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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 515 di martedì 25 maggio 2021

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI

La seduta comincia alle 12.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

MARZIO LIUNI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Battelli, Carinelli, Corda, De Maria, Del Barba, Luigi Di Maio, Gebhard, Gelmini, Grande, Grimoldi, Lapia, Lupi, Magi, Melilli, Montaruli, Muroni, Paita, Palazzotto, Schullian, Silli e Tasso sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 96, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 12,03).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sul tragico incidente verificatosi sulla funivia Stresa-Mottarone.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gusmeroli. Ne ha facoltà.

ALBERTO LUIGI GUSMEROLI (LEGA). Grazie, Presidente. Mai e poi sarei voluto intervenire, a nome della Lega, per una tragedia del genere. Credo che a tutti noi, a tutta Italia manchi ancora il respiro e si stenti a capire come sia possibile che un momento di gioia, di vacanza, per 14 persone, si sia trasformato in un momento di morte. Tutti noi abbiamo negli occhi una scena che possiamo solo immaginare: quel papà che ha stretto, ha avuto la forza, l'incredibile forza di abbracciare suo figlio e di salvarlo (Applausi). Tutti noi, da domenica, ci sentiamo stresiani, ci sentiamo del Lago Maggiore e sono sicuro che la popolazione di Stresa abbia sentito il grande affetto di tutta Italia, come hanno sentito il grande affetto i parenti delle vittime, e dovranno sentirlo anche nei prossimi giorni, quando le luci della ribalta si saranno spente. Noi abbiamo l'obbligo morale di essere vicini a Eitan, che sta lottando in ospedale, a cui diciamo: “forza Eitan, forza”! Però è anche il momento della verità e della giustizia, perché queste cose non devono succedere: mezzi di trasporto, mezzi di gioia non possono trasformarsi in mezzi di morte (Applausi). Noi tutti – credo – qui, come in tutto il Paese, saremo vicini ai parenti delle vittime e a Eitan. Dobbiamo farlo e dobbiamo sapere anche come sia possibile che sia successa una tale tragedia (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Mirella Cristina. Ne ha facoltà.

MIRELLA CRISTINA (FI). Grazie, Presidente. Forza Italia esprime, con questo intervento, cordoglio e solidarietà ai familiari delle 14 vittime della tragedia, che domenica ha coinvolto la funivia del Mottarone, a Stresa, tragedia che ha profondamente colpito tutta la comunità del Verbano-Cusio-Ossola, ma anche tutta la nostra Nazione. Il golfo Borromeo, sul Lago Maggiore, dove si affaccia e specchia il Mottarone, con ai suoi piedi Stresa, uno dei siti più incantevoli ed accoglienti d'Europa, si è macchiato di un lutto inspiegabile, incomprensibile e inammissibile. Lo shock, la tristezza, il dolore, l'amarezza saranno alleviati presto dalla scoperta delle reali motivazioni per le quali, anzitutto, si sia spezzata la fune traente del meccanismo e, soprattutto, delle ragioni per le quali il sistema frenante di sicurezza della funivia non sia entrato in azione, consentendo così alla cabina di arretrare velocemente, impattare contro il pilone, scarrocciare e rovinare al suolo, rotolando a valle, fino ad arrestarsi contro alcuni pini. Mentre, però, spetterà ai consulenti tecnici della procura della Repubblica di Verbania spiegare le cause tecniche di questa concomitanza di nefasti malfunzionamenti, il Parlamento ha il dovere di chiedere ed ottenere risposte ed impegno al Governo. Per tale ragione, Forza Italia invita, con assoluta urgenza, qui alla Camera dei deputati il Ministro con delega alle Infrastrutture, Enrico Giovannini, affinché ci garantisca un immediato controllo di tutte le strutture - funivie, cabinovie, seggiovie e ovovie presenti sul nostro territorio italiano -, strutture rimaste forse troppo tempo inattive a causa del lockdown, e affinché si impegni ad attuare un piano straordinario di riammodernamento delle stesse strutture e, se del caso, di smantellamento e rifacimento di quelle più vetuste. Tutti noi vogliamo continuare a credere alla tecnica e all'evoluzione tecnologica e vogliamo dare più sicurezza ai nostri cittadini, ai nostri utenti, se del caso, anche con un inasprimento delle norme poste a salvaguardia dell'incolumità delle persone.

Nell'attesa di avere precise risposte e sentire assunti determinati impegni è doveroso, in questa sede, ringraziare tutte le Forze dell'ordine (Applausi), tutti gli enti e le associazioni, i corpi di volontariato e i corpi di soccorso per il grande, competente, pronto e indefesso impegno applicato nelle emergenze, come in quella straziante consumatasi sul Mottarone domenica. E, nell'attesa di avere queste risposte, noi tifiamo per il piccolo Eitan (Applausi), per ora scampato alla tragedia e gli diciamo : “Eitan, la tua sopravvivenza per noi sarà insegnamento e speranza” (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sempre sullo stesso argomento, la deputata Silvia Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (IV). Grazie, signora Presidente. Bastava vedere gli occhi della sindaca di Stresa e gli occhi dei soccorritori per capire la tragedia che devono aver visto con i loro occhi: quelle lamiere accartocciate, in un paesaggio straordinariamente bello e struggente. Bastava vedere le lacrime della sindaca, per capire il dolore provato, nel vedere un giorno di festa trasformato in un giorno di tragedia: 14 le vittime, un piccolo che lotta tra la vita e la morte, Eitan, nell'ospedale “Regina Margherita”, oggi una vittima tra i lavoratori dell'informazione, che nell'andare nel posto della tragedia ha avuto un malore. Troppo, per un Paese che vanta e si vanta di avere le massime norme che garantiscono la sicurezza. In ragione di queste norme, si imbriglia il Paese e, poi, i ponti crollano, le funivie non funzionano e succede questa tragedia, Quindi, ci deve essere qualcosa che non va e, proprio per lasciare sicuramente il tempo alla magistratura di fare il proprio corso, ma anche alla politica di dare un segnale serio, mi collego con la richiesta della collega di Forza Italia di avere qui, in questi banchi, il Ministro Giovannini, che prontamente ieri è andato a Stresa, per assicurarsi di persona e per portare la solidarietà ai parenti delle vittime, ai soccorritori, agli amministratori locali, che stanno provando in questo momento un dolore indescrivibile, come tutti noi, nel vedere quelle immagini. Proprio perché la politica non può fare passi indietro e proprio perché è nel primo giorno vero di festa di riapertura di un Paese che è stato stremato dal COVID, noi non dobbiamo dare l'impressione che queste tragedie non comportino delle conseguenze. Il Paese intero si ricorderà di quel che è avvenuto, stringendoci anche nei giorni successivi alle famiglie e soprattutto dando poi un futuro al piccolo eroe, che sta combattendo una battaglia assolutamente straordinaria, e ai medici che stanno facendo di tutto per fargliela fare (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lorenzin. Ne ha facoltà.

BEATRICE LORENZIN (PD). Onorevoli colleghi, ieri siamo intervenuti tutti in quest'Aula con grande commozione. Le immagini di questo drammatico incidente erano fresche nella nostra memoria. Devo dire che già nella giornata di ieri abbiamo espresso tutti una grande commozione e una grande partecipazione al dolore delle famiglie delle vittime, un'empatia nei confronti di chi ci stava raccontando la tragedia dei soccorsi, come sono intervenuti – subito, immediatamente – e il trovarsi in una condizione di guerra. Ci hanno detto che hanno visto delle cose che neanche negli eventi di soccorso più estremi, a cui avevano partecipato i soccorritori, nella loro esperienza, si erano trovati davanti. Oggi, come già avevamo pensato, è una giornata più di riflessione. Il piccolo Eitan sta combattendo per la vita, ed è un po' il simbolo per tutti quanti noi, - ma penso tutti i genitori d'Italia – che stiamo facendo il tifo perché ce la faccia e perché poi gli si possa assicurare una prospettiva di futuro. Noi dobbiamo, però, qui oggi riflettere sul fatto che nel nostro Paese si susseguono in tempi brevi troppi incidenti drammatici che non hanno senso: ponti che crollano, strade che franano, disastri di varia natura e oggi una funivia, che dovrebbe essere uno dei meccanismi di trasporto più sicuri al mondo, con un sistema di sicurezza doppio, triplo, fatto proprio per scongiurare eventi come questi. Allora, ben venga l'intervento in quest'Aula del Ministro, che ci racconterà quello che può, ovvero come sta procedendo l'inchiesta, ma soprattutto sia la volta che noi mettiamo mano nel nostro Paese, accanto all'individuazione delle responsabilità, a un sistema di controlli veri, Infatti, noi qui facciamo tante norme sulla sicurezza, però abbiamo pianto pochi giorni fa le ennesime drammatiche morti bianche. Facciamo tante leggi, che riguardano la sicurezza delle persone nei luoghi del lavoro o nei trasporti o nel sistema della vita, ma poi, senza controlli, senza verifiche, queste nostre leggi rischiano di rimanere parole sulla carta. Ecco, noi dobbiamo fare in modo di ricordare queste 14 vittime cercando di fare il massimo possibile, perché questa rimanga una tragedia, che ricorderemo negli anni, ma che sia un caso assolutamente isolato. Il nostro Paese sta ripartendo dopo una drammatica pandemia e i luoghi più belli del nostro Paese devono essere sicuri, per i nostri cittadini e per tutti coloro che vogliono venire qui a vedere la bellezza dell'Italia (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signora Presidente. Di fronte alle immagini della tragedia, causata dal distacco di una cabina della funivia Stresa-Mottarone, è difficile trovare parole adeguate. Credo che, di fronte a quelle immagini, il silenzio sia forse la risposta più giusta. Poi c'è un tempo per esprimere, come hanno espresso tutti i colleghi - e noi ovviamente ci associamo -, vicinanza al dolore dei familiari delle vittime, vicinanza al piccolo Eitan, che sta combattendo tra la vita e la morte, apprezzamento per i soccorritori. È il tempo quindi di stringersi, come comunità, di fronte a quello che è capitato. Però, poi, con stessa nettezza, credo che dobbiamo in questa sede, nella sede del Parlamento, esprimere - io credo tutti unitariamente - l'impegno affinché le autorità competenti, chiunque abbia competenza su questa vicenda, faccia con il massimo sforzo tutto quello che si può fare, per comprendere cosa abbia potuto provocare questo disastro, che non sarebbe dovuto accadere. Questa è la sensazione che abbiamo tutti, che hanno tutti i cittadini. Credo quindi che, passata questa fase, occorrerà, anche con gli strumenti parlamentari, vedere che cosa non ha funzionato e, soprattutto, evitare che questo accada di nuovo (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie Presidente, per dire che, a nome di Fratelli d'Italia, esprimo di nuovo cordoglio, partecipazione, vicinanza e solidarietà alle famiglie di quanti sono stati colpiti da questa tragedia di Stresa. Una tragedia assurda e inaccettabile, sia perché ha colpito nel primo vero giorno di festa, dopo tanti mesi di pandemia, sia per le modalità che l'hanno determinata. Siamo accanto a Eitan nella preghiera, perché vinca la sua battaglia per la vita. Non è questo il momento, noi non reputiamo, adesso, di entrare nel merito dell'accertamento delle modalità e delle responsabilità di quanto accaduto, ma certamente Fratelli d'Italia non farà mancare la sua attenzione e la sua vigilanza in merito, nel verificare severamente le ragioni di quanto accaduto, della tragedia accaduta, in un panorama che vede in Italia il sistema delle infrastrutture accomunate da una gestione problematica, che crediamo debba rendere necessario, quanto prima possibile, un confronto anche nelle Aule parlamentari. Forza Eitan (Applausi)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Provenza. Ne ha facoltà.

NICOLA PROVENZA (M5S). Grazie Presidente. Anche noi, come MoVimento 5 Stelle, vogliamo ribadire quello che abbiamo già detto in Aula nella giornata di ieri, una giornata straziante per questa tragedia, che deve farci molto riflettere. Di qualche minuto fa è la notizia che anche un operatore televisivo, che era giunto nei pressi del luogo del disastro, è deceduto, proprio nell'esercizio della sua attività, quasi a simboleggiare un dolore che non trova fine.

Ed è forse anche per questo che la figura di Eitan, di questo bambino, oggi diventa un simbolo, in un momento così difficile per il nostro Paese che vive una tragedia umana rispetto alla quale il Parlamento e il Governo non possono rimanere insensibili. Come molti colleghi hanno già sottolineato, devono farsi carico della fase successiva rispetto al momento di dolore e di condivisione con atti concreti, soprattutto relativamente alla sicurezza delle infrastrutture del nostro Paese. Questo deve essere un impegno solenne che dobbiamo prendere per non rendere vana una pagina dolorosissima, rispetto alla quale noi esprimiamo ancora il nostro dolore ma anche il nostro sostegno a questo bambino che, come ripeto, deve essere per noi anche un simbolo di rinascita. Quindi, gli diciamo: forza Eitan (Applausi).

Per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Deidda, per un richiamo al Regolamento. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente, per un richiamo al Regolamento, articoli 129 e seguenti. Impiegherò un minuto, solamente per ribadire e chiedere alla Presidenza di intervenire presso il Governo sulla necessità del rispetto del Regolamento per quanto riguarda le interrogazioni. Io aspettavo una risposta ad un'interrogazione da ben due anni, sul parco archeologico di Mont'e Prama. Ero rassegnato a non ricevere risposte, tranne vedere che il Ministero comunica tramite i quotidiani l'oggetto della mia interrogazione. Ho chiesto e più volte rinnovato l'esigenza di rispettare i tempi, avevo cercato di documentarmi sul tema ma il Ministro della Cultura, anche in via informale, non mi ha mai risposto e, invece, scopro che dialoga coi giornali dando le risposte direttamente sui quotidiani. Io penso che questa sia una mancanza di rispetto dei lavori, non del sottoscritto, ma di tutti i parlamentari che pongono degli interrogativi e il Ministero dovrebbe rispondere in quest'Aula, o in forma scritta, sui temi che noi poniamo. Quindi, chiedo un intervento della Presidenza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. La sottosegretaria Bergamini è presente, quindi sono certa che avrà ascoltato il suo appello. Riferirò, comunque, la sua richiesta al Presidente Fico.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2167 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1° aprile 2021, n. 44, recante misure urgenti per il contenimento dell'epidemia da COVID-19, in materia di vaccinazioni anti SARS-CoV-2, di giustizia e di concorsi pubblici (Approvato dal Senato) (A.C. 3113​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3113: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1° aprile 2021, n. 44, recante misure urgenti per il contenimento dell'epidemia da COVID-19, in materia di vaccinazioni anti SARS-CoV-2, di giustizia e di concorsi pubblici.

Ricordo che è stata presentata la questione pregiudiziale Lollobrigida ed altri n. 1.

(Esame di una questione pregiudiziale – A.C. 3113​)

PRESIDENTE. Passiamo quindi all'esame di tale questione pregiudiziale.

Avverto che, a norma del comma 3 dell'articolo 40 del Regolamento, la questione pregiudiziale può essere illustrata per non più di 10 minuti da uno solo dei proponenti. Potrà altresì intervenire un deputato per ognuno degli altri gruppi per non più di 5 minuti.

La deputata Ylenja Lucaselli ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale Lollobrigida ed altri n. 1.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. “A troppi e troppo gravi episodi di violenza del diritto si è dovuto assistere, realizzati con decreto-legge”: queste sono le parole che venivano usate da Zagrebelsky per descrivere l'abuso della decretazione d'urgenza che si è perpetrato durante gli anni, un abuso che purtroppo continua ad esserci e che non vede la fine. È proprio da questo fenomeno che inizia la storia del principio di omogeneità, che ha trovato la consacrazione, come sappiamo, in quest'Aula nell'articolo 15, comma 3, della legge n. 400 del 1988, nella quale si afferma che “i decreti devono contenere misure di immediata applicazione e il loro contenuto deve essere specifico, omogeneo e corrispondente al titolo”.

Credo sia noto a tutti in quest'Aula il principio dell'articolo 77 della Costituzione, secondo cui solo in casi straordinari di necessità e d'urgenza, il Governo adotta, sotto la sua responsabilità, provvedimenti provvisori con forza di legge e questo perché la funzione che ha il decreto è quella di rispondere all'esigenza di fronteggiare situazioni anomale, non agevolmente affrontabili attraverso l'uso del procedimento legislativo ordinario, così come previsto dall'articolo 72 della Costituzione. Del resto, anche l'articolo 96-bis del Regolamento della Camera prevede un'ulteriore forma di controllo, che ha per oggetto proprio i limiti stabiliti al comma 3 della legge n. 400/1988, secondo cui i decreti devono contenere misure di immediata applicazione e il loro contenuto deve essere specifico, omogeneo e corrispondente al titolo.

Vedete, colleghi, è proprio sul criterio di omogeneità che deve avere il decreto-legge sul quale oggi dobbiamo soffermarci, perché il decreto in fase di conversione oggi ha un testo che inizialmente era composto da 12 articoli e 53 commi e, dopo la lettura al Senato, ora è composto di 21 articoli e 85 commi, che spaziano dalle misure urgenti per il contenimento dell'epidemia a disposizioni in materia di giustizia, di lavoro, di rendicontazione del sistema sanitario, finanche al rinnovo degli organi degli ordini professionali o alle misure inerenti i termini nell'ambito della disciplina transitoria e speciale relativa alle assunzioni nelle pubbliche amministrazioni.

Allora, è di tutta evidenza quello che pone Fratelli d'Italia con questa questione pregiudiziale, è di tutta evidenza che si tratta, anche in questo caso, dell'ennesimo ricorso alla decretazione d'urgenza, in totale spregio al principio della omogeneità costituzionalmente garantito. È proprio l'applicazione di questo principio l'unico rimedio al disordine normativo. Evidentemente, i meccanismi previsti dalla Costituzione, che vedono nel Parlamento e nel Presidente della Repubblica gli organi deputati al controllo del decreto-legge, non hanno funzionato. Da una parte, ci ritroviamo un Governo che usa il decreto-legge come contenuto normativo dove inserire qualunque cosa, dall'altro, un Parlamento, di cui fa parte la maggioranza politica di Governo, che, al momento di convertire, introduce una quantità innumerevole di emendamenti, che spesso alterano profondamente e in modo sostanziale il contenuto del decreto-legge, servendosi spesso dell'introduzione di normative del tutto estranee all'oggetto del decreto-legge originario. Il risultato è dato da una proliferazione di “leggine” dagli effetti precari e con conseguenze dirompenti sulla certezza dei diritti. A questo si aggiungono la prassi della questione di fiducia e dei maxi-emendamenti, che vanno a snaturare il procedimento speciale della legge di conversione e, con essa, la forma di Governo parlamentare.

Noi chiediamo il rispetto delle determinazioni della Suprema Corte, lo conosciamo tutti qual è l'orientamento della Suprema Corte, a partire dalla sentenza del 2012, ribadita e ripetuta in quelle del 2014 e in tutte le successive: la Corte chiede che si applichi fedelmente la Costituzione e non si proceda all'esame del disegno di legge, in questo caso il n. 3113, perché è fortemente viziato, sia sotto il profilo della legittimità costituzionale sia sotto quello della illegittima compressione di diritti costituzionalmente garantiti, come, ad esempio, quello della libertà.

Noi riteniamo che il primo vero passo di questo Parlamento per ripristinare la legalità e per ripristinare il giusto rispetto del dettame costituzionale sia quello di partire dal corretto utilizzo degli strumenti legislativi che possono essere utilizzati all'interno di quest'Aula. Per poterlo fare, non possiamo non seguire il dettame costituzionale ma, soprattutto, l'interpretazione autentica fatta dalla Suprema Corte, che ha più volte ribadito la necessità che ci sia una omogeneità di contenuti. Non possiamo arrivare a decretare d'urgenza in materia di COVID e finire, poi, con il riempire quel testo di una serie di emendamenti che nulla hanno a che fare con quella emergenza. Ci deve essere un nesso logico e teleologico fra le due questioni. Dico questo perché, quando parliamo di questioni di merito, quando parliamo di questioni costituzionali, è ancora più importante rispettare il principio, rispettare la norma, rispettare le indicazioni che ci vengono date dalla Corte.

Questo provvedimento parte da un assunto e, quindi, parte da una indicazione letterale del proprio contenuto, parte dall'emergenza COVID, quindi da quella necessità e da quella urgenza, ma dobbiamo considerare non solo che quella urgenza oggi, in realtà, a distanza di un anno e mezzo, è pedissequa, è ovviamente indicata solo da parte del Governo per le proprie necessità dispositive, ma, soprattutto, arriva, poi, ad avere un contenuto di merito che, costituzionalmente, non può trovare riscontro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (MISTO-L'A.C'È). Presidente, il Presidente Fico, all'atto del suo insediamento, ci aveva detto quanto fosse importante la centralità di questo Parlamento. Dopo tre anni, possiamo dire che gli intendimenti del Presidente Fico sono, ahimè, miseramente naufragati. Questo Parlamento non conta nulla e questo Parlamento conta ancora meno di quando alla Presidenza della Camera vi era la deputata Boldrini. Di questo il Presidente Fico si dovrebbe rendere conto, del fatto che questo Parlamento, come dicevano alcuni, in un passato che spero non ritorni più, è ormai diventato davvero un'Aula sorda e grigia, in cui non c'è più dibattito, non ci sono più interventi nel merito.

Ma il vero problema è che il dibattito, in tutto questo profluvio di decreti-legge, viene evitato anche nelle Commissioni di riferimento, e proprio questo decreto ne è l'esempio plastico. Nella stessa Commissione di merito, la I Commissione, non si sono votati tutti gli emendamenti perché l'ufficio di presidenza ha deciso che non era importante votare gli emendamenti. Nella stessa I Commissione non si sono fatti intervenire i deputati che avevano presentato i loro emendamenti e questo dimostra il peggioramento della qualità delle presidenze delle Commissioni; il fatto che fossero molto più democratici i presidenti di Commissione, per esempio, di Forza Italia, ricordo il presidente Sisto, o la Ferranti della Commissione giustizia, della scorsa legislatura, piuttosto che i presidenti di Commissione che attualmente presiedono e che sono del MoVimento 5 Stelle. Uno potrebbe dire che i cosiddetti parvenu, una volta seduti su delle poltrone, si trovano comodamente e vogliono evitare il dibattito perché non ne sono all'altezza.

Ma passando, invece, a questo decreto, c'è da dire che questo decreto, come avviene spesso, è diventato un marchettificio, è diventato un marchettificio laddove è stata aggiunta la norma sui direttori generali del Trentino Alto-Adige, nonché sui direttori generali della Valle d'Aosta e, guarda caso, è stata aggiunta da un senatore della Valle d'Aosta. Mi domando che emergenza ci sia per cambiare la norma sui direttori generali delle ASL. Ma non c'è solo questo, c'è l'emendamento sulla famigerata scienza delle religioni, su coloro che potranno insegnare anche oltre il loro mandato e le loro competenze. Anche questo emendamento è stato inserito durante il dibattito al Senato. Ed è per questo, ma anche per tanti altri motivi, che L'Alternativa c'è voterà a favore della pregiudiziale presentata.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Iezzi. Ne ha facoltà.

IGOR GIANCARLO IEZZI (LEGA). Grazie, Presidente. Credo che tutti dobbiamo ammettere che la questione pregiudiziale è oramai diventata un rito che si celebra a ogni decreto e che si ripete sempre uguale a se stesso. Uno dei temi che viene ripetuto in maniera standard è quello del carattere eterogeneo del provvedimento e la risposta standard - perché, oramai, il dibattito purtroppo si ripete, lo devo dire, con un po' di cinismo, sempre negli stessi termini - è citare la sentenza della Corte costituzionale che prevede, comunque, l'omogeneità di scopo e, cioè, il fatto che, all'interno di un provvedimento, le norme vadano tutte nella stessa direzione, e la direzione che hanno le norme in questo provvedimento è quella di tutelare i cittadini e creare un percorso più veloce possibile di ritorno alla normalità del nostro Paese dopo i terribili mesi che abbiamo passato per fronteggiare la pandemia e il COVID.

Ma quello che mi sorprende di più - questa pregiudiziale arriva da una parte del centrodestra che ha deciso di non intraprendere il percorso di Governo - è che si metta in dubbio la necessità e l'urgenza di questo provvedimento. Io credo che velocizzare il processo di ritorno alla normalità del nostro Paese sia proprio il classico esempio di norme che siano urgenti e necessarie (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Allora, fatemi capire: come è possibile non considerare urgente e necessario, per esempio, lo scudo penale ai vaccinatori? Indipendentemente, poi, dal giudizio che uno può dare; però, se non ne discutiamo nel momento in cui si fanno le vaccinazioni dello scudo penale per i vaccinatori, quando lo volete discutere? Dopo? Stesso discorso per lo scudo penale per i medici: quando lo vogliamo discutere, se non ora? Anzi, forse, permettetemi di dire, arriviamo fin troppo tardi, perché lo scudo penale per i medici andava affrontato addirittura mesi e mesi fa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Per esempio, l'esercizio dell'attività giudiziaria in maniera semplificata: cosa stiamo aspettando a farlo? Anche questo, altro che necessario e urgente, andava fatto mesi fa. Stessa cosa per i concorsi pubblici semplificati: siamo in un momento di difficoltà, se vogliamo permettere al nostro Paese di ripartire, c'è la necessità di fissare delle regole sui concorsi pubblici, che rientrano benissimo nella fattispecie della necessità e dell'urgenza. Quindi, davvero mi sorprende che, in questo percorso che il Governo sta intraprendendo per un ritorno alla normalità, non si sia schierato tutto il centrodestra.

Fa niente, andiamo avanti lo stesso e il nostro parere, quindi, di fronte alla questione pregiudiziale non può che essere contrario (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ceccanti. Ne ha facoltà.

STEFANO CECCANTI (PD). Grazie, Presidente. Due rapide osservazioni. La prima è questa: in parte lo diceva anche, poco fa, il collega Iezzi: l'emergenza richiede, di per sé, una produzione rapida di norme per uscire dall'emergenza stessa. Allora, noi dobbiamo metterci d'accordo su cosa vogliamo: se vogliamo che le norme passino e siano emendabili in Parlamento, la strada della decretazione è quella più fisiologica, perché, altrimenti, dobbiamo passare attraverso i DPCM, che hanno solo una limitata parlamentarizzazione. Quindi, il decreto rappresenta, in questa condizione, il bene possibile, lo strumento che più ci avvicina alla fisiologia.

Però mi sembra che ci fosse, nella pregiudiziale, anche un secondo tema, quello sulla legittimità dell'obbligo vaccinale, che forse, purtroppo, non esamineremo qui per l'ultima volta, ma che ritorna. Su questa legittimità è molto chiaro il dossier degli uffici, a pagina 59, che ricorda la sentenza n. 5 del 2018 della Corte, che è esattamente mirata su un obbligo vaccinale inserito per decreto, cioè un qualcosa del tutto analogo al caso di oggi. E cosa ci dice la Corte, in sostanza? Che quando noi usiamo l'articolo 32, come si usa anche in questa pregiudiziale, per teorizzare che ogni individuo è un atomo e può decidere cosa fare, indipendentemente dagli altri, in materia di tutela della salute, purtroppo ogni uomo non è un atomo, perché le scelte che lui fa, che ogni persona fa, ricadono sulle altre e, quindi, il legislatore ha una discrezionalità di valutare i casi in cui basta il tentativo di persuadere e i casi in cui questo tentativo non appare efficace e, quindi, si passa, purtroppo, anche a un obbligo. Non si fa un obbligo perché ci piace obbligare le persone, si fa un obbligo per la tutela della salute collettiva, questo è il punto. Non c'è masochismo legislativo, c'è un equilibrio tra i diritti delle persone (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Elisa Tripodi. Ne ha facoltà.

ELISA TRIPODI (M5S). Grazie, Presidente. Presidente, io sarò molto breve, visto che questa pregiudiziale, nel merito, è praticamente identica alle altre pregiudiziali presentate da Fratelli d'Italia e i motivi per i quali questa pregiudiziale appare strumentale e infondata sono identici ai motivi delle precedenti pregiudiziali. Quindi, anche questo provvedimento evidenzia, senza ombra di dubbio, il requisito dell'urgenza e della necessità, dovuto all'esigenza di dare risposte immediate, sia per contrastare le ricadute negative a livello sociale, a livello economico, a livello sanitario innescate dalla pandemia sia anche per diminuire e attenuare il contagio e il carico dei ricoveri negli ospedali.

Tenuto conto di queste esigenze, è evidente che anche questo provvedimento contiene delle disposizioni necessarie per proteggere il diritto alla salute dei cittadini sancito dall'articolo 32 della Costituzione. Però, è sempre bene anche ricordare che, tra uno slogan e l'altro, approfittando della legittima paura e approfittando della legittima rabbia dei cittadini, si tende irresponsabilmente a dare una narrazione vergognosa, falsa e tendenziosa sulle misure emergenziali prese dal Governo, così come è stato fatto con il Governo Conte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E su cosa questa narrazione è falsa? Su una continua e ripetuta violazione della Costituzione e dei diritti fondamentali; abbiamo sentito parlare, a questo proposito, di dittatura sanitaria e quant'altro. Eppure, la Costituzione, ma anche la dottrina e la giurisprudenza, riconoscono un valore particolare al diritto alla salute, che non è solo un diritto ma anche un interesse collettivo. Il diritto alla salute è strettamente correlato al diritto alla vita, che è l'unico diritto assoluto e prevale sempre sugli altri, perché la vita è la condizione necessaria per godere di tutti gli altri diritti. Fortunatamente, la situazione sanitaria migliora di giorno in giorno e siamo tutti entusiasti di questo, sia per lo svuotamento delle terapie intensive, sia di poter ritornare a condurre la quotidianità della nostra vita pre COVID. Inoltre, in questa pregiudiziale si contesta il carattere della eterogeneità del provvedimento in esame, ma la possibilità per un decreto-legge di avere un carattere eterogeneo è stata confermata dalla Corte costituzionale. Un provvedimento con più disposizioni con diversa natura non si pone in contrasto con la ratio che sottende alla decretazione d'urgenza, ma basta che sia presente una sostanziale omogeneità di scopo e questa omogeneità è presente all'interno di questo provvedimento. Quindi, per questi motivi, dichiaro il voto contrario del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Felice Maurizio D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Grazie, Presidente. La pregiudiziale, con riguardo ai temi della straordinarietà, dell'urgenza e dell'indifferibilità di questi provvedimenti, non tiene conto del fatto - mi spiace dirlo alla collega dei 5 Stelle - che proprio il Governo Conte ha creato un'ulteriore necessità e urgenza nel dover provvedere (Applausi di deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Quindi, la pregiudiziale di costituzionalità rispetto a cosa? Ai presupposti di urgenza, di necessità? Ci sono tutti questi presupposti, tanto è vero che nel provvedimento e nel preambolo in più parti si richiamano queste necessità, individuando anche quali sono i temi che poi, nei tempi ristretti che abbiamo, tenterò di elencare. Ma una prima questione deve essere immediatamente colta, cioè, come diceva il collega Ceccanti, che non si usa lo strumento del DPCM ma che stiamo usando lo strumento del decreto-legge e stiamo usando il decreto-legge in una situazione di straordinarietà e di urgenza che rende indifferibile il dover provvedere, perché l'evolversi della situazione epidemiologica, il carattere particolarmente diffusivo dell'epidemia e l'accelerazione della profilassi vaccinale necessitano di una serie di interventi che, in questo caso, sono il corpo di un provvedimento che interviene su più punti. Allora, è un po' difficile non affermare ciò che anche il collega Battilocchio, in sede di discussione sulle linee generali, ha ricordato, cioè che questo decreto, pur inserendosi nel filone emergenziale della decretazione d'urgenza, lo fa in modo diverso dal passato proprio con riguardo alla normazione primaria, che riprende la centralità con questo provvedimento. Poi, come non ricordare che il Governo è nato su questa emergenza e per risolvere questa emergenza? È evidente che anche i colleghi di Fratelli d'Italia lo sanno, perché spesso in alcuni provvedimenti si sono astenuti e, quindi, hanno compreso che nei provvedimenti c'erano anche elementi sui quali era difficile poter contrastare la necessità e l'urgenza. Ma, ad esempio, per quanto riguarda Forza Italia - ma poi lo dirò anche per altre questioni -, lo scudo penale per il personale medico-sanitario è un'urgenza o non lo è? Lo dicevamo tutti che era un'urgenza. Il collega Russo e il sottosegretario Sisto, anche insieme ad altri colleghi, avevano già presentato proposte in merito, che sono state recepite in una norma ragionevole in questo decreto. La baraccopoli della città di Messina è un'urgenza che riguarda ormai le esigenze e i bisogni di cittadini che ancora sono sottoposti a una condizione esistenziale terribile. Ebbene, l'onorevole Siracusano ha più volte proposto questa questione, è stata recepita dal Ministro Carfagna e stiamo andando verso la risoluzione. È urgente o no intervenire con le risorse necessarie? L'innovazione prevista dall'articolo 10 in materia di reclutamento del personale della pubblica amministrazione voluta dal Ministro Brunetta, che premia e valorizza i percorsi formativi dei giovani ponendo l'accento sul merito, è una questione importante o no? È urgente o no? Si è ritenuto necessario disporre misure inderogabili per assicurare in tutto il territorio nazionale lo svolgimento delle attività scolastiche e didattiche dei primi gradi dell'istruzione. Lo scorso anno accusavamo il Governo Conte, che non aveva provveduto per tempo; stiamo provvedendo. È importante che ci sia una maggiore semplificazione e celerità delle procedure concorsuali? Questo lo dice il decreto. È importante che le funzioni amministrativa e giurisdizionale siano garantite nella loro continuità o no? Sono tutti temi che dimostrano l'urgenza e la necessità di questo provvedimento. Allora, colleghi di Fratelli d'Italia, io comprendo e leggo con attenzione le vostre pregiudiziali, però, siccome sono pregiudiziali di costituzionalità, scegliete un altro tema, perché l'urgenza e la necessità sono assolutamente incontestabili nel merito del provvedimento. Quindi, trovate argomenti diversi, perché altrimenti la replicazione di queste pregiudiziali, con tutto il rispetto per la vostra opposizione, non coglie nel segno, perché il segno dell'urgenza e della necessità è proprio l'elemento sul quale è completamente impossibile trovare appigli di natura costituzionale. Per questo, il voto contrario di Forza Italia sulla pregiudiziale è deciso e convinto e soprattutto informato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marco Di Maio. Ne ha facoltà.

MARCO DI MAIO (IV). Grazie, Presidente. Anche il gruppo di Italia Viva respinge le questioni pregiudiziali che sono state avanzate da Fratelli d'Italia con la stessa motivazione con cui abbiamo respinto in passato altre analoghe pregiudiziali che erano state avanzate, perché quando si critica il contenuto plurimo del decreto si ignora il fatto che è stata espressamente la Corte costituzionale, ormai dal 2012, a determinare che un provvedimento con molteplici disposizioni di diversa natura non si pone in contrasto con la logica della decretazione d'urgenza se presenta una sostanziale omogeneità di scopo, come avviene, in maniera del tutto evidente, in questo decreto, che risponde anche all'altro criterio fissato dalla Corte, che è quello dell'intrinseca coerenza. È evidente, quindi, che queste argomentazioni valgono anche per le misure che sono state introdotte dal Senato con le modifiche apportate grazie ai lavori di Commissione. C'è poi una questione che riguarda la compressione delle libertà personali. Però, a questo proposito va evidenziato che nessuna delle disposizioni del decreto-legge, che stiamo convertendo definitivamente in legge, limita in alcun modo le libertà personali di cui all'articolo 13 della Costituzione. L'introduzione di una norma che subordina un più razionale impiego di specifiche categorie di lavoratori considerati a rischio, a fronte della vaccinazione, risponde alle finalità e alle tutele di cui all'articolo 32 della Costituzione stessa, quello che sancisce il diritto alla salute come il più importante tra i diritti, se così si può dire, anche se è una definizione anomala e contestabile ma nel poco tempo che abbiamo a disposizione ci limitiamo a dire questo. Quindi, non c'è un obbligo di trattamento sanitario e non si vede dove il provvedimento in esame possa andare a violare queste libertà individuali. Del resto, la strumentalità di questa questione di pregiudizialità che è stata presentata e delle argomentazioni che sono in essa contenute è evidente: basta leggere la data di questo decreto, che è quella del 1° aprile. Dal 1° aprile ad oggi sono cambiate enormemente le condizioni, ma quelle di allora erano condizioni che richiedevano interventi urgenti anche per pianificare e porre le basi per le successive riaperture. Se oggi abbiamo le riaperture, di cui stiamo beneficiando e di cui sta beneficiando il Paese, è anche perché si è avuto il coraggio di prendere queste decisioni, le decisioni contenute in questo decreto.

Tra l'altro, le questioni pregiudiziali andrebbero presentate quando ci sono realistiche possibilità che abbiano un fondamento. Ed è evidente che siamo di fronte a un provvedimento che è già stato votato dal Senato, che è già stato discusso in Commissione e sul quale sono stati presentati emendamenti. Quindi, ancora una volta, questa fase del dibattito parlamentare si va a connotare più come un modo - del tutto legittimo, ovviamente, ma che noi non condividiamo - di utilizzare lo strumento della pregiudiziale, non per porre questioni concrete e reali di costituzionalità, ma per allungare il tempo dei lavori.

PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi sulla questione pregiudiziale.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla questione pregiudiziale Lollobrigida ed altri n. 1.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

(Esame dell'articolo unico - A.C. 3113​)

PRESIDENTE. Essendo stata respinta la questione pregiudiziale, passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e degli emendamenti riferiti agli articoli del decreto-legge.

Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 7, del Regolamento, in quanto estranee rispetto ai contenuti del provvedimento, le seguenti proposte emendative, già dichiarate inammissibili in sede referente: Rotelli 1.011, Frassinetti 10.04, Bucalo 10-bis.01, Colletti 10-quater.01, Bignami 11-bis.01, Gemmato 11-quater.01.

Avverto, altresì, che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi dell'articolo 86, comma 1, e 96-bis, comma 7, del Regolamento, in quanto estraneo rispetto ai contenuti del provvedimento, l'emendamento Ungaro 4.102, non previamente presentato in Commissione, volto a consentire agli italiani residenti all'estero ed iscritti all'AIRE l'accesso ai vaccini. Tale emendamento riguarda le categorie dei soggetti inclusi nella campagna vaccinale in corso, laddove il provvedimento reca, in materia di vaccini, esclusivamente disposizioni specifiche relative alle modalità di espressione del consenso da parte delle persone incapaci, alla limitazione della responsabilità penale e all'obbligo vaccinale del personale sanitario.

Ha chiesto di parlare sull'ordine lavori il deputato Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (IV). Grazie, Presidente. Capisco l'inammissibilità e che dobbiamo convertire questo decreto in pochi giorni, ma voglio attirare, se possibile, l'attenzione del Governo su questa situazione gravissima: ci sono migliaia di cittadini, in Italia, fragili, anziani, con patologie, che non possono essere vaccinati contro il COVID in quanto iscritti all'AIRE. Molte regioni d'Italia stanno procedendo alla vaccinazione dei trentenni, dei quarantenni e dei cinquantenni; io ricevo e-mail da cittadini di 70, 80, 85 anni che non riescono a vaccinarsi.

PRESIDENTE. Collega…

MASSIMO UNGARO (IV). È stata emanata un'ordinanza del Commissario Figliuolo che le regioni non stanno attuando. Chiedo al Governo di chiedere alle regioni di attuare immediatamente l'ordinanza n. 7 del Commissario Figliuolo.

PRESIDENTE. Avverto che, fuori dalla seduta, sono stati ritirati gli emendamenti Claudio Borghi 4.5 ed Enrico Costa 11.1.

La I Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere, che è in distribuzione.

Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo, in particolare, a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.

La deputata Cunial è stata, quindi, invitata a segnalare l'emendamento da porre, comunque, in votazione.

Ha chiesto di parlare sul complesso degli emendamenti il deputato Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente. Io intervengo perché, a mia firma, è stato presentato l'emendamento 11.1 che, qualche minuto fa, ho ritirato. Voglio illustrare, sia il contenuto dell'emendamento, sia le ragioni del ritiro.

Il decreto in esame prevede una disciplina del concorso in magistratura in epoca COVID: prevede che, anziché le tre prove ordinarie scritte - quella di civile, quella di penale e quella di amministrativo -, se ne svolgano soltanto due e che le due materie vengano estratte a sorte nella stessa mattina del concorso. Si arriverebbe al potenziale paradosso che un candidato a svolgere la funzione di pubblico ministero, che passi poi il concorso, non sia stato esaminato in uno scritto di diritto penale; cioè, una persona diventa pubblico ministero senza essere stato esaminato nello scritto di diritto penale. Penso che questa sia una criticità molto grave di questo testo, che avrebbe dovuto essere corretta.

Mi si obietta: “lo presenti adesso, se passa questo emendamento, il decreto non fa in tempo a ritornare al Senato e non può essere convertito”. Però, deve essere chiaro - e lo dico, prima di tutto, ai colleghi della maggioranza - che questa obiezione ha una grossa criticità, perché questo decreto è stato al Senato dal 1° aprile al 14 maggio. Noi arriviamo adesso e siamo con le mani legate; se proviamo a correggere, se proviamo a emendare, diventiamo sabotatori rispetto all'attività ordinaria del Governo.

Allora, ci si dica in che direzione andare, ci si spieghi cosa è meglio fare, perché, viene introdotto con il mio emendamento anche un tema che certamente diventerà un tema all'ordine del giorno nei prossimi mesi ed è il tema della separazione delle funzioni tra pubblici ministeri e magistrati giudicanti. Perché? Perché, per correggere la stortura di questo decreto, l'emendamento prevedeva che si dicesse, prima, all'atto della domanda per fare il concorso in magistratura, se il candidato volesse intraprendere la carriera, la funzione, di pubblico ministero o quella di magistrato giudicante; e i pubblici ministeri avrebbero dovuto, comunque, svolgere la prova scritta di diritto penale. Mi sono accorto che, questo, nella nostra maggioranza, è diventato un argomento tabù: non si può parlare di questo, perché c'è un sabotaggio, non soltanto del decreto, ma dell'armonia della maggioranza stessa.

Ma io ricordo a me stesso e ricordo a tutto il centrodestra che questa è una battaglia storica, questi sono temi di giustizia liberali, temi portati avanti da molto tempo.

Ora farci soffocare e pensare che nella riforma del CSM e dell'ordinamento giudiziario - lo dico non tanto sul tema di questo decreto, l'emendamento, infatti, è stato ritirato, - non abbia cittadinanza il tema della separazione delle funzioni significa veramente mettere da parte le proprie opinioni, la propria storia e la propria natura. E perché? Perché c'è un venticinque per cento di quest'Aula, una parte di questa maggioranza, rappresentata dal MoVimento 5 Stelle, che non vuole neanche sentire parlare di questa materia? Bene, ma cerchiamo di essere ben presenti a questo argomento, perché penso che appartenere ad una maggioranza significhi essere leali, ma non significhi gettare alle ortiche le proprie idee e la propria storia. Oggi ritiro questo emendamento, lo faccio con sacrificio, lo faccio con spirito di appartenenza alla maggioranza, ma ritengo che oggi venga dato un segnale non molto positivo. Significa che certi temi non hanno cittadinanza e lo dico a futura memoria, anche della compattezza della maggioranza: bisogna trovare una sintesi, perché non può essere accettabile che di certi argomenti non si possa parlare.

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire sul complesso delle proposte emendative, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione sugli emendamenti segnalati per la votazione.

SIMONA BORDONALI, Relatrice. Grazie, Presidente, su tutti gli emendamenti vi è un invito al ritiro o altrimenti parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il Governo esprime parere conforme a quello della relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 1.2 Prisco.

Ha chiesto di parlare il deputato Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente, questo è stato uno dei pochi temi dibattuti in Commissione, sul quale vi sono stati interventi autorevoli da parte di esponenti della maggioranza, volti a rimarcare il fatto che questo provvedimento, che riguarda diverse, complesse e disarticolate materie, presenti alcuni punti neri e che, forse, il secondo passaggio parlamentare nell'altra Camera avrebbe permesso di correggere una responsabilità, tutta della maggioranza e del Governo, che si palesa nella discussione avvenuta in Commissione sul 15,6 per cento degli emendamenti, al lordo, ossia compresi quelli inammissibili. Voi capite che, di fatto, con riferimento a questo provvedimento, come ad altri, il Parlamento si è trasformato in un monocameralismo; in particolar modo, questo emendamento e il comma secondo del primo articolo hanno un'importanza fondamentale nel rispetto delle regole, perché, laddove si limitano in parte le libertà personali, in particolar modo con il sistema a zone, e con la limitazione degli spostamenti verso le abitazioni private, si conferisce nuovamente il potere di deroga alla norma mediante DPCM. Vero è, a onore di causa, che il Presidente Draghi non ha utilizzato questo strumento di contiana memoria; vero è, altresì, che il fatto che questo strumento sia comparso nuovamente in una norma conferma l'ideologia che ispira questa maggioranza, ossia quella della sinistra chiusurista di Speranza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); vero è che la sinistra, il Partito Democratico e il MoVimento 5 Stelle rappresentano il dominus di questa maggioranza perché, altrimenti, una norma illiberale come questa, seppur, ripeto, non utilizzata, non vi sarebbe certamente stata. È grazie all'opposizione patriottica, repubblicana e democratica di Fratelli d'Italia che si accendono in Parlamento queste luci, nel rispetto delle regole. Non si può arrivare a discutere la conversione in legge di un decreto in una sola Camera, con una maggioranza bulgara, e, se non ci fosse stata l'opposizione repubblicana, patriottica e democratica di Fratelli d'Italia, sarebbe stata cinese questa maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), ossia senza opposizione. Quelle stesse identiche battaglie sui principi le abbiamo fatte, Presidente, per riaprire il Parlamento; quindi, grazie alle battaglie di Giorgia Meloni, di Fratelli d'Italia, che ha consentito di riguadagnare, in piena pandemia, la centralità del cuore della democrazia. Lo abbiamo fatto, quando vi è stato un immotivato rinvio di comodo delle elezioni; lo abbiamo fatto quando c'è stata la necessità di riportare la parlamentarizzazione dei DPCM per cui il Presidente Conte si era fatto un pochino prendere la mano - passatemi l'eufemismo - riportando nel novero del cuore democratico e parlamentare il rispetto delle regole; lo abbiamo fatto sul funzionamento e sugli assetti istituzionali delle Commissioni bicamerali; lo abbiamo fatto e lo facciamo anche su questa norma, perché riteniamo che dal rispetto dei principi, delle funzioni derivino il rispetto e il corretto funzionamento delle istituzioni e, quindi, il rispetto sacrosanto della democrazia: valori che non sono derogabili neanche con un DPCM.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente, mi scuso per l'attesa, ma vengo dal Transatlantico. Credo che il collega Prisco abbia ben delineato, nella necessità di ripristinarli sotto la prospettiva di effettivo utilizzo e di congruità all'ordinamento giuridico, strumenti che, come eufemisticamente da lui definito, sono stati forse eccessivamente impiegati dal Presidente Conte e che, al contrario, richiedono una presa di coscienza significativa sotto il punto di vista dell'effettiva cogenza e realizzabilità. Ed in questo senso l'emendamento, che tra l'altro chiedo di poter sottoscrivere, cerca di ripristinare, in una visione di rispetto dei principi di legalità, un'impostazione che dovrebbe essere condivisa nell'assunto complessivo del dettato legislativo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente, vorrei sottoscrivere questo emendamento e rimarcare la necessità e la bontà delle argomentazioni del gruppo di Fratelli d'Italia perché, anche riprendendo quanto detto durante l'esame della questione pregiudiziale, l'Italia non merita di vivere eternamente in emergenza. Emergenza! Non lamentatevi quando altre istituzioni o istituti come le Poste chiudono gli uffici postali in nome di questa emergenza, decretata sempre dal Governo; questa parola è sempre abusata per giustificare qualunque cosa. Quindi chiediamo di votare questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente, vorrei chiedere di sottoscrivere questo emendamento relativamente ad un decreto che il gruppo Fratelli d'Italia ha tentato di migliorare e soprattutto di rendere accessibile, in un momento di pandemia, rispetto al modus operandi, ormai datato, di questo Governo e di tutta la maggioranza; mi riferisco anche a quei numeri bulgari che non lasciano spazio alle opposizioni per poter contribuire. Come ha detto con grande chiarezza il collega Prisco, mi auguro che, al di là di tutti i pareri negativi che sono stati espressi, ci possa essere una maggiore riflessione, strada facendo, magari revocandone qualcuno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie Presidente, sul solco di ciò che abbiamo detto anche prima sulla questione pregiudiziale, riteniamo che ci sia una gravissima violazione dei principi di questo Parlamento.

L'emendamento di cui discutiamo, infatti, cerca sostanzialmente di cambiare una previsione che è stata inserita all'interno del testo, con la quale al Consiglio dei Ministri verrebbe rilasciato un eccessivo potere discrezionale. Noi riteniamo che la cosiddetta clausola di revisione che viene inserita in questo testo non sia e non possa essere costituzionalmente accettata.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Vinci. Ne ha facoltà.

GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie, Presidente. Dopo mesi e mesi in cui i cittadini si sono lamentati dell'assoluta discrezionalità che il Governo ha avuto, a mezzo dei DPCM, per decidere della loro vita, per decidere se potevano uscire di casa oppure a che ora dovevano tornare a casa la sera o del problema di sapere le notizie soltanto in diretta TV o in diretta Facebook dal Presidente del Consiglio, che li illuminava su cosa avrebbero fatto il giorno dopo, magari con una conferenza stampa rinviata dalle 20 alle 23, ebbene Fratelli d'Italia chiede finalmente di fare chiarezza e di togliere questa discrezionalità, ma questa Camera vuole votare contro. Non ci siamo, non si può andare avanti in questo modo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.2 Prisco, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.3 Prisco, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.4 Prisco.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento va nel senso chiesto da Fratelli d'Italia ma anche da molte altre forze politiche in questo Parlamento, cioè è l'occasione di rimuovere quel provvedimento illiberale e liberticida che è il coprifuoco. Riteniamo che questo debba essere fatto tout court nelle “zone gialle”, nelle “zone arancioni”, nelle “zone rosse” e nelle zone che si intendano immaginare in questa composizione arcobaleno, che ha caratterizzato la nostra Nazione in questi anni. Riteniamo che sia giusto perché non c'è una prova scientifica che dimostri che, ad una certa ora del giorno o della notte, vi possano essere più assembramenti o meno assembramenti, più contagi o meno contagi. L'unico effetto è stato quello di limitare le libertà delle persone, delle famiglie e delle imprese, dei bar, dei ristoranti e dei locali di ogni genere che da questo hanno subìto un danno irreparabile (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Per questo, riteniamo che sia arrivato il momento di dire basta e che le forze libere di questo Parlamento possano esprimersi, votando a favore della cancellazione del coprifuoco o votando contro, per farlo rimanere, con le conseguenze che questo ha per le famiglie, per le imprese e per le libertà, quelle stesse libertà per le quali, anche nell'emendamento precedente, così come in altre occasioni, Fratelli d'Italia si è battuto per difendere principi, diritti e funzionalità delle istituzioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la collega Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Il collega Prisco ha spiegato bene ciò che ha mosso Fratelli d'Italia quando ha presentato questo emendamento, perché nel coprifuoco che avete inserito e che avete proposto e imposto nella vita degli italiani, delle piccole e medie imprese e delle attività produttive c'è la vostra incapacità di gestire e di governare, in questo momento, in questa fase pandemica che è anche sindemica. Perché si può, a più di un anno di distanza, proporre l'apertura, proponendo delle regole certe e permettendo all'Italia di rialzarsi e di attivarsi. Il vostro modo è quello di negare…

PRESIDENTE. Concluda.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). …la libera circolazione, la libera impresa e quindi le libertà inviolabili degli italiani. Per questo, continueremo a difendere vigorosamente la libertà del popolo italiano, degli imprenditori e di chiunque voglia vivere nel nostro…

PRESIDENTE. La ringrazio.

Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il collega Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Come illustrato dai colleghi Prisco e Bellucci, l'emendamento è finalizzato a ripristinare quella normalità che, in realtà, già da tempo avrebbe dovuto informare la vita sociale della nostra Nazione, togliendo quello strumento, il coprifuoco, di cui tra l'altro non tutti affermano sussistere un'effettiva necessità e che anche illustri osservatori scientifici hanno rilevato non essere necessariamente utile al contenimento del contagio, diversamente dal motivo per il quale esso è stato invece previsto. È una previsione che già aveva accomunato in passato le forze politiche del centro-destra, che proprio per questo confidiamo possa trovare un'ampia condivisione in Aula (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Chiedendo di sottoscrivere questo emendamento, ribadisco quanto detto dai colleghi: il coprifuoco va abolito subito, se ne è dimostrata l'inutilità. Si è dimostrato una misura che ha a che fare - hanno ben ragione quelli che la chiamano così - con la dittatura sanitaria. E non si stupisca qualche collega del fatto che si parli di dittatura sanitaria. Che cos'è una dittatura sanitaria? È quella che impone a delle persone di non uscire, quella che impone senza prova scientifica di stare chiusi in casa a una certa ora, di scappare a casa, come se stesse per accadere un bombardamento. È una misura ingiusta, che sicuramente va cancellata.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere questo emendamento, ovviamente in linea con quanto già anticipato dai miei colleghi e da colui che l'ha illustrato, rispetto a quello che è avvenuto in una gestione maldestra, che ha imposto e ha deciso chi doveva alzare e abbassare le saracinesche, che ha limitato la libertà degli italiani e che rimane come una pagina buia di chi, attraverso questo ulteriore decreto, non vuole far ripartire un Paese che ormai è stanco. Ma credo che la stanchezza sia arrivata anche alla maggioranza ed ecco perché non solo privano della libertà i nostri cittadini, ma li privano anche di un voto popolare, che possa ridarci finalmente un Governo eletto dal popolo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signora Presidente, questo emendamento e quello seguente sono due degli emendamenti più importanti, sotto il profilo pratico, che il gruppo di Fratelli d'Italia ha presentato. Io mi permetto solo di fare una considerazione. Il coprifuoco è un tema che abbiamo discusso più volte in quest'Aula. Vi abbiamo detto che non serviva a nulla e alla fine, seppure con una scala improbabile, siete arrivati alla nostra stessa conclusione. Perché non approvare subito questo emendamento ed evitare di rimandare il tema a altri provvedimenti di legge, che probabilmente impegneranno quest'Aula nelle prossime settimane?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Rotelli. Ne ha facoltà.

MAURO ROTELLI (FDI). Grazie, Presidente. Andrò sulla scia del collega Foti. Il decreto - che ho chiesto, appunto, quale fosse, poco fa, al sottosegretario Deborah Bergamini, che saluto - era proprio il “decreto Aprile”. Abbiamo l'occasione di poterlo contestualizzare con quella che è la situazione attuale, adesso, del mese di maggio, senza attendere un ulteriore provvedimento. Mi sembra abbastanza evidente, Presidente, che la questione del coprifuoco sia ormai assolutamente anacronistica. Anche alcuni racconti di carattere terroristico, rispetto a possibili contagi in luoghi aperti, sono completamente venuti meno, anche da situazioni che si sono realizzate in maniera assolutamente naturale e normale in questi giorni, che ci hanno fatto vedere come questa vicenda del coprifuoco non sia più in piedi e sia assolutamente e immediatamente da limitare ed eliminare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Silvestroni. Ne ha facoltà.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Grazie, Presidente. Intanto sottoscrivo l'emendamento, perché è un emendamento chiaramente di buon senso, quello che io mi auguro che anche voi su questo emendamento riuscirete ad avere. Il coprifuoco, di per se stesso, è qualche cosa che mette i brividi, che mette paura, perché è la privazione delle libertà (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E voi, dall'altra parte, che vi siete sempre fatti grandi sponsor, paladini delle libertà, invece state dimostrando di non avere sensibilità, mettendo e non abolendo il coprifuoco. Quindi, dimostrate che siete veramente per la libertà e votate questo emendamento, tra l'altro, come ha detto il collega Foti…

PRESIDENTE. Concluda.

MARCO SILVESTRONI (FDI). …per non ritornarci di nuovo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Vinci. Ne ha facoltà.

GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie, Presidente. È da più di un anno che i cittadini italiani chiedono di tornare alla normalità, di vivere in un'Italia che consenta loro di muoversi e di vivere 24 ore al giorno. Ci sono attività che sono chiuse in funzione di questo coprifuoco. Allora, ci dovete spiegare se quello che serve sono delle misure, cioè delle distanze, delle mascherine, dei gel, come avete sostenuto per molto tempo, oppure se ci sono alcune attività che il Governo vuole assolutamente tenere chiuse. Infatti, questo fa la differenza tra abolire o meno il coprifuoco (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Soltanto per rimarcare l'importanza di questo emendamento e l'assurda imposizione del coprifuoco, come atto discriminante e antidemocratico. Io ricordo che solo ieri abbiamo fatto riferimento a una famosa frase di Lenin riguardo al Ministro Speranza: la libertà è un bene così prezioso, che deve essere razionata. Ecco, al Ministro Speranza si può adattare questa sorta di forma di socialismo della pandemia.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.4 Prisco, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.5 Prisco.

Ha chiesto di parlare il deputato Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Con questo emendamento cerchiamo - pur prendendo atto con rammarico, che nuovamente questo Parlamento si è espresso in senso contrario alla richiesta di Fratelli d'Italia - di porre fine a questa misura illiberale, del coprifuoco. Almeno cercando di fare accogliere questo secondo nostro emendamento, tentiamo di limitarne gli effetti, anche un po' meglio di quelle che sono state, nel frattempo, le evoluzioni dei provvedimenti assunti dal Governo, riportandolo, se non altro, alla mezzanotte, ciò che consente alle persone di muoversi liberamente, che consente a un po' di attività economiche di operare liberamente, che consente di dare il segno che vengono meno quei processi oppressivi, che tipicamente la norma del coprifuoco, caratteristica dei regimi totalitari e militari, insinua nel sentimento, nelle abitudini e nella libertà di coscienza di ognuno di noi. Tanto più, quando non vi è alcuna rilevanza scientifica che dimostri che con questa misura si contiene o si diminuisce l'epidemia da COVID.

Come ha detto bene qualche collega che mi ha preceduto nella discussione del precedente emendamento, stiamo arrivando lentamente a quello che Fratelli d'Italia, che il centrodestra, ripete da mesi. Allora, dico io: facciamolo questo passo in avanti per il ritorno alla normalità e alla libertà. Ridiamo le libertà fondamentali che sono state tolte, alle volte senza motivo, come in questo caso, agli italiani. Ridiamo l'opportunità di lavorare con serenità alle imprese, ai ristoratori, ai bar e alle attività, perché gli sono state tolte con provvedimenti che si sono dimostrati inefficaci (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Infatti, l'epidemia ha continuato a crescere, quando i ristoranti erano chiusi, e oggi decresce, fortunatamente, per altri effetti, oggi che i ristoranti e i bar si vanno riaprendo, a dimostrazione che quello che sostenevamo da mesi era vero.

Quando si parla di libertà, quando si parla di trasparenza negli atti, non accettiamo più lezioni da nessuno, neanche in questo Parlamento, perché chi si erge, come spesso fa la sinistra, a difensore della democrazia e della libertà, poi ha dimostrato, all'atto pratico, di fare di tutto per conculcarla; chi si erige a caposaldo della trasparenza ha costretto Fratelli d'Italia a fare persino dei ricorsi al giudice amministrativo per avere degli atti come quelli sul Piano pandemico o i verbali delle task force, per capire se questi provvedimenti che erano stati assunti fossero fondati su una rilevanza scientifica. E per fortuna, come si dice, c'è un giudice a Berlino.

Quindi, quello che chiediamo a quest'Aula è almeno di fare questo scatto d'orgoglio, di libertà in avanti e di eliminarlo, seppur pro quota, quindi fino a mezzanotte, che riteniamo sia il minimo sindacale di una misura a nostro parere di suo irricevibile, come quella del coprifuoco. Mi auguro che almeno su questo, sul minimo sindacale, le forze libere di questo Parlamento abbiano un sussulto di dignità, per votare a favore di questo emendamento e cancellare questa norma liberticida e illiberale, che ha purtroppo condizionato la libertà delle imprese, delle famiglie e dei singoli individui nella nostra Nazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la collega Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie Presidente. Lo diciamo chiaramente: Fratelli d'Italia è contro il coprifuoco. Infatti, non ha alcun tipo di senso, né dal punto di vista della protezione della salute, né della capacità di dare poi regole certe per poter proteggere la salute.

A fronte dell'indifferenza che dimostrano la maggioranza e il Governo rispetto alla tutela delle libertà individuali, proponiamo un'ulteriore emendamento e vi diciamo e vi chiediamo di poter inserire il limite orario delle 24, quindi maggiore di quello che avete previsto, perché non si può accettare la condizione in cui fate vivere le attività economiche, le attività imprenditoriali, i ristoranti, perché è impossibile vedere la loro sofferenza e vedere che questa Italia sta morendo e chiudendo nell'incapacità del Governo di poter legiferare giustamente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. In forma graduata rispetto all'emendamento precedente, Fratelli d'Italia ritiene che possa costituire un punto di compromesso sostenibile per tutte le forze politiche, rispetto alla posizione, precedentemente espressa, di soppressione tout-court del coprifuoco, l'individuazione di un orario, quello delle 24, che può evidentemente bilanciare chi crede che il coprifuoco possa effettivamente costituire una misura di risposta al diffondersi dell'epidemia e chi, invece, come Fratelli d'Italia, ma anche in realtà come larga parte degli osservatori scientifici coinvolti, ritiene che questa misura non abbia una effettiva rilevanza e utilità. In questo senso, confidiamo che l'Aula possa accogliere l'emendamento come proposta di mediazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Sottoscrivo l'emendamento e ribadiamo la necessità che i cittadini italiani non debbano più sottostare a divieti di uscita o divieti di libertà personale, come imposti per una presunta emergenza pandemica che, effettivamente, a quanto pare, si vive solo in Italia mentre queste misure non ci sono più e non le ritengono più necessarie in altri Paesi. Quindi, chiediamo libertà per il popolo italiano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie Presidente. Sottoscrivo questo emendamento. È chiara la posizione di Fratelli d'Italia, che da sempre è contraria al coprifuoco, ma siamo anche arrivati, in qualche modo, a fare una proposta che amplia la possibilità di movimento, di fasce orarie, rispetto anche alle colorazioni delle varie regioni. Partiamo dal presupposto che è finito, secondo me, il time out, direbbe qualcuno, rispetto alla coercizione dei diritti, alla coercizione di libertà, ed è proprio vero che un diritto non è ciò che gli altri ti devono dare ma soprattutto ciò che qualcuno non ci può togliere. Sarebbe ora che questo fosse un messaggio chiaro e compreso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Credo che il collega Bignami abbia assolutamente chiarito qual è la posizione di Fratelli d'Italia, ove ci fosse ancora qualche dubbio: noi siamo per il bilanciamento fra l'esigenza sanitaria e il diritto alla salute e un altro diritto costituzionalmente garantito che, però, sembra essere stato dimenticato, quello della libertà, che non può essere compressa a distanza di un anno e mezzo dall'inizio di questa pandemia. Noi riteniamo che sia arrivato il momento di restituire agli italiani la loro libertà e, soprattutto, di dare la possibilità ai nostri ristoratori e alle nostre attività commerciali di iniziare a vedere la luce in fondo al tunnel.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Rotelli. Ne ha facoltà.

MAURO ROTELLI (FDI). Presidente, grazie. Non mi sembra una proposta rivoluzionaria, sottosegretario, cioè far slittare dalle 22, anzi adesso dalle 23, alle 24, non mi sembra che possa sconvolgere tanto. Però, Presidente, è l'occasione, come al solito, questa del passaggio in Aula, per poter spostare l'asse dei tempi a quella che è la quotidianità attuale. Quindi, se questo decreto ha 2 mesi, 60-50 giorni di storia, il passaggio d'Aula può dare la possibilità, visti quelli che sono i dati epidemiologici, di aggiornare le misure e, quindi, di fare in modo che, visto che è stata bocciata la questione della cancellazione del coprifuoco, si possa spostare almeno dalle 23 alle 24 (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Fratoianni. Ne ha facoltà.

NICOLA FRATOIANNI (LEU). Grazie Presidente. Solo per una questione: forse ho udito male io ma, negli interventi precedenti, il collega Deidda, in particolare, per motivare la sua legittima posizione sul coprifuoco, ci mancherebbe, ha parlato di presunta emergenza sanitaria.

Io credo che in quest'Aula dovremmo avere una qualche attenzione per le parole che utilizziamo, collega Deidda, perché di tutto possiamo discutere tranne del fatto che questo Paese abbia avuto una drammatica emergenza sanitaria e che quell'emergenza sia ancora lì. Credo che, se non altro per rispetto di oltre 125 mila persone che non ci sono più, un po' di attenzione alle parole sarebbe utile. Lo dico davvero senza polemica ma perché credo che anche nella foga della legittima discussione parlamentare possiamo tutti e tutte stare un poco più attenti alle parole che usiamo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Silvestroni. Ne ha facoltà.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Grazie, Presidente. Collega Fratoianni, mi sembra demagogico aver puntualizzato sull'intervento del collega Deidda. È chiaro che con “presunta” intendeva semplicemente richiamare l'attenzione - vostra soprattutto, che siete sordi agli emendamenti di Fratelli d'Italia - su una situazione pandemica che comunque sia, ci auguriamo e vediamo, sta migliorando. Non ha senso dare con il contagocce aperture, come è stato fatto, dalle 22 alle 23. C'è un emendamento che dice: riportiamolo almeno a mezzanotte, per ascoltare, sì, in quel caso, il grido che viene dai ristoratori e che viene dai gestori dei bar.

PRESIDENTE. Concluda.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Non dimentichiamoci neppure che le palestre e le piscine sono ancora chiuse. Era semplicemente un modo per richiamare la vostra attenzione. Quindi chiedo sommamente, se ritenete, di voler approvare l'emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Vinci. Ne ha facoltà.

GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie, Presidente. Mi sembra che questa Camera sia lontana, lontanissima, anni luce, dai cittadini: basta guardare i dati di questi primi giorni in cui il coprifuoco è stato spostato dalle 22 alle 23 e si può leggere tranquillamente sui giornali che c'è stato un aumento del fatturato del 10 per cento per le aziende che erano danneggiate dal coprifuoco, quindi ristoratori e baristi principalmente. Un aumento del coprifuoco - che noi vogliamo abolire - almeno fino alle 24 consentirebbe di coprire almeno un'altra parte di quelle perdite che stanno subendo e hanno subito questi imprenditori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretaria Bergamini, io le affido questa considerazione che sono convinto lei condividerà, anche se in silenzio: il fronte del “no” al coprifuoco, ma soprattutto il fronte dello spostamento del coprifuoco almeno a mezzanotte, è un fronte ampissimo all'interno di quest'Aula. Non è un mistero, lo avete dichiarato: quasi tutte le forze politiche, credo, ad eccezione del MoVimento 5 Stelle, si sono espresse in questa direzione e secondo queste esigenze. Allora io debbo pensare che, se questo non è ancora avvenuto, non è avvenuto perché è un punto di mediazione, è uno di quei tanti punti di mediazione che servono per tenere unita una maggioranza. Peccato che questo punto di mediazione, sottosegretario, lo pagano gli imprenditori, lo pagano i nostri figli, lo pagano i nostri ragazzi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Allora spostiamolo altrove il punto di mediazione, votiamo questo emendamento, creiamo un piccolo incidente di maggioranza come ce ne sono sempre stati nella storia della democrazia parlamentare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Butti. Ne ha facoltà.

ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie Presidente, innanzitutto desidero riaffermare che condivido le parole del collega Prisco, punto per punto. Il tema, ovviamente, non è nuovo. Del resto il coprifuoco non ha mai avuto una giustificazione, un'evidenza scientifica - lo dico al collega di LeU - perché abbiamo sentito spesso anche illustri esponenti del CTS non offrire al dibattito una qualche giustificazione. Cosa diversa è, ovviamente, l'emergenza sanitaria. Sono altre le misure da mettere in campo per scongiurare il contagio. In questo momento - e concludo - allungare anche di un'ora la possibilità per gli operatori commerciali di incrementare i propri fatturati sarebbe veramente importante per l'economia e, ovviamente, per l'occupazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega De Toma. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Grazie, Presidente. Sottoscrivo questo emendamento convintamente, anche perché abbiamo sentito parlare sempre, da parte di questa opposizione, di emendamenti di buon senso. Ecco, questo è proprio uno di quelli di buon senso. L'onorevole Butti giustamente ha fatto presente come, anche in tema economico, l'aumento di due ore permette un aumento di circa 2 miliardi al mese per quanto riguarda le entrate delle attività produttive.

Quindi penso che sia corretto, anche se dal nostro punto di vista, abolire il coprifuoco comunque; noi andiamo, invece, a dare un orario, intorno alla mezzanotte, per consentire effettivamente agli italiani di dimostrare di diventare ometti, come abbiamo visto in una simpatica clip da parte del Ministro Speranza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Collega, sottosegretario Bergamini, lei che viene da una cultura liberale, sa bene che questi emendamenti di Fratelli d'Italia rappresentano una bandiera, una bandiera di libertà, ribadita da costituzionalisti come Cassese, da esperti, studiosi, costituzionalisti, che hanno ribadito il fatto che il coprifuoco si applica in guerra e che l'applicazione del coprifuoco in Italia non è legittimata di certo da una pandemia. Per cui, ovviamente, questo emendamento, che sposta il termine alle 24 nel periodo dai primi di giugno, ha solamente un valore simbolico, come è simbolica la battaglia per le libertà individuali (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Signor Presidente, ancora una volta Fratelli d'Italia vi dice “no” al coprifuoco: “no” per riaffermare le nostre libertà fondamentali che vengono prima dei meccanismi - perversi, direi - secondo i quali il coprifuoco avrebbe una qualsiasi utilità nei confronti della pandemia. Voglio dire una cosa: con la riduzione drastica del numero dei contagi e con una campagna vaccinale in corso, ribadire che deve esserci un coprifuoco è ammazzare intere categorie - vero -. ma è innanzitutto ammazzare le nostre libertà fondamentali, che non ammettono alcuna compressione laddove ci sia una situazione pandemica gestibile. Ora. voi siete chiamati a gestire la pandemia, non a chiuderci in casa, a farci convivere con la pandemia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), dandoci gli strumenti necessari per fare in modo che la vita degli italiani possa tornare a essere tale e, soprattutto, gli italiani possano tornare a lavorare con serenità e non certo con la spada di Damocle di Speranza e di un CTS che, peraltro, su questo tema ha detto che non c'è nessuna evidenza scientifica sull'utilità del coprifuoco (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Maschio. Ne ha facoltà. È l'ultimo iscritto a parlare sull'emendamento 1.5. Prego.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Ormai è evidente a tutti gli italiani la totale inutilità del coprifuoco, che non ha evidenze scientifiche; tanto più si sconfina nel ridicolo nel pensare che possa esservi un contagio alle ore 22 anziché alle ore 21 o alle 23. È una misura illogica, che limita la libertà dei cittadini ingiustamente e che mette in ginocchio le attività economiche. Per noi sarebbe semplicemente da abolire, totalmente da abolire, ma il minimo sindacale, soprattutto dopo un mese di maltempo come il mese di maggio che non ha consentito alle attività di riprendersi, che si deve concedere per non far fallire le attività economiche, è almeno quello di arrivare alle ore 24. Quindi, confidiamo sul vostro buonsenso: non siate sordi a quello che stanno chiedendo tutti italiani.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.5 Prisco, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Avverto, intanto, che l'emendamento Gagliardi 10.100 è stato ritirato dalla presentatrice.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 1.010 Bucalo.

Ha chiesto di parlare la deputata Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Con questo emendamento, ancora una volta, Fratelli d'Italia dà delle direttive, dei suggerimenti per la sicurezza nelle scuole. Si chiede di porre attenzione sulla revisione degli organici, soprattutto sul rapporto che c'è tra classi e alunni. Tutto questo perché? Perché si devono eliminare - ribadisco, si devono eliminare - le “classi pollaio”; è inutile continuare a parlare di sicurezza nelle scuole se non si eliminano le “classi pollaio”. Questa pandemia ha rivelato quanto sia importante ridurre gli alunni per classe, per garantire la sicurezza, per garantire l'igiene, la vivibilità, ma anche per assicurare una didattica che sia idonea ai ragazzi. Tutti oggi parlano e dicono che bisogna eliminare le “classi pollaio”; anche il Ministro Bianchi si pone questo obiettivo nel Patto per la scuola ma oggi, invece, noi abbiamo un “no” da parte di questo Governo. Quindi, si continua ancora a parlare, ancora a parlare ma, nei fatti, questo Governo dice continuamente “no” e dimostra che non vuole investire nella scuola. Dopo un anno e mezzo di emergenza, dopo tanto parlare di sicurezza, ancora non avete capito che questo è uno dei motivi principali per garantire la sicurezza. Quindi, ancora una volta, Fratelli d'Italia chiede a questo Ministro, a questo Governo, di volere realmente investire nella scuola, di non fare solo chiacchiere: non si può più continuare così. Purtroppo, questo “no” a questo emendamento è semplicemente la risposta di chiusura da parte del Governo nei confronti della scuola.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.010 Bucalo, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.08 Bucalo, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.09 Bucalo, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 1.01 Frassinetti.

Ha chiesto di parlare la deputata Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento tratta della mobilità dei dirigenti..

PRESIDENTE. Collega, mi scusi, siamo all'articolo aggiuntivo 1.02 Bucalo. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.02 Bucalo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 1.01 Frassinetti.

Ha chiesto di parlare la deputata Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento si riferisce alla mobilità dei dirigenti delle istituzioni scolastiche. Noi sappiamo che quello della mobilità, che riguarda anche i docenti, è uno dei problemi irrisolti nella situazione precaria della scuola in questo momento. Il fatto che i dirigenti scolastici siano immobilizzati e non possano, quindi, andare nelle sedi più vicine alla loro residenza non fa altro che incrementare la piaga del precariato che, comunque, incombe già sulla scuola, a tutti i livelli. In un momento pandemico così delicato, sarebbe importante favorire la mobilità e non costringere per 5 anni i dirigenti, che svolgono un compito così delicato, quello di coordinare tutta la scuola, tutto l'istituto che a loro compete, a non poter effettuare la mobilità. Quindi, se l'Aula approvasse questo emendamento, sicuramente i dirigenti scolastici avrebbero un motivo in più per poter essere presenti nelle loro scuole, colmando una situazione di grande difficoltà.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.01 Frassinetti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.0100 Bucalo, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.03 Frassinetti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.04 Bucalo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 1.07 Bucalo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Con questo emendamento chiedevamo l'assegnazione provvisoria per i docenti che sono stati immessi in ruolo nell'anno scolastico 2020-2021. Questo è un “no” di accanimento, un “no” contro questi docenti che non possono chiedere l'assegnazione provvisoria, e sappiamo tutti che viene chiesta per motivi di famiglia, perché si hanno dei problemi, per potersi ricongiungere ai propri figli, al proprio coniuge, ai propri genitori. È un “no” ingiustificato, un “no” senza un motivo. Perché questo “no”? Solo contro questa categoria di docenti, voi lo giustificate riferendovi alla continuità didattica. Dimenticate, però, che il dirigente scolastico può tranquillamente cambiare la sede di un docente, da una sezione all'altra, anche violando la continuità didattica. Quindi, voi ledete il diritto alla famiglia, il diritto di potersi ricongiungere alla famiglia e ai figli, di crescere i propri figli. Le chiedo, sottosegretario, di modificare questo assurdo “no”. Questo è un “no” ingiustificabile solo ed esclusivamente contro una categoria di docenti perché ricade solo sui docenti immessi in ruolo nell'anno scolastico 2020-2021 la impossibilità di ricongiungersi alla famiglia, mentre tutti gli altri lo possono fare. È assurdo!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.07 Bucalo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Revoco l'indizione della votazione.

Ha chiesto di parlare a titolo personale la collega Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere l'emendamento a prima firma Bucalo, perché credo che rientri in quegli emendamenti con i quali non si chiedono cose fuori dalle regole né tantomeno fuori dalla realtà. Quello che si richiede, attraverso anche la continuità della didattica, è la possibilità di ricongiungimento per i vari docenti. In un momento in cui le famiglie hanno pagato il prezzo più caro in questo nostro Paese, credo che questo dovrebbe essere considerato in qualche modo dal Governo. Quindi, chiedo alla sottosegretaria una riflessione rispetto a quello che, secondo me, più che un dovere dovrebbe essere un diritto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Soltanto per dare forza, voce e sostanza alla battaglia della collega Bucalo e della collega Frassinetti, con cui condividiamo questa battaglia proprio per questa assurda discriminazione, rispetto alla legge n. 107 e al ricongiungimento, appunto, di questa categoria di docenti. Noi riteniamo - e lo abbiamo fatto fin dall'inizio di legislatura - che, anche per la pandemia del COVID, a maggior ragione ci sia questa possibilità di deroga e che possa essere evitata questa discriminazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Sottoscrivo questo emendamento, faccio mie le parole della collega Bucalo e colgo anche l'occasione di tranquillizzare chi pensa che da questa parte neghiamo quello che è successo, cioè che il COVID è la causa della morte. Nessuno qui è negazionista, assolutamente; anzi, passiamo il tempo a ringraziare le Forze dell'ordine, i docenti e i sanitari che si stanno prodigando per farci uscire da questa situazione. Ma penso anche che oggi dobbiamo prendere atto che la vera emergenza, se si può parlare di emergenza, è quella economica e sociale che tante famiglie stanno vivendo, perché non hanno più la speranza di vedere il domani.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere questo emendamento e sottolineare l'importanza della discriminazione che viene segnalata dalla collega Bucalo. Anche questo emendamento mi permette di fare una riflessione rivolta non solo alla sottosegretaria Bergamini ma anche a lei, Presidente. Infatti, questa mattina questo emendamento è stato oggetto di un vivace scontro in Commissione bilancio, perché noi in Commissione bilancio spesso vediamo cestinate decine e decine di emendamenti perché mancanti della relazione tecnica.

Quindi, si dice all'opposizione “il tuo emendamento non può essere preso in considerazione, perché non c'è la relazione tecnica”, come se fosse un onere al quale siamo chiamati, come se la relazione tecnica dipendesse dall'opposizione. Allora, invito, per il suo tramite, il Presidente Fico a farsi portavoce, presso la nostra Commissione, affinché ci siano sempre le relazioni tecniche degli emendamenti proposti da Fratelli d'Italia, in modo da permetterci di argomentarli meglio, anche presso la nostra Commissione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente, intervengo per sottoscrivere l'emendamento della collega Bucalo e dire che è ora che, in Italia, si smetta di fare una discriminazione nei confronti dei docenti che hanno vissuto una difficoltà oggettiva, un trattamento discriminatorio, già prima della pandemia e che, oggi, durante la pandemia, ne subiscono ancora di più gli effetti nefasti. Io invito il Governo a fare una riflessione aggiuntiva su questo emendamento, a ragionare, insieme alla collega Bucalo, su una formulazione che possa andare incontro alle necessità di questi lavoratori della scuola che meritano la nostra attenzione e il nostro rispetto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.07 Bucalo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.06 Bucalo, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della Commissione bilancio.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.2 Gemmato, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.1 Gemmato. Ha chiesto di parlare il collega Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente, con l'emendamento 3.1, Fratelli d'Italia tenta di salvare le professioni sanitarie da ipotetiche, non sperate, non credute cause che dovessero insorgere o procedimenti penali iscritti a causa delle prestazioni vaccinali effettuate e per le quali si chiede di costituire, almeno, un fondo per il rimborso delle spese legali e degli onorari di assistenza legale prestata, atteso che, in questo anno, ci siamo detti che le professioni sanitarie sono per noi angeli da difendere, da tutelare, senza se e senza ma. Come Fratelli d'Italia chiediamo che vi sia anche una traduzione pratica, concreta, immediata, sincera e vera da parte dell'emiciclo e si intenda intervenire per costituire un fondo di dotazione per il rimborso di quelle spese legali per i procedimenti penali o eventualmente cause che si dovessero instaurare, atteso che, in mancanza dell'obbligo vaccinale e con i cittadini colpiti da disinformazioni o informazioni veicolate dai vari Stati (fra AstraZeneca, Pfizer, Moderna e quant'altro), non possiamo lasciare che tutto ciò si scarichi su colui che è l'elemento terminale della lotta della vaccinazione, ovverosia le professioni sanitarie, che poi verrebbero abbandonate al loro triste destino, quantomeno sotto il profilo dell'esborso economico per potersi difendere. Allora, se angeli sono, lo sono anche nel momento in cui si tratta di mettere mano al portafoglio e costituire un fondo per tutelare gli esercenti le professioni sanitarie da esborsi in relazione a liti giudiziarie che potrebbero insorgere.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1 Gemmato, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della Commissione bilancio.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Passiamo all'emendamento 3.100 Trano. Ha chiesto di parlare il deputato Trano. Ne ha facoltà.

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Con l'articolo 3 di questo provvedimento il legislatore intende regolare, in modo specifico, le responsabilità del personale sanitario, escludendo dalla punibilità l'ipotesi di omicidio colposo e lesioni colpose, quando l'uso del vaccino è conforme alle indicazioni contenute nel provvedimento di autorizzazione all'immissione in commercio, emesso dalle competenti autorità, e alle circolari pubblicate nel sito Internet istituzionale del Ministero della Salute relative alle attività di vaccinazione. Con l'emendamento che ho presentato si vuole conservare il peso necessario alla valutazione preliminare che il personale medico deve effettuare prima della somministrazione del vaccino e dare, quindi, maggiore sicurezza e fiducia a chi soffre di patologie pregresse, proprio per evitare la perdita di fiducia dei pazienti verso i farmaci e di chi li somministra e, più in generale, del consenso che si ha verso l'intera campagna vaccinale. Quindi, è un emendamento molto importante, di buonsenso e credo che debba essere votato favorevolmente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente, solo per preannunciare un voto favorevole a questo emendamento, anche se registriamo che, attualmente, nel protocollo di inoculazione dei vaccini, questo viene fatto, cioè ogni cittadino che si sottopone al vaccino subisce una fase anamnestica, nella quale viene redatta una scheda con tutte le patologie pregresse, la sussistenza di allergie, specifiche o non, al vaccino inoculato. Quindi, riteniamo che questo emendamento sia accettabile e rafforzativo di una buona procedura che è già in essere. Quindi, votiamo a favore, però riteniamo - per amor di verità - che questo già si faccia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.100 Trano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Passiamo agli identici emendamenti 4.100 Rachele Silvestri e 4.101 Ehm.

Ha chiesto di parlare la collega Sarli. Ne ha facoltà.

DORIANA SARLI (MISTO). Grazie, Presidente. Su un provvedimento di questo tipo, che introduce l'obbligo di trattamento sanitario, aspetto costituzionalmente molto delicato, è stata enormemente compressa la discussione in Commissione e non c'è stata la possibilità in questo ramo del Parlamento di fare audizioni. Questo secondo me è molto grave. Nel complesso, l'articolo 4 introduce l'obbligo vaccinale per esercenti e operatori delle professioni sanitarie, senza distinzione di ruoli e funzioni, dal chimico al medico in corsia - non, quindi, in relazione alla reale esposizione al contagio per se stessi o per i malati e i pazienti fragili -, ma soprattutto sanziona con un demansionamento sia di ruolo che di stipendio, e, dove non è possibile, c'è la sospensione dall'albo. Questo avviene sia nel pubblico che nel privato. Ma come sarà mai realizzabile lasciare senza stipendio o sospendere professionisti, tra i quali rientrano tutti, dagli psicologi ai veterinari? E se hanno, a loro volta, assistenti o altri dipendenti, chi se ne farà carico? Per tutto questo, avrei voluto, con questo emendamento, annullare l'articolo 4.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Cunial. Ne ha facoltà.

SARA CUNIAL (MISTO). Grazie, Presidente, vorrei sottoscrivere l'emendamento che sopprime l'articolo 4, che è la vera vergogna di questo provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Claudio Borghi. Ne ha facoltà.

CLAUDIO BORGHI (LEGA). Grazie, Presidente. Anticipo che il gruppo Lega lascia ai suoi membri libertà di coscienza su questo emendamento perché si ritiene che vi siano aspetti quantomeno problematici. Sono convinto anche che vi siano esigenze di tutela della salute dei cittadini in tutti i modi e così via, però non si può dimenticare che, su un tema come questo, vale a dire con l'obbligo vaccinale per un vaccino come quello per il COVID, tuttora in fase sperimentale, si sia agito secondo me con una certa leggerezza. E il fatto che si sia agito con una certa leggerezza è testimoniato dal fatto che il Garante per la privacy ha depositato una copiosa nota in Gazzetta Ufficiale, già pubblicata, dove dice che non è stato, innanzitutto, minimamente ascoltato e che ci sono aspetti critici su questo tipo di articolato. E non solo, si parla di demansionamento senza stipendio per tutti questi angeli, angeli senza problemi, e lo si fa senza discutere, perché purtroppo, come ha detto la collega, in questo ramo del Parlamento, non abbiamo avuto la fortuna di discutere di questo problema, che non mi sembra l'ultimo dei problemi, perché stiamo interferendo con la libertà della vita di professionisti con una certa tranquillità, come se fosse uno dei tanti emendamenti, come se fosse uno dei tanti provvedimenti.

Bene, con questo articolo, senza possibilità di discuterlo appieno, perché anche in Commissione la discussione praticamente non c'è stata, indichiamo la possibilità che, qualora un medico non soggiaccia all'obbligo, a cui deve peraltro prestare consenso informato - immaginate un po', c'è il consenso all'obbligo -, qualora non presti il consenso all'obbligo, dunque, può essere demansionato, e, se non c'è la possibilità di essere demansionato, può essere messo in sospensione senza stipendio. Vi sono argomenti che farebbero pensare che occorra una qualche delicatezza intorno al modo di legiferare; tenete presente che, se in Europa - quella che ogni tanto invochiamo - ci fosse questo provvedimento, potremmo dire: va bene, ci adeguiamo. Ma siamo solo noi! Ho provato a fare un'indagine per vedere chi nel mondo ha previsto l'obbligatorietà per i sanitari in merito al vaccino COVID e ho trovato solo il Costarica. Se per caso qualcun altro riesce a trovare altri Paesi, dalla tradizione legislativa forse un pochino più profonda, che hanno lo stesso provvedimento! Gli inglesi, appena è stata ventilata questa possibilità, l'hanno immediatamente liquidata come unbritish. Dal mio punto di vista, penso siano temi su cui si debba riflettere un po' di più.

Mi rendo conto che, purtroppo, siamo dal lato sfortunato delle due Camere, perché la discussione è stata fatta al Senato e a noi tocca purtroppo di recepire tutto quello che è stato fatto, perché altrimenti il decreto scade, e quindi pazienza, è andata così. Mi fido di quello che avranno fatto i colleghi al Senato, ma, così come al Senato la Lega ha lasciato libertà di coscienza ai suoi membri, anche qui alla Camera il gruppo della Lega avrà libertà di coscienza su questo voto, perché le problematiche non sono piccole (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Rachele Silvestri. Ne ha facoltà.

RACHELE SILVESTRI (FDI). Grazie, Presidente. Ho presentato questo emendamento sulla soppressione di questo articolo, però anch'io, come il collega Borghi, vorrei comunicare all'Aula che il gruppo di Fratelli d'Italia potrà partecipare liberamente al voto. Si è deciso che ogni parlamentare potrà partecipare liberamente perché è un argomento talmente personale, talmente impattante per ogni persona che il parlamentare ha diritto, dal mio punto di vista e dal punto di vista del gruppo di Fratelli d'Italia, di scegliere personalmente su questa norma e su questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). L'unica cosa che vorrei sottoporre all'attenzione di quest'Aula su questo argomento molto delicato, come è stato detto dagli altri colleghi, è che la misura dell'obbligo, dal mio punto di vista, è troppo impattante, vista la situazione che stiamo vedendo, soprattutto perché volevo puntualizzare che le persone, che attualmente si sono opposte alla vaccinazione, probabilmente è perché hanno dei dubbi.

Molte, probabilmente, perché attualmente si trovano in una situazione…Presidente, mi scusi, Presidente, non riesco a parlare.

PRESIDENTE. Colleghi.

RACHELE SILVESTRI (FDI). Capisco che l'argomento a molti non interessi, però…grazie. Dicevo, probabilmente molti cittadini avranno dubbi sul sottoporsi ad una misura, ad un vaccino di cui non sanno quali potranno essere gli effetti perché forse ci siamo dimenticati la comunicazione che è stata fatta su questi vaccini. Quindi, posso capire che qualcuno nutra dubbi nel fare questo vaccino, perché tutti ci ricordiamo cosa è stato detto di AstraZeneca. Su tutti i giornali erano apparse le notizie su AstraZeneca, sulla sua sicurezza o meno, prima era per gli over 60 e poi per gli under. C'è stata molta confusione, e quindi la comunicazione è stata, dal mio punto di vista, completamente errata.

Questo probabilmente ha portato molti cittadini ad avere paura, ad avere dei dubbi, e lo vediamo non solo tra gli operatori sanitari, ma anche per le tante persone che rifiutano il vaccino in questione. Quindi, si prevede un obbligo quando bisogna aiutare le persone a capire l'efficienza del vaccino, dando più informazioni possibili per cercare, comunque sia, di rispettare la libertà personale dell'individuo, mettendolo nelle condizioni di capire soprattutto la funzione del vaccino e ciò che comunque può comportare. L'ultima cosa è che, a gennaio, il Consiglio d'Europa, ha votato una risoluzione, la n. 2361, dove si parlava di COVID e di vaccini e, nel comma 7, vi era una prescrizione indirizzata ai Governi, per aiutarli, in tal senso: “assicurarsi che i cittadini siano informati” - per quanto riguarda il vaccino - “che la vaccinazione non è obbligatoria e che nessuno è politicamente, socialmente o altrimenti sottoposto a pressioni per farsi vaccinare, se non lo desiderano farlo da soli”.

Questo è stato detto dal Consiglio d'Europa; voi state ponendo un obbligo, dal mio punto di vista, che considero “troppo” per gli operatori. Ripeto, nel gruppo di Fratelli d'Italia ognuno potrà esprimersi come coscienza vuole, però ho presentato questo emendamento per sopprimere l'articolo 4.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Testamento. Ne ha facoltà.

ROSA ALBA TESTAMENTO (MISTO-L'A.C'È). Vorrei sottoscrivere l'emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Trano. Ne ha facoltà.

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). Chiedo di sottoscrivere l'emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Menga. Ne ha facoltà.

ROSA MENGA (MISTO). Grazie, Presidente, ho già sottoscritto convintamente l'emendamento a prima firma Ehm e corre l'obbligo per me che sono un medico di fare una precisazione: io sono stata sottoposta, poiché convocata dal mio ordine professionale, sia alla prima che alla seconda dose di vaccino, quindi intendo sgombrare il campo su qualsiasi illazione in merito alla sicurezza e all'efficacia della vaccinazione. Però, in questa sede, io sono chiamata ad esprimermi nelle vesti di legislatrice e non posso non segnalare come questa norma innanzitutto non raggiunga l'effetto auspicato perché, avendo come proponimento il raggiungimento dell'immunità di gregge e quindi la tutela della salute pubblica, si può prevaricare rispetto alle libertà dell'individuo; questa norma non può soddisfare le esigenze della copertura vaccinale per garantire l'immunità di gregge e soprattutto protegge operatori e professionisti sanitari che, tuttora, si ritrovano ad operare in prima linea con i dispositivi di protezione individuale indosso, quindi in condizioni di assoluta efficacia per i rischi di contagio nei confronti dei pazienti. Quindi, questa norma non soltanto è inattuabile perché si tratta di utilizzare dati sensibili dei professionisti sanitari, che non possono essere messi a disposizione dai datori di lavoro, ma è anche inefficace se l'ottica è quella della salute pubblica (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Questo provvedimento, così come prospettato e anche ascoltando gli interventi precedenti dei colleghi, a dispetto di tutto l'ordinamento giuridico e giudiziario e dei trattati europei sottoscritti, introduce di fatto un obbligo vaccinale per il personale sanitario, pena essere spediti a casa senza stipendio. Questa è una misura che verrà impugnata dal primo banale giudice del lavoro e il provvedimento verrà probabilmente annullato. Il primo dubbio sollevato dalla sopracitata disciplina normativa è se e in che limiti l'interesse collettivo alla salute pubblica possa limitare il diritto del singolo a scegliere le cure a cui sottoporsi, dunque il diritto dello stesso di autodeterminarsi al riguardo. Infatti, l'articolo 32 della Costituzione tutela la salute sia come interesse collettivo sia come interesse individuale, attribuendo a questo ultimo una duplice accezione: in senso positivo, inteso come diritto a ricevere le prestazioni mediche assistenziali, in senso negativo, inteso come diritto a non ricevere cure come libertà - consapevole e informata - nelle cure. Sul punto è intervenuta la Corte costituzionale, con la storica sentenza n. 258 del 1994, ripresa da ultimo dalla sentenza n. 5 del 2018, la cui redattrice è proprio l'attuale Ministro della Giustizia, Marta Cartabia. Questo per ribadire, come dicevano anche i colleghi, che nessuno mette in dubbio la necessità di vaccinarsi, ma soltanto il principio giuridico...

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare la deputata Emanuela Rossini. Ne ha facoltà.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Presidente, solo per completare il quadro, vorrei ricordare che questa misura è stata decisa i primi di aprile, non tanto per accelerare il processo volto a raggiungere l'immunità di gregge, quanto per rispondere alle preoccupazioni di tutti i familiari dei malati, che erano pazienti in ospedale, nelle RSA, nei centri per disabili, ovvero tutte le persone in cura. Era nato proprio per dare una garanzia di sicurezza rispetto al fatto che chi li stesse curando non portasse il virus. È chiaro, è una responsabilità che si sono assunti i medici e faceva parte della loro deontologia professionale, però ricordo che questa misura, per quanto ci abbia posto alcuni interrogativi, ha previsto un tempo - parlo del 1° aprile - dando tranquillità ad un Paese di 60 milioni di abitanti, soprattutto a tutti coloro che erano pazienti o con familiari in cura.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lorenzin. Ne ha facoltà.

BEATRICE LORENZIN (PD). Presidente, risponderei alle perplessità dei colleghi facendo riferimento al sito degli infermieri italiani: Coronavirus, tutti gli infermieri morti per COVID-19, oltre i 100 mila colleghi contagiati sul lavoro; dopodiché c'è una lunga lista di lutti. Se andate sul sito FNOMCeO, la Federazione nazionale dei medici, troverete l'elenco degli oltre 370 morti sul lavoro - lo possiamo dire (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? - che hanno chiesto e rivendicato la possibilità di essere vaccinati, di lavorare in sicurezza, di prestare il loro lavoro nelle corsie, nelle autoambulanze, nei tendoni dove si sta vaccinando la nostra popolazione, con il diritto di tornare a casa dalla loro famiglia, senza il rischio di portare una malattia mortale ai propri genitori, ai propri figli, ai parenti, al vicino di casa; dall'altra parte, c'è il diritto di chi viene ricoverato in un ospedale, di chi si trova in una RSA, in una situazione di fragilità, di chi si trova ricoverato in una struttura, che tutela le persone portatrici di handicap, di non essere contagiato da chi li deve curare e quindi di trovarsi in una situazione di totale sicurezza. Questa norma è tanto di buonsenso che, sinceramente, il dibattito di oggi me ne ricorda un altro, nel 2018, in questa stessa Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), e non è un caso che siano le stesse persone, che raccontano le stesse storie, dietro gli stessi strani ragionamenti, a creare solo confusione nella popolazione. I vaccini per il COVID sono diversi; non hanno certamente la storia dei vaccini a cui siamo abituati da trenta, quaranta o cinquant'anni e per questo si fanno su base volontaria. Tuttavia, gli operatori sanitari hanno accettato deontologicamente il fatto di essere vaccinati obbligatoriamente perché la loro professione è diversa e hanno detto, sottoscrivendo tutto ciò, in tutti i loro organi, una cosa molto seria, ma molto semplice da capire: ci vacciniamo noi, potete farlo tutti! Questo è il messaggio che deve passare in quest'Aula: ci vacciniamo noi, potete farlo tutti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! E' così! E' l'unica strada per uscire da questo tremendo virus che ha fatto più di 100 mila morti: ma di che cos'altro dobbiamo parlare in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ceccanti. Ne ha facoltà.

STEFANO CECCANTI (PD). Grazie, Presidente, non tiriamo in ballo a sproposito l'articolo 32 della Costituzione e la Corte costituzionale. Nella sentenza n. 5 del 2018, che derivava da un obbligo vaccinale previsto in un altro decreto, la Corte ha scritto: “La legge impositiva di un trattamento sanitario non è incompatibile con l'articolo 32 della Costituzione se il trattamento sia diretto non solo a migliorare o a preservare lo stato di salute di chi vi è assoggettato ma anche a preservare lo stato di salute degli altri”. Questo è il caso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il collega De Martini. Ne ha facoltà.

GUIDO DE MARTINI (LEGA). Le risposte alla vostra propaganda, in particolare a quella del deputato Lorenzin, le fornisco con le parole dei loro colleghi, con quelle del deputato Boccia che, ieri, ha proposto, nel caso non venisse raggiunta un'immunità sufficiente, che si dovrà pensare in Parlamento ad un vaccino obbligatorio per tutti. Quindi, mentre si comincia a ventilare l'obbligo per i bambini dopo l'estate o per gli anziani sopra i 65 anni, Boccia si porta avanti e parla di obbligo per tutti. Non siamo contro il vaccino, siamo, come sempre siamo stati in campagna elettorale, contro l'obbligo vaccinale, anche contro questo vaccino.

PRESIDENTE. Concluda!

GUIDO DE MARTINI (LEGA). Di più, e chiedo di parlare almeno quanto il deputato Lorenzin come tempo: vi ricordo che questo vaccino è in fase sperimentale…

PRESIDENTE. Collega, lei sta intervenendo a titolo…

GUIDO DE MARTINI (LEGA). …e ci sono Nazioni come la Danimarca, non il Burundi, che hanno ritirato i vaccini AstraZeneca e Johnson&Johnson.

Di più: voi dite che gli operatori sanitari devono fare il vaccino per non contagiare.

PRESIDENTE. Collega, la invito a concludere.

GUIDO DE MARTINI (LEGA). Ma non è vero, perché anche chi è vaccinato può contagiare. Lo dimostra il fatto che il collega Speranza chiede, per chi arriva con il vaccino dall'estero, un tampone.

PRESIDENTE. La ringrazio. Ha chiesto di parlare il deputato D'Ettore. Collega Cunial, mi scusi, lei è già intervenuta, quindi non posso farla intervenire su questo emendamento. Colleghi, vi chiedo di abbassare il tono della voce, di indossare la mascherina correttamente e di garantire il distanziamento interpersonale. Colleghi di Fratelli d'Italia! Colleghi, vi chiedo di mantenere il distanziamento. Prego, collega D'Ettore.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Grazie, Presidente. Dell'obbligo vaccinale ne abbiamo già discusso per altre questioni; ricordo già nel primo Governo Conte, quando si parlava del vaccino, relativamente all'obbligo vaccinale nelle scuole. Vi ricordate cos'era accaduto? Noi siamo per l'obbligo vaccinale - lo abbiamo proposto anche al Senato -, l'obbligo vaccinale non contrasta con alcuna norma costituzionale, come ricordava il collega Ceccanti, è un dovere che il Governo e il Parlamento devono consentire che sia realizzato in un momento come questo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico). Dire cose diverse non è questione di maggioranza o di minoranza e nemmeno di buonsenso, ma è questione di responsabilità, dalla quale Forza Italia non rifugge: rimaniamo e voteremo contro questo emendamento.

L'obbligo vaccinale per noi è un caposaldo della risposta che dobbiamo dare in questo momento di profilassi vaccinale per rispondere a tutto ciò che è avvenuto e per convincere e far capire alla popolazione che non solo si può fidare, ma che tutti i vaccini che sono somministrati in questo momento rispondono a tutte le regole di salvaguardia medica e sono sicuri; e l'obbligo vaccinale, in particolare con riguardo alle strutture sanitarie, non può essere eluso (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Provenza. Ne ha facoltà.

NICOLA PROVENZA (M5S). Grazie, Presidente. È chiaro che questo è uno degli argomenti più delicati da affrontare in questo momento, ma che dovrebbe nascere da alcune considerazioni che abbiamo già sottolineato decine di volte, nel momento in cui il Coronavirus si è affacciato sullo scenario mondiale: l'alta contagiosità e, soprattutto – ed è l'aspetto più delicato - l'assistenza dei pazienti cronici e soprattutto dei pazienti fragili. Questa tematica va posta al centro.

Abbiamo fatto una battaglia - e lo dico a tutte le forze politiche - nella quale si metteva al centro in maniera assoluta anche la vaccinazione per i caregiver, cioè per tutti coloro i quali devono assistere i pazienti cronici e i pazienti fragili. Non si può in questo momento immaginare che nelle RSA (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico), nelle strutture ospedaliere e in tutte le postazioni nelle quali bisogna assistere i pazienti cronici e i pazienti fragili non si abbia questa tutela. Vuol dire che abbiamo dimenticato un'idea che è quella complessiva della salute. Non è possibile ancora, in questo momento, provare a strumentalizzare determinati argomenti. Siamo sulla strada che ci porta ad uscire da questa emergenza per recuperare una dimensione di salute complessiva e non è ammissibile in questa fase strumentalizzare qualsiasi tipo di argomento, soprattutto questo (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV). Presidente, io ho ascoltato con assoluto interesse e rispetto gli interventi che si sono svolti e ho cercato anche di interpretarli nel senso che - mi crederanno i colleghi che sono intervenuti - sul tema delle libertà la riflessione è una riflessione sulla quale sicuramente è giusto che ci poniamo sempre con un'attenzione in più.

Io, per esempio, rispetto al tema del coprifuoco, spesso e volentieri, mi sono trovato nei ragionamenti che hanno fatto i colleghi di Fratelli d'Italia, in modo particolare, con una punta di attenzione e di rispetto in più rispetto a delle considerazioni che sono legate alla libertà personale, che è “mortificata”, in ragione di un obiettivo da raggiungere. Ma qui mi permetto di dire che stiamo in un altro campo.

Ovviamente ciascun gruppo è libero di organizzarsi come vuole e di trovare una via politica per fare una scelta di campo rispetto al tema dei vaccini, portando dentro un argomento che, a mio avviso, con la coscienza non ha nulla a che vedere: la coscienza dovrebbe essere quella dei medici che stanno a contatto con persone fragili, con persone malate, che hanno tutto il diritto di essere curate da coloro che, con il vaccino, si sono messi al riparo (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva e Partito Democratico).

Peraltro, apro e chiudo una parentesi, alla medica legislatrice, che si ponga anche il problema che quel medico poi torna a casa e infetta la famiglia e, a catena, succede quello che abbiamo già vissuto. Ci rifletta, la medica legislatrice!

Però, signor Presidente e colleghi, la libertà di coscienza a mio avviso non c'entra nulla, perché oggi questa decisione non riguarda l'obbligo vaccinale per l'intera popolazione, che pure in questo Paese in condizioni di emergenza abbiamo deciso: per la poliomelite c'è stato il vaccino obbligatorio, per il vaiolo c'è stato il vaccino obbligatorio; di fronte a emergenze che hanno portato oltre 130.000 morti (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva e Partito Democratico) non sarebbe fuori luogo immaginare l'obbligatorietà per tutta la popolazione.

Qui stiamo parlando di un segmento che ha l'onore e l'onere - soprattutto l'onere per le morti che ha portato con sé - di avere un contatto diretto con quelli che più rischiano, con i fragili, con gli anziani. Volete che uno Stato che sta attento a quello che succede non si faccia carico di porre un vincolo per chi sta in quelle condizioni? Se stai lì, ci devi stare stando tu al riparo e mettendo al riparo gli altri. Mi pare assolutamente evidente, quindi non capisco come non si possa essere d'accordo. Al di là di alcune colleghe che, per carità, sono le stesse che, quando c'erano i blocchi, non si fermavano e andavano avanti dicendo: non sa chi sono io, perché tanto a me non me ne frega niente; però, per fortuna, il Paese italiano è rappresentato anche da altre persone.

Quindi, vorrei dire - e lo dico anche al collega Claudio Borghi - e con questo concludo: fate delle scelte! Mettersi contro questa norma - che riguarda i medici, non riguarda l'intero popolo italiano - significa non dichiararsi fino in fondo a favore dei vaccini. Questa è la realtà dei fatti e, nel momento in cui fate una scelta di questo tipo, non vi appellate alla coscienza, ma rivendicate una responsabilità politica che per fortuna in questo Paese è nettamente minoritaria (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva e Partito Democratico). E se avete bisogno di vedere se i vaccini hanno funzionato, guardate quello che sta succedendo ora. Se il vostro leader può dire adesso, come dicevo anch'io, “apriamo, apriamo” è perché grazie ai vaccini abbiamo ottenuto queste condizioni, altrimenti ancora abbaiavate alla luna (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva, MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Stumpo. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (LEU). Grazie, Presidente. In questi giorni si sente spesso dire “un emendamento di buon senso”, ma io veramente farei un richiamo al buonsenso di tutti in questo caso, perché l'obbligo vaccinale per il personale medico - lo diceva ora il collega Giachetti - non è un fatto punitivo, ma è un principio per il quale le libertà di uno terminano dove iniziano quelle degli altri. Altrimenti noi non saremmo persone civili, se non avessimo il senso di responsabilità verso i più deboli. E il principio per il quale si è fatta questa scelta è che, proprio nei luoghi di maggiore problematicità, una persona fragile - penso a un malato oncologico - deve avere il diritto di poter essere curato in sicurezza. Questo è il problema che dovremmo vedere oggi (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali), non fare della propaganda sindacale e di parte per una categoria, che tra l'altro non la vuole. Perché la stragrande maggioranza dei medici sono corsi a vaccinarsi, lo hanno fatto spontaneamente e volontariamente.

C'è una piccola parte che vuole mettere a repentaglio la salute degli altri in una fase di pandemia, perché non si è mai fatto l'obbligo vaccinale per i medici per l'influenza. Sappiamo tutti bene che nelle ASL si sono fatti atti premiali per le ASL, dove era possibile arrivare oltre il 70 per cento dei medici vaccinati contro l'influenza, e poche erano le ASL che ci sono arrivate. Nessuno è mai andato a fare quei controlli, perché è giusto che sia così. Ma che, in pandemia, in una fase come questa, in cui la categoria dei medici ha pianto i propri morti - ed è stato rimarcato più volte -, mettere in sicurezza i medici, per mettere in sicurezza le persone fragili che si trovano in ospedale senza volerci essere, è un atto obbligatorio, che la politica, il Parlamento, deve assumersi come responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Boldi. Ne ha facoltà.

ROSSANA BOLDI (LEGA). Grazie, Presidente. Io voglio dire pochissime cose. A me hanno insegnato che nel ‘900 intere popolazioni si sono salvate sostanzialmente per due grandi scoperte scientifiche: i vaccini e gli antibiotici (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier. Quindi, in una situazione di emergenza come è questa – io, lo ricordo, sono un sanitario, ed ho fatto il COVID e poi il vaccino -, capisco che a molti appaia come una grossa limitazione della libertà personale, però farei notare che intanto è limitata nel tempo…

PRESIDENTE. Collega, deve concludere!

ROSSANA BOLDI (LEGA). Sì, devo concludere, però, un attimo, perché tutti hanno potuto esprimere…

PRESIDENTE. Collega, ha esaurito il suo tempo. Mi rendo conto, ma ha ampiamente esaurito il suo tempo.

ROSSANA BOLDI….quindi, per favore, un attimo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Capisco che qualcuno veda ciò come una limitazione della libertà personale e che possa avere delle posizioni diverse, ma io credo che in una situazione come questa dovrebbe essere una questione di coscienza vaccinarsi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Baldini. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BALDINI (FI). Grazie, Presidente. Ricordo che siamo ancora in pandemia e si sta parlando di un'obbligatorietà. Credo che l'obbligo vaccinale sia determinante, perché oggi senza questa vaccinazione continueremmo in questo stato di cose. L'obbligo per i sanitari, chiaro, è fondamentale, lavorano in quel settore, ma non è che solo i sanitari sono gli untori: tutte le persone sono degli untori, tutti i servizi pubblici in particolare. Mi chiedo: ma il Parlamento è o non è un servizio pubblico? Ancora adesso ci sono persone che in questi giorni sono risultate positive al COVID-19 e io mi chiedo perché non viene resa obbligatoria la vaccinazione in questo Parlamento. Noi, tutti, ci spostiamo da una parte all'altra con i treni e queste persone ancora - e parlo proprio di questi giorni - hanno portato e stanno portando il virus in circolazione. Siamo anche noi responsabili di tutto questo e dobbiamo dare l'esempio, perché non è un esempio positivo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Collega Gagliardi, chiede di intervenire? No. Ha chiesto di parlare il collega Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Questa è una dichiarazione a titolo personale. Voterò a favore dell'obbligo vaccinale per i sanitari. Lo farò perché è troppo facile fare gli eroi con la salute degli altri, è troppo facile in un momento come questo. Posso capire in una situazione di tranquillità sanitaria, ma in questo momento, dove ancora piangiamo i morti, ci vogliamo permettere il lusso di non imporre l'obbligo vaccinale per la libertà?

PRESIDENTE. Concluda.

SALVATORE CAIATA (FDI). La differenza fra libertà e libertinaggio è proprio la capacità di tracciare il confine dove finisce la mia libertà e inizia la libertà degli altri. E la libertà alla tutela della salute, in questo momento, ritengo sia preminente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Cubeddu. Ne ha facoltà, per un minuto.

SEBASTIANO CUBEDDU (M5S). Grazie Presidente. Volevo richiamare l'attenzione di tutti nel ricondurre la disposizione, la norma, agli aspetti lavoristici per cui è nata. In effetti, la norma sospende il personale medico non vaccinato, laddove non sia possibile impiegarlo in altre mansioni e, quindi, ha carattere residuale sotto il profilo lavoristico. Il fatto di non poterlo applicare nelle mansioni per cui è stato assunto deriva dalla mancata vaccinazione, che ha come scopo invece quello di tutelare i pazienti deboli e i malati cronici…

PRESIDENTE. Concluda.

SEBASTIANO CUBEDDU (M5S). …assicurando personale medico vaccinato. Quindi, è questo il limite della norma. La mancata vaccinazione ha, come conseguenza automatica, il demansionamento e, a carattere residuale, ha, invece, la sospensione dalle mansioni e della retribuzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Giglio Vigna, sempre a titolo personale. Prego.

ALESSANDRO GIGLIO VIGNA (LEGA). Grazie Presidente. Onorevoli colleghi, intervengo a titolo personale. Sono assolutamente d'accordo con l'obbligo per un concetto di equità sociale, che non è ancora stato citato in quest'Aula. Non inserire l'obbligo vorrebbe dire garantire ai ricchi di andare in cliniche certificate con personale e medici vaccinati e costringere, invece, la fascia più povera della popolazione ad andare in ospedali in cui non si sa se i medici sono o no vaccinati (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e di deputati del gruppo Partito Democratico). Pari diritti per tutti i pazienti a prescindere dal censo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Formentini. Ne ha facoltà.

PAOLO FORMENTINI (LEGA). Grazie, Presidente. Abbiamo sentito degli interventi a titolo personale contro l'obbligo vaccinale. Allora voglio far sentire, invece, la voce di chi a Brescia, in una delle province più colpite dalla pandemia, l'ha vissuta da vicino. Io sono figlio di un medico, che ogni mattina andava in corsia a combattere. Noi dobbiamo garantire alle nostre truppe al fronte di poter combattere, per questo dobbiamo votare per l'obbligo vaccinale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e di deputati del gruppo Partito Democratico). Noi dobbiamo garantire altresì la libertà dei più deboli. Questo è il principio vero del liberalismo. Non è il capriccio del singolo sanitario che qui deve prevalere, ma la libertà di scelta del malato, che sceglie di farsi curare e deve poter essere curato (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Bagnasco. Ne ha facoltà.

ROBERTO BAGNASCO (FI). Grazie, Presidente. Io credo che una situazione come questa, in cui un Paese ha subito oltre 110 mila morti, metta in condizioni ciascuno di noi, in casi assolutamente limite, di avere qualche limite alla propria libertà. Nel caso specifico di coloro i quali esercitano la professione sanitaria, questo è ancora più sentito. Hanno un obbligo specifico nel momento stesso in cui hanno deciso di fare un lavoro, che poi non è solamente un lavoro, ma è anche una missione. In questo caso non ci devono essere speculazioni di tipo politico, differenze tra gli uni e gli altri, ma solamente la tutela assoluta…

PRESIDENTE. Concluda.

ROBERTO BAGNASCO…. della nostra salute. Siamo ancora in piena pandemia, cerchiamo di non dimenticarlo mai!

PRESIDENTE. Colleghi della Lega… Colleghi della Lega… vi chiedo di evitare capannelli… Colleghi 5 Stelle… dovete evitare assembramenti, colleghi.

Ha chiesto di parlare il collega Silli. Ne ha facoltà.

GIORGIO SILLI (MISTO-C!-PP). Grazie Presidente, velocemente e semplicemente per allinearmi ai tanti interventi che mi hanno preceduto. Ogni volta che si parla di un obbligo, la parola obbligo suona sempre un po' come violenta per certi versi, ma in questo caso l'obbligo diventa una responsabilità; diventa una sorta di vocazione. In un momento come questo, dove una pandemia ha bloccato il mondo intero, fare le barricate contro un qualcosa di buonsenso, che tende solamente a preservare e a tutelare, per certi versi, i pazienti all'interno delle strutture sanitarie, credo sia decisamente folle. Per questo, mi associo ai tanti interventi che mi hanno preceduto, ribadendo che, a nostro avviso, è assolutamente indispensabile l'obbligo vaccinale per alcune categorie (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Cambiamo!-Popolo Protagonista e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Io innanzitutto voglio ringraziare il gruppo di Fratelli d'Italia per la decisione assunta, per la maturità e la capacità di comprendere che, nell'espressione di questo voto, c'è la sensibilità, la provenienza dal punto di vista culturale, professionale, del percorso umano, che incide particolarmente in un voto come questo.

Io appartengo a una professione d'aiuto, a una professione sanitaria, essendo una psicologa e una psicoterapeuta, quindi, rispetto a questo, devo dire che vivo la mia professione d'aiuto come una professione di servizio e di tutela della salute. Per questo, il mio voto sarà a favore dell'obbligo vaccinale, perché credo che chi si occupa di proteggere la salute degli italiani e delle persone, debba dimostrarlo e metterlo al primo posto nella propria professione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Per questo, credo che sia assolutamente giusto dimostrare ciò con i fatti: un servizio alla protezione della salute, un servizio alla protezione dei più fragili, un servizio alla protezione dell'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 4.100 Silvestri e 4.101 Ehm, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Passiamo all'emendamento 4.4 Sarli.

Ha chiesto di parlare la collega Sarli. Ne ha facoltà.

DORIANA SARLI (MISTO). Grazie, Presidente. Per quello che ho ascoltato prima dal collega Provenza e dal collega Giachetti, questo emendamento dovrebbe essere approvato, perché è un emendamento che circoscrive solo a chi è a contatto con malati e pazienti fragili, cioè esclude i chimici, i fisici, i biologi, i veterinari, che con tutti hanno a che fare, tranne che con malati e pazienti fragili. Tra l'altro, vorrei dire alla collega Lorenzin che lo scorso anno noi abbiamo stabilito che i medici che erano a contatto con i pazienti positivi non facessero la quarantena perché avevano i dispositivi di sicurezza. Oggi c'è un vaccino - al quale io non sono personalmente contraria - che però non blocca la trasmissibilità (Applausi dei deputati del gruppo Misto), come dice l'Istituto superiore di sanità; invece i dispositivi lo scorso anno avevano questa funzione e loro stessi potevano non fare la quarantena quando erano a contatto con pazienti positivi (Applausi dei deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.4 Sarli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Passiamo all'emendamento 4.1 Cunial.

Ha chiesto di parlare la collega Cunial. Ne ha facoltà.

SARA CUNIAL (MISTO). Grazie, Presidente. Mi riallaccio all'intervento della collega Sarli e chiedo, per suo tramite, una conferma all'onorevole Lorenzin: dove sta scritto che chi è vaccinato non sarà contagiato e non potrà contagiare? Perché non sta scritto assolutamente da nessuna parte, né tanto meno dall'OMS, né tanto meno dall'Istituto superiore di sanità. Quindi, di che cosa stiamo parlando quando parliamo di un vaccino obbligatorio, che non è in grado né di coprirci dall'eventuale contagio successivo, né tanto meno di coprire dall'eventuale trasmissione? Questa è la verità. Il prestigioso Salk Institute ci dice che la proteina spike può causare enormi danni al sistema vascolare quando a una persona viene iniettata quella proteina direttamente o quando, tramite i vaccini a mRNA, ne viene proliferata la formazione all'interno del nostro sistema immunitario e del nostro corpo. Quindi, di che cosa stiamo parlando ancora una volta?

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.1 Cunial, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Passiamo all'emendamento 4.3 Suriano.

Ha chiesto di parlare la collega Suriano. Ne ha facoltà.

SIMONA SURIANO (MISTO). Grazie, Presidente, l'articolo 2103 del Codice civile sancisce che “il lavoratore deve essere adibito alle mansioni per cui è stato assunto”, che è ammessa una mobilità orizzontale e verticale, ma la mobilità verso il basso è prevista solo in specifici e determinati casi. In questo caso, prevedere il demansionamento significa influire sulla dignità e la capacità professionale del lavoratore. Infatti, il legislatore ha limitato a casi specifici la possibilità di demansionare, in casi di riorganizzazione aziendale e per espressa previsione dei contratti collettivi. La modifica unilaterale del demansionamento provoca danni al lavoratore, lesioni alla dignità e alle aspettative lavorative, per cui prevedere, per chi opta momentaneamente di non sottoporsi a vaccinazione, un demansionamento o addirittura una sospensione dell'ordine è un atteggiamento fortemente discriminatorio, quindi chiediamo la soppressione di questo comma.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. In merito a questo delicatissimo tema, il gruppo L'Alternativa c'è si è adoperato per chiedere un parere pro veritate all'esimio costituzionalista Paolo Maddalena.

E Paolo Maddalena, in un documento che è stato pubblicato e ha girato liberamente sul web, ha constatato che il profilo di costituzionalità è proprio relativamente al fatto che sia sospesa la retribuzione, già con diversi profili di incostituzionalità in merito alla questione del demansionamento, perché qui, in questo comma, si fa capire surrettiziamente rispetto a un possibile demansionamento. Poi, vorrei vedere per gli operatori sanitari o, comunque, sanitari assimilati, che cambiano le padelle, che fanno le pulizie, che cambiano i pannoloni, che cosa intendete o come volete demansionarli, perché queste sono le persone che sono in contatto con i malati, queste sono le persone che rimangono più tempo in contatto con i malati e, quindi, non a detta mia, ma a detta dell'esimio costituzionalista Paolo Maddalena, questa parte di questo decreto è incostituzionale (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Menga. Ne ha facoltà.

ROSA MENGA (MISTO). Grazie, Presidente. A quanto già detto dai miei colleghi intendo solo aggiungere una considerazione, che più che una considerazione è una domanda al Governo presunto dei migliori. Io mi chiedo se, prima di scrivere una norma come quella contenuta al comma 8 dell'articolo 4, abbiano parlato con la categoria che effettivamente è coinvolta nell'applicazione della norma stessa e faccio riferimento alla categoria dei medici competenti, dei medici del lavoro, che devono accertare, devono sottoporre a visita i professionisti sanitari e gli operatori di interesse sanitario per giudicarne l'idoneità. Bene, è cosa nota - forse non nota, però, a questo Governo - che la visita di accertamento scatta su richiesta del lavoratore, quindi non del datore di lavoro che sottopone in maniera coatta un lavoratore al giudizio di idoneità per la mansione che attualmente egli svolge. Per cui questa norma non soltanto è deleteria, perché lede davvero la libertà individuale dei professionisti sanitari, ma è anche inattuabile perché la visita non può scattare su richiesta del datore di lavoro (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.3 Suriano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 5.03 Gemmato.

Ha chiesto di parlare il collega Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Con questo emendamento il gruppo di Fratelli d'Italia intende porre rimedio a quella che, a nostro avviso, è una svista. In sostanza - faccio una brevissima analisi politica -, all'inizio del Coronavirus, abbiamo richiamato in servizio tutta una serie di operatori sanitari proprio perché gli organici della sanità italiana erano evidentemente carenti. Non apro il tema e il dibattito sull'imbuto formativo legato agli specializzandi in medicina, con riferimento al quale il nostro gruppo ha prodotto degli emendamenti, non richiamo e non apro il dibattito sul numero chiuso per le professioni sanitarie e per la facoltà di medicina; fotografo una situazione, cioè l'Italia era carente ed è carente di operatori sanitari. Sono note alle cronache le scene, le immagini dei medici cubani, piuttosto che dei medici e degli operatori sanitari albanesi che sono venuti in Italia a prestare servizio. Bene, si è giustamente fatto in modo che i pensionati sanitari potessero rientrare negli organici e, quindi, portare servizio in un momento straordinariamente difficile della nostra Nazione per i cittadini italiani e per i malati. Detto questo, però, ci si è dimenticati di una fattispecie importante, ovvero dei dirigenti medici universitari, cioè quelli che nei policlinici, quelli che nelle strutture pubbliche di ricerca svolgono una funzione altrettanto importante nell'erogazione di salute e, soprattutto, nel monitoraggio del fenomeno pandemico. A queste persone non è stato e non è consentito di prorogare la loro permanenza negli organici sanitari italiani. Diciamo ad alcuni medici ed alcuni operatori sanitari che possono continuare a prestare servizio per la nostra Nazione e per gli italiani, poi diciamo ad altri operatori medici, peraltro dirigenti, peraltro direttori di strutture complesse di ricerca, che non possono fare la stessa cosa. Immagino che questa sia una dimenticanza, magari legata all'esiguità numerica delle persone che vi ho citato, dei professionisti che vi ho citato, però ritengo che quest'Aula possa e debba porre rimedio a questa dimenticanza. Per questo, chiedo un voto favorevole che vada a sanare una situazione, in modo che - non voglia Iddio che questa pandemia continui - i professionisti sanitari, i ricercatori universitari, i dirigenti di struttura medica complessa di ricerca continueranno a svolgere un ruolo fondamentale per sconfiggere questo maledetto Coronavirus che sta fiaccando la Nazione italiana (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5.03 Gemmato, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della Commissione bilancio.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5.02 Gemmato, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5.01 Gemmato, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della Commissione bilancio.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.2 Prisco, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.3 Prisco, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Passiamo all'emendamento 6.1 Ferro.

Ha chiesto di parlare la deputata Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Non credo che utilizzerò i cinque minuti a disposizione, considerato l'andazzo e, quindi, la consapevolezza che, spesso, sia fiato sprecato all'interno di quest'Aula rispetto alle richieste pervenute da tutti gli emendamenti fino ad ora discussi da parte del gruppo di Fratelli d'Italia e dai colleghi; non ultimo l'emendamento 6.1 a mia prima firma, che, di fatto, dovrebbe seguire la logica del Governo che tende, ovviamente, alle chiusure, che non tende alle proroghe, che non tende a riconoscere regole uguali per tutti. Abbiamo appena parlato di dirigenti di struttura complessa universitari rispetto, magari, agli ospedalieri; abbiamo parlato di vaccinazioni rispetto al problema che riguarda la sfera personale e in termini di esperienze.

In questo caso, l'emendamento chiede soltanto - proprio per far sì che non si verifichi il contagio, visto che abbiamo sentito parlare di emergenza, abbiamo sentito parlare di obbligo vaccinale, abbiamo sentito parlare di chiusure e non di proroghe (neanche di un'ora) – con riferimento a tutto ciò che arriva agli uffici giudiziari militari, rispetto a chi deve presentare della documentazione e degli atti, la possibilità di farlo attraverso l'indirizzo di posta elettronica, e soprattutto di poterlo fare entro e non oltre il 31 luglio 2021.

Quindi, non stiamo neanche a richiedere tempi biblici rispetto a quella che dovrebbe essere una garanzia, anche perché ci è stata più volte sollecitata da chi quei luoghi di lavoro li vive e spesso si creano tante problematiche per un afflusso eccedente.

Sono convinta che anche su questo il parere sarà negativo, però era doveroso da parte mia anche portare, non soltanto per iscritto ma attraverso il mio pensiero, l'istanza che ci è pervenuta dagli uffici giudiziari militari.

Io dico che alla fine anche questo decreto non avrà una logica comune, non avrà una possibilità di mettere regole chiare e uguali per tutti. Sarà, ancora una volta, l'esito di chi fa figli e figliastri e, comunque, non vuole risolvere il problema anche quando il problema è chiaro a tutti e soprattutto è sollecitato dagli interessati.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.1 Ferro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 6.0100 Colletti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.1 Ferro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.7 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 10.8 Colletti.

Ha chiesto di parlare il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (MISTO-L'A.C'È). Presidente, questo articolo 10 era uno dei peggiori articoli inseriti inizialmente nel decreto-legge. Uno dei peggiori articoli perché dava un segnale pessimo soprattutto alle nuove generazioni, poiché il Ministro Brunetta, per i futuri concorsi ma anche per quelli in itinere, metteva proprio il bastone fra le ruote alle persone che erano appena uscite dalle università, che erano appena uscite dal master, le persone che avevano appena finito un ciclo di studi, ma che, ovviamente, proprio per questo, pur avendo un'ottima preparazione, non potevano, sempre secondo Brunetta, partecipare ai concorsi, perché non avevano l'esperienza adatta per poter entrare nella pubblica amministrazione. E la pubblica amministrazione italiana è già una di quelle in cui l'età media è la più alta di tutta Europa. Ma addirittura Brunetta era arrivato ben oltre: aveva addirittura previsto che per poter concorrere a delle fasi concorsuali era necessaria la valutazione dell'esperienza professionale, inclusi i titoli di servizio. Quindi, voleva dire che un neolaureato e un neo-masterizzato (scusate la parola, che non suona molto bene) potevano anche non concorrere nei concorsi della pubblica amministrazione perché non sarebbero mai passati.

Qualcosa è stato fatto dalla maggioranza quando è passata questa conversione del decreto-legge al Senato, perché era talmente pessimo questo articolo che hanno tentato di inserire dei miglioramenti con alcuni emendamenti, in cui hanno inserito che solo per i profili qualificati dalle amministrazioni in sede di bando a elevata specializzazione tecnica e strettamente correlati alla natura e alle caratteristiche delle posizioni bandite si deve utilizzare l'esperienza professionale come un limite.

Però, il vero problema è che quando ci saranno questi bandi chi deciderà quali sono queste mansioni a elevata specializzazione tecnica? Direttamente i comuni, direttamente le regioni, direttamente i Ministeri, che, quindi, potranno autonomamente decidere che un bando per un posto da architetto o da paesaggista o da ingegnere può benissimo essere fatto a prescindere dai titoli ma per forza con l'esperienza maturata. Quindi, noi avremo, come è avvenuto per altri concorsi nel settore giustizia, che a concorrere ci saranno cinquantenni, sessantenni e tutti gli under 40 verranno buttati fuori dalla pubblica amministrazione e gli under 40, soprattutto, sono un patrimonio…

PRESIDENTE. Concluda.

ANDREA COLLETTI (MISTO-L'A.C'È). …che l'Italia non può disperdere. È per questo che è necessario modificare questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Non era il caso di perdere tempo, ma, vista la serie di inconsistenti affermazioni che ho sentito, è chiaro che suggerisco al collega Colletti non solo di leggersi i testi ma di studiarsi anche qual è la natura del procedimento concorsuale e quali sono i soggetti che valutano nelle valutazioni previste sia per norma di legge che per norma regolamentare. È troppo il tempo che ho sprecato. Non è la prima volta, ma sentire parlare in maniera così inadeguata e senza la conoscenza concreta di ciò di cui si parla è chiaro che serve solo per tentare di parlare con qualcuno - non si sa con chi - per dirgli: “Guarda che non parteciperai ai concorsi”. Non è vero nulla! Tutto quello che è stato detto è una mera fandonia che viene soprattutto da chi non sa di cosa parla, come è abbastanza usuale in quest'Aula ogni volta che sentiamo gli interventi del collega Colletti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.8 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 10.18 Bucalo.

Ha chiesto di parlare il collega Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (MISTO-L'A.C'È). Innanzitutto, dichiaro il voto contrario della componente L'Alternativa c'è su questo emendamento, perché va a peggiorare la situazione. In realtà, però, vorrei sapere cosa ne pensa di questo emendamento il collega D'Ettore, perché vorrei votare il contrario di quello che dice lui, dato che normalmente - ed è notorio - ciò che dice lui è quello che tutti dovrebbero fare ma al contrario, perché dice delle esimie stupidaggini dall'alto del suo essere, nonostante tutto, professore (non si sa come) (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.18 Bucalo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Passiamo all'emendamento 10.3 Testamento.

Ha chiesto di parlare la collega Testamento. Ne ha facoltà.

ROSA ALBA TESTAMENTO (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. L'emendamento intende sopprimere la modifica introdotta nel provvedimento durante il suo esame in Senato. In pratica, la norma introdotta in Senato consente ai laureati di Scienze delle religioni di insegnare italiano e storia nelle scuole medie e storia e filosofia nei licei. Non siamo d'accordo su questa sostanziale equipollenza e la consideriamo, tra l'altro, una mancanza di rispetto proprio nei confronti dei già molti laureati in lettere, storia e filosofia, precari o disoccupati, che potrebbero benissimo concorrere alla copertura delle cattedre vacanti (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.3 Testamento, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Passiamo all'emendamento 10.2 Testamento.

Ha chiesto di parlare la deputata Testamento. Ne ha facoltà.

ROSA ALBA TESTAMENTO (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Questo emendamento riguarda la partecipazione alle procedure concorsuali dei laureati in scienze del turismo, progettazione e gestione dei sistemi turistici, nelle quali siano richieste competenze adeguate a quelle del ciclo di studi delle classi di concorso. Si tratta, in particolare, del riconoscimento di questi titoli di studio, appunto scienze del turismo, progettazione e gestione di sistemi turistici, perché è praticamente incomprensibile che, di fronte alla grande vocazione turistica del nostro Paese, si impedisca a tali professionalità, altamente specializzate nella gestione di prodotti e servizi turistici, nella pianificazione delle strategie turistico-culturali, nell'individuazione di forme di collaborazione tra strutture ricettive e servizi culturali, di partecipare ai concorsi pubblici banditi dalle pubbliche amministrazioni. Si chiede, pertanto, il riconoscimento e la possibilità di partecipare ai concorsi che chiedano le competenze previste nel ciclo di studi.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.2 Testamento, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Passiamo all'emendamento 10.1 Testamento.

Ha chiesto di parlare la collega Testamento. Ne ha facoltà.

ROSA ALBA TESTAMENTO (MISTO-L'A.C'È). Grazie Presidente, questo emendamento riguarda il riconoscimento di un punteggio da utilizzare nell'ambito di concorsi banditi da aziende ed enti del Servizio sanitario nazionale per il personale medico e infermieristico e sociosanitario assunto durante la pandemia con contratti a partita IVA o a collaborazione coordinata e continuativa. Si tratta di tenere…

PRESIDENTE. Collega, le chiedo di indossare propriamente la mascherina.

ROSA ALBA TESTAMENTO (MISTO-L'A.C'È). … nella dovuta considerazione il lavoro eroico e ad altissimo rischio svolto da medici, infermieri e personale sociosanitario nel contrasto alla pandemia da COVID-19. Tra l'altro, nel recente “decreto Sostegni” è stato accolto un mio ordine del giorno che riguardava, sia la proroga fino al 31 dicembre 2021 dei contratti per questi operatori, sia questo secondo aspetto, cioè il riconoscimento di un punteggio da poter utilizzare nell'ambito di concorsi.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.1 Testamento, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.10 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Collega Battilocchio, le chiedo di indossare la mascherina.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.15 Prisco, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Collega Epifani, le chiedo di indossare la mascherina.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.11 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.12 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.16 Prisco, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.6 Trano, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della Commissione bilancio.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

L'emendamento 10.100 è stato ritirato.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.13 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

Passiamo all'emendamento 10.20 Cirielli.

Ha chiesto di parlare il collega Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Bene, appreso che in molti credono sulla parola, penso che il tema - rubo veramente trenta secondi all'Aula - sia serio, cioè quello della possibilità di consentire lo scorrimento delle graduatorie dei comparti difesa, sicurezza e soccorso pubblico, perché noi dobbiamo partire dalla necessità di dare sicurezza, servizi, soccorsi ai cittadini italiani e per fare questo servono donne e uomini in divisa. Laddove non fosse possibile rispondere a questa esigenza con i concorsi attualmente in svolgimento o che si sono appena svolti, si propone con questo emendamento un banalissimo scorrimento delle graduatorie che consenta a molti giovani che hanno scelto la divisa di accedere a un posto di lavoro, ma soprattutto di garantire con prontezza e velocità sicurezza alla nostra Nazione sotto i diversi punti di vista (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.20 Cirielli, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della Commissione bilancio.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Essendo giunti alle ore 15,30, sospendiamo l'esame del provvedimento, che riprenderà alle ore 17. La seduta è sospesa e riprenderà alle ore 17.

La seduta, sospesa alle 15,30, è ripresa alle 17.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Battelli, Brescia, Cirielli, Colletti, Delmastro Delle Vedove, Gebhard, Giachetti, Lapia, Maggioni, Magi, Montaruli, Mura, Paita, Perantoni, Schullian e Silli sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente 96, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 3113.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3113: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1° aprile 2021, n. 44, recante misure urgenti per il contenimento dell'epidemia da COVID-19, in materia di vaccinazioni anti SARS-CoV-2, di giustizia e di concorsi pubblici.

Ricordo che prima della sospensione è stato, da ultimo, respinto l'emendamento Cirielli 10.20.

Passiamo all'esame dell'emendamento Cirielli 10.21. Ha chiesto di parlare l'onorevole Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Presidente, mi segnalano che ancora molti colleghi stanno scendendo dalle Commissioni o le Commissioni non sono state ancora sconvocate, quindi glielo segnalo perché lei saprà senz'altro dare i giusti tempi per la ripresa dei lavori.

Questo emendamento ha l'obiettivo di prorogare i termini di validità delle graduatorie dei concorsi pubblici nei comparti della difesa, sicurezza e soccorso pubblico al 31 dicembre del 2021. L'obiettivo è semplice: consentire al Ministero dell'Interno, al Ministero della Difesa, al Ministero dell'Economia e delle finanze e al Ministero della Giustizia, per le parti relative ai corpi inerenti le Forze dell'ordine, di utilizzare le graduatorie esistenti e poterle prorogare. Alcune graduatorie scadono prima del 31 dicembre di quest'anno: non interverrà fino a quel momento, probabilmente, neanche il consueto strumento del “Milleproroghe”; nello stesso tempo, vi è la possibilità che non si riescano a bandire i concorsi necessari a coprire sia il turnover sia le carenze strutturali dei diversi corpi. Vi è la possibilità che, anche per i ritardi accumulati in conseguenza della pandemia, non si riescano a svolgere tutti i concorsi, ma, di contro, c'è la necessità nelle nostre città di rinforzare le questure, di rinforzare i comandi dei Vigili del fuoco, di rinforzare gli organici della Polizia penitenziaria, di rinforzare gli organici delle Forze armate, della Guardia di finanza e dei Carabinieri. Quindi, le due esigenze possono e debbono essere contemperate anche con l'accoglimento di questo emendamento a prima firma del collega Cirielli, che mira ad offrire un'opportunità ai diversi corpi di avere a disposizione ulteriori ed altre graduatorie rispetto a quelle dei concorsi che si stanno svolgendo per poter sopperire a queste esigenze.

Credo che sia una norma di buonsenso, una norma che di solito viene contenuta in tutti quelli che sono i provvedimenti di proroga, ma credo che risponda, in questo particolare momento storico, anche a una necessità, a un'esigenza, a un'opportunità che possiamo offrire alle nostre donne e ai nostri uomini in divisa. In fondo, credo che compito della politica sia anzitutto dare risposta a chi sta in prima linea - da un lato sicuramente lo hanno fatto i professionisti sanitari, dall'altro però, non dimentichiamolo, lo hanno fatto le donne e gli uomini in divisa -, oltre a rispondere a quelle necessità, che le nostre città richiamano, di maggiore sicurezza.

Non dobbiamo fare i sindacalisti, con tutto il rispetto, ovviamente, del mestiere dei sindacalisti, di nessuno in particolare. Riteniamo che ci sia, però, un obbligo da parte della politica: dare il giusto ricambio a degli organici delle Forze dell'ordine che sono spesso invecchiati anche in conseguenza delle mancate assunzioni, dare un'opportunità ai tanti giovani che fanno parte di queste graduatorie, ma soprattutto dare una risposta di sicurezza, di difesa nazionale, di soccorso pubblico alla nostra Nazione, perché questo è un bene altrettanto importante come la libertà, come la salute e come i tanti altri beni costituzionali che ovviamente vengono, con alcuni provvedimenti di questo decreto, tutelati.

Quindi, riteniamo sia una norma cosiddetta neutra, di buon senso e invitiamo il Parlamento ad accogliere questo emendamento; anche l'eventuale passaggio al Senato su un tema che non ha alcuna valenza ideologica credo possa dare risposte importanti sulla sicurezza ai cittadini, a chi aspetta un'opportunità di lavoro, a chi ogni giorno, nelle strade e nelle piazze, veste una divisa per garantire la nostra libertà e la convivenza civile. Credo sia una norma di assoluto buonsenso. Invito pertanto nuovamente l'intero Parlamento ad accogliere questo emendamento.

PRESIDENTE. Grazie a lei, onorevole Prisco, la ringrazio anche per il richiamo alle Commissioni, particolarmente apprezzato da un rappresentante delle opposizioni in questa fase.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Vinci. Ne ha facoltà.

GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie, Presidente. Nonostante il nostro impegno profuso in tutta la giornata odierna ma in realtà anche nelle Commissioni, come nelle settimane passate, la maggioranza non ascolta alcuna delle nostre proposte; proposte che sono state depositate e quindi esaminate con attenzione anche dalle Commissioni, ma puntualmente ci troviamo di fronte a porte chiuse; un'Aula assolutamente chiusa alle nostre richieste ma anche molto disattenta. Non è possibile che, a fronte di un numero così elevato di proposte, non ci sia nulla di accoglibile. Questo è un brutto comportamento nei confronti di un'opposizione, che è sempre stata costruttiva.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trancassini. Non c'è. Onorevole Rotelli: non è presente. Onorevole Montaruli: non è presente. Onorevole Mollicone: non è presente. Onorevole Maschio: non è presente (Commenti)… Onorevole Ferro, li richiamiamo tutti poi. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente Rosato. È per dare l'opportunità ai colleghi impegnati ancora nelle Commissioni di intervenire. E' chiaro che questa è una battaglia che il gruppo di Fratelli d'Italia da sempre conduce rispetto al comparto sicurezza e a tutto ciò che riguarda le Forze dell'ordine, la salvaguardia del territorio, ancor di più in questa fase di emergenza COVID con riferimento alla quale riteniamo che la possibilità di attingere alle graduatorie esistenti sia un fatto dovuto. E' un fatto dovuto nei confronti dei cittadini che, soprattutto in questo ultimo anno, li hanno visti come presidio non soltanto per la salvaguarda dell'ordine piuttosto che di eventuali situazioni di pericolo in emergenza COVID, ma anche per quanto riguarda la possibilità di affiancare molti cittadini nei bisogni che avvertono. Quindi, rivolgiamo una preghiera particolare al Governo affinché possa ripensarci ed esprimere parere favorevole su questo emendamento che intendo sottoscrivere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Credo che questo emendamento - come detto in passato su altri emendamenti, ma in questo caso non credo ci siano dubbi - sia di assoluto buon senso. E' un emendamento che, se approvato, è concretamente realizzabile, e fornisce un segnale chiaro e concreto ad un settore, ad un mondo che sicuramente, in questo lungo periodo di emergenza, ha dato dimostrazione di grandissimo impegno e senso del dovere. Quindi, credo che dare un segnale di sostegno e di copertura ai comparti della difesa, della sicurezza e del soccorso pubblico, consentendo la proroga al 31 dicembre 2021 dei termini dei concorsi, sia una misura che l'Aula non può non approvare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente, riteniamo che questo emendamento si inserisca nello stesso solco di quelli già presentati da Fratelli d'Italia con riferimento ad altri provvedimenti e che la proroga dei termini di validità delle graduatorie dei concorsi pubblici nel comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico, proprio in un momento in cui queste forze hanno aiutato l'Italia e gli italiani a superare e comunque a convivere con una situazione così difficile, crediamo sia il minimo. Ciò per dare la possibilità ai giovani finalmente di vedere realizzato il loro sogno che è quello semplicemente di poter aiutare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie Presidente, vorrei ricordare che questo emendamento rappresenta una battaglia trasversale che Fratelli d'Italia ha preso l'impegno di portare avanti, che ha trovato condivisione in diverse forze politiche spesso anche al di fuori di Montecitorio, nelle piazze, quando i ragazzi hanno manifestato chiedendo lo scorrimento delle graduatorie che era stato promesso fosse valevole per tutto il 2021. Vista l'emergenza - nessuno la nega - doveva essere attuato lo scorrimento proprio per garantire, non l'assunzione certa, ma almeno la possibilità di svolgere le prove fisiche e vedere se erano idonei a partecipare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Toma. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Grazie Presidente, come dicevano i miei colleghi, la proroga dei termini di validità delle graduatorie dei concorsi pubblici per questi comparti - difesa, sicurezza e soccorso pubblico - sono da sempre una nostra priorità, come altre questioni. Questo è il motivo per cui chiedo di sottoscrivere l'emendamento dell'onorevole Cirielli, proprio in virtù di questi idonei, frutto di passati concorsi pubblici, che sono preziosi anche perché rappresentano il prodotto di investimenti pubblici. Capisco che siano stati tutti cassati dalla sottosegretaria, cioè dal Governo, ma prendere in considerazione un emendamento come questo, che non fa altro che richiedere una proroga al 31 dicembre 2021, credo che sia di buon senso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie Presidente, è un altro tema importante, che abbiamo più volte sollecitato, sul quale più di qualche esponente politico ha preso impegno in passato in questa piazza; eppure, è un tema sul quale non si riesce mai ad arrivare ad una soluzione perché, sottosegretario, tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare. Questo non è proprio un servizio che rendiamo alla credibilità della politica. La politica credibile dovrebbe essere quella che, quando promette, mantiene e che, quando prende un impegno in piazza, poi, di fatto, lo fa diventare legge. Oggi, con questo emendamento, vi è l'occasione di farlo diventare concreto e per questo chiedo a lei e alla maggioranza di votare questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rotelli: non è presente. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). La ringrazio, Presidente, vorrei apporre la mia firma su questo emendamento. Presidente, lei sa di cosa parla il collega Cirielli - poiché se ne è occupato - in questa proposta emendativa, e lei sa anche, Presidente, che la cosiddetta legge D'Alia, il decreto n. 101, nella passata legislatura, consentiva lo scorrimento delle graduatorie quando non potevano essere svolti altri concorsi. Noi, chiaramente, restiamo nel solco di questa proposta, come in molte piazze abbiamo detto, come in molte piazze hanno detto anche i colleghi della maggioranza, cosa che evidentemente oggi dimenticano.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.21 Cirielli, parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 10.017 Cirielli. Ha chiesto di parlare il collega Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento è più specifico. Trattasi di una graduatoria, quella degli allievi agenti della Polizia di Stato, di cui si chiede lo scorrimento, cioè di una graduatoria della prova scritta di esame pubblicata nel 2017. Noi abbiamo incontrato la settimana scorsa in piazza Montecitorio gli allievi agenti, i quali sono venuti più volte a chiedere lo scorrimento della graduatoria, facendoci vedere come questo fosse anche autorizzato da un decreto precedente, nel quale si prevedeva chiaramente lo scorrimento della graduatoria per chi aveva superato la prova scritta d'esame. Ci siamo occupati varie volte di questi allievi, agenti di Polizia. Tanti pasticci sono stati fatti negli scorsi Esecutivi; abbiamo posto rimedio ad alcuni, ma ci siamo dimenticati di altre persone, che oggi giustamente chiedono eguale trattamento e il diritto di poter svolgere delle prove, di poter accedere e continuare le prove per poter realizzare quello che è il sogno della loro carriera. Non sono ragazzi che stanno cercando semplicemente un posto di lavoro; molti di loro sono professionisti che hanno trovato un posto di lavoro alternativo, ma il loro sogno è di diventare agenti di polizia ed è per questo che si sobbarcano ore di viaggio e vengono qui fuori a Montecitorio. Alcuni colleghi li ignorano, altri li ascoltano e diverse forze politiche garantiscono che le loro istanze saranno recepite dal Governo. E' per questo che noi vi chiediamo, se il problema è che l'emendamento è di Fratelli d'Italia, di farlo vostro. Noi - come è successo in passato - gioiamo se passa l'emendamento del collega Fiano e risolve il problema, come è stato risolto nei mesi scorsi per altri allievi di Polizia; non abbiamo questo timore di voler per forza avere la vittoria, come Fratelli d'Italia, ma siamo contenti nel veder realizzati i sogni di questi ragazzi che desiderano provare a essere agenti di Polizia. Questi ragazzi si fanno forti di un emendamento approvato negli scorsi mesi, con il quale si autorizzava lo scorrimento di questa graduatoria e son finiti però nel dimenticatoio. Quindi, chiediamo che la graduatoria sia valida fino al 31 dicembre 2021 e chiediamo quindi che ci sia lo scorrimento di questa graduatoria perché la Polizia ha bisogno di accelerare le assunzioni. Negli anni passati abbiamo denunciato come i concorsi vanno avanti - quelli che riescono a essere espletati - ma ci vuole tempo, mentre le Forze di polizia, tra pensionamenti vari, hanno bisogno oggi, hanno bisogno di accelerare e noi, con il blocco dei concorsi che c'è stato, abbiamo rubato questo sogno ad un'intera generazione, che oggi chiede giustamente di poter tentare. Per questo, faccio un appello, cioè di ricordare che c'è un decreto che autorizza lo scorrimento di questa graduatoria. Molti di voi hanno dato a questi allievi agenti di Polizia la garanzia che almeno questo emendamento venga accantonato. Verificate con il Ministero che ci sia la volontà di far scorrere questa graduatoria e di dare una possibilità a questi ragazzi, che in questo momento ci stanno ascoltando, che ringrazio per l'amore che hanno verso la Polizia e verso le istituzioni e che credono ancora in quel servizio e in quell'istituzione. Per questo motivo, approvate questo emendamento o al massimo accantonatelo e andate a verificare al Ministero che di questa graduatoria è stato autorizzato lo scorrimento e che loro hanno diritto a svolgere queste prove (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vinci. Ne ha facoltà.

GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie, signor Presidente. In quest'Aula si parla spesso di sicurezza, se ne parla purtroppo anche troppo spesso nelle TV, nei giornali, ma quando poi viene portato un emendamento che parla in concreto di sicurezza e quest'Aula dovrebbe esprimersi per consentire l'assunzione di nuovi appartenenti alle Forze dell'ordine e quindi per l'arruolamento straordinario di allievi agenti di Polizia di Stato, prorogando i termini della graduatoria, questo Parlamento ritiene che non vi siano gli estremi per votare un emendamento di questo tipo che, come ha ben chiarito il collega Deidda, è già stato parzialmente autorizzato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. A testimonianza dello spirito costruttivo di Fratelli d'Italia, noi poniamo un tema, che è quello dello scorrimento delle graduatorie, che dovrebbe fare un po' di giustizia tra medesime persone, che è un tema che mettiamo a disposizione della maggioranza. Ecco, basterebbe che in questo momento un autorevole esponente della maggioranza, se non direttamente lei, sottosegretaria, prendesse l'impegno di prendere questa problematica e portarla all'interno del prossimo “decreto Sostegni”. Se ci fossero questo intervento e questa assunzione di responsabilità, noi smetteremmo di parlarne e sicuramente ritireremmo l'emendamento. Al contrario, rimane la possibilità immediata di votarlo e di fare in questo modo giustizia nei confronti di questi ragazzi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rachele Silvestri. Ne ha facoltà.

RACHELE SILVESTRI (FDI). Grazie, Presidente. Chiedo di sottoscrivere l'emendamento e mi unisco ai colleghi per chiedere al Governo di fare giustizia, visto che - come è stato detto dal collega Deidda - già una misura era stata approvata, quindi è giusto consentire lo scorrimento delle graduatorie per dare il giusto riconoscimento a queste persone e soprattutto per dare una mano alla Polizia di Stato e a questi allievi a portare avanti il loro sogno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Chiedo di sottoscrivere questo emendamento. Torniamo su un argomento veramente caro a Fratelli d'Italia e cioè il riconoscimento non solo delle aspirazioni e delle aspettative, ma soprattutto il riconoscimento per le nostre Forze dell'ordine, che hanno dedicato davvero il massimo delle proprie forze e delle proprie potenzialità durante un periodo particolarmente difficile per gli italiani. Noi riteniamo che sia doveroso valutare questo emendamento e chiediamo al Governo che ci sia la possibilità di accantonarlo e di fare una maggiore riflessione sul tema.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Anch'io ribadisco i concetti fondamentali per poter motivare l'approvazione di questo emendamento, che sono ridurre i tempi di reclutamento e potenziare l'organico. Penso che entrambi questi elementi siano fondamentali per autorizzare l'assunzione di questi allievi, che aspirano a diventare agenti di Polizia. Quindi, facendo perno su questi due concetti molto semplici ma molto efficaci, riduciamo i tempi di reclutamento e potenziamo l'organico. Non c'è motivo per non votarlo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Nell'emendamento presentato dal collega Cirielli ed illustrato in Aula dal collega Salvatore Deidda sostanzialmente si fa riferimento ad una buona pratica per ridurre i tempi di reclutamento dell'organico di Polizia, evidentemente per rafforzarne gli organici. È di tutta evidenza che noi abbiamo bisogno di poliziotti, d'altro canto c'è lo strumento dello scorrimento - e concludo Presidente - che pone proprio in essere una fattispecie per poter bypassare procedure lunghe. Abbiamo bisogno di poliziotti, quindi attingiamo alle graduatorie in essere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Enrico Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). La ringrazio, signor Presidente. Voglio intanto ringraziare i colleghi Cirielli, Prisco e Donzelli, per avere introdotto questa discussione e per avere portato all'Aula l'esigenza di un approfondimento su questo tema.

Intanto, chiariamo un aspetto. In linea di principio, credo nessuno in quest'Aula sia contrario - certamente non lo è il Partito Democratico - ad affrontare il tema del potenziamento, del rafforzamento e della qualificazione degli organici, in generale, delle Forze dell'ordine e, in particolare, della Polizia di Stato. Quindi, in discussione non è il “se”, ma in discussione è il “come”. Sul tema noi rischieremmo paradossalmente, qualora il Governo non avesse voluto dare un parere contrario a questo emendamento, l'effetto opposto rispetto ai desiderata dei proponenti, per due ordini di questioni. Innanzitutto, perché l'emendamento in questione parla di scorrimento ma, dal nostro punto di vista, bisogna introdurre anche il tema dell'ampliamento, oltre che dello scorrimento, porsi cioè un problema di adeguamento e di rafforzamento degli organici, proprio per venire incontro ad una esigenza particolare di questo comparto, che noi sappiamo, nel corso dei prossimi anni, per la quiescenza del personale, rischierà di trovarsi in condizioni di oggettiva difficoltà.

Il secondo aspetto risiede nel fatto, signor Presidente, che la graduatoria di merito, rispetto al tema che è stato sollevato per il concorso a 1.650 alunni agenti, è stata pubblicata oggi. Quindi, siamo in pendenza di un esercizio di svolgimento delle graduatorie e, quindi, apparirebbe alquanto incongruo che il Parlamento legiferasse in corso d'opera. Credo sia più opportuno - e lo propongo ai firmatari di questo emendamento, anche come forma di impegno del Governo -, evitare di dividere il Parlamento su questa tematica, per questi aspetti di natura prettamente tecnica, per rimandare alla predisposizione di un ordine del giorno, che nel caso sarebbe sottoscritto congiuntamente. La nostra proposta è di fare un ordine del giorno congiunto tra forze di maggioranza e forze di opposizione, per impegnare il Governo, nel corso dei provvedimenti che arriveranno, a raggiungere questo obiettivo sul quale - ripeto - siamo tutti concordi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie Presidente Rosato, intervengo per sottoscrivere l'emendamento. Quindi, ritengo che il collega Enrico Borghi rivolga l'invito anche a me, ma è un invito che fatto dalla sua persona - per la stima e il rispetto che credo meriti - dovrebbe essere accolto da tutto il gruppo di Fratelli d'Italia. Però, c'è un problema rispetto ai tanti ordini del giorno che abbiamo fatto in modo congiunto e su tanti temi che però sono rimasti fermi in un cassetto.

È vero, la graduatoria è stata oggi approvata ma, secondo me, il Parlamento non si deve dividere. Deve dire soltanto che su questo c'è necessità, come c'è necessità sugli altri comparti a partire dalla Polizia penitenziaria, perché voglio ricordare a tutti quanti gli episodi degli ultimi giorni dell'Ucciardone o del carcere di Castrovillari. Quindi, onorevole Enrico Borghi, è Fratelli d'Italia che invita il PD - e ovviamente la maggioranza - ad approvare e a votare con noi questo emendamento. Un emendamento - sa meglio di noi - che ha molta più sostanza di quello che avrebbe un ordine del giorno che lei rispetterebbe, ma molto probabilmente soltanto lei.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale… No. Onorevole Prisco? Revoco l'indizione della votazione. Lei ha già parlato, onorevole Prisco.

EMANUELE PRISCO (FDI). Su questo emendamento no: ho parlato su quello precedente.

PRESIDENTE. Era il collega Deidda. La ringrazio. Prego.

EMANUELE PRISCO (FDI). Ormai la assisto come posso. Scherzi a parte, credo che il ragionamento che fa il collega Enrico Borghi - con tutto il rispetto e la fiducia che ho nei confronti delle parole del collega - è evidente che non possa rappresentare un impegno di rivalutazione da parte del Governo. Quindi, da parte nostra c'è la disponibilità a ritirare l'emendamento, laddove il Governo prendesse un impegno, nei termini in cui il collega Enrico Borghi correttamente proponeva - e che mi sembra di buonsenso - che rappresenti un impegno specifico da parte dell'Esecutivo. Infatti, è evidente che lo scorrimento e l'ampliamento della graduatoria rappresentano un atto cui il Governo deve dare corso. Quindi, nel caso in cui il Governo, rappresentato qui dal sottosegretario Bergamini, prendesse un impegno di questo tipo o volesse del tempo, accantonando l'emendamento, ovviamente saremmo disponibili a ritirarlo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 10.017 Cirielli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 10.014 Bucalo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione…

Revoco l'indizione della votazione. Bisogna alzare la mano, è proprio stabilito. Sospendiamo la votazione, però, onorevole Bucalo… non posso immaginarlo. Ecco, tutto qui. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Mi scusi, Presidente, mi scusi. Questa è una proposta emendativa molto importante, perché implica una modifica del decreto legislativo n. 75 che ha previsto procedure di stabilizzazione del personale precario attraverso due differenti modalità, alternative tra di loro: la stabilizzazione mediante concorso e la stabilizzazione senza concorso. Tuttavia, questi principi avevano la finalità, e hanno la finalità, di superare il precariato e, quindi, di ridurre il ricorso ai contratti a termine, che ultimamente ancora si continuano a utilizzare nella pubblica amministrazione, non semplicemente per esigenze temporanee o eccezionali: purtroppo si continua, invece, questo usus quotidiano. Noi abbiamo previsto questa modifica, cioè la possibilità, perché ancora gli enti locali oggi non possono stabilizzare tutto il personale e soprattutto quello che viene reclutato attraverso l'avviamento degli iscritti ai centri per l'impiego. Quindi, abbiamo previsto una modifica a questa legge che permette finalmente a molti enti locali di procedere all'assunzione. Purtroppo, non riusciamo, ancora una volta. a capire il “no” a questo emendamento che aiuta gli enti locali, che aiuta la possibilità di stabilizzare finalmente del personale e, quindi, di eliminare il precariato.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale… Onorevole Prisco? Colleghi, chiederei cortesemente al gruppo di Fratelli d'Italia di farmi sapere in anticipo… non l'avevano iscritto, però, si figuri… Revoco l'indizione della votazione e… Rinunzia ad intervenire? Sta bene.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 10.014 Bucalo, parere contrario della Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

L'articolo aggiuntivo 10.04 Frassinetti è inammissibile.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 10.013 Bucalo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 10.06 Frassinetti.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Questa proposta emendativa vuole trovare una soluzione per i danni lasciati dal concorso dirigenti scolastici del 2017. Chi si occupa di scuola saprà che quella è stata una lotteria, più che un concorso, con 38 sottocommissioni, irregolarità di ogni tipo e di ogni genere. Una riflessione va fatta sullo sfondo: questi concorsi dovrebbero tenersi ogni 3 anni, non ogni 7-8 anni. Questa metodologia così rallentata ha sicuramente contribuito a far nascere un concorso pieno di irregolarità, di ogni tipo. I ricorsi al TAR sono ovviamente stati tantissimi, una moltitudine. C'è stata anche una sentenza del Consiglio di Stato, che in parte ha riformato alcune sentenze del TAR e, soprattutto, ben sei procure stanno indagando su questo concorso. Quindi, il quadro che ho delineato è sicuramente un quadro preoccupante.

Cosa chiedono questi dirigenti scolastici, che peraltro hanno un ruolo di guida fondamentale nelle scuole che vengono lasciate ai reggenti perché molti non hanno ancora terminato questo doloroso iter? Di trovare una soluzione. Chiedono alla politica di trovare una soluzione extragiudiziale. Questa proposta emendativa va proprio in quel senso: sostanzialmente si chiede l'indizione di un corso intensivo di formazione su base regionale, proprio per poter effettuare una prova finale con 120 ore, come già è stato disciplinato dall'articolo 1 della legge 13 luglio 2015; quindi, una soluzione. Non capisco come mai ci sia stato un parere contrario su questo articolo aggiuntivo, che risolve veramente i problemi di migliaia e migliaia di dirigenti scolastici in tutta Italia. Oltretutto, questa alimentazione di ricorsi non è sicuramente una bella immagine nel mondo della scuola, crea indeterminatezza, perché esiste una situazione di grande indeterminatezza, polemiche, anche perché, ad andare ad analizzare l'oggetto di questi ricorsi al TAR, si può proprio verificare che ci sono state delle gravi inadempienze, dei file sostituiti all'ultimo momento, delle commissioni incomplete, dei vuoti normativi che hanno anche comportato delle differenziazioni di valutazione tra un concorso e un altro. Ecco, io direi che, per mettere fine a tutto questo, per ridare dignità a questi dirigenti scolastici, che lo stanno chiedendo da tempo, a gran voce, la proposta emendativa di Fratelli d'Italia propone una soluzione rapida, semplice ed efficace (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Non ci sono altre richieste di intervento, quindi passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 10.06. Frassinetti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 10.05. Bucalo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 10.08 Bucalo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Presidente, io ribadisco ancora una volta la possibilità di dare e ridare dignità ad un personale, gli assistenti amministrativi, che da anni hanno consentito con il loro servizio di andare avanti, di permettere a queste istituzioni scolastiche di essere sempre presenti e di avere il buon andamento amministrativo; personale che, adesso, purtroppo, viene dimenticato, proprio quando, in questo momento di grande difficoltà che vive la scuola a causa dell'emergenza COVID, ha prontamente e con diligenza eseguito tutte le pratiche amministrative; eppure adesso vengono dimenticati. È un emendamento che Fratelli d'Italia ha sempre presentato perché non si può adesso abbandonare questa categoria professionale, questi lavoratori; ecco perché prevediamo un concorso straordinario per i facenti funzione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 10.08 Bucalo, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 10.07 Bucalo, con il parere contrario della Commissione, del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 10.016 Frassinetti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 10.011 Bucalo, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 10.015 Frassinetti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 10.010 Bucalo, con il parere contrario della Commissione, del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 56).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 10.012 Frassinetti.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Brevemente, per illustrare questo emendamento, in cui si chiede l'autorizzazione all'istituzione di una graduatoria con un decreto del Ministro dell'Istruzione, per titoli, per gli insegnanti di religione cattolica. Noi sappiamo che gli insegnanti di religione cattolica vivono una situazione un po' precaria: questo sarebbe un modo, sui loro posti vacanti e disponibili, per chi ha più di 24 mesi di servizio a tempo determinato, per poter avere una graduatoria, per avere una stabilizzazione anche in questo caso. Penso che sia un emendamento che darebbe a loro uno sbocco, un emendamento per valorizzare questi insegnanti che da troppo tempo vivono nel precariato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 10.012 Frassinetti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 57).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 10.09 Frassinetti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 58).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10-bis.1 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 59).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10-quater.1 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo e della V Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 60).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 10-quater.02 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo e della V Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 61).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 3113​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibile l'ordine del giorno Mollicone n. 9/3113/8, limitatamente all'ultimo capoverso delle premesse, laddove si fa riferimento alla riapertura delle mostre e degli eventi nelle sedi della Camera dei deputati e alla revisione delle modalità di ingresso in tali sedi, materia che rientra nella sfera di autonomia della Camera medesima e non è riconducibile, come previsto dall'articolo 88, comma 1, del Regolamento, alla competenza del Governo.

Se nessuno chiede di illustrare gli ordini del giorno… Non ho capito, onorevole Prisco. Prego.

EMANUELE PRISCO (FDI). Chiedo scusa, Presidente. Non sono disponibili i testi degli ordini del giorno…

PRESIDENTE. Sono in distribuzione.

EMANUELE PRISCO (FDI). …quindi credo che per garantire lo svolgimento dei lavori…

PRESIDENTE. Lei ha assolutamente ragione.

EMANUELE PRISCO (FDI). …con la compiutezza del caso, forse è il caso di dare un tempo per predisporre i fascicoli nel frattempo. Mi permetto di suggerire.

PRESIDENTE. L'onorevole Fornaro le cede il suo, intanto. È vero onorevole Fornaro? Grazie. Stanno arrivando i fascicoli.

Nel frattempo, possiamo dire che chi ha scritto il proprio ordine del giorno è in grado di illustrarlo, quindi, se qualcuno intende illustrare il proprio ordine del giorno, può farlo. Nessuno intende illustrare il proprio ordine del giorno, quindi possiamo passare al parere del Governo. Prego, sottosegretaria.

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ordine del giorno n. 9/3113/1 Cunial, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/3113/2 Gagliardi, parere favorevole con la riformulazione: “valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3113/3 Belotti, parere favorevole con riformulazione, espungendo, nell'impegno al Governo, la parola: “cogenti”. Ordini del giorno n. 9/3113/4 Romaniello e n. 9/3113/5 Gemmato, invito al ritiro o parere contrario. Ordine del giorno n. 9/3113/6 D'Ettore, parere favorevole.

Ordini del giorno n. 9/3113/7 Casciello e n. 9/3113/8 Mollicone, invito al ritiro o parere contrario. Ordine del giorno n. 9/3113/9 Alaimo, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/3113/10 Elisa Tripodi, parere favorevole a condizione che l'impegno venga riformulato come segue: “a valutare l'opportunità di intervenire con lo strumento normativo ritenuto più idoneo per garantire che per le procedure di reclutamento del personale scolastico o per le procedure già iniziate nel comparto scolastico vi sia una procedura selettiva ordinaria e non semplificata”. Ordine del giorno n. 9/3113/11 Casa, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3113/12 Caretta, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/3113/13 D'Orso, invito al ritiro o parere contrario. Ordine del giorno n. 9/3113/14 Maraia, parere favorevole con la riformulazione: “valutare la possibilità di”. Ordine del giorno n. 9/3113/15 Corneli, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/3113/16 Baldino, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/3113/17 Scanu, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3113/18 Cimino, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/3113/19 Licatini, parere favorevole a condizione che dall'impegno al Governo siano espunte le parole: “ogni sei mesi”. Ordine del giorno n. 9/3113/20 Villani, favorevole con riformulazione, aggiungendo nell'impegno al Governo la frase: “compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica”. Ordine del giorno n. 9/3113/21 Alberto Manca, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare la possibilità di”. Ordine del giorno n. 9/3113/22 Mammì, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3113/23 Papiro, invito al ritiro o parere contrario. Ordine del giorno n. 9/3113/24 Ianaro, favorevole se riformulato, aggiungendo, nell'impegno al Governo, la frase: “compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica”. Ordini del giorno n. 9/3113/25 Iovino, n. 9/3113/26 Perantoni e n. 9/3113/27 Ciaburro, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3113/28 Deidda, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare la possibilità di”. Ordine del giorno n. 9/3113/29 Versace, favorevole se riformulato, aggiungendo, nell'impegno al Governo, la frase: “compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica”. Ordine del giorno n. 9/3113/30 Rizzetto, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/3113/31 Snider, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/3113/32 Marco Di Maio, parere favorevole, se riformulato, aggiungendo la formula: “compatibilmente all'evoluzione della curva epidemiologica e nel rispetto delle indicazioni tecnico-scientifiche degli organi competenti”. Ordine del giorno n. 9/3113/33 Gadda, invito al ritiro o parere contrario. Scusi, mi correggo, l'ordine del giorno n. 9/3113/33 Gadda è accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/3113/34 Trano, invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3113/1 Cunial, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 62).

L'onorevole Gagliardi accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/3113/2.

L'onorevole Belotti accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/3113/3.

Ordine del giorno n. 9/3113/4 Romaniello; c'è un parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3113/4 Romaniello, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 63).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3113/5 Gemmato, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 64).

Ordine del giorno n. 9/3113/6 D'Ettore, favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3113/7 Casciello, parere contrario. Onorevole Casciello, cosa facciamo? Lo mettiamo in votazione? C'è qualcuno del gruppo di Forza Italia? È ritirato.

Ordine del giorno n. 9/3113/8 Mollicone, parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3113/8 Mollicone, per la parte ammissibile, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 65).

L'onorevole Alaimo accetta la raccomandazione sul suo ordine del giorno n. 9/3113/9.

L'onorevole Elisa Tripodi accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/3113/10.

Ordine del giorno n. 9/3113/11 Casa, parere favorevole.

L'onorevole Caretta accetta la raccomandazione sul suo ordine del giorno n. 9/3113/12.

Ordine del giorno n. 9/3113/13 D'Orso, parere contrario. Cosa facciamo? È ritirato? Collega! Come si chiama quel collega che tira via la mascherina quando parla, che è un'operazione veramente fantastica? Non lo cito; è per il verbale che non lo cito (Applausi). Dunque, l'ordine del giorno n. 9/3113/13 D'Orso è ritirato.

L'onorevole Maraia accoglie la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/3113/14.

Ordine del giorno n. 9/3113/15 Corneli, parere contrario. Cosa facciamo? È ritirato.

L'onorevole Baldino accoglie la raccomandazione del suo ordine del giorno n. 9/3113/16.

Ordine del giorno n. 9/3113/17 Scanu, favorevole.

L'onorevole Cimino accoglie la raccomandazione del suo ordine del giorno n. 9/3113/18.

Gli onorevoli Licatini, Villani e Alberto Manca accolgono la riformulazione dei loro ordini del giorno n. 9/3113/19, n. 9/3113/20 e n. 9/3113/21. Ordine del giorno n. 9/3113/22 Mammì, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3113/23 Papiro, c'è un parere contrario. Cosa facciamo? Non tiri via la mascherina quando deve parlare, collega. È ritirato, va bene. L'onorevole Ianaro accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/3113/24. Ordini del giorno n. 9/3113/25 Iovino, n. 9/3113/26 Perantoni e n. 9/3113/27 Ciaburro, parere favorevole.

Onorevole Deidda, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/3113/28?

SALVATORE DEIDDA (FDI). Ringraziando il Governo e anche i colleghi della Commissione difesa, chiedo il conforto anche del voto, accettando la riformulazione.

PRESIDENTE. Quindi, chiede il voto sul testo riformulato dal Governo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3113/28 Deidda, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 66).

L'onorevole Versace accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/3113/29.

Ordine del giorno n. 9/3113/30 Rizzetto, parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3113/30 Rizzetto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 67).

L'onorevole Snider accetta la raccomandazione sul suo ordine del giorno n. 9/3113/31. L'onorevole Marco Di Maio accetta la riformulazione del suo giorno n. 9/3113/32. L'onorevole Gadda accetta la raccomandazione sul suo ordine del giorno n. 9/3113/33. Ordine del giorno n. 9/3113/34 Trano, parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3113/34 Trano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 68).

Colleghi, è arrivato sul confine dell'ultimo voto - e noi lo consideriamo sul confine buono - l'ordine del giorno n. 9/3113/35 Trancassini, che il Governo sta leggendo. Dopo la sottosegretaria ci dimostrerà la sua rapidità di decisione. Signora sottosegretaria, prego.

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

L'ordine del giorno 9/3113/35 Trancassini è accolto come raccomandazione.

PRESIDENTE. L'onorevole Trancassini è soddisfatto dell'accoglimento del suo ordine del giorno n. 9/3113/35.

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3113​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare la collega Cunial. Ne ha facoltà. Colleghi, ci saranno le dichiarazioni di voto e, quindi, lasciamo l'Aula in silenzio, per chi vuole allontanarsi. Prego, onorevole Cunial.

SARA CUNIAL (MISTO). Grazie, Presidente. Le chiedo quanto tempo ho.

PRESIDENTE. Lei ha 10 minuti. Poi, veda lei. Prego.

SARA CUNIAL (MISTO). Grazie, Presidente. Parola d'ordine inasprire l'emergenza democratica e la dittatura sanitaria. Invece di preoccuparvi della sicurezza e dell'efficacia dei farmaci sperimentali che chiamate vaccini, vi preoccupate di coprire le vostre reclute, in una guerra figlia del vostro sogno capitalista. Allo scudo penale, noi rispondiamo con il diritto all'obiezione di coscienza, per chi ancora ce l'ha, e sono molti i medici, gli operatori sanitari coscienziosi che non ci stanno e mai ci staranno ai vostri ricatti.

Il capitalismo globale ha tessuto una rete di istituzioni, organizzazioni e associazioni sovranazionali, con l'obiettivo di far passare le sue politiche, esautorando Governi nazionali, istituzioni locali e, conseguentemente, popoli. Un accentramento di poteri di tipo imperiale, ma che, per la prima volta nella storia dell'umanità, è un impero mondiale. Questo impero è arrivato al punto che, per sopravvivere, deve ingannare, danneggiare tutti i popoli e tutte le classi sociali. Per questo motivo, possiamo pensare che sia arrivato al traguardo finale e lo dimostra il fatto che la salute umana sia diventata, in questa logica, un inconveniente, che la malattia sia diventata il presupposto per i profitti delle finanziarie globali, che per le multinazionali dei farmaci e vaccini - o definiti tali – gli stessi siano stati eletti a prodotti di largo, infinito consumo, a costo di doverli imporre per legge. Seguaci di Schwab, deus ex machina del World Economic Forum, quello che ha detto “Il COVID è l'occasione per un reset mondiale", perché, quando non sapete vincere le elezioni, vi inventate le guerre o le emergenze per restare al Governo. Vale per Italia, Israele o Colombia, come fu per la Jugoslavia, i cui protagonisti sono ancora presenti nella politica nazionale, tutte Nazioni accomunate da una mafia finanziaria e Governi illegittimi che occupano territori e spazi di potere da decenni, condannando all'apartheid i dissidenti. Spese militari a più 70 miliardi, anche per destabilizzare i fronti, da sempre caldi, e alimentare le emergenze, perché, se a causa della gestione della cosiddetta pandemia, l'economia nazionale viene distrutta e la mobilità terrestre dei cittadini europei fortemente limitata, solo un settore è andato in controtendenza, registrando una forte mobilità, quello militare. Mentre noi stiamo qui a questionare sul coprifuoco e supplicarvi per l'ora d'aria in più, ci sono, in Europa, da un anno a questa parte, circa 28 mila militari che stanno passando, con carri armati e aerei, da un Paese all'altro, liberi, nel Defender Europe 2021, la grande esercitazione, non della NATO, ma dell'esercito statunitense in Europa, a cui partecipano 25 alleati e partner europei, una sorta di Schengen militare. Il Piano d'azione sulla mobilità militare, presentato dalla Commissione europea già nel 2018, prevede di modificare le infrastrutture non adatte al peso e alle dimensioni dei mezzi militari - praticamente quello che avete messo nel PNRR -, a riprova della sempre più stretta alleanza con Israele, che ha fornito all'Italia il satellite Opsat-3000, che trasmette immagini ad altissima risoluzione per operazioni militari in lontani teatri bellici, satellite collegato a tre centri, in Italia, e, allo stesso tempo, a un quarto centro in Israele. Al contempo, l'Italia...

PRESIDENTE. Onorevole Cunial, restiamo sul tema, però…

SARA CUNIAL (MISTO). Sì, sì ma è sul tema…

PRESIDENTE. No, no guardi…

SARA CUNIAL (MISTO). Stiamo parlando di guerra…

PRESIDENTE. Onorevole Cunial, decide la Presidenza se è sul tema o no, quindi, io la invito a tornare sul tema, altrimenti le tolgo la parola (Applausi).

SARA CUNIAL (MISTO). Posso finire un secondo?

PRESIDENTE. Non su questo: deve andare sul tema; sul decreto, ha tutto il suo tempo a disposizione.

SARA CUNIAL (MISTO). Ok, perfetto. C'è chi potrebbe far finire tutto questo subito, colui che è più potente di Dio e del Papa, il cui nome non si può nemmeno nominare, a differenza di Dio o del Papa, per l'appunto. Evidentemente, troppo impegnato a sciogliere il CSM o, forse, da buon padre di patria, a non farlo. Ma dove viene tutto questo progetto? Bill Gates si dimise dal board di Microsoft prima della conclusione di un'indagine interna sulla rete…

PRESIDENTE. Onorevole Cunial, la richiamo per l'ultima volta, dopodiché sarò costretto a toglierle…

SARA CUNIAL (MISTO). Mi scusi, l'articolo 4 parla della vaccinazione obbligatoria, quindi stavo entrando nel tema della vaccinazione obbligatoria.

PRESIDENTE. Benissimo, la ascolto volentieri.

SARA CUNIAL (MISTO). Bene. Da dove viene questo progetto, stavo dicendo? Bill Gates si dimise dal board di Microsoft. Ora viene fuori che il 65 enne fondatore di Microsoft non è solo uno stinco di santo, ma piuttosto un altro genere di uomo: corteggiava le dipendenti, parlava male della moglie, frequentava il pedofilo miliardario Jeffrey Epstein, con buona pace del “DL Sostegni”, a cui abbiamo dato e stiamo dando i nostri denari di italiani. Ricordo i 400 milioni prontamente concessi da Conte, dopo una telefonata di Gates. A chi li abbiamo dati? A uno stalker, mobbizzatore, che fino a ieri celebravano nel salotto di Fazio come filantropo e che oggi abbiamo sostituito con il suo amico di giochi, il cavaliere al merito dottor….

PRESIDENTE. Onorevole Cunial, mi dispiace ma le tolgo la parola. La ringrazio (Applausi).

SARA CUNIAL (MISTO). No, per cortesia…

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fusacchia. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-FE-FDV). Grazie, Presidente. Annuncio il voto favorevole di Facciamo Eco al provvedimento che abbiamo appena finito di esaminare, che è il disegno di legge di conversione del decreto-legge 1° aprile 2021, n. 44. Si tratta, Presidente, dell'ennesimo decreto che, però, conosce un iter anomalo, quello che ormai chiamiamo monocameralismo alternato: una volta tocca a noi, qui alla Camera, una volta tocca al Senato, e quando non ti tocca, non hai modo di emendare o fare alcunché, se non alzarti e commentare da questi banchi, come se noi fossimo degli opinionisti, Presidente, e non il legislatore. In questo caso, il Senato ha potuto emendare il decreto; noi abbiamo solo potuto ratificarlo. Serve uno sforzo di tutti, Presidente, e, anzitutto, del Governo - e, mi verrebbe da dire, anzitutto di questo Governo, proprio perché è così vasta la maggioranza che lo sostiene - a dare un segnale di discontinuità, a dimostrare che questa nuova e insana prassi non è diventata una consuetudine, che cambia la Costituzione, senza che la Costituzione sia cambiata, e che questo segnale lo dà prima che ci saremo tutti assuefatti e ci saremo convinti che si tratta solo di una variante della normalità.

Nel merito del provvedimento, Presidente, mi lasci solo richiamare e fare alcune considerazioni attorno all'articolo 10, quello sui concorsi pubblici. L'articolo è stato oggetto di molte contestazioni per il peso dato ai titoli e al servizio, perché avrebbe potuto portare all'esclusione di tanti giovani anche proprio dalle stesse procedure concorsuali e perché l'esperienza non si può misurare tanto ad anno, ma deve essere apprezzata specificatamente. C'è chiaramente un tema importante e decisivo che conosce chiunque abbia frequentato, da cittadino o altrimenti, una pubblica amministrazione, che è quello della velocità. Serve rinnovare le pubbliche amministrazioni del Paese con concorsi che non durino anni: questo è chiaro a tutti. Ma c'è un tema altrettanto importante, vale da dire che oltre a reclutare velocemente, bisogna anche reclutare bene e questi due elementi non possono essere messi in contrapposizione, perché bisogna prendere i più capaci e motivati sempre, coloro che sono in grado di arricchire le PA di competenze e passione. Concorsi veloci e fatti bene sono possibili. Tre organizzazioni, il Forum PA, il Forum disuguaglianze diversità e Movimenta, lavorano da tempo sul tema della pubblica amministrazione e hanno costruito, nelle settimane scorse, un vademecum a beneficio di ogni pubblica amministrazione che voglia, in cento giorni, assumere, con accompagnamento di ogni pezzo della procedura e soprattutto, come è utile in questi casi, buoni esempi reali, presi da concorsi veri, fatti bene e velocemente in giro per l'Italia. Lo cito, questo vademecum, confidando che siano in ascolto anche dirigenti di Ministeri o regioni, sindaci o assessori che magari si lascino incuriosire da questo lavoro e decidano di farlo proprio. Nel passaggio al Senato, l'articolo 10 è stato migliorato, specificando, ad esempio, cosa si applichi a tutti i concorsi e cosa solo a quei profili qualificati ad elevata specializzazione tecnica o limitando il peso dell'esperienza professionale nella formazione del punteggio finale. Però, non basta, Presidente, e, quindi, questo lo dico da quello che succede da oggi in avanti e di quello di cui questo Parlamento si deve occupare da oggi in avanti. Non basta per due ragioni. La prima: collegate a questo articolo 10 del decreto-legge n. 44 del 2021 ci sono altre questioni su cui serve ancora massima attenzione da parte del Governo e da parte del Parlamento. Non è ammissibile, cito, ad esempio, che a scegliere figure, anche per contratti a tempo determinato, ma, comunque, di rilievo, in questo caso, principalmente legate all'attuazione del PNRR, siano ordini professionali e università, in maniera diretta o pressoché diretta, e so che il Governo, nella persona del Ministro Brunetta, ritiene che si creeranno lunghi elenchi di candidati in cui le amministrazioni pescheranno, ma io credo che lo stesso Ministro Brunetta, che conosce molto bene le meccaniche, comprese quelle locali, su cui spesso si mette a funzionare il nostro Paese, sappia che serve vigilare, non solo anni dopo, per vedere se quelle nomine, sulla base di quegli elenchi, avranno prodotto gli obiettivi che l'amministrazione si prefissava, ma che occorra vigilare anche nel breve periodo, Presidente, per evitare che questo sistema di selezione diventi, su una partita cruciale, come l'attuazione del PNRR, un sistema chiuso di selezione, di chi se ne può occupare, irrorando e portando competenze nelle pubbliche amministrazioni, un sistema chiuso e totalmente autoreferenziale.

Quindi, chiedo al Governo, Presidente, in occasione di questa dichiarazione di voto, di indicare chiare linee guida, perché le norme e le decisioni del Governo vengano attuate secondo lo spirito di chi le propone e non necessariamente negli interessi, o finiscano comunque per essere attuate nell'interesse di chi le vuole fare proprie e le vuole fare a proprio uso e consumo.

Infine, Presidente, e chiudo, c'è un secondo capitolo per cui non basta assicurarsi e vigilare, e almeno abbiamo iniziato a correggere, in fase di conversione, l'articolo 10, che non riguarda necessariamente il breve, ma riguarda qualche cosa che, come si dice in questi casi, non deve essere guidato dalla fretta, ma certamente deve essere guidato dall'urgenza, e cioè una riforma più complessiva della pubblica amministrazione, che ruota attorno a tre questioni che partono sempre dalle persone che portiamo a lavorare nelle pubbliche amministrazioni, Presidente, e che porteremo sempre di più anche grazie al numero significativo di immissioni in ruolo che faremo. La prima, Presidente, è la parola e il verbo “normalizzare”, perché qui il problema non è solo reclutare quelli bravi, quelli capaci, quelli meritevoli, quelli appassionati, quelli che hanno fatto esperienze fuori. Il problema è non normalizzarli nella loro diversità una volta che entrano nella pubblica amministrazione. Noi possiamo anche fare lo sforzo di andare a prendere quelli che ci mancano, quelli diversi, quelli che possono portare dentro una PA uno sguardo diverso, una competenza diversa; ma, se come arrivano, li mettiamo nelle pubbliche amministrazioni che abbiamo oggi, il rischio è che vengano normalizzati da quel sistema, che imparino velocemente ad essere come tutti gli altri, e non è questo quello che ci serve. Questo si collega, Presidente, a un'altra questione, che è la riorganizzazione di come funziona la pubblica amministrazione, che funziona ancora troppo per compartimenti stagni, funziona ancora troppo per seguire in maniera stringente una procedura, come se la procedura fosse il fine e non lo strumento, e che deve, invece, cominciare a lavorare e a ragionare molto più per filiere che si danno delle missioni che devono essere raggiunte, sia all'interno della stessa pubblica amministrazione sia fra livelli di governo diversi.

Penultima cosa, Presidente: noi dobbiamo recuperare il valore della parola “formazione”. Quindi non abbiamo solo, ovviamente, bisogno di lavorare sulla formazione dei nuovi entranti, delle nuove persone che entrano, a tempo indeterminato o determinato, nella pubblica amministrazione, ma noi abbiamo bisogno di dare una seconda occasione, una terza occasione, una quarta occasione, anche a tutti coloro che stanno facendo già egregiamente il loro mestiere nelle PA, dobbiamo dare un'occasione di formazione vera e nuova, che non diventi, però, essa stessa, Presidente, scarsa per mancanza di risorse finanziarie o di attenzione, o, peggio ancora, scarsa e burocratica, cioè fatta da quelle stesse amministrazioni che fanno fatica a rinnovarsi.

Abbiamo bisogno di fare formazione secondo i migliori standard internazionali, andate ad attingere a come si fa la formazione oggi. Parliamo tanto - non è il caso necessariamente oggi - di scuola, Presidente, in cui lo abbiamo capito francamente anche prima della DAD e della pandemia che non si può continuare a fare la formazione dei docenti con lezioni frontali che stiamo chiedendo a quei docenti di smettere di fare quando vanno in classe. Ebbene, la pubblica amministrazione non è molto diversa: abbiamo bisogno di innovare profondamente la formazione che viene fatta a tutti i funzionari e i dirigenti delle pubbliche amministrazioni italiane e abbiamo bisogno di farlo in maniera massiccia. La formazione non è aggiornamento professionale, non ti devo insegnare solo come funziona l'ultimo programma informatico che ti serve per gestire il tuo ufficio pubblico, ma è formazione a quello che sta succedendo, nel frattempo, fuori dal tuo ufficio pubblico, nel mondo là fuori.

Ultima questione, e chiudo, Presidente, sulla digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni: qui serve veramente uno sforzo, perché in larga parte del Paese, dentro e fuori le pubbliche amministrazioni, la digitalizzazione è ancora considerata, Presidente, come se dovessimo prendere il digitale e portarlo dentro le pubbliche amministrazioni. Noi dobbiamo fare l'opposto, dobbiamo prendere le pubbliche amministrazioni e portarle nell'era digitale; e non è un gioco di parole retorico, perché prendere il digitale e portarlo nella PA vuol dire che prendo uno strumento e lo applico a quello che avevo prima. Cerco di digitalizzare le gerarchie, le procedure, le meccaniche che avevo prima. Non funziona. Alcune pubbliche amministrazioni e un pezzo del Paese hanno capito ampiamente e da tempo questo, e quindi dobbiamo incoraggiare uno sforzo veramente massiccio per assicurarci che cambi il paradigma, e che quindi portare la pubblica amministrazione nel digitale significhi ovviamente ripensare gli schemi di lavoro, le gerarchie dentro la pubblica amministrazione, il fatto che non andiamo a digitalizzare quello che prima facevamo con i telefoni, con i fax e, ancora prima, con la carta, ma che rivediamo complessivamente come il cittadino o l'impresa che sta a valle del procedimento possa avere un servizio adeguato a quello che ci permettono di fare le nuove tecnologie oggi.

E, da ultimo, attenzione anche alla questione che è stata sollevata nel corso del dibattito su questo provvedimento, all'uso dell'intelligenza artificiale: è fondamentale, è preziosa, è uno strumento potente, ma uno strumento molto delicato. C'è una normativa europea su questo, l'Italia deve giocare la sua parte, ma facciamo attenzione anche da questo punto di vista per fare in modo che l'ultima decisione resti umana. Questo vale per le procedure di selezione del futuro personale per la pubblica amministrazione, come per tutte le decisioni che deve prendere la PA. La mole di dati e gli algoritmi ci possono aiutare a velocizzare dei processi, ma non possono sostituirsi quando è necessario e fondamentale un elemento di discrezionalità al rialzo in cui la persona si prende e si assume la sua responsabilità.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Forciniti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Prima di entrare nel merito, una considerazione sul metodo: questo decreto-legge tocca temi sicuramente importanti e delicati, per esempio relativi a vaccini, scudo penale, concorsi pubblici; eppure è arrivato nel secondo ramo del Parlamento blindato, senza la concreta possibilità per ciascuno di noi di poter neanche ambire minimamente a emendarlo. Addirittura, nella Commissione referente, a un certo punto la Conferenza dei capigruppo, dopo neanche mezz'ora dall'inizio dell'esame degli emendamenti, ha deciso di troncare lì la discussione, ritenendola superflua. Ora, capisco anche il diritto-dovere di un Governo e di una maggioranza di portare a casa il provvedimento, soprattutto quando si tratta di un decreto-legge in scadenza, però questo non può, secondo me, giustificare quella che è sicuramente una contrazione eccessiva del diritto dell'opposizione anche solo di discutere un emendamento, di lasciare agli atti una traccia, magari, di dissenso rispetto a una linea che poi legittimamente la maggioranza ritiene di dover perseguire.

Soprattutto non si può giustificare il fatto che questo monocameralismo di fatto stia diventando la prassi, la normalità, quasi qualcosa a cui rassegnarsi, in questo Parlamento. Nella prima fase della pandemia, sotto un certo aspetto, ho potuto anche ritenere positivo che il nostro ordinamento abbia manifestato anche una capacità di adattarsi alle sfide dell'emergenza, riuscendo magari anche ad andare a velocità doppia nel momento in cui ogni Camera lavorava a un decreto per poi praticamente scambiarselo e operare una ratifica rispetto al lavoro fatto dall'altra Camera. Questo ha significato, secondo me, che il tanto vituperato bicameralismo perfetto comunque ha superato anche la prova della pandemia in un certo senso. Ora, però, è un anno e mezzo che abbiamo a che fare con il virus: c'è tutto il tempo, c'è tutto il modo e c'è la possibilità di organizzare per bene i lavori, per permettere compiutamente a entrambi i rami del Parlamento di lavorare dignitosamente sui decreti, non già per piazzare delle bandierine di orgoglio, ma proprio per migliorare la qualità della nostra produzione legislativa, perché ovviamente, se tutte e due le Camere riescono a operare comunque un lavoro nel merito dei decreti, è chiaro che per la qualità di quel provvedimento, alla fine il prodotto finale sarà migliore. Certo, in questo caso ci sarebbe stato bisogno ancora di migliorare questo decreto, che risulta pasticciato e lacunoso in tanti dei suoi aspetti principali.

Mi soffermerò principalmente su due degli aspetti che sono stati quelli anche più discussi dall'opinione pubblica, giustamente: il primo che riguarda l'obbligo vaccinale per i sanitari e poi il secondo che riguarda le procedure semplificate e accelerate di assunzione per i concorsi pubblici nella pubblica amministrazione. Sull'obbligo vaccinale voglio fare una premessa: ritengo che il vaccino anti COVID sia l'arma principale che noi abbiamo per uscire il prima possibile da questo dramma del COVID. Non sono ancora vaccinato perché non è ancora arrivato il mio turno; non appena arriverà il mio turno, sicuramente mi prenoterò e correrò a farlo. Detto questo, però, credo che sia opportuno interrogarsi e chiedersi se la via dell'obbligatorietà sia effettivamente la via migliore, soprattutto in considerazione del fatto che questo provvedimento introduce nell'ordinamento un obbligo vaccinale, anche se solo circoscritto a una specifica categoria, ma lo fa riguardo a un vaccino senza poter fornire la possibilità al soggetto vaccinato di dargli delle informazioni chiare e precise, per esempio, sulla durata degli anticorpi o sul fatto che poi il soggetto vaccinato possa o non possa, a sua volta, effettivamente trasmettere il virus ad altri soggetti, anche se vaccinato. Tanto più che, anche a voler essere d'accordo con questa scelta legislativa di introdurre un obbligo vaccinale, una scelta che, però, nessun altro Paese in Europa ha inteso perseguire fino a questo momento, questo va detto, anche a voler essere d'accordo con questa strategia dell'obbligo vaccinale per il personale medico e sanitario, c'è da rilevare che questa norma è scritta male ed è pasticciata, intanto perché non è coordinata con le normative sulla privacy. Quindi, ad oggi, per esempio, il datore di lavoro di una cooperativa privata che presta servizio in una RSA non ha gli strumenti materiali nemmeno per poter chiedere a uno dei suoi dipendenti se è vaccinato o non è vaccinato. E poi perché ci sono intere categorie, quali soprattutto quelle degli ASA e degli OSA, che, per come è scritta la norma in questo momento, sembrano non essere assoggettati a quest'obbligo; eppure passano forse più tempo a contatto con i pazienti che non i medici.

Penso, per esempio, a coloro i quali svolgono lavori di pulizia dentro le strutture sanitarie pubbliche e private; penso a chi proprio anche presta opera di pulizia e di igiene personale molte volte sulle persone più fragili. Si tratta quindi di un ibrido, di un provvedimento che risulta essere un'incompiuta che probabilmente non sortirà alcun effetto e potrebbe tradursi, alla fine, in poco più che uno slogan per poter dire di avere provato a mettere in sicurezza le persone più fragili, cosa che magari non avverrà perché la norma è scritta male, al di là di ciò che si possa pensare sull'opportunità o meno di introdurre un obbligo vaccinale.

Anche sulla questione che riguarda i concorsi pubblici, ci sono cose da dire; in particolare, ciò che ha fatto giustamente storcere il naso all'opinione pubblica è la fase di valutazione per titoli che sarebbe andata a sbarrare la strada dell'accesso alla pubblica amministrazione per tanti giovani neolaureati, con riferimento alla possibilità, a discrezione delle pubbliche amministrazioni, di circoscrivere il novero dei soggetti partecipanti ad un concorso. Si è provato a mettere una pezza, in maniera neanche tanto convinta durante l'esame al Senato, stabilendo che tale procedura sia riservata invece solo ai profili qualificati dalle amministrazioni in sede di bando come ad alta specializzazione tecnica; si usa questa definizione, rimettendo alle stesse amministrazioni la discrezionalità di stabilire quali sono poi quelle figure ad alta discrezionalità tecnica. Quindi, di fatto, questa pezza, che è stata velocemente messa al Senato, in maniera, secondo me, anche rozza, potrebbe rivelarsi inefficace e non riuscire a mitigare gli effetti nefasti di quella che è stata ribattezzata la “norma Brunetta”. Penso anche alle procedure accelerate attraverso cui si vuole utilizzare l'associazione Formez PA per procedere alle assunzioni nel Mezzogiorno. Tutto ciò fa pensare che si vogliano, in un certo senso, sfruttare anche le difficoltà della pandemia, come pretesto per deregolamentare, snellire eccessivamente e pericolosamente procedure amministrative che, invece, devono garantire, al termine della procedura stessa, qualità dell'azione, l'efficacia e l'efficienza della pubblica amministrazione. È un andazzo che sembra doversi concretizzare, di qui a breve, anche con riguardo alla chiacchierata riforma del codice degli appalti che sembra quasi essere fatta apposta per velocizzare e snellire: almeno questo è l'intento di facciata che si vuole portare avanti. Occhio però perché l'eccessiva deregolamentazione, quindi il passaggio da un eccesso all'altro rischia di aprire praterie, pericolosissime, alla clientela, al voto di scambio, alle mafie, e noi non abbiamo certo bisogno, in questo momento, di favorirle, poiché sono già molto forti: la pandemia ha fiaccato e anche indebolito infatti quella parte più debole della nostra società, che spesso finisce nella morsa della criminalità organizzata.

Dunque, riteniamo di dover votare contro, di non poter assecondare questo orientamento, questo indirizzo che questo Governo sta portando avanti. Voteremo contro questo provvedimento, perché pensiamo sia pasticciato, scritto male e possa anche pericolosamente aprire le porte a procedure o comunque a dinamiche poco chiare, poco pulite e poco trasparenti. Quindi, la componente L'alternativa c'è voterà contro (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ruffino. Ne ha facoltà.

DANIELA RUFFINO (MISTO-C!-PP). Grazie, signor Presidente, sicuramente in questi lunghi mesi sono stati fatti progressi rispetto al contenimento dell'epidemia e sono state fondamentali le misure assunte e noi, come componente Cambiamo!, siamo certi che gli italiani non dimenticheranno mai i momenti più duri e dolorosi e per questo occorre tenere memoria, come ci è stato detto anche dal Presidente Mattarella, in un suo intervento. Abbiamo ringraziato i sanitari, i volontari, le tante categorie che, con spirito di abnegazione, hanno lottato contro il virus; per noi si sono dedicati con impegno sul luogo di lavoro, e come non ricordare la categoria dei commessi, che ancora, con protocolli incerti, hanno mantenuto il posto sul luogo di lavoro, accogliendo sempre in sicurezza. Il miraggio era il vaccino, e ripercorro questo tempo che è arrivato lentamente: ora è disponibile, nei luoghi dedicati, anche con regolarità.

Sono diventati sede di vaccinazione le aziende, i luoghi di lavoro e abbiamo apprezzato l'enorme sforzo di Coldiretti che ha attivato circa 200 punti. Oggi l'Aula ha dibattuto sull'obbligo di vaccinazione da parte dei sanitari, un'extrema ratio per il sistema sanitario, con riferimento al quale, a parere della componente Cambiamo!, non dovrebbero esserci dubbi sul vaccinarsi o meno, a tutela della persona e dei pazienti fragili. Vi sono misure importanti anche per gli enti locali, con uno slittamento per approvare i bilanci consuntivi per le organizzazioni non lucrative e di volontariato. Mi soffermo poi sulle misure di semplificazione delle procedure per i concorsi pubblici: certamente avremmo accolto con favore lo scorrimento delle graduatorie; forse era il momento in cui questo ulteriore passo poteva essere fatto. Ancora un pensiero alle strutture residenziali socio-assistenziali che faticano a ripartire con regolarità: riteniamo che il Governo, presente in Aula, debba vigilare per garantire la ripresa delle visite ai congiunti e per garantire una normalità ai nostri anziani. Abbiamo salutato con favore gli incarichi temporanei nelle scuole paritarie che, da tempo, sono alla nostra attenzione; scuole paritarie che non sono più riuscite a reperire personale abilitato. Riteniamo che il servizio fatto nelle scuole valga come abilitazione; riteniamo inoltre che i concorsi debbano essere svolti con cadenza annuale, con periodicità e programmazione: non è più il tempo dei maxi-concorsi, che sicuramente mettono in crisi i sistemi degli enti locali.

Nella fase finale del mio intervento, signor Presidente, rappresentante del Governo, mi vorrei soffermare su una lettera che molti parlamentari di quest'Aula hanno ricevuto in questi giorni e che si riferisce alla scuola. Proprio in Aula, e su mia sollecitazione, avevamo interrogato il ministro Bianchi sul mantenimento delle scuole, evitando, quest'anno, la soppressione delle classi e dei plessi, e i comuni ci dicono che, in un periodo di pandemia come quello che si sta attraversando, caratterizzato da una forte crisi economica e da problematiche molto gravi, che già si riflettono sulle famiglie, è di fondamentale importanza tutelare il diritto all'istruzione in scuole già fortemente penalizzate ed intervenire per evitare lo spopolamento dei piccoli comuni. Il sindaco prosegue, dicendo che: l'aspetto, a nostro parere, più rilevante e preoccupante di questa vicenda riguarda la tutela dei bambini con difficoltà di apprendimento o disabilità; risulta ad esempio che, nella classe che verrà soppressa, siano iscritti tre alunni diversamente abili con certificazione. Sarebbe pertanto ancora più discriminante e non inclusivo, per questi bambini, l'inserimento in un tessuto sociale diverso dal comune di residenza.

Signor Presidente e rappresentante del Governo, crediamo che questa pandemia abbia insegnato qualcosa: molto probabilmente l'attenzione alla persona, al nucleo in difficoltà, al mantenimento di servizi che sono stati creati con grande fatica sui nostri territori.

Abbiamo votato in quest'Aula mozioni e ordini del giorno che dicevano l'esatto contrario di quello che si sta facendo. Quindi, devo e dobbiamo pensare che la pandemia non ci è stata utile nell'evitare le “classi pollaio”, duramente contestate dal precedente Governo Conte e da questo Governo Draghi. La pandemia ci ha insegnato che i trasporti erano un problema e, nonostante tutto, stiamo obbligando bambini di territori disagiati ad utilizzare gli scarsi mezzi che sono spesso derivati dagli scuolabus piuttosto che dal trasporto di linea.

Io che sono una inguaribile ottimista, voglio pensare che ci sia un momento di riflessione. Avrei fatto questo intervento a fine seduta, non immaginando che si arrivasse ora alla dichiarazione di voto. Lo avrei fatto a fine seduta per ricordare, a chi è in maggioranza e a chi non lo è, che ci deve essere un'attenzione grande a questi temi, perché altrimenti, come ho detto in partenza, nel mio intervento, significa che la pandemia ci ha insegnato davvero poco. Non stiamo parlando di maggiori costi e di maggiori spese. Stiamo parlando del mantenimento dei servizi, anche ricordando, ad esempio, quei piccoli ospedali che sono stati chiusi sul territorio nazionale e che oggi sarebbero stati estremamente utili e che vengono utilizzati come punti per la vaccinazione, piuttosto che per reparti COVID che sono stati aperti.

Allora, a fronte di tutto questo e per la memoria di cui ho parlato inizialmente, spero venga riportato questo pensiero al Ministro e spero che quanto discusso e votato a favore in quest'Aula abbia un senso, perché altrimenti è estremamente difficile per noi, ma anche per gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Cambiamo!-Popolo Protagonista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Stumpo. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (LEU). Grazie Presidente. Sarò abbastanza breve. Questo decreto mi sembra possa anche essere definito un po' un “decreto di servizio”, nel senso che ha modificato alcuni aspetti, via via che si andava avanti nella vicenda pandemica - penso alle fasce territoriali in ragione dei numeri di contagi -; ha introdotto alcuni aspetti rispetto alle vicende legate alla giustizia, rispetto ai concorsi, e aveva al suo interno un tema, quello che poi è stato anche quello più dibattuto e controverso anche nella giornata di oggi, sull'obbligo vaccinale, che resta forse il punto più evidente.

Abbiamo già discusso, nel corso della giornata, e non è il caso di ritornarci troppo a lungo. Penso che sia stato un atto di civiltà quello di aver posto il tema della sicurezza dei pazienti e di provare a mettere una tutela per tutti i pazienti, ma anche per il personale medico, perché lavorare senza la certezza della copertura vaccinale diventa un problema oggettivo, per gli altri e anche per se stessi. Quindi, da questo punto di vista - ripeto -, credo sia stato fatto un passo in avanti.

Infine, ulteriori punti di importanza hanno dato, quindi, a questo decreto un ruolo di servizio, consentendo di migliorare alcuni aspetti di gestione fatti fin qui. Per queste ragioni dichiaro il voto favorevole di Liberi e Uguali (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vitiello. Ne ha facoltà.

CATELLO VITIELLO (IV). Grazie, Presidente Rosato. Membri del Governo, onorevoli colleghi, intravediamo la luce in fondo al tunnel. Lo dico con la prudenza che la situazione ci impone – e consentitemi, da buon napoletano, anche con un pizzico di scaramanzia -, ma possiamo dirlo: intravediamo finalmente la luce in fondo al tunnel.

In questa occasione ritengo, allora, doveroso ricordare da dove siamo partiti, da molto lontano, da strade deserte, attività chiuse, famiglie senza respiro, una “fase 2” gestita forse peggio della prima, con soluzioni di breve prospettiva e non risolutive dei grandi problemi che siamo stati chiamati ad affrontare, dai banchi a rotelle, dai pluri-commissari che forse non hanno fatto un uso saggio delle risorse a loro disposizione, dalle “primule”, dal grande bluff dei vaccini che ci ha fatto perdere tantissimo tempo prezioso. Nonostante tutto, siamo qui oggi, Presidente, con un Governo autorevole e riconosciuto ben oltre i confini nazionali, guidato dal Presidente Draghi, che, come egli stesso ha tenuto a sottolineare, guarda al futuro e non lascia nessuno indietro (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

Oggi incominciamo a godere delle prime riaperture, sfioriamo ogni giorno la quota delle 500 mila somministrazioni, grazie al lavoro straordinario del commissario Figliuolo e di tutto il Comitato tecnico scientifico.

Ma - consentitemi - soprattutto grazie al lavoro di tutti coloro che, ancora oggi, dopo un anno e mezzo dall'inizio della pandemia, non si stancano di servire questo Paese, tendendo ogni giorno la mano al prossimo e penso al personale sanitario, ai volontari alle Forze dell'ordine; insomma, un popolo che ha dimostrato e sta dimostrando tuttora di avere voglia di ripartire e di impegnarsi ogni giorno, nonostante le tante difficoltà che la condizione economica impone. È una condizione drammatica sotto ogni punto di vista. I poveri secondo l'Istat non sono mai stati così numerosi; vuol dire che una fetta di società, che prima della pandemia era la classe media, oggi rientra fra i nuovi poveri. Una condizione che pesa maggiormente su donne e giovani, perché più di chiunque altro hanno, oggi più di ieri, necessità di garanzie e sostegni, per affrancarsi dai contesti familiari di origine e poter finalmente immaginare una vita propria autonoma, soddisfacente e in linea con la formazione acquisita negli anni.

Allora, a tal proposito, non possiamo non guardare con favore alla modifica normativa introdotta dall'articolo 10 del provvedimento in discussione. Infatti, colleghi, è giusto valutare i titoli dei candidati; è meritocratico, vale a dire, premia il merito di coloro che hanno conseguito risultati lodevoli in tempi brevi. Mi sembra un equilibrato bilanciamento di interessi quello di prevedere che la valutazione dei titoli e delle esperienze maturate non superi un terzo del punteggio totale, proprio per consentire a tutti i candidati, probabilmente anche ai più giovani, che non hanno avuto ancora il modo e il tempo di formarla quell'esperienza, di poter comunque esprimere le proprie competenze durante l'iter concorsuale (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Allo stesso tempo, si velocizza il processo di rinnovamento di cui la pubblica amministrazione oggi ha urgente bisogno, perché deve tornare ad essere competitiva ma, soprattutto, ha il dovere di attrarre i giovani; ce ne sono migliaia, lì fuori, che ben volentieri contribuirebbero a questo processo, preparati, competenti, a cui questa classe dirigente finalmente si avvia a riconoscere un ruolo centrale nella società.

Restando nell'ambito dei concorsi pubblici, non posso non spendere due parole anche sull'iter concorsuale che riguarda i magistrati ordinari. Badate bene, io non sono convinto che quelle prove scritte siano da sole sufficienti a stabilire il livello di preparazione di un candidato. Mi spiego meglio: un percorso formativo, un bagaglio giuridico, ma anche culturale, non può essere valutato solo ed esclusivamente sulla scorta di un elaborato scritto. Eppure, fra i vari metodi, tutti imperfetti, questo è il migliore: il miglior metodo imperfetto fra altri metodi imperfetti, non fosse altro perché sono tutti metodi umani. Però, lasciatemi dire che non è pensabile che un futuro pubblico ministero non sia chiamato, in ambito concorsuale, a scrivere un elaborato, classico o sintetico che sia, sul diritto penale, trattando principi e nozioni che saranno il pane quotidiano di ogni pubblico ministero e che devono, perciò, essere oggetto di apposita valutazione da parte delle commissioni esaminatrici. Ecco perché avevamo tentato la strada di una dichiarazione preliminare al concorso circa la scelta fra l'esercizio delle funzioni requirenti o giudicanti e - attenzione - non perché ciò fosse strumentale al grande e sacrosanto tema della separazione delle carriere, che noi ci auguriamo dovrà essere oggetto di una riforma seria e complessiva del sistema. Quell'emendamento aveva l'obiettivo, vicino e non irrilevante, di far svolgere a chi optava per l'ufficio di pubblico ministero il tema sulla disciplina penalistica, che, per quanto mi riguarda, è e resta imprescindibile (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

Mi soffermo ancora nell'ambito della giustizia ,esprimendo una valutazione più di metodo che di merito circa le misure straordinarie per l'esercizio dell'attività giudiziaria. Ci tengo a ribadire, infatti, affinché sia chiaro a tutti, addetti ai lavori e non, che tali misure sono tollerabili e conciliabili con i principi processuali e sostanziali, solo in virtù della fase straordinariamente particolare che ci troviamo a vivere, e che mai potrebbero rappresentare un modus operandi ordinario.

Ancora, accogliamo chiaramente con favore l'obbligo vaccinale previsto per coloro che esercitano professioni sanitarie e socioassistenziali. Mi pare un atto di civiltà, oltre che di giustizia, quello di tutelare non solo la propria salute, ma anche e soprattutto quella dei soggetti fragili cui si fornisce supporto e assistenza. Così come è stato doveroso inserire sia una disciplina transitoria, che limitasse la punibilità a titolo di omicidio colposo e di lesioni personali colpose per i fatti commessi nell'esercizio di una professione sanitaria durante lo stato di emergenza - che trovino causa nella stessa situazione di emergenza, si badi -, sia l'esclusione della punibilità per coloro che sono chiamati ad inoculare il vaccino, chiaramente se la procedura è effettuata in conformità alle indicazioni contenute nei provvedimenti di autorizzazione. Rispetto a questi due temi abbiamo, in altre sedi, espresso alcune perplessità, probabilmente più tecniche che di metodo, perché sul principio, come Italia Viva, non abbiamo dubbi. Chi è stato in prima linea, e lo è tuttora, nella lotta alla pandemia, non può essere chiamato a rispondere di colpe che esulano dal proprio dominio e dalla propria volontà.

Infine, mi si consenta una riflessione caratterizzata da una forte componente umana e, perché no, forse anche un po' emotiva. In tutti questi mesi abbiamo imparato cosa sia la distanza, i nostri bambini hanno imparato a comunicare in DAD con i propri compagni di banco e con le proprie maestre e queste ultime hanno compiuto uno sforzo incredibile per non lasciare indietro la classe dirigente del domani; abbiamo imparato a fare molte cose virtualmente anche noi, grazie a questa tecnologia che ci ha consentito di ridurre quelle distanze. Però, ci sono state distanze che non sono state colmate, perché non possono esserlo: penso ai degenti nei reparti ospedalieri o, peggio, a chi ha perso la propria battaglia contro il COVID-19, andando via in maniera più o meno consapevole, in solitudine; e penso anche a chi è rimasto, che si è visto negare la possibilità di un ultimo abbraccio, un saluto, un ultimo scambio di affetto.

Allora, è ovvio e naturale che non è finita qui, ma adesso certamente la strada è quella giusta: ce lo dicono gli esperti che ci accompagnano nella gestione pandemica, ce lo dicono i dati in calo dei decessi e dei contagi. Ecco, queste piccole riconquiste quotidiane diventano oggi un patrimonio inestimabile, che ci siamo accorti di avere solo perché ci era stato negato, ma che oggi ha bisogno più che mai di cura e tutela. È per questo che dobbiamo continuare a mantenere il livello di prevenzione altissimo e ad incentivare e velocizzare sempre di più le somministrazioni dei vaccini, riflettendo anche sulla possibilità di somministrarli nei luoghi di villeggiatura. Dobbiamo farlo per dare respiro: dare respiro alle nostre imprese, alle nostre attività, alle nostre località turistiche, ai nostri momenti di affetto e convivialità, praticamente a tutto ciò che ci rende umani. Per tutti questi motivi, votiamo con convinzione il provvedimento in questione (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie Presidente, signor sottosegretario, colleghi, Fratelli d'Italia voterà contrariamente a questo provvedimento, in coerenza con quanto già fatto al Senato, anche perché, rispetto alla discussione avuta in Senato, non vi sono stati, né in Commissione, né in Aula, i tempi per un approfondimento di merito sui principali temi di questo decreto, che spazia su diversi temi (un cosiddetto decreto omnibus). Di fatto, esso ha confermato la realizzazione, che si è verificata in più provvedimenti anche in questa legislatura, di una sorta di monocameralismo di fatto. Poi, per carità, tutti si sono sperticati nel dire che sarebbe stata l'ultima volta, ma l'ultima volta probabilmente fino alla prossima, visto che anche nelle precedenti occasioni, analoga rammaricata constatazione è stata svolta da molti. In realtà, noi crediamo, invece, che il confronto parlamentare, il confronto bicamerale, con il contributo di entrambe le Camere, possa dirimere alcuni punti che, spesso, nella composizione di un decreto-legge, nella lettura, alle volte dell'ultimo minuto, di una delle due Camere, possono determinare delle storture. I numerosi interventi - ed escludo ovviamente quelli di opposizione, che sono anche legittimi nel gioco democratico delle parti -, i tanti, anche autorevoli, interventi, sia in Commissione che in Aula da parte di esponenti della maggioranza, che sono stati costretti anche a presentare e poi a ritirare emendamenti chiave, dimostrano che, evidentemente, vi era la necessità di un secondo ulteriore approfondimento del testo; testo che, così com'è, non era ritenuto sufficiente, non solo dall'opposizione ma anche dalla stessa maggioranza. E rappresento all'attenzione dell'Aula un dato che racconta questo fatto: non solo il mandato al relatore dopo poche ore di discussione, ma anche il 15,6 per cento degli emendamenti, al lordo degli emendamenti inammissibili presentati, considerando che Fratelli d'Italia, come gli altri parlamentari di opposizione, ha cercato di portare un contributo di proposte, senza fare alcun emendamento, né alcuna proposta o azione di ostruzionismo.

Ma almeno l'onore delle armi di poter discutere, lasciare traccia, porre dei temi all'attenzione delle Commissioni di merito, credo che fosse un minimo sindacale per una democrazia, una democrazia che non ha bisogno di arrivare all'ultimo giorno con questa maggioranza, una maggioranza ampia come non si è mai vista nella storia della Repubblica italiana, direi bulgara. Infatti, se non ci fosse stata l'opposizione libera, patriottica, repubblicana, democratica - perché garantisce l'esistenza del pilastro democratico della maggioranza e dell'opposizione - di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), questo Parlamento avrebbe avuto un unanimismo di fatto, che avrebbe poi scaricato all'interno dello stesso Governo le tensioni, le diversità, a meno che le forze politiche, altre rispetto a Fratelli d'Italia, abbiano abdicato al proprio ruolo, cioè quello che gli ha indicato il popolo, di dover rappresentare interessi diffusi e collettivi, di spaccati della società. E così noi abbiamo svolto, in Commissione e anche in Aula, una battaglia per la difesa delle regole, perché pensiamo che da queste passi il funzionamento regolare delle istituzioni e della democrazia, una battaglia il cui articolo 1 di questo decreto rappresenta per l'ennesima volta l'emblema negativo, per carità, la cosiddetta clausola di revisione, cioè di fatto la possibilità per il Governo, con lo strumento del DPCM, di derogare alle disposizioni normative, per carità, una norma che il Presidente Draghi ha avuto il garbo di non utilizzare, a differenza del suo predecessore che invece ne ha abusato, ma una norma che dimostra, scritta ancora una volta nero su bianco, quale sia la maggioranza della maggioranza, cioè quelli che spingono, danno le carte, danno la linea politica, e cioè la sinistra del PD, la sinistra di Liberi e Uguali, la sinistra del MoVimento 5 Stelle, che dell'afflato chiusurista contro le libertà dei cittadini, contro le imprese, contro chi lavora autonomamente, ha fatto, soprattutto in questo episodio drammatico della pandemia, un cavallo di battaglia.

Fratelli d'Italia ha provato a portare dei temi importanti, come quello del coprifuoco: si sta arrivando piano piano a quello che Fratelli d'Italia ripete da mesi, cioè che il coprifuoco è una misura inutile e quindi abbiamo proposto di abolirlo definitivamente. Anche su questo vi è stato un diniego da parte della maggioranza, a dimostrazione che la parte che comanda nella maggioranza è quella di quella sinistra di Speranza, del Ministro Lamorgese, di Di Maio, che hanno voluto chiudere, come ai tempi di Conte, gli italiani dentro casa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), per affermare la supremazia di uno Stato sulle libertà individuali, ma soprattutto un atto che ha fortemente limitato le libertà fondamentali e la libertà di impresa; danni condotti con scelte che si sono dimostrate inefficaci, perché? Perché il fatto che in questi giorni si stiano riaprendo bar e ristoranti e, allo stesso tempo, scende l'indice dei contagi, dimostra quella sacrosanta verità per cui non è con le riaperture dei bar e dei ristoranti che sale il contagio, ma sale - come Fratelli d'Italia ha più volte ripetuto - nei mezzi pubblici, su cui invece non si è intervenuti; così come si potevano e si sarebbero potute evitare molte morti, se si fossero messe in sicurezza le fasce più deboli, dal punto di vista sanitario, della società. Abbiamo portato altre proposte, come quelle sul corpo docente, per sistemare alcuni errori del passato - lo hanno ricordato i colleghi che seguono la Commissione, la collega Frassinetti, la collega Bucalo - perché spesso il Parlamento è costretto a intervenire sui disastri di norme scritte in modo sbagliato, che ha fatto solo qualche anno prima. Poi, il tema delle Forze dell'ordine, delle graduatorie, dell'attingibilità delle graduatorie, che ha visto anche una discussione aperta tra maggioranza e opposizione, ma che si è conclusa nuovamente in un nulla di fatto. L'ultimo provvedimento utile per rinviare la scadenza di graduatorie che scadranno prima della fine dell'anno, il che significa che non vi sarà la possibilità per i Corpi dello Stato, della Polizia, dei carabinieri, della Guardia di finanza, dei Vigili del fuoco, di attingere a graduatorie esistenti, laddove non fossero necessari, utili, i posti messi a concorso, i nuovi concorsi o laddove questi concorsi non si riuscissero a svolgere con compiutezza per poter rimpinguare i propri organici, dare ossigeno alle donne e agli uomini in divisa che, con onore, fanno ogni giorno il proprio lavoro. Ne abbiamo parlato diffusamente sia nelle strade che all'interno delle carceri grazie a Fratelli d'Italia, che aveva proposto, anche su questo, un emendamento - e concludo, Presidente - di assoluto buonsenso, che avrebbe permesso di affrontare questo tema con efficacia, senza stravolgere gli esiti di questo decreto. È per questo che le proposte, di fatto, sono state liquidate con un semplice parere negativo da parte del Governo. Noi non rinunciamo al mandato che gli elettori ci hanno consegnato, quello di rappresentare istanze e spaccati di questa società, ma, soprattutto, l'interesse diffuso degli italiani, delle famiglie e delle imprese, con coerenza continuiamo a batterci per questo e, forse, facciamo un favore anche all'intera democrazia, all'intero arco parlamentare e agli italiani, mantenendo una voce libera rispetto a chi, di fatto, ha abdicato al proprio compito di rappresentanza nel raccontare che esiste un'Italia, che è la maggioranza, che è ancora contraria al modello chiusurista, contraria a un'aggressione nei confronti dei lavoratori autonomi e delle imprese e che rivuole guadagnare la centralità democratica del Parlamento, ma, soprattutto, le libertà degli italiani e delle loro attività (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Siracusano. Ne ha facoltà.

MATILDE SIRACUSANO (FI). Grazie, Presidente. Colleghi, qualsiasi tipo di processo ha in sé, nel suo procedere, la dimensione del tempo; qualsiasi tipo di processo avanza di atto in atto, dall'inizio alla fine, dalla domanda alla risposta. Il decreto che oggi qui siamo pronti a convertire è una delle tante risposte che forniamo alle molteplici domande che tutti noi ci siamo posti in questa fase complessa. Dai sostegni al rilancio degli investimenti, alle riforme previste nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, che è la partita importante che il nostro Paese deve giocare e vincere: ecco, tutte queste sono le sfide che ci riserva il nostro domani. Nella consapevolezza e nella speranza che il passato non può e non deve più soffocarci e distruggere le energie della vita che si esprimono con lo sguardo al presente e al futuro, stiamo adottando, finalmente, provvedimenti con i quali si inizia a mettere la parola “fine” alla fase emergenziale e si mira ad aiutare le imprese e l'economia italiana nella fase della ripresa. Lo facciamo con questo decreto che prevede delle riaperture consapevoli, volte a ridare ossigeno ai cittadini provati da oltre quindici mesi di crisi pandemica e lo faremo, a breve, con il nuovo decreto-legge Sostegni-bis e, dunque, ulteriori 40 miliardi di euro derivanti dallo scostamento di bilancio autorizzato dalla Camera, dal Parlamento a maggioranza assoluta, destinati ai lavoratori autonomi, alle imprese, a tutti quei settori che erano stati trascurati dagli interventi del precedente Governo. Interverremo anche sulla disponibilità di credito e sulla patrimonializzazione delle imprese; un obiettivo fondamentale che si è posto e si pone questo Governo è la celerità degli interventi. Ma veniamo al merito del provvedimento.

Ciò che a noi, ovviamente, interessa sono le misure concrete. In questi pochi mesi Forza Italia ha mostrato grande concretezza, ha dato un contributo straordinario a questo Governo e devo dire che la prima partita che è stata vinta, che sta vincendo questo Governo è quella dei vaccini. Gli esseri umani si abituano subito al meglio e dimenticano il peggio, quindi i 500 mila vaccini al giorno a cui ci siamo abituati ci hanno fatto rimuovere le inefficienze e i ritardi del passato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e grazie a questo è possibile oggi votare questo decreto per le riaperture, perché il primo vero sostegno per le imprese e per la nostra economia, come ha detto bene il Premier Draghi, è rappresentato dalle riaperture (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Una misura importante che Forza Italia ha promosso e ha voluto fin dal primo momento riguarda gli operatori sanitari, perché gli eventi avversi e gravi segnalati dopo la somministrazione di alcuni vaccini hanno rischiato di compromettere il processo di immunizzazione, a causa della reticenza del personale medico impegnato nella somministrazione dei vaccini, dovuta proprio alla paura di essere coinvolti in indagini giudiziarie per aver svolto il loro lavoro. E, allora, in tal senso è possibile affermare che l'introduzione del cosiddetto scudo penale per gli operatori sanitari è stata una vittoria non soltanto per noi di Forza Italia, che dal primo momento l'abbiamo sostenuta, ma per l'intero Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), perché non basta chiamare i medici e gli operatori sanitari eroi, bisogna metterli nelle condizioni di svolgere il loro lavoro di eroi. E' vero che sono stati eroi in questa fase, ma con questa misura li mettiamo nelle condizioni di poter continuare ad essere eroi fino alla fine della pandemia e anche dopo.

E, poi, permettetemi di esprimere un grandissimo orgoglio oggi nel rappresentare Forza Italia, che ha voluto sostenere questo Governo per dare un contributo al Paese in difficoltà, ma già ha lasciato un segno indelebile nella mia città, nella città di Messina e nel cuore dei messinesi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Messina che era marchiata da un segno di vergogna indegna, perché, per oltre cinquant'anni, 8 mila cittadini messinesi, 2.500 famiglie hanno vissuto e vivono, nel 2021, in baracche, sotto tetti in eternit, con fogne a cielo aperto, in mezzo ai topi dove giocano i bambini, compromettendo anche la loro salute e, in questa fase, del COVID questa situazione è diventata ancor più emergenziale. Ecco, dopo uno scempio durato per decenni, di inefficienza, oggi Forza Italia, con un intervento voluto fortemente dal Ministro Carfagna, mette fine a questo strazio (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), con un emendamento che prevede lo stanziamento di 100 milioni di euro per trovare alloggi degni di tale nome a queste 8 mila persone, a questi 8 mila messinesi, per demolire le baracche e bonificare dall'eternit e questo avverrà attraverso il conferimento di poteri straordinari ad un commissario individuato nella figura del prefetto. E per questo, davvero dal profondo del cuore, mi sento di dire grazie al mio partito, grazie ai nostri Ministri e grazie a questo Governo, perché per Messina questa è una svolta storica (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Inoltre, consentitemi di focalizzare l'attenzione sul capitolo delle assunzioni nella pubblica amministrazione, che, grazie all'articolo 10 del decreto, non saranno più quelle di prima: infatti cambiano i processi, le metodologie e le regole. Niente più concorsi ottocenteschi, niente più carta e penna: a regime, una sola prova scritta e una sola prova orale. Le selezioni sono state finalmente sbloccate, semplificate e digitalizzate e sono state, soprattutto, velocizzate, perché, come tutti sappiamo, un concorso poteva durare, in passato, fino a quattro anni dalla pubblicazione del bando. Adesso, come accadrà con il “concorso Sud” sbloccato dai Ministri Brunetta e Carfagna, tutto avverrà in cento giorni. Da quattro anni a cento giorni: una piccola, grande rivoluzione, che cambierà la cultura del reclutamento del capitale umano pubblico e darà ossigeno alle amministrazioni impoverite da anni dal blocco del turnover.

Inoltre, con la riforma dei concorsi, si pone rimedio ad un'altra conseguenza prodotta sin qui dall'inefficienza della macchina dei concorsi: il gigantismo, ossia l'accumulo di quantità enormi di concorrenti che ha portato le amministrazioni a introdurre quiz preselettivi di tipo logico-deduttivo. Finalmente, invece, attraverso il meccanismo premiale che valorizza i percorsi formativi dei più giovani, è emerso l'obiettivo che noi di Forza Italia speravamo da tempo di ottenere, cioè la realizzazione della cosiddetta solidarietà intergenerazionale, oltre che intragenerazionale. Si torna, dunque, a dare i segnali giusti ai giovani ma anche ai cittadini e alle imprese, che meritano servizi pubblici di qualità. Ora che il Paese è impegnato nella più grande opera di ricostruzione dal dopoguerra, sappiamo che non è più tempo di scorciatoie e non possiamo più permetterci dipendenti pubblici assunti sulla base del clientelismo o delle simpatie politiche (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

In conclusione, siamo ben consapevoli del fatto che la strada per la ripresa è ancora lunga, che ci aspettano sfide importanti e, soprattutto, che le sfide più importanti per questo Paese sono le riforme. Le riforme della giustizia, del fisco, della pubblica amministrazione, le politiche per la concorrenza sono esigenze epocali per questo Paese a cui non possiamo più sottrarci. Non abbiamo la possibilità di scelta; abbiamo l'obbligo di fare e non abbiamo neanche la possibilità di fallire. Quindi, dobbiamo assolutamente intervenire e il Governo, in questi primi 100 giorni, ha gettato delle basi solide. Per cui, noi ci siamo e ci saremo e per questo oggi votiamo a favore su questo decreto e, permettetemi, sono certa che tutti i miei concittadini messinesi oggi voteranno con noi a favore su questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciampi. Ne ha facoltà.

LUCIA CIAMPI (PD). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, il decreto-legge che esaminiamo oggi rappresenta uno dei provvedimenti necessari per traghettare il Paese dalla fase emergenziale a un lento ma costante ritorno alla normalità, integrando, quindi, le misure di contrasto alla pandemia con norme necessarie per sostenere la ripresa delle attività quotidiane. Anche per questo motivo, il decreto, che presentava originariamente 12 articoli e 53 commi, è stato ampliato a 21 articoli e 85 commi in sede di esame al Senato. Trattandosi di una legge di conversione di un decreto, alcune norme sono già entrate in vigore e hanno già prodotto i loro effetti, ma sussistono, comunque, altre disposizioni necessarie per superare la pandemia. Mi riferisco, in primo luogo, alla vaccinazione. Per il periodo intercorrente fino alla completa attuazione del Piano strategico nazionale relativo alla vaccinazione contro il COVID-19 e, comunque, non oltre il 31 dicembre 2021, viene, infatti, introdotto l'obbligo della vaccinazione per gli esercenti le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario che svolgano la loro attività nelle strutture sanitarie, sociosanitarie e socioassistenziali pubbliche e private, nelle farmacie o parafarmacie e negli studi professionali. Si tratta di una misura necessaria per evitare che ospedali, cliniche e centri vaccinali, come già purtroppo accaduto nel recente passato, si trasformino da luoghi di cura a cluster di infezioni, per tutelare gli stessi lavoratori del settore che rischiano di contrarre il virus. Le cifre sono chiare. Nella prima ondata, tra febbraio e aprile 2020, sono stati più di 28.000 i contagiati di origine professionale denunciati all'INAIL, mentre, all'inizio della seconda ondata, nel solo mese di ottobre dello scorso anno, sono stati oltre 18.000 i medici e gli infermieri contagiati.

Sempre per quanto riguarda l'emergenza sanitaria, la vaccinazione e la tutela del personale sanitario coinvolto, sono state inserite norme che limitano la punibilità a titolo di omicidio colposo o di lesioni personali colpose per le somministrazioni dei vaccini contro il virus SARS-CoV-2 operate nel corso della relativa campagna vaccinale. Un ulteriore articolo reca, poi, una disciplina transitoria che limita la punibilità a titolo di omicidio colposo o di lesioni personali colpose per i fatti commessi nell'esercizio di una professione sanitaria durante lo stato di emergenza epidemiologica da COVID-19 e che trovino causa nella situazione di emergenza medesima. Siamo di fronte ad un'emergenza sanitaria straordinaria. Il personale medico e paramedico da mesi è in prima linea per salvare vite e merita riconoscenza e tutele.

Al tempo stesso, però, di fronte a oltre 125.000 morti, il sistema sanitario nazionale non può oggi permettersi dipendenti no-Vax.

Tra gli altri macro-temi affrontati dal decreto-legge in esame assume particolare rilevanza quello della pubblica amministrazione, un comparto che nei prossimi mesi sarà strategico per sostenere e promuovere la ripresa occupazionale ed economica dell'intero Paese. Mai come oggi sarà necessario che la pubblica amministrazione perda finalmente ogni accostamento dispregiativo con la parola “burocrazia” per assumere nuove assonanze con i termini “rapidità”, “semplicità”, “correttezza”, “trasparenza”, “efficienza”. Ci sono 240 miliardi di euro da spendere bene e in fretta, ma i dipendenti pubblici devono prima di tutto essere messi nelle condizioni di poter lavorare con modalità rinnovate e con strumenti moderni ed efficaci, per esprimere la propria professionalità e impiegare le proprie competenze. Vanno in questa direzione le norme che introducono, a regime, una nuova procedura semplificata per lo svolgimento dei concorsi pubblici relativi al reclutamento del personale delle pubbliche amministrazioni o le procedure semplificate, anche per le assunzioni di personale a tempo determinato, autorizzate nelle amministrazioni pubbliche operanti nel Mezzogiorno dalla normativa vigente per l'attuazione degli interventi di politica di coesione nell'ambito della programmazione 2014-2020 e 2021-2027. Rientra nell'ottica di una pubblica amministrazione maggiormente efficiente la possibilità per i lavoratori in esame, impegnati in attività di pubblica utilità, di assunzione anche da parte di un'altra pubblica amministrazione in posizione di lavoratori soprannumerari, in deroga alla dotazione organica e alla condizione del rispetto del piano di fabbisogno del personale. Siamo consapevoli che la pubblica amministrazione abbia bisogno di una riforma organica complessiva, ma questi primi passi segnano oggi la strada da percorrere per rendere la macchina statale sempre meno autoreferente e sempre più al servizio dei cittadini e delle imprese.

Il provvedimento oggi in esame interviene, poi, in materia di giustizia, altro settore fondamentale della società che la pandemia ha finito per rallentare. È stata introdotta la proroga delle misure speciali per l'esercizio dell'attività giudiziaria nell'emergenza pandemica, in particolare per la trattazione, in forma semplificata e prevalentemente da remoto, dei procedimenti civili e dei procedimenti penali in ogni stato e grado e per prevedere la sospensione dei giudizi penali, con conseguente sospensione della prescrizione e dei termini di durata della custodia cautelare, quando le relative udienze debbano essere rinviate per impedimenti delle parti legati al COVID-19. Viene, inoltre, differito il termine di vigenza delle graduatorie del personale del Ministero della Giustizia, il cui scorrimento è autorizzato, per l'assunzione complessiva di 1.080 unità di personale amministrativo non dirigenziale, dalla legge di bilancio 2021. Dette assunzioni sono autorizzate al fine di dare attuazione a un programma di interventi temporaneo ed eccezionale, finalizzato a eliminare, anche mediante l'uso di strumenti telematici, l'arretrato relativo ai procedimenti di esecuzione delle sentenze penali di condanna, nonché di assicurare la piena efficacia dell'attività di prevenzione e di repressione dei reati.

Tra le altre norme presenti nel decreto vorrei poi segnalarne due, che assumono anche un valore simbolico, perché superano la contingenza emergenziale e guardano al futuro. In primo luogo, l'articolo inserito, nel corso dell'esame al Senato, che ha ripristinato l'accesso, su tutto il territorio nazionale, per familiari e visitatori muniti delle certificazioni verdi COVID-19 a strutture residenziali socioassistenziali e sociosanitarie e hospice. È stato finalmente possibile abbattere un muro di solitudine e disperazione: dopo mesi di sguardi, lacrime e sorrisi possibili solo virtualmente, in video o a distanza, dietro vetrate e finestre, molte persone hanno potuto visitare i propri cari.

Vorrei poi citare, in secondo luogo, l'articolo che amplia la platea degli istituti tecnici superiori, gli ITS, titolati ad avanzare istanza per l'accesso ai contributi stanziati con la legge di bilancio per il 2019 per investimenti relativi a nuove sedi e laboratori coerenti con i processi di innovazione tecnologica 4.0. Si tratta, anche in questo caso, di una norma che va oltre la pandemia, ponendosi l'obiettivo di accompagnare e sostenere, in modo sistematico, le misure per lo sviluppo economico e la competitività del sistema produttivo italiano, aiutando, al tempo stesso, i giovani a ricercare la propria strada professionale e formativa.

È con questo auspicio che annuncio il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bordonali. Ne ha facoltà.

SIMONA BORDONALI (LEGA). Grazie, Presidente. Sottosegretario, onorevoli colleghi, prima di entrare nel merito di questo decreto-legge, vorrei fare cenno alle modalità con cui il Parlamento, ed in particolare la Camera dei deputati, ha lavorato alla conversione del decreto: grande lavoro, approfondimento, modifiche apportate, ma solo ed esclusivamente dal Senato; l'impossibilità, da parte di questa Camera, di approfondire ed eventualmente modificare e migliorare il provvedimento. Siamo consapevoli che, in questo periodo di emergenza, il proliferare dei decreti ha rallentato, a volte ingolfato, il lavoro delle Camere, ma, Presidente, la Lega è entrata in questa eterogenea maggioranza, affinché la pregressa maggioranza non desse vita ad un “Conte-ter”. Anche poco fa, il collega Vitiello, d'Italia Viva, ci ha ricordato cosa abbiamo passato con il “Conte 2”: banchi a rotelle, “primule”, anziché un piano vaccinale. Voglio ricordare qualcos'altro al collega Vitiello: abbiamo fatto passi avanti rispetto a quello che era il “Conte-bis” e, siccome sono stati anche citati, voglio ricordare i numerosi DPCM che si susseguivano, i DPCM annunciati via Facebook e poi trasmessi a reti unificate, con i ritardi, a tutte le ore della sera (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Ora, grazie anche alla Lega, quei DPCM non ci sono più e siamo qui ad approvare un decreto. Però un altro passo deve essere fatto e lo chiedo a lei, Presidente Rosato, e, per suo tramite, al Presidente Fico, ma lo chiedo anche al Ministro D'Incà, perché va restituita la centralità di tutto il Parlamento e garantito il sistema bicamerale.

Entrando nel merito del decreto-legge, vorrei sottolineare come i primi 2 articoli siano stati ormai ampiamente superati dal decreto del 22 aprile e dal decreto del 19 maggio: quindi, colori alle regioni, le aperture, la didattica a distanza, il coprifuoco. Grazie alla Lega, si sta tornando a ciò che avevamo chiesto: alla lenta, ma progressiva, normalità per il nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché sono state le pressioni di Matteo Salvini e anche le pressioni dei nostri Ministri, con i loro voti anche di astensione, voti coraggiosi, in CDM. Oggi appunto si torna alla vita e questo è contenuto, parzialmente, in questo decreto, ma anche nei due decreti successivi a cui ho fatto riferimento.

Vorrei soffermarmi, inoltre, e attirare l'attenzione di questa Camera su due norme, due articoli molto importanti che sono stati introdotti: lo scudo penale, introdotto per il personale sanitario, rispetto alla responsabilità penale da somministrazione del vaccino, contro il virus, e la responsabilità colposa durante lo stato d'emergenza COVID.

Presidente, noi introduciamo, attraverso una norma, uno scudo, una protezione per difendere coloro che, da oltre un anno, chiamiamo i nostri angeli, ma, a questo punto, fuori dal Palazzo, la gente potrebbe chiedersi, preoccupata, perché e da chi vanno difesi i nostri angeli. Purtroppo - e dico purtroppo -, dalla magistratura, dalla magistratura, colleghi. Evidentemente, c'è qualcosa che non funziona adeguatamente nell'amministrazione della giustizia. Noi dobbiamo operare una riflessione seria, ampia: massimo rispetto per la magistratura, ma, evidentemente, qualcosa non torna, e dobbiamo noi, per primi, trovare le cause, con equilibrio, nel rispetto di uno dei poteri fondamentali dello Stato, intervenire, affinché tutti i tre poteri lavorino in armonia.

Altro punto su cui intendo soffermarmi è l'obbligo vaccinale. Se ne è parlato parecchio, anche questa mattina, sicuramente è un tema delicatissimo. Voglio entrare però brevemente nel merito dell'articolo, perché, dagli interventi di stamattina sull'emendamento soppressivo, ho compreso che non era forse chiara questa norma. L'obbligo vaccinale previsto all'interno di questo decreto è rivolto solo agli operatori sanitari; il comma 2, tra l'altro, esenta dall'obbligo di vaccinazione i casi di accertato pericolo per la salute. In caso di inadempimento, l'interessato viene adibito a mansioni anche inferiori che non prevedano il contatto diretto con i pazienti e gli ospiti in struttura. Solo nel caso in cui non vengano individuate le mansioni alternative, il soggetto viene sospeso, ma, ovviamente - e penso che anche questo vada chiarito -, per un periodo limitato ovvero fino all'attuazione del Piano strategico nazionale. E io ricordo che il Piano strategico nazionale sta funzionando grazie al generale Figliuolo e al Capo dipartimento Curcio (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), che hanno dato una netta svolta al Piano vaccinale; quindi, quando il Piano vaccinale sarà completato, questa sospensione avrà termine e, comunque, non oltre il 31 dicembre 2021. Si è già chiarito, inoltre, anche stamattina, che l'articolo 32 della Costituzione prevede che i trattamenti sanitari possano, con legge, essere resi obbligatori. Però Presidente, c'è un però: ci rendiamo anche conto che siamo di fronte a vaccini di recente introduzione e che un punto di equilibrio, quello che abbiamo davanti, è estremamente delicato, ed è quindi per questo motivo che la Lega lascerà libertà di coscienza su questa questione. Io tengo a sottolineare che, personalmente, sono a favore: sono stata vaccinata sabato ed era molto attesa quella giornata, perché considero i vaccini importanti ed essenziali per tornare a vivere (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Oltre un anno fa, leggevamo sulle lenzuola ai balconi la scritta “andrà tutto bene” e ora si inizia ad intravedere la fine di quell'incubo. Ma serve senso di responsabilità e comunità che solo attraverso l'azione dei singoli si concretizza. Cari colleghi, un ultimo accenno a una norma prevista in questo decreto e della quale non ho sentito richiamare l'attenzione, ma penso sia molto importante: la norma introdotta dal Senato - quindi, miglioramenti che l'attività parlamentare apporta a provvedimenti del Governo – riguardante l'accesso dei familiari e dei visitatori alle strutture sanitarie residenziali per anziani. Una norma introdotta dal Senato che ha, di fatto, sollecitato il Ministro Speranza ha emettere l'ordinanza; probabilmente, se il Senato non avesse lavorato a questa norma, oggi, ancora non ci sarebbero, all'interno delle residenze per anziani, gli incontri tra i familiari e i loro cari (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Possiamo dire, quindi, cari colleghi, che con questo decreto si segna un altro piccolo passo, ma importante, a quel ritorno alla normalità, a quel ritorno a vivere (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldino. Ne ha facoltà.

VITTORIA BALDINO (M5S). Grazie, Presidente. L'esame di questo decreto-legge, seppur fugace, come hanno ricordato anche i colleghi che mi hanno preceduto - vorrei fare una considerazione su questo, più che altro un invito ai Presidenti delle Camere perché consentano ad entrambe le Camere di esaminare in un tempo congruo i decreti, in modo tale che non giungano più blindati nella seconda Camera che li esamina, quindi mi unisco all'appello dei colleghi che mi hanno preceduto rispetto a questo -, mi ha dato modo di ripercorrere un po' le tappe che hanno contraddistinto la reazione dello Stato italiano all'ondata pandemica che abbiamo e stiamo tuttora attraversando; ma non soltanto la reazione dello Stato italiano, la reazione dei cittadini italiani e la reazione del mondo intero. Siamo ormai giunti ad un momento evolutivo importante di questa pandemia: qualcuno dice che dobbiamo lasciare tutto alle spalle, dobbiamo dimenticare questo periodo bruttissimo che abbiamo vissuto.

Credo che, invece, non bisogna dimenticare nulla e da ogni fenomeno, da ogni evento, seppur drammatico, che determina e crea sofferenza, noi tutti dobbiamo trarre un insegnamento, dobbiamo trarre qualcosa di buono, un monito per il futuro. Tra i momenti simbolo di questi 15 mesi, oltre all'ormai noto momento in cui i camion militari trasportavano le salme di morti di COVID, ce n'è un altro, a mio avviso, molto importante. Papa Francesco, in una piazza San Pietro deserta, spettrale, nella prima Pasqua della pandemia, che pronunciò quelle celebri parole che ormai sono entrate nel cuore di tutti: “nessuno si salva da solo”. Questa pandemia ci ha insegnato questo, che nessuno si salva da solo. E quindi, se dovessi ricercare una parola che racchiude un po' tutti questi 15 mesi che abbiamo attraversato, la parola che mi viene in mente è “solidarietà” (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Pensiamo a questa parola quando, come MoVimento 5 Stelle, ci battiamo perché vengano sospesi temporaneamente i brevetti dei vaccini, e oggi c'è stata una dichiarazione molto importante del Presidente del Consiglio, Mario Draghi, che ha dichiarato che si stanno facendo dei passi avanti in Commissione europea attraverso la previsione del conferimento della licenza obbligatoria. Solidarietà perché io, casa farmaceutica, rinuncio ad una parte dei miei ricavi per consentire anche agli altri di produrre vaccini, e quindi di consentire a tutti di poter accedere alla vaccinazione. Penso alla parola “solidarietà” quando noi del MoVimento 5 Stelle, con un ordine del giorno che è stato accolto in questo provvedimento a prima firma della collega Ianaro, proponiamo di individuare una soluzione che consenta ai Paesi di primo approdo di poter vaccinare le persone che arrivano sul nostro territorio, perché, colleghi, secondo i dati della Società italiana di medicina delle migrazioni sul nostro territorio insistono circa 500 mila invisibili, cioè persone senza permesso di soggiorno, senza residenza o senza fissa dimora, che non possono accedere alla vaccinazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

E a questi si aggiungono 80 mila richiedenti asilo che, per lo stesso motivo, non avendo il codice fiscale, non possono prenotarsi per ottenere il vaccino. Quindi noi abbiamo impegnato il Governo ad attivarsi per individuare una linea di intervento per acquistare vaccini da somministrare ai migranti nei Paesi di primo approdo: questa è una misura di solidarietà, che tutela non soltanto queste persone, ma anche i cittadini italiani, perché, se noi non consentiamo una vaccinazione veramente massiva, non potremo mai pensare di ripartire davvero (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ed è a questa parola, solidarietà, che pensiamo quando, sempre come MoVimento 5 Stelle, con un emendamento che abbiamo depositato al “decreto Riaperture”, proponiamo tamponi gratuiti per poter accedere alle certificazioni verdi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché non bisogna creare discriminazioni e disparità di trattamento tra persone che hanno di più e persone che hanno di meno. “Solidarietà” quando penso alle future generazioni, verso le future generazioni.

Ieri Mattarella, a Cremona, ha detto una cosa molto bella: il monito è quello di consegnare ai giovani un futuro adeguato. Noi consegniamo ai giovani un futuro adeguato se costruiamo una scuola davvero all'altezza del futuro adeguato che vogliamo per i nostri figli e per i nostri giovani, con un corpo docente effettivamente formato, preparato e selezionato attraverso procedure ordinarie, concorsi ordinari, non concorsi semplificati; quindi, questo reclutamento deve riguardare il corpo docente, per chi andrà ad insegnare ai nostri figli, alle future generazioni: un corpo docente qualificato e adeguatamente selezionato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Consegniamo un futuro adeguato alle future generazioni se costruiamo una pubblica amministrazione inclusiva, aperta ai nostri giovani che non volta loro le spalle e non sbarra loro la strada, come purtroppo rischiava di fare l'articolo 10 contenuto nel testo originario del decreto-legge che abbiamo emendato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quell'articolo 10 creava una sproporzione tra i valori dei titoli e i valori ottenuti in sede di prova, in sede di concorso; grazie alla modifica, si prevede che i titoli per l'accesso al concorso vengano valutati solo per profili ad elevata specializzazione tecnica e che i titoli e le esperienze professionali pesino sul punteggio finale solo in misura non superiore ad un terzo. Il MoVimento 5 Stelle ha condotto una battaglia al Senato per questo, e siamo riusciti a modificare questa norma, proprio in ossequio a quella solidarietà generazionale, alla solidarietà verso le future generazioni perché, come dice Mattarella, vogliamo consegnare un futuro adeguato ai nostri figli. Se chiediamo, infatti, ai candidati dei concorsi pregresse esperienze qualificanti, è chiaro che sbarriamo la strada ai neolaureati e ai giovani e, invece, dobbiamo creare una pubblica amministrazione giovane, più efficiente e più efficace, in un Paese, il nostro, che registra una età media dei dipendenti pubblici di 50,7 anni, di cui il 16,9 per cento over 60; soltanto il 3 per cento è under 30.

Quindi, dobbiamo garantire ai nostri giovani forme di reclutamento che garantiscano una reale staffetta generazionale e, in questo modo, consegneremo un futuro adeguato ai nostri giovani. Penso che non dobbiamo, oggi, avere la smania di fare presto: certamente dobbiamo fare presto, ma dobbiamo fare presto per correre domani e non correremo domani, se oggi non consentiamo la vaccinazione massiva perché non possiamo mai ripartire; non correremo domani, se non costruiamo una scuola all'altezza del futuro che vogliamo per i nostri figli; non correremo domani, se non costruiamo una pubblica amministrazione realmente inclusiva e aperta ai giovani, efficace ed efficiente e capace di rispondere alle sfide che il nostro Paese sta per affrontare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E tutto ciò vogliamo fare in fretta oggi. Ma soprattutto l'impegno è quello di riuscire a correre domani e questo è il contributo che il MoVimento 5 Stelle offre a questo Governo e a questa maggioranza.

Quindi, fatte, queste premesse, dichiaro il voto favorevole del Movimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 3113​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3113: S. 2167 – “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1° aprile 2021, n. 44, recante misure urgenti per il contenimento dell'epidemia da COVID-19, in materia di vaccinazioni anti SARS-CoV-2, di giustizia e di concorsi pubblici” (Approvato dal Senato). Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 69).

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Avverto che, secondo quanto ci hanno anticipato per le vie brevi i rappresentanti dei gruppi, nella seduta di giovedì 27 maggio, a partire dalle ore 9,30, avrà luogo un'informativa urgente del Governo con la partecipazione del Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, sul tragico incidente verificatosi sulla funivia Stresa-Mottarone il 23 maggio 2021.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lapia. Ne ha facoltà.

MARA LAPIA (MISTO-CD). Grazie, Presidente. Intendo esprimere la mia totale solidarietà nei confronti dei medici di base della mia regione, la Sardegna, attaccati in maniera ingiusta e inqualificabile dal commissario di ATS, Massimo Temussi, lo stesso commissario che, dopo aver collezionato una serie di innumerevoli fallimenti nella gestione della sanità sarda - in ultimo, ricordo la fallimentare campagna di screening anti-COVID, costata ai contribuenti sardi oltre 10 milioni di euro - e di continui ritardi nella somministrazione delle dosi vaccinali, che ci vedono ancora e costantemente ultimi in classifica, tenta ora di sacrificare, sull'altare della propria incompetenza, figure professionali come medici di medicina generale, additati, neppure troppo velatamente, di essere loro la causa dei ritardi sul piano delle vaccinazioni. Proprio a loro va oggi il mio sostegno e lo faccio da quest'Aula, affinché queste parole possano avere un'eco ancora più importante di quella che hanno avuto, negli scorsi giorni, sulla stampa sarda. A Massimo Temussi e a tutti coloro che hanno compartecipato a tenere in ostaggio la Sardegna da scelte irresponsabili e negligenti, chiedo maggiore rispetto per chi, nel nostro sistema sanitario, è impegnato da mesi, giorno e notte, con profondo spirito di sacrificio, per tirarci fuori quanto prima da questa drammatica emergenza sanitaria. Un'emergenza che in Sardegna, Presidente, ha palesato, ancor di più, anni e anni di cattiva gestione sanitaria, fatta ad opera dei soliti noti (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Centro Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Muro. Ne ha facoltà.

FLAVIO DI MURO (LEGA). Grazie, Presidente. Vorrei esprimere a mio nome, ma penso anche a nome di tutto il gruppo della Lega, la mia vicinanza al maresciallo Angelo Cardillo, della Stazione dei Carabinieri di Ventimiglia Alta (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Il maresciallo è stato aggredito fuori dal servizio, mentre cercava di sventare una rapina in un supermercato, ad opera di un extracomunitario. Vede, Presidente, non è il primo caso di violenza e non sarà neppure l'ultimo, se non c'è la volontà politica di bloccare gli sbarchi e di decongestionare Ventimiglia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Va bene il pressing di Draghi in Europa, bene alcune misure del Governo, con l'aumento degli agenti e dei controlli, ma queste non sono sufficienti per garantire sicurezza a Ventimiglia, ai suoi abitanti, ai turisti e ai commercianti.

Presidente, il mio appello va al Ministro Lamorgese, che ha le deleghe in materia di immigrazione. Il clima è molto caldo: bisogna intervenire con urgenza prima che sia troppo tardi, perché la pazienza dei miei concittadini è finita (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carbonaro. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA CARBONARO (M5S). Grazie, Presidente. Il 21 maggio si è spento Giuliano Scabia. Con la sua scomparsa, il teatro italiano perde uno dei suoi padri più nobili, poeta, scrittore, narratore, sperimentatore totale di teatro. È stato uno dei fondatori del DAMS di Bologna, grande innovatore fuori dagli schemi convenzionali. Ha forgiato nel profondo diverse generazioni di teatranti, di cui la sua cattedra di drammaturgia, per tanti anni, al DAMS di Bologna, è stata luogo di formazione e apprendimento.

La sua impronta artistica segna ancora oggi un episodio tra i più significativi e forse rivoluzionari della nostra storia recente. Per il grande pubblico e per l'intera società italiana ha dato un volto bizzarro quanto liberatorio, un segno artistico dirompente, a una delle conquiste sociali più radicali e sofferte del nostro Paese, cioè la riforma psichiatrica di Franco Basaglia. La chiusura dei manicomi ha il volto, nell'immaginario collettivo, del suo Marco Cavallo, il grande pupazzo azzurro di cartapesta, che uscì dal manicomio di San Giovanni abbattendone i cancelli e i recinti secolari. La sua è stata una lunga storia di narrazione e creatività, mai disgiunte dalla passione civile, spesso sublimata in poesia. Con lui se ne va un esempio di impegno artistico e civile, ma il suo insegnamento continuerà a vivere nell'anima, nell'ispirazione e nell'azione dei tanti artisti che ancora oggi continuano a credere nel valore dell'arte quale imprescindibile fattore di sviluppo umano e sociale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Morrone. Ne ha facoltà. Se può cambiare microfono, onorevole, grazie.

JACOPO MORRONE (LEGA). Grazie Presidente, onorevoli colleghi, i sogni si avverano anche vincendo resistenze e superando ostacoli all'apparenza insormontabili: finalmente i due comuni di Sassofeltrio e Montecopiolo, dopo il voto odierno in Senato, lasciano la regione Marche per aggregarsi al territorio dell'Emilia-Romagna; dopo tanti anni di stop and go e un referendum vinto nel 2007 dai sostenitori del passaggio, non si tratta di una forzatura ma di un ritorno a casa. Sassofeltrio e Montecopiolo rientrano in un territorio a cui sono uniti da fattori geografici, storici, culturali, ma anche da legami economici e dalla logistica, compresa la rete dei servizi. La Lega ha sempre sostenuto ad ogni livello il diritto della popolazione locale ad ottenere quanto sancito da un voto popolare e democratico. È una grande soddisfazione oggi vedere coronato quel sogno per chi ha lavorato fin dall'inizio con l'obiettivo di dare risposte positive a queste legittime richieste. In questo senso voglio ringraziare in particolare - e so che dimenticherò sicuramente qualcuno e me ne scuso - il senatore Roberto Calderoli e l'onorevole Igor Iezzi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Coin. Ne ha facoltà.

DIMITRI COIN (LEGA). Grazie Presidente, intervengo per portare l'attenzione sua e dell'Aula sul caso dell'imprenditore veneziano Marco Zennaro, che si trova da quasi due mesi nelle carceri senegalesi per una vicenda di natura imprenditoriale e commerciale, che per il nostro sistema giuridico, per accusa e pena, sarebbe forse poco comprensibile. Ringrazio l'onorevole Nicola Pellicani, che tra i primi ha portato l'attenzione su questa vicenda, che non ha un colore politico, ma riguarda un uomo, una famiglia, e per questo mi accodo nel risottolineare questa situazione. Marco Zennaro, da quello che si legge sulla stampa locale, sarebbe rinchiuso in una cella con altri 30 detenuti, con un bagno in comune e dove tutti dormirebbero per terra, e questo da quasi due mesi. Una situazione, quella di Zennaro, che, da quanto si apprende dalla stampa, rischierebbe seriamente di minare la sua tenuta psicofisica: “Mio figlio si è lasciato andare, rifiuta il cibo che gli viene portato e temo veramente per la sua vita”; questo dice sulla stampa locale, oggi, suo padre, Cristiano. Io non vorrei, Presidente, dover dare ragione al presidente di Unioncamere Veneto, Mario Pozza, quando dice che incentiviamo i nostri imprenditori a spaziare oltre i confini nazionali e poi non li tuteliamo a dovere quando si presentano situazioni critiche come questa, ma magari sarò costretto a farlo: spero sinceramente di no. Vede, Presidente, noi ci preoccupiamo della sicurezza e delle condizioni carcerarie di delinquenti accertati, italiani e stranieri, nelle nostre carceri, e apparentemente non ci interessiamo a sufficienza delle analoghe situazioni di un cittadino italiano? In Commissione affari esteri, della quale faccio parte, passiamo la maggior parte del tempo lavorando sui diritti umani nei Paesi più disparati del mondo e non discutiamo il caso di un nostro concittadino detenuto, forse senza aver commesso nulla, in un carcere del Sudan. Ritorniamo con i piedi per terra, ma sulla nostra terra e preoccupiamoci dei nostri cittadini. Marco Zennaro è un mio concittadino veneto, un imprenditore veneto, ha una famiglia, degli affetti, oltre che un lavoro. Sono sicuro che la Farnesina se ne sta occupando con la consueta serietà e professionalità, ma dobbiamo anche far sapere ai familiari e all'opinione pubblica che non lo stiamo lasciando solo. Portiamo a casa subito Marco Zennaro, facciamogli sapere che gli siamo vicini, che è una nostra priorità farlo rientrare e che deve tener duro, perché questo Stato, se è uno Stato serio, lo riporterà presto a casa (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Romaniello. Ne ha facoltà.

CRISTIAN ROMANIELLO (MISTO). Grazie, Presidente. I nostri giovani studenti sono tornati in classe dopo un anno molto complicato che hanno passato più a fare didattica a distanza che non a fare didattica in presenza, dove vivono la socialità, il rapporto con l'alterità, con i docenti, con gli adulti, con i pari. Ebbene, si sono ritrovati ad affrontare un momento molto più delicato al rientro, che è quello che conosciamo come la raffica di verifiche o, comunque, la corsa alla valutazione. È chiaro che bisogna valutare i ragazzi, però quest'anno non è stato un anno ordinario e vorrei porre alla vostra attenzione alcuni dati importanti.

Il disagio esistenziale giovanile è allarmante, tanto da portare un numero intollerabile di giovani studenti al suicidio o a fenomeni correlati. Tra il febbraio 2020 e il febbraio 2021, è stato registrato un aumento del 32 per cento delle richieste legate alla salute mentale. Come denunciato dal Presidente del Consiglio superiore di sanità, Locatelli, nell'ultima audizione in Senato, i casi di autolesionismo e i tentativi di suicidio sono aumentati tra i ragazzi. Abbiamo anche delle notizie positive: al liceo Manzoni si sta scioperando contro la raffica di verifiche e lo psicologo e psicoterapeuta esperto in adolescenza Matteo Lancini ha dichiarato positive le proteste, poiché gli studenti almeno orientano il disagio all'esterno e non su se stessi, come fanno tanti altri.

Concludo, chiedendovi se c'è la disponibilità un po' di tutto questo Parlamento, di tutta quest'Aula per cercare di fare un'azione sul piano formativo dei nostri studenti, come è stato fatto l'anno scorso. A meno che non persistano le valutazioni negative di alcuni studenti, sarebbe ideale cercare di promuovere i ragazzi, di fare in modo che possano accedere all'anno successivo con un recupero delle insufficienze a settembre, perché quest'anno non è un anno normale; i nostri ragazzi stanno male e questo potrebbe essere un modo per cercare di stare vicino. Il mondo della scuola non è solo la valutazione, è anche stare vicino, è la solidarietà, il rispetto e la vicinanza del mondo degli adulti ed è anche la nostra vicinanza. Quindi vi chiedo, se volete, di darmi una mano in questa battaglia (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (IV). Grazie, Presidente. Volevo portare all'attenzione della Ministra Cartabia e del Ministro Brunetta la questione riguardo al concorso per funzionari giudiziari: 2.329 posti che, come tutti sapete, negli uffici giudiziari servirebbero. Un concorso che è fermo dal novembre del 2019: ragazzi e ragazze, candidati che hanno studiato per anni bloccati; hanno superato le prove preselettive e sono in attesa delle date delle prove successive; dal 2019 nessuno gli ha più detto niente. È apparso solo un video, nell'aprile del 2021, del Presidente del Formez, in cui dice: sì, le prove si terranno in sede regionale, rispettando le norme anti-COVID.

Penso che davvero ci debba essere una risposta e che sia interesse sia della Ministra della Giustizia, che del Presidente del Formez e dell'ente gestore di questo concorso dare delle risposte a questi ragazzi, che, tra l'altro, davvero sono in balia, non sanno più cosa fare, cioè se credere nel concorso pubblico e anche in chi lo organizza, perché un'attesa dal 2019, dopo aver superato una prova preselettiva, penso che davvero sia unica nel genere dell'inefficienza e della disorganizzazione. Chiedo, a nome di questi 7 mila persone che sono in attesa di una data, di consentire, nel rispetto della loro professionalità, della loro meritocrazia, di poter accedere a queste prove successive. Ho presentato anche un'interrogazione e sollecito davvero i Ministri competenti a dare delle risposte concrete, urgenti e, possibilmente, nel giro anche di pochi giorni.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 26 maggio 2021 - Ore 9,30:

(ore 9,30 e ore 16)

1. Seguito della discussione delle mozioni Giarrizzo ed altri n. 1-00424, Lollobrigida ed altri n. 1-00466, Capitanio ed altri n. 1-00467, Bruno Bossio ed altri n. 1-00468 e Giuliodori ed altri n. 1-00479 in materia di infrastrutture digitali efficienti e sicure per la conservazione e l'utilizzo dei dati della pubblica amministrazione .

2. Seguito della discussione delle mozioni Meloni ed altri n. 1-00391 e Liuzzi, Capitanio, Lattanzio, Casciello, Marco Di Maio, Fornaro e Angiola n. 1-00486 concernenti iniziative normative a tutela del pluralismo delle fonti di informazione .

3. Seguito della discussione della proposta di legge costituzionale:

BRUNO BOSSIO; CECCANTI; BRESCIA ed altri; MELONI ed altri: Modifica all'articolo 58 della Costituzione, in materia di elettorato per l'elezione del Senato della Repubblica (Approvata, in un testo unificato, in prima deliberazione, dalla Camera e approvata, senza modificazioni, in prima deliberazione, dal Senato). (C. 1511​-1647​-1826​-1873-B​)

Relatori: CECCANTI e CORNELI.

4. Discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti del deputato Emanuele Fiano.

(Doc. IV-ter, n. 14-A)

Relatore: VINCI.

5. Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:

PAOLO RUSSO; BOLOGNA ed altri; DE FILIPPO ed altri; BELLUCCI; PANIZZUT ed altri: Disposizioni per la cura delle malattie rare e per il sostegno della ricerca e della produzione dei farmaci orfani.

(C. 164​-1317​-1666​-1907​-2272-A​)

Relatrice: BOLOGNA.

6. Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:

L'ABBATE e PARENTELA; D'ALESSANDRO ed altri; VIVIANI ed altri: Interventi per il settore ittico e in materia di politiche sociali nel settore della pesca professionale. Delega al Governo per il riordino e la semplificazione normativa nel medesimo settore. (C. 1008​-1009​-1636-A​)

Relatori: GALLINELLA e VIVIANI.

(ore 15)

7. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

La seduta termina alle 19,50.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 8 la deputata Madia ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 12 e 25 il deputato Buratti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 18 il deputato Gariglio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 19 il deputato Deidda ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto astenersi dal voto;

nella votazione n. 21 la deputata Di Lauro ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 22 il deputato Mollicone ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore;

nelle votazioni nn. 27 e 60 il deputato Miceli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 41 la deputata Benedetti ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 45 il deputato Alberto Stefani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 49 la deputata Madia ha segnalato che si è erroneamente astenuta mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 3113 - quest. preg. n. 1 338 335 3 168 38 297 85 Resp.
2 Nominale Ddl 3113 - em. 1.2 371 370 1 186 31 339 83 Resp.
3 Nominale em. 1.3 366 364 2 183 33 331 83 Resp.
4 Nominale em. 1.4 379 371 8 186 33 338 81 Resp.
5 Nominale em. 1.5 385 374 11 188 31 343 80 Resp.
6 Nominale art. agg. 1.010 366 364 2 183 42 322 80 Resp.
7 Nominale art. agg. 1.08 373 370 3 186 45 325 80 Resp.
8 Nominale art. agg. 1.09 375 373 2 187 44 329 80 Resp.
9 Nominale art. agg. 1.02 383 381 2 191 34 347 80 Resp.
10 Nominale art. agg. 1.01 381 378 3 190 33 345 80 Resp.
11 Nominale art. agg. 1.0100 385 383 2 192 32 351 80 Resp.
12 Nominale art. agg. 1.03 385 378 7 190 31 347 80 Resp.
13 Nominale art. agg. 1.04 384 376 8 189 31 345 80 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale art. agg. 1.07 393 387 6 194 42 345 80 Resp.
15 Nominale art. agg. 1.06 386 381 5 191 41 340 80 Resp.
16 Nominale em. 3.2 394 394 0 198 35 359 80 Resp.
17 Nominale em. 3.1 389 389 0 195 35 354 80 Resp.
18 Nominale em. 3.100 383 383 0 192 52 331 80 Resp.
19 Nominale em. 4.100, 4.101 394 382 12 192 48 334 80 Resp.
20 Nominale em. 4.4 366 341 25 171 27 314 79 Resp.
21 Nominale em. 4.1 369 356 13 179 13 343 79 Resp.
22 Nominale em. 4.3 377 371 6 186 51 320 79 Resp.
23 Nominale art. agg. 5.03 379 366 13 184 34 332 79 Resp.
24 Nominale art. agg. 5.02 377 365 12 183 31 334 79 Resp.
25 Nominale art. agg. 5.01 381 368 13 185 33 335 79 Resp.
26 Nominale em. 6.2 385 381 4 191 46 335 79 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale em. 6.3 382 374 8 188 42 332 79 Resp.
28 Nominale em. 6.1 388 385 3 193 48 337 79 Resp.
29 Nominale art. agg. 6.0100 382 379 3 190 48 331 79 Resp.
30 Nominale em. 8.1 380 374 6 188 37 337 79 Resp.
31 Nominale em. 10.7 386 384 2 193 50 334 79 Resp.
32 Nominale em. 10.8 383 380 3 191 20 360 79 Resp.
33 Nominale em. 10.18 388 387 1 194 30 357 79 Resp.
34 Nominale em. 10.3 386 384 2 193 19 365 79 Resp.
35 Nominale em. 10.2 394 392 2 197 43 349 79 Resp.
36 Nominale em. 10.1 393 390 3 196 18 372 79 Resp.
37 Nominale em. 10.10 396 394 2 198 19 375 79 Resp.
38 Nominale em. 10.15 392 388 4 195 33 355 79 Resp.
39 Nominale em. 10.11 389 388 1 195 20 368 79 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale em. 10.12 396 395 1 198 19 376 79 Resp.
41 Nominale em. 10.16 393 393 0 197 34 359 79 Resp.
42 Nominale em. 10.6 392 390 2 196 19 371 79 Resp.
43 Nominale em. 10.13 393 389 4 195 19 370 79 Resp.
44 Nominale em. 10.20 398 384 14 193 33 351 79 Resp.
45 Nominale em. 10.21 356 345 11 173 28 317 86 Resp.
46 Nominale art. agg. 10.017 388 381 7 191 30 351 84 Resp.
47 Nominale art. agg. 10.014 377 369 8 185 29 340 83 Resp.
48 Nominale art. agg. 10.013 389 384 5 193 30 354 83 Resp.
49 Nominale art. agg. 10.06 395 389 6 195 38 351 82 Resp.
50 Nominale art. agg. 10.05 389 384 5 193 35 349 82 Resp.
51 Nominale art. agg. 10.08 398 387 11 194 31 356 81 Resp.
52 Nominale art. agg. 10.07 394 381 13 191 30 351 81 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale art. agg. 10.016 400 387 13 194 30 357 81 Resp.
54 Nominale art. agg. 10.011 398 386 12 194 30 356 81 Resp.
55 Nominale art. agg. 10.015 402 388 14 195 31 357 81 Resp.
56 Nominale art. agg. 10.010 402 386 16 194 30 356 81 Resp.
57 Nominale art. agg. 10.012 398 391 7 196 31 360 81 Resp.
58 Nominale art. agg. 10.09 399 387 12 194 29 358 81 Resp.
59 Nominale em. 10-bis. 1 403 396 7 199 12 384 81 Resp.
60 Nominale em. 10-quater. 1 399 395 4 198 16 379 81 Resp.
61 Nominale em. 10-quater. 02 404 401 3 201 17 384 81 Resp.
62 Nominale odg 9/3113/1 391 379 12 190 6 373 81 Resp.
63 Nominale odg 9/3113/4 399 391 8 196 9 382 81 Resp.
64 Nominale odg 9/3113/5 392 379 13 190 31 348 81 Resp.
65 Nominale odg 9/3113/8 405 389 16 195 31 358 81 Resp.


INDICE ELENCO N. 6 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 69)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nominale odg 9/3113/28 rif. 413 395 18 198 383 12 81 Appr.
67 Nominale odg 9/3113/30 411 399 12 200 39 360 81 Resp.
68 Nominale odg 9/3113/34 406 379 27 190 23 356 81 Resp.
69 Nominale Ddl 3113 - voto finale 360 358 2 180 311 47 79 Appr.