto, con una sola Camera elettiva, si potrebbero anche ipotizzare altri interventi, sfiducie costruttive o quant'altro, ma farlo con un sistema bicamerale lo riteniamo un errore. E se vogliamo parlare di riforme della Costituzione, cosa deve succedere di più di ciò che abbiamo vissuto durante questa pandemia, per capire che è doveroso mettere mano anche ad una riforma del Titolo V, al rapporto tra Stato centrale e regioni, alle procedure da seguire nei casi di emergenza? Cosa deve succedere di più per mettere in evidenza questa urgenza? Non stiamo parlando di questioni astratte, ma del funzionamento della nostra democrazia e della capacità di dare risposte alle istituzioni e alle esigenze dei cittadini. Ci rivolgiamo, quindi, a tutti i gruppi parlamentari, in particolare a quelli di maggioranza, per non sprecare l'opportunità di provare a mettere in cantiere una riforma delle istituzioni che sia all'altezza delle sfide che abbiamo davanti e lo faccio, concludo Presidente, con le parole di un mio concittadino, Roberto Ruffilli, trucidato dalle Brigate Rosse proprio nel suo tentativo di riformare lo Stato (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). “Tutto questo - diceva nel suo scritto più celebre “Il cittadino come arbitro”- non richiede tanto accordi su modelli globali di società […] . Richiede invece l'accordo sulla definizione delle regole del gioco democratico, che fissi le responsabilità politiche per la progettazione del cambiamento e le responsabilità sociali per la gestione dei servizi, e che metta le une e le altre sotto il controllo effettivo, elettorale e non, delle masse e consenta ad esse di gestire direttamente i sacrifici per una nuova espansione”.

E credo che dopo i tanti sacrifici sopportati e che ancora tanti italiani stanno sopportando per questa pandemia, abbiamo il dovere di provare a mettere in piedi una riforma all'altezza delle sfide che il futuro ci pone di fronte (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Come spesso capita in quest'Aula, come spesso è capitato quando si interviene sulla Costituzione, in questa legislatura, questa è una riforma giusta, ma giusta a metà. Fratelli d'Italia parla di questi temi da sempre, la destra lo fa non da oggi, da quando Giorgia Meloni, allora Ministro della Gioventù, fu la prima a portare all'attenzione dell'Aula la necessità del coinvolgimento dei giovani nella vita politica, con l'abbassamento - allora era equiparazione, in quella proposta di legge - dell'età per votare ed essere votati. Fratelli d'Italia, però, non si è mai sottratta alle sfide delle riforme costituzionali, seppur in questa versione puntuale, mantenendo - noi sì - quella visione organica che è propria culturalmente della destra; così come siamo stati determinanti e siamo stati componente necessaria all'approvazione della riforma che ha portato alla riduzione dei parlamentari; unica forza politica, lo ricordo, che, anche dall'opposizione, ha votato per il taglio dei parlamentari e senza il cui voto non si sarebbe realizzata. Allo stesso modo, vogliamo esserlo su questa, come sulle tante altre sfide di modernizzazione del nostro impianto ordinamentale.

Certamente, avremmo voluto che vi fosse quella equiparazione che abbiamo provato ad inserire, tanto alla Camera quanto al Senato, con emendamenti puntuali, per affermare il principio che, se tu puoi votare, alla stessa età puoi anche essere votato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); se hai la capacità di scegliere chi ti rappresenta, puoi essere anche tu quello che rappresenta gli interessi diffusi e il futuro della Nazione, dando così voce e protagonismo ai giovani. E su questo credo che non accettiamo lezioni da nessuno, perché la destra è sempre stata, nella sua storia, avanguardia in questo senso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Certo, quella dei giovani - lo hanno ricordato alcuni colleghi - è una categoria che sembra inspiegabilmente esclusa dalla vita politica parlamentare, tanto della Camera quanto del Senato, in realtà; una categoria che è esclusa, però, soltanto in Italia, perché invece nel resto d'Europa i diciottenni partecipano direttamente alla rappresentatività parlamentare, così in Danimarca, in Finlandia, in Germania, in Olanda e in altri Paesi europei. Ma se vogliamo che i giovani possano rappresentare in quest'Aula anche quel pezzo di società nazionale e, quindi, il futuro, la speranza, l'ambizione di questa Nazione, non basta questa piccola riforma, se non possono essere loro stessi a rappresentare quello spaccato di società. E forse, quando ci siamo interessati di scelte che hanno determinato anche il futuro, se vi fossero stati dei ragazzi di 18, 19 anni, in quest'Aula, avrebbero rappresentato un disagio, delle ambizioni, delle preoccupazioni dei propri coetanei, di cui spesso, in quest'Aula, anche nei provvedimenti recenti, non si è tenuto conto.

È evidente che oggi i media e i social media accelerano i processi di comunicazione e di informazione, di formazione delle coscienze e, quindi, anche il coinvolgimento dei più giovani nella vita politica si concretizza meglio rispetto a quelli che, probabilmente, erano gli intendimenti e i tempi della scrittura della Costituzione. Ma rimane quel vulnus rispetto alla possibilità - e l'abbiamo detto - di scegliere rispetto al proprio destino. Lo dicevo prima, penso in epoca non recente alla riforma delle pensioni su tutte: scelte che il Parlamento ha fatto e che sono ricadute sulle future generazioni, senza che queste generazioni avessero potuto dire la propria su quelle scelte che si trovano a pagare e che, almeno con l'equiparazione - spero sia il successivo passo - si possano prendere la responsabilità di tali scelte che incidono anche sul proprio futuro.

E pensiamo, tornando ad epoca recente, a quegli scostamenti di bilancio importanti che abbiamo votato in quest'Aula per rispondere alle esigenze della pandemia: sono ipoteche sul futuro delle giovani generazioni, di cui non si è tenuto conto e che, forse, volevano dire la propria se quelle risorse vengono utilizzate per le infrastrutture e per lo sviluppo economico o se, invece, vengono sprecate per i navigator, per il cashback o per il reddito di cittadinanza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Noi questo appello lo avevamo fatto, anche nell'iter parlamentare, ma va registrato che in Senato la politica della maggioranza di allora si è arenata e si è tirata indietro su quello che il Senato aveva fatto, cioè l'equiparazione anche dell'elettorato passivo. Mi sia quindi consentito un ragionamento, Presidente, perché, ovviamente, non basta cavarsela rispetto alle giovani generazioni con la possibilità di votare - per carità, giustamente - anche per il Senato. Le scelte “chiusuriste” del Ministro Speranza e dei suoi compagni hanno di fatto chiuso, in quest'epoca di pandemia, senza che ve ne fosse spesso la necessità, dentro casa, per due anni, un'intera generazione, incatenandola al PC per la didattica a distanza. Quindi, assieme alla possibilità di votare al Senato, dobbiamo prenderci - e mi sarebbe piaciuto che fosse venuto con chiarezza dal Governo e dalla maggioranza - anche l'impegno di dare i sistemi di trasporto per andare e tornare da scuola e dall'università, che consentano, anche se vi fosse una quarta ondata di pandemia, di non perdere le lezioni, oppure scuole con sistemi di areazione, come ha fatto, per esempio, Fratelli d'Italia al governo della regione Marche con il presidente Acquaroli, perché non succeda mai più che si perdano preziosi giorni di istruzione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Concludo, Presidente, ma era giusto fare riferimento a quel danno irreparabile che si è avuto sulle nuove generazioni in epoca di pandemia, spesso per scelte insensate, ma spesso per mancate programmazioni, quando c'era il tempo di fare e non si è fatto per colpa del Governo e per colpa dei tecnici come il commissario Arcuri, che quel Governo scelse per rispondere inadeguatamente alla emergenza della pandemia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Non lo dimentichiamo, perché bisogna cambiare rotta velocemente: già è troppo tardi. Quindi, questa riforma vedrà il voto favorevole di Fratelli d'Italia, che non è mai mancato nelle sfide di rinnovamento, con una visione - che ci appartiene - organica, che non può prescindere dal presupposto fondamentale che, a nostro avviso, va introdotto nella Costituzione accanto alla riduzione del numero dei parlamentari, accanto alla maggior partecipazione dei giovani. Mi riferisco all'elettorato attivo: accanto alla possibilità di essere rappresentanti, anche quella della elezione diretta del Capo dello Stato, per rimuovere tutte quelle barriere che il nostro ordinamento ha alla piena partecipazione dei cittadini alla vita politica, nonché rispetto al principio per cui - spesso su questo la politica si dimentica - se tu, politico, prendi il mio voto, con questo ci fai quello per cui ti sei candidato e per cui io te l'ho dato; non è, insomma, un assegno in bianco con cui i partiti possono fare quello che vogliono o quello che gli conviene in quel dato momento storico.

Quindi, Fratelli d'Italia, come sempre, con coerenza, con coraggio, ma anche, come abbiamo fatto questa mattina, spesso riportandovi sulla Terra quando cerchiamo di rimarcare le priorità della Nazione, che non sono - mi spiace per gli amici, colleghi del Partito Democratico - lo ius soli del segretario Letta, ma consistono invece nel difendere e nel far ripartire lavoro e imprese in questo Paese. In questo senso, Fratelli d'Italia non mancherà di dare il suo apporto a difesa delle istituzioni e nei processi di rinnovamento delle stesse, che difendano sempre e solo un unico interesse, cioè quello nazionale, quello degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tartaglione. Ne ha facoltà.

ANNAELSA TARTAGLIONE (FI). Grazie, Presidente. Colleghi, il disegno di legge di modifica dell'articolo 58 della Costituzione persegue un obiettivo in agenda da diversi decenni: quello di parificare l'elettorato attivo per le elezioni dei componenti delle due Camere. Si tratta di un tema centrale, che ci sarebbe piaciuto discutere sin dall'inizio dell'iter della sua approvazione in un disegno di legge più organico di riforme istituzionali.

Già con la riforma del 2006, approvata dal Governo Berlusconi, si interveniva sui limiti dell'elettorato attivo e passivo. C'è da dire, però, che in quell'occasione era prevista una riforma più organica e completa; in quel contesto si dava vita al Senato federale e i senatori venivano scelti da tutti gli elettori che avessero superato la maggiore età, quindi i diciott'anni.

Già in quegli anni noi avevamo maturato l'idea di come l'evoluzione culturale e sociale rendesse anacronistico l'attuale assetto costituzionale. Per questi motivi ci si era resi conto di quanto fosse necessario intervenire direttamente con una riforma organica e non - come è stato detto precedentemente - qualificata come uno spezzatino; era una riforma organica che prevedeva gli assetti istituzionali del nostro Paese.

Durante la prima lettura avevamo espresso già un voto favorevole, intravedendo nella riforma un'opportunità di arginare il sempre più scarso impegno politico da parte delle nuove generazioni. Non possiamo non accendere, però, una luce su una riflessione. Si tratta, infatti, di disegni di natura costituzionale, finalizzati a cambiare completamente gli assetti della nostra Costituzione. Dando la possibilità ai diciottenni di votare per il Senato, si creano due elettorati e due rappresentanze identiche, viene meno lo spirito dei padri costituenti e si rafforza anche l'uguaglianza tra le due Camere, che incide, giocoforza, sulla forma di Governo e quindi sull'equilibrio tra i poteri dello Stato. Quindi, la riflessione, che è stata anche fatta precedentemente, è se non sia questo il momento di andare anche oltre quello che è il bicameralismo paritario. Una modifica così fatta tradisce anche il suggerimento della Corte costituzionale nel momento in cui si privilegia un metodo di riforme parziali rispetto a quelle di carattere più organico. Una discontinuità nel metodo delle riforme costituzionali è già stata registrata sin dall'inizio di questa legislatura: l'abbiamo vista con il referendum confermativo, con la riduzione del numero dei parlamentari. Si tratta di decisioni discutibili, soprattutto in una logica di revisione costituzionale, che invece andrebbe considerata in un'ottica di maggior respiro. Attualmente, vorrei ricordare ai colleghi che questo Governo nasce a causa di una pandemia in corso. Questo è un Governo di unità nazionale, è un Governo di emergenza e, come già è stato ricordato dal collega D'Ettore, ad oggi non c'è un patto per le riforme. Per questo motivo, andare continuamente a ricercare temi non condivisi nei percorsi, o addirittura divisivi come il DDL Zan, come la riforma della Costituzione o, addirittura, come quando si vuole rispolverare la tassa di successione, lo trovo offensivo verso quegli italiani che a tutt'oggi ci stanno chiedendo di combattere per la salute e per il lavoro.

Non c'è alcun patto di governo sulle riforme costituzionali oggi e non crediamo che questa sia l'esigenza che sta più a cuore in questo momento agli italiani. Così come noi di Forza Italia, da liberali, abbiamo rispetto per le diverse sensibilità all'interno di questa maggioranza, chiediamo ai nostri alleati di Governo di fare altrettanto: se c'è da affrontare temi che non riguardano l'urgenza nel nostro Paese, è bene approvarli e affrontarli in modo sistemico e organico.

Queste considerazioni nascono anche per quello che, a mio avviso, è il nodo centrale della questione: la disaffezione verso la politica nelle nuove generazioni, un fenomeno che non si elimina semplicemente garantendo ai giovani la possibilità di votare per il Senato. Occorre oggi adottare una prospettiva di più larghe vedute per evitare che i nostri giovani siano condannati ad allontanarsi ulteriormente dalle istituzioni e dall'impegno civile e politico. È importante fare in modo che i giovani possano finalmente sentirsi parte attiva e davvero attivi anche loro nel mondo politico e istituzionale.

Non possiamo negare che in questo momento - e parlo da giovane - non ho incontrato tanti ragazzi che, come prima necessità, mi abbiano chiesto di votare per il Senato. Ho incontrato, invece, tanti giovani che mi hanno chiesto quali fossero le loro prospettive di lavoro per il futuro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), le loro possibilità di ottenere un posto di lavoro. Questa è la vera battaglia sociale che noi dobbiamo fare, i problemi da affrontare, che sono di questa maggioranza e che questo Parlamento deve cercare oggi di risolvere. Per questo ringrazio il Ministro Brunetta, per la possibilità, attraverso il suo impegno, che sta dando ai tanti giovani di accedere nuovamente al mondo del lavoro. È una battaglia lunga e lo sappiamo, ma queste sono le risposte che chiedono i nostri giovani. È questa la nostra più grande sfida e solo così potremo recuperare quei tanti ragazzi disaffezionati alla politica che neanche più ci votano. Solo dando loro certezze, opportunità di crescita, sviluppo e garanzia di non dover più posticipare e vedere condizionate le scelte della propria vita personale e lavorativa potranno cercare e credere di avere fiducia nella politica e nei politici, perché, se abbiamo indebitato il nostro Paese e, quindi, le nuove generazioni, dobbiamo essere quanto meno in grado di farlo per dare loro prospettive future e di lavoro. Dunque, colleghi, a margine di queste riflessioni sul metodo, soprattutto, ma in coerenza col voto espresso in prima lettura e anche con il principio della riforma approvata da Forza Italia nel 2006, che prevedeva questa sensibilità sul tema, dichiaro il voto favorevole del nostro gruppo parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Raciti. Ne ha facoltà.

FAUSTO RACITI (PD). Grazie, Presidente. Dato che è stato il mio gruppo a fare un appello alla brevità degli interventi, proverò a utilizzare un po' meno tempo di quello che mi è concesso. La riforma oggi in votazione, sulla quale noi voteremo favorevolmente, pur minimalista arriva in quest'Aula per il voto finale dopo un percorso oggettivamente e immotivatamente tortuoso. Abbiamo di fronte, infatti, una riforma giusta per almeno tre motivi: intanto, supera un arcaismo che risale sostanzialmente al tempo in cui Senato della Repubblica e Camera dei deputati avevano addirittura 2 durate di vita diverse (le 2 legislature si concludevano in periodi diversi); allarga la base elettorale del Senato, rendendola uguale a quella della Camera dei deputati e rendendo minore il rischio di risultati elettorali disomogenei, di fronte ai quali così spesso ci siamo trovati soprattutto nel corso degli anni che hanno seguito l'introduzione delle leggi elettorali maggioritarie e prendendo atto del fatto che non siamo riusciti fino ad ora a modificare la funzione e la natura, cioè a differenziare le due Camere rispetto ai loro compiti. Risolve, cosa più importante di tutte, un problema, anche questo arcaico, per il quale…

PRESIDENTE. Onorevole Raciti, mi scusi. Devo chiedere ancora maggior silenzio in Aula e il rispetto delle distanze. Cortesemente, colleghi. C'è qualcuno che continua. Non diamo le spalle alla Presidenza, facciamo le cose in ordine. Perfetto, grazie.

FAUSTO RACITI (PD). Prego, nessun problema. Dicevo che risolve il problema per cui il voto tra chi ha 18 e 24 anni vale oggi la metà del voto di chi ne ha 25 o più. Parliamo, quindi, innanzitutto di una riforma ragionevole, tanto più alla luce di un referendum che ha confermato il taglio del numero dei parlamentari e che rende necessari ancora alcuni interventi non trascurabili di natura costituzionale, che hanno a che fare innanzitutto con l'efficienza del nostro sistema istituzionale e con lo sforzo che questo Parlamento dovrebbe affrontare, in coerenza con la responsabilità che ci siamo assunti nel momento in cui è stato tagliato di un terzo il numero dei parlamentari, di evitare lesioni al nostro tessuto costituzionale delle quali potremmo amaramente pentirci. Su questo mi permetta di dire, Presidente, che oltre a invocare interventi non minimalistici e non puntuali forse è arrivato il momento in cui le forze politiche dovrebbero decidere di risolvere le questioni che sono rimaste aperte da quella riforma, che hanno a che fare con l'efficienza del nostro sistema istituzionale, e provare a farlo insieme. D'altronde sappiamo tutti benissimo di quali riforme stiamo parlando e di quali interventi stiamo parlando. Però, parliamo soprattutto di una riforma giusta, perché affronta il problema della rappresentanza democratica di una generazione allargando la base elettorale del Senato, offrendo uno strumento utile a rafforzare il rapporto delle generazioni più giovani con la democrazia e con la rappresentanza, oltre che con il Senato della Repubblica e con il Parlamento. Anche da questo punto di vista si tratta ovviamente di un primo passo; nessuno pensa che sia un passo sufficiente, seppur necessario, e tutti, penso, dovremmo prendere atto del fatto che il coinvolgimento di una generazione più giovane passa certo dalla possibilità di esercitare l'elettorato attivo, ma in una democrazia ben organizzata passa dalla possibilità di quella generazione, di questi ragazzi, di queste ragazze e di tutti i cittadini italiani di trovare nei partiti uno strumento di partecipazione effettiva alla vita democratica del Paese e non semplicemente una congrega di notabili, che autotutelano la propria funzione e il proprio ruolo. Proprio questo - concludo, Presidente -, l'allargamento delle basi di rappresentanza della nostra democrazia è il terreno su cui noi del Partito Democratico siamo consapevoli che serve un salto di qualità del processo riformatore. L'impegno che ci è richiesto, che è richiesto alla nostra democrazia e alla nostra Repubblica, e la sfida che il Paese ha davanti a sé, che è quella dello sviluppo e della sostenibilità del governo dei processi economici nella direzione della piena occupazione, diventa possibile solo se il Parlamento rifletterà davvero gli equilibri del Paese, senza eccessi di distorsione che rendono le maggioranze delle Aule troppo diverse da quelle del Paese reale. È questo che porta alla governabilità vera, alla decisione responsabile e alla mediazione necessaria tra interessi e visioni del Paese diverse. È questo che rende necessario uno sforzo riformatore che accompagni gli impegni del Recovery Plan, offrendo agli italiani un sistema politico e istituzionale migliore e più equilibrato di quello che abbiamo avuto fin qui. Alla fine scopriremo, probabilmente, che sarà, oltre che più giusto, anche più stabile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Stefani. Ne ha facoltà.

ALBERTO STEFANI (LEGA). Presidente, onorevoli colleghi, siamo in dichiarazione di voto finale di una legge di revisione costituzionale che ha visto nel suo iter, fin dall'inizio, il contributo attivo del nostro movimento politico. È vero, grazie a questa riforma recuperiamo nel circuito politico elettorale del Senato una generazione che ne era rimasta completamente esclusa, però dobbiamo dirlo, dobbiamo dirlo con tutto il coraggio che è solo un segnale, è una riforma che non basta e non può bastare. Non può bastare perché questa generazione è una generazione che da anni, per troppi anni non è stata ascoltata; è una generazione che è stata anche, e dobbiamo ricordarlo, offesa ed umiliata da alcuni rappresentanti politici, che, invece di risolvere i problemi di questa generazione, avevano preferito definirli schizzinosi, avevano preferito definirli nullafacenti. Ci erano venuti a dire, e questo lo aveva detto un Ministro del Lavoro, che era meglio non averci tra i piedi e che era meglio ce ne fossimo andati tutti all'estero, perché questo ci era stato detto. Ci venivano a dire che una partita di calcetto era meglio di un curriculum realizzato con tanti sacrifici, con tante rinunce e con tanta fatica. Questo noi non lo possiamo più accettare. E allora questa riforma è utile, ma non basta a risolvere i problemi di centinaia di migliaia di giovani che se ne sono andati all'estero; non basta sicuramente a risolvere il fatto che siamo il Paese con un tasso di disoccupazione giovanile tra i più alti dell'area OCSE, dopo la Spagna; non basta ricordare che questa generazione sente parlare di crisi da quando è nata, sente parlare di crisi dal 2008, dai tempi dell'infanzia o dell'adolescenza, e le proiezioni negative che questa crisi ha avuto, e che oggi sente ancora parlare di crisi. E allora, caro Presidente e onorevoli colleghi, quello che a noi importa non è se quel giovane voterà per la nostra forza politica; non importa se quel giovane, che, grazie a questa riforma, potrà votare, voterà a destra o a sinistra.

Quello che ci importa è che questi ragazzi potranno dire la loro. Quello che importa è che questi ragazzi potranno essere coinvolti nel circuito politico elettorale del Senato, di una delle due Camere. Quello che ci importa, Presidente e onorevoli colleghi, è che si torni a parlare di giovani, che i giovani tornino centrali nell'agenda politica italiana, che i giovani possano tornare una priorità della politica. Lo dobbiamo ai milioni di giovani con una valigia da una parte e un sogno dall'altra, a chi da anni aspetta di poter accedere alle borse di specialità. Erano qui fuori a protestare un anno fa. A queste persone noi dobbiamo dare una risposta (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Lo dobbiamo ai milioni e alle migliaia di ragazze e di ragazzi che si sono rimboccati le maniche e hanno rialzato le saracinesche delle proprie imprese familiari, risollevandole dai debiti. Queste storie devono essere ricordate in quest'Aula, quando si parla di giovani. Lo dobbiamo a questa generazione, Presidente, a partire dal provvedimento che votiamo oggi. Infatti, non può essere un dato anagrafico a dirci se un'idea è buona oppure no. Non può essere un dato anagrafico a stabilire la qualità di un'idea.

Sono convinto, invece, che sarà proprio questa la generazione che, con il proprio voto, ci dimostrerà che ancora tanto si può fare, che tanti passi in avanti si possono fare, che lo studio, il merito e il sacrificio non sono esercizi di stile per giovani sognatori, ma sono strumenti per garantire a questo Paese di guardare avanti e sono strumenti che permetteranno a questo Paese di scrivere la propria storia e di scrivere il proprio futuro. Sono convinto che questa generazione dimostrerà, con il proprio voto, che non si fa politica per occupare posizioni, ma per disegnare il futuro della nostra società nei prossimi anni. Sarà questa la generazione, Presidente, che dimostrerà che una notte insonne passata a studiare varrà molto di più di tante partite di calcetto e soprattutto di tante raccomandazioni. Sarà questa la generazione che dimostrerà che 1 non vale 1, ma vale di tanto in quanto sarà in grado di portare un contributo positivo, per sé e per gli altri (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Allora, con tutta l'energia, Presidente, sarà questa la generazione che difenderà un diritto sacrosanto dei giovani, dei giovani in quanto cittadini italiani, quello di poter costruire il proprio futuro, quello di poter decidere il proprio futuro, ma soprattutto quello di poterlo costruire qui in Italia, qui e non altrove, qui nella nostra terra. Grazie, Presidente e grazie colleghi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Brescia. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE BRESCIA (M5S). Grazie, Presidente. Finalmente riparte il cantiere delle riforme. A circa otto mesi dall'approvazione della riduzione del numero dei parlamentari, finalmente possiamo dire che, con l'approvazione di questa riforma costituzionale, riprendiamo il filo e la discussione e lo facciamo nella sede opportuna, che è il Parlamento.

Io ricordo che, nel dibattito che ci fu all'epoca della campagna referendaria, molti legarono il loro “sì” alla riduzione del numero dei parlamentari proprio a tutta una serie di riforme, che si sarebbero dovute fare dopo quell'approvazione. Così come penso sia preciso dovere del Parlamento rinnovare le istituzioni e renderle più credibili, più stabili e più efficaci. So perfettamente, come sappiamo tutti, che il nostro sistema istituzionale ha patologie che vanno curate, che è necessario rendere più stabile il Governo, che bisogna limitare la decretazione d'urgenza, che bisogna dare al Paese una legge elettorale che restituisca ai cittadini il sacrosanto diritto di scegliere i loro rappresentanti. So che ci sono tutti questi problemi e questo è un punto di partenza, a mio avviso, dal quale si deve prendere spunto per ritornare in Commissione nella sede preposta, quella del Parlamento, a parlare di riforme costituzionali. In questi mesi, in questi otto mesi, se ne è parlato dovunque. Se ne è parlato in televisione, sui giornali, nei webinar che si sono organizzati, fuorché nel Parlamento. Quindi, sono contento davvero che oggi questo discorso venga ripreso.

In questo mio intervento voglio sottolineare il fatto che non mi trovo d'accordo con molti colleghi che mi hanno preceduto, perché sono estremamente convinto, invece, che il metodo che si sta utilizzando sia quello giusto. Il metodo delle riforme puntuali si sta rivelando quello vincente. Infatti, abbiamo assistito, in passato, a tantissimi fallimenti di riforme cosiddette organiche che volevano cambiare tutto, ma che, alla fine, non hanno cambiato assolutamente nulla. Con il metodo delle riforme puntuali, invece, abbiamo portato a conclusione l'iter per l'approvazione della riduzione del numero dei parlamentari e ora ci apprestiamo a concludere anche l'iter di questa riforma.

Veniamo al merito di questa riforma. Questa riforma darà la possibilità a circa 4 milioni di under 25 di eleggere i senatori. Ma chi sono questi giovani? Questi giovani sono quelle persone che vivevano in una condizione di difficoltà già prima della pandemia. Immaginate in quale condizione di difficoltà, di disorientamento, nel trovare lavoro vivono ora questi giovani. Quindi, ritengo sia fondamentale da parte delle istituzioni far sentire loro la vicinanza di quest'ultime. Penso che questo Governo, grazie al grande lavoro della Ministra Dadone, lo stia facendo già egregiamente, perché sono tante le misure messe in campo dal Ministero delle Politiche giovanili per aiutare questi giovani e non sono d'accordo con chi prima è intervenuto; alcuni colleghi dicevano che addirittura li si stia mettendo in difficoltà con alcune misure. Io penso che si stia andando nella direzione esattamente opposta. Ci sono tanti esempi che si possono portare, come la norma mutui acquisto casa, che dà la possibilità a tanti giovani di accedere ad un fondo per l'acquisto della prima casa, ben 300 milioni per questa finalità; il Fondo per le politiche giovanile, ulteriori 30 milioni per finanziare misure di prevenzione e contrasto ai fenomeni di disagio giovanile e comportamenti a rischio. E ancora; la clausola di assunzione per una quota pari al 30 per cento di giovani e donne nel PNRR per favorire l'imprenditoria giovanile e l'assunzione di giovani sotto i 36 anni.

In conclusione, stiamo facendo tutto il possibile per cambiare a fondo il rapporto tra i giovani e le istituzioni e credo che l'approvazione di questa riforma costituzionale rappresenterà un ulteriore tassello in questo senso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Sarà l'acquisizione da parte di questi giovani di un diritto-dovere, quello di poter eleggere i propri rappresentanti in Senato, che contribuirà positivamente a ricucire e rinsaldare quel rapporto. Quindi, per tutti questi motivi, è con estrema gioia che annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà. Colleghi, facciamo silenzio in Aula. Prego, onorevole Baldelli.

SIMONE BALDELLI (FI). Grazie, Presidente Rosato. Io non ho votato - termine grosso! - questa riforma costituzionale, questa modifica costituzionale per dare il voto ai diciottenni per il Senato in prima lettura e non la voterò neanche in seconda lettura per le stesse ragioni per cui non l'ho votata nella prima lettura: perché ritenevo e ritengo che la Costituzione non si cambi un articolo per volta, né un comma per volta, né una riga per volta, né una parola per volta. Aver calendarizzato questa proposta senza una visione d'insieme, perdonatemi, è un errore. Raccontate a quei 4 milioni di under 25 che citava il collega Brescia che state dando loro il diritto di votare per un Senato che, molto probabilmente, non funzionerà a causa del taglio dei parlamentari, perché un Senato che passerà da 315 a 200 avrà un problema enorme di funzionamento, di congestionamento delle attività, di taglio delle Commissioni, di peso dei senatori a vita.

Tutti quelli che si scandalizzavano del caso Ciampolillo, si renderanno conto che cosa sarà un Senato da 200 senatori, anziché 315, più quelli a vita? La Camera affronterà una fase sperimentale con 200 parlamentari in meno. Allora, forse era il caso di fare una riflessione di insieme per discutere, insieme, maggioranza e opposizione, centrodestra e centrosinistra, a 9 mesi, collega Brescia, dal taglio dei parlamentari, almeno di quei famosi correttivi che il fronte del “no” auspicava e il fronte del “si” sbandierava, ma che non si sono mai affacciati in quest'Aula in 9 mesi! Allora, forse, sarebbe il caso di fare una valutazione, senza pregiudiziali. Faccio un appello con il cuore in mano, non alle forze politiche, non al Governo, che è nato per far uscire questo Paese dal problema della pandemia, per fare i vaccini e per intercettare i fondi dell'Unione Europea, facendo quelle riforme che sono necessarie, ma al Parlamento, perché, se il Parlamento non si salva da solo, non ci sarà nessuno che lo farà al suo posto. Allora, forse non è meglio cominciare a riflettere, senza pregiudizi? Io potrei presentare una proposta per l'elezione diretta del Capo dello Stato, del Presidente del Consiglio, ma, date le condizioni, abbiamo due anni di fronte, forse anziché due Camere che non funzionano, non tagliarne una, come dice qualche sciocco, ma unirne due in un'unica Assemblea nazionale. Forse è un'ipotesi che può essere percorsa, se in questo Parlamento le intelligenze migliori si mettono intorno al tavolo e si cominciano a confrontare. Ripeto, non il Governo, non i leader dei partiti, che in questo momento forse hanno altre questioni in mente, ma i volenterosi di questo Parlamento, a loro sì, questo appello. Certo, un'Assemblea unica con dei bilanciamenti, una procedura dell'articolo 138 molto più rigida, un'età anagrafica del Presidente degna di questo nome, una doppia lettura magari incorporata, un rafforzamento della Commissione oggi affari regionali, che domani diventa effettivamente un qualcosa di importante, forse la costituzionalizzazione della Conferenza Stato-Autonomie locali, non so, tante cose, di cui però almeno discutere. E se non di questo, almeno di una revisione del procedimento legislativo, della durata dei termini di conversione dei decreti, di una via alternativa alla decretazione di urgenza, della possibilità di facilitare la sede redigente o quella legislativa per le Commissioni parlamentari, insomma, fare qualcosa, ridisegnare il meccanismo delle fonti. Vedo colleghi, anche autorevoli esperti, penso al collega Giorgis, che su questo credo avrebbero un grande contributo da mettere in campo. Lo dico con il cuore in mano: non ci nascondiamo dietro ad un dito, dietro piccole operazioni di maquillage, diamoci un'occasione, abbiamo due anni di fronte. Perché se questo fallisce, se in due anni non dimostriamo di essere in grado di salvarla, questa istituzione, forse l'unica alternativa diventa presentare un articolo in cui si dice che, parallelamente al prossimo Parlamento, si elegge un'Assemblea costituente, che magari rimetta a posto il Parlamento e forse anche qualche pasticcio fatto in passato sul Titolo V. Ci sono stati autorevoli interventi, penso al Presidente Violante, al Presidente Pera, costituzionalisti, direttori di giornali: il Paese ci chiede per i diciottenni nuove opportunità, per le istituzioni la possibilità di funzionare e di rappresentare. E non c'è una legge elettorale che risolve il problema che il Senato non avrà, in tante zone, il senatore di opposizione…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Baldelli…

SIMONE BALDELLI (FI). Concludo, Presidente. Poniamoci con onestà questo problema e cominciamo, da volenterosi, a cercare di darci delle risposte, perché, se non ce le diamo noi, non ce le darà nessuno (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sgarbi, sempre a titolo personale. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI (M-NCI-USEI-R-AC). Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, vedo la rapidità di questo articolo 1 che consente ai diciottenni di votare per la Camera e per il Senato alla stessa età. Peccato che, con questa velocità di eliminazione dell'articolo, ci sia ancora un andamento zoppo, perché, per essere senatori, occorrono non 40, ma 35 anni, e per essere deputati 25. Quindi, correggiamo una cosa, dando una libertà apparente. Sul piano matematico, io diciottenne, come voto per i 25 anni un deputato, devo votare per i 25 anche un senatore. Credo che dovremmo correggerlo, altrimenti non si capisce perché dieci anni di differenza devono, a parità di elettori, avere deputati e senatori di età distinta. Mi pare un dato minore, ma che va osservato dal punto di vista della media aritmetica rispetto all'equilibrio dell'istituzione del voto ai diciottenni.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

Hanno chiesto di intervenire i due relatori, per un brevissimo ringraziamento. Onorevole Ceccanti, prego.

STEFANO CECCANTI, Relatore. Grazie, Presidente. Un augurio ai nostri 18-25enni che, quando potranno recarsi alle urne, avranno come tutti due schede, invece che una, e un ringraziamento a una persona da cui ho imparato tanto anche sulle istituzioni: l'amico Giorgio Armillei, già assessore al comune di Terni, è scomparso improvvisamente sabato e ha lasciato in molti di noi un vuoto. Voglio ringraziarlo, voglio dedicargli questo voto (Applausi).

PRESIDENTE. Onorevole Corneli, prego.

VALENTINA CORNELI, Relatrice. Grazie, Presidente. Mi associo ai ringraziamenti del collega Ceccanti. Sento, comunque, di accogliere anche l'invito del collega D'Ettore e del collega Baldelli ad accelerare, abbiamo due anni davanti e bisogna assolutamente accelerare. Però oggi è sicuramente una bella giornata: dopo aver approvato l'introduzione della tutela degli animali e dell'ambiente in Costituzione, oggi, in seconda lettura - quindi, auspico anche con i due terzi e sarebbe davvero un bel segnale che possiamo dare, è ormai alla portata - diamo veramente un bel segnale. Vi ringrazio di cuore tutti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1511-B​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge costituzionale, già approvata, in un testo unificato, in prima deliberazione, dalla Camera e approvata, senza modificazioni, in prima deliberazione, dal Senato nn. 1511-1647-1826-1873-B: Modifica all'articolo 58 della Costituzione, in materia di elettorato per l'elezione del Senato della Repubblica: “Modifica all'articolo 58 della Costituzione, in materia di elettorato per l'elezione del Senato della Repubblica”.

  Ricordo che, a norma dell'articolo 138, primo comma, della Costituzione, per l'approvazione di progetti di legge costituzionali in seconda deliberazione, occorre la maggioranza assoluta dei componenti della Camera. Era certo, però lo diciamo di nuovo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 25) (Applausi).

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Avverto che non è possibile procedere all'esame dell'ulteriore argomento previsto dal calendario dei lavori per questa settimana, il Testo unificato delle proposte di legge recanti interventi per il settore ittico, in quanto la Commissione bilancio non ha ancora espresso il prescritto parere, in ragione della mancata trasmissione della relazione tecnica sul testo del provvedimento.

Secondo le intese intercorse, il seguito dell'esame del provvedimento è pertanto rinviato alla prossima settimana.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori il presidente della Commissione agricoltura, onorevole Gallinella. Prego, onorevole, ne ha facoltà.

FILIPPO GALLINELLA, Presidente della XIII Commissione. Grazie, Presidente. Con rammarico, purtroppo, non possiamo procedere alla discussione della proposta di legge sull'ittico per la mancanza della relazione tecnica. Purtroppo, questa è la seconda volta. All'interno di questa proposta di legge, tra l'altro, ci sono interventi importanti, come quelli della previdenza, che sono stati oggetto anche di comunicati da parte dei vari Ministri oggi nel question time. Io ci tengo a ribadire che non è colpa della Commissione, che ha licenziato questo testo già nel luglio 2020, e neanche del relatore e del correlatore, con cui abbiamo lavorato con grande unanimità tra i gruppi.

Quindi, chiedo un intervento da parte sua per sollecitare questa relazione tecnica, perché credo non sia accettabile aspettare tutto questo tempo, perché sono mesi, ci sono state interlocuzioni nei mesi e nelle settimane passate, quindi non avere risposta credo sia un problema per questo Parlamento e, soprattutto, per i pescatori che aspettano questa risposta da anni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso tema, l'onorevole Viviani. Ne ha facoltà. Colleghi, un momento di silenzio in Aula, cortesemente. Prego, onorevole.

LORENZO VIVIANI (LEGA). Grazie, Presidente. Intervengo sullo stesso argomento e sottoscrivo le parole del presidente Gallinella come relatore del progetto di legge sul settore ittico. Il provvedimento è in ballo da inizio legislatura, è stato modificato e a ottobre abbiamo svolto la discussione generale. Esso prevede degli importantissimi articoli come quelli sugli ammortizzatori sociali che ci hanno richiesto tutte le associazioni agricole e, dirò di più, che ci hanno chiesto direttamente i pescatori: è l'unico settore senza gli ammortizzatori sociali.

Abbiamo chiesto un incontro con il Governo. Il Governo comunque, anche con i relatori, si è dimostrato responsabilmente disponibile a trovare una soluzione. Non possiamo rimandare sempre ulteriormente la discussione e la votazione di questo provvedimento. È necessario per il mondo della pesca, è una risposta che aspettiamo ormai da inizio legislatura, non possiamo aspettare ancora (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Acquisiamo, quindi, questo impegno dei gruppi parlamentari al lavoro, la Presidenza si fa carico delle richieste che sono state espresse.

Annuncio dell'elezione del presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica.

PRESIDENTE. Comunico che il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica ha proceduto, in data odierna, all'elezione del presidente. È risultato eletto il senatore Adolfo Urso, a cui facciamo i nostri migliori auguri (Applausi).

Elezione del presidente e di un vicepresidente della delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa.

PRESIDENTE. Comunico che la delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa ha proceduto, in data odierna, all'elezione del suo presidente, ed è risultata eletta la deputata Marta Grande. La delegazione ha altresì proceduto ad eleggere un vicepresidente, ed è risultata eletta la deputata Catia Polidori. Anche qui, facciamo i nostri auguri.

Modifica nella composizione dell'ufficio di presidenza di un gruppo parlamentare.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 9 giugno 2021, il presidente del gruppo parlamentare Coraggio Italia ha reso noto che l'assemblea del gruppo ha provveduto, in data 8 giugno 2021, a completare le nomine del comitato direttivo, che risulta così composto: presidente, Marco Marin; vicepresidente vicario, Stefano Mugnai; vicepresidenti, Emilio Carelli, Manuela Gagliardi, Marco Rizzone, Gianluca Rospi, Cosimo Sibilia; segretari, Fabio Berardini, Osvaldo Napoli, Simona Vietina; tesoriere, Guido Germano Pettarin.

Ha reso, altresì, noto che ai deputati Fabio Berardini, Osvaldo Napoli e Simona Vietina è stato affidato l'esercizio dei poteri attribuiti in caso di assenza o impedimento del presidente, secondo quanto previsto dall'articolo 15, comma 2, del Regolamento della Camera. I migliori auguri anche a tutto il gruppo.

Modifica nella composizione della delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa.

PRESIDENTE. Ai sensi dell'articolo 56, comma 4, del Regolamento, comunico che, sulla base dell'indicazione della presidente del gruppo parlamentare Partito Democratico, conformemente alla costante prassi applicativa della citata disposizione, il deputato Filippo Sensi entra a far parte, come membro supplente, della delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa. Buon lavoro al collega Sensi.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giuliodori. Ne ha facoltà, per due minuti.

PAOLO GIULIODORI (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Mi sento di portare in quest'Aula una questione forse poco nota, ma che tutti quelli del settore conoscono molto bene, anche se nessuno ha la volontà di risolvere; anzi, viene sempre nascosta e negata. È una questione che coinvolge ogni anno migliaia e migliaia di giovani italiani: mi riferisco all'esame da avvocato, un esame molto complesso, difficile ed estenuante, che richiede anni di studio.

Purtroppo, però, come tutti gli aspiranti avvocato sanno, l'esame non premia il merito. Pochi giorni fa, infatti, è scoppiato il caso della commissione di Lecce, chiamata ad esaminare gli aspiranti avvocati di Brescia. I tre commissari - due riuniti in corte d'appello ed il terzo da remoto - hanno lasciato il microfono aperto durante la camera di consiglio in cui hanno pronunciato queste gravi affermazioni, che cito testualmente: “Quanti ne avete promossi fino ad ora? Non possiamo promuoverli tutti, stiamo bassi”. Inutile dire che, dopo quella conversazione, sono fioccate le bocciature. In realtà, nulla di nuovo per gli addetti ai lavori. Esiste, infatti, questa regola non scritta per cui all'esame deve passare circa un terzo dei candidati, non di meno, ma soprattutto non di più. Quello di Lecce non è, quindi, un episodio isolato, ma una prassi ormai ben consolidata, un problema profondo e radicato. Tutti sanno, ma nessuno fa niente per cambiare.

Quindi, mi chiedo: quale futuro per migliaia di ragazzi che per tanti anni hanno speso energie, tempo e denaro per prepararsi a superare l'esame della loro vita? Anni di enormi sacrifici per i ragazzi e per le famiglie. I nostri giovani neolaureati in giurisprudenza affrontano un esame con esito aleatorio: puoi essere anche il praticante più bravo d'Italia, ma se l'esame lo hanno già superato in troppi, vieni bocciato. In un Paese civile, questo non è accettabile, si deve trovare una soluzione. Le possibilità sono varie: passiamo dal numero chiuso dei corsi di laurea, abolire l'esame e dare l'abilitazione…

PRESIDENTE. Grazie onorevole…

PAOLO GIULIODORI (MISTO-L'A.C'È). … con un attestato di avvenuto praticantato oppure…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Giuliodori.

PAOLO GIULIODORI (MISTO-L'A.C'È). …abilitare tutti i meritevoli. Insomma, si deve trovare una soluzione, perché la situazione è insostenibile. Altrimenti, poi, non lamentiamoci se i nostri giovani se ne vanno all'estero.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bianchi. Ne ha facoltà.

MATTEO LUIGI BIANCHI (LEGA). Grazie, Presidente. È notizia di ieri: il sindaco di Crema ha ricevuto un avviso di garanzia perché un bambino si è chiuso le dita in una porta all'asilo comunale. Augurando pronta guarigione a quel bimbo, non si può non sottolineare come questa sia l'ennesima vicenda assurda che grava sulle responsabilità di un primo cittadino. Lo dico da ex sindaco, processato 7 anni e poi assolto per un'analoga vicenda e consapevole di quanto sia importante il livello comunale per l'armonia dell'architettura istituzionale repubblicana. Non mettere i sindaci nelle condizioni di svolgere il proprio ruolo con serietà, ma anche con serenità, allontana i migliori soggetti della nostra società dal mettersi a disposizione nell'intraprendere questo servizio prezioso, creando, nella migliore delle ipotesi, uno svilimento dell'autorevolezza delle istituzioni tutte.

Facendo presente che i sindaci sono la base dell'architettura istituzionale del Paese, non ci si può permettere uno scenario così nefasto e serve urgentemente mettere mano ai principi che regolamentano la dignità del ruolo del sindaco stesso. Abbiamo visto benissimo, nel recente passato emergenziale, quanto siano stati preziosi i sindaci, soprattutto nei piccoli comuni, per fronteggiare la pandemia da COVID-19 e sostenere le proprie comunità nei momenti difficili. Presidente, concludo. Non si può più attendere e ci auguriamo che, superata la demagogia dell'antipolitica fine a se stessa, ci possa essere piena sintonia nel riconoscere sostegno e dignità a un ruolo fondamentale nell'interesse del Paese e dei nostri cittadini. Dal gruppo della Lega un abbraccio a tutti i sindaci (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (IV). Grazie, Presidente. Il 9 giugno 1937, 84 anni fa, in Francia, a Bagnoles-de-l'Orne venivano assassinati, su ordine di Benito Mussolini, due grandi leader dell'antifascismo italiano, i fratelli Carlo e Nello Rosselli. Mentre tutto il Paese si piegava al consolidamento del potere del regime fascista loro non desistettero, opponendosi con tutte le loro forze, prima in Italia e poi all'estero, con l'attività politica, in Spagna con le Brigate internazionali, nel Regno Unito, a Londra, dove frequentavano la Società Fabiana e la London School of Economics, e infine come esuli a Parigi. La loro tenacia recava tanto disturbo al regime, al punto che il regime decise di abbatterli come un nemico, seppure fossero locati ben lontani da casa.

Ma io non voglio solo ricordarli per il loro coraggio nel battersi per un'Italia e un'Europa libere e democratiche; li voglio ricordare soprattutto per le loro idee. Carlo, in particolare, fu un importante filosofo politico, autore del Socialismo liberale. Già allora teorizzava il socialismo come culto della libertà e la democrazia come metodo liberale. Già nel 1928, durante il confino a Ventotene, scriveva che i problemi di giustizia sociale e di vita associata possono e devono porsi sullo stesso piano di quelli di libertà e di vita individuale. Per Carlo Rosselli non si può essere liberali senza aderire attivamente alla causa dei lavoratori e non si serve efficacemente la causa del lavoro senza fare i conti con la filosofia del mondo moderno, fondata sull'idea di svolgimento per via di contrasti superatisi, nei quali si cela, appunto, il succo della posizione liberale.

Presidente, dopo oltre 80 anni, giova constatare come quelle parole e quelle idee, dipinte in un periodo così buio della nostra storia, abbiano influenzato l'azione politica e di governo di così tante donne e uomini in Italia, in Europa e nel mondo. Grazie Carlo, grazie Nello, non vi dimenticheremo mai (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Racchella. Ne ha facoltà.

GERMANO RACCHELLA (LEGA). Grazie, Presidente. Settimane fa ho presentato un'interrogazione al Ministro dell'Interno affinché nel decreto del 2 aprile 2021 fossero inclusi ai contributi per la rigenerazione urbana per il prossimo triennio anche tutti i comuni sotto la soglia dei 15.000 abitanti. Si tratta di fondi pari a 8,5 miliardi di euro che il Parlamento, a dicembre, ha approvato per tutti i comuni d'Italia. Il 22 gennaio il Governo “Conte 2” ha cancellato la volontà espressa dal Parlamento e destinato i fondi ai soli comuni sopra i 15.000 abitanti, voltando di fatto le spalle al 91 per cento dei comuni italiani e lasciandoli privi di fondi e di aiuti (sono dati ANCI, non miei).

Mi permetta una considerazione: sono anche sindaco proprio di uno di quei comuni esclusi, troppo spesso lasciati soli a gestire l'emergenza sanitaria, con gravi ricadute economiche e sociali. Il Parlamento si è già espresso, mi auguro non inutilmente. Mi aspetto una risposta rapida e positiva da parte del Ministro Lamorgese e mi appello a tutti i sindaci affinché facciano approvare nei propri consigli comunali una mozione per il ripristino della volontà parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dall'Osso. Ne ha facoltà.

MATTEO DALL'OSSO (CI). Presidente, al tema dell'acqua sono molto sensibile. L'acqua contenente sostanze tossiche è sicuramente un alimento pericoloso. Sono affetto da una malattia rara, come molte persone in Italia e nel mondo. Pochi minuti fa la Commissione europea ha deferito l'Italia alla Corte di giustizia per mancato rispetto della direttiva sull'acqua potabile in alcune zone e province, tra cui Viterbo e alcune province del Lazio, per valori elevati di arsenico e altro. Come ha detto poco fa la mia collega Baldini, ci sono studi e proiezioni che affermano che quanto di più prezioso avremo nei prossimi anni sarà l'acqua. Una tematica importante per Coraggio Italia (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Loss. Ne ha facoltà.

MARTINA LOSS (LEGA). Presidente, onorevoli colleghi, sono ormai passati sei mesi dall'annuncio dell'imminente ritorno di Chico Forti in Italia e non ci si spiega la situazione di stallo in cui la sua vicenda sembra essersi incagliata. I familiari stessi, subito entusiasti dell'annuncio della Farnesina, sono ora titubanti sulla realtà delle cose e cercano di continuare a essere fiduciosi, nonostante l'assenza di notizie che sta diventando logorante.

Servono delle risposte non solo per Chico e la sua famiglia, ma anche per i numerosissimi sostenitori della causa di Chico Forti, cittadini di tutta Italia e non solo, che hanno affisso nei luoghi di lavoro il ben noto volantino o manifesto della campagna di sostegno alla richiesta di rientro in patria del cittadino di Trento in carcere negli Stati Uniti da oltre 21 anni.

La famiglia di Chico chiede al Ministro degli Affari esteri e al Ministro della Giustizia di concordare un intervento congiunto per ottenere innanzitutto risposte certe sulla situazione attuale e poi la documentazione necessaria al suo rimpatrio, per consentirgli di vedere di nuovo sua madre, i suoi figli e tutta la sua famiglia.

Il gruppo dei parlamentari della Lega, come già in precedenza, si schiera oggi, ancora una volta, a fianco della famiglia di Chico Forti per chiedere al più presto il suo ritorno in Italia. In vista anche delle prossime iniziative della Lega, assieme alla famiglia Forti ci auguriamo la massima adesione e condivisione della battaglia per il rientro in Italia di Chico Forti.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 11 giugno 2021 - Ore 9,30:

1. Svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta termina alle 19,45.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 13 la deputata Murelli ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 3045-A - odg 9/3045-A/15 351 350 1 176 35 315 79 Resp.
2 Nominale odg 9/3045-A/20 358 356 2 179 32 324 79 Resp.
3 Nominale odg 9/3045-A/25 373 365 8 183 30 335 79 Resp.
4 Nominale odg 9/3045-A/27 380 379 1 190 30 349 78 Resp.
5 Nominale odg 9/3045-A/30 378 377 1 189 35 342 78 Resp.
6 Nominale odg 9/3045-A/37 399 391 8 196 31 360 77 Resp.
7 Nominale odg 9/3045-A/41 401 398 3 200 38 360 77 Resp.
8 Nominale odg 9/3045-A/42 403 400 3 201 32 368 77 Resp.
9 Nominale odg 9/3045-A/62 416 407 9 204 31 376 77 Resp.
10 Nominale odg 9/3045-A/64 420 418 2 210 47 371 76 Resp.
11 Nominale odg 9/3045-A/65 426 422 4 212 32 390 75 Resp.
12 Nominale odg 9/3045-A/70 438 430 8 216 35 395 75 Resp.
13 Nominale odg 9/3045-A/71 p. I 427 421 6 211 83 338 75 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 25)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale odg 9/3045-A/71 p. II 426 422 4 212 81 341 75 Resp.
15 Nominale odg 9/3045-A/71 p. III 427 422 5 212 80 342 75 Resp.
16 Nominale odg 9/3045-A/71 p. IV 431 426 5 214 81 345 75 Resp.
17 Nominale odg 9/3045-A/71 p. V 435 430 5 216 81 349 75 Resp.
18 Nominale odg 9/3045-A/71 p. VI 435 429 6 215 83 346 75 Resp.
19 Nominale odg 9/3045-A/71 p. VII 439 402 37 202 55 347 75 Resp.
20 Nominale odg 9/3045-A/71 p. VIII 436 402 34 202 56 346 75 Resp.
21 Nominale odg 9/3045-A/85 396 383 13 192 27 356 89 Resp.
22 Nominale odg 9/3045-A/106 388 385 3 193 41 344 89 Resp.
23 Nominale odg 9/3045-A/67 rif. 401 397 4 199 391 6 89 Appr.
24 Nominale Ddl 3045-A - voto finale 428 423 5 212 384 39 75 Appr.
25 Nominale Pdl cost. 1511 e ab.-B -voto finale 416 410 6 315 405 5 62 Appr.