Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 490 di martedì 20 aprile 2021

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANDREA MANDELLI

La seduta comincia alle 12.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANDREA DE MARIA, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascari, Benvenuto, Cancelleri, Cavandoli, Deidda, Luigi Di Maio, Ferri, Frassinetti, Gebhard, Lapia, Liuni, Lupi, Maccanti, Magi, Melilli, Muroni, Occhionero, Ravetto, Schullian, Scoma, Silli, Tasso e Maria Tripodi sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 107, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Annunzio di petizioni.

PRESIDENTE. Invito il deputato segretario a dare lettura delle petizioni pervenute alla Presidenza, che saranno trasmesse alle sottoindicate Commissioni.

ANDREA DE MARIA, Segretario, legge: Maria Pia Spalla, da Santa Marinella (Roma), e altri cittadini chiedono che siano riattivati i percorsi di accoglienza per risanamento e cura dei bambini bielorussi (721) - alla XII Commissione (Affari sociali);

Renato Lelli, da Sant'Ambrogio di Valpolicella (Verona), chiede:

interventi per la realizzazione di un progetto di contenimento delle maree a protezione di Venezia alternativo al MOSE (722) - alla VIII Commissione (Ambiente);

una riforma costituzionale che preveda l'elezione diretta del Presidente della Repubblica e una ridefinizione dei suoi poteri (723) - alla I Commissione (Affari costituzionali);

l'abolizione dell'istituto dei senatori a vita (724) - alla I Commissione (Affari costituzionali);

Valeria Antezza, da Ginosa (Taranto), chiede modifiche all'articolo 1, comma 58, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, in materia di incompatibilità dei rapporti di lavoro pubblici a tempo parziale con lo svolgimento di altre attività lavorative (725) - alla XI Commissione (Lavoro);

Eric Gobetti, da Torino, e altri cittadini chiedono iniziative per il riconoscimento, in occasione dell'ottantesimo anniversario dell'invasione della Jugoslavia, dei crimini commessi dal regime fascista (726) - alla I Commissione (Affari costituzionali);

Antonio Zoppetti, da Milano, e altri cittadini chiedono misure a tutela della lingua italiana e contro l'abuso della lingua inglese (727) - alla VII Commissione (Cultura);

Alberto Mezzini, da Monghidoro (Bologna), chiede nuove norme in materia fallimentare (728) - alla II Commissione (Giustizia);

Franco Cantarano, da Pisa, chiede una più equa e omogenea distribuzione del personale amministrativo degli uffici giudiziari (729) - alla II Commissione (Giustizia);

Annamaria Piacquadio, da Foggia, e altri cittadini chiedono l'abolizione delle norme in materia di blocco degli sfratti per immobili a uso abitativo e non abitativo (730) - alle Commissioni riunite II (Giustizia) e VIII (Ambiente);

Mariella Cappai, da Monserrato (Cagliari), chiede il sollecito esame e l'approvazione della proposta di legge atto Camera n. 2897, Ascari ed altri, recante delega al Governo per la riforma dei procedimenti per la tutela e l'affidamento dei minori (731) - alla II Commissione (Giustizia);

Massimiliano Bertazzo, da Villa Minozzo (Reggio Emilia), e altri cittadini chiedono di consentire agli avvocati la notifica in proprio degli atti di pignoramento (732) - alla II Commissione (Giustizia);

Mirko Antonio Spampinato, da Catania, chiede nuove norme in materia di reddito di cittadinanza (733) - alle Commissioni riunite XI (Lavoro) e XII (Affari sociali);

Riccardo Germiniasi, da Terricciola (Pisa), chiede la soppressione dell'articolo 10, coma 1, lettera c), del decreto-legge 1° aprile 2021, n. 44 (atto Senato n. 2167), in materia di valutazione dei titoli legalmente riconosciuti ai fini dell'ammissione alle successive fasi dei concorsi pubblici (734) - alla XI Commissione (Lavoro);

Alessandro Amico, da Acireale (Catania), chiede:

interventi per contrastare le derive correntizie all'interno della magistratura e l'attribuzione dei poteri disciplinati nei confronti dei magistrati a un organo diverso dal Consiglio superiore della magistratura (735) - alla II Commissione (Giustizia);

l'istituzione di una Commissione di inchiesta su eventuali condizionamenti riguardanti il conferimento di incarichi e l'esercizio delle funzioni giurisdizionali (736) - alla II Commissione (Giustizia);

iniziative per impedire alle società titolari delle piattaforme informatiche di esercitare controlli sui contenuti immessi nei social network (737) - alla IX Commissione (Trasporti);

l'istituzione del Ministero dello Sport (738) - alla I Commissione (Affari costituzionali);

Diego Occari, da Padova, chiede modifiche al sistema di tassazione dei capital gain e altre misure per il riequilibrio del sistema fiscale (739) - alla VI Commissione (Finanze);

Stefano Casabianca, da Catania, chiede l'installazione di cabine e tunnel di sanificazione presso le strutture sanitarie del Servizio sanitario nazionale (740) - alla XII Commissione (Affari sociali);

Antonio Pitzeri, da Gusmini (Sud Sardegna), chiede l'istituzione della Commissione nazionale per la promozione e la protezione dei diritti umani (741) - alla I Commissione (Affari costituzionali);

Massimo Cordeschi, da Santa Marinella (Roma), chiede modifiche all'articolo 24 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, in materia di accesso anticipato al trattamento pensionistico (742) - alla XI Commissione (Lavoro);

Renato Iannuzzi, da Rende (Cosenza), chiede modifiche all'articolo 3, comma 123, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, in materia diritto al collocamento obbligatorio degli orfani o dei coniugi di coloro che sono deceduti per infortuni sul lavoro (743) - alla XI Commissione (Lavoro);

Francesco Di Pasquale, da Cancello e Arnone (Caserta), chiede:

che siano ridotti i tempi di attesa per visite e ricoveri per patologie diverse dall'infezione da SARS-CoV-2 (744) - alla XII Commissione (Affari sociali);

l'istituzione di una Giornata per commemorare la storia dell'emigrazione italiana nel mondo (745) - alla III Commissione (Affari esteri);

la sospensione della riscossione delle cartelle esattoriali fino al termine della pandemia da COVID-19 (746) - alla VI Commissione (Finanze);

iniziative per contrastare il fenomeno dell'occupazione abusiva delle case in provincia di Caserta e in tutt'Italia (747) - alla VIII Commissione (Ambiente).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 12,10).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Francesco Zicchieri. Ne ha facoltà.

FRANCESCO ZICCHIERI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, con un comunicato stampa diffuso dopo la mezzanotte, il 19 aprile del 2021, è nata la Superlega e inevitabilmente questa notizia ha generato un terremoto nel mondo del calcio, già prima di essere ufficiale. La Superlega europea sarà una nuova competizione che coinvolgerà 20 squadre, 15 club fissi, che sono i cosiddetti fondatori, e altri 5 che verranno selezionati ogni anno in base ai risultati sportivi conseguiti nella stagione precedente nei rispettivi campionati locali. Ma, da sportivo e da italiano, dico che il denaro non è tutto, non può essere tutto, e i milioni non sono certamente sufficienti per azzerare simboli, storia, merito, cuore, passione, sudore e sacrifici. Il calcio e lo sport sono di tutti, non di pochi privilegiati; mi piacciono le vittorie conquistate con il sudore sul campo, non quelle comprate con i milioni in Borsa. È evidente che serva un cambiamento, ma non in questi modi e in questi termini. Va messo sicuramente un tetto anche agli stipendi dell'impiego privato nel gioco del pallone, eccessivi in troppi casi e lontani dai valori agonistici del calcio. In questo modo rischia di scomparire il mondo delle squadre di mezzo, fatto di bellissime storie, di realtà dilettantistiche, che da sempre hanno emozionato e coinvolto milioni di famiglie e che per tutti i più grandi campioni italiani hanno rappresentato i loro primi calci al pallone sul campo agonistico. Le grandi squadre vivono anche di vivai, delle squadre giovanili e se le elimini indebolisci anche le grandi squadre; vedi il football americano che, ad esempio, vive dei giocatori delle squadre dei college e su di essi investe in attenzioni e crescita agonistica. Ecco, mi piace pensare che la riforma del calcio sia proprio investire sulle infrastrutture, sulle strutture sportive, sui movimenti giovanili (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), sulle squadre minori, perché è lì che noi creiamo non solo gli sportivi e i calciatori di domani, ma anche gli uomini e le donne di domani, perché lo sport a livello giovanile è educazione, è rispetto dell'avversario, è rispetto delle regole, è sicuramente una vita sana, che nel tempo porterai come uno dei più bei insegnamenti della tua vita.

Mai come in questo momento delicatissimo, in questo momento storico, bisogna porre l'attenzione al mondo dello sport dilettantistico, amatoriale ed agonistico per rispetto della sua grande funzione sociale, educativa e di aggregazione che ha sempre avuto, soprattutto per le nuove generazioni, che spesso prendono ad esempio per la loro vita i campioni del mondo del calcio e dello sport e da essi devono avere l'esempio migliore del sacrificio e della competizione sana ed autentica, non basata sulla ricchezza del club di riferimento. La Lega, con il sottosegretario Vezzali, sta lavorando con emendamenti e progetti concreti per trovare, nel “decreto Imprese” e nel “decreto Sostegni”, alcune decine di milioni per le associazioni dilettantistiche e per lo sport di base, non certo per la Superlega.

Bisogna mettere di nuovo al centro di tutto il volontariato legato allo sport, che deve trovare spazio in questi decreti per avere la possibilità di poter continuare ad operare e trovarsi nelle condizioni migliori in questa delicata fase di rinascita che si sta avviando sempre più. Da bambino, mentre tiravo calci ad un pallone, nel campo del mio paese o nel campetto dell'oratorio, sognavo di poter volare un giorno su un prato di un campo di calcio della serie A con la squadra della mia città, che è sicuramente una squadra dilettantistica. Abbiamo tutti le nostre macchine del tempo; alcune ci portano indietro e si chiamano ricordi, altre ci portano avanti e si chiamano sogni, proprio quei sogni che plasmano il mondo e lo fanno vivere. Il fatto di cancellare i sogni a milioni di bambini di poter volare un giorno su quel prato verde, mi fa rabbrividire. Per questo motivo ci batteremo affinché tutti possano avere la stessa possibilità di sognare e realizzare il proprio futuro. Ai milioni di denaro, noi metteremo sempre prima i milioni di sogni, di storie, di emozioni, che con passione, sconfitte, vittorie, sacrifici e sudore resteranno indelebili nella storia dello sport e del Paese. Per questo, Presidente, chiedo quali iniziative intenda intraprendere il Governo in merito a questo argomento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Onorevole Zicchieri, quindi lei intende chiedere un'informativa urgente? Un'iniziativa, d'accordo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie Presidente, a nome del gruppo di Fratelli d'Italia vorrei portare all'attenzione di quest'Aula fatti che noi riteniamo essere gravissimi. Mi riferisco alle dichiarazioni diffuse ieri a mezzo social da Grillo, che sicuramente abbiamo ascoltato tutti quanti. Noi non vogliamo assolutamente processare nessuno in quest'Aula; lungi da noi questo pensiero, perché noi siamo garantisti veri. Noi crediamo che si sia innocenti fino a prova contraria, crediamo nella giustizia e nei suoi tre gradi di giudizio. Però, vede, le dichiarazioni che sono state fatte ieri sono dichiarazioni gravissime, soprattutto perché provengono da un leader politico, il leader del MoVimento 5 Stelle. Noi esprimiamo la nostra vicinanza, la nostra solidarietà a una giovane donna e alla sua famiglia, e io mi aspetto che in quest'Aula, da quest'Aula e da tutti i gruppi politici ci sia una condanna forte di quanto è accaduto ieri.

Me lo aspetto soprattutto dalle donne del MoVimento 5 Stelle. Mi aspetto che non stiano con la testa china, che non siano indaffarate in altro, ma che, credendo veramente in quello che dicono quando parlano di difesa dei diritti delle donne e della violenza, anche verbale, nei confronti delle donne, oggi abbiano il coraggio di alzarsi in piedi e di prendere le distanze da affermazioni gravissime, che sono di per sé una violenza nei confronti di una giovane donna. Noi questo non lo possiamo ammettere e non lo possiamo accettare. Allora, il gruppo di Fratelli d'Italia chiede che ci sia - perché lo riteniamo assolutamente doveroso e necessario - una conferenza dei capigruppo affinché si possa insieme esprimere la vicinanza di tutto il Parlamento italiano a una giovane donna, vittima in questo momento anche soltanto dell'arroganza e del sessismo verbale di un leader politico (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Misto-Cambiamo!-Popolo Protagonista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sul medesimo argomento l'onorevole Crippa; l'onorevole Crippa non c'è. Ha chiesto di intervenire sul medesimo argomento l'onorevole Cantone. Ne ha facoltà.

CARLA CANTONE (PD). Ciò che è successo in questi giorni, riguardante la denuncia di violenza subita da una donna e che vede coinvolto il figlio di Beppe Grillo, ha creato, per essere gentili, un'incredulità e forte arrabbiatura per le parole pesanti di Grillo verso la ragazza coinvolta. Noi riteniamo che la giustizia debba fare il proprio corso e non intendiamo interferire, e non rinunciamo mai ad essere garantisti: questo mai. (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Per noi il garantismo è importante, in particolare in situazioni come queste, ma vale sempre. Però, ciò che abbiamo ascoltato nelle parole di Beppe Grillo non è accettabile e questo lo dobbiamo dire con forza. La violenza sulle donne è sempre e comunque da condannare, e non si può condividere il fatto che se una giovane donna, o comunque una donna di qualsiasi età - e capita purtroppo - denuncia la violenza dopo qualche giorno, sia da mettere in dubbio ciò che ha dichiarato di aver subito. A volte lo shock che tu hai nella violenza ti porta a riflettere e a decidere che cosa fare; anche quella è una violenza, cioè quella di dover aspettare due giorni o tre. Le donne di qualsiasi età - insisto - devono sempre e comunque denunciare la violenza subita e non possono essere sottoposte a gogne mediatiche di questo tipo.

La magistratura, come ho detto prima, farà il suo lavoro, ma intanto noi dobbiamo condannare senza “se” e senza “ma” ogni violenza sulle donne e non solo sulle donne. Oggi abbiamo assistito a quanto è avvenuto per le parole di Grillo e ci ha riportato indietro nei mesi a quando questa violenza è avvenuta, però quello che sta avvenendo in questi giorni, le violenze anche fra ragazzi, quello che è avvenuto a Colleferro, quello che sta avvenendo in ogni Paese sui ragazzi, credo che sia inaccettabile (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia Viva). Allora, il problema è: basta violenza sulle donne, sui giovani, sugli anziani, su chiunque! La magistratura intervenga immediatamente, malgrado questo avvenga, come denuncia, dopo qualche giorno; non sono i giorni che contano, in quanto il problema è intervenire. Poi, il garantismo del PD c'è e ci sarà sempre (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sul medesimo argomento l'onorevole Annibali. Ne ha facoltà.

LUCIA ANNIBALI (IV). Grazie signor Presidente, intervengo a nome del mio gruppo e ringrazio anche i colleghi che hanno sollevato questo tema. Tutti noi abbiamo visto, purtroppo, il video di Beppe Grillo, un video che lascia sgomenti per i toni. Se possiamo comprendere sicuramente la preoccupazione umana di un padre rispetto ad una vicenda che riguarda il proprio figlio, di certo non possiamo tollerare, appunto, i toni e le parole utilizzate. Parole e toni che denotano, innanzitutto, una profonda ignoranza e mistificazione su quelli che sono i principi che regolano il nostro Stato di diritto e le vicende processuali in sé.

Noi siamo da sempre garantisti, ma è la Costituzione che ce lo chiede, la presunzione di innocenza per noi vale per tutti; purtroppo, non è stato così, fino adesso. Quello che lascia ancora più sgomenti sono le parole comunque rivolte alla storia della ragazza, al suo racconto e al suo vissuto, che merita assolutamente rispetto (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). In quest'Aula ci occupiamo da sempre, tanto, tutti insieme, di violenza sulle donne, e allora parole come quelle, che non fanno che denigrare un racconto e delegittimare un racconto e anche una sofferenza e il dire, tra l'altro, che una violenza denunciata otto giorni dopo non è una violenza, quando sappiamo che, per legge, la violenza sessuale ha dei termini di denuncia e di querela, dimostrano ripeto, non solo una profonda ignoranza degli strumenti di diritto, ma anche un'incapacità di essere vicino a un essere umano.

Quindi, riteniamo molto grave questo video, molto gravi le parole, molto grave il fatto che un padre - per quanto comprensibile -, ma soprattutto un rappresentante politico e pubblico utilizzi uno strumento di quel tipo per interfacciarsi e interferire in un'indagine che dovrà naturalmente fare il suo corso. E, quindi, mi aspetto che ci sia una condanna non soltanto dalle donne - dovrebbe essere molto chiara, anche del MoVimento 5 Stelle, perché non possiamo occuparci di donne a momenti alterni (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva e Partito Democratico), ma dobbiamo essere molto chiari nell'affermare quello che pensiamo e quello su cui ci impegniamo, anche sul piano legislativo in Aula - ma anche da parte degli uomini. Forse è tempo che la giustizia ritorni in un campo anche tecnico, e si buttino un po' a mare questa ideologia e questa propaganda, che tanto male hanno fatto al nostro Paese e alle persone, la storia ce lo dice, e che continuano a fare male. Poi, quando si provano sulla propria pelle, diventa tutto molto più complicato.

Noi non attacchiamo nessuno, ma sicuramente condanniamo profondamente le parole e i toni utilizzati da Beppe Grillo in quel video, soprattutto nei confronti della ragazza, a cui va tutto il nostro sostegno (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva), e naturalmente alla magistratura, che farà, come sempre, il suo dovere e il suo corso (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ruffino. Ne ha facoltà.

DANIELA RUFFINO (MISTO-C!-PP). Grazie, Presidente. Chiediamo, come componente Cambiamo!-Popolo Protagonista, coerenza. È chiaro che nessun padre, seppur addolorato, si può sostituire al proprio figlio; troppe volte quest'Aula ha visto dolore e costernazione per le donne che hanno subito violenza nei modi più svariati. Ecco perché oggi è importantissimo cercare, proprio come Aula, di continuare a lanciare lo stesso messaggio: giovani ragazze, donne adulte, madri; per loro, grande rispetto; la consapevolezza che la giustizia farà il proprio corso; la fiducia; e quest'Aula deve essere in grado di offrire questo garantismo, altrimenti difficilmente riusciremo ad essere coerenti per le tante cose dette. Non vorrei mai arrivare al punto di dire per le troppe cose dette e molto probabilmente non sentite come questo dovrebbe essere.

Quindi, mi aspetto da tutti i gruppi un segnale chiaro, e concludo, un segnale chiaro legato - mi permetto una piccola digressione - per quanto accaduto, ancora una volta, sempre sul tema della violenza, in Val Susa rispetto alla TAV (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Cambiamo!-Popolo Protagonista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.

DAVIDE CRIPPA (M5S). Grazie, Presidente. Questa, che è stata riportata oggi all'interno di quest'Aula come richiesta anche di una Conferenza dei capigruppo, che reputo sia probabilmente una sede non idonea per affrontare un tema del genere, credo che sia una vicenda strettamente personale, complessa e dolorosa, che coinvolge diverse famiglie che stanno vivendo, ormai da diversi mesi, una situazione estremamente drammatica, e dopo due anni, sostanzialmente, i toni, purtroppo, possono essere anche esasperati.

Questa vicenda oggi è al vaglio della magistratura italiana, che noi da sempre rispettiamo e su cui poggia, da sempre, per noi, la nostra fiducia. Sta alla giustizia, oggi, fare il suo corso e stabilire la verità giudiziaria, però distinguerei la vicenda personale di un padre, emotivamente coinvolto, come abbiamo potuto vedere, e quella del MoVimento 5 Stelle, quella politica del MoVimento 5 Stelle. Sono due cose, credo sia palese, che sono completamente diverse, perché la prima è una vicenda umana, la seconda è una questione politica. A chi, ahimè, continua - perché il nascere e il crescere di lanci di agenzie è sistematico, minuto dopo minuto - e coglie oggi l'occasione di strumentalizzare la vicenda per colpire il MoVimento 5 Stelle, diciamo che forse, forse, un po' di memoria corta ce l'ha. La politica del MoVimento 5 Stelle all'interno di quest'Aula e su questo tema è cristallizzata in leggi dello Stato. Il MoVimento 5 Stelle ha fatto approvare la legge cosiddetta “Codice rosso”, che tutela donne e bambini; una legge che è giunta alla Camera composta da 4 articoli e che ne è uscita con 21 articoli, perché c'è stato un grande lavoro da parte di tutte le forze politiche e del Governo, sostenuto in maggioranza dal MoVimento 5 Stelle, perché c'era la consapevolezza di quello che accadeva quotidianamente alle vittime di violenza. Siamo intervenuti, ad esempio, per inasprire le pene, per introdurre il reato di trasfigurazione del volto, quello del revenge porn, e poi abbiamo raddoppiato i termini per presentare le denunce, arrivando a dodici mesi, considerando per noi fondamentale dare a una donna il massimo tempo per maturare la decisione della denuncia.

Mi spiace deludere chi oggi cerca di fare una battaglia politica su una questione che, come ho già detto, è tipicamente umana, ma, a mio avviso, oggi le verità del MoVimento 5 Stelle sono messe nero su bianco e sono scritte all'interno di quei provvedimenti approvati, nella linea testimoniata da colleghe e colleghi che da sempre si sono battuti per i diritti delle donne.

Credo veramente sia necessario evidenziare che tutto questo dibattito purtroppo sta assumendo un tono, prima mediatico, anche pesante da gestire proprio in queste ore e in questi giorni, e, per di più, oggi viene trasformato in un dibattito politico. Il MoVimento 5 Stelle la linea politica su questo tema l'ha scritta in leggi dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ravetto. Ne ha facoltà.

LAURA RAVETTO (LEGA). Grazie, Presidente. Presidente, colleghi, una donna deve sempre dare il consenso espresso e può sempre dire di “no” fino all'ultimo minuto; una donna può trovare il coraggio di denunciare anche dopo mesi, e nessuno può mettere in discussione questo principio (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), neanche Grillo, indipendentemente da come siano andati i fatti, e non compete a noi giudicare e noi non siamo garantisti à la carte, non siamo giustizialisti con gli altri e garantisti con i figli. Noi siamo garantisti con tutti, e quindi aspetteremo quello che dirà la magistratura, ma questi due principi sono stati messi in discussione da Grillo, nel suo video, e questo è inaccettabile. E noi lo denunciamo, Presidente, tramite lei, all'onorevole Crippa, non per una lotta politica, ma per non vanificare anni di lotta per attuare la dignità (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), portare avanti la dignità e i diritti delle donne! Il video di Grillo è stato di una gravità inaudita, anche perché è entrato nel merito della questione. Bisogna essere garantisti, che significa, però, certamente neanche criminalizzare le vittime, certamente non dire “è innocente perché non lo hanno arrestato, in due anni”.

Bisogna rimanere neutri. Questo non è stato fatto. E, poi, non è Grillo che ci ha spiegato, in questi anni, che bisogna avere totale e cieca fiducia nella magistratura? Non è che voi avete fiducia nella magistratura solo quando le questioni riguardano i vostri avversari politici (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)? Solo quando riguardano gli altri? Quindi no, non va bene; è una brutta pagina. Sono contenta che alcuni esponenti del MoVimento 5 Stelle si siano pronunciati, in critica. Mi aspetto e mi aspettavo che, in quest'Aula, lo facessero con più forza.

Lo ripeto, noi della Lega rimarremo garantisti. Non sappiamo come finirà il processo, ma condanniamo la spettacolarizzazione dell'evento fatta dal leader del MoVimento 5 Stelle, spettacolarizzazione che coinvolgeva due giovani donne. Aspetteremo, ma speriamo che accadimenti di questo tipo non succedano più e speriamo che si levi la denuncia, non solo di tutti quei movimenti - penso al Me Too - che, in passato, hanno denunciato eventi ancor meno gravi o altrettanto gravi. Mi aspetto anche che donne simboliche del MoVimento 5 Stelle, come la Raggi, spendano una parola per i temi di dignità femminile (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Valentini. Ne ha facoltà.

VALENTINO VALENTINI (FI). Grazie, Presidente. Questa vicenda molto triste, una vicenda che ha scioccato gran parte di noi, ci mostra, ancora una volta, come una doppia morale o una schizofrenia pervada determinati gruppi politici. La prima schizofrenia è che, quando un dramma colpisce un padre, quello è il dramma di un padre e non è una questione che riguarda la giustizia. Guardiamo l'aspetto umano e siamo solidali con le vittime, siamo solidali con tutti coloro che devono attraversare un processo. Chi ha attraversato un processo sa benissimo, durante tutto il corso del processo, qual è questo iter e qual è la sofferenza delle persone. Per il fatto che tocchi a Grillo, ora che abbiamo visto un padre disperato per il modo in cui agisce una macchina che lui stesso ha alimentato, che lui stesso ha difeso, allora diventa una questione personale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e non è più una questione politica.

Mi dispiace. Anche io ho visto un padre sconvolto, l'abbiamo visto tutti, ma quanti sono i padri sconvolti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)? Quanti sono gli italiani che hanno visto le vite devastate? Che cosa avrebbe detto Grillo, se avessero messo il figlio in galera due anni? Avrebbe detto: “bene”? Mi dispiace, però…

Secondo aspetto: c'è un grande pudore che mi colpisce, perché a me dispiace che questa vicenda colpisca i carnefici e colpisca le vittime. Ma, se tu decidi di fare un video e mettere la vicenda sotto gli occhi di tutti gli italiani, tu hai commesso un atto politico e devi subire le conseguenze politiche dell'atto che hai commesso (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati del gruppo Partito Democratico)! Quindi, è inutile che adesso usiamo due pesi e due misure.

Mi spiace che questo dibattito debba avvenire in questo modo, alla spicciolata, perché ci sono tanti elementi che dovremmo approfondire e affrontare; ci sono elementi di fatto, di una violenza di questa società che riguarda i giovani, che riguarda il trattamento delle donne. È inutile che continuiamo con queste ipocrisie: questo è un problema serio, così come è serio il problema di due ragazzi che continuano a pestarsi, a prendersi a cazzotti! Dobbiamo veramente fare un dibattito, ma quello che ci riguarda, in questo momento, in questa Assemblea, sono gli atti giuridici che abbiamo compiuto. Noi, durante un lungo periodo, abbiamo pensato che questi problemi si risolvessero aumentando le pene e non andando a disciplinare, invece, la maniera attraverso la quale avviene l'azione della magistratura. Parlo da profano, parlo da uomo della strada, non voglio parlare come i miei colleghi, ma sicuramente siamo tutti indignati, soprattutto coloro che tra noi - ce ne sono tanti - sono passati attraverso questo calvario che riguarda sia le vittime sia i carnefici e che vedono come la questione venga portata sui social, come se fosse una farsa, come se fosse uno spettacolo. Forse c'è ancora da chiedersi: è una maniera intelligente di interferire? Forse quel video non era uno sfogo? Forse, nel video, uno che guarda con gli occhi da tecnico vede che ci sono dei tagli. Allora, si chiede: ma è un padre che fa uno sfogo o un tentativo di interferenza molto grave in un processo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro, sul medesimo argomento. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, Presidente. Questa è una vicenda triste. È una vicenda che richiama chi ha responsabilità politiche ad un principio che, spesso, dimentichiamo: chi svolge e ha ruoli istituzionali e politici ha più doveri nei confronti della collettività rispetto a un cittadino comune. Quindi, non si può fare un richiamo al ruolo del padre; questo è un tema personale che deve rimanere nella sfera personale. È evidente che Beppe Grillo si è dimenticato, pur non avendo ruoli istituzionali formali, di essere il leader di un movimento.

Credo che i richiami al garantismo, che ho ascoltato in questi giorni, siano richiami, per un verso, corretti e, per un altro, con un elevato grado di ipocrisia, perché sono pronto a scommettere che, se domani mattina arrivasse a qualche esponente politico del Governo un avviso di garanzia, tutto questo garantismo sparirebbe come per magia.

Credo, invece, che da questa vicenda occorra trarre anche questa lezione cioè che noi abbiamo più doveri degli altri e che il garantismo non può essere un garantismo a correnti alternate, a giorni alternati. Credo che, se questa lezione riusciamo ad impararla, probabilmente avanzeremmo un pochettino nella civiltà, anche nel dibattito pubblico e nel dibattito tra di noi.

In ultimo, ovviamente c'è la sofferenza di chi avrebbe subìto la violenza e anche da questo punto di vista non si può non pensare al dolore della famiglia e di questa persona. Cerchiamo di trarre una lezione e, ovviamente, ognuno è responsabile di quel che dice.

Su un lutto del deputato Andrea Giorgis.

PRESIDENTE. Comunico che il collega Andrea Giorgis è stato colpito da un grave lutto: la perdita del padre.

La Presidenza della Camera ha già formulato ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

In morte dell'onorevole Luigi Covatta.

PRESIDENTE. Comunico che è deceduto l'onorevole Luigi Covatta, già membro della Camera dei deputati nella VIII legislatura, nonché del Senato della Repubblica dalla IX alla XI legislatura.

La Presidenza della Camera ha già formulato ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 13 marzo 2021, n. 30, recante misure urgenti per fronteggiare la diffusione del COVID-19 e interventi di sostegno per lavoratori con figli minori in didattica a distanza o in quarantena (A.C. 2945-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2945-A: Conversione in legge del decreto-legge 13 marzo 2021, n. 30, recante misure urgenti per fronteggiare la diffusione del COVID-19 e interventi di sostegno per lavoratori con figli minori in didattica a distanza o in quarantena.

Ricordo che nella seduta del 19 aprile si è conclusa la discussione generale e i relatori e la rappresentante del Governo hanno rinunciato a intervenire in sede di replica.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 2945-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e degli emendamenti riferiti agli articoli del decreto-legge.

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri, che sono in distribuzione (Vedi l'allegato A).

Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.

A tal fine, il gruppo di Fratelli d'Italia è stato invitato a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.

Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 7, del Regolamento, le seguenti proposte emendative, già dichiarate inammissibili nelle Commissioni: Bellucci 1.27 e 1.32; Butti 1.2;

Sapia 1.4; Cirielli 1.35; Gemmato 1.34; Montaruli 1.41, 1.40 e 1.42; Bucalo 1.09, 1.07 e 1.08 ; Frassinetti 1.010, Delmastro Delle Vedove 1.017; Rizzetto 2.07. Sono stati tutti non segnalati per la votazione.

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

Onorevole Novelli è lei che deve fare la prima parte, mi sembra.

ROBERTO NOVELLI, Relatore per la XII Commissione. Grazie, signor Presidente. Prima di esprimere i pareri sull'articolo 1, desidero fare una breve premessa che, come ho evidenziato e abbiamo evidenziato in Commissione e nella relazione fatta in Aula nella giornata di ieri, durante la discussione generale, per la parte relativa agli spostamenti e all'attività, il periodo di validità delle misure è superato. In effetti abbiamo visto, leggendo il testo, come le misure restrittive previste hanno cessato di produrre effetti il 6 aprile scorso e, per quanto riguarda il periodo successivo dal 7 al 30 aprile, oggetto di alcuni emendamenti, segnalo che le misure ad esso riferite sono contenute nel decreto-legge del 1° aprile 2014, n. 44 il cui relativo disegno di legge di conversione è in corso di esame al Senato. Concludo, prima di dare i pareri, ricordando che lo stato di emergenza epidemiologica risulta attualmente prorogato fino al 30 aprile e, quindi, faccio un'ulteriore considerazione che è quella che lo sforzo da compiere, in questo momento da parte di tutte le forze politiche, debba essere andare nella direzione di elaborare una nuova disciplina, che troverà applicazione nella prossima fase dell'emergenza epidemiologica, che non sarà sicuramente cessata, ma occorrerà adoperarsi per garantire la ripartenza di tutte le attività in condizioni di sicurezza; in questo contesto va sicuramente considerato l'importante ruolo del Parlamento, anche nel senso di ricondurre alla fonte legislativa il quadro generale delle misure da applicare.

Procedo, quindi, con i pareri sugli emendamenti all'articolo 1.

Emendamenti 1.26 Bellucci, 1.200 Foti, 1.33 Ferro, 1.36 Maschio, 1.201 Foti, 1.18 Rizzetto, 1.203 Lollobrigida, 1.28 e 1.29 Bellucci, invito al ritiro o parere contrario.

1.27 Bellucci non è ammissibile.

PRESIDENTE. Non è segnalato.

ROBERTO NOVELLI, Relatore per la XII Commissione. Non è segnalato, come anche l'1.2 Butti. Emendamento 1.4…..

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 1.5 Sapia. Gli altri sono tutti non segnalati.

ROBERTO NOVELLI, Relatore per la XII Commissione. Emendamento 1.5 Sapia…

PRESIDENTE. Pagina 5, onorevole Novelli…

ROBERTO NOVELLI, Relatore per la XII Commissione. Invito al ritiro o parere contrario.

Emendamento 1.41 Montaruli, non segnalato

PRESIDENTE. 1.43 Montaruli, onorevole Novelli?

ROBERTO NOVELLI, Relatore per la XII Commissione. Emendamenti 1.43, 1.44, 1.38, 1.37 e 1.39 Montaruli, l.30 e 1.31 Bellucci, invito al ritiro o parere contrario. Emendamenti 1.202 Ferro, 1.0201, 1.0203, 1.0200 e 1.0204 Mollicone, invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Poi arriviamo all'emendamento 1.019 Bellucci, a pagina 11.

ROBERTO NOVELLI, Relatore per la XII Commissione. Emendamento 1.019 Bellucci sempre invito al ritiro o parere contrario e, concludo, con l'emendamento 1. 018 Bellucci sul quale vi è invito al ritiro o parere contrario. Qui mi fermo.

PRESIDENTE. Passo la parola alla relatrice Mura che esprimerà gli altri pareri.

ROMINA MURA, Relatrice per la XI Commissione. Emendamenti 2.201 Sapia, 2.73 Rizzetto, 2.34 Frassinetti, 2.33 Bucalo, 2.112 Montaruli, 2.111 Montaruli, 2.36 Bucalo, 2.113 Montaruli invito al ritiro o parere contrario. Emendamento 2.114 Montaruli non segnalato.

Emendamenti 2.35 Bucalo, 2.116 Montaruli, 2.61 Sapia, 2.200 Barzotti, 2.102 Bellucci, 2.117 Montaruli, 2.106 Bellucci, 2.37 Frassinetti, 2.109 Varchi invito al ritiro o parere contrario. Emendamento 2.38 Bucalo invito al ritiro o parere contrario, su questo c'era l'accordo sull'ordine del giorno. Emendamenti 2.120 Montaruli, 2.107 Bellucci, 2.108 Lucaselli, 2.30 Moretto, 2.39 Bucalo, 2.41 Frassinetti, 2.40 Bucalo, 2.42 Bucalo, 2.121 Montaruli, 2.103 Bellucci, 2.105 Bellucci, 2.104 Bellucci, 2.122 Montaruli, 2.02 Siragusa, 2.01 Termini invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Sottosegretario Nisini?

TIZIANA NISINI, Sottosegretaria di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Parere conforme ai relatori.

PRESIDENTE. Passiamo quindi alla votazione dell'emendamento 1.26 Bellucci.

Ha chiesto di intervenire l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Con questo emendamento noi vogliamo cancellare la stagione antidemocratica ma, soprattutto, la stagione del tutto inefficace - dato i 117 mila morti - dei DPCM, quindi dei decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri. Lo intendiamo fare per una ragione di forma, ma anche per una ragione di merito. Abbiamo detto, a più riprese, quanto questa modalità uccida il confronto democratico e non dia la possibilità, quindi, di arrivare anche ai migliori provvedimenti, attraverso le proposte di tutti i gruppi parlamentari anche di maggioranza e di opposizione. Poi c'è una questione anche di merito che riguarda come attraverso i DPCM si sia data forma, sostanza a quella che è stata la stagione della mancanza di trasparenza e di verità, una vergogna che ha riguardato, soprattutto, la gestione di questa pandemia.

Una gestione che è stata caratterizzata dalla secretazione dei verbali del CTS, quindi dal Comitato tecnico-scientifico, che è proseguita con richieste accorate da parte dell'opposizione ma anche della Fondazione Einaudi per quei verbali che dovevano essere resi pubblici e trasparenti, che è continuata con la scoperta del ritiro, invece, del documento legato al Piano pandemico nazionale, perché non faceva comodo a quella maggioranza e anche questa timida maggioranza fa ben poco per restituire trasparenza e verità. Allora, la pagina vergognosa di una gestione pandemica che ha visto il Governo precedente, il Governo Conte 2, ma che sta vedendo anche questo Governo Draghi non voler garantire il diritto, ad ogni italiano e al Parlamento, di sapere come stanno le cose e di fare, quindi, giustizia, non deve proseguire. È per questo che Fratelli d'Italia ha deciso, anche in questa occasione - è da un anno, da oltre un anno che vi chiediamo di restituire verità e trasparenza -, attraverso questo emendamento, che abbiamo presentato anche nelle conversioni in legge dei decreti passati o dei DPCM, di chiedere di cancellare uno di quegli strumenti che è stato complice delle falsità dette dal Governo precedente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), delle falsità dette dal Ministro della Salute Speranza e delle falsità che sono state proposte da Conte prima, e che oggi, quindi, stanno vedendo Draghi, così in maniera mite -assolutamente mite, per essere gentili - nella sua azione di restituzione e di cambiamento.

È stato millantato un Governo dei migliori e il Governo dei migliori deve essere sempre caratterizzato da trasparenza, verità e giustizia; sono valori che la democrazia deve difendere e che, quindi, noi ci aspettiamo e ci aspettavamo che il Premier Draghi difendesse. Allora, vi chiediamo di votare favorevolmente rispetto a questo emendamento, perché sarebbe un modo, attraverso il voto favorevole di tutta l'Aula, di ripristinare quel giusto confronto democratico che rende possibile restituire verità e giustizia. Se non lo farete, ovviamente, noi rigettiamo la richiesta di invito al ritiro e rigettiamo qualsiasi possibilità da parte nostra di non difendere con forza ciò che riteniamo possa essere utile a difendere la salute degli italiani, in questo caso, perché la verità e la trasparenza sono un modo per salvare vite, per non conseguire altre morti, altre ferite in quella che tutti noi abbiamo spesso nominato come una guerra. Ebbene, noi lo presentiamo alla vostra attenzione e vi chiediamo di votare a favore; se non lo farete, spunterete ancora una volta quello che è lo strumento di verità e giustizia della democrazia, cioè il pieno confronto democratico (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Oltre a sottoscrivere l'emendamento della collega Bellucci, lo sostengo con forza perché continuiamo a pensare che sulle libertà fondamentali, a differenza di quello che è accaduto in quella parte buia della pagina parlamentare, si debba intervenire con leggi; deputate ad intervenire su quel tema e su quei delicati equilibri sono le Camere parlamentari che i cittadini rappresentano, quindi, non più atti amministrativi anomali; se il Governo intende intervenire, ancorché con necessità ed urgenza, ha uno strumento con forza di legge che la Costituzione prevede e che è il decreto-legge. Solo un confronto democratico con la mediazione degli interessi in campo, delle sensibilità di chi le imprese e i cittadini li rappresenta, cioè le Camere e il Parlamento, solo con la centralità democratica di questo si può intervenire anche e solo sporadicamente sulle libertà dei cittadini, a differenza di quello che è accaduto in quella pagina buia che, purtroppo, spesso, si ripete con provvedimenti che si sono dimostrati anche inefficaci (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vinci. Ne ha facoltà.

GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie, Presidente. Sembra, questa, una discussione veramente assurda in quest'Aula. Dopo un anno che si parla di DPCM, dopo un anno che ci sono proteste da parte di decine, centinaia di migliaia di cittadini sul fatto che si legiferi e si decida per DPCM, dopo che sono intervenute sentenze da parte del tribunale di Roma, da parte del GIP di Reggio Emilia, da parte di tribunali di tutta Italia che dicono che il DPCM è illegittimo in questo tipo di situazione, dopo un anno, dopo che c'erano state delle aperture, si torna a negare l'approvazione di un emendamento come questo, che vuole soltanto portare chiarezza e riportare nella legittimità l'attività del Governo. Un anno fa si poteva pensare a qualcosa di diverso, oggi, dove ormai è chiaro a tutti che il DPCM è solo un motivo per tagliare fuori il Parlamento, il Governo ancora si rifiuta e questa maggioranza vuole continuare con i DPCM. Ciò è intollerabile (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Silvestri, sempre per un minuto a titolo personale. Ne ha facoltà.

RACHELE SILVESTRI (FDI). Grazie, Presidente. Dopo un anno siamo passati, da uno stato di emergenza, con il Governo Conte che, quindi, andava avanti con i DPCM, al Governo dei migliori e il cambiamento non si è visto, perché continuiamo ad avere DPCM all'interno dei provvedimenti. Quindi, con questo emendamento, che io chiedo di sottoscrivere, noi chiediamo, come abbiamo fatto per vari provvedimenti, anche per altri provvedimenti passati, di portare un cambiamento, perché, come è stato già detto dai miei colleghi, la trasparenza è fondamentale. Soprattutto quest'Aula e la seconda Camera, il Senato, hanno il diritto, comunque, di andare a intervenire e di confrontarsi; le forze politiche devono confrontarsi sui vari temi che comunque vengono posti. Quindi, ribadiamo l'importanza di questo emendamento e di smetterla di portare avanti questi DPCM.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Avevate detto, all'inizio di questo Governo: basta con i DPCM, invece adesso dite di nuovo “no” all'approvazione del nostro emendamento che prevede un vero stop ai DPCM, uno strumento di cui avete abusato, avete abusato anche voi; lo state facendo ancora una volta con questo “no” al nostro emendamento. Uno strumento che non era stato studiato per reprimere le libertà individuali e tra tutte, in particolare, la libertà di lavorare, tema che affronteremo nella giornata di oggi sicuramente: invece, cosa avete fatto? Esattamente il contrario: “no” ai DPCM; ancora una volta “no” ai DPCM; invece dite “sì” ai DPCM, dicendo “no” al nostro emendamento. Fratelli d'Italia, si sappia, continua a dire un “no” secco ai DPCM; questa maggioranza minestrone, invece, prosegue esattamente come il Governo precedente di Conte (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Se noi dovessimo riformulare l'articolo 1 della Costituzione guardando a come le istituzioni sono state trattate dall'inizio della pandemia ad oggi, dovremmo riformularlo scrivendo che l'Italia è una dittatura sanitaria, governata attraverso l'abuso dei DPCM, cioè il contrario di quelle che sono le tutele dei diritti fondamentali di libertà dei cittadini. Allora, siccome per noi la forma è anche sostanza, questo emendamento che propone di ribadire il concetto che le norme che limitano le libertà fondamentali dei cittadini vanno adottate con atti aventi forza di legge e non con atti amministrativi, è talmente evidente che non può non essere accolto e approvato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Nel solco di quello che abbiamo già chiesto da tempo e che continuiamo a chiedere, nell'esclusivo interesse di quest'Aula, del Parlamento e, ovviamente, di tutti i cittadini italiani, continuiamo, attraverso gli emendamenti di Fratelli d'Italia, a chiedere che non si provveda più, su temi così delicati e così sostanziali come quelli della salute degli italiani, attraverso un atto amministrativo come quello del DPCM. Noi siamo assolutamente certi che questa proposta emendativa deve trovare riscontro e parere favorevole da parte del Governo e da parte di tutta l'Aula e dei colleghi, perché riteniamo che l'emergenza epidemiologica non possa essere più trattata come materia di serie B, e, quindi, con atti amministrativi, ma che debba ritrovare il suo rango costituzionale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà, per un minuto.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Siamo ancora qui a parlare e a contestare i DPCM, che da un anno accompagnano ormai la compressione delle libertà della nostra Nazione. Io penso che non ci voglia molto per argomentare l'inutilità, direi l'illegittimità, di questi provvedimenti. L'abbiamo già detto: dipende dal fatto che sono atti di natura amministrativa - questo si legge nei testi basilari di diritto amministrativo - e quindi non possono intaccare norme di rango superiore. Basterebbe questo, ovviamente, a contestare nel merito la presenza di questi DPCM, che, però, nella quotidianità comprimono le libertà degli italiani.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Non si comprende sinceramente la logica che porta al parere contrario, sia da parte del relatore ma anche da parte del Governo, rispetto ad un emendamento che, certamente, se anche fosse stato approvato, non avrebbe cancellato l'onta di una gestione scellerata della pandemia da parte del precedente Governo ma credo sia in linea e in continuità con il Governo Draghi; ciò, rispetto anche ad un atto di dignità che dovrebbe vedere il voto di ciascuno qui dentro nei confronti di un Parlamento e, quindi, non delegare ai DPCM ma gestire e sovrintendere questa pandemia attraverso un impegno importante, che può essere un testo di legge. Probabilmente, la logica è quella di chi professava delle cose e oggi attua il contrario.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Donzelli. Ne ha facoltà. Penso che sia fuori…

GIOVANNI DONZELLI (FDI). No, Presidente, sono qui.

PRESIDENTE. Non la vedevo. Prego.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. Se un anno fa avevate la giustificazione che questa emergenza era imprevedibile, che non si poteva fare diversamente, che non si poteva sapere prima come muoversi, che non c'era altra soluzione, se un anno fa avevate questa scusa e, dopo che è passato un anno, avete sprecato i soldi nei banchi a rotelle, non avete messo in sicurezza le scuole, non avete messo in sicurezza gli anziani e non avete tutelato le persone deboli, adesso volete ancora limitare le libertà costituzionali, impedendo alle persone di muoversi, di lavorare e di esistere; ma come minimo lo dovete fare venendo in quest'Aula per la legge, senza calpestare la Costituzione con decreti amministrativi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Con questo emendamento Fratelli d'Italia pone nuovamente il tema centrale sotto il profilo della rilevanza costituzionale dei DPCM. Dovete abbandonare la stagione infausta dei DPCM per affrontare le eventuali limitazioni della libertà di associazione, di impresa, di movimento degli italiani almeno tramite atti aventi forza di legge. Siamo rimasti coerenti.

Vede, io le leggo, Presidente, ciò che diceva un altro Presidente, un Presidente della Consulta costituzionale: non esiste un diritto speciale per i tempi eccezionali. Era il Presidente Cartabia e credo fosse più di una omonimia con l'attuale Ministro, che invece ipotizza diritti speciali per tempi eccezionali, cancellando le libertà costituzionali degli italiani.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda, che non vedo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Intanto per sottoscrivere convintamente questo emendamento di Fratelli d'Italia a prima firma dell'onorevole Bellucci. Questa è l'occasione per dire “basta” a una stagione davvero infausta di tutti questi DPCM che hanno sottratto le libertà principali e fondamentali dei cittadini. Ecco, atti autoritari, senza passare per il confronto parlamentare, senza la condivisione, attraverso decreti-legge. Questa è l'occasione davvero per dire che il Governo vuole fare quel cambio di passo ma, a quel che sembra, questo cambio di passo non si vede neanche con l'attuale Governo. I cittadini non hanno bisogno di questo; i cittadini hanno bisogno di risposte e di tornare alla loro vita; e di risposte, dalla sera alla mattina che violano le loro libertà, non ce n'è più bisogno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Butti. Ne ha facoltà.

ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie, Presidente. Emendamenti di questa natura li ritroverete ogni qual volta il Governo licenzierà testi di legge che faranno ampio uso, come è stato ricordato, dei DPCM. Noi l'abbiamo spiegato in tutte le lingue e in tutte le sedi istituzionali e non. Tenteremo, in deroga al Regolamento, anche di usare qualche disegno, magari congiungendo i puntini come accade su La Settimana Enigmistica. Però, il dibattito in Parlamento sul significato giuridico del DPCM è stato lungo e molto importante.

Sul significato giuridico del DPCM si sono confrontati - e vado alla conclusione - anche illustri costituzionalisti. Come è stato ricordato, il combinato disposto dei DPCM, decisamente autoritari e la copertura col segreto dei verbali del CTS sono stati un'ecatombe (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere questo emendamento della collega Bellucci e per riproporre un tema noto: perché il DPCM. Perché il DPCM? Allora, avete risposto in vario modo e ci è stato detto anche per l'eccezionalità del momento, a febbraio e a marzo dell'anno scorso. Allora, io chiedo: quanto dura l'eccezionalità? Dopo un anno e dopo che tutti i medici ci dicono che dobbiamo abituarci a convivere con questa situazione, perché non dobbiamo convivere con la normalità? Violare la democrazia è gravissimo e ancora più grave è perpetuare questa violazione, come state continuando a fare voi. Poi, sarei curioso di sapere da qualche collega come si fa a cambiare idea. Come si fa a cambiare idea?

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Caiata.

SALVATORE CAIATA (FDI). Come si fa a essere stati strenui sostenitori del non utilizzo di questo strumento e adesso, invece, farsene difensori (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. A 15 mesi dalla prima dichiarazione dello stato d'emergenza riteniamo che il Governo e il Parlamento avrebbero avuto tutti gli strumenti per poter introdurre delle forme di disciplina normativa con significative restrizioni alle libertà individuali che non passassero tramite una decretazione di fatto sottratta alle valutazioni del Parlamento. Quell'iter di parlamentarizzazione, che è stato introdotto a maggio con una sorta di parere che può essere anche reso ex post da parte del Parlamento, evidentemente non soddisfa quel requisito di legalità che dev'essere necessariamente ispirato e realizzato nell'adozione di strumenti normativi, ancor più quando questi, come i decreti di cui si parla nel testo che intendiamo emendare con la proposta in questione, comportano, appunto, restrizioni significative sul piano delle libertà individuali (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Albano. Ne ha facoltà.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere l'emendamento della collega Bellucci e ribadire, come già i miei colleghi hanno fatto prima di me, che questo emendamento vuole cancellare la stagione dei DPCM. Non più DPCM ma leggi o atti aventi forza di legge per comprimere e contenere non solo il virus ma soprattutto le nostre libertà personali. Sì, perché nel nostro quadro giuridico sappiamo che la forma è sostanza. Non sono cavilli quelli di cui abbiamo parlato e su cui il dibattito è stato ampio e approfondito, ma elementi di sostanza giuridica.

Ormai è un anno che ci sono provvedimenti di questo tipo e che i DPCM comprimono le nostre libertà fondamentali, in continuità con provvedimenti del precedente Governo, che anch'esso ha fatto uso di DPCM, calpestando i diritti fondamentali. Chiediamo, quindi, che il Governo possa cambiare il proprio parere contrario, del relatore e del Governo, anche se nulla cambierebbe, per ciò che è già accaduto questo anno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sull'emendamento 1.26 Bellucci vi è un invito al ritiro, che intendo non accolto. Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.26 Bellucci, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.200 Foti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente e colleghi, abbiamo ascoltato i toni diversi, ma il parere monocorde da parte dei relatori, che ci hanno suggerito l'invito al ritiro, prima di esprimere parere contrario sui nostri emendamenti. In realtà, potremmo tranquillamente dire che l'invito al ritiro potremmo rivolgerlo al Governo nei confronti di questo decreto-legge, perché, vedete, gran parte di questo decreto-legge ha già prodotto i suoi effetti, indipendentemente dalla conversione in legge. Basterebbe vedere l'articolo 1, comma 1, e l'articolo 1, comma 2, allorquando definiscono come spazio temporale per la vigenza di quelle norme, rispettivamente, dal 15 marzo al 2 aprile e dal 15 marzo al 6 aprile. Allora, già questa considerazione attesta l'inutilità di un modo di legiferare, che prima passava attraverso i DPCM quasi settimanali, oggi passa attraverso i decreti-legge, magari ogni quindici giorni. Ma, modificando lo strumento, non cambia il risultato, per il semplice motivo che, quando si arriva alla decisione finale, gli effetti ormai sono svaniti, sicché ogni e qualsiasi attività appare ultronea al significato proprio che dovrebbe avere, invece, il Parlamento, nella sua attività legislativa.

Ma, al di là di questo malvezzo, che noi denunciamo - e vorremmo anche lanciare un appello in merito -, non approfittiamo dello stato di emergenza fino al 30 giugno 2021 per inchiodare il Parlamento solo ed esclusivamente a convertire in legge provvedimenti di ordine sanitario. Infatti, indubbiamente, l'Italia merita anche provvedimenti in altri campi, che possano far ripartire l'economia, il lavoro, l'occupazione!

Allora, Presidente, noi abbiamo colto l'occasione di questa contraddizione, evidente, che si è voluta perpetuare, per evidenziare anche una circostanza che non è irrilevante. Noi abbiamo di fronte un decreto-legge che accende una lampadina rossa, dicendo: attenzione, vi è una situazione di particolare crisi se ogni 100 mila abitanti vi sono 250 casi positivi. Ma noi facciamo anche un altro ragionamento: se questo deve essere il criterio, occorrerà pure che si definisca anche un minimo numero di tamponi che devono essere effettuati, per verificare effettivamente se questa situazione si presenta (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Perché, se noi lasciamo che, con furbizia, qualcuno gestisca la situazione per non arrivare ai 250 positivi, voi vi rendete conto che il tracciamento non verrà mai effettuato in modo completo? Voi vi renderete conto che ogni quindici giorni avremo sistematicamente una ripresa dell'epidemia in una provincia, piuttosto che nell'altra, in una regione, piuttosto che nell'altra!

Allora, è evidente che vi è un modo di continuismo dilettantesco tra il Governo precedente e l'attuale Governo, che ovviamente ha anche una considerazione di fondo: il Ministro è rimasto lo stesso. E quando abbiamo una situazione di grandissima difficoltà rispetto ad un'emergenza sanitaria, abbiamo denunciato in tutte le sedi l'inefficienza del Ministro e, cambiando il Governo, si mantiene quel Ministro, significa che anche a questo Governo interessa esclusivamente l'inefficienza in ambito sanitario e lasciare che le cose corrano come fino ad oggi sono corse, con grave nocumento per la popolazione italiana (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente, anche per sottoscrivere questo emendamento del collega Foti, che è un emendamento di grande buonsenso, che cerca di riportare il tema, la strategia di contenimento del virus, a criteri di oggettività parametrica. Infatti, è evidente che, senza un parametro di riferimento sul numero dei tamponi – e, quindi, sui livelli di tracciamento e di testing -, l'effetto che ne risulta è che quella semplice dizione normativa, 250 casi su 100 mila abitanti, diventa, di fatto, infruttuosa e si presta ad una strumentale alterazione, cambiando il numero di base del parametro.

Concludo, Presidente. Io credo che questo emendamento valga per questo provvedimento, che ormai è superato, nei suoi effetti…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

EMANUELE PRISCO (FDI). …ma possa essere anche un utile buon suggerimento, per cercare di fare cose credibili e farla finita…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Prisco.

EMANUELE PRISCO (FDI). …con provvedimenti eccessivi e non fruttuosi, ancora frutto del precedente Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vinci. Ne ha facoltà.

GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie, Presidente. Dopo un anno che i cittadini chiedono chiarezza, per capire da dove vengono i dati, come sono raccolti i dati e di cosa si sta parlando e, dopo un anno che anche i membri di questa Camera fanno fatica a capire perché una regione, una provincia, un comune diventano rossi, rossi amaranto, cambiando tutti i colori dell'arcobaleno, chiediamo di inserire una cosa che doveva essere normale un anno fa, sei mesi fa, non oggi.

Ci accorgiamo che neanche oggi il Governo vuole inserire una dicitura, cioè un numero congruo di tamponi, e quindi vuole consentire che le regioni continuino a fare dei rilevamenti che nessuno potrà mai verificare e capire.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Silvestri. Ne ha facoltà.

RACHELE SILVESTRI (FDI). Grazie, Presidente. Innanzitutto, chiedo di sottoscrivere l'emendamento. Come gruppo Fratelli d'Italia, anche in questo caso portiamo all'attenzione del Governo un emendamento di buonsenso perché, come è stato detto dal collega Foti, se all'interno del decreto si inserisce una misura che si basa sull'incidenza cumulativa settimanale dei contagi - se superiore a 250 casi - bisogna prevedere di mettere un tetto all'effettuazione di tamponi. Come possiamo vedere, e lo abbiamo visto in tante regioni, questi ultimi sono fondamentali anche per cercare di mettere in sicurezza le persone. Quindi, penso che sia fondamentale una misura del genere e chiediamo al Governo di ripensarci per portare un miglioramento a questo decreto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie per la parola. Ancora una volta, non si comprende come mai vi sia un “no” da parte del Governo rispetto ai nostri emendamenti e, in particolare, a questo emendamento. Più volte, membri di questa “maggioranza minestrone” hanno accusato le regioni di non essere sufficientemente virtuose e, invece, l'emendamento del collega Foti è volto, in primo luogo, a verificare la virtuosità di queste regioni e a non lasciarle con delle chiusure conseguenti alla classificazione delle regioni medesime senza alcun tipo di parametro oggettivo. Un parametro oggettivo è necessario; non lo chiedono soltanto i cittadini, lo chiedono le tante attività economiche. Come si fa a dire no a questo emendamento ancora una volta? È un emendamento di buonsenso che, peraltro, va in direzione di una razionalizzazione e di una lettura dei dati, una razionalizzazione necessaria anche a fronte della richiesta, ormai perpetua, di trasparenza rispetto alle modalità di raccolta dei dati medesimi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento, che chiedo di sottoscrivere, non fa altro che sottolineare il tema specifico, puntuale e importantissimo, dei criteri di valutazione e numerici sui quali si sono fatte le chiusure. Ebbene, ci sono insigni statistici, come il professor Maruotti, che sono arrivati a dichiarare, addirittura, che l'Rt, il principio numerico fondamentale su cui il CTS e tutto il Governo stabiliscono il sistema dei colori e delle chiusure, sia inattendibile. Per cui, con questo emendamento chiediamo, anche sul censimento dei tamponi, che ce ne sia un congruo numero per poter essere valutato in maniera adeguata (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento, che chiedo di sottoscrivere, introduce un criterio di buonsenso. In un contesto nel quale sappiamo che non c'è stata massima trasparenza, in tutto questo periodo, nella gestione dei dati in base ai quali vengono decise e definite le misure di chiusura, che ha portato anche a diverse applicazioni nelle varie regioni, io credo che sia di assoluto buonsenso fissare un criterio che indichi che vi sia un congruo e possibilmente omogeneo numero di tamponi in base al quale determinare i 250 contagi ogni 100 mila abitanti e le misure conseguenti. È buonsenso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Questo è un emendamento che riporta, all'interno di questo dibattito, un principio molto semplice e cioè che i dati relativi alla pandemia, e che vengono utilizzati per questa, devono rientrare nella scienza statistica, quella disciplina che ha come fine lo studio quantitativo e qualitativo di un particolare fenomeno collettivo in condizioni di incertezza o non determinatezza. Noi riteniamo che partire dal principio base della statistica dia degli elementi certi ai quali fare riferimento mentre, sino a questo momento, si è sostanzialmente navigato nel buio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento è volto a garantire i dati su cui basare le misure del contenimento e, quindi, è evidente e molto logico che si debba basare su un congruo numero di tamponi effettuati; altrimenti viene da chiedere come si fa a stabilire che, con 250 positivi, possa esserci il blocco o il cambio di colore. Siccome queste misure incidono gravemente - l'abbiamo già detto prima - sulla situazione delle persone, bisogna che ci sia grande rigore nel determinare il tracciamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Vorrei sottoscrivere l'emendamento a prima firma Foti, con riferimento alla giusta richiesta che avevamo fatto al Governo rispetto alla possibilità di eseguire - come criterio ulteriore - maggiori tamponi: andando avanti, invece di continuare ad incrementarli si sta tornando indietro. Io parto dal presupposto che questo dovrebbe essere, insieme all'Rt e agli altri parametri che abbiamo scoperto a distanza di tante battaglie in Aula, perché ogni volta che una regione veniva dichiarata rossa non capivamo mai il criterio, uno dei pilastri fondamentali. Chiudo nel dire che, forse, l'unica cosa, collega Foti, da tamponare è, in qualche modo, la cecità e l'ottusità di questo Governo nel poter accettare delle giuste e sensate richieste (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Donzelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. Se tutti questi sacrifici che chiediamo agli italiani in un momento difficile come quello che stiamo vivendo sono motivati da dati scientifici, diventa necessario dare più credibilità possibile a questi dati scientifici, altrimenti gli italiani si convinceranno sempre di più che non c'è una motivazione seria, scientifica, medica, reale dietro a queste esigenze. Questo emendamento chiede quindi di rafforzare la scientificità del dato, cioè di far sì che questo dato abbia una credibilità e una prova. Il voler bocciare questo emendamento rischia di far emergere ulteriori e speriamo ingiustificati dubbi da parte della popolazione sulla serietà di quello che sta facendo il Governo e sulle restrizioni che sta producendo. Non è un emendamento di critica o di condanna delle scelte che fate, è altro. In questo emendamento - chiudo - si dice semplicemente: a prova dei dati scientifici, facciamo sì che ci sia un campione serio. Non comprendiamo perché non volete la serietà del campione rispetto alle analisi che fate.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Nella tavolozza dei colori della crisi pandemica cui ci avete tristemente abituato - rosso, arancione, giallo, che è scomparso e adesso è ritornato, e bianco - Fratelli d'Italia chiede semplicemente di introdurre un criterio di maggiore oggettività e scientificità. Basta regioni furbette, basta province furbette, che comunicano o omettono di comunicare dati significativi. Gli italiani devono sapere, per il tramite del criterio dei tamponi, unico, generalizzato, scientifico e oggettivo, per quale motivo alcune misure di contenimento, che incidono sulle loro libertà costituzionali, vengono assunte. Ci pare un emendamento di buonsenso ma, soprattutto, ci pare un emendamento che evita ogni frizione, anche fra enti, nella determinazione delle misure da assumere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda, che non c'è, quindi penso vi abbia rinunciato.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Chiedo di sottoscrivere l'emendamento: un'altra volta, un'altra occasione per quest'Aula di adottare - in modo totalmente tecnico, non certamente di parte, o di critica rispetto all'operato - e di addivenire a una valutazione oggettiva del territorio e della situazione pandemica di ogni territorio. Vedete, non accogliendo questo emendamento, si continua con la confusione e i territori paradossalmente più virtuosi sono penalizzati, perché mettono in atto più campionamento e quindi più tracciabilità. Inserire il dato del numero dei tamponi, per poi arrivare a quello - l'unico certo - dei 250 su 100 mila abitanti, cui poi conseguono tutte le misure di restrizione e di limitazione delle libertà dei nostri cittadini, credo sia una proposta assolutamente necessaria, da adottare assolutamente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Butti. Ne ha facoltà.

ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento forse ai più distratti può sembrare ridondante, ma così non è, perché troppo spesso in passato il passaggio di una ragione dalla colorazione gialla a quella rossa e viceversa ha sortito, come noi ben sappiamo, delle contestazioni, anche veementi, da parte di qualche governatore, di qualche presidente di regione, o comunque dei dubbi e delle critiche per la scarsa pubblicità dei dati, che Fratelli d'Italia - come si sa - chiede di poter conoscere per trasparenza e per democrazia. In più - e vado alla conclusione -, in questo emendamento noi chiediamo, prima di ogni decisione di upgrade piuttosto che di retrocessione, l'effettuazione di un congruo numero di test per l'individuazione dell'infezione da COVID-19, che ci sembra una norma di buonsenso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Presidente, per sottoscrivere l'emendamento del collega Foti e per esprimere l'incredulità, mi permetta. Dobbiamo dare credibilità ai nostri provvedimenti, ai vostri provvedimenti: come possiamo pensare di penalizzare chi tampona di più? Perché il numero dei positivi dipende esclusivamente dal numero dei tamponi che effettuiamo, quindi se tamponiamo di più, abbiamo più positivi, se abbiamo più positivi andiamo nel colore rosso. Allora, se continuiamo a usare questo parametro e non il congruo numero dei tamponi che noi chiediamo, rischiamo di penalizzare tutte le popolazioni che invece tamponano di più, di penalizzare tutte le regioni che tamponano di più e di premiare i soliti furbetti all'italiana.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. L'emendamento in questione ha la funzione di tradurre in legge un elemento di concretezza utile a consentire l'acquisizione di ulteriori elementi finalizzati a qualificare la risposta di chiusura, di apertura o di coloritura in ordine al dato del numero dei tamponi, che deve essere stimato rispetto non a un valore assoluto, ma a un valore relativo di congruità, quale è quello che appunto si suggerisce di introdurre. Non è quindi un emendamento di destra o di sinistra, ma è un emendamento di buonsenso, che evidentemente induce a premiare quelle regioni che riescono a realizzare più tamponi e non invece a penalizzarle, come postula l'attuale vigente normativa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Albano. Ne ha facoltà.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente. Ancora una volta un “no”, ancora una volta un invito al ritiro e il parere contrario. Ma noi stiamo parlando di dati: il dato è un elemento prezioso; il dato fornito a chi deve prendere delle decisioni, deve essere oggettivo, deve essere una rilevazione, sono le scelte che poi saranno di natura soggettiva. Ma qui partiamo male: anche il dato è non oggettivo e non confrontabile. Chiediamo solamente un'oggettività scientifica e statistica del dato. Lo dobbiamo agli italiani, lo dobbiamo agli italiani ai quali sono stati chiesti grandissimi sacrifici, la cui salute rischiamo di mettere a repentaglio sulla base di dati non corretti e non oggettivamente verificabili (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.200 Foti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.33 Ferro.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Ovviamente non intendo accettare l'invito al ritiro di questo emendamento, quindi poi chiederemo che sia messo al voto. È un emendamento che cerca in qualche modo di porre rimedio alle tante contraddizioni di un Governo schizofrenico, dispotico, rispetto a quelle che sono le possibilità di far operare alcune attività. Seppur questa può sembrare una piccola cosa, non è forse l'ultimo anello di una catena, laddove già tutti i commercianti, gli imprenditori e le partite IVA sono messi in ginocchio. Parliamo ovviamente del benessere dell'animale attraverso quelle che sono le possibilità - per i piccoli animali, soprattutto quelli che vivono in abitazione con le famiglie - di accedere a tutto ciò che riguarda il proprio benessere, che non è soltanto la tolettatura estetica, ma anche un fatto legato all'igiene. Devo dire che, ancora una volta, come in tante altre situazioni, il Governo ha utilizzato un po' quell'abitudine di essere Ponzio Pilato, di lavarsi le mani, dando le responsabilità in qualche modo delle scelte alle regioni. Nel caso ovviamente della Lombardia, ma di pochissime regioni - penso all'Emilia Romagna e penso alla Calabria stessa - si è riusciti, attraverso un decreto, a forzare l'apertura, ovviamente attraverso la possibilità di quello che in qualche modo è previsto, cioè di lasciare l'animale fuori e quindi di non aver contatto all'interno della struttura con il padrone, di utilizzare i dispositivi (anche perché è stato chiarito più volte che l'animale, che sia cane o gatto, non trasmette e quindi non può in qualche modo causare effetti dal punto di vista del contagio COVID); ovviamente, si richiede anche la certificazione che l'animale che viene portato non viva con ammalati o con persone che hanno contratto il virus. Partendo da questo presupposto, noi aiutiamo tante persone a riprendere quel percorso lavorativo e tutte le forniture - penso, per esempio, a quella parte che riguarda tutti i prodotti per gli animali - e certamente diamo anche la possibilità a chi spesso vive con animali (sono tanti gli italiani che nella propria abitazione hanno un animale di piccola, di media o di grande taglia) di poter vivere attraverso ovviamente l'igiene e la sicurezza nel contesto domestico.

È quanto mai opportuna, io credo, una presa di coscienza; su molti aspetti ci siamo trovati, rispetto, per esempio, a quell'ordine del giorno e, prima, un emendamento sulla sperimentazione; lo abbiamo fatto anche attraverso quel decreto che ha stabilito che oggi gli animali possono, finalmente, utilizzare gli stessi medicinali degli umani, anche con uno sgravio. Auspicavamo che anche su questo ci fosse, in qualche modo, una sensibilità diversa. Tristemente, il parere è contrario, tristemente, le regioni continueranno, alcune a non assumersi la responsabilità, altre a farlo, ma soprattutto rispetto ad un Governo che avrebbe dovuto, in qualche modo, chiarire una volta per tutte che questi operatori potevano certamente riprendere a pieno regime l'attività stessa. Alcune volte ciò è un po' triste; del resto, pensavo che tanti sono gli emendamenti che andremo ad illustrare e che riguardano, ovviamente, tutti i settori della nostra società. E, allora, la parte più triste è che, in fondo, se vengono respinti quelli che riguardano gli umani, probabilmente penso che gli animali, per questo Governo, non facciamo parte di una delle tante priorità che per noi, invece, esistono (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Chiedo, ovviamente, di sottoscrivere questo emendamento. È un altro emendamento - come i tanti che Fratelli d'Italia ha proposto a questa Assemblea, anche su questo provvedimento - di assoluto buonsenso, che interviene su un aspetto particolare, che non è stato adeguatamente preso in considerazione. Vede, Presidente, lasciare la facoltà alle singole regioni di aprire o non aprire i servizi di cura agli animali di compagnia rappresenta una grave discriminazione - anche in termini di servizi per gli animali, gli amici dell'uomo - per i cittadini; come a dire che i nostri amici di compagnia della Lombardia possono seguire un certo tipo di attenzione e quelli che, invece, abitano in un'altra regione no; oltre agli effetti economici su un comparto importante della nostra Nazione.

PRESIDENTE. Concluda.

EMANUELE PRISCO (FDI). Noi chiediamo, visto che è un emendamento di assoluto buonsenso, di ripensare questa scelta e rivedere il parere espresso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vinci. Ne ha facoltà.

GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie, Presidente. Anche in questo caso il Governo si riempie la bocca di animali d'affezione, di provvedimenti a favore, ad esempio, di chi ha questi amici presso la propria abitazione, e non tiene conto del problema che solleviamo con questo emendamento, cioè la necessità di curare anche questi nostri amici, cani, gatti e tutti gli animali d'affezione. Per quale motivo, magari, con aree intere del Paese che sono chiuse e che potrebbero continuare a essere chiuse per settimane o mesi, si vuole impedire di tenere aperti i servizi di cura per gli animali d'affezione? Forse, chi prende queste decisioni non sa e non conosce che cosa significa avere un animale in casa, un amico in casa che necessita di cure (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Silvestri. Ne ha facoltà.

RACHELE SILVESTRI (FDI). Grazie Presidente. Con questo emendamento, che chiedo di sottoscrivere, vogliamo portare all'attenzione di quest'Aula un problema molto, molto importante: alcune regioni, come la mia regione, la regione Marche, durante il periodo della zona rossa ha provveduto a riaprire, comunque, i negozi per la cura degli animali. È fondamentale non solo per una questione estetica, come è stato detto dalla collega Ferro, ma proprio per una questione di necessità, perché chi ha un animale dentro casa, comunque ha un animale di compagnia, sa quali sono le sue esigenze, quindi una cura per l'igiene e un rispetto da dare anche a questi animali; vi è poi una necessità anche e soprattutto per un settore, ai cui operatori – avendo registrato gli stessi, in questo anno, una grave crisi - è importante dare la possibilità, anche in zona rossa, di poter continuare il proprio lavoro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento della collega Ferro si inserisce in tutta una serie di emendamenti che Fratelli d'Italia ha presentato a questo provvedimento in merito alle riaperture. Si inserisce, però, in questo caso, nell'ambito dell'articolo 1, perché viene ritenuto tra quelli che hanno riguardo a settori di attività rispetto ai quali è assolutamente incomprensibile il permanere della chiusura. E, infatti, devo dire che, se l'igiene degli animali rientra nell'ottica e nelle prerogative di salute pubblica, è assurdo impedire tutte le attività che permettono di adempiere a quello che è un dovere - non un diritto, a un dovere - perché ogni padrone d'animale ha il dovere di garantire la cura dello stesso; e come fa ad adempiere a questo dovere, se è lo Stato ad impedirlo, innanzitutto?

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Montaruli, concluda…

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Io mi chiedo dove sono le associazioni degli animalisti, che tanto, nella sinistra, si sono fatte sentire in passato, dove sono, in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Probabilmente, quando si tratta di riaperture e di attività economiche…

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere l'emendamento della collega Wanda Ferro e per denunciare una discriminazione nei confronti di una categoria, quale quella degli operatori che curano gli animali domestici, che riguarda non soltanto la tolettatura, ma riguarda i centri cinofili, gli asili e le pensioni, gli educatori cinofili, i riabilitatori, gli operatori di canile, le terapie assistite per pet therapy, tutti questi professionisti che sono stati obbligati alla chiusura a causa del clamoroso fraintendimento sul fatto che il codice Ateco fosse condiviso con i servizi alla persona. Crediamo che questo mondo meriti di essere tutelato, perché tutela il benessere di milioni di animali d'affezione, che stanno nelle nostre case o che contribuiscono al nostro benessere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Prestipino. Ne ha facoltà.

PATRIZIA PRESTIPINO (PD). Sì Presidente, intervengo a titolo personale, perché sono d'accordissimo con questo emendamento, presentato dai colleghi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. Interviene per il gruppo, lei, in questo momento, onorevole …

PATRIZIA PRESTIPINO (PD). Sì, però voglio motivare perché. Perché attiene al problema dei servizi di tolettatura per animali, sul quale io sono tornata, lo scorso anno, con il Governo, indirizzando una lettera al Presidente Conte, al Ministro Boccia e al Ministro Speranza, affinché venissero riaperti questi servizi, che intanto non mettono in alcun rischio nessuno, perché si tratta di portare il cane, lasciarlo al tolettatore e tornare a riprenderlo; non c'è alcun rischio. In più, se possiamo far lavorare in santa pace una categoria, almeno quello facciamolo, ne va del benessere e della salute dell'animale e ne va anche del benessere psichico del padrone che vive dentro casa con un animale che può soffrire di dermatiti, otiti, problemi anche di igiene, oltre che di sanità personale. Quindi, se mi posso permettere, non solo sottoscrivo questo emendamento, ma dichiaro il mio voto favorevole su di esso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. L'intervento della collega che mi ha appena preceduto è la conferma che questo emendamento è un emendamento di buonsenso e di grande sensibilità. Siamo stati a fianco di tutte le categorie che sono state ingiustamente sacrificate e hanno visto limitata la loro possibilità di svolgere questi servizi di cura agli animali di compagnia. Lo abbiamo fatto sia per un motivo economico - è stato ingiustamente penalizzato un settore in cui vivono e lavorano molte attività - sia dal punto di vista umano e affettivo, perché gli animali da affezione hanno una importanza psicologica e sociale importantissima. E concludo, mi consenta, con una brevissima citazione di Gandhi, che dice: la grandezza di una Nazione si vede da come vengono trattati gli animali. Questo è un messaggio, e questa è un'occasione per dimostrarlo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento chiede nella sostanza di modificare quello che noi riteniamo essere stato un errore materiale, cioè quello di indicare erroneamente i codici Ateco. E lo facciamo consapevoli anche del fatto che questo elemento è stato più volte riportato all'attenzione di questo Governo anche dai presidenti di regione proprio perché è un tema veramente sentito. Noi siamo assolutamente convinti che non si possa continuare su questa strada, che questo sia sicuramente un errore materiale, e onestamente, anche a seguito della discussione che c'è stata in Commissione, non possiamo che concludere in questo senso. Abbiamo la necessità di capire perché questo codice Ateco non possa essere cancellato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Ringrazio la collega Prestipino per il suo intervento e la ringrazio anche per avermi fatto sottoscrivere la lettera che è stata inviata ai Ministri quindici giorni fa.

Siamo davanti a un problema importante, perché riguarda, oltre che il benessere degli animali, anche l'igiene. Come si lavano le auto, come si lavano i tappeti, non si capisce perché non si debbano lavare anche i cani: così era scritto in un cartello davanti a uno di questi negozi chiusi. Sappiamo che il pericolo del contagio è minimo, che il contatto con la persona è quasi inesistente, perché uno sostanzialmente porta il suo cane e poi lo viene a ritirare e basta, e quindi questo divieto era veramente assurdo e infondato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Donzelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. Su un tema similare - nello specifico era la toelettatura nelle zone rosse - venne approvato anche un ordine del giorno lo scorso novembre in cui il Governo si impegnava a trovare una soluzione: sono passati mesi e la soluzione non è stata trovata. Allora, oggi, bocciare questo emendamento, dopo che era stato approvato un ordine del giorno che diceva questo e non lo avete applicato, inizia a essere offensivo verso quest'Aula. Quindi, chiedo al Governo la possibilità anche di cambiare parere, visto che c'è già un ordine del giorno che prevede questa cosa, approvato da quest'Aula, in cui il Governo si era impegnato a risolvere questo problema. Quindi, nonostante che il Governo sia distratto e non stia ascoltando, e questo non è corretto verso l'Aula…

PRESIDENTE. Onorevole Prestipino, lasci il sottosegretario ascoltare l'onorevole Donzelli.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Siccome mi rivolgevo al Governo che era distratto, stavo spiegando al Governo - chiedo qualche secondo in più, Presidente - che su questo tema era stato approvato un ordine del giorno, a novembre, in cui il Governo si era impegnato a trovare una soluzione. Siccome è un problema tecnico e ha delle gravi conseguenze nella vita quotidiana dei nostri cittadini, invito il Governo a rivedere il proprio parere su questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Con questo emendamento Fratelli d'Italia chiede di riaprire completamente un intero comparto chiuso, e, ciò che è più grave, chiuso immotivatamente. Anche le pietre sanno che i servizi di cura e di igiene degli animali di compagnia possono essere svolti nel pieno rispetto dei protocolli di sicurezza e, invece, voi proseguite in quella logica chiusuristica dei codici Ateco. Oggi potremmo così sintetizzare la geniale trovata del Governo: codici Ateco per dichiarare gli animali di “infezione”, mentre noi preferiamo pensare a protocolli di sicurezza pensando ad animali di affezione, e questa è una differenza che ci contraddistingue (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). Grazie, Presidente. Abbiamo discusso di questa proposta emendativa per più di qualche tempo in Commissione. Nello specifico, rispetto a quanto ricordava il collega Delmastro ora piuttosto che la collega Ferro prima, questi sono servizi che fondamentalmente, almeno nel 70-80 per cento dei casi, vanno nei confronti delle cosiddette toelettature.

Colleghi - e mi rivolgo anche ai relatori, all'onorevole Mura e all'onorevole Novelli, con cui abbiamo parlato di questo tema in Commissione - Presidente, il problema è che rispetto alle toelettature c'era, sottosegretario, un errore in seno ai codici Ateco, nel senso che le toelettature non sono state inserite nelle cosiddette riaperture perché c'era proprio un errore di inserimento delle stesse nei codici Ateco. Oggi ci ritroviamo nella paradossale situazione per cui in regioni gialle le toelettature sono aperte, Presidente, e in regioni rosse non sono ancora aperte perché hanno un codice Ateco sbagliato. Chiediamo, quindi, di accantonare questa proposta emendativa per sanare questo che evidentemente è un errore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Chiedo di sottoscrivere l'emendamento che mette di nuovo e pone di nuovo l'attenzione su un tema molto importante, ma di nuovo il Governo chiede il ritiro, altrimenti voto contrario. Chiedo di rivedere il parere su questo emendamento dell'onorevole Ferro perché è un servizio essenziale quello di garantire la salute e l'igiene dei nostri animali di compagnia e non si capisce perché, di nuovo per questi famosissimi codici Ateco, questo servizio sia stato escluso rispetto alla possibilità di operare. Oltre al fatto di poter garantire l'igiene e la salute dei nostri animali, è anche tutto un sistema economico che va a morire senza motivi reali, perché di fatto, come hanno già detto più volte i miei colleghi, non esistono rischi e protezioni non garantite; per cui, davvero, chiedo di rivedere questo parere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Butti. Ne ha facoltà.

ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie, Presidente. Nel periodo di lockdown, o meglio sarebbe dire nei periodi di lockdown, la paura, lo smarrimento, il senso di solitudine, soprattutto negli anziani, nelle persone disabili, nelle persone sole, sono stati vinti anche grazie agli animali da compagnia, a questi amici che meritano tutta la nostra attenzione e la nostra assistenza per l'affetto che ci regalano e per l'autentico, seppur a volte inconsapevole, servizio sociale che svolgono. Ebbene, un animale domestico in Lombardia ha le stesse necessità di essere accudito - e vado alla conclusione - di un animale domestico in Liguria, così come gli operatori che li accudiscono in Lombardia hanno gli stessi diritti degli operatori liguri (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il relatore, onorevole Novelli. Ne ha facoltà.

ROBERTO NOVELLI , Relatore per la XII Commissione. Grazie, signor Presidente. Provo a dire nuovamente quello che avevo anticipato in premessa: non dobbiamo far sembrare che qui ci sia una parte dell'Aula che è contraria a degli emendamenti che hanno la loro portanza e anche rivestono una sensibilità notevole. Quello che vorrei tornare a dire sommessamente e a ricordare, che è stato detto in Commissione, che è stato detto nella relazione al provvedimento che è stata svolta ieri in discussione generale, è che l'articolo 1 ha una caratteristica: che le misure restrittive previste hanno cessato di produrre gli effetti il 6 aprile.

Allora, credo che, in un momento di necessaria responsabilità, indipendentemente dalla posizione che può avere la maggioranza rispetto alla minoranza, sarebbe un messaggio non opportuno al Paese far sembrare che ci sia una gran parte dell'emiciclo che ignora i bisogni e le necessità di una categoria economica o di più categorie economiche, in particolare verso un sistema, un mondo che riveste affetti importanti riguardo agli animali da affezione, e che quindi sembra quasi che rifiuti un emendamento perché è contro. Ma onestà intellettuale vuole, credo, farci dire tutti insieme che così non è, e così non può essere; per cui quello che chiediamo è il ritiro dell'emendamento per il motivo che ho ricordato nuovamente e magari la presentazione di un ordine del giorno; poi il resto naturalmente lo abbiamo tutti ben chiaro.

Quello che provo di nuovo a chiedere è di concentrarsi sulla valenza della norma, dell'articolo 1, che pone dei binari e dei paletti precisi legati agli effetti delle misure che - ripeto ancora una volta - si sono chiuse il giorno 6 aprile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Caiata. Ne ha facoltà per un minuto.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie Presidente, per sottoscrivere l'emendamento. Non serve l'ordine del giorno. L'ordine del giorno era già stato approvato su questo provvedimento e non ha avuto seguito. Se ha già cessato di produrre effetti, perché non approvarlo, in maniera tale da costituire, per il futuro, un orientamento vincolante?

Provo a dirlo all'Aula in una maniera diversa: io ho un figlio di dieci anni che si chiama Antonio; è figlio unico e da molti mesi sta in casa da solo, con la mamma e un cane che si chiama Spank e mi chiede come mai non possa portare Spank a fare la toilette. Io gli rispondo: perché ha un codice Ateco sbagliato. Mio figlio non capisce, perché ha dieci anni! Glielo potete spiegare voi? Perché non siamo in grado di fare un passo indietro e di fare una cosa semplice (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Perché Presidente, sembra che quest'Aula…

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie Presidente, in realtà, ciò che stava affermando in conclusione il collega Caiata è assolutamente di buonsenso e non posso far altro che riprendere il filo del suo ragionamento.

La proposta di emendamento in questione ha la sola finalità di consentire la possibilità di riaprire una filiera - come diceva il collega Delmastro Delle Vedove – che, altrimenti, rimane chiusa semplicemente per un'errata valutazione del codice, anche perché - direi ontologicamente - la stessa si presenta a rischi di contagio ed è suscettibile di contatti tra uomo e uomo del tutto marginali. Questo ancor più ove si realizzi la basilare considerazione che, per quanto poco o molto questa filiera incida, si darebbe la possibilità di riprendere in questo settore a far circolare la ricchezza oggi preclusa senza alcun motivo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Albano. Ne ha facoltà.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie Presidente, per riprendere il filo del ragionamento dei colleghi che mi hanno preceduto e trarne una conclusione. I proprietari di animali d'affezione non possono ricevere lo stesso servizio a parità di condizioni, con l'unica discriminante di appartenere all'una o all'altra regione; questo oggettivamente appare alquanto bizzarro. Allora, è stato un errore? E' un problema tecnico? C'è un ordine del giorno approvato? Ma perché allora respingere l'emendamento? Ho ascoltato le argomentazioni, ma sinceramente non trovo una logica che in qualche modo le guida.

Chiedo, quindi, di rivedere da parte del Governo il parere su questo emendamento e di poterlo approvare per risolvere un problema che, sinceramente, avrebbe già dovuto essere risolto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferro 1.33, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione…

C'è un intervento? Scusate, revoco la votazione, non avevo visto.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Sapia. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SAPIA (MISTO-L'A.C'È). Grazie Presidente, per sottoscrivere l'emendamento della collega Ferro. La toilettatura dei nostri amici animali non è soltanto una cosa di bellezza, ma è anche cura verso i nostri amici, quindi perché non approvare l'emendamento? Gli ordini del giorno non portano a nulla, caro Presidente: approviamo l'emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferro 1.33, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.36 Maschio.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie Presidente, questo emendamento propone che nelle regioni per le quali è previsto l'ingresso automatico in zona rossa, sulla base dell'incidenza cumulativa dei contagi superiore a 250 casi ogni 100 mila abitanti, siano consentite comunque le attività inerenti ai servizi alla persona.

E' chiaramente un emendamento di buon senso, anche se non mi stupirebbe che, dopo aver visto questa maggioranza respingere il precedente emendamento che si riferiva ai servizi di cura agli animali di compagnia, vi sia altrettanta chiusura anche con riferimento ai servizi alla cura della persona.

Posso anche capire che qualcuno, vedendo la mia pettinatura, possa ritenere inutile questo tipo di servizi (Si ride - Applausi), ma in realtà ci sono centinaia di migliaia di attività che sopravvivono su questo tipo di servizi; ci sono milioni di italiani che, per loro fortuna, ne usufruiscono. Soprattutto - parlando più seriamente -, il Governo, sia l'attuale che il precedente, ha imposto a queste attività una serie molto articolata di misure per rendere le loro attività a norma e per poterle consentire nel rispetto delle norme di igienizzazione, distanziamento eccetera, che hanno comportato diversi investimenti per queste attività, che già erano in difficoltà, penalizzate dalla prima fase del lockdown e che, quindi, avevano anche difficoltà nel reperire le risorse per adeguare le strutture.

Stiamo parlando di centinaia di migliaia di attività economiche che interessano milioni di italiani, che si sono organizzate per svolgere questi servizi nel pieno e totale rispetto delle norme, senza esporre né i titolari, né i clienti ad alcun rischio di contagio e, dopo aver fatto organizzare queste attività, si è comunicato nell'ultimo decreto che devono restare chiuse.

E' una cosa senza senso sotto tutti i punti di vista che - come abbiamo già detto e come diremo in altra sede - non è minimamente compensata dai sostegni dati o promessi a queste categorie per le chiusure loro imposte. Sappiamo perfettamente, infatti, che anche i sostegni e i rimborsi sono totalmente insufficienti rispetto alle perdite di fatturato consistenti.

Al di là di questo aspetto economico, che è già grave e sufficiente a voler superare questa chiusura prevista ingiustamente da questo decreto, c'è anche un aspetto di dignità e decenza, perché i servizi di cura alla persona sono sicuramente attività importanti e necessarie e lo diventano ancor più oggi, in questo periodo nel quale milioni di italiani chiusi in casa sono in situazione di difficoltà. Impedire loro di poter usufruire di servizi primari come questi è totalmente ingiustificato.

Allora, se già abbiamo assistito ad un approccio di totale mancanza di buonsenso, di abuso dello strumento dei DPCM, di mancato ascolto di proposte concrete da parte della minoranza, in questo caso speriamo vi sia almeno un minimo di buon senso e si eviti di limitare ingiustamente delle attività che possono tranquillamente svolgersi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere l'emendamento del collega Maschio e per aggiungere una considerazione nel rapporto di leale collaborazione che vi dovrebbe essere tra lo Stato, il cittadino o l'impresa. Se io Stato ti chiedo - cittadino o impresa - di rispettare delle regole e tu quelle regole le rispetti adeguandoti ai rigidi protocolli che sono stati stabiliti, non è che il mese dopo posso cambiare le regole e ti chiudo, dopo che tu hai investito, non le risorse dello Stato, ma le risorse tue proprie, della tua famiglia e della tua impresa. E' una questione di rapporto di lealtà tra il cittadino, l'operatore economico e lo Stato. E' per questa ragione che ritengo che questo emendamento sia di assoluto buonsenso, oltre a dare respiro a una categoria che ha molto sofferto, come molte altre, in conseguenza delle chiusure di Stato per via della pandemia, ma anche per dare risposta ai molti, tanti cittadini che non rinunciano giustamente...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Prisco.

EMANUELE PRISCO (FDI). …al decoro e alla dignità personale, anche in un periodo di chiusura come questo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vinci. Ne ha facoltà.

GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie, Presidente. E' veramente incredibile che, dopo un anno dall'inizio di questa pandemia - ormai più di un anno - questo Governo non sia stato in grado di programmare la riapertura dei servizi di cura alla persona. Si tratta, come è già stato detto, di centinaia di migliaia di persone. Non si è più in uno stato emergenziale, come quello iniziale, dove non si capiva come si trasmettesse il virus e c'erano problemi di tutti i tipi. E' passato oltre un anno e questo Governo, ad oggi, non è in grado di programmare la riapertura di questi servizi o di tenerli stabilmente aperti. Questo è inaccettabile. Si tratta di attività che servono tutti i cittadini, non si può andare avanti ancora con un pressappochismo e un vivere alla giornata, come si è fatto fino ad oggi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Silvestri. Ne ha facoltà.

RACHELE SILVESTRI (FDI). Grazie, Presidente. Chiedo di sottoscrivere questo emendamento. Con questo emendamento vogliamo portare all'attenzione del Governo anche tutta una serie di controsensi: vi è stata la chiusura degli esercizi per la cura delle persone che hanno dovuto subire quest'anno i vari protocolli, i quali sono andati ad incidere sul loro lavoro, come possiamo vedere per i parrucchieri, che possono far entrare una persona, un cliente alla volta, e poi, però, nelle grandi città, possiamo vedere i mezzi pubblici completamente pieni: lì, però, il virus non circola. Quindi, di conseguenza, penso sia di buon senso approvare questo emendamento per cercare di far ripartire queste categorie che, oltre alla chiusura, hanno dovuto subire costi e anche perdite a causa dei protocolli che sono stati emanati.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. C'è stato un momento in cui, in questa Nazione, quando una regione andava in “zona rossa”, i servizi alla persona erano comunque garantiti; e, invece, c'è stato un segno di continuità tra il Governo Draghi e il primissimo Governo Conte che prevedeva in “zona rossa” anche la chiusura dei servizi alla persona. Questo denota il più alto livello di continuità tra il Governo Draghi e il Governo Conte; una continuità, peraltro, incomprensibile, perché è incomprensibile come si precluda alle persone tutta una serie di servizi per la loro cura, e non solo il benessere inteso quale vezzo, ma come necessità.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Montaruli.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Possiamo anche pensare che non abbiate a cuore la cura delle persone, ma questa è una priorità per i singoli e per le famiglie (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Io penso che i servizi della cura della persona - come appunto i parrucchieri, i barbieri, i centri estetici, ma aggiungerei anche i tatuatori, su cui facemmo una battaglia, perché sono categorie che rispettavano già le norme igieniche e sono state tra le prime ad approvare e rispettare tutte le prescrizioni - siano servizi necessari per cui non possono essere chiusi, neanche in “zona rossa”.

Aggiungiamo un esempio, quello che accadde durante l'ultimo lockdown, a pochi metri da qui, nello storico palazzo della Scimmia a un barbiere che era rimasto aperto e che aveva ecceduto con una persona in più rispetto alle prescrizioni: è arrivata la task force anti-COVID ed è stato chiuso per cinque giorni con ottocento euro di multa. Così si distrugge un'intera filiera della Nazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, le macchine per divieti tradizionalmente hanno un limite, quello che, spesso e volentieri, producono le macchine degli abusi. Molto più semplicemente, dato che alcuni servizi alla persona sono indispensabili, è capitato che, non potendo andare dagli acconciatori, gli acconciatori abusivi sono andati a casa dei clienti in assenza di ogni norma sanitaria, in evidente elusione fiscale e con grave pericolo di nocumento per gli interessati. Allora, vedete, le macchine per vietare servono quando si usa il buon senso, ma mi rendo conto che in questo Governo il buon senso è un optional (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Noi di Fratelli d'Italia cerchiamo di far capire, da mesi oramai, al Governo e ancor di più oggi a quest'Aula, che c'è un'unica soluzione per rilanciare l'economia italiana, un'unica soluzione per dare agli italiani la possibilità di sperare che ci sia un futuro per la nostra economia e per le loro famiglie: si chiama “protocolli”. Noi abbiamo la necessità di individuare dei protocolli chiari, certi e che possano essere eseguiti all'interno di tutte le attività commerciali. Riteniamo che le aperture e le chiusure, senza una indicazione precisa, stiano causando un danno irreversibile a milioni di attività commerciali italiane.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento, che intendo sottoscrivere, propone un tema che più volte Fratelli d'Italia ha trattato. Quando c'è la “zona rossa” - e purtroppo sono stati tanti i periodi, i mesi in cui quasi tutta l'Italia si è trovata in “zona rossa” - le attività inerenti alla persona devono comunque poter funzionare con tutti i protocolli di sicurezza, come si diceva prima, ma non è possibile escludere per mesi e mesi queste attività. Bisogna anche fare una riflessione: in tanti casi sono state spese risorse ad hoc per mettere queste attività in condizioni di essere in sicurezza e, quindi, è ancor più grave il fatto che, nonostante la buona volontà degli imprenditori e dei commercianti di mettere in sicurezza le loro attività, queste siano state chiuse lo stesso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Sottoscrivo questo emendamento che credo sia importante nel merito, nella forma e nella sostanza, ma anche in termini di chiarimento perché sembra che qui in Parlamento alcuni gruppi giochino una partita e sui territori ne giochino una all'opposto. Nel senso che spesso noi ci troviamo a fare politica vivendo il Paese reale, ma vivendo anche il nostro territorio in modo reale, e a vedere tanti appelli di deputati della maggioranza che sostengono la giustezza della riapertura ancor di più in casi come questi dove parliamo di servizi essenziali e indispensabili. Mi pare che oggi si sancirà, ancora una volta, chi sta da una parte e chi sta dall'altra ma, soprattutto, si sancirà che, se continuiamo così, oltre a distruggere l'economia, andiamo a dire agli italiani che l'abbrutimento è la miglior forma…

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Donzelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. Sottoscrivo anch'io questo emendamento. Credo che sia particolarmente sgradevole pensare di non andare incontro a quelle categorie a cui si è chiesto di fare degli interventi per adeguare i propri locali e per mettersi in sicurezza e, poi, dopo che si sono messi in sicurezza seguendo le indicazioni e i protocolli forniti dal Governo, si tengono chiusi lo stesso. Allora, delle due l'una: o avete fatto dei protocolli, come Governi Conte e Draghi, tanto più o meno sono la stessa cosa, che non avevano alcun criterio e non mettevano in sicurezza, quindi senza alcuna base scientifica, oppure ora vi divertite a tenere chiuse delle attività senza che ci sia una base scientifica. In entrambi i casi c'è una grave carenza e un atteggiamento che non ha alcun riscontro con l'esigenza di fermare il virus.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Con questo emendamento, Fratelli d'Italia chiede la garanzia che i servizi alla persona rimangano ora e per sempre aperti anche in zona rossa; ci riferiamo a parrucchieri, barbieri ed estetiste, categorie letteralmente flagellate da Speranza, l'uomo i cui neuroni concepiscono solo le chiusure per il tramite di oscuri e oracolari codici Ateco, categorie che con i protocolli di sicurezza invocati da Fratelli d'Italia non avrebbero mai dovuto chiudere, categorie che si sono adeguate a rigidi protocolli di sicurezza, spendendo soldi, salvo vedersi chiudere il giorno dopo, categorie che voi avete stigmatizzato come untori, mentre il gioco è scoperto e, ormai, sappiamo che gli unici monatti sono quelli che siedono al Governo e dopo un anno non ancora hanno capito come organizzare i trasporti a dimensione di pandemia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Sottoscrivo questo emendamento; ne condivido lo spirito ma anche le ragioni, avendo vissuto periodi di cambiamenti di colore dove le attività sono state messe in crisi. Oramai, i titolari non ne possono più, non ne possono più di dover continuare a chiudere, di dover affrontare delle spese che evidentemente non sono state ristorate, perché ci sono testimonianze che dicono che nessun aiuto hanno avuto in un anno; nessun aiuto ha raggiunto lo scopo di coprire le spese fisse, perché avete sempre rifiutato anche di affrontare questo argomento. Le attività si sostengono affrontando le spese fisse e non dando l'elemosina (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento chiede che anche quando le regioni entrano in automatico in zona rossa, per via del parametro “250 su 100 mila casi”, i servizi alla persona debbano essere garantiti, perché sono servizi essenziali. Non mi sto a dilungare sul fatto che stiamo parlando delle categorie dei parrucchieri, delle estetiste e dei barbieri, ma ci sono delle persone anziane che, banalmente, senza quelle attività non riescono a provvedere alla propria cura. Per cui, credo che questo non debba essere messo in discussione da chiusure per le quali sono stati previsti dei protocolli dal Ministro Speranza secondo i quali le attività si sono assolutamente messe a posto, hanno speso delle risorse e garantiscono quel senso di benessere essenziale per moltissime persone, cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Stumpo. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (LEU). Grazie, Presidente. Soltanto per capire questo emendamento. Siccome ho seguito il ragionamento del relatore Novelli, vorrei rendere edotta l'Aula del fatto che questo emendamento esattamente dice così: “Al comma 2, aggiungere, in fine, il seguente periodo: Nelle regioni di cui al presente comma sono, comunque, consentite le attività inerenti i servizi alla persona”. Ora, si va a emendare questa norma. Questa norma prevede, al comma 2, che le chiusure sono dal 15 marzo al 6 aprile. Se si dovesse approvare questo emendamento, sarebbe un emendamento a babbo morto, si potrebbe dire, come in un noto film italiano, e così vale per tutti gli altri. Molti di questi sono così e noi continuiamo a seguire un dibattito provocato, lo capisco, dall'unica opposizione che c'è in questo Parlamento, insieme a L'Alternativa c'è, che è giusto che faccia la sua parte, che la possa fare. A me sembra tuttavia che questa discussione si faccia a suocera perché nuora intenda. Il problema non è in questo palazzo, non è nel palazzo del Governo ma è dentro un organismo di garanzia, bloccato in questo momento dalla richiesta di avere in cambio una Vicepresidenza o un posto da Questore.

Ora, siccome si parla di chiusure e, in questo momento, i ristoranti sono ancora chiusi, basterebbe ai due leader di quello schieramento prendere un panino ed andare in una qualsiasi villa a discutere tranquillamente di questa vicenda che riguarda il Copasir e il cambio di qualche poltrona, anziché chiedere all'intero Parlamento di cambiare le aperture fino al 6 aprile. Io leggo lì che è il 20 aprile. Se avessero scritto fino al 30 giugno, lo avrei capito; invece no, fino al 6 aprile. Allora, con un po' di buonsenso, come si dice in tutti gli emendamenti, la richiesta è di ritiro per tutti quegli emendamenti che sono fino al 6 aprile - e un caffè qui al bar i due leader possono andare a prenderlo entro il pomeriggio e possono chiudere la vicenda del Copasir e della Vicepresidenza della Camera o, in alternativa, di uno dei Questori - in modo tale da consentire al Parlamento di riprendere a lavorare (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Butti, per un minuto. Ne ha facoltà.

ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie, Presidente. Mi stupisce la lettura molto superficiale di un collega solitamente molto attento come il collega Stumpo circa il significato della nostra battaglia parlamentare. Quindi, tornando sull'argomento, che interessa comunque milioni di italiani, io desidero sottoscrivere l'emendamento del collega Maschio con il quale, a prescindere, solidarizzo. Con un'incidenza cumulativa dei contagi superiori a 250 casi ogni 100 mila abitanti è previsto, come abbiamo saputo, l'automatico passaggio in zona rossa. Ecco, noi chiediamo che nel pieno rispetto dei protocolli vigenti e con l'adeguato controllo da parte delle autorità competenti - e vado alla conclusione - siano consentite le attività inerenti ai servizi della persona perché, nei periodi difficili, anche psicologicamente, potersi dedicare a qualche cura personale può essere una valida terapia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere e dire anche per suo tramite al collega Stumpo che ognuno dà la sua chiave di lettura delle situazioni. Noi non siamo interessati alle poltrone, l'abbiamo dimostrato con il nostro comportamento coerente e lavorando in Aula. Lei, giustamente, ha dato la sua chiave di lettura; la nostra è solo quella di tutelare i cittadini, di dare delle indicazioni e di ribaltare un'ottica, Presidente, l'ottica della eccezionalità e l'ottica della normalità. Non possiamo pensare di continuare a tenere chiusi i servizi alla persona nei periodi di lockdown, perché dobbiamo abituarci a conviverci. Per cui, come ha detto bene la collega Lucaselli, dobbiamo rispettare i protocolli e continuare a lavorare. Per cui sottoscrivo, come ha fatto il collega Sasso, forse con un po' più di motivazioni rispetto a lui (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Rispetto all'obiezione che il collega Stumpo, solitamente attento, formulava poc'anzi, credo sia importante evidenziare come non si possa ribaltare il termine dei fattori, perché il risultato cambia.

Ovvero, nel momento in cui si arriva tardi ad un processo di conversione nella definizione di una disposizione che evidentemente può perdere di vigenza soltanto a seguito della scadenza del decreto, non è che poi si possa chiedere all'opposizione di legittimare un comportamento che, evidentemente, legittimo non è, perché allora tanto varrebbe neanche chiedere la conversione della norma, essendone già trascorsi i tempi. Noi chiediamo, invece, che ci sia anche l'affermazione di una posizione di principio che tracci, in un futuro tutt'altro che ipotetico, un precedente utile per definire positivamente, nel senso indicato dall'emendamento, le questioni in considerazione del medesimo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Albano. Ne ha facoltà.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie Presidente. È con lo spirito che ora descriveva il collega Bignami che mi accingo a fare l'ultimo intervento su questo emendamento. Abbiamo visto che i servizi alla persona sono delle attività essenziali e questo non possiamo metterlo in discussione. È vero che il Governo ha imposto una serie di misure per rendere queste attività a norma. Gli operatori hanno aderito in maniera diligente, in maniera responsabile, con tanti investimenti - lo sappiamo perché ormai tutto questo è noto -, eppure ogni volta che scatta la zona rossa ogni volta queste persone sono costrette a smettere di lavorare. I sostegni non hanno coperto nemmeno una piccola parte dei costi fissi e certamente non siamo in un momento in cui possiamo non provvedere a questo tipo di servizi, sia per chi li fornisce, sia per chi ha diritto di riceverli.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.36 Maschio, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Donzelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie Presidente. Intervengo su quanto è stato detto qualche intervento fa in relazione al dibattito che si sta svolgendo e agli interventi dell'opposizione che sarebbero strumentali a qualche poltrona. Mi permetto di dire che tutto questo è grave e offensivo del rispetto dell'opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e che questa è una maggioranza che si dimostra così molto poco sensibile alla democrazia, perché noi stiamo intervenendo su temi che se anche non vi riguardano, perché vivete probabilmente sulle nuvole, riguardano i cittadini italiani, che sono tutti i giorni in difficoltà estrema per la vostra incapacità di gestire la situazione.

Ma dico di più, perché anche in riferimento solo ad una questione di poltrone, riguardo alla nota vicenda del Copasir, ciò è lesivo della democrazia. Non si tratta di poltrone: si tratta del diritto sacrosanto dell'opposizione di verificare quelli che sono i controlli che una Nazione deve (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), tant'è vero che sono previsti per legge! Quindi, non si tratta di una vicenda di poltrone, tanto da mangiarsi un panino fuori e ne discutiamo; si tratta oggi di discutere seriamente di quelli che sono i problemi degli italiani e di un problema seriamente aperto non tra partiti ma all'interno della democrazia e delle istituzioni sul rispetto delle leggi nel controllo dei servizi segreti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.201 Foti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, questo emendamento sicuramente dovrebbe avere il plauso e il voto quantomeno del collega Stumpo, perché a differenza di quanto lui ha detto non ha un termine temporale già scaduto, poiché aggiunge un comma 2-bis al decreto-legge in esame e non è un tema irrilevante.

Mi permetto di dire che è talmente poco irrilevante che è stato oggetto di ampia discussione in Commissione e anche di voto contrario di una parte della maggioranza su un emendamento di altra parte della maggioranza. Allora, proprio perché il tema è fondato, merita giusta attenzione. Noi stiamo parlando di una vicenda epidemica nella quale ai presidenti di regione si è dato il potere anche di applicare norme più stringenti rispetto a quelle previste dall'ordinamento statale. Ebbene, però, all'interno delle regioni non tutte le province hanno lo stesso andamento epidemiologico. Faccio un esempio. Non più tardi di qualche giorno fa, sul quotidiano sicuramente di riferimento di molti in questo Parlamento, cioè la Repubblica, è stato pubblicato addirittura un servizio sulla provincia nella quale io abito, perché essendo una provincia che ha registrato un altissimo numero di morti nella prima fase e un altissimo numero di contagiati nella prima fase dello scorso anno, non si riesce a spiegare la ragione per la quale non vi è un'uguale ripetizione in questo periodo e si era addirittura ipotizzato che già fosse scattata un'immunità di gregge. Allora, mi chiedo: se i quotidiani fanno servizi e arrivano a chiedersi le ragioni per le quali capitano alcune situazioni, per quale arcana ragione vi deve essere un trattamento identico a situazioni formalmente e fondamentalmente diverse? È evidente che se noi vogliamo cercare di far ripartire il Paese giustamente dobbiamo essere inflessibili nelle zone e nelle province nelle quali vi è una situazione di grave pericolo, ma laddove i dati dimostrano che si è sotto qualsiasi parametro, persino da zona bianca, mi si spiega per quale ragione si deve tenere un territorio in zona rossa, con tutte le limitazioni del caso e con tutti i danni economici del caso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Ecco, allora, dov'è la sfida: in questo caso non c'entrano i servizi segreti, qui c'entrano i segreti dei servizi sanitari! Io vorrei capire per quale arcana ragione non si ha la volontà di analizzare la situazione per quello che la realtà ci dimostra, cioè che vi è un andamento epidemiologico diverso dalla precedente fase in modo significativo e quindi si deve consentire, ovviamente, anche una diversa analisi e prospettazione da parte anche delle autorità sanitarie locali.

Faccio un ultimo esempio. Noi abbiamo in tutta Italia, come voi sapete, numerosi comuni di confine tra regione e regione o addirittura che confinano con più regioni. Ebbene, vi siete resi conto che quei comuni di confine stanno morendo perché sistematicamente il diverso colore delle regioni rende del tutto inutile la colorazione che è stata affidata alla propria regione, nel momento in cui dovesse essere gialla o arancione rispetto alla rossa, o addirittura bianca rispetto alla gialla e all'arancione? Allora, guardate, forse è meglio smettere di giocare con gli arcobaleni e cercare di fare qualche norma seria, così come questo emendamento suggerisce (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a titolo personale l'onorevole Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie Presidente. Innanzitutto per sottoscrivere l'emendamento del collega Foti, che richiama l'attenzione di quest'Aula sulla necessità che laddove si chieda ai cittadini di rispettare le regole, queste regole siano anche regole certe ma soprattutto provvedimenti ragionevoli.

Il tema che viene prospettato in questo emendamento, dopo una gestione schizofrenica con il sistema semaforico delle regioni, è quello di valutare la possibilità di applicare in territori diversi - perché l'incidenza pandemica è stata, ed è, diversa a seconda dei vari territori all'interno di regioni che, lo ricordo all'attenzione di quest'Aula, in molti casi hanno anche un'estensione territoriale notevole - il principio di proporzionalità del provvedimento. Infatti, se l'incidenza in una provincia di una regione rossa - e concludo, Presidente - è molto bassa, come ha ricordato il collega Foti, non vi è la necessità proporzionata di chiudere attività e chiudere i cittadini all'interno delle case.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

EMANUELE PRISCO (FDI). Per questo vi chiediamo di accogliere questo emendamento, che è innanzitutto, e prima di tutto, di buonsenso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vinci. Ne ha facoltà.

GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie, Presidente. Obiettivamente, dopo oltre un anno di chiusure, qualcosa di più nella programmazione, e anche nella modalità di chiusura, ci si poteva aspettare dal Governo, con la possibilità anche all'interno di una regione di andare ad individuare quali sono, in realtà, le province che hanno un problema emergenziale e vanno chiuse. Ricordo che in Italia esistono tante regioni che hanno una morfologia che rende anche lontane le province una dalle altre, con la possibilità che vi siano, quindi, dei focolai in alcune province, mentre altre nella stessa regione siano da considerare addirittura bianche. Allora, perché continuare a individuare soltanto delle macchie, che coprono l'intera regione, invece che andare a capire dove realmente vi è un'emergenza e dove poter lasciare aperte anche le attività economiche (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)?

PRESIDENTE. Mi raccomando, colleghi, la mascherina sempre bene calzata.

Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Rachele Silvestri. Ne ha facoltà.

RACHELE SILVESTRI (FDI). Grazie, Presidente. Chiedo di sottoscrivere questo emendamento. Siamo qui, ancora, a vedere le varie incongruenze delle disposizioni del Governo, sul fatto che, come è stato ribadito poc'anzi dal collega Foti, i presidenti di regioni hanno la possibilità di determinare delle zone rosse, però non quella di andare a determinare delle zone gialle o anche addirittura bianche. Questa cosa è fondamentale, ed è una risposta che dobbiamo dare ai cittadini, perché molti cittadini ci chiedono perché, se sul proprio territorio hanno un dato abbastanza basso – quindi, rilevante per poter entrare in zona gialla, se non in zona bianca - non dare questa possibilità e, quindi, dare l'opportunità alle varie attività di ripartire e poter ricominciare a lavorare, almeno appunto in quelle zone in cui l'incidenza del virus è bassa?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Ancora una volta Fratelli d'Italia presenta un emendamento di buonsenso, che peraltro trova un riscontro pratico nelle parole di tanti presidenti di regione, che hanno sottolineato come fosse necessario fare dei distinguo, per tutelare e difendere le attività economiche e, soprattutto, fare dei distinguo all'interno del proprio territorio, distinguendo appunto, quantomeno per province, la colorazione, laddove ovviamente vi sia un contagio diffuso, ma non omogeneo, del COVID.

Evidentemente, respingere questo emendamento significa, ancora una volta, dimostrare di essere completamente al di fuori della concretezza, che, invece, i territori hanno. E non è soltanto una richiesta dei presidenti di regione...

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). …è anche la richiesta di tantissimi, tantissimi sindaci, che voi dite di voler difendere a parole, ma che, di fatto, rimangono soli, in prima linea nella lotta contro il COVID.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie Presidente. Questo emendamento del collega Foti - che chiedo di sottoscrivere - evidenzia e cerca di mettere riparo ad un sistema, quello dei colori, che usava il Conte-bis e che ora il Draghi-ter persiste a utilizzare. Come ci dice il docente di statistica Maruotti, è basato su un Rt che non ha questa assoluta validità scientifica e statistica. In questo emendamento - e con questo emendamento - si dice di applicare il buonsenso: nell'ambito di una regione, dare la facoltà alla regione stessa di poter scegliere quale provincia ha una situazione più grave e quale provincia, invece, ha una situazione meno grave. Non ci sembra assolutamente una richiesta straordinaria. È la banalità del buonsenso e dell'intelligenza, che evidentemente manca anche a questo Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Non stiamo proponendo misure demenziali, tipo tirare a sorte i colori delle zone o fare i banchi a rotelle dell'ex Ministro Azzolina, metà dei quali sono rimasti inutilizzati. Stiamo facendo una proposta concreta, di buonsenso; è un dato di fatto oggettivo che, all'interno di alcune regioni, ci siano state più volte province con indici di contagio altissimi ed altre con indici molto bassi. Quindi, penalizzare in modo omogeneo, con chiusure che non ne tengano conto, intere regioni è un grave danno, sia per le libertà fondamentali dei cittadini sia soprattutto per le attività economiche. Quindi, prevedere, per i presidenti delle regioni, questa facoltà è sicuramente una proposta di buonsenso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo anch'io per sottoscrivere questo emendamento, perché, vede, da quando è iniziata la pandemia, i Governi che si sono succeduti hanno continuato a chiedere risposte ai presidenti di regione e, contemporaneamente, a non dare gli strumenti affinché quelle risposte potessero essere date. All'interno di questi c'è ovviamente l'assoluta consapevolezza che i presidenti di regione hanno un contatto con i territori diretto e assolutamente insuperabile, anche dalla capacità del Governo - ammesso che ci sia - di capire quali sono le esigenze territoriali. Dai piccoli comuni alle grandi città, è assolutamente necessario che siano le regioni e i presidenti di regione a farsi carico e a decidere in quale zona metterli.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassinetti. Non la vedo, si intende abbia rinunciato. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Sottoscrivo questo emendamento, condividendo la sostanza, rispetto alla possibilità, per i presidenti delle regioni o per i presidenti delle province autonome di Trento e Bolzano, sulla base ovviamente dell'indice epidemiologico, di stabilire le zone a rischio, anche attraverso determinate colorazioni, per non aggravare ulteriormente la crisi, dal punto di vista economico. Ma la domanda che mi pongo, sinceramente, è pensare a quale ruolo realmente voi guardate, quando eleggete, anche come parte politica, tanti presidenti di regione. Vorrei sapere, rispetto al voto che da qui a qualche minuto ci sarà, cosa ne penseranno loro. E chiudo dicendo, tramite lei, Presidente, senza alcuna forma di polemica, che, se c'è una cosa che si può riconoscere a Fratelli d'Italia, è di aver sempre chiesto le uniche poltrone che riconosciamo, che sono quelle date dal popolo sovrano o quelle che ci spettano. Quindi, rimandiamo certe considerazioni al mittente e, semmai, sollecitiamo il rispetto delle poltrone di chi è stato eletto presidente di regione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Donzelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. Anche in questo caso si tratta di un emendamento di buonsenso. Chi sul proprio territorio vive, conosce, parla con qualcuno, sa che è un problema reale quello dei piccoli comuni che stanno morendo e che la possibilità di muoversi a poca distanza potrebbe cambiare tante cose. Ma, tra l'altro, continuiamo a non comprendere il motivo sanitario, medico, scientifico, continuiamo a non comprendere perché qualcuno possa credere che il virus da un comune all'altro ha bisogno del passaporto. È una cosa surreale. Cosa cambia se, in un piccolo comune, una persona si sposta di pochi metri e cambia comune, rispetto invece a una metropoli come Roma, Milano, Napoli, dove ci si può muovere all'interno del comune? Vuol dire non avere minimamente un senso di razionalità.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Con questo emendamento, Fratelli d'Italia chiede che si dia la facoltà ai presidenti di regione di circoscrivere le eventuali zone rosse a livello provinciale, per liberare il resto dell'economia.

E credo che sia la miglior risposta al censore Stumpo che, lanciandosi in una velenosa filippica con l'atteggiamento stalinista del processo alle intenzioni (Commenti dei deputati del gruppo Liberi e Uguali), ritiene che Fratelli d'Italia… non ululare… non ululare, stai calmo… ritiene che Fratelli d'Italia …

PRESIDENTE. Si rivolga alla Presidenza. Onorevole Fornaro!

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). … sia qui a fare emendamenti per interesse personale. Se fossimo stati guidati dall'interesse personale, Presidente, avremmo seguito Liberi e Uguali nel Governo della grande ammucchiata fra persone che, fino all'altro ieri, si auguravano, nel miglior caso, la galera vicendevolmente, seguendo l'esempio di Stumpo, campione, cintura nera di interesse personale.

PRESIDENTE. Concluda.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Sfugge a LeU che noi qui stiamo difendendo intere categorie, prive di ammortizzatori sociali (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Delmastro Delle Vedove. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento, che chiedo di sottoscrivere, sancisce un principio sacrosanto. Porto l'esempio della Tuscia, la terra del mio amico Rotelli, del nostro collega Rotelli, dove, quando hanno decretato la “zona rossa” nel Lazio, hanno dimostrato con i dati che la Tuscia doveva essere esclusa da quelle restrizioni e, ancora oggi, in quella provincia, si può lavorare tranquillamente. Deve essere un esempio per dimostrarvi che state sbagliando, anche perché i vostri gruppi nei consigli regionali non passa giorno che non contestano i presidenti di regione, che non fanno i provvedimenti, che non danno sostegno alle attività. Ecco, chiamateli a raccolta e spiegategli che i poteri alle regioni li state togliendo voi, anche alle regioni a statuto speciale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento, che chiedo di sottoscrivere del collega Foti, chiede di dare facoltà ai presidenti di regione di circoscrivere di più e meglio quelle che sono le aree con il contagio dei 250 su 100 mila. Questo perché i presidenti di regione hanno, certamente, il polso del loro territorio molto più preciso rispetto a una misura lineare, che non può più e non deve colpire indistintamente tutto il territorio e, soprattutto, accanirsi, perché, in questo caso, si accanisce con tutte quelle attività economiche che operano in quei territori per i quali quel dato non c'è.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Butti. Ne ha facoltà.

ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie, Presidente. Vede, qui non si tratta di trattare del tema del federalismo o della pandemia: si tratta semplicemente di prendere atto che alcune nostre regioni hanno territori molto ampi, molto vasti e hanno, soprattutto, delle popolazioni importanti. Ed è accaduto, anche recentemente, che nelle singole regioni si evidenziassero, accanto a province con elevati picchi pandemici, delle province, invece, con dati del tutto irrilevanti. Per cui, dare la possibilità al presidente della regione di intervenire differenziando quanto ho appena specificato potrebbe essere molto utile anche per quanto concerne l'aspetto economico e, cioè, è veramente inutile accanirsi su zone che non manifestano evidenti pandemie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. È nel concetto stesso di epidemia, di focolaio, l'infezione si sviluppa per un focolaio di infezione. Allora, nella prima fase di questa epidemia, per un focolaio fortissimo, localizzato al Nord, in Lombardia, abbiamo chiuso tutta l'Italia; poi, abbiamo deciso che, per dei focolai in alcune regioni, chiudiamo tutte le regioni. Noi, Fratelli d'Italia, con questo emendamento, stiamo solo andando avanti: chiediamo che si possa, all'interno della singola regione, circoscrivere un focolaio alla singola provincia per non penalizzare tutte le altre. Emendamenti di buonsenso, esclusivamente di buonsenso, sostenuti anche da amministratori che non fanno parte di questo partito che ve lo sta chiedendo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. L'emendamento, evidentemente, pone a fondamento la capacità di diversificare territorialmente la risposta che le istituzioni più prossime ai cittadini possono articolare rispetto alla pandemia, in un'applicazione del principio di sussidiarietà che, d'altronde, dovrebbe, ai sensi articolo 117 della Costituzione, ispirare qualsiasi provvedimento. Diversamente, ritenere che regioni ampie e anche molto lunghe, come Puglia, Emilia-Romagna, possano avere una disciplina omogenea all'interno dei propri confini, come, invece, magari, regioni più piccine, o anche all'interno della stessa provincia si possa ricevere un'articolazione nella risposta analoga e omogenea costituisce evidentemente un errore. Ed è per questo che l'opposizione formula alla maggioranza questo tipo di proposta, ricordando, sempre ai colleghi di LeU, che anche la vicenda da loro impropriamente evocata non riguarda due forze politiche, ma riguarda i rapporti tra opposizione e maggioranza: chi oggi è all'opposizione, domani potrebbe essere maggioranza, e viceversa. Si presidia un tema nell'interesse delle istituzioni democratiche (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Albano. Ne ha facoltà.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente. Quindi, tanti sono gli emendamenti proposti da Fratelli d'Italia a questa Assemblea, ma nessuno è stato considerato non dico degno di plauso, ma almeno di attenzione, perché è quello che si evince dal dibattito che si sta dispiegando in Aula. Ecco, questo emendamento pone la capacità di diversificare, come diceva il collega Bignami, la risposta alla gestione della pandemia in modo attento e territoriale ed è una proposta interessante e intelligente che, sicuramente, guarda avanti. Ai presidenti di regione è stato dato il potere di applicare norme più restrittive rispetto a quelle statuali - e va bene, è corretto - in situazioni di pericolo, ma dove, invece, vi sono città, territori, province in cui l'andamento possa farlo ritenere possibile perché non pensare a una diversa colorazione? Perché non possa definirsi questo in capo al presidente della regione, visto che spesso - e concludo - l'assetto morfologico della nostra Italia e la distribuzione dell'evolversi della pandemia creano una distanza tra province, sia in termini geografici, che di indice di contagio, che è assai più ampia di quella che esiste tra regioni?

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.201 Foti, con parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Ha chiesto di intervenire sul Regolamento l'onorevole Stumpo. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (LEU). Grazie, Presidente, articolo 58. Mi scuso, non ho sentito tutto l'intervento dell'onorevole Delmastro Delle Vedove, poi lo leggerò, ma ho ascoltato una frase, mi scuso se c'è qualche parola diversa: “cintura nera di interessi personali”. Siccome ognuno la sera va a dormire con la sua onorabilità, così come è scritto nell'articolo 58 del Regolamento, io chiedo al Presidente della Camera di occuparsi di questa dichiarazione con tutto quello che prevede, con un Giurì, qualsiasi cosa che il Presidente voglia fare, anche perché, oltre a ledere la mia onorabilità, vorrei essere informato su quali sarebbero i miei interessi personali rispetto alle cose che ho detto. Per cui, la ringrazio, tanto dovevo in ragione del Regolamento della Camera (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Stumpo. Ovviamente riferirò al Presidente la sua richiesta. Ha chiesto di parlare l'onorevole Delmastro Delle Vedove. A che titolo, onorevole? Vuole precisare il suo intervento di prima? Prego, onorevole.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Per chiarire, così soddisfo le curiosità dell'onorevole Stumpo, che improvvidamente, sciaguratamente, sfiorando il ridicolo, ha ritenuto che tutta Fratelli d'Italia facesse un'opposizione con emendamenti di proposte migliorative al Governo solo per il Copasir. Chiarisco e ribadisco a caratteri cubitali in quest'Aula - e vado davanti a qualunque giurì mondiale - che è chi, come Liberi e Uguali, sta nel Governo della grande ammucchiata, con persone alle quali, fino all'altro giorno, augurava la galera, che si pasce qui dentro di interessi personali (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Lo ribadisco e me ne assumo tutte la responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Onorevole Stumpo, riferirò al Presidente della Camera la sua richiesta.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.18 Rizzetto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). La ringrazio, Presidente. Vede, sottosegretario, è altrettanto chiaro che ci sono - lei lo sa e lo abbiamo visto in Commissione, assieme ai relatori - delle proposte emendative che evidentemente - soprattutto mi riferisco all'articolo 1 - hanno terminato fondamentalmente i loro effetti i primi di aprile. Su questo nulla osta, nel senso che - noi l'abbiamo ripetuto in Commissione e lo ripetiamo qui in Aula - ci sono altrettanti emendamenti di Fratelli d'Italia che evidentemente hanno un senso, non soltanto rispetto a quanto già conclusosi, ma rispetto a quello che potrà essere in futuro, ossia una fase legislativa del nostro Parlamento, augurandoci ancora ed ancora una volta che ci saranno meno DPCM e più decreti, laddove evidentemente il Parlamento, come Aula sovrana in termini legislativi, possa dare il suo contributo. Tutto questo, però, cozza - evidentemente ieri dopo il colloquio che Fratelli d'Italia, con la presidente Giorgia Meloni, ha avuto con il presidente Draghi - un po' con quello che sarà ad esempio il nuovo piano di rilancio, che alle Camere arriverà e ci resterà soltanto per una manciata di ore, per qualche giorno, cioè un piano così importante non verrà chiaramente approfondito in modo importante dal Parlamento, che - lo rinnovo - è un organo in termini legislativi sovrano nel nostro Paese, ancor di più quando - arrivo al punto - si va a trattare di una proposta emendativa che già c'era. La proposta emendativa 1.18, che reca la mia prima firma, già era normata: non ci stiamo inventando nulla. Anche se questa fase - l'abbiamo ricordato - si è chiusa ai primi di aprile, questa proposta emendativa era già normata, tanto è vero che lo stesso Comitato per la legislazione, che non è un Comitato che fa capo a Fratelli d'Italia, ma è un Comitato a se stante, asettico, super partes, rispetto a quello che evidentemente noi andiamo a normare qui dentro (e non soltanto qui dentro, anche in Commissione), dice che probabilmente non aver inserito questa norma - e quindi di conseguenza anche l'approvazione di questa proposta emendativa rispetto a questo decreto - è un errore. Questo non lo diciamo noi, lo dice il Comitato per la legislazione, perché questa norma, ovvero quella di consentire gli spostamenti dai comuni con popolazione non superiore ai 5.000 abitanti e per una distanza non superiore ai 30 chilometri, era già normata; era normata nel DPCM del 2 marzo, tant'è vero che molto spesso, anche mediaticamente, si è recata questa formula: “comuni sino ai 5.000 abitanti, per non oltre i 30 chilometri fuori dal comune stesso”. Per non creare in questo caso una confusione normativa e legislativa, in questo senso Fratelli d'Italia non fa un emendamento ostruzionistico, ma semplicemente ricorda che in pancia a questo dettato, a questo decreto, c'è un errore, cioè l'errore di non aver messo questa norma - lo rinnovo - già ampiamente normata e già ampiamente sottoscritta da tutto il Parlamento.

Era in vigore sino all'ultimo DPCM - la norma sui 30 chilometri per 5.000 abitanti - e doveva essere qui evidentemente reintrodotta per non creare proprio quella confusione normativa, che oggi invece ci troviamo innanzi rispetto a questo passaggio. Quindi, questo non è un emendamento politico, è un emendamento tecnico che, fondamentalmente, sottosegretario, andava a così circoscrivere quello che poteva essere - e che è a questo punto - un errore nel dettato di questo testo e che non aveva alcun istinto ostruzionistico, ma era semplicemente una mano che Fratelli d'Italia stava cercando di dare per non - lo rinnovo - creare confusione. Tra l'altro - vede - se fosse stata abrogata questa norma, questo passaggio, allora avreste ragione voi nel dichiarare un voto contrario - chiudo, Presidente, ringraziandola - a questa proposta emendativa, ma siccome non l'avete abrogata, state semplicemente ammettendo che state commettendo un errore, consapevoli di continuare a commetterlo. Chiediamo, quindi, un ripensamento e, in questo caso, chiaramente, un accantonamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Una precisazione, suo tramite, al collega Stumpo e soprattutto al relatore Novelli. Se noi oggi parliamo di questi aspetti che, per la verità, sono stati anche condivisi da una parte della maggioranza, fondamentalmente è per due motivi: il primo è che governate da due mesi e non avete trovato il bandolo della matassa rispetto a questioni come queste che interessano migliaia e migliaia di cittadini; il secondo è che questa è l'occasione che ci viene data, perché se fosse per noi non staremmo solo a discutere di emendamenti che interessano le categorie e le nostre aziende all'interno di questo articolo e di questo decreto; se fosse per noi cominceremmo a discutere adesso di tutte quelle misure che la gente chiede e che voi promettete ogni volta che le incontrate - peccato - fuori dal Palazzo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Silvestroni. Ne ha facoltà.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Grazie, Presidente. Io chiaramente chiedo di sottoscrivere l'emendamento proposto dal collega Rizzetto, perché è un emendamento - ormai è un ritornello - di buonsenso, perché se noi pensiamo che le limitazioni poste - ripeto - siano di buon senso, non hanno senso ormai al punto in cui ci troviamo. Se noi pensiamo che Roma ha 2 milioni 783 mila abitanti e ha 1.287 chilometri quadrati di estensione, allora non accettare questo emendamento, che chiede di assicurare gli spostamenti verso i capoluoghi di provincia, gli spostamenti da comuni con popolazione non superiore a 5.000 abitanti a 30 chilometri, allora significa che non avete una visione dello stato dell'opera.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rotelli. Ne ha facoltà.

MAURO ROTELLI (FDI). Grazie, Presidente. Allora, l'emendamento di Rizzetto si propone una nuova iniziativa, Presidente, che pensiamo possa essere di buon senso e anche di senso pratico. Ormai, dopo alcuni mesi di lotta alla pandemia, abbiamo capito - perché siamo riusciti a misurare e incominciamo ad avere dei dati abbastanza attendibili e precisi, settimana, dopo settimana - e, già nell'emendamento precedente, abbiamo fatto notare come alcuni schemi rigidi siano assolutamente anacronistici e fuori da quelle che sono le esigenze dei singoli territori. Ancora di più, in questo, puntiamo l'indice su una delle caratteristiche dell'organizzazione del nostro territorio, che è quella dei piccoli, medi e grandi comuni.

Presidente, è ormai fuori da ogni logica continuare su limitazioni come queste, che non prevedono la possibilità di spostarsi per comunità, che, spesso e volentieri, sono veramente vicine e che non hanno alcuna difficoltà di poter interagire tra loro, non mancando di combattere la pandemia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mantovani. Ne ha facoltà.

LUCREZIA MARIA BENEDETTA MANTOVANI (FDI). Grazie, Presidente. Con questo emendamento, a prima firma Rizzetto, si vuole rispondere alle esigenze dei territori, chiedendo che vengano assicurati gli spostamenti tra comuni con popolazione non superiore ai 5 mila abitanti e per una distanza non superiore ai trenta chilometri. In questo modo, si permetterebbe ai cittadini di potersi spostare, tenendo comunque in considerazione le peculiarità dei piccoli comuni, che siano aree interne o montane, dove le distanze tra i centri abitati possono dilatarsi notevolmente. Quindi, io chiedo di sottoscrivere questo emendamento e chiedo al Governo un ripensamento sul parere, perché credo davvero sia un emendamento di buonsenso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. L'emendamento presentato dal collega Rizzetto, che chiedo di sottoscrivere, fondamentalmente va a normare quanto già prima esisteva, ovvero la possibilità, nei comuni al di sotto dei 5 mila abitanti, di potersi spostare non oltre i trenta chilometri. Questo è un emendamento che, evidentemente, serve, da un lato, a rendere libertà e, quindi, continuare in quel processo di aperture, che noi - e vivaddìo - anche seguendo il consiglio di Fratelli d'Italia, stiamo ottenendo e stiamo cercando di ottenere in questo momento. Assicurare la mobilità nelle piccole comunità, dove evidentemente non sono presenti tutti i servizi, rende, come dire, ulteriormente vivibile questo momento di restrizioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Galantino. Ne ha facoltà.

DAVIDE GALANTINO (FDI). Presidente, voglio far notare a quest'Aula che - al di là delle allusioni che si sono fatte su una presunta guerra alle poltrone, che noi non abbiamo chiesto e che evidentemente sono state spartite più dall'altra parte dell'emiciclo - quest'Aula sta bocciando tutti quanti i nostri emendamenti, tutti! Una conferma che questa sbandierata democrazia è solo pura ipocrisia. Ed io sostengo con forza questo emendamento, che intendo sottoscrivere.

Al comma 4, dopo il primo periodo, chiediamo, nel pieno rispetto dell'articolo in discussione, di aggiungere le parole: “sono comunque consentiti gli spostamenti dai comuni con popolazione non superiore a 5 mila abitanti e per una distanza non superiore a trenta chilometri dai relativi confini”. La proposta emendativa, a prima firma del collega Rizzetto, assicura, ad eccezione degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia, spostamenti dai comuni con popolazione non superiore a 5 mila abitanti e per una distanza non superiore a trenta chilometri. Chiedo a quest'Aula - bando alle allusioni su poltrone che non sono oggetto dell'esame in discussione - di votare favorevolmente a questa proposta emendativa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Toma. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Grazie, Presidente. Vede, questa discussione di conversione in legge del decreto del 13 marzo, surreale, su provvedimenti anacronistici, non l'abbiamo voluta noi di Fratelli d'Italia. Se siamo qui è per discutere nel merito e per fare il nostro dovere. Quindi, questo che è un emendamento tecnico, ma è anche per segnalare degli errori su una norma che è già presente nel DPCM del 2 marzo, serve a questo motivo. Ed ecco perché è importante la discussione e, soprattutto, la presenza di certi emendamenti; anzi, colgo l'occasione per sottoscriverli. Quindi, gli spostamenti garantiti verso comuni con popolazione non superiore a 5 mila abitanti: è un emendamento serio e concreto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere questo emendamento del collega Rizzetto. Come hanno già detto sia il collega che i colleghi precedenti, questo è un emendamento tecnico, cioè un emendamento che va a sanare un errore, una dimenticanza, perché è importante tutelare i piccoli comuni.

Spesso sono comuni montani, isolati, con pochi servizi o addirittura inesistenti, e permettere lo spostamento per questi comuni è ridare vita a questi piccolissimi comuni. Ecco perché chiedo un'attenzione particolare. Ribadisco: è un emendamento tecnico, che va a colmare ciò che è già stato normato precedentemente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.18 Rizzetto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Colleghi, sul prossimo emendamento, l'1.203 Lollobrigida, abbiamo programmato interventi per 19 minuti, quindi io chiedo a voi cosa volete fare. Io posso sospendere la seduta, oppure possiamo passare all'emendamento.

A questo punto, sospendiamo l'esame del provvedimento, che riprenderà alle ore 17.

La seduta, sospesa alle 15,15, è ripresa alle 17,05.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Berlinghieri, Brescia, Casa, Ceccanti, Delmastro Delle Vedove, Ferri, Frassinetti, Gebhard, Giachetti, Lapia, Lorefice, Lupi, Magi, Montaruli, Mura, Nardi, Occhiuto, Paita, Perantoni, Sasso, Silli e Tasso sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente 105, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, mi permetto di intervenire ai sensi dell'articolo 118-bis del Regolamento. Questa mattina il gruppo di Fratelli d'Italia è stato bacchettato perché illustrava emendamenti ritenuti di non fondamentale importanza. Bene, signor Presidente, noi abbiamo assegnato alle Commissioni, e giovedì abbiamo in Aula, un provvedimento che sicuramente è di fondamentale importanza, perché il DEF, fuori di ogni dubbio, costituisce il principale documento di programmazione della politica economica e di bilancio; sul DEF le Camere sono chiamate a pronunciarsi con una procedura prevista dall'articolo 118-bis, che vede la sua conclusione naturale con l'approvazione di una mozione, sicuramente di maggioranza, che preclude tutte le altre.

Ma il dibattito in Commissione, che serve da supporto e di arricchimento degli elementi già acquisiti dalla V Commissione, che non a caso è deputata a relazionare in Aula, deve essere possibile nell'ambito dei documenti che il Governo è obbligato - non è una facoltà, è obbligato - a presentare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ebbene, questa mattina in VIII Commissione mancavano soltanto tre documenti che, a mio avviso, sono fondamentali per poter correttamente analizzare il DEF, perché mancavano: la relazione sullo stato di attuazione degli impegni per la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra, prevista dall'articolo 10, comma 9, della legge n. 196 del 2009; il rapporto sugli indicatori di benessere equo e sostenibile, previsto dall'articolo 10, comma 10-bis, della legge n. 196 del 2009; la strategia per una nuova politica della mobilità in Italia, il cosiddetto Allegato infrastrutture, per il quale la sinistra bloccò i lavori più volte in Commissione sul DEF, e non solo sul DEF, ritenendo, giustamente, che la mancanza di un documento di quel tipo, che è previsto dall'articolo 10, comma 8, della legge n. 196 del 2009, precludesse una possibile discussione nel merito su quella che effettivamente è la programmazione anche delle opere infrastrutturali nel nostro Paese.

Allora la mia richiesta, signor Presidente, è questa: è evidente che occorre un intervento del Presidente della Camera perché non è possibile che le Commissioni siano costrette in 24 ore, e forse meno, ad analizzare documenti di centinaia di pagine solo perché il Governo non si è fatto carico di trasmetterli nei tempi previsti. Diversamente, se non vi è questa possibilità, sicuramente noi chiederemo il rinvio ad altra data dell'esame in Aula del DEF, perché, torno a ripetere, domani in Commissione dobbiamo esprimere un parere su una questione per la quale non è stato neppure possibile iniziare la discussione generale per carenza di elementi oggettivi.

Allora, qui c'è il Governo, il Governo può rispondere; diversamente si faccia rispondere il Presidente della Camera, ma questo modo di procedere è semplicemente vergognoso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. La ringrazio, presidente Foti, per le valutazioni che ha fatto, le riflessioni e anche il garbo che ha voluto riservare alla Presidenza. Informeremo certamente delle sue obiezioni il Presidente della Camera. Le faccio soltanto presente, ma questo non per sminuire le osservazioni avanzate, tutt'altro, che è capitato già - abbiamo fatto una rapida ricognizione con gli uffici - di avere dei Documenti di economia e finanza incompleti da un punto di vista degli allegati alle infrastrutture, ma questo non significa nulla perché, in termini di Regolamento, lei ha interpellato il Presidente Fico per avere notizie e il Presidente della Camera sarà informato e potrà, se vorrà, risponderle a termini di Regolamento.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo unico – A.C. 2945-A​)

PRESIDENTE. Riprendiamo a questo punto il seguito della discussione del disegno di legge n. 2945-A: Conversione in legge del decreto-legge 13 marzo 2021, n. 30, recante misure urgenti per fronteggiare la diffusione del COVID-19 e interventi di sostegno per lavoratori con figli minori in didattica a distanza o in quarantena.

Ricordo che, nella parte antimeridiana della seduta, è stato da ultimo respinto l'emendamento 1.18 Rizzetto.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.203 Lollobrigida.

Ha chiesto di parlare il deputato Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretario Costa, negli ultimi mesi del Governo Conte 2, per la verità anche in questi primi mesi del Governo Draghi, noi abbiamo assistito al fatto che gli esponenti della maggioranza lavorano e si muovono in doppia modalità. Le confesso il limite, invece, della forza politica che in questo momento rappresento, perché Fratelli d'Italia si muove soltanto in modalità in, mentre la maggioranza si muove in modalità in e out. La modalità in è questa, quando siamo qui a decidere, quando un'alzata di mano in una direzione anziché in un'altra traccia un destino, lo cambia, cambia le sorti di un codice, di un'attività, la modalità in è quella operativa. C'è poi, invece, la modalità out, che è quella che va in scena quando siamo sui social, quando incontriamo le associazioni che protestano in piazza, quando andiamo in televisione, tutto quello che è fuori dal palazzo. Noi stiamo assistendo in questi mesi a questa doppia modalità, per cui quello che fuori è pacifico, è scontato, è banale, e che promettiamo e che diamo per scontato che verrà messo in opera da parte della maggioranza, poi, di fatto, quando Fratelli d'Italia lo propone, come in questo caso in cui basterebbe semplicemente votare a favore di questo emendamento, l'emendamento non passa.

Questo emendamento permetterebbe ai ristoranti di aprire fino alle ore 24, posticipando il coprifuoco, per la verità ad oggi ancora incomprensibile, dalle ore 22 alle ore 24, ovviamente nelle zone e nelle regioni gialle. Questo tema è stato affrontato anche in incontri che sono stati avviati e ci sono stati tra manifestanti e associazioni di categoria, e la maggioranza ha assicurato che sarebbe stato così; peccato che poi di fatto non lo è stato e, alla luce di quello che è il parere su questo emendamento, non lo è. Sottosegretario, noi abbiamo molto rispetto di questa categoria, io ovviamente ne faccio parte e quindi il mio rispetto è dovuto, e noi veniamo qui animati da buon senso, da quella razionalità che non dovrebbe mai abbandonarci. Invece, questa maggioranza e l'altra maggioranza hanno approcciato questo problema e questa problematica sempre con irrazionalità, perché sono state fatte delle cose che non si capiscono. Non si capisce perché quello che funziona alle 18 non funziona alle 20, quello che può funzionare alle 20 non funziona alle 22 (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Non si capisce a quale genio sia venuto in mente che i ristoranti possono lavorare solo all'aperto.

Mi dica, sottosegretario, io, oggi – oggi -, con questa giornata, dovevo mettere in preventivo di rimanere aperto o di rimanere chiuso? Perché, vede, sfugge ai più che un'attività di ristorazione si prepara il giorno prima, due giorni prima, e noi non abbiamo il meteorologo di sala, che ci permette di dire e di sapere se domani, dopodomani, rispetto alle forniture che dobbiamo fare, ci sarà il sole tutto il giorno. Perché, vede, se non c'è il sole tutto il giorno, possiamo rischiare, come oggi, che all'una la gente si alzi, sotto un temporale, e si vada a assembrare sotto una grondaia. A meno che, ci sia un portone aperto - e ci dovremmo assicurare di questo – e fare delle convenzioni con i portieri per tenere aperti i portoni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ma come può venire in mente una scelleratezza del genere? Ci voleva il Governo dei migliori per arrivare a questo.

Ma, vede, c'è di più. Se questa è l'irrazionalità, le dico, da ristoratore, che c'è anche cattiveria costante, cominciata quando i ristoratori di Milano furono multati il giorno dopo che c'erano stati gli assembramenti del 25 aprile dell'ANPI. Il giorno dopo. Cioè, si poteva manifestare per il 25 aprile, ma non si poteva manifestare per i ristoratori (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Ma andiamo avanti, perché il Presidente Conte parlò di questa categoria come di una categoria sacrificabile, e non passa un giorno che autorevoli esponenti del mondo della cultura radical-chic ci etichettino come evasori, ladri, persone che viaggiano in barca, in macchine di lusso, rappresentando un sentimento che probabilmente è il sentimento della sinistra.

La verità, sottosegretario, è che il mondo della ristorazione fa gola, perché il made in Italy passa per il mondo della ristorazione. Allora, c'è un disegno affinché questo mondo finisca di esistere.

Forse aveva ragione - speriamo di no -, ma dovremmo ritornare a quello che ci disse, qualche tempo fa, la sottosegretaria Castelli, cioè che, se la gente non va più al ristorante, i ristoratori dovrebbero cambiare mestiere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Credo che anche questa sia una colpa, oggi…

PRESIDENTE. Concluda.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). …il fatto che il ristoratore non voglia cambiare mestiere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Noi non cambieremo mestiere, noi cercheremo, fino all'ultimo, di fare quello che sappiamo fare da sempre: lavorare, sottosegretario (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Silvestroni. Ne ha facoltà, per un minuto.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Presidente, il mio intervento non può essere che nel senso dell'intervento del collega che mi ha preceduto, Trancassini.

Sono state fatte promesse ai ristoratori, categoria vessata, sicuramente fino ad oggi. Vanno dati protocolli di sicurezza, ma non si può più continuare a dare incertezza. Soprattutto, vanno date certezze e va data loro la possibilità di sopravvivere. Come? Approvando questo emendamento, protraendo l'apertura dei ristoranti, nelle zone dove l'Rt lo consente, fino alle 24, perché questa è la soluzione se si vuole veramente far ripartire l'economia, ma soprattutto se vogliamo ridare vita alla ristorazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Rotelli. Ne ha facoltà, per un minuto.

MAURO ROTELLI (FDI). Grazie, Presidente. Buon pomeriggio sottosegretario Costa, ho letto, poco fa, un'agenzia - e devo dire molto apprezzata - nella quale lei diceva: speriamo che queste aperture siano ormai definitive. Ci auguriamo, almeno, che sia così.

Sottosegretario, in questa serie di emendamenti che abbiamo presentato, stiamo ponendo una serie di questioni che speriamo attirino l'attenzione, non soltanto sua, ma del resto del Governo, che magari sta seguendo attraverso altri canali questa discussione.

Dare la possibilità di aprire soltanto all'aperto sta creando, purtroppo- come lei si può immaginare -, un ulteriore corto circuito. Tutti coloro che non hanno gli spazi all'aperto, non hanno la possibilità di lavorare all'aperto, come sarà possibile da lunedì 26, e che per adesso si sono retti grazie al delivery, all'asporto e alla consegna, molto probabilmente vedranno azzerare questo tipo di servizi. Invece, coloro che avranno tavoli all'aperto, saranno decisamente più attraenti per chi andava a prendere il cibo o se lo faceva recapitare a casa.

Questo è fondamentale per far capire che c'è la assoluta necessità di adeguare tutti i ristoratori, tutte queste imprese alle stesse regole. Quindi, anche l'apertura soltanto all'aperto creerà, purtroppo, situazioni più favorite e altre meno tra gli stessi ristoratori, mentre altri saranno costretti a chiudere definitivamente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE-PSI). Grazie Presidente, questo è un tema che mi sta particolarmente caro, probabilmente perché, per 35 anni, sono stato onorato di appartenere alla categoria dei commercianti. Pertanto, chiedo ai colleghi di Fratelli d'Italia il privilegio di poter sottoscrivere questo emendamento.

Vede, qui si rischia veramente di guardare il dito, che è lo spostamento di un'ora della chiusura delle attività e del coprifuoco, e non la luna, che è il vero problema che stiamo affrontando. Noi stiamo parlando di una categoria che non è in difficoltà, è praticamente ad un passo dal baratro, e c'è un grande rischio - lo evidenziavano quest'oggi le testate giornalistiche –, ossia che la criminalità si stia impossessando di queste attività in grave, gravissima difficoltà. E quando si è di fronte al bivio di dover dar da mangiare alla propria famiglia e non poterlo fare, perché ci sono elementi e motivi ostativi, per quanto giusti, che succede? In un anno non si è stati capaci di dare una risposta. Non è detto che la cosa possa cambiare moltissimo in questi mesi. Ma cosa facciamo? Se queste attività rimangono chiuse, bisogna dare ai loro titolari da mangiare, perché altrimenti andremo di fronte alla catastrofe.

Pertanto, avendo già chiesto il permesso di firmare questo emendamento, naturalmente, voterò a favore dello stesso (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-MAIE-PSI e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà, per un minuto.

WALTER RIZZETTO (FDI). La ringrazio, Presidente. Sulla scorta di quanto ho appena ascoltato anche dai colleghi che adducono motivazioni sicuramente plausibili, sottosegretario, rispetto a quanto effettivamente è in oggetto, serve di nuovo sedersi ad un tavolo e ridefinire in modo omogeneo quello che, ad oggi, è fondamentalmente il mondo della ristorazione, dei bar, dei locali che possono o non possono restare aperti.

è evidente che è assolutamente insufficiente il fatto di spostare di un'ora il coprifuoco. Serve assolutamente andare incontro alle aziende che, ad esempio, come ho appena ricordato, non hanno la possibilità di avere posti all'aperto. Quindi, non possiamo differenziare le attività soltanto per il fatto che ci siano delle porzioni di territorio che hanno la possibilità di farlo all'aperto - con tutte le criticità ricordate prima dal collega Trancassini -, mentre altre non possono farlo. Ad esempio, vi è differenza fra comuni nella stessa nostra Italia; le attività che, in questo momento, sono al sud Italia, al mare, sono sicuramente più favorite rispetto alle aziende che stanno in montagna, dove effettivamente non possono aprire.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Osnato. Ne ha facoltà, per un minuto.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. Credo che raramente un emendamento sia stato così foriero di opportunità per coloro ai quali è dedicato, ovvero ristoratori e imprenditori del mondo della ristorazione e della enogastronomi, grandissime opportunità. Ma ancora di più, Presidente, è foriero di opportunità politiche per chi siede in quest'Aula. Lo dico soprattutto agli amici del centrodestra, agli amici di Forza Italia e della Lega. Perché, vedete, nel consiglio regionale della Lombardia, pochi minuti fa, l'amico Giulio Gallera, consigliere regionale di Forza Italia, ha presentato una mozione in cui chiede al Governo di riaprire i ristoranti anche al chiuso, e il presidente della commissione delle attività produttive, l'altrettanto amico Senna, della Lega, ha chiesto di ritardare il coprifuoco alle 23. Quindi, se lo chiedono, dalla Lombardia, anche le tutte le forze di centrodestra, al Governo, credo che sia l'opportunità migliore, per tutti loro, di seguire le indicazioni dei territori e votare a favore (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Mantovani. Ne ha facoltà, per un minuto.

LUCREZIA MARIA BENEDETTA MANTOVANI (FDI). Grazie, Presidente. Chiedo di sottoscrivere questo emendamento, che interviene su un provvedimento depressivo per la popolazione e che comprime le libertà dei cittadini. Il coprifuoco rientra in un lessico di guerra che poco si adatta alla condizione in cui ci troviamo, a un anno dalla diffusione della pandemia.

Chiediamo, quindi, che l'assurdo coprifuoco delle 22 venga posticipato a mezzanotte e che ristoranti delle zone gialle possano svolgere la propria attività in serenità anche la sera fino alle 24, perché la ristorazione davvero merita di essere ascoltata (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gemmato. Ne ha facoltà, per un minuto.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. L'emendamento a prima firma Lollobrigida offre l'opportunità di lasciare aperti i ristoranti fino alle 4 e, conseguentemente, anche il coprifuoco fino alle 24. E' evidente che oltre ad una misura con risvolti economici - si sono soffermati opportunamente i colleghi - c'è anche un risvolto di carattere sanitario. Perché se noi comprimiamo gli orari e facciamo in modo che le persone si concentrino in quegli orari evidentemente moltiplichiamo le occasioni di potenziale contagio sui mezzi pubblici, nelle macchine, nei taxi, cioè in quei mezzi di locomozione che gli italiani utilizzano per raggiungere i ristoranti. Diversamente, se noi ampliamo gli orari, evidentemente riduciamo la densità, riduciamo la possibilità di contagio e riapriamo, come si suol dire, in sicurezza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Galantino, a titolo personale. Ne ha facoltà, per un minuto.

DAVIDE GALANTINO (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento lo chiede l'Italia intera. Condivido le parole del collega Trancassini, profondo conoscitore della materia sicuramente molto di più di tanti geni che sono seduti al Governo: apertura ristoranti fino alle 24 e coprifuoco dalle 24, semplicemente buon senso. Qualcuno della maggioranza, che ha espresso il parere, può spiegarci la contrarietà a questa proposta emendativa? Io credo che, in questo caso, il voto favorevole sull'emendamento Lollobrigida sia la migliore risposta a chi ci sta ascoltando in questo momento da casa, perché nessuno in quest'Aula ha spiegato la reale motivazione di questa vostra assurda decisione di chiudere tutto alle dieci di sera. In ogni caso io sottoscrivo questo emendamento. Sarebbe veramente un bel segnale se qualcuno della maggioranza facesse la stessa cosa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Foti. Ne ha facoltà, per un minuto.

TOMMASO FOTI (FDI). Presidente, io mi permetto di far rilevare che questo emendamento non riguarda soltanto il settore della ristorazione, ma un insieme di settori, anche scollegati da questo. Faccio un esempio: se si vuole un concerto all'aperto, è possibile pensare che alle 22 vi sia il coprifuoco? A che ora si inizia il concerto all'aperto, alle 19,30, alle 20? E, analogamente, se si vuole andare al cinema all'aperto, ma voi pensate veramente di poter tenere il limite delle 22? Allora, quello delle 24 è un limite soltanto di buonsenso, lascia una fascia di chiusura dalle 24 alle 5 del mattino, che serve anche per evitare che giri di tutto e di più, come è noto, a quell'ora, e, al tempo stesso, si favoriscono tutte le attività di ordine economico dei vari settori, i più vari…

PRESIDENTE. Concluda.

TOMMASO FOTI (FDI). …che sono interessati dal provvedimento, che oggi sono in crisi e stanno chiudendo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato De Toma, a titolo personale. Ne ha facoltà, per un minuto.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Grazie, Presidente. Sottoscrivo pienamente e convintamente questo emendamento. Ovviamente, partiamo da ciò che sappiamo bene: i protocolli per una categoria che è stata una delle prime che li ha attuati, sanno benissimo cosa significa mettere in campo le risposte concrete per avere una maggiore turnazione, con cui si eviterebbero, come hanno detto i miei colleghi precedentemente, possibili assembramenti, perché la clientela verrebbe diluita su una fascia oraria più ampia. Si darebbe un bel segnale verso una categoria fra le più colpite dai vari provvedimenti e, non ultima e meno importante, aiuterebbe quei ristoratori che, per la conformazione del territorio e per mancanza di utenza, non hanno potuto effettuare neanche il servizio di delivery o asporto, in assoluto i più danneggiati. Ecco, questi sono i motivi che mi spingono a chiedere al sottosegretario una valutazione attenta su questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Caiata. Ne ha facoltà, per un minuto.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Convintamente sottoscrivo questo emendamento e lo faccio, non come deputato, ma come ristoratore, come colui che voi additate, in maniera chiara, come un evasore, un criminale. Perché, diciamoci la verità, è solo una questione ideologica. Non fa più ridere la barzelletta del virus dopo le 18, non fa più ridere la barzelletta dell'intasamento dei mezzi di trasporto. Sottosegretario, non fanno più ridere queste giustificazioni. Ci dobbiamo dire la verità: questo settore è, in questo momento, disastrato esclusivamente perché una certa parte politica - e ci meravigliamo di voi - ritiene che sia una categoria da penalizzare, perché ha evaso e solamente perché è una categoria che non chiede sostegno, chiede solo di lavorare, ha investito sulle proprie braccia, ha investito sulle proprie capacità, sulla propria voglia di essere autonomi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. La ringrazio, concluda.

SALVATORE CAIATA (FDI). E, allora, mi permetta trenta secondi, Presidente.

PRESIDENTE. Trenta secondi non ce li ha.

SALVATORE CAIATA (FDI). È una profezia che si autorealizza. Pensate che siano criminali? Stanno diventando criminali perché stanno cedendo alla criminalità…

PRESIDENTE. Concluda

SALVATORE CAIATA (FDI). …che si sta impossessando delle loro attività. Avete vinto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bucalo. Ne ha facoltà, per un minuto.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Sottoscrivo convintamente anch'io questo emendamento perché ha la finalità di tutelare una delle categorie più colpite dalle misure anti-pandemiche. Dare questa restrizione alle 22 non ha senso per la lotta al contagio e si colpisce la ristorazione. Attenzione tantissime attività hanno chiuso già, oberate dai costi fissi, affitti, bollette e indirettamente - io voglio far riflettere - si colpisce anche tutta l'altra filiera dell'agroalimentare. Attenzione stiamo parlando di 60 mila licenziamenti. Ecco perché è importante avere almeno un'attenzione maggiore a questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bond. Ne ha facoltà.

DARIO BOND (FI). Grazie, Presidente. Io intervengo solo per appellarmi a questo Parlamento perché su questo argomento e su questo emendamento serve dare un segnale. Il provvedimento appena varato, anche se noi ci rifacciamo ad un provvedimento di diversi mesi fa, è un provvedimento che è sbagliato, è sbagliato nella forma, negli orari, ma anche perché discrimina: chi ha lo spazio all'aperto lavora, chi è nel chiuso deve tenere chiuso. Allora l'appello che faccio a questo Parlamento: diamo un segnale da persone libere, al di là dei partiti, per cambiare il provvedimento e per dare possibilità di vita e di economia a questi operatori che ormai falliscono (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), diamo questo segnale, liberiamoci dall'orpello dell'appartenenza partitica e diamo un segnale forte (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bellucci. Ne ha facoltà, per un minuto.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Vede, sottosegretario, quello di Fratelli d'Italia è un emendamento di buon senso. I miei colleghi prima vi hanno spiegato le ragioni di natura economica, di natura sociale, di natura anche sanitaria. Ci siamo interrogati in questi mesi mille volte rispetto al vostro no e allora ci ritornano alla mente le parole di Conte quando diceva che c'erano delle attività sacrificabili e ci vengono in ultimo in mente le parole di Zingaretti quando dice che ci sono dei lavoretti in Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) legati alla ristorazione, ai bar e che, quindi, possono anche essere sacrificati, perché è l'odio ideologico che vi rende ciechi. Per voi la paghetta di Stato, oppure il posto fisso, come diceva Zalone, è l'unica possibilità in Italia e, invece, ci sono dei liberi pensatori che credono di costruire il proprio futuro sul sacrificio e sulla voglia di essere autonomi nel loro lavoro. Esiste anche questo e fintanto che guarderete queste persone…

PRESIDENTE. Concluda.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). … con cieco pregiudizio, decreterete la morte della nostra Italia, dell'attività economica e della nostra libertà (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, per un minuto, a titolo personale, il deputato Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Ci sarebbero tante spiegazioni quando vi è il passaggio da una “zona bianca” a una “zona rossa”. I ristoranti sono stati colpevoli? No, perché non ci sono stati assembramenti, non c'è stato alcun tipo di abuso, non c'è stato alcun tipo di altra violazione di regole, ma hanno lavorato. Invece, ricordo i contagi, i ritrovi abusivi, perché quando si chiudevano i bar alle 18, poi le persone andavano nei vicoli o nelle case (i carabinieri o le Forze di polizia stanno intervenendo solamente quando ci sono schiamazzi). Ma i ristoranti veramente sono colpevoli? Mi riferisco anche alla grande filiera dei birrifici artigianali; il mio amico Trancassini compra i carciofi dalla Sardegna. Questo è il grave danno che queste politiche miopi stanno facendo. Allora, cerchiamo di aiutarli, cerchiamo di dare un segnale, come ha detto l'amico Bond e riflettete: oggi è il giorno per il quale la gente non può più aspettare i dettami di un Comitato tecnico-scientifico che è molto lontano dalle esigenze della gente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà, per un minuto.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Con questo emendamento, Fratelli d'Italia ripone l'accento su una questione che abbiamo cercato di affrontare in quest'Aula sin dalle primissime battute di questa pandemia: abbiamo la necessità di imparare a convivere con il virus, poiché ormai non è più possibile parlare di straordinarietà, di emergenza, di eccezionalità. Sappiamo bene che, ormai, è più di un anno che conviviamo con questa emergenza. Noi riteniamo che i provvedimenti che vengono emessi in questo senso debbano necessariamente essere fondati sulla logica, fondati sulla concretezza, fondati sulle necessità di chi, poi, quotidianamente, deve combattere per arrivare a fine mese e portare avanti le proprie aziende.

Allora, riteniamo sia assolutamente necessario riportare tutte le misure di cui discutiamo, quando discutiamo di COVID, nell'alveo dell'essenziale e, soprattutto, del ragionevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bignami. Ne ha facoltà, per un minuto.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie Presidente. L'emendamento è finalizzato a superare una situazione che persiste ormai già da novembre e che, a nostro modo di vedere, somma la penalizzazione, che già colpisce un settore, quello dei ristoratori, quello che interseca la filiera enogastronomica, con l'aggravio che si determina a carico di tutte le famiglie, ossia il coprifuoco alle 22, che è chiaramente e prevalentemente punitivo nei confronti di questa categoria. Noi, al contrario, riteniamo si possa procedere ad una riespansione degli orari, mediante i quali le persone possono vivere normalmente la propria vita, anche frequentando quegli ambienti che paradossalmente si connotano come maggiormente sicuri proprio per l'adozione di quei protocolli che sono stati decisi d'intesa con il Governo e che pertanto dovrebbero essere posti a presidio proprio della certezza e della sicurezza della frequentabilità di quei luoghi. Quindi, ci pare un emendamento di buonsenso che, tra l'altro, va in larga parte incontro alle esigenze di dibattito che si stanno sviluppando in questi giorni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mollicone? Era fuori lista, prego, a lei la parola.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, il tema del coprifuoco è talmente fondamentale ed essenziale per il diritto dei cittadini che non possiamo non intervenire. Basta ricordare le parole di Cassese, basta ricordare dove nasce il concetto di coprifuoco, nel Medioevo: per evitare incendi nelle città si obbligavano le famiglie a coprire con una placca di metallo il fuoco domestico che era al centro delle case. Ecco, siamo tornati in un'epoca oscura, non certo quella del Medioevo che è stata un'epoca radiosa e di cattedrali, ma in un'epoca illiberale, nella quale i diritti dei cittadini, degli italiani, dei ristoratori e delle attività vengono conculcati, per cui Fratelli d'Italia si schiera apertamente in difesa delle libertà essenziali e riteniamo un'offesa all'intelligenza chiedere di spostare il coprifuoco dalle 22 alle 23, invece che portarlo alle 24 e chiudere gli esercizi alle 24, per poi dare il tempo di trasferimento. Siamo, comunque, contro questo provvedimento illiberale.

PRESIDENTE. Non ci sono altre richieste di intervento - stavolta è vero - quindi passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.203 Lollobrigida, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Passiamo all'emendamento 1.28 Bellucci.

Ha chiesto di parlare la deputata Bellucci. A lei la parola.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie Presidente. Sottosegretario, per l'ennesima volta, portiamo alla vostra attenzione la questione della chiusura delle scuole, un dramma che ha caratterizzato la popolazione studentesca in questi mesi, gli alunni e gli studenti che hanno visto compromessi non soltanto il loro apprendimento, ma anche la loro salute, da un punto di vista emotivo e psicologico. Il numero di disturbi del comportamento è aumentato: disturbi d'ansia, di depressione, fino ad arrivare agli attacchi di panico, ai comportamenti di autolesionismo e anche ai tentati suicidi. Sottosegretario, l'allarme del “Bambino Gesù” dice che sono aumentati del 30 per cento i ricoveri nei reparti di neuropsichiatria infantile per atti di autolesionismo e per tentati suicidi.

A questo si aggiunge anche il dramma legato alle carenze alimentari, perché se le scuole sono chiuse anche le mense sono chiuse: sono stati cancellati 160 mila pasti. Hanno pagato di più la chiusura delle scuole ancora una volta le categorie più fragili, quei bambini, quegli studenti, quelle famiglie che hanno difficoltà addirittura a portare un pasto a tavola. Allora, noi, anche in questa occasione, vi diciamo che la scuola è un valore che va difeso sempre e comunque, in ogni tempo. Vi avevamo dato alcuni stimoli su come farlo, vi avevamo detto: stabilite degli accordi, dei protocolli d'intesa con le scuole pubbliche, paritarie, insieme alle scuole statali.

Ma, anche qui, un po' il cieco pregiudizio ideologico del Governo di cui lei fa parte ha fatto cancellare quella possibilità. Vi avevamo detto: dotate le scuole non di banchi a rotelle, che, fra l'altro, oggi si trovano nei magazzini di molti istituti scolastici - e questo sono a dircelo i dirigenti scolastici -, allargate gli spazi, fate tensostrutture dotate di un'areazione artificiale, mettete dei termoscanner. Erano delle proposte concrete, perché Fratelli d'Italia alle obiezioni non fa mai mancare delle proposte su come noi crediamo che si debbano fare le cose, perché non la lasciamo sola l'Italia e per questo non manchiamo di fare proposte al Governo. La nostra leader Giorgia Meloni si presenta davanti a Draghi - e prima si presentava davanti a Conte - con un protocollo ben chiaro di quello che noi credevamo si dovesse fare, ma anche qui le nostre richieste sono rimaste disattese e a pagarne le conseguenze sono stati i più fragili e per noi, sottosegretario, i più fragili sono sempre e comunque i minori, persone portatrici di diritto ma che hanno bisogno degli adulti per vedere i loro diritti riconosciuti, quindi non ci sono soggetti più fragili dei minori. Questo lo dico perché, purtroppo, non è così scontato. Per noi sono una priorità e come tali li approcciamo e vi approcciamo, quindi, in questa tematica. Allora, in questa occasione per l'ennesima volta vi proponiamo un emendamento in cui vi chiediamo di garantire, sempre e comunque, l'apertura delle scuole a ogni fase del ciclo vitale: le scuole primarie, le scuole secondarie, sempre e comunque. Sono un luogo di protezione che non possiamo cancellare, ancor di più nel periodo di pandemia. E quando ci dite che proponiamo tutto questo all'interno della conversione di un decreto-legge che in realtà è già scaduto, questa è responsabilità vostra e non nostra. Siete voi che ci mettete nelle condizioni di dover trattare un tempo che è già passato, per le scelte che prendete e per il governo nella gestione degli atti parlamentari e della tempistica di questi. Noi dobbiamo in questo caso subirli, ma ovviamente cogliamo tutte le occasioni per ricordarvi quello che è giusto fare per costruire il bene comune, per proteggere l'Italia e, in questo caso, per proteggere le scuole e la vita dei nostri ragazzi, il futuro della nostra Italia. Dobbiamo preoccuparci di loro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Trancassini. Ne ha facoltà per un minuto.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Vede, sottosegretario, grazie a questa voce fuori dal coro tocchiamo argomenti importanti; noi li tocchiamo e di questo almeno ci va dato atto anche da chi non voterà questo emendamento. Non lo facciamo in modo superficiale, perché siamo stati abituati a studiare le carte, sull'esempio del nostro leader Giorgia Meloni, a capire e a cercare di essere sempre propositivi, come fa questo emendamento dell'onorevole Bellucci su un tema delicato, fondamentale e importante come quello delle scuole e portando delle soluzioni che, ahimè, erano alla vostra portata, perché questo emendamento e queste problematiche sono state sollevate da Fratelli d'Italia anche in precedenti decreti. Vi chiediamo di leggerli e di farne tesoro, magari anche a firma vostra nel prossimo immediato decreto. Però, facciamo qualcosa, perché altrimenti…

PRESIDENTE. Concluda.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). …le scuole rimangono ancora chiuse, con danno enorme ai nostri figli e questo è sotto gli occhi di tutti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Silvestroni. Ne ha facoltà per un minuto.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Grazie, Presidente. Come ha già detto la collega, per noi di Fratelli d'Italia la priorità sono i più fragili e chi è più fragile in questo caso dei giovani? E allora con questo emendamento, che chiediamo di approvare in quest'Aula del Parlamento, intendiamo garantire la didattica in presenza attivando convenzioni con operatori privati per decongestionare il trasporto pubblico, facendo anche un'opera di utilità nei confronti del trasporto privato che, in assenza di scuole e di turismo, è allo stremo, nonché la condivisione degli spazi delle scuole paritarie, prevedendo a favore di queste ultime l'erogazione di un contributo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Rotelli. Ne ha facoltà, per un minuto.

MAURO ROTELLI (FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretario, nella prima fase pandemica - non so se prima o seconda - abbiamo più di una volta denunciato il fatto che molto probabilmente uno dei luoghi del contagio era proprio quello dei trasporti. Devo dire che con l'arrivo del nuovo Governo il 6 aprile c'è stata la certificazione di questo viaggio del contagio all'interno dei mezzi di trasporto, perché proprio sul portale del Ministero della Salute del Governo italiano è riportata un'operazione dei NAS, che fanno 700 controlli e certificano la presenza del COVID sui mezzi di trasporto. Per mesi abbiamo detto che molto probabilmente le strutture che stavano in quel momento accompagnando a scuola i bambini e i ragazzi non erano idonee e che andavano supportate. Ora si stanno facendo riaprire da lunedì, non so se in maniera coraggiosa o meno, tutte le scuole, però non cambiano, sottosegretario, neanche gli orari. Quindi, oltre alla necessità di avere un supporto ulteriore, perché quello che è in essere in questo momento è certificato come veicolo di contagio, noi riteniamo che sia importante dare maggiori spazi di carattere logistico.

PRESIDENTE. Concluda.

MAURO ROTELLI (FDI). Sappiamo che lei ha la sensibilità giusta per capire che tipo di aiuto alle paritarie si possa dare da questo punto di vista (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà, per un minuto.

WALTER RIZZETTO (FDI). Grazie Presidente. Sottosegretario, siamo passati da una fase all'altra, da un Governo all'altro, e il fortunatamente ex Ministro della scuola non era neanche d'accordo, ad esempio, sulla rilevazione della temperatura all'inizio, quando gli studenti andavano in aula. Secondo me, però, abbiamo perso molto tempo. Questa è una proposta emendativa che va nel senso proprio di recuperare il tempo perduto, sprecato. Quante volte ci siamo guardati e detti che sarebbe arrivata la seconda ondata o la terza ondata, quante volte abbiamo chiesto al Ministro della scuola all'epoca - quindi, parlo dello scorso anno - di darci dei dati certi sulla diffusione del contagio presso le scuole? Questi dati non sono mai arrivati. Ecco che per essere più pronti rispetto a quanto accaduto poi avremmo dovuto fare esattamente tutte quelle cose che alcuni dei miei colleghi hanno enumerato, cosa che non abbiamo ancora fatto. Riteniamo che un ragionamento su questa proposta emendativa vada fatto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Osnato. Ne ha facoltà, per un minuto.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie Presidente. Mentre il Governo ritiene di contrapporsi alla pandemia con una iperbolica cromoterapia, cioè colorando di vari colori la cartina geografica italiana, noi di Fratelli d'Italia riteniamo, invece, che bisogna continuare a dare risposte concrete e una di queste è riuscire a tenere aperta la scuola e tenerla aperta in sicurezza. Come si fa? Si fa evidentemente cercando di staccare il trasporto degli studenti dal resto degli utenti del trasporto pubblico, che spesso sono, appunto, vettori del contagio. Abbiamo già lavorato in questo senso nella legge di bilancio al Senato e grazie a un emendamento di Fratelli d'Italia passò uno stanziamento ad hoc. In più in questo emendamento noi chiediamo di trovare spazi ulteriori, perché, purtroppo, non tutte le scuole hanno spazi adeguati a contenere le classi col distanziamento. Evidentemente, forse a questo punto penso che anche i banchi a rotelle non siano serviti proprio a risolvere il problema. Allora, noi proponiamo, con uno stanziamento piuttosto modesto…

PRESIDENTE. Concluda.

MARCO OSNATO (FDI). …di andare incontro alle esigenze di distanziamento utilizzando spazi anche di scuole private o paritarie (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Mantovani. Ne ha facoltà per un minuto.

LUCREZIA MARIA BENEDETTA MANTOVANI (FDI). Grazie. Presidente, questo emendamento interviene su due aspetti centrali che hanno caratterizzato quest'ultimo anno: la scuola e i trasporti. La proposta della collega Bellucci mira, appunto, a creare delle collaborazioni con divisione di spazi tra le scuole pubbliche statali e le scuole pubbliche paritarie. Quindi, un'iniziativa volta a garantire la didattica in presenza ed evitare quel sovraffollamento dei mezzi pubblici che da mesi sembra diventato irrisolvibile, oltre che contraddittorio rispetto alle tante restrizioni imposte alle attività commerciali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Gemmato. Ne ha facoltà, per un minuto.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. L'emendamento presentato dalla collega Bellucci pone l'attenzione su un tema particolarmente caro a Fratelli d'Italia, che è quello della ripresa dell'attività scolastica in sicurezza. In particolare, si va a toccare l'aspetto che, come ricordato da alcuni colleghi in precedenza, è centrale per noi, ovvero quello dei trasporti. È evidente - l'hanno evidenziato i NAS - che tracce di Coronavirus si trovano all'interno dei mezzi per il trasporto pubblico. Quindi, implementare il trasporto pubblico, affiancandolo con il trasporto privato, evidentemente può andare in direzione di quella apertura in sicurezza, di cui tutti quanti facciamo gargarismi verbali, e che, però, poi non trova attuazione negli atti pratici, anche di questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Galantino. Ne ha facoltà, per un minuto.

DAVIDE GALANTINO (FDI). Grazie, Presidente. Sembra che non esista alcuna possibilità che anche un solo emendamento possa essere votato in maniera favorevole; eppure sono tutti emendamenti propositivi.

Con la proposta emendativa in esame chiediamo, che, dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, su tutto il territorio nazionale sia garantita l'attività didattica in presenza, per il 100 per cento della popolazione studentesca, nel rispetto delle norme per il contenimento del contagio da COVID-19, attivando convenzioni con tutti i gestori di mezzi di trasporto privati, con la finalità di decongestionare il trasporto pubblico, e scaglionando ingressi e uscite, per impedire ogni forma di assembramento, nonché condivisione degli spazi di scuole paritarie, prevedendo, a favore di queste ultime, l'erogazione di un contributo. È una proposta di assoluto buonsenso, quella dell'onorevole Bellucci…

PRESIDENTE. Concluda.

DAVIDE GALANTINO (FDI). …che condivido assolutamente, e mi trova indubbiamente favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Foti: rinuncia. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato De Toma. Ne ha facoltà, per un minuto.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Grazie, Presidente. Io mi limito semplicemente a invitare tutti i colleghi che fanno parte del CTP (Comitato tecnico parlamentare) - che si sostituisce al CTS -, per una riflessione, perché l'emendamento va in una direzione, sempre quella di protocolli, distanziamento, maggiore sicurezza dei passeggeri sui mezzi di trasporto privati rispetto a quelli pubblici, oltretutto certificati, come hanno detto i miei colleghi, dal NAS come fonti primarie del contagio. Un maggiore supporto al lavoro del settore del trasporto privato, per evitare pericolosi assembramenti; ma, vista anche la mancanza, da molti mesi ormai, del turismo, si tratta di poter utilizzare questi mezzi per i nostri ragazzi. Quindi, l'emendamento va in tale direzione ed è importante sottoscriverlo - e con l'occasione lo sottoscrivo – e rappresenta soprattutto una profonda riflessione su quelli che sono i compiti del CTP (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Caiata. Ne ha facoltà, per un minuto.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente, per sottoscrivere questo emendamento della collega Bellucci e per dire che non ci dovreste rispondere: “no”, invito al ritiro. Ci dovreste rispondere: lo abbiamo già fatto. È passato un anno dalla prima chiusura delle scuole, abbiamo appurato scientificamente che il contagio avviene nei mezzi di trasporto, andando a scuola, e noi continuiamo a tenere chiuse le scuole e a non provvedere riguardo ai mezzi di trasporto. Poi arriviamo, come adesso, alle probabili riaperture e diciamo – o, almeno, sentiamo dire, dai medici – che è pericoloso riaprire, perché i mezzi di trasporto contageranno. Allora, perché non abbiamo provveduto in questo anno? Allora, noi siamo di nuovo qui a ridire: interveniamo riguardo ai mezzi di trasporto, facciamo convenzioni private, dividiamo le aule. Diteci, prometteteci, almeno, che la prossima volta ci direte: lo abbiamo già fatto. Noi non vogliamo intestarci una battaglia; noi vogliamo solo portare a casa un risultato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Bucalo. Ne ha facoltà, per un minuto.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Vede, Presidente, io resto molto basita da questo parere contrario a questo emendamento, perché? Perché va contro le dichiarazioni, anzi, l'ultima dichiarazione del Presidente Draghi, in cui afferma: la scuola prima di tutto; il mio primo obiettivo è riaprire la scuola con didattica in presenza. Ultime dichiarazioni del Presidente Draghi; ultime dichiarazioni del Ministro, qui, pochi giorni fa: il mio primo obiettivo è quello di dare la didattica al 100 per cento in presenza. Allora, spiegatemi perché questo parere contrario a questo emendamento della collega, che chiedeva…

PRESIDENTE. Concluda.

CARMELA BUCALO (FDI). …non altro che l'apertura delle scuole in presenza al 100 per cento, con le garanzie. Basta!

PRESIDENTE. La ringrazio…

CARMELA BUCALO (FDI). È un anno che parlate, che riempite i giornali sulla pelle dei nostri ragazzi! Basta!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Deidda. Ne ha facoltà, per un minuto.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Proverò, in un minuto, a descrivere quello che ho visto coi miei occhi e le denunce che ho raccolto. Vede, non ho trovato banchi a rotelle; ho trovato 700 banchi al liceo “De Castro” di Oristano, rispediti indietro dal dirigente scolastico, che denunciava come fossero banchi di plastica, importati da una ditta portoghese, mandati dal commissario Arcuri, che non stavano in piedi, che erano inadatti. Questi banchi li ho trovati anche in altri istituti, buttati negli anditi, buttati nei magazzini, poiché non erano assolutamente adatti. Presentai un'interrogazione, e non ebbi mai risposta. È uscito l'altro giorno sul giornale: 100 milioni di euro, per circa il 50 per cento di banchi che sono inutilizzati o inutilizzabili. Questo spreco qualcuno lo pagherà? Un anno per mettere in sicurezza gli istituti scolastici, per niente. Per niente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), per ritrovarci gli stessi problemi che avevamo un anno fa.

PRESIDENTE. La ringrazio.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Mi perdoni, Presidente, l'ex Ministro Azzolina ha detto che hanno fatto altri provvedimenti.

PRESIDENTE. La perdono, se chiude il suo intervento.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Vorremmo sapere quali sono gli altri provvedimenti per la scuola (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà, per un minuto.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. I grandi dimenticati, i grandi assenti, quelli che avremmo dovuto curare di più e, invece, probabilmente abbiamo dimenticato – o, meglio, sono stati dimenticati da questo Governo - sono i giovani, sono il futuro della nostra classe dirigente. Sappiamo tutti, e bene, che la DAD, la didattica a distanza, non garantisce la crescita culturale, non garantisce la formazione personale dei nostri giovani. Noi riteniamo che, a distanza di un anno, sia oramai arrivato il momento di coprirsi il capo di cenere, di chiedere scusa agli italiani, alle loro famiglie e ai nostri ragazzi, e di riportarli finalmente in classe, nel luogo dove, più di ogni altro, possono sviluppare le proprie individualità. Riteniamo che sia assolutamente necessario provvedere alla messa in sicurezza delle scuole italiane. Siamo assolutamente certi che sia arrivato il momento di preoccuparci di come portare i nostri ragazzi nelle scuole.

PRESIDENTE. Grazie…

YLENJA LUCASELLI (FDI). Se non ci preoccupiamo di questo, oggi, rischiamo di non avere una classe dirigente all'altezza, domani.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Bignami. Ne ha facoltà, per un minuto.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Anche questo emendamento, in qualche maniera, va a intersecare l'esito di un dibattito che si sta svolgendo in queste ore e che trova resistenze da regioni che hanno - a nostro modo di vedere, giustamente - individuato nel trasporto pubblico il vulnus della possibile riapertura delle scuole. Noi non sappiamo, evidentemente, se è nell'ambito scolastico che si verifica un contagio, ma credo che sia evidenza non scientifica, ma fatto notorio il dato che nel trasporto pubblico e nell'affollamento dei mezzi di trasporto, che non hanno ricevuto alcun tipo di potenziamento significativo, si realizzi un potenziale contagio. Questo emendamento, anche con la previsione di un appostamento di bilancio significativo, consentirebbe, appunto, di ovviare a tale rischio. È un emendamento di buonsenso, che va nella direzione delle indicazioni già seguite anche dalla maggioranza, e confidiamo, per questo, che venga accolto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.28 Bellucci, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Passiamo all'emendamento 1.29 Bellucci.

Ha chiesto di parlare la deputata Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente Rampelli. Sottosegretario, con questo emendamento abbiamo raccolto la richiesta d'aiuto di numerose famiglie, mamme, papà, di ragazzi in condizione di autismo oppure con disabilità intellettive e relazionali e che, in questi mesi, hanno visto una proposta assurda, con la quale si voleva falsamente superare l'assenza della scuola in particolare per questi alunni e questi studenti più fragili.

Che cosa ci raccontavano questi genitori? Ci raccontavano che le scuole aprivano le porte, in alcuni casi, in alcune regioni, in alcuni territori, soltanto per gli alunni e gli studenti con disabilità o in condizione di autismo e le scene che ci restituivano erano agghiaccianti, perché entravano e, a volte, entrava un unico studente o un unico alunno. Questi ragazzi vivevano e, purtroppo, ancora vivono esperienze orribili e traumatizzanti, in una fase ancora piena di difficoltà, perché le scuole diventavano e diventano dei luoghi che evocavano angoscia di morte, di solitudine, di assenza e di perdita. Lei si immagini e provi ad immedesimarsi in un ragazzo, in una ragazza, in un bambino, in una bambina che entrano in una scuola da soli e stanno in una classe da soli, a volte con un unico insegnante o con un assistente educativo-culturale, nella totale assenza della relazione con i compagni.

L'esperienza che hanno fatto e che stanno facendo è quella di un trauma che va ad aggravare una condizione difficile, caratterizzata dalla pandemia da Coronavirus. Questi piccoli hanno delle ferite incredibili nelle loro anime e, ovviamente, hanno sviluppato ancora di più delle problematiche, oltre a perdere i traguardi acquisiti con anni di terapie, di sacrifici, in cui, nella maggior parte dei casi, le famiglie pagano con i propri soldi la cura, a fronte di uno Stato che non dà la puntuale assistenza domiciliare, la puntuale attività di psicoterapia o di terapia riabilitativa. Tutti quei sacrifici: si tratta di interi stipendi, a volte, stipendi che appartengono più a persone abbienti, a volte si vendono appartamenti, per chi può o, a volte, si fanno dei prestiti, addirittura, per garantire quelle cure. Oltre a perdere quei preziosi traguardi, le ferite che sono state inflitte sono state ancora maggiori. E, allora, quale mente perversa può immaginare che l'integrazione di un alunno disabile possa passare per accogliere nelle scuole, in solitudine, soltanto chi è portatore di una fragilità. Io sono una psicologa e una psicoterapeuta e le assicuro che non esiste approccio scientifico, pedagogico e didattico che possa difendere tale scelta e che questa è una proposta abominevole.

E, allora, raccogliendo i racconti addolorati, le lacrime di quelle mamme e di quei papà, oggi siamo qui a restituirlo di nuovo nelle mani del Governo, di lei, in questo caso, come sottosegretario che è presente, e anche della maggioranza dei parlamentari tutti, perché, su questo dramma, va detto un “no” chiaro e secco. E l'autonomia scolastica non può essere una giustificazione, perché, quando una cosa è sbagliata, è sbagliata e basta e non può essere tollerata da uno Stato che deve essere garante del supremo interesse del minore - perché abbiamo sottoscritto tutte le convenzioni internazionali possibili per sancire tutto ciò, compresa la Convenzione internazionale sui diritti dei bambini di New York - e che, quindi, non può vedere uno Stato assente, non può vedere il Parlamento silente e cieco e, certamente, non vedrà mai Fratelli d'Italia chiudere gli occhi davanti a tutto questo. Per cui, chiediamo di approvare questo emendamento e, certamente, non accoglieremo il vostro invito al ritiro né, tantomeno, accetteremo un voto contrario. Ci ribelleremo fino all'ultimo dei nostri giorni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Trancassini. Ne ha facoltà, per un minuto.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie Presidente. È davvero sorprendente che non vi sia un coro unanime su questo emendamento. Io credo, sottosegretario, che temi come l'integrazione e l'inclusione della disabilità all'interno delle scuole dovrebbero vederci tutti dalla stessa parte, soprattutto in un momento storico in cui mi pare che il politicamente corretto ci condizioni anche sulle parole, anche sull'ironia, anche sulla satira. E noi rischiamo di perdere di vista, invece, temi molto, molto importanti, dirimenti. Ne abbiamo già parlato in quest'Aula, il tema della disabilità in questa pandemia è centrale. Grazie a Fratelli d'Italia, la scorsa volta, siamo riusciti a far approvare, a fatica, un condiviso ordine del giorno. Non dovrebbe essere così, sottosegretario, questi temi dovrebbero rimanere fuori dalla dialettica di maggioranza e opposizione, in questi temi dovrebbe subentrare il buonsenso e il rispetto di ragazzi sfortunati, che meritano la nostra attenzione, l'attenzione di tutti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Silvestroni. Ne ha facoltà, per un minuto.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Grazie Presidente, noi chiaramente non vogliamo fare strumentalizzazioni. Capiamo che è difficile, in un momento come quello che stiamo vivendo, organizzare tutto e trovare soluzioni possibili, adeguate, comunque e sempre; quando però si fa discriminazione come in questo caso, quando non si riesce a fare inclusione, allora bisogna avere una visione differente. E, allora, accettando questo emendamento, va incrementato il ricorso alla didattica integrata anche per chi è affetto, in questo caso, da disabilità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Rotelli. Ne ha facoltà, per un minuto.

MAURO ROTELLI (FDI). Grazie Presidente. Sottosegretario, io intervengo per sottoscrivere l'emendamento presentato dalla collega Bellucci. Oltre ad essere un emendamento ed un tema non soltanto molto delicati, ma anche di buonsenso, per quanto riguarda la proposta, l'invito che viene dal gruppo di Fratelli d'Italia attraverso questo emendamento, sottosegretario, è finalizzato proprio a fare in modo che alcune buone pratiche, che si stanno mettendo in atto in alcune zone d'Italia, diventino regola per tutto il resto d'Italia. Lei sa perfettamente che i dirigenti scolastici e anche le famiglie si sono fondamentalmente auto-organizzati per fare in modo che la scelleratezza delle cosiddette classi differenziali (basta cercare su Wikipedia per trovarle), originarie del secolo Novecento (quindi, è un qualche cosa veramente di un tempo che, ringraziando Dio, non c'è più) non ritorni, neanche nel caso di una pandemia. I bambini che hanno disabilità non devono essere lasciati da soli e come alcuni istituti e alcune famiglie si stanno organizzando, si può trovare soluzione a livello nazionale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rizzetto, per un minuto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). Vede, sottosegretario, quando si trattano temi come il seguente, come quello della disabilità, non dovrebbe esserci neanche il bisogno di una discussione molto ampia, nel senso che il Parlamento - ed evidentemente non se ne fa una bandiera politica, come prima ho ascoltato giustamente e legittimamente - dovrebbe addirittura star fermo da questo punto di vista, ma lasciare che il Governo vada a legiferare, sempre, chiaramente, presentandosi in Parlamento, rispetto a dei temi che devono essere di assoluta trasversalità e di assoluto buon senso. Vede, rispetto all'articolo 1 - cosa che qualcuno dice è terminato ai primi di aprile - ebbene questa è una norma che non andrebbe neanche a terminare il 6 o il 7 di aprile, ma andrebbe ad essere una norma strutturale rispetto anche ad istituti scolastici e - peggio ancora mi sento - a famiglie che hanno difficoltà da questo punto di vista e che hanno bisogno di un aiuto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Osnato, per un minuto. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Presidente, questo emendamento della collega Bellucci mi sembra particolarmente significativo. Abbiamo ascoltato in questi mesi da esperti sui mass media il grido di allarme nei confronti dei portatori di disabilità. Alla fine, si sta intervenendo poco su questo tema ed anche con scarsa perizia, a mio modo di vedere. Si stanno creando sostanzialmente, come giustamente è evidenziato nell'emendamento, delle classi differenziate di fatto. Noi crediamo invece che bisogna integrare e bisogna utilizzare tutti gli strumenti a disposizione per poter creare una situazione di integrazione il più possibile effettiva per gli studenti con disabilità, anche quando purtroppo, come è capitato, ci sono state delle situazioni di didattica digitale integrata. Lo dico perché potrebbe accadere di nuovo - ci auguriamo di no - che le scuole rimangano chiuse, che tanti studenti non possano recarsi all'interno degli istituti scolastici e non può essere il disabile a pagarne le più gravi conseguenze (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Mantovani, a titolo personale, per un minuto. Ne ha facoltà.

LUCREZIA MARIA BENEDETTA MANTOVANI (FDI). Grazie Presidente, questo emendamento vuole garantire la piena realizzazione degli obiettivi di inclusione sociale, che deve essere una prerogativa dell'istituzione scolastica. La proposta della collega Bellucci punta a garantire appunto l'integrazione e l'inclusione degli studenti con disabilità anche qualora sia prevista l'adozione di forme flessibili come la didattica a distanza. Presidente, l'abbandono delle classi differenziali è un dato di fatto e noi non vogliamo che la contingenza porti a forme di esclusione dovute alle difficoltà di alcuni alunni che rischiano davvero di pagare a caro prezzo la propria fragilità. È quindi un emendamento di buon senso che chiedo di sottoscrivere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gemmato, per un minuto. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie Presidente, nel minuto a disposizione sottolineo l'importanza di questo emendamento che ha il merito in sostanza di mettere la disabilità al centro del dibattito parlamentare. È evidente che in questa fase di pandemia, in questa fase di difficoltà, in questa fase di privazione ci sono persone, esseri umani come noi che subiscono ulteriormente la condizione di chiusura. Noi dobbiamo agevolare questa condizione. Pertanto, il voto favorevole a questo emendamento mi sembra una cosa giusta e sacrosanta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Galantino. Ne ha facoltà.

DAVIDE GALANTINO (FDI). Questa, Presidente, è una proposta che dovrebbe sensibilizzare l'intera Aula. L'emendamento, infatti, è volto a garantire l'integrazione, l'inclusione degli studenti con disabilità, anche qualora sia prevista l'adozione di forme flessibili di organizzazione dell'attività didattica, con l'incremento del ricorso alla didattica digitale integrata, complementare alla didattica in presenza, vietando l'istituzione di classi differenziali anche in forma sperimentale. Con questo mio intervento, Presidente, intendo anche sottoscrivere l'emendamento in esame.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato De Toma, per un minuto. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Presidente, come prima andiamo avanti col nostro Comitato tecnico dei parlamentari di Fratelli d'Italia per dare un reale contributo alle iniziative del Governo dei migliori. Quello della disabilità è un tema che nel 2021 significa continuare a focalizzare l'interesse su qualcosa che dovrebbe essere dato per scontato, sia per noi in via primaria, ma soprattutto per mettere a punto dei particolari. Vi è la necessità di raggiungere in maniera più concreta l'inclusione sociale degli studenti con disabilità, che in Italia è ancora lontana, mancando di qualificati insegnanti di sostegno. La didattica deve essere pensata e concretizzata sulle necessità specifiche degli studenti disabili; è un bisogno identico per tutti gli studenti di essere inclusi. Concludo, anche ricordando di debellare assolutamente qualsiasi forma di istituzione di classe…

PRESIDENTE. la ringrazio. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Bucalo, per un minuto. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie Presidente, questo emendamento è importante perché il primo obiettivo è quello di tutelare, soprattutto i ragazzi con disabilità; sono quelli che hanno pagato più di tutti il prezzo della chiusura della scuola, una didattica a distanza che li ha totalmente esclusi. Chiedo di porre attenzione su questo emendamento, che non chiede altro che di integrare, nel momento in cui ciò non è possibile, quindi la didattica in presenza, forme di didattica digitale integrata. Questo cosa vuol dire? Vuol dire che le scuole devono adottare una riprogettazione di strategie e laboratori mobili per garantire a tutti gli studenti le stesse possibilità.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Deidda, per un minuto. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Chiedo di sottoscrivere l'emendamento della collega Bellucci su un tema così importante su cui, e mi dispiace, non c'è una risposta. Non pretendo ciò dal sottosegretario, che magari non è neanche competente per materia, quindi ci si aspetterebbe magari il pronunciamento di qualcuno della maggioranza. Allora mi faccio io ironicamente portavoce della maggioranza e chiedo alla collega Bellucci: ma perché non lo trasformi in ordine del giorno con una bella postilla “a valutare l'opportunità di” o “la possibilità di”? Quante volte in questi tre anni abbiamo presentato ordini del giorno simili, approvati con la dicitura “la possibilità di”, ma nel prossimo provvedimento? Ogni volta si chiudeva così, con la maggioranza che esultava dicendo: abbiamo accolto l'ordine del giorno! Venisse mai applicato un ordine del giorno? No, noi abbiamo sempre la mail di Montecitorio con cui ci si dice che l'atto è stato segnalato al Governo: lettera morta. È un tema su cui voi non vi dovete più permettere di dichiarare alla stampa che risolverete (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Casa. Ne ha facoltà.

VITTORIA CASA (M5S). Presidente, volevo intervenire in merito a questo emendamento per sottolineare come invece il Governo e tutte le forze di maggioranza sono stati sempre molto sensibili su questo tema, tant'è che noi ritroviamo proprio il diritto all'inclusione in tutti gli atti, soprattutto quando si parla di scuole in zone anche in chiuse, nelle zone rosse. Proprio i ragazzi con disabilità invece hanno il diritto di potere frequentare le scuole in presenza proprio perché si tutela la loro inclusione e la loro integrazione. L'autonomia scolastica poi dà alle scuole, ai dirigenti scolastici, proprio la facoltà di lavorare in quest'ottica, quindi, chiaramente, già di fatto questo avviene nelle scuole. Poi vorrei ricordare che le classi differenziali in Italia, per fortuna, sono già scomparse, in quanto sono state abolite con la legge n. 517 del 1977. Quindi, in Italia abbiamo veramente una storia e la garanzia dei diritti degli alunni con disabilità. Tutto questo già negli atti del Governo, nei vari DPCM è incluso, pertanto l'emendamento è assolutamente, come dire, sovrabbondante rispetto alla realtà delle nostre scuole di ogni giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà, per un minuto.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Davvero ho difficoltà a comprendere come mai in quest'Aula un emendamento davvero sereno, non politico e che ha a che fare semplicemente con le esigenze dei più deboli non venga neanche considerato; e ho veramente difficoltà a comprendere come non ci sia la sensibilità di quest'Aula, nonostante siamo stati abituati in tutto questo ultimo anno a sentire grandissimi proclami, a sentire posizioni a favore dei più deboli. E allora, se così è, se lo crediamo davvero e se vogliamo mantenere fede a quello che diciamo, se vogliamo essere coerenti con quello che diciamo, non c'è altro modo se non quello di accantonare questo emendamento, di riflettere sulla proposta della collega Bellucci, che mi permetto di sottoscrivere, che ha come unico obiettivo quello di garantire la serenità dei più deboli.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Bignami. Ne ha facoltà, per un minuto.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. L'emendamento, come ben illustrato anche dalla collega Bucalo, costituisce un'implementazione ulteriore di risorse e di capacità di risposta alla necessità di evitare che inevitabilmente gli studenti che si trovano in condizioni di dover affrontare un percorso didattico già gravati da situazioni soggettive che ne rendono importante il coinvolgimento, si trovino esposti a un ulteriore rischio di non coinvolgimento. In questo senso, non credo vada sottovalutato il secondo comma dell'emendamento, con cui si impone anche di non poter procedere all'istituzione di classi differenziate. È la volontà di riaffermare la centralità di una figura bisognevole di tutela rispetto alla quale crediamo, al di là di quello che abbiamo sentito dire, che si possano implementare le risorse da parte dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.29 Bellucci, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Passiamo all'emendamento 1.5 Sapia.

Ha chiesto di parlare il deputato Sapia. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SAPIA (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Questo emendamento ha come scopo una progressiva riapertura delle attività, consentendo ai soggetti che possono dimostrare di essere immunizzati a seguito di vaccinazione l'accesso, a prescindere dalle restrizioni nei singoli territori, a ristoranti, locali pubblici ed altri esercizi o servizi, sempre nel rispetto delle norme di contenimento dei contagi. Così, indipendentemente dalle determinazioni sovranazionali in materia di certificato verde digitale, già nell'immediato viene agevolata una ripresa economica, ripeto, una ripresa economica, soprattutto nei settori più colpiti dalla crisi. Presidente, non capisco la ratio della bocciatura di questo emendamento, visto che il Governo va verso le riaperture.

Questo emendamento è stato già bocciato nella fase dibattimentale in Commissione, ed è del tutto strumentale questa bocciatura. Comunque, poi ne abbiamo appreso e compreso le ragioni profonde: il Governo ha, infatti, deciso di riaprire le attività e le scuole soltanto per effetto di una parte della maggioranza, mentre l'altra parte rimane in silenzio. Quindi fare le riaperture, ma senza razionalità, senza un programma, senza una programmazione coerente con l'andamento della campagna vaccinale; insomma, il Governo decide di riaprire perché così è se vi pare, per dirla alla Pirandello. Allora, su queste basi non c'è spazio per la nostra proposta sensata, che punta a riavviare il Paese e l'economia in sicurezza, che ha l'obiettivo di liberare dalle restrizioni coloro che si sono già immunizzati, e quindi di favorire la ripartenza economica. Presidente, se questo Governo dei migliori vuol fare ripartire l'economia, lo deve fare con i fatti e non con le chiacchiere, perché di chiacchiere ne abbiamo sentite abbastanza (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è)!

GIORGIO TRIZZINO (MISTO). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIORGIO TRIZZINO (MISTO). Grazie, Presidente, soltanto per sottoscrivere l'emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.5 Sapia, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Passiamo all'emendamento 1.43 Montaruli.

Ha chiesto di parlare la deputata Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie. Gentili colleghi, membri del Governo, con questo emendamento, Fratelli d'Italia chiede che le restrizioni alle attività economiche non siano ulteriormente prorogabili. Credo che ad un anno da queste restrizioni, un anno che è stato veramente lungo per tantissime categorie, un anno che per alcune categorie è stato addirittura ininterrotto, non sia più necessario effettuare alcun tipo di proroga, alcun tipo di proroga perché le proroghe che avete già fatto alle varie chiusure non hanno portato ad alcunché; e infatti, ad un anno esatto dall'inizio della pandemia, noi ci siamo ritrovati nuovamente in un lockdown, nell'impossibilità di dare alle varie categorie, ai vari imprenditori, alcuna possibilità, a loro volta, di programmare.

Avete impedito a intere categorie, quindi, di fare attività d'impresa, non soltanto nel presente, ma anche nel futuro, perché un'impresa ha la necessità di programmare. E allora, visto che voi siete nell'incapacità, totale, di garantire a una qualsiasi partita IVA quando e come può ripartire, questo emendamento, insieme a quello che c'è successivamente, è l'unico modo per costringervi a dare delle date certe, indipendentemente dal colore delle zone, ma in modo assolutamente vincolato, intelligentemente, ai protocolli di sicurezza.

Troppe aziende hanno confidato in quei protocolli di sicurezza, alcuni dei quali ratificati addirittura dai Ministeri, e troppe aziende si sono sentite prese in giro dal repentino cambiamento di idea, quando dicevate che potevano stare aperte, ma alla fine si sono trovate con ulteriori ordinanze e DPCM, che invece le costringevano alla chiusura.

L'Italia, anche quella che protesta civilmente, non vi chiede il reddito di cittadinanza; vi chiede l'esercizio del diritto al lavoro e voi lo state comprimendo, ancora adesso, con le vostre finte riaperture, perché quelle che state annunciando sono finte riaperture, perché, rispetto al passato, rispetto a fine aprile dell'anno scorso, le differenze sono veramente minime. L'Italia vi chiede, non il reddito di cittadinanza, non una politica assistenzialista, non uno Stato che paga, ma vi chiede di poter fare il proprio, di poter aprire la propria serranda, di poter mantenere le proprie famiglie con il sudore della fronte e con i propri gomiti, le proprie mani; non con i vostri “aiutini” che sanno di elemosina.

Allora, con questo emendamento, l'unico strumento che noi abbiamo trovato in questo momento è quello di impedire che le restrizioni siano programmate. Se davvero, come avete annunciato in maniera barbina, volete anche voi le riaperture, dimostratecelo, date un parere positivo. Incomprensibile - l'ha detto anche prima un mio collega - il vostro parere negativo su questo emendamento e su quelli successivi, proprio relativi alle aperture.

Se davvero volete le riaperture, cosa vi costa dare un segnale tangibile, importante, concreto, reale e non chiacchiere in quest'Aula che è l'aula del Parlamento italiano? Cosa vi costa? La verità è che voi le riaperture non le volete. State facendo annunci propagandistici, dando un'illusione agli italiani che vogliono la ripartenza, ma che non hanno la ripartenza, grazie a voi, nell'immediato.

Intanto, però, le nostre aziende si indebitano, perdono, alcune chiudono, altre attendono i licenziamenti, insomma, incombe una crisi economica spaventosa che voi non riuscite minimamente ad arginare.

PRESIDENTE. Concluda.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Invito il Governo a ripensare il proprio parere su questo emendamento, a dare parere positivo, a dare un segnale tangibile e sostanzialmente a dire che non ci saranno più restrizioni in futuro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Trancassini. Ne ha facoltà per un minuto.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie Presidente. Recentemente abbiamo chiesto le dimissioni del Ministro Speranza, perché, sottosegretario, la percentuale di errore del Ministro Speranza sulle previsioni è del 100 per cento. Le ha sbagliate tutte: chiudiamo a ottobre così faremo a Natale; chiudiamo a Natale così riapriamo a gennaio; chiudiamo a gennaio e a febbraio così faremo Pasqua. E così abbiamo chiuso un anno intero. Sbagliarle tutte non è semplice e non è nemmeno giusto, quando si ha un ruolo come il suo, non è normale, non è giusto quando si ha una task force a disposizione e non è nemmeno giusto quando poi finalmente mettiamo mano a questi scritti e troviamo che nessuno gli aveva detto, per esempio, di chiudere i ristoranti dopo le 18. Fatti molto gravi, che la metà basterebbero per consigliare al Ministro Speranza di andare a casa. Certo è che il tema posto dall'emendamento della collega Montaruli…

PRESIDENTE. Concluda.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). …è centrale. Abbiamo bisogno di far ripartire le nostre aziende che hanno bisogno di un pochino più di certezze.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Silvestroni. Ne ha facoltà per un minuto.

MARCO SILVESTRONI (FDI). E un minuto sarà, Presidente. Basta intimorire gli imprenditori, che sono già stremati dalle insensate misure volute con i DPCM. Con questo emendamento, chiediamo l'improrogabilità delle restrizioni per tutte le attività economiche, perché il Governo, voi tutti avete il dovere di stabilire e imporre protocolli di sicurezza anti-contagio.

Basta restrizioni, basta con i coprifuoco, basta limitare le libertà costituzionali. Approvate questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Rotelli. Ne ha facoltà, per un minuto.

MAURO ROTELLI (FDI). Presidente, sottosegretario, proviamo a utilizzare questo tempo che abbiamo a disposizione per dare voce ad una serie di categorie. I primi di gennaio sono andato al porto di Civitavecchia da dove, dal 21 gennaio in poi, partono le navi da crociera a cui è stato permesso di solcare il mare Mediterraneo, con l'autorizzazione interna anche di poter festeggiare. Perché le racconto questo? Perché ci sono alcune situazioni che abbiamo conosciuto nella conferenza stampa del Presidente Draghi, come per esempio, la possibilità di ritornare allo stadio in mille persone e ci sono le crociere che, da gennaio, funzionano. E poi ci sono le cerimonie, gli eventi, i matrimoni con riferimento ai quali, se non si dà un appuntamento e una data, in questo periodo - cioè da maggio in poi - sarà cancellata completamente una nuova e un'ulteriore stagione, oltre a quella dell'anno scorso.

E' fondamentale dare attenzione anche a questi eventi, alle cerimonie che, oltretutto, sono tracciabili, perché al matrimonio ci sono invitati che, nei quattordici giorni successivi, possono essere controllati. Quindi, l'invito attraverso questo emendamento della collega Montaruli, che sottoscrivo, è di dare attenzione anche a questo comparto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà per un minuto.

WALTER RIZZETTO (FDI). Presidente, sottosegretario, è evidente che serve una riflessione ampia rispetto a questa proposta emendativa, considerato che stiamo vivendo un momento, se Dio ci aiuta e ci dà una mano, non dico di ripresa, sotto questo punto di vista, perché molte delle attività che sono sotto scacco rispetto a questa pandemia, purtroppo, hanno ancora grandissime difficoltà. Chissà quali, tra queste attività, continueranno a restare aperte. Arriviamo a 250, 300 mila vaccinazione al giorno, anche se qualcuno ricordava, qualche tempo fa, che saremmo arrivati a quasi mezzo milione. Effettivamente, con il prolungarsi della bella stagione, serve un'azione importante, incisiva da parte dell'Esecutivo, proprio perché le nostre attività commerciali, piccole o grandi che siano, non devono più avere alcun dubbio rispetto alla veridicità di quanto dice il Governo e soprattutto all'incisività delle azioni che sono molto importanti da porre tutti i giorni nei confronti dei nostri concittadini.

Riteniamo sia importante - lo rinnovo - una riflessione molto ampia, quindi chiediamo che il Governo la faccia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Osnato. Ne ha facoltà per un minuto.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie Presidente, bisogna imparare a convivere col virus: questo è il mantra che abbiamo sentito quasi dall'inizio della pandemia. Ma convivere con il virus non vuol dire evitare che si svolgano quasi tutte le attività economiche e sociali principali della nostra quotidianità. Chiaramente oggi conosciamo meglio qual è il modo di operare, ahimè, di questo virus e sappiamo che, a partire dal Comitato tecnico-scientifico in giù, sono stati stilati moltissimi protocolli per svolgere quelle attività che oggi sono soggette a restrizioni nel modo più opportuno in relazione alla pandemia stessa.

Rimane una scelta politica da fare: si può credere che sia più utile e più produttivo convivere con il virus, finché non riusciamo a debellarlo, lasciando il più normale possibile l'iter della nostra quotidianità, oppure si può fare una scelta politica, che fino adesso i Governi hanno fatto, ossia quella di chiudere. E' una scelta politica, perché - ripeto - non ci si può sempre appellare al timore del contagio, visto che, a partire dal Comitato tecnico-scientifico, sono state prese delle decisioni ben chiare.

PRESIDENTE. Concluda.

MARCO OSNATO (FDI). Poiché, anche all'interno della maggioranza, non soltanto una parte della maggioranza, ma ampie schiere della maggioranza…

PRESIDENTE. La ringrazio. Deve chiudere.

MARCO OSNATO (FDI). … ci hanno chiesto di riaprire questi esercizi commerciali, noi chiediamo di non prorogare le restrizioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Gemmato. Ne ha facoltà per un minuto.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie Presidente, l'emendamento presentato dalla collega Montaruli è una pietra miliare nella produzione degli emendamenti di Fratelli d'Italia in questa sessione della Camera dei deputati, perché pone la centralità del tema delle riaperture.

Ora noi stiamo completando le vaccinazioni degli ultraottantenni, ci accingiamo a vaccinare gli ultrasettantenni, in alcune regioni la copertura è ampia. Sappiamo e conosciamo alcuni dati che ci raccontano - dati ovviamente del Ministero della Sanità - che la mortalità al di sotto dei 50 anni è sotto l'1 per cento; quindi, dopo aver messo in sicurezza le categorie protette i pluripatologici, i soggetti fragili, dopo aver messo in protezione gli ultraottantenni e gli ultrasettantenni, è evidente che ci dobbiamo dare l'orizzonte delle aperture. Questo emendamento va in tal senso. Se noi non vogliamo morire di pandemia sanitaria, dobbiamo evitare anche di morire di pandemia economica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Foti. Ne ha facoltà, per un minuto.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, io penso che la nostra serie di proposte venga sistematicamente ignorata, non per uno snobismo parlamentare, solo perché, essendo proposte di buonsenso, non si sa come contestarle, e questo è il caso di specie, come d'altra parte avvenuto su altri emendamenti. Noi l'abbiamo detto chiaramente che questo decreto-legge - è vero - nei primi due commi trattava di misure già circoscritte e già passate ma, nei commi successivi lasciava aperta ogni porta per cercare di introdurre, da subito, modifiche significative e importanti. Non lo si è voluto fare, e non si capisce per quale ragione se non una: conservare il malvezzo di chi vi ha preceduto. Non vi fa onore perché dal Governo dei migliori ci aspettavamo effettivamente migliori norme, così non è stato. È una ripetizione, un déjà vu che sicuramente non fa la differenza che avevate ipotizzato il giorno del voto di fiducia al Governo Draghi, anzi, dirò di più, vedendo i ritardi e le misure…

PRESIDENTE. Concluda.

TOMMASO FOTI (FDI). …come vengono adottate, penso che stiate facendo rimpiangere, il che è il massimo, il Governo Conte.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato De Toma. Ne ha facoltà, per un minuto.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Grazie, Presidente. Vorrei semplicemente leggere una brevissima frase: le restrizioni alle attività economiche non sono ulteriormente prorogabili. Questo emendamento, l'1.43 dell'onorevole Montaruli, che sottoscrivo convintamente, è molto semplice: cioè vuol dare una risposta concreta. Come già tutti sappiamo da una fonte di Confcommercio, nel 2020 la riduzione delle attività del commercio non alimentare e dei servizi è di oltre 300 mila imprese. I lavoratori autonomi, le partite IVA o le attività commerciali in questi giorni cosa ci hanno chiesto? Ci hanno chiesto di lavorare, di ricominciare, di ripartire; e, in più, le chiusure colpiscono anche la salute mentale, senza contare i suicidi e i tentati suicidi che il Governo, purtroppo, dovrà far…

PRESIDENTE. Concluda.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). mente su quello che sarà una responsabilità delle sue azioni. Quindi, chiedo al sottosegretario di considerare emendamenti, che sono emendamenti che vanno in una certa direzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Caiata. Ne ha facoltà, per un minuto.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere l'emendamento della collega Montaruli e per approfittare di questo minuto a disposizione per parlare di una attività economica in particolare, come ha fatto il collega Rotelli in precedenza; parliamo dell'apertura degli stadi. Oggi tutti parliamo di questa Superlega. Beh, sappiamo da tutti gli scienziati, da tutti i medici che all'aperto è quasi impossibile prendere il virus. Non si capisce come mai continuiamo a prorogare la chiusura delle attività economica delle società sportive, che sono attività economiche a tutti gli effetti, lo abbiamo visto in questi giorni, e non riapriamo gli stadi in condizioni di sicurezza: a tre metri, a quattro metri, a cinque metri, con ingressi scaglionati per orario, per lettera… Sottosegretario, è evidente che queste sono difese ideologiche. Il Ministro Speranza ha sempre detto: apriamo le scuole, non gli stadi, ma mica dobbiamo portare gli studenti agli stadi.

PRESIDENTE. Concluda.

SALVATORE CAIATA (FDI). Non c'entrano niente, possiamo aprire tutti e due, scuole e stadi, in sicurezza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Bucalo. Ne ha facoltà, per un minuto.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Questo lungo periodo ha segnato pesantemente tutti i settori economici produttivi e commerciali, costretti a subire continui cambi di regole, anche con pochissimo preavviso. Quindi, si chiude e poi si apre, poi si continua a chiudere, e non è possibile continuare così. Bisogna programmare le aperture con protocolli di sicurezza certi, ma bisogna riaprire. Le famiglie sono disperate, non riescono più ad andare avanti. La nostra sfida adesso è una sola, ed è quella…

PRESIDENTE. Concluda.

CARMELA BUCALO (FDI). …di far sopravvivere il tessuto produttivo. Quindi, vi chiedo di votare a favore di questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Deidda. Ne ha facoltà, per un minuto.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Sottoscrivo questo emendamento con piacere. È l'unica cosa che posso fare perché vado alle varie manifestazioni, di tante categorie - l'altro giorno a quella di 500 autonomi e partite IVA a Cagliari, poi dei miei amici torronai di Tonara e della Barbagia - che subiscono delle restrizioni che non capiscono, e ci chiedono: ma la politica cosa fa? Noi, allora, non abbiamo altro da fare: non promettiamo mari e monti, ma diciamo che daremo loro voce, parleremo qui delle loro iniziative, parleremo qui della loro disperazione, parleremo qui della loro rabbia. Proveremo a farvi capire che queste restrizioni non stanno fermando il virus, ma stanno semplicemente fermando la nostra economia, stanno gettando nel panico e nella crisi più totale degli onesti imprenditori, che vogliono solamente lavorare. Il settore dei matrimoni, i cui rappresentanti non sono stati mai ricevuti, schiavi di un codice Ateco che li metteva…

PRESIDENTE. Concluda.

SALVATORE DEIDDA (FDI). … dentro un settore degli eventi gigantesco. Bene, a tutto questo voi state rimanendo sordi, al grido di dolore di questi italiani.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà, per un minuto.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Il 2020 è l'anno del record della povertà assoluta: 2 milioni di famiglie in povertà assoluta in più, il 7,7 per cento del totale, una spesa crollata al 12,3 per cento e meno 40 per cento di acquisti di beni. Credo che il quadro sia abbastanza esaustivo della situazione economica nella quale l'Italia è in questo momento. E, in tutto questo, il Governo cosa fa? Non dà delle risposte ma, semplicemente, si limita a scommettere che il futuro economico dell'Italia possa basarsi su scostamento e Recovery. Bene, noi riteniamo che ci voglia molto di più che le scommesse aleatorie non servono a dare delle risposte concrete e che, invece, sia arrivato il momento di approfondire alcuni temi della politica economica, affinché a questa venga data organicità. Noi non possiamo…

PRESIDENTE. Concluda.

YLENJA LUCASELLI (FDI). … continuare a ritenere che la programmazione del futuro dell'Italia si deve basare sulle chiusure.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Bignami. Ne ha facoltà, per un minuto. Eccolo, è arrivato, la stavo per dichiarare decaduto. A lei la parola, prego.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Anche rispetto a questo emendamento riteniamo che ci sia un'esigenza di riaffermare un principio largamente affermato in questa fase di dibattito, ovvero la non ulteriore probabilità di restrizione delle attività economiche, che sono già state ampiamente sottoposte a restrizioni, con danni significativi sul piano della ricaduta economica. In questo senso, oltre al consueto buon senso che riteniamo abbia accompagnato fino ad oggi gli emendamenti proposti, crediamo anche che sia necessario individuare, rispetto a questo emendamento, la possibilità di una valutazione, come la collega Montaruli ha riferito in esposizione, di un accoglimento, anche con una revisione del parere inizialmente espresso dal Governo, perché è un segnale significativo che riteniamo necessario dare alle categorie destinatarie dell'emendamento stesso.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.43 Montaruli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Passiamo all'emendamento 1.44 Montaruli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo. Ha chiesto di parlare la deputata Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Avete detto: l'Italia riapre. Scusate, quando? Per questo, per rispondere a questa domanda, dovete dare un parere positivo a questo emendamento, perché cosa dice questo emendamento? Semplicemente che dovete dare una data certa rispetto alle riaperture, non più vincolarla ad altri criteri, ma dare una data certa. Questo emendamento risponde, ancora una volta, all'esigenza di dare una risposta, una risposta concreta a tutto quel mondo del lavoro, a tutti quegli imprenditori, a tutte quelle partite IVA che per lavorare hanno bisogno di programmare. Non esiste impresa senza programmazione e se voi precludete, oltre che l'apertura, addirittura, in prospettiva di un tempo prossimo, anche una data certa, questo si ripercuote anche nella possibilità di riaprire, avendo gli strumenti per poter rialzarsi, per poter nuovamente far fronte alla mole di debiti e di problemi che si sono accumulati a causa delle politiche restrittive. Questo è l'unico modo: dare delle certezze, dare una data certa. Decidete voi quando, ma date una data certa a tutto il mondo dell'imprenditoria.

Fratelli d'Italia è chiara, chiede che ristoranti, fiere, mondo dello sport, mondo delle cerimonie, insomma, tutte quelle categorie che sono state penalizzate, possano riaprire subito. Ma se voi precludete la riapertura subito, almeno avete il dovere di dare una deadline, almeno avete il dovere di dare questa data certa ed è per questo, quindi, che si vincola, che si obbliga, con questo emendamento, il Governo, a fare questo atto che è un atto di responsabilità e, devo dire, è anche un atto di rispetto per l'Italia che lavora, per l'Italia che fa del proprio, per l'Italia che paga le tasse attraverso il proprio lavoro, che non viene pagata, che non ha il reddito garantito; no, ha un reddito se alza la serranda, se apre il proprio studio, se ha la possibilità di esercitare il proprio diritto al lavoro. Io veramente non comprendo come questo Governo, soprattutto dopo le parole degli ultimi giorni, soprattutto dopo gli annunci e i proclami dell'ultima settimana, possa dare un parere negativo a questo emendamento e agli emendamenti che sono successivi, perché, ascoltando le vostre parole, i vostri spot degli ultimi giorni, in teoria, questi emendamenti sarebbero del tutto coerenti, soprattutto questo, rispetto a quello che state proclamando e, invece, gli italiani hanno la prova del nove che li state “babbando”, permettetemi questa parola, ma è esattamente così, voi state raccontando una colossale bugia. Non c'è nessuna novità; se si va a prendere la data di riapertura, nel 2020, dell'inizio graduale delle riaperture nel 2020 è identica, se non di qualche ora, rispetto a quella dell'era Draghi, uguale! Siete il Governo della continuità, siete il Governo assolutamente fotocopia del Governo Conte. Allora, cercate di distinguervi almeno, lo ripeto, almeno, in serietà; prendetevi l'impegno di fare un cerchio nel calendario, di comunicare al mondo del lavoro quando potrà riaprire; non proclami, non promesse al vento, ma date certe, non prorogabili (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Albano, per un minuto, a titolo personale. Ne ha facoltà.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente. Non siamo più in emergenza, signor sottosegretario, ciò che stiamo vivendo non è una circostanza imprevista, lo abbiamo ripetuto tante volte, ma sembra non essere chiaro. L'emergenza quando è prolungata, quasi strutturale, diventa una crisi e gli strumenti per intervenire e controllare l'emergenza non sono gli strumenti per controllare una crisi. Le misure restrittive che sono state utilizzate nel momento di emergenza non possono essere le stesse che vengono attuate in un periodo, sì, complesso, sì, difficile, ma di convivenza con uno stato di crisi, di convivenza con il virus. Quindi, l'esigenza è quella di una risposta concreta ai problemi che si sono accumulati a causa di queste politiche restrittive e, quindi, la risposta all'Italia e agli italiani è: riapriamo, nel rispetto di tutti i protocolli di sicurezza, sì, ma riapriamo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bignami, a titolo personale, per un minuto. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Chiedo scusa, Presidente, ma venendo dal Transatlantico sono sempre un attimo più penalizzato. Anche in questo caso, credo che la collega Montaruli e la collega Albano abbiano ben delineato l'esigenza di arrivare all'individuazione di una proposta che, così come recita appunto il comma, entro tre giorni dalla data di conversione del testo che è attualmente in discussione, possa pervenire a individuare con certezza una data fissa entro cui poter procedere alle riaperture, garantendo quei protocolli di sicurezza che, rispetto già a ciò che si era deciso sia a settembre che a ottobre, a nostro modo di vedere, avrebbero consentito di svolgere attività economiche in piena sicurezza. È un segnale che risponde alle esigenze di tempestività e certezza che le categorie economiche da tempo, dall'inizio della pandemia, chiedono.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Caiata, a titolo personale, per un minuto. Ne ha facoltà. Non è presente in Aula, lo considero decaduto. Ha chiesto di parlare il deputato Alessio Butti, a titolo personale, per un minuto. Ne ha facoltà.

ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie, Presidente. In effetti quello che il mondo dell'economia ha mal sopportato in questo ormai anno e mezzo di emergenza sanitaria è stato un po' questo elastico, questo stop and go delle aperture e delle chiusure; ora, si affaccia, anche sotto il profilo meteorologico, la bella stagione e noi sappiamo perfettamente che nella primavera e nell'estate ripartono dei settori economicamente salienti, rilevanti per il nostro Paese e non c'è più tempo, non c'è più tempo nemmeno per rispettare quella lunga e, direi, quasi liturgica cronologia stabilita dal Presidente Draghi e dal Ministro Speranza.

Noi abbiamo indicato in 3 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge la riapertura del mondo economico; del resto, i protocolli ci sono, ci avete detto che sono estremamente sicuri, che hanno un senso, funzionano…

PRESIDENTE. Concluda.

ALESSIO BUTTI (FDI). Del resto - e concludo -, abbiamo avuto commissari, task force, scienziati, CTS che ci hanno insegnato l'esempio, insomma, del protocollo più sicuro e, quindi, noi su questo dobbiamo aprire e lavorare.

PRESIDENTE. La ringrazio.

Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Ciaburro. Ne ha facoltà, per un minuto.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. L'emendamento della collega Montaruli chiede, entro tre giorni, di stabilire una data certa per le riaperture. Ecco, questa è una proposta concreta, chiara, precisa, puntuale ed è esattamente quello di cui c'è bisogno in questa Italia e presso tutte queste attività economiche che sono state bistrattate anche con finte partenze, con chiusure repentine, senza potersi programmare, entrando in una confusione più totale. Questo Paese, questa Italia, questa Nazione non si merita tutto questo. Ecco perché la proposta chiede qualcosa di preciso, di concreto che possa rispondere a quei bisogni reali del nostro Paese e della nostra economia, in un momento in cui sappiamo tutti che le vaccinazioni sono partite, che sta arrivando la bella stagione e, quindi, che anche il virus chiaramente andrà a essere più sotto controllo.

PRESIDENTE. Concluda.

MONICA CIABURRO (FDI). Quindi, non si capisce davvero perché non si voglia dare certezza alla nostra Italia e agli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Deidda. Ne ha facoltà, per un minuto.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Sottoscrivo volentieri questo emendamento e continuo a non capire come non ci sia mai una risposta a tutti questi nostri emendamenti. Ho gradito prima la risposta al sovrabbondante emendamento della collega Bellucci, e di sovrabbondante c'è solamente la verità che cita sempre in quest'Aula, sia per la sua professionalità che per la passione che mette nelle materie. Ma, in questo caso, vorrei capire anche che risposte dobbiamo dare ai tanti utenti, ai tanti commercianti, alle tante partite IVA che ci chiedono: ma la politica cosa fa? Ebbene, noi rimarchiamo sempre che orgogliosamente noi non siamo nel calderone della maggioranza, non siamo nel calderone del Governo. Noi non ci prendiamo la responsabilità di queste chiusure, delle misure di restrizione, non ci prendiamo la responsabilità e quando i cittadini dovranno parlare di politica non dovranno dire il termine “politica”.

PRESIDENTE. Concluda.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Dovranno parlare chiaramente di chi sono i veri responsabili, il primo dei quali è il Ministro Speranza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Andrea Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà, per un minuto.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Con questo emendamento, Fratelli d'Italia, ancora una volta, sollecita il Governo ad archiviare l'infausta e scellerata stagione dei marziani e lunari codici Ateco, con cui non avete oltrepassato la crisi, ma vi siete fermati nel bel mezzo della crisi, inseguendo Speranza con la sua logica folle, con la logica folle di un Ministro i cui neuroni concepiscono solo le chiusure.

Fratelli d'Italia pretende, in nome e per conto delle categorie flagellate dalla linea chiusurista, che entro tre giorni si riaprano le categorie, perché, a distanza di un anno dallo scoppio della pandemia, vi sono gli strumenti - e ci riferiamo ai protocolli di sicurezza - da offrire alle categorie per aprire in sicurezza e per far ripartire l'Italia, per il banale e semplice motivo che di ristori l'Italia non può vivere, soprattutto i vostri, che sono irrisori e tardivi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Donzelli. Ne ha facoltà, per un minuto.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. È difficile aspettarsi qualcosa di diverso da un Governo e da una maggioranza che erano nati da poche ore. Il 13 febbraio è entrato in campo questo Governo e il 14 febbraio si è deciso di non riaprire le piste da sci, che dovevano aprire il 15 febbraio. A sei, sette ore dalla riapertura degli impianti, il Governo ha deciso di non riaprire gli impianti, impedendo così qualsiasi programmazione economica, impedendo così qualsiasi possibilità per chi fa impresa di avere fiducia nelle istituzioni e ancora oggi, votando “no” a questo emendamento, continuate nella teoria che chi produce deve morire, non ha nessuna possibilità di essere aiutato, che lo Stato è nemico di chi produce e non può dare certezze e non può dare conferme.

PRESIDENTE. Concluda.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Voi state confermando, invece, di essere la peggiore continuità del Governo precedente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Wanda Ferro. Ne ha facoltà per un minuto.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Condivido e sottoscrivo questo emendamento, che credo appartenga un po' a quella scelta che dovrebbe avere un Governo nella chiarezza, nella puntualità, nel dare serenità a tutte le categorie che sono state messe in ginocchio non soltanto, ovviamente, dalla pandemia sanitaria, ma anche da quella mancata volontà, in qualche modo, di dare uno spiraglio rispetto a quello che realmente si poteva fare. Uscivamo già da un Governo precedente dove si faceva di tutto e il contrario di tutto e dove si davano indicazioni, per poi cambiarle nell'arco di pochissimo tempo, tra una conferenza stampa serale e l'altra. Auspichiamo che ci sia un atto di coraggio, perché la politica dev'essere fatta anche di coraggio, la politica dev'essere fatta anche di rischio…

PRESIDENTE. Concluda.

WANDA FERRO (FDI). …perché altrimenti costruiremo un'Italia che più che stare nella società del rischio, continuerà a vivere in una società della paura (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Frassinetti. Ne ha facoltà per un minuto.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento si incentra sull'importanza di avere una data certa nelle riaperture. La certezza è un elemento che è sempre mancato: è sempre mancato in tanti settori - come nella scuola - e l'incertezza provoca e aumenta il disagio delle persone. Quindi, trovo che questo emendamento sia veramente giusto, che la sua approvazione potrebbe migliorare le condizioni di chi già vive in una situazione di disagio e ha bisogno di certezze. Quindi, c'è bisogno sicuramente di certezze e di chiarezza, in un momento in cui c'è confusione, c'è disagio e c'è molta preoccupazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà, per un minuto.

WALTER RIZZETTO (FDI). Grazie, Presidente. È assolutamente evidente che quanto hanno appena ricordato i colleghi, sottosegretario, sia e vada nel solco corretto rispetto a quanto detto sino a oggi. Le nostre attività - tutto il mondo produttivo oggi, in Italia - hanno bisogno, come prima ricordato, di sicurezza e hanno bisogno di certezze. Oggi non ci sono, non ci sono queste certezze e Fratelli d'Italia ancora una volta - lei lo ricorderà, e io la ringrazio per il lavoro che abbiamo svolto in Commissione, perché lei è stato comunque, assieme alla sottosegretaria Nisini, una parte importante del lavoro che abbiamo svolto in Commissione - però riscontra che di risposte non ce ne sono. Non ce ne sono, e noi continueremo e continuiamo questa sorta di maratona rispetto a un passaggio parlamentare che, secondo noi, è altrettanto importante come altri passaggi, perché sicuramente dentro questo decreto si sarebbe dovuto fare qualcosa di molto più importante…

PRESIDENTE. Concluda.

WALTER RIZZETTO (FDI). …e quantomeno dare un minimo di soddisfazione rispetto a emendamenti che avremmo voluto sottoscrivere tutti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Ciro Maschio. Ne ha facoltà per un minuto.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Se ci sono delle cose che hanno messo due volte in ginocchio le tante attività che sono state oggetto dei provvedimenti di chiusura sono state sia le chiusure sia queste continue incertezze, con annunci di riaperture e di chiusure all'ultimo momento che hanno impedito, dal punto di vista pratico, ogni attività di programmazione e hanno prostrato, anche a livello psicologico e nell'incertezza, tutti coloro che dipendevano da queste misure.

Quindi, credo che il minimo che si debba fare nella conversione di questo decreto è fissare un punto di riferimento certo, che è quello che propone questo emendamento, che consenta di ufficializzare la riapertura di tutte le attività economiche entro tre giorni dall'entrata in vigore di questo decreto. Non si può perdere tempo e non si possono lasciare nell'incertezza tutte le attività economiche.

PRESIDENTE. La ringrazio.

Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Mollicone. Ne ha facoltà per un minuto.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Siamo ancora qui al centro del problema, ovvero sulla proposta della collega Montaruli, che io chiedo di sottoscrivere, rispetto al fatto che possano essere riaperte tutte le attività economiche, entro tre giorni dall'entrata in vigore del presente decreto. Questo per evitare ulteriori restrizioni, che Fratelli d'Italia sta combattendo come in una trincea, emendamento su emendamento. Già abbiamo nelle chat parlamentari il prossimo provvedimento, il cosiddetto decreto COVID, che chiamate tutti uguale, in maniera identica, perché non avete neanche la fantasia o, forse, il coraggio di dargli un nome specifico, che sarebbe quello delle riaperture. Come Fratelli d'Italia siamo convinti sia necessario…

PRESIDENTE. Concluda.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). …rafforzare la prevenzione, i tamponi, i vaccini, le terapie precoci, ma bisogna farla finita con le chiusure.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Rachele Silvestri. Ne ha facoltà, per un minuto.

RACHELE SILVESTRI (FDI). Grazie Presidente. Sottosegretario, se ha ascoltato bene i nostri interventi su questo emendamento, avrà sicuramente notato che, dal gruppo di Fratelli d'Italia, spiccavano due parole in particolare: chiarezza e certezza. Perché è questo che noi chiediamo per i cittadini. Purtroppo, è un anno che tutti i cittadini vivono nell'insicurezza del lavoro, non sanno come andare avanti, non sanno quando riapriranno. Quindi, penso che arrivare a questo punto, dopo un anno senza sapere ancora quando potranno riavviare i lavori, sia veramente deprimente: vivono ancora nell'incertezza. Con l'emendamento della collega Montaruli, che chiedo di sottoscrivere, vi chiediamo questo: dare una sicurezza, iniziare a dare sicurezze ai cittadini, che sono fondamentali. Bisogna ridare sicurezza e stabilità ai nostri cittadini, quindi una data certa per le riaperture (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Vinci. Ne ha facoltà, per un minuto.

GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie Presidente. Siamo davanti a qualcosa di veramente incredibile: c'è un'Italia che vuole iniziare di nuovo a lavorare e ci troviamo davanti ad un Parlamento, ad un Governo che continuano a dire: “state chiusi”. Adesso, mentre siamo in quest'Aula, esce la notizia che i parchi giochi, i parchi tematici forse apriranno dal 1° luglio, quindi altri due mesi e mezzo di chiusura. È da un anno che ci sono interi settori in difficoltà, chiusi; ci sono delle attività, come possono essere quelle dei bowling, per fare un esempio tra le tantissime, totalmente dimenticate; migliaia di aziende dimenticate che chiudono e che falliranno, perché? Perché il Governo li fa stare chiusi, perché ci sono alcuni settori che questa maggioranza dimentica.

PRESIDENTE. Concluda.

GIANLUCA VINCI (FDI). Questo emendamento serviva proprio a far svegliare il Governo, ma sembra che il sonno sia ancora profondo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Prisco. Ne ha facoltà, per un minuto. Poi si vota.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Dopo la presa in giro delle finte riaperture, ora il Ministro dell'Interno, il Ministro Lamorgese, annuncia: faremo controlli e saremo rigidi. Uno pensa nella sicurezza delle città, delle periferie, nel fermare l'immigrazione clandestina: no! Saremo rigidi e faremo controlli ferrati nei confronti di quegli imprenditori che sono già stremati dalle misure, spesso assurde e insensate, che sono state assunte dal precedente, ma anche da questo Governo. Invece, ci saremmo aspettati che il Governo si fosse alzato in piedi, dicendo, come propone la collega Montaruli: in quella data, voi che avete rispettato le regole, voi che avete scommesso sul rilancio di questa Nazione, voi che non avete mollato, potrete riaprire! Perché non ci avete chiesto il reddito di cittadinanza, ci avete chiesto di far crescere l'Italia grazie al vostro lavoro!

PRESIDENTE. Concluda.

EMANUELE PRISCO (FDI). Questa sarebbe stata la risposta di uno Stato serio a chi fino a oggi è stato chiuso per decreto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.44 Montaruli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.38 Montaruli.

Ha chiesto di parlare la deputata Montaruli. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie. Ci sono studi che dicono che i contagi avvenuti all'aperto sono uno su 1.245, in media. Avete tenuto chiuse intere attività che potevano svolgersi tranquillamente all'aperto per un anno e, nonostante l'uscita di questo studio, state continuando a tenerle chiuse. Forse, folgorato sulla via di Damasco - abbiamo sperato ad un certo punto - persino il Ministro Speranza, in conferenza stampa, ha dovuto ammettere la veridicità di tale studio e, infatti, il 16 aprile ha dichiarato: nei luoghi all'aperto c'è difficoltà significativa nella diffusione del contagio.

Allora, se lo dice la scienza, se ci sono evidenze scientifiche, se persino il Ministro Speranza ha dovuto ammettere - il Ministro Speranza ha dovuto ammettere! - che è estremamente difficile contagiarsi all'aperto, mi spiegate come mai siete contrari a questo emendamento che dice che le attività all'aperto si possono svolgere? Il vostro è un accanimento, un accanimento incomprensibile verso tutte le attività economiche e ancor più quelle che potrebbero svolgersi tranquillamente all'aperto, che voi impedite di far lavorare, nonostante l'evidenza scientifica dimostri che non ci può essere contagio o comunque è estremamente difficile! Questo è il vostro accanimento! Questo è il vostro accanimento contro l'economia italiana!

Questa è la vostra responsabilità: voi ci dovete spiegare perché siete contrari a questo emendamento. Dovete spiegarcelo. Perché noi, con questo emendamento, cosa chiediamo? Prestiamo un po' di attenzione a quello che proponiamo: noi chiediamo semplicemente in linea con i dati e in linea con quello che dice la scienza, la vostra amata scienza, che avete sempre tirato per la giacchetta, quando dovevate chiudere, ma, quando invece si riapre, ve ne dimenticate; quando si deve riaprire, ve ne dimenticate. Noi diciamo che, come dicono i dati, come dice la scienza in modo ormai incontrovertibile, all'aperto si riapra. Punto e basta. Perché dovete dire di “no” a tutto questo? Non c'è spiegazione e, francamente, chiedo a tutti i parlamentari di fare un esame di coscienza su questo, perché, con il vostro “no”, voi state dicendo “no” alle attività che fanno fiera, al mondo delle cerimonie, a tante categorie che potrebbero quantomeno lavorare all'aperto, che normalmente già lavorano all'aperto e non lo possono fare a causa vostra. A causa vostra! È assurdo. Secondo me, ad un certo punto, è anche anticostituzionale il vostro “no” a questo emendamento, perché non c'è una ragione plausibile. Non c'è una ragione di buonsenso, non c'è alcuna ragione perché voi diciate questo a intere categorie, che hanno represso il diritto al lavoro, nonostante i dati e la scienza dicano che all'aperto si può lavorare, perché il numero di contagi è infinitamente piccolo.

Quello che voi state facendo, peraltro con il “no” a questo emendamento, è l'ennesima prova che il Ministro Speranza non è neanche consapevole delle dichiarazioni che fa e che rilascia dichiarazioni che gettano un'aspettativa, perché l'abbiamo sentita tutti quella dichiarazione in conferenza stampa, ma, poi, in modo preclusivo delle attività economiche che si ergono sulle proprie gambe, continua a tenere la linea, di fatto, delle chiusure. Perché voi, anche nella prospettiva dei prossimi decreti, non dite che le attività possono rimanere all'aperto, ma vincolate nuovamente all'assurda ripartizione dei colori, nonostante si sia in zona gialla, in zona rossa o in zona arancione, comunque le attività all'aperto non incidono sul numero dei contagi in maniera significativa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Albano. Ne ha facoltà, per un minuto.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente. Per sostenere e sottoscrivere la proposta di emendamento 1.38 della collega Montaruli. Ma nemmeno le attività all'aperto si possono riaprire? Come giustamente la collega ricordava, il rischio di contagio COVID all'aperto è veramente infinitesimale. L'esposizione al contagio, quindi, secondo uno studio irlandese, sarebbe limitata, solo lo 0,1 per cento di casi, il che significa - tradotto in cifre - che solo una persona su mille si infetta all'aperto e la trasmissione del virus, quindi, è assolutamente insignificante. Allora, se così è, lo abbiamo anche verificato, non c'è solo lo studio, in realtà, questa estate, l'estate scorsa: il contagio all'aperto, checché se ne dica, è stato trascurabile, insignificante. L'evidenza ha dimostrato, invece, che i contagi sono ripresi ad ottobre per effetto di ben altro, dell'utilizzo non controllato e non sicuro dei mezzi pubblici. Si riapra, quindi, almeno all'aperto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Bignami. Ne ha facoltà, per un minuto.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Anche in questo caso, la proposta che Fratelli d'Italia formula anticipa, in una qualche maniera, l'approdo a cui è pervenuta anche la maggioranza nell'ipotizzare aperture che siano selezionate sulla base della possibilità di ospitare determinati tipi di attività all'aperto. I dati, i numeri che ha citato la collega Montaruli dimostrano non solo come sia possibile farlo, ma come, anzi, si sarebbe dovuto riflettere sull'effettiva possibilità di tenere aperte delle attività senza una chiusura indiscriminata, che da sempre contestiamo. È il motivo per il quale proponiamo questo emendamento, nel tentativo che, seppur tardivamente, si introduca una correzione di rotta significativa, magari anche accompagnata con delle sane scuse a tutti gli italiani che hanno subito quello che hanno subito dal Governo precedente e, purtroppo, vien da dire, in buona parte, anche dall'attuale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Caiata. Ne ha facoltà, per un minuto.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere questo emendamento, e per dire che, purtroppo, non sempre siamo tempestivi nel rispondere alla sua chiamata, perché siamo in Transatlantico e ci vuole tempo per raggiungere l'Aula. A tutti noi piacerebbe stare qui, però, purtroppo, non ci è giustamente permesso. Mi lasci prima di tutto ringraziare il sottosegretario per l'attenzione costante che presta alle nostre istanze (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e a tutto quello che stiamo dicendo e non è cosa comune e, poi, relativamente a questo emendamento, torno sulla riapertura degli stadi. È chiaro, a questo punto, che per questioni ideologiche, solamente ideologiche, precostituite, abbiamo fatto soffrire, non mi riferisco alle società della Superlega, mi riferisco alle piccole società di periferia: le abbiamo messe in ginocchio, perché non gli abbiamo dato la possibilità di avere il pubblico, ingiustamente, e non le abbiamo neanche aiutate con nessun tipo di ristoro, neanche l'aiuto sulle spese sanitarie. A questo punto diciamo: cambiamo strada, prendiamo un'altra strada, diamogli spazio, anche perché abbiamo fatto danno alle società e danno a tutti gli italiani, che potevano regalarsi due ore d'aria e di distrazione, in un momento in cui avevano veramente bisogno di uscire di casa per distrarsi un po' da quello che stiamo vivendo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Volevo soltanto precisare, perché è obbligatorio farlo, che la disponibilità della Presidenza è totale, proprio in virtù della scomodità data dal fatto che molti deputati non sono collocati in Aula e devono avere un dato tempo per raggiungerla e prendere la parola. Il tempo io l'ho atteso, come è accaduto anche ad altri colleghi, abbiamo atteso. Nel suo caso - abbiamo anche i monitor qui presenti -, non c'era traccia e, quindi, io sono stato costretto a dichiararla decaduta, probabilmente anche perché c'è stata un'inversione delle scalette da parte del suo gruppo e, quindi, non ci si aspettava una chiamata anticipata rispetto ai turni precedenti. Comunque, la Presidenza resta disponibile a dare tutto lo spazio che l'opposizione richiede in termini di Regolamento. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Butti. Ne ha facoltà, per un minuto.

ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie, Presidente. Non si preoccupi, perché noi conosciamo la sua correttezza istituzionale, così come va detto e ribadito ciò che ha appena detto il collega Caiata nei confronti del sottosegretario Costa, perché non è un fatto molto frequente vedere un esponente del Governo che non solo ascolta, ma, addirittura, in qualche caso, prende appunti. Vuol dire che le cose che sta dicendo il gruppo di Fratelli d'Italia non rappresentano solo un mero ostruzionismo, ma cercano, quantomeno, di contribuire alla discussione e al dibattito. Tra l'altro, il sottosegretario Costa, proprio poche ore fa, ha dichiarato che le riaperture del 26 di aprile saranno irreversibili. Noi, nella conferenza stampa del Presidente Draghi e del Ministro Speranza, abbiamo visto le date del 26 aprile, del 15 maggio, del 1° giugno, però ci sono delle attività economiche - e concludo -, come ha ricordato anche la collega Montaruli, che sono le attività che si svolgono all'aperto, che possono riprendere anche immediatamente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Ciaburro. Ne ha facoltà, per un minuto.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere l'emendamento Montaruli e per sottolineare a quest'Aula come, di nuovo, questa sia una proposta non di buonsenso, ma molto reale, puntuale, precisa, che non si lancia là senza un motivo e un'analisi a monte che la rende assolutamente praticabile. Questo perché? Perché parla, appunto, di aprire tutte quelle attività economiche che si svolgono all'aperto, vista anche quella che è l'evidenza scientifica, ormai anche accettata dal Ministro Speranza, rispetto al fatto che il virus, all'aperto, ha un tasso di contagiosità praticamente pari a zero. Tenere chiuse queste attività, con la consapevolezza di questi dati e di questa evidenza, non fa altro che farmi pensare che sia un accanimento rispetto a queste attività economiche che, già da un anno, purtroppo, stanno soffrendo per una chiusura totale e assoluta. Perché continuare ad accanirsi su di esse?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Deidda. Ne ha facoltà, per un minuto.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Si è, a volte, veramente confusi quando leggiamo le ultime notizie del Ministro, ma anche delle ricerche nei giornali secondo cui, all'aperto, non ci sarebbe tutto questo pericolo. Allora perché gli ambulanti non possono lavorare, mentre le grandi multinazionali che hanno grandi stabilimenti sì, al chiuso? Perché i torronai non possono lavorare? Perché i matrimoni all'aperto non possono essere celebrati? Perché non ci sono tante di quelle attività che possono essere svolte all'aperto e non sono autorizzate? Questa è la domanda che si fanno tutti. Con la promessa, poi, degli aiuti, che arriveranno gli aiuti: ma dove sono mai arrivati gli aiuti, per pagare i conti che arrivano, le bollette, che continuano ad arrivare? Quando non avete approvato le misure per coprire tutti i costi fissi, l'affitto, l'affitto dei macchinari, avete sbagliato completamente tutto e state continuando a sbagliare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà, per un minuto.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Con questo emendamento della collega Montaruli, che sottoscrivo, vi chiediamo di fare un timido passo avanti sulla linea delle aperture, un passo avanti che potete fare anche voi, nonostante siate oggettivamente bullizzati dal Ministro Speranza, dall'uomo i cui neuroni concepiscono solo le chiusure.

E ve lo diciamo perché siamo ricchi e forti di una ricerca irlandese che vi racconta, vi urla, vi grida che solo un contagiato su mille contrae il virus all'aperto. Allora, con questo emendamento, banalmente, Fratelli d'Italia dice, a prescindere dai lunari e marziani codici Ateco, che gli italiani hanno scoperto in piena pandemia, perché qualcuno li ha usati come strumento diabolico: aprite, aprite, aprite, almeno dove vi è la certezza che non vi sia il contagio. Ciò è di una banalità straordinaria, è di una semplicità solare, ve lo chiediamo in nome di quelle categorie flagellate dalle vostre scelte, tardivamente ristorate, irrisoriamente ristorate, che vi dicono: non vogliamo redditi di cittadinanza; vogliamo lavorare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Wanda Ferro. Ne ha facoltà, per un minuto.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente, per sottoscrivere e condividere pienamente. Questa è una battaglia che Fratelli d'Italia conduce da quando, nell'ultima conferenza stampa tenuta dal Presidente Draghi e, a seguire, da tutti gli annunci fatti dal Ministro Speranza, in qualche modo si è chiesto, anche rispetto a quanto dichiarato dalla comunità scientifica internazionale, laddove il contagio, come diceva il collega Delmastro, all'aperto e quasi praticamente nullo, di riaprire tutto ciò che in qualche modo si può svolgere all'aperto. Non si possono svolgere soltanto attività economiche; io penso anche a quelle attività ludiche che riguardano i tanti nostri giovani, penso ai parchi, penso a tutte quelle attività culturali che forse farebbero uscire i nostri ragazzi da quel mondo virtuale. Alla fine, io mi auguro che ci sia la possibilità di mettere un piccolo mattone non soltanto per riavviare l'economia, per non darle un colpo mortale, ma soprattutto per sostenere questa giovane generazione, che apprenderà da questo Governo una sola cosa, cioè che non si vive in un mondo reale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Frassinetti. Ne ha facoltà, per un minuto.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie Presidente, sottosegretario, questo emendamento, come gli altri, va nella direzione di garantire le riaperture dopo questo periodo così triste, che ha messo in difficoltà gli italiani. C'è uno studio in questo caso, questo emendamento è supportato da uno studio scientifico, che dice che il contagio all'aperto è pressoché impossibile. Quindi, forti di questo studio che è stato sviluppato non solo in Irlanda ma anche negli Stati Uniti d'America, io penso che bisogna già iniziare ad aprire i parchi per i bambini che sono chiusi; penso agli stadi che sono rimasti chiusi, ma che è ora, piano piano, di riaprire, per tornare alla normalità.

Già c'è la problematica di teatri e cinema che purtroppo sono rimasti chiusi tanto tempo; almeno laddove abbiamo la certezza scientifica, riapriamo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Donzelli. Ne ha facoltà, per un minuto.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. Noi, con questo emendamento, vorremmo capire solo una cosa: se voi avete uno scopo punitivo o uno scopo scientifico in queste scelte. Abbiamo, infatti, visto rincorrere con i droni le persone che correvano da sole sulla spiaggia, senza avere alcune possibilità di contagiare nessuno col Governo precedente. Abbiamo visto con questo Governo invece vantarsi di aver multato le persone che prendevano la tintarella a Pasquetta: dei veri criminali in Italia; non gli spacciatori, non gli immigrati clandestini ma qualcuno colpevole di prendere la tintarella a Pasquetta! Allora, vogliamo chiedervi adesso: volete chiudere le attività produttive dove è pericoloso per il virus o per punirle? Perché all'aperto abbiamo scoperto che il virus non si diffonde! Allora, perché non volete aprire le attività all'aperto? Perché ce l'avete con chi produce, perché non riuscite a difendere gli anziani, non riuscite a programmare gli ospedali e, allora, l'unica soluzione è chiudere gli italiani e criminalizzarli? Beh, noi non siamo disponibili a sostenervi in questo!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà, per un minuto.

WALTER RIZZETTO (FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretario, anche in questo caso mi pare sia assolutamente lapalissiano che serva un passo avanti da parte del Governo, ovvero serve fornire alle aziende che man mano, in modo graduale, vanno a riaprire, dal 26 in poi e durante i prossimi mesi. Serve, però, oltre alla definizione di questa proposta emendativa, una sicurezza strutturale nei loro confronti, nel senso che - Dio ce ne scampi e liberi! - se eventualmente questo terribile virus non tenderà a mollare la presa - io lo spero assolutamente come lei, vista anche una campagna vaccinale sicuramente più importante rispetto a quella precedente, così come impostata - servirà, oltre a questo emendamento, capire, sempre sulla base di questo emendamento, quello che nei prossimi mesi le nostre aziende potranno evidentemente andare a fare o a non fare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Ciro Maschio. Ne ha facoltà, per un minuto.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente Questo emendamento, che sottoscrivo, è un emendamento di buon senso che è finalizzato a superare la roulette russa dei codici Ateco, che ha seminato il panico e ha riempito di contraddizioni le misure che sono state adottate in tutto questo ultimo anno. Per farlo va fissato un criterio, che è chiarissimo: le attività economiche che si svolgono all'aperto, a prescindere dal codice Ateco, sono sempre consentite, purché avvengano nel rispetto delle norme di sicurezza e di distanziamento dei relativi protocolli. È una proposta di una chiarezza elementare, e va a superare un meccanismo devastante e demenziale come quello dei codici Ateco, che hanno creato veramente dei disastri a tantissime attività economiche.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Mollicone. Ne ha facoltà, per un minuto.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie Presidente, soltanto per ribadire e sottoscrivere questo emendamento, perché adesso anche “sua santità” Burioni ha scoperto e ha dichiarato che all'aperto in effetti il virus non è così pericoloso; lo ha santificato anche uno studio irlandese rispetto alle piscine e al cloro che lo ucciderebbe del tutto, e anche rispetto allo sport fatto all'aria aperta o alla passeggiata o alla frequentazione dei ristoranti, dei bar all'aperto e delle attività all'aperto come le palestre. Per questo, ci chiediamo quale senso abbia fare ancora distinzioni e se non sia il caso, essendo a favore l'abolizione del coprifuoco e delle riaperture anche dei luoghi e delle strutture chiuse, di approvare questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Silvestri. Ne ha facoltà, per un minuto.

RACHELE SILVESTRI (FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretario, noi siamo ancora qui a chiedere le riaperture. Dopo un anno, penso che sia una proposta di buonsenso andare a riaprire quelle attività che comunque si svolgono all'aperto. I miei colleghi le hanno già illustrato i dati che comunque si sono visti in questi giorni, quindi è inutile tornarci sopra. Però, è importante ribadire, come abbiamo detto prima, per l'emendamento precedente, che occorre dare una speranza a queste attività, che è da un anno che soffrono, che non possono lavorare e che chiedono di lavorare. Quindi, cercate di fare uno sforzo, almeno sforzatevi, di dare un'opportunità a queste attività che, con le norme, con i protocolli che sono stati già fatti possono riaprire in sicurezza, all'aperto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Vinci. Ne ha facoltà, per un minuto.

GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie, Presidente. Beh, qui siamo arrivati veramente al ridicolo. Ormai tutti i cittadini italiani sanno che all'aperto il virus non si può diffondere; lo ha ammesso anche il Ministro Speranza che i casi sono assolutamente limitati. Noi chiediamo di riaprire le attività all'aperto e ci troviamo, invece, l'emendamento rigettato e un DL che sembra chiudere tutto fino al 1° luglio, compresi i parchi giochi all'aperto: ma stiamo scherzando? Il Governo sta scherzando su attività, su dei fallimenti, sulla vita delle persone, su dei dipendenti di queste aziende e per quale motivo?

Perché qualcuno non vuole prendere atto di un'ovvietà che ormai conoscono tutti. La gente da casa non capisce perché quest'Aula e il Governo non prendono atto di quello che ormai tutti sanno, cioè che all'aperto non c'è il rischio, è assolutamente nei minimi. Quindi una cosa la posso dire: svegliamoci tutti, svegliatevi soprattutto voi, perché state dormendo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Prisco, a titolo personale, per un minuto. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente, per sottoscrivere questo emendamento della collega Montaruli, che parte da un assunto che va sempre più dimostrandosi, cioè quello per cui vi è, soprattutto nella stagione calda, una riduzione molto sensibile dei contagi all'aperto. Per questa ragione credo non vi siano problemi ad affermare che, seppur timidamente, dietro il gioco di provvedimenti impossibili e nonostante i freni del Ministro Speranza per chiudere tutto, anche il Presidente Draghi comincia a sensibilizzarsi sulla possibilità di riaprire le attività. Non questa o l'altra, con una nuova psicofobia dei codici Ateco, ma semplicemente tutte quelle attività che possono essere svolte all'aperto e che possono essere svolte in sicurezza. Non facciamo impazzire imprese e italiani, come abbiamo fatto fino a questo momento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sgarbi. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI (M-NCI-USEI-R-AC). Illustre Presidente, nobili colleghi di Fratelli d'Italia, devo dire che, in questo stato di difficoltà fisica che ho in questo periodo, è musica per le mie orecchie sentire, dopo averlo detto in tante occasioni, completamente solo, in quest'Aula, e in qualunque organo di informazione, che stare all'aperto fosse salutare e che voi lo diciate con tanta enfasi. Mi pare un conforto per la speranza di uscire da questa condizione di oppressione psicologica, indicata da personalità di grande rilievo come Vargas Llosa, come Giorgio Agamben, come Bernard-Henri Lévy, che parlavano del contenimento di libertà individuali che sono quelle per cui esiste un assurdo coprifuoco per cui, dopo le dieci di sera, in molte città d'Italia c'è una totale latitanza eppure non puoi uscire, perché te lo ordina un Governo di persone incapaci che ha sbagliato tutto e che ci ha imposto di stare al chiuso, ammalandoci, quando si poteva stare all'aperto.

Ero solo a combattere la battaglia per poter andare tranquillamente in bicicletta da Roma a Frascati, quando era proibito. All'aria aperta, andando in bicicletta, chi contagio e chi mi contagia? Oggi sento tante voci di amici e anche l'indifferenza di una parte del centrosinistra che non vuole vedere la verità, non vuole credere alla speranza, neppure se Speranza glielo dice. L'intervento di Speranza dopo il mio, nella precedente occasione in cui lui venne in Aula, dice esattamente questo: che è difficilissimo il contagio all'aperto. Ma ce lo aveva insegnato Garattini, qualunque buon medico dell'infanzia. Ci mandavano l'estate al mare, in montagna, all'aria pura. Dio ha creato il cielo, le montagne, la terra, il mare; non ha creato le mascherine da portare all'aperto da soli in un bosco o camminando…

PRESIDENTE. A tal proposito, sono costretto a farle presente che deve tirare su la mascherina.

VITTORIO SGARBI (M-NCI-USEI-R-AC). Sì, benché abbia avuto il COVID e sia ridicolo che la porti! Totalmente ridicolo, perché ho gli anticorpi!

Ma, detto questo, è ridicolo continuare con questa finzione, questa mascherata grottesca per cui uno va sulla sua automobile con la mascherina o va in bicicletta con la mascherina, tutto per dire, dopo la corruzione delle mascherine comprate dal commissario, che non ne usciremo mai, che abbiamo paura di tutto. No, abbiate coraggio, abbiate speranza, crediate che dai vaccini alla fine del COVID, che viene lentamente calando, potremo tornare a vivere come prima all'aria aperta, e da sempre avremmo dovuto farlo. Proibirlo è stato un crimine contro la salute e contro la libertà!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.38 Montaruli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Abbiamo ancora un problema nella tribuna centrale. Mentre sistemiamo il collegamento, anticipo che dovremmo poi passare all'emendamento 1.37 Montaruli; abbiamo però dieci minuti scarsi a disposizione. Quindi, nel frattempo, interpello il gruppo di Fratelli d'Italia per capire se ci si riesce a contenere, e quindi proviamo a fare anche l'emendamento 1.37, oppure se andiamo… Allora, concludiamo prima. Quindi questa conversazione l'abbiamo anticipata, approfittando del ritardo nel collegamento.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Essendo quasi giunti alle ore 20 ed essendo già previsti sul successivo emendamento interventi per 21 minuti, sospendiamo a questo punto l'esame del provvedimento che, secondo le intese intercorse, proseguirà nella parte notturna della seduta, tra le ore 22 e le ore 24,30. Secondo le medesime intese, la parte antimeridiana della seduta di domani, mercoledì 21 aprile, avrà inizio alle ore 10 e proseguirà fino alle ore 13,30. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 19,55, è ripresa alle 22.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANDREA MANDELLI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Brescia, Casa, Ceccanti, Comaroli, Delmastro Delle Vedove, Ferri, Frassinetti, Gebhard, Giachetti, Lapia, Lorefice, Magi, Mura, Occhiuto, Perantoni, Serracchiani, Silli, Tasso, Vignaroli e Zoffili sono in missione a decorrere dalla ripresa notturna della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente 100, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Modifica nella composizione della Giunta per il Regolamento.

PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Camera ha chiamato il deputato Andrea Giorgis a far parte della Giunta per il Regolamento, ai sensi dell'articolo 16, comma 1, del Regolamento, in sostituzione della deputata Rosa Maria Di Giorgi, dimissionaria.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge di conversione n. 2945-A.

Ricordo che, prima della sospensione, è stato da ultimo respinto l'emendamento 1.38 Montaruli.

(Ripresa esame dell'articolo unico – A.C. 2945-A​)

PRESIDENTE. Passiamo, quindi, all'emendamento 1.37 Montaruli.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Anche questo emendamento di Fratelli d'Italia è volto a garantire le riaperture, in particolare, in questo caso, quantomeno nelle “aree arancioni”. Devo dire che, a fronte della vostra promessa di riaprire e di far riaprire l'Italia e tutte le categorie produttive in Italia, diventa veramente difficile pensare come voi, ancora una volta, vi stiate opponendo a tutti gli emendamenti di Fratelli d'Italia, che permetterebbero a coloro che hanno subito le restrizioni e la violazione del diritto al lavoro davvero di tornare ad una situazione, non dico di normalità, ma quanto meno di lavorare con protocolli di sicurezza. E invece questo Governo è una “maggioranza minestrone”, divisa in realtà su questa tematica, così divisa da creare soltanto confusione. Avete detto: Draghi riapre e invece non riaprirà assolutamente niente, perché il vostro limite sta nelle “zone gialle”, di cui oggi non si vede peraltro l'ombra. E allora? E allora ci sono solo gli emendamenti di Fratelli d'Italia che sono l'unica speranza per gli italiani per ricominciare davvero a lavorare. Dicendo ancora una volta “no” a questo emendamento, il Governo si oppone: si oppone ai ristoratori, si oppone ai fieristi, si oppone agli ambulanti, si oppone a chi lavora nel mondo delle cerimonie, si oppone al mondo dello sport e dello spettacolo, si oppone a tutti coloro che potrebbero svolgere un'attività all'aperto, si oppone a tutti coloro che - lo dico ancora una volta - non si accontentano della mancetta di Stato, non si accontentano di un reddito di cittadinanza, ma chiedono soltanto una cosa: di lavorare e di guadagnare con il proprio impegno, non facendosi assumere da qualcuno, ma mettendosi in gioco. Quella è l'Italia migliore, l'Italia che ha protestato in maniera civile e composta, l'Italia che ha avuto pazienza, l'Italia che forse sperava in un cambiamento di passo che non abbiamo visto; l'Italia che chiedeva discontinuità, una discontinuità che non avete dato, l'Italia che chiedeva, magari, anche di andare a votare, elezioni che voi ci avete negato; l'Italia che non vuole rassegnarsi all'assistenzialismo, ma vuole una riforma del merito, quel merito che deve partire dal lavoro, lavoro che voi negate; l'Italia che chiede di affrontare l'emergenza COVID in maniera razionale, senza sacrificare i posti di lavoro e l'economia, mentre voi invece andate ad amplificare una crisi economica senza precedenti, senza dare peraltro alcun sostegno e strumento per chi la vuole contrastare per fare in modo che sia un pochino più lieve. Questa è l'Italia migliore: l'Italia che vi sta a guardare, che vi giudicherà per queste scelte, vi giudicherà per questo “no” a questo emendamento di Fratelli d'Italia, così come a tutti gli emendamenti di Fratelli d'Italia che si collocano nell'ambito delle riaperture, delle mancate riaperture, perché l'Italia non riapre, l'Italia non riapre con voi e oggi ne abbiamo, ancora una volta, ancora una volta, lo ripeto, la plastica dimostrazione. Perché se voi veramente voleste riaprire, se voi veramente voleste fare in modo che l'Italia riparta, oggi non ci sarebbe un “no”, ma ci sarebbe un secco “sì”. I nodi in quest'Aula arrivano al pettine e questo Governo, questa “maggioranza minestrone”, come più volte l'abbiamo chiamata, ha gettato la maschera: troppi “no”, troppi “no” ad emendamenti di buonsenso, che peraltro ripercorrevano proclami che da voi arrivavano. Oggi gli italiani vi stanno a guardare e hanno la prova, ancora una volta, che c'è una opposizione seria, responsabile che dice una cosa e la fa, tramutandola in attività legislativa attraverso questi emendamenti; esiste invece un Governo, il vostro, una maggioranza, la vostra, che dice una cosa e ne fa un'altra; arriva in quest'Aula e, a fronte dei nostri emendamenti, ancora una volta, è la dimostrazione che non è per la linea delle riaperture, non è al fianco dei lavoratori, non è al fianco delle categorie, non è al fianco dell'Italia che produce, non è al fianco dell'Italia di buonsenso, non è al fianco delle persone che guardano alla nostra Nazione con tanta dignità, con tanto coraggio, ma con la voglia di ripartire che voi non avete, garantiti dai vostri privilegi e dai vostri stipendi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a titolo personale, per un minuto, l'onorevole Albano. Ne ha facoltà.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie Presidente, vorrei sottoscrivere l'emendamento 1.37 della collega Montaruli e sostenerlo, perché questa proposta emendativa - come per tutte le altre proposte di oggi abbiamo raccolto l'invito al ritiro e il parere contrario - intende semplicemente disporre la riapertura di tutte le attività economiche, e stiamo parlando non delle “zone rosse”, stiamo parlando delle “zone arancioni”. Ora, al di là della colorazione delle zone, nelle quali non riusciamo più a districarci, il tema, come vediamo, è centrale nel dibattito: si sta comprimendo l'esercizio del diritto al lavoro. I nostri cittadini chiedono di lavorare; non il reddito di cittadinanza; l'Italia non chiede sussidi, ma chiede di poter mantenere le proprie famiglie e noi di Fratelli d'Italia siamo oggi e continuiamo ad essere la loro voce, siamo voce di coloro che vogliono semplicemente lavorare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie Presidente. A titolo di esempio, per rappresentare l'importanza dell'emendamento presentato da Fratelli d'Italia, citeremo gli effetti della sentenza n. 1862 del 2021 del TAR, con cui si è dichiarata illegittima l'esclusione, dai servizi alla persona, dei centri estetici; una sentenza che ha pronunciato l'illegittimità di questa esclusione, in particolar modo di quella categoria che, tuttavia, per un discrimine fissato da un DPCM evidentemente irrazionale, ha comportato - benché fondato su un provvedimento del CTS, il verbale n. 144, che nulla diceva al riguardo - che queste attività siano rimaste chiuse per settimane, settimane e mesi, perdendo occasioni di lavoro e di far girare l'economia. Magari qualcuno che prende il reddito di cittadinanza, l'indennizzo e i sussidi può anche essere contento, ma chi campa con quel che produce evidentemente non può esserlo. Questo emendamento consentirebbe di andare al di là degli stretti steccati per consentire a chi vuole di lavorare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere l'emendamento della collega Montaruli e per riproporre sempre gli stessi temi. È un vanto o almeno questo Governo si è vantato di avere eliminato i codici Ateco relativamente ai sostegni che ha dato alle aziende. Ha riconosciuto che il sistema dei codici Ateco era un sistema sbagliato. È stato rimosso e si è deciso di risarcire le aziende per i danni subiti dalle chiusure con un altro sistema. Dobbiamo cambiare anche sulle chiusure, perché se risarciamo senza codici Ateco, dobbiamo chiudere senza codici Ateco perché altrimenti ricadiamo nello stesso errore (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie Presidente. Per sottoscrivere l'emendamento 1.37 della collega Montaruli, per sostenerlo ma soprattutto per ribadire, per l'ennesima volta a quest'Aula, di rivedere questo parere del Governo con il quale ha dato l'invito al ritiro piuttosto che parere contrario. Questo emendamento sostanzialmente non fa altro che chiedere esattamente, come già era successo nel decreto n. 33 del 2020, il cosiddetto “decreto Riaperture”, di dare la possibilità a tutte le attività economiche di riaprire nelle zone arancioni, a prescindere dai codici Ateco, che fin dall'inizio hanno dimostrato quanto fossero limitativi, limitanti e soprattutto non inclusivi di tutte quelle filiere che avevano un moltiplicarsi di questi codici e che sono state assolutamente escluse. Ecco, anche questo è un emendamento che serve al Paese per ripartire, con una certa sicurezza e programmazione da parte loro. L'ennesimo “no” sinceramente non è comprensibile (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.37 Montaruli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Qualcuno ha lasciato una tessera in Transatlantico e fa corto circuito col sistema. Purtroppo, dobbiamo aspettare un attimo che risolvano questa impasse.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.39 Montaruli.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Montaruli. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Questo emendamento lo devo al mondo delle palestre, al mondo dello sport e delle scuole di danza, che non più di un mese fa si ritrovava in piazza anche con membri di questa maggioranza, i quali promettevano la riapertura di quei centri dello sport all'aperto o al chiuso, delle scuole, delle palestre. Insomma, si prometteva loro la riapertura. Si prometteva loro la riapertura perché in piazza le promesse sono sempre facili ma poi, quando si arriva in quest'Aula, mantenere le promesse è un'altra cosa e voi non state mantenendo la promessa. Questo emendamento chiede la riapertura dei luoghi dello sport, sia all'aperto che al chiuso, e chiede che questo avvenga in base a un semplice principio: lo sport è salute e oggi - mai come oggi - è importante restituire alle persone la possibilità di tornare a fare sport senza stratagemmi da tennista, come abbiamo visto in alcuni post di qualche leader indiscusso della “maggioranza minestrone”, ma farlo in maniera sincera, certa, dando la possibilità agli operatori di lavorare, di avere la garanzia di poter lavorare, di farlo in maniera seria, come hanno sempre fatto, dando non soltanto la possibilità a loro stessi di poter svolgere la propria attività, ma dando un servizio, un servizio vero e proprio a tanti italiani che dello sport hanno bisogno e per i quali lo sport non è un vezzo, ma è una valvola di sfogo, è un modo anche per combattere a livello psicologico questa pandemia, è un modo per affrontare problematiche di salute ed è, insomma, un aspetto fondamentale della loro vita.

Gli operatori dello sport per tanto tempo - quasi ininterrottamente per un anno, tranne quei due o tre mesi in cui hanno potuto lavorare, in modo comunque assai ridotto - hanno chiesto di poter ripartire. Loro hanno subito la beffa peggiore: quella di protocolli di sicurezza già approvati e, anzi, dichiarati pubblicamente, ricevendo il giorno dopo quella notizia, la doccia fredda che avrebbero chiuso. Da lì hanno continuato a rimanere chiusi e a subire restrizioni, in molti casi senza ottenere neanche quel piccolo aiuto - che comunque è una miseria - nei loro confronti. Il mondo dello sport ha lanciato un grido. È ancora triste vedere in quest'Aula come le promesse fatte non siano state mantenute e ancora oggi non vengano mantenute, ancor più dopo la notizia che il mondo dello sport ripartirà in maniera differita. Non si comprende come mai dovrebbe ripartire dopo altre attività, non si comprende come mai dovrebbe essere penalizzato in maniera ulteriore rispetto ad altre categorie, non si comprende come mai considerato il suo valore essenziale nella vita di tutti noi e soprattutto dei giovani, a fronte anche di un problema che attanaglia ormai la nostra Nazione e con cui bisognerà fare i conti nei prossimi anni, che è quello della salute mentale. Ci dicono ormai che nei confronti della salute mentale dobbiamo avere un approccio organizzativo dei nuovi reparti di psichiatria. Io mi auguro che non saremo rassegnati tutti quanti nel pagare lo psicologo piuttosto che organizzare reparti ma vorremo ancora fare prevenzione e la parola prevenzione deve partire da qui, da oggi, da questo emendamento.

Io prego veramente i membri del Governo - e ringrazio chi è rimasto qui, nei banchi del Governo, ancora ad ascoltarci - di ripensare almeno questo emendamento, di ripensare perché l'attenzione è alta e le promesse fatte da parte della “maggioranza minestrone” sono state altissime e credo che, oggi, il mondo dello sport, nel sentire il vostro secco, incondizionato “no”, capirà ancora una volta che c'è una politica che si beffeggia di loro e ce ne è un'altra, quella di Fratelli d'Italia, che rimane ferma nelle sue posizioni. Lo sport è salute e deve ripartire (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Albano. Ne ha facoltà.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente. Sì, c'ero anch'io qualche settimana fa, in piazza, a raccogliere la protesta, ma, soprattutto, la richiesta degli operatori del mondo dello sport, che è la richiesta di poter lavorare, di poter riaprire. Il mondo dello sport non può più attendere, c'è la necessità di far ripartire tutte le attività sportive: abbiamo la possibilità, oggi, stasera, e il dovere di farlo. Le piscine, le palestre, le attività sportive sono veramente allo stremo e, ogni giorno che passa, il rischio che possano non riaprire aumenta. Ma stiamo parlando sempre, ancora di riaperture in sicurezza: dobbiamo premiare l'impegno e la responsabilità di tutti quegli operatori che hanno lavorato e hanno investito secondo le prescrizioni del CTS dell'anno scorso e che oggi, invece, si trovano nuovamente a non dover lavorare. Lo sport è salute, riapriamo lo sport.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Lo sport è salute, lo sport è prevenzione, lo sport è capacità di mettere in sicurezza, anche e, soprattutto, senza costi diretti per il Sistema sanitario, coloro che possono aver bisogno di supporto e di un'educazione alla disciplina del proprio corpo, utile, soprattutto, a che a far sì che questo non si traduca in situazioni di malanni, di patologie o di aggravi, che, poi, potrebbero scaricarsi anche sul settore pubblico. Allora, sorprende che, nella cecità con cui è stata condotta la lotta al COVID in tanti settori, se, da un lato, non si è offerto un giusto contrasto anche a quelle patologie che COVID non erano, ma non per questo erano meno gravi, al contempo, non si sia deciso di dare la possibilità a chi svolgeva in sicurezza quel lavoro e quel tipo di supporto di continuarlo a fare mediante quei protocolli di sicurezza che erano stati approvati. Da mesi le palestre sono chiuse, è ora di riaprirle.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere questo emendamento. Parliamo dello sport, ne ho parlato in diverse occasioni oggi. Relativamente a questa richiesta, vorrei ricordare al Governo che, nel mese di febbraio, il Consiglio europeo ha approvato una mozione in cui impegnava i singoli Stati a far ripartire lo sport in sicurezza e lo faceva per due ordini di motivi: per dare sostegno alle attività di tutti coloro che lavorano nel mondo dello sport, che sono, evidentemente, in ginocchio da lungo periodo, ma, soprattutto, per dare seguito a quello che i latini dicevano, mens sana in corpore sano, cioè aiutiamo tutti a stare un po' meglio con la pratica dello sport. Per cui, visto che ci adeguiamo sempre a quello che l'Europa ci chiede, vediamo di farlo anche questa volta che chiede una cosa giusta (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.39 Montaruli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Passiamo all'emendamento 1.30 Bellucci.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretario, vede, con questo emendamento, noi vi proponiamo l'apertura di attività che stanno soffrendo in maniera particolare, come quelle delle palestre, delle attività sportive, delle piscine e lo facciamo perché crediamo che si possa operare tenendo aperti e in sicurezza. Noi siamo questo. Dall'altra parte, invece, osserviamo un Governo e, in particolare, il Ministro Lamorgese - che non è qui, quindi mi rivolgo a lei, in quanto rappresentante del Governo, perché possa trasferire al Ministro Lamorgese le mie parole - sentiamo che si spertica nel sottolineare quanto i suoi controlli saranno rigidi e particolarmente rigidi, con l'unico scopo di far vivere gli imprenditori nella cultura del terrore di un controllo che non è monitoraggio per sicurezza, ma che è vera repressione di quell'attività libera imprenditoriale. E, allora, sa, sottosegretario, proprio in queste ore, circa alle 19 di questa sera, è uscito attraverso gli organi di stampa un comunicato, che ha denunciato come, per l'ennesima volta, venissero aggredite le persone della troupe di Striscia la Notizia e Brumotti perché stanno svolgendo un'inchiesta rispetto alle zone franche dello spaccio. Aggrediti per l'ennesima volta.

Io direi al Ministro Lamorgese che, invece di spendere la sua attenzione e le sue parole così aggressive nei confronti degli imprenditori italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), dovrebbe proporre la propria iniziativa sì rigida e ferma verso il blocco dello spaccio. Come Fratelli d'Italia, proprio a Roma, che è la capitale dello spaccio in Italia, abbiamo proposto una petizione popolare in tutte le più grandi piazze di spaccio che ci sono in questa città. Ma Roma non è l'unica, d'altronde l'Italia è al primo posto in Europa per utilizzo di cannabinoidi tra i quindicenni, è al primo posto, secondo la relazione europea al Parlamento, in Europa, per persone che chiedono aiuto ai servizi per problemi di eroina, al terzo posto per persone che hanno problemi di cocaina e, laddove c'è una richiesta ci sarà sempre un'offerta più imponente.

E, allora, io credo che i Ministri del Governo che lei rappresenta, in particolare il Ministro Lamorgese, ma anche la delegata oggi alle politiche antidroga, quindi il Ministro Dadone, dovrebbero venire qui in Parlamento a riferire e a dirci in maniera chiara come intendano fare la lotta allo spaccio e come intendano aiutare le persone che hanno un problema di dipendenza patologica a liberarsi dalle catene della droga (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Perché, vede, Fratelli d'Italia l'ha detto in maniera chiara sin dall'inizio di questa legislatura: noi siamo per una vita libera dalle droghe, perché non vogliamo essere schiavi di niente e di nessuno. E abbiamo una proposta chiara, che abbiamo presentato in questi anni, su come si dovrebbe fare una lotta seria alle droghe e come aiutare i servizi per le dipendenze patologiche pubblici, le comunità terapeutiche, gli operatori del settore, il mondo del volontariato, che si spende anima e corpo per riempire un vuoto istituzionale che c'è da dieci anni.

Avete azzerato il Fondo nazionale di lotta alla droga, anche voi, nel senso che è stato azzerato da dieci anni dai Governi che si sono succeduti di centrosinistra, ma da questi Governi che si sono succeduti anche in questa legislatura, quindi, “Conte 1”, “Conte 2” e anche Draghi attraverso, devo dire, una delega alle politiche antidroga che fa abbastanza perplimere ad un Ministro che ha sottoscritto proposte di legge per la liberalizzazione della cannabis. La cannabis è una droga, le droghe sono veleno e fanno male. Lo diremo sempre forte e chiaro, perché è la scienza a dire che producono modifiche diverse, ma, comunque, dannose per il cervello, per le relazioni e per l'affettività. E a chi dice che noi esprimiamo emendamenti sovrabbondanti, restituisco al mittente e dico che di sovrabbondante, spesso, c'è l'ignoranza di chi dice che “uno è uguale a uno”, indipendentemente dalla preparazione, dallo studio, dalla cultura, dal sacrificio e dalla scienza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Rigetteremo sempre un Parlamento e ogni forma di Governo che non si basa sulla credibilità la verità la trasparenza e anche dati scientifici avvalorati. E per questo chiedo che l'emendamento per la riapertura e, quindi, la protezione della salute venga approvato da tutto questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Albano. Ne ha facoltà.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie Presidente, vorrei ringraziare anche la collega Bellucci per aver presentato questo importante emendamento che sottoscrivo con assoluta convinzione.

Riapriamo in sicurezza gli impianti sportivi, perché lo sport è veramente salute. Ci ricordava anche la collega Bellucci come sia importante anche dal punto di vista educativo. Il settore dello sport ha perso quest'anno 2 miliardi di euro di fatturato e ha lasciato a casa 200 mila professionisti senza lavoro, ma, nonostante questo, ci sono tanti studi che dicono, per esempio, che il COVID in piscina muore e che c'è la possibilità di aprire impianti in totale sicurezza. Andiamo un po' fondo, vediamo bene quali possono essere anche le risposte dal punto di vista scientifico per poter riaprire, perché ce n'è veramente bisogno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie Presidente, la collega Bellucci ha sintetizzato in maniera più che esaustiva l'importanza di un emendamento che poggia sulla volontà di consentire a quelle persone, che intendono sviluppare una piena salute, una piena prevenzione, anche rispetto all'eventuale sussistenza di patologia, il sostegno di Fratelli d'Italia che invece si schiera contro forme di dipendenza che l'onorevole Bellucci ha ricordato e su cui Fratelli d'Italia non presenta alcun tipo di ambiguità. Riteniamo anche che, rispetto ai proclami che nelle scorse settimane hanno caratterizzato larga parte della maggioranza, ancora una volta Fratelli d'Italia mette a disposizione di quest'Aula la possibilità di una scelta coraggiosa ma coerente con quelle impostazioni che sono state ribadite negli interventi che mi hanno preceduto(Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie Presidente, ennesimo appello, ennesimo appello inascoltato, sempre nel mondo dello sport. Questa volta parliamo più specificatamente di un settore, forse più danneggiato in assoluto da questa pandemia, insieme a quello della ristorazione: quello delle palestre e delle piscine. Chiediamo semplicemente che si riaprano, non in “zona rossa”, ma nelle altre zone e che si possa ripartire in sicurezza. Quindi, con riferimento alle palestre, siamo un po' nel mondo dell'ipocrisia: perché le lezioni individuali non si dovrebbero fare? Qual è il pericolo del contagio? Le lezioni di danza individuali perché non si possono fare? Abbiamo costretto la gente a farle per strada. Per cui, se ci diamo protocolli di sicurezza, non dobbiamo avere timore di assumere delle responsabilità; se diamo protocolli di sicurezza dobbiamo avere il coraggio di assumerci delle responsabilità e far ricominciare a lavorare in sicurezza queste persone (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.30 Bellucci, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.31 Bellucci.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie Presidente. Sottosegretario, continuiamo ad insistere nella speranza almeno di prendervi per stanchezza. Anche per questo siamo arrivati a quest'ora, nel tentativo di far cedere un po' le vostre granitiche convinzioni, del tutto illogiche e insensate. Sottosegretario, non c'è davvero senso nel pensare che i ristoranti possano rimanere aperti a pranzo, ma invece debbano essere chiusi a cena. Non c'è senso nel voler contrarre il tempo anche della cena con quel coprifuoco alle ore 22, che adesso state pensando di stiracchiare fino alle 23, più come una concessione, perché voi trattate gli italiani in punta di concessioni e non di riconoscimento dei diritti, con il diritto anche al lavoro sancito dalla nostra Costituzione, alla libera impresa, alla circolazione e quindi alla libertà dell'essere umano in Italia. No, voi non pensate questo; pensate invece di proporre iniziative che non hanno davvero senso. Allora, come forza di opposizione, come Fratelli d'Italia, noi oggi abbiamo un compito, anche in solitudine ma non nella solitudine degli italiani e tra gli italiani. Noi ci sentiamo forti di una richiesta d'aiuto che vede scendere centinaia di migliaia di persone in piazza e che vi stanno chiedendo, a volte in modo accorato e disperato, a volte invece anche in maniera più composta come l'ultima manifestazione degli operatori dello spettacolo, di riconoscere il diritto a lavorare in sicurezza, perché si può fare: invece vi sono i vostri limiti e la vostra cecità, a volte il vostro pregiudizio ideologico, anche perché a fare altre fantasie si rischia davvero tanto. Si pensa che voi vogliate distruggere quei settori che sono tipici italiani e che ci contraddistinguono nel mondo. La ristorazione, per esempio, con tutto quell'aspetto che riguarda l'indotto legato al cibo, al made in Italy, ci rende unici a livello mondiale; così come la nostra capacità di accoglienza, di far sentire l'ospite a casa propria, di introdurlo in una cultura fatta di sapori, di radici, di idee, di costumi, che passa tanto per la tavola. Allora, nel tentativo di comprendere quello che fate, davvero si rischia. Si rischia di pensare che vogliate distruggere ciò che di più fondamentale c'è nella nostra Italia e questo non ha davvero senso. È per questo che siamo di nuovo qui a difendere le aperture in sicurezza e siamo di nuovo qui a chiedervelo. Non ha davvero senso, come dicevo anche nell'altro emendamento, che voi lasciate libere le piazze dello spaccio, virtuali e reali, che diate come nutrimento la droga, perché lì siete così timidi, anche inesistenti e pure ambigui, dicendo spesso che alcune droghe fanno male e altre no. Ma perché non vantate invece quello che è unico e pieno di salute nella nostra Italia? L'olio, i pomodori, la pasta, la mozzarella, il formaggio, tutto ciò che ha un sapore che null'altro può minimamente avere a paragone, perché la nostra sapienza è lì, la nostra ricchezza è lì. Quando alcuni dei suoi colleghi di banco, del Governo, pensano di ridistribuire la ricchezza, le dico che la ricchezza si ridistribuisce nel momento in cui si promuove la ricchezza, si promuove il lavoro, altrimenti l'unica cosa che si distribuisce è la povertà e la miseria.

Chi rende ricco questo Paese, soprattutto, è l'impresa, piccola e media: l'artigianato, i ristoranti, i bar, le gelaterie. Tutto questo rende unico quello che noi dobbiamo vendere in Italia e nel mondo e non possiamo farlo domani perché non ci sarà un domani se non agiamo oggi.

Quindi, metto questo emendamento nelle sue mani e nelle mani dei colleghi parlamentari di maggioranza, ovviamente anche di quella parte di maggioranza che fino ad oggi - quindi Forza Italia e anche Lega - ha sempre sostenuto questo tipo di misure e di iniziative (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Galantino. Ne ha facoltà.

DAVIDE GALANTINO (FDI). Presidente, penso che questa proposta emendativa ve la ritroverete in ogni forma: ve la ritroverete come emendamento, ve la ritroverete come interrogazione, ve la ritroverete come ordine del giorno. Questo è un segnale, Presidente; è il segnale che ci sono ancora donne e uomini liberi in questa Assemblea e sono liberi di portare la voce dei cittadini in Parlamento.

Noi continueremo a gran voce a chiedere di consentire le attività dei servizi di ristorazione come i pub, i bar, i ristoranti, le gelaterie, le pasticcerie, su tutto il territorio nazionale, purché sia garantito il rispetto delle regole in materia di prevenzione sanitaria. Stiamo portando la voce di coloro che non vogliono l'elemosina di Stato, non vogliono i vostri contributi, i vostri bonus, vogliono semplicemente lavorare, vogliono continuare a vivere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Presidente, mi pare che l'illustrazione che ha fatto l'onorevole Bellucci sia oltremodo esaustiva. Noi chiediamo a quest'Aula un atto di coraggio e anche di responsabilità; di coraggio perché fino ad oggi si è stati capaci solo di dire teniamo chiuso tutto; di responsabilità per comprendere che certe attività rischiano di non riaprire se si continuano a tenere chiuse; e, dato che ci sono migliaia di famiglie che rischiano di trovarsi oggi senza un'occupazione, quando se l'erano trovata senza pesare sullo Stato, senza pesare su alcun conto pubblico, ma soltanto col proprio spirito di intrapresa, beh noi riteniamo che quelle famiglie meritino di essere tutelate, quelle attività meritino di poter riprendere la loro funzione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Toma. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Grazie, Presidente. Questa è una serie di emendamenti che vanno nella direzione del riaprire in sicurezza, con i protocolli per la prevenzione sanitaria. Ecco perché sottoscrivo convintamente l'emendamento dell'onorevole Bellucci, ma anche il successivo, quello dell'onorevole Ferro, che vanno sempre nella stessa direzione. C'è un accanimento da parte di questo Governo, in continuità con il precedente, sempre sulle stesse categorie; si fa l'esempio delle gelaterie, delle pasticcerie; hanno dimostrato ampiamente di saper contrastare la diffusione del virus, ma soprattutto di mettere in sicurezza le proprie attività verso i propri clienti. Questo lo possono fare anche i bar, i pub, i ristoranti, lo possono fare i mercati. Anche perché, per esempio, riguardo ai mercati all'aperto, è un pochino contraddittorio vedere aperta una parte del mercato e una parte no, la clientela è sempre la stessa. Per questo motivo chiedo di poter avere, da parte del sottosegretario, un confronto, ma soprattutto comprensione per quanto riguarda questa tipologia di emendamenti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.31 Bellucci, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Passiamo all'emendamento 1.202 Ferro. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Io devo dire sono meno ottimista della collega Bellucci, che ha consegnato nelle mani del Governo l'emendamento. All'interno di quell'emendamento, come nel mio, abbiamo inserito ciò che per noi, come gruppo, è un grande privilegio, essere portatori di quel disagio, che oggi è sotto gli occhi di tutti e che in questi giorni abbiamo visto. E non mi va di pensare a un Governo miope e sordo, che non comprende quali siano i bisogni dei tanti operatori economici, commerciali, a tutti i livelli, che sono stati costretti a tenere chiuse le proprie attività, ad abbassare le saracinesche. Credo sia una proposta molto semplice quella di dare la possibilità a tutti gli operatori presenti all'interno dei mercati, dei centri commerciali o di strutture come le gallerie medio-grandi, quindi con degli spazi dove certamente è più difficile contrarre il contagio e si può lavorare con maggiore sicurezza, di riaprire.

Parto dal presupposto che si poteva e si doveva cercare, oggi, con queste proposte presentate da parte di Fratelli d'Italia, di dire qualche “sì”, “sì” che coinvolgessero gli impianti sportivi, e non è stato così, le toelettature dei cani - voglio ribadirlo -, e non è stato così, i centri commerciali; non c'è stata una proposta, dico una, che il Governo ha fatto sua. Ma queste non sono richieste di Fratelli d'Italia, queste sono le richieste degli operatori, queste sono richieste degli italiani, queste sono le richieste di chi sta chiedendo aiuto. Credo sia dovere di tutti dare delle risposte, considerato il non aver voluto, per esempio, fare un intervento serio sui mezzi pubblici, su tutte quelle cose che hanno dimostrato, in questo lungo periodo di pandemia, di essere state veramente fonte di contagio, e non soltanto. Allora, perché non si vuole tornare indietro e ripensare a quei pareri che sono stati espressi stamattina? Del resto, si era detto che il 2021 sarebbe stato l'anno della ripartenza, ma, a mio avviso, la ripartenza a questo punto credo sia veramente lontana. Abbiamo parlato dei codici, e pensavo che nessuno di noi è un numero, nessuno di noi è un codice, nessuno di noi, in qualche modo, è quell'uno che vale uno. Né tantomeno, devo dire - pur avendo avuto l'unica soddisfazione, come gruppo di Fratelli d'Italia, dell'allontanamento del commissario Arcuri e dell'arrivo del generale Figliuolo - l'espressione una testa, un vaccino, è stata particolarmente gradita. Concludo dicendo e auspicando che in questo Paese torni ad avere valore l'impegno con i nostri cittadini. Qualcuno diceva che dove regna l'onore la parola sarà sempre e comunque sacra. Dopo quelle parole, quelle promesse e quegli impegni più volte annunciati, provate, in qualche modo, questa sera a dimostrare che anche una piccola pietra per alzare un muro riuscite a metterla (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Sì, grazie Presidente. Vorrei offrire un altro spunto costruttivo al paziente sottosegretario. Abbiamo parlato delle attività, della necessità di riaprirle, guardandole dall'ottica degli imprenditori, ma non c'è soltanto questo, di aspetto. Vede, come lei saprà, c'è una definizione della salute che dice che la salute non è l'assenza di malattie, ma il benessere psicofisico delle persone, e noi ai nostri giovani - soprattutto ai nostri giovani - dobbiamo avere la capacità, la forza e il coraggio di dare dei segnali diversi dai segnali di morte che continuiamo a dare, purtroppo, in questo periodo. I nostri giovani hanno bisogno di fiducia, hanno bisogno di regole, ma hanno bisogno di tornare a vivere, nelle palestre, nei bar, nei ristoranti, e forse anche con qualche aperitivo in più noi riusciremo a ricostruire il loro benessere psicofisico (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Silvestroni. Ne ha facoltà.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Sì, grazie Presidente. Vede, onorevole sottosegretario Costa, purtroppo noi abbiamo chiusure, limitazioni, finte riaperture. Gli esercizi commerciali presenti all'interno sia dei centri commerciali sia dei mercati oppure, ancora, delle gallerie commerciali oppure le strutture e attività assimilabili devono essere riaperti, rispettando certamente i protocolli di sicurezza che il Governo ha il dovere di dare, ma, basta, devono riaprire perché, dopo un anno di pandemia, devono per forza riaprire. Vi dovete prendere questa responsabilità perché governate e dovete riaprirli (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.202 Ferro, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 1.0201 Mollicone. Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie Presidente. Questo emendamento è un emendamento ovviamente bandiera e va a inserire nel provvedimento, per garantire la sostenibilità economica delle imprese dello spettacolo, l'apertura al pubblico - secondo le linee guida ovviamente previste dal Ministero della Salute e nelle regioni a più basso rischio - delle sale di spettacolo. È garantito lo svolgimento all'aperto, nei limiti del consentito dalle linee guida stilate dal Ministero della Salute e nelle regioni a più basso rischio, di concerti e spettacoli. È garantito lo svolgimento di attività sportiva, inclusa l'attività della danza, nei limiti consentiti.

Ecco, “limiti consentiti” sono esattamente le parole che rappresentano questi strani giorni, questi strani mesi, perché, rappresentante del Governo, colleghi, ormai stanchi e distratti - capisco che anche l'ora è tarda e l'ostruzionismo si fa sentire - ogni emendamento come questo, è dedicato alla filiera dello spettacolo dal vivo, ai cinema, ai teatri, alle sale di danza, allo spettacolo viaggiante, ai circhi, a tutte quelle realtà come i centri sportivi, le varie strutture sportive e le piscine, che sono rimaste chiuse per tutto questo tempo. Ebbene, qualcuno dovrà risponderne, qualcuno come il Ministro Speranza, che ha avuto anche il coraggio e l'ardire di pubblicare un libro, che fortunatamente poi ha sottratto alla conoscenza dell'Italia e degli italiani, dove si vantava di come aveva gestito questa pandemia. Ebbene, Fratelli d'Italia fa questo ostruzionismo per tanti motivi. Sicuramente lo fa perché se nasce un nuovo Governo che ha il 90 per cento delle forze politiche a sostenerlo, non può poi mantenere lo stesso Ministro della Salute che ha fermato l'intera economia nazionale per incapacità manifesta di gestire le terapie precoci domiciliari, i tamponamenti, il tracciamento, le terapie intensive, che ha nominato un sedicente Comitato tecnico-scientifico - che fortunatamente, almeno quello, è stato cambiato -, che ha sostenuto l'azione del commissario Arcuri, che Fratelli d'Italia ha chiesto e ottenuto di cacciare insieme a una delle forze della maggioranza, che però l'ha sostenuto per tempo. Però non si capisce il motivo per cui il Presidente Draghi, il super Presidente Draghi e tutta la maggioranza che lo sostiene e tutti i Ministri che sostengono il Presidente Draghi, mantengono ancora su quella poltrona il peggiore Ministro della Salute che l'Europa possa aver avuto. Per cui, noi riteniamo ciò necessario e fondamentale, proprio per quei teatri, quei cinema, quei circhi, quegli spettacoli viaggianti, quelle palestre, per tutti quegli operatori della cultura, dello spettacolo e dello sport che avete affamato, in nome di una gestione della pandemia che non avete saputo fare e che il Ministro Speranza rappresenta in tutta la sua fallimentare esperienza. Per questa ragione questo emendamento non verrà approvato - lo sappiamo - ma è una bandiera, come quei tricolori che in questi giorni stanno sventolando in piazza, anche con qualche tensione e violenza che abbiamo condannato, frutto dell'esasperazione di chi, ora in maggioranza, ora tutti maggioranza, sostengono e continuano a sostenere una gestione della pandemia e dei numeri che davvero non regge. Fratelli d'Italia è qui, regge alte quelle bandiere e vuole lottare per liberare il popolo italiano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Osnato. Non c'è: si intende vi abbia rinunziato.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.0201 Mollicone, con parere contrario delle Commessioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 1.0203 Mollicone. Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie Presidente. Sì, anche questo ovviamente è un emendamento che potremmo definire anche velleitario, perché - pensate - ha l'ardire di chiedere addirittura 800 milioni per il 2021 e 800 milioni per il 2022, per andare a sostenere a fondo perduto l'impresa culturale, gli operatori dei settori economici dell'impresa culturale, che possano appunto avere così la possibilità di riavviare la propria impresa. Vedete, mentre stiamo parlando in questi minuti, se andate a vedere sulla rete, c'è il comunicato di un noto teatro romano, che annuncia che non riaprirà. Un noto teatro italiano si aggiunge a quelli che già hanno palesato lo stato di crisi e che, per questa situazione e per questo blocco, non riaprirà.

Per cui, noi, con questo emendamento, andiamo a rappresentare un'istanza profonda, che è quella degli operatori dello spettacolo, del cinema, dello spettacolo dal vivo, di tutte le attività e le imprese culturali, una filiera su cui ci siamo battuti anche trasversalmente con la Commissione Cultura. Fratelli d'Italia non ha fatto mancare il proprio lavoro e non lo fa mancare in nessuna occasione, ogni giorno, in Commissione Cultura. Abbiamo fatto una prima risoluzione di 14 pagine: l'unica Commissione parlamentare che ha votato una risoluzione di 14 pagine a favore, per chiedere al Ministro Franceschini di sostenere questa filiera. Fratelli d'Italia c'è, c'è sempre stata e ci sarà sempre a fianco delle categorie, ma quello che non c'è sono i soldi: non avete messo abbastanza soldi nei “Ristori”, che sono delle elemosine. Quando vediamo, anche adesso, che nel “decreto Sostegni” - che partirà appunto dal Senato con le tabelle sui ristori e sugli indennizzi alle imprese, comprese quelle culturali - per un fatturato di 100 mila euro si otterranno dai 3 ai 5 mila di indennizzo, capite bene quanto questa sia una farsa, una messa in scena. Una farsa come quella dell'altro giorno al Globe Theatre, per cui un teatro di Roma, un teatro pubblico, che anche oggi era nella mazzetta dei giornali, nella rassegna stampa, per non aver saputo gestire neanche il bilancio, il proprio bilancio, ospitava gli occupanti che dovevano rappresentare la gente dello spettacolo e che invece erano i soliti centri sociali e occupanti di professione.

Ebbene, con quella occupazione abusiva si è creato un incontro addirittura col Ministro Franceschini; cioè, il Ministro Franceschini non convoca il tavolo permanente costituito con un decreto ministeriale grazie a una battaglia di Fratelli d'Italia e, invece, va ad incontrare degli occupanti che rappresentano i centri sociali in un teatro pubblico che ha aumentato lo stipendio e i soldi di scrittura alle proprie compagnie, mentre il teatro era chiuso, mentre non andavano in scena, mentre la gente dello spettacolo è alla fame. E dove sta il MIC, dove stanno gli organi di vigilanza, dov'è la Corte dei conti mentre succede tutto questo?

Ebbene, questo emendamento di Fratelli d'Italia serve anche come monito a ricordare che c'è una forza patriottica che difende tutte le categorie della filiera culturale, delle imprese culturali, al di là delle appartenenze, perché, in un momento di crisi della Nazione, Fratelli d'Italia c'è e difende tutti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.0203 Mollicone, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 1.0200 Mollicone.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Pensavo lo discutessimo domani, in realtà.

PRESIDENTE. Onorevole Mollicone, rinuncia all'intervento?

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Non rinuncio, però non lo troviamo… Sicuramente è un intervento sempre di quelli considerati magari massimalisti, che servono però a far sentire e a far capire alle categorie della cultura e del circuito culturale chi veramente ha a cuore la filiera culturale e chi, invece, dice di averla a cuore ma poi in realtà, con questi atti e con questi documenti, non la difende.

Noi anche nell'intervento in discussione generale - che, come sappiamo, è un intervento spesso ad aula vuota - abbiamo ricordato quanto assurda sia questa dinamica, questa narrazione della pandemia per cui noi ritroviamo una drammatica scelta: da una parte, la necessità di salvare le vite, e su questo ovviamente siamo tutti d'accordo; nonché la necessità di creare le terapie intensive e subintensive, di assistere i malati, di assistere i fragili, di assistere le persone anziane e difenderle dalla pandemia; dall'altra, però, la capacità di una Nazione, in un momento di crisi, in una guerra al virus, di gestire l'emergenza.

Ebbene, mi sono andato a rileggere le storie e la narrazione della spagnola. Andate sul sito del Senato e vedrete che furono fatti gli stessi errori: fu chiuso tutto all'inizio, perché si pensava di non essere in grado di gestire l'influenza, poi si riaprì tutto, poi di nuovo si richiuse tutto; alla fine, non c'era più la capacità di convincere le persone che si poteva combattere l'influenza spagnola, combattere il virus e, nello stesso tempo, però, salvare l'economia. Nemmeno sotto le bombe chiuse il Teatro Eliseo. Eduardo De Filippo andava in scena anche sotto le bombe e non si capisce per quale ragione non si possa combattere il virus con le terapie domiciliari precoci, con una giusta e sana contrattazione nazionale sui vaccini per avere le dosi, con il tamponamento, il tracciamento, ma lasciare aperte tutte le filiere. Perché tra lo scegliere se morire con il virus con un indice Rt statisticamente ininfluente - come ci dicono le statistiche e gli esperti di statistica - e morire di fame, almeno gli italiani possono avere una scelta.

Per questa ragione Fratelli d'Italia, ancora una volta, con questo emendamento, a quest'ora, in quest'Aula, chiede il voto per salvare queste categorie, difendere l'economia nazionale e sconfiggere insieme il virus (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.0200 Mollicone, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Secondo le intese intercorse tra i gruppi, interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani a partire dalle ore 10.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Se uscite in maniera composta, possiamo far intervenire i colleghi per gli interventi di fine seduta.

Ha chiesto la parola l'onorevole Trizzino. Appena l'Aula sarà un po' più silenziosa, onorevole, faccia il suo intervento. Se defluite con maggiore celerità e l'onorevole Trizzino ha un po' di pazienza… L'onorevole Trizzino ha rinunciato al suo intervento.

Ha chiesto di intervenire l'onorevole Zanichelli, per due minuti. Ne ha facoltà.

DAVIDE ZANICHELLI (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo riguardo al tema della via Francigena che è un itinerario culturale, un cammino che tocca centinaia di comuni italiani, grandi e piccoli, per un percorso che poi, in realtà, nasce fuori dall'Europa, nel nord Europa, per poi toccare Roma e proseguire idealmente verso Gerusalemme. E' un itinerario importante perché muove ogni anno circa 50 mila fra turisti e pellegrini che attraversano il nostro Paese. Mediamente ciascuno di essi trascorre in Italia circa una settimana, tra le colline, le campagne e, in generale, i campanili e le bellezze del nostro bel Paese.

Io sono qui perché il Governo, anni fa - si parla del 2016 - stanziò 20 milioni di euro per i comuni, perché sono i sindaci dei comuni quelli che principalmente sono i manutentori dell'itinerario. Ecco, il Governo stanziò 20 milioni di euro, poi nel tempo, purtroppo, se ne sono quasi perse le tracce perché ci fu successivamente molta burocrazia: la delibera CIPE del 2016 e, nel 2018, l'approvazione degli accordi operativi; e la ratifica di questi accordi è arrivata a fine 2019. Ci fu anche il sottosegretario Bonaccorsi che, nel gennaio 2020, venne nei comuni emiliani a raccontare dell'arrivo di questi soldi: in realtà, poi, da lì non se ne seppe più niente e i sindaci ancora stanno aspettando.

Personalmente, io con altri colleghi abbiamo fatto interrogazioni nel 2020; la stessa Commissione cultura, il 4 marzo, impegnava il Governo a promuovere progetti atti a favorire la conoscenza, ma nulla è servito.

Se la mia interrogazione aspetta da cinque mesi, i sindaci del percorso aspettano da anni e questo ritardo non è più tollerabile. Io chiedo che i ministri e i ministeri competenti si diano da fare, ma esorto anche i sindaci dei territori coinvolti a scrivere ai ministeri per far sì che questi soldi vengano sbloccati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bella. Ne ha facoltà.

MARCO BELLA (M5S). Grazie, Presidente. Due settimane fa abbiamo approvato una mozione con la stragrande maggioranza delle forze politiche…

PRESIDENTE. C'è un problema sul suo microfono, onorevole Bella, non si sente. Se è d'accordo, farei intervenire l'onorevole Novelli, magari cambia postazione. Onorevole Novelli, se è pronto, prego.

ROBERTO NOVELLI (FI). Grazie, signor Presidente, inizio il mio intervento spiegando perché indosso questa mascherina: questa mascherina non è il massimo dell'estetica, ma la vita quotidiana non è una sfilata di moda e la indosso per un motivo chiaro a molti. In Italia ci sono circa 7 milioni di persone con problemi all'udito; tra questi 7 milioni di persone ci sono anche molti bambini, molti bambini che frequentano le scuole. Queste persone, come i bambini, vanno a scuola, frequentano i luoghi pubblici, usufruiscono dei servizi pubblici, vanno negli ospedali e si trovano di fronte a un muro di comunicabilità. Quello di cui hanno bisogno è che ci sia la possibilità per loro di comprendere il loro interlocutore, visto che tutti quanti noi siamo costretti, a causa della pandemia, ad usare le mascherine, i dispositivi di protezione. Vado a concludere, signor Presidente: la Ministra Stefani qualche giorno fa in televisione si è presentata con una di queste mascherine e ha detto che il commissario Figliuolo avrebbe provveduto a sollecitare quella che è la certificazione per abbattere definitivamente questo muro. Sono qui per ricordarlo e sollecitare il Governo a fare, è un passo importante (Applausi).

PRESIDENTE. Proviamo se il microfono dell'onorevole Bella funziona. Sì, la sentiamo, onorevole.

MARCO BELLA (M5S). Grazie, Presidente. Due settimane fa abbiamo approvato una mozione con la stragrande maggioranza delle forze politiche per la riapertura delle scuole, ma mi trovo di nuovo costretto a intervenire in quest'Aula questa volta per lanciare un invito a Giuseppe Jossa, che è il sindaco di Marigliano, in provincia di Napoli. A Marigliano sono state chiuse le scuole fino ai primi di maggio sulla base del fatto che in alcuni istituti ci sarebbe un singolo positivo; non una classe, un solo positivo in tutto l'istituto. Con questi dati il sindaco ha pensato di chiudere. Ora abbiamo già visto che chiudere le scuole ha un effetto minimo e incerto sul controllo della pandemia, e questo ce lo dimostra quello che è successo in Campania, quello che è successo in Puglia, che sono le regioni che più di tutte hanno chiuso le scuole e sono anche le regioni più in difficoltà con il numero dei contagi. Invece è ben documentato che chiudere le scuole causa dei danni spaventosi a studentesse e studenti e alle famiglie, perché, quando i genitori sono costretti a occuparsi dei figli, questo diventa un ulteriore carico soprattutto per le donne. Per il principio di precauzione le scuole andrebbero lasciate aperte per i danni che la chiusura causa, Quindi qui mi faccio portavoce dei genitori, degli studenti, delle studentesse, dell'Associazione scuole aperte Campania, e lancio un forte appello al sindaco: ascolti i genitori, ma soprattutto ascolti la scienza, perché l'OMS e il Centro europeo per il controllo delle malattie dicono che le scuole chiuse causano più danni delle scuole aperte. Quindi, l'augurio è di vedere gli studenti di Marigliano di nuovo nelle loro aule e, se i dirigenti scolastici lo riterranno opportuno, quando la situazione pandemica lo permetterà, mi permetto di lanciare un invito a seguire i nostri lavori qua, nella tribuna, non in DAD (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Orsini. Ne ha facoltà.

ANDREA ORSINI (FI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, ricorre in questi giorni il trentesimo anniversario della scomparsa di Giovanni Malagodi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Mi pare doveroso ricordarlo, dedicando un minuto di attenzione in quest'Aula a uno dei maggiori protagonisti della storia liberale del Novecento. Malagodi, come i colleghi certamente sanno, è stato deputato per oltre 25 anni, dalla II alla VII legislatura, in questo Parlamento, e poi senatore per altri dodici, fino alla morte avvenuta nel 1991. E' stato Ministro del Tesoro nel secondo Governo Andreotti e Presidente del Senato nella IX legislatura. E' stato per oltre un ventennio segretario generale, poi presidente e, infine, presidente d'onore del Partito Liberale. Ha presieduto per molti anni l'Internazionale Liberale. Giovanni Malagodi è stato una figura anomala nella Prima Repubblica: non proveniva dalla militanza di partito, ma da una solida esperienza internazionale nel mondo bancario, formatasi all'ombra di Raffaele Mattioli e poi rappresentando l'Italia nelle istituzioni internazionali; da qui, il respiro internazionale della sua visione, insolito per la sua epoca, il suo europeismo appassionato, il suo atlantismo rigoroso. Il suo era un liberalismo proiettato al futuro, forse in anticipo per la sua epoca. Fermissimo avversario dei comunisti, ma ben lontano dalla destra missina, Malagodi si identificò con la grande stagione del centrismo, inteso non solo come formula politica, ma come atmosfera morale, ovvero espressione di fede nella libertà e nella democrazia: per questo avversò con forza la nascita del centrosinistra, vedendone con lucidità gli errori e i pericoli. Sto per concludere, Presidente. Fu anticipatore nel denunciare l'invadenza dello Stato padrone, la crescita della pressione fiscale, i pericoli per la libertà di mercato, insiti nella svolta a sinistra. Combatté con ogni forza la nazionalizzazione delle industrie elettriche, i patti agrari, l'ordinamento regionale, così come venne realizzato, e i fatti gli avrebbero dato ragione.

PRESIDENTE. Deve concludere.

ANDREA ORSINI (FI). Fierissimo oppositore dei socialisti, quando erano ancora legati al PC, nella stagione di Craxi seppe riconoscere la svolta del Partito Socialista sul terreno del riformismo, laddove, come disse più volte, egli lo stava attendendo fin dal 1940.

PRESIDENTE. Mi spiace interromperla, ma deve concludere.

ANDREA ORSINI (FI). Ho avuto il privilegio di conoscere e frequentare Malagodi quando era un giovane dirigente del Partito Liberale: ricordo l'uomo coltissimo, cosmopolita, parlava correntemente 5 lingue…

PRESIDENTE. Grazie.

ANDREA ORSINI (FI). …con il quale era un piacere discorrere non solo di politica, ma di storia, di cultura e di arte. Non ne ho condiviso tutte le scelte politiche, soprattutto negli ultimi anni, ma per noi di Forza Italia…

PRESIDENTE. Grazie onorevole, ma purtroppo è proprio oltre il suo tempo.

ANDREA ORSINI (FI). Presidente, mi lasci proprio un istante e prometto che non abuso ulteriormente del suo tempo. Volevo solo aggiungere che, per noi di Forza Italia, l'esempio del liberalismo di Malagodi rimane un punto di riferimento fondamentale. Credo sia doveroso non dimenticarlo e rendere omaggio a una figura esemplare nella storia della Repubblica e nella vita di questo Parlamento (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Verini. Ne ha facoltà.

WALTER VERINI (PD). Presidente, grazie. “Non è legata al nostro territorio, il regolamento non lo consente”: così - così! - ha detto il sindaco di un comune della mia regione, di Gualdo Cattaneo, nel respingere la proposta di assegnare la cittadinanza onoraria a Liliana Segre. E poco lontano da quel comune, a Todi, un altro sindaco ha promosso un festival del libro di chiara, chiarissima, impronta sovranista, con organizzatori che hanno legami con una destra estrema, negazionista, suprematista, a cui persino Facebook ha chiuso la pagina. Vincere le elezioni in una regione come l'Umbria non può voler dire, per la destra, rivedere storia, memoria, che affondano nella Resistenza, nella lotta al nazifascismo, ignorando anche le radici francescane di pace, accoglienza, solidarietà, insieme a quelle del patrono d'Europa, San Benedetto. Liliana Segre, Presidente, e concludo, non ha bisogno di essere cittadina di qualsiasi comune per essere cittadina del mondo, e noi comunque ci sentiamo suoi concittadini; sono semmai i sindaci come questi, che, anche se hanno vinto, dimostrano di non essere legati, loro sì, a quel territorio, alla sua storia, alla sua civiltà, che domenica prossima, 25 aprile, saranno da tutti celebrate (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sarli. Ne ha facoltà.

DORIANA SARLI (MISTO). Grazie Presidente, colleghi, intervengo oggi per denunciare i fatti gravissimi accaduti a San Didero, in Val di Susa.

Succede lì che Giovanna, un'attivista no-TAV, sia raggiunta al volto da un lacrimogeno esploso dalla polizia e che debba subire un intervento chirurgico maxillo-facciale per fratture a zigomo, orbita oculare e naso. Succede lì che alcuni poliziotti sparino lacrimogeni in linea retta e non a parabola, come previsto dai regolamenti nell'uso di questi strumenti. Succede sempre lì che, come denuncia la stessa amministrazione locale, l'occupazione militare del territorio non permetta lo svolgimento della vita quotidiana del paese.

Colleghi, il diritto a manifestare il proprio dissenso, tutelato dalla Costituzione, non può essere criminalizzato. Assistiamo, invece, a una pericolosa deriva in un territorio che da anni continua a essere sotto assedio e, purtroppo, non solo lì. La violenza non è mai una soluzione e, se vale per i no-TAV e per chiunque eserciti il suo diritto a manifestare, vale, allo stesso modo, per chi è chiamato a fare presidio in occasione di queste manifestazioni (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bartolozzi. Ne ha facoltà. D'Ettore, non si faccia richiamare. Prego.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Grazie, Presidente. Siamo alla seconda settimana della maratona oratoria e siamo domani al trentunesimo Ufficio di Presidenza nel quale ancora una volta Forza Italia insisterà per avere la calendarizzazione della Commissione di inchiesta, proposta di Forza Italia del luglio 2019 (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Presidente, Luca Palamara ha parlato. Ha detto tutto? No! Poteva parlare prima? Probabilmente sì, ma ha disvelato un sistema di intreccio tra politica e magistratura e degenerazioni delle correnti. Ma quello che è ancora più grave, Presidente, è la possibilità di parte della magistratura di condizionare dei procedimenti giudiziari e questo è intollerabile. Ecco perché, Presidente, il CSM avrebbe dovuto fare di più di quello che ha fatto, perché è vero che ha attivato il procedimento disciplinare ma, a fronte dei 133 testi che Luca Palamara aveva indicato, ne ha sentiti pochissimi, quattro o cinque. In questo modo andando in fondo hanno trovato un agnello sacrificale e lo hanno sacrificato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Allora, Presidente, è dovere di questo Parlamento - e chiudo - perché lo impone e ce lo chiede l'articolo 82 della Costituzione…

PRESIDENTE. Onorevole Cannizzaro, il cartello…

GIUSI BARTOLOZZI (FI). …andare avanti e andare fino in fondo. Forza Italia questa battaglia la farà e andrà fino in fondo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sgarbi. Ne ha facoltà per un minuto.

VITTORIO SGARBI (M-NCI-USEI-R-AC). Sono felice di parlare nella giornata in cui si è ricordato un vero Ministro e un grande Ministro come è stato Giovanni Malagodi, ma per la maratona oratoria e per la richiesta di una Commissione, che io per primo in quest'Aula, cacciato in lite con l'amica Bartolozzi che oggi è sulle stesse posizioni che ho assunto allora, la Commissione d'inchiesta non può che essere votata dal gruppo dei 5 Stelle, avendo il loro capo, tale Grillo, messo in discussione la serietà della magistratura. Se per un tempo non avrebbero voluto votare, oggi sono costretti a farlo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Il PD lo deve alla dignità della giustizia e ai tanti che sono stati indagati per ragioni politiche anche in quell'area. I 5 Stelle lo devono al loro capo che umanamente come padre oggi dubita che la scelta dei magistrati sia corretta. Non voglio ricordare Weinstein, che è stato condannato pur non essendo arrestato, ma il dubbio che fosse opportuno arrestare il figlio di Grillo è la stessa logica che ci porta a una Commissione che ci faccia capire tutto. Grazie a Grillo, grazie a Palamara (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Come già previsto dal calendario dei lavori, nelle sedute del 26 e 27 aprile avranno luogo le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri in vista della trasmissione alla Commissione europea del Piano nazionale di ripresa e resilienza, secondo la seguente articolazione convenuta tra tutti i gruppi: lunedì 26 aprile, a partire dalle ore 16 fino alle ore 20, avranno luogo l'intervento del Presidente del Consiglio dei Ministri e il conseguente dibattito generale (senza votazioni); martedì 27 aprile, a partire dalle 11, avranno luogo la replica del Presidente del Consiglio dei Ministri, il parere sulle risoluzioni presentate, le dichiarazioni di voto e le votazioni (queste ultime non avranno luogo prima delle ore 12.30).

L'organizzazione dei tempi per lo svolgimento delle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri sarà pubblicata nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Vedi l'allegato A). Ove non concluse, le discussioni generali degli altri argomenti già previsti all'ordine del giorno della seduta di lunedì 26 aprile proseguiranno al termine del dibattito generale sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri e, ove raggiunte le ore 24, tra le ore 9 e le ore 11 di martedì 27 aprile.

Nella stessa seduta di martedì 27 aprile, dopo la votazione delle risoluzioni riferite alle Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri, l'esame degli altri argomenti sarà articolato secondo i seguenti orari: ore 15,30-18,30, con prosecuzione notturna dalle ore 20 alle ore 23.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 21 aprile 2021 - Ore 10:

(ore 10 e ore 16)

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 13 marzo 2021, n. 30, recante misure urgenti per fronteggiare la diffusione del COVID-19 e interventi di sostegno per lavoratori con figli minori in didattica a distanza o in quarantena. (C. 2945-A​)

Relatori: MURA, per la XI Commissione; NOVELLI, per la XII Commissione.

2. Seguito della discussione delle mozioni Bitonci, Boccia, Martinciglio, Pettarin, Librandi, Pastorino, Angiola ed altri n. 1-00413, Lollobrigida ed altri n. 1-00463 e Trano ed altri n. 1-00465 concernenti iniziative di competenza in relazione al nuovo quadro normativo in materia di inadempienza bancaria e crediti deteriorati .

3. Seguito della discussione della proposta di legge costituzionale:

BRUNO BOSSIO; CECCANTI; BRESCIA ed altri; MELONI ed altri: Modifica all'articolo 58 della Costituzione, in materia di elettorato per l'elezione del Senato della Repubblica (Approvata, in un testo unificato, in prima deliberazione, dalla Camera e approvata, senza modificazioni, in prima deliberazione, dal Senato). (C. 1511​-1647​-1826​-1873-B​)

Relatori: CECCANTI e CORNELI.

4. Seguito della discussione delle mozioni Giarrizzo ed altri n. 1-00424 e Lollobrigida ed altri n. 1-00466 in materia di infrastrutture digitali efficienti e sicure per la conservazione e l'utilizzo dei dati della pubblica amministrazione .

5. Discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti di Fabio Porta (deputato all'epoca dei fatti). (Doc. IV-ter, n. 15-A)

Relatore: PETTAZZI.

(ore 15)

6. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

La seduta termina alle 23,25.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 4 il deputato Micillo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 5 il deputato Gariglio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 18 e 19 il deputato Sgarbi ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 2945-A - em. 1.26 422 407 15 204 30 377 88 Resp.
2 Nominale em. 1.200 399 396 3 199 42 354 85 Resp.
3 Nominale em. 1.33 400 399 1 200 61 338 84 Resp.
4 Nominale em. 1.36 389 382 7 192 38 344 84 Resp.
5 Nominale em. 1.201 396 382 14 192 29 353 84 Resp.
6 Nominale em. 1.18 402 396 6 199 32 364 85 Resp.
7 Nominale em. 1.203 432 416 16 209 35 381 88 Resp.
8 Nominale em. 1.28 434 427 7 214 29 398 86 Resp.
9 Nominale em. 1.29 431 426 5 214 45 381 84 Resp.
10 Nominale em. 1.5 433 433 0 217 55 378 84 Resp.
11 Nominale em. 1.43 436 427 9 214 36 391 83 Resp.
12 Nominale em. 1.44 431 427 4 214 39 388 83 Resp.
13 Nominale em. 1.38 417 414 3 208 44 370 83 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 21)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale em. 1.37 357 357 0 179 40 317 86 Resp.
15 Nominale em. 1.39 377 377 0 189 41 336 84 Resp.
16 Nominale em. 1.30 381 372 9 187 32 340 84 Resp.
17 Nominale em. 1.31 385 376 9 189 32 344 82 Resp.
18 Nominale em. 1.202 394 393 1 197 41 352 82 Resp.
19 Nominale art. agg. 1.0201 391 391 0 196 42 349 81 Resp.
20 Nominale art. agg. 1.0203 389 381 8 191 35 346 81 Resp.
21 Nominale art. agg. 1.0200 387 382 5 192 41 341 81 Resp.