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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 512 di giovedì 20 maggio 2021

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANDREA MANDELLI

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANNA RITA TATEO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Battelli, Bianchi, Enrico Borghi, Brescia, Casa, Maurizio Cattoi, Colaninno, Colucci, Davide Crippa, D'Uva, De Lorenzo, De Luca, De Menech, Delmastro Delle Vedove, Dieni, Fassino, Galizia, Gebhard, Giachetti, Invernizzi, Lapia, Liuni, Lollobrigida, Lupi, Maggioni, Mariani, Molinari, Montaruli, Occhiuto, Paita, Palazzotto, Pastorino, Perantoni, Pettarin, Emanuela Rossini, Roberto Rossini, Scoma, Serracchiani, Tasso, Maria Tripodi, Viscomi, Vito e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 108, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,35).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Golinelli. Ne ha facoltà.

GUGLIELMO GOLINELLI (LEGA). Grazie, Presidente. Il 20 maggio 2012, nove anni fa, alle 4 di mattina, ci fu la prima scossa di terremoto in Emilia, per la precisione a Finale Emilia, e successivamente, il 29 maggio, ci fu la seconda scossa, tra Medolla e Cavezzo, la prima di 5,9 gradi della scala Richter e la seconda di 5,8. Quello di nove anni fa fu il primo terremoto “industriale” che colpì l'Italia: colpì una zona che produceva il 2 per cento del PIL, causò 38 morti, oltre 14 miliardi di euro di danni e 45.000 sfollati. A nove anni dal terremoto che colpì l'Emilia, vogliamo ricordare le vittime e pensare a quello che ha comportato per un territorio che è stato martoriato e che oggi, a livello di ricostruzione privata, è al 90 per cento e che invece ancora attende che si ingrani la marcia per quella che è la ricostruzione pubblica. Per questo motivo, chiediamo anche che, nei prossimi provvedimenti, trovino spazio tutte le proroghe dello stato d'emergenza relative ai somministrati sisma all'interno dei comuni, affinché la ricostruzione possa concludersi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pini sullo stesso argomento.

GIUDITTA PINI (PD). Grazie, Presidente, anche a nome del Partito Democratico, per ricordare quella data. Fu una data che cambiò profondamente non solo il nostro territorio ma tutti noi. Quel terremoto arrivò improvvisamente, come tutti i terremoti, in un territorio in cui, fino alla stessa sera, si diceva che fosse quasi impossibile succedessero eventi sismici e poco dopo che il Governo, allora il Governo Monti, aveva sostanzialmente tolto tutti i fondi previsti per le catastrofi naturali. Quindi, si dovette ricostruire, non solo fisicamente, ma anche legislativamente tutto. I sindaci, in quei mesi - come sempre accade purtroppo in queste situazioni - furono fondamentali. Io ricordo che la notte stessa accorsi, insieme ai miei compagni e amici, a Camposanto e, come in altri territori colpiti, c'erano i sindaci, insieme ai consiglieri regionali, che cercavano fisicamente di mettere insieme i pezzi delle case e delle vite delle persone accanto. Ma lì partì un percorso, che è ancora oggi in atto, di ricostruzione anche legislativa. Noi siamo un Paese in cui ogni tot mesi, purtroppo, accadono questi tipi di eventi: terremoti, alluvioni, frane, distruzioni. Siamo un Paese in cui non esiste una legge quadro su questi temi, un Paese in cui, ogni volta che accade una cosa del genere, cioè sempre, la si tratta sempre in modo emergenziale e in modo differente da regione a regione, da anno ad anno, da comune a comune, lasciando spesso e volentieri quei territori nelle mani del destino, a seconda del Governo che c'è, a seconda dei fondi che arrivano dall'Unione europea. Nel 2012 fu il caso del territorio dell'Emilia-Romagna e, per la prima volta, l'Unione europea diede sostegno economico per la ricostruzione di un territorio. Fu importante che la regione Emilia-Romagna e i territori colpiti dell'Emilia Romagna riuscirono a spendere bene quei fondi, per dimostrare che la ricostruzione era un investimento: ricostruire meglio di come eravamo partiti. Però, ripeto, non è possibile che nel nostro Paese, a seconda del territorio, a seconda dell'anno, a seconda del momento in cui accade una sciagura, ci sia questa differenza.

A nome del Partito Democratico, ricordo e ricordiamo quelle tragiche date, ringraziamo i sindaci, tutti i volontari e le persone che ancora adesso sono sfollate; per fortuna, sono sempre meno ma esistono ancora. Chiediamo che vengano mantenuti e prorogati le forme e i sostegni che ancora sono necessari ma chiediamo soprattutto, ancora adesso, come veniva chiesto già all'epoca dalla regione Emilia-Romagna, che si inizi a discutere una legge quadro per le calamità naturali e per gestire le catastrofi, un fondo che sia strutturale affinché non sia più un'emergenza continua ma si sappia che, in questo Paese, lo Stato, a prescindere da dove capita il terremoto, a prescindere da dove capita l'alluvione, c'è, e ci deve essere, a sostegno di quella comunità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferraresi. Ne ha facoltà.

VITTORIO FERRARESI (M5S). Grazie, Presidente. È doveroso per me, oggi, insieme ad altri colleghi delle altre forze politiche, ricordare quanto successe 9 anni fa: un terremoto che colpì non solo l'Emilia ma anche il Veneto e la Lombardia, un terremoto che scosse l'impianto produttivo di una delle regioni più produttive del Paese ma anche una situazione che andò poi a perdurare con altre calamità che l'Emilia ha dovuto subire in tutti questi anni. Proprio ieri ricordavo qui, in Aula, l'alluvione di Nonantola, ce ne sono state diverse; abbiamo avuto trombe d'aria, abbiamo avuto ulteriori problemi legati alle calamità naturali. Quindi io concordo sul fatto che sia necessario porre mano a una legge quadro sulle calamità. Quello che è successo in Emilia-Romagna è stato sicuramente un punto positivo per quanto riguarda la ricostruzione perché, a livello di sistema, gli emiliani, le istituzioni e i cittadini hanno saputo rimboccarsi le maniche ma hanno avuto anche un sistema di controllo che ha funzionato, nel senso che le istituzioni, i magistrati, le forze dell'ordine e i cittadini, che hanno denunciato, hanno fatto emergere alcune situazioni di infiltrazione della criminalità organizzata, che sono tutt'oggi frequenti, e hanno saputo rispondere, come hanno saputo rispondere negli scorsi giorni anche con le interdittive disposte per alcune imprese. Sono interdittive che vanno a fermare quella che ormai è un'abitudine nel nostro Paese: ogni volta che c'è una calamità, c'è un intervento, c'è una possibilità, c'è un pericolo che la criminalità organizzata possa penetrare nel territorio ed usufruire di quei soldi, così come c'è questa possibilità e questo pericolo, che dobbiamo sventare, nel Recovery Plan. Nove anni fa, non solo fu toccato il tessuto produttivo ma ci furono 28 vittime, molte delle quali non hanno ricevuto, dal mio punto di vista, un adeguato risarcimento; sono rimaste famiglie che ancora chiedono delle risposte. Per questo, sicuramente, visto che sono stati stanziati altri fondi per altre vittime sul territorio nazionale, di altre calamità, in legge di stabilità crediamo che ci debba essere un intervento da questo punto di vista. Ci sono ancora, inoltre, più di 700 famiglie sfollate. La ricostruzione privata è a buon punto e, quindi, ringraziamo tutti quelli che in questi anni hanno collaborato a questo. Noi continueremo a fare la nostra parte nei provvedimenti che stiamo discutendo in legge di stabilità, per garantire ancora lo stato di emergenza, per garantire le proroghe necessarie e i fondi necessari, come abbiamo fatto in tutti questi anni a sostegno delle popolazioni colpite dalle calamità naturali, senza mai dimenticarle, perché ormai le calamità naturali sono diventate la normalità, e questo non va bene. È per questo che bisogna ricordare, è per questo che bisogna continuare con provvedimenti a supporto di queste popolazioni. Noi ci siamo svegliati, 9 anni fa, con una situazione veramente tragica, come i tanti cittadini colpiti dal terremoto de L'Aquila, come i tanti cittadini colpiti, successivamente, dal terremoto del centro Italia. Ci siamo ritrovati deboli, ma in questa debolezza abbiamo unito le nostre forze e siamo rimasti fermi, insieme, a ricostruire il futuro per i nostri territori. Questo credo che sia importante, indipendentemente dai colori politici; credo sia importante proprio far vedere la solidarietà, l'impegno e la forza del nostro popolo e dei cittadini italiani, che ci hanno aiutato e che ringraziamo. Con questa forza e con questo coraggio, per questa calamità e per tutte le calamità naturali, noi abbiamo dimostrato il nostro impegno e non vogliamo invece venir meno agli impegni che continuano ad essere presenti nel nostro Paese per questo tipo di problemi, che vogliamo affrontare sempre a testa alta e con coraggio, ringraziando chi ci ha aiutato e aiutando chi avrà bisogno in futuro. Questo è quello che ci ha insegnato il terremoto del 20 maggio e del 29 maggio del 2012 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dall'Osso. Ne ha facoltà.

MATTEO DALL'OSSO (FI). Grazie, Presidente. Mi ricordo quella mattina. Quella mattina, Presidente, dormivo. Non è facile svegliarmi, volai dal letto, caddi dal letto e quasi non mi spaccai la testa contro il comodino. Io sono di Bologna, dove c'è l'Alma Mater Studiorum, l'università più antica dell'occidente, e davvero ricordo quei momenti con un'angoscia incredibile. Ricordo altrettanto come noi bolognesi e anche i miei parenti in Romagna e tutte le imprese - che ringrazio - con uno spirito imprenditoriale si sono rimessi in moto. I colleghi ora mi hanno ricordato che Forza Italia, 9 anni fa, presentò in Commissione ambiente il “decreto Sisma” per dare una mano agli imprenditori per riprendere le proprie attività. Io posso dire che quel ricordo… Sapete, quando capita una cosa così e uno ne parla, le persone non capiscono. Lo so che io sono anche monotematico e fissato, però solo chi vive una disgrazia sa cosa prova chi vive quella disgrazia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Per questo motivo, sono vicino a tutti gli emiliano-romagnoli e a tutte le altre vittime di tutte le altre scosse che ci sono state quel giorno, in tutta Italia, ma anche i giorni successivi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie Presidente. Anche da parte nostra, da parte di Fratelli d'Italia, il ricordo di quel terribile terremoto. Il pensiero va alle vittime e anche, nuovamente, va un ringraziamento a tutti coloro che, nell'emergenza e nell'imminenza delle scosse, hanno contribuito, quindi ai volontari e alle forze dell'ordine che, comunque, ogni volta fanno la differenza e rendono meno gravoso il bilancio. Un pensiero anche a tutti coloro che, ancora oggi, Presidente, si trovano a giocare questa partita difficilissima, complicatissima, della ricostruzione, in Emilia come altrove.

Il tema della burocrazia, il tema della lentezza della ricostruzione ormai sono temi abusati, per la verità utilizzati, ahimè, recentemente e sempre di più solo per scandire passerelle e campagne elettorali. Però vede, Presidente, credo il nostro esercizio di questa mattina possa avere un minimo di costruzione, perché ho sentito chi mi ha preceduto parlare dell'esigenza di avere una legge-quadro. Peccato che, a proposito di quella legge quadro, depositata il 21 febbraio del 2019 da Fratelli d'Italia nella Commissione competente, - Presidente, le chiedo di prendere nota, anche alla luce delle richieste fatte dalle altre forze politiche – sono due anni che Fratelli d'Italia ne chiede la calendarizzazione. Quella legge prevede semplicemente quello che diceva la collega, cioè che ogni volta che c'è una calamità - perché ovviamente purtroppo c'è - lo Stato sappia come gestire l'emergenza, come gestire la ricostruzione e anche quali aiuti dare a quelle popolazioni.

Perché noi ad ogni terremoto approcciamo in maniera diversa e ultimamente si è verificato l'assurdo della sovrapposizione di tutta una serie interminabile di norme. L'esempio più clamoroso lo abbiamo in Abruzzo, dove a L'Aquila si ragiona con il doppio cratere, perché esistono le norme per il primo terremoto e poi quelle successive per il terremoto di Amatrice. Allora, Presidente, faccio appello a lei di sollecitare la Commissione ambiente a calendarizzare questa legge, che purtroppo ha il grandissimo difetto - lo dico per la maggioranza - di avere il mio nome, e conseguentemente di portarsi dietro il fardello, tra virgolette, di essere stata proposta da Fratelli d'Italia. Facciamola prima possibile, confrontiamoci il prima possibile, perché, come avete detto voi, non come ho detto io, c'è bisogno di avere una legge-quadro per sapere l'indomani mattina di un terremoto esattamente quello che lo Stato deve fare per essere tempestivo ed efficace.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento l'onorevole Epifani. Ne ha facoltà.

ETTORE GUGLIELMO EPIFANI (LEU). Signor Presidente, anche il gruppo di LeU si unisce al ricordo e alla commemorazione dei morti del terremoto del modenese. In quella scia lunga che comincia ormai per i più anziani dal Friuli e arriva agli ultimi terremoti, a partire da quello de L'Aquila, il terremoto dell'Emilia-Romagna, in modo particolare dell'area del modenese, ebbe due caratteristiche: fu un terremoto molto forte, molto intenso, ma per fortuna anche molto circoscritto. Andai subito dopo il terremoto a visitare quelle zone, facemmo riunioni, allora ero al sindacato, e la cosa che mi colpì era lo sforzo solidale di quelle comunità. Stiamo parlando di una delle zone più industriali del Paese, una zona a vocazione anche agricola, piena di aziende artigiane, di centri storici piccoli e medi. La cosa che mi colpì, anche a differenza di altri terremoti, fu il senso di coesione e di solidarietà, tra cittadini, persone, rappresentanze, istituzioni e amministrazioni, che subito si mise in moto. Ricordo una riunione con il presidente Errani, tutti i sindaci della zona e le organizzazioni sindacali: subito ripartire, perché bisognava rimettere in sicurezza le fabbriche che erano crollate, bisognava ridare lavoro e prospettiva a chi li stava perdendo, e c'erano le condizioni per farlo.

Tra tutte le ricostruzioni, quella del modenese è una che porterei ad esempio anche per il futuro. Si è riusciti, sia pure tra i ritardi storici della nostra complessa amministrazione e la farraginosità delle nostre leggi, a dare una certezza ai cittadini. Credo che abbia ragione, oggi, il presidente della regione a rivendicare lo sforzo fatto, sia pure in ritardo, per ridare a quei cittadini, a quelle popolazioni, a quelle imprese e a quelle famiglie la possibilità presto di tornare a vivere come hanno sempre fatto. La vedo, per essere onesti, come una pagina bella, sia pure dolorosa, della storia della ricostruzione e dell'impegno sociale del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marco Di Maio. Ne ha facoltà.

MARCO DI MAIO (IV). Grazie, Presidente. Ovviamente anche il gruppo di Italia Viva si unisce al ricordo di quella doppia scossa fatale, il 20 e il 29 maggio, che in qualche modo funestò una terra che si pensava, si illudeva di essere immune da questi fenomeni perché non avevano avuto precedenti. Fu un terremoto che non solo colpì la popolazione, causando anche 28 morti e 300 feriti, ma soprattutto colpì in maniera molto forte, oltre alle famiglie, oltre alle persone, anche le attività produttive. Le province che furono colpite, Bologna, Reggio Emilia, Modena, Ferrara, con il supporto anche delle istituzioni, pur nelle difficoltà che hanno ricordato i colleghi, che evidentemente non possono essere sottaciute e che vanno, anzi, affrontate anche in previsione futura, al di là degli schieramenti politici, però diedero una grande prova anche di capacità di rimettersi in piedi, di rimettersi in gioco.

I danni causati superarono i 13 miliardi di euro. Ad oggi, sono ancora 15 i comuni che sono considerati all'interno del cratere, realtà nelle quali comunque è in stato avanzato la fase di ricostruzione. Nella gran parte delle realtà colpite si è riusciti a recuperare la gran parte del patrimonio immobiliare e del patrimonio edilizio, si sono fatti interventi in centinaia di scuole, manca ancora parte del patrimonio pubblico, sono stati recuperati oltre 8 mila edifici, oltre 16.500 abitazioni. È stata data una grande prova di voglia di rimettersi in gioco, voglia di ripartire, una grande prova anche di capacità di rialzarsi. Di fronte alle difficoltà più grandi, di fronte ai lutti, di fronte alle vittime, di fronte ad aziende rase letteralmente al suolo, l'Emilia-Romagna ha avuto la capacità di rialzarsi, in qualche modo anche elevandosi a esempio rispetto ad altre realtà che hanno vissuto tragedie analoghe, ovviamente con un supporto anche delle istituzioni molto significativo, ma soprattutto delle popolazioni che vi vivono.

E oggi, di fatto, pur con le difficoltà che sono state ricordate anche dai colleghi, quella realtà è ripartita e, nonostante il periodo di pandemia, i lavori sono andati avanti, si sono investite molte risorse. Nella prospettiva futura è necessario, per completare il recupero di tutto ciò che è stato devastato, avere la capacità di intercettare in maniera proficua ed efficace i fondi europei, non solo quelli del Recovery Plan, ma anche i fondi che verranno messi a disposizione dalle istituzioni nazionali, e di farlo avendo la capacità progettuale di intercettarli. Una capacità che l'Emilia-Romagna ha sempre dimostrato di avere, non solo e non tanto a livello istituzionale, ma per l'operosità e la laboriosità della sua gente (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ovviamente la Presidenza si associa al ricordo di quella triste e drammatica giornata.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Sarli. Ne ha facoltà.

DORIANA SARLI (MISTO). Grazie, Presidente. Intervengo per segnalare al Presidente della Camera, che so molto sensibile alla libertà e alla possibilità di espressione dei deputati di quest'Aula, che, come deputato iscritto al gruppo Misto, di nessuna componente, durante le informative dei Ministri e anche in altre occasioni non abbiamo diritto neanche a un minuto, a titolo personale. Questo non perché sia previsto dal Regolamento, ma per prassi parlamentare. Non vengono neanche concessi quei dieci minuti che normalmente, in altre occasioni, ci dividiamo tra gli iscritti al gruppo Misto. Questo anche per chi ha richiesto di intervenire in un'informativa, per esempio per l'informativa sulla Libia ho fatto richiesta, per l'informativa sulla Palestina ne ha fatto richiesta la deputata Ehm, e ciò nonostante non ci è stato concesso neanche un minuto a titolo personale. Quindi chiedo, per il suo tramite, di poter segnalare o comunque sollecitare il Presidente Fico al fine di non comprimere così tanto la possibilità di espressione dei deputati (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento l'onorevole Suriano. Ne ha facoltà.

SIMONA SURIANO (MISTO). Grazie Presidente. Ieri, al Senato, la Giunta per il Regolamento ha interpretato in peius la possibilità per i componenti del gruppo Misto di intervenire, riducendo lo spazio di intervento in Aula. Ugualmente, per prassi, qui alla Camera, non è prevista la possibilità, per noi parlamentari non iscritti ad alcuna componente, di intervenire, neanche a titolo personale. In un momento importante, come l'informativa da parte del Ministro, richiesta proprio dai componenti del gruppo Misto, lo trovo riduttivo degli spazi dell'opposizione. Quindi, chiedo anche io, per il suo tramite, l'intervento del Presidente Fico, che venga sollevata la questione alla prossima Conferenza dei presidenti di gruppo, affinché sia concesso uno spazio minimo, a chi non è iscritto a nessuna componente, di poter intervenire, laddove gli stessi membri del gruppo Misto hanno chiesto l'informativa urgente (Applausi).

PRESIDENTE. Come è stato peraltro già chiarito per le vie brevi, in occasione dello svolgimento dell'informativa urgente del Governo - istituto non previsto dal Regolamento della Camera - è consentito, per prassi consolidata, solo l'intervento di un rappresentante per ciascun gruppo parlamentare e per ciascuna componente del gruppo Misto. Per queste ragioni non è stato, dunque, possibile concedere la parola. Comunque, riferirò al Presidente la questione da voi sollevata.

Rinvio del seguito della discussione delle mozioni Giarrizzo ed altri n. 1-00424, Lollobrigida ed altri n. 1-00466, Capitanio ed altri 1-00467, Bruno Bossio ed altri 1-00468 e Giuliodori ed altri n. 1-00479 in materia di infrastrutture digitali efficienti e sicure per la conservazione e l'utilizzo dei dati della pubblica amministrazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Giarrizzo. Ne ha facoltà.

ANDREA GIARRIZZO (M5S). Grazie Presidente, semplicemente per chiederle di rinviare alla prossima settimana, dopo il decreto previsto, la mozione sul cloud nazionale. Tutto qui.

PRESIDENTE. Sulla proposta di rinvio alla prossima settimana, dopo l'esame del decreto-legge in materia di vaccinazioni COVID, del seguito dell'esame delle mozioni in materia di infrastrutture digitali efficienti e sicure per la conservazione e l'utilizzo dei dati della pubblica amministrazione, darò la parola a un deputato contro e uno a favore, a norma dell'articolo 41, comma 1, del Regolamento. Ha chiesto di parlare contro il deputato Alessio Butti. Ne ha facoltà.

ALESSIO BUTTI (FDI). Presidente, grazie. È con un certo disagio e anche con un certo disappunto che il gruppo di Fratelli d'Italia deve constatare l'ennesima richiesta di rinvio della discussione di una nostra mozione, depositata già diverse settimane fa sul cloud, cioè sulla custodia dei dati sensibili nazionali dei cittadini e delle imprese. Noi riteniamo che questo sia un atteggiamento irriguardoso nei confronti dell'unica forza politica di opposizione presente in Parlamento, della quale vengono conculcati i diritti di poter discutere le proprie proposte e le proprie mozioni, con un atto di arroganza politica abbastanza evidente. Se non siete capaci di trovare una sintesi efficace, in termini di contenuti da contrapporre alla nostra proposta, è semplicemente perché al vostro interno siete una babele anche in materia di digitalizzazione del Paese. Abbiate almeno il coraggio politico di affrontare una discussione, un dibattito su una mozione dell'opposizione! Abbiate il coraggio di discuterla e di votare a favore, se ne condividete le richieste, e contro, se non le condividete, ma il dibattito in Parlamento è indispensabile (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Perché non è scritto da nessuna parte, non c'è alcun articolo del Regolamento, signor Presidente, che dice che, ad ogni mozione presentata dai gruppi di opposizione, debba essere necessariamente contrapposta la mozione di un gruppo di maggioranza o dell'intera maggioranza. Infatti, con i numeri siete leoni, sui contenuti siete politicamente pavidi, soprattutto laddove, grazie all'opposizione di Fratelli d'Italia, potreste dare alle imprese e ai cittadini italiani delle garanzie e delle prospettive per il futuro. Questo è l'aspetto procedurale, l'aspetto del bon ton parlamentare, il rispetto dei diritti dell'opposizione. Ma c'è una questione politica, Presidente, che le sottopongo, perché il gruppo di Fratelli d'Italia si sta domandando a quale maggioranza facciano riferimento i Ministri Brunetta e Colao, per il semplice fatto che il Ministro Brunetta ha ipotizzato un percorso, secondo noi eccessivamente lungo e prolisso, di otto anni per arrivare al cloud della pubblica amministrazione attraverso il Piano nazionale strategico della pubblica amministrazione. Il Ministro Colao parla di data center italiani - e Fratelli d'Italia è d'accordo -, il Ministro Colao parla di estromettere i Big Tech stranieri dal progetto di cloud nazionale - e Fratelli d'Italia è d'accordo -, ma evidentemente maggioranza e Governo su questo tema non dialogano. Quindi, Presidente, senza un progetto di cloud nazionale con tecnologia italiana, noi ci domandiamo come pensiate di spendere le risorse disponibili nel PNRR, che abbiamo discusso, seppur superficialmente, durante alcuni dibattiti. Forse, lo fate o lo vorrete fare importando tecnologie straniere? Forse, lo vorrete fare ingrassando il prodotto interno lordo di altri Paesi? Allora, vi dico un'ultima cosa e mi avvio alla conclusione. In Francia, il Ministro Bruno Le Maire sta cambiando proprio in queste ore la norma francese e sta, di fatto, obbligando a proteggere i dati dei cittadini francesi e delle imprese francesi, grazie al concorso e alla collaborazione di società francesi, che operano su suolo francese. Qui, in Parlamento, in Italia, non avete ancora trovato la sintesi per dare finalmente un cloud nazionale pubblico ai dati strategici dei cittadini italiani e della pubblica amministrazione. State perdendo tempo! Occorre avere orgoglio nazionale e sovranità digitale su questi temi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché in Europa stanno correndo e il progetto Gaia-X ormai è avanti, è avanzato. Non abbiamo tempo di disquisire sulle vostre diversità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Chi chiede di parlare a favore? Nessuno.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione dei nomi, la proposta avanzata dal deputato Andrea Giarrizzo di rinvio del seguito dell'esame delle mozioni in oggetto.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione)

La Camera approva.

Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: Cunial ed altri; Fornaro ed altri; Cenni: Disposizioni per la tutela e la valorizzazione dell'agricoltura contadina (A.C. 1825​-1968​-2905-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge nn. 1825-1968-2905-A: Disposizioni per la tutela e la valorizzazione dell'agricoltura contadina.

Ricordo che, nella seduta del 13 maggio, si è conclusa la discussione generale e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli – Testo unificato - A.C. 1825​-1968​-2905-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del testo unificato delle proposte di legge e degli emendamenti presentati (Vedi l'allegato A).

Avverto che, fuori della seduta, le proposte emendative 1.14, 3.1, 7.106, 8.8 Caretta, 1.13, 2.23, 2.20 e 4.04 Ciaburro, 2.100, 2.101, 2.102, 4.100, 4.101 e 4.102 Colucci sono state ritirate dai presentatori.

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri, che sono in distribuzione (Vedi l'allegato A).

In particolare, il parere della Commissione bilancio reca quattro condizioni volte a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, che saranno poste in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

(Esame dell'articolo 1 - Testo unificato - A.C. 1825​-1968​-2905-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

(Esame dell'articolo 2 - Testo unificato - A.C. 1825​-1968​-2905-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

DEDALO COSIMO GAETANO PIGNATONE, Relatore. Sugli identici emendamenti 2.103 De Toma e 2.104 Squeri, il parere è contrario. Sull'emendamento 2.300 della Commissione, sugli identici emendamenti 2.107 Zucconi, 2.108 Squeri, 2.109 Gadda e sull'emendamento 2.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, il parere è favorevole. Sugli identici emendamenti 2.110 De Toma e 2.111 Squeri, il parere è contrario. Sull'emendamento 2.114 Parentela il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIAN MARCO CENTINAIO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Pareri conformi a quelli del relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 2.103 De Toma e 2.104 Squeri, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.300 della Commissione, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 2.107 Zucconi, 2.108 Squeri e 2.109 Gadda, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 5).

Passiamo agli identici emendamenti 2.110 De Toma e 2.111 Squeri.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Spena. Ne ha facoltà.

MARIA SPENA (FI). Presidente, questi due emendamenti vengono ritirati.

PRESIDENTE. Ritirati?

MARIA SPENA (FI). Sì.

PRESIDENTE. Quale ritira, onorevole Spena?

MARIA SPENA (FI). Gli emendamenti 2.110 e 2.111.

PRESIDENTE. L'emendamento 2.111?

MARIA SPENA (FI). Sì

PRESIDENTE. L'emendamento 2.110 De Toma resta.

Ha chiesto di parlare l'onorevole De Toma. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Grazie, Presidente. Non intendo ritirare il mio emendamento e, anzi, vorrei spiegare anche la motivazione. Se parliamo di stesso mercato e di stesse regole, qui stiamo modificando delle regole all'interno di un mercato. Più precisamente, l'emendamento è volto a precisare che la riserva di una quota dei posteggi per le aziende agricole contadine nei mercati realizzati nei piccoli comuni per la vendita diretta, ai sensi dell'articolo 12 della legge n. 158 del 2017, legge sui piccoli comuni, deve intendersi non aggiuntiva. Già esiste una legge, appunto del 2017, che norma tutto ciò. Quindi, pare inaccettabile, da parte mia, che ci sia una nuova qualificazione delle aziende agricole, o comunque all'interno del medesimo bacino di imprese, che determini una riserva aggiuntiva di nuovi posteggi nei mercati, alterando gravemente il rapporto tra gli operatori su aree pubbliche. Questo è il motivo che mi spinge, appunto, a mantenere il mio emendamento e a farlo votare convintamente, nonostante il parere contrario.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bond. Ne ha facoltà.

DARIO BOND (FI). Grazie, Presidente. L'onorevole De Toma ha perfettamente ragione: è così, già esiste. In molti comuni non viene applicato perché ci sono, in qualche maniera, delle competizioni con i non agricoli. Il concetto era, invece, di renderlo più applicabile per le piccole aziende agricole e per gli operatori dell'agricoltura contadina affinché esista. Quindi, a questo punto chiedo al relatore, ma anche allo stesso rappresentante del Governo, di rivedere questo passaggio, perché andiamo a ripetere una cosa che non è stata applicata, come minimo, nel 70 per cento dei casi nei comuni italiani.

È un piccolo contributo, non voglio fare alcun tipo di apologia, di politica, ma nel Parlamento si portano anche esperienze vissute sul territorio.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.110 De Toma, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.114 Parentela, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 8).

(Esame dell'articolo 3 – Testo unificato - A.C. 1825​-1968​-2905-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

DEDALO COSIMO GAETANO PIGNATONE, Relatore. Sull'emendamento 3.100 Loss, il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIAN MARCO CENTINAIO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Il parere è conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.100 Loss, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 9).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 10).

(Esame dell'articolo 4 - Testo unificato - A.C. 1825​-1968​-2905-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A). Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

DEDALO COSIMO GAETANO PIGNATONE, Relatore. Sugli emendamenti 4.9 Spena e 4.106 Squeri, parere contrario. Sull'emendamento 4.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, parere favorevole. Sugli identici emendamenti 4.104 Zucconi e 4.108 Squeri, parere contrario, così come sugli identici emendamenti 4.105 De Toma e 4.112 Squeri, parere contrario. Sull'emendamento 4.114 Spena, parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIAN MARCO CENTINAIO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Il parere è conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Spena.

MARIA SPENA (FI). Grazie, Presidente. Gli emendamenti 4.9 Spena e 4.106 e 4.108 Squeri sono ritirati.

PRESIDENTE. Allora, gli emendamenti 4.9 Spena e 4.106 e 4.108 Squeri sono ritirati.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 11).

Passiamo all'emendamento 4.104 Zucconi. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Toma. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Grazie, Presidente. Visto che sono cofirmatario, allora, anche questo è un emendamento che non intendiamo ritirare, lo confermiamo. La specificità del tema riguarda la somministrazione, ma, soprattutto, legata alla predisposizione dei corsi di formazione.

L'attuale formulazione dell'articolo prevede che le regioni e le province autonome individuino le modalità di organizzazione di corsi di formazione per la trasformazione e la somministrazione di alimenti e bevande per i prodotti dell'agricoltura contadina. La proposta emendativa è volta ad evitare che si possano attribuire alle attività agricole contadine facoltà nuove, quali, ad esempio, la somministrazione di alimenti e bevande, che la normativa vigente non consente agli imprenditori agricoli. È bene, infatti, ricordare che l'attività di somministrazione può essere svolta solo ed esclusivamente dai pubblici esercizi, di cui alla legge n. 287 del 1991, e che, invece, alle imprese agricole, ai sensi dell'articolo 4 del decreto legislativo n. 228 del 2001, è consentita solo l'attività di vendita. Questo è il motivo che mi spinge e ci ha spinto a presentare questo emendamento, per cui, come ho già detto prima, non abbiamo nessuna intenzione di ritirarlo, ma, anzi, sempre per il principio di cui al precedente intervento - parlo di stesso mercato, stesse regole -, non possiamo, con una semplificazione, di cui sicuramente ha bisogno non solo questo sistema, ma anche altri, stralciare e creare un caos normativo, soprattutto all'interno di certi mercati, come quelli di aree pubbliche, in cui, attraverso l'attività di somministrazione, individuiamo una forte criticità. Per questo motivo, come gruppo, voteremo a favore di questo mio emendamento per i motivi che ho spiegato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)..

PRESIDENTE. Ricordo all'Aula che era cofirmatario dell'emendamento 4.104. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie. Interloquendo, per il suo tramite, con il collega De Toma, non si autorizza la somministrazione degli alimenti e delle bevande con questo testo. L'articolo 4, che concerne la semplificazione delle norme in materia di produzione, trasformazione e vendita dei prodotti dell'agricoltura contadina, stabilisce che, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge, le regioni disciplinino la produzione, trasformazione e vendita dei prodotti, nel rispetto dei principi stabiliti con decreto del MiPAAF, di concerto con il Ministero della Salute, da emanare entro novanta giorni. Sostanzialmente, questo provvedimento non supera la legislazione vigente, che ovviamente permane, ma dà alle regioni, sulla base dei criteri del MiPAAF e del Ministero della Salute, una serie di semplificazioni, tra cui la modalità di organizzazione dei corsi, non la somministrazione e la trasformazione degli alimenti e delle bevande.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.104 Zucconi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Passiamo agli identici emendamenti 4.105 De Toma e 4.112 Squeri.

Ha chiesto di intervenire l'onorevole Spena. Ne ha facoltà.

MARIA SPENA (FI). L'emendamento 4.112 Squeri è ritirato.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Spena.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.105 De Toma, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.114 Spena, con il parere favorevole di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 15).

(Esame dell'articolo 5 – Testo unificato - A.C. 1825​-1968​-2905-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

DEDALO COSIMO GAETANO PIGNATONE, Relatore. Il parere sull'emendamento 5.4 Acunzo è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIAN MARCO CENTINAIO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Il parere è contrario.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 5.4 Acunzo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Acunzo. Ne ha facoltà.

NICOLA ACUNZO (MISTO-CD). Grazie Presidente, grazie ai membri del Governo. Ringrazio il relatore, l'onorevole Pignatone, e ringrazio anche il sottosegretario per l'attenzione, nonostante il parere non favorevole del Governo. Ne approfitto per sensibilizzare l'Aula e per porre un tema che, quantunque non sia precipuo rispetto all'agricoltura contadina e non sia precipuo rispetto alla norma che stiamo approvando stamattina, solleva comunque una questione che credo vada in qualche modo analizzata, e credo che l'Aula vada se sensibilizzata al riguardo. Ebbene, l'emendamento su cui in qualche modo giustamente il Governo e il relatore hanno espresso parere contrario, riguarda quei terreni dove si fa agricoltura contadina; sono i terreni a cui diamo un riconoscimento rispetto alla conservazione delle tradizioni, rispetto alla possibilità di evitare lo spopolamento e la possibilità di incentivare l'agricoltura contadina, affinché anche il dissesto idrogeologico a questo punto possa essere evitato.

Ebbene, noi abbiamo una problematica, che forse attiene principalmente a quei terreni che dobbiamo salvaguardare: i terreni del centro-sud Italia. Molto probabilmente abbiamo una difficoltà da analizzare e dobbiamo evitare di mettere la testa sotto la sabbia. Infatti, al Sud c'è un problema, e cioè i miasmi; i miasmi che non consentono agli agricoltori, anche e soprattutto ai piccoli agricoltori, di coccolare e tutelare le terre che i genitori gli hanno lasciato. Faccio l'esempio della Piana del Sele, faccio l'esempio di terreni lasciati dai nonni ai figli e da questi ai loro nipoti. Questi terreni soffrono una grossa difficoltà e cioè i miasmi prodotti da impianti pubblici di smaltimento e stoccaggio rifiuti. Ebbene, io so che non è precipuo e non attiene a questa norma. però non possiamo tenere la testa sotto la sabbia e dobbiamo dire che bisogna porre attenzione e bisogna risolvere il problema dei miasmi in Italia per aiutare questi agricoltori.

PRESIDENTE. Grazie onorevole, mi raccomando la mascherina che è un po' fuori posto.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.4 Acunzo, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

NICOLA ACUNZO (MISTO-CD). Presidente! Possiamo riaprire la votazione?

Passiamo alla votazione dell'articolo 5.

Indìco la votazione nominale…

NICOLA ACUNZO (MISTO-CD). Scusi Presidente, vorrei intervenire sull'ordine dei lavori. Mi spiace non aver potuto…

PRESIDENTE. Revochiamo l'indizione della votazione e diamo la parola sull'ordine dei lavori all'onorevole Acunzo.

NICOLA ACUNZO (MISTO-CD). Proprio sull'ordine dei lavori, Presidente, io avevo chiesto durante la votazione se - in maniera gentile e con disponibilità, visto che c'è già stata da parte del sottosegretario - riguardo all'emendamento e alla mia illustrazione, vi fosse la possibilità di ripetere la votazione, perché io non ho votato.

PRESIDENTE. Lo avevamo inteso, ma se il Governo non intende rispondere, non è obbligato a rispondere.

NICOLA ACUNZO (MISTO-CD). Il Governo intende rispondere, il sottosegretario così gentilmente intende rispondere. C'è la possibilità di sentire il Governo.

PRESIDENTE. Un attimo di calma, perché mi sembra che stiamo uscendo dai binari di un ordinato svolgimento dei lavori. Allora, il Governo non aveva chiesto di parlare, e ovviamente è una facoltà del Governo rispondere, non è un obbligo. La votazione è stata fatta, quindi non possiamo che andare avanti (Commenti).

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 17).

(Esame dell'articolo 6 – Testo unificato - A.C. 1825​-1968​-2905-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'Allegato A).

Su tale articolo c'è un solo emendamento, da parte dell'onorevole Bond. Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

DEDALO COSIMO GAETANO PIGNATONE, Relatore. Il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIAN MARCO CENTINAIO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.100 Bond, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 19).

(Esame dell'articolo 7 – Testo unificato - A.C. 1825​-1968​-2905-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'Allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sull'emendamento 7.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

DEDALO COSIMO GAETANO PIGNATONE, Relatore. Il parere è favorevole sull'emendamento 7.200 della Commissione e sull'emendamento 7.100 Loss, mentre è contrario sugli emendamenti 7.101 Ciaburro, 7.102 Ciaburro, 7.104 Caretta contrario e 7.105 Ciaburro.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIAN MARCO CENTINAIO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Il parere è conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.200 della Commissione V (Bilancio), da votare ai sensi articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 20).

Ha chiesto di parlare l'onorevole Acunzo. Ne ha facoltà.

NICOLA ACUNZO (MISTO-CD). Presidente, chiedo di intervenire sull'ordine dei lavori sull'emendamento 5.4, che abbiamo già concluso, ma c'è stata un po' di confusione al riguardo e mi farebbe piacere….

PRESIDENTE. Onorevole, la questione è chiusa.....

NICOLA ACUNZO (MISTO-CD). A me farebbe piacere…..

PRESIDENTE. Onorevole, la questione è chiusa; non possiamo tornare indietro, non può riproporla.

NICOLA ACUNZO (MISTO-CD). Al riguardo, siccome c'è la disponibilità del sottosegretario….

PRESIDENTE. Onorevole, capisco la passione che lei ha per quel emendamento, ma la faccenda è chiusa (Commenti del gruppo Lega-Salvini Premier).

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.100 Loss, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 21).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 7.101 Ciaburro.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie Presidente, questo articolo riguarda la gestione dei terreni i cui proprietari non siano reperibili o individuabili; questo è un problema annoso. La sostanza di questa legge è proprio quella di poter utilizzare quelle terre abbandonate o delle quali non si trovano e si individuano i proprietari, per consentire o poter dare una possibilità al recupero di quelle terre e rendere di nuovo sostenibili e produttive soprattutto quelle aree marginali, montane e interne, laddove col tempo anche le proprietà si sono parcellizzate in seguito anche alle destinazioni di padre in figlio, andandosi a frammentare sempre più. Di conseguenza, questa parcellizzazione ha determinato dei fazzoletti di terra molto piccoli e soprattutto diventa difficile andare a riscontrare quali siano magari i proprietari, perché magari sono più distanti e quant'altro. Noi con questo emendamento, per dare comunque un contributo come sempre propositivo, andiamo a dire che l'irreperibilità piuttosto che il fatto di non poter rintracciare il proprietario da parte dei comuni, debba essere in qualche modo tracciato e trasparente. È vero che per un ente pubblico basta una pubblicazione sull'albo pretorio per quindici giorni e questo consente di aver fatto il proprio dovere (sicuramente è vero questo), però è altrettanto vero che molte di queste persone magari non stanno in quei giorni sempre attaccati al sito del comune, che magari è a distanza di cento chilometri o magari essi stessi sono in un'altra nazione. Quindi, semplicemente, uno sforzo in più per definire quelle modalità, senza andarle a dettagliare, ma per far sì che in qualche modo ogni comune possa a sua coscienza ritrovare delle modalità per andare a rintracciare queste persone, potendo lasciare traccia di questo; anche perché se poi rispetto a questo si inizia l'iter di lavoro con le associazioni di agricoltori contadini che si mettono insieme, magari dopo due, tre, quattro, cinque, sei mesi o un anno il proprietario rientra e chiaramente rende vana tutto quel lavoro iniziale. Quindi si chiedeva semplicemente un po' più di trasparenza nel rispetto della proprietà privata che è ancora un diritto in questa Nazione (Applausi del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Grazie onorevole Ciaburro.

Ha chiesto intervenire il relatore, onorevole Pignatone. Ne ha facoltà.

DEDALO COSIMO GAETANO PIGNATONE, Relatore. Grazie, Presidente. Io ringrazio l'onorevole Ciaburro. Le osservazioni fatte, come anche altre all'interno del testo, sono certamente meritevoli, tuttavia si è ritenuto che all'interno di questa legge non è il caso di andare ad appesantire e specificare, posto che il resto dell'apparato normativo è già in grado di soddisfare queste esigenze di certezza e di tutela, sia del proprietario, dei comuni e dei soggetti che riceveranno i terreni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). La collega Ciaburro pone una questione reale. Quello che si è provato a fare però nel testo, era di non innovare rispetto alla previsione di individuazione dei terreni silenti e, da questo punto di vista, quindi, la normativa rimane la stessa. Si è introdotto - lo dico perché nessuno vuol fare espropri e la proprietà privata è ovviamente……

PRESIDENTE. Onorevole Fiano, lasci intervenire l'onorevole Fornaro.

FEDERICO FORNARO (LEU). …tutelata a pieno. Il comma 5 dell'articolo 7 - lo leggo - dice che l'individuazione o la ricomparsa del proprietario del terreno individuato dalla particella catastale o di altro titolare di diritto reale sopra di esso determina la cancellazione del terreno dal registro di cui al comma 2, cioè di questi terreni, e la decadenza delle autorizzazioni eventualmente rilasciate dal comune ai proprietari di terreni vicinali ai sensi del comma 3.

In buona sostanza, il comune effettua una verifica dei terreni silenti, attua il Registro: i terreni silenti non sono qualsiasi tipo di terreno, sono terreni che, secondo il Testo unico in materia di foreste e filiere forestali, devono avere una serie di caratteristiche di non coltivazione da tempo, sono boschi che non sono stati più lavorati. Quindi, in buona sostanza, nella prima fase, attraverso il Registro e attraverso gli strumenti normalmente adottati dai comuni, si individua la possibilità di intervenire con gli interventi previsti dalla norma; in ogni caso, nel momento in cui il titolare, il proprietario di quel terreno dovesse farsi vivo, automaticamente si cancella da questo Registro. Quindi è una norma, se vogliamo, molto più protettiva del proprietario, che per anni non si è occupato di quel terreno, che non di quell'agricoltore contadino che magari ha seminato e ci sta lavorando. Lo dico perché in realtà la norma, come è stata costruita, non modifica in nessun modo - e poi chiudo - sostanzialmente l'iter di comunicazione, che è uguale a tutti gli altri provvedimenti, ma introduce invece, nel comma 5, un'ulteriore tutela in questa direzione (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Io non entro nel merito delle disposizioni già esistenti, anche rispetto al codice civile. Faccio però una considerazione, che segue quella dell'onorevole Fornaro. Nel momento in cui il proprietario riappare, egli ha detto giustamente che il terreno viene rimesso a sua disposizione. Se, nell'intervallo tra la scomparsa e la ricomparsa del proprietario, un terzo ha utilizzato il terreno, ad esempio volendo attivare una coltivazione per la quale viene compromesso, nel momento in cui riappare il proprietario, quello che era un diritto di quest'ultimo, che poteva essere anche quello di non attivare alcuna coltivazione e di lasciarlo, né più né meno, incolto, in questo caso chi interviene? Chi è il soggetto che interviene con certezza nel procedimento e chi risponde dell'eventuale azione che mi son permesso di evidenziare prima? Ecco perché io penso si debba in ogni caso attivare una procedura speciale, in questo caso, che cerchi in ogni modo di andare alla ricerca del proprietario, affinché egli non possa poi eccepire un'impossibilità tecnica di essere informato della questione, la qual cosa gli consentirebbe di impedire che il suo terreno venga utilizzato per finalità diverse da quelle a cui lui avrebbe fatto fronte. Mi pare che - e concludo Presidente - un conto sia parlare di procedure di esproprio o di procedure di occupazione d'urgenza, che hanno una loro tipicità, altro sia introdurre una fattispecie mediana e nuova applicando regole che difficilmente possono trovare compiuta applicazione nel caso di specie (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bond. Ne ha facoltà.

DARIO BOND (FI). Questo è un tema da tanti anni dibattuto anche nelle regioni, è un tema che riguarda tutti i terreni incolti: pensate solamente allo sfalcio, in molti casi, su terreni che devono essere puliti e i cui proprietari sono, magari, in Australia o in qualche altra parte. Allora, il mio intervento è per dire che in questo caso bisognerebbe entrare anche nel merito delle attività agricole che si vogliono fare. Infatti, se sono attività annuali, come il classico taglio dell'erba, è una cosa che passa e si fa, ma se sono attività colturali, come ad esempio la realizzazione di un vigneto o la realizzazione di un campo di frutti di bosco oppure un arboreto, una coltivazione arborea che dura 7, 14, 15 o 16 anni, il problema si pone. Siamo all'interno di un provvedimento dell'agricoltura contadina: possono essere 100 metri quadrati ma possono essere anche 2.000 metri quadrati. Allora qui bisognerebbe in qualche maniera - e guardo al Governo - fare un provvedimento dove si differenzino proprio le varie attività che si vanno a svolgere, magari con un provvedimento specifico che il Governo fa. Una cosa è infatti tenere pulito il territorio per evitare mille problemi, altra cosa è fare una coltivazione; una cosa è comunicare entro 15 giorni e, se c'è la risposta, si procede e, se non c'è la risposta, si procede comunque, altra cosa è invece investire su un terreno e togliere in qualche maniera il diritto reale di superficie o di proprietà che in quel momento comunque qualcuno ha, magari è lontano però lo ha. Voglio darle questo contributo perché, dall'Abruzzo, al Piemonte, al Veneto, la questione c'è ed è aperta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Il tema c'è e ovviamente c'è molta più sensibilità tra coloro che ci si misurano perché vengono da piccoli centri dove - come diceva la collega Ciaburro - c'è una parcellizzazione dei terreni ed è difficile anche ricostruirne la storia. Tuttavia, sottosegretario, io mi domando: perché no? Se un emendamento chiede semplicemente che questa procedura abbia un requisito minimo di trasparenza e di correttezza, la domanda non è: perché sì? La domanda è: perché no? E le dico di più: io credo che questo emendamento dovrebbe doverosamente essere accolto perché è in linea con la legge n. 241 del 1990, che è la legge sulla trasparenza e che obbliga tutte le pubbliche amministrazioni ad operare da un punto di vista della trasparenza. Quindi, fate attenzione perché io credo che su questo emendamento, votando contro, vi mettiate anche contro quella linea che ormai credo che da quarant'anni detta la politica della pubblica amministrazione.

Quindi, chiedo che questo emendamento venga accantonato.

PRESIDENTE. Il relatore è d'accordo sulla proposta di accantonamento?

DEDALO COSIMO GAETANO PIGNATONE, Relatore. No, Presidente. Propongo di porre in votazione l'emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.101 Ciaburro, con il parere contrario della Commissione e del Governo

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 7.102 Ciaburro.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento e i successivi, presentati a questo articolo, cercano di nuovo di porre il problema. Se pure è vero che esiste il codice civile ed esistono norme, specificare nel nostro testo in discussione oggi non era qualcosa di superfluo o di aggiuntivo.

Occorre definire bene - ad esempio, nel momento in cui si creano reti di agricoltori contadini che operano direttamente su questi terreni - che non possano essere fatte locazioni di qualsiasi natura. Questo sempre per tutelare, magari, dei passaggi ulteriori, che portano, invece, a realizzare altre situazioni rispetto a quella che si vuole promuovere per andare a recuperare questi terreni e ridare loro una produttività che hanno perso nei decenni.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.102 Ciaburro, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.104 Caretta, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.105 Ciaburro, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 26).

(Esame dell'articolo 8 - Testo unificato - A.C. 1825​-1968​-2905-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A). Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

DEDALO COSIMO GAETANO PIGNATONE, Relatore. Sull'emendamento 8.100 Loss il parere è favorevole, mentre sugli emendamenti 8.7 e 8.101 Ciaburro il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIAN MARCO CENTINAIO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Il parere è conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 8.100 Loss. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.100 Loss, con il parere favorevole di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 27).

Passiamo ora all'emendamento 8.7 Ciaburro. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Anche in questo caso un parere contrario davvero incomprensibile, perché, con questo emendamento, si va a chiedere, nelle varie finalità in capo a queste associazioni che si vanno a creare, di dare l'opportunità a queste associazioni di fare delle attività anche extra agricole, legate però alla cultura contadina, piuttosto che alla promozione del territorio e alla ricezione turistica, quindi tutte quelle attività culturali legate all'agricoltura, che su quei terreni si possono tranquillamente fare per promuovere un territorio, la sua storia, le sue tradizioni e la sua vocazione. Questo davvero non si capisce perché non si possa fare aggiungendo semplicemente una finalità nel lungo elenco che già esiste, proprio per dare anche la possibilità, attraverso quello che stanno facendo di ripresa di quelle terre, ma allargarlo ed estenderlo anche a qualcosa di extra agricolo, magari con delle giornate rivolte ai ragazzi, rispetto a delle tipicità di cultura e di tradizione legate ad un territorio, e magari far conoscere qualcosa di cui le scuole possono beneficiare e su cui improntare una lezione legata ad un territorio specifico, alla sua storia e alle sue tradizioni, proprio per non perdere quel patrimonio e tramandarlo anche alle nuove generazioni, creando questo collante nella società e sviluppando anche quello che è un motore di una comunità, facendosi conoscere anche fuori da essa. Quindi, un parere contrario rispetto a questa cosa, che sicuramente crea un valore aggiunto in termini di cultura e di promozione di quelle terre, non si capisce davvero perché.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il relatore, onorevole Pignatone. Ne ha facoltà.

DEDALO COSIMO GAETANO PIGNATONE, Relatore. Grazie Presidente, la volontà di fare promozione del territorio è chiara in questa legge, tanto che noi dedichiamo, all'articolo 9, un'intera giornata nazionale alla cultura e alle tradizioni dell'agricoltura contadina e, all'articolo 10, un ulteriore intero articolo proprio volto all'istituzione della Rete italiana della civiltà e delle tradizioni contadine. Quindi, appare che la finalità e la volontà contenute in questo emendamento siano meglio esplicitate in due ben diversi articoli.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.7 Ciaburro, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Passiamo ora all'emendamento 8.101 Ciaburro. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Anche qui, Presidente, abbiamo chiesto - laddove queste associazioni, nel ricomporsi e nel rideterminare un'attività sostenibile e produttiva su queste terre, nel momento in cui producono un qualsiasi reddito, che può essere magari quando puliscono un bosco o altro - di riconoscere qualcosa ai proprietari.

Questo anche per incentivare i tanti proprietari: prima parlavamo di quelli non rintracciabili, silenti, particelle silenti, ma ci sono anche quelli che sono ancora legati a questi terreni, ma che non li coltivano più perché hanno altre attività e la storia li ha portati a fare altro e, nel frattempo, sarebbero ben coinvolti laddove si creasse un reddito rispetto alle loro terre, un riconoscimento, che potrebbe essere anche la classica toma, ma dovrebbe essere definito direttamente con i proprietari. Questo per fare in modo che il diritto del proprietario venga riconosciuto e che lo stesso si senta parte di tutto questo sistema che va nascere, e che quindi si senta coinvolto e lo possa anche sostenere, perché, altrimenti, credo che, al di là di aver scritto questo testo, non so quanto e come potrà essere davvero funzionale per poter partire e dare veramente una svolta al recupero di queste terre.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Loss. Ne ha facoltà.

MARTINA LOSS (LEGA). Grazie, Presidente. Sul discorso della responsabilità che consegue alla gestione di un territorio è chiaro che diventa importante poter riconoscere, nel momento in cui ci sia una buona gestione, che vi sia anche un riconoscimento alla proprietà. La proposta che aveva fatto la Lega, anche in Commissione, era di fare un ragionamento, attraverso le amministrazioni, di poter costituire un fondo che risponda nei termini del possibile introito derivato da una buona gestione di questi territori. In questo senso andrà un nostro ordine del giorno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.101 Ciaburro, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 30).

(Esame dell'articolo 9 – Testo unificato - A.C. 1825​-1968​-2905-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 31).

(Esame dell'articolo 10 – Testo unificato - A.C. 1825​-1968​-2905-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

DEDALO COSIMO GAETANO PIGNATONE, Relatore. La Commissione esprime parere favorevole sugli emendamenti 10.100 Loss e 10.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIAN MARCO CENTINAIO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Il parere è conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.100 Loss, con il parere favorevole di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 33).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 34).

(Esame dell'articolo 11 – Testo unificato - A.C. 1825​-1968​-2905-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 35).

(Esame dell'articolo 12 – Testo unificato - A.C. 1825​-1968​-2905-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, solo per annunciare il voto contrario su questo articolo del gruppo di Fratelli d'Italia, perché, al di là delle buone intenzioni, ottime intenzioni o discrete intenzioni del legislatore sull'argomento, mi pare abbastanza anomalo che si pensi ad una copertura finanziaria che, in buona sostanza, dice: i comuni provvedono a tutto nell'ambito delle risorse finanziarie e di personale a loro disposizione. Questa è l'idea che si è coltivata solo perché non si è riusciti o non si è voluto trovare una copertura finanziaria alla legge in questione. Ma, per quanto ci riguarda, come gruppo riteniamo che sia abbastanza assurdo legiferare in questo modo, e cioè che si prende un tema, si realizzano tutta una serie di interventi e poi si dice “bene, dato che il provvedimento interessa i comuni, provvedano i comuni nell'ambito delle loro risorse”, anziché istituire un fondo cui i comuni possano attingere per far fronte alla legge.

Quindi, a nostro avviso, questo è un modo sbagliato di legiferare. Mi auguro che in sede di seconda lettura si possa, questo sì, individuare un fondo dal quale i comuni possano attingere per far fronte alle spese derivanti da questa legge, perché all'evidenza non si può dire che questa legge non realizza spese, sicuramente realizza spese, che non vanno a carico della cosiddetta finanza pubblica, se per essa si intende la finanza statale; ma vanno a carico di una finanza, se vogliamo dire, derivata, che è quella degli enti locali (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 36).

(Esame degli ordini del giorno - Testo unificato - A.C. 1825​-1968​-2905-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A). Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

GIAN MARCO CENTINAIO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Chiedo cinque minuti di sospensione.

PRESIDENTE. Le bastano cinque minuti, sottosegretario?

GIAN MARCO CENTINAIO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Sì, mi bastano.

PRESIDENTE. Sospendo, allora, i lavori per cinque minuti. La seduta riprenderà alle 11,30, così siamo sicuri.

La seduta, sospesa alle 11,20, è ripresa alle 11,30.

PRESIDENTE. Sottosegretario, è pronto con i pareri?

GIAN MARCO CENTINAIO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Sì, grazie Presidente. Allora, sul primo ordine del giorno n. 9/1825-A/1 Acunzo, invito al ritiro. Ordine del giorno n. 9/1825-A/2 Ciaburro, favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/1825-A/3 Caretta, favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/1825-A/4 Loss, parere favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1825-A/1 Acunzo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Acunzo. Ne ha facoltà.

NICOLA ACUNZO (MISTO-CD). Grazie Presidente. Onorevoli colleghi, mi rendo conto che sostanzialmente questo mio ordine del giorno va a sottolineare la tematica dell'emendamento già presentato. Nell'occasione, a me farebbe piacere che rimanesse agli atti anche la sensibilità del Governo, che sull'emendamento avrebbe dato anche la “non motivazione”, che ufficiosamente è già stata in esposta e evidenziata. Ringrazio ancora il Governo e l'onorevole Pignatone, il relatore sul provvedimento, però, vorrei che rimanesse agli atti anche il parere che il Governo voleva esprimere, tra l'altro, - ripeto - sull'emendamento prima presentato.

PRESIDENTE. Quindi, lo pongo in votazione?

NICOLA ACUNZO (MISTO-CD). Presidente, perdoni, ho chiesto…

PRESIDENTE. Onorevole, lei ha ragione, ma non è che il Governo è obbligato a darle una risposta; lei l'ha chiesta, ma non è un obbligo. Sottosegretario Centinaio, ha chiesto di intervenire?

GIAN MARCO CENTINAIO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Sì. Da parte del Governo c'è assolutamente la condivisione del fatto che bisogna lavorare tutti insieme e non solamente al Sud, ma in tutte le regioni d'Italia, per contrastare i miasmi in agricoltura dei terreni incolti, eccetera(Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Sarà impegno del Governo andare in quella direzione e ci confronteremo anche con il Ministero della Transizione ecologica, in modo da portare avanti la sua proposta. Penso che sia una proposta di buonsenso, andiamo avanti.. Penso che non sia, però, un emendamento e un ordine del giorno da portare all'attenzione di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Onorevole Acunzo?

NICOLA ACUNZO (MISTO-CD). Grazie Presidente e grazie sottosegretario. Ovviamente, ritiro l'ordine del giorno e ringrazio anche gli onorevoli colleghi per la sensibilità.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/1825-A/1 Acunzo è ritirato.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1825-A/2 Ciaburro, con parere favorevole con la riformulazione: accetta? Sì.

Onorevole Caretta, anche lei accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1825-A/3? Sì. Ordine del giorno n. 9/1825-A/4 Loss, è favorevole.

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - Testo unificato - A.C. 1825​-1968​-2905-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE-PSI). Grazie, Presidente. L'agricoltura è da sempre il punto d'incontro fra la natura e la cultura umana, fra i cicli biologici spontanei e l'intervento migliorativo dell'uomo. Va accolta con favore, quindi, una legge ad hoc, che tuteli e valorizzi l'agricoltura contadina, promuovendo le buone pratiche agricole ecosostenibili e incentivando il ritorno alla terra dei giovani e di tutte quelle persone che possono contribuire a contrastare l'abbandono di molte aree rurali incolte del Paese.

La domanda è: c'è stato un punto di rottura nell'equilibrio uomo-natura? Da recenti accadimenti, cioè l'evento pandemico e le calamità naturali, la risposta è “sì”: ci raccontano di un ecosistema nel quale l'essere umano non è più in armonia con ciò che lo circonda, ma sfrutta a proprio vantaggio ciò che ha a disposizione. Ma le risorse naturali non sono illimitate, pertanto, vanno favorite tutte quelle azioni che mirano a ridurre l'impatto dell'attività umana sul consumo di suolo e soprattutto di risorse, contrastando, come indicato nella proposta di legge, lo spopolamento delle aree rurali di vitale importanza. Per queste ragioni e per tante altre, che naturalmente per il tempo limitato non ho possibilità di illustrare, il MAIE-PSI voterà favorevolmente su questo provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lombardo. Ne ha facoltà.

ANTONIO LOMBARDO (MISTO-FE-FDV). La ringrazio, Presidente. Secondo la definizione della FAO, l'agricoltura contadina è intesa come agricoltura familiare, mezzo di organizzazione della produzione agricola, forestale, ittica, pastorale e di acquacoltura, gestita da una famiglia e basata prevalentemente sul lavoro familiare. Famiglia e azienda pertanto collegate, combinando funzioni economiche, ambientali, produttive, sociali e culturali.

In Italia, considerata l'esistenza di differenti modelli agricoli, si è reso necessario definire un progetto complessivo, integrando il quadro istituzionale nel quale l'agricoltura contadina venga riconosciuta come modello socioeconomico con provvedimenti specifici e con un adeguamento delle norme attualmente vigenti e, al contempo, venga sostenuta con interventi congiunti e coordinati di politiche pubbliche in suo favore.

In questo contesto, l'agricoltura contadina deve essere considerata oggi non un modello di nicchia, ma una valida alternativa per il nostro Paese, un'opzione possibile per il lavoro con cui vivere e un modello valido e sostenibile di gestione dei territori e degli eco-schemi.

Per questa ragione era necessaria una legge capace di riconoscere le sue peculiarità e permettere di diffonderle. Da più parti è stata avvertita l'esigenza di una legge organica, in grado di salvaguardare tutti quei piccoli sistemi produttivi consolidati da tradizioni locali, garantendo ai contadini e alle aziende di lavorare, trasformare e confezionare i prodotti di loro produzione. Gli interventi contenuti nella proposta di legge sono rivolti al riconoscimento, alla tutela e alla valorizzazione dell'agricoltura contadina, che si intende sostenere per contrastare e prevenire lo spopolamento delle zone marginali di pianura e delle aree interne montane e collinari, anche mediante l'individuazione e il recupero di terreni agricoli abbandonati.

Con il mio gruppo parlamentare abbiamo presentato diversi emendamenti a questa proposta di legge, parecchi sono stati accolti, in particolare la promozione dell'agroecologia, sistema di produzione agricola che, traendo i suoi principi fondamentali dall'ecologia, ne ricalca in modo fedele i criteri, trasferendoli al settore agricolo. Pertanto, abbiamo inserito la possibilità di praticare modelli di produzione agroecologici, favorendo la biodiversità animale e vegetale. Dunque, alla luce di queste considerazioni, ritenendoci assolutamente soddisfatti dal complesso della proposta di legge, annuncio il voto favorevole della componente Facciamo Eco-Federazione dei Verdi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Acunzo. Ne ha facoltà. Se l'Aula magari modera il volume, così riusciamo a far esprimere l'onorevole Acunzo. Prego.

NICOLA ACUNZO (MISTO-CD). Grazie, Presidente. Il provvedimento in oggetto ha uno scopo preciso, che è quello di tutelare l'agricoltura contadina, quindi l'agricoltura di tradizione. Quello che oggi abbiamo recepito dal Governo e anche dal relatore è sicuramente un'attenzione che va nelle linee, che abbiamo anche sostenuto e che abbiamo evidenziato con un ordine del giorno e con un emendamento. Emendamento e ordine del giorno che - ripeto - non sono precipui alla causa, quindi alla possibilità di evitare lo spopolamento attraverso un incentivo, che può essere un incentivo alla tradizione contadina, perché l'Italia vive di queste eccellenze, che non sono soltanto le eccellenze dal punto di vista industriale. Vi sono zone, come, ad esempio, la Piana del Sele, molto attrezzate dal punto di vista dell'industrializzazione, quindi l'industria e l'eccellenza relative all'agricoltura, ma ci sono anche quelle dell'agricoltura di tradizione. Ebbene, proprio in riferimento a questa tematica, cioè l'attenzione, nello specifico, alle tradizioni, è anche importante sottolineare le difficoltà che la stessa evidenzia e che il provvedimento cerca di contrastare. È vero che ci sono terreni che hanno difficoltà per il raggiungimento degli stessi, ma è vero anche che ci sono terreni che, per quanto non siano in aree interne, soffrono delle difficoltà.

Il nostro emendamento e il nostro ordine del giorno non fanno altro che evidenziare questa attenzione, che forse il provvedimento, per quanto sia lodevole, non analizza. Cioè, ci sono delle difficoltà in aree, anche se non eccessivamente interne e quindi di pianura, come - ripeto - la Piana del Sele e così come tante altre zone d'Italia, che, sebbene non siano in aree interne, sono in aree - tra virgolette - svantaggiate da una tematica che purtroppo non abbiamo ancora risolto. Le regioni non hanno regolamentato la legge n. 272, che è una legge che riguarda le emissioni odorigene, emissioni odorigene che, purtroppo, causano difficoltà a questi agricoltori, a questi agricoltori contadini ai quali noi vogliamo anche dedicare, con questo provvedimento, una giornata tematica e una giornata di festeggiamento per questa meravigliosa tradizione italiana. Ebbene, soffrono una difficoltà: i miasmi provocati da impianti di smaltimento e di stoccaggio dei rifiuti, che, purtroppo, provocano emissioni odorigene che non consentono agli stessi di lavorare e di tutelare quel terreno, di coccolare quel terreno di famiglia…

PRESIDENTE. Concluda.

NICOLA ACUNZO (MISTO-CD). … che è stato dedicato, lasciato, tramandato e, quindi, che rappresenta il tricolore e che rappresenta l'Italia da tutelare.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Acunzo…

NICOLA ACUNZO (MISTO-CD). Ovviamente, esprimo il voto favorevole sul provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Centro Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Arriviamo in Aula dopo un lungo percorso di Commissione che io credo, da questo punto di vista, sia stato anche esemplare della capacità di ascolto delle ragioni di tutti e del tentativo di ritrovare una sintesi che potesse avere il più largo consenso tra tutti i gruppi. Credo che a questo obiettivo siamo arrivati con pazienza e, come dicevo prima, con rispetto delle idee di tutti, però stando dentro a un quadro. Io credo che sia giusto rispondere a una domanda che qualche collega mi ha fatto in questi giorni e che forse si fa anche qualcuno che ci ascolta: perché c'è bisogno di una legge specifica per tutelare e valorizzare l'agricoltura contadina? In fondo ci sono molte leggi, c'è la Costituzione, c'è la figura del coltivatore diretto. Ebbene, la prima risposta a questa domanda sta nella Dichiarazione sui diritti dei contadini e dei lavoratori in aree rurali, che era stata approvata il 18 dicembre 2018 dall'Assemblea delle Nazioni Unite, l'ONU, un'approvazione che costituisce un importante contributo agli sforzi della comunità internazionale di promuovere l'agricoltura familiare e contadina. Quella dichiarazione ha lo scopo di proteggere i diritti di tutte le popolazioni rurali, di migliorarne le condizioni di vita, di rafforzarne la sovranità alimentare, la lotta contro il cambiamento climatico e la conservazione della biodiversità.

Ragionare in questo contesto vuol dire avere chiaro che in Italia, pensando alla nostra grande e bella Italia, ci sono più agricolture. Noi siamo abituati a parlare di agricoltura e, automaticamente e per riflesso condizionato, questo ci porta a immaginare la figura del contadino. Oggi, però, noi ci troviamo di fronte a diversi tipi di agricoltura: c'è un'agricoltura industriale, che svolge un ruolo, ma c'è anche l'agricoltura contadina, che affonda le sue radici nell'agricoltura familiare, con aziende di ridotte dimensioni, progressivamente asciugata, in termini di spazi e anche di capacità di produzione agricola, dalla concorrenza dell'agricoltura industriale. Quindi, il tema non è contrapporre l'agricoltura contadina a qualcun altro, ma identificare questa figura giuridica. È la ragione per la quale le proposte di legge, una delle quali è a mia prima firma e del collega Bersani, non hanno lavorato a ritrovare fondi (mi rivolgo al Governo da questo punto di vista). L'individuazione, attraverso questa legge, della figura dell'agricoltura contadina e dell'agricoltore contadino può consentire al Governo e alle regioni, all'interno degli strumenti comunitari e degli strumenti di intervento nazionali, di aprire e di incentivare queste figure e queste attività. Qual è l'obiettivo accanto a questo? Di sostegno a figure importanti, spesso giovani, per fortuna. Legato a questo c'è il tema dello spopolamento delle zone marginali. Noi siamo di fronte a un'emergenza: ci sono tanti, troppi, territori appenninici e collinari che si stanno spopolando e, al tempo stesso, c'è quindi un'esigenza, che è duplice, non è solo dell'agricoltura, è anche per la tutela del territorio, di un recupero dei terreni agricoli abbandonati, la necessità di fare una ricomposizione fondiaria, la gestione del suolo, insomma, quell'immagine dell'agricoltore contadino anche custode. Ma dico subito, oggi evocare l'agricoltore contadino non vuol dire, però - su questo ci tengo molto -, evocare soltanto il passato, la tradizione, una figura residuale. Proprio nella modernità, nella contemporaneità dei temi della sostenibilità, della riconversione ecologica della nostra società, l'agricoltura contadina può e deve svolgere un ruolo importante. Questa è la ragione fondamentale che ci ha portato a presentare quella proposta di legge. Gestione del suolo, ricomposizione fondiaria vuol dire iniziare a operare sui terreni silenti, per esempio, e quindi lavorare in questa direzione. Ma oggi valorizzare e sostenere l'agricoltura contadina, i loro sforzi, i loro sacrifici, vuol dire anche cercare di tutelare un grande patrimonio delle nostre terre, che si chiama biodiversità. L'Italia è un Paese che ha uno straordinario patrimonio, che va non solo conservato, ma valorizzato. Vuol dire pensare, evidentemente, a un'agricoltura biologica, vuol dire lavorare per una valorizzazione della cultura e dei prodotti della tradizione. Qui mi viene in mente un acronimo molto brutto a pronunciare, ma, secondo me, efficace a spiegare quello che può essere il futuro dell'agricoltura contadina: l'acronimo è “glocal”, cioè lavorare localmente e pensare globalmente. Oggi vuol dire poter mettere in condizione, per esempio, quegli agricoltori che vogliono recuperare antiche produzioni di avere un mercato molto più ampio del semplice mercato sotto casa. Da questo punto di vista, come dicevo prima, c'è un tema importante, il tema dei giovani, c'è un ritorno alla terra, iniziano ad esserci i dati che manifestano. Noi abbiamo un problema, il Ministro, il sottosegretario Centinaio lo conosce bene: noi abbiamo una nostra agricoltura vecchia, anziana, dobbiamo rinnovarla e, da questo punto di vista, c'è un tema, ripeto, che riguarda l'agricoltura più industriale, ma c'è un tema anche di recupero, di valorizzazione e di sostegno di quei giovani che, magari, vanno via dalle città per cercare di rivitalizzare intere parti dei nostri territori. C'è, quindi, un tema di manutenzione del territorio. C'è una parte a cui personalmente tengo molto: è il tema della semplificazione. Noi parliamo di imprese, ma, dietro il concetto di azienda, spesso c'è la persona singola, stiamo parlando di microimprese e, quindi, la semplificazione è un vero strumento, è il vero sostegno che noi possiamo dare. La norma prevede il fatto che, entro 90 giorni dall'approvazione, le regioni devono approvare i principi generali per queste semplificazioni, ovviamente all'interno di criteri generali definiti dal MiPAAF, in concerto con il Ministero della Salute. Lo vorrei ricordare adesso soltanto con due dati: non stiamo parlando di pochissime persone, noi, anche qui, ricordiamo spesso l'agricoltura con altre dimensioni, ma, in Italia, il 67 per cento delle aziende ha un reddito lordo inferiore ai 10 mila euro; in Europa, il 65 per cento delle aziende agricole ha meno di 5 ettari. Quindi, stiamo parlando dell'agricoltura, di un'agricoltura con la “A” maiuscola, un'agricoltura che può dare un grande contributo, in una logica che, al tempo stesso, è quella di mantenere forti, salde le radici nella terra, cioè una tradizione di colture di prodotti, di manipolazione, di trasformazione, che va assolutamente conservata e valorizzata.

Ma, al tempo stesso, questi sono agricoltori che sono orgogliosi e vogliono essere protagonisti della contemporaneità, dare il loro contributo, da questo punto di vista, al tema della sostenibilità, al tema del contrasto al dissesto idrogeologico e vogliono anche fornire alle nostre tavole prodotti sani, prodotti che non abbiano elementi di inquinamento.

Si chiude, quindi, oggi e sono contento. Mi pare di capire che sarà un provvedimento approvato a larghissima maggioranza. Ringrazio i colleghi - concludo subito, signor Presidente - per la pazienza che hanno avuto, anche nei miei confronti in alcuni casi, e il relatore ma mi consentirete di chiudere ringraziando anche chi, nel 2009, lanciò la campagna popolare per l'agricoltura contadina, fra tutte l'Associazione rurale italiana. Chiudo pensando al fatto che, durante la discussione sulle linee generali, uno dei loro massimi dirigenti mi messaggiava e mi diceva: “è bello sentire attraverso il web il vostro dibattito, sono molto contento e orgoglioso”; e lo stava facendo mentre portava al pascolo le capre in quel di Roccaverano (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali, di deputati del gruppo Misto e del deputato Bond). Questa è l'Italia, questa è l'Italia che io credo dobbiamo cercare di valorizzare, questo è, credo, uno strumento importante messo nelle mani delle regioni, nelle mani del Governo. Abbiamo fatto un buon lavoro e, quindi, con un pizzico di orgoglio annuncio il voto favorevole di Liberi e Uguali (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali, di deputati dei gruppi Partito Democratico e Misto e del deputato Bond).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gadda. Ne ha facoltà.

MARIA CHIARA GADDA (IV). Grazie, Presidente. Sottosegretario Centinaio, la pandemia, nella sua drammaticità, ha messo in luce le fragilità del nostro sistema e anche numerose fragilità del nostro sistema agroalimentare. Abbiamo scoperto quello che era realtà da tanti anni: non esiste più soltanto il divario tra Nord e Sud del Paese, abbiamo scoperto che nel nostro Paese esistono molte aree marginali, molte aree periferiche, non soltanto quelle montane, pensiamo alla dorsale appenninica, pensiamo ad alcune aree anche della pianura padana che versano in grande difficoltà, persino il territorio da cui lei proviene e da cui provengo anch'io. Credo che sia giunto il tempo: il Piano nazionale di ripresa e resilienza è sicuramente un veicolo fondamentale per superare questi divari e dobbiamo cogliere quell'opportunità che non è data soltanto dalle risorse ma, soprattutto, dall'attuazione e dalla ricaduta che quelle risorse dovranno avere in quei territori.

Prima di addentrarmi sulla discussione rispetto alla proposta di legge che ci apprestiamo a votare, a larghissima maggioranza, in Aula, credo sia opportuno ricordare quali sono le vere sfide che dobbiamo affrontare da subito; anzi, oserei dire, siamo arrivati in ritardo, perché lo spopolamento di queste aree è determinato dalla carenza di servizi. Dove mancano le scuole, dove le scuole sono troppo lontane, dove manca la connessione, dove mancano le infrastrutture, dove manca la medicina di territorio le aree si spopolano di cittadini e di imprese. Oltre a questo, il nostro tempo ha un'altra grande sfida fondamentale, che è quella della lotta e del contrasto ai cambiamenti climatici. Da questo punto di vista, credo che la pandemia abbia messo in luce quanto il ruolo del comparto agricolo, agroalimentare e della pesca sia fondamentale nel nostro Paese anche rispetto a queste due sfide, a quella del riconsegnare valore a territori bellissimi del nostro Paese, che in questi anni, progressivamente, hanno visto un invecchiamento e uno spopolamento, ma anche a quella del contrasto ai cambiamenti climatici e della manutenzione del territorio.

In questa proposta di legge si citano alcune parole e le parole hanno sempre un senso, le parole definiscono quello di cui si sta parlando e quello che non viene definito si dice, talvolta, che non esiste: si parla della figura del contadino e si parla della figura del custode. Ecco, noi abbiamo un grande dovere come legislatori: creare le condizioni affinché chi produce, nelle sue diverse accezioni e nelle sue diverse forme organizzative, sia riconosciuto. Questa proposta di legge, appunto, affronta il tema delle aree interne, delle cosiddette aree periferiche del Paese, e assegna al contadino un ruolo importante nella salvaguardia dei terreni e della biodiversità. Nella proposta di legge si cita la parola pascolo, un termine che fa parte anche del paesaggio delle nostre comunità. Questa proposta di legge sicuramente intercetta anche il ruolo culturale che da sempre l'agricoltura ha avuto nel nostro Paese, il nesso con le tradizioni, il nesso con il nostro sistema agroalimentare conosciuto nel mondo, che è anche leva fondamentale di turismo. Non a caso, la proposta di legge istituisce la Rete italiana della civiltà e delle tradizioni contadine.

Credo che noi dobbiamo sicuramente guardare al futuro, dobbiamo guardare al nostro futuro con speranza e con gli occhi della modernità, anche con gli strumenti tecnologici e innovativi. Li citavo prima: la banda larga, la connettività e tutti quegli strumenti che consentono anche di portare formazione e conoscenza nel mondo dell'agricoltura ma di saperlo fare guardando alle nostre radici, a chi siamo, da dove siamo arrivati e soprattutto - perché questo ci contraddistingue nel mondo - il nostro saper fare, ma anche il nostro saper essere.

Credo che dal ruolo del contadino, da questa parola bellissima, passi molto anche del racconto di quello che siamo come Paese, insieme all'altro pezzo di racconto, perché sicuramente il nostro Paese è caratterizzato da grandi aziende agricole e da grandi aziende che sono eccellenti anche nelle fasi successive della trasformazione. È questo che ci contraddistingue nel mondo: la qualità delle materie prime e la qualità, la sicurezza e la competenza nella capacità di trasformazione e nel racconto che attorno al cibo si declina. Da questo punto di vista, io credo sia rilevante, in questa sede e in questo Parlamento, ridare un ruolo e anche ridare dignità a chi con fatica ogni giorno sta negli alpeggi, a chi ogni giorno decide di portare nel lavoro quotidiano anche una filosofia di vita. Credo che questa proposta di legge riconosca anche la libertà di tanti cittadini, di tanti agricoltori contadini - i numeri li ha citati il collega Fornaro - che hanno deciso magari di cambiare la loro vita dopo un percorso di studi, dopo un percorso di lavoro in tutt'altri settori. Lo stesso vale per molti giovani che stanno ritornando all'agricoltura, al pascolo, all'allevamento e lo vogliono fare rispettando il nostro territorio; e il rispetto passa anche dalla manutenzione del territorio.

Un altro articolo credo molto rilevante di questa proposta di legge - che credo però dovrà essere approfondito anche in ulteriori provvedimenti e anche eventualmente individuando delle risorse - concerne il tema della manutenzione del territorio, il tema di tutti quei territori che sono abbandonati, dove si è persa nella strada del tempo anche la tracciabilità della proprietà. Quei territori abbandonati molto spesso sono luoghi dove, anche con i cambiamenti climatici e le avversità di questo momento storico, purtroppo, si sviluppano frane, e sicuramente non contribuiscono al mantenimento della bellezza dei nostri territori. Credo sia davvero importante anche qui aver focalizzato la necessità di porre un faro, di porre un'attenzione particolare non soltanto alle aree montane o alle zone del Sud Italia ma anche alle zone marginali, di pianura e periurbane perché questo è il nostro paesaggio. Il territorio italiano è caratterizzato da una varietà di paesaggio, da una biodiversità che deve essere tutelata e protetta. Quindi, credo che, da questo punto di vista, il ruolo dell'agricoltore contadino e custode sia un passaggio importante.

Chiudo su questo: anche a livello comunitario si è aperta una discussione sul ruolo e sulla valorizzazione delle aree interne. Io interpreto questa proposta di legge come un primo passaggio, come una prima tappa di un percorso più lungo, perché noi credo dobbiamo imparare a legiferare in modo congiunto anche con lo sviluppo del dibattito e lo sviluppo normativo a livello comunitario.

E, a livello comunitario, c'è un'ampia discussione sul tema delle aree interne e sugli strumenti per far sì che i divari non aumentino nel tempo. Quindi, auspico davvero che questa proposta di legge - nel percorso parlamentare e con gli ulteriori provvedimenti che affronteremo anche grazie al Piano nazionale di ripresa e resilienza - e questi temi siano davvero agganciati ad una strategia per le aree interne che, come dicevo all'inizio, passa attraverso i servizi. Se non ci sono servizi, è difficile non soltanto lavorare, ma anche vivere e chi compie questa scelta lo fa non soltanto in termini di lavoro, ma di vita. Quindi, tale scelta di vita deve essere resa possibile soprattutto passando attraverso alcuni diritti: il diritto all'istruzione, il diritto alla salute, il diritto ai trasporti e facendo in modo che tali aree diventino zone attrattive per il nostro Paese. Ringrazio i colleghi che hanno presentato questa proposta di legge e annuncio il voto favorevole di Italia Viva (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, sottosegretario, il progetto di legge, che ci accingiamo a votare oggi, in quest'Aula, costituisce una importante possibilità di risposta ad un comparto che, storicamente, è stato rilevante per la nostra agricoltura. È un po' però il tema di Davide contro Golia, visto che l'agricoltura contadina non è una branca agricola che brilla per dimensioni economiche e fatturato. Anche questo testo unificato si rifà ad un territorio che, negli anni, è stato abbandonato, spopolato, proprio perché distante dalle occasioni di lavoro e dai servizi e la vita era più difficile. I nostri nonni coltivavano quelle terre, ci vivevano con fatica, passione, sacrificio e dedizione, mentre le generazioni successive piano piano se ne sono distaccate, spesso creando vuoti anche rispetto alla possibilità di rintracciare le proprietà e parcellizzando tutto il territorio che risulta oggi abbandonato, rispetto alla faticosa e anche sapiente azione dei nostri vecchi, i quali hanno invece consentito a quei territori di essere controllati, gestiti, manutenuti e soprattutto di essere ripuliti. Dunque, vi era un controllo giornaliero e quotidiano che consentiva anche di gestire tutto quello cui purtroppo oggi assistiamo. Infatti, se un torrente, un rio, un fiume non vengono puliti, curati, coccolati quotidianamente, soprattutto con gli occhi sapienti di chi nei tempi più lontani ha saputo farlo, vediamo poi tutto quello che ne può conseguire, con tutte le situazioni drammatiche cui assistiamo ogni giorno.

Eppure, si parla di un mondo che molti hanno dato per scontato, immaginando che l'avanzamento tecnologico fosse la soluzione di tutti i mali. Sicuramente può aiutare ma proprio in queste terre, così come i servizi sono distanti, anche tutta la nuova tecnologia fa difficoltà ad essere utilizzata, proprio perché, nella nostra Italia, non c'è solo un divario tra Nord e Sud ma anche tra aree cittadine e aree montane. C'è una sperequazione incredibile che non consente di vivere alla pari, in modo degno, decoroso e onesto.

A chiunque sia cresciuto in campagna, in montagna, in aree rurali o in qualsiasi comune con vocazione agricola sarà capitato, almeno una volta, con i propri nonni, con i propri genitori, di comprare la verdura dal contadino, le uova appena fatte dalle galline, piuttosto che la toma del pastore: questo diventa sempre più difficile proprio perché quelle persone che, un tempo, svolgevano e curavano queste attività, non ci sono più. Ed è proprio in questi momenti che ci si rende conto dell'esistenza di un mondo oggi completamente alternativo, che ci sembra distante, tant'è che, anche in questa proposta di legge, abbiamo dovuto parlare di requisiti piuttosto che di biodiversità, sostenibilità, produttività; sono tutti termini che, negli anni, i nostri nonni, seppure senza le conoscenze accademiche, avevano come sensibilità quotidiana; sapevano quale era il posto più idoneo per conservare o far crescere e curare le patate; sapevano dove potevano fare tantissime attività, osservando la natura e rispettandola. Purtroppo, oggi, invece, dobbiamo, in una proposta di legge, andare ad inserire di nuovo queste cose perché non sono più scontate ma sono assolutamente essenziali. Questo tipo di agricoltura contadina - lo sappiamo - è fortemente orientato alla vendita diretta o all'autoconsumo e fornisce un ruolo e un posto nel mondo a intere famiglie. Anche questo è il suo segreto: la disintermediazione, il fatto che, per i consumatori, i piccoli agricoltori sono produttori che custodiscono la storia di un territorio, la sua cultura, la sua tradizione che, a volte, non si vive soltanto ma si mangia e finisce sulle nostre tavole. Questo stile di vita e di produzione si è affermato negli anni come un vero e proprio presidio di tutta una serie di dimensioni sociali ed ecologiche del sistema agroalimentare. Non si tratta neanche di un mondo così tanto marginale; il censimento dell'Istat dice che, a fronte di 1,7 milioni di aziende agricole in Italia, oltre il 30 per cento è gestito da famiglie. Oggi siamo ad una svolta storica perché proprio queste aree, all'interno del Piano nazionale di ripresa e resilienza, sono tornate importanti, sono tornate ad avere un ruolo dignitoso, proprio perché, passando da queste aree e sapendo ricontrollarle e renderle di nuovo operative, produttive e sostenibili, possiamo trasformare la nostra Italia. Credo che il lavoro fatto in Commissione sia stato lungo, certamente faticoso; ci sono stati confronti, però anche il metodo - purtroppo devo dirlo - rispetto a tante proposte di Fratelli d'Italia, che oggi sono all'interno del testo, sono state recepite, inserendole direttamente nel testo unico, senza quasi lasciare traccia. Però il contributo che abbiamo dato lo possiamo riscontrare all'articolo 8, comma 2, lettera e, oppure al comma 4, ad esempio, che recepisce tra le finalità delle associazioni riconosciute dalla proposta di legge anche la ricomposizione fondiaria. Il gruppo di Fratelli d'Italia aveva in questo senso avanzato una proposta emendativa all'articolo 1, che è stata apparentemente cassata ma poi recepita nel testo ed in un certo qual modo recuperata dalla maggioranza. Mi riferisco poi all'articolo 5 del testo finale, dove si individuano misure specifiche nel quadro dei programmi di sviluppo rurale - i PSR - per l'agricoltura contadina, dove si vanno a riconoscere criteri di premialità proprio per tutte quelle attività agricole e contadine situate nelle aree interne, montane e rurali; oppure, sempre procedendo in ordine sparso, alle disposizioni, di cui all'articolo 4, comma 1, lettera g, che prevedono un regime di semplificazione normativa per quanto riguarda lo svolgimento dei lavori di regimazione irrigua. Con un nostro emendamento all'articolo 4 volevamo per l'appunto agevolare le convenzioni tra privati e pubblica amministrazione proprio per semplificare tutte quelle operazioni legate alla manutenzione del territorio. Il testo purtroppo è arrivato in Aula anche con alcune criticità; faccio riferimento agli articoli 6 e 7 sulla valorizzazione e gestione dei terreni, anche nelle casistiche in cui i proprietari medesimi sono irreperibili oppure non gestiscono più in modo quotidiano i fondi. Su questo abbiamo chiesto alcune misure, sempre per dare un contributo migliorativo e soprattutto per riconoscere il diritto dei proprietari, anche qualora siano distanti; quindi, una trasparenza in più, un processo formale più mirato a questo scopo, che chiedeva appunto più trasparenza anche da parte degli enti nel reperire e rintracciare i proprietari delle particelle catastali. Poi c'è una difficoltà o comunque un neo incredibile che riguarda proprio l'impossibilità di stanziare risorse rispetto a questa proposta di legge. Anche la Commissione bilancio, con riferimento a tantissimi articoli, quando si parla di pubblica amministrazione, ha sempre fatto aggiungere “nei limiti delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente e comunque senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica”.

Quindi, capite che per un ente comunale, piccolo, che già non ha quasi personale, non ha risorse, diventa difficile poter attivare delle procedure in più rispetto alla mole di quelle che già si trova ad affrontare ogni giorno. Ecco perché noi, convintamente, abbiamo fino all'ultimo - e credo che ciò possa essere riconosciuto da tutta la Commissione - dato sempre il nostro contributo, patriottico, ma anche costruttivo, entrando nel merito e cercando di migliorare, intercettando quelle criticità o impedimenti che potrebbero nascere. Quindi, noi ci auspichiamo che questo sia il primo passo, dove appunto si parla di agricoltura contadina, ma che per la prima volta, forse dopo troppo tempo, possa esserci lo spazio, nell'altra Camera, per andare a definire meglio tutte queste criticità che abbiamo rappresentato.

Siamo un'opposizione patriottica ed anche responsabile, quindi mi auguro che il Senato possa fare un lavoro di finitura e miglioramento successivo, sperando che il buon senso prevalga su quell'arroganza che in qualche modo, troppo spesso, forse, ancora in quest'Aula abbiamo visto.

Quindi, per tutte queste motivazioni annuncio l'astensione del gruppo di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Spena. Ne ha facoltà.

MARIA SPENA (FI). Grazie, Presidente È giunto al centro del dibattito un modello produttivo - quello dell'agricoltura contadina - che si pensava fosse destinato a scomparire a causa anche dei processi di modernizzazione dell'agricoltura in corso. Forza Italia ha partecipato attivamente, in Commissione, all'opera di miglioramento di questo testo, infatti molti sono stati gli emendamenti proposti e approvati nel lavoro della Commissione. La finalità di questo provvedimento in esame è volta al sostegno dell'agricoltura contadina, per promuovere l'agro-ecologia e per contrastare e prevenire lo spopolamento delle zone marginali di pianura e periurbane, delle aree interne e di quelle collinari. In queste aree, così marginali, è allarmante l'abbandono della terra, il venir meno della tutela del suolo, la modificazione del paesaggio dovuta anche ai cambiamenti climatici in corso. Queste aree, però, rappresentano una parte ampia del nostro Paese; ci sono circa tre quinti del territorio con poco meno di un quarto della popolazione. Dobbiamo dare tutti gli strumenti per fare emergere, conoscere ed esaltare le diversità che contraddistinguono questi territori, tutelando le produzioni specifiche, le colture e tutte le attività tipiche e di qualità dei nostri prodotti. Abbiamo previsto che le aziende agricole contadine si possano costituire anche in associazioni, consorzi agrari, rete e cooperative; così come vi è la previsione di costituzione in forma cooperativa, riservata, però, solo ai soci lavoratori. Nel provvedimento è prevista anche l'attività di agricoltura sociale - e questo è stato anche un nostro emendamento - intesa come aspetto della multifunzionalità delle imprese agricole, correlate, appunto, alle finalità socio-assistenziali, a quelle educative e anche di inserimento socio-lavorativo. Grazie a Forza Italia è poi stato precisato, nel testo, che l'agricoltore contadino si debba considerare come un coltivatore diretto, quindi con l'applicazione della relativa disciplina. Questa norma rende poi certa la ricomposizione fondiaria, un obiettivo fortemente voluto da Forza Italia, perché la ricomposizione fondiaria è - lo ricordiamo - un elemento necessario ad assicurare la redditività delle imprese e, di conseguenza, necessario anche per evitare lo spopolamento delle aree interne. Così come sul tema del censimento dei terreni, di quei terreni incolti e silenti, finalmente avremo una mappatura appunto dei terreni incolti (Applausi del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Proprio in ragione della svolta green della prossima agricoltura sostenibile del PNRR, che il Paese appunto sta adottando, è molto importante, ed è previsto, che gli agricoltori contadini debbano curare il mantenimento delle varietà vegetali e di animali locali, e usare tutte le tecniche di coltivazione e di allevamento tipico proprio delle zone di appartenenza. Anche nella parte relativa alla trasformazione delle materie prime si è ottenuto un importante risultato, prevedendo che siano utilizzati strumenti e metodologie tradizionali di uso locale. Non sfuggirà chiaramente a nessuno che il nostro Paese è ricco di tradizioni e di culture che debbono quindi essere valorizzate, ricorrendo anche a quelle che sono le metodologie antiche e tradizionali, che hanno fatto grande la nostra enogastronomia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Per favorire la vendita diretta abbiamo ottenuto un risultato importante, ovvero che una quota dei posteggi dei piccoli comuni sia riservata agli agricoltori contadini, favorendo così la vendita e il consumo di prodotti unici, per la propria cittadinanza, appunto, così come l'inserimento dei prodotti provenienti dal bosco.

Infine, abbiamo previsto il diritto di accesso al risarcimento dei danni causati dalla fauna selvatica, che sono riconosciuti, al momento, soltanto agli agricoltori professionali: a questo emendamento Forza Italia ha tenuto in modo particolare. Sono previste numerose semplificazioni delle norme in materia di produzione, trasformazione e vendita dei prodotti.

Un articolo è poi dedicato alla tutela della terra, al recupero, alla valorizzazione dei terreni agricoli abbandonati, ma è prevista anche la manutenzione idrogeologica. Tra i criteri per assegnare prioritariamente questi terreni, con preferenza alle aziende agricole contadine, abbiamo aggiunto un requisito specifico, quello di assegnarli anche alle aziende che producono prodotti biologici e ciò sia verificabile dal possesso di un titolo rilasciato da un ente certificatore nazionale - non era previsto in modo specifico e dettagliato - e, con questa specificazione proveniente appunto dal nostro lavoro, la norma è ancora meglio indirizzata a premiare la qualità, la bontà e la salubrità dei prodotti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Sostenere l'agricoltura contadina, Presidente, con uno spazio sempre più ampio all'agricoltura biologica e alle tecniche tradizionali, che costituiscono quel valore aggiunto fondamentale per assicurare anche agli agricoltori un reddito, è un ottimo modo per realizzare un benessere diffuso. Noi, signor Presidente, ci abbiamo creduto: questo è uno scorcio della nostra Italia, di quella micro-agricoltura, che rappresenta la tradizione del nostro Paese agricolo e contadino, delle nostre tradizioni e delle nostre tradizioni genuine che, insieme alla macro-agricoltura, fanno grande il made in Italy nel mondo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Quindi, Forza Italia voterà favorevolmente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cenni. Ne ha facoltà.

SUSANNA CENNI (PD). Grazie, Presidente, sottosegretario, colleghi. La legge che noi oggi stiamo discutendo ha una storia lunga e anche un po' complessa. Già dalla scorsa legislatura la Commissione agricoltura aveva avviato l'esame di ben quattro testi di legge in materia di agricoltura contadina. Fra questi, c'era anche il testo del Partito Democratico, che, anche questa volta, ha depositato una sua proposta. Quelle leggi - ieri, come oggi - nascono da un'interlocuzione con una realtà diffusa di molte aree del nostro Paese ed anche alla luce dell'evento globale, che noi abbiamo ospitato nel nostro Paese, mi riferisco ad Expo. In quel passaggio, accanto ai temi della competitività, del made in Italy, del futuro della PAC, quell'evento ci ha fatto discutere di cibo, di sovranità alimentare, di agro-ecologia, di presidio agricolo nelle aree più disagiate di questo Paese e di quelle realtà, di piccole e piccolissime dimensioni, spesso dedite all'autoconsumo e alla vendita in ambito locale, ma assai significative - lo hanno detto molti colleghi, nei loro interventi - dal punto di vista del presidio sociale ed ambientale.

Per qualche tempo, nel nostro Paese, discutere del futuro dell'agricoltura ha significato interrogarci molto sulla dimensione di impresa della nostra agricoltura, di questo settore, tema serissimo, soprattutto se vogliamo parlare di competitività, di prezzi, di produzioni, di innovazione tecnologica, di capacità di stare sui mercati, di export. Sappiamo che il nostro Paese ha un appeal formidabile, con i suoi vini, le promozioni della dieta mediterranea, quel lungo e invidiato carnet di prodotti a denominazione, espressione della forza dei territori, della sapienza degli agricoltori, dell'abilità promozionale e di penetrazione dei mercati.

Per fortuna, negli anni più recenti, anche grazie ad una rinnovata attenzione alla qualità, alla forza delle aree interne, nonché per la costruzione della strategia nazionale per le aree interne, per il rischio di spopolamento e di dissesto idrogeologico legato all'abbandono dei territori rurali più complessi, si è cominciato a comprendere con chiarezza quanto il presidio, rappresentato anche da piccole e piccolissime attività agricole, zootecniche o selvicolturali, possa assumere e quindi a ritenere che abbiamo indubbiamente bisogno di grandi aziende più forti e più strutturate, ma anche della forza delle piccole aziende di carattere familiare, affinché le montagne non vengano giù.

L'agricoltura contadina, che rappresenta una delle espressioni più significative dell'agricoltura familiare, quando quest'ultima è riferita ad aziende di piccole dimensioni, è un'antica forma di coltivazione dei campi e di allevamento degli animali che ha rischiato di scomparire a causa della concorrenza dell'agricoltura industriale ed intensiva. Ma oggi questa modalità, questo tipo di agricoltura suscita anche un rinnovato interesse in molte persone che vorrebbero tornare alla terra ed anche nei consumatori più attenti. Noi abbiamo visto questo fenomeno crescere anche durante la fase più difficile della pandemia, quindi c'è grande attenzione alla qualità delle aree interne. Questa attività spesso è relativa all'auto-occupazione e all'autosostentamento e si è salvata dove è riuscita a mantenere produzioni e trasformazioni di nicchia, legate a tradizioni locali, o nel caso della riconversione delle aziende alle produzioni biologiche. Esiste quindi un'agricoltura dimensionata sul lavoro contadino e sull'economia familiare, orientata appunto all'autoconsumo, spesso alla vendita diretta, un'agricoltura a bassissimo impatto ambientale, fondata anche sulla scelta di valori come il benessere, l'ecologia, la solidarietà, la socialità, con una grande propensione verso l'agricoltura sociale. Le proposte di legge, che poi ci hanno portato a un testo unificato, grazie al lavoro anche del relatore e di tutti i colleghi, avevano approcci diversi. Abbiamo discusso a lungo e ci sono stati anche momenti di confronto complesso fra di noi, penso però che alla fine siamo riusciti a trovare una sintesi che è stata capace di raccogliere il meglio delle tre proposte di legge. Quindi, il testo che oggi i colleghi approveranno è un testo che io credo parli a questo tempo: sì, parla a questo tempo perché, poche settimane fa, quest'Aula ha licenziato un poderoso Piano per la ripresa e la resilienza del nostro Paese, risorse importantissime, sfide che guardano al futuro, alle nuove generazioni e che parametrano una buona e innovativa crescita economica e sociale, attraverso la chiave del green deal, della riduzione dei divari di genere, generazionali, territoriali; rafforzeremo imprese, infrastrutture, servizi, modernizzeremo la pubblica amministrazione. Ma dentro a quel Piano, si parla anche di altro: si parla di aree interne, si parla di borghi, si parla di prossimità. Ecco, io credo che questa legge parli del concetto di prossimità di aree interne e di qualità dell'ambiente. Per questo, nel testo si lavora con attenzione per definire e sostenere questa realtà, a partire proprio dalla funzione di contrasto allo spopolamento: lo si fa raccogliendo le indicazioni delle convenzioni internazionali, evidenziando la funzione agroecologica di questa forma di azienda, e valorizzando la storia e la cultura contadina e mezzadrile che - vorrei ricordarlo - ha prodotto anche un pezzo di democrazia di questo Paese. La legge chiarisce la dimensione di impresa, prevalentemente, ma non esclusivamente familiare, richiama le tecniche colturali non industrializzate, quelle di trasformazione legate a tradizioni locali, c'è un registro promosso dal MiPAAF, si prevedono semplificazioni, si prevedono le norme per la partecipazione ai mercati, perché è del tutto evidente che questo tipo di impresa non può avere come riferimento gli stessi adempimenti delle imprese di altre dimensioni. Si prevede la possibilità di assegnare terreni incolti, anche al fine di conservarne il suolo e la fertilità, con priorità a giovani agricolture e, grazie al nostro emendamento, anche alle donne conduttrici, raccogliendo quindi anche gli indirizzi del PNRR. Importanti sono gli articoli relativi alla ricognizione del catasto dei terreni e la possibilità di costituzione di associazioni per il recupero e la gestione dei terreni abbandonati.

Credo che noi abbiamo lavorato in questa legge per trasformare questa casistica in potenzialità. Infine, gli ultimi articoli sono interamente raccolti dalla nostra proposta di legge e prevedono l'istituzione della Rete italiana della civiltà e delle tradizioni contadine: abbiamo in questo Paese una diffusissima realtà, fatta di piccoli e preziosi musei che raccolgono materiale fotografico, storico, documentario, attrezzature, testimonianze della nostra civiltà contadina, di un pezzo enorme della nostra storia. Io credo che anche dar vita a questo circuito nazionale ci consentirà, in qualche modo, di dare valore a questa esperienza; c'è poi la giornata nazionale, eccetera. Certo, avremmo voluto una dotazione di risorse diverse, ma siamo anche consapevoli del tempo che stiamo vivendo. Il nostro gruppo ha contribuito, come tutti gli altri, con i suoi emendamenti, a migliorare ulteriormente il testo in Commissione e, quindi, io credo che, con il concorso di tutti, noi abbiamo fatto un buon lavoro utile. Abbiamo fatto anche uno sforzo per non trasmettere l'idea di un perimetro di questa agricoltura residuale e di mera testimonianza, perché non è così. Concludendo, Presidente, mi lasci dire che, alcuni mesi fa, il nostro Paese e anche quest'Aula, come tanta parte dell'Italia, si sono commossi per la tragica e violenta fine di una giovane donna per femminicidio: si chiamava Agitu Ideo Gudeta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e del deputato Bond), etiope trapiantata in Trentino da diversi anni per portare avanti la sua passione e la sua sfida. Questa donna voleva vivere in armonia con la natura e recuperare dall'estinzione una capra, la capra mochena: la sua azienda, infatti, si chiamava “La capra felice”. Con gioia, con grande forza, Agitu ha recuperato un terreno di 11 ettari in abbandono e lo ha valorizzato come pascolo incontaminato per il suo gregge di capre. Grazie a questa passione, appresa dalla sua nonna materna, Agitu alleva queste capre, trasforma il formaggio con metodi tradizionali, metodi oggi sempre più necessari per un allevamento sostenibile e di qualità; alleva, trasforma il latte, apre un piccolo caseificio, una rivendita. Agitu era colta, convinta della qualità del suo lavoro, impegnata nell'associazionismo agricolo ed era una imprenditrice contadina in luoghi che pochi avrebbero scelto per giocare questa sfida complicata. Io credo che questo impegno, che era un impegno per difendere il territorio, per proporre un modello di azienda agricola biologica e sostenibile, che potesse funzionare da stimolo e incoraggiamento per tutti quelli che volevano realizzare nuove modalità di vita, lavoro e convivenza, sia un punto di riferimento importante per le cose che noi stiamo discutendo. Quindi, non è impossibile, non è così raro, specie in questo tempo, che si scelga questa possibilità di vita. Queste scelte sono un atto di generosità e di amore per la montagna. Oggi è la giornata della biodiversità agricola, riferita alla legge sulla biodiversità alimentare, e credo che anche questa sia una coincidenza importante, perché la nostra agricoltura è molte cose. Il nostro Paese, però, ha bisogno di questo coraggio, che io credo dobbiamo sostenere con norme come quella che approviamo oggi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gastaldi. Ne ha facoltà.

FLAVIO GASTALDI (LEGA). Grazie Presidente, sottosegretario Centinaio, colleghi, la proposta di legge in esame va a sanare un vulnus normativo, andando ad individuare e riconoscere una figura essenziale ed importantissima nel mondo agricolo, con il ruolo di elemento di coesione economico-sociale nel nostro Paese: viene valorizzato l'agricoltore contadino, quale custode e protettore dei terreni ubicati nelle aree interne, montane, collinari e rurali, quindi economicamente più svantaggiate, con attività orientate all'autoconsumo e alla vendita diretta. Lo spirito di questo testo è, tra l'altro, contrastare lo spopolamento delle aree interne già citate, ma anche delle zone marginali di pianura, periurbane, fenomeno che negli ultimi tempi non accenna a diminuire proprio perché mancano i servizi essenziali alla vita quotidiana. Con la valorizzazione dell'agricoltore contadino ci rifacciamo anche al termine agricoltore-custode, che è colui - cito testualmente - che si impegna nella conservazione delle risorse genetiche di interesse alimentare ed agrario locali, soggette a rischio di estinzione o erosione genetica. In altre parole, ogni territorio ha una sua identità ben definita che si è creata e mantenuta nel tempo, proprio perché qualcuno ha saputo gestirla e sfruttare al meglio il clima e la conformazione dei terreni di quel luogo, creando il più delle volte meraviglie naturali invidiate in tutto il mondo che, a loro volta, hanno generato uno strato socio-culturale fatto di tradizioni, prodotti tipici, ricette locali che sono figli di quel mondo arrivato fino ai giorni nostri e che va, quindi, tutelato (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Per lungo tempo lasciata ai margini anche degli interventi legislativi, in molti, negli anni, hanno decretato la fine dell'agricoltura contadina, a vantaggio dell'innovazione tecnologica e della modernizzazione. Seppur di ridotta dimensione economica, questa misura interessa moltissime persone, a parlare sono i numeri, certificati dall'Istat: il numero di aziende agricole in Italia è di 1,7 milioni, di cui circa il 30 per cento gestito direttamente dalle famiglie degli agricoltori. Questo testo riconosce il giusto riscatto valoriale ed economico all'agricoltore contadino, quale custode della terra che lavora ogni giorno, rispettando il ciclo naturale del tempo, combattendo con le avversità atmosferiche, con la burocrazia e con i danni da fauna selvatica (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Su quest'ultimo punto - esulo un po' dal tema - ancora in troppi fanno finta che il problema non esista, ma, al di là delle raccolte firme e richieste di adottare delibere di giunta di sensibilizzazione sul tema provenienti da varie organizzazioni agricole e che ho personalmente sulla mia scrivania, da sindaco, ricordo a tutti i colleghi - diversi dei quali sono saliti sul palco allestito qui davanti a Montecitorio ormai un anno fa, concordando su questa linea - e alla Presidenza che questo è uno dei principali temi su cui intavolare una discussione e giungere rapidamente ad una soluzione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). I numeri altissimi dei danni alle colture e degli incidenti stradali - l'ultimo, mortale, due giorni fa, perché c'era un capriolo di troppo che ha attraversato la strada - sono lì a ricordarcelo, tutti i giorni. E lo dico ai colleghi: ci va più coraggio (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), non solo in ambito agricolo, ma, come ricordano Matteo Salvini e la Lega da mesi, anche sulle riaperture!

Tornando al testo, Presidente, si prevede di dare la possibilità ai comuni di promuovere la creazione di associazioni, consorzi e cooperative di agricoltori, a tutela dei territori incolti abbandonati da più di cinque annate agrarie. E, su sollecitazione della Lega, si permette di operare con fini di razionalizzazione e ricomposizione fondiaria, laddove i terreni, soprattutto nelle zone montane, sono molto parcellizzati. Anche su questo tema si poteva fare di più: un nostro emendamento prevedeva procedure semplificate per queste associazioni nel caso in cui un proprietario di terreno in zona montana risultasse deceduto, non rintracciabile o impossibilitato a partecipare alla compravendita al fine della ricomposizione fondiaria. È, infatti, risaputo, colleghi, che il più delle volte non si procede a ricomporre la parcellizzazione, perché i costi notarili e amministrativi superano di gran lunga il valore dei terreni stessi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), limitando quindi la coltivazione e la manutenzione di quei micro-terreni che risultano inselvatichiti, a fianco di altri che, invece, sono curati, creando il cosiddetto effetto scacchiera.

Un altro aspetto su cui si è intervenuto sono i cosiddetti terreni silenti, cioè quelli su cui è impossibile rintracciare un proprietario. Con un emendamento della Lega - e qui permettetemi di ringraziare il grande lavoro svolto dalla collega Martina Loss -, abbiamo dato la possibilità ai comuni di fare un censimento dei territori, rintracciando quelli silenti e consentendone la loro gestione con le modalità precedentemente citate con gli stessi fini di gestione del territorio.

Un altro punto importante è che, in presenza di più richieste per lo stesso fondo, la preferenza sarà assegnata al titolare con meno di 40 anni o alle aziende agricole che prevedono una conduzione al femminile. Io credo che questo sia un segnale concreto rivolto a tutti coloro che, in questi ultimi tempi, hanno più sofferto la crisi della pandemia e sui quali noi abbiamo tutta l'intenzione di continuare ad investire.

Un altro contributo del gruppo Lega riguarda l'istituzione del registro dell'agricoltura contadina, con riferimento al quale abbiamo inserito la richiesta, da parte dell'interessato, ad aderirvi, proprio per non banalizzare l'importante compito a cui saranno chiamati gli aderenti, che è quello di avere norme semplificate riguardo alla quantità di produzione per la vendita diretta, per i requisiti urbanistici per i piccoli lavori, per la provenienza delle materie prime trasformate e relativi requisiti, in cambio della manutenzione di terreni altrimenti lasciati a se stessi, con tutti i rischi idrogeologici ai quali abbiamo più volte assistito negli ultimi tempi. Anche su questo tema si poteva fare di più: la semplificazione burocratica, amministrativa e fiscale contenuta in questo testo andrebbe estesa a tutto il comparto agricolo, allo scopo di rendere più competitivo il nostro agroalimentare, eccellenza nel mondo anche grazie ai nostri agricoltori contadini.

Un articolo importante prevede la possibilità di individuare, nell'ambito delle risorse del PSRN, una misura nazionale specifica nei piani di sviluppo rurale a favore di determinate categorie di aziende agricole contadine. A tal proposito, ci sarà da vigilare, in futuro, anche sui fondi previsti dal PNRR relativi alla transizione ecologica in agricoltura e al recupero delle aree rurali, per non disperdere i 5 miliardi stanziati, per far sì che l'agricoltura contadina ne benefici per il suo ruolo di tutela del territorio descritto in questi minuti.

In questo testo abbiamo molto puntato sui giovani e, a tal proposito, sono due i punti che intendo ancora toccare, prima della conclusione. Sono uno strenuo sostenitore degli istituti tecnici superiori, ancora troppo poco presi in considerazione nella scelta post-diploma (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e recentemente entrati nel dibattito politico per essere stati definiti, anche dal Premier Draghi, come pilastri educativi del nostro Paese, tanto da essere destinatari di 1,5 miliardi nel Recovery, quasi 20 volte di più di un anno pre-pandemia.

Sarà necessario che negli ITS destinati alle nuove tecnologie per l'agroalimentare made in Italy si creino le condizioni migliori per fondere istruzione ed esperienza pratica anche presso le aziende agricole contadine, così come sarà importante, e lo ribadisco ancora una volta in quest'Aula, investire nelle nuove generazioni fin dalla scuola dell'obbligo. In questo senso, l'agricoltura ci insegna che ogni fase ha il suo tempo: la semina in terreno florido, la cura nella crescita e, laddove una pianta risultasse storta, fornirle un sostegno per raddrizzarla, per giungere al raccolto. Questi sono i tempi dell'agricoltura applicati alla vita reale. Investire nei bambini e ragazzi è la scelta più lungimirante che possiamo fare. È positivo che la sensibilità dei docenti e degli alunni negli ultimi tempi stia aumentando, anche grazie all'esperienza delle fattorie didattiche, quella dell'Orto in condotta di Slow Food, quelle delle mense scolastiche sostenibili e con prodotti a chilometro zero, che permettono di riportare il cibo avanzato a casa perché non vada sprecato. Le testimonianze in aula e la prova in campo devono andare di pari passo, in maniera che gli alunni studino e testino di prima mano ciò che hanno ascoltato sui banchi. Tutto quello che ho citato fa parte del sano pragmatismo agricolo - vado a concludere - tramandato in famiglia e che, descritto oggi, sembra eccezionale, ma ai tempi era frutto della cultura e della tradizione dei luoghi, ognuno diverso, zona per zona, e che hanno fatto grande il nostro Paese. In altre parole, la famosa biodiversità.

Scegliere la Giornata nazionale legata alla cultura e alle tradizioni dell'agricoltura contadina nel giorno di San Martino, l'11 di novembre, è il giusto riconoscimento che la Repubblica deve tributare a un settore cardine dell'economia del nostro territorio. Anche in piena pandemia il mondo agroalimentare non si è mai fermato, attraversando una crisi proveniente dalle filiere, alla quale ha saputo reagire con forza, compostezza e sano realismo, non facendo mai mancare sulle tavole degli italiani, nelle mense ospedaliere, il buon cibo sano e made in Italy, che tutto il mondo ci invidia e non riuscirà mai a raggiungere, neanche limitandolo con l'assurda etichetta a semaforo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché noi abbiamo una cosa che nessun altro può imitare: l'orgoglio contadino.

Per questo e altri motivi, annuncio il voto favorevole del gruppo Lega-Salvini Premier (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Parentela. Ne ha facoltà.

PAOLO PARENTELA (M5S). Grazie, Presidente, colleghi deputati, oggi votiamo finalmente questa proposta di legge, che reca disposizioni in materia di tutela e valorizzazione dell'agricoltura contadina. Tale proposta parte da lontano: nasce da una campagna popolare nel 2009 in forma di petizione, proprio con l'intento di riconoscere e valorizzare la figura contadina ripresa in chiave contemporanea per identificare pratiche agronomiche e strutture economiche tuttora presenti nel nostro Paese e che dobbiamo considerare come risorsa preziosa per il futuro. Già nella scorsa legislatura avevamo presentato una proposta di legge in tal senso, a mia prima firma. Oggi, grazie al confronto con le associazioni di agricoltori, grazie al lavoro del relatore Pignatone e di tutti i gruppi parlamentari, abbiamo lavorato presentando emendamenti per costruire un testo condiviso.

Questa legge ha come scopo la tutela e la valorizzazione dell'agricoltura di piccola scala, composta prevalentemente da aziende agricole a conduzione familiare; quindi, un'agricoltura di prossimità, ossia di quella forma di attività agricola caratterizzata da un modello di produzione agroecologica volta a favorire la biodiversità animale e vegetale con modalità di produzioni tradizionali e tipologie di commercializzazione a carattere locale, attraverso la vendita diretta, i mercati contadini, che siamo riusciti a inserire grazie a un nostro emendamento, e i famosi gruppi di acquisto solidale, che sono già riconosciuti dalla normativa italiana. L'agroecologia è definita dalla FAO sulla base di dieci principi tra loro interdipendenti, che sono: diversità, cocreazione e condivisione di conoscenze, sinergie, efficienza, resilienza, riciclo, valori umani e sociali, cultura e tradizioni alimentari, governance responsabile ed economia circolare e solidale. Questo approccio sostenibile alla terra è tra i modelli strutturalmente più adeguati a fermare il continuo spopolamento agricolo delle nostre aree interne, riportandovi sviluppo e occupazione, riutilizzando le risorse territoriali, riducendo di conseguenza i costi ambientali, quindi incendi, assetto idrogeologico, manutenzione dei suoli, tutela della biodiversità, mediante il contrasto al cambiamento climatico e ricostruendo paesaggi sociali rurali.

È un testo di legge attento e moderno al contempo. Oggi riconoscere l'esistenza della figura contadina in chiave contemporanea vuol dire scommettere sul nostro futuro, vuol dire scommettere nella vera vocazione dei nostri territori, nell'occupazione delle prossime generazioni, nel tramandare saperi e sapori che rendono unici, nella loro diversità, i nostri territori; vuol dire scommettere nella transizione ecologica del nostro Paese, che dovrà passare inevitabilmente dal settore primario. Necessaria sarà l'opera delle regioni per prevedere semplificazioni normative riguardo alla produzione, alla trasformazione e alla vendita dei prodotti dell'agricoltura contadina. Altrettanto necessaria è l'attribuzione di risorse per lo sviluppo rurale delle aziende agricole contadine ubicate in terreni montuosi e svantaggiati, come nelle nostre aree interne, mediante l'assegnazione di un punteggio premiale.

Il recupero e l'utilizzazione dei terreni abbandonati è un altro obiettivo di questa importante legge; in tal senso, i comuni dovranno effettuare delle ricognizioni dei terreni inutilizzati al fine di garantire il controllo, la sicurezza, la salubrità, la manutenzione del territorio e la tutela dei paesaggi, anche attraverso la costituzione di associazioni volte ad agevolare coloro che praticano attività agricola. Quindi, è importante puntare sull'aggregazione. Il testo di legge, inoltre, contiene una specifica previsione che attribuisce un criterio di preferenza nell'assegnazione dei terreni agricoli abbandonati a favore delle aziende agricole contadine. Peraltro, il provvedimento stabilisce pure che le regioni, nell'assegnare questi terreni incolti o abbandonati da cinque annate agrarie, accordino preferenza, in presenza di più richieste di utilizzazione di quello stesso terreno da parte dei soggetti iscritti all'albo del registro delle aziende agricole contadine, che sarà istituito presso il Ministero delle Politiche agricole, a quelle di titolari che abbiano meno di 40 anni, quindi puntando molto sui giovani, sulle donne, quindi a conduzione femminile, e anche a quegli agricoltori che praticano agricoltura biologica.

Apro una piccola parentesi: oggi è una giornata importante, è la Giornata mondiale delle api, che sono le sentinelle della nostra biodiversità. In questa legge, all'articolo 9, istituiamo la Giornata nazionale dedicata alla cultura e alla tradizione dell'agricoltura contadina. Sarà una data importante in cui possono essere organizzati incontri, convegni, momenti comuni di ricordo e di riflessione anche nelle scuole e nelle università, al fine di diffondere e di sviluppare la conoscenza del mondo contadino nella sua dimensione antropologica, economica, sociale e storica, di favorire l'incontro e la collaborazione tra associazioni, fondazioni, enti, istituti pubblici e privati a vario titolo che sono impegnati su questi temi e, non per ultimo, al fine di promuovere attività di formazione, informazione e sensibilizzazione.

Attraverso, invece, l'istituzione della rete italiana della civiltà e delle tradizioni contadine promuoviamo ogni forma di conoscenza delle attività e delle tradizioni degli agricoltori contadini, prevedendo percorsi culturali tramite i numerosi musei che sono presenti già nelle varie città italiane, percorsi turistici enogastronomici nei territori in cui si svolge tale attività. In sostanza, si tratta di un testo di legge in linea con la volontà e l'obiettivo del Governo di procedere verso la transizione ecologica e la piena valorizzazione della cultura e della ricchezza dell'agricoltura contadina. L'agricoltura nel nostro Paese perciò continuerà a svilupparsi continuando quindi a coniugare innovazione e tradizione.

La tutela e la valorizzazione della ricchissima biodiversità agricola italiana e la promozione di un'agricoltura ecosostenibile sono sempre stati alcuni dei temi più importanti del MoVimento 5 Stelle. L'Italia ha un patrimonio immenso di prodotti tipici, un'importante rete di aziende agricole che, anche durante questa pandemia, hanno dimostrato di essere la vera colonna portante del nostro Paese, garantendo sempre il buon cibo nei nostri piatti ed evitando soprattutto tensioni sociali. A tutti i nostri agricoltori, esattamente come ai nostri operatori sanitari, rivolgiamo, quindi, il nostro ringraziamento per il loro prezioso lavoro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Con questa legge riconosciamo, quindi, ai nostri agricoltori, ai custodi del territorio e delle nostre tradizioni, il giusto valore e la tutela necessaria per accompagnare il nostro peculiare sistema agricolo verso un modello di sostenibilità ambientale che ci ha sempre contraddistinto rispetto agli altri Paesi, tale da rendere il made in Italy agroalimentare invidiabile in tutto il mondo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Per tutte queste ragioni, annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Cunial. Ne ha facoltà.

SARA CUNIAL (MISTO). Grazie, Presidente. Dedico questo manifesto a tutti i contadini coraggiosi che ogni giorno pensano a noi e al nostro futuro. Amate pure il guadagno facile, l'aumento annuale di stipendio e le ferie pagate. Chiedete più cose prefabbricate, abbiate paura di conoscere i vostri prossimi e di morire. Quando vi faranno comprare qualcosa vi chiameranno, quando vi vorranno far morire per il profitto ve lo faranno sapere. Ma tu, amico, ogni giorno fa' qualcosa che non possa essere misurato: ama la vita e ama la terra; ama chi non se lo merita. Non ti fidare del Governo. Abbraccia tutti gli esseri umani e nel rapporto con ciascuno riponi la tua speranza politica. Approva nella natura quello che non capisci, perché ciò che l'uomo non ha compreso non ha distrutto. Fai quelle domande che non hanno risposta, sostieni che il tuo raccolto principale è la foresta che non hai mai seminato e che non vivrai per raccogliere. Poni la tua fiducia nei 5 centimetri di humus che crescono sotto gli alberi ogni mille anni. Finché la donna non ha molto potere, dai retta alla donna più che all'uomo. Quando vedi che i generali e i politicanti riescono a prevedere i movimenti del tuo pensiero, abbandonalo, lascialo come un segnale della falsa pista, quella che non ha mai perso. Fai come la volpe, che lascia molte più tracce del necessario nella direzione sbagliata e, soprattutto, pratica la resurrezione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Bond. Ne ha facoltà.

DARIO BOND (FI). La ringrazio, Presidente. Grazie di avermi dato le parola e ringrazio anche il gruppo. Intervengo perché oggi è una giornata bella e positiva per l'agricoltura, per l'agricoltura rurale, per il mondo rurale e per il mondo contadino. Però c'è - approfitto della presenza del sottosegretario e lo dico a tutti i colleghi e anche al relatore - un grande rischio, cioè che una parte dell'agricoltura anche contadina, che è l'agriturismo, sia sfilata via dall'agricoltura, sia portata via dall'agricoltura e inserita all'interno del turismo, e non si sa il perché (Applausi di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e della deputata Cunial). Allora, cerchiamo di unire le forze anche su questa battaglia, perché non possiamo permettere che una storia di trasformazione dei prodotti agricoli italiani sia rovinata da un provvedimento legislativo che non ha né corpo, né capo, né coda. Allora, l'appello - e ho finito - che faccio a voi è: uniamo le forze. Ogni forza politica dovrà informare i Ministri competenti, perché non è possibile arrivare, dopo 35 anni di storia, a eliminare un comparto, l'agriturismo, dall'agricoltura italiana (Applausi di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Misto).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pignatone, per i ringraziamenti immagino. Ne ha facoltà.

DEDALO COSIMO GAETANO PIGNATONE, Relatore. Grazie, Presidente. Mi è doveroso, nonché un piacere, ringraziare tutti gli Uffici che mi hanno aiutato e che hanno aiutato la Commissione a portare avanti questo provvedimento. Un ringraziamento va a tutte le forze politiche, di maggioranza e di opposizione, perché insieme, in Commissione, abbiamo lavorato per portare un provvedimento che non fosse esclusivamente di una parte ma potesse raccogliere il meglio della Commissione (Applausi).

(Coordinamento formale - Testo unificato - A.C. 1825​-1968​-2905-A​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - Testo unificato - A.C. 1825​-1968​-2905-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul testo unificato delle proposte di legge n. 1825-1968-2905-A:

"Disposizioni per la tutela e la valorizzazione dell'agricoltura contadina".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 37).

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). La ringrazio, Presidente. Intervengo per chiedere il rinvio alla prossima settimana degli ulteriori argomenti previsti all'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Sulla proposta di rinvio alla prossima settimana degli ulteriori argomenti all'ordine del giorno della seduta odierna darò la parola a un deputato contro e a uno a favore, a norma dell'articolo 41, comma 1, del Regolamento.

Ha chiesto di parlare contro l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà. Onorevole Mollicone, con la mascherina, per piacere. Prego, a lei la parola.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Ovviamente, non tanto sulla proposta fatta dal collega Fiano, perché è concordata coi gruppi, ma soltanto, non essendo potuto essere in Aula questa mattina, per stigmatizzare il continuo rinvio della mozione per la conservazione e l'utilizzo dei dati delle PA, che è diventata un po' come l'unicorno, che appare e scompare, appare e scompare. Forse c'è qualche problema in quest'ampia maggioranza a parlare del cloud nazionale. Solo per questo.

PRESIDENTE. C'è qualcuno che chiede di parlare a favore? No.

Passiamo dunque ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di rinvio alla prossima settimana degli ulteriori argomenti previsti all'ordine del giorno della seduta odierna.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva.

Modifica nella composizione di una componente politica del gruppo parlamentare Misto.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 20 maggio 2021, la deputata Maria Laura Paxia ha dichiarato di dimettersi dalla componente politica “L'Alternativa c'è”, continuando ad aderire al gruppo parlamentare Misto.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Avverto che, con lettera trasmessa in data 17 maggio 2021, la Presidente della Commissione cultura ha richiesto di rinviare ad altra data l'inizio dell'esame in Assemblea del testo unificato delle proposte di legge recante: “Norme in materia di reclutamento, dottorato di ricerca e personale delle università e degli enti pubblici di ricerca”, la cui discussione generale in Assemblea è attualmente prevista per lunedì 24 maggio, in ragione dell'esigenza - sulla quale è stato acquisito l'assenso unanime dei rappresentanti dei gruppi in Commissione - di disporre di tempi più ampi per la conclusione dell'esame in sede referente.

Avverto altresì che, con lettera in data 18 maggio 2021, la presidente della Commissione ambiente ha segnalato che la Commissione ha preso atto che nel disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 44 del 2021 - a seguito dell'approvazione di un emendamento presentato dal Governo durante l'esame al Senato - è presente una disposizione che riproduce, nella sostanza, i contenuti della proposta di legge n. 1218 e delle abbinate proposte di legge, recante: “Risanamento dei nuclei abitativi degradati della città di Messina”, il cui esame è iscritto nel calendario dei lavori dell'Assemblea a partire da lunedì 24 maggio. La presidente Rotta ha, al riguardo, comunicato che la Commissione ambiente, per evidenti ragioni di economia procedurale, tenuto conto che il termine per la conversione del predetto decreto-legge scade nel mese di maggio, ha convenuto di non proseguire ulteriormente l'esame della proposta di legge in oggetto.

Secondo le intese intercorse, l'esame di entrambi i provvedimenti non sarà pertanto iscritto all'ordine del giorno delle sedute della prossima settimana.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fitzgerald Nissoli. Ne ha facoltà. Se uscite in silenzio, date la possibilità all'onorevole Fitzgerald Nissoli di fare il suo intervento e vi ringrazio. Prego, onorevole Nissoli.

FUCSIA FITZGERALD NISSOLI (FI). Grazie, Presidente. Prendo la parola per sollecitare il Governo, per suo tramite, signor Presidente, a rispondere alla mia interrogazione n. 4-09135, del 29 aprile scorso, concernente i diritti dei pensionati residenti in Repubblica Domenicana. Tali cittadini, a causa della mancanza di adeguati accordi bilaterali, pagano le tasse sulla pensione in Italia, ma vengono cancellati dal Servizio sanitario nazionale, con conseguente perdita della tessera sanitaria e del medico di base. Pertanto, auspico di avere presto una risposta alla mia interrogazione, in cui chiedo che si permetta a questi connazionali di pagare le tasse direttamente dove risiedono oppure di garantire loro l'iscrizione al Servizio sanitario nazionale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scanu. Ne ha facoltà.

LUCIA SCANU (M5S). Grazie, Presidente. Oggi vorrei ringraziare, a nome di tutte le donne, la giovane modella Giorgia Soleri, per aver raccontato la sua esperienza con la malattia chiamata vulvodinia. È fondamentale parlare di questa sindrome e dobbiamo fare in modo che la richiesta di aiuto di milioni di donne venga accolta dal Parlamento. In che modo? Come possiamo aiutarle? Possiamo incardinare la proposta di legge che ho presentato ad aprile per poter finalmente far riconoscere la vulvodinia dal Servizio sanitario nazionale.

Ma cos'è la vulvodinia? Perché fino ad oggi se ne è parlato così poco? La vulvodinia colpisce una donna su 7, circa 4 milioni di donne, ma il numero è sottostimato, visto che per arrivare a una diagnosi passano tantissimi anni, perché sono davvero pochi gli specialisti in grado di riconoscerla e curarla. Solitamente viene scambiata per altre malattie, trattate in modo sbagliato, peggiorando i sintomi delle pazienti, che vengono spesso considerate ipocondriache o persone con disturbi psicologici. Questa malattia genera risvolti negativi pesantissimi dal punto di vista fisico, psicologico, sessuale e sociale di tante donne. I sintomi comuni sono dolori cronici e bruciori alla vulva e alla vagina, contrattura del pavimento pelvico, cistite, vaginiti ricorrenti, impossibilità ad avere rapporti sessuali senza dolore. Molte donne sono costrette a cambiare le proprie abitudini quotidiane, anche quelle più semplici, come, ad esempio, indossare pantaloni stretti o stare semplicemente sedute.

I medici specializzati si contano sulle dita di una mano. Le donne si ritrovano, dunque, a dover fare tante visite prima di arrivare alla diagnosi corretta e, tra visite e cure, si arrivano a spendere dai 20 mila ai 50 mila euro. Colleghi, vi sembra accettabile che molte donne rinuncino alle cure per mancanza di soldi e siano costrette a convivere con il dolore? La mia proposta di legge ha come fine quello di tutelare il diritto alla salute e all'assistenza sanitaria, come è sancito dall'articolo 32 della Costituzione, vuole migliorare la salute e le condizioni di vita delle donne - concludo - che soffrono di vulvodinia, attraverso la prevenzione, una diagnosi tempestiva, la cura e una conoscenza approfondita della sindrome. Sono vicina a tutte le donne che soffrono di vulvodinia e faccio un appello in quest'Aula affinché la mia proposta di legge venga incardinata e diventi legge al più presto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carla Cantone. Ne ha facoltà.

CARLA CANTONE (PD). Grazie, Presidente. Il 20 maggio 1999, alle 8,20 del mattino, a Roma, in via Salaria, presso la sua abitazione, è stato barbaramente ucciso dalle BR il professor Massimo D'Antona (Applausi), esattamente come avvenne per Marco Biagi, Tarantelli e Bachelet, tutti giuslavoristi. D'Antona era un leale uomo dallo Stato, insegnò diritto del lavoro a Catania, a Napoli e Roma, molto attento ai diritti del lavoro e nel lavoro e al ruolo della rappresentanza sociale, nel rispetto della Costituzione. Aveva un profondo senso della democrazia e, con questo spirito, svolse un ottimo lavoro di sottosegretario ai Trasporti con il Governo Dini e una consulenza importante presso il Ministero del Lavoro, quando Ministro era Bassolino. E fu membro della Consulta giuridica del sindacato confederale, voleva riformare il mercato del lavoro in chiave moderna: per questo le BR lo odiavano a morte.

Massimo D'Antona era uno studioso che ha messo a disposizione della politica le sue conoscenze e competenze per aggiornare i sistemi di tutela in tutto il mondo del lavoro, pubblico e privato, e, soprattutto, l'intuizione dell'arrivo nel mercato del lavoro di nuovi lavori per i giovani e per le donne. D'Antona era un riformatore, un progressista, ma anche un uomo mite e dolce, mai alla ricerca di visibilità, ma sempre al servizio delle istituzioni democratiche, per una società più giusta.

I suoi studi sono oggi molto attuali, la sua coerenza e capacità ci sono mancate tanto, ci mancano ed è anche per questo, per quello che D'Antona è stato, che noi, che il Parlamento lo ricorda con rimpianto e con affetto (Prolungati applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Alessandro. Ne ha facoltà.

CAMILLO D'ALESSANDRO (IV). Grazie, Presidente. Anche noi vogliamo ricordare la figura di questo servitore dello Stato, Massimo D'Antona, ammazzato ventidue anni fa dalle cosiddette Nuove Brigate Rosse.

Il suo nome si lega alla storia dei diritti dei lavoratori, alla capacità del riformismo in Italia di affrontare temi che sembravano, che sembrano ancora oggi, irriformabili: come si concepisce la tutela del lavoro con le esigenze della produzione delle imprese, una grande questione che ha rappresentato anche lo scontro ideologico negli anni passati. Uomini come lui hanno cercato di rendere il Paese più moderno, senza lenire minimamente i diritti dei lavoratori, in questo straordinario equilibrio che c'è tra lavoro e impresa, tra diritti dei lavoratori e diritti dell'impresa. Per cui è giusto che il Parlamento lo ricordi, è giusto che noi - parlo anche da componente della Commissione lavoro - possiamo ispirarci a quella che è stata una lezione che vive, che non si è conclusa e che va portata avanti (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zangrillo. Ne ha facoltà.

PAOLO ZANGRILLO (FI). Grazie, Presidente. Il 20 maggio del 1999, cadeva sotto i colpi vigliacchi delle Nuove Brigate Rosse Massimo D'Antona, un giuslavorista, un consulente del Ministero del Lavoro. Massimo D'Antona era un insigne giurista, che stava dedicando la sua vita a studiare e a sviluppare la legislazione del lavoro in un'epoca di grandi cambiamenti.

Era l'epoca in cui in Italia, come in altre realtà continentali, stava evolvendo il diritto del lavoro, stava evolvendo in un sistema imperniato sulla contrattazione nazionale, sulla contemporanea evoluzione del sistema di tutele per i lavoratori. Massimo D'Antona - lo voglio ricordare - collaborò intensamente con l'allora Ministro del Lavoro Treu, occupandosi in particolare, in quel frangente, della riforma delle rappresentanze sindacali.

Tutto ciò non impedì ai suoi assassini, le Nuove Brigate Rosse, di individuarlo come il simbolo delle recenti riforme del diritto del lavoro. Massimo D'Antona fu descritto ed identificato dai terroristi come un esponente della borghesia internazionale, quindi come un pericoloso attore di un piano inteso a ridurre i diritti dei lavoratori. Sono passati ventidue anni dalla morte di Massimo D'Antona e noi, come Parlamento, abbiamo non solo il dovere di ricordarlo, ma, soprattutto, abbiamo il dovere di richiamare il fatto che i suoi studi, i suoi insegnamenti sono ancora oggi attuali nell'evoluzione del diritto del lavoro. E consentitemi di dire che le recenti vicende che si riferiscono alla possibilità di assicurare alla giustizia chi ha macchiato di sangue la storia del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) diventano un riconoscimento a chi, come Massimo D'Antona, ha dato la sua vita per l'evoluzione della nostra Italia (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cataldi. Ne ha facoltà.

ROBERTO CATALDI (M5S). Grazie, Presidente. Sono passati oramai ventidue anni dal brutale assassinio di Massimo D'Antona ed è un omicidio che non dovremmo mai dimenticare, soprattutto per le ragioni che sono a monte di questo omicidio. Si è ucciso un uomo per le sue idee, per il semplice fatto di essere un giurista che, nell'ambito della sua professione e mettendosi a disposizione dello Stato, ha espresso un suo pensiero. Un uomo è stato ucciso per le proprie idee: questa cosa non la dobbiamo dimenticare perché fa parte della vita di tutti i giorni. E, se vogliamo che questo omicidio ci insegni qualcosa, dobbiamo partire da noi stessi a iniziare a comprendere che, quando siamo nel dialogo con l'altro, dovremmo, per usare le parole di un allievo di Calamandrei, ospitare il sospetto che una parte della verità possa risiedere anche nelle parole che l'altro sta dicendo a noi; dobbiamo, anche noi, imparare a costringerci al rigore logico del ragionamento e a pensare che non siamo mai sempre e solo i depositari della verità.

Anche Norberto Bobbio ci aveva avvertiti: attenzione quando si crede che esistano soltanto la verità e la non verità e che non c'è spazio per nessuna via di mezzo; allora inizia la violenza. Ed è questo che dobbiamo assolutamente evitare anche nella vita di tutti i giorni.

Sento una particolare vicinanza a D'Antona per il fatto che lui era un giurista, in quel caso lui si occupava di diritto del lavoro. La figura del giurista somiglia molto a quella di noi politici: noi abbiamo una sensibilità rispetto a come poter orientare le norme, il giurista deve interpretarle, ma entrambi sono degli intellettuali ed entrambi devono rivendicare il diritto a poter esprimere liberamente il proprio pensiero e che questo pensiero debba essere sempre e comunque rispettato.

Concludo semplicemente, Presidente, esprimendo solidarietà e vicinanza ai familiari di Massimo D'Antona (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Epifani. Ne ha facoltà.

ETTORE GUGLIELMO EPIFANI (LEU). Presidente, aggiungo solo qualche considerazione rapida perché le cose dette sono tutte assolutamente vere e fondate ed è importante che oggi la Camera ricordi, sia pure con questa modalità, una figura come quella di Massimo D'Antona.

Io più rifletto su quella mattinata - della quale ricordo, ahimè, purtroppo, tutto in maniera molto forte - e più penso che siamo in presenza di un atto che sia, insieme, vile, vigliacco, perché hai ucciso una persona inerte, che camminava uscendo di casa, di fronte alla sua università, e disumano; disumano perché hai voluto tagliare una vita perché era una vita dedicata allo studio, dedicata alla ricerca, dedicata all'approfondimento e a trovare le soluzioni.

Fra l'altro, D'Antona aveva una caratteristica: era un uomo di assoluta mitezza ed era un uomo di dialogo. D'Antona non ha mai imposto, ha sempre ricercato le soluzioni nel rapporto con gli altri. Un metodo aperto, riformatore e riformista, per questo dico “un atto vigliacco e disumano”.

E di tutte le cose, mi ha sempre colpito, ogni anno che si andava a ricordarlo di fronte a casa, quello che c'è scritto e volemmo nella sua epigrafe, sui muri di via Salaria: la frase latina non omnis moriar, non morirò mai del tutto, non morirò anche da morto. Ed è così, perché non muore il suo esempio, non muore quello che ha fatto, non muore il ricordo di una passione che è, insieme, morale, civile, politica e intellettuale. In una parola, non muore una grande figura di un grande democratico del nostro Paese (Prolungati applausi – Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Murelli. Ne ha facoltà.

ELENA MURELLI (LEGA). Grazie, Presidente. Anche noi del gruppo Lega vogliamo ricordare il professor Massimo D'Antona che fu barbaramente ucciso il 20 maggio del 1999.

D'Antona era un professore lungimirante, una persona mite, una persona del dialogo e fu assassinato dai brigatisti rossi, come nel caso del professor Marco Biagi, nella logica terroristica di annientamento di professionisti e servitori dello Stato che avevano una visione diversa e riformista del mercato del lavoro, soprattutto rivolta alla tutela dei giovani e delle donne, verso una visione lungimirante (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Quei terroristi, invece, devono rimanere dietro le sbarre: il primo segnale lo ha dato la Francia, che ringraziamo, proprio perché ha accettato la domanda di estradizione di questi delinquenti.

È importante ricordare oggi il professor Massimo D'Antona perché è un dovere, un segno di civiltà, di attenzione umana di questo Parlamento. Le istituzioni devono cambiare le loro politiche, seguendo i cambiamenti, in modo innovativo, in modo lungimirante, evolvendo e adattandosi al motore dei tempi, conservando però la loro funzione essenziale.

Esprimiamo la nostra solidarietà e vicinanza alla moglie, ai familiari, agli amici e ai colleghi che hanno condiviso con lui la ricerca, ma soprattutto che portano ancora avanti questa idea di cambiamento e di innovazione del mercato del lavoro (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Occhionero. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA OCCHIONERO (IV). Grazie, Presidente…

PRESIDENTE. Mi scusi, ha chiesto di parlare l'onorevole Trancassini sullo stesso argomento. Se ha pazienza un attimo, onorevole, così concludiamo…

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Chiedo scusa alla collega Occhionero, ma anche dai banchi di Fratelli d'Italia ci associamo al ricordo del professor D'Antona per ciò che ha rappresentato, per questa bruttissima pagina di violenza. È stato detto tutto sullo spessore, sulla figura importante, sulla sua pacatezza, sul ruolo che aveva e anche su come portava avanti i suoi studi e sulla sua attenzione al mondo del lavoro.

Nell'associarmi al ricordo e nel rivolgere un pensiero alla famiglia, credo anche che queste ricorrenze ci permettano non solo di ricordare grandi uomini, che hanno pagato un tributo enorme, ma ci obblighino anche a ripensare a quegli anni, all'efferatezza di questi omicidi e al fatto che chi si è macchiato di queste colpe deve pagare interamente il proprio conto. Infatti, molto spesso assistiamo ad un doppio atteggiamento: un ricordo struggente delle vittime ma poi magari, in altri contesti, ascoltiamo del buonismo; e, soprattutto, a molti ex terroristi assassini molto spesso vengono non solo aperte le porte del carcere ma anche quelle dei media, della televisione e - perché no? - anche degli incarichi pubblici.

Ricordiamo la storia del professor D'Antona, ricordiamolo tutta: che ci serva di insegnamento e che tracci anche la strada rispetto agli assassini che si sono macchiati di questo delitto (Applausi).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Trancassini. E grazie anche all'onorevole Occhionero che ha avuto la pazienza di far concludere la commemorazione. Prego, onorevole Occhionero.

GIUSEPPINA OCCHIONERO (IV). Presidente, ci mancherebbe. Vorrei semplicemente rappresentare un disagio, che riguarda molti piccoli comuni non solo della mia regione, il Molise, ma anche tanti piccoli comuni italiani, dovuto alle rigide e drastiche politiche di razionalizzazione delle Poste Italiane che hanno ridotto, in molti piccoli paesi, l'apertura degli uffici locali, con l'abbattimento di tanti servizi per le popolazioni.

Il disagio diventa ancora maggiore se si pensa che si tratta spesso di piccoli comuni, abitati da popolazioni pressoché anziane e quindi con maggiori difficoltà alla mobilità, per i quali gli uffici postali diventano un presidio operativo per le operazioni necessarie e quotidiane. Si tratta di istituzioni territoriali di accesso ai servizi e, se si pensa che in questi piccoli comuni anche gli istituti bancari molto spesso riducono i loro servizi, il problema diventa ancora più imponente.

Quindi, chiedo al riguardo una maggiore sensibilità da parte del Governo e di quest'Aula a guidare e a fare anche da cerniera tra i comuni e gli uffici preposti alla risoluzione di questi disagi, soprattutto alla luce delle drammatiche conseguenze dovute alla crisi COVID e alla necessità da parte del nostro Paese di ripartire con tutti i servizi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Paxia. Ne ha facoltà.

MARIA LAURA PAXIA (MISTO). Oggi vorrei porre all'attenzione ciò che sta avvenendo in questi giorni in merito ai fondi europei agricoli per lo sviluppo rurale. Si tratta di 6 miliardi di euro da utilizzare nel prossimo biennio. Questi fondi dovevano essere distribuiti per le varie regioni, ma ancora una volta, purtroppo, assistiamo ad un grave scippo per il Sud; a quanto pare - è stato anche confermato dal Ministro Patuanelli - verrebbero a mancare 110 milioni di euro soltanto per la Sicilia. Vorrei ricordare che i criteri di ripartizione, per i quali l'Europa aveva deciso di creare questi fondi, erano proprio per colmare le gravi diseguaglianze che esistono nelle zone più ricche del nostro Paese e quelle meno ricche. Ovviamente, sovvertire questa logica sarebbe una pugnalata alle spalle degli imprenditori agricoli. Per questa ragione, mi auguro che, nelle prossime ore, venga ridiscusso il criterio di ripartizione per dare la possibilità anche al Sud di ripartire, soprattutto perché questi fondi erano stati pensati proprio per loro.

PRESIDENTE. Grazie a lei, onorevole Paxia.

Sono quindi conclusi gli interventi di fine seduta.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 21 maggio 2021 - Ore 9,30:

1. Svolgimento di interpellanze urgenti .

La seduta termina alle 13,20.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 1 il deputato Rotondi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 2 la deputata Madia ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 16 il deputato Acunzo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale TU pdl 1825-1968-2905-A - art. 1 354 351 3 176 351 0 95 Appr.
2 Nominale em. 2.103, 2.104 362 356 6 179 33 323 95 Resp.
3 Nominale em. 2.300 377 377 0 189 377 0 95 Appr.
4 Nominale em. 2.107, 2.108, 2.109 381 377 4 189 377 0 95 Appr.
5 Nominale em. 2.200 381 381 0 191 381 0 95 Appr.
6 Nominale em. 2.110 390 385 5 193 33 352 94 Resp.
7 Nominale em. 2.114 386 377 9 189 369 8 94 Appr.
8 Nominale articolo 2 393 370 23 186 370 0 94 Appr.
9 Nominale em. 3.100 392 378 14 190 378 0 94 Appr.
10 Nominale articolo 3 388 365 23 183 365 0 94 Appr.
11 Nominale em. 4.200 393 393 0 197 393 0 93 Appr.
12 Nominale em. 4.104 407 407 0 204 44 363 92 Resp.
13 Nominale em. 4.105 407 407 0 204 28 379 92 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale em. 4.114 405 402 3 202 401 1 92 Appr.
15 Nominale articolo 4 406 387 19 194 387 0 92 Appr.
16 Nominale em. 5.4 404 398 6 200 17 381 92 Resp.
17 Nominale articolo 5 412 389 23 195 387 2 92 Appr.
18 Nominale em. 6.100 415 414 1 208 414 0 92 Appr.
19 Nominale articolo 6 416 394 22 198 394 0 92 Appr.
20 Nominale em. 7.200 426 426 0 214 426 0 92 Appr.
21 Nominale em. 7.100 422 414 8 208 414 0 92 Appr.
22 Nominale em. 7.101 407 406 1 204 32 374 91 Resp.
23 Nominale em. 7.102 414 413 1 207 35 378 91 Resp.
24 Nominale em. 7.104 415 414 1 208 39 375 91 Resp.
25 Nominale em. 7.105 413 412 1 207 32 380 91 Resp.
26 Nominale articolo 7 421 419 2 210 386 33 91 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 37)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale em. 8.100 417 410 7 206 409 1 91 Appr.
28 Nominale em. 8.7 429 427 2 214 40 387 91 Resp.
29 Nominale em. 8.101 430 429 1 215 34 395 91 Resp.
30 Nominale articolo 8 433 432 1 217 399 33 91 Appr.
31 Nominale articolo 9 429 426 3 214 423 3 91 Appr.
32 Nominale em. 10.100 431 428 3 215 425 3 91 Appr.
33 Nominale em. 10.200 431 428 3 215 426 2 91 Appr.
34 Nominale articolo 10 427 426 1 214 424 2 91 Appr.
35 Nominale articolo 11 428 402 26 202 401 1 91 Appr.
36 Nominale articolo 12 426 425 1 213 397 28 92 Appr.
37 Nominale TU pdl 1825-1968-2905-A-voto finale 378 360 18 181 360 0 90 Appr.