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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 501 di mercoledì 5 maggio 2021

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANDREA MANDELLI

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

MARZIO LIUNI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Casa, Cavandoli, Ceccanti, Comaroli, Ferri, Frassinetti, Gebhard, Giachetti, Lapia, Lollobrigida, Lorefice, Magi, Occhiuto, Ravetto, Silli, Tasso e Viscomi sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 92, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,33).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 22 marzo 2021, n. 42, recante misure urgenti sulla disciplina sanzionatoria in materia di sicurezza alimentare (A.C. 2972-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2972-A: Conversione in legge del decreto-legge 22 marzo 2021, n. 42, recante misure urgenti sulla disciplina sanzionatoria in materia di sicurezza alimentare.

Ricordo che nella seduta di ieri si sono svolti, da ultimo, gli interventi per l'illustrazione degli ordini del giorno.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 2972-A​)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A). Invito la rappresentante del Governo ad esprimere i pareri.

ANNA MACINA, Sottosegretaria di Stato per la Giustizia. Ordine del giorno n. 9/2972-A/1 Rizzetto: parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2972-A/2 Ianaro: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2972-A/3 Maraia: parere contrario. Ordini del giorno n. 9/2972-A/4 Albano e n. 9/2972-A/5 Frassinetti: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2972-A/6 Delmastro Delle Vedove: parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2972-A/7 Butti, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare ogni intervento necessario”. Ordine del giorno n. 9/2972-A/8 Rachele Silvestri: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2972-A/9 Bucalo: parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2972-A/10 Prisco: parere favorevole. Ordini del giorno n. 9/2972-A/11 Rotelli, n. 9/2972-A/12 Zucconi, n. 9/2972-A/13 Silvestroni, n. 9/2972-A/14 Bellucci e n. 9/2972-A/15 Donzelli: parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2972-A/16 Ferro, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2972-A/17 Foti: parere contrario. Ordini del giorno n. 9/2972-A/18 Galantino e n. 9/2972-A/19 Gemmato: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2972-A/20 Lollobrigida, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2972-A/21 Lucaselli: accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/2972-A/22 Mantovani, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di incrementare i controlli da parte delle autorità”. Ordine del giorno n. 9/2972-A/23 Maschio: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2972-A/24 Vinci: parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2972-A/25 Meloni, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2972-A/26 Rampelli: parere favorevole, con la premessa “a valutare la possibilità di (…)”. Ordini del giorno n. 9/2972-A/27 Varchi e n. 9/2972-A/28 Trancassini: parere contrario. Ordini del giorno n. 9/2972-A/29 De Toma e n. 9/2972-A/30 Bignami: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2972-A/31 Osnato, parere contrario. Ordini del giorno n. 9/2972-A/32 Caiata e n. 9/2972-A/33 Montaruli, parere favorevole. Ordini del giorno n. 9/2972-A/34 Mollicone, n. 9/2972-A/35 Caretta, n. 9/2972-A/36 Ciaburro e n. 9/2972-A/37 Cirielli, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2972-A/38 Deidda, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/2972-A/39 Conte, parere favorevole.

PRESIDENTE. Non essendo ancora decorso il termine di preavviso previsto per le votazioni con il procedimento elettronico, sospendo la seduta fino alle 9,55. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 9,35, è ripresa alle 9,55.

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame degli ordini del giorno. Ricordo che prima della sospensione della seduta la rappresentante del Governo ha espresso il parere sugli ordini del giorno presentati.

Passiamo, dunque, all'ordine del giorno n. 9/2972-A/1 Rizzetto, sul quale il Governo ha espresso parere contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). La ringrazio, Presidente. Allora, vede Presidente e sottosegretario… Se posso, Presidente, avere l'attenzione del sottosegretario, io resto assolutamente stupito del parere contrario e vorrei che il sottosegretario lo motivasse ulteriormente; perché, Presidente, tutte le parti politiche qui oggi rappresentate, mediaticamente dicono una cosa, cioè che se gli animali, esseri senzienti, vengono maltrattati, ci deve essere - ci deve essere - un inasprimento delle pene. Mi rivolgo, ad esempio, anche ai colleghi della Lega rispetto al fatto che qualche settimana fa anche il leader della Lega, Matteo Salvini, si è espresso sotto questo punto di vista, ovvero chi maltratta gli animali deve essere punito più severamente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia): lo dice il Trattato di Lisbona all'articolo 13, tanto per essere chiari.

Mi trovo stupito dentro quest'Aula, considerato che il sottosegretario alla giustizia, del MoVimento 5 Stelle, mi dà parere contrario oggi. Lo diciamo e lo diremo a tutti che, a questo punto, almeno un partito che fa parte di questo Esecutivo, ovvero il MoVimento 5 Stelle, per voce del suo sottosegretario, va nelle piazze con gli animalisti a dire qualcosa e qui in Aula, su un ordine del giorno, dice esattamente il contrario (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Allora, questa roba qui, colleghi, è scandalosa! È scandalosa perché sui giornali, sulle televisioni, sui media tutti facciamo un gran parlarci addosso rispetto a quello che dovrebbe essere il benessere animale; guarda caso, ampli studi scientifici hanno dimostrato che più si maltrattano gli animali, più gli animali sono portatori e veicolo di virus. Oltre il 75 per cento degli animali maltrattati, chiusi in gabbie molto strette, in allevamenti intensivi, possono sviluppare e contagiare noi esseri umani con i virus, tant'è vero che in periodo di pandemia oramai la comunità scientifica è abbastanza uniforme rispetto al pensiero che anche il Coronavirus, molto probabilmente, si è sviluppato proprio per mancanza di tutela rispetto al benessere animale.

È altrettanto chiaro - diciamolo molto serenamente - che se i famosi mercati asiatici all'aperto risiedessero, ad esempio, in Italia o in Germania, molto probabilmente gli stessi NAS li chiuderebbero nel giro di 22 secondi. Però, ancora oggi, qualcuno, qui dentro, politicamente si fa bello rispetto al fatto che dice - e dice soltanto - che il benessere animale deve essere aumentato, mentre su un ordine del giorno che chiede semplicemente l'inasprimento delle pene in termini di indicazioni all'Esecutivo per il codice penale, nessuno fa nulla, nemmeno su di un ordine del giorno.

Allora, Presidente, sottosegretario, dobbiamo essere chiari. Io non lo so chi abbia dato un parere negativo così forte rispetto a questo ordine del giorno, però con riguardo alle persone che non assicurano il benessere animale, che fanno del male, fondamentalmente gratuito, ad esseri senzienti, allora con riguardo a chi non vota questo ordine del giorno oggi in Aula noi dobbiamo metterci i nomi e i cognomi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Perché, sottosegretario, con tutto il rispetto, così non funziona: non funziona! Non funziona rispetto al fatto che ciò avviene solo politicamente e mediaticamente - lo rinnovo - e mediaticamente soltanto per alcune parti politiche. Mi meraviglio del Partito Democratico: molti esponenti dello stesso Partito Democratico, ad esempio, si sono espressi a favore di un inasprimento delle pene, ma quando siamo alla prova dei fatti, poi abbiamo un Esecutivo che per l'ennesima volta, su di una norma di buonsenso come questa - e, colleghi, qui non serve essere animalisti o non essere animalisti, serve semplicemente utilizzare il buonsenso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché sulle scelte di ognuno noi non andiamo a sindacare, ma dovremmo anche capire che alcune scelte di oggi potrebbero portare dei benefici anche in termini economici rispetto alla sanità dei prossimi anni -, dà un parere negativo ab origine: neanche una riformulazione - che io, comunque, non avrei accettato - rispetto ad una norma che soltanto Fratelli d'Italia ha il coraggio di portare qui in Aula!

Quindi, Presidente, noi oggi vedremo - chiudo ringraziandola - chi, a questo punto, fattivamente, rispetto alle norme si gioca la sua partita politica su di un tema molto dibattuto. Però, sottosegretario, è assolutamente indegno che una maggioranza di questo tipo, che scende nelle piazze a dire qualcosa, qui in Aula poi fa esattamente il contrario e non voti questo ordine del giorno. Per quanto mi riguarda è una vergogna e lo mettiamo al voto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2972-A/1 Rizzetto, con parere contrario del Governo.

Revoco l'indizione della votazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sarli. Ne ha facoltà.

DORIANA SARLI (MISTO). Intervengo solo per sottoscrivere l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Dunque, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2972-A/1 Rizzetto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Ordine del giorno n. 9/2972-A/2 Ianaro: favorevole. Ordine del giorno n. 9/2972-A/3 Maraia: parere contrario del Governo.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2972-A/3 Maraia.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Ordini del giorno n. 9/2972-A/4 Albano e n. 9/2972-A/5 Frassinetti: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2972-A/6 Delmastro Delle Vedove, parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Come Fratelli d'Italia, siamo francamente stupefatti del fatto che vi sia un parere contrario da parte del Governo. Eppure parliamo di sicurezza alimentare, parliamo di un maxi-sequestro per prodotti contraffatti provenienti dalla Cina, prodotti contraffatti che fanno concorrenza sleale al prodotto dell'agricoltura italiana. In particolar modo, parliamo del pomodoro cinese, spacciato per prodotto al 100 per cento italiano. È un prodotto che viene realizzato nella regione dello Xinjiang, viene realizzato dagli uiguri posti nei cosiddetti “campi di rieducazione cinese”, gente che viene incarcerata e posta nei campi di rieducazione solo e soltanto per la propria radice etnica, gente che ha un valore di vita pari al valore della capacità di lavorare, perché al termine del ciclo produttivo vengono espiantati gli organi di queste persone e posti nel mercato sanitario cinese. Orbene, la Cina ci fa concorrenza sleale, la Cina riesce a contraffare il prodotto spacciandolo per italiano, la Cina usa il lavoro schiavile di questa gente per farci concorrenza sleale e non sappiamo la qualità del prodotto. In quest'ordine del giorno Fratelli d'Italia, con un'operazione di buonsenso e semplicemente richiamando questo precedente, raccontando la drammaticità del genocidio del popolo uiguro, per il tramite del quale la Cina ci fa concorrenza sleale, chiede al Governo - e lo voglio leggere, perché non riesco a credere al fatto che il Governo abbia dato parere contrario - “di rendere più efficace l'applicazione delle norme”, nei confronti della Cina, del vostro provvedimento! A ciò aggiungendo di vietare l'importazione e la commercializzazione dei prodotti cinesi che provengono dallo Xinjiang, dai campi di deportazione, dai campi di rieducazione, dai campi di concentramento del popolo uiguro.

Ora, io potevo arrendermi al fatto che nel Governo giallo-verde, che sottoscrisse l'improvvida Via della Seta, vi fosse una sostanziale sottomissione al dragone cinese, ma lo trovo incredibile alla luce delle prime propalazioni del Governo dei migliori rappresentato da Draghi, allorquando disse che chiaramente la nostra collocazione è fieramente atlantista, allorquando disse che vi sono valori non negoziabili e, fra questi, la libertà e il rispetto dei diritti umani. Vedete, noi vi chiediamo di coniugare la tutela della produzione nazionale, la salute del consumatore, la tutela del made in Italy, la lotta alla contraffazione con il grande tema dei diritti umani violati in Cina, e la vostra risposta è “no”, perché non avete il coraggio di difendere il prodotto nazionale, lo Stato di diritto, i valori non negoziabili se vengono aggrediti dalla Cina. La cosa ancora più incredibile, che è la testimonianza più evidente e incontrovertibile della vostra malafede, è che lo Stato di diritto è stato recentemente evocato dall'Unione europea, con sommo giubilo della sinistra, per subordinare i fondi del Recovery Fund al popolo ungherese e al popolo polacco, perché questa sinistra, questa Europa, è forte con i deboli ed è debole con i forti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E sulla Cina non balbettate niente! Neanche quando sappiamo che fa concorrenza sleale all'Italia uccidendo le persone nei campi di concentramento nei confronti degli uiguri.

Allora, io chiedo a quest'Aula ancora di ripensarci, perché non dobbiamo solo difendere la produzione nazionale dalla contraffazione e dalla concorrenza sleale, fatta con il sangue del popolo uiguro, dai cinesi, ma dobbiamo difendere anche una residua dignità di questo emiciclo, che non deve essere sottomesso al dragone cinese, nonostante l'improvvida sottoscrizione della Via della Seta.

Oggi noi possiamo scrivere in quest'Aula, assieme, una pagina che è quella per la quale all'Italia la Cina non fa concorrenza sleale violando i più elementari diritti umani delle persone, non fa contraffazione del prodotto italiano, non contrasta il made in Italy utilizzando le persone che tiene nei campi di concentramento. Scriviamola assieme questa pagina, perché è una pagina di dignità nazionale, di difesa della produzione e, mi permetto di dire, anche di dignità dell'intero emiciclo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bond. Ne ha facoltà.

DARIO BOND (FI). Grazie, Presidente. Chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno dell'onorevole Delmastro Delle Vedove e dico anche che le considerazioni che ha fatto nella presentazione sono sacrosante (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Le considero giustissime e, oltretutto, dovrebbero essere chiare per tutto questo Parlamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2972-A/6 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Ordine del giorno n. 9/2972-A/7 Butti, favorevole con riformulazione: va bene.

Ordine del giorno n. 9/2972-A/8 Rachele Silvestri, favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2972-A/9 Bucalo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Ancora una volta Fratelli d'Italia non riesce a capire il parere contrario su questo mio ordine del giorno, un ordine del giorno che chiedeva semplicemente di incrementare l'attività di controllo e di monitoraggio, anche d'intesa con le regioni, per controllare l'introduzione e l'utilizzo di sementi transgeniche non autorizzate. Non chiedeva nient'altro che un aumento di controllo e monitoraggio, visto che, in data 11 marzo 2021, è stata approvata anche una risoluzione del Parlamento europeo sul progetto di decisione di esecuzione della Commissione che autorizzava l'immissione in commercio di questi prodotti contenenti queste sementi transgenici. Ribadiva nuovamente di non autorizzare l'importazione di questi alimenti, che non potevano essere controllati e, quindi, autorizzati all'importazione e all'utilizzo. Allora, questo “no”, questo parere contrario, sottosegretario, è un “no” a quello che è il pericolo di questo consumo di alimenti. È un “no” alla tutela della salute del consumatore, è un “no” a evitare la concorrenza dei prodotti agricoli importati a basso costo, è un “no” a tutelare il nostro prodotto made in Italy (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2972-A/9 Bucalo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Ordine del giorno n. 9/2972-A/10 Prisco, favorevole. Ordine del giorno n. 9/2972-A/11 Rotelli, parere contrario. Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2972-A/11 Rotelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2972-A/12 Zucconi. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie, Presidente. Diciamo che questo ordine del giorno, come tanti emendamenti che abbiamo presentato, si rifà a uno stesso principio di proposta e, cioè, quella di far sì che, nell'aderire al Regolamento UE del 2017, quindi andando ad abrogare la legge del 30 aprile 1962, questo provvedimento non sia troppo permissivo nei confronti di chi non rispetta le regole alimentari. Infatti, fra le misure abrogate dal predetto decreto legislativo, figurano sanzioni atte a punire la vendita di prodotti alimentari fabbricati con sostanze di qualità inferiore, in cattivo stato di conservazione, eccetera.

Noi ci riferiamo sicuramente a un problema settoriale, quello dei minimarket, cioè di quelle rivendite di beni alimentari che espongono prevalentemente prodotti provenienti dall'estero. Questa è una questione che questo decreto non risolve, anzi, espone ulteriormente i nostri prodotti, costruiti e prodotti con il rispetto di alcune regole, invece, ad altri prodotti che queste regole, magari, non le rispettano o perché vengono introdotti in modo fraudolento o perché vengono conservati in modo inadatto o perché, semplicemente, provengono da Paesi in cui queste regole non sono rispettate. Io vorrei ricordare a tutti in questo caso che, con grande probabilità, tutti noi quando siamo andati al ristorante, in certi casi, a mangiare del pesce, abbiamo mangiato calamari che provenivano dalla Patagonia - e ancora va bene, perché i calamari della Patagonia sono organoletticamente anche buoni -, abbiamo mangiato dei gamberi che provenivano, probabilmente, dall'Oceano Indiano, ma, soprattutto, abbiamo mangiato un pesce che si chiama “Pangasio”, che viene dai fiumi, dai grandi fiumi dell'Estremo Oriente che versano in condizioni di rispetto ambientale e di inquinamento che noi sappiamo tutti. Quindi, di fronte alla globalizzazione massiva delle esportazioni di cibo, sicuramente, l'Europa in primis, ma anche l'Italia dovrebbero cercare di cautelarsi un po' di più.

Un altro aspetto che, secondo noi, riguarda ancora la gestione e l'esistenza di questi minimarket è il seguente. Per carità, il lavoro è sempre lavoro, le aziende sono aziende, ma tutti devono svolgere il lavoro e fare azienda nel rispetto delle regole. È un pochino il principio per cui noi, in Italia, abbiamo inserito la plastic tax e, poi, accettiamo che vengano importati miliardi di tonnellate di plastica da Paesi, come la Cina, che queste regole non le rispettano e, quando si parla di carbon border tax, poi tutti si girano dall'altra parte e la tutela dei prodotti fatti con il rispetto delle regole ambientali non viene eseguita.

L'ultima cosa che volevamo far notare, e approfittiamo di questo ordine del giorno, è che il sistema dei controlli, sulle importazioni, ma anche sulla conservazione degli alimenti, spesso è sovrapposto fra la competenza di tanti organi - dalle Capitanerie di porto, ai NAS, a vari dipartimenti delle ASL, alla Polizia annonaria, alle unità forestali, alla Guardia di finanza, all'Agenzia delle dogane -, che, spesso, danno agli esercenti, chiunque essi siano, delle indicazioni anche confliggenti fra loro, mettendo in difficoltà. Si poteva razionalizzarlo un po' questo sistema di controlli, in maniera da dare un pochino più di certezze a chiunque provveda alla loro somministrazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2972-A/12 Zucconi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2972-A/13 Silvestroni. Ha chiesto di parlare l'onorevole Silvestroni. Ne ha facoltà.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Grazie, Presidente. Chiedo al sottosegretario Macina se può rivedere il parere sull'ordine del giorno che ho presentato, in quanto è un ordine del giorno, io credo, di buonsenso, che non merita assolutamente la bocciatura e neanche, addirittura, una rivalutazione. Lo chiedo perché, sottosegretario Macina, ci sono economie locali, come quella, ad esempio, dei Castelli romani, che vivono e lavorano grazie ai prodotti tipici agroalimentari, che sono di indiscussa qualità e ce ne sono alcuni, tra l'altro, famosi in tutto il mondo, come, ad esempio, la porchetta di Ariccia, che è oggetto dell'ordine del giorno da me presentato. Ora, ho chiesto semplicemente con l'ordine del giorno che il Governo si impegni a proteggere la qualità dei prodotti alimentari italiani e dei produttori italiani per contrastarne le falsificazioni e le insalubri copie di alimenti, come, ad esempio, la porchetta di Ariccia, che è un prodotto tipico che può essere fatto esclusivamente, secondo le normative europee, nel luogo stesso, come tanti altri prodotti tipici italiani che non possono essere prodotti all'estero, così senza ingannare.

Oltre a creare un problema lavorativo, come ho detto all'inizio, sono ingannevoli nei confronti dei consumatori. Quindi, chiedo al sottosegretario se può rivedere la valutazione espressa; nel caso fosse negativa è chiaro che chiedo di porre in votazione l'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2972-A/13 Silvestroni, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2972-A/14 Bellucci, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2972-A/15 Donzelli.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Donzelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. Con gli ordini del giorno precedenti, i miei colleghi hanno sollevato il tema importantissimo della sicurezza alimentare, legato all'importazione dei prodotti che provengono da altre Nazioni, come la Cina, che portano avanti una concorrenza sleale e, al tempo stesso, portano in Italia prodotti che minano la nostra sicurezza alimentare.

Questo ordine del giorno si riferisce ad un ulteriore fenomeno altrettanto grave, che potremmo chiamare “importazione a chilometro zero”, ossia della delocalizzazione delle regole, ma in terra nostra. In Toscana inizialmente era solo nella piana di Firenze e Prato; oggi anche in provincia di Milano e Cassano d'Adda si sono verificati episodi simili, e anche in altre parti d'Italia stanno proliferando le serre clandestine dei cinesi. è un tema da non sottovalutare da più punti di vista: intanto c'è una vita incivile all'interno, un vero e proprio caporalato, con sfruttamento degli immigrati clandestini, con riduzione in schiavitù, con persone che dormono accampate nelle serre in condizioni incivili, insieme a topi e a prodotti agricoli non regolari. Nel frattempo, è stato riscontrato che non c'è alcuna tracciabilità dei prodotti agricoli che vengono coltivati in queste serre; non conosciamo l'origine dei semi, che diserbanti, fertilizzanti o concimi vengano usati; in alcuni di questi sequestri hanno trovato prodotti altamente tossici, che inquinano le nostre falde acquifere, che rovinano i nostri prodotti agricoli, i quali finiscono nei nostri mercati, nei nostri ristoranti. Questi diserbanti, questi fertilizzanti, questi concimi, questi semi - spesso geneticamente modificati, senza alcun controllo e alcuna garanzia - inquinano anche i prodotti agricoli di terreni vicini e così si rovinano anche i prodotti degli agricoltori che rispettano le regole, ma che hanno la stessa falda acquifera (i semi portati dal vento si spostano da un terreno all'altro). Sono stati fatti sequestri importanti, ma non basta; non basta perché non vengono espletati i controlli necessari. Allora, di fronte a persone, ad esseri umani, quando si parla di immigrazione, la sinistra dice: restiamo umani, ma cosa c'è di umano a far vivere clandestini nei rifiuti tossici, con i topi, costretti a lavorare come schiavi per produrre veleni, che devono mangiare loro e che rischiano di rovinare noi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Cosa c'è di sicurezza alimentare nel far girare nei nostri mercati prodotti di cui non conosciamo l'origine dei semi o con quali concimi o fertilizzanti sono stati coltivati? E guardate, quale rispetto del lavoro c'è se, in due campi confinanti, uno deve rispettare 3 mila regole per fare un prodotto italiano, che finisce sui mercati a prezzi stracciati, rischiando di non pareggiare i propri conti, mentre, nel campo accanto, il cinese può non rispettare alcuna regola, inquinare, usare prodotti che fanno crescere zucchine, magari il triplo, il quadruplo di quelle prodotte nel campo accanto, perché si usano semi, prodotti agricoli, diserbanti e concimi completamente tossici e illegali, ma producono prodotti migliori?

Allora, questo ordine del giorno non chiede la rivoluzione, non chiede niente di straordinario, ma chiede semplicemente maggiori controlli a garanzia della sicurezza alimentare. Chiede al Governo: cosa c'è che vi turba nel chiedere maggiori controlli? Perché non volete controllare le serre abusive cinesi? Perché non volete ammettere che c'è questo serio problema…? Io capisco che sia un collega del mio gruppo, ma avrei piacere di interloquire con il Governo, visto che sto chiedendo allo stesso di riconsiderare l'ordine del giorno. E allora, chiedo al Governo: perché continuate a mantenere un parere negativo su un ordine del giorno che chiede solo maggiori controlli verso gli irregolari, verso i clandestini, verso chi inquina le nostre terre, sfruttando e trattando come schiavi gli esseri umani arrivati qui con non si sa quali promesse, costretti a lavorare e a vivere e dormire come topi? Perché non volete maggiori controlli? Qual è il motivo per cui rifiutate un ordine del giorno che chiede solo maggiori controlli? Non ci sono costi aggiuntivi, non ci sono stravolgimenti normativi; si chiedono semplicemente maggiori controlli perché, quando questi controlli sono stati posti in essere, sono emerse irregolarità gravissime per la salute degli esseri umani e per chi vive in quelle serre. Perché non volete maggiori controlli? Avete qualcosa da nascondere? Avete qualcuno che ci guadagna? Avete dei vantaggi? Chiaritelo perché non volete maggiori controlli, perché, altrimenti, nel silenzio, votare contro questo ordine del giorno non è spiegabile (Applausi dei deputati del gruppo di Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2972-A/15 Donzelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Sull'ordine del giorno n. 9/2972-A/16 Ferro il parere è favorevole.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2972-A/17 Foti.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Soltanto trenta secondi, signor Presidente, per far notare al rappresentante del Governo che si chiede soltanto di riferire al Parlamento, senza nemmeno indicare una periodicità fissa, in ordine all'applicazione della legge e delle norme che abbiamo oggi introdotto, compresi gli effetti che possono essere prodotti.

A me pare che un Parlamento, che vota contro il fatto di essere informato, decreta la sua inutilità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2972-A/17 Foti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Sugli ordini del giorno n. 9/2972-A/18 Galantino e n. 9/2972-A/19 Gemmato il parere è favorevole.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2972-A/20 Lollobrigida.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente e colleghi, capisco che ci si debba sempre e comunque adeguare ai pareri del Governo quando si è in maggioranza, però stupisce che un parere del Governo sia contro ad un dispositivo che, solo a titolo informativo, mi permetto di leggere: “impegna il Governo a garantire il rispetto delle normative nazionali in materia di sicurezza alimentare al fine di proteggere la qualità di un comparto di eccellenza quale è quello dell'agroalimentare”. Questa sarebbe la dizione di un impegno al Governo per il quale il Governo esprime parere contrario. E allora viene un retropensiero: che, quando venne introdotto l'articolo 18 del decreto legislativo n. 27 del 2021, quello che cioè abrogava tutta l'attività sanzionatoria, non fosse stato un errore, cui oggi questo decreto-legge pone rimedio, ma fosse stata una scelta politica, perché evidentemente vi è un retropensiero per il quale in questa materia non vi devono essere sanzioni e soprattutto non vi devono essere controlli (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Mi sia permesso di dire, come già nel corso dell'illustrazione degli ordini del giorno di ieri, che il gruppo di Fratelli d'Italia ha richiamato l'attenzione della maggioranza e del Governo solo ed esclusivamente su due punti, e cioè sul fatto che questo decreto-legge da una parte tutela il consumatore, perché ovviamente lascia al consumatore una grande possibilità di sentirsi tutelato da una normativa sufficientemente restrittiva, anche se non restrittiva così come noi avevamo indicato. Ma non di meno, attenzione, vi è la parte relativa alla tutela della filiera agroalimentare, che è del tutto importante e fondamentale; e sotto questo profilo noi abbiamo una lunga serie di dizioni, DOC, DOP, DOCG, IGT, IGP, con la quale classifichiamo i nostri prodotti, li nobilitiamo, li possiamo portare con legittima soddisfazione ed orgoglio sui mercati internazionali. Mercati internazionali che, per reagire alla qualità dei nostri prodotti, spesso e volentieri vedono la presenza di prodotti contraffatti, che vogliono scimmiottare i prodotti italiani al solo fine di sottrarre ai prodotti italiani una quota di mercato, e questa vicenda si chiama…

PRESIDENTE. Se lasciamo il Governo, per piacere, altrimenti l'onorevole Foti non riesce…

TOMMASO FOTI (FDI). Guardi, di buono c'è che chi ignora, in genere è ignorante, questo sotto il profilo etimologico (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Allora mi sia consentito di dire, signor Presidente, che l'italian sounding non è una parentesi nella vicenda agroalimentare italiana: è uno dei problemi dei nostri prodotti sui mercati internazionali, è l'assalto più grosso che viene dato ai nostri prodotti, perché, finché il problema è di competizione ad armi pari, sarà il consumatore a decidere; ma quando, invece, il consumatore è tratto in inganno da prodotti similari anche sotto il profilo etimologico, da prodotti che nulla hanno a che fare con la tradizione italiana, con la produzione italiana, con le zone di provenienza, allora l'Italia ha il diritto-dovere di tutelare e fino in fondo i suoi prodotti, come vogliamo fare con questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il sottosegretario Macina. Ne ha facoltà.

ANNA MACINA, Sottosegretaria di Stato per la Giustizia. Allora, pur facendo presente che l'ordinamento già garantisce il rispetto delle normative nazionali in materia di sicurezza alimentare, chiederei comunque di accantonare questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Passiamo al successivo ordine del giorno n. 9/2972-A/21 Lucaselli, accolto come raccomandazione: va bene. Ordine del giorno n. 9/2972-A/22 Mantovani, favorevole con riformulazione: va bene. Ordine del giorno n. 9/2972-A/23 Maschio, favorevole, va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/2972-A/24 Vinci, ha chiesto di intervenire l'onorevole Vinci. A lei la parola. È fuori, lo aspettiamo un minuto, diamo il tempo di entrare in Aula all'onorevole Vinci.

GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie, Presidente. Sinceramente non capisco per quale motivo su un ordine del giorno come questo, che chiede al Governo di risolvere un problema che da anni affligge il settore ittico, si tratta dei molluschi bivalvi, sia stato espresso un parere contrario. C'è un problema che colpisce queste aziende: il mollusco viene raccolto, viene trattato, e, chiaramente, quando lo si tratta, perde peso perché perde della sabbia, perde del liquido. C'è un calo di peso dal 15 al 20 per cento, le aziende da tanti anni sollecitano il Governo e il Ministero perché stabilisca quant'è questa perdita, visto che, quando arriva la Guardia di finanza, l'Agenzia delle entrate, arrivano le autorità sanitarie, contestano la differenza tra 20 tonnellate acquistate o raccolte e 17-18 uscite. Molti non capiscono questo calo nella lavorazione e ci si ritrova con un grosso contenzioso assolutamente non dovuto, in quanto basterebbe che il Governo analizzasse questa situazione e facesse delle tabelle perché chi fa gli accertamenti capisse quant'è questo calo fisiologico. Invece, dopo anni di battaglie, ancora nulla. Oggi era l'occasione giusta perché il Governo prendesse in mano la situazione, definisse e prendesse atto che questo calo nella lavorazione c'è; invece, ci ritroveremo da domani nella stessa situazione, con le imprese e gli operatori ancora in difficoltà, nuovo contenzioso. Il Parlamento lascia nelle mani della magistratura decidere il futuro di un comparto importante come quello ittico del nostro Paese, invece che capire che, essendo una penisola, abbiamo diverse coste e diversi operatori. Ma qui, come non è stato istituito il Ministero del mare, tutto quello che riguarda la pesca e il mare nel nostro Paese viene lasciato ad altri organi, in questo caso di nuovo alla magistratura. Questo è assolutamente scorretto e noi continueremo la lotta (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) per far approvare e far vedere al Ministero che anche il mare in Italia deve essere considerato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2972-A/24 Vinci, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Ordine del giorno n. 9/2972-A/25 Meloni parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2972-A/26 Rampelli parere favorevole con riformulazione: va bene.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2972-A/27 Varchi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2972-A/28 Trancassini.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretaria Macina, io richiamo la sua attenzione perché sono convinto che questo parere sia frutto di un clamoroso errore. Con questo ordine del giorno noi chiediamo semplicemente di porre più attenzione al tema della contraffazione rispetto all'olio d'oliva extravergine. Un tema banale e non ci sarebbe bisogno di un ordine del giorno; non ci sarebbe bisogno di sostenerlo due volte - perché sono intervenuto anche ieri - e non ci sarebbe bisogno di chiedere la sua attenzione, proprio perché credo che sia un tema di tutti, ovvero un tema dei territori. Il tema della contraffazione, in questo particolare comparto, è un tema purtroppo sempre attuale. Io credo che sia un errore, anche se soprattutto il suo partito ci ha abituato a un masochismo politico senza confini, perché altrimenti sarebbe anche la fiera della ipocrisia. Mi sono divertito dopo il suo parere contrario - che mi ha semplicemente lasciato basito - a scrivere sui motori di ricerca i nomi vostri, i nomi dei parlamentari che conosco e che sono in questo momento in quest'Aula; affianco ai nomi ho quindi digitato “olio extravergine d'oliva”. Provate a farlo anche voi: tutti quanti voi, nella vostra storia politica - o almeno quelli che io conosco - hanno detto una frase a sostegno di questo particolare prodotto e hanno tutti commentato nel senso di doverlo tutelare, che bisogna fare attenzione alle contraffazioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ebbene, noi chiediamo semplicemente questo. Faccio quindi appello ai colleghi di Forza Italia e della Lega, perché questo deve essere il momento in cui noi forse rappresentiamo in maniera più forte quelle idee e quelle tutele che un Partito Democratico e che un Movimento 5 Stelle hanno dimostrato nel tempo di non avere il coraggio, la forza e anche la lungimiranza di fare. Chiediamo con questo ordine del giorno che venga tutelato il nostro olio extravergine d'oliva, che vengano tutelati e rispettati i produttori che stanno all'interno di rigidi protocolli, rigide normative, che non reggono più la concorrenza con l'olio tunisino, magrebino, marocchino (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e via dicendo. Io penso che su questo dovremmo essere tutti dalla stessa parte, per dare un sostegno a un comparto importante della nostra Nazione, per dare speranze a un prodotto che, insieme ad altri, probabilmente ci tirerà fuori da questa grave crisi economica, rappresentando una delle grandi eccellenze italiane. Soprattutto, credo che faremmo chiarezza rispetto a quello che diciamo, che molto spesso, per questa maggioranza, non è e non coincide con quello che facciamo. Quindi, sottosegretaria, le chiedo quantomeno di accantonare e chiedo ai colleghi della maggioranza almeno di rileggersi sui motori di ricerca quello che dicevano ieri dell'olio extravergine d'oliva (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trizzino. Ne ha facoltà.

GIORGIO TRIZZINO (MISTO). La ringrazio, Presidente. Mi sembra ragionevole il ragionamento dell'onorevole Trancassini e, pertanto, vorrei sottoscrivere l'emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2972-A/28 Trancassini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Ordini del giorno n. 9/2972-A/29 De Toma e n. 9/2972-A/30 Bignami, parere favorevole.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2972-A/31 Osnato.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. Ancora una volta, trattando di questo tema, dobbiamo incrociare anche una vicenda che riguarda un po' la gerarchia delle fonti del diritto. Incontriamo ancora una volta il tema di come si recepiscono le direttive dell'Unione europea e di come vengono trasposte poi nel nostro ordinamento. Chiedo quindi venia per la durezza di questa mia affermazione, ma credo che qui qualcuno non abbia capito cosa chiedeva l'Unione europea. Infatti, sulle merci destinate al consumo umano, che vengono importate da Paesi non appartenenti alle Unione europea, in particolare sugli alimenti di origine non animale e sui materiali destinati a venire in contatto con alimenti, i cosiddetti MOCA, l'Unione europea non chiedeva di sottrarre il controllo agli uffici di sanità marittima e aerea di frontiera, ma di lasciarli appunto a queste realtà, che hanno una competenza ad hoc; né chiedeva di trasformarli in realtà soggette al controllo dei veterinari, ai quali andavano lasciati invece i controlli sugli alimenti di origine animale. Questo perché? Perché, evidentemente, se noi riteniamo che la tutela del consumatore e, quindi, della salute pubblica, dell'igienicità e della ottima produzione - e relativa conservazione - dell'alimento, debba essere, come dicevamo all'inizio, tutelata nel modo migliore, dobbiamo far sì che i controlli siano in capo a chi ha una effettiva competenza al controllo di questi stessi alimenti. Quindi, se noi abbiamo, storicamente, delle strutture adeguate ed appropriate all'interno delle nostre realtà di frontiera, non capisco perché, spaventati probabilmente dall'incapacità di comprendere esattamente quando l'Unione europea ci chiede qualcosa, nella fretta di dimostrarci sempre servili nei confronti dell'Unione europea, dobbiamo interpretare male le loro richieste e quindi cambiare tutto un sistema di controlli e di gerarchie, anche rispetto ai controlli stessi, piegandoci a una idea di filiera e di controlli che non segue quelle che sono le migliori competenze che nel nostro sistema abbiamo. Con questo ordine del giorno noi chiediamo semplicemente di fare un passo indietro nei confronti di quello che è stato il decreto legislativo n. 24 del 2021, che ha modificato il sistema dei controlli degli alimenti di origine non animale, sottraendoli, come dicevo, a questi uffici e dandoli ai medici veterinari, che sono bravissimi ma che ovviamente hanno una competenza più specifica invece nei beni di origine animale e quindi lì devono continuare a mettere a frutto le loro competenze (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2972-A/31 Osnato, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Ordini del giorno n. 9/2972-A/32 Caiata e n. 9/2972-A/33 Montaruli, parere favorevole.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2972-A/34 Mollicone.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Sinceramente mi unisco allo sconcerto dei colleghi, rispetto alla contrarietà riguardo questo nostro ordine del giorno. Un ordine del giorno che cita i dati della Federazione italiana pubblici esercizi, la FIPE, che nel 2020 vede la ristorazione italiana perdere 37,7 miliardi, con circa il 40 per cento dell'intero fatturato annuo nel settore andato in fumo.

In questo quadro di crisi così forte, si aggiunge la concorrenza delle ristorazioni etniche, che, a causa dei bassi costi del menù, frutto spesso di una qualità del cibo scadente, rappresentano una concorrenza sleale verso gli esercenti italiani, che devono sottostare a precisi obblighi sulla qualità del cibo. Il rapporto FIPE 2020 ha evidenziato che l'esponenziale aumento di kebab e ristoranti etnici, cresciuti del 54,7 per cento negli ultimi dieci anni, ha provocato un elevato tasso di mortalità della ristorazione italiana: ad un anno dall'apertura, chiude il 25 per cento dei ristoranti, dopo tre anni un locale su due, dopo cinque anni la chiusura riguarda il 57 per cento delle attività. Il FIPE ha evidenziato la forte disparità di condizioni tra la ristorazione etnica e quella italiana, con la prima accusata di abusivismo commerciale. Questo non solo genera concorrenza sleale, ma finisce per impoverire il mercato, la sicurezza dei consumatori e la qualità delle nostre città. Con questo, colleghi e rappresentante del Governo, come più volte segnalato, impegnavamo il Governo a valutare l'opportunità di - quindi neanche un impegno perentorio - adottare iniziative volte alla tutela delle eccellenze della ristorazione nazionale, controllando e sanzionando le attività di ristorazione etnica, come le famigerate formule all you can eat, che, in particolar modo con l'utilizzo di cibo di qualità scadente, anche di pesce, operano una concorrenza sleale economica e pregiudicano, molto spesso, come da note di cronaca, la salute dei consumatori, come avviene, in particolare, nelle zone limitrofe alle stazioni ferroviarie, nelle zone periferiche delle nostre città e a Roma, un esempio per tutti, nel rione Esquilino. Questa non vuole, ovviamente, essere una discriminazione - ci sono ristoranti etnici che lavorano a fresco, di qualità, anche rinomati -, ma vuole essere una tutela anche nei loro confronti. E non si capisce per quale ragione il Governo esprima il parere contrario sulla richiesta di difendere le nostre eccellenze della ristorazione italiana. Non abbiamo capito il perché ci sia una lettura così miope, così ottusa, così irrispettosa, in una crisi sindemica come quella che stiamo affrontando, rispetto alla ristorazione italiana e anche rispetto alla sicurezza alimentare dei nostri figli, che, magari, per pochi soldi, pensano di poter andare a mangiare una cena di pesce all you can eat a 12 euro, e chissà cosa mangiano, e chissà quel pesce da dove viene, e chissà come è stata garantita la filiera del freddo, e chissà quali parassiti ci sono in quel pesce.

Quindi, ribattiamo a questa contrarietà e a questa ottusità che saremo in prima linea per denunciare e sostenere l'azione dei NAS, che puntualmente, ogni anno, fanno migliaia di tonnellate di sequestri in questi ristoranti e, quando sarà possibile, segnaleremo per la chiusura (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2972-A/34 Mollicone, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2972-A/35 Caretta.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Caretta. Ne ha facoltà.

MARIA CRISTINA CARETTA (FDI). Grazie, Presidente, questo ordine del giorno rappresenta una preziosa occasione per sensibilizzare l'Aula su un tema fondamentale come quello della sicurezza alimentare, ma rappresenta anche l'opportunità, da parte del Governo, di dare un segnale importante ai cittadini. Come possiamo leggere sui giornali ed approfondire grazie alle indagini dei NAS, alcuni ristoranti etnici cinesi sono ricettacoli di situazioni insalubri, ambienti di lavoro assolutamente irrispettosi dei disciplinari igienici vigenti e facenti uso di materiale spesso e volentieri avariato. Basti pensare al caso verificatosi, il mese scorso, a San Sepolcro, in Toscana, dove cinquanta persone sono rimaste intossicate dal sushi servito in un ristorante a conduzione cinese. O ancora, un caso verificatosi, a febbraio, in Veneto, in un ristorante cinese, a Treviso precisamente, dove i NAS hanno sequestrato 420 chili di cibo avariato, tra cui un astice scaduto nel 2014. I prodotti erano stoccati, senza etichette, oppure con etichette cinesi, chiaramente prive di tracciabilità e non valide secondo i nostri standard qualitativi. Ancora peggio, pochi giorni fa, a Civitanova Marche, un cinese è stato denunciato e sanzionato per aver trasportato 180 chili di granchi e 2 chili e mezzo di cefali avariati, conservati in pessime condizioni e originariamente destinati all'impiego di un ristorante etnico cinese.

Da questi episodi deriva, quindi, questo ordine del giorno di assoluto buon senso, che chiede al Governo di impegnarsi sul fronte della sicurezza alimentare, facendo uno sforzo in più. Dobbiamo tutelare i cittadini e le nostre filiere, disponendo nuovi meccanismi sanzionatori contro le infiltrazioni di prodotti etnici, in particolar modo cinesi, quasi sempre venduti in condizioni di totale degrado. La vendita e la conservazione di prodotti alterati, avariati, potenzialmente tossici, è una pratica effettuata nella stragrande maggioranza dei casi in malafede, in modo organizzato. Il tema, quindi, della sicurezza del cibo straniero venduto nel nostro Paese non è e non deve essere un tema banale per il Governo. Chiedo, quindi, al Governo di rivedere il parere contrario su questo ordine del giorno; diversamente, dobbiamo pensare che il Governo non abbia attenzione verso la sicurezza dei nostri cittadini, verso il nostro made in Italy, verso le nostre filiere, verso i nostri ristoratori (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2972-A/35 Caretta, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2972-A/36 Ciaburro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2972-A/37 Cirielli.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.

EDMONDO CIRIELLI (FDI). Sì, Presidente, mi volevo rivolgere al Governo. Non voglio fare polemiche inutili, però oggettivamente non capisco questo atteggiamento preclusivo. La maggioranza, il Governo ha fatto un grave errore nel febbraio scorso, quando ha recepito, travalicando la delega dell'Unione europea, delle norme che sono disastrose per la sicurezza alimentare del nostro Paese. In un'epoca in cui si prevedano pene anche elevate per reati di opinione, non capisco come si possa poi invece procedere in maniera così grave, nel depenalizzare sostanzialmente comportamenti illeciti, che attentano gravemente alla salute dei cittadini. Questo contrasta con tutte le cose che andate sbandierando in TV, ma è un passo avanti. Abbiamo presentato una serie di ordini del giorno che sono assolutamente morbidi, al di là di posizioni ideologiche. Non capisco cosa ci sia di male a pensare di riunire tutte le normative in materia di sicurezza alimentare in un unico testo legislativo - anzi sarebbe un'attività emerita da parte del Governo prendere un impegno del genere -, o ad innalzare le pene in maniera tale da dare una giusta e adeguata risposta a chi attenta alle spalle dei consumatori e alla sicurezza alimentare, così come a valorizzare l'etica delle imprese commerciali, che devono in qualche maniera essere premiate, se tutelano la sicurezza dei cittadini e, allo stesso tempo, stigmatizzate se non lo fanno, o, alla fine, nell'impegno a una maggiore informazione sulla cultura alimentare presso i consumatori. Mi sembra assurdo che a un ordine del giorno, che è soltanto un invito a un impegno per il Governo, per fare cose positive, in maniera banale, si dica “no” in maniera così netta, senza alcuna forma di collaborazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gadda. Ne ha facoltà.

MARIA CHIARA GADDA (IV). Sì, grazie Presidente. Chiederei anche io al Governo di riconsiderare questo ordine del giorno, quantomeno attraverso una riformulazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) perché credo che, da questo punto di vista, nel dibattito che è emerso in questi giorni, ma anche nel dibattito che potranno confermare i colleghi anche in Commissione agricoltura, il tema dei controlli, il tema dell'accompagnamento anche virtuoso delle imprese in un percorso di sempre maggiore qualità, di sempre maggiore tutela dei consumatori e dei cittadini credo sia un fatto rilevante e la necessità di dare una revisione organica al sistema dei controlli è già oggetto di discussione in questo Parlamento, ad esempio, attraverso alcuni provvedimenti che sono in Commissione giustizia, penso al tema della proposta di legge sui reati agroalimentari. Quindi, credo che, con un'opportuna riformulazione. si possa porre il tema di una revisione organica della materia, perché ne abbiamo bisogno: stiamo parlando di una norma che risale agli anni Sessanta e che probabilmente non è al passo con quella che è stata l'evoluzione tecnologica innovativa, ma anche rispetto al tema dei nuovi bisogni di informazione, di comunicazione, di corretta educazione del cittadino e del consumatore rispetto a queste tematiche. Quindi, credo che, rispetto all'articolato e ai quattro impegni, si possa evidentemente fare una riformulazione ovviamente più generica - perché qui si entra nel dettaglio di alcune fattispecie -, e, in termini generali, si possa e si debba riconsiderare. Chiedo anch'io la revisione di questo parere con una riformulazione (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2972-A/37 Cirielli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/2972-A/38 Deidda, accolto come raccomandazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Ringraziando il Governo, accetto, ma chiederei di metterlo in votazione, se è possibile.

PRESIDENTE. Va bene. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2972-A/38 Deidda, accolto dal Governo come raccomandazione, il parere del Governo è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 19).

Sull'ordine del giorno n. 9/2972-A/39 Conte il parere è favorevole, quindi va bene. Dobbiamo a questo punto tornare all'ordine del giorno n. 9/2972-A/20 Lollobrigida. Chiedo al sottosegretario Macina quale sia il parere su tale ordine del giorno.

ANNA MACINA, Sottosegretaria di Stato per la Giustizia. Presidente, cambio il parere, che diventa favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Va bene. È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2972-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (MISTO-L'A.C'È). Sì, Presidente, sarò molto rapido. Questo decreto-legge è stato un obbligo, a causa di un marchiano errore del Governo, che aveva provveduto inopinatamente con un eccesso di delega alla soppressione di alcune norme inerenti la sicurezza alimentare. Per questi motivi, ad ogni modo, come esponente della componente politica L'Alternativa c'è, dichiaro il voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente, rappresentante del Governo, colleghi. Come è già stato anticipato da chi mi ha preceduto, il collega Colletti, questo decreto-legge che oggi convertiamo reca misure urgenti sulla disciplina sanzionatoria in materia alimentare ed è volto a circoscrivere, prima della sua entrata in vigore, l'ambito di operatività della disciplina di cui all'articolo 18 del decreto legislativo n. 27 del 2021, che avrebbe comportato - come è stato ribadito più volte nel corso della discussione - a partire dal 26 marzo scorso, l'abrogazione delle contravvenzioni e dei principali illeciti amministrativi che si riferivano ancora ad una legge, la n. 683 del 1962, in materia di sicurezza alimentare. Come si può leggere dal preambolo della legge, lo scopo di questo decreto è appunto quello - e cito – di evitare che rilevanti settori relativi alla produzione e alla vendita delle sostanze alimentari e bevande restino privi di tutela sanzionatoria penale e amministrativa, con pregiudizio della salute dei consumatori. Detto in estrema sintesi, questo decreto, queste misure urgenti sulla disciplina sanzionatoria in materia di sicurezza alimentare è un atto dovuto, è un atto dovuto perché, se fosse andato avanti il DLgs, noi ci saremmo trovati ad avere in una materia molto delicata e molto importante, come quella della sicurezza alimentare, una sostanziale depenalizzazione degli illeciti e dei reati ad essa collegati. Quindi, da questo punto di vista, è fondamentale avere impedito l'abrogazione dell'apparato sanzionatorio a corredo della disciplina sull'igiene delle sostanze alimentari e delle bevande, che - come ho ricordato prima - si riferisce alla legge n. 283 del 1962.

Quindi, da questo punto di vista, nel merito credo che sia difficile essere contro e credo e spero che ci possa essere una prima un'approvazione unanime del Parlamento. Rispetto a una serie di valutazioni e di riflessioni che abbiamo ascoltato in Aula, credo che sia da aggiungere un elemento che, anche in questo caso, evidentemente, credo possa trovare un giudizio positivo da parte di tutto l'emiciclo: la necessità di difendere la sicurezza alimentare dalle contraffazioni, dalle frodi; quindi è del tutto evidente che impedire l'abrogazione delle sanzioni risponde a questa esigenza primaria.

Ci sono varie gradazioni: evidentemente c'è un tema che riguarda l'agroalimentare, il cosiddetto Italian sounding, cioè il fatto che in molti Paesi si vendono prodotti con brand simili - per tutti il “Parmesan” invece che il Parmigiano reggiano italiano - e questo provoca un danno nell'ordine di miliardi di euro per i nostri produttori; è una questione che è stata più volte sottolineata, di non facile soluzione, mentre, ovviamente, più grave è il tema delle possibili frodi alimentari, non soltanto per spacciare per prodotti di qualità prodotti che non lo sono, ma, in molti casi, per non rispettare le normative igienico-sanitarie a cui devono sottostare i ristoratori e tutta la filiera agroalimentare nei vari passaggi, ad esempio, nel trasporto.

Ecco, credo che su questo sia sbagliata, però, una criminalizzazione degli operatori e dei ristoratori cosiddetti etnici: fa parte della globalizzazione, allo stesso modo, noi stiamo andando ad esportare in quei territori, con ristoranti italiani, i nostri prodotti. Il punto è un altro, e credo vada sottolineato. Il punto qual è? è che tutti, indipendentemente dal luogo d'origine, o dalla produzione e dalla trasformazione che viene fatta in cucina, devono rispettare le leggi e, da questo punto di vista, l'attenzione deve essere la più elevata possibile; dobbiamo, quindi, rafforzare il ruolo dei NAS, rafforzare i controlli perché, effettivamente, il rischio, in una ristorazione che aveva già problemi di forte concorrenza prima del COVID, e poi ne uscirà, inevitabilmente, dal COVID fortemente indebolita, che si vada ad intervenire sul lato dei costi, ovvero sulla qualità, ovvero sul non rispetto delle norme, è molto elevato.

Sul piano poi del merito delle norme, per quel che ci riguarda, ci ritroviamo nella relazione dei relatori e, in particolare, del collega Federico Conte.

PRESIDENTE. Lasciamo ascoltare il Governo, mi fate la cortesia, sta parlando l'onorevole Fornaro.

FEDERICO FORNARO (LEU). Non c'è problema. Da questo punto di vista, quindi - e concludo -, io credo che dovremmo ritrovarci tutti insieme nella difesa, come dicevo prima, della sicurezza alimentare, nella lotta alle frodi, nell'intensificazione dei controlli che oggi hanno - e continuano ad avere - un apparato sanzionatorio adeguato, all'interno di un quadro in cui noi viviamo, che non possiamo demonizzare, che è quello della globalizzazione; globalizzazione però non vuol dire - io questo voglio sottolinearlo - tenere bassa l'asticella relativa alla qualità dei prodotti e alla sicurezza alimentare, ma anche, voglio ribadirlo con forza, i diritti dei lavoratori. è evidente che una serie di prodotti che arrivano sulla nostra tavola arrivano, a volte, a prezzi che necessariamente sono determinati o da scarsa qualità, oppure da un costo del lavoro che non può essere correlato al rispetto dei diritti e dei contratti, cioè quello che è un'autentica oppressione e sfruttamento per tutti, insomma le immagini che ogni tanto, ciclicamente, ritornano, del caporalato e dello sfruttamento degli stranieri, anche nei nostri campi.

E chiudo su questo. Io ho ascoltato molte critiche alla qualità dei prodotti dei ristoranti etnici. Io credo che, da questo punto di vista, noi dovremmo anche guardarci molto in casa, perché le agromafie sono uno dei veri elementi che sta inquinando pesantemente il mercato, che sta intervenendo nell'agroalimentare. L'agroalimentare è un settore in crescita, è un settore ricco, da questo punto di vista, che ha questi contrasti: da un lato, il contrasto al caporalato, allo sfruttamento, dall'altro, quello sempre più di capitali che arrivano dalle organizzazioni malavitose, che entrano nelle aziende in difficoltà e che utilizzano, quindi, l'agroalimentare per fare affari e, essendo questi affari generati da società legate alla criminalità organizzata, non queste ultime non hanno certo sensibilità rispetto ai diritti, rispetto alla sicurezza alimentare. Credo che, da questo punto di vista, ci vorrebbe uno sforzo unitario.

Per tutte queste ragioni, quindi, il gruppo di Liberi e Uguali voterà a favore della conversione in legge del decreto relativo alle misure urgenti sulla disciplina sanzionatoria in materia di sicurezza alimentare (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fioramonti. Ne ha facoltà. Non si sente onorevole, forse c'è un problema al microfono.

LORENZO FIORAMONTI (MISTO-FE-FDV). Mi sente ora? Grazie, Presidente. La componente Facciamo Eco- Federazione dei Verdi voterà a favore di questo provvedimento. In questi due giorni abbiamo analizzato tutte le proposte emendative e gli ordini del giorno presentati da tante forze, anche di opposizione; in alcuni casi abbiamo votato a favore o abbiamo deciso di astenerci, in altri casi abbiamo votato in maniera contraria, dimostrando una grande attenzione a questa tematica. La sicurezza alimentare è una tematica estremamente importante, soprattutto in un Paese come il nostro, che ha un'economia storicamente basata sulla qualità del cibo che mangiamo. Lasciatemi però dire che mi sorprende il fatto che, da tanti banchi di quest'Aula, in questi giorni, si siano levate critiche, giustissime, nei confronti di un sistema di produzione alimentare che spesso fa della quantità, e non della qualità, un elemento centrale. Si sono levate critiche nei confronti dell'importanza di un'educazione alimentare, di un'attenzione, davvero, alla qualità delle cose che mangiamo tutti i giorni, soprattutto che mangiano i più deboli, i più giovani nel nostro Paese; questo però mi stupisce sentirlo provenire da parte di coloro che, in alcuni casi, per anni, hanno contestato le attività di chi, come il sottoscritto, quando era Ministro dell'Istruzione, si è, più volte, battuto affinché nelle scuole entrasse l'insegnamento dell'educazione alimentare e che si ponessero restrizioni o anche una regolamentazione del cibo che entra all'interno di migliaia e migliaia di scuole italiane. Questo è stato fatto, in questi anni, proprio perché il nostro Paese, mentre aveva un'importante storia di qualità alimentare, ormai, da qualche decennio a questa parte, sta vivendo tante delle conseguenze che hanno quei Paesi che, sulla qualità dell'alimentazione, non hanno mai puntato: vi è una crescita dell'obesità infantile e una crescita delle malattie cardiovascolari anche tra i giovani. Io vorrei ricordare a tutti i colleghi che le malattie cardiovascolari e quelle endo-metaboliche, come il diabete, in questo Paese anche il diabete giovanile, uccidono molti più cittadini del COVID, tutti gli anni; sono malattie che possono essere prevenute anche grazie ad un'attenzione alla qualità del cibo e a un dibattito politico più maturo. Invece di appellare chi al Governo cercava di battersi, in tempi non sospetti, per fare in modo che l'attenzione alla qualità del cibo entrasse nella vita quotidiana delle istituzioni italiane, magari con termini tanto ironici, quanto lesivi, come “Il Ministro delle merendine”, per esempio, sarebbe utile che, magari, anche attraverso questo dibattito parlamentare, qualcuno chiedesse scusa e dicesse apertamente che sì, ci sono stati casi in cui forze politiche e rappresentanti del Governo si sono battuti anzitempo per una discussione più matura sull'importanza della qualità del cibo, eppure sono stati osteggiati da chi oggi, invece, si erge a paladino di questi diritti, perché una riflessione sull'importanza del cibo significa anche una riflessione sull'importanza della produzione, della produzione locale, delle nostre produzioni specifiche italiane, che non sono soltanto messe in difficoltà da una globalizzazione sbagliata, in molti casi, sulla produzione alimentare.

Ricordo a tutti che la produzione alimentare, soprattutto quella intensiva, è distruttiva non soltanto per salute delle persone ma anche per la salute del pianeta, essendo la principale causa dei gas climalteranti, che cambiano le condizioni atmosferiche e minacciano la sopravvivenza degli ecosistemi planetari; lo vorrei ricordare a chi oggi giustamente si è svegliato. Mi fa molto piacere che ci siano parlamentari che hanno compreso o cominciano a comprendere tutto questo, però è importante collegarlo a un tema molto più ampio e non fare oggi un'attività magari polemica a livello politico e domani scordarsene, quando si tratta di prendere delle decisioni, per esempio, su che cosa tassare, su che cosa tassare di meno, su cosa rendere più alla portata di tutti perché magari è salutare; bisogna fare in modo che non ci sia così tanta produzione di cibo che fa male, che fa male alle industrie, che fa male alle imprese del nostro Paese e che fa male, soprattutto, ai cittadini italiani. Molto del cibo di scarsa qualità in questo Paese, purtroppo, viene prodotto anche da aziende italiane, anche aziende italiane globali, che producono pessimo cibo e lo esportano anche in altri Paesi. Quindi, una discussione più matura in questo Parlamento è estremamente indispensabile e necessaria. Pertanto, annunciando e sottolineando il voto favorevole su questo provvedimento, noi di Facciamo Eco-Federazione dei Verdi auspichiamo che possa essere l'anticamera di un dibattito maturo, serio e consapevole sull'importanza del cibo e dell'industria alimentare nell'economia, nella società e nel contesto ambientale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gadda. Ne ha facoltà.

MARIA CHIARA GADDA (IV). Grazie Presidente. In queste ore abbiamo dibattuto su un tema molto serio, che riguarda la competitività del nostro Paese, che riguarda la sana concorrenza tra le imprese, che riguarda il tema della sicurezza alimentare e del complesso pacchetto igiene, ma soprattutto la corretta informazione ed educazione del consumatore. Questi sono temi che dall'Esposizione universale del 2015 ricorrono con sempre maggiore forza, ma soprattutto sono resi evidenti dai numeri che caratterizzano il livello delle esportazioni del nostro made in Italy nel mondo e soprattutto l'attrattività, la reputazione che nel mondo ha il nostro Paese. Qui credo si debba entrare un po' più nel dettaglio, perché questa reputazione, questi numeri, questa qualità dipendono da alcuni fattori: sicuramente dalla qualità delle materie prime, ma sicuramente anche dalla nostra capacità di trasformare e di somministrare gli alimenti. Nel nostro Paese in queste ore si è parlato delle devianze, ma dobbiamo ricordare che nel nostro Paese esistono delle eccellenze nel campo della produzione, della trasformazione ma anche nella modalità con la quale noi accompagniamo il cibo, che è cultura, attraverso un racconto, un racconto che è legato al territorio, alle tradizioni locali, ma anche alla capacità nel nostro Paese di coniugare le tradizioni locali con quello che è il meticciato che ha sempre avuto il cibo, nella contaminazione. Noi abbiamo prodotti tipici che ci rendono unici e famosi nel mondo di cui, per esempio, non produciamo nulla. Pensiamo al caffè, al caffè tradizionale italiano: in Italia non si produce un chicco, eppure il caffè è un elemento tradizionale di coesione anche delle nostre comunità all'estero. Quindi, credo che quando si parla di alimenti e di cibo, il sovranismo debba essere messo un po' da parte, perché sono temi che, invece, riguardano la crescita positiva nelle nostre comunità e anche davvero il nostro posizionamento nel mondo (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

Vedete, oggi abbiamo discusso e ci apprestiamo ad approvare un provvedimento che recupera un vulnus, un problema, intervenuto qualche mese fa, che avrebbe abrogato alcune disposizioni sanzionatorie previste in una legge vecchia, la legge n. 283 del 1962; ripristiniamo oggi alcune fattispecie di reato, in particolare sanzioni penali contravvenzionale e illeciti amministrativi. Per chi ci sta ascoltando, perché credo che questo sia un tema di assoluto interesse per i cittadini, questo rappresenta un primo livello di tutela rispetto a più gravi delitti che già sono inclusi nel codice penale, a partire dalla frode. Quindi, da questo punto di vista, credo che nel dibattito parlamentare dobbiamo anche riportare un po' di verità, un po' di equilibrio anche rispetto a quello che deve essere inserito nel nostro ordinamento, che è legato anche a dei criteri di proporzionalità. Questa verità - io ho ascoltato tutti gli interventi che ci sono stati in queste ore - dobbiamo riportarla anche rispetto al gioco delle parti che spesso si fa in quest'Aula, dove sembra che possa essere possibile dire tutto e il contrario di tutto, assumere una posizione e assumerne un'altra diametralmente opposta perché conviene politicamente. Quando si parla di cibo, quando si parla di agroalimentare e di competitività, credo che questo debba essere evitato; lo dico soprattutto ai colleghi di Fratelli d'Italia. Molti interventi erano assolutamente condivisibili e anch'io sono intervenuta nel dibattito in queste ore. Però - lo dico ai colleghi con il cuore in mano - se riprendiamo i documenti che voi stessi avete presentato, ad esempio nel dibattito in Commissione agricoltura sul provvedimento legato ai reati agroalimentari, che afferisce a questa materia e che è strettamente connesso, io trovo sul testo, nella vostra proposta, nelle vostre richieste che erano state fatte qualche mese fa, che vengano rimossi i riferimenti alla contaminazione dei prodotti, perché queste cose sono già attivamente esistenti e normate nelle fattispecie di contaminazioni accidentali; che venga rimosso il riferimento alle informazioni commerciali incomplete (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Avete anche detto che la normativa rischia di imporre agli operatori nazionali maggiori oneri, con conseguente svantaggio competitivo rispetto ai concorrenti di altri Paesi europei e, quindi, che non bisogna fare “doppi binari”; quindi, esistono - lo avete detto voi - già meccanismi di controllo adeguati e proporzionati. Oppure, sempre rispetto alle dichiarazioni mendaci che sono oggetto di discussione del dibattito di queste ore, avete scritto, come succede giustamente nella pratica e nella realtà quotidiana - perché quando si entra nel dettaglio bisogna entrare nella realtà di quello che avviene - che non è necessario inserire aggravanti, ad esempio sui falsi positivi in ambito biologico, perché questi non sono comportamenti illegittimi (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

Io credo che da questo punto di vista in quest'Aula noi abbiamo il dovere di fare una discussione franca e la discussione franca ci deve dire due cose: che serve sicuramente un provvedimento di riordino rispetto a quella che è la normativa, al pacchetto igiene, al sistema dei controlli. Anche qui, impegniamoci tutti, come è stato fatto in legge di bilancio, per aumentare le risorse, le dotazioni alle autorità competenti (per esempio, dall'ICQRF al reparto per la tutela frodi agroalimentari dei carabinieri e di tutti gli organismi di controllo); questo è un ambito, così come la revisione in materia di sanzioni e di reati agroalimentari. Però c'è un altro punto: noi non possiamo pensare, nella società di oggi, che tutto possa essere ascrivibile a un modello meramente sanzionatorio. Credo che la tecnologia, l'innovazione e le esigenze che, lo dicevo prima, sono legate al bisogno comunicativo e informativo dei cittadini, debbano essere anche accompagnate da un criterio di premialità e di accompagnamento. Ci sono dei casi in cui questo è stato fatto - pensiamo al testo unico sul vino - laddove i cosiddetti illeciti amministrativi (quindi, ovviamente, non parliamo di reati gravi che entrano nella salute pubblica, che entrano nella frode in commercio, che entrano nella concorrenza sleale) possono essere risolti con altri meccanismi, per esempio con il ravvedimento operoso. La fattispecie della quotidianità ci dice anche che abbiamo un tessuto di piccole e medie imprese, di imprenditori che non sempre hanno colpa rispetto a quello che avviene. Quindi noi abbiamo il dovere, se vogliamo alzare l'asticella della qualità e l'asticella della competenza anche dei nostri piccoli produttori nel settore agroalimentare, di accompagnarli in questo percorso e di accompagnarli attraverso un diverso rapporto con la pubblica amministrazione; una pubblica amministrazione - anche quella legata al sistema dei controlli - che accompagna tutti gli operatori verso un percorso virtuoso. Ovviamente, lo ripeto, lo cito e lo sottolineo: tutto questo non riguarda le frodi, non riguarda tutti quei reati che davvero comportano un grave rischio per la salute. Però, anche il grandissimo elenco che è stato fatto in queste ore di confische e sequestri, cosa denota? Denota che il nostro Paese, ancora di più che altri Paesi comunitari, ha un elevatissimo sistema di controlli, da migliorare, da aggiornare anche con le nuove tecnologie, dalla blockchain al codice a barre; anche qui, noi non possiamo pensare che l'educazione del consumatore e la corretta informazione del consumatore possano essere fatte riempiendo i prodotti di tantissime informazioni.

L'informazione deve essere sempre accompagnata all'educazione e, quindi, da questo punto di vista, la tecnologia, le nuove modalità possono accompagnare il consumatore in questo percorso. Per esempio, il codice a barre è una modalità che consente di spostare dall'etichetta ad altri sistemi l'esigenza informativa di conoscere l'origine del prodotto, chi l'ha realizzato, la storia che sta dietro quel prodotto. Quindi, davvero, oggi ripristiniamo un vulnus, con riferimento alle vecchie norme del 1962, ma credo che oggi sia emersa - e lo voglio dire soprattutto al Governo - la necessità di riordinare la materia e di riordinarla, buttando un occhio rispetto al Paese che siamo, rispetto al Paese che vogliamo essere, per competere sempre di più nei mercati internazionali sempre più competitivi, perché soltanto questo ci tutelerà dall'Italian sounding, dalla contraffazione e da chi, nel nostro Paese, svolge un'attività che non va nella direzione della tutela dell'igiene, della sicurezza alimentare e anche del corretto rapporto con il consumatore (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, svolgo la dichiarazione di voto del gruppo di Fratelli d'Italia e questo non mi esime, però, dal fare alcune considerazioni politiche prima della dichiarazione stessa. Ci troviamo oggi a parlare della conversione di questo decreto (purtroppo, è sfuggito al dibattito d'Aula), perché - come si legge nel preambolo del decreto e cito testualmente un atto della Camera in modo da non sembrare di parte - lo scopo è quello di: “evitare che rilevanti settori relativi alla produzione e alla vendita delle sostanze alimentari e bevande restino privi di tutela sanzionatoria penale e amministrativa con pregiudizio della salute dei consumatori”. Traduco per chi ci seguisse fuori da quest'Aula e dal tecnicismo: poniamo una toppa ad un buco che è stato fatto nel precedente Governo, perché, se così non fosse, ci troveremmo oggi senza alcun mezzo di cautela (Applausi del deputato Deidda) e di censura rispetto alla filiera produttiva alimentare, alla filiera distributiva, relativamente ai prodotti italiani.

Non voglio utilizzare temi troppo aulici, però, in una democrazia compiuta, ciò avrebbe dovuto far sviluppare in un'Aula, in un Parlamento, nelle forze politiche di maggioranza, un dibattito approfondito, perché o è un errore dovuto all'incompetenza della passata amministrazione a guida Conte, e lo si doveva dire chiaramente (Applausi del deputato Deidda), oppure c'è un dolo, andando ad avvantaggiare una parte produttiva in contrapposizione a quella italiana, e anche questo lo si dovrebbe riportare in maniera puntuale in quest'Aula, andando a ripercorrere le filiere, anche con riferimento alle responsabilità di una maggioranza politica, ribadisco, del Governo Conte, che ha portato a questo sfacelo.

Di che cosa parliamo? Parliamo di sanzioni, lo ribadisco, rispetto alle filiere produttiva alimentare e distributiva, che sono strategiche per la nostra Nazione. Non ve lo devo ricordare: i prodotti italiani hanno nel marchio, nella qualità, in tutte quelle declinazioni - DOP, IGP - che sono testimonianza non solo di qualità, ma di una storia e di una tradizione dei nostri alimenti, la ragion d'essere. Evidentemente, l'assenza di una disciplina sanzionatoria nei confronti degli stessi arreca un danno alla nostra economia, alla nostra economia alimentare che, lo abbiamo ricordato più volte in quest'Aula, è per noi fondamentale.

Ora, non voglio alimentare un dibattito nei confronti della collega di Italia Viva, ma mi dispiace che le sue notazioni siano venute dopo il dibattito parlamentare, perché, lo voglio ricordare a me stesso e agli altri, in dichiarazione di voto si traggono le conclusioni del dibattito d'Aula.

Le sue notazioni, giuste o non giuste, condivisibili o non condivisibili - per noi non sono condivisibili, perché quegli atti parlamentari prodotti da Fratelli d'Italia miravano unicamente a difendere il prodotto italiano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e solo così li possiamo interpretare - le avrebbe dovute rendere durante il dibattito d'Aula, quando ci poteva essere un confronto serrato, che avrebbe portato sicuramente a cose positive. Cosa che non è stata, lo voglio ricordare. Fratelli d'Italia ha prodotto una serie di emendamenti, che mi piace ricordare per sommi capi, e l'ha fatto in assoluto silenzio e senza la partecipazione di alcuno di quest'Aula. Voglio ricordare, Fratelli d'Italia cerca di fare l'opposizione; all'opposizione compete produrre, stimolare, emendare, ma la maggioranza - non voglio dare lezioni di ciò che dovrebbe essere una maggioranza - dovrebbe recepire, confrontarsi, dirci il perché abbiamo detto cose sbagliate o cose giuste (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e, quindi, votare a favore o votare contro. Avete semplicemente votato contro senza giustificare e perdendo, a nostro avviso, l'occasione, non di esercizio democratico, ma di confronto per la nostra Nazione, perché, lo ripeto, da un lato, parliamo di produzioni strategiche per la nostra Nazione - e voglio ricordare che l'agricoltura e la farmaceutica sono stati gli unici due asset economici della nostra Nazione anticiclici, ovvero, durante la crisi ante-COVID, nei dieci anni precedenti, hanno segnato un segno più -, ma la cosa fondamentale è che ciò che mangiamo è la nostra salute.

Non voglio fare lezioni di tossicologia, non ne avrei nemmeno la capacità, però voglio portarvi alcune notazioni. Nel ciclo di vita di ognuno di noi, un uomo, mediamente, ingurgita 60 tonnellate di alimenti. È di tutta evidenza che, se questi alimenti sono contaminati, hanno principi cancerogeni, presentano all'interno tossine, provocano non solo danni alla nostra salute - bene primario rispetto al quale la politica dovrebbe asseverare e sforzarsi di ossequiare -, ma, a cascata, anche di carattere economico e sociale, quindi, la nostra attenzione deve essere massima. In tossicologia, ciò che viene assunto quotidianamente, quindi cronicamente, presenta danni ben maggiori rispetto alla fase acuta, ossia quando una persona si intossica una volta nella propria vita con un unico agente intossicante. Per questo, l'attenzione rispetto a questo provvedimento doveva e deve essere puntuale.

Noi che cosa abbiamo proposto? Abbiamo proposto di innalzare la disciplina sanzionatoria rispetto a tutto ciò che poteva arrecare danno al nostro prodotto tradizionale alimentare e, a cascata, anche alla nostra salute. Quindi, abbiamo chiesto di aumentare le restrizioni, le sanzioni, ma non nei confronti di chi produce questi alimenti, di chi li confeziona e li distribuisce, ma nei confronti di quell'aggressione che subiamo a livello internazionale e, segnatamente, dalla Cina rispetto alla falsificazione anche dei nostri prodotti alimentari (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Per questo siamo fortemente dispiaciuti del fatto che i nostri emendamenti non siano stati accettati.

Parallelamente a questi emendamenti di carattere sanzionatorio, siamo scesi anche nel merito. Il gruppo di Fratelli d'Italia, a prima firma mia, della collega Bellucci, ha presentato emendamenti, per esempio, per introdurre il tecnologo alimentare. Chi è il tecnologo alimentare? È un laureato, è una persona che ha seguito scienze delle tecnologie alimentari, un corso di laurea delle nostre università. Qui apro e chiudo una parentesi veloce: non possiamo chiedere ai nostri giovani di laurearsi, di studiare, se, poi, nelle competenze precipue legate alle lauree che poi conseguono, non c'è sbocco (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Allora, ad un tecnologo alimentare dobbiamo dare la possibilità di affiancare i dipartimenti di prevenzione, che, voglio ricordarlo, sono quelle unità operative del nostro Sistema sanitario nazionale, composte da medici, da medici di medicina generale, da tecnici della prevenzione, che servono proprio a controllare la filiera distributiva e la qualità dei nostri alimenti.

Allora, se non immaginiamo di affiancare queste persone nel controllo della bontà, quindi dell'assenza di contaminazione dei nostri prodotti, che utilizzi avranno queste lauree brevi che facciamo conseguire? Per quanto riguarda i laboratori di gestione della qualità nei processi produttivi, abbiamo chiesto che vengano istituiti con questi professionisti per controllare e certificare la qualità. Anche in questo caso, non si capisce il “no”, ma non è un “no” che scaturisce da un dibattito d'Aula, lo voglio ricordare, è un “no” a prescindere, in maniera preclusiva nei confronti di una forza patriottica, qual è quella di Fratelli d'Italia, che si sforza, fino in fondo, di portare in quest'Aula il proprio contributo di qualità, di profondità, di cultura tradizionale e scientifica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e che, purtroppo, non viene messo nelle condizioni di poterlo fare. Per questo, pur credendo nella bontà di questo progetto, ci asterremo: è un'astensione costruttiva, che arriva dopo una giornata intera di produzione e discussioni di emendamenti. Lo facciamo in maniera convinta, soprattutto e unicamente per gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cristina. Ne ha facoltà.

MIRELLA CRISTINA (FI). Grazie, Presidente, onorevoli colleghi, l'industria alimentare italiana di cibi, sia di produzione che di trasformazione, è tra le migliori sul mercato internazionale; l'attenzione verso questo settore è essenziale, in considerazione dell'importanza che tale industria manifatturiera riveste nel nostro sistema economico e sociale. L'Italia è, infatti, il Paese dove si sono creati prodotti diventati oggi nostro patrimonio, conosciuto e rispettato da tutto il mondo: il made in Italy agroalimentare. Non possiamo far venir meno la leadership raggiunta a livello internazionale e dobbiamo mantenere altissimo lo standard di sicurezza dei nostri prodotti alimentari. Non dimentichiamo che la sicurezza alimentare ha caratteristiche di bene pubblico: occorre garantire livelli di sicurezza a beneficio del consumatore e della salute pubblica. In tale direzione, va la corretta tracciabilità e rintracciabilità dei prodotti e delle materie prime da cui derivano; la corretta tracciabilità è pilastro delle politiche di sicurezza alimentare, concepita per rendere trasparente la scelta dei cibi, in considerazione anche del fatto che vediamo crescere nei consumatori sempre più alte aspettative, oltre a quanto è espressamente previsto dalla stessa legge. Il controllo ufficiale degli alimenti e delle bevande ha la finalità di verificare e garantire la conformità dei prodotti alle disposizioni dirette a prevenire i rischi per la salute pubblica, di proteggere gli interessi dei consumatori ed assicurare la lealtà delle transizioni. Si tratta di un controllo che riguarda i prodotti italiani o di altra provenienza, destinati ad essere commercializzati sul territorio nazionale oppure destinati ad altro Stato dell'Unione europea o anche esportati in uno Stato terzo. Lo scopo del controllo è quello di fornire ai consumatori informazioni accurate sui prodotti e di garantire la circolazione di alimenti sicuri, grazie alla possibilità di ricostruire l'intero percorso degli alimenti per poter ritirare tempestivamente, se del caso, quelli a rischio. Il complesso sistema dei controlli si svolge su tutte le fasi della produzione, della trasformazione, della distribuzione, del magazzinaggio, del trasporto, del commercio e della somministrazione. Esso consiste in una o più delle seguenti operazioni: ispezione, prelievo dei campioni, analisi di laboratorio dei campioni prelevati, controllo dell'igiene del personale addetto, esame del materiale e dei documenti di vario genere ed esame dei sistemi di verifica adottati dall'impresa e dei relativi risultati.

A fronte dell'articolato sistema dei controlli, vi è un plesso sanzionatorio, finalizzato a dotare della necessaria coercibilità le disposizioni contenute nel regolamento (CE) n. 178/2002 recante obblighi direttamente applicabili nei confronti degli operatori della filiera alimentare. Purtroppo, il decreto legislativo 2 febbraio 2021, n. 27, di adeguamento della normativa nazionale al regolamento europeo n. 625/2017, attraverso il suo articolo 18, abrogava del tutto inspiegabilmente diversi illeciti a tutela dell'igiene e della salubrità degli alimenti. Se è vero che il regolamento comunitario da attuare lasciava liberi gli Stati membri di approntare la tutela più efficace, inclusa quindi quella penale, è anche vero che la scelta operata con il decreto legislativo n. 27 del 2021 era in controtendenza rispetto all'attenzione posta sul tema sia dagli esperti che dall'opinione pubblica, attenzione rivolta anziché a depenalizzare, piuttosto ad inasprire le sanzioni penali e ad introdurre nuove fattispecie delittuose per contrastare meglio, punire e comunque disincentivare le violazioni. Il decreto n. 42 oggi in esame per la conversione è finalizzato ad evitare che rilevanti settori, relativi alla produzione e alla vendita delle sostanze alimentari e bevande, restino privi di tutela sanzionatoria penale e amministrativa, esponendo così a gravi rischi alcuni settori importanti per la salute dei consumatori. Forza Italia apprezza anzitutto l'attenzione che questo Governo, seppure travolto dalla complessa gestione di una crisi sistemica senza precedenti, conseguente alla pandemia del COVID-19, ha avuto per un settore importante, quale quello della salute dei cittadini consumatori, e apprezziamo soprattutto l'azione immediata e urgente che ha posto in essere il Governo, approvando e pubblicando in Gazzetta Ufficiale il 24 marzo 2021 il decreto-legge n. 42 del 2021, entrato in vigore il giorno 25 marzo seguente; ciò, allo scopo di evitare l'entrata in vigore delle disposizioni abrogatrici dei reati sanzionati dalla legge del 30 aprile del 1962, la n. 283, sulla disciplina igienica e per la sicurezza alimentare. Molti dei reati annoverati dalla legge n. 283 sarebbero stati dunque depenalizzati. Il Governo, intervenendo così prima dell'entrata in vigore delle disposizioni abrogatrici dell'intera disciplina penale sanzionatoria in materia alimentare, ha assicurato anche una perfetta continuità normativa senza permettere all'articolo 18 del decreto legislativo n. 27 del 2021 di entrare in vigore. E' un'azione giuridicamente innovativa, subito attenzionata dalla Corte di cassazione, tant'è che l'Ufficio del massimario della Suprema Corte ha infatti pubblicato la relazione n. 16 del 2021 intitolata: “Relazione su novità normativa”, con la quale il legislatore ha impedito l'abrogazione dei reati agroalimentari che si sarebbe verificata il 26 marzo del 2021 per effetto dell'entrata in vigore del decreto legislativo n. 27 del 2021. Alla pronta risposta dell'Esecutivo, che ribadiamo ha ripristinato senza soluzione di continuità la principale base normativa per la prevenzione e la repressione penale degli illeciti nella specifica materia alimentare, costituita dall'articolo 5 della legge n. 283 del 1962, è seguito un proficuo lavoro in sinergia tra le diverse forze politiche nelle due Commissioni permanenti di competenza, lavoro che ha consentito a questo provvedimento di arrivare il più velocemente possibile in Aula. Dunque oggi poniamo rimedio al problema di non poco conto, contenuto nel decreto n. 27 del 2021, andando a proteggere il consumatore da chi produce, privando gli alimenti dei propri elementi nutritivi, mescolandoli con sostanze di qualità inferiore o trattandoli in modo da modificarne la composizione naturale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Proteggiamo il consumatore da alimenti aventi cariche microbiche superiori ai limiti stabiliti dalle leggi, dagli alimenti in cattivo stato di conservazione, da quelli che presentano aggiunte di additivi chimici non autorizzati e da elementi che presentano residui di sostanze fitotossiche, nell'auspicio che questo sia soltanto uno di molti altri esempi di attenzione delle istituzioni per la tutela di molteplici interessi dei cittadini, troppo spesso trascurati ovvero affrontati con vuoti proclami. Per tutti i motivi, sin qui esposti, annuncio il voto favorevole del gruppo di Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Grazie, Presidente. Come è stato ricordato dai colleghi che mi hanno preceduto, questo disegno di legge di conversione di un decreto ha ad oggetto una questione, direi, piuttosto limitata, cioè ha ad oggetto il ripristino di fattispecie sanzionatorie, sia di natura penale contravvenzionale sia di natura amministrativa, che sono state oggetto di abrogazione da parte di un decreto legislativo emanato pochi mesi fa sulla scorta di un principio di delega che era stato introdotto dalla legge di delegazione europea del 2019, che invitava a intervenire sulla normativa afferente alla sicurezza agroalimentare, tra l'altro dicendo che tra questi principi c'era quello dell'abrogazione espressa delle norme nazionali incompatibili e il coordinamento e il riordino di quelle residue. Questo decreto legislativo, emanato, appunto, pochi mesi fa, ha provveduto a dare attuazione a questo principio di delega, ma introducendo norme che, di fatto, abrogavano quelle previste dalla legge pluricitata del 1962 e dal regolamento successivo del 1980, che in realtà disciplinava esattamente tutte quelle fattispecie di natura sanzionatoria che servono a tutelare il consumatore dalla sofisticazione e alterazione degli alimenti e delle bevande, e quindi norme ovviamente poste a presidio e a tutela di una delle cose che sono più oggetto di attenzione da parte dei consumatori.

Questa abrogazione esplicita creava un grande problema sul piano dell'ordinamento giuridico del nostro Paese e il decreto che oggi dobbiamo convertire con il disegno di legge di conversione punta esattamente a reintrodurre quelle norme che furono abrogate dal decreto legislativo figlio della legge delega autorizzativa, e che purtuttavia interveniva anche probabilmente con un eccesso di delega, se è vero come è vero che, come è stato anche ricordato in alcuni interventi nel corso della discussione e anche nel corso delle dichiarazioni finali di voto, la stessa Corte di cassazione ha ribadito che, in realtà, quel principio di delega che invitava il Governo a intervenire con l'abrogazione espressa delle norme nazionali incompatibili e con il coordinamento e il riordino di quelle residue non comportava la necessità di intervenire con l'abrogazione di quelle norme in quanto quelle norme, le norme che prevedono contravvenzioni, sanzioni amministrative per quelle fattispecie di alterazione e sofisticazione alimentare, non avevano alcun problema di incoerenza con la disciplina europea, con il regolamento europeo del 2017 richiamato dalla legge delega, e quindi era un'abrogazione che non aveva alcuna ragione d'essere.

Questo decreto, quindi, ripristina la completezza della disciplina sanzionatoria che riguarda attività così rilevanti a tutela del consumatore, e quindi ha una portata molto limitata. Può essere che questa scelta da parte del Governo di dare un'attuazione a quel principio di delega in questo modo fosse anche, in qualche modo, originata da una circostanza che non è stata ricordata e che penso che, invece, valga la pena di sottolineare, e cioè il fatto che una parziale depenalizzazione della materia della sicurezza alimentare, effettuata anche attraverso un'abrogazione parziale della legge del 1962 e delle norme che oggi noi ripristiniamo, e anche la contestuale previsione, peraltro, di sanzioni amministrative che andassero a sostituire quelle contravvenzioni, questa richiesta era prevista nell'intesa raggiunta in sede di Conferenza Stato-regioni il 3 dicembre 2020. In altri termini, non più tardi di qualche mese prima che il Governo attuasse quel principio di delega con quel decreto legislativo, la stessa Conferenza Stato-regioni, quindi un organo istituzionale certamente rilevante, certamente non partigiano dal punto di vista politico, aveva chiesto esattamente che si andasse in quella direzione.

Detto questo, è certamente opportuno ripristinare oggi questa disciplina, che era stata abrogata interamente, senza nascondersi il fatto che, come è emerso nella discussione parlamentare e anche nelle dichiarazioni di voto, è forse opportuno in altra sede, certamente non in sede, permettetemi, di conversione di un decreto-legge, perché i tempi sono limitati, e questa non è quindi la sede in cui si può pensare di intervenire in maniera organica, ma occorre trovare invece una sede legislativa adeguata per discutere e per poter affrontare in maniera organica il tema complessivo del riordino della disciplina sanzionatoria che riguarda una tematica così rilevante. Questo tema è stato posto ed è un tema sul quale certamente è opportuno misurarsi, perché è vero che questa disciplina sanzionatoria è molto risalente nel tempo. Non credo o non sono sicuro, ma questo è oggetto di una discussione che andrà fatta, che il semplice innalzamento delle pene sia sufficiente a garantire una maggiore tutela ai consumatori; non sono sicuro perché noi sappiamo che l'effetto deterrente dell'innalzamento delle pene non sempre raggiunge i suoi scopi. Penso che, invece, bisogna probabilmente intervenire con strumenti più moderni di tutela anche rispetto a fattispecie di questa natura. Uno degli strumenti moderni di tutela - e trovo abbastanza curioso che sia stato, invece, in qualche modo stigmatizzato nella discussione che c'è stata in Aula da parte di Fratelli d'Italia - che ritengo opportuno è quello, per esempio, previsto anche in questa legge di conversione del decreto, in cui si interviene sullo strumento della diffida, ossia, laddove, come dice la norma, la contravvenzione colpisca violazioni che consistono in errori e omissioni formali che comportano una mera operazione di regolarizzazione, ovvero violazioni le cui conseguenze dannose o pericolose sono eliminabili, bene, in questo caso è possibile sottrarsi alla sanzione attraverso la regolarizzazione o l'eliminazione delle conseguenze dannose, laddove si tratti della prima volta che si incorre in queste violazioni. Penso che questa sia la direzione di strada giusta anche per quanto riguarda la sicurezza agroalimentare, se vogliamo che lo strumento della sanzione penale consegua gli effetti che noi riteniamo opportuni, cioè quelli di garantire meglio la tutela del consumatore; e non è tanto solo la sanzione, ma è, invece, l'obbligo di ripristino, l'obbligo di eliminazione delle conseguenze dannose, perché quello è il modo migliore per tutelare il consumatore.

Questo decreto interviene anche su questa norma, per migliorarla, per cercare di darle più efficacia, e noi riteniamo che questo sia uno strumento che va nella direzione giusta. Così come occasione di discussione più approfondita, senza i tempi compressi che sono conseguenti alla conversione di un decreto-legge e che rendono inopportuno affrontare questi temi in questa sede, un'occasione di confronto costruttivo e, penso, utile sarà quella della discussione della legge sui reati agroalimentari, che interviene anche in parte sulla legge del 1962, che mira a introdurre nuove fattispecie di reato e di delitti anche nel codice penale, laddove si tratti di comportamenti che hanno causato un danno molto grande. Penso che anche quella sia una sede in cui si può discutere e la sede opportuna per discutere di un riordino complessivo di una disciplina che probabilmente merita una riflessione più approfondita. Noi, pertanto, voteremo favorevolmente, naturalmente, alla conversione di questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Paolini. Ne ha facoltà.

LUCA RODOLFO PAOLINI (LEGA). Presidente, onorevoli colleghi, ho appena ascoltato l'onorevole Bazoli che, con notevole abilità, ha parlato di molto ma non ha parlato del fatto più strano di tutta questa vicenda. Sul contenuto del decreto non mi soffermo, perché l'hanno già illustrato gli altri colleghi in modo compiuto, né mi soffermo su quello che sarà il voto della Lega, che sarà evidentemente favorevole. Quello che invece mi preme far notare all'Assemblea e, quindi, ai cittadini sono le stranissime, per non dire uniche, modalità con cui il Governo Conte, in un momento in cui era già stato silurato dalla defezione dei Ministri del senatore Renzi, ha fatto una cosa che, a detta della Cassazione e a detta di tutta la dottrina e la giurisprudenza, è abbastanza anomala, per non dire unica: ha introdotto in modo positivo nell'ordinamento italiano, quindi ha recepito un regolamento europeo che riordina, nella materia oggetto del decreto odierno, la normativa e toglie molti dubbi interpretativi, abrogando venti norme diverse, tra decreti-legge, leggi, decreti, regi decreti e singoli articoli, e portando chiarezza e organizzazione della materia. Però, in modo assolutamente inconcepibile e incredibile, abroga anche la legge base, che prevedeva delle sanzioni per chi queste norme violasse o violerà nel futuro. In altri termini, è come se uno scrivesse un codice penale in cui descrive compiutamente tutte le fattispecie criminali ma poi dimentica di dire che cosa succede se uno le viola. Facciamo attenzione alle date: il decreto legislativo è del 2 febbraio 2021. Viene quindi emanato dal Governo quando già era sfiduciato, perché ricordiamoci che i Ministri di Renzi, la Bellanova e l'altra collega, la Bonetti, si dimettono il 29 gennaio. Quindi, in quel momento, la Bellanova non era più Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali e Conte assumeva ad interim anche questo incarico. Quindi, il decreto viene emesso il 2 febbraio ma già dal 29 gennaio c'era una crisi di Governo. Che cosa significa? Significa che, dopo un tentativo di rimanere in sella, il Governo Conte cade e il 13 febbraio 2021 si insedia il Governo Draghi. Il decreto legislativo che prevede l'abrogazione in toto della legge che contiene le sanzioni per le violazioni in questa materia continua il suo iter. Arriva quindi alla Gazzetta Ufficiale, dove viene pubblicato l'11 marzo, cioè 37 giorni dopo l'emanazione e quando già c'è in carica un altro Governo. La cosa singolare è che, se il nuovo Governo non si fosse accorto dell'incredibile svarione dell'abrogazione dell'articolo 18, noi avremmo avuto un effetto depenalizzante, una vera e propria amnistia erga omnes nel settore specifico di dimensioni che non ho trovato dove sono quantificate ma che, comunque, sicuramente avrebbe interessato alcune migliaia di casi. In altri termini, come è noto, quando una norma incriminatrice viene abrogata, in diritto penale, gli effetti abrogativi retroagiscono, determinando la automatica assoluzione o meglio la pronuncia di non luogo a procedere perché nel frattempo non c'è stata incriminazione. Quindi, assoluzione senza rinvio, se siamo in Cassazione, oppure, se siamo davanti a una corte territoriale, assoluzione perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato per tutti quelli che, negli anni precedenti, senza limiti hanno violato le norme alimentari. Se la vogliamo chiamare amnistia camuffata, la possiamo chiamare amnistia camuffata, seppure settoriale. La cosa incredibile - bene ha fatto il Governo Draghi a rilevarla - sulla quale non ho sentito una parola, ad esempio, del MoVimento 5 Stelle - mi auguro che la dicano dopo - è che il Presidente del Consiglio, sicuramente molto vicino, e il Ministro della Giustizia Bonafede, che era anche il Guardasigilli, quindi quello che ha posto l'imprimatur sulla legge così promulgata…

PRESIDENTE. Onorevole Paolini, mi scusi, se può mettere la mascherina meglio...

LUCA RODOLFO PAOLINI (LEGA). Scusi, Presidente, mi è scivolata.

Dicevo che il Guardasigilli nulla aveva obiettato di fronte a questa abrogazione tacita. Dice: non lo sapevo. Eh no! Invece, doveva saperlo perché la Corte di cassazione - esattamente l'ufficio del massimario - è subito intervenuta, addirittura pochi giorni dopo la promulgazione, cinque o sei giorni dopo, con una relazione, la n. 1321, cui è seguita la n. 1721, stigmatizzando questa cosa e dicendo: caro Governo, guarda che così tu determini non solo un vulnus nell'impianto sanzionatorio, per cui innovi ma poi ti dimentichi di dire che cosa succede a chi viola le norme, ma soprattutto operi in eccesso di delega. Riallacciandomi all'intervento del collega Bazoli, non è esattamente così come diceva perché l'Europa ci ha chiesto, sì, di eliminare e/o omogeneizzare le normative interne contraddittorie rispetto a quella che era la nuova normativa europea ma non ci ha mai detto e non ci ha mai chiesto - ed è logico - di abolire le sanzioni.

Ma chi lo dice questo? È una tua opinione? No! Perché il Governo Conte, nel silenzio totale - ripeto - di chi l'ha votato, si è ben guardato dal sottolineare questa cosa, che invece ha colpito tutti, non solo la Cassazione, che ci ha dedicato ben due relazioni, ma addirittura anche tutti gli studiosi specialisti del sistema, che non sono Fedez ma sono persone che le norme conoscono. Leggo casualmente che Gianfranco Amendola, senza mezzi termini, parla di assurda abrogazione della “legge Alimenti”: sguarnito il fronte della tutela della salute dei cittadini e del contrasto alle frodi alimentari. Questo è stato fatto! E tutti quelli che hanno un processo in corso, sarebbe stati automaticamente assolti. Su questo non ho sentito una parola da nessuno! Sempre Gianfranco Amendola, nello stesso articolo, dice che si tratta di un intervento anonimo ed anomalo, perché interviene quando già il Governo Conte è sostanzialmente fuori combattimento o gravemente silurato da Renzi. Quindi, non si capisce bene chi abbia avuto interesse o lo abbia voluto surrettiziamente. La famosa manina, che a volte esiste, come è noto: nessuno sa dove sia ma è come l'araba fenice, che ci sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa. Perché abrogare una norma del genere, togliere ogni sanzione appare veramente inconcepibile. Francesco Diamanti addirittura parla di “sortilegio di von Kirchmann: abrogati nottetempo i reati alimentari della legge n. 283 del 1962. Non ci troviamo di fronte ad un'abrogazione qualsiasi: è radicale, è rivoluzionaria, è inaspettata, è sbagliata. Ma, ancora, Mazzanti su Giurisprudenza penale, Natalini su il Sole 24 e Pisanello, che addirittura in modo ironico parla di sessanta anni di legislazione penale alimentare cestinati senza neppure un epitaffio, come il più anonimo decreto ministeriale, soprattutto senza una seria analisi di impatto.

Potrei continuare sul tema, ma vado a concludere, perché credo sia chiaro qual è il mio pensiero. Però, lo faccio con un invito al Governo Draghi, che accerti come è stato possibile che una norma del genere venisse promulgata. Le ipotesi sono: o Conte l'ha voluta scientemente, e non si capisce quale interesse abbia avuto, tanto più che era già in via, diciamo, di pensionamento; o gli uffici hanno fatto un errore clamoroso e, allora, il Governo dovrà accertare chi e perché ha inserito quella norma; o la famosa manina l'ha inserita surrettiziamente e dobbiamo scoprire chi è stato; oppure io credo che ci sia stato un errore di valutazione incredibile, al quale il decreto odierno pone rimedio, evidentemente. Benemerito il Governo Draghi che fa questo, benemerita la dottoressa Cartabia, che, essendo giudice costituzionale, probabilmente ha rilevato immediatamente la gravità di quello che già la Corte di Cassazione segnalava. Quindi, la Lega voterà favorevolmente a questo decreto, per le ragioni che ho appena esposto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Sarno. Ne ha facoltà.

GIANFRANCO DI SARNO (M5S). Grazie Presidente, onorevoli colleghi, il provvedimento che siamo chiamati a votare in materia di sicurezza alimentare riguarda un tema estremamente importante ed attuale per l'intera collettività, soprattutto in considerazione dell'esigenza di garantire la salubrità dei prodotti e la tracciabilità degli stessi. L'intervento normativo si rende necessario al fine di impedire l'abrogazione delle contravvenzioni e dei principali illeciti amministrativi previsti dalla disciplina di settore. Il decreto-legge che ci accingiamo a votare rappresenta proprio uno di quegli strumenti, attraverso la predisposizione di un sistema sanzionatorio, penale ed amministrativo nei settori relativi alla produzione e alla vendita delle sostanze alimentari e delle bevande. La Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e la nostra Carta costituzionale annoverano proprio la salute tra i diritti fondamentali riconosciuti dall'individuo, per cui il compito degli Stati è quello di assicurare il benessere dei consociati, con particolare riguardo proprio all'alimentazione. Proprio l'alimentazione si inserisce a pieno titolo tra i presupposti ineludibili per lo sviluppo della persona, costituendo la condizione base del diritto alla buona salute, sempre più sentito dai consumatori, che manifestano un crescente bisogno di informazione sugli alimenti. Negli ultimi anni, una serie di eventi particolarmente negativi ha determinato una vera e propria crisi di fiducia nel settore alimentare, con seri danni anche per l'economia, tanto da indurre l'Unione europea ad adottare protocolli sulla sicurezza degli alimenti, tali da consentire l'attestazione della qualità igienico-sanitaria dei prodotti. La necessità di un intervento legislativo, che dia una risposta concreta e seria a tali problematiche, costituisce una prerogativa irrinunciabile del MoVimento 5 Stelle, al fine di scongiurare i rischi per la salute degli acquirenti e di inibire la diffusione di possibili frodi commerciali.

Presidente, il cibo, come sappiamo, rappresenta la nostra identità, la nostra cultura, soprattutto per l'Italia, conosciuta in tutto il mondo per le sue eccellenze agroalimentari (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Le nostre eccellenze vanno salvaguardate attraverso un controllo dei prodotti della filiera nazionale e di quelli provenienti dall'estero ed importati nel mercato interno. Condividiamo a pieno titolo l'inserimento nel decreto-legge delle disposizioni che prevedono l'applicazione di sanzioni pecuniarie in caso di violazioni agroalimentari e di illeciti amministrativi, unitamente alla possibilità di adottare sanzioni interdittive per le attività che mettono in pericolo la salute dei consumatori e degli utenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

È evidente che il pacchetto di misure che ci accingiamo a votare riveste un'importanza cruciale per il nostro Paese, affinché venga ripristinata la normativa penale e amministrativa in materia di sicurezza alimentare, evitando la commercializzazione di prodotti che possono essere dannosi per la nostra salute e quella delle nostre famiglie. Grazie a tale provvedimento, saremo più efficienti nella lotta alla contraffazione e alle frodi alimentari, poiché saranno forniti all'autorità giudiziaria dei validi strumenti per la repressione degli illeciti, in grado di assolvere ad una funzione repressiva e deterrente. La normativa, così come costruita, rappresenta una risposta efficace ed appropriata ai bisogni dei consumatori e per la tutela degli stessi produttori, che scrupolosamente osservano le norme in materia di sicurezza alimentare. Presidente, mai come in questo momento abbiamo la consapevolezza di quanto sia importante tutelare e proteggere la salute dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e contemporaneamente salvaguardare e stimolare il nostro made in Italy, amato in tutto il mondo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questo provvedimento va proprio in questa direzione ed il MoVimento 5 Stelle voterà convintamente a favore di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 2972-A​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Conte. Ne ha facoltà.

FEDERICO CONTE, Relatore per la II Commissione. Grazie Presidente, soltanto per rivolgere un ringraziamento agli uffici che ci hanno consentito in così breve tempo di comporre questo provvedimento, che aveva anche delle difficoltà tecniche di coordinamento ipertestuale. Grazie al supporto ricevuto siamo riusciti a svolgerlo in maniera efficiente e sintetica.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2972-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2972-A: "Conversione in legge del decreto-legge 22 marzo 2021, n. 42, recante misure urgenti sulla disciplina sanzionatoria in materia di sicurezza alimentare".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 20).

Inversione dell'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Presidente, per chiedere l'inversione dell'ordine del giorno, nel senso di passare direttamente all'argomento n. 5 all'ordine del giorno, che reca la discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, relativa all'ex deputato Fabio Porta, e di rinviare alla parte antimeridiana della seduta di domani sia l'argomento n. 3, sia l'argomento n. 4, previsti all'ordine del giorno di oggi.

PRESIDENTE. Se sulla richiesta avanzata dall'onorevole Foti - nel senso di: a) invertire l'ordine del giorno, al fine di passare direttamente all'argomento n. 5 all'ordine del giorno, che reca la discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta di insindacabilità relativa all'ex deputato Fabio Porta; b) rinviare alla parte antimeridiana della seduta di domani sia l'argomento n. 3, recante il seguito della discussione delle mozioni sul rilancio economico e produttivo della Nazione, sia l'argomento n. 4, che reca il seguito della discussione delle mozioni sul superamento delle barriere architettoniche - non vi sono obiezioni, la stessa si intende accolta dall'Assemblea. Non vedo segnali contrari.

( C osì rimane stabilito ) .

Alla luce di tale intesa, preciso che passeremo dunque ora alla discussione della relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta di insindacabilità, relativa all'ex deputato Fabio Porta e, a partire dalle ore 16 di oggi, al seguito della discussione delle mozioni in materia di inadempienza bancaria e quindi al seguito della discussione delle mozioni in materia di cure palliative. Si intende rinviato alla seduta di domani, a partire dalle ore 9,30, sia il seguito della discussione delle mozioni sul rilancio economico e produttivo della Nazione, sia il seguito della discussione delle mozioni sul superamento delle barriere architettoniche.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Verini. Ne ha facoltà.

WALTER VERINI (PD). Grazie, Presidente. Per chiedere che il Parlamento trovi un momento nei suoi lavori per rendere omaggio e soprattutto vicinanza e solidarietà all'imprenditore siciliano, Giuseppe Condorelli, che ha avuto il coraggio di denunciare la mafia, che gli chiedeva il pizzo. Grazie al suo coraggio un clan mafioso e molti protagonisti di questa azione criminale sono stati assicurati alla giustizia (Generali applausi - L'Assemblea e i membri del Governo si levano in piedi).

PRESIDENTE. Onorevole Sensi, non riprenda per piacere.

WALTER VERINI (PD). Chiudo dicendo, Presidente, che le mafie si sconfiggono con l'impegno delle istituzioni, delle Forze dell'ordine, della sicurezza, ma anche della società e insieme sono convinto - siamo convinti - che l'Italia ce la potrà fare. Oggi mi sono permesso, con i deputati del Partito Democratico, di far vedere questi prodotti di questa azienda coraggiosa, perché oggi tutti noi siamo Condorelli (Applausi).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Verini, anche per le sue parole. Se l'onorevole Pettazzi prende posto al Comitato dei nove, possiamo andare avanti.

Discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti di Fabio Porta (deputato all'epoca dei fatti) (Doc. IV-ter, n. 15-A) (ore 12,25).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni su una richiesta di deliberazione in materia d'insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti di Fabio Porta, deputato all'epoca dei fatti (Doc. IV-ter, n. 15-A).

La Giunta propone di dichiarare che i fatti per i quali è in corso il procedimento concernono opinioni espresse da Fabio Porta nell'esercizio delle sue funzioni, ai sensi del primo comma dell'articolo 68 della Costituzione.

(Discussione - Doc. IV-ter, n. 15-A)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione.

Ha facoltà di parlare il relatore, l'onorevole Lino Pettazzi.

LINO PETTAZZI , Relatore. Grazie, Presidente. La Giunta per le autorizzazioni riferisce su una richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito del procedimento penale nei confronti di Fabio Porta, deputato all'epoca dei fatti, pervenuto alla Camera il 30 agosto 2018. La Giunta ha dedicato all'esame della questione le sedute del 22 dicembre 2020 e del 13 gennaio, 23 febbraio e 9 marzo 2021. Il procedimento penale pendente presso il tribunale di Roma è originato dalla denuncia-querela sporta in data 11 aprile 2018 da Esteban Juan Caselli, senatore della XVI legislatura, per il reato di diffamazione aggravata, ex articolo 595, comma terzo, del codice penale. La denuncia discende da un'intervista rilasciata dall'onorevole Fabio Porta alla testata giornalistica Italia chiama Italia.it, pubblicata l'11 marzo 2018. Nell'intervista, l'onorevole Porta, del PD, denunciava asserite anomalie nei voti della lista USEI in alcuni seggi di Buenos Aires, in relazione alle quali lo stesso Porta, che ha anche presentato ricorso alla Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato, dichiarava di aver presentato un esposto alla magistratura. Nell'argomentare le ragioni per le quali, a suo avviso, i voti dell'USEI in Argentina presentassero anomalie, essendo passati dai 45 mila voti del 2013 ai 65 mila del 2018, di cui 60 mila nella sola Argentina, l'onorevole Porta affermava che “è una situazione inversa a quella che successe con Caselli, passato da 60 mila a 6 mila voti: in quell'occasione abbiamo avuto la prova dei suoi voti inesistenti”. Nella querela si evidenzia che, già in precedenza, l'onorevole Porta aveva sostenuto che le elezioni politiche all'estero fossero viziate da brogli, che avrebbero coinvolto il querelante, sporgendo anche una denuncia alla magistratura relativamente alle elezioni del 2008, che pare, tuttavia, non avesse avuto esiti significativi.

A tal proposito, si rileva che, nell'intervista dell'11 marzo 2018, di cui si tratta nella denuncia, compare la seguente affermazione dell'onorevole Porta: “Il sospetto è che nel 2008 addirittura fossero stati compiuti atti illegali all'interno del consolato. Su quei fatti indagava la magistratura, ma purtroppo quel processo non è mai stato terminato”. Si segnala infine che, secondo quanto riportato da fonti di informazione, l'ex senatore Caselli già in passato potrebbe aver querelato l'allora deputato in carica Porta per le sue affermazioni relative alle elezioni del 2008. Al riguardo, si segnala tuttavia che non è mai pervenuta alla Giunta delle autorizzazioni, nelle legislature XVI e XVII, alcuna richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità. Nella seduta del 13 gennaio 2021, si è svolta in Giunta l'audizione dell'onorevole Porta, che era stato invitato a fornire i chiarimenti da egli ritenuti opportuni, ai sensi dell'articolo 18 del Regolamento della Camera. Nel suo intervento, l'onorevole Porta ha ribadito che, a suo avviso, nelle elezioni del 2018, vi sarebbero state gravi irregolarità nelle operazioni di voto in tutte le ripartizioni della circoscrizione Estero e, in particolare, nella ripartizione America Meridionale, nella quale egli era candidato al Senato della Repubblica. Su tali vicende, e in particolare su presunti brogli in 32 sezioni elettorali di Buenos Aires, per circa 15 mila voti complessivi, ha dichiarato di aver presentato sia un esposto in sede giudiziaria alla procura della Repubblica presso il tribunale di Roma, sia un ricorso in sede parlamentare, attualmente in discussione alla Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato. Sebbene nel corso dell'audizione non siano stati indicati specifici atti parlamentari da qualificare come atti tipici, riferibili in modo particolare alla vicenda relativa all'ex senatore Caselli nelle elezioni politiche del 2008, l'intervento dell'onorevole Porta conferma quanto già rilevato nella relazione svolta nella seduta della Giunta per le autorizzazioni del 22 dicembre 2020, cioè che nella sua attività parlamentare l'onorevole Porta si è occupato a più riprese delle modalità di svolgimento delle elezioni politiche nella circoscrizione Estero e delle misure idonee a garantirne la regolarità. Tra gli atti dedicati dall'onorevole Porta alla questione della regolarità delle elezioni della circoscrizione Estero si segnalano i seguenti: nella XVI legislatura, dopo le elezioni del 2008, egli fu cofirmatario di una proposta di legge di modifica della legge n. 459 del 2001, recante norme per l'esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani residenti all'estero. Il 3 novembre 2011, nel corso di un dibattito su mozioni, di una delle quali era cofirmatario, l'onorevole Porta intervenne esaminando i problemi concernenti l'organizzazione e la regolarità delle votazioni all'estero e formulando proposte in materia. L'onorevole Porta fu anche tra i firmatari di un ordine del giorno accolto dal Governo nella seduta del 12 luglio 2012 sul corretto svolgimento delle operazioni elettorali all'estero. Oltre alle disfunzioni amministrative e ai problemi legati al mancato allineamento dei dati AIRE e consolari, si sono manifestati incresciosi episodi dei quali si sono interessati la magistratura e la Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato, la quale nel 2008 ha formulato una proposta di annullamento delle elezioni, che ha poi condotto alle dimissioni di un parlamentare all'estero. Anche nella XVII legislatura, nel cui periodo di prorogatio si sono svolti i fatti che ci occupano, il Porta fu cofirmatario di una proposta di legge, la n. 1955, di contenuto analogo a quello della proposta della precedente legislatura, nonché di un'altra proposta, la n. 2413, nella cui relazione si ravvisa la necessità di apportare dei correttivi che assicurino il carattere personale del voto. Si ricorda, infine, che nella corrente legislatura l'onorevole Porta ha presentato ricorso alla Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato, la quale, nella seduta del 20 dicembre 2020, ha ascoltato le risultanze del lavoro svolto a tale data dal comitato di verifica appositamente costituito. Il mandato conferito dalla Giunta del Senato attiene al controllo di verbali delle sezioni elettorali, nonché di schede contenenti i voti validi, le schede bianche, nulle e contestate.

Il comitato ha concluso la verifica delle schede di alcune sezioni e ha riferito alla Giunta che, rispetto a quanto segnalato dall'esposto, ad una prima parziale valutazione, sono emersi la plausibilità ed il fumus delle circostanze di natura patologica lamentate dal candidato Porta con riferimento all'identità di calligrafia che si sarebbe riscontrata nell'espressione dei voti di preferenza. Un componente del comitato ha, inoltre, segnalato che, da notizie apprese informalmente, la procura di Roma avrebbe disposto una perizia calligrafica sulle medesime vicende segnalate nell'esposto presentato dal candidato Porta.

La Giunta ha, quindi, convenuto all'unanimità sulla proposta di audizione del presidente dell'Ufficio centrale per la circoscrizione estero, costituito presso la corte d'appello di Roma; la Giunta ha, inoltre, convenuto all'unanimità di richiedere, per il tramite del Presidente del Senato, alla competente autorità giudiziaria ogni elemento informativo utile in ordine ad esposti presentati dal candidato Porta, al fine di verificare se sono state disposte perizie o ulteriori accertamenti.

Nella seduta del 4 marzo 2021 il presidente della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari ha riferito che “su richiesta della Giunta, la procura della Repubblica presso il tribunale di Roma ha comunicato il 13 gennaio scorso che, a seguito dell'esposto dello stesso soggetto, è stato incardinato un procedimento penale nei confronti di ignoti per il reato di cui all'articolo 100 del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 e che, per effetto delle indagini svolte, è stato conferito incarico a consulente tecnico grafico per l'esame delle schede in sequestro. Secondo quanto comunicato, le operazioni peritali avrebbero avuto inizio il 15 gennaio scorso”.

La Giunta ha, quindi, convenuto di incaricare un proprio componente di effettuare, in un primo momento, un'interlocuzione informale con la procura della Repubblica presso il tribunale di Roma al fine di verificare lo stato e gli eventuali esiti di accertamenti disposti. Ovviamente le vicende di cui si occupa attualmente la Giunta del Senato sono relative alle elezioni del 2018 e non a quelle del 2008, la cui menzione da parte dell'onorevole Porta quale termine di paragone è all'origine della querela dell'ex senatore Caselli.

Alla luce degli elementi sopra esposti, si può conclusivamente ritenere che, quando l'onorevole Porta ha citato le elezioni del 2008 in analogia a quelle del 2018 come esempio di elezioni viziate da irregolarità, egli abbia ripetuto un suo convincimento più volte espresso sia in sede parlamentare sia in altra sede.

Sulla base delle predette argomentazioni, nella seduta del 23 febbraio 2021 il sottoscritto ha formulato la propria proposta nel senso dell'insindacabilità e, nella seduta del 9 marzo 2021, la Giunta ha ritenuto applicabile al caso di specie la prerogativa di cui all'articolo 68, primo comma, della Costituzione e ha conseguentemente deliberato, a larghissima maggioranza, nel senso dell'insindacabilità delle dichiarazioni di Fabio Porta, deputato all'epoca dei fatti.

PRESIDENTE. Non essendovi iscritti a parlare, dichiaro chiusa la discussione.

(Dichiarazioni di voto - Doc. IV-ter, n. 15-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Conte. Ne ha facoltà

FEDERICO CONTE (LEU). Grazie, Presidente. Annuncio che il gruppo Liberi e Uguali voterà a favore della proposta di insindacabilità riferita al deputato Porta. Mi pare di poter dire, molto sinteticamente, che è un caso in cui è pacifico ed evidente e finanche abbondante il riscontro del dettato della legge n. 140 del 2003 che riferisce l'insindacabilità delle opinioni espresse dai deputati ad attività endocamerali. Infatti, il deputato Porta ha svolto sul tema, per il quale si pretende la sua chiamata in giudizio, una significativa e intensa attività di interrogazione, di interpellanza, di ricorso alla Giunta delle elezioni e, finanche, di proposta di legge. Mi pare, quindi, evidente il collegamento e il nesso funzionale tra l'attività che egli ha svolto all'interno di questa Camera e le opinioni espresse all'esterno, che, per questo, meritano, senza dubbio, di essere protette.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vitiello. Ne ha facoltà.

CATELLO VITIELLO (IV). Grazie, Presidente. Nell'annunciare il voto favorevole, rispetto alla proposta di insindacabilità avanzata dal collega relatore, sembra giusto e doveroso, in questa sede, ribadire un concetto: la Giunta, i membri della Giunta e i componenti della Giunta non sono chiamati a valutare il merito di una vicenda. Non giudichiamo gli atti, le azioni dei parlamentari, quello che debbiamo verificare è se c'è stata un'attività parlamentare a sostegno di quello che si è espresso in pubblica sede e, mai come in questa occasione, il collega Porta possiamo dire che l'ha fatto in tre legislature diverse: in due, perché era protagonista diretto dell'attività, e la terza, perché ha proposto un ricorso rispetto ad un problema che lui sostiene di aver verificato in prima persona. L'attività parlamentare a sostegno di ciò che ha detto c'è, e devo dire, Presidente, che, in questa occasione, c'è stata unanimità all'interno della Giunta; sembrano lontani i tempi in cui si votava la sindacabilità sempre e comunque ad ogni costo; oggi si valuta il fatto specifico, certo ci abbiamo messo oltre metà legislatura per arrivare a questa sintesi del lavoro di Giunta, però oggi andiamo a verificare l'attività del parlamentare, andiamo a tutelare l'attività del parlamentare, sapendo e tenendo ben presente che le direttrici di marcia restano sempre e soltanto continenza e pertinenza, e, in questo caso ci sono, l'abbiamo valutato in Giunta, lo ribadiamo qui in Aula: voteremo a sostegno dell'insindacabilità.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sarro. Ne ha facoltà.

CARLO SARRO (FI). Grazie, Presidente. Anche il gruppo di Forza Italia voterà favorevolmente sulla proposta di insindacabilità, trovando assolutamente condivisibile la relazione che il collega Pettazzi ha predisposto in maniera molto puntuale e analitica e, soprattutto, perché, come è stato ricordato anche negli interventi che mi hanno preceduto, in questo caso abbiamo avuto manifestazioni di attività parlamentare attraverso non solo gli atti tipici, ma, più in generale, in un'accezione anche più ampia della funzione parlamentare, attraverso l'attività di dialettica politica, di denuncia, di critica, di contestazione, che riteniamo sia connaturale alla funzione del parlamentare.

Una precisazione però è doverosa e prende origine - è bene ricordarlo - dalla denuncia presentata da un altro parlamentare, senatore all'epoca dei fatti; con riferimento alle vicende evocate dall'onorevole Porta nei suoi esposti, nei suoi atti parlamentari, riferite alle elezioni del 2018 e alla circostanza che egli richiami ed evochi un'elezione precedente, esattamente la tornata del 2008, che ha poi interessato direttamente il senatore Esteban Caselli, perché lui fu eletto all'esito di quella consultazione, ebbene, le ipotizzate irregolarità e le adombrate irritualità di quella tornata elettorale del 2008 non hanno mai ricevuto alcuna conferma in alcuna sede né parlamentare, né amministrativa, né giudiziaria. Questo per restituire alla verità dei fatti la loro esatta dimensione e, soprattutto, per tutelare l'immagine e la figura del senatore Caselli, che è stato accostato indebitamente, come i fatti si sono incaricati di dimostrare, a pratiche irregolari o illegittime o, peggio ancora, illecite, che non hanno ricevuto mai alcun riscontro ed alcuna conferma.

In ogni caso Forza Italia, in linea con la sua tradizionale posizione di tutela della funzione parlamentare e dell'esercizio del mandato parlamentare, voterà favorevolmente, condividendo l'impianto argomentativo complessivo della relazione e quanto la Giunta ha ulteriormente e diffusamente trattato nel corso della discussione che ha accompagnato l'approvazione della proposta di parere (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Signor Presidente, anche il Partito Democratico voterà favorevolmente sulla relazione proposta dal relatore e dalla Giunta, e lo fa sulla scorta di una condivisione, di una valutazione fatta in Giunta, che, peraltro, ha trovato un riscontro, pressoché unanime, sulla circostanza sulla quale noi, membri della Giunta per l'autorizzazione, siamo chiamati a deliberare tutte le volte che venga in considerazione una richiesta di insindacabilità di opinioni espresse da un membro di questa Camera: mi riferisco alla valutazione se le opinioni espresse, che sono poi oggetto di una querela, siano state manifestate nell'ambito dell'attività tipica svolta da un parlamentare.

Infatti, questo è l'oggetto della tutela delle prerogative che assistono i membri di questa Camera e del Senato. Noi abbiamo fatto una valutazione credo accurata e che in questo caso ci pare anche priva di incertezze, perché è emerso, nel corso dell'istruttoria fatta in Giunta, che il nostro ex collega Porta aveva effettivamente fatto numerosi atti tipici con i quali, sebbene non si riferisse in maniera specifica all'episodio che è oggetto della querela di cui ci stiamo interessando, si era occupato di un argomento, che è l'argomento, appunto, della correttezza, liceità e disciplina della modalità di voto degli italiani all'estero, che è, né più né meno, l'oggetto della contestazione che poi ha portato anche alla querela. Ci sono numerosi atti, c'è una proposta di legge presentata nel corso della XVI legislatura, c'è una mozione, con intervento anche nel corso di quella legislatura, c'è un ordine del giorno nel corso di quella legislatura, c'è una proposta di legge ulteriore, ripresentata nel corso della XVII legislatura, che è quella nell'ambito della quale vennero fatte le dichiarazioni che poi sono state oggetto di querela.

Riteniamo, quindi, che in questo caso francamente ci siano pochi dubbi sul fatto che le affermazioni fatte fuori da quest'Aula dall'ex collega Porta, che hanno portato alla querela siano state effettivamente fatte, ma siano coperte da insindacabilità, perché sono analoghe a quelle che vennero fatte su argomenti di quella categoria e di quell'ambito, nell'ambito appunto di attività tipiche del parlamentare, come sono, ovviamente, quelle della presentazione di proposte di legge, di mozioni e di ordini del giorno.

Quindi, senza alcun dubbio noi condividiamo le conclusioni fatte dal relatore e voteremo in conformità.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bisa. Ne ha facoltà.

INGRID BISA (LEGA). Grazie, Presidente. La questione che ci occupa riguarda appunto il collega Porta e una sua intervista dell'11 marzo 2018. Vengono denunciate delle anomalie di voti e di seggi a Buenos Aires e si riferiscono alle elezioni della XVI legislatura, svolte nel 2008. L'onorevole Porta, come già hanno detto i colleghi che mi hanno preceduto, aveva riferito, già in audizione in Giunta, che continua a occuparsi anche oggi di vicende relative anche alle ultime elezioni e si è sempre occupato, nell'attività parlamentare, delle modalità di svolgimento delle elezioni politiche nella circoscrizione Estero e del rispetto della loro regolarità. Infatti, ci sono degli atti tipici, proposte di legge, mozioni, ordini del giorno, che vanno dal 2008 fino anche all'attuale legislatura, in cui l'onorevole Porta ha presentato un ricorso alla Giunta delle elezioni al Senato per verificare alcuni voti all'estero e la loro regolarità. Quindi, tutte queste attività sono attività endocamerali, che fanno parte, appunto, dell'attività politica del collega Porta, tant'è che in Giunta al Senato hanno anche deciso di audire il presidente dell'ufficio centrale per la circoscrizione Estero, costituito presso la corte d'appello di Roma.

Quindi, il tema dell'esercizio del diritto di voto degli italiani all'estero ha senza dubbio occupato tutta l'attività parlamentare del collega Porta. Dunque, la Lega voterà a favore della relazione proposta dal collega Pettazzi e, quindi, per l'insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Saitta. Ne ha facoltà.

EUGENIO SAITTA (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo in Aula per annunciare anche il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle sulla relazione proposta. In materia di insindacabilità ex articolo 68, l'attività del MoVimento 5 Stelle è sempre stata incentrata su un'attenta disamina dell'attività del parlamentare indagato in relazione alle tematiche per cui lo stesso viene poi querelato.

Nel caso di specie, abbiamo appurato che il parlamentare Porta si è sempre occupato delle irregolarità in materia anche di elezioni nella circoscrizione Estero. Tra l'altro, come è stato già ricordato in precedenza, anche lo stesso parlamentare Porta ha presentato un ricorso in Giunta delle elezioni al Senato. Quindi, tutto questo rientra in un'attività antecedente ai fatti oggetto della querela, che si manifestano, quindi, come una un'attività extramoenia di una pregressa attività parlamentare dello stesso parlamentare Porta. Per questo motivo, a nome del MoVimento 5 Stelle, annuncio il voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazione - Doc. IV-ter, n. 15-A)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta della Giunta di dichiarare che i fatti per i quali è in corso il procedimento di cui al Doc. IV-ter, n. 15-A, concernono opinioni espresse da Fabio Porta nell'esercizio delle sue funzioni, ai sensi del primo comma dell'articolo 68 della Costituzione.

Chi intende esprimersi per la insindacabilità delle opinioni espresse deve votare “sì”, mentre chi intende esprimersi per la sindacabilità deve votare “no”.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 21).

Sospendo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 15 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

La seduta, sospesa alle 12,55, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro della Cultura, la Ministra per le Disabilità, il Ministro dell'Istruzione e il Ministro dello Sviluppo economico.

Invito gli oratori a un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Misure a favore dei lavoratori del comparto dello spettacolo – n. 3-02234)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Carbonaro ed altri n. 3-02234 (Vedi l'allegato A). La deputata Alessandra Carbonaro ha facoltà di illustrare la sua interrogazione. Prego, a lei la parola.

ALESSANDRA CARBONARO (M5S). Grazie, Presidente. Ministro, come sappiamo, la pandemia ha duramente colpito il settore dello spettacolo dal vivo, è stato uno dei settori, forse, più duramente provati dall'emergenza e, ovviamente, dalle misure di contenimento che ne sono seguite. L'intero comparto, i lavoratori, le lavoratrici, tutto il settore, la filiera intera dello spettacolo dal vivo ha bisogno di ripartire. Le ripartenze sicuramente ci fanno ben sperare, ma ancora tanto è il lavoro che bisogna fare per sostenere questo settore. Per cui le chiedo, Ministro, quali siano le iniziative che intende portare avanti per cercare di sostenere il settore, anche in questa fase importante di ripartenza, affinché tutte le attività andranno a regime e, quindi, naturalmente, anche tutto il mondo delle lavoratrici e dei lavoratori dello spettacolo che ne è uscito fortemente provato.

PRESIDENTE. Il Ministro della Cultura, Dario Franceschini, ha facoltà di rispondere.

DARIO FRANCESCHINI, Ministro della Cultura. Grazie. Onorevole Carbonaro, come sa, gli ultimi provvedimenti hanno previsto che, dal 26 aprile, in zona gialla ovviamente, sia possibile - e così è avvenuto in parte - riaprire i luoghi di spettacolo, sale teatrali, sale da concerto, cinema, eventi all'aperto e al chiuso, live club, naturalmente con delle limitazioni, che stanno consentendo la ripartenza, ma che limitano anche le possibilità economiche delle singole attività. Le misure hanno consentito il passaggio dal 25 al 50 per cento della capienza, con il limite di 500 spettatori al chiuso, anziché 200 com'era prima delle ultime chiusure, e con il limite di mille all'aperto, anziché 400, ma con la possibilità della Conferenza delle regioni di derogare, in particolare, per eventi all'aperto in luoghi di grandi dimensioni. So che la Conferenza delle regioni sta lavorando su questo e su alcuni casi specifici, a cominciare da quello noto dell'Arena di Verona.

Queste misure, comunque, consentono la ripartenza, l'abbiamo visto anche in modo significativo, anche con una buona adesione di pubblico, di persone, ma richiederanno inevitabilmente di continuare con misure di sostegno e di intervento economico, perché le riaperture parziali non danno redditività sufficiente. E, quindi, l'intenzione è di adeguare progressivamente - io sto chiedendo, nel nuovo “decreto Sostegni”, ulteriori fondi di emergenza -, per continuare a sostenere le attività in questa fase transitoria, di passaggio, speriamo il più breve possibile, dall'emergenza alla normalità.

Contemporaneamente, le vicende di questi mesi ci hanno consentito di censire, come non era mai avvenuto prima, tutto quell'arcipelago complicato di professionalità, di contratti di lavoro intermittenti, precari, non garantiti, nel settore dello spettacolo dal vivo e, quindi, per la prima volta, per l'erogazione delle misure di emergenza abbiamo un censimento chiaro di questo mondo, tipologie e numeri.

Questo è, soprattutto, frutto di quell'importante indagine conoscitiva che ha completato la VII Commissione della Camera, un'indagine importante che dà molti elementi di conoscenza, che si integra anche con le numerose proposte di legge di iniziativa parlamentare che sono state già depositate alla Camera e al Senato.

Su questi documenti, il mio Ministero, insieme al Ministero del Lavoro, stanno lavorando, il più in fretta possibile, per un provvedimento che intervenga su tutte le anomalie e le carenze dal punto di vista del trattamento previdenziale, delle coperture assicurative, delle anomalie dei rapporti di lavoro per il settore dello spettacolo dal vivo, quindi i requisiti di accesso al trattamento pensionistico, che spesso sono troppo stringenti per consentire di avere il beneficio, la disciplina dell'indennità di maternità e paternità, l'indennità di malattia al fine di assicurarne l'effettività; anche il fatto che, essendo per loro natura discontinui i rapporti di lavoro in questo settore, prevedere, sulla base dell'esperienza francese, una forma di sostegno per i momenti in cui non si lavora.

PRESIDENTE. Concluda, Ministro.

DARIO FRANCESCHINI, Ministro della Cultura. E, poi - ho concluso -, l'introduzione di un bonus contributivo per il 2020-2021, i due anni in cui, evidentemente, non è stato possibile versare contributi sufficienti per maturare la continuità dal punto di vista del trattamento pensionistico. Su queste cose stiamo lavorando perché, nel primo veicolo legislativo utile, si arrivi con un provvedimento del Governo da portare, poi, in Parlamento.

PRESIDENTE. La deputata Alessandra Carbonaro ha facoltà di replicare.

ALESSANDRA CARBONARO (M5S). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro, naturalmente mi fa piacere apprendere dalle sue parole circa il lavoro che le Commissioni lavoro e cultura, hanno portato avanti congiuntamente, un'indagine conoscitiva importante di ottanta pagine, che racconta il mondo dello spettacolo e le professionalità che ne fanno parte.

Questo lavoro è importante che sia stato, insieme agli altri disegni di legge collegati, ed è una buona base di partenza su cui costruire le misure che lei ha elencato; bene anche un fondo di emergenza, ma - lo dico con un apprezzamento particolare – bene che si stia finalmente lavorando alle tutele che il settore dello spettacolo dal vivo merita, perché non basta riuscire a contenere quello che è il momento, ma pensare a un rilancio di questo settore e questo rilancio deve partire, soprattutto, dalla tutela dei professionisti che vi operano. Parlare finalmente di un reddito di continuità, di indennità di continuità, che dir si voglia, in Italia, è importantissimo, perché non c'è mai stato, pensare a quei momenti di non lavoro, che non sono momenti di non lavoro. Io vengo da quel settore e so bene che, in quel momento, l'artista lavora, studia, si prepara per la performance. La musica richiede tanto, tanto, tanto studio, così come tutte le altre arti, e avere quei momenti tutelati da un reddito di continuità credo che sia una risposta importantissima a questo settore, così come le altre misure che ha elencato: penso alla diminuzione delle giornate contributive. Ma mettere a sistema tutto il settore dello spettacolo vuol dire, in assoluto, rilanciare l'intero settore culturale e creativo del nostro Paese, che non è solamente, come spesso lei diceva, la parte economica, il suo Ministero diceva, il Ministero economico più importante, ma io dico di più, è un Ministero dal quale passa la ripartenza sociale, educativa anche, perché anche di educazione si parla quando si parla di cultura, dell'intero Paese. Per cui, speriamo che questo disegno di legge arrivi il prima possibile per poterci lavorare, ma, soprattutto, per dare una risposta a un settore che attende da tantissimo tempo.

(Iniziative volte a garantire i diritti delle persone con disabilità e dei relativi caregiver nell'attuale contesto pandemico – n. 3-02235)

PRESIDENTE. La deputata Giuseppina Versace ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02235 (Vedi l'allegato A).

GIUSEPPINA VERSACE (FI). Grazie, Presidente. Ministro, oggi ho il dovere di porre l'attenzione su un caso, purtroppo, non isolato. Lo scorso 10 aprile, Ilaria, una giovane donna di Napoli, si è vista infliggere una sanzione di 400 euro per aver accompagnato il fratello con disabilità psichica in prossimità del mare. L'accusa: assembramento, nonostante fossero vaccinati, nonostante fossero adeguatamente distanziati e indossassero la mascherina e nonostante l'esistenza di specifiche deroghe alle limitazioni contenute proprio nel “decreto Draghi” per le persone con disabilità e i propri caregiver. Il suo è un ruolo chiave, Ministro: mi chiedo se anche lei non ritenga di dover intervenire rapidamente affinché queste norme siano modificate in modo chiaro e non fraintendibile, onde evitare ulteriori multe illegittime e ingiuste.

PRESIDENTE. La Ministra per le Disabilità, Erika Stefani, ha facoltà di rispondere.

ERIKA STEFANI, Ministra per le Disabilità. Grazie. Ringrazio gli onorevoli interroganti che hanno illustrato questa problematica sulla quale occorre porre grande attenzione, che ci offre anche l'occasione, magari, di soffermarci su quelle che sono state le misure adottate sulle posizioni dei caregiver, degli assistenti le persone con disabilità durante, soprattutto, il periodo di epidemia.

In particolare, in relazione allo spiacevole episodio che è stato esposto in premessa, riportiamo quelle che sono state le informazioni che ci ha trasmesso il prefetto di Napoli riguardo al caso della giovane donna caregiver a cui è stata inflitta questa sanzione, insieme alla madre e al fratello. La signora è stata ricevuta, sempre insieme alla madre e al fratello, il 17 aprile, dallo stesso comandante della Compagnia dei carabinieri di Bagnoli, il quale ha reso delle informazioni e ha spiegato l'accaduto. Pare risultare che la signora abbia anche espresso gratitudine per l'attenzione ricevuta, ma questo è attinente al caso particolare.

Per quanto riguarda, in realtà, le posizioni che si sono venute a determinare in occasione di questa epidemia sulle persone anche con fragilità, evidenziamo che lo stesso capo della polizia aveva già provveduto a specificare, con una circolare del 22 dicembre 2020, invitando i signori questori a “sensibilizzare tutto il personale dipendente affinché svolga i propri compiti con l'attenzione doverosa nei confronti dei cittadini, soprattutto delle fasce deboli che, a causa delle varie limitazioni, potrebbero aver bisogno di maggiore aiuto e sostegno, nonché, in generale, con un approccio comprensivo ed improntato al buonsenso”.

Quanto, invece, alle altre azioni intraprese nell'esercizio della delega che mi è stata conferita con particolare riguardo alla posizione degli accompagnatori caregiver, mi preme evidenziare che, nel DPCM del 2 marzo 2021, recante le misure urgenti di contenimento delle emergenze epidemiologiche, è stata prevista la possibilità di assistere le persone con disabilità anche nei reparti di pronto soccorso e di degenza delle strutture ospedaliere, eccezione che non era prevista nei precedenti DPCM; sono state poi confermate le misure in favore delle persone con disabilità e dei caregiver, come quella prevista dall'articolo 12 del DPCM 14 gennaio 2021, che prevedeva la possibilità per le persone con disabilità motorie, con disturbi dello spettro autistico, disabilità intellettive o sensoriale, o comunque non autosufficienti, di poter ridurre il distanziamento sociale con il proprio accompagnatore o operatore di assistenza, operanti a qualsiasi titolo, e di consentire lo svolgimento anche di attività motorie.

Abbiamo poi ottenuto una revisione delle linee guida in tema di priorità nella vaccinazione al fine di garantire la giusta precedenza a tutte le persone con disabilità rientranti nella connotazione di gravità, di cui all'articolo 3, comma 3, della legge n. 104, compresi i familiari caregiver.

Tutto ciò poi si colloca nel solco dell'azione intrapresa, insieme al Ministero del lavoro, per supportare il Parlamento nell'iter di adozione del disegno di legge sul riconoscimento della figura del caregiver.

PRESIDENTE. La deputata Giuseppina Versace ha facoltà di replicare.

GIUSEPPINA VERSACE (FI). Grazie, Presidente, grazie Ministro. Lei ha citato la circolare del 2020 con cui i questori vengono sensibilizzati rispetto ad un approccio comprensivo e misurato anche in base ai casi; mi chiedo se basta ed, evidentemente, non basta, visto che purtroppo continuano ad accadere casi spiacevoli di questo tipo. Mi viene in mente anche il caso, purtroppo non isolato, di una ragazza in piazza Duomo, a Milano, che è stata multata perché si è abbassata per pochi secondi la mascherina, affinché la sua amica sorda potesse leggere il labiale; anche questo è un tema purtroppo molto presente. Al riguardo, penso che siano necessarie innanzitutto regole forse un po' più chiare, fermo restando che le Forze dell'ordine vanno sempre ringraziate per il capillare lavoro di monitoraggio e controllo che svolgono già da un anno; però probabilmente hanno bisogno di adeguati strumenti proprio per evitare di incorrere in spiacevoli episodi di questa natura. Parlando delle persone sorde, Ministro, voglio approfittare di questa occasione anche per congratularmi con il Governo, con lei e con il commissario Figliuolo, perché finalmente, dopo un anno dal mio ordine del giorno, con cui chiedevo la distribuzione di mascherine trasparenti, finalmente queste stanno per essere distribuite, affinché proprio le persone con deficit uditivi si sentano meno escluse. E' un tema su cui mi sono battuta sin dall'inizio della pandemia e che il gruppo di Forza Italia ha sostenuto e portato in Parlamento con numerosi emendamenti e interrogazioni presentate anche all'ex commissario Arcuri, sperando di sollecitarlo e sensibilizzarlo; purtroppo ha preferito non ascoltare.

Bene, dunque, questa notizia: 7 milioni di mascherine trasparenti. Spero che sia solo l'inizio. È un'operazione importante, non del tutto simbolica, che può semplicemente accelerare e agevolare quel processo di inclusione tanto atteso che ridisegni finalmente i tratti della nostra società, rendendola più giusta.

Concludo, Presidente, con una frase che per me è diventata un faro e che spero possa esserlo anche per tutto il Parlamento e anche per lei: si misura la solidità di un ponte dal suo pilastro più piccolo.

Riflettiamo su questo e ripartiamo da qui (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

(Iniziative volte a garantire l'avvio in sicurezza del prossimo anno scolastico e la conseguente frequenza in presenza per gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado – n. 3-02236)

PRESIDENTE. La deputata Marianna Madia ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02236 (Vedi l'allegato A).

MARIA ANNA MADIA (PD). Grazie, Presidente. Ministro, abbiamo perso gli ultimi mesi sul tema della sicurezza della scuola dentro uno scontro ideologico. Tutti vogliamo scuole aperte in presenza, ma sono pochissimi coloro che nell'anno passato hanno lavorato davvero affinché le scuole riaprissero in sicurezza. È per questo che voglio ringraziare tutti gli insegnanti e i presidi anche per il lavoro che hanno svolto autonomamente, ma non si risolve tutto con finestre aperte e didattica a distanza. In quest'Aula, qualche settimana fa, il Governo ha preso impegni precisi: ventilazione nelle aule, test periodici (oggi ci sono test salivari, facili da fare), igienizzazione periodica, mascherine adeguate per bambini e ragazzi, termoscanner.

Il gruppo del Partito Democratico chiede al Governo qual è il cronoprogramma affinché da settembre, con le riaperture, questi impegni diventino effettivi e affinché, a più di un anno dall'inizio della pandemia, sulla sicurezza non ci siano scuole private avanti e scuole pubbliche che rimangono indietro o ancora scuole pubbliche di serie A e scuole pubbliche di serie B.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, ha facoltà di rispondere.

PATRIZIO BIANCHI, Ministro dell'Istruzione. Grazie, Presidente. Onorevole Madia, posso confermare anche in questa sede l'intenzione dell'Esecutivo di rispettare gli impegni derivanti dall'approvazione, lo scorso 8 aprile, della mozione di maggioranza a cui lei ha fatto menzione. A tale scopo, sono già nella disponibilità delle scuole le risorse stanziate con il “decreto Sostegni” per la gestione dell'emergenza sanitaria. Si tratta dei primi 150 milioni, già distribuiti, che potranno essere utilizzati per tutte le misure di intervento necessarie a garantire la sicurezza degli ambienti scolastici, tramite la dotazione di materiale e strumenti di sicurezza e di potenziamento dell'attività di inclusione degli alunni con disabilità, con disturbi specifici di apprendimento e altri bisogni educativi speciali, tra cui gli interventi che anche lei ha menzionato. I fondi potranno essere impiegati anche per la prosecuzione del servizio di assistenza psicologica e pedagogica, rivolto a studenti e personale scolastico, in relazione alla prevenzione e al trattamento dei disagi e delle conseguenze derivate dall'emergenza epidemiologica, nonché per i servizi medico-sanitari volti a supportare le istituzioni scolastiche nella gestione della emergenza.

Con l'obiettivo di garantire l'efficacia del servizio scolastico nel rispetto dei protocolli di sicurezza vigenti, nonché di supportare le istituzioni scolastiche nella gestione dell'emergenza, è già stata inviata alle scuole la nota operativa per l'utilizzo di tali risorse.

Inoltre, con il Piano per l'estate, da 510 milioni, intendiamo costruire un ponte verso il prossimo anno scolastico, attraverso un'offerta che rappresenti una risposta alle difficoltà emerse nel periodo della pandemia, anche valorizzando le buone pratiche ed esperienze innovative in questo periodo in vista della ripresa, come lei ha detto. E' chiaro che quando basiamo il nostro intervento sull'autonomia, poi dobbiamo diffondere quelle pratiche.

Presso ciascuna prefettura continuano ad essere operativi tavoli di coordinamento per la definizione e il più idoneo raccordo tra gli orari di inizio e termine delle attività didattiche e gli orari dei servizi di trasporto pubblico locale, così da agevolare la frequenza scolastica in considerazione del carico derivante dal rientro in classe di tutti gli studenti. Peraltro, insieme ai colleghi Ministri Lamorgese, Gelmini e Giovannini, abbiamo attivato un tavolo di monitoraggio e coordinamento centrale per dare risposte e soluzioni per situazioni critiche che possano emergere, in modo tempestivo e coordinato. Nelle more dell'aggiornamento del vademecum pubblicato in precedenza sulla frequenza in sicurezza delle scuole, che il CTS sta revisionando in collaborazione con l'Istituto superiore di sanità, l'INAIL e il Ministero della Salute, ci si atterrà ai protocolli già approvati dallo stesso CTS, con cui abbiamo frequenza settimanale di verifica. Stiamo mettendo in atto tutte le misure necessarie affinché le istituzioni scolastiche possano continuare a rispettare questi protocolli per la sicurezza dei nostri studenti, del personale scolastico e direttamente delle famiglie.

In raccordo con la struttura commissariale si è deciso….

PRESIDENTE. Concluda, Ministro.

PATRIZIO BIANCHI, Ministro dell'Istruzione. …alla luce del positivo andamento della campagna vaccinale, che da oggi potrà essere ripresa la somministrazione di vaccini a tutto il personale scolastico, e mi si permetta qui di ringraziare il commissario Figliuolo. Quanto qui prima rappresentato testimonia come si sta lavorando per programmare un regolare avvio del prossimo anno scolastico in presenza e in sicurezza per tutti.

Dobbiamo progressivamente tornare alla normalità, ad una nuova normalità e lo dobbiamo fare a partire dalla scuola.

PRESIDENTE. La deputata Rosa Maria Di Giorgi ha facoltà di replicare.

ROSA MARIA DI GIORGI (PD). Grazie, signor Ministro, grazie Presidente. Intanto mi congratulo anch'io per questa notizia che ci viene data, quindi la ripresa delle vaccinazioni per gli insegnanti; questo è stato già un elemento importante nel percorso che abbiamo appena attraversato.

Sono soddisfatta della risposta. Credo ci sia un tema importante da mettere a fuoco, che è quello delle verifiche e dei controlli da parte del Ministero. I protocolli indubbiamente ci sono, sono stati approvati già prima dell'estate scorsa, quindi, sono protocolli in essere. I dirigenti scolastici devono essere supportati in questo; è bene che siano arrivate tutte le misure di cui lei parlava, quindi 150 milioni intanto per questa emergenza sanitaria, come lei ci dice, un po' integrata, quindi, anche con l'assistenza pedagogica. Tutto ciò è molto importante secondo noi e era presente anche nella mozione che abbiamo approvato qui e su cui naturalmente abbiamo concordato con lei.

C'è bisogno, quindi, di verificare che, in tutte le scuole del territorio nazionale, sia fatto ciò che noi auspichiamo. C'è da lavorare sull'edilizia scolastica; ci sono gli investimenti, lo sappiamo bene, lo ricordo a me stessa e a lei; ci sono, quindi, molte risorse a disposizione e c'è bisogno, quindi, di intervenire in quelle scuole dove, purtroppo, gli spazi non sono adeguati. Quindi, iniziare, certamente non con grandi costruzioni, nel giro dei pochi mesi che ci separano da settembre, però, sicuramente, muoversi rapidamente, anche in questa prospettiva, per creare spazi adeguati. Quindi, controlli sulle scuole, controlli sugli spazi, controlli sul personale e sui dirigenti stessi, che devono impegnarsi, impegnarsi davvero, perché queste misure, che abbiamo definito, che voi avete definito, concordate con il Comitato tecnico-scientifico, siano applicate dappertutto, perché adesso non ci sarebbero più scuse nel prossimo settembre per nessuno di noi.

Bene i tavoli delle prefetture, quei tavoli provinciali che abbiamo tanto richiesto - sono felice che lei, Ministro, li abbia attivati -, perché è lì che si gioca tutta la peculiarità territoriale. Quindi, grazie e buon lavoro a tutti, perché sarà un lavoro difficile.

(Iniziative volte a rendere pubblici i protocolli siglati con i fornitori di piattaforme per la didattica a distanza, nonché le relative condizioni di fornitura – n. 3-02237)

PRESIDENTE. Il deputato Alessandro Fusacchia ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02237 (Vedi l'allegato A).

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-FE-FDV). Grazie, Presidente. Saluto i Ministri Bianchi e Giorgetti. Volevo chiedere al Ministro Bianchi una questione molto puntuale e concreta. Sappiamo tutti, non serve ricordarlo, quello che è successo, in questo anno abbondante di pandemia, rispetto alla didattica a distanza, e quindi alla necessità, per garantire e continuare a garantire il diritto allo studio degli studenti e delle studentesse, di assicurare scuola a distanza. Questo ha richiesto, inevitabilmente, di far ricorso a piattaforme private, attraverso un uso, anche a titolo gratuito, di queste piattaforme. È chiaro, però, che, allo stesso tempo, non sappiamo che tipologie di condizioni siano state poste, nel corso di quest'anno, dal Governo, dai Governi e dal Ministero a queste piattaforme e, ovviamente, non sappiamo, pare ci siano alcuni protocolli, siglati in alcuni casi con alcune piattaforme, in altri casi no. Si pone un tema gigantesco di tutela dei dati di milioni di minori e dei docenti che hanno utilizzato queste piattaforme. Quindi, volevo chiedere al Ministro quale sia la situazione su questi protocolli, se intenda renderli pubblici e come garantiamo questo diritto di tutela della privacy di studenti e docenti.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, ha facoltà di rispondere.

PATRIZIO BIANCHI, Ministro dell'Istruzione. Onorevole Fusacchia, per supportare le istituzioni scolastiche nell'urgenza di assicurare la didattica a distanza, il Ministero ha emanato un avviso, protocollo n. 170 del 28 febbraio 2020, relativo ai protocolli in rete rivolto ai produttori di software e hardware per garantire la gratuità delle piattaforme e la sicurezza, l'affidabilità e la conformità alle norme sulla protezione dei dati personali, il divieto di utilizzo ai fini commerciali e promozionali dei dati, documenti e materiali, nonché la qualifica di cloud service provider della pubblica amministrazione, in conformità alle circolari AgID del 2018.

Il Ministero ha proceduto, dunque, alla stipulazione di questi protocolli, che ricalcano uno schema tipo, in modo da assicurare che i fornitori di piattaforme per la DAD rispettassero, in particolare, le disposizioni in materia di protezione dei dati personali, di cui al Regolamento(UE) 2016/679, lasciando alle scuole autonomia nella scelta della piattaforma da usare.

Sono stati sottoscritti complessivamente 24 protocolli d'intesa, di cui 2 aventi ad oggetto assistenza alla community, 6 relativi alla messa a disposizione di contenuti digitali, 10 aventi ad oggetto la messa a disposizione di piattaforme integrate da contenuti digitali e 6 relativi alla messa a disposizione di piattaforme.

Nell'ambito delle regole fissate da detti protocolli, i dirigenti scolastici, in qualità di titolari del trattamento dei dati personali, hanno potuto sottoscrivere un contratto con le società erogatrici del servizio, qualificate, a loro volta, come responsabili del trattamento dei dati personali. Tale contratto ha avuto, quindi, anche la funzione di disciplinare anche le modalità di trattamento dei dati. Oltre alle prime indicazioni operative per l'attività didattica a distanza, il Ministero ha successivamente emanato, con decreto ministeriale n. 89 del 7 agosto 2020, le linee guida per la didattica digitale integrata.

Per fornire alle istituzioni scolastiche linee di indirizzo comuni e principi generali per l'implementazione della didattica digitale integrata, a seguito della sentenza cosiddetta Schrems II della Corte di giustizia dell'Unione Europea, da lei richiamata, il Ministero ha adottato, altresì, il documento “Didattica digitale integrata e tutela della privacy: indicazioni generali”, predisposto con il Garante per la protezione dei dati personali. Il documento, oltre ad approfondire tutti gli aspetti inerenti alla sicurezza in rete e alla tutela dei dati personali, richiama le istituzioni scolastiche, nel caso in cui le informazioni siano trasferite fuori dall'Unione europea, a verificare la sussistenza di tutti i presupposti giuridici prescritti dal Regolamento (UE) 2016/679 per assicurare un adeguato livello di protezione.

Comprendo molto bene la delicatezza della questione da lei richiamata, rispetto alla quale posso garantirle che il Ministero continuerà a prestare la massima attenzione per un corretto bilanciamento fra il diritto all'istruzione costituzionalmente garantito e, dall'altra parte, il diritto alla protezione dei dati personali. Concludo, rispondendo che il Ministero è disponibile a rendere pubblico lo schema tipo dei protocolli, insieme all'elenco dei fornitori che hanno sottoscritto detti protocolli.

PRESIDENTE. Il deputato Alessandro Fusacchia ha facoltà di replicare.

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-FE-FDV). Grazie, Presidente. Ringrazio il Ministro per questa risposta esaustiva. Sollevo solo due punti molto specifici, anzi tre. Il primo è collegato con questi protocolli e con la gestione di queste piattaforme da parte delle scuole. Ministro, la invito, la sollecito a un'azione anche di maggiore coordinamento, perché molte scuole lamentano che la libertà di poter scegliere diverse piattaforme - che probabilmente è corretta - porta dentro le stesse scuole all'utilizzo di una pluralità di strumenti che non rendono sempre agevole il lavoro per studenti, per i genitori, per le famiglie e per i docenti stessi. Detto questo, entrando invece nel merito del quesito, due punti molto veloci. Il primo: sempre rispetto alla sentenza Schrems II, che anche lei richiamava, è se sia la singola scuola che debba vigilare sul fatto che c'è un trasferimento di dati, oppure no. Ho provato a capire, ho ascoltato quello che diceva e non sono sicuro di aver capito correttamente. Se fosse così, chiaramente la invito a verificare come questo possa avvenire, perché, in alcuni casi, potrebbe essere particolarmente gravoso, in ogni caso in cui non sia centralizzato dal Ministero, ovviamente, o da un ufficio scolastico regionale, per la singola scuola.

L'ultimo punto, Ministro: sono soddisfatto della sua risposta, però ci terrei a dirle, qui, in Aula pubblicamente, una cosa. Sull'ultimo passaggio, quando lei dice che il Ministero è disponibile a rendere pubblico, come da mia richiesta, le chiederei, non solo di rendere pubblico lo schema standard di protocollo e la lista dei protocolli, ma i protocolli stessi; quindi, ovviamente, non solo lo schema standard e l'elenco, perché qui è importante andare a fare un esercizio di trasparenza assoluta nel dettaglio di ogni singolo protocollo. Mi permetto di leggere la sua risposta in questa direzione e in questo senso, e, quindi, in questo caso sono contento della risposta che mi ha fornito.

(Chiarimenti in merito ai criteri di calcolo utilizzati in vista delle prossime misure di sostegno alle attività economiche, ai fini della determinazione dell'indennizzo spettante alle imprese di pubblico esercizio – n. 3-02238)

PRESIDENTE. La deputata Barbara Saltamartini ha facoltà di illustrare l'interrogazione Binelli ed altri n. 3-02238 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

BARBARA SALTAMARTINI (LEGA). Grazie, Presidente. Signor Ministro, come lei sa, perché sappiamo che ha già incontrato anche le associazioni di categoria, il pubblico esercizio è sicuramente il settore più massacrato dalla crisi pandemica, ma soprattutto dalle scelte politiche emanate per decreto dal precedente Governo che hanno dato il via al lockdown e alle chiusure imposte per tutti. Il nuovo Governo, il nuovo Esecutivo ha già dato vita ad un cambio di passo.

Già nel precedente decreto che avete emanato è evidente la modifica anche sul calcolo degli indennizzi e dei ristori da dare a queste attività, ma non c'è dubbio che ancora oggi bar, ristoranti e pub soffrono una crisi enorme, economica e ovviamente occupazionale. Quindi, in tal senso il gruppo della Lega le chiede quali saranno i metodi per calcolare gli indennizzi anche alla luce del prossimo decreto sul quale state lavorando…

PRESIDENTE. Concluda.

BARBARA SALTAMARTINI (LEGA). …per dare finalmente un sostegno vero alle attività del pubblico esercizio e a tutte quelle attività che hanno subito più di altri la crisi pandemica.

PRESIDENTE. Il Ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha facoltà di rispondere.

GIANCARLO GIORGETTI, Ministro dello Sviluppo economico. Grazie Presidente, grazie colleghi. Primo, il Governo sta lavorando al “decreto Sostegni” e riteniamo che, settimana prossima, possa essere portato in Consiglio dei Ministri.

Secondo, la bozza che è circolata, ampiamente pubblicizzata dai giornali, è semplicemente una bozza, su cui evidentemente ci sono ancora da apportare dei miglioramenti.

Terzo, il cambio cosiddetto di passo, a cui è stato fatto riferimento, è semplicemente il tentativo, con criteri semplici e oggettivi, cioè quelli riferiti al fatturato, al calo del fatturato, e a classi dimensionali, di dare in modo celere - e credo che la celerità sia stata dimostrata - una forma di sostegno a tutte le partite IVA, in particolare quelle piccole, in qualche modo danneggiate.

Questo criterio ha il pregio della celerità, ma non ha il pregio della equità. Il problema si pone, in particolare, per tutte quelle attività chiuse per decreto, cioè non che sono state semplicemente danneggiate dalla situazione generale, ma che sono state chiuse in virtù di decreti amministrativi o decreti-legge. Per costoro, in particolare il pubblico esercizio, vanno previsti in qualche modo degli indennizzi - uso questo termine non a caso -, indennizzi ad hoc, che si muovano in modo alternativo rispetto a due direzioni: o si fa riferimento al criterio del risultato di esercizio ovvero del margine operativo lordo e, quindi, che in qualche modo rappresenta esattamente la differenza di reddito maturato, tenendo conto di tutte le caratteristiche dei costi, e naturalmente questo presuppone la presentazione però di un bilancio e di una dichiarazione dei redditi, quindi ha un problema di tempificazione, che potrebbe essere risolto unicamente attraverso un meccanismo di acconto; ovvero si va puntualmente a indennizzare - ripeto e utilizzo un'altra volta questo termine - i costi fissi, che in qualche modo queste attività hanno sostenuto, non potendo in virtù di un decreto poter svolgere la loro attività.

Quindi, nell'ambito di un sistema economico e di un sistema imprenditoriale molto danneggiato, ci sono situazioni diverse, che meritano risposte di tipo diverso.

Per questo motivo, il Ministero dello Sviluppo economico ha già rappresentato al Ministro dell'Economia e delle finanze, che è il responsabile ultimo per la redazione del decreto-legge, le esigenze del settore e le esigenze appunto del pubblico esercizio, che un po' sono le esigenze anche di palestre, piscine e tutte quelle attività elencate e chiuse, impedite totalmente nel loro naturale dispiegarsi.

Quindi, intendo rassicurare che l'impegno da parte di questo Ministero, per quanto riguarda i problemi evidenziati, sarà evidentemente massimo e speriamo, la settimana prossima, di dare risposte esaustive a questo proposito.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la deputata Barbara Saltamartini. Prego, a lei la parola.

BARBARA SALTAMARTINI (LEGA). Grazie, Presidente. Il gruppo della Lega la ringrazia, signor Ministro, perché ancora una volta ha evidenziato, in maniera chiara, qual è la linea su cui questo Esecutivo si sta muovendo nel dare sollievo e indennizzi, come lei giustamente ha detto, a quei comparti che per decreto sono stati chiusi.

Detto questo, noi crediamo che ancor di più il peso anche di alcune linee, date anche dalla Lega a questo Governo, debba andare nella direzione che lei oggi ha annunciato, che è una direzione che ha un doppio binario: da una parte, gli indennizzi relativi al fatturato, ma dall'altra, anche sostenere questi settori sui costi fissi, cioè come poterli aiutare rispetto a suolo, affitti, rifiuti.

In tal senso, anche se appunto diceva che è una bozza e, quindi, è ancora in fase di definizione, se già quella bozza, che è uscita sui giornali, va anche in questa direzione, io credo che, ancora una volta, sia stata confermata la necessità di avere al Governo un cambio di passo, rispetto a quanto è stato fatto precedentemente, ma soprattutto anche quella spinta propulsiva rispetto a quelle realtà produttive, che, più di altre, hanno subito scelte, a nostro giudizio, a giudizio della Lega, scellerate, di Esecutivi precedenti.

Quindi, ci auguriamo, Ministro, di poter proseguire su questa direzione che lei ha indicato e ci auguriamo che il “decreto Sostegni” - a me piace definirlo il “decreto Imprese” -, che sta per essere esaminato in Consiglio dei Ministri, possa andare proprio in questa direzione.

Da questo punto di vista, su queste basi, la Lega sosterrà ancora una volta con convinzione le misure che questo Esecutivo sta mettendo in campo per risollevare l'Italia. Ma noi sappiamo bene che, per risollevare anche queste categorie, la cosa più importante è permettere loro di tornare al lavoro, perché il vero indennizzo è garantire che si possa finalmente riaprire anche al chiuso.

PRESIDENTE. Concluda.

BARBARA SALTAMARTINI (LEGA). E ci auguriamo che, anche da questo punto di vista - e chiudo -, anche a seguito degli incoraggianti dati pandemici, che noi ci auguriamo possano essere confermati nelle prossime settimane, le attività…

PRESIDENTE. La ringrazio.

BARBARA SALTAMARTINI (LEGA). … possano tornare tutte alla piena attività produttiva (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Iniziative a favore del comparto automobilistico nazionale, con particolare riferimento alle prospettive dello stabilimento Stellantis di Melfi – n. 3-02239)

PRESIDENTE. La deputata Fregolent ha facoltà di illustrare l'interrogazione Moretto ed altri n. 3-02239 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

SILVIA FREGOLENT (IV). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, non è la prima volta che Italia Viva la interroga sul settore dell'automotive. Nonostante la rassicurazione avuta da Stellantis sulla produzione in Italia delle autovetture, è stato chiuso lo stabilimento di Melfi, che probabilmente riaprirà il 10 maggio.

Molte case automobilistiche - pensiamo alla Volkswagen e alla Volvo, ad esempio - hanno già detto che, nel 2025, faranno una strategia “zero emissioni” e noi non sappiamo niente di Stellantis. Ma mentre mi preoccupa il silenzio dell'industria, mi preoccupa ancora di più il silenzio della politica, che probabilmente dovrebbe incentivare la casa automobilistica Stellantis a fornire risposte, facendo quel tavolo sull'automotive, che più volte è stato annunciato.

Pertanto, le chiediamo, come Italia Viva, quali sono le strategie industriali che il Governo intende adoperare sul settore strategico dell'automotive in generale e, in particolare, per quello che riguarda lo stabilimento di Melfi.

PRESIDENTE. Il Ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha facoltà di rispondere.

GIANCARLO GIORGETTI, Ministro dello Sviluppo economico. Grazie. Innanzitutto, il Governo intende richiamare il gruppo Stellantis, in qualche modo, agli impegni assunti. Ricordo che, nel corso del 2020, è stata concessa una garanzia di SACE, per oltre 5,6 miliardi di euro, corrispondenti a una copertura dell'80 per cento del finanziamento richiesto dal gruppo FCA, ai sensi dei commi 7 e 8 dell'articolo 1 del “decreto Liquidità”.

Il finanziamento è finalizzato alle seguenti esigenze, sopravvenute a seguito della crisi da SARS-CoV-2“: costi del personale impiegato negli stabilimenti italiani; capitale circolante destinato al fabbisogno della produzione in stabilimenti italiani, ivi compreso il pagamento della filiera italiana; spese per investimenti destinati a centri e laboratori di ricerca e sviluppo in Italia.

La garanzia è stata concessa subordinatamente al rispetto di specifici impegni e condizioni in capo all'impresa beneficiaria. In particolare, tra gli impegni è previsto: il proseguimento dell'attuazione dei progetti industriali annunciati a dicembre 2019 (5 miliardi); l'avvio di investimenti ulteriori per 200 milioni; l'impegno a non delocalizzare la produzione dei modelli di veicoli oggetto di industrializzazione nell'ambito del piano; il raggiungimento della piena occupazione entro il 2023, intesa come effettivo impegno nell'attività di tutti i dipendenti senza ricorso ad ammortizzatori sociali. Gli impegni aggiuntivi, assunti a giugno 2020, restano in vigore anche a seguito della fusione di FCA con il gruppo automobilistico francese Peugeot.

Nella direzione di un monitoraggio costante del settore e di un approccio proattivo, rappresento che il 22 aprile scorso abbiamo avuto un incontro con la CNH Industrial, al fine di controllare la situazione delle produzioni IVECO. Ebbene, considero questo come il primo - e in quella sede è stato annunciato - di una serie di successivi incontri del tavolo permanente sull'automotive, settore evidentemente strategico e su cui l'Italia ovviamente vanta una leadership tecnologica e una presenza industriale di tutto rispetto.

Allo stesso tempo, è necessario non disperdere le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza, e vigilare sulla qualità degli investimenti per evitare la desertificazione industriale sul territorio italiano, in un quadro generale di cambiamento del mercato nel quale occorre predisporre non solo interventi di incentivazione per gli acquirenti, ma anche specifiche misure dirette a favorire ed incoraggiare la produzione in Italia.

In particolare, con specifico riferimento al potenziamento infrastrutturale del sito di Melfi, richiamato dagli onorevoli interroganti, il Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, sentito al riguardo, ha sottolineato che lo stabilimento di Melfi è direttamente raccordato con la Rete ferroviaria italiana sin dal 1995. Le opere infrastrutturali previste dal Piano, gli interventi infrastrutturali previsti nell'ambito del Contratto di Programma-Parte Investimenti, stipulato tra Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili e Rete ferroviaria italiana, consentiranno il progressivo adeguamento alle specifiche tecniche di interoperabilità dell'intera rete nazionale e la possibilità di garantire, lungo i corridoi merci e i relativi terminali, il passaggio, la formazione e la sosta dei treni lunghi fino a 750 metri.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la deputata Sara Moretto.

SARA MORETTO (IV). Grazie Presidente. La ringrazio, signor Ministro, perché conferma che l'attenzione sul futuro dello stabilimento di Melfi, ma più in generale sul futuro della filiera automotive italiana è assolutamente condiviso. Italia Viva ritorna su questa questione non solo perché siamo preoccupati, come giustamente ha detto anche lei, per i 7.200 lavoratori lucani direttamente impiegati nello stabilimento e per l'indotto, ma anche e soprattutto per la strategicità che il futuro di quello stabilimento ha per l'intera produzione del settore automotive in Italia. I numeri ci dicono che lì si producono la metà delle autovetture prodotte in Italia, prima dal gruppo FCA e nei primi tre mesi del 2021 dal gruppo Stellantis. Gli impegni li ha richiamati anche lei: c'è l'impegno a non delocalizzare, l'impegno alla piena occupazione e a fare nuovi investimenti: bene. L'ho sentita ribadire oggi che il Governo richiamerà Stillantis a questi impegni: vorremmo che questo richiamo fosse in qualche modo ufficiale e soprattutto visibile anche ai tanti lavoratori diretti e dell'indotto di questo stabilimento; vorremmo che nei tavoli che lei ha annunciato di voler convocare, a seguito del primo che ha tenuto il 22 aprile, si parlasse davvero fino in fondo, come ci siamo già detti anche in Commissione, delle scelte strategiche per questo settore. Nell'interrogazione facevamo cenno anche alla problematicità di approvvigionamento dei microprocessori elettronici; sono tanti gli aspetti da affrontare e serve una politica industriale complessa. Ci siamo assunti insieme, con il nuovo Governo Draghi, questo impegno e, ovviamente, come sa, Italia Viva sarà al suo fianco se le scelte che farà saranno chiare sia nei confronti del settore industriale, sia nei confronti dei lavoratori (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

(Intendimenti del Governo in merito al progetto industriale ItalComP e iniziative per consentire l'accesso alla Cassa integrazione guadagni ordinaria ai lavoratori coinvolti nella vertenza Acc-Embraco - n. 3-02240)

PRESIDENTE. La deputata Maria Cristina Caretta ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-02240 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

MARIA CRISTINA CARETTA (FDI). Grazie Presidente, signor Ministro, la vertenza Acc-Embraco sta tenendo nel limbo circa 700 famiglie, che rischiano di perdere il posto di lavoro anche alla luce dell'arrivo delle prime lettere di licenziamento. In questo senso il progetto industriale ItalComP, nato per creare un polo nazionale della componentistica per elettrodomestici, è stato ritenuto il più appropriato a salvare la realtà Acc-Embraco. Tuttavia, è emersa la difficoltà della curatela di attivare gli ammortizzatori sociali in attesa della definizione del progetto ItalComP, visto che, per la normativa vigente, le curatele che non dispongono di risorse finanziarie, come quella della ex Embraco, non possono ricorrere alla cassa integrazione, anche se vi è un piano sostenibile di reindustrializzazione. Occorre, quindi, consentire alle aziende che ricorrono alla cassa integrazione straordinaria, il cui percorso di ristrutturazione o di reindustrializzazione sia stato rallentato dalla pandemia COVID, di poter far ricorso alla Cassa integrazione guadagni ordinaria. Per questo vogliamo sapere cosa il Governo intenda fare per dare vita al progetto ItalComP e sostenere i lavoratori coinvolti nella vertenza Acc-Embraco nell'accesso alla Cassa integrazione guadagni ordinaria (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il Ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha facoltà di rispondere.

GIANCARLO GIORGETTI, Ministro dello Sviluppo economico. Grazie. Io ringrazio i colleghi interroganti perché mi permettono di chiarire qui in Parlamento quella che è la vera situazione. Come è noto, la vicenda dell'ex Embraco è all'attenzione del Ministero dello Sviluppo economico da molto tempo. L'anno scorso era stato illustrato un progetto integrato di politica industriale, appunto denominato ItalComP, con l'obiettivo di dare soluzione a due differenti situazioni di crisi: la Ventures Srl in fallimento e la ACC Wanbao in amministrazione straordinaria di Borgo Val Belluna. È altrettanto noto che, nel progetto di reindustrializzazione, il sito di Riva di Chieri diventerebbe il centro di eccellenza per la produzione di motori, mentre il sito di Mel si specializzerebbe nell'assemblaggio dei compressori. Il 3 agosto 2020, il Ministero dello Sviluppo economico ha presentato alla Commissione europea, per conto della ACC Wanbao in amministrazione straordinaria, un'istanza di autorizzazione per il rilascio della garanzia dello Stato, al fine di ottenere da parte di alcuni istituti di credito un finanziamento pari a 12,5 milioni di euro, utili a far fronte alle necessità di cassa correnti. La procedura autorizzatoria è ancora aperta e in corso di valutazione presso la Commissione europea.

Con il nuovo Governo, sono ripresi i contatti con l'amministrazione straordinaria. Il 15 aprile scorso ho incontrato da remoto i presidenti della regione Veneto, Luca Zaia, e della regione Piemonte, Alberto Cirio, nonché l'assessore al Lavoro, Donazzan, e l'assessore Elena Chiarino. In detta sede, è stata ribadita dalle regioni coinvolte la disponibilità di massima a intervenire da parte delle rispettive finanziarie regionali. Come ho avuto modo di dichiarare anche in quell'occasione, il metodo Corneliani, cioè l'investimento privato e pubblico nel capitale, è l'unico consentito dall'Unione europea ed è il solo applicabile anche per le crisi che vede coinvolte la ACC di Belluno e l'ex Embraco di Riva. Ciò presuppone necessariamente l'individuazione di un investitore da coinvolgere nell'operazione, in quanto condizione indispensabile per questa tipologia di operazioni, e la presenza di un soggetto privato che dia la propria disponibilità ad entrare nel capitale insieme allo Stato. Il passo successivo, anche in questo caso, sarà dunque quello di individuare uno o più imprenditori che abbiano fiducia nel progetto industriale e accettino la scommessa di salvare e rilanciare queste due grandi realtà italiane, accanto ad un socio pubblico, ma finora - e la ricerca continua, in modo discreto ma continua - tale investitore, purtroppo, non è stato ancora individuato.

Dal punto di vista finanziario, segnalo l'articolo 37 del decreto-legge in fase di conversione, che permetterà, una volta convertito e dopo un decreto ministeriale del MiSE e del Ministero dell'Economia e delle finanze, di intervenire con una forma di prestito, naturalmente sempre subordinatamente all'autorizzazione della Commissione europea.

Per quanto riguarda gli aspetti di tipo occupazionale, il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, nell'ambito del tavolo di confronto, ha informato che, a corredo dell'istanza di ammissione al trattamento di Cassa integrazione guadagni per cessazione di attività…

PRESIDENTE. Deve concludere.

GIANCARLO GIORGETTI, Ministro dello Sviluppo economico. È molto importante, Presidente. A corredo dell'istanza di ammissione al trattamento di Cassa integrazione guadagni per cessazione di attività, che scadrà a luglio del 2021, le parti hanno reso noto che sono addivenute alla sottoscrizione dell'accordo di ricollocazione, allo specifico accordo con la regione Piemonte avente ad oggetto l'attivazione di una serie di politiche attive di misure a favore dei lavoratori coinvolti.

L'ultimo incontro del tavolo di monitoraggio presso il Ministero dello Sviluppo economico si è avuto lo scorso 23 aprile, presieduto dalla Vice Ministra delegata, Alessandra Todde, nel corso del quale è stato analizzato, fra le possibili misure, anche il ricorso a strumenti di salvaguardia dell'occupazione nell'ambito del periodo emergenziale di competenza del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, considerando anche che il trattamento di Cassa integrazione guadagni, che riguarda circa 400 lavoratori, è attualmente in vigore solo fino al luglio del 2021.

PRESIDENTE. La ringrazio…

GIANCARLO GIORGETTI, Ministro dello Sviluppo economico. Prosegue, da parte del MiSE, delle regioni e dell'amministrazione straordinaria, la ricerca di una partnership privata per dare un futuro alle centinaia di lavoratori coinvolti.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il deputato Andrea Delmastro Delle Vedove.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie Presidente, Ministro, non possiamo dirci completamente soddisfatti della sua risposta. Regione Piemonte e regione Veneto hanno nel tempo lavorato per offrire una soluzione ad ACC (315 dipendenti) e ad Embraco (400 dipendenti), che non fosse quella stanca di arrendersi al declino, di arrendersi alla desertificazione industriale, di arrendersi ad erogare, magari, nei prossimi tre anni ammortizzatori sociali per accompagnare alla lenta decozione le due aziende; anche perché, lo sappiamo, gli ammortizzatori sociali che le accompagneranno alla morte varranno 13,7 milioni per i prossimi tre anni, mentre il progetto di rilancio vale 8,6 milioni per i prossimi tre anni. Allora, sarebbe particolarmente criminale abbandonare il progetto di rilancio, sarebbe particolarmente criminale arrendersi all'eutanasia del nostro sistema industriale e manifatturiero.

Il grande progetto di politica industriale per la creazione di un polo italiano che abbia addirittura la concreta ambizione di essere un polo di riferimento europeo può far paura all'Austria, Ministro, che infatti blocca la procedura, ma non deve far paura a noi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), a noi deve inorgoglire! Il progetto audace e temerario di reindustrializzazione messo in campo da Maurizio Castro è fondato sul fatto che Acc ha avuto - lo voglio leggere - il 40 per cento di aumento della produzione, il 35 per cento di aumento dei ricavi e, per continuare a correre (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) sul mercato, deve avere solo la liquidità! Tutto ciò non può infrangersi all'ultimo miglio per dei cavilli. Il primo è che lei non riesce, non può, oppure è costretto da una parte della sua maggioranza, ad anticipare quello che sta nel “decreto Sostegni”, cioè la liquidità necessaria, la liquidità ponte. Il secondo è che Orlando, Ministro del Lavoro, non chiarisca all'INPS che può essere erogata la cassa COVID (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! E lo sappiamo tutti che si può, ma la curatela non ha il via libera. Lei ha un problema, Ministro, glielo dico: lei governa con quella sinistra la cui rivoluzione, come preconizzò il filosofo Del Noce, è passata dalle fabbriche…

PRESIDENTE. Concluda.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). … alle camere da letto e ha trovato, oggi, il suo campione in Fedez (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), il milionario…

PRESIDENTE. Concluda, ha esaurito il suo tempo.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). …imprenditore di sé stesso. Vado alla conclusione. L'abbandoni, quella sinistra, e festeggi…

PRESIDENTE. La ringrazio, deve chiudere.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). …con noi un primo maggio dove noi - e termino - alziamo le lettere di licenziamento collettivo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Questa è una alle 700 famiglie! Questo è il nostro primo maggio, non Fedez (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Chiarimenti in merito alle prospettive della divisione automazione presso lo stabilimento di Genova della Leonardo Spa – n. 3-02241)

PRESIDENTE. Il deputato Luca Pastorino ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02241 (Vedi l'allegato A).

LUCA PASTORINO (LEU). Grazie signor Presidente. A parte me e il capogruppo Fornaro, quest'interrogazione, nella sua stesura iniziale, era stata sottoscritta anche dal collega Traversi del MoVimento 5 Stelle e dal collega Rixi della Lega. Il tema, come si diceva, è il futuro della Business Unit Automazione di Genova e dei suoi 400 dipendenti. Solo un anno fa, l'amministratore delegato, Profumo, aveva annunciato investimenti sul sito genovese e dichiarato strategica proprio l'automazione. Inoltre, il 5 febbraio del 2020, l'allora Ministro dello Sviluppo economico, rispondendo a una nostra interrogazione, assicurava che Business Unit Automazione rappresenta un pilastro per la presenza dell'azienda in Liguria, e, di conseguenza, è uno degli asset del Piano industriale di Leonardo 2018-2022, e così ancora dopo il 29 maggio. Eppure, oggi 400 lavoratori della divisione temono per il loro futuro dopo l'annuncio di una ricerca, non ben definita, di un partner e la prospettiva di una vendita dell'Automazione. Quindi, il quesito è molto chiaro: se possa chiarire - in quanto lo Stato, attraverso il MEF, controlla il 30 per cento del capitale di Leonardo - quale sarà il destino dell'unità Automazione del sito genovese.

PRESIDENTE. Il Ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha facoltà di rispondere.

GIANCARLO GIORGETTI, Ministro dello Sviluppo economico. Grazie, onorevole Pastorino. E' inutile che qui dica cosa rappresenta Leonardo e il ruolo che ha lo Stato anche nel capitale di indirizzo. Per quanto riguarda l'unità di Business automation della divisione di Leonardo, questa conta, attualmente, circa 455 addetti, di cui circa 365 presenti nel sito di Genova. Le attività sono prevalentemente dirette allo sviluppo di tecnologie per sistemi di smistamento di pacchi e di bagagli. Ad oggi, tale unità, così come comunicato dalla stessa Leonardo S.p.A, non ha caratteristiche riconducibili a una crisi industriale, ma presenta dimensioni contenute rispetto al settore di riferimento e, quindi, necessita di investimenti dedicati, per consolidarne e rafforzarne la potenzialità di crescita. Al fine di garantire a questa unità la solidità necessaria ad assicurare una capacità competitiva anche nel medio periodo, Leonardo ha riferito di avere avviato un percorso per individuare un interlocutore capace di valorizzarne le competenze e favorirne lo sviluppo. Tale processo sarà portato avanti, informando tutte le parti interessate nello sviluppo del progetto e tenendo in considerazione lo storico rapporto di Leonardo con il territorio ligure, così da garantire il massimo impegno sulle prospettive occupazionali del sito. In relazione al ruolo industriale nel territorio, la città di Genova resterà centrale, nell'ambito della Strategia complessiva di Leonardo, quale polo produttivo di primaria importanza per lo sviluppo di soluzioni e prodotti ad alto contenuto tecnologico, come ne è la testimonianza la creazione di Leonardo Labs, centro di ricerca e sviluppo del gruppo. A dicembre, ci sarà l'installazione del High Performance Computing, denominato davinci-1, uno dei primi 100 supercomputer al mondo, un acceleratore di conoscenza in grado di potenziare il processo di digitalizzazione industriale. Il sito, installato nella Torre Fiumara di Genova, raccoglierà, al suo interno, un centro di competenza digitale di altissimo livello, con ricadute dirette per lo sviluppo competitivo del Paese, e che potrà rappresentare un asset strategico per l'implementazione dei progetti legati al Piano nazionale di ripresa. Genova rappresenta anche il cuore operativo della divisione cybersecurity, focalizzata nello sviluppo di soluzioni per la sicurezza fisica e cibernetica, servizi digitali per la gestione del territorio e per la protezione di infrastrutture critiche ed ospita, altresì, importanti attività della divisione elettronica, con particolare riferimento ai sistemi avionici, ai sistemi di comunicazione, informazione e sicurezza e ai sistemi navali. In conclusione, ritengo che il gruppo Leonardo abbia progetti e strategie importanti con riferimento all'unità di Genova e, quindi, l'auspicio condiviso è quello di investimenti mirati per garantire la ripresa, in tempi rapidi, dell'unità richiamata dall'interrogante, che è un player importante nei settori strategici di industrie legate a tecnologie avanzate.

PRESIDENTE. Il deputato Luca Pastorino ha facoltà di replicare.

LUCA PASTORINO (LEU). Ringrazio il Ministro per la risposta. Diciamo che c'è differenza tra la risposta di oggi e la risposta dell'anno scorso. L'anno scorso, eravamo tutti più tranquilli, oggi siamo un po' meno tranquilli, perché, comunque, lei mi conferma il fatto che la ricerca di un partner ci sia. La ricerca di un partner non vuol dire, necessariamente, mantenimento di quella divisione. Quindi qua c'è un tema che riguarda i lavoratori, riguarda Genova, ma riguarda anche la proprietà degli asset industriali del nostro Paese, perché, comunque, sappiamo bene che Leonardo è partecipata: il MEF ha il 30 per cento di Leonardo. Secondo me, questo è un interrogativo di politica industriale che va posto, chiaramente in subordine alla tutela dei posti di lavoro sul territorio di Genova, ma, in generale, in un contesto di prospettiva che non può trascurare anche questo tipo di percorso. Io so che lei può condividere: come sono state fatte operazioni in altri settori, con l'intervento dello Stato, attraverso Cassa depositi e prestiti, attraverso le forme che vogliamo vedere, è chiaro che anche la divisione Automazione, che si occupa di smistamento, di sistemi di trasferimenti postali, di aeroporti, un settore che, fino all'anno scorso, aveva certi numeri, oggi è messa in discussione. Poi sono veri - la ringrazio di averli detti- gli impegni su Genova da parte di Leonardo con la questione di Torre Fiumara, il mega calcolatore. Tra l'altro, il mega calcolatore, se vogliamo, potrebbe essere messo a disposizione per potenziare la divisione Automazione. Questo è uno spunto che ha avuto già qualcun altro, io l'ho fatto mio, ma può essere un orientamento che Leonardo e lo Stato in generale potrebbero avere come attenzione per questa divisione, per questo comparto, che, a mio modo di vedere, a nostro modo di vedere, dovrebbe far parte degli asset industriali di proprietà dello Stato e, comunque, strategici per lo sviluppo dello Stato. Quindi, questa è un'interrogazione che ha un doppio valore. Chiaramente i lavoratori sono molto preoccupati, lo erano l'anno scorso e due anni fa, lo sono ancora ora e, quindi, noi ascolteremo anche gli altri interlocutori che ho citato prima, sia del MoVimento 5 Stelle, sia della Lega Nord, sperando che le riflessioni che abbiamo fatto oggi poi possano scaturire in un dialogo con la singola azienda, per un certo tipo di prospettiva.

PRESIDENTE. E' così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 16.05.

La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 16, è ripresa alle 16,10.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Casa, Ceccanti, Cirielli, Colletti, Colucci, Comaroli, Del Barba, Delmastro Delle Vedove, Ferri, Frassinetti, Gebhard, Giachetti, Lorefice, Magi, Occhiuto, Palazzotto, Parolo, Silli e Tasso sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente 93 come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione delle mozioni Bitonci, Boccia, Martinciglio, Pettarin, Librandi, Pastorino, Angiola ed altri n. 1-00413, Lollobrigida ed altri n. 1-00463 e Trano ed altri n. 1-00465 concernenti iniziative di competenza in relazione al nuovo quadro normativo in materia di inadempienza bancaria e crediti deteriorati.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Bitonci, Boccia, Martinciglio, Pettarin, Librandi, Pastorino, Angiola ed altri n. 1-00413 (Ulteriore nuova formulazione), Lollobrigida ed altri n. 1-00463 e Trano ed altri n. 1-00465 (Nuova formulazione) concernenti iniziative di competenza in relazione al nuovo quadro normativo in materia di inadempienza bancaria e crediti deteriorati (Vedi l'allegato A).

Avverto che, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 12 aprile 2021, sono state presentate la mozione Lollobrigida e altri n. 1-00463, un'ulteriore nuova formulazione della mozione Bitonci e altri n. 1-00413 - che è stata sottoscritta, tra gli altri, anche dai deputati Boccia, Martinciglio, Pettarin, Librandi, Pastorino e Angiola, i quali, con il consenso degli altri sottoscrittori, ne diventano rispettivamente il secondo, il terzo, il quarto, il quinto, il sesto e il settimo firmatario - e una nuova formulazione della mozione Trano e altri n. 1-00465. Tali mozioni sono già state iscritte all'ordine del giorno.

Il deputato Trano ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). Sì, Presidente, chiediamo la votazione per parti separate per la nostra mozione, grazie.

PRESIDENTE. D'accordo. Si poteva fare anche in una seconda fase.

(Parere del Governo)

PRESIDENTE. Invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Allora, parere positivo sulla mozione a prima firma Bitonci e parere negativo sulla mozione a prima firma Trano. Per quanto riguarda la mozione a prima firma Lollobrigida, il parere è positivo su alcune parti; ossia, per quanto riguarda le premesse, parere positivo ad eccezione del capoverso che recita “in base alle nuove regole è anche previsto il blocco dei pagamenti con addebito diretto” fino a “domiciliazione bancaria”, in quanto inesatto dal punto di vista tecnico; e, per quanto riguarda gli impegni, parere positivo sugli impegni n. 2 e n. 3, parere positivo sull'impegno n. 4 fino a “minori sofferenze”, quindi “a valorizzare, anche con apposite iniziative di carattere normativo” fino a “minori sofferenze”; parere positivo sugli impegni n. 5 e n. 7, e sull'impegno n. 8, così riformulato, per quanto riguarda l'inizio: “ad adottare iniziative per verificare, con le competenti istituzioni europee, la possibilità di modificare il temporary framework”, e poi procede come è adesso.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nunzio Angiola. Ne ha facoltà.

NUNZIO ANGIOLA (MISTO-A-+E-RI). Cari colleghi, come è noto, il 1° gennaio 2021 sono entrate in vigore nuove norme dettate dall'autorità bancaria europea che riguardano il riconoscimento, nei bilanci delle imprese bancarie, dei crediti deteriorati. Per effetto di queste nuove norme se lo sconfinamento da parte di un'impresa supera determinati livelli quantitativi e se si protrae oltre i 90 giorni, in automatico questa impresa viene considerata un cattivo pagatore e, in automatico i crediti relativi vengono etichettati come non performing loan; ebbene, per questo nasce questa mozione, perché queste nuove norme possono potenzialmente arrecare un grave danno al sistema imprenditoriale italiano. Questa mozione abbiamo contribuito noi a redigerla e vorrei svolgere solamente alcune considerazioni su due punti.

Un primo punto riguarda la richiesta di un impegno da parte del Governo: la modifica delle norme in materia di aiuti di Stato da parte della Commissione europea; e un secondo punto riguarda la revisione, oppure la sospensione, delle nuove norme più restrittive per quanto riguarda questi livelli di significatività, che poi determinano i crediti deteriorati nei bilanci delle banche.

Si tratta di impegni che possono potenzialmente aumentare il divario, il gap, tra l'Italia e gli altri Stati membri. Per questo motivo, noi di Azione-+Europa abbiamo chiesto l'inserimento di un ulteriore punto nell'ambito della mozione Bitonci, che impegna il Governo a raccordarsi con le istituzioni bancarie italiane ed europee affinché venga migliorata la tutela finanziaria, vengano intraprese iniziative per la tutela finanziaria delle imprese e delle famiglie; e, in secondo luogo, chiediamo un impegno, da parte del Governo, a confrontarsi periodicamente con le istituzioni di vigilanza italiane ed europee - ho completato, Presidente - proprio al fine di intercettare subito situazioni di squilibrio delle banche che possono portare a crisi irreversibili.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Renzo Tondo. Non c'è: s'intende che abbia rinunciato.

Ha chiesto di parlare il deputato Raffaele Trano. Ne ha facoltà.

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Colleghi ci troviamo, ancora una volta, qui, a rappresentare la grave situazione di disagio in cui si trovano il nostro Paese, i suoi cittadini e le imprese che ne compongono il tessuto produttivo. L'uscita rapida e indolore dalla crisi, per come è stata finora gestita, non solo non è avvenuta, ma sarà diversa da settore a settore.

Se i dati di questi giorni indicano una ripresa veloce per il settore manifatturiero, non altrettanto può dirsi per alcune categorie del terziario; nei primi tre mesi del 2021, infatti, la tanto invocata inversione di tendenza nella spesa delle famiglie non c'è stata, e gli effetti si vedono.

Durante l'esame del DEF abbiamo ascoltato tanti esperti da altri enti istituzionali. Oggi è ancora più chiaro che c'è un largo mondo produttivo che sta annaspando in queste acque di morte: lo testimoniano anche oggi le parole del presidente di Confcommercio, Sangalli, che menziona un milione e mezzo di posti di lavoro persi. Ma oggi, in quest'Aula, c'è la volontà di voltare pagina su questi temi? Diversamente da quanto andava delineandosi nello scorso autunno, il manifestarsi della terza ondata della crisi pandemica ha generato la revisione al ribasso dei principali indicatori economici dei Paesi europei, Italia compresa; e, in questo contesto turbolento, quanto ci aiuta il nuovo regolamento sui crediti deteriorati? In parole semplici, i crediti deteriorati sono prestiti che rischiano di non essere più restituiti, o di esserlo solo in parte, a causa delle difficoltà dei creditori che erano già presenti dalla crisi del 2008 e che si sono aggiunte a questa ulteriore crisi. Le difficoltà commerciali, creditizie e, più in generale, reddituali rischiano infatti di acuirsi ulteriormente a seguito dell'introduzione, dal 1° gennaio, delle nuove regole dell'European Banking Authority, dell'EBA poiché le nuove ipotesi di individuazione dello stato di default obbligano il debitore a rientrare dalle esposizioni bancarie entro 90 giorni, se lo sconfinamento supera il limite di 500 euro per le imprese e 100 euro per le persone fisiche e se, contestualmente, è esposto nei confronti dello stesso soggetto creditore per oltre l'1 per cento.

Tale meccanismo, concepito mentre l'Italia usciva faticosamente dalla crisi del 2008, rischia di creare ulteriori difficoltà alle aziende che tentano faticosamente di risalire la china e spingerle a rivolgersi a fonti di finanziamento illegali; e comunque, anche se la banca non lo applica, peserà sui fondi rischi e sui rendimenti bancari.

Vorrei soltanto ricordare che questo nuovo vincolo arriva dopo che il nostro sistema bancario ha già dovuto affrontare le difficoltà create dall'introduzione della normativa europea in tema di NPL e dagli ostacoli ai salvataggi bancari frapposti dalla Commissione europea (vedi alla voce sentenza Tercas). Ma torniamo un momento sull'EBA. Non tutti sanno che cos'è. È un'Authority che sovrasta anche la BCE ed è composta non solo da Paesi dell'area euro ma anche da otto Stati che conservano le rispettive monete nazionali, banche centrali nazionali e gli annessi organismi di vigilanza bancaria. Tanto per dare l'idea, abbiamo Stati come l'Ungheria e la Polonia che hanno i loro problemi nazionalistici interni e che non aiutano i processi decisionali, che invece devono essere rapidi e tempestivi. Il board dell'EBA è retto da un consiglio di supervisione e uno di gestione, quest'ultimo composto da sei membri, di cui tre Paesi dell'area euro e tre Paesi dell'area non euro. Dalla composizione è abbastanza semplice da intuire i condizionamenti reciproci e i veti, che rallentano notevolmente l'innovazione e le scelte che necessitano alle nostre imprese. Facile anche da comprendere che in questi mesi di pandemia l'EBA si è irrigidita con la proroga delle moratorie bancarie non assistite da garanzia pubblica. Lo dico perché la crisi economica innescata dal COVID ci pone davanti a una riflessione importante sul ruolo e sulla funzione esercitata dall'EBA, che non può paralizzare e intralciare certi processi evolutivi e innovativi, addirittura da parte di Paesi che nemmeno fanno parte dell'area euro. Ma al peggio non c'è mai fine. Qualche settimana fa il presidente dell'EBA ha affermato a Bloomberg: “Ci saranno aziende che presentano modelli di business non redditizi che devono uscire dal mercato ed essere liquidate”. Questo è un modo elegante per dire che devono morire: ma perché il presidente dell'EBA non lo dice a qualche albergatore o a qualche ristoratore di una città d'arte italiana a cui hanno tolto i clienti per DPCM? Le nuove regole bancarie europee sui conti correnti in rosso e sui default delle imprese potrebbero avere effetti negativi per 32 miliardi di euro sulla liquidità, secondo una stima di Unimpresa, e il combinato disposto COVID-19, calendar provisioning e le nuove regole sui conti correnti in rosso potrebbero trasformarsi in un boomerang per le nostre banche e, di riflesso, per le nostre imprese. Purtroppo, ciò trova conforto anche dal presidente della vigilanza bancaria della BCE, Andrea Enria, che cita: “Il flusso dei fallimenti è trattenuto dalla sospensione delle procedure fallimentari e dalla moratoria sui crediti”. Quando termineranno le moratorie che cosa avverrà? Diciamolo in modo molto netto: la svalutazione automatica degli NPL è una follia; è un po' come dire che il COVID non sia mai esistito e che non abbia causato danni al sistema economico. Su tutti basta leggere un dato: sono 158 i miliardi di prestiti oggetto di moratoria che, se non riparte l'economia e i posti di lavoro, rischiano di non essere più ripagati. Attenzione: chi soffre in questo momento storico sono le attività economiche, che - diciamolo chiaramente - rischiano di sparire o di essere fagocitate.

Cosa avverrà possiamo immaginarlo, ma cosa è già avvenuto? Secondo un recente monitoraggio portato avanti dal Viminale sono 67 mila le segnalazioni provenienti dall'UIF, con un incremento, rispetto allo stesso periodo precedente, superiore all'8 per cento. Trasformato in soldoni, sono 5 mila comunicazioni in più, che risultano, peraltro, interamente o quasi totalmente riferibili al riciclaggio. Segnalo poi un fatto curioso, per usare un eufemismo. Lo scorso anno avevo presentato, durante la conversione del “decreto Liquidità”, un emendamento che prevedeva un argine alle organizzazioni criminali sull'autocertificazione (la sottosegretaria Guerra se lo ricorda perfettamente questo emendamento). Ebbene, questo emendamento è stato respinto ma, credetemi, non è un emendamento di mia iniziativa; era stato preso e costruito secondo le audizioni fatte con il procuratore Greco, il procuratore Milillo e la DNA (Cafiero De Raho). Questo se lo ricordano bene i colleghi delle Commissioni finanze e attività produttive. Quell'emendamento era stato fatto per essere una barriera; poi, in realtà, è stato spogliato, snaturato e reso inefficiente.

Ebbene, nei giorni scorsi, in un webinar organizzato dal PD, il responsabile della direzione antimafia della procura di Milano, la dottoressa Dolci, ha dichiarato che sono state censite oltre 600 società colpite da interdittiva antimafia che hanno avuto accesso ai fondi. Siamo solo a una prima analisi e non voglio immaginare i dati a consuntivo cosa mostreranno: altro che crediti deteriorati! Questa è un'appropriazione indebita di somme erogate con decreti di garanzia pubblica. Sono soldi dati alle mafie e qualcuno qui si dovrebbe prendere le proprie responsabilità - altro che sventolare i torroncini Condorelli in Aula! - perché non sono stati garantiti i controlli ex ante, come avevano richiesto i procuratori e, come dice oggi la stessa procuratrice, bisogna intensificare i controlli implementando gli strumenti a disposizione. Le risorse che sfuggono alle maglie della giustizia vengono utilizzate per rilevare attività di ristorazione e piccole e medie imprese. Dunque, in un momento così difficile, nel quale siamo tutti chiamati a dei sacrifici, serve che le istituzioni tutte abbiano la sensibilità e la lungimiranza necessarie a capire che questo è il momento di mettere da parte la rigidità estrema tipica dell'ideologia neoliberista, quella che personalità come Draghi hanno sempre rappresentato.

PRESIDENTE. Concluda.

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). Ora, invece, serve la sensibilità sociale di capire che concedere maggiori margini di flessibilità a famiglie e a PMI significa salvare il cuore pulsante della nostra società e il motore produttivo del nostro Paese…

PRESIDENTE. Deve chiudere.

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). …quello che dovrà trascinarci - ho concluso - verso la ripresa quando la morsa del COVID si sarà allentata.

PRESIDENTE. La ringrazio.

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). Meno fanatismo ideologico e più elasticità, quell'elasticità che ai tempi del COVID costituisce un investimento sul futuro dell'Italia e dell'Europa tutta. Questo dobbiamo e questo, soprattutto, dovete capire (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Luca Pastorino. Ne ha facoltà.

LUCA PASTORINO (LEU). Grazie signor Presidente. Da qui si ascolta male l'intervento di chi sta più in alto. Io ricordo solo che il collega Trano all'epoca del “decreto Liquidità” era presidente della Commissione finanze, quindi è un percorso che, al di là di aspetti specifici che possiamo anche condividere, egli aveva condiviso. A nome del gruppo, esprimo comunque soddisfazione per essere arrivati alla redazione di un testo unitario, che raccoglie le firme di tutta la maggioranza (la prima, appunto, è quella di Bitonci della Lega); esprimiamo, quindi, chiaramente, un voto favorevole. Ho parlato di liquidità perché questa è una mozione concernente iniziative di competenza in relazione al nuovo quadro normativo in materia di inadempienza bancaria e crediti deteriorati. Quindi, questo è un tema specifico, anche alla luce delle tante discussioni che abbiamo avuto in queste settimane (ricorderete anche la mozione su Borsa Italiana, con tante questioni che necessariamente impattano su questi temi), che raccoglie nel suo dispositivo tante raccomandazioni e tanti impegni che si chiedono al Governo. Il comune denominatore, comunque, è quello della liquidità e quindi torno proprio all'anno scorso quando, all'inizio della pandemia, i primi provvedimenti erano provvedimenti che qualcuno aveva criticato - mi ricordo bene il “decreto Liquidità” - nel nome di dover dare priorità a interventi e a contribuzioni a fondo perduto. Questa era la grande critica a quel provvedimento, che certamente andava affinato dopo una prima stesura - ci abbiamo lavorato -, ma ricordo molto bene che la critica era molto articolata sul fatto che comunque fosse uno strumento non sufficiente, non preciso, non esatto per quel tipo di emergenza che ci stavamo apprestando a conoscere. La storia dimostra che invece non è stato così. È stato messo in campo un piano da oltre 750 miliardi di euro complessivi per assicurare la necessaria liquidità alle famiglie e alle imprese e a questo piano è allineato uno schema di garanzie straordinarie e transitorie sui finanziamenti bancari alle imprese, centrato, come sappiamo, sul ruolo di SACE e del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese. Quindi, fu uno strumento che, in quanto nuovo, inizialmente aveva necessariamente dei lati da affinare - e tutt'oggi stiamo parlando di come affinarlo ancora in ragione di un'economia che va sostenuta - ma che si è rivelato fondamentale. Quindi, se il tema di base è quello della liquidità, poi da lì si innestano anche i tanti argomenti che abbiamo trattato in queste settimane, compresi quelli relativi ai crediti deteriorati. All'epoca, secondo me, avevamo tre leve: la leva fiscale (di agevolazione fiscale); la leva di introdurre liquidità in un sistema in difficoltà; la leva dei contributi a fondo perduto. Questi erano gli strumenti che si potevano mettere in campo e abbiamo conosciuto nei mesi, andando in parallelo con l'evoluzione della pandemia (quindi, una roba che non conoscevamo), diverse misure di intervento che hanno garantito comunque, anche attraverso la liquidità a fondo perduto concessa ai privati, di evitare, di fatto, il fallimento di molte imprese a causa proprio di una crisi di liquidità.

C'è questa entrata in vigore delle nuove norme in materia di inadempienza bancarie dettate dall'EBA, quindi l'agenzia bancaria europea.

Ecco, queste sono norme che, a nostro modo di vedere, nel testo della mozione appaiono un po' antistoriche proprio per le ragioni che dicevo io, perché, se così applicate dal 1° gennaio e, quindi, con gli automatismi che vanno a collocare in posizione di default o in altra posizioni simili le imprese, in un momento così complicato, si rischia un impatto sociale su famiglie e imprese devastante. Quindi sarebbe auspicabile, come abbiamo concordato tutti, un intervento per modificare e adattare temporalmente la normativa per garantire il massimo supporto all'economia reale, alla tenuta del tessuto produttivo. Anche perché, poi, un aspetto più tecnico - e, quindi, una novità rispetto al passato - riguarda le compensazioni tra le diverse esposizioni del debitore verso la banca e la possibilità, un tempo consentita, di compensare gli importi scaduti con le linee di credito aperte e non utilizzate. Questa eventualità non è più possibile e questo è anche un problema. Quindi, diciamo che, a cascata, poi, i timori sono quelli relativi agli effetti sulla concessione dei prestiti e sulla necessità di liquidità per molte imprese, partite IVA e famiglie e ciò sicuramente può determinare ripercussioni negative anche su altre imprese a queste stesse collegate. Sono questioni che ha sollevato anche l'Associazione bancaria italiana, l'ABI.

Quindi, in generale, i vari tipi di assistenza finanziaria collegati all'emergenza COVID-19 hanno sottolineato l'importanza di garantire non soltanto un certo volume di credito, ma anche una certa flessibilità al credito medesimo, al fine di sospendere, allentare o ricalibrare, almeno temporalmente, questa nuova regolamentazione sui non performing loan, la cui attuale rigidità rischia davvero una massa di crediti deteriorati per la spaventosa cifra ipotizzata, qui ho sentito altri numeri, nella nostra mozione diciamo 1.400 miliardi di euro nell'Unione europea, e questo sarebbe un problema.

Quindi, gli impegni che la mozione richiede al Governo sono tanti, io ne cito qualcuno, come un tema comune a tutti, cioè quello di adottare con urgenza ogni utile iniziativa volta a sostenere l'incremento dell'offerta del credito a beneficio di famiglie, imprese e partite IVA nel 2021; di promuovere - questo è un tema su cui avevamo discusso molto, però è una riflessione che va fatta, abbiamo utilizzato un impegno mediato - l'attuazione di politiche, anche a livello comunitario, che concorrano al progressivo riassorbimento dei debiti determinati dalla pandemia, anche, eventualmente, potendo pensare all'emissione di titoli europei.

Questa è una discussione che, secondo noi, non va derubricata, non va non va accantonata.

Poi, ancora: ad adottare tutte le iniziative per verificare, con le competenti istituzioni europee, la possibilità di modificare il Temporary framework sugli aiuti di Stato, al fine di estendere la durata del limite temporale per gli aiuti sotto forma di garanzia sui prestiti a 15 anni dagli attuali 6.

E, poi, c'è la questione molto importante, per esempio, sempre in tema di liquidità, della moratoria in favore di piccole e medie imprese relativa all'apertura di credito, concessioni di prestiti rateali e non rateali, perché, appunto, c'è la moratoria sui crediti, ma poi, come si diceva prima, il tema delle aperture di credito e il fatto di doverle mantenere in vita, magari, su parametri che oggettivamente saranno differenti da quelli precedenti che avevano determinato la concessione del credito, è un tema anche quello; infatti anche i numeri che hanno giustificato, magari, con l'apertura di credito allora, possono risultare differenti rispetto a quanto avviene adesso.

Poi, come dicevo prima, ad adottare delle iniziative finalizzate ad allentare le nuove disposizioni introdotte dal 1° gennaio 2021 dall'ABE in materia di crediti deteriorati.

Questi sono alcuni dei punti che abbiamo trattato. Ripeto, io esprimo, a nome del mio gruppo, il voto convintamente favorevole a questa mozione, chiedendo al Governo di avere la capacità - ma ne sono certo, l'avrà - di sostenere le nostre imprese nei modi che abbiamo indicato, che sono modi che so che tutti condividiamo - magari, attraverso qualche sfumatura possiamo dire cose diverse - che sono fondamentali. Anzi, il senso della mozione unitaria è molto importante proprio per dimostrare di avere interiorizzato l'importanza di un sistema come quello italiano che, a differenza di quanto avviene in Francia o in Germania, è molto legato alla concessione di crediti bancari, quindi al mondo bancario, piuttosto che rivolto al reperimento di capitali sui mercati di capitale. Questa è una caratteristica della nostra economia e la mozione della scorsa settimana su Borsa Italiana prevedeva tra gli impegni anche la possibilità di offrire forme nuove di capitalizzazione per le nostre imprese attraverso il mercato dei capitali.

Detto questo, la questione del mantenimento del sistema e la realizzazione di forme di sostegno alle imprese sotto forma di garanzia di liquidità e tutte le altre questioni che abbiamo detto sono per noi molto importanti e, quindi, dichiarando il voto favorevole di LeU, concludo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Librandi. Ne ha facoltà.

GIANFRANCO LIBRANDI (IV). Grazie, Presidente. Onorevoli deputati, ritengo molto significativo il lavoro svolto per questa mozione. Ringraziamo i colleghi e i gruppi che hanno permesso che si arrivasse a una mozione unitaria di maggioranza su un tema così delicato, che riscontra un interesse trasversale e che, soprattutto, risulta fondamentale per il sistema economico e sociale del nostro Paese.

Come è noto, a partire dal 1° gennaio 2021, sono entrate in vigore le nuove norme in materia di inadempienza bancaria dettate dall'EBA, Autorità bancaria europea, peraltro già introdotte da regolamenti delegati europei e dagli orientamenti dell'Authority, che stabiliscono criteri e modalità più restrittive in materia di classificazione a default.

Come analizzato in discussione generale, i principali cambiamenti introdotti prevedono che sia definito inadempiente il cliente che presenta un arretrato da oltre 90 giorni, il cui importo risulti superiore ai 100 euro e superiore all'1 per cento del totale delle esposizioni verso la banca per privati e piccole e medie imprese, superiore ai 500 euro e superiore all'1 per cento del totale dell'esposizione per le società. Si tratta di requisiti troppo stringenti in relazione al protrarsi della pandemia e, dunque, all'attuale congiuntura economica-sociale.

Avevamo da tempo segnalato come l'applicazione di queste nuove regole comporterebbe, di fatto, un accrescimento dei crediti deteriorati e una conseguente restrizione del credito, benché in questa fase ci sia un forte incoraggiamento da parte della BCE e delle istituzioni italiane nel sostenere imprese e famiglie con prestiti, anche garantiti.

Già sul finire del 2020 ci associammo all'allarme lanciato dal presidente dell'Associazione bancaria italiana Antonio Patuelli, il quale aveva sottolineato l'esigenza di ridiscutere le regole bancarie nate prima della pandemia alla luce del nuovo scenario di crisi globale.

Inoltre, come gruppo di Italia Viva, avevamo presentato un'interrogazione sulla questione più generale della liquidità alle imprese e sull'esigenza di agire in sede europea per una modifica del Temporary framework in tema di aiuti di Stato, al fine di estendere la durata temporale dei prestiti garantiti da sei ad almeno dieci anni. Tale questione è stata anche accolta dal Governo in un ordine del giorno in sede di discussione della legge di bilancio 2021.

Il Governo ha previsto una proroga delle moratorie ex lege in essere fino al prossimo giugno, tuttavia, dato il fortissimo impatto della crisi pandemica, le ricadute sui debitori e, quindi, sui bilanci delle banche saranno significative. Secondo stime di mercato, il flusso complessivo di crediti deteriorati attribuibile alla crisi sarebbe compreso tra 60 e 100 miliardi, a seconda dello scenario macroeconomico. Chiaramente, per una stima puntuale, molto dipenderà dall'intensità della ripresa, dall'andamento della pandemia e dalla capacità di sfruttare a pieno il programma Next Generation.

Un ulteriore elemento è la disciplina del backstop, già modificata nell'ambito del cosiddetto Quick fix, che ha introdotto un'ampia serie di aggiustamenti alla normativa prudenziale, in particolare, per le esposizioni con garanzia pubblica. Nel corso del negoziato propedeutico, la delegazione italiana, alla luce del blocco dell'attività dei tribunali della scorsa primavera e dei rallentamenti tuttora in essere, aveva proposto, senza successo, la disapplicazione del backstop per un periodo di due anni. È evidente, come osservato anche dal Governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco, che i ritardi della giustizia civile costituiscono un freno per la riduzione dei prestiti deteriorati in Italia e che, pertanto, il tema della presente mozione si intreccia con quello della riforma della giustizia civile italiana e dell'allineamento dei suoi tempi a quelli medi europei.

L'aumento dei crediti deteriorati è il principale rischio che le banche italiane si trovano oggi a fronteggiare.

Si considerino due aspetti fondamentali: in primo luogo, i bilanci bancari non hanno ancora risentito, in misura significativa, della crisi pandemica, grazie alle misure di sostegno alla liquidità delle imprese e ai redditi delle famiglie e alla politica monetaria espansiva della BCE; in secondo luogo, le conseguenze nefaste della crisi e la ristrutturazione, che riguarderà interi settori produttivi, produrranno effetti di sicuro negativi ma difficilmente prevedibili in grandezza e qualità. D'altro canto, stanno crescendo le pressioni affinché si adottino nuove misure per garantire liquidità alle imprese.

Una cordata delle principali organizzazioni di categoria, imprese, artigianato, agricoltura e tante altre, ha inviato due lettere: una alle istituzioni europee e l'altra alle istituzioni italiane, in cui sono contenute forti richieste di continuare a garantire la necessaria liquidità alle imprese e ottimizzare l'attuale disciplina del Temporary framework sugli aiuti di Stato.

E' fondamentale sostenere le imprese, evitando che esse perdano capacità produttiva; occorre creare i presupposti sulla base dei quali le imprese, una volta terminata l'emergenza sanitaria, abbiano le capacità, anche finanziarie, per riattivare rapidamente la produzione e contribuire alla crescita economica del Paese.

E' necessario che le banche possano accordare alle imprese e alle famiglie nuove moratorie di pagamento dei finanziamenti e prorogare le moratorie in essere, senza l'obbligo di classificazione del debitore in sofferenza o addirittura in default, riattivando la flessibilità concessa all'inizio della crisi economica.

L'entrata in vigore della nuova disciplina ha coinciso con una crisi senza precedenti nella nostra storia. A fronte dell'impossibilità di posporre la sua applicazione, a causa della mancanza di sostegno da parte di altri Paesi europei, la Banca d'Italia ha previsto una deroga fino al 31 dicembre 2021 per gli intermediari finanziari non appartenenti a gruppi bancari e finanziari, ma ciò non è sufficiente.

Pertanto, alla luce di tutte le considerazioni esposte, la presente mozione impegna il Governo ad adottare con urgenza ogni utile iniziativa di competenza, volta a sostenere l'incremento di offerta di credito a beneficio di famiglie, imprese e partite IVA nel 2021 rispetto al 2020 e ad agire, a livello europeo, per promuovere riforme improntate alla flessibilità e per limitare l'accumulazione di crediti deteriorati.

Chiediamo al Governo di farsi promotore, in sede europea, di una revisione dei paletti del Temporary framework sugli aiuti di Stato, in particolare dei suoi limiti temporali, e per estendere la durata dei prestiti garantiti fino a 15 anni.

Esprimo il voto favorevole di Italia Viva che, da sempre, è vicina alle esigenze delle imprese e dei lavoratori italiani. Il sostegno al tessuto produttivo, la forza motoria dell'Italia sono per noi una priorità irrinunciabile. Il grande sforzo prodotto in termini di aiuti e ristori in risposta alla pandemia non può essere vanificato per via di norme eccessivamente stringenti che, di fatto, ostacolerebbero le attività delle imprese e la ripresa di tutto il nostro sistema economico e produttivo, rischiando di limitare gli effetti del Recovery Plan.

Ci appelliamo al Presidente Draghi affinché il Governo italiano ponga con la sua autorevolezza questo tema nell'agenda delle politiche europee. Saremo saldamente al suo fianco per raggiungere un obiettivo tanto ragionevole quanto necessario. Abbiamo la leadership in grado di ottenere questo risultato fondamentale per il nostro Paese: si agisca di conseguenza per il bene dell'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, Fratelli d'Italia accoglie le riformulazioni presentate dal rappresentante del Governo rispetto alla mozione, a prima firma del capogruppo, onorevole Lollobrigida, che riconoscono, di fatto, i temi che abbiamo affrontato nella stessa.

Sono temi che sicuramente rappresentano un momento anche di difficoltà per decine e decine di famiglie e per migliaia e migliaia di imprese. Quando è entrata in vigore questa nuova forma di classificazione del default, per tempo Fratelli d'Italia aveva fatto presente cosa sarebbe successo; l'abbiamo fatto presente prima con una interrogazione a risposta immediata, nel novembre dello scorso anno, ricevendo anche il consenso alla nostra tesi da parte del Ministro Patuanelli.

Pochi giorni dopo, il nostro gruppo parlamentare ritornava sul tema al Parlamento europeo; abbiamo poi in Commissione banche audito, in due occasioni, Banca d'Italia e, nonostante la tesi di Banca d'Italia, che diceva che due o tre banche nazionali già applicano, dallo scorso anno, queste nuove regole, abbiamo fatto presente che il pericolo era dietro l'angolo; poi, per ultima in ordine di tempo, ma certo per prima come valore significativo, l'iniziativa, a cura dell'onorevole Meloni, di una grande petizione al Parlamento europeo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) perché questa Europa non può continuare a pensare che l'economia sia solo una questione di virgole o di logaritmi.

Signor rappresentante del Governo, quando l'ABE, l'Autorità bancaria europea, ha indicato i criteri che oggi sono in vigore, era un'altra stagione, era un'altra storia, non c'era la pandemia, si usciva o si tentava di uscire da una crisi, che era quella finanziaria, che dimostrava come effettivamente vi fosse la necessità magari di un intervento ponderato e scaglionato negli anni per dare anche un senso di responsabilità a coloro i quali legittimamente accedono al credito. Ma di fronte alla situazione che si è venuta a creare in questo anno e mezzo - dico anno e mezzo perché, parliamoci chiaro, la pandemia non è finita e la prospettiva sarà ancora di qualche mese di crisi altalenanti - non possiamo pensare di cacciare fuori dal mercato decine di migliaia di imprese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) solo perché chiedono di poter lavorare e di avere quel minimo di credito necessario per poter resistere.

Non possiamo nemmeno pensare di dire alle famiglie, che, magari, non ricevono la Cassa integrazione promessa, di mangiare fra due mesi perché, fra due mesi, arriverà la Cassa integrazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) ma non possiamo permettere alcuna uscita dal budget fissato secondo le regole europee.

Signor rappresentante del Governo, questa storia me ne ricorda un'altra; mi ricorda la storia di qualche anno fa delle crisi bancarie, quando l'Europa riteneva di intromettersi nelle vicende italiane per il tramite dell'Antitrust e, allora, la signora Vestager, con molta abilità, disse che aiutare con il Fondo interbancario, che era un fondo di chiara natura privata, una banca che si chiamava ex Cassa Risparmio di Teramo, costituiva aiuto di Stato.

Quella fu la premessa da cui una certa Europa è partita per massacrare il sistema bancario italiano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e soprattutto per indurre il Governo di allora - voglio ricordarlo agli amici di Forza Italia, della Lega ma anche ai colleghi del Movimento 5 Stelle - a fare una riforma delle banche popolari, che era un attacco vero e proprio alle uniche banche nel territorio che, da centocinquant'anni, fanno credito agli imprenditori locali, alle famiglie (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Ciò perché hanno la conoscenza di chi sono i loro clienti, perché hanno la misura di come si sviluppano sui territori quelle imprese. E questo disegno fa il paio con un altro disegno che, in Europa, è diventato molto di moda: tutti noi sappiamo che le piccole e medie imprese italiane sono invidiate; sono invidiate, perché la loro attività consente all'Italia di essere la seconda potenza manifatturiera d'Europa. Ma si è iniziato a dire che sono piccole, che hanno pochi dipendenti e dovrebbero averne di più, che sono poco capitalizzate e dovrebbero avere più capitale. E poi cosa si fa? Si studia questa norma che, in un momento di crisi, mette in ginocchio le piccole e medie imprese, che sono quella rete che, in Italia, tiene in piedi l'economia. Allora, questo diabolico plan, questo Piano, studiato forse a tavolino, che, da una parte, crea le premesse perché si creino monopoli, se non oligopoli bancari, e, dall'altra, fa sì che questi nuovi monopoli o oligopoli mettano in ginocchio le nostre imprese, questa è una strada che chiaramente ha un responsabile in Europa e ha un nome in Europa: è la Germania.

Aggiungerò un'ulteriore considerazione a riprova di ciò, perché, dopo che, in sede europea, è stato dichiarato che il Fondo interbancario, dopo una serie di ricorsi, era un Fondo interbancario di natura privata, e che, quindi, quando interviene il Fondo interbancario, non c'è aiuto di Stato, sapete come mai subito dopo si è arrivati ad utilizzare questa sentenza e chi l'ha utilizzata? L'hanno utilizzata per la Norddeutsche Landesbank, cioè per quella banca tedesca partecipata da due Länder (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Allora, questa è la dimostrazione più netta che, quando c'era da massacrare le banche private italiane, le banche popolari italiane, comprese le banche venete, allora il Fondo si diceva fosse un aiuto di Stato; poi, invece, quando vi sono le banche partecipate massicciamente da due Länder tedeschi, allora non c'è più l'aiuto di Stato.

Come del resto l'aiuto di Stato non era stato riconosciuto, caso strano, per il Monte dei Paschi di Siena, nonostante i 10 miliardi che erano stati fino allora erogati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Allora, in questa Europa che fa figli e figliastri, in questa Europa che, molto spesso, è matrigna e non madre, in questa Europa che fa così tante, sottili differenze, noi qualche riflessione vorremmo farla, perché, quando l'economia si separa dalla realtà, quando la finanza si separa dal popolo, quando il denaro diventa fine di se stesso, quando il sistema bancario si fa signore del mercato, allora una società cade nel baratro. E questo è un insegnamento che ci viene anche da un grande poeta, che è stato forse dimenticato nelle sue tesi economiche, ma Ezra Pound ha scritto delle pagine in economia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) che valgono tanto quanto I Cantos. Colleghi, a noi spiace dire queste cose - e vado alla conclusione, Presidente -, ma all'Europa abbiamo sempre voluto bene. C'era una nostra canzone che diceva “Canto un'Europa di sangue, le catene che ci stanno chiudendo, canto e il mio canto è nel vento. A nord, ad est, a sud, ad ovest in Europa” (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E poi c'è stato anche un grande intellettuale scomparso della destra politica, che, riferendosi ad altre vicende storiche, ebbe un giorno a scrivere: “Oggi, sull'orizzonte dell'Europa, è solstizio d'inverno, un interminabile inverno di servitù e di vergogna. Ma noi crediamo, noi vogliamo credere all'imminente resurrezione della luce” (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Noi ci metteremo perché crediamo alla risurrezione dell'Europa, ma non l'Europa dei mercati, non l'Europa del pensiero unico, ma l'Europa dei popoli e delle idee (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Guido Germano Pettarin. Ne ha facoltà.

GUIDO GERMANO PETTARIN (FI). Grazie, Presidente, cari colleghi e care colleghe, purtroppo ho solo dieci minuti di tempo per fare l'intervento su un tema che è molto più vasto di quanto appare in superficie. Quando trattiamo come…

PRESIDENTE. Deputato Pettarin, le chiedo scusa, provi a cambiare microfono, perché c'è un rumore di fondo fastidioso che non fa giustizia della sua voce.

GUIDO GERMANO PETTARIN (FI). Grazie, Presidente. Così è meglio?

PRESIDENTE. Sì, prego, prosegua.

GUIDO GERMANO PETTARIN (FI). Grazie di cuore. Colleghe e colleghi, dicevo, ho purtroppo solamente dieci minuti di tempo per poter parlare di questo tema, che è vastissimo. Sullo sfondo del nuovo quadro normativo in materia di inadempienza bancaria e crediti deteriorati, c'è, infatti, tutta la storia del sistema bancario nazionale italiano. In Italia, nel 1990, ci fu chi disse che le nostre banche erano dei giganti dai piedi d'argilla e ci fu una riforma che trasformò le casse di risparmio e all'epoca le BIN, le banche di interesse nazionale - uso acronimi che credo ormai nessuno ricordi più - in due ambiti, da una parte le fondazioni bancarie, dall'altra parte le casse di risparmio, banche SpA, pensando che la privatizzazione potesse essere la soluzione di tutti i mali e che potesse essere sempre e solo virtuosa.

Ricordo anche che chi ebbe modo di parlare dei giganti dai piedi d'argilla, in un suo periodo ministeriale, fu colui che, nottetempo, secondo almeno alcuni, mise le mani nei conti correnti degli italiani; cosa questa che credo sia da condannare recisamente oggi, ieri e domani (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Siamo la nazione in cui c'erano le BIN, in cui ci sono le banche nazionali, in cui ci sono le casse di risparmio, o c'erano, in cui ci sono le banche di credito cooperativo, in cui ci sono le casse rurali, in cui ci sono, in Sardegna, le banche peota. Non so chi sa che cosa siano le banche peota, ma questa dimostrazione fa il paio con il fatto che siamo la nazione in cui esiste il Monte dei Paschi di Siena, la più antica banca d'Europa. Non si può liquidare questa storia, enormemente complessa, con piccoli, brevi commenti o con luoghi comuni. Nel momento in cui, il 1° gennaio 2021, entrano in vigore le nuove norme sul default, il lavorio che aveva portato a questa elaborazione non era iniziato poco prima, era iniziato da anni, ma aveva sviluppato se stesso in parallelo a un momento storico che è stato in grado - la pandemia - di spiazzare tutti, compreso il mondo economico, bancario e finanziario, rendendo inadeguato al momento storico qualunque tipo di atto e di scelta si fosse fatta.

Di questi temi, dell'esigenza di riparlare delle norme nuove sul default e delle nuove norme sulla classificazione dei crediti deteriorati, Forza Italia si è occupata da tempo. Risale al settembre 2020 l'inizio delle iniziative portate avanti dal nostro presidente Tajani a livello comunitario con interrogazioni al Parlamento europeo su questa tematica; risale al 15 gennaio di quest'anno l'interrogazione che il gruppo di Forza Italia fece all'allora Governo Conte 2 proprio su queste tematiche. E, naturalmente, questo quadro si è andato arricchendo, avendo sullo sfondo quella che, un tempo, era una pessima parola e, oggi, sarebbe una parola peccaminosa, che è credit crunch. Cos'è il credit crunch? Il credit crunch è la stretta al credito, perché, quando parliamo di queste tematiche, dobbiamo sempre avere presente due soggetti che collimano: chi ha bisogno del credito e chi concede il credito.

Nel momento in cui queste situazioni vengono a sposarsi, devono essere create le condizioni che permettano all'accesso al credito di essere ciò che deve essere, cioè una leva di sviluppo, un moltiplicatore e non un elemento che sopprime, invece di aiutare a sopravvivere, che danneggia, invece di sviluppare. Questo noi dobbiamo evitare, con la coscienza che andare a mettere le mani tutti insieme con la mozione che portiamo avanti, come forze di maggioranza, permette questo tipo di risultato: aiutare le famiglie, aiutare le imprese, aiutare il mondo economico, aiutare le banche a far sì che il credito sia ciò che deve essere, uno strumento di sviluppo e non di depressione del nostro sistema economico, sociale e finanziario.

Le settimane di tempo che abbiamo avuto da metà aprile ad oggi, in cui abbiamo discusso di questa tematica, ci hanno permesso di raffinare una mozione, portata avanti da tutte quante le forze di maggioranza, che oggi portiamo all'attenzione dell'Aula e che, secondo noi, risponde alle varie esigenze che mi sono permesso in qualche maniera di tratteggiare in questo momento.

Noi abbiamo bisogno assolutamente che il nostro sistema bancario ricordi le proprie radici, abbia presente il proprio oggi e guardi al proprio futuro, che è un futuro non nazionale, è un futuro comunitario, è un futuro europeo, perché la civiltà giuridica bancaria del nostro sistema è un faro, rispetto a quello che è la civiltà bancaria giuridica europea. Altre Nazioni hanno storie e tradizioni diverse dalle nostre, certamente, ma sono anche Nazioni tutte tributarie della nostra elaborazione giuridico-dottrinaria bancaria e del nostro modo, come Nazione Italia, di fare questo tipo di attività.

È alla luce di queste considerazioni che quindi io annuncio, naturalmente, per quanto riguarda il gruppo di Forza Italia, il voto favorevole alla mozione che la maggioranza ha presentato, tutta quanta insieme, che porta il n. 1-00413.

Nei vari elementi, a cui la mozione fa riferimento e a cui si richiama il Governo, che sono numerosissimi e sono in realtà ben undici, io mi sento di richiamare l'attenzione su alcuni particolari che ritengo siano più importanti degli altri. Il primo impegno, in cui si chiede al Governo grande attenzione, è ad adottare con urgenza ogni utile iniziativa di competenza volta a sostenere l'incremento di offerta di credito a beneficio di famiglie, imprese e partite IVA nel 2021, rispetto al 2020. In questo contesto abbiamo sentito, rispetto al PNRR, il Presidente Draghi ricordare che ci siamo tutti accorti che una delle esigenze è quella di dar modo ai giovani di rimanere nel nostro Paese e, perché i giovani rimangano nel nostro Paese, è necessario assicurare loro casa, credito e lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) In questo senso, prevedere la possibilità che lo Stato, con un proprio fondo, dia delle garanzie a supporto della volontà dei giovani di acquistare la prima casa credo che sia determinante e già una prima essenziale risposta a questo impegno.

Altro punto assolutamente importante, che corrisponde all'alinea 6) degli impegni, su cui si chiede al Governo di avere particolare attenzione, è adottare iniziative per verificare la possibilità di prorogare il termine del periodo transitorio, attualmente fissato al 31 dicembre 2021, entro il quale gli intermediari finanziari non appartenenti ai gruppi bancari potranno applicare i criteri antecedenti la nuova disciplina per la classificazione a default dei crediti.

Poi io credo sia determinante anche l'alinea 11): adottare iniziative di competenza per raccordarsi con le autorità preposte alla vigilanza nazionale ed europea, pur nel rispetto dei relativi ruoli, al fine di garantire la piena tutela finanziaria sia delle imprese sia dei piccoli risparmiatori, nonché, con riguardo ad un allentamento delle regole sugli aiuti di Stato e alla sospensione della nuova disciplina in materia di non performing loan, a mettere in atto ogni iniziativa che consenta di contenere l'aumento del gap tra l'Italia e gli altri Paesi europei, attraverso un periodico scambio di informazioni tra le istituzioni di vigilanza nazionali ed europee. Questi sono punti fondanti, questi sono punti che servono a dettare la linea per il futuro, la linea di un futuro che non può che essere di sistema, perché il nostro futuro è l'Unione europea, il nostro futuro è il sistema economico, bancario e finanziario dell'Unione europea. Noi in quel senso dobbiamo andare e in quel senso vogliamo andare e abbiamo la responsabilità di portare il nostro Paese.

Annuncio, come ho già fatto, il voto favorevole e prego il Governo di proseguire su questa strada, che permetta effettivamente di fare del credito ciò che deve essere, uno strumento di sviluppo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Boccia. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BOCCIA (PD). Grazie, signor Presidente. Sulla mozione che discutiamo oggi ringraziamo il Governo per aver fatto una sintesi che consente di fatto a tutta la Camera di ritrovarsi dentro gli impegni che sono stati assunti. Penso che sia stato fatto anche uno sforzo importante verso la mozione dell'opposizione, perché alcuni impegni sono assolutamente coincidenti con gli impegni della mozione unitaria. Questa è un'occasione, colleghi, perché le norme entrate in vigore probabilmente in maniera non opportuna - lo dico alla sottosegretaria Guerra - sull'inadempienza bancaria per la European Banking Authority hanno costretto in qualche modo il Parlamento e anche il Governo stesso a fare una riflessione ulteriore, non solo sulle regole ma sull'impatto delle stesse sul sistema bancario e anche - colgo la provocazione dei colleghi di Fratelli d'Italia - sul rapporto opportuno tra finanza, che dovrebbe sempre e comunque essere ancella dell'impresa, e il mondo delle imprese.

Questa riflessione relativa alle norme EBA io penso che debba imporci un approfondimento su quale sarà la politica economica del nostro Paese nell'era post COVID, perché le due cose non sono disgiunte. È il tentativo che il Partito Democratico ha fatto, presentando una propria mozione che, poi, è confluita nella mozione unitaria. Lo dico al collega Bitonci della Lega, che ringrazio, perché il confronto che c'è stato nelle settimane scorse ci ha consentito di mettere insieme due parti di una riflessione che sono e devono essere unite da un'unica visione. Quella visione - lo dico ai colleghi di Fratelli d'Italia - non è disgiunta dall'Europa mamma, non matrigna, perché, se non ci fosse stata, non sarebbero accadute le cose che è opportuno che noi oggi qui richiamiamo.

Con i provvedimenti varati dal marzo scorso, che sono provvedimenti tenuti in vita in continuità dal Governo Draghi, noi abbiamo consentito alle tante imprese in gravi difficoltà finanziarie di avere la certezza di accedere al Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese. Le richieste, al 31 marzo, ammontavano a 150 miliardi. Perché citiamo questi dati? Citiamo questi dati, perché, se vogliamo che il “decreto Sostegni 2”, che arriverà nei prossimi giorni o alla Camera o al Senato, possa già avere i primi risultati delle riflessioni che sono contenute in questa mozione, dobbiamo dirci con chiarezza se condividiamo una certa impostazione. Sono stati erogati 150 miliardi, per oltre un milione 846 mila domande, attraverso il Fondo di garanzia; di questi, 1 milione e 100 mila persone hanno ottenuto prestiti fino a 30 mila euro.

Noi stiamo chiedendo, in questa mozione, come la sottosegretaria sa, di spostare i rimborsi da sei a quindici anni, ma c'è già una discussione in questo momento dentro il Governo per spostare il rimborso da sei a otto anni.

Noi vorremmo uscire da quest'Aula oggi, dopo aver approvato la mozione unitaria e gli impegni coincidenti dell'opposizione, con un'unica voce e cioè la voce che ci consenta di dire che, se quei 150 miliardi che sono stati erogati sono stati il frutto di una visione chiara, avvenuta anche e soprattutto grazie all'Europa - e lo sottolineo ai colleghi che fino a qualche mese fa pensavano che, invece, l'Europa non ci consentisse di far questo - se questo è vero, oggi, a maggior ragione alla vigilia della partenza, ci auguriamo definitiva, del rilancio economico del Paese, quel milione e 100 mila italiani vogliono sapere dal Parlamento se noi posterghiamo le modalità con cui quei rimborsi devono avvenire.

La stessa cosa è sullo strumento della Garanzia Italia, concessa da SACE per un valore di circa 22,3 miliardi a fronte di 1.700 richiedenti, stiamo parlando di grandi imprese, così come le richieste di moratoria di pagamento da parte di imprese che hanno raggiunto 1,2 milioni per un ammontare di 189 miliardi.

Questi sono fatti già accaduti, che vanno rinnovati e vanno rinnovati in maniera unitaria. Se noi facciamo questo, diamo un senso a questo dibattito, diamo un senso sull'emergenza di questi giorni, ma diamo anche un senso rispetto al lavoro che 700 mila società di capitali hanno dovuto fare in condizioni drammatiche nel 2020.

Il numero di aziende in deficit di liquidità, nonostante la crisi e nonostante il COVID, si è ridotto da 142 mila imprese a 32 mila imprese. Il fabbisogno complessivo è sceso da 48 a 17 miliardi: basta? No, non basta! Non basta perché questo è il risultato di interventi partiti nel marzo scorso e comprensivi dell'ultimo “decreto Sostegni”, ma che devono essere messi nel quadro complessivo - e qui viene l'intervento sull'EBA - di una visione chiara che il Paese non può non avere.

Su questo, Presidente, mi consentirà di richiamare l'unità, non semplicemente per stare insieme, l'unità per fare grandi cose insieme e per far sì che non ci sia un partito (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) che si sente più titolato di altri su un intervento, ma che ci sia un Parlamento unito esattamente come lo siamo oggi con queste mozioni. Ed è il motivo per il quale il Partito Democratico ha accettato di unire le mozioni. Era partito Bitonci con l'EBA e avevamo risposto noi con le garanzie, con la necessità di spostare gli anni di restituzione dei prestiti. E, se me lo permette, torniamo su questo tema, che era stato un tema che avevamo sollevato, che è nel punto 3, e cioè sulla promozione dell'attuazione di politiche a livello comunitario che concorrono ad un progressivo riassorbimento dei debiti determinati dalla pandemia: tradotto significa che dobbiamo trovare soluzioni insieme, ma soluzioni insieme noi tutti con l'Europa, per far sì che chi ha fatto debiti nell'anno del COVID, non debba pagarli.

Questa assunzione di responsabilità è un'assunzione di responsabilità politica di tutto il Parlamento, perché dovremo far valere le nostre ragioni, esattamente come abbiamo fatto sul Recovery Plan. Per molti era inimmaginabile che ci sarebbe stata la prima emissione di debito in Europa e quella emissione di debito c'è stata, e c'è stata perché l'Europa non è matrigna, ma è mamma, e lo ribadisco ancora. E io penso che in questo momento, tra le sfide che abbiamo di fronte, proprio per accompagnare il lavoro che anche il sistema bancario ha fatto, noi dobbiamo evitare che il rischio di un aumento dei fallimenti, connesso a situazioni di eccesso di indebitamento, possa prevalere rispetto alla convinzione, che abbiamo sottolineato anche in questa mozione, rispetto alla necessità di rafforzare l'efficacia dei processi di ristrutturazione delle imprese. Io penso che gli orientamenti EBA sulla concessione, sul monitoraggio dei prestiti del maggio 2020, si applicheranno gradualmente a partire dal 30 giugno e l'obiettivo di assicurare…

PRESIDENTE. Deve concludere.

FRANCESCO BOCCIA (PD). Sì, grazie Presidente, mi avvio alla conclusione.…modelli rigorosi, dovrà passare attraverso una visione, che, per quanto ci riguarda, non può non tener conto del fatto che le linee guida EBA si inseriscono in un corpus normativo, relativo al settore bancario, che ha assunto sempre maggiore articolazione e pervasività sulla gestione.

Un esempio - e chiudo, signor Presidente - è legato alla necessità di migliorare la coerenza tra il quadro regolamentare e gli obiettivi di politica economica, così come la necessità di trattare le moratorie sui pagamenti in maniera leggermente diversa rispetto a come erano state ipotizzate nell'anno precedente a quello della pandemia. Il Parlamento servirà proprio a questo, a chiarire che le misure anticicliche tese ad alimentare l'offerta di credito e ad incentivare le banche a proporre ai clienti soluzioni per ristrutturare i crediti, debbano essere costruite e fondate su tre assi - e su questi chiudo, signor Presidente -: le garanzie sui finanziamenti bancari, attraverso il potenziamento del Fondo di garanzia delle piccole e medie imprese; i contributi in conto interessi alle imprese sui finanziamenti bancari e, quindi, il potenziamento e il rafforzamento della nuova legge Sabatini; e i finanziamenti agevolati alle imprese, associati anche a finanziamenti bancari, e su questo il Fondo di ricerca e innovazione è fondamentale per la riflessione che stiamo facendo.

Chiudo, ribadendo un concetto: noi non abbiamo bisogno, signor Presidente, di numeri per approvare questi provvedimenti…

PRESIDENTE. Deve chiudere.

FRANCESCO BOCCIA (PD). …ma dell'unità, delle scelte che faremo per la ripartenza economica del Paese. Se saremo uniti nella visione, allora saremo stati all'altezza del compito che abbiamo di fronte (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Massimo Bitonci. Ne ha facoltà.

MASSIMO BITONCI (LEGA). Grazie signor Presidente, sottosegretario Guerra, onorevoli colleghi, dal 1° gennaio di quest'anno sono entrate in vigore le nuove norme in materia di inadempienza bancaria dettate dall'EBA, l'Autorità bancaria europea. Nello specifico, il nuovo quadro normativo prevede che la classificazione a default, o credito deteriorato, avvenga automaticamente quando un debito scaduto, considerato rilevante, superi tutte e due le soglie previste dal regolamento: 100 euro per l'esposizione al dettaglio e 500 euro per le esposizioni diverse da quelle al dettaglio, e la soglia relativa dell'1 per cento dell'esposizione verso la controparte. Dunque, quando una famiglia, un'impresa, supera contemporaneamente entrambe le soglie e si protrae per oltre 90 giorni consecutivi, è automatica la classificazione di default, con la conseguenza che il cliente correntista finirebbe nella categoria di cattivo pagatore e tutta la sua esposizione verso la banca verrebbe etichettata come non performing loan (NPL).

Inoltre, altra novità rispetto al passato riguarda le compensazioni tra le diverse esposizioni del debitore verso la banca e la possibilità, un tempo consentita, di compensare gli importi scaduti con le linee di credito aperte e non utilizzate, considerate margini disponibili. Tale eventualità non è più ammessa dal 1° gennaio 2021. È necessario, in questi casi, che il debitore si faccia parte attiva, utilizzando eventuali margini disponibili per far fronte al pagamento scaduto.

Allora, la prima considerazione: ha senso, signor Presidente e sottosegretario, parlare di cattivo pagatore, di default, di crediti deteriorati, di bloccare l'accesso al credito a chi sta subendo e ha subito limitazioni e chiusure imposte da DPCM, da decreti, in questa pandemia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)? Penso che sia completamente fuori dalla realtà.

Le crisi sanitaria ed economica hanno prodotto, nel 2020, una contrazione del PIL del 9 per cento, un debito pubblico che viaggia spedito verso i 2.700 miliardi e il 160 per cento rispetto al PIL. La perdita di fatturato delle partite IVA è stata pari a 400 miliardi nel 2020 e ulteriori 150 miliardi nel 2021; un 1° maggio molto triste, signor Presidente, anche per 345 mila lavoratori autonomi (dato elaborato dal centro studi CGIA di Mestre): artigiani, commercianti, professionisti, che sono sempre lavoratori e non sono di serie B.

Coloro che l'anno scorso hanno dovuto chiudere i battenti sono il 6,6 per cento delle partite IVA, tanto che, a marzo di quest'anno, il numero delle partite IVA in Italia è diminuito a 4,9 milioni.

L'Osservatorio dei commercialisti ha condotto uno studio sulle imprese della ristorazione, il più colpito dalla crisi. Il settore ristoranti e alberghi, le oltre 74 mila società di capitali di questo comparto, realizzerebbero, nel biennio 2020-2021, complessivamente una perdita di 38,503 miliardi di euro, pari a circa metà dell'intero settore.

Il settore dell'alloggio registrerebbe un calo complessivo di 17 miliardi di euro, mentre quello della ristrutturazione una flessione di 21 miliardi di euro. Bankitalia prevede un vero e proprio boom di insolvenze e fallimenti non nel 2020, ma quest'anno e nel 2022.

L'anno scorso sono stati persi un milione di posti di lavoro e, quando riprenderanno i licenziamenti, dopo il blocco, un altro milione di lavoratori sarà lasciato a casa. Sono 6 milioni le famiglie sul lastrico. Secondo l'Istat nel 2020 l'incidenza della povertà assoluta per le famiglie è passata dal 4,9 al 6 per cento: si parla di un milione e più di persone, di invisibili. Il numero complessivo di italiani che non riescono a mettere insieme il pranzo con la cena e a soddisfare i propri bisogni primari sono in totale ben 5,6 milioni, il 9,4 per cento della popolazione italiana.

Allora, signor Presidente e cara mamma Europa, mi viene da dire - che oramai ci detti obblighi su tutto e parametri su qualsiasi misura: dall'Alitalia agli aiuti di Stato fino ad arrivare al Nutri-Score, i famosi 25 millimetri minimi per le dimensioni delle vongole pescate in Italia, o pensare di far aumentare l'IVA, o reintrodurre la tassazione sulla prima casa - sono questi i cattivi pagatori per l'Europa? Signor Presidente, devono essere proprio i 6 milioni di poveri o le aziende in difficoltà a dover subire questa assurdità dei parametri imposti dall'Autorità bancaria europea, così lontana dalla realtà dai territori e dalla gente? Bastano 100 o 500 euro per avere i conti correnti bloccati? Unimpresa prevede un quadro allarmante per i risparmiatori italiani, sottolineando il pericolo di un improvviso arresto a tutta una serie di pagamenti e la criticità, per molti artigiani, commercianti, piccoli imprenditori e anche per molte famiglie, di non poter usufruire di quelle piccole forme di flessibilità, che sono fondamentali per far fronte a pagamenti di utenze o altri adempimenti, come gli stipendi, i contributi previdenziali le rate di finanziamenti e mutui. Proteste e preoccupazione unanime (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) provengono da tutte le associazioni di categoria. Confartigianato stima un aumento del 15 per cento del credito deteriorato nel solo settore dell'artigianato; per Ascom e Confesercenti il rischio non è tanto di finire tra gli inadempienti, ma di vedere migliaia di imprese, anche sane, chiudere i battenti, ingrossando le fila di un'ecatombe che porterà con sé conseguenze drammatiche per l'occupazione e i consumi. I timori, peraltro, non riguardano solo l'eventuale blocco dei depositi bancari, bensì anche gli effetti sulle concessioni di prestiti e della necessità di liquidità per molte imprese, partite IVA e famiglie. Inoltre, se non bastasse, ecco un'altra novità: in data 28 aprile 2021, sul sito ufficiale della Banca d'Italia, è stato reso noto il testo delle consultazioni pubbliche, che durerà per i prossimi sessanta giorni, riguardante le proposte normative in materia di riserve di capitale, di strumenti macroprudenziali basati sulle caratteristiche dei clienti, o dei finanziamenti. La normativa emanata attribuirà alla Banca d'Italia la possibilità di imporre alle banche limiti per l'erogazione di nuovi finanziamenti riguardo ad alcuni indici come il rapporto tra il valore del prestito e quello dell'attività, i valori del prestito e reddito del debitore, il debito complessivo del debitore e il suo reddito, la data del prestito e il reddito del debitore, il debito complessivo del debitore e la sua ricchezza netta. Saranno, inoltre, possibili limiti alla durata dei prestiti e vincoli ai requisiti di ammortamento. Le disposizioni potranno essere applicate a tutti i finanziamenti, anche a quelli al consumo. Allora, signor Presidente, è evidente l'alto rischio di una fortissima stretta creditizia quale inevitabile conseguenza delle segnalazioni alla Centrale dei rischi e della riclassificazione degli affidamenti della clientela in caso di piccoli sconfinamenti, con ripercussioni negative anche su tutte le altre imprese della filiera.

La Banca d'Italia, dal canto suo, ha emesso una nota ove ha precisato che i nuovi requisiti sarebbero più stringenti, ma non introducono un vero e proprio divieto per gli istituti bancari e gli intermediari finanziari sullo sconfinamento oltre la disponibilità presente sul conto corrente, ovvero oltre il limite dell'eventuale fido, giacché la possibilità di sconfinare non è un diritto del cliente, bensì una facoltà concessa dalla banca su come classificare i clienti ai fini prudenziali, ossia ai fini del calcolo dei requisiti patrimoniali. Ma, signor sottosegretario, tutti noi e le aziende abbiamo ben presente quello che è successo lo scorso anno sui finanziamenti richiesti dalle aziende, nonostante la garanzia statale; sappiamo molto bene come ci siano stati istituti che, in barba alla norma, non hanno concesso nuova liquidità e finanziamenti, rinegoziando le vecchie posizioni, senza dare nuova liquidità.

Signor Presidente, le banche devono classificare i clienti ai fini del calcolo dei requisiti patrimoniali e avranno un diverso approccio di trattamento dei loro clienti rispetto al passato in termini di considerazione della sofferenza, delle gravi difficoltà non temporanee, nella restituzione del debito; è inevitabile, la condizione di default sarà per la banca un sinonimo di cattiva qualità del credito e rifletterà negativamente sul relativo costo per l'azienda.

Non si dovrebbe ragionare così, signor Presidente, ma con un'ottica completamente diversa, che favorisca l'accesso alla liquidità. Allora, signor Presidente, diventa assolutamente urgente rafforzare le misure per sostenere famiglie e imprese all'accesso del credito e all'esigenza immediata di liquidità. Bisogna sospendere e rivedere la nuova definizione di default; per i conti correnti in rosso vi è la necessità di sospendere il calendar provisioning stante la situazione di molti Paesi europei del perdurare del lockdown a causa della pandemia; la conseguente attività ridotta o ferma in molti tribunali civili ha causato posticipo e ritardi nelle procedure di esecuzione delle garanzie e il correlato rischio di una crescita esponenziale della crisi economica, dei fallimenti di impresa e della perdita di posti di lavoro.

Concludendo, signor Presidente, e annunciando il voto favorevole della Lega alla mozione, dobbiamo accogliere la richiesta di aiuto di milioni di famiglie e imprese, allargare le moratorie, pensare ad una rottamazione delle cartelle esattoriali, alla rateizzazione del pagamento di tasse e contributi, a misure deflattive del contenzioso a sostegno effettivo con rimborso dei costi effettivi per l'azienda in perdita. Solo così, assicurando liquidità alle partite IVA, solo così usciremo dalla crisi…

PRESIDENTE. Concluda.

MASSIMO BITONCI (LEGA). … e non seguendo le sterili proposte dettate da una burocrazia europea, che agisce, il più delle volte, al di là dei suoi poteri (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Carla Ruocco. Ne ha facoltà.

CARLA RUOCCO (M5S). Grazie, Presidente. Mi compiaccio che oggi il Parlamento ponga l'attenzione su un tema di fondamentale importanza per la tenuta economica e sociale del nostro Paese. Le nuove regole per classificare i clienti delle banche sono entrate in vigore già dal primo gennaio 2021, tema che la Commissione, che ho l'onore di presiedere, ha posto sotto i riflettori sin dal momento del suo insediamento. La pandemia, infatti, si è abbattuta come uno tsunami sulle nostre attività economiche, che subito si sono sentite minacciate da questo evento catastrofico. Proprio per assicurare il credito a famiglie e imprese, nascevano, più di un anno fa, i decreti “Cura Italia” e “Liquidità”.

Dall'introduzione di queste misure posso affermare che, dopo una prima fase caratterizzata da un quadro disomogeneo tra le diverse banche in termini di ammontare di tempi e di erogazione del credito, nel corso del tempo, grazie anche al costante lavoro della Commissione: audizioni, somministrazione di questionari alle banche, eccetera, il sistema bancario ha dato via via il necessario supporto alle esigenze di liquidità di famiglie ed imprese.

Citiamo i numeri: le moratorie attive, quindi, riguardano prestiti del valore di circa 158 miliardi di euro, superano quota 155 miliardi di euro le richieste al Fondo di garanzia per le PMI per i nuovi finanziamenti bancari e i prestiti garantiti da Garanzia Italia raggiungono i 22,8 miliardi di euro.

Questi dati aprono la strada ad una importante riflessione: Presidente, come rientreranno questi clienti da queste posizioni? Quante di queste esposizioni si trasformeranno in crediti deteriorati? Sul punto voglio ricordare i dati diffusi dal dalla stessa BCE, che quantifica in 1.400 miliardi di euro il rischio di nuove sofferenze per il totale delle banche europee.

Sapete cosa rappresenta questo numero? Dietro questi 1400 miliardi di euro ci sono famiglie, i nostri figli, le nostre imprese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), persone con cui, peraltro, la Commissione è in costante contatto, perché abbiamo attivato un canale, un link che proprio immediatamente metta in contatto queste persone e i feedback che loro hanno rispetto all'interazione con le banche, quindi è una situazione di cui abbiamo bene il polso E in questo contesto, così complicato, che cosa accade? Intervengono norme procicliche: il calendar provisioning sugli NPL della BCE e la nuova definizione di default dell'EBA, che pesano come un macigno sul sistema bancario italiano, che invece in questo momento dovrebbe sostenere il nostro sistema economico, cui pure si appoggia. Ricordo che il calendar provisioning della Banca centrale costringe le banche a cedere a terzi i crediti deteriorati (quindi a terzi per la riscossione) e a smettere di sostenere famiglie e imprese, salvo dover essere obbligate a porre in essere - le stesse banche - accantonamenti automatizzati, perdite, deficit patrimoniali e necessarie ricapitalizzazioni: quindi drenano denaro al sistema economico, non lo elargiscono; è una stretta al credito e questo è pericolosissimo. Infatti, come se non bastasse, intervengono le nuove regole introdotte dall'EBA a partire dal 1° gennaio 2021 in tema di classificazione della clientela, che impongono alle banche di considerare automaticamente come inadempiente, quindi in default, per importi di entità assolutamente irrilevante - anche 100 euro - un privato o un'impresa per posizioni al dettaglio che possano presentare un arretrato di appena non poco più di 90 giorni! Quindi, siamo veramente nella generalità delle situazioni analizzate e queste regole non potranno far altro che addirittura incrementare l'ammontare complessivo dei deteriorati, perché se noi aumentiamo la severità di valutazione, quelli che prima erano solvibili, diventano crediti in difficoltà, quindi è esattamente il contrario di ciò che serve.

Con la Commissione che rappresento abbiamo audito numerosi rappresentanti delle istituzioni e, con grande dolore, devo ammettere che è emerso che l'intera policy concepita a livello europeo per la gestione degli NPL è nata in una prospettiva che: limita fortemente la capacità del sistema finanziario di erogare credito a famiglie e imprese; vede lo Stato garantire il rendimento minimo degli investitori, molto spesso fondi avvoltoio stranieri, che acquistano i crediti deteriorati; quindi, lo Stato garantisce chi acquista queste posizioni deteriorate, cioè chi, quindi, va a riscuotere presso le imprese piuttosto che aiutarne l'operatività. Questo costa, tra l'altro, allo Stato - e, quindi ai cittadini - 10,5 miliardi di euro, cioè per vedere sfasciare il nostro sistema. Tutto questo lascia in uno stato di totale abbandono i cittadini e le attività produttive (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Voi avete idea di che cosa significa essere stigmatizzato come cattivo pagatore? A noi arrivano tutti i giorni le lettere: significa avere davanti a sé solo porte chiuse, non avere alcuna via di uscita, salvo decidere di chiudere i battenti o, ancor peggio, ricorrere alle mafie, alla malavita organizzata. Sì, Presidente, questo è proprio ciò a cui stiamo assistendo in questo momento: l'infiltrazione nel nostro tessuto produttivo della malavita organizzata. La pandemia facilita l'ingerenza della criminalità nel nostro Paese e lo Stato deve tenerne conto: vogliamo veramente questo? Questa normativa era già sbagliata prima della pandemia: adesso è una vera e propria catastrofe per il nostro Paese.

Concludendo: la mozione di oggi è un'importante risposta ai bisogni della nostra economia; sicuramente avremmo potuto migliorarla ulteriormente, ma è un passo importante e condiviso. Giusti sono i richiami alla necessità di utilizzare tutti gli ambiti di flessibilità e di proporzionalità contenuti nel calendar provisioning e nelle nuove regole in tema di classificazione della clientela; altrettanto necessaria è la parte della mozione che spinge il Governo e il sistema bancario a ricercare soluzioni di sistema e di mercato volte a favorire la gestione attiva delle posizioni deteriorate, limitando i prevedibili effetti restrittivi sull'offerta di credito derivanti proprio da questa normativa.

In materia, rivendico due punti fondamentali che fanno parte della mozione e che avevo già presentato come emendamenti alla legge di bilancio del 2021, su cui, poi, il MEF ha dato parere negativo; quindi, è la volta buona che li rianalizziamo. Questi punti daranno la possibilità, su base volontaristica, alle imprese e alle famiglie del ritorno in bonis, quindi si riaprono i rubinetti del credito. In particolare, si vogliono favorire accordi transattivi, quindi transazioni tra debitori e banche, per le sofferenze bancarie; è necessario non lasciarli da soli e potenziali prede della malavita. Sempre con tale impegno, si vuole garantire un tetto sulla testa ai cittadini: non possono essere cacciati fuori di casa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Quindi, attraverso l'intervento di un fondo immobiliare, i debitori in sofferenza possono continuare a vivere nella propria abitazione, avendo un canone di locazione agevolato e, contemporaneamente, la possibilità di riscattare il proprio immobile ad un prezzo predeterminato.

Queste sono alcune risposte che i cittadini si aspettano e, proprio in previsione - purtroppo - di una nuova ondata di crediti in sofferenza, ritengo anche indispensabile una bad bank nazionale

PRESIDENTE. Concluda.

CARLA RUOCCO (M5S). …che assuma un ruolo strategico e di creazione di valore per lo Stato. Noi vogliamo uno Stato che sia realmente di supporto al risparmio e che non abbia la funzione di soggetto riparatore della mala gestio bancaria (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), socializzando perdite e privatizzando i profitti…

PRESIDENTE. La ringrazio…

CARLA RUOCCO (M5S). Un attimo, Presidente.

PRESIDENTE. Deve concludere, ha superato il suo tempo da un po'; le lascio il tempo per un'ultima frase.

CARLA RUOCCO (M5S). Vogliamo che il credito sia concepito nella sua accezione più nobile. Questa parola, che siamo abituati a citare così spesso, viene dal latino creditum: affidare, credere, scommettere. È proprio questo ciò che vogliamo, che si possa continuare a scommettere su un percorso di crescita del nostro Paese, sui suoi giovani, sul futuro di tutti noi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Foti, sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Sì, Presidente. Intervengo solo per sottolineare nuovamente una richiesta che noi avevamo fatto già alcune settimane fa, cioè di un'audizione del Presidente Draghi in ordine alla vicenda delle spie sovietiche e di altre questioni sempre attinenti alla sicurezza nazionale. Non possiamo non rilevare…

PRESIDENTE. Per audizione, chiedo scusa, intende un'informativa urgente?

TOMMASO FOTI (FDI). Un'informativa urgente.

PRESIDENTE. Prego, prosegua.

TOMMASO FOTI (FDI). Purtroppo, come lei sa, signor Presidente queste nostre richieste sono cadute nel vuoto, però non possiamo esimerci dal rilevare come, allo stesso tempo, il Presidente Draghi andrà a riferire al Copasir.

Allora, noi chiediamo che questa nostra istanza, che abbiamo posto reiteratamente, sia segnalata, in modo opportuno, al Presidente del Consiglio, perché siamo perfettamente consci degli impegni che lo stesso può avere a livello istituzionale, ma siamo altrettanto consci che questa è l'Aula deputata a poter ascoltare le comunicazioni del Presidente del Consiglio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), fare i rilievi del caso e soprattutto avere contezza di come sono andate esattamente le cose. Quindi, mi permetto di sollecitare a lei questo, pur rendendomi conto che non potrà altro che riferire la questione al Presidente della Camera, ma ormai sono più di tre settimane che queste nostre istanze reiterate vengono sistematicamente disattese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Deputato Foti, come per l'appunto ha puntualizzato, interpellerò il Presidente Fico su questa richiesta, che si farà carico di trasferirla al Governo.

Si riprende la discussione.

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Come da prassi, le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Bitonci, Boccia, Martinciglio, Pettarin, Librandi, Pastorino, Angiola ed altri n. 1-00413 (Ulteriore nuova formulazione), su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 22).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00463, come riformulata su richiesta del Governo e per quanto non assorbita dalla precedente votazione. Il parere del Governo è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 23).

Passiamo alla votazione della mozione Trano ed altri n. 1-00465 (Nuova formulazione).

Avverto che i presentatori hanno chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare: dapprima, distintamente ciascuna lettera del primo capoverso del dispositivo; a seguire, il secondo capoverso del dispositivo; quindi, distintamente ciascuna lettera del terzo capoverso del dispositivo; in fine - ove il dispositivo venga in tutto o in parte approvato - la premessa.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Trano ed altri n. 1-00465 (Nuova formulazione), limitatamente al primo capoverso, lettera a), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Trano ed altri n. 1-00465 (Nuova formulazione), limitatamente al primo capoverso, lettera b), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Deputato Donzelli, l'ho vista tardivamente. Non so se possiamo passare alla prossima votazione. Se vuole revoco, perché effettivamente lei si era segnalato. Allora, revochiamo l'ultima votazione e la ripetiamo… Mi dispiace deluderla: deve fare una segnalazione, perché la votazione era stata già chiusa. Quindi, siamo arrivati leggermente in ritardo.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Trano ed altri n. 1-00465 (Nuova formulazione), limitatamente al primo capoverso, lettera c), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Trano ed altri n. 1-00465 (Nuova formulazione), limitatamente al primo capoverso, lettera d), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Trano ed altri n. 1-00465 (Nuova formulazione), limitatamente al secondo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Trano ed altri n. 1-00465 (Nuova formulazione), limitatamente al terzo capoverso, lettera a), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Trano ed altri n. 1-00465 (Nuova formulazione), limitatamente al terzo capoverso, lettera b), del dispositivo su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Trano ed altri n. 1-00465 (Nuova formulazione), limitatamente al terzo capoverso, lettera c), del dispositivo su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Trano ed altri n. 1-00465 (Nuova formulazione), limitatamente al terzo capoverso, lettera d), del dispositivo su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Trano ed altri n. 1-00465 (Nuova formulazione), limitatamente al terzo capoverso, lettera e), del dispositivo su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Trano ed altri n. 1-00465 (Nuova formulazione), terzo capoverso, lettera f), del dispositivo su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Trano ed altri n. 1-00465 (Nuova formulazione), limitatamente al terzo capoverso, lettera g), del dispositivo su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

In virtù della reiezione del dispositivo della mozione Trano ed altri n. 1-00465 (Nuova formulazione), non si procederà alla votazione della relativa premessa.

Seguito della discussione della mozione Trizzino, Boldi, Carnevali, Sportiello, Bagnasco, Noja, Stumpo, Lapia, Silli, Schullian, Magi, Tasso ed altri n. 1-00397 concernente iniziative in materia di cure palliative, nel contesto dell'emergenza pandemica da COVID-19 (ore 17,57).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito dell'esame della mozione Trizzino, Boldi, Carnevali, Sportiello, Bagnasco, Noja, Stumpo, Lapia, Silli, Schullian, Magi, Tasso ed altri n. 1-00397 (Nuova formulazione) concernente iniziative in materia di cure palliative, nel contesto dell'emergenza pandemica da COVID-19 (Vedi l'allegato A).

Avverto che, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 25 gennaio 2021, è stata presentata una nuova formulazione della mozione n. 1-00397, già iscritta all'ordine del giorno, e quindi, in data odierna, un'ulteriore nuova formulazione (Vedi l'allegato A).

Tale ulteriore nuova formulazione, il cui testo è in distribuzione, è stata sottoscritta, tra gli altri, anche dai deputati Boldi, Carnevali, Sportiello, Bagnasco, Bellucci, Noja, Stumpo, Lapia, Silli, Muroni, Schullian, Maggi e Tasso che, con il consenso degli altri sottoscrittori, ne diventano rispettivamente il secondo, il terzo, il quarto, il quinto, il sesto, il settimo, l'ottavo, il nono, il decimo, l'undicesimo, il dodicesimo, il tredicesimo e il quattordicesimo firmatario. Ricordo che, nella giornata di ieri, è stata ritirata la mozione Boldi, Bagnasco, Bellucci, Bologna ed altri n. 1-00419.

(Parere del Governo)

PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulla mozione all'ordine del giorno. A lei la parola, sottosegretario Costa.

ANDREA COSTA, Sottosegretario di Stato per la Salute. Grazie, Presidente. La tematica affrontata con la mozione in esame presenta rilevanti profili di interesse sanitario, che sono stati certamente ben illustrati e approfonditi durante il dibattito in quest'Aula. Tenuto anche conto che alcuni degli impegni presentano oggettivi profili di competenza organizzativi delle regioni, nel rispetto, ovviamente, del riparto di competenze tra lo Stato, regioni e province autonome, il Governo esprime parere favorevole sui contenuti e sulle finalità della mozione in discussione.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di parlare la deputata Bologna. Mi pare non sia presente: si intende che abbia rinunciato.

Ha chiesto di parlare la deputata Lapia. Ne ha facoltà.

MARA LAPIA (MISTO-CD). Grazie, Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, con l'adozione della legge n. 38 del 2010 sulle cure palliative e la terapia del dolore, il nostro Paese ha compiuto un passo importante, il primo di molti altri verso il riconoscimento del diritto a non soffrire, certamente un passo di civiltà ma che, alla luce delle mutate esigenze del nostro Sistema sanitario nazionale ed in seguito all'emergenza sanitaria, che ci vede tuttora coinvolti, non può più indubbiamente essere l'unico. Il COVID-19 nella sua furia, che ha travolto la nostra quotidianità, esattamente dieci anni dopo l'approvazione di quella legge, ci ha infatti mostrato immagini di sofferenza e perdita di vite umane che mai avremmo voluto vedere. Ha palesato i limiti di un sistema assistenziale che, soprattutto nella nostra fase terminale delle patologie, ha oggi più che mai la necessità di evolversi, diventare più efficiente e soprattutto essere capace di rispondere a rinnovate esigenze. Questo virus ad ognuno di noi, nessuno escluso, ha sottratto qualcosa di importante: un fratello, un amico, una conoscenza. La sua diffusione e la necessità di contenerlo il più possibile ci hanno abituato… Presidente, è possibile avere un po' di silenzio, almeno sulle cure palliative? Colleghe, almeno vicino a chi sta parlando…

PRESIDENTE. Colleghi deputati! Porti pazienza, facciamo silenzio… Mi pare che ci siamo, prego prosegua il suo intervento.

MARA LAPIA (MISTO-CD). Ripeto, Presidente, questo virus ad ognuno di noi, nessuno escluso, ha sottratto qualcosa di importante: un fratello, un amico o una conoscenza. La sua diffusione e la necessità di contenerlo il più possibile ci hanno abituato - ed è probabilmente una delle conseguenze più drammatiche fra tutte - alla sofferenza, alla morte in totale isolamento, lontani dagli affetti e senza neppure la concessione di un degno ed ultimo saluto. Abbiamo dovuto vedere figli e genitori scambiarsi una lacrima per l'ultima volta attraverso la videocamera di un telefonino; scene che, appena un anno fa, avremmo immaginato di guardare solamente in una pellicola cinematografica, racconti che, in un Paese civile, non avremmo mai dovuto vedere o leggere su alcun giornale. Se dunque dieci anni fa il legislatore ha fornito al nostro Paese i primi strumenti per garantire ai pazienti in fine vita una morte meno insopportabile, oggi ci accorgiamo invece che non vi è nulla di dignitoso, tanto meno di civile, in un trapasso che avviene in totale solitudine. L'esigenza di sostenere questa mozione - e voglio ringraziare in quest'Aula il collega Giorgio Trizzino per l'importante lavoro svolto - nasce proprio da questo.

Tra i tanti, vi è un passaggio fondamentale in cui si chiede al Governo di garantire l'esistenza di un hospice ospedaliero per ogni presidio di primo livello o istituto di ricovero a carattere scientifico. Mi preme ricordare che, proprio nei giorni scorsi, mi sono battuta in prima persona per evitare la chiusura di una di queste importanti strutture: parlo dell'hospice di Nuoro, il quale ha dovuto subire alcune settimane di sospensione del servizio dei ricoveri a causa della carenza di personale e di talune scelte inopportune dei dirigenti della stessa ASSL. Oggi quel quell'hospice ha ripreso la sua attività, ma tutto questo non basta. Come in molte altre realtà, continua a persistere una grave carenza di personale. Mi è toccato addirittura rivolgermi alla Procura della Repubblica per vedere garantiti i diritti dei pazienti e delle famiglie: mi chiedo se tutto questo sia accettabile. In quei giorni ho maturato ancora di più una maggiore consapevolezza dell'importanza dell'esistenza di una rete nazionale degli hospice e delle cure palliative, che rispondano ai bisogni di quei pazienti in fin di vita non solo per le più note gravi patologie, come ad esempio il cancro, ma per tutte quelle malattie in fase terminale non più trattabili con le tradizionali terapie, compresa la sindrome respiratoria acuta causata dal nuovo Coronavirus.

Centro Democratico voterà convintamente questa mozione e chiediamo l'impegno al Governo di adottare, nel più breve tempo possibile, tutte le azioni volte a garantire la somministrazione di cure palliative in maniera omogenea in tutto il territorio nazionale. Quello fatto nel 2010 è stato solo il primo ed importante passo. Adesso è il momento di riprendere quel processo per rendere il nostro Paese una Nazione più civile sul fronte dei diritti del malato, anche e soprattutto il diritto a non dover soffrire e a non andarsene da soli (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Centro Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Stumpo. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (LEU). Grazie, Presidente. Da oltre vent'anni è in vigore la legge n. 38 del 2010, come è stato ora detto, una legge che ha contribuito a far crescere la cultura del sollievo dal dolore, ma è innegabile che ancora si segnalino criticità. I nostri concittadini, in questo periodo di emergenza sanitaria, sono segnati e provati non solo dalle misure di distanziamento e dalle criticità economiche e sociali ma, spesso, anche dalla lontananza dai propri cari che, qualora colpiti dal contagio, nei casi gravi, si ritrovano attorno generosamente solo e soltanto medici ed infermieri, a cui va sempre il nostro ringraziamento. Le cure palliative sono una risposta possibile all'isolamento perché le relazioni umane devono essere sempre dentro i nostri percorsi di vita, anche e soprattutto in un momento in cui la cura non basta da sola per non sentirsi soli.

La legge n. 38 del 2010 ha determinato l'attivazione di politiche innovative; basti pensare alle cure palliative pediatriche, al fatto che si è estesa ancora più la rete degli hospice e che si è sviluppata l'assistenza domiciliare. Ciò ha contribuito ad una più elevata e qualificata formazione degli operatori sanitari. Questa è stata il frutto dell'ascolto di operatori, di volontari, di chi lavora sul campo, ma le stesse relazioni ministeriali, molti studi e analisi ci segnalano criticità; tra queste, ancora una non adeguata conoscenza della legge da parte delle persone; inoltre, la formazione del personale sanitario e volontario non è ancora sviluppata in maniera adeguata al bisogno, nonostante la legge preveda specifici corsi di formazione.

Vi sono tanti gap territoriali da recuperare. Deve essere chiaro a tutti noi che le cure palliative sono un servizio alla salute delle persone, non una mera medicina per il morente o per il percorso alla morte: sono una medicina per la persona. Per questo, ringrazio chi oggi, a partire dall'onorevole Trizzino, ci ha riportato a questa discussione così importante per ogni persona e per i propri cari.

Per queste ragioni, senza andare molto oltre, per il lavoro che è stato fatto, per tutti i punti qualificanti e migliorativi di quella che è la situazione di oggi, dichiaro convintamente il voto favorevole del gruppo di Liberi e Uguali (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Giuseppina Occhionero. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA OCCHIONERO (IV). Grazie, Presidente, le cure palliative sono le attività di assistenza attiva, globale e interdisciplinare che si rivolgono a quei pazienti affetti da gravi patologie, rispetto ai quali il controllo del dolore, dei sintomi e anche degli aspetti emotivi, oltre che delle relazioni psicologiche e sociali, diventano fondamentali. L'obiettivo delle cure palliative è quello di rendere migliore la vita di queste persone, di rendere migliore qualsiasi condizione pericolosa per la vita che ne riduca le funzioni quotidiane e anche per rendere migliore la vita di coloro sui quali aumenta il carico di responsabilità nei confronti di questi pazienti affetti da patologie gravi, i caregiver. Quindi, l'individuazione dei sintomi, del dolore, l'identificazione del supporto, dei bisogni, nonché del coordinamento delle cure, per queste persone è fondamentale. Storicamente, i servizi di cure palliative erano destinati ai malati con cancro incurabile ma, successivamente, questo quadro si è notevolmente ampliato, facendovi rientrare all'interno l'insufficienza cardiaca grave, le malattie polmonari, ostruttive e croniche, le sclerosi multiple e tante altre gravi malattie neurodegenerative. E' evidente, dunque, che alcuni interventi delle cure palliative sono applicabili anche nel decorso della malattia, come, ad esempio, in aggiunta al trattamento oncologico.

Come dice l'OMS, il trattamento palliativo si occupa della prevenzione e del trattamento della sofferenza anche tramite l'identificazione tempestiva ed il trattamento delle altre patologie annesse e connesse.

Per quanto riguarda il riferimento normativo entro cui si inserisce questa mozione, esso risale al decreto-legge 28 dicembre 1998, n. 450, con il quale è stato previsto un programma per la realizzazione, in ciascuna regione, di strutture dedicate all'assistenza palliativa, al supporto dei pazienti e dei loro familiari. Poi, però, la disciplina è stata ampliata dalla successiva legge 15 marzo 2010, n. 38, recante disposizioni per garantire l'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore. È bene ricordare che l'accesso alle cure palliative deve essere sempre garantito, tenendo bene a mente il principio sostanziale della dignità della persona umana, oltre che la qualità e l'equità nell'accesso all'assistenza, anche in considerazione del fatto che la legge n. 38 riguarda la promozione di reti nazionali e locali per le cure palliative, per la terapia del dolore, e prevede l'obbligo di riportare all'interno della cartella clinica la rilevazione del dolore, oltre che tutte le disposizioni in materia di formazione e aggiornamento del personale medico e sanitario, e, per ultimo, la semplificazione delle procedure di accesso ai medicinali impiegati nella terapia del dolore.

Ecco, nonostante questi provvedimenti previsti dalla legge n. 38 del 2010, il Ministero della Salute ha riscontrato la presenza di notevoli criticità riguardo, in particolare, allo sviluppo delle reti locali previste per il supporto palliativo, per i percorsi assistenziali di presa in carico dei pazienti e rispetto all'offerta formativa degli operatori sanitari. Dunque, la diffusione di reti di cure palliative pediatriche è ancora più in difficoltà e desta ancora maggiori preoccupazioni, se si pensa anche che il COVID-19 ha fatto sovrapporre a queste patologie numerose altre. Infatti, la pandemia ha peggiorato notevolmente, lo sappiamo, lo stato di salute di coloro che vivevano già in una condizione di fragilità, andando ulteriormente a rendere più difficoltosa anche la rete locale dell'assistenza palliativa. Si è visto che, in questo periodo, si è aggravata anche la condizione della presenza dell'organico di coloro che si occupano dei percorsi di assistenza palliativa, soprattutto nei piani di pronto soccorso, e questo ha acceso roventi polemiche nel nostro Paese, anche in considerazione del fatto che il Piano pandemico italiano dal 2006 non veniva modificato, e. dunque. non poteva ricomprendere le reti nazionali di cure palliative implementatesi a seguito di questa data.

Sarà, quindi, fondamentale per il futuro implementare le cure di assistenza palliativa e integrarle anche con gli altri servizi sanitari, creando delle connessioni specializzate proprio con quelle branche specialistiche interessate dalle malattie croniche, e, quindi, di interesse della medicina palliativa. Per questo, sarà necessario aumentare l'organico, creare nuove équipe dotate di strumenti tecnologici avanzati, ma anche diffondendo l'uso e la conoscenza delle cure palliative, soprattutto tra i giovani, attraverso la formazione adeguata del personale sanitario che opera non solo nell'ambito ospedaliero, ma anche nella residenzialità extraospedaliera e nella medicina territoriale. In ogni ospedale sarà necessario un servizio di cure palliative, incrementando adeguatamente le risorse destinate quindi alle reti per le cure palliative e per la terapia del dolore, e consentendo anche una ripresa delle attività del volontariato, quindi coinvolgere il Terzo settore, perché gli enti del Terzo settore che operano all'interno dei percorsi di assistenza palliativa sono fondamentali soprattutto da un punto di vista sociologico, psicologico, e questo ce lo ha insegnato proprio il dramma del COVID-19.

Dunque, il Terzo settore, il volontariato deve assolutamente rientrare nelle corsie degli ospedali e nelle case per portare il conforto di cui necessitano soprattutto queste persone . È un segno di giustizia e di speranza verso il quale il Governo con questa mozione si impegna ad andare, ed ecco perché troverà certamente il sostegno e il voto favorevole del gruppo di Italia Viva. È l'unico segnale di giustizia e di speranza in questo periodo delicato in cui, lo sappiamo, i malati gravi necessitano spesso anche solo di una videochiamata, è il desiderio maggiore che possono avere in questo periodo. Ecco perché ribadisco convintamente il nostro voto favorevole a questa mozione (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Maria Teresa Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Ci troviamo ad affrontare una mozione di grande sensibilità, che vede la sottoscrizione da parte di tutti i gruppi parlamentari; e questo perché stiamo trattando un momento particolarmente delicato della vita di un essere umano, e cioè dell'ultima fase, di quella in cui lascia questa vita terrena e saluta i propri cari, i propri affetti, per poi, per chi crede, magari, ritrovarsi nell'aldilà. E allora, rispetto a questa mozione, che si occupa di cure palliative, quindi, si occupa anche di tutti quegli operatori sanitari e sociosanitari che fanno un lavoro di grandissimo valore etico e morale, perché, certamente, non è facile accompagnare le persone in quell'ultimo tratto; richiede una grandissima sensibilità, c'è bisogno di avere delle istituzioni, uno Stato, un Servizio sanitario nazionale a fianco, che supporti quei lavori e quei particolari contesti.

Purtroppo, durante la pandemia, abbiamo visto, ancora di più, versare in uno stato di grande criticità le cure palliative, la rete delle cure palliative. Certamente, la legge n. 38 del 2010 è una legge invidiabile a livello internazionale, a livello europeo, che, in Italia, si è stati capaci di introdurre nel proprio ordinamento; ma è anche uno degli esempi plastici del fatto che l'Italia ha bellissime leggi, ma che drammaticamente, spesso, rimangono inattuate. E allora, già prima della pandemia, purtroppo, tutte le ricerche che sono state fatte, anche in sede parlamentare, hanno sancito la grave mancanza di attuazione di quella legge; e, nel momento in cui il Coronavirus è arrivato e ha spazzato la normale vita di noi italiani, non ha fatto altro che diventare una lente di ingrandimento di tutte le criticità che già aveva il nostro sistema sanitario nazionale, e quindi anche, purtroppo, della rete delle cure palliative.

Il combinato disposto tra la mancanza capillare delle reti palliative in tutte le regioni d'Italia e la drammatica presenza del COVID-19 ormai da più di un anno hanno fatto sì che le famiglie, le persone, in particolare le persone più fragili, si trovassero a vivere qualcosa di - mi permetto dire – infame davvero, perché non c'è niente di più terribile che salutare questa vita senza avere a fianco i propri affetti, senza poter tenere tra le proprie mani la mano di chi ami, di chi ti ha accompagnato per la tua esistenza, senza poterlo guardare negli occhi, a volte senza neanche poter ascoltare la sua voce. No, non c'è niente di più infame di questo! E devo dire che, se l'Italia si fosse fatta trovare pronta rispetto alle reti palliative, allora, probabilmente, molte di quelle persone che abbiamo dovuto salutare sarebbero almeno state confortate, consolate dalla vicinanza dei propri affetti.

E invece non è stato così: il COVID-19 è stato caratterizzato da anziani, ma, a volte, da persone fragili, disabili, con patologie oncologiche o cardiache, che, impattando con il Coronavirus, hanno accelerato i giorni della loro morte, nel senso che è arrivata molto più velocemente, e si sono trovati soli, in solitudine, a vivere quelle ore e a lasciare, quindi, la propria mamma, il proprio papà, i propri figli, il proprio marito, le proprie mogli, gli amici, a lasciarli senza una parola.

Questo ha un impatto sulla salute pubblica, anche di chi rimane, perché non c'è trauma più forte di un lutto che non si ha l'occasione di poter elaborare. Quello di cui ci dovremmo prendere cura, quindi, non sarà soltanto il fatto di dare piena attuazione a quella legge n. 38 del 2010, che prevedeva l'esistenza degli hospice, dell'assistenza domiciliare come cure palliative, della vicinanza del Servizio sanitario nazionale ai più fragili. Non soltanto ci dovremmo occupare di questo, ma ci dovremmo preoccupare anche di prenderci cura di tutti coloro i quali non hanno potuto salutare i propri cari e non hanno potuto neanche celebrare degnamente le esequie di quei familiari con un degno funerale. Infatti già si vede come i disturbi d'ansia, le depressioni e gli attacchi di panico siano diventati maggiori proprio a causa di questo, cioè della mancanza delle ultime parole da dire, della mancanza di quel saluto finale, della mancanza di quella presenza che è conforto e consolazione.

Allora, per questo, io credo che questa mozione era un atto dovuto; era anche un atto dovuto che la sottoscrivessimo tutti insieme, ciascun gruppo mettendo la propria parte. Fratelli d'Italia non ha fatto mancare la sua, come forza di opposizione, perché noi l'abbiamo detto sempre forte e chiaro: per noi la vita è un valore da difendere sempre, dal concepimento alla morte (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Su questo non ci tiriamo indietro e l'abbiamo dimostrato: quando c'è da difendere la vita, Fratelli d'Italia c'è. Quindi abbiamo votato a favore dell'assegno unico per i figli a carico. Stavamo all'opposizione, siamo all'opposizione, ma convintamente abbiamo votato a favore perché - l'abbiamo detto - non mancherà mai il nostro voto per difendere i valori in cui crediamo. Non abbiamo bisogno di essere in maggioranza, di avere un Dicastero, per difendere ciò che per noi è importante e fa parte del nostro DNA. Anche in questa occasione, quando c'è stata prospettata la possibilità di integrare le proposte della maggioranza con le nostre proposte, quelle di Fratelli d'Italia, noi non abbiamo esitato un minuto e abbiamo detto di sì, che apporremo la nostra firma. Ciò perché l'ultima fase della vita è vita e va difesa, celebrata, onorata degnamente: è un esempio di civiltà, è un esempio di grande valore etico, è un esempio di umanità e noi abbiamo il dovere di essere e di dare il buon esempio. Per questo, io mi auguro sentitamente e vivamente che il Governo possa recepire questa mozione unitaria e possa, quindi, portare avanti l'impegno assunto, perché il Parlamento ha il potere legislativo, il Governo ha il potere esecutivo e, troppe volte, in questi mesi, abbiamo visto che quel potere esecutivo non veniva portato al dunque. Allora, noi crediamo che attraverso questa mozione unitaria, attraverso la sottoscrizione di tutti i gruppi parlamentari, di tutto l'arco di questo Parlamento, il Governo magari si possa sentire maggiormente impegnato a fare tutto il dovuto, a non esitare neanche un minuto per dimostrare che le istituzioni sono sempre e comunque vicine ai più fragili, e, certamente, tra i più fragili non possono essere escluse le persone che sono negli ultimi attimi della propria vita della propria esistenza. Crediamo che questa mozione abbia delle proposte serie: un protocollo nazionale...

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). … delle regole certe, per far sì che i propri cari abbiano sempre garantito quell'abbraccio, quella carezza, quello sguardo, quell'ultimo saluto, che è un momento di estrema sensibilità e amore, di consolazione, per chi va via e per chi rimane. Noi ovviamente voteremo convintamente a favore di questa mozione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Baldini. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BALDINI (FI). Grazie Presidente. Le cure palliative sono nate a Milano negli anni Ottanta, da Vittorio Ventafridda e la Fondazione Floriani dell'Istituto tumori di Milano (il primo ospedale italiano a darsi un reparto di cure palliative è del 1987) e ad aprirsi al territorio col primo servizio di assistenza domiciliare per i pazienti oncologici terminali, che sarà sede, a breve, della prima cattedra universitaria di cure palliative, presso l'Università degli Studi di Milano.

Come detto da molti, il COVID ha messo in evidenza come possa essere paradossalmente attuale e necessario, nel mezzo di una pandemia ad alto rischio di complicazioni letali, il contributo delle cure palliative, che nascono invece per curare la malattia inguaribile, cronica e progressiva. Le cure palliative, che sembrano così distanti dalla malattia acuta e infettiva, eppure sono attualissime, con le loro capacità di risposta alla terminalità, alla richiesta di vicinanza, di sollievo dal dolore e dalla sofferenza, di comunicazione a sostegno alle famiglie. L'esperienza dell'ospedale di Lecco, di Cremona e di Piacenza (medicina delle catastrofi), ne sono alcuni esempi. Laddove è stato possibile, i servizi di cure palliative hanno supportato negli ospedali le degenze per acuti nella gestione dei pazienti con insufficienza respiratoria da infezione virale, i quali non potevano essere guariti o sostenuti nelle loro funzioni vitali. I servizi di cure palliative si sono integrati, dove possibile, con le degenze pneumologiche di medicina interna: tutte le degenze convertite ad assistenza del paziente COVID. Ma quanti ospedali italiani hanno accesso a équipe specialistiche di cure palliative (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)? Le cure palliative, come attività cliniche e assistenziali del territorio sono rappresentate da servizi domiciliari e dagli hospice territoriali; solo poche sono le strutture ospedaliere che hanno destinato risorse proprie alle cure palliative. La pandemia ha messo in luce l'importanza dei servizi territoriali e la inadeguatezza della sola risposta ospedaliera, quando le risorse ospedaliere vengono saturate, senza che si possa supportare adeguatamente i pazienti al loro domicilio, le reti territoriali delle cure palliative sono un buon esempio di una presenza sul territorio di competenze e risorse assistenziali. Ma chi chiude la catena della rete assistenza, se manca l'anello ospedaliero che garantisce continuità? Quella continuità ospedale-territorio che aiuta a umanizzare le cure ospedaliere, a facilitare le dimissioni protette verso il domicilio e verso l'hospice, ma anche a evitare i ricoveri inutili, intervenendo nella loro fase ambulatoriale, ma anche nei pronto soccorso, come nelle consulenze presso i reparti specialistici di degenza. Le équipe ospedaliere di cure palliative, come l'anello che chiude la catena della continuità ospedale-territorio: hospice territoriali, hospice ospedalieri, che necessitano di una loro caratterizzazione specifica, oggi assente. Assistenza domiciliare ed équipe specialistiche ospedaliere sono componenti decisive delle reti accreditabili, previste dall'accordo Stato-regione del 27 luglio 2020.

La pandemia, che sta colpendo da più di un anno il nostro Paese, così come la quasi totalità della comunità internazionale, ha messo in luce in tutta la sua evidenza come l'Italia si sia trovata a dover gestire le ondate di contagio da COVID-19 con troppe armi spuntate. Uno degli ambiti più colpiti è certamente quello legato all'assistenza territoriale e alla cura degli anziani e alle persone più fragili, come quelle con disabilità o quelle già interessate da gravi patologie; sono state soprattutto loro a pagare il prezzo più alto in termini di mortalità. In questi drammatici quindici mesi le cure palliative stanno svolgendo un ruolo sempre più importante. Col crescere dei contagi e della diffusione del virus negli ambienti ospedalieri, residenziali e domiciliari, l'emergenza sanitaria è diventata troppo spesso sinonimo di fine vita e di morte. La legge n. 38 del 2010, nata per garantire l'accesso alle cure palliative, è di fondamentale importanza per l'assistenza delle persone affette da malattie inguaribili in stato avanzato. Va detto che, a distanza di undici anni dalla sua approvazione, è una legge purtroppo ancora applicata parzialmente con diverse carenze, a cominciare dal mancato potenziamento delle reti di cura, dalla insufficiente presa in carico dei pazienti e dall'insoddisfacente sviluppo delle unità domiciliari. La pandemia ha mostrato più che mai l'importanza e l'efficacia delle cure palliative nel controllo della sofferenza, nel sostegno alla comunicazione con malati e familiari, nel supporto psicologico a pazienti e familiari, nella stessa valorizzazione del rispetto della volontà del malato.

Troppe persone sono morte di COVID-19, spessissimo sono morte soffrendo in solitudine. Ciò ha inevitabilmente visto coinvolto il ruolo ed esteso il perimetro di azione professionale degli stessi palliativisti.

Per la sanità sono stati stanziati 15,6 miliardi dal dispositivo per la ripresa e la resilienza, 2,9 miliardi dal Fondo complementare, 1,7 miliardi lordi europei, che portano il totale degli investimenti poco sopra i 20 miliardi. L'obiettivo è quello di rafforzare la prevenzione e i servizi sanitari sul territorio, modernizzare e digitalizzare il Sistema sanitario e garantire equità di accesso alle cure. In realtà, 15,6 miliardi per la sanità sono solo l'8 per cento del Fondo europeo e, in particolare, per i servizi sanitari di prossimità e strutture standard per l'assistenza sul territorio sono stati stanziati 7 miliardi. Parlo di risorse forse ancora insufficienti, perché questa pandemia ha, di fatto, rappresentato una sorta di tragico stress test per il nostro Servizio sanitario. L'emergenza sanitaria, in atto da oltre un anno, sta dimostrando ancora una volta che l'offerta sanitaria del nostro Paese deve essere ripensata e rinforzata, a cominciare dal potenziamento della rete territoriale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Va ricordato il ruolo decisivo che può essere svolto dagli enti del Terzo settore che svolgono attività di volontariato nell'ambito delle reti di cure palliative e di terapia del dolore, considerato il contributo insostituibile che viene garantito proprio dalle organizzazioni di volontariato. Accanto a questo, rimane ancora in piedi il problema della carenza di personale sanitario.

Tra gli impegni della mozione, chiediamo che vengano emanati i provvedimenti attuativi delle disposizioni del decreto-legge Rilancio, che prevedono l'istituzione del corso di cure palliative pediatriche e la scuola di specializzazione in medicina e cure palliative. C'è bisogno di incrementare sensibilmente il numero dei posti di specializzazione in area medica e sanitaria. Questo consentirebbe di ridurre decisamente il cosiddetto imbuto formativo e di contribuire a dare soluzione alla carenza di medici specialisti, che inevitabilmente si registra anche presso le reti di cure palliative. Nelle cure palliative sottolineo ancora l'apporto dei volontari, che si integrano nelle équipe specialistiche, sia in hospice che in domicilio che nelle attività ospedaliere, ed è parte del progetto terapeutico. Il volontariato non sostituisce attività che sono dovute da parte dell'organizzazione sanitaria e sociosanitaria, ma dà un contributo originale, concepito come presenza accanto al paziente, di chi si presta, per la sua umanità e per il suo desiderio di offrire qualcosa di sé che completi la capacità di ascolto dei bisogni della persona malata e della sua famiglia nel lavoro di équipe. In alcune regioni è previsto l'accreditamento degli erogatori delle reti di cure palliative: un'attività proprio di formazione del volontariato, operante presso l'erogatore.

Le cure palliative agiscono secondo precisi protocolli di supporto e percorsi di cura nelle fasi ambulatoriali e consulenziali, integrandosi con le attività specialistiche che hanno in carico il paziente secondo il modello, noto soprattutto in oncologia, delle cure simultanee per le patologie più complesse, come i tumori metastatici o non curabili radicalmente; segue la presa in carico globale, multidimensionale, del paziente, che si indirizza ai bisogni fisici, psicologici, sociali e spirituali della persona malata e delle sue relazioni affettive e familiari. L'obiettivo della cura viene bene esemplificato nella rappresentazione disciplinare - dovuta a Cicely Saunders - del dolore totale, che è immagine metaforica del dolore fisico, psicologico, sociale e spirituale.

Il progetto delle cure palliative è di non abbandonare mai la persona malata e di mettere l'individualità del malato al centro del progetto di cura, non in modo retorico, ma proprio in visione disciplinare ben definita.

PRESIDENTE. Concluda.

MARIA TERESA BALDINI (FI). Troppo spesso il malato e la sua famiglia si trovano isolati e impotenti, quando le cure specialistiche oncologiche non possono più sostenere una vita normale e le risposte ai suoi bisogni si scontrano con un atteggiamento di ignoranza o incompetenza in ospedale. Nessuno si dovrebbe - e concludo - sentir rispondere: questo non mi riguarda, vada dal suo medico di base, non c'è più niente che possiamo fare.

Potenziare le reti di cure palliative è necessario, ma non basta. Occorre che la cultura delle cure palliative entri negli ospedali, insieme a quella del supporto psicologico e sociale, dando al cittadino malato risposte coerenti e coordinate, opportunità di comunicazione e informazione, adatte a prendere decisioni condivise.

In una parola: reti assistenziali, cure palliative e cultura della cura tendono a promuovere quella centralità della persona malata, della quale ci si riempie la bocca e che non viene praticata, se non in minima parte, nelle nostre strutture (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Paolo Siani. Ne ha facoltà.

PAOLO SIANI (PD). Grazie Presidente, sottosegretario, colleghi, fatemi ringraziare il collega Trizzino, collega medico, grande esperto di cure palliative, collega parlamentare. Insieme abbiamo posto spesso all'attenzione dell'Aula questo tema delle cure palliative e all'inizio di questa legislatura, in XII Commissione, insieme, in epoca pre-COVID quindi, cominciammo a svolgere un'indagine conoscitiva molto approfondita, con due visite della Commissione in due hospice, uno a Napoli e uno a Padova. E già allora, in epoca pre-COVID, raccogliemmo la sofferenza di tante famiglie e degli operatori che lavoravano in questi hospice. E nella nostra risoluzione erano già presenti proposte concrete per garantire cure palliative a tutti i cittadini che ne avevano bisogno. Questo in epoca pre-COVID.

Evidenziammo già allora - e ci fu detto da tutti gli esperti del settore - che era necessaria una formazione specifica per il personale sanitario. Successivamente, grazie all'impegno appunto di Giorgio Trizzino, è stata istituita la Scuola di specializzazione in cure palliative anche in campo pediatrico, per cui tra alcuni anni avremo medici specializzati in questo settore, ma adesso non ancora. Già allora, nella nostra indagine, fu molto evidente la differenza territoriale nell'assicurare cure palliative adatte tra il Nord del Paese e il Sud del Paese, con un tasso di copertura del bisogno di cure palliative che variava dal 33 per cento della Lombardia, al 17 della Calabria, al 18 della Campania, al 19 della Sicilia; e questo appariva, già allora, a noi intollerabile. Poi è arrivata la pandemia, che, come voi tutti avete detto, ha evidenziato in modo eclatante le nostre fragilità anche nel campo delle cure palliative, nonostante l'Italia abbia una legge n. 38 del 2010, che ci invidia tutta l'Europa.

Guardate, nella nostra cultura e nei nostri ospedali, da molto tempo non vedevamo morire persone per malattie acute e infettive, e tanti colleghi non hanno mai visto una pandemia di tal genere: 121 mila decessi in Italia sono un numero che fa rabbrividire. E poi ci saranno da contare i decessi per malattie correlate al COVID o per tutte quelle malattie, specie oncologiche, che non hanno trovato, in questi mesi, le normali risposte assistenziali nei nostri ospedali; quindi questo numero aumenterà in maniera insostenibile. E ancora oggi, dopo un anno di pandemia, il nostro sistema sanitario è sotto stress: il personale è allo stremo, sono tutti provati sul piano fisico e su quello psicologico, hanno visto morire un numero enorme di persone; hanno visto fallire, i nostri colleghi medici, molti approcci terapeutici; hanno sperimentato la frustrazione, terribile per un medico, di non riuscire a salvare i propri pazienti; e adesso si stanno misurando con due patologie determinate dagli esiti del COVID. Quindi, bisognerà, con molta attenzione, ridisegnare il nostro sistema sanitario, tenendo ben presente quello che il COVID ci ha insegnato, in questi mesi. E la pandemia ha modificato, evidentemente, anche il lavoro delle reti di cure palliative, già, come ho detto, molto differenziate sul territorio. Le attività assistenziali domiciliari sono praticamente state annullate in questi mesi, caratterizzate da visite brevi, spesso sostituite da contatti telefonici. Le misure di isolamento e di limitazione per i visitatori, sia negli ospedali sia nelle RSA, hanno determinato un forte senso di separazione da parte dei pazienti che si avvicinavano, purtroppo, al fine della vita. E questo è terribile per il paziente e per la sua famiglia, che non poteva guardare, salutare e stringere la mano a un paziente che stava in fin di vita.

Le cure palliative comportano un'attenzione particolare e costante ai bisogni fisici psicologici, sociali e spirituali dell'ammalato, ma anche della sua famiglia e, per questo motivo, richiedono un approccio che è multiprofessionale e interdisciplinare. Si tratta di un'attività assistenziale che richiede piani individuali; si tratta, sostanzialmente, di una vera e propria medicina di precisione. Poiché noi sappiamo che le cure palliative, se erogate in modo adeguato e coordinato, non soltanto fanno diminuire gli accessi ai servizi di emergenza, ma riducono i ricoveri ospedalieri e le cure intensive inappropriate, ma, soprattutto, contribuiscono più efficacemente a ridurre le sofferenze legate ai sintomi che le malattie producono. Il mondo delle cure palliative, dopo un momento di comprensibile spaesamento, durante questo anno ha iniziato a reagire. Le società scientifiche hanno scritto un position paper, ponendo alcune richieste urgenti alla politica, chiedendo che venissero inseriti nei percorsi di cura dei malati affetti da COVID-19 protocolli di cure palliative con chiare indicazioni relative all'attivazione delle reti regionali e locali di cure palliative; hanno chiesto - non so quanto ascoltati - che il medico palliativista fosse inserito nelle unità di crisi regionali e locali, per garantire cure palliative adeguate in tutti i setting - ospedale e territoriale - dove erano assistiti malati da Coronavirus. Alcuni palliativisti che conosco sono stati chiamati, o hanno deciso volontariamente, di lavorare affianco dei colleghi nei reparti COVID, sia di medicina, sia della rianimazione. Essi hanno fatto un'esperienza straordinaria, che molti di loro stanno raccontando, e che sarebbe per tutti molto utile andare a leggere per confrontarsi.

Emerge, quindi, quanto sia importante, oggi più di ieri, prestare la giusta attenzione alle cure palliative. I colleghi delle rianimazioni ci dicono che troppi pazienti non sono riusciti ad accedere, negli ultimi giorni della loro vita, a cure palliative e di questo me ne vergogno profondamente, da medico e da parlamentare. Quello che vi chiediamo in questa mozione sono impegni, sottosegretario, che meritano una grande attenzione da parte del Governo; sono impegni che devono tradursi in atti concreti, che vanno realizzati adesso e con urgenza. Ne voglio citare solo alcuni, che a me sembrano più urgenti e indispensabili: adeguare le dotazioni organiche del personale; integrare le cure palliative con le altre specialità mediche; implementare le strumentazioni tecnologiche e di telecomunicazioni, che sono indispensabili in questo momento; consolidare lo sviluppo delle unità di cure palliative domiciliari anche in campo pediatrico; fare formazione culturale in ospedale, nelle RSA e nel territorio.

Per tutti questi motivi, assicuro l'impegno delle donne e degli uomini del Partito Democratico affinché tutto questo venga realizzato presto e bene, e si riesca a dare una risposta adeguata alle famiglie e ai pazienti che hanno dovuto affrontare giorni difficili, gli ultimi della loro vita, in solitudine grave e dolorosa. Per questo motivo esprimo il parere favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giuseppe Paolin. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE PAOLIN (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, sottosegretario Costa. La mozione all'esame dell'Aula prevede iniziative in materia di cure palliative nel contesto determinato dalla pandemia da COVID-19. Le cure palliative, come sappiamo, sono l'insieme degli interventi terapeutici, diagnostici e assistenziali che sono rivolti ai pazienti affetti da gravi patologie croniche ed evolutive, che non rispondono più ai trattamenti specifici. Per questi pazienti, la cui condizione è purtroppo irreversibile, assumono un'importanza fondamentale gli aspetti relativi al controllo del dolore, degli altri sintomi che possono insorgere a livello fisico, ma anche dei problemi psicologici, sociali e spirituali. Assume un'importanza fondamentale anche il sostegno ai familiari del paziente, ai quali deve essere garantita, naturalmente, la possibilità di comunicare con i propri cari e di avere informazioni scadenzate e periodiche in merito al loro stato di salute. Lo scopo delle cure palliative è, quindi, quello di aiutare il paziente a vivere al meglio la fase più difficile della malattia, fornendo il sollievo necessario alla sua persona e ai suoi familiari. L'importanza degli interventi ricompresi nelle cure palliative è riconosciuta da tempo nel nostro ordinamento; ne costituisce una testimonianza il fatto che, per queste cure, è stata approvata un decennio fa una legge apposita, ovvero la legge n. 38 del 2010, la cui finalità è proprio quella di garantire l'accesso alle cure palliative nel rispetto dei principi di dignità della persona umana, qualità ed equità dell'accesso all'assistenza. Altre disposizioni in materia si rinvengono negli accordi raggiunti in Conferenza Stato-regioni, accordi che hanno portato nel tempo all'approvazione di linee guida, alla definizione degli standard di accreditamento delle strutture, nonché, di recente, all'individuazione delle modalità per la formazione uniforme del volontariato. Abbiamo già, dunque, un quadro normativo di base che disciplina la materia, ma in questo quadro occorrono adesso degli interventi complementari che sappiano consentire alle reti per le cure palliative di evolversi, ampliarsi e superare l'aumentato carico determinato dalla pandemia da COVID-19. Quest'ultima, infatti, ha evidenziato in maniera marcata la carenza di personale sanitario in possesso delle competenze necessarie per la gestione della fase terminale. Una carenza che veniva denunciata già da tempo da professionisti e sanitari, che oggi si è conclamata in tutta la sua evidenza come conseguenza degli errori di programmazione che si sono accumulati, purtroppo, negli ultimi anni a livello nazionale.

Da sottolineare sono anche le ripercussioni determinate dall'applicazione delle misure di contenimento. Hanno pesato molto, tra gli altri, il distanziamento sociale, il ridimensionamento del concorso dei volontari, ma anche, non dimentichiamolo, le drastiche limitazioni alle visite dei familiari. Per i malati di COVID-19 affetti da gravi complicanze, per le persone con disabilità, per i soggetti fragili e, ovviamente, per tutti i pazienti delle reti di cure palliative, tali misure sono state vissute drammaticamente, generando solitudine, senso di abbandono e sofferenze; sofferenze che hanno investito non solo la sfera psicologica ed emotiva, ma anche la sfera fisica del malato, con l'insorgenza di depressione e altri disturbi in grado di aggravare il decorso delle patologie preesistenti. Numerose sono anche le segnalazioni dal lato dei familiari, i quali hanno incontrato difficoltà nel ricevere informazioni, aggiornamenti, quotidiani o comunque periodici, sullo stato di salute dei propri cari in regime di ricovero. Per ovviare a queste criticità dobbiamo definire protocolli omogenei e uniformi, che sappiano conciliare le esigenze di sicurezza con il diritto, altrettanto importante, alla qualità della vita e delle relazioni, in modo che la tutela di un aspetto non comporti mai l'annullamento dell'altro. A questo scopo il gruppo della Lega ha presentato diverse proposte emendative che ci auspichiamo troveranno ampia condivisione, soprattutto adesso che la campagna vaccinale è in fase di avanzamento. Abbiamo messo in sicurezza i pazienti e il personale operante in queste strutture; è quindi doveroso rivedere i protocolli e i divieti sin qui applicati. Dobbiamo fare in modo che le strutture non siano lasciate solo a loro stesse, o caricate di responsabilità, come è accaduto in passato, anzi è compito del Governo affiancare le strutture e instaurare un percorso concertato e condiviso che punti gradualmente verso il ritorno alla normalità, che tutti ci attendiamo.

La mozione all'esame dell'Aula, che unifica i precedenti testi a prima firma degli onorevoli Trizzino e Boldi, si pone esattamente in questa direzione.

In essa si riprendono correttamente i contenuti del documento Ruolo delle cure palliative durante una pandemia, elaborato dalla Società italiana di cure palliative e dalla Federazione cure palliative, alle quali va il merito di aver fornito uno strumento di indirizzo utile per le politiche in materia sanitaria. Il documento denuncia la carenza di presenza organica delle cure palliative nei piani di crisi, sollevando un problema che ha fatto molto discutere, perché il Piano pandemico italiano, quello che avrebbe dovuto organizzare la risposta del Paese, non veniva aggiornato, a quanto consta, dal 2006, e conseguentemente non poteva ricomprendere le reti nazionali di cure palliative, implementate successivamente. Lo stesso documento ci indica poi la strada da seguire da qui ai prossimi anni, elencando una serie di azioni che vengono implementate negli impegni della mozione in esame. Penso, tra questi, agli impegni che puntano al potenziamento delle reti esistenti e allo sviluppo di connessioni, sia con le altre branche specialistiche, sia con la medicina territoriale. Penso alla necessità di attuare disposizioni normative che prevedono l'istituzione della Scuola di specializzazione in medicina e cure palliative. Occorre incrementare il numero dei posti di specializzazione per assorbire l'imbuto formativo e sopperire alla carenza conclamata dei medici specialisti. Anche queste sono misure fondamentali che vengono giustamente richiamate tra gli impegni della mozione. Penso agli impegni, importantissimi, sulla continuità degli incontri e delle relazioni tra operatori, pazienti e familiari; è fondamentale che riprendano le visite, secondo regole prestabilite, concertate consultabili a priori. Auspico che, su questo tema, si faccia urgentemente qualcosa, che si segua l'esempio di quanto il Ministro per le Disabilità, nei giorni immediatamente successivi il suo insediamento, ha previsto per gli accompagnatori dei pazienti con disabilità, ai quali è garantito…

PRESIDENTE. Colleghi deputati… Prego, prosegua.

GIUSEPPE PAOLIN (LEGA). Grazie, Presidente… ai quali è garantito adesso di prestare assistenza ai propri cari nelle sale d'attesa e nei reparti di degenza.

è doveroso ancora un passaggio sul volontariato. La mozione impegna il Governo a promuovere la ripartenza piena ed effettiva delle attività di volontariato nell'ambito delle reti di cure palliative e di terapia del dolore, considerato il contributo essenziale e insostituibile che viene garantito in questi ambiti dalle organizzazioni in questione. Lo chiedono le associazioni, lo chiedono i pazienti, lo chiedono i familiari, lo chiede il personale sanitario. Sosteniamo la ripartenza del volontariato.

Concludo, Presidente, con un cenno alle molte eccellenze che ci sono nel nostro Paese e che operano da anni nell'ambito delle reti per le cure palliative, erogando prestazioni sanitarie ricomprese nei LEA; tra queste, mi sia consentito di menzionare l'hospice di Montagnana, una struttura dell'ULSS 6 Euganea, che, proprio ieri, ha raggiunto un importante traguardo: la struttura ha compiuto vent'anni di attività, accogliendo oltre 2 mila persone grazie all'impegno di medici palliativisti, infermieri, operatori sociosanitari e psicologi, uniti nell'obiettivo comune di fornire un'assistenza globale e interdisciplinare ai pazienti in cura.

Il nostro dovere è quello di sostenere queste eccellenze e di crearne altre, prevedendo gli strumenti necessari affinché le reti delle cure palliative possano effettivamente ampliarsi e integrarsi nei vari setting assistenziali e di presa in carico. Anche a questo scopo, signor Presidente, ribadisco, a nome mio e del gruppo Lega, il voto assolutamente favorevole a questa mozione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Nicola Provenza. Ne ha facoltà.

NICOLA PROVENZA (M5S). Grazie, Presidente. Gli impegni della mozione all'esame oggi sono tanti, come hanno già sottolineato i colleghi che mi hanno preceduto: implementare ulteriormente l'integrazione delle cure palliative tra i servizi sanitari; recuperare il processo di umanizzazione delle cure, soprattutto per i pazienti fragili, per i pazienti anziani; adeguare soprattutto le dotazioni organiche delle unità di cure palliative; dare seguito all'istituzione del corso di cure palliative pediatriche della Scuola di specializzazione in medicina e cure palliative.

Tra i diversi impegni, vorrei sottolineare l'importanza di un protocollo uniforme su tutto il territorio nazionale che, nell'ambito della riorganizzazione della rete ospedaliera correlata al COVID-19, possa assicurare il mantenimento delle comunicazioni tra i familiari e gli operatori, proprio per garantire ai familiari la possibilità di avere informazioni precise e garantire, appunto, che ci siano notizie sullo stato di salute del proprio familiare e questo attraverso una figura appositamente designata - direi dedicata - all'interno delle unità operative di degenza, ma, in particolare, anche nei pronto soccorso.

È ugualmente importante assicurare lo svolgimento delle visite da parte dei familiari secondo regole prestabilite e, in mancanza di questa possibilità, l'adozione di strumenti alternativi alla visita, che, come si è visto, in molti casi, sono stati rappresentati dalle videochiamate organizzate dalle strutture sanitarie. Ogni struttura dovrebbe individuare ambienti dedicati, ovviamente in condizioni di sicurezza, ambienti che siano adibiti all'accesso di almeno un familiare e garantire la disponibilità anche di personale che sia dedicato all'assistenza sociale, all'assistenza psicologica e all'assistenza spirituale, con una preparazione che sia idonea a gestire le esigenze dei pazienti COVID-19 e delle loro famiglie.

Noi, come MoVimento 5 Stelle, stiamo lavorando a diversi emendamenti, ma anche a diverse proposte, per consentire agli accompagnatori o ai parenti dei pazienti non affetti da COVID-19 di permanere nelle sale di attesa dei pronto soccorso e di consentire l'accesso di parenti e visitatori alle strutture ospedaliere, alle RSA, alle strutture riabilitative e a strutture residenziali per anziani autosufficienti e non. Stiamo lavorando anche per garantire le uscite temporanee degli ospiti dalle strutture residenziali anche attraverso l'informazione e la sensibilizzazione non solo degli ospiti e dei familiari ma anche dei caregiver sui comportamenti che vanno tenuti durante le uscite, in modo che ci sia la massima sicurezza dell'ospite e, ovviamente, anche della struttura al rientro dell'ospite stesso.

“Le cure palliative sono espressione dell'attitudine propriamente umana a prendersi cura gli uni degli altri, specialmente di chi soffre. Esse testimoniano che la persona umana rimane sempre preziosa, anche se segnata dall'anzianità e dalla malattia” (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Queste parole sono state pronunciate da Papa Francesco il 5 marzo 2015, un'occasione nella quale Papa Francesco incoraggiava i professionisti e gli studenti a specializzarsi in questo tipo di assistenza, che non possiede meno valore solo per il fatto che non salva la vita, anzi le cure palliative realizzano qualcosa di altrettanto importante: valorizzano la persona (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Allora, le parole di Papa Francesco, oggi, assumono una valenza, se vogliamo, ancora maggiore, che va ben oltre il monito e l'esortazione. È un vero e proprio imperativo morale ed etico e, per quel che compete a quest'Aula, un imperativo giuridico, proprio alla luce dell'impatto devastante che la pandemia da COVID-19 ha avuto nei confronti della vita delle persone, ma anche, purtroppo, della loro morte. I numeri dei decessi sono veramente orribili a volte, soprattutto quando ripetuti in maniera ossessiva in tutti i bollettini quotidiani. Ma dietro quei bollettini, dietro quelle notizie, dietro quei numeri ci sono, purtroppo, persone che sono decedute in solitudine, senza la presa in carico globale di tutti i bisogni di cura, quelli relazionali, quelli psicologici, quelli spirituali, di quei bisogni di cui ha bisogno ciascuno di noi al termine della propria vita.

Dietro queste persone ci sono madri, ci sono padri, figli, fratelli, sorelle, c'è tutta l'umanità che ci caratterizza ed ecco perché nella mozione sono riportate parole che non possono essere né sottaciute né dimenticate. Toccare, ascoltare, parlare, guardare, prendersi cura: sono quegli atti mancanti nei rapporti con la persona morente e di cui tutti dobbiamo sentirci responsabili (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Durante questa emergenza, questi atti d'amore - dobbiamo dirlo - sono stati un po' sacrificati per molte, forse per troppe persone, sia per i pazienti COVID sia per quelli che non avevano il COVID. Questo sacrificio, forse, segnerà in maniera inevitabile le coscienze di molte generazioni, le coscienze dei singoli, siano essi familiari, siano essi professionisti ma anche figure istituzionali che hanno dovuto operare scelte dolorose, sacrificando, loro malgrado, questa parte di umanità. Allora, abbiamo l'occasione di restituire a ciascuno il diritto di alleviare le proprie sofferenze sul fine vita e durante la malattia.

Le cure palliative, diciamolo in maniera chiara, definitiva, sono un diritto assoluto, mai più rinviabile e mai più sacrificabile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Le strutture sanitarie e quelle socioassistenziali, anche all'interno delle medesime regioni, hanno dato indicazioni disomogenee in merito alle relazioni tra pazienti e familiari. La maggior parte delle strutture - questo lo sapete tutti - ha previsto il divieto di accesso generalizzato da parte dei familiari, dei visitatori, mentre altre strutture almeno hanno consentito l'accesso di un visitatore per ciascun paziente, ovviamente sempre nel rispetto di diversificati protocolli di sicurezza. In questa situazione drammatica, sono state segnalate, come è giusto che fosse, una serie di realtà, di esperienze virtuose, come quelle rappresentate da strutture sanitarie che hanno consentito il contatto tra pazienti e familiari attraverso lo smartphone, attraverso il tablet, anche se, in molti casi, queste modalità non sono state possibili o per carenze organizzative o per le condizioni degli ammalati. Noi non finiremo mai di ringraziare tutte quelle strutture, tutti quei professionisti della sanità che, nonostante i turni massacranti, hanno dedicato il tempo necessario ad assicurare quell'umanità delle relazioni senza le quali noi tutti saremmo il nulla (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Noi dobbiamo ricordare sempre questo: prima di tutto contro l'umanità, prima di tutto ci sono le relazioni umane, familiari e sociali ma, soprattutto, noi, come legislatori, dobbiamo garantire che mai più nessuno sia messo in condizioni di sacrificare la propria umanità ed è da qui che nascono i diversi, puntuali impegni chiesti al Governo in questa mozione. Dobbiamo, quindi, decidere, colleghi, come costruire o, meglio, come ricostruire il nostro modello di società, su quali princìpi, su quali valori. Come abbiamo fatto a non tener conto dell'energia vitale - lo ripeto, l'energia vitale - nascosta in ogni relazione, in ogni luogo, in ogni attività del nostro vivere comune? Come abbiamo fatto a non tenere presente al centro del dibattito politico questo tema così vitale per una società inclusiva, che tutti quanti diciamo di voler realizzare? Chiudo, Presidente, richiamando quest'Aula ad un impegno etico, prima che politico, nei confronti del Paese, per metterci in linea con un sentimento diffuso delle nostre comunità, che è quel sentimento che potrà contribuire certamente alla rinascita del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ci sono alcuni interventi a titolo personale. Il primo è del deputato Trizzino. A lei la parola, deputato Trizzino.

GIORGIO TRIZZINO (MISTO). Grazie, Presidente. Io la ringrazio per questi secondi che mi concede, che voglio utilizzare per ringraziare tutti i colleghi e tutte le colleghe per il voto che daranno a questo provvedimento. Ho avuto il privilegio, nella mia vita professionale, di assistere tanti, tanti malati morenti e ho appreso una cosa: quando si dice che non c'è più nulla da fare, in realtà, c'è veramente tantissimo ancora da fare per queste persone. Questo ho imparato; ho imparato a capire un bisogno che, talvolta, non viene neanche espresso con le parole, perché non può essere espresso con le parole. Bisogna intercettare questo bisogno. Allora, perché oggi siamo stati qui a discutere di questa legge n. 38, approvata all'unanimità in queste Aule? Perché forse qualcosa non ha funzionato nel nostro Paese, dobbiamo ammetterlo. Non ha funzionato perché i numeri di persone che sono morte, non in solitudine ma in sofferenze atroci, rimarrà nella coscienza di ciascuno di noi per i prossimi anni, per i prossimi decenni. Abbiamo dimenticato che tutte queste persone non sono morte sole, sono morte soffrendo, soffrendo sofferenze atroci. Potevamo fare tanto di più, avremmo dovuto fare tanto di più perché le reti di cure palliative sono livelli essenziali di assistenza, lo ricordo a tutti noi; esistono nella nostra normativa, sono veramente attuabili. Dobbiamo fare molto di più a livello domiciliare, dobbiamo aumentare la presenza degli specialisti negli ospedali, come è stato detto. Dobbiamo fare in modo che si intercetti il bisogno, a volte non espresso, di chi ha bisogno. Di cure palliative si è parlato tanto: la “pallilalìa” è una delle cose peggiori che possa accadere ad un Paese, quella di parlare tanto di cure palliative e non attuarle; altrettanto grave è la “pallifobia”, il fatto di rifiutare questo argomento e purtroppo ancora oggi viene rifiutato nella coscienza di ciascuno di noi. Allora, grazie veramente per quello che oggi questa Aula voterà e la mia gratitudine è a nome di tutte queste persone che non possono esprimerla più personalmente. Grazie a tutti (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Emilio Carelli. Ne ha facoltà, per un minuto.

EMILIO CARELLI (MISTO). Grazie, Presidente. Ho sottoscritto la mozione che ci accingiamo a votare, la quale corona anche un mio personale pluriennale impegno, insieme al collega Giorgio Trizzino, a favore delle cure palliative e della terapia del dolore e soprattutto impegna il Governo a fare un ulteriore passo in avanti nell'applicazione della legge n. 38 del 2010. Molto è stato fatto; purtroppo, però, permangono ancora troppe ombre nell'erogazione dell'assistenza sul territorio, ombre che sono state anche ulteriormente messe in luce e si sono aggravate a causa della pandemia. L'assenza della figura del palliativista nelle terapie intensive ha avuto come conseguenza infatti che le persone fragili, colpite dal virus, in molte occasioni siano morte in totale assenza di assistenza palliativa. La riduzione delle attività ordinarie, inoltre, ha comportato una diminuzione anche nell'assistenza rivolta alle persone con patologie croniche, spesso multiple, aumentandone le condizioni di isolamento e fragilità. Occorre incrementare gli hospice e l'accesso alle terapie e all'assistenza domiciliare. Con questa mozione, chiediamo che venga destinata una parte del Fondo sanitario nazionale alle regioni, almeno l'1 per cento, per il funzionamento delle reti di cure palliative e terapia del dolore. Confido fermamente nel fatto che il Governo, in questa occasione, dia seguito a tutto ciò che è contenuto in questa nostra mozione (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Cunial. Ne ha facoltà.

SARA CUNIAL (MISTO). Grazie, Presidente. Riporto un messaggio da un folto gruppo di sanitari che ha compiuto una scelta di vita, quella votata a curare, a soccorrere, aiutare a guarire; guarire non solo con le cure palliative, ma con quelle cure domiciliari che il nostro Governo da sempre ostacola per il COVID, forse proprio per avvantaggiare i vaccini e per cui il popolo dei sanitari coscienziosi manifesterà l'8 maggio in piazza del Popolo a Roma. Popolo che definisce il DL n. 44 come il più vergognoso e liberticida della storia della Repubblica italiana per la compressione dei diritti umani, costituzionali e naturali; decreto che prevede le punizioni per quelli che fino a pochi mesi fa tutti osannavano come eroi e ora sono stati trasformati in untori e condannati a barattare il pane e la propria sopravvivenza e quella delle proprie famiglie con la libertà, magari a rischio anche fatale, rischio che né le aziende farmaceutiche produttrici né il vaccinatore né il Governo vuole accollarsi. Tra questi c'è anche chi ha salvato vite ed è stato da voi punito con un'indegna segnalazione da parte dei nostri indegni ordini. Sappiate, colleghi, e sappiate, Governo, che non esiste scudo o immunità sufficiente per i progetti e i decreti contro la vita.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sgarbi. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI (M-NCI-USEI-R-AC). Presidente, cari colleghi, non è il tempo delle polemiche. In questo periodo vivo una pena quotidiana per le cure oncologiche che vado facendo e devo ringraziare il cielo che la struttura sanitaria sia particolarmente attenta a garantire non solo il diritto a non soffrire, ma anche la presenza di persone che nell'ambito familiare ti diano la certezza che esiste un'anima, uno spirito che unisce il malato a quelli che gli sopravvivono. Da questo punto di vista, credo che, per le persone che soffrono, la garanzia di sentire vicine le persone che amano sia una prospettiva di cura superiore a quella di qualunque medicinale. Voglio ricordare che in una visita recente ad Alghero, in un padiglione che era legato al COVID, come accade oggi con larga frequenza, talvolta sottovalutando le malattie oncologiche e ritardandole, c'era in attesa la progettazione di una sala degli abbracci. Stavano pensando di consentire ai familiari di andare a vedere e abbracciare, con tutte le modalità di sicurezza, i loro cari negli ospedali. Niente è più terribile della solitudine; la sofferenza non è solo la sofferenza fisica, ma anche il sentimento di sentirsi lontani da quelli che ti amano. Credo che sia questa una delle cose fondamentali sul piano psicologico per chi patisce una malattia talvolta mortale (Applausi).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Trizzino, Boldi, Carnevali, Sportiello, Bagnasco, Bellucci, Noja, Stumpo, Lapia, Silli, Muroni, Schullian, Magi, Tasso ed altri n. 1-00397 (Ulteriore nuova formulazione), su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 36) (Applausi).

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (IV). Presidente, stanno arrivando storie surreali di cittadini italiani nella Repubblica d'Irlanda costretti a una durissima quarantena in albergo, una misura introdotta dal Governo della Repubblica d'Irlanda due settimane fa. Ci sono tantissimi italiani che sono costretti a viaggiare per motivi di salute, per dire addio ai loro cari in Italia, e quando tornano in Irlanda devono pagare 1.800 euro anche se hanno il loro domicilio, anche se hanno la loro abitazione. Chiedo quindi al Governo di intervenire. La nostra comunità è duramente colpita, 50 mila italiani residenti in Irlanda, molti di loro lavorano nel settore della ristorazione e sono già stati duramente colpiti dalle restrizioni contro il COVID. Questa è una norma introdotta da un Paese dell'Unione europea, che viola i Trattati europei e, tra l'altro, i criteri per l'inclusione dell'Italia nella lista nera non sono affatto chiari. Chiediamo quindi al Governo di intervenire presso le autorità irlandesi, per tramutare l'obbligo di quarantena nella quarantena a domicilio – quindi, poter fare la quarantena nella propria abitazione – e, se questo non fosse possibile, almeno di escludere l'Italia della lista nera o, almeno, di introdurre delle esenzioni per quei cittadini che devono viaggiare per motivi di salute o estrema urgenza (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Suriano. Ne ha facoltà, per 45 secondi.

SIMONA SURIANO (MISTO). Grazie Presidente. Nella giornata di ieri un blitz delle Forze dell'ordine ha portato a quaranta arresti, tra Catania, Siracusa, Cosenza e Bologna. Si tratta di gruppi criminali riconducibili alla famiglia Santapaola-Ercolano. L'accusa va dal traffico di stupefacenti al riciclaggio, all'estorsione e alla ricettazione. Dall'operazione del comando dei carabinieri di Catania risulta che il clan aveva creato una situazione di grave inquinamento mafioso del tessuto economico locale. Ma la Sicilia è anche un'altra, quella di chi non vuole chinare la testa e si ribella al pizzo e al malaffare. Ed infatti l'imprenditore Giuseppe Condorelli, proprio a Belpasso, ha avuto il coraggio e la forza di opporsi e di denunciare chi gli intimava di trovarsi un amico o l'avrebbe fatto saltare in aria e, grazie alla sua denuncia, i carabinieri sono giunti all'arresto di ieri. Esiste ancora un Regno delle Due Sicilie, quello di una minoranza pavida, che accetta di fare affari con le cosche mafiose …

PRESIDENTE. Concluda

SIMONA SURIANO (MISTO). … e quella della stragrande maggioranza dei siciliani, che rifiuta il puzzo del compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità e della complicità. Uomini come Condorelli e molti altri imprenditori dimostrano che possiamo sconfiggere la mafia…

PRESIDENTE. Deve concludere.

SIMONA SURIANO (MISTO). … ma dobbiamo mettere in campo tutti gli strumenti che questa lotta richiede, per garantire la tutela della libertà di chi di fronte a un ricatto sceglie di affidarsi alle istituzioni (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Vallascas. Ne ha facoltà per 45 secondi.

ANDREA VALLASCAS (MISTO-L'A.C'È). Signor Presidente, Piero Calamandrei sosteneva che per far funzionare un Parlamento bisogna essere in due: una maggioranza e un'opposizione. Il regime parlamentare non è quello dove la maggioranza ha sempre la ragione, ma quello dove sempre hanno diritto di essere discusse le ragioni della minoranza. Presidente, oggi, purtroppo, parte di quelle ragioni non possono essere discusse. In base agli articoli 128 e 136 del Regolamento della Camera, i deputati possono presentare interpellanze e interrogazioni. Le ricordo che il sindacato ispettivo è una funzione fondamentale nell'esercizio del mandato parlamentare, perché consente ai deputati di svolgere quell'attività di controllo, che risulta essere tra le più preziose e vitali per la salute della democrazia. Questa prerogativa acquista particolarmente rilevanza, quando a esercitala sono proprio le forze di minoranza. Considerato che i lavori d'Aula non possono essere circoscritti alla sola attività legislativa …

PRESIDENTE. Concluda.

ANDREA VALLASCAS (MISTO-L'A.C'È). … chiedo al Presidente Fico di valutare la possibilità di ripristinare a breve la seduta del martedì (Applausi del deputato Deidda), dedicata allo svolgimento delle interrogazioni orali e delle interpellanze, anche per ristabilire la pienezza delle prerogative dei deputati, di maggioranza e di minoranza (Applausi del deputato Deidda).

PRESIDENTE. La ringrazio, la sua è una richiesta legittima, informerò il Presidente Fico e penso che dalla prossima Conferenza dei presidenti di gruppo se ne potrà parlare. Ha chiesto di parlare il deputato Cantone. Ne ha facoltà, per due minuti.

LUCIANO CANTONE (M5S). Grazie Presidente. “Mettiti a posto o ti facciamo saltare in aria, cercati un amico”. Presidente, queste sono le parole che il cavalier Condorelli, titolare di una delle più grandi aziende dolciarie, famosa in tutto il territorio per i prodotti che noi tutti qui conosciamo, i torroncini Condorelli, ha ricevuto in un biglietto, in un pacco a lui recapitato nel 2019. Condorelli era da tempo nel mirino delle cosche del pizzo del clan Santapaola-Ercolano. A seguito di quella minaccia ha compiuto un gesto di grande coraggio, ha deciso di denunciare e la sua denuncia ha consentito e ha dato una grossa accelerazione all'inchiesta “Sotto scacco”, che ha portato nei giorni scorsi all'arresto di quaranta persone tra Catania, Siracusa, Cosenza e Bologna. Da deputato della Repubblica, da siciliano e, prima ancora, da uomo libero, non posso che elogiare in questa sede il comportamento coraggioso del cavalier Condorelli, che rende orgogliosi tutti i siciliani di buona volontà, che rendono grande la mia terra con prodotti di eccellenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E voglio dare una brutta notizia agli estorsori: gli uomini onesti un amico ce l'hanno già, un grande amico, che è lo Stato italiano.

Gli uomini onesti dovrebbero essere difesi e vengono difesi dallo Stato, che deve garantire sempre la possibilità di lavorare e poter denunciare queste estorsioni senza paura. È per questo che ringrazio Giuseppe Condorelli e la sua famiglia, la parte più buona della Sicilia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Piera Aiello. Ne ha facoltà.

PIERA AIELLO (MISTO-CD). Grazie, Presidente. Stamattina è stato fatto un bel gesto ricordando il cavalier Condorelli, perché si è rifiutato di farsi estorcere dai malavitosi. Però dobbiamo ricordarci una cosa, cari colleghi: Condorelli è una persona in vista, Condorelli ha potuto dire di “no”, ma ci sono tantissimi imprenditori che hanno denunciato il racket e l'usura; tantissimi imprenditori che oggi sono stati abbandonati dallo Stato, tantissimi imprenditori che hanno denunciato e che, entrando in un programma di protezione, hanno visto fallire la loro azienda. Ricordiamoci questo, quando parliamo di Condorelli: ricordiamoci anche di chi oggi ha perso l'azienda (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Maria Laura Paxia. Ne ha facoltà.

MARIA LAURA PAXIA (MISTO-L'A.C'È). Grazie Presidente, qualche mese fa ho partecipato alla commemorazione del cavalier Francesco Condorelli, capostipite e fondatore dell'omonima azienda famosa in tutto il mondo per i suoi torroncini e simbolo di quella Sicilia onesta e salda che esiste e che ci piace ricordare. Con questo intervento voglio esprimere vicinanza e sostegno al figlio, l'imprenditore Giuseppe Condorelli, che rappresenta un esempio di impresa sana e vincente. Il suo impegno civile contro il sistema della malavita è un esempio di come la ribellione al cancro della mafia rappresenti l'unica strada percorribile affinché si possa iniziare a respirare un'aria libera dall'oppressione, dalla paura e dal ricatto: denunciare per non piegarsi, per reagire, per aspirare alla libertà di una terra, di un Paese, per iniziare il percorso della rinascita. Giuseppe, siamo con te (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Alex Bazzaro. Ne ha facoltà, per due minuti.

ALEX BAZZARO (LEGA). Grazie Presidente, oggi ricorre il quarantesimo anniversario della morte del patriota irlandese Bobby Sands. Bobby Sands era divenuto, benché già carcerato, un parlamentare del Regno Unito e rimase in carica per 22 giorni prima del decesso: 66 giorni di sciopero della fame, l'ultimo di una serie di atti di protesta non violenta, messi in atto dai prigionieri politici irlandesi all'interno del tristemente famigerato braccio H del carcere di Long Kesh. Ricordarlo oggi in quest'Aula, significa non solo onorare la sua memoria, la memoria di un uomo i cui ideali di libertà dovrebbero sempre riecheggiare nei templi della nostra democrazia, bensì vuol dire riportare all'attenzione del nostro Paese e della Comunità europea tutta, l'annosa questione dei confini irlandesi post Brexit (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Se oggi le due Irlande non sono divise da un hard border, lo dobbiamo anche a chi, come lui, sacrificò la sua stessa vita. Proprio per questo dobbiamo impegnare il nostro Governo affinché si mobiliti con le istituzioni di Bruxelles per rispettare quanto siglato nel novembre 2018 dall'allora Primo Ministro britannico, Theresa May, vale a dire la clausola sull'impossibilità di creare confini fisici tra Irlanda e Irlanda del Nord (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). I sacrifici di Bobby Sands e dei nove compagni, che morirono anch'essi per sciopero della fame dopo di lui, non furono vani e portarono, negli anni a venire, la pace con gli Accordi del Venerdì Santo, dimostrando così essere profetiche le parole del martire irlandese: “La nostra vendetta sarà il sorriso dei nostri bambini”. Laddove nel mondo tirannia e dispotismo la fanno da padroni, ovunque vi siano donne e uomini incarcerati per le loro idee politiche, in ogni luogo dove il diritto all'autodeterminazione dei popoli e della libertà venga violato, ecco, in tutti questi luoghi e per tutte queste persone, Bobby Sands risplende come una stella polare.

PRESIDENTE. Concluda.

ALEX BAZZARO (LEGA). Lascio a quest'Aula, a nome del gruppo Lega, il ricordo con una parola contro i regimi a favore della libertà: il nostro giorno verrà (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Alessandro Giglio Vigna. Ne ha facoltà, per due minuti.

ALESSANDRO GIGLIO VIGNA (LEGA). Grazie, Presidente. Questa mattina si è svolta in Piemonte un'operazione della DIA contro la 'ndrangheta, coordinata dalla procura di Torino. L'operazione, denominata “Platinum-Dia”, è, secondo gli inquirenti, un duro colpo alla malavita organizzata (cito testualmente). Epicentro di questa operazione è la città di Volpiano, nel basso Canavese. Oggi voglio portare in quest'Aula, alla vostra attenzione, il giubilo dei cittadini di Volpiano e di tutto il territorio del Canavese. Il nostro è un territorio che da sempre mal sopporta la presenza e le infiltrazioni di questi fenomeni. I ringraziamenti, quindi, vanno agli uomini e alle donne della DIA, della Polizia, dei Carabinieri e della Guardia di finanza (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 6 maggio 2021 - Ore 9,30:

1. Seguito della discussione delle mozioni Lollobrigida ed altri n. 1-00469, Davide Crippa, Molinari, Serracchiani, Occhiuto, Boschi, Fornaro, Schullian, Silli, Lapia, Lupi, Magi, Tasso e Muroni n. 1-00476 e Maniero ed altri n. 1-00478 concernenti iniziative per il rilancio economico e produttivo della Nazione .

2. Seguito della discussione delle mozioni Novelli, Panizzut, Noja, D'Arrando, Lepri, De Lorenzo, Rospi, Lapia, Gebhard ed altri n. 1-00212 e Lollobrigida ed altri n. 1-00481 concernenti iniziative volte al superamento delle barriere architettoniche .

La seduta termina alle 19,25.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 1 la deputata Madia ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 12 la deputata Bonomo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 14 la deputata Eva Lorenzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 21 il deputato Dall'Osso ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 25 il deputato Donzelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 31 e 32 il deputato Sgarbi ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

nella votazione n. 36 la deputata Di Lauro ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 2972-A - odg. n. 1 340 336 4 169 46 290 79 Resp.
2 Nominale odg 9/2972-A/3 342 335 7 168 32 303 79 Resp.
3 Nominale odg 9/2972-A/6 396 390 6 196 39 351 78 Resp.
4 Nominale odg 9/2972-A/9 399 390 9 196 42 348 76 Resp.
5 Nominale odg 9/2972-A/11 409 404 5 203 41 363 76 Resp.
6 Nominale odg 9/2972-A/12 415 410 5 206 39 371 75 Resp.
7 Nominale odg 9/2972-A/13 421 413 8 207 36 377 75 Resp.
8 Nominale odg 9/2972-A/14 406 401 5 201 32 369 75 Resp.
9 Nominale odg 9/2972-A/15 427 413 14 207 36 377 75 Resp.
10 Nominale odg 9/2972-A/17 428 413 15 207 35 378 75 Resp.
11 Nominale odg 9/2972-A/24 433 427 6 214 34 393 75 Resp.
12 Nominale odg 9/2972-A/27 429 425 4 213 37 388 75 Resp.
13 Nominale odg 9/2972-A/28 429 418 11 210 44 374 75 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale odg 9/2972-A/31 432 413 19 207 33 380 75 Resp.
15 Nominale odg 9/2972-A/34 440 436 4 219 38 398 75 Resp.
16 Nominale odg 9/2972-A/35 437 433 4 217 35 398 75 Resp.
17 Nominale odg 9/2972-A/36 431 426 5 214 34 392 75 Resp.
18 Nominale odg 9/2972-A/37 438 413 25 207 54 359 75 Resp.
19 Nominale odg 9/2972-A/38 442 436 6 219 430 6 75 Appr.
20 Nominale Ddl 2972-A - voto finale 440 411 29 206 409 2 73 Appr.
21 Nominale Doc. IV-ter, n. 15-A 409 408 1 205 407 1 73 Appr.
22 Nominale Moz. Bitonci e a. 1-413 u.n.f. 444 396 48 199 396 0 79 Appr.
23 Nominale Moz. Lollobrigida e a. 1-463 rif. 441 425 16 213 421 4 79 Appr.
24 Nominale Moz. Trano e a. 1-465 n.f. - I p. 442 439 3 220 57 382 79 Resp.
25 Nominale Moz. Trano e a. 1-465 n.f. - II p. 442 437 5 219 49 388 79 Resp.
26 Nominale Moz. Trano e a. 1-465 n.f. - III p. 440 439 1 220 53 386 79 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 36)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale Moz. Trano e a. 1-465 n.f. - IV p. 442 441 1 221 55 386 79 Resp.
28 Nominale Moz. Trano e a. 1-465 n.f. - V p. 441 440 1 221 56 384 79 Resp.
29 Nominale Moz. Trano e a. 1-465 n.f. - VI p. 440 408 32 205 21 387 79 Resp.
30 Nominale Moz. Trano e a. 1-465 n.f. - VII p. 445 411 34 206 23 388 79 Resp.
31 Nominale Moz. Trano e a. 1-465 n.f. - VIII p 439 424 15 213 19 405 79 Resp.
32 Nominale Moz. Trano e a. 1-465 n.f. - IX p. 440 439 1 220 53 386 79 Resp.
33 Nominale Moz. Trano e a. 1-465 n.f. - X p. 436 431 5 216 49 382 79 Resp.
34 Nominale Moz. Trano e a. 1-465 n.f. - XI p. 439 405 34 203 21 384 79 Resp.
35 Nominale Moz. Trano e a. 1-465 n.f. - XII p. 440 435 5 218 48 387 79 Resp.
36 Nominale Moz. Trizzino e a. 1-397 u.n.f. 396 396 0 199 394 2 77 Appr.