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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 505 di martedì 11 maggio 2021

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ALESSANDRO AMITRANO, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Luigi Di Maio, Gebhard, Lapia, Lupi, Magi, Melilli, Muroni, Pastorino, Schullian, Silli e Tasso sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 87, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Svolgimento di una interpellanza e interrogazioni.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni.

(Intendimenti del Governo in merito alle sanzioni economiche nei confronti di Cuba – nn. 3-02162 e 3-02257)

PRESIDENTE. Passiamo alle prime interrogazioni all'ordine del giorno, Cabras ed altri n. 3-02162 e Bonomo n. 3-02257, che, vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente (Vedi l'allegato A).

La Vice Ministra degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Marina Sereni, ha facoltà di rispondere.

MARINA SERENI, Vice Ministra degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Grazie, Presidente. Lo scorso 24 marzo è stata adottata, nel corso della quarantaseiesima sessione del Consiglio diritti umani delle Nazioni Unite, una risoluzione intitolata “L'impatto negativo delle misure coercitive unilaterali sul godimento dei diritti umani”. Non si tratta di una nuova iniziativa, ma di una risoluzione che viene presentata ogni anno in Consiglio diritti umani dal gruppo del Movimento dei Paesi non allineati, quest'anno guidati dall'Azerbaijan. La risoluzione non presenta modifiche sostanziali rispetto agli anni precedenti e, come in passato, non include riferimenti ad alcun Paese specifico, adottando bensì un approccio di carattere generale. L'assunto di partenza della risoluzione è che tutte le misure coercitive unilaterali siano in contrasto con il diritto internazionale. Questo giudizio non fa alcuna distinzione tra diverse tipologie di misure coercitive unilaterali, qualificandole tutte, indistintamente, come non conformi al diritto internazionale e alla Carta delle Nazioni Unite. Una tale posizione non è compatibile con l'approccio dell'Unione europea alle misure sanzionatorie, incluse dai Trattati istitutivi dell'Unione tra i possibili strumenti legittimi per promuovere gli obiettivi della politica estera e di sicurezza comune dell'UE: pace e sicurezza, democrazia e rispetto dello Stato di diritto e diritto internazionale, compresi i diritti umani.

L'adozione di misure sanzionatorie da parte dell'Unione europea avviene infatti sempre in piena conformità con il diritto internazionale, rispettando i diritti umani e le libertà fondamentali degli individui oggetto di misure restrittive, in particolare il diritto a un giusto processo e a un ricorso effettivo.

Inoltre, l'Unione è fortemente impegnata affinché le misure coercitive che impone non abbiano impatti negativi su aiuti umanitari e beni di prima necessità, comprese le attrezzature mediche essenziali e le forniture necessarie per combattere le crisi sanitarie globali, come l'attuale pandemia. Queste ultime categorie di forniture non sono mai, difatti, incluse negli elenchi di beni e tecnologie soggetti a restrizioni. È anche previsto un apposito sistema di deroghe per non ostacolare in alcun modo le attività degli operatori umanitari. L'Unione europea e i suoi Stati membri ritengono, invece, che le misure restrittive, ove appropriate, siano un utile strumento per promuovere gli obiettivi della politica estera e di sicurezza comune europea, tra cui il mantenimento della pace e il rispetto dei diritti umani e dello Stato di diritto. Tali misure vengono applicate in piena conformità al diritto internazionale, nel rispetto del principio di proporzionalità, dei diritti umani e delle attività degli operatori umanitari. Vorrei, infatti, ricordare come, ritenendo le sanzioni uno strumento valido e legittimo per promuovere i propri valori, laddove attuate in conformità al diritto internazionale, lo scorso dicembre, l'Unione europea ha deciso di adottare un regime sanzionatorio per violazioni dei diritti umani nel mondo, attraverso il quale, di recente, è stata approvata una prima lista di designazioni che comprende tra l'altro individui e entità ritenuti responsabili di violazioni e abusi legati al caso Navalny e nella regione dello Xinjiang in Cina. È per tale ragione che i Paesi dell'Unione europea che siedono in Consiglio diritti umani tra cui l'Italia, nel marzo scorso, hanno espresso compattamente voto contrario, come nelle precedenti occasioni. Si evince, da questo quadro, che il voto dell'Italia e dell'Unione Europea in Consiglio diritti umani non ha un collegamento diretto con l'embargo statunitense su Cuba, tenendo anche conto del fatto che l'Unione non ha in vigore alcun regime sanzionatorio unilaterale nei confronti di Cuba. Il nostro voto non ha, infatti, suscitato reazioni da parte dell'Avana. Il Governo cubano non ha sollevato osservazioni al riguardo, né vi sono state specifiche interlocuzioni sulla questione.

La questione dell'embargo statunitense contro Cuba in ambito Nazioni Unite non è affrontata in Consiglio diritti umani, bensì in Assemblea generale, attraverso la risoluzione di iniziativa cubana di condanna dell'embargo che si intitola: “Necessità di porre fine all'embargo economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti d'America contro Cuba”, presentata a cadenza annuale. Tale risoluzione è stata adottata, da ultimo, il 7 novembre 2019, con 187 voti a favore, tra cui quello dell'Italia e degli altri Paesi dell'Unione europea, 3 voti contrari (USA, Israele e Brasile) e due astensioni (Colombia e Ucraina). In occasione dell'adozione della risoluzione, l'Unione europea ha pronunciato una dichiarazione di condanna dell'embargo statunitense nei confronti di Cuba, sottolineando, tra l'altro, come esso abbia un impatto dannoso sulla situazione economica del Paese, influendo negativamente sul tenore di vita del popolo cubano e come esso ostacoli il raggiungimento degli obiettivi dell'accordo di cooperazione UE-Cuba di sostegno alle riforme politiche ed economiche di Cuba, continuando a promuovere la democrazia e il rispetto dei diritti umani. Nel quadro dell'attuale sessione dell'Assemblea generale, la settantacinquesima, la presentazione della risoluzione è stata calendarizzata da Cuba per il 23 giugno prossimo. La posizione italiana al riguardo, come ogni anno, si formerà più a ridosso della votazione, in coordinamento con gli altri partner europei, una volta presa visione della bozza di testo.

Quanto alle iniziative per promuovere la fine dell'embargo a Cuba, confidiamo che, nonostante l'approccio cauto di Washington, le misure più restrittive adottate durante l'amministrazione Trump possano essere gradualmente riconsiderate, così da auspicabilmente rivitalizzare i canali di dialogo tra Stati Uniti e Cuba. L'alleggerimento delle misure sanzionatorie potrebbe avere ricadute significative anche sul piano umanitario, alleviando i disagi della popolazione che sta subendo le dure conseguenze della pandemia. Un allentamento dell'embargo potrebbe infine produrre effetti positivi anche in una fase decisiva per la storia di Cuba, impegnata ad attualizzare il proprio sistema economico produttivo, in primo luogo, riconoscendo spazi di manovra e di autonomia alla piccola imprenditoria privata fino a poco tempo fa non autorizzati.In conclusione, tengo a ribadire l'apprezzamento del Governo per il sostegno e la solidarietà dimostrata da Cuba con l'invio di una squadra di medici l'anno scorso per la lotta contro la pandemia, ulteriore testimonianza della tradizionale amicizia che caratterizza i rapporti tra i nostri due popoli. Pur nel contesto di una concezione della democrazia e dei diritti umani evidentemente non coincidenti, le relazioni tra Roma e L'Avana restano costruttive e, anche in tempo di pandemia, hanno mantenuto un significativo dinamismo.

PRESIDENTE. Il deputato Cabras ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione n. 3-02162.

PINO CABRAS (MISTO-L'A.C'È). La mia soddisfazione c'è soltanto per la parte finale dell'intervento della Vice Ministra, quando ha affermato che, comunque, le relazioni fra Italia e Cuba si giovano di un riconoscimento del ruolo positivo che c'è stato, di solidarietà, nell'occasione della vicenda della pandemia, con l'invio di medici da parte di Cuba nel momento più acuto di quella crisi. Ma per il resto, non posso che constatare che il Governo italiano - ma in questo non si comporta diversamente da tanti altri Governi europei - continua a sottovalutare l'effetto molto negativo sulle relazioni internazionali e, nel concreto, della vita di molti popoli delle cosiddette sanzioni, sanzioni unilaterali, che, più propriamente, in molti casi, dovrebbero chiamarsi strumenti di assedio economico. Sono strumenti di condizionamento della vita politica, che non si limitano a punire unilateralmente - quindi, fuori dai giusti mandati internazionali - i comportamenti su alcune questioni da parte di certi Stati, questioni di diritti umani essenzialmente, ma estendono il loro effetto a un condizionamento che è collaterale alle pressioni normalmente esercitate dal punto di vista bellico. Questo è il caso di molti Paesi che hanno subito delle conseguenze, particolarmente, in quest'anno. Per un Paese che subisce delle sanzioni da parte degli Stati Uniti, significa non solo subire le sanzioni dirette, ma significa subire anche delle sanzioni indirette di tutti quei soggetti economici che non osano sfidare la possibilità di incorrere, a loro volta, in limitazioni dei loro affari, delle loro attività e, quindi, si guardano bene, magari, dal rifornire di medicinali e cibo un Paese che, normalmente, avrebbe, invece, un accesso a questi beni o transazioni finanziarie che impediscono di dotarsi di strumenti sanitari. Non possiamo girare più di tanto intorno a questo tema: per Cuba non avere la possibilità di avere più di uno spettrometro di massa, oltre a quello che ha acquistato decenni fa, è una limitazione alla possibilità di testare dei vaccini. Ci sono riusciti lo stesso, perché hanno puntato molto su una sanità pubblica diffusa, capillare, eccetera, è un sistema medico che riesce a ottenere delle performance eccezionali per un Paese con quelle difficoltà economiche, però è una limitazione oggettiva. Così come per il Venezuela, un altro Paese molto colpito dalle sanzioni, non è facile approvvigionarsi dal punto di vista dei farmaci e, in un anno delicato come quello che abbiamo trascorso, questo risalta in modo particolare. Cioè, quello che manca nell'analisi del Governo - non è solo di questo Governo, ma è una tendenza degli ultimi anni - è il coraggio a mettere in discussione un sistema di valutazione degli strumenti con cui ci si relaziona con gli altri Stati, in particolare con le sanzioni. Rivendicare questi strumenti, ad esempio, da parte dell'Unione europea porta a sottovalutare gli effetti negativi. Io non credo che siano positivi, come è stato detto dalla Vice Ministra, gli effetti delle sanzioni, non credo che abbiano spostato di un millimetro il comportamento di altri Paesi, hanno più facilmente causato dei problemi economici anche a noi, perché hanno innescato una spirale di reazioni e controreazioni, abbiamo perso interi mercati. Il rapporto, l'interscambio con un Paese come l'Iran, ad esempio, è un enorme sacrificio per noi e non ha cambiato le sorti della vita civile di quel Paese; i rapporti con la Russia non sono così positivi, anche dal punto di vista economico, dobbiamo riscontrare che ricadono negativamente su di noi. E, quindi, credo che sia opportuno ripensare questa posizione dell'Italia, aprire anche un dibattito nel Paese su come ci si rapporta su questi temi. Concludo, dicendo che noi dovremo, al più presto, riconsiderare gli strumenti unilaterali e pensare a qualcos'altro.

PRESIDENTE. La deputata Bonomo ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione n. 3-02257.

FRANCESCA BONOMO (PD). Grazie, Presidente. Ringrazio la Vice Ministra Sereni e il Governo per la nettezza della risposta, di cui mi ritengo soddisfatta. Vorrei, pertanto, cogliere l'occasione per ribadire che l'Italia non ha mai votato a favore delle sanzioni contro Cuba, anzi, da anni, a livello europeo e italiano, abbiamo relazioni bilaterali molto forti, con accordi di collaborazione in campo economico, sociale, culturale, politico e diplomatico. I rapporti italo-cubani, pur nel contesto di una concezione della democrazia e dei diritti umani evidentemente non coincidenti, sono improntati ad una tradizionale amicizia. Importante in questi anni è stata anche l'intensificazione dei rapporti tra il Governo italiano e quello cubano, anche attraverso l'ambasciata di Cuba in Italia, che ha portato ad incentivare e a promuovere nuovi progetti di cooperazione e di scambio economico e culturale tra i due Paesi, agevolando anche gli interscambi con aziende italiane, assieme anche agli scambi accademici e universitari, anche grazie all'aiuto e all'attività delle associazioni di amicizia Italia-Cuba, che quest'anno festeggiano anche i sessant'anni della loro fondazione. Cuba è anche un Paese prioritario nella nostra cooperazione allo sviluppo, uno status che consente la programmazione e l'attuazione di importanti progetti che interessano settori cruciali della società cubana, la rilevanza dei quali oggi è ulteriormente anche accresciuta, visto il duro impatto che la pandemia da COVID-19 ha prodotto sull'isola. Come è già stato ricordato anche dalla Vice Ministra, nonostante queste difficoltà che il COVID ha prodotto, Cuba non ha mancato il sostegno all'Italia, mandando la “Brigada Henry Reeve”, con 53 medici, dal 21 marzo 2020 fino a maggio, che hanno operato a Torino e a Crema, per la quale anche io vorrei ringraziare ulteriormente. In merito alle sanzioni, invece, potrebbe essere l'occasione per avviare un ragionamento serio anche sul sistema delle sanzioni, partendo da un lavoro, magari, nelle Commissioni competenti, a partire dalla Commissione affari esteri, così come accompagnando tale riflessione al lavoro che si sta facendo a livello europeo, così come veniva accennato proprio dalla Vice Ministra, in cui è già stato stilato un documento, secondo cui le sanzioni devono essere proporzionate, selettive, mirate, incidendo su settori che non vadano a colpire i diritti essenziali di un popolo, come gli aiuti umanitari e le forniture di prima necessità dei generi alimentari, fino alle medicine e alle forniture mediche. Abbiamo visto, infatti, cosa potrebbe voler dire durante una pandemia. Più in generale, abbiamo visto che, certamente, le sanzioni mirate individuali hanno un effetto deterrente, vanno a colpire gli autori dei reati e dei comportamenti contrari al diritto internazionale, mentre le sanzioni più generali rischiano, a volte, di colpire la popolazione, avendo un impatto sul versante del rispetto dei più elementari diritti umani. Quindi, penso che sia utile fare questa riflessione insieme, ancora, e più generale, sull'utilità delle sanzioni, ma, soprattutto, sull'efficacia di alcuni tipi di esse, quindi che questa riflessione possa essere svolta anche dal Parlamento italiano nelle modalità più opportune, coinvolgendo gli organismi competenti. Questa può essere, quindi, l'occasione per riflettere insieme sulle modalità con le quali farlo. Prima si accennava al contributo e al lavoro che è in atto e che il Governo svolge a livello europeo, ma anche all'interesse e all'importanza per cui - anche grazie al cambio che c'è stato adesso di amministrazione negli Stati Uniti -, attraverso azioni di rapporti tra il Governo italiano e il Governo degli Stati Uniti -, potrà portare avanti azioni promotrici per mitigare e giungere, quindi, alla chiusura di questo blocco.

Quindi, credo che questa discussione sia stata costruttiva e importante, e sia importante anche il contributo che quest'Aula ha dato oggi, che ci permette di parlare di Cuba, un Paese che, anche durante le difficoltà e le esigenze di superare questo embargo, ha continuato a implementare e a lavorare in un rapporto continuo di amicizia bilaterale con l'Italia e di scambio economico sempre fondato sul rispetto reciproco e sui diritti.

(Chiarimenti circa i ritardi relativi all'erogazione dei contributi previsti dal decreto-legge “Rilancio” a sostegno del comparto fiere, congressi e mostre - n. 3-02118)

PRESIDENTE. Il Ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Deidda n. 3-02118 (Vedi l'allegato A).

MASSIMO GARAVAGLIA, Ministro del Turismo. Grazie Presidente. Signor Presidente, onorevoli deputati, l'onorevole Deidda ha evidenziato ritardi nell'erogazione dei contributi stanziati nel 2020 in favore degli operatori del settore di fiere e congressi, pregiudicati dalle misure restrittive adottate per fronteggiare l'emergenza da COVID-19.

Al riguardo, va osservato che l'articolo 183, comma 2, del decreto-legge 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, nel luglio 2020, dalla legge n. 77, ha istituito un Fondo per le emergenze delle imprese e delle istituzioni culturali, finalizzato anche al ristoro delle perdite discendenti dall'annullamento di fiere e congressi.

Con decreto ministeriale del 3 agosto 2020 - a valere su tale Fondo - sono stati ripartiti 20 milioni di euro in favore degli operatori economici del settore: 7,5 milioni di euro per enti fiera e organizzatori di fiere; 7,5 milioni per soggetti organizzatori di congressi; 5 milioni di euro per soggetti erogatori di servizi di logistica e trasporto e di allestimento, con una quota superiore al 50 per cento del fatturato derivante da attività riguardanti fiere e congressi.

Con successivi provvedimenti della Direzione generale turismo dell'allora Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo, sono state disciplinate le modalità di presentazione delle istanze, gestite in maniera automatizzata.

A fronte delle istanze pervenute, pari a 1.191 (al netto di due esclusioni): 748 beneficiari hanno ottenuto i contributi spettanti, per un importo pari a 13 milioni e 361 mila euro; 276 beneficiari stanno per ricevere quanto loro spettante; 67 posizioni sono in corso di approfondimento, in relazione ad aspetti procedimentali e documentali.

Per quanto concerne le informazioni fornite agli interessati, si rappresenta che la Direzione generale del turismo ha provveduto progressivamente a comunicare, tramite PEC, l'avanzamento della procedura.

Ciò premesso, rappresento che il Ministero del Turismo è stato istituito con il decreto-legge 1° marzo 2021, n. 22, sicché solo recentemente mi è stato possibile affrontare il tema dei ristori destinati al settore delle fiere e dei congressi. Tuttavia, ho da subito attivato i miei uffici, tanto che per completare l'erogazione delle risorse stanziate nel 2020, lo scorso 27 aprile ho firmato il decreto n. 280 (che attualmente è al controllo della Corte dei conti), recante le modalità di assegnazione delle risorse, pari a 350 milioni di euro, in favore degli operatori del settore di fiere e congressi. La Direzione competente del Ministero del Turismo provvederà, quindi, a valle, a pubblicare un apposito avviso contenente le modalità e le scadenze per la presentazione delle domande di contributo, ai fini della tempestiva erogazione di tali risorse.

Come noto, al settore delle fiere e dei congressi è stato riservato un ulteriore Fondo, pari a 100 milioni di euro per l'anno 2021, istituito dall'articolo 38, comma 3, del decreto-legge n. 41 del 2021, nello stato di previsione del Ministero del Turismo e destinato al ristoro delle perdite derivanti dall'annullamento, dal rinvio o dal ridimensionamento di fiere e congressi.

Come stabilito dal quarto comma del citato articolo 38, il mio Ministero provvederà alla ripartizione di tali risorse con provvedimento, già pronto, da adottare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del suddetto decreto-legge n. 41 del 2021.

PRESIDENTE. Il deputato Salvatore Deidda ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Sì, siamo soddisfatti. Bisogna dire, per onestà, che questa interrogazione era stata presentata prima che venisse costituito il Ministero del Turismo e ringraziamo il Ministro; siamo contenti e, quindi, la battaglia di Fratelli d'Italia era giusta anche nel chiedere di istituire un Ministero per questo importante settore.

Come abbiamo già ribadito, anche con il capogruppo Lollobrigida, stimiamo il Ministro e lo ringraziamo per questa risposta e per il lavoro che sta cercando di portare avanti, perché ha preso una eredità pesante, evidentemente: infatti, quei ritardi e quella mancata informazione, purtroppo, erano dovuti non solo a questo settore, ma anche ad un'eredità del Governo Conte, che annunciava i provvedimenti, li portava in Aula, si votavano, ma poi gli aiuti non arrivavano.

Abbiamo notato in questo settore una accelerazione, siamo contenti, assolutamente, ma colgo anche l'occasione per fare un appello al Ministro, perché, proprio con riferimento al settore fiere, con l'ultimo decreto voi avete riaperto alla possibilità di fare le fiere: vi chiediamo un ulteriore aiuto nello specificare che non possono lavorare solo le grandi fiere, ma anche le piccole. Infatti, soprattutto nelle amministrazioni locali, nei comuni e nei piccoli centri, vi sono tante piccole fiere, che non rientrano nel grande circuito, e le amministrazioni locali non sanno se anche quelle piccole fiere - che magari non si chiamano fiere, ma esposizioni, mostre - possano svolgersi all'aperto, concesse e autorizzate.

Quindi, chiediamo una specifica migliore nei prossimi provvedimenti, soprattutto in prossimità della stagione estiva, perché quegli operatori danno lavoro a tanti ambulanti; quante volte, qui fuori, abbiamo visto manifestanti di ambulanti, di espositori, dei torronai? Soprattutto adesso che sta arrivando la stagione estiva si può lavorare e si deve lavorare nei centri turistici, dove si devono esporre i prodotti dell'artigianato, i prodotti alimentari, dove si può lavorare in sicurezza.

Per questo, Fratelli d'Italia insiste anche nel chiedere l'abolizione del coprifuoco, chiede di poter lavorare con protocolli di sicurezza; ci sono tanti espositori e nel settore degli eventi si può lavorare in sicurezza anche contenendo l'afflusso di persone e controllando: loro lo hanno dimostrato, mettendo dei controlli e spendendo dei soldi. Purtroppo, il Governo Conte non ha mai ricevuto e non ha mai ascoltato questi appelli, non è mai riuscito a mettere in campo dei protocolli di sicurezza per fare lavorare gli addetti di tale settore; il dramma era che c'era un blocco in questi aiuti, che sono stati sbloccati, e siamo contenti che stiano arrivando adesso, con questa nuova gestione del Ministero del Turismo, con più attenzione e sicuramente con più velocità nell'erogazione degli aiuti, e con più informazioni per poter programmare il lavoro. Quindi, grazie e contiamo anche che i nuovi suggerimenti che le ho portato in questa seduta siano ascoltati. Quindi, ripeto, desidero specificare che il settore delle fiere e delle grandi fiere è importante, però c'è un settore molto più piccolo, degli eventi degli operatori ambulanti, che merita risposte.

(Rinvio interrogazione n. 3-02255)

PRESIDENTE. Dovremmo passare all'interrogazione Baldini n. 3-02255. Avverto che, su richiesta della presentatrice e con il consenso del Governo, l'interrogazione è stata rinviata ad altra seduta.

(Tempi di adozione del decreto ministeriale per la ripartizione tra le regioni delle risorse relative al completamento dei piani di recupero occupazionale nelle aree di crisi industriale complessa - n. 2-01139)

PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Buompane ed altri n. 2-01139 (Vedi l'allegato A).

Chiedo al deputato Buompane se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

GIUSEPPE BUOMPANE (M5S). Grazie, signor Presidente, la illustro. Signor Ministro, onorevoli colleghe e colleghi, l'ultima legge di bilancio, all'articolo 1, comma 289, ha stanziato ulteriori risorse, pari a 180 milioni di euro, sul Fondo sociale per l'occupazione e la formazione, volte proprio al completamento dei piani di recupero occupazionale nelle aree di crisi industriale complesse, destinati ai trattamenti di cassa integrazione guadagni straordinaria e di mobilità in deroga per l'anno 2021.

In dettaglio, la disposizione prevede il rifinanziamento di misure relative ai piani di recupero occupazionale di cui all'articolo 44, comma 11-bis, del decreto legislativo n. 148 del 2015 per il 2021, mediante ulteriori risorse destinate a valere sul Fondo sociale per occupazione e formazione di cui all'articolo 18, comma 1, lettera a), del decreto-legge n. 185 del 2008. Tali risorse, ripartite tra le regioni con decreto del Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'Economia e delle finanze, possono essere destinate nell'anno 2021 dalle regioni alle medesime finalità del richiamato articolo 44, comma 11-bis, del decreto legislativo n. 148 del 2015.

L'articolo 44, comma 11-bis, autorizza un ulteriore intervento di integrazione salariale straordinaria previo accordo stipulato in sede governativa presso il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, con la presenza del Ministero dello Sviluppo economico e della regione, sino al limite massimo di 12 mesi per ciascun anno di riferimento alle imprese operanti in un'area di crisi industriale complessa, che, a tal fine, devono presentare un piano di recupero occupazionale che preveda appositi percorsi di politiche attive del lavoro concordati con la regione e finalizzati alla rioccupazione dei lavoratori, dichiarando contestualmente di non poter ricorrere al trattamento di integrazione salariale straordinaria né secondo le disposizioni del presente decreto, né secondo le disposizioni attuative dello stesso.

Le risorse stanziate all'uopo, coperte a valere sul Fondo sociale per occupazione e formazione di cui all'articolo 18, comma 1, lettera a), del citato decreto-legge n. 185 del 2008, sono assegnate alle regioni dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, che provvede ad una ripartizione proporzionale alle esigenze rappresentate. L'INPS provvede al monitoraggio del rispetto del limite di spesa con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica e trasmette relazioni semestrali al Ministero del Lavoro e delle politiche sociali e al Ministero dell'Economia e delle finanze. Inoltre, il comma 291 dell'articolo 1, sempre dell'ultima legge di bilancio, ha esteso a tutti i lavoratori della regione Campania l'indennità prevista per i lavoratori sia delle aree di crisi industriale complessa, sia di quelle non rientranti in dette perimetrazioni della regione Campania nel caso specifico e prorogandone altresì gli effetti al 2021.

Ricordo che quest'ultima misura si è resa necessaria al fine di sanare la grande disparità venutasi a creare a seguito degli interventi di riforma del mercato del lavoro realizzati negli anni passati, i quali hanno impedito a migliaia di lavoratori di accedere agli strumenti di sostegno al reddito, espungendoli, di fatto, da ogni misura di tutela attiva e passiva. Quindi, tale indennità consente ai lavoratori non solo delle aree di crisi industriale complessa della regione Campania, che hanno cessato la mobilità in deroga dal 1° gennaio 2015 al 31 dicembre 2016, di percepire un'indennità pari al trattamento dell'ultima mobilità in deroga percepita, comprensiva, oltretutto, della contribuzione figurativa. A questi lavoratori sono applicate misure di politiche attive individuate in apposito piano regionale da comunicare al Ministero del Lavoro e delle politiche sociali e all'ANPAL. Ad oggi gli effetti di queste ultime disposizioni, a quanto risulta, non hanno ancora sortito effetti, in quanto le suddette indennità non sono state ancora erogate dalla regione Campania, la quale, a quanto consta agli interpellanti, è ancora intenta nell'individuare con le amministrazioni competenti le modalità di erogazione e ad attendere le verifiche contabili del caso.

Al Sud la pandemia ha aggravato un quadro di già bassa occupazione, senza nuovi interventi per favorire investimenti e creazione di posti di lavoro, e la situazione rimarrà sempre drammatica. L'intento, quindi, è chiedere se sia stato completato l'iter di definizione dei decreti ministeriali previsti dalle disposizioni citate in premessa e quali iniziative di competenza intenda adottare al fine di un più celere riparto delle risorse in favore dei lavoratori interessati dalle misure di sostegno al reddito. Si tratta, infatti, di strumenti fondamentali per il sostegno di migliaia di famiglie.

PRESIDENTE. Il Ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, ha facoltà di rispondere.

MASSIMO GARAVAGLIA, Ministro del Turismo. Grazie, Presidente. L'onorevole Buompane chiede di conoscere se sia stato completato l'iter di definizione del decreto ministeriale previsto dalla legge di bilancio 2021, all'articolo 1, comma 289, secondo cui sono stanziate ulteriori risorse per un importo pari a 180 milioni di euro a valere sul Fondo sociale per occupazione e formazione, da ripartire tra le regioni con decreto del Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'Economia e delle finanze.

Occorre chiarire in premessa che con tale previsione il legislatore ha stanziato ulteriori risorse aggiuntive per il completamento delle finalità di cui all'articolo 44, comma 11-bis, del decreto legislativo n. 148 del 2015, concernente i piani di recupero occupazionale nelle aree di crisi complessa. Sono stati così prorogati, per un massimo di dodici mesi, il trattamento di integrazione salariale straordinaria e il trattamento di mobilità in deroga per i lavoratori di imprese operanti in dette aree. Pur in assenza di una proroga specifica delle singole misure, il legislatore ha inteso operare una semplificazione, accorpando in un'unica disposizione di carattere generale tutti gli interventi susseguitisi nel tempo che fanno riferimento all'articolo 44, comma 11-bis, del decreto legislativo n. 148 del 2015. In data 14 aprile ultimo scorso è stato adottato il decreto del Ministro del Lavoro e delle politiche sociali e del Ministro dell'Economia e delle finanze che ripartisce il fondo integrativo pari a complessivi 180 milioni di euro.

La definizione dei lavori istruttori del decreto interministeriale è stata possibile all'esito delle richieste delle regioni di comunicare i rispettivi fabbisogni ai fini della ripartizione delle risorse stanziate. Rappresento, altresì, che le esigenze finanziarie comunicate dalle regioni, superando il tetto di spesa di euro 180 milioni, sono state riparametrate applicando una percentuale di riduzione rispetto a quanto richiesto dell'11,71 per cento. In particolare, nell'ambito di tale ripartizione, alla regione Campania sono stati assegnati quasi 14 milioni di euro. Spetterà pertanto alle singole regioni l'autorizzazione ai trattamenti salariali straordinari e in deroga previsti dalla normativa vigente.

Voglio rilevare che la misura di cui al comma 289 della legge di bilancio, che ha avuto attuazione con il citato decreto interministeriale di riparto, è parte di un intervento più ampio a favore dei lavoratori di tali aree di crisi, che contempla anche l'istituzione di un Fondo per il sostegno al reddito dei lavoratori delle aree di crisi industriale complessa, con una dotazione di 10 milioni di euro per l'anno 2021, finalizzato a garantire la prosecuzione degli interventi di Cassa integrazione guadagni straordinaria e di mobilità in deroga nelle aree individuate dalle regioni per l'anno 2020, ma non autorizzate per mancanza di copertura finanziaria. Inoltre, il comma 291 della medesima legge di bilancio del 2021, richiamato dall'onorevole interpellante, ha previsto un intervento specificatamente diretto ai lavoratori della Campania, in quanto è stata ampliata la platea dei beneficiari delle indennità per i lavoratori di aree di crisi complessa della regione, prorogandone altresì gli effetti per tutto il 2021. Ai lavoratori beneficiari sono altresì destinate misure di politica attiva, che devono però essere individuate attraverso un apposito piano regionale da comunicare al Ministero del Lavoro e all'ANPAL. Il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali ha cercato di portare a termine con la massima sollecitudine il provvedimento attuativo oggetto di questa interpellanza, nella consapevolezza dell'assoluta urgenza con cui occorre adottare gli interventi di sostegno al reddito dei lavoratori, in particolare di quei lavoratori appartenenti a territori e distretti produttivi soggetti a recessione economica e perdita occupazionale di rilevanza nazionale. In conclusione, assicuro che il Ministero che sostituisco promuoverà ogni utile azione di propria competenza affinché tali misure di sostegno possano essere compiutamente realizzate.

PRESIDENTE. Il deputato Buompane ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.

GIUSEPPE BUOMPANE (M5S). Grazie, Presidente. La ringrazio, signor Ministro, per la risposta. Come dicevo poc'anzi durante la mia illustrazione, i lavoratori della regione Campania attendono con impazienza tali forme di sostegno al reddito. È notizia di pochi minuti fa, che mi hanno girato i miei uffici, che, anche per quanto riguarda il comma 291 dell'articolo 1 dell'ultima legge di bilancio, l'INPS, proprio ieri sera, con circolare n. 76, ha dato le istruzioni applicative, comunicandole alla regione Campania. Risulta evidente, infatti, che la situazione complessiva del territorio, già particolarmente aggravata da ultimo dall'emergenza epidemiologica da COVID-19, in mancanza di serie interlocuzioni e risposte concrete rischia di generare una spirale di tensione; una tensione che è compito di tutte le forze sociali, politiche e istituzionali evitare.

La crisi ha reso evidente l'eccessiva frammentarietà degli ammortizzatori sociali e l'esclusione di alcune categorie di lavoratori da qualsiasi forma di protezione sociale, a cui occorre rispondere con una riforma del sistema in senso universalistico. Per questo auspico, andando, quindi, oltre la singola emergenza, che il Governo porti a compimento tutti i progetti di riforma volti all'allargamento del perimetro della platea dei destinatari dei trattamenti di integrazione salariale. Vede, signor Ministro, non c'è molta differenza tra un lavoratore che perde il posto e che rientra in un'area di crisi industriale complessa e chi, invece, non rientra in un'area di crisi industriale complessa. È una dicotomia ormai che non riesce più a rispondere alle esigenze sociali che stiamo vivendo. Per il MoVimento 5 Stelle il principio della riforma degli ammortizzatori sociali è l'universalismo differenziato. Vuol dire che tutti i lavoratori dipendenti devono avere gli stessi diritti e finalmente dev'essere riconosciuta una tutela valida di fronte alle difficoltà economiche presenti e future e nel distribuire i costi è necessario tenere conto delle differenze dei settori. Altro elemento da tenere sicuramente in considerazione, in questa auspicata opera di razionalizzazione del sistema, è la fascia anagrafica in cui si colloca il lavoratore. Converrà con me, signor Ministro, che la tutela sociale che può essere applicata, con una certa efficacia, anche, a un lavoratore di 25 anni potrebbe risultare del tutto inadeguata per un lavoratore di 50 anni che ha perso la sua occupazione. Il mercato del lavoro svantaggerebbe di certo in modo più marcato quest'ultimo. È proprio qui che lo Stato sociale deve precostituire, nella propria cassetta degli attrezzi, strumenti ad hoc.

Mi permetta un ulteriore rilievo. Le misure oggetto della mia interpellanza sono entrate in vigore, mediante pubblicazione della norma di carattere primario in Gazzetta Ufficiale, una a dicembre 2020 e l'altra a ottobre 2020. Quindi, nel solco della semplificazione, razionalizzazione e sburocratizzazione dobbiamo accelerare la messa a terra di questi provvedimenti, perché è inaccettabile attendere sette mesi per vedere erogare queste misure di sostegno che rappresentano l'unico sostegno a famiglie di lavoratori in seria difficoltà. Mai come adesso serve un welfare più inclusivo, che protegga tutte e tutti per consentire ai cittadini di vivere un'esistenza libera e dignitosa. Questa dignità non può che passare attraverso il reinserimento di questi nostri concittadini nel mercato del lavoro attraverso una seria e concreta politica industriale che vada a intervenire e a recuperare zone del Paese interessate, negli anni, da una vera e propria desertificazione industriale. Questo è il momento, signor Ministro: investire su territori fortemente depressi e renderli confacenti a investimenti produttivi darà slancio occupazionale, sociale ed economico a intere e non marginali zone del nostro Paese. Siamo qui per accelerare questo processo, siamo qui per agire e non per essere testimoni dell'ulteriore occasione sprecata.

(Iniziative di competenza volte a superare le criticità relative al funzionamento del portale del processo penale telematico – nn. 3-02142, 3-02256, 3-02258 e 3-02261)

PRESIDENTE. Passiamo alle interrogazioni Morrone ed altri n. 3-02142, Varchi e Maschio n. 3-02256, Dori n. 3-02258 e Gagliardi n. 3-02261, che, vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente (Vedi l'allegato A), tranne l'interrogazione Gagliardi n. 3-02261, che, su richiesta della presentatrice, con il consenso del Governo, è stata testé rinviata ad altra seduta. La sottosegretaria di Stato per la Giustizia, Anna Macina, ha facoltà di rispondere.

ANNA MACINA, Sottosegretaria di Stato per la Giustizia. Grazie Presidente. Con gli atti di sindacato ispettivo innanzi indicati gli interroganti domandano alla Ministra della Giustizia, sul presupposto di riscontrati difetti di funzionamento del portale del processo penale telematico, quali iniziative intenda assumere per risolvere le problematiche riscontrate e per evitare che i summenzionati difetti di funzionamento possano pregiudicare l'effettività del diritto di difesa. In proposito, dev'essere sinteticamente posto in risalto che il DL 28 ottobre 2020, n. 137, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 dicembre 2020, n. 176, prevede all'articolo 24 (Disposizioni per la semplificazione delle attività di deposito di atti, documenti e istanze nella vigenza dell'emergenza epidemiologica da COVID-19), che: “In deroga a quanto previsto dall'articolo 221, comma 11, del decreto-legge n. 34 del 2020, convertito, con modificazioni, nella legge n. 77 del 2020, fino alla scadenza del termine di cui all'articolo 1 del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, convertito, con modificazioni, nella legge 22 maggio 2020, n. 35, il deposito di memorie, documenti, richieste e istanze indicate dall'articolo 415-bis, comma 3, del codice di procedura penale negli uffici delle procure della Repubblica presso i tribunali avviene, esclusivamente, mediante deposito dal portale del processo penale telematico individuato con provvedimento del direttore generale dei sistemi informativi automatizzati del Ministero della Giustizia e con le modalità stabilite nel medesimo provvedimento” e che: “Il deposito degli atti si intende eseguito al momento del rilascio della ricevuta di accettazione da parte dei sistemi ministeriali, secondo le modalità stabilite dal provvedimento (…)”.

L'articolo 1 del decreto del Ministro della Giustizia del 13 gennaio 2021 stabilisce poi che: “(…) negli uffici delle procure della Repubblica presso i tribunali il deposito da parte dei difensori dell'istanza di opposizione all'archiviazione indicata dall'articolo 410 del codice di procedura penale, della denuncia di cui all'articolo 333 del codice di procedura penale, della querela di cui all'articolo 336 del codice di procedura penale e della relativa procura speciale, della nomina del difensore e della rinuncia o revoca del mandato indicate dall'articolo 107 del codice di procedura penale avviene esclusivamente mediante deposito telematico (…)” e che ciò debba avvenire “tramite il portale del processo penale telematico e con le modalità individuate con provvedimento del direttore generale dei sistemi informativi automatizzati del Ministero della Giustizia (…)”.

Da ultimo, l'articolo 6 del decreto-legge 1° aprile 2021, n. 44, recante misure urgenti per il contenimento dell'epidemia da COVID-19 in materia di vaccinazioni anti SARS-CoV-2, di giustizia e di concorsi pubblici, apporta, tra l'altro, al richiamato articolo 24 del DL 28 ottobre 2020, n. 137, alcune modificazioni con le quali si specifica che: “(…) il deposito è tempestivo quando è eseguito entro le ore 24 del giorno di scadenza (…)”; e che: “(…) il malfunzionamento del portale del processo penale telematico è attestato dal direttore generale per i servizi informativi automatizzati, è segnalato sul portale dei servizi telematici del Ministero della Giustizia e costituisce causa di forza maggiore ai sensi dell'articolo 175 del codice di procedura penale, 2-ter. Nei casi previsti dal comma 2-bis, fino alla riattivazione dei sistemi, l'autorità giudiziaria procedente può autorizzare il deposito di singoli atti e documenti in formato analogico. L'autorità giudiziaria può autorizzare altresì il deposito di singoli atti e documenti in formato analogico per ragioni specifiche ed eccezionali”.

Con riferimento alla fase di conclusione delle indagini preliminari, si consideri la particolare tempistica di deposito degli atti di cui all'articolo 415-bis, comma terzo, codice di procedura penale, per i quali è chiarito che - a salvaguardia dei diritti dell'indagato - il deposito telematico è consentito 24 ore su 24 al fine di evitare che eventuali disfunzioni tecnologiche possano ostacolare o rendere difficoltosa la piena esplicazione del diritto di difesa e, in caso di malfunzionamento del portale dei servizi telematici del Ministero della Giustizia, la verifica e l'accertato malfunzionamento, attestati dal direttore generale per i servizi informativi automatizzati che ne dà comunicazione sul medesimo portale, deve intendersi come causa di forza maggiore ai sensi dell'articolo 175 del codice di procedura penale e, pertanto, come condizione per la restituzione in termini del prevenuto. Lo stesso o il suo difensore possono ripresentare il documento per formalizzare il deposito secondo le modalità riportate ovvero attraverso il deposito cartaceo laddove sia attestata la disfunzione, modalità comunque consentita dall'autorità giudiziaria per ragioni specifiche ed eccezionali che abbiano impedito il deposito telematico.

Dal punto di vista più strettamente tecnico, bisogna rimarcare che sono in corso implementazioni del sistema al fine di assicurare l'ulteriore miglioramento dei servizi del portale: l'interrogazione dei servizi “Seleziona Magistrato” e “Generalità indagato/imputato”, che non consentivano di visualizzare il relativo menu a tendina; dalla maschera “Procedimenti autorizzati” presente sul portale, lato difensore, è possibile interrogare il registro ReGeWeb per richiedere l'aggiornamento dell'elenco dei procedimenti nei quali il richiedente risulta essere stato inserito come difensore; il limite dei 30 megabyte, identico a quello normativo previsto per le PEC, relativo agli allegati al deposito indicato nelle specifiche tecniche sarà superato unitamente alla possibilità di depositare anche file multimediali (rilascio nel mese di settembre 2021).

Appare opportuno, altresì, evidenziare, quanto alle sollevate criticità relative al cosiddetto atto abilitante di cui alle specifiche tecniche pubblicate sul PST il 24 febbraio 2021, che il deposito della memoria nella fase delle indagini preliminari non può seguire il processo del deposito analogico. Dal deposito telematico della nomina consegue il rilascio immediato della ricevuta che attesta l'avvenuto deposito dell'atto, lasciando a carico dell'ufficio giudiziario eventuali ritardi nella lavorazione dello stesso atto. Inoltre, attraverso il portale del processo penale telematico si attiva un canale di strutturata interazione tra difensore e ufficio requirente che non può prescindere dalla conoscenza da parte del difensore del numero del procedimento iscritto, o previo rilascio di certificazione ai sensi dell'articolo 335 del codice di procedura penale o con allegazione del cosiddetto atto abilitante. La previsione dell'atto abilitante risponde, in buona sostanza, alla finalità tecnica di assicurare il corretto esercizio del diritto di difesa nel rispetto dell'altro principio che governa la fase delle indagini preliminari, che è quello della segretezza delle medesime a norma dell'articolo 329 del codice di procedura penale. Alla luce di quanto sinora esposto nel dettaglio, risulta pertanto evidente e indiscutibile l'assiduo impegno profuso da questo Dicastero per la celere e definitiva risoluzione delle problematiche tecniche, tramite l'eliminazione dei difetti di funzionamento registrati, e normative derivanti dall'utilizzo del portale del processo penale telematico.

PRESIDENTE. La ringrazio, sottosegretaria Macina. Nel frattempo è arrivata anche la collega Gagliardi. Allora, rimettiamo in pista anche la sua interrogazione n. 3-02261; peraltro, la risposta della sottosegretaria verteva anche su quella.

Il deputato Jacopo Morrone ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

JACOPO MORRONE (LEGA). Grazie, Presidente. Grazie, sottosegretario. Apprezziamo l'impegno profuso dal Ministero, ma non potremo dirci soddisfatti fino a quando non saranno risolte le inefficienze del sistema. Il sistema del portale del processo penale è farraginoso, complesso, poco intuitivo ma, soprattutto, obsoleto, con problematiche di funzionamento per entrambe le parti, sia per gli avvocati sia per la procura della Repubblica.

Infatti, spetta ai vari uffici della procura della Repubblica controllare quotidianamente i depositi effettuati dagli avvocati e procedere alla loro autorizzazione, scaricandoli nel portale. È chiaro che se il portale della procura ha un malfunzionamento vi può essere una grave lesione del diritto di difesa, soprattutto alla luce dei termini, cosiddetti perentori, che comportano la decadenza quale conseguenza del mancato rispetto del termine stesso. Bisogna anche evidenziare che, prima di qual si voglia deposito con il portale penale telematico, è necessario procedere al deposito della nomina come avvocato e solo dopo che tale deposito sia andato a buon fine si può procedere ai depositi successivi; in concreto, tale nomina deve essere accettata dal sistema, ossia scaricata dalla segreteria del pubblico ministero. Quindi, nel caso in cui l'avvocato venga nominato difensore in prossimità di una scadenza di un termine perentorio e, per problemi del malfunzionamento del sistema, la nomina non venga elaborata tempestivamente esiste il concreto rischio che l'avvocato non possa depositare i necessari atti difensivi, con conseguente grave lesione del diritto di difesa. Riprendendo le parole di Gian Domenico Caiazza, che è il presidente dei penalisti italiani, sia la pandemia sia l'esigenza di informatizzazione devono arrendersi e regredire perché non hanno alcun valore rispetto a quello che è il diritto di difesa. Per ovviare a tale problema ci sono alcune procure che permettono già il deposito a mezzo PEC, purché si provi il malfunzionamento del sistema. Anche questo, tuttavia, ha diverse criticità. Una per tutte: non è dato sapere come si debba provare il malfunzionamento del sistema né per tutti gli avvocati è così semplice provarlo, perché non avvezzi alla tecnologia. Anche in questo caso, ciò che si rischia è sempre la lesione del diritto di difesa ossia la non ammissibilità del deposito dell'atto. In sostanza, ad oggi il portale non ha tempi immediati, certi e compatibili con quelli che sono i termini processuali penali, che sono “brevi”. Diverso è il deposito a mezzo PEC, che è preferibile perché garantisce la certezza del deposito e, di conseguenza, è un metodo immediato, che non richiede l'intervento di intermediari: infatti, il deposito si ritiene effettuato appena la PEC è inviata, senza necessità che sia accettata dalla cancelleria. Per concludere, sottosegretario, credo che la delicatezza dello strumento avrebbe meritato controlli di funzionamento più incisivi e, comunque, la previsione di alternative e garanzie in caso di malfunzionamento del portale. Quindi, sottosegretario, il mio invito è a fare il possibile per migliorare il servizio nei tempi più veloci possibili.

PRESIDENTE. Il deputato Ciro Maschio ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta all'interrogazione Varchi n. 3-02256, di cui è cofirmatario.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Ringrazio il sottosegretario Macina, però non possiamo assolutamente ritenerci soddisfatti, alla luce di quella che è la situazione reale che si vive quotidianamente nei tribunali e nelle procure di gran parte del nostro territorio. A fronte delle criticità segnalate nel corso di questi mesi dagli operatori, si doveva fare una cosa molto semplice, che è una di quelle che, finora, non sono state fatte, cioè consentire in modo chiaro, esplicito e lineare, in pendenza di queste problematiche che sono tuttora in corso di risoluzione e solo in una minima parte sono state risolte (il rilascio di alcuni aggiornamenti avverrà, come ha detto anche il sottosegretario, non prima di settembre), l'accesso alle modalità tradizionali. In situazioni come quelle dei processi penali, che richiedono immediatezza nell'esercizio del diritto di difesa proprio a tutela dei diritti fondamentali degli assistiti, non è pensabile incorrere nelle farraginosità che tuttora sussistono. È vero che una minima parte sono state risolte, ma una gran parte tuttora non lo sono state. Quindi, sarebbe necessario, come dicevo, in pendenza di queste problematiche, consentire l'accesso alle modalità tradizionali di deposito dei fascicoli degli atti non solo a seguito di una complessa attività probatoria dei malfunzionamenti, che in alcuni casi non possono essere agevolmente dimostrati ma che sussistono, ma in modo automatico, cioè con un doppio binario, telematico e tradizionale, che possa ugualmente essere fruito dagli utenti fino a quando non esisterà un processo telematico realmente chiaro, semplice, efficiente e all'altezza degli standard che una Nazione come l'Italia dovrebbe avere. Non a caso, anche nel PNRR si parla di implementare, di investire pesantemente, ovviamente con i tempi previsti da quel Piano che non sono quelli dell'immediatezza di oggi, in tutto il sistema della digitalizzazione della pubblica amministrazione e della giustizia in particolare. Nel frattempo, lo ripeto, esistono dei problemi che non possono essere minimamente sottovalutati perché toccano l'esercizio del fondamentale diritto di difesa e, quindi, richiedono una risposta immediata.

Se pensiamo che in Italia, oggi, esistono 7 diversi tipi di processo telematico -a seconda che sia penale, amministrativo, tributario, civile, eccetera - questa è la dimostrazione lampante di come esista, purtroppo, in Italia, nella amministrazione pubblica in generale e nella giustizia in particolare, un “ufficio complicazione affari semplici” che in questo momento è il più efficiente di tutti. La complicazione delle questioni semplici è un dato di fatto, oggettivo. Non è concepibile come vi possano essere 7 diversi tipi di processo telematico e non è concepibile, nei tempi della smart administration che tanto si annuncia e si millanta oggi, che in tempi strettissimi non ci si riesca.

Cito un esempio a caso: in Estonia - ho citato, non a caso, anche un Paese che non è gli Stati Uniti d'America o la Germania - esiste un processo telematico uniformato che funziona, e non credo che in Italia possiamo permetterci di stare a un livello di arretratezza inferiore a quello dell'Estonia. Quindi, occorre velocizzare anche questo processo di semplificazione e uniformazione del processo telematico, di pari passo con la risoluzione delle problematiche che sono state citate. Nel frattempo, finché lo Stato non è in grado di fare questo, deve consentire l'utilizzo semplicemente delle modalità tradizionali, parallelamente a quelle telematiche, almeno fino a quando quelle telematiche non funzioneranno veramente, anziché solo a tratti, quasi come in una lotteria, come accade, purtroppo, in alcuni casi.

Quindi, non neghiamo l'evidenza, diamo una risposta immediata, intanto, con questa soluzione e velocizziamo le procedure di riorganizzazione del sistema a livello generale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il deputato Devis Dori ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto o meno della risposta ricevuta.

DEVIS DORI (M5S). Grazie, Presidente. Ringrazio la rappresentante del Governo, sottosegretaria Macina, per la risposta fornita anche alla mia interrogazione del 22 febbraio scorso. La questione è di assoluto rilievo e ha l'obiettivo di rispondere alle numerose sollecitazioni del mondo forense. Il tema è quello del funzionamento, anzi, del malfunzionamento del portale dei servizi telematici del Ministero della Giustizia, a causa delle ripetute e prolungate interruzioni del servizio, circostanza che costituisce, di fatto, un impedimento al regolare svolgimento dell'attività professionale, sia nell'ambito civile sia nell'ambito penale. È, tuttavia, soprattutto in quest'ultimo, nel penale, che la situazione si è rivelata particolarmente grave nel periodo in cui era previsto il deposito obbligatorio ed esclusivo con modalità telematica. A tal proposito, nel mio quesito al Ministero della Giustizia, già a febbraio, chiedevo di prevedere sempre un metodo alternativo di deposito degli atti, in ogni caso in cui non fosse possibile il deposito telematico.

Effettivamente, il decreto-legge n. 44 del 1° aprile 2021 è intervenuto in tal senso, prevedendo un doppio binario, cioè la possibilità di depositare atti e documenti in formato analogico, in caso di malfunzionamento del portale del processo penale telematico. Questo, quindi, è certamente un primo passo importante, e di ciò va dato atto e merito al Ministero, perché senza questo doppio binario, per un certo periodo, ha vacillato anche l'effettività del diritto di difesa che è costituzionalmente garantito.

Dobbiamo però, ora, avere il coraggio di proseguire in questo percorso verso un'ampia digitalizzazione del sistema giustizia, anche grazie ai fondi messi a disposizione dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Una giustizia digitalizzata potenzialmente riduce i costi e i tempi e, quindi, produce necessariamente più efficienza; il malfunzionamento non deve essere la normalità, ma l'assoluta eccezione. La digitalizzazione della giustizia deve coinvolgere non solo i professionisti, ai quali deve essere assicurato il regolare svolgimento della professione forense, ma anche i cittadini, che devono potervi accedere in modo semplice, rapido e trasparente. Le implementazioni del sistema telematico, infatti, devono riguardare anche le modalità di accesso in modo sicuro, ma semplificato, attraverso tutti i dispositivi, compresi smartphone e tablet, al passo con l'evoluzione tecnologica. Tra gli ambiti che devono certamente essere oggetto di ampia digitalizzazione, ricordo al Ministero, c'è anche il sistema del gratuito patrocinio e della relativa procedura di liquidazione dei compensi.

Questo è certamente il momento giusto per spingere il piede sull'acceleratore in questa direzione; la pandemia ci ha messo di fronte anche a questa urgenza. Andiamo avanti senza indugi in questa azione di modernizzazione della giustizia italiana.

PRESIDENTE. La deputata Manuela Gagliardi ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta o meno della risposta ricevuta.

MANUELA GAGLIARDI (MISTO-C!-PP). Grazie, Presidente. Intanto, ringrazio la sottosegretaria Macina per l'illustrazione, molto dettagliata e la sua presenza, qui, oggi, in Aula, mi consente di avere l'occasione di lanciare un appello, per suo tramite, anche al Ministro. Parlo delle riforme della giustizia, riforme che sono evidentemente al centro dell'agenda del Ministero della Giustizia e dell'intero Governo, agenda che ci impone l'Europa, che naturalmente ci richiede fortemente anche il nostro Paese; si tratta di riforme che dovrebbero avere come obiettivo primario la riduzione del tempo dei processi civili, penali, amministrativi, tributari, contabili, eccetera, consentendoci, quindi, di recuperare punti di PIL preziosissimi. Queste riforme, però, non possono - e non devono - assolutamente mai limitare o condizionare il diritto di difesa. Essere, infatti, più efficienti nei tempi, non può voler dire rinunciare a un principio che è costituzionalmente garantito, quale appunto il diritto di difesa, e che non può mai, mai, mai, lo ripeto, essere in alcun modo compromesso e compresso.

Le riforme, quindi, dovranno necessariamente passare dall'ascolto e dalla condivisione delle proposte che dovranno essere sottoposte a tutte le categorie che operano nella giustizia, perché non se ne possono ascoltare soltanto alcune; credo che l'Avvocatura, così come la magistratura, così come gli operatori giudiziari abbiano tutti pari dignità e, quindi, quando si affrontano riforme strutturali di questo tipo, debbano essere tutti coinvolti, debbano essere tutti ascoltati e, in qualche modo, si debba poi trovare una sintesi tra i vari suggerimenti, perché, appunto, senza il coinvolgimento di tutti questi soggetti si rischia di finire con l'introdurre norme - che ahimè purtroppo, abbiamo già visto essere state introdotte – come, per esempio, la riforma della prescrizione che ha scontentato praticamente tutti e, nella maggior parte dei casi, è ritenuta un abominio giuridico.

L'oggetto dell'interrogazione cui oggi è stata data risposta ne è purtroppo un esempio, un altro esempio; la scelta di volere, a tutti i costi, introdurre l'obbligatorietà del deposito telematico di diversi atti del processo penale, senza un previo periodo di prova o di rodaggio del sistema, per verificare che effettivamente tutto funzionasse, tutto andasse a buon fine, ha creato tantissimi disagi e tantissimi disservizi che, però, naturalmente, quando si parla di termini di decadenza di diritto e di difesa assumono una gravità assoluta, proprio perché appunto violano un principio che è costituzionalmente garantito dal nostro ordinamento. Per quanto riguarda questo portale, riteniamo, ed è per questo che avevo provveduto al deposito di questa interrogazione, che in qualche modo abbia creato servizi da essere quasi paragonabili al tenere in ostaggio il difensore, o l'indagato o l'imputato, perché dipendere da un sistema che in qualche modo, poi, sfugge al controllo dei più, perché un sistema informatico non sempre può essere controllato nell'immediatezza o dalla puntualità del cancelliere di scaricare quello che viene inserito sul portale telematico, chiaramente è inaccettabile, se consideriamo che ci sono in gioco sia la libertà personale che, appunto, il diritto di potersi difendere.

Quindi, io chiedo al sottosegretario e al signor Ministro, per suo tramite, Presidente, naturalmente, se in qualche modo siano a conoscenza del fatto che si è creata una sorta di federalismo processuale e giudiziario. È stata inserita nel portale una serie di indicazioni che sono state date dai vari tribunali, dalle varie corti di appello proprio su come procedere al deposito nel caso in cui il sistema non funzioni o, comunque, in alternativa. Io credo che nonostante gli aggiustamenti che si sono tentati di fare con il decreto n. 44 del 2021, questa situazione sia ancora, veramente, un po' al limite dell'imbarazzo, soprattutto, per il fatto che ci sia disparità di trattamento tra un tribunale e un altro, perché ci sono tribunali che consentono l'invio delle nomine o degli atti via PEC, cosa che invece sarebbe assolutamente vietata dalla norma.

Quindi, questo sistema va sicuramente rivisto; io insisto affinché il Ministero faccia ancora un'ulteriore riflessione sulla necessità di renderlo comunque non obbligatorio, ma soltanto facoltativo, affiancandolo ancora per un periodo al sistema di deposito tradizionale che, in qualche modo, continua a garantire - così come per prassi, purtroppo, vediamo che sta accadendo nei vari tribunali, attraverso quelle circolari esplicative che le dicevo - il deposito degli atti, anche perché, se no, diversamente, si continua a rimanere ostaggi della discrezionalità dei magistrati e delle cancellerie.

(Iniziative di competenza per incentivare e implementare l'istituto della mediazione civile – nn. 3-02254 e 3-02259)

PRESIDENTE. Passiamo alle interrogazioni Ferri n. 3-02254 e D'Orso n. 3-02259.

Le interrogazioni, vertendo sullo stesso argomento, verranno, quindi, svolte congiuntamente (Vedi l'allegato A).

La sottosegretaria di Stato per la Giustizia, Anna Macina, ha facoltà di rispondere.

ANNA MACINA, Sottosegretaria di Stato per la Giustizia. Grazie, Presidente. Con gli atti di sindacato ispettivo innanzi indicati, gli interroganti domandano alla Ministra della Giustizia quali iniziative intenda assumere, al fine di assicurare un ricorso sempre più ampio ed esteso alla mediazione civile, misura notevolmente deflattiva del carico gravante sugli organi giurisdizionali.

In proposito, deve essere, innanzitutto, posto in risalto che, in Italia, le procedure di risoluzione delle controversie alternative alla giurisdizione, pur sollevando, talvolta, dubbi in considerazione della nostra radicata tradizione giuridica di risoluzione delle controversie incentrata sulla giurisdizione, sono oggetto di crescente attenzione. Del resto, è innegabile che, da tempo, negli ordinamenti giuridici, siano essi di civil law o di common law, si fa sempre più ricorso a tali procedure, per rispondere, in modo efficace, alla moltiplicazione della domanda di giustizia, tipica delle società evolute, che abbia al centro gli interessi della collettività e che conduca ad un sistema coerente ed equilibrato.

In tale contesto, si colloca l'intervento del legislatore nazionale che, con il decreto legislativo 4 marzo 2010, n. 28, ha introdotto nel nostro ordinamento l'istituto della mediazione, il cui obiettivo è quello, come si legge nella relazione illustrativa, di diffondere la cultura della conciliazione per garantire a tutti un accesso paritario alla giustizia e deflazionare i ruoli dei giudici. Scopo diretto della mediazione è quello di assistere le parti, di aiutarle a riacquistare un principio di fiducia reciproca, di riattivare una comunicazione costruttiva e positiva che permetta loro di trovare un accordo, anche costruendo una soluzione creativa in grado di soddisfare pienamente i loro interessi, nell'ottica di una visione di non contrapposizione nella gestione della conflittualità.

Il legislatore, pertanto, tenendo conto delle indicazioni provenienti dalla giurisprudenza costituzionale e comunitaria, al fine di garantire una spinta deflattiva del contenzioso e di minimizzare l'intervento statale nella disciplina del concreto esercizio dell'attività di mediazione, ha configurato questo istituto quale condizione di procedibilità, e non di proponibilità della domanda; ha dato al procedimento una durata molto contenuta; ha previsto costi ridotti e la gratuità per i non abbienti; ha stabilito che produca gli stessi effetti della domanda giudiziale sulla interruzione e sospensione della prescrizione. Nella prospettiva dei necessari ulteriori rafforzamenti dello strumento della mediazione, va poi segnalato che è in discussione al Senato della Repubblica un disegno di legge di iniziativa governativa (A.S. 1662), contenente delega al Governo per l'efficienza del processo civile e per la revisione della disciplina degli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie, nel quale sono previsti numerosi punti di delega, proprio in materia di ADR, che vanno nella direzione auspicata nell'atto di sindacato ispettivo in esame.

In relazione al sopradetto disegno, la Ministra della Giustizia ha, infine, istituito, con decreto 12 marzo 2021, una commissione, presieduta dal professor Luiso, incaricata di elaborare proposte di interventi in materia di processo civile e di strumenti ad esso alternativi, anche al fine di apportare modifiche al disegno di legge delega sopra citato. La commissione ha terminato i propri lavori in data 23 aprile 2021.

Per quanto riguarda la tematica oggetto della interrogazione, la commissione ha proposto di: incrementare e semplificare il regime degli incentivi economici e fiscali; mantenere la previsione della mediazione come condizione di procedibilità, di cui al comma 1-bis dell'articolo 5 del decreto legislativo n. 28 del 4 marzo 2010; confermare la mediazione in tutte le controversie attualmente ad essa soggette; estendere la mediazione ad una serie di ulteriori contratti inquadrabili come rapporti di durata; consentire che, nel procedimento di mediazione, venga svolto un accertamento tecnico, ferma restando la facoltà del giudice, nel successivo giudizio, di rinnovarlo in tutto o in parte.

Tali proposte sono allo studio dei competenti uffici del Ministero e della stessa Ministra della Giustizia.

Sulla scorta di tutti gli elementi sinora passati analiticamente in rassegna, può, quindi, essere evidenziato il costante ed assiduo impegno profuso da questa amministrazione, al fine di assicurare un ricorso sempre più ampio ed esteso alla mediazione civile, vista anche quella misura notevolmente deflattiva del carico gravante sugli organi giurisdizionali.

PRESIDENTE. Il deputato Cosimo Maria Ferri ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto o meno della risposta ricevuta.

COSIMO MARIA FERRI (IV). Grazie, Presidente. Sì, sono soddisfatto, perché, nell'ultimo passaggio della risposta della sottosegretaria, si è parlato in modo concreto e si è fatto riferimento alla riforma e alla commissione presieduta dal professor Luiso, grande esponente dell'Accademia; una commissione che ha puntualizzato alcuni punti, che noi avevamo sottoposto. Quindi, sono contento che continui questa stagione delle riforme e che punti, per quanto riguarda la riforma del processo civile, anche su una giustizia preventiva e consensuale.

Viviamo un momento difficile nel nostro Paese, la pandemia ci ha fermati, purtroppo è aumentata la conflittualità e noi abbiamo bisogno di ritrovare, anche per quanto riguarda gli istituti e il servizio giustizia, quell'efficienza, che mai come ora è ancora più essenziale che dia le risposte in tempi rapidi.

Allora, è questo un cambio di mentalità che abbiamo iniziato, in questi anni, e su cui anche noi, nei Governi Renzi e Gentiloni, abbiamo lavorato, per rafforzare questi istituti alternativi alla giurisdizione. Oggi parliamo di mediazione, ma penso anche alla negoziazione assistita, all'arbitrato, a tutti quegli istituti che devono aiutare la giurisdizione, perché il tema dell'istituto della mediazione non è solo quello di deflazionare il contenzioso, perché sarebbe sbagliato pensare solo a un istituto deflattivo; è un istituto che deve aiutare questo spirito di una giustizia consensuale, che aiuti le parti a trovare soluzioni in tempi rapidi. Le statistiche del Ministero della Giustizia dicono che la mediazione, negli ultimi cinque anni, ha una durata media di 126 giorni, a fronte di un giudizio civile di primo grado che è di 500 giorni. Inoltre, le mediazioni e gli accordi raggiunti iniziano ad aumentare.

Quindi, l'altro tema importante della commissione Luiso, che oggi ha affrontato la sottosegretaria, è quella di puntare su un altro aspetto che noi abbiamo posto all'attenzione della Ministra, quello degli incentivi economici e fiscali, perché occorre anche far capire alla persona, al cittadino, che questo percorso alternativo alla giurisdizione porta non solo ad un risultato di efficienza, ma offre anche incentivi economici e fiscali. E questo è stato sottolineato.

Altro tema: prevedere il gratuito patrocinio. Su questo, la sottosegretaria non si è soffermata, ma noi pensiamo che sia essenziale portare avanti queste riforme insieme al mondo dell'avvocatura, insieme alla magistratura e insieme a tutti coloro che, sul campo, con professionalità, svolgono il ruolo di mediatore. Oggi, credere nel diritto di difesa, garantirlo e avere una presenza, che è già prevista, dell'avvocatura, penso sia importante, come lo è ammettere il cittadino al gratuito patrocinio, oltre agli incentivi fiscali; per esempio, nella mia interrogazione tocco un punto un po' tecnico, che non è stato affrontato, che è la mancata attuazione, dal 2011, dell'articolo 20 del decreto legislativo 4 marzo 2010, n. 28, per quanto riguarda il credito d'imposta fino a 500 euro, una norma già prevista che, però, ahimè, in questi anni, non è stata mai attuata; quindi, lavoriamo per attuarla.

Poi, l'altro punto importante della risposta, che voglio riprendere e che condivido, è quello di non tornare indietro, ma di guardare avanti. Quindi, io penso alle materie dove è già obbligatoria la mediazione e dove sta funzionando: le divisioni, lo scioglimento della comunione e tutto quello che genera conflittualità. Pensate, quando c'è una divisione da fare o sciogliere una comunione, la parola stessa lo dice, un qualcosa che sembra che separi; ecco l'importanza di chi media, di chi ha una cultura che avvicini le parti, a trovare un confronto, a trovare una soluzione. Quindi, questo è un punto fermo: non tornare indietro, mantenere queste competenze al mediatore, ma guardare avanti. Avete indicato i rapporti di durata tra le materie nuove, che sono sicuramente uno spunto interessante, come quello di prevedere un accertamento tecnico. Si possono anche prevedere altri tipi di contratti. Pensiamo a come funziona, molto, l'istituto alternativo alla giurisdizione in materia bancaria, perché lì c'è una norma specifica. Però, è utile anche questo guardare avanti ai nuovi rapporti di durata e a nuove ipotesi. Quindi, questa penso sia la strada giusta.

Il nostro gruppo parlamentare di Italia Viva sosterrà queste riforme moderne ed efficienti per una giustizia che davvero tuteli le istanze e i diritti di tutti, in un momento difficile per tutti.

PRESIDENTE. La deputata Valentina D'Orso ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Desidero ringraziare la rappresentante del Governo, sottosegretario Macina, per la risposta che evidenzia senza dubbio una particolare attenzione per l'istituto della mediazione civile e commerciale. Accolgo con favore l'intenzione dell'Esecutivo di procedere lungo il solco già tracciato con il disegno di legge delega per l'efficienza del processo civile, presentato dall'ex Ministro Bonafede ed oggi all'esame del Senato, che mira proprio a valorizzare gli strumenti alternativi di risoluzione delle controversie, i cosiddetti ADR, e che vi sia la volontà di rafforzare ulteriormente, proprio tra questi istituti, la mediazione: anche il MoVimento 5 Stelle peraltro ha presentato emendamenti che vanno in questa direzione. Inoltre, non possiamo non evidenziare che vi sono settori in cui la mediazione civile e commerciale (penso ad esempio alla materia condominiale) ha dato buona prova e non c'è dubbio che vi siano ulteriori materie in cui ci sono margini per ulteriori potenzialità di questo istituto. Ebbene, nei prossimi anni sappiamo che ci attende una grande sfida: l'Europa si aspetta dall'Italia interventi normativi incisivi, in grado di ridurre significativamente la durata dei processi civili e di consentire un consistente abbattimento dell'arretrato civile ed è questa una precondizione - potremmo dire così - per il rilancio dell'economia. La mediazione è uno degli istituti che va proprio nella direzione di trovare soluzioni che portino fuori dal processo la definizione delle controversie per decongestionare gli uffici giudiziari e prevenire - oserei dire - il contenzioso. La ricomposizione delle liti in sede extragiudiziaria sicuramente ha un aspetto fondamentale, che è quello della riduzione dei tempi in cui si giunge alla composizione della lite; il fattore tempo è fondamentale in questo senso. Allora è necessario incoraggiare l'istituto della mediazione, ma anche altri istituti deflattivi del contenzioso ed è utile in tal senso - anche il collega Ferri lo sottolineava -, introdurre ulteriori agevolazioni fiscali e, prima ancora, rendere operativo il meccanismo del credito di imposta, che è stato già introdotto con il decreto legislativo n. 28 del 2010, che deve essere però ancora reso attuabile. Ma non ci fermiamo qui: con il medesimo meccanismo del credito d'imposta sicuramente è necessario incentivare anche gli altri istituti deflattivi del contenzioso.

Ne siamo fortemente convinti; come MoVimento 5 Stelle abbiamo presentato emendamenti in tal senso al disegno di legge delega per l'efficienza del processo civile. Questo delle agevolazioni fiscali è sicuramente un modo per sollecitare nei cittadini quel cambiamento culturale indispensabile per cambiare approccio rispetto al nostro approccio tradizionale - come ha ben richiamato la sottosegretaria Macina, nella sua relazione, nella sua risposta - e per ridurre quindi l'accesso al contenzioso. Siamo sulla strada giusta, ne siamo fermamente convinti e contribuiremo, daremo il nostro apporto, nella sede opportuna, per continuare su questa strada.

(Iniziative di competenza volte ad assicurare adeguati servizi postali anche nei piccoli comuni, con particolare riferimento al comune di Olzai (Nuoro) – n. 3-02062)

PRESIDENTE. Colleghi, manteniamo la distanza di sicurezza: l'Aula è vuota. Grazie.

La sottosegretaria di Stato, Anna Macina, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Deidda n. 3-02062 (Vedi l'allegato A).

ANNA MACINA, Sottosegretaria di Stato. Grazie, Presidente. La riduzione degli orari di apertura durante l'attuale pandemia ha riguardato moltissimi uffici postali distribuiti sull'intero territorio nazionale. Si sono dovute trovare soluzioni che contemperassero diversi interessi, tra cui il rispetto delle norme anti-COVID, ivi compreso il distanziamento sociale, con l'erogazione celere ed efficiente dei servizi postali. Poste Italiane conferma che l'ufficio postale del comune di Olzai è attualmente operativo tre giorni a settimana (lunedì, mercoledì e venerdì) dalle ore 8,20 alle ore 13,45.

Dalle verifiche effettuate da Poste Italiane e dall'analisi dei flussi di traffico, la soluzione adottata per l'ufficio postale del comune di Olzai sembrerebbe non destare particolari criticità, salvo in alcune giornate in cui vi è un maggiore afflusso di clienti. Ad ogni modo, l'utenza del comune di Olzai ha a disposizione anche uffici postali in posizione limitrofa, ossia gli uffici postali di Sarule e di Ottana, aperti con la normale operatività sei giorni a settimana e dotati di un ATM Postamat fruibile 24 ore al giorno. Nei mesi di gennaio e febbraio il sindaco di Olzai ha contattato Poste italiane, chiedendo il ripristino della normale operatività dell'ufficio postale in parola e l'installazione di un ATM Postamat. L'azienda riferisce di aver confermato al sindaco la presa in carico dell'installazione dell'ATM Postamat, spiegando le difficoltà organizzative dovute all'emergenza sanitaria. Gli uffici postali italiani sono stati dotati di varie soluzioni volte alla limitazione del contagio (pannelli schermati in plexiglass, strisce di sicurezza per il distanziamento, gel sanificante per la clientela, dispositivi di sicurezza per il personale, segnaletica a pavimento, eccetera). È stata inoltre riattivata la possibilità di prenotare il ticket, tramite sito, App o WhatsApp. Inoltre, dallo scorso mese di aprile, in accordo con INPS e Protezione civile, è stato anticipato il pagamento delle pensioni, articolando il calendario su più giornate al fine di diluire l'afflusso agli uffici postali. Lo scaglionamento delle pensioni e il relativo calendario viene comunicato ogni mese a tutti i sindaci del territorio nazionale. Infine, grazie alla collaborazione con l'Arma dei carabinieri è stata offerta agli over 75 la possibilità di ricevere a domicilio il pagamento in contanti della pensione. Tutte queste misure hanno contribuito a ridurre sensibilmente il numero di uffici inizialmente coinvolti dall'emergenza sanitaria, con un recupero graduale e significativo dei livelli di operatività degli uffici postali. Ad oggi, l'ufficio postale di Olzai osserva l'orario indicato dall'onorevole interrogante a causa del perdurare dell'emergenza sanitaria. Ad ogni modo, Poste Italiane riferisce che è sua intenzione proseguire nel graduale ripristino dell'offerta dei servizi della rete degli uffici postali e, al termine del periodo estivo, valuterà eventuali interventi di ampliamento dell'orario dell'ufficio postale in parola. In conclusione, si rappresenta che Poste Italiane informa la competente autorità di regolamentazione e vigilanza, Agcom, sulle misure che l'azienda stessa intraprende nella gestione operativa degli uffici postali, nonché sulle modalità di erogazione dei servizi di recapito.

PRESIDENTE. Il deputato Salvatore Deidda ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Sono parzialmente soddisfatto. Ringrazio il sottosegretario perché è giusto che l'amministrazione comunale di Olzai, la comunità di Olzai abbia voce in questo Parlamento e abbia l'attenzione del Governo, ma anche della società Poste Italiane. Abbiamo sempre riconosciuto a Poste Italiane un grande merito, ossia quello di stare vicina e organizzare anche eventi con gli amministratori, soprattutto dei piccoli comuni, ma deve tener conto che, anche in questa emergenza pandemica, il comune di Olzai sta vivendo una situazione purtroppo disagevole, perché non è facile per gli anziani. Sapete tutti che, nei comuni montani, pian piano, sta avanzando lo spopolamento, i giovani partono e rimangono soprattutto i soggetti fragili e, a volte, spostarsi nei comuni vicini, che su carta sembrano molto vicini, a causa delle condizioni stradali del nuorese non sempre è agevole, anzi è molto difficoltoso. Per questo si chiede di aprire tutti i giorni.

Prendiamo in parola la comunicazione di Poste Italiane che provvederà spero in tempi rapidi: dipende però anche dal Governo, perché mantenere lo stato di emergenza, mantenere comunque questa situazione dà una scusa anche ad altri soggetti, come Poste, per dire che non si può riaprire regolarmente, quando la vita deve riprendere. Nel comune di Olzai non c'è il medico di base, perché viene considerata come sede disagevole e non tutti vogliono andare purtroppo; ci sono delle manifestazioni di interesse, ma c'è bisogno di interventi che agevolino le nomine di medici in quel comune. C'è il problema di Poste, perché aprire tre giorni non va a tutela dell'utente per limitare la pandemia, anzi è proprio il contrario, perché si creano file. Poste deve capire che, aprendo tutti i giorni, si riesce a limitare le file, l'assembramento e tutto il resto.

Quindi, chiediamo al Governo di continuare ad interessarsi, di chiedere a Poste di riaprire velocemente nei tempi ordinari. Chiediamo, quindi, di rispettare una legge ancora in vigore, cioè la legge sulla montagna, per portare in quei comuni montani, come Olzai, tutti quei servizi che hanno un doppione nelle grandi città, perché, purtroppo - l'abbiamo denunciato più volte -, nei comuni montani, i privati fuggono, le banche sono le prime a chiudere gli uffici, perché non c'è più interesse, non c'è il mercato, accentrando tutto nei comuni più grandi. E, invece dovrebbe essere il contrario, lo Stato deve far sentire la propria presenza, aprendo tutti i giorni i servizi pubblici, non guardando il profitto come unico obiettivo, ma guardando anche lo scopo sociale del servizio. Poste rappresenta un'istituzione per gli anziani del comune di Olzai ed è per questo che l'amministrazione comunale si è battuta e si sta continuando a battere per avere tutti i servizi aperti, perché la vita deve continuare, soprattutto nei piccoli comuni. Per questo insistiamo nel ribadire che Poste deve fare uno sforzo e aprire tutti i giorni; deve, poi, installare tutti i dispositivi come ha promesso, come il Postamat, per agevolare l'aiuto, ma il contatto umano per gli anziani dei paesi, soprattutto delle montagne, è essenziale. In questo ribadisco, e vado a concludere, che abbiamo bisogno che tutte le forze politiche si uniscano per salvare e venire in aiuto dei Paesi della montagna. Abbiamo bisogno della presenza dello Stato, non solo dei carabinieri, che ringraziamo, non solo di altre istituzioni, ma abbiamo bisogno di una legge speciale che consenta alle scuole di non chiudere, ai servizi pubblici di non limitare i propri servizi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Iniziative volte a tutelare il comparto automobilistico italiano in relazione al piano industriale del gruppo Stellantis – nn. 3-02202 e 3-02260)

PRESIDENTE. Passiamo alle interrogazioni Montaruli n. 3-02202 e Caiata n. 3-02260, che, vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente (Vedi l'allegato A). La sottosegretaria di Stato, Anna Macina, ha facoltà di rispondere.

ANNA MACINA, Sottosegretaria di Stato per la Giustizia. Grazie, Presidente. Con riferimento all'oggetto delle interrogazioni odierne, il Governo comprende le preoccupazioni degli onorevoli interroganti, visto il rilievo che i siti produttivi del nuovo gruppo Stellantis rivestono sia in termini produttivi e per il sistema Paese sia in termini occupazionali. Come correttamente ricordato dagli onorevoli interroganti, nel corso del 2020 è stata concessa una garanzia di SACE per oltre 5,6 miliardi di euro, corrispondenti ad una copertura dell'80 per cento del finanziamento richiesto dal gruppo FCA, ai sensi dei commi 7 e 8 dell'articolo 1 del “decreto Liquidità”, decreto-legge n. 23 del 2020. Il finanziamento è finalizzato alle seguenti esigenze sopravvenute a seguito della crisi da SARS-CoV-2: costi del personale impiegato su stabilimenti italiani; capitale circolante destinato al fabbisogno della produzione di stabilimenti italiani, ivi compreso il pagamento della filiera italiana; spese per investimenti destinati a centri e laboratori di ricerca e sviluppo in Italia.

È importante sottolineare che la garanzia è stata concessa subordinatamente al rispetto di specifici impegni e condizioni in capo all'impresa beneficiaria. In particolare, è previsto il prosieguo nell'attuazione dei progetti industriali annunciati a dicembre 2019 (5 miliardi), l'avvio di investimenti per ulteriori 200 milioni, l'impegno a non delocalizzare la produzione dei modelli di veicoli oggetto di industrializzazione nell'ambito del piano, il raggiungimento della piena occupazione entro il 2023, intesa come effettivo impegno nell'attività di tutti i dipendenti senza ricorso ad ammortizzatori sociali. Gli impegni aggiuntivi assunti a giugno 2020 restano in vigore anche a seguito della fusione tra FCA e il gruppo automobilistico francese Peugeot SA. Il Governo ha investito sui siti produttivi in parola proprio in considerazione della rilevanza che essi rivestono per gli interessi economici ed occupazionali del Paese. Per questo si ritiene che sia necessario monitorare costantemente le scelte del gruppo Stellantis e richiamare il gruppo Stellantis agli impegni assunti, come è stato anche ricordato dal Ministro, onorevole Giorgetti, la scorsa settimana in quest'Aula, durante la seduta di question time. Gli onorevoli interroganti, inoltre, fanno un discorso più ampio, sottolineando la strategicità del settore automotive nel suo complesso. Si concorda con questa riflessione: è l'intero settore automotive a rivestire rilevanza strategica per l'economia italiana e a meritare particolare attenzione da parte del Governo. Come sottolineato dal Ministro dello Sviluppo economico, onorevole Giorgetti, è necessario un monitoraggio costante del settore, un approccio proattivo e un ripensamento della politica industriale sull'automotive, che preveda, al contempo, il supporto alla domanda e all'offerta. Un adeguato supporto al sistema industriale rappresenta la premessa per evitare operazioni di delocalizzazione o acquisizione di imprese nazionali, ivi comprese operazioni di natura privatistica, quali sono quelle che hanno dato luogo all'attuale assetto del gruppo Stellantis. Per questi motivi, in data 22 aprile scorso, è stata annunciata l'istituzione del tavolo permanente sull'automotive, nel quale sono coinvolte le parti datoriali, sindacali e i diversi attori istituzionali di volta in volta interessati. È stato giustamente sottolineato - e ci tengo a ribadirlo - che, in Italia, vi sono competenze e capacità di impresa, produzione e domanda per promuovere lo sviluppo e il progresso del settore automotive. È necessario stare al passo con i tempi, coprire il gap tecnologico per vincere le sfide della mobilità sostenibile, non disperdere le risorse del PNRR, Piano nazionale di ripresa e resilienza, e di evitare la desertificazione industriale sul territorio italiano. Concludo ribadendo l'impegno del Governo a proseguire con gli incontri del tavolo sull'automotive e, per quello che attiene specificatamente al gruppo Stellantis, a monitorare con attenzione il rispetto degli impegni da questo assunti. Obiettivo del Governo è, infatti, quello di seguire da vicino il rispetto degli impegni del gruppo Stellantis e l'applicazione del piano industriale, con particolare attenzione alla tutela occupazionale e alla transizione ecologica della mobilità, nonché salvaguardare la centralità degli stabilimenti italiani negli asset del gruppo, con particolare attenzione allo stabilimento di Melfi, che rappresenta una delle principali realtà produttive dell'intero Mezzogiorno.

PRESIDENTE. La deputata Montaruli ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione n. 3-02202.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. La risposta del Governo alla nostra interrogazione è assolutamente scarsa e deludente, perché è evidente come non servano gli incontri se non proponete un piano dell'auto nazionale, non servano gli incontri se non garantite la fabbrica di batterie a Mirafiori, non servano gli incontri se non vi indignate davanti a 700 assunzioni in giro per il mondo e quattro in Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), non servano gli incontri se non alzate un attimo i pugni sul tavolo e dite a Stellantis che avete fatto un errore originario, cioè quello di non pretendere durante la fusione, ma adesso non arrivate ad alcuna risoluzione che possa colmare il vuoto nella trattativa tra l'Italia e la multinazionale. Perché non vi sfuggirà, forse, che, mentre raccontate tutto quello che voi fate - la cassa integrazione, le garanzie, e così via -, mentre l'Italia ancora continua a garantire, giustamente, per cercare di mettere insieme i cocci di un sistema assolutamente dilaniato dalla crisi e da una politica industriale che non tiene conto degli interessi nostri nazionali, mentre tutto questo avviene, Stellantis regala 10 milioni di euro al Fondo per la disoccupazione francese, mentre noi gli diamo le garanzie per tutto il resto. Quindi, in Italia ci sono due facce di Stellantis: in Italia, si può permettere di chiedere, perché noi, a causa di un Governo scellerato, siamo stati messi in un angolino e non possiamo far altro che dare garanzie per tenerci quel poco di occupazione che ci viene prospettato, ma, in Francia, si permette di regalare 10 milioni di euro al Fondo per la disoccupazione istituito dal Governo francese. Francamente, ci aspettiamo qualcosa di più. Abbiamo sentito le parole del Premier Draghi, dire che non c'era un caso Stellantis. Eccome, c'è un caso Stellantis: andatelo a dire ai lavoratori, andatelo a dire agli operai, andatelo a dire tutti coloro che lavorano nel mondo dell'indotto, andatelo a dire a coloro che, mentre si aspettavano ulteriori investimenti, si sono sentiti dire che il mese di maggio sarà soltanto il mese della cassa integrazione.

Andatelo a dire a quelle aziende dell'indotto che non stanno avendo le commesse, che sono rimaste basite nell'apprendere - altro schiaffo all'Italia - che tra i manager che dovranno scegliere le componentistiche per il settore automotive per Stellantis, solo dodici sono italiani: dodici! Il doppio sono francesi, il resto delle altre parti del mondo, ovviamente. Dodici italiani: l'Italia sta facendo una figura barbina, il Governo sta facendo una figura barbina, in continuità rispetto a quello precedente. Il Governo precedente non aveva preteso, questo Governo continua a non pretendere. E, invece, bisogna pretendere, perché se Stellantis esiste, è solo grazie agli italiani, che, negli anni, in tanti anni, nella storia dell'automotive italiano, hanno dato risorse nei confronti di una casa automobilistica, che ne ha reinvestiti, nel nostro territorio, meno di quelli che ha ricevuto.

Quindi ora, sulla base della crisi che stiamo vivendo, globale, accentuata ancora di più dalla pandemia, è il momento di chiedere un ritorno per il nostro territorio. E allora, visto che ci sarà un incontro alla metà di maggio, noi chiediamo, come Fratelli d'Italia, che il Governo arrivi lì con le cose che ho detto prima: un piano per l'auto; la pretesa che la fabbrica per le batterie arrivi a Torino; la pretesa che una parte delle occupazioni dei posti di lavoro aggiuntivi, che vengono garantiti da Stellantis, sia paritaria rispetto a quella francese; soldi da parte di Stellantis anche per noi, come è stato fatto per il Governo francese, per la disoccupazione; che si venga ad investire in Italia, che si investa in Italia e che ci siano i risvolti concreti, affinché questo avvenga; e, soprattutto, le garanzie per dare certezze al mondo produttivo, che è fatto di operai, che è fatto di piccoli imprenditori che lavorano nell'indotto dell'ex mondo FIAT (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il deputato Salvatore Caiata ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie Presidente, buongiorno sottosegretario, il tema non è se siamo soddisfatti o meno della risposta del sottosegretario, che ci ha ricordato i motivi per cui è stata data la garanzia statale a Stellantis, la conosciamo bene. Il tema vero è capire la preoccupazione di quello che sta succedendo negli stabilimenti Stellantis in Italia, o negli stabilimenti FIAT in Italia, perché la vera domanda è: quanto c'è ancora di FIAT in questi stabilimenti Stellantis? Ci viene da dire: molto poco.

La mia collega, Augusta Montaruli, ha ben espresso tutti i nostri motivi di preoccupazione rispetto alla politica industriale di Stellantis e rispetto al piano industriale che Stellantis sta redigendo. Io vorrei focalizzare il mio intervento su quello che succede nella mia regione, in Basilicata, nello stabilimento Stellantis di Melfi. Vede, sottosegretario, quando FIAT ha aperto lo stabilimento Stellantis di Melfi, con 7.200 dipendenti e 4.500 dipendenti dell'indotto, la prima realtà industriale lucana, è stata uno spiraglio di luce per molti ragazzi, che hanno deciso di non abbandonare la nostra regione, perché intravedevano, in questa, una possibilità di lavoro. Molti di loro hanno perso la vita andando al lavoro, su una strada maledetta che collega quello stabilimento con il resto della regione. Molti di loro ambivano a fare la notte, per guadagnare qualche euro in più, per dedicare qualche ora in più alle proprie famiglie. Oggi, vedersi mettere in disparte, onestamente, ci rammarica molto, ci dispiace moltissimo. Questi ragazzi meritano rispetto: meritano rispetto - come diceva il nostro poeta Sinisgalli all'inizio del Novecento - perché sono lucani laboriosi, silenziosi, con le rughe della rassegnazione e della volontà di lavorare. Per questo motivo meritano rispetto, così come meritano rispetto tutte le sigle sindacali che li rappresentano e che, invece, in questi giorni, stanno esprimendo profondo rammarico perché piovono - piovono! - sull'azienda decisioni unilaterali. Questa è una cosa di cui ci rammarichiamo molto. Non ultima, la decisione della Cassa integrazione sul turno notturno. Le ho parlato dell'importanza del turno notturno: il turno notturno è la possibilità di avere qualche decina di euro in più; immagini questi ragazzi che fanno un'ora di macchina per andare a fare il turno di notte.

Allora, voi vi dovete impegnare non a chiedere gli incontri, voi vi dovete impegnare a sorvegliare, perché questi ragazzi siano rispettati.

Sottosegretario, siamo preoccupati per una serie di cose concrete che succedono negli stabilimenti. Nello stabilimento FIAT Stellantis di Melfi si è passati, o si sta passando, da 335 unità auto sulla linea produttiva n. 1 a 350 unità auto. Che cosa vuol dire? Vuol dire 15 auto in più al giorno e, in un mese, la capacità di produrre 450 auto in più, che soddisfano la richiesta. Perché? Questo viene fatto in virtù di un efficientamento, senza aumento della forza lavoro. Ciò comporta una diminuzione delle ore lavoro e, quindi, un giorno in più di Cassa integrazione per tutti i dipendenti. Non ci piace questo. Non ci piace l'idea, come si sta pianificando, di passare da due linee produttive ad una sola linea produttiva. Su questo dovete farvi dare rassicurazioni. Perché, se le rassicurazioni sono sul numero dei dipendenti, che cosa sta succedendo? Che unificare due linee produttive vuol dire, in nome di un efficientamento, avere un esubero di personale, che, se non viene licenziato, viene destinato ad internalizzare una serie di funzioni che erano date in esterno all'indotto. Ma questo vuol dire che manteniamo i dipendenti della FIAT, della Stellantis, ma perdiamo i dipendenti dell'indotto, con conseguente danno collaterale. Non ci piace che siano stati ridotti del 40 per cento i costi di pulizia, di efficientamento, di temperatura, di pulizia. Allora, tutto questo un'azienda lo può fare? Sì, l'efficientamento lo può fare, noi lo lodiamo, l'efficientamento, perché significa essere più competitivi sul mercato, sopravvivere sul mercato. Ma lo può fare un'azienda che ha avuto dal nostro Stato quella garanzia, di quell'importo, e di cui oggi sembra essere un avamposto francese di cui noi siamo solamente pubblico pagante? Direi di no, sottosegretario. Su questo dovete sorvegliare, dovete stare attenti che i nostri operai non siano sacrificati da un interesse che non è il nostro interesse nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Iniziative per attivare in sede di Unione europea le procedure per la proroga delle disposizioni che consentono l'uso in deroga di biocidi ai sensi del regolamento (UE) n. 528/2012 - n. 3-02143)

PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato per la Salute, Andrea Costa, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Caon n. 3-02143 (Vedi l'allegato A).

ANDREA COSTA, Sottosegretario di Stato per la Salute. Grazie Presidente. Con riferimento all'interrogazione parlamentare in oggetto, si rappresenta quanto segue.

Il Ministero della Salute, nell'ambito delle misure per la prevenzione e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, ai fini della tutela della salute pubblica, ritenendo essenziale che gli operatori sanitari e i cittadini abbiano accesso ai disinfettanti al fine di ridurre la diffusione del virus, adotta ogni misura volta ad assicurare un corretto approvvigionamento del mercato dei prodotti disinfettanti ad uso umano (PT1) e ambientale (PT2).

Come noto, tutti i prodotti che vantano un'azione disinfettante, battericida, virucida o una qualsiasi azione adatta a combattere microrganismi, devono essere preventivamente autorizzati dal Ministero della Salute.

I prodotti contenenti un principio attivo in revisione, in accordo al Regolamento (UE) n. 528/2012, sono immessi sul mercato italiano ai sensi del DPR n. 392 del 1998, come presidi medico-chirurgici.

I prodotti contenenti un principio attivo che è già stato approvato, ai sensi del Regolamento (UE) n. 528/2012 sono disciplinati esclusivamente dal menzionato Regolamento.

I dati relativi all'ultimo trimestre del 2020 e al primo trimestre 2021 indicano che il Ministero della Salute ha autorizzato l'immissione in commercio di circa 130 nuovi presidi medico-chirurgici di tipo PT1 e PT2, la cui autorizzazione, ai sensi del DPR n. 392 del 1998, non è soggetta a scadenza.

Si stima che, nel corso del 2021, saranno autorizzati circa 90 ulteriori nuovi presidi medico-chirurgici appartenenti ai PT1 e PT2.

Per quanto concerne il settore dei prodotti biocidi, si evidenzia che, nel primo trimestre 2021, sono stati autorizzati circa 100 prodotti biocidi in deroga, ai sensi dell'articolo 55 del Regolamento (UE) n. 528/2012.

Inoltre, in data 16 marzo 2020, è stato emanato un decreto con il quale sono stati riautorizzati per ulteriori 180 giorni tutti i prodotti biocidi (PT1-PT2) oggetto di provvedimento di autorizzazione in deroga ai sensi dell'articolo 55 del regolamento UE n. 528/2012 in data successiva al 7 ottobre 2020. Concludo rassicurando che sarà cura di questo Ministero, in presenza di segnalazioni di difficoltà di approvvigionamento sul mercato di prodotti disinfettanti, attivare ogni ulteriore misura necessaria a garantire la piena disponibilità dei suddetti prodotti.

PRESIDENTE. Il deputato Caon ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

ROBERTO CAON (FI). Grazie, Presidente. Grazie, sottosegretario, della sua risposta. Ritengo soddisfacente la sua risposta, però devo anche ulteriormente fare delle raccomandazioni: ci sono queste nuove tecnologie che stanno avanzando, stiamo vedendo che danno un ottimo risultato. Sappiamo il nostro mercato dei pubblici esercizi quanto ha sofferto, perciò spero, vista la sua risposta, che ci sia la continuità nell'impegno perché queste nuove tecnologie, dentro, negli ambienti, sono di un'importanza pari ai vaccini. Perciò bene la sua risposta, spero che ci sia continuità e che si possa portare avanti, e che voi possiate dare la possibilità di dare i supporti e i presupposti perché certe tecnologie possono essere essenziali per la ripartenza del Paese.

(Elementi in ordine ai criteri di somministrazione dei vaccini per la prevenzione delle infezioni da COVID-19, alla luce di criticità verificatesi presso il centro vaccinale Nelson Mandela Forum di Firenze – n. 3-02101)

PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Donzelli ed altri n. 3-02101 (Vedi l'allegato A).

Il sottosegretario di Stato per la Salute, Andrea Costa, ha facoltà di rispondere.

ANDREA COSTA, Sottosegretario di Stato per la Salute. Grazie, Presidente. Come è noto, il Ministro della Salute ha presentato le linee guida del Piano strategico dell'Italia per la vaccinazione anti SARS-CoV-2/COVID-19 al Parlamento il 2 dicembre 2020, ottenendone l'approvazione. Il 16 dicembre 2020 è stata fornita un'informativa sul documento “Vaccinazione anti-SARS-CoV-2/COVID-19 - Piano strategico - Elementi di preparazione e di implementazione della strategia vaccinale” alla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano. Con DM del 2 dicembre 2021 è stato adottato il documento “Piano strategico nazionale dei vaccini per la prevenzione delle infezioni da SARS”. Con DM del 13 marzo 2021 è stato approvato il Piano strategico nazionale dei vaccini per la prevenzione delle infezioni da SARS-CoV-2 costituito dal documento recante “Elementi di preparazione della strategia vaccinale”, di cui al decreto 2 gennaio 2021, nonché dal documento recante “Raccomandazioni ad interim sui gruppi target della vaccinazione anti SARS-CoV-2/COVID-19” del 10 marzo 2021.

In questo documento vengono definite ulteriori categorie prioritarie (oltre alle prime categorie già indicate nel DM del 2 gennaio) sulla base di criteri di rischio ed età. Vengono inoltre considerate prioritarie, a prescindere dall'età e dalle condizioni patologiche, le seguenti categorie: personale docente e non docente, scolastico e universitario, Forze armate, di Polizia e del soccorso pubblico, servizi penitenziari e altre comunità residenziali. Le raccomandazioni inoltre prevedono che, tenendo conto delle priorità e delle indicazioni relative all'utilizzo dei vaccini disponibili e delle esigenze logistico-organizzative, possa procedere in parallelo: la vaccinazione dei soggetti over 80 e dei soggetti con elevata fragilità e, ove previsto dalle specifiche indicazioni in tabella 1 e 2, dei familiari conviventi, caregiver, genitori/tutori/affidatari; il completamento della vaccinazione delle categorie ricomprese nella fase 1, promuovendo la vaccinazione nei soggetti che non hanno ancora aderito alla campagna e avendo cura di includere, nel personale sanitario e sociosanitario, tutti i soggetti che operano in presenza presso strutture sanitarie e sociosanitarie, utilizzando anche vaccini a vettore virale per chi non ha ancora iniziato il ciclo di vaccinazione; il completamento della vaccinazione del personale docente e non docente, scolastico e universitario, delle Forze armate, di Polizia e del soccorso pubblico, dei servizi penitenziari e altre comunità residenziali; inoltre la vaccinazione dei soggetti di età dai 70 ai 79 anni e, a seguire, quella dei soggetti di età dai 60 ai 69 anni.

Il commissario straordinario, con ordinanza n. 3 del 2021, ha disposto che, in sede di attuazione del Piano strategico nazionale dei vaccini per la prevenzione di SARS-CoV-2, ciascuna regione o provincia autonoma proceda alla vaccinazione non solo della popolazione ivi residente, ma anche di quella domiciliata nel territorio regionale per motivi di lavoro, di assistenza familiare o per qualunque altro giustificato e comprovato motivo che imponga una presenza continuativa nella regione o nella provincia autonoma. Inoltre, il 30 marzo 2021 il commissario straordinario ha emanato l'ordinanza n. 4 al fine di migliorare la prenotazione delle vaccinazioni ed evitare l'eventuale spreco di dosi. È stata, pertanto, affidata a Poste Italiane SpA la realizzazione degli interventi volti a garantire tutte le funzionalità necessarie all'effettuazione delle operazioni di prenotazione, registrazione e certificazione mediante la piattaforma informativa nazionale. La strategia, di tipo adattivo e flessibile, terrà conto di nuove esigenze e di nuovi fattori, e potrà essere modificata secondo le necessità.

Si ricorda, inoltre, che l'ordinanza del commissario straordinario n. 6 del 9 aprile 2021 è intervenuta per ribadire l'ordine prioritario della vaccinazione anti COVID secondo le fasce di età e lo stato di salute dei soggetti, in base a quanto già previsto dal Piano vaccinale nazionale, allo scopo di garantire un quadro omogeneo delle azioni intraprese in tutto il territorio nazionale. A perfezionamento delle misure sopra richiamate e per garantire sull'intero territorio nazionale il pieno rispetto di tutti i principi di omogeneità di azione sottesi all'ordinanza n. 6 del 2021, in data 20 aprile, il commissario straordinario ha provveduto a indirizzare una specifica nota a tutti i presidenti delle regioni e province autonome, richiamando la loro attenzione sulla necessità del puntuale rispetto delle varie prescrizioni riportate nel Piano vaccinale nazionale e nelle ordinanze emanate dalla stessa struttura commissariale, con il precipuo intento di assicurare la necessaria omogeneità di intervento per l'efficace contrasto alla pandemia da COVID-19.

Con specifico riguardo alla questione posta dagli onorevoli interroganti, si riportano le indicazioni rese dall'assessorato della regione Toscana. In via preliminare, con riferimento allo spreco di vaccini al Mandela Forum, è stato comunicato che nessun abuso è emerso e che comunque sono in corso ulteriori approfondimenti. Per l'ASL Toscana Centro non sono emerse anomalie nel sistema organizzativo delle vaccinazioni erogate presso l'hub Mandela di Firenze; peraltro, l'argomento è stato oggetto di uno specifico incontro con i NAS di Firenze. Dal giorno dell'inizio delle vaccinazioni fino alla data dell'8 marzo presso l'hub Mandela sono state somministrate 17 dosi di vaccino in più rispetto a quelle ricevute. Sono state complessivamente erogate 17.607 vaccinazioni in prima dose, 16.379 di vaccino AstraZeneca e 1.228 di vaccino Moderna. Le 17 dosi in più sono state ottenute grazie all'utilizzo, in alcuni casi, dell'undicesima dose estratta dalle fiale multidose del vaccino. Presso l'hub Mandela sono presenti 20 box di vaccinazione. È stato precisato, inoltre, che ogni tracciamento delle dosi di vaccino viene effettuato attraverso il portale di prevenzione collettiva, che prevede la registrazione di ogni prestazione effettuata e la movimentazione delle giacenze. Inoltre, per evitare che nessuna dose di vaccino vada sprecata, come previsto da indicazioni regionali, in caso di dosi residue è stata data disposizione che vengano somministrate alle categorie comunque ammesse alla vaccinazione (associazioni di volontariato, Protezione civile, personale scolastico e Forze dell'ordine), presenti all'interno delle liste di riserva. Da queste categorie è possibile reclutare last minute persone che siano in grado di raggiungere l'hub Mandela di Firenze entro il tempo massimo di un'ora. Tutte le procedure legate a ogni aspetto organizzativo, compresa l'appartenenza alle categorie autorizzate, sono riportate in modo formale presso le sedi di vaccinazione della ASL Toscana Centro. Effettuando un incrocio fra tutti i soggetti aventi diritto per la prenotazione sul portale regionale del vaccino AstraZeneca e i soggetti che hanno ricevuto la somministrazione del vaccino stesso, è emerso che mediamente lo 0,5 per cento dei prenotati non si è presentato nel giorno prestabilito e che pertanto si è proceduto a reperire sostituti, mediante chiamata diretta, tra i soggetti ugualmente aventi diritto, al fine di non sprecare alcuna dose.

Allo stato attuale, risulta essere del tutto eccezionale che il numero dei rimpiazzi non sia stato sufficiente a compensare le dosi residue e che quindi gli operatori, di fronte all'alternativa fra gettare le dosi o utilizzarle su soggetti comunque rientranti tra i destinatari di quella tipologia di vaccino, abbiano optato per la seconda ipotesi. La regione precisa che tutta la documentazione relativa alle informazioni sopra rese è stata consegnata ai NAS. È stato, inoltre, precisato che il rispetto delle categorie bersaglio delle vaccinazioni con AstraZeneca è stato totalmente perseguito. Sono state, infatti, consegnate agli operatori precise indicazioni procedurali e sussiste una linea gerarchica di responsabilità.

Sulla questione del consigliere Torselli, la regione ha precisato che il medico vaccinatore ha confermato di aver parlato con il consigliere regionale Torselli nella serata del 5 marzo scorso, proponendogli la somministrazione del vaccino per due precisi motivi: il primo, legato al fatto di non essere riuscito a reperire alcun sostituto all'interno del modello “last minute” per effettuare la vaccinazione in eccesso; il secondo, per l'appartenenza del consigliere Torselli alla fascia di età di riferimento per il vaccino AstraZeneca. Il consigliere Torselli ha affermato più volte a mezzo stampa di aver rifiutato. Nel prosieguo della stessa serata, mediante ulteriori telefonate sono stati identificati i volontari che hanno saturato le uniche dosi eccedenti quel giorno.

Quanto ai dati sulle vaccinazioni effettuate, gli stessi vengono continuamente aggiornati sul sito del Governo in una pagina web dedicata denominata “Report vaccini anti COVID-19”, che riporta gli aggiornamenti sino a tre volte al giorno dei dati relativi al totale delle somministrazioni e al totale delle persone vaccinate. La pagina web riporta, inoltre, il numero di dosi consegnate e di dosi somministrate per regioni. Vengono, inoltre, forniti i dati sulle somministrazioni anche per fasce di età e per categoria.

PRESIDENTE. Il deputato Mauro Rotelli ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.

MAURO ROTELLI (FDI). Grazie, Presidente Rosato. Buongiorno sottosegretario Costa, piacere di rincontrarla. Presidente, cosa le devo dire? Siamo soddisfatti intanto di aver visto una risposta particolarmente corposa (se non sbaglio, il sottosegretario ha letto circa 4/5 pagine di risposta). Quindi, vuol dire che è stata un'interrogazione breve nel nostro sviluppo ma particolarmente impegnativa. Impegnativa per quale motivo? Ricordo brevemente ciò che è successo. A metà marzo la trasmissione Le Iene sul proprio sito annuncia che, durante la serata, quando vi sarà la trasmissione, verrà fatto vedere cosa succede al Mandela Forum di Firenze. Il consigliere regionale di Fratelli d'Italia Torselli si presenta, fa un giro e il medico che si trova lì a disposizione gli propone di vaccinarsi perché avanzano delle dosi. Torselli naturalmente rifiuta, perché non rientra in quella serie di categorie che il sottosegretario ci ha elencato in maniera puntuale. Filippo Roma, il giornalista delle Iene, la “iena” di quel servizio, continua a seguire ciò che succede fuori e dentro il Mandela Forum e le immagini sono assolutamente impietose, come le dichiarazioni del medico che vengono registrate sia quando interagisce con il consigliere regionale sia quando interagisce con Filippo Roma delle Iene.

Diciamo che la vicenda dei vaccini ogni settimana - ogni giorno forse, sottosegretario - ci regala qualche sorpresa e siamo veramente stanchi di dover sottolineare inefficienze e disservizi. Sicuramente quella della regione Toscana non è una buona pratica italiana a cui rifarsi. Non mi riferisco soltanto a questa vicenda, ma anche alle vaccinazioni rispetto a categorie e a classi che non erano previste rispetto all'elenco che poi lei puntualmente ci ha letto. Ma le devo dire di più: a me è sembrato particolarmente interessante che una delle circolari a cui lei si è rifatto, credo, del 30 marzo, venga esattamente dieci giorni dopo questo servizio: caso strano, una quindicina di giorni dopo. L'interrogazione (noi l'abbiamo presentata l'11 marzo mentre il servizio delle Iene è del 12) ha scoperchiato, Presidente, una vicenda, purtroppo, che non riguarderebbe esclusivamente il Mandela Forum e la Toscana ma anche altre situazioni. Ricordo che, qualche giorno o settimana dopo, esplode a livello mediatico il caso di Andrea Scanzi, sempre in Toscana e credo, in questo caso, ad Arezzo e non al Mandela Forum (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

È pesante dover notare come la fiducia degli italiani di seguire limitazioni, coprifuoco, controlli e, in alcuni casi, misure che ormai sono assolutamente anacronistiche dovrebbe basarsi sul fatto che poi c'è una risposta, uno strumento in più, che è quello della vaccinazione (discusso, dibattuto, ma è lo strumento che abbiamo in più rispetto all'anno scorso per uscire dalla pandemia). Queste situazioni naturalmente fanno crollare ogni tipo di fiducia da parte dei nostri concittadini, che vedono non soltanto sprecare dosi ma far arrivare queste dosi addirittura a moglie e a figli, come il servizio televisivo testimonia in maniera assolutamente puntuale. Questa settimana abbiamo la puntata dei vaccini collegata allo slittamento delle dosi. In maniera particolare, nella regione Lazio c'è un rinvio per quanto riguarda la seconda dose di Pfizer - non vorrei sbagliarmi - e vorrei far notare come spesso e volentieri le regioni Lazio e la Toscana, particolarmente interessata da questa interrogazione, abbiano fatto grandi operazioni di comunicazione, e il sottosegretario le ricorderà perché le criticavamo insieme. Erano quelle delle Primule, del Governo precedente al Governo Draghi. Dunque, grandi operazioni di comunicazione per le quali spazi straordinari, in alcuni casi fantascientifici, come il Mandela Forum o La Nuvola di Fuksas all'Eur, vengono adibiti a centri vaccinali apposta per fare le dosi del vaccino e poi, al di là di questa estetica faraonica, ci sono queste problematiche: ci sono dosi che magari vengono buttate o utilizzate per amici degli amici o addirittura per i parenti dei medici.

Concludo, Presidente, affermando che questa interrogazione, l'operazione fatta e la denuncia fatta dal consigliere regionale Torselli in Toscana, testimoniano l'importanza dell'esistenza di un'opposizione, di un'opposizione a livello regionale, per quanto riguarda la Toscana, ma anche, Presidente, di un'opposizione a livello parlamentare che, alcune volte, viene additata perché ha addirittura deciso di non far parte di questo Governo ma la cui voce, invece, è importante per portare alla ribalta di quest'Aula e dell'opinione pubblica tutte le carenze che, nelle varie fasi della lotta alla pandemia, si stanno mettendo in atto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'interpellanza e delle interrogazioni all'ordine del giorno.

Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 12.

La seduta, sospesa alle 11,35, è ripresa alle 12.

Preavviso di votazioni elettroniche.

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno avere luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dal Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori l'onorevole Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente, per chiedere che il Governo venga immediatamente a rendere comunicazioni in Aula in ordine ai gravissimi fatti accaduti il 6 maggio, allorquando una motovedetta della guardia costiera libica ha aperto il fuoco, ad altezza d'uomo, su un peschereccio italiano, ferendo un nostro pescatore. Ironia della sorte, Presidente, lo sa meglio di me, quella motovedetta era la motovedetta Obari, donata dal Governo italiano al Governo libico per contrastare la tratta di schiavi e l'immigrazione incontrollata. La stessa motovedetta, venti giorni fa, non rispondeva ad un appello di Frontex che segnalava 130 migranti su un mezzo in avaria nelle acque libiche e lasciava morire 130 migranti nelle acque libiche. Sapete perché? Quella motovedetta non ha acceso i motori perché in quel momento era utilizzata dagli addestratori turchi, addestratori che oggi godono di una forza armata supplementare nel nostro Mediterraneo, donata prima dal Governo Gentiloni e poi da Conte. Le Forze armate turche, senza investire un solo centesimo, hanno forze supplementari nel nostro Mediterraneo. La Turchia decide, oggi, nel Mediterraneo, se fermare o meno i flussi dei clandestini; la Turchia oggi decide, nel Mediterraneo, se salvare o meno i migranti; la Turchia oggi decide, nel Mediterraneo, di aprire i rubinetti di 2000 migranti in 24 ore; la Turchia, soprattutto, oggi decide, nel Mediterraneo, nel silenzio più imbarazzante e assordante del nostro Ministro degli Esteri, di utilizzare le motovedette italiane per sparare addosso ai pescatori italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Allora, è necessaria una comunicazione urgente del Governo per aprire, qui in Parlamento, un'ampia discussione per decidere se l'Italia debba o meno, finalmente, contestare la zona di pesca esclusiva unilateralmente dichiarata dalla Libia, che ci spoglia dei nostri diritti del mare, che pregiudica l'incolumità dei nostri marinai; per aprire oggi, qui, in Parlamento, una discussione in ordine al memorandum sottoscritto con la Libia, perché oggi quel memorandum viene utilizzato dalle Forze armate turche per sparare addosso ai marinai italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); per aprire oggi, qui, in Parlamento, una discussione in ordine alla opportunità di considerare il gesto delle Forze armate libiche, coordinate dalle Forze turche, come un atto ostile nel pieno del Mediterraneo, che giustifica, finalmente, il blocco navale per fermare l'immigrazione clandestina, per tutelare l'incolumità dei nostri marinai, per difendere i diritti spogliati dell'Italia all'esercizio sovrano della pesca lungo il Mediterraneo. Noi vogliamo comunicazioni - termino Presidente - e non ci accontentiamo di passerelle in Libia del Ministro Di Maio, perché abbiamo imparato come funziona: ne usciamo che doniamo un'autostrada in più e sparano anche addosso ai nostri marinai. Il Governo venga, riferisca, faccia comunicazioni ufficiali per consentire a questo Parlamento di aprire atti parlamentari sul nostro Mediterraneo, sulla difesa dei nostri confini, sulla difesa dei nostri marinai (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sarà cura della Presidenza fare una richiesta al Governo che, peraltro, essendo in Aula, ha già preso nota. La Conferenza dei capigruppo le risponderà sulla questione posta.

Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori l'onorevole Sarli. Ne ha facoltà.

DORIANA SARLI (MISTO). Grazie, Presidente. Intervengo sullo stesso tema, forse con un punto di vista un po' diverso. Chiedo, per il suo tramite, che vengano a riferire in Aula il Presidente del Consiglio e il Ministro Di Maio in relazione ai fatti avvenuti lo scorso 5 maggio in Libia. Quanto è accaduto tra la guardia costiera libica e il peschereccia Aliseo di Mazara del Vallo non è solo un fatto gravissimo ma segnala che la Libia non è affatto un Paese amico dell'Italia e non è un Paese sicuro, come ci fa comodo pensare quando si riportano i migranti scappati dalla Libia nei centri di detenzione. La motovedetta libica che ha aperto il fuoco ad altezza d'uomo sui nostri pescatori è una motovedetta donata dall'Italia. Hanno letteralmente mitragliato la cabina di comando, ferendo il comandante; tutto questo perché pescavano a 35 miglia dalla linea di costa; secondo la Libia, dal 2005, entro le 74 miglia sono le loro acque territoriali, contravvenendo a tutti i trattati internazionali; nessuno ha fatto nulla per ripristinare la legalità. Di Maio, a La7, dice che gli spari ad altezza d'uomo sono inaccettabili, che sono acque pericolose e proibite e che si sconsiglia di andarci. Ma è lo stesso Paese nel quale sono andati il Presidente del Consiglio e il Ministro Di Maio lo scorso 7 aprile, per ricostruire un'antica amicizia? La stessa Guardia costiera che Draghi ha ringraziato per quello che fa nei salvataggi, con i quali riporta chi fugge dai lager nel proprio Paese? La stessa che, oltre a non rispettare e, forse, neanche conoscere quali siano i diritti umani, spara ad altezza d'uomo sui nostri pescatori? È con questo Paese che noi vogliamo ricostruire un'antica amicizia? Ed è per questo, forse, che è nato alla Camera un Intergruppo di amicizia con la Libia? Affinché non si generino altre confusioni, chiedo che vengano a riferire in Aula (Applausi dei deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Viviani sullo stesso tema. Ne ha facoltà.

LORENZO VIVIANI (LEGA). Grazie, Presidente. Sempre naturalmente per unirmi ai colleghi e, soprattutto, per sollecitare realmente un intervento diplomatico forte su questa situazione. Sappiamo che i nostri pescatori hanno bisogno di quest'area per andare a pescare; è una zona economicamente molto vantaggiosa, dove si pesca il Gambero Rosso che, ricordiamo, gustiamo e decantiamo nella cucina anche italiana, ma sappiamo che arriva dalla fatica di questi pescatori, pescatori che son stati mitragliati dalle vedette libiche. Quindi, è importante non solo il passaggio che c'è stato della nostra difesa, della Marina Militare, per proteggere i nostri pescatori ma serve realmente un intervento diplomatico, soprattutto nel Mediterraneo che sta diventando un puzzle di zone economiche esclusive che andranno a svantaggiare notevolmente le nostre marinerie. Se adesso questa zona di mare dobbiamo considerarla sempre e ancora come acque internazionali, in un futuro prossimo - anche con la legge che abbiamo fatto passare da questi scranni, alla Camera, col voto unanime di tutte le forze politiche sulle zone economiche esclusive - rischiamo che le tante marinerie italiane, soprattutto quella di Mazara, che si spingono in tutto il Mediterraneo vedano realmente preclusa l'attività di pesca. Quindi, l'intervento diplomatico dell'Italia è importantissimo ed è importantissimo l'intervento di Bruxelles, perché è da Bruxelles che passano gli accordi sulla pesca con i Paesi terzi. In ultimo, per dare un contributo a quest'Aula, soprattutto unendomi alle parole che sono state dette prima sulla Turchia, è notizia di adesso, se confermata, che arriva direttamente dai pescatori che sono in navigazione, che c'è stato uno speronamento dei nostri pescherecci di Mazara nuovamente nelle acque vicino a Cipro. Ricordiamoci che i nostri pescatori si spostano, non vanno solo a pescare nella zona antistante alla Libia ma si spostano ancora più a est, si spostano in Grecia, si spostano a Cipro; sembrerebbe che proprio dei motopesca turchi abbiano speronato un nostro peschereccio e che li abbiano presi a sassate. Ecco, in un puzzle di questo tipo dobbiamo essere orgogliosi realmente delle nostre marinerie, perché sono veramente dei marinai con la “M” maiuscola e dei pescatori con la “P” maiuscola. Quindi, dobbiamo proteggerli, quando vanno in giro per il Mediterraneo, sia da Paesi terzi che non rispettano assolutamente le normative internazionali sia, se venisse confermato in questo momento, da atti di pirateria. In zone dove possono pescare vengono assaliti addirittura dai pescatori che, evidentemente, economicamente li vogliono mandare via dalla zona. Quindi, se venisse confermato anche dalle agenzie ,questo fatto sarebbe veramente grave (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ungaro. Ne ha facoltà, immagino sullo stesso tema.

MASSIMO UNGARO (IV). Sì, Presidente. Il ferimento del comandante di un peschereccio italiano, lo scorso giovedì, è la dimostrazione che i nostri accordi con la Libia fanno acqua da tutte le parti, sono solo l'ennesima dimostrazione che, come abbiamo visto negli ultimi anni, ci sono prove chiare di collusione tra sezioni della Guardia costiera libica e trafficanti di esseri umani che impongono al Governo italiano e al Parlamento italiano di rivedere i nostri accordi, anche e soprattutto per la proliferazione negli ultimi anni di campi illegali in Libia, veri e propri lager in cui gli immigrati irregolari sono sottoposti a condizioni totalmente disumane.

Alla luce della nuova situazione politica che si è venuta a creare in Libia, noi chiediamo, appunto, che si svolga un'informativa del Governo per ripensare e riaggiornare i nostri accordi con quel Paese, assolutamente non per arrivare a un blocco navale ma, appunto, per cercare di assicurare condizioni di umanità a chi sta cercando di attraversare il nostro mare (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva e di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Stumpo. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (LEU). Grazie, Presidente. Intervengo sempre su questo tema, non per prendersi dei meriti, qui si tratta di cose fin troppo serie. Ricordo che nell'agosto 2018, in quest'Aula, votammo se dare o no le motovedette che oggi creano i problemi che hanno creato e che continueranno a creare; ci furono 11 voti contrari e un'astensione; gli 11 voti contrari erano del gruppo di Liberi e Uguali. Questo è quello che successe quel giorno, in questa Camera e, ora, non si può pensare di gridare, oggi, quello che non si è fatto ieri, questa è la realtà. La realtà è che di quel teatro qualcuno ha detto e continua a dire che è un porto sicuro, per noi non è un porto sicuro, è un luogo dove si compiono delle atrocità senza precedenti verso delle povere persone che si trovano a cercare un mondo che le possa accogliere e le possa far vivere e, invece, muoiono dentro i campi in Libia e, oggi, muoiono anche in mare, come abbiamo visto. Soprattutto, ci sono altri problemi che in questa vicenda si iniziano a vedere, non soltanto verso i migranti, ma anche verso i pescatori italiani.

Allora, è giunto il momento di fare chiarezza, ma la chiarezza presuppone che ci sia un punto di partenza, dove ognuno si deve prendere le proprie responsabilità.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Andrea Romano. Ne ha facoltà.

ANDREA ROMANO (PD). Grazie, Presidente. Noi riteniamo inaccettabile, del tutto inaccettabile l'attacco militare venuto dalla Guardia costiera libica nei confronti dei pescherecci italiani; tra l'altro, ricordiamolo, in un tratto di mare la cui territorialità libica è discutibile e discussa a livello internazionale; in ogni caso, sarebbe inaccettabile che, anche di fronte ad un'eventuale - ripeto, eventuale - violazione di acque territoriali, la cui definizione è discutibile, si reagisse, come si è reagito, mettendo a repentaglio la vita di chiunque e, nello specifico, la vita di marittimi italiani che lavoravano in quel tratto di mare.

Quindi, riteniamo opportuno che il Governo venga a riferire alle Camere, venga a riferire alla Camera dei deputati e al Parlamento, affinché l'Italia sia informata nel dettaglio di quali sono state queste circostanze e di come il Governo intende rispondere e gestire la situazione che si è creata. Al contempo, ricordiamo, perché è opportuno farlo, qual è stato il tratto qualificante dell'impegno italiano negli ultimi anni, rispetto all'emergenza libica, un impegno che si è contraddistinto lungo tre direttrici: da una parte, l'impegno per stabilizzare l'emergenza libica dal punto di vista civile, umanitario, economico e sociale, un impegno che continua, un impegno che si è svolto all'insegna del rifiuto di lavarsi le mani di fronte ad un'emergenza che interroga le nostre coscienze e interroga l'impegno italiano.

Il secondo punto è naturalmente quello di un richiamo al coinvolgimento europeo il più ampio possibile nella gestione dell'emergenza libica, il che significa, naturalmente, il più ampio possibile coinvolgimento europeo nella gestione dell'emergenza migratoria, un'emergenza migratoria che naturalmente non è mai stata archiviata, che interroga tutte le forze politiche e rispetto alla quale ricordiamo l'invito, per quanto a volte possa apparire inutile, a non strumentalizzare la consistenza dei flussi migratori, ma a intervenire laddove è necessario, utilizzando le istituzioni multilaterali, a partire dall'Unione europea.

Il terzo punto è l'impegno italiano a fare tutto quello che è possibile, perché i diritti umani in Libia siano protetti e consolidati, soprattutto di fronte alle macroscopiche, inaccettabili violazioni dei diritti umani. Il che significa, concretamente, non lavarsene le mani, non fuggire, ma ribadire, chiedere un intervento della comunità internazionale e, per quanto compete all'Italia, rafforzare il più possibile l'intervento delle istituzioni internazionali in quel Paese, perché sappiamo - e concludo, Presidente – che, soprattutto di fronte a violazioni massicce dei diritti umani, andarsene, voltare la faccia dall'altra parte è solo un modo perché quelle violazioni non solo proseguano, ma si rafforzino e aumentino a danno delle persone più deboli che di queste violazioni sono sempre vittime (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Valentino Valentini. Ne ha facoltà.

VALENTINO VALENTINI (FI). Grazie, Presidente. Anche Forza Italia ritiene opportuno un dibattito, sicuramente più approfondito di quello che può venire fuori da interventi sugli ordini dei lavori, nel quale le tematiche che ha poc'anzi citato il mio collega vengano eviscerate. È chiaro che occorre sempre sfuggire da quello che è l'aspetto contingente, l'aspetto di emergenza, con il quale abbiamo continuato ad affrontare questa vicenda, per cominciare ad andare a fondo rispetto a una questione che è molto più ampia. Anche noi condanniamo quanto è accaduto nelle acque dinanzi alla Libia, anche noi esprimiamo solidarietà nei confronti dei pescatori, l'abbiamo fatto in passato e sappiamo quanto questo contenzioso sia sicuramente un qualcosa che riguarda la vita e il sostentamento economico di tutta una parte delle nostre regioni, ma soprattutto ciò si incrocia su quelli che sono i grandi problemi con i quali il nostro Paese ha avuto a che fare negli ultimi vent'anni: il rapporto con la Libia, il problema dell'immigrazione, dal quale ovviamente non possiamo fuggire, perché da questi problemi non si fugge, perché i problemi ti vengono a cercare, e approcci diversi che ci sono dal punto di vista psicologico e, come dire, anche ideologico.

Forza Italia ha una visione probabilmente più pragmatica rispetto ad altri; da un lato, è ovvio che questi problemi non possono essere dimenticati, dall'altro, non si possono lasciare perire le persone in mare; è vero, altresì, che le violazioni dei diritti umani sul territorio libico sono conosciute, per cui non ci sono delle soluzioni facili. Quindi, attendiamo il Governo affinché ci indichi su quali direttrici intende lavorare e come intende operare per far fronte a un altro dei grandi problemi che saranno con noi, probabilmente, non oggi o domani, ma negli anni a venire e che, appunto, investiranno lo sviluppo del nostro Paese, lo sviluppo dell'Africa, la territorializzazione del Mediterraneo che ha cessato di essere un mare, per diventare quasi uno spazio nel quale si cercano risorse economiche, si cercano idrocarburi e si delimitano zone, in maniera a volte abbastanza improvvisata, sicuramente, unilaterale; pertanto è necessario che ci sia un intervento della comunità internazionale e, allo stesso tempo, un più forte intervento da parte del nostro Paese.

È nostro auspicio che si cominci a fare chiarezza, si cominci a sapere che, quando le persone vengono salvate dal mare, poi occorre farsene carico; bisogna cominciare a pensare a come farlo e a pensare che i problemi non possono essere dimenticati o scaricati, perché altrimenti si scaricano o sugli italiani o su quei poveracci che cercano di scappare dal mare. Quindi, è un tema che ci vede sicuramente interessati, ma è un tema che dovrà essere affrontato in un dibattito più ampio (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Federico. Ne ha facoltà.

ANTONIO FEDERICO (M5S). Grazie, Presidente. Sempre sullo stesso argomento, ribadisco, come è stato già detto dal gruppo del MoVimento 5 Stelle nei giorni scorsi, la solidarietà e la vicinanza ai membri dell'equipaggio del motopeschereccio Aliseo e concordiamo sull'importanza, la necessità e l'opportunità che il Governo venga a riferire su quanto è accaduto, così come richiesto da tutti quanti gli altri gruppi, perché quello che è accaduto, come ribadito in maniera netta anche dal nostro Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, è stato assolutamente inaccettabile.

Seppure avvenuto in un contesto di confine, un contesto molto difficile, c'è necessità di avere, come faro fondamentale, oltre alla sicurezza e alla pubblica incolumità degli italiani che lavorano lì, anche la gestione dei diritti umani e dei flussi migratori. Quindi, il ragionamento è molto più ampio e credo che il dibattito parlamentare debba avere la dignità di un momento più ampio e migliore di questo, per poterlo affrontare anche insieme al Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Quindi, prendiamo atto che tutti i gruppi parlamentari hanno fatto richiesta al Governo di un'informativa. Senz'altro il Governo ne trarrà le conseguenze e programmeremo la questione.

Disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 30 aprile 2021, n. 56, recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi (A.C. 3075​) (Esame e votazione di una questione pregiudiziale).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della questione pregiudiziale Lollobrigida ed altri n. 1 (Vedi l'allegato A), presentata al disegno di legge n. 3075: Conversione in legge del decreto-legge 30 aprile 2021, n. 56, recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi.

Avverto che, a norma del comma 3 dell'articolo 40 e del comma 3 dell'articolo 96-bis del Regolamento, la questione pregiudiziale può essere illustrata per non più di dieci minuti da uno dei proponenti. Potrà, altresì, intervenire un deputato per ognuno degli altri gruppi per non più di cinque minuti.

(Esame di una questione pregiudiziale – A.C. 3075​)

PRESIDENTE. Illustra la questione pregiudiziale Lollobrigida ed altri n. 1 il deputato Prisco. Prego, onorevole Prisco.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Il decreto-legge n. 56 del 2021 reca, per l'appunto, disposizioni urgenti in materia di termini legislativi e, ancora una volta, rappresenta la preoccupante tendenza di un eccessivo ricorso alla decretazione d'urgenza, che si è in particolar modo consolidato nell'ultimo anno e nell'ultimo periodo, spesso motivato dalla necessità di proroga delle misure per gestire la pandemia da COVID-19 - peraltro misure in larga parte assolutamente prevedibili -, ma il più delle volte proposto a discapito di una più chiara e idonea legislazione ordinaria. Il provvedimento in esame rappresenta l'ennesimo caso in cui si provvede attraverso la decretazione d'urgenza a prorogare disposizioni del tutto diverse tra loro, per quanto attiene la materia trattata, accomunate dalla sola circostanza che non si è riusciti a rispettare o a prevedere la relativa scadenza temporale. In estrema sintesi, questo provvedimento contiene disposizioni in materia di lavoro agile, prorogando quello semplificato nelle pubbliche amministrazioni ed eliminando la percentuale minima del 50 per cento prevista per ogni amministrazione; sancisce la proroga dei termini di validità di alcuni documenti di riconoscimento, tra cui anche i permessi di soggiorno; proroga i termini relativi ai rendiconti dei bilanci degli enti locali, delle regioni e delle camere di commercio. Con riferimento, in particolare, alla deliberazione dei rendiconti di gestione riferiti all'esercizio 2020, è opportuno rilevare come le difficoltà nelle quali gli stessi enti versavano e versano a causa del protrarsi della situazione di emergenza tuttora in corso, erano ovviamente note da tempo e necessitavano di interventi d'urgenza, su cui anche in occasione di altri provvedimenti Fratelli d'Italia aveva posto l'attenzione, sia delle Commissioni competenti sia di quest'Aula. In maniera analoga era ampiamente prevedibile il perdurare della difficile congiuntura economica, che avrebbe reso necessaria una maggiore estensione temporale delle norme di regime temporaneo in materia di golden power, già prorogato fino al 30 giugno 2021 dal decreto-legge 28 ottobre 2020, n. 187, con una disposizione anch'essa inserita in un altro provvedimento di urgenza, di cui era prevedibile l'inadeguatezza sotto il profilo dell'estensione temporanea. Sì, certo, probabilmente misure necessarie, ma trattate con approssimazione, attraverso provvedimenti che non hanno garantito un prevedibile studio puntuale della necessità di queste manovre. Forse, non dovevamo chiamare il Governo dei migliori, per fare quello che già Conte e i Ministri del MoVimento 5 Stelle riuscivano a fare bene da soli, cioè improvvisare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Oltre alle misure elencate, il provvedimento contiene una serie di altre proroghe, tra cui i termini in materia di patente guida, rendicontazione da parte delle imprese ferroviarie, navi di crociera, revisioni periodiche dei veicoli in proroga ed altre misure di proroga di diversa natura, che delineano con chiarezza il carattere non omogeneo del decreto e che si aggiungono a disposizioni in merito a interventi finanziati con il Fondo dello sviluppo, anche misure che potevano essere ordinamentali, anche misure che non consentono l'utilizzo dello strumento della decretazione d'urgenza, ma che avrebbero potuto avere una forma ordinamentale, come dicevo, e più opportuna nel confronto parlamentare.

Il decreto è, quindi, caratterizzato da una serie di articoli e da disposizioni eterogenee, in parti tali da non giustificare l'urgenza richiesta dal decreto, e si risolve di fatto in un testo dal contenuto disorganico ed eterogeneo, che si pone in contrasto con quanto stabilito chiaramente dall'articolo 77 della Costituzione in materia di decretazione d'urgenza. Presidente, l'eccessivo ricorso ai decreti-legge non si giustifica neanche, vista la presenza di una maggioranza bulgara, con la sola testimonianza di opposizione, per quanto qualificata e qualificante, di Fratelli d'Italia che rende democratico questo Parlamento, che diversamente non solo avrebbe avuto una maggioranza bulgara, ma un unanimismo forse di stampo cinese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Non dovrò per l'ennesima volta richiamare i disposti della sentenza n. 22 del 2012 della Corte costituzionale, perché la Corte in quella circostanza, in un'ampia e articolata sentenza, richiama il Parlamento e richiama il Governo a non utilizzare lo strumento del decreto-legge, quando viene dissolta la comunanza di oggetto e la finalità tra le disposizioni contenute nel decreto-legge, che ne sancisce di fatto la mancanza dei presupposti previsti dall'articolo 77, secondo comma, della Costituzione. Pare, pertanto, anche questo provvedimento viziato sotto il profilo della legittimità costituzionale, per cui proponiamo a questa Camera di non procedere all'esame del disegno di legge n. 3075 (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Calabria. Ne ha facoltà.

ANNAGRAZIA CALABRIA (FI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi. vorrei chiarire da subito che Forza Italia voterà contro la pregiudiziale di costituzionalità in discussione. Nel fare ciò vogliamo evidenziare una serie di aspetti, sia tecnico-giuridici che prettamente politici, che in questa sede assumono una grande importanza. Innanzitutto il nostro voto contro la pregiudiziale non è affatto il frutto di una passiva e aprioristica lealtà al patto di maggioranza. Forza Italia ha aderito convintamente all'appello all'unità nazionale del Presidente Mattarella, ma non voteremo mai - e dico mai - provvedimenti che riteniamo politicamente incompatibili e contrari alla nostra cultura o peggio incostituzionali (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). E questo, di certo, non è il caso. Allo stesso tempo, pur comprendendo le preoccupazioni poste alla base della pregiudiziale, non ne condividiamo la conclusione, cioè che il decreto oggetto di conversione sarebbe illegittimo. Anzi, riteniamo che il provvedimento si collochi nel solco di una tendenza recente, seguita dal nuovo Esecutivo, che è finalmente volta a riportare la dialettica tra le istituzioni in linea con la Costituzione, una tendenza che - possiamo rivendicarlo con orgoglio - è frutto non solo dell'impegno e dello sforzo che tutto il centrodestra quando era all'opposizione del Governo giallorosso ha profuso dall'inizio della pandemia, ma è anche frutto dell'apporto offerto dall'interno dalle forze del centrodestra, che ora sostengono il Governo Draghi e dai Ministri che ora ne fanno parte. Collega Prisco, non possiamo non evidenziare che c'è stato un notevole amplissimo cambio di passo rispetto al precedente Esecutivo giallorosso. In Italia, così come d'altra parte in tutti gli altri Paesi occidentali, c'è stato ovviamente un cambio di passo nella produzione normativa, che si è inevitabilmente spostata verso il centro, verso il baricentro del Governo.

Certamente, in Italia, questo ha portato delle conseguenze e c'è stato un eccesso di decreti-legge e di DPCM. Però - dobbiamo dirlo -, con il Governo Draghi, sebbene non siano venuti meno i motivi di straordinaria necessità e urgenza, si è finalmente cominciato a restituire al Parlamento l'incisivo e profondo coinvolgimento prescritto dalla nostra Costituzione e soprattutto dalla sua natura di organo rappresentativo del popolo sovrano. C'è stato anche un pieno coinvolgimento del Parlamento con riferimento al bilanciamento di interessi di rilievo costituzionale: questo non possiamo dimenticarlo e non possiamo far finta che non sia così. I DPCM non esistono più e sono stati sostituiti dalla deliberazione del Consiglio dei Ministri, così da ricondurre alla collegialità decisioni che prima erano accentrate solo nelle mani del Primo Ministro. La Conferenza Stato-Regioni ha ripreso a funzionare, riattivando quel meccanismo di leale collaborazione che, nel primo anno di pandemia, si era del tutto inceppato, con le conseguenze che abbiamo visto tutti. Soprattutto, il Parlamento ha riconquistato un ruolo pieno nella codeterminazione dei contenuti degli atti e nell'elaborazione dell'indirizzo politico del Paese, rispetto non solo ai decreti-legge, ma anche al PNRR, considerando che i notevoli miglioramenti del Piano sono anche il frutto dei validi apporti prodotti dalle nostre Commissioni parlamentari (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). E con riferimento al decreto-legge che noi oggi convertiamo, si tratta di un “decreto Milleproroghe”, uno strumento assai ampiamente radicato nella prassi, di cui, più volte, la Corte costituzionale ha riconosciuto la legittimità e che rispetta appieno tutti i requisiti fissati dalla Consulta, per la sua conformità all'articolo 77 della Costituzione. Esso è volto, nello specifico, nella fase così drammatica che stiamo vivendo, ad apprestare una serie di risposte urgenti rispetto a termini la cui scadenza produrrebbe situazioni gravi di incertezza, o, addirittura, danni alle pubbliche amministrazioni, alle imprese e ai cittadini. I termini in esso contenuti, se non prorogati, lederebbero gli interessi di tutti. Signor Presidente, onorevoli colleghi, queste situazioni, un movimento politico come quello a cui appartengo, come Forza Italia, non le può accettare: ne andrebbe del senso di responsabilità, di coerenza, dei valori e delle idee in cui crediamo dal 1994 (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ceccanti. Ne ha facoltà.

STEFANO CECCANTI (PD). Grazie, Presidente. Alcune cose le ha già segnalate la collega Calabria nel suo intervento di poco fa. Io richiamo i due punti argomentativi chiave, che non possono dare soddisfazione all'intervento, pure argomentato, del collega Prisco. La prima è questa: quando abbiamo un “decreto Milleproroghe”, per definizione, i problemi di omogeneità non sono quelli tradizionali, cioè quelli di un ambito preciso, perché il “Milleproroghe” ha, come suo comun denominatore, quello di spostare i termini, andando, in maniera trasversale, su vari ambiti. Questo lo riconosce anche la sentenza n. 22 del 2012 prima citata. Poi si può dire che, sulle singole norme, questo rischia di dimostrare troppo e di ampliare troppo, però non può essere usato come un argomento di principio. Il secondo problema è legato a noi, come Parlamento. Che cosa chiediamo al Governo? Noi abbiamo chiesto, più volte, durante questa emergenza, di non usare o di non usare eccessivamente i DPCM, perché ci sentiamo, comunque, più garantiti da uno spostamento delle norme nella decretazione, perché la decretazione passa da qui, deve essere convertita e votata dal Parlamento e, quindi, la decretazione è, comunque, un male minore rispetto ai DPCM. Se abbiamo chiesto questo, però, nel momento in cui ci arriva il decreto, non ci possiamo lamentare del decreto, perché l'abbiamo chiesto noi di fare il decreto. Poi - ripeto -, si possono discutere i singoli passaggi, nessun testo è mai perfetto, però anche qui non è materia di pregiudiziale esattamente per questo motivo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Conte. Ne ha facoltà. conte

FEDERICO CONTE (LEU). Sì, Presidente, i colleghi che mi hanno preceduto hanno già ampiamente illustrato le ragioni per cui questa pregiudiziale appare assolutamente infondata e evidentemente strumentale, per cui mi limito ad annunciare il voto contrario del gruppo Liberi e Uguali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bordonali. Ne ha facoltà.

SIMONA BORDONALI (LEGA). Grazie, Presidente, come Lega, siamo ben coscienti dell'importanza che l'attività legislativa sia e resti interamente in capo al Parlamento, quale unico organo che può legittimare il circuito della sovranità popolare. Quando è stato necessario, anche noi non ci siamo sottratti dal criticare la cattiva prassi dell'abuso della decretazione d'urgenza e della parziale esautorazione delle Camere che ne è seguita. Ciononostante, non è possibile ignorare le esigenze che sono sottese al provvedimento in esame, a loro volta causate dalla perdurante crisi epidemiologica. Ci troviamo davanti alla straordinaria necessità e urgenza di provvedere alla proroga e alla definizione di termini di prossima scadenza o addirittura già scaduti che, se spirati, causerebbero enormi disagi in capo ai cittadini e alle imprese. Il decreto-legge, di cui si discute oggi la conversione, quindi è, sì, un provvedimento omnibus, ma dalla ratio unitaria ed è, dunque, pienamente omogeneo nel senso indicato, come è stato ricordato anche precedentemente dalla Corte Costituzionale, con sentenza n. 22 del 2012. Si può ben dissentire dal contenuto del decreto, ma ciò non toglie che la finalità da esso perseguita sia omogenea ed è proprio l'emergenza in atto che fa di questo strumento il più adatto, non solo a far fronte ai problemi, ma anche a modulare la risposta in base all'andamento dell'epidemia. Non dobbiamo dimenticare poi che il Parlamento non è stato oggi bypassato: il passaggio alle Camere ci dà modo di realizzare il precetto costituzionale, di cui all'articolo 70 della Costituzione, ed intervenire, seppur nei limiti del procedimento di conversione, per correggere o rafforzare il provvedimento che ci proviene dal Governo e così trasferire su di esso il surplus di legittimazione democratica. Pertanto, né i parametri costituzionali, in particolare gli articoli 70 e 77 richiamati dalla questione pregiudiziale, né i limiti logici della legge sono stati violati da questo decreto-legge e dal suo disegno di legge di conversione. Ciò non toglie che noi, come componenti responsabili di questa maggioranza, continueremo a spingere affinché tali interventi restino l'extrema ratio e che il Parlamento torni ad essere protagonista dell'iniziativa e del processo legislativo. Per tutto quanto espresso, quindi il nostro voto sarà contrario (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldino. Ne ha facoltà.

VITTORIA BALDINO (M5S). Presidente, mi limiterò anch'io brevemente ad esprimere il voto contrario del MoVimento 5 Stelle sulla questione pregiudiziale, senza però aver fatto una considerazione di carattere politico rispetto a quanto, alle volte, sia fatua la smania di contrapporsi, a tutti i costi, a quello che fa il Governo. Siamo di fronte ad un provvedimento che proroga alcune disposizioni introdotte dal Governo precedente. Introdotte, però, perché? Introdotte in ragione di un'emergenza sanitaria che è tuttora in corso. Cosa leggo io nella questione pregiudiziale di Fratelli d'Italia? Leggo che questo è un provvedimento che si limita a prorogare disposizioni del tutto diverse tra loro, accomunate dalla sola circostanza che non si è riusciti a rispettare la relativa scadenza temporale. A me, francamente, questo sembra un po' un copia e incolla di questioni pregiudiziali rispetto a precedenti decreti cosiddetti Milleproroghe. Ma qui non siamo di fronte al canonico “decreto Milleproroghe” che abbiamo conosciuto negli anni; qui siamo di fronte ad un decreto sacrosanto, che, in ragione della persistenza di un'emergenza sanitaria tuttora in corso, proroga alcune disposizioni. Quali sono le disposizioni che proroga? Le disposizioni relative al lavoro agile - sacrosante in questo momento, perché sappiamo benissimo che la pandemia ancora non è terminata - e le disposizioni relative alla proroga di alcuni adempimenti contabili per le pubbliche amministrazioni - e sappiamo benissimo le difficoltà che le pubbliche amministrazioni hanno affrontato in questo anno di pandemia. Poi proroga le disposizioni relative alla tutela e alla sicurezza della popolazione penitenziaria, perché sappiamo benissimo che la popolazione penitenziaria non ha ancora raggiunto la percentuale idonea di vaccinazione per essere considerata in sicurezza.

Proroga le disposizioni che prevedono una deroga ai procedimenti amministrativi, rispetto ad interventi di edilizia leggera, per consentire ai nostri imprenditori, che operano nel settore turistico e balneare, di lavorare in sicurezza. Queste sono le disposizioni che proroga questo decreto-legge, che oggi ci si chiede di non esaminare perché considerate eterogenee o, comunque, non abbastanza urgenti da affrontare attraverso un decreto-legge; quindi, ci troviamo di fronte a questo paradosso. Peraltro, proprio la settimana scorsa, ci siamo ritrovati a discutere di una pregiudiziale di Fratelli d'Italia che ci chiedeva di non procedere all'esame di un decreto-legge sulle riaperture, quando in tutte le televisioni, sulla stampa, in quest'Aula e nelle piazze stavano facendo una polemica e una propaganda assurda sulle riaperture (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Quindi, vi chiedo questo: siccome siamo tutti d'accordo sul fatto che l'abuso della decretazione d'urgenza è una pratica che deve essere, in qualche modo, limitata e mitigata, lavoreremo per questo - noi stiamo già lavorando per questo -, ma in condizioni normali, perché mai come ora è necessario che il Governo adotti dei provvedimenti d'urgenza, immediatamente in vigore, e che il Parlamento, poi, possa lavorare per convertirli, integrarli o modificarli. Quindi, occupiamoci dei problemi seri degli italiani. Detto questo, dichiaro il voto contrario del MoVimento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi sulle questioni pregiudiziali.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla questione pregiudiziale Lollobrigida ed altri n. 1.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2168 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1° aprile 2021, n. 45, recante misure urgenti in materia di trasporti e per la disciplina del traffico crocieristico e del trasporto marittimo delle merci nella laguna di Venezia (Approvato dal Senato) (A.C. 3072​) (ore 12,44).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3072: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1° aprile 2021, n. 45, recante misure urgenti in materia di trasporti e per la disciplina del traffico crocieristico e del trasporto marittimo delle merci nella laguna di Venezia.

Ricordo che nella seduta di ieri si è conclusa la discussione generale e il relatore è intervenuto in sede di replica, mentre la rappresentante del Governo vi ha rinunciato.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 3072​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e delle proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge (Vedi l'allegato A).

Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 7, del Regolamento, le seguenti proposte emendative, già dichiarate inammissibili in sede referente: Silvestroni 2.025, 2.027 e 2.026.

Avverto altresì che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi dell'articolo 86, comma 1, e 96-bis, comma 7, del Regolamento, in quanto estraneo rispetto ai contenuti del provvedimento, l'articolo aggiuntivo Butti 1.0100, non previamente presentato in Commissione, volto a disciplinare il processo di regionalizzazione della gestione della navigazione lacuale per i laghi di Como, Garda e Maggiore.

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare. A tal fine, la componente politica L'Alternativa c'è, del gruppo Misto, e la deputata Benedetti sono state invitate a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti - mi sembra che non ci sia nessuno -, chiedo al relatore di esprimere il parere.

DAVIDE GARIGLIO, Relatore. Grazie, Presidente. Esprimerei parere contrario su tutto il complesso degli emendamenti all'articolo 1.

PRESIDENTE. Il parere negativo è su tutti gli emendamenti riferiti a tutto il provvedimento, perché c'è un unico articolo.

Il Governo? Collega, faccia uno sforzo, signor sottosegretario, di alzarsi.

GIANCARLO CANCELLERI, Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e la mobilità sostenibili. Grazie, Presidente. Il Governo esprime parere contrario su tutti gli emendamenti.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 1.104 Foti.

Ha chiesto di parlare il collega Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, mentre iniziamo l'esame del primo degli emendamenti presentati dal gruppo parlamentare di Fratelli d'Italia, mi sento in dovere di fare alcune precisazioni. In particolare, voglio essere chiaro su un punto: questi non sono emendamenti di tipo ostruzionistico, ma sono emendamenti che, in modo opportuno, cercano di migliorare un testo che, seppure ridotto all'osso quanto a numero di articoli, contiene delle affermazioni che hanno sicuramente una corrispondenza con la lingua italiana, ma che, al tempo stesso, si appalesano come vaghe e indeterminate sotto il profilo del diritto.

Proprio l'emendamento che qui sto illustrando, l'emendamento 1.104, vuole sostituire una espressione vaga, che così recita: “(…) le disposizioni della convenzione stipulata in data 18 luglio 2012 per l'effettuazione dei servizi di collegamento marittimo in regime di servizio pubblico (…) continuano ad applicarsi per il tempo strettamente necessario a consentire la conclusione delle procedure bandite per l'imposizione di oneri di servizio pubblico e per l'aggiudicazione dei contratti di servizio (…)”. Ora, cosa significhi “per il tempo strettamente necessario” non è dato di sapere, anche perché, come è noto, il diritto conosce la conclusione del procedimento amministrativo e non vi sarebbe ragione per individuare uno spazio di tempo indeterminato che non fosse, appunto, quello che sorregge la conclusione del procedimento amministrativo.

Allora, a noi pare più corretto fare riferimento proprio alla fase conclusiva del procedimento, che, vorrei ricordarlo, non si esaurisce solo con l'aggiudicazione ma con la verifica, anche eventuale e necessaria, delle condizioni del vincitore sotto il profilo del possesso di tutti i requisiti nel caso in cui ciò non abbia preceduto l'avvio della gara e, soprattutto, con la sottoscrizione del contratto che, a tutti gli effetti, trattandosi di convenzione, presuppone che la volontà delle parti sia riconfermata in un atto ricognitivo di quella che è la conclusione del procedimento di gara.

Mi pare, quindi, opportuno che, fin dall'inizio, si sia precisi sul punto, per evitare che questa possa risultare una proroga semplice, indeterminata, quasi che non sia interesse della pubblica amministrazione e, nel caso di specie, quasi che non sia interesse del soggetto che sottoscrive, unitamente a chi sarà l'aggiudicatario del servizio, il servizio medesimo, per avere un quadro giuridico normativo chiaro, che non lasci dubbi interpretativi, non solo rispetto al termine iniziale, ma rispetto al termine che più rileva, e cioè il termine conclusivo attraverso cui la procedura si può intendere, a tutti gli effetti, esaurita. Sotto questo profilo, poiché non si tratta di un emendamento di natura sconvolgente - mi sia consentito dirlo -, ma soltanto di un emendamento di raffinata procedura…

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Foti...

TOMMASO FOTI (FDI). Ho concluso, Presidente...faccio appello alla Camera perché lo possa approvare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rotelli. Ne ha facoltà, per un minuto.

MAURO ROTELLI (FDI). Grazie, Presidente, buongiorno sottosegretario Cancelleri, sono una serie di emendamenti, quelli che stiamo presentando, che vanno nella direzione di migliorare questo testo, almeno ci provano, perché purtroppo, come sa bene il sottosegretario, in Commissione tutto questo non è stato permesso. Abbiamo ricevuto questo testo di legge direttamente dal Senato, è inemendabile, non modificabile e, quindi, è stato per noi impossibile apportare alcune modifiche, che riteniamo, invece, molto operative e utili per il decreto stesso.

Iniziamo con questo articolo 1, con l'emendamento che ho sottoscritto insieme ai colleghi Foti e Silvestroni, per fare in modo che la continuità territoriale marittima con le isole maggiori e anche con le altre minori, venga garantita oltre la data del 31 maggio e che, quindi, che venga continuata l'attuale procedura anche oltre questa data…

PRESIDENTE. Grazie.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Montaruli. Non c'è.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente, questo emendamento ha come obiettivo la specifica delle disposizioni della convenzione per l'effettuazione dei servizi di collegamento marittimo in regime di servizio pubblico per la Sardegna, la Sicilia e le isole Tremiti, affinché continuino ad applicarsi fino alla conclusione delle procedure bandite per l'aggiudicazione dei contratti di servizio. L'articolo recita, invece: “per il tempo strettamente necessario a consentire”. Questa espressione è incerta e limitativa, oltre che non facilmente riscontrabile. In generale, li consideriamo collegamenti essenziali e ogni Nazione che si rispetti deve garantire, ovviamente, i collegamenti essenziali con le proprie isole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Questi emendamenti mi permetteranno di ricordare a quest'Aula quante volte Fratelli d'Italia ha chiesto al Ministero dei Trasporti di mettere mano alla continuità navale fra l'Italia e la Sardegna, ma anche riguardo alla Sicilia. Ed è strano, quando anche l'Antitrust ha detto che non ci sarebbe dovuta essere alcuna proroga per Tirrenia, ma avete fatto sempre orecchie da mercante e ci ritroviamo un bando di gara andato deserto e il fatto che il Ministero si occupa di tutt'altro che la continuità navale tra l'Italia e la Sardegna.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferro. Non c'è.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Questo è un emendamento di tipo tecnico, che ha, come obiettivo, quello di sostituire le parole “per il tempo strettamente necessario a consentire la”, con le parole “fino alla”: sembra una banalità, ma non lo è, perché sostanzialmente abbiamo una semplificazione di questa gestione dei servizi, impostata in questo modo. Penso, quindi, che sia necessario approvarlo, anche perché non ha, ovviamente, delle voci di spesa ed è soltanto semplificativo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere questo emendamento dei colleghi, semplicemente per dare più chiarezza alla norma. Onestamente, non riusciamo a capire cosa voglia dire l'espressione “per il tempo strettamente necessario”. Noi abbiamo l'obbligo, come legislatori, di essere più leggibili, più trasparenti e più facilmente comprensibili da parte di tutti, per cui ci sembra corretto sostituire questa espressione con l'espressione “fino al termine del procedimento amministrativo”. Questo non porrebbe alcun dubbio e alcun difetto interpretativo nella norma.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie Presidente, come viene illustrato dai colleghi che mi hanno preceduto e in particolar modo dall'intervento del collega Deidda, che ha ben presente e a cuore la situazione della Sardegna, riteniamo che la formulazione proposta con l'emendamento garantisca una maggiore estensione e una copertura complessiva alla procedura necessaria per poter effettivamente arrivare ad una conclusione proficua delle convenzioni in corso, senza che si realizzino dei buchi procedimentali tali da non consentire, poi, l'erogazione del servizio al pubblico.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.104 Foti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Passiamo all'emendamento 1.105 Foti.

Ha chiesto di parlare il collega Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, questo emendamento è in relazione al precedente, ma presenta anche un ulteriore pregio: quello di voler sopprimere una locuzione, che, ad oggi, quando mancano venti giorni alla scadenza del termine, potrebbe far rilevare la stessa come quantomeno coraggiosa; nel senso che non ci è dato sapere se, effettivamente, entro il 31 maggio, la procedura indicata nell'articolo 1, comma 1, si è già conclusa, si sta concludendo o a che punto sia. Il fatto che noi, nel primo emendamento, come Fratelli d'Italia, sottolineassimo la necessità di indicare soltanto “fino alla conclusione della procedura”, è proprio legato al fatto di evitare che, se per un numero strano o stranissimo di motivi dovesse verificarsi che questo termine non è rispettato, dovremmo avere un'ulteriore proroga per legge e di legge, al fine di soddisfare quella che sarebbe un'esigenza di legge, ma contraddetta dalla legge stessa.

Infatti, è evidente che, se per legge si fissa il termine del 31 maggio, qualsiasi attività che dovesse concludersi successivamente a detto termine, potrebbe soltanto essere giustificata con una nuova modifica del termine del 31 maggio e una modifica ancora, che dovrebbe essere introdotta per legge. Insomma, una complicazione che riteniamo assurda ed inutile proprio perché, lasciando i tempi necessari che devono avere coloro i quali sono preposti all'esame e all'aggiudicazione della gara, non si vede per quale ragione dover fissare per legge un termine entro e non oltre, quando, lasciando alla conclusione e al termine conclusivo quella che è l'aggiudicazione e la procedura di gara, si risolverebbe il problema. Penso, quindi, che questa volontà sia stata una volontà di voler indicare comunque un termine per fare fretta, ma in realtà a volte queste operazioni risultano del tutto improvvide proprio perché non si può conoscere, per il solo fatto di non essere partecipi di coloro i quali esaminano i documenti di gara, non si può tout court ritenere che al massimo entro il 31 maggio tutto sia già risolto e tutto possa essere andato secondo i desiderata del Governo. È proprio per questo che riteniamo di dover avanzare, come Fratelli d'Italia, un emendamento soppressivo, che come unica finalità ha quella di rendere il testo sicuramente utilizzabile in tutte le situazioni che si possono verificare, e quindi non esporre il Governo a dover assumere un nuovo provvedimento d'urgenza nel caso in cui il limite invalicabile di legge del 31 maggio dovesse rilevarsi come non sufficiente per poter concludere ogni e qualsiasi procedura di gara.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rotelli. Ne ha facoltà.

MAURO ROTELLI (FDI). Grazie, Presidente. È naturalmente non soltanto per appoggiare, ma per argomentare questo emendamento: è il secondo che Fratelli d'Italia pone all'attenzione dell'Aula, è finalizzato a fare in modo che possa essere più possibile, più pratica l'applicazione di quello che è il decreto. All'interno del decreto ci sono una serie di misure, in maniera particolare queste di continuità marittima, che sono complesse e delicate, come ha sottolineato il collega Deidda nel suo intervento, che si protraggono da tempo, e, come sostenuto dal collega Foti, non abbiamo la certezza che i tempi previsti all'interno del testo del decreto possano essere realmente rispettati per portare in porto - e il termine non è casuale - la pratica relativa alla continuità marittima e territoriale con le isole maggiori e con le isole Tremiti. Quindi mi sento di sottoscriverlo ed anche di sostenerlo e chiedo all'Aula di fare altrettanto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Con questo emendamento Fratelli d'Italia chiede di inserire al comma 1, primo periodo, la soppressione delle parole: “e comunque non oltre la data del 31 maggio 2021”. Il motivo ermeneutico è chiaro ed è quello della soppressione del limite massimo per la validità della convenzione del 18 luglio 2012 per i collegamenti marittimi. L'emendamento sopprime la data del 31 maggio 2021 come termine di validità della convenzione per l'effettuazione dei servizi di collegamento marittimo in regime di servizio pubblico per la Sardegna, la Sicilia e le isole Tremiti, di conseguenza il termine entro cui concludere le procedure bandite per l'imposizione di oneri di servizio pubblico e aggiudicazione dei contratti di servizio. Sembra un emendamento tecnico, ma, come ha già illustrato il collega Foti, assolutamente non lo è.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie. Per far capire di cosa parliamo: con riferimento alla tratta Civitavecchia-Arbatax-Cagliari ci sono voluti anni per far bandire la gara, mentre il Ministero aveva negato all'inizio, in sede di interrogazioni a risposta immediata, qui, aveva detto: nessuna proroga a Tirrenia; ha continuato a dare proroghe, ha fatto il bando - sbagliato - fatto da Invitalia, dove addirittura discriminava gli emigrati sardi, perché avevano diritto alla continuità solamente gli emigrati dipendenti. I liberi professionisti no, mentre i dipendenti sì. Hanno sbagliato con la protesta della FASI, l'associazione degli emigrati sardi. Quindi, in ritardo, un bando sbagliato, negando la sentenza dell'Antitrust che negava la proroga, e continuano a sbagliare con continue proroghe, sbagliando anche i bandi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Questo secondo emendamento che oggi presentiamo all'Aula ha una natura soppressiva e si collega con il precedente per finalità e obiettivi. Qui si tratta di sopprimere la frase “e comunque non oltre la data del 31 maggio” e ci si domanda contemporaneamente che cosa accadrebbe se ci fossero modifiche a quella data. Quindi per una semplificazione interpretativa del testo questo emendamento è utile votarlo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere l'emendamento del collega Foti e per ribadire, come ha ben detto il collega Foti nella sua illustrazione, e fare una semplice riflessione: cosa succede se non si aggiudica nel termine indicato dalla norma questo bando di gara? Soprattutto, che senso ha mettere un termine perentorio in tempo di COVID, in cui ancora non sappiamo che certezze abbiamo?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Sulla falsariga anche dell'emendamento precedente, si intende con questa disposizione evitare l'introduzione di un limite temporale che inevitabilmente rende sostanzialmente vana l'applicazione della disposizione stessa laddove si dovesse sforare il termine previsto, salvo, evidentemente, agire con la riserva mentale di prorogare il medesimo termine nel prossimo provvedimento utile. Il che dimostra la fondatezza del nostro emendamento, giacché introdurre fin d'ora una rimozione del termine del 31 maggio consentirebbe agli operatori e agli utenti di svolgere e di utilizzare il servizio senza alcuna difficoltà in prospettiva futura.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Intanto chiedo di sottoscrivere l'emendamento che, come ha già illustrato il collega Foti, chiarisce proprio quale sia la necessità di sopprimere questa temporalità, il 31 maggio, oltre la quale, altrimenti, non sappiamo effettivamente se a quella data tutte le procedure delle gare siano andate in porto; anche perché noi possiamo attivare delle procedure, ma non sappiamo mai quali sono poi i tempi per affidare i servizi. Di conseguenza, si rischierebbe proprio, anche collegandolo all'emendamento precedente, di non rispettare la garanzia dei servizi o dover di nuovo mettere in campo delle deroghe e delle proroghe. Con un po' di buon senso, nell'attività amministrativa bisogna avere quell'elasticità mentale che consenta di avere dei tempi nei quali è possibile sia fare la gara, ma altrettanto garantire quei servizi collegati ad essa.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.105 Foti, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Passiamo all'emendamento 1.106. C'è una serie a scalare di tre emendamenti: come da prassi e da Regolamento, procediamo a votare il primo e il terzo, l'altro resterà assorbito. Il primo è l'emendamento 1.106 Foti. Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Presidente, il termine del 30 settembre indicato in questo emendamento non è stato posto casualmente, perché, a differenza del termine previsto dal regolamento e dal decreto, ossia il termine del 31 maggio, in ragione della proroga massima di 30 giorni, significa che la gara dovrebbe essere aggiudicata e il nuovo concessionario essere attivo dal 30 giugno, proprio in relazione ai 30 giorni di proroga. A noi pare che rischiare, nel periodo in cui probabilmente si ha di questi mezzi un utilizzo superiore rispetto al normale andamento dell'anno, in ragione del periodo estivo, che rende questi mezzi decisamente più utilizzati, allora, se proprio dobbiamo mettere in sicurezza il servizio per il periodo estivo, il termine del 30 settembre, qui indicato, appare il più consono, anche perché, nel caso in cui, malauguratamente, neppure questo termine fosse rispettato, avremmo sempre la scialuppa di salvataggio degli ulteriori 30 giorni, che porterebbero al 31 ottobre il termine definitivo entro il quale si potrebbe - ritengo con reciproca soddisfazione - far partire il nuovo concessionario del servizio.

A volte sembra che cambiare le date faccia parte soltanto di una tattica dilatoria; in realtà, a volte, modificare le date serve a garantire la possibilità che un servizio non venga interrotto nel momento del suo maggiore utilizzo. Quindi, questo emendamento, presentato a nome del gruppo di Fratelli d'Italia, ha proprio questo significato e questa indicazione, cioè mettere in sicurezza la fornitura di un servizio, dopo che si è voluto respingere il primo emendamento, che avrebbe, da solo, fatto pulizia al riguardo, rendendo la concessione sempre valida, fino al momento in cui subentrava il nuovo concessionario. Ma, nel momento in cui questo primo emendamento è stato respinto ed è stato respinto anche il secondo emendamento - che, non a caso, voleva eliminare il termine del 31 maggio che, all'evidenza, può risultare del tutto improvvido -, prevedere il termine del 30 settembre, con l'eventuale posticipo al 31 ottobre, significa, in modo inequivoco, dare, da subito, a tutti gli utenti la certezza che il servizio, soprattutto nel periodo estivo, sarà effettuato senza alcuna interruzione. Tale interruzione è l'unico elemento che effettivamente potrebbe danneggiare a livello turistico, anche con riferimento alle esigenze di coloro i quali si avvalgono dei mezzi di trasporto solo ed esclusivamente per motivi di lavoro o anche eventualmente in alternativa ad altri mezzi di trasporto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rotelli. Ne ha facoltà.

MAURO ROTELLI (FDI). Grazie Presidente. L'emendamento tende a mettere in sicurezza la stagione estiva - l'ha già spiegato bene il collega Foti -, stagione estiva, sottosegretario, che non è soltanto quella dei turisti attratti dalle bellezze delle isole, che vengono interessate da questa convenzione e dai trasporti marittimi, cioè Sardegna, Sicilia e isole Tremiti, ma è anche quella del trasporto merci che, proprio nei mesi più caldi, per l'arrivo dei turisti, è necessario per poter rifornire queste isole di tutto quello di cui c'è bisogno nella grande distribuzione, nel commercio e nello scambio commerciale territoriale.

Quindi, il passaggio dal termine del 31 maggio a quello di fine settembre è per permettere che tutto questo possa avvenire in continuità e senza arrecare problemi, né alla parte turistica, né a quella commerciale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie Presidente. Questo emendamento, alla stregua dei precedenti, va a spostare dal 31 maggio 2021 al 30 settembre 2021 il termine di validità della convenzione per l'effettuazione dei servizi di collegamento che lo stesso testo normativo e lo stesso approccio della convenzione CIN costituiscono e definiscono come collegamenti di interesse nazionale che devono, in ogni caso, essere garantiti. Rispetto al market test effettuato, bisogna capire quale di queste tratte sia stata considerata di interesse nazionale e, quindi, in convenzione, e quale, invece, restituita al mercato. In realtà, consideriamo che siano tutte di interesse nazionale. Pe questo non possiamo che sostenere questa proroga, perché dà la possibilità di coprire il periodo estivo e facilitare la copertura delle tratte.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie Presidente. Per capire la difficoltà che incontreremo più avanti - riaffronteremo l'argomento a breve, entro maggio -, ricordo che con rifermento alla compagnia che usufruisce e dà i servizi di continuità è aperta una procedura di fallimento. Il Governo è impegnato a vedere se riesce ad aiutare a ristrutturare il debito, ma, già ad aprile, il tribunale di Milano aveva chiesto il fallimento, perché si tratta di un debito enorme di questa società. Nonostante questi problemi fossero già da tempo all'attenzione dei vari Governi, si sta arrivando a prorogare - adesso per maggio -, facendoci credere che invece saranno risolti. Penso proprio di no.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie Presidente. Come già i miei colleghi hanno egregiamente illustrato, questo emendamento tende a mettere in sicurezza la stagione estiva per quanto riguarda i collegamenti. Quindi, la sostituzione della data del 30 settembre con quella del 31 maggio non è stata messa a caso, ma ponderata proprio con riguardo alla particolare stagione in cui c'è maggiore intensificazione di collegamenti. Quindi, direi che è talmente importante e di buonsenso questo emendamento, che ci aspettiamo che abbia anche il consenso dell'Aula.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie Presidente. Come si fa ad affrontare una stagione che già si annuncia travagliata dal punto di vista turistico per tutte le nostre isole, che partono con uno svantaggio, con una spada di Damocle sulla testa? Allora, noi, semplicemente, abbiamo proposto questo emendamento, che chiedo di poter sottoscrivere, per mettere in sicurezza, per dare la tranquillità che, fino al 30 settembre, questi servizi non saranno interrotti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie Presidente. Anche in questo caso, riteniamo necessario introdurre una modifica con estensione temporale finalizzata a garantire, nella realizzazione del servizio, quella certezza non solo del diritto, ma delle prestazioni stesse, tale per cui, effettivamente, non solo gli operatori, ma anche gli utenti - e soprattutto con riguardo a quei trasporti che insistono in un periodo stagionale -, possano contare sull'effettività della realizzazione del servizio medesimo, senza incorrere nell'interruzione, che, invece, al contrario, la mancata approvazione di questo emendamento potrebbe in linea teorica rendere possibile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Come è stato già correttamente detto dai miei colleghi che sono intervenuti precedentemente, Fratelli d'Italia ha presentato questo emendamento sulla scia degli emendamenti precedenti, volti a garantire una stagione turistica che possa arginare in ogni modo, anche attraverso questo provvedimento, le varie problematiche che, peraltro, si sono aggiunte a quelle preesistenti all'emergenza COVID. Prevedere, quindi, quanto abbiamo formulato risulta assolutamente necessario e indispensabile. Sulla situazione debitoria della società il nostro collega Deidda ha già correttamente elencato le problematiche. Questo non può non preoccupare il Governo e chi ha responsabilità in tal senso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Proviamo a far capire che cosa significa affrontare la stagione estiva con incertezze, possibili inciampi e possibili disguidi. Predisporre un atto che va a vincolare temporalmente al 31 maggio significa non capire che non si mette in sicurezza tutto il trasporto turistico nei mesi più importanti per il turismo. Con la proposta di Fratelli d'Italia, attraverso questo emendamento si metterebbe in sicurezza tutto questo arco temporale e si metterebbe la scadenza al 30 settembre. Questo garantirebbe un servizio di trasporto sicuro per tutto questo lasso di tempo e da lì in poi si provvederà

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Presidente, intervengo per sostenere ma, soprattutto, per sottoscrivere questo emendamento, a prima firma del collega Foti, che richiede, soprattutto per i territori a vocazione turistica, nell'imminenza della stagione estiva e, soprattutto, a seguito del lungo periodo di pandemia, la possibilità di avere dei servizi di collegamento marittimo efficienti ed efficaci e, quindi, una proroga rispetto alla convenzione e, soprattutto, alle gare che non sono state espletate, benché bandite. Non si tratta soltanto di un puntiglio, ma della possibilità, in qualche modo, di dare certezza ai servizi richiesti ai cittadini.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.106 Foti, con parere contrario di Commissione, Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo all'emendamento 1.100 Silvestroni.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Rotelli. Ne ha facoltà.

MAURO ROTELLI (FDI). Grazie, Presidente, per illustrare questo emendamento, a cui chiedo ai colleghi del gruppo di aderire e di sottoscrivere. Oggi, Presidente, siamo all'11 maggio e il decreto che stiamo per convertire in legge ci racconta che noi avremo ancora venti giorni, come termine ultimo, per la validità delle convenzioni in atto. Quindi, in 20 giorni dovrebbe concludersi e completarsi la procedura, al massimo entro altri 30 giorni successivi. Noi riteniamo che questo sia poco probabile. Abbiamo provato, negli emendamenti precedenti, a dare una serie di suggerimenti come quello di non andare oltre la data del 31 maggio, di provare a mettere in sicurezza l'intera stagione estiva e di concludere le procedure entro il 30 settembre. In questo caso, in maniera assolutamente responsabile, riteniamo non solo che sia un emendamento che non provoca un aumento di spesa ma che sia un emendamento che non stravolge il senso della legge stessa. Tanto per essere chiari, proponiamo di portare il termine dal 31 maggio al 15 giugno, per dare almeno un mese pieno di respiro e di lavoro dopo la conversione in legge di questo decreto, che avverrà nelle prossime ore. Riteniamo sia importante, che possa essere importante perché il 15 giugno ancora non saremo nella stagione estiva ma saremmo ancora in grado di mettere in sicurezza e in garanzia le necessità ed i trasporti, facendo in modo che le due isole maggiori e le Tremiti non siano scoperte e che tutto questo lavoro abbia i tempi e le modalità giuste per potere essere applicato e regolato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Soltanto per far riflettere sul buon senso di questo emendamento che, come i precedenti, va a prorogare il termine dell'applicazione della convenzione CIN oltre il 31 maggio 2021. Faccio riferimento al fatto che la stessa disposizione prevede peraltro che, in caso di mancata conclusione delle procedure entro il 31 maggio, limitatamente ai collegamenti marittimi con le isole maggiori e minori non adeguatamente assicurati mediante l'erogazione di servizi di trasporto possa essere prorogata per ulteriori 30 giorni, con decreto del Ministero delle Infrastrutture. Quindi, colleghi, perché dover fare un decreto per fare quello che possiamo fare adesso con questo emendamento?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Chiederei ai miei colleghi sardi di ricordare quello che si racconta nella nostra isola sulla continuità territoriale marittima. Si racconta come da tempo aspettavamo una riforma su quella continuità e da quanto tempo stavamo criticando un bando che, sapete benissimo, la concorrente della compagnia Tirrenia, la Grimaldi, ha criticato fin dall'inizio, chiedendo modifiche. Nei tre anni in cui siete stati al Governo, chi è stato al Ministero non è riuscito a fare quella riforma, non è riuscito a modificare e non ha neanche ascoltato le voci del territorio, cosa che anche adesso sta avvenendo perché, evidentemente, non è nell'interesse del sottosegretario.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie…

PRESIDENTE. Collega, è possibile lasciare che il Governo ascolti… Grazie. Vuole che sospendiamo un attimo la seduta (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? No.

Onorevole Frassinetti, prego.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Anche…

PRESIDENTE. Collega, mi sembra di essere stato…

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Io penso che questo emendamento si colleghi perfettamente in maniera organica a quelli precedenti. Abbiamo visto qual è l'obiettivo di tutti questi emendamenti, che hanno un loro senso compiuto se sono collegati perché tutti hanno il medesimo obiettivo, quello di semplificare questo dettato normativo e, soprattutto, di far sì che nel periodo estivo non ci siano problemi, non ci siano lacune interpretative temporali che possano danneggiare la situazione di queste convenzioni. Quindi, anche questo emendamento andrebbe accolto proprio in questa direzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Andiamo nella stessa direzione di quanto enunciato nei precedenti emendamenti, come ha ben espresso l'onorevole Rotelli. È evidente che oggi, che siamo all'11 maggio, è difficoltoso pensare all'espletamento di tutte le procedure entro il 31 maggio, quindi solamente in 20 giorni e, come ho detto prima, a regime ridotto perché c'è lo smart working e tutto quanto gira intorno al COVID. Per cui noi chiedevamo di spostare questa data al 15 di giugno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Anche questo emendamento, come quello precedente, cerca di dare maggior certezza nella continuità, almeno temporale, in cui si può dispiegare la realizzazione del servizi pubblici, così come sottolineato dai colleghi che mi hanno preceduto. Certo, vi è un arretramento temporale rispetto all'emendamento precedente che garantiva, ove accolto, un'estensione superiore anche in termini di mensilità ma, come diceva poc'anzi il collega Caiata, ad oggi, 11 maggio, immaginare che tra venti giorni si possa già determinare la cessazione delle convenzioni non fa il conto con la realtà.

L'emendamento cerca appunto di guadagnare un mese in più di tempo per garantire a operatori e utenza una certezza sull'erogazione del servizio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento è uno dei tanti che Fratelli d'Italia sta formulando e sta proponendo al Governo. L'obiettivo è solo e soltanto uno: garantire i collegamenti per la stagione estiva e fare in modo che non ci siano lacune né ritardi che possano, in qualche modo, compromettere i collegamenti stessi e pertanto gli spostamenti delle persone. Ora, noi in questo emendamento proponiamo una proroga a una data certa, ma non avremmo difficoltà neanche a discutere con voi un'ulteriore data, se solo ci fosse la disponibilità da parte del Governo di comprendere il reale spirito di questa nostra richiesta, che è una richiesta che viene anche dal mondo del turismo e da tutto il tessuto produttivo interessato dall'area di riferimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. L'emendamento che chiedo di sottoscrivere cerca di portare a quest'Aula un contributo di buonsenso, sempre in modo propositivo, per migliorare questo dispositivo. Ecco perché si chiede di sostituire le parole: “31 maggio”, con quelle: “30 giugno”. Questo per consentire di eseguire in sicurezza tutte quelle procedure per i bandi di gara e per avere, poi, tutta la gestione del trasporto abbastanza in sicurezza. Immaginare che tutto funzioni in maniera impeccabile coi tempi stretti non è possibile, per cui bisogna avere sempre delle zone di elasticità all'interno delle quali essere sicuri che tutto possa funzionare al meglio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Speriamo che questo emendamento possa avere migliore fortuna dei precedenti, perché ribadisce un concetto molto chiaro che riguarda regioni come la Sardegna, la Sicilia e le isole Tremiti, le quali hanno delle necessità sotto il profilo dei servizi e dell'aggiudicazione dei servizi ad esse collegate; occorre una proroga per l'espletamento, ma soprattutto anche per la stabilità di quanto necessita sul territorio nei collegamenti marittimi. Credo che, da questo punto di vista, spostare la data al 15 di giugno sia una buona e saggia scelta, ancor di più se presa da un Governo che, già quando mette le scadenze, certamente sappiamo che non le può rispettare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. Il collega Deidda, vista la sensibilità che pone sempre rispetto al suo territorio, ci ha ricordato l'importanza della continuità territoriale tra la penisola italiana e le isole che a essa fanno riferimento. Evidentemente, però, questa sensibilità non è così condivisa da tutti, se pensiamo che oggi, a poche settimane, direi a pochi giorni, dalla scadenza della convenzione, ancora non esiste una gara aggiudicata dove venga imposto l'onere di servizio pubblico e soprattutto venga imposto un servizio a favore dei cittadini che vivono in queste isole e degli altri cittadini che in queste isole vogliono lavorare oppure vogliono magari anche trascorrere alcuni momenti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

MARCO OSNATO (FDI). Mi sembra che l'intervento di questo emendamento sia necessario per spostare di qualche settimana la data, ma la sua importanza non si ferma qui; la cosa che noi chiediamo è che finalmente si faccia una gara - che se non ricordo male è andata deserta - che invece, stavolta, abbia il senso di un vero bando di gara per i cittadini delle isole e non solo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Noi siamo assolutamente convinti che tutti i colleghi che provengono dalle isole possano capire e cogliere l'importanza di questo emendamento presentato da Fratelli d'Italia, perché cerca di rispondere a due esigenze complementari: quella di chi lavora attraverso gli spostamenti e di chi di quegli spostamenti deve necessariamente fare uso per poter arrivare verso le isole.

Anche in questo caso Fratelli d'Italia si pone un problema concreto e nel merito, ma ancora una volta, però, abbiamo purtroppo un'Aula silente proprio rispetto ai provvedimenti di merito. Io mi auguro che il Governo voglia ripensare alla possibilità di approvare questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Albano. Ne ha facoltà.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente. Abbiamo avuto modo di chiarire e di approfondire questo emendamento con gli interventi dei miei colleghi, emendamento che ritengo importante e che quindi chiedo di sottoscrivere - è l'1.100 Silvestroni - che proroga il termine per la validità delle disposizioni della convenzione del 18 luglio 2012 per i collegamenti marittimi per le grandi isole e per le Tremiti. C'è sicuramente bisogno di una maggiore flessibilità, di un termine più lungo per poter dar respiro agli operatori e per poter partecipare in maniera adeguata, con tutta la sicurezza che ne deriva, alle procedure di gara. Nello stesso tempo, occorre assicurare, però, la copertura del servizio in continuità, data la grande importanza del servizio da e per le isole maggiori e minori.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.100 Silvestroni.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

L'emendamento 1.101 Rotelli è assorbito.

Passiamo all'emendamento 1.102 Silvestroni.

Ha chiesto di parlare il collega Rotelli. Ne ha facoltà.

MAURO ROTELLI (FDI). Grazie, Presidente. Allora, in tutti gli emendamenti che abbiamo presentato fino adesso, Presidente, abbiamo provato a mettere, come diceva la collega che mi ha poco fa preceduto, in sicurezza e in tranquillità la stagione, garantendo naturalmente il servizio della continuità marittima e facendo in modo che la validità della convenzione fosse spostata come data. Per mettere in sicurezza che cosa? La stagione turistica e tutto quello che ne deriverà. Ora, delle due l'una, perché, avendo notato che 20 giorni sono decisamente pochi per poter affrontare questa vicenda che invece vede la scadenza da qui alle prossime settimane e ai prossimi giorni, con l'emendamento 1.102, intendiamo, invece, sopprimere il secondo periodo del comma 1, che prevede una soluzione transitoria nel caso non si aggiudichi la nuova convenzione entro il termine previsto del 31 maggio. Naturalmente, questo è perché noi, a questo punto, avendo viste bocciate tutte le proposte emendative che tendono a spostare questo termine ultimo del 31 maggio - l'abbiamo fatto in cinque o sei emendamenti che abbiamo presentato prima di questo - vorremmo che nell'articolo 1 della legge venisse eliminato il secondo capoverso nel quale, invece, si prevede che questa cosa, entro il 31 maggio, non avvenga. Questo per fare in modo che la procedura, a questo punto, termini, sia certa, dia sicurezza e non porti problematiche alle isole interessate per i loro collegamenti.

Questo perché, Presidente, io ritengo che le popolazioni interessate, così come gli operatori economici e non soltanto chi è interessato per i flussi turistici, non dovranno essere additati, come è successo l'anno scorso, come se fossero addirittura degli “untori” a livello nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), ma debbano essere tutelati e garantiti per quelli che sono gli interessi e le necessità che hanno di livello, non soltanto, territoriale, economico e turistico per questa parte dell'anno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Con queste mascherine e gli occhiali spesso è difficile parlare. Con questo emendamento sopprimiamo il secondo periodo del comma 1 che prevede, di fatto, una soluzione transitoria, nel caso non si aggiudichi la nuova convenzione entro il termine previsto, la famigerata convenzione CIN. La finalità è quella di rendere ovviamente più cogente il rispetto del termine, rispetto a quello che abbiamo più volte illustrato con questa serie di emendamenti, che, lontano dall'essere ostruzionistici, vanno a dimostrare il buon senso di questa proroga.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.

EDMONDO CIRIELLI (FDI). Presidente, colleghi, ovviamente io comprendo le motivazioni di questa rigidità da parte del Governo, meno un po' della maggioranza, rispetto a emendamenti che sono del tutto semplici e dettati dal buonsenso. D'altro canto, se il sottosegretario tutta la mattina è impegnato con il tablet o a parlare con i colleghi, non si lamenti poi che, quando va ad Amalfi, gli tirano le uova addosso, perché è il comportamento arrogante che porta poi il popolo a ribellarsi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie Presidente. Vorrei capire. Io capisco che questi emendamenti vengano intesi come ostruzionismo, ma non è fine a se stesso, perché vi darei ragione, se non avessimo provato in questi mesi e in queste settimane, a far ragionare con interrogazioni, con proposte e con emendamenti precedenti, che questo settore va riformato, ha bisogno di attenzione e non può essere lasciato poi all'ultimo, perché poi succede che arriviamo alla stagione estiva con tutti i problemi che ne conseguono (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie Presidente. Questo emendamento, illustrato dal collega Rotelli, chiede un'abrogazione del secondo periodo, proprio perché abbiamo riscontrato che c'è bisogno di chiarezza in questo testo, un testo che può risultare sicuramente troppo confuso, un testo che deve essere snellito e soprattutto alleggerito, per poter descrivere meglio l'obiettivo, che è quello di salvare la stagione turistica. Considerando che i venti giorni sono pochi, con questo emendamento soppressivo, si vuole proprio cercare di dare chiarezza e di determinare il fatto che ci possa essere una stagione assicurata e serena per chi opera in questo settore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caiata Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie Presidente. Chiedo di sottoscrivere questo emendamento del collega Silvestroni, la cui finalità è quella di rendere più cogente il rispetto del termine. L'emendamento sopprime il secondo periodo del comma, che prevede una soluzione transitoria, nel caso, come abbiamo già detto, ripetuto e continuiamo a ripetere, non si aggiudichi la nuova convenzione entro il termine previsto dalla vecchia legge, cioè dal decreto del 31 maggio 2021.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie Presidente. Come illustrato dai colleghi che mi hanno preceduto, l'intento di questo emendamento è quello di rendere più concreto, più cogente, rispetto alla effettiva utilità dell'emendamento, il termine che viene riferito, realizzando così anche in questo caso una possibile - mediante la soppressione che propone - realizzazione di una certezza nell'esercizio del servizio che è sotteso, sia per l'utilità degli operatori stessi che degli utenti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciaburro. No, Montaruli. Prego, onorevole Montaruli.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Con questo emendamento andiamo a sottolineare la necessità di evitare un periodo di incertezza, che inevitabilmente il periodo di transizione, la normativa transitoria, porterebbe. Quindi, con questo emendamento, di fatto soppressivo, trasformiamo un termine in termine perentorio, in modo che ci sia una velocizzazione e un'assunzione di responsabilità reale, rispetto alla formulazione della convenzione nuova e rispetto a quelli che sono gli impegni per il trasporto marittimo. Impegni che si ripercuotono, come abbiamo già detto negli interventi precedenti, nel settore turistico e per il tessuto produttivo. Il Governo almeno ci dia la garanzia che la convenzione verrà stabilita in tempi certi e il fatto che voi abbiate immaginato una situazione transitoria…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Montaruli. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie Presidente. L'emendamento 1.102, a prima firma Silvestroni, così come è stato illustrato dall'onorevole Rotelli, fa capire molto bene quale sia la necessità per la quale Fratelli d'Italia lo ha presentato. Se è vero, come è vero, che negli emendamenti precedenti non avete ravvisato la necessità di prorogare dei termini, non si capisce perché qua invece non si voglia dare certezza a tutte le procedure. Se siete così convinti e sicuri che tutto possa avvenire con le date in precedenza valutate, allora qua invece, mai come oggi, dobbiamo dare certezza a tutto il mondo del turismo, nonché a tutti gli operatori. Per cui chiediamo davvero di rivedere il parere su questo emendamento, in modo da dare quella sicurezza e quella certezza a tutto il comparto turistico nell'affrontare la stagione che è alle porte.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie Presidente. L'emendamento in questione serve a rendere molto cogente il termine rispetto a quanto è stato già previsto, attraverso un'estensione, ma soprattutto anche quella possibilità, rispetto a quanto previsto nella parte soppressiva del primo comma, che parla di una norma transitoria rispetto ai servizi, nel caso in cui non fossero espletate e aggiudicate le gare. Credo che la mancata volontà, che certamente ci sarà da qui a breve con il voto, di estendere questo termine conferma che non c'è altrettanta volontà di rendere i servizi ai cittadini nel modo migliore e puntuale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie Presidente. Credo che questo emendamento abbia il grande pregio di voler togliere alibi a questo Governo. Togliere ogni possibilità di una fase transitoria successiva alla scadenza, che loro stessi si erano dati, sta a significare che o si prendono decisioni finalmente decisive, vincolanti e soprattutto volte a dare un servizio ai cittadini delle isole e a tutti coloro che nelle isole stesse vogliono andare, oppure non si può fare diversamente. Infatti, se noi ogni volta, invece di prendere una decisione definitiva e vincolante, cerchiamo sempre di entrare nelle fasi transitorie, qui - siccome poi i Governi cambiano molto velocemente, come abbiamo visto in questi mesi - abbiamo sempre l'alibi di dire: allora, lo faremo dopo. No! Io credo che sia giunto il momento di fare le cose nel tempo previsto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie Presidente, chiunque lavori nel mondo dell'impresa, soprattutto nell'impresa privata, sa bene che il rispetto dei termini, l'esistenza di termini cogenti e non derogabili, è di per sé una vittoria, per chi poi quotidianamente deve confrontarsi con una burocrazia italiana davvero complessa e complicata da interpretare. Allora, attraverso questo emendamento, Fratelli d'Italia chiede semplicemente chiarezza, un termine cogente, di modo che si possa dare certezza a tutte quelle aziende che lavorano in maniera davvero molto complicata in questo momento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Albano. Ne ha facoltà.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie Presidente. Ebbene, non sono emendamenti meramente ostruzionistici, signor sottosegretario, quelli che stiamo presentando e discutendo, ma sono migliorativi della normativa in questione, perché è evidente che questo settore debba essere normato e rivisto. E questa rivisitazione, questa nuova normativa deve porsi nell'ottica di una certezza, perché questo è un servizio essenziale per coloro che abitano nelle isole, per coloro che devono spostarsi per motivi di lavoro e per motivi di turismo.

Ciò, anche per dare la possibilità ad un comparto, come quello del turismo, di avere certezze sulle partenze, sulle ripartenze, certezze che in questo momento sembra siano veramente molto lontane.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). La ringrazio, Presidente. Sulla scorta di quanto appena ascoltato anche da parte dei colleghi di Fratelli d'Italia, riteniamo, sottosegretario, che questa sia una proposta emendativa assolutamente importante, proprio per coloro che non riescono ad oggi ancora a sviluppare e a poter sviluppare meglio anche dopo, ed in pancia ad una terribile pandemia che evidentemente ci sta affliggendo, tutto il tema del turismo. Il tema dei servizi, che è inevitabilmente legato al tema del turismo, effettivamente dovrebbe essere rivisto, dovrebbe essere riproposto, dovrebbe indicativamente andare all'interno di un'agenda politica, ma purtroppo notiamo che oggi invece non è così.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.102 Silvestroni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Passiamo all'emendamento 1.107 Foti.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Sì, Presidente. Questo emendamento, in relazione a tutti gli emendamenti fino ad ora respinti, vuole comunque mettere in sicurezza il servizio, importante - e che sia importante lo dimostra il fatto che è stato assunto un provvedimento d'urgenza quale un decreto-legge da parte del Governo, proprio per garantire la continuità del servizio - anche nel periodo estivo. Infatti, visto e atteso che sono stati confermati tutti gli altri termini, tra cui quello della data del 31 maggio, entro la quale la procedura dovrebbe essere conclusa, atteso che nel secondo periodo del comma 1 viene introdotta la possibilità di una proroga, ancorché limitativa - attenzione, perché non comprende tutti i servizi - che si recita: “limitatamente ai collegamenti marittimi con le isole maggiori e minori, non adeguatamente assicurati mediante l'erogazione di servizi di trasporto a mercato di persone e di merci” -, il termine che qui viene previsto è di 30 giorni, il che, alla fine, ci porta sempre, come termine ultimo, a quello del 30 giugno. L'emendamento, che qui si propone, invece prevede di sostituire il termine di trenta giorni con il termine di novanta giorni, la qual cosa consentirebbe comunque, in qualsiasi situazione dovesse venirsi a trovare l'aggiudicazione della gara - nel senso che è possibile anche che vi siano ricorsi o quant'altro -, che il termine del fine settembre sia comunque coperto con certezza. Quindi, noi avremmo comunque la possibilità - penso concreta - di avere un servizio che fa fronte al periodo estivo, al periodo turistico, al periodo, cioè, che consente a certi territori, raggiungibili prevalentemente o solo via mare, di poter essere adeguatamente serviti. Un conto è il servizio che viene realizzato nel periodo “morto”, un conto è il servizio che viene fornito nel periodo in cui effettivamente vi è la maggiore affluenza di persone e quindi il maggior utilizzo possibile del servizio in questione.

Signor rappresentante del Governo, questo non vuole essere un gioco di date ad incastro, vuole essere però un mettere le mani avanti rispetto ad eventi futuri ed incerti, perché è evidente che se è stato adottato questo decreto-legge, è perché i termini e le previsioni che erano state precedentemente fatte, evidentemente non hanno soddisfatto quella che poteva essere ottimisticamente la previsione del Governo. Il fatto di intervenire con un provvedimento d'urgenza, il dover fare una proroga d'urgenza di servizio, il dover fissare ulteriori termini, evidentemente ci dimostrano che, già a legislazione normale, vi sono state delle difficoltà. Noi vorremmo tanto che queste difficoltà fossero definitivamente superate e, proprio per questo, preferiamo il vecchio adagio latino: melius abundare, quam deficere; se abbiamo dei termini più ampi, l'eventuale sottoscrizione della convenzione indubbiamente li fa decadere, se li abbiamo ristretti, occorre un nuovo provvedimento avente forza di legge per poter continuare il servizio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Se può magari far acquietare un po' il brusio d'Aula, perché non si riesce a intervenire.

PRESIDENTE. Sicuramente il suo intervento lo farà acquietare. Comunque, richiamo anche io i colleghi…

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Richiamo quindi l'attenzione dell'Aula su questo nuovo, importante emendamento del gruppo di Fratelli d'Italia che, in maniera lineare rispetto ai precedenti, va ad applicare una proroga fino a novanta giorni della Convenzione CIN; questo per fare in modo che le tratte di interesse nazionale e le procedure relative possano essere garantite, rispetto agli interessi superiori dei collegamenti con le isole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Continuiamo a sottolineare che non sono mai state ascoltate le proposte arrivate dai territori o dai vari operatori del settore per riformare questo settore (oggi stiamo ricorrendo a delle pezze che rischiano di mandare all'aria il settore). Una fra tutte è quella che vorrebbe che quei soldi impiegati per la continuità territoriale e per gli oneri di servizio pubblico venissero assegnati, sulla base di un modello che funziona in Spagna ed in altre nazioni, non più alle compagnie ma al possessore che acquista il biglietto, attribuendo a lui la possibilità di scegliere la compagnia e, ovviamente, ottenere il rimborso per quel biglietto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Siamo all'emendamento 1.107, a prima firma del collega Foti, dove viene proposto di sostituire, ai trenta giorni, i novanta giorni. C'è ovviamente un motivo sensato e pratico dietro questa richiesta: il fatto, in primis, di consentire in qualsiasi caso che venga espletata l'aggiudicazione della gara nei termini e, naturalmente, spostando questo termine, potrebbe essere garantita questa operazione. Chi è un po' pratico sa e conosce cosa accadrebbe invece se, durante il periodo dell'aggiudicazione della gara, il termine fosse scaduto; ciò sarebbe davvero un imprevisto che recherebbe tantissimi danni a tutto il sistema.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Sì, Presidente. Lo spirito che anima tutti questi emendamenti evidentemente è quello di mettere in sicurezza, di evitare che si possa creare una situazione di vuoto, di evitare che ci sia una situazione in cui non ci sia nessuna normazione.

Allora, da questo punto di vista, anche qui, chiediamo un'estensione per dare tranquillità, e l'estensione è da trenta a novanta giorni. Questo è lo spirito dell'emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Come ha ben detto il collega Caiata, questo emendamento, che si colloca sulla scia dei precedenti, tende a dare una certezza giuridica, ma anche temporale, in ordine alla possibilità effettiva di realizzare un'erogazione dei servizi. Come abbiamo già avuto modo di dire, il vulnus procedimentale che si potrebbe determinare nell'interstizio temporale che sussiste e che, tramite l'emendamento, vorremmo correggere, a fronte di una eventuale non capacità della procedura di garantire la continuità dei servizi, troverebbe risposta nella proposta che proponiamo all'Aula, al fine di porre rimedio a questo pericoloso vulnus.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Come ha giustamente ricordato il collega Bignami, noi non vogliamo in nessun modo che ci sia un vulnus, un momento nel quale non viene garantito il trasporto marittimo. E, di conseguenza, questo emendamento, così come tutti gli emendamenti che abbiamo illustrato in questa seduta sono rivolti unicamente a garantire che ci sia una continuità seria e un senso di responsabilità nel garantire questa continuità proprio di questo servizio, perché anche la minima incertezza, la minima interruzione, il minimo tentennamento porterebbe a dei danni che si andrebbero ad aggiungere a una situazione già fortemente critica e fragile in cui si trova il comparto dei trasporti, con le conseguenze, dirette ed indirette, su altri settori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento - l'1.107 a prima firma Foti - che chiedo di sottoscrivere, chiede di nuovo di valutare la possibilità di sostituire, al comma 1, secondo periodo, le parole “trenta giorni”, con le parole: “novanta giorni”. Questo perché? Perché, nel momento in cui ci fosse un rallentamento, piuttosto che una non aggiudicazione nei tempi previsti dal dispositivo, ci sarebbe la possibilità certa e sicura di garantire quel servizio e, quindi, mettere in sicurezza tutto il comparto del trasporto verso le isole maggiori e minori senza dare disservizi di ogni genere; nel caso in cui, invece, tutto procedesse secondo i tempi, questa procedura, ovviamente, decadrebbe.

Quindi, un altro emendamento di buonsenso per migliorare il testo, ma, soprattutto, per dare a cittadini, operatori, piuttosto che cittadini che per motivi di lavoro si devono spostare, certezze e garanzie di questo servizio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Come già sottolineato da tutti i colleghi che mi hanno preceduto, ma, soprattutto, nell'esposizione dell'onorevole Foti, la richiesta di questo spostamento dell'arco temporale da trenta a novanta giorni rispetto all'efficacia della convenzione di luglio 2012, probabilmente, darebbe maggiore certezza rispetto all'aggiudicazione, ai contratti dei servizi, ma, soprattutto, all'espletamento, che significherebbe, in qualche modo, certezza per chi ne deve usufruire, ma, soprattutto, per chi li deve erogare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. Vede, lei potrebbe anche obiettare che alcuni di questi emendamenti possano non essere coerenti l'uno con l'altro, ma, se parliamo di coerenza, la coerenza dovrebbe essere in chi, invece, dovrebbe dare risposte ai cittadini, ed è qui che manca la coerenza.

E allora noi, con questi emendamenti, smascheriamo proprio la carenza programmatica ed esecutiva di questo Governo, perché stiamo dando tutto lo spettro di possibilità affinché si risolva un problema che il Governo ha creato e che sembra non voler risolvere. In questo modo noi diciamo: puoi fare la convenzione, puoi fare la fase transitoria, poi farla in trenta giorni, puoi farla in novanta giorni, cioè stiamo dicendo tutto quello che si può fare, ma non abbiamo una risposta univoca da parte del Governo.

Allora, che il Governo ci dica cosa vuole fare di questo tipo di convenzioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Che servizio vuole dare ai cittadini? Cosa devono pensare i cittadini della Sicilia, della Sardegna, delle isole Tremiti? Cosa devono pensare gli italiani di come il Governo controlla il proprio territorio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Io credo che quest'Aula sia assolutamente consapevole di quelli che sono i problemi di un'assenza di proroga. Noi conosciamo benissimo quelle che sono le lungaggini e le difficoltà delle procedure burocratiche che abbiamo in Italia e, attraverso questo emendamento, il gruppo di Fratelli d'Italia chiede semplicemente di estendere dai trenta ai novanta giorni l'efficacia della convenzione per i collegamenti marittimi e lo fa nell'assoluta consapevolezza che è necessario non interrompere il servizio e dare la garanzia, soprattutto, ai passeggeri che questo servizio possa andare in prorogatio anche nel caso in cui ci siano, per l'appunto, problemi burocratici.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Albano. Ne ha facoltà.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente. Abbiamo avuto modo, quindi, di capire che l'articolo 1 del provvedimento in esame interviene per evitare l'interruzione dei servizi di continuità marittima per la Sardegna, la Sicilia e per le isole Tremiti, nelle more delle procedure bandite per l'imposizione di oneri del servizio pubblico e per l'aggiudicazione dei contratti di servizio. Ebbene, se deve intervenire per assicurare la continuità, riteniamo che l'aumento dei giorni, quindi la proroga della concessione sia a maggior tutela del servizio stesso, per fare in modo che gli utenti possano, con sicurezza e con certezza, usufruire del servizio essenziale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). Presidente, sottosegretario, ci sono dei servizi che vengono considerati essenziali e noi riteniamo che questo sia uno di essi. Il vero problema, in questo caso, è nel non rinnovare questo tipo di convenzione rispetto al fatto che già il settore marittimo ha subito delle gravissime perdite in seno ed in pancia a questa gravissima pandemia. Ora, oltre che continuare a far loro del male - fondamentalmente, trattasi di materia di lavoro, di occupazione - riusciamo, senza alcuna risposta da parte dell'Esecutivo, anche a far male agli utenti finali che, invece, mai come in questo momento, Presidente, potrebbero risollevare le sorti del turismo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.107 Foti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

L'emendamento 1.103 Rotelli è stato ritirato.

Passiamo all'emendamento 2.105 Silvestroni.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Rotelli. Ne ha facoltà.

MAURO ROTELLI (FDI). Presidente, arriviamo agli emendamenti del secondo articolo di questo decreto che stiamo convertendo in legge. Il decreto è di quattro articoli, il secondo parla di una materia abbastanza precisa, che è stata anche modificata nella discussione che è avvenuta in Senato. Qui si parla della possibilità di rilascio di quello che è il Documento unico di circolazione (DUC) soltanto in formato digitale. Sono stati fatti, se non sbaglio, cinque o sei rinvii rispetto a questa possibilità di far avere a tutti questo documento esclusivamente in formato digitale e anche nella lettura, nel passaggio che c'è stato al Senato della Repubblica, si è passati dal 31 marzo al 30 settembre.

Ho seguito, con il gruppo, i lavori che sono stati svolti all'interno dell'altra Camera, della Camera del Senato, rispetto a questa tematica in particolare, e le devo dire che l'emendamento che noi presentiamo - il primo degli emendamenti di una serie - parla di spostare questo termine ultimo del 30 settembre al 31 dicembre in considerazione del protrarsi delle misure di contenimento legate alla pandemia.

Qui andrebbe aperto il discorso e una riflessione rispetto ai tanti emendamenti presentati da tutte le forze politiche presenti in Commissione a questo articolo: tanti emendamenti sono stati dichiarati inammissibili, perché riguardavano una serie di argomenti oggetto di continue sollecitazioni da parte dei cittadini e delle organizzazioni di rappresentanza che vedono alcune problematiche già presenti prima del momento pandemico e che, con l'arrivo della pandemia, purtroppo, si sono aggravate ulteriormente. E' inutile che adesso incomincio a fare l'elenco – e i colleghi della Commissione trasporti, che vedo nel Comitato dei nove, ma anche in altre parti dell'Aula, lo sanno bene -, ma c'è una serie di necessità e urgenze collegate alle scuole guida, agli esami, alle motorizzazioni civili, agli esaminatori delle motorizzazioni civili, alle patenti, che non è più possibile espletare, soprattutto per quanto riguarda le pratiche d'esame, che, in questo momento, hanno uno stop quasi totale. Non è soltanto una questione, Presidente, di smart working: in alcuni casi - e il sottosegretario lo sa molto meglio di noi, perché riceverà, se noi ne riceviamo dieci, cento sollecitazioni al giorno -, alcune volte, alcune di queste strutture, alcuni di questi palazzi, alcune di queste istituzioni sono assolutamente impenetrabili e, quindi, non c'è la possibilità di ricevere, da queste stesse, risposte operative.

Proprio perché noi ci rendiamo conto che la situazione è quella che è, e visto che, ahimè, la campagna di vaccinazione e, quindi, l'immunità cosiddetta di gregge e la possibilità di poter riaprire tutti, in alcuni casi, non si intravedono, con il Governo che è restio a dare riaperture e a dare possibilità di accedere a determinati servizi, alcuni dei quali rischiano di mettere in ginocchio alcune filiere sane e intere dell'economia (e avremo modo, nella spiegazione e nello svolgimento dei prossimi emendamenti, di fare alcuni esempi specifici), ci è sembrato opportuno considerare il protrarsi delle misure collegate alla pandemia, e, quindi, di spostare il termine ultimo, stabilito dal Senato al 30 settembre, al 31 dicembre; a meno che - e questa sarebbe veramente una notizia -, non si vogliano realmente improntare aperture e sblocchi per quanto riguarda alcune delle istituzioni di cui ho parlato e che ho citato nell'intervento, e, quindi, dare la possibilità a tutti, anche prima di quella data, di accedere alle motorizzazioni, alle scuole guida, agli esami, per espletare le pratiche e, quindi, per dare la possibilità a questo documento, che deve arrivare soltanto in formato digitale, di essere rilasciato entro il 30 settembre (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie Presidente, innanzitutto per sottoscrivere questo emendamento, che è stato abilmente spiegato dal collega Rotelli. La proroga del documento unico di circolazione e di proprietà è una esigenza. Vorrei sottolineare, in questo mio brevissimo intervento, Presidente, che, quando si deposita un emendamento, si firma, si sottoscrive e, come nel nostro caso, si sostiene, anche da gran parte del gruppo, ci si mette la faccia. E questo noi lo facciamo, perché questi sono emendamenti provengono dalla società, provengono dal confronti che, tutti i giorni, abbiamo con le associazioni di categoria. Per questo, anche e soprattutto per questo, chiedo che venga accantonato da parte del rappresentante del Governo.

PRESIDENTE. Onorevole Trancassini, è un intervento che chiede politicamente di accantonare? Politicamente? Perfetto.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Vinci. Ne ha facoltà.

GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie, Presidente. Sinceramente non si capisce per quale motivo questo Governo continui a rigettare emendamenti che dire di buon senso è dire poco. Quando si parla di informatizzazione della pubblica amministrazione, si prende sempre tempo; in questo caso, siamo in piena pandemia, o così almeno sostiene il Governo, e noi chiediamo soltanto di dare tre mesi in più a questi operatori, per saper gestire un sistema che, da sempre, è cartaceo e viene trasformato, invece, in digitale e può veramente bloccare un comparto.

Tra l'altro, il prolungamento che vi è stato arriva esattamente a metà estate, quindi, in agosto le attività sono chiuse. Ci si chiede a cosa serva quel brevissimo rinvio che è stato è concesso, invece che portare a fine anno la durata della proroga.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Silvestri. Ne ha facoltà.

RACHELE SILVESTRI (FDI). Grazie Presidente, innanzitutto chiedo di sottoscrivere l'emendamento, ma soprattutto chiediamo al Governo di ripensare al parere che è stato espresso, perché molto probabilmente, quando ci avvicineremo a settembre, sarete voi stessi a prorogare questo termine, come è stato fatto in questi tre anni. Infatti, se andiamo a vedere l'analisi che ha fatto, vediamo che il documento unico è stato istituito con il decreto legislativo del 29 maggio 2017 e doveva entrare in vigore il 1° luglio 2018; poi è stato differito, con la legge di bilancio per il 2018, al 1° gennaio 2019, poi con la legge di bilancio 2020, e, così dicendo, siamo arrivati ad oggi. Quindi, chiediamo, come è stato già chiesto dal collega Trancassini, di accantonarlo e di ripensarci, perché, attualmente, con la pandemia in corso, non c'è possibilità di arrivare pronti a quella data. Quindi ripensateci e accogliete, comunque, questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciro Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie Presidente, questo emendamento è di una semplicità e di una banalità assolutamente evidenti: si propone, con un pragmatico buon senso, semplicemente di prorogare dal 30 settembre al 31 dicembre il termine legato alla validità del DUC, ovviamente a causa delle mutate condizioni legate alla pandemia. Credo sia di una ovvietà evidente e, probabilmente, va a prevenire e a formalizzare, oggi, quello che, domani, potrebbe accadere, e cioè che, con un provvedimento successivo, venga effettuata questa proroga. Quindi, auspichiamo che l'Aula approvi questo emendamento di buon senso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie Presidente, chiedo innanzitutto di sottoscrivere l'emendamento del collega Silvestroni. Lo faccio, perché è un emendamento che, evidentemente, pone rimedio parziale ad una mancanza nella stesura di questo articolo. L'articolo 2 prevede che il DUC, il documento unico contenente i dati di circolazione e di proprietà degli autoveicoli, venga prodotto per via telematica entro il 30 settembre. Noi chiediamo semplicemente una proroga al 31 dicembre per i motivi più volte citati, ovvero la pandemia da Coronavirus, ed è meglio rimandare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Delmastro Delle Vedove. Non c'è.

Ha chiesto di parlare l'onorevole De Toma. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento, che vorrei sottoscrivere, come già spiegato dai miei colleghi, soprattutto Vinci, giustamente dava un'indicazione, che è quella del protrarsi della crisi pandemica; quindi, le difficoltà che ha provocato e sicuramente sta provocando sono legate anche al mondo della digitalizzazione e vi è, quindi, la difficoltà di operare fisicamente da parte degli operatori preposti. Questo emendamento, come quelli successivi, tende a prorogare e a dare ulteriore tempo, e, come già spiegato precedentemente dai miei colleghi, di darlo con una tempistica corretta, che è quella esattamente del 31 dicembre. Per questo motivo, anche i prossimi emendamenti andranno in quella direzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Butti. Ne ha facoltà.

ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie Presidente, oggettivamente stupisce l'atteggiamento del Governo che ha espresso parere negativo su questo emendamento, perché l'articolo 2 di questo provvedimento rappresenta una delle tre finalità del testo in sé, tant'è che è stato anche modificato dal Senato proprio nei termini.

Il Senato ha previsto un termine fino al 30 settembre; noi chiediamo fino al 31 dicembre perché, con ogni probabilità, le argomentazioni addotte dal Senato hanno un senso, perché in Italia, quando si parla di procedure telematiche e di passaggio a procedure telematiche, cioè da tutto ciò che è cartaceo a telematico, produce sempre un senso dell'ignoto, dello sconosciuto. Quindi, probabilmente, avere qualche settimana in più di tempo per una cosa così importante sarebbe oggettivamente utile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere questo emendamento, che è un emendamento di buonsenso, è un emendamento che chiedono tutte le associazioni di settore, perché sono preoccupate, perché l'entrata in vigore a regime del DUC, di questo Documento unico che va a sostituire tutti gli altri documenti, i dati di circolazione e quelli di proprietà, comporta in questo momento ancora dei problemi. Sono preoccupati perché il sistema non funziona a dovere, e quindi queste procedure digitali sono ancora lente e inadeguate.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Questo è un emendamento di buonsenso: come ha spiegato il collega Rotelli, abbiamo accolto le sollecitazioni provenienti dalle motorizzazioni, dalle scuole guida, da tutto quel mondo che in questo periodo ha subito delle conseguenze pesanti in termini di erogazione del proprio lavoro. Allora vi chiediamo di attuare una proroga che è necessaria, indispensabile, per far sì che questo provvedimento, legato proprio al Documento unico di circolazione, possa essere attuato. Non comprendiamo il voto a sfavore e quindi vi chiediamo di accoglierlo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Albano. Ne ha facoltà.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere questo emendamento in primo luogo, il 2.105 del collega Silvestroni, e per dire che siamo abbastanza stupiti, perché l'atteggiamento del Governo è negativo nei confronti di questo emendamento. Stiamo parlando di procedure digitali, stiamo parlando di una richiesta, di una necessità. Già doveva essere entrata in vigore nel gennaio 2020 la carta di circolazione e il certificato di proprietà finalmente in un unico documento digitale. Ebbene, evidentemente, non c'è questa capacità da parte del Governo di poter inserire la digitalizzazione, di far sì che la digitalizzazione diventi uno degli elementi trainanti e portanti della nostra economia, della ripresa e resilienza. Ci domandiamo se questa potrà essere veramente la strada da percorrere e sarà percorsa in modo efficiente ed efficace.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Chiedendo di sottoscrivere questo emendamento, continuo a pensare che alcune proposte che Fratelli d'Italia porta avanti in questo Parlamento, come questa, potrebbero essere quantomeno analizzate e accettate, non dico molto. Insomma, capisco che molte delle nostre proposte vi possano sembrare ostruzionistiche, e lo sono, per carità, ma alcune sono di buonsenso, non sono basate sul nulla o fini a se stesse. Questa è una di quelle che dovrebbero essere ascoltate e forse il nostro comportamento è dovuto al fatto che non ci ascoltate mai (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bignami: non è presente. Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Presidente, confido molto nella digitalizzazione del Paese, nell'introduzione di tutte quelle procedure che possono effettivamente portare a un salto di qualità la nostra pubblica amministrazione, ma anche tutte quelle attività che possono rendere più facile la vita al cittadino. Devo però dire che questo nostro emendamento è sufficientemente realista, perché in molte delle zone dove si dovrebbe arrivare a questa digitalizzazione abbiamo ancora una rete di trasmissione che è veramente precaria. E allora mi permetto di far presente che l'aver richiesto di posticipare al 31 dicembre questo termine è buonsenso e non ottimismo mal posto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.105 Silvestroni, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Passiamo all'emendamento 2.106 Rotelli. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rotelli. Ne ha facoltà.

MAURO ROTELLI (FDI). Grazie, Presidente. Emendamento 2.106: la logica è esattamente la stessa dell'emendamento precedente, sottosegretario. Abbiamo provato a estendere la possibilità di poter rilasciare il DUC nel termine massimo del 31 dicembre. Qui, invece, facciamo la proposta del 30 novembre: un mese di meno per cercare di capire se questa possa essere la data di incontro tra la proposta uscita fuori dal Senato oppure no.

Noi sappiamo perfettamente che modificare anche semplicemente una parte può voler dire dover rivedere e ritrattare nuovamente tutto il decreto, ma, in questo caso, questo Documento unico di circolazione in formato digitale, ha, lo vorrei ricordare, delle caratteristiche assolutamente interessanti, non soltanto dal punto di vista burocratico-amministrativo, ma anche economico; infatti, andando a sostituire in un unico documento digitale quelli che erano e che sono i precedenti, cioè documento di proprietà e carta di circolazione, si ha, in media per ogni automobilista, un risparmio di tasse automobilistiche intorno ai 40 euro per un'autovettura di cilindrata media. Quindi è abbastanza evidente che ci sia interesse e attenzione nei confronti di questo Documento, della sua digitalizzazione e anche delle caratteristiche di risparmio che il DUC porterà. Sappiamo anche che tutti coloro che in questo momento non hanno la possibilità di poter cambiare autoveicolo, e quindi di averlo ex novo, dovranno recarsi, per poterlo poi ottenere in formato digitale, presso gli sportelli ACI e quant'altro portando tutta una serie di documenti per poterlo ottenere. Altro aspetto decisamente interessante del DUC è che potrà essere rilasciato non soltanto in formato digitale, e quindi sui nostri computer, ma anche sui nostri telefoni. E quindi il controllo della Polizia stradale, per esempio, potrebbe avvenire e potrà avvenire esclusivamente attraverso un QR che verrà rilasciato collegato al DUC stesso, e quindi il controllo di patente e libretto di circolazione, in questo caso del DUC, avverrà in maniera molto più veloce. Alcune delle tematiche sensibili sono state già citate negli interventi precedenti, ma altre a questo punto sono da aggiungersi, sempre collegate al momento pandemico e alla necessità che anche in questo emendamento, come nel precedente 2.105, abbiamo sollevato. Vale a dire: va bene, metterci in linea con quelli che sono i dettati europei, va bene, portare avanti digitalizzazione e smaterializzazione dei documenti, va benissimo fare in modo che tutta la filiera possa viaggiare in maniera anche più veloce nella trasmissione e nella consegna dei documenti stessi attraverso la digitalizzazione, però pensiamo che, dopo tanti anni di rinvio - vi ricordo che il decreto-legge che stabilisce il DUC è del 2017, mi sembra che già più di una volta negli interventi a supporto degli emendamenti sia stato ricordato - prorogare, rispetto alla data del 30 settembre, che è nell'articolo 2 del decreto che stiamo convertendo in legge, al 30 novembre potrebbe e dovrebbe essere soltanto in questo momento un aiuto per quanto riguarda gli italiani, e quindi i nostri concittadini.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Un altro emendamento di buonsenso, che chiedo l'autorizzazione di sottoscrivere, che vi dà un'altra possibilità. Sposta la proroga, anziché a tre mesi, a due mesi, per cercare di venire il quanto più possibile incontro al distratto Governo per cercare di approvare una norma che, come dicevo prima, è stata sottoposta a Fratelli d'Italia da associazioni di categoria. Per la legge dei grandi numeri, Presidente, diventa veramente inverosimile che tutte le proposte formulate da Fratelli d'Italia non incontrino il parere favorevole della maggioranza e del Governo. Probabilmente c'è una chiusura a monte e non si accetta di entrare nel merito di nessun argomento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vinci. Ne ha facoltà.

GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie, Presidente. È assurdo che una normativa del 2017, anche così innovativa, entri in vigore e dispieghi i propri effetti a settembre 2021. Noi continuiamo a sentire parlare di pandemia, però il Governo continua a chiedere ai cittadini di studiare, eseguire leggi nuove in un momento in cui tutto sembra fermo. Allora, forse questa pandemia non è così pandemia o, almeno, lo è per il Governo; i cittadini, invece, devono comunque essere costretti a muoversi e a imparare cose nuove in un momento in cui fanno fatica ad arrivare a fine mese. Questo sinceramente non ci sembra il modo di mandare avanti un Governo in una situazione come questa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Silvestri. Ne ha facoltà.

RACHELE SILVESTRI (FDI). Grazie, Presidente. Questo è il secondo emendamento all'articolo 2, il 2.106, che chiedo di sottoscrivere, con il quale, come gruppo di Fratelli d'Italia, chiediamo di fare una modifica che è fondamentale e importante, perché altrimenti sarete costretti, voi come Governo e come maggioranza, a farla tra pochi mesi. Come è stato detto dai miei colleghi negli interventi precedenti, non siamo pronti attualmente, soprattutto durante questa pandemia, quindi durante lo stato di emergenza e quello che stiamo vivendo, ad approvare questa norma che ormai da diversi anni, qui, all'interno dell'Aula, viene prorogata, prorogata e prorogata. Quindi, vi chiediamo di non andare contro per partito preso, perché è un emendamento di Fratelli d'Italia, ma di essere coerenti e realistici dicendo che comunque è giusto modificare questa scadenza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie Presidente. Questo emendamento è molto simile al precedente del collega Silvestroni, il quale aveva chiesto - e già si riteneva fosse di buonsenso - una proroga al 31 dicembre. Il collega Rotelli più moderatamente propone una proroga di almeno due mesi rispetto al termine di scadenza. Quindi, la ratio è la medesima, il buonsenso è il medesimo e sulla motivazione non si comprende come mai improvvisamente qualcuno sia diventato così fanatico del DUC da non accettare neppure il rinvio di due mesi dell'entrata in vigore con questo emendamento. È una proroga banalissima ma agevolerebbe il lavoro di tutti gli uffici periferici e dei cittadini.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie Presidente. Come ricordato, l'emendamento proposto dal collega Rotelli è un emendamento che si pone in continuità con quello precedente. Nel precedente noi chiedevamo un rinvio di tre mesi rispetto al passaggio alle procedure telematiche per il rilascio del documento unico contenente i dati di circolazione. In questo caso, noi chiediamo che questo tempo venga compresso da tre a due mesi - o, meglio, vi sia una proroga di due mesi - per i motivi noti: viviamo in un momento di Coronavirus, c'è difficoltà nella produzione di questi documenti e sarebbe, appunto, di buonsenso e utile prorogare la scadenza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Toma. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Grazie, Presidente. Digitalizzazione del sistema, pandemia, passaggio alle procedure telematiche: questi sono gli emendamenti che contano per progettare ma soprattutto per programmare quelle che sono le attività che in questo momento soffrono per mancanza del personale, per la questione più che altro legata al lavoro da casa. Oltretutto, questo emendamento 2.106, così come gli altri, evidenzia la criticità del 30 settembre 2021, perché il mese di agosto, come detto precedentemente dai miei colleghi, in effetti è un mese di “non lavoro”. Quindi, poter aumentare, nello specifico di soli due mesi, e portare ulteriormente al 30 novembre 2021 secondo me è da tenere in seria considerazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Butti. Ne ha facoltà.

ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie, Presidente. In effetti, noi abbiamo constatato che questo tipo di interventi, che noi rappresentiamo con gli emendamenti testé presentati e depositati, sono modifiche richieste dagli utenti e dalle categorie che chiedono delle proroghe per motivi oggettivi, che abbiamo tentato di spiegare, anche in modo molto veloce e sintetico, in questi emendamenti. Il fatto vero, però, è che lo chiedono anche gli uffici che noi andiamo a coinvolgere, cioè gli uffici periferici della Motorizzazione civile, gli uffici periferici dell'Automobile club, perché in effetti il DUC è un documento molto importante, sul quale tornerò nel successivo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Presidente, anche questo emendamento, come il precedente, chiede una proroga di due mesi, una proroga necessaria, una proroga richiesta da tutto il settore interessato visto che il nostro sistema, dal punto di vista digitale, ancora è molto lento e in parte inefficiente. Evitiamo di procurare degli stop che possono creare dei danni non solo ai cittadini e nel servizio ai cittadini ma, anche e soprattutto, all'industria delle auto, dove ha avuto un grande impatto negativo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie Presidente. Ci riproviamo! Ci riproviamo chiedendo sempre una proroga: non quella che avremmo pensato, immaginato e anche auspicato, cioè una proroga al 31 dicembre, ma con una richiesta di proroga al 30 novembre. Anche qui, come abbiamo spiegato precedentemente, come il mio collega, onorevole Rotelli, ha spiegato puntualmente, entrando nel dettaglio e facendovi capire e comprendere la bontà del nostro intendimento, speriamo che voi lo possiate accogliere. È una risposta data alle tante sollecitazioni che arrivano a noi e, quindi, certamente alle migliaia di sollecitazioni che arrivano al sottosegretario. Ci riproviamo e chiediamo che venga votato favorevolmente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Albano. Ne ha facoltà.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie Presidente. Speriamo che il Governo possa ascoltare e cambiare il suo parere dopo questo grido a vuoto lanciato dalle associazioni di categoria, che lamentano non solo difficoltà per temi e problemi legati al protrarsi della pandemia ma anche diverse criticità e disservizi legati alla lentezza della procedura digitale, con tempi di emissione triplicati per difficoltà tecniche che verrebbero poi a riversarsi sull'utente finale, anche con un costo superiore nella gestione delle pratiche. Ebbene, a che cosa sono dovuti questi disservizi? Sostanzialmente a un'integrazione non perfetta tra i sistemi del PRA e l'Archivio nazionale dei veicoli. La digitalizzazione è un processo complesso, che deve essere gestito e governato e che richiede tempo. Quindi, è inutile non prorogare; è necessario prorogare per poter gestire meglio il processo di digitalizzazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Con questa serie di emendamenti, anche alla luce delle tante denunce che arrivano dalle varie città, stiamo cercando di far riflettere sulle difficoltà delle motorizzazioni: file quotidiane, servizi dimezzati, mancanza di personale. Lo sanno e lo possono testimoniare anche alcuni colleghi della maggioranza, con cui abbiamo condiviso delle interrogazioni in merito a ciò che succede a Sassari, a Nuoro, a Cagliari.

Questi provvedimenti sono necessari proprio per venire incontro e cercare di aiutare le persone che quotidianamente sono davanti alle motorizzazioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bignami: non c'è.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti…Ecco l'onorevole Bignami. La lista me la date voi, quindi sapete voi l'ordine.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Presidente, capisco che la lista gliela diamo noi, però non abbiamo il timer. Anche con riferimento all'intervento precedente, mi permetto di rilevare sommessamente che si può anche correre ma non voglio togliere tempo, quindi, servirebbe collaborazione, ma non devo certamente dirlo a lei, che l'ha già dimostrata in tante occasioni.

Come hanno illustrato anche i colleghi intervenuti precedentemente, l'emendamento in questione ha la finalità di prevedere una proroga delle tempistiche del documento unico di circolazione, finalizzata, come negli emendamenti che abbiamo prima illustrato, a dare maggior certezza con riferimento all'acquisizione di un valore giuridico di tale documento: diversamente, ove ciò non fosse garantito mediante questo emendamento, si renderebbe necessario realizzare mediante rinnovo, quindi una perdita di tempo e anche di certezza giuridica da parte del titolare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). La riflessione che viene spontanea è che, rispetto al termine indicato dal Governo, la prima proroga al 30 settembre 2021 è stata introdotta al Senato; quindi, non è che un'ulteriore richiesta di proroga, nell'ambito della nostra discussione e in questo ramo del Parlamento, sia un fuor d'opera; è evidente che il Senato ha legittimamente operato una valutazione nel momento in cui ha indicato il termine del 30 settembre 2021 e il gruppo di Fratelli d'Italia, in quest'Aula, indica nel 30 di novembre un termine possibile, esaustivo e opportuno che eviterà ulteriori provvedimenti di proroga con altri provvedimenti di legge.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Silvestroni, che non è in Aula. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.106 Rotelli.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Passiamo ad una serie di emendamenti a scalare: il primo è l'emendamento 2.102 Rotelli. Voteremo il primo e l'ultimo, il secondo si intenderà assorbito.

Passiamo all'emendamento 2.102 Rotelli.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Rotelli. Ne ha facoltà.

MAURO ROTELLI (FDI). Presidente, mi scusi, quali sono quelli a scalare?

PRESIDENTE. Gli emendamenti 2.102, 2.101 e 2.100.

MAURO ROTELLI (FDI). Grazie. Intervengo sull'emendamento 2.102. Con riferimento a quelli precedenti, abbiamo provato a sollevare la questione di un cambio di data, collegandola alla necessità della contingenza COVID. In questo, non citiamo la parte del contenimento legato alla pandemia e suggeriamo, come termine ultimo, il 31 dicembre per poter avere il DUC. Spesso e volentieri per fare le cose nella vita, non bisogna essere da soli, ma bisogna essere in due e, rispetto al documento unico di circolazione, le due parti sono: il PRA, la Motorizzazione civile o l'ACI, e, spesso e volentieri, o, quasi esclusivamente, le agenzie di pratiche auto.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANDREA MANDELLI (ore 14,45)

MAURO ROTELLI (FDI). Abbiamo due tipi di necessità e di difficoltà, non soltanto il pubblico registro, la motorizzazione e l'ACI: le agenzie di pratiche auto in questo periodo hanno oggettivamente difficoltà di carattere logistico (che abbiamo già sollecitato con riferimento all'articolo e all'emendamento precedente), ma anche un'ulteriore necessità, soprattutto a causa delle scarse risorse di personale, che devono essere aggiornate rispetto all'utilizzo delle piattaforme che permetteranno la digitalizzazione al 100 per cento di questo documento.

Come potete immaginare, sarà necessario utilizzare piattaforme abilitanti, ma il personale dovrà essere formato per questo. Questo vale per quanto riguarda l'aggiornamento del personale del pubblico registro automobilistico, delle motorizzazioni e dell'ACI, ma anche delle agenzie di pratiche auto che - oltre a doversi aggiornare, formare e confrontare con la clientela, con i nuovi software, con la nuova piattaforma, che poi darà la possibilità di poter rilasciare il DUC - purtroppo lavora a scartamento ridotto, lo sappiamo perfettamente, perché hanno flussi contingentati rispetto alla situazione pandemica.

Ora, sottosegretario, abbiamo già approvato - e devo dire che trova in me un assoluto tifoso della digitalizzazione - dei documenti o, a 360 gradi, le procedure che prevedono non soltanto un taglio della burocrazia, ma anche un risparmio di costi; ne abbiamo già parlato anche rispetto a questa tematica, ma riteniamo che il termine che è stato posto al 30 settembre dal Senato, come ha ricordato bene il collega Foti, difficilmente potrà essere rispettato in realtà, considerando che prima avremo due mesi - luglio e agosto - che creeranno ulteriori difficoltà.

Quindi, concludendo l'intervento Presidente e salutandola - visto che, nel frattempo, c'è stato anche un cambio di Presidenza e non me ne ero accorto - dico che (in questa fase, da parte di alcuni colleghi, ho sentito che alcuni di questi interventi ed emendamenti vengono ritenuti simili, uguali o di carattere ostruzionistico), se questo DUC il 30 settembre non sarà veramente digitalizzato per tutta Italia, il primo giorno di ottobre saremo qui a ricordarvi anche questi interventi in Aula di metà maggio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Rotelli, buon pomeriggio anche a lei.

Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Vorrei l'attenzione del sottosegretario - che, evidentemente, è impegnato nel “derby” con Toninelli sul ponte sullo Stretto di Messina - perché siamo tutti quanti molto presi e le confesso che io, come tutti, vorrei stare nella vostra chat per leggere e seguire attentamente l'evolversi di questo ennesimo psicodramma a 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Volevo la sua attenzione per rimarcare un passaggio molto importante dell'intervento del collega Rotelli. Vi assumete una responsabilità adesso senza accettare le numerose proroghe che, a scalare, vi abbiamo presentato per prevenire un problema che ci sarà domani. Lo ha ampiamente spiegato: c'è luglio, c'è agosto, ci sono mille difficoltà, gli addetti ai lavori ve le hanno rappresentate; le hanno rappresentate anche a noi e, quindi, oggi voi vi assumete la responsabilità che la scadenza che avete posto vi vedrà arrivare puntuali; se così non sarà, come noi pensiamo, doppia sarà la vostra colpa per averlo fatto e per non averci ascoltato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vinci. Ne ha facoltà. Poi ci sarà l'onorevole Silvestri.

GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie, Presidente. In realtà, siamo abbastanza sicuri che, oggi, questo emendamento magari non passa per l'ottusità del Governo, ma qualcuno dovrà metterci una pezza. Se si fosse letta meglio la norma, si capirebbe che il 30 settembre, senza ulteriori proroghe, in caso di emissione errata del DUC e, quindi, di questo Documento unico di proprietà e di circolazione, vi sarà la revoca dello stesso, nel caso in cui siano errati le modalità o i termini del rilascio.

Allora, vi immaginate - una volta si chiamava autunno caldo - cosa succederebbe se questa norma entrasse in vigore e fossero revocati i titoli di proprietà degli autoveicoli, perché non si sarà in grado di dare il giusto adempimento a questa norma.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rachele Silvestri. Ne ha facoltà. Poi, l'onorevole Maschio.

RACHELE SILVESTRI (FDI). Grazie, Presidente. Chiedo di sottoscrivere anche questo emendamento. Come è stato ribadito dal collega Rotelli, ci troviamo nella situazione che abbiamo davanti a noi questi tre mesi che non sono sufficienti per andare, comunque sia, a mettere a norma tutte le varie sedi che dovranno provare ad arrivare a questa scadenza che, quindi, saremo costretti a riprorogare. Come è stato già detto dal collega le cose sono tante, ci sono gli addetti ai lavori, comunque sia, attualmente, non siamo pronti, purtroppo non siamo pronti per questa digitalizzazione e, quindi, vi chiediamo nuovamente di spostare questa scadenza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Maschio. Ne ha facoltà. Poi, l'onorevole Gemmato.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Rimango convinto che la proposta di maggiore buonsenso fosse quella iniziale, di due emendamenti fa, e cioè di prorogare fino alla fine dell'anno, al 31 dicembre, questo termine legato al DUC, perché è in assoluto quello più semplice, chiaro e lineare. Però, a fronte di un atteggiamento di inspiegabile chiusura da parte della maggioranza, attraverso proposte decrescenti, stiamo cercando almeno di anticipare, oggi, con il buonsenso, quello che altrimenti accadrà domani, con una prevedibile inefficienza del sistema. Non ci avete spiegato in base a quale criterio siete matematicamente certi che il 30 settembre il DUC sarà operativo in tutta Italia, non ci crede nessuno; questo emendamento andrebbe a togliere da questo equivoco e sarebbe una proposta di buonsenso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gemmato. Ne ha facoltà. Poi, l'onorevole De Toma.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Anche questo emendamento, prodotto dal collega Rotelli, si inserisce in questa filiera emendativa che evidentemente mira a migliorare il testo del provvedimento. Nell'articolo 2 si dispone, appunto, questo termine per la digitalizzazione del DUC. Ora, non credendo che questa scadenza perentoria possa essere ossequiata dagli uffici nella produzione dello stesso, noi chiediamo che venga rimandata al 31 dicembre. Lo facciamo in chiave collaborativa, lo stiamo facendo con emendamenti successivi, diversificando le date, ma avendo come unico obiettivo quello di collaborare e far emergere una cosa, e concludo, che molto probabilmente per il 30 settembre non ce la si fa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Toma. Ne ha facoltà. Poi, l'onorevole Butti.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Grazie, Presidente. Io faccio parte della Commissione bicamerale per la semplificazione, vedo dinnanzi a me l'onorevole Stumpo, con lui stiamo affrontando il tema della semplificazione e vediamo quanto quest'ultima sia richiesta dalle forze produttive, però, tutti riscontrano la difficoltà della mancanza del dialogo fra i vari circuiti che sono coinvolti. Ecco, questo emendamento, in un certo senso, potrebbe essere contraddittorio a quello che dico, ma, invece, in realtà, va proprio nella direzione della difficoltà della digitalizzazione del sistema che non dialoga. Ecco, su questo motivo e per questo motivo, anzi, penso che sia importante più che altro dare il tempo necessario affinché le procedure possano funzionare al meglio ed ecco perché l'emendamento va in quella direzione, come quello precedente e quello ancora prima. Penso sia importante tenere a mente il tema della semplificazione, ma della digitalizzazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Butti. Ne ha facoltà. Poi ci sarà l'onorevole Bucalo.

ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie, Presidente. Prima abbiamo giustificato questa serie di emendamenti che tende a prorogare i termini per le procedure telematiche per il DUC in considerazione del protrarsi delle misure di contenimento legate alla pandemia. Ora, come già avevo annunciato, vorremmo entrare un po' nella questione del DUC, perché l'entrata in vigore dello stesso era già prevista per il 31 marzo, dopodiché vi è stata una proroga e sarà così in vigore dal prossimo 30 giugno del 2021. Bello, abbiamo un solo documento in luogo di due documenti, cioè della carta di circolazione e del certificato di proprietà, ma - e concludo - la questione legata alle procedure telematiche ci preoccupa; ne è già stata prorogata l'entrata in vigore, prorogate di qualche settimana questa procedura per il semplice fatto che avremo e avrete dei grossi problemi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bucalo. Ne ha facoltà. Poi ci sarà l'onorevole Bellucci.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretario, io mi sono già abituata a delle scadenze e a dire: tutto sarà perfetto, dal 1° di settembre tutto sarà in piena regola. Per cui anche su questa data io ho seri dubbi, così come su tutte le altre date, perché questo Governo, come i Governi precedenti, non ha mai adempiuto a ciò che ha proclamato in continuazione. Io mi sento basita, come è possibile non prendere in considerazione una proroga chiesta soprattutto da chi ci lavora, dal settore che, quindi, vi dice, tranquillamente, anzi, con grande angoscia: attenzione, il sistema non funziona, il sistema ancora è a rilento e in alcuni casi è assolutamente fermo. Per cui, perché non sentite soprattutto chi lavora nel settore e vi chiede con urgenza questa proroga?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà. Poi, si prepara l'onorevole Albano.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Continuiamo a difendere la richiesta di questa proroga, perché come vi abbiamo cercato di spiegare è una questione di logica, di buonsenso, di tempistica congrua. Allora, ciò che è giusto va difeso, convintamente, con determinazione e anche ripetendo emendamenti che sono, nel contenuto essenziale, in realtà, identici, perché non smetteremo di cercare di convincervi che le risposte giuste sono un dovere che deve essere garantito ai cittadini da parte delle istituzioni. Quindi, chiediamo di poter votare a favore di questa richiesta di proroga al Documento unico di circolazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Albano. Ne ha facoltà. Poi, l'onorevole Deidda.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente. Sì, continuiamo a difendere questa proroga, perché anche le associazioni dell'automotive esprimono una grande sfiducia nei confronti della possibilità che entro il termine del 30 giugno possano essere risolti i problemi presenti nella gestione digitale, nella comunicazione, nella sincronizzazione, nella possibilità di far parlare i diversi sistemi informativi che in questo momento non stanno parlando. È vero, la carta di circolazione e il documento di proprietà in un unico documento, in un documento digitale, sono uno strumento di semplificazione amministrativa e sono necessari, però, non c'è proprio la possibilità di averli entro il 30 giugno, allora evitiamo di dover tornare a rimodulare nuovamente la proroga e cerchiamo di cambiare il parere e di esprimere un giudizio favorevole su questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà. Poi, l'onorevole Bignami

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Come ho già detto, le motorizzazioni sono al collasso e stanno dando, più che dei servizi, dei disservizi, con lunghe file ed assembramenti davanti agli uffici dove non si riesce più a lavorare. Noi non incolpiamo i dipendenti ma abbiamo più volte chiesto più personale, abbiamo presentato più volte interrogazioni dove chiediamo nuove assunzioni, ma viste le lungaggini concorsuali abbiamo chiesto che si permetta una mobilità dalle altre graduatorie, abbiamo proposto anche quali utilizzare perché più utili. Quindi, le proroghe sono necessarie per non subire degli ulteriori disservizi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bignami. Ne ha facoltà. Poi, toccherà all'onorevole Foti.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie Presidente. Le difficoltà collegate all'introduzione del documento unico di circolazione sono ben note. Pertanto, l'emendamento va appunto nella direzione di dilazionare, per quanto possibile compatibilmente a quelle che sono le previsioni di legge, secondo le quali il documento doveva entrare in vigore già dalla scorsa settimana, anzi dallo scorso anno, il rinvio dell'introduzione di questo strumento, che rischia di impattare in maniera critica su quelle centrali che avrebbero poi l'obbligo di rilasciarlo con procedure che, secondo noi, in questa fase non sono realizzabili.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Foti. Poi ho l'ultimo intervento programmato, l'onorevole Silvestroni. Prego.

TOMMASO FOTI (FDI). Presidente, io penso che repetita non iuvant in questo caso; tuttavia, non disperiamo. L'aver cercato con argomentazioni logiche di portare l'Assemblea a votare emendamenti di buon senso pare del tutto inutile; ciononostante, continueremo in questa nostra attività perché siamo perfettamente convinti che, quando, da qui a breve, dovrete nuovamente porre mano a una modifica del termine indicato anche dal Senato, seppure integrativo rispetto a quello originario del Governo, allora non potremo fare altro che dirvi che avete fatto male a non ascoltarci. Io penso che noi, come Fratelli d'Italia, stiamo ponendo delle questioni fondate e nell'interesse dell'opinione pubblica. Il muro che viene alzato rispetto a noi è soltanto pretestuoso e privo di argomentazioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Silvestroni. Prego.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Grazie, Presidente. Mi unisco alle parole dette già dal mio collega. Voglio dire che è pretestuoso e mi sembra strano, conoscendo la lungimiranza del sottosegretario che è qui in Aula, che non approvi questi emendamenti, che sono semplicemente emendamenti di buon senso ma, soprattutto, sono emendamenti lungimiranti. Abbiamo visto che questi Governi, che si sono succeduti nel corso di questi tre anni, certamente non sono stati molto attenti nel riuscire a fare programmazione, Presidente. Per cui, chiediamo di accogliere degli emendamenti che non sono strumentali ma sono emendamenti, ripeto, di buon senso, che chiedono semplicemente di prendere in considerazione il momento che stiamo vivendo, un momento importante. Ne stiamo uscendo, ma non è detto che potremo essere pronti definitivamente. Quindi, prendere in considerazione delle proroghe, così come le stiamo proponendo, sarebbe stato, da parte del Governo e del sottosegretario presente in Aula, sicuramente un atto di intelligenza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.102 Rotelli, con parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.100 Foti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Presidente, signor rappresentante del Governo, proviamo a cambiare i termini: diciamo che non siamo qui per chiedere una proroga ma un differimento dei termini. Visto che il termine proroga non vi piace, magari il differimento termini può trovare maggiore audizione e, quindi, magari anche maggiore consenso. Io penso che il termine del 31 ottobre, qui prospettato, sia l'ultimo termine possibile per cercare di evitare - questo sì - una successiva proroga che, con successivo provvedimento d'urgenza, in costanza dello stesso Governo dovrà essere adottata se si vuole effettivamente evitare quello che noi abbiamo prefigurato in questa serie di emendamenti. Una serie di emendamenti che, con molto garbo, abbiamo cercato di esporre, pur consci che - non se ne capisce la ragione, anche in questo caso - si sarebbe elevato un muro per evitare che qualsiasi emendamento potesse avere un voto favorevole.

Non so quale sia la ragione di questa urgenza. Debbo dire che, scadendo il provvedimento il 1° giugno, vi era la possibilità di integrarlo, anche in pochi minuti, licenziarlo entro un paio d'ore e rimandarlo al Senato, dove sarebbe stato convertito in legge entro i termini previsti, atteso che il decreto-legge decade il 1° giugno. Quindi, mi pare che vi sia un sufficiente spazio temporale per l'esame.

È proprio su questo tema che mi permetto di richiamare anche l'attenzione della Presidenza perché, se un decreto-legge arriva una settimana o dieci giorni prima della sua scadenza per essere convertito in legge, allora si dice che il provvedimento è blindato, perché non vi è tempo sufficiente perché esso sia trasmesso al Senato. Se arriva con largo anticipo e, quindi, vi sono le condizioni per poterlo modificare e poterlo convertire in legge con le modifiche, non solo introdotte dal Senato, ma anche con quelle della Camera, inspiegabilmente si dice: beh, no, ma questi emendamenti sono emendamenti di carattere ostruzionistico! Allora, è il caso di capire se, a corrente alternata, un giorno il Senato della Repubblica modifica i decreti-legge e quegli stessi decreti-legge sono poi ratificati dalla Camera dei deputati e se, il giorno successivo, altri decreti-legge, che sono modificati dalla Camera dei deputati, debbono essere solo ratificati dal Senato della Repubblica. Noi avevamo capito che le due Camere fossero state a suo tempo pensate dal legislatore costituzionale proprio perché vi fosse una doppia lettura dei provvedimenti e, quindi, anche la possibilità che venissero, non solo esaminati, ma anche modificati dalle due Camere. Qui, invece, si sta introducendo un monocameralismo legislativo per il quale o i provvedimenti di legge sono modificati dal Senato o sono modificati dalla Camera. Anche sotto questo profilo questo emendamento vuole cercare di rompere un tabù.

Tuttavia, essendovi tutto il tempo necessario e sufficiente perché il Senato ugualmente converta in legge questo decreto-legge, è mai possibile che anche un termine così ridotto, come quello da noi proposto, non debba essere preso in considerazione solo ed esclusivamente perché si vuole evitare una terza lettura da parte del Senato della Repubblica? È evidente che la navetta legislativa ha sempre funzionato. Se oggi vogliamo invece che vi sia solo un barcone dal quale dal Senato scendono un po' di provvedimenti, un giorno, e un altro barcone che porta dall'altra parte della riva un po' di diversi provvedimenti della Camera, evidentemente non si fa un buon servizio a quella che dovrebbe essere, non solo la dialettica parlamentare, ma anche i due diversi ruoli dei due rami del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire, a titolo personale, l'onorevole Silvestroni. Poi ci sarà l'onorevole Rotelli.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Presidente, che dire? La trovata del collega Foti è sicuramente una trovata di intelligenza, che si determina dalla sua grande esperienza di quest'Aula e anche di Governo, perché se la parola “proroga” spaventa questa maggioranza, trovare una differenziazione potrebbe magari aiutarla, collega sottosegretario Cancelleri.

Abbiamo detto intelligenza, abbiamo detto sicuramente esperienza, ma forse disperazione, perché il collega non riesce certamente a capire i motivi per cui non è possibile che una maggioranza di larghe intese, una maggioranza i cui componenti, in realtà, non sono neanche compatibili fra loro, ma che comunque perde tempo per approvarsi cavilli e cavillini, poi non prende in considerazione ordini del giorno che vogliono portare dei miglioramenti. Questa non è, in realtà, democrazia. Questo è ostruzionismo della maggioranza nei confronti, in questo caso, di una forza politica che non sta facendo semplicemente opposizione, ma sta facendo un'opposizione costruttiva. Questa è la riflessione che dovrebbe fare il sottosegretario Cancelleri, magari rivedendo le sue decisioni e approvando questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rotelli; poi si prepari l'onorevole Prisco. Prego, onorevole Rotelli.

MAURO ROTELLI (FDI). Presidente Mandelli, siamo all'emendamento 2.100, o sbaglio?

PRESIDENTE. Esattamente, onorevole Rotelli. Emendamento 2.100 Foti.

MAURO ROTELLI (FDI). Benissimo, a prima firma dell'onorevole Foti. Stiamo insistendo su queste date. Insistiamo perché pensiamo che non si sia pronti; non si sia pronti per questa incapacità di poter dare risposta rispetto al DUC, del quale ci siamo scoperti tutti pazzi, quindi adesso abbiamo la necessità di metterlo online, di poterlo distribuire al più presto. Riteniamo che non sia proprio così. Ci saranno altri emendamenti, Presidente, sui quali svilupperemo anche altre tematiche rispetto a queste vicende del termine ultimo per rilasciare il DUC, però saremo, come ho detto già precedentemente, sempre pronti a sottolineare qualsiasi altra mancanza o slittamento che noi, in questi emendamenti, invece, abbiamo previsto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Prisco; poi ci sarà l'onorevole Osnato. Onorevole Prisco? Non lo vedo, l'avevo annunciato, ritengo abbia rinunciato. Ha facoltà di parlare l'onorevole Osnato, poi l'onorevole Montaruli. Prego, onorevole Osnato.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. Evidentemente, continua la nostra volontà di fare emergere quelle che sono delle difficoltà che sembrano ampiamente superabili e che, invece, non si vogliono superare rispetto a un tema, che è quello di una certificazione semplicissima, insomma relativamente a una sorta di immatricolazione di questi veicoli, che deve essere prorogata perché evidentemente le situazioni che adesso incombono sulla nostra Nazione e sulle altre relativamente alla pandemia non permettono agli uffici di essere repentini nelle risposte. E, quindi, con questa proposta emendativa, si chiede semplicemente di prorogare di qualche settimana questo adempimento, come è stato fatto in tantissime altre realtà e con tantissimi altri documenti.

Quindi, non vediamo perché non bisogna prendere in considerazione questa richiesta che Fratelli d'Italia fa, sollecitata dalle realtà che in questo settore operano. Dunque, chiediamo alla maggioranza di questo Parlamento di prendere in considerazione questa richiesta e di cercare di approvarla.

PRESIDENTE. L'onorevole Montaruli non la vedo, si intende abbia rinunciato. L'onorevole Mollicone? Neanche. L'onorevole Lucaselli? Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per ribadire un po', devo dire, anche il rammarico per un mancato ascolto, su tutti gli emendamenti, non ultimo questo, illustrato egregiamente, anche rispetto a quello che dovrebbe essere il ruolo di un Parlamento in termini di attenzione; un po' meno da parte del Governo, considerato che, credo, il sottosegretario non abbia ascoltato una sola parola di quelle che sono state dette fino a questo istante, nel chiedere quello che è un po' contenuto nei precedenti emendamenti, ma con una volontà in qualche modo di dare un differimento di un mese rispetto anche alla situazione pandemica e, quindi, alla proroga del DUC. Ribadisco ovviamente il mio sostegno, e chiedo di sottoscrivere questo emendamento a prima firma del collega Foti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucaselli; poi ci sarà l'onorevole Frassinetti. Prego, onorevole Lucaselli.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Sì, grazie, Presidente. Io credo che il lavoro fatto dal collega Foti in Commissione sia encomiabile sotto tantissimi punti di vista, non solo perché ha riportato all'attenzione del dibattito di quest'Aula elementi essenziali di questo provvedimento che ancora una volta, però, vengono tralasciati dal Governo. Noi riteniamo che la questione relativa alle proroghe, soprattutto in questo ambito sia, a questo punto, fondamentale, non solo per le necessità concrete e che si possono verificare nelle comunità, ma anche e soprattutto perché sappiamo bene quanti ritardi la burocrazia italiana comporti.

E, allora, riteniamo assolutamente necessario e doveroso fare un approfondimento su questi elementi, cosa che abbiamo fatto attraverso gli emendamenti del collega Foti, ma restiamo sempre basiti quando il Governo, in modo assolutamente silente, evita di dare risposte nel merito, che sono quelle che chiediamo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassinetti; poi ci sarà l'onorevole Deidda. Prego, onorevole Frassinetti.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento, che vuole sostituire la data del 30 settembre con quella del 31 ottobre, fa parte di questa strategia che Fratelli d'Italia ha improntato per migliorare questo provvedimento. Purtroppo, vediamo che anche davanti a degli emendamenti tecnici, di buon senso, che servono proprio a rendere più snella la procedura, la maggioranza non deflette, ma noi continuiamo perché crediamo di fare una giusta operazione di semplificazione con questa attività emendativa, che sembra ripetitiva, sembra magari sempre uguale nel togliere una data e metterne un'altra, ma che invece è sorretta da una stringente logica di riempimento delle lacune normative che questo provvedimento pone.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda; poi ci sarà l'onorevole Ciaburro. Prego, onorevole Deidda.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Continuiamo a ribadire la necessità e l'importanza dei nostri emendamenti vista la situazione creatasi nel Paese, vista la situazione creatasi nelle motorizzazioni, non mi stancherò mai di ribadirlo, visto che giornalmente, quotidianamente ci sono cittadini che si lamentano per i disservizi registrati nelle motorizzazioni. Non è una questione di oggi, non è solo una questione legata alla pandemia; è una questione che abbiamo denunciato fin dall'inizio della legislatura e a cui né il Governo “Conte 1” né il Governo “Conte 2”, e tanto meno questo hanno messo mano per portare sollievo sia ai dipendenti interni delle motorizzazioni sia anche a tutti gli altri utenti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciaburro; poi ci sarà l'onorevole Caretta. Prego, onorevole Ciaburro.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Ecco, io davvero mi chiedo come quest'Aula, dove dovremmo approvare le cose migliori, a servizio dei nostri cittadini e, soprattutto, delle esigenze di questi ultimi, non lo faccia.

Con questo emendamento, si prende atto della difficoltà a portare tutto sul digitale questo Documento unico di circolazione, proprio perché sappiamo benissimo che ci sono tantissime difficoltà in essere, a cominciare da una rete che è altalenante rispetto ai vari territori, e non è certamente stabile e degna di essere chiamata tale in ogni angolo del nostro Paese, e soprattutto in mezzo a quella che è una pandemia in corso che comunque ci lascia moltissime incertezze.

Con questo emendamento, sulla scia di tutti gli altri presentati dal gruppo di Fratelli d'Italia, si cerca di mettere all'attenzione di quest'Aula dei correttivi che possano semplificare la vita ai cittadini, ma, al tempo stesso, dare delle certezze, certezze con ragionevolezza rispetto a tempi di attuazione, in questo caso, di questo Documento unico di circolazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caretta. Ne ha facoltà. Poi, sarà la volta dell'onorevole Bignami.

MARIA CRISTINA CARETTA (FDI). Grazie, Presidente. Innanzitutto, per sottoscrivere la proposta emendativa dei colleghi; una proposta di buonsenso, che chiede semplicemente di spostare i termini relativi al Documento unico di circolazione e di proprietà di trenta giorni e, quindi, spostarli al 31 di ottobre come scadenza. Questo perché? Questo perché ci viene chiesto da chi sta lavorando, da chi si sta impegnando per riuscire a dare un ottimo servizio ai nostri cittadini, quindi, prorogando questa scadenza al 31 di ottobre, si può dare il tempo alla motorizzazione, ai PRA, alle agenzie di pratiche auto di procedere con la digitalizzazione e anche con la formazione del personale. Chiediamo anche questa proroga al 31 di ottobre proprio per evitare che ci sia, poi, un provvedimento d'urgenza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bignami. Ne ha facoltà. Poi, ho l'ultimo intervento, quello dell'onorevole Bellucci.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Come illustrato dai colleghi e come già anche anticipato nell'illustrazione degli emendamenti precedenti, questa proposta emendativa viene formulata nel tentativo di mitigare gli impatti conseguenti all'introduzione di una documentazione che, allo stato attuale, non riteniamo sia ancora supportabile dai sistemi informatici e dalle infrastrutture tecniche messi a disposizione di quegli operatori che dovrebbero garantirne la messa in funzione. Pertanto, è con la richiesta, pur esigua, di un lasso di tempo di prolungamento mediante il quale si potrebbe garantire un impatto meno devastante, meno rilevante, che chiediamo all'Aula di approvare questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Ritorniamo con il nostro emendamento con la richiesta di proroga, vi sottoponiamo per l'ennesima volta questa iniziativa di Fratelli d'Italia, che viene incontro alle necessità dello specifico settore rispetto a un documento che è necessario introdurre, ma con una tempistica congrua, perché le cose fatte bene necessitano di competenze e di tempi proporzionali. Allora, rispetto a questo, vi chiediamo ancora una volta, per l'ennesima volta, di poter votare a favore e di non lasciare gli operatori del settore soli, con tempistiche inaccettabili e anche, quindi, non percorribili.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.100 Foti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Avverto che gli emendamenti 3.109 Rotelli e 3.117 Silvestroni sono stati ritirati dai rispettivi presentatori.

Essendo giunti in prossimità delle 15,30 ed essendovi numerosi scritti sul successivo emendamento, sospendiamo l'esame del provvedimento, che riprenderà alle ore 17. Vi prego anche di lasciare libera l'Aula per permettere le procedure di sanificazione. La seduta è sospesa e riprenderà alle ore 17.

La seduta, sospesa alle 15,25, è ripresa alle 17.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Brescia, Cirielli, Delmastro Delle Vedove, Gebhard, Giachetti, Lapia, Magi, Mura, Perantoni, Scoma e Silli sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente 87, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 3072.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3072: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1° aprile 2021, n. 45, recante misure urgenti in materia di trasporti e per la disciplina del traffico crocieristico e del trasporto marittimo delle merci nella laguna di Venezia. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato da ultimo respinto l'emendamento 2.100 Foti.

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 3072​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'emendamento 2.103 Silvestroni, a pagina 5 del fascicolo. Ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto il deputato Rotelli. Ne ha facoltà.

MAURO ROTELLI (FDI). Grazie, Presidente. Riprende la seduta della Camera con l'emendamento 2.103. In questa parte finale degli emendamenti, relativi all'articolo 2, stiamo ancora ponendo la questione relativamente alla data entro la quale il documento unico di circolazione dovrà essere disponibile soltanto in modalità digitale. La proposta era del 31 marzo, al Senato è stato spostato tutto al 30 settembre 2021. Con questo emendamento, a prima firma del collega Marco Silvestroni, chiediamo di aggiungere le seguenti parole: “in considerazione delle conseguenze legate alla pandemia”. Questo per cercare di dare un motivo a questo slittamento, Presidente. Perché, altrimenti, di slittamenti ce ne sono stati, purtroppo, dal 2017 in poi, molti altri, che hanno prolungato la possibilità di poter lavorare sia in digitale che in cartaceo, quindi con modalità, come posso dire, ortodosse, giustificate da problemi di carattere tecnico. Ne abbiamo elencati un po' durante gli interventi di questa mattina in maniera particolare e nel primo pomeriggio abbiamo raccontato di come le due parti in causa - quindi, da una parte, il Pubblico registro automobilistico, l'Automobile Club d'Italia, le autoscuole, e, dall'altra parte, invece, le agenzie di pratiche auto - avessero necessità di poter essere allineate dal punto di vista tecnologico, di avere un aggiornamento per quanto riguarda il personale, che deve essere formato e organizzato per poter far fronte a questa necessità del nuovo software della nuova piattaforma; e lo stesso per quanto riguarda le agenzie, che sono poi i terminali ultimi dei cittadini, ai quali ci si rivolge nel momento nel quale si acquista un nuovo veicolo. Quindi, rispetto alla necessità di spostare dal 31 marzo al 30 settembre, abbiamo chiesto di inserire questa parte di richiamo alla situazione contingente, che è quella pandemica, legata al COVID, per dare una motivazione che possa giustificare questo ennesimo slittamento, che negli articoli precedenti abbiamo chiesto di aggiornare, magari a fine anno, perché siamo convinti che, da qui al 30 settembre, con un paio di mesi come quelli di luglio e agosto, con le situazioni ancora limitate e magari con le festività e con le ferie, e con una situazione pandemica ancora non al 100 per cento sotto controllo, abbiamo dei dubbi che questo possa realizzarsi. Ma visto che, dalla modifica del Senato, questo termine è stato spostato di alcuni mesi, almeno che si tenga conto e si inserisca la motivazione, altrimenti, dal 2017 al settembre 2021, comincia veramente ad essere difficile giustificare il fatto che la piattaforma non sia pronta al 100 per cento, che le autoscuole, i PRA, l'ACI, non siano operativi, perché ormai le caratteristiche per poter procedere ci dovrebbero essere tutte. Quindi, Presidente, concludendo questo intervento nel quale ho sviluppato la proposta di emendamento, le ribadisco che potrebbe essere utile per il testo stesso inserire “in considerazione delle conseguenze legate alla pandemia” per giustificare lo slittamento dal 31 marzo 2021 al 30 settembre 2021.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Silvestroni. Ne ha facoltà, per un minuto.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Grazie Presidente. È stata già illustrata dal collega Rotelli la motivazione per cui ho presentato questo emendamento, che, ripeto, può sembrare strumentale, ma tale non è. Non è tale perché, già l'ho detto in un intervento precedente, questi Governi, che sono insieme dal 2018, hanno dimostrato che, spesso e volentieri, molti decreti-legge sono stati modificati o sono stati fallimentari. Pertanto, la proposta di spostare al 30 settembre - vista la situazione che stiamo vivendo, che è quella della pandemia, per la quale, ripeto, stiamo tutti quanti vedendo la luce in fondo al tunnel, ma, di fatto, non sappiamo come andrà - è buon senso approvarla, sottosegretario Cancelleri.

PRESIDENTE. Concluda.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Ho concluso, Presidente. A me piacerebbe ascoltarla e sentire la motivazione per cui lei non accetta questi emendamenti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a titolo personale, il collega Prisco. Ne ha facoltà. Il collega Prisco non è presente in Aula: s'intende che vi abbia rinunciato. Ha chiesto di parlare la collega Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie Presidente. Noi riteniamo che sia doveroso nei confronti di tutti coloro i quali siano obbligati in questa fase a presentare il DUC, a cercare il modo migliore per aiutare coloro i quali devono adempiere a questo obbligo e farlo nel modo migliore. Secondo questo emendamento, secondo la posizione di Fratelli d'Italia, è assolutamente necessario che venga indicata la motivazione. Proprio per questo motivo, abbiamo cercato di integrare il testo base con la proposta emendativa, nella quale viene semplicemente specificato che la presentazione e la proroga sono determinati dalla conseguenza della pandemia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Osnato. Ne ha facoltà. Il collega Osnato non è presente in Aula: s'intende che vi abbia rinunciato. Ha chiesto di parlare la collega Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie Presidente. Questo emendamento non indica né più, né meno che una formula, che questo Governo ha già utilizzato, peraltro, in altri provvedimenti. Infatti, che cosa chiediamo? Di aggiungere “in considerazione delle conseguenze legate alla pandemia”. Perché non inserirlo, se queste stesse parole sono già state utilizzate per giustificare altre proroghe e, soprattutto, per renderle attualizzabili? Devo dire che il testo che andiamo ad emendare è già stato modificato in prima istanza, siamo già ad una seconda valutazione, è stato spostato il termine dal 30 giugno al 30 settembre e credo che completarlo dia un'armonia al testo che garantisce un'interpretazione univoca.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie Presidente, questo emendamento illustrato dal collega Silvestroni, a sua prima firma, sostanzialmente intende aggiungere questa frase: “in considerazione delle conseguenze legate alla pandemia”, che è una frase ovviamente importante. È importante perché non è assolutamente irrilevante pensare che ci siano delle problematiche. Si parlava prima delle agenzie di pratiche auto e, comunque, anche di una nuova piattaforma; quindi, attenuare il testo con questa indicazione lo troviamo molto logico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie Presidente. Siamo ripartiti, dopo la pausa, con questi emendamenti che sanciscono, ancora una volta, la richiesta, da parte del gruppo di Fratelli d'Italia, di poter intervenire sul testo, che è stato già modificato, aggiungendo una semplice frase, che, credo, sia quasi dovuta rispetto a quello che ha comportato il momento per tutti coloro che espletano attività inerenti, quindi in conseguenza, alla pandemia. Credo che aggiungere questo sia un minimo punto in più rispetto ai problemi non risolti dei tanti operatori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Proseguiamo e insistiamo nel rimarcare la necessità dell'approvazione dei nostri emendamenti davanti - lo ripeto - a tante segnalazioni che ci arrivano da quel mondo delle motorizzazioni, delle autoscuole e delle agenzie, che si trovano giornalmente, quotidianamente, davanti ai problemi, e non solo legati alla pandemia. Da tempo riscontrano problemi di organizzazione e di personale che, purtroppo, nonostante qualche pezza messa qua e là, non sono stati mai risolti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Intanto per sottoscrivere l'emendamento e poi per chiedere anche al sottosegretario Cancelleri, davvero, perché non si tenga conto in alcun modo delle proposte di correzione per rendere migliore, più aderente a quelle che sono le esigenze dei cittadini, degli operatori, per quello che riguarda l'istituzione di questa digitalizzazione del documento unico di circolazione e di proprietà dei veicoli, autoveicoli, motocicli, eccetera. Noi stiamo cercando, con piccoli emendamenti e con piccole correzioni, di rendere questo provvedimento utile nel tempo. A questo proposito, in questo emendamento si specifica di mettere la causa per la quale si va a intervenire, che è la pandemia, proprio perché sicuramente ci sarà motivo e bisogno di prorogare, perché non volete accogliere i nostri emendamenti oggi e quindi sarebbe opportuno mettere quel provvedimento, visto che è dal 2017 che si sta prorogando.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Caretta. Ne ha facoltà per un minuto.

MARIA CRISTINA CARETTA (FDI). Grazie, Presidente. Questa proposta emendativa chiede semplicemente di spiegare il motivo per il quale c'è stata una proroga del DUC. Chiediamo sia chiarito che la proroga si rende necessaria a causa della pandemia; questo è solo per riportare nel testo, in maniera chiara, il motivo di questa proroga.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Chiedo di sottoscrivere questo emendamento del collega e non posso che ribadire quello che già gli altri colleghi hanno detto nei loro interventi: evitiamo che queste proroghe vadano avanti a oltranza ed evitiamolo specificando il motivo che ci porta a spostare questa data. La stiamo spostando perché c'è la pandemia. Allora, scriviamolo: diamo specifica alle azioni che facciamo e, per una volta, cerchiamo di uscire dal vago; cerchiamo di essere, invece, più concreti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Riprendiamo un po' da dove avevamo lasciato nell'illustrazione degli emendamenti precedenti, dove avevamo, come gruppo Fratelli d'Italia, sollecitato una sospensione in ordine all'introduzione di un documento la cui attuazione potrebbe realizzare non poche difficoltà non solo agli utenti, ma anche ai soggetti che dovrebbero essere impegnati nell'attuazione del provvedimento varato lo scorso anno. Si tratta, pertanto, di una richiesta di allungare per qualche settimana la possibilità di un adeguamento informatico e infrastrutturale, al fine di realizzare un'agevolazione per l'utenza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Continua l'illustrazione degli emendamenti da parte di Fratelli d'Italia nel tentativo di poter dare un contributo; tentativo perché prendiamo atto del fatto che le nostre proposte di buon senso non trovano, invece, accoglimento da parte né del Governo né della maggioranza; ma noi non demordiamo. Grazie alle illustrazioni fatte, in particolare dal collega Rotelli, siamo qui a difendere quegli emendamenti che possono essere utili, utili agli italiani, utili agli operatori del settore. Quindi, vi chiediamo, ancora una volta, di votare a favore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.103 Silvestroni, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Passiamo all'emendamento 2.104 Silvestroni.

Ha chiesto di parlare il deputato Rotelli. Ne ha facoltà.

MAURO ROTELLI (FDI). Presidente, siamo quasi a un giro di boa, perché il 2.104 è l'ultimo emendamento dell'articolo 2. La possibilità di illustrarlo mi dà anche la possibilità di poter parlare un po' di quello che è stato l'approccio in Commissione dell'intero articolo e non soltanto di questa modifica, che noi proponiamo, come al solito, rispetto alla data del 30 settembre, nella quale chiediamo di aggiungere le seguenti parole: “in considerazione dei ritardi e del protrarsi delle misure di contenimento legate alla pandemia”. Diciamo che è un po' simile la volontà e anche l'intento rispetto all'emendamento precedente, cioè quello di giustificare e rendere chiaro per quale motivo ci sia stato questo slittamento dal 31 marzo al 30 settembre, visto che dal 2017 in poi di slittamenti ce ne sono stati veramente molti.

Però, visto che è l'ultimo emendamento presentato da Fratelli d'Italia all'articolo 2, e, credo, in generale, proprio l'ultimo emendamento di cui parleremo sull'articolo stesso (perché non mi sembra che ne siano stati presentati altri da altri gruppi), le ricordo, Presidente, che questo articolo è stato sottoposto a un'attività emendativa in Commissione particolarmente vigorosa. Mi ricordo che prima di aver depositato questi emendamenti di cui stiamo parlando oggi in Aula, la Commissione aveva prodotto - adesso non vorrei sbagliarmi - circa 116 o 120 emendamenti in generale, di cui soltanto quattro, Presidente, erano del gruppo di Fratelli d'Italia. Questi 112 emendamenti, che erano stati presentati dalle forze di maggioranza, insistevano per lo più sui primi due articoli di questo decreto-legge e sono stati dichiarati tutti inammissibili perché non facevano riferimento a quelle che erano le tematiche all'interno del decreto stesso. Come il relatore l'ha definita - il collega Davide Gariglio - questa è un po' una novità, insomma c'è stata per la prima volta questa nuova modalità di approccio rispetto a questi emendamenti. Credo che sia una novità, almeno così ci è stata presentata. Una novità anche un po' preoccupante, perché ci ricordiamo che in passato in maniera particolare il Presidente della Repubblica era intervenuto in un altro decreto nel quale all'ultimo momento erano state inserite delle tematiche in maniera particolare collegate alla micro mobilità sostenibile e alla micro mobilità elettrica, cioè alla questione della circolazione dei monopattini.

Tutto quello che è stato presentato, che esulava dall'articolo 2, quindi dalla modifica di data dal 31 marzo 2021 al 30 settembre 2021, è stato cassato. Una specie di tagliola è piombata sopra gli emendamenti della maggioranza e della minoranza, che sono automaticamente scomparsi. Presidente, le devo dire - e non so se poi lei, confrontandosi con gli uffici, magari potrà dirmi qualche cosa - che è una cosa che ci ha anche un po' preoccupato, tanto è vero che ritengo che da parte della Commissione e non solo, ma da parte di tutte le forze che animano il Parlamento - e non soltanto la maggioranza - arriverà un atto di indirizzo nel quale proveremo a recuperare tutto quello che era stato presentato negli articoli 1 e 2, che poi è stato dichiarato inammissibile. È un passaggio abbastanza importante che mi premeva fare in occasione dello sviluppo della discussione sull'emendamento 2.104, perché poi, dal prossimo emendamento, che riguarda l'articolo 3, avremo invece un altro tipo di scenario, cioè quello relativo al traffico delle grandi navi nella laguna di Venezia, che, oltretutto, come lei può immaginare, ha un impatto sul testo stesso molto, molto più forte rispetto a questi primi due articoli. Non a caso, il decreto stesso testimonia, con il suo titolo, di poter prendere in considerazione maggiore o mettere al centro dell'attenzione la questione della laguna di Venezia, molto delicata e molto importante da trattare (lo vedremo nei prossimi emendamenti), anche se c'era anche in questo caso una grande occasione, che speriamo non venga vanificata completamente, di poter dare una serie di risposte che non sono più soltanto urgenti, come dice il titolo del decreto stesso, ma sono diventate assolutamente urgentissime e che la Commissione e le varie forze avevano portato all'attenzione del Governo per poterle approcciare e possibilmente risolvere.

Io, intanto, con questo la ringrazio e pongo naturalmente l'attenzione su questo emendamento di Fratelli d'Italia, l'ultimo all'articolo 2, per poter inserire la motivazione dello slittamento al 30 settembre in considerazione dei ritardi e del protrarsi delle misure di contenimento legate alla pandemia, che non hanno permesso la possibilità di far attivare il DUC, quindi il documento unico di circolazione, immediatamente come documento digitale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a titolo personale il deputato Silvestroni. Ne ha facoltà.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Presidente, il collega Rotelli, che è uno dei colleghi più puntuali e preparati di Fratelli d'Italia, ha esposto in maniera esaustiva il punto da me presentato e credo che il sottosegretario Cancelleri, che comunque ha con lui un rapporto anche di dialogo in Commissione, su questo punto potrebbe sicuramente addivenire a una soluzione possibile, perché è un punto effettivamente importante, come ha spiegato, ma soprattutto - è ripetitivo e stancante dirlo - siamo su dei punti e degli emendamenti che abbiamo fatto perché abbiamo il timore che il protrarsi della pandemia possa causare sicuramente degli impedimenti sul decreto in esame.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Prisco. Non è presente, quindi s'intende che vi abbia rinunciato.

Ha chiesto di parlare il deputato Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie Presidente. Siamo sempre sul tema degli adempimenti in questo caso riguardo al DUC e chiediamo ancora una proroga, dovuta, appunto, ai ritardi dovuti alla pandemia. Lo dicevamo prima: evidentemente sono tanti gli adempimenti che la pubblica amministrazione richiede e che, purtroppo, a causa della pandemia, della chiusura degli uffici, dello smart working, della difficoltà in generale, non si sono ancora potuti portare a termine. Quindi, evidentemente, è necessaria una proroga di questi adempimenti stessi. Non credo sia una vicenda così difficile da portare a termine e quindi chiediamo che venga approvato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Montaruli. Ne ha facoltà per un minuto.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie Presidente. Anche con questo emendamento noi continuiamo a ribadire come la norma debba essere migliorata e resa più armoniosa da questa aggiunta di parole, che servono sostanzialmente a dare un'interpretazione precisa e rigorosa del lasso di tempo di cui si occupa l'articolo. Infatti, noi chiediamo che venga utilizzata la formula “in considerazione dei ritardi e del protrarsi delle misure di contenimento legate alla pandemia” e ciò risponde a quell'esigenza di attuare le norme che indirettamente derivano dalla pandemia stessa, al fine di orientarle a seconda della variazione del dato epidemiologico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie Presidente. Noi riteniamo - e lo specifichiamo in questo emendamento - che l'indicazione generica inserita all'interno di questo provvedimento possa costituire un precedente ed è proprio per questo motivo che riteniamo doveroso, oltre che giuridicamente corretto e necessario, l'inserimento di una specifica. La specifica è proprio che la proroga è legata non a una possibilità generica e non esaustiva di chi deve sottoporsi all'obbligo di presentazione del DUC, ma è, in questo caso precipuo, determinata dai ritardi legati al contenimento del virus. Riteniamo che questa specifica sia giuridicamente doverosa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie Presidente. Questa modifica, da noi proposta con l'emendamento 2.104, non si differenzia molto dalla precedente. Quindi, come nella precedente ho rilevato la necessità di specificare come i ritardi legati alla pandemia e queste misure di contenimento andassero inseriti nel testo normativo, le stesse considerazioni ovviamente le svolgo anche per questo emendamento, dove l'articolato è ancora più completo. Quindi, riteniamo che sia necessario questo inserimento per rendere più armonico il testo e soprattutto per dare delle garanzie sui ritardi e sul protrarsi nel caso fossero dovuti alla pandemia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sempre a titolo personale la deputata Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie Presidente. Anche rispetto a questo emendamento ci si chiede come mai non fosse già inserito all'interno del testo. Parliamo di ritardi, parliamo, in alcuni casi, anche della possibilità di inadempienze e inefficienze dovute a quello che è sotto gli occhi di tutti, cioè quella famosa pandemia che ha visto questo Paese piegato in ginocchio anche rispetto agli aiuti e ai sostegni. Parto dal presupposto che sarebbe una sacrosanta scelta da parte di tutto il Parlamento se venisse votato. Io, ovviamente, lo sottoscrivo, convinta che ancora una volta non ci sono peggiori sordi di coloro che non vogliono sentire.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie Presidente. Mi unisco ai colleghi chiedendo anche di sottoscrivere questo emendamento e continuando a non capire come neanche un emendamento possa essere considerato di buonsenso e meritevole di un'approvazione da parte del Governo e della maggioranza. Non penso che scriviamo cose insensate, ma forse, tra qualche mese, dovrete darci ragione perché forse avrete sbagliato a fare queste ennesime, tante bocciature.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie Presidente. Questo è l'ultimo emendamento all'articolo 2 dove tentiamo ancora una volta di determinare una specifica rispetto a questo decreto urgente per l'attivazione del documento unico di circolazione, proprio perché altrimenti non si capisce nemmeno il contesto.

Quindi, inserire che questi ritardi sono dovuti alla pandemia, anche per quello che ha determinato, cioè disservizi, smart working e tutte le misure che hanno colpito tutti gli operatori, e specificare che le motivazioni sono riconducibili alla stessa è, quantomeno, doveroso e giuridicamente corretto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Caretta. Ne ha facoltà.

MARIA CRISTINA CARETTA (FDI). Grazie, Presidente. L'emergenza pandemica ha colto in modo drammatico tutte le nostre amministrazioni, pregiudicando gravi disagi ai nostri cittadini anche per le operazioni più semplici, tra cui il rilascio di documenti come il documento unico di circolazione e di proprietà. Con questo emendamento chiediamo semplicemente di chiarire il motivo dello slittamento dal 31 marzo al 30 settembre per il DUC. Chiediamo di aggiungere, quindi, le seguenti parole: “In considerazione dei ritardi e del protrarsi delle misure di contenimento legate alla pandemia”.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Sinceramente, mi chiedo se, da un certo punto in poi, si ascolti quello che noi chiediamo o se passa nell'indifferenza più completa dell'Aula o del Governo. Probabilmente, se a un certo punto dicessimo cose che condividete, passerebbero lo stesso inascoltate. È veramente strano non trovare mai un punto di condivisione, sembra veramente una presa di principio. Anche qui, semplicemente stiamo dicendo ciò che è ovvio, ossia che c'è la pandemia e che i risultati e gli effetti fanno spostare la data da marzo a settembre, ed è veramente incomprensibile come si possa dare parere negativo e continuare a votare contro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Così come ha appena illustrato il collega Caiata, riteniamo sia a dir poco singolare che non si ritenga di collegare un eventuale spostamento funzionale, non più temporale, della validità dell'entrata in vigore di questa nuova piattaforma unitaria non a un termine di tempo ma alla connessione, che dovrebbe informare tutto il provvedimento, rispetto a ciò che accade con riferimento alla pandemia e anche all'emergenza ancora in atto. Anche in questo caso, ci sarebbe piaciuto conoscere i motivi del dissenso però, evidentemente, nessuno ritiene di illustrarli.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Chiudiamo così gli emendamenti all'articolo 2 che, evidentemente, non hanno visto né la maggioranza né il Governo riflettere, per apporre i dovuti correttivi. Constatiamo, quindi, questa totale indifferenza a qualsiasi tipo di proposta di buonsenso; ne prendiamo atto, però ce ne dispiacciamo, non tanto perché avete votato contro gli emendamenti di Fratelli d'Italia ma perché avete votato contro ad emendamenti che venivano chiesti dagli operatori del settore, dalle categorie di riferimento e da tutti coloro i quali hanno patito per la pandemia e il Coronavirus.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Io credo che, con la precisione, la serietà e la concretezza che ne contraddistinguono l'operato politico, il collega Rotelli, forse con un eccesso di candore collaborativo che non meritate, vi abbia suggerito una limpida tecnica definitoria legislativa per circoscrivere il perimetro di questo ennesimo rinvio, quasi a dare una giustificazione alla vostra inazione ma altresì per raccontare ai cittadini italiani che quest'ulteriore, ennesimo rinvio è circoscritto e giustificato eccezionalmente solo dalla pandemia. Un ramoscello d'olivo che, evidentemente, non meritavate con una tecnica definitoria legislativa che vi sognate. Spiace che, in questo caso, non abbiate accolto l'emendamento del collega Rotelli.

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione di questo emendamento, intendo precisare al collega Rotelli che il vaglio di ammissibilità che è stato seguito in sede referente non ha avuto alcun carattere innovativo, essendo stati seguiti i criteri ordinari di ammissibilità sempre osservati, in base ai quali sono dichiarate inammissibili tutte le proposte emendative che risultano non strettamente attinenti alle materie oggetto del decreto-legge, come risultante dal testo del provvedimento presentato dal Governo, modificato dal Senato. Tutto ciò, nel pieno rispetto dell'articolo 96-bis, comma 7, del Regolamento.

Nessun altro chiede di intervenire, quindi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.104 Silvestroni, parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Passiamo all'emendamento 3.101 Spessotto.

Ha chiesto di parlare la deputata Spessotto. Ne ha facoltà, per tre minuti.

ARIANNA SPESSOTTO (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. All'articolo 3 cominciamo a parlare delle disposizioni che riguardano la laguna di Venezia, o meglio il traffico navale nella laguna di Venezia. Un articolo che è un insulto all'intelligenza del Parlamento e dei cittadini perché è evidente che, dove si prospetta una soluzione definitiva non ponendo delle scadenze precise, quella soluzione non verrà mai attuata e che l'unico scopo di questa norma è quello di mantenere lo status quo, cioè le navi continuano a transitare per il canale della Giudecca e davanti San Marco e continueranno, in numero ancora più grande, a transitare per il canale Malamocco-Marghera. Quello che intendiamo fare con questo emendamento è semplicemente mettere delle scadenze, perché è evidente che ci deve essere una scadenza per presentare i progetti, è evidente che ci deve essere una scadenza per realizzare quei progetti. Altrimenti, rischiamo di ricadere in quel loop in cui eravamo già caduti con il “decreto Clini-Passera”, quando alla fine non si arrivò ad avere alcuna soluzione definitiva, perché già con quel decreto si prospettava una soluzione definitiva fuori laguna e non ci si è mai arrivati; era il 2012. Oggi, siamo nel 2021, ancora stiamo dicendo che non la adotteremo mai quella soluzione definitiva fuori laguna che, però, tutti ammettiamo essere necessaria (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Nessun altro chiede di intervenire, quindi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.101 Spessotto, parere contrario di Commissione, Governo e V Commissione (Bilancio)

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Colleghi, intanto vi ricordo di indossare correttamente la mascherina, coprendo naso e bocca, e di mantenere il distanziamento.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Passiamo all'emendamento 3.102 Spessotto.

Ha chiesto di parlare la collega Spessotto. Ne ha facoltà.

ARIANNA SPESSOTTO (MISTO-L'A.C'È). Semplicemente per dire che c'è probabilmente un errore perché, se l'obiettivo di questa norma è quello di portare veramente le navi fuori dalla laguna, non si capisce perché all'inizio dell'articolo 3 si sia scritto: “Al fine di contemperare lo svolgimento dell'attività crocieristica nel territorio di Venezia e della sua laguna…”. Se vogliamo toglierlo dalla laguna, il traffico crocieristico in laguna non ci deve stare; quindi, secondo me, c'è un errore in questa norma e, con questo emendamento, l'intento è quello di correggere questo errore (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Nessun altro chiede di intervenire quindi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.102 Spessotto, parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Passiamo all'emendamento 3.100 Sarli.

Ha chiesto di parlare la collega Sarli. Ne ha facoltà.

DORIANA SARLI (MISTO). Grazie, Presidente. Intervengo brevemente solo per illustrare l'intento dell'emendamento sottoscritto con altri colleghi. L'intento è semplicemente quello di mettere tempi certi all'esperimento del concorso di idee e un cronoprogramma delle opere da realizzare, ossia, due anni dall'entrata in vigore della presente legge, che non è poco, proprio per evitare che i buoni propositi di questo provvedimento non restino solo sulla carta, come è avvenuto, infatti, in passato.

Inoltre, bisogna anche contingentare da subito il traffico delle grandi navi nel canale della Giudecca, perché, nonostante questo provvedimento, le navi continueranno a transitare; e non sono solo navi, ma possiamo dire anche che sono dei giganti (Applausi dei deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.100 Sarli, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Passiamo all'emendamento 3.105 Spessotto.

Collega Spessotto, siamo all'emendamento 3.105 a sua prima firma. Intende intervenire o lo pongo in votazione? Bene.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.105 Spessotto, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Passiamo all'emendamento 3.118 Rotelli.

Ha chiesto di parlare il collega Rotelli. Ne ha facoltà.

MAURO ROTELLI (FDI). Grazie, Presidente. Siamo arrivati all'articolo 3 che è poi quello che caratterizza ancora di più questo decreto, perché è l'articolo che approccia la questione delle grandi navi nella laguna di Venezia.

In questo emendamento, il 3.118, noi vorremmo aggiungere, dopo le parole “sua laguna”, le seguenti: “con la sicurezza delle altre imbarcazioni che vi transitano, nonché”. Perché abbiamo inserito questa parte della sicurezza delle imbarcazioni che vi transitano? Perché tutta questa vicenda va avanti almeno dal 2012 e, quindi, in relazione a tutta la discussione che c'è sul traffico all'interno della laguna di Venezia, a me fa particolarmente piacere richiamare anche i due emendamenti che abbiamo votato poco fa, perché, sia da parte della collega Spessotto, sia da parte della collega Sarli, sono stati sottolineati due aspetti che differenziano poi le impostazioni e anche un po' la verità stessa del decreto.

Si parla di eliminare le grandi navi dalla laguna di Venezia, quando, in realtà, tutta la questione è partita dalla presenza delle grandi navi nel canale della Giudecca e tutto questo è iniziato ed è arrivato all'ordine del giorno e all'attenzione dell'opinione pubblica nel 2019 dopo due incidenti; ne ricordo uno in maniera particolare, quello del 2 giugno della nave da crociera della MSC che, per i video e le fotografie che vennero diramati, fece un grande scalpore dal punto di vista dell'opinione pubblica. Quindi, da lì, dal 2 giugno 2019, iniziò, con ancora maggior forza di quanta non ne avesse prima, un movimento che noi potremmo definire “no-navi”; dopo no-TAV, no-TAP, c'è stato questo movimento cosiddetto “no-navi” che non aveva come finalità quella di eliminare i traghetti o le grandi navi dal canale della Giudecca, ma di fare in modo che queste navi non entrassero proprio più nella laguna di Venezia.

Vedremo nel comma 2 come il Governo provi a trovare un equilibrio veramente molto, molto instabile e quanto noi lo contesteremo rispetto a questo possibile progetto, insomma, questo concorso di idee della realizzazione di un porto off-shore, quindi, fuori dalla laguna di Venezia per questi traghetti.

Perché noi, nell'articolo 1, con l'emendamento 3.118 Rotelli, chiediamo di inserire quella parte nella quale venga garantito contemporaneamente il traffico crocieristico all'interno della laguna e anche, come posso dire, la sicurezza delle altre imbarcazioni? Perché - incominceremo a dirlo grazie a questo emendamento, ma lo ripeteremo fino a sfinirci - la possibilità di soluzione e di sicurezza all'interno della laguna di Venezia, senza intaccare il canale della Giudecca, esiste già. E, in una audizione tenuta in Commissione trasporti, a luglio del 2019 (quindi, Presidente, pochi giorni dopo l'incidente a cui mi rifacevo prima, quello della nave da crociera della MSC), il presidente della regione Veneto e il sindaco del comune di Venezia sono venuti in Commissione ricordandoci di come un altro percorso, che parte dalla bocca di porto di Malamocco, passa attraverso il canale dei Petroli e arriva alla banchina di Marghera, possa garantire, con la riorganizzazione del canale Vittorio Emanuele, la differenziazione, la divisione delle grandi navi dagli yacht, come possiamo dire, di lusso o dagli altri tipi di imbarcazioni che poi finiscono alla stazione marittima, garantendo a tutti la possibilità di vivere la laguna senza intaccare il canale della Giudecca.

Quindi, iniziamo con uno dei nostri emendamenti, appunto, il 3.118 Rotelli, provando a modificare questo articolo, cioè l'articolo 3 che noi, Presidente - glielo dico già subito e lo dico anche al sottosegretario che sa bene qual è la nostra posizione - contesteremo dalla prima fino all'ultima riga.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Silvestroni, a titolo personale. Ne ha facoltà.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Presidente, noi con questo emendamento è chiaro che chiediamo alla maggioranza tutta, al sottosegretario, ma soprattutto al Comitato dei nove, che vedo attentissimo nell'ascoltare il collega Rotelli, un atto di buonsenso. Noi non vogliamo intaccare la laguna della Giudecca, perché già esiste un piano della sicurezza e, quindi, approvare questo emendamento è sicuramente un modo per dimostrare che questa maggioranza, che il Comitato dei nove e che il sottosegretario sono attenti a quelle proposte intelligenti che fa, in questo caso, la minoranza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. Credo che il tema delle grandi navi da crociera in laguna sia importante, determinante e da seguire con una certa serenità; trattandosi della Serenissima, poi, ancora di più. E lo dico perché, evidentemente, intorno a questo mondo, a Venezia e nelle zone limitrofe, ci sono indotti occupazionali, economici e sociali molto importanti.

Quindi, non si può né, da una parte, tollerare ovviamente che le grandi navi possano arrivare e scorrazzare dappertutto in laguna, né tantomeno, però, pensare che le navi da crociera, che portano turisti che vogliono vedere una realtà unica al mondo, che è Venezia, possano arrivare chissà dove, chissà quanto lontano da Venezia stessa. Quindi, su questo tema, anche in questo emendamento, noi cerchiamo di riportare un po' la discussione sul punto, non lasciandosi prendere da ideologie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie Presidente. Io mi chiedo come faccia il Governo a dire “no” ad un emendamento come questo, che vi stiamo proponendo. Come fate a dire che non dobbiamo inserire la sicurezza delle altre imbarcazioni che transitano nella laguna tra le esigenze da contemperare, per garantire il traffico navale e tutelare la laguna stessa? Ma come fate a dire che questo emendamento va rifiutato? Forse, nella mole degli emendamenti, non l'avete letto bene; forse, nella mole degli emendamenti, non avete prestato abbastanza attenzione. Quindi, io prego i membri del Governo e di questa maggioranza di rivalutare tale proposta, che viene da Fratelli d'Italia, e cambiare il parere, perché è veramente incomprensibile. Non c'è una ragione logica. Credo che siamo tutti per la sicurezza, anche delle altre imbarcazioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Presidente, quello che il gruppo di Fratelli d'Italia pone all'attenzione dell'Aula, attraverso questo emendamento, è la sicurezza. Noi riteniamo che all'interno della laguna sia necessario tutelare, non solo il traffico crocieristico, ma soprattutto tutelare quelle altre imbarcazioni. Quando parliamo di altre imbarcazioni, facciamo riferimento a quelle bellissime scene, alle quali la laguna ci ha abituato, cioè piccole imbarcazioni anche di privati, piccole imbarcazioni che servono alle attività commerciali e che costituiscono un esempio fondamentale di quella che è l'italianità.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie Presidente. Con questo emendamento 3.118 si entra un po' nel merito delle questioni relative alla salvaguardia e alla tutela della laguna di Venezia e della città di Venezia. È evidente che navi grandi come due palazzi messi insieme, inserite in un contesto come quello di Venezia, non possono che essere nocive. Bisogna, però, contemperare, come si è detto prima, questa salvaguardia con il turismo, cercando delle soluzioni, però che salvaguardino Venezia, che sicuramente è messa in pericolo. Quindi, questo emendamento, che parla di altre imbarcazioni, non fa che ampliare, in un contesto più ampio, una problematica che è importantissima per la salvaguardia di una delle città più belle del mondo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie Presidente, per sollecitare una riflessione da parte del Governo e dei tanti colleghi, rispetto a un tema importante, che parla di una delle meraviglie di questo nostro Paese, che è la laguna di Venezia, che deve essere salvaguardata, anche attraverso il rispetto delle regole, non soltanto dalle imbarcazioni da crociera, ma da parte di tutte le imbarcazioni che possono giungere fino a un certo punto, così come esplicitato con grande chiarezza dal collega Rotelli. Tale emendamento andrebbe approvato. Speriamo che l'anima soprattutto del MoVimento 5 Stelle, quell'anima green a salvaguardia della tutela dell'ambiente, almeno in questo caso possa vederci in qualche modo sostenuti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.118 Rotelli, parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.119 Silvestroni. Ha chiesto di parlare il collega Rotelli. Ne ha facoltà.

MAURO ROTELLI (FDI). Secondo emendamento all'articolo 3, Presidente, finalizzato alla sicurezza. Proprio perché l'idea e lo sviluppo dell'intero decreto e soprattutto di questo articolo 3 deriva proprio dalla mancanza e scarsa sicurezza ipotizzata – purtroppo, come accaduto con gli incidenti di cui abbiamo parlato, della metà dell'anno 2019 -, noi abbiamo chiesto di inserire questi due passaggi. Il primo ce l'avete bocciato e noi ci riproviamo, inserendo: “con la sicurezza delle persone che vi si trovano, nonché”, all'interno. Ora rispetto a questo emendamento la questione della sicurezza in generale dell'intera laguna e dei vari traffici deve trovare un punto di equilibrio, che non può essere quello di immaginare che un concorso di idee liberi totalmente, snaturi completamente quella che è una delle caratteristiche storiche di Venezia, della Serenissima, come ricordato dal collega Osnato, cioè la sua caratteristica assoluta marittima. Presidente, pensi che già nel 2017, a novembre, il “Comitatone”, al tempo presieduto dal collega Delrio, aveva già puntualmente individuato tutte quelle che potevano essere le modalità, attraverso le quali mettere in sicurezza - prima degli incidenti di cui abbiamo parlato - il traffico all'interno della laguna. È per questo che mi sento di dire ai colleghi della Commissione trasporti, a coloro che siedono in questo momento nel Comitato dei nove, che la posizione di poter permettere ciò c'è già da anni ormai - e mi dispiace dirlo, ma è così – forse per scarso coraggio, dal 2012 in poi almeno c'è stato nei Governi che si sono alternati - Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, successivamente Conte 1 e 2 - fino ad arrivare al Ministro dei Trasporti, Toninelli, che ricordo in Commissione arrivare con una soluzione in tasca, relativa al trasporto crocieristico, soluzione datata 3 giugno 2019. Soluzione, però, che non è stata mai messa in campo, per divisioni ed esigenze, anche di carattere territoriale. Ricordo, Presidente, che il sindaco del comune di Chioggia era o è - non lo so se è andato al rinnovo nel frattempo -, comunque, il primo cittadino del comune di Chioggia era o è del MoVimento 5 Stelle, che venne in Commissione, sì, insieme al sindaco di Venezia, Brugnaro, a raccontarci la sua proposta, per poter accogliere parte, se non tutto il traffico crocieristico che nel 2019 interessava Venezia. Traffico crocieristico - e mi rivolgo soprattutto ai colleghi che fanno questa battaglia sullo svuotamento della laguna dalle navi da crociera – che nel 2019 non era assolutamente e non è assolutamente paragonabile a quello che in questo momento non c'è nella laguna di Venezia. Il presidente della regione, soltanto la settimana passata, ha finalmente annunciato che iniziavano a ripartire ed attraccare le prime tre navi a Venezia. E Venezia non è un porto crocieristico qualsiasi, non soltanto, Presidente, per la straordinaria bellezza e unicità mondiale della città di cui stiamo parlando, ma Venezia è un porto crocieristico importante, perché è definito “home port.

Il presidente della regione ci disse che questo non era un vezzo veneto, ma equivaleva a 4 mila posti di lavoro, un traffico passeggeri pari a un milione e 800 mila persone e 165 milioni di euro l'anno di fatturato; fatturato, Presidente, totalmente azzerato dalla pandemia del COVID. Quindi, in questo momento, il traffico è azzerato per questa modalità e tutti gli emendamenti che vanno in direzione opposta a quella di mettere in sicurezza e di far coabitare il traffico delle grandi navi con l'economia e con la laguna tendono a eliminare o cancellare qualche cosa che, in questo momento, andrebbe ad aiutare a riprendere e a far ripartire l'economia di una città che, altrimenti, è in ginocchio e rischia di rimanerci ancora per troppi anni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere l'emendamento 3.119 Silvestroni e anche per complimentarmi con il collega Rotelli per l'esposizione, ma anche per la conoscenza di un territorio che non gli appartiene, lui, deputato laziale come me. è il tema della sicurezza delle persone, sottosegretario: un tema che ci dovrebbe vedere tutti dalla stessa parte; un emendamento, mi riferisco al relatore Gariglio, a costo zero, un emendamento che può essere tranquillamente approvato, un emendamento - e questa è la mia richiesta formale - che chiedo venga, almeno, accantonato per un approfondimento, visto il tema, che è appunto quello della sicurezza delle persone nella Laguna.

PRESIDENTE. Sulla richiesta di accantonamento chiediamo al relatore.

DAVIDE GARIGLIO, Relatore. Presidente, diamo parere contrario alla richiesta di accantonamento.

PRESIDENTE. Sta bene. Chiedo se c'è qualcuno che vuole intervenire a favore dell'accantonamento. Collega Rotelli, prego.

MAURO ROTELLI (FDI). Sì, grazie. Sono sinceramente meravigliato dalla durezza anche del relatore e, quindi, per questo ritengo che sia assolutamente opportuno provare ad accantonare questo emendamento che poi non dico fa la differenza, ma può sicuramente aprire un dialogo con la maggioranza; e, quindi, proviamo a vedere se, attraverso questo accantonamento, si riesce a sbloccare qualcosa.

PRESIDENTE. Nessuno chiedendo di intervenire contro la richiesta di accantonamento, passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico, senza registrazione di nomi, la richiesta di accantonamento dell'emendamento 3.119 Silvestroni.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 357 voti di differenza.

Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Vinci. Ne ha facoltà.

GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie, Presidente. Guardando questo emendamento, con il relatore e il Governo che non hanno voluto accantonarlo, vorrei far notare di cosa si tratta. Si tratta di disposizioni urgenti per il traffico crocieristico e delle merci nella Laguna di Venezia. Cosa dice questo emendamento? Dice che, in un momento come questo, quando andiamo a chiedere di procedere, entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, all'esperimento di un concorso di idee, noi chiediamo di inserire anche la sicurezza delle persone; e quest'Aula rifiuta e dice “no, procediamo soltanto per la sicurezza della Laguna, di chi ci vive e di chi ci lavora non ce ne occupiamo”. Questo non è un bell'atteggiamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Rachele Silvestri. Ne ha facoltà.

RACHELE SILVESTRI (FDI). Grazie, Presidente. Con questi emendamenti, noi andiamo a parlare di sicurezza, quindi per questo dispiace la votazione contraria sull'accantonamento di questo emendamento, perché nell'emendamento precedente si parlava di sicurezza delle altre imbarcazioni, mentre con questo 3.119 Silvestroni andiamo a parlare della sicurezza delle persone; la sicurezza delle persone soprattutto dopo l'evento che è accaduto nel giugno 2019 che ricordava il collega Rotelli, con quattro feriti durante quel gravissimo incidente, purtroppo. Quindi, magari il sottosegretario, in questo caso, potrà mettersi una mano sulla coscienza e ripensare a questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Io credo che attorno alla questione del traffico crocieristico nella Laguna di Venezia si sia fatta, negli anni, molta ideologia campata in aria e poca consapevolezza, invece, da un lato, dell'importanza che questo comparto ha per il turismo e ovviamente per il potenziale economico e turistico di Venezia nel mondo e, dall'altro, della necessità di sviluppare questi progetti nel rispetto dell'ambiente, del paesaggio, del contesto in cui avviene questo traffico crocieristico. Concludo: aggiungere a questa duplice funzione anche quella di farsi carico della sicurezza dei cittadini non toglie nulla, ma aggiunge soltanto, quindi auspico che questo emendamento sia condiviso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. Il collega Rotelli ha ben illustrato come la Laguna, oggi, ma anche nei secoli sia stata fortemente antropizzata e, quindi, anche vissuta in un equilibrio direi sicuramente proficuo tra l'uomo e la natura. Bene, io che ho peraltro origini venete, da Belluno, sono assolutamente convinto di questo, se penso che, per esempio, se esiste una città di Venezia è anche grazie alla provincia di Belluno, che ha fornito gli abeti del Cadore e dell'Altopiano del Cansiglio, sui quali Venezia appunto poggia. Questo è il classico esempio di come l'antropizzazione ha creato una bellezza unica e assolutamente inarrivabile al mondo. Quindi, credo che questo contemperamento di interesse sociale e, diciamo, popolare possa essere comunque unito a quello di preservare la natura (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. con questo emendamento, Fratelli d'Italia e, segnatamente, il collega Rotelli, in Commissione ha tentato semplicemente di introdurre all'interno del concorso di idee per punti di attracco nella Laguna di Venezia il concetto che, oltre a contemperare le esigenze crocieristiche con la salvaguardia della unicità e dalla bellezza della Laguna, dovremmo anche introdurre - così, per sbaglio, en passant, ogni tanto - l'esigenza della tutela delle persone che transitano nella laguna. Perché sappiamo come sono questi straordinari concorsoni: quando vengono presentati sono faraonici e poi scopri che non sono realizzabili perché mancano le più banali esigenze di tutela dell'essere umano, che noi, en passant, vorremmo tutelare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega De Toma. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Grazie, Presidente. Vorrei sottoscrivere l'emendamento 3.119 Silvestroni, partendo ovviamente da questo concorso di idee, quello che ovviamente cercherà di garantire quella che è una sicurezza per le persone.

Vede, il concorso di idee deve partire anche dalla consapevolezza di chi può aver vissuto quelle occasioni uniche; io, personalmente, son partito con una nave da crociera, proprio in direzione dell'Oriente, da Venezia. Vede, la preoccupazione, stando su una nave di quelle dimensioni, era proprio rivolta alle persone, alle imbarcazioni, come è stato fatto precedentemente. Quindi, proprio questa modalità, da parte del relatore, di rispondere anche negativamente a quello che è un tema centrale come la sicurezza ci dispiace e, come gruppo di Fratelli d'Italia, siamo in completo disaccordo sulla decisione presa poc'anzi.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.119 Silvestroni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Passiamo all'emendamento 3.110 Silvestroni.

Ha chiesto di parlare il deputato Rotelli. Ne ha facoltà.

MAURO ROTELLI (FDI). Presidente, emendamento 3.110, vero?

PRESIDENTE. Corretto.

MAURO ROTELLI (FDI). Grazie. Con questo emendamento, chiediamo di modificare sempre l'articolo 3 e di inserire, al posto delle parole “paesaggistica ambientale”, le parole “e naturale”. Siamo all'articolo 3, primo comma. Presidente, quale è la natura di Venezia? Quale è la natura della sua laguna? Come ha richiamato il collega Osnato, è stata sempre un insieme di ambiente e uomo, perché non possiamo far finta che i canali della città non siano stati scavati, attrezzati e organizzati dall'uomo, che tutto quello che vediamo di splendido e indimenticabile non sia opera umana. Per questo motivo, riteniamo che questo provvedimento e l'articolo 3 si lascino dietro alle spalle una serie di tematiche assolutamente fondamentali che nessun concorso di idee potrà mai…

PRESIDENTE. Mi scusi, collega. Colleghi, vi chiedo di indossare la mascherina e di mantenere il distanziamento tra di voi. Colleghi!

Prego.

MAURO ROTELLI (FDI). Dicevo, Presidente, che nessun concorso di idee potrà mai sanarle. Le questioni sul tavolo che riguardano la città, la laguna e tutto l'ecosistema sono tante, non sono collegate esclusivamente all'eliminazione delle navi da crociera dalla laguna, cosa oltretutto assolutamente falsa perché non avviene nulla di tutto questo con l'approvazione di questo decreto. Lo schema e il contesto vedono contemporaneamente un “decreto Fanghi” in attesa, da anni, di essere approcciato e risolto - decreto che, se mi permette, è non soltanto importante ma fondamentale, perché determina dove e quanto si può navigare all'interno della laguna di Venezia - e la questione del MoSE, oltre alle questioni ambientali, che pressano tutta la laguna rispetto a quello che può essere inevitabilmente, purtroppo, l'aumento del livello del mare, e a tutte le questioni collegate alla meteorologia, che potrebbero prevedere, anzi, molto probabilmente prevedranno e faranno vedere che il fantomatico, il sognato porto off-shore è assolutamente irraggiungibile, come progetto. Quindi, noi, nel comma 2, porteremo avanti questo tipo di impostazione che il decreto declama ma che poi, in realtà, non realizzerà.

Mi permetto di dirle che ritengo che, non soltanto in Commissione ma anche in quest'Aula, ci sia una maggioranza molto qualificata e, quindi, anche numericamente rilevante che ha su questa vicenda la stessa opinione: l'opinione è che l'uomo e la natura, nella laguna e fuori dalla laguna, debbano convivere e che le attività umane, commerciali, turistiche, crocieristiche e non solo - perché parliamo di queste grandi navi ma non è che, Presidente, sottosegretario, le petroliere che vanno a Marghera, o da altre parti, siano di minor stazza e di minore importanza, stiamo sempre parlando di un traffico abbastanza importante - devono continuare ad avere i giusti livelli e il giusto tipo di intersezione con la laguna stessa.

Quindi noi, intanto, proponiamo di inserire il termine “naturale” all'interno del comma 1, rifacendoci a tutto quello che nella storia di Venezia c'è tra uomo e ambiente, mettendolo insieme e facendo in modo che questo possa essere tradotto in un atto che sia attinente alla realtà, in un atto, un decreto che andiamo a convertire, che possa essere al passo con i tempi e che lo sia anche dopo quello che la pandemia purtroppo ha portato, pandemia i cui strascichi, sappiamo, potrebbero durare ancora per anni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il collega Trancassini. Ne ha facoltà, per un minuto.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Anche in questo emendamento - intervengo per sottoscriverlo - è stato affrontato il tema della sicurezza delle imbarcazioni e della sicurezza delle persone. Con questo emendamento si affronta anche il tema del paesaggio, della convivenza dell'uomo con il paesaggio, un tema molto complicato, un tema che Fratelli d'Italia cerca di affrontare anche con questo emendamento. Troppo spesso, Presidente, nelle valutazioni di incidenza e nelle valutazioni di impatto ambientale l'uomo viene chiamato fuori mentre, invece, è un elemento fondamentale di qualunque ecosistema ed è dall'uomo e insieme all'uomo che bisogna affrontare le problematiche paesaggistiche.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Vinci. Ne ha facoltà.

GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie, Presidente. Leggiamo l'atteggiamento del Governo nei confronti di questo emendamento, che chiede solo di inserire la parola “naturale” all'interno della norma. La norma, infatti, prevede il paesaggio, la tutela del paesaggio e la tutela dell'ambiente; l'ambiente naturale, cioè la natura, è qualcosa di diverso, è qualcosa che difende anche la flora e la fauna e questa norma, invece, non lo tutela. Quando andremo a vedere che questo concorso di idee, che è un termine che piace molto alla sinistra, magari non tutelerà la natura, ci ricorderemo che noi avevamo chiesto di inserire anche la natura e questa maggioranza, invece, ha votato contro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Rachele Silvestri. Ne ha facoltà.

RACHELE SILVESTRI (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento, che io chiedo di sottoscrivere, come è stato detto dai colleghi che mi hanno preceduto, è un emendamento molto, molto importante, perché c'è stata forse una dimenticanza. Forse, dimentichiamo troppo spesso che noi, in Italia, abbiamo un gioiello, che è Venezia, che ci invidiano in tutto il mondo. Tutti vengono in Italia anche solo per poter dire di aver visto Venezia. Noi siamo obbligati a preservare la laguna di Venezia, perché è un nostro compito, perché dobbiamo lasciarla alle future generazioni che vorranno visitare Venezia. Quindi, sembra surreale non voler aggiungere la parola “naturale” al provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Maschio. Ne ha facoltà, per un minuto.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Noi siamo a favore dello sviluppo dell'attività crocieristica nella laguna di Venezia e, al tempo stesso, riteniamo che la sfida per la ripartenza sia sostenerla nel rispetto, ovviamente, del paesaggio, dell'ambiente, della sicurezza delle persone, come dicevamo prima, e dell'habitat naturale in cui si colloca questa attività. Siamo un po' stupiti nel non veder spontaneamente accolto questo emendamento, perché vediamo che questa maggioranza, spesso, si perde in elucubrazioni astratte, con parole improbabili come “transizione ecologica” o “resilienza” e rifiuta, invece, di inserire una parola semplice, ma dal significato chiaro, come “naturale” (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. L'emendamento presentato dai colleghi Silvestroni e Rotelli intende introdurre nel concorso di idee la tematica della natura in quel punto di equilibrio che deve esistere fra sviluppo e natura, avendo al centro, ovviamente, l'uomo.

È evidente che si tratta di un emendamento, come dire, largamente accoglibile dalla maggioranza e in continuità con quanto detto dal collega Maschio, e non si capisce il perché questo non venga fatto. Ora chiediamo di votarlo semplicemente e, nel minuto a mia disposizione, evidentemente esprimo questo concetto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie Presidente. Il collega Rotelli rivendica con orgoglio una visione dell'ambiente di destra, cioè l'uomo è all'interno dell'ambiente, l'uomo, più che tutto, in Italia, ha addolcito, coccolato, cullato, dato forma all'ambiente, l'uomo non può essere espunto dall'ambiente, perché sennò la natura è intrinsecamente falsa, nulla vi è di più innaturale che la rappresentazione coreografica e patinata delle riviste ambientaliste di una natura senza l'uomo. E quindi chiediamo che all'interno di questo concorsone vi sia l'elemento antropico, perché la laguna di Venezia è quel luogo dell'anima, dove, titanicamente, quasi faustianamente, l'uomo si incontra con la natura. Questo diciamo, questo rivendichiamo con orgoglio, lasciando a voi l'idea che l'ambiente si realizzi espungendo l'uomo dallo stesso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega De Toma. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Grazie, Presidente. Voglio sottoscrivere questo emendamento convintamente, soprattutto per via della cosa molto semplice che poi chiede, perché si chiede di sostituire le parole “paesaggistico e ambientale” con le parole “e naturale”. Naturale è Venezia, la laguna, il suo skyline: tutto quello che riguarda ovviamente l'aspetto naturale della laguna, secondo me, va preservato. Ed ecco perché il concorso di idee deve tener conto soprattutto di un aspetto naturalistico. Quindi, è per questo motivo che credo che l'emendamento vada esclusivamente votato, rivisto dal Governo e, come ho detto prima, lo sottoscrivo convintamente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.110 Silvestroni, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Passiamo all'emendamento 3.106 Foti. Ha chiesto di parlare il deputato Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signora Presidente, penso che il rappresentante del Governo non possa non convenire con me che vi è un vulnus in questa normativa approvata dal Governo e poi modificata dal Senato, e cioè dimenticare di Venezia l'aspetto architettonico. Infatti, checché se ne possa pensare, se in molte città l'architettura è una componente della bellezza di una città, a Venezia l'architettura è la città. Ed io penso di poter dire che, col suo campanile, con la sua piazza, con i suoi vicoli, Venezia ha una sua caratteristica precipua, che ha finito per stregare il meglio della cultura nazionale e non. Vedete, per un Lord Byron o un Thomas Mann che parlavano di Venezia città di morte, vi è stato un D'Annunzio che prospettava una Venezia città di vita; ma soprattutto è del secolo scorso, qualcosa di ben più di una “corrispondenza d'amorosi sensi” tra chi ha rappresentato una pagina indelebile della cultura mondiale come Ezra Pound e Venezia. Fu forse quella la città che più di ogni altra lo stregò, al punto che egli lasciò gli Stati Uniti e perse l'idea di tornare negli Stati Uniti proprio per quella bellezza di Venezia, che faceva capolino e fa capolino in tanti versi dei suoi Cantos. E allora, vedete, non è un caso che in In Durance, proprio Ezra Pound ebbe a riservare a Venezia una pagina di poesia che è anche arte. Scriveva: “Sorgono poteri antichi e a me ritornano/grazie al tuo dono, o sole veneziano”. Ecco, vedete, noi riteniamo che proprio questi riferimenti siano anche riferimenti dai quali non si possa prescindere, nel momento in cui si vuole, certo legiferare, ma non si può legiferare contro la storia e contro la realtà dei fatti, perché Venezia è l'arte che si fa città, è l'architettura che si fa città, è ciò che, più di ogni altro lembo di terra, può essere invidiato nel mondo. E proprio per queste ragioni, questo nostro emendamento non ha solo un fine di arricchimento legislativo, ma vuole segnare anche un momento di differenza culturale nell'interpretazione di quella che è l'immagine di una città, che, se priva del riconoscimento architettonico, sarebbe più povera di quanto, invece, ricca è e ricca resterà. Ed è per questo motivo che chiedo l'approvazione, a nome del gruppo di Fratelli d'Italia, di questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie Presidente, sempre per sottoscrivere questo emendamento e per continuare questo percorso di Fratelli d'Italia nell'attenzione massima alla problematica della laguna di Venezia, cercando di scuotere questo Parlamento, che mormora distratto e che non tiene in considerazione le nostre proposte, che spaziano dalla sicurezza del traffico, alla sicurezza dei cittadini, all'attenzione al paesaggio e, in questo caso, come ha ben spiegato il collega Foti, all'attenzione all'aspetto architettonico. Lo diciamo convintamente - e su questo credo che non ci sia possibilità di smentita - che Venezia è un unicum e lo è anche grazie al suo aspetto architettonico. Non approvare questo emendamento vuol dire non tenere in considerazione quanto siano importanti la bellezza e l'unicità di Venezia nel suo aspetto architettonico e, quindi, credo che sia un errore, l'ennesimo errore che fa questa maggioranza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Vinci. Ne ha facoltà.

GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie Presidente. Io, quando in una norma leggo che si parla di un concorso di idee, già inorridisco. Poi, quando si tratta di una città come Venezia, dalla cultura e dall'architettura importanti, è ancora più grave, se si pensa che la magistratura è intervenuta e ha chiarito che il concorso di idee deve essere qualcosa di generico. Allora andiamo ad inserire per Venezia un termine generico all'interno di una norma e ci dimentichiamo, oltretutto, di inserire il termine “architettonico”.

Quindi, ci troveremo con una norma generica che chiede un concorso di idee generico, che all'interno non prevede nemmeno il rispetto della natura e della tutela architettonica di Venezia. Molto male!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Rachele Silvestri. Ne ha facoltà.

RACHELE SILVESTRI (FDI). Grazie, Presidente. Un altro emendamento in cui chiediamo di valutare la possibilità di aggiungere una parola che caratterizza la città di Venezia. Con questo emendamento chiediamo di inserire la parola “architettonico”; il fascino dell'architettura veneziana è famoso in tutto il mondo, come dicevo prima è il nostro gioiello, che il mondo ci invidia. Abbiamo architetture bizantina, gotica, rinascimentale: è fondamentale tutelare questo patrimonio architettonico di cui disponiamo. Quindi, ripeto, come prima, chiediamo al Governo di approvare questo importante emendamento per inserire una semplice parola, che però darebbe un grande valore al provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Nel momento in cui ci si approccia ad una sfida importante, come quella che si profila con questo decreto, ossia quella di continuare a sostenere l'attività crocieristica nel territorio e nella laguna di Venezia, contemperando gli altri interessi in gioco, sarebbe di importanza basilare fissare i requisiti e gli interessi fondamentali da tutelare. Quindi, ometterne alcuni, come dicevamo prima ovvero l'elemento naturalistico, l'elemento della sicurezza delle persone, e adesso, con questo emendamento, l'elemento della bellezza e del patrimonio straordinario architettonico di Venezia, significa cercare di dipingere un quadro senza nemmeno avere in mente la cornice nel quale collocarlo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Nell'intento del gruppo di Fratelli d'Italia di migliorare il decreto in conversione si inserisce, in questo quadro, l'emendamento prodotto dal collega Foti. Cosa prevede? Nel concorso di idee, di cui all'articolo 3 del decreto in conversione, chiediamo l'introduzione della parola “architettonico”, perché è di tutta evidenza che non si può parlare di Venezia senza preservarne l'architettura, che è specchio della sua storia millenaria, è specchio di una cultura che traspare e che invade tutta l'Italia. Per questo riteniamo che questo emendamento - e concludo, Presidente - sia accoglibile e per questo chiediamo che venga votato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Credo che siamo veramente al termine di questo esame, ossia la maggioranza di Governo non ritiene di inserire la centralità dell'elemento architettonico all'interno di un concorso di idee sul futuro della laguna di Venezia. Venezia non è Venezia senza la sua superba e audace architettura, Venezia è identità di pietra, stratificatasi nei secoli. Di fronte a Venezia, financo i turchi si arrendevano allo stupore per la bellezza architettonica. E con la banalità del male, che contraddistingue il vostro operato, viceversa voi obliterate secoli di cultura, che si sono manifestati nell'identità di pietra, che rendono Venezia superba, che rendono Venezia audace e che voi cancellate con un provvedimento legislativo che dice che di Venezia si deve tener conto di tutto tranne che dell'aspetto architettonico. Dovevate governare voi per arrivare a tale scempio culturale!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega De Toma. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Grazie, Presidente. Come il precedente emendamento, chiedo di sottoscrivere anche questo dell'onorevole Foti, anche perché l'onorevole Foti ha spiegato bene e con dovizia esattamente la motivazione che spinge più che altro a mettere e a inserire ciò che è una semplice parola: “architettonico”. Venezia merita rispetto attraverso l'architettura, come avevo detto in un intervento precedente, e mi riferisco al paesaggio che ho potuto ammirare, partendo con una nave da crociera, a ciò che è l'architettura a Venezia, non solo per l'aspetto ambientale, ma per ciò che Venezia rappresenta nel mondo. Ecco perché il concorso di idee deve tener conto soprattutto di una parola semplice come l'architettura.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale….

No, revoco la votazione.

Ha chiesto di intervenire la collega Spessotto. Ne ha facoltà.

ARIANNA SPESSOTTO (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Intervengo per dichiarare il mio voto contrario su questo emendamento per il semplice fatto che c'è un atteggiamento schizofrenico da parte dei colleghi di Fratelli d'Italia per cui evidentemente la mano destra non sa che cosa fa la sinistra, poiché si stanno ergendo a difensori della laguna quando, in realtà, hanno sposato una posizione che è quella di mettere le grandi navi da crociera a Marghera, che non fa propriamente gli interessi della laguna (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è). Infatti, per tenere questi giganti del mare all'interno della laguna, bisogna scavare i canali, le navi stesse con la navigazione scavano i canali e quindi stiamo mandando Venezia, la sua laguna e il suo porto in un lento e inesorabile declino.

Quindi, invito i colleghi a capire anche qual è la geografia della laguna, perché Marghera è all'interno della laguna e lo scavo del canale dei Petroli, del canale Malamocco-Marghera, ha rappresentato una delle principali cause di erosione e dei problemi di morfologia e di idrodinamica della laguna. Pertanto, non posso che dichiarare il mio voto contrario (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. Sono molto umile riguardo alla mia ignoranza: deriva dalla mia insipienza ai tempi in cui ero studente, quindi accetto sempre le lezioni da tutti e sono sempre il primo a credere di essere ignorante e non sapere. Non ho la stessa capacità di insegnamento della collega. Mi suggeriscono protervia. Non lo so, parlo di capacità di insegnamento. Però qualcosina abbiamo anche approfondito riguardo alla laguna e, come dicevamo prima, non ci sfugge che anche Marghera faccia parte della laguna di Venezia. Abbiamo, però, anche ritenuto che i canali ci sono, ci sono già, c'è il canale Vittorio Emanuele, c'è il canale Petroli, e tutto quello che si raccontava, che vanno soltanto manutenuti, come è sempre stato fatto, e che possono servire a queste grandi navi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.106 Foti, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Passiamo all'emendamento 3.107 Foti.

Ha chiesto di parlare il collega Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Presidente, lei deve scusare se, in questo gruppo, si ragiona, come è stato detto, in modo schizofrenico, però, se lo psichiatra è la collega Spessotto, condivido pienamente il suo giudizio. Poiché siamo abituati a leggere i testi e anche a capirli, mi permetto soltanto di dire che 60 giorni di tempo dalla conversione in legge del decreto per attivare un concorso di idee appaiono una quantificazione insufficiente rispetto alla serietà del concorso che eventualmente si vuole promuovere.

Per queste ragioni abbiamo chiesto di raddoppiare il termine temporale. Non certo perché venisse più comodo per presentare un emendamento, ma perché chiunque abbia esperienza della materia sa che soprattutto i concorsi di idee necessitano per la loro predisposizione di tempi adeguati. Poi, è evidente che si può anche ritenere che questo non sia un emendamento degno dell'attenzione di colleghi della stessa cultura e della ottima capacità di giudizio, ma noi, vedete, siamo umili, anche perché qui dentro ci siamo arrivati dopo un qualche percorso politico e non abbiamo avuto la fortuna di essere sorteggiati. Siamo nati politicamente nei consigli comunali, nei consigli di quartiere, nei consigli provinciali, nei consigli regionali e una qualche esperienza l'avremo anche maturata. Dopodiché non penso che tutto ciò giustifichi un giudizio di natura psichiatrica, ma evidentemente sotto il profilo politico lasciateci dire che non prendiamo lezioni da persone che oltre l'insulto non sanno andare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché una tesi politica su un emendamento che riguarda l'architettura presente a Venezia non può essere svillaneggiata nel modo con cui inopinatamente prima la collega Spessotto ha voluto fare. Io penso che se vi sono delle critiche politiche sono critiche sempre ben accette, ma non vorrei scomodare la collega Bellucci per trovare una risposta degna sotto il profilo medico a quella che potrebbe essere la valutazione testé espressa dai banchi al nostro fianco (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie Presidente. È inutile ribadire che non si accettano lezioni, né di schizofrenia né di coerenza da chi ha fatto parte fino a poco fa di un Movimento che diceva “mai col partito di Bibbiano” per poi andarci al Governo assieme, da chi ha aperto al suo interno anche a posizioni vicine a quelle dei terrapiattisti o a quelli che credono nelle scie chimiche e che vuole darci lezioni di come si crea un equilibrio tra sviluppo economico e ambiente. Quindi, non si può che respingere al mittente chi fa simili considerazioni. Noi riteniamo che la sfida vera su Venezia, che è il capoluogo della mia regione, sia quella di sostenere ancora - e lo confermiamo - un settore turistico strategico, ma di farlo nel rispetto dell'equilibrio degli altri aspetti fondamentali, cioè l'ambiente, le persone, il paesaggio e l'architettura…

PRESIDENTE. Concluda.

CIRO MASCHIO (FDI). …e per farlo ci vuole un concorso di idee che sia all'altezza, che non si improvvisi - e ho concluso - in pochi giorni, come è stato, ad esempio, il piano del Recovery Fund fatto dal Governo Conte in pochi minuti.

PRESIDENTE. Grazie, collega. Ha chiesto di parlare il deputato Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie Presidente. Appunto, come diceva il collega Ciro Maschio, nell'emendamento presentato dal collega Foti c'è l'evidente volontà di Fratelli d'Italia di contribuire al decreto in conversione suggerendo che l'espletamento del concorso di idee non si possa chiudere in 60 giorni ma debba avere come orizzonte temporale un tempo congruo, cioè 120 giorni. È evidente che la produzione di un'idea nuova per la laguna di Venezia debba avere un tempo di gestazione e il gruppo di Fratelli d'Italia identifica questo tempo di gestazione - e concludo - proprio in 120 giorni piuttosto che in 60.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega De Toma. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Grazie Presidente. Alla fine voglio prendere per buone le parole dell'onorevole Spessotto, che invita il gruppo di Fratelli d'Italia probabilmente a studiare di più e a lavorare di più. Va bene, le prendo per buone e, quindi, come abbiamo fatto fino adesso lo faremo ancora più convintamente, proprio perché penso che il contributo di un'opposizione sia portare avanti quelle che sono le idee su cui giustamente bisogna confrontarsi in quest'Aula. Quindi, in un contesto come quello di un'associazione di idee, poter dare ulteriori giorni in più per sviluppare delle giuste idee a questo punto un gruppo come Fratelli d'Italia lo ritiene primario. Quindi, chiedo l'approvazione di questo emendamento e lo sottoscrivo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.107 Foti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

L'emendamento 3.113 Rotelli è stato ritirato dal presentatore. Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.112 Silvestroni. Ha chiesto di parlare il collega Rotelli. Ne ha facoltà.

MAURO ROTELLI (FDI). Allora, emendamento 3.112. L'articolo 3 recita così: “Al fine di contemperare lo svolgimento dell'attività crocieristica nel territorio di Venezia e della sua laguna con la salvaguardia dell'unicità e delle eccellenze del patrimonio culturale, paesaggistico e ambientale di detto territorio, l'Autorità di sistema portuale (…), entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, procede all'esperimento di un concorso di idee articolato in due fasi, (…), avente ad oggetto l'elaborazione di proposte ideative e di progetti di fattibilità tecnica ed economica relativi alla realizzazione e gestione di punti di attracco fuori dalle acque protette della laguna di Venezia (…)”. Rispetto alla presentazione di questi progetti noi proprio chiediamo di inserire anche “la presentazione”, perché si parla della realizzazione di proposte, di “elaborazione di proposte ideative”. Allora, oltre alle proposte ideative presentiamo anche progetti, sottosegretario. Guardi, io glielo dico sinceramente: nel comma 2 - e invito tutti i colleghi a prestare attenzione a questo passaggio - questa maggioranza sta per votare 2 milioni 200 mila euro per questo bando di idee (2 milioni 200 mila euro; lo trovate subito sotto, al comma 2) che sono relativi a questo percorso, che deve portare a tirare fuori poi i progetti per quanto riguarda il porto off-shore.

Vuol dire una piattaforma - non lo so, perché io progettista naturalmente non sono - o un qualche cosa che al di fuori della laguna di Venezia possa permettere l'attracco delle navi da crociera e di quelle mercantili, soprattutto quelle sopra alle 40 mila tonnellate e anche quelle portacontenitori. Ora a me sembra, Presidente e sottosegretario, assolutamente normale che si debba presentare non solo l'idea ma anche proprio il progetto realizzativo. Noi non voteremo mai a favore di questo decreto - e vogliamo vedere chi è che si prenderà la responsabilità di votarlo - proprio perché collegati a queste idee progettuali e non ai progetti ci sono 2 milioni 200 mila euro dei contribuenti, che vanno per un bando di idee che noi, non ci nascondiamo, senza fare troppo gli schizofrenici, crediamo che non sarà mai realizzato.

Siamo veramente curiosi di vedere quali saranno i progetti che verranno presentati e, soprattutto, cosa sarà realizzabile di quello che verrà presentato. Quindi, per questo motivo, Presidente, con l‘emendamento 3.112, vogliamo aggiungere non soltanto lo studio, ma anche la presentazione delle idee progettuali stesse.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la collega Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Noi riteniamo che partecipare, attraverso l'attività progettuale, a quella che è l'indicazione delle attività che si vogliono porre in essere in territori così importanti e così assolutamente indicativi della italianità, sia una prova di maturità, non solo da parte dello Stato e della pubblica amministrazione, ma anche di tutti quegli imprenditori che hanno voglia di partecipare, hanno voglia di contribuire con le loro idee a una nuova progettualità su territori e su città così importanti come quelle di cui discutiamo oggi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Io penso che questo emendamento sia molto pertinente e logico, in quanto non completare con la presentazione di progetti, ma lasciare solo che sia l'ideazione a costruire un progetto per la salvaguardia della laguna di Venezia, mi sembra un po' strano e un po' fuori dalle consuete iniziative per poter addivenire ad un progetto sensato. Per questo ritengo che l'aggiunta della parola “presentazione” non faccia altro che completare un testo normativo, altrimenti monco.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per sostenere la validità di questo emendamento in aggiunta a quello che è già stato spiegato, cioè la possibilità di inserire subito dopo la parola presentazione dei progetti. Pensavo che, alla fine, è un emendamento sensato forse per noi di Fratelli d'Italia che riteniamo di appartenere alla cultura che citava qualcuno “delle idee che diventano azioni”. Allora, mi domando, anche rispetto ai precedenti emendamenti, dove si parlava di concorso di idee, che se uno - e credo che questa sia la risposta che stasera il Governo sta dando - non ha le idee, figuriamoci le azioni.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.112 Silvestroni, parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Passiamo all'emendamento 3.111 Silvestroni.

Ha chiesto di parlare il deputato Rotelli. Ne ha facoltà.

MAURO ROTELLI (FDI). Grazie, Presidente. L'emendamento 3.111 prevede che, alla fine del concorso di idee, già più volte citato, per l'ideazione e progettazione di questi punti di attracco delle navi da crociera fuori della laguna, debba essere prodotta - questo è quello che chiediamo noi - la documentazione inerente la effettiva fattibilità dei progetti presentati.

Perché, Presidente, con una spesa di 2 milioni e 200 mila euro, su questa vicenda della progettualità delle idee da presentare, noi ci chiediamo se poi queste idee che verranno presentate potranno essere realmente tradotte in un attracco off-shore vero, fuori della laguna di Venezia. Quindi, ci preoccupiamo che, insieme alla progettualità e alle idee progettuali che verranno fuori, venga, invece, inserita tutta la documentazione che comprovi la fattibilità del progetto presentato. Perché, Presidente, c'è un comitato che già si è riunito per anni, per mesi, e che ha sviluppato tutti i documenti e le carte inerenti la fattibilità non del fantascientifico e irrealizzabile porto off-shore rispetto alla laguna di Venezia, ma che mettono in sicurezza il canale della Giudecca e il resto della laguna che viene già solcata, verso Marghera, dalle navi portacontainer e dalle petroliere attraverso un canale - guardo la collega- che si chiama canale dei petroli, credo proprio per questo, avendo un po' approfondito la vicenda. Ebbene, questo comitato, detto “comitatone”, a novembre del 2017 ha già votato, solo con l'astensione, o forse il voto contrario, del sindaco di Chioggia unico, unico, la soluzione rispetto a questa vicenda del traffico crocieristico (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), senza andare a spendere 2 milioni e 200 mila euro in un concorso di idee che potrebbero dar vita a idee progettuali non realizzabili fuori la laguna di Venezia. Il “comitatone” ha identificato e individuato, come soluzione, quello di cui ho già parlato all'inizio dei primi interventi, il passaggio nella bocca di porto di Malamocco per arrivare fino a Marghera dove, se non sbaglio, alla fine della parte di Marghera c'è anche la struttura che costruisce queste navi, che poi vengono messe in acqua successivamente e, quindi, già ci si arriva con questo tipo di stazza e con questa grandezza di navi. Termino, Presidente, raccontandole quello che il sindaco di Venezia ci raccontò in quella Commissione di cui abbiamo già parlato. C'è un giorno dell'anno, che è quello della festa del Redentore - vale a dire la terza domenica di luglio, se non sbaglio -, in cui si crea un ponte votivo di barche che congiungono l'isola della Giudecca alla parte meridionale della città di Venezia. Questo ponte di barche votivo permette di raggiungere a piedi la Giudecca per andare alla chiesa del Salvatore. Rispetto a quel giorno, cioè la terza domenica di luglio, visto che il canale della Giudecca non è praticabile, le grandi, grandissime navi da crociera dove passano? Non passano a Venezia? Non ci sono? Non è così, anzi, il giorno della festa del Salvatore è, in assoluto, uno dei momenti più appetibili dal punto di vista turistico della città ed è per questo motivo che anche il traffico crocieristico e i turisti preferiscono prendere esattamente quel pacchetto che comprende quella giornata: le navi da crociera entrano a Malamocco, fanno il canale dei petroli e arrivano a Marghera esattamente come si potrebbe fare da domani mattina, mentre da domani le crociere continueranno a passare nel canale della Giudecca (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il collega Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Io mi complimento col mio collega Rotelli per questa esposizione, ho seguito tutta la discussione generale; si è dimenticato di raccontare, nel dettaglio, che il sindaco di Chioggia dei 5 Stelle, magari ha vinto le elezioni, promettendo di levare le navi da Venezia e il Ministro Toninelli ha perso tempo, cercando di levare le navi a Venezia, invece di trovare una soluzione. Noi chiediamo rispetto per i veneziani, per le decisioni dei veneziani, dell'amministrazione comunale dei veneziani e non prendere decisioni sopra le loro teste, magari, per favorire il compagno di partito (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Intanto intervengo per sottoscrivere l'emendamento e, poi, per sottoporre all'Aula quest'altro emendamento, a prima firma Silvestroni. Come ha già enunciato il collega Rotelli, si chiede una cosa, non dico di assoluto buon senso, ma di praticità, di concretezza rispetto a delle risorse pubbliche molto ingenti che vengono erogate per questo bando di idee. La prima cosa che viene da chiedersi, oltre al fatto di presentare dei progetti e degli studi di fattibilità, è che poi questi possano avere e contenere quella documentazione inerente l'effettiva fattibilità, proprio perché vanno a calarsi su un territorio che ha delle tipicità, delle caratteristiche e delle peculiarità assolutamente uniche e rappresentative della nostra italianità. Ecco perché rispetto a un progetto ci deve essere anche la possibilità di realizzarlo davvero.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Caretta. Ne ha facoltà.

MARIA CRISTINA CARETTA (FDI). Grazie, Presidente. Ringrazio il collega Silvestroni perché grazie a questo emendamento si può entrare nel merito proprio del concorso di idee istituito dall'articolo 3. Per chi conosce il contesto veneziano, ci sono numerose proposte progettuali in riferimento alle varie ipotesi sul futuro della gestione portuale. Visto che si tratta di un contesto veramente unico e particolare, dove una certa politica si è sempre espressa in modo un po' funambolico, credo che sia doveroso specificare che i progetti di fattibilità tecnica, di cui all'articolo 3, annoverino anche documentazioni relative all'effettiva fattibilità, visto che Venezia merita rispetto e questo rispetto si riflette anche nella serietà con cui si intende intervenire nella gestione della sua laguna.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

MARIA CRISTINA CARETTA (FDI). Questo emendamento è fondamentale per responsabilizzare sia i proponenti dei progetti sia coloro che saranno chiamati a vagliarne le possibilità sul tavolo. Per questo, invito veramente la maggioranza ad accogliere questo emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.111 Silvestroni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Passiamo all'emendamento 3.114 Silvestroni.

Ha chiesto di parlare il deputato Rotelli. Ne ha facoltà.

MAURO ROTELLI (FDI). Intanto, Presidente, mi hanno fatto notare che, prima, invece di “Redentore” ho detto, non so quante volte, “Salvatore”: naturalmente, la festa è quella del Redentore e non del Salvatore.

L'emendamento 3.114 inserisce il concetto di coordinamento tra gli elementi che dovranno essere considerati nel concorso di idee per l'ideazione e la progettazione dei punti di attracco per le navi da crociera fuori dalla laguna. Noi proponiamo, attraverso l'emendamento 3.114, di sostituire le parole “e gestione” con le parole “gestione e coordinamento”. È esattamente tutto quello che è mancato fino adesso: tempo, risorse, idee e progettualità inutilizzate, messe in un cassetto. Ritengo ancora di essere assolutamente convinto che tutte le risposte alle problematiche relative alle navi da crociera nel canale della Giudecca, all'attracco e all'utilizzo della banchina del porto di Marghera e alla scelta di non eliminare la stazione marittima, dedicandola, attraverso il recupero del canale Vittorio Emanuele, alle navi più piccole, rispetto a quelle di 40 mila tonnellate, ma comunque grandi, per un turismo più qualificato, siano già tutte assolutamente scritte e presenti nel lavoro che puntualmente è stato sviluppato e votato dal cosiddetto Comitatone nel 2017, ben prima dell'ondata di indignazione che poi, invece, ha coinvolto l'opinione pubblica dopo i due incidenti, che ci sono stati, di Costa e di MSC.

Ricordo che anche il “decreto Clini-Passera”, quello del 2012, derivava da un altro momento particolare e da un altro incidente, quello della Costa all'isola del Giglio, il cosiddetto inchino che, giustamente, va evitato anche per quanto riguarda San Marco e il canale della Giudecca stesso. Il problema qual è? Soprattutto, che cosa è successo dal 2017 al 2019? Quello che è successo è che nel frattempo ci sono state le elezioni e le elezioni hanno portato, prima della celebrazione di marzo 2018, a una campagna elettorale. Anche in quest'Aula noi abbiamo chi, come la collega Spessotto, giustamente e legittimamente è rimasta esattamente, ritengo, della stessa idea che aveva prima e durante la campagna elettorale, quando si è posta al suo elettorato, nel suo collegio di riferimento, nella sua città e nella sua zona come una persona che voleva risolvere quel problema eliminando le navi dalla laguna, e chi, invece, adesso, governa insieme a lei e ha un altro tipo di posizione. Se già questo era particolare nel Conte 1 e, ancora di più, nel Conte 2 - per esempio, l'animatore del Comitatone era l'ex Ministro Delrio, che aveva approfondito in maniera particolare quelle tematiche, arrivando a quel voto del 2017 – poi, tutto si è paralizzato. Questo decreto è il compromesso al ribasso rispetto a queste due posizioni politiche che prevedono, Presidente, purtroppo, anche la spesa di 2 milioni e 200 mila euro finalizzati a un concorso di idee per fare un porto offshore fuori dalla laguna di Venezia, neanche fossimo a Abu Dhabi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Caiata, a titolo personale. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Ci tengo a sottoscrivere questo emendamento. Siamo al coordinamento degli elementi per il bando di idee. Se non fossimo in Aula, se non fossimo in Parlamento, sembrerebbe una barzelletta, perché, onestamente, parlare di un bando per un concorso di idee su cui investiamo 2 milioni e 200 mila euro, come bene ha sottolineato il collega Rotelli precedentemente, sembrerebbe un concorso di idee da fare alla scuola elementare con i bambini. Ci viene il pensiero che questo concorso di idee abbia già un nome e un cognome.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Spessotto. Ne ha facoltà.

ARIANNA SPESSOTTO (MISTO-L'A.C'È). Presidente, io intervengo perché continuano a fare il mio nome dai banchi di Fratelli d'Italia e volevo semplicemente chiarire che io non sono più in maggioranza, sono nel gruppo Misto e, a quanto pare, sono l'unica persona che in questo momento sta facendo opposizione a questo provvedimento in quest'Aula, visto che anche Fratelli d'Italia sta sposando la posizione del Governo sulle grandi navi (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Devo dire che nell'illustrazione di questi emendamenti il collega Rotelli fa capire la sua profonda conoscenza della materia. Noi non trascuriamo mai che il buon governo passa per le competenze e voi sapete bene quanto il collega Rotelli abbia ragione, abbia ragione da vendere negli emendamenti che propone. Lo sapete in cuor vostro e per questo io vi chiedo un atto di onestà e, soprattutto, di giustizia per quel territorio che ha così tanto bisogno di competenza, determinazione e buon governo. Pensateci e votate a favore di questo emendamento, perché questo emendamento dice la cosa giusta.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.114 Silvestroni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.6 Spessotto.

Ha chiesto di parlare la deputata Spessotto. Ne ha facoltà.

ARIANNA SPESSOTTO (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Con questo emendamento cerchiamo di fare un po' di ordine in merito a quello che era già stato stabilito con il “decreto Clini-Passera” del 2012. Si era stabilito infatti, già allora, che le navi dovessero stare fuori dalla laguna e che sarebbe stato consentito l'accesso solo alle navi da crociera fino alle 40 mila tonnellate. Ora questo limite delle 40 mila tonnellate non ha nessuna base scientifica, nel senso che anche basarsi solo sul tonnellaggio di una nave, per dire se è compatibile o meno con il fragile ambiente lagunare, non è un parametro per forza esatto. Quindi, con questo emendamento stiamo chiedendo che si individui, con un decreto apposito, con una commissione di tecnici apposita, una specifica classe Venezia per capire quali possano essere le caratteristiche delle navi passeggeri e merci compatibili con l'ambiente lagunare; ciò, anche per smentire quanto hanno sostenuto finora i colleghi di Fratelli d'Italia, ossia che le associazioni e la sottoscritta stiamo difendendo una posizione per cui non vogliamo l'ingresso delle navi in laguna. Non stiamo dicendo assolutamente questo, ma che Venezia deve avere un altro futuro; deve mirare su una crocieristica di qualità, che, anche se a tonnellaggi più bassi, sicuramente darà servizi di qualità diversa, che può sviluppare tutto il diportismo. C'è tutta una serie di settori in cui si può sviluppare Venezia e si può dare anche lavoro, magari a tempo indeterminato, perché comunque ricordo che la crocieristica offre lavoro a tempo determinato, in un periodo dell'anno ben preciso, di solito da marzo ad ottobre. Quindi, proponiamo di dare un futuro più degno a Venezia, ai suoi abitanti e a chi vi lavora (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.6 Spessotto, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

L'emendamento 3.117 Silvestroni è ritirato.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.5 Spessotto.

Ha chiesto di parlare la deputata Spessotto. Ne ha facoltà.

ARIANNA SPESSOTTO (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Con questo emendamento, cerchiamo di porre rimedio ad una pratica che sembra ormai una cosa normale per Venezia, che viene ripetuta nel tempo, poiché, già nel 1973, si era stabilito che il traffico delle petroliere doveva essere escluso dalla laguna di Venezia, ma, ad oggi, nel 2021, ancora questo traffico non è stato escluso. Siamo in una costante, per Venezia, ossia di fare norme che poi puntualmente non vengono applicate. Quindi, lo vediamo con la norma della legge speciale del 1973, che escludeva il traffico petrolifero, lo vediamo con il “decreto Clini-Passera” del 2012, che già allora diceva che le navi dovevano stare fuori dalla laguna, ma stanno ancora lì, e lo vediamo oggi, con questo nuovo decreto che probabilmente non risolverà assolutamente nulla, anche se ha tanti buoni propositi. Quindi, con questo emendamento, cerchiamo di porre rimedio o meglio di dare applicazione ad una legge del 1973, mai applicata per Venezia.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.5 Spessotto, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Avverto che l'emendamento 3.115 Silvestroni è stato ritirato dal presentatore.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.103 Spessotto.

Ha chiesto di parlare la deputata Spessotto. Ne ha facoltà.

ARIANNA SPESSOTTO (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Con questo emendamento cerchiamo di riproporre ciò che proponevamo con il primo emendamento all'articolo 3. Innanzitutto va dato un termine a questo concorso di idee, cioè deve esserci la certezza che prima o poi questo approdo esterno l'avremo e che non è pura fantasia quanto è scritto in questo decreto. Quindi, il fatto che non si arrivi entro un certo termine a realizzare questo approdo esterno implica che comunque ci sarà una certa tutela per la laguna. Con questo emendamento proponiamo che, se entro due anni dall'entrata in vigore di questa norma, ancora non si è arrivati alla soluzione, ad avere un approdo esterno, sia inderogabilmente applicato il limite delle 40 mila tonnellate per l'ingresso in Laguna (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.103 Spessotto, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.31 Benedetti.

Ha chiesto di parlare la deputata Benedetti. Ne ha facoltà.

SILVIA BENEDETTI (MISTO). Grazie, Presidente. L'emendamento in questione vuole riportare l'attenzione sul reale problema della laguna di Venezia: credo che sfugga alla maggior parte dei colleghi qui dentro. Mi viene in mente una situazione del 1997, dove, ad una conferenza, uno dei più autorevoli epidemiologi mondiali, Burke, diceva che i Coronavirus devono essere considerati serie minacce alla salute pubblica. Sono trascorsi 24 anni e ci siamo trovati totalmente impreparati di fronte a questa epidemia. È la stessa situazione per quanto riguarda la laguna di Venezia. Il fatto che la laguna sia incompatibile con il gigantismo navale non è una novità. È una cosa che ci hanno ricordato nelle audizioni al Senato gli studiosi che abbiamo convocato e sembra che questo sia assolutamente non considerato da parte della maggioranza e neanche da parte dell'opposizione, come nel caso di Fratelli d'Italia. Ci sono cose che sono così, ci sono delle cose che non sono in discussione. Quindi, quando si parla di tutela della laguna di Venezia, quando si parla di far sopravvivere Venezia rispetto a quello che arriverà, come ad esempio il cambiamento climatico, quindi l'avanzamento del livello medio di marea di 70 centimetri, significa anche questo: significa far sì che la laguna possa resistere a questi cambiamenti climatici e abbia gli strumenti per farlo. Se continuiamo a perorare il gigantismo navale, non salviamo Venezia. Quindi, vorrei ricordare alla maggioranza qual è il problema in questione: dobbiamo fermare questo gigantismo navale, altrimenti Venezia non sopravvive.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.31 Benedetti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Passiamo all'emendamento 3.104 Spessotto. Ha chiesto di parlare la deputata Spessotto. Ne ha facoltà.

ARIANNA SPESSOTTO (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Con questo emendamento, cerchiamo di suggerire al Governo delle soluzioni alternative alla soluzione transitoria, così definita dal Governo, di Porto Marghera del canale nord, sponda nord perché pensiamo che questa fase cosiddetta transitoria, prima di avere questa soluzione definitiva, se mai l'avremo, possa essere gestita diversamente, ad esempio imponendo una limitazione al numero delle navi che arrivano ogni giorno a Venezia; pensate che arriviamo a giornata in cui abbiamo dodici navi contemporaneamente parcheggiate alla Marittima; oppure appunto individuando un parametro di stazza compatibile con l'ingresso in Laguna; cercando di programmare gli arrivi e le partenze nell'arco di tutta la settimana e non concentrare queste navi tutte nel fine settimana. Insomma, cerchiamo di dare una gestione diversa di questa fase transitoria perché il progetto che sta portando avanti l'Autorità di sistema portuale del canale nord, sponda nord è una soluzione che è stata già bocciata, varie volte, dalla capitaneria di porto, dalla commissione tecnica di via Nazionale. Non è una soluzione, quella di Marghera, e quindi proponiamo di gestire questa fase transitoria in un modo diverso e più sostenibile.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.104 Spessotto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Passiamo all'emendamento 3.24 Spessotto. Ha chiesto di parlare la deputata Spessotto. Ne ha facoltà.

ARIANNA SPESSOTTO (MISTO-L'A.C'È). Sì, grazie, Presidente. Allora, con questo emendamento, anche in questo caso cerchiamo di dare un suggerimento al Governo per cercare di non fare errori già visti in passato come, ad esempio, con il “decreto Clini-Passera”, quando non furono date delle linee guida per la progettazione, con il risultato che ci trovammo con progetti con gradi di approfondimento assolutamente e totalmente diversi, che non erano neanche comparabili tra loro, con l'ulteriore risultato che appunto, ad oggi, non abbiamo ancora risolto nulla. Quindi, sostanzialmente, con questo emendamento, chiediamo che vengano redatte delle linee guida precise per la stesura dei progetti, anche facendo precisi riferimenti a prassi internazionali e che consentano l'analisi pubblica comparata dei progetti in termini di salvaguardia dell'ambiente e delle caratteristiche idrogeomorfologiche della Laguna, della città e anche in termini di salvaguardia dei livelli economici ed occupazionali. Insomma, mi sembra di chiedere una cosa del tutto ragionevole, e quindi chiedo che ci sia parere favorevole almeno su questo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.24 Spessotto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Passiamo all'emendamento 3.25 Spessotto. Ha chiesto di parlare la deputata Spessotto. Ne ha facoltà.

ARIANNA SPESSOTTO (MISTO-L'A.C'È). Sì, grazie, Presidente. In questo emendamento parliamo dei problemi di risezionamento del canale Malamocco-Marghera, che sono dei problemi quotidiani. Sostanzialmente, questo canale è stato all'origine dei problemi di erosione della Laguna e di perdita di sedimenti nel tempo; fu scavato negli anni Settanta, è un canale artificiale; prima i colleghi di Fratelli d'Italia dicevano: nella Laguna ci sono i canali, ci sono sempre stati; no, il canale Malamocco-Marghera è un canale artificiale, scavato negli anni Settanta che si chiama canale dei petroli anche proprio perché era stato scavato per fare entrare le petroliere e, purtroppo, questi scavi hanno determinato, insieme a tutta un'altra serie di interventi, sempre umani, una perdita di sedimenti in mare, che non sono più ritornati in Laguna e quindi rischiano di far scomparire Venezia e la sua Laguna, perché la Laguna si sta approfondendo sempre di più e diventa sempre di più un braccio di mare. Quindi, chiediamo che negli interventi di risezionamento del canale Malamocco-Marghera si facciano degli interventi di neutralizzazione dei fenomeni di erosione prodotti su di essi dalla via navigabile dopo la sua realizzazione, con materiali e forme compatibili con l'ambiente lagunare e compatibili con le indicazioni del piano morfologico della Laguna.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.25 Spessotto, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Passiamo all'emendamento 3.12 Spessotto

Ha chiesto di parlare la deputata Spessotto. Ne ha facoltà.

ARIANNA SPESSOTTO (MISTO-L'A.C'È). Con questo emendamento, chiediamo una cosa molto semplice: solamente che venga fatto un monitoraggio su quelli che sono gli impatti delle navi al passaggio nel canale della Giudecca e a San Marco, e quindi chiediamo semplicemente che il Governo si adoperi per far sì che, in questo periodo, che non si sa quanti anni durerà, in cui le navi continueranno a passare nel canale della Giudecca e davanti San Marco a fare i loro “inchini”, come se nulla fosse accaduto, almeno che ci sia un sistema di monitoraggio degli effetti che queste navi producono al loro passaggio sulla Laguna, sui canali, sulle fondazioni di Venezia, e, insomma, si stabilisca, una volta per tutte, quali sono le caratteristiche che gli permettono di rimanere o di andarsene.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.12 Spessotto, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Passiamo all'emendamento 3.17 Spessotto.

Ha chiesto di parlare la deputata Spessotto. Ne ha facoltà.

ARIANNA SPESSOTTO (MISTO-L'A.C'È). Sì, Presidente nella vaghezza di questo provvedimento, non sappiamo manco che fine faranno queste proposte ideative, questi progetti che arriveranno per la soluzione definitiva, perciò chiediamo che venga da subito istituita una commissione che abbia il compito di individuare queste soluzioni, di stabilire qual è la soluzione migliore, e che abbia anche il compito di fare un dibattito pubblico su questi progetti.

Ricordo che i progetti che furono presentati in seguito al “decreto Clini-Passera” furono addirittura tenuti segreti: c'era proprio una mancanza di trasparenza che vogliamo assolutamente venga evitata con questa nuova norma.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.17 Spessotto, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.18 Spessotto.

Ha chiesto di parlare la deputata Spessotto. Ne ha facoltà.

ARIANNA SPESSOTTO (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Con questo emendamento chiediamo che venga fatto un po' di ordine rispetto alla schizofrenia del Governo, perché se, da una parte, con questa norma, stiamo dicendo che bisogna individuare una soluzione definitiva fuori laguna, dall'altra, abbiamo un'autorità di sistema portuale che sta procedendo nella progettazione di un approdo nel Canale Nord, sponda nord, quindi interno alla laguna. E, quindi, chiediamo che tutte le procedure in atto di progettazione, di realizzazione di nuovi approdi di navi all'interno della laguna vengano bloccate fino a che non abbiamo concluso questo concorso di idee, perché da questo concorso, per quanto ne sappiamo, potrebbero anche uscire soluzioni immediatamente o, comunque, in breve tempo realizzabili e, quindi, ci potrebbe anche non esserci bisogno di una soluzione transitoria a Porto Marghera.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.18 Spessotto, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.19 Spessotto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.116 Rotelli, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 3072​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A), che la Presidenza, apprezzate le circostanze ritiene tutti ammissibili.

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, secondo le intese intercorse tra i gruppi, interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani, a partire dalle ore 9,30, con l'espressione del parere da parte del Governo.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Avverto che, secondo le intese intercorse tra i gruppi, il seguito della discussione delle mozioni in materia di infrastrutture digitali efficienti e sicure per la conservazione e l'utilizzo dei dati della pubblica amministrazione è rinviato alla prossima settimana, dove sarà collocato dopo l'esame del disegno di legge n. 3099 di conversione del decreto-legge in materia di sostegno alle imprese.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare la deputata Suriano. Ne ha facoltà.

Chiedo ai colleghi di uscire in silenzio ed eventualmente di evitare abbracci. Collega, prego.

SIMONA SURIANO (MISTO). Grazie, Presidente. In questi giorni è stato affermato dal Ministro degli Affari esteri che, più si parla di Patrick Zaki, più l'Egitto reagisce, irrigidendosi; dobbiamo lavorare in silenzio, si è detto, è una faccenda che interessa esclusivamente l'Egitto. Ma no, Patrick Zaki era un ospite di questo Paese, aveva vinto una borsa di studio presso l'Alma Mater di Bologna e, in quella città, ha molti amici che attendono il suo ritorno. Mi piacerebbe sapere come la politica estera si sta relazionando con l'Egitto, un partner commerciale essenziale con cui dobbiamo dialogare…

PRESIDENTE. Mi scusi, collega. Colleghi, vi chiedo di uscire in silenzio e di mantenere il distanziamento, per cortesia. Vi chiedo di uscire. Prego.

SIMONA SURIANO (MISTO). L'Egitto è un partner commerciale essenziale con cui dobbiamo sicuramente dialogare per mantenere pace e sicurezza nel Mediterraneo, ma che dimostra una tendenza a far sparire nel nulla gli oppositori politici per mano dello Stato o che dimostra di non collaborare con le autorità italiane, come nel caso Regeni o nel recente caso di stupro, su suolo italiano, da parte di un marinaio egiziano, venuto con una delegazione per prendere possesso di una delle navi Fremm che abbiamo venduto all'Egitto e rimpatriato di nascosto per non venire arrestato dalle nostre forze dell'ordine. Patrick Zaki, sì, ne parlo, è un ragazzo figlio del mondo, come tutti i nostri ragazzi che, fortunatamente, godono qui della piena libertà di espressione e criticano legittimamente anche il nostro operato. Voglio pensare che l'Europa e l'Italia, soprattutto, resistano nel mondo come baluardi di libertà. Quindi, non smettiamo di citare Patrick: nel bene o nel male, ma parliamone (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Sarli. Ne ha facoltà.

DORIANA SARLI (MISTO). Signor Presidente, un grido di dolore e una richiesta di aiuto arriva dal popolo colombiano: ci stanno ammazzando, hanno censurato la rete social, la democrazia è in pericolo, ci dicono. Di fronte alla protesta contro una riforma tributaria che metterebbe in ginocchio le classi medio-basse, il Governo è passato alle maniere forti, una carneficina. Malgrado la riforma fiscale annunciata sia stata già ritirata, permangono, secondo fonti web, le riforme di sanità, lavoro, pensione, misure antisociali, impunità garantita per chi assassina attivisti sociali e sindacali. L'ONG “Temblores” e l'Istituto “Indepaz” denunciano in un comunicato che, ad oggi, ci sono 47 morti, 963 arresti, 12 casi di violenza sessuale, 379 desaparecidos, 28 persone che hanno perso un occhio, migliaia di atti di violenza. Anche Papa Francesco, domenica, ha espresso preoccupazioni per le tensioni degli scontri violenti, che hanno provocato morti e feriti, parole preziose per le quali lo ringraziamo, visto anche il quasi totale silenzio della stampa italiana sulla vicenda.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ehm. Ne ha facoltà.

YANA CHIARA EHM (MISTO). Grazie, Presidente. Giovedì scorso, il peschereccio italiano Aliseo è stato colpito da innumerevoli colpi di arma da fuoco a largo della Libia, ferendo il capitano Giacalone e mostrando, ancora una volta, tutte le fragilità di un sistema al collasso. Forse a qualcuno è sfuggito un piccolo, ma importante dettaglio: quella nave, colleghi, era la nostra nave, la Ubari 660 l'abbiamo donata noi. Non è nemmeno la prima volta che parti deviate del sistema di sicurezza libico fanno della forza l'elemento di supremazia. Eppure, assistendo alle visite del Governo in Libia, in nome di un'antica amicizia, e ascoltando le parole di ringraziamento del Premier Draghi alla guardia costiera libica, sembra che sia tutto risolto. Io, invece, credo che gli attacchi ai nostri pescatori, con le nostre navi, rappresentino il culmine di uno scempio di una guardia costiera composta da milizie armate, che compie sistematiche violazioni dei diritti umani nei confronti dei migranti ed è corresponsabile di innumerevoli vite distrutte nel Mediterraneo, anche in questi giorni, in un Paese che, ricordo, non è un porto sicuro. Serve un'azione immediata nel prossimo “decreto Missioni”: non c'è più tempo da perdere (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bella. Ne ha facoltà.

MARCO BELLA (M5S). Grazie, signora Presidente. Intervengo in quest'Aula per citare un record della città di Avellino: la città irpina è quella che, in Europa, più di tutti, ha chiuso le scuole superiori.

Gli studenti di Avellino sono andati a scuola soltanto 21 giorni a ottobre; dopodiché, è sempre arrivata un'ordinanza del sindaco Gianluca Festa, che, all'ultimo minuto, ha continuato a chiudere le scuole, questo nonostante le massime autorità sanitarie, come ad esempio l'OMS o il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, dicano chiaramente che chiudere le scuole deve essere l'ultima misura da implementare per il controllo della pandemia. Infatti, Presidente, le scuole, in Italia, sono aperte dal 7 aprile e, fortunatamente, la curva dei contagi continua a scendere: oggi, abbiamo il numero più basso di contagi nella seconda ondata. Il “fai da te” non dovrebbe essere quello che fanno gli amministratori locali; gli amministratori locali dovrebbero affidarsi alle autorità sanitarie. Ma come si può chiedere agli studenti dell'Istituto alberghiero di Avellino o dell'Istituto agrario di fare didattica a distanza? Loro hanno bisogno di esercitazioni pratiche. Quindi, io chiedo, a nome di studenti, di studentesse e dei genitori del comitato Scuole aperte in Campania: che cosa ha fatto il sindaco, in questi sette mesi, per risolvere le criticità che lui individua per chiudere le scuole? E, soprattutto: quando intende riaprirle? Perché le scuole vanno riaperte, va garantito il diritto all'istruzione. Se ci sono problemi, signora Presidente, si affrontano. La polvere non si mette sotto il tappeto.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 12 maggio 2021 - Ore 9,30:

(ore 9,30 e ore 16)

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

S. 2168 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1° aprile 2021, n. 45, recante misure urgenti in materia di trasporti e per la disciplina del traffico crocieristico e del trasporto marittimo delle merci nella laguna di Venezia (Approvato dal Senato). (C. 3072​)

Relatore: GARIGLIO.

2. Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di inchiesta parlamentare:

ANDREA ROMANO ED ALTRI; POTENTI ED ALTRI; BERTI ED ALTRI: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause del disastro della nave "Moby Prince". (Doc. XXII, nn. 47-49-51-A)

Relatori: POTENTI E ANDREA ROMANO.

3. Seguito della discussione dei disegni di legge:

S. 1379 - Ratifica ed esecuzione del Protocollo di modifica della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica dell'Ecuador per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio e per prevenire le evasioni fiscali, con Protocollo, firmata a Quito il 23 maggio 1984, fatto a Quito il 13 dicembre 2016 (Approvato dal Senato). (C. 2575​)

Relatore: OLGIATI.

S. 1403 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sui servizi di trasporto aereo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica dell'Ecuador, con Allegati, fatto a Quito il 25 novembre 2015 (Approvato dal Senato). (C. 2576​)

Relatore: OLGIATI.

S. 1588 - Ratifica ed esecuzione dei seguenti Trattati: a) Trattato di estradizione tra la Repubblica italiana e la Repubblica dominicana, fatto a Roma il 13 febbraio 2019; b) Trattato tra la Repubblica italiana e la Repubblica dominicana di assistenza giudiziaria reciproca in materia penale, fatto a Roma il 13 febbraio 2019 (Approvato dal Senato). (C. 2577​)

Relatrice: DI STASIO.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sui servizi aerei tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Ruanda, con Allegati, fatto a Kigali il 20 agosto 2018. (C. 2413-A​)

Relatore: OLGIATI.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sui servizi aerei tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica delle Filippine, con Allegati, fatto a Roma il 30 ottobre 2017. (C. 2414-A​)

Relatore: OLGIATI.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sui servizi aerei tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Seychelles, con Allegati, fatto a Victoria il 1° aprile 2016. (C. 2416-A​)

Relatore: OLGIATI.

(ore 15)

4. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

La seduta termina alle 19,45.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 1 il deputato Migliorino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 8 il deputato Stefani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 10 il deputato Rixi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 12, 16 e 21 il deputato Sgarbi ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

nella votazione n. 22 il deputato Benamati ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni dalla n. 22 alla n. 24 la deputata Bonomo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 3075 - quest. pregiudiz. n. 1 346 345 1 173 28 317 76 Resp.
2 Nominale Ddl 3072 - em. 1.104 345 342 3 172 35 307 76 Resp.
3 Nominale em. 1.105 383 374 9 188 29 345 76 Resp.
4 Nominale em. 1.106 390 376 14 189 29 347 76 Resp.
5 Nominale em. 1.100 407 395 12 198 31 364 76 Resp.
6 Nominale em. 1.102 406 397 9 199 32 365 76 Resp.
7 Nominale em. 1.107 375 361 14 181 29 332 76 Resp.
8 Nominale em. 2.105 365 353 12 177 28 325 76 Resp.
9 Nominale em. 2.106 380 368 12 185 24 344 76 Resp.
10 Nominale em. 2.102 410 396 14 199 24 372 76 Resp.
11 Nominale em. 2.100 405 394 11 198 26 368 76 Resp.
12 Nominale em. 2.103 390 376 14 189 28 348 77 Resp.
13 Nominale em. 2.104 416 401 15 201 29 372 75 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale em. 3.101 413 411 2 206 24 387 75 Resp.
15 Nominale em. 3.102 418 411 7 206 24 387 75 Resp.
16 Nominale em. 3.100 426 426 0 214 26 400 75 Resp.
17 Nominale em. 3.105 421 420 1 211 25 395 75 Resp.
18 Nominale em. 3.118 435 430 5 216 47 383 75 Resp.
19 Nominale em. 3.119 436 432 4 217 41 391 75 Resp.
20 Nominale em. 3.110 446 442 4 222 35 407 74 Resp.
21 Nominale em. 3.106 437 434 3 218 31 403 74 Resp.
22 Nominale em. 3.107 430 427 3 214 30 397 74 Resp.
23 Nominale em. 3.112 431 428 3 215 44 384 74 Resp.
24 Nominale em. 3.111 416 403 13 202 28 375 74 Resp.
25 Nominale em. 3.114 421 420 1 211 28 392 74 Resp.
26 Nominale em. 3.6 421 420 1 211 21 399 74 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 37)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale em. 3.5 414 413 1 207 22 391 74 Resp.
28 Nominale em. 3.103 416 415 1 208 22 393 74 Resp.
29 Nominale em. 3.31 409 408 1 205 21 387 74 Resp.
30 Nominale em. 3.104 409 407 2 204 21 386 74 Resp.
31 Nominale em. 3.24 407 381 26 191 20 361 74 Resp.
32 Nominale em. 3.25 407 405 2 203 21 384 74 Resp.
33 Nominale em. 3.12 409 408 1 205 22 386 74 Resp.
34 Nominale em. 3.17 403 402 1 202 22 380 74 Resp.
35 Nominale em. 3.18 407 406 1 204 21 385 74 Resp.
36 Nominale em. 3.19 402 401 1 201 20 381 74 Resp.
37 Nominale em. 3.116 404 394 10 198 31 363 74 Resp.