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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 485 di martedì 13 aprile 2021

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

La seduta comincia alle 12.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

LUCA PASTORINO, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Aresta, Boschi, Corda, De Menech, Deidda, Luigi Di Maio, Gebhard, Invidia, Lapia, Lupi, Magi, Melilli, Muroni, Pretto, Schullian, Scoma, Silli, Stumpo, Tasso e Maria Tripodi sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 101, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

In morte dell'onorevole Michele Corvino.

PRESIDENTE. Comunico che è deceduto l'onorevole Michele Corvino, già membro della Camera dei deputati nella XIII legislatura.

La Presidenza della Camera ha già formulato ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

Su un lutto della deputata Raffaella Paita.

PRESIDENTE. Comunico che la collega Raffaella Paita è stata colpita da un grave lutto: la perdita del padre.

Alla collega la Presidenza della Camera ha già fatto pervenire le espressioni della più sentita partecipazione al suo dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 12,05).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori il deputato Emanuele Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). La ringrazio, Presidente. Voglio resistere alla tentazione di commentare quanto è avvenuto di nuovo ieri, nel corso di una manifestazione, a pochi passi da questo palazzo, partendo dalla condanna degli atti di violenza. Voglio, invece, prima concentrarmi sulla comprensione dell'esasperazione che in queste manifestazioni si dispiega, quell'esasperazione che si respira dietro le mascherine di cui parla oggi un autorevole editoriale del Corriere della Sera. è l'esasperazione di chi ha visto la propria attività chiusa da moltissimi mesi, di chi vede il proprio futuro materiale, economico e familiare in grave pericolo. C'è una sola risposta che la politica deve dare, che le forze parlamentari di questo Governo - e non solo - devono dare a questa esasperazione e a questa rabbia. è una risposta che viaggia su due binari: quello del raggiungimento della vaccinazione di massa della nostra popolazione, e quello delle manovre economiche atte a risarcire i pesantissimi deficit economici di queste attività - il nostro Paese ha perso quasi il 9 per cento del PIL - e atte a far ripartire quelle attività. Manovra economica e date di riapertura: questo è quello che ci chiedono i veri manifestanti che partecipano a quelle manifestazioni, gli esercenti, i commercianti e i ristoratori. Nessuno, però, si proclami, in queste ore, contemporaneamente di lotta e di Governo, nessuno fomenti le proteste, se poi non è in grado di dare delle risposte razionali, perché la linea di confine tra necessità di riapertura e necessità di sicurezza sanitaria per favorire l'apertura è molto complessa - si pensi al cambiamento del livello di pandemia in Sardegna in pochi giorni - ma questo è il nostro compito: coniugare manovra, vaccini, regole e certezze per il futuro. Altro, però, è l'infiltrarsi, Presidente, in quelle manifestazioni - come abbiamo tutti visto nei video della manifestazione di ieri e di quella della scorsa settimana - di gruppi organizzati dell'estrema destra neofascista, come CasaPound, o di altri personaggi non specificamente appartenenti a movimenti organizzati, che sfruttano l'occasione di una reale e veritiera rabbia, disperazione e frustrazione di ristoratori, di commercianti e di esercenti di attività varie, per provocare la violenza, o gli scontri con le Forze dell'ordine, a cui va sempre tutta la nostra solidarietà, anche per i feriti di questi giorni. Lanciare una bomba carta contro i poliziotti non solo è un crimine violento, ma non porterà nulla in termini di beneficio alla terribile devastazione economica che ha colpito coloro che hanno una propria attività, a chi vede la propria attività chiusa da mesi, a chi non percepisce, nella nostra attività politica, la certezza della riapertura o la certezza di un indennizzo. Nessuna violenza può essere mai compresa, nessuna violenza può essere giustificata, nessun provocatore, che sia dell'estrema destra extraparlamentare o di altro, o che sia un politico di professione, può essere giustificato o scusato; chi commette simili reati sia giudicato secondo la legge e precluso da altre manifestazioni.

Noi ci impegniamo, ci siamo impegnati e ci impegneremo perché l'apertura delle attività sia quanto più rapida possibile, perché la quantità di denaro che di nuovo va investito per l'indennizzo di queste attività sia la più copiosa possibile, perché l'attività di vaccinazione del Paese sia la più ingente e più rapida possibile e permetta presto le riaperture. Serve dialogo con il Governo, serve dare certezza e concretezza. La violenza va sempre bandita e mai accarezzata (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (IV). Anche noi, a nome del gruppo Italia Viva, volevamo esprimere solidarietà a quei poliziotti e carabinieri che ieri non dovevano stare sotto la pioggia a ricevere bottiglie o petardi in testa. Quindi, ferma condanna di tutti gli atti di violenza che sono avvenuti intorno a questo palazzo, ma, al tempo stesso, tanta solidarietà vogliamo esprimere a tutti i ristoratori d'Italia, a tutti i loro dipendenti, a tutte le persone che, se non aprono, appunto non mangiano, e quindi è molto importante che noi acceleriamo la campagna vaccinale, facciamo in modo che i ristori arrivino il prima possibile, sblocchiamo il bonus ristorazione e continuiamo ad interloquire per permettere una riapertura in sicurezza di tutti gli impianti gastronomici e dei ristoranti d'Italia. Anche un'altra cosa vorrei ribadire, Presidente: il vero obiettivo della campagna vaccinale, prima che evitare la diffusione del contagio, è quello di proteggere i più fragili, noi dobbiamo evitare la saturazione degli ospedali, la saturazione delle terapie intensive ed evitare le morti. Questo è l'obiettivo principale, che deve essere quello della campagna vaccinale, in modo che poi possiamo riaprire in sicurezza (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Anche da Fratelli d'Italia, innanzitutto, la solidarietà alle Forze dell'ordine e la condanna della violenza, che non è mai giustificata, quindi piena solidarietà alle Forze dell'ordine e totale condanna degli episodi di violenza che alcuni infiltrati hanno messo in campo ieri. Però, io credo che noi dovremmo fare un passo in avanti rispetto a questa solidarietà, perché altrimenti facciamo un esercizio sterile, di bassa oratoria politica.

Le categorie che stanno manifestando in questi giorni non sono aduse al ricorso alla piazza: ristoratori, baristi, coloro che si occupano del comparto dello sport sono abituati a lavorare da sempre, da generazioni. Se, oggi, noi abbiamo persone che non hanno mai manifestato nella loro vita che scendono in piazza e urlano il loro disagio, evidentemente qualche cosa non ha funzionato. E non ha funzionato, Presidente, soprattutto dal punto di vista degli sforzi messi in campo: abbiamo speso 150 miliardi - lo abbiamo detto in prima serata - e non sono arrivati quei 150 miliardi, abbiamo promesso una potenza di fuoco che non è mai arrivata, abbiamo scoperto, dai verbali del CTS, che nessuno ha mai detto che i ristoranti possono essere aperti a pranzo e non a cena, e questo diventa un macigno per chi è chiuso dentro casa e vede morire aziende nelle quali c'è il sangue proprio, dei propri genitori, dei propri nonni, eccetera, eccetera. è l'irrazionalità che ha accompagnato questa vostra operazione politica e le scelte politiche.Credo che il primo passo che dovrebbe fare oggi la maggioranza - lo dico suo tramite all'onorevole Fiano - sia quello di avere il coraggio di dire a questa gente esattamente come stanno le cose, perché, al contrario, si continua a balbettare e, di fatto, a prenderli in giro, sostenendo che questa Nazione ha bisogno di ristoranti chiusi, ma i mezzi pubblici sono pieni di gente e affollati, e continuando a dire a questa gente che stiamo mettendo in campo ogni sforzo per far partire bene una campagna vaccinale e poi si scopre, in prima serata, che uno Scanzi qualunque aggira una fila e si vaccina prima degli altri. Credo che questo sia il tema e, se vogliamo davvero aiutare i ristoratori, i baristi, le persone che hanno questo tipo di attività dovremmo avere il coraggio di superare quello che Conte, in realtà, ha detto all'inizio di questa storia, ossia che queste sono aziende sacrificabili. Non sono sacrificabili; dietro di loro ci sono storie, famiglie, c'è una filiera lunghissima e noi dovremmo riavvolgere il nastro e avere il coraggio di dire loro che sono importanti per ciò che rappresentano, per il made in Italy e per tutti i posti di lavoro che hanno al loro interno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ricciardi. Ne ha facoltà.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Io sfido qualsiasi esponente di qualsiasi partito politico a dire: noi vogliamo tenere chiuso. Allora, diamo una notizia: tutti qui dentro e tutte le persone che fanno politica vogliono riaprire (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ok? Qui non c'è nessuno che vuole tenere chiuso e qualcuno che vuole aprire, però l'altra notizia è: chi dice e chi soffia sulla protesta di riaprire ci deve dire come! Come conciliare una situazione pandemica nella quale le varianti stanno provocando un disastro, anche negli Stati Uniti dove, nonostante una campagna vaccinale poderosa, queste varianti - che non poteva prevedere nessuno - stanno mettendo comunque in difficoltà. È ora di dire ai nostri concittadini che il sistema delle regioni – si faceva l'ironia: “rosso”, “giallo”, oggi che colore siamo? - ha funzionato: l'Inghilterra ha fatto tre mesi di lockdown, la Francia ha fatto un lockdown a novembre, la Germania ha fatto un lockdown, mentre l'Italia, grazie a questo sistema, su cui si faceva ironia, ha portato avanti, conciliando il virus e ciò che si poteva aprire nel miglior modo possibile. Allora, le categorie hanno tutto il sacrosanto diritto di urlare la loro rabbia, di contestare la politica, hanno tutto il sacrosanto diritto perché ovviamente soffrono la situazione (e alle varie categorie aggiungo il mondo dello spettacolo, della cultura, dello sport), ma la politica ha la responsabilità di dire loro: non si può fare altrimenti. Quando ci sarà una soluzione saremo i primi, tutti insieme, a metterla in atto. Ora ci sono compagini politiche che, a differenza di qualche mese fa, hanno responsabilità di Governo e, quindi, non basta dire, con un tweet, “riapriamo”, ci si siede al tavolo e si dice come e ci si aspetta che un'opposizione che si definisce patriottica ci dica come, altrimenti non se ne esce. Quindi, sostenere in quest'Aula che il Presidente Conte ha detto che alcune categorie fossero sacrificabili è gravissimo (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché l'azione del Presidente Conte ha tutelato la salute e la vita di tutti noi nel momento più grave per questo Paese; quindi, ristabiliamo la verità e la responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.

Colleghi, colleghi c'è un altro intervento, per favore. Baldelli prego. Depurato Tonelli dopo, prima c'è il deputato Baldelli.

SIMONE BALDELLI (FI). La ringrazio, Presidente. Io onestamente non ho capito se vi siano, in questa discussione, proposte sull'ordine dei lavori in senso proprio o si tratti semplicemente di un commento a caldo sui fatti di ieri. Sta di fatto, Presidente, che, da parte di Forza Italia, oltre alla solidarietà alle Forze dell'ordine e alla condanna ferma nei confronti di ogni strumentalizzazione o di forma di manifestazione attraverso la violenza, strumentalizzazioni anche politiche che dovessero esserci, da parte di Forza Italia c'è una posizione molto chiara. Abbiamo sostenuto, sin da subito, Presidente, una linea che portasse il nuovo Governo. Lo abbiamo fatto chiedendolo al precedente, lo abbiamo fatto, con maggiore impegno, ancora di più nel nuovo, dove una delegazione di Forza Italia è presente al Governo, dove Forza Italia fa parte, non di una maggioranza politica, ma di questo Governo di salvezza nazionale. Abbiamo chiesto un incremento forte, costante e massivo delle vaccinazioni, perché, per noi, la crescita della popolazione adulta vaccinata significa una riduzione progressiva e, in un percorso programmato, dell'unica arma che, fino adesso è stata applicata nei confronti della lotta al Coronavirus, vale a dire le chiusure. Più vaccinazioni significano meno chiusure. Noi abbiamo il dovere di ascoltarle le categorie che manifestano, che manifestano con rabbia e con disagio una loro situazione, che è tanto drammatica quanto grave; è la manifestazione di chi chiede aiuto, non soltanto in questa fase ovviamente, ma chiede di poter lavorare, di poter produrre, di poter mandare avanti la propria attività. Pertanto, in questo quadro di insieme, senza strumentalizzazioni, senza cavalcare in maniera ipocrita in una direzione o in un'altra quanto accade drammaticamente e quanto accade non solo nelle attività produttive, ma anche nelle piazze - Forza Italia lo sta chiedendo da giorni - credo una cosa: così come siamo stati i primi a entrare nell'emergenza del Coronavirus - e non mi voglio mettere a fare qui una guerra di posizione su come sia stata gestita questa emergenza dal precedente Governo - credo che dobbiamo essere quelli che si siedono ad un tavolo che immagini le riaperture, non per tutti allo stesso modo, ma le immagini con un criterio che è quello scientifico, ossia utilizzare ciò che la scienza ci testimonia essere efficace e abbandonare ciò che la scienza ci dice non essere efficace o, addirittura, inutile.

Questo percorso, Forza Italia lo chiede da tempo; va fatto, a prescindere dal fatto di cronaca della manifestazione di ieri o da quanto potrà accadere oggi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), perché le manifestazioni sono un elemento di vitalità di un sistema democratico. Quando c'è qualcuno che manifesta rabbia, disagio, la politica, il legislatore e il Governo devono tenere gli occhi e le orecchie ben aperti per capire che cosa c'è che non va e per cercare soluzioni a ciò che non va. Altrettanto chiaramente, però, anche a prescindere dal fatto che ci siano manifestazioni, noi questo grido di dolore lo ascoltiamo e cerchiamo di interpretarlo ormai da mesi. Allora, credo che un progetto di riaperture controllato, ragionato, intelligente, un progetto di riaperture che dia certezze o quanto meno probabilità a quelle attività produttive, che a differenza di altre non hanno lo stipendio garantito a fine mese, abbiamo il dovere di immaginarlo e anche di realizzarlo: lo dobbiamo fare perché, in questo Parlamento, se qualcosa ha senso, ha senso poter prendere delle decisioni insieme ad un Governo, che non è un Governo politico; noi non siamo alleati politici con le forze che costituiscono questa maggioranza, votiamo la fiducia allo stesso Governo e, sulla base di questo, anche con il contributo delle forze di opposizione, questo percorso io credo vada fatto e vada fatto nell'interesse di tutti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tonelli. Ne ha facoltà.

GIANNI TONELLI (LEGA). Grazie, Presidente.

Prendo la parola con estrema soddisfazione per avere percepito, da parte di tutti i gruppi che si sono alternati nell'intervento prima di me, espressioni di solidarietà e di vicinanza verso le amministrazioni da cui provengo, ossia le Forze dell'ordine.

Quello che si sta cercando di consumare o di riproporre è un copione che – ahimè - ormai da 38 anni, da quando sono entrato in Polizia, continuamente, mi viene riproposto, quasi come se ci fosse qualcuno fuori che tentasse, in maniera oppressiva, portando una divisa, di schiacciare le libertà democratiche.

Gli operatori delle Forze dell'ordine sono in piazza per garantire il libero dissenso, per garantire ai cittadini di manifestare legittimamente il loro dissenso forte verso una situazione oramai intollerabile e inaccettabile. Io, personalmente, aderisco alle motivazioni di quelle manifestazioni. Ci sono persone che hanno lavorato tutta una vita senza cassa integrazione, senza liquidazione, senza malattia, senza nessuna tutela da parte di un socio che è lo Stato che, ogni anno, tra imposte dirette e indirette, gli assorbe oltre il 70 per cento del proprio fatturato.

Queste persone hanno ragione: hanno bisogno di risposte e di certezze. Bene ha detto Matteo Salvini, bene ha detto il Ministro Garavaglia: dobbiamo individuare delle date certe (Applausi Lega-Salvini Premier), dare delle certezze, se vogliamo riprendere! Quello che serve è il fatturato! Queste persone chiedono di lavorare; hanno ragione e non saranno gli interventi di qualche scalmanato o di qualche infiltrato a mettere in ombra le loro ragioni, che sono fortissime, veritiere, legittime, giustificate.

Certo, qualcheduno ha detto: cosa dobbiamo fare? Quello che stiamo facendo: pancia a terra e lavorare per un piano vaccini serio, per dare certezze alla gente, per riportare il Paese alla normalità, ma non possiamo non guardare ai fiumi di latte versato che oramai stanno raggiungendo il mare. Fiumi di latte versato. Abbiamo un'industria farmaceutica straordinaria in Italia, nessuno ha pensato a produrre vaccini. Ci dovevamo pensare oggi? Ci dobbiamo pensare noi? Ci doveva pensare questo Governo (Applausi Lega-Salvini Premier)! Prima nessuno ci ha mai pensato; pensavamo solo alle primule, ai banchi a rotelle! Di cosa stiamo parlando? Di stupidaggini, oserei dire.

Ma non la voglio mettere in caciara e in polemica. Voglio dire, semplicemente: prendiamo spunto dagli errori fatti e non commettiamone altri. Evitiamo un isterismo tra chiusure e aperture, diamo certezze a chi, in Italia, mantiene questo Paese, cioè gli imprenditori, chi lavora, chi ha investito il proprio capitale, la propria vita, per realizzare qualcosa, chi contribuisce con le proprie tasse a mantenere questa macchina dello Stato.

Questo noi dobbiamo fare, colleghi, e non dobbiamo consentire a nessuno di offuscare queste ragioni, che sono sacrosante, come non dobbiamo consentire a nessuno di giocare, come è stato per quarant'anni - ho visto - sulla divisione, all'interno della nostra società, tra Forze dell'ordine e manifestanti.

Io sono sempre andato in piazza, orgoglioso di tutelare il diritto a manifestare, con durezza, con fermezza, pacificamente e senza armi, come dice la nostra Carta costituzionale. Pacificamente e senza armi. Questo è quello che dobbiamo fare, però non possiamo non guardarci indietro. Lo ripeto: sono stati commessi nell'ultimo anno un'infinità di errori. Guardiamo ai Paesi esteri, stranieri. Non voglio fare il solito esempio, l'Inghilterra, ma ve ne sono tantissimi altri che hanno affrontato la situazione, in maniera diversa, con determinazione e linearità, e sono in una condizione migliore della nostra!

PRESIDENTE. Concluda.

GIANNI TONELLI (LEGA). Questo ce lo dobbiamo dire! Cerchiamo di imparare dai nostri errori e cerchiamo soprattutto di dare delle certezze agli italiani che ne hanno bisogno, ne hanno assolutamente bisogno, perché una seconda possibilità non ce l'avranno! Per questo gliela dobbiamo dare ed è un obbligo nostro. Siamo qui per questo (Applausi Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Appare ovvio che tutte le forze politiche debbano esprimere solidarietà alle Forze dell'ordine ed appare ovvio che la stessa solidarietà non può essere data a tutte quelle forze no-Mask, no-Vax, agli infiltrati di estrema destra che sfruttano queste manifestazioni per soffiare sui problemi delle persone, di chi ha delle attività, chi deve sopravvivere, nonostante questa pandemia. C'è da dire anche che pochissimi ristoratori, ieri, hanno manifestato, ma ciò non significa nulla, perché la maggior parte delle persone che hanno attualmente un'attività economica, fra quelle che sono chiuse, hanno tantissimi problemi per andare avanti, hanno debiti e non vedono un futuro. Il futuro lo vedono più alle loro spalle che davanti a loro.

Questa manifestazione è, in realtà, un sintomo di estrema incapacità. Incapacità delle regioni di elaborare un concreto piano vaccinale che poi è nazionale, e lo si vede in quanto stanno rallentando le vaccinazioni in regioni che molti dicono siano avanti rispetto alle regioni del Sud dell'Italia, come Piemonte e Lombardia, dove vi è un caos organizzato. Incapacità del Governo Draghi, che doveva essere il migliore dei mondi possibili, e si è dimostrato, in realtà, peggio del Governo che ha sostituito, tant'è vero che abbiamo aspettato due mesi per il DL “Sostegni” e con il DL “Sostegni” sono arrivati, addirittura, ristori alle stesse attività economiche più bassi dei ristori dati durante il Governo Conte.

Incapacità in primis anche del Ministero della Salute e non riguarda, ovviamente, solo questo Governo, ma riguarda anche il Governo precedente, e su questo molto dovrebbe riferire, non solo sul piano vaccinale, il Ministro Speranza. Perché in Italia, come sempre, si chiude e si fanno regole molto strette, perché lo Stato non ha capacità di controllare chi rispetta e chi non rispetta quelle regole. Noi vorremmo uno Stato che riesca a controllare il territorio, ma che permetta alle persone che, con scienza e coscienza, vogliono fare imprenditoria, che vogliono investire nella propria attività, di poter continuare a investire, di poter vivere per il bene loro, della loro famiglia, ma anche dell'intero Paese, perché se si bloccano le attività economiche, si blocca l'intero Paese. Questa è responsabilità di chi, in questi giorni, è nel Governo, ma è anche responsabilità di noi che siamo in Parlamento e ci chiudiamo dentro il Parlamento e non riusciamo a comprendere le necessità di chi vive fuori, nella realtà (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tondo. Ne ha facoltà.

RENZO TONDO (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, Presidente. Brevemente, in attesa che finisca questo balletto, per cui, quando succede qualcosa di violento, comincia la sinistra se la violenza viene ritenuta di destra, o comincia la destra se la violenza viene di sinistra, eviteremo anche l'ipocrisia di avere partiti che hanno, in qualche modo, dedicato stanze in questo Palazzo a Carlo Giuliani, a esprimere elementi di solidarietà verso la Polizia.

L'ipocrisia non ci appartiene, quindi condanna totale alla violenza e soprattutto rispetto e solidarietà alle Forze dell'ordine, ai nostri agenti di Polizia e Carabinieri che sono stati, in qualche modo, vessati in questa vicenda.

Conosco il mondo della ristorazione da una vita: credo che i ristoratori siano, per definizione, persone mansuete, non fosse altro perché il loro lavoro, il loro mestiere li porta ad un contatto gentile, dolce, con le persone che hanno di fronte.

Io penso che se le persone che, in questi giorni, hanno manifestato, l'hanno fatto con questa esasperazione, significa che sono davvero in difficoltà. Allora, la mia domanda non è che cosa chiedere ai ristoratori. La mia domanda è che cosa chiedere al Comitato tecnico-scientifico. Io vorrei che ci fosse la possibilità di interloquire con questo organismo non costituzionale che decide sulla vicenda e sulle nostre vite di tutti i giorni, perché credo che, se questi signori avessero la possibilità di confrontarsi con le persone che vivono la realtà di tutti i giorni, forse capirebbero che ci sono molte piccole cose che possono essere fatte e che non sono fatte e che, se fossero fatte, darebbero, anche a questa categoria, la possibilità di capire che qualcuno si occupa di loro.

Io credo che questa rigidità nei rapporti sia un problema che va superato, e mi auguro che la rigidità che c'è stata ieri in piazza sia ovviamente condannata ma porti a un ragionamento che consenta alle persone di sedersi attorno a un tavolo e poter riaprire quanto prima, anche perché ci sono delle condizioni che sono state imposte ad altre categorie per farlo e ci sono delle contraddizioni che, se non vengono superate, non fanno altro che alimentare ancora una rabbia, di cui non abbiamo assolutamente bisogno. Credo che il Comitato tecnico-scientifico dovrebbe essere condizionato anche dalla politica e dalla volontà di confrontarsi con le persone che vivono quotidianamente la realtà.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Stumpo. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (LEU). Grazie, Presidente. Innanzitutto voglio esprimere la mia solidarietà alle Forze dell'ordine, agli organizzatori e ai manifestanti pacifici, che pensavano di poter manifestare e, invece, sono stati invasi da gruppi fascisti e neofascisti, che fino a poco tempo fa - mi auguro non più - avevano piena solidarietà anche con alcuni partiti presenti in questo Parlamento.

Vede, c'è un modo di dire: quando uno si dichiara né di destra né di sinistra, spesso non è di sinistra: è di destra; capita spesso questo. E c'è un altro modo di fare in queste ore, quando si dice che c'è qualcuno che è ideologico e che, in ragione della propria ideologia, verifica la capacità dell'altro. Ecco, io penso che qui nessuno ha mai pensato che chiudere le attività sia stato fatto con gioia. E lo dico anche in ragione del fatto che un autorevole presidente di regione, in queste giornate, quando in un'intervista gli è stato chiesto: ma domani mattina, nella sua regione, è possibile aprire di più? Ha risposto: in questo momento non è il caso.

Allora, bisognerebbe smetterla – smetterla - di guardare, come ho sentito poco fa, sempre con l'occhio rivolto al consenso elettorale - perché altrimenti non ha senso quello che abbiamo fatto in questa fase - e guardare all'interesse della collettività. Si può continuare a sentir parlare, qui dentro, di banchi a rotelle? Lo dissi qualche mese fa, intervenendo, eppure ogni tanto riviene fuori, questo istinto di cercare il consenso fuori. Noi qui dovremmo discutere, e credo che il Governo lo stia facendo, e se qualcuno pensa che il Governo non lo stia facendo, voti contro i provvedimenti del Governo. Nessun medico ha ordinato, in questo Parlamento, di sostenere il Governo. Va bene? O si assume la responsabilità con pienezza, si hanno dei Ministri che vanno a Palazzo Chigi a fare i Consigli dei Ministri o, se non si è d'accordo, si può manifestare il dissenso o si può ritirare la delegazione dei propri Ministri dal Governo. Non c'è nessun medico che ha obbligato nessuno a stare in maggioranza.

Io penso che, in questo momento - se si vuole essere onesti -, questo ibrido che abbiamo messo in piedi può servire a dare più forza al Paese, se lo fa con senso di responsabilità; se, invece, ognuno pensa di poter lucrare qualcosa, sta arrecando un danno al Paese, non alle altre forze politiche. Ed è bene che chi governa questo Paese allora ne prenda atto e si faccia un punto serio politico, perché così, continuare a sentire le cose che si sentono, fuori e dentro questo Parlamento, da forze che sono in maggioranza, sta iniziando a diventare un momento insopportabile (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Napoli. Ne ha facoltà.

OSVALDO NAPOLI (MISTO-C!-PP). Grazie, Presidente. Ripeto la solidarietà e la vicinanza alle Forze dell'ordine e - permettetemi una piccola diversità - anche la solidarietà alle Forze dell'ordine che questa notte, nella mia Valle, nella Valle di Susa, hanno dovuto subire un nuovo attacco per quanto riguarda la TAV (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Cambiamo!-Popolo Protagonista e Fratelli d'Italia). La solidarietà va alle Forze dell'ordine anche per questo. Ebbene, Presidente, io credo di poter dire, con estremo equilibrio, che la gente non regge più, al di là dei fomentatori, che certamente hanno fatto, in questi giorni, un loro mestiere non legale; la chiusura e l'apertura, l'apertura e la chiusura; siamo ormai un anno e mezzo che andiamo avanti in questa maniera, senza riuscire ad avere una prospettiva ben chiara e futura. Credo che oggi la gente chieda questo, attraverso i vaccini e attraverso un sistema di vaccinazione che possa portare in tempi brevi al limite e alla fine di questa pandemia. Io credo di usare il buonsenso. Si dice che la gente e le categorie produttive non reggano più questa situazione e lo dico come componente di Cambiamo! Palestre, bar, ristoranti, ambulanti. Ma che diversità c'è fra l'ambulante che vende alimentari e l'ambulante che vende dell'intimo, e che una parte soltanto c'è sul mercato e l'altra parte non esiste? Ebbene, il buonsenso voleva dire che non bisognava sprecare soldi sui monopattini e sui banchi delle scuole. Mi permetta un ragionamento di due parole: i ristori sono importanti, ma meglio dei ristori vuol dire la ripresa dell'attività economica, perché la ripresa dell'attività economica porta ad una situazione economica diversa e porta a un nuovo sviluppo. I ristori hanno importanza limitatamente, ma bisogna guardare avanti. Infatti, vede Presidente, bisogna anche dire una cosa, che in questo periodo il ricco è diventato più ricco e il povero è diventato più povero, come si dice sempre, perché è anche successo questo. Allora, io credo che dobbiamo fare attenzione a quello che avviene nelle piazze e nel nostro Paese: è necessaria una tenuta sociale.

È giusta la riflessione sulla riforma degli ammortizzatori sociali, ad una condizione: non confonderla con un reddito di cittadinanza supplementare, altrimenti siamo al solito cane che si morde la solita coda. Allora, io credo che sia necessario rivedere complessivamente la situazione ed essere coscienti di una situazione arrivata al limite. Credo che questo Parlamento ne sia cosciente e che il Governo sappia come comportarsi. È ovvio che dobbiamo guardare i numeri, è ovvio, però, che dobbiamo anche guardare al fatto che siamo arrivati ad una situazione sociale che non regge più. Se abbiamo la capacità di equilibrare questi due aspetti, sicuramente la politica ne uscirà meglio, rispetto e al di là dei colori di quella che ne è uscita fino adesso. Io credo che la vaccinazione debba essere portata avanti in maniera capillare, in maniera precisa, come forse, in parte sta, avvenendo. Quella sarà la soluzione finale.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2133 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 13 marzo 2021, n. 31, recante misure urgenti in materia di svolgimento dell'esame di Stato per l'abilitazione all'esercizio della professione di avvocato durante l'emergenza epidemiologica da COVID-19 (Approvato dal Senato) (A.C. 2989​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2989: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 13 marzo 2021, n. 31, recante misure urgenti in materia di svolgimento dell'esame di Stato per l'abilitazione all'esercizio della professione di avvocato durante l'emergenza epidemiologica da COVID-19.

Ricordo che nella seduta di ieri si è conclusa la discussione generale e il rappresentante del Governo è intervenuto in sede di replica, mentre il relatore vi ha rinunciato.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 2989​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e degli emendamenti riferiti agli articoli del decreto-legge.

La I Commissione (Affari costituzionali) e la V Commissione (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

Ha chiesto di parlare sul complesso degli emendamenti la deputata Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo sul…

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, per favore. Colleghi, un po' di silenzio.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo sul complesso degli emendamenti, che abbiamo presentato e che sono stati presentati anche da altri colleghi, che si sono occupati di questo provvedimento. Noi oggi discutiamo non di un semplice provvedimento che disciplina le modalità di svolgimento dell'abilitazione forense; noi oggi siamo chiamati a decidere dell'inizio di una vita professionale di circa 26 mila praticanti avvocato.

Siamo chiamati a decidere dopo mesi, in cui loro sono rimasti appesi alla volontà, tutta politica, di sospendere, prima, la sessione di dicembre e, soltanto adesso, dettare le modalità di svolgimento per la sessione che era 2020, ormai diventata 2021. Per un praticante avvocato che ha ultimato gli studi magistrali in giurisprudenza e ha svolto la pratica forense vi è un passaggio assolutamente essenziale nella propria vita, che è quello dell'abilitazione, poter avere quel titolo che consente di esercitare la professione per la quale le famiglie si sono sacrificate per garantire gli studi universitari. Il praticante e la praticante hanno faticato, spesso con orari davvero inconciliabili con qualsiasi altro aspetto delle proprie vite, per apprendere quanto più possibile nei diciotto mesi di pratica e, poi, metterlo a frutto nella propria vita.

E, allora, io credo che, invece di guardare in maniera asettica a questo provvedimento, si dovrebbe fare uno sforzo in più, per entrare in collegamento empatico con tutti questi ragazzi che, in giro per l'Italia, attendono con trepidazione - io, fino a questa mattina, ho ricevuto centinaia di messaggi da loro - di sapere come dovranno conseguire questa abilitazione. Andiamo incontro ad una prova assolutamente straordinaria. Da decenni, la prova di abilitazione alla professione forense si è sempre svolta in forma scritta, un primo esame, e in forma orale, un secondo esame. Quest'anno, per via della situazione straordinaria che stiamo vivendo, si immagina - ed è chiaro che questa fantasia si accinga molto presto a diventare una realtà - di svolgere due prove orali. Io ho raccolto tante preoccupazioni: sicuramente, la preoccupazione maggiore è quella di una valutazione e di una difficoltà non omogenea su tutto il territorio nazionale. Infatti, tradizionalmente, le tre prove scritte sulle quali si fondava il primo degli esami per l'abilitazione erano basate su testi uguali in tutte le sedi di corti di appello, quindi non vi era il rischio di una disparità di trattamento tra Milano e Torino, tra Palermo e Catanzaro, tra Salerno e Roma. Questo perché, essendo uguali i quesiti, indubbiamente poteva cambiare - come, in effetti, spesso cambiava - la discrezionalità nella valutazione delle risposte, ma, almeno, la difficoltà del quesito era uguale su tutto il territorio nazionale. Oggigiorno, non si comprende come si possa, invece, garantire, per questa sessione dal contenuto straordinario, questa omogeneità, che, inevitabilmente, poi, si deve tradurre in una valutazione che sia equa e conforme per tutti. Ecco perché uno dei nostri emendamenti è finalizzato a introdurre dei quesiti che siano stabiliti a livello centrale; poi, magari, il Governo potrà chiedere l'ausilio del CNF o di altri organi rappresentativi dell'Avvocatura per formulare i quesiti. Ma - si badi bene - non vi è la volontà, da parte nostra, di semplificare l'esame, come erroneamente qualcuno ha immaginato, ed infatti i quesiti altro non sarebbero se non i pareri, come li abbiamo conosciuti nelle altre sessioni degli anni scorsi. Quindi, evidentemente, la predisposizione di qualche centinaio di quesiti altro non farebbe se non agevolare questa valutazione uniforme su tutto il territorio nazionale e non, contrariamente a come si è sostenuto, banalizzare questo esame, come se fosse quasi quello per conseguire il titolo abilitativo alla guida delle autovetture. Perché è evidente che sempre di quesiti si è trattato: prima, erano due pareri per ciascuna materia e tre ipotesi di atto per la prova del terzo giorno, adesso sarebbero diverse centinaia di quesiti da sviluppare oralmente, previa analisi del problema giuridico, della questione giuridica sottoposta. L'eccessiva discrezionalità in un esame soltanto orale è, ovviamente, una preoccupazione che ricorre frequentemente in tutte le note, in tutte le audizioni che sono state svolte su questo provvedimento. Quindi, evidentemente, non c'è la volontà o la richiesta, da parte delle tante associazioni di praticanti avvocato, di semplificare l'esame, ma le stesse chiedono semplicemente una possibilità che sia allo stesso livello di difficoltà in tutta Italia, e io credo che uno sforzo in questa direzione, per dare questa garanzia, vada fatto.

Peraltro, nelle ipotesi in cui, in passato, ci sono stati dei candidati che hanno ritenuto di fare ricorso alla competente autorità giudiziaria per sovvertire la valutazione che dei propri elaborati era stata data, tali candidati si sono imbattuti proprio nella difficoltà di andare a dimostrare l'esercizio arbitrario o meno di quella discrezionalità. Ecco perché, a nostro avviso - e almeno questo suggerimento mi auguro che il Governo voglia accoglierlo -, è necessario un obbligo di motivazione rafforzata laddove si ritenga di bocciare uno dei candidati, perché è evidente che, non essendovi neanche il testo scritto sul quale poter fondare un ricorso, è opportuno quantomeno che la motivazione della bocciatura che venga adeguatamente esplicitata nel verbale di seduta.

Abbiamo anche ritenuto contrastante con un altro provvedimento - che è quello sull'avvocato specialista - di questa legislatura la scelta di imporre, in questa fase - ripeto, straordinaria - l'obbligatorietà di determinate materie, come diritto penale e diritto civile, a prescindere dallo svolgimento della pratica. Forse, poteva essere un primo step per eliminare una nuova generazione di tuttologi, nel senso della specializzazione alla quale mi pare che, nel corso di questa legislatura, si voglia tendere.

Quindi, la preoccupazione principale che io mi sento di condividere, Presidente, è questa, ancor più in una fase straordinaria come quella che stiamo vivendo, in cui - è bene dirlo - tante altre professioni hanno visto delle semplificazioni nell'accesso alle stesse, a differenza di quella forense, che, al contrario, rischia di vedere un irrigidimento dei presupposti per conseguire il titolo abilitante.

Quindi, sulla scorta di queste considerazioni, ritenendo indispensabile che l'esame mantenga, come è stato nei decenni passati per intere generazioni di avvocati, la serietà, la capacità di consegnare questo agognato tesserino soltanto a chi realmente lo merita, soltanto a chi realmente vuole, poi, impiegare il proprio tempo all'interno dei tribunali italiani, rafforzando la propria professione, e non a chi considera questa professione come un ripiego temporaneo, magari, in attesa di vincere qualche concorso o di andare a fare altro nella vita, rispetto a tutte queste circostanze, noi riteniamo che dei miglioramenti a questo provvedimento possano ancora essere adottati.

Inoltre, un passo avanti nei confronti di questi ragazzi e ragazze sarebbe quello di immaginare una riapertura dei termini, perché, difficilmente, per le premesse che ci sono oggi, noi possiamo immaginare che, iniziando una nuova versione d'esame, verosimilmente, a maggio-giugno, si possa pensare che a dicembre si svolgerà la sessione ordinaria secondo il vecchio metodo. Quindi, probabilmente, far rientrare in questa sessione straordinaria anche chi ha conseguito il certificato di compiuta pratica dopo il termine di scadenza della sessione di dicembre sarebbe un gesto nobile da parte di un legislatore o da parte di un Governo, che se l'è presa così comoda nel decidere della vita professionale di tanti giovani italiani.

Quindi, l'approccio di Fratelli d'Italia, come sempre, è un approccio costruttivo, è l'approccio di chi ha ascoltato le categorie, ha ascoltato i soggetti che sono stati auditi e ha, poi, formulato le proprie proposte con la modalità che sta contraddistinguendo nel corso di tutta la legislatura il nostro essere un partito di opposizione, fino a quando, naturalmente, il voto popolare non ci assegnerà altro ruolo.

Allora, al momento mi fermo qui, ma credo che un supplemento di riflessione su questo provvedimento vada fatto ora, perché non si può più aspettare, non è più possibile lasciare nel limbo questi 26 mila aspiranti avvocati.

È per questo che noi non svolgeremo alcuna attività tra quelle comunemente, giornalisticamente, definite di ostruzionismo, perché ci rendiamo conto che, al di là del merito, condivisibile o meno, di questo provvedimento, ci sono 26 mila giovani fuori che aspettano dalla politica risposte (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Nel merito ha già anticipato l'intervento la mia collega, onorevole Varchi. Noi siamo consapevoli che si arriva ad esaminare questo provvedimento in Aula molto tardi, quindi molto a ridosso ormai di scadenze e di tempistiche che sono stringenti per consentire l'effettivo svolgimento in tempo utile di questa prova d'esame, e quindi siamo consapevoli che l'obiettivo primario è consentire il celere svolgimento dell'esame di avvocato che non si è svolto nel dicembre del 2020.

Ovviamente, ci fosse stato più tempo, e quindi una migliore programmazione da parte del Governo precedente, e in piccola parte di quello attuale, che ha ereditato il fascicolo, ci sarebbe stato anche molto più tempo per un'approfondita analisi degli emendamenti allo scopo di migliorare la base del decreto-legge.

Arrivati a questo punto, noi abbiamo deciso di presentare pochi, mirati emendamenti, che riteniamo essere migliorativi, e quindi con un'intenzione assolutamente costruttiva, ma non ci avvaliamo di ogni singolo minuto a disposizione e non faremo, come si dice in gergo, ostruzionismo, perché riteniamo che lo scopo fondamentale sia arrivare celermente al risultato che tanti praticanti avvocati aspettano da troppo tempo.

Ovviamente, auspichiamo che le proposte che abbiamo formalizzato negli emendamenti, nel caso non venissero approvati dall'Aula, possano trovare accoglimento negli ordini del giorno, che in questo caso assumono una valenza concreta importante, nel senso che non sarebbero delle mere enunciazioni di principio, simboliche, sulle quali nessun impegno e nessun atto concreto poi conseguirebbe, ma possano essere in realtà degli indirizzi dell'Aula immediatamente recepiti nella stesura del DM attuativo che sarà emanato immediatamente dopo l'approvazione in Aula e la pubblicazione di questa conversione in legge del decreto.

Quindi, con spirito costruttivo, tenendo presente quello che è l'obiettivo principale, quindi quello di consentire a un'intera generazione di praticanti avvocati di essere messi in condizione di effettuare l'esame più importante della loro vita professionale, con questo intento auspichiamo che reciprocamente, da parte della maggioranza e del Governo, ci sia disponibilità a migliorare, laddove è possibile, nel decreto ministeriale i contenuti e le indicazioni previste da questo decreto.

Abbiamo concluso l'illustrazione del complesso degli emendamenti e credo che si possa più celermente procedere, almeno per quanto ci riguarda, con una votazione dei singoli emendamenti, senza un allungamento dei tempi su ogni singolo emendamento.

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Grazie, Presidente. Per tutti gli emendamenti invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Perfetto. Il Governo?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Analogamente al relatore, Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.2 Varchi, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1 Varchi, con il parere contrario di Commissione, Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.01 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario di Commissione, Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.16 Varchi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.17 Varchi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.28 Lucaselli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.21 Varchi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Passiamo all'emendamento 2.1 Colletti.

Ha chiesto di parlare il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (MISTO-L'A.C'È). Sì, Presidente. Brevemente, speravo sinceramente che questa novità dell'esame orale portasse, altresì, delle novità per modernizzare l'esame di abilitazione forense: una fra tutte è la questione dettatura, ovvero stampa; infatti, normalmente, l'esame di abilitazione forense avviene con il presidente di commissione, che, in una sala con 500, 1.000 persone, detta la traccia o più tracce per il compito, in un'atmosfera abbastanza surreale, con dettature che durano tra l'ora e le due ore. Ora, siamo nel 2021 e sono conscio che solo da qualche anno è stata inventata la stampa: con questo emendamento vorrei far entrare nella normativa emergenziale proprio questa novità, che è l'invenzione della stampa, ovvero non fare più la dettatura, che fa perdere tempo a tutti, fa perdere tempo alla commissione, fa perdere tempo agli esaminandi, ma semplicemente consegnare il testo del quesito. Io credo che, dovunque, si possa lavorare, in futuro, sulla consegna dell'elaborato e non parlo solo per questo singolo evento, ma soprattutto per quando dovremmo andare a ristrutturare finalmente l'esame di abilitazione forense.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Miceli. Ne ha facoltà.

CARMELO MICELI (PD). Grazie, Presidente. Solo per rispondere, suo tramite, al collega Colletti. Collega, il sistema della dettatura è uno strumento attraverso il quale si consente agli esaminandi di avere più tempo di apprendere la traccia dettata e riflettere, quindi, sulle questioni giuridiche sottese alla traccia stessa. Il sistema di trascrizione è il primo e più importante metodo attraverso il quale l'esaminando viene a contatto diretto con la traccia e, quindi, comincia ad apprendere. Pertanto, è un tempo aggiuntivo e giammai un dispendio di energie e di tempo per l'esaminando. E' qualcosa di assolutamente utile, che tendiamo a difendere.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.1 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.30 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.29 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 2.24 Varchi e 2.100 Trano, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.18 Varchi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.19 Varchi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.2 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.31 Varchi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.101 Trano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.25 Varchi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.26 Varchi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.3 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.20 Varchi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.22 Varchi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.23 Varchi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.27 Varchi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.32 Varchi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.4 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2.01 Lucaselli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.6 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.7 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.2 Varchi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.3 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.5 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.4 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 5.1 Varchi e 5.100 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Avverto che, consistendo il disegno di legge in un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2989​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Avverto che in è distribuzione la nuova formulazione degli ordini del giorno n. 9/2989/4 Di Sarno, n. 9/2989/5 Scutellà e n. 9/2989/13 Varchi.

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere. Prego, sottosegretario Sisto.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Presidente, poiché sono arrivati in questo momento delle riformulazioni, le chiederei qualche minuto per poterle compiutamente esaminare.

PRESIDENTE. Dieci minuti o cinque?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Dieci è più corretto.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta per dieci minuti.

La seduta, sospesa alle 13,25, è ripresa alle 13,35.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 2989​)

PRESIDENTE. Chiedo al Governo di esprimere i pareri.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Ordine del giorno n. 9/2989/1 Annibali, analogamente all'ordine del giorno n. 9/2989/22 Zanettin, parere favorevole con riformulazione, che mi accingo a leggere. La parte motiva, la premessa è quella dell'ordine del giorno n. 9/2989/1 Annibali; il dispositivo è il seguente: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di adottare iniziative, anche di normazione secondaria, volte a prevedere la possibilità, in capo alle commissioni esaminatrici, di adeguare, secondo criteri di ragionevolezza ed equità, il termine di durata della seconda prova orale”. Così riformulati gli ordini del giorno n. 9/2989/1 Annibali e n. 9/2989/22 Zanettin, il parere è favorevole, ove fosse accettata la riformulazione. Per quanto riguarda gli ordini del giorno n. 9/2989/2 Vitiello, unitamente agli ordini del giorno n. 9/2989/5 Scutellà, n. 23 Zanettin e n. 9/2989/13 Varchi, la parte motiva è quella dell'ordine del giorno n. 9/2989/2 Vitiello; il dispositivo è questo: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di prevedere, anche in sede di normazione secondaria, la definizione di criteri per la formulazione dei quesiti, al fine di consentire la migliore valutazione dei candidati”. Ove fosse accolta questa riformulazione, sugli ordini del giorno n. 9/2989/5 Scutellà, n. 23 Zanettin, n. 9/2989/13 Varchi e n. 9/2989/2 Vitiello il parere è favorevole.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/2989/23 è di Turri, non di Zanettin. Quindi, il parere sull'ordine del giorno n. 9/2989/23 Turri è favorevole con riformulazione?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Presidente mi riferivo all'ordine del giorno n. 9/2989/22 Zanettin: ho sbagliato io.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/2989/22 Zanettin lo aveva già riformulato, unitamente all'ordine del giorno n. 9/2989/1 Annibali.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Un attimo. Allora, effettivamente l'ordine del giorno n. 9/2989/22 Zanettin lo avevo già richiamato, con riguardo al primo ordine del giorno, quindi è escluso da questa riformulazione.

PRESIDENTE. Va bene. Quindi, il parere sull'ordine del giorno n. 9/2989/23 Turri?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. L'ordine del giorno n. 9/2989/23 Turri è l'ultimo e lo tratterò per ultimo.

PRESIDENTE. Va bene.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Allora, per quanto concerne gli ordini del giorno n. 9/2989/3 Ferri e n. 9/2989/4 Di Sarno il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2989/5 Scutellà abbiamo detto che il parere è favorevole con riformulazione. Ordini del giorno n. 9/2989/6 Cimino, n. 9/2989/7 Montaruli, n. 9/2989/8 Bignami, n. 9/2989/9 Ciaburro, n. 9/2989/10 Frassinetti: parere contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2989/11 Maschio il parere è contrario però, per quanto concerne il tema dei codici a disposizione, riteniamo che questa sia una materia che poi debba essere ulteriormente esaminata nell'ambito del DM. Quindi, il parere è contrario, ma assicuro al collega Maschio che la questione sarà oggetto di riflessione nell'ambito del DM. Ordine del giorno n. 9/2989/12 Lucaselli, parere favorevole con riformulazione. La riformulazione è eliminare dalla parte motiva le parole da “i circa 26.000” fino a “regolamentate”, quindi rimarrebbero soltanto i primi due paragrafi e il dispositivo sarebbe il seguente: “Tanto premesso, impegna il Governo a valutare la possibilità di adeguare il numero delle sedi di esame per lo svolgimento della seconda prova orale, al fine di prevenire il rischio di assembramenti”. Se fosse accolta la riformulazione in questo senso, il parere sarebbe favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2989/13 Varchi il parere è favorevole con riformulazione, come detto.

Ordini del giorno n. 9/2989/14 Ferro, n. 9/2989/15 Delmastro Delle Vedove, n. 9/2989/16 Caretta e n. 9/2989/17 Iovino: parere contrario.

Ordine del giorno n. 9/2989/18 Bucalo, parere favorevole con questa riformulazione, ovvero va eliminato nella parte motiva “a questo proposito”, fino a “pertanto”; e, quindi: si impegna il Governo a valutare l'opportunità a che il termine “corretto funzionamento” sia interpretato come collegamento idoneo a garantire il contatto tra il candidato e la sottocommissione. Ove fosse accolta questa riformulazione, il parere sarebbe favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2989/19 Albano, parere favorevole con riformulazione. Va bene la parte motiva, ma si chiede semplicemente di eliminare dalla stessa: “si evidenzia la necessità di rafforzare espressamente detta eventualità anche nella presente norma di legge”; ciò, per una evidente incompatibilità.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2989/20 Gagliardi?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Volevo leggere la riformulazione, Presidente: impegna il Governo a valutare la possibilità che ai candidati diversamente abili possa essere puntualmente applicato quanto previsto dall'articolo 20 della legge n. 104 del 1992, secondo le indicazioni che verranno fornite dalla Commissione. Se fosse accolto con questa riformulazione, vi sarebbe parere favorevole.

Ordini del giorno n. 9/2989/20 Gagliardi e n. 9/2989/21 Cirielli, parere contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/2989/22 Zanettin il parere è favorevole con riformulazione e sull'ordine del giorno n. 9/2989/23 Turri il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2989/1 Annibali, accetta la riformulazione? Sì va bene. Ordine del giorno n. 9/2989/2 Vitiello, accetta la riformulazione? Sì va bene.

Ordine del giorno n. 9/2989/3 Ferri, parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2989/3 Ferri, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Ordine del giorno n. 9/2989/4 Di Sarno, parere contrario. Lo pongo in votazione, Di Sarno? No, lo ritira. Ordine del giorno n. 9/2989/5 Scutellà, parere favorevole con riformulazione. Accetta la riformulazione? Perfetto. Ordine del giorno n. 9/2989/6 Cimino, parere contrario. Cimino, lo pongo in votazione? E' ritirato.

Ordine del giorno n. 9/2989/7 Montaruli, il parere è contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2989/7 Montaruli.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Ordine del giorno n. 9/2989/8 Bignami: il parere è contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2989/8 Bignami.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Ordine del giorno n. 9/2989/9 Ciaburro: il parere è contrario.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2989/9 Ciaburro.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Ordine del giorno n. 9/2989/10 Frassinetti: il parere è contrario.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2989/10 Frassinetti.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Ordine del giorno n. 9/2989/11 Maschio: il parere è contrario.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2989/11 Maschio.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Ordine del giorno n. 9/2989/12 Lucaselli. Accetta la riformulazione? Perfetto. Ordine del giorno n. 9/2989/13 Varchi. Accetta la riformulazione? Perfetto. Ordine del giorno n. 9/2989/14 Ferro, con parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2989/14 Ferro.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2989/15 Delmastro Delle Vedove, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

Ordine del giorno n. 9/2989/16 Caretta, con parere contrario del Governo.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2989/16 Caretta.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

Ordine del giorno n. 9/2989/17 Iovino, con parere contrario. Lo ritira o lo pongo in votazione? Ritirato. Ordine del giorno n. 9/2989/18 Bucalo. Accetta la riformulazione? Bene. Ordine del giorno n. 9/2989/19 Albano. Accetta la riformulazione? Va bene. Ordine del giorno n. 9/2989/20 Gagliardi, con parere contrario. Lo ritira o lo metto in votazione? lo votiamo? Lo ritira.

Ordine del giorno n. 9/2989/21 Cirielli: il parere è contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2989/21 Cirielli.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Ordine del giorno n. 9/2989/22 Zanettin: il presentatore accetta la riformulazione? Sì, perfetto.

Ordine del giorno n. 9/2989/23 Turri: il parere è favorevole.

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2989​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare il deputato Lombardo. Ne ha facoltà.

Per favore, sta per intervenire un vostro e nostro collega.

ANTONIO LOMBARDO (MISTO-FE-FDV). La ringrazio, Presidente. Ci apprestiamo a votare il decreto-legge recante misure urgenti in materia di svolgimento dell'esame di Stato per l'abilitazione all'esercizio della professione di avvocato che, in modo assolutamente straordinario, quest'anno verrà svolto con modalità assolutamente nuove e differenti rispetto al metodo tradizionale.

Avremmo senz'altro auspicato e preferito che tutti gli aspiranti avvocati avessero svolto quest'anno l'esame di abilitazione come è stato storicamente sempre svolto nel corso degli anni da tutti gli avvocati italiani. Peraltro, l'esame - lo ricordo - consta di tre prove scritte e di una prova orale. Peraltro, l'esame andrebbe sottoposto a una revisione; di questo credo si stia occupando la competente Commissione che ha all'ordine del giorno alcune proposte di riforma. Detto questo, sarebbe stato auspicabile mantenere l'ordinarietà di questo importante esame ma le misure contingenti non lo permettono. Chi ci è passato lo sa: l'esame di avvocato, soprattutto per quanto riguarda la prova scritta, prevede grandi assembramenti, grandi mobilitazioni di folle e, quindi, non sarebbe materialmente possibile. Giocoforza, quest'anno gli aspiranti avvocati saranno costretti a utilizzare un metodo assolutamente diverso. Questo incide anche e soprattutto sulla loro preparazione all'esame poiché, generalmente, i corsi che vengono svolti per l'abilitazione alla professione forense vengono incentrati soprattutto sulla prova scritta. Questo modifica un po' tutto l'impianto, modifica tutto quello che si aspettavano gli aspiranti avvocati.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO (ore 13,55)

ANTONIO LOMBARDO (MISTO-FE-FDV). Chi ci è passato lo sa: per gli aspiranti avvocati questo esame è un po' il punto nodale della vita professionale, dopo anni di studio e di tirocinio; è un esame fatto di ansia, di passione, di paura. Quindi, averli lasciati, in questo periodo, col fiato sospeso e senza alcuna certezza non è stato il massimo ma, purtroppo, le situazioni che riguardano la crisi pandemica impongono sicuramente nuove modalità di esecuzione dell'esame. Questo va compreso da parte di tutti gli operatori del diritto e, soprattutto, da parte di tutti i ragazzi che si appresteranno a effettuare questo esame.

Nel passaggio al Senato, sono state approvate alcune modifiche importanti. Questo ha modificato favorevolmente tutto l'impianto normativo. Il punto nodale ovviamente è costituito dalla prima prova che sostituisce la prova scritta. Si tratta di una prova orale di un'ora, dove verranno sottoposti agli aspiranti avvocati dei quesiti e, in particolare, una questione pratico-applicativa nella forma della soluzione di un caso che postuli conoscenze di diritto sostanziale e di diritto processuale. Orbene, per lo svolgimento di questa prova, per la quale, come dicevo, verrà assegnata un'ora, di cui trenta minuti per l'analisi del quesito e trenta minuti per la sua soluzione, occorre anche attendere il decreto ministeriale che disciplinerà la stessa. Auspichiamo che sia quanto più intuitiva, che vengano formulati quesiti quanto più semplici e omogenei, poiché tutti gli aspiranti avvocati si sono preparati in un certo modo e ora, nel giro di pochi mesi, si stanno ritrovando di fronte a un'altra modalità, assolutamente differente, di svolgimento della prova. Noi speriamo che il Ministro competente possa porre in essere dei quesiti assolutamente intuitivi che siano di pronta soluzione dal punto di vista giurisprudenziale, poiché in un'ora non è semplice per nessun operatore del diritto sia analizzare e inquadrare la fattispecie giuridica sia dare una corretta risoluzione.

In ogni caso, alla luce delle considerazioni che ho rappresentato, annuncio il voto favorevole sul provvedimento da parte del la componente del gruppo Misto Facciamo Eco-Federazione dei Verdi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (MISTO-L'A.C'È). Grazie Presidente, come componente L'Alternativa c'è voteremo favorevolmente su questa legge di conversione del decreto-legge. È un decreto arrivato in estremo ritardo, perché doveva essere predisposto dal Governo già alcuni mesi fa, ed è un decreto quasi necessitato nel senso che, con l'attuale situazione pandemica, sarebbe stato, ahimè, impossibile fare delle prove scritte. In realtà, questo decreto doveva essere valutato anche per valutare una possibile modifica delle norme sull'esame di abilitazione forense per quando - si spera presto - l'emergenza terminerà, poiché attualmente l'esame di abilitazione è un esame non meritocratico, che non verifica compiutamente le capacità dei praticanti avvocati e che non serve nemmeno a formare e informare i futuri clienti e assistiti dei futuri avvocati sulle qualità di questi ultimi. Dovremmo rivalutare completamente la strutturazione del presente esame. Questo Parlamento, in questa legislatura, ha perso ben tre anni. Si spera che riusciremo, magari con questo nuovo Governo quasi di unità nazionale, che comunque sta facendo quasi peggio del precedente, di riuscire a far lavorare meglio le Commissioni parlamentari che, soprattutto per quanto riguarda la Commissione giustizia, in questi anni, a differenza delle scorse legislature, praticamente hanno quasi non lavorato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Conte. Ne ha facoltà.

FEDERICO CONTE (LEU). Grazie, Presidente. Intervengo per anticipare la dichiarazione di voto favorevole del gruppo Liberi e Uguali sulla conversione del decreto-legge messo a punto dal governo e dalla ministra Cartabia per offrire una soluzione ai 26 mila aspiranti candidati che, per la prima volta dal dopoguerra ad oggi, non hanno potuto sostenere l'esame di selezione lo scorso dicembre.

è stato fatto uno sforzo importante per tenere in equilibrio e contemperare le esigenze che si sono poste di celebrazione dell'esame e di mantenimento della sua capacità selettiva, che è fondamentale per la formazione di una classe professionale all'altezza dei ruoli e dei compiti che deve svolgere in una società sempre più complessa e conflittuale, all'interno della quale il ruolo dell'avvocato assume una funzione fondamentale, non solo di carattere liberale, ma anche di carattere democratico. Gli avvocati sono i primi soccorritori dei cittadini che si trovano a dover affrontare un conflitto con altri cittadini e con lo stesso Stato; devono garantire, con la loro presenza qualificata e competente, un'assistenza adeguata e per poterlo fare devono formarsi in maniera adeguata.

Questo intervento del Governo, che ovviamente serve a porre rimedio alla emergenza determinatasi con la pandemia sanitaria da COVID-19, non risolve evidentemente il problema più complessivo della formazione dell'avvocato, che deve riguardare il suo stesso percorso universitario, all'interno del quale devono essere iniziati quelle scelte e quegli indirizzi che poi lo formeranno successivamente sul campo. E, però, il meccanismo messo a punto sembra adeguato a garantire una scrematura e una verifica delle sue attitudini e della sua idoneità. C'è una prova preselettiva, sebbene svolta con la forma orale, che riguarda un quesito pratico-applicativo, sul quale il candidato si può cimentare, avendo mezz'ora di tempo a disposizione per studiarlo, con l'ausilio dei codici commentati e delle leggi, prendendo appunti che potrà poi utilizzare nella seconda mezz'ora, per spiegare la sua soluzione alla sottocommissione che lo esaminerà. Ciò consentirà di far arrivare alla seconda prova orale un numero di persone che ha i requisiti adatti per candidarsi ad ottenere l'abilitazione. La seconda prova, sempre con la modalità orale, avrà uno svolgimento tra i 45 e i 60 minuti, durante i quali evidentemente la sottocommissione potrà verificare le qualità effettive di quel candidato selezionato in prima battuta.

C'è stato un intervento al Senato molto utile, per evitare un inutile appesantimento del carico di lavoro dei candidati, che potranno scegliere per la prova preselettiva una tra le materie del diritto civile, del diritto penale e del diritto amministrativo, in relazione alle quali verranno sorteggiati i quesiti posti. Lo stesso candidato, qualora dovesse risultare promosso alla prova preselettiva, che verrà valutata con tre componenti, che potranno esprimere un voto fino a 10 ciascuno e, quindi, con 18 su 30, qualora passi alla seconda prova, potrà ovviamente nuovamente cimentarsi sulla materia scelta, così da salvaguardare quella che probabilmente è stata la sua materia di specializzazione durante la pratica. Ma dovrà affrontare evidentemente, nella seconda prova, anche il diritto processuale civile, il diritto processuale penale, il civile o il penale, se ha sostenuto l'altro nella prova selettiva, e altre due materie a scelta. Se avrà selezionato, nella prima prova, il diritto amministrativo, dovrà sostenere correttamente nella seconda prova sia il diritto civile che il diritto penale. Tutto questo sarà possibile, perché il Ministero ha posto in essere uno forzo straordinario e, riducendo il numero dei componenti delle sottocommissioni da 5 a 3, è riuscito a moltiplicarle fino al numero di 250, che fanno dire convintamente alla Ministra che entro il mese di luglio verranno esaurite tutte le prove selettive, che sostituiscono, come sappiamo e come ho detto, la prova scritta.

C'è da dire che la sicurezza della celebrazione di questa selezione di esame verrà garantita con l'utilizzo molto incisivo delle modalità telematiche di celebrazione delle prove, sicuramente della prova prima, quella selettiva, che verrà svolta dal candidato in una delle sedi del proprio distretto di corte di appello, cioè del distretto di corte d'appello dove ha celebrato la pratica, con egli in presenza, insieme al segretario di quell'ufficio e in collegamento da remoto con la sottocommissione, sorteggiata dal Ministero per la valutazione della prova selettiva. La seconda si svolgerà evidentemente in presenza ed eventualmente, a seconda delle circostanze e della valutazione che verrà fatta dalla sottocommissione del distretto di corte di appello di appartenenza, in modalità da remoto o in presenza.

Si tratta di un meccanismo evidentemente complesso, evidentemente nuovo, che, come ho detto, cerca di porre rimedio a un'emergenza assoluta e grave, che riguarda gli aspiranti avvocati in Italia. Io credo che tenga bene insieme tutte le istanze; quelle di natura personale, l'aspirazione a vedersi riconosciuta l'abilitazione; quella di interesse collettivo, la scelta selettiva di persone che svolgano in maniera adeguata e competente la professione; quella della sicurezza nella celebrazione di questa procedura.

Sarà sicuramente un momento di sperimentazione, Presidente, non privo di grandi contributi di novità e di spunti, per quella che è la riflessione che il Parlamento poi dovrà fare per una riforma, che adesso, per i fatti che sono avvenuti e per la storia che si è determinata, siamo chiamati a pensare rispetto al modello tradizionale, che il COVID-19 ha reso ancora più datato e inadeguato di quanto già ci apparisse. È un momento, quindi, per ascoltare, per capire, per osservare e per verificare gli spazi che ci sono per dare un'ulteriore spinta al mondo della professione legale, affinché vada sempre di più verso il profilo della qualificazione e della competenza e perda sempre più il profilo della funzione assistenziale, che in qualche modo e soprattutto in alcune parti del Paese l'attività di avvocato è andata assumendo. Spero che questa difficoltà rappresenti una opportunità. Molto dipenderà dai giovani avvocati italiani, che sono una risorsa straordinaria e che saranno capaci di dare una buona prova di loro (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (IV). Grazie, Presidente. A nome del gruppo parlamentare Italia Viva, dichiaro di votare a favore di questo provvedimento. Ne rivendichiamo anche lo stimolo, che già avevamo fatto al Governo “Conte 2” e che, purtroppo, non è stato recepito.

In piena pandemia, molti ordini professionali pensavano a come disciplinare l'esame di Stato, a trovare delle soluzioni, a cercare di avere dei criteri, per garantire meritocrazia, professionalità e il diritto alla salute, e avevano trovato delle soluzioni. Penso ai commercialisti, e a tanti altri ordini professionali. Chiedevamo, quindi, con insistenza, all'allora Ministro Bonafede di dire qualcosa, di trovare delle soluzioni, di dare delle certezze a 26 mila persone, giovani, che dopo una lunga pratica legale avevano il diritto di sapere una data di esame e di sapere come poter arrivare a mettersi alla prova e sostenere degli esami, come ogni anno veniva fatto. Quindi, chiedevamo di trovare delle soluzioni, senza spirito polemico, ma costruttivo, perché, nel confronto, pensavamo che si potesse arrivare alla soluzione più giusta. Ecco, ricordo ancora in Commissione giustizia, quando presentammo un'interrogazione in materia, che il Ministro Bonafede - mi dispiace dirlo - ci rispose con un post, ancor prima che il sottosegretario leggesse la risposta del Ministero, rinviando le prove ad aprile. Quindi, da dicembre si passava ad aprile, senza però spiegarne le ragioni e mantenendo le regole, quelle classiche, quelle previste da un regio decreto del 1933. Infatti, quando ho sentito anche diversi colleghi che sono intervenuti sul tema dell'accesso alla professione e quindi all'esame di abilitazione, non dimentichiamoci che le regole sono dettate appunto dal norme del 1933, perché sono state fatte delle modifiche poi negli anni successivi, ma non sostanziali, quindi quello che vige è ancora il regio decreto del 1933 in tema di esami di Stato per l'accesso alla professione legale. Quindi, dovevamo trovare delle soluzioni, e niente è stato fatto. Anzi, in questo post, il Ministro Bonafede ci informava che si rinviava ad aprile, ma che le prove rimanevano quelle dello scritto, dei tre giorni dedicati agli scritti, e parliamo di 26 mila persone. Quindi, in un momento in cui chiedevamo al Paese di stare a casa, con zone rosse, divieto di assembramento, musei chiusi, scuole chiuse, tutto chiuso, mandavamo 26 mila persone a fare l'esame.

Questo non era possibile, occorreva trovare una soluzione. In questo post, ci viene detto: no, ad aprile le cose rimarranno, poi vedremo le modalità, le dividiamo, forse, in più sedi. Ecco, è bastato - e questo è uno dei tanti motivi -, ma è stato il primo atto del Governo Draghi, perché la prima risposta che ha dato il Governo Draghi è stata proprio sull'esame di Stato e su quello che noi, come gruppo parlamentare anche di Italia Viva, avevamo sollecitato al Ministro della Giustizia. Cosa ha fatto la Ministra Cartabia? Una cosa semplicissima. Per prima cosa, ha detto che c'è questo problema, va affrontato subito, perché, poi, i candidati - ripeto, 26 mila persone - volevano avere il diritto, giusto, riconosciuto di sapere quando andare a fare le prove. La Ministra Cartabia cosa ha fatto? Una cosa semplicissima: ha chiesto al CTS di valutare, di verificare le condizioni, la possibilità, la compatibilità - il CTS che viene sempre invocato, giustamente, per le misure da adottare e che, quindi, poteva essere anche stimolato nel dicembre, subito, all'inizio, e, forse, questi ragazzi oggi avrebbero già sostenuto le prove, anche perché, poi, già si intravede l'esame di sessione del 2021 e qui si parla ancora del 2020 - e, quindi, capire come poter contemperare il diritto alla salute con il diritto allo studio, con il diritto all'accesso a una professione dopo una lunga, tra l'altro, pratica forense.

Il CTS ha detto quello che noi, senza essere degli scienziati, dei medici, dicevamo e chiedevamo nelle interrogazioni. Non è possibile garantire la tutela del diritto alla salute: il numero dei candidati è elevato e bisogna gestire l'accesso di 26 mila persone. E non dimentichiamo che non solo ci sono gli aspiranti avvocati, ci sono le forze dell'ordine per la vigilanza, gli impiegati e i funzionari, gli operatori che vanno a preparare per l'assistenza, prove che durano sette ore in un'aula - anche noi ogni tanto sospendiamo, nel rispetto delle normative, le sedute per consentire, appunto, di non stare più di un tot di ore in quest'Aula della Camera - e, quindi, tutta l'organizzazione fatta, appunto, di tantissime persone, oltre i candidati, che dovevano essere tutelate. Quindi, dopo il giudizio del CTS, chiaramente, è arrivato il primo atto, uno dei primi atti del Governo Draghi, e questo ci insegna anche sul metodo, perché, sia quando si è all'interno della maggioranza che quando non si è maggioranza, l'ascolto su questioni pratiche, su questioni che possono aiutare a decidere meglio, a far decidere meglio il Governo, penso sia essenziale. Siamo arrivati a questo punto, a un decreto-legge che, oggi, noi convertiamo e che il Senato ha migliorato - dirò su un punto, che era caro anche al gruppo parlamentare Italia Viva e che è stato accolto, sulla seconda prova, sulla scelta dell'esame e sulla scelta delle materie da portare alla seconda prova -, però era opportuno dare una risposta. Certo, che poteva essere fatto meglio, le cose potevano essere chiarite meglio, abbiamo fatto anche delle proposte negli ordini del giorno, alcune accolte, alcune no, aspettiamo ora il provvedimento del Ministro, però bisognava fare presto, perché, ormai, già si intravede la prova di dicembre per la prossima sessione ed è assurdo non iniziare, non dare le date e non dare certezza agli aspiranti. Però ho voluto sottolineare questo per segnalare un metodo di lavoro, anche di discontinuità, che, secondo me, è importante e che deve essere una stella polare, anche per il futuro, su tanti temi e rivendicare che, comunque, è stato il primo provvedimento del Governo Draghi su questioni che erano state sollevate dal nostro gruppo parlamentare. Nessuno aveva la stella polare della certezza o della soluzione più corretta, però bisognava parlarne e dare delle risposte. Dicevo, il Senato ha modificato e migliorato il decreto-legge, soprattutto, sulla scelta della seconda materia, perché, per esempio, nel decreto-legge non si consentiva ai candidati di portare la materia scelta nella prima prova - quella dell'orale rinforzato, la tecnico-pratica - anche come seconda materia. Questo non era giusto perché, tra l'altro, andava contro quello su cui si punta non solo con le riforme che sono state fatte nel passato, ma anche all'interno della giurisdizione, che è la specializzazione. Noi, oggi, vediamo che sia nell'attività forense, che anche in quella all'interno della giurisdizione, il principio della specializzazione diventa un valore nella certezza del diritto, nel ridurre i tempi della risposta della giustizia, nella professionalità. Salvaguardare questo valore della specializzazione penso sia importante e, quindi, bene ha fatto il Senato a correggere questo punto.

L'altro punto - e l'abbiamo inserito in un ordine del giorno a prima firma della nostra capogruppo, onorevole Annibali, - è quello dell'uniformità delle linee guida, dell'omogeneità, di valutare, sì, la discrezionalità della commissione - è chiaro - nell'esaminare, ma anche la necessità di uniformare i criteri nelle linee guida, nel formulare i quesiti, perché è chiaro che, altrimenti, un esame diventa più fortuito e, quindi, è bene garantire omogeneità e uniformità sia nei quesiti sia nelle valutazioni. E, quindi, lo sforzo che chiediamo alla Ministra Cartabia in queste linee guida è proprio di essere molto dettagliata e precisa per garantire questa uniformità. L'altro tema è quello dell'organizzazione. Giustamente, sono stati ridotti i numeri dei componenti della commissione da cinque a tre, si arriverà quasi a 500 sottocommissioni, 250 effettive e 250 supplenti, ma sappiamo che anche i supplenti, di fatto, lavoreranno come gli effettivi e, quindi - e chiudo - l'organizzazione è fondamentale. Chiedo anche alla Conferenza Stato-regioni - la legge prevede di fornire anche degli impiegati di altre pubbliche amministrazioni per quanto riguarda il lavoro e l'aiuto alle sottocommissioni e penso che sia importante questa collaborazione anche tra pubbliche amministrazioni - che, anche nel reclutamento delle sottocommissioni, si arrivi a dare una risposta di efficienza. Quindi, la sfida è quella dell'organizzazione (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Saluto il sottosegretario presente per il Governo. L'esame da avvocato rappresenta il momento più importante nella vita di chi sceglie la carriera forense e molti di noi che siamo avvocati l'hanno affrontata e ne comprendono l'importanza, sia emotiva sia professionale, nel proprio percorso. Saluto anche il Ministro Cartabia, che è arrivato in Aula, sottolineando un'attenzione sicuramente per questo argomento. Nel 2020, a seguito dell'emergenza dovuta alla pandemia, sono stati accumulati ritardi ed incertezze gravi che hanno lasciato nella totale incertezza, per troppi mesi, gli oltre 26 mila praticanti che attendono risposte precise su quando, come e in quali condizioni poter effettuare quella che è per loro la prova più importante nella loro carriera professionale. Ovvio che non si può certo scaricare su di loro le responsabilità dei ritardi e delle incertezze e, quindi, è stato fatto e deve essere fatto uno sforzo per raggiungere l'obiettivo, annunciato anche dal Ministro, di riuscire a completare, a concludere la prova dell'esame della sessione 2020 entro il mese di luglio. Già negli anni precedenti, quindi prima della pandemia, come Fratelli d'Italia, eravamo più volte intervenuti, chiedendo anche delle proroghe all'entrata in vigore delle modifiche effettuate sulla disciplina ordinaria della legge professionale n. 247 del 2012, in quanto siamo sempre stati convinti che sia necessaria una riforma organica più approfondita dell'esame di avvocato che introduca criteri di meritocrazia, di valorizzazione di questa professione che, in questi ultimi anni, non sempre ci sono stati.

Sicuramente, in vista dell'anno prossimo, va quindi affrontata una riforma complessiva dell'esame da avvocato e si terrà conto anche di quanto sarà rilevato quest'anno per costruire, per il futuro, un modello diverso di approccio a questa importante professione. Nel frattempo, va affrontata l'emergenza. Con i nostri emendamenti abbiamo cercato di migliorare alcuni aspetti, in termini soprattutto di equità e chiarezza, di un testo che, per la velocità, per la fretta con cui era stato predisposto nel marzo del 2020, è sicuramente perfettibile. Apprezziamo che alcuni di questi emendamenti siano stati comunque considerati con attenzione e siano stati poi, nei contenuti, trasferiti in alcuni ordini del giorno, accolti dal Governo, che introducono alcuni elementi di equità e di maggiore chiarezza. Quindi, a differenza di quella che ormai è l'abituale valenza che hanno gli ordini del giorno, cioè sostanzialmente accettare delle formule simboliche che però non hanno poi una immediata portata applicativa, in questo caso gli indirizzi che emergono anche dagli ordini del giorno potranno essere trasferiti e recepiti nella stesura definitiva e immediata del decreto attuativo che il Ministro emanerà a seguito del voto dell'Aula. Quindi, apprezziamo reciprocamente un atteggiamento comunque costruttivo, che ha voluto anteporre l'interesse primario, cioè mettere in condizione i praticanti avvocati di fare, il prima possibile e nelle condizioni migliori, il proprio esame, rispetto alle questioni di dettaglio, su cui molto ancora si sarebbe potuto discutere.

Quindi, annuncio il voto favorevole anche del gruppo di Fratelli d'Italia, che dimostra sulle cose concrete di essere un'opposizione costruttiva. Torneremo poi l'anno prossimo, quando si tornerà, speriamo presto, alla normalità, a rivedere insieme la legge professionale. Nel frattempo non possiamo che fare un grande in bocca al lupo ai giovani praticanti avvocati, che affrontano la prova più importante della loro vita professionale in condizioni così straordinarie. Non è colpa loro se sono stati costretti a svolgerla in queste condizioni; sarà merito loro sicuramente essere all'altezza di questa prova. Essi hanno e tutti noi, soprattutto, abbiamo il compito e la missione di restituire maggiore dignità e decoro a una delle più alte professioni che esistano e che meritano di essere vissute con orgoglio e di essere trattate dallo Stato italiano con la dignità che hanno. Quindi ribadisco il voto favorevole di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pittalis. Ne ha facoltà.

PIETRO PITTALIS (FI). Voglio innanzitutto ringraziare il Ministro; non lo faccio per pura forma, ma raramente si sono visti i Ministri della Giustizia (Applausi) anche per temi che possono sembrare di secondo piano. Questo dimostra la sensibilità del Ministro della Giustizia, che indica quindi un nuovo corso. Per questo, noi di Forza Italia-Berlusconi Presidente la ringraziamo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Voglio fare anche un ringraziamento per l'impegno profuso da tutti i gruppi parlamentari e dal Governo che, con il Ministro Cartabia ma anche con il fattivo lavoro del sottosegretario Sisto, che ringrazio per quanto ha fatto anche nei lavori preparatori in Commissione, ha cercato di individuare una soluzione in tempi rapidi, atteso il momento grave ed emergenziale, al fine di consentire, come è stato ricordato, agli oltre 26 mila giovani laureati in giurisprudenza, con il praticantato già maturato nel corso del 2020, di sostenere l'esame per l'abilitazione all'esercizio della professione forense. Raramente passano così pochi giorni dall'emanazione di un decreto-legge alla sua approvazione da parte della Camera. Lo facciamo proprio per mettere al più presto il Governo e il Ministro nelle condizioni di fissare velocemente la data dell'esame di Stato. Lo facciamo, come gruppo di Forza Italia, anche per riaffermare quanto già avevamo rappresentato al precedente Governo e, cioè, che la soluzione non può esaurirsi nei soliti DPCM cui eravamo abituati; DPCM con i quali si annunciavano solo divieti. Voglio ricordare, nello specifico, il DPCM del Ministro Bonafede che aveva previsto il solo slittamento delle prove scritte già fissate per il dicembre 2020 come conseguenza dell'aggravarsi dell'epidemia, senza però aprire ad alcuna opzione alternativa per lo svolgimento dell'esame. Dal nostro punto di vista, quella è stata una soluzione miope, che ha solo aggravato la già precaria situazione di migliaia di giovani liberi professionisti che chiedevano solo di essere messi nella condizione di poter lavorare, di rendersi indipendenti e costruire così il loro futuro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Siamo ben consapevoli della straordinarietà del momento. Questo è un momento, sì, straordinario, come lo era a dicembre, con una diffusione del contagio del virus che non accenna a diminuire, ma non si può, caro ex Ministro Bonafede, non si può pensare di chiudere il Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), non si può mortificare la speranza di quanti hanno fatto e quotidianamente continuano a fare sacrifici, avendo investito tempo e risorse per poter mantenere viva la speranza di un domani. È proprio sul versante delle soluzioni possibili che si misura la capacità di un Esecutivo e di un Parlamento nell'elaborazione di risposte serie, adeguate, certamente straordinarie ma che mettano sempre al primo posto la persona, con i suoi bisogni e le sue necessità (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), come in questo caso hanno manifestato, in questi ultimi mesi, tanti giovani aspiranti avvocati. Approfitto per fare un plauso anche al Ministro Brunetta, che anche su altri versanti ha annunciato lo sblocco e la velocizzazione delle procedure concorsuali proprio con riferimento a quelle che sono state messe in standby dalla pandemia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Mi pare che questo sia il segno tangibile del lavoro di questo Governo per ritornare, sia pure lentamente e gradatamente, alla normalità e per sbloccare un Paese gravemente depresso. Il decreto-legge all'esame rappresenta, dunque, una soluzione adeguata per consentire alle migliaia di giovani aspiranti alla professione di avvocato di realizzare il loro sacrosanto diritto di iniziare la loro carriera lavorativa. Ritengo che sia altrettanto serio e adeguato il meccanismo predisposto per l'espletamento delle prove, che riesce a ripartire nello stesso modo, sul modello prova scritta-prova orale, le due diverse modalità di esame dei candidati. Una prima prova orale, che consiste nel sottoporre al candidato un quesito in relazione al quale questi deve dimostrare la sua preparazione e le sue capacità nel prospettare la soluzione. Si è discusso se consentire la consultazione del codice, commentato o meno, ma non è un codice il problema: è infatti necessario saperlo consultare. Parafrasando Einstein, non credo che sia esiziale ricordare i numeri quanto saper creare le formule (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Per cui, con o senza codici, ciò che è importante è che ci sia una selezione seria, una verifica della capacità del candidato di inquadrare giuridicamente le istanze degli utenti del servizio Giustizia contenute nel quesito che sarà proposto al candidato.

La seconda fase sarà, poi, per così dire, lo sviluppo della precedente prova; e anche al riguardo, nel corso dei lavori parlamentari, si è discusso sull'opportunità di stabilire un tempo massimo e un tempo minimo dell'esame. Credo che, quando risulta individuato il tempo dell'esame, ancora una volta l'importante sia altro. Infatti, se una volta posto il quesito, risulta evidente che il candidato è preparato, il tempo diviene fattore marginale. Ecco perché accogliamo con favore questo provvedimento, poiché esso costituisce la sintesi di due istanze apparentemente antitetiche: garantire il rapido accesso alla professione, ma garantire, nel contempo, criteri di selettività. E approfitto anche dell'occasione per ricordare, soprattutto a chi in questi anni passati ha fatto carne da macello delle garanzie difensive (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), sminuendo soprattutto il ruolo dell'avvocatura, quel che diceva Pietro Calamandrei: la giustizia è una cosa seria; gli avvocati non sono né giocolieri da circo, né conferenzieri da salotto. Gli avvocati sono i difensori dei diritti dei cittadini, ma prima ancora sono i custodi dei diritti dei cittadini, diritti spesso compressi e, purtroppo, come abbiamo visto nel corso di questi anni, anche compromessi. E mi auguro che il nuovo corso inaugurato dal Ministro Cartabia, con il supporto del sottosegretario Sisto, possa porre rimedio alle tante storture introdotte in questi ultimi tre anni, soprattutto sul versante del codice sostanziale e dei codici procedurali, che, con mini riforme rabberciate, interventi a singhiozzo animati da finalità giustizialiste, hanno segnato il requiem dello Stato di diritto. Mi pare che sia il momento per poter davvero cambiare pagina e scrivere un'altra storia: quella dei garantisti, quelli che ritengono che bisogna salvaguardare le norme proprie di uno Stato di diritto.

Auguri Ministro, auguri sottosegretario, Forza Italia voterà convintamente questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Miceli. Ne ha facoltà.

CARMELO MICELI (PD). Grazie, signor Presidente. Onorevole signor sottosegretario, onorevoli colleghe e colleghi, anch'io mi unisco ai ringraziamenti al Governo, ringrazio il Ministro, che si sta accomodando tra i banchi, per avere posto in essere un atto semplice, ma coraggioso: aver voluto risolvere un problema che riguardava 26 mila ragazzi, 26 mila soggetti, ai quali veniva in qualche modo impedito l'accesso all'esercizio della professione forense, e averlo fatto guardando in faccia la realtà, averlo fatto con il coraggio di chi talvolta sa che il modo migliore per dare una risposta ad un problema articolato è affrontarlo per quello che è e provare a dare risposte semplici. Questo Governo ha effettivamente verificato la possibilità di sostenere l'esame attraverso le modalità classiche, ha riscontrato l'impossibilità di procedere nelle modalità classiche e ha provveduto prestando anche un'attenzione agli operatori del settore, prestando anche attenzione a quelli che erano le offerte e i consigli forniti dagli operatori del settore e dalle associazioni professionali.

Ecco, quello che si è determinato in questo momento è la possibilità, fortunatamente, per questi 26 mila ragazzi di poter fare un esame. Certo, noi non lo abbiamo nascosto in Commissione e non lo nascondiamo neanche in questa sede: alcune questioni – che, in particolare, avevamo trascritto in proposte emendative, soprattutto al Senato e non qui, per mantenere fede all'impegno di maggioranza e per consentire una soluzione più celere possibile – permangono; tra tutte, l'individuazione del sistema delle quaestiones e la loro eventuale pubblicità; è una questione che ha posto anche il Consiglio nazionale forense, non è un mistero, l'hanno posta, in questa sede, in tanti; poco fa, ho preso atto di un ordine del giorno in tal senso, che invita anche ad una possibilità di adottare un provvedimento normativo di secondo grado per potere individuare queste quaestiones.

Ecco, tutto questo noi avremmo preferito inserirlo già nel corpo della legge di conversione, non c'è, ma comunque siamo soddisfatti del lavoro che è stato fatto, e di questo, Ministro, la ringraziamo. E la ringraziamo anche per avere squarciato un muro di ipocrisia, che c'è stato attorno all'esame dell'avvocatura, questa figura mitologica dell'esame dell'avvocatura: fino ad oggi si è sostenuto, a vario titolo, lo abbiamo fatto soprattutto noi avvocati, noi mondo della professione forense, che quest'esame fosse qualcosa quasi di sacrale, qualcosa di intangibile, di intoccabile, con l'ipocrisia di cui solo noi talvolta siamo capaci, quella di nascondere la verità. Avevamo dato a quell'esame una funzione di filtro, un sistema di preselezione per non consentire a tanti di poter accedere alla professione, questo era; e avevamo, come sappiamo fare sempre noi, con la nostra capacità di linguaggio, coperto e ammantato di specialità questo sistema. In realtà, Ministro, non è un mistero ciò, fortunatamente anche queste proposte di legge - di cui io sono uno dei firmatari - hanno ad oggetto la modifica del sistema di accesso alla professione forense, in particolare le modalità di esercizio dell'esame di abilitazione. Queste modalità oggi non sono confacenti alla professione, non consentono di poter avere degli avvocati veramente qualificati, è un sistema che è vetusto, è un sistema che è farraginoso, è un sistema che fa affidamento a delle prove scritte, che molto poco hanno a che fare, in realtà, con la soluzione che l'avvocato quotidianamente deve saper offrire, non sono in grado di livellare verso l'alto la qualità dei professionisti, non sono in grado, spesso, di formare il professionista e, quindi, di dare il suggello del completamento della formazione dei professionisti. E quindi, rispetto a questo, non possiamo che ringraziarla per aver riconosciuto la possibilità, ancorché in via temporanea, ancorché in via straordinaria, di mettere in discussione questo sistema, perché questo ci consente, ancora con più forza, di poter discutere serenamente della modifica del percorso di formazione, un percorso che deve partire sin dalla fase universitaria, che deve sostituire la fase teorica con una fase più pratica, che deve essere in grado di indirizzare possibilmente gli studenti, sin dal percorso universitario, verso la loro propensione naturale e non lasciare scoprire, solo dopo otto anni di esercizio della professione, ancorché da praticante, la propria inadeguatezza all'esercizio della professione, con la bocciatura ad un esame. Ecco, tutto questo, fortunatamente, oggi è possibile, è possibile anche in un clima di ritrovata serenità - e mi avvio alle conclusioni - perché, dalle prime battute, quello che abbiamo potuto riscontrare è, comunque, quantomeno, una ritrovata capacità di sintesi. Sembra che - e questo provvedimento ne è un esempio, ma ne è anche un esempio la capacità con cui si è fatta sintesi in Commissione sulla questione delle intercettazioni e dei tariffari delle intercettazioni - ci sia da parte di tutti la volontà di arrivare ad una sintesi. E io, in questo senso, mi rivolgo a quest'Aula, perché, se vogliamo davvero portare a casa alcuni risultati importantissimi in questo scorcio di legislatura, dando luogo a quelle riforme fondamentali di cui questo Paese ha bisogno, e lo vogliamo fare davvero, lo dobbiamo fare in un clima di confronto intellettualmente onesto; lo dobbiamo fare, se del caso, anche abbandonando quegli schemi con i quali ci siamo approcciati, come forze politiche, fino ad oggi: non più tardi di pochi secondi fa, abbiamo sentito, ancora una volta, discussioni incentrate su uno schema vecchio, ancora a rivangare un vecchio schema, che non c'è più e che non è utile per consentire di migliorare il sistema giustizia.

Mi permetto, a nome del Partito Democratico, di esortare tutti a provare a fare capacità di sintesi e confronto di merito, abbandonando anche le rivendicazioni sterili. Noi anche potremmo, qui, in questa sede, rivendicare se e quante volte abbiamo sollecitato il precedente Ministro ad adottare provvedimenti, piuttosto che altro. Lo potremmo fare, ricordando quello che abbiamo fatto con gli ordini del giorno al “Cura Italia”, proprio sull'esame di avvocatura, ma preferiamo un sistema e un metodo nuovo: un metodo che pone al centro i diritti fondamentali degli individui, che pone al centro, come si è fatto in questa sede, i diritti fondamentali di alcuni giovani per accedere alla professione forense e che si pone il problema di dare conseguenza a quelle che sono norme scritte.

C'è l'articolo 1 del codice deontologico che prevede che l'esercente la professione forense ha il dovere di vigilare sulla retta applicazione delle norme, che in fondo è una trasposizione di un principio costituzionale, se vogliamo dire così. Ecco, io credo che l'avere risolto un problema, come quello dell'esame, in questa sede, l'averlo fatto in via straordinaria, sia il modo migliore per dimostrare a questi ragazzi che, effettivamente, fanno già parte del mondo della giustizia e che, effettivamente, le istituzioni si prendono cura anche, se è il caso, di rimuovere gli ostacoli a che, effettivamente, di quei ragazzi si possa fare soggetti in grado di vigilare, con il sistema giustizia, sull'applicazione retta delle norme e dei principi costituzionali. Con questo auspicio io vorrei chiudere, con l'auspicio di chi dice che forse è arrivato il momento di fare tutti un passo di lato, non indietro, e di apprezzare anche chi - e mi riferisco al MoVimento 5 Stelle -, in queste ultime battute, ha mostrato comunque la capacità di addivenire a sintesi; quindi, con questo spirito, chiedo al Governo di farsi garante di questa capacità di sintesi e concludo ribadendo il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Morrone. Ne ha facoltà.

JACOPO MORRONE (LEGA). Signor Presidente, signor Ministro, signor sottosegretario, onorevoli colleghi, arriviamo finalmente alla fine di un percorso, vissuto con trepidazione, per 26 mila giovani praticanti avvocati, in attesa di poter sostenere quelle sospirate prove di abilitazione forense che consentiranno a chi le supererà con successo di accedere alla nobile professione di avvocato, una professione che necessita di spirito di sacrificio, di grande imparzialità e di provata indipendenza, oltre all'impegno, alla lucidità e alla dedizione da mettere in conto affrontando ogni incarico ricevuto, dal minore al più problematico e coinvolgente.

C'è chi ha scritto giustamente che essere avvocati è una scelta di vita, perché per svolgere questa professione, qualunque sia il settore d'interesse, non si smette mai di studiare; non ci sono tempi scanditi da orari fissi quando devi affrontare delle situazioni che coinvolgono la vita altrui, la vita familiare e lavorativa dei clienti. Dunque, si tratta di una missione che, tuttavia, risulta sempre più difficile riuscire a svolgere al meglio e, soprattutto, con soddisfazione. Dal V rapporto del Censis sull'avvocatura italiana, realizzato dalla Cassa forense, pubblicato di recente, emerge che le ricadute dell'emergenza sanitaria sulla professione sono state pesanti. Sul piano del reddito, a essere penalizzati sono soprattutto i giovani professionisti, oltre che le professioniste donne e i professionisti residenti nelle zone del Sud Italia e questo anno di pandemia ha bloccato anche la timida risalita del reddito medio registrata, secondo il Censis, negli ultimi due anni. Ma ciò che più desta attenzione è che secondo il rapporto la situazione lavorativa risulterebbe critica per più di sette professionisti su dieci.

L'anno di emergenza sanitaria, come abbiamo più volte denunciato, ha comportato una situazione di grave ingiustizia, soprattutto per i giovani praticanti che sono rimasti per mesi in una situazione di incertezza sull'esame di abilitazione, fino addirittura al rinvio, nel dicembre 2020, su decisione dell'ex Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, delle prove scritte che erano previste per il 15, 16 e 17 di quello stesso mese. L'impressione è stata che questi giovani siano stati abbandonati dal precedente Governo, senza alcuna indicazione di quando e con quali modalità si sarebbero potute svolgere in sicurezza le prove abilitative alla professione forense. Dobbiamo dare atto al Ministro Cartabia - e la ringraziamo - di essersi subito attivata dopo l'immobilismo dell'ex Guardasigilli e di avere immediatamente affrontato questo problema. Se oggi siamo qui a votare questo provvedimento è, quindi, grazie all'attività preparatoria svolta con sollecitudine da parte di tutti gli attori, il Governo e i gruppi parlamentari, che hanno ben compreso la rilevanza e la specificità di questa situazione in un momento che possiamo, a ragione, definire straordinario. Oggi, diamo il via libera a una modifica sostanziale, che speriamo sia temporanea, delle prove dell'esame di abilitazione. La situazione emergenziale ci ha costretti a procedere in questo modo velocemente per le ragioni già ricordate; non sarà facile, né agevole per gli aspiranti avvocati sottoporsi a prove mai sperimentate prima e non sarà facile neppure per chi avrà il difficile compito di giudicare i candidati. Certamente, avremmo preferito che ci fosse più tempo per confrontarsi sulle modalità d'esame su cui avremmo avuto qualche suggerimento da proporre; tuttavia, oggi siamo qui, certi che non ci saranno esami o prove di valutazione al ribasso e che queste nuove prove saranno in grado di far emergere la capacità concreta degli aspiranti avvocati. Di fronte all'opinione pubblica e ai giovani che si affacciano alla professione, dopo questo lungo periodo di disagi e di emergenza, abbiamo anche il dovere di garantire la massima serietà di queste prove, di premiare il merito e di non banalizzarle. Ma collegate al problema delle prove per l'abilitazione alla professione ci sono altre due questioni che cito sinteticamente, ma credo sarebbero da affrontare con grande celerità e che riguardano soprattutto i giovani professionisti da vicino e certamente coinvolgeranno anche chi riuscirà a superare queste prove con successo. Penso, in primo luogo, all'ancora irrisolta questione della riforma sulla disciplina dell'equo compenso, indispensabile per contrastare il progressivo declino delle libere professioni, iniziato dalla seconda metà degli anni Novanta, determinato da interventi del legislatore europeo recepite dallo Stato italiano; con il cosiddetto decreto Bersani, è iniziato un disegno di legge di scardinamento di quel compenso dignitoso che oggi chiamiamo equo e che dovrebbe spettare al professionista. Dopo vari passaggi normativi, a fronte di sempre maggiori oneri informativi a carico del professionista nei confronti del cliente, la determinazione del compenso è divenuta sempre più aleatoria, determinando non solo un generalizzato peggioramento delle prestazioni professionali rese, ma anche il crollo dei redditi dei professionisti, soprattutto di quelli più giovani fino a giungere a situazioni paradossali di retribuzioni simboliche, con compensi minimi aberranti o, addirittura, prestazioni a titolo gratuito. La situazione, quindi, è nota ed indispensabile riequilibrarla. Ministro, i professionisti devono poter vedere rispettate le proprie prerogative costituzionali anche in relazione al proprio compenso che deve essere equo conformemente all'articolo 36 della Costituzione nei confronti di tutti i clienti. In secondo luogo, penso all'alleggerimento fiscale, soprattutto per chi abbia appena intrapreso la professione, in particolare nella fase iniziale dell'attività, prevedendo una tassazione forfettaria e agevolata anche in funzione di semplificazioni. L'azione di Governo dovrà certamente mirare al rilancio economico della nostra società, anche salvaguardando quelle disposizioni normative fortemente volute dalla Lega nel primo anno di Governo e mi riferisco, signor Ministro alla flat tax, quale mirata iniziativa di sostegno a tutte le libere professioni, oggi severamente colpite dall'emergenza sanitaria COVID-19. Credo sia indispensabile affrontare al più presto queste materie, confermando il cambio di passo che il Paese si aspetta dal nuovo Esecutivo. Voglio, infine, per concludere, inviare un grande in bocca al lupo ai giovani praticanti che affronteranno le nuove prove di esame e per questi motivi annuncio il voto favorevole del gruppo Lega Salvini-Premier (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Sarno. Ne ha facoltà.

GIANFRANCO DI SARNO (M5S). Grazie, Presidente. Un saluto al Ministro della Giustizia e al sottosegretario. Per la prima volta dal dopoguerra la pandemia da COVID-19 ha impedito lo svolgimento delle prove scritte dell'esame di abilitazione alla professione di avvocato che erano già state differite al 13, 14 e 15 aprile scorso. Nonostante l'implementazione della campagna vaccinale, l'attuale situazione pandemica non consente lo svolgimento delle prove scritte nelle date individuate, considerato l'elevato numero di candidati e di possibili rischi di assembramento. Anche il Comitato tecnico-scientifico, interpellato dal Ministero della Giustizia, ha evidenziato le difficoltà di garantire il rispetto dei protocolli di sicurezza previsti in materia di concorsi pubblici. Un ulteriore rinvio comporterebbe l'impossibilità di portare a termine le correzioni ed effettuare i conseguenti orali in tempo utile per lo svolgimento della sessione 2021 prossima a venire. Dunque, il decreto-legge n. 31 del 2021 muove dalla straordinaria necessità ed urgenza di adottare disposizioni che rendano possibile lo svolgimento dell'esame di abilitazione, al fine di consentire ai circa 26 mila aspiranti avvocati di vedere realizzate le loro aspirazioni professionali, dopo aver concluso un periodo di praticantato con spirito di sacrificio, investendo risorse personali e delle loro famiglie. Salutiamo con favore l'introduzione, per tale sessione di esame, di una disciplina derogatoria rispetto a quella ordinaria in cui i candidati sono chiamati a sostenere una prova orale a carattere preselettivo che sostituisca i tradizionali tre scritti a cui si aggiunge la canonica seconda prova orale. L'immane sforzo profuso, prima dal Ministro e, poi, anche dal Governo, consentirà l'espletamento in sicurezza delle prove d'esame anche in questa situazione emergenziale, coniugando le legittime istanze degli aspiranti avvocati con la tutela del diritto alla salute garantito dalla nostra Carta costituzionale.

Mi preme sottolineare, Presidente, però, che la pandemia da COVID-19 ha evidenziato la necessità di procedere ad una riforma complessiva della disciplina di accesso alla professione forense, finalizzata al miglioramento, in termini di efficienza e celerità, del nostro sistema giudiziario. Sul punto la proposta di riforma per l'accesso alla professione forense, a mia prima firma, sottoscritta dal mio gruppo e in discussione in Commissione giustizia, comprende una serie di interventi di modifica riguardanti proprio il tirocinio professionale e l'esame di Stato, valorizzando la continuità tra il percorso formativo, l'esame di abilitazione e la specializzazione prescelta dal candidato.

La riforma incide sulla disciplina introdotta con la legge n. 247 del 2012, che non ha innovato in alcun modo l'esame per l'abilitazione, ma si è limitata a rendere più difficoltoso e costoso l'iter previsto per l'accesso alla professione da parte delle nuove generazioni.

La proposta di legge di cui sono firmatario prevede la riduzione a due prove scritte con l'uso dei codici annotati, la riduzione della prova orale a quattro materie, nonché l'obbligo di motivazione delle correzioni degli elaborati scritti, al fine di rendere più trasparente l'operato delle commissioni.

Presidente, contrariamente a quanto sostenuto da parte di alcuni organismi dell'avvocatura nazionale e di alcune parti politiche che preferiscono mantenere l'esame com'è, la nostra proposta di riforma dell'abilitazione forense non offre un avvocato meno preparato - e questo sia chiaro - ma un avvocato specializzato in considerazione della scelta che ha ispirato tutta la fase della sua formazione teorico-pratica. Emblematica è la dichiarazione del rappresentante del CNF resa nei giorni scorsi durante le audizioni in Commissione giustizia, dove ha dichiarato che l'essere idonei all'attuale esame comunque non garantisce una figura preparata del futuro avvocato, facendo, dunque, crollare quel teorema secondo cui una riforma dell'attuale procedura sostituisce un esame adeguato.

Indubbiamente, possiamo dire che la riforma va a sostituire un esame di abilitazione che ha assunto le sembianze di un pubblico concorso, un esame divenuto ormai solo uno strumento che mira a impedire l'abilitazione a chi ha dedicato una vita di studi per essere il garante dei diritti dei cittadini davanti alla legge (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Pertanto, considerate le criticità evidenziate, considerato che oggi dietro al profilo del praticante avvocato, caro Presidente, non vi è più soltanto il giovane laureato impegnato a formare il suo profilo di avvocato del domani, ma ci sono ormai migliaia di trentenni con famiglie a carico che aspirano a vedersi certificare l'idoneità ad abilitarsi all'esercizio di una professione forense, che si presenta del tutto inadeguata a offrire al cittadino un avvocato all'altezza dei compiti a cui dovrà attendere.

Concludo, Presidente, con l'auspicio di dare risposte certe e celeri agli aspiranti avvocati al fine di consentire il prima possibile l'ingresso dei giovani professionisti nel mercato del lavoro ed è con questo obiettivo che dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle sul provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sgarbi. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI (M-NCI-USEI-R-AC). Onorevole Presidente, illustre Ministro, collega sottosegretario, alla fine dell'esame di questo atteso provvedimento, vorrei, con il mio voto favorevole, indicare un appunto e anche un destino che tocca agli avvocati che hanno tanto lungamente atteso questo momento. Non c'è un avvocato del popolo; c'è un avvocato degli individui, di una persona spesso innocente e considerata colpevole nella postulazione dell'accusa.

Voglio per questo inviare come un viatico ai futuri avvocati le parole di Piero Calamandrei, che indicano una cosa molto precisa nell'attitudine dell'avvocato rispetto al magistrato, al pubblico ministero: “Molte professioni possono farsi col cervello e non con il cuore ma l'avvocato no. L'avvocato non può essere un puro logico né un ironico scettico. L'avvocato deve essere prima di tutto un cuore: un altruista, uno che sappia comprendere gli altri uomini e farli vivere in sé, assumere su di sé i loro dolori e sentire come sue le loro ambasce (…)”, che toccano molti innocenti arrestati e poi prosciolti dopo il carcere, tema grave di una giustizia imperfetta e spesso colpevole. “L'avvocatura è una professione di comprensione, di dedizione e di carità (…)”. Lode agli avvocati e alla loro capacità di essere uomini del cuore e non di un'astratta ragione, spesso teorema contro il nemico e contro qualcuno che dev'essere colpevole a priori. Auguri agli avvocati (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC)!

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare il relatore, l'onorevole Cassinelli, per un ringraziamento. Ne ha facoltà.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Grazie, Presidente. Un ringraziamento velocissimo, come è stata anche velocissima, fortunatamente, la gestione di questo atto Camera. Un ringraziamento al Ministro Cartabia e al sottosegretario Sisto, per la sensibilità che hanno dimostrato nell'affrontare tempestivamente questo tema che è di grande urgenza per gli interessati. Un ringraziamento al presidente della Commissione e ai componenti tutti. Un ringraziamento, ovviamente, agli uffici della Commissione, all'ufficio studi della Camera per la fattiva collaborazione e, in particolare, un ringraziamento ai colleghi dell'opposizione, che, con una condotta seria e collaborativa, hanno consentito di contenere veramente i tempi per arrivare all'approvazione. Ovviamente, ai 26 mila dottori in legge, che fra pochi giorni affronteranno questo esame, questa prova così importante per la loro carriera professionale, il più sincero “in bocca al lupo”.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2989​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2989:

S. 2133 - "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 13 marzo 2021, n. 31, recante misure urgenti in materia di svolgimento dell'esame di Stato per l'abilitazione all'esercizio della professione di avvocato durante l'emergenza epidemiologica da COVID-19" (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 45).

Considerato l'orario e i punti successivi all'ordine del giorno, a questo punto sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 17.

La seduta, sospesa alle 15, è ripresa alle 17.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Brescia, Casa, Cirielli, Colletti, Colucci, Comaroli, Davide Crippa, Delmastro Delle Vedove, Gebhard, Giachetti, Invidia, Lucchini, Maggioni, Magi, Perantoni, Silli, Tasso e Zoffili sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente 101, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Dimissioni del deputato Giovanni Sanga.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le dimissioni del deputato Giovanni Sanga.

Comunico che in data 1° aprile 2021 è pervenuta alla Presidenza la seguente lettera del deputato Giovanni Sanga: “Egregio Presidente, lo scorso 20 gennaio, a legislatura avviata da tempo, sono stato proclamato deputato. Impegni di carattere professionale e amministrativo, tra cui la presidenza di SACBO SpA, società che gestisce l'aeroporto di Orio al Serio, non mi consentono di proseguire il mio incarico di deputato. Con rammarico, devo pertanto rassegnare le mie dimissioni.

A lei Presidente e a tutti i componenti della Camera l'augurio di continuare con intensità e passione il faticoso ed impegnativo lavoro parlamentare, in un momento difficile della vita nazionale. Con stima, Giovanni Sanga”.

Avverto che, ai sensi dell'articolo 49, comma 1, del Regolamento, la votazione sulle dimissioni del deputato Giovanni Sanga avrà luogo a scrutinio segreto mediante procedimento elettronico. Se nessuno chiede di parlare, passiamo ai voti.

Indico la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'accettazione delle dimissioni del deputato Giovanni Sanga.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 46).

Colleghi dovremmo passare ora alle mozioni all'ordine del giorno.

Non è presente il Governo, quindi non posso fare altro che sospendere la seduta per cinque minuti.

Sospendo la seduta che riprenderà alle ore 17,20.

La seduta, sospesa alle 17,15, è ripresa alle 17,20.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Ha chiesto di intervenire la sottosegretaria Bergamini.

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Grazie, Presidente. Chiedo la possibilità di una sospensione dell'Aula per circa 15 minuti per consentire al sottosegretario Gava, che è bloccato nel traffico a causa delle manifestazioni, di raggiungere l'Aula.

PRESIDENTE. D'accordo.

Ha chiesto di parlare il collega Giachetti. Ne ha facoltà. Sull'ordine dei lavori?

ROBERTO GIACHETTI (IV). Su quello che vuole, Presidente: sull'ordine dei lavori, su un richiamo al Regolamento. Io penso che, essendo la seconda volta che ci troviamo ad avere la presenza del Governo, il quale ci chiede la sospensione per consentire al rappresentante del Governo competente di venire in Aula, manifestazioni, non manifestazioni, il Governo si deve attrezzare per fare in modo che, nel rispetto del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva), quando noi siamo qui, ci sia anche il Governo. Se prendiamo l'andazzo…Presidente, a norma di Regolamento, il Governo è presente, questo ci viene spiegato quando noi chiediamo la presenza di un Ministro, invece del sottosegretario e vale anche al contrario; se il Governo è presente, si attrezzi per dare le risposte e i pareri che deve dare, ma non è che noi sospendiamo l'Aula a seconda dei comodi o dei problemi di traffico del Governo, perché non può funzionare così un'istituzione (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Foti. Ne ha facoltà, suppongo sullo stesso argomento.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, intervengo solo per fare un'osservazione molto semplice: la sottosegretaria Bergamini è presente. Oltretutto, vorrei far presente che questo punto all'ordine del giorno ha solo una mozione firmata dai gruppi di maggioranza. Il fatto che il Governo voglia attendere il sottosegretario con delega per esprimere il parere ritarda inutilmente i nostri lavori. Allora, delle due l'una: o ci si organizza o, quando è presente, il Governo a tutti gli effetti si esprima.

PRESIDENTE. Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle 17,35.

La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 17,25, è ripresa alle 17,35.

Seguito della discussione delle mozioni Molinari ed altri n. 1-00414, Fregolent ed altri n. 1-00417, Prestigiacomo ed altri n. 1-00418, Fornaro ed altri n. 1-00429, Muroni ed altri n. 1-00440, Vianello ed altri n. 1-00441, Pezzopane ed altri n. 1-00442, Vallascas ed altri n. 1-00450 e Lapia ed altri n. 1-00451 in materia di individuazione del deposito nazionale per il combustibile nucleare irraggiato e i rifiuti radioattivi.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Molinari ed altri n. 1-00414 (Nuova formulazione), Fregolent ed altri n. 1-00417, Prestigiacomo ed altri n. 1-00418, Fornaro ed altri n. 1-00429, Muroni ed altri n. 1-00440, Vianello ed altri n. 1-00441, Pezzopane ed altri n. 1-00442, Vallascas ed altri n. 1-00450 e Lapia ed altri n. 1-00451 (Nuova formulazione) in materia di individuazione del deposito nazionale per il combustibile nucleare irraggiato e i rifiuti radioattivi (Vedi l'allegato A).

Ricordo che nella seduta di lunedì 25 gennaio 2021 ha avuto luogo la discussione sulle linee generali ed è intervenuto il rappresentante del Governo.

Avverto che in data odierna è stata presentata una ulteriore nuova formulazione della mozione Molinari ed altri n. 1-00414 che è stata sottoscritta, tra gli altri, anche dai deputati Davide Crippa, Serracchiani, Occhiuto, Boschi, Fornaro, Lapia e Muroni che, con il consenso degli altri sottoscrittori, nei diventano rispettivamente il secondo, il terzo, il quarto, il quinto, il sesto, il settimo e l'ottavo firmatario. Il relativo testo è in distribuzione (Vedi l'allegato A). Contestualmente, le mozioni già iscritte all'ordine del giorno sono state ritirate dai presentatori, ad eccezione della mozione Vallascas ed altri n. 1-00450.

(Parere del Governo)

PRESIDENTE. La rappresentante del Governo ha facoltà di esprimere il parere sulle mozioni presentate.

VANNIA GAVA, Sottosegretaria di Stato per la Transizione ecologica. Grazie Presidente, sulla mozione Molinari ed altri n. 1-00414 (Ulteriore nuova formulazione), sulle premesse, parere favorevole e anche su tutti gli impegni al Governo.

Sulla mozione Vallascas ed altri n. 1-00450, per quanto riguarda le premesse, sono tutte accoglibili; non è accoglibile l'impegno n. 3; l'impegno n. 4 è accoglibile con riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare”; l'impegno n. 6 è accoglibile, anche questo con riformulazione: “ad adottare le opportune iniziative, per quanto di competenza, affinché, nell'ambito del seminario, siano maggiormente approfondite le proposte relative all'ubicazione dei siti nelle due isole maggiori che inevitabilmente potrebbero richiedere un insieme di modalità combinate di trasporto di rifiuti radioattivi, con alti profili di rischio e a valutare l'esclusione di quei territori che non hanno già a disposizione porti industriali dedicati alla ricezione e stoccaggio di materiale radioattivo e alle basi militari”; l'impegno n. 7 non è accoglibile; gli impegni nn. 8, 9 e 10 sono accoglibili; il n. 11 è accoglibile con riformulazione: “ad adottare iniziative per rivedere i criteri attualmente previsti dalla normativa vigente in materia di compensazioni a favore dei siti che attualmente ospitano centrali nucleari e impianti del ciclo del combustibile nucleare, basati attualmente sui confini amministrativi comunali di cui all'articolo 4 del decreto-legge n. 314 del 2003, valutando la previsione di includere anche il parametro della distanza chilometrica dal sito che ospita i medesimi rifiuti nucleari e ad adottare le opportune iniziative volte a garantire tempi più rapidi nell'erogazione delle suddette compensazioni ai territori interessati”. Il successivo, il punto 12, invece, è accoglibile.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto. Ha chiesto di parlare la deputata Rossella Muroni Ne ha facoltà.

ROSSELLA MURONI (MISTO-FE-FDV). Signor Presidente, è una mozione molto importante che riguarda l'individuazione del sito di stoccaggio, del deposito dei rifiuti radioattivi. Individuare l'area in cui realizzare questo deposito di rifiuti radioattivi di bassa e media attività, tra quelle inserite nella Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee, richiede di dare massima priorità alla fase della consultazione pubblica.

Un primo passo avanti importante sul fronte del coinvolgimento dei territori è stato fatto con l'ampliamento dei termini della fase di consultazione nel “Milleproroghe”, ma ancora non basta.

Con la mozione di maggioranza chiediamo, quindi, al Governo un impegno ad allargare la platea dei soggetti che possono partecipare al processo e presentare osservazioni alla Sogin, così da assicurare una consultazione pubblica trasparente, inclusiva e imparziale, perché la partecipazione è l'antidoto più efficace all'effetto NIMBY. Per l'attuazione della fase di consultazione, sarebbe stato auspicabile individuare un ente terzo e non demandare anche questo compito alla Sogin, che ha sin troppi interessi, ruoli e responsabilità in questa vicenda e ha accumulato ritardi, inefficienze e continui aumenti di costo nel suo mandato per il decommissioning delle vecchie centrali. Ritardi che nascono in un contesto di assenza normativa e di mancata assunzione di responsabilità da parte della politica, che non possono essere ulteriormente tollerati, ma su cui va posto pronto rimedio, tanto più considerando che pesano su sicurezza e tasche degli italiani e che rappresentano ancora oggi la pesante eredità della breve stagione nucleare italiana. Proprio perché il nucleare pulito e sicuro non esiste, non ci può essere spazio per questa fonte nella transizione ecologica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gianluca Rospi. Ne ha facoltà.

GIANLUCA ROSPI (MISTO-C!-PP). Signor Presidente, onorevoli colleghi, il tema su cui siamo chiamati ad esprimerci oggi, quello della realizzazione del deposito unico nazionale dei rifiuti radioattivi, è argomento molto delicato e complesso da far capire ai nostri concittadini. Sono circa vent'anni che si discute della realizzazione di questo deposito unico e della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee ad ospitarlo, ma come sempre accade, pur essendo pronta la Carta nazionale fin dal 2015, è stata pubblicata da Sogin solo lo scorso mese di gennaio, quando il Governo ha finalmente tolto il velo di segretezza che aleggiava sull'opera. Signor Presidente, colleghi, diciassette anni fa, dal 13 al 27 novembre del 2003, per quindici giorni molto intensi la Basilicata ribolliva per la decisione del Governo di allora, di localizzare nella cittadina di Scanzano Jonico, in provincia di Matera, il cimitero delle scorie nucleari radioattive sparse per il Paese. La mobilitazione di tutti i lucani, culminata nella grande manifestazione ribattezzata “La marcia dei 100 mila”, di cui mi sento orgoglioso anche di aver partecipato, obbligò moralmente e politicamente il Parlamento di allora di cancellare il nome di Scanzano Jonico nella conversione di legge del decreto. La vicenda di Scanzano Jonico, colleghi, ci deve far riflettere sul fatto che decisioni così impattanti sul territorio devono essere discusse e condivise con i cittadini e le imprese che vivono in quei territori. Bene, signor Presidente e cari colleghi, secondo voi, chi aveva individuato nel 2003 Scanzano, quale sito idoneo? Non certo il Governo, ma quella stessa Sogin a cui oggi è affidata l'individuazione, la costruzione e la gestione del deposito unico. Proprio a causa di questo precedente e soprattutto a causa di alcuni ritardi nel processo di decommissioning del nucleare, permangono alcuni dubbi sulle reali capacità di Sogin, sia nell'individuazione delle aree idonee che nella successiva gestione dell'impianto. Vorrei ricordare inoltre che nella CNAPI, nelle sole province di Alessandria e Torino, sono stati individuati ben nove siti classificati A1, su dodici in totale in tutta Italia, presentando una massima concentrazione di siti idonei in due sole province. Ma veniamo a qualche dato. Il deposito dovrà contenere circa 78 mila metri cubi di rifiuti a bassa attività. Di questi, 33 mila sono derivanti da rifiuti prodotti da centrali nucleari chiuse a seguito del referendum del 1987 e oggi conservati in siti temporanei, presenti in varie parti del Paese, centri questi che stanno ormai esaurendo il loro scopo in quanto progettati per un arco temporale di soli cinquant'anni. I restanti 45 mila metri cubi verranno invece da prodotti futuri. Nello stesso deposito saranno inoltre stoccati temporaneamente anche 17 mila metri cubi di rifiuti ad alta intensità. Oggi va riconosciuto un ruolo fondamentale alle comunità locali, che devono partecipare attivamente all'individuazione, alla definizione e realizzazione dell'opera. Per questo vi è la necessità di prolungare i tempi previsti per il dibattito pubblico, la consultazione dei documenti e per le osservazioni da parte degli enti locali e sostenere i piccoli comuni anche con personale qualificato nel formulare le osservazioni in merito alla CNAPI. Le tempistiche previste, Presidente, nel “decreto Milleproroghe” non sono per nulla sufficienti per un tema così importante, soprattutto oggi che viviamo forse la crisi più dura per la nostra Repubblica, che sta mettendo a dura prova la tenuta sociale ed economica del nostro Paese.

Bisogna poi integrare, Presidente, ai criteri già individuati dall'ISPRA, ulteriori criteri, come l'esclusione dalla CNAI delle parti di territorio con particolari colture di pregio sia nazionale che locale, le aree naturali protette, i siti patrimonio dell'UNESCO e le loro aree limitrofe. Infine, signor Presidente, nella decisione finale, a nostro avviso, bisogna escludere anche quelle parti di territorio già interessate da altre attività ad alto rischio ambientale, come le attività di estrazione di idrocarburi liquidi e gassosi e i siti di interesse nazionale. A mio avviso - e concludo, Presidente - la direzione intrapresa oggi è quella giusta e mi auguro vi sia, nei prossimi mesi, una discussione ampia e trasparente sul tema e che coinvolga tutti gli attori interessati: enti locali, associazioni, imprenditori e cittadini.

PRESIDENTE. Concluda.

GIANLUCA ROSPI (MISTO-C!-PP). Per queste ragioni, noi di Cambiamo!-Popolo protagonista voteremo “sì”.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lapia. Ne ha facoltà.

MARA LAPIA (MISTO-CD). Grazie, Presidente. L'Italia, ad oggi, è uno dei pochi Paesi in Europa a non essere ancora dotato di un deposito nazionale di rifiuti radioattivi. Il nostro è un Paese in ritardo, ed è un ritardo accumulatosi nell'ultimo decennio, causato da quei Governi che si sono succeduti nel tempo e che non hanno mai adempiuto agli impegni presi dal nostro Paese con l'Unione europea. Nel frattempo, invece, abbiamo assistito impassibili al totale distacco, da parte dell'opinione pubblica, verso un tema di estrema importanza per il futuro della nostra terra e soprattutto delle nuove generazioni.

Ora siamo in una fase cruciale, una fase in cui il confronto tra le istituzioni rischia di dissolversi, prima ancora di entrare nel vivo, esponendoci di fatto a possibili scelte poco ponderate e, tra l'altro, da assumere in tempi brevi. È una fase di confronto, in cui, inoltre, è altresì reale il rischio di tralasciare taluni aspetti territoriali importanti, che non possono non essere tenuti in considerazione per la costruzione di una siffatta opera. Un'opera che potrebbe produrre anche conseguenze drammatiche per quelle regioni che, in termini ambientali, pagano il peso di scelte che, nel tempo, si sono rivelate già disastrose. Vi è dunque un principio, Presidente, che non potrà essere mai negato a coloro che saranno interessati da scelte fondamentali come queste e, dunque, prima di tutto ai cittadini stessi: la totale trasparenza di tutte quelle informazioni utili a garantire la massima conoscenza di tutti i processi in atto. Proprio questo è il punto fondamentale dal quale partire, per poter compiere un lavoro che ci vedrà e che ci veda, sì, uniti verso un obiettivo comune.

Nei giorni scorsi ha avuto luogo un'importante interlocuzione tra le forze politiche, al fine di addivenire a un documento unitario che potesse raccogliere un consenso ampio in quest'Aula, per dare indirizzi ben definiti al nostro Governo. Nella fase di individuazione del sito non si potrà non tenere in considerazione l'esistenza sul territorio italiano di regioni che, in termini di impatto ambientale e rispetto degli ecosistemi, hanno già pagato un prezzo troppo alto, come la mia Sardegna, Presidente, che oggi è la seconda regione italiana come estensione, in termini di aree inquinate o potenzialmente inquinate, e che ospita il 65 per cento delle servitù militari totali dello Stato italiano. In essa, inoltre, sono situati i tre poligoni più grandi d'Europa. È per questo motivo che ho chiesto e ottenuto che venisse inserito in questo documento un impegno preciso, al fine di escludere, in fase di individuazione del nuovo sito del deposito nazionale, quelle regioni già gravate dalla presenza di basi militari, un impegno chiaramente evidenziato tra quelli che oggi si sottopongono all'attenzione del Governo, che ho ritenuto imprescindibile, senza il quale questo testo non avrebbe potuto trovare il mio assenso.

Questo, oggi, è solamente un punto di partenza. Continueremo a seguire con scrupolosa attenzione l'evoluzione di una vicenda, che dovrà necessariamente vederci attenti osservatori. L'ambiente, la salute e l'economia delle nostre terre non possono e non dovranno mai essere oggetto di un compromesso. La difesa di questi valori è la base assoluta da cui partire per costruire un progetto comune e, per la sottoscritta, non potrà mai rappresentare l'esito di una contrattazione al ribasso.

Grazie, sottosegretaria Gava, per il suo lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Centro Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Vallascas. Ne ha facoltà.

ANDREA VALLASCAS (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Dichiaro il voto favorevole della componente L'Alternativa c'è su questa mozione e invito i colleghi dell'Aula a fare altrettanto. Il nostro intento è quello di imprimere una radicale inversione di marcia a un procedimento nel quale sono stati commessi troppi errori, primi tra tutti, l'informazione fallace e una totale assenza di coinvolgimento dei territori. Realtà locali, amministratori e cittadini non sono soggetti da cui si può prescindere quando le decisioni sono di questa portata.

Vengo appunto da una regione, la Sardegna, che è la rappresentazione drammatica di scelte, spesso, calate dall'alto senza una adeguata commisurazione degli interessi in gioco. È stata fatta una scelta tra salute e lavoro, ma il risultato vero è che sono stati compromessi entrambi. La mia è una regione che ha pagato costi altissimi sotto il profilo ambientale, con ricadute drammatiche sulla salute dei cittadini. Drammatici sono i livelli di inquinamento raggiunti, drammatica è la distruzione di ampie porzioni di territorio regionale, ormai quasi irrecuperabile. Parliamo di oltre 56 mila ettari di territorio contaminato, un dato impressionante, che colloca l'isola al secondo posto, dopo la regione Piemonte, nell'infelice classifica delle regioni con il maggior territorio compromesso. In Sardegna, sono inquinati circa 21.600 ettari di territorio, mentre l'inquinamento delle zone marine ammonta a ben 35 mila ettari circa; siamo primi, distaccando la Sicilia, con ben 17 mila ettari. Sono aree che rientrano nei SIN il Sulcis-Iglesiente, la zona industriale di Porto Torres, la provincia di Cagliari.

Negli anni Novanta, uno screening tra i ragazzi delle scuole di Portoscuso rilevò che, nel loro sangue, il livello di piombo, tra gli altri metalli, era elevatissimo. Quindi, anche noi abbiamo le nostre Ilva e le nostre “terre dei fuochi”. Sono territori che sono la dimostrazione che la scelta tra la salute e il lavoro è una scelta scellerata.

Ora, come possiamo pensare che su territori come questi possa abbattersi una nuova scure? In dieci anni, le attività di comunicazione pubblica sono state un esempio negativo, quasi da manuale, di tutto quello che non si dovrebbe fare, mai, soprattutto, quando si trattano questi temi: un'attività fatta di ritardi, rinvii, molti silenzi e mezze verità, che hanno contribuito a suscitare un generale e giustificato sentimento di allarme. Abbiamo dovuto aspettare dai 5 ai 6 anni la pubblicazione della carta di siti potenzialmente idonei. Da un giorno all'altro, dopo anni di silenzio, sindaci, amministratori locali e i cittadini hanno scoperto nel peggior modo, dal sito della Sogin, che la loro vita e il futuro delle loro comunità sarebbero stati sconvolti da scelte prese anni fa.

A questo punto, è doverosa una vera e propria inversione di marcia. La fase di coinvolgimento e consultazione dei territori, che sfocerà con il seminario nazionale, deve essere affrontata con presupposti totalmente diversi. Dobbiamo garantire ai sindaci e ai cittadini un'ampia informazione sulla procedura e dobbiamo dare loro voce per esprimere osservazioni e critiche. È un loro diritto valutare la pertinenza dei criteri adottati e se c'è una corrispondenza con le condizioni dei propri territori. La pubblicazione della proposta di Carta ha suscitato troppe perplessità, soprattutto, sui criteri e sulla scarsa chiarezza in merito alla loro applicazione, anche perché la proposta era già pronta dal 2015. Oggi, a distanza di tempo, alcune aree potrebbero non rispettare più condizioni e criteri per essere considerate potenzialmente idonee, così come altre, escluse, potrebbero, invece, esserlo. Ci sono da chiarire non solo i criteri, ma la logica secondo la quale si insiste con alcune ipotesi percorribili, come la questione delle aree insulari. È impensabile ipotizzare un trasporto via mare dei rifiuti, se non con costi altissimi e rischi per l'ambiente, con altissimi costi, appunto, per adeguare porti e navi. Altissimi costi, lo ribadisco, in termini ambientali che alcune porzioni del nostro Paese hanno già pagato, e non lo dico perché sono sardo, ma perché sta nei dati che prima ho citato.

Oggi dobbiamo assolutamente ripartire dai sindaci, dai cittadini, dalle attività produttive, dalle associazioni ambientaliste e dalle realtà che vivono i territori, come le università e i centri di ricerca. Dobbiamo garantire una partecipazione ampia, per individuare le soluzioni più adatte e per impedire che le scelte prese dall'alto possano compromettere la vita nei territori e nelle comunità (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signora Presidente. Io credo che l'oggetto di discussione di quest'oggi sia un oggetto molto importante, che merita l'attenzione di quest'Aula, meriterebbe, io credo, anche più attenzione da parte dei mezzi di comunicazione. C'è un elemento che, a nostro giudizio, dovrebbe guidare questa scelta, che non sarà una scelta facile, cioè, alla fine del procedimento, arrivare a definire un unico sito per il Deposito nazionale dei rifiuti nucleari non sarà un compito semplice e noi abbiamo il dovere, nei confronti dei nostri territori, tutti, e degli abitanti, tutti, che tutto questo avvenga nella trasparenza e nella chiarezza. Ed è questa la ragione per la quale io credo si sia lavorato alacremente alla ricerca di una mozione unitaria e non, come sarebbe stato possibile anche, evidentemente, portare all'attenzione dell'Aula ognuno la propria mozione.

Io vorrei, su questo punto, iniziare nella chiarezza. C'è una domanda a cui, credo, noi tutti dobbiamo dare una risposta e, cioè: è giusto pensare di arrivare ad avere un deposito unico oppure no? La nostra risposta è che sia giusto, è giusto individuare, così come hanno fatto altre nazioni europee, un unico luogo, non soltanto per ragioni economiche, ma, soprattutto, per ragioni di sicurezza. Secondo: noi abbiamo bisogno di farlo e di farlo in fretta, nel rispetto, evidentemente, di tutte le procedure, della trasparenza e della chiarezza, ma di farlo in fretta. Noi abbiamo troppi luoghi che sono, in questo momento, a rischio; uno per tutti, Saluggia: è dal 1977 che noi avremmo dovuto solidificare quei rifiuti liquidi e, già una volta, in occasione di una piena della Dora Baltea, quel deposito è andato a rischio di costituire un disastro nazionale.

Da questo punto di vista, la mozione segue un doppio binario, che noi condividiamo. Il primo è quello che non si mette in discussione il lavoro di Sogin e dei tecnici nell'individuazione dei sessantasette siti potenzialmente idonei, limitandoci, su questi, però, a chiedere trasparenza sui criteri che hanno portato a quell'individuazione e, soprattutto - lo dico -, sui criteri che hanno portato alle classificazioni di A1 e A2, perché è del tutto evidente che quei sessantasette siti non sono tutti uguali. È la stessa Sogin ad individuare otto siti, ad esempio, in A1, che, evidentemente, hanno caratteristiche tali per cui i tecnici hanno individuato dei parametri che sono parametri su cui noi chiediamo si faccia chiarezza. Durante l'audizione di Sogin nelle Commissioni congiunte ambiente e attività produttive, per esempio, ci è stato risposto dall'amministratore delegato di Sogin che uno dei parametri per arrivare a definire l'A1 era quello della distanza da grandi impianti industriali. Vogliamo che quel criterio generico e generale sia dimostrato per ogni singolo sito che è stato individuato in A1.

Seconda questione di cui dobbiamo avere consapevolezza. Quel lavoro di Sogin, a detta degli stessi amministratori della società, è stato costruito sulla base di dati storici e, quindi, è assolutamente fondamentale la seconda fase, in qualche modo, la fase di approfondimento, che deve vedere protagonisti le comunità, i territori, le associazioni. Ci sono cambiamenti rapidi, i cambiamenti climatici, per esempio, hanno determinato e determinano dei cambiamenti molto rapidi, per esempio, sulle zone alluvionali. Ci sono zone che non erano ritenute alluvionali e che, dopo le ultime alluvioni, invece, hanno visto i territori inondati dall'acqua, per esempio. Quindi c'è questa seconda fase, è la fase del seminario, è la fase che alla fine porterà alla scelta. Qui deve essere fatto tutto in assoluta trasparenza e nella mozione è indicata una serie di valutazioni che vengono chieste, aggiuntive e che noi condividiamo, a cominciare ovviamente dai territori UNESCO, dalla buffer zone, dai territori contermini, una valutazione sui territori di agricoltura di pregio. In particolare - era nella nostra mozione, ringrazio i colleghi per averne condiviso l'inserimento - noi abbiamo chiesto e riteniamo sia fondamentale che per ogni sito potenzialmente idoneo vengono applicati gli indici di pressione ambientale nel raggio di 20 chilometri. Questa è una questione di rispetto per quei territori, soprattutto perché non possiamo pensare che ci siano siti che abbiano una pressione ambientale oltre un certo livello; pressione ambientale, evidentemente, vuol dire grandi impianti industriali, discariche, discariche abusive, insomma tutte le problematiche che molti territori conoscono.

C'è un altro elemento che noi crediamo sia utile: nella fase iniziale non sono state accolte autocandidature e, invece, crediamo che queste autocandidature debbano essere valutate. Uno si potrebbe chiedere: ma chi è quel pazzo di sindaco che si autocandida? Beh, in alcuni casi - uno ce lo abbiamo ben presente, in Piemonte - quel sindaco, a mio giudizio, fa un ragionamento tutt'altro che balzano e anche nell'interesse della propria popolazione. È meglio avere il sito nazionale, candidarsi per il sito nazionale, piuttosto che continuare ad avere a monte situazioni di gravissimo e altissimo rischio, che prima ricordavo.

Insomma, crediamo che questo parlamentare non sia un passaggio qualunque, con tutto il rispetto, una mozione qualunque; è una mozione che vede tutti impegnati. Il mio auspicio è che ci possa essere anche la condivisione o, comunque, non il voto di contrarietà dell'opposizione dei colleghi di Fratelli d'Italia, perché questo è il ruolo del Parlamento: non è quello di sovrapporsi ai tecnici, non è quello di individuare noi il sito, ma è quello di fornire evidentemente degli indirizzi chiari perché l'individuazione del sito avvenga nella maniera tecnicamente più oggettiva possibile, più trasparente possibile, più partecipata possibile.

Ce la faremo? Non lo so. È evidente che poi si scontreranno inevitabilmente e potranno creare tensioni, però sono peggio delle tensioni dei primi giorni di gennaio, perché è giusto aver pubblicato l'elenco, dopo anni, quindi credo che sia giusto dare merito al Governo precedente di aver fatto questa scelta, ma averlo fatto il 5 gennaio, in una situazione in cui sostanzialmente i territori si sono trovati catapultati sulla testa questa indicazione, ha creato confusione, evidentemente. Abbiamo avuto sessantasette comunità allarmate, allertate probabilmente oltre il giusto, perché poi, alla fine, di quelle sessantasette ne rimarrà una o forse nessuna, se passerà la logica delle autocandidature.

Concludo, quindi, annunciando il nostro voto favorevole, con un ringraziamento, non formale, alla sottosegretaria Vannia Gava e a tutti i colleghi che hanno lavorato faticosamente, ma credo alla fine proficuamente, alla stesura di questa mozione (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (IV). Grazie, signora Presidente. Ringrazio la sottosegretaria Gava, per la presenza e soprattutto per il lavoro di sintesi che ha fatto per le nostre mozioni. Mi preme sottolineare un punto iniziale, importante: noi di Italia Viva non abbiamo la sindrome NIMBY, non è questo che ci ha spinto a scrivere una mozione quasi subito, ai primi di gennaio, una volta pubblicato l'elenco dei siti.

Lo abbiamo fatto perché ci sentivamo in obbligo verso quelle comunità che il 5 di gennaio, quando erano impegnate nel capire quali DPCM il Governo Conte avrebbe fatto sulle aperture e sulle chiusure, si sono trovate catapultate in una situazione di siti particolari, perché è vero che non bisogna avere paura del grande impianto tecnologico che sicuramente verrà costruito con tutti i crismi della sicurezza, è vero che quell'impianto è un impianto definitivo solamente per i rifiuti a bassa e media intensità, ma, lo dobbiamo dire con altrettanto trasparenza, in quel sito troveranno posto per almeno cinquant'anni - è questo quanto viene considerato temporaneo secondo la legge italiana - i rifiuti nucleari della brevissima esperienza di energia nucleare del nostro Paese, che però ha creato un disagio vero ed effettivo di rifiuti nucleari mai completamente stoccati, smaltiti ed eliminati definitivamente, che pesano nelle bollette dei cittadini italiani, che quindi sono un costo vero, sono un problema ambientale.

Oggi sono disseminati in vari siti che non hanno un criterio di sicurezza. Il collega Fornaro, giustamente, essendo piemontese come me, ricordava Saluggia, che nel 2000 fu oggetto di un'alluvione importante, per cui quei rifiuti, che erano liquidi, che sono ancora in parte liquidi, perché la cementificazione non è ancora finita ed è in capo a Sogin, la stessa Sogin che dovrà individuare il sito nucleare - per questo anche un certo allarme e preoccupazione nelle nostre mozioni -, ebbene, fu oggetto di un'alluvione, ci fu un rischio di un danno ambientale incredibile, perché la Dora Baltea è un affluente del fiume Po, è una zona di risaia di grande pregio, e quindi possiamo immaginare il danno ambientale che si temette.

Rifiuti nucleari che noi oggi abbiamo stoccato in Francia e in Gran Bretagna, e che nel 2023 dovrebbero ritornare in Italia; inoltre, per sottolineare l'urgenza di creare questo sito, sappiamo che c'è in corso una valutazione di una procedura di infrazione da parte dell'Unione europea proprio perché l'Italia è l'unico Paese europeo che non ha individuato un sito del genere. Quindi ci sono tutti i criteri per fare questo sito, per farlo in sicurezza. Durante l'audizione di Sogin - ringrazio i colleghi che hanno partecipato alle varie audizioni con Sogin - abbiamo chiesto a Sogin trasparenza, perché - lo dico da torinese, da chi, quando ha incominciato a fare politica, si è trovata di fronte a un problema immenso, che, anche se non lo si vuole occupare, è lui che si occuperà di te, come l'alta velocità -, se male si inizia un'opera, poi può succedere di tutto, ma rimarrà sempre il dubbio di qualche cosa che non va, di qualche manovra altra. Anche se c'è stato nel frattempo l'Osservatorio, anche se nel frattempo è cambiato il tracciato, anche se nel frattempo abbiamo avuto i soldi europei, il vulnus iniziale di come è partita rimarrà nella storia di quell'opera. Allora è importante che quest'opera parta, invece, con dei criteri di chiarezza; criteri di chiarezza che neanche l'audizione di Sogin ha completamente diradato, hanno fatto bene il collega Fornaro e la collega Muroni a ricordarlo. A Sogin è andato - da legge, non è che se lo sono preso - un potere che oggettivamente forse doveva spettare allo Stato, che è terzo nei confronti della gestione dei rifiuti nucleari, e lasciare a Sogin poi la gestione finale. Invece, attraverso il decreto, quindi Sogin non fa nulla contra legem, si è deciso di lasciare a chi poi gestirà tutta la parte anche preliminare, facendogli fare un lavoro veramente molto complicato. Lei stessa è venuta a dire che i 67 siti che ha individuato non lo ha fatto secondo una toponomastica aggiornata, perché troppo costosa per Sogin; quindi si capisce che è un elemento ulteriore di preoccupazione, perché, come dicevano giustamente il collega Fornaro e la collega Muroni, nel frattempo i territori, visto che ormai è da più di 17 anni che si parla di questo argomento, sono completamente cambiati. Diciassette anni fa - vi faccio un esempio - Carmagnola era una cittadina vicino a Torino ed era legata alla FIAT. Oggi è una cittadina SIN, un sito di interesse nazionale, con prodotti agricoli di qualità, che vuole diventare un'eccellenza agricola. È completamente cambiata rispetto alla cittadina che conoscevamo noi, vicino alla FIAT e che aveva una vocazione industriale. Oggi ha prevalenza la vocazione agricola, che c'era sempre stata, ma oggi è preminente rispetto alla parte industriale. In diciassette anni si sono creati siti UNESCO non soltanto ad Alessandria, ma in tutta Italia, perché c'è stata una capacità di capire, da parte degli amministratori, quanto fosse importante il turismo di qualità, la bellezza che il nostro Paese ha. E quindi, tra i sessantasette siti, prevedere per esempio la Val d'Orcia o Matera mi sembra una follia da un punto di vista anche soltanto di messaggio che si vuole dare (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Se tu hai fatto degli investimenti perché Matera diventi capitale culturale, non la puoi, poi, far diventare deposito nucleare, anche se c'è una ricerca, anche se è un deposito di alta eccellenza, anche se creerà posti di lavoro, ma i due messaggi che dai sono quantomeno schizofrenici, dovrebbero essere almeno coordinati. E infine c'è la preoccupazione legittima dei cittadini, a cui si va incontro dando massima trasparenza dei lavori. Per questo noi abbiamo previsto, nel seminario, che si potessero aprire anche ad altri luoghi, che non sono individuati, perché i 67 posti individuati sono per esclusione: si è escluso tutto il resto d'Italia e sono rimasti questi 67 posti. La stessa Sogin ha detto che non tutti i posti sono adatti, non solo i siti UNESCO, ma anche le isole, lei stessa le ha escluse, perché vorrebbe dire fare degli investimenti per dei porti dedicati estremamente costosi, che renderebbero questa opera irrealizzabile da quanto è costosa. E come giustamente sottolineava il collega Fornaro, anche capire in che situazione di degrado ambientale si può prevedere quest'opera, perché o Sogin ha molte risorse, e allora il degrado ambientale viene completamente bonificato in vista di un sito nucleare, oppure al disagio ambientale si aggiunge anche il sito nucleare. Quindi, sono dettagli che noi dobbiamo sapere prima di dare l'autorizzazione. Per questo chiediamo una presenza vera, forte, massiccia e convinta del Governo, del Ministero dell'Ambiente, anzi adesso della Transizione ecologica e di quello delle Attività produttive, perché non è neutro come sarà il processo. E più lo Stato sarà presente, più i cittadini si sentiranno coinvolti; più si lascerà solamente a Sogin, e più si sentirà un interesse privato più forte del bene collettivo. Per questi motivi, noi abbiamo scritto con forza e determinazione e ringrazio la capogruppo Boschi per aver delegato me alla gestione di questa mozione, io ci tenevo non solo come piemontese, perché ovviamente otto siti su dodici sono in Piemonte, individuati nella prima zona, e c'è una forte preoccupazione (tra l'altro, sono stati individuati posti non solo di pregio agricolo, come ho detto prima, ma anche siti che hanno problemi alluvionali, che hanno problemi di aree terremotate), ma perché avevo voglia di dire che si può fare un'opera, senza entrare nella sindrome NIMBY, solo se l'opera parte in maniera trasparente, vera e partecipata. Pertanto, voteremo a favore della mozione unitaria e grazie per il suo lavoro (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tommaso Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signora Presidente, signor rappresentante del Governo, quella che noi abbiamo iniziato non è una discussione su aspetti tecnici, perché la tecnica ci dice che è possibile realizzare il deposito, ma soprattutto perché sarebbe quantomeno anomalo che il Parlamento si preoccupasse di correggere tecnicamente quell'organo, quella società, a cui il Parlamento ha dato e ha affidato il compito tecnico di intervenire. Questa non è neppure una discussione che si incentra su un problema legislativo, perché tutte le norme possibili in questi anni sono state approvate, pur di cercare di far partire questa operazione del deposito dei rifiuti radioattivi.

E allora, questa è una discussione che ha meramente un obiettivo, a mio avviso, di natura politica, un confronto di natura politica, e che deve avere necessariamente delle risposte in sede politica. Perché, vedete, al gruppo di Fratelli d'Italia non è stato chiesto di sottoscrivere questa mozione, ma dico molto tranquillamente: se non fosse cambiato il Governo, le mozioni che sono state ritirate e che sarebbero state votate, avrebbero avuto tutto un altro esito; la maggioranza avrebbe approvato le sue, non penso che avrebbe approvato mozioni nelle quali vi erano delle fortissime critiche al Governo Conte, e non solo al Governo Conte (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Dico questo per la verità dei fatti, dico questo soprattutto perché è inutile nascondersi dietro un dito. Vedete, ogni volta si dice che c'è necessità di trasparenza, ma c'è necessità di chiarezza anche tra di noi, al di là delle parti politiche che rappresentiamo in quest'Aula, perché il gioco delle parti non porta nessuno da alcuna parte positiva. E allora, quelle forti premesse di censura al Governo precedente erano talmente forti che, mi sia consentito di dirlo, nella mozione ora ritirata dal gruppo di Forza Italia, vi era un giudizio politico che non può non far riflettere. L'elenco delle aree potenzialmente idonee era pronto dal 2015 e i Governi Renzi, Gentiloni, “Conte 1” e l'attuale, cioè il “Conte 2”, hanno perso anni di tempo prezioso per far ripartire la procedura, per scegliere il luogo dove costruire in sicurezza il deposito nazionale nucleare. Questa non è una premessa che era contenuta in una mozione di Fratelli d'Italia, che infatti non ha presentato mozioni sul punto. E dirò anche il perché. Perché noi non crediamo che sia la mozione, l'istituto, lo strumento giusto per affrontare questo tema (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Perché delle due, l'una: o si ritiene, sotto il profilo legislativo, di dover intervenire, intervenendo anche eventualmente in una correzione dei criteri, o diversamente noi affidiamo alla buona volontà di terzi questa barca, ben sapendo anche che alla fine un motivo per dire che ‘tutti si è vinto' ci sarà, perché quando ci sono sessantasette siti, è vero che se ne sceglierà uno, ma è vero anche che altri sessantasei non verranno scelti e, quindi, qualcuno potrà dire, sempre al di fuori di qui: beh, avete visto che quello vicino a casa mia non è stato scelto. E vedete, io dico anche questo, perché a me alcune cose non hanno convinto di quei sessantasette siti, lo dico sinceramente, non è solo la concentrazione abnorme degli stessi che c'è in Piemonte, quasi che il Piemonte abbia l'immagine tipica di quella che potrebbe diventare una pattumiera dei rifiuti nucleari, ma quello che altrettanto fa pendant con l'errore del Piemonte è quella parte della Tuscia, che noi sappiamo benissimo essere collocata, per questa fascia di terreno scelto, nella regione Lazio e che anch'essa sembra un gruviera di possibili siti adatti, indipendentemente dalle valutazioni, che devono essere fatte rispetto ai luoghi, rispetto agli ambienti, rispetto al territorio. Allora, vedete, io lo devo dire, sinceramente mi trovo un po' in difficoltà nel momento in cui devo affrontare questo tema e devo pensare che vengo da un territorio dove, dal 1990, c'è una centrale nucleare chiusa e sulla quale si continua a fare manutenzione e manutenzione, tentativi di dismissione, senza mai arrivare alla soluzione del problema (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Ma se mi permettete, io farei anche qualcosa di più: vorrei ricordare così, molto velocemente, alcune date che sono importanti, perché il 1990 è l'anno in cui si sono chiuse Trino e Caorso, come centrali nucleari e il 2003 è stato l'anno in cui, per la prima volta, con un decreto-legge, sicuramente strumento inopportuno, con una forma sicuramente inopportuna, è stato introdotto legislativamente quello che era il tema del Deposito nazionale dei rifiuti nucleari. Ebbene, dall'audizione che abbiamo avuto di Sogin in Commissione ambiente ci è stato detto che se tutto dovesse filare dritto, cioè se non ci dovesse essere neanche un intoppo, del Deposito nucleare attivo parleremo tra il 2029 e il 2030. E, allora, mi chiedo: ma dalla chiusura di una centrale nucleare a mettere in sicurezza i venti siti che oggi insistono sul territorio italiano e che sono tra di loro sicuramente non collegati, molti dei quali sono in situazioni ambientali preoccupanti, ebbene, dal 1990 al 2030 sono due ventenni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

Allora, vediamo un attimo di essere concreti e corretti; io penso che vi siano dei passaggi nella mozione che sono una dichiarazione di buoni intenti, anche di buone speranze, ma questo ripetitivo richiamo alle compensazioni ambientali non può essere l'unico argomento che dovrebbe rappresentare la ciliegina che si dà al territorio che dovrebbe ospitare il Deposito, perché, allora, lo dico così, una volta la sinistra su questi temi diceva che era la mercificazione della salute, ed ecco dov'è il punto debole: qui, non si va a mercificare la salute, qui non si va a scegliere il territorio, perché si tenta di cambiare, oggi, qualche criterio, in corsa. Io penso che questa fase di riflessione sui criteri dovesse esser fatta attentamente fin dal 2014, quando la CNAPI era stata licenziata ed è stata tenuta nei cassetti solo per la paura politica che, uscendo i siti, si sarebbero perse alcune elezioni che venivano a seguire, sul piano politico e sul piano regionale.

Allora - e concludo, signora Presidente - la nostra non è un'astensione volta a dire: non ci avete invitato a firmarla e allora ce ne chiamiamo fuori. Noi riteniamo che questa mozione, la mozione di maggioranza, il giorno dopo non produrrà altro che effetti che anche senza la mozione sarebbero stati ugualmente prodotti. L'unica, vera domanda che dovevamo porci era: crediamo ancora in Sogin o no e, se non crediamo in Sogin, vogliamo riportare in capo allo Stato le decisioni sul punto? Questo sarebbe stato volare alto e dare alla politica quella dignità che manca (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giacometto. Ne ha facoltà.

CARLO GIACOMETTO (FI). Grazie, Presidente. L'atto di indirizzo che stiamo per approvare rappresenta un tassello importante per indicare le iniziative che il Governo, questo Governo, dovrà fin da subito mettere in campo per la gestione assai complessa di tutto l'iter che porterà, noi speriamo senza ulteriori ritardi, alla realizzazione del Deposito unico dei rifiuti nucleari. In base alle normative europee, infatti, gli Stati membri sono obbligati a dotarsi di strutture e sistemi finalizzati alla gestione e al deposito, in condizioni di massima sicurezza, delle scorie radioattive prodotte dalle vecchie centrali nucleari nazionali, come è stato ricordato, chiuse nel 1990, una anche in Piemonte, a Trino, e di quelle provenienti dalle attività industriali, mediche e di ricerca che proseguono tuttora, ovviamente; rifiuti che, secondo la direttiva dell'Unione europea, richiedono una gestione responsabile, per garantire un elevato livello di sicurezza e proteggere lavoratori e cittadini dai pericoli derivanti dalle radiazioni ionizzanti.

In linea con questi obblighi, il decreto legislativo n. 31 del 2010, fatto dal Governo Berlusconi, coi Ministri Scajola e la mia collega Prestigiacomo, ha previsto già da allora - lo sottolineo, nel 2010, undici anni fa - la predisposizione di una Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee per la localizzazione di un deposito unico nazionale, riconoscendo conseguentemente un contributo economico, una compensazione, evidentemente, al territorio che l'avrebbe ospitato. Questo deposito nazionale è un'infrastruttura indispensabile per la messa in sicurezza definitiva dei rifiuti radioattivi e la sua realizzazione consentirà così di completare lo smantellamento degli impianti nucleari italiani nonché di gestire in massima sicurezza i rifiuti radioattivi, compresi quelli provenienti, appunto, dall'attività di medicina nucleare, industriale e di ricerca. La scelta di un deposito unico ha una grande valenza ambientale, perché un solo deposito, appunto, realizzato in un luogo idoneo con tutti gli standard di sicurezza, avrebbe il merito di superare definitivamente l'attuale situazione italiana che è caratterizzata - è stato ricordato - da 19 siti nucleari di bassa e media intensità, sparsi qua e là lungo la nostra penisola, a cui si aggiungono decine di aree di stoccaggio temporaneo, siti provvisori che non sono idonei ai fini dello smaltimento definitivo.

Per quanto riguarda la mozione di maggioranza - di questo ringrazio il sottosegretario Gava – questa è arrivata alla fine di un percorso che è iniziato a fine gennaio scorso, come è stato ricordato, con un Governo diverso, e che il sottosegretario ha avuto il merito di sintetizzare; ricordo che erano nove le mozioni presentate. La nostra mozione, come dicevo, riprende e mette a sintesi alcune delle premesse, non tutte, quelle più qualificanti, e alcuni degli impegni delle diverse mozioni presentate. Fra i tanti impegni al Governo condivisi da questa maggioranza, con la difficoltà che abbiamo anche trovato nel definire poi un testo definitivo, ne voglio ricordare alcuni, quelli che considero centrali e che, come Forza Italia, abbiamo in qualche modo posto in evidenza. Intanto, l'impegno a garantire il più ampio coinvolgimento dei cittadini, degli enti locali e delle regioni, e lo dico da piemontese essendo il Piemonte una delle regioni maggiormente interessate da questo tema (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), nonché di tutti i soggetti che, a vario titolo, sono stati o verranno coinvolti. In un procedimento così complesso e inevitabilmente impattante per il territorio, è decisivo il massimo coinvolgimento delle comunità locali. Strettamente legato a questo aspetto prevediamo uno specifico impegno volto a garantire, in tutta la fase del lungo e complesso iter che porterà alla realizzazione del deposito, la garanzia di una piena trasparenza delle procedure e delle decisioni, compresa quella di garantire a chiunque la totale disponibilità e accessibilità a tutta la documentazione prodotta. Questo è un tema molto importante, perché in questa prima fase, quella che è partita dal 5 gennaio, molti degli amministratori locali hanno lamentato l'impossibilità di accedere a quei documenti. Allo stesso modo prevediamo uno specifico e vincolante impegno al Governo per garantire risorse e tempi certi per l'indispensabile operazione di smantellamento, messa in sicurezza, bonifica e ripristino ambientale di tutti quei siti temporanei - i 19 di cui parlavo prima - che sono sparsi lungo tutto il territorio nazionale; da anni sono depositi temporanei nucleari e, una volta per tutte, dovranno essere messi in sicurezza.

È stato citato il caso di EUREX di Saluggia, con tutto ciò che determina in termini di rischi per la collettività, essendo vicino sia a due fiumi, la Dora Baltea e il Po, di conseguenza, sia ai pozzi dell'acquedotto del Monferrato, che serve circa cento comuni della nostra regione.

Abbiamo aggiunto anche altri criteri che riteniamo debbano essere valutati: intanto, un nuovo criterio proprio sul tema delle compensazioni ambientali, perché oggi è un criterio basato esclusivamente sul confine amministrativo e noi lo vorremmo portare sulla distanza chilometrica; inoltre, una valutazione di altre aree potenzialmente idonee, come le aree militari o ex militari dismesse o in dismissione o aree industriali in dismissione; poi, una verifica per l'esclusione dei siti appartenenti all'area UNESCO, questo ci sembrava di totale e chiara necessità, e di tutte le zone cuscinetto, le cosiddette buffer zone, dei comuni contermini, cioè confinanti, nonché, aggiungo, le aree agricole di particolare pregio per produzioni locali e nazionali. Infine, l'introduzione - lo ha ricordato il collega Fornaro - di un indice di pressione ambientale per i comuni nel raggio di 20 chilometri che certamente è un tema importante.

Ritengo inoltre importante aver posto tra gli impegni del Governo quello del rispetto dei tempi previsti per la realizzazione del Deposito e del Parco tecnologico e quindi, finalmente, per l'effettiva messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi. Uno slittamento inevitabile c'è già stato, lo abbiamo detto: il 5 gennaio è partito l'iter, nel momento del Conte-bis quando nessuno si aspettava che venisse fuori questa Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee che – confermo - era pronta nel 2015 e che – confermo - i Governi precedenti hanno deciso di non tirare fuori dal cassetto per le loro ragioni, che noi ovviamente non condividiamo. Noi avevamo chiesto, come Forza Italia, che tutto l'iter non si fermasse ma fosse semplicemente posto più avanti, a seguito della fine dello stato di emergenza. L'emendamento che è stato votato nel “Milleproroghe” dice più o meno la stessa cosa, perché ha allungato di 180 giorni. Quindi, è una proroga che noi riteniamo necessaria, perché questa pandemia, evidentemente, ci ha costretti a rallentare anche alcuni iter amministrativi, però non può rappresentare, a nostro giudizio, un pretesto per ulteriori azioni dilatorie. Come dicevo prima, noi riteniamo che questa procedura debba concludersi non solo perché c'è una procedura di infrazione aperta dall'Unione europea e non solo perché ce lo chiede l'Europa ma perché ce lo impone l'obbligo di mettere davvero in sicurezza i rifiuti nucleari a salvaguardia della salute pubblica e dell'ambiente, togliendoli finalmente dalle decine di siti che attualmente li ospitano in modo precario, inadeguato e senza le necessarie garanzie di sicurezza. Noi lo chiediamo non da oggi, lo diciamo dal 2010, quando il Governo Berlusconi - lo ripeto - con i Ministri Scajola e Prestigiacomo pose in essere il decreto legislativo n. 31 che aveva indicato una modalità certa per definire questo processo. Lo ribadiamo oggi e, pertanto, per tutte queste motivazioni dichiaro il voto favorevole del gruppo di Forza Italia-Berlusconi Presidente sulla mozione di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Stefania Pezzopane. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Il Partito Democratico considera indispensabile e non più rinviabile la realizzazione del Deposito nazionale per i rifiuti radioattivi. Va recuperato un grave ritardo e ci siamo adoperati a tal fine nell'azione di governo, anche del precedente Governo, con il prezioso lavoro, in particolare, dell'ex sottosegretario Morassut. La prima fase si è conclusa con la fondamentale pubblicazione della carta e ora interveniamo con questa mozione sulla seconda fase a cui vogliamo dare un indirizzo preciso: che si faccia presto e che si faccia bene.

Nella mozione di maggioranza sono state inserite le nostre proposte, che voglio sottolineare: in primo luogo, favorire il massimo grado di coinvolgimento delle comunità locali, delle istituzioni e delle associazioni nella fase delle consultazioni. Mai più deve accadere la vergogna dell'individuazione dei siti all'oscuro delle popolazioni, come accadde per Scanzano nel 2003; in secondo luogo, integrare i requisiti delle linee guida con ulteriori criteri legati ai temi della mobilità e dell'accessibilità infrastrutturale per i materiali inquinanti e raccomandare la massima attenzione per la particolare evidenza dei territori con valori paesaggistici, culturali e agricoli; in terzo luogo, promuovere un'adeguata campagna di informazione, anche di ordine tecnico, che consenta di rendere conosciuto il dettaglio delle operazioni fin qui realizzate da Sogin e ancora di più per quelle che seguiranno dalla pubblicazione della CNAPI alla progettazione e alla realizzazione del Deposito unico e del Parco tecnologico.

Le nostre richieste trovano tutte spazio nella mozione che insieme abbiamo presentato come maggioranza e ringrazio, quindi, le colleghe, i colleghi e la sottosegretaria Vannia Gava per il prezioso lavoro. Siamo di fronte a una scelta decisiva per l'ambiente, per lo sviluppo dell'economia, per la transizione ecologica. Attualmente i rifiuti radioattivi presenti in Italia sono stoccati in una ventina di siti provvisori, che non sono idonei ai fini dello smaltimento definitivo. Sono diversi i centri che producono e detengono rifiuti radioattivi. Molti di questi, come gli ospedali, ne trattengono la maggior parte fino al completo decadimento, per poi smaltirli come rifiuti convenzionali che provvedono a gestire nei propri depositi temporanei in attesa del conferimento al Deposito nazionale. Oltre ai depositi del servizio integrato, sono presenti in Italia altre strutture di stoccaggio che detengono rifiuti radioattivi da conferire al Deposito nazionale.

In particolare, quattro centrali nucleari in decommissioning, quattro impianti del ciclo del combustibile anch'essi in decommissioning, un reattore di ricerca del centro comune di ricerca ISPRA e altri siti. Non è più possibile! Il Deposito nazionale è una vera e propria infrastruttura ambientale di superficie destinata alla messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi prodotti in Italia e generati dall'esercizio e dallo smantellamento delle centrali e degli impianti nucleari, dalle attività di medicina nucleare, industriali e di ricerca. Insieme al Deposito nazionale sarà realizzato il Parco tecnologico, un centro di ricerca aperto a collaborazioni internazionali dove svolgere attività nel campo energetico, della gestione dei rifiuti e dello sviluppo sostenibile. Per la prima volta in Italia la localizzazione di una grande opera avviene mediante una procedura di dibattito pubblico che è basata su un processo di coinvolgimento dei territori, con l'obiettivo di arrivare a una soluzione condivisa con le comunità locali attraverso un processo incentrato sui principi dell'informazione, della trasparenza e del coinvolgimento.

L'Italia il 17 maggio 2018 è stata deferita alla Corte di giustizia dell'Unione europea per la mancata adozione del programma nazionale per la gestione dei rifiuti radioattivi e il 30 ottobre 2020 è stata messa in mora. La pubblicazione della CNAPI e il conseguente avvio della consultazione pubblica testimonia la forte assunzione di responsabilità del partito di governo, che mai ha fatto mancare il suo sostegno a questa azione assolutamente indispensabile. È un tema delicato quello della gestione dei rifiuti radioattivi, rimandato per troppi anni e spesso, purtroppo, spazio di scorrerie criminali delle ecomafie. Per questo dobbiamo andare avanti con trasparenza, con un percorso serio del Governo e di Sogin fortemente rafforzato dai temi di questa mozione. Dobbiamo rassicurare i cittadini: mai più mafie, mai più criminalità sui rifiuti radioattivi ma, piuttosto, un percorso serio, rigoroso, di una classe di Governo, una classe dirigente che sa fare presto, bene e in maniera pulita (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Riccardo Molinari. Ne ha facoltà.

RICCARDO MOLINARI (LEGA). Grazie, Presidente. Prima di tutto, mi voglio unire alle considerazioni fatte da altri colleghi che sono intervenuti prima di me, ringraziando i gruppi parlamentari e i colleghi che hanno voluto collaborare con noi alla stesura di una mozione unitaria, perché questa mozione è stata depositata dalla Lega quando ancora c'era il vecchio Governo ma poi questo mese, quest'ultimo mese, ci ha visto collaborare per far sì che un tema divisivo, come quello dell'individuazione del sito per il deposito unico di scorie nucleari a livello nazionale, diventasse un tema su cui tutto il Parlamento quasi si potesse unire, dato che le preoccupazioni sono comuni. Oltre ai colleghi, ci tengo, in maniera non formale, a ringraziare il Ministro D'Incà e il sottosegretario Vannia Gava, che hanno avuto un ruolo di mediatori in questo difficile processo che, però, credo segni una bella pagina di questa legislatura (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Come dicevo, la mozione è stata presentata dal mio gruppo dopo che lo scorso dicembre, il 30 dicembre, il Governo aveva preso la decisione di desegretare la CNAPI, la Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee per il collocamento del sito nazionale di deposito dei rifiuti nucleari. A seguito di questa decisione, il 5 gennaio c'è stata poi la pubblicazione sul sito del Ministero dell'Ambiente, che ha ingenerato a dir poco caos e panico sui territori perché da un giorno all'altro, senza che ci fosse un preventivo passaggio parlamentare, senza che noi stessi ne fossimo informati, i cittadini italiani hanno scoperto, dal sito del Ministero dell'Ambiente, quali potevano essere le aree che avrebbero visto insediarsi questo sito. Di queste 67 aree, la cosa che è balzata subito agli occhi è il fatto che la collocazione e la scelta delle aree potenzialmente idonee creava evidentemente delle distorsioni di distribuzione sul territorio. Infatti, come è già stato ricordato, tra le 67 aree, tra quelle classificate in fascia 1, cioè quelle più idonee, quelle che sono individuate dalla Sogin come le più ideali per la collocazione di questo sito, ben 7 sono in Piemonte, 2 in provincia di Torino, ben 5 in provincia di Alessandria e 5 sono nel Lazio, in provincia di Viterbo. Quindi, c'è una concentrazione, su queste aree, che è assolutamente difficile, a occhio nudo, da spiegare senza una preventiva informazione e, oltre a non aver condiviso questo metodo, non abbiamo neanche condiviso la scelta di fare un atto del genere in piena pandemia, visto e considerato che, sulla base della legge, i comuni, gli enti locali e i territori avevano soltanto 60 giorni per fare le osservazioni in vista del seminario nazionale, che dovrà decidere dove sarà collocato il sito. Noi su questo, poi, siamo intervenuti, siamo intervenuti noi come altri gruppi con degli emendamenti al “Milleproroghe” che, perlomeno, hanno sistemato questa prima parte che era oggetto della mozione originaria. Abbiamo prolungato a 180 giorni il periodo di tempo per i comuni per l'osservazione e 240 giorni il tempo per lo svolgimento del seminario, tenendo anche in considerazione il fatto che negli enti locali c'è lo smart working, che non si possono fare riunioni, che c'è difficoltà nel movimento e, soprattutto, tenendo conto anche del poco tempo che si era dato senza preavviso. Ma, oltre a non aver condiviso i tempi e i metodi, per le ragioni che ho spiegato, non abbiamo neanche condiviso l'applicazione dei criteri oggettivi che, sulla base del decreto legislativo del 2010 e delle indicazioni dell'ISPRA, recepite in legge nel 2014, Sogin ha fatto per individuare le aree. Spiegherò poi perché questi criteri non ci hanno convinto: perché i criteri sono sicuramente oggettivi e sono sicuramente di buon senso, ma l'applicazione, evidentemente, ha avuto un risvolto politico, se c'è stato un trattamento così diverso dei territori nella concentrazione, così difficile da spiegare su alcune aree rispetto alle altre.

Vedete, quando parlo di questi criteri, e dico che sono criteri oggettivi, io penso a cose di buon senso che noi abbiamo ribadito nella mozione, ma che, evidentemente, sono state interpretate in maniera diversa, perché se noi guardiamo quelli che secondo la legge sono i criteri di esclusione di un'area per l'individuazione di questo sito, che ricordo l'hanno già detto altri colleghi, va fatto perché l'Italia è in procedura di infrazione per il fatto che da troppo tempo non si prende una decisione, quindi è giusto avviare questo percorso, ma è giusto che su questo percorso non si affidi la scelta ai tecnici, ma il Parlamento dica la sua. Quando i colleghi di Fratelli d'Italia dicono: non serve una mozione, bisogna cambiare i criteri di legge, noi riteniamo che i criteri di legge siano corretti, ma che l'interpretazione che è stata fatta sia sbagliata e, quindi, che il Parlamento debba dare un'indicazione su come correggere alcune storture, questo è il senso della mozione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Quando sui criteri leggo che vanno escluse le aree naturali o protette, le aree che non sono a distanza adeguata da centri abitati o quelle che sono vicino a produzioni industriali a rischio e fra i criteri di approfondimento, quindi quelli che sconsiglierebbero l'individuazione di un sito, il fatto che vi siano produzioni agricole di qualità e tipiche, o luoghi di interesse storico, io mi devo fare qualche domanda rispetto alla mia esperienza empirica di cittadino di Alessandria. Io non voglio fare un intervento localistico ma, visto e considerato che la provincia di Alessandria è quella che ha più siti, e visto e considerato che quel territorio lo conosco bene, vorrei condividere con voi alcune preoccupazioni che immagino anche in altre parti del territorio italiano ci siano state e abbiano portato a una reazione così forte rispetto a questa Carta.

Vedete ci sono dei comuni che sono già oggi in area UNESCO, che sono stati individuati come possibili siti del deposito. Ma, allora, se c'è una tutela per le aree naturali protette e per i centri abitati, qualcuno mi spiega come è possibile che nel sito vitivinicolo UNESCO Langhe-Roero e Monferrato la Sogin non si sia resa conto che non si può mettere un sito di deposito nucleare, visto che i criteri sono già assegnati in legge legislatura (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)? Quando noi chiediamo di escludere le aree UNESCO, le buffer zone e i comuni contermini, non facciamo altro che spiegare quello che in legge già c'è, ma che, evidentemente, è stato interpretato in maniera sbagliata o, evidentemente, visto che il passaggio di quei territori a sito UNESCO è avvenuta nel 2014, la valutazione è stata fatta prima. Qualcuno deve spiegarcelo, ma non si può pensare che in un sito UNESCO, che ha tutte queste caratteristiche, ci possa essere un deposito di questo tipo.

Se penso anche al tema della pressione ambientale, che abbiamo ribadito, ma che già c'era in legge, io mi chiedo come il sito di Bosco Marengo, che dista pochi chilometri dalla Solvay Solexis, ex Montedison, che ha problemi ambientali per il tipo di produzione che fa, tanto che anche la Commissione ecoreati, la Bicamerale di questo Parlamento, si è occupata del sito, possa aver previsto l'indicazione di quel sito lì. Se dista pochi chilometri c'è o non c'è una pressione ambientale? C'è o non c'è una produzione a rischio? Evidentemente sì. Se c'è il criterio dei siti storici di interesse per escludere un'area, qualcuno mi spiega perché ci può essere Bosco Marengo dove c'è il complesso di Santa Croce? Qualcuno mi può spiegare perché il comune di Sezzadio, con una futura discarica e con l'abbazia di Santa Giustina romanica, è stato individuato?

Sono tutte domande a cui Sogin deve rispondere, perché si possa dare risposte ai territori che non capiscono, evidentemente, queste scelte anche perché, vedete, il titolo di territorio UNESCO non è qualcosa che è per sempre; per quel territorio lì, quello dei paesaggi vitivinicoli, è stato premiato il connubio tra l'antropizzazione dell'agricoltura e la bellezza paesaggistica. Voi capite che, se creiamo un nuovo sito di questo tipo, quell'equilibrio viene rotto e c'è un precedente, che è il precedente di Dresda, dove il centro storico di Dresda e l'asta del fiume erano tutelati UNESCO e con la costruzione di un ponte si è tolto il titolo di territorio UNESCO. Allora io non credo che un territorio che ha investito così tanto sul turismo e la produzione agricola di qualità possa vedere perdere un titolo di questo tipo per una scelta fatta con superficialità. Ma la stessa cosa si può dire anche per territori che conosco meno, ma che oggettivamente non si capisce come possano essere ricompresi. Parlo delle isole maggiori, parlo della Sardegna (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Se l'idea è quella di porre il sito in una zona logisticamente accessibile e che permette il trasporto delle scorie nucleari in sicurezza, come possiamo metterlo in un'isola, dove non c'è neanche un porto industriale? E' difficile da capire questo, già a criteri di legge vigenti, che non facciamo altro che ribadire.

Un altro principio che noi abbiamo voluto inserire, signor Presidente, è che dopo la fase di dibattito, presupponendo che queste indicazioni che da il Parlamento, che sono specificazioni di buonsenso di quanto già inserito nella legge, si permetta di aprire una concertazione anche con i territori che ancora non sono stati individuati. Perché non si capisce come, in un momento di tensione sociale come questo, si debba andare alla guerra tra territori, che per mille e una ragione, per mille e una problematica ritengono di non essere idonei e ci sono territori che, invece, si vogliono autocandidare, ma che non sono stati inseriti.

E' chiaro che bisognerà valutare se ci sono le condizioni se ci sono dei siti idonei, ma il caso di Trino, che veniva citato prima, è un caso che deve essere tenuto in considerazione. Ci sono altri comuni che vogliono proporsi allora, se vogliamo che la concertazione sia una concertazione vera, non facciamo che sia una concertazione che nasce dall'imposizione, ma apriamo, davvero, un dibattito in modo che i territori si possono confrontare e che chi non vuole questo sito per mille una motivazione, per aiutare l'agricoltura, perché ha già una pressione ambientale forte, perché è vicino ai siti UNESCO, perché ci sono degli interessi storici, perché si è deciso di investire sul turismo e sull'ambiente, possa tirarsi fuori e chi invece vede in questo sito, che va fatto, un'opportunità, si possa candidare, evitando un conflitto sociale in un momento in cui il Paese di conflitti sociali sicuramente non ha bisogno. Quindi, ringraziando ancora tutti gli attori di questo percorso unitario, ovviamente annuncio il voto favorevole della Lega e credo che abbiamo avviato un percorso utile, che darà risposte importanti al Paese, cioè farà in modo che questa scelta venga fatta davvero nella massima condivisione e senza che sia vista come un'imposizione sui territori, che ritengono di non essere adeguati (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giovanni Vianello. Ne ha facoltà.

GIOVANNI VIANELLO (M5S). Grazie, Presidente. L'incubo della stagione nucleare, in Italia, nell'arco di venticinque anni, con ben due referendum, i cittadini italiani hanno detto no alla produzione di energia elettrica da nucleare, purtroppo non si è esaurito con quel referendum. Perché? Perché in Italia, come ben sappiamo, quattro centrali nucleari, per anni, per decenni, hanno prodotto energia, ma, contestualmente anche scorie e rifiuti. Nessuno mai si domandava il problema di questi rifiuti, di queste scorie: dove andranno a finire, visto che alcuni hanno tempi di decadimento di migliaia e migliaia di anni? Per cui, nonostante i referendum abbiano messo da parte la volontà di produrre energia con il nucleare, abbiamo ancora un problema di scorie. In Italia sono state prodotti circa 33 mila metri cubi di rifiuti radioattivi, in parte sono andati in Francia e in Inghilterra per il riprocessamento, in parte sono detenuti in ben 20 siti sparsi nel territorio italiano da Nord a Sud, 20 siti che, per quanto si facciano interventi, manutenzioni e approfondimenti, non sono, comunque, idonei ad ospitare quel tipo di rifiuto, per cui diventa necessario e fondamentale creare un deposito nazionale in cui far convergere, non solo i rifiuti radioattivi già prodotti, ma anche quelli che si produrranno, perché, come ben sappiamo, i rifiuti radioattivi vengono anche dall'industria, vengono anche dalla medicina, ecco perché è importantissimo. La norma che disciplina la costruzione del deposito unico sui rifiuti radioattivi è del 2010, i criteri che sono stati adottati per stabilire dove costruire il deposito sono del 2014, sono pubblici, erano pubblici, lo sapevano tutti. Pertanto, si rimane anche perplessi quando a inizio gennaio – perché, come ben sappiamo, il 30 dicembre 2020 è stato dato il nulla osta dai ministri Patuanelli e Costa -, il 5 gennaio, la Sogin pubblica la CNAPI; la Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee.

Molte polemiche sterili si sono succedute a quella pubblicazione, come il fatto che bisognasse informare preventivamente le regioni o qualcun altro; ma se c'è un segreto che è stato stabilito nel 2014, è ovvio che non si poteva rendere pubblico o anticipare nulla a nessuno. E il 5 gennaio, con un atto di trasparenza, ma anche di coraggio - perché la carta era pronta già da qualche anno -, il Governo Conte 2 ha reso pubblica la CNAPI e messo a conoscenza il Paese delle 67 aree potenzialmente idonee sulla base di criteri, che sono criteri di esclusione, criteri riconosciuti a livello internazionale, che sono stati anche vagliati dai nostri enti di ricerca nazionali. Per cui è inutile che qualcuno faccia polemica, dicendo “non sapevamo nulla”; si sapeva, il percorso era stato stabilito già dal 2010.

E questi criteri - voglio specificarlo, perché abbiamo sentito parlare di tutto; abbiamo sentito di un deposito da costruire dentro i siti dell'UNESCO o sulle culture di qualità; assolutamente questo non è vero -, i vari criteri, sia di esclusione ma anche di approfondimento, escludono categoricamente di costruire il deposito dentro un sito UNESCO o dove ci sono delle culture di qualità. Bastava leggersi i criteri che sono - ripeto - pubblici dal 2014.

Lasciando da parte le polemiche, dobbiamo dire che il Parlamento, comunque, è già intervenuto sul decreto del 2010, un decreto legislativo, dando più tempo per poter fare le osservazioni, aumentando, da due a ben sei mesi, sei mesi, il tempo per poter produrre osservazioni alla CNAPI. Inoltre, il fulcro sarà il Seminario che originariamente era previsto per soli due mesi; viene invece allungato il tempo per poter discutere della CNAPI - e per arrivare poi, applicando i criteri di approfondimento, alla CNAI - da 2 a 8 mesi, per dare più tempo ovviamente agli enti locali, alle regioni, a tutti i soggetti interessati di poter apportare le proprie osservazioni tecniche, perché – lo ripeto - questo è un percorso tecnico e non politico.

Il Parlamento oggi è chiamato su una mozione unitaria. Su questo devo fare un plauso innanzitutto a tutte le forze politiche che hanno ritenuto giusto convergere su una mozione unitaria, perché su un discorso del genere, come i rifiuti radioattivi, è importante dare un segnale di unità e di sicurezza al Paese; per cui un plauso va fatto, come va fatto anche al Governo, per aver intrapreso questo percorso, anche di mediazione e di proposizione, non è stato certo semplice e va riconosciuto e ovviamente agli uffici legislativi.

In cosa consiste la mozione, o per lo meno gli impegni che il Movimento 5 Stelle propone e poi ha anche condiviso con le altre forze politiche? Hanno quattro pilastri: della trasparenza, della condivisione, della partecipazione e della sicurezza.

I nostri impegni, che sono stati poi condivisi anche dalle altre forze politiche, convergono su questi quattro pilastri; ad esempio, sulla condivisione, ci deve essere oggettivamente - come è stato detto anche in precedenza - una massima concertazione sia con le regioni che con gli enti locali

Sempre in tema di trasparenza: l'informazione preventiva deve esser fatta al Parlamento per quanto riguarda la discussione sulla CNAPI, sulla CNAI e anche dopo con una relazione annuale; deve essere informato il Parlamento su come procede la costruzione, ma non solo, perché abbiamo cercato di guardare oltre anche alla fase di chiusura e post-chiusura, quindi nei prossimi cinquant'anni.

E' una prospettiva molto lunga ma necessaria.

Sempre in termini di trasparenza, impegniamo il Governo, ovviamente nell'ambito delle proprie competenze, a far sì che la documentazione attuale, ma anche quella futura, sia disponibile su tutti i siti web degli enti locali delle regioni interessate, in modo tale che si possa avere il massimo dell'informazione.

Ancora, per quanto riguarda la partecipazione, un altro impegno che abbiamo proposto e condiviso con tutti è che al seminario partecipino non soltanto i comuni coinvolti, ma anche eventualmente quelli limitrofi, perché molto spesso non sono chiamati in causa direttamente ma, essendo a qualche chilometro di distanza, magari, da una delle aree potenzialmente idonee, hanno diritto a esprimere la propria opinione e produrre le proprie osservazioni. Quindi, partecipazione.

Poi, gli impegni sulla sicurezza, fondamentali. Sulla sicurezza, ad esempio, chiediamo e impegniamo il Governo ad assicurare una corretta applicazione dei criteri sia di esclusione sia di approfondimento con metodologie innovative, perché noi andiamo a costruire questo nuovo deposito nazionale, un deposito che sarà lì per oltre cinquant'anni, per cui non ci deve essere alcun tipo di problema neanche dal punto di vista teorico. Sempre sui temi della sicurezza, una cosa che chiediamo e su cui impegniamo il Governo è che, in fase di valutazione impatto ambientale, venga anche presentata una VIS, una valutazione di impatto sulla salute, perché è importante assicurare, anche dal punto di vista teorico, che non vi sia alcun tipo di implicazione sulla salute per quanto riguarda questo nuovo deposito nazionale. Sempre sulla sicurezza, è importante assicurare che l'ente che vigilerà per tantissimo tempo, che è l'ISIN, non abbia mai problemi economici, per poter affrontare e verificare tutte le questioni riguardanti il Deposito unico.

Torniamo ancora alla trasparenza, perché chiediamo di informare gli enti locali e le regioni per quanto riguarda le compensazioni ambientali, anche quelle previste al di là della valutazione di impatto ambientale.

In tema di sicurezza anche un ringraziamento alla Commissione ecomafie. Qualche settimana fa, la Commissione bicamerale d'inchiesta sulle ecomafie ha infatti prodotto una relazione molto puntuale, da cui abbiamo preso spunto su alcuni impegni. Uno degli impegni è quello della bonifica di tutti quanti i siti. Nel momento in cui verrà costruito questo deposito, e i rifiuti radioattivi, dai venti siti in giro per l'Italia, andranno nel deposito unico, dovranno essere bonificati tutti questi siti.

Sempre per quanto riguarda la sicurezza, è necessario adottare i decreti ministeriali. Ci sono decreti ministeriali che dal 1995 non vengono adottati ed è importante.

PRESIDENTE. Concluda.

GIOVANNI VIANELLO (M5S). Vado a concludere, Presidente, perché, oltre a condividere con le altre forze politiche le proposte sulle zone buffer dei siti UNESCO, dell'aggiornamento dei dati e dell'indice di pressione nell'arco di 20 chilometri, voglio ribadire che costruire questo deposito, è fondamentale…

PRESIDENTE. Deve concludere.

GIOVANNI VIANELLO (M5S). …per mettere in sicurezza i rifiuti radioattivi, bonificare i venti siti, che attualmente sono risultati non idonei e che contengono i rifiuti radioattivi e, infine, dare una prospettiva certa al Paese per i prossimi cinquant'anni. Con questo, annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Il collega De Filippo intendeva intervenire per una sottoscrizione.

VITO DE FILIPPO (PD). Grazie, Presidente. Vorrei aggiungere la mia firma a questa mozione con una sola parola, Presidente. Chi ha conosciuto le drammatiche e laceranti rivolte popolari di Scanzano - io c'ero - nel 2003, non può che salutare con grande soddisfazione questa svolta, che non mi sottraggo a considerare epocale, che è basata sulla trasparenza, sulla concertazione e sulla consultazione. Grazie al Parlamento e a quanti sulla via di Damasco hanno cambiato opinione anche sul nucleare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Lascio la parola alla sottosegretaria Gava per un breve ringraziamento. Prego, sottosegretaria.

VANNIA GAVA, Sottosegretaria di Stato per la Transizione ecologica. Grazie, Presidente. Ci tenevo particolarmente a ringraziare i colleghi per il lavoro svolto, per i contributi dati e per gli spunti; volevo anche ringraziare gli Uffici della Camera, gli uffici dei gruppi parlamentari e l'ufficio legislativo del Ministero per la Transizione ecologica.

Un segnale di unità come quello che siamo riusciti a dare oggi è anche e soprattutto un segnale di maturità delle istituzioni e di serietà nei confronti del Paese, di un Paese che è già segnato da una tragedia sanitaria e ha diritto alla massima concentrazione, soprattutto su un tema importante come quello discusso oggi. La procedura continua, nella massima trasparenza, a valutare tutte le varianti, le ipotesi e le criticità, il tutto con grandissimo senso della serietà istituzionale che è il tratto distintivo per poter approcciare, come abbiamo fatto oggi, a tematiche importanti come questa. Quindi, davvero ringrazio tutti voi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV). Sì, Presidente, perché il sottosegretario non è detto che debba conoscere il Regolamento; chi presiede sì. Mi pare del tutto evidente che l'intervento del sottosegretario riapra la discussione e, a questo punto, io potrei anche decidere di intervenire e, magari, qualunque altro collega intervenire. Un conto è un saluto, signora Presidente, un conto è fare un intervento politico, ancorché breve, che riapre la discussione. Quindi, siccome lei sta lì e lo dovrebbe sapere, magari, la prossima volta evitiamo.

PRESIDENTE. Sì, collega, infatti avevamo specificato alla sottosegretaria che l'intervento doveva essere soltanto di ringraziamento. Per le prossime volte, chiaramente, verrà interrotta prima.

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Come da prassi, le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Molinari, Davide Crippa, Serracchiani, Occhiuto, Boschi, Fornaro, Lapia, Muroni ed altri n. 1-00414 (Ulteriore nuova formulazione), su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 47).

Passiamo alla votazione della mozione Vallascas ed altri n. 1-00450.

Avverto che i presentatori hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo relative ai capoversi quarto e undicesimo del dispositivo e, contestualmente, hanno chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare, dapprima, la premessa congiuntamente ai capoversi primo, secondo, quarto, quinto, ottavo, nono, decimo, undicesimo e dodicesimo del dispositivo, sui cui il parere del Governo è favorevole, e a seguire i capoversi terzo e settimo del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario; infine, il sesto capoverso del dispositivo, su cui il parere del Governo è contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Vallascas ed altri n. 1-00450, limitatamente alla premessa e ai capoversi primo, secondo, quarto, quinto, ottavo, nono, decimo, undicesimo e dodicesimo del dispositivo, come riformulato su richiesta del Governo. Il parere del Governo è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 48).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Vallascas ed altri n. 1-00450, limitatamente ai capoversi terzo e settimo del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Vallascas ed altri n. 1-00450, limitatamente al sesto capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).

Passiamo, a questo punto, al seguito delle mozioni relative al Piano nazionale per l'infanzia e l'adolescenza. Tenuto conto dell'ora, mi risulta che vi sia un'intesa tra i gruppi per fare in modo di svolgere dichiarazioni di voto di durata ridotta. Se c'è un'intesa, io vado avanti. Ha chiesto di parlare il collega Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV). Presidente, semplicemente perché, siccome… se non do fastidio al collega De Luca, sennò posso interrompere. Presidente, siccome non è la prima volta che c'è un accordo per chiudere entro una determinata ora, io penso che noi la dobbiamo interpretare come un'auto-contingentamento e lei, però, è pregata, esattamente come quando noi superiamo i 10 minuti, di interrompere gli oratori in modo che garantiamo di chiudere entro le 20, perché, diversamente, noi non facciamo i vaccini prima - va benissimo -, ma, come singolo deputato, vorrei essere garantito che tutte le altre norme che riguardano fuori vigano anche dentro l'Aula. Quindi, va benissimo se chiudiamo alle 20, però il contingentamento lo deve garantire lei, sennò, diversamente, finiamo, come le altre volte, a stare qui dentro tre ore e mezza, cosa che, al di là dell'età, per ciascuno può essere problematico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Caiata. Sullo stesso argomento?

SALVATORE CAIATA (FDI). No, sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Prego.

SALVATORE CAIATA (FDI). Solamente perché abbiamo appena appreso da notizie di stampa che il sottosegretario Vezzali ha accolto la richiesta del presidente Gravina della FIGC per consentire l'apertura degli stadi e, quindi, esprimiamo il nostro plauso, visto che era una nostra iniziativa.

PRESIDENTE. Collega, questo non era sull'ordine dei lavori. Per rispondere al collega Giachetti, ovviamente, se c'è un'intesa, io restringerò i tempi - e credo che ci sia stata un'intesa tra i gruppi - proprio per riuscire a chiudere, effettivamente, al massimo, entro le 20. Ha chiesto di parlare il collega Trano. Collega Trano, vuole intervenire? No.

Seguito della discussione della mozione Lattanzio, Casa, Gobbato, Marrocco, Occhionero, Muroni ed altri n. 1-00405 concernente iniziative in materia di definizione del Piano nazionale per l'infanzia e l'adolescenza e ulteriori misure in campo educativo ed economico a favore dei minori (ore 19,06).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della mozione Lattanzio, Casa, Gobbato, Marrocco, Occhionero, Muroni ed altri n. 1-00405 (Ulteriore nuova formulazione) concernente iniziative in materia di definizione del Piano nazionale per l'infanzia e l'adolescenza e ulteriori misure in campo educativo ed economico a favore dei minori (Vedi l'allegato A).

Avverto che, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 25 gennaio 2021, è stata presentata un'ulteriore nuova formulazione della mozione Lattanzio, Casa, Gobbato, Marrocco, Occhionero, Muroni ed altri n. 1-00405, che è già stata iscritta all'ordine del giorno.

Avverto altresì che, in data odierna, è stata presentata la mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00460 (Vedi l'allegato A). Il relativo testo è in distribuzione.

Avverto, infine, che la mozione n. 1-00405 è stata sottoscritta in data odierna dal deputato Stumpo, che, con il consenso degli altri sottoscrittori, ne diventa il sesto firmatario.

(Parere del Governo)

PRESIDENTE. Invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle mozioni presentate.

ELENA BONETTI, Ministra per le Pari opportunità e la famiglia. Grazie, Presidente. Per quanto riguarda la mozione Lattanzio ed altri n. 1-00405 (Ulteriore nuova formulazione) esprimo parere favorevole, condizionato alla riformulazione degli impegni nn. 4, 7, 9, 11, 13, 14, 15, 17, 18, 19, 22 e 23, come vado a specificare. All'impegno n. 4, sostituire l'inizio con “a proseguire nell'analisi dei dati disaggregati”, e a seguire.

Nell'impegno n. 7, sostituire le prime righe: “allo scopo di favorire la genitorialità, a rafforzare le politiche di supporto alle famiglie mediante il potenziamento della rete dei servizi sociali,” - vado a leggere il resto dell'impegno - “anche d'intesa con i comuni e con una maggiore partecipazione degli enti del Terzo settore, al fine di dare vita a una rete permanente di protezione sociale, garantire la diffusione e l'ampliamento dell'offerta, e assicurare ai minori il basilare diritto a un'infanzia serena e la dovuta attenzione all'equilibrio psicofisico nella crescita del minore; a tal fine a valutare l'opportunità dello stanziamento di maggiori risorse per regioni ed enti locali”.

All'impegno n. 9, “a valutare l'opportunità di promuovere, d'intesa con le regioni”, e a seguire. All'impegno n. 11, “ad accelerare la realizzazione degli asili nido pubblici per raggiungere almeno il 33 per cento di posti su base regionale”, e a seguire.

All'impegno n. 13, “a rafforzare il sostegno al Terzo settore e all'associazionismo civico come coprotagonisti” e a seguire il testo; nell'impegno n. 14, dopo l'espressione “di sostenere i bambini e i ragazzi in DAD e di preservare momenti di socialità”, introdurre “a valutare l'opportunità di promuovere e finanziare la realizzazione di piani territoriali integrati” e così a seguire; nell'impegno n. 15, dopo l'espressione “a sostegno sia delle studentesse e degli studenti sia delle famiglie”, introdurre “in tale contesto a valutare l'opportunità di prevedere l'istituzione negli istituti scolastici” e a seguire; l'impegno n. 17 “a valutare l'opportunità di adottare”; nell'impegno n. 18 “ad attivarsi nelle sedi opportune al fine di valutare l'opportunità di istituire”; nell'impegno n. 19 “ad incentivare, anche valutando la possibilità di contributi economici, la pratica sportiva” e a seguire; impegno n. 22 “a valutare quali opportune iniziative possano essere prese per attuare un costante monitoraggio” e a seguire l'impegno; all'impegno n. 23 “a valutare l'opportunità di includere in tutte le politiche sociali ed educative” e a seguire.

Per quanto riguarda, invece, la mozione n. 1-00460, a firma Lollobrigida e altri, esprimo parere favorevole, condizionato alla riformulazione delle premesse nn. 22, 23 e 24 e degli impegni nn. 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9 e 11 come vado a specificare.

Nella premessa n. 22, al termine della premessa, quando l'espressione del testo cita “cala fino al 5,1 per cento e nelle isole al 6,5 per cento” da lì eliminare da “e dato” fino a “socioeconomico”. Nell'incipit della premessa n. 23 eliminare le parole da “tagli di spesa” a “standard europei”. Nella premessa n. 24 eliminare le parole “ma che continuano ad essere ignorati dalla politica nazionale”. Per quanto riguarda invece gli impegni, si propone il parere favorevole, condizionato alla riformulazione: nell'impegno 1 “a definire con urgenza il prossimo Piano nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, che fornisca una cornice unitaria all'impegno delle istituzioni ad ogni livello per riscrivere il futuro dei nostri bambini/e ed adolescenti, e a prevedere”; la riformulazione della lettera a), punto 1 “il rafforzamento di politiche attive”. Nel punto n. 1 della lettera a) “iniziative per accelerare la realizzazione e la gestione degli asili nido”. Sempre per la lettera a), al punto 2, sostituire l'intero punto con “iniziative per accelerare l'adozione dei decreti attuativi per l'introduzione dell'assegno unico e universale”. Alla lettera 3 sempre del punto a) “iniziative per valutare l'opportunità di una profonda revisione” e a seguire; al punto 4 “iniziative per valutare l'opportunità dell'applicazione dell'aliquota dell'imposta” e a seguire. Nella lettera b) sostituire l'incipit con “iniziative volte ad aumentare l'investimento sull'istruzione” e terminando con “e in particolare valutando l'opportunità di prevedere” e poi a seguire. Alla lettera c) sempre dell'impegno 1 sostituire con “un forte investimento a favore di quei territori colpiti da vecchie e nuove povertà, in particolare valutando l'opportunità di prevedere”. Nell'impegno n. 2 sostituire l'incipit “a valutare l'opportunità di destinare”; nell'impegno 3 “a valutare l'opportunità di prevedere congedi parentali retribuiti all'80 per cento”; nel punto 4 “a proseguire nell'analisi dei dati epidemiologici disaggregati”; nel punto 5 “a valutare l'opportunità di adottare”; nel punto 6 l'incipit “a valutare l'opportunità di adottare”, così come l'incipit dell'impegno n. 7 “a valutare l'opportunità di adottare”. All'impegno 8 “a valutare l'opportunità di promuovere”, così come l'impegno n. 9 “a valutare l'opportunità di adottare iniziative”. Nell'impegno n. 11 “a sostenere le reti associative di giovani attive, anche in rete, anche valutando l'opportunità di adottare iniziative” e nella parte finale, dopo “solidarietà sociale”, “e ad adottare iniziative per rafforzare il sostegno al ruolo primario del Terzo settore e dell'associazionismo civico” e così a seguire.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Flora Frate. Ne ha facoltà, per un minuto.

FLORA FRATE (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente. Colleghi e colleghe, l'infanzia è un bene prezioso di una società, in essa si annida il futuro di un Paese ed è compito della politica e delle istituzioni pianificare interventi di valorizzazione, di tutela e di promozione del benessere sociale. L'infanzia, ancora oggi, anche nel nostro Paese, è oggetto di contraddizioni e disparità, che la pandemia ha avuto il merito negativo di amplificare in tutta la sua portata. Ne è un esempio la didattica a distanza, che, per quanto necessaria, non ha fatto altro che ingigantire le diseguaglianze latenti, in tal caso la diseguaglianza digitale. Occorrerà, Presidente, ripensare il modello educativo e pedagogico, anche in considerazione di nuove forme di malessere, che sono la conseguenza della limitata socialità. Sarà importante rivitalizzare il ruolo delle istituzioni locali e dei servizi erogati: penso alla cronica carenza di asili nido e dei LEP. La comunità e il territorio rappresentano un presidio irrinunciabile, anche mediante il coinvolgimento di figure professionali, come assistenti sociali, sociologi e pedagogisti.

PRESIDENTE. Concluda.

FLORA FRATE (MISTO-A-+E-RI). La pandemia - e concludo, Presidente - non è un momento che possiamo chiudere tra parentesi; è una nuova categoria della società e delle relazioni. Di questa profonda trasformazione l'infanzia rischia di essere l'anello più debole da rinsaldare, all'insegna di un nuovo patto della comunità educante. Per questo dichiaro il voto favorevole della componente Azione-+Europa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Alessandro Fusacchia. Ne ha facoltà. Ha un minuto, collega.

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-FE-FDV). Grazie, Presidente. Ricorro ad uno strumento antico, che è il telegrafo, a questo punto. La prima cosa: voglio ringraziare i due Paoli, Paolo Siani e Paolo Lattanzio, per avere messo in piedi questo lavoro, a cui abbiamo contribuito anche come componente Facciamo Eco (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Facciamo Eco-Federazione dei Verdi e di deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia Viva). La seconda cosa: il primo impegno è fondamentale, Presidente, perché afferma che serve un capitolo specifico sull'infanzia nel Piano nazionale di ripresa e resilienza. L'infanzia comincia ad essere un po' meno invisibile, non è ancora completamente visibile e non lo sarà fino a quando non ci sarà solo un capitolo specifico sull'infanzia, ma l'infanzia e l'adolescenza diventeranno parte di tutte le politiche pubbliche che dobbiamo sviluppare. Ci sono altre cose importanti che non ho il tempo di citare, dalla necessità di avere dati disaggregati al ruolo del Terzo settore. Mi lasci dire due ultime cose velocissime. La prima: un investimento, in particolare, viene chiesto su tutto quello che ha a che fare con il passaggio iniziale, dal concepimento all'infanzia, che va collegato ad una riforma del congedo di paternità, lungo e obbligatorio, di almeno tre mesi; e l'ultima, sugli asili nido: bene chiedere che tutti abbiano accesso, 0-3 anni, ad asili nido su tutto il territorio, in particolare al Sud, ma forse vale la pena cominciare, come Aula, a ragionare sull'anticipo dell'obbligo scolastico a tre anni. Ci occupiamo di quello che succede a 16, 18 anni; ragioniamo su quello che succede fra 3 e 6 (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Facciamo Eco-Federazione dei Verdi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Daniela Ruffino. Ne ha facoltà. Ha due minuti e trenta.

DANIELA RUFFINO (MISTO-C!-PP). Grazie, Presidente. Nonostante il tempo davvero breve, l'impegno della componente Cambiamo! è nel votare questa mozione. Alcune brevissime considerazioni, seguendo anche l'intervento della Ministra Bonetti: c'è la necessità, molto probabilmente, di limare ancora una mozione che è importantissima. Spiego brevemente perché: dobbiamo percorrere ancora tanta strada, perché l'Italia sta ancora lottando per avere una scuola dignitosa, perché ogni anno scolastico non vede i nostri insegnanti in aula, perché i nostri ragazzi disabili sono privi degli insegnanti di sostegno specializzati, perché forse occorrerebbe ragionare e pensare di utilizzare educatori specializzati per cercare di supplire a queste carenze e perché per i nostri bambini le condizioni cambiano, cambiano dal luogo in cui nascono, dalle opportunità che hanno di vivere sui loro territori. Ma riprendo un tema che ho portato in Aula la scorsa settimana: parliamo di figure specializzate, di psicologhe, di logopediste. Ci sono poche figure specializzate e lunghe liste d'attesa per le nostre famiglie che decidono di accedere a questi servizi. Ma c'è di più: se non c'è la scuola, attiva e operativa, come possiamo pensare di costruire dei patti educativi sui territori, di costruire delle strutture di incontro, quando, ancora oggi, i Governi con violenza vanno avanti a sopprimere classi e scuole e a privare i territori di quell'agenzia formativa importante e insostituibile che è la scuola; in quei territori i nostri bambini non riusciranno a crescere in maniera armonica e le famiglie non riusciranno ad avere i servizi che hanno i ragazzi, chiamiamoli così, di città.

Concludo, parlando degli asili nido. Il 33 per cento è una cifra sciocca; in un momento difficile come questo paghiamo rette che vanno da trecento a ottocento euro e ci diciamo che dobbiamo raggiungere quella percentuale, quando ci deve essere un impegno del Governo a lavorare sulla gratuità degli asili nido. Solo in quel caso raggiungeremo e supereremo quella percentuale, perché questi sono i diritti dei bambini e delle bambine italiane. Come ho detto in premessa, il nostro voto è favorevole, ma il cambio di passo deve essere molto evidente e molto veloce (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Cambiamo!-Popolo Protagonista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Massimo Enrico Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Utilizzerò i miei pochi minuti, annunciando innanzitutto i complimenti all'estensore, Paolo Lattanzio, perché si legge e si nota veramente un enorme sforzo all'interno di questa istruttoria, rappresentata praticamente dalle premesse di questa mozione, per cercare di fare un lavoro sintetico, esaustivo e che potesse, in effetti, far ripartire le politiche attive dello Stato e degli enti locali all'interno di questa tragedia, che io definisco un vero e proprio Armageddon, della psicologia dell'infanzia e dell'adolescenza, dovuta agli effetti indiretti di questi tredici mesi di pandemia da COVID-19. Però, oltre ai complimenti rispetto a questo enorme sforzo, mi preme sottolineare diverse criticità che ritengo fondamentali per il legislatore, qualora volesse prendere qualche appunto.

Mi sono concentrato, in particolare, come lo stesso estensore, sulla povertà dei dati a livello nazionale e, infatti, la maggior parte dei dati citati sono quelli presi dall'UNESCO e vi è una totale assenza di dati proprio relativi alla salute mentale dell'infanzia e dell'adolescenza, ma non relativi alla pandemia, ai tredici mesi della pandemia; Presidente, non è stato sottolineato a sufficienza come le stesse leggi, che noi abbiamo emanato in questo Parlamento, hanno creato i presupposti di un esacerbamento della maggior parte delle patologie mentali che gli infanti e le adolescenti avevano già a causa comunque della digitalizzazione; una tra queste è l'Internet addiction disorder o, più impropriamente, la dipendenza da strumenti digitali e tecnologici che non è stata sufficientemente sottolineata. Non ci sono dati nemmeno in questa bella mozione, in queste belle premesse e, in particolare, è vergognosa, da parte del Ministero della Salute, la dodicesima direzione generale sistema di informatizzazione e statistica del Ministero della Salute; se andiamo a cercare SISM, salute mentale, che significa sistema di trasmissione dei dati e salute mentale, l'ultimo rapporto che troviamo è del 2017, signora Presidente; le schede regionali, la sintesi del rapporto della salute mentale; figuriamoci se siamo in grado di trovare dati epidemiologici relativi alla psichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza; a maggior ragione, non è disponibile alcun dato relativo all'impatto pandemico avuto sulle famiglie, nonostante tutti i neuropsichiatri, dal Gaslini al primario di neuropsichiatria infantile del “Bambino Gesù”, abbiano dichiarato l'enorme impatto che hanno sulle richieste di ricovero all'interno dei Pronto soccorso o a livello ambulatoriale.

Quindi, abbiamo, veramente, un disastro da questo punto di vista, perché la pandemia ha scoperto il vaso di Pandora rispetto a coloro che dovevano garantire al legislatore i dati minimi per poter legiferare, e questa mozione…

PRESIDENTE. Concluda.

MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO-L'A.C'È). …surrettiziamente, comunque, dice che noi non abbiamo dati significativi per poter operare in maniera capillare all'interno degli enti locali, dei comuni, delle regioni e all'interno di quei pochi - 5 mila psicologi del sistema sanitario nazionale, all'interno di una comunità di 40 mila - che si devono prendere carico anche di questo Armageddon della psicologia dell'infanzia e dell'adolescenza (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Nicola Stumpo. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

NICOLA STUMPO (LEU). Grazie, Presidente. Innanzitutto voglio ringraziare gli estensori, Paolo Lattanzio e Paolo Siani, per questa bella mozione che in qualche modo, vorrei anche dire, augura la ricostruzione di un ascensore sociale, perché, vede, in questi anni la vera disparità, che non ha mai consentito il vero punto di partenza uguale, è stata la difficoltà di dare ai giovani, intesi come i bambini, gli 0-3 anni, la possibilità di partire allo stesso modo. Poi, le difficoltà aumentavano tra i 3 e i 6 anni e poi queste difficoltà, queste differenze, avevano vari step, perché una cosa nel nostro Paese è stato nascere al Nord oppure al Sud, nascere nel centro di una grande città o in una periferia, nascere in una città o nei comuni di provincia. Bisogna annullare questo gap se si vogliono dare davvero le pari opportunità e gli stessi punti di partenza per i giovani, per i bambini. Questo io penso che sia il valore, che, quindi, supera l'età adolescenziale e va nel futuro a quelle che saranno le nuove generazioni. È stato detto, gli asili nido, e non li riprendo. Voglio concludere, è un peccato che oggi ci autolimitiamo in questa discussione, forse sarebbe stato veramente più importante e più utile farla in un momento in cui anziché dieci minuti avremmo preso venti minuti a testa per discutere di alcune cose, ma davvero, andando a chiudere, io penso che dentro a questa opportunità che è il PNRR, sprecare la possibilità di dare ai ragazzi del nostro futuro le pari opportunità di partenza dal momento della nascita sarebbe un errore grave. In questa mozione c'è questo punto, e io penso che sia il vero punto, come dire, politicamente valido, che guarda al futuro provando a dare una prospettiva di futuro a prescindere da dove si nasce e a quale famiglia si appartiene (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Giuseppina Occhionero. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA OCCHIONERO (IV). Grazie, Presidente, e soprattutto grazie alla Ministra Bonetti e al Governo per la sensibilità dimostrata, per avere, in un periodo di difficoltà estrema per il nostro Paese, non lasciato da parte una componente fondamentale della nostra società, i bambini, le bambine e gli adolescenti. È imperativo che lo Stato garantisca, stia garantendo e garantirà ancora per altro tempo un supporto appropriato non solo alle categorie sociali ed economiche più devastate dalla crisi della pandemia, ma soprattutto ai genitori affidatari, alle famiglie, per consentire loro di svolgere nella maniera più adeguata le loro funzioni genitoriali, soprattutto in questo momento, in considerazione anche del fatto che i primi anni di vita di un bimbo costituiscono il periodo nel quale le responsabilità parentali riguardano tutti gli aspetti del benessere e dei diritti dei bambini e, di conseguenza, la realizzazione di questi diritti dipende, in grande misura, proprio dal benessere e dalle risorse a disposizione di quanti portano tali responsabilità. Ecco perché un plauso fondamentale va fatto alla Ministra Bonetti e al Governo, che hanno manifestato particolare sensibilità nel sostenere, in questo momento, le famiglie, nel ridurre, soprattutto, quelle disuguaglianze preesistenti, e ancora più acuite da questo momento, di reddito e di povertà, implementando, quindi, quelle che sono - attraverso azioni concrete - le politiche destinate e dedicate alla famiglia che sostengono la work-life balance. Rendiamo, dunque, atto al Governo che, nell'ottica della stesura dell'imminente Piano nazionale straordinario dedicato all'infanzia all'adolescenza, che risponde in modo pieno e adeguato alla crisi pandemica e alle sue dirette conseguenze sulle famiglie, si sia posto l'obiettivo della protezione dei bambini, delle bambine, degli adolescenti da tutti quegli effetti, sociali, educativi, psicologici, negativi che sono stati provocati dalla pandemia, con specifico riferimento, come è stato già detto, alla fascia 0-6 anni e alla genitorialità; e l'azione più concreta che il Ministro ha messo in campo in questo momento è l'istituzione di un gruppo di esperti che sta elaborando strategie e politiche proprio per tutelare i diritti dell'infanzia, nell'ambito del quadro pandemico; e voglio ricordare anche, nel breve tempo che mi è concesso per questo intervento, come sia stato corretto, da parte del Ministero per le Pari opportunità e per la famiglia, ricostituire l'Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, che dovrà predisporre un Piano biennale nazionale di azioni e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva. è proprio questo il rischio che dobbiamo evitare, l'impoverimento dei livelli di prestazione nei confronti dei più piccoli, in termini di comunità educatrici, di reti, di solidarietà, di promozione della salute e di sostegno e di partecipazione dei minori, nell'ambito dei soggetti maggiormente vulnerabili. E possiamo ricordare, se pur brevemente, dato il tempo ristretto che mi è concesso l'European Child Guarantee, che rappresenta quell'impegno europeo finalizzato proprio a garantire che ogni bambino che, all'interno dell'Unione europea, vive condizioni di difficoltà e di povertà possa comunque, ugualmente e paritariamente, accedere all'assistenza sanitaria e ai servizi educativi. E perciò è importante che l'Italia abbia istituito un gruppo di lavoro interministeriale per implementare questo progetto pilota e, in questo quadro, nel rilevare la grande sintonia che ha anche operato e che si registra tra il Parlamento e il Ministero per le pari opportunità e la famiglia, non possiamo non apprezzare la disponibilità e la volontà di creare una rete sempre più ampia di protezione per i nostri giovani e per i nostri giovanissimi, riconoscendo un ruolo fondamentale a quel sistema di istruzione che, unitamente alle famiglie, andrà sempre più aiutato e sostenuto, al fine di recuperare sempre prima quel grave gap in termini culturali e di socializzazione, di gioco e di comunità, di crescita, di educazione che la pandemia ha comportato soprattutto per i bambini da zero a dieci anni.

E per tutti questi motivi, e per tanti altri ancora che non posso purtroppo rappresentare nella maniera che sarebbe stata più opportuna, io consegno a quest'Aula il voto convintamente positivo e favorevole alla mozione di cui stiamo discutendo, ringraziando ancora una volta il Governo e la Ministra, per la sensibilità dimostrata per una componente fondamentale della nostra società: i bambini e le bambine (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lucrezia Maria Benedetta Mantovani. Ne ha facoltà.

LUCREZIA MARIA BENEDETTA MANTOVANI (FDI). Grazie, Presidente. La mozione presentata dal gruppo di Fratelli d'Italia intende impegnare il Governo ad andare oltre le dichiarazioni d'intenti e affrontare in modo strutturale il tema dell'infanzia e dell'adolescenza. Si tratta di un argomento delicato, che riguarda coloro che, per forza di cose, dipendono dalle scelte in materia di politiche per la famiglia, per la scuola e per lo sviluppo del nostro capitale umano.

L'ultimo anno è stato pesantissimo, il malessere sociale diffuso e il malcontento vanno di pari passo con una crisi economica che colpisce duramente le famiglie, coinvolgendo coloro che sono la componente più fragile, i minori. Il vertiginoso aumento della disoccupazione e la conseguente riduzione delle possibilità economiche delle famiglie rischiano di aumentare considerevolmente l'incidenza della povertà tra i minori. Secondo una ricerca condotta dalla Fondazione Studi - Consulenti del lavoro, dei circa 9,5 milioni di occupati impossibilitati a lavorare nel mese di marzo 3,7 milioni vivono in famiglie monoreddito, dove quindi è venuta a mancare l'unica fonte di guadagno. Ebbene, quasi la metà di queste famiglie è composta anche da figli a carico e, tra questi, sono 439 mila i monogenitore. Alla privazione materiale, dunque, si aggiungono le preoccupazioni legate all'aumento della povertà educativa e culturale. La didattica a distanza ha devastato un milione di giovanissimi, minandone l'apprendimento, costringendoli a rinunciare alla socialità proveniente dalle attività di contorno a quella puramente scolastica, e parlo dello sport e delle attività ludiche e ricreative, che hanno un ruolo rilevante nella formazione del minore, da un punto di vista sia psichico che relazionale.

Questa pandemia, nella gestione rafforzata di tutto ciò che concerne l'universo dei minori, ha acuito le disuguaglianze, allargando quei divari territoriali e sociali che già apparivano insanabili in molte aree della nostra Nazione. Mi riferisco al deficit tecnologico in materia di connettività e agli oneri che la DAD ha comportato per le famiglie più svantaggiate, impossibilitate ad acquistare dispositivi tecnologici per i propri figli.

I tagli di spesa, i mancati investimenti hanno intaccato qualità, prestazioni e prestigio della nostra scuola. Paghiamo dazio rispetto ai concorrenti, sì, perché tra Stati ci si fa concorrenza. L'Italia scivola sempre più in basso, con il serio rischio di ipotecare il futuro lavorativo di coloro che oggi sono studenti. Secondo quanto emerge dalla relazione di monitoraggio del settore dell'istruzione e della formazione per il 2020, la percentuale di giovani nella fascia di età compresa tra i 18 e i 24 anni che abbandonano, precocemente, gli studi è stata del 13,5 per cento, numeri peraltro relativi al 2019, ovvero prima dello scoppio della pandemia. Eravamo già lontani dagli obiettivi europei e lo siamo ancora di più adesso. Ai dati sulla scuola e sulla povertà scolastica si sommano quelli della povertà vera e propria, con un dato che dimostra quanto siano state sistemiche le conseguenze della chiusura delle scuole. Tra i danni che la pandemia sta causando ai più piccoli vanno computati anche quelli relativi alla chiusura delle mense scolastiche. Lo Stato ha ignorato i più deboli, ha negato la funzione sociale della scuola che non rappresenta solo un luogo di apprendimento, ma anche di integrazione culturale e sociale.

Per questi motivi, Fratelli d'Italia ha voluto portare in Aula una mozione con proposte concrete, per migliorare la condizione di disagio in cui versano i minori, e chiediamo alle forze di maggioranza di esprimersi favorevolmente, anche se ci saremmo aspettati dal Governo un accoglimento pieno. I punti chiave sono diversi e ruotano attorno alla crisi demografica, all'occupazione femminile e alla scuola. Pertanto, vogliamo impegnare il Governo a definire con urgenza il prossimo Piano nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, fornendo una cornice unitaria per riscrivere il futuro dei nostri bambini e adolescenti. Chiediamo, infatti, politiche più incisive in materia di sostegno alla famiglia e alla genitorialità, due temi che, insieme all'occupazione femminile, devono essere al centro dell'agenda politica nazionale. Parlo di iniziative per finanziare la realizzazione e la gestione degli asili nido pubblici, ma anche l'istituzione del reddito di infanzia, al fine di favorire la conciliazione tra attività lavorativa e vita privata dei genitori.

Abbiamo, inoltre, inserito la richiesta di un importante investimento sull'istruzione come leva per lo sviluppo della Nazione, con l'obiettivo di passare dal 3,8 per cento attuale del PIL al 5 per cento, raggiungendo così la media europea.

Scommettere sui giovani significa permettere loro di combattere ad armi pari sul mercato del lavoro italiano ed europeo.

PRESIDENTE. Concluda.

LUCREZIA MARIA BENEDETTA MANTOVANI (FDI). Ecco Presidente, mi avvio alla chiusura. Per il suo tramite, invito il Governo a una seria riflessione su questa mozione, sulla quale, ovviamente, il gruppo di Fratelli d'Italia voterà a favore, auspicando che così faccia anche la maggioranza e, quanto alla mozione a prima firma Lattanzio, Fratelli d'Italia esprimerà voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Marrocco. Ne ha facoltà.

PATRIZIA MARROCCO (FI). Grazie Presidente, onorevoli colleghi, l'approvazione di questa mozione unitaria rappresenta un momento importante, di sintesi e di progettualità del lavoro, che dobbiamo fare insieme per il benessere dei bambini nel campo economico, sociale e culturale.

Questo posto in cui ci troviamo è il luogo della politica, dove ogni atto che approviamo e ogni decisione che assumiamo entra nella vita di ogni cittadino, ma, ancora di più, in quella dei nostri bambini e dei nostri adolescenti, che sono il nostro patrimonio. Ogni nostra decisione ricade sul loro futuro, a partire dal nostro presente. Investire sull'infanzia e sull'adolescenza vuol dire assicurare una visione progettuale di lungo periodo per i nostri figli. è necessario, quindi, agire nell'immediato per l'emergenza in corso, ma non dobbiamo, però, mai perdere il centro del lavoro di oggi come le fondamenta di un domani migliore.

Il nostro Paese, i nostri giovani stanno smettendo di credere nel domani, prova ne è l'indice di natalità che ci attesta quale ultimo paese europeo per il numero di nuovi nati rispetto ai residenti. Se ne parla molto, ma ci adoperiamo poco. Triste primato anche per la dispersione scolastica. L'istruzione e la cultura, invece, sono le basi fondamentali per la crescita e lo sviluppo dei singoli e, con essi, del nostro intero Paese.

Si parla di famiglie, di contrasto all'abbandono, di sostegno alle madri lavoratrici, di promozione di pari opportunità per le donne, di scegliere liberamente la strada sulla base del talento, delle potenzialità, delle ambizioni. Raccontiamo alle nostre figlie che non devono essere costrette a scegliere tra l'accudimento dei figli e una vita professionale. I nostri discorsi sono pieni di buone intenzioni. è arrivato, però, il momento di attuarle. Basta con le politiche spot, basta con le bandierine partitiche. è nostro compito adottare un progetto politico complessivo, di sostegno alla genitorialità, alla natalità e ai servizi per l'infanzia. è nostro compito intervenire per un'istruzione di qualità. è nostro compito amare i nostri bambini, amare come dovremmo amare il prossimo, perché solo con amore faremo le scelte giuste (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Serve un approccio sistematico, che noi di Forza Italia riteniamo debba attuarsi partendo dall'assunzione, nelle scelte politiche, della centralità dell'infanzia e dell'adolescenza. Abbiamo la possibilità di scegliere e di fare bene per una vita migliore soprattutto per i nostri piccoli. Noi siamo al loro servizio, noi siamo al servizio delle famiglie italiane, noi dobbiamo prenderci cura del bene comune. Le nostre azioni hanno un impatto sulle persone, sulle famiglie, sulle nostre future generazioni. Questo ci deve far riflettere e ci deve fare agire solo nell'interesse altrui, per il bene di tutti. Superiamo, quindi, il malfunzionamento, superiamo l'assistenzialismo e superiamo la politica dei bonus, tanto più che, oggi, disponiamo di risorse per farlo, risorse che appartengono proprio ai nostri figli.

Colleghi, Ministro, stiamo attraversando un anno catastrofico in seguito alla pandemia. Le differenze economiche e sociali hanno ulteriormente allargato l'area del disagio sociale, economico e culturale. Le famiglie italiane con figli minori sono quelle più colpite dalla povertà. In Italia, oggi, ci sono più di un milione tra bambini e adolescenti che vivono in povertà assoluta e un milione in condizioni di povertà relativa. Tutto questo è scandaloso. Genitori che hanno perso il lavoro, genitori che un lavoro non l'hanno ancora trovato, genitori che sono in cassa integrazione ormai da mesi; bisogna credere nella sacralità del lavoro. Per questo si deve superare la politica dei bonus.

Cosa faranno i nostri ragazzi, domani, senza un futuro, senza un lavoro? Noi legislatori dobbiamo adoperarci per non rubare la dignità ai nostri ragazzi, ma per non rubare soprattutto la dignità a quei genitori che vorrebbero solo la concretezza del lavoro quotidiano, un diritto fondamentale a cui tutti dovremmo avere accesso. Diventa fondamentale avviare forti politiche attive di sostegno da parte dello Stato, nel contesto di un Piano per l'infanzia e l'adolescenza a favore dei minori e degli adolescenti, a partire appunto dalla famiglia.

La pandemia, però, non ci ha portato solo il virus, ma è diventata portatrice anche di altre patologie, come l'aumento delle sindromi depressive, l'autolesionismo, l'incremento dei reati legati al social, alla pedopornografia online, la dipendenza dai videogiochi. I nostri bambini e i nostri ragazzi sono stati tra i soggetti che hanno più sofferto questa situazione. La crisi economica e la costante e prolungata coabitazione, spesso in spazi limitati, hanno, purtroppo, agito anche come moltiplicatore sulle violenze sui minori. Sono aumentati i casi di abuso.

Il cambiamento è necessario, affinché abomini come le violenze sui minori non accadano più. Proteggere i nostri bambini è il compito più urgente di oggi. A tal proposito, Forza Italia ha chiesto che la Commissione infanzia avviasse una indagine conoscitiva che oggi è in corso proprio in merito ai servizi sociali che hanno oggi un ruolo veramente delicato e strategico.

Altro aspetto ineludibile riguarda la lotta alla povertà educativa connessa alla povertà economica. Siamo chiamati, quindi, a produrre cultura per la crescita economica e civile del nostro Paese, a sostegno, appunto, e adottando politiche di sostegno per le famiglie.

Dobbiamo, quindi, considerare i minori come una ricchezza per il nostro Paese. La predisposizione del Piano per l'infanzia e adolescenza può e deve costituire un primo passo programmatico, definire gli obiettivi e determinare le azioni per realizzarli...

PRESIDENTE. Deve concludere.

PATRIZIA MARROCCO (FI). …restando uomini e donne, prima ancora che politici, di parola. (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Serracchiani. Ne ha facoltà.

DEBORA SERRACCHIANI (PD). Grazie, Presidente. Innanzitutto desidero ringraziare, per lo straordinario lavoro, svolto i deputati Lattanzio, Siani e i colleghi tutti dell'intergruppo infanzia. Per avere una società giusta bisogna dare a tutti le stesse possibilità di partenza e, purtroppo, in Italia non è così. Ogni bambina e ogni bambino che nasce oggi nel nostro Paese dovrebbe avere la stessa possibilità di crescere nel migliore dei modi, di essere curato nel miglior modo possibile, di essere educato adeguatamente al fine di poter sviluppare e manifestare tutte le sue potenzialità intellettuali e conoscitive.

Purtroppo, questo non accade e la pandemia ha ancor di più accentuato le disuguaglianze sociali che già esistevano. Chi parte da una situazione di degrado e povertà è condannato a restare inesorabilmente indietro. Un bambino che nasce al Sud ha un rischio di morire, per il solo fatto di nascere al Sud, del 47 per cento in più di uno che nasce nel Nordest. È necessario creare un'uguaglianza di possibilità in tutte le aree del Paese e non ci può essere un'uguaglianza di opportunità senza una pubblica istruzione di alta qualità, dall'asilo nido agli studi post universitari. Questa mozione vuole essere un vero progetto politico, rappresenta una visione della politica e uno sguardo verso il futuro. La pandemia, che ha così duramente colpito il nostro Paese, può rappresentare un'occasione unica e irripetibile, per correggere definitivamente queste disuguaglianze e dare le stesse opportunità a ogni bambina e a ogni bambino, a prescindere dal luogo di nascita. Chiediamo, quindi, un piano che inizi della gravidanza della mamma e che sia in grado di attuare tutti quegli interventi necessari per tutte le famiglie, ma con diverso gradiente, che tenga conto della specificità dei destinatari. Molti economisti, non solo in Italia, hanno misurato gli interventi sull'infanzia e hanno dimostrato che, se si investe un dollaro alla nascita di un bambino, quel dollaro ne rende 11 quando quel bambino avrà diciotto anni, perché avrà fatto più anni di scuola e, quindi, sarà più istruito, avrà seguito meglio i programmi di prevenzione sanitaria e, quindi, avrà meno malattie e meno ricoveri in ospedale; avrà, in una parola, più opportunità, che vuol dire anche più opportunità lavorative e certamente meno criminalità. Ora il Piano nazionale di ripresa di resilienza ci dà la straordinaria possibilità di investire un'enorme quantità di risorse e l'investimento sull'infanzia è certamente quello più altamente produttivo. Allora, vi proponiamo con convinzione di creare all'interno del PNRR un capitolo specifico, che raccolga tutti gli interventi a favore dell'infanzia, come ci hanno chiesto anche le oltre duecento associazioni che stanno lavorando con noi, a cominciare dagli asili nido, per provare a sanare quel divario che ancora esiste tra Nord e Sud del Paese e offrire un posto al nido almeno al 33 per cento dei bambini, a prescindere dal fatto che nascano ad Aosta o a Cosenza. La pandemia ha messo in evidenza tutta la fragilità del nostro sistema di welfare territoriale. I servizi sociali hanno fatto un lavoro straordinario per fronteggiare le aumentate necessità delle famiglie, nonostante le carenze di personale e di struttura. È necessario intervenire con misure economiche di sostegno e l'assegno unico per i figli, proposto anche dal Partito Democratico, a prima firma del collega Delrio, che viene erogato già a partire dal terzo trimestre di gravidanza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e le norme del Family Act sono prime risposte importanti e decisive, così come lo è il Child Guarantee, finalizzato ad assicurare a bambini e adolescenti in situazioni di vulnerabilità l'accesso a servizi di qualità. E, dunque, come può ripartire un Paese, se non investe sull'infanzia? Ecco, per noi questa mozione rappresenta una vera svolta per costruire un Paese più giusto, che dia uguali possibilità ad ogni bambina e ad ogni bambino e che sia in grado di sanare le ferite profonde che il virus ha lasciato sui nostri ragazzi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire la deputata Claudia Gobbato. Ne ha facoltà (Commenti). Collega Gobbato, vuole intervenire? A noi risulta iscritta la collega Gobbato. Collega Fantuz? Io avevo Gobbato, ma ovviamente, collega Fantuz, la faccio intervenire. Prego, ne ha facoltà.

MARICA FANTUZ (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, la mozione che ci apprestiamo a votare vuole essere un indirizzo al Governo, affinché lo stesso Esecutivo possa mettere in atto tutta una serie di iniziative, che abbiano come obiettivo il sostegno alla natalità, alla genitorialità e ai servizi per l'infanzia. Dobbiamo dirci chiaramente che, se un piccolo passo è stato fatto con l'approvazione dell'assegno unico, siamo ben lontani dall'avere un vero e proprio piano per l'infanzia e per l'adolescenza. Urge, quindi, attuare delle politiche di supporto, che mettano al centro i minori e le loro famiglie. Questa mozione ci impone uno sguardo a lungo termine e, al di là delle misure immediate come i bonus, vuole essere un esempio ed importante contributo per il futuro di questo Paese. È necessario destinare risorse specifiche, accompagnate da una strategia politica, integrata e mirata, e da un Piano d'azione nazionale, volto al rafforzamento del sistema di cura e di protezione di bambini e ragazzi su tutto il territorio nazionale. Si tratta, in particolare, di supportare iniziative di contrasto alla povertà e all'esclusione sociale dell'infanzia e dell'adolescenza, nonché iniziative volte alla valorizzazione del potenziale di bambini e ragazzi e di favorire politiche di inclusività, adottando interventi volti alla riduzione della povertà educativa e al contrasto della dispersione scolastica, con particolare attenzione ai bisogni specifici dei bambini con disabilità e sostenendo la partecipazione a percorsi educativi per le famiglie in difficoltà. Positiva è la proposta contenuta in questa mozione, di creare un capitolo specifico, all'interno del Recovery, dedicato a tutti gli interventi a favore dell'infanzia. Purtroppo, quest'anno di pandemia ci ha costretto a constatare gli effetti sociali, educativi e psicologici negativi importanti ai danni dei bambini e degli adolescenti. Le esigenze dei più piccoli sono passate troppo spesso in secondo piano, perché, a oltre un anno dall'inizio della pandemia, sono moltissimi i bambini e gli adolescenti che stanno affrontando difficoltà emotive, psicologiche e sociali. Sono tanti i giovani che sentono particolare stanchezza, apatia, irritabilità e preoccupazione. Inoltre, si registra un notevole aumento degli abusi e dei maltrattamenti ai danni dei più piccoli e anche i maltrattamenti domestici purtroppo sono in crescita, come lo sono in modo allarmante le violenze tra i giovani stessi. La mancanza di relazioni sociali e la drastica diminuzione di contatto tra pari, la complessità della DAD e le numerose quarantene stanno generando un disagio profondo, soprattutto tra i più giovani, e pensiamo al grosso disagio che hanno vissuto e stanno vivendo i bambini con disabilità o con bisogni educativi speciali. Peraltro, proprio riguardo a quest'ultimo argomento, vi è un impegno preciso nella mozione, al fine di garantire, in linea col provvedimento del MiUR del 12 marzo, fortemente sostenuto dalla Lega, agli alunni con disabilità motorie o intellettive e/o con bisogni educativi speciali, nell'ottica di assicurare un'adeguata assistenza alle famiglie, l'azione didattico-pedagogica tesa sempre a favorire l'inclusione dell'alunno e l'interazione con i compagni di classe. In merito a questo lasciatemi esprimere la soddisfazione della Lega per il ripristino del Ministero per le Disabilità, importante risultato raggiunto per dar voce a chi troppo spesso rimane inascoltato. Con questa mozione vogliamo dare un segnale, un segnale importante e concreto, a sostegno dell'infanzia, dell'adolescenza e delle famiglie. Per questi motivi annuncio il voto favorevole del gruppo Lega-Salvini Premier (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire la deputata Vittoria Casa. Ne ha facoltà.

VITTORIA CASA (M5S). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, intanto vorrei esprimere anch'io un ringraziamento ai colleghi Lattanzio e Siani per la stesura di questa mozione, che nasce comunque da un confronto molto serrato e articolato con diverse associazioni, che operano proprio nel settore dell'infanzia e dell'adolescenza e che hanno dato voce al disagio e ai problemi che avvolgono, appunto, i nostri bambini e le nostre bambine. Poi, permettetemi di sottolineare che finalmente in quest'Aula, da pochi giorni - la settimana scorsa - abbiamo parlato di scuola, di riapertura delle scuole e, quindi, abbiamo messo al centro i nostri bambini e le nostre bambine; oggi a distanza di pochi giorni continuiamo a parlare di loro e a renderli un po' più visibili, perché in questo periodo - è inutile negarlo - i nostri bambini, l'infanzia in generale, quel messaggio vivente che il sociologo Postman considera appunto come quel mondo che noi trasmettiamo al futuro, senza però conoscerlo, diventa fondamentale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi, ringrazio veramente tutti coloro che stanno lavorando, per far sì che finalmente si abbia una visione bambino-centrica: i bambini ritornino veramente a trovare il loro spazio e la loro voce. E noi siamo qui per dare loro questa voce. I dati che ci sono stati forniti, i dati che conosciamo sono veramente allarmanti: Save the children ci parla di 4 milioni di bambini che sono in povertà assoluta e relativa; 160 mila bambini hanno un pasto caldo soltanto con le mense scolastiche.

Questo è un dato veramente pesante, drammatico, che ci deve fare riflettere.

La dispersione scolastica in Italia sta raggiungendo livelli incredibili. Abbiamo un alto tasso di NEET, di ragazzi che non lavorano né studiano e, quindi, veramente dobbiamo avere la consapevolezza di come i nostri bambini devono avere un ruolo fondamentale, perché dire che sono il nostro futuro non diventi soltanto uno slogan fine a se stesso. Quindi, ben vengano gli impegni di questa mozione, soprattutto, il primo, che è quello di dare un capitolo specifico al Recovery Plan, in cui si rilancia anche il Piano nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, perché dobbiamo ricordare che qualunque investimento sui bambini ci ritorna all'11 per cento in forma di adulti e, quindi, è su questo che noi dobbiamo lavorare assolutamente.

Potremmo parlare tantissimo di questi temi, del disagio emotivo e psicologico che i nostri bambini durante la pandemia hanno vissuto e di tutti gli interventi che noi dobbiamo portare avanti, dal supporto psicologico alla lotta all'evasione scolastica e alla povertà educativa, ma credo che averne parlato, continuare a parlarne e portare avanti tutti gli impegni che questa mozione ha messo in evidenza sia veramente la voce più importante per i nostri bambini e le nostre bambine. Quindi, proprio per tutti questi motivi e per altri ancora, che non ho il tempo, naturalmente, di portare avanti, annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle per questa mozione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Come da prassi, le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lattanzio, Casa, Gobbato, Marrocco, Occhionero, Stumpo, Muroni ed altri n. 1-00405 (Ulteriore nuova formulazione), come riformulata su richiesta del Governo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 51).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00460, come riformulata su richiesta del Governo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 52).

Annunzio di una questione pregiudiziale.

PRESIDENTE. Avverto che è stata presentata la questione pregiudiziale Lollobrigida ed altri n. 1, riferita al disegno di legge n. 3002 di conversione del decreto-legge recante disposizioni urgenti per il differimento di consultazioni elettorali per l'anno 2021, che sarà esaminata e posta in votazione nella seduta di domani, mercoledì 14 aprile 2021, alle ore 16.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare la deputata Cunial. Ne ha facoltà, per un minuto. Colleghi, vi chiedo di uscire in silenzio, grazie. Collega Cunial, prego.

SARA CUNIAL (MISTO). Presidente, cari colleghi, con l'approvazione dei pareri al PNRR avete ancora una volta tradito la promessa fatta al popolo italiano di tutelare veramente la nostra salute, favorendo il Governo nel suo intento di innalzare di dieci volte i limiti delle emissioni elettromagnetiche, dall'attuale 6 voltmetro fino a 61 voltmetro, per irradiarci tutti, sempre e ovunque, in maniera massiccia. Continuate ad offendere le preoccupazioni di oltre 600 sindaci contrari alla sperimentazione 5G e a oltraggiare quest'Aula, che l'8 ottobre 2019 aveva votato per prevenire e ridurre l'inquinamento elettromagnetico. E quindi, per prevenire e ridurre l'inquinamento elettromagnetico, avete ben deciso di innalzare furbescamente i limiti. Complimenti! L'ordine arriva direttamente dall'ICNIRP, giudicato dai tribunali italiani in grave conflitto d'interessi vicini alla Telco, che ignora gli effetti cronici e biologici gravi ampiamente documentati, mentre la Commissione europea e la IARC stanno rivalutando la cancerogenesi e la nocività delle radiofrequenze. Alleanza italiana stop 5G inizia oggi una catena solidale di sciopero della fame, staffetta alla quale aderisco, come civile protesta dei cittadini osteggiati dalle vostre scellerate scelte antiscientifiche, votate al sacrificio della vita umana.

L'impalcatura negazionista dei danni da elettrosmog sta crollando miseramente, proprio come i conflitti di interesse del vostro Ministro Colao, top manager di Vodafone Europe e di Verizon, il colosso americano del 5G portato in giudizio negli Stati Uniti da Robert Kennedy. Non si tocchi nemmeno un volt su metro e si fermi immediatamente questa pericolosa sperimentazione. Le alternative più sicure al 5G ci sono, eccome! Sono intollerabili e oltraggiose le vostre scuse e le vostre bugie.

PRESIDENTE. Colleghi, intanto vi chiedo di uscire in silenzio e di evitare assembramenti. Colleghi!

Ha chiesto di parlare la deputata De Giorgi. Ne ha facoltà.

ROSALBA DE GIORGI (MISTO). Grazie, Presidente. L'articolo 21 della nostra Costituzione capita che conti poco o nulla. Dico questo alla luce della decisione adottata dalla multinazionale ArcelorMittal nei confronti di un suo operaio, gestore dell'ex Ilva di Taranto e prossima ad occuparsi delle sorti della più grande acciaieria d'Europa insieme allo Stato italiano, in virtù dell'accordo siglato nel dicembre del 2020. Il gruppo industriale franco-indiano ha licenziato il proprio dipendente perché si era permesso di condividere sui social network l'invito a seguire una fiction televisiva che narra la vicenda di una bambina ammalatasi di leucemia a causa dell'inquinamento che opprime la città in cui risiede con la famiglia.

Una storia drammatica, in tutto aderente alla realtà che da anni vivono Taranto e i suoi abitanti; non si fanno nomi né riferimenti, ma le similitudini tra la fiction e Taranto non sono sfuggite a nessuno. Quindi si è ritenuto che farle notare a chi magari non ci aveva fatto caso è un atto gravissimo, da punire con il licenziamento, come ha stabilito ArcelorMittal, per il danno all'immagine subìto dall'azienda; questa è la giustificazione. E poco importa se in questo modo viene ignorato che manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione non è un reato, ma un diritto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Scerra. Ne ha facoltà.

FILIPPO SCERRA (M5S). Grazie, Presidente. In provincia di Siracusa, a Lentini, si trova la più grande discarica della Sicilia e una delle più grandi di tutto il Meridione. Ciò che sta avvenendo in questa discarica, che è la discarica di Grotte San Giorgio, è l'emblema del fallimento della regione siciliana sulla gestione dei rifiuti. Adesso la discarica di Grotte San Giorgio, infatti, in cui depositano i rifiuti circa 150 comuni siciliani, si appresta a chiudere e dal 1° maggio, di fatto, la Sicilia non sarà più autosufficiente nella gestione dei rifiuti. Questo è un fatto molto grave, Presidente.

Ci tengo a dire qui, in questa sede, che le comunità di Lentini, Carlentini, Francofonte e il territorio limitrofo hanno già dato tanto in termini ambientali e di salute proprio per gli errori della politica siciliana. Dico qui, come MoVimento 5 Stelle, che ci opporremo a qualsiasi ampliamento, qualsiasi ipotesi di ampliamento della discarica di Grotte San Giorgio, proprio perché questi territori hanno già dato troppo per degli errori evidenti della classe politica siciliana.

Allo stesso tempo, è da biasimare la soluzione proposta dal presidente Musumeci, ossia quella di utilizzare addirittura i fondi europei per poter esitare rifiuti fuori dalla Sicilia. I fondi europei in Sicilia devono essere utilizzati per migliorare le condizioni della nostra isola, non per rimediare agli errori continui di Musumeci e della sua giunta. Questo mi sento di dire: una giunta che deve fare un ultimo gesto dignitoso, che è quello di dimettersi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Manfredi Potenti. Ne ha facoltà.

MANFREDI POTENTI (LEGA). La ringrazio, Presidente. Creò molto scalpore, lo scorso anno, quell'episodio compiuto da un cittadino extracomunitario, che, per strada, si mise a cucinare un gatto. Fu molto dibattuta questa questione e la tirai fuori perché accadde sul mio territorio, il territorio della provincia di Livorno, il comune di Campiglia. È notizia di queste ore che quel cittadino ha deciso volontariamente di ritornare nel proprio Paese. Ciò, da una parte, non può che rincuorarci per la diversità culturale che evidentemente distingue la nostra civiltà da quella della persona citata, che non ha avuto altro modo per dimostrare la sua attitudine a vivere sul nostro territorio; dall'altra, ci viene anche in mente, in maniera forse anche ironica, che sia voluto andare via dall'Italia, non potendo fruire della meravigliosa capacità culinaria del nostro Paese a causa della chiusura perpetrata dal COVID-19, che stiamo purtroppo subendo e siamo per questo molto vicini ai nostri ristoratori. Quindi, da questo episodio, che afferisce alla sicurezza dei nostri territori e al comportamento dei cittadini extracomunitari, mi viene spontaneo lanciare un grido per veder riaperti i nostri ristoranti e tornare presto alla normalità, per dare modo anche a questi cittadini di cambiare le loro abitudini.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lucia Scanu. Ne ha facoltà.

LUCIA SCANU (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi, purtroppo, la situazione della sanità nella provincia di Oristano sta diventando davvero drammatica. La pandemia continua a rivelarci una sanità che non riesce assolutamente a garantire la salute dei cittadini. E allora ci domandiamo: a cosa sono serviti i nostri appelli, gli appelli dei sindaci, gli appelli delle associazioni, gli appelli dei comitati e cosa devono affrontare ancora i nostri concittadini? Sicuramente, la continua mancanza di posti letto per i malati COVID e la probabile ennesima chiusura del Pronto soccorso dell'ospedale “San Martino” di Oristano. Ricordiamolo: il “San Martino” è l'unico ospedale, in tutta la provincia, attrezzato per il trattamento separato dei pazienti. Ebbene, qualche giorno fa, una donna ha dovuto aspettare per dieci ore, colleghi, dieci ore, all'interno dell'ambulanza, prima di riuscire a trovare un posto letto in ospedale. Ancora, tre settimane fa, sempre a causa della lunga attesa, ahimè, c'è stato addirittura un decesso, e questo basterebbe a farci capire quanto è drammatica la situazione. Ma non è tutto, Presidente; pensi che, oltre alle carenze di organico enormi, si aggiunge una campagna di vaccinazione davvero troppo lenta e mal organizzata. Giusto per citarle un dato: ad oggi le persone vaccinate con la seconda dose, in rapporto alla popolazione, rappresentano il 5,63 per cento, cioè siamo agli ultimi posti tra le regioni italiane. E anche oggi mi dicono che le file per fare il vaccino a Oristano sono infinite: stiamo parlando di ore e ore di attesa. E allora, Presidente, mi chiedo: a cosa sono servite le mie lettere al Ministro, al sottosegretario, le interrogazioni, le richieste di ispezione ministeriale? A nulla, non sono servite assolutamente a nulla! E così non cambierà mai nulla. E concludo: non cambierà la vergognosa paralisi del nostro ospedale e non cambierà quella degli altri ospedali in provincia, cioè quella di Ghilarza e di Bosa. Colleghi, vi sembra giusto che siano i cittadini, i medici e gli operatori a dover pagare sulla propria pelle il dramma di una sanità regionale così incapace e sorda (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?

PRESIDENTE. Colleghi, vi chiedo di lasciare l'Aula, non state mantenendo il distanziamento, per cortesia.

Ha chiesto di parlare la collega Giusi Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Grazie, Presidente. All'attenzione dell'Aula, il cosiddetto caso Palamara: era il maggio del 2019, quando scoppia il caso Palamara e pochi giorni dopo il Presidente Mattarella, dinanzi al CSM, Presidente uso le sue parole: “grave sconcerto e riprovazione per la degenerazione del sistema delle correnti e per l'inammissibile commistione tra politica e magistratura”. Ebbene, pochi giorni dopo, Forza Italia presenta una proposta di legge a prima firma Gelmini, ma sottoscritta da tutti i deputati di Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia, con la quale si richiede la costituzione di una Commissione d'inchiesta, non sul caso Palamara, Presidente, a noi non piacciono queste semplicistiche definizioni, ma sul conferimento degli incarichi in magistratura e, quindi, sulla commistione, come aveva rilevato il Presidente Mattarella, tra politica e magistratura.

Presidente, quello che voglio portare all'attenzione sua e dell'Aula è che è passato un anno, un anno da quando noi proviamo, in ogni ufficio di presidenza della Commissione giustizia e, oggi, da ultimo anche nelle Commissioni riunite, nell'ufficio di presidenza delle Commissioni riunite I e II, a calendarizzare questa proposta di legge, ottenendo un nulla di fatto, un rinvio continuativo da parte del presidente della II Commissione, il collega Perantoni, ingiustificato, l'abbiamo riproposta oggi in ufficio di presidenza anche con il presidente Brescia, della I Commissione.

PRESIDENTE. Concluda.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente è inaccettabile - e concludo - questo ulteriore rinvio. La magistratura ha dimostrato di avere gli anticorpi: procedimenti disciplinari attivati, procedimenti penali in corso; la politica deve fare altrettanto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente); c'è una proposta di legge che va calendarizzata a prescindere dal merito delle singole questioni. E' un atto dovuto e bisognerà andare sino in fondo. Sarà mia cura, ogni giorno, alla fine dei lavori di questa Assemblea, prendere la parola per ricordare a tutti che questo è un atto dovuto, non solo nei confronti, lo ripeto, dei cittadini che…

PRESIDENTE. Deve concludere, collega.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Concludo, Presidente. È un atto dovuto non solo per i tanti cittadini che usufruiscono del servizio della giustizia, ma per tutti coloro che, nella politica, hanno in qualche modo rassegnato grandissime ambizioni e non solo il loro futuro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 14 aprile 2021 - Ore 9,30:

(ore 9,30 e ore al termine del punto 6)

1. Seguito della discussione delle mozioni Meloni, Giacomoni ed altri n. 1-00382 e Martinciglio, Centemero, Martino, Fragomeli, Ungaro, Pastorino ed altri n. 1-00457 concernenti il ruolo del Ministero dell'economia e delle finanze nell'ambito del processo di vendita della società Borsa Italiana .

2. Seguito della discussione della mozione Ungaro, Viscomi, Invidia, Zangrillo, Giaccone, Epifani, Rizzetto ed altri n. 1-00392 concernente iniziative a favore dell'occupazione, della formazione e dell'emancipazione giovanile .

3. Seguito della discussione delle mozioni Bitonci ed altri n. 1-00413 e Boccia ed altri 1-00459 concernenti iniziative di competenza in relazione al nuovo quadro normativo in materia di inadempienza bancaria e crediti deteriorati .

4. Seguito della discussione dei disegni di legge:

S. 1087 - Ratifica ed esecuzione dello Scambio di Note per il rinnovo a tempo indeterminato dell'Accordo tra il Ministero della difesa italiano e il Ministero della difesa macedone sulla cooperazione nel campo della difesa del 9 maggio 1997, fatto a Skopje il 3 febbraio e il 23 agosto 2017 (Approvato dal Senato). (C. 2578​)

Relatrice: DI STASIO.

S. 1384 - Ratifica ed esecuzione del Protocollo di emendamento alla Convenzione sulla protezione delle persone rispetto al trattamento automatizzato di dati a carattere personale, fatto a Strasburgo il 10 ottobre 2018 (Approvato dal Senato). (C. 2579​)

Relatore: MIGLIORE.

S. 1086 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione nel settore della difesa tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica argentina, fatto a Roma il 12 settembre 2016 (Approvato dal Senato). (C. 2631​)

Relatore: DI STASIO.

S. 1169 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica argentina sulla cooperazione in materia di sicurezza, fatto a Buenos Aires l'8 maggio 2017 (Approvato dal Senato). (C. 2654​)

Relatore: DI STASIO.

S. 1763 - Ratifica ed esecuzione dello Scambio di Lettere tra la Repubblica italiana e la Santa Sede sull'assistenza spirituale alle Forze Armate, fatto a Roma e nella Città del Vaticano il 13 febbraio 2018, e norme di adeguamento dell'ordinamento interno ad obbligazioni internazionali contratte con la Santa Sede (Approvato dal Senato). (C. 2657​)

Relatori: DI STASIO, per la III Commissione; ARESTA, per la IV Commissione.

Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla coproduzione cinematografica (rivista), con Allegati, fatta a Rotterdam il 30 gennaio 2017. (C. 1766​)

Relatrice: DI STASIO.

(ore 15)

5. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

(ore 16)

6. Esame e votazione della questione pregiudiziale riferita al disegno di legge:

S. 2120 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 5 marzo 2021, n. 25, recante disposizioni urgenti per il differimento di consultazioni elettorali per l'anno 2021. (Approvato dal Senato). (C. 3002​)

La seduta termina alle 20,15.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nelle votazioni nn. 1, 26 e 27 il deputato Stefani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 1 e 45 il deputato Maraia ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;

nella votazione n. 7 la deputata Marzana ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 9 il deputato Prisco ha segnalato che si è erroneamente astenuto mentre avrebbe voluto votare a favore;

nelle votazioni nn. 10 e 12 il deputato Zoffili ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 31 e 32 il deputato Frailis ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 45 la deputata Prestigiacomo ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore;

nella votazione n. 49 la deputata Murelli ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 2989 - em. 1.2 382 381 1 191 28 353 88 Resp.
2 Nominale em. 1.1 386 384 2 193 28 356 87 Resp.
3 Nominale art. agg. 1.01 390 389 1 195 29 360 87 Resp.
4 Nominale em. 2.16 385 384 1 193 40 344 87 Resp.
5 Nominale em. 2.17 387 385 2 193 43 342 87 Resp.
6 Nominale em. 2.28 388 386 2 194 41 345 86 Resp.
7 Nominale em. 2.21 388 386 2 194 41 345 86 Resp.
8 Nominale em. 2.1 396 370 26 186 20 350 86 Resp.
9 Nominale em. 2.30 397 393 4 197 26 367 86 Resp.
10 Nominale em. 2.29 391 389 2 195 41 348 86 Resp.
11 Nominale em. 2.24, 2.100 394 392 2 197 48 344 86 Resp.
12 Nominale em. 2.18 398 397 1 199 29 368 86 Resp.
13 Nominale em. 2.19 401 400 1 201 29 371 86 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale em. 2.2 406 377 29 189 17 360 85 Resp.
15 Nominale em. 2.31 410 395 15 198 30 365 85 Resp.
16 Nominale em. 2.101 407 373 34 187 8 365 85 Resp.
17 Nominale em. 2.25 406 393 13 197 29 364 86 Resp.
18 Nominale em. 2.26 412 407 5 204 41 366 85 Resp.
19 Nominale em. 2.3 413 411 2 206 19 392 85 Resp.
20 Nominale em. 2.20 408 407 1 204 42 365 85 Resp.
21 Nominale em. 2.22 415 400 15 201 30 370 85 Resp.
22 Nominale em. 2.23 406 391 15 196 29 362 85 Resp.
23 Nominale em. 2.27 412 399 13 200 29 370 85 Resp.
24 Nominale em. 2.32 406 391 15 196 29 362 86 Resp.
25 Nominale em. 2.4 410 408 2 205 23 385 85 Resp.
26 Nominale art. agg. 2.01 411 410 1 206 32 378 86 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale em. 3.1 405 404 1 203 29 375 85 Resp.
28 Nominale em. 4.6 413 410 3 206 40 370 84 Resp.
29 Nominale em. 4.7 407 395 12 198 29 366 84 Resp.
30 Nominale em. 4.2 404 400 4 201 37 363 84 Resp.
31 Nominale em. 4.3 411 410 1 206 41 369 84 Resp.
32 Nominale em. 4.5 412 411 1 206 29 382 84 Resp.
33 Nominale em. 4.4 408 408 0 205 27 381 84 Resp.
34 Nominale em. 5.1, 5.100 414 412 2 207 43 369 84 Resp.
35 Nominale odg 9/2989/3 389 386 3 194 24 362 85 Resp.
36 Nominale odg 9/2989/7 409 392 17 197 24 368 84 Resp.
37 Nominale odg 9/2989/8 403 400 3 201 39 361 84 Resp.
38 Nominale odg 9/2989/9 412 409 3 205 39 370 84 Resp.
39 Nominale odg 9/2989/10 418 414 4 208 41 373 84 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale odg 9/2989/11 415 413 2 207 25 388 84 Resp.
41 Nominale odg 9/2989/14 413 396 17 199 28 368 84 Resp.
42 Nominale odg 9/2989/15 420 412 8 207 28 384 84 Resp.
43 Nominale odg 9/2989/16 421 406 15 204 27 379 84 Resp.
44 Nominale odg 9/2989/21 424 421 3 211 46 375 84 Resp.
45 Nominale Ddl 2989 - voto finale 389 387 2 194 383 4 83 Appr.
46 Segreta 382 378 4 190 326 52 86 Appr.
47 Nominale Moz. Molinari e a. n. 1-414 n.f. 432 410 22 206 409 1 82 Appr.
48 Nominale Moz. Vallascas e a. 1-450 rif. p.I 430 407 23 204 406 1 82 Appr.
49 Nominale Moz. Vallascas e a. 1-450 p.II 430 406 24 204 26 380 82 Resp.
50 Nominale Moz. Vallascas e a. 1-450 p.III 433 407 26 204 29 378 82 Resp.
51 Nominale Moz.Lattanzio e a 1-405 u.n.f. rif. 409 397 12 199 393 4 82 Appr.
52 Nominale Moz. Lollobrigida e a. n. 1-460 402 390 12 196 387 3 82 Appr.