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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 497 di giovedì 29 aprile 2021

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI

La seduta comincia alle 8,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ALESSANDRO COLUCCI , Segretario, legge il processo verbale della seduta del 27 aprile 2021.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Boschi, Brescia, Cancelleri, Casa, Cirielli, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Delmastro Delle Vedove, Fassino, Gregorio Fontana, Ilaria Fontana, Frassinetti, Frusone, Gallinella, Garavaglia, Gava, Gebhard, Giachetti, Giacomoni, Giorgetti, Guerini, Invernizzi, Iovino, Lapia, Liuni, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lupi, Macina, Magi, Molinari, Morelli, Mulè, Mura, Nardi, Nesci, Occhiuto, Orlando, Paita, Palazzotto, Parolo, Pastorino, Rizzo, Rotta, Ruocco, Scalfarotto, Scoma, Serracchiani, Carlo Sibilia, Silli, Sisto, Vignaroli e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 94, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 8,36).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2120 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 5 marzo 2021, n. 25, recante disposizioni urgenti per il differimento di consultazioni elettorali per l'anno 2021 (Approvato dal Senato) (A.C. 3002​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3002: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 5 marzo 2021, n. 25, recante disposizioni urgenti per il differimento di consultazioni elettorali per l'anno 2021.

Ricordo che nella seduta di ieri l'Assemblea ha approvato l'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.

Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 3002​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Avverto che gli ordini del giorno n. 9/3002/3 Iezzi, n. 9/3002/4 Gregorio Fontana e n. 9/3002/7 De Carlo sono stati ritirati dai presentatori.

Avverto, altresì, che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, in quanto recante un contenuto estraneo alle materie oggetto del provvedimento, l'ordine del giorno n. 9/3002/9 Patassini, volto ad estendere ai consiglieri comunali l'esercizio dell'elettorato passivo per l'elezione del presidente della provincia.

Il deputato Deidda ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3002/11.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie mille, Presidente. Sono stato l'ultimo a intervenire nella discussione generale, poi “mozzata” dalla richiesta di fiducia, e sono il primo a presentare questi ordini del giorno, a dimostrazione anche che sono tanti gli argomenti che Fratelli d'Italia porta all'attenzione del Governo per questo decreto, che rinvia, ancora una volta, le elezioni.

Come premessa, però, ci tengo a mettere a verbale e a portare all'attenzione dei colleghi, che evidentemente non hanno interesse, la denuncia fatta dalla mia collega Montaruli. Nel momento in cui voi state rinviando, per la seconda volta, le elezioni, utilizzando il COVID come spauracchio, il Partito Democratico, a Torino, negli stessi giorni in cui si sarebbero dovute celebrare le elezioni, convoca le elezioni primarie (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

La domanda sorge spontanea: o gli iscritti del Partito Democratico sono stati vaccinati in anticipo o sono immuni al COVID, o forse voi state rinviando le elezioni amministrative, non state dando la parola agli elettori italiani, semplicemente per convenienza, utilizzando strumentalmente le istituzioni; questo grida veramente vendetta e dovrebbe anche consigliare a qualche mio collega, che nelle agenzie stampa fa il leone da tastiera, accusando Fratelli d'Italia di questo, che forse dovrebbe farsi un esame di coscienza e vergognarsi. Tornando all'ordine del giorno, noi poniamo un problema che si registra ormai da parecchi anni, cioè quello della composizione dei seggi elettorali, dei componenti, che devono essere preparati. Purtroppo, molto spesso ormai, per le condizioni economiche che vengono poste per i rimborsi spese che spettano al presidente, al segretario e a tutti i componenti, i più preparati - soprattutto chi ovviamente ha una preparazione anche più alta - rifiutano quel posto e a volte i comuni devono rincorrere le persone per far svolgere questo ruolo.

Poi, è forse un fatto comune a tutte le forze politiche accorgersi che nei seggi avvengono degli errori pacchiani, a volte per disattenzione, che poi generano ricorsi; a volte si generano anche ingiustizie, perché i ricorsi, per essere fondati, devono avere la testimonianza giurata. Quando, per esempio, non si trova un voto, un candidato non trova un voto, questi deve portare nel proprio ricorso una testimonianza di come degli elettori hanno votato in quel seggio.

Bene, noi chiediamo a questo punto che, ovviamente, sia adeguato il rimborso economico che viene dato ai componenti del seggio, perché anche delle persone che hanno una determinata cultura, una certa professionalità, non devono essere scoraggiate nel dire: io devo perdere tre giornate, quattro giornate, prendendomi anche certe responsabilità, per un'elemosina. Ma poi, soprattutto, dobbiamo fare dei corsi. Io capisco che era giudicato ingiusto che i partiti scegliessero i componenti dei seggi, che le amministrazioni comunali scegliessero i componenti dei seggi, ma, facendo l'estrazione, come spesso accade, e prendendo anche, a volte, dei disoccupati, a volte vengono fuori dei seggi che sono completamente squinternati, cioè vengono fatti con una composizione in cui non c'è un legame. E, poi, i frutti di questo lavoro vengono fatti con dei registri che dall'amministrazione, a volte, non vengono neanche completati e devono essere mandati alle autorità competenti per completare le operazioni di spoglio.

Quindi, cerchiamo di prendere atto di questo problema per le amministrazioni comunali, visto che il nostro sistema elettorale, a volte, è abbastanza complesso, con il voto disgiunto, con più elezioni, e molto spesso ci sono persone che si trovano in difficoltà. Dobbiamo fare dei corsi appositi per chi vuole adoperarsi in questo senso. Quindi, il nostro appello è di prevedere l'impegno di valutare degli aumenti, ma, soprattutto, di formare delle persone competenti che vadano a ricoprire il posto nei seggi.

PRESIDENTE. Il deputato Caiata ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3002/21.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Buongiorno sottosegretario, ricominciamo stamattina entrando nel merito. Visto che non abbiamo potuto discutere gli emendamenti, illustriamo quelli che sono i nostri ordini del giorno a questo decreto, che non ci è piaciuto - e lo avete visto, perché ne abbiamo discusso ampiamente in Aula -, non ne condividiamo la ratio, non ne condividiamo le motivazioni, lo abbiamo espresso ripetutamente, riteniamo che sia una cosa che non andava fatta rispetto a una cosa cui italiani avrebbero avuto diritto, ma, purtroppo, per giustificare, forse, una scelta a monte, quella di non votare per le politiche, si è deciso di non votare anche per le amministrative.

E, allora, vengo ad illustrare questo mio ordine del giorno, che è un ordine del giorno, tengo a precisare, tecnico, che raccoglie un'istanza che proviene dalle amministrazioni locali in maniera un po' bipartisan, per cui spero possa essere accolto. Questo poiché la pandemia, in realtà, non ha stravolto solo le vite dei cittadini in questo anno, ma ha stravolto anche la vita delle pubbliche amministrazioni e degli enti locali, che, naturalmente, hanno dovuto, da una parte, fronteggiare il COVID sia in termini di emergenza sanitaria, quindi in termini di assenze dal lavoro dovute al COVID stesso, sia in termini di smart working e, quindi, riduzione di fatto degli organici dei pubblici uffici, mentre, dall'altra parte, hanno dovuto recepire una importante attività normativa, anche proveniente a livello nazionale, per la gestione delle risorse che arrivavano per fronteggiare l'emergenza sanitaria stessa. Tutto questo ha reso complicato, nel frattempo, procedere con l'attività normale, quella che gli uffici dovrebbero svolgere per recepire le istanze di tutti i soggetti che partecipano alla redazione del bilancio consuntivo e del bilancio previsionale 2021-2023. Aggiungiamo ancora il fatto che, sostanzialmente, c'è stata una forte contrazione anche delle entrate dovute alla pandemia e anche di questo si è dovuto tenere conto in corso d'opera. Per cui, tutta questa serie di motivazioni hanno spinto gli amministratori locali a chiedere, di fatto, un differimento nei termini di approvazione del bilancio previsionale 2021-2023, che, come sappiamo, dovrebbe essere al 30 aprile e che noi chiediamo di spostare, invece, al 31 di maggio.

La proposta - questo lo vorrei leggere letteralmente - di ordine del giorno è, dunque, volta a far sì che tutti i soggetti che partecipano alla redazione di questo importante documento possano svolgere il proprio ruolo nel rispetto della tempistica, consentendo altresì agli uffici preposti di analizzare e verificare le singole proposte in maniera tale da garantire la tenuta degli equilibri di bilancio e il rispetto dei vincoli di legge.

Questa è una disposizione, come dicevo prima, che raccoglie un'istanza di tutti i territori e che non ha impatto economico, perché la proposta non comporta oneri aggiuntivi a carico della finanza pubblica e, pertanto, non necessita di alcuna copertura finanziaria. Io spero che questo mio ordine del giorno e questa mia illustrazione di stamattina possano ritenersi superati, perché abbiamo notizie che ci sia un orientamento ad andare in tale direzione, per cui - vedo annuire - mi farebbe piacere, perché darebbe maggiore disponibilità ai nostri amministratori di poter gestire con più attenzione questo percorso.

PRESIDENTE. La deputata Montaruli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3002/25.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretario Scalfarotto, con questo ordine del giorno, noi chiediamo di riconoscere, anche con riferimento alla tornata elettorale in corso, la lingua dei segni italiana quale lingua propria della comunità sorda e delle loro famiglie, per garantire che la LIS - questa è l'acronimo - possa essere utilizzata negli spot istituzionali e ai seggi, anche attraverso la forma del video-interpretariato. Se noi, oggi, vedessimo un disabile motorio entrare in un seggio, avere una barriera architettonica ed essergli impedita, quindi, la piena accessibilità al seggio stesso, noi tutti ci scandalizzeremmo, e faremmo bene, e saremmo al suo fianco a protestare. Se oggi, invece, un sordo entra in un seggio e trova un presidente di seggio che non sa comunicare con lui, noi non ci scandalizziamo, stiamo zitti, forse neanche veniamo a saperlo, perché questa disabilità, purtroppo, non fa quel clamore. Eppure c'è, c'è una barriera, fortissima, che costringe all'isolamento e che, nel caso delle tornate elettorali, molte volte, priva della piena accessibilità ai seggi e del pieno esercizio del diritto di voto, un diritto di voto che non si sviluppa soltanto all'interno dei seggi, ma in tutto il processo elettorale.

Allora diventa indispensabile, dopo quaranta anni di attesa - perché sono quarant'anni che attendiamo che questo piccolo passo venga fatto -, approvare questo ordine del giorno e darne seguito, calendarizzando, poi, ovviamente, in Aula, quelle che sono le proposte di legge, molto più sviluppate e articolate sul tema.

Noi crediamo che senza questo ordine del giorno, senza, quindi, questo riconoscimento e senza l'impegno del Governo a fare in modo che tutti i sordi possano avere l'interprete, sia negli spot, che nei seggi, ovviamente attraverso la forma del video-interpretariato, si privino i sordi di un diritto fondamentale e, tra l'altro, si privino di questo diritto nel momento in cui noi chiediamo, a più parti, sempre il distanziamento sociale, che è la premessa e il motivo per cui noi applichiamo e, oggi, ci troviamo ad argomentare questo testo di legge e a votarlo; distanziamento sociale che può essere garantito soltanto da quest'ordine del giorno, perché, in assenza dell'impegno, succede che un sordo, per superare l'ostacolo, si debba trascinare all'interno del seggio o, comunque, nei pressi del seggio, un interprete, un familiare, un amico, un parente, che possa, all'occorrenza, tradurre quello che, eventualmente, non riesce a comprendere.

Io mi affido alla sensibilità che ho sentito in quest'Aula, ormai un po' di tempo fa, quando feci un intervento in LIS per richiamare l'attenzione su questo tema, in cui tutte le forze politiche si alzarono e, a parole, diedero quel supporto, anche emotivo, ad una battaglia, che è una battaglia in nome di un diritto civile.

Mi affido a quella sensibilità e mi affido a quella responsabilità, affinché finalmente un diritto negato possa essere riconosciuto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. La deputata Mantovani ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3002/24.

LUCREZIA MARIA BENEDETTA MANTOVANI (FDI). Grazie, Presidente. Prendo la parola per illustrare il mio ordine del giorno n. 9/3002/24, relativo al provvedimento sul rinvio delle elezioni. Ci ritroviamo ad un anno di distanza, circa, da un decreto non dissimile da quello che stiamo discutendo oggi. Questo non è un buon segno per l'Italia, non lo è per questo Parlamento e per ciò che trasmettiamo all'esterno. È palese che è venuto a mancare qualcosa; mi riferisco alla prevenzione e alla capacità di programmare, anche in vista della tornata elettorale del 2021.

La finalità del provvedimento è quella di scongiurare gli assembramenti di persone e le condizioni di contiguità, che sarebbero in contrasto con le misure di profilassi sanitaria, incluso, appunto, il distanziamento. L'andamento della campagna vaccinale e il piano dedicato alla stessa lasciano presupporre che giungeremmo al momento elettorale con alcune fasce della popolazione non ancora coinvolte dal programma di somministrazione del vaccino anti-COVID-19. Questa non è un'opinione, colleghi, ma una constatazione, che prende le mosse dai fatti pregressi di questi ultimi mesi e dalle incertezze che ancora oggi abbiamo in merito alla campagna vaccinale. Tuttavia, dobbiamo guardare avanti e provvedere a rendere sicuro, per coloro che vogliono recarsi ai seggi, lo svolgimento del voto.

Gli assembramenti sono il grande tema; lo sono sui mezzi di trasporto, lo sono nei luoghi pubblici e, secondo alcuni, riguardano anche quelle attività commerciali, dove in realtà il distanziamento potrebbe essere garantito con facilità. Ebbene, se c'è questa attenzione per tutti i luoghi in cui si svolge la vita pubblica, perché non far sì che il perseguimento del distanziamento avvenga anche lì, dove la sovranità popolare si esercita, durante il voto? Le elezioni sono un momento di interesse collettivo, da cui deriva una mobilitazione tale che porta alla creazione di assembramenti fuori dai seggi e, in particolare, nelle aree più densamente abitate.

Presidente, l'astensionismo dilagante non può trovare nella pandemia un suo alleato. Quindi, lo Stato deve rendere possibile il corretto esercizio e far sì che tutti i cittadini possano esercitare il loro diritto al voto, senza dover temere, a differenza di quanto accade ogni mattina sui mezzi pubblici, l'affollamento dei seggi. Pertanto, con questo ordine del giorno, io chiedo al Governo di impegnarsi a valutare l'opportunità di incrementare, mediante l'ausilio di tensostrutture, aree inutilizzate ed edifici pubblici, il numero di spazi dedicati ai seggi elettorali presenti sul territorio, al fine di ridurre il rischio di assembramenti durante le consultazioni elettorali. Auspico, quindi, che venga espresso un parere favorevole a questo ordine del giorno, poiché credo sia fondamentale garantire l'espressione di voto agli elettori, nei modi e nei tempi più consoni e in coerenza con le disposizioni anti-COVID-19 (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il deputato Prisco ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3002/22.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Questo ordine del giorno parte dall'assunto per cui Fratelli d'Italia chiede a questo Parlamento di esprimersi sulla necessità di non rinviare mai più le elezioni. Forse ci sarà - non lo sappiamo se ci sarà - una quarta ondata, nonostante l'arrivo dei vaccini; non lo possiamo sapere. Mi auguro di no, ovviamente, ma, in ogni caso, credo che una Nazione occidentale civile si debba dotare dei protocolli sanitari che consentano di evitare altri rinvii della espressione della sovranità popolare.

Questo è il senso di questa richiesta e di questo ordine del giorno. Questo decreto di rinvio parte dall'assunto del permanere di un quadro epidemiologico - cito alla lettera - del COVID-19, complessivamente e diffusamente grave su tutto il territorio, e dell'evolversi di significative varianti del virus, che presentano carattere ulteriormente diffusivo del contagio. Su questo punto abbiamo chiesto sin dall'inizio - perché ricordavamo che lo scorso anno il rinvio delle elezioni fu motivato su un verbale specifico del Comitato tecnico scientifico - al Ministero dell'Interno di inviarci un analogo verbale; analogo verbale che, dalla cortese risposta del Ministro dell'Interno, si è scoperto non esistere. C'è stato inviato uno spezzone di un verbale generico di gennaio, che giustifica la proroga dello stato emergenziale. Da questo non si capisce come dovremmo dedurre che non vi siano le condizioni sanitarie per far svolgere le elezioni. Forse, non vi erano le condizioni politiche, per cui andava giustificato il fatto che gli italiani non potessero esprimersi sulle elezioni politiche in seguito alla caduta del Governo Conte, per cui si è deciso di rinviare, non solo le elezioni politiche suppletive, ma anche tutte le altre elezioni.

Questo è un tema molto, molto attuale, perché viene un dubbio: che quando lo svolgimento delle attività democratiche interessi alla sinistra e al Partito Democratico, queste si svolgano; mentre quando, invece, sono ordinate per legge ma potrebbero dare degli esiti incerti, queste si rinviano, come fu fatto lo scorso anno per le elezioni regionali e come viene fatto quest'anno. Come ha ricordato prima il collega Deidda, nel mentre si rinviano le elezioni amministrative in tutta Italia, si consente di svolgere le primarie del Partito Democratico a Torino e si consentono di svolgere i congressi del Partito Democratico in altre parti d'Italia, e tocca a noi, a Fratelli d'Italia, rilevare tutto ciò. Lo abbiamo fatto quando avete rinviato le elezioni lo scorso anno, lo abbiamo fatto quando si è addirittura sospesa l'attività parlamentare in questa Nazione, con forza, con determinazione, costringendovi a riaprire il Parlamento, centro e cuore della democrazia e della nostra Nazione, e continueremo a farlo. È un presidio democratico, repubblicano, patriottico, perché l'interesse in gioco non si può misurare solo con la forza prepotente di una maggioranza che ha quasi 600 parlamentari di vantaggio ed è costretta a mettere il voto di fiducia - e concludo - perché altrimenti rischia di andare in pezzi, come ha dimostrato in più circostanze e in altre circostanze.

Vedete, colleghi, l'espressione del voto è un diritto fondamentale, irrinunciabile, non rinviabile e credo che meriti la battaglia che Fratelli d'Italia sta facendo. L'Italia è una grande Nazione, ma non può rinunciare - e concludo, Presidente - e non può arretrare sulla possibilità di fare esprimere, nei tempi previsti dalla legge, i propri cittadini su chi debbono essere i propri rappresentanti: su questo non si arretra, come non si arretra sul rispetto delle regole. Se in molti oggi lo fanno…

PRESIDENTE. Concluda.

EMANUELE PRISCO (FDI). …anche se si riempiono la bocca di essere difensori della democrazia, della sovranità popolare e delle libertà, oggi non ci sono insieme a noi a fare questa battaglia. Fratelli d'Italia ancora una volta c'è (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), c'è con orgoglio oggi come ci sarà anche domani, a tutela degli interessi degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il deputato Cirielli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3002/10.

EDMONDO CIRIELLI (FDI). Signor Presidente, colleghi, sottosegretario Scalfarotto, non aggiungo molto a ciò che è già stato detto, sull'inutilità di questo decreto per le ragioni, chiare, che non c'era alcun motivo di rinviare le elezioni, come in tante parti del mondo si è dimostrato. Poiché sono anche ottimista e quindi cerco di ragionare nell'ottica della riduzione del danno, visto che avete fatto questo decreto - avete apposto la fiducia e non l'abbiamo potuto nemmeno migliorare - almeno cerchiamo di trarne qualche spunto positivo. Il mio ordine del giorno si riferisce alla scorrettezza, ma anche all'incapacità che a volte alcuni presidenti dei seggi dimostrano nella gestione delle elezioni. Ed è un fatto grave perché mettiamo in piedi un apparato mastodontico, magari litighiamo qui in Aula per la data delle elezioni e poi la pietra angolare del nostro sistema giuridico, del nostro ordinamento, che è la regolarità delle elezioni, viene inficiata da comportamenti a volte di incapaci ed inetti e mi riferisco a presidenti dei seggi che sono causa di notevole ritardo nelle operazioni dello spoglio elettorale. Allora, è già prevista, come causa di cancellazione dei presidenti, il notevole ritardo in queste operazioni elettorali, ma spesso c'è una grave lacuna poiché sappiamo che i presidenti vengono nominati dai magistrati, quindi ci sta, soprattutto sul piano locale, una certa morbidità nel giudicare questi comportamenti, ma sappiamo bene quanto sia complesso e, spesso, dietro ai ritardi, si nascondono ben altre cose. Allora, vorremmo che il Governo prendesse in esame l'opportunità di mettere in atto tutti quei provvedimenti amministrativi, ma anche normativi, per intervenire con chiarezza rispetto alle procedure burocratiche dello spoglio sul piano dei ritardi (chi è causa di ritardi non deve poter tornare; se non sono gravi i ritardi, deve almeno essere sospeso); poi colgo l'occasione, anche se non l'ho scritto, per dire che, secondo me, le pene per i brogli elettorali sono risibili. Se andate a vedere il testo unico sulle leggi elettorali, per chi magari imbroglia, si presenta due volte a votare, falsifica il certificato, dice che lo ha perso o vota da una parte e poi magari fa il rappresentante di lista altrove e vota anche lì, ci sono pene che, soprattutto un delinquente incallito può assolutamente assumere come rischio, per cui credo che, anche da questo punto di vista, occorra rimettere mano in materia di pene previste per i brogli elettorali. Lo ripeto: la democrazia si fonda su elezioni libere, il sistema giuridico si fonda su un Parlamento democraticamente eletto; se non interveniamo per far sì che le operazioni elettorali avvengano con la massima trasparenza, certamente non facciamo un buon servizio alla Nazione.

PRESIDENTE. La deputata Wanda Ferro ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3002/15.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente, sottosegretario Scalfarotto, colleghi. Come già ribadito in più occasioni, anche all'interno della Commissione antimafia, si rende sempre più necessario - credo - dare concretezza agli strumenti necessari per poter combattere le infiltrazioni criminali nella politica. Questa esigenza si è mostrata in tutta la sua urgenza anche nei molteplici incidenti di percorso che hanno interessato i partiti: nessuno escluso. Quindi, colleghi, credo che il compito della politica non sia quello di puntare il dito verso chi ha compiuto quelli che, alla luce dei fatti, poi si sono rivelati errori di valutazione, ma di fornire strumenti validi che consentano di evitare errori di valutazione e di compiere scelte nella maniera più consapevole, nella fase delicata della scelta delle candidature. Fratelli d'Italia è sensibile a questi argomenti e infatti, su proposta della presidente Giorgia Meloni, ha approvato il nuovo codice etico che deve essere sottoscritto dai tesserati e dai candidati e che prevede certamente principi inderogabili di trasparenza, lealtà ed onestà e prevede la comunicazione, tra l'altro, di eventuali situazioni personali di coinvolgimento in vicende giudiziarie. Ma questo controllo non può essere demandato solo ed esclusivamente alla responsabilità dei singoli e agli strumenti del tutto inadeguati a disposizione di tutti. Il fenomeno delle infiltrazioni criminali e mafiose nella politica è certamente una piaga che deve essere arginata con grande fermezza. Questo Parlamento ha l'obbligo di fornire strumenti per combattere un nemico comune, trasversale che ha inquinato i pozzi della democrazia in tutta Italia - e non soltanto nel Meridione -, come dimostrano le innumerevoli vicende di cronaca.

Il ripristino della legalità è un presupposto essenziale per la competizione elettorale non viziata da interessi criminali. La spinta propulsiva di questo ordine del giorno è stata la Relazione in materia di formazione delle liste delle candidature per le elezioni europee, politiche, regionali, comunali e circoscrizionali, approvata dalla Commissione antimafia il 23 settembre del 2014, la quale, ispirandosi alla “legge Severino”, contestualmente, ha predisposto l'adozione di un codice di autoregolamentazione delle forze politiche. Allo stato attuale, il provvedimento concede, per chi volesse, la possibilità di sottoporre alla Commissione antimafia, a soli 30 giorni dal voto, le liste elettorali per un controllo di presentabilità dei vari candidati. Voglio sottolineare che questo controllo viene fatto dagli ufficiali di collegamento e dagli uffici amministrativi attraverso le varie interrogazioni che vengono fatte in tutte le procure italiane in modo singolo. Questo controllo non è obbligatorio, ma pensiamo che vi sia l'obbligo e il dovere morale di farlo, poiché il compito della politica è quello di poter fornire strumenti per consentire solo ai migliori rappresentanti della società civile l'ingresso all'interno delle istituzioni.

A causa di questo breve tempo, quindi l'arco dei famosi trenta giorni previsto per il controllo, purtroppo, è inevitabile che l'esito arrivi a distanza di pochissimi giorni dall'espressione del voto, rendendo così difficile la gestione delle liste elettorali, spingendo tutti i partiti a scelte frettolose nella definizione delle candidature.

Per ovviare a questa situazione, chiediamo al Governo di impegnarsi affinché sia concesso un tempo più congruo per poter espletare il controllo da parte della Commissione antimafia, così come acquisire tutti i documenti necessari alla verifica della conformità delle liste elettorali al codice di autoregolamentazione, dando così tempo ai partiti di gestire al meglio, e nella legalità più assoluta, la presentazione delle candidature e delle liste. In virtù di quanto richiesto, sembra opportuno che il Governo si impegni inoltre a garantire, nella finestra temporale che intercorre tra la proclamazione di eventuali impresentabili e lo svolgimento delle consultazioni elettorali, una fase ulteriore che consenta alle forze politiche in competizione di operare una correzione dei candidati presenti nelle liste, sulla base delle indicazioni della Commissione antimafia. Quest'ultima richiesta - Presidente, vorrei spiegare una cosa molto delicata e non è facilissimo da fare in pochissimi minuti - è volta unicamente a rendere un effettivo e incisivo controllo da parte della Commissione stessa. Ci auguriamo che vi sia veramente una reale presa di coscienza di un problema importante da parte del Governo e di tutte le istituzioni, che non devono e non possono certamente arretrare rispetto a tutto ciò che inquina la vita politica e amministrativa e magari il prossimo passo sarà quello di avere un'unica banca dati, in modo da avere di ogni persona uno screening sul piano nazionale senza dover consultare anche la banca dati nella singola procura, che diventa un lavoro sicuramente molto arduo.

PRESIDENTE. Il deputato Davide Galantino ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno n. 9/3002/26. Ne ha facoltà.

DAVIDE GALANTINO (FDI). Grazie, Presidente, per la parola. Sottosegretario, buongiorno. A differenza di quanto è accaduto lo scorso anno, per cui il Governo si è presentato in Aula con un verbale, seppur generico, questa volta, a domanda precisa di Fratelli d'Italia, il Governo ha inteso non rispondere. Quindi, non si sa se questa esigenza di disporre - con urgenza addirittura - il differimento delle consultazioni elettorali per quest'anno sia dettata da motivi di programmazione vaccinale, di rischio pandemico o di rischio politico, per il centrosinistra o per il MoVimento 5 Stelle, di perdere le città o i collegi in cui si va al voto. Non lo sappiamo - nessuno ce lo ha spiegato - e si dice che lo si fa per vietare fenomeni di assembramento, gli stessi che abbiamo visto qualche giorno fa durante la festa della Liberazione. E allora le nostre preoccupazioni continuano ad insistere, a poggiarsi sull'incertezza, sulla confusione, sulla mancanza di trasparenza, quella stessa trasparenza di cui tutti i partiti hanno fatto un cavallo di battaglia in questa Assemblea e anche qui, ancora oggi, nessuno ha spiegato perché, in tutto il mondo, si vota e in Italia “no”: in Italia si deve addirittura posticipare di cinque mesi.

E allora, corre l'obbligo dire che la ragione politica per la quale non si va a votare sembrerebbe la paura che ha questo Governo di andare a votare, come il Governo Conte, con la stessa motivazione che ha addotto il Presidente Mattarella, quando Conte è stato sfiduciato; allora l'Italia non poteva andare al voto perché c'era la pandemia, perché c'era il Coronavirus, come se le libere elezioni non potessero coincidere con la gestione di un'emergenza. E questo non è solo un dato di fatto, Presidente, è un limite; è un limite del Governo, che non riesce a gestire e a garantire la libertà degli italiani di esprimere il proprio voto insieme alla tutela della salute. E allora, anche in questo caso, nelle chiusure del Governo c'è sempre l'incapacità di mantenere la vita attiva delle piccole imprese, delle attività commerciali, dei bar, delle palestre, insieme alla sicurezza, perché basta inserire delle regole certe e gli italiani vi aderiscono in maniera coerente, lo abbiamo visto nell'ultimo anno. Anche qui avete dimostrato, nel caso delle elezioni, che siete incapaci di individuare delle regole certe alle quali attenersi e che permettano di poter andare alle urne ed esprimere, in occasione delle urne, il proprio parere e la propria idea; perché le elezioni rappresentano anche questo: l'opportunità di sostenere - o di dissentire, in maniera democratica e legittima - quello che è l'operato di questo Governo. Vi dovreste, per esempio, chiedere il motivo di tutte queste manifestazioni, perché il rinvio delle elezioni - come tutti i rinvii, come tutte le modifiche alle leggi in generale, le riaperture, il coprifuoco - aumenta il disagio, aumenta i sentimenti più rabbiosi, aumenta la depressione. E quando ci si deprime, ci si chiude in se stessi e si ha difficoltà a trovare quella speranza di migliorare la propria vita, di partecipare alla vita delle proprie comunità.

Il primo rinvio di consultazioni elettorali a causa dell'emergenza sanitaria è stato disposto esattamente un anno fa, con decreto-legge 20 aprile 2020, n. 26, e da allora sono stati molteplici gli interventi normativi per disporre ulteriori differenziati rinvii di consultazioni elettorali. Non appare chiaro sulla base di quali evidenze scientifiche in particolare siano stati disposti tali rinvii, perché non sono mai stati resi noti i dati o, eventualmente, i documenti del Comitato tecnico-scientifico che motivano il mancato svolgimento delle consultazioni elettorali, e il tutto, ovviamente, appare come un'ingiustificata oppressione dei diritti fondamentali dei cittadini. Ma le elezioni, sottosegretario, non sono il male assoluto, le elezioni sono un'occasione di confronto, le elezioni sono occasioni di stimolo, le elezioni non si possono rinviare perché si ha paura del risultato che esce dalle urne; questa paura nasce dalla consapevolezza di aver disatteso tutte le promesse elettorali, come il cambiamento tanto auspicato, che doveva cambiare la qualità della vita degli italiani, ma l'ha cambiata in senso peggiorativo. Abbiamo scelto di essere opposizione - vado alla conclusione, Presidente - perché senza opposizione non esiste il dubbio, ed è proprio il dubbio che spinge nel voler riconsiderare una decisione, un provvedimento sbagliato. Per questo, con l'ordine del giorno a prima firma Lollobrigida, chiediamo un impegno del Governo a rendere pubblici tutti i dati, gli atti e i documenti contenenti le evidenze scientifiche (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che hanno motivato il mancato svolgimento delle competizioni elettorali da quando è in atto l'emergenza sanitaria. Ce lo dovete, lo dovete agli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Il deputato Marco Silvestroni ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3002/13.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Grazie, Presidente. Con questo ordine del giorno, chiedo di impegnare il Governo ad estendere, con disposizioni in deroga, il limite dei mandati elettorali da tre a quattro per i sindaci dei comuni sotto i 3 mila abitanti che concludono il naturale mandato elettorale negli anni 2021, 2022, 2023 e 2024. Ho presentato questo ordine del giorno perché, ormai, credo che, sul tema delle elezioni, sul tema degli enti locali, non può il Governo continuare a girarsi dall'altra parte, sottosegretario. Ci sono aspettative troppo alte e problemi troppo gravi da affrontare, e non si può pensare di esautorare - come è stato fatto anche ieri con l'ennesima fiducia al Governo - il Parlamento e ridurlo al ruolo di passacarte, ma è ora di dare risposte concrete. L'azione amministrativa dei sindaci e delle amministrazioni locali, da più di un anno, è stata esposta alle conseguenze, come tutti sappiamo, dell'emergenza sanitaria, con la conseguenze che, anche con l'arrivo dei vaccini e quindi con la vaccinazione di tutte le categorie che sono da vaccinare, i problemi che hanno avuto le amministrazioni certamente non finiranno. I sindaci, soprattutto quelli dei comuni sotto i 3 mila abitanti, i sindaci in generale, comunque, hanno vissuto questa pandemia facendo i veri e propri eroi, sostituendosi spesso e volentieri al Governo. Pensiamo che nei comuni sotto i 3 mila abitanti i sindaci, spesso e volentieri, un po' per mancanza di fondi elargiti dallo Stato, fanno tutto, fanno anche gli uscieri, e quindi non hanno certamente potuto svolgere quella attività, chiamiamola elettorale, o quel mandato, con cui avevano vinto le elezioni, perché si sono dovuti occupare sicuramente di tutt'altro. Per cui, con l'ordine del giorno che ho appena letto all'inizio, ripeto, chiedo di dare la possibilità di estendere questi mandati elettorali da tre a quattro per i sindaci dei comuni sotto i 3 mila abitanti. Credo che, se questo ordine del giorno verrà accolto, come mi auguro, sia importante renderlo immediatamente attuabile, perché i sindaci se lo aspettano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il deputato Riccardo Zucconi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3002/12.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie, Presidente. Il provvedimento in esame reca: “Disposizioni urgenti per il differimento delle consultazioni elettorali per l'anno 2021” ed è un differimento della data delle elezioni, che rappresenta in qualche modo una sorta di metempsicosi anche rispetto alla nascita di questo Governo e di questa maggioranza. Il fondamento rimane sempre lo stesso: cercare di rinviare le elezioni con un sottofondo di motivazione di ragione pandemica, quando sappiamo benissimo che, in altre realtà, in altri Paesi europei e non, si sono comunque tenute elezioni, certo con particolari accorgimenti, ma lo si è fatto. E diciamo che questa maggioranza, questo Governo di tutti, che poi finisce per diventare il Governo di nessuno, questo Governo delle divergenze parallele, come abbiamo potuto vedere nel dibattito di Aula degli scorsi giorni, ha proprio un suo motivo fondante nel rinviare le elezioni. Le ragioni erano abbastanza chiare e note: tutti i sondaggi davano in scomparsa il partito che è la spina dorsale anche di questo Governo, per via del numero dei suoi rappresentanti in Parlamento. Bene, una delle motivazioni che stanno alla base della nascita di questo Governo e di questa maggioranza risiede proprio nel rinvio delle elezioni.

La posizione della questione di fiducia che vi è stata su un provvedimento come questo, un provvedimento che comunque rappresenta, per certi versi, ciò che si voleva far passare per un fatto tecnico, rappresenta un ulteriore segno di debolezza e, al contempo, un tentativo di compattamento della maggioranza stessa: non sappiamo con quali risultati e con quali effetti, perché, alla fine, sia in Commissione che in Aula, si è andati semplicemente a coartare un dibattito, che poteva, invece, essere l'occasione per accogliere anche delle proposte, per approfondire degli argomenti; li stiamo sollevando e, visto che non c'è stata la possibilità di passare attraverso il momento emendativo, li stiamo riproponendo come ordini del giorno. Questo, in modo particolare, rappresenta la situazione dei comuni con una popolazione inferiore ai 5 mila abitanti, per i quali vorremmo togliere il limite, per i sindaci, di poter andare oltre il secondo mandato. Ora, chi conosce - ma credo tutti - la situazione di molti dei nostri comuni, soprattutto montani, ma anche rurali, sa benissimo che la figura del sindaco non può sottostare alle stesse regole di limitazione nella riproposizione alle elezioni che forse stanno alla base di altri comuni molto più grandi, dove effettivamente una sorta di gioco degli interessi sconsiglia la ripetizione di mandati continua.

Questi sono comuni all'interno dei quali il sindaco riveste una figura direi anche di preminenza sociale, perché è una persona che si occupa di tutti, non ha spesso caratterizzazioni politiche, non è identificabile in questo o quel partito, viene dal civismo; quindi non è una battaglia di parte, una battaglia faziosa, quella che facciamo; è una battaglia che si definirebbe, come si fa sempre negli ordini del giorno, di buonsenso, ma anche pratica. Infatti, trovare delle figure che si dedichino a questo compito, cioè quello di essere sindaci dei piccoli comuni, è sempre più difficile. Sono sempre maggiori le difficoltà che allontanano le persone dal voler rivestire questi ruoli. Allora, queste figure diventano un patrimonio e diventa una coartazione inaccettabile quella non soltanto di voler limitare l'esercizio del voto, non soltanto quella di voler costituire dei Governi sulla base del rinvio delle elezioni, ma anche quella di limitare l'accesso alle elezioni stesse da parte di figure che hanno dimostrato, nel tempo, di avere il consenso dei cittadini. Noi vi invitiamo, quindi, a riconsiderare questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il deputato Tommaso Foti ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno n. 9/3002/19. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signora Presidente, come è noto, la prima finestra utile per le elezioni amministrative, sulla base, ovviamente, del decreto in esame, sarebbe quella del 19 settembre; in pratica, non si potrebbe votare prima del 19 settembre, ma se la data fosse quella del 19 settembre si avrebbe un insieme di procedure che, inevitabilmente, andrebbe ad influire in un periodo in cui, almeno in molte località - parlo delle località turistiche - diventa poi difficile l'organizzazione del momento elettorale. Già noi ci siamo permessi di evidenziare in più occasioni il fatto che, se proprio si vuole prendere come punto di riferimento la pandemia, allora si poteva e doveva, per semplificare il sistema di presentazione delle liste, andare nella direzione di non richiedere la sottoscrizione delle firme necessarie per presentare, appunto, le liste ai partiti rappresentati, ad esempio, in Parlamento con un gruppo parlamentare, o in regione nel caso in cui vi sia un gruppo regionale costituito formalmente in una regione che ospita il comune che va alle elezioni. Così non è stato e debbo dire che, sotto il profilo squisitamente sanitario, questa può essere l'occasione, forse, di maggior concentrazione delle persone e di reale assembramento. Infatti, tradizionalmente, le sottoscrizioni delle liste avvengono con i banchetti presso i mercati, in occasione di giornate particolarmente favorevoli per quanto riguarda l'afflusso dell'opinione pubblica, in questa o quella piazza, quindi in spazi dove fatalmente si registra una concentrazione di persone, atteso poi che i banchetti prevedono anche la presenza di una autenticatore, il quale, anche materialmente, non può soddisfare dieci persone che firmano contemporaneamente ma deve, se vuole fare il suo dovere fino in fondo, esaminarle una per una. Ciò anche in relazione al fatto che, come è noto, spesso e volentieri capitano poi contestazioni sulla firma e l'autenticità della firma e della persona che ha firmato che espongono poi l'autenticatore, che magari, improvvidamente, stava guardando una persona e non ha guardato contemporaneamente l'altra, a sanzioni di ordine penale particolarmente gravi. Allora, proprio per questa ragione, io penso che questo ordine del giorno vada nella direzione giusta, cioè nella direzione di sottolineare come sarebbe stato del tutto più opportuno prevedere un turno elettorale in un momento diverso da quello ipotizzato. Nel caso specifico, proprio perché la città metropolitana di Bologna è una delle città metropolitane che vanno al voto e che comunque registra un numero di elettori del tutto significativo, si sarebbe potuta anticipare la consultazione elettorale allo spazio temporale compreso tra giugno e luglio, proprio per evitare quelle situazioni che stavo rappresentando. Colgo anche l'occasione, signora Presidente, per aggiungere solo una considerazione. Nel corso della dichiarazione di voto che ieri sera ho fatto sulla fiducia, sono stato bacchettato da chi ha poi voluto replicare, dai banchi del PD, dicendo che non ero stato in argomento. Ecco, sotto questo profilo, vorrei essere molto chiaro: quando si pone la fiducia, non si fa la dichiarazione di voto sul provvedimento, perché, non a caso, le procedure del Regolamento della Camera distinguono i due momenti, anche se qualche avventizio di quest'Aula non lo sa e quindi parla a vanvera, per cui la dichiarazione di voto sulla fiducia è un argomento, la dichiarazione di voto sul merito del provvedimento è altro. Voler commistionare queste due situazioni è poco commendevole da parte di chi politicamente l'ha voluto fare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. La deputata Monica Ciaburro ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3002/14. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Presidente, Governo, quest'ordine del giorno è la declinazione di un emendamento, presentato rispetto a questo rinvio delle elezioni, che cerca di mettere a fuoco, cercando di farlo comprendere al Governo, quanto i piccoli comuni siano sotto organico, per cui ogni tipo di attività o incombenza aggiuntiva li mette in sofferenza; in sofferenza per tutti gli oneri che hanno e che si trovano ad affrontare ogni giorno rispetto a procedure, processi, piattaforme, insomma per qualsiasi tipo di attività. È chiaro che i comuni più strutturati riconoscono questi adempimenti e in qualche modo riescono a farvi fronte, seppur anche loro con delle fatiche aggiuntive, ma, certamente, dobbiamo considerare che ci sono dei comuni dove il personale è ridotto all'osso o, addirittura, con una persona in organico (penso al mio comune, per esempio, dove la persona in organico, da neanche un anno a questa parte, è a “18 ore”). Quindi vi renderete ben conto come affrontare anche tutte le normative che conseguono all'adempimento di processi molto articolati, burocratizzati e per nulla semplici, porta via tempo e porta via tempo, proprio per rispettare il protocollo, per gli accessi, i portali e per sviluppare quello che è richiesto ad ogni piccolo comune. Ecco perché, in questo ordine del giorno, noi chiediamo quantomeno di valutare l'opportunità di ridurre, per quello che riguarda i piccoli comuni, gli oneri gestionali inerenti alla formazione delle liste elettorali, in considerazione anche dell'emergenza COVID, per la quale, appunto, ancora di più, si è dovuto far fronte a tantissime incombenze. Non entrare nell'ottica della gestione di questi piccoli comuni sotto il profilo operativo, concreto, quotidiano e pratico significa davvero essere miopi e pretendere delle cose senza conoscere invece la realtà oggettiva di questi comuni. Abbiamo fatto molte proposte, anche legate a una dotazione minima di organico in questi piccoli comuni. Occorre immaginare già la difficoltà che abbiamo con i segretari comunali - che sono, come dire, la figura necessaria per produrre qualsiasi tipo di atto, da una delibera, piuttosto che durante un consiglio comunale - che sono andati tutti molto in sofferenza proprio perché queste figure non ci sono e, anche con riferimento al concorso, ho paura che possa mettere un cerotto su una piaga che è estesa molto più di quella superficie.

Immaginare che oltre al segretario, cosa che crea problemi, non ci sia neanche il personale, a cominciare dai tecnici, ragionieri, amministrativi, Polizia locale, perché anche qui, durante tutta la pandemia la figura della Polizia locale era assolutamente determinante rispetto anche a ciò che chiedeva il Governo attraverso tutti i DPCM per il controllo del territorio, parchi e assembramenti, tuttavia ci sono dei comuni che non ce l'hanno e di ciò dobbiamo prenderne atto. Non si può chiedere a questi comuni di fare le verifiche senza che abbiano la persona preposta a fare queste verifiche, con tutti i limiti delle assunzioni e, quindi, dell'organico al minimo indispensabile. Ecco, io credo che, se vogliamo davvero parlare di sburocratizzazione e semplificazione, anche legata alle elezioni amministrative, dobbiamo farlo con azioni concrete, e non a parole, mettendoci nei panni davvero conoscendo quelle situazioni di questi piccoli comuni con delle azioni che possano creare un sostegno reale e concreto per la gestione delle elezioni. Credo che, se non si parte dalla realtà, non si può arrivare a risolvere i problemi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Prima di dare la parola al deputato Mollicone per illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3002/17, preciso che, a causa di un refuso contenuto nel testo presentato, nel dispositivo risultano erroneamente le parole: “non possano” in luogo delle quali deve correttamente leggersi: “possano”. Prego, collega Mollicone.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie Presidente. Grazie agli uffici. Questo ordine del giorno in realtà riguarda centinaia di migliaia di persone e, al di là delle premesse, che ovviamente vanno a evidenziare il contesto e lo scenario in cui si è creato il presupposto per questo differimento elettorale, noi partiamo dalla considerazione che, nelle ultime consultazioni elettorali l'abbandono e la difficoltà di apertura dei seggi sono stati assolutamente prevalenti, soprattutto nelle grandi città. Sarà per disaffezione alla politica, sarà perché, magari, molto spesso i turni elettorali sono massacranti e anche, diciamo, la retribuzione è minima. Allora, questo ordine del giorno è di buonsenso e parte dalla considerazione che i decreti del Presidente della Repubblica che vietano ai dipendenti delle Poste di fare scrutinio, essere presidenti o scrutatori dei seggi elettorali, sono riferiti al 1957 e al 1960, quando oggettivamente le Poste Italiane svolgevano materialmente il compito proprio di trasmettere le schede, di gestire le schede, di avere, nei servizi elettorali, un ruolo preminente. Oggi non è più così, oltretutto, trattandosi di dipendenti delle Poste, questi sono, a tutti gli effetti, funzionari pubblici, per cui, come avviene già nei grandi comuni e nei piccoli comuni quando i seggi non si riescono a formare, vengono convocati i funzionari comunali - semmai, quelli sì, potrebbero essere interferenti con lo svolgimento dell'atto elettorale -, anche i dipendenti delle Poste possono essere assolutamente funzionali e utili come funzionari pubblici a svolgere questo lavoro, o comunque, averne la facoltà. Quindi, riteniamo che sia un divieto ormai obsoleto, superato, dovuto ad un'impostazione dei sistemi elettorali degli anni Cinquanta e Sessanta; siamo nel 2021, quindi, facciamo un appello affinché - ovviamente abbiamo messo: “a valutare l'opportunità di” - con questo ordine del giorno, il Governo studi una norma che possa adeguare ai tempi questa disciplina e permettere di superare un'ingiusta discriminazione nei confronti di centinaia di migliaia di dipendenti, di funzionari e dirigenti delle Poste che, ad oggi, si trovano, a differenza di tutti gli altri, in una condizione appunto discriminata, perché ricordo che, invece, vengono attinti dalle liste i dipendenti comunali, i dipendenti dell'area metropolitana e i dipendenti della Polizia municipale, tutte persone che, comunque, hanno, come sapete meglio di me, nei servizi elettorali un ruolo attivo, operativo: c'è chi trasferisce le schede, c'è chi si occupa dei servizi elettorali; molti messi comunali, che rappresentano i plessi elettorali poi, quando vengono commissariati i seggi perché non si formano, vanno a fare il presidente di seggio, e questo non è un'interferenza? Quindi, è un ordine del giorno di buonsenso e, pertanto, chiediamo che venga accolto favorevolmente, anche perché si tratta di una valutazione, ma poi torneremo con atti emendativi ben più incidenti per cercare di portare avanti questa battaglia, che è una battaglia di buonsenso, ripeto, di organizzazione funzionale delle elezioni, perché ogni volta, e sempre di più anche per la disaffezione alla politica - anche perché è un po'che non ci fate più votare, e quindi, forse la gente ha pure perso l'abitudine a votare - di fatto, non si riescono a formare i seggi. Dunque, questa è una soluzione concreta che Fratelli d'Italia mette a disposizione del Governo per il buon funzionamento delle elezioni e anche per eliminare un'odiosa discriminazione nei confronti dei dipendenti delle Poste (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

Sottosegretario Scalfarotto partiamo dall'ordine del giorno n. 9/3002/1 Brescia.

IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Grazie, Presidente. Allora, ordine del giorno n. 9/3002/1 Brescia, accolto con riformulazione. Leggo la riformulazione dell'impegno: “ad adottare entro i termini previsti il decreto di cui all'articolo 1, comma 628, della legge 27 dicembre 2019, n. 160, al fine di favorire la sperimentazione del voto elettronico.” Ordine del giorno n. 9/3002/2 Lattanzio, parere favorevole a condizione di eliminare, nella quarta premessa, le parole: “anche laddove esse siano differite nell'anno 2022”, nonché con una riformulazione dell'impegno nei seguenti termini: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di individuare sedi alternative alle scuole per lo svolgimento di consultazioni elettorali per l'anno 2021, al fine di evitare ulteriori perdite di giorni di scuola a svantaggio di studenti e studentesse e agevolare il regolare svolgimento delle attività didattiche.” Sull'ordine del giorno n. 9/3002/5 Grippa, abbiamo un parere favorevole con una riformulazione negli impegni: “impegna il Governo a valutare, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, nonché con le tempistiche necessarie all'organizzazione e al relativo approvvigionamento, l'opportunità di adottare iniziative volte alla sostituzione delle attuali urne elettorali con altre di materiale semitrasparente, in modo da rendere possibile la verifica della sola presenza di schede elettorali al loro interno, non anche l'identificazione delle stesse.” Ordine del giorno n. 9/3002/6 Baldino. Anche qui abbiamo una parere favorevole con una riformulazione sempre degli impegni: “impegna il Governo a valutare l'opportunità, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, di rafforzare la campagna di individuazione di strutture pubbliche e luoghi alternativi agli edifici scolastici per la costituzione dei seggi elettorali, al fine di non arrecare ulteriori disagi e interruzioni all'espletamento delle attività didattiche ed incentivando i comuni in tal senso, prevedendo misure ad hoc, sempre in condizioni di invarianza finanziaria.” Ordine del giorno n. 9/3002/8 Corneli. Anche qui abbiamo una riformulazione sempre sugli impegni: “impegna il Governo a valutare, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, l'opportunità di sostenere iniziative per l'adozione di un provvedimento legislativo che dia la possibilità ai cittadini domiciliati, per motivi di studio o di lavoro o di cure mediche, in un comune diverso da quello di residenza, di votare presso seggi elettorali comunali all'interno del comune di domicilio, ove nel suddetto comune si tengano elezioni amministrative. Ordine del giorno n. 9/3002/10 Cirielli e n. 9/3002/11 Deidda parere contrario. Ordine del giorno n. 9/3002/12 Zucconi, n. 9/3002/13 Silvestroni, n. 9/3002/14 Ciaburro e n. 9/3002/15 Ferro, invito al ritiro o parere contrario.

Ordine del giorno n. 9/3002/16 Caretta. Anche qui abbiamo una riformulazione degli impegni: “impegna il Governo a valutare, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, l'opportunità di mettere in atto le necessarie misure in un prossimo provvedimento legislativo, affinché gli effetti dell'articolo 25, comma 6, del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27, concernente i permessi riconosciuti ai sindaci in occasione dell'emergenza epidemiologica, siano prorogati fino alla data di cessazione dello stato di emergenza, facendo salvi i permessi eventualmente usufruiti allo stesso titolo a decorrere dal 31 luglio 2020”. Ordine del giorno n. 9/3002/17 Mollicone, lo accogliamo come raccomandazione, tenuto conto del refuso di cui ci ha fatto notizia, però eliminando il secondo e il terzo capoverso della premessa.

Sull'ordine del giorno n. 9/3002/18 Fusacchia anche qui abbiamo una riformulazione dell'impegno: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di sostenere iniziative legislative volte a introdurre, considerando la possibilità di una disciplina a regime, un numero minimo di sottoscrizioni da parte di residenti necessarie per la presentazione di liste elettorali alle elezioni comunali nei comuni con popolazione inferiore a 1.000 abitanti”.

Ordini del giorno n. 9/3002/19 Bignami e n. 9/3002/20 Meloni, parere contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/3002/21 Caiata abbiamo un parere favorevole con riformulazione, inserendo dopo le parole: “impegna il Governo”, le seguenti: “a valutare l'opportunità di”. Anche sull'ordine del giorno n. 9/3002/22 Prisco abbiamo un parere favorevole, a condizione di riformulare le premesse nei seguenti termini: alla sesta premessa, bisogna eliminare le parole: e il provvedimento ne determina l'ingiustificata compressione; poi eliminare la settima premessa e riformulare l'impegno come di seguito: “impegna il Governo ad adottare, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, misure di sicurezza e protocolli operativi volti a consentire lo svolgimento delle operazioni di voto in sicurezza per i cittadini e per gli operatori”. Ordine del giorno n. 9/3002/23 Donzelli, parere contrario. Ordini del giorno n. 9/3002/24 Mantovani, invito al ritiro o parere contrario, naturalmente. Sull'ordine del giorno n. 9/3002/25 Montaruli c'è, anche qui, un parere favorevole con riformulazione dell'impegno in questi termini: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di garantire la traduzione nella LIS degli spot elettorali istituzionali sulle modalità di accesso al voto e la piena accessibilità ai seggi”. Sull'ordine del giorno n. 9/3002/26 Lollobrigida abbiamo una riformulazione. Vanno espunti gli ultimi due capoversi delle premesse e l'impegno va formulato in questa maniera: “a rendere pubblici, conformemente alla normativa vigente, gli atti e i documenti contenenti le evidenze scientifiche che hanno motivato il mancato svolgimento delle competizioni elettorali da quando è in atto l'emergenza sanitaria”.

PRESIDENTE. Poiché le votazioni sono previste a partire dalle ore 10,30 dobbiamo sospendere l'esame del provvedimento fino a tale ora.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori la deputata Bartolozzi. Prego, collega.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Grazie, Presidente. Colleghi, questa mattina ci siamo svegliati e credo tutti abbiano letto sui giornali l'ennesimo caso di dossieraggio. I fatti sono che una funzionaria del CSM, che fino all'ottobre del 2020 risultava essere stata la segretaria del consigliere Davigo, avrebbe fatto uscire il carteggio riservato del CSM, così dicono svariati i giornali, consegnato in parte alla stampa e in parte ad altri consiglieri.

Presidente, la questione oggi qui non è certamente chi ha dato il carteggio a questa funzionaria e chi ha chiesto che questo carteggio uscisse fuori. La questione scandalosa e inquietante, perlomeno per quanto mi riguarda, è che ieri, in apertura dei lavori del plenum, un consigliere ha evidenziato e reso pubblico il fatto e, Presidente, dopo la denuncia di questo fatto - che trovo allarmante perché il fatto riguarda, come ben comprenderete, la procura di Roma e tutto quello che ne ha comportato, il dottor Fava e il consigliere Ardita - i componenti del CSM sono rimasti in silenzio, compreso il vicepresidente, che è andato avanti nei lavori e nessuno dei consiglieri ha proferito parola. Allora, Presidente, mi sorge una domanda - e ce la dobbiamo porre, colleghi -, perché stanno zitti? Perché già sanno o perché conviene stare zitti o perché fanno finta, magari, di non arrivare a comprendere qual è la tematica?

Presidente, oggi più di ieri, e concludo, si impone l'istituzione di una Commissione d'inchiesta. Ma ciò che le chiedo oggi, intervenendo sull'ordine dei lavori, è di far presente e di chiamare la Ministra Cartabia - e di qui la richiesta -, confidando nel suo rigore istituzionale e nella sua sensibilità, per darci qualche informazione in più su questo ennesimo episodio che trovo ancora più scandaloso dell'episodio dell'Hotel Champagne. Lì si parlava probabilmente di un intreccio - ci sono i procedimenti in corso - tra parte del mondo della politica e parte del mondo della magistratura sulle nomine; qui, Presidente, qui e in questo caso, si creano dossier per screditare colleghi magistrati che onestamente ogni giorno fanno in silenzio il proprio lavoro e si lasciano soli, vengono isolati. Questo, Presidente, non è più tollerabile. Quindi, la richiesta è che il Ministro Cartabia, per il suo tramite, venga a riferire presto in Aula (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Sospendo a questo punto la seduta che riprenderà alle ore 10,30.

La seduta, sospesa alle 9,45, è ripresa alle 10,30.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 3002​)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame degli ordini del giorno presentati, su cui, prima della sospensione della seduta, il rappresentante del Governo ha espresso il parere. Ha chiesto di intervenire il sottosegretario Scalfarotto per alcune precisazioni. Ne ha facoltà.

IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Grazie Presidente, volevo soltanto comunicare un nuovo testo della riformulazione che avevamo proposto per l'ordine del giorno n. 9/3002/1 Brescia e altri, per cui la nuova riformulazione è la seguente: “Impegna il Governo ad adottare, entro i termini previsti, il decreto di cui all'articolo 1, comma 628, della legge 27 dicembre 2019, n. 160, al fine di favorire la sperimentazione del voto elettronico, nonché di avviare le relative procedure per l'individuazione dell'operatore economico entro il corrente anno, ai fini dell'utilizzazione del voto elettronico, ai sensi della normativa vigente, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica”.

PRESIDENTE. Passiamo quindi all'ordine del giorno Brescia n. 9/3002/1 sul quale il Governo ha espresso parere favorevole con quest'ultima riformulazione. Il collega Brescia l'accetta? Sì.

Ordine del giorno n. 9/3002/2 Lattanzio, favorevole con riformulazione, viene accettata? Sì. Ordine del giorno n. 9/3002/5 Grippa, favorevole con riformulazione, viene accettata? Sì. Ordine del giorno n. 9/3002/6 Baldino, favorevole con riformulazione: viene accettata. Ordine del giorno n. 9/3002/8 Corneli, favorevole con riformulazione, viene accettata? Sì. Sull'ordine del giorno n. 9/3002/10 Cirielli c'è il parere contrario; se nessuno chiede intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3002/10 Cirielli.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Passiamo all'ordine del giorno 9/3002/11 Deidda, su cui vi è un parere contrario. Ha chiesto di parlare il collega Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie Presidente, soffermerò solo un minuto. Trovo assurdo che si bocci un ordine del giorno che impegna il Governo a elargire un equo compenso ai componenti dei seggi elettorali. Questi componenti sono investiti da una responsabilità grave e molti di noi - almeno chi va a seguire le elezioni - ha visto errori pacchiani che poi sono stati oggetto di ricorsi al TAR, al Consiglio di Stato, per elezioni importanti. Quindi, cosa c'è di sbagliato a prevedere un equo compenso da garantire a persone che hanno anche un'adeguata professionalità per ricoprire quegli incarichi? Quanti di voi hanno visto, con riguardo ai propri seggi, persone rinunciare poiché dicevano che non ne valeva la pena, per via della tanta responsabilità rispetto a quello che dà lo Stato: quindi il Governo boccia questo ordine del giorno? Evidentemente guadagnerà di più chi andrà a scrutinare i seggi delle primarie del Pd a Torino, che saranno celebrate negli stessi giorni delle elezioni che voi state rinviando. Come detto in discussione e nella presentazione, forse gli iscritti del Partito Democratico non hanno il pericolo del COVID. Caro sottosegretario, questo è usare le istituzioni, questo è utilizzare il Ministero, che voi avete l'onore di ricoprire, per i vostri comodi. Ovviamente, se si celebreranno delle elezioni, noi presenteremo delle interrogazioni e forse ci dovreste rispondere, e non ci fermeremo lì, perché questa è una vera ingiustizia: gli italiani non possono votare, ma i vostri iscritti sì (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3002/11 Deidda, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Vi ricordo di mantenere il distanziamento.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Sull'ordine del giorno n. 9/3002/12 Zucconi c'è un invito al ritiro. Il collega Zucconi non intende ritirarlo, quindi lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3002/12 Zucconi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Sull'ordine del giorno n. 9/3002/13 Silvestroni c'è un invito al ritiro. Se il collega Silvestroni non intende ritirarlo, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3002/13 Silvestroni, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Sull'ordine del giorno n. 9/3002/14 Ciaburro c'è un invito al ritiro. Se la collega Ciaburro non intende ritirarlo, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3002/14 Ciaburro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3002/15 Ferro, su cui c'è un invito al ritiro. Ha chiesto di parlare la collega Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Rimango sinceramente amareggiata rispetto al parere, che mi è stato anche spiegato dal sottosegretario. Mi sembra abbastanza disarmante la richiesta di un invito al ritiro, che ovviamente non accetto, e quindi chiedo che si metta in votazione, anche perché era stato presentato già un emendamento al provvedimento e non era stato assolutamente dichiarato inammissibile per materia. Questo ordine del giorno a mia prima firma, ma condiviso da tutto il gruppo di Fratelli d'Italia, avrei voluto che fosse condiviso da tutte le forze parlamentari rispetto alle incandidabilità e, quindi, nel dare strumenti ai partiti, con dei tempi congrui, affinché si possano fare i giusti approfondimenti. Senza toccare il codice di autoregolamentazione approvato anni fa in Commissione antimafia - ovviamente, se sono qui a dirlo, è perché questa discussione all'interno della Commissione è stata più volte svolta, anche alla presenza di tanti tecnici che ci danno una mano - sarebbe bastato inserire in questo decreto-legge, rispetto all'emergenza COVID, la possibilità di dare, al di là dei trenta giorni che corrispondono al deposito delle liste e alla risposta da parte delle varie procure italiane a seguito delle informazioni richieste dagli ufficiali di collegamento e dagli uffici amministrativi, un congruo tempo che consentisse eventualmente di sapere con un po' di preavviso, sia in fase di costruzione delle liste sia anche durante il percorso, e di procedere nell'eventuale sostituzione. Sinceramente rimango amareggiata anche da forze politiche sempre pronte a puntare il dito e credo che nessuno sia stato esente, in qualche modo, da incidenti di percorso in un'azione che veramente conferma quello che si dice, cioè che il coraggio alcune volte arriva soltanto nel momento in cui non c'è nessuna via d'uscita; e questa ne è la dimostrazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ma Fratelli d'Italia sta dalla parte degli strumenti da dare alla politica affinché la politica possa riacquisire la giusta credibilità, trasparenza e spendibilità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3002/15 Ferro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Sull'ordine del giorno n. 9/3002/16 Caretta c'è un parere favorevole con riformulazione, che viene accettata. L'ordine del giorno n. 9/3002/17 Mollicone viene accolto come raccomandazione, con riformulazione che viene accettata. Sull'ordine del giorno n. 9/3002/18 Fusacchia c'è un parere favorevole con riformulazione, che viene accettata.

Sull'ordine del giorno n. 9/3002/19 Bignami il parere è contrario. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3002/19 Bignami, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Sull'ordine del giorno n. 9/3002/20 Meloni c'è un parere contrario. Ha chiesto di parlare la collega Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Innanzitutto sottoscrivo questo ordine del giorno e richiamo l'attenzione di tutta l'Aula perché con questo ordine del giorno noi volevamo dare attenzione a Roma Capitale, che è la capitale di tutti, di tutti noi italiani. In particolare, chiedevamo di poter anticipare la scadenza che avevate proposto come differimento delle elezioni ad una data tra il 15 giugno e il 15 luglio.

Questo perché Roma non può essere più affidata ad una amministrazione che ha dimostrato, in tutti i modi, le sue incapacità; in ultimo, in occasione del PNRR, quando Roma si è visti riconosciuti da questo Governo Draghi soltanto 500 milioni di euro, a differenza di capitali come quelle della Germania, della Francia, che vedono miliardi stanziati appunto per la loro capitale. E, allora, questa incapacità della Raggi, ennesima incapacità, dimostra il fallimento della giunta del MoVimento 5 Stelle e, in particolare, del sindaco Raggi, che non è neanche in grado di proporre dei progetti che possano, poi, essere sostenuti e, quindi, abbracciati da un finanziamento straordinario come quello del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Per questo chiedo ancora, convintamente, un cambio di parere da parte del Governo e chiedo anche a tutti i parlamentari, in particolare ai parlamentari che ci sono a Roma, ma non soltanto, perché ricordo che questa è la capitale d'Italia, di votare a favore.

La Raggi non può essere più il sindaco di Roma, e sono già trascorsi troppi mesi, anni, in un percorso che è stato totalmente legato ad incapacità e all'inqualificabile gestione manchevole di una sindaca troppo presa ad immaginare una trasfigurazione della nostra capitale come se fosse l'ultimo comune italiano. Quindi, chiedo di votare a favore e di poter dimostrare l'amore che si prova per la capitale d'Italia, che non soltanto è la capitale d'Italia, ma è la capitale della cristianità, è la capitale del Mediterraneo, è una capitale che ha necessità di essere rispettata nel suo orgoglio, nella sua dignità e nella sua bellezza estrema (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3002/20 Meloni, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3002/21 Caiata, parere favorevole con riformulazione: viene accettata. Ordine del giorno n. 9/3002/22 Prisco, parere favorevole con riformulazione. Ha chiesto di parlare il collega Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Chiedo se la riformulazione, sostanzialmente, aggiunge nell'impegno, signor sottosegretario, solamente l'espressione “compatibilmente con gli equilibri di finanza”. Ce n'è una successiva?

PRESIDENTE. Sottosegretario Scalfarotto, se vuole rileggere la riformulazione per agevolare il collega.

IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Certo, Presidente. Allora, c'è una riformulazione delle premesse, che prevede che, alla sesta premessa, vengano eliminate le parole: “e il provvedimento ne determina l'ennesima e ingiustificata compressione”; poi la totale eliminazione della settima premessa, che è la successiva, e una riformulazione dell'impegno che dice: “impegna il Governo ad adottare, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, misure di sicurezza e protocolli operativi volti a consentire lo svolgimento delle operazioni di voto in sicurezza per i cittadini e gli operatori”.

PRESIDENTE. Collega Prisco, accetta la riformulazione?

EMANUELE PRISCO (FDI). Quindi, include la possibilità di un ulteriore rinvio. Io chiederei, se fosse possibile, di votarlo, perché mi pare che questo Parlamento debba sancire o meno la possibilità di rinviare ulteriormente le elezioni. O noi mettiamo il punto sul fatto che ci dotiamo di strumenti che consentano, nei tempi previsti, agli italiani di esprimere la propria sovranità popolare o ci rimettiamo all'Aula e vediamo chi voterà contrariamente a questo ordine del giorno, che chiedo di votare, se possibile, per le parti separate dell'impegno e delle premesse, sulle quali, evidentemente, è legittimo che vi sia un diverso giudizio, tra maggioranza e opposizione, sul decreto. Ma sull'impegno che questo Parlamento deve assumere perché si mettano in atto, compatibilmente con tutti i necessari equilibri di bilancio, tutte le condizioni affinché le elezioni, qualunque esse siano, si celebrino quando si devono celebrare, credo che sia un punto irrinunciabile per una democrazia moderna e compiuta, in una Nazione grande, come è grande la Nazione italiana (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Collega, suppongo, quindi, che la riformulazione non venga accettata e ha chiesto la votazione per parti separate. Quindi, partiamo dall'impegno, non riformulato.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul dispositivo dell'ordine del giorno n. 9/3002/22 Prisco, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Essendo stato respinto il dispositivo, non saranno poste in votazione le premesse. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3002/23 Donzelli, sul quale c'è un parere contrario.

Nessuno chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3002/23 Donzelli.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3002/24 Mantovani, sul quale c'è un invito al ritiro: viene ritirato? No. Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3002/24 Mantovani, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3002/25 Montaruli, parere favorevole con riformulazione. Ha chiesto di parlare la collega Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Io vorrei richiamare l'attenzione dell'Aula, perché l'ordine del giorno che si sta per votare riguarda la lingua dei segni italiana. Con il nostro ordine del giorno, noi chiediamo di riconoscerla quantomeno per la finestra elettorale, dando la possibilità, all'interno dei seggi, di avere una forma di video-interpretariato, e l'interpretazione degli spot elettorali istituzionali. Ora, la riformulazione che propone il Governo è inaccettabile perché stravolge completamente il senso dell'ordine del giorno.

Io mi permetto soltanto di invitarvi ad una riflessione, che ho già detto in sede di illustrazione dell'ordine del giorno. Se oggi un disabile motorio entra in un seggio, trova uno scalino e gli è preclusa l'accessibilità al seggio, noi tutti qui ci scandalizzeremmo, e faremmo bene a scandalizzarci, perché la barriera architettonica è ormai inammissibile, nel 2021 e la discriminazione del disabile è qualcosa di vergognoso. Se un sordo entra in un seggio e non riesce a parlare con il presidente di seggio, con gli operatori, con chi svolge le operazioni di voto e, a casa, guarda lo spot elettorale e non riesce a capire che cosa lo spot elettorale istituzionale comunica a lui, noi qui non ci scandalizziamo. Dire “no” a questo ordine del giorno è confermare una discriminazione inaccettabile che, da oltre quarant'anni, in Italia sta avvenendo. Io vi prego di riflettere ulteriormente sul vostro voto, e di non accettare che in Italia ancora ci si macchi di questa discriminazione nei confronti delle persone sorde e di tutti i disabili uditivi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Termini, prego.

GUIA TERMINI (MISTO). Grazie Presidente, per chiedere alla collega Montaruli di sottoscrivere il suo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3002/25 Montaruli, con il parere contrario del Governo, in quanto la collega non ha accettato la riformulazione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Ordine del giorno n. 9/3002/26 Lollobrigida, favorevole con riformulazione. Viene accettata? D'accordo.

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3002​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nunzio Angiola. Ne ha facoltà.

NUNZIO ANGIOLA (MISTO-A-+E-RI). Grazie Presidente. Il decreto-legge n. 25 del 2021 differisce i termini ordinari per lo svolgimento delle consultazioni elettorali, prevedendo una nuova finestra elettorale tra il 15 settembre e il 15 ottobre. Ovviamente, le ragioni sono a tutti chiare e fanno riferimento al perdurare della crisi pandemica. Rimangono particolari motivi di preoccupazione, che sono da ascriversi alle difficoltà che stiamo incontrando nella campagna…

PRESIDENTE. Collega, mi scusi. Colleghi, se dovete uscire, fatelo in silenzio. Colleghi! Prego.

NUNZIO ANGIOLA (MISTO-A-+E-RI). Rimangono particolari motivi di preoccupazione, che sono da ascriversi alle difficoltà che stiamo incontrando nella campagna vaccinale e all'affacciarsi di nuove varianti. Il decreto prevede che le elezioni si effettuino in due giornate, domenica e lunedì, e che si riduca ad un terzo - questo è il punto che ci interessa discutere - il numero delle sottoscrizioni per le elezioni comunali e circoscrizionali, ciò al fine di ridurre il più possibile il rischio sempre incombente di assembramenti.

Su questo punto vorrei svolgere una considerazione. Apprezziamo molto il fatto che i grandi partiti si siano trovati concordi su questa riduzione ad un terzo, ora che a beneficiarne saranno soprattutto le liste civiche, a loro collegate e apparentate. Ma ci auguriamo che la stessa sensibilità venga dimostrata, per ragioni sempre riconducibili alla pandemia, nei confronti dei nuovi partiti, in occasione delle prossime elezioni politiche, evitando in questo modo di avere un atteggiamento benevolo solo nei confronti di sé stessi. Si tratterebbe di un comportamento coerente e di certo adeguatamente motivato.

In deroga alla normativa elettorale vigente, il differimento del turno elettorale e le altre disposizioni si riferiscono alle seguenti procedure elettorali previste per l'anno in corso: elezioni suppletive della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica per i seggi dichiarati vacanti entro il 31 luglio 2021; elezioni ordinarie delle amministrazioni comunali, conseguenti alla scadenza naturale del mandato degli organi in carica; elezioni per il rinnovo dei consigli comunali sciolti per mafia; elezioni per il rinnovo delle elezioni comunali in alcune sezioni, ove annullate, anche se già indette; elezioni per il rinnovo dei consigli comunali, cui debba provvedersi per motivi diversi dalla scadenza del mandato, quando le condizioni che rendono necessario il rinnovo si sono verificate entro il 27 luglio 2021; elezioni degli organi direttivi delle regioni a statuto ordinario, anche se già indette, e quelle relative agli organi elettivi, per i quali entro il 31 luglio 2021 si verificano le condizioni che ne rendono necessario il rinnovo con la proroga della durata del mandato.

Ma ci sono alcune considerazioni che vogliamo svolgere, con riferimento a delle modifiche che sono state introdotte al Senato. Ricordo a tutti che, rispetto ai lavori della Camera, è stata posta la questione di fiducia, ragion per cui i margini di manovra si sono sensibilmente ridotti. Nel corso dell'esame del Senato sono state introdotte le seguenti ulteriori previsioni.

L'estensione delle disposizioni vigenti sui termini di svolgimento delle elezioni degli organi delle città metropolitane e dei presidenti nelle province e dei consigli provinciali in scadenza nel primo semestre 2021, anche a quelli in scadenza tra luglio e settembre 2021.

Secondo, la possibilità di presentare, per le elezioni del 2021, l'atto di designazione dei rappresentanti di lista - questo è un dato interessante - mediante posta elettronica certificata.

L'introduzione di disposizioni speciali in materia di quorum di validità per le elezioni del sindaco e del consiglio comunale per il 2021 nei comuni fino a 15 mila abitanti, nel caso in cui sia stata ammessa una sola lista. Ancora un altro aspetto è stato poi introdotto al Senato: la non applicazione delle sanzioni per l'anno 2021 per il mancato adempimento all'obbligo di redazione della relazione di fine mandato del sindaco. Onestamente, caro Presidente, cari colleghi, rispetto all'eliminazione delle sanzioni per il mancato adempimento dell'obbligo di redazione della relazione di fine mandato, non posso che manifestare alcune perplessità, perché la relazione di fine mandato nei comuni è l'unico strumento di cui si dispone per poter rendicontare alla fine del mandato, alla città, ai consiglieri comunali di minoranza e a tutte le parti interessate, il lavoro che è stato svolto. È l'unico strumento di accountability, nel senso di responsabilizzazione e trasparenza nei confronti di tutte le parti interessate alla fine di un mandato elettorale. Quindi, non si capisce perché si è voluto depotenziare questo strumento, eliminando le sanzioni che venivano erogate d'ufficio, da parte del dirigente preposto, nei confronti di chi non avesse adempiuto: il sindaco oppure il segretario generale oppure il responsabile dei servizi finanziari. Si finisce con l'eliminare un elemento di deterrenza molto importante, di depotenziare uno strumento di comunicazione esterna del comune alla città e questo non è certamente un fatto positivo. Ciò a maggior ragione se pensiamo che si poteva semplicemente dare una proroga nella redazione della relazione di fine mandato, dando qualche settimana in più, oppure addirittura qualche mese in più, rispetto alla scadenza naturale del mandato, che era la deadline ultima prevista dall'ordinamento, risalente ad una norma introdotta nel 2011, anche perché di tempo, in effetti, ne avremmo avuto a sufficienza a disposizione, visto il differimento del termine della scadenza delle elezioni.

Ecco, perché, caro Presidente, ci sfuggono le ragioni dell'eliminazione di queste sanzioni. Ho motivo per credere, non fosse altro per l'ampia esperienza personale che ho maturato nell'ambito dei comuni, che questo strumento sarà redatto malissimo da parte dei sindaci, che invece dovevano tenere molto a cuore questa possibilità di rendicontazione.

Anche la scusante, riguardante la pandemia, onestamente non è molto credibile, perché anche la rendicontazione di come un sindaco si è rapportato rispetto alla pandemia è di per sé elemento di valutazione da parte dei cittadini che ci guardano dall'esterno, che guardano dall'esterno un sindaco alla fine del mandato. I sindaci hanno avuto un ruolo importante, hanno potuto esercitare margini di discrezionalità enormi, non fosse altro che nell'intensificazione, nell'acuire le restrizioni che sono state previste in occasione di questa pandemia. E' la dimostrazione del fatto se si è stati in grado di aprire e di gestire un'USCA, la dimostrazione, data ai cittadini, di aver saputo istituire un polo vaccinale - quanti comuni sono rimasti senza polo vaccinale -, l'insieme complessivo delle misure adottate da parte dei comuni. Insomma, questa relazione di fine mandato, forse - dico forse - a maggior ragione in questo periodo pandemico…

PRESIDENTE. Concluda

NUNZIO ANGIOLA (MISTO-A-+E-RI). …doveva essere uno strumento da utilizzarsi e da redigersi con grande e maggiore attenzione. Concludo, Presidente, dicendo che valutiamo nel complesso positivamente questo provvedimento. Per questo motivo, dichiaro il voto favorevole della componente Azione - +Europa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Emanuela Rossini. Ne ha facoltà.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. In questa fase di riapertura, di transizione verso la riapertura del Paese, con ancora in corso però una situazione epidemiologica incerta e per non inficiare anche la campagna vaccinale, ecco che il rinvio delle elezioni amministrative diventa un atto dovuto e coerente, al fine di tutelare ed assicurare il diritto costituzionale al voto di ciascun cittadino. Non siamo di fronte a un eccesso di cautela, né a scelte arbitrarie, perché immotivate, che possano essere in conflitto con la disciplina del diritto di voto e la Costituzione. All'opposto, invece, il decreto che oggi voteremo in Aula rinvia di alcuni mesi il voto delle amministrative e consentirà così il pieno rispetto dell'articolo 48 della Costituzione, laddove il mancato rinvio delle elezioni in una situazione ancora di pandemia avrebbe prodotto, per molti cittadini, una causa ostativa e dunque limitativa del diritto al voto. Essere cauti oggi ci renderà liberi domani per un voto consapevole e senza emergenze, che ne possano restringere il libero esercizio. Per questa ragione, annuncio il voto favorevole della componente Minoranze linguistiche.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Alessandro Colucci. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO COLUCCI (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, Presidente. Voteremo a favore del decreto che prevede una cosa molto semplice e assolutamente necessaria: spostare le consultazioni elettorali in un intervallo di tempo fra il 15 settembre e il 10 ottobre. È un'iniziativa di buonsenso, è un'iniziativa che già in 78 altri Paesi hanno fatto, perché purtroppo la pandemia c'è, è tra noi e non ci permette di essere certi che il giorno del voto ci saranno le condizioni sanitarie per riuscire a essere sereni, in uno dei momenti più importanti della vita di un cittadino o di un elettore, quello di esprimere il proprio giudizio all'interno di una cabina elettorale. Ma noi crediamo che sia necessario, non solo per essere in sicurezza il giorno del voto, ma perché ci possano essere tutte le condizioni affinché gli elettori possano formarsi un'opinione sulle proposte che vengono avanzate da chi si candida come sindaco o da chi si candida per rivestire il ruolo di consigliere comunale, per le alleanze, per le coalizioni, per i partiti, che è giusto che possano presentare i loro programmi. Questo è l'aspetto che a noi interessa di più: la possibilità di fare dibattiti, di fare comizi, di fare quello che a noi piace fare nelle campagne elettorali, conoscere gli elettori con il porta a porta, andare nei mercati e poter entrare in diretto contatto con le persone. Come ha detto bene ieri il mio collega, onorevole Tondo, in occasione della dichiarazione di fiducia al Governo, per noi non è solo andare in una cabina con una scheda elettorale per esprimere il voto, per noi è fondamentale che si possa esercitare la democrazia in piena libertà, con tutti quei criteri che in campagna elettorale si esercitano, soprattutto quello di avere con l'elettore un rapporto diretto. Io so che alcuni colleghi in quest'Aula hanno una visione totalmente diversa di come si fanno le campagne elettorali, c'è chi pensa che l'elettronica sia l'unico strumento per riuscire a fare politica, noi crediamo esattamente l'opposto (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC) e daremo un contributo, in posizione di maggioranza, nel Governo Draghi, nell'ottica della discontinuità, per tornare a quella originalità della politica, a cui noi siamo affezionati e che crediamo che sia l'unico modo giusto per riuscire ad avere una vera rappresentanza all'interno delle istituzioni. Sono state previste una serie di semplificazioni in questo decreto, come ad esempio il quorum di validità per le elezioni del sindaco, il metodo di designare i rappresentanti di lista, ma noi crediamo che siano necessarie semplificazioni molto più importanti e più significative di quelle che il decreto ha previsto. Ci sono stati degli emendamenti in Commissione, ci sono stati, in ragione del ritiro di quegli emendamenti, degli ordini del giorno che hanno richiamato l'attenzione del Governo e che in questo caso sono stati anche ritirati. Mi viene in mente l'ordine del giorno del collega Iezzi, ad esempio, che, con spirito di collaborazione all'interno di una maggioranza, ne ha ritirato uno molto saggio, molto serio ed importante sulla possibilità di far presentare liste a quelle rappresentanze nei consigli comunali che già ci sono e che quindi hanno avuto la legittimità, attraverso l'elettorato, di essere presenti all'interno di un'istituzione. Non si capisce per quale ragione, in un momento così complicato, come quello del virus e della pandemia, dobbiamo costringere a fare assembramenti e a creare delle condizioni rischiose, da un punto di vista sanitario, perché non si vuole fare un intervento normativo di questo tipo. Come, ad esempio, l'altra semplificazione necessaria ed utile - lo dico al Governo e al sottosegretario Scalfarotto - è il raccogliere i certificati penali dei candidati, cosa che noi non vogliamo togliere, perché è un elemento sul quale non ci poniamo neanche minimamente il problema, ma crediamo che sia sbagliato che, nello stesso luogo, ciascun candidato si rechi a recuperare il certificato penale, quando un partito - se delegato – può, in modo cumulativo, andare a raccogliere i certificati penali. Sono cose di buonsenso, come altre previste in questo decreto. Il non inserimento di questi elementi non ci impedisce di votare a favore di questo decreto - siamo d'accordo -, ma crediamo e chiediamo, anche attraverso l'interlocuzione con il Governo e il sottosegretario Scalfarotto, di intervenire su questi aspetti, perché sono questioni importanti, di semplificazione, che chi ha avuto un'esperienza di responsabilità politica sul territorio sa che sono importantissime. Io, tantissime volte, decine di volte, mi sono ritrovato a dover affrontare degli adempimenti, che certe volte sono assurdi e sui quali dovremmo assolutamente intervenire, perché ogni tanto quando non si ottempera ad alcuni obblighi - non so se i colleghi lo sanno - per un modulo, per un passaggio mancato nelle procedure elettorali, ci sono ammende minime di 120.000 euro. In un momento in cui non vogliamo che la politica costi, non vogliamo che ci siano delle risorse raccolte dai partiti e che ci sia il finanziamento pubblico ai partiti, ci ritroviamo però con difficoltà, che sinceramente - ve lo devo dire -, certe volte, danno la sensazione che si vogliano scoraggiare i cittadini ad impegnarsi nelle elezioni e nella democrazia. Ogni tanto abbiamo l'idea che più problemi si creano e meno competitori e rivali abbiamo intorno a noi (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC). La democrazia non è questo; è un metodo sbagliato.

Io voglio cogliere l'occasione di questo decreto perché ci possa essere veramente la piena chiarezza tra di noi. Noi siamo convinti che questo Governo abbia fatto dei passi in avanti molto importanti nella direzione in cui noi volevamo andare: sul piano pandemico, dove siamo arrivati a oltre 350 mila dosi di vaccino somministrato ogni giorno, sulle riaperture, sull'idea di riuscire a inserirsi nella visione che noi abbiamo anche sul tema delle riaperture. In questi giorni abbiamo dato dimostrazione che apparteniamo a questa maggioranza che sostiene il Governo Draghi, ma sulle nostre battaglie non cediamo di un centimetro; è la ragione per cui abbiamo voluto evitare di votare un ordine del giorno che metteva in discussione il Governo ma sul quale siamo d'accordo, ossia ridiscutere il tema del coprifuoco a un orario diverso dall'orario ridicolo, purtroppo, al quale oggi siamo costretti a sottostare. Quindi, condividiamo il percorso, condividiamo i provvedimenti, certe volte sono fatti a pezzi e non sono completi, continueremo a lavorare perché ci sia la completezza, perché uno degli obiettivi che ci diamo, come Noi con l'Italia, a sostegno del Governo Draghi, è la vera semplificazione e una delle semplificazioni passa anche attraverso il rendere più seria e più semplice la vita dei dirigenti locali, che vogliono semplicemente garantire la pluralità, la democrazia e la libertà dei cittadini di esprimere il loro giudizio in occasione del voto (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fabio Berardini. Ne ha facoltà.

FABIO BERARDINI (MISTO-CD). Signor Presidente, onorevoli colleghi, oggi ci apprestiamo a convertire il decreto-legge che dispone il differimento delle consultazioni elettorali, al fine di garantire lo svolgimento in condizioni di sicurezza e la salute dei cittadini. È nostro dovere prendere atto, purtroppo, che il periodo eccezionale e drammatico che il nostro Paese e tutto il mondo stanno vivendo non è ancora alle spalle. I contagi e i decessi giornalieri restano alti e su questo punto vorrei esprimere la mia solidarietà a tutto il popolo indiano per la situazione catastrofica che sta vivendo. Ciò obbliga tutti noi a mantenere la massima prudenza, limitando il più possibile occasioni che possano favorire assembramenti e maggiori possibilità di contatto con agenti epidemici, pur ribadendo al tempo stesso la necessità di far ripartire tutte le attività economiche, profondendo ogni sforzo affinché le riaperture siano in qualche modo definitive. Dovranno recarsi al voto poco meno di 1.300 comuni, molti tra i quali maggior capoluoghi e una grande regione come la Calabria, senza considerare il voto per le suppletive. Le elezioni non sono soltanto il momento in cui i cittadini sono chiamati a esprimersi all'interno della cabina elettorale ma in esse rientra anche una serie di procedure articolate e complesse, precedenti e successive al voto. Vi sono fasi, come quella della raccolta delle firme e del voto, che presentano dei rischi di assembramento e conseguentemente di contagio, rischi a cui sarebbero sottoposti sia gli elettori sia chi opera all'interno del seggio. Sono attività in palese contrasto con alcune misure di profilassi sanitaria, inclusi il distanziamento e la sanificazione continua dei locali interni nei quali circolerebbero migliaia di persone in una sola giornata. Il provvedimento oggetto di questo nostro voto assicura uno svolgimento democratico delle consultazioni elettorali, nel pieno rispetto dei protocolli di sicurezza sanitaria, in un quadro epidemiologico generale che prevediamo notevolmente migliorato dopo l'estate, tenendo conto del grande sforzo della campagna vaccinale in corso. La scelta di individuare per esse la finestra temporale tra il 15 settembre e il 15 ottobre non comporterebbe i rischi che si avrebbero in questi mesi, consentendo inoltre a tutte le forze politiche di presentare le liste in tempi ragionevoli e di programmare adeguatamente la campagna elettorale. Per queste ragioni, consideriamo, altresì, positiva la scelta di tornare a votare in due giorni, così come condividiamo la riduzione di due terzi delle firme che occorrono per la presentazione delle liste, come già avvenuto lo scorso anno. Infine, ritengo doveroso ricordare che il rinvio delle consultazioni dello scorso anno non costituì una minaccia al corretto funzionamento della democrazia e all'espressione della volontà popolare, così come sarà anche per le elezioni del 2021.

Signor Presidente, Centro Democratico voterà a favore di questo provvedimento. Sono norme che riescono a contemperare l'esigenza primaria della tutela della salute e l'esigenza di assicurare il pieno esercizio del diritto di voto a ciascun cittadino, corollario fondamentale del principio di sovranità popolare. Esse costituiscono un ulteriore passaggio determinante per la riconquista progressiva e definitiva di una piena libertà individuale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Francesco Forciniti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-L'A.C'È). Grazie, signora Presidente, L'Alternativa c'è voterà a favore di questo provvedimento, ritenendo condivisibile l'esigenza di spostare in avanti di qualche mese la celebrazione delle elezioni regionali e delle amministrative. In questo caso, spostare le elezioni può significare non già comprimere il diritto dei cittadini ma forse permettere ai cittadini stessi di poterlo esercitare in maggiore sicurezza; questo a condizione, ovviamente, che nel frattempo si faccia quello che va fatto e che non si perda questo tempo che oggi noi stiamo recuperando attraverso questo provvedimento. Ciò va fatto, innanzitutto, dando un'accelerata alla campagna vaccinale, che in questo momento, purtroppo, non ha mantenuto le aspettative che avevano preceduto anche la venuta del Governo Draghi e anche la nomina del generale Figliuolo. Abbiamo assistito a uno scenario abbastanza confusionario e imbarazzante nelle prime settimane di questa nuova gestione, fra messaggi contraddittori. Ricordo il generale Figliuolo che disse che bisognava vaccinare chiunque passasse per strada, salvo poi vedere, dopo qualche giorno, dopo qualche settimana, il Premier Draghi sostenere che, invece, c'erano i furbetti che andavano condannati perché scavalcavano le persone fragili e le persone in difficoltà. Ora bisogna, invece, focalizzare bene le priorità, gli obiettivi e mettere per prime in sicurezza le persone più fragili, le persone più deboli, le persone più in difficoltà. Soprattutto, va fatto quello che è importante fare dal punto di vista sanitario. Negli ultimi dieci anni la sanità pubblica italiana ha perso circa 70 mila posti letto e questo è frutto di politiche di austerità criminali, oserei dire, che ci hanno reso anche più fragili, oggi, al cospetto della pandemia. Se noi oggi ci limitassimo a spostare in avanti questo momento della celebrazione delle elezioni, senza pensare, invece, a cosa va fatto in maniera strutturale e definitiva anche per potenziare la sanità pubblica, avremmo sprecato un'altra occasione e non avremmo risolto il problema, avremmo solo ritardato di qualche mese la deflagrazione di una bomba sanitaria. E allora, questo è importante fare: servono investimenti sulla sanità pubblica, serve in questo momento una sensibilità sociale che questo Governo ha dimostrato, fin qui, di non avere. Io faccio anche un riferimento, mi sia concesso, alla mia regione, la Calabria, anch'essa oggetto di questo differimento delle elezioni regionali. La Calabria è da oltre sei mesi in regime di prorogatio, retta da un presidente facente funzioni. Quando si tornerà al voto, a settembre, sarà un anno di reggenza da parte di un facente funzioni. È importante, a maggior ragione in Calabria, una delle regioni più povere e più difficili d'Italia, puntare e investire sulla sanità pubblica. La Calabria, che ha perso diversi ospedali, che è stata falcidiata da un piano di rientro anch'esso criminale che, a cascata, è frutto anche di quelle politiche di austerità che sono state imposte dai Governi nazionali degli ultimi anni, ora deve diventare una questione nazionale e deve vedere uno sforzo congiunto e condiviso da parte di tutti per risolvere questa vertenza, questa questione drammatica della sanità. Ci sono ospedali che sono stati soppressi, ci sono delle sentenze di tribunali amministrativi che ne impongono la riapertura - faccio riferimento all'ospedale di Trebisacce, all'ospedale di Praia a Mare – e che vengono disattese anche dalle istituzioni preposte. Questo è un problema molto serio e molto importante. C'è l'ospedale di Cariati, che potrebbe servire tutto un intero bacino della costa ionica, dello Ionio calabrese, che è stato spontaneamente e simbolicamente occupato, da diversi mesi, dagli attivisti, da cittadini che aspettano delle risposte dal commissario, che aspettano delle risposte dalle istituzioni. Se noi non facciamo tutto questo, serve a poco spostare anche il momento delle elezioni, serve a poco calciare il pallone in tribuna se non pensiamo finalmente ad aggredire di petto i problemi e le criticità. In quest'ottica, anche il PNRR - approvato o, comunque, condiviso dopo una discussione farsa, che non ha dato neanche a questo Parlamento il tempo di esprimersi - è un'occasione sprecata, perché non ci dice nulla di concreto sulla sanità, non è un provvedimento coraggioso, rinuncia anche ad aggredire di petto proprio la questione meridionale, da un punto di vista distributivo della giustizia sociale; manca coraggio, manca visione.

E, poi, soprattutto è importante anche che il diritto di voto venga reso tale, venga reso effettivo, non solo da un punto di vista proprio della sua celebrazione formale, ma anche da un punto di vista di sostanza, e questo come può avvenire? Rendendo meno schiavi anche i cittadini da logiche di ricatto occupazionale e di voto di scambio che tendono a verificarsi proprio in quelle aree maggiormente depresse e con livelli di reddito più bassi e di disoccupazione più alti. Allora, soprattutto in un momento di pandemia, nel quale serve che la rete di protezione sociale sia forte, sia capace anche di garantire ai cittadini la possibilità di esprimere questo voto in libertà, senza essere facile preda di chi sfrutta il bisogno per estorcere consenso, serve, ancora di più, uno sforzo maggiore nella direzione dei ristori e degli aiuti economici che fin qui non sono praticamente arrivati, se non col contagocce e in maniera assolutamente tardiva. Lo scostamento di bilancio di 40 miliardi è assolutamente inadeguato, insufficiente, ne serve un altro subito e serve davvero avere, appunto, la sensibilità sociale di capire che in questo momento fare un po' di debito pubblico in più significa salvare intere famiglie, significa salvare tutto un tessuto produttivo della piccola e media impresa che, poi, dovrà essere il motore trainante di questo Paese quando, si spera presto, si uscirà dalle secche di questa crisi e di questa pandemia.

Quindi, ci vuole più coraggio e ci vuole più visione; certo, le politiche di austerità tipiche del Governo Monti o della Grecia non possono essere attuate in uno scenario del genere, però, se oggi semplicemente facciamo politiche meno espansive di quelle che servono, avremo dei danni che non saranno comunque minori rispetto a quelli provocati a suo tempo da quelle criminali politiche di austerità che, lo ripeto, ancora oggi ci lasciano indietro rispetto ad altri Paesi, basti pensare che l'Italia oggi ha solo un terzo dei posti letto rispetto, per esempio, alla Germania. Ecco, queste sono le criticità da aggredire con coraggio e con visione; poi, ben venga, lo spostamento delle elezioni, ma se non facciamo quello che serve nel frattempo sarà tutto vano, sarà tutto inutile.

Infine, anche un passaggio sul voto elettronico: è fondamentale che si vada in quella direzione, anche nell'ottica di decongestionare i seggi, di semplificare le operazioni di voto. C'è un milione di euro stanziato in legge di bilancio per procedere a una sperimentazione, per poi poter implementare questa modalità di voto, che già viene praticato in altri Paesi europei, anche in Italia, iniziando, per esempio, da quello che sarà il voto all'estero nelle prossime elezioni politiche. Quindi, ecco, si faccia tutto quello che va fatto per ammodernare questo Paese. Non capiamo, non capisco perché il Viminale, oggi, tentenna, cincischia su questa questione del voto elettronico che, a maggior ragione in tempi di pandemia, potrebbe permetterci anche di risolvere il problema dell'affollamento dei seggi, dell'individuazione di sedi idonee e di tutto quello che questo comporta.

Quindi L'Alternativa c'è voterà a favore di questo provvedimento, però, non è ovviamente una fiducia rispetto all'operato del Governo, che giudichiamo negativo e che esortiamo a fare molto di più per risolvere quelle che sono le questioni legate all'emergenza sanitaria, quindi, in primis, la campagna vaccinale e il potenziamento della sanità pubblica. Poi, soprattutto, chiediamo che ci sia una sensibilità sociale maggiore nell'aiutare quelle fasce economiche di popolazione colpite dalla crisi, che non meritano di essere lasciate indietro in nome di un darwinismo economico che sostiene che i piccoli debbano essere lasciati perire e che, invece, i grandi debbano diventare sempre più grandi (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Federico Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signora Presidente. Colleghi, rappresentante del Governo, mi si lasci iniziare ringraziando il sottosegretario Scalfarotto, per l'attenzione e il rapporto avuto con l'Aula e con la Commissione in queste settimane; mi sembra un approccio assolutamente corretto e che vada sottolineato. In premessa un'altra questione, anche se non vedo in Aula la collega che lo ha sollevato, la collega Montaruli. Devo dire che a noi è dispiaciuto votare, alla fine, contro il suo ordine del giorno sul tema del linguaggio dei segni; vedo qui i colleghi presenti, credo che questo tema vada ripreso, e penso che ci possa essere la disponibilità del Governo, magari attraverso una mozione comune, a cercare di affrontare questa questione e, al tempo stesso, a provare a verificare la possibilità di attuare, se non in tutto, in parte, alcune delle proposte che erano contenute in quell'ordine del giorno, perché credo che questa sia una questione vera, quella dell'esempio fatto dal collega Montaruli in questa sede, dei disabili motori, raffrontati con persone che non hanno possibilità di ascoltare o di parlare; è del tutto evidente che è un problema che credo sia giusto approfondire, per ricercare soluzioni e non soltanto diciamo a titolo accademico.

Ci ritroviamo, nel merito di questo provvedimento, esattamente dove ci eravamo lasciati: il 28 maggio del 2020, ci fu la discussione generale e, il 15 giugno dello scorso anno, il voto su un provvedimento assolutamente analogo, simile, pressoché identico. Ovviamente, la situazione da un punto di vista epidemiologico è differente e credo che la scelta che è stata compiuta, del rinvio, fosse, l'ho detto anche ieri in dichiarazione di voto rispetto al voto di fiducia, una scelta obbligata; nel momento in cui, già l'anno scorso avevamo sostanzialmente sostenuto la tesi che, in presenza di emergenza sanitaria dovuta alla pandemia, non si potessero svolgere le elezioni, è del tutto evidente che, nonostante previsioni che magari erano più ottimistiche, essendo ancora in una situazione di emergenza sanitaria, non si potesse prendere un provvedimento differente. Ricordo anche, ma credo l'abbiamo ancora tutti nella nostra memoria, l'intervento che fece il Presidente della Repubblica durante la crisi di Governo, in cui disse con chiarezza che non c'erano le condizioni per le elezioni politiche anticipate, proprio in ragione di una situazione ancora grave da un punto di vista sanitario.

Io so che, a questo, i colleghi dell'opposizione hanno opposto l'esempio di altri Paesi che invece hanno scelto di andare a votare; ricordo, però, che in quei casi erano o elezioni presidenziali o elezioni politiche, quindi, con un elemento e un carico nettamente superiori. Il rinvio di elezioni amministrative è sicuramente un elemento che va maneggiato con cura, perché stiamo parlando di democrazia, stiamo parlando del momento più alto che è quello del voto, però, mi sento di dire che, da questo punto di vista, non c'erano alternative alla scelta compiuta dal Governo che non è, come è stato ricordato anche ieri, una scelta compiuta per favorire qualcuno, a danno di altri; non è una scelta che favorisce chi oggi è al Governo contro chi in questo momento, invece, svolge il ruolo, fondamentale in democrazia, dell'opposizione. Se noi andiamo a vedere il colore politico delle giunte dei comuni che vedranno rinviato il voto, troveremo ovviamente tutto l'arco parlamentare. Era, quindi, una scelta obbligata, era e rimane una scelta di buonsenso; l'impianto era quello che era uscito già dalla discussione fatta lo scorso anno. Vorrei sottolineare un elemento importante che è quello delle attività preparatorie, perché le elezioni non sono solo il giorno delle elezioni, come tutti sappiamo e come chi fa campagna elettorale, ahinoi, da qualche anno è ben consapevole, c'è tutta un'attività preparatoria, e proprio una parte significativa di quell'attività, in particolare la raccolta di firme, può essere un momento delicato da svolgere proprio in una situazione di pandemia.

Quindi, da questo punto di vista, la scelta forte che non è stata pensata, come ha detto il collega Angiola, per favorire questo o quello e, in particolare, le liste civiche a sostegno delle coalizioni di centrodestra o centrosinistra, ma è stata, anche quella, una scelta di buon senso, cioè quella di ridurre a un terzo il numero delle firme per ridurre, ovviamente, le occasioni di contatto e teoricamente di assembramento, perché sappiamo benissimo come avviene la raccolta delle firme: nelle piazze, nei luoghi pubblici, con la persona che deve convalidare la firma e, necessariamente, c'è un rischio potenziale di assembramento, da questo punto di vista.

Sulla scelta della data e della finestra, rispetto allo scorso anno c'è una grande novità che non può essere taciuta, anzi, credo che sia assolutamente fondamentale ed è stata, alla fine, anche una delle ragioni che hanno portato il Governo a intraprendere una strada che credo avrebbe volentieri non percorso.

Credo, cioè, che dal punto di vista della Ministra Lamorgese un decreto di rinvio delle elezioni non è una cosa, come dire, da cui qualcuno possa trarre vantaggio, anzi è più facile ricevere critiche, ovviamente. Da questo punto di vista, quindi, la scelta della finestra che copra anche un pezzo di ottobre è perché, rispetto all'anno scorso - qualcuno di voi ricorderà tutta la discussione attorno al 6, 13, 20 di settembre, che fu poi la scelta del cosiddetto election day - questa volta, attraverso il piano vaccinale, se verranno rispettati i numeri - ieri abbiamo avuto circa 350 mila vaccinazioni e nell'ultima settimana siamo su quei numeri medi - noi dovremmo essere in grado, al momento in cui si svolgeranno le elezioni, di avere una quota molto importante - io credo maggioritaria - della popolazione vaccinata, quindi una situazione, da un punto di vista di rischio sanitario e di gestione della pandemia, molto differente rispetto allo scorso anno.

Quindi, di qui la scelta di prendere anche ottobre: perché ottobre? Perché è evidente che settembre aveva - ma lo avevamo riconosciuto anche l'anno scorso - un difetto da un punto di vista di dinamica democratica, di dibattito, di discussione, cioè quello, ovviamente, di una campagna elettorale molto compressa, una campagna elettorale che, in parte, iniziava in un mese che tradizionalmente è escluso, cioè quello di agosto. Questa volta, se si andasse a votare attorno al 10 e 11 di ottobre, avremo più possibilità e daremo più spazio al confronto democratico rappresentato dalla campagna elettorale.

Chiudo con due osservazioni, ma giusto perché rimangano a memoria dell'Aula. Riandando, come ho detto ieri, a riguardare il dibattito e le discussioni in quest'Aula, lo scorso anno quella scelta fu una scelta corretta. La data del 20, alla fine, fu una scelta equilibrata; non c'è stata l'apocalisse che era stata descritta sia in campagna elettorale, sia nelle difficoltà di comporre le liste, e questo ci aiuta a dire che, quindi, da questo punto di vista, il rinvio non impone e non determina problemi al dibattito democratico. In ultimo, credo che vada restituito l'onore ai membri del Comitato tecnico-scientifico, che ancora gli scorsi giorni abbiamo sentito criticare, perché quel parere che fecero lo scorso anno fu un parere assolutamente corretto. Essi dissero, con grande onestà intellettuale, che non c'erano elementi certi per fare una previsione puntuale di quello che sarebbe stato lo sviluppo e l'andamento della situazione epidemiologica dal mese di settembre, ma che loro consigliavano di avere, come data, la data più alta possibile; loro ipotizzarono il 6, come qualcuno ricorderà. Devo dire che, oggi, con il senno di poi, cioè potendo vedere i dati dell'andamento del 2020, era la data più corretta, dal loro punto di vista evidentemente. Quindi, credo che sia giusto riconoscere che loro avevano dato un'indicazione corretta, che non era strumentale e non erano stati soggetti a pressioni del Governo; era un punto di vista della scienza che - io credo, vada ribadito in questa sede - deve essere sempre ascoltata. Poi, allora, si trovò una mediazione, non a tutti gradita, del 20 di settembre, ma quella fu un'indicazione. Per queste ragioni il gruppo di Liberi e Uguali voterà a favore del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marco Di Maio. Ne ha facoltà.

MARCO DI MAIO (IV). Grazie, Presidente. Questo provvedimento è un provvedimento necessario; è un provvedimento che abbiamo il dovere di convertire in legge; è un provvedimento che ricalca analoga iniziativa legislativa che venne assunta lo scorso anno per rinviare le elezioni amministrative di allora nell'autunno successivo; è un provvedimento che è stato, di fatto, modificato solo dal Senato, quindi, mi corre l'obbligo, da rappresentante di una forza politica che crede fermamente nel ruolo centrale del Parlamento, di richiamare la necessità di garantire che questo bicameralismo paritario, che sussiste, venga rispettato ora più che mai e si dia modo al Parlamento di poter esaminare in maniera paritaria i provvedimenti.

So per certo che il sottosegretario Scalfarotto, di cui abbiamo apprezzato, anche in questo passaggio, anche in questo provvedimento, la sensibilità istituzionale e la capacità di relazione con tutti i gruppi politici, non è certo responsabile ma, per suo tramite, vogliamo far presente al Governo e alla Presidenza questa necessità. E' un decreto che, sostanzialmente, va a rinviare la data del turno elettorale ordinario, che si sarebbe dovuto svolgere tra aprile e giugno per una serie di appuntamenti elettorali: elezioni amministrative, suppletive per i collegi di Camera e Senato, alcuni consigli comunali sciolti per infiltrazioni mafiose, consigli comunali sciolti per altre ragioni e, come dicevo, molte elezioni amministrative e regionali. Si sposta il turno elettorale nel periodo che va dal 15 settembre al 15 ottobre e viene fissata al 31 ottobre - questo è stato introdotto dal Senato con un apposito emendamento - il termine entro cui devono concludersi le procedure elettorali per il rinnovo degli organi collegiali e monocratici nelle università e delle istituzioni dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica; questo per quanto riguarda il contenuto del provvedimento. Noi pensiamo che sia giusto che questo testo sia stato presentato e venga approvato - ci auguriamo con una maggioranza unanime quindi, con il voto unanime del Parlamento - perché non possiamo permetterci di correre il rischio di porre i cittadini di fronte alla scelta di difendere e di esercitare il diritto alla salute o di esercitare il diritto di voto, perché ciò è quello che sarebbe successo se noi non avessimo avuto questo testo. Avremmo infatti avuto una condizione nella quale non sarebbe stato possibile esercitare in maniera corretta, in maniera compiuta, la piena possibilità di partecipare, nel periodo precedente le elezioni, alla campagna elettorale da parte di tutti i cittadini. Avremmo avuto un periodo elettorale nel quale avremmo messo anche a repentaglio la battaglia, tuttora in corso, contro il COVID e contro la pandemia e avremmo messo in difficoltà anche coloro che si devono preoccupare di organizzare la macchina elettorale, non solo i dipendenti pubblici delle prefetture, del Ministero dell'Interno e dei comuni, ma anche, ovviamente, tutti coloro che sono impegnati nelle forze politiche, nelle liste civiche e nelle attività politiche locali. Quindi, è un provvedimento, da questo punto di vista, di buon senso, che mette nelle condizioni, per le elezioni che si celebreranno tra il 15 settembre 15 ottobre, di svolgere queste procedure in maniera semplificata, anche in ragione di alcune modifiche normative che sono state apportate sulla raccolta delle firme e su altri su altri passaggi burocratici. Ci interessa anche evidenziare che sono state eliminate le sanzioni per la presentazione tardiva della relazione di fine mandato da parte dei sindaci, perché questo è un elemento importante per dare una ulteriore garanzia a sostegno dei primi cittadini, ai sindaci di tanti comuni, che già sono molto esposti, che già rischiano quotidianamente nel proprio nell'esercitare la propria attività amministrativa e, giustamente, in una pandemia dove la scala delle priorità è stata completamente stravolta, era giusto eliminare questo ulteriore passaggio. Voglio dire, a tal proposito, che accogliamo con favore la discussione, che si sta svolgendo in I Commissione, congiuntamente con la Commissione Bilancio, sulla proposta di legge di revisione della normativa degli enti locali - in realtà di alcuni aspetti della normativa - perché ciò va proprio nella direzione di valorizzare il ruolo dei sindaci e questo per noi è assolutamente importante, significativo e da perseguire. Ovviamente, non vogliamo sfuggire ai riferimenti che sono stati fatti nel corso del dibattito parlamentare a proposito di due questioni che devono essere separate, perché non sono direttamente collegate, ma che troppo spesso vengono sovrapposte: il voto fuori sede e il voto elettronico. Noi siamo favorevoli a individuare le forme più opportune per garantire il voto fuori sede, laddove però questo abbia le stesse caratteristiche di segretezza, di individualità, di sicurezza che ha il voto in sede, cioè il voto nel proprio comune. Quindi, il percorso che abbiamo avviato in tal senso in Commissione ci vede favorevoli e siamo pronti a sostenerlo, facendo gli approfondimenti che devono essere fatti, per garantire a chi dovrà esercitare il proprio diritto di voto fuori dal proprio comune di residenza tutte quelle caratteristiche e quelle garanzie costituzionali che devono essere assicurate. Allo stesso modo, sul tema del voto elettronico, non abbiamo preclusioni a priori.

Però, dobbiamo anche dirci con grande franchezza che al momento non abbiamo le condizioni per affrontare una sfida tecnologica che assolutamente non dev'essere derubricata, che, però, deve fare i conti con le garanzie che questa modalità di esercizio del voto deve presentare: la segretezza, l'individualità, l'autenticità del voto, l'assenza di qualsiasi forma di condizionamento; la protezione, anche da eventuali attacchi, che possono esserci e che ben sappiamo essere dietro l'angolo, perché, anche in tempi molto recenti, si sono avute evidenze di tentativi di distorcere e di condizionare l'esercizio del voto nel nostro Paese, non la procedura elettorale e il voto stesso dei cittadini, ma certamente varie forme, quali, ad esempio, quelle che riguardano la propaganda elettorale, e ci sono stati interventi assai rilevanti. Per cui, non abbiamo, anche qui, una preclusione, ma abbiamo delle perplessità che, al momento, non sono state fugate da questo punto di vista. È giusto, quindi, discuterne ma con grande trasparenza, con grande obiettività e senza farne l'ennesima battaglia ideologica, perché ne abbiamo già troppe e non è certo sui temi che riguardano la democrazia che si deve fare questo tipo di battaglie. La conversione di questo decreto va nella direzione di preparare l'Italia post-COVID, di metterla nelle condizioni di uscire dalla crisi. Ci auguriamo che sia l'ultimo decreto che rinvia qualche cosa, che rinvia un'elezione, che rinvia le riaperture. D'altra parte, questo solo fino a un certo punto oggi lo possiamo prevedere, perché non sappiamo cosa ci attenderà, ma possiamo assolutamente essere convinti che questo provvedimento è necessario e si inserisce in un solco, in un impegno che il Governo si sta assumendo anche facendo delle scelte politiche importanti, che sono quelle, ad esempio, delle riaperture, di rivedere il cosiddetto “coprifuoco”, che è una semplificazione lessicale, ovviamente, perché il coprifuoco si dichiara quando ci si trova in uno stato di guerra nel quale noi non ci troviamo, ma abbiamo semplificato tutti il concetto in questi termini. Quella delle 22 per la circolazione e l'apertura di alcune attività è una limitazione che va rivista e che, del resto, il Governo stesso si è impegnato a rivedere, compatibilmente con le condizioni epidemiologiche e sanitarie, con la progressione della campagna vaccinale, che, pur con le difficoltà di forniture che stiamo registrando, sta comunque andando avanti, sta producendo risultati diversificati da una regione all'altra ma l'Italia, come sistema Paese, sta sicuramente reagendo. Noi pensiamo che questo provvedimento si inserisca in un più ampio programma di riaperture e di mettere i cittadini nelle condizioni di esercitare i propri diritti in sicurezza, senza mettere in discussione quello più importante di tutti, quello costituzionalmente più importante che è il diritto alla salute, che viene prima di qualsiasi altra questione, prima anche delle battaglie ideologiche che in quest'Aula abbiamo visto fare anche su questioni che dovrebbero unirci tutti. Non c'è un partito delle riaperture e un partito delle chiusure: c'è una volontà da parte di tutti, io credo, di sostenere la ripartenza del nostro Paese, ma di farlo in piena sicurezza per i nostri cittadini e per il futuro dell'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Emanuele Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Fratelli d'Italia voterà contro il rinvio delle elezioni, l'ennesimo rinvio in piena continuità - l'hanno ricordato anche i colleghi che sono intervenuti prima di me - con le scelte, che già contestammo all'epoca, volute dal Governo Conte. Lo scorso anno, si è ricordato anche poc'anzi, un analogo provvedimento fu motivato sulla base di un verbale specifico del comitato tecnico-scientifico. Per questa ragione all'avvio dei lavori di incardinamento del decreto chiedemmo al Ministro Lamorgese quale disposizione, quale verbale sanitario, quale documentazione sanitaria vi fosse alla base di questa scelta; documentazione sanitaria che, a differenza di quello che era accaduto lo scorso anno, seppur con tutti i distinguo del caso in quel momento, di fatto non vi è. Non ci sono motivi sanitari comprovati se non una libera deduzione del Governo per supportare una scelta che, a questo punto, assume la rilevanza di una scelta politica. Si potrebbe contestare la scelta di comprimere il dibattito sui lavori in Commissione, che non ci ha permesso di affrontare e di inserire in questa norma anche importanti interventi; penso a quello, che anche da altre parti è arrivato come richiamo, sull'accessibilità dei non udenti, dei sordi (Applausi del deputato Deidda) alle procedure elettorali con l'utilizzo di interpreti ai seggi, oppure quello delle “liste pulite”, su cui Fratelli d'Italia ha fatto una proposta specifica per dare ai partiti la possibilità di presentare alle elezioni liste veramente pulite. Nonostante ciò, si è scelto di intervenire con la fiducia. Io lo dico con onestà: avete fatto bene a mettere la fiducia su questo provvedimento, perché questo provvedimento è il cuore della maggioranza che nasce sulla motivazione che non si poteva o forse non si voleva far votare gli italiani. Quindi, è giusto che ci sia la fiducia, perché è un provvedimento strategico per questa maggioranza, maggioranza che, invece, al suo interno consente di far celebrare le primarie al Partito Democratico, i congressi al Partito Democratico, perché il Partito Democratico è democratico con i suoi iscritti ma non è democratico con gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che invece vogliono esprimersi su chi farsi rappresentare nei comuni, nelle regioni o in Parlamento nei seggi vacanti. C'è qualcosa che non va - lo capisce anche un bambino - se possono votare i cittadini peruviani, giustamente e legittimamente in Italia, per le elezioni presidenziali nei seggi allestiti dall'Italia, ma non possono farlo gli italiani. Presidente, le regole del gioco in democrazia tornano utili una volta all'uno e una volta all'altro, ma tornano sempre utili alle istituzioni e, quindi, agli italiani. Altri Paesi occidentali - lo si è ricordato - hanno fatto la scelta di votare ugualmente, dotandosi delle precauzioni sanitarie per farlo, perché hanno ritenuto, a differenza dell'Italia, di non voler rinunciare a questo diritto irrinunciabile in democrazia. Paesi che sono avanti all'Italia sulle vaccinazioni, come Israele ha dimostrato, sono molto avanti nella gestione della pandemia e hanno fatto molto di più di quello che hanno fatto l'Italia e il Governo Conte sulla pandemia. Eppure hanno celebrato le loro elezioni: l'ha fatto la Polonia, l'ha fatto la Francia, la Catalogna, l'ha fatto l'Olanda, si voterà nel Regno Unito e si è votato negli Stati Uniti, un po' tutti i Paesi occidentali. In Italia no, ma se passa l'assunto che si può votare solo quando il Partito Democratico è pronto a vincere le elezioni, essendo l'unico partito al mondo che perde tutte le elezioni ma va sempre al Governo, che facciamo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Non votiamo più? Presidente, l'Italia è una grande Nazione - la vedo distratta, Presidente, ma provo comunque a richiamarla all'attenzione - e non può permettersi di contrarre per oltre un anno le libertà fondamentali, tanto quelle di uscire di casa, con un provvedimento immotivato come il coprifuoco, come quelle di esercitare le attività imprenditoriali, chiudendo i ristoranti ma, in contraddizione, aprendo i porti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Così come non può permettersi di contrarre il diritto al voto, il diritto dei cittadini di scegliersi in democrazia da chi farsi rappresentare. Purtroppo, su questi temi non si può arretrare e Fratelli d'Italia non ha arretrato quando avete tentato con Conte di chiudere l'attività parlamentare con la scusa della pandemia. Non ha arretrato quando avete rinviato le elezioni lo scorso anno e non arretra oggi, perché noi non abbiamo cambiato idea. Lo facciamo da soli in Parlamento, ma non siamo soli nel Paese perché gli italiani sui diritti fondamentali - la gran parte degli italiani - la pensano come noi.

Vede, abbiamo provato anche con un ordine del giorno a riportare il tema per cui una Nazione civile si debba dotare dei protocolli sanitari necessari a consentire lo svolgimento delle attività democratiche, come abbiamo fatto anche in questo Parlamento, perché, laddove vi fosse, non ce lo auguriamo, una quarta ondata della pandemia, che facciamo? Rinviamo ulteriormente le elezioni e non votiamo più in questa Nazione? Credo che su questi temi non si debba rinunciare a una battaglia. Chi lo fa, ne risponde alla propria coscienza, ne risponde agli elettori. Noi non lo abbiamo fatto e non lo faremo, perché, dalla difesa delle istituzioni, delle regole istituzionali, democratiche, dalla difesa del giudizio della sovranità popolare si tutela, nel modo più profondo e autentico, l'interesse degli italiani, ma soprattutto si garantisce un futuro di libertà a questa straordinaria Nazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Felice Maurizio D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Grazie, Presidente. È la terza volta che intervengo su questo provvedimento, per la pregiudiziale di costituzionalità, per la discussione generale, ora per il voto finale. Il collega Sarro è intervenuto per la dichiarazione di voto sulla fiducia. In Commissione, abbiamo esaminato in modo approfondito il provvedimento. Che non ci sia stato un confronto parlamentare, che non ci sia stato un approfondimento di temi, credo sia un argomento che, ancora una volta, è, non solo non dimostrabile, ma è chiaramente non veritiero. Perché, anche il dibattito parlamentare, anche la presentazione degli ordini del giorno, anche le riformulazioni che sono state fatte dal Governo, venendo incontro a proposte dell'opposizione, spesso, non sono state condivise, né accolte. Dire che il Governo non abbia dimostrato, in un iter abbastanza lungo del provvedimento, la volontà delle due Camere di trovare anche soluzioni, proposte anche dalla maggioranza e dalle minoranze, è un'ulteriore affermazione non veritiera. Il provvedimento mi pare evidente che nasca da una esigenza che, come sempre, nei decreti-legge, negli atti aventi forza di legge, viene espressa fin dal preambolo, dalla premessa del provvedimento stesso. Tenuto conto che l'Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato la pandemia da COVID-19, preso atto del permanere della situazione epidemiologica, del carattere particolarmente diffusivo dell'epidemia e dell'incremento dei casi e di decessi notificati all'Organizzazione mondiale della sanità, vista la delibera del Consiglio dei ministri del 13 gennaio 2021, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 15 del 20 gennaio 2021, con la quale è stato prorogato lo stato di emergenza sul territorio nazionale in conseguenza del rischio sanitario connesso all'insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili, tenuto conto delle varianti che si sono via via evidenziate e che hanno reso ancor più difficile la risposta rispetto agli indici di contagio, iniziata la profilassi vaccinale – che, come abbiamo constatato, ha avuto problematiche, c'è un'organizzazione non efficace, il Governo Draghi, da poco insediato, ha cambiato verso rispetto anche al sistema di organizzazione sul territorio della profilassi vaccinale - abbiamo evidenziato la necessità che, con atti aventi forza di legge, si procedesse anche su quelle che erano le libertà costituzionali e, quindi, con gli atti solo esecutivi e attuativi del Governo; dunque sulla base di atti, non norme di carattere generale, ma di specifici provvedimenti di legge che contenevano specifiche indicazioni in ordine alla risposta del Governo anche con riguardo al contemperamento degli interessi costituzionali: salute e libertà individuali. Tutto questo è stato fatto, tutto questo ha determinato la necessità di un rinvio, di un differimento delle elezioni. E qui ricordo ciò che è stato detto più volte anche in Commissione: il momento elettorale non è solo il voto, non è il voto e basta; il momento elettorale è costituito da più fasi. La Corte europea dei diritti dell'uomo e la Corte costituzionale hanno ribadito e ricordato, più volte, che il procedimento elettorale deve garantire formazione, informazione, capacità di confronto e consentire all'elettore, in tutto il processo elettorale, di arrivare al voto attraverso l'espressione – genuina - dalla volontà popolare. Questo vuol dire che devono essere garantite tutte le fasi, ogni momento; e questo non poteva essere garantito. Faccio un esempio: la regione Calabria, lo scorso anno, aveva un indice di contagio penso il più basso d'Italia; diversa è stata la situazione quest'anno. Come si faceva a votare le regionali in Calabria a fine febbraio o primi di marzo? Con quale responsabilità politica e non solo si poteva svolgere una competizione elettorale? Con quale responsabilità si dovevano svolgere competizioni elettorali in grandi città? In quale modo si sarebbero garantite le libertà costituzionali rispetto al procedimento elettorale e all'espressione genuina del voto e al confronto elettorale? Come, rispetto a quello che è l'incedere elettorale che la Corte costituzionale e la Corte europea dei diritti dell'uomo hanno più volte ribadito che sono elementi essenziali del momento finale dell'espressione del voto. Tutto questo è stato considerato con un differimento e con una semplificazione del procedimento elettorale. Si tratta - lo ripeto sempre - come diceva il collega Ceccanti, di una legislazione di contorno, non abbiamo inciso, non c'era nessuna volontà né potere di incidere sul voto. è un differimento rispetto a una semplificazione del procedimento elettorale, legislazione di contorno. Perché, comprendo molte delle ragioni dell'opposizione, però sugli argomenti tecnici non ci fate lezioni, perché qualcosa la sappiamo pure noi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) Tanto per essere chiari. Perché ora sono giorni e settimane che stiamo discutendo, e c'è stata grande comprensione. Noi – io, per primo - abbiamo proposto, per esempio, una semplificazione che non c'è nel procedimento elettorale e che ci voleva, sull'acquisizione di alcune certificazioni. Lo sa bene il sottosegretario, ha dimostrato grande condivisione su un tema fondamentale che è quello che riguarda l'ottenimento dei certificati penali, che mette in difficoltà gli uffici giudiziari, mette in difficoltà l'approvazione delle liste; ci sono elementi ancora vanno affinati, ci vorrà forse una manutenzione del provvedimento e su questo il sottosegretario ha seguito – e lo ringrazio -, con grande disciplina - visto che si dice e si afferma che siamo degli scapestrati, qui - e con grande impegno, il provvedimento, così come la relatrice. Egli ha dato rassicurazioni su quella che sarà anche la necessità di affinare alcune cose. Abbiamo avanzato proposte, noi di Forza Italia, in primis con emendamenti a firma del collega Fontana, su temi concreti, che possono determinare difficoltà nella formazione delle liste. E siamo sensibili a questi temi, anche a quelli proposti dai colleghi di Fratelli d'Italia. Molti sono anche temi giusti, corretti, però ci sono anche i termini nei quali i provvedimenti devono essere approvati. E la fiducia: sì, la fiducia l'abbiamo posta su questo decreto non perché sia questo l'unico elemento fondamentale dell'attività legislativa. Faccio presente che è la prima fiducia – finora, tutti i provvedimenti li abbiamo portati alla discussione delle Camere - ma è stata una fiducia su un tema importante, e la maggioranza ha dimostrato, ancora una volta, la sua coesione e sui temi che sono state proposti anche dell'opposizione c'è piena apertura da parte di tutte le forze, non solo di centrodestra, di tutte le forze di maggioranza e da parte del Governo, e su questo dovremo chiaramente discutere nei prossimi giorni, per trovare ulteriori soluzioni. Ma nell'impianto, nello spirito e nella ratio, il provvedimento non solo è perfettamente conforme al dettato costituzionale, perché questo esercizio di accusa di illegittimità costituzionale non è più sopportabile, perché la maggioranza si è comportata in questo provvedimento secondo i dettami della Carta costituzionale! Questo provvedimento è pienamente conforme alla norma costituzionale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Poi qualcuno dimostri che non lo è e vediamo, insomma; però, non si può dimostrare, perché ora tutti utilizzano la Carta costituzionale come se fosse un altro tipo di carta, diciamo, ordinaria.

No, la Carta costituzionale è una cosa seria e, con tutto il rispetto, ci sono persone in quest'Aula che la conoscono, come tanti altri, sicuramente, anche nell'opposizione. Lezioni, però, no; non voglio fare lezioni e non mi permetto però non le fate neanche a noi, perché c'è un limite oltre il quale non è possibile andare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Detto questo, il voto di Forza Italia è sicuramente favorevole. Il provvedimento ha bisogno, ripeto, di alcune manutenzioni e chiedo in particolare ai colleghi di Fratelli d'Italia di ricordare che in Commissione, quando c'è stato un momento in cui sembrava non ci fosse il numero legale, io stesso mi sono dichiarato disposto a darvi sostegno per verificare il numero legale. Quindi, da parte della maggioranza c'è il pieno rispetto del ruolo dell'opposizione. Però ci vuole il pieno rispetto anche del ruolo della maggioranza e delle scelte che fa, soprattutto senza accuse, come è avvenuto nella discussione generale, di disonestà o di illegittimità costituzionale, perché questi termini e queste accuse non possono essere accettati da nessuna delle forze di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ciampi. Ne ha facoltà.

LUCIA CIAMPI (PD). Grazie, Presidente. Le elezioni non si risolvono soltanto con l'apportare una scritta o un segno nella scheda elettorale; le elezioni sono passione, dibattito, confronto di idee, sono comizi e partecipazione. Questa è una premessa indifferibile per inquadrare nel migliore dei modi la complessità degli effetti del decreto-legge che siamo chiamati a valutare e per rispondere a chi ha parlato di un decreto anticostituzionale, per non dire di peggio, anche in quest'Aula, sperando di trarre vantaggi elettorali anche dalla pandemia. Ma facciamo chiarezza: il provvedimento in esame prevede, in particolare, che le elezioni previste nell'anno in corso, solitamente in primavera, si svolgano in una data compresa tra il 15 settembre il 15 ottobre 2021. Da tale rinvio sono interessate le elezioni dei consigli comunali e circoscrizionali previste tra il 15 aprile e il 15 giugno 2021, le elezioni suppletive per i seggi della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica dichiarati vacanti entro il 31 luglio 2021, le elezioni amministrative nei comuni i cui organi sono stati sciolti per fenomeni di infiltrazione mafiosa, anche se già indette, tramite integrale rinnovo del procedimento di presentazione delle liste e delle candidature, le elezioni amministrative a seguito dell'annullamento delle elezioni degli organi delle amministrazioni comunali in alcune sezioni, anche se già indette, le elezioni amministrative nei comuni i cui organi devono essere rinnovati per motivi diversi dalla scadenza se le condizioni che ne rendono necessario il rinnovo si verificano entro il 27 luglio 2021, le elezioni degli organi elettivi delle regioni a statuto ordinario, anche se già indette, e quelle relative agli organi elettivi per i quali entro il 31 luglio 2021 si verificano le condizioni che ne rendono necessario il rinnovo.

Contestualmente, il decreto dispone inoltre che le consultazioni si svolgano in due giornate, sia di domenica sia di lunedì, e riduce a un terzo il numero delle sottoscrizioni per le elezioni comunali e circoscrizionali. Solo per le elezioni amministrative saranno chiamati alle urne gli elettori di 1.312 comuni. L'elenco dei comuni è ancora provvisorio, perché a questi si aggiungeranno altri eventuali comuni i cui consigli comunali saranno sciolti con apposito decreto del Presidente della Repubblica entro il 27 luglio 2021. Alle urne andranno ben venti comuni capoluogo di provincia, di cui sei sono anche capoluogo di regione: Bologna, Milano, Napoli, Roma, Torino e Trieste. Sono undici le città con oltre 100 mila abitanti che rinnoveranno i consigli comunali. Si tratta di decine di milioni di elettori in tutta Italia, elettori che non si recheranno solo alle urne ma che, come è accaduto, ad esempio, nelle scorse elezioni regionali del 2020, potrebbero assistere agli appuntamenti previsti nelle piazze, ai convegni in spazi pubblici e privati, perché la democrazia è essenzialmente partecipativa. Infatti, l'obiettivo di questo provvedimento è quello di promuovere la democrazia partecipativa e non, come qualcuno ha ripetuto in questi mesi, di sospenderla magari a vantaggio o svantaggio di una o di un'altra forza politica. La finalità del provvedimento - è bene ripeterlo - è di evitare assembramenti di persone e condizioni di contiguità che sarebbero in contrasto con le misure di profilassi sanitaria, incluso il distanziamento, e di far sì, dunque, che le consultazioni elettorali si tengano in situazioni di sicurezza. Le modifiche che sono state apportate al Senato vanno in questa direzione. Mi riferisco, in particolare, alla estensione delle disposizioni vigenti ai termini di svolgimento delle elezioni degli organi delle città metropolitane e dei presidenti delle province e dei consigli provinciali in scadenza nel primo semestre 2021 e anche a quelli in scadenza tra luglio e settembre 2021, alla possibilità di presentare per le elezioni del 2021 l'atto di designazione dei rappresentanti di lista mediante posta elettronica certificata, all'introduzione di disposizioni speciali in materia di quorum di validità per le elezioni del sindaco e del consiglio comunale per il 2021, nei comuni fino a 15 mila abitanti, nel caso in cui sia stata ammessa una sola lista e all'ampliamento degli orari di apertura degli uffici del casellario giudiziario in occasione delle competizioni elettorali 2021.

Va inoltre segnalato, per completezza di informazione, che è stata inserita la facoltà per le università e per le istituzioni dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica di individuare modalità alternative, anche telematiche, di svolgimento delle procedure elettorali per il rinnovo dei propri organi collegiali e monocratici entro il 31 ottobre 2021. La pandemia, grazie alle misure varate dal Governo e alla campagna di vaccinazione, sta rallentando ma è una certezza ormai che riaprire in fretta senza le dovute garanzie e protocolli di sicurezza adeguati possa essere devastante e causare repentine e controproducenti chiusure, perché questo virus e le sue pericolosissime varianti sono purtroppo imprevedibili e il quadro generale può variare drammaticamente in poche settimane.

Un caso emblematico è purtroppo quello della Sardegna, fino a poche settimane fa unica zona bianca d'Italia e oggi unica zona rossa, o quasi, dell'intero Paese. Senza dimenticare l'India: due mesi fa si parlava di immunità di gregge, di crollo di morti e contagi senza vaccinazione, mentre oggi, in tre giorni, si sono registrati un milione di casi, con ospedali al collasso e decessi nelle strade per mancanza di ossigeno. Non tenere conto di ciò è oggi irresponsabile. Il monito del Presidente della Repubblica, nel momento in cui dette mandato esplorativo, nello scorso mese di febbraio, all'attuale Presidente del Consiglio Mario Draghi, rappresenta ancora un punto fermo. Quelle parole - le cito testualmente - furono da timone per un Paese che rischiava la deriva delle urne poco prima che esplodesse la terza ondata. la campagna elettorale - disse allora Sergio Mattarella - richiede inevitabilmente tanti incontri affollati, assemblee, comizi. Nel ritmo frenetico elettorale è pressoché impossibile che si svolgano con i necessari distanziamenti. Nei Paesi in cui si è votato obbligatoriamente perché erano scadute le legislature dei parlamenti o i mandati dei presidenti si è verificato un grave aumento dei contagi.

È facile comprendere che cosa sarebbe accaduto se il Paese avesse ceduto alle sirene sovraniste che echeggiano ancora, purtroppo, in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Prese di posizione incomprensibili e intransigenti che hanno impedito, purtroppo, una discussione pacata, costruttiva e nell'interesse del Paese.

È per questo che il decreto di oggi è così importante, perché rappresenta un compromesso irrinunciabile per garantire sia la democrazia partecipativa, che la salute pubblica. Chi oggi si oppone a queste norme di buonsenso non crede nella democrazia o non ha a cuore la salute degli italiani. Per questo motivo, annuncio il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Iezzi. Ne ha facoltà.

IGOR GIANCARLO IEZZI (LEGA). Grazie, Presidente. Sottosegretario, colleghi, devo dire di essere davvero stupito dai toni che ho sentito durante il dibattito su questo provvedimento nei giorni scorsi. Mi sembra, con tutta franchezza, che non siamo di fronte né a un colpo di Stato, né a una forzatura antidemocratica (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), ma stiamo semplicemente rinviando la finestra elettorale dal periodo che va dal 15 aprile al 15 giugno, al periodo che va dal 15 settembre al 15 ottobre, cioè poche settimane.

Come ho detto anche durante il dibattito sulla pregiudiziale, il nostro ordinamento si fonda, tra gli altri, su due pilastri, che sono libertà e democrazia, che si declinano, poi, nel concreto, dando la possibilità - che, poi, è un diritto - ai cittadini, attraverso libere e democratiche elezioni, di scegliere i propri rappresentanti ai diversi livelli istituzionali e questo diritto, naturalmente, va coniugato a scadenze precise.

Noi, nei mesi scorsi, siamo sempre stati favorevoli al ritorno ad elezioni. In coincidenza delle varie crisi che hanno accompagnato questa legislatura negli ultimi tre anni, la Lega ha sempre considerato legittimo e doveroso il ricorso alle urne. Noi su questo non abbiamo mai avuto dubbi, noi non abbiamo mai contestato il diritto incancellabile al voto e la possibilità che i cittadini scelgano i propri rappresentanti; peraltro, se nei mesi scorsi noi avessimo dato la possibilità ai cittadini di scegliere, probabilmente non avremmo mai avuto la terribile e drammatica pagina del Governo Conte-bis (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), i cui danni, purtroppo, stiamo pagando ancora oggi. Però la situazione adesso è diversa: noi non stiamo cancellando un diritto inviolabile, ma stiamo semplicemente rinviando di alcune settimane la possibilità del voto e lo facciamo perché siamo di fronte a condizioni nuove che giustificano un atteggiamento diverso. Mi riferisco, in particolare, al fatto che finalmente, dopo mesi, è iniziata, è partita e si sta sviluppando, sta proseguendo con determinazione la campagna vaccinale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier): dopo mesi buttati via e persi a parlare di gazebi a forma di primula e di banchi a rotelle, mentre nessuno si occupava dell'approvvigionamento dei vaccini e qualcuno, invece, faceva affari, non si sa se leciti, con la Cina (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Allora, io credo che le forze politiche responsabili e democratiche di questo Parlamento si debbano chiedere quale è la priorità, anche perché, fuori di qui, la società reale, la società civile, il mondo reale, il mondo che lavora e che produce lo sa già. Noi siamo di fronte a uno sforzo univoco, collettivo, corale della società civile, delle associazioni, del mondo del volontariato, delle forze dell'ordine, degli operatori del sistema sociosanitario, delle istituzioni locali, del mondo pubblico e privato, per vaccinare il maggior numero di persone e ridare così al Paese la possibilità di ripartire e ai cittadini di tornare a lavorare, a vivere e a sperare.

Allora, trovo davvero sorprendente che in quest'Aula ci sia chi abbia perso totalmente il contatto con il mondo fuori, chi è alla ricerca di un consenso effimero, chi è disponibile, per ottenere un paio di consiglieri comunali in più, a mettere a rischio questo percorso e l'impegno profuso da un intero Paese e da un intero popolo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Io credo che dobbiamo essere chiari: prima c'è la campagna vaccinale e poi arriva tutto il resto.

Io capisco che qui ci sia, in alcuni, la consapevolezza di avere un consenso, che sarà destinato per forza a scendere nel momento in cui il Paese ripartirà, però noi non possiamo sacrificare tutto sull'altare delle ambizioni e delle posizioni personali (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Allora, io credo che dobbiamo, con franchezza, dirci che la guerra che noi stiamo combattendo è contro l'epidemia, è contro la possibilità che il contagio si diffonda: il nemico è il virus, è il COVID-19. In questo contesto, un vero patriota affronta la guerra di petto, a testa alta (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), con coraggio, con orgoglio, buttando il cuore oltre l'ostacolo, non mettendosi alla finestra, con le ginocchia che tremano, atterrito dalla paura di dover fare delle scelte ed eventualmente sbagliare: no, il Paese oggi ha bisogno di patrioti, non di disertori.

Allora, io credo davvero che si debba usare il buonsenso, tutti, anche nel Governo, perché le regole vanno bene, le regole sono giuste, le regole devono essere rispettate, ma le regole devono essere sensati e, soprattutto, devono essere uguali per tutti. Qualcuno mi deve spiegare che senso ha rinviare, come stiamo facendo, le elezioni in alcuni comuni e, poi, permettere che i peruviani vadano a votare per le elezioni presidenziali in piena zona rossa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), in seggi posticci allestiti nei comuni delle città. Qualcuno mi deve dire che senso ha il coprifuoco alle 22, che, tra l'altro, non ha nessuna giustificazione medica, scientifica, sociale, sanitaria, se non quella di mortificare aziende e lavoratori, e poi permettere che orde di clandestini girino liberamente nel Paese senza regole e senza limiti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). E qualcuno mi dovrà prima o poi spiegare che senso ha impedire ai cittadini italiani di entrare in un ristorante a pranzo o a cena e, poi, permettere a migliaia di immigrati irregolari di entrare nel nostro Paese, travalicando i confini e sbarcando sulle nostre coste.

E, allora, buonsenso. Io credo che quel buonsenso che noi chiediamo agli italiani, per prima cosa lo dobbiamo usare noi e lo debbano usare i membri del Governo. Il nostro scopo, come parlamentari della Lega, è quello di far uscire il buonsenso, che io sono sicuro alberga in tutti i nostri rappresentanti di Governo, anche perché, sottosegretario Scalfarotto, è arrivato davvero il momento che tutti si usi il buonsenso (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Baldino. Ne ha facoltà.

VITTORIA BALDINO (M5S). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, quando ci troviamo a esaminare e ad approvare un provvedimento che riguarda la gestione della pandemia e, soprattutto, quando ci troviamo ad approvare un provvedimento che, in qualche modo, limita o comprime i diritti costituzionalmente tutelati, speriamo sempre che sia l'ultimo, soprattutto quando, come in questo caso, ci ritroviamo ad approvare un provvedimento che riguarda un diritto costituzionalmente tutelato, che è il diritto di voto, che è il perno del principio democratico del nostro Paese.

Allora ci siamo chiesti e ci chiediamo tuttora se sia opportuno e rispondiamo a chi ci chiede se è opportuno rinviare nuovamente le elezioni, rispondendo, purtroppo, di sì. Se infatti non fosse opportuno, non saremmo tra i 78 Stati del mondo, di ogni continente, che in questo anno hanno deciso di assumere questa decisione, quindi di rinviare le consultazioni elettorali. Ciò è opportuno perché le elezioni che stiamo rinviando riguardano circa 1.700 comuni ed è opportuno perché noi sappiamo benissimo - tutti facciamo politica, tutti, quantomeno, siamo stati elettori - che il momento elettorale non si risolve nel momento in cui ci rechiamo ai seggi, mettiamo una “x” su una tessera e poi la infiliamo in un'urna. Il momento elettorale è il momento aggregativo per eccellenza. Quando ci sono le elezioni, soprattutto le elezioni amministrative, i comuni sono in fermento, soprattutto nei comuni le comunità sono in fermento e noi dobbiamo garantirla questa partecipazione, dobbiamo garantirla sempre di più (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), ed è importante garantire che siano sempre più aggregativi questi momenti La domanda giusta è: possiamo garantirlo ora?

No, in questo momento purtroppo non lo possiamo garantire. Proprio un anno fa ci trovammo sempre a convertire un decreto di rinvio delle elezioni e mi ricordo che ci fu un dibattito molto acceso in Commissione rispetto all'opportunità di rinviare o meno. Noi facemmo leva su un parere del CTS, della comunità scientifica che ci allertava sulla possibilità di una seconda ondata in ottobre e purtroppo così successe; quindi, quelle elezioni si svolsero tranquillamente il 20 e il 21 settembre senza troppi problemi. Ma rispetto all'anno scorso il periodo è ancor più delicato, non perché sia peggiore - non è peggiore -, ma, rispetto all'anno scorso, abbiamo un fatto nuovo per fortuna, vale a dire la campagna vaccinale. Noi, in questo momento, abbiamo l'interesse preminente di garantire che la campagna vaccinale vada avanti senza intoppi in modo da mettere in sicurezza le persone fragili del nostro Paese; allo stesso tempo - le cose vanno quasi parallelamente -, noi dobbiamo rendere definitive ed effettive le riaperture che in questo momento stiamo programmando. Questo è un fatto certo; tutti ci teniamo al fatto che l'Italia possa ripartire (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Consentiamo che il piano vaccinale vada avanti senza intoppi, perché ciò rappresenta anche una risposta che noi stiamo dando agli operatori economici, alle categorie produttive che, giustamente, stanno attraversando un momento di disagio. Dobbiamo continuare a mettere sul piatto della bilancia i diversi interessi che in questo momento sembrano contrapposti, ma che, in realtà, non lo sono. Rifuggo dall'idea che ci sia una parte politica a cui interessi poco la tutela della salute collettiva, non voglio pensarlo e non lo penso; però penso, e credo di avere anche fondati motivi di ritenere, che ci sia una parte politica che stia cavalcando il disagio legittimo che alcune persone stanno provando in questo momento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Non c'è una parte depositaria della volontà popolare e un'altra che ha orecchie tappate e non veda con i propri occhi, perché tutti abbiamo vissuto sulla nostra pelle che cosa significhi avere a che fare con questo periodo storico così delicato; tutti, in qualche modo, abbiamo raccolto le angosce e le preoccupazioni di conoscenti e parenti, che hanno avviato un'attività economica e non sanno se possono portarla avanti. Tutti, purtroppo, abbiamo avuto diretta esperienza di persone a noi care che, anche in questo momento, sono in un letto di ospedale, aggrappati alla vita e combattono contro il COVID. Credo che, a tutti loro, noi dobbiamo rispetto; lasciamo, quindi, la propaganda politica fuori da quella porta! Lasciamo la ricerca del consenso elettorale fuori da quella porta perché questo è il momento più importante (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Se noi saremo in grado di affrontare questo momento in maniera equilibrata e adeguatamente prudente, potremo dire di aver imboccato la strada che ci farà uscire da questo maledettissimo tunnel, però lo dobbiamo fare tutti quanti insieme. Vorrei ora porre due questioni fondamentali per noi del MoVimento 5 Stelle. Siamo soddisfatti dell'impegno che la Ministra Lamorgese ha voluto porre, attraverso un ordine del giorno che abbiamo presentato e approvato, a prima firma del presidente Giuseppe Brescia, sulla sperimentazione del voto elettronico; riteniamo che dobbiamo cogliere le opportunità che la tecnologia, le nuove tecnologie ci stanno offrendo, non rincorrerle, ma dobbiamo anticiparle e non possiamo dire che una cosa non funziona se prima non ci abbiamo quanto meno provato, quindi è importante dare il via alla sperimentazione del voto elettronico nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle. Ritengo, pertanto, importante fare passi avanti rispetto alla ricerca di metodi alternativi di esercizio del diritto di voto, anche, ad esempio, per gli studenti fuori sede o per coloro che, per motivi di studio, di lavoro o di salute, quando si celebrano le elezioni, non possono recarsi presso i propri seggi; ciò proprio in ossequio di quel principio della massima partecipazione al momento elettorale che noi dobbiamo garantire. Altro argomento molto importante, a cui teniamo molto e su cui abbiamo approvato un ordine del giorno, riguarda la ricerca e la ricognizione di sedi alternative agli istituti scolastici per svolgere le elezioni. L'88 per cento dei seggi elettorali sono allestiti all'interno degli istituti scolastici, ma non possiamo dire ai nostri studenti che, dopo due anni di interruzione e di sospensione dell'attività didattica in presenza, saranno di nuovo costretti a interrompere le lezioni: le elezioni non devono interrompere le lezioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Chiedo, quindi, il massimo sforzo al Ministro dell'Interno, al Ministro dell'Istruzione, alle prefetture e ai sindaci, perché individuino sedi alternative per svolgere le elezioni alternativamente alle scuole. Al Senato abbiamo presentato al “decreto Sostegni” un nostro emendamento che prevede l'istituzione di un fondo di premialità per quei comuni che riescono ad individuare sedi alternative. Questo lo dobbiamo ai nostri studenti, ai nostri ragazzi, ai nostri figli. Presidente, concludo così come ho iniziato: noi speriamo che questi provvedimenti siano gli ultimi, che i prossimi che ci troveremo ad esaminare siano provvedimenti che vadano ad allentare, a riespandere i diritti e le libertà che sono stati purtroppo, e giustamente, compressi. In questo caso, rispetto al rinvio delle elezioni, possiamo ritenere ed auspicare che questo sia davvero l'ultimo provvedimento. Per tutte queste ragioni, annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 3002​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3002: S. 2120 - "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 5 marzo 2021, n. 25, recante disposizioni urgenti per il differimento di consultazioni elettorali per l'anno 2021" (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 13).

Disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 22 aprile 2021, n. 52, recante misure urgenti per la graduale ripresa delle attività economiche e sociali nel rispetto delle esigenze di contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19 (A.C. 3045​) (Esame e votazione di una questione pregiudiziale) (ore 12,38).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della questione pregiudiziale Lollobrigida ed altri n. 1 (Vedi l'allegato A), presentata al disegno di legge n. 3045: Conversione in legge del decreto-legge 22 aprile 2021, n. 52, recante misure urgenti per la graduale ripresa delle attività economiche e sociali nel rispetto delle esigenze di contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19.

Avverto che, a norma del comma 3 dell'articolo 40 e del comma 3 dell'articolo 96-bis del Regolamento, la questione pregiudiziale può essere illustrata per non più di dieci minuti da uno solo dei proponenti. Potrà altresì intervenire un deputato per ognuno degli altri gruppi per non più di cinque minuti.

(Esame di una questione pregiudiziale - A.C. 3045​)

PRESIDENTE. Illustra la questione pregiudiziale Lollobrigida ed altri n. 1 la deputata Ferro.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente, sottosegretario, colleghi. A più di un anno dall'inizio della pandemia, il Governo continua a procedere con la decretazione d'urgenza, affrontando ancora in termini di emergenza una situazione che ormai si rappresenta drammatica nella sua quasi normalità, rispetto ad uno scenario con cui purtroppo dobbiamo convivere e fare i conti per molto tempo ancora. Eppure, in quest'anno, il Governo Conte, prima, e oggi il nuovo Esecutivo hanno mostrato confusione, impreparazione, incapacità di comprendere le necessità di un Paese reale. E, se nella prima fase la paura, l'incertezza, il dolore per le perdite subite dalle famiglie, la solidarietà con chi ha lottato in prima linea hanno spinto gli italiani ad avere fiducia nel Governo, oggi quel sentimento di unità, di condivisione, lo spirito di comunità nazionale ha lasciato il posto soltanto allo sconforto, alla rabbia, alla delusione, alla sensazione di vedere affidati i sacrifici di una vita e la speranza nel futuro ad un Governo inadeguato, che non ha il coraggio di assumersi responsabilità, ma che soprattutto è incapace di empatia con un'Italia che soffre per una continua e ormai ingiustificata limitazione delle libertà fondamentali, soprattutto libertà garantite dalla Costituzione, la libertà di spostamento e la libertà di impresa.

Certo, il Governo deve garantire un altro diritto fondamentale, quello della salute. In un anno avrebbe dovuto certamente attrezzare la rete ospedaliera, programmare un efficace piano vaccinale, predisporre e far rispettare i protocolli di sicurezza sanitaria in tutte le attività economiche e produttive, intervenire sul principale polo di contagio, ovvero il trasporto pubblico. Nulla di tutto questo. Da Conte a Draghi la soluzione è soltanto la chiusura: chiudere gli italiani in casa e impedire ad intere filiere economiche di lavorare non sono più provvedimenti giustificabili con la situazione di emergenza. Non possiamo ancora essere impreparati. Interi settori della nostra economia sono al collasso, piegati dalle chiusure e non aiutati dai ristori. Le ripercussioni sulle condizioni di benessere psicofisico dei cittadini sono devastanti. Provvedimenti da stato di guerra, come il coprifuoco, non hanno alcuna giustificazione e rischiano di essere devastanti per l'economia, così come la continua incertezza sulla possibilità di aprire o meno la propria attività. Evidentemente non ci si rende conto di quanto sia importante, per qualsiasi attività e impresa, la programmazione.

Per questo siamo contrari ad esaminare il provvedimento, che riteniamo viziato sia sotto il profilo della legittimità costituzionale, in ragione del carattere eterogeneo del contenuto delle disposizioni, sia sotto il profilo delle libertà individuali, tutelate dalla Costituzione, rappresentando ancora una volta un palese abuso della decretazione d'urgenza. Tutte le misure trattate continuano, infatti, ad essere limitative delle libertà individuali costituzionalmente garantite e i continui rimandi alle classificazioni in zone e colori, in cui l'Italia è ripartita, continuano ad essere poco chiari e non di immediata e univoca interpretazione.

In sostanza, è l'ennesimo ricorso ad un provvedimento d'urgenza che dispone, ancora una volta, misure eterogenee, non tutte riconducibili all'omogeneità richiesta per la decretazione d'urgenza, ma soprattutto limitative della libertà personale, dal momento che interessano gli spostamenti nazionali, condizionati dai cosiddetti certificati di guarigione e di avvenuta vaccinazione.

Il ricorso sistematico alla decretazione d'urgenza, correlata all'emanazione di disposizioni legislative non collegate tra di loro, è una consuetudine parlamentare che si è ormai consolidata nell'ultimo anno e che si configura come compromissione delle prerogative parlamentari nell'esercizio delle funzioni legislative, oltre che come una distorsione totale degli equilibri correlati al legittimo e corretto confronto istituzionale tra il Governo e il Parlamento, che vedo molto attento, Presidente, in questa fase.

Si tratta di una prassi reiteratamente censurata dalla Corte costituzionale che si colloca in contrasto con il dettato dell'articolo 70 della Costituzione che attribuisce alle Camere l'esercizio della funzione legislativa.

Inoltre, il criterio di omogeneità nel contenuto dei provvedimenti oggetto di decretazione d'urgenza rappresenta una delle condizioni imprescindibili sulle quali sono definite le argomentazioni della stessa Corte costituzionale in merito alla legittima sussistenza dei casi straordinari di necessità e di urgenza.

L'emanazione di provvedimenti d'urgenza, di contrasto alla pandemia, sta rappresentando l'inaccettabile legittimazione di costanti rimaneggiamenti e correttivi legislativi che, per ragioni di opportunità politica o finanziaria, non si collocano certamente in opportuni ed adeguati interventi legislativi di natura ordinaria.

E' il caso, ad esempio, delle disposizioni relative alla certificazione verde, contenute nel decreto e applicabili in ambito nazionale, in base alle quali anche l'Autorità garante per la protezione dei dati personali, in un avvertimento formale, ha rilevato diverse criticità, specificando che: “Nel progettare l'introduzione della certificazione verde (…) si ritiene che non si sia tenuto adeguatamente conto dei rischi (…) per i diritti e le libertà degli interessati, e, quindi, non siano state adottate le misure tecniche e organizzative adeguate per attuare in modo efficace i principi di protezione dei dati (…)”.

E' evidente che trattare un argomento così complesso, che afferisce alla sfera della tutela delle libertà individuali, attraverso lo strumento della decretazione d'urgenza, non rende né possibile, né rispettosa l'elaborazione di una disciplina più completa, cosa che sarebbe possibile se l'argomento fosse trattato in modo giuridicamente più opportuno attraverso un provvedimento di natura ordinaria discusso dal Parlamento.

Si rileva che si tratta di una misura che, insieme ad altre contenute nel provvedimento, in materia di spostamenti e di riaperture, rientra nell'enorme e confusa mole di provvedimenti da cui è derivata una vera esondazione di poteri a danno dei diritti e delle libertà dei cittadini, prima fra tutte la libertà personale tutelata dall'articolo 13 della Costituzione.

Le continue misure sulle riaperture continuano a determinare incertezza e disorientamento nei cittadini e in tutti i settori economici, produttivi e commerciali, costretti ad assistere a continui e non sempre equi cambi di regole tra le differenti attività produttive.

Come Fratelli d'Italia, continuiamo a non capire il senso di consentire ai ristoratori in “zona gialla”, dal 26 aprile, di riprendere le attività unicamente all'aperto, consentendo, invece, il servizio anche al chiuso soltanto dal 1° giugno e solo fino alle 18, a differenza degli hotel, che potranno effettuare il servizio senza limiti. La disparità di trattamento tra operatori dello stesso settore, ma collocati in posti diversi, è un'altra delle caratteristiche che contraddistinguono i provvedimenti di questo Governo.

Fratelli d'Italia continua a chiedere la possibilità per tutti di lavorare, rispettando le regole e i protocolli di sicurezza; dare le regole e poi controllare in maniera severa che queste regole vengano rispettate. E' un segno di mediocrità l'essere incapaci di agire rispetto alle richieste che provengono dal mondo e dal nostro Paese: quel mondo reale che credo qui sia il vero straniero che abita in questo Governo. E, nello stesso tempo, pensavo che, se il muro di Berlino fosse stato costruito da chi governa e da chi sostiene questa maggioranza, sarebbe certamente caduto da solo; ciò lascia intendere la fiducia che oggi riponiamo, non semplicemente come gruppo di Fratelli d'Italia, ma come gruppo di Fratelli d'Italia che, al contrario di molti di voi, non si è sottratto alle piazze e all'ascolto delle tante categorie.

Quindi, Presidente, mi sento di dare un consiglio, pensando alla figura dell'arciere: l'arciere spesso si innamora del proprio arco e, proprio per questo, non riesce mai a prendere il bersaglio. Troppo facile chiudere tutto, troppo facile vietare, ma sono gli italiani a pagare il prezzo più alto di questa vostra incapacità di mettere in sicurezza e di far ripartire il nostro Paese; e, soprattutto, non è che non riuscite a vedere la soluzione, è che proprio non riuscite a vedere il problema (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Silvia Covolo. Ne ha facoltà.

SILVIA COVOLO (LEGA). Grazie, Presidente, onorevoli colleghi, anche la Lega ha sempre contestato l'eccessiva decretazione d'urgenza, riconoscendo nella continua emanazione di decreti-legge una palese violazione del precetto di cui all'articolo 70 della Costituzione. Spesso, in passato, il ricorso ai decreti-legge si è configurato come una forma di sbilanciamento e di forzatura degli equilibri costituzionalmente garantiti, spostando in capo al Governo il potere legislativo spettante al Parlamento. E' pur vero che, in una situazione di perdurante emergenza sanitaria, questo strumento normativo si rivela il più adatto a far fronte ai problemi e a modulare la risposta in base all'evolversi dell'epidemia. Inoltre, la ratio unitaria del decreto-legge n. 52 del 2021, al di là della condivisione di tutto il suo contenuto, è quella di intervenire con urgenza per permettere una graduale ripresa delle attività economiche e sociali, duramente colpite da questa pandemia. Ciò vale anche con riguardo al rapporto tra decreto-legge e legge di conversione, che non è un semplice atto formale, come se le Camere potessero soltanto approvare o respingere il testo di emanazione governativa. Al contrario, la prassi più che cinquantennale e la Corte costituzionale, con sentenza n. 22 del 2012, hanno ammesso la possibilità di interventi correttivi perfino difformi, purché incidenti sugli stessi oggetti o in vista delle medesime finalità del decreto in conversione.

Anzi, è proprio grazie ai rimaneggiamenti parlamentari che si è consentito di superare alcune asperità del provvedimento originario che è stato, così, emendato.

Mi si consenta, però, di parlare anche nel merito dell'operazione che la maggioranza è chiamata a portare avanti. La ripresa delle attività dovrà passare necessariamente attraverso progressive riaperture, permettendo a tutti di lavorare nelle stesse condizioni, senza discriminazioni tra chi può disporre di spazi esterni per consumare all'aperto e chi, invece, si trova a poter erogare il servizio soltanto al coperto. Mi riferisco, ovviamente, alle attività di ristoratori e baristi. Il progressivo calo dei contagi e l'accelerazione del piano vaccinale non possono giustificare misure più stringenti di quelle già previste per le “zone gialle” nei mesi scorsi. Per questo motivo, ci siamo battuti per la raccolta firme contro il coprifuoco alle 22 e rivendichiamo la vittoria ottenuta con l'accordo di maggioranza del 27 aprile scorso per una imminente revisione dei limiti agli spostamenti, in linea con l'andamento dei dati epidemiologici e della campagna vaccinale, senza contare che chi, alla data odierna, non potrà concretamente riprendere la propria attività dovrà essere congruamente indennizzato, per evitare ingiustificate disparità di trattamento.

Per quel che riguarda la scuola, da sempre motore di sviluppo e di uguaglianza, è indubbio che la DAD abbia creato notevoli ripercussioni psicologiche nei nostri ragazzi che hanno il diritto di tornare in presenza e di recuperare, anche in questi mesi, apprendimento e socialità. Tuttavia, i governatori hanno evidenziato la necessità di un ritorno in classe sostenibile con il trasporto, perché non si può pensare alla ripresa in presenza al 100 per cento con mezzi pubblici che viaggiano a capienza del 50 per cento e che non sono destinati esclusivamente al trasporto scolastico. Rimane ancora aperta pure la partita sulla ripresa delle lezioni in sicurezza, grazie a tamponi salivari e alla dotazione di termoscanner e di idonei impianti di areazione. Noi continueremo, quali componenti responsabili di questa maggioranza, a porre al Governo tutte le condizioni di buon senso che provengono dalle regioni, auspicando in revisioni o tagliandi periodici delle misure rese necessarie secondo le indicazioni della scienza per contrastare la pandemia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Nicola Provenza. Ne ha facoltà.

NICOLA PROVENZA (M5S). Grazie, Presidente. Il provvedimento in esame si inserisce, come ben sapete, nella strategia di rilancio del nostro Paese, un rilancio che è anche una reazione rispetto alla crisi dovuta all'evento pandemico. Una strategia, in fondo, determinata da due pilastri fondamentali: da un lato, la previsione di un calendario dettagliato di riaperture e l'allentamento delle limitazioni agli spostamenti sul territorio nazionale e, dall'altro lato, anche l'adozione di misure di sostegno per l'economia e per le imprese. È una strategia che, ovviamente, va nella cornice di un rallentamento della curva dei contagi ma anche di una accelerazione della campagna vaccinale.

Stupisce, dunque, questa pregiudiziale di costituzionalità sul cosiddetto “decreto Riaperture”. Qualunque sia la prospettiva, relativa sia alle aperture sia alle chiusure, secondo i proponenti della pregiudiziale, in ogni caso, ci troveremmo di fronte a un terreno di incostituzionalità. Si contesta, prima, la legittimità costituzionale sulle chiusure e sulla privazione della libertà personale, salvo poi contestare, con lo stesso tenore pregiudiziale, anche l'allentamento delle misure e degli spostamenti sul territorio nazionale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi, domando sommessamente: ma ritenete forse incostituzionale anche la libertà di muoversi?

Si contesta addirittura l'adozione delle misure di sostegno all'economia, ignorando fondamentalmente la sofferenza delle imprese in questo momento così critico. Allora, è evidente che ci troviamo di fronte a un paradosso pretestuoso di questa pregiudiziale: si contesta addirittura il ricorso sistematico alla decretazione d'urgenza e la carenza di omogeneità nel contenuto del provvedimento, richiamando, tra l'altro, reiterate censure della Corte costituzionale. Però, i proponenti sanno molto meglio del sottoscritto che quelle censure non sono riconducibili ai provvedimenti conseguenti alla pandemia. L'emergenza e l'urgenza pandemica rappresentano un fatto incontrovertibile e, quindi, sono necessarie e obbligatorie misure urgenti, misure che nessuna Corte, dobbiamo dirlo molto chiaramente, ha mai contestato con riguardo all'urgenza.

L'altro elemento evidente, unificante e che conferisce omogeneità alle misure è proprio il COVID-19. Dobbiamo dirlo in maniera definitiva, la pandemia ha colpito in maniera pervasiva la vita di ciascun cittadino, la vita di ciascuno di noi e, allora, per far fronte a ciò sono necessari degli interventi che sono ovviamente eterogenei ma sono collegati ad un fattore che deve essere unificante, unico: contenere e ridurre la diffusione dell'epidemia da COVID-19 e tutte le sue drammatiche conseguenze. Per fare questo ci vuole senso di responsabilità, collaborazione e spirito costruttivo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), non certamente un'opposizione pretestuosa, teleguidata dal recupero del consenso a tutti i costi, da finalità elettorali, da interessi di parte se non, addirittura, da una tendenza contagiosa, questa sì, e deprecabile di lucrare sulla pandemia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Quasi tutti in quest'Aula ci siamo assunti una responsabilità enorme, quella di collaborare per far uscire il Paese dall'emergenza pandemica. Allora, io ritengo inaccettabile, Presidente, che in questo momento storico non vi sia la consapevolezza condivisa, al di là dei ruoli che noi assumiamo in Parlamento, e non si assuma definitivamente una posizione netta che tragga spunto dai messaggi che la pandemia ci ha consegnato, cioè il primato assoluto del diritto alla salute, che vada oltre il concetto perdente di una produttività ad ogni costo, di uno sviluppo senza progresso, di un uso strumentale di una presunta ripresa economica che, però, è guidata da logiche finanziarie, quelle stesse logiche che la pandemia ha dichiarato fallite.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

NICOLA PROVENZA (M5S). Allora, al di là della dimensione fisica e psichica - e chiudo Presidente - che noi vogliamo preservare per ogni cittadino, noi continuiamo con coerenza a tener presente che va preservata la dimensione sociale, economica e relazionale della salute.

PRESIDENTE. Deve concludere.

NICOLA PROVENZA (M5S). Quindi, noi stiamo affermando, e chiudo, che la salute viene prima di ciascun altro valore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Vito De Filippo. Ne ha facoltà.

VITO DE FILIPPO (PD). Presidente, colleghi, il consolidato dibattito che abbiamo tenuto in questo tempo di emergenza ha disvelato nettamente tutti gli aspetti politici, istituzionali e costituzionali che sia il Governo sia il Parlamento hanno messo in campo come provvedimenti, in questa fase difficile e durissima di emergenza. In questo senso, il decreto-legge n. 52, che ci apprestiamo a convertire, si pone in un rapporto di successione e di assoluta consequenzialità rispetto a tanti DPCM precedenti ma, soprattutto, a decreti-legge che hanno imposto misure restrittive alle persone, purtroppo, e alle attività economiche, sociali ed educative, al fine di contenere gli effetti di una pandemia, restrizioni che ognuno di noi valuta esattamente per il valore e per gli aspetti di tutela della salute che sono ampiamente dimostrati dai dati e anche dalla scienza.

Questo è avvenuto sia durante la prima ondata, sia innanzi alla sua recrudescenza, che è emersa nell'autunno passato e ancora, successivamente, nei mesi che ci precedono. Il quadro degli interventi necessari a fronteggiare l'emergenza derivante dalla diffusione della pandemia è, infatti, definito in primo luogo da un insieme di decreti che stabiliscono la cornice ordinamentale delle misure adottabili per la gestione dell'emergenza. Vorrei ricordare, in particolare ai colleghi proponenti questa pregiudiziale, i decreti-legge n. 19 del 2020 e n. 33 dello stesso anno e anche i decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri che hanno attuato, per una fase in maniera prevalente, le disposizioni di decreti-legge modulandole in relazione anche all'andamento epidemiologico.

Successivamente, il Parlamento ha fatto un dibattito profondo su questo tema. L'abbandono dei DPCM, come strumento primario di legiferazione è stato uno degli effetti dell'adozione dei decreti-legge, che hanno permesso non solo di poter continuare a contrastare gli effetti del virus, ma anche quello di consentire al Parlamento di poter continuare ad avere un ruolo centrale, nonostante la decretazione dello stato di emergenza. Stato di emergenza che, con questo decreto, anche con una scansione puntuale di aperture, viene prorogato al 31 luglio, che impone al Governo l'adozione di misure immediate, capaci di contrastare l'evolversi della pandemia, ma anche di consentire, colleghi, qualora l'andamento dei contagi lo permetta, l'allentamento delle misure stesse. Questo decreto, che si inserisce nella strategia di rilancio del Paese come risposta alla crisi dovuta all'emergenza sanitaria in corso, può essere definito ampiamente e sicuramente il decreto delle riaperture, poiché reca al suo interno, come dicevo, un quadro di misure omogenee, a differenza di quanto indicato pregiudizialmente nella pregiudiziale, da applicare dal 1° maggio al 31 luglio del 2021, volte ad una graduale ripresa delle attività economiche e sociali. Capisco che è molto più semplice sedersi dalla parte degli “aperturisti” e quindi criticare quelli che vengono indicati in maniera manichea i “chiusuristi”, ma credo che sia un linguaggio desueto, improprio e, per molti aspetti, anche offensivo per i drammatici dati che la pandemia ancora ci propone. Proprio in virtù di una situazione sanitaria in positiva evoluzione, a seguito del rallentamento dei contagi e dell'accelerazione della campagna vaccinale, leggendo il decreto si prevede un dettagliato calendario di riaperture delle attività economiche, delle attività sociali, delle attività culturali, sportive, un allentamento della limitazione degli spostamenti sul territorio nazionale. Tutte misure che si inseriscono in un'unica direzione: l'uscita vera, seria e rigorosa del Paese dalla pandemia ed una sua ripresa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Le misure di questo provvedimento sono sicuramente misure straordinarie, ma nel contempo legittime…

PRESIDENTE. Concluda.

VITO DE FILIPPO (PD). …e rispettose - vediamo l'articolo 16, e non solo, del dettato costituzionale - e si inseriscono nel momento di straordinaria gravità che stiamo ancora vivendo. Pertanto, i riferimenti, devo dire noiosamente e superficialmente invocati dalla pregiudiziale, non trovano a nostro parere legittimità giudiziale. Voteremo contro questa ennesima, ripeto ennesima, inutile pregiudiziale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Matilde Siracusano. Ne ha facoltà.

MATILDE SIRACUSANO (FI). Grazie, Presidente, colleghi, colleghi di Fratelli d'Italia: votare questa pregiudiziale di costituzionalità significherebbe essere miopi, significherebbe non vedere, non riconoscere che vi è stato un netto cambiamento rispetto al passato, nel metodo e nel merito.

Nel metodo, relativamente proprio alle questioni di costituzionalità. Noi, insieme, abbiamo chiesto con forza durante il precedente Governo di utilizzare questo strumento che ripristinasse la centralità del Parlamento. Abbiamo chiesto con forza insieme alla Commissione Affari costituzionali e insieme al Comitato per la legislazione, che ha trasmesso al Governo un parere che poi è stato recepito, di archiviare definitivamente la stagione dei DPCM (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), la stagione di quegli atti amministrativi del Presidente del Consiglio dei Ministri che disponevano la limitazione di tutte le libertà costituzionalmente garantite; quindi, siamo riusciti in questo intento. Poi, nel merito, con questo decreto noi stiamo restituendo ai cittadini un pezzo di libertà, che è il valore più importante garantito dalla Costituzione e noi di Forza Italia rivendichiamo con orgoglio questo risultato, perché è frutto del lavoro prezioso della nostra componente di centrodestra al Governo. La libertà è un valore costituzionalmente garantito insieme ad altri valori importanti, come il lavoro, come la libera iniziativa. Grazie a questo decreto, che anticipa le riaperture rispetto alle date previste, noi siamo riusciti ad ottenere un importante risultato: a garantire queste attività in sicurezza, adottando tutti quei protocolli che consentono di tutelare anche quell'altro bene importante garantito dalla Costituzione, che è la salute. Certo, avremmo voluto ottenere di più, però, colleghi di Fratelli d'Italia sapete bene che se non fosse stato per noi, per Forza Italia, per la nostra componente di centrodestra al Governo, non avremmo ottenuto neanche questi risultati (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), che sono - lo ripeto - frutto di un lavoro complesso, difficile, posto in essere dai nostri Ministri e da noi in Parlamento. È evidente che vi sia una netta differenza di vedute rispetto alla nostra politica delle aperture delle chiusure, e quella di quei partiti che facevano parte, che sostenevano il precedente Governo, ma non perché questo debba diventare uno strumento propagandistico utile al consenso: no! È fisiologico che questi partiti che sostenevano il precedente Governo hanno nel loro DNA l'esigenza di rappresentare quelle categorie che sono garantite, che sono state garantite anche durante la pandemia e che il 27 del mese ricevono lo stipendio, a differenza nostra che abbiamo l'esigenza di tutelare altre esigenze, altre istanze di tutte quelle categorie che durante la pandemia non sono state garantite e che hanno bisogno di aprire le saracinesche delle loro attività per sopravvivere, per mangiare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Quindi, noi - lo ripeto - rivendichiamo con orgoglio questo risultato e ci impegniamo a lavorare ancora per ottenere di più. E' vero, alcune questioni cruciali sono rimaste in sospeso, come il coprifuoco, però noi ci siamo impegnati da subito a risolvere in Parlamento questa questione e ieri ci siamo riusciti. Grazie al lavoro di Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), grazie al lavoro del centrodestra, siamo riusciti ad ottenere che il Governo riveda questa misura, che per noi è inutile, insensata, anzi, forse è solo utile a massacrare alcune categorie. Quindi, colleghi di Fratelli d'Italia, noi voteremo contro questa pregiudiziale di costituzionalità, ribadendo il nostro impegno pieno per ripristinare tutte le libertà, tutte le garanzie che la nostra Costituzione prevede (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi sulla questione pregiudiziale.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla questione pregiudiziale Lollobrigida ed altri n. 1.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Saitta. Ne ha facoltà. Colleghi, se dovete uscire, vi chiedo di farlo in silenzio.

EUGENIO SAITTA (M5S). Presidente, Governo, colleghi, ieri abbiamo seguito con sconcerto la videoinchiesta del giornale Fanpage che ricostruisce la carriera politica del deputato, oggi sottosegretario, Claudio Durigon. Un'inchiesta che parla di rapporti con ambienti non limpidi, di rapporti opachi tra lo stesso sindacato dell'UGL e la Lega, di rapporti opachi tra lo stesso sindacato e lo staff della comunicazione della Lega di Salvini, la cosiddetta “Bestia”, e che ripercorre anche la vicenda dei 49 milioni (non solo una vicenda giornalistica, ma anche una vicenda giudiziaria). Ma ciò che desta maggiore preoccupazione, maggiore sconcerto, maggiore inquietudine, sono le parole del sottosegretario al Ministero dell'Economia e delle finanze Claudio Durigon, il quale dice, in una conversazione videoregistrata, di non avere timore delle inchieste giudiziarie che riguardano la Lega perché “l'uomo della Guardia di finanza che fa le indagini è stato messo da noi”. Queste parole, Presidente, sono gravissime, e sono gravissime indipendentemente se queste fatti siano veri o siano falsi, per il semplice motivo che l'attuale sottosegretario al MEF, Claudio Durigon, non è solamente un esponente di una parte politica, ma è un sottosegretario e rappresenta, quindi, tutti gli italiani. Tra l'altro, è un sottosegretario del Ministero dell'Economia e delle finanze, che è a capo della stessa Guardia di finanza, e quelle parole sono gravi perché possono far sorgere il dubbio che ci possano essere uomini o donne della Guardia di finanza asserviti a interessi di parte di una determinata forza politica (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico).

Presidente, questo è inaudito, e noi non l'accettiamo, ed è proprio per la gravità di questi fatti e di questo contesto che noi chiediamo qui, in Aula, l'intervento del Ministro Franco, perché qui c'è bisogno di chiarezza, qui c'è bisogno di trasparenza e, soprattutto, qui c'è bisogno di tutelare lo stesso Ministero dell'Economia e delle finanze, certamente estraneo a questi fatti. È per questo che rinnovo la richiesta della presenza e dei chiarimenti del Ministro nelle Aule parlamentari (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Ziello, che suppongo voglia intervenire sullo stesso argomento. Ne ha facoltà.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Grazie, Presidente. Siamo stufi di vedere da parte del MoVimento 5 Stelle trasformare quest'Aula in un tribunale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché siamo sempre garantisti e queste sono soltanto inchieste giornalistiche e, da un punto di vista giudiziario, non c'è niente. Le uniche dichiarazioni su cui si dovrebbero concentrare i deputati del MoVimento 5 Stelle sono quelle rilasciate dal sottosegretario per la Giustizia Macina, che, utilizzando il ruolo da sottosegretario, si è permessa di entrare nel merito di un processo penale in corso che toccava, guardiamo caso, il figlio di Beppe Grillo, fondatore e leader del MoVimento 5 Stelle in pectore (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Cari colleghi, qui dobbiamo essere garantisti sempre, e non a giornate alterne! Basta con questa logica di essere forcaioli contro la politica, perché la politica è una cosa seria ed è quello che voi non avete ancora capito (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Colleghi, se nessun altro chiede di intervenire su questo argomento, proseguiamo con gli interventi di fine seduta.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Rina De Lorenzo. Ne ha facoltà. Se la collega Rina De Lorenzo non è in Aula, s'intende vi abbia rinunciato.

Ha chiesto di parlare il deputato Domenico Furgiuele. Ne ha facoltà.

DOMENICO FURGIUELE (LEGA). Presidente, potrei pure intervenire ma mi pare che stia accadendo qualcosa, non so (Commenti)

PRESIDENTE. Colleghi! Allora, chiedo a tutti i colleghi di mantenere il distanziamento e, se devono uscire, di uscire dall'Aula. Permettiamo al collega Furgiuele di poter intervenire. Prego, collega.

DOMENICO FURGIUELE (LEGA). Grazie, Presidente. Per ribadire pieno e convinto sostegno al Piano presentato dal Presidente del Consiglio Draghi questa settimana.

Grazie al Recovery, l'Italia (Commenti)…Presidente!

PRESIDENTE. Sospendo la seduta per cinque minuti.

La seduta, sospesa alle 13,17, è ripresa alle 13,20.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Colleghi, vi chiedo di evitare assembramenti e di uscire dall'Aula, per cortesia.

Prego, collega Furgiuele.

DOMENICO FURGIUELE (LEGA). Presidente, vorrei ribadire pieno e concreto sostegno al Piano presentato dal Presidente del Consiglio questa settimana. Grazie al Recovery, l'Italia potrà risorgere: diventerà un cantiere di innovazione, di politiche verdi e di semplificazione burocratica. Sono fondamentali le riforme programmate nella sanità, per riaprire soprattutto quegli ospedali di prossimità che sono stati chiusi, uscendo da quella logica ragionieristica dei tagli lineari che tanto male hanno fatto ai nostri territori attraverso il decreto n. 70 del 2015, che è l'origine di tutti i mali; nella giustizia, con la velocizzazione dei processi, magari attraverso anche misure alternative, sia in ambito penale che in ambito civile. E poi nella pubblica amministrazione: dobbiamo sburocratizzare, dobbiamo necessariamente cambiare la legge Bassanini. Signor Presidente, i dirigenti non possono essere più i padroni assoluti degli enti locali, dei comuni, nei quali fanno quello che vogliono, influenzano le scelte amministrative, le scelte politiche, salvo poi prendersi alcuna responsabilità.

Allora, bene, nel Piano nazionale presentato da Draghi, gli investimenti sulle infrastrutture, soprattutto al Sud; parlo della rete ferrata Salerno-Reggio Calabria. Noi della Lega, come detto più volte dal nostro segretario Matteo Salvini, crediamo che questa opportunità debba tuttavia spronare il nostro Paese ad essere più coraggioso per quanto riguarda gli investimenti nei lavori pubblici. E allora, nel più breve tempo possibile, bisogna dare corpo alla prospettiva della realizzazione del ponte sullo Stretto che diverrebbe - concludo, Presidente - l'opera, il cantiere più grande del mondo, e che, di conseguenza, darebbe un grande sviluppo economico e sociale di cui l'Italia ha bisogno e di cui il Sud non può fare a meno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Caso. Ne ha facoltà.

ANDREA CASO (M5S). Presidente, onorevoli colleghi, un anno fa moriva a Napoli l'agente scelto Pasquale Apicella, mentre era intento a contrastare una rapina. Oggi lo ricordiamo come simbolo della nostra migliore Italia, fatta di impiegati dello Stato che, silenziosamente, senza badare al loro interesse personale, servono i cittadini, garantendo loro pace e sicurezza. A Pasquale Apicella e ai tanti silenziosi servitori dello Stato, ai giovani che dedicano i loro migliori anni al benessere collettivo va il nostro omaggio. Rivolgo un pensiero di gratitudine a quanti, in queste ore, lottano nelle corsie degli ospedali per curare i malati di COVID-19, a coloro che, anche nel pericolo di contagio, continuano a soccorrere chi è in stato di necessità, ai tanti Pasquale Apicella che semplicemente fanno il loro dovere e, come lui, non si preoccupano della propria sicurezza, se è necessario intervenire per tutelare il bene comune. Pasquale Apicella è per me e deve essere per tutti noi il simbolo di un'Italia solidale ed operosa, che non è fatta di gesti eclatanti, ma dell'eroico agire quotidiano, facendo ciò in cui si crede, ciò per cui si è lottato. A Pasquale, alla sua famiglia, ai suoi colleghi e alla sua città: il nostro simbolico abbraccio e l'impegno a tutelare tutti i servitori dello Stato, premiandoli per il merito e valore. Grazie all'agente scelto Pasquale Apicella che, con il suo gesto, ci ricorda ogni giorno che siamo al servizio del popolo italiano e che il nostro miglior guadagno è la gratitudine dei nostri concittadini (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Iovino. Ne ha facoltà.

LUIGI IOVINO (M5S). Grazie, Presidente. Grazie ad un'inchiesta giornalistica de Le Iene, andata in onda proprio qualche giorno fa, abbiamo scoperto che, a Palma Campania, in provincia di Napoli, viene garantito a cittadini extracomunitari l'ottenimento del permesso di soggiorno, ricorrendo ad un sistema tanto ingegnoso quanto criminale.

Funzionerebbe così, Presidente: i datori di lavoro conniventi assumono queste persone con contratti regolari per poi licenziarle una volta ottenuto il permesso di soggiorno e farle finire nelle mani di caporali che li sfrutteranno nei campi, remunerandole addirittura non più di 2 o 3 euro all'ora. Un giro di affari di 8 mila euro tra mediatore e datore di lavoro. Presenterò un'interrogazione parlamentare in tal senso, Presidente, perché bisogna assolutamente fare chiarezza sulla vicenda e arrivare alla verità. Non possiamo consentire che piccoli e vili affaristi gettino macchie infami su principi in cui crediamo fortemente e ai quali ispiriamo tutto il nostro lavoro. Noi vogliamo continuare ad essere riconosciuti come un Paese inclusivo che dà speranza e che accoglie nella legalità, tagliando fuori questi personaggi che lucrano sulla sofferenza degli ultimi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Testamento. Ne ha facoltà.

ROSA ALBA TESTAMENTO (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. La crisi strutturale della sanità pubblica molisana, che ovviamente si è aggravata con l'arrivo della pandemia, è stata più volte posta all'attenzione del Ministero della Salute. Prendo atto che il Ministro Speranza ha sempre ignorato i vari interventi e soprattutto non ha risposto a nessuna delle interrogazioni depositate qui da me né al Senato dal mio collega, mentre la situazione in Molise continua a peggiorare. Mi riferisco al fatto che l'Ospedale “Vietri” di Larino non solo non è stato utilizzato come centro COVID regionale - e il Molise è l'unica regione in Italia che non ha un centro COVID - ma anche al fatto che la camera iperbarica di Larino è a rischio chiusura perché l'unica anestesista che svolge servizio andrà in pensione. Allora, non muovere un dito neanche in questa occasione significa voler privare il Molise di una delle poche strutture pubbliche di questo tipo presenti nel Sud Italia.

La camera iperbarica, infatti, garantisce un'assistenza anche a pazienti provenienti da altre regioni del Centro-Sud, bisognosi di una maggiore ossigenazione dei tessuti o di un'azione antinfiammatoria più efficace per la cura di ferite particolarmente complesse. Si tratta di mobilità attiva che, in tanti, si stracciano le vesti per difendere, ma solo se riguarda i privati accreditati, restando invece indifferenti se riguarda il sistema sanitario pubblico molisano. Quindi, con questo mio intervento, chiedo al Ministro Speranza, ma anche alla nuova commissaria ad acta Degrassi e al direttore generale dell'ASReM Florenzano di attivarsi, ciascuno nell'ambito delle proprie competenze, affinché sia garantita continuità nel servizio ai pazienti bisognosi di questo tipo di cure. E mi aspetto, ci aspettiamo un piccolo gesto di considerazione nei confronti della sanità pubblica molisana e di rispetto del diritto alla salute costituzionalmente garantito.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (IV). Grazie, Presidente. Lo scorso 14 aprile la Repubblica d'Irlanda ha introdotto una misura di quarantena obbligatoria in hotel, in albergo, di 14 giorni, mettendo a dura prova e in grave difficoltà la grande comunità italiana residente nella Repubblica d'Irlanda, di oltre 50 mila persone. Una difficoltà che viene rappresentata dall'enorme costo finanziario di rimanere due settimane obbligatorie in albergo. Una comunità che, per motivi di salute o di lavoro o semplicemente per dire addio ai propri cari, deve viaggiare per forza ed è costretta a spendere in hotel, in strutture quando invece potrebbe fare la quarantena nella propria residenza. Chiediamo, quindi, al Governo italiano di applicarsi e di richiedere alle autorità della Repubblica d'Irlanda di tramutare questo obbligo di quarantena in una quarantena a casa.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 30 aprile 2021 - Ore 9,30:

1. Svolgimento di interpellanze urgenti .

La seduta termina alle 13,30.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nelle votazioni dalla n. 1 alla n. 12 e nella votazione n. 14 la deputata Giordano ha segnalato che non è riuscita a votare;

nella votazione n. 13 il deputato Gariglio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 3002 - odg 9/10 384 381 3 191 38 343 81 Resp.
2 Nominale odg 9/3002/11 400 397 3 199 38 359 80 Resp.
3 Nominale odg 9/3002/12 404 400 4 201 32 368 80 Resp.
4 Nominale odg 9/3002/13 413 411 2 206 31 380 80 Resp.
5 Nominale odg 9/3002/14 417 415 2 208 30 385 80 Resp.
6 Nominale odg 9/3002/15 415 410 5 206 39 371 80 Resp.
7 Nominale odg 9/3002/19 410 408 2 205 31 377 79 Resp.
8 Nominale odg 9/3002/20 419 418 1 210 29 389 79 Resp.
9 Nominale odg 9/3002/22 - I p. 422 415 7 208 32 383 78 Resp.
10 Nominale odg 9/3002/23 416 410 6 206 30 380 78 Resp.
11 Nominale odg 9/3002/24 417 412 5 207 37 375 78 Resp.
12 Nominale odg 9/3002/25 429 425 4 213 54 371 77 Resp.
13 Nominale Ddl 3002 - voto finale 404 404 0 203 376 28 73 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 14)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale Ddl 3045 - quest. preg. n. 1 387 383 4 192 28 355 71 Resp.