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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 510 di martedì 18 maggio 2021

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

La seduta comincia alle 15,05.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANNA RITA TATEO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta del 28 aprile 2021.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Molteni e Sasso sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 88, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori perché abbiamo avuto notizia della scomparsa di un grande artista, il musicista Franco Battiato, e chiederei la possibilità di ricordarlo per un minuto.

Credo che quest'Aula debba celebrare la conclusione dell'esperienza terrena di Franco Battiato. Ricordiamo in lui un grande della musica, del teatro, del cinema, della poesia nazionale (Applausi).Era maestro spirituale ed esoterico. C'è chi ha cominciato a leggere Gurdjieff e altri mistici dopo aver ascoltato la sua musica. La sua sicilitudine è certo fuori discussione, ma non occorre ricordarlo solo per questa, come avviene per i grandi autori, come Pirandello e Sciascia: sarebbe sicuramente una diminutio; bisogna ricordarlo per la grandezza universale e il suo messaggio spirituale e artistico. Chiediamo che il Ministro della Cultura intitoli a suo nome un'istituzione culturale e musicale. Vedete, con Povera patria, avemmo un manifesto per un'intera generazione, per la rinascita d'Italia contro la corruzione e la mafia.

Ho avuto l'onore di conoscerlo quando ero presidente della commissione cultura di Roma Capitale e ne ricordo l'eleganza e il suo distacco dalle vicende terrene. Ha donato la bellezza della sua musica e il suo messaggio spirituale: la morte non esiste, è solo un passaggio nel cammino delle nostre anime. I suoi versi sono questi, in una delle sue famose ultime canzoni: “Lascio i miei esercizi sulla respirazione, Cristo nei Vangeli parla di reincarnazione”. Lo vogliamo ricordare, infine, con la strofa di una delle sue ultime canzoni, Torneremo ancora, vero e proprio manifesto del suo pensiero spirituale: la vita non finisce, è come il sogno; la nascita è come il risveglio; quello che facciamo in vita riecheggia per l'eternità. Per Franco Battiato riecheggerà un canto divino. Addio, Franco Battiato (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Nobili. Ne ha facoltà, sempre con tempi contenuti, cortesemente.

LUCIANO NOBILI (IV). Certo, Presidente. Anche da parte del gruppo di Italia Viva, perché ci sembra doveroso che questa Aula ricordi il maestro Franco Battiato, una scomparsa pesantissima per tutto il nostro Paese, per la sua cultura, ma non solo per il mondo della cultura. Non è stato soltanto un genio Franco Battiato, colto e umanissimo, estremo e popolare, contemporaneo ed eterno, mistico e sperimentatore, eremita felice nella sua amata solitudine - “isola benedetta”, come la definiva - ma un artista capace con la sua musica di donare nuove orecchie e nuovi occhi, di aprire a chi lo ascoltava nuove prospettive e orizzonti. Un uomo mite che, però, per tutta la vita ha pervicacemente lottato contro la banalità, contro l'omologazione, contro le consuetudini. Perseguiva il cambiamento sempre alla ricerca di qualcosa che non era stato ancora ascoltato, a costo di spiazzare ogni volta, ma, d'altronde, è quello che deve fare ogni grande artista. Lascia un vuoto autentico, in una scena musicale senza veri eredi, ma, allo stesso tempo la sua musica è nel DNA di ogni artista italiano. Per tutti noi, che siamo orfani sin dalla sua uscita dalle scene di qualche anno fa, rimangono le sue ultime canzoni e l'ultimo brano, profeticamente intitolato Torneremo ancora, registrato insieme alla Royal Philharmonic Orchestra e, soprattutto, quei pochi versi, che ha registrato per l'ultimo Festival di Sanremo, di Povera patria, una delle sue canzoni più belle e importanti. Oggi, con la sua scomparsa, davvero la nostra Patria amata è un po' più povera. Quindi, buon viaggio, maestro, grazie (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Cantone. Ne ha facoltà.

CARLA CANTONE (PD). Grazie Presidente. Anche il gruppo del PD si unisce a quanto già abbiamo ascoltato finora dai colleghi, rispetto alla scomparsa di un grande musicista e di un poeta come Franco Battiato. Franco Battiato, per quelli della mia generazione, ma non solo della mia generazione, lascia un ricordo importantissimo per le parole, che lui ha sempre detto. Io penso che le sue poesie siano un faro anche per i giovani, anche per quelli che non l'hanno conosciuto, per i giovani che verranno. Ascoltare le canzoni di Battiato è sicuramente un modo per stare tranquilli: sono messaggi, davvero, di speranza e di serenità.

Vorrei ringraziare il Ministro dei Beni culturali Franceschini, che ha già deciso di dedicare la Casa dei cantautori di Genova proprio a Francesco Battiato. Il fatto che il nostro Ministro, il Ministro Franceschini, si sia immediatamente attivato, credo che sia una bella cosa non per il Governo, ma per tutti noi e, soprattutto, per Francesco Battiato (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Paolini. Ne ha facoltà.

LUCA RODOLFO PAOLINI (LEGA). Grazie, Presidente. Credo che la vita di tanti di noi si incroci con le bellissime canzoni e le musiche di Battiato. Io ricordo che avevo 19 anni e sentii per la prima volta questo signore - sono appassionato di musica e la suono - che era qualcosa di veramente diverso da quello che si sentiva all'epoca, un epoca di punk, di musica piuttosto violenta. Battiato era uno che se usciva con frasi: “Gesuiti euclidei vestiti come dei bonzi per entrare a corte degli imperatori della dinastia dei Ming” oppure “Cerco un centro di gravità permanente che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose, sulla gente”. Insomma, musiche particolari di un uomo particolare, che ha segnato la vita musicale di questo Paese. Ricordo che ero in Inghilterra e che degli svedesi e inglesi mi chiesero copia della cassetta di Battiato - il primo disco, quello appunto Centro di gravità permanente - e la cosa mi stupì perché mi dicevo: questi come fanno a conoscere questo signore qua? Perché avevano anche loro capito la novità e la grande capacità innovativa e penetrativa del suo messaggio. Quindi, maestro Battiato, ti auguro di ricordarti di noi, da lassù, dove sei (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Papiro. Ne ha facoltà.

ANTONELLA PAPIRO (M5S). Grazie Presidente. Presidente, oggi è una giornata triste per la mia terra, la Sicilia, oggi è una giornata triste per tutto il Paese. Se ne va un conterraneo, un grandissimo genio della musica, autore di brani indimenticabili, un ironico libero pensatore, un poeta della musica, che ha gettato le basi di un percorso unico e originale, mai banale, mai scontato. Franco Battiato si è spento questa mattina, dopo una lunga malattia vissuta nel silenzio, lasciando un vuoto incolmabile per tutti noi.

Presidente, io ho preso la parola in quest'Aula perché, in questo momento più che mai, mi sento in dovere di ringraziare un grande maestro della musica, che è stato di capace di guidare con la sua genialità, la sua creatività senza precedenti, tanti musicisti come me, riuscendo a diventare con la sua poesia e la sua avanguardia il riferimento musicale di intere generazioni.

Ma Battiato non era solo un originale poeta, fu molto di più: un artista in tantissimi settori, da regista di film a autore di opere liriche, pittore, autore anche di canzoni per altri e il tutto portato avanti con quell'originalità che tanto lo rendeva unico, riuscendo a ricoprire, anche se per breve tempo, anche il ruolo meritatissimo di assessore alla cultura nella mia terra.

Per questo, mi sento di dire che oggi non ci lascia solo un grande cantautore: oggi va via un essere speciale e abbiamo il dovere di prenderci cura della sua memoria. Ciao Franco. Grazie, per aver dato orgoglio alla mia terra. Grazie, per la grande eredità che ci lasci (Applausi).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2144 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 22 marzo 2021, n. 41, recante misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse all'emergenza da COVID-19 (Approvato dal Senato) (A.C. 3099​) (ore 15,18).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3099: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 22 marzo 2021, n. 41, recante misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse all'emergenza da COVID-19.

Ricordo che nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, identico a quello approvato al Senato.

(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia – Articolo unico - A.C. 3099​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.

Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, la deputata Gebhard. Ne ha facoltà.

RENATE GEBHARD (MISTO-MIN.LING.). Grazie Presidente. Con il decreto in esame sono state introdotte significative semplificazioni e innovazioni, che in tal modo garantiscono un più equo ed efficiente impiego delle risorse. Sono state altresì eliminate discriminazione fra le diverse categorie. Apprezziamo questo passo in avanti, molto importante per le categorie e i settori più colpiti dalla crisi economica.

Fra questi, per noi, erano e restano prioritari il settore del turismo e le politiche di sostegno per la montagna, come non sono indifferenti, sul piano sociale, le misure per le famiglie e il Terzo settore. Condividiamo con il Governo i punti di riferimento, che sono il nuovo “decreto Sostegni 2” per migliorare le attuali misure laddove non siano sufficienti, le misure graduali di riapertura e il quadro di politica economica delineato dal DEF in correlazione con le scelte strategiche e le riforme indicate dal PNRR. Come Südtiroler Volkspartei - Minoranze linguistiche votiamo la fiducia e lo facciamo anche nella consapevolezza che con il PNRR e le politiche attive di sostegno siamo di fronte a una sfida globale, che richiede pari e impegnativi comportamenti da tutte le forze politiche di maggioranza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Andrea Cecconi. Ne ha facoltà.

ANDREA CECCONI (MISTO-FE-FDV). Grazie, Presidente. Oggi prendo parola non tanto per dire che la fiducia su questo decreto è necessaria e che all'interno di questo decreto ci sono misure quanto più importanti per il nostro Paese che vanno immediatamente sbloccate e approvate, ma soprattutto per denunciare una pratica che ormai va avanti da 3 anni in questo Parlamento, quindi ben prima della crisi COVID e della pandemia, che è quella di aver trasformato la nostra attività legislativa in un monocameralismo di fatto. Questo decreto è stato detenuto per 50 giorni dal Senato, è stato trasmesso pochi giorni fa e noi in 4-5 giorni siamo costretti a convertirlo. La prossima settimana arriverà il “decreto Sostegni 2” e noi, di buona misura, lo terremo 50 giorni qui alla Camera e lo trasmetteremo al Senato, per la conversione finale, negli ultimi 4 o 5 giorni. Questa è una storia che racconta la nostra incapacità, probabilmente, di gestire i lavori parlamentari in maniera adeguata, ma io ritengo, come ritenevo 5 anni fa, quando, insieme a tanti altri, mi sono battuto per bloccare una riforma costituzionale, che il nostro Paese abbia bisogno ancora, e tutt'oggi, di un bicameralismo per produrre leggi adeguate e giuste per il popolo italiano. Quindi, questo modo di operare - e lo dico soprattutto a lei, Presidente, e al Presidente Fico, che dovrebbe in qualche modo tutelare anche il nostro lavoro - è assolutamente inadeguato e insopportabile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Alessandro Colucci. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO COLUCCI (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, Presidente. Al Governo Draghi, al nuovo Governo Draghi, avevamo chiesto un cambio di passo rispetto al Governo precedente. Oggi possiamo dire che questo cambio di passo c'è stato. Le persone dicono che finalmente si respira un clima totalmente diverso rispetto a qualche mese fa. Il “decreto Sostegni” è il primo provvedimento legislativo del Governo Draghi e impegna 32 miliardi per: imprese (11 miliardi), per lavoratori (8 miliardi) e per le famiglie. La vera novità, però, è rappresentata dai contenuti del decreto, che finalmente prevedono erogazioni di risorse in modo molto rapido, quindi con una tempestività più adeguata rispetto alle esigenze del mondo economico, contributi a fondo perduto - finalmente contributi a fondo perduto e su questo avevamo insistito tanto - e la semplificazione. È possibile, con una semplice comunicazione, allestire tende all'esterno degli esercizi della ristorazione e dei bar. Questo decreto chiaramente non risolve tutti i problemi del mondo economico e siamo convinti che i 40 miliardi di ulteriore scostamento che arriveranno dovranno essere investiti innanzitutto su prestiti garantiti, perché hanno un costo minore, sono un investimento nella credibilità delle aziende e, soprattutto, danno una risposta più adeguata al mondo delle imprese.

In ultimo, crediamo che bisogni incentivare politiche del lavoro serie, bisogni investire sul lavoro, bisogni incentivare le assunzioni, e basta con il reddito di cittadinanza. Abbiamo, da qualche ora, le novità che il Governo ha dato con grande chiarezza sulle riaperture.

PRESIDENTE. Concluda.

ALESSANDRO COLUCCI (M-NCI-USEI-R-AC). Finalmente ci sono delle certezze - e concludo, Presidente - e delle date. C'è un orizzonte sicuro per il mondo delle imprese. Questa è la ragione per cui abbiamo sostenuto il Governo Draghi e questa è la ragione per cui riconfermiamo la fiducia al Governo Draghi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Alessandra Ermellino. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA ERMELLINO (MISTO-CD). Grazie, Presidente. Come Centro Democratico, abbiamo già espresso il nostro apprezzamento per il lavoro che il Governo sta svolgendo. Siamo consapevoli che “Sostegni” e “Ristori”, per quanto ben ponderati, non possano che rappresentare un passo intermedio, ancorché necessario, sul cammino della ripresa e che vadano, quindi, inquadrati nel ben più ampio orizzonte tracciato dalle misure di implementazione del Piano di ripresa e dai futuri provvedimenti che il Governo saprà adottare. Ma, come ho già detto, si tratta, comunque, di misure necessarie, anche perché il gruppo che rappresento ha piena contezza di quanto la crisi in atto stia avendo conseguenze devastanti soprattutto sul piano sociale e di come la pandemia abbia fatto emergere situazioni di marginalità e precarietà inaccettabili per qualunque Paese democratico.

Nell'annunciare fin da ora il voto favorevole di Centro Democratico sul provvedimento, voglio, però, porre l'accento anche su un'altra questione, meno considerata quando si parla di ripresa economica, ma forse degna di maggiore attenzione. Innanzitutto, la nomina della dottoressa Belloni a capo del DIS. Non credo di sbagliare affermando che, per la prima volta dalla riforma del 2007, un direttore sia stato nominato da un Presidente del Consiglio, che definisco politico nel senso più alto del termine, ma non appartenente a un partito, e che - seconda novità - abbia nominato una donna. Una scelta che mi auguro porti a un rinnovamento dell'intero Sistema informativo per la sicurezza. Questo però - e vengo al punto - implica anche lo sviluppo di un'intelligence economica finalmente all'altezza della situazione. Credo fermamente che se il comparto dei servizi di informazione non offrirà il suo contributo al sistema economico non saremo in grado di stare al passo con gli altri Paesi. Le circostanze attuali, per quanto poco incoraggianti, ci offrono l'occasione di aggiornare e di ampliare la capacità della nostra intelligence. Sarebbe un peccato, oltre che un disastro economico, non cogliere questa opportunità. La pandemia pone nuove sfide nello scacchiere della geopolitica mondiale e mette ancora più in pericolo anche i nostri asset strategici. Siamo chiamati a difendere le nostre reti energetiche, i nostri porti, le nostre infrastrutture e l'intero tessuto industriale. Auspico perciò che il confronto con il DIS, l'utilizzo di analisi socioeconomiche predittive, il trasferimento tempestivo di informazioni e un esercizio efficace del golden power diventino finalmente la premessa necessaria di ogni futuro provvedimento economico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Paolo Giuliodori. Ne ha facoltà.

PAOLO GIULIODORI (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Di solito quando un Governo ha paura del confronto democratico cosa fa? Mette la fiducia e impedisce il dibattito parlamentare. Se poi il Parlamento è così svilito e svuotato di autorevolezza, allora il Governo ha gioco facile nel fare tutto quello che vuole. Bene, oggi, in quest'Aula, il Governo chiede la fiducia sul suo primo provvedimento di aiuto alle imprese e all'economia, un provvedimento molto scarso, ma, a quanto pare, è il massimo che il Governo dei migliori sia riuscito a partorire. Siamo in una situazione drammatica, dobbiamo dare risposte serie e immediate al Paese. Ce lo chiedono, stremati, i cittadini, i lavoratori, le imprese. Eppure, il decreto è arrivato con colpevole ritardo, nonostante i soldi fossero già pronti ben prima del cambio di Governo. Ci aspettavamo almeno, a parziale giustificazione, una serie di provvedimenti, dei quali, invece, non c'è neanche l'ombra. In pratica, in 2 mesi, avete cambiato solo il nome.

I numeri, purtroppo, sono impietosi. Secondo la CGIA di Mestre, nel 2020 le nostre imprese hanno subito una perdita di fatturato complessiva di oltre 350 miliardi di euro. A fronte di una simile emorragia, in questi mesi sono stati stanziati circa 27 miliardi di ristori, l'8 per cento del fatturato perso. Una cifra ridicola, che non basta neanche a coprire le spese, e figuriamoci le perdite. Faccio notare che il decreto è stato bocciato perfino dalla stessa maggioranza, visto che ha presentato 2.500 emendamenti. Insomma, una maggioranza che rinnega il suo stesso Governo. Eppure, nonostante tutto, ho notato troppo facile entusiasmo nella maggioranza, entusiasmo per quei 770 milioni avuti in gentile concessione in Parlamento o, per meglio dire, al Senato, dato che ormai i decreti vengono modificati da una sola Camera. Ma, comunque, erano 770 milioni su 32 miliardi di euro. Allora, smettiamola di pontificare sulla centralità del Parlamento.

Questo entusiasmo è totalmente fuori dalla realtà, in netto contrasto con l'esasperazione che si vive fuori dai palazzi, nel Paese reale, con la disperazione dei cittadini che stanno pagando il prezzo delle vostre inefficienze, dei vostri ritardi, delle vostre scelte folli.

I Paesi fuori dall'Europa, come Stati Uniti, Regno Unito e Giappone, hanno investito somme imponenti attraverso le loro banche centrali: cifre molto più alte di quelle messe in campo dalla Banca centrale europea. Gli Stati Uniti, per esempio, hanno investito 8 mila miliardi di dollari, il 40 per cento del PIL, e la ripresa si sta già vedendo. Invece, la nostra cara Europa spenderà meno del 5 per cento. È inaccettabile continuare ancora con il mantra del pareggio di bilancio. L'austerità ha già fatto troppi danni alla sanità, al welfare, all'istruzione e alla ricerca. Se necessario per il bene dei cittadini, si può e si deve fare debito. Purtroppo, tutte le nostre preoccupazioni verso il Governo Draghi si stanno piano piano avverando; procede la sua distruzione creativa, quella distruzione creativa professata da Draghi, da membro del G30. Si devono, quindi, abbandonare al loro destino le imprese che non sono in grado di adattarsi al “dio mercato”. Chi sperava nel miracolo, nella moltiplicazione dei pani e dei pesci dovrà, invece, accontentarsi degli avanzi e delle briciole. Ora, va tanto di moda parlare di resilienza, ma l'impronta che questo Governo sta dando al Paese è molto pericolosa, quindi, più che di resilienza, dovremmo parlare di resistenza. Per questo, L'Alternativa c'è voterà no a questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Luca Pastorino. Ne ha facoltà.

LUCA PASTORINO (LEU). Grazie, signor Presidente. Torno un attimo indietro per associarmi alle parole della collega Cantone in ordine all'annuncio fatto dal Ministro Franceschini di intitolare la Casa dei cantautori di Genova a Franco Battiato: la ritengo un'ottima iniziativa.

Entrando nel merito, questo è un voto sulla fiducia che il mio gruppo esprimerà, anche in maniera convinta, in ragione di un percorso che abbiamo conosciuto in queste ore relativo alle cosiddette riaperture. Il mio gruppo è sempre stato indicato come quello più prudente di tutti: “la linea della prudenza”, si diceva di LeU. Credo che i fatti di oggi ci diano ragione, laddove, più che linea della prudenza, si deve parlare di linea della ragionevolezza che, finalmente, con i numeri sulla pandemia in forte ridimensionamento e alla luce anche dei tanti sacrifici che oggettivamente abbiamo fatto, ha indotto il Governo a stilare un calendario di riaperture che ci fa vedere la luce in fondo al tunnel. Di questo siamo molto contenti ed anche molto orgogliosi, perché abbiamo preferito tenere un atteggiamento responsabile, piuttosto che lanciare proclami di ogni tipo nel segno di chissà quale iniziativa o quale sbocco. Oggi, possiamo applaudire l'iniziativa del Governo che, con il decreto in esame, ha già preventivato un calendario. Poi, è chiaro che ciascuno possa avere proprie idee in proposito; questo è legittimo, fa parte delle dinamiche normali della dialettica tra le parti, ma, se sono costruttive, hanno un significato, se non lo sono, hanno poco a che fare con il mondo che ci circonda e con le aspettative che questo mondo ha. Per esempio, io ho qualche dubbio – ma è un dubbio mio – sulla riapertura delle piscine al chiuso a luglio, ma lo tengo per me; avremo modo di discutere su questo, fa parte di una interlocuzione normale, finalizzata ad uscire da questo percorso. Così come il coprifuoco: non è che qualcuno, qua dentro, si diverta a metterlo e a mantenerlo o spera di tenerlo. Se uno ragiona in questo modo, forse non ha le idee molto chiare. Questo è un “decreto Sostegni” sul quale noi accordiamo la fiducia in ragione di tanti interventi che ci sono. Quindi, esprimiamo tante valutazioni positive su questo intervento da 32 miliardi, a partire anche dal fondo perduto. Qualcuno che mi ha preceduto ha detto “finalmente il fondo perduto”. Ma non è che prima non esistesse il fondo perduto: era distribuito in un modo diverso. Ho sentito, anche nei giorni scorsi in Commissione, che, all'interno della maggioranza, sul tema del fondo perduto, c'erano dei distinguo. Ho sentito dire da qualcuno che questo, sostanzialmente, è un provvedimento che ha fatto il precedente Governo Conte-bis. Niente di tutto questo è rispondente alla realtà, nel senso che il Governo precedente, nei primi giorni di gennaio, ha determinato e poi votato in quest'Aula lo scostamento di bilancio per 32 miliardi, dopodiché il decreto l'ha fatto questa maggioranza con i relativi contenuti. Tant'è vero che con questo “decreto Sostegni” c'è stato il superamento dei codici Ateco per la determinazione delle categorie beneficiare del fondo perduto. Questa è la novità di quest'anno e, quindi, del nostro Governo Draghi. Qualcuno può essere insoddisfatto delle misure, perché forse l'allargamento della platea ha tradito un po' le aspettative? Può anche darsi che sia così, adesso vedremo il “decreto Sostegni-bis”. Noi, da subito, su questo punto, con il collega Fassina in Commissione bilancio, abbiamo sempre sostenuto che un elemento oggettivo per definire gli importi dell'erogazione del fondo perduto dovesse essere non soltanto quello della perdita di fatturato, ma anche quello delle perdite. Mi pare che il Governo vada in questa direzione e di questo siamo soddisfatti. Ci sono altre cose di cui non siamo soddisfatti. Per esempio, noi non avremmo voluto il saldo a stralcio delle cartelle fino a 5 mila euro: lo abbiamo sempre detto, è un'operazione che non ci piace. Avremmo preferito utilizzare la copertura finanziaria utilizzata nell'ambito dell'articolo 4 – prevista per lo sgravio, saldo e stralcio delle cartelle esattoriali fino a 5 mila euro –per una misura che qui non è presente ma che lo sarà - lo vedremo - nel decreto “Sostegni-bis” e che riguarda il credito d'imposta sulle locazioni commerciali. Quindi, dare fiato con una misura che in questo decreto manca, ma che, invece, secondo noi serve molto; questa è una valutazione che abbiamo sostenuto al Senato. Ci sono tanti altri aspetti positivi: l'esenzione dell'IMU sulla prima rata per i soggetti passivi titolari di partita Iva che svolgono attività di impresa, arti e professioni o che producono reddito agrario; c'è la detassazione dei canoni non percepiti; c'è la questione del blocco dei licenziamenti che, ci auguriamo, conoscerà anche una fase ulteriore nel prossimo “decreto Sostegni” nella prossima settimana; c'è la proroga della cassa in deroga. Ci sono tante indennità diverse per lavoratori dipendenti stagionali nel settore del turismo, degli stabilimenti termali e per i lavoratori dello spettacolo, così come per gli operatori del settore dello sport. Si tratta di un misto di misure che, come noi abbiamo sempre auspicato, vanno, da una parte, nella direzione della crescita e del sostegno delle imprese, e, dall'altra, a sostegno dei redditi di chi un lavoro lo ha perso. Sono forme di sussidi e di assistenza necessarie. Io ho sempre censurato la leggerezza con cui, ogni tanto, qualcuno liquida alcune misure - 1.000, 2.000 euro - come forme di assistenzialismo che non servono a nulla. Non è vero che non servono a nulla. Servono a provare a ridare dare dignità ad una persona o ad una famiglia che ha perso la propria capacità reddituale, la propria capacità di poter avere un minimo reddito. Poi si può fare di più, si può fare molto meglio, sicuramente sì, ma l'importante è fare. Così come ho sentito prima parlare sulla questione del reddito di cittadinanza. Volevo smentire il collega che mi ha preceduto, perché questo provvedimento stabilisce 1 miliardo di euro in più, per il 2021, per il reddito di cittadinanza. È una forma che sarà anche discutibile e affinabile nei modi e nelle prospettive, ma è uno strumento che ha consentito a molte famiglie di “stare a galla”; usiamo questo termine, abbandoniamo la solita retorica del divano che non si può più sentire e ogni tanto aleggia in quest'Aula. Ci sono tante misure per gli enti locali; c'è la possibilità di rinegoziare i mutui con l'articolo 40-ter; non c'è la moratoria sui prestiti o riferimenti, per esempio, alla garanzia del mantenimento dell'accesso ai crediti alle condizioni pre-COVID, lo vedremo nel “Sostegni-bis”, ma credo ci sia già un'intesa in questo senso, perché noi consideriamo, questa, una misura fondamentale. Così come è fondamentale, in generale - l'abbiamo detto anche nella discussione su alcune mozioni due settimane fa -, il tema del credito, della liquidità. Lo diciamo sempre. Dal “decreto Liquidità” dell'anno scorso ad oggi, ci siamo accorti, nonostante le polemiche iniziali sull'efficacia di questi strumenti che sono stati adottati, quanto sia importante la liquidità alle imprese in un momento così importante.

Quindi, sottolineo quanto sia importante avere la garanzia degli affidamenti, quanto sia importante comunque, in un Paese come il nostro, dove le imprese reperiscono capitali, storicamente, più dal sistema bancario che non dal mercato. Questo è, pertanto, un tema centrale. Quindi, noi chiediamo che vengano adottate tutte le iniziative possibili volte a sostenere l'incremento dell'offerta di credito a beneficio di famiglie, imprese e partite IVA nel 2021 ed adottare tutte le iniziative per verificare, con le competenti istituzioni europee, la possibilità di modificare il Temporary Framework sugli aiuti di Stato, al fine di estendere la durata del limite temporale per gli aiuti sotto forma di garanzia sui prestiti a 15 anni, dagli attuali 6; a prorogare, per esempio, la moratoria in favore di micro e piccole imprese relativamente all'apertura di credito, concessione di prestiti, finanziamenti e rimborso rateale, nonché l'operatività dell'intervento straordinario in materia di garanzie erogate dal Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese. Insomma, ci sono tante altre iniziative, perché questo non è un tema assolutamente secondario, anche perché dall'inizio dell'anno, vigono le nuove regole dell'Autorità bancaria europea che hanno gettato tante ombre su questo percorso di accesso al credito e, quindi, alla liquidità.

Con il voto favorevole tengo, però, a dire un'altra cosa - lo dico al Governo -, di fare presto, nel senso che lo scostamento l'abbiamo votato un mese fa e io credo che non ci sia più tempo di aspettare. Mi auguro che, nei prossimi giorni, questo decreto “Sostegni-bis” possa vedere la luce. Lo dico anche perché, se fosse accaduta una cosa nel Governo precedente, nel “Conte-bis”, qualcuno avrebbe tuonato all'inefficienza e a non so cos'altro, dopodiché c'è la necessità che questo “Sostegni-bis” veda la luce, abbia dentro di sé tutti gli elementi di positività di cui avevamo parlato e discusso in queste settimane per dare delle risposte importanti a tante platee che aspettano appunto questo decreto e la sua attuazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Moretto. Ne ha facoltà.

SARA MORETTO (IV). Grazie, Presidente. Il voto di fiducia di oggi, legato all'approvazione definitiva del “decreto Sostegni” avviene in un momento davvero significativo, che gli assegna un senso ancor più autentico. Se spesso la questione di fiducia è diventata uno strumento per velocizzare l'iter di approvazione di un decreto, il voto di oggi, per noi di Italia Viva, è pienamente, come prevede la Costituzione, il manifesto rinnovo di un sostegno all'azione del Governo guidato dal Presidente Draghi.

Mentre i dati della pandemia nel nostro Paese migliorano, grazie ad una definita ed efficace campagna vaccinale, che pareva lontana dall'essere anche solo immaginata cinque mesi fa, l'equilibrato percorso di sostegni e riaperture ha rinnovato la fiducia in una stabile ripresa economica italiana. Annunciare, oggi, il progressivo superamento del coprifuoco e indicare le tappe di riapertura delle diverse attività significa offrire a chi lavora una speranza e un obiettivo. In questo approccio ai bisogni del Paese riconosciamo il valore delle nostre scelte degli ultimi mesi. A fine 2020, eravamo ancora immersi nell'indeterminatezza: i contagi erano alti, sull'approvvigionamento e la distribuzione dei vaccini si vagava nel buio, il Piano per l'utilizzo delle risorse europee era un confuso collage senza visione. In quel contesto, chi parlava di pianificazione in sicurezza delle riaperture era accusato di irresponsabilità. Sono certa che chi oggi plaudirà, in quest'Aula, alle misure del decreto in esame o al cronoprogramma delle riaperture contenuto nel decreto approvato ieri sera avrà finalmente contezza del senso di ciò che Italia Viva afferma da tempo. Non era impossibile pianificare una strada della ripartenza, non era impossibile delineare con anticipo e chiarezza agli italiani le misure che li avrebbero riguardati, non era impossibile, perché oggi ciò accade ed è la forza dei fatti a dirci che un cambio di passo era necessario, oltre che dovuto. Ad oggi, sono circa 28 milioni le dosi somministrate, 8 milioni 600 mila le persone con copertura vaccinale completata. Dopo le categorie più esposte, dal 1° marzo a fine aprile, la copertura delle fasce di età più a rischio è salita con un ritmo velocissimo. Nel frattempo, i nuovi casi di positività al COVID-19 calano giornalmente, i ricoveri e le terapie intensive si riducono, i decessi, che pur sempre provocano dolore, sono stati 140, nella giornata di ieri. La priorità resta la sicurezza sanitaria: non ci può essere ripresa economica nella manifattura, nel commercio, tantomeno nel turismo, se non mettiamo in sicurezza i nostri concittadini lavoratori e, di conseguenza, il Paese, anche come meta turistica. Questo non è in discussione e mai lo è stato.

Senza perdersi in sterili accuse di superficialità che hanno caratterizzato il passato, il nuovo Governo ha lavorato con concretezza su questa priorità, dando importanza ai fatti più che agli annunci, le decisioni si sono assunte sulla base di dati e non di sensazioni. Fa piacere che, finalmente, oggi anche l'ex Presidente del Consiglio parli di ragionevolezza e della necessità di usare testa e numeri; lo dicevamo anche noi, ma, forse, oggi gli è tutto più chiaro. E, mentre si concretizza il nuovo PNRR, alimentato da risorse europee, ma anche da nuove risorse nazionali stanziate dal Governo, con il voto su questo decreto e l'imminente “decreto Sostegni-bis” si completa la stagione delle misure straordinarie in aiuto a imprese e famiglie, che ha lo scopo di non perdere il capitale di competenze, iniziative, eccellenze del nostro tessuto economico. Per moltissime imprese la sfida è stata, ed è ancora, quella di sopravvivere, quella di non licenziare, non perché una legge lo impedisce, ma per mantenere il proprio progetto di business, quella di non accumulare debiti fiscali verso lo Stato che non potrà immediatamente restituire. Positivo, quindi, che, nel passaggio al Senato, il decreto si sia arricchito di nuove ulteriori misure fiscali ed è positivo che si immagini un nuovo rinvio delle cartelle esattoriali. Sappiamo, però, che la sfida in questo campo è un'altra: rendere più semplice e meno costosa la rateizzazione dei debiti tributari, aggiungerei automatica per i debiti maturati nell'anno della pandemia. Questo si può fare in una più ampia riforma fiscale, sulla quale non abbiamo fatto mancare le nostre proposte e sulla quale ci può essere oggi una convergenza, dettata anche dalla comune necessità di uscire da questa emergenza costruendo un Paese migliore. Giusto, poi, aver introdotto sostegni mirati ad alcuni settori importanti e fortemente penalizzati, quali, ad esempio, quello termale, quello dello sport e quello dell'intrattenimento, dello spettacolo, l'autotrasporto, le fiere e, infine, la pesca e l'acquacoltura, sulle quali molte battaglie sono da portare avanti in ambito comunitario e con maggior forza. Per ogni settore colpito, però, credo, oggi, valga di più un orizzonte di piena operatività che singoli e temporanei indennizzi. Pensiamo al commercio, un settore che ha patito moltissimo, ma che ora vede la luce. Dal 22 maggio tutti gli esercizi nei centri commerciali potranno restare aperti anche nei fine settimana: una vittoria non solo d Italia Viva, ma di tutto un comparto che era penalizzato da incomprensibili differenziazioni con i negozi dei centri storici (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Questo decreto introduce misure specifiche, ma, in prospettiva, andranno fatte altre riflessioni che, in parte, stiamo affrontando in Commissione. Personalmente, ritengo anacronistica la contrapposizione tra grande e piccolo. Il conflitto, oggi, acuito dalla pandemia, riguarda il commercio tradizionale e l'e-commerce: è lì che devono concentrarsi gli sforzi del Governo, che devono avere come obiettivo anche la valorizzazione degli esercizi di vicinato, una vera risorsa per le comunità.

In questo decreto trovano risposte anche le iniziative a sostegno delle famiglie, tra cui il fondo per il potenziamento dei centri estivi. È la conferma della validità dell'iniziativa della ministra Elena Bonetti, che, già nell'estate 2020, era riuscita a mettere in campo un percorso di valorizzazione delle esperienze di educazione non formale (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Mi auguro che si continui a credere in questo percorso e, più in generale, si concretizzino presto le politiche di sostegno alle famiglie, approvando rapidamente, senza indugi, qui, alla Camera, il Family Act (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Si darà così pieno senso anche alle parole del Premier Draghi, che ha evidenziato come per il Governo questo progetto sia prioritario, perché un'Italia senza figli è un'Italia che non ha posto per il futuro, è un'Italia che, lentamente, finisce di esistere. In conclusione, signor Presidente, il quadro appena descritto conferma che, con la riflessione che abbiamo aperto sullo stallo dell'iniziativa politica del precedente Governo, si è offerta agli italiani una rotta solida e orientata ad un approdo più ambizioso. Ne è valsa la pena e non faremo mancare il nostro impegno per condurre il Paese fuori dalle paure e dalle secche di questa pandemia. Per questo annuncio il voto favorevole del gruppo di Italia Viva sulla questione di fiducia posta dal Governo (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Vice Ministro Castelli, onorevoli colleghi, io prendo a pretesto un passaggio del maestro Battiato per iniziare il mio intervento e motivare il nostro convinto “no” alla fiducia: “Come è difficile restare calmi e indifferenti, mentre tutti intorno fanno rumore” (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Tutti fanno maggioranza intorno a noi e tutti fanno arroganza intorno a noi, perché io, Presidente, lo schiaffo preso giovedì in Commissione, con la chiusura anticipata della discussione su questo decreto, ancora lo sento sulla mia pelle e aspetto che il Presidente Fico prenda provvedimenti.

Dico ciò perché è inaccettabile che alle 17 di giovedì venga interrotta la discussione, anche se io capisco che arriva il fine settimana, considerando che il coprifuoco impone di andare a dormire alle 10, non per colpa nostra che siamo gli unici contrari; certo è che anticipare la vacanza del fine settimana al giovedì non trova alcuna giustificazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Così come è difficile mantenere la calma di fronte a tanta ipocrisia, perché una forza politica, che qui rappresenta oltre il 30 per cento, ha costruito le proprie fortune con i video sguaiati contro la posizione della fiducia e oggi, in silenzio, accetta passivamente questo pessimo rito che oggi va in scena con 20 emendamenti protocollati. Noi abbiamo chiesto di discutere su 20 questioni - è bene che si sappia - e avete silenziato anche questa piccola possibilità che Fratelli d'Italia vi ha chiesto. Così come è insopportabile la stessa ipocrisia del Partito Democratico che, lo ricordo in quest'Aula, ha stabilito il record di “lancio del decreto”, quando per simili motivi l'onorevole Fiano lanciò il decreto al Presidente Fico, dicendo che bisognava rispettare il Parlamento; addirittura, all'epoca protestarono per una terza lettura, mentre noi, invece, siamo qui oggi a discutere di una mancata seconda lettura, addirittura in Commissione.

Allora, a me l'onere e anche l'orgoglio e il piacere di rappresentarla questa voce fuori dal coro. Ma prima di parlare della voce fuori dal coro, parliamo del coro, Presidente; un coro enorme, un coro silente, un coro impaurito, un coro diviso, un coro che non accetta il contraddittorio con una forza politica, che qui in Parlamento vale il 4 per cento, ma vale il 19 per cento fuori dalla Nazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); tanti contro pochi non accettano di misurarsi sulla dialettica, sul terreno del confronto politico. Un coro, Presidente, per cui ogni giorno che passa ci si accorge sempre di più che canta in playback, cioè muove la bocca, si recitano alcune scene, si è molto più bravi in televisione e sui social, ma quando poi si mettono le cose per iscritto, parla Draghi ma scrive Conte, parla Draghi ma si continua sullo stesso binario del Governo Conte. Questo spiega, Presidente, perché continuiamo a trovarci il cashback, la lotteria degli scontrini, continuiamo a ragionare di sostegni ridicoli; non lo dice Fratelli d'Italia, lo dicono le associazioni di categoria, lo dicono tutte le imprese. Pensare di far ripartire l'economia dando il 2 per cento delle perdite, senza occuparsi dei costi fissi, non solo significa non conoscere il problema, non solo significa pensare ad altro rispetto alle esigenze del Paese, ma significa anche non capire dove può e deve stare la ripartenza della Nazione. Soprattutto, Presidente, il Governo Draghi continua ad investire e ad aumentare gli investimenti sul reddito di cittadinanza. Anche questo è un paradosso, perché tutti in quest'Aula, escluso il MoVimento 5 Stelle, hanno preso chiara posizione contro il reddito di cittadinanza: lo fece all'epoca il Partito Democratico, che tutto poteva immaginare meno che sarebbe stato, di lì a poco, folgorato sulla via di Damasco e che avrebbe poi fatto un Governo insieme al MoVimento 5 Stelle, e così via tutte le altre forze politiche. È inspiegabile che oggi, ancora oggi, non solo si continui ad investire nel reddito di cittadinanza, ma lo si faccia in maniera ancora più corposa rispetto al precedente Governo. Ricordo che in questo decreto c'è 1 miliardo di euro in più per il reddito di cittadinanza e 600 milioni per i navigator, che ancora noi tutti ci domandiamo che funzione abbiano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che risultati abbiano portato alla Nazione e perché dobbiamo non solo finanziarli, ma aumentarne il budget.

Io penso che qualunque piccola impresa, qualunque imprenditore si domandi in questi giorni perché deve continuare a rimanere chiuso, seduto, con un fardello sulle spalle che aumenta ogni giorno, con un Governo che non fa nulla per togliere quel fardello e non fa nulla per cercare di dare non solo risposte rispetto al presente, ma anche rispetto al futuro.

Allora, Presidente, cambia la narrazione, ma il tono, il contenuto del coro, rimane sempre lo stesso. Allora, viva Dio che c'è Fratelli d'Italia, la voce fuori dal coro, che continua a protocollare, a scrivere, a proporre in maniera seria e puntuale proposte di legge, così come la proposta fatta dall'onorevole Zucconi sui costi fissi e sugli affitti, a proporre emendamenti -decine di emendamenti - per far capire a voi ed indicarvi la strada per cercare di dare sollievo alle imprese oggi e prospettive alle imprese domani. Siamo intervenuti sui costi fissi, sugli aiuti alle imprese, vi abbiamo suggerito anche delle strategie rispetto al golden power; abbiamo, cioè, tentato, nel poco tempo a nostra disposizione, di farvi ragionare sul fatto che il futuro della Nazione passa per il lavoro e non per l'assistenza. La risposta è il lavoro e non un assistenzialismo sfrenato che continuate a praticare.

Il collega Pastorino prima diceva, con tono pacato, quel tono che gli è tipico, che è legittimo avere delle idee diverse: certo, ci mancherebbe, Presidente! È legittimo avere idee diverse, ma non è legittimo non farle esprimere, non è legittimo prendere l'opposizione e darle solo poche ore in Commissione per esprimere le proprie idee. Io, poi, alla fine, un'idea me la sono fatta perché, in realtà, gli interventi di Fratelli d'Italia, le proposte di Fratelli d'Italia, mettono in grande difficoltà una forza politica come il Partito Democratico, che non parla più alla Nazione, o come il MoVimento 5 Stelle, che ormai parla soltanto al proprio zoccolo duro, con gli odiatori sociali ai quali ogni tanto dobbiamo mandare qualche spot per rinvigorire e far girare nuovamente i propri social. I nostri interventi, Presidente, credo che diano anche fastidio ai nostri alleati, perché parliamo probabilmente la stessa lingua, perché probabilmente diciamo quello che anche loro pensano, mentre noi lo diciamo anche per rafforzare la loro voce e anche e soprattutto per cercare di avere, all'interno di quest'Aula, magari solo con un ordine del giorno, un momento nel quale il centrodestra riesca a far passare una propria idea e un proprio segnale, come quello che cerchiamo da tempo di far passare sul coprifuoco. Allora, la voce fuori dal coro continuerà a parlare, la voce fuori dal coro lo farà in maniera sempre più forte, la voce fuori dal coro cercherà in tutti i modi di far capire a questa maggioranza che il futuro della Nazione passa per l'aiuto alle imprese e non passa per l'assistenzialismo. Per questo, Presidente, ora come allora, noi votiamo “no” alla fiducia al Governo Draghi, perché è sulla stessa onda e sullo stesso binario del Governo Conte (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Roberto Pella. Ne ha facoltà.

ROBERTO PELLA (FI). Grazie Presidente e colleghi, il Governo ha posto la fiducia sul “decreto Sostegni”. Si tratta di quella che nel linguaggio parlamentare si definisce “fiducia tecnica”, perché il provvedimento deve essere convertito entro venerdì prossimo e c'è, dunque, la necessità di accelerare l'esame di questa seconda lettura. Ebbene, è giusto comunque riconoscerlo e sottolinearlo: si tratta di un esame parlamentare che al Senato è stato estremamente approfondito e in maniera proficua ha integrato numerose proposte elaborate in sede parlamentare. Ringrazio, per questo, tutto il gruppo di Forza Italia al Senato per il grande impegno e la capacità di sintesi delle istanze pervenute. Siamo chiamati, dunque, ad esprimerci sulla fiducia al Governo Draghi e, quando ci si appresta a svolgere una votazione fiduciaria, anche se la fiducia è legata ad un provvedimento specifico, è opportuno ampliare la valutazione dell'attività complessiva svolta dal Governo. Se mi è consentito seguire questa impostazione, ritengo che il primo dato sul quale è opportuno riflettere riguarda le recenti previsioni di crescita fornite dalla Commissione europea.

Questi dati prevedono un rialzo della crescita italiana per il 2021-2022 e, soprattutto, attestano che la nostra crescita sarà pienamente in linea con quella prevista per l'Eurozona. Numeri positivi, che non sono semplicemente legati a un rimbalzo tecnico rispetto al crollo del 2020, ma dipendono molto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza; un Piano che, come tutti sappiamo, è stato riscritto da questo Governo e che ora dovrà essere attuato. Il nostro partito, all'appello del Presidente Berlusconi di abbandonare le maglie della propria squadra e di indossare la maglia della nazionale, ha risposto immediatamente, senza indugio, perché qui è in gioco il Paese, come più volte ha inteso sottolineare il Capo dello Stato, Mattarella.

Questo è lo spirito che ha contraddistinto l'ingresso di Forza Italia in maggioranza, che ci contraddistingue nel lavoro quotidiano, specie attraverso i Ministri Brunetta, Carfagna e Gelmini, e che ci contraddistinguerà per la legislatura. Il Presidente Draghi è una garanzia per noi, una garanzia che non possiamo permetterci di sprecare. Nei prossimi mesi, colleghi, saremo chiamati a esaminare e approvare numerose riforme che costituiranno le fondamenta sul quale dovrà essere edificato il PNRR; architravi e prerequisiti senza i quali sarà impossibile dare attuazione ai progetti. Bisogna essere consapevoli che le quattro riforme inserite nel Piano devono realizzarsi: pubblica amministrazione, giustizia, semplificazione normativa, promozione della concorrenza. Il Governo, il 6 maggio scorso, ha già varato anche il decreto-legge che istituisce il cosiddetto “Fondone”. È dunque già legge vigente l'istituzione del Fondo sul quale sono stati stanziati oltre 30 miliardi dal 2021 al 2027, che dovranno finanziare con fondi nazionali una serie di opere e interventi per i quali non sarà possibile utilizzare le risorse europee del Next Generation EU. Non si tratta di un provvedimento di poco conto perché, come specifica la relazione tecnica di quel provvedimento, le risorse europee da destinare all'Italia saranno valutate anche alla luce delle risorse nazionali stanziate e alla definizione di un dettagliato cronoprogramma di spesa.

Se ci fermassimo soltanto agli aspetti che ho appena menzionato, la fiducia al Governo già si potrebbe accordare; tuttavia vorrei entrare nel merito di alcuni aspetti di questo provvedimento che non fanno che rafforzare ulteriormente tale convincimento. Tredici ulteriori settimane di cassa integrazione universale con causale COVID fino al 30 giugno; ulteriore blocco dei licenziamenti fino al medesimo termine; sostegno, sotto forma di un'indennità di 2.400 euro, ai lavoratori stagionali del turismo, degli stabilimenti termali, dello spettacolo e dello sport; rifinanziamento del contributo a fondo perduto per gli operatori economici; 700 milioni stanziati a favore della montagna; un miliardo e mezzo in più rispetto al miliardo già stanziato dalla legge di bilancio per la decontribuzione dei lavoratori autonomi; un ulteriore stop alle cartelle esattoriali e la cancellazione delle pendenze fino a 5 mila euro. Questo solo per citare alcune tra le misure importantissime presenti nel testo iniziale del Governo. Bisogna dare fiato e aiuto, dare una boccata di ossigeno per permettere che, grazie al piano di riaperture concertato ieri tra Governo e territori, ci sia la ripartenza.

Colleghi, non si può riaprire e non ha senso riaprire se poi non si riparte. I sostegni devono accompagnare non solo le enormi difficoltà, ma anche idee ed energie nuove da mettere in campo per il nostro Paese. Tra le integrazioni introdotte in sede parlamentare, vorrei sottolineare alcune disposizioni derivanti da emendamenti di Forza Italia: l'incremento di 50 milioni del Fondo per il sostegno delle associazioni e società sportive dilettantistiche; 2.800 infermiere professioniste in più per rafforzare le risorse umane impegnate nella campagna vaccinale. Avere abilitato alla somministrazione del vaccino anche le infermiere volontarie della Croce rossa è un atto di buon senso, di razionalità, un gesto di considerazione nei confronti di 2.800 donne generose, ma soprattutto un'ulteriore spinta per la campagna vaccinale. Come segnalava la Croce rossa, che sabato scorso ha celebrato la sua festa, le crocerossine sono formate attraverso un corso di due anni, al termine del quale possono anche effettuare iniezioni intramuscolo in presenza del medico. Questo personale, già attualmente impegnato presso gli hub vaccinali, darà il suo contributo allo sforzo corale che sta facendo l'Italia in tutte le sue articolazioni per raggiungere l'immunità di gregge che ci renderà finalmente liberi. Si tratta di un obiettivo ambizioso, ma raggiungibile.

Il COVID non ha soltanto causato 122 mila vittime dirette, ma ha ucciso donne e uomini che avevano altre patologie e che non hanno potuto curarsi. Oggi rimediamo a un errore pericoloso: attraverso un emendamento di Forza Italia, abbiamo chiesto che pazienti oncologici in follow-up fossero inseriti tra le categorie vulnerabili. Parliamo di persone che hanno avuto una diagnosi di tumore e che hanno affrontato trattamenti per cercare di eliminare la malattia nei precedenti cinque anni. Grazie a questa modifica, i malati più esposti al rischio di contrarre il COVID potranno effettuare il vaccino con le stesse modalità e la stessa tempistica con la quale possono accedervi tutte le persone considerate fragili. Considero l'inserimento di questo emendamento all'interno del decreto un gesto di grande attenzione nei loro confronti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Una campagna che sta procedendo spedita e della quale iniziamo a vedere i primi risultati, come il risultato di essere finalmente scesi al di sotto delle 100 vittime giornaliere. Ci sono poi gli enti territoriali, che rappresentano il volto dello Stato che i cittadini incontrano ogni mattina uscendo da casa. Anche in questo caso ci sono misure di grande rilievo: circa 3,6 miliardi per i quali Forza Italia si è battuta con determinazione, ulteriori 800 milioni di euro al trasporto pubblico locale e l'incremento di un miliardo del Fondo per l'esercizio delle funzioni degli enti locali, l'esenzione dalla tassa di occupazione del suolo pubblico fino a fine anno. Contiamo sul prossimo decreto per ovviare anche all'ingiustizia della Tari.

In poche parole, colleghi, stiamo parlando di un provvedimento che vale circa 32 miliardi di indebitamento netto e 37 miliardi di saldo netto da finanziare. Circa 15 miliardi sono a fondo perduto per le attività economiche, circa 6 miliardi per lavoro e contrasto alla povertà, 3,5 miliardi per salute e sicurezza, 3,6 miliardi per il sostegno agli enti territoriali.

Allora, va tutto bene, pensiamo che i problemi siano tutti risolti? Ovviamente no, perché c'è ancora molta strada da fare, perché sono tanti i settori in difficoltà. L'impatto economico è stato devastante, soprattutto per il tessuto produttivo del nostro Paese, che si basa su piccole e medie imprese che non hanno un'autonomia tale da poter resistere ancora per più anni. Alla fine, però, anche grazie a interventi poderosi di debito, siamo arrivati oggi a vedere la luce in fondo al tunnel. Se questo è un dato di realtà che oggettivamente dobbiamo riconoscere, allo stesso tempo e con altrettanto pragmatismo, non si può non riconoscere la valenza positiva di questo provvedimento. Un intervento che è stato il primo al quale il Governo ha posto mano all'atto del suo insediamento e che va collocato in un contesto più ampio. Penso al “decreto Sostegni-bis”, il cui esame partirà dalla Camera, che dovrebbe essere varato proprio nel corso di questa settimana e che destinerà ulteriori 40 miliardi dello scostamento di aprile. Ma penso anche alla necessità di passare dalla fase dei sostegni a quella della vera ripartenza, perché è chiaro che tutti ci auguriamo di uscire quanto prima dalla pandemia e ridare dignità al guadagno frutto del proprio lavoro. Così come, per quanto riguarda gli enti locali, c'è l'urgenza che riguarda l'extra deficit e che mette a rischio dissesto ben 1.400 amministrazioni comunali. Ma anche su questo aspetto, che potrebbe sembrare strettamente tecnico, ma che ha importanti risvolti sulla vita dei cittadini, abbiamo piena fiducia. Stiamo, in questi giorni, lavorando intensamente, tutte le forze parlamentari insieme, per raggiungere un accordo su una soluzione tampone, ma anche e soprattutto su una soluzione stabile e strutturata. E su questo sono contento che anche il partito di Fratelli d'Italia sia unito a noi su quella che è una risoluzione importante nei confronti degli enti locali, a dimostrazione che, quando c'è qualcosa di importante, tutte le forze sono unite.

Concludendo, Presidente, se mi è consentito prendere ad esempio il ciclismo, in questi giorni, in cui anche il Giro d'Italia è ripartito e sta attraversando il nostro Paese, è come se fossimo impegnati in una lunga gara a tappe; un percorso nel quale la salita si alterna alla pianura e alla discesa, come i rettilinei alle curve; una corsa a tappe, dove è fondamentale mantenere un'andatura costante che consenta di arrivare al traguardo nel minor tempo possibile.

Forza Italia vota convintamente la fiducia non solo perché condivide questo provvedimento, ma anche per consentire al Governo di proseguire speditamente in questo percorso, dove in palio c'è il futuro e il rilancio di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Zardini. Ne ha facoltà.

DIEGO ZARDINI (PD). Grazie, Presidente. Sottosegretario, onorevoli colleghe e colleghi, il provvedimento che l'Aula si appresta a votare oggi è un provvedimento di fondamentale importanza ed è necessario per combattere la contemporanea battaglia della crisi sanitaria e della profonda crisi economica che ha colpito il nostro Paese. Come per gli altri decreti precedenti, anche con questo decreto si risponde ad un patto tra la Repubblica, i cittadini, i lavoratori e le imprese. Infatti, nessuno mai aveva chiesto tanti sacrifici e limitato tanto le libertà a cui eravamo abituati in cambio di aiuti per farci trovare pronti quando sarà l'ora della ripartenza.

Senza contare le risorse del Next Generation EU, ricordo a me stesso e ai colleghi che sono 32 i miliardi dello scostamento che finanziano le misure di questo provvedimento, per un totale, se non sbaglio, di 140 miliardi, che, con i 40, votati di recente dal Parlamento, fanno 180 miliardi di euro per sostenere le imprese e i lavoratori che hanno fatto i sacrifici che conosciamo per salvare il Paese. E' uno sforzo che non è mai stato possibile prima ed è anche grazie al cambiamento che c'è stato da parte dell'Unione europea e delle sue istituzioni.

Il cambio di Governo ha sicuramente rallentato l'approvazione di questo provvedimento: lo trovo fisiologico e ciò ha comportato il fatto di arrivare soltanto oggi alla conversione del decreto e di queste misure importanti.

Rivolgo quindi un appello per la celerità perché - è noto a tutti - sono convinto sia consapevolezza comune che la velocità dei sostegni che devono arrivare alle imprese non sia una variabile secondaria per la loro efficacia. Per questo, è importante che il Consiglio dei Ministri approvi al più presto il nuovo decreto, il cosiddetto Sostegni-bis, che potrà adeguatamente integrare e supportare il decreto in discussione oggi, utilizzando gli ulteriori 40 miliardi di scostamento che il Parlamento ha già approvato. Mi viene anche da aggiungere che la difficoltà ad usare al meglio le risorse disponibili sia una realtà inevitabile fin dal principio di questa pandemia, risorse, si sa, che, per quanto ingenti, restano sempre scarse e insufficienti. Lo dico anche per i tanti che ancora oggi pensano che, se ci fossero loro al Governo, sarebbe tutto più facile, più rapido, più giusto e, infatti, lo pensavano anche tanti altri.

Detto ciò, voglio sottolineare l'importanza del fatto che questo decreto sia stato definito “Sostegni” e non più “Ristori”, come i precedenti; penso che il Governo abbia introdotto alcune misure innovative più eque e più efficaci; sicuramente queste misure sono state rafforzate dalle disposizioni introdotte in sede di esame al Senato, segno di quanto sia importante e utile il rapporto dialettico tra il Governo e le due Camere. La questione più rilevante è sicuramente il passaggio dal concetto di “ristori” a quello di “sostegni” che ha profondamente cambiato il metodo di calcolo per gli aiuti alle imprese; sono stati superati i famigerati codici Ateco, un metodo inizialmente necessario per sospendere le attività e poi utilizzato per concedere velocemente ristori; occorre evitare ritardi dovuti a questo cambio di metodo di calcolo ovvero la verifica puntuale del calo di fatturato di corrispettivi e dei volumi d'affari, considerato in un periodo più ampio, ovvero anno su anno, che ha sicuramente dato a questi aiuti una maggiore equità per sostenere i settori effettivamente più colpiti dalla crisi. Giova sottolineare sicuramente il turismo, in particolare quello montano e delle città d'arte, la ristorazione, gli eventi e le cerimonie, la cultura nel suo insieme, il sistema delle fiere, del commercio e tantissimi altri comparti.

Fra le misure del presente decreto, che il Partito Democratico ha maggiormente sostenuto sicuramente ci sono: la proroga della Cassa integrazione e della sospensione dei licenziamenti; il sostegno per chi si è trovato in difficoltà economica e con problemi di liquidità; gli 11 miliardi di euro a fondo perduto per le imprese, autonomi e professionisti, che porta gli aiuti fino al 60 per cento del calo subito; il sostegno per i costi fissi come la riduzione delle bollette elettriche e le varie misure per i contratti di locazione; il sostegno ai comuni montani e alle città d'arte che hanno subito i maggiori cali turistici; i 5 miliardi di euro per rafforzare la sanità e il piano vaccinale; il sostegno agli enti locali per l'esercizio delle funzioni esercitate.

Non mi sembra, cari colleghi, che questi siano temi che non parlano al Paese; molte altre sarebbero le misure importanti contenute da elencare, ma la vera domanda da porci è se tutto questo sia sufficiente e la risposta inevitabilmente è “no”. E' per questo che il “decreto Sostegni-bis” dovrà colmare le lacune e aggiungere le risorse necessarie.

Siamo a fianco del Governo per questa difficile opera di rilancio del sistema socio-economico del Paese: il Governo può contare sul Partito Democratico senza “se” e senza “ma”.

Oggi però non possiamo sottrarci nel mostrare il sostegno al Governo anche per la linea intelligente e responsabile in tema di riaperture. Oggi appare evidente che questa linea del Governo funziona e mostra i primi risultati positivi. E' pur vero il proverbio, che dice che “ogni rondine non fa primavera”, però l'inverno è alle spalle e mi pare che anche qualche autorevole Ministro oggi lo abbia fatto notare. Il Governo sceglie di fare riaperture irreversibili ovvero graduali e basate su istanze scientifiche: la diffusione del virus e l'avanzamento della campagna vaccinale. Infatti, non esiste alcun derby tra gli “aperturisti” e i “gradualisti”; anche noi vogliamo aprire il prima possibile, vogliamo aprire il più possibile, ma senza rischiare di dover tornare indietro.

Chi accarezza il pelo del dissenso, per trasformarlo in consenso per se stessi, credo non faccia il bene del Paese né quello degli italiani. Per fare soltanto un esempio, mi pare di un'evidenza elementare che a tenere lontano i turisti stranieri non sia il coprifuoco, ma la diffusione del virus, per cui, al rientro a casa loro da una possibile vacanza in Italia, dovranno fare una quarantena di quindici giorni. Questo è il motivo per cui non c'è alcuna opzione tra salute ed economia, ma solo una scelta possibile: la ripartenza graduale e irreversibile.

Pertanto, nel rinnovare la fiducia al Governo, chiediamo a tutta la maggioranza di sostenerlo senza “se” e senza “ma”, come Partito Democratico, su tutte le partite per cui questo Governo è nato: la lotta alle crisi sanitaria ed economica, in primis, il piano vaccinale che rappresenta l'unica vera grande soluzione per un ritorno alla normalità, il Piano nazionale di ripresa e di resilienza, con le necessarie riforme per ottenere quelle risorse fondamentali per il Paese. Su tutto questo noi del Partito Democratico ci siamo con convinzione e senza tentennamenti, consapevoli che, solo uniti, anche se tra diversi, possiamo salvare il Paese. Per questo annuncio il voto favorevole del Partito Democratico sulla questione di fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Emanuele Cestari. Ne ha facoltà.

EMANUELE CESTARI (LEGA). Grazie, Presidente. Con questo primo importante provvedimento si comincia ad andare nel verso giusto, anche se va ricordato che questa vicenda legislativa è nata in un clima economico e politico completamente diverso. Il provvedimento in esame nasce il 15 gennaio scorso, quando, ai sensi della legge n. 243 del 2012, il precedente Presidente del Consiglio presentò alle Camere una relazione dove si chiedeva uno scostamento di bilancio di 32 miliardi, con la finalità di fornire un ulteriore sostegno alle categorie colpite dalle misure restrittive che si riteneva sarebbero state relativamente transitorie. Subentrò poi la crisi di Governo che ha portato ad emanare il decreto-legge Sostegni solo il 22 marzo scorso, portando con sé anche le misure restrittive tuttora in vigore. La Lega, con senso di responsabilità, ha scelto di sostenere questo Esecutivo, non di unità nazionale, ma di salvezza nazionale. Siamo qui per dare un segnale importante al Paese e soprattutto per rimarcare la coerenza del nostro impegno che va nella direzione del mondo del lavoro, delle imprese, dell'economia e che merita di essere tutelato fino in fondo in questa fase di ripresa. Se da qualche mese non sentiamo più parlare di codici Ateco è perché questo provvedimento coglie, fra le altre, una nostra specifica richiesta, più volte espressa in quest'Aula, così come per l'innalzamento del tetto di fatturato da 5 a 10 milioni, allargando di fatto la platea dei beneficiari, così come non aveva più senso ricorrere ad un criterio di idoneità, come il calo di fatturato nel solo mese di aprile, che, di fatto, penalizzava ingiustamente tante attività caratterizzate da andamento stagionale. Ora tale criterio è stato aggiornato, quindi migliorato, prendendo come riferimento il fatturato non di un mese ma quello medio mensile. Altra e non meno importante richiesta, che la Lega aveva avanzato fin dal mese di novembre, è l'anno bianco contributivo; il provvedimento prevede il rifinanziamento fino a 2 miliardi e mezzo, misura che prevede l'esonero dei contributi previdenziali minimi dei lavoratori autonomi, colpiti dal calo di fatturato.

Ci tengo a sottolineare come questa misura si va ad affiancare a quelle prese a tutela del lavoro dipendente, con il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali, questo per il motivo che tutti devono sentirsi garantiti. Tanti altri sono i dettagli del provvedimento ma vorrei dire con chiarezza - e credo che in quest'Aula tutti ne siamo consapevoli - i limiti che anche questa misura porta con sé e sono grato all'opposizione, che svolgendo il suo ruolo, ci aiuta in questa importante crescita di consapevolezza.

Vede, Presidente, i limiti della misura derivano dal fatto di essere stata concepita quando si pensava che le misure restrittive sarebbero state più circoscritte e dal fatto che la crisi di Governo ha ritardato l'erogazione dei fondi. Nonostante ciò, i numeri ci dicono che con il provvedimento in discussione questo Governo ha dedicato ai contributi a fondo perduto una somma pressoché identica a quella che il precedente Governo aveva allocato in quattro decreti-legge. Inoltre - ed è un passaggio fondamentale - è in arrivo il primo provvedimento interamente concepito dal Governo in carica, il secondo decreto-legge Sostegni, finanziato da uno scostamento da 40 miliardi, dove sono previste ulteriori azioni e misure a favore delle imprese. Servono ulteriori contributi a fondo perduto in favore dei titolari di partita IVA che hanno subito perdite a causa della pandemia, come servono misure per sostenere i costi fissi a carico delle imprese. Occorrono poi misure finalizzate a sostenere l'erogazione del credito alle piccole e medie imprese ed è necessario prorogare fino al 31 dicembre la scadenza del regime di garanzia dello Stato sui prestiti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Questi sono i numeri di questo Governo e questo è un cambio di passo documentabile, dopodiché, sperando di non urtare la sensibilità dell'Aula, vorrei osservare che la stessa relazione sullo scostamento del 15 aprile dice con chiarezza che l'esperienza dimostra che il rimbalzo del PIL può essere molto forte non appena la vita sociale, economica e culturale si riavvicina alla normalità. Sarei grato se la verifica sull'efficacia e la fondatezza delle misure - e per capirci sto parlando delle chiusure - possa svolgersi in un clima sereno e nutrirsi di valutazioni basate sui fatti, sulla letteratura scientifica, quella vera, e non su quelle dei talk show (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), in quanto il vero sostegno all'economia sarà liberarla, naturalmente laddove ci sia un fondamento scientifico per farlo, ma questo fondamento non ci sarà se il dibattito si fossilizzerà su preconcetti ideologici. Guardiamo quindi al futuro con fiducia, ma soprattutto con razionalità e intanto votiamo favorevolmente la questione di fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giorgio Lovecchio. Ne ha facoltà.

GIORGIO LOVECCHIO (M5S). Grazie, Presidente, onorevoli colleghe e colleghi. Siamo qui oggi per un passaggio molto importante, esprimere la nostra fiducia al “decreto Sostegni”. Parliamo di un intervento da 32 miliardi di euro, una vera e propria manovra economica in quest'anno di emergenza. Vede, Presidente, con il DL Sostegni, la legge di bilancio 2021, che vale 40 miliardi di euro e il “decreto Sostegni-bis”, che varrà altri 40 miliardi, superiamo i 100 miliardi di euro per l'economia solo nel 2021, e stiamo appena alla metà dell'anno. Ma naturalmente non ci fermiamo qui perché, a questi 100 miliardi, si aggiungeranno le risorse del PNRR e del Fondo complementare per gli investimenti. Parliamo di oltre 200 miliardi di euro distribuiti nel prossimo futuro, a partire da quest'anno. Presidente, non dobbiamo sorprenderci davanti a questi numeri, numeri che in altri tempi sarebbero stati impensabili. Non dobbiamo soprattutto farci catturare dalle logiche del passato, logiche che - non c'è neanche bisogno di ricordarlo - si sono dimostrate fallimentari. Noi dobbiamo fare una sola cosa: dobbiamo continuare ad opporci senza esitazioni al ritorno dell'austerità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questo è un punto fondamentale se vogliamo dare un segnale forte alle aziende che da un anno affrontano enormi sacrifici (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Cito solo alcuni dati. Il PIL italiano nel 2020 è sceso dell'8,9 per cento, cioè quasi il doppio rispetto alla crisi precedente del 2008, crisi che peraltro l'Italia deve ancora riassorbire; fare mancare ora il sostegno all'economia, con la scusa del bilancio pubblico, sarebbe un danno enorme anche sulla dinamica del rapporto debito-PIL. L'austerità ha fallito - dobbiamo dircelo - e di questo dobbiamo prenderne atto perché, per inseguire la riduzione del rapporto debito-PIL, l'Italia ha finito per aumentare proprio quel rapporto. In seguito ai tagli che vennero fatti, avemmo un effetto contrario, cioè la riduzione del PIL, che è diminuito più del debito e del deficit. Da questo cosa dobbiamo dedurre? Dobbiamo dedurre che, fino a quando l'emergenza economica non sarà finita per davvero, dovremmo continuare ad accompagnare verso la normalità le nostre attività produttive, attraverso sostegni, contributi sui costi fissi, bonus e aiuti alla liquidità, come abbiamo fatto con il superbonus 110 per cento, con cui abbiamo dato la possibilità di ristrutturare interi palazzi, nel rispetto dell'ambiente e migliorando la qualità della vita dei nostri cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E questo stesso principio, Presidente, deve valere anche per i lavoratori, ma non solo per loro, anche per le famiglie e per i servizi pubblici e naturalmente per gli enti locali, perché non possiamo illuderci che, riaprendo, semplicemente scompariranno i problemi di liquidità e di fatturato, che le nostre imprese hanno accumulato per oltre un anno. Quindi, Presidente, il “decreto Sostegni” è solo un tassello, un tassello di un mosaico ben più ampio, che dovrà coinvolgere anche la riforma del Patto di stabilità e crescita, la riforma delle regole europee sulla finanza pubblica, oltre che naturalmente gli investimenti del PNRR. Arriviamo però nello specifico del “decreto Sostegni”: c'è la proroga di tutte le misure di sostegno già finanziate nei mesi scorsi e questa proroga la rivendichiamo. Ma non solo: abbiamo inserito anche alcune innovazioni e inizio subito dalla principale, che è il superamento della logica dei codici Ateco, perché è questo, Presidente, che ci ha permesso di dare una risposta anche alle filiere produttive e non solo alle attività che sono state costrette a chiudere. Questo era fondamentale e vorrei dire chiaramente che questo passaggio era già stato preparato dal Governo Conte e l'abbiamo portato avanti anche in questo Governo, andando a sostenere tutte le attività che hanno avuto una perdita superiore al 30 per cento del fatturato, nella media mensile del 2020 rispetto al 2019. Presidente, sottolineo che ci sono ben 11 miliardi di euro a fondo perduto, risorse che vanno a sostenere le nostre imprese con un fatturato inferiore ai 10 milioni di euro, e distribuite in modo da privilegiare le attività più piccole. Questo intervento non ha solo dimensioni notevoli, ma è anche attento all'equità, perché voglio ricordare che per il MoVimento 5 Stelle nessuno deve rimanere indietro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Presidente, questo non significa che trascuriamo le grandi imprese: così come nei decreti passati abbiamo garantito a queste imprese sostegno alla liquidità e al capitale, anche in questo decreto trova spazio un fondo da 200 milioni di euro. Ci siamo preoccupati poi di confermare ed estendere le misure di sopravvivenza, che riguardano il lavoro in tutti i suoi aspetti. Dunque, Presidente, per prima cosa, la proroga del blocco dei licenziamenti e della cassa integrazione COVID, che viene estesa di altre 28 settimane, dunque fino al 31 dicembre 2021, per tutte quelle imprese interessate. Per quanto concerne il blocco dei licenziamenti, l'intervento riguarda sia i lavoratori delle aziende con CIG ordinaria e straordinaria, con la proroga fino al 30 giugno, sia i lavoratori delle aziende coperte da strumenti in deroga, con la proroga fino al 31 ottobre.

E non solo: parliamo anche dei lavoratori stagionali, perché tuteliamo anche loro, con un'ulteriore indennità una tantum da 2.400 euro; mi riferisco a tutti quei lavoratori del turismo, degli stabilimenti termali, ai lavoratori intermittenti, agli autonomi privi di partita IVA con contratti occasionali, all'incaricato alle vendite a domicilio, ai lavoratori dello spettacolo e agli iscritti al fondo pensione dei lavoratori dello spettacolo. E poi, Presidente, vorrei parlare di chi il lavoro non ce l'ha, o di chi ha redditi che sono insufficienti a condurre una vita dignitosa. Il MoVimento 5 Stelle si batte da sempre per loro: ovviamente sto parlando del reddito di cittadinanza, del reddito di emergenza e della NASpI. Per il reddito di cittadinanza stanziamo un miliardo aggiuntivo, mentre per il reddito di emergenza le famiglie in condizione di necessità economica avranno diritto ad altre tre mensilità, per un valore complessivo di 1,5 miliardi di euro. Infine, la NASpI, per concludere, è stata prorogata fino al 31 dicembre, a prescindere dal rispetto del requisito delle 30 giornate di lavoro effettivo nei 12 mesi che precedono lo stato di disoccupazione.

Presidente, con questo decreto continuiamo a garantire quella rete di protezione sociale che ha fatto la differenza in quest'anno di pandemia, contenendo gli effetti più gravi della crisi economica. Passo ora al lato fiscale del decreto. Siamo intervenuti con uno stop ulteriore delle nuove cartelle e uno stop alla rimodulazione di queste cartelle nei prossimi due anni, ma segnalo anche molti altri interventi di peso. Penso ad esempio a: lo stralcio delle cartelle inesigibili sotto i 5.000; la cancellazione della prima rata IMU per bar e ristoranti che hanno subito perdite; l'aumento dell'esenzione al 100 per cento del canone RAI a beneficio di bar, ristoranti e strutture ricettive; bar, ristoranti e locali pubblici saranno esentati per tutto il 2021 dal pagare il canone unico di occupazione del suolo pubblico (ex TOSAP e COSAP). Questo è un segnale importante per aiutare queste attività a riprendersi effettivamente. Voglio fare anche una menzione particolare, Presidente, al cosiddetto anno bianco contributivo: era una promessa del MoVimento 5 Stelle e l'abbiamo mantenuta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). I lavoratori autonomi e i professionisti, che nel 2020 hanno subito un calo del reddito superiore al 33 per cento rispetto al 2019, non pagheranno i contributi e, per questo, abbiamo stanziato un ulteriore miliardo e mezzo del fondo per l'esonero dei contributi previdenziali. In più, è stato dato un contributo da 600 milioni di euro, che servirà a ridurre la parte fissa delle bollette delle imprese, un aiuto fondamentale di buon senso, data la situazione.

Mi avvio alla conclusione, Presidente, e da componente della Commissione Bilancio ci tengo a concludere con il tema importantissimo dei nostri enti locali. In questo decreto c'è un capitolo a parte per loro, perché spesso e volentieri si dimentica quanto è importante che questi enti possano continuare a fornire servizi ai cittadini, alle famiglie e alle persone più fragili. Su questo fronte è preciso impegno del MoVimento 5 Stelle garantire ai sindaci e ai governatori le risorse, per far fronte al calo delle entrate e continuare ad assicurare servizi come la sanità, l'istruzione e l'assistenza sociale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Presidente, per fare questo, abbiamo finanziato con 1 miliardo in più, rispetto ai 500 milioni della legge di bilancio, i comuni, le province e le città metropolitane e ai soli comuni abbiamo stanziato e riconosciuto 250 milioni di euro, a compensazione dei mancati introiti dell'imposta di soggiorno. Io ho menzionato i servizi, Presidente, e tra i servizi c'è naturalmente anche il trasporto pubblico locale, al quale abbiamo destinato ulteriori 800 milioni di euro. Infine, voglio fare anche un accenno alla sanità. Abbiamo dedicato fondi per 2,8 miliardi, che serviranno a potenziare il piano vaccini, in più altri 400 milioni per la logistica del piano e altri 200 milioni per la produzione dei vaccini in Italia, infine 350 milioni per farmacie, ospedali e tutti quei medici e infermieri che somministrano vaccini. Avremmo potuto fare di più, si può sempre fare di più e non ci fermeremo e ci sarà quanto prima un nuovo decreto Sostegni-bis(Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È per questo che annuncio il voto favorevole, da parte del MoVimento 5 Stelle, ad un decreto che è solo una tappa di un percorso lungo e difficile, dal quale l'Italia dovrà uscire più forte di prima (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.

(Votazione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 3099​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.

Ricordo che l'estrazione a sorte del nome del deputato, dal quale la chiama avrà inizio, è stata effettuata dalla Presidenza nella seduta di ieri. La chiama avrà, quindi, inizio dalla deputata Renate Gebhard. Sulla base di tale estrazione, sono state stabilite e comunicate apposite fasce orarie per regolare l'accesso dei deputati, i quali - all'orario stabilito per ciascuna fascia - faranno ingresso in Aula dal lato sinistro della Presidenza, dichiareranno il voto dalla fila dei banchi del Governo riservata ai sottosegretari e, quindi, lasceranno l'Aula dall'ingresso del lato destro.

Avverto che la Presidenza accoglierà un numero di richieste di anticipazione del voto, fino ad un massimo del 3 per cento della consistenza numerica di ciascun gruppo, oltre a quelle dei membri del Governo.

Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.

(Segue la chiama)

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, sulla cui approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, il Governo ha posto la questione di fiducia:

Presenti: ………………… 523

Votanti: …………………. 521

Astenuti: ………………... 2

Maggioranza: …………… 261

Hanno risposto : ……… 472

Hanno risposto no: ……….. 49

La Camera approva (Vedi votazioni)

Hanno risposto sì:

Acunzo Nicola

Adelizzi Cosimo

Aiello Davide

Aiello Piera

Alaimo Roberta

Alemanno Maria Soave

Amitrano Alessandro

Andreuzza Giorgia

Angiola Nunzio

Annibali Lucia

Anzaldi Michele

Aprea Valentina

Aprile Nadia

Aresta Giovanni Luca

Ascari Stefania

Avossa Eva

Azzolina Lucia

Badole Mirco

Bagnasco Roberto

Baldelli Simone

Baldini Maria Teresa

Baldino Vittoria

Baratto Raffaele

Barbuto Elisabetta Maria

Baroni Annalisa

Bartolozzi Giusi

Basini Giuseppe

Battelli Sergio

Battilocchio Alessandro

Bazoli Alfredo

Bazzaro Alex

Bella Marco

Belotti Daniele

Benamati Gianluca

Bendinelli Davide

Berardini Fabio

Bergamini Deborah

Berlinghieri Marina

Bersani Pier Luigi

Berti Francesco

Bianchi Matteo Luigi

Biancofiore Michaela

Billi Simone

Bilotti Anna

Binelli Diego

Bisa Ingrid

Boccia Francesco

Boldi Rossana

Bologna Fabiola

Bonafede Alfonso

Boniardi Fabio Massimo

Bonomo Francesca

Bordo Michele

Bordonali Simona

Borghese Mario

Borghi Claudio

Borghi Enrico

Boschi Maria Elena

Braga Chiara

Brescia Giuseppe

Brunetta Renato

Bruno Raffaele

Bruno Bossio Vincenza

Bubisutti Aurelia

Buffagni Stefano

Buompane Giuseppe

Buratti Umberto

Businarolo Francesca

Cadeddu Luciano

Caffaratto Gualtiero

Calabria Annagrazia

Cannizzaro Francesco

Cantalamessa Gianluca

Cantini Laura

Cantone Carla

Cantone Luciano

Caon Roberto

Caparvi Virginio

Capitanio Massimiliano

Carabetta Luca

Carbonaro Alessandra

Cardinale Daniela

Carelli Emilio

Carfagna Maria Rosaria

Carinelli Paola

Carnevali Elena

Casa Vittoria

Casciello Luigi

Caso Andrea

Cassese Gianpaolo

Cassinelli Roberto

Castelli Laura

Castiello Giuseppina

Cataldi Roberto

Cattaneo Alessandro

Cattoi Maurizio

Cattoi Vanessa

Cavandoli Laura

Ceccanti Stefano

Cecchetti Fabrizio

Cecconi Andrea

Cenni Susanna

Centemero Giulio

Cestari Emanuele

Chiazzese Giuseppe

Ciagà Graziella Leyla

Ciampi Lucia

Cillis Luciano

Cimino Rosalba

Ciprini Tiziana

Coin Dimitri

Colaninno Matteo

Colla Jari

Colmellere Angela

Colucci Alessandro

Comencini Vito

Conte Federico

Corneli Valentina

Cortelazzo Piergiorgio

Costa Enrico

Covolo Silvia

Crippa Andrea

Crippa Davide

Cristina Mirella

Cubeddu Sebastiano

Currò Giovanni

Daga Federica

Dal Moro Gian Pietro

D'Alessandro Camillo

Dall'Osso Matteo

Dara Andrea

D'Arrando Celeste

D'Attis Mauro

De Angelis Sara

De Carlo Sabrina

De Filippo Vito

De Giorgi Rosalba

De Girolamo Carlo Ugo

De Lorenzis Diego

De Lorenzo Rina

De Luca Piero

De Maria Andrea

De Martini Guido

De Menech Roger

De Micheli Paola

Deiana Paola

Del Barba Mauro

Del Basso De Caro Umberto

Del Grosso Daniele

Del Monaco Antonio

Del Re Emanuela Claudia

Delrio Graziano

D'Eramo Luigi

D'Ettore Felice Maurizio

Di Giorgi Rosa Maria

Di Lauro Carmen

Di Maio Marco

Di Muro Flavio

Di Sarno Gianfranco

Di Stasio Iolanda

Dieni Federica

D'Incà Federico

D'Ippolito Giuseppe

Donina Giuseppe Cesare

Donno Leonardo

Dori Devis

D'Orso Valentina

D'Uva Francesco

Emiliozzi Mirella

Epifani Ettore Guglielmo

Ermellino Alessandra

Fantinati Mattia

Fantuz Marica

Faro Marialuisa

Fasano Vincenzo

Fassino Piero

Federico Antonio

Ferraresi Vittorio

Ferrari Roberto Paolo

Ferri Cosimo Maria

Fiano Emanuele

Ficara Paolo

Fioramonti Lorenzo

Fitzgerald Nissoli Fucsia

Flati Francesca

Fogliani Ketty

Fontana Gregorio

Fontana Ilaria

Fontana Lorenzo

Formentini Paolo

Fornaro Federico

Foscolo Sara

Fraccaro Riccardo

Fragomeli Gian Mario

Frailis Andrea

Franceschini Dario

Frassini Rebecca

Frate Flora

Fregolent Silvia

Frusone Luca

Furgiuele Domenico

Fusacchia Alessandro

Gadda Maria Chiara

Gagnarli Chiara

Galizia Francesca

Galli Dario

Gallinella Filippo

Gallo Luigi

Garavaglia Massimo

Gariglio Davide

Gastaldi Flavio

Gebhard Renate

Germanà Antonino

Giaccone Andrea

Giachetti Roberto

Giacometti Antonietta

Giacometto Carlo

Giacomoni Sestino

Giarrizzo Andrea

Giglio Vigna Alessandro

Giordano Conny

Giorgis Andrea

Gobbato Claudia

Golinelli Guglielmo

Grande Marta

Grillo Giulia

Grimaldi Nicola

Grimoldi Paolo

Grippa Carmela

Gualtieri Roberto

Gubitosa Michele

Gusmeroli Alberto Luigi

Ianaro Angela

Iezzi Igor Giancarlo

Incerti Antonella

Invernizzi Cristian

Invidia Niccolò

Iovino Luigi

La Marca Francesca

L'Abbate Giuseppe

Labriola Vincenza

Lacarra Marco

Lattanzio Paolo

Lazzarini Arianna

Legnaioli Donatella

Lepri Stefano

Librandi Gianfranco

Licatini Caterina

Liuni Marzio

Liuzzi Mirella

Lolini Mario

Lorefice Marialucia

Lorenzin Beatrice

Lorenzoni Eva

Lorenzoni Gabriele

Loss Martina

Lotti Luca

Lovecchio Giorgio

Lucchini Elena

Lucentini Mauro

Lupi Maurizio

Madia Maria Anna

Maggioni Marco

Magi Riccardo

Maglione Pasquale

Manca Alberto

Manca Gavino

Mancini Claudio

Mandelli Andrea

Manzato Franco

Manzo Teresa

Maraia Generoso

Marattin Luigi

Marchetti Riccardo Augusto

Mariani Felice

Marin Marco

Marino Bernardo

Marrocco Patrizia

Martinciglio Vita

Martino Antonio

Marzana Maria

Masi Angela

Maturi Filippo

Mauri Matteo

Mazzetti Erica

Melicchio Alessandro

Miceli Carmelo

Micheli Matteo

Micillo Salvatore

Migliore Gennaro

Migliorino Luca

Misiti Carmelo Massimo

Molinari Riccardo

Molteni Nicola

Morani Alessia

Morassut Roberto

Morelli Alessandro

Moretto Sara

Morgoni Mario

Morrone Jacopo

Moschioni Daniele

Mugnai Stefano

Mulè Giorgio

Mura Romina

Murelli Elena

Musella Graziano

Napoli Osvaldo

Nappi Silvana

Nardi Martina

Navarra Pietro

Nesci Dalila

Nobili Luciano

Noja Lisa

Novelli Roberto

Occhionero Giuseppina

Occhiuto Roberto

Olgiati Riccardo

Orfini Matteo

Orlando Andrea

Orrico Anna Laura

Orsini Andrea

Pagani Alberto

Pagano Alessandro

Pagano Ubaldo

Paita Raffaella

Palazzotto Erasmo

Pallini Maria

Palmieri Antonio

Palmisano Valentina

Panizzut Massimiliano

Paolin Giuseppe

Paolini Luca Rodolfo

Papiro Antonella

Parentela Paolo

Parisse Martina

Parolo Ugo

Pastorino Luca

Patassini Tullio

Patelli Cristina

Pedrazzini Claudio

Pella Roberto

Pellicani Nicola

Penna Leonardo Salvatore

Pentangelo Antonio

Perantoni Mario

Perconti Filippo Giuseppe

Perego Di Cremnago Matteo

Pettazzi Lino

Pezzopane Stefania

Piastra Carlo

Picchi Guglielmo

Piccoli Nardelli Flavia

Piccolo Tiziana

Pignatone Dedalo Cosimo Gaetano

Pini Giuditta

Pittalis Pietro

Pizzetti Luciano

Plangger Albrecht

Polidori Catia

Pollastrini Barbara

Polverini Renata

Porchietto Claudia

Portas Giacomo

Potenti Manfredi

Prestipino Patrizia

Pretto Erik Umberto

Provenza Nicola

Quartapelle Procopio Lia

Racchella Germano

Raciti Fausto

Raffa Angela

Raffaelli Elena

Ravetto Laura

Ribolla Alberto

Ricciardi Riccardo

Rixi Edoardo

Rizzo Gianluca

Rizzo Nervo Luca

Rizzone Marco

Romano Andrea

Rosato Ettore

Rospi Gianluca

Rossello Cristina

Rossi Andrea

Rossini Emanuela

Rossini Roberto

Rosso Roberto

Rostan Michela

Rotondi Gianfranco

Ruffino Daniela

Ruggieri Andrea

Ruocco Carla

Russo Paolo

Saccani Jotti Gloria

Saitta Eugenio

Salafia Angela

Sangregorio Eugenio

Sani Luca

Sarro Carlo

Sarti Giulia

Savino Sandra

Scagliusi Emanuele

Scalfarotto Ivan

Scerra Filippo

Schirò Angela

Scoma Francesco

Sensi Filippo

Serracchiani Debora

Serritella Davide

Siani Paolo

Sibilia Carlo

Sibilia Cosimo

Silli Giorgio

Silvestri Francesco

Siracusano Matilde

Snider Silvana

Soverini Serse

Sportiello Gilda

Squeri Luca

Stefani Alberto

Stumpo Nicola

Sut Luca

Sutto Mauro

Tarantino Leonardo

Tartaglione Annaelsa

Tateo Anna Rita

Terzoni Patrizia

Tiramani Paolo

Toccafondi Gabriele

Toccalini Luca

Tofalo Angelo

Tomasi Maura

Tombolato Giovanni Battista

Tondo Renzo

Tonelli Gianni

Topo Raffaele

Torromino Sergio

Torto Daniela

Traversi Roberto

Tripiedi Davide

Tripodi Elisa

Tripodi Maria

Troiano Francesca

Tucci Riccardo

Turri Roberto

Tuzi Manuel

Ungaro Massimo

Vacca Gianluca

Valbusa Vania

Valente Simone

Vallotto Sergio

Varrica Adriano

Vazio Franco

Verini Walter

Versace Giuseppina

Vianello Giovanni

Vietina Simona

Vignaroli Stefano

Villani Virginia

Viscomi Antonio

Vitiello Catello

Viviani Lorenzo

Zanella Federica

Zanettin Pierantonio

Zangrillo Paolo

Zanichelli Davide

Zardini Diego

Zennaro Antonio

Zicchieri Francesco

Ziello Edoardo

Zolezzi Alberto

Zordan Adolfo

Hanno risposto no:

Albano Lucia

Baroni Massimo Enrico

Bellucci Maria Teresa

Benedetti Silvia

Bignami Galeazzo

Bucalo Carmela

Butti Alessio

Cabras Pino

Caiata Salvatore

Ciaburro Monica

Cirielli Edmondo

Corda Emanuela

Costanzo Jessica

Cunial Sara

De Toma Massimiliano

Deidda Salvatore

Delmastro Delle Vedove Andrea

Donzelli Giovanni

Ferro Wanda

Forciniti Francesco

Foti Tommaso

Frassinetti Paola

Fratoianni Nicola

Galantino Davide

Gemmato Marcello

Giuliodori Paolo

Lollobrigida Francesco

Lucaselli Ylenja

Mantovani Lucrezia Maria Benedetta

Maschio Ciro

Meloni Giorgia

Mollicone Federico

Montaruli Augusta

Prisco Emanuele

Raduzzi Raphael

Rizzetto Walter

Romaniello Cristian

Rotelli Mauro

Russo Giovanni

Silvestri Rachele

Silvestroni Marco

Spessotto Arianna

Trancassini Paolo

Trano Raffaele

Vallascas Andrea

Villarosa Alessio

Vinci Gianluca

Vito Elio

Zucconi Riccardo

Si sono astenuti:

Paxia Maria Laura

Sgarbi Vittorio

Sono in missione:

Ascani Anna

Benvenuto Alessandro Manuel

Campana Micaela

Cancelleri Azzurra Pia Maria

Colletti Andrea

Comaroli Silvana Andreina

Dadone Fabiana

Di Maio Luigi

Di Stefano Manlio

Durigon Claudio

Gava Vannia

Gelmini Mariastella

Gerardi Francesca

Giorgetti Giancarlo

Guerini Lorenzo

Lapia Mara

Losacco Alberto

Maccanti Elena

Macina Anna

Melilli Fabio

Muroni Rossella

Rotta Alessia

Sasso Rossano

Schullian Manfred

Sisto Francesco Paolo

Spadoni Maria Edera

Speranza Roberto

Tabacci Bruno

Tasso Antonio

Varchi Maria Carolina

Volpi Raffaele

Zoffili Eugenio

PRESIDENTE. Si intendono così precluse tutte le proposte emendative presentate.

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Elio Vito. Ne ha facoltà.

ELIO VITO (FI). Presidente, mi spiace deluderla, ma, come si dice, mai dire mai. Scusandomi con i segretari di Presidenza, volevo precisare che il mio voto è favorevole alla fiducia al Governo.

PRESIDENTE. Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 3099​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Come convenuto nella giornata odierna, si procederà esclusivamente allo svolgimento degli interventi per l'illustrazione degli ordini del giorno e all'espressione del parere del Governo.

Avverto che l'ordine del giorno n. 9/3099/50 De Toma è stato ritirato dal presentatore.

La deputata Fucsia Fitzgerald Nissoli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3099/8.

FUCSIA FITZGERALD NISSOLI (FI). Grazie, Presidente. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ho presentato questo ordine del giorno per fare chiarezza sull'accesso ai vaccini per gli iscritti AIRE temporaneamente presenti sul territorio nazionale, su come, dove e quando tali connazionali possono vaccinarsi, facendo in modo che i provvedimenti che devono ancora essere presi dalla maggior parte delle regioni siano uguali tra loro. Ricevo numerose telefonate e messaggi da connazionali iscritti AIRE che, in questi giorni, sono nei luoghi di origine, appunto qui in Italia, e io, che sono la loro voce qui in Parlamento, segnalo che, purtroppo, ogni regione adotta una prassi diversa. Ecco, allora, che per venire incontro alle loro istanze ho presentato questo ordine del giorno, che si inserisce nella logica del presente decreto, noto come “decreto Sostegni”, che ci apprestiamo a convertire in legge, laddove presenta importanti provvedimenti per l'economia del nostro Paese e per la lotta al COVID, con 2.100 milioni di euro per l'acquisto dei vaccini. Inoltre, è stata prevista la possibilità di effettuare i vaccini per il COVID-19 anche presso le farmacie e dispone alcune modifiche e integrazioni per quanto concerne le regole che governano i sistemi informativi per agevolare il Piano strategico di vaccinazione. Passi avanti importanti per dare impulso alla campagna di vaccinazione.

Proprio in quest'ottica, il mio ordine del giorno impegna il Governo a emanare con tempestività, di concerto tra i Ministri competenti in materia, misure attuative e linee guida specifiche valide per tutte le regioni, volte a definire tempi e modalità tecniche-attuative delle disposizioni di cui all'ordinanza n. 7 del 2021 del Commissario straordinario per l'emergenza, generale Figliuolo, al fine di rendere concretamente possibile l'accesso al vaccino anti COVID-19 anche ai soggetti residenti all'estero iscritti all'AIRE che si trovano temporaneamente sul territorio nazionale. Inoltre, nonostante lo sforzo di far vaccinare tutti quelli presenti sul territorio nazionale, gli iscritti AIRE, dopo aver ottenuto l'inserimento nella campagna vaccinale con l'ordinanza, che richiamavo prima, del generale Figliuolo, che ringrazio per l'impegno e la sensibilità mostrata, non riescono ancora ad accedere a tale prenotazione, tanto che la vaccinazione degli iscritti AIRE che si trovano temporaneamente sul territorio nazionale sembra quasi finta e io, che ho lavorato moltissimo su questo e che mi sono impegnata, provo davvero un notevole disagio nei loro confronti. Infatti, non tutte le regioni hanno implementato “l'ordinanza Figliuolo” permettendo agli iscritti AIRE di prenotarsi per fare il vaccino. Un fatto che ha creato confusione e disorientamento tra gli italiani all'estero, che già fanno molta fatica a districarsi nei meandri della burocrazia italiana.

Addirittura, poi, ci sono sindaci ed assessori che mi chiedono spiegazioni quando, in realtà, sono loro l'autorità locale che dovrebbe orientare sul territorio.

Subito dopo che è stata emanata l'ordinanza del generale Figliuolo, noi, italiani all'estero, abbiamo tirato un sospiro di sollievo immaginando che il diritto alla vaccinazione fosse un dato di fatto, forse, sarebbe stato troppo facile. Niente di tutto questo e, dal 24 aprile scorso, data di firma dell'ordinanza, ad oggi, il sistema di prenotazione non è ancora pronto in tutte le regioni. Se un italiano all'estero si trova, temporaneamente, sul territorio nazionale, vuol dire che dovrà programmare il rientro nei luoghi di residenza e sapere quando potrà fare il vaccino è fondamentale. Quindi, questa incertezza non fa bene a nessuno. Per questa ragione, il mio ordine del giorno vuole fare chiarezza nel definire un percorso comune a tutte le regioni, nel definire il come, dove e quando gli iscritti AIRE, temporaneamente in Italia, potranno vaccinarsi. Dobbiamo attivare percorsi semplici e chiari che facilitino l'accesso ai vaccini per tutti. Chiedo, quindi, al Governo di accogliere questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Il deputato Trano ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3099/4.

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Un anno fa, in occasione della conversione del “decreto Cura Italia”, avevo portato in quest'Aula tutto il disagio dei gestori delle attività extra-alberghiere. Avevo fatto presente l'esclusione dell'articolo 56 di quel decreto per coloro che svolgono l'attività non in forma di impresa, cioè dal sistema di moratoria e garanzie bancarie previste, per evitare situazioni di fallimento e di usura. Purtroppo, non solo ciò non è avvenuto, ma si è continuato sulla cattiva strada anche nei provvedimenti successivi. Le attività extra-alberghiere senza partita IVA sono state escluse da ogni forma di ristoro. Siamo al paradosso: queste microimprese sono regolate dalle normative regionali che le rendono economiche proprio in base al principio di una gestione economica realizzata mediante la semplificazione degli adempimenti amministrativi, fiscali e burocratici. Eppure, questa semplificazione, oggi, diventa la loro condanna, la causa di esclusione da ogni forma di ristoro. È un errore che dal Governo dei migliori non ci si aspettava. I guadagni di queste attività, infatti, sono chiaramente indicati in un apposito quadro della dichiarazione dei redditi, per cui, se la difficoltà era la quantificazione dei ristori, vi prego di rivedere la norma. Bed and breakfast ed altre attività similari sono diventati l'ossatura dell'economia in tanti piccoli paesi in via di spopolamento.

Il Ministro del Turismo Garavaglia, che so che è particolarmente sensibile a questo argomento, spero possa portare un cambio di passo, anche perché il settore dell'extra-alberghiero rappresenta una fonte di reddito per molti cittadini disoccupati, soprattutto per i giovani, specialmente per i giovani, che possono iniziare riqualificando degli immobili, magari, lasciati dai propri nonni; possono riqualificarli, ammodernarli, dando loro un'opportunità come fonte di reddito e di guadagno e la possibilità di implementare il numero dei posti letto e, quindi, di aumentare le chance e le possibilità per i turisti, in special modo per i turisti stranieri che apprezzano tantissimo questa nuova modalità ricettiva. Perché? Perché questa forma di recettività consente anche di trascorrere del tempo insieme ai titolari di queste attività, in modo tale che possano acquisirne modi, costumi, usanze e, quindi, la rende particolarmente appetibile agli stranieri proprio perché possono apprezzare maggiormente il nostro Bel Paese.

Pertanto, io spero che ci sia un cambio di passo, anche se, purtroppo, Presidente, vedo che… Presidente… Presidente, mi perdoni, sto parlando, però vedo che non mi ascolta, né lei né il sottosegretario. So che il settore dei bed and breakfast non interessa a nessuno, però un minimo di attenzione, perché, comunque, in questo momento, ci sono centinaia di migliaia di titolari che sono stati lasciati a secco, non hanno ricevuto un centesimo dei ristori, di tutti questi 47 miliardi che sono stati erogati per il supporto alle imprese. Questo settore particolarmente sensibile e innovativo è stato completamente abbandonato. Pertanto, chiedevo se ci possa essere un cambio di passo, perché, purtroppo, in questo “decreto Sostegni” non si è visto nulla. Invece, potrebbe essere interessante che si approvi l'ordine del giorno, in modo tale da poter dare una chance a tantissimi operatori che chiedono semplicemente una forma d'aiuto, sperando che, poi, riparta il turismo, riparta la stagione con nuovi ingressi nel nostro Paese e, quindi, si possano utilizzare queste nuove forme di ricettività che consentono, come dicevo prima, di apprezzare meglio il nostro Paese.

PRESIDENTE. La deputata Elisa Tripodi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3099/109.

ELISA TRIPODI (M5S). Grazie, Presidente. Più volte, nei mesi precedenti, durante lo scostamento di bilancio, deliberato a gennaio, e anche in quelli successivi, prima che venisse licenziato dal Consiglio dei Ministri il “decreto Sostegni”, siamo intervenuti in merito alla necessità di prevedere ristori, indennizzi ad hoc per le comunità di montagna. Avevamo sottolineato la necessità per tutti questi territori di sostegni economici per tutte le categorie che vivono di montagna, che vivono di turismo vacanziero invernale. Mi permetto di fare solo alcuni esempi per far comprendere al Governo quali siano tutte queste categorie: i maestri di sci, i rifugi, gli impianti di risalita, gli alberghi e tutte le altre attività ricettive, che sono variegate e innumerevoli, anche le attività di noleggio e tante altre. La maggior parte di tutte queste realtà è a conduzione familiare: sono tutte famiglie che vivono di montagna e che, per ben due stagioni, hanno vissuto con il dolore, con la paura per la propria attività. Chi proviene dalla montagna conosce benissimo le difficoltà che questi territori hanno vissuto e continuano a vivere.

L'articolo 2 del provvedimento istituisce questo fondo ad hoc e di questo noi possiamo dirci soddisfatti, che siano state accolte le richieste che avevamo già fatto nei mesi precedenti, nei mesi di novembre e di dicembre, vista, poi, anche la situazione drammatica che è andata a prospettarsi. Queste risorse rappresentano sicuramente un segnale importante, un segnale di attenzione nei confronti della montagna e del turismo invernale, ma sono ancora insufficienti ad indennizzare, in modo adeguato, tutte le categorie produttive che contribuiscono, direttamente e indirettamente, allo sviluppo del settore del turismo di montagna: quindi, dalla Valle d'Aosta che, vista la sua vocazione turistica invernale, è stata la regione più penalizzata dalla pandemia, all'Alto Adige, dalle montagne del Friuli, del Piemonte, della Lombardia, del Veneto fino ad arrivare all'Abruzzo e alle Marche. Le attività che caratterizzano l'economia invernale di montagna sono innumerevoli, sono diversificate, ma sono tutte inequivocabilmente interconnesse. Quello che chiedo con questo ordine del giorno è di prevedere ulteriori risorse nel prossimo provvedimento, predisponendo ulteriori ristori economici, ma non solo i 100 milioni che sono stati comunicati dal Ministro Garavaglia, perché quella somma non è sufficiente. Importante sarà lo sblocco anche di queste risorse per la montagna previste dal fondo nello stato di previsione del Ministero del Turismo. Quindi, noi ci auguriamo che il Ministro Garavaglia adotti, quanto prima, i decreti attuativi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Il deputato Trancassini ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3099/22.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Vice Ministro Castelli, vorrei la sua attenzione per questo ordine del giorno che mira a prevenire un grandissimo problema. Non possiamo non tener conto di quello che succederà, da qui a breve, quando finirà il blocco dei licenziamenti.

Fratelli d'Italia, con questo ordine del giorno, pone all'attenzione del Governo questo tema e cioè che, quando la pandemia ce la saremo messa alle spalle, quando il mondo tornerà come prima, dal punto di vista della salute, è certo che il mondo economico, il mondo che ruota soprattutto rispetto a certe imprese non tornerà come prima e certamente non tornerà immediatamente come prima. Allora, una politica lungimirante, una politica che non vuole essere miope, una politica che vuole costruire e soprattutto salvaguardare posti di lavoro, deve oggi ragionare per domani, deve mettere in campo idee, risorse e riforme, per poter al meglio prevenire quello che accadrà da qui a qualche mese. Con questo ordine del giorno, vi sottoponiamo questo tema e vi diciamo anche che è sicuro che, soprattutto rispetto a certe filiere, da quella della ristorazione, a quella, più ampia, del turismo, alla filiera degli eventi, ma anche nell'ambito dello sport e della cultura, se noi, oggi, non prevediamo per domani un abbattimento del costo del lavoro, è sicuro che migliaia e migliaia di persone perderanno il posto di lavoro.

Noi siamo disponibili a ragionare insieme a voi e alle associazioni di categoria, e l'abbiamo già rappresentato - personalmente, ma anche con gli altri colleghi - alle associazioni di categoria come un tema che oggi diventa principale, se vogliamo prevenire quello che è sicuro che accadrà. Da questo punto di vista, abbiamo anche proposto non solo di ragionare sull'abbattimento del costo del lavoro, ma anche di mettere in campo quelle premialità nei confronti di quelle imprese che saranno disponibili a tenere tutti i dipendenti che avevano prima: una sorta di accordo virtuoso che la politica, il Governo, deve operare nei confronti di tutti quegli imprenditori che sono pronti a scommettere sul futuro, anche in una situazione come questa, anche con il fardello di tutti i costi che voi avete deciso di mantenere sulle loro spalle; è sicuro che la nostra imprenditoria, la piccola e media impresa, è disponibile ad accettare l'ennesima sfida, a condizione che ci sia la capacità di capire che ai costi di prima non si può mantenere la stessa forza lavoro; sicuramente, in assenza di alcune premialità, che possono essere di natura fiscale, che possono essere di natura gestionale – insomma, senza qualcosa che faccia capire all'imprenditore che vale la pena di accettare una sfida impari - le imprese, soprattutto quelle di questa filiera, non potranno mantenere i posti di lavoro che avevano prima.

In questo modo, se la nostra proposta verrà accolta e se riusciremo, anche insieme, a trovare queste soluzioni, non solo avremo salvato migliaia di posti di lavoro, ma avremo anche salvato le identità delle imprese, perché un'impresa che ha 5, 10 dipendenti, ha una sua identità che è legata a quei 5, a quei 10 dipendenti, e magari con qualcuno di meno non funziona o funziona male o sicuramente non è più la stessa. E, quindi, se oggi noi riuscissimo a ragionare insieme e ad andare oltre le appartenenze politiche e gli steccati, probabilmente scriveremmo anche una bella pagina di politica. Fratelli d'Italia oggi vi pone il tema e Fratelli d'Italia è disponibile, da domani mattina, a ragionare su questo, che oggi è un tema importante, per evitare di farlo dopo, quando sarà ormai troppo tardi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il deputato Roberto Turri ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3099/167.

ROBERTO TURRI (LEGA). Grazie, Presidente. Vice Ministro Castelli, il mio ordine del giorno chiede al Governo di costituire un fondo che serva per ristorare i comuni dei maggiori esborsi che sono costretti a sostenere per il pagamento delle rette delle persone con disabilità o, comunque, non autosufficienti, che sono costrette ad essere inserite in una struttura. È un problema che non nasce oggi, è un problema dibattuto già da qualche anno. È chiaro che oggi, con la pandemia e con le maggiori difficoltà che si trovano ad affrontare i comuni, questo problema è ancora più presente e di difficile soluzione.

Per spiegare brevemente il tema, i comuni sono tenuti, nel caso in cui un disabile o una persona non autosufficiente vengano inseriti in una struttura, a compartecipare a quella che è la spesa, la quota sociale, in gergo si definisce la quota alberghiera. La quota sanitaria viene sostenuta dal sistema sanitario, la quota sociale, invece, in teoria, dall'utente; se l'utente non ha mezzi economici sufficienti, il comune deve compartecipare. Generalmente, i mezzi che sono a disposizione dell'utente rappresentano soprattutto quella che è un po' la pensione di invalidità, detta così, tanto per capirci. Cosa succede? Nel 2016, con un decreto-legge, convertito poi in legge sempre nel 2016, viene stabilito che la pensione di invalidità del soggetto non autosufficiente non debba più rientrare nell'ISEE. Conseguenza: i comuni si trovano a dover sostenere il doppio della spesa, perché pesa, praticamente, totalmente a carico dei comuni. La stessa legge del 2016 stabilisce anche che nessun ristoro economico verrà dato ai comuni, ma i comuni devono provvedere a invarianza finanziaria, quindi devono utilizzare le risorse che hanno a disposizione.

Allora, a parte che faccio fatica a capire la ratio di questa norma, perché, a mio modesto avviso, crea anche delle disparità di trattamento tra le famiglie che hanno, magari, una persona disabile che inseriscono in una struttura, e le famiglie che, invece, mantengono a casa la persona disabile; il focus del mio ordine del giorno non è su questo punto, che probabilmente si potrà dibattere in altre occasioni, ma verte proprio sul fatto che se lo Stato stabilisce che il comune debba assumersi integralmente la spesa della quota sociale, è evidente che lo Stato deve anche prevedere di ristorare le maggiori somme che i comuni dovranno tirare fuori. Infatti, vi assicuro che - e parlo da amministratore di un piccolo comune di 4 mila abitanti - in un comune, un solo caso del genere può mettere in difficoltà il bilancio; immaginiamoci se i casi siano anche più di uno. Quindi, con questo ordine del giorno io chiedo che il Governo intervenga in maniera urgente per costituire un fondo che possa eventualmente prevedere somme che vanno a ristorare i comuni che si trovano obbligati a sostenere queste spese.

PRESIDENTE. La deputata Silvia Fregolent ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3099/72.

SILVIA FREGOLENT (IV). Grazie, signor Presidente. Il mio ordine del giorno affronta un tema che in quest'Aula è stato più volte trattato, quello del blocco degli sfratti. Ora, noi sappiamo benissimo che in una situazione economica di crisi così complicata occorre tenere in giusta considerazione l'esigenza che hanno gli inquilini, gli affittuari, di non riuscire più a pagare l'affitto perché in questa pandemia non hanno potuto lavorare e, quindi, sono in crisi economica. Dopodiché, la cosa assurda è che sono stati bloccati tutti gli sfratti, anche quelli ante crisi COVID, e forse questo provvedimento, anche se in questo caso è un po' più puntuale e meno generalizzato rispetto a quanto è avvenuto in altri provvedimenti, però fa un torto a quei proprietari di casa che non riescono più ad avere uso dell'immobile perché, di fatto, con uno sfratto bloccato, non riescono più a poter usufruire di quell'immobile. E anche in tal caso, forse si dà per scontato che le persone che hanno degli immobili siano sempre persone che sono talmente ricche che possono evitare di recepire gli affitti, che possono evitare di avere l'uso degli immobili, perché tanto non se ne fanno niente. Invece, spesso sono cittadini semplici, che hanno ereditato gli immobili dai nonni, dai genitori, e che li usano come principale fonte di guadagno. Si rischia, quindi, di impoverirli, anche perché, nel frattempo, nei vari “decreti Ristori” non sono stati mai ristorati i proprietari di case. Quindi, quello che io chiedo, in questo ordine del giorno, è di contemperare le due esigenze e di valutare, nei futuri provvedimenti che bloccano gli sfratti, solamente quelli che hanno una certezza di difficoltà economica, e non la totalità di quelli in essere anche prima dell'era COVID, perché, così facendo, si dà la sensazione che gli affitti non si possono pagare. Io penso che la crisi abitativa sia forte, che ci debba essere un progetto case per le case popolari, ma che il welfare non possa ricadere sui proprietari delle case.

PRESIDENTE. Il deputato Riccardo Zucconi ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno Meloni n. 9/3099/25.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie, Presidente. Dunque, in questo ordine del giorno si rimarca una contraddizione evidente che associa questo “decreto Sostegni”, un provvedimento che doveva, appunto, andare in sostegno alle imprese, con altri provvedimenti vigenti che impegnano grandi risorse sottraendole proprio alle misure di sostegno per le aziende. All'articolo 26, in particolare, si istituisce il fondo per il sostegno delle attività economiche particolarmente colpite dall'emergenza epidemiologica; questa include, riguardando i centri storici, anche gli esercenti di attività commerciali, ristorazione, aziende che si occupano di matrimoni e di eventi privati. Benissimo, ma stiamo attenti alle cifre: questo fondo prevede una dotazione di 200 milioni; poi c'è stato un aumento ancora di 20 milioni, ma vincolati a misure di sostegno per gli esercenti del trasporto turistico di persone mediante autobus. Quindi, 200 milioni, una cifra oggettivamente - lo sappiamo tutti - assolutamente insufficiente. Allora, noi ricordiamo che la legge di bilancio per il 2020 ha introdotto il cosiddetto cashback, vale a dire un meccanismo premiale attraverso l'attribuzione di rimborsi in denaro a favore di soggetti che fanno uso di strumenti di pagamento elettronico; una misura alla quale sono attualmente destinati quasi 5 miliardi di euro. Ci saremmo aspettati intanto che, a fronte di questa misura, ci fosse stata una corrispondente riduzione, un azzeramento delle commissioni che gli esercenti devono pagare, ma non c'è stata neanche questa. Ricordiamo, poi, ancora in termini di grandi cifre e di grandi risorse destinate in maniera sbagliata, il miliardo che nel “decreto Sostegni” va a implementare le risorse per l'attuazione del reddito di cittadinanza, che come sapete noi riteniamo una misura che mortifica e danneggia il mercato del lavoro, che si presta a sperperi, privilegi e truffe, come abbondantemente dimostrato in questi mesi di attuazione.

Ricordiamo ancora un altro fatto, perché giustamente la collega Fregolent prima parlava della necessità per lo Stato di stare vicino ai più bisognosi, a quelli che hanno meno risorse economiche. Ricordiamo che nel cashback non è prevista alcuna distinzione, in base a un ISEE o altro strumento di verifica, per chi andrà a godere dei privilegi al di là della propria situazione patrimoniale: una vera ingiustizia e veramente uno schiaffo alla miseria! Ricordiamo poi ancora che la PagoPA SpA, la società che gestisce la App IO, è stata di fatto abilitato al trattamento di dati personali senza opportune garanzie. Quindi, l'insieme di questa normativa sul cashback presenta veramente molte lacune, ma sottrae risorse importanti e le va a sottrarre in un periodo in cui invece si dice di voler sostenere le aziende.

Allora, il fondo è dotato di 220 milioni, le spese per il cashback e l'incremento delle risorse per il reddito di cittadinanza superano i 6 miliardi: forse a qualcuno poteva anche venire in mente che, in un anno come questo, questi provvedimenti dovevano essere limitati per destinare tutte le risorse per il lavoro, per le aziende, per i lavoratori. Ma c'è di più. Nella lettera inviata dalla BCE al Governo italiano lo scorso 14 dicembre è chiaramente affermato che la BCE ritiene che l'introduzione di un programma cashback per strumenti di pagamento elettronico sia sproporzionata alla luce del potenziale effetto negativo che tale meccanismo potrebbe avere sul sistema di pagamento in contanti, in quanto compromette l'obiettivo di un approccio neutrale nei confronti dei vari mezzi di pagamento disponibili; oltretutto, si può adire al cashback solo se si è titolari di un conto corrente o di una carta conto.

Allora, Fratelli d'Italia chiede con questo ordine del giorno che il Governo si impegni a destinare i 5 miliardi stanziati per il cashback al fondo per il sostegno delle attività economiche particolarmente colpite dall'emergenza COVID di cui in premessa, per sostenere realmente il tessuto produttivo e tutelare migliaia di posti di lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il deputato Tarantino ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3099/38.

LEONARDO TARANTINO (LEGA). Grazie, signor Presidente. L'ordine del giorno che vado a illustrare affronta il tema delle compagnie aeree italiane cosiddette minori, anche senza volere svilire il ruolo che hanno nel nostro Paese; infatti, esse hanno 2 mila addetti diretti, con un indotto che nelle punte della stagione piena tocca i 10 mila operatori; possiedono una flotta di 45 aeromobili e in tempi lontani dalla pandemia hanno raggiunto fatturati nell'ordine dei 2 miliardi. Chiaramente, le misure restrittive legate al COVID hanno compromesso l'attività anche di queste compagnie, con danni pesantissimi che non stiamo a illustrare, perché sono evidenti a tutti. Sappiamo che rispetto alle compagnie aeree a livello mondiale ci sono stati interventi copiosi da parte degli Stati nazionali per intervenire a sostegno di questo settore.

Per quello che riguarda l'Italia, nell'aprile del 2020 fu raggiunto un accordo con il Governo per uno stanziamento puntuale di un fondo di 130 milioni destinato a queste compagnie; fondo che fu inserito a maggio nel cosiddetto “decreto Rilancio”. Questo fondo è stato anche approvato dall'Unione europea, dalla commissaria Vestager a gennaio 2021, ma, inspiegabilmente, a fine del 2020 questo fondo è stato ridotto di 35 milioni rispetto ai 130 previsti. Quindi, chiediamo che con il “decreto Sostegni” che stiamo per affrontare e che affronteremo ancora domani debba essere messo all'attenzione anche questo tema, garantendo la pienezza del fondo precedentemente stanziato, ma anche valutando la possibilità, visto che gli effetti negativi sulle compagnie aeree si sono traslati anche sul 2021, che questo fondo venga nuovamente stanziato anche per l'anno in corso per far fronte a queste gravi difficoltà e perdite che - è più che oggettivo - queste compagnie hanno avuto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Il deputato Caiata ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno n. 9/3099/27 Lollobrigida.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie Presidente, buon pomeriggio Vice Ministro. Siamo a parlare degli ordini del giorno sul “decreto Sostegni”, anzi, come io dico, si dovrebbe chiamare “decreto Risarcimenti”. Continuo a sottolineare questo aspetto: avete cambiato il nome durante la pandemia - ristori, sostegni - ma il nome giusto è risarcimenti. Voi non lo volete chiamare risarcimenti, ma si è vista l'esiguità delle cifre che stanziate per risarcire le imprese che sono devastate dai vostri provvedimenti. Dicevo che questo decreto non ci è piaciuto non solo per il nome, ma anche per i tempi, perché oggi siamo a parlare di aiuti a imprese che non hanno riaperto, come annunciò il Ministro Speranza poche ore prima della riapertura, proclamando aiuti immediati. Ebbene, quello fu il primo provvedimento del Governo Draghi, ma sono passati già tre mesi e il concetto di “immediato”, evidentemente, per chi fa il Ministro e vive una condizione di privilegio, è molto diverso da chi invece non lavora da oltre un anno e non ha di che vivere da oltre un anno; quindi quando parliamo di “immediato”, spieghiamo bene, oppure dobbiamo essere tempestivi nel dare questo aiuto. Questo decreto non ci piace neanche nei modi perché, ancora una volta, parliamo di un decreto su cui, grazie anche a un nostro voto dato in Aula a uno scostamento di 32 miliardi, non c'è stata data invece, di contro, la possibilità di presentare un singolo emendamento. Ancora una volta, proseguendo una sciagurata tradizione del Governo Conte, viene posta la fiducia per la seconda volta in un mese, quindi noi siamo qui a discutere in discussione generale, per quello che abbiamo potuto, e poi siamo qui a illustrare i nostri ordini del giorno, che altro non sono che degli impegni che vi chiediamo di assumere, ma che non sappiamo che valenza avranno (purtroppo non c'è rimasto nessun altro mezzo se non questo degli ordini del giorno). Quindi, rispetto agli ordini del giorno, questo ordine del giorno, a prima firma del nostro capogruppo, Lollobrigida, testimonia l'evidente impegno con cui il nostro partito, Fratelli d'Italia, dall'inizio di questa pandemia si schiera a favore e vicino al mondo dello sport.

È innegabile - lo sappiamo tutti - che il mondo dello sport esce drammaticamente colpito da questa pandemia, dalle chiusure delle palestre e delle piscine, non ultimo del mondo dello sci, che non ha proprio riaperto, provocando una gravissima situazione di disagio.

A fronte di questa gravissima situazione di disagio, non è arrivato praticamente nulla, se non briciole lanciate di tanto in tanto per dare un contentino, forse perché, come sosteneva l'ex sottosegretario del Partito Democratico, si tratta di lavoretti ai quali non è stata data la dignità che, invece, secondo noi devono avere.

Questo ordine del giorno, che illustro, Vice Ministro, si inserisce nel contesto dell'attuale detrazione di imposta del 19 per cento concessa per lo sport che i bambini praticano presso gli impianti sportivi o le associazioni sportive. Noi proviamo a capovolgere l'ottica: anziché aiutare, con forme di assistenzialismo, come di solito si fa, proviamo ad incentivare la domanda per far sì che questi settori, quello dello sport, delle palestre, delle piscine e dello sci, possano tornare ai livelli di reddito e occupazionali anti-pandemia. Proviamo a stimolare la domanda; per stimolare la domanda uno strumento può essere questo: concediamo, non la detrazione d'imposta del 19 per cento a chi fa sport, ma un'esenzione totale del 100 per cento, almeno per gli anni 2021 e 2022, in maniera tale da incentivare la pratica dello sport e, al tempo stesso, sostenere e incentivare tutto quel mondo messo in ginocchio dalla pandemia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il deputato Matteo Luigi Bianchi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3099/43.

MATTEO LUIGI BIANCHI (LEGA). La ringrazio, Presidente, vorrei far presente che il 23 febbraio scorso, il Governo, attraverso un altro ordine del giorno su un altro provvedimento, sottoscritto tra l'altro da tutti i gruppi di maggioranza, si era impegnato ad intervenire sui termini di scadenza del blocco degli sfratti, distinguendo tra le situazioni di morosità pregresse e successive, rispetto all'insorgenza della crisi pandemica, e a prevedere forme di ristoro economico o di agevolazione fiscale in favore dei proprietari degli immobili interessati.

Relativamente invece al decreto che stiamo convertendo in legge, in prima lettura al Senato è stato inserito un provvedimento che, di fatto, scagliona il rilascio degli immobili, partendo da un primo scaglione, al 30 giugno, così come tra le altre cose era già previsto, inserendone altri due: quindi, fino al 30 settembre 2021, per i provvedimenti di rilascio adottati dal 28 febbraio 2020 al 30 settembre 2020 e fino al 31 dicembre 2021, per i provvedimenti di rilascio, adottati dal 1° ottobre 2020 al 30 giugno 2021, tentando di andare incontro al principio di separare le esecuzioni relative alle morosità pre-pandemia e post-pandemia.

Questo è obiettivamente un importante passo avanti che consente a tanti piccoli proprietari di immobili di vedere, dal 1° di luglio, le esecuzioni concretamente eseguite e bisogna darne merito a chi, come il sottoscritto e la Lega, ha portato avanti questa battaglia, non da adesso, ma da mesi; tuttavia, rimane fuori un'altra fetta importante di proprietari di immobili che attendono i rilasci delle proprie abitazioni e quindi bisogna tentare di intervenire ulteriormente, dando corso agli impegni dell'ordine del giorno del 23 febbraio, menzionato in premessa.

Ricordiamo che il cosiddetto blocco degli sfratti è una misura assolutamente iniqua che finisce per premiare l'illegalità, mettendo in ginocchio migliaia di famiglie, perché le priva della disponibilità di una proprietà, frutto di risparmi, sacrifici e di lavoro nonché di una fonte di reddito importante soprattutto in questo momento di crisi economica e il paradosso è che questi piccoli proprietari vengono lasciati nelle condizioni di dover pagare spese condominiali e tasse. Quindi, questa cosa è assolutamente iniqua e assolutamente insostenibile, anche perché questa situazione crea disagi obiettivamente anche di natura psicologica, come è stato testimoniato in tantissimi servizi giornalistici e televisivi, che purtroppo hanno portato alla luce una serie di fenomeni di occupazioni abusive, accompagnati anche da atti vandalici nei vari immobili e nei vari appartamenti.

Quindi, con questo ordine del giorno - e concludo, Presidente - si chiede al Governo di individuare nel primo provvedimento utile un periodo massimo, quindi non oltre i trenta giorni dal deposito del fascicolo dell'esecuzione, nell'ottica di garantire una maggiore certezza e trasparenza delle procedure dei rilasci di immobili. Successivamente, chiediamo anche l'erogazione diretta di adeguate somme a titolo risarcitorio e la cancellazione dell'IMU per l'intero anno 2021, ponendo chiaramente attenzione che questa norma non ricada negativamente poi sulle casse degli enti locali e dei municipi. Quindi, ci auguriamo che queste richieste vengano accolte dal Governo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Wanda Ferro per illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3099/59.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente Rampelli. Vorrei un supplemento di riflessione da parte del Governo presente in aula, considerato che ci troviamo a discutere di ordini del giorno che spesso, anche se accolti, non trovano poi seguito, anche con riferimento alla possibilità di incidere sulle proposte da parte di Fratelli d'Italia. Qui siamo a testimoniare un impegno per quanto riguarda i problemi, le questioni generali che la nostra Nazione, tra le tante difficoltà dovute alla pandemia, si ritrova ad affrontare.

Questo ordine del giorno riguarda un aspetto, che ci è stato più volte sottolineato rispetto ai precedenti Governi, in continuità anche rispetto al Governo Draghi, e quindi l'idea che la pandemia debba essere vinta, per quanto riguarda il Governo, in modo ovviamente prioritario rispetto all'effetto COVID e quindi ai contagi, e quindi alla possibilità di aumentare i vaccini per le varie categorie, cosa che sta avvenendo rispetto al cambio di guardia, segnato sicuramente dal generale Figliuolo, ma che poteva essere affrontato prima e meglio.

Credo che ancora oggi, seppur con un ritardo importante che, di conseguenza, ha messo in ginocchio le tante attività produttive, con l'impossibilità da parte degli italiani e degli operatori, di decidere sulle proprie attività, sulle quali hanno investito tutto, si debba intervenire con una modifica, togliendo l'esclusività, per quanto riguarda il lavoro degli infermieri che può essere svolto soltanto durante le fasce orarie da dipendente. Questo è stato un appello fatto anche a livello nazionale dalla presidente, Barbara Mangiacavalli, che li rappresenta, anche sui vari territori, sottolineando l'importanza di poter operare, anche perché sappiamo perfettamente che il primo step è quello dell'anamnesi, fatta dal medico, il secondo è l'inoculazione piuttosto che l'osservazione dei vaccini fatti dagli infermieri.

Ancor di più in un momento in cui parliamo di un bacino di 270 mila unità che potrebbero essere di supporto e retribuiti rispetto a questa modifica che li lega, anche in base al decreto legislativo n. 165 del 2001, dove si dà la possibilità ai tanti infermieri di poter raggiungere, il prima possibile, la famosa immunità di gregge. Credo che questo risponda non soltanto ad una sollecitazione, che, sin dall'inizio della pandemia, è stata fatta da questo personale sanitario, ma, soprattutto, ai tanti cittadini che, spesso, si sono ritrovati a non poterlo espletare non solo per la mancanza di vaccini, che non arrivavano, ma anche per le unità insufficienti. Voglio ricordare, oltretutto, che è il personale più adatto, sia gli infermieri in generale, sia gli infermieri dedicati alla pediatria, che capiscono di inoculazione, considerato che stanno nei reparti dove si svolge tutta la parte delle vaccinazioni, sia in tenera età, sia durante l'adolescenza e sia per gli adulti. Io auspico, sottosegretario, che ci possa essere una riflessione, un accoglimento, perché ci aiuterebbe anche a sperare che, dopo il calo dei contagi, che speriamo possa essere sempre più grande nei prossimi giorni, non si torni nuovamente ad un ritardo sui vaccini, dovendo attribuire a noi stessi la responsabilità di non aver dato gli strumenti e, soprattutto, le unità per poterli espletare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Antonio Zennaro per illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3099/171. Ne ha facoltà.

ANTONIO ZENNARO (LEGA). Grazie, Presidente. L'oggetto dell'ordine del giorno, come di altri ordini del giorno presentati dal nostro gruppo, riguarda il tema della ricostruzione. Con tanta fatica, nei territori si sta avviando un processo di ricostruzione, anche grazie alla semplificazione di tante norme. Pian piano, stanno ripartendo tante attività. I cantieri stanno riaprendo. Abbiamo avuto, anche oggi, una notizia importante sul comune terremotato di Pietracamela: dopo tanti anni riaprirà uno sportello bancomat. Un inizio di ripresa, un inizio di vita per tantissime attività, per i territori. Con l'ordine del giorno, noi chiediamo, nella sostanza, che, con riferimento ai mutui della Cassa depositi e prestiti, che hanno sottoscritto tanti comuni, tanti enti locali del nostro territorio, delle quattro regioni colpite dal sisma del centro Italia (Lazio, Umbria, Abruzzo e Marche), si possa fare una moratoria e permettere di pagare queste rate dei mutui nei prossimi anni. La moratoria scadrà nel 2021; chiediamo che venga spostata anche negli ulteriori anni 2022 e 2023. Questo permetterebbe, nella sostanza, di dare ossigeno ai comuni e consentire ai tanti amministratori locali di utilizzare questi risparmi economico-finanziarii per poter investire sul territorio, per poter anche tagliare le tasse. Noi oggi riscontriamo grossi problemi, soprattutto sul tema dello spopolamento. Arriviamo da un periodo pandemico e, quindi, vi sono ulteriori difficoltà anche nelle casse di tanti nostri comuni. Dunque, chiediamo attenzione su questo ordine del giorno, ma anche su altri ordini del giorno, sperando che, nei prossimi provvedimenti, possano essere inserite queste tematiche, che sono emerse, ma non sono state inserite negli attuali decreti. Ovviamente, non possiamo che constatare anche il fatto che, in un momento in cui tantissimi comuni sono in difficoltà, si parli addirittura di trasferimenti di migranti. È notizia di oggi che 40 migranti dovrebbero essere trasferiti in Abruzzo. Bene, stiamo attenti: è un momento particolare per i territori che, come l'Abruzzo, hanno avuto addirittura ben 2 terremoti. Cerchiamo di utilizzare le risorse dello Stato per dare aiuti concreti alle famiglie, alle imprese e non andiamo a sprecare i soldi in altre cose che, in questo momento, non sono assolutamente prioritarie (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Agusta Montaruli per illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3099/173. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Vice Ministro Castelli, domani potrebbe essere una giornata storica per moltissimi italiani, perché, con questo provvedimento, a seguito di un emendamento presentato in Senato, e a seguito di settimane di dibattito, anche in quest'Aula, rispetto al riconoscimento della lingua dei segni italiana, finalmente la comunità dei sordi e di noi udenti madrelingua potrà, forse, vedere realizzato un sogno che si attende da oltre quarant'anni, ma che rappresenta, innanzitutto, un passo in avanti nella battaglia dei diritti civili di questa Nazione. Tutto ciò avviene tramite una norma che, tuttavia, ancora deve essere meglio esplicitata. Per questo spero che il Governo possa accogliere il mio ordine del giorno in senso favorevole per dare continuità, il giorno dopo dell'approvazione, e rendere tale proposta e tale riconoscimento della lingua dei segni un effettivo passo in avanti in ogni settore e in ogni ambito della vita sociale e civile di questa Nazione, garantendo concretamente la possibilità, anzi, voglio dire la libertà ad ogni persona sorda e ad ogni persona legata ad una persona sorda, di un diritto: quello di autodeterminarsi, quello di essere autonomo, quello di veder riconosciuta la propria lingua. Sì perché è una lingua, è un patrimonio linguistico che ci tramandiamo da anni, da padre in figlio, con una propria grammatica, con una propria cultura, con una propria dignità, con una propria identità che noi chiediamo sia riconosciuta attraverso percorsi formativi, certamente con interpreti, come prevede l'ordine del giorno, anche in accordo con l'università e con le associazioni che hanno tenuto alta, insieme alla comunità dei sordi, questa battaglia, per tanti anni. L'hanno tenuta alta e hanno permesso che si arrivasse a questo giorno, affinché fosse un qualcosa di condiviso. Ma allo stesso tempo, questo ordine del giorno parla quasi esclusivamente degli interpreti e parla ancora troppo poco dei sordi e degli udenti madrelingua. Con questo ordine del giorno, che chiedo a questo Governo di approvare e di dare parere favorevole fin da subito, chiedo che si arrivi, successivamente, ad una legge quadro che integri anche le norme preesistenti - penso, ad esempio, alla legge n. 104 del 1992 – e che possa, attraverso il riconoscimento, dare una svolta alla vita di tantissimi, tantissimi, lo ripeto, tantissimi italiani che meritiamo di veder riconosciuti i nostri diritti civili e, nel cuore, di veder riconosciuta la nostra Patria che rappresenta, nelle nostre difficoltà che abbiamo vissuto fino ad oggi, il modo in cui non abbiamo mai mollato questa battaglia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tullio Patassini per illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3099/170. Ne ha facoltà.

TULLIO PATASSINI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi. Con questo ordine del giorno continuiamo a sensibilizzare l'attività di questo Parlamento e del Governo alle popolazioni che hanno visto il terremoto del 2016, perché in questo momento storico l'aspetto fondamentale è iniziare a supportare, in maniera ancora più decisa e determinante, il sistema imprenditoriale. La ricostruzione degli immobili sta procedendo. A questo punto, è fondamentale porre l'attenzione sullo sviluppo socio-economico dei territori che sono stati sempre storicamente e culturalmente vivaci da un punto di vista imprenditoriale, ma che sono stati fiaccati prima dall'evento del terremoto e, oggi, come tante altre parti d'Italia, dall'emergenza COVID.

L'oggetto di questo ordine del giorno è sostenere gli imprenditori coraggiosi che, nonostante il periodo, vogliono continuare ad investire per creare occupazione, per creare sviluppo, per creare posti di lavoro. Come già è successo in altri territori d'Italia, con la legge di bilancio 2021, è indispensabile provvedere a prorogare anche per i territori terremotati del centro Italia il credito d'imposta per l'acquisto di beni strumentali. Diamo spazio agli imprenditori, sosteniamo gli imprenditori che vogliono investire sui territori attraverso forme di incentivi, di cui già godevano e che è importante prorogare adesso, perché la ripartenza poi, la vera ripartenza di ogni territorio nazionale si baserà sulla crescita di occupazione, sulla crescita di lavoro e sulla crescita di opportunità. Allo stesso tempo, occorre permettere che territori come quelli del centro Italia che hanno visto il terremoto possano beneficiare di contributi, già previsti dal “decreto Ristori”, e attualmente dal “decreto Sostegni”, per il calo delle attività, a prescindere dal livello di fatturato, perché i dati, avendo quei territori vissuto una doppia emergenza, non sono quantificabili e calcolabili. Siamo tutti consapevoli che ciascun territorio, ciascuna parte d'Italia può ripartire solo dalle imprese e dal lavoro ed è per questo che siamo, con questo ordine del giorno, a sensibilizzare l'attività parlamentare e il Governo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Andrea Delmastro Delle Vedove, per illustrare l'ordine del giorno n. 9/3099/67. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Ancora una volta, tocca tristemente a Fratelli d'Italia richiamare all'attenzione di quest'Aula il tema del lavoro, il tema delle crisi aziendali, il tema delle riconversioni industriali. Fra queste, quella che ha colpito Acc di Belluno e Embraco di Riva di Chieri ed è una fortuna che abbiamo il Vice Ministro Castelli di Torino, perché sa, o dovrebbe sapere, che è stato presentato un ardito piano di riconversione industriale, volto alla creazione di ItalComp, il polo industriale del compressore italiano, con la concreta ambizione di divenire il polo europeo del compressore e tale da fare impallidire i concorrenti austriaci, quei nani di Nidek. Forse è proprio questo il motivo per cui – e il Vice Ministro Castelli, per funzioni o per territorialità, sa, o dovrebbe sapere -, in Europa hanno intralciato l'erogazione del fondo Acc di Belluno per rilanciare, tramite ex Embraco, il polo del compressore italiano con la società ItalComp. E, proprio per questo, proprio per le funzioni ricoperte e per la territorialità, il Vice Ministro Castelli sa - o dovrebbe sapere -, che purtroppo, avendo posto la fiducia, l'emendamento di Fratelli d'Italia all'articolo 37 del decreto-legge Sostegni, che avrebbe concesso di anticipare a ItalComp ciò che sta nella pancia del fondo per far partire questa ardita impresa di reindustrializzazione italiana, non si potrà discutere, appunto perché avete posto la fiducia. Allora, con questi ordini del giorno, cerchiamo, titanicamente, di interloquire con chi ha solo la grammatica del reddito di cittadinanza come unico orizzonte culturale, industriale e politico, cerchiamo di raccontare che c'è altro, c'è la difesa del lavoro, c'è la difesa delle reindustrializzazioni, c'è un'Italia che alza la testa, orgogliosa di essere la settima potenza industriale del mondo e la seconda potenza manifatturiera d'Europa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e c'è un'Italia che, tramite noi, vi sta chiedendo la possibilità di anticipare - come vi chiediamo in quest'ordine del giorno - l'intervento del fondo per euro 8 milioni l'anno, sapendo che, se dovessero fallire Acc ed Embraco, i costi degli ammortizzatori sociali per accompagnare la decozione e accompagnare sulla porta 700 famiglie di operai, saranno di 13 milioni l'anno ed è per questo che Fratelli d'Italia chiede al Vice Ministro di impegnarsi su questo ordine del giorno, perché il Vice Ministro sa - o dovrebbe sapere, per funzione ricoperta e per territorialità -, che sono già arrivate le lettere di licenziamento Embraco: il 22 luglio i dipendenti di ex Embraco saranno a casa. Allora, c'è la necessità di consentire, banalmente di reintrodurre ciò che stava nel decreto-legge Genova, ovverosia le curatele e le imprese in amministrazione straordinaria, che abbiano cessato l'attività, ma che abbiano concrete possibilità, tramite un piano industriale, di far ripartire l'attività, possano erogare la cassa integrazione straordinaria senza oneri a carico delle curatele, perché la legge fallimentare impedisce alle curatele di erogare la cassa integrazione straordinaria, se hanno degli degli oneri. Allora, per pochi spiccioli, all'ultimo miglio di un percorso di reindustrializzazione, noi lasciamo a casa 400 lavoratori di Embraco, dimentichiamo ogni pulsione industriale, ogni tentativo di reindustrializzazione delle nostre terre, smontiamo e disperdiamo saperi e saper fare del manifatturiero italiano! Allora, lei lo sa o lo dovrebbe sapere e, se non lo sa, comunque adesso lo sa, perché gliel'abbiamo spiegato, e sarebbe criminale, imperdonabile, Ministro, che, per sciatteria non approfondisse il tema e che, per sciatteria, si dismettesse questa filiera, arrendendosi alla deindustrializzazione dell'Italia, dell'Italia del Nordovest e del Nordest, cedendo alla tracotanza austriaca, voltando le spalle a 700 famiglie di Acc e di Embraco, dimenticando un sogno industriale italiano, quello del manifatturiero, legato ai compressori, che ha la concreta ambizione - se solo voi alzate la testa e approvate i nostri ordini del giorno - di diventare il polo di riferimento dei compressori per tutta l'Europa! Perché in Italia si può ancora produrre e si possono ancora vincere le battaglie economiche (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), se un Governo sta al fianco delle imprese e dei lavoratori e non pensa solo a disperdere risorse nel reddito di cittadinanza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il deputato Viviani ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3099/64.

LORENZO VIVIANI (LEGA). Grazie, Presidente. Siamo di nuovo qui, dal lontano ormai “decreto Agosto”, a parlare dei canoni demaniali marittimi e di questo aumento che c'è stato nelle pieghe di questo decreto. Purtroppo, noi, sin dall'inizio, avevamo denunciato il fatto che ci sarebbe stato questo aumento del 700 per cento, di sette volte, dei canoni demaniali marittimi, che non vanno a colpire i grandi, ma vanno a colpire i piccoli, cioè il canone demaniale minimo. Quindi, andiamo a colpire le realtà più sfortunate, le realtà del primario, le realtà della pesca, dell'acquacoltura. Ma non solo; il piccolo trasporto marittimo, la ristorazione è già in difficoltà. Sono tutti quei canoni che erano frazionati, che i comuni magari avevano distribuito in varie concessioni, le autorità portuali avevano distribuito in varie concessioni. Quindi, una persona, già in difficoltà, doveva magari pagare un canone di 300 e qualcosa euro per determinate concessioni. Non so, bastava un cartello con scritto venire a mangiare da tale ristorante per pagare un cartello in banchina. Quindi, quel cartello, da 390 euro è passato a 2.500 euro, quel posto barca, da 390 euro è passato a 2.500 euro. Quindi, un problema che è continuato ad andare avanti e ce ne siamo accorti, purtroppo, tutti. Anche qui dovrebbe esserci un po' di mea culpa anche di tante associazioni di categoria, perché, fino al gennaio di quest'anno, nessuno ha alzato la mano, finché non è arrivata questa nuova tassa. Una tassa che - fatemi dire - su molti settori che non hanno neanche ricevuti i ristori, perché hanno continuato a lavorare, o che li hanno ricevuti in ritardo, è stata una mazzata letale, una mazzata letale rispetto alla quale si è visto solamente il grande cuore dei piccoli comuni o dei funzionari, che hanno ritardato o hanno, ad esempio, revocato le concessioni e, quindi, hanno evitato che ci fosse questo ulteriore salasso.

Bene un altro intervento. In merito devo dire c'è stato veramente un cambiamento di rotta, perché in Senato sono stati presentati vari emendamenti per modificare la norma. È passato l'emendamento più ridimensionato, l'emendamento riformulato, che va a dare un aiuto, ad esempio, alla pesca e all'acquacoltura - quindi già un inizio -, un emendamento che prevede uno stanziamento di 1 milione di euro per dare un aiuto ai pescatori o acquacoltori in un momento di disagio, in un momento di crisi. Ricordiamo sempre il primario, chi va in mare che porta le risorse intere e che porta un prodotto fresco di qualità. Quindi, si cerca di dare già una risposta.

Però, perché ripresentiamo questo ordine del giorno?

Perché pensiamo che questa norma sia sbagliata, che nelle pieghe di un decreto in cui si parlava di canoni demaniali marittimi, ma si parlava di balneari, si parlava di altre situazioni, abbia inserito all'interno delle attività che non c'entrano assolutamente niente con questo provvedimento. Ecco perché ripresentiamo nuovamente un ordine del giorno, insieme a tante altre forze politiche che, comunque, al Senato hanno dimostrato come sia giusto andare in questa direzione, una direzione che prevede di ritornare a un canone demaniale che magari non sarà quello minimo che abbiamo lasciato nel “decreto Agosto”. Potrebbe essere qualcosa magari anche di ridimensionato, ma dev'essere sicuramente inferiore ai 2.500 euro che non sono, anche in un momento di crisi, una cifra che possono spendere. Non parliamo di realtà enormi: parliamo, molte volte, del piccolo gozzo o della piccola imbarcazione, di chi realmente lavora alla giornata e, quindi, un budget del genere diventa veramente difficile da affrontare. Quindi, ripresenteremo quest'ordine del giorno. Naturalmente, auspichiamo che il Governo ci dia un parere favorevole, ma ne siamo certi perché questa situazione è sicuramente la direzione in cui dobbiamo andare. Quindi, una modifica radicale della norma che preveda realmente delle giuste quote per i lavori e che non vada a destabilizzare così tanto i settori che si sono visti travolti da questo cambio della norma nel “decreto Agosto” (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. La deputata Monica Ciaburro ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3099/49.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Vice Ministro Castelli, con questo ordine del giorno del gruppo Fratelli d'Italia, a mia prima firma, sottoponiamo una questione all'attenzione, visto che ci rimane solo questo spazio di tempo determinato dalla posizione della fiducia e dalla sola e unica discussione che è avvenuta al Senato. Per cui, per l'ennesima volta si sta mettendo in campo quella che ormai è un'abitudine consolidata. Il bicameralismo è stato superato, poiché qualsiasi provvedimento lo si approva o in una Camera o nell'altra e il secondo passaggio è quasi sempre impossibile. Quindi, non si può determinare nessun tipo di miglioramento e di suggerimento che possa rendere i vari provvedimenti più utili e funzionali a quelle che sono le sorti dei nostri italiani, delle nostre aziende, delle nostre imprese e delle nostre attività economiche.

In questo ordine del giorno l'attenzione, Vice Ministro, la vorrei porre su quello che è il territorio delle aree montane, delle aree interne, dei piccoli borghi, perché è vero, come è vero, che già prima della pandemia gli abitanti di queste aree hanno dimostrato quella resilienza, di cui oggi tanto si parla nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, proprio perché ancorati a quei territori dispendiosi e soprattutto sempre pronti a rimboccarsi le maniche e ad affrontare disservizi, abbandonati e non seguiti da un Governo molto distante che, sì, a parole è sempre unito, anche in quest'Aula con tutte le mozioni o i provvedimenti che sono stati fatti, ai quali, però, non è seguito nulla di concreto, pronti ad aiutare, quelle persone, che ancora con fatica cercano di restare ancorati a quei territori e a mantenerli vivi, perché spesso e volentieri quei servizi, determinati dalle attività economiche, sono davvero un servizio alla comunità e a chi quelle comunità le vuole vivere da turista.

Quindi, quello che chiediamo con questo ordine del giorno è perché riteniamo che il metodo di misura che è stato prodotto con le azioni di questo Governo, non solo e non tanto nei confronti della montagna ma in tutto quello che si è messo in campo da un anno e mezzo a questa parte, è stato fatto sempre con misure lineari e non puntuali, non perimetrate rispetto a bisogni e alle esigenze specifiche, e nulla come la montagna ha delle differenziazioni rispetto a quelle che sono le esigenze della città, piuttosto che del mare o piuttosto che della pianura. Quindi, noi vorremmo sottoporre alla sua attenzione, Vice Ministro, e a tutto il Governo un'attenzione in più, perché davvero si tratta di attività economiche che hanno patito più di tante altre. Questa non vuole essere una guerra tra persone che hanno sofferto e patito, ma certamente uno Stato giusto deve anche riconoscere chi è stato messo in condizioni di ancora più sfavore. C'è una sperequazione assolutamente ovvia e sotto gli occhi di tutti rispetto a quelle finte aperture, perché per la montagna i 30 chilometri rappresentavano raggiungere un potenziale di un condominio, magari romano o nella cintura di Roma mentre loro, anche se potevano aprire, non avevano assolutamente la possibilità di produrre un reddito e andare avanti. Quindi, chiediamo che quel sostegno - non saprei come definirlo, ma, in qualche modo, è assolutamente tardivo ed esiguo - di 700 milioni possa almeno essere portato ad un miliardo, così come, peraltro, hanno fatto altri Paesi, come i nostri cugini francesi, che sono riusciti, ovviamente, a riconoscere a queste terre e a chi ci opera, a chi ci vive, a chi le abita risorse ben più importanti. Affiancata a questo tipo di richiesta, c'è anche tutta quella che riguarda il superbonus, perché, anche qua, una misura sicuramente importante, con tantissime criticità e che ha determinato tantissime incertezze nel mettere in campo la partenza dei lavori - e l'Istat lo ha dimostrato -, sicuramente in montagna è ancora più difficile, ma non perché lo dico io, semplicemente perché non ci sono le possibilità di operare in modo reale e concreto, se non per pochi mesi all'anno, perché le temperature e il clima non consentono di fare muretti in cemento né di fare gli asfalti, perché, sennò, salterebbero banalmente. Quindi, anche in questo caso, chiediamo di prorogare sicuramente per tutti il superbonus, ma con una particolare attenzione per le aree montane, che possono utilizzare l'anno soltanto parzialmente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Morrone per illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3099/63.

JACOPO MORRONE (LEGA). Grazie, Presidente. Grazie, Vice Ministro, onorevoli colleghi, sono rilevanti i danni causati dalle gelate che hanno interessato da metà marzo e, in particolare, nei primi giorni di aprile 2021, vaste aree del Paese e, in particolare, alcune zone dell'Emilia-Romagna. Mi riferisco ai territori delle province di Ravenna, di Rimini, di Forlì-Cesena, di Bologna, di Ferrara e Modena, tutte zone a forte vocazione frutticola. Sono state registrate temperature arrivate fino a meno 6 gradi, che hanno danneggiato le drupacee anche in modo irreparabile. In alcune zone si è arrivati, addirittura, a danni al 100 per cento della coltivazione. Le gelate tardive hanno interessato circa 5 mila ettari di albicocchi, 3.500 ettari di susini, 10 mila ettari di alberi di pesche nettarine e più di 1.800 ettari a superficie ciliegio, ma anche pere, mele, kiwi, causando una irreparabile compromissione a coltivazioni in avanzato stato di vegetazione e fioritura, momenti in cui sono particolarmente sensibili al freddo. Alcuni agricoltori delle zone interessate sono riusciti a limitare parzialmente i danni utilizzando il sistema di difesa attiva antibrina, ma si sono, purtroppo, rivelati appena sufficienti per un quinto dell'estensione delle aziende. Altri che avevano appena stipulato le assicurazioni si trovano nella condizione di non poter beneficiare pienamente della copertura assicurativa, in quanto queste coperture assicurative si attivano dopo dodici giorni dalla sottoscrizione. Ci troviamo, purtroppo, nell'identica situazione della primavera del 2020, quando si sono registrate gelate tardive e brinate notturne che hanno causato danni al settore frutticolo della regione Emilia-Romagna stimati in circa 400 milioni di euro. E, per riparare i danni subiti, l'articolo 222-bis del “decreto Rilancio” ha incrementato di 20 milioni di euro il Fondo di solidarietà nazionale per le imprese agricole. Ci troviamo, purtroppo, di fronte a tre anni consecutivi di gelate che colpiscono la frutticoltura già in difficoltà da molto tempo. Dobbiamo sostenere il sistema ortofrutticolo con investimenti, con la ricerca e con il sostegno. Pertanto chiediamo al Governo di valutare l'opportunità di adottare iniziative normative per l'estensione anche alle gelate del 2021, con conseguente adeguato incremento delle disposizioni previste dall'articolo 222-bis del decreto-legge n. 34 del 2020, cosiddetto decreto-legge Rilancio, al fine di un giusto ristoro alle imprese agricole danneggiate da questi eventi eccezionali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ferraresi per illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3099/116.

VITTORIO FERRARESI (M5S). Grazie, Presidente. Grazie, Vice Ministro Castelli, il 6 dicembre del 2020, il comune di Nonantola, in provincia di Modena, è stato colpito da una devastante alluvione che ha causato seri danni alle abitazioni, alle più delle 220 imprese artigianali e industriali del territorio e anche alle oltre 800 automobili.

La regione Emilia-Romagna ha recentemente stanziato 1,7 milioni di euro per le popolazioni colpite e gli alluvionati di Nonantola, ma si rende necessario - in un momento, tra l'altro, di grave crisi derivante dall'emergenza epidemiologica da COVID-19 - un intervento dello Stato che possa, in qualche modo, tamponare quello che è stato un danno enorme, una situazione veramente di emergenza gravosa per i cittadini e gli imprenditori dei territori colpiti da questa alluvione, per i cittadini di Nonantola. Quindi, con il mio ordine del giorno n. 116 chiedo semplicemente che il Governo possa prevedere, nei prossimi provvedimenti normativi, adeguate misure di sostegno in favore della popolazione del comune di Nonantola, al fine di consentire la ricostruzione delle abitazioni, delle imprese e degli edifici pubblici danneggiati dagli eventi alluvionali, senza i quali anche i contributi regionali finirebbero per essere vani. Chiediamo questo aiuto, ovviamente ci deve essere trasparenza e un intervento che possa chiarire il perché questi eventi provocano ogni anno gravi danni ai nostri territori, ma in questo momento i cittadini di Nonantola chiedono un intervento celere del Governo, che possa risarcirli o comunque indennizzarli, per il danno grave che hanno subito in un momento certo non facile per tutti. Quindi, chiediamo che il Governo si impegni a intervenire in maniera celere e soddisfacente per tutti i cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. La deputata Lucia Ciampi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3099/15.

LUCIA CIAMPI (PD). Grazie Presidente, Vice Ministro, onorevoli colleghi, il mio ordine del giorno n. 15 vuole sollecitare l'attenzione del Governo a un distretto importante, il distretto conciario di Santa Croce sull'Arno, il più importante polo italiano per la produzione di pelli dei marchi internazionali del lusso; esso consta di 250 concerie, 6 mila addetti e 2,5 miliardi di fatturato. Il distretto si connota anche come positivo modello di integrazione sociale e di relazioni sindacali corrette e costruttive, che hanno contribuito molto a un fattore di sviluppo. Gli effetti della pandemia, negativi, continuano a ripercuotersi in questo comparto e numerose imprese stanno avendo cali di fatturato intorno al 40 per cento. Alla luce di questa perdurante crisi, sarebbe necessaria l'introduzione di risorse specifiche, destinate ad un distretto come questo, il distretto conciario di Santa Croce sull'Arno, così come è stato fatto in altri provvedimenti. Faccio riferimento in particolare alla legge di bilancio del 2021, in cui è stato attribuito all'Unione industriale biellese un contributo di 5 milioni di euro, per ciascuno degli anni 2021-2023, a tutela della filiera e delle attività di ricerca e sviluppo del settore tessile. Io chiedo al Governo di valutare l'opportunità, in un prossimo provvedimento utile, finalizzato al rilancio economico e occupazionale del tessuto produttivo nazionale, di intervenire a sostegno del distretto conciario di Santa Croce sull'Arno; un distretto che è legato moltissimo al territorio, molto provato dai cali di fatturato; sono anche a rischio, per questo, i livelli occupazionali diretti del distretto stesso e dell'indotto. Il distretto conciario è stato creato e valorizzato dal lavoro onesto e dalla professionalità di un'intera comunità, che in questo momento è anche colpita da un grave fatto legato ad un'inchiesta relativa allo smaltimento dei rifiuti: il caso dei rifiuti Keu. Credo che per qualcuno che ha sbagliato, non debba pagare un intero territorio; questo territorio non può essere denigrato e penalizzato da eventuali responsabilità di alcuni. La magistratura su questo caso sta facendo il proprio lavoro. Chiedo al Governo di sostenere un grande comparto, che ha bisogno di essere sostenuto, in un prossimo provvedimento, come è stato fatto per altri settori della manifattura tessile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Il deputato Ungaro ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3099/76.

MASSIMO UNGARO (IV). Grazie, Presidente. Questo ordine del giorno cerca di attirare l'attenzione del Governo sul tema dei mutui agevolati per i giovani. È un tema che non è stato affrontato nel “Sostegni 1”, ma so che il Governo vuole affrontarlo nel “Sostegni 2” ed è un ordine del giorno che abbiamo preparato e sottoscritto con i membri dell'Intergruppo parlamentare Next Generation Italia per l'equità intergenerazionale e le politiche giovanili. In questo momento, con la crisi, l'emergenza giovanile in Italia rischia di scoppiare, rendendo ancora più difficile i sogni di emancipazione dei giovani italiani. Partiamo già da una situazione precaria in Italia: in Italia in media i ragazzi riescono a lasciare casa dopo i 30 anni, quando la media europea è a 26 anni e in alcuni Paesi del Nord Europa siamo a 23. Questo non è assolutamente causato da ragioni di ordine culturale e non è vero che i ragazzi italiani sono dei bamboccioni.

Il problema sono i salari troppo bassi all'ingresso, sono la difficoltà di avere forme contrattuali stabili, la difficoltà di contrarre dei mutui. Qui, appunto, vogliamo attirare l'attenzione del Governo per potenziare il Fondo prima casa, in modo da innalzare la soglia massima, attualmente a 250 mila euro, che impedisce a molti giovani di acquistare le case in centri urbani, soprattutto alla luce dell'incremento dei prezzi negli ultimi anni precedenti alla crisi. Inoltre, chiediamo anche di consentire l'accesso al Fondo prima casa anche a quei giovani che magari hanno un compenso, che hanno un salario che entra mensilmente in via regolare ma hanno forme contrattuali atipiche, quindi escluse anch'esse dall'attuale configurazione del Fondo prima casa. Infine, chiediamo di considerare e di valutare anche l'innalzamento dell'età da under 35 a under 40, in quanto oggi le condizioni economiche e sociali del nostro Paese impediscono a molti giovani di essere pronti ad acquistare un immobile fino a dopo i 35 anni. Ma, soprattutto, noi invitiamo il Governo a valutare l'introduzione di garanzie statali per un importo dei mutui ben superiore agli importi attuali, considerare che arrivino fino all'80 o al 90 per cento, rievocando le parole e le proposte che aveva illustrato qui in Parlamento il Presidente del Consiglio Mario Draghi durante la presentazione del PNRR. Soprattutto, chiediamo di accompagnare delle garanzie di Stato più importanti, anche con strumenti finanziari che permettano ai giovani di accedere a mutui senza dover sborsare degli anticipi o sborsando degli anticipi magari dello zero, del 5 o del 10 per cento; insomma, anticipi esigui perché, al momento, con le attuali condizioni del mercato immobiliare, del mercato dei mutui, sborsare anticipi del 20 o del 30 per cento del valore degli immobili è una cifra che è assolutamente proibitiva date le condizioni salariali di molti giovani italiani. Quindi, sarebbe utile agire subito su questo fronte, prendendo magari spunto dalla misura help to buy del Regno Unito e anche ricordando che abbiamo usato garanzie di Stato in tutte le salse per aiutare le imprese, le PMI e i professionisti nell'ultimo anno e mezzo, quindi sarebbe anche giusto usare le garanzie di Stato sui mutui agevolati per i giovani. Insomma, Presidente, il tema degli ostacoli che esistono in Italia all'autonomia giovanile è un tema cruciale, è un tema urgente, è un tema che ha delle conseguenze molto nefaste su tanti fronti, come la crisi della denatalità, anche causata dalla grave crisi giovanile che sta attraversando il nostro Paese. Il nostro Paese ha il record d'Europa per il numero di giovani inattivi: sono 2 milioni i ragazzi in Italia, tra i 15 e i 29 anni, che non stanno né studiando né lavorando; la disoccupazione giovanile è arrivata al 30 per cento e ha fatto un balzo di cinque punti in soli sei mesi. Quindi, è assolutamente importante mettere i nostri giovani in condizioni di rendersi autonomi (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Si sono così conclusi gli interventi per l'illustrazione degli ordini del giorno.

Invito il rappresentante del Governo a esprimere i pareri. Prego, Vice Ministro Castelli.

LAURA CASTELLI, Vice Ministra dell'Economia e delle finanze. Ordine del giorno n. 9/3099/1 Rotta, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di prevedere nel prossimo provvedimento normativo il finanziamento per l'anno 2021”.

Ordine del giorno n. 9/3099/2 Morassut, parere favorevole, con la riformulazione, da premettere su entrambi gli impegni: “a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno n. 9/3099/3 Trizzino, accolto come raccomandazione; ordine del giorno n. 9/3099/4 Trano, il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di prevedere, nel prossimo provvedimento normativo, forme di sostegni per i gestori”; ordini del giorno n. 9/3099/5 Lombardo, n. 9/3099/6 Cardinale, n. 9/3099/7 Rostan, il parere è favorevole; ordine del giorno n. 9/3099/8 Fitzgerald Nissoli, il parere è favorevole, premettendo: “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”; ordine del giorno n. 9/3099/9 Angiola, il parere è favorevole, con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno n. 9/3099/10 Vallascas, il parere è favorevole, con la riformulazione che sostituisce le parole: “presso il Ministero dello Sviluppo economico” con le parole “presso il Ministero della Transizione ecologica”; ordine del giorno n. 9/3099/11 Fioramonti, accolto come raccomandazione; ordine del giorno n. 9/3099/12 Rizzetto, il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno n. 9/3099/13 Fragomeli, favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”; ordini del giorno n. 9/3099/14 Carnevali e n. 9/3099/15 Ciampi, il parere è favorevole; ordine del giorno n. 9/3099/16 Cenni, il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”; sull'ordine del giorno n. 9/3099/17 Conte, il Governo chiede di espungere il primo impegno, mentre sul secondo il parere è favorevole; ordine del giorno n. 9/3099/18 Battilocchio, il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno n. 9/3099/19 Paolo Russo, il parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno n. 9/3099/20 Novelli, il parere è favorevole, con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno n. 9/3099/21 Sozzani, il parere è favorevole; ordine del giorno n. 9/3099/22 Trancassini, il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno n. 9/3099/23 Silvestroni, il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno n. 9/3099/24 Osnato, il parere è favorevole; ordine del giorno n. 9/3099/25 Meloni, invito al ritiro; ordine del giorno n. 9/3099/26 Mantovani, il parere è favorevole; ordine del giorno n. 9/3099/27 Lollobrigida, accolto come raccomandazione; ordine del giorno n. 9/3099/28 Galantino, il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno n. 9/3099/29 Frassinetti, il parere è contrario; sull'ordine del giorno n. 9/3099/30 Foti, si chiede di espungere le premesse e sugli impegni il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno n. 9/3099/31 Deidda, accolto come raccomandazione; ordine del giorno n. 9/3099/32 Bucalo, il parere è favorevole; ordine del giorno n. 9/3099/33 Albano, accolto come raccomandazione; ordine del giorno n. 9/3099/34 Pagani, accolto come raccomandazione; ordine del giorno n. 9/3099/35 Rachele Silvestri, il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno n. 9/3099/36 Rotelli, favorevole, con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno n. 9/3099/37 Donzelli, favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno n. 9/3099/38 Tarantino, il parere è favorevole; ordine del giorno n. 9/3099/39 Vanessa Cattoi, il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno n. 9/3099/40 Fiorini, favorevole; ordine del giorno n. 9/3099/41 Galli, il parere è favorevole; ordine del giorno n. 9/3099/42 Zanella, il parere è favorevole; ordine del giorno n. 9/3099/43 Bianchi, favorevole, con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno n. 9/3099/44 Foscolo, il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno n. 9/3099/45 Biancofiore, il parere è favorevole; ordine del giorno n. 9/3099/46 Caretta, favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno n. 9/3099/47 Bignami, accolto come raccomandazione; ordine del giorno n. 9/3099/48 Butti, favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”; ordine del giorno n. 9/3099/49 Ciaburro, accolto come raccomandazione sul primo impegno, mentre sul secondo il parere è accoglibile con la riformulazione che sostituisce le parole: “e prevedere almeno nell'ambito delle aree montane” con le parole: “valutare di prevedere anche per le aree montane”.

PRESIDENTE. Quindi, se viene cosi riformulato è accolto come raccomandazione?

LAURA CASTELLI, Vice Ministra dell'Economia e delle finanze. E' favorevole.

PRESIDENTE. Prima lei ha detto: accolto come raccomandazione e poi ha fatto alcune precisazioni sul testo.

LAURA CASTELLI, Vice Ministra dell'Economia e delle finanze. Sì, viene accolto comunque come raccomandazione.

PRESIDENTE. Va bene. Ordine del giorno n. 9/3099/50 De Toma è ritirato.

LAURA CASTELLI, Vice Ministra dell'Economia e delle finanze. Ordine del giorno n. 9/3099/51 Zordan, il parere è favorevole; ordine del giorno n. 9/3099/52 Capitanio, favorevole; ordine del giorno n. 9/3099/53 Mollicone, favorevole; ordine del giorno n. 9/3099/54 Rampelli, accolto come raccomandazione; ordine del giorno n. 9/3099/55 Maschio, accolto come raccomandazione; ordine del giorno n. 9/3099/56 Prisco, parere contrario; ordine del giorno n. 9/3099/57 Lucaselli, favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

Ordine del giorno n. 9/3099/58 Zucconi, n. 9/3099/59 Ferro e n. 9/3099/60 Bellucci, parere favorevole, con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3099/61 Varchi, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/3099/62 Vinci, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3099/63 Morrone, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3099/64 Viviani, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3099/65 Caiata, parere contrario. Ordini del giorno n. 9/3099/66 Gemmato e n. 9/3099/67 Delmastro Delle Vedove: accolti come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/3099/68 Anna Lisa Baroni, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3099/69 Nevi: il parere è favorevole sul primo impegno, mentre si dà un parere contrario sul secondo e sul quarto impegno. Il terzo impegno è accolto come raccomandazione. Quindi, Presidente, il primo e il terzo impegno sono accolti come raccomandazione…

PRESIDENTE. Quindi, l'ordine del giorno, se viene riformulato, è accolto come raccomandazione da parte del Governo, giusto?

LAURA CASTELLI, Vice Ministra dell'Economia e delle finanze. Sì. Ordine del giorno n. 9/3099/70 Colaninno, parere favorevole. Ordini del giorno n. 9/3099/71 Boschi e n. 9/3099/72 Fregolent, parere favorevole, con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Sugli ordini del giorno n. 9/3099/73 Moretto, n. 9/3099/74 Nobili, n. 9/3099/75 Toccafondi e n. 9/3099/76 Ungaro il parere è favorevole. L'ordine del giorno n. 9/3099/77 Mor, viene riformulato nel senso di espungere le premesse e di aggiungere, dopo l'impegno, la locuzione “a valutare l'opportunità di”. Ordini del giorno n. 9/3099/78 Pentangelo e n. 9/3099/79 Testamento, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3099/80 Migliore: invito al ritiro. Ordini del giorno n. 9/3099/81 Romaniello e n. 9/3099/82 Ripani, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3099/83 Bond, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3099/84 Giacometto, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3099/85 Cassinelli, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3099/86 Mazzetti, invito al ritiro. Ordine del giorno n. 9/3099/87 Bologna, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3099/88 Benigni, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/3099/89 Ruffino, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3099/90 Gagliardi, accolto come raccomandazione. Ordini del giorno n. 9/3099/91 Pedrazzini, n. 9/3099/92 Napoli, n. 9/3099/93 Rospi e n. 9/3099/94 Silli, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3099/95 Sorte, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3099/96 Porchietto, parere favorevole. Ordini del giorno n. 9/3099/97 Squeri, n. 9/3099/98 Suriano, n. 9/3099/99 Lupi, n. 9/3099/100 Colucci e n. 9/3099/101 Tondo parere favorevole, con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Ordini del giorno n. 9/3099/102 Gubitosa, n. 9/3099/103 Torto e n. 9/3099/104 Flati, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3099/105 Donno, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Ordini del giorno n. 9/3099/106 Cirielli, n. 9/3099/107 Manzo, n. 9/3099/108 Gallo, n. 9/3099/109 Elisa Tripodi, n. 9/3099/110 Brescia e n. 9/3099/111 Alaimo, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3099/112 Maurizio Cattoi, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di. Ordini del giorno n. 9/3099/113 Ascari, n. 9/3099/114 Perantoni e n. 9/3099/115 Di Sarno, parere favorevole. Ordini del giorno n. 9/3099/116 Ferraresi e n. 9/3099/117 Grande, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di. Ordini del giorno n. 9/3099/118 Casa, n. 9/3099/119 Cimino e n. 9/3099/120 Carbonaro, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3099/121 Valente, favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3099/122 Villani, favorevole. Ordine del giorno n. 9/3099/123 Deiana, favorevole sul primo impegno e, sul secondo impegno, favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Ordini del giorno n. 9/3099/124 Maraia e n. 9/3099/125 Terzoni, favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3099/126 Buompane, favorevole. Ordine del giorno n. 9/3099/127 Federico, favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3099/128 Amitrano, favorevole. Ordine del giorno n. 9/3099/129 Barbuto, favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Ordini del giorno n. 9/3099/130 Grippa e n. 9/3099/ 131 Bella, favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3099/132 Licatini, favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Ordini del giorno n. 9/3099/133 Mammì e n. 9/3099/134 Baldino, favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3099/135 Gallinella, favorevole con riformulazione nell'impegno, nel senso di espungere: “in alternativa all'etichetta”. Ordini del giorno n. 9/3099/138 Parentela e n. 9/3099/137 Alberto Manca, favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3099/138 Cillis, accolto come raccomandazione.

Ordini del giorno n. 9/3099/139 Papiro, n. 9/3099/140 Invidia, n. 9/3099/141 Barzotti e n. 9/3099/142 Ciprini, favorevole. Ordini del giorno n. 9/3099/143 Marino e n. 9/3099/144 Corneli, favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3099/145 Davide Aiello, favorevole. Ordine del giorno n. 9/3099/146 Baldini, accolto come raccomandazione. Ordini del giorno n. 9/3099/147 Scanu, n. 9/3099/148 Palmisano e n. 9/3099/149 Masi, favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3099/150 Giarrizzo e n. 9/3099/151 Sut, favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3099/152 Martinciglio, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/3099/153 Carabetta, favorevole con la riformulazione: “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”. Ordine del giorno n. 9/3099/154 Cancelleri, favorevole. Ordine del giorno n. 9/3099/155 Alemanno, favorevole con la riformulazione: “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”. Ordine del giorno n. 9/3099/156 Nappi, favorevole. Ordine del giorno n. 9/3099/157 D'Orso, favorevole con la riformulazione: “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”. Ordine del giorno n. 9/3099/158 Rizzo, favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3099/159 D'Uva, favorevole.

Ordini del giorno n. 9/3099/160 Giacomoni e n. 9/3099/161 Fusacchia, favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3099/162 Ferrari, invito al ritiro o contrario. Ordine del giorno n. 9/3099/163 Murelli, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/3099/164 Donina, favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3099/165 Tombolato, favorevole. Ordine del giorno n. 9/3099/166 Panizzut, accolto come raccomandazione. Ordini del giorno n. 9/3099/167 Turri e n. 9/3099/168 Cavandoli, favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3099/169 De Carlo, favorevole. Ordini del giorno n. 9/3099/170 Patassini e n. 9/3099/171 Zennaro, favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/3099/172 Perego di Cremnago, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/3099/173 Montaruli, favorevole.

PRESIDENTE. Come convenuto, interrompiamo, a questo punto, l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani, a partire dalle ore 9,30, per le votazioni degli ordini del giorno, previe eventuali dichiarazioni di voto, da concludersi, comunque, entro le ore 13.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare il deputato Filippo Sensi. Ne ha facoltà, per due minuti.

FILIPPO SENSI (PD). Grazie Presidente. Nella giornata di oggi, le squadracce del regime di Lukashenko hanno fatto irruzione negli appartamenti dei giornalisti di Tut.by, uno degli ultimi media indipendenti in Bielorussia. Sfondata la porta di casa della direttrice Maryna Zolatova, irraggiungibile la vedova del fondatore del sito Yulia Charniauskaya, irrintracciabili altri redattori, perquisita la sede, reso inservibile il dominio Internet. Altri giornalisti sono stati contestualmente sequestrati. Si hanno informazioni dell'arresto di Daria Danilova di Rocket Data, un provider di Internet. Si tratta, Presidente, della più pesante offensiva nei confronti della libertà di stampa negli ultimi anni in Europa, un attentato - non so come altro definirlo - ai nostri valori condivisi.

Sono già 16 le giornaliste e i giornalisti nelle segrete del regime, oltre ad attivisti, politici, blogger e cittadini. Questi sono finora - e vorrei qui ricordare i loro nomi, ai quali si aggiungeranno i 12 fermati di oggi - Ekaterina Andreeva, Daria Chultsova, Ekaterina Borisevich, Julia Slutskaya, Ala Sharko, Sergey Alshevsky, Peter Slutsky, Ksenia Lutskina, Andrey Alexandrov, Denis Ivashin, Andrzej Poczobut, Andrey Frolov, Alexander Burakov, Vladimir Laptsevich, Tatsyana Kapitonava, Lyubov Kasperovich.

Chiedo, Presidente - e concludo -, che il nostro Paese, il nostro Governo, l'Italia, faccia pressione sulle istituzioni europee non solo per denunciare questo abuso e per sostenere la libertà di stampa in Bielorussia, ma perché vengano con urgenza prese decisioni cogenti e pesanti e irrobustite le sanzioni nei confronti di un regime che disprezza in maniera così brutale i diritti, la democrazia e la libertà di espressione di ognuno di noi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Francesca Flati. Ne ha facoltà per 2 minuti.

FRANCESCA FLATI (M5S). Grazie, Presidente. Vorrei sottoporre all'attenzione di quest'Aula un evento abbastanza curioso, perché, nei giorni scorsi, il programma Striscia la notizia ha mandato in onda un servizio parlando di una città assolutamente infestata dai cinghiali e facendo credere che questa città fosse Roma. In realtà, si parlava del comune di Frascati. Peraltro, il giorno dopo diverse testate giornalistiche nazionali hanno ripreso la notizia e, addirittura, il quotidiano Libero titolava: “Striscia la notizia: scuola di Roma invasa dai cinghiali. L'ultima vergogna firmata Virginia Raggi”. Ora, è capitato, sempre di recente, anche un altro video, che è stato diffuso in rete, di una signora che, uscendo da un supermercato, è stata rincorsa da una famiglia di cinghiali e sempre si è fatto credere che il comune in questione fosse quello di Roma. In quel caso, invece, si trattava del comune di Formello.

Quindi, io immagino che si sia trattato di un errore, perché altrimenti si potrebbe pensare che alcuni episodi di cronaca vengano utilizzati proprio per fare propaganda politica o addirittura per attaccare esponenti politici. In effetti, la sindaca Raggi non è nuova a questo tipo di trattamento, nonostante abbia, comunque, saputo risanare un bilancio, abbia restituito servizi alla città e abbia combattuto la criminalità organizzata.

Concludo, Presidente, dicendo che l'emergenza dei cinghiali deve essere affrontata in maniera seria ed è un tema che ha necessità di prevenzione e ha necessità anche di interventi coordinati delle istituzioni e, peraltro, la fauna selvatica è competenza delle regioni. Quindi, dall'informazione ci aspettiamo una maggiore verifica delle notizie che escono, affinché possa essere sana, corretta e finalmente trasparente.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 19 maggio 2021 - Ore 9,30:

(ore 9,30 e ore 19)

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

S. 2144 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 22 marzo 2021, n. 41, recante misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse all'emergenza da COVID-19 (Approvato dal Senato). (C. 3099​)

Relatori: DEL BARBA, per la maggioranza; LUCASELLI, di minoranza.

2. Seguito della discussione delle mozioni Giarrizzo ed altri n. 1-00424, Lollobrigida ed altri n. 1-00466, Capitanio ed altri 1-00467, Bruno Bossio ed altri 1-00468 e Giuliodori ed altri n. 1-00479 in materia di infrastrutture digitali efficienti e sicure per la conservazione e l'utilizzo dei dati della pubblica amministrazione .

3. Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:

CUNIAL ed altri; FORNARO ed altri; CENNI: Disposizioni per la tutela e la valorizzazione dell'agricoltura contadina. (C. 1825​-1968​-2905-A​)

Relatore: PIGNATONE.

4. Seguito della discussione della mozione Meloni ed altri n. 1-00391 concernente iniziative normative a tutela del pluralismo delle fonti di informazione .

5. Seguito della discussione della proposta di legge costituzionale:

BRUNO BOSSIO; CECCANTI; BRESCIA ed altri; MELONI ed altri: Modifica all'articolo 58 della Costituzione, in materia di elettorato per l'elezione del Senato della Repubblica (Approvata, in un testo unificato, in prima deliberazione, dalla Camera e approvata, senza modificazioni, in prima deliberazione, dal Senato). (C. 1511​-1647​-1826​-1873-B​)

Relatori: CECCANTI e CORNELI.

6. Discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti del deputato Emanuele Fiano.

(Doc. IV-ter, n. 14-A)

Relatore: VINCI.

(ore 15)

7. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

(ore 16)

8. Informativa urgente del Governo sulla sicurezza nel Mediterraneo alla luce degli ultimi sviluppi.

La seduta termina alle 19,40.