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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 481 di mercoledì 7 aprile 2021

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANDREA MANDELLI

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

FRANCESCO SCOMA, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascari, Baldino, Covolo, Luigi Di Maio, Melilli e Nappi sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 97, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,33).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Paolo Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, in questi giorni, ieri e oggi insomma, si susseguono manifestazioni in Italia, in piazza. Noi, innanzitutto, nel condannare ogni forma di violenza, vogliamo esprimere piena solidarietà alle Forze dell'ordine, senza “se” e senza “ma” (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché il ruolo che rivestono ha priorità assoluta e il rispetto delle Forze dell'ordine è un dogma per Fratelli d'Italia. Però, certo ieri, oggi, nei giorni scorsi, abbiamo assistito a un ribollire delle piazze. Il disagio è arrivato fino davanti a Montecitorio e noi ieri - come ha fatto il Partito Democratico - abbiamo ricevuto una delegazione di ristoratori, di artigiani, di operatori del mondo dello sport. E' chiaro che, oltre alla enorme difficoltà di gestire un momento drammatico da un punto di vista economico, registriamo, sempre più spesso - ieri in maniera molto eclatante -, il disagio di chi non capisce, di chi non ha interlocutori, di chi non riesce a capire le scelte della maggioranza e del Governo e vorrebbe avere quantomeno qualcuno disposto a spiegargliele. E come dare torto, da questo punto di vista, ai manifestanti? Si fa fatica a rimanere chiusi con le proprie attività, a non avere ristori e sostegni adeguati, e poi vedere la maggioranza buttare soldi con il cashback, con i navigator (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), con tutta una serie di norme che non si conciliano con la fase dell'emergenza e con la prospettiva di vedere un futuro per le proprie attività.

E un altro aspetto - che credo si faccia veramente fatica a spiegare e ieri, noi di Fratelli d'Italia, non siamo riusciti a farlo, non so il Partito Democratico – è dare una spiegazione alle aziende che sono rimaste chiuse durante il periodo pasquale all'interno di città spettrali - come le nostre città d'arte, ma non solo - e poi vedere che gli italiani, quelli magari che hanno qualche disponibilità in più, potevano prendere un aereo e andare a spendere i propri soldi all'estero. Non si riesce a spiegare tutto questo e allora io credo - e questo è il senso del mio intervento, Presidente - che, così come ha fatto il presidente Meloni, nell'incontro con Draghi - la maggioranza, ma soprattutto il Governo, debba aprire una seria stagione di confronto con tutte le associazioni, anche con questi movimenti: almeno abbiate la forza, il coraggio di sedervi davanti a loro e spiegare loro il perché di queste scelte. Perché noi, dall'opposizione, possiamo cercare di dargli voce, possiamo cercare di prendere la parola e insistere quanto più possibile per convincervi a dare una mano a chi rappresenta la storia e deve rappresentare anche il futuro di questa Nazione, certo è che non riusciamo a spiegare perché si continuano a buttare soldi lì dove non servono, piuttosto che dare attenzione a queste associazioni e a queste categorie (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire sullo stesso argomento l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). La ringrazio, Presidente. Prima di tutto, la nostra vicinanza al funzionario della DIGOS di Roma, che ha ricevuto sei punti di sutura in testa e un dito rotto nella giornata di ieri (Applausi) e agli altri due operatori delle Forze di polizia feriti più lievemente.

Come abbiamo ribadito nell'incontro che abbiamo avuto ieri nel pomeriggio, poco prima che incontrassero la delegazione di Fratelli d'Italia, con alcuni partecipanti alla manifestazione di ieri, prima di tutto va eliminata qualsiasi frangia di manifestazione violenta dal loro giustissimo diritto di manifestare un disagio, che è drammatico; anzi, non è più disagio, ma è una crisi vera, materiale delle persone, delle loro aziende e dei loro lavoratori, che noi comprendiamo.

Ci sono state raccontate molte storie nella giornata di ieri. Ero insieme al collega Filippo Sensi ad accoglierli, per ascoltare le questioni che loro hanno fatto rilevare: la quantità di soldi che gli è arrivata e che non è sufficiente, la necessità di riaprire quanto prima, la necessità di moratoria sui pagamenti che hanno in corso e sulle spese fisse.

Noi abbiamo trasmesso e continueremo a trasmettere al Governo queste esigenze. Facciamo nostra la richiesta che il Governo trovi il modo di incontrare i rappresentanti delle categorie più colpite dalla crisi economica che è in corso. Bisogna che si dia in questo momento una spinta forte, comune a tutte le forze politiche, per rispondere a queste domande che sono venute dalle manifestazioni di ieri in tutta Italia.

Bisogna che chi manifesta per salvare la propria vita e la propria azienda impedisca a chiunque altro di esercitare la violenza, perché la violenza non sarà mai permessa, tanto più verso poliziotti, o comunque Forze dell'ordine, Carabinieri, Guardia di finanza, che sono lì per sancire il diritto costituzionale a manifestare: certo, quando si colpisce con una bottiglia di vetro un poliziotto, si è fatto esattamente il contrario di quello che si dovrebbe fare.

Continueremo a incontrarli e a chiedere che il Governo agisca rapidamente per dare aiuto a coloro che non ce la fanno più e per fare ripartire in sicurezza quanto prima l'economia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire sullo stesso argomento l'onorevole Migliore. Ne ha facoltà.

GENNARO MIGLIORE (IV). Grazie, signor Presidente. Ovviamente anche io mi associo alla solidarietà nei confronti dei funzionari e degli agenti delle Forze di Polizia che ieri sono stati vittime di un'aggressione violenta, che in ogni caso non potrà mai essere giustificata. Si tratta di leali servitori dello Stato che rappresentano, in questo momento, anche un setto molto complicato tra quelle che sono le istituzioni e quello che è il malessere, che però non può mai degenerare in violenza.

Io sono stato in molte manifestazioni e anche in piazza, recentemente a piazza San Silvestro, ad incontrare soggetti che protestavano legittimamente nei confronti di quella che è una tragedia che riguarda l'intero Paese e, ben oltre, l'intero mondo e penso che sia dovere delle istituzioni e della politica attivare, indipendentemente da queste manifestazioni, un circuito virtuoso, che possa consentire a queste persone di sostenere la propria attività, la propria famiglia, il proprio diritto a essere all'interno di questa comunità. Però vorrei dire una cosa: il Parlamento è la casa democratica di tutti e di tutte le italiane, sia di quelli che manifestano, sia di quelli che non manifestano, sia di chi è in maggioranza, sia di chi è all'opposizione. Il Parlamento non può e non deve diventare un obiettivo, perché attraverso il Parlamento noi dovremmo dare voce a chi abbiamo l'onore di rappresentare. Questo è il senso di una richiesta che, secondo me, è necessaria, certamente di interlocuzione con le forze che hanno la responsabilità di Governo, ma altrettanto per evitare che queste azioni si rivolgano contro chi è deputato ad ascoltarle e anche ad agire di conseguenza (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire, sullo stesso argomento, l'onorevole Ribolla. Ne ha facoltà.

ALBERTO RIBOLLA (LEGA). Grazie, Presidente. Anche il gruppo della Lega esprime solidarietà alle Forze dell'ordine, che sono state attaccate e colpite ieri durante le manifestazioni. Manifestare è un diritto, ma la violenza non può essere mai giustificata. Allo stesso tempo, però, comprendiamo, comprendiamo benissimo, le ragioni delle categorie dei baristi, dei ristoranti, dei parrucchieri, di coloro che hanno un negozio: è da mesi che la Lega chiede di poter riaprire in sicurezza (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) gli esercizi commerciali; è da mesi che Matteo Salvini e ora i Ministri Giorgetti e Garavaglia chiedono di potere dare una speranza a chi ha da pagare affitti, utenze e i dipendenti.

Come Lega, da sempre, incontriamo e stiamo incontrando le categorie di coloro che lavorano, di coloro che portano avanti, con fatica, il proprio lavoro tra le nostre strade, nei bar, nei ristoranti e nei negozi, ed è per questo anche che la Lega ha chiesto, già da tempo, un ulteriore scostamento di bilancio, perché è evidente che i ristori che finora hanno ricevuto queste categorie non sono assolutamente sufficienti per potere pagare quelle che sono anche le minime spese, le utenze, gli affitti, i contributi per i dipendenti.

Come Lega ci impegniamo, ovviamente, a portare avanti un ulteriore scostamento di bilancio per far sì che queste categorie possano avere dei sostegni ulteriori, ma il primo sostegno è far tornare a lavorare queste categorie, che non aspettano altro. Tra l'altro, la Lega ha anche permesso di evitare che l'Italia sia tutta una “zona rossa”, quindi noi ci impegniamo anche per il prossimo immediato futuro a far sì che le categorie possano tornare a lavorare in sicurezza e a tornare a produrre reddito per il proprio Paese e anche per i propri concittadini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire, sullo stesso argomento, l'onorevole Valentini. Ne ha facoltà.

VALENTINO VALENTINI (FI). Grazie, Presidente. Sugli avvenimenti della vicenda che stiamo seguendo non esiste maggioranza, non esiste opposizione. Questo è un dramma, è un dramma sociale, un dramma economico, è una crisi che colpisce tutto il Paese e che ci colpisce tutti. Anche noi condanniamo le violenze che sono state commesse, ma allo stesso tempo ascoltiamo, abbiamo ascoltato e continuiamo a ascoltare il grido di dolore che ci lanciano le categorie più colpite. Queste categorie ci dicono due cose sostanzialmente. La prima è che non sono i sostegni che vogliono, perché i sostegni non bastano. Noi continueremo a chiedere uno scostamento di bilancio e continueremo a farlo fintanto che sarà necessario dare sostegno a queste categorie, ma ciò che queste categorie ci chiedono è di lavorare, di poter lavorare. In questo senso, credo che dovremmo anche riconoscere lo sforzo ulteriore commesso soprattutto da tutta una serie di piccole e medie imprese, che a loro volta sostengono famiglie, che vogliono mantenere i loro lavoratori, che vogliono mantenere coloro che danno vitalità alle loro aziende.

Ecco perché anche noi ci uniamo nella solidarietà e anche Forza Italia ascolta e continuerà a ascoltare le categorie. Anche Forza Italia continuerà a chiedere, con decisione e convinzione, che vengano dati gli adeguati sostegni, anche nelle modalità che abbiamo cominciato a individuare, molto più rapide e snelle rispetto al passato. Anche Forza Italia ringrazia le Forze dell'ordine per l'operato di tutti i giorni, sempre più difficile, che noi comprendiamo bene, ma allo stesso tempo Forza Italia vuole lanciare anche la propria solidarietà e un messaggio di speranza a tutte queste categorie: vi stiamo ascoltando, stiamo lavorando insieme a voi; non c'è un partito degli “aperturisti” e non c'è un partito dei “chiusuristi”; c'è un partito, c'è un'Italia che cerca di lavorare, di riprendersi e di ripartire. Forza Italia è qui proprio per fare la propria parte, dare il proprio contributo, come auspico tutti faranno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire, sullo stesso argomento, l'onorevole Alemanno. Ne ha facoltà.

MARIA SOAVE ALEMANNO (M5S). Grazie, Presidente. Anch'io esprimo solidarietà, non solo alle Forze dell'ordine per i disordini che si sono verificati ieri, ma anche, chiaramente, a tutte le categorie produttive, perché si trovano in questo momento di disagio notevole. E' compito della politica, da parte di tutti i partiti politici, ascoltare le categorie produttive, che rappresentano il motore pulsante della nostra economia, oggi veramente in seria difficoltà e veramente in ginocchio. Come il collega poc'anzi ribadiva, non esiste una parte politica che desideri tenere chiuso, né tantomeno una parte che desideri aprire senza sicurezza, quindi il Parlamento, che è la casa dei cittadini, ha il dovere, oggi, di ascoltare le richieste, il grido di dolore di quanti lavorano e hanno necessità di ripartire; di chiedere sicuramente un ulteriore scostamento di bilancio, perché i ristori fin qui erogati non sono stati sufficienti - e non potevano essere sufficienti - a far fronte ad una crisi di questa portata. Quindi, sarà compito di questa casa dei cittadini, del nostro Parlamento, di essere accanto alle realtà produttive per cercare di dare delle risposte, ma soprattutto un sostegno, al fine di poter partire nuovamente con la nostra economia e superare questo momento di disagio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire, sullo stesso argomento, l'onorevole Lupi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, Presidente. Poche parole, non formali, anche da parte di Noi con l'Italia, per sottoscrivere sia la condanna delle violenze, sia la solidarietà alle Forze dell'ordine, ma, contemporaneamente, come è stato detto dagli altri colleghi, per capire e comprendere. C'è qui la sottosegretaria ai Rapporti con il Parlamento, che è altrettanto sensibile e capisce quanto stiamo qui discutendo. I dati di ieri sono drammatici: un milione di posti di lavoro persi nello scorso anno, nonostante il blocco dei licenziamenti; una tensione sociale che continua a crescere (ce l'aspettavamo e, non a caso, stiamo cercando, come Parlamento, di lavorare insieme, tutti insieme maggioranza ampia e opposizione, per dare certezza agli italiani). Vi è una tensione sociale che continua a crescere, anche perché quello che viene chiesto non è il diritto all'assistenza, non è il diritto al sostegno, assolutamente necessario ma sappiamo quanto comunque non sufficiente; quello che viene chiesto è il diritto a tornare ad essere protagonisti, ad avere una dignità e la dignità passa attraverso il lavoro.

È oltre un anno che si vive nell'incertezza, che si combatte contro questa pandemia. La strada indicata è chiara, ma c'è un passaggio che si chiede ancora di più e lo chiede tutto il Parlamento al Governo, insieme Governo e Parlamento. La strada indicata è chiara: bisogna accelerare il piano di vaccinazione, perché è l'unica strada che abbiamo per tornare a vivere e a convivere e tornare alla normalità. La strada è chiara: è quella di guardare con attenzione ai dati - ci mancherebbe altro - e la trasparenza diventa fondamentale. Ma la strada è altrettanto chiara, e continuiamo a insistere nel rapporto col Governo: per ridare certezza, per ridare fiducia, basta stop and go; bisogna programmare con chiarezza e con certezza le riaperture. Sappiamo che c'è un piano vaccinazione e contemporaneamente riprogrammiamo le riaperture. Sappiamo che stiamo andando insieme a conquistare il futuro.

Le categorie che stanno protestando protestano proprio per raccontare questo disagio sociale, che conosciamo, ma anche per chiedere certezze. Non si può continuare a vivere nell'incertezza e nella paura, non è possibile! Una fiera la si riapre non se domani mattina decidiamo di riaprirla, ma se si dà la certezza che quel sistema, fra due mesi, fra tre mesi, riaprirà, e allora ci si organizza. Non si possono fare norme che non sono comprese. Se si riapre nella “zona gialla”, allora che senso ha che a mezzogiorno i ristoranti sono aperti, fino alle 18 sono aperti, ma alle 18 chiudono? Il COVID cosa fa? Non contagia fino alle 18, e dopo le 18? Sappiamo che il problema sono gli assembramenti, che il problema è l'attenzione. Lavoriamo tutti insieme, ma ritorniamo a dare delle certezze.

E un'ultima cosa, ce l'aspettiamo dal Governo Draghi e dall'autorevolezza che il Governo Draghi ha in Europa, in particolare per il suo Presidente del Consiglio: ancora più che i finanziamenti a pioggia, ancora più che i sostegni, quello che da sempre chiediamo, quando eravamo all'opposizione e oggi, è il tema dei finanziamenti alle piccole e medie imprese e della restituzione dei finanziamenti non a cinque o a sei anni, che sono una panacea, ma a quindici, a venti, a trent'anni, che è l'unico aiuto che si può veramente dare al sistema delle nostre piccole e medie imprese, che sono la spina dorsale. A un ristoratore che chiude se gli dai 5 mila euro non gli fai niente; gli dai un pannicello caldo. Ma se gli dai la possibilità di avere un finanziamento dello Stato di 100-200 mila euro, garantiti dallo Stato - che, tra l'altro, costano meno dei 150 miliardi che abbiamo speso - e che si possono restituire in quindici, venti o trent'anni, gli hai effettivamente dato una speranza del futuro, di reinvestire sulla propria capacità imprenditoriale. Questo è quello che bisogna comprendere e la battaglia che dobbiamo fare in Europa. Basta che ci siano situazioni in cui l'Europa dice “no” su questi temi. La possibilità, per esempio, di garantire finanziamenti dallo Stato e di restituirli a medio e a lungo termine è la possibilità di sopravvivere per tutto il nostro sistema - e concludo -, altrimenti siamo di fronte a quello che non capiamo, per cui ad Air France è possibile dare un aiuto di 4 miliardi di euro e contemporaneamente siamo ancora noi a discutere, tra Governo italiano ed Europa, per capire cosa farne di Alitalia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento l'onorevole Fassina. Ne ha facoltà.

STEFANO FASSINA (LEU). Grazie, Presidente. La giornata di ieri ci ha messo, ancora una volta, di fronte a sofferenza profonda, sofferenza economica e sociale profonda. Purtroppo, c'è stato qualche eccesso, in particolare davanti a questa nostra Aula, e tuttavia non dobbiamo farci distrarre: c'è una sofferenza economica e sociale vera che va affrontata.

Il primo punto che voglio sottolineare - e lo voglio sottolineare a tutta l'Aula - è che in questo Parlamento tutte le forze politiche, tutte le forze della maggioranza, hanno consapevolezza delle condizioni del Paese. Tutti vorrebbero che vi fossero le condizioni per riaprire in sicurezza. Nessuno sottovaluta le conseguenze delle misure di restrizione e tuttavia - e tuttavia - c'è qualcuno che più di altri ha la responsabilità di farsi carico anche di scelte difficili, perché deve far fronte a contagi che salgono, a ospedali sempre più pieni, a terapie intensive che in tante regioni superano il livello di guardia.

Quindi, il primo elemento di condivisione tra di noi dovrebbe essere questo: senso di responsabilità. Dunque, trovo davvero inaccettabili gli attacchi che vengono fatti a chi ha la responsabilità, anche istituzionale oltre che politica, del sistema sanitario nazionale. I provvedimenti sono provvedimenti del Governo, sono provvedimenti del Presidente del Consiglio, sono provvedimenti collegiali di tutto il Consiglio dei Ministri, e questo dev'essere ricordato da tutti. Dopodiché, è evidente che va accelerata la campagna di vaccinazione. Ci sono stati ritardi inaccettabili anche nel weekend di Pasqua e su questo il Governo deve poter intervenire anche per supplire alle carenze organizzative in tante regioni, che sui vaccini, sulle vaccinazioni, non arrivano agli obiettivi prefissati.

C'è un problema più ampio, poi: il problema della distribuzione dei vaccini. Anche ieri AstraZeneca ha comunicato, ancora una volta, una riduzione rispetto a quelli che erano gli impegni previsti. Su questo la Commissione europea deve intervenire in modo più incisivo. Non si può continuare ad accettare condizioni che complicano poi la vita delle persone in ciascun Paese europeo. Anche qui è ora di vedere allentate le normative sui brevetti e consentire, nelle realtà europee che ne hanno le capacità, la produzione.

C'è, poi, l'altro elemento che ieri è venuto fuori in modo molto chiaro: la necessità di rendere contestuali - contestuali! - le misure restrittive per le attività economiche e le misure di indennizzo. È urgente un nuovo scostamento del deficit di bilancio, uno scostamento consistente per fare in modo di intervenire in misura adeguata su milioni di lavoratori autonomi, professionisti, piccole imprese, che, a differenza di un anno fa, sono allo stremo.

Intervenire come si è fatto con l'ultimo “decreto Sostegno” sul fatturato non è sufficiente. Il riferimento, la variabile di riferimento, devono essere le perdite effettivamente subite dalle imprese.

Allora - chiudo, Presidente - sollecitiamo il Governo a portare in Aula, contestualmente al Documento di economia e finanza, l'ulteriore scostamento consistente di bilancio e a fare, subito dopo, un decreto che abbia a riferimento le perdite effettivamente subite e possa compensare le imprese, i lavoratori autonomi, i professionisti dalle chiusure che hanno subito in questi ultimi mesi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sul medesimo argomento l'onorevole Ruffino. Ne ha facoltà.

DANIELA RUFFINO (MISTO-C!-PP). Grazie, Presidente. Sicuramente da parte della nostra componente, Cambiamo!, la vicinanza, la stima, la gratitudine e il forte affetto nei confronti delle Forze dell'ordine, ma sicuramente, dall'altro lato, la vicinanza nei confronti degli italiani, la vicinanza legata alla comprensione delle grandi difficoltà che stanno vivendo oggi famiglie, commercianti, imprenditori, dovuta all'incertezza del non sapere se ci sarà domani occupazione, se ci saranno ristori, quando ci saranno, per quanto tempo i nostri concittadini potranno continuare ad immaginare di avere un lavoro.

Vedete, in queste settimane, girando nelle nostre città, abbiamo visto i ragazzi fermi nelle piazze, spesso senza mascherina; dall'altro lato, però - e lo dico veramente con tutta la prudenza che mi contraddistingue -, abbiamo le palestre chiuse; palestre che sono sottoposte a rigide norme e che certamente potrebbero permettere ai nostri ragazzi, che non possono accedere alle loro scuole, di trascorrere in modo sano il tempo libero.

E poi un grande punto interrogativo su quello che riguarda l'occupazione femminile: parrucchiere ed estetista, due professioni tipicamente femminili, chiuse. Una perdita incredibile, con molte attività che non lavoreranno. Credo che oggi, a fronte di quanto è successo ieri nelle piazze, ci debba essere un momento di riflessione, certamente anche un momento di coraggio, nel rispetto delle regole, per immaginare riaperture graduali, attente e misurate, ma che possano permettere a chi oggi lavora e a chi oggi il lavoro lo ha già perso di poter pensare ad una piccola ripresa. Pagheremo, stiamo pagando, un costo sociale molto alto, che credo sia inimmaginabile oggi, ma la speranza non può non albergare nelle case delle persone in difficoltà.

Concludo invitando ognuno, a partire dal Governo, a visitare le strutture che erogano alimenti, i banchi alimentari: quelle file sono sempre più ampie e sono composte da gente dignitosa e disperata. Questo è un messaggio che riporto, ma che sono certa sia condiviso da larghissima parte della popolazione che forse ci sta ascoltando.

PRESIDENTE. La Presidenza, ovviamente, esprime massima solidarietà alle Forze dell'ordine. I temi proposti dai manifestanti sono importanti, ma la violenza è sempre da condannare.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 1° marzo 2021, n. 22, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri (A.C. 2915-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2915-A: Conversione in legge del decreto-legge 1° marzo 2021, n. 22, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri.

Ricordo che nella seduta del 6 aprile si è conclusa la discussione sulle linee generali e la rappresentante del Governo è intervenuta in sede di replica, mentre il relatore vi ha rinunciato.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 2915-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e degli emendamenti riferiti agli articoli del decreto-legge (Vedi l'allegato A).

Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 7, del Regolamento, in quanto estraneo rispetto ai contenuti del provvedimento, l'emendamento 1.5 Meloni, già dichiarato inammissibile in sede referente.

La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere, che è in distribuzione (Vedi l'allegato A).

In particolare, il parere della V Commissione (Bilancio) reca una condizione volta a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, che è in distribuzione e che sarà posta in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore…

Ha chiesto di parlare il deputato Trano. Sul complesso degli emendamenti? No.

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). No.

PRESIDENTE. Per che cosa, onorevole?

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). Sulla visita che è stata fatta ieri dal Presidente Draghi in Libia.

PRESIDENTE. Onorevole Trano, non c'è nessun problema, poiché siamo già passati all'esame del provvedimento, quindi può svolgere l'intervento a fine seduta.

Se nessuno chiede intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore e rappresentante del Governo a esprimere i pareri. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Su che cosa?

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Presidente, sull'ordine dei lavori, per contestare l'inammissibilità dell'emendamento Meloni sul Ministero dello Sport, perché, stando in una sede politica, proporre l'istituzione di un Ministero dello Sport, che peraltro era già previsto dal precedente Governo, e ora nel riordino dei Ministeri del Draghi-ter, come di fatto andrebbe chiamato, non è opinabile: è una proposta che il Parlamento fa perché sia ricostituito il Ministero dello Sport; poi può essere bocciato, ma non può essere inammissibile. Quindi chiediamo che venga rivista questa determinazione, che assolutamente conculca il diritto di discutere sul riordino dei Ministeri. Per cui chiediamo che questa determinazione venga rivista.

PRESIDENTE. Sono state sollevate obiezioni in ordine alla dichiarazione di inammissibilità dell'emendamento 1.5 Meloni. Al riguardo, desidero osservare che tale proposta emendativa è stata già dichiarata inammissibile in sede referente, risultando estranea ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 7, del Regolamento, rispetto alle materie oggetto del provvedimento.

Il decreto-legge in esame reca infatti interventi specifici relativi alle competenze e alla denominazione di alcuni Ministeri, nonché le conseguenti modificazioni per quanto attiene i profili organizzativo-strutturali di personale e finanziario, oltre a intervenire sulle attribuzioni del Presidente del Consiglio dei Ministri in materia di innovazione tecnologica e transizione digitale, sull'istituzione del Comitato interministeriale per la transizione digitale e sull'attribuzione delle funzioni statali in materia di Fondo nazionale per l'infanzia e l'adolescenza. Il provvedimento, quindi, non prevede in alcun modo un intervento di revisione complessiva dell'organizzazione del Governo, né disposizioni relative a uno specifico dicastero dello stesso.

Alla luce di tali considerazioni, la proposta emendativa, riguardando l'istituzione del Ministero dello Sport, attiene a ulteriori profili inerenti all'operatività di organi governativi non interessati da disposizioni del decreto-legge e, come tale, deve ritenersi inammissibile.

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

MAURIZIO CATTOI, Relatore. La Commissione invita al ritiro degli emendamenti 1.2 Foti, 1.100 Testamento, 1.4 Meloni, 2.16 Foti, 2.13 Foti, 3.3 Foti, 4.100 Testamento, 4.26 Zucconi, 4.28 Foti, 4.3 Muroni, 4.39 Prisco, 4.102 Foti, 4.103 Foti, 4.104 Foti, 4.2 Muroni, 4.105 Foti, 4.29 Foti, 4.30 Ferro, 4.31 Ferro, 4.32 Ferro, 4.101 Testamento, 4.03 Ciaburro e 6.1 Corda; esprime parere favorevole sull'emendamento 6.5 Zucconi, formula un invito al ritiro degli emendamenti 6.4 Zucconi, 6.01 Mollicone, 7.10 Zucconi, 8.13 Mollicone, 8.15 Mollicone, 8.12 Ciaburro, 9.1 Corda e 10.3 Foti, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento 11.200 della Commissione Bilancio.

PRESIDENTE. Quindi, si intende che vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere contrario?

MAURIZIO CATTOI, Relatore. Esattamente, in alternativa è parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Presidente, il parere del Governo è conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Passiamo quindi all'emendamento 1.2 Foti.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, ringrazio il relatore che garbatamente, per una lunga serie di emendamenti, ha utilizzato la formula dell'invito al ritiro. Posso tranquillamente dire che anch'io potrei consigliare al relatore un invito al ritiro alla fiducia a questa maggioranza, perché, signor Presidente, quello che oggi abbiamo di fronte è un rito che si ripete. Ormai, ogni Governo che si insedia, quasi con una volontà perversa, decide di modificare ora le competenze di questo, ora di quel Ministero.

Un giorno, nel Conte 1, il Ministero del Turismo doveva essere accorpato al Ministero delle Politiche agricole; un altro giorno, il Ministero del Turismo deve avere una sua competenza legata al Ministero dei Beni culturali; in un altro Governo ancora, il Ministro del Turismo è un Ministro autonomo con un Ministero autonomo. Insomma, uno, nessuno e centomila.

Dispiace che si sia sottovalutato il significato di questo emendamento. Innanzitutto diciamo una cosa, signor Presidente e signor rappresentante del Governo: viene qui cambiato il nome ad un Ministero, senza che venga modificata una competenza di quel Ministero. Sarei curioso di sapere, dai noti cultori della materia costituzionale presenti in quest'Aula, dove sussisterebbe il requisito di necessità e di urgenza per una norma di questo tipo. Ma è evidente che nessuno avrebbe titolo a rispondere al riguardo, per il semplice motivo che una giustificazione non c'è. È un'operazione di maquillage politico, all'insegna di un vecchio adagio “tutto cambi, perché nulla cambi”, quasi che da Draghi a Tomasi di Lampedusa vi sia solo corrispondenza di amorosi sensi.

Ma c'è di più. In un decreto-legge, che ha come sua funzione precipua quella della immediata applicabilità delle norme, noi assistiamo ad una impalcatura legislativa che rimanda ad una serie di provvedimenti neppure aventi un valore legislativo (DPCM, piani, comitati), che evidentemente assumono una funzione postuma rispetto alla entrata in vigore immediata della norma.

Quanto al merito stretto, vorrei far notare che il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti è frutto già di un matrimonio verificatosi in passato, quando vi era, da una parte, il Ministero dei Lavori pubblici e, dall'altro, il Ministero dei Trasporti. Ora il pensare - in modo del tutto inopportuno io penso - che “trasporti” sia un termine e un sostantivo che può essere assorbito da quella che invece è l'espressione “mobilità sostenibili” significa non avere ben chiaro neppure quali funzioni abbia il Ministero dei Trasporti. Sarei curioso di sapere dal signor rappresentante del Governo, ad esempio, come verrà definita nuovamente la Conferenza nazionale sulla mobilità sostenibile e trasporto pubblico locale. Cambierete nome anche a quella o vi siete dimenticati?

E, ancora, mobilità sostenibile non è esaustiva di tutto quanto è il problema dei trasporti. Noi sappiamo benissimo che esso è variegato e interessa strade, ferrovie, mobilità urbana, trasporto pubblico locale, porti, trasporto aereo. Ecco, l'avere aggiunto, come noi proponiamo, “dei trasporti” all'attuale denominazione del Ministero era solo atto di buonsenso. Non dubito che potevate soltanto esprimere parere contrario, non avendo buon senso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire, a titolo personale, l'onorevole Albano, per un minuto. Ne ha facoltà.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente. Colleghi, sono qui a chiedere di sottoscrivere l'emendamento, che il collega ha appena illustrato. È un emendamento che semplicemente chiede di reinserire, all'interno del Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, la parola “trasporti”.

Bene, come giustamente diceva il collega, è cambiato il nome al Ministero, ma qual è il requisito di necessità e di urgenza per cambiare questo nome? E, soprattutto, perché non viene considerato tutto ciò che riguarda i trasporti? Come abbiamo visto, mobilità sostenibile non è equivalente a trasporti. I trasporti riguardano una serie di elementi (strade, ferrovie, urbanizzazione): dove sono le competenze che riguardano questo aspetto?

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Bellucci, sempre per un minuto. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Stiamo affrontando questo provvedimento di riorganizzazione dei Ministeri, perché evidentemente si è immaginato che di una riorganizzazione ci fosse necessità e bisogno, che fosse indispensabile riorganizzare i Ministeri. E, allora, quando le cose si fanno, si devono fare anche bene. Non si può muoversi per una ridotta, cioè diminuendo la qualità dei ministeri, diminuendo le prerogative e le competenze che sono state assegnate, perché in questo caso si lede l'interesse, quello degli italiani, di potere avere la miglior attribuzione delle deleghe. E qui, in questa proposta, che ben ha spiegato il collega Foti, c'è la volontà di migliorare i provvedimenti del Governo e, quindi, di inserire quegli aspetti che, se manchevoli, diventano gravi e deficitari. Per questo, nel nostro emendamento, chiediamo che sia inserito il termine “trasporti”, quindi, Ministero anche dei trasporti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire, a titolo personale, l'onorevole Prisco, per un minuto. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Il collega Foti ha spiegato molto bene le contraddizioni di questo parere, che, sebbene espresso con il garbo dell'invito al ritiro da parte del relatore, non cambia la sostanza. In realtà, vi è un maquillage sul nome del Ministero, per giustificare la presenza ingiustificabile agli elettori da parte del MoVimento 5 Stelle a questa maggioranza, come lo si fa anche intervenendo su altri Ministeri, in realtà, modificando un nome che, però, forse, incide anche in una sostanza e in una volontà, cioè di declinare le politiche trasportistiche del grande trasporto sul piano nazionale. Una contraddizione che forse - e concludo, Presidente - nasconde proprio questa volontà, da parte di alcuni, di smantellare il sistema dei trasporti, magari per fare una pista ciclabile, da Trieste a Taranto, e sostituirla…

PRESIDENTE. Concluda.

EMANUELE PRISCO (FDI). …al posto di una linea veloce, che, invece, determinerebbe lo sviluppo economico e lo sviluppo infrastrutturale della nostra Nazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Bignami per un minuto. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Quando avevamo ragionato in ordine alle motivazioni per le quali Fratelli d'Italia si poneva all'opposizione di questo Governo, abbiamo immediatamente rilevato come comunque la nostra sarebbe stata un'opposizione patriottica, finalizzata a migliorare, anche mediante proposte emendative, i provvedimenti che il Governo avrebbe portato all'esame dell'Aula. Questa è una di quelle proposte, perché l'assenza di riferimenti ai trasporti, che invece l'emendamento Foti va a colmare, qualifica e consentirebbe di migliorare un testo che presenta già numerose lacunosità, rispetto a una vicenda centrale, come ha già anche illustrato il collega Prisco, come appunto quella delle infrastrutture e dei trasporti. Per questo riteniamo di aver fatto un servizio all'Aula e alla maggioranza nella proposizione dell'emendamento Foti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Bucalo per un minuto. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Come già detto dai colleghi, escludere dal nome del Ministero “trasporti” è una scelta che riteniamo grave e c'è il rischio che le politiche economiche e del settore vengano messe in disparte.

L'emergenza COVID ha veramente evidenziato come l'autotrasporto e la logistica siano le colonne portanti e strategiche dell'economia italiana e, quindi, questi comparti hanno un'estrema urgenza di interventi.

Ecco perché riteniamo che sia importante, invece, questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Butti. Ne ha facoltà, sempre per un minuto.

ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie, Presidente. Noi riteniamo che sostituire la parola “trasporti” con l'espressione più dolce - e, forse, politicamente coinvolgente per alcune parti di questa maggioranza - di “mobilità sostenibile” sia quasi offensivo, perché d'accordo che siete il Governo dei migliori, ma non è che, nelle legislature passate, i commissari delle Commissioni VIII e IX avessero l'anello al naso e la sveglia al collo e non parlassero di mobilità e di trasporti, ritenendola, ovviamente, sostenibile sotto il profilo ambientale. Quindi, preghiamo l'Aula di poter rivedere questa decisione e che l'invito al ritiro proposto dal relatore si trasformi in un parere favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caiata. Ne ha facoltà, per un minuto.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere questo emendamento e aggiungere qualcosa a quello che hanno già detto i colleghi. La forma è anche sostanza, per cui un nome piuttosto che un altro esprime chiaramente una visione, un indirizzo, un'idea. Allora, noi riteniamo che il termine “trasporti” sia fondamentale per la definizione di un Ministero e per l'importanza che questo settore riveste strategicamente nella nostra economia, perché altrimenti chiamiamo “mobilità sostenibile” e leggiamo “monopattino”. Quindi, diamo il nome che le cose hanno: chiamiamolo Ministero dei Trasporti, come è sempre stato e come è giusto che sia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Ci troviamo di fronte a un invito al ritiro rispetto a una parola - “trasporti” - che sembra dare fastidio al Ministero; invece, in qualche modo, si va a dettagliare e dare continuità in quella transizione che necessiterebbe proprio per dare attenzione a quello che è il nostro sistema di infrastrutture e di trasporto e della sua logistica. Io chiedo davvero di rivedere questo parere perché ciò darebbe un segnale di guardare con una visione generale e globale a tutto quello che è il problema di questo Ministero, volendo accettare l'introduzione di questa parola, che peraltro accompagnerebbe tutto un percorso di transizione e di mobilità sostenibile, partendo da quello che c'è. Per cui, chiedo di nuovo se possa essere rivisto il parere in vista di un parere favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Toma. Ne ha facoltà, per un minuto.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, non ho altro da aggiungere, se non una parola dell'onorevole Foti: “buonsenso”. Io, da parte di questo Governo, il buonsenso, sinceramente, non l'ho visto. Quindi, invito effettivamente l'esponente del Governo ad inserire quanto sosteniamo, in una frase così, come “Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile”, con la conseguenza delle infrastrutture dei trasporti poiché stiamo parlando dei trasporti; ovviamente, ciò è fondamentale per la nostra Nazione, per il momento che stiamo vivendo, ma anche per il futuro. Quindi, invito seriamente a riprendere in considerazione questa piccola modifica di buonsenso e spero che questa volta il buonsenso incominciamo a vederlo in questo Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà, per un minuto.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Immagino che la necessità che vi ha portato a cancellare il nome “trasporti” è per il disastro a cui assistiamo. La settimana prossima, verso il 14-15 del mese, ci sarà a Roma una nuova manifestazione dei lavoratori di Air Italy: una vertenza che, in un anno, non solo non è stata affrontata, ma, anzi, è peggiorata, con le lettere di licenziamento arrivate in questi giorni per oltre 1.500 lavoratori. Parliamo del trasporto marittimo, con la Tirrenia, con i grandi problemi, con la gara sulla continuità territoriale per le isole - Sardegna e Sicilia - in alto mare, come si suol dire.

Quindi, un disastro completo e non si può certo relegare in “mobilità sostenibile” quello che è un grande settore che, purtroppo, sta andando a picco per chiare responsabilità politiche (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà, per un minuto.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere l'emendamento e per insistere. Noi riteniamo, come già diceva il collega Foti, che sia un'operazione di puro maquillage, tipica della cultura e della grammatica di una sinistra ormai ridotta a mero formalismo e nominalismo. Se così non fosse, saremmo però ancora più preoccupati: cioè, se qualcuno pensasse che la settima potenza industriale del mondo e la seconda potenza manifatturiera d'Europa non abbia bisogno come il pane di trasporti, ma, più morbidamente e in termini più accoglienti, di mobilità sostenibile, vi diciamo che siete fuori strada! Al nord abbiamo fame di Pedemontana, al sud abbiamo fame di infrastrutture trasportistiche per il porto di Gioia Tauro, per rilanciare l'industria di questa Nazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà, per un minuto.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Vorrei sottoscrivere l'emendamento 1.2 Foti, che credo lasci trasparire ancora una volta la continuità, in tutto, del Governo Draghi con i precedenti Governi Conte, rispetto al mancato ascolto di ciò che poi viene riconosciuto, molte volte in modo tardivo come contributo delle opposizioni, con un ennesimo decreto che rimane uno specchietto per le allodole. Soprattutto, è un decreto-legge insufficiente a migliorare la qualità della vita dei cittadini, perché per migliorare la qualità della vita dei cittadini dovrebbero cambiare molti Ministri e, soprattutto, credo che insieme ai Ministri, dovrebbero cambiare anche alcuni dei partiti di questa maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà, per un minuto.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Il gruppo di Fratelli d'Italia sta cercando di spiegare a quest'Aula il motivo per il quale la forma è sostanza ed è talmente tanto vero che, nel fascino suggestivo del cambio della titolazione di questo Ministero, che quindi toglie la dicitura “trasporti” per inserire “mobilità sostenibile” - sicuramente un argomento in questo momento fascinoso per chi legge e riesce a leggere il senso e le funzioni dei Ministeri -, c'è però poi anche un motivo di sostanza. La sostanza è che a ogni cambio di nome - e davvero abbiamo difficoltà a capire per quale motivo si sia addivenuti ad una nuova ristrutturazione dell'organizzazione ministeriale - corrisponde anche una nuova dotazione economica. Per cui - e concludo - abbiamo il sentore che all'interno di questi cambi si celino anche dei motivi economici.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Colleghi, non vorrei che l'espressione “mobilità sostenibile” fosse stata inserita per motivi ideologici; d'altronde non è nuova la sinistra ad usare questa terminologia. Io penso, invece, che il termine “trasporti” sia molto indicato al momento della Nazione. “Trasporti” significa velocità, immediatezza, possibilità di congiungere un punto e un altro dell'Italia in un momento così grave. Abbiamo bisogno di velocità, abbiamo bisogno di incremento dei trasporti e non di ideologia finta e inutile (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Galantino. Ne ha facoltà, per un minuto.

DAVIDE GALANTINO (FDI). Grazie, Presidente. Fratelli d'Italia ha affrontato questo provvedimento come ha fatto con tutti gli altri in questa legislatura, con la forza della coerenza, con delle proposte e con una disponibilità a migliorare le cose, e questo è stato riconosciuto anche da alcuni colleghi di maggioranza durante l'esame in Commissione. Ricordo, su tutte, la battaglia per il Ministero del Turismo, che ha condotto nel Governo “Conte 1”, sia nel Governo “Conte 2”, per richiamare l'attenzione del Parlamento sulla necessità di dare un interlocutore autorevole unico al mondo del turismo. La stessa cosa accade sui trasporti. In questo emendamento, a prima firma Foti, che sottoscrivo, chiediamo la modifica della denominazione del Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile: mi sembra una richiesta legittima e condivisibile, considerando l'importanza di questo settore in questo momento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gemmato. Ne ha facoltà, per un minuto.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Preventivamente, chiedo di sottoscrivere l'emendamento a prima firma Foti, il quale, nell'illustrarlo e richiamandosi a Tomasi, al ‘tutto cambia per non far cambiare nulla', oltre a denotare ovviamente una preparazione culturale, ci fotografa, purtroppo, quella che è l'attitudine dell'attuale maggioranza e anche di quella passata in verità: cambiare tutto per non cambiare nulla. E' il tratto comune della gestione sanitaria, è il tratto comune della gestione della crisi economica che stiamo attraversando ed è il tratto comune anche nel cambio di denominazione, che vuole evidentemente cambiare tutto - e concludo - per non cambiare nulla (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Intendendo che non c'è nessuna volontà di ritirare l'emendamento, passiamo alla votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.2 Foti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Passiamo all'emendamento 1.100 Testamento.

Ha chiesto di intervenire l'onorevole Mollicone… scusate, c'era prima l'onorevole Testamento, che è la presentatrice, non l'avevo vista. Prego, onorevole Testamento, ha tre minuti.

ROSA ALBA TESTAMENTO (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. L'emendamento mira ad inserire, dopo la denominazione “Ministero della Cultura”, la seguente definizione: “e del patrimonio storico-artistico”. La nuova denominazione ministeriale, nella sua accezione troppo generica di cultura, appare infatti indebolire l'efficacia dell'azione del Ministero, perché ne fa perdere specificità. L'eliminazione di ogni espresso riferimento ai beni culturali, da noi viene intesa come un chiaro segnale politico, per cui la loro tutela non sarebbe più una prevalente funzione del Dicastero, ma un'azione del tutto secondaria, rispetto alla quale può quindi essere ulteriormente ridotto l'investimento di risorse, già fortemente ridimensionate dalle riforme del periodo 2014-2019, con la riduzione da 75 a 59 del numero delle soprintendenze e, negli ultimi tempi, del 40 per cento del personale addetto. Invece occorrerebbe dare un segnale positivo in senso contrario, che dimostri l'intenzione dello Stato di non abbassare la guardia sulla tutela dei beni culturali e del paesaggio. La discontinuità dovrebbe riguardare non tanto le denominazioni, ma l'azione politica del Ministero e un segnale in tal senso sarebbe quello di colmare le carenze organiche del Ministero, aggiungendo alle selezioni ancora in corso ulteriori concorsi pubblici, finalizzati al reclutamento di professionalità culturali specializzate, perché questo permetterebbe di creare le condizioni per una giusta valorizzazione e promozione del nostro patrimonio culturale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Apprezziamo il contributo della collega Testamento, con cui in questi giorni, in queste settimane, ci stiamo confrontando in Commissione e molto spesso ci troviamo d'accordo.

Su questo emendamento noi andremo a esprimere, quindi, un voto di astensione e spiego anche il motivo. Il motivo è questo, colleghi: gli antichi, che ne sapevano più di noi, ci insegnano che dare un nome alle cose non è una attività secondaria. Il nome è importante non solo per i significati che include, ma perché l'atto di denominare non è un dato tecnico, ma descrive un processo culturale e intellettuale di primaria importanza: è nel nome, infatti, che la lingua manifesta il suo carattere ontologico, nel nome il mondo viene alla presenza, nel nome l'uomo si apre alla verità del mondo. Questi sono elementi di filosofia e filologia del filosofo Bidussa, che noi citiamo volentieri proprio in questa occasione, perché, travolti dalla burocrazia, spesso ci dimentichiamo che siamo l'Italia, che siamo la patria della lingua, che siamo la patria della filosofia, della teologia, della capacità anche filologica di ricostruire, attraverso i nomi, i significati e i significanti.

Ebbene, perché non siamo d'accordo a estendere la dicitura? Perché - e lo diciamo e lo rivendichiamo anche - rispetto al passato, finalmente si è arrivati a una dicitura del Ministero della Cultura, che, con il termine “cultura”, ovviamente, include, comprende in un certo senso, dà senso e perimetro a tutti gli ambiti della cultura. Cultura è, quindi, come diceva la collega Testamento, la tutela del paesaggio, cultura è la tutela del patrimonio artistico, tutela di quello che è il patrimonio etnoantropologico vivente anche, così come cultura sono, quindi, le tutele delle botteghe storiche; cultura è la tutela dei musei e dei musei rurali, dei più piccoli borghi, dei cammini religiosi; cultura è tutela del nostro immaginario, anche della cultura e dei nostri archivi, che siano archivi di poeti, scrittori, pittori, autori, o che siano archivi immaginari, digitali, e su questo anche si sta andando nella organizzazione del Ministero.

Molto c'è da dire e da criticare, su questo siamo d'accordo con la collega Testamento, sul funzionamento attuale del Ministero della Cultura, ma finalmente abbiamo abbattuto - e probabilmente, se ci fosse stato il collega Sgarbi, sarebbe stato anche concorde - questo orribile acronimo, che sembrava un codice fiscale: eravamo arrivati al MiBACT, che certo non esprime la bellezza della lingua italiana.

Ministero della Cultura significa coltivare e prendersi cura del nostro immenso patrimonio materiale e immateriale; che poi i Ministri che si susseguono siano capaci di farlo, questo è un altro tema ed è compito del Parlamento e della Commissione cultura vigilare perché lo facciano.

Ma mi permetta, la collega Testamento, anche un'altra nota, visto che faceva riferimento ad una carenza di organico delle sovrintendenze, a una diminuzione delle sovrintendenze. Vede, collega, e lo dico anche ovviamente ai colleghi della maggioranza e del Governo, non si può pensare, sostituendo un nome e ampliando un nome, di risolvere un problema di organico e di vigilanza. E poi, sulla vigilanza, siamo proprio certi che una visione vincolista, immobilista, del paesaggio, della cultura, del patrimonio museale, possa essere la risposta? Fratelli d'Italia crede di no, crede che le sovrintendenze debbano, sì, vigilare, ma debbano lasciare agli altri uffici e al privato sussidiario, con la proprietà pubblica del bene archeologico, monumentale o culturale, la valorizzazione, perché noi sviluppiamo con la cultura - e concludo - nell'indotto complessivo il 15 per cento del PIL nazionale.

E penso che sia assolutamente fondamentale non occuparsi dei nomi, ma occuparsi della valorizzazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a titolo personale, per un minuto, l'onorevole Albano. Ne ha facoltà.

LUCIA ALBANO (FDI). Presidente, onorevoli colleghi, certo, il maquillage continua, anche qui c'è un cambiamento, ma, in questo caso, sappiamo che la parola “cultura” prevede un'ampissima fattispecie di arti: cultura è letteratura, è storia, è arte, è musica; non è possibile elencarle perché il concetto di cultura non può essere delimitato in maniera precisa. Però, è necessario dire che è fondamentale la tutela del patrimonio artistico e culturale italiano, perché il nostro patrimonio è il più grande patrimonio culturale del mondo: ha 4 mila musei, 6 mila aree archeologiche, 40 mila dimore storiche; ogni 100 chilometri quadrati in Italia ci sono 33 beni censiti. Ebbene, consideriamo questo aspetto nella gestione del nostro patrimonio culturale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, per un minuto, l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Anche questa è una questione di sostanza, non di forma; il nome “cultura” non è sufficiente, non basta, ciò che serve sono le risorse, ciò che serve è la riorganizzazione degli uffici, ciò che serve è una stretta collaborazione costante fra le sovrintendenze, i servizi pubblici, il privato e il privato sociale. Perché una ricchezza fondamentale della nostra Italia sta proprio in quel patrimonio culturale che ci rende unici al mondo e che, quindi, dobbiamo sostenere, valorizzare e promuovere con una consapevolezza profonda di quanto attraverso questo passi la nostra italianità e, quindi, il valore delle nostre radici. Per questo sosteniamo l'emendamento che è stato proposto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Presidente, per noi la cultura è un'infrastruttura del Paese ed è una necessità che per la nostra patria venga affermata non come un bene da tutelare, fine a se stesso, in una sorta di mondo ovattato che non ne valorizza gli effettivi aspetti, ma è, al contrario, una realtà dinamica che, proiettata in un sistema anche ministeriale che ne valorizzi gli aspetti, può costituire una risorsa, così come credo che sia, da parte di tutti, ben chiaro. Non è, quindi, soltanto una variazione di denominazione, ma è al contrario una valorizzazione che nei nomi consente di declinare un'azione politica e ministeriale che, altrimenti, rimarrebbe priva di copertura e di legittimità.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per un minuto l'onorevole Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Apprezziamo questo emendamento che dà un segnale forte e di grande attenzione al nostro patrimonio storico e artistico. L'Italia possiede un patrimonio immenso, direi, unico al mondo e, spesso, sottovalutato: sono 47 i siti che rientrano nella lista dell'UNESCO. Quindi, ci auguriamo che si possa attuare finalmente una politica seria che realizzi, tuteli e valorizzi adeguatamente questo patrimonio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Butti. Ne ha facoltà.

ALESSIO BUTTI (FDI). Presidente, a noi sembra che questo sia un emendamento di buon senso, teso ad inserire dopo “Ministero della Cultura”, le parole: “e del patrimonio storico e artistico”. Infatti, come è stato peraltro ricordato anche dai colleghi che mi hanno preceduto, le soprintendenze dipendono direttamente dal Ministro e dal Ministero e hanno il compito di custodire, di valorizzare e, anche, di vigilare, come è stato detto e ricordato, sul nostro patrimonio. Poi, però, c'è anche il rovescio della medaglia, perché se le sovrintendenze (magari non sono tutte uguali) - e concludo - rispondessero un pochino più celermente rispetto alle esigenze sia del pubblico che del privato certamente faremmo un buon servizio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Presidente, è chiaro che questo decreto va a riorganizzare le competenze dei Ministeri, che sembrano dei vestiti che vengono ritagliati ogni volta che li deve indossare una persona nuova, quasi a personalizzare queste strutture e non a seguire, invece, quello che è l'indirizzo, quella che è la storia del nostro Paese; per cui vivere in un Paese che ha la fortuna, il pregio, l'onore e il vanto di avere il patrimonio storico-artistico più importante di questo pianeta e nasconderlo, non manifestarlo, non dargli neanche nome e, quindi, nomen omen, forma, è veramente una cosa che non capiamo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciaburro. Ne ha facoltà, per un minuto.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Prima abbiamo visto l'emendamento che toglieva e toglie di fatto la parola “trasporti”, che è imprescindibile secondo noi per quello che è il mondo della logistica e di tutto il trasporto che abbiamo in Italia, anche sulla gestione prospettica e futura; qui, in realtà, seppur condividiamo quelle che sono le declinazioni che enuncia l'emendamento in questione, utilizzando le parole “storico” e “artistico”, dobbiamo però sottolineare che la cultura è talmente ampia che, nel momento in cui andiamo a delinearla con queste due parole, andiamo ad escludere tutto il resto che è rappresentato dalla cultura.

Ecco, la cultura è una manifestazione della vita sociale, spirituale, culturale, proprio, nella specificità di ogni luogo e di ogni epoca storica. Per cui riteniamo sia in qualche modo limitante e limitativo andarne a sottolineare due aspetti che, in realtà, sono compresi all'interno della parola “cultura”.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, per un minuto, l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Al di là di come si chiamerà questo Ministero, colgo l'occasione di chiederle e anche segnalarle che questo è uno di quei Ministeri che non ha mai risposto a una mia interrogazione, nonostante ne abbia presentate. Sono tre anni di legislatura, tre anni in cui facciamo attività parlamentare e mai una risposta è giunta dal Ministero (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), soprattutto in quest'ultimo anno, in cui, nonostante le interrogazioni sul nostro patrimonio storico e culturale, nonostante quelle sulle attività delle sovrintendenze, mai abbiamo avuto una risposta. Quindi, dovrebbero essere fatte in quattordici giorni, ma il Ministro e il Gabinetto non hanno mai risposto, in tre anni, a una interrogazione. Questo glielo segnalo per prendere gli opportuni provvedimenti, perché il Governo deve rispettare l'attività dei parlamentari (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, per un minuto, l'onorevole Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Il gruppo di Fratelli d'Italia esprime un ragionato voto di astensione rispetto a una proposta suggestiva che potrebbe essere anche condivisa, laddove si individua la precipuità della cultura italiana che si stratifica per il tramite, anche e soprattutto, di identità di pietre, di identità paesaggistiche, della titanica capacità del popolo italiano di lavorare la terra ricevuta e darle una forma e un volto attraverso le culture anche architettoniche di questa Nazione.

Ciononostante, ha ragione il collega Mollicone quando sostiene che, per quanto comprendiamo il motivo per cui si voglia introdurre il concetto di patrimonio storico-artistico, sarebbe comunque ed in ogni caso un tentativo di segmentare l'ambito della cultura che, massimamente nel popolo italiano, è pluriverso, è pluriforme e ha diverse addentellature. Quindi, il nostro è un voto di ragionata astensione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, per un minuto, l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per sottolineare ciò che hanno ribadito i colleghi che mi hanno preceduto, in primis l'onorevole Mollicone; siamo passati da decreti con dei titoli altisonanti a decreti che non hanno né il titolo né la sostanza né il contenuto, soprattutto rispetto a un DL che è insufficiente, è inadatto e rispetto al quale vi è questa possibilità, mi riferisco al Ministero della Cultura, di aggiungere ciò che rappresenta l'unicità del Paese Italia ossia il patrimonio culturale e architettonico e, soprattutto, quello storico.

Io credo che non si possa prescindere, in un Ministero che dovrebbe rappresentare la cultura, dall'inserimento di queste due parole.

Chiudo soltanto dicendo che a pensar male non si sbaglia mai. Speriamo che questo DL non sia soltanto la possibilità di qualche dirigenza in più, piuttosto che della svendita del patrimonio nazionale ai vari privati.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà per un minuto.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Signor Presidente, noi riteniamo che il senso della cultura di un Paese sia imprescindibile. Riteniamo quindi che all'interno di questo Ministero non sia necessaria una ulteriore specificazione. Riteniamo che la cultura, intesa come insieme di conoscenze che concorrono a formare la civiltà di un popolo, sia inevitabilmente strettamente legata anche al suo percorso storico artistico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Signor Presidente questo emendamento presentato dalla collega Testamento vedrà il nostro voto di astensione per un motivo molto semplice, perché non c'è bisogno di aggiungere parole alla parola cultura. La cultura è anche un bene immateriale, la cultura è filosofia, è sapere, è scienza, è istruzione, è patrimonio di conoscenze. Quindi, riteniamo che il termine così com'è, in una nazione come la nostra, sia sufficiente. Non abbiamo bisogno di delimitare, di rendere materiale questo termine cultura. Sappiamo tutti che i beni artistici sono ivi compresi. La cultura è generale, la cultura è anche la politica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Galantino. Ne ha facoltà.

DAVIDE GALANTINO (FDI). Signor presidente, grazie per la parola. Con l'emendamento della collega Testamento si chiede, al comma 1, di dare importanza alla denominazione del Ministero della Cultura, aggiungendo nelle parole: il patrimonio storico artistico. E' una proposta che immagino la collega Testamento voglia utilizzare per dare importanza al tesoro della nostra Nazione. Mi sembra anche una richiesta legittima perché si va a considerare il nostro patrimonio storico artistico. Tuttavia credo che aggiungere altre terminologie ad una denominazione vada a depotenziare la parola cultura, che già di per sé comprende molti dei tesori di questa Nazione; per questo dichiaro voto di astensione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Signor Presidente, pur apprezzando lo sforzo della collega Testamento nel voler dare centralità al concetto del patrimonio storico artistico italiano, non possiamo, in continuità con quanto detto peraltro dai colleghi di Fratelli d'Italia, votare a favore di questo emendamento; di qui una astensione che, in altri momenti, sarebbe definita astensione costruttiva, perché capiamo quello che è l'intento della collega, però non ne possiamo apprezzare fino in fondo i risultati. Per questo, una astensione costruttiva del gruppo di Fratelli d'Italia. L'Italia è la Nazione del patrimonio storico e artistico, è la Nazione della cultura (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia ).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Rachele Silvestri. Ne ha facoltà.

RACHELE SILVESTRI (FDI). Grazie Presidente, come è stato detto dai miei colleghi, apprezziamo il contributo della collega Testamento, però, in questo Paese, la cultura è ovunque dove ci giriamo. Siamo fortunati a vivere in uno dei Paesi in cui abbiamo il maggior numero di beni patrimonio dell'Unesco. Quindi, andare a sottolineare uno dei vari aspetti della cultura, dal nostro punto di vista non può andare a racchiudere tutto quello che per noi rappresenta la cultura. Quindi, per noi è un voto di astensione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia ).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Testamento 1.100 con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Meloni 1.4.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Signor Presidente, questo emendamento è, in realtà, una proposta molto seria che recepisce anche il testo di una proposta di legge, sempre a firma della presidente Meloni, per la istituzione del Ministero del Mare: 300 mila chilometri di costa, 350 mila chilometri quadrati di acque, 200 mila imprese tra la pesca, il trasporto marittimo, il turismo marittimo e balneare. Questi sono i numeri che la storia, la geografia, l'identità, la forza imprenditoriale, industriale della nostra Nazione consegnano allo Stato. L'Italia dovrebbe valorizzarlo al meglio, facendo di tutto questo un'opportunità, una scelta strategica - forse, aggiungo io, una missione. È un destino per la nostra Nazione, che non può essere diluito in competenze diffuse, smembrate in vari Ministeri, ma che forse può diventare un elemento strategico nella scelta gestionale dell'Italia: il mare. Nel rispetto degli ecosistemi, nel rispetto della sua bellezza, nel rispetto dell'ambiente, far ciò è anche uno dei modi di valorizzare questa straordinaria risorsa, che la geografia, la storia della nostra Nazione, ci assegna. E' per questo che chiediamo l'istituzione di uno specifico Ministero a tutela, valorizzazione ed incremento delle potenzialità del mare; lo faremo, forse, in solitaria anche questa volta, come fu per il Ministero del Turismo qualche anno fa.

Ma, a forza di ripeterlo, magari anche quest'Aula, anche chi è al Governo si convinceranno della bontà delle nostre istanze e non avremo certo la pretesa, né l'ambizione, di avere un grazie perché lo facciamo, perché lo riteniamo giusto, coerente con la nostra storia, con la storia della nostra Nazione, con l'interesse dell'Italia e della patria. E, magari, tra qualche anno ci accorgeremo, come dicevo è stato per il Ministero del Turismo, che serviva istituire, oggi, un Ministero del Mare.

La scelta fatta in questo decreto, invece, è di istituire frettolosamente i Ministeri della Transizione ecologica, o della transazione politica, come abbiamo spiegato bene nel corso degli interventi sia in Commissione sia ieri, in discussione generale, e sbrigativamente si fa scivolare via una proposta che meriterebbe una riflessione strategica da parte di quest'Aula, da parte del Governo e da parte della politica, non solo per dare attenzione e risposte al mondo che ruota intorno a questa straordinaria risorsa di cui gode l'Italia, ma anche per farne uno dei propulsori di rinascita e di crescita soprattutto - e soprattutto, dico - se si vogliono intercettare quelle politiche del Green New Deal su cui ovviamente le risorse paesaggistiche, ambientali, ma anche imprenditoriali che il mare offre ovviamente possono essere un elemento qualificante e quantificante lo sviluppo economico della nostra Nazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Albano. Ne ha facoltà, per un minuto.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente. Colleghi, in Italia abbiamo questa risorsa straordinaria che è il mare; è una delle nostre più grandi infrastrutture, e non l'abbiamo mai effettivamente considerata tale; è un'antica battaglia, quella di Fratelli d'Italia, di chiedere il Ministero dell'Economia del mare, perché ci vuole un Dicastero apposito che possa unire tutte le competenze, che possa perseguire una visione complessiva che riguarda il mondo del mare, che è un mondo complesso, è un mondo ricco, è un mondo nel quale si può pensare alla protezione del mare intesa come tutela, difesa, vigilanza e controllo dell'ecosistema marino, ma si può pensare anche allo sviluppo del turismo, alla tutela e al governo della pesca, e, infine, alla navigazione marittima. Ecco, per tutto questo riteniamo che sia un mondo che chiede attenzione, ma che può essere una grandissima risorsa per la nostra Nazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà, un minuto.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. L'Italia è il suo mare, un bene prezioso dal valore inestimabile che incide, nelle sue attività, per il 2,7 per cento del PIL, che occupa 500 mila addetti, soprattutto nelle parti più disagiate. Quando noi parliamo di mare, parliamo di una filiera che si occupa di ambiente, di sicurezza, di turismo, di sostenibilità, di ecologia, di mobilità; noi parliamo di qualcosa che non può essere certo privata di un'attenzione particolare quando si vogliono riordinare i Ministeri; è per questo motivo che l'emendamento in discussione vuole introdurre il Ministero del Mare, perché il mare ne ha bisogno, l'Italia ne ha bisogno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bucalo. Ne ha facoltà, per un minuto.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Con l'istituzione di questo Ministero, Fratelli d'Italia vuole finalmente attuare una politica seria, importante per tutelare e valorizzare questa grande risorsa; una risorsa importante per l'Italia, per l'economia, per il turismo, per l'ambiente. Negli ultimi anni, abbiamo avuto una perdita di competitività del sistema portuale italiano, a causa di una programmazione spesso priva di riferimenti con le vere esigenze del mercato, e, quindi, con l'istituzione di questo Ministero, il nostro obiettivo è che finalmente l'Italia possa diventare pontile dell'Europa nel Mediterraneo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bignami. Ne ha facoltà, un minuto.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento, come anche quelli precedenti, in particolar modo quello richiamato dal collega Foti, intende portare un elemento positivo, un arricchimento della definizione delle competenze, che non può essere solo nominalistico, ma che, come illustrava adesso la collega Bucalo costituisce, invece, una connotazione e una valorizzazione di competenze che, diversamente, nell'assenza di denominazione del Dicastero stesso, rischia di essere meno centrale e riassorbita in quelle definizioni che invece, a nostro modo di vedere, sono sicuramente importanti, ma non più importanti di quella che, con l'emendamento, riterremmo utile aggiungere alla denominazione ministeriale stessa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Butti. Ne ha facoltà.

ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie, Presidente. A dire il vero, c'è stato un pallidissimo tentativo del Governo “Conte 2” soprattutto di rivolgere al mare una attenzione particolare; ma poi venne partorito semplicemente un decreto dal nome altisonante, “salva Mare”, che poi era un “pulisci Mare”, e alla fine non è stato nemmeno pulito, il mare.

Noi, qui, invece chiediamo proprio l'istituzione del Ministero, inteso come tutela, difesa, vigilanza, controllo dell'ecosistema marino e costiero, che possa coinvolgere anche le competenze della navigazione marittima. Vogliamo, cioè, qualcosa di realmente organico per il nostro mare, perché a nessuno sfugge che l'Italia sia una penisola, ovviamente bagnata su tre lati dal mare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caiata. Ne ha facoltà, per un minuto.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere questo emendamento e, qualora ce ne fosse ancora bisogno, per accentuare il rilievo di come si possa approcciare alle cose in maniera profondamente diversa. Si può approcciare alla riorganizzazione dei Ministeri dividendosi i dipartimenti a seconda delle necessità o si può approcciare a una legge di questo tipo, con una visione. Con una visione vuol dire immaginando quelli che possono essere i temi più importanti per noi, per la nostra Nazione, a cui dare una rilevanza adeguata.

E, allora, da questo punto di vista, mai cosa più opportuna è l'istituzione di un Ministero del Mare, che è quasi beffardo che non ci sia in una Nazione come la nostra, dove il mare rappresenta una risorsa fondamentale dal punto di vista dei trasporti, delle merci, del turismo, dell'accoglienza, dell'ecosistema. Per cui, semplicemente ribadiamo la necessità dell'istituzione di questo Ministero.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Ecco, Fratelli d'Italia, ancora una volta, con questo emendamento, cerca di fare quell'opposizione che da sempre fa, in modo propositivo, costruttivo e soprattutto per dare un contributo concreto, reale serio e responsabile all'attività del Governo.

In questo caso, stiamo parlando di un Ministero riguardo al quale davvero, se ce ne fosse ancora bisogno, è difficile non comprendere che per l'Italia, stando nel Mediterraneo centrale, occorre qualcosa di specifico per capitalizzare questa grandissima risorsa e caratteristica del nostro Paese, intanto per difendere e potenziare i porti, ma poi per avere delle strategie e tornare ad avere dei controlli per le politiche sul Mediterraneo e di proiezione internazionale, nonché strutture strategiche proprio per i nostri rapporti anche con l'esterno. Ecco, sarebbe miope non vedere quella che è una specificità del nostro Mediterraneo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Toma. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Grazie, Presidente. Sicuramente al Ministero del Mare sono attribuiti i compiti e le funzioni spettanti allo Stato in materia di protezione del mare, intesa come tutela, difesa, vigilanza e controllo dell'ecosistema marino e costiero. Ecco, questi sono i punti importanti di questo emendamento, che, anzi, vorrei sottoscrivere, proprio perché ritengo che sia importante l'istituzione del Ministero del Mare, che abbia a cuore il rilancio soprattutto delle nostre coste, visto che stiamo parlando anche di temi di turismo, turismo importante.

E, quindi, sotto questo punto di vista, dobbiamo far sì che l'istituzione del Ministero del Mare venga fatta in maniera adeguata, concreta e immediata.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda, per un minuto. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Sottoscrivo volentieri l'emendamento di Giorgia Meloni, ma - come hanno detto i colleghi - l'importanza di avere una politica sul mare è sottolinearne la centralità: il mare è un'opportunità, al mare - grazie a Dio - noi ci siamo nati, respirando l'aria del mare, vedendo anche quanto sia pericoloso il mare, se non intervieni in maniera corretta, perché il mare mangia le spiagge, il mare si innalza, il mare riconquista territori per errori anche che l'uomo ha fatto, intervenendo in maniera maldestra. Per questo, c'è bisogno di molta attenzione e per questo sosteniamo questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. L'emendamento Meloni nasce già da una proposta di legge Meloni, l'istituzione del Ministero del Mare. Cosa vi sfugge del fatto che una Nazione con 8 mila chilometri di coste lineari abbia bisogno del Ministero del Mare, una Nazione che è la diciassettesima Nazione al mondo per lunghezza di coste, la quinta in Europa per lunghezza di coste? E siamo collocati nel Mediterraneo nel pieno di una contesa fra potenze regionali per il controllo delle linee litoranee, per il controllo dello sfruttamento del mare, per il controllo dei giacimenti e del sottosuolo. Parafrasando Churchill, il mare Mediterraneo produce più storia di quanta ne riesca a digerire e questo dovrebbe sollecitarvi vagamente l'idea dell'urgenza di un Ministero del Mare, che sa di futuro, perché in quelle acque scorre il nostro futuro in termini di infrastrutture trasportistiche, di sicurezza nazionale, di approvvigionamento energetico, di tutela della pesca, di tutela di una serie di interessi, per cui una Nazione, fortunatamente - per grazia di Dio ricevuta -, bagnata dal mare ha necessità di questo Ministero.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Vorrei sottoscrivere l'emendamento Meloni che, credo, sia la grande proposta di una sfida importante che riguarda questo millennio e che, troppo spesso, vede quell'ipocrisia nella tutela del mare e di tutto ciò che è attorno al mare, in termini di competenze e di funzioni da parte dello Stato, grida al dolore di qualcosa che non viene in qualche modo curato e soprattutto sostenuto e che oggi vede l'invito al ritiro di questo emendamento, che invece chiediamo al Governo di poter accogliere. E' proprio vero - pensavo - che, se il destino di qualche uomo, o in questo caso di più uomini - mi riferisco al Governo stesso - è quello di annegare, non c'è bisogno di farlo in un mare, ma probabilmente basta un bicchier d'acqua.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente, 8 mila chilometri di coste e un'innata vocazione marittima che coinvolge l'intera struttura socio-economica nazionale, un settore, quello del mare, assolutamente trasversale rispetto ai grandi temi della crescita del Paese, come la mobilità sostenibile, l'efficienza energetica, la qualità del prodotto made in Italy, la filiera alimentare, l'occupazione, la sicurezza, il turismo, la qualità ambientale e potremmo continuare. Da qui, l'esigenza e la necessità di istituire un Ministero autonomo, che possa accorpare e raggruppare in sé tutta la gestione di questo cluster.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassinetti.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. E' davvero poco un minuto per trattare un argomento così vasto e importante, quindi mi limiterò al primo punto, che mi pare molto evocativo. E' istituito il Ministero del Mare: è una frase semplice, una frase diretta, che però racchiude tantissime opportunità e tantissime attività economiche infrastrutturali tradizionali, culturali, appartenenti al nostro popolo, alla Nazione delle Repubbliche Marinare. Ci auguriamo che l'insistenza, con la quale Fratelli d'Italia porta avanti questo progetto ormai da anni, possa finalmente portare al raggiungimento dell'obiettivo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Galantino. Ne ha facoltà.

DAVIDE GALANTINO (FDI). Grazie, Presidente. Ritengo molto importante l'istituzione di un Ministero del Mare, proposto nell'emendamento a prima firma del nostro Presidente Giorgia Meloni, e che ovviamente sottoscrivo, considerando anche la mia provenienza da un territorio, quello della Puglia. Ritengo sia importante tutelare i settori strategici del Paese, legati alle attività portuali, alla pesca, alla navigazione e al turismo. In Commissione, si è chiesto di accantonare questa proposta emendativa, ritenendo necessario istituire in via permanente tale Ministero, in segno di stabilità dell'assetto governativo, che si contrappone alla tendenza ai continui stravolgimenti istituzionali registrati in coincidenza con l'avvicendarsi dei Governi. Mi auguro che almeno in quest'Aula il Governo si renda conto dell'importanza dell'emendamento e modifichi il parere di merito in una proposta favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento si pone in continuità ideale con l'azione politica di Fratelli d'Italia e del suo leader, Giorgia Meloni, nel voler dare centralità all'economia del mare. L'Italia è indubbiamente, inequivocabilmente, bagnata per tre quarti dal mare, lega la sua storia, la sua economia al mare e noi riteniamo che un Ministero che abbia il mare come, diciamo, azione centrale del proprio Dicastero sia fondamentale. Per questo, chiediamo un ripensamento, non un invito al ritiro, ma un ripensamento da parte del Governo, che possa accogliere questa nostra proposta.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.4 Meloni, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V (Bilancio) Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

L'emendamento 1.5 Meloni è inammissibile. Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.16 Foti. Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, questo è indubbiamente un emendamento che ha una valenza di natura politica. Il Ministero della Transizione ecologica non è stato costituito come un atto d'amore per l'ecologia, ma è stato il passepartout per consentire ad una parte di questo Parlamento, e segnatamente al gruppo parlamentare dei 5 Stelle, di potere, tramite una consultazione, entrare a far parte di una maggioranza con partiti che il MoVimento 5 Stelle aveva giudicato da sempre alternativi in campagna elettorale. Siamo cioè passati dalla transizione ecologica alla transumanza politica, senza molto preoccuparci che le due questioni non fossero propriamente dei sinonimi. Io penso di poter dire che la scelta che si poteva e doveva fare non era quella di aggiungere alcune competenze al Ministero dell'Ambiente, ma tutt'al più fare un'operazione che in passato era già stata fatta, ossia porre in capo ad una sola persona il Ministero dello Sviluppo economico con, in questo caso, il Ministero dell'Ambiente.

In passato, il Ministero dello Sviluppo economico era stato posto assieme al Ministero dei Trasporti (mi riferisco al Governo Monti, Ministro Passera); in questa legislatura vi era stato il MiSE che era stato accorpato al Ministero del lavoro. Si poteva, se si voleva, accorpare il Ministero dello Sviluppo Economico con il Ministero dell'Ambiente, avendo un'unica responsabilità politica, un unico interlocutore politico, un'unica voce politica per i due Ministeri che, in questo caso, avrebbero continuato a sussistere e a funzionare. Ma, evidentemente, si è voluto scopiazzare dalla Francia, piuttosto che dalla Spagna, dimenticandosi che l'unico esempio vero che vi è stato sotto il profilo funzionale di un coordinamento per la transizione ecologica, lo si è avuto in Inghilterra, laddove c'era il Department of Trade and Industry, e si è passati con l'inserimento anche del Department for Climate Change. Questa è stata l'operazione che altrove hanno fatto laddove si voleva raggiungere un risultato veramente positivo. Ma qui ci si dimentica, forse, che energia ed industria non sono separate, non sono due materie che vanno su binari paralleli e non convergono. L'industria, penso che nessuno voglia negare che faccia occupazione, ma l'industria consuma molta energia. Certo, c'è bisogno che l'industria consumi energia buona, ma deve essere anche energia buona non ad elevato costo perché, diversamente, soprattutto le nostre piccole e medie imprese vanno fuori mercato. Io non penso che nel momento in cui si fa l'apologia dell'innovazione, ci si possa dimenticare che il contributo più grosso all'innovazione tecnologica viene dal mondo dell'industria. Allora, qualcuno dovrebbe spiegarci come mai gli incentivi alle fonti rinnovabili sono andati ad aumentare molto più il PIL della Cina che non dell'Italia, così come ci dovrebbe spiegare, qualcuno, se non crede che, ad esempio, l'auto elettrica sia frutto della ricerca delle case automobilistiche e non di una missione general generica. Se da una parte vi è Tesla, dall'altra parte vi è Wolksvagen che sta andando su questo piano. Allora, io mi permetto di ricordare - e concludo - che anche noi italiani avremmo un'alternativa valida alle auto a benzina e a gasolio, cioè le auto a metano, un metano che consuma poco (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Albano, a titolo personale. Ne ha facoltà, per un minuto.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente. Come abbiamo visto, questo emendamento pone in capo al Ministero dello Sviluppo Economico le funzioni relative alla politica energetica, che sono state invece assegnate all'istituendo Ministero della Transizione Ecologica. Non solo l'Italia, ma l'intera Europa è costretta ad importare risorse energetiche, come petrolio e gas, da Paesi ricchi di queste materie prime. Già questa constatazione ci mette in evidenza come questo approvvigionamento energetico è una questione strategica e geopolitica, perché tutto passa da questa capacità di negoziare. Pertanto, è necessario che queste competenze vengano assegnate ad un Ministero strategico come il MiSE, come asse portante per lo sviluppo della nostra intera Nazione, e non ad un dicastero di nuova istituzione e, probabilmente per sua stessa denominazione, di transizione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Attraverso questo emendamento noi cerchiamo di sanare una miopia del Governo, che chiamiamo miopia per non chiamarla, invece, un'incapacità di comprendere come il riparto delle competenze abbia un valore fondamentale per il buon governo della Nazione, in questo caso per il buon sviluppo del nostro asset industriale. L'industria e l'energia non sono due questioni che possono essere separate, ma devono essere mantenute insieme e devono dialogare l'una con l'altra. E' per questo che condivido la proposta, l'emendamento sottoposto all'attenzione di quest'Aula del collega Foti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Come abbiamo rilevato prima, non si tratta di una mera vicenda denominativa, ma, come anche ben illustrato, oltre che dal collega Foti, anche dalle colleghe Albano e Bellucci, si tratta di una modifica che comporta una linea di indirizzo anche politica. D'altronde, la scelta stessa di dedicare un intero Ministero all'Innovazione Tecnologica ha rappresentato una definizione di ciò che dovrebbe essere, almeno nominalisticamente, prioritario per questo Esecutivo. Anche questo emendamento, pertanto, comporta il tentativo, da parte di Fratelli d'Italia, di valorizzare alcuni aspetti che, già semplicemente nella definizione dei Ministeri stessi, non ha trovato, a nostro modo di vedere, un giusto soddisfacimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Questo è un emendamento importante, vuole rimettere in capo al MiSE una delega quanto mai significativa: la definizione degli obiettivi e delle linee di politica energetica nazionale. Aver tolto questa delega per attribuirla al nuovo Ministero della Transizione Ecologica non risolve i veri problemi che ci sono in Italia, cioè la mancanza di politiche energetiche decisive. Infatti troviamo molte manovre che non sono state in grado di intervenire in modo sostanziale. C'è ancora molto da lavorare sotto questo punto di vista.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Butti. Ne ha facoltà.

ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie, Presidente. Io penso che nel nuovo concetto varato di transizione ecologica ci sta che il tema dell'energia, o quanto meno una parte del tema dell'energia, sia avocata a sé dal Ministro Cingolani e dal nuovo Ministero, però, come dicevo, l'energia è un concetto molto ampio. Probabilmente alla Transizione Ecologica andrebbe riconosciuta l'energia intesa come motore pulito, intesa come energia pulita, come fonte rinnovabile, anche per l'approvvigionamento delle nostre imprese e per il nostro sistema – concludo -, altro conto invece è parlare di liberalizzazione e di concorrenza, di sicurezza negli approvvigionamenti e, quindi, noi riteniamo che debba essere fatta chiarezza sull'assegnazione della delega all'energia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere questo emendamento e per continuare il discorso che stava facendo il collega Butti, perché, in realtà, sembrerebbe quasi normale che tutta la delega in ambito energetico andasse al Ministero della Transizione Ecologica. In realtà, diciamo, il tema centrale è la definizione degli obiettivi, è la definizione della politica energetica, è la definizione di tutta quell'area che, invece, inevitabilmente non può non rimanere in capo al Ministero dello Sviluppo Economico. Quindi, sarebbe veramente opportuno fare maggiore chiarezza e dare una maggiore definizione di questa tematica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciaburro Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere l'emendamento Foti e, soprattutto, per ribadire quanto detto anche già dai colleghi Butti e Caiata in precedenza. Istituire questo Ministero in funzione di quello che ci aspetta per la transizione ecologica è sicuramente cosa buona e giusta ma, certamente, rispetto all'attribuzione delle politiche, delle strategie per quello che riguarda tutte le fonti rinnovabili, andrebbe fatta davvero chiarezza rispetto a questa delega, proprio perché servono delle strategie anche di trattative, di liberalizzazione, come è già stato detto, che possano portare questo Paese ad essere davvero anticipatore e vicino a quelle industrie che sono le prime ad utilizzare queste fonti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Toma. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Grazie, Presidente. Sottoscrivo questo emendamento convintamente, anche perché pochi giorni fa in Commissione attività produttive la mia interrogazione, per quanto riguarda la gestione dei carburanti e con la risposta da parte del MiTE, dimostra le difficoltà che effettivamente si possono porre a questo nuovo Ministero, anche perché in tema di carburanti una strategia condivisa con il MiSE, ma soprattutto portata avanti in questi anni da parte loro, è la cosa più importante e soprattutto per dare risposte, visto che parliamo di una rete primaria, anche perché sono svariati i miliardi che porta in capo, ovviamente, al fisco italiano. Però, io penso che sia necessario che, appunto, questo emendamento venga accolto, perché la parte della politica energetica deve tornare al MiSE, dev'essere di competenza del MiSE e, per quello che mi riguarda, non certo, per quanto concerne, come l'intervento dell'onorevole Butti…

PRESIDENTE. Grazie…

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). …per quelle che sono le politiche, ovviamente, di energia pulita.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole De Toma.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Quindi - e concludo - dal mio punto di vista, questo è un emendamento che va assolutamente accolto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Anch'io sottoscrivo questo emendamento per sottolineare che, in un periodo veramente difficile per tanti cittadini, si procede a confondere ancora di più competenze e idee - ma anche nell'immagine - e questo per giustificare un cambio e un'adesione a un progetto che evidentemente non era nei principi degli elettori del MoVimento 5 Stelle, cioè appoggiare un Governo Draghi, un Governo di tutti. Si è trovata la scusa, un Ministero della Transizione, e questo porta a confondere ancora di più e non darà risultati concreti ma porterà solamente spese aggiuntive, tanta confusione e malcontento nei cittadini.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Proprio la nascita del Ministero della Transizione ecologica sollecita e rende urgente, invece, il mantenimento saldamente in capo al MiSE della politica energetica. Qualcuno studi la transizione, qualcuno studi le energie pulite, qualcuno cerchi di comprendere quanto possano essere utili alla nostra Nazione, ma nel frattempo la politica energetica rimanga saldamente nelle mani del MiSE, perché serve a una Nazione che è la settima potenza industriale del mondo e la seconda potenza manifatturiera d'Europa. Quindi, mentre qualcuno filosofeggia sulle future transizioni ecologiche e anche energetiche, nel frattempo l'Italia non sia sprovvista della benzina per le sue imprese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Per sostenere, come ovviamente hanno fatto già i colleghi che mi hanno preceduta, questo emendamento del collega Foti rispetto, ovviamente, a quella che noi riteniamo sia un'azione di buonsenso ma soprattutto che ci porta un po' a riflettere, perché non riusciamo a capire quale sia l'obiettivo strategico di togliere le cose e di annullare tutto ciò che funziona per creare maggiore confusione e soprattutto senza un senso. Noi siamo del parere che, ovviamente, la parte delle fonti energetiche rinnovabili debba rimanere in quota al MiSE e certamente non scorporata, per poi in qualche modo fallire anche in questa missione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Politica energetica vuol dire anche industria energetica e questo è un dato che non possiamo dimenticare, che non possiamo sottacere, ed è il motivo per il quale l'emendamento di Fratelli d'Italia chiede che questa delega non venga scorporata dal MiSE. Uno studio di Confindustria aveva previsto a inizio legislatura che in questo settore ci sarebbero stati 100 miliardi di investimenti fra il 2018 e il 2030 e questo, ovviamente e inevitabilmente, non può che essere considerato un dato fondamentale in termini occupazionali, di ricadute ambientali e, ovviamente, anche di organizzazione. Riteniamo davvero fondamentale che questa delega rimanga all'interno del MiSE.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Apparentemente questo emendamento sembrerebbe molto tecnico - sopprimere la lettera c), sopprimere i commi 4) e 6) - e in verità, invece, è molto politico, ha un intento politico, come spiegavano i miei colleghi precedentemente: tenere la delega al MiSE e sostanzialmente dare più concretezza, più ampio respiro a un tema come quello dell'energia, che sicuramente è un tema portante e non deve soccombere a idee astratte che molte volte sono state inserite più per propaganda che per un progetto serio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Galantino. Ne ha facoltà.

DAVIDE GALANTINO (FDI). Presidente, in questo emendamento si parla della gestione della politica energetica, che andrebbe consegnata al Ministero dello Sviluppo economico. Infatti, l'emendamento rimette in capo al MiSE le funzioni relative alla politica energetica, sopprimendo, di conseguenza, le disposizioni che trasferivano la materia all'istituendo Ministero della Transizione ecologica. Presidente, è una proposta di buon senso. Credo che quest'Aula dovrebbe votare favorevolmente su questo emendamento, che sottoscrivo con convinzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Per rimarcare quanto affermato dai miei colleghi; chiedo, peraltro, di sottoscrivere questo emendamento. È evidente che l'apposizione della politica energetica al MiSE piuttosto che al Ministero della Transizione ecologica è una scelta politica. Per Fratelli d'Italia questa scelta politica è chiara ed evidente: la politica energetica, per i motivi già ampiamente discussi e dibattuti, deve rimanere in capo al MiSE e per questo noi chiediamo che venga votato questo nostro emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.16 Foti, con parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.13 Foti.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, a dimostrazione di quanto fosse fondato l'emendamento precedente, vi è oggi questa introduzione simpatica di un'espressione, “finanza climatica”, che sarei curioso che, a partire dal rappresentante del Governo, qualcuno ci spiegasse, perché, vede, quando noi parliamo di finanza climatica dovremmo avere un'idea chiara, essendo legislatori, di che cosa si intenda con questa espressione, a che cosa tenda questa espressione, quale valore abbia questa espressione. In realtà, se noi parliamo di fiscalità ambientale, ancorché non dettagliatamente definita, sappiamo a che cosa ci riferiamo. È indubbio che vi è un insieme di tributi, di tasse, di imposte, anche a volte di balzelli, che hanno una finalità e rilevano ai fini ambientali.

È tanto vero questo che alcuni consorzi, che sono stati istituiti ai fini di una migliore gestione ambientale del territorio, sono finanziati proprio attraverso contributi aggiuntivi - è il caso della plastica, delle batterie esauste ed era stato anche il caso degli olii - proprio al fine di migliorare la qualità ambientale. Quindi la fiscalità ambientale, ancorché, torno a ripetere, non definita per legge, ha assunto un rilievo ormai unanimemente riconosciuto attraverso un'imposizione che è stata indirizzata in tal senso. Ma la finanza climatica no, la finanza climatica è una delle tante espressioni che sono e vengono utilizzate per cercare di mettere un po' di polvere negli occhi all'opinione pubblica. Vedete, nel Rigoletto c'era chi cantava l'uno o l'altro per me pari sono, e qui è la stessa cosa: probabilmente qualcuno ritiene, come nel Rigoletto, che fiscalità ambientale e finanza climatica siano due sinonimi, ma così non è. E una richiesta di chiarimento sul punto non è un argomento capzioso che il gruppo di Fratelli d'Italia vuole qui rappresentare, ma è stato oggetto di dibattito, ad esempio, in uno di quegli organi che sono costituiti in questa Aula parlamentare, ma del quale sistematicamente ci si dimentica: è proprio il Comitato per la legislazione che ha sottolineato l'anomalia dell'utilizzo dell'espressione “finanza climatica”. Infatti, finanza climatica, nel significato italiano, sembrerebbe alludere specificatamente a strumenti finanziari e ad una politica fiscale legati al contesto dei cambiamenti climatici, mentre l'espressione climate finance riguarda più genericamente finanziamenti delle attività sostenibili. E allora a quali di queste due parrocchie voi intendete partecipare la vostra presenza? Volete, cioè, ritenere che sia l'interpretazione prima o l'interpretazione seconda? E se non la definiamo qui, oggi, nella legge, quando la definiremo in futuro? Forse con un'interpretazione autentica solo perché possa avere carattere retroattivo ai sensi di legge? È evidente che siamo in presenza di una fiera delle parole, ma, d'altra parte, siete passati dalla libertà di parola in questa maggioranza alle parole in libertà (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Albano. Ne ha facoltà.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente, per sostenere l'emendamento del collega Foti, che sottoscrivo convintamente, perché, quando ho letto le parole “finanza climatica e sostenibile”, sinceramente sono rimasta perplessa; finanza climatica e sostenibile come funzioni del Ministero della Transizione ecologica. Ora, di fronte alla portata e all'urgenza delle problematiche ambientali, tutti conosciamo il ruolo che l'impresa finanziaria può svolgere per mitigare le conseguenze negative dei cambiamenti climatici, ma crediamo che queste funzioni non chiare, non precise, non ben definite, è bene che non vengano inserite nelle funzioni del MiTE.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Anche qui quelle di Fratelli d'Italia innanzitutto sono proposte di buonsenso ed inoltre recepiscono ciò che il Comitato per la legislazione ha evidenziato, una criticità importante, perché, nel momento in cui si introducono delle competenze e queste competenze vengono ripartite, non si può essere vaghi, inopportuni e assolutamente, in questo, manchevoli. Pertanto, con l'emendamento soppressivo del collega Foti vogliamo sanare l'incapacità di utilizzare la conversione di questo decreto-legge per fare bene. Quindi ribadisco, risottolineo e anche sottoscrivo l'emendamento Foti, in quanto la soppressione delle parole “finanza climatica e sostenibile” è non solo opportuna, ma doverosa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. In realtà proseguo da dove aveva terminato l'intervento la collega Bellucci, ritenendo non solo opportuna, ma necessaria questa abrogazione, perché si realizza, come spiegava bene anche il collega Foti, una sovrapposizione a locuzioni che in realtà non si può ridurre a una sovrapposizione anche nei concetti e negli aspetti concreti. E allora, se nei precedenti emendamenti l'obiettivo era quello di colmare, di riuscire a dare compiutezza alle denominazioni dei Ministeri, in questo emendamento, invece, cerchiamo di definire, anche per un tema di pulizia normativa, il confine esatto della disciplina interna al Ministero, per consentire una maggior puntualità nell'individuazione delle funzioni del medesimo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Anch'io condivido quanto è stato detto dai colleghi. La “finanza climatica e sostenibile” è un'espressione che è solo fumo, crea ancora una volta tanta confusione. Quindi, per aiutare le aziende ad avviare una trasformazione che orienti lo sviluppo verso percorsi sostenibili e modernizzare l'economia, ci vuole chiarezza. Ecco perché sottoscrivo questo emendamento, che vuole la soppressione di queste parole molto confuse.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Butti. Ne ha facoltà.

ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie, Presidente. In effetti “finanza climatica e sostenibile” mi mancava. Insomma, ho qualche anno di esperienza parlamentare, ricordo la “finanza creativa” dell'allora Ministro Tremonti, ma “finanza climatica e sostenibile” mi mancava. Questa è un'espressione che, come abbiamo avuto modo di approfondire anche nel Comitato per la legislazione, per la legge italiana è completamente inedita, come ci è stato ricordato. Quindi andrebbe quantomeno meglio definita, meglio specificata e meglio presentata, perché altrimenti rischia di restare un neologismo certamente vuoto e privo di senso compiuto sotto il profilo legislativo, ed è abbastanza vergognoso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente, per sottoscrivere questo emendamento. Non saprei come votare per un articolo in cui si parla di finanza climatica e sostenibile; lo dico onestamente, lo dico da cittadino, non saprei votarlo perché non lo capisco. Che cosa vuol dire? A che cosa si riferisce? Ho provato anche a fare delle ricerche: non esiste una definizione. Allora, se noi siamo il legislatore e parliamo di cose a cui non sappiamo dare un significato, come potranno domani i cittadini che dovranno leggere queste cose capire di che cosa noi stessimo parlando? Impossibile! Per cui, per una volta, cerchiamo di usare un linguaggio semplice. Finanza climatica non vuol dire assolutamente nulla.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere l'emendamento e poi per ribadire quanto ha spiegato molto bene il collega Foti: è del tutto evidente che queste parole debbano essere soppresse, se si vuole agire con buonsenso e, soprattutto, con semplicità rispetto a dei provvedimenti che andiamo ad adottare. Questo perché, come ha detto bene lui, c'è una sottile differenza, ma al tempo stesso un'enorme differenza, tra quella che è la fiscalità ambientale, volta a creare anche dei comportamenti virtuosi in termini climatici, ma certamente la “finanza climatica e sostenibile” non va a delineare assolutamente nulla e crea quella confusione di cui parlava precedentemente l'onorevole Caiata. Ecco perché chiediamo di rivedere il parere su questo emendamento, togliendo queste parole laddove non vengano definite nei loro intenti più precisi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Toma. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Grazie, Presidente. Chiarezza: abbiamo sentito dai miei colleghi intervenuti precedentemente parlare di chiarezza. E' un concetto vago, lacunoso: finanza climatica e sostenibile. Forse, sarebbe meglio: finanza climatica è sostenibile? Punto di domanda. Io credo che questo non dia forza al Ministero stesso, quindi vi è la necessità assoluta di semplificare semplicemente un concetto e, quindi, eliminandolo completamente, come proposto dall'onorevole Foti. Quindi, sottoscrivo convintamente questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Sottoscrivo questo emendamento, anche perché trovo curioso che chi prometteva di combattere la grande finanza speculativa poi l'abbia abbracciata, pur di stare al Governo, e poi si inventa parole: finanza climatica e sostenibile. È un po' come usare in tutti i documenti o nei discorsi la parola “resilienza”, senza magari conoscerne il vero significato, ma si va di moda in moda e si cerca di nascondere il nulla con queste parole e non ci si accorge che ci si copre di ridicolo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Finanza climatica: ha ragione il collega Butti, è un neologismo, di cui non comprendiamo il perimetro. Ma bene fa Fratelli d'Italia a chiederne immediatamente l'abrogazione. Ci mancava solo in più la finanza climatica. E la finanza climatica, in mano a persone sinistre, temiamo possa far presagire all'orizzonte una nuova tempesta di tassazione sulle nostre imprese. Sappiamo che, dietro alla finanza ambientale, qualcheduno a sinistra è stato così intelligente che, sapendo che fiumi, mari e oceani per l'80 per cento vengono inquinati da Cina, India e Indocina, al posto di porre dazi di civiltà, ha deciso di flagellare le aziende italiane, che inquinano meno dello 0,028 per cento fiumi, mari e oceani, con la plastic tax. Ogni volta che noi sentiamo finanza climatica, finanza ambientale, in mano e in bocca a persone di tal fatta ci viene il terrore e, per difendere le nostre imprese, ne chiediamo fin da subito l'abrogazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente, intervengo per sostenere la validità dell'emendamento del collega Foti che, ancora una volta, sottolinea la schizofrenia che conduce questo Governo non soltanto a non ascoltare le proposte dell'opposizione, ma soprattutto a creare maggiori danni e confusione. In questo caso, per quanto ci riguarda, con l'emendamento soppressivo riteniamo che la parte fin qui esposta vada tolta dal Ministero della Transizione ecologica. Allora, ripartiamo, pensando che questo Governo voglia rappresentare un taglio netto con il precedente, ma, ribadisco che, nella schizofrenia anche totale di alcune proposte e di alcune scelte, in qualche modo vi è continuità assoluta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Il tema dei cambiamenti climatici non è soltanto un tema ambientale, ma anche una questione di rilevanza economica. Il motivo per il quale Fratelli d'Italia ha chiesto che venga eliminata questa dicitura è perché, in realtà, nella comunità scientifica non esiste ancora una definizione comunemente accettata di climate finance. Quando parliamo di questo tipo di investimenti, stiamo parlando degli investimenti in iniziative, di investimenti in progetti, di investimenti in infrastrutture per la mitigazione dei cambiamenti climatici? Ecco, quello che non è chiaro è a cosa si riferisce e cosa si vuole comprendere all'interno di questa dizione, motivo per il quale risulta assolutamente ultronea rispetto alle indicazioni necessarie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. L'onorevole Foti ha spiegato molto bene il contesto e le motivazioni per le quali si chiede l'abrogazione, soprattutto riferita a questo termine “finanza climatica”, un'espressione usata non si capisce bene con quali finalità. Poiché il nostro intento è sicuramente quello di tutelare le piccole e medie imprese, non vorremmo che, dietro questo termine, si nascondessero ulteriori tasse e ulteriori imposte per le nostre imprese. È necessario un chiarimento su questo punto perché esiste una lacuna interpretativa troppo grande per sostenere e mantenere questo termine.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Galantino. Ne ha facoltà.

DAVIDE GALANTINO (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo sull'emendamento a prima firma dell'onorevole Foti 2.13 - che sottoscrivo naturalmente -, perché rilevo, Presidente, come sia volto a sopprimere il riferimento alla finanza climatica e sostenibile. Ma che significa finanza climatica e sostenibile, Presidente? Noi legislatori dovremmo essere i primi a comprendere il significato di questa espressione che, a mio avviso, è da considerarsi ridicola se nessuno ce la spiega. Per questo ritengo che la riformulazione del testo legislativo con la proposta emendativa dovrebbe essere ampiamente sostenuta da questo Parlamento, perché improntata a maggiore serietà e soprattutto chiarezza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, il tratto distintivo dell'opposizione patriottica di Fratelli d'Italia è volto a migliorare i provvedimenti. Immagino che il collega Foti, nel produrre questo emendamento, abbia avuto come stella polare questo orientamento di Fratelli d'Italia. Parlare di finanza climatica e sostenibile - “e” senza accento, “e” congiunzione - ci riconduce a qualcosa di drammaticamente ostile nei confronti del tessuto produttivo italiano o a qualcosa di incomprensibile. La cosa che ci fa specie, però, è che il Governo, pur presente in Aula e pur di fronte alle rilevazioni di diversi deputati d'opposizione, non intenda - e concludo - chiarirci questa definizione di finanza climatica e sostenibile, quantomeno per orientare tutta l'Aula correttamente al voto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bond. Ne ha facoltà.

DARIO BOND (FI). Noi ci laviamo tanto la bocca con termini del tipo “finanza climatica”, “transizione ecologica”, poi però alla fine andiamo ad autorizzare, a livello governativo, in Veneto (tra il Veneto e l'Emilia-Romagna), e parlo al rappresentante del Governo, 50 ettari di parco fotovoltaico. Allora, capiamoci: o giochiamo con le parole o realmente facciamo dei fatti. Cinquanta ettari di parco fotovoltaico, tolti all'agricoltura! Tolti al made in Italy! Tolti alla produzione agricola! Questo è lo scandalo e questo il Governo deve fare: aprire gli occhi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Muroni. Ne ha facoltà.

ROSSELLA MURONI (MISTO-FE-FDV). Grazie, Presidente. Io penso che il tema che stanno ponendo i colleghi di Fratelli d'Italia sia molto serio e non vada passato sotto silenzio, nella distrazione generale, perché il tema della finanza sostenibile è molto importante; posto dall'OCSE in prima battuta, sta informando le politiche finanziarie dei Governi e anche del mondo finanziario internazionale. È necessario un lavoro di mutamento, anche culturale, che deve riguardare anche quest'Aula e noi legislatori. Ed è un tema davvero importante. Io ringrazio i colleghi che hanno presentato questi emendamenti, non perché io li condivida, ma perché è giusto che un tema del genere non venga fatto passare nelle pieghe di un provvedimento, senza sottolineare il fatto che quello che si sta ponendo è un cambiamento culturale, che dovrà riguardarci tutti. E io mi aspetto che il CITE, ad esempio, dica chiaramente come vorrà ridurre i sussidi alle fonti ambientalmente dannose, perché quello vuol dire anche fare finanza sostenibile. C'è un problema di linguaggio: nel termine inglese, si intende il finanziamento di attività sostenibili; noi in Italia siamo ancora in un fronte pregresso, in cui dobbiamo togliere il finanziamento a quelle fonti di inquinamento.

Però io voglio cogliere anche il tema e la preoccupazione sulle piccole e medie imprese, perché questo è dirimente.

C'è un pezzo del nostro Paese, che sono 500 mila imprese, che negli ultimi cinque anni hanno investito in sostenibilità ambientale, che hanno assunto più giovani, più donne e stanno resistendo con più forza alla crisi economica. Dimostrano una capacità di resilienza - è un termine che veniva prima utilizzato - molto più forte, a sostegno del fatto che difendere l'ambiente e condurre la lotta ai mutamenti climatici, anche dal punto di vista finanziario, conviene anche alle imprese e il sistema produttivo italiano è pronto a questa sfida. Io temo, colleghi e colleghe, che, spesso, la parte più impreparata di fronte a questa sfida, la parte più impreparata del Paese siamo proprio noi.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.13 Foti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Passiamo all'emendamento 3.3 Foti.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Grazie, Presidente. Grazie anche a quei colleghi che, rompendo il muro del silenzio, hanno dato atto della serietà degli emendamenti proposti da Fratelli d'Italia. Certo, si possono non condividere, ovviamente, le soluzioni, ma non si può negare che si pongano problemi fondati. Alcuni, ovviamente, hanno più facilità di essere compresi, perché attengono a materie conosciute generalmente da tutti, altri diventano più difficili da spiegare, ma non hanno meno rilevanza né sotto il profilo istituzionale, né sotto il profilo politico.

Vedete, l'emendamento che viene qui proposto sembra quasi uno sfizio. Dire di sostituire “decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri” con la parola “regolamento” potrebbe sembrare una certa ricerca di protagonismo, ma, in realtà, in uno Stato che dovrebbe essere uno Stato di diritto e secondo il principio di gerarchia delle fonti, non è che noi possiamo far finta di non vedere come vi sia ormai radicato un malvezzo, un malvezzo di tipo legislativo, che vuole far sì che il regolamento sia sostituito dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. E qualcuno potrebbe obiettarci: ci sarà una ragione. Certo che c'è una ragione, ma, allora, bisognerebbe intervenire sulle cause che portano a questa scelta scellerata, anziché preoccuparsi soltanto di cambiare strada, ben consci che la strada che si va a imboccare è una strada che non è la strada maestra; che insegna, che cosa? Chi? L'insegna la legge, non noi, ma altri hanno voluto approvare la legge n. 400 del 1988 e, in quella legge, si definiscono procedure e strumenti che sono a disposizione dello Stato, delle pubbliche amministrazioni per potere agire e comportarsi di conseguenza.

Allora, noi non possiamo pensare che l'articolo 17 di quella legge, solo perché tradizionalmente si ritiene che il numero 17 possa essere anche un numero che porta sfortuna, sia un articolo particolarmente sfortunato. Quello è un articolo che, come altri, disciplina una materia prevedendone un percorso e il percorso che viene indicato per quanto riguarda il regolamento è quello che vede la promulgazione del regolamento con decreto del Presidente della Repubblica, su deliberazione del Consiglio dei Ministri, sentito il Consiglio di Stato, che si deve pronunciare entro novanta giorni, e sentite le Commissioni parlamentari competenti.

Allora, è inutile cercare di prendere a spizzichi e bocconi quella che è una norma regolamentare e di legge, trasferirla su un altro istituto, fare un obbrobrio amministrativo e giuridico del risultato di questa poco commendevole produzione e, poi, pensare che, tutto sommato, chi è che se ne accorge o, ancora peggio, il potere, come diceva qualcuno, logora chi non ce l'ha e, quindi, facciamo quello che vogliamo. Io penso che, andando avanti di questo passo, vi logorerete negli errori che state commettendo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Non posso che condividere le riflessioni del collega, onorevole Foti, che dimostrano come, in questo caso, non ci sia alcuna questione di carattere politico o ideologico, ma sia un emendamento di buona normazione anche di questioni relative all'organizzazione dei Ministeri che, teoricamente, qualcuno potrebbe sottovalutare.

Io capisco che, probabilmente, ci sia stata una abitudine all'abuso dei DPCM, che ormai vengono utilizzati su qualunque cosa, peggio di questo ci sarebbe stato solo l'utilizzo della diretta Facebook per la riorganizzazione dei Ministeri, bypassando anche il DPCM. Credo che - e concludo, Presidente - riportare nell'alveo della legge n. 400 del 1988 questa norma sia un atto di buona legislazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Richiamandomi all'intervento del collega Foti e a quello del collega Maschio, questo emendamento va a limitare questa deriva autoritaria che ormai questo Governo, e i Governi che lo hanno preceduto, sta prendendo nel normare e richiama l'articolo 17 a cui faceva riferimento il collega Foti che, proprio sui regolamenti, recita che, con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, sentito il parere del Consiglio di Stato che deve pronunziarsi entro novanta giorni dalla richiesta, possono essere emanati regolamenti per disciplinare l'esecuzione delle leggi e dei decreti legislativi, nonché dei regolamenti comunitari. Qui non si capisce per quale ragione ci si ostini a proseguire con questa deriva autoritaria rispetto a quello che già la struttura normativa nazionale prevede.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie. Noi, dopo un anno di DPCM con cui abbiamo visto comprimere qualunque tipo di libertà, francamente, non vorremmo neanche più leggere questa dicitura nei testi del Governo, però tant'è.

Il Governo Draghi, evidentemente in continuità con il Governo Conte, anche nell'utilizzo e nell'abuso dei DPCM, si è affezionato a tale atto che, ricordiamo, è un atto amministrativo in mano al Presidente, mentre noi riteniamo che persino nell'individuazione delle risorse umane e strumentali da trasferire dal MiSE al Ministero della Transizione ecologica, ciò debba avvenire non con DPCM, ma con regolamento. Questo è il senso del nostro emendamento e ci auguriamo francamente che l'uso del DPCM non sia ulteriormente prorogato anche per questa tipologia di azioni.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Il DPCM dovrebbe essere ormai utilizzato per la sua ratio originaria, che non è certamente quella di un provvedimento onnicomprensivo di qualunque cosa voglia fare un Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. E' chiaro che l'intento di questo emendamento è quello di voler ripristinare - non vorrei usare una parola troppo forte - la normalità delle fonti da cui si attinge per regolamentare la vita pubblica. Anche nella definizione del trasferimento di personale da un Ministero a un altro, è chiaro che noi riteniamo che cristallizzare all'interno di un regolamento queste modalità sia sicuramente più trasparente e anche più di prospettiva rispetto al DPCM, che, purtroppo, come ricordavano i colleghi che mi hanno preceduto, in questi ultimi mesi è diventato uno strumento abusato ed è diventato anche ultroneo rispetto alle origini dalle quali derivava. Quindi, riteniamo che questo emendamento sia una modalità di ridare serenità e trasparenza anche delle scelte amministrative.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Glielo abbiamo detto con forza, al di là delle battute, sulla probabilità di un sinistro tentativo di ricordo in luogo dell'ex Presidente del Consiglio Conte nel nuovo Ministero della Transizione ecologica. Al di là delle battute, la modificazione di questa norma, che consente sostanzialmente di bypassare il parere politico delle Commissioni sul trasferimento di personale, di risorse strumentali e umane, nonché il parere di legittimità del Consiglio di Stato, a garanzia e nel rispetto di ciò che si fa, rilevo che quello che si fa non è semplicemente il banale trasferimento di personale. Lo abbiamo visto nelle riformulazioni degli emendamenti in sede di Commissione. Ad ogni riformulazione corrispondeva un aumento di poltrone e di costi per la costituzione del Ministero della Transizione ecologica: altro che transizione ecologica! Questo è il frutto della transazione politica per tenere dentro questa maggioranza il MoVimento 5 Stelle.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). Grazie, Presidente. Sulla scorta di quanto ho appena ascoltato, effettivamente, noi dobbiamo capire, colleghi, quale sarà il compito di questo Ministero. È del tutto evidente che se all'interno di questo contenitore noi non riusciamo, il Governo - in questo caso il Ministro di questo nuovo Ministero - non riuscirà ad essere performante rispetto a quanto ascoltato anche sino ad oggi, sino ad ora, in quest'Aula, effettivamente ciò resterà, come appena ascoltato dal collega Prisco, un contenitore assolutamente vuoto. Per quanto ci riguarda, noi vorremmo, invece, metterci molte e molte idee. E' evidente che, da opposizione, faremo la nostra parte, ma è altrettanto evidente che, purtroppo, Presidente e sottosegretario, ad oggi questo è un contenitore che non darà e non dà le risposte immediate che i nostri concittadini e le nostre aziende in questi termini si aspettano.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rotelli. Ne ha facoltà.

MAURO ROTELLI (FDI). Grazie, Presidente. E' un emendamento importante, il 3.3, ed è importante sia dal punto di vista istituzionale, che politico. Si parla di regolamento per quale motivo? L'onorevole Foti l'ha spiegato molto bene nel suo intervento: sostituire il regolamento con i DPCM significa mutare, come lei sa, Presidente, le procedure; sono strumenti stabiliti per legge, la legge n. 400, che è stata richiamata. Mantenere in questo caso la prassi della legge non vuol dire incartarsi nella burocrazia, ma significa mantenere le tutele e le garanzie di legge, che sono utili per tutti, per tutte le parti, non per una parte in particolare. Soprattutto in questa fase, Presidente, credo che sia particolarmente importante fare in modo che le tutele democratiche valgano per tutti quanti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Silvestri. Ne ha facoltà.

RACHELE SILVESTRI (FDI). Grazie, Presidente. Come hanno ribadito i miei colleghi, ancora dopo un anno andiamo avanti con i DPCM. Anche mentre si sta portando avanti la formazione di questo nuovo Ministero, anche qui, si vanno ad assumere risorse umane. Ciò avviene, invece che con la tipica normativa che abbiamo, con la legge n. 400 del 1988, per via dei DPCM. Quindi, noi, questo emendamento, siamo qui per proporlo e per cercare di portare a un cambiamento totale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Silvestri. Ne ha facoltà.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Presidente, grazie. Intanto sottoscrivo questo emendamento presentato dal collega Foti, perché è un emendamento importante, con cui si vuole ripristinare la democrazia, quella democrazia che pensavamo fosse ripristinata con l'avvento, comunque, del Presidente Draghi, che aveva sostituito il Presidente Conte, il quale aveva iniziato questa anomala procedura dei DPCM. Noi credevamo che quella stagione fosse stata archiviata, mentre così non è. Si vuole limitare la democrazia ancora attraverso i DPCM. Noi chiediamo che ci sia un regolamento che possa comunque dare tutela e sicurezza ai lavoratori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Innanzitutto per sottoscrivere anch'io l'emendamento. Insomma, è una sottrazione di confronto, di democrazia. Io ricordo che, appena entrato in quest'Aula, per i primi mesi, abbiamo assistito a lunghissime lezioni di democrazia parlamentare, soprattutto da parte di esponenti del Partito Democratico, che poi, via via, fino al loro ingresso nel Governo, hanno perduto di consistenza. Certo è - lo dico nei confronti del collega Foti - che il DPCM usato in questo ambito è decisamente un peccato veniale rispetto all'uso e all'abuso che ne è stato fatto fino ad oggi, perché sono state sottratte vere e proprie libertà ai cittadini italiani con il DPCM. Quindi, questo diciamo che è un peccato veniale, che condanniamo, ma che tutto sommato ci può anche stare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bignami. Ne ha facoltà. Prego, ha un minuto, onorevole Bignami. Lei arriva sempre di corsa.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Come sempre devo arrivare dal Transatlantico. La ringrazio, Presidente. Anche questo emendamento, come i precedenti, è ispirato alla volontà di portare un miglioramento, certo non di carattere dirompente ma comunque significativo in ordine al tessuto di un provvedimento che, come già dimostrato anche rispetto ai precedenti interventi, ha dimostrato non poche lacune, essendo da un lato esorbitante in alcune dizioni e, dall'altro, carente nella definizione di alcuni compiti. Certo, si tratta di una modifica che non può incidere nel complesso, ma che comunque consente di andare ad individuare, con un'ulteriore definizione, le funzioni proprie delle attività assegnate ai Ministeri.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda, sempre a titolo personale. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Sottoscrivo volentieri questo emendamento. Ritorno a dire che per accontentare, per cercare di mettere un cerotto in quello che è stato un travaglio, una ferita, per formare questo Governo con dentro un MoVimento che evidentemente era contrario alla formazione di questo nuovo Esecutivo, si sta creando tanta confusione e si riporta, ancora una volta, a questo uso del DPCM, laddove in quest'Aula si era giurato di usarlo in maniera diversa e in maniera sempre meno invasiva, come è stato fatto nella nostra società in questo periodo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Io credo che questo emendamento ponga l'accento su una questione fondamentale, sulla quale probabilmente dovremmo riflettere un po' più attentamente ed è una questione giuridica, prima ancora che politica, perché, vede, l'emendamento del collega Foti chiede che l'individuazione delle risorse umane e strumentali che devono essere trasferite, vengano trasferite attraverso un regolamento e non un DPCM. Questo non soltanto, ovviamente, per la questione politica già ampiamente spiegata dai miei colleghi, ma perché, giuridicamente, l'atto con il quale avviene il trasferimento dei dipendenti e delle risorse deve necessariamente passare attraverso il vaglio del Presidente della Repubblica; e l'unico atto che può garantire questo passaggio è, appunto, il regolamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mantovani. Ne ha facoltà.

LUCREZIA MARIA BENEDETTA MANTOVANI (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento si basa su un dato di fatto, ovvero un palese indebolimento delle strutture del MiSE in favore del neo costituito Ministero della Transizione ecologica. Una decisione di questo tipo rende, a nostro avviso, decisamente più complessa la gestione di tematiche che andrebbero coordinate presso un unico Dicastero. Ecco, dando per assodato questo, io auspico che l'Aula possa comprendere le ragioni di questo emendamento che anch'io vorrei sottoscrivere e che chiede, appunto, che l'individuazione delle risorse umane e strumentali da trasferire dal MiSE al Ministero della Transizione ecologica avvenga con regolamento e non attraverso un DPCM.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Butti. Ne ha facoltà.

ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie, Presidente. L'emendamento che ci è stato presentato dall'onorevole Foti, di fatto, trae spunto dal lavoro svolto dal Comitato per la legislazione, nel senso che abbiamo evidenziato come, pur cambiando i Governi, non cambiano le peggiori pratiche. Ancora una volta in questo provvedimento c'è un uso che noi definiamo quasi spregiudicato dei DPCM che, appunto, è stato stigmatizzato dal Comitato per la legislazione nel suo parere ed è stato anche bollato dal Consiglio di Stato addirittura, cito testualmente, come una “fuga dal regolamento”. Sarebbe opportuno che il lavoro svolto dal Comitato per la legislazione venisse quantomeno attenzionato e richiamato negli atti legislativi che noi votiamo.

PRESIDENTE. Nessun altro ha chiesto di parlare, quindi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.3 Foti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.100 Testamento. Ha chiesto di parlare l'onorevole Testamento. Ne ha facoltà. Poi, abbiamo solo, per ora, l'onorevole Prisco, così vi organizzate anche voi per votare. Onorevole Testamento, a lei la parola.

ROSA ALBA TESTAMENTO (MISTO-L'A.C'È). Allora, considerando l'importante compito che dovrà avere il costituendo Comitato interministeriale per la transizione ecologica, quindi, il CITE, l'emendamento ha l'obiettivo di prevedere tra i componenti di questo Comitato, del CITE, appunto, anche un rappresentante del Ministero della Salute, quindi, di conseguenza, anche di coordinare le politiche di transizione ecologica con la tutela della salute pubblica, nella convinzione che, quando si parla di transizione ecologica, tutela dell'ambiente e tutela della salute pubblica dovrebbero andare di pari passo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento raccoglie parte di un tema più articolato che è oggetto anche di altri emendamenti da parte di Fratelli d'Italia, ma che, in ogni caso, condividiamo. Abbiamo posto il tema sul decreto, laddove si andava a prefigurare la costituzione del Comitato interministeriale per la transizione ecologica, sulla mancanza di presenza, da un lato, del Ministero della Salute - è evidente, va di pari passo con la presenza di quello che fu il Ministero dell'Ambiente e delle competenze assorbite dal Ministero della Transizione ecologica -, dall'altro, del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, perché è evidente che gran parte delle politiche energetiche della Nazione si svolgono anche e soprattutto grazie al lavoro impagabile della nostra diplomazia. Piuttosto, questo tema, forse, permetteva di dare più rispondenza alla funzionalità di questo Comitato che, diversamente - lo articoleremo meglio e con più precisione nell'enunciare e nello spiegare gli emendamenti successivi di Fratelli d'Italia - avrebbe avuto un funzionamento migliore, più completo e più organico. Questo, a dimostrazione di quello che abbiamo in più circostanze rappresentato, cioè che si è dato vita a questo Ministero della Transizione ecologica e alle componenti accessorie, tra cui quella del Comitato interministeriale, con un po' di superficialità che, forse, avrebbe richiesto una maggiore attenzione, un maggior approfondimento, una maggior discussione su ciò che poteva diventare anche un'opportunità per raggiungere quell'obiettivo del Green New Deal, proposto in sede europea ed internazionale.

Abbiamo posto la questione con degli emendamenti e, forse, anche lo sbrigativo superamento degli stessi denota un po', come dire, il clima pasticciato con cui si è dato vita a quello che è sempre più verificato come un Ministero della “Transazione politica” per costringere e consentire, con quel rocambolesco quesito sulla piattaforma Rousseau, al MoVimento 5 Stelle di cedere anche l'ultimo brandello di coerenza dopo aver rinnegato il “mai con la Lega al Governo”, “mai col PD al Governo”, “mai con Berlusconi al Governo”, “mai con il banchiere Draghi al Governo”, mancava, ovviamente, quest'ultima cessione di coerenza da parte del MoVimento 5 Stelle, che si è costruita con quella operazione comica, ma perché così è corretto che sia, insomma, con il massimo rispetto ovviamente del lavoro del leader del MoVimento 5 Stelle che ha giustificato, agli occhi di un'opinione pubblica ormai sempre più ridicolizzata dai cambi e giravolte del MoVimento 5 Stelle, la partecipazione del MoVimento a questo Governo, ma che nascondeva, in realtà, la bramosia di non volersi staccare dalle poltrone ormai acquisite dai suoi Ministri.

PRESIDENTE. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.100 Testamento, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Zucconi 4.26.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Signor Presidente, l'articolo 4 tratta del Comitato interministeriale per la transizione ecologica. Si prevede che ne facciano parte il Ministero per la Transizione ecologica, il MiSE, il Ministero dei trasporti (per farla breve) e i Ministeri dell'agricoltura, del lavoro, delle finanze. Ancora una volta - non c'è speranza - viene escluso il Ministero del Turismo.

Ora, francamente, dobbiamo ricordare le funzioni del Comitato interministeriale che coordina le politiche sulla riduzione delle emissioni dei gas climalteranti, la mobilità sostenibile, il contrasto al dissesto idrogeologico, le risorse idriche, la qualità dell'aria, l'economia circolare. Inoltre, approva il piano per la transizione ecologica e monitora la sua attuazione.

Non capiamo, ancora una volta, perché il settore del turismo, il Ministero del Turismo appena costituito, non ne faccia parte. Non c'è una visione. C'è proprio una visione deficiente, nel senso che c'è una carenza di competenze e di visione nel non averlo inserito e proponiamo, invece, che ne venga a far parte.

Se andiamo a vedere bene, negli ultimi anni - soprattutto negli ultimi anni -, quante sono le nostre medie aziende che sono state acquisite dall'estero o che hanno delocalizzato, noi vedremo che ce ne sono state una miriade, soprattutto nel campo della moda, dell'enogastronomia, della produzione di elettrodomestici, cioè la nostra media industria italiana si sta depauperando. Le motivazioni sono chiare: siamo stati oggetto, abbiamo lasciato, abbiamo consentito che dall'estero le nostre migliori aziende venissero acquistate. Non abbiamo imposto in Europa delle politiche per impedire le delocalizzazioni e le aziende italiane sono penalizzate dal punto di vista del costo dell'energia, dal punto di vista fiscale, dal punto di vista del costo dei lavori, delle infrastrutture. Quindi, questa delocalizzazione è avvenuta in modo selvaggio.

Bene, c'è un settore che non può essere delocalizzato e, tutto sommato, nel suo insieme, non può essere neppure venduto, ed è proprio quello del turismo, che rimane la leva primaria per l'economia italiana e per il futuro dell'economia italiana. Ma di questo, Fratelli d'Italia, ne è convinto; altri, evidentemente, no, perché il settore del turismo è stato fra i più trascurati da sempre dai Governi che si sono succeduti.

Noi abbiamo le materie prime, in questo caso, per fare economia: abbiamo la bellezza, l'arte, l'enogastronomia, l'ambiente, la cultura, non ci mancano le materie prime. Allora, perché non prevedere, non investire, non coinvolgere questo nuovo Ministero in tutti i passaggi nodali? Avete visto le competenze del CITE e dovrebbe esserci inserito. Questa è la nostra opinione. Non capiamo veramente perché no.

Tra l'altro, rileviamo anche una cosa, en passant, nel senso che quando si parla di questo Piano per la transizione ecologica, che deve coordinare tutte le materie suddette, c'è stata anche una piccola modifica, e cioè si è eliminato l'inciso “entro tre mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto”. Male, molto male, perché anche l'articolo 2704 del codice civile dice che anche nelle scritture private la mancanza di data certa rende inopponibile a terzi la scrittura stessa, figuriamoci un documento politico…

PRESIDENTE. La prego…

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Ci chiediamo perché sia stato ulteriormente tolto questo inciso che scansionava temporalmente la redazione del Piano per la transizione ecologica. Quindi, un articolo veramente male impostato e sicuramente emendabile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Signor Presidente, sappiamo tutti perfettamente che il turismo rappresenta oggi, in Italia, oltre il 13 per cento del PIL e sappiamo che, se esiste il Ministero del Turismo, è grazie a una proposta di Fratelli d'Italia che è stata la prima forza politica a sostenere la necessità di istituire questo Ministero che ha un valore, non solo simbolico, ma deve avere un valore strategico fondamentale per le prospettive di ripresa della nostra Nazione.

E allora, se si vuole che il Ministero del Turismo non sia solo un contenitore vuoto, un nome senza strumenti e contenuti per sviluppare questo settore strategico, deve essere coinvolto in tutte le partite e gli strumenti fondamentali.

E', quindi, inspiegabile l'esclusione del Ministero del Turismo dal CITE e, quindi, auspichiamo che non possiate che approvare questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente, ci uniamo alla richiesta del collega Zucconi. Riteniamo che questo strumento, questo Comitato interministeriale, non possa non avere il Turismo e rileviamo che negli indirizzi di questo CITE ne manca uno fondamentale. Quindi, oltre alla riduzione delle emissioni di gas climalteranti, le risorse idriche e le relative infrastrutture, manca un elemento che unisce - e, tra l'altro, giustificherebbe la presenza del Ministero del Turismo, ma anche di altri ministeri, ovviamente - che è quello della rigenerazione urbana. La rigenerazione urbana ha a che fare assolutamente con la transizione ecologica e la trasformazione delle nostre città e ovviamente andrebbe inserita.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Il nostro emendamento è ancor più importante a seguito della modifica dell'articolo 4, avvenuta rispetto al testo originario. Infatti, il testo dell'articolo 4, comma 1, è stato modificato, specificando come il Comitato interministeriale per la transizione ecologica, che abbiamo semplificato con l'acronimo CITE, abbia il compito di assicurare il coordinamento delle politiche nazionali per la transizione ecologica e la relativa programmazione, fermo restando le competenze del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile.

Ora, è evidente, quindi, come l'inserimento della competenza del turismo tra le varie altre di cui si compone il CITE assume un ruolo ancor più pregnante, nel momento in cui si concepisce il turismo anche nella sua versione sostenibile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. Mi pare evidente, dal testo dell'emendamento e dagli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto, che l'intento che Fratelli d'Italia e, soprattutto, l'onorevole Zucconi, hanno posto nell'esprimere questo suggerimento è proprio quello di rendere organico un ragionamento di filiera che possa inserire il turismo come elemento anche di valorizzazione, di sostenibilità di un elemento che, come è stato ricordato, riguarda una parte predominante del nostro prodotto interno lordo. Quindi, non può non considerare anche la volontà di tutelare quello che è l'aspetto ecologico, nella visione più economica e sociale del concetto di ecologia stessa. Quindi, crediamo che limitare la presenza del Ministero del Turismo sia un errore grandissimo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Presidente, l'onorevole Zucconi ha già illustrato, con dovizia di particolari, le ragioni per le quali dovrebbe essere inserito anche il Ministero del Turismo. Voglio, peraltro, rilevare che il CITE, per come è stato composto, lo vedremo anche negli emendamenti successivi, richiederebbe anche la partecipazione di altri Ministeri. Mi pare, quindi, opportuna una riflessione da parte del relatore perché, come vedremo di qui a poco, alcuni emendamenti non vengono soltanto dai banchi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia, ma anche da altri settori che, in questo caso, rappresentano, non, come Fratelli d'Italia, l'opposizione, ma la maggioranza.

PRESIDENTE. Prima di dare la parola all'onorevole Rizzetto, vorrei richiamare i colleghi a indossare la mascherina in maniera opportuna; non voglio fare i nomi, ma da qui li vedo. Quindi, vi prego di avere la mascherina ben posta sul volto e di mantenere il distanziamento. Grazie per la collaborazione. Ha chiesto di parlare, sempre a titolo personale, l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). Grazie presidente, in un momento come questo, io ritengo e noi riteniamo che il settore del turismo sia evidentemente da aiutare. Prima, ricordavano i colleghi quanto prodotto interno lordo sviluppa l'ambito turistico in Italia. Sottosegretario, un turismo di qualità e sostenibile - tutte idee che sarebbero venute se questo emendamento fosse stato accolto - va a declinarsi, rispetto ad una nuova idea, che fortunatamente esiste, di turismo, soprattutto negli ultimi anni. Quando? Quando noi vediamo che anche le principali piattaforme che offrono e danno un'offerta turistica danno l'opportunità ai propri clienti, che gradiscono assolutamente, di avere edifici ecosostenibili, di avere una buona qualità dell'aria, un'ottima qualità dell'acqua, e tutto quello che attualmente può andare verso il cosiddetto impatto zero. Secondo noi, è una cosa buona e giusta inserire anche il turismo all'interno del CITE.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rotelli, sempre a titolo personale. Ne ha facoltà.

MAURO ROTELLI (FDI). Grazie, Presidente, nuovamente il turismo è trattato da Cenerentola: è fuori, una volta di più. E' fuori, Presidente, da questa cabina di regia, dal Comitato interministeriale, una volta che proprio questo Ministero esiste, come richiesto da Fratelli d'Italia. Presidente, abbiamo sentito dire già, e anche in quest'Aula, dal Presidente del Consiglio, Draghi, che noi siamo l'Italia e se c'è un settore sul quale è importante, sarà interessante e anche obbligatorio investire, sarà proprio quello del turismo perché, quando ripartirà tutto il nostro Paese, in automatico, vi saranno di nuovo i numeri del periodo pre-COVID. Presidente, tutto questo non è assolutamente scontato e purtroppo quello che abbiamo visto ieri nelle piazze del nostro Paese sottolinea il fatto che intanto gli operatori che fanno accoglienza sono ridotti veramente alla fame.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Silvestri, ed è l'ultima che ha chiesto di intervenire, se nessun altro si prenota. Prego, onorevole.

RACHELE SILVESTRI (FDI). Grazie, Presidente. L'onorevole Zucconi, in questi mesi, in Commissione attività produttive ha portato avanti la battaglia di Fratelli d'Italia per costituire il Ministero del Turismo. Attualmente, con questa pandemia, il settore del turismo è quello che sta avendo, purtroppo, i più grandi problemi, quindi inserirlo all'interno del CITE per noi è una cosa fondamentale. Quindi, preghiamo il Governo di dare la possibilità al Ministero del Turismo di essere parte fondamentale anche del CITE (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.26 Zucconi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Passiamo all'emendamento 4.28 Foti. Ha chiesto di parlare l'onorevole Butti. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie, Presidente. Con questo emendamento, noi chiediamo di inserire dopo le parole: “delle politiche sociali” anche le seguenti: “degli affari esteri e della cooperazione internazionale, della salute”. Ora, non siamo convinti dell'utilità del CITE, così come l'avete previsto e come è stato inserito in questo decreto, tant'è che negli interventi che si sono svolti stamattina, tutt'altro che ostruzionistici ed estremamente puntuali su questioni determinanti e importanti relativamente al testo che stiamo esaminando e valutando, diversi colleghi hanno fatto notare la stranezza per la quale Ministeri le cui politiche potrebbero impattare in modo dichiarato con le politiche del Ministero della Transizione ecologica vengono esclusi da questo Comitato interministeriale per la transizione ecologica. E, allora, i casi sono due. Probabilmente questo CITE è stato concepito come una ristretta oligarchia, cioè pochi Ministri che si trovano per discutere e valutare in ordine a materie che invece hanno, e avranno sicuramente in futuro, un impatto pesantissimo su tutto il sistema Italia. In altre parole, ci sembra di capire che le competenze che sono state conferite al Ministro Cingolani - che è un ottimo fisico, un ottimo professionista, è uno scienziato, nessuno ne discute le attitudini e le competenze -, le materie che sono state inserite in questo gigantesco Ministero della Transizione ecologica comportano oneri e onori.

E poiché queste decisioni devono impattare, come abbiamo detto, in modo trasversale con le competenze praticamente di tutti i Ministri e i Ministeri, ciò significa che i temi che saranno licenziati attraverso decreto o altri atti legislativi dal Ministero della Transizione ecologica, dovranno essere discussi - fatevene una ragione - nel Consiglio dei Ministri e non già nel CITE; ovviamente, sono state avanzate delle recriminazioni da parte di colleghi che vorrebbero un coinvolgimento del Ministro della Cultura - e noi siamo d'accordo -, del Ministero degli Affari esteri - e noi siamo d'accordo -, del Ministero del Turismo - e noi siamo d'accordo -, del Ministero della Transizione digitale - e noi siamo d'accordo -, soprattutto sulla transizione digitale. È del tutto evidente che se vi sarà transizione ecologica, la si farà proprio grazie alle conquiste tecnologiche della transizione digitale. Pensare, pertanto, di escludere il Ministero della Transizione digitale dal CITE è veramente un atteggiamento estremamente complicato e negativo, anche per il futuro. Ma non vi limitate a questo: avete escluso anche gli Esteri e vi siete accapigliati per cercare di sottrarre le deleghe che riguardano l'energia, con le due Direzioni generali, dal Ministero dello Sviluppo economico, per assegnarle al Ministero della Transizione ecologica, ma non sapete che in materia di energia, in materia di cooperazione internazionale per l'energia, è ovviamente imprescindibile il coinvolgimento del Ministero degli Affari esteri. Poi avete eluso, escluso, anche il Ministero della Salute. Ma come? Nelle competenti Commissioni passiamo delle ore intere a ragionare attorno alla strettissima connessione tra la salute e l'ambiente e voi non consentite al Ministero e al Ministro della Salute di poter partecipare al CITE? Fermatevi, perché state creando una ristretta oligarchia, il cui perimetro sarà estremamente corto e ristretto e non riuscirà a risolvere i problemi del Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Foti, per un minuto. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, a me pare che escludere dal CITE il Ministero degli Affari esteri, comunque denominato, sia un errore fondamentale, non solo perché per lungo tempo, proprio in termini di politica energetica, si è detto che ENI rappresentava il vero Ministro degli Esteri dell'Italia nel mondo, ma anche e soprattutto perché, con buona pace di chi fa finta di non ricordarlo, presso il Ministero degli Affari esteri, sono costituite due cabine di regia proprio per indirizzare l'azione del nostro Paese in materia di politica energetica. Del resto, una di queste cabine di regia si chiama, non a caso, “Energia ambiente e clima”; aggiungo che è la cabina di regia che definisce la posizione italiana su COP26 e G20. Allora, mi pare fin troppo chiaro - e concludo - che quello di escludere il Ministero della Cooperazione è uno di quei mezzucci che si utilizzano solo ed esclusivamente perché in pochi si vuol decidere per molti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rotelli. Ne ha facoltà.

MAURO ROTELLI (FDI). Presidente, eccomi. Allora, il CITE, così come pensato e inserito in questo decreto, Presidente, non ci convince e l'abbiamo fatto notare in molti dei nostri interventi. La questione della transizione ecologica è una cosa seria; dobbiamo però vedere come la si intende portare avanti, Presidente. A tutti è chiaro che la definizione, al di là di quelle che sono le operatività del Ministero stesso, è stata alla base dell'appoggio del partito di maggioranza relativa al Governo Draghi. Il fatto di poter individuare in questo Comitato soltanto una parte di quelle che sono le deleghe strategiche da continuare a portare avanti per ottenere determinati risultati è assolutamente inaccettabile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Silvestri. Ne ha facoltà.

RACHELE SILVESTRI (FDI). Grazie, Presidente. Anche in questo emendamento, come quello che abbiamo votato prima si parla di Ministeri, prima si parlava del Ministero del Turismo, invece adesso andiamo a parlare del Ministero degli Affari esteri e del Ministero della Salute, due Ministeri molto importanti, soprattutto in questo momento, in questo periodo. Riguardo alla salute, stiamo vivendo una pandemia da due anni, quindi con le incertezze che comunque aleggiano nel nostro Paese e che vediamo anche nelle piazze tutti i giorni; anche ieri purtroppo abbiamo visto quello che è accaduto. Quindi, l'esclusione di questi due Ministeri, così importanti, ancora non riusciamo a capire da dove proviene e chiediamo comunque al Governo di ripensarci, ammettendo questi due Ministeri all'interno del CITE.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Silvestroni. Ne ha facoltà.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Presidente, siamo alle solite. Prima abbiamo parlato della prosecuzione dei DPCM, ora continuiamo con quell'andazzo, cioè non vengono inseriti il Ministero della Cooperazione, il Ministero degli Affari esteri e il Ministero della Salute all'interno del CITE. Questo - come è già stato detto dai miei colleghi che mi hanno anticipato - vuol dire non avere una visione politica, vuol dire non avere una visione strategica nazionale di che cosa si vuol fare di questa nostra splendida Nazione. Quindi, io chiedo al sottosegretario Bergamini di ritornare sui suoi passi e di chiedere di approvare questo emendamento, che sottoscrivo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Anche io chiedo di sottoscrivere questo emendamento e avrei piacere, sottosegretario, che da lei - o insomma da qualche collega relatore - ci venisse spiegata questa anomalia, perché faccio davvero fatica a capire come sia possibile dire di no all'inserimento del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale e del Ministero della Salute all'interno del Comitato interministeriale della transizione ecologica. Se avete in animo di fare una cosa seria, è normale farla insieme alle altre Nazioni ed è normale farla insieme al Ministro della Salute. Ecco, questa esclusione veramente si fa fatica a capirla, a meno che questo sia stato semplicemente un atto dovuto per tenere in piedi una maggioranza, uno scherzo, una banalità e non una cosa seria.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente, siamo qui, ancora una volta, anche su questo emendamento, come Fratelli d'Italia, a chiedere un ripensamento da parte del Governo perché, altrimenti, credo che questo decreto finirà per molti versi per essere una scatola vuota, priva di quei contenuti che, soprattutto alcuni rappresentanti di alcune forze politiche presenti in quest'Aula, avevano, anche nel precedente Governo, sottolineato e in qualche modo messo in campo; quindi, è quasi come ripensare e cambiare continuamente idea. Quindi, chiedo che vi sia la giusta attenzione rispetto a questo ulteriore apporto dato dal gruppo di Fratelli d'Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Proseguendo il discorso del mio collega di banco Trancassini, gli rispondo io dicendo che forse effettivamente non deve essere una cosa seria. È stato fatto un provvedimento in fretta e furia per cercare di nascondere i problemi di una maggioranza così variegata e confusionaria nei vari provvedimenti per cercare di dare in pasto, magari a qualche elettore deluso, quel feticcio ideologico che bisognava dare per lenire le ferite di un fallimento. Così, ci si dimentica nella fretta, nella confusione, anche di fare le cose per bene e, purtroppo, toccherà a chi, come noi, governerà dopo, con il consenso finalmente delle persone, rimettere in sesto questa povera Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mantovani. Ne ha facoltà.

LUCREZIA MARIA BENEDETTA MANTOVANI (FDI). Grazie, Presidente, vorrei sottoscrivere anch'io questo emendamento che intende intervenire per colmare una lacuna palese relativa alla formazione del Comitato interministeriale per la transizione ecologica e, in particolare, dei suoi componenti, le cui materie di competenza risultano fondamentali per il benessere dell'Italia e per fornire un senso compiuto a quanto descritto in questo articolo. Chiedo, quindi, che vi sia un ripensamento rispetto all'emendamento del collega Foti, perché credo sia davvero un emendamento di buonsenso che colma alcuni aspetti lacunosi nel testo della norma.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Scorrendo le competenze, le deleghe che verranno affidate al CITE, all'articolo 57-bis, comma 3, si legge, fra le altre: riduzione delle emissioni di gas climalteranti, mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, qualità dell'aria, economia circolare, bioeconomia e fiscalità ambientale. Tutti argomenti che inevitabilmente e sicuramente hanno a che fare anche con le relazioni all'estero, perché tutto questo e tutte queste deleghe inserite all'interno del CITE non potranno vedere la luce, non potranno essere trasformate in provvedimenti concreti se non ci sarà anche la partecipazione del Ministero degli Esteri.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.28 Foti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Sospendiamo l'esame del provvedimento, che riprenderà alle ore 16.

Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 13, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno la Ministra per le Politiche giovanili, il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali e il Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili.

Invito gli oratori a un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Iniziative di competenza in relazione al disagio giovanile connesso alla fase emergenziale dovuta al COVID-19 – n. 3-02163)

PRESIDENTE. Il deputato Luca Toccalini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02163 (Vedi l'allegato A).

LUCA TOCCALINI (LEGA). Grazie, Presidente. Sono ormai tristemente noti i risvolti socio-psicologici che questa pandemia e le relative misure di contenimento hanno avuto sui giovani e sugli adolescenti.

Uno dei tanti segnali è stata l'escalation di risse tra giovanissimi. Basti ricordare quella avvenuta al Pincio di Roma, alle spalle di Rialto a Venezia, a Gallarate nel Varesotto, a Modena; ragazzi, spesso di buona famiglia, che trasformano insoddisfazione ed apatia in violenza nelle piazze, dandosi appuntamento tramite applicazione di messaggistica con appositi gruppi. Canali social e dark web purtroppo sono spesso utilizzati anche per un altro fenomeno in preoccupante crescita: il consumo di droga. La situazione pandemica ha indotto molti giovani a cercare una via di fuga dai problemi negli stupefacenti, mentre ha spinto chi già ne faceva uso ad aumentarne drasticamente il consumo.

Le chiediamo quindi, Ministro, se ed in che termini intenda porre rimedio ad un'oggettiva errata gestione dell'adolescenza nel periodo emergenziale da COVID-19 e quali misure, di propria competenza, intenda adottare per contrastare i fenomeni sopra elencati.

PRESIDENTE. La Ministra per le Politiche giovanili, Fabiana Dadone, ha facoltà di rispondere. A lei la parola, Ministra.

FABIANA DADONE, Ministra per le Politiche giovanili. Grazie, Presidente. Colleghi, stiamo iniziando, purtroppo, a fare i conti con i risvolti psicologici di questa pandemia ed è evidente che i giovani siano quelli più a rischio di tutti, poiché non hanno punti di riferimento, non hanno la stabilità che sarebbe dovuta arrivare dal mondo degli adulti.

Credo che tocchi a noi entrare in contatto con loro, evitando semplicismi e moralismi e colmando quella che è una frattura generazionale, che la digitalizzazione purtroppo sta accentuando.

Per contrastare il cosiddetto disagio giovanile, già molto è stato fatto anche dai precedenti Governi. Per citare soltanto alcune misure, penso ai 30 milioni in più per il Fondo sulle politiche giovanili, inseriti nella legge di bilancio 2019; ai 16 milioni per il bando Fermenti che ha permesso l'apertura di 70 cantieri sociali sul territorio nazionale; all'istituzione di un fondo di 21 milioni per i progetti di innovazione sociale e di lotta alla dispersione scolastica; oppure ai 100 bandi che ha fatto l'Agenzia nazionale dei giovani per presidi web radiofonici giovanili.

Credo che sia il momento di pensare ai giovani non più come un problema, ma ai problemi dei giovani. La società sta mutando molto velocemente, più di quanto siamo in grado di metabolizzare. Il contenimento ha reso difficili delle operazioni che davamo per scontato e penso al fatto, per esempio, di praticare sport, di permettere ai ragazzi di andare a casa dei propri amici. In proposito, ho incontrato anche il sottosegretario Vezzali proprio per far ripartire l'attività sportiva, anche intesa come socializzazione tra i giovani.

C'è una grande insofferenza generale dei genitori, che, purtroppo, hanno problemi economici, dei figli, che si sentono isolati, e le problematiche che il sistema mediatico inevitabilmente deve raccontare senza sosta. C'è una stasi sociale che purtroppo demotiva tutti, ma i giovani vanno motivati con quegli stessi strumenti che loro stessi oggi utilizzano.

Non è il momento, secondo me, di fermarsi, ma bisogna riorganizzarsi con gli strumenti che abbiamo a disposizione. Penso al web, che è una rete naturale di comunicazione per i giovani, anche se spesso dagli adulti viene visto come un pericolo proprio perché non ne conoscono i meccanismi, ma rappresenta anche un'opportunità formativa e lavorativa, uno strumento di socializzazione che ha permesso di colmare il vuoto dell'isolamento, se utilizzato con consapevolezza.

Personalmente, mi sono messa in gioco su questo fronte e ho aperto anche un canale su una piattaforma Twitch, che è partecipata, in particolare, dai giovanissimi e dove è praticamente assente la politica; e qui ho chiesto ai ragazzi, anzi loro hanno chiesto a noi di aprire un confronto, hanno chiesto supporto nell'orientamento, ma dobbiamo andare a parlare con loro sui loro canali, nella loro comfort zone, che è proprio la rete. Dobbiamo, poi, parlare seriamente delle dipendenze a cui i ragazzi possono venire incontro e penso al gioco d'azzardo…

PRESIDENTE. Concluda.

FABIANA DADONE, Ministra per le Politiche giovanili. ...alle droghe, all'alcol, ma anche alle challenge, perché la rete è lo specchio del mondo e ci sono esempi splendidi, ci sono, certo, anche gli orchi, ma dobbiamo essere in grado di insegnargli a utilizzare questi strumenti e a farli diventare utili per la loro formazione.

PRESIDENTE. Il deputato Luca Toccalini ha facoltà di replicare.

LUCA TOCCALINI (LEGA). Grazie, Presidente. Sicuramente sono d'accordo con alcune delle sue proposte che sono state fatte. È chiaro che qualcosa non ha funzionato evidentemente, se oggi siamo, ahimè, in questa situazione. Sono iniziative anche da mettere in campo nel più breve tempo possibile, ma dobbiamo essere consapevoli che non sarà la fine della pandemia a far calare il sipario su tutti questi problemi. E sono drammatici i numeri, per citarne alcuni, del professor Stefano Vicari, responsabile di neuropsichiatria adolescenziale al “Bambino Gesù” di Roma, che, testualmente, in un'intervista ha detto che i posti letto sono occupati al 100 per cento da tentativi di suicidio, una cosa che non aveva mai visto. Al pronto soccorso c'è un ricovero al giorno per attività autolesionistiche, una cosa molto preoccupante.

E sono molto preoccupato, come ho sottolineato nell'interrogazione, perché tanti di questi ragazzi stanno entrando nel tunnel della droga, che ormai è sempre più facile acquistare anche tramite Telegram, tramite vari canali, addirittura con la consegna a domicilio, e questa è una cosa abbastanza incredibile.

Mi permetto di consigliarle, Ministro, di prendere in considerazione, di concerto con il Ministro Lamorgese, che ne ha sicuramente competenza, la proroga dell'iniziativa “Scuole sicure”, voluta fortemente da Matteo Salvini quando era Ministro dell'Interno; un'operazione che ha permesso, tramite lo stanziamento di fondi per l'acquisto di telecamere e per l'assunzione di agenti della polizia locale, di videosorvegliare e di controllare gli ingressi di centinaia di istituti scolastici e solo nel primo anno di messa in atto di questo provvedimento 31 venditori di morte sono finiti in carcere. Quindi, per questo vogliamo rendere grazie a Matteo Salvini e consigliare di proseguire su questa strada. Bisogna, però, potenziarla, entrando nelle scuole, condivido. Bisogna, tramite canali web e quant'altro, informare i nostri ragazzi che la droga fa male…

PRESIDENTE. Concluda.

LUCA TOCCALINI (LEGA). …e fa male perché è morte. Noi siamo, ovviamente, per la vita, ma non deve passare il concetto che esista una droga di serie A e una droga di serie B, una droga che fa male e una droga che fa meno male. La droga è droga, punto. E su questo noi dobbiamo combattere, perché è una piaga sociale che i nostri ragazzi non si meritano e noi auspichiamo che anche lei…

PRESIDENTE. La ringrazio.

LUCA TOCCALINI (LEGA). …percorra questa strada e noi saremo al suo fianco (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Intendimenti in ordine ad un piano nazionale volto al finanziamento di periodi di lavoro e formazione presso le imprese a favore di giovani inattivi - n. 3-02164)

PRESIDENTE. Il deputato Marco Di Maio ha facoltà di illustrare l'interrogazione Ungaro ed altri n. 3-02164 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

MARCO DI MAIO (IV). Grazie, Presidente. Gentile Ministra, noi dobbiamo fare i conti, nel nostro Paese, con un'emergenza che ormai non è più un'emergenza ma è una malattia cronica, ovvero quella del disagio giovanile, della difficoltà, per una larga fetta della popolazione, di trovare una prospettiva, un orizzonte.

La disoccupazione giovanile ha raggiunto livelli molto preoccupanti, oltre il 31 per cento, aggravati dalla pandemia. Abbiamo oltre 2 milioni di ragazzi nella fascia 15-29 anni che non studiano, non lavorano, non stanno cercando lavoro, non si stanno formando.

Abbiamo una grande occasione che è quella del Recovery Fund, del piano Next Generation EU, di sfruttare queste risorse, parte di queste risorse, una parte che noi giudichiamo debba essere sempre maggiore, per attivare un programma specifico nazionale e omogeneo su tutto il Paese, che vada a dare un'opportunità a questi ragazzi, un'opportunità di poter essere impiegati, con un periodo di formazione e di crescita personale, nelle aziende, nelle attività economiche…

PRESIDENTE. Concluda.

MARCO DI MAIO (IV). …che consenta loro di crescere e che sia totalmente a carico dello Stato. Quindi, il gruppo di Italia Viva le chiede qual è il suo intendimento, l'intendimento del Governo, riguardo a questa proposta.

PRESIDENTE. La Ministra per le Politiche giovanili, Fabiana Dadone, ha facoltà di rispondere.

FABIANA DADONE, Ministra per le Politiche giovanili. Grazie, Presidente. Ringrazio anche gli onorevoli colleghi per la domanda posta. Rispetto ai timori che ho letto anche nell'interrogazione riguardo al PNRR, mi preme sottolineare che, anche se c'è un'assenza di una missione specifica dedicata ai giovani, questo non pregiudica il valore che poi le singole progettualità investano in maniera trasversale in termini di istruzione, ricerca, occupazione, inclusione sociale. E, chiaramente, ottempereremo anche alla deliberazione delle Camere che chiede un maggiore coordinamento di tutte le misure che vi sono contenute destinate ai giovani, in maniera da assicurare una governance sugli interventi, il monitoraggio e la valutazione finale.

Per quanto riguarda, poi, l'emergenza dei giovani, i cosiddetti “NEET”, che non lavorano, non studiano e non cercano lavoro e formazione, le leve devono essere la formazione scolastica e professionale, l'ingresso nel mondo del lavoro e il diritto di accesso alla casa. In sostanza, prevedere un ingresso alla vita. Le parole devono essere proprio “orientamento”, “lavoro”, inteso come lavoro-impresa, e “casa”.

Agganciare i giovani che abbandonano il percorso scolastico e i giovani che non riescono a reinserirsi nel mondo del lavoro è uno degli obiettivi primari non solo mio ma che, chiaramente, ho dato a tutto il dipartimento e che è di tutto il Governo, e per questi saranno investiti e attivati dei percorsi di orientamento specifici e di formazione per agevolare l'ingresso nel mondo del lavoro, orientamento e formazione per tutti i giovani che dovranno essere risintonizzati sulla base delle esigenze delle aziende e finalizzati all'acquisizione di nuove competenze che sono spendibili sul mercato del lavoro.

In questo ambito e anche in linea con quanto auspicato dagli interroganti, stiamo lavorando a un'intesa con le regioni e con le province autonome destinando parte delle risorse del Fondo delle politiche giovanili al finanziamento di progetti pilota che siano volti a favorire l'inserimento e la formazione dei giovani nel tessuto produttivo e imprenditoriale, in modo da creare delle nuove opportunità di inclusione che siano sia sociali che lavorative. Sono poi allo studio strumenti diretti facilmente accessibili, tra cui un Fondo per il credito dedicato ai giovani, chiaramente per l'acquisizione di immobili, l'avvio di nuove imprese, la realizzazione di prototipi e sviluppo di brevetti, ma anche investimenti in formazioni specialistiche imprenditoriali e professionali. Una dote, lavoro e impresa, che sia assegnabile già a partire dai 16 anni per contrastare l'abbandono scolastico, e la diffusione di poli per l'innovazione, dedicati a una fascia di età che vada dai 14 ai 25, come luoghi - quasi accademie - di formazione, di professionalità e di cultura d'impresa per riuscire a fornire queste opportunità.

Da ultimo, assicuro la mia piena disponibilità nel sostenere l'adozione di misure, anche di carattere normativo, per la decontribuzione e la defiscalizzazione per i neoassunti, oltre che a misure che riguardino la possibilità di consentire ai giovani di avere in busta paga maggiori risorse.

PRESIDENTE. Il deputato Ungaro ha facoltà di replicare.

MASSIMO UNGARO (IV). Grazie, Presidente. Ministra, con la pandemia l'emergenza giovanile in questo Paese rischia di scoppiare. All'Italia serve immediatamente una misura per attivare i giovani inattivi: sono oltre 2 milioni ed è il numero più alto di tutta l'Unione europea. Riportiamoli subito in azienda finanziando a carico dello Stato un periodo di sei mesi di formazione e lavoro in azienda. Molto meglio stare in azienda che sul divano a prendere il reddito di cittadinanza. Facciamolo subito! “Garanzia Giovani” non basta più. “Garanzia Giovani” nel nostro Paese finanzia al massimo il 60 per cento e coinvolge troppi soggetti con pratiche burocratiche infinite. Ci serve un programma di emergenza immediato, come stanno facendo altri Paesi europei: penso al Regno Unito, con il Kickstart Scheme.

Le ricordo, inoltre, che in Italia l'unica misura degli ultimi provvedimenti a favore dei giovani è stata la decontribuzione under 35 nell'ultima legge di bilancio. Non ci sono altre misure! L'Italia è nel paradosso che è il Paese col più alto numero di NEET d'Europa e non ha una strategia a favore dei NEET. Noi dobbiamo risolvere questo paradosso il prima possibile.

Ha risposto alla mia domanda sull'assenza di un pilastro dedicato ai giovani. È un peccato che il Paese con il più alto disagio giovanile non abbia un pilastro dedicato - va bene -, ma anche il numero di risorse è troppo basso. La Spagna sta assegnando il 12 per cento ai giovani nel suo PNRR, la Germania il 10 per cento, la Francia il 7 per cento, come l'Italia, però la Francia ha un milione di NEET meno dell'Italia.

Le chiedo, quindi, di agire il prima possibile insieme al suo Governo per venire incontro ai giovani italiani (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

(Ritiro dell'interrogazione Lombardo ed altri n. 3-02165)

PRESIDENTE. Dovremmo ora passare all'interrogazione n. 3-02165 dei deputati Lombardo e altri, rivolta al Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, ma avverto che l'interrogazione è stata ritirata in data odierna dai presentatori.

(Iniziative in ordine all'armonizzazione del sistema di etichettatura degli alimenti a livello europeo, al fine di tutelare i prodotti d'eccellenza del comparto agroalimentare italiano – n. 3-02166)

PRESIDENTE. La deputata Incerti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02166 (Vedi l'allegato A).

ANTONELLA INCERTI (PD). Grazie, Presidente. Signor Ministro, da tempo sul territorio europeo si discute sull'applicazione del cosiddetto Nutri-Score, un sistema mutuato dalla Francia, che fornisce informazioni sui prodotti alimentari relative alle loro proprietà nutrizionali che confronta i prodotti in base alla percentuale negli alimenti di quattro macroingredienti: grassi, grassi saturi, zuccheri e sali di sodio. Di fatto un algoritmo molto criticato dagli agricoltori e dai nutrizionisti perché, anziché informare i consumatori, li confonde.

Il nostro Paese si è battuto per promuovere un altro sistema basato su rigorosi pareri scientifici, per garantire, invece, informazioni dettagliate, senza pregiudicare la competitività del sistema agricolo o danneggiare filiere di qualità. Posizione che dobbiamo continuare a difendere perché premia la qualità dei prodotti e informa in modo corretto i consumatori.

Le chiediamo, signor Ministro, quali altre misure - lei è già intervenuto - intenda intraprendere per scongiurare in maniera definitiva le ingiuste discriminazioni a danno dei nostri prodotti made in Italy che il Nutri-Score opererebbe.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, ha facoltà di rispondere.

STEFANO PATUANELLI, Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Grazie Presidente, ringrazio gli onorevoli interroganti. È evidente che il tema Nutri-Score è un tema che stiamo affrontando e che affronteremo nei prossimi mesi, e lo faremo intraprendendo tutte le iniziative possibili per bloccare un progetto che, a nostro avviso, è insano, ma non soltanto perché vogliamo tutelare le nostre produzioni agroalimentari.

È uno dei temi su cui tutta la filiera italiana è concorde, dai produttori fino ai trasformatori e alla grande distribuzione italiana; sono tutti concordi sul fatto che il nostro Paese non può accettare che il Nutri-Score proceda e diventi un obbligo di etichettatura fronte pacco a livello europeo. Non lo facciamo solo per questo, e sarebbe già un motivo sufficiente, ma lo facciamo perché riteniamo che il compito dell'etichettatura fronte pacco sia quello di informare e non di condizionare il consumatore.

Noi saremo sempre aperti e disponibili a ogni forma di informazione aggiuntiva ai consumatori, che devono sapere che cosa mangiano; dobbiamo incentivare e spingere sulla comunicazione e la giusta cultura della nutrizione e sul modo in cui si mangia. Non possiamo accettare un fenomeno distorsivo attraverso il condizionamento del mercato. Il Nutri-Score ha il grande favore di avere una comunicabilità immediata, con il rosso, il giallo, l'arancione e il verde, ma non dà un'informazione sana al consumatore.

Noi abbiamo lavorato fin dall'inizio - non io come Ministro, ma il Governo italiano con i Ministri che mi hanno preceduto -, assieme a Repubblica Ceca, Grecia, Cipro, Romania e Ungheria abbiamo sottoscritto un primo non-paper che mette in fila le argomentazioni che contrastano il sistema Nutri-Score. Abbiamo, e questo invece è stato un qualcosa che ho comunicato io a novembre del 2019, notificato un sistema alternativo, il NutrInform Battery, che dà le informazioni giuste, cioè dice ai cittadini qual è il contributo dei diversi nutrienti all'interno del cibo che mangiano rapportato su un quantitativo di 100 grammi e su un quantitativo di fabbisogno quotidiano di quel fabbisogno nutrizionale. È questa l'informazione che serve.

Stiamo lavorando con altri Paesi, in particolare con i Paesi che ancora non hanno espresso un parere formale rispetto al Nutriscore - cito la Polonia, la Slovacchia, la Croazia e recentemente anche la Spagna -, per trovare quella minoranza di blocco che, come ultima ratio, ci servirà per fermare questo grave pericolo per il sistema agroalimentare italiano.

PRESIDENTE. La deputata Cenni ha facoltà di replicare.

SUSANNA CENNI (PD). Grazie, Presidente. Ringrazio il Ministro. Olio extravergine di oliva, con riconosciute proprietà antiossidanti, consigliato per la prevenzione delle malattie vascolari; parmigiano, con vitamina B, ferro e zinco, importanti qualità nutrizionali. Eppure questi, assieme a molte altre produzioni della dieta mediterranea, sarebbero prodotti sconsigliati con il Nutriscore, a differenza di quanto avverrebbe, temo, con una “Coca Zero”. Questa è una strada che non tutela la salute dei cittadini, non distinguendo fra grassi vegetali buoni, zuccheri semplici e ingredienti non conosciuti ed edulcorati. È una strada che, come lei, Ministro, ha ricordato anche durante il bilaterale che c'è stato il 22 marzo, non raccoglie nemmeno la sfida fondamentale del Green Deal, quindi la costruzione di filiere sane, a basso impatto ambientale, dalla terra fino alla tavola. Il Partito Democratico sostiene e sosterrà questa sua battaglia, che è una battaglia del nostro Paese, in tutte le sedi nazionali ed europee, e quindi è al suo fianco. Nutriscore non tutela la salute, non tutela l'ambiente e non racconta nulla dei consumi rispetto alle varie produzioni agricole: consumi idrici, energetici, eccetera. Credo che questo sia un paradosso in questa stagione, quella in cui stiamo costruendo il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza, in cui una serie di sfide sono centrali per la ripartenza del Paese. Noi sappiamo che l'agricoltura è uno snodo di questa ripresa e della transizione energetica; quindi, anche per questo, riteniamo che questa battaglia vada portata avanti con tutti gli strumenti a nostra disposizione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Iniziative in relazione alla messa in sicurezza e all'ammodernamento della rete autostradale ligure – n. 3-02167)

PRESIDENTE. Il deputato Pastorino ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02167 (Vedi l'allegato A).

LUCA PASTORINO (LEU). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, come sa, i lavori di messa in sicurezza e ammodernamento della nostra rete genovese procedono, sì, ma con lentezza, determinando una disastrosa situazione sulla viabilità non solo interna ma anche, in modo particolare, sulla A26 da e verso il Piemonte, con code, restringimenti e cambi di carreggiata, che sono causa molto spesso di incidenti. Questa è la situazione generale, nota da qualche anno. Ci sono alcune questioni puntuali: una trentina di famiglie residenti sotto il viadotto Bisagno che aspettano di essere ricollocate altrove; c'è una questione relativa sempre alla A26, anzi all'ex strada del Turchino, che passerà ad ANAS nei prossimi giorni, che da 17 mesi è interrotta e gli abitanti devono comunque ancora pagare il pedaggio tra le stazioni di Masone e Ovada; c'è la situazione della Valle Scrivia, con un crollo sulla strada statale 35 dei Giovi che, di fatto, obbliga gli utenti ad usare soltanto l'autostrada e, anche in questo caso, nonostante le lettere della regione e degli enti locali, il pedaggio è ancora vivo e da pagare. Quindi la domanda è quale sia lo stato di avanzamento dei lavori relativi alla viabilità ligure, con specifico riferimento al nodo autostradale e all'interconnessione con il Piemonte nonché alle sopraesposte situazioni di disagio del viadotto Bisagno e delle Valli Stura e Scrivia e se per queste ultime siano previste temporanee esenzioni dei pedaggi relativi alle tratte Masone-Ovada e Ronco Scrivia-Busalla.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, ha facoltà di rispondere.

ENRICO GIOVANNINI, Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili. Grazie, Presidente. La rete stradale e autostradale ligure attualmente è interessata da diversi interventi di riqualificazione e adeguamento, in particolare concentrati su viadotti, ponti, gallerie, barriere e protezioni acustiche. Su specifica richiesta del Ministero, i gestori hanno avviato specifiche indagini per accrescere la conoscenza dello stato delle singole infrastrutture e per una migliore programmazione degli interventi di manutenzione, con l'obiettivo di ridurre al massimo il disagio per l'utenza. Nel mese di novembre 2020, è stato attivato un tavolo di coordinamento con gli enti territoriali e le principali associazioni di categoria, nell'ambito del quale periodicamente si condividono i programmi di intervento e le misure di ottimizzazione del traffico. È poi in corso un confronto con i concessionari stradali, per individuare eventuali agevolazioni tariffarie, per compensare i disagi derivanti dall'allungamento dei tempi di percorrenza, originati dagli interventi in corso e da quelli programmati.

Relativamente alle situazioni specificamente evidenziate nell'atto di sindacato, rappresento che sul viadotto Bisagno sono in corso delle attività di manutenzione straordinaria, preliminari alla realizzazione di un progetto di adeguamento strutturale; di questo ho parlato direttamente con il sindaco. Quanto al distacco di materiale dai ponteggi, originato dall'azione del vento, il concessionario, nel rispondere a una specifica richiesta del Ministero, ha comunicato di aver avviato la risoluzione del contratto con l'impresa dallo stesso incaricata dell'effettuazione dei lavori, e di aver avviato le attività di installazione di nuovi punteggi. Quanto alle interruzioni lungo le strade gestite da ANAS, originate da eventi franosi o dai lavori di adeguamento, sono in corso di perfezionamento specifici protocolli di intesa tra ANAS e i concessionari per l'utilizzo alternativo della viabilità autostradale, con agevolazioni tariffarie. Al contempo, ANAS ha proceduto ad avviare tutti gli interventi necessari per il celere ripristino della viabilità lungo tutte le tratte interessate dalle interruzioni. Infine, per quanto riguarda la strada provinciale n. 456 del Turchino, la stessa è ricompresa nell'elenco delle strade di rientro, di cui al DPCM 21 novembre 2019 e trasferite ad ANAS. ANAS procederà alla sua formale presa in carico entro il corrente mese e, pertanto, potrà realizzare gli interventi necessari per il regolare esercizio della circolazione.

PRESIDENTE. Il deputato Pastorino ha facoltà di replicare.

LUCA PASTORINO (LEU). Grazie, signor Presidente. La situazione delle autostrade liguri abbiamo imparato a conoscerla dal ponte Morandi; poi è venuta fuori una serie di passaggi che noi tutti abbiamo conosciuto e, quindi, di interventi di programmazione. Quello che le chiediamo è che ci sia un proseguimento di questa attività di programmazione e che sia concertata in un'ottica di vivibilità, perché ne va, non soltanto dei comuni cittadini, come siamo noi, che usano l'autostrada, ma soprattutto delle varie attività economiche che sono già provate da altre questioni, una tra tutte la pandemia. Lei conoscerà sicuramente e potrà capire i problemi legati al trasporto fuori e dentro il porto di Genova e tutto ciò che consegue per l'economia non solo cittadina ma di tutto il Nord Italia. Quello che chiediamo è un impegno per risolverla nel più breve tempo possibile e per dare soprattutto informazioni - ecco, questo sì - circa una situazione che è oggettivamente complicata.

Le altre questioni puntuali sono questioni che non abbiamo scritto ieri sera ma che avevamo già sollevato con il precedente Governo e con l'allora Ministro De Micheli. Se ho capito bene, le agevolazioni tariffarie che abbiamo chiesto ci saranno. Credo che, in generale, ci voglia un po' più di connessione o di scambio di informazioni tra ANAS e il concessionario autostradale perché, di fatto, ci sono delle situazioni che non si parlano, la A7, per esempio. Insomma, il pericolo è che vengano fatti pure i lavori in autostrada con la strada sotto chiusa, questo è il punto. Già è positivo il fatto del non aumento del pedaggio. In ultimo, mi consenta di dire, sapevamo che il concessionario aveva rescisso il contratto con il ponteggiatore del viadotto Bisagno; ma queste famiglie devono essere spostate. Sappiamo per certo che già…

PRESIDENTE. Concluda.

LUCA PASTORINO (LEU). …con la Ministra De Micheli era stato avviato un percorso e un'interlocuzione per spostarle. Io le chiedo davvero di porre fine a questa vicenda, che si protrae da tantissimo, troppo tempo.

(Iniziative di competenza per il rilancio del settore del trasporto aereo e della compagnia di bandiera, con particolare riguardo alla trattativa in corso in sede europea – n. 3-02168)

PRESIDENTE. Il deputato Luciano Cantone ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02168 (Vedi l'allegato A).

LUCIANO CANTONE (M5S). Grazie Presidente. Il 9 ottobre 2020 è stato firmato il decreto di costituzione della newco Italia trasporto aereo Spa, con 3 miliardi di euro di risorse pubbliche per il piano industriale.

Adesso che tutte le compagnie aeree internazionali stanno ripartendo sostanzialmente dallo stesso livello a causa del crollo del mercato, rischiamo però di rimanere fermi, per via dei richiami tecnici della commissaria alla concorrenza, Vestager, che rischiano di bloccare la nascita della newco. I vincoli certamente non sono una novità. La novità, in questo caso, sta nello stallo della trattativa, che vede coinvolto il Governo Draghi. Altri Paesi europei stanno mettendo soldi pubblici nelle proprie compagnie aeree per rilanciarle. Essendo lei uno dei Ministri competenti sul dossier ITA, le chiedo come si sta procedendo per non lasciare a terra definitivamente gli aerei.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, ha facoltà di rispondere.

ENRICO GIOVANNINI, Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili. Grazie, Presidente. Come ricordato nell'atto di sindacato, è indispensabile assicurare l'efficacia e l'effettività del diritto alla mobilità dei cittadini, anche attraverso un adeguato e moderno sistema di trasporto aereo. A tal fine il Governo - e la trattativa non è in stallo - sta ponendo in essere tutte le iniziative necessarie, affinché il nuovo vettore aereo nazionale sia in grado di rispondere alla domanda di trasporto, ma anche di competere con gli altri operatori del settore, salvaguardando al massimo i livelli occupazionali.

Con riferimento agli slot detenuti da Alitalia sull'aeroporto di Milano Linate, ricordo che gli stessi vengono assegnati dal coordinatore nazionale ai vettori, i quali devono utilizzarli almeno nella misura dell'80 per cento, al fine di conservare i medesimi diritti di decollo-atterraggio nella corrispondente stagione aeronautica successiva, secondo la regola dello use it or lose it.

A causa della pandemia da COVID-19 e delle relative restrizioni alla circolazione delle persone, la domanda di traffico aereo si è ridotta in modo notevole, impedendo di mantenere livelli operativi occorrenti per la conservazione degli slot assegnati. Con il Regolamento (UE) 2021/250 è però stato consentito alle compagnie di congelare fino al 50 per cento dei propri slot per la stagione estiva 2021, con il riconoscimento del diritto alla loro conservazione. Gli slot naturalmente, in base alla disciplina del settore, possono essere trasferiti nel caso di acquisizione totale o parziale, quando le bande orarie sono direttamente connesse con il vettore aereo acquisito.

Il negoziato in corso con la Commissione riguarda diversi aspetti del piano industriale del nuovo vettore ITA, tra cui anche quello relativo all'individuazione dei valori da prendere in considerazione, ai fini della determinazione degli slot trasferiti unitamente agli aeromobili acquistati. Nell'ambito di detto negoziato in corso, l'obiettivo prioritario del Governo è quello di individuare soluzioni che consentano la rapida operatività del nuovo vettore, anche allo scopo di sfruttare la ripresa del mercato attesa nei mesi estivi nel rispetto della disciplina europea, riducendo al minimo il disagio dei lavoratori, ma anche evitando disparità di trattamento, anche alla luce delle recenti decisioni assunte dalla Commissione europea o annunciate con riguardo a Air France e Lufthansa.

PRESIDENTE. Il deputato Luciano Cantone ha facoltà di replicare.

LUCIANO CANTONE (M5S). Grazie, Presidente. Ministro, la ringrazio per la risposta e le dico subito che, per il MoVimento 5 Stelle, è intollerabile qualsiasi atteggiamento discriminatorio nei confronti del nostro Paese. L'atteggiamento, infatti, della Commissione europea su questa vicenda non può essere chiaramente quello dell'Europa cinica, che guarda solo ai numeri, né tantomeno di un'Europa che tratta in maniera diversa il nostro Paese, rispetto a quella che può essere la Francia o la Germania. Anche perché non si capisce bene a quale trattativa si fa riferimento, a una trattativa tanto stringente da intervenire sul perimetro aziendale o sul numero di aeromobili che la compagnia stessa può avere. Se guardiamo ad Air France, infatti, questi mantengono gli stessi slot sull'aeroporto di Parigi e stanno accedendo pure loro a risorse statali, mentre all'Italia si chiede di realizzare un'operazione a prezzi di mercato.

Chiaramente lei sa benissimo, Ministro, che a farne le spese, di queste disparità, saranno sicuramente le lavoratrici e i lavoratori di Alitalia. Se ci mettiamo nei loro panni, vediamo una situazione e un quadro così incerto e chiaramente non possiamo che capire come in questi giorni cresca la preoccupazione degli stessi dipendenti.

Serve in questo momento tutto l'impegno che il Governo possa mettere in campo per garantire le professionalità, le diverse professionalità all'interno di Alitalia e serve che questo Governo si faccia rispettare nelle decisioni, poi, in sede europea. Se lo farà, Ministro, noi la sosterremo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Iniziative di competenza volte a garantire, nell'ambito del sistema dei trasporti pubblici, il rispetto delle misure anti-COVID – n. 3-02169)

PRESIDENTE. La deputata Rachele Silvestri ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-02169 (Vedi l'allegato A).

RACHELE SILVESTRI (FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, è di poche ore fa la notizia che abbiamo letto su tutti i giornali che sulle linee di trasporto pubblico, in molte città italiane, sono state trovate delle tracce di virus sulle superfici di bus e treni. Questa notizia è stata, purtroppo, presa dai Carabinieri NAS che hanno fatto una campagna di controlli, però era abbastanza prevedibile, visto che, comunque, in questo anno non è stato fatto un piano per il trasporto pubblico.

Abbiamo visto, in questo anno, i nostri ragazzi chiusi a casa con la DAD, con le scuole chiuse, abbiamo visto le nostre attività chiuse per evitare assembramenti, però continuiamo a vedere mezzi pubblici - metro, autobus - comunque pieni e, quindi, assembramenti continui, dove il virus poteva circolare.

Quindi, la domanda che poniamo, Ministro, è quali urgenti iniziative di competenza intenda adottare per garantire, attraverso un'efficace programmazione del sistema dei trasporti pubblici, il rispetto delle misure COVID previste.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, ha facoltà di rispondere.

ENRICO GIOVANNINI, Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili. Grazie, Presidente. In primo luogo, ricordo che la regolazione e la programmazione del servizio di trasporto pubblico locale - lo dice la parola stessa -, anche non di linea, spetta alle regioni e agli enti locali in base alle previsioni del Titolo V della Costituzione e, per quanto concerne i profili sanitari, in coerenza con le previsioni di cui all'articolo 32 della legge n. 833 del 1978.

Al fine di sostenere un'efficace programmazione del sistema dei trasporti pubblici locali e regionali e consentire l'erogazione di servizi in conformità alle misure di contenimento della diffusione del COVID-19, sono state stanziate, dall'inizio della pandemia ad oggi, risorse pari a 2,3 miliardi di euro. Dette risorse sono destinate sia alla compensazione dei minori ricavi tariffari sia, nella misura di circa 453 milioni, come concordato in sede di Conferenza unificata, al finanziamento dei servizi aggiuntivi di trasporto pubblico.

Per favorire il coordinamento tra la programmazione delle attività didattiche e quella dei servizi di trasporto pubblico locale, con DPCM 3 dicembre 2020, è stata prevista l'istituzione, presso ciascuna prefettura, di un tavolo di coordinamento, presieduto dal prefetto e al quale partecipano il presidente della provincia o il sindaco della città metropolitana, gli altri sindaci eventualmente interessati, i dirigenti degli ambiti territoriali del Ministero dell'Istruzione, i rappresentanti del Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, della regione o della provincia autonoma, nonché dell'azienda di trasporto pubblico locale. Tali tavoli prefettizi, confermati con funzioni anche di monitoraggio con il DPCM 2 marzo 2021, consentono alle autorità scolastiche locali, agli enti programmatori dei servizi di trasporto pubblico locale e alle aziende esercenti tali servizi di predisporre programmi coordinati di attività finalizzate ad assicurare lo svolgimento della didattica in presenza al 75 per cento degli studenti delle scuole superiori - naturalmente, queste percentuali evolvono nel tempo - e il riempimento dei mezzi di trasporto pubblico locale nei limiti del 50 per cento delle loro capacità.

Al fine di individuare, sulla base delle risultanze dei tavoli prefettizi, delle azioni di potenziamento dell'attività di programmazione dei servizi di trasporto pubblico locale coerente con la progressiva e attesa riapertura delle diverse attività socioeconomiche, a fronte del miglioramento della situazione epidemiologica e dell'avanzamento del piano di vaccinazione della popolazione, ho provveduto ad avviare uno specifico confronto con i rappresentanti della Conferenza delle regioni, dell'UPI e dell'ANCI.

Concludo, dicendo che dai dati acquisiti presso le regioni risultano programmati, fino al mese di giugno 2021, servizi aggiuntivi che prevedono l'impiego di 6.144 mezzi, anche privati, con un onere finanziario complessivo di circa 320 milioni di euro.

PRESIDENTE. La ringrazio, Ministro Giovannini. Il deputato Silvestroni ha facoltà di replicare.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Grazie, Presidente. Grazie anche a lei, Ministro, per la relazione che ci ha fatto, ma, purtroppo, lei capirà che non possiamo essere soddisfatti; non possiamo essere soddisfatti noi di Fratelli d'Italia, come non possono essere soddisfatte quelle migliaia di lavoratori, pendolari, studenti che hanno usato i mezzi pubblici fino ad oggi. Le ricordo che Giorgia Meloni, tutta Fratelli d'Italia, hanno sempre denunciato che il virus camminava attraverso i mezzi pubblici (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Abbiamo chiesto interventi, ma non siamo mai stati ascoltati. Avete colpevolizzato solamente i bar, le palestre, le piscine, i ristoranti, perché quelli erano gli untori, ma Ministri sbagliati sicuramente, strategie sbagliate hanno sempre detto che i mezzi pubblici erano sicurissimi. E non può neanche lei, come rappresentante del Governo, Ministro, scaricare la colpa sulle regioni, sui comuni che, sì, hanno colpa perché, nello specifico, a Roma, dove sono intervenuti i NAS, certamente Zingaretti, Regione Lazio, certamente la Raggi hanno adottato strategie non consone, ma è il Governo che si doveva prendere la responsabilità, erano i Ministri che l'hanno preceduta che dovevano fare un piano di contenimento del virus, visto che, più volte, gli era stato detto che c'era il pericolo. E la risposta era sempre che era sicuro, sicurissimo, anche perché sui mezzi pubblici tutti portavano le mascherine, mentre nei bar, ristoranti, palestre e piscine lì no, non c'era l'uso della mascherina. E, allora, oggi il danno è stato fatto e il coordinamento - ho concluso - che oggi è stato messo in atto dal Governo, beh, è troppo tardi: qualcuno deve pagare, deve pagare per i ristoratori, per i bar, ma, soprattutto, per chi, come i ragazzi nelle scuole, ha usato mezzi che avevano tracce di virus (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Intendimenti in ordine alla realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina, anche in relazione al Piano nazionale di ripresa e resilienza – n. 3-02170)

PRESIDENTE. La deputata Prestigiacomo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02170 (Vedi l'allegato A).

STEFANIA PRESTIGIACOMO (FI). Grazie, Presidente Rampelli. Ministro Giovannini, io credo che il Governo debba fare chiarezza oggi, in cui si parla di rilancio del Paese, soprattutto in termini di infrastrutture, sulla questione ponte sullo Stretto di Messina. Lo credo perché, finalmente, si è tornato a parlare di collegamento stabile fra la Sicilia e la Calabria dopo dieci anni di buco nero, in cui non è stato dato avvio ai lavori del ponte, che era cantierabile, ma non sono nemmeno state realizzate le meravigliose opere che i fautori del “no” al ponte ritenevano prioritarie e necessarie. Ministro Giovannini, il ponte sullo Stretto di Messina non è un sogno nel cassetto di 5 milioni di siciliani, è un progetto definito, realizzabile che, come lei ben sa, un panel di 80 esperti in costruzioni di tutto il mondo ha elogiato in un documento. Le chiedo di fare chiarezza qui, in Parlamento, di fronte agli italiani, perché a tutti appare chiaro che si tratta esclusivamente di una scelta politica, dal momento che tutto è stato studiato e tutto è stato discusso sul ponte sullo Stretto di Messina (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, ha facoltà di rispondere.

ENRICO GIOVANNINI, Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili. Grazie, Presidente. Gli onorevoli interroganti chiedono di conoscere la volontà del Governo in ordine alla realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina, quale unico possibile collegamento stabile tra la Calabria e la Sicilia, anche utilizzando parte delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). A tale riguardo, ricordo che la strategia per i progetti del Next Generation EU non può che essere trasversale e sinergica, cioè basata sui principi dei co-benefici, con la capacità di impattare simultaneamente più settori in maniera coordinata. Il PNRR, in coerenza strategica con il Piano Sud 2030, persegue il riequilibrio territoriale e il rilancio dello sviluppo del sud come priorità trasversale a tutte le missioni. In quest'ottica si è proceduto ad integrare gli interventi del PNRR nella bozza preparata dal precedente Governo con le risorse aggiuntive per le politiche di coesione europea e nazionale in corso di programmazione, al fine di massimizzare l'impegno aggiuntivo per la coesione territoriale. La medesima finalità di ammodernamento infrastrutturale delle regioni del Mezzogiorno è stata perseguita con le proposte di commissariamento delle opere pubbliche, formulate dal Governo ai sensi dell'articolo 4 del decreto-legge “Sblocca cantieri” e condivise dal Parlamento. Ricordo, inoltre, che ho recentemente provveduto a trasmettere alle Camere lo studio di fattibilità della linea alta velocità-alta capacità Salerno-Reggio Calabria.

Tutto questo dimostra la grande attenzione del Governo alle questioni legate al Mezzogiorno. Quanto alla realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina, ho già avuto modo di evidenziare come la complessità dell'opera non risulti compatibile con la tempistica di realizzazione degli interventi ammissibili a finanziamento con le risorse del PNRR. Ad ogni modo, al fine di velocizzare l'attraversamento dello Stretto di Messina, recentemente evidenziato nelle risoluzioni approvate dal Parlamento in relazione alla proposta di PNRR, confermo che sono in corso gli approfondimenti necessari sulle diverse soluzioni. Quello che posso dire è che i lavori della commissione ministeriale, istituita presso il nostro Ministero, si concluderanno a brevissimo, nelle prossime settimane, con l'elaborazione di una relazione che presenterò al Parlamento per aprire un dibattito pubblico efficace e proficuo. Il confronto con il Parlamento e con le altre istituzioni, anche locali, costituirà lo strumento attraverso il quale verrà individuata la soluzione maggiormente condivisa per rispondere alla giusta domanda di mobilità da e per la Sicilia, con infrastrutture e mezzi di trasporto adeguati e sostenibili sotto il profilo economico, sociale e ambientale.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la deputata Stefania Prestigiacomo.

STEFANIA PRESTIGIACOMO (FI). Grazie, Presidente Rampelli. Ministro Giovannini, ascoltando dai banchi del MoVimento 5 Stelle qualche espressione di plauso per le sue parole, io dovrei dichiararmi del tutto insoddisfatta, eppure voglio rinnovarle, qui, in quest'Aula, la mia fiducia personale e quella del mio gruppo parlamentare, perché noi vogliamo leggere nella sua risposta una non chiusura a un'opera che riteniamo essenziale per lo sviluppo del Mezzogiorno. La invito, Ministro, a superare i limiti burocratici del Recovery Plan e anche delle varie commissioni ministeriali, affinché queste non siano da paravento rispetto a una scelta che io penso il Governo debba compiere al più presto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), ponendo il tema del ponte sullo Stretto all'interno di una discussione nel Consiglio dei Ministri.

Finalmente si è tornati a parlare di questione meridionale e si propone un modello di sviluppo post-industriale, basato su cultura e agricoltura moderna, tutti settori dove comunque il sistema dei trasporti è fondamentale. Lei, professor Giovannini, è Ministro di un Paese in cui gli 800 chilometri da Salerno a Milano in treno si percorrono in 5 ore, mentre gli stessi 800 chilometri, da Roma a Siracusa, si percorrono in 12 ore. Allora, noi non vogliamo pensare che, ancora una volta, vi sia una volontà, laddove si tratta di impegnare importanti risorse economiche, di favorire una parte del Paese a discapito di un'altra. E quindi la vogliamo incoraggiare a investire il più possibile in coraggio e anche in progetti che guardano al futuro. Il ponte sullo Stretto rappresenterebbe quel collegamento che l'Europa ha previsto in uno degli otto corridoi e che rimarrà una grande incompiuta, perché ipotizzare l'alta velocità fino a Reggio Calabria, comunque, non realizzerebbe questo corridoio. Quindi, noi la aspettiamo in Parlamento, possibilmente subito dopo la pubblicazione degli esiti di questa commissione ministeriale, che però sembra non concludere mai i suoi lavori, per esprimere un giudizio finale.

E confidiamo anche nel suo coraggio e nel suo impegno per evitare che, ancora una volta, sia negato lo sviluppo al Mezzogiorno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 16.

La seduta, sospesa alle 15,50, è ripresa alle 16.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Brescia, Casa, Covolo, Delmastro Delle Vedove, Frusone, Gebhard, Giachetti, Liuni, Lollobrigida, Muroni, Perantoni e Tasso sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente 97, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 2915-A.

(Ripresa esame dell'articolo unico - A. C. 2915-A​)

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 2915-A: Conversione in legge del decreto-legge 1° marzo 2021, n. 22, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri.

Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato da ultimo respinto l'emendamento 4.28 Foti.

Passiamo, quindi, all'emendamento 4.3 Muroni.

Ha chiesto di parlare la deputata Muroni. Ne ha facoltà.

ROSSELLA MURONI (MISTO-FE-FDV). Grazie, Presidente. Torniamo sulla composizione del CITE; ne abbiamo discusso negli emendamenti precedenti. Io faccio questa proposta, però, da un punto di vista diverso. Mi è molto chiaro che il CITE non può avere dentro tutti i ministeri, semplicemente perché si trasformerebbe in un Consiglio dei Ministri, rendendo, di fatto, poco efficace la sua azione. Si tratta non di difendere i poteri di ogni singolo Ministero ma di chiamarli alla corresponsabilità rispetto a quello che noi vogliamo che il CITE costruisca, cioè un vero piano di transizione ecologica per il nostro Paese. Quindi, la proposta è di inserire due ministeri con un criterio diverso. Innanzitutto, la corresponsabilità del Ministero dei Beni culturali. Questo perché, Presidente, noi possiamo parlare di rinnovabili e di impianti per l'economia circolare quanto vogliamo ma, spesso, spessissimo, questo tipo di impianti, e le energie rinnovabili in particolare, si scontrano con i temi del paesaggio, della salvaguardia dei beni culturali; in particolare, le sovrintendenze, spesso, sono gli organi che bloccano sul territorio questo tipo di impianti. Quindi, credo che sia assolutamente importante chiamare il Ministero alla corresponsabilità di scrivere un piano che, poi, abbia la possibilità di essere applicato sul territorio italiano. Poi, ricordo il tema della salute, non per difendere il potere del Ministero della Salute ma perché è fondamentale far capire che parlare di transizione ecologica vuol dire parlare di salute e quando il CITE deciderà, per esempio, di accelerare la decarbonizzazione dovrà farlo anche per conto delle cittadine e dei cittadini italiani che vivono un rischio di salute oggettiva a causa di questi impianti. Quindi, non un CITE che, come dire, si riempie a canne d'organo di ministeri che difendono il proprio operato e il proprio settore ma, invece, una corresponsabilità rispetto a due punti focali: attuare un piano assolutamente indispensabile di decarbonizzazione tramite le energie rinnovabili e, di contro, ricordare sempre a tutti che, occupandoci di transizione ecologica, noi stiamo difendendo la salute delle cittadine e dei cittadini italiani.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Riprendo il ragionamento che avevamo posto già con gli emendamenti precedenti e che è oggetto anche dei successivi emendamenti di Fratelli d'Italia relativi alla necessità di integrare il CITE con la presenza di altri ministeri; l'abbiamo già detto prima. Si pensi al riguardo al tema della salute che fa il paio con le politiche di tutela ambientale e si pensi al Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale che fa necessariamente da volano, grazie al lavoro della nostra diplomazia, anche rispetto a tutti i temi dell'energia di cui, nella nuova configurazione, dovrebbe occuparsi il neo istituito Ministero della Transizione ecologica. Così anche, probabilmente, i temi posti dalla collega, da un lato, in materia di salute e, dall'altro, in materia di cultura. Certamente senza farne un nuovo Consiglio dei ministri, ma è evidente infatti che in tutte quelle politiche di valorizzazione ecologica non può non rientrare - se ne è discusso già quando abbiamo in parte parlato delle sue varie dimensioni - il Ministero della Cultura all'interno dell'istituendo Comitato interministeriale per la transizione ecologica. Dopodiché, il problema, il vulnus rimane, ovviamente, nella concezione di questo Ministero che fa da cardine anche alla costruzione del Comitato interministeriale che evidentemente - lo abbiamo ampiamente spiegato e lo faremo meglio negli emendamenti di Fratelli d'Italia - rappresenta una scelta frettolosa, fatta male, animata da ragioni di interesse politico, come abbiamo ampiamente motivato, del MoVimento 5 Stelle più che da una vera scelta di adesione a politiche che, tra l'altro, non sono riservate alla competenza dello Stato. Su questo, l'articolo 117, terzo comma, della nostra Costituzione è abbastanza chiaro, così come lo sono le convenzioni internazionali e gli accordi europei in materia. Ad ogni modo, sosterremo, come abbiamo già precedentemente enunciato, anche questo emendamento della collega Muroni e avremo ovviamente modo di spiegare con maggiore dovizia nei successivi emendamenti quelle che sono state le idee che Fratelli d'Italia, senza preclusioni e senza strumentalizzazioni ha provato a portare per correggere le storture di questo decreto che fa ravvisare chiaramente tante scelte di necessità politica, un po' meno di funzionalità effettiva degli organi e dei ministeri nella gestione delle competenze dello Stato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.3 Muroni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Passiamo all'emendamento 4.39 Prisco: c'è un invito al ritiro.

Ha chiesto di parlare il deputato Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente, nonostante le modalità garbate del relatore nel non dare parere negativo e nell'offrire la possibilità dell'invito al ritiro, come Fratelli d'Italia continuiamo ad insistere sulla necessità dell'integrazione del Comitato interministeriale sulla transizione ecologica, con la necessità, come nel caso di questo emendamento, di estendere la partecipazione anche al Ministero della Salute, perché non si può non parlare di transizione ecologica, non si può non parlare di ambiente, non si può non parlare di politiche per l'ambiente senza tenere anche a mente la necessità, ovviamente, degli impatti che scelte di questo tipo hanno sulla salute, sulle politiche della salute, della salute pubblica e privata.

E' evidente che, con questo emendamento, torniamo a sottolineare le modalità di costruzione del Ministero della Transizione ecologica, un ministero che abbiamo detto più volte essere nato nel tentativo di coprire l'ennesima cessione di coerenza del Movimento 5 Stelle e di giustificare un ingresso al Governo Draghi, che sarebbe stato, altresì, ingiustificabile per gli elettori del Movimento 5 Stelle. Un Ministero che ha l'obiettivo di perseguire una politica di competenza europea e non nazionale - l'abbiamo spiegato in riferimento alla nostra Costituzione nell'intervento precedente -, un Ministero le cui riformulazioni negli emendamenti in Commissione sono servite ad aumentare le poltrone, gli incarichi e i soldi spesi per la costituzione, un Ministero che dovrebbe occuparsi anche di energia e di ambiente, trasferendo le competenze sulla materia dell'energia dal Ministero dello Sviluppo economico, facendo perdere tempo e competitività all'Italia su questo delicato settore, con un Comitato interministeriale che non vede la presenza del Ministero degli Esteri, sapendo benissimo che, soprattutto le politiche in materia di approvvigionamento energetico, si giocano, per larga parte, sul lavoro del Ministero, della diplomazia italiana. Insomma, delle formule variamente pasticciate e approssimative, financo la costituzione dei trasferimenti di risorse umane e strumentali tramite DPCM, forse per nostalgia dei DPCM del Presidente Conte, forse quando, visto che è stata cancellata la norma che prevede il trasferimento tramite fonte regolamentare, quindi, con il vaglio politico del parere delle Commissioni competenti di Camera e Senato, con il vaglio di legittimità del Consiglio di Stato, con l'utilizzo del DPCM, e magari l'informativa al Parlamento e ai cittadini avverrà tramite Facebook come usava fare il “fortunatamente già” Presidente del consiglio Conte. Quindi varie forme abbiamo rappresentato e che fanno emergere lacune di una scelta frettolosa che probabilmente…

PRESIDENTE. La prego…

EMANUELE PRISCO…. concludo Presidente, non fa perseguire all'Italia un obiettivo, quello sì, del New Green Deal, ambizioso, corretto, ma che deve coniugarsi anche con un necessario sviluppo economico sostenibile che però prevede risorse, strumenti, capacità ma, soprattutto, visione. E qui l'unica visione che abbiamo visto nella costituzione del Comitato, così come quella del Ministero, è quella di trovare un modo per rimanere attaccati alle poltrone per i Ministri del Movimento 5 Stelle.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Prisco 4.39, con parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Foti 4.102, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Foti 4.103, con un invito al ritiro. Ha chiesto di parlare il deputato Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, non voglio sicuramente essere dissacrante e, quindi, voglio prendere per buono quello che dice la norma relativamente al piano che deve approvare il Comitato interministeriale per la transizione ecologica. Proprio per questa ragione un dubbio mi sovviene e cioè quale rapporto intercorre tra questo piano e il Piano nazionale integrato per l'energia e clima (PNIEC), che è stato predisposto dal Ministero dello sviluppo economico, in accordo col Ministero dell'Ambiente e quello delle Infrastrutture, che è stato inviato alla Commissione europea, in attuazione del regolamento (UE) 2018/1999. Vede, in questo piano sono definiti gli obiettivi nazionali al 2030 riguardo l'efficienza energetica, la riduzione delle emissioni CO2, la sicurezza energetica, le fonti rinnovabili, molte delle materie che paiono sovrapporsi a questo piano. Ma a prescindere da questo, l'emendamento evidenzia una questione non di poco conto. Se effettivamente questo è un piano importante, è un piano che, oltre che al Parlamento, non può non interessare alle singole regioni, che, com'è noto, hanno, in questi anni, approvato dei piani energetici regionali a seconda delle situazioni nelle quali si trovavano. Ad esempio, l'Emilia Romagna - lo so perché ero componente di quell'assemblea legislativa - lo ha approvato il 1° marzo 2017.

E proprio per questa ragione, il fatto di acquisire soltanto sulla proposta di Piano il parere della Conferenza unificata appare molto pericoloso anche sotto il profilo giuridico perché noi non possiamo far finta di non sapere quanti conflitti di attribuzione in ordine al contenzioso costituzionale si sono sviluppati tra Stato e regioni in materia energetica.

Il nostro emendamento, l'emendamento di Fratelli d'Italia cerca quindi di porre un punto fermo a questo piano, e cioè possiamo capire, anche se non condividiamo, che si acquisisca solo il parere delle Commissioni parlamentari, e non il doppio parere delle Commissioni parlamentari, così come, in alcuni casi, è stato fatto, ma sicuramente riteniamo che la strada dell'intesa Stato regioni fosse la strada maestra, quella cioè che risolveva in radice ogni possibile conflitto di attribuzione, ciò che avrebbe semplificato il percorso di questo piano, un piano che, vedremo in seguito, ha molta arte e poca parte, e lo dico per un'unica ragione, perché non si è mai visto un piano che non abbia una scadenza. Tra le tante cose che ci si è dimenticati di introdurre, è la valenza di questo piano: triennale, quinquennale, decennale, non penso oltre perché diversamente, se fosse ventennale sarebbe quasi da regime, ma proprio per queste ragioni io penso, signor Presidente, signor rappresentante del Governo, che male abbia fatto il relatore a chiederci un invito al ritiro o dare parere contrario, perché questo emendamento sarebbe servito a garantire al piano di poter entrare in vigore senza la mannaia del possibile ricorso per conflitto di attribuzioni da parte delle singole regioni. Vorrei ricordare che in Italia ci sono anche delle regioni a statuto speciale, ad esempio la Sicilia ha autonomamente approvato un piano di autonomia energetica che addirittura individua già 390 energy manager. Ecco le ragioni per le quali io penso di poter sollecitare l'Aula all'approvazione dell'emendamento che testé ho illustrato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Albano. Ne ha facoltà.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente, colleghi, è per sostenere e sottoscrivere l'emendamento 4.103 presentato dal collega Foti, una proposta emendativa che fa in modo che la proposta di Piano redatta dal CITE non sia solamente sottoposta a un parere da parte della Conferenza unificata Stato-regioni, ma che ci sia la possibilità di intesa in sede di Conferenza unificata, e questo, come giustamente il collega Foti stava chiaramente illustrando, sembra assolutamente necessario per evitare conflitti di attribuzione che in materia energetica possono nascere, in quanto sappiamo che, ai sensi dell'articolo 57-bis, il Piano per la transizione ecologica prevede le azioni, le misure e le quote di finanziamento. E, quindi, chiediamo che questo emendamento possa essere riconsiderato e adeguatamente sostenuto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bellucci. Ne ha facoltà. Prego.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Mi scusi Presidente, il ritardo è dovuto allo spostamento dall'esterno dell'Aula fino a qui. Anche in questo caso abbiamo voluto contribuire al miglioramento di questo provvedimento, quindi della sua conversione in legge. Come abbiamo dimostrato nei lavori della mattina, gli emendamenti di Fratelli d'Italia hanno una ratio di buonsenso, quindi cercano di mettere a disposizione del Governo una soluzione per far sì che questa conversione in legge possa essere quella più corrispondente alle necessità dei cittadini e degli italiani. Per questo sottoscrivo l'emendamento in discussione e chiedo di poter votare a favore, nella misura in cui tutti quanti dovremmo partecipare ad approvare delle conversioni che possano essere le più puntuali e decisive rispetto alla nostra Nazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bignami. Ne ha facoltà. Prego.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente, come ben illustrato dal collega Foti, la richiesta è, evidentemente, di rafforzare lo strumento mediante il quale pervenire non a una mera acquisizione di un parere, tra l'altro neanche obbligatorio, come già illustrato, ma addirittura dato per acquisito al trascorrere di 20 giorni, ma ad un'intesa che rafforzerebbe la centralità del ruolo della Conferenza Stato-regioni, e, al contempo, garantirebbe una maggiore solidità nel rapporto istituzionale, esattamente come dall'emendamento che il collega Foti - così anche come le colleghe Albano e Bellucci - ha illustrato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere questo emendamento, che ritengo sia importante perché, attraverso una intesa di Conferenza Stato-regioni si può ottenere il raggiungimento di posizioni unitarie e obiettivi comuni e, soprattutto, si evitano quelli che sono i conflitti di attribuzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Butti. Ne ha facoltà.

ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie, Presidente. Noi riteniamo che i territori, specie in questa materia, debbano essere ascoltati. Non ci si può limitare semplicemente a un parere; con i territori occorre raggiungere un'intesa; certo, è un po' più faticoso, bisognerà attivare le leve della negoziazione e della mediazione, ma è indispensabile, anche per evitare la dicotomia, poi, tra i poteri dello Stato e i poteri delle regioni, alla quale, peraltro, abbiamo assistito durante la fase dell'emergenza: vaccini tu, no vaccino io, le mascherine le procuro io, no, le procuri tu. Bisogna essere chiari da subito, e per essere chiari da subito occorre che questo Piano, peraltro previsto, venga sottoposto, non solo per un parere, ma anche per trovare un'intesa, alla Conferenza Stato-regioni, memori, del resto, di quello che è accaduto nei mesi scorsi; noi, con il Ministro Costa, non siamo mai riusciti a vedere, a sentire e a leggere il collegato ambientale, come ben sanno i colleghi della Commissione ambiente. Quindi, noi riteniamo che il Piano per la transizione ecologica, per il quale siamo estremamente curiosi…

PRESIDENTE. Concluda.

ALESSIO BUTTI (FDI). …soprattutto per capire anche le qualità del Ministro Cingolani, debba essere sottoposto ai territori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Caiata: ne ha facoltà. Per favore…

SALVATORE CAIATA (FDI). Sì, Presidente, siamo seduti fuori; o inventiamo il teletrasporto, oppure bisogna aspettare qualche secondo per arrivare in Aula (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Sottoscrivo l'emendamento e sottoscrivo ogni singola parola che ha detto il collega Butti, che ha centrato perfettamente il tema di questo emendamento. Troppo spesso assistiamo a un conflitto latente Stato-regioni, troppo spesso non capiamo di chi è la responsabilità, di chi è il senso del dover fare le cose. Quindi, soprattutto in tema di energia, dove ci sono già evidenti lacune nell'attribuzione delle competenze, sarebbe fondamentale che il Piano fosse condiviso anche dalle regioni, non solamente sottoposto alla loro attenzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Intanto, intervengo per sottoscrivere, in modo convinto, questo emendamento a prima firma Foti, proprio perché non è prescindibile un confronto con le regioni, questo sia per semplificare, ma soprattutto per condividere il Piano che andrà ad elaborare il Comitato con i territori. Senza questa condivisione, si rischiano di nuovo confusioni e, soprattutto, non si ascoltano le proposte migliorative rispetto ad esigenze specifiche dei vari territori. Quindi, chiedo se è possibile appunto rivedere il parere rispetto a questo emendamento, perché chiede semplicemente di condividere l'intesa su questo Piano tra lo Stato e le regioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato De Toma. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Grazie, Presidente. Stiamo affrontando un emendamento che, ovviamente, si va a infilare nei discorsi regionali, nei piani regionali, quindi, con le difficoltà che stiamo vedendo per come dialogano le regioni. In questo emendamento, la proposta deve diventare un punto fermo, l'intesa fra lo Stato regioni, proprio per dare più forza a tutto quello che stiamo cercando di mettere in atto. Ecco perché bisogna garantire un'uniformità per le singole regioni, una uniformità completa e, quindi, di conseguenza, la Conferenza Stato-regioni deve prendere quella forza necessaria proprio per avere un piano, ma soprattutto attuare quelle che sono delle proposte che vedranno impegnato molto questo Parlamento per i prossimi mesi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Ricordo che nella Conferenza Stato-regioni la delega ambientale è retta dall'assessore regionale sardo Gianni Lampis e troppo spesso - per questo io mi appello anche alle forze di centrodestra poiché noi governiamo la maggior parte delle regioni - ci siamo lamentati della invadenza della burocrazia e del fatto che i Governi non ascoltassero le voci del territorio.

Per questo motivo è indispensabile creare un nuovo rapporto fra Stato centrale e regioni, a maggior ragione le regioni a statuto speciale, perché non ci devono essere più conflitti di attribuzione, non ci devono essere scontri, ma i territori devono essere messi in condizione di poter operare le proprie scelte, a seconda delle proprie caratteristiche, delle proprie volontà, e anche della propria diversità. L'Italia è una grandissima Patria formata da tanti popoli, tante nazioni, quindi diamo voce a questi territori e non chiudiamoci invece in un centralismo dannoso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà. Non è presente. Ha chiesto di parlare il deputato Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Come correttamente il collega Foti ha spiegato, questa proposta emendativa - anche in questo caso a scopo ovviamente costruttivo - è finalizzata a fare in modo che la proposta di Piano redatta dal CITE venga sottoposta a intese in sede di Conferenza Stato-regioni e di Conferenza unificata, da un lato per dare forza e valore alle rappresentanze dei territori, ma anche perché in realtà in questo tema della transizione ecologica, come ho già spiegato in altri interventi - che spiega anche la contraddizione nella scelta fatta con la costituzione del Ministero - la competenza non è esclusivamente dello Stato, ma è, in parte, divisa con le regioni e, dall'altra parte sono missioni europee che lo Stato persegue in collaborazione con altri Stati dal punto di vista internazionale, ma anche nella collaborazione con gli enti regionali e i territori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere questo emendamento del collega Foti rispetto a quelle esigenze, che credo e auspico che questo Governo almeno segni come discontinuità con il pregresso; la discontinuità almeno nel considerare il ruolo delle regioni attraverso, ovviamente, la stessa Conferenza Stato-regioni o, comunque, la Conferenza unificata e, soprattutto, nell'ascoltare da chi vive il territorio le esigenze rispetto ad un progetto unico.

Io credo che l'errore, che già si è riscontrato nei due Governi precedenti, di aver creato un partito dei governatori contro il Governo nazionale, al di là dell'appartenenza politica, dovrebbe insegnare qualcosa, ma soprattutto dovrebbe insegnare a tutti quanti che avere un governatore non significa mettere una stelletta sul petto, ma dare la giusta considerazione ad un ruolo che credo in questo caso debba poter svolgere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Questo è un emendamento migliorativo, lo si vede nel suo contenuto: proporre un Piano redatto dal CITE, che possa essere sottoposto a intese in sede di Conferenza Stato-regioni, non può che essere un passaggio fondamentale, un passaggio che integra, alimenta e favorisce il rapporto col territorio regionale.

Naturalmente l'obiettivo è proprio questo: il raggiungimento di posizioni unitarie; e l'obiettivo, per essere raggiunto, ha bisogno di passaggi, che non sono solo procedurali, ma, come in questo senso, mettono in campo le istituzioni e cercano naturalmente, attraverso intese che magari non sono immediate, ma sono frutto di incontri, di ascolti, di audizioni sul territorio, di mettere in campo una armonia senza la quale non si riesce a intervenire.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Galantino. Ne ha facoltà.

DAVIDE GALANTINO (FDI). Grazie, Presidente. La proposta emendativa mira a fare in modo che la proposta di Piano redatta dal CITE venga sottoposta ad intesa in sede di Conferenza Stato-regioni o di Conferenza unificata, al fine di favorire il raggiungimento di posizioni unitarie, o il conseguimento di obiettivi comuni.

L'emendamento evidenzia una questione non di poco conto e non può non interessare le singole regioni che hanno approvato Piani energetici in base alla situazione in cui si trovavano e, per questa ragione, il fatto di acquisire il parere della Conferenza unificata appare pericoloso sotto il profilo giuridico.

Il CITE, per come è stato composto, richiederebbe la partecipazione di altri Ministeri, di conseguenza ritengo che questo emendamento, che sottoscrivo, vada approvato da questa Assemblea.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. L'emendamento prodotto dal collega Foti si inserisce nell'alveo dei contributi che il gruppo di Fratelli d'Italia ha inteso dare e dà all'Aula e alla conversione di questo decreto, per migliorarlo.

In particolare, il collega Foti propone sostanzialmente di fare in modo che il Piano del CITE venga sottoposto ad intesa Stato-regioni. Questo è evidente, e lo ricordava, se non ricordo male, il collega Butti, che vi è, come dire, la necessità soprattutto in questo momento di dissipare qualsiasi contenzioso, qualsiasi frapposizione che esiste fra Stato e regioni per la produzione di elementi univoci, che non vadano a produrre, appunto, ulteriore contenzioso. Per questo noi chiediamo un voto chiaro, un voto netto su questa proposta del collega Foti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento, che chiedo di sottoscrivere, ha un'importanza al di là della ideologia ed è un emendamento che si propone un aggiustamento tecnico per armonizzare la procedura e per dare la possibilità ai territori di partecipare, come è giusto che sia, all'interno della Conferenza unificata.

L'intesa è assolutamente necessaria e mi permetto di rivolgere a questa Assemblea la stessa riflessione che faceva prima il collega Butti quando, parlando della propria Commissione, ricordava a tutti che la titolazione di quella Commissione è “territorio e ambiente”; e, allora, capiamo quanto importante sia il collegamento e sia assolutamente necessario e doveroso da parte del CITE condividere con i territori quelle che sono le politiche di sviluppo e, ovviamente, di attenzione al territorio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rampelli. Ne ha facoltà.

FABIO RAMPELLI (FDI). Grazie, Presidente. Ma sembra davvero surreale che questa Assemblea, se le previsioni non sono errate, si appresti a bocciare una richiesta che viene da Fratelli d'Italia di un maggiore coinvolgimento delle regioni su questioni che riguardano la cosiddetta transizione ecologica e che avranno un peso importante soprattutto sulle vicende di ordine energetico (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E' ancora più surreale perché, vuoi gli uni o gli altri, comunque governano le regioni e sanno che alcuni impianti importanti di approvvigionamento energetico sono stati trasformati in autentiche battaglie ostili tra una parte e l'altra.

Quindi, risulta assolutamente fondamentale, di buonsenso, un'intesa con i territori, che non significa né calpestarli né sottomettersi. Significa trovare un perimetro di dialogo per ottenere una soluzione condivisa, che è l'unica - dico - l'unica possibilità di accelerare i tempi per tante persone che troppo spesso - e concludo - si peritano di fare gargarismi con le parole “concordia”, “coinvolgimento”, “integrazione”, “responsabilizzazione”, “accelerazione” e “semplificazione amministrativa”. Si può fare solo così.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.103 Foti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.104 Foti. Ha chiesto di parlare il deputato Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, è chiaro che nel momento in cui si vota, indipendentemente dal merito dell'emendamento, ma solo in ragione di una scelta politica, diventa molto difficile riuscire a trovare dei punti d'intesa. Vede, poc'anzi l'Aula ha clamorosamente smentito la Corte costituzionale, che, nella sentenza n. 78 del 2018 a proposito dell'approvazione del Piano strategico nazionale della mobilità sostenibile, ha affermato che il coinvolgimento decisionale del sistema regionale nella definizione di aspetti aventi diretta incidenza sulla sua sfera di interesse è fondamentale e, non a caso, suggeriva l'intesa. Oggi è strano: tutti parlano di questo Piano, ma è un piano che è indefinito. Noi sappiamo, perché finalmente è stato stabilito un termine - prima era impreciso anche quello - entro cui il CITE dovrà approvare questo Piano, ma questo Piano non ha una validità fissata: non si sa se vale per un anno, per tre anni, per cinque anni. È un Piano, cioè, che viene mandato alla Conferenza Stato-regioni per un parere, visto che avete respinto la richiesta di Fratelli d'Italia volta a introdurre l'intesa, che viene mandato alle Commissioni parlamentari, anch'esse per un parere, ma senza che si delimiti lo spazio temporale in cui questo Piano produrrà effetti. Ora, vedete, non vi sono alibi sotto questo profilo nella indeterminatezza che dimostra come questa maggioranza sia arruffona e disordinata, perché qualcuno potrebbe dire: “Ma al comma 6 il Comitato interministeriale per la transizione ecologica ha dei poteri ben precisi”. Certo: monitora l'attuazione del Piano, lo aggiorna in funzione degli obiettivi, adotta le iniziative idonee a superare eventuali ostacoli e ritardi. Bene, fa un lavoro di manutenzione che si può dare tranquillamente come delega al CITE, perché sostanzialmente non incide sul Piano.

Ma io chiedo al relatore e al rappresentante del Governo: e se si deve cambiare il Piano, se si deve modificare il Piano, quale procedura si segue? Si segue quella del capoverso precedente che abbiamo discusso, cioè si chiede ancora il parere alla Conferenza Stato-regioni e alle Commissioni parlamentari competenti, oppure le si bypassano e si procede in una modifica unilaterale da parte del Comitato interministeriale per la transizione ecologica? Perché è evidente che sono due procedure del tutto diverse: una, la prima, è rispettosa almeno del Parlamento e della potestà legislativa regionale concorrente; l'altra, invece, fa strame da cavalli di tutto e decide semplicemente il CITE, alla faccia di tutti gli organi eletti democraticamente in questo Paese. E, allora, mi sia consentito di dire: ognuno di noi è stato eletto con il voto dei cittadini; il CITE non lo ha eletto nessuno. Almeno possiamo, visto che siamo eletti, avere il potere-dovere di giudicare l'operato del CITE e, quindi, anche quello delle eventuali modifiche al Piano che vuole presentare e anche avere un termine entro il quale il Piano approvato dal CITE possa avere validità? Fratelli d'Italia con questo emendamento ciò chiede (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Albano. Ne ha facoltà.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente. Sottoscrivo con convinzione questo emendamento, il 4.104, che è certamente un emendamento migliorativo della norma, in quanto, con molta chiarezza, fa sì che il Piano che viene approvato, il Piano per la transizione ecologica, debba avere una scadenza e che, quindi, debba avere una validità di cinque anni e prevede anche che tutte le modifiche possano essere nuovamente ricondotte a un'intesa e non a un parere Stato-regioni. Ritengo, quindi, che questo sia talmente importante e talmente lineare che meriti di essere preso in considerazione veramente e di essere approvato da quest'Aula.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Sottoscrivo l'emendamento 4.104 e, in particolare, lo condivido, perché l'Italia ha bisogno della certezza del diritto e la certezza del diritto passa anche per la definizione di tempi certi. Allora, l'introduzione da parte di Fratelli d'Italia della definizione e della validità del Piano, proponendo cinque anni, ha questo intendimento: quello di dare certezza del diritto, il tempo nel quale e attraverso il quale si esplicherà l'azione del Governo. La mancanza di una data di riferimento è un atto grave nella misura in cui lascia nel mare magnum dell'incertezza i cittadini e coloro i quali hanno la necessità, invece, di avere risposte tempestive ma comunque congrue rispetto all'obiettivo che ci si dà. Per questo chiedo all'Aula di poter votare a favore, per dare certezza…

PRESIDENTE. Concluda.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). …quella di cui hanno bisogno gli italiani.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Preliminarmente chiedo di sottoscrivere l'emendamento e, come illustrato anche dai colleghi che mi hanno preceduto, segnatamente il collega Foti, riteniamo che anche con questa proposta si cerchi di porre rimedio. In tal senso, evidentemente, valutiamo con attenzione anche le espressioni pervenute dalla maggioranza ed è il motivo per il quale riteniamo che la proposta, che, appunto, vede il collega Foti come primo firmatario, possa dare elementi utili per migliorare un testo che già, come abbiamo avuto modo di illustrare, presenta evidenti difficoltà, che, tuttavia, vogliamo provare, in termini concreti, a migliorare nella sua formulazione complessiva.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere questo emendamento, che è un emendamento di buonsenso, perché colma un vuoto di incertezza, prevedendo una data certa, che è stabilita in cinque anni. Con i cinque anni almeno sappiamo qual è la validità del Piano. Inoltre, definisce anche quali sono le procedure per attuare le modifiche al Piano stesso. Quindi è un emendamento che finalmente dà la certezza e colma questo vuoto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Soltanto per sostenere questo emendamento, che, ancora una volta, con il collega Foti fa vedere la capacità propositiva di Fratelli d'Italia, ma anche per denunciare, rispetto anche ai precedenti che abbiamo discusso, una singolare clonazione di Comitati, di Ministeri. Vi leggo brevemente questa descrizione: se ne apre un'altra, non meno importante, che segna il passaggio verso un'economia diversa, orientata alla transizione ecologica e alla sostenibilità. Voi penserete che si parla del CITE. No, si parla del CIPESS, l'ex CIPE, che esiste presso il Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica. Ovvero, state continuando a clonare Comitati interministeriali che già esistono, con obiettivi che già esistono; vi riempite la bocca della parola transizione ecologica e sostenibilità, ma non sapete minimamente come si governi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Butti. Ne ha facoltà.

ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie, Presidente. Questo Piano per la transizione ecologica abbiamo capito che almeno al momento, in attesa di probabili variazioni, di auspicabili variazioni, non ha una validità; e già qui è abbastanza assurdo, perché anche il PNRR ha una sua validità, il Recovery Fund ha una sua validità, scade nel 2026. E allora ci domandiamo: ma in funzione di cosa potrà avere una validità temporale questo Piano? Chi deciderà? Chi avrà un potere discrezionale? Perché il suo percorso, come abbiamo ricordato, il percorso di questo Piano prevede non un'intesa con le regioni e con il territorio, non prevede un controllo o una verifica pressante da parte del Parlamento. Eppure tutti i piani di questa importanza dovrebbero avere un tempo limitato per verificare la produzione degli effetti. Chi decide? Il CITE. E allora stamattina qualcuno mi ha detto che avevo usato un'espressione abbastanza forte dicendo che il CITE è una ristretta oligarchia di persone che decide sul futuro della gente. Questa è nuovamente la riprova.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente Fico. I nostri emendamenti hanno un filo conduttore, che è senz'altro lo spirito di voler migliorare la norma, ma il filo conduttore è quello della certezza. Un dovere del legislatore: dare certezza a quello che si scrive. E allora abbiamo cercato di farlo, aiutando e presentando degli emendamenti che dessero certezza a dei termini: economia climatica, abbiamo visto prima, finanza climatica. Abbiamo cercato di farlo presentando degli emendamenti che dessero una certezza di attribuzioni di competenze, lo abbiamo visto prima. Con questo emendamento, che sottoscrivo, andiamo avanti nello stesso discorso: diamo una certezza temporale, non possiamo predisporre un piano che non abbia una scadenza. Per cui l'intento è quello di dare una certezza temporale, la durata dei cinque anni, che è un arco di tempo sufficiente. Del resto, era stato individuato già in passato: il lustro erano esattamente cinque anni, perché si riteneva un periodo di tempo sufficiente per far maturare e portare a compimento un programma.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Intanto chiedo di sottoscrivere questo emendamento proprio perché trovo davvero strano, assurdo e surreale immaginare il cosa andare ad istituire, ma non immaginare il come istituirlo e, soprattutto, definirne i tempi di attuazione; e ancor di più non immaginare che, strada facendo, ci possano essere delle modifiche, e allora andare a determinare quali e chi siano i soggetti che possano andare a concordare queste modifiche, proprio perché, immaginando una durata temporale, è chiaro che le cose sono in divenire e, mutando, andranno modificate anche delle condizioni oppure delle criticità che emergono nel percorso di questo Piano. Chiediamo ai cittadini, sotto ogni forma, tempi rispetto a procedure e processi con le pubbliche amministrazioni, e poi, in questo caso, si riesce a non immaginare, invece, un Piano, istituendo un Comitato, senza identificarne tempi e soprattutto trasparenza per quello che riguarda poi le modifiche.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato De Toma. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Grazie, Presidente. Come i precedenti emendamenti, noi di Fratelli d'Italia stiamo cercando di dare un reale contributo a migliorare questo decreto; è proprio per questo che penso che questo sia un Piano praticamente senza tempo, cioè la certezza del tempo per poter portare avanti un Piano così importante. L'emendamento che in particolare stiamo discutendo chiede una durata di cinque anni; è un emendamento che prevede la programmazione, una programmazione importante, per poter portare avanti quello che, secondo me, è indubbiamente un bisogno necessario. Necessario anche perché abbiamo di fronte una sfida importante, ma una sfida importante bisogna anche farla nel tempo, e questo emendamento stabilisce questo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere l'emendamento di Foti, ma anche le sue parole e quelle dei colleghi, che hanno cercato di spiegare che questi nostri interventi sono fatti per cercare di farvi capire che non stiamo facendo un'opposizione strumentale, ma stiamo cercando semplicemente di far valere le nostre idee e i nostri valori, che crediamo siano nella giusta direzione, e per dare voce ai nostri amministratori locali, ai nostri cittadini. Non è possibile che neanche un emendamento trovi il vostro consenso. Allora, più che opposizione strumentale, c'è un'opposizione pregiudiziale della maggioranza e c'è un'opposizione preconcetta in cui si ritiene che tutto quello che proviene da Fratelli d'Italia vada bocciato, per non dare spazio all'unica voce dell'opposizione. Non è possibile, altrimenti, che neanche un emendamento, anche su ragioni tecniche, sia approvato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà. No, l'onorevole Prisco.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Se mi sostituisce al posto del collega negli interventi, le evito di chiamarlo, visto che è temporaneamente in missione, come ha ricordato lei. Questo emendamento ha, come molti altri di Fratelli d'Italia, la volontà di dare un valore alle cose, compreso il Piano elaborato dal CITE, che, se non ha una durata specifica, rischia di essere sine die, e quindi perdere il suo valore. La proposta fatta dal collega Foti, che lo allinea, tra l'altro, alla durata quinquennale, per esempio, del Recovery Fund, lo inquadra, ma ovviamente siamo disponibili a ragionare su una tempistica diversa, sette anni, tre anni, due anni. Decidiamolo insieme, ma diamogli una certezza, perché, quando le cose sono certe, si sa cosa si deve fare e non si lascia a libere e pericolose interpretazioni, che creano spesso anche cortocircuiti istituzionali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Condivido in pieno questo emendamento, anche rispetto alla richiesta da parte di Fratelli d'Italia di inserire il paletto dei cinque anni rispetto al Piano, che significa comunque un senso di stabilità, soprattutto per una norma che, se ritenete sia fatta nel migliore dei modi, non si comprende del perché non poter in qualche modo mettere l'arco temporale dei cinque anni. Mi viene un po' da pensare del resto che, pensando in questi tre anni alle durate dei vari Governi, probabilmente cinque anni in questa situazione possono sembrare un'era geologica. Ovviamente lo sottoscrivo e mi auguro che, con una costante che ormai c'è un po' in tutti i provvedimenti, che è quella di dare insicurezza ai cittadini, almeno da parte del Governo, con l'accettazione di questo emendamento, si possa dare maggiore tranquillità.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Ricordiamo che la funzione del CITE è quella di coordinare le politiche nazionali per la transizione ecologica e la programmazione. Quindi, in coerenza con questa definizione, non si può programmare senza avere un termine. Ecco, l'originalità e la concretezza di questo emendamento di Fratelli d'Italia, che sostiene che il CITE, che elabora il piano, debba poi dare al piano una sua tempistica. Fissare un termine è sicuramente un modo per colmare un vuoto. È sicuramente un modo per regolamentare una materia così frammentata, come è questa che è all'oggetto di questo decreto e, conseguentemente, anche di questo emendamento. Sarebbe stato davvero assurdo non prevedere un termine. Sarebbe stato assurdo, come prima nell'emendamento precedente avevamo detto che era assurdo e sbagliato non avere un'intesa relativamente al piano del CITE. Quindi, spero che l'Aula accolga questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Galantino. Ne ha facoltà.

DAVIDE GALANTINO (FDI). Grazie, Presidente. Fratelli d'Italia continua a proporre temi, ma di questo passo diventa molto difficile riuscire a trovare dei punti di intesa. Intervenendo per sottoscrivere questo emendamento, faccio notare che la proposta mira a dare una durata di cinque anni ad un piano che, alle attuali condizioni, viene mandato alla Conferenza Stato-regioni per un parere, senza che si delimiti uno spazio temporale in cui questo piano produrrà un effetto. Inoltre, chiediamo che si preveda che le modifiche debbano essere approvate solo dopo le procedure d'intesa, già previste nel comma 4. Credo sia necessario un segnale da parte di questa Assemblea, votando favorevolmente a questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Nel minuto a mia disposizione illustrerò, come peraltro hanno fatto i miei colleghi, l'importanza di porre un termine temporale, che il collega Foti e noi di Fratelli d'Italia abbiamo stabilito nei cinque anni e che il dibattito d'Aula potrebbe anche spostare in tre, in sei o sette, però dando un orizzonte certo di attuazione del piano. Quindi, per questo noi chiediamo che venga votato questo emendamento, perché, proprio in continuità con tutti gli altri emendamenti prodotti dal gruppo di Fratelli d'Italia, mira a migliorare questo decreto in conversione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Quello indicato da questo provvedimento, relativamente alle funzioni del CITE, è indubbiamente un universo molto eterogeneo, perché si riferisce ad una pluralità di destinatari, anche perché c'è una molteplicità di funzioni che vengono affidate al CITE. Quindi, ancora di più e proprio per questo motivo diventa essenziale che l'operato del CITE venga delineato attraverso le strutture portanti di qualunque atto di programmazione, che abbia un inizio, che abbia una indicazione sullo sviluppo delle attività che si vogliono porre in essere e che abbia, ovviamente, una fine. Lì dove manca la parte temporale, non si può fare una concreta e reale verifica su quello che viene effettuato. Riteniamo assolutamente essenziale che venga indicato il termine all'interno del provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rampelli. Ne ha facoltà.

FABIO RAMPELLI (FDI). Grazie, Presidente. L'impressione è che si stia mandando in onda un film già visto, cioè che si giudichi le proposte emendative in base alla parte politica che le avanza, perché voi state praticamente rivoluzionando anche il linguaggio della politica. Non si è mai visto né sentito un piano che di fatto dura un anno. Ma che piano è? Se dura un anno, non è un piano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Se dura un anno, non è un piano: un piano, per definizione, è pluriennale. Può essere un piano economico, può essere un piano urbanistico, un piano regolatore, un piano territoriale di coordinamento: non esistono piani che durano un anno! Allora, se non siete capaci, almeno accettate i buoni consigli di chi non ha interesse, se non quello di favorire l'interesse della nostra comunità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.104 Foti, con parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Passiamo all'emendamento 4.2 Muroni, c'è un invito al ritiro. Prego, Muroni.

ROSSELLA MURONI (MISTO-FE-FDV). Grazie, Presidente. Ho deciso di non ritirarlo, questo emendamento, perché credo che sia importante fare un po' di chiarezza, anche rispetto al tema della transizione ecologica e alle cose necessarie. Fare transizione ecologica vuol dire decidere dove allocare le risorse, in definitiva, dove investire soldi pubblici e con quali tempi.

E torniamo ai famosi sussidi ambientalmente dannosi, quei 19 miliardi che ogni anno il nostro Paese dà, come fonte diretta o come sgravi fiscali, a quelle attività altamente inquinanti. Non lo dice un gruppo di pericolosi estremisti ambientalisti, ma lo dice il Ministero dell'Ambiente, all'epoca il Ministero dell'Ambiente, che ha un catalogo su questo, che viene annualmente aggiornato. Viene aggiornato il catalogo, ma nessuno si assume mai la responsabilità di iniziare a tagliarli quei sussidi ai fossili. Rimangono lì intatti. Passano i Governi, passano le legislature e noi quei soldi continuiamo a spenderli, soldi dei cittadini e delle cittadine, che invece dovrebbero essere allocati per favorire la transizione ecologica. Per questo prima, insomma, intervenivo anche sul tema della finanza climatica. Aiutare il clima significa, appunto, spostare le risorse da ciò che inquina invece a quello che aiuta ad abbattere le emissioni e a inquinare di meno.

Ma nella discussione in Commissione, fortunatamente, è stato accolto un altro emendamento, in cui si è data al CITE la possibilità di occuparsi anche di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. Era assai curioso che un comitato che si dovesse occupare di transizione ecologica di questo non se ne occupasse. Per cui è stata sciolta la famosa commissione per lo studio e l'elaborazione di proposte per la transizione ecologica e la riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi - commissione che è stata istituita nel 2019, ma nulla ha portato sul fronte dei risultati - e questa funzione adesso viene attribuita ad un altro comitato tecnico, che sostiene il CITE. In tutto questo nessuno ha detto - e quindi ho presentato questo emendamento - entro quanto dobbiamo tagliare questi sussidi.

Quindi, io chiedo che venga messo un termine temporale, per dare serietà e concretezza alle parole, e che per i sussidi ambientalmente dannosi ci sia una road map, che da qui al 2030 decida cosa tagliare e quando tagliare. Poi, ogni anno il Governo verrà a riferire in Aula, ma, per cortesia, diamo una dimensione temporale, perché sennò è solo un intento, una possibilità, ma, invece, abbiamo bisogno di cose molto concrete.

PRESIDENTE. I deputati Trano e Benedetti sottoscrivono l'emendamento. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.2 Muroni.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Passiamo all'emendamento 4.105 Foti. Ha chiesto di parlare il deputato Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, a leggere questo emendamento, probabilmente, molti potrebbero fare un salto sulla sedia, perché è indubbio che dire “sopprimere le parole: ambientalmente dannosi”, si pare persone avvezze all'inquinamento o similari. Purtroppo, le norme si puliscono togliendo le imperfezioni che il decreto-legge ha inserito, perché il CITE può deliberare sulla rimodulazione di tutti i sussidi, di cui all'articolo 68 della legge 28 dicembre 2015, n. 221, mentre, secondo questa norma, lo può fare solo relativamente ai sussidi ambientalmente dannosi.

Io non ho dubbi che voi respingerete questo emendamento e sono lieto di essere da solo, ma in compagnia del Servizio studi della Camera, che questa cosa ha messo in evidenza molto chiaramente nel suo dossier, a pagina 36, proprio in ordine all'articolo 4, laddove scrive che si segnala che “….la formulazione del comma 5 prevede che il Comitato deliberi sulla rimodulazione dei sussidi ambientalmente dannosi, cosiddetti SAB, che, nella definizione più ampia fornita dalla legge, attengono a incentivi e agevolazioni, nonché esenzioni da contributi che risultano disciplinati da norme legislative. Al riguardo si segnala, peraltro, che, ai sensi del successivo comma 8, le deliberazioni del CITE sono pubblicate nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. Si segnala, infine, che la formulazione del comma non risulta espressamente riferita al catalogo dei sussidi, di cui al citato articolo 68 del collegato ambientale, menzionando solo i sussidi ambientalmente dannosi”. In buona sostanza, non si vede per quale ragione, dopo che si è affidata al CITE tutta una serie di compiti, si dica che lo stesso CITE è materialmente competente per una parte dell'articolo 68 di legge, ma non anche per l'altra parte dell'articolo 68, che pure costituisce parte della legge medesima. È evidente che o si è in presenza di un lapsus, o si è in presenza di una richiesta quantomeno anomala, per cui si mette in concorrenza il CITE con un organo ancora non definito, perché è evidente che l'articolo 68 tutte e due le ipotesi lascia in piedi. Quindi, ci vorrà qualcuno che deliberi anche sulla parte che non è riferita all'articolo 68 per come, in modo partitivo per non dire partigiano, è inserito in questa norma.

Poi, si poteva anche fare una scelta diversa; si poteva abolire l'articolo 68 o scriverlo in un modo diverso ma, sicuramente, se si tiene in piedi l'articolo 68 per come lo stesso è scritto e voler riservare solo una parte di competenza CITE di questo articolo è quantomeno dubbio.

Io non pretendo che qualcuno fornisca una risposta, anche perché la mia potrebbe essere, magari, una tesi totalmente sbagliata; potremmo non capire, sia chi sta parlando, sia l'Ufficio studi che così ha scritto, però, visto che qualcuno vota contro, potrebbe spiegarci la ragione per cui vota contro. Vedete, la collega Muroni, prima, ha presentato un emendamento che poteva piacere o non piacere, ma sulla chiara intenzione politica e normativa che voleva perseguire era stata chiara. In questa vicenda, in questo decreto-legge, pare che si siano inseriti, a seconda dei casi, un insieme di compiti e di funzioni che vanno fatti di cesello, perché il CITE ha come concorrente l'ex CIPE, il Piano che si va ad adottare ha come concorrente il PNIEC 2030; insomma, è una specie di gioco dell'oca dove non si capisce esattamente, signor Presidente, se le penne le lascerà l'oca o questo Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Albano. Ne ha facoltà.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente. Sottoscrivo l'emendamento che il collega Foti ha correttamente illustrato e che mi ha fatto immediatamente pensare ad una domanda: se il CITE ha la funzione di deliberare sulla rimodulazione dei sussidi dannosi, secondo l'articolo 68 della legge n. 221 del 2015, chi disciplinerà e regolamenterà, invece, i sussidi ambientalmente favorevoli? Noi sappiamo che i sussidi, tra l'altro, comprendono gli incentivi, le agevolazioni, i finanziamenti agevolati, le esenzioni dai tributi e, quindi, tutta una serie di sussidi o incentivi che possano, in qualche modo, aiutare e sostenere il tema ambientale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Anche in questo caso, dimostriamo il buonsenso di Fratelli d'Italia. Leggiamo le relazioni del Servizio studi, riflettiamo su quello che viene rilevato e, successivamente, presentiamo degli emendamenti che correggono, proprio rispetto a quelle rilevazioni. Allora, rispetto a questo, ci sorprendiamo dei tanti “no” ricevuti fino ad oggi in questo provvedimento e, quindi, ci sorprenderemo del voto contrario anche a questa nostra proposta, perché non solo Fratelli d'Italia crede che sia una proposta di buonsenso, ma è una proposta che viene posta nelle vostre mani dal Servizio studi stesso. Quindi, vi chiediamo di votare a favore e sottoscrivo questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Come ha illustrato il collega Foti, si tratta di una proposta emendativa che, in realtà, poggia su dati tecnici che sono stati ben illustrati e anche tecnicamente validati dal dossier stesso dell'Ufficio studi e che costituirebbe, laddove accolta, anche un'opportunità di semplificazione burocratica che farebbe chiarezza su un iter che, diversamente, comporterebbe non irrilevanti problematicità e sovrapposizioni. Un emendamento che, quindi, non costituisce una proposta fine a se stessa ma, al contrario, traduce in testo di legge una soluzione prospettata anche da uffici che, certo, sono terzi e imparziali rispetto all'attività dell'Aula.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Sottoscrivo questo emendamento, che già ha spiegato in modo esaustivo il collega Foti. Lo sottoscrivo convintamente perché è un emendamento che nasce e soprattutto prende in considerazione i dati dell'Ufficio studi. Pertanto, io mi auguro che quest'Aula lo prenda in considerazione e lo approvi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Siamo di fronte, di nuovo, ad una proposta responsabile e concreta di Fratelli d'Italia, con l'emendamento del collega Foti, che chiedo di sottoscrivere; un altro emendamento sulla base del quale il Servizio Studi ha fatto emergere una criticità normativa e prontamente il collega Foti ha predisposto l'emendamento per dare l'opportunità al Governo e a quest'Aula di porre rimedio. Sono davvero incomprensibili tutti questi “no” di fronte a tecnicismi per i quali si può fare meglio. Non saper vedere, non saper ascoltare credo che abbia dimostrato in questo lungo anno quanto sia stato inopportuno e quanti danni stiamo vedendo. Quindi, chiedo davvero all'Aula di prendere in considerazione questo emendamento che toglie questa criticità che emerge dal testo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato De Toma. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Grazie, Presidente. Come ha evidenziato perfettamente il Servizio Studi della Camera, siamo di fronte ad un emendamento estremamente tecnico, però, è come tutti gli emendamenti fino adesso affrontati da Fratelli d'Italia, di buon senso, cercando di trovare soluzioni alle contraddizioni che si formano. Stiamo parlando di sussidi ambientalmente dannosi e sussidi ambientalmente favorevoli, come previsto dall'articolo 68 della legge del 28 dicembre 2015. Chiedo che questo emendamento sia votato dall'Aula con parere favorevole e vorrei anche sottoscriverlo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Anch'io sottoscrivo l'emendamento e più avanti vi chiedo almeno di degnare questi emendamenti di uno straccio di risposta, motivando almeno il perché “no”; io spero che vi sia almeno il rispetto di quest'Aula, delle forze politiche di questa ampia maggioranza nel dire all'opposizione: vi bocciamo l'emendamento perché non lo condividiamo, perché è sbagliato, perché lo riteniamo dannoso; non si può proseguire così, visto che sono emendamenti tecnici, anche grazie al collega Foti che li ha illustrati in maniera impeccabile, che ci sia la dignità di una risposta da parte del Governo, da parte della maggioranza, di qualcuno che si alzi e ci dia una motivazione. Sono contento che i cittadini stanno ascoltando su Radio Radicale questo dibattito e qualcuno si è domandato: ma a chi state parlando? Qualcuno è interessato al tema o state parlando in un'Aula, che non ascolta e che è disattenta? E perché lo state facendo?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Delmastro Delle Vedove…No, onorevole Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Vale sempre la considerazione che le ho suggerito nel precedente emendamento, Presidente: sostituisco io negli interventi…

PRESIDENTE. Sì, non avevo sentito prima.

EMANUELE PRISCO (FDI). Non c'è problema. Anche questo emendamento pone, in modo assolutamente tecnico, il tema di raccordare le norme che vengono, alle volte, per errore, in buona fede immagino anche, pasticciate, perché fanno emergere una contraddizione evidente, che nel suo intervento esplicativo il collega Foti ha spiegato molto bene, e di questo lo ringrazio. Non si capisce perché, da un lato, non si chiarisca la reale volontà che c'è dietro l'esclusione dei sussidi ambientalmente favorevoli dal recepimento della norma, o, dall'altro, semplicemente non si recepisca l'istanza di Fratelli d'Italia che mira a rilevare l'errore nella composizione del testo che vi è stato. O c'è una scelta politica o c'è un errore nel testo. Quindi, se c'è un errore, si corregge, se c'è una scelta politica, si motiva (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Vorrei sottolineare il lavoro del Servizio Studi e di Fratelli d'Italia, che, devo dire, ha la buona abitudine di studiare, di approfondire e di concretizzare poi, con riferimento alle posizioni del gruppo di Fratelli d'Italia, proposte migliorative; in questo caso, la proposta è quella di far chiarezza e, quindi, anche una forma di trasparenza rispetto a questa contraddizione che parla di sussidi ambientalmente dannosi, piuttosto che di sussidi ambientalmente favorevoli.

Purtroppo, di sussidi spesso dannosi - e non me ne vogliate, ovviamente non generalizzo - le pagine dei giornali sono piene: basti pensare, per esempio, al sussidio del reddito di cittadinanza. Auspichiamo che almeno, come scrisse qualcuno e non ricordo chi, Presidente, l'ambiente non lo abbiamo ereditato solo dai nostri avi, ma lo daremo in prestito ai nostri figli. E quindi io ritengo che sarebbe giusto e doveroso, in questo caso, fare una giusta e puntuale riflessione da parte del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Il comma 5 affida al CITE la funzione di deliberare sulla rimodulazione dei sussidi ambientalmente dannosi. Quindi questo emendamento vuole fare ordine perché ci sono, come ha detto anche chi mi ha preceduto, degli aspetti molto oscuri e incomprensibili, e anche contraddittori. Quindi, non capisco come sul dossier si menzioni una “strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva”. Non capisco dove possa essere ravvisata questa crescita intelligente, se non si espunge, se non si toglie, come l'emendamento consiglia, il termine “ambientalmente dannosi”. Quindi, per un discorso logico, consequenziale, e anche per fare un po' di chiarezza in questa materia, mi auguro che l'Aula si convinca a votare favorevolmente su questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Galantino. Ne ha facoltà.

DAVIDE GALANTINO (FDI). Grazie, Presidente, per la parola. Ringrazio il collega Foti per l'intervento, per la spiegazione tecnica sull'emendamento che riguarda i sussidi ambientalmente dannosi e i sussidi ambientalmente favorevoli. E' una proposta responsabile, Presidente: l'emendamento mira a comprendere, nella rimodulazione prevista dal provvedimento dei sussidi di cui all'articolo 68 della legge 28 dicembre 2015, n. 221, anche i sussidi ambientalmente favorevoli. Anche per questo intendo sottoscrivere la proposta emendativa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Voglio ricordare che l'articolo 4, poi modificato in sede referente, istituisce presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il CITE, il Comitato interministeriale per la transizione ecologica. Evidentemente, il collega Foti, con questo emendamento, ha trovato un vulnus nella stesura dello stesso e quindi, fondamentalmente, con questo emendamento si mira ad allargare le competenze del CITE, rimodulando quella che è la determinazione sui sussidi dannosi e sui sussidi ambientalmente favorevoli. Anche questo è un emendamento che chiedo di sottoscrivere e che chiedo, soprattutto, all'Aula di votare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Come hanno già avuto modo di dire i colleghi che mi hanno preceduto, il comma 5 affida al CITE una funzione deliberativa sui sussidi che riteniamo di assoluta rilevanza e la modifica richiesta con l'emendamento del collega Foti va nell'ordine di tutti gli emendamenti che abbiamo narrato sino a questo momento in quest'Aula, ossia quello di dare una formulazione che sia giuridicamente corretta e che rispetti soprattutto le norme alle quali fanno riferimento. Ricordiamo, infatti, l'articolo 68 del Collegato ambientale e ricordiamo anche la dicitura che viene riportata all'interno di questo testo. E allora, evidentemente, questo testo è manchevole da un punto di vista giuridico e abbiamo la necessità di integrarlo: in quest'ottica si pone l'emendamento di Fratelli d'Italia, che cerca di riorganizzare normativamente quello che in questo momento risulta manchevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rampelli. Ne ha facoltà.

FABIO RAMPELLI (FDI). Grazie, Presidente. L'emendamento è ancora, diciamo così, più semplice, oserei dire persino banale rispetto a quelli che sono stati trattati fin qui, perché si tratta di ricostruire una logica, in una tecnica legislativa a dir poco discutibile, dove il combinato disposto di due definizioni totalmente difformi l'una dall'altra non può che acuire una confusione che crea evidentemente degli svantaggi, sia a chi diventa attuatore di questo provvedimento e, ancor più, a chi dovrebbe esserne fruitore.

Quindi, è un appello a semplificare il più possibile il lessico per arrivare, poi, a una definizione di contenuto e di sostanza che sia nelle condizioni di mettere lo strumento legislativo al servizio del territorio.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.105 Foti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Passiamo all'emendamento 4.29 Foti.

Ha chiesto di parlare il deputato Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, sarà, penso, per oggi, l'ultima illustrazione che faccio di un emendamento, anzi, la ringrazio per essere, lei, oggi pomeriggio, in Aula, fatto che non è abituale, soprattutto in assenza di telecamere, ma sono veramente lieto di poter avere anche un interlocutore come lei (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Signor Presidente, io continuo a notare, al di là del brusio, che vi è una volontà ben precisa di non rispettare quelle che sono le norme che il Parlamento si è dato, anche attraverso le leggi delega. La legge n. 400 del 1988 non è un orpello, non è un trofeo, è una legge che o la si rispetta o, semplicemente, la si abroga. Non vi piacciono alcune prassi, non vi piacciono alcune norme, non vi piace più seguire alcuni percorsi? Guardate che il Parlamento non è fatto solo per fare nuove leggi, è fatto anche per abrogare le vecchie, per modificarle; ma per quale arcano motivo noi dobbiamo continuare ad assistere a un baratto indecente, che sotto il profilo giuridico grida vendetta, tra il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri e il regolamento? Noi utilizziamo, voi utilizzate, il legislatore utilizza questo strumento anche con i poteri dell'urgenza, signor Presidente; e, anche sotto questo profilo, sarebbe abbastanza curioso capire quale verifica rispetto ai requisiti di necessità e urgenza viene condotta su decreti che, anziché introdurre immediatamente norme operative, rinviano ad altri strumenti che non entrano immediatamente in vigore; in realtà, si confonde il decreto-legge con la legge delega, perché la legge delega ben può rinviare ad altra data l'entrata in vigore di un principio che viene trasfuso in legge; il decreto-legge dovrebbe essere immediatamente operativo e, quindi, essere immediatamente applicabile. Come può essere immediatamente applicabile un decreto che rimanda all'adozione di un regolamento, a un DPCM che viene introdotto per bypassare la norma del regolamento? Perché se parliamo di regolamento la procedura è ancora più lunga.

A prescindere dal fatto che, lo dico così, se vi è tanto il problema rispetto al Consiglio di Stato per l'espressione del parere nei termini di 90 giorni, lo si riduca a 60 giorni, lo si riduca a 45 giorni, ma vi è il fatto di partire da questa ipotesi: noi sappiamo benissimo che, se adottiamo il regolamento abbiamo una scaletta di percorsi che ci portano ad avere cinque o sei mesi di tempo davanti; quindi, per bypassare questa procedura, ce ne inventiamo un'altra: ricorriamo al DPCM, tanto quello non può altro che essere molto più veloce e raggiungiamo lo stesso fine. Ebbene, io penso che sia un modo abbastanza anomalo per barattare norme, principi, istituti giuridici che nascono da fonti differenti.

Non voglio qui dire che il regolamento sarebbe anche più garantista verso i terzi, ma vi chiedo, signor Presidente e signor rappresentante del Governo: voi vi sentireste più garantiti da un regolamento che è passato al vaglio anche del Consiglio di Stato o da un DPCM che viene elaborato da alcuni uffici, mandato alla Presidenza del Consiglio e che entra in vigore senza questo controllo? Io non ho dubbi che, se dovesse interessare la vostra situazione personale, come qualsiasi persona di buon senso, vi riterreste ben più tutelati dall'autorevole parere del Consiglio di Stato rispetto a nessun parere. Ma è questo che fa paura, il parere della competenza, perché se si va alla competenza, l'ignoranza non può trionfare; allora, per far trionfare l'ignoranza, è meglio togliere la competenza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Presidente, anche in questo caso, attraverso l'emendamento di Fratelli d'Italia, noi cerchiamo di aggiustare una norma nei suoi contenuti formali, prima ancora che nei suoi contenuti sostanziali e ribadiamo la necessità di avere, all'interno di questo provvedimento, delle indicazioni che siano chiare, che siano certe e che diano anche delle risposte a tutti coloro i quali dovranno poi operare attraverso il CITE e attraverso il CITE dovranno dare delle indicazioni specifiche e precipue al territorio.

Allora, diventa essenziale che le indicazioni formali siano chiare e che queste indicazioni vengano date in modo certo. Ci pare, e la discussione che abbiamo tenuto in quest'Aula sino a questo momento né è evidentemente la prova, che invece queste indicazioni sono tutt'altro che chiare e sono tutt'altro che intellegibili. Riteniamo che sia doveroso da parte del Governo tenere in considerazione gli emendamenti di Fratelli d'Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Maschio. Ne ha facoltà.

Colleghi, per favore, colleghi, c'è molto brusio… colleghi, per favore! Prego.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Ovviamente le chiedo di riazzerare il tempo e di contare il minuto intero.

PRESIDENTE. È chiaro, è chiaro, deputato Maschio.

CIRO MASCHIO (FDI). Presidente, io comunico innanzitutto di sottoscrivere l'emendamento a prima firma Foti, perché lo condivido in pieno, sia nella forma che nella ratio.

Abbiamo discusso per anni dell'abuso dell'istituto del voto di fiducia in questo Parlamento da parte di innumerevoli Governi e, da un anno a questa parte, a tale critica si è aggiunta quella sull'abuso dello strumento del DPCM che, anche per l'emergenza sanitaria, è diventato una forma per bypassare le prerogative del Parlamento.

In questo caso, si sconfina nell'abuso del DPCM anche con riferimento ad un altro strumento che sarebbe assolutamente conforme alla legge n. 400 del 1988.

PRESIDENTE. Grazie.

CIRO MASCHIO (FDI). Non ha senso. Quindi, vi invito ad accogliere il nostro emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie Presidente, siamo ancora una volta a ristabilire la centralità della legge italiana, della normativa vigente rispetto a queste continue forzature e derive autoritarie. Quindi, mi sembra che, anche su questo emendamento, ci sia poco da aggiungere: noi siamo dalla parte del rispetto dei regolamenti, delle leggi che garantiscano, ovviamente, la trasparenza, il coinvolgimento di tutti gli organismi previsti e, ovviamente, come abbiamo già detto prima, anche il rispetto della democrazia. Riteniamo che questo riordino dei ministeri contenga molte forzature. Ho citato prima, anche a seguito degli interventi del collega Foti, precisi e taglienti come sempre, anche la sovrapposizione tra il CITE e il CIPESS, che già esistono, e hanno e avranno lo stesso obiettivo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie Presidente, ancora una volta Fratelli d'Italia denuncia l'utilizzo improprio dei DPCM, dei decreti che hanno una valenza meramente amministrativa del Presidente del Consiglio. E questo è, ancora una volta, un esempio addirittura introdotto in questa legge più volte. Noi riteniamo che, con questo emendamento del collega Foti, che sottoscrivo e che sostengo fermamente, si debba finalmente attuare un cambio di passo e si debba tornare alla ratio dei DPCM, senza dargli competenze diverse rispetto a quelle per le quali sono stati immaginati dallo stesso legislatore. Oggi invece c'è un utilizzo ultroneo - l'abbiamo già detto anche in relazione ad altri aspetti all'interno di questo provvedimento -, che svilisce il vero senso di questo atto. E' per questo che…

PRESIDENTE. Grazie.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). …l'emendamento è così formulato ed è per questo che Fratelli d'Italia continua ad insistere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Questo emendamento tende a riportare, oserei dire, coi piedi per terra tutti quanti. Abbiamo vissuto questa bulimica volontà di operare esclusivamente con strumenti eccezionali che hanno una valenza limitata nel campo dei decreti amministrativi che non avrebbero la valenza che invece è stata abusata in questi mesi.

Credo che l'aiuto che questo emendamento a prima firma Foti sia proprio quello di dire: ritorniamo ad una rilevanza costituzionale e anche amministrativa delle cose stesse. Quindi, non abusiamo del DPCM. Il DPCM deve essere uno strumento eccezionale che non può essere utilizzato anche oltre.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Sì, grazie Presidente, questo emendamento parte dal principio semplice per il quale il funzionamento degli organi - Presidente, lei dovrebbe saperlo - ha delle regole e delle garanzie. Si possono condividere o non si possono condividere, si possono cambiare le regole, compresa la legge n. 400 del 1988, ma, finché è vigente, va rispettata e non si può cambiare una legge delega con lo strumento del decreto-legge per arrivare, anche nel trasferimento di risorse verso il CITE, ad utilizzare lo strumento del DPCM e bypassare da un lato il parere delle Camere e delle Commissioni competenti, parere politico, e, dall'altro, il parere di legittimità del Consiglio di Stato, che sussisterebbe con lo strumento regolamentare, utilizzando - ripeto - uno strumento atipico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). Grazie Presidente, trovo questo emendamento del collega Foti molto interessante, nel senso che, di fatto, in assenza di un quadro di riferimento, il regolamento e una legge generale sono confusi. Tra l'altro, ricorderà il collega Foti che, prima del 1988, quando non c'era un regolamento in questo senso, si faceva addirittura capo alla cosiddetta legge Zanardelli, che era un deputato del Regno (ora non so se il collega Foti ci fosse già all'epoca, non penso), ma di qui, all'epoca, il Governo De Mita, come ricorderà il collega, andò a modificare questa norma, andando a portare al Parlamento una legge che, di fatto, andava a disciplinare le procedure, guarda caso, attribuite al Governo e, guarda caso, che vanno a normare e ad applicare il Titolo terzo della nostra Carta costituzionale; quindi, ritengo, se i colleghi avessero un minimo di attenzione al riguardo, che si tratta di un'ottima proposta emendativa, quella per cui il collega Foti va a scorporare, da una parte, l'abuso del DPCM…

PRESIDENTE. Grazie.

WALTER RIZZETTO (FDI). ... per andare, chiudo Presidente, ad entrare nel solco dei regolamenti ed è quello che dovremmo fare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rotelli. Ne ha facoltà.

MAURO ROTELLI (FDI). Grazie Presidente, non è la prima volta che, durante questo dibattito, partendo da questa mattina, Presidente, ci vediamo costretti, comunque sia, a proporre emendamenti che ricordano questa legge n. 400 del 1988. La necessità e l'urgenza sono forse al centro di quelle che sono le necessità stesse del legislatore, ma anche di questo emendamento. Il ricorso ai DPCM viene contrabbandato come necessità di velocità. Io credo, Presidente, che lei invece - mi rivolgo proprio a lei - dovrebbe intervenire, perché queste sono delle anomalie, e purtroppo io credo che il rischio sia quella di aver intrapreso un percorso che non sia più di garanzia per tutte le forze all'interno di questo Parlamento e, quindi, automaticamente anche di garanzia per gli italiani.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rachele Silvestri. Ne ha facoltà.

RACHELE SILVESTRI (FDI). Grazie Presidente, come diceva adesso il collega, con l'emendamento 4.29 Foti si pone un argomento che abbiamo già affrontato questa mattina con l'emendamento 3.3 Foti: riguarda proprio l'utilizzo del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri per l'attuazione di regolamenti. Questa cosa, come già esplicato dai vari colleghi, per noi è fondamentale modificarla, perché attualmente esiste già una norma che va, comunque sia, a riportare per provvedere alla formazione di un regolamento, quindi, noi chiediamo al Governo di ripensarci per modificare e far approvare questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Silvestroni. Ne ha facoltà.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Con questo emendamento, illustrato dal deputato Foti - e come ha già detto Foti, il Parlamento non fa solo le leggi, ma serve anche per abrogarle o modificare leggi - chiediamo di modificare il percorso che si è voluto individuare, ossia quello di utilizzare i DPCM; siamo passati dal periodo Conte, dove si portavano sempre decreti attraverso la fiducia, al Governo Draghi, che ancora sulla fiducia non si è molto espresso, ma, sicuramente, continua con i DPCM. Allora, noi vogliamo modificare, apportare modifiche per il bene della norma e, quindi, dare più certezze attraverso il CITE.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie Presidente, l'ennesima proposta costruttiva che non viene presa in considerazione dalla maggioranza; è una proposta di buon senso quella del ridimensionamento dell'istituto del DPCM.

Presidente, io sono profondamente convinto che lei questa proposta la voterebbe per storia politica, per percorso politico, per appartenenza, ma anche e soprattutto per quello che ha detto nel suo discorso di insediamento. Io me lo ricordo perfettamente quel discorso: la centralità del Parlamento, non dovevano esistere scorciatoie; addirittura non doveva esistere l'abuso del ricorso all'istituto della fiducia; certamente, se in quella occasione uno le avesse chiesto un'opinione sul DPCM, lei sarebbe stato molto diretto, molto chiaro e anche molto duro. Io non penso, Presidente, che lei abbia cambiato idea e che nemmeno il MoVimento 5 Stelle abbia cambiato idea: semplicemente, siete diventati forza di Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Mantovani. Ne ha facoltà.

LUCREZIA MARIA BENEDETTA MANTOVANI (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo anch'io per chiedere di sottoscrivere l'emendamento del collega, onorevole Foti, che va a sanare, attraverso una precisazione lessicale, una difformità del comma 8. L'intento è, quindi, quello di ridefinire le fonti, cancellando la definizione che richiama il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri; dunque, una fonte di rango inferiore che emargina Parlamento e Commissioni, con tutto ciò pregiudicando il principio democratico e la possibilità delle forze politiche di esprimere un certo indirizzo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.29 Foti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Passiamo all'emendamento 4.30 Ferro. Ha chiesto di parlare la deputata Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Parto dall'ultimo intervento sul precedente emendamento fatto dal collega di Fratelli d'Italia, sottolineando che, probabilmente, anche sul mio, come prima firmataria, insieme ai colleghi Zucconi, Albano, Prisco, Donzelli e Vinci, molti in quest'Aula lo condividono e molti lo voterebbero, a partire, ovviamente, dallo stesso MoVimento di cui lei fa parte. Mi auguro che, in questo senso, ci possa essere anche quell'atto di orgoglio nel pensare che non si cambiano le idee, non si cambiano i programmi, non si cambiano i progetti in base alla poltrona che si occupa, ma purtroppo ho la sensazione che così non sarà. Ciò perché questo emendamento è finalizzato fondamentalmente a dare concretezza al nuovo Comitato interministeriale per la transizione ecologica, prevedendo che operi attraverso il Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che già in qualche modo fornisce questo medesimo supporto al Comitato interministeriale per la programmazione economica e per lo sviluppo sostenibile.

Il testo licenziato in Commissione è un testo che, infatti, non ha tenuto conto del deficit della governance del CITE, perseverando quindi nell'incertezza, che abbiamo trovato in più emendamenti, del testo stesso deliberato dal Governo. Il CITE, al quale viene data tanta rilevanza, soprattutto dal MoVimento 5 Stelle, rischia di diventare una scatola vuota. Soprattutto, mi chiedo al momento quale rischio, alla fine, una scatola vuota porterà: il rischio, ancora una volta, di danneggiare il nostro Paese, di danneggiare l'economia e di rendersi conto, quando purtroppo è troppo tardi, che forse avevamo proposto qualcosa di sensato. Ciò soprattutto per una parte importante, perché voglio ricordare che tutto questo provvedimento ha una valenza di 64 miliardi all'interno del PNRR; è un Comitato che, per quanto ci riguarda, al momento possiamo definire un Comitato orfano, senza né padre né madre.

Allora, quest'Aula oggi è costretta ad occuparsi di questi provvedimenti che, in qualche modo, dovrebbe riorganizzare, finalizzati a soddisfare le esigenze dei cittadini, l'esigenza del Paese, ma che secondo me, nel momento in cui gli esponenti della maggioranza non sono propensi all'ascolto e all'accettazione delle nostre proposte, guardano solo ad altre finalità, che sono posizioni, piuttosto che, in qualche modo, quella prova muscolare che ormai contraddistingue la maggioranza - soprattutto una parte della maggioranza - da molto tempo.

In più, Fratelli d'Italia ha provato, io credo, a dare questo contributo, anche pensando ovviamente a tutto ciò che nel precedente Governo lo stesso MoVimento aveva in qualche modo messo in campo e che viene totalmente azzerato in questa nuova stesura. Allora, io chiedo al rappresentante del Governo di poter riflettere rispetto a questa proposta, una proposta che certamente è stata vagliata, è stata studiata e soprattutto che, alla fine, non mette in campo l'eventuale e ulteriore possibilità di non utilizzare delle strutture istituzionali che già svolgono queste funzioni, per poi poter dare, come è avvenuto in molti casi nel passato, tanti posti a tanti consulenti. Allora, se siamo qui a dichiarare che in qualche modo c'è un organismo che appartiene alla Presidenza del Consiglio dei Ministri che può far ciò, io credo che alla fine questo sia un atto di responsabilità, di trasparenza, ma soprattutto di intelligenza politica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Anche questo, come i precedenti emendamenti, si propone di modificare in meglio quella che è l'indicazione data all'interno di questo provvedimento. Noi riteniamo davvero che il riordino dei Ministeri e tutto quello che è inserito all'interno di questo atto sia superfluo in questo momento storico; lo abbiamo detto dall'inizio, ma se proprio il Governo deve portare in Aula atti come questi, allora è necessario che abbiano comunque una giusta connotazione giuridica e che abbiano, ovviamente, una funzionalità che possa essere poi esplicata nel prosieguo. Allora, anche questo emendamento di Fratelli d'Italia si propone di migliorare un testo che è manchevole sia da un punto di vista sostanziale che da un punto di vista formale; lo continuiamo a chiedere e continueremo a farlo con gli emendamenti successivi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Continua l'azione emendativa di Fratelli d'Italia che, come hanno illustrato i colleghi Foti e Ferro prima di me, va di fatto a migliorare un testo che è lacunoso anche dal punto di vista della architettura amministrativa, per cui andiamo a proporre che la Presidenza del Consiglio dei Ministri assicuri il supporto tecnico-organizzativo alle attività del CITE attraverso il Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica, che in sostanza serve appunto ad avere una visione d'insieme della transizione ecologica e della sostenibilità; è un tema che una forza politica della maggioranza in particolare utilizza come se fosse un hashtag, ma che in realtà riguarda il destino e il futuro dei nostri figli.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Con questo emendamento, Fratelli d'Italia, ancora una volta, fa una proposta a questo Governo che, tuttavia, mi sembra abbastanza sordo rispetto alle nostre richieste; una proposta di buonsenso, che la collega Ferro ha prima illustrato e che io ritengo doveroso quantomeno valutare. Con questa proposta, di fatto, noi chiediamo che il Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica vada a supporto del CITE fornendo un supporto, appunto, di tipo tecnico, ma anche organizzativo, di cui evidentemente nella formulazione della proposta di legge risulta assai orfano. Infatti il Governo si è limitato a fare una descrizione delle eventuali partecipazioni dei Ministeri al CITE stesso, senza tuttavia dare una visione organizzativa che possa dare un ruolo effettivo a questo…

PRESIDENTE. Osnato, prego.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie Presidente, onorevole deputato Roberto Fico (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), noi oggi stiamo aiutando il Governo a tenere fede alle promesse che ha fatto in quest'Aula ai cittadini italiani, ovvero che la transizione ecologica debba essere un elemento fondante del futuro di questa Nazione. Per esserlo, ha bisogno del supporto di strumenti adeguati, di strutture adeguate, di risorse adeguate e, quindi, noi crediamo che questo deve essere sancito - grazàùie all'emendamento che la collega Ferro ha predisposto - per tabulas. Pertanto chiediamo che la Presidenza del Consiglio si faccia carico di ciò e che quindi, come dice il testo stesso, attraverso il Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica, assicuri questo supporto tecnico adeguato.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole deputato Osnato. Prisco, prego.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie della confidenza, Presidente. Questa proposta in realtà torna sul tema che abbiamo più volte posto, cioè quel tempo necessario per gli obiettivi della transizione ecologica che andrebbero persi, soprattutto su alcuni temi importanti, tra cui quello dell'energia, che si è voluto trasferire alle competenze di questo Ministero. Trasferire risorse strumentali e risorse umane anche al Comitato interministeriale per la transizione ecologica rischia di far perdere troppo tempo e competitività all'Italia in questi termini.

Onde evitare, per bypassare la soluzione frettolosa ma politicamente illegittima, della forzatura normativa introdotta, di cui abbiamo discusso poc'anzi, cioè quella di trasferire competenze e risorse umane con DPCM anziché con regolamento, la collega Ferro propone una soluzione efficiente…

PRESIDENTE. Rizzetto, prego.

WALTER RIZZETTO (FDI). Grazie, Presidente. Trovo interessante, Presidente, anche questa proposta emendativa della collega Wanda Ferro, ovvero quella sul Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica che, tra l'altro, è un istituto che è stato creato per DPCM nel giugno 2007 - ricordiamo che esattamente un anno dopo, tra l'altro, la nostra collega Ferro divenne presidente della provincia di Catanzaro - che, di fatto, va a costruire una programmazione economico-finanziaria e a dare un supporto, sottosegretario, rispetto alle funzioni di indirizzo; cioè, di fatto, quanto va a cercare di normare la collega, è un qualcosa che già c'è. Fondamentalmente, serve che ci sia un avvallo da parte della maggioranza, perché, come saprete, il Dipartimento svolge già il segretariato del CIPE; tra l'altro tra il 2011 e il 2014, ricorderanno i colleghi, che la competenza di questo organismo fu un architrave affidata fondamentalmente al Ministero della Coesione territoriale. Quindi, riteniamo che sia una proposta chiaramente buona.

PRESIDENTE. Rotelli, prego.

MAURO ROTELLI (FDI). Grazie, Presidente. Nel sottoscrivere l'emendamento della collega Ferro, la richiamo al passaggio nel quale la collega ha sottolineato come il Comitato, cui fa riferimento questo emendamento, sia particolarmente delicato e importante, perché andrà a interessarsi della spesa di decine di miliardi del Piano nazionale, del PNRR. Quindi, è un ruolo importante, un ruolo che, Presidente, va supportato sia dal punto di vista tecnico sia dal punto di vista organizzativo. Cosa c'è di meglio che dare questa parte di supporto a un Dipartimento che già esiste? E' una cosa già pronta, è il Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica. Quindi, Presidente, questo è un emendamento non soltanto giusto e di buonsenso, ma è anche pragmatico, perché risolve nell'immediatezza un problema che altrimenti ci sarebbe nell'organizzazione dei lavori del Comitato. Io ritengo che lei debba tenere nella giusta considerazione questa nostra proposta fatta dalla prima firmataria, dalla collega Ferro, proposta che adesso io intendo sottoscrivere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Silvestri, prego.

RACHELE SILVESTRI (FDI). Grazie, Presidente. Anch'io, come il collega, vorrei sottoscrivere l'emendamento, perché con questo emendamento l'onorevole Ferro vorrebbe migliorare questo organismo, questo CITE, tramite il Dipartimento. Questo Dipartimento, che, come è stato detto dai colleghi, esiste già, quindi una struttura già esistente, già pronta per aiutare. Se andiamo a vedere le sue funzioni, c'è proprio quello che si va a chiedere nel comma 9, il supporto tecnico e organizzativo. Quindi, chiedo al Governo se magari ci dà una risposta, magari ci dà un segnale di condivisione, approvandoci questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Silvestroni, prego.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Grazie, Fico. Questo CITE è una scatola vuota, è una scatola senza genitore 1 e genitore 2, come lo chiama lei, Fico. Allora, noi chiediamo, con questo emendamento, che il MiSE possa andare in supporto a questa scatola vuota, che è il CITE, semplicemente per migliorarlo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Trancassini, Prego. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Un'altra proposta, un'altra possibilità di migliorare questa norma, altro silenzio da parte di tutto il Parlamento, soprattutto del Movimento 5 Stelle. Io credo, Presidente, che questo sia un dato politico che vada sottolineato. La transizione ecologica è stata sventolata come la grande novità di questo Governo e noi siamo qui oggi a cercare di migliorarla, di dargli dei contenuti. I colleghi che mi hanno preceduto hanno fatto tutti interventi nel merito, spiegando, appunto, come e attraverso quali sistemi si può dare contenuto a questa norma, ma tutte queste proposte cadono assolutamente nel silenzio di tutto il Parlamento, soprattutto del Movimento 5 Stelle, perché, vede Presidente, la transizione ecologica andava sventolata, certamente non andrà e non verrà praticata (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Deputata Mantovani, prego.

LUCREZIA MARIA BENEDETTA MANTOVANI (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento, che chiedo di sottoscrivere, presentato dalla collega Ferro, mira a completare e a definire maggiormente la disposizione relativa alla regolamentazione del CITE, del suo funzionamento e degli indirizzi che lo muovono. Contemplare l'inserimento del Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica, con il fine di assicurare il supporto tecnico e organizzativo alle attività del Comitato, permette di offrire una maggiore capacità di programmazione e una visione strategica a questo organo.

PRESIDENTE. Deputato Foti, prego.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, io penso che l'emendamento ponga una questione corretta, anche perché il Comitato tecnico, che viene istituito, è un Comitato tecnico a presenza variabile, nel senso che, contrariamente a quanto si dice, bisogna collegarlo alla precedente norma, che prevede che i Ministri che non fanno parte del CITE, ma che per uno specifico motivo debbono essere presenti alla riunione del CITE, verranno convocati. Faccio un esempio: il Ministro Di Maio, che non fa parte del CITE formalmente costituito, a questo punto si dovrà presentare con un tecnico, quindi abbiamo un comitato tecnico a presenza variabile.

È una novità direi tra i comitati tecnici, ma purtuttavia sono convinto che agirà talmente male da non farsi rimpiangere rispetto all'ipotesi originaria di costituzione corretta, così come la collega Ferro proponeva (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bignami. Ne ha facoltà. Per favore, fate passare Bignami. Prego.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Come già illustrato dai colleghi che mi hanno preceduto, la proposta è finalizzata a dotare di un supporto tecnico la struttura, anche in ragione delle scelte che poi la Presidenza del Consiglio può realizzare nell'andare a fornire di questo tipo di supporto la stessa struttura mediante la realizzazione di un comitato che, evidentemente, opererebbe sotto un profilo squisitamente tecnico, senza con ciò interferire in ordine alle valutazioni di priorità che dovessero ispirare il Governo nella definizione dei programmi. Pertanto, con questa richiesta di qualificare sul piano operativo il Dipartimento stesso, auspichiamo un accoglimento dell'emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.30 Ferro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.31 Ferro.

Ha chiesto di parlare la deputata Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Devo dire che l'emendamento è un po' simile a quello precedente, ma con una differenziazione, e mi auguro che anche questo possa sortire una riflessione positiva anche perché stamani, quando sono stati elencati i pareri del relatore, ovviamente conformi anche rispetto a quelli del Governo, secondo me avremmo potuto risparmiare sulla tabella di marcia un po' di tempo perché sarebbe stato più facile dire: uno con parere favorevole mentre per tutti gli altri invito al ritiro altrimenti parere contrario.

Però, ci contraddistinguiamo anche per questa capacità di non arrenderci mai, perché la politica deve avere anche il buon senso e la tempra di cercare di convincere. Ma, soprattutto, la cosa più strana è convincere dei colleghi che, fino a 2-3 mesi fa, sostenevano quello che stiamo in questo momento discutendo.

Questo emendamento è finalizzato a garantire al Comitato - ovviamente al CITE - tra gli altri, il supporto di strutture già operanti, come nel caso del precedente emendamento, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, dotate, ovviamente, di quella conoscenza, di quella professionalità e di quel know-how necessario per far sì che questo Comitato in qualche modo possa iniziare a lavorare sin da subito. Ci si riferisce, in particolare, ovviamente, in questo caso al nucleo di valutazione e di verifica degli investimenti pubblici, che è dotato di specifiche competenze in materia ambientale e di valutazione degli investimenti pubblici necessari per il funzionamento del Comitato stesso.

E, allora, io formulo un auspicio, ovviamente, chiedendo anche, insomma, un'approfondita visione, in qualche modo, rispetto a quello che stiamo proponendo anche in termini di risparmio. Capiamo che probabilmente saranno rigettati nella speranza poi di potere usufruire di risorse professionali dall'esterno, magari di persone vicine politicamente per poter elargire prebende e consulenze, però mi piacerebbe pensare che con questo emendamento riusciamo a sfatare un po' quel marchio di fabbrica di un agire sconclusionato, in qualche modo contraddittorio tra quello che si diceva e che molti in quest'Aula hanno fatto e hanno votato precedentemente rispetto a quello che, invece, andranno a fare da qui a qualche minuto.

E, a proposito di ambiente, e, se si pensa al mare, abbiamo presentato emendamenti e mi riferisco alla proposta della presidente Meloni sul Ministero del Mare, in un mare in tempesta - perché è sempre un mare in tempesta, frutto di tutto ciò che viene messo in campo - mi chiedo come si possa aiutare questo Paese, come si possa salvare l'Italia se, spesso, è in mano agli stessi nocchieri che l'hanno condotta alla tempesta (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Questo lo dico, Presidente, mi creda, con grande amarezza, perché io credo che in politica ci siano delle doti importanti come la libertà, perché quando si è liberi in qualche modo di dire il proprio pensiero, la propria passione ma anche la possibilità di mantenere fede agli impegni, ai programmi, alle proposte, a tutto ciò che in qualche modo… mi riferisco a lei perché si faccia ovviamente portavoce verso i colleghi del MoVimento, che oggi vedono sinceramente rinnegato tutto il lavoro che in qualche modo avevano messo in campo.

Quindi, mi dispiace, perché vedo anche un Parlamento balcanizzato, un po' prono al Governo, pur di stare dove stiamo col vento in poppa (ma mi pare che il vento in poppa in questo momento non ci sia fuori da questo palazzo), e voteranno anche contro e saranno conformi al parere del relatore, al parere del Governo e al parere di chi ha rinnegato ciò che in qualche modo prima sosteneva (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Presidente, anche in questo caso noi abbiamo la necessità di apportare una modifica, una modifica sostanziale perché riteniamo che si possa migliorare questo testo anche attraverso l'utilizzo di strumenti giuridici che già c'erano, anche attraverso l'utilizzo di dipartimenti, di organismi e, ovviamente, anche di personale tecnico-amministrativo che già era ricompreso all'interno dei Ministeri e che in questo caso può essere riutilizzato.

Riteniamo che dover necessariamente aggiungere qualcosa di nuovo a qualcosa che già c'è e che probabilmente è perfettibile - ma sicuramente ha avuto una sua funzione sino a questo momento - non necessariamente denota la possibilità e la volontà di migliorare: quindi, in questo senso anche questo emendamento di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Come ha detto la collega che mi ha preceduto - e io, anzi, sottoscrivo anche questo emendamento - Fratelli d'Italia continua a ragionare con una logica da forza che vuole governare dall'opposizione, migliorando i testi normativi proposti, e lo fa entrando in ogni rigo della normativa, andando a proporre miglioramenti e andando soprattutto a rafforzare quella che dev'essere una visione centrale da parte della Presidenza del Consiglio e, quindi, della massima autorità e dei massimi uffici del Governo della Nazione rispetto a un tema, come quello della transizione ecologica, che, al di là degli slogan di Grillo e del MoVimento 5 Stelle, in realtà riguarderà il destino di tutti noi e il destino soprattutto di una Nazione che ha perso molti treni, quello dell'innovazione sicuramente…

PRESIDENTE. Grazie.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). …e il passaggio dall'industria tecnologica all'industria digitale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Intanto la ringrazio, perché mi inorgoglisce che finalmente mi chiama deputato, adesso l'ho notato.

PRESIDENTE. È stata una sua richiesta!

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Infatti, la ringrazio. Presidente, visto che oggi lei è magnanimo, sicuramente comprenderà il lavoro che sta facendo Fratelli d'Italia e, per sua intercessione, voglio parlare al Governo su questo. L'emendamento 4.31 e in generale gli emendamenti che ha presentato la collega Ferro, così come ha ben esplicitato, servono a dare un corpo, un'organizzazione al CITE. Allora, volevo chiedere al Governo: se voi rifiutate la nostra richiesta di conferire al CITE la possibilità di avvalersi della struttura della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in che modo alternativamente dovrebbe lavorare? Perché voi, rifiutando questo nostro emendamento, non ci dite in realtà in che modo il CITE potrebbe avere una sua organizzazione, una sua funzione, una sua modalità di lavoro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. Noi crediamo che uno dei grandi vulnus della politica degli ultimi anni sia quello di non dare seguito, poi, agli intendimenti che si comunicano ai cittadini. Allora, se qui abbiamo ritenuto, o meglio, ha ritenuto il Governo di puntare sul concetto di transizione ecologica, crediamo che questa debba poi vedere un suo completamento, debba avere una sua dignità e debba avere anche, come dicevo anche prima, degli strumenti adeguati che possano dar seguito a questo intendimento.

Allora, non credo sia una richiesta così esotica quella di Fratelli d'Italia di specificare quali sono le strutture a cui questo Comitato può attingere per poter svolgere la propria funzione. Non credo che sia un'impuntatura poco concreta quella del nostro partito e del nostro gruppo di voler definire bene i contenuti della vicenda.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Mi pare questa seconda soluzione offerta dall'emendamento della collega Ferro una soluzione che offra un'opportunità, soprattutto oggi che vi è ancora la necessità di emanare atti di trasferimento, di organizzazione delle risorse strumentali ed umane a supporto del CITE. Lei con questa proposta, a differenza di quella precedente, che sanciva sostanzialmente il supporto tecnico-organizzativo delle attività attraverso il Dipartimento di programmazione e coordinamento della politica economica, dà l'opportunità di potersene avvalere, soprattutto in questa prima fase di avvio e per non perdere il passo di un tema importantissimo come quello della transizione ecologica, ma soprattutto dei provvedimenti che il CITE, così come il Ministero, avranno da curare. Mi pare che sia una ipotesi di lavoro tutt'altro che ideologica, tutt'altro che dettata da necessità…

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). Grazie, Presidente. Ritengo ancora una volta questa proposta emendativa sicuramente una proposta intelligente, nel senso che si fa riferimento alle strutture della legge 17 maggio 1999 (Riordino - come lei sa, Presidente - degli incentivi all'occupazione e della narrativa fondamentalmente che disciplina INAIL). È la stessa normativa, di fatto, poi, che disciplina INAIL rispetto al riordino dei cosiddetti enti previdenziali in seno ad INAIL, ma non soltanto ad INAIL. Tra l'altro, ricordo che c'erano già dei colleghi qui alla Camera deputati, il collega Foti piuttosto che il collega Rampelli, già eletti tre anni prima, che andarono a normare di fatto questo tipo di impostazioni, eletti alle politiche del 1996, che di fatto, oltre a quanto prima ricordavo in termini di riordino previdenziale, andavano a programmare, a valutare e a monitorare gli investimenti pubblici. Quindi, se non volete incorrere in un ossimoro, ritengo sia cosa buona e giusta votarlo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rotelli. Ne ha facoltà.

MAURO ROTELLI (FDI). Grazie, Presidente. Allora, 4.30, 4.31 e 4.32 sono i tre emendamenti presentati a prima firma Ferro, Presidente, nei quali stiamo provando - parlo con lei affinché mi faccia da tramite con il Governo - a migliorare e supportare il CITE. Questa mattina abbiamo provato, attraverso un'altra serie di emendamenti, specificando anche un po' di dubbi che avevamo nella costituzione di questo Comitato, di migliorarlo. Questi tre emendamenti, in maniera particolare questo, fanno riferimento a delle strutture già presenti all'interno della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e lo fanno con delle proposte intelligenti da parte della collega Ferro. Infatti, all'interno della Presidenza del Consiglio dei Ministri ci sono non soltanto delle strutture pronte, già come avevamo fatto riferimento nel precedente emendamento, al Dipartimento sull'economia, ma anche una serie di competenze in materia ambientale e pronte per essere predisposte anche per quanto riguarda tutta quella che è la valutazione degli investimenti pubblici, che sono al centro della spesa del PNRR (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Silvestri. Ne ha facoltà.

RACHELE SILVESTRI (FDI). Grazie, Presidente. Anche adesso, con l'emendamento 4.32, come l'emendamento precedente, andiamo a cercare di portare un miglioramento, di portare il nostro contributo per cercare di migliorare il CITE. Anche in questo caso, con l'articolo 1 della legge n. 144 del 1999, possiamo leggere: “Unità tecniche di supporto alla programmazione, alla valutazione e al monitoraggio degli investimenti”. Quindi, questo non vedo come possa essere un emendamento che vada contro la struttura che si sta andando a proporre, quindi, di nuovo, mi rimetto a lei, Presidente, chiedendo al Governo se magari, anche in questo caso, ci dà la possibilità di portare questo miglioramento al provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Silvestroni. Ne ha facoltà.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Grazie, Presidente. Sottoscrivo questo emendamento perché è un emendamento che vuole rafforzare una visione centrale della Presidenza del Consiglio dei Ministri sul ruolo del Ministero della Transizione ecologica. Credo che questa sia una proposta obiettiva e chiedo, quindi, al sottosegretario presente eventualmente di invitare la maggioranza a votarlo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Innanzitutto, vorrei sottoscrivere questo emendamento e complimentarmi con la collega Ferro per l'esposizione e anche per la passione con cui ci ha spiegato il mezzo attraverso il quale è possibile migliorare quello che la maggioranza ha scritto. Dico che ciò non solo è possibile, ma diventa doveroso; eppure noi stiamo cercando di dimostrarvi che è possibile non utilizzare e non abusare dello strumento del DPCM, così come vi stiamo dimostrando - la collega Ferro lo ha fatto molto bene - che esiste la possibilità ora di decidere per domani e non utilizzare domani la task force che anche in questo caso probabilmente tornerà di moda. Proviamo a ricondurre la discussione su temi costruttivi; per fare questo, però, Presidente, bisogna essere in due e purtroppo quello che noi proponiamo rimane lettera morta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Mantovani. Ne ha facoltà.

LUCREZIA MARIA BENEDETTA MANTOVANI (FDI). Grazie, Presidente. L'emendamento in questione conferisce alla disposizione uno strumento in più al fine di garantire una maggiore efficienza nel processo decisorio, nonché nell'allocazione di risorse dedicate al perseguimento della missione. Il CITE, regolato dal provvedimento in esame, rischia di essere uno strumento vuoto e fine a se stesso, ed è pertanto fondamentale garantire il buon andamento.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI (ore 18,34)

LUCREZIA MARIA BENEDETTA MANTOVANI (FDI). Quindi, chiedo di sottoscrivere l'emendamento della collega Ferro, che ha posto al centro della sua proposta emendativa una logica fondata sull'efficienza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Sì, Presidente, io penso che la collega Ferro abbia fatto un grosso sforzo nel cercare di spiegare le ragioni per le quali questo emendamento dovrebbe essere approvato. Tra l'altro, stiamo parlando non di un emendamento che può essere tacciato di volontà politiche particolari, perché, nel momento in cui si dice di avvalersi della struttura tecnica del Gabinetto del Consiglio dei Ministri e della Presidenza del Consiglio, mi pare che si faccia una apertura chiara ad un aspetto tecnico e non certo politico.

Tra l'altro, penso di poter dire che la struttura che viene qui rappresentata è una delle strutture fiore all'occhiello della nostra burocrazia. Quindi, anche sotto questo profilo, la reazione è francamente una presa di posizione politica inutile da parte di una maggioranza arrogante.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bignami. Ne ha facoltà. Attendiamo che giunga il collega Bignami. A lei la parola.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. L'emendamento in questione intende, anche recuperando il senso e la ratio complessiva di quello precedente, dotare la struttura di un possibile supporto, che in questo caso dovrebbe appunto essere ritrovato nella Presidenza del Consiglio, ai fini di non renderla una scatola vuota - e magari gravata da responsabilità rispetto alle quali non potrebbe poi dare alcuna effettiva concretezza - ma di renderla invece, al contrario, uno strumento di efficiente gestione delle competenze ad essa affidate, avvalendosi appunto di quelle strutture della Presidenza, che altrimenti non potrebbero supportarla nella sua azione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mollicone.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Aspetti, perché risulta che lei abbia già parlato: sì, per quarto. Quindi, sul prossimo emendamento, nel caso.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.31 Ferro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Passiamo all'emendamento 4.32 Ferro. Ha chiesto di parlare la deputata Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. In linea con i due precedenti emendamenti, condivisi ovviamente dai colleghi di Fratelli d'Italia, anche questo devo dire è simile, per alcuni aspetti, perché per altre sfumature è differente. Infatti, questo emendamento è finalizzato sempre a garantire al CITE quel supporto fornito dal nucleo di valutazione e di verifica degli investimenti pubblici già operante presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e dotato di specifiche competenze in materia ambientale e di valutazione degli investimenti pubblici necessari per il funzionamento del Comitato.

Allora, auspicando una motivazione - perché poi, alla fine, siamo qui da tante ore cercando di comprendere anche le ragioni di questi voti contrari, del parere con l'invito al ritiro - mi piacerebbe capire se, da parte della maggioranza e da parte del Governo, c'è un'idea che riguarda le unità che lavorano presso la Presidenza del Consiglio, che svolgono, per esperienza, per conoscenza, per professionalità, una funzione di supporto da tanto tempo e non godono della fiducia dello stesso Governo, o se, eventualmente, in qualche modo, c'è la mancata volontà anche di realizzare un risparmio, perché è normale realizzare risparmi, se si utilizzano delle strutture già operanti, soprattutto in un momento come quello del COVID, dove ci sono grida di allarme sugli investimenti pubblici, grida di allarme anche e non soltanto rispetto a investimenti per come vengono realizzati o per come vengono scelti, ma anche perché possono essere preda in molti casi anche di ambienti malavitosi, i quali, vedono ovviamente la possibilità di tante risorse; io credo che, attraverso quelle strutture, troverebbero, invece, comunque un maggiore controllo gli investimenti. Allora, sono convinta dell'idea. Spesso quando si fanno discussioni in Parlamento, si pensa anche di sprecare molto fiato; però almeno, dopo aver pensato una cosa e dopo averla condivisa con il gruppo di Fratelli d'Italia - è chiaro il continuare a proporla -, mi viene in mente quello slogan: “Il possibile l'abbiamo sempre fatto, l'impossibile lo stiamo facendo, per i miracoli ci stiamo attrezzando”. Io sinceramente credo che ci vorrebbe veramente un miracolo affinché questo Governo ascoltasse le proposte, le iniziative, i programmi, le prospettive, ma soprattutto il contributo dell'unica vera e sola opposizione, ma soprattutto di quell'opposizione, che non è strumentale e fine a se stessa, ma che vuole collaborare, per evitare che anche in questo decreto si reiterino gli stessi errori del passato.

Purtroppo, molte volte sbagliare è umano, ma perseverare è diabolico. Quindi, gradirei, da parte della rappresentante del Governo - che ringrazio ovviamente, perché mi rendo conto dell'attenzione nell'ascolto rispetto a come eravamo abituati, a rappresentanti che passavano più tempo sul cellulare che ad ascoltare i nostri interventi - di motivarmi il perché di questa scelta, per quanto mi riguarda anche poco trasparente dal punto di vista economico, nell'avere delle strutture dello Stato, della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e non volerle utilizzare. Grazie, se avrò una risposta, le sarò particolarmente grata (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, per un minuto, la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Quello dell'utilizzo e del miglior utilizzo del capitale umano all'interno dei Ministeri è purtroppo uno di quei temi che non è stato affrontato o non è stato affrontato adeguatamente. Le risorse umane che vengono utilizzate nella pubblica amministrazione hanno la necessità di essere inserite all'interno di un percorso che sia non soltanto un percorso di crescita professionale, ma che dia anche la possibilità di sviluppare capacità, attraverso il mettersi in gioco all'interno di nuovi ruoli e di nuove funzioni.

All'interno di questo provvedimento, però, tutto ciò che riguarda lo spostamento dei dipendenti da un Ministero all'altro, da una funzione all'altra, è stato non solo sottovalutato, ma mal considerato, da un punto di vista economico, da un punto di vista di carriera, ma soprattutto dal punto di vista del massimo efficientamento della pubblica amministrazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mollicone, per un minuto. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Vedete, è talmente discutibile, e discussa, la costituzione di questo ennesimo Comitato ministeriale - che persino nell'acronimo ha clonato quello originario, cioè il CIPE, che poi è diventato CIPESS -, che giustamente Fratelli d'Italia, con il collega Foti e la collega Ferro, ha pensato bene di far notare questa cosa, dicendo la banalità e l'ovvietà del bene, ossia che, esistendo lo stesso Comitato in seno alla Presidenza del Consiglio, come prevede l'articolo 1 della legge del 1999, le strutture di questo devono essere messe a disposizione del CITE.

Infatti, chi meglio della Presidenza del Consiglio sa, considerati anche i soldi stanziati all'epoca della legge (nel 1999, erano addirittura 8 miliardi), insieme agli uffici statistici, quindi, giustamente, per avere il controllo della situazione, quale struttura migliore del CIPESS, che voi oggi andate a clonare ancora una volta, solo per un posizionamento politico (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente, anche con questo emendamento, che è abbastanza simile a quello precedente, ma non banale, noi vogliamo dare, come Fratelli d'Italia, al CITE una vera e propria organizzazione, una funzione, una vocazione che, con il provvedimento in esame, il Governo non riesce a dare. Voi avete immaginato questo CITE come un insieme di componenti facenti parte dei diversi Ministeri senza, tuttavia, attribuirgli una vera e propria funzione organizzativa; ma, senza organizzazione, è impossibile che svolga una qualsiasi funzione, ammesso che voi lo vogliate. E, quindi, ritengo veramente incomprensibile come il Governo, ancora una volta, anche con questo emendamento, l'ultimo emendamento della collega Ferro sul tema, respinga la richiesta di Fratelli d'Italia. È una richiesta che è semplice forse, ma è oggettiva, è necessaria, anche per dare un senso a questo provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie Presidente, credo che vada apprezzato il lavoro che Fratelli d'Italia, in questo caso la collega Ferro, hanno voluto fare. Lo dico, perché si può considerare questo provvedimento come un atto dovuto o come un'occasione da sfruttare per cercare di dar seguito a quelle che sono le tante intenzioni che vengono praticate o, meglio, ideate e, poi, magari non praticate dai vari Governi. Questo decreto ha una valenza, appunto, di riordino e di attribuzione ai Ministeri: allora, o è una presa d'atto e, quindi, siamo qui a discutere del nulla, oppure si cerca di comprendere come possano essere migliorate le modalità che sono state individuate. Credo che Wanda Ferro abbia voluto studiare a fondo questo tema, abbia voluto a fondo trovare delle imperfezioni e ha dato delle opportunità. Sta all'Aula coglierle (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Prisco. Ne ha facoltà, per un minuto.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento, come gli altri della collega Ferro, mira all'ottimizzazione delle risorse umane nella costituzione, nel centrare lo strumento propulsivo per il funzionamento del CITE, facendo in questo caso, nella proposta di specie, riferimento alle specifiche competenze in materia ambientale e di valutazione degli investimenti pubblici che vi sono nelle strutture della Presidenza del Consiglio. Questo a differenza di quello che è stato fatto in sede di riformulazione dal Governo, per cui, in ambito di Ministero della Transizione ecologica e di CITE, ogni riformulazione di ogni emendamento ha fatto corrispondere un aumento di dotazioni organiche, di risorse umane e di spese per la finanza pubblica.

Poiché fino a ieri, abbiamo anche vissuto - e concludo, Presidente - la protesta di chi aveva un'attività e oggi si trova chiuso per decreto, di chi ha perso il lavoro, di quelle imprese che hanno perso la speranza, quel 40 per cento di imprese che - concludo, Presidente - rischiano la chiusura, mi sembra corretto intervenire nell'ottimizzazione della spesa pubblica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sempre a titolo personale, il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà, per un minuto.

WALTER RIZZETTO (FDI). Presidente, di fatto, l'emendamento 4.31, il precedente della collega, prende efficacia, sviluppando il 4.32. Ovvero quando - e vado a citare, a ricordare - le attività del CITE vanno, di fatto, ad essere ampliate, amalgamate e il loro perimetro, di fatto, viene incluso all'interno delle strutture di cui all'articolo 1, come prima detto, della legge 17 maggio del 1999, significa cercare di allargare, di favorire una cooperazione rafforzata ed allargata anche nei confronti e rispetto a ciò che la legge del 17 maggio del 1999 afferma. E che cosa va a dire la legge del 17 maggio del 1999? Lo ricordo e lo rinnovo: c'è una disciplina per quanto riguarda, ad esempio, gli enti previdenziali; previdenza statale, che è una base essenziale della nostra società.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rotelli. Ne ha facoltà, per un minuto.

MAURO ROTELLI (FDI). Grazie, Presidente. È il terzo emendamento a firma della collega Ferro, è il terzo emendamento nel quale proviamo a portare delle modifiche e, soprattutto, un aiuto di carattere operativo, pragmatico all'operatività e alle funzioni del CITE. Presidente, con riferimento agli altri due emendamenti, nel tempo che mi è stato messo a disposizione, ho detto di come abbiamo pensato di poter aiutare la parte operativa di questo Comitato. Questa volta, invece, le voglio dire che siamo al 7 di aprile e il Governo Draghi ha giurato davanti al Presidente della Repubblica, se non erro, verso metà febbraio, in maniera particolare il 13. Siamo al 7 di aprile e tutto questo tempo che c'è in mezzo è il tempo che è servito per gli accordi, per la divisione dei Ministeri, per la riorganizzazione. Deve pensare, Presidente, che questo tempo poteva assolutamente essere dedicato ad indire e a celebrare delle nuove elezioni per la nostra Nazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Silvestri. Ne ha facoltà, per un minuto.

RACHELE SILVESTRI (FDI). Grazie, Presidente. Ancora siamo qui, per la terza volta, a chiedere di approvare questo emendamento. Come è stato prima espresso dall'onorevole Ferro, siamo ancora qui a chiedervi di aiutarvi a migliorarlo, perché, se andiamo a vedere, comunque sia, l'articolo 1 della legge n. 144 del 1999, il comma 1, dice: “al fine di migliorare e dare maggiore qualità ed efficienza al processo di programmazione delle politiche di sviluppo”. Quindi, quale migliore cosa per andare a migliorare questo CITE? Ripeto, noi siamo ancora qui ad aspettare una voce dal Governo e speriamo in una voce favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. L'ennesimo emendamento finalizzato a riempire, sostanzialmente, un vuoto, perché, fino adesso, abbiamo parlato di proposte concrete, in questo caso, parliamo della struttura organizzativa che la collega Ferro ha inteso migliorare con questa proposta. La verità è che questa riforma rimane soltanto sulla carta, sterile, è stata una scelta decisamente ed esclusivamente di propaganda, perché, altrimenti, non si spiegherebbe il silenzio della maggioranza e, in particolar modo, del Movimento 5 Stelle. Se vogliamo essere un po' ottimisti, Presidente, e noi un po' lo siamo per natura, vogliamo sperare che tutte queste proposte, come è accaduto durante la pandemia, oggi non vengono apparentemente prese in considerazione, ma domani, quando sarà ora, magari qualche cosa prenderete da Fratelli d'Italia e, ovviamente, direte che lo avete fatto voi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Mantovani. Ne ha facoltà, per un minuto.

LUCREZIA MARIA BENEDETTA MANTOVANI (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento, molto simile al precedente, si avvale di una disposizione già presente nel nostro ordinamento e fa riferimento alle unità tecniche di supporto, alla programmazione, alla valutazione e al monitoraggio degli investimenti pubblici. Tali unità garantiscono il supporto tecnico, offrendo una valutazione quanto più ampia, che può benissimo essere incardinata nella logica del CITE e che rende, pertanto, a mio avviso, meritevole di attenzione l'emendamento della collega Ferro, che chiedo di sottoscrivere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Foti. Ne ha facoltà, per un minuto…Il deputato Zucconi al posto di Foti. Prego.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento recita: “Al comma 1, capoverso articolo 57-bis, comma 9, dopo le parole: “alle attività del CITE” aggiungere le seguenti: “attraverso le strutture di cui all'articolo 1 della legge 17 maggio 1999 n. 144”. Come è stato già ben spiegato, ma lo ripetiamo, è un segnale anche per usare delle strutture operative già funzionanti e per eliminare quel sospetto che si voglia contrapporre, in modo anche ideologico (ne sarebbero prova i vari passaggi di competenze dal MiSE al MiTE), volendo superare quel conflitto, che secondo me non è assolutamente giusto, fra sviluppo e tutela dell'ambiente. Quindi, queste strutture, secondo noi, vanno utilizzate - il CIPESS in modo particolare - e questo emendamento è volto proprio a finalizzare questo risultato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Come gli emendamenti già illustrati precedentemente, a firma della collega Ferro, riteniamo opportuno dotare di una struttura operativa e tecnica adeguata il Comitato, al fine di rendere possibile un'effettiva validazione da parte degli organi, sia dal Presidente del Consiglio che dai Ministeri competenti, al fine di poter dare un'effettività e una struttura realmente efficace a un ente che, diversamente, rimarrebbe sprovvisto di effettivi poteri di verifica e di valutazione tecnica delle competenze ad esso delegati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Non essendovi altre richieste di intervento, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.32 Ferro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Essendo giunti alle ore 19 circa, sospendiamo l'esame del provvedimento, che riprenderà con prosecuzione notturna a partire dalle ore 20,30, come previsto dal vigente calendario dei lavori.

La seduta, sospesa alle 18,55, è ripresa alle 20,30.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANDREA MANDELLI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascari, Brescia, Casa, Comaroli, Covolo, Gebhard, Giachetti, Lollobrigida, Losacco, Muroni, Pastorino, Tasso e Vignaroli sono in missione a decorrere dalla ripresa notturna della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente 98, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 2915-A​)

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 2915-A: Conversione in legge del decreto-legge 1° marzo 2021, n. 22, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri.

Passiamo, quindi, all'emendamento 4.101 Testamento.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Testamento. Ne ha facoltà.

ROSA ALBA TESTAMENTO (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Questo emendamento ha l'obiettivo di far rientrare tra le competenze del CITE, del Comitato interministeriale per la transizione ecologica, anche la possibilità di introdurre la valutazione di impatto sanitario nell'ambito della procedura di autorizzazione integrata ambientale o di valutazione di impatto ambientale, chiaramente nel caso di rischi per la salute pubblica, anche dove non attualmente prevista. Sul territorio nazionale sono presenti centinaia di impianti industriali, che rilasciano inquinanti nei suoli e nelle falde idriche, producendo un impatto notevole sulla salute pubblica. Per questo il tema della valutazione di impatto sanitario assume un'importanza fondamentale al fine di garantire la salute delle popolazioni interessate da eventuali installazioni. Purtroppo, nell'ambito dei procedimenti di rilascio, rinnovo e riesame delle autorizzazioni integrate ambientali le ricadute sanitarie degli impianti vengono del tutto ignorate. Tale prassi è stata stigmatizzata sia dall'Istituto superiore di sanità, che nel recente Report ambiente e salute ha parlato testualmente di lacuna metodologica nella procedura prevista dal Codice dell'ambiente, sia dal Consiglio di Stato, che in una sentenza del 2019 ha sancito la necessità di procedere alla valutazione di incidenza sanitaria qualora durante l'istruttoria AIA sia dimostrata l'esistenza di pericoli per la salute pubblica. Quindi, si tratta di un di un emendamento importante, che merita di essere preso nella dovuta considerazione da parte del Governo e di quest'Aula, perché chiede, nell'ambito dei procedimenti di rilascio, rinnovo e riesame delle autorizzazioni integrate ambientali, di tenere conto delle ricadute prodotte dagli impianti sulla salute dei cittadini.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Prisco, che non è in Aula.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone, che non è in Aula.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucaselli, che rinuncia.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.101 Testamento, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Aspettiamo un momento che stanno entrando i colleghi.

Ci stanno agganciando sia in tribuna che in transatlantico (Dai banchi del gruppo Fratelli d'Italia si grida: “Chiudi!”).

Purtroppo dal transatlantico non danno l'ok e se non mi danno l'ok non è corretto chiudere la votazione.

Capisco voi, però è anche corretto che i colleghi in transatlantico (Commenti)

Mi comunicano che il transatlantico non è collegato; io mi fido di chi mi assiste.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Passiamo all'emendamento 4.03 Ciaburro.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Quello che è successo è veramente particolare. Questo emendamento, alla stregua di tutti quelli presentati a questo provvedimento da Fratelli d'Italia, è per mettere di nuovo sotto i riflettori una questione di rilevante importanza per il nostro Paese. Entriamo nel tema del superbonus, una misura straordinaria, potenzialmente, ma che potrebbe e ha dimostrato di avere molte criticità.

Al tempo stesso, però, ha un potenziale davvero straordinario, perché si riversa su professionisti, artigiani, non impiega soltanto il muratore, ma il piastrellista e i commercianti; è davvero trasversale per quelle che potrebbero essere le opportunità di ricaduta.

Certo è che ha manifestato e continua a manifestare moltissime criticità. Io non so quanti in Aula abbiano trovato o avuto il tempo di leggere questo emendamento, ma, certamente, molti di noi, se non tutti, hanno avuto sollecitazioni da parte di professionisti, di amministratori, di artigiani, di ditte, per tutte quelle che sono le lungaggini, comprese quelle che riguardano gli enti locali, quindi, i comuni che devono rilasciare permessi in un groviglio di certificazioni che ovviamente portano ad allungare tanto i tempi. Poi, abbiamo visto anche interpretazioni sulle norme a volte non allineate rispetto alla norma che hanno determinato e creato ancora più confusione. Certo è che anche il periodo che stiamo vivendo non aiuta sotto il profilo delle chiusure; inizialmente c'erano gli amministratori che non potevano incontrarsi con i condomini, per cui non potevano deliberare, e, quindi, tutto questo ha determinato delle lungaggini anche in termini temporali alle quali in qualche modo e a spizzichi si è dato un certo riscontro. È notizia recente che c'è un'ulteriore criticità che va emergendo e mi riferisco a quelle situazioni di aumento dei costi delle materie prime che, chiaramente, creano ancora più confusione e, soprattutto, non creano certezze nell'operare.

Ecco perché noi, da sempre, stiamo chiedendo la proroga di questo strumento che riteniamo molto valido e, soprattutto, con questo emendamento chiediamo di istituire una cabina di regia, allo scopo, proprio, di coordinare, integrare e semplificare tutte quelle misure in modo organico per poterle implementare e semplificarne l'interpretazione per tutti i soggetti interessati. Chiediamo l'istituzione di questa cabina di regia presso il Ministero della Transizione ecologica con più funzioni, quindi, razionalizzazione e semplificazione della regolamentazione; sappiamo tutti anche che oltre tutte le procedure, gli immobili che vanno ad attivare questa procedura relativa al “bonus 110” hanno spesso delle difficoltà e delle difformità. Quindi, prima di poter iniziare tutto l'iter del “bonus 110” queste difformità in qualche modo vanno sanate, ma vanno sanate attraverso gli enti locali che, molto spesso, sono in smart working piuttosto che sotto organico e, per tutto questo, se già i tempi sarebbero lunghi nell'ordinario, si allungano ulteriormente.

Abbiamo chiesto anche una funzione di questa cabina di regia che possa essere di coordinamento ed integrazione delle interpretazioni normative proprio per dare univocità rispetto alla norma, un'emanazione esclusiva delle interpretazioni normative relative a questo superbonus e un'interlocuzione diretta con gli enti locali e territoriali, nonché con gli attori privati in materia appunto di superbonus. Questa cabina di regia l'abbiamo immaginata istituita entro 30 giorni dall'entrata in vigore della presente legge e i componenti della cabina sono nominati con decreto del Ministro della Transizione ecologica, di concerto con il Ministro dell'Economia e delle finanze, il Ministro dello Sviluppo economico ed il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, proprio perché sono, in quota parte, tutti coinvolti da questa misura e devono avere univocità di intenti e anche di esplicitazione delle norme. Il mandato dei componenti della cabina è annuale e rinnovabile ed ai suoi componenti non spettano compensi di nessuna natura, nemmeno dei rimborsi spese. La cabina è proposta anche da rappresentanti sia dei vari ministeri che degli attori coinvolti. Quindi, chiediamo buon senso, realismo concretezza e pragmatismo nei confronti di questa misura che davvero potrebbe rappresentare un potenziale straordinario per il nostro Paese, coinvolgendo molte categorie, professioni e partite IVA, ma ha bisogno di chiarezza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento si propone di facilitare e agevolare l'accesso al superbonus e, quindi, alla detrazione fiscale al 110 per cento.

Noi riteniamo che questa sia una norma da introdurre necessariamente, soprattutto perché impatta in maniera importantissima sui piccoli territori, sui piccoli comuni e, comunque, anche oltre questo. E allora riteniamo che sia fondamentale, così come ha proposto la collega Ciaburro, sindaco di un piccolo comune italiano, facilitare e agevolare la gestione del superbonus attraverso una serie di misure gestite da una cabina di regia allargata.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento, che chiedo ovviamente di sottoscrivere, è ancora una volta una dimostrazione della capacità di Fratelli d'Italia di restare in mezzo ai cittadini e di conoscerne e raccoglierne - e anche i tecnici - ovviamente le segnalazioni. L'applicazione del superbonus - non so se vi è capitato per qualche condominio o per qualche privato - è di fatto come una partita di “sudoku”: è impossibile da comprendere. Per cui, fare una cabina di regia e lavorare sulla semplificazione e perché questa transizione ecologica e l'efficientamento energetico dei nostri stabili siano possibili e non siano una sciarada è il minimo necessario per un Governo che si definisca tale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento, voluto dalla collega Ciaburro, è un emendamento di buonsenso che si riallinea rispetto alle tante proposte di Fratelli d'Italia che questo Parlamento ha avuto modo di ascoltare attentamente durante queste ore (e ne ascolterà probabilmente altrettante nelle ore successive). La cabina di regia per gli incentivi fiscali di efficientamento energetico è un'ottima proposta, perché va a rendere più snello e soprattutto a dare un supporto a chi vuole utilizzare il superbonus, quel superbonus di cui tanto si è fatto vanto il MoVimento 5 Stelle e la precedente maggioranza. Ebbene, diventa veramente difficile comprendere come questo Governo, che è in continuità su tutto, non voglia dare un minimo di attuazione ad una misura che, pur essendo del Governo precedente, probabilmente è una delle pochissime che è stata adottata e che può avere un successo, ma può avere un successo solo e soltanto se esiste una struttura, come quella proposta dalla collega Ciaburro, nella quale si dia un reale supporto a chi ne vuole usufruire…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Montaruli.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). …e a chi chiede maggiore snellimento rispetto alle pratiche burocratiche (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. È curioso che anche quando c'è un provvedimento utile, positivo e, se vogliamo, atteso da cittadini, aziende e imprese, poi, purtroppo, non si riesca a renderlo veramente operativo, magari perché una parte di coloro che avrebbero dovuto appoggiarlo hanno delle incrostazioni ideologiche per cui pensano: “Sì, è giusto, però non facilitiamolo troppo perché poi magari qualcuno può pensare che siamo a favore del cemento, che siamo a favore dei condoni, che siamo a favore di chissà che”. È chiaro che per funzionare il superbonus 110 per cento ha bisogno di facilitazioni burocratiche e non di paletti ulteriori rispetto a quelli che già la burocrazia invece offre. Ecco, questo è il momento di dare seguito a questa volontà, di dare seguito alla possibilità delle famiglie di poter ricostruire i propri immobili in senso più sicuro e più ecologico e, quindi, bisogna dotarli anche del supporto assoluto che questo emendamento offre.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento propone una misura semplificativa di uno strumento, forse uno dei pochi azzeccati nelle intenzioni dal Governo Conte, che è stato sovraccaricato, nella piena cultura della sinistra italiana, di così tanta burocrazia da renderlo spesso inefficace e di difficile applicazione.

Scarica sui professionisti e sugli enti locali, soprattutto per gli accessi agli atti, un carico di burocrazia che necessita di una regia di semplificazione capace di dare risposte veloci. Questo emendamento va esattamente in questa direzione, nella direzione di dare risposte chiare e certe, sgravare gli enti locali da queste incombenze e dare risposte chiare ai professionisti, che sono quelle che ci chiedono ogni giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). La ringrazio, Presidente. Dunque, è vero quanto hanno appena affermato alcuni colleghi; evidentemente è vero. È talmente vero che negli ultimi periodi, per questa norma che è una norma sicuramente interessante dell'Esecutivo precedente, ci sono delle aziende che soltanto per il disbrigo delle pratiche burocratiche chiedono tra il 20 e il 25 per cento in più rispetto alla fattura, tanto poi si paga direttamente la detrazione. Ed è quindi vero che, molto spesso, molti clienti si impauriscono rispetto a una fase burocratica molto, molto ampia e questo va, evidentemente, anche a discapito di quello che potrebbe essere un buon fine rispetto - lo rinnovo - a una norma che ha un buon senso: ovvero molti rinunciano e tanti altri effettivamente possono anche proporre il senza fattura. Ritengo che una cabina di regia che vada a parlare all'ENEA o a un paio di rappresentanti del Ministero dello Sviluppo economico possa avere le giuste intenzioni per poter semplificare - e chiudo, Presidente, ringraziandola -, termine che è molto in voga in queste settimane, in questi periodi, però evidentemente alloggia poco nella vostra agenda.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rotelli. Ne ha facoltà.

MAURO ROTELLI (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento dell'onorevole Ciaburro è una proposta che istituisce una cabina di regia per gli incentivi fiscali collegati al superbonus 110 per cento in grado di fornire un unico interlocutore istituzionale ai cittadini e agli enti locali e territoriali interessati dall'incentivo. Questa cabina, nello specifico, Presidente, ha una serie di caratteristiche e sono quelle non soltanto di comprendere tutti ma anche quella di inserire all'interno una serie di risposte utili per il cittadino ma soprattutto utili per la pubblica amministrazione. Come mai arriva questo emendamento dell'onorevole Ciaburro? Perché l'onorevole Ciaburro è un sindaco di un piccolo comune, ma sempre di un comune importante, che si trova ogni giorno, Presidente, a fronteggiare le richieste dei suoi concittadini e a dover dare le risposte puntuali - o almeno a provarci - non soltanto a chi vuole approfittare di questa possibilità del superbonus ma anche dei tecnici che, purtroppo, trovano tante lacune nel provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Silvestri. Ne ha facoltà.

RACHELE SILVESTRI (FDI). Grazie, Presidente. Io ringrazio la collega Ciaburro per la presentazione di questo emendamento e chiedo di sottoscriverlo. In questi anni, da tanti anni, penso da quando sono nata, si sente parlare di una burocrazia che uccide e blocca questo Paese. Penso che l'istituzione di una cabina di regia, con questo provvedimento del Governo Conte 2 che l'attuale Governo Draghi ha portato avanti per cercare di snellire e aiutare le varie amministrazioni e i professionisti, sia una delle proposte di buon senso che il Governo dovrebbe accogliere o magari copiare e portare a compimento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Silvestroni. Ne ha facoltà.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento della collega Ciaburro secondo me è un emendamento specifico e fatto con intelligenza. Al contrario, non è stato fatto con intelligenza questo bonus 110. Sembra che di giorno sia stato fatto e di notte abbiate pensato a come non applicarlo. Quindi, come non potrebbe essere preso in considerazione - lo dico ai sottosegretari presenti, Mulè e Bergamini - e come potete non prendere in considerazione un emendamento di siffatta specie, che fa una cabina di regia per poter applicare il bonus 110 nei comuni più piccoli che, tutti sappiamo, hanno grandi problemi soprattutto per quanto riguarda i condoni edilizi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie Presidente. Una proposta di buon senso, si diceva, una proposta che deriva da un sindaco che è in prima linea ma anche una proposta in linea con tutte le chiacchiere che abbiamo sentito qui e nelle varie Commissioni. Ci sentiamo ripetere da anni ormai che uno dei temi più importanti, anche nel Recovery, è l'abbattimento della burocrazia; peccato che, nel momento in cui vengono formalizzate proposte concrete che vengono da chi, come la collega Ciaburro, è in prima linea a combattere in un piccolo comune, vengano poi completamente disattese.

Mi permetta, Presidente, di spendere gli ultimi secondi per stigmatizzare quello che è successo all'inizio di questa seduta serale: una maggioranza che ha oltre 550 parlamentari ha avuto bisogno della sua melina per reggere il voto. Io credo che questo sia un fatto che politicamente vada sottolineato, così come vanno sottolineati gli insulti che sono venuti dal Partito Democratico nei nostri confronti, rei solo di chiedere l'applicazione del Regolamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia )

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mantovani. Ne ha facoltà.

LUCREZIA MARIA BENEDETTA MANTOVANI (FDI). Grazie, Presidente. L'emendamento presentato dalla collega Ciaburro opera un'azione incisiva, capace di potenziare e completare quelle che sono le misure dedicate alla transizione energetica in materia di edilizia ovvero dell'ecobonus. Questo è un emendamento di buonsenso, frutto dell'esperienza accumulata da amministrazioni pubbliche, dai cittadini e dagli operatori del settore edile, che necessitano di un efficientamento delle procedure. Per rendere quanto più efficiente il nostro sistema, è necessario fare tesoro delle esperienze pregresse e tale emendamento va proprio in questa direzione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti, che ha rinunciato.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Bignami, che non è presente.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Rampelli. Ne ha facoltà.

FABIO RAMPELLI (FDI). Grazie, Presidente. L'occasione è ghiotta, anche perché sono presenti sul banco del Governo i sottosegretari Bergamini e Mulè e, con la sua vicepresidenza, collega Mandelli, penso che abbiamo trovato tre interlocutori sicuramente sensibili a una questione che è stata messa in campo da Conte, quella del superbonus 110 per cento, ed è sotto gli occhi di tutti che sia fallace, come dicevano i colleghi, prima fra tutti la prima firmataria sindaca Ciaburro. L'applicazione è pressoché incomprensibile. Chi ha a cuore la possibilità di rivitalizzare il mondo dell'impresa e il mondo delle professioni non può non comprendere che serve un anello di congiunzione tra i massimi sistemi della legislazione vigente e la praticità nella conduzione di un comune, ovvero che c'è la necessità tecnica di trasformare questa pia intenzione in un meccanismo virtuoso e che una via di uscita, una via di sintesi la si debba trovare. Questo emendamento, more solito - e concludo -, sarà senz'altro bocciato ma io spero che i colleghi Mulè e Bergamini si facciano parte diligente perché altrimenti davvero la natura stessa della vocazione del partito che rappresentano sarebbe totalmente smentita (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.03 Ciaburro, con il parere contrario di Commissione, Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 6.1 Corda.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie Presidente, vorrei spiegare le ragioni del sostegno di Fratelli d'Italia a questo emendamento che è rafforzativo rispetto a quella che dovrebbe essere una competenza costituzionale chiara, che vuole rimarcare un doppio ruolo di protagonismo con riferimento al tema del turismo - sul quale poi torno -, che è quello dello Stato e del coordinamento dello Stato, ma anche delle regioni.

Un risultato, quello dell'istituzione del Ministero del Turismo, che Fratelli d'Italia guarda con grande contentezza, anche perché, spesso in solitudine o con pochi altri, ha condotto una battaglia lunga molti anni per chiederne l'istituzione, quando altri immaginavano che il turismo fosse una sottocategoria dell'agricoltura, piuttosto che una sottocategoria del Ministero della Cultura.

Fratelli d'Italia insisteva con forza, chiedendo l'istituzione di questo Ministero, perché è un mondo che aveva bisogno di una regia per la valorizzazione del patrimonio che la nostra Nazione ha da proporre, per il quale può accogliere turisti italiani e stranieri, anche con riferimento a quello che era prima della pandemia, prima di alcuni, molti, provvedimenti assurdi assunti dal Governo nazionale, circa il 14 per cento del prodotto interno lordo, prima di provvedimenti assurdi, come quello sulla montagna assunto il giorno prima della riapertura delle piste da sci. E facciamo i migliori auguri ovviamente al nuovo ministro perché possa rappresentare e, in qualche modo, esprimere al meglio, fare esprimere al meglio questo settore, che deve riaprire con il rispetto di protocolli rigidi, con regole certe cui finora gli operatori del turismo si sono sempre adattati ed adeguati, ma che deve riaprire, perché altrimenti rischia di pagare, come sta accadendo in questi giorni, l'ulteriore dumping da parte degli operatori stranieri che, invece, offrono a chi ha qualche risorsa in più per uscire dal suolo natio anche l'opportunità di un turismo estero. Ecco un mondo che aspetta ormai da troppo tempo con l'acqua, alle volte, alla gola; una ripartenza, noi dobbiamo scommetterci, nel rispetto dei protocolli sanitari, nel rispetto dei protocolli di sicurezza, ma l'importanza di un Ministero che possa coordinare tanto le politiche nazionali quanto quelle regionali, dando forte impulso a questa parte importante del nostro sistema produttivo, è, senz'altro, una notizia che salutiamo favorevolmente. Motivo per cui l'intervento della collega Corda è una semplicissima modificazione di dettaglio della norma proposta che rimarca questo doppio ruolo, da un lato dello Stato come coordinamento e, dall'altro, anche delle regioni nella propulsione di questo importante settore (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a titolo personale l'onorevole Albano. Ne ha facoltà.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente, buonasera. Con questo emendamento, che è certamente migliorativo del disegno di legge in esame, avviene una precisazione, quindi rafforzativo di una competenza, perché non è un emendamento soppressivo, non è un emendamento sostitutivo, ma è un emendamento aggiuntivo. E cosa aggiunge a questo articolo, al 54-bis? Ha istituito il Ministero del Turismo, fatte salve le competenze legislative attribuite alle regioni in materia. Per cui ritengo che questo sia un emendamento assolutamente da sostenere, in quanto precisa competenze ulteriori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Sottoscrivo questo emendamento, che è un emendamento che vuole completare la previsione del Governo, un emendamento che vuole restituire attenzione, dignità, rispetto alle regioni e, in particolare, alle competenze legislative che sono attribuite alle regioni, proprio in funzione dell'articolo 117 della Costituzione, quindi dando pieno respiro ad una previsione costituzionale. È per questo che chiediamo il voto favorevole dei colleghi in Aula, nel rispetto della Costituzione e delle competenze delle regioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bignami, che non so se sia rientrato; non c'è.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Questo è un emendamento importante perché va a precisare la riforma del Titolo V della Costituzione, cioè troviamo materie che sono di competenza esclusiva dello Stato e materie, invece, di legislazione concorrente. Ecco, questo emendamento ha questa finalità, quindi va a precisare e, quindi, salvaguardare le competenze legislative attribuite alle regioni dall'articolo 117 della Costituzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Butti. Ne ha facoltà.

ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie, Presidente. A noi piace parlare dell'istituzione del Ministero del Turismo perché, quando le delegazioni di Fratelli d'Italia guidate da Giorgia Meloni si recavano a Palazzo Chigi a incontrare Giuseppe Conte, fintamente attento alle proposte dell'opposizione in epoca emergenziale, il chiodo fisso di quelle delegazioni era l'istituzione del Ministero del Turismo. Oggi questo Ministero c'è, esiste e, quindi, il turismo ha riacquisito una parte di dignità. L'altra parte, al turismo, agli operatori del turismo dovete riconoscerla da subito ora che c'è anche il Ministero, con aiuti, incentivi e indennizzi, altrimenti il Ministero del Turismo da solo non serve assolutamente a nulla.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento, come hanno già detto i colleghi che mi hanno preceduto, va a specificare meglio le competenze che rimangono e devono rimanere in capo alle regioni in tema di turismo. Noi salutiamo con favore, naturalmente, la nascita del Ministero del Turismo, perché è una battaglia che abbiamo condotto da lungo tempo con Giorgia Meloni in capo, che ha sempre capito, come del resto tutti gli italiani, l'importanza di occuparsi in maniera preminente di turismo; dovrebbe essere la nostra attività principale. E, poiché il nostro territorio è così diversificato a livello nazionale e le nostre capacità di accoglienza turistica sono così diversificate - dalla montagna, al mare, alla collina, ai vari tipi di turismo, storico, artistico e culturale -, è importante che noi rimarchiamo che le regioni mantengano la propria autonomia in tema di turismo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. L'emendamento della collega Corda rappresenta un'opportunità: offre di nuovo uno spunto al Governo e all'Aula per sottolineare una precisazione che naturalmente dovrebbe essere guardata con favore proprio per restituire quella dignità a tutto tondo alle regioni in tema di turismo, peraltro, sono competenze legislative attribuite dall'articolo 117 della Costituzione.

Certamente il turismo, come hanno già detto i colleghi precedentemente, è preminente in Italia, ma, soprattutto, è variegato, da Nord a Sud e da Est a Ovest. Sottolineare l'importanza di queste competenze alle regioni fa sì che qualsiasi provvedimento sia più puntuale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Toma. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Grazie, Presidente. L'articolo 6 introduce i Ministeri della Cultura e del Turismo, mi sento di dire, finalmente il Ministero del Turismo. Quindi, come anticipato dalla mia collega, giustamente, questo emendamento vuole aggiungere qualcosa, aggiungere quelle competenze che, effettivamente, dall'articolo 117 della Costituzione sono attribuite alle regioni. Quindi, è un emendamento, come anche quelli precedenti, su cui Fratelli d'Italia mette sempre, comunque, un'attenzione, un'attenzione centrale su temi molto sentiti, perché avremo modo, anche negli emendamenti successivi, di affrontare quei temi che oggi, come cultura e turismo, sono centrali per la ripresa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Sostengo questo emendamento fortemente perché, anche nella materia del turismo, ascoltare le regioni è importante; se l'estate scorsa la Sardegna fosse stata ascoltata, all'inizio dell'estate, per fare i controlli alla partenza, noi ci saremmo salvati e avremmo, forse, salvato gran parte della nostra stagione e, ancora oggi, non vivremmo quello che stiamo vivendo. Il Ministro Garavaglia, che ringrazio, lo ha riconosciuto, visitando anche la Sardegna, però, Presidente, sa perché non sono venuto queste due settimane? Perché, purtroppo, non è che ero positivo, ma ero in aereo con un positivo, scoperto all'aeroporto di Cagliari, perché la regione Sardegna fa i controlli. Io domani rischierò la stessa sorte, di stare sedici giorni in quarantena, perché, fino ad oggi, il Governo e i Governi precedenti hanno sempre rifiutato di fare i controlli alle partenze, come stanno facendo tutte le altre Nazioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Delmastro Delle Vedove, che non vedo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, mi scusi, Presidente, solo per sottolineare la battaglia da sempre di Giorgia Meloni rispetto alle richieste, più volte reiterate ai vari Governi, circa l'istituzione di un Ministero del Turismo in un Paese, come l'Italia, che certamente di turismo vive e di turismo può parlare, devo dire, per tradizione, per storia, per professionalità, per bellezze. E la nostra linea si discosta dall'emendamento della collega Corda, perché da sempre Fratelli d'Italia parla di centralizzare le funzioni del turismo allo Stato, fermo restando, ovviamente, quello che può essere l'ascolto giusto e doveroso delle amministrazioni regionali, che, conoscendo le vocazioni dei propri territori, le esigenze, possono interloquire. Ma riteniamo, al contrario, che, nel momento in cui si centralizza e si danno gli strumenti, gli strumenti devono essere dati e il Ministero del Turismo non deve essere soltanto uno slogan, ma deve essere riempito di contenuti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, penso che, sull'emendamento in esame, il collega Prisco sia stato particolarmente chiaro, nel senso che noi apprezziamo le opinioni di tutti, ma, per quanto ci riguarda, è evidente che il nostro voto non può che essere contrario e ciò per una semplice ragione: perché certe iniziative che sono state assunte ai tempi del Titolo V, oggi, producono gli effetti che abbiamo sotto i nostri occhi e, cioè, che del turismo tutti parlano, nessuno si occupa e, soprattutto, ancora meno, altri provvedono.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Abbiamo un emendamento con cui si chiede di aggiungere dopo le parole: “cooperazione internazionale”, le seguenti: “nonché le competenze legislative attribuite alle regioni dall'articolo 117 della Costituzione”. Quindi è un'aggiunta, come si diceva prima, per nulla traumatica in questo contesto perché va a contemperare quello che è stato istituito con il Ministero del Turismo, dando anche l'opportunità alle regioni di attivare le proprie competenze legislative. Quindi, un emendamento che si innesta in un contesto direi abbastanza logico e razionale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Galantino. Ne ha facoltà.

DAVIDE GALANTINO (FDI). Grazie, Presidente. Colgo l'occasione anche per ringraziare il collega Prisco e i colleghi che mi hanno preceduto per la chiarezza espositiva sull'emendamento Corda rispetto anche alle proposte e ai temi avanzati da Fratelli d'Italia per la valorizzazione del nostro patrimonio, l'unica opposizione presente in quest'Aula. Ed è questa una delle ragioni principali per cui Fratelli d'Italia ha deciso di rimanere fuori da questo Governo e ha deciso di stare dalla parte delle proposte giuste che servono all'Italia, a prescindere da quale parte vengano.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Con un piglio d'orgoglio registriamo che l'istituzione del Ministero del Turismo, battaglia storica di Fratelli d'Italia, venga finalmente compendiata e si arrivi alla definizione di un Ministero strategico per la nostra Nazione. Voglio ricordare che, ante Coronavirus, il turismo rappresentava il 14 per cento del PIL della nostra Nazione; quindi era impensabile, letteralmente, che non vi fosse un Ministero dedicato a questo tipo di filiera economica, positiva per la nostra Nazione. Detto questo, nel minuto a mia disposizione, è di tutta evidenza, però, che le competenze vanno normate; bisogna normare le competenze regionali, bisogna normare l'influenza di carattere nazionale, sicuramente bisogna lanciare un messaggio univoco rispetto a un'idea di turismo che deve essere un'idea di turismo diffusa, che deve essere un'idea di turismo vincente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Il Ministero del Turismo è una delle richieste che Fratelli d'Italia ha avanzato dall'inizio della legislatura e siamo stati ben contenti di sapere che finalmente questa posizione di Fratelli d'Italia è stata ascoltata. Ora però serve un passo ulteriore, serve la possibilità che questo Ministero di fatto riesca ad esercitare il proprio potere e lo faccia anche insieme alle regioni. Ed è proprio per questo motivo che questo emendamento, con il quale si propone di riconoscere la potestà legislativa di cui all'articolo 117 della Costituzione, per noi diventa un momento fondamentale per la vita e la funzionalità di questo Ministero.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Presidente Rampelli: rinuncia.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). In riferimento a questo articolo, l'articolo 6, in realtà l'emendamento Corda non fa altro che ribadire il Titolo V, l'articolo 117 della Costituzione sulle facoltà delle regioni, e quindi ovviamente è condivisibile. Ma è importante questo articolo perché è una fotografia della capacità di governo di Fratelli d'Italia, che già nei precedenti Governi aveva sostenuto la necessità di far istituire il Ministero del Turismo, separandolo dal Ministero dei Beni culturali. Per cui c'è anche la nuova denominazione MiC e Ministero del Turismo, a sancire, ancora una volta, che Fratelli d'Italia ha una visione di governo molto di più della maggioranza di questo Parlamento.

TOMMASO FOTI (FDI). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Era solo per capire: dato che mi pare che sia firmataria solo l'onorevole Corda, ed è stato detto che non è presente, chiedevo solo se l'emendamento procedeva o era dichiarato decaduto. Lo chiedevo solo tecnicamente.

PRESIDENTE. No, si procede lo stesso perché è stato presentato all'Aula.

Passiamo, quindi, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.1 Corda, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Passiamo all'emendamento 6.5 Zucconi.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie, Presidente. Su questo emendamento è stato dato un parere favorevole. Apprezziamo, ovviamente, la resipiscenza del Governo in merito all'iniziale previsione di destinare circa 700 mila euro di aumento per il personale dello staff del Ministero della Cultura e abbiamo apprezzato oggettivamente e segnatamente il comportamento del sottosegretario Bergamini per il suo intervento in merito. D'altra parte, sarebbe stato veramente grave confermare la norma prevista inizialmente in un momento particolare come questo, in cui le risorse vanno spese con particolare attenzione e motivazione, anche per il rispetto dovuto a tanti cittadini che versano oggi oggettivamente in difficoltà.

Abbiamo e manteniamo un atteggiamento critico rispetto al riordino delle attribuzioni ministeriali e lo abbiamo spiegato ampiamente. Al collega Ceccanti vorrei soltanto rimarcare che il substrato ideologico che ha portato alla transumanza di competenze dal MiSE al MiTE continua a non convincerci; lo vedremo in futuro, lascia perplessi per quantità e qualità. Al collega, ancora sul merito dell'emendamento, ribadiamo che non abbiamo pregiudiziali ideologiche neppure nel dotare lo Stato di organici, ove necessari, ma non certamente di aumentare quelli di collaborazione diretta di un Ministro; anzi, in questo senso suggeriamo che ben altre risorse, energie e operatività potrebbero essere destinate, per esempio, per andare a colmare alcune lacune di organi che dipendono direttamente dal Ministero della Cultura. Lo ha citato incidentalmente la collega Muroni stamani, ma Fratelli d'Italia lo segnala da tempo: le sovrintendenze rappresentano spesso, nell'espletamento delle peraltro sacrosante funzioni che svolgono, un ostacolo alla realizzazione di impianti, ristrutturazioni, manutenzioni, investimenti strutturali pubblici e privati.

Ecco, le energie dovrebbero essere messe in questo campo per rimuovere quegli ostacoli che anche localmente poniamo ad aziende e cittadini. Questa è una nostra proposta del resto, è a disposizione per un urgente confronto, perché Fratelli d'Italia, anche in questo caso, lo segnaliamo, ha fatto il proprio mestiere di opposizione in modo serio e coerente, fatto di proposte e opera di vigilanza e controllo. Ci aspettiamo che la maggioranza faccia il proprio e voglio chiudere con una riflessione, invece, sull'istituzione del Ministero del Turismo, una proposta vecchia di Fratelli d'Italia, l'abbiamo sempre fatta in modo convinto. Questo non è che l'inizio: noi segnaliamo ancora una volta che un processo di questo tipo non può prescindere da una riforma costituzionale che renda la materia di competenza legislativa concorrente tra lo Stato e le regioni; è l'unico modo per uscirne. Lo Stato deve riprendere la governance di questa filiera del turismo in maniera concorrente con le regioni. Apprezziamo, quindi, il parere del Governo e attendiamo il voto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Forciniti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Anche noi accogliamo favorevolmente il parere favorevole accordato verso questo emendamento, però non possiamo esimerci dal far notare che, a nostro avviso, questo comma non avrebbe proprio dovuto esserci in questo decreto. Infatti, in questo momento in cui c'è un Paese intero che soffre, pensare di elargire 700 mila euro per la dotazione personale del Ministro Franceschini – quindi, non per obiettivi generici che riguardano la mission del Ministero - secondo noi è anche un po' offendere e umiliare un popolo che sta soffrendo e sta facendo tanti sacrifici.

Quindi, accogliamo con estremo favore il fatto che questo emendamento abbia parere favorevole in Aula, ma ci chiediamo ancora oggi perché, invece, in Commissione la maggioranza tutta si sia ostinata a difendere questo comma e questa elargizione che - lo ripeto - è totalmente fuori contesto, a maggior ragione in una legislatura nella quale anche l'obiettivo di una politica più sobria, e quindi del risparmio da parte delle istituzioni, è stato sventolato per tagliare anche quantitativamente la rappresentanza parlamentare per i cittadini. Poi, però, si continua sempre a rimpinguare o a tentare di rimpinguare, come in questo caso, le dotazioni ministeriali e quindi anche ad accentrare sempre di più, se vogliamo, l'asse e l'equilibrio dei rapporti fra Esecutivo e legislativo verso l'Esecutivo.

Siamo contenti che questo emendamento venga votato favorevolmente. Io chiedo di poterlo sottoscrivere - lo ripeto - con una punta di amarezza perché questa cosa si sarebbe potuta risolvere in Commissione o, addirittura, ancora prima di arrivare ad un testo che contenesse una norma del genere (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Presidente, molto rapidamente intervengo per dire che il Governo immediatamente, in Commissione, di fronte al suggerimento corretto di Fratelli d'Italia, e anche i gruppi che erano presenti, nonostante il voto, si è immediatamente attivato per far fronte a questa richiesta e abbiamo subito accolto il suggerimento. Ma già con il sottosegretario Bergamini - che ringrazio - ci eravamo immediatamente attivati con il Governo, tramite i rapporti con il Parlamento e il sottosegretario per arrivare a questa soluzione. In questo senso, anche il MoVimento 5 Stelle, il Partito Democratico, con il collega Ceccanti, la Lega e tutte le forze di maggioranza si erano immediatamente mobilitate, se così possiamo dire, per far fronte a un errore che c'era nel provvedimento. L'abbiamo fatto con immediatezza, grazie soprattutto all'intervento del sottosegretario Bergamini.

PRESIDENTE. Mi pare che ci siano altri sottoscrittori: Trano e Testamento.

Ha chiesto di intervenire, a titolo personale, l'onorevole Albano. Ne ha facoltà, per un minuto.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente. Convintamente plaudo a questa iniziativa emendativa del collega Zucconi ed intervengo anche per apporre la mia firma all'emendamento 6.5. Esprimo anche soddisfazione per l'accoglimento da parte del Governo di questa proposta emendativa.

Si è quindi realizzato, in realtà, in questa situazione, il fatto che l'opposizione costruttiva e patriottica che Fratelli d'Italia sta portando avanti ha portato il suo fattivo contributo, dimostrando una volta di più che si può concretamente lavorare per una maggiore giustizia ed equità anche dai banchi dell'opposizione.

L'emendamento - lo sappiamo - prevede la soppressione della norma che stanziava risorse aggiuntive per gli uffici di diretta collaborazione del Ministro della Cultura. Sappiamo che, in questo momento, le risorse devono essere spese con grandissima attenzione per rispetto di coloro che stanno vivendo un momento di prolungata emergenza a causa delle pandemia e delle restrizioni del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Anch'io mi aggiungo alla nota di compiacimento per l'accoglimento, da parte del Governo e del relatore, dell'emendamento di Fratelli d'Italia.

Fratelli d'Italia su questo ha condotto una battaglia lunga, forte, anche nei toni in Commissione, perché riteniamo che, in un momento in cui non si riesce a dare ristori sufficienti neanche a coprire i costi fissi delle aziende, in cui molti cittadini, soprattutto i lavoratori autonomi, si sono trovati e si trovano in grandi difficoltà, in cui molti lavoratori rischieranno di perdere il posto di lavoro e molte aziende di chiudere, la peggior risposta nella politica poteva essere quella di aumentare lo staff del Ministro.

Io credo e auspico che un voto unanime del Parlamento su questo emendamento dia un segnale almeno di sobrietà dovuta e di attenzione a chi, fuori dal Palazzo, ha problemi molto, molto più reali del Ministro della Cultura.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per apporre con grande soddisfazione la mia firma e sottoscrivere l'emendamento dell'onorevole Zucconi e per esprimere grande soddisfazione per il parere favorevole che è stato dato a questo emendamento.

Questo emendamento dimostra che noi siamo qui a fare bene il nostro mestiere, quello di opposizione, ma un'opposizione costruttiva, vogliosa, che legge con attenzione, che guarda i provvedimenti e che, dove ci sono, trova quelle che possono essere delle cose da correggere, come in questo caso, che noi abbiamo segnalato; e siamo lieti che la proposta sia stata accolta.

E' chiaro: risparmiare 700 mila euro non è molto, ma è pur sempre qualcosa, è un segno. In un momento in cui il mondo della cultura soffre in maniera feroce per la mancanza di aiuti, per le chiusure, per tutto quello che gli manca, queste risorse dovrebbero essere destinate a chi ne ha bisogno come sostegno e non a chi, invece, ne vuole parlare, e vado a concludere. Il riordino deve essere occasione di efficientamento, di risparmio, non di ulteriori risorse a chi invece si fa la corte.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.5 Zucconi, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 24).

L'emendamento 6.4 Zucconi è stato ritirato ora.

Passiamo, quindi, alla votazione dell'articolo aggiuntivo 6.01.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Per un emendamento che riguarda un eccesso diciamo di tempestività da parte del Ministero per completare la pianta organica - per carità, anche dovuta, ma sicuramente intempestiva, visti i tempi - adesso con questo emendamento invece affrontiamo un'altra carenza, che è la carenza storica della direzione generale musica al MiC. Ebbene, avete capito bene: nel Ministero della Cultura, dove sono considerate e coinvolte tutte le arti, indovinate qual è l'arte che non merita nemmeno una direzione generale? Esattamente quella della musica.

La musica rappresenta, colleghi, come sappiamo, il prestigio della nostra Nazione. La necessità di istituire presso il Ministero della Cultura una direzione generale per la musica nasce, quindi, dalla constatazione dell'importanza che rivestono la promozione, lo sviluppo e la diffusione adeguati della musica, che costituisce uno dei fondamenti delle espressioni culturali dell'individuo.

Colleghi, è innegabile l'importanza fondamentale dell'attività di promozione della produzione musicale nazionale per consentire alla cultura e alla capacità creativa italiana di esprimersi, rispettando la varietà e la ricchezza della cultura europea ed extraeuropea, per cui siamo conosciuti in tutto il mondo.

Per realizzare appieno queste attività, però, è necessaria la creazione di appositi uffici, con un'organizzazione dedicata in esclusiva a questi importanti compiti e sappiamo che questi desiderata sono stati espressi anche dalla collega senatrice Borgonzoni al Senato, quindi credo - e auspichiamo - che sia un indirizzo condiviso.

Secondo i dati di Assomusica, bisogna indennizzare, colleghi, non ristorare e quindi, in un momento di crisi come questo, mettere in campo idee che arrivano dall'Europa, che ci dice appunto di utilizzare almeno il 2 per cento dei fondi di Next Generation EU per la cultura. Poi c'è la riduzione dell'IVA e occorre riprendere con attività di formazione del personale.

Colleghi, la musica è un grande patrimonio creativo e lavorativo, che non va perduto. I concerti annullati, fino a settembre, erano 4 mila, il settore è completamente steso, con cali di fatturato che raggiungono il 98 per cento. Anche nel “DL Sostegno”, che sarebbe meglio denominare “DL Elemosina”, appena varato al Senato, gli stanziamenti per la categoria non sono certamente adeguati rispetto alle perdite subite nel settore sino ad oggi. Il Ministro della Cultura, Dario Franceschini aveva parlato, nelle scorse settimane, di riapertura di cinema, musei, teatri per il 27 marzo. Con le restrizioni imposte con l'ultimo decreto, l'annuncio non avrà alcun seguito. Il dramma di migliaia di lavoratori - e relative famiglie - legati alla filiera del mondo dello spettacolo lo si rintraccia nei numeri relativi alle perdite di fatturato. Sempre il presidente di Assomusica, Vincenzo Spera, rappresentante degli organizzatori di spettacoli con musica dal vivo, ha denunciato la perdita del 97 per cento nel 2020, e il 2021 non sarà certamente l'anno della ripartenza per il comparto, che vedrà l'espansione di fallimenti e crisi, che certo non si risolvono con una finta “Netflix della cultura”, che in realtà altro non è che un sostegno a una società privata in crisi, come abbiamo denunciato anche in Vigilanza RAI, bocciando la risoluzione di maggioranza, che Fratelli d'Italia ha bloccato, come forza di opposizione, con soli due voti. Il settore di teatri e cinema, sommato a quello musicale, colleghi, ha registrato un crollo di circa l'83 per cento del fatturato nel 2020, da 2.008 miliardi a 623 milioni, dovuto in primissima ragione dall'assenza di pubblico. Inoltre, l'Osservatorio SIAE riporta come lo sciagurato 2020 aveva visto un inizio promettente - e concludo -, con un aumento di oltre il 15 per cento del pubblico rispetto ai primi due mesi del 2019: questo suona come una beffa, dato che gli investimenti in arte e spettacolo erano consigliati dagli stessi che ora rischiano di condannare a morte queste filiere.

Colleghi, concludo con un appello. Questo stesso emendamento, sotto forma di proposta di legge, sarà incardinato, a firma Fratelli d'Italia, nel prossimo mese in Commissione cultura e, al Senato, a firma Borgonzoni. Votate questo emendamento e farete gli interessi della musica italiana.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Albano. Ne ha facoltà.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente. Ringrazio sentitamente l'onorevole Mollicone per aver presentato questa proposta emendativa e anche per averla difesa con questa passione che lo contraddistingue. Certo è che l'emendamento dispone l'istituzione della Direzione generale della musica presso il Ministero della Cultura ed è veramente un'assurdità che non sia presente questa unità organizzativa importante, che possa, in qualche modo, sostenere, attraverso interventi finanziari e promozione delle attività musicali, un settore che in questo momento è veramente al collasso.

Ringrazio e sostengo fortemente l'emendamento e chiedo che possa essere sostenuto dall'Aula.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente, sottoscrivo anche io l'emendamento del collega Mollicone, perché la cultura italiana si esprime anche attraverso la musica. La musica è uno strumento importante di evoluzione, non soltanto dal punto di vista culturale, ma anche spirituale, dell'essere umano, e allora mi vengono alla mente le parole di Nietzsche, che diceva “Senza musica, la vita sarebbe un errore”. Senza l'integrazione di questo emendamento e, quindi della Direzione per la musica, questo provvedimento sarebbe manchevole, sarebbe un errore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bignami, che mi pare non ci sia.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere convintamente questo emendamento. La necessità di istituire una Direzione generale per la musica nasce soprattutto dall'importanza che rivestono la promozione, lo sviluppo e la diffusione della stessa. Pertanto, per realizzare appieno tutte queste attività è necessario che ci siano uffici ad hoc, con un'organizzazione dedicata esclusivamente a questi importanti argomenti.

Per cui, convintamente lo sottoscrivo e chiedo anche all'Aula di votarlo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Butti, che rinuncia. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caiata… è arrivato l'onorevole Bignami. A lei la parola, allora, onorevole Bignami.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. La prego, come ha fatto giustamente nella prima votazione, di attendere che si possa arrivare, come il collega Caiazzo e il sottoscritto, dal Transatlantico, per esprimere una valutazione su questo emendamento, che riteniamo, come già efficacemente illustrato dal collega Mollicone, essere necessario per integrare una proposta che, diversamente, rischia di essere manchevole di aspetti essenziali. E, in questo senso, credo che sia significativo il richiamo alla proposta di legge già formulata al Senato dal sottosegretario Borgonzoni, a dimostrazione che questa è una battaglia non solo di Fratelli d'Italia, ma è una battaglia che ha trovato condivisione anche in altri esponenti del centrodestra, per cui speriamo ci sia una coerenza di conseguenza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Un modo ulteriore per dare vicinanza a un mondo che in questo momento è sacrificato. Questa del riordino dei Ministeri, con l'istituzione presso il Ministero della Cultura di una Direzione generale appunto dedicata alla musica, sarebbe stata un'occasione per dimostrare una vicinanza e un'attenzione a lavoratori che mai come in questo periodo e dopo questo periodo, alla fine della pandemia, avranno bisogno di vicinanza, vicinanza concreta in termini di aiuto, ma vicinanza concreta anche in termini di supporti legislativi, di erogazione delle risorse, di controllo, organizzazione e gestione di queste risorse. Quindi, sarebbe stata un'occasione, e speriamo che l'Aula voglia accogliere questa proposta emendativa, per dare vicinanza a questo mondo che, ahimè, è totalmente sacrificato e annullato da un anno a questa parte.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere l'emendamento a prima firma Mollicone, e convintamente. La tematica che lui sottopone attraverso questo emendamento è una tematica che misura la differenza tra un essere umano e un essere umano dotato di animo e di spirito. Ecco, la musica, per noi italiani, rappresenta anche un'identità, una cultura, una tradizione che ci invidiano ovunque. Non prendere in considerazione l'istituzione di questa Direzione generale della musica è quasi come dire di non riconoscere quel linguaggio universale che essa rappresenta e che ha dimostrato anche, nel contesto di questo anno drammatico passato insieme, quanto abbia unito. E, quindi, dare una occasione per istituire questa Direzione generale, che possa sostenere e promuovere queste questa categoria è assolutamente indispensabile…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Ciaburro. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Toma. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Grazie, Presidente. Voglio ringraziare l'onorevole Mollicone e sottoscrivo convintamente questo emendamento, anche perché è vero che parliamo di spettacoli dal vivo, ma forse ci siamo dimenticati - forse una vita fa - dei locali di intrattenimento, dal vivo e non, che sono completamente chiusi, che vedono sempre meno avanti a loro una prospettiva di ripartire. Ecco, questo è un emendamento che va in una direzione, quella di istituire la Direzione generale della musica, e sicuramente, con questo emendamento, potremmo dare effettivamente un grande contributo a tutto questo comparto, che è un comparto, come ho detto, in difficoltà, pesantemente, anche perché stiamo parlando di locali completamente chiusi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Sottoscrivo l'emendamento del collega Mollicone, sottolineando, ancora una volta, quanto sia importante mettere al centro della politica, ma anche dell'attività del Ministero, la musica, per sostenere i nostri cantanti, i nostri artisti che, purtroppo, stanno vivendo, anche quelli più bravi, la crisi dei locali, dove non possono più cantare dal vivo e, quindi, sono in una crisi che, purtroppo, non gli permette né di esprimere l'arte, ma tanto meno un talento, ma tanto meno di sostenere la propria famiglia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Delmastro Delle Vedove, che non vedo, si intende che abbia rinunciato. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Nel sottoscrive l'emendamento a prima firma Mollicone che, devo dire, ci fa un po' comprendere, in un momento di grande difficoltà per tanti operatori, ma soprattutto per quelli del mondo della musica, che forse, benché l'ex Premier abbia detto che tante erano le attività sacrificabili, probabilmente rispetto agli operatori lo sono state ancor di più. Noi ovviamente riteniamo che la musica sia fondamentale, sia fondamentale nella costruzione della coscienze, perché credo che chiunque abbia fatto un percorso, lo abbia fatto anche attraverso la musica, quella musica che certamente non eliminerà i problemi della gente, ma almeno gli consentirà di poterci ballare sopra, come diceva qualcuno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Come ha detto poc'anzi il collega Mollicone, mi pare che se vi è un settore che ha pagato e sta pagando in un modo estremo le vicende legate alla pandemia sanitaria, questo è il mondo della cultura e, in particolare, anche il mondo della musica. Noi sappiamo benissimo che vi sono centinaia e centinaia di persone che vorrebbero poter fare cultura e ne sono impedite. Ebbene, per il rilancio del futuro, questo emendamento è un emendamento che va nella direzione giusta, perché si potrà ripartire se si avranno le idee chiare a partire dai Ministeri.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Sono ben lieta di essere, dopo l'onorevole Mollicone, sottoscrittrice di questo emendamento. Noi in Commissione cultura abbiamo e continuiamo a lottare, affinché ci sia una valorizzazione della musica e l'istituzione di questa Direzione generale presso il Ministero della Cultura è essenziale per supportare un settore così in crisi; in crisi per quanto riguarda le attività economiche, in crisi anche nel settore scolastico, dove il comparto AFAM è da tempo in sofferenza e dove i nostri conservatori sono, anche essi, da rinnovare e da rimettere in sesto. Quindi ci auguriamo, visto che anche il Ministro dell'Istruzione Bianchi ha recentemente parlato dell'importanza dell'introduzione della musica nella scuola, che questo emendamento venga votato da tutti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Galantino. Ne ha facoltà.

DAVIDE GALANTINO (FDI). Grazie, Presidente. La proposta emendativa del collega Mollicone, che sottoscrivo, dispone l'istituzione della Direzione generale della musica presso il Ministero della Cultura, le cui funzioni riguardano gli interventi finanziari per il sostegno e la promozione delle attività musicali e i criteri e le modalità di concessione dei contributi alle attività musicali. La musica, Presidente, rappresenta il prestigio della nostra Nazione. La necessità di istituire una Direzione generale per la musica nasce dalla constatazione dell'importanza che rivestono promozione, sviluppo e diffusione adeguati della musica, che costituisce uno dei fondamenti dell'espressione culturale dell'individuo. E' innegabile l'importanza fondamentale dell'attività di promozione, della produzione musicale nazionale per consentire alla cultura, alla capacità creativa italiana di esprimersi, rispettando la varietà e la ricchezza della cultura italiana.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Nel minuto a mia disposizione vorrei lasciare traccia nel dibattito d'Aula della adesione mia personale e convinta all'emendamento a prima firma Mollicone, rispetto alla istituzione della Direzione generale della musica presso il Ministero della Cultura. E' un atto di amore del collega Mollicone che crede nella cultura, che crede nella musica come volano per la nostra economia nazionale. Quindi, lo voto convinto e chiedo anche di sottoscrivere l'emendamento da parte mia e di tutto il gruppo di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere anch'io questo emendamento, perché, come sappiamo, la musica è indubbiamente arte, è indubbiamente cultura, ma è anche una industria e questa industria porta oggi i numeri allarmanti delle perdite, numeri che erano invece molto significativi sino a prima della pandemia: un indotto complessivo pari a circa 4,1 miliardi di euro, oltre 115 mila persone che lavorano nell'industria della musica e nell'indotto della musica. Noi riteniamo che sia fondamentale dare un segnale a questo settore, attraverso l'istituzione, come dice questo emendamento, di un comparto apposito che si occupi di questa industria.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il presidente Rampelli. Ne ha facoltà.

FABIO RAMPELLI (FDI). Grazie, Presidente Mandelli. Sinceramente, lo dico con grande serenità, ero convinto della opportunità di creare una Direzione generale presso il Ministero per i beni culturali dedicata alla musica, alla musica italiana, dietro la quale c'è molto. Non bisogna essere superficiali, non bisogna banalizzare ma ci sono pezzi di musica italiana che rappresentano l'identità nazionale in tutto e per tutto e, insieme ad essa, direi un pezzo dell'identità europea; mi riferisco in particolare alla musica lirica. Questo ampio spettro di possibilità dovrebbe essere ampiamente valorizzato. Questa mancanza si potrebbe con un solo voto recuperare, inducendo - e penso che faremo anche una cortesia al Ministro Franceschini - il nostro Ministero a dotarsi di una struttura propria, per sostenere questo settore così importante per la nostra Nazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.01 Mollicone, con parere contrario di Commissione, Governo e V Commissione

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 7.10 Zucconi. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie, Signor Presidente. Questo è un emendamento che contiene una proposta sulla quale vorremmo avere anche un chiarimento dal Governo. Ci vorremmo capire bene sulla norma. In che senso? Noi proponiamo che, all'articolo 7, comma 17, dopo le parole, “adeguato coinvolgimento” delle regioni e delle autonomie territoriali, cosa che c'è già, è già esistente, vengano aggiunte le seguenti parole: “delle imprese turistico ricettive”. Questa è la nostra proposta. Possibile che dobbiamo continuare ogni volta, su ogni norma, a dirvi noi che, senza il coinvolgimento delle imprese e delle aziende, questo Paese non va avanti? Voi dovete cambiare mentalità in questo senso. È vero che abbiamo sentito trattare gli imprenditori in quest'Aula, come prenditori, profittatori e evasori; ma se non vi mettete in testa una volta per tutte che il Paese reale è quello, che la gente che lavora è quella, che l'economia di questa Italia è lì e non altrove, allora sarà tutto vano!

Ancora in questa norma, che riguarda l'ENIT, voi non prendete minimamente in considerazione l'ipotesi di coinvolgere le imprese e chi le rappresenta e, quindi, neanche i lavoratori. La policica continua quindi a parlare a se stessa e a sbagliare sempre di più. L'ENIT è un ente istituito dal Governo Nitti nel 1919! Avevano più intelligenza allora, nonostante gli anni che sono passati, permettetemi di dirvelo! Non si coinvolgono un'altra volta le categorie, nonostante tutti i dibattiti che ascoltiamo alla televisione e ovunque. Voi avete chiaro che l'esperienza e la competenza di chi ha fatto impresa è utile, indica delle strade. L'altra sera il presidente di Federalberghi faceva un'analisi precisissima, evidenziando che, se non ci sono tempi certi per le vaccinazioni e per le riprese, gli alberghi non potranno ripartire. Ma questo lo capisce perfettamente - gli viene naturale - un imprenditore, un rappresentante delle categorie economiche, ma forse non viene capito dalla burocrazia italiana, che continua a produrre norme che allontanano.

Un'altra cosa: questa è la proposta, ma anche il chiarimento. È bene che si continui a parlare di coinvolgimento, perché sulla scorta dell'emendamento precedente vogliamo anche dire basta con i “poltronifici”. Basta con i posti da assegnare a seguito di ogni riforma! Si devono coinvolgere certamente regioni, autonomie e categorie economiche, ma deve essere un coinvolgimento ideale, di proposta, non poltrone da assegnare ancora e aumentare ulteriormente le spese, per fare task force o per fare cabine di regia. L'Italia si può unire, ci sono persone, italiani, imprenditori e lavoratori che non hanno bisogno di essere pagati per aiutare la patria, lo fanno più che volentieri, lo fanno per i loro figli e per i loro nipoti. Con questo chiarimento io vi prego di riconsiderare questa questione, che è un'offesa per gli imprenditori, per non essere presi neanche in considerazione, e di votare questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Albano. Ne ha facoltà.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente, per sottoscrivere questo emendamento e per sottolineare, ringraziando il collega Zucconi, che la presente proposta emendativa, che riforma l'Agenzia nazionale per il turismo, l'ENIT, stabilisce un principio fondamentale, cioè il coinvolgimento delle rappresentanze delle imprese. Sappiamo che il turismo è uno dei comparti più colpiti dalla crisi e dalle restrizioni che sono state messe in atto da questo Governo e i dati sono allarmanti. Sappiamo anche che, da parte degli imprenditori, c'è la possibilità di intervenire e di proporre dei piani e delle possibilità di uscita da questa gravissima crisi. Ecco, per questo motivo, chiedo di sottoscrivere e sostenere questo emendamento da parte dell'Aula.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Quello che volevo chiarire e che è utile sottolineare, rispetto all'elenco che viene fornito, è che le regioni sono già coinvolte ed è pleonastico inserirlo in questo elenco, accanto alle autonomie locali. Le regioni addirittura esprimono un membro del consiglio di amministrazione di ENIT.

La cosa che vorremmo evitare nella confusione - ma crediamo che il Governo possa rassicurare da questo punto di vista - è che si immagini che coinvolgimento significhi inserimento in consiglio d'amministrazione e aumento delle poltrone, perché significherebbe sposare quella tesi del Ministro Franceschini, che venne bocciata nel “decreto Rilancio”, nella quale in maniera surrettizia volle inserire l'argomento ENIT, senza nemmeno riuscire a nominare il consiglio di amministrazione, perché il Partito Democratico ha fallito nell'impresa di scegliere due membri da inserire all'interno del consiglio d'amministrazione di ENIT. Tant'è vero che ENIT ha ormai, da un anno quasi, il consiglio di amministrazione prorogato, nonostante quel decreto prevedesse entro trenta giorni la modifica dello stesso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Sottoscrivo l'emendamento proposto dal collega Zucconi, perché è un provvedimento e un emendamento giusto. Allora, nella misura in cui si vuole restituire ricchezza e lavoro alla nostra Italia, per ridistribuire ricchezza, bisogna aumentare la ricchezza nel nostro Paese e questo è possibile farlo, soltanto puntando su chi produce lavoro. Gli imprenditori sono la chiave di volta. Allora, non coinvolgerli significa non riconoscere questo valore, che è presente nel nostro territorio e che deve essere sostenuto, promosso e valorizzato. Per questo chiedo all'Aula di votare a favore di questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie Presidente. In realtà, l'emendamento fissa un punto che a nostro modo di vedere dovrebbe essere già a disposizione, ovvero il coinvolgimento di un rappresentante delle associazioni, che vengono inevitabilmente oggi escluse dai processi decisionali ed elaborativi di quelle disposizioni e norme, che invece li riguardano direttamente. Ricordava bene poco fa la collega Albano l'importanza per il PIL che riveste il turismo. Parliamo del 13 per cento di un mondo, di un ambiente, che evidentemente è stato particolarmente colpito dal COVID e dalle situazioni economiche derivanti. L'integrazione, come propone l'emendamento, di un rappresentante delle associazioni costituirebbe, quindi, una risorsa per fronteggiare adeguatamente le risposte alla pandemia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Anch'io sottoscrivo convintamente questo emendamento, che è un emendamento di buonsenso, perché è importante che, oltre al coinvolgimento delle regioni e delle autonomie territoriali, nello statuto dell'ENIT ci sia anche il coinvolgimento delle imprese turistico-ricettive. Perché è necessario? Perché loro rappresentano chi opera realmente nella materia, conoscono la materia e, quindi, possono dare realmente delle soluzioni e delle risposte vere e reali.

PRESIDENTE. Onorevole Butti, rinuncia. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Sottoscrivo l'emendamento del collega Zucconi, che pone giustamente un problema molto semplice. Nella costituzione di questo ente, che è l'ente nazionale per il turismo, che si occupa, forse, di uno dei settori più importanti per la nostra economia e per la promozione del nostro Paese, chi la deve fare questa promozione? Da chi deve essere composto? Noi non chiediamo che siano date ulteriori poltrone, noi chiediamo che siano utilizzate le competenze e le professionalità di chi tutti i giorni lavora in questo settore. Purtroppo, è uno scontro ideologico, ce ne rendiamo conto: da una parte, c'è chi, come noi, ritiene che solamente l'esperienza di chi si confronta quotidianamente con il proprio intraprendere in alcuni settori può dare una risposta sapiente alle necessità degli operatori del turismo; dall'altro lato, invece, chi crede che un burocrate calato dall'alto sia la soluzione per gestire una tematica così importante.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente, vorrei sottoscrivere l'emendamento Zucconi, che banalmente ha sentito doverosamente la necessità di andare ad aggiungere queste categorie, le imprese turistico ricettive, al provvedimento. Ecco, se non fosse scritto, sarebbe scontato includere nella riorganizzazione del Ministero le categorie che producono e che producono con la competenza, la professionalità, la dedizione e la passione di tutti i giorni investiti in questo settore produttivo. La capacità di un Governo dovrebbe anche essere quella di saper ascoltare, per poter interpretare nel modo più adeguato e preciso le esigenze della sua Nazione. E credo che questo emendamento volga lo sguardo proprio a quell'attenzione all'ascolto, preciso e puntuale, di chi quella professione la conosce bene.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Toma. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO DE TOMA (FDI). Grazie, Presidente. Sottoscrivo e sostengo con forza la proposta emendativa 7.10 dell'onorevole Zucconi, perché penso che, chiarito il coinvolgimento per ciò riguarda le regioni e quindi le autonomie territoriali, io che provengo esattamente dalla rappresentanza delle imprese, ritengo sia fondamentale che comunque siano coinvolte le imprese, le rappresentanze stesse per dare un reale contributo con riferimento alla richiesta dell'emendamento dell'onorevole Zucconi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Sottoscrivo questo emendamento, orgoglioso anche di quanto detto dal capogruppo Lollobrigida per le battaglie che Fratelli d'Italia ha fatto: uno, per non far moltiplicare le poltrone in questo ente; e due, per cercare di dare voce agli operatori del turismo, che, purtroppo, fino ad oggi non hanno tanta voce, ma sono quelli che lo portano avanti e che soffrono per primi la crisi e avrebbero tanta voglia di contribuire per il loro futuro, visto che hanno investito tanto in tante regioni e che, purtroppo, stanno soffrendo in questa nostra Italia, che dovrebbe essere la patria del turismo, ma che invece trovano oggi le strutture chiuse in un turismo che viene dirottato verso altre mete, dove sanno organizzare protocolli seri, dove accogliere queste persone che vogliono viaggiare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà. Non c'è. Onorevole Foti? Rinuncia. Onorevole Frassinetti.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Brevemente, per ribadire la necessità dell'approvazione di questo emendamento, che va a modificare l'articolo 17. Si parla dell'ENIT, l'Agenzia nazionale del turismo, e si chiede semplicemente, per assicurare un adeguato coinvolgimento delle regioni e delle autonomie territoriali, di aggiungere alle regioni e le autonomie territoriali anche le imprese turistico-ricettive. Mi sembra che, per un senso di completezza, laddove c'è il coinvolgimento degli enti locali e delle autonomie territoriali, non possa non esserci la voce delle categorie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Galantino. Ne ha facoltà.

DAVIDE GALANTINO (FDI). Grazie, Presidente. La presente proposta emendativa, in relazione alla riforma dello Statuto dell'ENIT, stabilisce espressamente, oltre al coinvolgimento delle regioni e delle autonomie territoriali, il coinvolgimento delle rappresentanze delle imprese: una semplice proposta che coinvolge quelle imprese senza le quali il Paese non andrebbe avanti; per questo ringrazio il collega Zucconi per la proposta emendativa, che ovviamente sottoscrivo, con la preghiera che quest'Aula voti favorevolmente l'emendamento in discussione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gemmato; rinuncia. Onorevole Ferro; rinuncia anche l'onorevole Ferro. Onorevole Lucaselli, prego.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Anche io vorrei sottoscrivere questo emendamento con riferimento al quale il collega Zucconi ha cercato di spiegare con accuratezza a quest'Aula i motivi per i quali tale emendamento diviene essenziale, affinché si possano dare delle risposte ad un mondo imprenditoriale che sappiamo essere stato particolarmente colpito da quello che è successo nell'ultimo anno di pandemia; e allora abbiamo la necessità di guardare a quei mondi, di dare delle risposte e questo emendamento può essere indubbiamente il primo passo verso quelle risposte.

Riteniamo che non farlo sarebbe chiudere la porta in faccia a milioni di persone, milioni di operatori e di lavoratori, che invece hanno la necessità di credere nel futuro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il presidente Rampelli. Ne ha facoltà.

FABIO RAMPELLI (FDI). Grazie, Presidente. Pensavamo che fosse una proposta, questa, innovativa e, come tutte le proposte innovative, se ben ponderate, utili alla causa. Solitamente, anche nei modelli economici simulati, si prende ormai per buono il fatto che non esiste un modello positivo, se solo pubblico, e non esiste un modello positivo, se solo privato, tanto meno se diventa la privatizzazione del pubblico. Il modello giusto può essere quello virtuoso della collaborazione e, quindi, della convivenza tra pubblico e privato. Immettere - e concludo - in ENIT le forze vive dell'impresa turistica, significa garantire questo connubio, questo dialogo, questa costruzione insieme di prospettive, tese all'ampliamento del mercato turistico italiano. Quindi, insomma, speriamo che ci sia un margine per approvare questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà (Commenti).

FEDERICO MOLLICONE (FDI). No, no, ci siamo, Fratelli dall'Italia c'è sempre. Sull'ENIT non possiamo che ricordare le polemiche della scorsa estate, in piena crisi COVID, quando l'ENIT e l'Agenzia del turismo davano e rilasciavano una narrazione addirittura di tutto pieno a Ferragosto, di dati quasi confortanti, nonostante il COVID; e giustamente, tutte le associazioni di categoria, tutte, da Federalberghi a Confesercenti e Confcommercio-Confturismo, tutte quante, dicevano esattamente il contrario. Perché? Perché sono operatori, conoscono e sanno quali erano le strutture aperte e quali erano strutture chiuse, denunciando una grave crisi strutturale. Per cui questo emendamento è la banalità del fare bene e cioè di inserire chi davvero conosce e vive di turismo all'interno del consiglio dell'ENIT.

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di parlare… Onorevole Gemmato, ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Sì, Presidente, chiedo scusa, sull'ordine dei lavori, peraltro su un tema che penso la troverà particolarmente sensibile. Apprendiamo adesso che si è conclusa una riunione del Ministro Speranza con le regioni e che, fondamentalmente, viene data la possibilità di inoculare il vaccino AstraZeneca negli over 60. Fino a ieri ci avevano detto, invece, che l'AstraZeneca non andava somministrato negli over 55 e a questo dettame si erano attenute le regioni. Faccio notare come oggi, Presidente, tocchiamo il massimo dei morti per COVID, più di 600 persone, e ancora oggi siamo nella assoluta confusione e convinzione che, da un lato, il vaccino possa essere inoculato negli under 55, poi negli over 60. In mezzo c'è il popolo italiano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che guarda con confusione a questo Governo. È più di un mese che c'è un nuovo Governo e non dà, ancora oggi, direttive chiare. L'obiettivo delle 500 mila inoculazioni quotidiane è ben lontano. Abbiamo l'impressione che si navighi a vista. Il Ministro Speranza ritiene di interloquire con le regioni e non con il Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che noi riteniamo essere il luogo principe nel quale questo confronto debba avvenire. Quindi, Presidente, mi appello a lei e concludo, affinché possa investire il Ministro Speranza di questa nostra preoccupazione. Ripeto: tocchiamo il massimo delle morti per COVID e, ad oggi, cambiamo nuovamente opinione rispetto ad un farmaco, rispetto a un vaccino, che dovrebbe salvare la vita degli italiani. Gli italiani sono confusi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Gemmato. C'è anche la sottosegretaria Bergamini e sicuramente riferiremo al Governo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.10 Zucconi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 8.13 Mollicone.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Un secondo, un attimo…

PRESIDENTE. Emendamento 8.13, onorevole, l'emendamento a sua prima firma.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie. In realtà è stato accorpato e per questo non capivo. Gli emendamenti 8.13 e 8.14 sono diventati di fatto un unico emendamento. Questo emendamento - colleghi, mettetevi comodi - prevede un tema molto caro a Fratelli d'Italia e che Fratelli d'Italia, per prima come forza politica, all'inizio della legislatura ha introdotto facendo approvare un ordine del giorno e dando questo indirizzo che è quello della sovranità digitale. Sovranità digitale che poi è diventata il centro anche del dibattito a livello europeo e gli stessi indirizzi delle linee-guida europee poi hanno introdotto quello di sovranità tecnologica, che, peraltro, è un ossimoro perché sappiamo che ormai siamo in piena economia digitale e non certo tecnologica. Tra le funzioni del Comitato interministeriale per la transizione digitale, noi prevediamo di introdurre la tutela da parte della Presidenza del Consiglio, proprio perché, avendo una visione di governo nazionale ed essendo noi nazionalisti, pensiamo che la massima carica e la massima istituzione debbano avere una visione d'insieme anche su questo, che è un ambito e un indirizzo assolutamente strategico per l'Italia e per l'Europa. È un tema, quello della sovranità digitale, che non va letto, ovviamente, in senso esclusivamente nazionalista, perché sappiamo che non avrebbe significato e senso, ma in un'ottica sicuramente europea, sicuramente europea per competere con quella che è ormai una geopolitica digitale che vede, da un lato, schierarsi le nazioni digitali, quelle grandi cosiddette, con una definizione orribile in inglese, Over The Top - non me ne voglia il Presidente Rampelli - e che noi preferiamo chiamare nazioni digitali, nazioni digitali come Facebook, come Google, come le grandi piattaforme, come Amazon, che di fatto sono diventate delle nazioni digitali con una cittadinanza digitale e molto spesso i diritti di questi cittadini vengono conculcati. Per questa ragione riteniamo che il digitale non sia un settore ma l'ecosistema in cui deve muoversi la politica, in particolare considerando la trasversalità dei progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che sull'innovazione e sul digitale, ovviamente, hanno i focus principali, e l'accelerazione dei processi di digitalizzazione. È necessario, colleghi, accelerare il cablaggio delle scuole, degli edifici pubblici, degli ospedali e delle amministrazioni locali. Non vorremmo, comunque, che questo Comitato sia sovrapposto al Comitato della banda ultralarga.

Nell'ultimo anno di pandemia le reti hanno dimostrato la loro necessità vitale. Siamo un'economia certamente manifatturiera, fra le più forti in Europa. Siamo componenti del G7, ma ci chiediamo quanto ci possiamo permettere di essere ancora al venticinquesimo posto in Europa per quanto riguarda la digitalizzazione e, soprattutto, per quanto ancora saremo l'ultima Nazione europea per quanto riguarda le competenze digitali. Cosa deve cambiare per invertire la tendenza, colleghi, e iniziare a risalire le classifiche? E, quindi, questo emendamento vuole introdurre un cambio di paradigma nelle politiche del digitale dopo il fallimento, clamoroso, del Ministro dell'Innovazione Pisano, che avete prontamente reimmesso, dandole un posto. Qualche posto di lavoro lo trovate (e li difendete): sono quelli degli ex Ministri, che avete prontamente ricollocato. Un disastro totale e oggi sostituito dal Ministro Colao, che sicuramente è un tecnico di altro spessore. Ma ci chiediamo: su questo almeno, sullo scenario dei prossimi cinquant'anni, vogliamo collaborare? L'Italia è in ritardo, come lo è l'Europa, di almeno 20 anni dal codice elettronico. Vogliamo recuperare questo ritardo insieme? Siamo una Nazione, abbiamo una stessa identità e appartenenza? E allora dimostriamolo su un tema di scenario fondamentale come quello della sovranità digitale, facciamolo insieme, cerchiamo insieme di costruire le reti e i presupposti per non essere più secondi a nessuno, integriamoci e facciamolo con le altre Nazioni europee, dimostriamo, nella geopolitica digitale, di essere protagonisti, e non servi di nessuno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Anche questo emendamento si colloca ulteriormente tra le proposte che Fratelli d'Italia ha avanzato per migliorare questo provvedimento, un provvedimento nel quale noi intendiamo fare una modifica sostanziale, cioè attribuire al Presidente del Consiglio dei Ministri le competenze in materia di promozione della sovranità digitale. Il mio collega Osnato mi guarda con attenzione rispetto a questa proposta emendativa perché sa benissimo che l'abbiamo elaborata anche insieme al collega Mollicone proprio nell'ottica di ribadire ulteriormente quello che il collega Mollicone ha appena espresso. Noi abbiamo l'esigenza di rendere completamente autonomo il mondo del digitale, abbiamo l'esigenza di dare un valore aggiunto a questo settore, abbiamo l'esigenza di non farci influenzare e non farci compromettere da forze esterne, anche se…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Montaruli.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. Io voglio ringraziare il collega Mollicone, perché si è evinto dal tono fermo, ma infervorato con cui ha illustrato questo emendamento che, insomma, pone l'accento su un tema che - e non può sfuggire a quest'Aula - è di importanza determinante, tanto è vero che nell'enucleato, appunto, si vuole attribuire come tema alla gestione della Presidenza del Consiglio, proprio per porlo al centro dell'azione di un Governo, quello della sovranità digitale, tutto quello che ruota intorno alle nuove tecnologie, alle reti, a ciò che, appunto, porta informazioni, che porta dati, che porta conoscenza, che porta sapere, e che non può non vedere, appunto, nel fulcro centrale di un Governo vero, nella Presidenza del Consiglio, il playmaker, diciamo, di questa azione.

PRESIDENTE. Mi perdoni, onorevole Osnato. Se potete evitare… qui davanti ai banchi della Presidenza…Grazie molte. Mi scusi, onorevole.

MARCO OSNATO (FDI). Forse si stavano domandando anche loro, sull'importanza della sovranità digitale, come agire e appunto, tornando sul tema, vi forniamo noi la risposta. C'è l'emendamento 8.13 Mollicone, che non può non trovare il favore di quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). Grazie, Presidente. Mi unisco agli applausi per il collega Osnato, ovviamente. Dunque, Presidente, quanto scrive il collega Mollicone è oggi importante, perché, rispetto alla sovranità digitale, si deve evidentemente cercare un equilibrio fra apertura e protezione, e questo penso sia uno dei punti fondamentali, dei punti chiave rispetto alle nostre politiche. Ad esempio, l'intelligenza artificiale è effettivamente una delle occasioni importanti, laddove la sovranità digitale deve giocare un ruolo molto importante in termini di protezione di dati. La nuova dimensione oserei dire della politica estera è la sovranità digitale, quindi invitiamo ad una riflessione sia il Governo sia i colleghi rispetto a questa proposta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rotelli. Ne ha facoltà.

MAURO ROTELLI (FDI). Grazie, Presidente. Nell'intervento e nell'emendamento proposto dal collega Mollicone c'è, sottosegretarie - Presidente, parlo a tutte e due, perché penso che ci siano anche le sensibilità giuste -, uno degli elementi centrali del PNRR, cioè la digitalizzazione del nostro Paese e, quindi, per questo sforzo, importante, che riguarderà la pubblica amministrazione, come sottolineato nella parte iniziale dal collega Mollicone, e anche in tutta quella che è la vita dei privati e l'aspetto delle nostre aziende, passa gran parte degli investimenti che verranno fatti per il futuro. Vi ricordo, investimenti importanti, perché porteranno la nostra Nazione a indebitarsi per decenni e, quindi, o queste risorse vengono spese bene oppure rischiamo di creare soltanto debito per chi verrà dopo di noi. Da questo punto di vista, ritengo che l'emendamento del collega Mollicone - e termino, Presidente - sia fondamentale, perché inquadra la questione del digitale sotto la cabina di regia e il controllo della Presidenza del Consiglio dei Ministri (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Silvestri. Ne ha facoltà.

RACHELE SILVESTRI (FDI). Grazie, Presidente. Ringrazio il collega Mollicone per aver presentato questo emendamento e chiedo di sottoscriverlo, perché è molto importante, soprattutto in questo momento che stiamo vivendo. Adesso stiamo vivendo in un momento cruciale, in cui bisogna un attimo capire il digitale in che modo lo vogliamo portare avanti. In questo momento, si sta creando un mondo nuovo, un mondo di dati che devono essere governati, e la sovranità digitale e la tecnologica vanno definite e organizzate, ed è per questo che è fondamentale, importante. Quindi, io, di nuovo, ringrazio il collega e spero che, anche in questo caso, il Governo possa ripensarci.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente, anche per la pazienza. Riteniamo che l'emendamento proposto dal collega Mollicone introduca un tema, appunto quello della sovranità digitale, di estrema rilevanza, anche e, soprattutto, a fronte delle nuove frontiere che si stanno ponendo in ordine al tema della sicurezza nazionale, della sicurezza non solo dei confini fisici, ma anche di quelli che sono confini meno nitidi, ma non per questo meno importanti, che, appunto, attengono al controllo pieno delle informazioni e delle nuove tecnologie. In questo senso, quindi, la proposta del collega Mollicone costituisce un passo avanti significativo, che speriamo la maggioranza accolga.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.13 Mollicone, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Passiamo all'emendamento 8.15 Mollicone.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Colleghi, sottosegretario Bergamini, l'articolo 8, al comma 2, istituisce, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Comitato interministeriale per la transizione digitale, così definito, con un acronimo CITD. Abbiamo chiesto, con questo emendamento, la designazione di due rappresentanti delle Commissioni parlamentari competenti in materia di innovazione tecnologica, scienza e ricerca e telecomunicazioni nel Comitato interministeriale. Questo perché riteniamo fondamentale garantire un'adeguata rappresentanza delle componenti non governative.

Di fatto, già con una proposta di legge, chiedemmo la costituzione - ed è già presentata - di una Commissione bicamerale dell'innovazione che potesse razionalizzare le politiche dell'innovazione, come richiesto anche dalla Corte dei conti, con il compito di affrontare in maniera organica, colleghi, le tematiche relative alla promozione delle politiche nazionali, dell'Unione europea e internazionali, concernenti l'uso di nuove tecnologie e, in particolare, di quelle dell'informazione e della comunicazione, necessarie a realizzare la modernizzazione del Paese, con riferimento, fra l'altro, all'economia, alle infrastrutture immateriali, alla pubblica amministrazione e all'inclusione digitale, nonché con compiti di indirizzo e di controllo sull'attuazione delle politiche stesse.

Con una mozione sul DESI, poi approvata, inserimmo, infine, la parlamentarizzazione delle politiche dell'innovazione, così da garantire un monitoraggio costante del Parlamento sull'innovazione. E su questo faccio un appello, per il suo tramite, Presidente, vista anche la sensibilità al tema del sottosegretario Bergamini, affinché il Governo si ponga il termine - e, quindi, anche il Presidente Fico attraverso la Giunta per il Regolamento - di capire, come propone l'Intergruppo innovazione, che è un intergruppo molto solido, credibile e trasversale, che ha fatto molti incontri, non ultimo con la Presidenza del Consiglio nello scorso Governo, per chiedere, appunto, di trattare in un'unica sede tutte le tematiche sull'innovazione. Che, poi, la proposta che facciamo - e che fa Fratelli d'Italia - è quella di una Bicamerale sull'innovazione, per l'importanza che il tema ha per racchiudere tutti i temi oggi divisi tra VII, tra TLC e trasporti ed altre Commissioni. In realtà, va bene anche andare a rafforzare una Commissione permanente, ma l'importante è che, finalmente, visto il tema, visto che se ne sta occupando in maniera organica anche l'Europa con l'atto sui servizi digitali e sui mercati digitali, è importante che anche nel Parlamento italiano ci sia un'unica sede, alla Camera e al Senato, dove trattare tutti i temi relativi all'innovazione e, quindi, alla sovranità digitale.

Quindi, questo emendamento va in quella direzione e, rispetto al precedente, ovviamente, oltre a sensibilizzare affinché la Presidenza del Consiglio si occupi, come tema e come visione, della sovranità digitale, con questo emendamento noi lo andiamo anche a realizzare e declinare, dicendo che il Parlamento deve essere rappresentato presso questo Comitato. Non è un emendamento di tipo ostruzionistico, è ancora una volta una proposta, una proposta per un'architettura normativa che abbia il passo, il senso e si muova assolutamente nella contemporaneità e, magari, anche nel futuro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Sicuramente, i temi affrontati da questo ultimo blocco di emendamenti di Fratelli d'Italia, a firma del collega Mollicone, trattano argomenti dei quali sentiremo parlare di qui ai prossimi anni: innovazione, digitalizzazione e sovranità digitale. Noi crediamo che sia fondamentale, sin da questo momento, dare una linea chiara a quella che sarà la politica italiana su questi temi, perché, in base a questi temi, verrà fondato il futuro digitale del nostro Paese.

Riteniamo che ci siano settori che vengono continuamente trattati soltanto come fossero unicamente degli slogan. Riteniamo, invece, che sia arrivato il momento di entrare nel merito di queste questioni, di occuparsene seriamente e di avere un progetto e una progettazione per il futuro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Credo che i temi proposti con questo e con gli altri emendamenti in materia di sovranità digitale dal collega Mollicone, che anch'io convintamente ho sottoscritto, pongono un tema all'attenzione di quest'Aula che non può essere sottovalutato, soprattutto quando parliamo di processi di innovazione tecnologica.

Questo emendamento aggiunge un elemento di partecipazione necessaria degli organi parlamentari anche ai lavori del Comitato interministeriale per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale per mantenere sinergico anche il rapporto con le Camere.

Quindi, l'invito che faccio è quello di accogliere questa proposta; una proposta neutra, senza particolari afflati ideologici, ma che ci fa fare un passo in avanti in termini di garanzie, di partecipazione e di capacità di spinta anche delle rappresentanze parlamentari all'innovazione, ma anche alla sicurezza e alla sovranità nazionale dell'Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Silvestroni. Ne ha facoltà.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Grazie. Chiedo di sostenere questo emendamento, che tra l'altro chiedo anche di firmare, perché digitalizzazione e innovazione, per noi che facciamo e vogliamo fare politica, e quindi vogliamo governare il Paese, significa sostenere i cambiamenti. Quindi, questo è un emendamento che, secondo noi, tutti quelli che vogliono il bene del Paese, per il futuro, dovrebbero approvare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Un emendamento propositivo, costruttivo, che chiedo di poter sottoscrivere, quello dell'onorevole Mollicone, che pone sostanzialmente due temi: quello dell'innovazione tecnologica, facendo una proposta intelligente e di buon senso, ma pone anche il tema della rappresentanza parlamentare, della democrazia parlamentare, perché, Presidente, noi ci siamo sentiti dare delle vere e proprie lezioni dal Partito Democratico. Soprattutto, ricordo interminabili interventi da parte di autorevoli esponenti del Partito Democratico che ci spiegavano e ci insegnavano che la nostra è una democrazia parlamentare; peccato, poi, che nel tempo abbiamo scoperto che la nostra è una democrazia parlamentare solo e soltanto quando serve per far comandare un partito che sistematicamente perde le elezioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mantovani. Ne ha facoltà.

LUCREZIA MARIA BENEDETTA MANTOVANI (FDI). Grazie, Presidente. Con questo emendamento si vuole completare l'iniziativa relativa al Comitato interministeriale per la transizione digitale, inserendo due rappresentanti designati dalle Commissioni parlamentari competenti in materia di innovazione tecnologica, scienza, ricerca e telecomunicazioni. Un emendamento quindi di merito, che è ispirato dalla volontà di completare quanto espresso dalla disposizione in esame.

La transizione digitale è una questione seria e complessa, sulla quale l'Italia per troppo tempo ha tergiversato, creando danni immensi per le nostre imprese. Quindi, auspico che ci sia un ripensamento sul parere ad un emendamento che può, senza ombra di dubbio, generare dei benefici.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà. Avviso che poi ci sarà l'onorevole Bignami, così magari, se è fuori, si può avvicinare.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Insieme ai colleghi intendo anch'io sottoscrivere l'emendamento Mollicone, che comunque chiede che all'interno ovviamente di questo organismo ci possano essere due rappresentanti delle Commissioni competenti, che credo in qualche modo possano portare la visione, ma anche il lavoro non soltanto che viene fatto all'interno delle Commissioni stesse, ma di quel Paese che ha bisogno ovviamente della velocità di un'epoca digitale che deve stare al passo con i tempi.

Nell'evidenziare, anche rispetto ai due emendamenti precedenti, l'8.13 e l'8.14, molto collegati anche con questo, la nostra attenzione verso questo mondo, ritengo che il Governo dovrebbe ancor di più fare una riflessione rispetto alle richieste che sono richieste plausibili, ma soprattutto richieste che in qualche modo servirebbero a potenziare questo aspetto per noi importante (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. La proposta emendativa in discussione è evidentemente finalizzata a rafforzare quel raccordo tra l'attività del Ministero e delle Commissioni parlamentari e la richiesta di introdurre due esponenti delle Commissioni stesse non va a individuare un presidio in favore delle opposizioni o della maggioranza ma è l'individuazione di due soggetti che possano interloquire con la rappresentanza di Governo al fine di integrare una proposta politica, ma anche tecnica, nelle forme e nei modi adeguati.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.15 Mollicone, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Colleghi, con riferimento ai nostri lavori mi risulta che vi sia un'intesa tra i gruppi nel senso di concludere nella serata odierna l'esame degli emendamenti presentati e di rinviare alla seduta di domani, alle ore 9,30, il seguito dell'esame del provvedimento, a partire dall'esame degli ordini del giorno.

(Così rimane stabilito).

Passiamo all'emendamento 8.12 Ciaburro.

Nessuno chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.12 Ciaburro, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.1 Corda, con il parere contrario di Commissione, Governo e V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.3 Foti, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 32).

Come concordato, interrompiamo qui l'esame del provvedimento, che riprenderà domani alle 9,30.

Calendario dei lavori dell'Assemblea per il periodo 12-30 aprile 2021 e programma dei lavori per i mesi di maggio-giugno 2021.

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato stabilito, ai sensi dell'articolo 24, comma 2, del Regolamento, il seguente calendario dei lavori per il periodo 12-30 aprile:

Lunedì 12 aprile (ore 12 e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 2989 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 13 marzo 2021, n. 31, recante misure urgenti in materia di svolgimento dell'esame di Stato per l'abilitazione all'esercizio della professione di avvocato durante l'emergenza epidemiologica da COVID-19 (approvato dal Senato - scadenza 12 maggio 2021)

Discussione sulle linee generali della mozione Bitonci ed altri n. 1-00413 concernente iniziative di competenza in relazione al nuovo quadro normativo in materia di inadempienza bancaria e crediti deteriorati

Discussione sulle linee generali dei disegni di legge di ratifica:

n. 2578 - Scambio di Note per il rinnovo a tempo indeterminato dell'Accordo tra il Ministero della difesa italiano e il Ministero della difesa macedone sulla cooperazione nel campo della difesa del 9 maggio 1997, fatto a Skopje il 3 febbraio e il 23 agosto 2017 (approvato dal Senato)

n. 2579 - Protocollo di emendamento alla Convenzione sulla protezione delle persone rispetto al trattamento automatizzato di dati a carattere personale, fatto a Strasburgo il 10 ottobre 2018 (approvato dal Senato)

n. 2631 - Accordo di cooperazione nel settore della difesa tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica argentina, fatto a Roma il 12 settembre 2016 (approvato dal Senato)

n. 2654 - Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica argentina sulla cooperazione in materia di sicurezza, fatto a Buenos Aires l'8 maggio 2017 (approvato dal Senato)

n. 2657 - Scambio di Lettere tra la Repubblica italiana e la Santa Sede sull'assistenza spirituale alle Forze Armate, fatto a Roma e nella Città del Vaticano il 13 febbraio 2018, e norme di adeguamento dell'ordinamento interno ad obbligazioni internazionali contratte con la Santa Sede (approvato dal Senato)

n. 1766 - Convenzione del Consiglio d'Europa sulla coproduzione cinematografica (rivista), con Allegati, fatta a Rotterdam il 30 gennaio 2017

Martedì 13 aprile (ore 12 - 15.30 e 17 – 20, con prosecuzione notturna dalle 21.30 alle 24), mercoledì 14 (ore 9.30 – 13 e 16 – 19, con prosecuzione notturna dalle 20.30 alle 23.30) e giovedì 15 aprile (ore 9.30 – 13 e 15 - 18, con prosecuzione notturna dalle 20 alle 23 e nella giornata di venerdì 16 aprile)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 2915 - Conversione in legge del decreto-legge 1° marzo 2021, n. 22, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri (ove non concluso nella settimana dal 6 al 9 aprile) (da inviare al Senato – scadenza: 30 aprile)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 2989 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 13 marzo 2021, n. 31, recante misure urgenti in materia di svolgimento dell'esame di Stato per l'abilitazione all'esercizio della professione di avvocato durante l'emergenza epidemiologica da COVID-19 (approvato dal Senato - scadenza 12 maggio 2021)

Seguito dell'esame delle mozioni Molinari ed altri n. 1-00414, Fregolent ed altri n. 1-00417, Prestigiacomo ed altri n. 1-00418, Fornaro ed altri n. 1-00429, Muroni ed altri n. 1-00440, Vianello ed altri n. 1-00441, Pezzopane ed altri n. 1-00442, Vallascas ed altri n. 1-00450 e Lapia ed altri n. 1-00451 in materia di individuazione del deposito nazionale per il combustibile nucleare irraggiato e i rifiuti radioattivi (ove non concluso nella settimana dal 6 al 9 aprile)

Seguito dell'esame della mozione Lattanzio ed altri n. 1-00405 concernente iniziative in materia di definizione del Piano nazionale per l'infanzia e l'adolescenza e ulteriori misure in campo educativo ed economico a favore dei minori (ove non concluso nella settimana dal 6 al 9 aprile)

Seguito dell'esame delle mozioni Meloni, Giacomoni ed altri n. 1-00382, Zanichelli, Fragomeli, Mor, Pastorino ed altri n. 1-00409 e Centemero ed altri n. 1-00443 concernenti il ruolo del Ministero dell'economia e delle finanze nell'ambito del processo di vendita della società Borsa Italiana (ove non concluso nella settimana dal 6 al 9 aprile)

Seguito dell'esame delle mozioni Ungaro ed altri n. 1-00392, Zangrillo ed altri n. 1-00396 e Lollobrigida ed altri n. 1-00398 concernenti iniziative a favore dell'occupazione, della formazione e dell'emancipazione giovanile (ove non concluso nella settimana dal 6 al 9 aprile)

Seguito dell'esame delle mozioni Bella ed altri n. 1-00449, Aprea ed altri n. 1-00453, Fusacchia ed altri n. 1-00454 e Lollobrigida ed altri n. 1-00455 concernenti iniziative volte alla riapertura in sicurezza degli istituti scolastici di ogni ordine e grado (ove non concluso nella settimana dal 6 al 9 aprile)

Seguito dell'esame della mozione Bitonci ed altri n. 1-00413 concernente iniziative di competenza in relazione al nuovo quadro normativo in materia di inadempienza bancaria e crediti deteriorati

Seguito dell'esame dei disegni di legge di ratifica:

n. 2578 - Scambio di Note per il rinnovo a tempo indeterminato dell'Accordo tra il Ministero della difesa italiano e il Ministero della difesa macedone sulla cooperazione nel campo della difesa del 9 maggio 1997, fatto a Skopje il 3 febbraio e il 23 agosto 2017 (approvato dal Senato)

n. 2579 - Protocollo di emendamento alla Convenzione sulla protezione delle persone rispetto al trattamento automatizzato di dati a carattere personale, fatto a Strasburgo il 10 ottobre 2018 (approvato dal Senato)

n. 2631 - Accordo di cooperazione nel settore della difesa tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica argentina, fatto a Roma il 12 settembre 2016 (approvato dal Senato)

n. 2654 - Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica argentina sulla cooperazione in materia di sicurezza, fatto a Buenos Aires l'8 maggio 2017 (approvato dal Senato)

n. 2657 - Scambio di Lettere tra la Repubblica italiana e la Santa Sede sull'assistenza spirituale alle Forze Armate, fatto a Roma e nella Città del Vaticano il 13 febbraio 2018, e norme di adeguamento dell'ordinamento interno ad obbligazioni internazionali contratte con la Santa Sede (approvato dal Senato)

n. 1766 - Convenzione del Consiglio d'Europa sulla coproduzione cinematografica (rivista), con Allegati, fatta a Rotterdam il 30 gennaio 2017

Nella seduta di martedì 13 aprile, alle ore 17, saranno iscritte all'ordine del giorno le dimissioni del deputato Giovanni Sanga

Mercoledì 14 aprile (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata

Venerdì 16 aprile (ore 9.30)

Svolgimento di interpellanze urgenti

Lunedì 19 aprile (ore 10 e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 2945 - Conversione in legge del decreto-legge 13 marzo 2021, n. 30, recante misure urgenti per fronteggiare la diffusione del COVID-19 e interventi di sostegno per lavoratori con figli minori in didattica a distanza o in quarantena (da inviare al Senato – scadenza: 12 maggio 2021)

Discussione sulle linee generali della mozione concernente iniziative per garantire il rilancio economico e produttivo della Nazione (in corso di presentazione)

Discussione sulle linee generali della mozione Giarrizzo ed altri n. 1-00424 in materia di infrastrutture digitali efficienti e sicure per la conservazione e l'utilizzo dei dati della pubblica amministrazione

Martedì 20 (ore 12-15.30 e 17 – 20, con prosecuzione notturna dalle 21.30 alle 24), mercoledì 21 (ore 9.30 – 13 e 16 – 19, con prosecuzione notturna dalle 20.30 alle 23.30) e giovedì 22 aprile (ore 16.30 – 19, con prosecuzione notturna dalle 20.30 alle 23.30 e nella giornata di venerdì 23 aprile )

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 2945 - Conversione in legge del decreto-legge 13 marzo 2021, n. 30, recante misure urgenti per fronteggiare la diffusione del COVID-19 e interventi di sostegno per lavoratori con figli minori in didattica a distanza o in quarantena (da inviare al Senato – scadenza: 12 maggio 2021)

Eventuale seguito degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi

Seguito dell'esame della proposta di legge costituzionale n. 1511-1647-1826-1873-B – Modifica all'articolo 58 della Costituzione, in materia di elettorato per l'elezione del Senato della Repubblica (approvata, in prima deliberazione, in un testo unificato, dalla Camera e dal Senato)

Seguito dell'esame della mozione concernente iniziative per garantire il rilancio economico e produttivo della Nazione (in corso di presentazione)

Seguito dell'esame della mozione Giarrizzo ed altri n. 1-00424 in materia di infrastrutture digitali efficienti e sicure per la conservazione e l'utilizzo dei dati della pubblica amministrazione

Discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti di Fabio Porta, deputato all'epoca dei fatti (doc. IV-ter, n. 15-A)

Mercoledì 21 aprile (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata

Giovedì 22 aprile (ore 9-13 e 14.30-16)

Discussione del Documento di economia e finanza 2021 e dell'annessa relazione al Parlamento sullo scostamento ai sensi dell'articolo 6 della legge n. 243 del 2012 (ove presentati) (per l'approvazione della risoluzione riferita alla relazione al Parlamento è necessaria la maggioranza assoluta dei componenti la Camera)

Venerdì 23 aprile (ore 9.30)

Svolgimento di interpellanze urgenti

Lunedì 26 aprile (ore 10 e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge S. 2120 - Conversione in legge del decreto-legge 5 marzo 2021, n. 25, recante disposizioni urgenti per il differimento di consultazioni elettorali per l'anno 2021 (ove trasmesso dal Senato - scadenza 7 maggio 2021)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 2972- Conversione in legge del decreto-legge 22 marzo 2021, n. 42, recante misure urgenti sulla disciplina sanzionatoria in materia di sicurezza alimentare (da inviare al Senato - scadenza 23 maggio 2021)

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 1825-1968-2905 - Disposizioni in materia di agricoltura contadina

Discussione sulle linee generali della mozione Novelli ed altri n. 1-00212 - Iniziative volte al superamento delle barriere architettoniche

Martedì 27 (ore 12-15.30 e 17 – 20, con prosecuzione notturna dalle 21.30 alle 24), mercoledì 28 (ore 9.30 – 13 e 16 - 19, con prosecuzione notturna dalle 20.30 alle 23.30) e giovedì 29 aprile (ore 9.30 – 13 e 15 - 18, con prosecuzione notturna dalle 20 alle 23 e nella giornata di venerdì 30 aprile)

Seguito dell'esame del disegno di legge S. 2120 - Conversione in legge del decreto-legge 5 marzo 2021, n. 25, recante disposizioni urgenti per il differimento di consultazioni elettorali per l'anno 2021 (ove trasmesso dal Senato - scadenza 7 maggio 2021)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 2972- Conversione in legge del decreto-legge 22 marzo 2021, n. 42, recante misure urgenti sulla disciplina sanzionatoria in materia di sicurezza alimentare (da inviare al Senato - scadenza 23 maggio 2021)

Eventuale seguito degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1825-1968-2905 - Disposizioni in materia di agricoltura contadina

Seguito dell'esame della mozione Novelli ed altri n. 1-00212 - Iniziative volte al superamento delle barriere architettoniche

Mercoledì 28 aprile (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata

Venerdì 30 aprile (ore 9.30)

Svolgimento di interpellanze urgenti

Nella seduta di lunedì 26 aprile, con prosecuzione nella seduta di martedì 27 aprile, avranno luogo, in orari da definire, le Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista della trasmissione alla Commissione europea del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ai sensi dell'articolo 18 del regolamento RRF (UE) 2021/241.

Il Presidente si riserva di inserire nel calendario dei lavori l'esame di ulteriori progetti di legge di ratifica deliberati dalle Commissioni e di ulteriori documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

L'organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario sarà pubblicata nell'Allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Vedi l'allegato A).

L'organizzazione dei tempi per l'esame della proposta di legge n. 1825, 1968, 2905 - Disposizioni in materia di agricoltura contadina sarà definita una volta concluso l'esame in sede referente.

L'organizzazione dei tempi per l'esame della mozione concernente iniziative per garantire il rilancio economico e produttivo della Nazione sarà definita dopo la sua pubblicazione.

L'organizzazione dei tempi per la discussione del Documento di economia e finanza e dell'annessa relazione al Parlamento sullo scostamento ai sensi dell'articolo 6 della legge n. 243 del 2012 sarà definita dopo la sua presentazione.

L'organizzazione dei tempi per lo svolgimento delle Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista della trasmissione alla Commissione europea del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ai sensi dell'articolo 18 del regolamento RRF (UE) 2021/241 sarà pubblicata successivamente.

Comunico che è stato altresì stabilito, ai sensi dell'articolo 23, comma 6, primo periodo, del Regolamento, il seguente programma dei lavori per i mesi di maggio e di giugno:

Mese di MAGGIO

Disegno di legge S. 2144 - Conversione in legge del decreto-legge 22 marzo 2021, n. 41, recante misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse all'emergenza da COVID-19 (ove trasmesso dal Senato - scadenza 21 maggio)

Disegno di legge S. 2167 - Conversione in legge del decreto-legge 1° aprile 2021, n. 44, recante misure urgenti per il contenimento dell'epidemia da COVID-19, in materia di vaccinazioni anti SARS-CoV-2, di giustizia e di concorsi pubblici (ove trasmesso dal Senato - scadenza 31 maggio)

Disegno di legge S. 2168 - Conversione in legge del decreto-legge 1° aprile 2021, n. 45, recante misure urgenti in materia di trasporti e per la disciplina del traffico crocieristico e del trasporto marittimo delle merci nella laguna di Venezia (ove trasmesso dal Senato - scadenza 31 maggio)

Mozione Lollobrigida ed altri n. 1-430 concernente iniziative in favore del settore siderurgico nazionale

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1008-1009-1636 - Interventi per il settore ittico. Deleghe al Governo per il riordino e la semplificazione normativa nel medesimo settore e in materia di politiche sociali nel settore della pesca professionale

Doc. XXII, n. 42 - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause dello scoppio della pandemia di SARS-CoV-2 e sulla congruità delle misure adottate dagli Stati e dall'Organizzazione mondiale della sanità per evitarne la propagazione nel mondo

Proposta di legge n. 1813 e abbinata - Misure per contrastare il finanziamento delle imprese produttrici di mine antipersona, di munizioni e submunizioni a grappolo (approvato dal Senato)

Proposta di legge n. 164-1317-1666-1907-2272 – Norme per il sostegno della ricerca e della produzione dei farmaci orfani e della cura delle malattie rare

Mozione Boschi ed altri n. 1-00445 concernente iniziative sull'emergenza sanitaria COVID

Proposta di legge n. 1356 - Modifiche al testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, e altre disposizioni in materia di status e funzioni degli amministratori locali, di semplificazione dell'attività amministrativa e di finanza locale

Doc. XXIII, n. 9 - - Relazione sulla gestione dei rifiuti radioattivi in Italia e sulle attività connesse, approvata dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti

Disegno di legge n. 2427 – Nuove norme in materia di illeciti agro-alimentari

Proposta di legge n. 2115 - Norme per la valorizzazione delle piccole produzioni agroalimentari di origine locale (approvata dal Senato)

Proposta di legge n. 522-615-1320-1345-1675- 1732-1925-2338-2424-2454 - Modifiche all'articolo 46 del codice delle pari opportunità tra uomo e donna, di cui al decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198, in materia di rapporto sulla situazione del personale

Proposta di legge n. 1218, 2399 e abbinate - Disposizioni per la gestione dell'emergenza relativa al risanamento dei nuclei abitativi degradati nella città di Messina e per la nomina di un commissario straordinario

Mozione Cabras ed altri n. 1-456 concernente iniziative in relazione al caso di Julian Assange

Proposta di legge n. 208, 1608 e abbinate - Disposizioni in materia di armonizzazione dei contratti del personale ricercatore non permanente delle università e degli enti pubblici di ricerca

Disegni di legge di ratifica:

n. 2575 - Protocollo di modifica della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica dell'Ecuador per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio e per prevenire le evasioni fiscali, con Protocollo, firmata a Quito il 23 maggio 1984, fatto a Quito il 13 dicembre 2016 (approvato dal Senato)

n. 2576 - Accordo sui servizi di trasporto aereo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica dell'Ecuador, con Allegati, fatto a Quito il 25 novembre 2015 (approvato dal Senato)

n. 2577 - Trattati: a) Trattato di estradizione tra la Repubblica italiana e la Repubblica dominicana, fatto a Roma il 13 febbraio 2019; b) Trattato tra la Repubblica italiana e la Repubblica dominicana di assistenza giudiziaria reciproca in materia penale, fatto a Roma il 13 febbraio 2019 (approvato dal Senato)

n. 2413 - Accordo sui servizi aerei tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Ruanda, con Allegati, fatto a Kigali il 20 agosto 2018

n. 2414 - Accordo sui servizi aerei tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica delle Filippine, con Allegati, fatto a Roma il 30 ottobre 2017

n. 2416 - Accordo sui servizi aerei tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Seychelles, con Allegati, fatto a Victoria il 1° aprile 2016

Mese di GIUGNO

Proposta di legge n. 1339 - Disposizioni concernenti l'integrazione della composizione della Commissione medico-ospedaliera per il riconoscimento della dipendenza delle infermità da causa di servizio e le funzioni di rappresentanza dell'Unione nazionale mutilati per servizio

Proposta di legge n. 2763 - Disposizioni concernenti la rinegoziazione dei contratti di locazione di immobili destinati ad attività commerciali, artigianali e ricettive per l'anno 2021 in conseguenza dell'epidemia di COVID-19

Proposta di legge n. 1239 e abbinata - Disposizioni per la promozione delle start-up e delle piccole e medie imprese innovative mediante agevolazioni fiscali, incentivi agli investimenti e all'occupazione e misure di semplificazione

Proposta di legge costituzionale n. 2238 - Modifiche agli articoli 57 e 83 della Costituzione, in materia di base territoriale per l'elezione del Senato della Repubblica e di riduzione del numero dei delegati regionali per l'elezione del Presidente della Repubblica

Disegno di legge n. 2435 - Delega al Governo per l'efficienza del processo penale e disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari pendenti presso le corti d'appello

Progetto di legge n. 226, n. 2681 e abbinati - Deleghe al Governo per la riforma dell'ordinamento giudiziario e per l'adeguamento dell'ordinamento giudiziario militare, nonché disposizioni in materia ordinamentale, organizzativa e disciplinare, di eleggibilità e ricollocamento in ruolo dei magistrati e di costituzione e funzionamento del Consiglio superiore della magistratura

Doc XXII, n. 47 e n. 48 - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause del disastro della nave «Moby Prince» (ove concluso dalla Commissione)

Proposta di legge n. 1972 - Interventi per la prevenzione e la lotta contro l'AIDS e le epidemie infettive aventi carattere di emergenza

Mozione Crippa ed altri in materia di transizione ecologica nel settore dell'energia (in corso di presentazione)

Proposta di legge n. 1874 - Modifica all'articolo 5 della legge 3 marzo 1951, n. 178, in materia di revoca delle onorificenze dell'Ordine al merito della Repubblica italiana

Proposta di legge n. 855-1323-1794 - Istituzione della Commissione nazionale per la promozione e la protezione dei diritti umani fondamentali

Disegno di legge n. 2751 - Disposizioni in materia di titoli universitari abilitanti (collegato alla manovra di finanza pubblica)

Proposta di legge di iniziativa popolare n. 2 e abbinate - Rifiuto di trattamenti sanitari e liceità dell'eutanasia

Proposta di legge n. 1682 - Disposizioni per la valorizzazione della produzione enologica e gastronomica italiana

Disegno di legge n. 2561 - Deleghe al Governo per il sostegno e la valorizzazione della famiglia

Comunicazioni del Governo in vista del Consiglio europeo del 24 e 25 giugno 2021

Proposta di legge n. 2361 - Modifiche all'articolo 12 del decreto-legge 23 dicembre 2013, n. 145, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 febbraio 2014, n. 9, in materia di compensazione dei crediti maturati dalle imprese nei confronti della pubblica amministrazione

Proposta di legge n. 43-1350-1573-1649-1924-2069- Soppressione del divieto di contemporanea iscrizione a più università o corsi di studio universitari

Disegno di legge n. 1881 e abbinata - Modifiche al testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 2002, n. 115

Nell'ambito del programma è altresì previsto lo svolgimento di atti di sindacato ispettivo e potranno essere inseriti ulteriori progetti di legge di ratifica deliberati dalle Commissioni e documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta (Applausi). Grazie, è stata dura anche per me. Basta che non mi chiedete il bis perché il bis sarebbe un po' lungo.

Ha chiesto di intervenire l'onorevole Suriano. Ne ha facoltà. Rinuncia.

Ha chiesto di intervenire l'onorevole Novelli. Ne ha facoltà.

ROBERTO NOVELLI (FI). Grazie, signor Presidente. In Italia ci sono circa 7 mila autoscuole che impiegano circa 30 mila lavoratori. L'articolo 123 del Codice della strada scrive che le scuole per l'educazione stradale, l'istruzione e la formazione dei conducenti sono denominate autoscuole e le autoscuole svolgono un'importante funzione di formazione e anche una funzione di tipo sociale, erogando le patenti di guida.

Ad oggi, però, come previsto nell'ultimo DPCM in caso di “zona rossa” sono sospesi gli esami pratici, in particolare per le patenti di categoria “B”, che sono quelle necessarie, come tutti noi sappiamo, per guidare le autovetture, sulle quali si concentra la maggior parte del lavoro delle autoscuole italiane. Le autoscuole in questo momento stanno lavorando, possono fare le lezioni di guida, ma non possono fare gli esami nel momento stesso in cui si trovano in zona rossa. Le linee guida del MiT contro il contagio del COVID prevedono tutta una serie di attenzioni, dall'igienizzazione del veicolo alla misurazione della temperatura corporea, all'obbligo delle mascherine FFP2, all'areazione dei veicoli, eccetera. Ora, a questo proposito, sarebbe importante evitare che si accumulino degli arretrati, che poi non verranno recuperati in tempi brevi - sono circa 900 mila le persone che ogni anno conseguono la patente di guida - e sarebbe opportuno - questo sarà l'oggetto di un ordine del giorno che presenterò nel prossimo provvedimento utile - che si possa consentire di fare gli esami pratici per la patente di guida, con l'opportunità di valutare la possibilità di mettere il separatore tra l'allievo conducente e l'istruttore esaminatore, in modo che l'esaminatore possa finalmente continuare a fare gli esami di guida, anche quando l'autoscuola si trova in una zona rossa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cannizzaro. Ne ha facoltà.

FRANCESCO CANNIZZARO (FI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, intendo intervenire per rendere nota al Parlamento la gravissima situazione che si è venuta a creare a seguito della emergenza della pandemia anche nella mia regione, in Calabria. È proprio ieri che nella mia città, Reggio Calabria, un gruppo nutrito di imprenditori ha pensato di scendere in piazza a protestare, pacificamente, in maniera assolutamente civile, ma con estrema fermezza. Io li ho incontrati e li ho ascoltati e mi sono anche associato a questa loro pretesa di attenzione da parte del Governo. La situazione è oramai insostenibile, sul piano economico ed evidentemente anche occupazionale. Il settore del commercio nella mia città, nella mia regione, ha subito, così come immagino anche in altre realtà del nostro Paese, dei danni veramente ingenti. Per questo io mi associo alla loro protesta e ho già presentato al Parlamento una mozione, affinché impegni il Governo a rivalutare e a riconsiderare, entro la metà del mese, la riclassificazione da zona rossa a zona gialla della mia regione. Io ovviamente mi associo e saluto anche da questi scranni tutti gli imprenditori che hanno segnato la storia economica e sociale della mia città e della mia regione, che - ribadisco - in maniera civile ma con estrema fermezza, hanno ieri protestato. Per la prima volta nella storia del commercio reggino questi imprenditori sono scesi in piazza, quindi, vuol dire che siamo veramente alla frutta, come si suol dire. Allora, non solo mi associo a questa protesta, ma chiedo con grande attenzione, attraverso questa mozione già presentata, una grande attenzione e un monitoraggio serio e approfondito, affinché le zone oggi dichiarate rosse possano, ove è possibile, essere riclassate a zone gialle. Lo dobbiamo a questo tessuto sociale, che - ribadisco - ha segnato la storia e, comunque, rappresenta anche l'attuale consistenza economica della nostra regione, in questo caso della mia città, Reggio Calabria (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lombardo. Ne ha facoltà.

ANTONIO LOMBARDO (MISTO-FE-FDV). Grazie, Presidente. Il Ministro dell'Agricoltura ha proposto una ripartizione dei fondi assegnati all'Italia nel settore dello sviluppo rurale - Fondo FEASR - per gli anni 2021-2022, con una importante riduzione delle somme destinate al Sud Italia, determinando un preoccupante impatto sul piano finanziario dei PSR delle regioni interessate, mettendo seriamente a rischio le politiche di investimenti e di tutela dell'ambiente e dei territori rurali coinvolti: la Sicilia, ad esempio, perderebbe risorse per 123 milioni di euro; 151 milioni la Campania, 31 milioni la Basilicata, 29 milioni la Calabria, 32 milioni la Puglia, 39 milioni l'Umbria, per un totale di 407 milioni di euro sottratti al Sud Italia più svantaggiato e indirizzati verso territori più sviluppati, con notevoli effetti sull'aumento dei divari tra i territori agricoli e rurali. Fortunatamente le regioni interessate si sono fermamente opposte, ma la partita ancora non è chiusa e speriamo che il Ministero ritorni sui suoi passi, altrimenti saremo pronti a ingaggiare battaglia nelle sedi opportune, chiedendo che venga fatta giustizia.

PRESIDENTE. Aveva chiesto di parlare l'onorevole Trano, che però non vedo; mi aveva sollecitato stamattina, ci teneva particolarmente, però non lo vedo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Furgiuele. Ne ha facoltà.

DOMENICO FURGIUELE (LEGA). Grazie, Presidente. L'ho detto e lo ribadisco: se dobbiamo stare al Governo, dobbiamo necessariamente cambiare radicalmente impostazione. Frustrazione e malessere esplodono in tutto il Paese e, ovviamente, i ristori non bastano. Così, commercianti, ristoratori, albergatori, operatori del settore della salute del corpo, nel settore del fitness, soffrono e sono costretti a manifestare, e manifestano senza avere il sostegno di uno Stato che, evidentemente, rimane indietro. Anche nella mia città, a Lamezia Terme, commercianti, ristoratori, operatori di altri settori, hanno manifestato perché si sentono dei morti civili di un'Italia dell'incoerenza. Vede, signor Presidente, lei lo saprà, come lo sapranno tutti coloro che hanno lavorato almeno un giorno nella loro vita: la partita IVA tipo è quella composta da lavoratori che non hanno mai trovato un conforto durante una malattia, che difficilmente trovano conforto nelle ferie, che difficilmente trovano un supporto anche quando rischiano il fallimento, eppure non chiedano troppo allo Stato; si limitano semplicemente a pagare le tasse. Ebbene, bisogna raggiungere un momento di svolta, perché si può e si deve riaprire in sicurezza. Mi fa specie chi, in queste ore, facendo dietrologia, lancia accuse verso qualcuno che, probabilmente, dovrebbe giocare politicamente sulla pandemia. Nessuno soffia sul fuoco, ma questo fuoco può sfuggire di mano, soprattutto per colpa di chi cerca alibi, per colpa di chi cerca estremismi e non si limita ad avere il coraggio di confrontarsi con la carne viva di chi fa economia vera. La gente, semplicemente, signor Presidente, è stanca; la gente vuole una programmazione di riaperture, che sia concreta, che sia condivisa. Non è una questione di destra o di sinistra, è una questione di buonsenso. Probabilmente, potremmo iniziare a pensare che stare al Governo, con il Governo Draghi, non sia di buonsenso, se evidentemente si fanno le stesse cose che faceva il Governo Conte (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Capitanio. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO CAPITANIO (LEGA). Grazie, Presidente. “L'han giurato. Li ho visti in Pontida convenuti dal monte e dal piano. L'han giurato; e si strinser la mano cittadini di venti città. Oh spettacol di gioia! I Lombardi son concordi, serrati a una lega. Lo straniero, al pennon che ella spiega, col suo sangue la tinta darà” (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Questi sono i primi endecasillabi della celeberrima poesia di Giovanni Berchet. È doveroso rileggerli oggi, in questo luogo, per ricordare che il 7 aprile è una data che ha segnato la storia d'Italia e dell'Europa. Per l'esule Giovanni Berchet, costretto a fuggire a Londra dopo i moti del 1821, il giuramento di Pontida del 7 aprile 1167, che segnò la nascita della Lega Lombarda, inaugurò l'epoca più bella e più gloriosa della storia italiana. Analogo il pensiero di Giuseppe Mazzini, secondo cui “i sedici anni che corsero dalla prima congrega alla pace segnata in Costanza, valgono due secoli interi di storia di Roma”. Il 7 aprile è la data simbolo della nostra storia, che è una storia fondata sull'orgoglio dei comuni e sull'insopprimibile anelito alla libertà, che ebbe il suo momento epico nella battaglia e vittoria di Legnano del 1176 contro Federico Barbarossa; storia, con alcune sfumature di leggenda, che appartiene a tutti gli italiani, come ci ricorda l'inno di Mameli, “dall'Alpi a Sicilia Dovunque è Legnano”. Concludo: queste sono le nostre radici, questa è la nostra storia, questa è la nostra identità. È un monito a non soccombere davanti a chi ci vorrebbe tutti uguali, tutti omologati, tutti culturalmente più poveri, tutti più controllabili e schiavi. Viva Pontida, viva Legnano, viva la libertà (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Questo mio intervento per denunciare una situazione molto grave che si sta verificando nella scuola media “Torre G. Lozer”, nella provincia di Pordenone. Qui hanno ideato delle grandi stanze dove far confluire gli studenti di età compresa tra gli 11 e i 13 anni considerati in eccedenza. Quindi, questi alunni hanno a disposizione un computer, delle cuffie e assistono alle lezioni dei compagni, che sono distanti una manciata di metri. Questa è l'aula jolly, una sorta di didattica a distanza ridotta, ideata per sopperire a cosa, Presidente? Alla mancanza di insegnanti e a raggruppare gli alunni in eccesso nelle classi del plesso. E la cosa più assurda è che chi si rifiuta di frequentare l'Aula viene considerato assente. Inoltre, da qui seguono le lezioni anche i ragazzi più fragili, in barba, quindi, ai principi fondamentali, quali l'integrazione e la privacy. Stiamo parlando di alunni con esigenze particolari, ovvero con disturbi specifici di apprendimento oppure con bisogni educativi speciali. Ora mi chiedo e chiedo a lei, Presidente: questa è integrazione oppure questa è la didattica in presenza e in sicurezza, quella stessa che ha garantito il Ministro Bianchi pochi giorni fa, parlando in quest'Aula? Presidente, mi rivolgo a lei e rivolgo il grido di aiuto delle famiglie degli studenti della scuola media “Lozer”, poiché non è ammissibile che questo accada in una scuola italiana (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 8 aprile 2021 - Ore 9,30:

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 1° marzo 2021, n. 22, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri. (C. 2915-A​)

Relatore: MAURIZIO CATTOI.

2. Seguito della discussione delle mozioni Molinari ed altri n. 1-00414, Fregolent ed altri n. 1-00417, Prestigiacomo ed altri n. 1-00418, Fornaro ed altri n. 1-00429, Muroni ed altri n. 1-00440, Vianello ed altri n. 1-00441, Pezzopane ed altri n. 1-00442, Vallascas ed altri n. 1-00450 e Lapia ed altri n. 1-00451 in materia di individuazione del deposito nazionale per il combustibile nucleare irraggiato e i rifiuti radioattivi .

3. Seguito della discussione della mozione Lattanzio ed altri n. 1-00405 concernente iniziative in materia di definizione del Piano nazionale per l'infanzia e l'adolescenza e ulteriori misure in campo educativo ed economico a favore dei minori .

4. Seguito della discussione delle mozioni Meloni, Giacomoni ed altri n. 1-00382, Zanichelli, Fragomeli, Mor, Pastorino ed altri n. 1-00409 e Centemero ed altri n. 1-00443 concernenti il ruolo del Ministero dell'economia e delle finanze nell'ambito del processo di vendita della società Borsa Italiana .

5. Seguito della discussione delle mozioni Ungaro, Viscomi, Invidia, Zangrillo, Giaccone, Epifani ed altri n. 1-00392 e Lollobrigida ed altri n. 1-00398 concernenti iniziative a favore dell'occupazione, della formazione e dell'emancipazione giovanile .

6. Seguito della discussione delle mozioni Bella, Aprea, Belotti, Fusaccchia, Piccoli Nardelli, Toccafondi, Fornaro, Lupi ed altri n. 1-00449 e Lollobrigida ed altri n. 1-00455 concernenti iniziative volte alla riapertura in sicurezza degli istituti scolastici di ogni ordine e grado .

La seduta termina alle 23,15.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nelle votazioni nn. 1 e 21 il deputato Gariglio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 10 il deputato Ribolla ha segnalato che non è riuscito a votare;

nella votazione n. 32 il deputato Vinci ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 2915-A - em. 1.2 371 361 10 181 30 331 86 Resp.
2 Nominale em. 1.100 381 355 26 178 15 340 85 Resp.
3 Nominale em. 1.4 390 371 19 186 33 338 85 Resp.
4 Nominale em. 2.16 394 384 10 193 31 353 85 Resp.
5 Nominale em. 2.13 416 411 5 206 33 378 84 Resp.
6 Nominale em. 3.3 407 406 1 204 32 374 83 Resp.
7 Nominale em. 4.100 409 406 3 204 51 355 83 Resp.
8 Nominale em. 4.26 400 396 4 199 28 368 83 Resp.
9 Nominale em. 4.28 365 360 5 181 30 330 84 Resp.
10 Nominale em. 4.3 329 326 3 164 38 288 90 Resp.
11 Nominale em. 4.39 374 366 8 184 33 333 89 Resp.
12 Nominale em. 4.102 367 366 1 184 29 337 89 Resp.
13 Nominale em. 4.103 405 403 2 202 41 362 87 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale em. 4.104 421 417 4 209 32 385 87 Resp.
15 Nominale em. 4.2 413 410 3 206 29 381 87 Resp.
16 Nominale em. 4.105 415 413 2 207 32 381 87 Resp.
17 Nominale em. 4.29 408 404 4 203 30 374 85 Resp.
18 Nominale em. 4.30 414 411 3 206 33 378 84 Resp.
19 Nominale em. 4.31 400 396 4 199 27 369 84 Resp.
20 Nominale em. 4.32 403 401 2 201 31 370 83 Resp.
21 Nominale em. 4.101 243 243 0 122 4 239 91 Resp.
22 Nominale art. agg. 4.03 327 327 0 164 41 286 86 Resp.
23 Nominale em. 6.1 343 340 3 171 33 307 85 Resp.
24 Nominale em. 6.5 354 354 0 178 346 8 84 Appr.
25 Nominale art. agg. 6.01 358 356 2 179 38 318 84 Resp.
26 Nominale em. 7.10 363 356 7 179 31 325 84 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 32)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale em. 8.13 352 351 1 176 36 315 84 Resp.
28 Nominale em. 8.15 350 347 3 174 36 311 84 Resp.
29 Nominale em. 8.12 350 348 2 175 36 312 84 Resp.
30 Nominale em. 9.1 350 321 29 161 10 311 84 Resp.
31 Nominale em. 10.3 349 348 1 175 35 313 84 Resp.
32 Nominale em. 11.200 352 346 6 174 321 25 84 Appr.