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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 518 di venerdì 4 giugno 2021

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANDREA MANDELLI

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

FEDERICA DAGA, Segretaria, legge il processo verbale della seduta del 27 maggio 2021.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascani, Battelli, Bergamini, Boschi, Brescia, Brunetta, Carfagna, Casa, Castelli, Cirielli, Comaroli, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Dadone, Dara, Di Stefano, Durigon, Fassino, Gregorio Fontana, Ilaria Fontana, Franceschini, Frusone, Gallinella, Garavaglia, Gava, Gelmini, Giachetti, Giacomoni, Giorgetti, Grimoldi, Guerini, Iovino, Liuni, Lollobrigida, Losacco, Maggioni, Marattin, Molinari, Molteni, Morelli, Mulè, Mura, Nardi, Nesci, Occhiuto, Orlando, Paolini, Parolo, Perantoni, Rizzo, Rosato, Ruocco, Sasso, Scalfarotto, Carlo Sibilia, Sisto, Speranza, Tabacci, Testamento e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 68, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Annuncio della presentazione di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissioni in sede referente.

PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, con lettera in data 31 maggio 2021, ha presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è stato assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alle Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e VIII (Ambiente):

“Conversione in legge del decreto-legge 31 maggio 2021, n. 77, recante governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza e prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di accelerazione e snellimento delle procedure” (3146) - Parere delle Commissioni II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VII, IX, X, XI, XII, XIII e XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è stato altresì assegnato al Comitato per la legislazione.

Annuncio della costituzione della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività connesse alle comunità di tipo familiare che accolgono minori.

PRESIDENTE. Comunico che la Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività connesse alle comunità di tipo familiare che accolgono minori ha proceduto in data 27 maggio 2021 alla propria costituzione. Sono risultati eletti: presidente, la deputata Laura Cavandoli; vicepresidenti, la deputata Lisa Noja e la senatrice Barbara Guidolin; segretari, il deputato Alessandro Battilocchio e la senatrice Paola Boldrini.

Ovviamente, auguri di buon lavoro.

Annuncio della costituzione della Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di David Rossi.

PRESIDENTE. Comunico che, in data 27 maggio 2021, la Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di David Rossi ha proceduto alla propria costituzione. Sono risultati eletti: presidente, Pierantonio Zanettin; vicepresidenti, Marco Lacarra e Luca Migliorino; segretari, Ingrid Bisa e Federico Fornaro.

Anche a loro, auguri di buon lavoro.

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 27 maggio 2021, la deputata Tiziana Piccolo, già iscritta al gruppo parlamentare Coraggio Italia, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Lega-Salvini Premier.

La Presidenza di tale gruppo, con lettera pervenuta in pari data, ha comunicato di aver accolto la richiesta.

Modifica nella composizione della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare per le questioni regionali il deputato Roberto Caon, in sostituzione del deputato Dario Bond, dimissionario.

Discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 22 aprile 2021, n. 52, recante misure urgenti per la graduale ripresa delle attività economiche e sociali nel rispetto delle esigenze di contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19 (A.C. 3045-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 3045-A: Conversione in legge del decreto-legge 22 aprile 2021, n. 52, recante misure urgenti per la graduale ripresa delle attività economiche e sociali nel rispetto delle esigenze di contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19.

Ricordo che nella seduta del 29 aprile è stata respinta la questione pregiudiziale Lollobrigida ed altri n. 1.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 3045-A​)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.

Il presidente del gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle ne ha chiesto l'ampliamento.

La XII Commissione (Affari sociali) si intende autorizzata a riferire oralmente.

Ha facoltà di intervenire la relatrice, deputata Angela Ianaro.

ANGELA IANARO, Relatrice. Presidente, sottosegretario, onorevoli colleghi, il disegno di legge di conversione del decreto-legge 22 aprile 2021, n. 52, di cui l'Assemblea avvia oggi l'esame, reca misure urgenti per la graduale ripresa delle attività economiche e sociali nel rispetto delle esigenze di contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19. Mentre procedeva l'iter di conversione di tale provvedimento presso la XII Commissione è stato altresì adottato il decreto-legge 18 maggio 2021, n. 65, volto a integrare il quadro delle misure già previste dal precedente decreto sulla base di una situazione sanitaria in positiva evoluzione, a seguito del rallentamento della curva dei contagi e dell'accelerazione della campagna vaccinale.

Il contenuto di tale provvedimento è confluito, quindi, nel decreto-legge n. 52 attraverso un emendamento del Governo, al quale sono stati presentati subemendamenti.

Nel predetto decreto-legge n. 52, che comprende anche un allegato concernente la proroga di termini connessi all'emergenza epidemiologica, è altresì confluito il decreto-legge n. 56, recante proroghe di termini legislativi.

Entrando nel merito del contenuto, faccio presente che gli articoli da 1 a 8 del provvedimento contengono misure volte ad assicurare una graduale ripresa delle attività economiche e sociali, comunque nel rispetto delle esigenze di contenimento della diffusione del virus, prevedendo un deciso allentamento delle limitazioni agli spostamenti nel territorio nazionale anche con riferimento agli orari.

Sottolineo come la Commissione, nel corso dell'esame in sede referente, pur mantenendo l'impostazione originaria del provvedimento, abbia apportato ad esso delle modifiche volte soprattutto a determinare l'ambito dei destinatari di determinate disposizioni e a specificare e articolare meglio il novero delle attività consentite. Ciò è avvenuto attraverso l'approvazione di emendamenti parlamentari spesso presentati in identico analogo testo da parte dei diversi gruppi.

Si prevede, in particolare, che dal 26 aprile 2021 cessano di avere efficacia le disposizioni previgenti concernenti gli spostamenti, i quali sono, conseguentemente, consentiti tra i territori delle regioni che si collocano nelle zone bianca e gialla, articolo 1. Vengono rideterminati anche i limiti orari agli spostamenti, che dal 18 maggio al 6 giugno hanno inizio alle ore 23 e terminano alle ore 5 del giorno successivo, mentre dal 7 al 20 giugno hanno inizio alle ore 24 e terminano alle ore 5 del giorno successivo, fatti salvi sempre gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, da situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. Si prevede, altresì, che dal 21 giugno in zona gialla cessino di applicarsi le limitazioni orarie agli spostamenti. Si precisa, inoltre, che i predetti limiti orari non si applicano per la zona bianca.

Segnalo che nel corso dell'esame in Commissione sono stati introdotti tre articoli - 2-bis, 2-ter e 2-quater - recanti misure concernenti, rispettivamente, gli accompagnatori dei pazienti nelle strutture sanitarie e sociosanitarie, il protocollo per le relazioni con i familiari dei pazienti affetti da COVID-19 e le uscite temporanee degli ospiti dalle strutture residenziali

L'articolo 3 del provvedimento in esame prevede, invece, che dal 26 aprile 2021 e fino alla conclusione dell'anno scolastico 2020-2021 sia assicurato in presenza, sull'intero territorio nazionale, lo svolgimento dell'attività scolastica e didattica della scuola dell'infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado, nonché, almeno per il 50 per cento della popolazione studentesca, delle attività scolastiche e didattiche della scuola secondaria di secondo grado. Tali disposizioni possono essere derogate con provvedimenti motivati solo in casi di eccezionale e straordinaria necessità, dovuta alla presenza di focolai o a rischio estremamente elevato di diffusione del virus SARS-CoV-2 o di sue varianti nella popolazione scolastica.

Per quanto concerne le università, si prevede che, dal 26 aprile 2021 fino al 31 luglio 2021, le attività siano svolte prioritariamente in presenza, secondo i piani di organizzazione della didattica e delle attività curricolari, predisposti nel rispetto delle linee guida adottate dal Ministero dell'Università e della ricerca.

Gli articoli successivi contengono disposizioni relative alla ripresa di una serie di attività in zona gialla, sempre nel rispetto di protocolli e linee guida volti a prevenire la diffusione del virus, a partire dalle attività dei servizi di ristorazione, che, dal 26 aprile 2021, sono consentite in tale zona all'aperto e, dal 1° giugno, anche al chiuso, nel rispetto dei predetti limiti di orario.

L'articolo 4-bis, inserito durante l'esame in Commissione, prevede che dal 22 maggio 2021 le attività degli esercizi commerciali presenti all'interno di mercati e di centri commerciali, di gallerie commerciali, di parchi commerciali e di altre strutture ad essi assimilabili, possano svolgersi anche nei giorni festivi e prefestivi, sempre nel rispetto di protocolli e linee guida.

Inoltre, a decorrere dal 26 aprile 2021, gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, da concerto, cinematografiche, locali di intrattenimento e musica dal vivo, in altri locali o spazi anche all'aperto, sono svolti esclusivamente con posti a sedere preassegnati e a condizione che sia assicurato il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro. Sono altresì stabiliti i limiti della capienza delle sale.

Ai sensi dell'articolo 5-bis, il servizio di apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura è assicurato a condizione che detti istituti e luoghi, tenendo conto delle dimensioni dei locali e dei flussi dei visitatori, garantiscano modalità di fruizione contingentata o comunque tali da evitare assembramenti di persone e da consentire che i visitatori possano rispettare la distanza interpersonale di almeno un metro.

Per quanto concerne poi piscine e centri natatori, tali attività sono consentite all'aperto, a decorrere dal 15 maggio 2021, nonché anche in impianti coperti, a partire dal 1° luglio.

Dal 24 maggio 2021 sono altresì consentite le attività delle palestre; dal 26 aprile è consentito lo svolgimento all'aperto di qualsiasi attività sportiva, anche di squadra e di contatto mentre dal 1° luglio riprende l'attività dei centri benessere; dal 22 maggio 2021 è consentita la riapertura degli impianti nei comprensori sciistici.

Un'altra disposizione dell'articolo 7 riguarda le fiere, che dal 15 giugno 2021 possono svolgersi in presenza anche su aree pubbliche, sulla base di quanto è stato precisato attraverso un emendamento approvato dalla Commissione.

Dal 1° luglio sono consentiti anche i convegni e i congressi e, sempre dal 1° luglio, sono consentite le attività dei centri termali, mentre dal 15 giugno sono consentite le attività dei parchi tematici e di divertimento, come precisato attraverso l'approvazione di emendamenti da parte della Commissione, dei parchi giochi, delle ludoteche e degli spettacoli viaggianti.

L'ultima disposizione dedicata alla ripresa delle attività economiche e sociali è quella di cui all'articolo 8-ter, secondo cui dal 1° luglio 2021 sono consentite le attività di sale giochi, sale scommesse, sale bingo e casinò, anche se svolte all'interno di locali adibiti ad attività differente, sempre nel rispetto di protocolli e linee guida.

Evidenzio, quindi, l'articolo 9, relativo alle certificazioni verdi COVID-19. La Commissione, durante l'esame in sede referente, è intervenuta apportando modifiche a tali norme, anche a seguito dei rilievi formulati dal Garante per la protezione dei dati personali.

In sintesi, si prevede che le certificazioni verdi COVID-19 siano rilasciate al fine di attestare una delle seguenti condizioni: avvenuta vaccinazione anti-SARS-CoV-2; avvenuta guarigione da COVID-19; effettuazione di test antigienico rapido o molecolare con esito negativo al virus SARS-CoV-2.

La durata di validità delle certificazioni è pari a: 9 mesi per la prima fattispecie, decorrenti dal completamento del ciclo vaccinale; 6 mesi per la seconda fattispecie, decorrenti dalla guarigione; 48 ore per la terza fattispecie, decorrenti dall'esecuzione del test.

Nel testo modificato dalla Commissione, si prevede che la certificazione sia rilasciata anche contestualmente alla somministrazione della prima dose di vaccino e che abbia validità dal quindicesimo giorno successivo alla somministrazione, fino alla data prevista per il completamento del ciclo vaccinale, che deve essere indicata nella certificazione stessa all'atto del rilascio.

Si prevede espressamente che la normativa introdotta dall'articolo 9 sia applicabile in ambito nazionale fino all'entrata in vigore degli atti delegati per l'attuazione delle disposizioni di cui al Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio vertenti sulla stessa materia per agevolare la libera circolazione all'interno dell'Unione europea durante la pandemia da COVID-19.

Si prevede altresì che, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, adottato di concerto con i Ministri della Salute e per l'Innovazione tecnologica e la Transizione digitale e dell'Economia e delle finanze, sentito il Garante per la protezione dei dati personali, siano individuate le specifiche tecniche per assicurare l'interoperabilità tra le certificazioni verdi COVID-19 e la piattaforma nazionale DGC (Digital green certificate), nonché tra questa e le analoghe piattaforme istituite negli Stati membri dell'Unione europea.

In sede referente è stato soppresso l'allegato 1 al decreto, al quale il testo originario dei commi 6 e 10 dell'articolo 9 faceva rinvio per la determinazione dei contenuti dei certificati in oggetto. In via sostitutiva si è riformulata la norma transitoria, di cui al comma 6, introducendo il riferimento ai dati contenuti nelle analoghe certificazioni rilasciate secondo le indicazioni dei diversi servizi sanitari regionali. Si prevede inoltre che, nelle more dell'adozione del suddetto decreto del Presidente del Consiglio, siano validi, per le finalità d'uso previste per le certificazioni verdi COVID-19, i documenti rilasciati a decorrere dalla data di entrata in vigore del decreto-legge in esame.

L'articolo 10 ridisegna il sistema di accertamento dello scenario di rischio, in cui si collocano i territori delle regioni italiane, novellando disposizioni recate dal decreto-legge n. 33 del 2020, in ragione dell'evolversi della situazione epidemiologica e a seguito di un lavoro congiunto svolto con la Conferenza delle regioni. In sostituzione del parametro dell'Rt, si attribuisce un rilievo primario al parametro dell'incidenza dei contagi rispetto alla popolazione complessiva e del tasso di occupazione dei posti letto in area medica e in terapia intensiva. Sulla base, quindi, dei nuovi parametri vengono rideterminate le zone bianca, gialla, arancione e rossa. Si precisa inoltre che, transitoriamente, fino al 16 giugno 2021, continuerà ad applicarsi il precedente sistema di accertamento del rischio unitamente al nuovo.

L'articolo 10-bis, inserito nel corso dell'esame in sede referente, modifica la procedura di adozione ed aggiornamento dei protocolli e delle linee guida, per prevenire o ridurre il rischio di contagio nelle attività economiche, produttive e sociali, prevedendo che essi siano adottati e aggiornati con ordinanza del Ministro della Salute, di concerto con i ministri competenti per materia o d'intesa con la Conferenza delle regioni e delle province autonome.

L'articolo 11 del decreto-legge in oggetto, poi, riguarda alcuni termini correlati con lo stato di emergenza epidemiologica da COVID-19, riportati in allegato al decreto, che vengono prorogati al 31 luglio 2021, in linea con la proroga dello stato di emergenza.

Nel corso dell'esame in Commissione alcuni dei predetti termini sono stati prorogati fino al 31 dicembre 2021. Essi ineriscono ai seguenti ambiti: conferimento di incarichi temporanei ai laureati in medicina e chirurgia da parte delle aziende e degli enti del Servizio sanitario nazionale; abilitazione all'esercizio della professione di medico chirurgo; distribuzione dei farmaci agli assistiti; piani terapeutici. È stata soppressa, invece, la proroga delle disposizioni straordinarie per la produzione di mascherine chirurgiche e dispositivi di protezione individuale.

Nel corso dell'esame in sede referente, è stata inserita una norma, ai sensi della quale, in conseguenza della proroga dello stato di emergenza epidemiologica, per le richieste di referendum previsto dall'articolo 75 della Costituzione, annunciate nella Gazzetta Ufficiale entro il 15 maggio 2021, è stabilita una proroga di un mese dei termini di legge per il deposito delle firme e dei certificati necessari.

Come accennavo poc'anzi, nel decreto-legge n. 52 è confluito altresì il contenuto del decreto-legge n. 56, recante proroga di termini legislativi nelle seguenti materie: lavoro agile nelle pubbliche amministrazioni, validità dei documenti di riconoscimento e di identità nonché di permessi, titoli di soggiorno e documenti di viaggio, rendiconti e bilanci degli enti locali, delle regioni, delle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, esercizio di poteri speciali nei settori di rilevanza strategica (la cosiddetta golden power), patenti di guida, rendicontazione da parte di imprese ferroviarie, navi da crociera e revisione periodica dei veicoli. Altre disposizioni di proroga sono state inserite nel corso dell'esame in Commissione e concernono rispettivamente gli interventi finanziari dal Fondo “Antonio Megalizzi”, disposizioni in materia di prevenzione degli incendi nelle strutture turistico-ricettive in aria aperta, misure per il rilancio delle infrastrutture, sanzioni previste dalla legge n. 124 del 2017 per l'inosservanza di alcuni obblighi informativi in materia di erogazioni pubbliche, competenza dei giudici di pace, commissari straordinari degli enti del Servizio sanitario regionale.

L'articolo 12, non modificato rispetto al testo originario, chiarisce le modalità per il calcolo dell'anticipazione sull'indennizzo alle imprese di trasporto aereo passeggeri che operino collegamenti di servizio pubblico, previsto a compensazione dei danni subiti con l'emergenza COVID-19. L'articolo 12-bis, inserito nel corso dell'esame in sede referente, si riferisce alle procedure selettive per l'accesso alla professione di autotrasportatore. L'articolo 12-ter, anch'esso introdotto durante l'esame in Commissione, è volto a consentire ai comuni di procedere all'individuazione dei soggetti beneficiari e all'erogazione delle somme a titolo di voucher taxi in favore dei nuclei familiari più esposti agli effetti economici derivanti dall'emergenza epidemiologica da COVID-19 e di quelli in stato di bisogno. Gli articoli 13 e 14 recano, infine, rispettivamente le sanzioni applicabili per la violazione di disposizioni previste dal provvedimento e la clausola di salvaguardia.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il rappresentante del Governo, sottosegretario Costa, che rinunzia.

È iscritto a parlare il deputato Giuseppe Paolin. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE PAOLIN (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, sottosegretario Costa, il decreto-legge del quale discutiamo la conversione reca misure urgenti per la graduale ripresa delle attività economiche e sociali nel rispetto delle esigenze di contenimento della pandemia da COVID-19. È un decreto sul quale, come è noto, il gruppo della Lega ha ritenuto di astenersi in Consiglio dei Ministri, valutandolo - a ragione - troppo rigido nella sua originaria stesura. Non c'era, a nostro avviso, la dovuta attenzione alle richieste di buonsenso che provenivano dall'economia reale, dalle migliaia di lavoratori e imprenditori esasperati da severi lockdown ormai ingiustificati alla luce dell'attuale situazione epidemiologica. Non si era individuato il giusto punto di equilibrio tra le esigenze di contenimento della pandemia e quelle, altrettanto importanti, di riapertura delle attività che costituiscono la base per la ripartenza del Paese.

Com'era nostro dovere, ci siamo, quindi, rimboccati le maniche e abbiamo cercato di raccogliere queste richieste, trasformandole in emendamenti, istanze e proposte costruttive. A conti fatti, possiamo ritenerci soddisfatti per alcuni importanti risultati che abbiamo ottenuto. Certamente avremmo voluto di più, certamente avremmo desiderato che altre misure di contenimento della pandemia, che riteniamo ingiustificate, venissero superate o archiviate. Abbiamo cercato di imprimere un'ulteriore accelerazione al calendario delle riaperture. L'auspicio è che si possa presto superare questo complesso sistema di norme che rende difficoltoso comprendere che cosa può e che cosa non può essere fatto: uno sport sì e uno sport no, un'attività aperta e un'attività chiusa, un evento consentito e un altro evento vietato. Il Paese ha bisogno di semplicità, coerenza e buonsenso. Dobbiamo, quindi, osservare le raccomandazioni generali (questo nessuno lo nega), ma dobbiamo anche evitare che la prudenza si trasformi in ostinazione.

Dal canto nostro, continueremo a batterci affinché questi obiettivi possano realizzarsi nel più breve tempo possibile, confortati dai dati epidemiologici che testimoniano la regressione della pandemia.

Fatta questa doverosa premessa, vorrei concentrarmi sui risultati che ritengo più importanti di questo decreto-legge. Molti di essi riprendono le richieste avanzate da tempo dal gruppo della Lega: penso agli emendamenti che avevamo presentato per l'abolizione del coprifuoco, i cui contenuti sono stati recepiti in buona parte nel decreto-legge n. 65 confluito nel provvedimento all'esame dell'Aula. Penso alle disposizioni sulle RSA e sulle strutture sanitarie che finalmente aggiornano l'impianto dei DPCM che, in questi mesi, hanno scaricato integralmente sulle direzioni delle strutture le responsabilità delle visite e degli accessi. Anche qui si recepiscono, almeno in parte, le nostre richieste, oggetto di precedenti emendamenti alla Camera e al Senato. Da valutare con favore sono anche le norme sulle riaperture che poi costituiscono la parte centrale, il cuore del decreto in esame. Abbiamo ottenuto l'approvazione diretta o indiretta di importanti emendamenti, riguardanti tra gli altri: le attività di banqueting e di catering; i parchi giochi, le ludoteche e gli spettacoli viaggianti; gli esercizi presenti nei mercati e nei centri commerciali che, dal 22 maggio, possono riaprire anche nei giorni festivi e prefestivi; le piscine e i centri natatori in impianti coperti, per i quali si prevede la riapertura dal 1° luglio (anche se per questi avevamo chiesto uno sforzo in più); i centri benessere, prima dimenticati e ora menzionati all'articolo 6; le feste conseguenti alle cerimonie civili e religiose, menzionate dal DL n. 65 come da nostra richiesta; le attività in sale giochi, sale scommesse, sale Bingo e casinò che parimenti potranno riprendere dal 1° luglio. Per ognuno di questi emendamenti, approvati o comunque recepiti nel decreto in esame, ci sono migliaia di attività che potranno ripartire e dare il loro importante contributo alla ripartenza del Paese e di questo siamo estremamente soddisfatti. Da valutare con favore anche la modifica dei parametri per la collocazione delle regioni nelle zone di rischio. L'Rt, tanto criticato e poco rappresentativo della situazione epidemiologica, cede finalmente il passo ad un nuovo indicatore, l'Rt ospedaliero, calibrato sul tasso di occupazione dei posti letto in area medica e in terapia intensiva per i pazienti COVID-19. Anche su questo avevamo presentato un emendamento, a prima firma dell'onorevole Boldi, e anche qui, dopo un po' di tempo, abbiamo avuto la dimostrazione che stavamo spingendo nella direzione giusta. Anche questa proposta è, infatti, confluita nel DL n. 65 e la ritroviamo adesso all'articolo 10 del decreto-legge all'esame dell'Aula. Stessa sorte è toccata all'emendamento sulle aree di confine, a prima firma degli onorevoli Bianchi e Di Muro. Avevamo richiesto la creazione di una zona franca sanitaria per dare respiro all'economia dei territori di frontiera, basata sugli spostamenti in questione. C'è voluto un po' di tempo, troppo tempo (verrebbe da dire al Ministro Speranza), e anche in questo caso il tempo ha dimostrato che avevamo ragione. Non chiedevamo nulla d'irragionevole, tant'è che la proposta emendativa è stata recepita nell'ordinanza firmata dal Ministro della Salute.

Auspichiamo che da qui in avanti i tempi di approvazione delle proposte possano abbreviarsi, perché non c'è davvero alcuna ragione di procrastinare le misure di contenimento oltre il tempo strettamente necessario. I dati sui contagi sono in netto calo, i dati sui ricoveri lo sono altrettanto, le terapie intensive si stanno svuotando e la campagna di vaccinazione, dopo il tempo delle “primule”, sta finalmente procedendo regolarmente secondo i tempi programmati. Questi sono dati di fatto, dati che giustificano il superamento della stagione delle chiusure, dei coprifuoco e dei lockdown e devono portarci a concentrare le nostre energie su temi differenti, su provvedimenti che realmente contano in questo momento, quelli che possono dare nuovo slancio alla ripartenza dell'economia e del nostro Paese.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Galantino. Ne ha facoltà.

DAVIDE GALANTINO (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, sottosegretario Costa buongiorno. A più di un anno dall'inizio di questa devastante pandemia, questo Governo continua a presentarsi in Aula, varando decreti d'urgenza e annullando quasi completamente le normali attività che il Parlamento, quale organo rappresentativo dei cittadini italiani, dovrebbe portare avanti.

State affrontando ancora come un'emergenza una situazione che, nonostante la sua drammaticità, dovrebbe essere gestita come la normalità, rispetto ad una pandemia con cui, purtroppo, dobbiamo vivere a lungo. Infatti, Presidente, se penso ad una situazione di emergenza, mi viene in mente un terremoto improvviso, un'alluvione, mi viene in mente una nevicata in una città come la mia, dove non nevica praticamente mai e quando accade, giustamente, si bloccano le scuole, si bloccano le strade, sono tanti i danni alle imprese produttive; ma se nevica, per esempio, in un paese del Nord Italia, dove la neve in inverno cade ogni settimana, probabilmente la cosa crea meno disagi, meno danni, perché le amministrazioni magari sono dotate di spazzaneve, ci sono tanti operatori esperti che sanno gestire la situazione e, quindi, una nevicata nei paesi del Nord viene gestita come un fatto assolutamente naturale. Qui, invece, quando si parla di COVID-19, a distanza di oltre un anno, si continua a parlare di emergenza, si continua a mostrare confusione, si continua a mostrare impreparazione e si continua a mostrare l'incapacità di comprendere le necessità reali del Paese. E se, nella prima fase, durante il primo lockdown, sentimenti come la paura, come l'incertezza, come il dolore per le perdite subite dalle famiglie, hanno spinto gli italiani ad avere fiducia nel Governo, oggi quell'impulso, purtroppo, non esiste più. Quello spirito di comunità nazionale, quello spirito di unità, ha lasciato il posto allo sconforto, alla rabbia, alla depressione, alla sensazione di vedere i sacrifici di una vita, di cittadini e imprese, bruciati da un Governo, che, peraltro, non avrebbe mai avuto una maggioranza se si fosse presentato, con questa composizione, davanti agli elettori. Questo Governo non ha il coraggio di assumersi la responsabilità, ma soprattutto è incapace di mostrarsi empatico davanti agli italiani che soffrono una continua e ingiustificata limitazione delle libertà fondamentali, che sono peraltro garantite dalla Costituzione italiana: parliamo di libertà di spostamento, di libertà di impresa. Ed è vero, il Governo deve garantire il diritto fondamentale alla salute; in un anno, avrebbe dovuto certamente potenziare gli ospedali, programmare un efficace piano vaccinale, predisporre e far rispettare i protocolli di sicurezza sanitaria in tutte le attività economiche e produttive, e cito il mai da voi citato trasporto pubblico.

Dal precedente all'attuale Governo, la soluzione, la gestione del problema continua ad essere la chiusura: infatti, non ha molto senso chiamare “decreto Riaperture” un provvedimento che continua a tenere gli italiani limitati nelle uscite, che impedisce alle imprese di svolgere il proprio lavoro. Questi sono provvedimenti non più giustificabili con una situazione che, ancora oggi, viene definita emergenziale. Non è giustificabile che, a distanza di un anno, siamo ancora impreparati, e per impreparati non intendo certo gli italiani, che dal giorno successivo all'annuncio dell'emergenza si sono mossi per rispettare i protocolli che voi avete imposto; gli impreparati sono nel Governo, perché lo stesso ha mandato al collasso interi settori della nostra economia, piegati dalle chiusure e non aiutati dai ristori, mentre c'è chi beatamente supera il confine per venire in Italia a prendersi la paghetta del reddito di cittadinanza. Io credo che anche voi dovreste trovare questo scandaloso. Si parla di uguaglianza, si parla di parità di diritti, poi chi lavora, anzi chi vorrebbe lavorare, non ha gli stessi diritti - che in questo caso bisognerebbe definire privilegi - di chi preferisce starsene comodamente davanti alla TV aspettando la paghetta mensile. E le ripercussioni sulle condizioni di benessere psicofisico dei cittadini sono devastanti. Questi vostri provvedimenti sono da stato di guerra. Ancora questo coprifuoco? Fratelli d'Italia, sia chiaro, non chiede il via libera a tutti, Fratelli d'Italia continua a chiedere la possibilità per tutti di lavorare, rispettando le regole, rispettando i protocolli di sicurezza: dare delle regole e poi controllare in maniera severa che queste regole vengano rispettate.

Ed è un segno di mediocrità essere incapaci di agire rispetto alle richieste che provengono dal mondo reale, dai cittadini che ci hanno permesso di essere qui per rappresentarli. Con questo decreto stiamo andando verso un generale allentamento di alcune misure limitanti la libertà delle persone e verso una generale riapertura di quasi tutte le attività commerciali, ma il cronoprogramma ad oggi individuato dal Governo non permette, da subito, la libera attività di impresa. E voglio sottolineare come l'impostazione che sottende tali misure abbia un carattere diverso da quello che noi, come gruppo di Fratelli d'Italia, intendiamo: voi vedete questi provvedimenti come una concessione che il Governo fa a cittadini e imprese; noi di Fratelli d'Italia, invece, diciamo - da sempre - ben altro, e cioè che il Governo non ha alcun diritto di limitare le libertà fondamentali di cittadini e imprese. Il Governo ha il dovere di stabilire regole comportamentali per evitare il contagio, ma si deve fermare lì, non può entrare dentro le case, non può entrare dentro le chiese, non può entrare dentro le attività commerciali, deve dire quali sono i protocolli di sicurezza e poi deve fare un passo indietro. Poi, nel rispetto di tali protocolli, ognuno deve essere libero di poter svolgere la propria attività, senza alcuna limitazione ulteriore, perché questa vostra impostazione, così com'è, è liberticida.

E c'è da aggiungere che il Governo adotta provvedimenti in completa confusione: circolari che si susseguono un giorno dopo l'altro, protocolli che vengono rivisti più e più volte, costringendo imprenditori e commercianti ad estenuanti balletti sulle cose permesse e sulle cose vietate; la riprova è la circolare del 1° giugno del Ministero della Salute con la quale si ribadisce che nelle attività di ristorazione, anche in zona bianca, resta fermo il limite di 4 persone per ogni tavolo: il Ministero della Salute che è costretto a fare una circolare per interpretare se stesso, se non è bizzarra una simile situazione, non vogliamo pensare cosa possa accadere. Le prescrizioni del Governo, già poco intellegibili - ricordiamo che non tutti gli italiani hanno un legislativo in casa che interpreta le norme - vengono affiancate a queste linee guida regionali, sulle quali intervengono le raccomandazioni del CTS, il Comitato che ogni giorno dice la sua, generando ancora più confusione. Il Comitato tecnico-scientifico interviene sulle linee guida delle regioni, con osservazioni, con raccomandazioni decisamente singolari, come, ad esempio, quella relativa all'impossibilità di usufruire delle docce nelle palestre e nelle piscine, oppure rasentando l'assurdo, con la raccomandazione di utilizzare la mascherina nei ristoranti anche al tavolo, tranne nei momenti del bere e del mangiare, che sembra voglia stare a significare che tra un boccone e l'altro occorre tirare su la mascherina. Queste osservazioni del CTS vengono poi trasfuse nelle linee guida regionali, imponendo ulteriori assurde restrizioni: si assiste al paradosso, dunque, che le libertà personali non vengono limitate con un provvedimento legislativo, ma con atti di un organo tecnico di supporto, che, naturalmente, non ha il potere di farlo.

Vado alla conclusione, Presidente, ricordando che, dopo l'ordine del giorno per l'abolizione del coprifuoco, bocciato qui alla Camera il 27 aprile, Fratelli d'Italia ha presentato al Senato la mozione “libertà e riaperture”, perché l'uscita dalla crisi sociale determinata dalla pandemia passa necessariamente attraverso la restituzione del pieno godimento delle libertà individuali e collettive delle persone. Con questa mozione, abbiamo chiesto al Governo di restituire agli italiani tutte quelle libertà fondamentali di cittadini e imprese calpestate da oltre un anno senza un vero motivo e di rimuovere insensati divieti che stanno compromettendo seriamente il nostro vivere civile: coprifuoco, obbligo di mascherina all'aperto, divieto di visita ad amici e parenti. Abbiamo chiesto anche la riapertura immediata delle attività imprenditoriali e commerciali, degli impianti sportivi, delle attività di ristorazione, dei luoghi della cultura: siamo evidentemente stati da stimolo per il Governo, dimostrando che, anche stando all'opposizione, si possono fare cose buone per gli italiani. Ciò nonostante, la nostra mozione è stata bocciata e anche per questo permangono ancora insensati divieti e misure, che sono incomprensibili probabilmente anche a molti di voi del Governo.

E allora, Presidente, per tornare al testo del decreto in esame, noi non abbiamo alcun dubbio che sia un fatto positivo la proroga del generale Figliuolo in qualità di Commissario straordinario per l'emergenza COVID-19 e vanno anche evidenziati gli ottimi risultati conseguiti grazie alla perfetta organizzazione degli hub vaccinali da parte delle Forze armate.

Ma per quanto riguarda le scelte operate su altri temi, si tratta di interventi, a mio avviso, timidi e si pongono in continuità con la linea restrittiva adottata dal precedente Governo. Per tale ragione, concludo, ribadendo l'assoluta contrarietà rispetto alla restante parte del contenuto del decreto-legge in esame che non assicura le necessarie riaperture e prevede, addirittura, misure più restrittive di quelle introdotte nel corrispondente periodo dell'anno precedente. Io, almeno su questo, vi invito ad una riflessione.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Elvira Savino. Ne ha facoltà.

ELVIRA SAVINO (FI). Grazie, Presidente. Colleghi, il provvedimento al nostro esame è il primo decreto-legge che, dopo oltre sedici mesi, allenta la morsa infernale a cui il Paese è stato costretto per cercare di fronteggiare il dilagare dell'epidemia da COVID-19, con il suo carico drammatico di morti e dolore e il conseguente e inevitabile crollo della nostra economia e delle nostre attività produttive.

Il provvedimento prevede una serie di misure di allentamento alle limitazioni e agli spostamenti sul territorio nazionale e una progressiva riapertura delle diverse attività soggette a limitazioni o a chiusure durante il periodo di maggior diffusione dei contagi da virus. Un decreto, non a caso ribattezzato “decreto Riaperture” che, finalmente e proprio alla luce dei dati sull'epidemia e dell'andamento della campagna vaccinale, dà il via al graduale ritorno ad una prossima e sicuramente da tutti noi auspicata normalità, con ciò che tutto questo comporta in termini di ripresa delle attività economiche e sociali.

Il testo prevede un cronoprogramma di riaperture per la graduale rimozione delle restrizioni, che, al di là delle iniziali diversità di valutazione, alla fine, ha trovato un sostanziale e importante accordo e una sostanziale sintesi all'interno della Conferenza delle regioni. La situazione legata all'andamento epidemiologico attualmente è fortemente e in costante e deciso miglioramento: la campagna vaccinale è entrata a regime e ciò sta consentendo di aprire le vaccinazioni contro il COVID-19 a tutte le classi di età, utilizzando tutti i punti di somministrazione, compresi quelli aziendali e le farmacie. Se nelle prossime settimane presteremo tutti attenzione, riusciremo a portare il Paese intero fuori dalle limitazioni imposte dalla pandemia, con tutto ciò che ne deriverà in termini di ripresa dell'economia, senza rischiare l'aumento dei contagi, come era, invece, purtroppo, accaduto alla fine della scorsa estate. Un'organizzazione efficiente della campagna vaccinale sta producendo un costante e apprezzabile calo dei ricoveri e dei decessi e sta mettendo in sicurezza gran parte delle classi vulnerabili e della fascia anziana della popolazione, ossia coloro che hanno un'altissima possibilità di finire in ospedale o, peggio, nelle terapie intensive nei nostri ospedali.

Il Paese sta andando velocemente verso una generale riapertura in maniera sicura - e tutti quanti speriamo sia irreversibile - con una tempistica anche più rapida di quanto inizialmente previsto da questo “decreto Riaperture”, il cui disegno di legge di conversione l'Aula si appresta ora a discutere e ad approvare nei prossimi giorni. Il cronoprogramma di gran parte delle riaperture previste con questo provvedimento è sicuramente la conseguenza dell'azione positiva messa in campo in questi mesi dal Governo e dei risultati importanti che, obiettivamente, si stanno ottenendo in termini di controllo della diffusione del virus. Il provvedimento si inserisce, quindi, in una situazione sanitaria in positiva evoluzione. Il testo iniziale del decreto si è dovuto modificare in Commissione in modo da anticipare ulteriormente le date inizialmente previste per le riaperture e ciò proprio in virtù dell'accelerazione nel miglioramento dei dati epidemiologici e per prendere atto di questi dati positivi.

Il decreto presentato il 22 aprile alla Camera, nella sua versione iniziale, si componeva di quattordici articoli; il testo, invece, che oggi stiamo analizzando in Aula è lievitato sensibilmente in ben 44 articoli.

Questo perché il decreto-legge iniziale ha visto confluire al suo interno altri due decreti: il decreto-legge n. 56 di proroga dei termini legislativi di prossima scadenza al fine di garantire la continuità dell'azione amministrativa, nonché la vigenza di alcune misure correlate con lo stato di emergenza epidemiologica e, poi, il decreto-legge n. 65, il cosiddetto decreto Riaperture-bis, che ha rivisto l'iniziale disciplina relativa al coprifuoco, quindi ai limiti orari e agli spostamenti, in quanto tale disciplina è stata, fortunatamente, in buona parte superata dal deciso miglioramento nella diffusione dell'epidemia. L'obiettivo è senza dubbio quello di raggiungere il più rapidamente possibile una completa e totale eliminazione di tali limiti. L'innesto del decreto n. 65, ossia del decreto “Riaperture-bis”, ha consentito, quindi, di accelerare la riapertura dei servizi di ristorazione, di feste e cerimonie, attività degli esercizi commerciali, delle palestre, delle piscine, sale giochi, apertura al pubblico dei musei e altri istituti e luoghi della cultura: un altro passaggio fondamentale.

Occorre evidenziare che, a differenza di quanto fatto dal precedente Governo, questo decreto-legge affida direttamente alla fonte legislativa molti aspetti che finora erano stati regolati dai cosiddetti DPCM, un modo di procedere sul quale noi di Forza Italia siamo stati sempre molto critici. Tra questi aspetti, che ora vengono disciplinati con legge, voglio ricordare anche la disciplina delle attività scolastiche, delle fiere, dei convegni, dei congressi, le attività dei servizi di ristorazione, gli eventi sportivi, la disciplina degli spettacoli aperti al pubblico e molti altri.

Riguardo al cronoprogramma delle riaperture delle tante attività commerciali e dei tanti settori produttivi, resta il fatto che, al di là delle diverse valutazioni emerse anche tra i partiti che sostengono questo Governo sulla tempistica delle medesime riaperture, grazie alle misure previste dal provvedimento al nostro esame, già da oggi tutto il Paese viene messo nelle condizioni di ripartire.

Tra le tante norme del decreto, anche introdotte in sede referente dalla Commissione affari sociali, voglio ricordare alcune che, forse, più di altre caratterizzano e qualificano questo provvedimento. Intanto, quella più significativa, come si è detto, che il Paese aspettava da tempo, è l'allentamento delle severe misure di contenimento dell'emergenza epidemiologica, che consente di riprendere in maniera scaglionata molte attività economiche e sociali: parliamo di ristoranti, bar, centri commerciali, musei, luoghi di cultura, feste, cerimonie, spettacoli viaggianti, parchi giochi, ossia tutte quelle attività che, senza dubbio, contribuiscono in maniera determinante a tenere in piedi l'economia di questo Paese e che, nell'ultimo anno, sono state decisamente stremate. Così come è importante la prevista introduzione delle cosiddette certificazioni verdi COVID-19 che favorisce gli spostamenti sul territorio dei nostri concittadini e permette più agevolmente di partecipare agli eventi che riprenderanno, alle fiere, alle cerimonie, alle feste, agli eventi sportivi. Tutto questo mentre attendiamo la prossima entrata in vigore dei certificati verdi europei.

Viene, inoltre, assicurata il più possibile l'attività scolastica in presenza sull'intero territorio nazionale, nonché l'attività dei servizi educativi per l'infanzia. Stessa cosa riguarda le università e le istituzioni di alta formazione artistica e coreutica, dove le attività didattiche sono, evidentemente, svolte prioritariamente in presenza.

Tra i diversi miglioramenti al testo iniziale approvato in Commissione referente, mi fa piacere ricordare, anche perché nascono dall'approvazione di un nostro emendamento, le norme volte a consentire le visite dei familiari ai propri cari ricoverati nelle strutture sanitarie, seppure nel pieno rispetto dei protocolli di sicurezza - e questo dopo che il Ministro della Salute aveva già consentito, nelle scorse settimane, le visite alle persone ricoverate nelle RSA -, così come ora vengono consentite anche le uscite dalle strutture nelle quali si trovano dei pazienti ivi ricoverati con l'autorizzazione della direzione sanitaria. Credo sia una decisione di grande civiltà, alla luce del fatto che gli anziani e i tanti pazienti ricoverati da lungo tempo negli ospedali e nelle strutture sociosanitarie hanno pagato un prezzo altissimo.

E sono quelli che più di tutti gli altri hanno patito, in termini affettivi, l'impossibilità di riabbracciare o rivedere i propri cari. Insomma, siamo di fronte a un provvedimento assolutamente atteso dai cittadini e, forse, ancora di più dall'intero mondo produttivo. Certamente è migliorabile su alcuni aspetti e su alcune tempistiche ma, senza dubbio, importante per il nostro Paese. Da questo punto di vista, quello dei miglioramenti, l'Aula può ancora certamente dare il suo contributo, dare ulteriori apporti a questo decreto e ci auguriamo di approvarlo al più presto.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (IV). Grazie, signor Presidente. Ringrazio sia la relatrice sia i componenti del Governo. Oggi ci accingiamo a discutere un decreto che è già superato, per fortuna, nel senso che le riaperture sono avvenute o stanno riavvenendo, con quel senso di graduale responsabilità che il Premier Draghi aveva chiesto a tutti gli italiani.

Capisco e capiamo tutti noi che non c'è ristoro più adeguato se non far ripartire le attività economiche e penso che sia stato interesse di questo Governo farlo fin da subito con l'unico strumento che avevamo - lo dico ad una collega esperta della materia – e, cioè, far partire un piano vaccinale degno di questo nome.

Abbiamo scoperto in questi giorni, anche attraverso alcuni articoli di giornale, quello che Italia Viva andava dicendo, anche con il precedente Governo, un po' inascoltata, cioè che mancavano due cose fondamentali a questo Paese: un piano vaccinale serio e un PNRR serio. Abbiamo ottenuto, in cento giorni, grazie al Governo Draghi, entrambi. Quindi, penso che da oggi si possa ritornare a guardare con più fiducia al Paese, anche perché non ci si poteva permettere quello che è stato detto dalla relatrice ed è stato detto in alcuni interventi, nell'illustrazione in quest'Aula, cioè far riaprire per poi tornare indietro. Questa volta, se si apre si deve riaprire per sempre e, per farlo, bisogna avere quella immunità di gregge che solo un piano vaccinale serio può dare.

Quindi, l'appello che ci sentiamo di fare da questi banchi è che le regioni - che hanno interessi molteplici per far aprire, far partire le loro attività, chi per motivi di vacanze estive, chi per motivi di lavoro di alcune o di altre categorie - si attengano al piano del generale Figliuolo, che ha dimostrato essere, non una primula, ma un albero ben solido che ha portato e che sta portando i risultati sperati. Finalmente, oggi si incomincia a somministrare un numero di dosi sufficienti per far sì che, a settembre, tutta la popolazione che si vorrà vaccinare lo avrà fatto.

Ci tengo a fare questo incipit sui vaccini perché ho sentito, in quest'Aula, alcune riflessioni su quali categorie economiche dovessero aprire prima, sul perché con certi orari e perché in certi luoghi. Penso che sia stata fatta una progressiva riapertura, evitando assembramenti in luoghi dove si potevano avere dei pericoli. Sta a noi, come cittadini, capire che non è uno scherzo, capire che la libertà ritrovata, proprio perché non l'abbiamo avuta per molto tempo, è una libertà che deve essere riconquistata con una certa razionalità.

L'altro giorno, stavo facendo una passeggiata a Trastevere e un gruppo di ragazzi era assembrato tra gli scalini di una fontana senza mascherina, a cantare, quasi come sfida verso le istituzioni. Io non credo che si sfidino le istituzioni così: si possono sfidare con un voto di protesta, si possono sfidare con una manifestazione, mentre questo vuol dire sfidare il buonsenso, la salute, magari la salute dei nonni e dei genitori che nulla possono rispetto ad un contagio.

Questo provvedimento ha avuto dei miglioramenti, molti emendamenti sono stati ricordati.

Io vorrei ringraziare, da questi banchi, la collega Lisa Noja, che ha fatto un lavoro molto razionale, avendo un'esperienza personale particolare che la rende sensibile alle persone fragili e a chi non può difendersi. La normativa che abbiamo previsto, ad esempio, perché nelle RSA si possano avere di nuovo delle aperture e delle visite è fatta con il buon senso, è fatta con la razionalità per evitare che succeda quello che è successo lo scorso anno, cioè che i più fragili siano vittime di questa pandemia anche per scelte scellerate fatte da alcune regioni come la mia, il Piemonte.

Il “decreto Riaperture” deve essere il monito di come vogliamo far uscire il Paese da questa pandemia, appunto con la razionalità. Ancora oggi si pensa che il vaccino non sia necessario, alcuni no-Vax lo dicono in rete e la rete fa danni, perché quello che si scrive lì sembra più scienza della scienza. Allora, spetta alle istituzioni, a prescindere da quello che si crede, a prescindere dal proprio leader, a prescindere dal proprio futuro personale, dare un unico messaggio su questo tema, di grande serietà, cioè che il vaccino è l'unica arma per far ripartire il Paese, punto.

Noi possiamo riempire di soldi le imprese ma una ulteriore chiusura porterebbe di nuovo il Paese all'anno zero e, visto che noi siamo stati il Paese con la più lunga pandemia, non possiamo veramente far ritornare il Paese, di nuovo, all'anno zero.

Quello che chiedo al Governo è che ci sia un momento di confronto con tutte le forze politiche, di maggioranza e di opposizione, non per una tregua - perché è ovvio che le opposizioni faranno sempre le opposizioni e la maggioranza si sentirà sempre responsabile di far andare avanti il Paese, anche magari andando oltre le convinzioni di parte e particolari, cercando di trovare un compromesso e una mediazione - ma per dare un messaggio, quello sui vaccini, univoco a tutta la Nazione. Chi non si vaccina non fa un atto di scelta personale, decide di condannare un Paese già provato, decide di non tutelare le persone che ama, decide di non tutelare una comunità.

Mi sono trovata, la scorsa settimana, a dover parlare di una tragedia come quella del Mottarone e ho fatto una constatazione, sarà perché ho una madre di 84 anni che l'altro giorno mi ha detto: vedi, avere 49 anni, come hai tu, vuol dire che hai sprecato un anno di viaggi, di divertimenti ma hai ancora tutta una metà di vita davanti; avendo 84 anni, ti senti di aver sprecato un anno. Io le ho detto di no, le ho detto che, sicuramente, questo Paese si sentirà migliore, avrà capito la lezione; in fondo, non avevamo più avuto una tragedia così grande dai tempi della spagnola e dai tempi della guerra e chi ha vissuto, come lei, un'infanzia di guerra tutto questo grande progresso economico l'ha vissuto con una gioia forse maggiore di quella che abbiamo avuto noi, trovandocelo già pronto. Però, per evitare che quest'anno sia stato sprecato - e la tragedia del Mottarone ci ha fatto intendere che ancora alcune persone, piuttosto che pensare al prossimo, pensano ai propri interessi personali - bisogna far sì che questo piano vaccini funzioni e funzioni per tutta la popolazione. Spetta a ciascuno di noi farlo funzionare e alle istituzioni dare il messaggio giusto e adeguato per ripartire.

Chiedo scusa ai colleghi se non ho parlato di quello specifico punto sulle riaperture o non riaperture. Noi, come Italia Viva, con il precedente Governo facemmo le battaglie per lo spettacolo dal vivo e per il teatro, ma non mi sembra oggi il momento, visto che abbiamo un decreto che, a scaglioni, ha fatto riaprire tutto. Ci è mancato tantissimo non andare a uno spettacolo con un amico, non andare a un ristorante, non andare a vedere un balletto, non andare a vedere un'opera, non andare a vedere la partita della squadra amata. Ci sono intere categorie che, su questo, hanno visto i loro utili drammaticamente crollare e forse bisognerà ripensare anche a un sistema, quello, ad esempio, dei mutui, che deve concedere alle libere professioni una maggiore elasticità rispetto ad oggi.

Quindi, bisognerà forse anche ripensare a uno stile di vita collettivo. Ci tenevo a parlare dei vaccini perché leggendo, ancora ieri, gli attacchi al generale Figliuolo, a questo Governo perché, secondo alcuni, imporrebbe di vaccinarsi, quando dovrebbe essere la coscienza di ciascuno di noi arrivare a quella soluzione, ho voluto abusare della vostra pazienza non parlando esclusivamente di riaperture e di interessi economici, ma di qualcosa che forse dovrebbe stare a cuore a tutti: il bene comune di una collettività così provata da questa tragedia, da questo dramma, che ha visto, come sempre, atti di eroismo straordinari, ma purtroppo anche miserie umane inaccettabili; e, visto che bisogna ripartire come se fosse l'anno zero, allora facciamo sì che tutti, nel nostro piccolo, ci trasformiamo in piccoli eroi, in piccole persone che hanno capito la lezione che senza una collettività e senza un senso comune non si va da nessuna parte.

PRESIDENTE. è iscritto a parlare l'onorevole Rizzo Nervo. Ne ha facoltà.

LUCA RIZZO NERVO (PD). Grazie, Presidente. Colleghi, siamo di fronte ad un decreto, come è stato detto, particolarmente atteso; atteso da tutti; atteso dagli operatori economici; atteso dai tanti esercenti che per lunghi mesi, per più di un anno, hanno visto l'impegno di una vita, il loro lavoro fermato da un virus devastante, inedito nella sua portata e nei suoi effetti; atteso dal mondo del Terzo settore, che ugualmente ha visto chiudere i luoghi della socialità, dell'incontro, della relazione, che tanto aggiungono alla quotidianità dei nostri cittadini, delle nostre famiglie, a maggior ragione delle persone che vivono nei contesti più piccoli, interni, in cui quei luoghi sono luoghi fondamentali di relazione con l'altro. Un provvedimento atteso da tutti i cittadini. E già nel nome di questo decreto - “Riaperture” - c'è un senso di liberazione, di speranza, che era - ripeto - particolarmente atteso da tutti. Un messaggio, finalmente, di ripartenza per il Paese, alla ricerca di quella che non sarà una semplicemente una normalità, o vorrebbe essere una normalità, ma sarà necessariamente una nuova normalità. Noi non saremo in grado - bisogna dirselo - di riportare indietro le lancette del nostro Paese, di ricominciare da capo; noi dovremo assumerci ancora, e molto, la responsabilità di un Paese che uscirà profondamente mutato - cambiato in tante dinamiche economiche, ma anche relazionali e sociali - da quello che è avvenuto; ciò lo diceva bene la collega, un attimo fa. Questa responsabilità, credo, la debba sentire tutto il Paese, ognuno di noi, ma la debba sentire anche molto questo Parlamento, la debba sentire il nostro lavoro quotidiano, di oggi e dei prossimi mesi. Il nostro lavoro, il nostro impegno per recuperare questa nuova normalità non si esaurisce con il “decreto Riaperture”, neanche con la soddisfazione nel vedere, finalmente, molte attività riaprire, molti sorrisi nei volti di persone che hanno avuto il viso rigato dal pianto, dal dolore e dalla rinuncia, dal sacrificio rispetto all'impegno di una vita. Ciò, credo, lo dovremo fare con un grande senso di responsabilità comune; lo diciamo oggi che siamo tutti - con toni e accezioni leggermente diversi - felici per un decreto che riapre, che fa ripartire. Una responsabilità che va oltre discussioni feroci sul fatto che sia decisivo anticipare di un'ora il coprifuoco. Ciò a cui siamo chiamati è un impegno di responsabilità e di comunità - come veniva ben detto - molto più ampio. Oggi lo possiamo fare, ripeto, in un quadro nuovo, in un quadro in cui riparte il lavoro. Tutti noi, chiunque è qui, chiunque parla e ha avuto modo di parlare con gli operatori economici sa quanto il lavoro sia l'elemento decisivo per ripartire, non certo i pur importanti ristori che si sono riusciti a offrire in questi mesi. E tutto ciò oggi è possibile; e lo dico con la premessa che ho fatto prima, quindi fuori da qualunque polemica, fuori da qualunque volontà di animare delle discussioni piccole, non quindi per un'improvvisa folgorazione sulla via di Damasco del Governo, non perché improvvisamente si sono udite le voci di chi diceva che tutto ciò andava fatto molto tempo fa e finalmente il Governo si è destato da un torpore e ha capito, non perché si è trovata una bacchetta magica con cui fare tutto ciò che era evidente da tempo. Tutto ciò è avvenuto e sta avvenendo, con soddisfazione di tutti, a esito di due fatti, di due fattori decisivi: l'efficacia della campagna vaccinale; efficacia che si è resa tale per la capacità di mettere uno sprint alla stessa, ma innanzitutto - bisogna dircelo – per l'arrivo dei vaccini, dopo mesi in cui le inadempienze dei soggetti fornitori avevano drammaticamente rallentato la campagna vaccinale; aspetto questo che, come veniva detto, è decisivo per la ripartenza. Accelerazione della campagna vaccinale che ha, giustamente, dato priorità alla tutela delle persone anziane, delle persone più fragili, di chi più rischiava rispetto a questo terribile virus, poi via via allargata a tutte le fasce di età ed oggi finalmente aperta a tutti. Da un lato, quindi, una campagna vaccinale efficace, e dall'altro, il rigore delle scelte di tutela della salute dei cittadini. Senza quelle scelte, che sono sembrate, e sono state, anche dure, rigorose, faticose, impattanti sulla vita e sulla quotidianità delle persone, oggi non saremmo qui a parlare di riaperture. Credo sia un fatto di onestà intellettuale riconoscere, tutti noi, in quest'Aula, come questi siano stati gli elementi decisivi. Pertanto, siamo - e lo dico nella normale dialettica politica - non di fronte a una parziale smentita di una strategia che il Governo ha assunto ma, al contrario, di fronte al successo di una strategia di efficacia delle azioni proposte dal Governo, sia rispetto all'accelerazione della campagna vaccinale sia rispetto al doveroso rigore delle scelte.

Il Paese sta per questo, oggi, ripartendo, sta facendo le vaccinazioni, senza abbassare la guardia contro il virus; ed ha fatto tutto questo, lo ribadisco, legandolo al costante monitoraggio dell'andamento dei contagi. Spesso si è chiamata quella prudenza, quel legare strettamente le scelte all'andamento dell'epidemia, mancanza di coraggio, e invece, appunto, la storia ci dimostra come non serviva imprudenza, non serviva un coraggio buttato lì, per poi vedere cosa sarebbe successo; serviva, e continua a servire, serietà, che è la capacità di collegare le indicazioni scientifiche - capisco i pronunciamenti del CTS, ma sono pronunciamenti scientifici, ossia scientificamente fondati - con le scelte della politica. Scelte, le une e le altre, fatte per non tornare indietro, perché non ci sarebbe nulla di peggio che trovarsi, come si sono trovati tanti Paesi europei che hanno fatto scelte differenti, a dover rieditare scelte dure, di chiusure, di lockdown, o altre scelte.

Oggi, certo, sembra una prospettiva lontana ma ricordo che tanti Paesi a cui guardiamo e a cui abbiamo guardato, anche per la capacità di vaccinare, sono sì usciti, certo, da quella tragedia anche loro ma ne sono usciti a volte dopo tre lockdown, che si sono susseguiti l'uno dopo l'altro. Noi credo che abbiamo scelto una strada di prudenza e di progressività, una strada dura, faticosa, in cui la resistenza degli italiani è stata un elemento decisivo, per cui dobbiamo dire grazie. È stata una scelta che ci consente oggi di non tornare indietro. Oggi, lo facciamo con questo provvedimento, un provvedimento che è stato arricchito sia dall'inserimento del “decreto Proroga termini” sia anche dal lavoro di qualità del Parlamento, in particolare della Camera. Voglio per questo ringraziare la relatrice e tutti i colleghi della XII Commissione per un lavoro molto serio che è stato fatto e che ha visto - come veniva ricordato dalla relatrice - anche moltissimi emendamenti che, a volte, hanno avuto natura trasversale e scelte che tutti quanti hanno condiviso. Alcune si sono rese possibili, e si sono tradotte in emendamenti approvati, mentre alcune altre, su cui pure c'era grande condivisione, non hanno trovato possibilità, o per ragioni di copertura finanziaria o per l'impossibilità di farlo nello strumento del decreto che stiamo discutendo, e credo sarà giusto affrontarle nei passaggi successivi. Vorrei fare solo alcune sottolineature di alcune cose di cui siamo particolarmente fieri. Alcuni emendamenti, fra cui anche uno a firma PD che ha portato ad un emendamento comune, hanno consentito la presenza dei parenti all'interno delle RSA e delle strutture sanitarie. Abbiamo visto quelle immagini - forse sono state fra le immagini più dure, quasi moralmente faticose - di parenti che non potevano visitare i propri cari ricoverati in ospedale per COVID o nelle RSA e alcuni non li hanno potuti mai più vedere. Oggi questa cosa finalmente torna a essere possibile, ovviamente nel rispetto delle modalità e delle norme di tutela rispetto a un problema un tema, quello del COVID, che è ancora all'ordine del giorno. Penso anche al fatto di avere riaperto gli esercizi commerciali, i mercati e i supermercati anche nei giorni festivi e prefestivi, al fatto di avere consentito - anche, qui, con determinate modalità - le feste e le cerimonie, al fatto di avere aperto finalmente alla cultura e agli spettacoli dal vivo. Anche a questo proposito segnalo quanto è stata forte, un po' silenziosa ma enormemente drammatica, la vicenda dei lavoratori dello spettacolo che questa pandemia ha messo in evidenza, così come - mi permetto di dire in questa occasione - ha messo in evidenza anche altri limiti alla loro tutela, alla tutela del loro lavoro. Sono temi che dovranno essere affrontati da questo Parlamento quanto prima. Penso anche al riavvio dei nostri centri sportivi nelle città, che sono quanto di più bello, di più vivace e di più gioioso ci possa essere nei paesi e nelle città, con il coinvolgimento di tanti bambini e tanti ragazzi; finalmente, aver potuto riaprire, via via, i centri sportivi è un fatto importante. Così come è un fatto decisamente importante il riavvio del sistema fieristico, che è un comparto fondamentale che mobilità persone, risorse, economie e che è fondamentale per alcuni territori. Io vengo da una città, Bologna, che ha un grande polo fieristico e per la quale la riapertura, il riavvio di questo comparto è un elemento fondamentale. Così come è stato fatto, io credo, un buon lavoro sul green pass, anche precisandone i termini, rendendoli più coerenti e di buon senso; mi riferisco, ad esempio, al termine di nove mesi della durata dal momento dell'avvenuta vaccinazione, che ci ha consentito, anche rispetto alle prime previsioni, di coprire un arco temporale che altrimenti avrebbe visto quelli che abbiamo chiamato eroi, cioè i sanitari che per primi si sono vaccinati in gennaio, finire il loro periodo di copertura previsto dal green pass già nei prossimi giorni. Credo che sia altresì importante lavorare - lo dico al sottosegretario e al Governo e so che questo sta avvenendo - perché il green pass europeo sia veramente un fatto reale, concreto, che renda tutti i cittadini europei uguali quanto prima possibile.

Così come è stato un fatto importante il tema della scuola in presenza. Lo è stato non solo e non tanto per aver consentito comunque questo finale di anno scolastico in presenza, che comunque è un fatto importante anche sul piano simbolico e di ripartenza, ma perché ha dato il segno di un impegno che ha consentito, peraltro, al Ministero dell'Istruzione di programmare anche una serie importante di attività estive, che si protraggono quindi oltre la fine della scuola, che garantiranno e consentiranno a tante famiglie e a tanti bambini e ragazzi di godere di attività anche durante l'estate; è il segno, insomma, di un impegno che tutti noi dovremmo continuare anche nei mesi estivi, per consentire che la scuola a settembre riparta nella sua pienezza didattica e nella sua pienezza di relazioni.

Fatemi dire - poi concludo davvero - che è motivo di soddisfazione l'accoglimento anche di un emendamento a firma della collega PD, Alessia Rotta, per la proroga del Fondo Megalizzi - è stato citato dalla relatrice e la ringrazio - per lo sviluppo e la diffusione delle emittenti radiofoniche universitarie. È una scelta che è stata fatta nel corso dell'ultima legge di bilancio in onore, in ricordo e per dare continuità al lavoro di Antonio Megalizzi, il giovane universitario innamorato dell'Europa, vittima dell'attentato di Strasburgo.

Insomma, tante importanti scelte fatte dal Parlamento che arricchiscono questo provvedimento. Un impegno che, lo ribadisco, dovrà continuare perché il Paese deve ripartire, perché il Paese deve lavorare unito per ripartire, e unire il Paese è il massimo sforzo che questo Parlamento dovrà produrre nei prossimi mesi proprio per rioffrire, non solo ristoranti aperti e una normalità riacquistata, ma un senso di comunità che si riaffermi per i prossimi mesi, che saranno mesi difficili e complicati per il nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE-PSI). Grazie, Presidente. Intervengo, come anche gli altri colleghi, su un provvedimento molto importante che riguarda le misure urgenti per la graduale ripresa delle attività economiche e sociali, nel rispetto delle esigenze di contenimento della diffusione dell'epidemia in atto. Di fatto, è un provvedimento che, diciamolo, è stato già superato nelle azioni, nelle indicazioni, nelle ricadute, positive o negative che siano, dal provvedimento che è seguito e che è stato approvato in Consiglio dei Ministri, quindi dal Governo. Io ritengo che votare questo provvedimento sia assolutamente necessario, è un dovere; quindi, la componente MAIE-PSI lo voterà senza alcun dubbio. Soprattutto, presteremo una grande attenzione anche verso il prossimo provvedimento che andremo a discutere, che tra l'altro presenta delle novità molto interessanti, che danno risposte e indicazioni che gli operatori di diversi settori aspettavano e immagino accolgano con soddisfazione; tanto è stato fatto, tanto c'è ancora da fare, però la strada è tracciata e, a mio parere, è quella giusta.

Avendo espresso già il favore verso questo provvedimento, quindi avendo espresso anche il voto favorevole della mia componente, ritengo che questa sia l'occasione utile anche per fare il punto della situazione. Noi parlamentari, che siamo sul territorio ed ascoltiamo tutto ciò che ci viene riportato con molta attenzione, riusciamo ad avere un riscontro su ciò che viene detto, confidato e, a volte, comunicato anche con una certa veemenza; quindi, riusciamo a valutare gli impatti che le decisioni del Governo, prima, e del Parlamento, poi, hanno sulla vita dei cittadini. Talvolta, siamo chiamati proprio a farci portavoce delle istanze territoriali e di categoria, che vorrebbero suggerire accorgimenti, varianti alle normative e poi soluzioni alle problematiche evidenziate.

Ritengo che sia emblematica l'attenzione prestata alle regioni in tema di regole per i ristoranti in zona gialla e bianca; un settore particolarmente colpito - lo abbiamo ribadito - e su questo abbiamo riflettuto più volte. È soprattutto da sottolineare l'apertura del Governo a rivedere le decisioni prese in base all'andamento degli indici epidemiologici. Io ritengo che il settore cominci a beneficiare anche del desiderio di normalità che, adesso, con una pratica vaccinale sempre più diffusa, accettata, richiesta, è diventata una priorità, della cui attuazione di certo la popolazione beneficerà anche da un punto di vista psicologico, e qui apro brevemente un tema. Infatti, non va dimenticato né tampoco trascurato che, da una ricerca presentata recentemente dalla Fondazione Italia in Salute e realizzata da Sociometrica, oltre il 40 per cento dei giovani avverte problemi psicologici a seguito del COVID e delle restrizioni.

Io adesso, naturalmente, non mi soffermerò sull'analisi delle percentuali dei vari disturbi e neanche sull'impatto in relazione alla popolazione femminile o maschile, o sul rapporto anomalo che si sviluppa con il cibo e con l'alcol anche a causa di una diminuita attività fisica, ma mettere in evidenza l'emergenza sommersa, l'emergenza silenziosa, diventa fondamentale intanto per ribadire - cosa che ho fatto anche in altri interventi in quest'Aula - l'importanza della figura dello psicologo e dello psicoterapeuta, non solo verso chi ha subito il disagio della malattia o il pesante fardello di sopportazione delle norme restrittive, ma anche verso chi ha sofferto lo stress da lavoro, dovendo portare aiuto agli altri anche in condizioni di difficoltà sanitarie ed operative.

Quindi, questa strategia di riapertura, che prevede un dettagliato calendario sia delle riaperture che delle limitazioni degli spostamenti e delle frequentazioni sociali, detta anche le tappe del ritorno alla normalità, la ripartenza del lavoro, e quindi dell'economia, e la voglia di rivedere amici, parenti.

Naturalmente, occorre mantenere l'ormai famoso indice Rt sotto 1, avvicinarsi alla soglia dei 50 casi settimanali ogni 100 mila abitanti e ridurre ancora la pressione sui servizi sanitari, che patiscono sempre il mancato potenziamento delle strutture e del personale. Qui lo dico ancora una volta: è l'occasione per affrontare una volta per tutte il nodo sanità; ci sono i fondi, ce n'è l'esigenza e, adesso che siamo anche un po' meno affannati, vi sarebbe anche il tempo per fare le cose perbene. Il terzo punto per un ritorno pieno alla normalità è avere vaccinato più di metà della popolazione. Va considerato che siamo in una fase di transizione delicata, di decrescita lenta ma costante, della diffusione del virus. Per evitare che la curva torni a crescere serve intervenire a tre livelli: il primo, continuare a vaccinare, come ho già accennato, ad un ritmo sostenuto come quello di questi giorni; secondo, monitorare bene la situazione e intervenire localmente dove è necessario; terzo, ma non certo ultimo, fino a che non avremo un maggior numero di immunizzati, continuare ad adottare comportamenti di prudenza, per non essere poi costretti ad adottare nuove misure restrittive.

Riapertura: in senso generale del termine, ciò significa riattivare l'attenzione anche su tutte quelle problematiche, grandi e piccole, che ci sono, che ci vengono segnalate costantemente e che noi riportiamo con eguale perseveranza all'attenzione degli organi competenti; quindi rileviamo con soddisfazione, finalmente, che viene prestata la giusta attenzione ad un settore probabilmente un po' trascurato in passato, che è quello del gioco autorizzato e legale. Diciamoci la verità: è un settore, come ho detto prima, poco attenzionato e notevolmente penalizzato. Li abbiamo visti questi operatori, nelle piazze adiacenti a questo palazzo, manifestare, chiedere attenzione per un'attività che ha sofferto moltissimo il regime restrittivo messo in atto e il cui problema, lo ripeto ancora una volta, è stato considerato marginalmente.

Se - questa è una riflessione che faccio da diverso tempo - un settore va bene per riscuotere le tasse, allora deve essere messo in condizione di poter produrre reddito e permettere il sostentamento a chi con quel reddito ci deve vivere. Con i prossimi provvedimenti a sostegno delle aziende io credo che bisognerà prestare attenzione a questo settore e fornire gli opportuni aiuti per poter rilanciare il proprio lavoro. Altro tema caldo in questo momento nei territori di mia provenienza, quindi la Capitanata, la provincia di Foggia, è quello dell'agricoltura. Questo argomento rientra sempre nella riflessione che “riapertura” significa anche rinnovato controllo delle problematiche territoriali.

Quindi, accade che, in prossimità del momento del periodo della trebbiatura, quindi dell'immissione sul mercato del nuovo prodotto, si attivino delle manovre - dovrei dire - speculative, probabilmente da parte dei commercianti del grano attraverso la ripresa massiccia delle importazioni dall'estero. Ora, accade - è cronaca ed è molto rilevato dagli operatori del settore - che il prezzo del grano duro ha perso notevolmente di valore e pone la questione dello squilibrio tra il prezzo accordato ai produttori, sempre al di sotto di un livello decente che garantisca la giusta redditività alle aziende agricole, e i profitti crescenti degli anelli successivi di questa filiera, vale a dire commercianti, industrie di trasformazione, grande distribuzione organizzata. Il problema, comunque, non riguarda soltanto il grano, ma tutte le produzioni agricole e cerealicole. In questi giorni abbiamo messo in evidenza il meccanismo - uso un'espressione anche abbastanza forte - perverso che porta, ad esempio, le nostre ciliegie ad essere vendute fino a 16 euro al chilo nei supermercati del Nord, mentre ai produttori quelle stesse ciliegie sono pagate anche dieci volte di meno.

Tornando al settore cerealicolo, per il grano duro biologico si registra che le importazioni sono aumentate del 30 per cento negli ultimi due anni, con il crollo del valore naturalmente riconosciuto ai produttori. La provincia di Foggia rappresenta gran parte della produzione pugliese e nazionale. Noi siamo consapevoli che il mercato è libero ed è certo che deve essere globalizzato, ma la filiera dell'agricoltura è strategica e occorre che ne venga tutelato il futuro, che troppo spesso è penalizzato dalle massicce importazioni dall'estero, con grano duro straniero che, per una serie di ragioni molto concrete, presenta diverse incognite dal punto di vista della qualità e della salubrità. Poco prima di sostenere questo mio intervento, che rientra come riflessione nell'ambito di questo “decreto Riaperture”, ho sentito il presidente della Confederazione italiana agricoltori, il quale segnala che questa situazione così pesante comporta il serio rischio che non si riesca neanche a seminare per mancanza di reddito; naturalmente, presenterò delle proposte al Ministro Patuanelli, che riconosco sempre molto attento alle problematiche che gli vengono sottoposte. L'avvenuta riapertura delle scuole ha ripresentato l'oramai annoso problema del sostegno; assieme al Movimento nazionale docenti di sostegno sto conducendo una vera e propria battaglia per garantire continuità didattica e successo formativo alle alunne e agli alunni con disabilità. Con l'immissione in ruolo di tanti precari, che andrebbero a coprire l'esigenza dei posti necessari per una ripartenza serena del prossimo anno scolastico, si ripresenta la problematica della stabilizzazione, che deve riguardare, a mio parere, tutti i precari storici.

Per chi è già abilitato - pongo questo tema che verrà anche ripreso nei prossimi provvedimenti a sostegno della comunità - che senso ha il requisito dei 36 mesi per l'assunzione?

Questo è un tema che, come ho detto, si riproporrà in maniera forte, in maniera preponderante, in maniera importante, prossimamente.

Così come ritengo che un passaggio vada fatto anche per le riaperture di un altro settore, di cui si è tanto dibattuto, che è quello delle piscine, per segnalare che, intanto, l'apertura al 1° luglio, purtroppo, avrà un impatto minimo sul rilancio delle attività, perché è pacifico che, con l'arrivo dell'estate, le piscine saranno sempre molto meno frequentate. Poi vanno presi in considerazione anche i costi per la riattivazione, soprattutto delle piscine private, che, a dire il vero, non sono moltissime, ma sono pur sempre attività di cittadini che pagano fior di tasse. Tali costi consiglierebbero di lasciar correre la riapertura imminente e prepararsi a quella post-estiva. Soprattutto, è compito nostro cercare di fornire un adeguato aiuto economico a tali strutture, che non vengono attenzionate sufficientemente.

D'altronde - e mi avvio alla conclusione -, se i numeri della pandemia calano in tutto il Paese e si svuotano gli ospedali, ogni limitazione delle libertà adesso è abbastanza anacronistica, e accolgo con piacere il fatto che si vada verso una riapertura piena e completa, ovviamente attenzionando sempre quei parametri, che ho indicato prima e che vanno costantemente attenzionati, per evitare un aggravamento della situazione.

Detto questo, io ovviamente ho già espresso il favore a questo provvedimento e ringrazio per la parola data, Presidente.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, al di là dell'intervento, vorrei iniziare con un'osservazione che è contenuta nel provvedimento ed espressa come parere del Comitato per la legislazione. Penso che in questo parere, in questo frammento, ci sia un po' tutto il senso e il significato di questo provvedimento e dei provvedimenti che lo hanno preceduto.

Parlo, in particolare, del richiamo, da parte del Comitato, all'ordine del giorno n. 9/2921/8 Ceccanti sul disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 2 del 2021 (A.C. 2921​). Ebbene, questo ordine del giorno, colleghi, seppur riformulato, chiedeva appunto che venissero tutelate le libertà costituzionali fondamentali, quali la libertà di movimento (articolo 16), la libertà di riunione e manifestazione del pensiero (articolo 17) e la libertà di culto (articolo 19), ferma restando la riserva di legge relativa. Lo stesso Comitato – quindi, non Fratelli d'Italia – rileva ciò, rispetto a questo impegno, che era stato recepito dal Governo, con l'accoglimento dell'ordine del giorno, seppur riformulato. Anche in questo atto si prendono in considerazione una serie di libertà e di riaperture. Quindi, sono presenti - cita il Comitato - la disciplina delle attività scolastica, dei servizi di ristorazione (agli articoli 3 e 4), degli spettacoli aperti al pubblico e degli eventi sportivi (all'articolo 5), delle piscine, palestre, sport di squadra (all'articolo 6), di fiere, convegni e congressi (all'articolo 7), dei centri termali, dei parchi tematici e di divertimento (all'articolo 8). Rimangono, invece, oggetto della disciplina del DPCM del 2 marzo la libertà di circolazione e di movimento sul territorio nazionale, fatte salve le previsioni in ordine alla limitazione degli spostamenti in abitazioni private e alla disciplina speciale per i soggetti muniti della certificazione, e così via. Quindi, sostanzialmente, colleghi, ancora una volta, vengono eluse le libertà fondamentali, anche da questo provvedimento.

Sul decreto-legge Riaperture chi tra noi non esclama: “Finalmente!”? Finalmente le misure di contenimento del virus sono state fondamentali. Su questo anche Fratelli d'Italia ha fatto la propria parte, ma c'è un limite oltre il quale la regola diventa dispotica e distopica. C'è gente che ha sofferto oltre ogni misura. Abbiamo pianto migliaia di morti - questo è vero - e ogni morto anche con una, due o tre comorbilità, e poi forse anche su questo sarebbe bene aprire una Commissione d'inchiesta - e lo dice l'Istituto superiore di sanità, non lo dice Fratelli d'Italia- . Come dicevo, abbiamo pianto ogni morto e abbiamo avuto coloro che sostenevano le chiusure, sempre e comunque, nel nome di quella che è diventata una nuova ideologia, l'igienismo, una sorta di religione, come nuovo “ismo” imperante e persino nuovi ideologi, nuovi oracoli, nuovi pontefici, i virologi, o sedicenti tali, perché poi si è scoperto che alcuni di loro studiavano le zanzare, e non erano virologi.

In Italia il Governo “Conte 2” decise il primo lockdown, colleghi, seguito poi da una serie di surreali DPCM, che miravano persino a regolare l'intimità. Il modello che avevano in mente era forse quello cinese, John Authers su Bloomberg lo ha raccontato bene il modello cinese, colleghi. La Cina, la cui filosofia confuciana dominante enfatizza la vita e l'armonia sociale, ha mostrato quanto sia più facile proteggere la vita se i governi possono ignorare le libertà individuali. Nel gennaio del 2020, dopo che un cluster di casi di Coronavirus è emerso nella provincia di Hubei, le autorità hanno dichiarato uno stato di guerra, una volta che i casi hanno raggiunto il numero di 600. Quello che seguì fu un vero e proprio isolamento: circa 20 mila residenti dei villaggi periferici furono portati in autobus nelle strutture di quarantena del Governo; le persone di 3 città, con una popolazione complessiva di 17 milioni di abitanti, rimasero nei loro edifici per tutto il tempo; tutti gli 11 milioni di residenti nella capitale della provincia Shijiazhuang, dovevano fare due test COVID obbligatori ogni settimana; uomini in tuta marciavano per le strade vuote spruzzando disinfettante - e ce le ricordiamo tutti queste immagini -; le porte degli appartamenti, colleghi, furono sigillate letteralmente, con la saldatura dall'esterno, dopo che le autorità lasciavano pacchi di verdura per cinque giorni, e in molte case mancavano frigoriferi e forni. Questa era la ricetta e il modo con cui Pechino gestiva la pandemia: management sociale autoritario e strumenti della sorveglianza digitale.

Forse, come sempre succede in maniera farsesca, abbiamo provato, avete provato, di imitare questo modello anche qui, e in Italia lo abbiamo applicato anche noi. Prima l'applicazione Immuni, che, per come è stata assegnata, sembra essere molto una truffa. Ma su questo poi, magari, se esiste un giudice a Berlino, qualcuno ci dirà chi e come è stata assegnata la realizzazione di questa applicazione, e poi il suo fallimento. Ora il green pass, il certificato digitale.

Ma parliamo delle riaperture, colleghi. Il coprifuoco è un atto totalmente inutile e allontana i turisti. È una misura illegittima; in uno Stato democratico, le istituzioni non possono dirti quando puoi uscire di casa: libertà costituzionale. Il coprifuoco non serve a niente, ai fini del contrasto della pandemia. Andava abolito prima o neanche imposto e va sicuramente abolito subito, in ogni sua forma. Se io uso tutte le precauzioni e posso stare al ristorante fino alle 23, cosa accade nelle ore successive, affinché io non possa starci? I ristoratori, che avete messo in ginocchio, stanno perdendo cifre spropositate. In un'ora, i contagi stanno fermi, ma il fatturato no. Se non lo si capisce, significa semplicemente che non si ha cognizione né di come funziona l'economia, né di com'è la vita fuori dai corridoi dei Ministeri.

Come ha ricordato giustamente Giorgia Meloni a Draghi, nelle ore scorse, continuano a esserci misure assolutamente irragionevoli ai fini della lotta al COVID, dal tema del coprifuoco alle 4 persone a tavola, dalla mascherina all'aperto, quando si sa che non si ha contagio, al settore del wedding, che è letteralmente in ginocchio e non viene fatto riaprire.

Vedete, colleghi, noi abbiamo chiesto da tempo di fermare da subito queste misure. Abbiamo detto al Presidente di fermarle, di valutare se alcune di queste scelte non risultino prive di senso, allontanino i cittadini e distruggano la credibilità delle istituzioni. Persino Antonella Viola, da sempre una delle scienziate più aprioristicamente schierate a difesa del Governo, ha recentemente riconosciuto che (citiamo letteralmente) “il rischio di contagio all'aperto sappiamo che è bassissimo: circa 1 contagio ogni 1000 si verifica in queste condizioni, verosimilmente in presenza di assembramenti”, come ha scritto anche nell'editoriale su La Stampa del 28 aprile 2021. Uno studio della Fondazione Kessler, invece, recitava che “con le riaperture rischiamo 1.300 morti al giorno a metà luglio”. Nel Regno Unito ci sono 20 morti al giorno a lockdown finito e popolazione a rischio in gran parte vaccinata, ma evidentemente c'è qualcosa di profondo che ci sfugge su come vengano fatte (e poi diffuse) queste previsioni. Dal 17 maggio è permesso mangiare all'interno di pub e ristoranti in gruppi fino a 6 persone o 2 nuclei familiari. Sono aperti i cinema, i musei, le sale da concerto. I due terzi della popolazione sono vaccinati. In Italia il 20 per cento circa della popolazione ha completato il ciclo vaccinale e questo solo grazie all'intervento di un nuovo commissario, che, con approccio militare e logistico, ha rimesso in moto una vaccinazione che era in preda a dei sedicenti commissari, probabilmente effettivi truffatori (ma questo sarà la magistratura a stabilirlo). Mentre iniziano a salire le coperture nelle fasce d'età 50-59 e 40-49 anni, sono ancora oltre 3,3 milioni gli over 60 a elevato rischio di ospedalizzazione e decesso che non hanno ricevuto nemmeno la prima dose di vaccino.

Abbiamo chiesto, inoltre, al Presidente Draghi la tutela dei non garantiti: cassa integrazione anche per i lavoratori autonomi e NASpI per tutti i lavoratori atipici. Il blocco dei licenziamenti, quando il 40 per cento delle aziende italiane rischia di chiudere, colleghi, potrebbe non servire a molto. Chiediamo, quindi, che le risorse vengano messe sulla continuità delle imprese: quelle che mantengono i livelli occupazionali e non chiudono devono essere agevolate dallo Stato sul piano fiscale e burocratico.

Poi, le percentuali assolutamente insostenibili, colleghi, per lo spettacolo e per lo sport: il 50 per cento della capienza massima per lo spettacolo, con un numero massimo di 1.000 persone per gli spettacoli all'aperto, con platee che potrebbero contenerne anche 5.000, e 500 per gli spettacoli in luoghi chiusi. Tutto questo è insostenibile e dimostra l'insipienza di questo Governo e del sedicente Comitato tecnico-scientifico nel gestire le linee guida in ambiti che evidentemente non conoscono, non praticano e non sanno che economia muovono. Abbiamo presentato emendamenti, ordini del giorno, atti normativi per togliere questi limiti insensati, peraltro con un calendario sbagliato. Ma che senso ha, Ministro Franceschini, riaprire i teatri a fine stagione teatrale? Che senso ha? È ovvio che devono continuare gli indennizzi e i ristori. È ovvio, inoltre, che debbano essere assistiti nella ripartenza della stagione autunnale e per questo abbiamo fatto costituire – una nostra battaglia vinta - un tavolo permanente, a patto che qualcuno, però, lo riunisca per categorie.

Sin da subito abbiamo proposto, sulla falsariga di quanto avviene con i tavoli di crisi allo Sviluppo economico, delle convocazioni al tavolo sulla cultura in crisi, istituito con un nostro ordine del giorno, mirate per settori e dedicate a ogni singola realtà aziendale. Alle condizioni attuali, colleghi, non possiamo essere favorevoli alle riaperture prospettate, perché non tengono in considerazione le necessità e le peculiarità della moltitudine di categorie che fanno parte del comparto dello spettacolo dal vivo.

Quello che non sfugge è che coprifuochi e lockdown sono utili soprattutto perché permettono al Governo di dare la colpa ai cittadini e di allontanare le domande sgradevoli e che è meglio non fare. Quanti posti di terapia intensiva sono stati creati, colleghi, da marzo 2020 a oggi? Quanti medici o infermieri assunti o formati? Quanti investimenti nella sanità pubblica sono stati fatti, colleghi, dal Ministro Speranza, il peggiore Ministro che poteva capitare nel peggiore periodo pandemico di una Nazione? Soprattutto, quante persone sono state vaccinate a un anno dal “decreto Rilancio”, che ha stanziato risorse ingentissime per aumentare i posti in terapia intensiva (711 milioni di euro) e subintensiva (393 milioni; in totale più di 1 miliardo)? Ristrutturare i pronto soccorso e intervenire sui DEA. Gli interventi effettuati sono pochi, come denuncia un rapporto della Corte dei conti (non di Fratelli d'Italia).

Nonostante le diverse attese ondate di pandemia e le difficoltà di questi mesi, il potenziamento strutturale delle dotazioni di terapia intensiva risultava compiuto solo - pensate un po', colleghi - al 25,7 per cento.

Fa bene, invece, l'Abruzzo di Marco Marsilio, che ha speso il 75 per cento dei fondi, e questo anche a smentire alcune illazioni e alcuni attacchi in Aula nei giorni scorsi ai danni della regione Abruzzo.

Colleghi, parliamo del pass vaccinale. Abbiamo raccontato di strumenti tecnologici invasivi come l'applicazione Immuni, peraltro fallimentare. Abbiamo presentato emendamenti per garantire i dati degli italiani e audito in Commissione il Garante della privacy, che ha messo in luce la presenza di carenze nella norma, tra cui l'indeterminatezza delle finalità, fattori che non garantiscono la certezza su come saranno trattati i dati dei cittadini italiani.

Vedete, le posizioni del Garante - e non di Fratelli d'Italia - hanno aperto un'ulteriore falla nella strategia del Governo delle riaperture. Le certificazioni verdi, infatti, non ottemperano alle previsioni normative italiane ed europee e presentano rischi per i diritti e le libertà personali (ancora una volta dev'essere un vizio, un retropensiero cinese). Il green pass dovrà garantire il principio della minimizzazione dei dati - questa è la posizione del Garante della privacy e questa era la posizione di Fratelli d'Italia fin dall'inizio - e non dovrà essere collegato a Immuni. Che senso avrebbe utilizzare un'applicazione che fa dell'anonimato il proprio vanto - quando poi è stato dimostrato che non è esattamente così - e poi riversare tutti i dati di un cittadino all'interno della stessa applicazione? Come dicono gli esperti, mettere un certificato nominativo dentro un'applicazione che è stata specificatamente progettata per essere anonima è un controsenso, un rischio enorme per i dati dei cittadini e anche questo, collega Ianaro, che muove le dita e le mani, non lo dice Fratelli d'Italia ma lo dicono gli esperti di innovazione digitale.

Colleghi, siamo di fronte alla neolingua virale. Siamo vivendo nel 1984 di Orwell. Riaperture, mitici assembramenti e la neutralità delle parole, come “pandemia”, “virus”, “distanziamento sociale”. È la nuova neolingua del pensiero dominante. Ci sono gli scienziati che dettano le regole del vivere civile, su cui già Berlin metteva attenzione. Ci sono sempre stati pensatori che sostengono che se solo gli scienziati o le persone scientificamente preparate potessero essere messe a capo delle cose il mondo sarebbe enormemente migliore. Su questo devo dire che non c'è mai stata una scusa migliore e nemmeno una ragione per un dispotismo illuminato da parte di un élite che deruba la maggioranza delle sue libertà essenziali (e anche questo non lo dice Fratelli d'Italia).

Vi ricordate l'autocertificazione per uscire di casa? Cito Havel, esempio di libertà, e la famosa metafora dell'erbivendolo. Il direttore del negozio di verdura ha messo in vetrina, fra le cipolle e le carote, lo slogan: “Proletari di tutto il mondo unitevi!”. Perché l'ha fatto? Cosa voleva fare sapere al mondo? Il motivo non è la speranza che qualcuno lo legga o l'idea di convincere qualcuno di qualcosa, ma quello di creare, insieme con migliaia di altri slogan, proprio quel panorama che tutti conoscono bene, panorama che ha anch'esso il proprio significato occulto. Ricorda all'uomo dove vive e cosa ci si aspetta da lui, gli comunica cosa fanno gli altri e cosa deve fare anche lui se non vuole essere escluso, cadere nell'isolamento, dividersi dalla società, violare le regole del gioco e rischiare, quindi, la perdita della propria tranquillità e della propria sicurezza.

Colleghi, la pandemia ci ha mostrato in maniera chiarissima cosa avremo di fronte in futuro: viviamo in un gigantesco conflitto tra la politica e la tecnica, ci stiamo giocando lo spazio residuo delle libertà individuali. Dobbiamo trattare come il bene più prezioso la libertà che ci hanno donato uomini e donne che si sono sacrificati per conquistarla e difenderla.

È per questa ragione che Fratelli d'Italia continua la battaglia per le libertà essenziali, in virtù delle quali diciamo che queste riaperture sono tardive, incomplete e rappresentano lo stigma dell'incapacità di governo di quelle forze che sono rimaste in maggioranza fin dall'inizio della legislatura e di quelle che vi sono ritornate in buona fede, pensando di poter cambiare le regole del gioco. Ma il Ministro Speranza è ancora lì, con il suo socialismo pandemico, e noi siamo ancora qui a rappresentare gli italiani che vogliono tornare a vivere in libertà, con tutte le libertà essenziali e personali, a produrre e che non vogliono più essere conclusi nello spazio ristretto di un autoritarismo debole, dolce, ma che esiste.

Fratelli d'Italia difende la libertà costituzionale e per questa ragione considera il provvedimento in esame certo, necessario, ma sicuramente inutile e tardivo, perché ha leso l'economia nazionale e le libertà individuali e qualcuno dovrà pagarne il conto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche - A.C. 3045-A​)

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la relatrice, onorevole Ianaro, che rinuncia.

Ha facoltà di replicare il rappresentante del Governo, sottosegretario Costa, che rinuncia.

Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

Modifica nella composizione di una componente politica del gruppo parlamentare Misto.

PRESIDENTE. Comunico che la deputata Jessica Costanzo, già iscritta al gruppo parlamentare Misto, con lettera pervenuta in data odierna, ha dichiarato di aderire alla componente politica “L'Alternativa c'è” del gruppo parlamentare Misto.

Il rappresentante di tale componente, con lettera pervenuta in pari data, ha comunicato di aver accolto la richiesta.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Simone Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Grazie, Presidente Mandelli. Otto mesi fa si è celebrato il referendum sul taglio dei parlamentari: il fronte del “no” e il fronte del “sì”, con preoccupazioni, toni e anche con conseguenze diverse, si sono confrontati sul tema della riduzione del numero dei parlamentari nonché sull'esigenza che, da questa norma costituzionale, scaturissero elementi correttivi per permettere al nostro sistema sia di mantenere una certa funzionalità sia di mantenere una certa rappresentatività.

Da qualche tempo, in quest'Aula, Presidente, intervengo per sollevare questa questione, per sollevare il fatto che, in otto mesi, non si è messo in campo nulla per attivare questi correttivi. Mi dispiace dirlo, ma il voto ai diciottenni per il Senato - che abbiamo in calendario per la prossima settimana - non è certamente una risposta alle esigenze, ripeto, di funzionalità del Parlamento e di rappresentatività del Parlamento stesso.

Per fortuna, negli ultimi giorni, con intelligenza e autorevolezza, sia l'ex Presidente del Senato, Marcello Pera, sia l'ex Presidente della Camera, Luciano Violante, hanno messo in evidenza - con toni e prospettive diverse - la necessità dell'avvio di un dibattito serio, alto, importante sul funzionamento delle nostre istituzioni e segnatamente sul funzionamento del Parlamento.

Da questo punto di vista, Presidente Mandelli, abbiamo due strade: la prima è quella di approvare il prima possibile - secondo me, auspicabilmente, entro l'estate - una riforma del nostro Regolamento che adegui lo stesso alla riduzione del numero dei parlamentari sancita con l'approvazione della proposta di legge costituzionale e poi con il referendum. Su questo abbiamo presentato una proposta di riforma che adegua i quorum assoluti previsti nel Regolamento, che è stata sottoscritta dagli amici della Lega e dagli amici di Italia Viva, quindi con una sottoscrizione, diciamo così, trasversale rispetto anche agli schieramenti politici, che suggerisce alla Presidenza - così come anche io ho fatto in Giunta per il Regolamento da relatore e da componente della Giunta - un metodo, cioè quello di approvare da subito una riforma che costituisca, Presidente, la chiave per accendere il motore del Parlamento il primo giorno della prossima legislatura e poi, magari, successivamente, approfondire altri aspetti, per esempio quello dell'accorpamento delle Commissioni parlamentari che in primis spetta, come decisione, al Senato. Infatti, potremmo andare avanti con 14 Commissioni permanenti, avendo nella prossima legislatura 100 componenti in più di quanti il Senato non ne abbia oggi, per cui non è un problema della Camera l'accorpamento delle Commissioni, ma, se il Senato dovesse decidere l'accorpamento, è chiaro che anche questo ramo del Parlamento dovrebbe almeno porsi il problema della simmetria. Però, intanto suggeriamo di approvare una proposta minimale che metta la prossima legislatura nelle condizioni di iniziare, con tutto ciò che può essere discusso e ragionato nelle sedi opportune, nella Giunta per il Regolamento, tra i vari relatori che la Presidenza ha voluto indicare. E su questo credo che, di qui alla pausa estiva, dovremmo imporci delle scadenze.

La seconda questione è il cantiere delle riforme costituzionali vere e proprie. Personalmente ho lanciato l'idea - sottoscritta per altri versi, sostenuta per altri ancora, da altri colleghi e da altri amici - di un'Assemblea nazionale unica che accorpi il Senato da 200 e la Camera da 400, con determinati bilanciamenti; penso, ad esempio, alla doppia lettura interna, al rafforzamento, all'irrigidimento delle procedure ai sensi dell'articolo 138, ad un'età minima per la Presidenza, ad una Commissione affari regionali rafforzata, per fare in modo che si costituisca un'Assemblea funzionante, un interlocutore vero, forte per il Governo, salvaguardando funzionalità e rappresentatività del Parlamento. Ma anche se non fosse questa la proposta, che vi sia almeno un ragionamento sulle fonti, sulla limitazione, anche in termini di articoli o di contenuti, della decretazione, sui suoi tempi e su una via alternativa alla stessa, insomma una revisione, un ripensamento delle fonti del procedimento legislativo e di tante altre questioni, che sarebbero all'ordine del giorno in una democrazia normale, ma che, in un momento così speciale, particolare e straordinario, non sono al centro dell'attenzione dei partiti, perché c'è la pandemia, con il problema del rilancio economico, e perché ci sono tutte le ragioni che poi, in fondo, hanno portato a questo Governo e a questa strana maggioranza.

In conclusione, Presidente, credo che i partiti in questo momento abbiano lo sguardo rivolto altrove, ma credo anche sia giusto sollevare la questione e lanciare un appello ai volenterosi di questo e dell'altro ramo del Parlamento, affinché si inizi un ragionamento costruttivo, perché, se il Parlamento stesso non prende in mano il proprio destino e il proprio futuro, ahimè, credo che non lo farà nessun altro.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Lunedì 7 giugno 2021 - Ore 13:

1. Seguito della discussione sulle linee generali del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 22 aprile 2021, n. 52, recante misure urgenti per la graduale ripresa delle attività economiche e sociali nel rispetto delle esigenze di contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19.

(C. 3045-A​)

Relatrice: IANARO.

2. Seguito della discussione della proposta di legge costituzionale:

BRUNO BOSSIO; CECCANTI; BRESCIA ed altri; MELONI ed altri: Modifica all'articolo 58 della Costituzione, in materia di elettorato per l'elezione del Senato della Repubblica (Approvata, in un testo unificato, in prima deliberazione, dalla Camera e approvata, senza modificazioni, in prima deliberazione, dal Senato). (C. 1511​-1647​-1826​-1873-B​)

Relatori: CECCANTI e CORNELI.

3. Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:

L'ABBATE e PARENTELA; D'ALESSANDRO ed altri; VIVIANI ed altri: Interventi per il settore ittico e in materia di politiche sociali nel settore della pesca professionale. Delega al Governo per il riordino e la semplificazione normativa nel medesimo settore. (C. 1008​-1009​-1636-A​)

Relatori: GALLINELLA e VIVIANI.

La seduta termina alle 11,30.