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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 477 di martedì 30 marzo 2021

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

La seduta comincia alle 16.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

MARZIO LIUNI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Cirielli, Daga, Luigi Di Maio, Gebhard, Lapia, Lupi, Magi, Melilli, Muroni, Pallini, Schullian, Scoma, Silli e Tasso sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 90, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 16,02).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, l'onorevole Sapia. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SAPIA (MISTO-L'A.C'È). Presidente, sull'ordine dei lavori. Di recente la stampa nazionale ha dato notizia dell'affidamento di un incarico all'interno del Ministero della Salute, conferito alla dottoressa Sandra Zampa. Fino a qualche settimana fa, la stessa aveva là dentro precise deleghe da sottosegretario. Secondo i giornali che ne hanno scritto, la già sottosegretaria Zampa si occuperà di una parte della comunicazione del Ministero della Salute. Nello specifico, si pone soprattutto un problema di etica pubblica. La sottosegretaria è uscita dalla porta ed è entrata dalla finestra, Presidente. La legge consentirebbe questo felice rientro al Ministero della Salute, ma la domanda nasce spontanea: non c'era nessun altro a cui dare l'incarico? E, ancora…

PRESIDENTE. Mi scusi la domanda, che nasce spontanea anche a me: qual è l'oggetto del richiamo al Regolamento o sull'ordine dei lavori (Applausi)? Dopodiché, la lascio completare.

FRANCESCO SAPIA (MISTO-L'A.C'È). Era sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Sì, ma qual è la proposta che lei fa? Dopodiché, me la argomenti pure.

FRANCESCO SAPIA (MISTO-L'A.C'È). Presidente, è una questione di etica e morale. Non è possibile che una persona che ruota intorno al palazzo trovi subito un posto, mentre gente che lavora o studia è costretta a…

PRESIDENTE. Guardi, sulla sua osservazione non entro nel merito, ma non può farla con un intervento sull'ordine dei lavori. È solo questo: lo strumento è inadatto. Faccia un'interpellanza o un'interrogazione.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Chiedi che il Ministro venga a riferire!

FRANCESCO SAPIA (MISTO-L'A.C'È). Ma posso finire, Presidente? Mi dà la possibilità di terminare?

PRESIDENTE. Completi, dopodiché, però, utilizzi con oculatezza gli strumenti parlamentari. Le lascio trenta secondi per completare.

FRANCESCO SAPIA (MISTO-L'A.C'È). E, ancora, come la mettiamo con gli italiani, con gli imprenditori, con gli autonomi, con le partite IVA, con i lavoratori, che tra qualche settimana rischiano il licenziamento? Come ci proponiamo con i tanti giovani che non hanno opportunità e spesso sono costretti a svolgere un mestiere diverso da quello per cui hanno studiato?

Vado a concludere, Presidente, anche se ci sarebbe da dire molto altro. Nella vita ci sono, in primo luogo, le regole della coscienza, che a quanto pare non sfiorano…

PRESIDENTE. Grazie, collega, la ringrazio molto. Ha chiesto di parlare l'onorevole Federico. Ne ha facoltà.

ANTONIO FEDERICO (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori, perché è notizia di queste ore, che è arrivata un po' a tutti quanti noi. Ci sono intercettazioni che riguardano l'assessore regionale siciliano: spalmiamo i morti. È un'affermazione gravissima. Ci sono state già delle conseguenze in regione Sicilia, sulle quali non entro nel merito, così come non entro nel merito delle valutazioni politiche o che riguardano l'inchiesta che procederà. Però, credo che ci sia un aspetto che riguarda questo Parlamento e, quindi, la richiesta che faccio è quella che il Governo venga a riferire in merito a un aspetto fondamentale, perché tutta la gestione della pandemia si basa su una leale collaborazione tra le regioni e lo Stato. Se questa leale collaborazione viene a mancare, viene messa in dubbio, credo che venga messo in dubbio tutto il sistema che stiamo mettendo in piedi per poter dare delle risposte ai cittadini, che vogliono tornare immediatamente o comunque nel più breve tempo possibile a una normalità, con una campagna vaccinale che è partita e che ha bisogno di sostegno, di verità e di fiducia nei confronti delle istituzioni.

Quindi, chiediamo la presenza del Governo, che venga a riferire in Aula in merito a questa vicenda e che possa chiarire che quel rapporto Stato-regioni non viene compromesso da situazioni del genere, perché altrimenti sarebbe, sì, questo gravissimo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Onorevole Federico, senz'altro riferiremo al Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Porchietto. Prego, anche lei sull'ordine dei lavori?

CLAUDIA PORCHIETTO (FI). Sì, grazie, Presidente. Raccogliendo l'istanza del collega che precedentemente è intervenuto, mi permetto solo di sottolineare che il Governo non può venire a riferire su delle intercettazioni, ma crediamo che sia logico che il Governo venga a riferire su un problema attinente in questo momento alla campagna vaccinale, che è quello che a noi sta più a cuore.

Quindi, noi ci permettiamo di chiedere che il Governo venga, che ci parli della fedeltà dei dati, che parli comunque di qual è il percorso che si è istituito, ma dichiaro “no” sul tema delle intercettazioni, anche perché delega e competenza ce l'ha il Ministro della Salute. Quindi, ci aspettiamo che il Governo faccia intervenire il Ministro Speranza.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Porchietto. Sono certo che il Governo verrà, ascoltando anche le sue osservazioni. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trizzino Ne ha facoltà.

GIORGIO TRIZZINO (MISTO). Grazie, Presidente. Anch'io voglio chiedere che il Governo venga a riferire su questo tema, che riguarda, appunto, la regione siciliana. La Corte costituzionale afferma la necessità di una gestione unitaria e coordinata della crisi pandemica, cosa che non è avvenuta, purtroppo, in questo periodo. Allora, la regione siciliana ha fornito questi dati, che sembrano distorti. Naturalmente, noi lasceremo alla magistratura il corso delle indagini, però io ritengo che la gravità di quanto è avvenuto necessiti di una risposta da parte del Governo, urgente, se è possibile.

PRESIDENTE. Non ci sono altre richieste di intervento, quindi, sospendo la seduta, che riprenderà alle 16,20.

La seduta, sospesa alle 16,05, è ripresa alle 16,20.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1721 - Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea - Legge di delegazione europea 2019-2020 (Approvato dal Senato) (A.C. 2757​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2757: Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea - Legge di delegazione europea 2019-2020.

Ricordo che nella seduta del 25 gennaio si è conclusa la discussione generale, svolta congiuntamente a quella relativa alla Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea (anno 2019), e che i relatori e la rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 2757​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge e degli emendamenti presentati.

Avverto che, fuori della seduta, l'emendamento Gebhard 12.1 è stato ritirato dalla presentatrice.

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 2757​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere.

PIERO DE LUCA, Relatore. Grazie, signor Presidente. Emendamento 1.113: contrario.

PRESIDENTE. Aspetti un attimo, onorevole De Luca. Chiediamo ai colleghi di fare maggiore silenzio, in maniera che dopo sia tutto chiaro per tutti. Prego.

PIERO DE LUCA, Relatore. Grazie, signor Presidente. Ripeto, emendamento 1.113 Lollobrigida, parere contrario.

Identici emendamenti 1.104 Costa, 1.106 Zanettin, 1.110 Annibali, 1.150 Emanuela Rossini, 1.151 Turri, 1.152 Bazoli, 1.153 Giuliano e 1.154 Conte, parere favorevole.

Emendamento 1.1 Montaruli, parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

VINCENZO AMENDOLA, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 1.113 Lollobrigida.

Avverto che su tale emendamento è stata avanzata dal gruppo Fratelli d'Italia, ai sensi dell'articolo 51, comma 2, del Regolamento, la richiesta di scrutinio segreto.

Tale richiesta è accolta in quanto l'emendamento in questione, sia nella parte volta a recepire la direttiva 2016/343 (che nella parte che risulterebbe non recepita nel nostro ordinamento - articolo 4 - tratta materia segretabile), sia nella parte in cui reca i relativi specifici criteri e principi direttivi, incide, nel senso chiarito dalla Giunta per il Regolamento nelle sedute del 7 febbraio e del 7 marzo 2002, sugli articoli 15, 21 e 27 della Costituzione, richiamati dall'articolo 49.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Varchi. Ne ha facoltà. Se i suoi colleghi si accomodano, lei riesce ad intervenire meglio. Prego.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo sull'emendamento 1.113 che è espressione di volontà unanime del gruppo di Fratelli d'Italia, come dimostra il fatto che il primo firmatario sia il presidente del nostro del nostro gruppo, l'onorevole Lollobrigida. Abbiamo presentato questo emendamento convinti come siamo che, nel recepimento di cui oggi questa Camera si deve occupare, sia necessario aggiungere dei passaggi maggiormente esplicativi di alcuni concetti che, ancorché radicati o, per meglio dire, ancorché dovrebbero essere radicati nel nostro ordinamento, nel nostro pensiero giuridico, talvolta sembrano sfuggire alla comprensione comune, senza volere scomodare illustri esponenti del diritto italiano che, per decenni, nel segno di una civiltà giuridica radicata in millenni di storia, hanno affermato la presunzione di innocenza o di non colpevolezza come principio cardine, recepito anche dai nostri padri costituenti, che lo hanno ben espresso nell'articolo 27 della nostra Costituzione.

Unitamente alla presunzione di innocenza, in questo emendamento noi affrontiamo il tema del diritto di presenziare al processo nei procedimenti penali, perché sono, secondo noi, dei passaggi dirimenti rispetto a questa attività legislativa che noi oggi andiamo a fare. Vorrei citare la nostra Corte di cassazione che, nella sua attitudine, nella sua vocazione nomofilattica, con la sentenza a Sezioni Unite n. 6827 del 2014 ha cristallizzato ciò che prima di essere principio giuridico è fenomeno al quale noi assistiamo giorno dopo giorno, ossia quel meccanismo in virtù del quale la verità mediatica si sovrappone alla verità storica, quand'anche non si sovrappone anche alla verità processuale, che comunque arriva inevitabilmente molto tempo dopo e si fissa nella memoria collettiva; è quasi una catarsi, per cui noi assistiamo ad una memoria collettiva che fissa dei momenti, fissa degli eventi, come se fossero assolutamente consolidati nell'iter processuale quando l'iter processuale è ancora all'inizio, è ancora alle battute iniziali. Io credo che questo sia un aspetto da non sottovalutare.

Ho citato questa sentenza perché, probabilmente, più di altre, ha saputo cogliere questo fenomeno che, ai giorni nostri, è davvero diffuso, con un importante scarto tra la figura dell'indagato e la gogna mediatica alla quale questo indagato viene sovente esposto quando si è ancora alle battute iniziali, come dicevo prima, addirittura nemmeno del processo talvolta ma del procedimento penale, quando noi siamo ancora nella fase delle indagini. Ecco perché questo emendamento è articolato in maniera abbastanza semplice ma, a nostro avviso, in modo da renderlo scevro dall'accusa di strumentalizzazioni che, purtroppo, su questo tema ancora serpeggiano nel dibattito politico dei nostri giorni.

Noi chiediamo di regolamentare la diffusione mediatica delle informazioni e lo chiediamo a salvaguardia del prestigio e della credibilità, disponendo le sanzioni disciplinari per chi favorisce questa diffusione, per chi abbia contribuito, per negligenza o altri comportamenti, alla fuga di notizie nel corso delle indagini preliminari, per ripristinare il divieto di pubblicazione integrale degli atti di indagine. Ci sembrano questi dei principi ben saldi, ben ancorati nel nostro ordinamento, a partire, come dicevo prima, dalla Costituzione e, via via, dalle altre fonti del diritto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Abbiamo alcuni interventi a titolo personale.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Montaruli. Prego, onorevole Montaruli. Colleghi, maggior silenzio e il rispetto delle distanze.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento non è di poco conto, perché quest'Aula si è contraddistinta, per un colpo di tattica parlamentare, nel ritirare l'emendamento Costa e ripresentarlo, peraltro, in una forma assai ridotta di mero recepimento della direttiva europea, quando invece il nostro emendamento specifica molto nel particolare, molto nel dettaglio, quali devono essere, invece, i veri provvedimenti che si devono attuare nella nostra Nazione allorquando i princìpi della direttiva vengono violati. Allora, è evidente che attraverso solo la votazione di questo emendamento si può garantire quella presunzione di innocenza che la direttiva protegge, ma che protegge soltanto attraverso un nuovo processo, per esempio e non, a nostra volta, attraverso una vera e propria disciplina sanzionatoria di coloro che fanno fughe di notizie, macchiando l'onorabilità di chi è indagato e, fino a prova contraria, è innocente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. La necessità della Commissione europea di tradurre all'interno della direttiva la presunzione di innocenza dell'imputato scaturisce, evidentemente, dal fatto che moltissimi Stati costantemente disattendono questi principi. L'emendamento di Fratelli d'Italia si pone come obiettivo quello di indicare in maniera specifica quelle che sono le sanzioni previste per chi a questo obbligo non si attiene.

È nell'interesse di tutti, abbiamo visto anche oggi, ancora una volta, come le indagini vengono strumentalizzate sugli organi di stampa e riteniamo che, invece, la presunzione di innocenza fino all'ultimo grado di giudizio sia un tema di democrazia, di giustizia sociale e sia a tutela di tutti gli indagati e di tutti coloro i quali siano sottoposti a procedimento penale. Quello che arriva da un processo, anche mediatico, è un carico devastante per chi ancora non è stato giudicato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Colleghi, questo emendamento di Fratelli d'Italia, come dicevano le mie colleghe in precedenza, è molto articolato. Oggi si discute di questo principio cardine, che è proprio la presunzione di innocenza dell'indagato e sicuramente noi siamo di fronte, lo siamo stati più volte, a situazioni compromettenti, dove la credibilità personale dell'indagato, anche nella fase delle indagini, viene meno. Quindi, sono previsti provvedimenti sanzionatori per chi abbia contribuito alla fuga di notizie durante le indagini preliminari, fatto grave che però succede molto spesso. Dobbiamo ripristinare il divieto di pubblicazione integrale degli atti di indagine preliminare e anche dei testi delle intercettazioni, questo proprio per non arrecare pregiudizio agli indagati, la cui colpevolezza non sia stata legalmente provata. È un principio di civiltà giuridica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Per sostenere quello che già i miei colleghi hanno anticipato rispetto ad una battaglia di civiltà, che dovrebbe tutelare e dare la possibilità di un giusto processo a tutte le parti, soprattutto nella fase preliminare che, troppo spesso, vede fughe di notizie e poche sanzioni, e, quindi, minare la credibilità personale dell'indagato, spesso anche attraverso la pubblicazione di intercettazioni integrali, fino a quando non c'è stato il riconoscimento della terza assunzione di responsabilità da parte di qualcuno. Vorrei anche ricordare il grido di molti uomini di combattono in prima linea determinate cose, i quali sottolineano che, spesso, quella stampa che dice di combattere e di essere per una giustizia giusta, spesso utilizza la stampa stessa per fare, invece, ben altro; e questo credo che dovrebbe essere certamente evitato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. La certezza della pena è un caposaldo della nostra civiltà giuridica, così come lo è anche la presunzione di innocenza. Ma, al di là delle evocazioni costituzionalistiche, è evidente che la tutela della dignità dell'imputato e dell'indagato, nonché il rafforzamento degli elementi di segretezza dell'indagine - che significa anche la serietà con cui questa si fa, si svolge e, soprattutto, non si diffonde - rappresentano un caposaldo necessario per l'Italia, che è Nazione culla della storia del diritto e che può essere, riconquistando una serietà anche nello svolgimento del procedimento e nel processo penale, culla e avanguardia del diritto per tutta Europa. Riteniamo che questo emendamento vada esattamente in questa direzione: nella direzione di ristabilire la serietà in quello che si fa, anche maneggiando la complicata, complessa e delicata, da attenzionare con delicatezza, macchina della giustizia, perché incide sul bene più prezioso dell'essere umano, oltre che sulla vita, anche sulla sua libertà.

PRESIDENTE. Sono esauriti gli interventi. Ha chiesto di parlare l'onorevole Maschio, che non era segnalato. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Noi vogliamo una giustizia che sia garantista nella fase del processo e che garantisca, invece, la certezza della pena nella fase dell'esecuzione. In Italia, oggi, avviene esattamente il contrario: spesso un delinquente - condannato - la fa franca, o gode di pena in misura alternativa, o non sconta la pena, mentre spesso un cittadino - presunto innocente - si trova sotto processo a vita e la condanna avviene preventivamente, non nelle aule dei tribunali, ma sui media. È giusto porre fine a questo utilizzo opaco delle fughe di notizie e della conseguente gogna mediatica ed è necessario, con misure e sanzioni adeguate, riportare questa stortura nel rispetto dei principi fondamentali della nostra Costituzione. Quindi, auspico che l'Aula sia consapevole e sensibile a questi principi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV). La ringrazio, Presidente. Approfitto di questo emendamento per fare delle considerazioni, che riguardano anche l'emendamento successivo. Io - e lo dico senza alcuna polemica, Presidente - sono davvero lieto di ascoltare determinate parole da chi mi ha preceduto e sicuramente potrei dirlo anche per tanti altri che potrebbero prendere e forse prenderanno la parola in quest'Aula sul medesimo argomento. Dico, però, che noi dobbiamo vivere questa norma non come una semplice presa d'atto, ma dobbiamo prendere questa norma e votare questa norma sapendo che pigliamo la responsabilità di invertire l'approccio culturale con il quale molti, anche all'interno di quest'Aula, in modo assolutamente trasversale, hanno considerato la non presunzione di innocenza. E anche semplicemente il fatto che, per arrivare a una quadra, abbiamo dovuto, come dire, impiegare tanto tempo per il recepimento di una norma che non fa altro che sancire quello che dice l'articolo 27 della Costituzione, e cioè che fino al terzo grado di giudizio le persone non possono essere ritenute colpevoli, deve farci riflettere su quale è stato il dibattito culturale, alimentato anche all'interno delle forze politiche, rispetto a questo precetto. Perché mai si potrebbe verificare che noi applichiamo questa norma quando ci conviene, perché magari riguarda qualcuno della nostra parte, e poi, quando riguarda qualcun altro, invece, ce la dimentichiamo, o, peggio ancora, ce la ricordiamo quando ci occupiamo di politica e poi, spesso e volentieri, diciamo, rispetto ad altri casi non la applichiamo, applicando invece la norma opposta, che è quella del processo mediatico, della condanna mediatica, che umilia e tradisce l'articolo 27 della Costituzione. Bene che in questa opzione o anche nella prossima ci sia un largo consenso in questa norma, ma davvero mi auguro, senza polemica, che da oggi per tutti noi diventa un esercizio di responsabilità rispetto al voto che si è tenuto (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Grazie, Presidente. Noi voteremo contro questo emendamento, ma per una ragione molto semplice: il recepimento della direttiva sulla presunzione di innocenza è previsto anche dagli emendamenti successivi, tra cui c'è anche uno a firma nostra, del Partito Democratico, e perché riteniamo che il recepimento secco della direttiva sia anche più, come dire, idoneo a garantire il rispetto dei principi che sono stati evocati. Perché, in realtà, se al recepimento secco della direttiva si aggiungono anche i criteri ai quali il Governo dovrebbe uniformarsi nel recepimento, paradossalmente si rischierebbe di circoscrivere l'ambito di intervento del Governo, mentre il recepimento secco consente al Governo di recepire integralmente i criteri che sono contenuti in una direttiva, che noi condividiamo perché pone dei principi del tutto condivisibili sulla presunzione di innocenza. Per cui voteremo contro, per queste ragioni, questo emendamento, ma perché votiamo a favore di quelli successivi, che consentono il recepimento secco della direttiva (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Non ci sono altre richieste di intervento, quindi passiamo ai voti.

Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.

Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.113 Lollobrigida.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Ricordo il parere del Governo e del relatore che è un parere contrario.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Passiamo ai successivi identici emendamenti 1.104 Costa, 1.106 Zanettin, 1.110 Annibali, 1.150 Emanuela Rossini, 1.151 Turri, 1.152 Bazoli, 1.153 Giuliano e 1.154 Conte, su cui c'è il parere favorevole del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Io chiedo di sottoscrivere l'emendamento che recepisce in maniera secca la direttiva, senza tuttavia dilungarsi sui dettagli che noi abbiamo specificato nell'emendamento che abbiamo, invece, presentato come Fratelli d'Italia.

Chiedo di sottoscriverlo perché ritengo che la direttiva debba essere comunque recepita, che i principi, anche se in realtà già sanciti a livello costituzionale, debbano essere rafforzati anche ad un altro livello, cioè anche attraverso il recepimento di una norma europea e credo, soprattutto, che ciò sia rilevante, laddove la direttiva entra maggiormente nello specifico, andando a chiedere, in particolare all'articolo 9, il diritto ad un nuovo processo.

Infatti, capita troppo spesso, non solo nella fase delle indagini preliminari, cioè allorquando arriva quell'avviso di garanzia che rappresenta un po' la discovery degli atti per il singolo indagato, ma anche successivamente, laddove c'è una fuga di notizie, nelle fasi successive – penso, per esempio, a quando si chiude il dibattimento all'interno di un processo penale in primo grado, dove in realtà non sarebbe possibile far emergere nuovi elementi di prova - che si gioca sulla suggestione, proprio in quel momento, perché l'indagato, l'imputato in quel caso non può rispondere alla suggestione che emerge, perché c'è ormai più solo la discussione generale e non c'è la possibilità di chiedere controprove. Ecco, in quel caso, in quel caso specifico, che è ulteriore rispetto a quelli che abbiamo finora elencato, ancora una volta, non solo viene infangata la persona ed esposta alla macchina del fango, al cosiddetto ventilatore del fango, come molto spesso si è detto, ma addirittura viene pregiudicata la genuinità di una sentenza che viene, inevitabilmente, influenzata da questi elementi suggestivi che, pur non essendo prova, influiscono nel corso del procedimento e che verranno portati fino alla fine di tutti i tre gradi di giudizio, se non ulteriormente, quando una sentenza verrà eventualmente cassata con un annullamento o con un rinvio in appello.

Quindi, è importante, senza dubbio, andare a ratificare e a recepire questa direttiva, cercando tuttavia di essere molto, molto seri. Ha detto bene il mio collega Ciro Maschio, nel suo intervento precedente: noi non possiamo non considerare il fatto che all'interno di questo sistema giudiziario è necessario garantire, da un lato, la presunzione di innocenza e, dall'altro, tuttavia, garantire la certezza della pena; e la certezza della pena è tanto più forte quanto vi è stato un giusto processo, un giusto processo che in questo momento non sempre, ma certamente con degli apici importanti nella nostra quotidianità giudiziaria - lo ripeto, non sempre - viene garantito, e non ci sono strumenti per contrastarlo.

La direttiva, lo ripeto, all'articolo 9 parla del nuovo processo e, quindi, ci auguriamo che il recepimento poi nella fase di esplicazione da parte del Governo possa presentare quegli elementi, invece, molto più puntuali che nel nostro emendamento precedente, invece, avevamo elencato, anche attraverso misure di tipo sanzionatorio verso chi viola i princìpi di questa direttiva, ma al tempo stesso principi che sono ribaditi all'interno della nostra Costituzione.

Noi, in realtà, stiamo discutendo su una direttiva, ma tutto quello che stiamo dicendo, in realtà, sarebbe già garantito dalla nostra Costituzione. Il tema è che, evidentemente, questo non basta; c'è una defezione, c'è una stortura all'interno del nostro sistema giudiziario che va corretta, che va assolutamente corretta.

Quindi, ci auguriamo che il Governo, poi, nel recepire la direttiva, voglia cogliere i tre punti del nostro precedente emendamento. Noi, quando il Governo la recepirà, saremo pronti e attenti affinché questo accada.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente. Voglio leggere due righe di questa direttiva che sono, secondo me, emblematiche: “Gli Stati membri adottano le misure necessarie per garantire che, fino a quando la colpevolezza di un indagato o di un imputato non sia stata legalmente provata, le dichiarazioni pubbliche rilasciate da autorità pubbliche e le decisioni giudiziarie, diverse da quelle sulla colpevolezza, non presentino la persona come colpevole”.

Ora, voi chiedetevi se il testo di questa direttiva è rispettato da quelle conferenze stampa a cui noi assistiamo subito dopo la chiusura delle indagini, dove vengono usati termini certamente non neutri, certamente termini che descrivono le persone indagate ovviamente come responsabili. Una campana si sente in quei casi, quella dell'accusa, perché la difesa non tocca palla, la difesa non è ancora coinvolta, la difesa non parla ancora. Si tratta di conferenze stampa in cui vediamo proiettare video, inchieste di cui vediamo un battesimo attraverso i nomi, ma chi decide il nome alle inchieste? Perché qualcuno si arroga il diritto di dare un nome, un battesimo, a queste inchieste? Vengono spiattellate le intercettazioni telefoniche.

Ebbene, questo è l'inizio di un'indagine, questa è l'impronta, il marchio che si dà su una persona che viene indagata. Poi, dopo anni, questa persona, magari, viene assolta e io vi do un numero: 120 mila persone ogni anno sono assolte in primo grado, questo significa che sono persone che sono state esposte mediaticamente e che difficilmente riusciranno a recuperare la loro credibilità, la loro vita familiare e il loro lavoro.

Ecco, noi dobbiamo fare in modo che ci sia una neutralità di comunicazione nell'avvio delle indagini; c'è un'accusa, c'è una difesa, ci dovrà essere poi una decisione giudiziaria. Noi siamo, attraverso il recepimento (e mi fa piacere) compatto di questa direttiva, per l'archiviazione del “buttiamo la chiave” - l'abbiamo sentito in molti casi, l'abbiamo sentito da tante forze politiche - e anche per l'archiviazione del “siamo garantisti, ma”, garantisti con gli amici, forcaioli con gli avversari (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia).

Ebbene, la politica ha una grave responsabilità in questo e l'auspicio è veramente che questo ci consenta di fare un passo avanti (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Grazie, Presidente. Questo provvedimento legislativo, che oggi stiamo esaminando, è un provvedimento legislativo a cavallo di due Governi: quando è partito Forza Italia era all'opposizione; oggi si trova al Governo, ed è forza di maggioranza. Quella che stiamo scrivendo oggi è una bella pagina. È una bella pagina perché Forza Italia, per prima in Commissione giustizia, ha sollevato il problema del recepimento della direttiva europea sulla presunzione di innocenza. È stata una battaglia anche aspra e difficile in Commissione e abbiamo trovato degli ostacoli, ma oggi, invece, troviamo che il relatore e il Governo danno parere favorevole al nostro emendamento. Noi vogliamo ringraziare in particolare la Ministra Cartabia, che sicuramente ha voluto dare una svolta al tema. Noi abbiamo veramente apprezzato il suo stile, il suo modo di agire, le parole che ha dichiarato in Commissione giustizia quando è venuta a presentare le sue linee guida e come poi le ha tradotte in questo, che è un piccolo passo, un piccolo problema rispetto ai tanti che stiamo dibattendo nel settore della giustizia, ma che certamente rappresenta una svolta. È quel famoso punto di discontinuità rispetto a un giustizialismo “manettaro” che noi abbiamo contestato per tre anni di legislatura e che oggi, invece, trova una conclusione diversa, che è quella della condivisione di princìpi che dovrebbero essere connaturali ma non sono stati condivisi in questi anni. Quindi, credo che vada sottolineato un momento veramente importante di svolta. In una prima fase ci era stato detto che questa legge era ormai blindata, che non poteva essere modificata. Attraverso un ragionamento di maggioranza e condividendo un percorso abbiamo ottenuto che questo emendamento venga accolto - con l'auspicio che poi al Senato si possa andare in fretta, in modo che non ci sia un allungamento dei tempi che potrebbe esporre il Paese anche a delle infrazioni europee - e credo che questo sia veramente un traguardo di cui tutti dobbiamo essere contenti.

Voglio concludere il mio intervento ringraziando anche il Ministro D'Incà, che ha lavorato per tessere la tela che ci ha portati a questa condivisione, e anche il sottosegretario Amendola per il suo ruolo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Annibali. Ne ha facoltà.

LUCIA ANNIBALI (IV). Sì, grazie. Signor Presidente, per annunciare naturalmente il voto favorevole di Italia Viva a questi emendamenti, tra cui anche uno nostro, quindi a prima firma nostra e del mio gruppo, che riguarda - l'abbiamo detto - il rafforzamento di alcuni aspetti della presunzione di innocenza e il diritto di presenziare al processo nei procedimenti penali. È un risultato che noi riteniamo importante, che abbiamo anche perseguito, comunque, con tenacia e impegno, tanto da aver presentato in Commissione giustizia una nostra proposta di legge che conferiva al Governo una delega nel recepire, appunto, la direttiva su questo punto in particolare. È un intervento che ritenevamo e riteniamo importante, considerato anche il ritardo del nostro Paese rispetto all'attuazione di questa direttiva, quindi con il rischio di compromettere la salvaguardia di un principio di tutela fondamentale quale la presunzione di innocenza, che è la pietra cardine - lo sappiamo - del giusto processo penale, un principio garantito a livello costituzionale ma anche nelle convenzioni internazionali e nel diritto europeo. Quindi, in questo modo noi poniamo un argine importante al processo mediatico e riaffermiamo un approccio garantista alla giustizia che - mi faccia dire - garantista dev'essere sempre. Quindi, forse bisogna avere ben chiara la distinzione in merito a che cosa si intende per certezza della pena, per efficacia della pena, posto che la pena non è soltanto il carcere (quindi, certezza della pena non è certezza del carcere). Questo forse va chiarito a beneficio di tutti e di quest'Aula, e non soltanto. Quindi, ringraziamo anche noi, naturalmente, la Ministra Cartabia, che pure aveva posto l'attenzione in Commissione giustizia, nella sua audizione, su questo principio.

È importante anche il metodo unitario, l'unità. Certo, noi ci auguriamo che questo metodo unitario possa poi portare a importanti risultati, quindi anche nei provvedimenti che dovremo affrontare, perché le soluzioni che indicheremo siano finalmente costituzionalmente orientate. Annuncio il voto favorevole di Italia Viva (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Sì, Presidente, anche noi, come ho detto prima sull'emendamento precedente, voteremo convintamente a favore di questi emendamenti - peraltro, ce n'è uno anche a nostra firma - perché condividiamo i principi che sono contenuti nella direttiva a cui si riferisce l'emendamento, quindi la direttiva sulla presunzione di innocenza. Noi eravamo disponibili a discuterne secondo le richieste originarie che erano state fatte dal Governo nella legge delega al processo penale, perché coglievamo nel Governo una preoccupazione, cioè la preoccupazione che l'approvazione di emendamenti in questa sede, portando il provvedimento in una terza lettura al Senato, avrebbe potuto esporre l'Italia a procedure di infrazione sul ritardo nel recepimento di altre direttive che sono contenute dentro a questa legge di delegazione. Diciamo che c'è stato un accordo, anche in maggioranza, per accelerare i tempi ed evitare che si corra questo rischio. Questa per noi è una buona notizia. Quindi, noi abbiamo colto l'occasione e quindi siamo molto soddisfatti per il fatto che questa direttiva venga recepita in maniera secca in questo provvedimento, senza la necessità di affrontarla nuovamente nella legge di delegazione europea, quindi votiamo convintamente a favore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Turri. Ne ha facoltà.

ROBERTO TURRI (LEGA). Sì, grazie Presidente. Anche il nostro gruppo ha presentato un emendamento su questo punto, che tende ad allargare il contenuto del disegno di legge, che peraltro era stato già approvato anche al Senato e - devo dire la verità - non era poi così scontato. Per questo, anch'io mi associo ai ringraziamenti che anche altri colleghi hanno fatto al Governo (appunto, per l'allargamento di quel contenuto del disegno di legge anche alla direttiva del 2016 sulla presunzione di innocenza). Dicevo che non era così scontato, però l'argomento è così importante, è un argomento, un principio fondamentale anche nel nostro ordinamento giuridico, tanto che, appunto, l'articolo 27 della Costituzione stabilisce che l'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva. Hanno già detto anche i miei colleghi che molte volte non è così, quindi è fondamentale che si dia questa delega al Governo perché possa intervenire con le norme che assicurino questo principio fondamentale, che deve essere di tutti quanti gli ordinamenti democratici.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Conte. Ne ha facoltà.

FEDERICO CONTE (LEU). Presidente, approfitto del giro d'Aula per anticipare il voto favorevole del gruppo Liberi e Uguali, che, come gli altri gruppi, ha presentato un proprio emendamento dello stesso contenuto. Il recepimento secco di questa direttiva lascia al Governo uno spazio ampio di manovra. Il valore politico di questo voto è che si anticipa, seppure di un tratto temporale breve, un lavoro che il Governo già stava facendo d'intesa con le Commissioni giustizia di Camera e Senato sulla riforma del processo penale e del sistema giustizia in generale. È un'accelerazione che, anche a costo del rischio d'infrazione che ci è stato opportunamente e puntualmente segnalato dal Ministro Amendola, questo Parlamento corre per segnalare la condivisa rilevanza di questo tema, di aspetti specifici dell'istituzione della presunzione di non colpevolezza, che - lo sappiamo - alberga fortemente nella nostra Costituzione, che non ha bisogno di essere mutuata da una direttiva comunitaria e che può essere e potrà essere meglio dettagliata, pur sempre in un quadro e in una cornice d'intervento organico che non riguardi solo questo segmento.

L'importante, quindi, è che la delega venga esercitata, anche con riferimento al lavoro che il Governo, e in particolare la Ministra Cartabia, sta già svolgendo su questo terreno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Colucci. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO COLUCCI (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie Presidente. Noi della componente del gruppo Misto-Noi con l'Italia siamo soddisfatti del lavoro che è stato condotto rispetto ad un tema che mi sembra abbastanza incredibile che, nella fase iniziale, abbia raggiunto una lontananza di visioni così forte e così marcata. Con il lavoro che poi abbiamo portato a termine, sul quale c'è la totale condivisione dell'Aula, non si fa nient'altro che affermare un principio fondamentale riconosciuto a livello europeo nella direttiva europea, ma anche dalla nostra Costituzione. La presunzione di innocenza mi sembra sia una garanzia necessaria; i nostri padri costituenti hanno lavorato su principi e valori importanti, su cui si basa la storia del nostro Paese, si basa sulla carta dei valori dell'Europa e mi sembra che, nonostante le difficoltà iniziali, sia un bene che, anche con il nuovo Governo del nostro Paese, si sia arrivati ad una condivisione su temi che inizialmente appaiono divisivi, ma poi riescono a trovare un punto d'incontro.

Questo è un primo passaggio che deve essere da esempio per i passaggi successivi; sulla tematica della giustizia, che probabilmente vede posizioni molto lontane, ma sulle quali, se si lavora con intelligenza, con attenzione, richiamandoci ai nostri valori, alla nostra storia, probabilmente si riuscirà a raggiungere lo stesso risultato. Credo che questo primo passaggio sia un buon auspicio per quello che dovremo fare sul tema della giustizia in Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Maschio, a titolo personale. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie Presidente. Questo emendamento è condivisibile nel momento in cui recepisce una direttiva europea che fissa dei principi in base ai quali va rafforzata, all'interno del processo, la presunzione di non colpevolezza e il diritto che non si utilizzino informazioni e comunicazioni di autorità pubbliche per rappresentare, in modo colpevole, un presunto innocente. Tuttavia, è una enunciazione di principio più debole rispetto a quella più dettagliata, cioè contenente anche una regolamentazione e delle sanzioni, che avevamo proposto nell'emendamento precedente, perché, ovviamente, è nella attuazione pratica poi dei principi che si fa la differenza e si consente la tutela reale effettiva, e non solo quella teorica, di questi diritti fondamentali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Anch'io, per suo tramite, chiedo al collega Costa di poter sottoscrivere questo emendamento che va indubbiamente nell'ottica dell'emendamento precedente di Fratelli d'Italia. Capiamo, ovviamente, la differenza fra quello che avevamo chiesto noi in maniera molto dettagliata e questo emendamento che, indubbiamente, è più generico, ma dà comunque una risposta alla necessità di rendere attuale e attuato il principio stabilito in Commissione europea, anche in Italia. Come sappiamo, è una direttiva che aspetta di essere recepita da circa da anni, dal 2016 e riteniamo che farlo rappresenti una necessità, a questo punto a garanzia, ovviamente, degli indagati, a garanzia della collettività giudiziaria.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Anch'io chiedo, per suo tramite, di sottoscrivere l'emendamento del collega Costa. La presunzione di innocenza – abbiamo visto - è un principio fondamentale e lo sono anche gli effetti che la presunzione di innocenza pone in atto. Ci sono tre gradi di giudizio prima di decidere se una persona è colpevole o innocente; tre gradi di giudizio che si chiudono con la sentenza definitiva e sono lunghissimi. Noi sappiamo come sono lenti, come il nostro sistema procedimentale dei processi sia lungo, quindi sappiamo quanto una persona rimanga sottoposta molte volte alla gogna mediatica per tantissimo tempo: dalle fasi preliminari del dibattimento fino alla sentenza di Cassazione. Quindi, bisogna assolutamente mettere in atto gli effetti di questa presunzione di non colpevolezza a tutela delle persone indagate.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie Presidente, vorrei sottolineare la mia personale posizione, il gruppo si è già espresso ampiamente, rispetto alla condivisione di questo emendamento, che afferisce al rafforzamento di alcuni aspetti della presunzione di innocenza e, quindi, al diritto anche di presenziare al processo nei procedimenti penali, e, soprattutto, la possibilità di tutelare colui che fino al terzo grado di giudizio, per quanto ci riguarda, è un presunto innocente, da eventuali atti di cannibalismo, che spesso non appartengono soltanto agli avversari. Purtroppo, sta poi all'etica personale piuttosto che all'etica di chi racconta e di chi fa informazione, raccontare le cose per come sono. Affinchè ci sia una giustizia giusta occorre attenersi a questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento sicuramente va nella direzione di aumentare la richiesta di tutele per l'imputato, l'indagato, e questo è cosa buona. Noi non siamo tra quelli che dicono che questo deve essere a discapito delle risultanze della verità processuale, che deve, anche questa, arrivare in tempi giusti. Diversa è la condanna preventiva, pubblica e collettiva, che ne deriva dalla gogna mediatica, a cui spesso non fa seguito un'adeguata, certa consistenza del procedimento penale. E' sicuramente un passo in avanti, ma molto meno coraggioso, molto meno libero, molto meno diretto e limpido di quello che sarebbe stato accogliendo l'emendamento del nostro capogruppo che prima, invece, questa Camera ha, poco coraggiosamente, respinto, anche con il voto di quelle forze politiche che di quella bandiera della libertà, di quella bandiera della presunzione di non colpevolezza ne hanno fatto un dogma politico (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.104 Costa, 1.106 Zanettin, 1.110 Annibali, 1.150 Emanuela Rossini, 1.151 Turri, 1.152 Bazoli, 1.153 Giuliano e 1.154 Conte, parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.1 Montaruli.

Ha chiesto di parlare la collega Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Con questo emendamento Fratelli d'Italia chiede che venga introdotto il concetto di analisi dell'impatto del recepimento delle norme europee, e più in particolare che si obblighi il Governo a presentare alla Camera dei deputati e al Senato l'analisi dell'impatto per il recepimento di tali norme adottate negli articoli di questo provvedimento in esame e delle conseguenze che avrà sulle dinamiche economiche, sociali e occupazionali della nostra Nazione.

Questo emendamento è tanto più importante quando analizziamo la fase particolare in cui ci troviamo. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che la legge di delegazione europea nella sua formulazione sembra quasi ancorata ad un periodo precedente alla pandemia perché in nessuno dei suoi articoli mai ha la possibilità di raffrontare direttive sicuramente precedenti alla fase pandemica rispetto alla contingenza che stiamo vivendo in tutti i settori, quello economico, quello sociale e quello occupazionale.

E allora questa norma introduce proprio questo principio, ed è per questo che noi l'abbiamo voluta formulare, per rendere la legge di delegazione europea ancorata alla contingenza, ancorata al reale contesto in cui si collocano, in questo momento, le modalità di recepimento delle direttive che la legge di delegazione europea in modo puntuale va ad elencare.

Senza questo emendamento la legge di delegazione europea altro non è che un mero recepimento, e quest'Aula rischia di diventare un mero notaio che recepisce quello che l'Europa ci dice senza tuttavia contestualizzarlo ai problemi che la nostra popolazione in questo momento, ancora di più a causa della pandemia da COVID-19, sta subendo.

Quindi chiedo un richiamo, un richiamo al pragmatismo, un richiamo al realismo, un richiamo ad essere concreti e a non essere avulsi e semplicemente distratti dalle norme che l'Europa ci detta, ma di cercare di tramutare queste norme assolutamente in modo ponderato, dando la possibilità alle Camere di verificare il reale impatto rispetto alla situazione particolare che stiamo vivendo.

Infatti non possiamo, veramente non possiamo permetterci di andare a dare una delega al Governo o ai Governi che sia completamente lontana da tutto quello che intere categorie stanno vivendo in questo momento. Le direttive europee, che molto spesso sono estremamente tecniche, incidono sia sulle dinamiche economiche sia su quelle sociali sia su quelle occupazionali del nostro territorio, ma in questo momento il contesto territoriale è profondamente mutato e l'Europa rischia di essere veramente troppo lontana dai reali bisogni.

Allora è necessario che periodicamente, come Fratelli d'Italia chiede, questi bisogni vengano nuovamente portati alla luce e attenzionati, e si verifichi se veramente una direttiva può andare incontro a un bisogno reale del territorio piuttosto che non essere ormai fuori contesto. Infatti, voglio nuovamente ricordare e basta prendere l'allegato A della legge di delegazione europea e scorrerlo in maniera anche molto veloce per renderci conto che le date a cui fanno riferimento le direttive sono ormai date lontane nel tempo; e, se consideriamo l'intervento della pandemia, sembrano lontane ere geologiche.

Allora, noi dobbiamo colmare questo vuoto. Veramente so che ci sono delle sensibilità in quest'Aula rispetto a questa argomentazione, le ho sentite sia nella discussione generale di questa legge da parte di alcuni colleghi, anche della maggioranza, e anche nella discussione generale della legge europea. Quindi, richiamo a tramutare in azione concreta e in azione legislativa quello che è stato detto in quegli interventi.

Questo emendamento di Fratelli d'Italia è l'unica occasione che ha questo Parlamento per non rendere questa legge del tutto lontana dai reali bisogni, soprattutto durante questa crisi pandemica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà. Onorevole Mollicone, intende intervenire? Siamo sull'emendamento 1.1. Onorevole Mollicone, non è obbligatorio!

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie. Come sosteneva la collega Montaruli, questo emendamento serve a verificare che il Parlamento nazionale possa controllare quello che è l'impatto del recepimento delle norme europee sulla nostra legislazione e poi le conseguenze operative. Troppo spesso ci troviamo a subire norme che vanno a regolamentare anche gli aspetti minimi del nostro quotidiano e non riusciamo ad avere assolutamente il controllo generale, in particolare, e lo vedremo più avanti con gli altri emendamenti, anche per tutto quello che riguarda la libertà di espressione e la sovranità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1 Montaruli, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 4).

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 2757​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 5).

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 2757​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere.

PIERO DE LUCA, Relatore. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti 3.4 Montaruli, 3.5 Mantovani, 3.1 Montaruli, 3.6 Mantovani, 3.3 Montaruli e 3.2 Montaruli.

PRESIDENTE. Il Governo?

VINCENZO AMENDOLA, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Parere conforme al relatore di maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.4 Montaruli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.5 Mantovani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.1 Montaruli.

Ha chiesto di parlare la collega Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Allora, questo emendamento vuole aggiungere tra le pubblicità inadatte per i minori anche quelle che possono spingere e indurre a comportamenti errati o a patologie nell'alimentazione. Ora, noi questo tema l'abbiamo affrontato ultimamente molto spesso e - torno sull'argomentazione per cui ogni volta che noi recepiamo una direttiva europea dovremmo contestualizzarla al periodo contingente, quindi non possiamo non valutare quello che stiamo soffrendo in questo momento -, proprio perché dobbiamo valutare quello che stiamo soffrendo in questo momento, non possiamo non considerare come i nostri ragazzi siano particolarmente esposti, anche a causa delle misure restrittive, a tutta una serie di messaggi - poiché la loro socialità è estremamente ridotta - il cui controllo deve essere assolutamente ponderato per impedire che vadano ad amplificarsi determinati fenomeni che oggi sono preoccupanti. I dati ci dicono che i nostri ragazzi registrano un aumento altissimo delle patologie legate alla salute mentale e, tra queste, anche un aumento dei disturbi alimentari. Non possiamo, non può questo Parlamento pensare di andare ad arginare questo fenomeno soltanto dopo che il disturbo alimentare va a verificarsi, dopo che i nostri ragazzi diventano malati di anoressia o bulimia, dopo che sono costretti a stare in reparti psichiatrici insieme magari a degli adulti perché i posti letto non sono sufficienti.

Dobbiamo anche agire dal punto di vista delle prevenzioni e mi stupisco che ci siano parti di questa maggioranza che sono disponibili a votare contro questo emendamento, perché voglio ricordare, per esempio a Forza Italia, che c'è un provvedimento in Senato depositato proprio su questo argomento che chiede esattamente la stessa cosa, della senatrice Rizzotti, che oggi noi chiediamo con questo emendamento di recepire; quindi non comprendo come può essere contrario, su questo aspetto, il parere sia dal relatore che del Governo. Non è un fatto ideologico, è una norma di buonsenso, che dà un segnale chiaro a tante famiglie che in questo momento in particolare sono estremamente - estremamente! - preoccupate per la condizione fisica e psicologica dei loro ragazzi. Ancora, è un modo per andare incontro ai tanti medici che ci dicono che proprio sul terreno della prevenzione, anche attraverso la gestione proprio degli elementi audiovisivi, proprio di tutto quello che riguarda la televisione, la visione di video, insomma di tutto quello di cui i ragazzi sono tempestati, proprio la prevenzione, da questo punto di vista, serve, è utile ed è essenziale per fare quel poco che però è importante per venire incontro alle esigenze di una generazione, che in questo momento non ha voce e verso la quale noi ci stiamo preoccupando a parole, ma non con atti concreti, se rifiutiamo questo emendamento.

Io, veramente, invito le forze di maggioranza ad una riflessione, ad una riflessione seria, a rileggere il testo. Non avete neanche la scusa di dire che il provvedimento non può essere cambiato perché non ci sarà una terza lettura, perché è un provvedimento che torna in Senato: è stato modificato e tornerà in Senato, quindi, se comunque è necessario farlo tornare indietro, allora fatelo tornare indietro con un testo un po' migliorativo rispetto a quello che è stato scritto; fatelo tornare indietro con una norma di principio ma anche molto concreta, che aiuti le nuove generazioni. Lanciate un segnale verso le nostre generazioni più giovani, che ci vedono distanti, e verso quelle famiglie che oggi vivono nel terrore del silenzio dei loro ragazzi, che si tramuta molto spesso in problemi di disturbo alimentare. Fate in modo che ci sia un controllo, una prevenzione proprio sui comportamenti alimentari, perché altrimenti non avrete giustificazione quando arriveranno i dati che abbiamo chiesto sulla incidenza delle situazioni di disagio psicologico e di disagio giovanile, che ormai sono diffuse ovunque e che meritano un'attenzione più concreta del semplice essere preoccupati a parole. Questa è l'azione concreta che noi vi chiediamo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pettarin. Ne ha facoltà.

GUIDO GERMANO PETTARIN (FI). Grazie, Presidente. Solo per maggior chiarimento. Quanto detto dalla collega Montaruli con riferimento all'emendamento di cui stiamo discutendo, che è il 3.1, a pagina 4 dell'ultimo fascicolo, naturalmente appartiene a una battaglia che anche Forza Italia ha avuto modo, in diverse occasioni, di portare avanti, come testimoniano gli atti del Senato. In questa situazione, noi voteremo contro questo emendamento, ma non perché abbiamo cambiato opinione, anzi, tutt'altro, la battaglia continuiamo a considerarla nostra, ma perché riteniamo che, nell'ambito di quella che è la direttiva alla quale viene proposto questo emendamento dei colleghi, vi sia già la previsione e, di conseguenza, che la norma, quella generale, già tenga conto di queste esigenze e dell'assoluta necessità che si tenga conto di ogni evoluzione che possa portare a patologie dell'alimentazione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1 Montaruli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.6 Mantovani.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Mantovani. Ne ha facoltà.

LUCREZIA MARIA BENEDETTA MANTOVANI (FDI). Sì, grazie, Presidente, l'emendamento presentato non è di poco conto, poiché ambisce a proteggere i minori da contenuti, anche pubblicitari, non appropriati che accompagnano programmi per bambini relativi a prodotti alimentari e bevande la cui assunzione, nella dieta generale, non è raccomandata. La difesa della salute dei minori non concerne solo la loro integrità fisica o psichica, ma anche la responsabilità, da parte dello Stato, di tutelarli da comportamenti o condotte lesive del loro benessere. L'educazione a un regime alimentare adeguato rientra a pieno titolo tra le più importanti per scongiurare, appunto, i disturbi alimentari. è per questo motivo che intendo proporre un affinamento di quanto prescritto dalla lettera h), prevedendo l'inserimento di avvisi, che possono essere aggiunti anche al termine degli intervalli pubblicitari che inframezzano la trasmissione del contenuto. Perché chiedo questo? Semplicemente, per rendere la disposizione attenta al modello di consumo.

In questo modo, senza particolari oneri o complessità, si andrebbe a rispondere al meglio all'obiettivo della norma, garantendo quindi un modello informativo adeguato a tutelare al meglio la salute del minore. E per rendere possibile il perseguimento dell'obiettivo è fondamentale rendere tutto più aderente alla realtà i modelli di fruizione dei media da parte dell'utente, perché quella dei disturbi alimentari è una vera e propria emergenza che colpisce sempre più giovanissimi e che, soprattutto in tempi di COVID, trova terreno fertile nel malessere diffuso e nello stato di angoscia persistente, che sta purtroppo travolgendo un'ampia fetta di popolazione giovane. L'età di esordio è scesa dalle scuole superiori alla fine delle medie, quindi un vero e proprio campanello d'allarme che, a mio avviso, non possiamo ignorare e sul quale è necessario intervenire anche nelle piattaforme digitali e in quelle televisive. La scuola e la sua funzione sociale è venuta meno in questo ultimo anno e pertanto è nostro dovere riuscire a trovare una chiave di lettura adatta a raggiungere i giovanissimi proprio lì dove stanno trascorrendo la maggior parte del loro tempo, quindi davanti agli schermi, e in quei contenuti che a loro sono rivolti. I canali tematici per bambini online, così come quelli off-line, sono ormai una realtà ed è quindi necessario trattare la questione con le dovute attenzioni e agire con la massima sensibilità. Io intendo quindi sensibilizzare l'Aula ad esprimere un voto favorevole a questo emendamento, il cui fine è appunto quello di offrire delle tutele maggiori mediante un metodo più adeguato rispetto al consumo mediatico da parte degli utenti, perché l'obiettivo è nobile, è attuale ed è insomma importante. Dimostriamo al Paese di avere davvero a cuore la salute dei minori, a prescindere dalla retorica sull'emergenza pandemica, poiché la didattica a distanza sta fiaccando un'intera generazione ed ora è il momento di restituire ai ragazzi quell'attenzione educativa che è mancata da un anno a questa parte, magari approvando questa proposta che mira al loro benessere e alla prevenzione di possibili disturbi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.6 Mantovani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.3 Montaruli. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Prego.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Questo è un emendamento molto importante perché riguarda una nuova architettura, nuove competenze dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, in particolare competenze che vanno ad aprire uno scenario completamente nuovo, che è quello dell'intelligenza artificiale, della regolamentazione della sicurezza cibernetica e della libertà di espressione sulla rete. Questo perché? Perché ormai sappiamo che, attraverso l'intelligenza artificiale, si è aperto un nuovo scenario e un dibattito etico sull'uso che di questa se ne fa, anche un uso non etico dell'intelligenza artificiale, nel controllo sociale, nel controllo predittivo del mercato e in tutte le altre funzioni, compresa quella militare. Per cui, su questo è necessario che si amplino le capacità di intervento, di analisi e di regolamentazione dell'Autorità, che - vedremo poi con altri emendamenti - noi vorremmo trasformare in una super Agcom, proprio per dotare il nostro Paese, la nostra Nazione, di una Autorità che possa intervenire in maniera credibile, tempestiva e autorevole rispetto a quelle che sono considerate le grandi Nazioni digitali, gli “over the top”, per usare un anglismo che sarebbe meglio abbandonare, ma che è presente in ogni processo verbale.

Su questo, noi lanciamo un appello; è una battaglia trasversale, che dobbiamo fare perché siamo ormai in uno scenario digitale, abbiamo abbandonato lo scenario tecnologico, anche se gli indirizzi europei ancora parlano di sovranità tecnologica; in realtà siamo alla sovranità digitale e questo strumento, questa super Autorità, con queste nuove competenze, servirebbe sicuramente a realizzare questo controllo, questo equilibrio sociale e questa difesa, anche della cybersicurezza, (sempre più tentativi di accessi, di intrusioni, di vere e proprie guerre informatiche), ed anche per quanto riguarda l'intelligenza artificiale, con riguardo alle derive autoritarie che abbiamo visto in Cina e in altri Paesi, attraverso il riconoscimento facciale. L'intelligenza artificiale rende un numero, una percentuale, un indice con riferimento ad una persona di una razza - in Cina ciò viene fatto nei confronti del popolo degli Uiguri -, con caratteristiche razziali precise, esprime, quindi, un principio - come ci dicono i filosofi della scienza e i teologi - amorale, poiché va a identificare, in quelle persone che hanno quelle precise caratteristiche antropometriche, un popolo che tende o ha una percentuale maggiore magari di criminalizzazione e per questo viene perseguito. Ricordiamo, ad esempio, che lo stesso riconoscimento facciale che la Cina, con quell'intelligenza artificiale, ha sviluppato per anni con un uso non etico è lo stesso che l'improvvido sindaco di Roma, Virginia Raggi, con un accordo con Huawei, ha installato davanti ai Fori Imperiali e al Colosseo. Quindi, non sapremo probabilmente mai dove queste immagini, secondo questi principi, possano essere raccolte, oltre che in Italia. Quindi, lanciamo un appello perché questo emendamento e i successivi correlati possano essere approvati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Chiedo se cortesemente è possibile al primo firmatario Montaruli aggiungere la mia firma a questo emendamento, che ritengo essenziale, se non addirittura esiziale, in un momento come questo. Lo spiego subito: questo emendamento estende e specifica molto bene - e faccio i complimenti all'estensore di questo emendamento - che i compiti dell'Autorità per le garanzie delle comunicazioni devono essere rafforzati nel senso dell'indipendenza, ed esso entra specificamente all'interno del tema del capitalismo di sorveglianza. Ovvero, cosa? Mi riferisco al fatto che tutti i nostri dati sui nostri telefonini vengono copiati e inviati, a causa di tutte le autorizzazioni che noi siamo costretti a dare nel momento in cui utilizziamo un applicativo, per cui anche una semplice foto che noi facciamo sul nostro telefonino e che non inviamo a nessuno, in realtà viene copiata e inviata ad un server del Nevada, negli Stati Uniti.

Questa è la denuncia di Edward Snowden nel suo libro “Archivio permanente”. Ebbene, questo è un problema che questo Parlamento non ha mai trattato, non ha mai voluto trattare, ed è un tema estremamente importante, perché riguarda la libertà di espressione e la libertà digitale che, in questo momento, non è sovranazionale, è multinazionale, ovvero gli Stati non hanno la più pallida idea… Anche all'interno di questo Parlamento, su 945 parlamentari, tutti i dati di questi 945 parlamentari sono copiati su un server a disposizione di Amazon. Questo è scritto sul libro di Edward Snowden.

Questo emendamento va nella direzione di rendere più consapevole, non solo il legislatore, ma gli esecutori su cos'è una sicurezza informatica, cos'è la libertà di espressione, che cosa significa non essere spiati da parte delle multinazionali, delle grandi big data, delle grandi multinazionali del web. Quindi, chiedo cortesemente se sia possibile sottoscrivere questo emendamento su cui voterò convintamente a favore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.3 Montaruli, ricordando il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.2 Montaruli, ricordando il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione….

Sospendiamo la votazione.

Onorevole Mollicone, il suo gruppo non me l'aveva segnalato, altrimenti le avrei dato la parola. Prego, onorevole Mollicone.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Presidente, c'è stato un disguido. Velocemente, perché anche questo è importante come emendamento per la sovranità digitale e il diritto d'autore. Poi lo vedremo più avanti con l'articolo 9.

Questo è un lavoro che abbiamo fatto e che stiamo facendo dall'inizio legislatura, sia come dipartimento innovazione sia con i colleghi del Senato - ringrazio, in particolare, il senatore Fazzolari - sia con la collega Montaruli; questa è una visione che noi stiamo portando avanti e, per primi, Fratelli d'Italia, anche con il collega Butti, abbiamo introdotto in Aula, ben prima della Commissione europea, il concetto di sovranità digitale che venne approvato in un ordine del giorno, a inizio legislatura, quando ancora di questi temi non se ne parlava in questi termini.

Questo emendamento va letteralmente a tutelare il diritto d'autore e la sovranità digitale italiana su istanza dei titolari dei diritti per garantire che l'Autorità possa ordinare ai fornitori di servizi della società dell'informazione, che utilizzano risorse nazionali di numerazione, di porre fine alle violazioni del diritto d'autore e dei diritti connessi.

Quando fu presentato all'epoca, al Senato, era legato, ovviamente, anche a dei fatti di cronaca, ma il principio è il medesimo ed è bene che questa Camera e il Senato insieme, il Parlamento italiano e il Governo si facciano portatori in Europa del principio della sovranità digitale, che non può essere ovviamente letta esclusivamente a livello nazionale, perché sarebbe un ossimoro, ma che deve partire dalla consapevolezza nazionale di avere autorità, strumenti normativi per poter contrastare quello che ormai è un tema di geopolitica digitale, di scontro tra le nazioni territoriali, tradizionali, legate alla difesa dei confini fisici e le nazioni digitali che, appunto, non chiamerò col termine inglese ma che sapete perfettamente quali siano e quale potere immenso abbiano a livello geopolitico.

Per cui, mi rivolgo al rappresentante del Governo, ai colleghi della maggioranza: riteniamo che questi siano temi di scenario fondamentali che non devono essere sottaciuti, che non devono essere tralasciati e che vanno sicuramente nella lettura di una complessità della società contemporanea verso la quale - e non lo diciamo noi, ma lo hanno detto gli analisti - anche a livello europeo c'è un ritardo di 20 anni.

Gli atti che si stanno discutendo adesso in Europa, quello sul mercato e quello sul digitale, sono venti anni in ritardo rispetto agli altri Paesi, alle altre grandi nazioni e alle grandi superpotenze digitali. Per cui abbiamo la possibilità originale, nazionale, italiana di essere i capofila di questa battaglia per la sovranità digitale e lo ripeteremo su ogni emendamento, su ogni ordine del giorno, su ogni provvedimento, perché questo è il tema che vige adesso, non soltanto in Italia e in Europa, ma in tutto il mondo.

Siamo all'interno di una vera e propria guerra fredda digitale, di scontro fra superpotenze e se non ci dotiamo - e concludo - di strumenti normativi, di cloud nazionali, di collaborazione a livello europeo e di istituti e comitati per la cybersicurezza, noi questa guerra rischiamo di perderla (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.2 Montaruli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 12).

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 2757​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere.

PIERO DE LUCA, Relatore. Sull'emendamento 4.2 Montaruli il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

VINCENZO AMENDOLA, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il parere è conforme.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.2 Montaruli.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà per un minuto.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Signor Presidente, anche questo è un emendamento estremamente importante: riguarda la sicurezza cibernetica, la protezione dei dati.

Questo emendamento introduce una garanzia di standard di sicurezza cibernetica, con particolare riguardo ai soggetti extraeuropei operanti nel settore delle telecomunicazioni e ovviamente, come è successo anche in Europa e in America, sappiamo a chi ci stiamo riferendo, in particolare, così come richiesto anche dal nostro Copasir e sul quale speriamo presto si risolva la incresciosa vicenda istituzionale che ci vede esclusi dalla sua gestione e titolarità, come prevedrebbero i regolamenti e anche lo stile di rispetto con l'opposizione.

Questa è una posizione storica di Fratelli d'Italia di tutela rispetto agli operatori cinesi, come Huawei e ZTE che operano in Italia. In via generale, infatti, le leggi cinesi sulla sicurezza nazionale, colleghi, come sanno bene i colleghi dell'intergruppo innovazione, obbligano le aziende cinesi a cooperare con i vertici militari e di sicurezza, scambiando informazioni.

Riteniamo che questa sia una minaccia reale e non lo ritiene solo Fratelli d'Italia: lo ritengono anche i Paesi dell'Unione europea, dell'America e tutte le grandi potenze occidentali. È bene che l'Italia non faccia più l'errore che si è fatto con la Via della Seta perché, in realtà, dietro la Via della Seta ci sono state una serie di accordi strategici che hanno permesso la permeabilità delle aziende extraeuropee con intenzioni aggressive. Questo emendamento va a tutelare la nostra sovranità digitale, ancora una volta (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.2 Montaruli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 14).

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 2757​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere.

PIERO DE LUCA, Relatore. Il parere è contrario sugli emendamenti 5.8 Ruffino, 5.15 e 5.16 Foti, 5.12 e 5.13 Montaruli, 5.14 Foti.

PRESIDENTE. Il Governo?

VINCENZO AMENDOLA, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il parere è conforme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.8 Ruffino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.15 Foti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.16 Foti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.12 Montaruli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.13 Montaruli.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. La produzione agricola e il fotovoltaico sono sicuramente compatibili, soprattutto alla luce dei mutamenti climatici degli ultimi anni. Ciò ci richiama alla necessità di determinare una svolta in senso green, una svolta che molto spesso noi richiamiamo in quest'Aula, che ancora probabilmente verrà richiamata nella discussione del PNRR e che, tuttavia, risulta necessaria per garantire allo stesso tempo il potenziamento delle attività agricole, ma anche il potenziamento di una produzione di energia che ci faccia - che le faccia - trovare assolutamente indipendenti e più ricche.

Per questo noi abbiamo formulato questo emendamento, un emendamento volto a rendere più efficace il meccanismo di sostegno alla realizzazione e gestione degli impianti fotovoltaici sui fabbricati in ambito agricolo, al fine di incentivare le filiere produttive agricole e zootecniche. Significa, di fatto, incentivare una gestione agricola intelligente, che permette alle aziende agricole stesse di aumentare la produttività, di migliorare la sostenibilità, ma anche di garantire uno sfruttamento del suolo più equo, perché in questo modo si può andare a dare nuova vita a terreni che sarebbero altrimenti lasciati in stato di abbandono, il che significa inevitabilmente non sfruttati e, di conseguenza, abbandonati al degrado, cosa che noi non vogliamo. Noi vogliamo uno sfruttamento del suolo che sia responsabile e che sia soprattutto corrispondente all'esigenza di fare dell'agricoltura un volano economico per l'intera Nazione; un'agricoltura che è un'eccellenza in Italia, ma che merita tutta l'attenzione che questo emendamento gli vuole dare: è un'opportunità. Questo emendamento sancisce un'opportunità, un'opportunità in più e non un passo indietro. Un'opportunità in più che noi diamo al mondo dell'agricoltura, senza dimenticare come la discussione della legge europea, sul clima, ponga degli obiettivi assai ambiziosi; obiettivi ambiziosi che, senza un potenziamento nel senso descritto dal nostro emendamento, diventano veramente difficile da raggiungere. Quindi, questo emendamento si pone già coerente con quegli obiettivi, coerente con le richieste da parte del mondo dell'agricoltura, coerente con le tante aziende agricole che vogliono diventare anche dal punto di vista energetico indipendenti, potenziando così la propria attività e determinando allo stesso modo un calo dei costi. Un calo dei costi che ha un'incidenza effettiva sul costo della produzione, ma che, allo stesso tempo, si ripercuote anche nella genuinità dei prodotti, che da lì poi derivano.

Chiedo quindi a questa maggioranza di riflettere sulla bontà di questo emendamento, di fare una riflessione più puntuale e di cambiare il parere in merito, perché anche questo emendamento, come quelli precedentemente presentati da Fratelli d'Italia, è di buonsenso e risponde alla richiesta di gran parte del mondo dell'agricoltura, di fronte alla quale un secco “no” da parte di quest'Aula diventerebbe assolutamente incomprensibile; tra l'altro, è un emendamento giustamente collocabile nella legge di delegazione europea, perché non potremmo collocarlo altrove. Quindi - sì - questa è un'occasione unica per garantire tale principio e chiediamo quindi a questa maggioranza di cambiare il parere e di darci una votazione favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.13 Montaruli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.14 Foti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 21).

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 2757​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 22).

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 2757​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere.

PIERO DE LUCA, Relatore. Sugli emendamenti 7.19, 7.20 e 7.21 Montaruli, 7.26 Caretta, 7.22 e 7.23 Montaruli, 7.28 e 7.27 Ciaburro, 7.24 e 7.25 Montaruli, il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

VINCENZO AMENDOLA, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il parere è conforme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.19 Montaruli, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.20 Montaruli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.21 Montaruli, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.26 Caretta, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.22 Montaruli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.23 Montaruli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.28 Ciaburro, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Passiamo all'emendamento 7.27 Ciaburro. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Il recepimento delle norme europee nel nostro ordinamento deve, per definizione, essere chiaro, funzionale e pedissequo. Si tratta di un'operazione tecnica, avulsa da considerazioni politiche, volta a garantire una continuità tra l'ordinamento nazionale e quello comunitario. Inutile ribadirlo, un mancato o erroneo recepimento sono destinati a venire sanzionati con procedura di infrazione, ai sensi dell'articolo 258 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, mentre un recepimento tecnicamente maldestro, allorché rispettoso dei dettami europei, corre il rischio ancor più grave di danneggiare i nostri cittadini. E questo è il caso dell'articolo 7 del testo in esame, segnatamente, al comma 1, lettera q), la cui formulazione è eccessivamente generica, vincolando criteri di fissazione dei prezzi a non ben definiti parametri e dati Ismea. Si parla di costi di produzione medi, ma a che livello? Non è specificato. Nazionale? Regionale? E come si fa ad eliminare dalla base di calcolo specifiche qualità e varietà di prodotto, come, ad esempio, i marchi DOP, IGP e tutte le eccellenze locali dei nostri territori? È evidente che la norma in oggetto, senza l'intervento emendativo proposto da Fratelli d'Italia, rischia di generare confusione e danni al comparto agricolo, dato che il meccanismo individuato nei dati Ismea non tiene conto di tutta una serie di fattori che credo sia opportuno delineare rapidamente. In primo luogo, le pubblicazioni dei dati Ismea riguardano l'andamento dei prezzi su piazza registrati nei due mesi antecedenti. Di conseguenza, se un operatore decidesse di acquistare oggi un determinato prodotto, non saprà, prima di due mesi, se avrà acquistato ad un prezzo inferiore rispetto ad una media che sarà nota solo alcuni mesi dopo. Questo genera incertezza negli operatori ed ulteriore incertezza oltre a quella, ormai divenuta tristemente strutturale, della crisi pandemica, che costringe qualunque operatore economico nazionale a stare sul chi va là ogni giorno, in questa incertezza costante e continua. In secondo luogo, credo sia opportuno rilevare che non tutte le materie prime sono rilevate da Ismea, come, ad esempio, quelle di rilevanza più prettamente locale. Il rischio, in questo caso, è quello di fare due pesi e due misure, tutelando alcuni fornitori a scapito di altri. Oltre a questi rilievi di carattere più tecnico, credo sia opportuno rilevare anche come la norma esaminata sia ridondante, dato che il divieto di acquisto al di sotto dei costi di produzione è già previsto al medesimo articolo 7, comma 1, lettera h). Infine, sotto un profilo meramente concorrenziale, la norma, con la formulazione attuale - dunque, riferita ai prezzi medi -, può portare un disincentivo nei confronti di qualsiasi iniziativa di efficienza tecnologica e di prezzo. Trovo del tutto incomprensibile come mai debba essere considerato sleale un acquisto di prodotti ad un prezzo inferiore del 15 per cento rispetto alla media rilevata da Ismea, ma superiore, comunque, ai costi di produzione di un produttore altamente efficiente, magari tutelato da accordi di acquisto di lungo periodo, che permettono, quindi, al produttore stesso di poter investire in tecnologie altamente efficienti, senza preoccupazioni in merito all'allocazione delle risorse prodotte. In questo senso, l'articolato della norma è incompleto e rischia di spostare ancora di più la domanda di approvvigionamento di materie prime verso Paesi dove i costi di produzione sono inferiori, che, spesso, non sono neanche troppo lontani rispetto all'Italia: pensiamo ai Paesi Bassi o all'Est Europa. Vorrei, quindi, sulla base di queste evidenze, sensibilizzare l'Aula non solo sulla proposta emendativa, che depura l'articolato da un criterio di riferimento per la determinazione dei prezzi del tutto distorsivo del mercato, ma sul tema del recepimento delle normative europee. I nostri principali rivali e competitor nell'Unione europea, in fase di recepimento delle normative comunitarie, quasi nella stragrande maggioranza dei casi, si limitano a recepire pedissequamente le norme senza aggiungere aggravanti, assenti negli altri ordinamenti nazionali. Nel caso italiano penso, ad esempio, anche alle importazioni di prodotti biologici: le norme europee non vengono quasi mai recepite per quello che sono, ma vedono sempre l'aggiunta di qualche laccio o lacciuolo che inevitabilmente, nel silenzio generale, creano una montagna di oneri per i cittadini e le imprese del tutto incomprensibile.

Chiudo: se veramente l'Unione europea deve essere ritenuta e considerata una risorsa, se veramente vogliamo dibattere sui temi, sui contenuti e riuscire a trovare insieme delle soluzioni condivise e soprattutto utili al nostro Paese e ai nostri cittadini, chiedo all'Aula di modificare il parere, così dimostriamo di essere concreti e vicini a quelle che sono le esigenze (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Non ci sono altre richieste di intervento, passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.27 Ciaburro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.24 Montaruli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.25 Montaruli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 33).

(Esame dell'articolo 8 - A.C. 2757​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere.

PIERO DE LUCA, Relatore. Sull'emendamento 8.1 Montaruli, il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

VINCENZO AMENDOLA, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.1 Montaruli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 35).

(Esame dell'articolo 9 - A.C. 2757​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere.

PIERO DE LUCA, Relatore. Sugli emendamenti 9.1, 9.2 e 9.3 Montaruli, 9.6 Mollicone, 9.4 e 9.5 Montaruli, il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

VINCENZO AMENDOLA, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Parere conforme.

PRESIDENTE. Nessuno chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.1 Montaruli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.2 Montaruli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.3 Montaruli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Passiamo all'emendamento 9.6 Mollicone.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Su questo emendamento, che riteniamo un emendamento totem e assolutamente simbolico di questo provvedimento, in particolare di questo articolo, per dirla con Carl Schmitt, siamo nel Großraum, un grande spazio indefinito, e, riprendendo le efficaci metafore dell'opera schmittiana, Terra e mare, i cosiddetti over the top, le grandi aziende digitali sono come i pirati nel mare aperto. Per questa ragione, colleghi, Fratelli d'Italia promuove, ancora una volta e sempre di più, anche e soprattutto in questo articolo e in questo emendamento, il principio della sovranità digitale, già sopra richiamato. L'articolo 9 della delegazione, come sappiamo, contiene una misura di rilevanza strategica per il settore editoriale, che interviene a sanare l'enorme squilibrio - rilevato dall'Agcom, sin dal 2014, nel rapporto sui servizi di Internet e la pubblicità online - tra il valore che la produzione di contenuti editoriali genera per il sistema della rete e i ricavi percepiti dai produttori degli stessi; uno squilibrio, una posizione dominante, che provoca danni incalcolabili al finanziamento dell'intero sistema dell'informazione e rischia di comprometterne il funzionamento. La diffusione sistematica e non remunerata di opere protette dal diritto d'autore è un fenomeno che desta grave allarme, in quanto pregiudica la sostenibilità dell'industria editoriale nazionale, svaluta l'apporto di competenze e professionalità qualificate e, non da ultimo, colleghi, influisce sulla libertà e il pluralismo dell'informazione, incidendo sulla quantità e la qualità dell'offerta editoriale. In generale, colleghi, la “direttiva Copyright” rappresenta, per la creatività italiana, l'avvento di un rinascimento del diritto d'autore, dove le grandi aziende digitali, saranno finalmente obbligate a condividere gli enormi incassi che maturano con la diffusione planetaria delle opere altrui. I casi studio, come la Francia, l'Australia, ci dicono che l'obbligatorietà della negoziazione tra le aziende digitali e gli operatori del mercato è lo strumento più efficace. Ricordiamo alle piattaforme digitali che è lo Stato a fare le regole del gioco, non certo loro. La sigla degli accordi, in queste ore, fra editori nazionali e Google è certamente un passo storico in avanti per la definizione dei diritti connessi, ma bisogna garantire una tutela, rappresentante del Governo. Le aziende editoriali, come sappiamo, colleghi, trasversalmente, sono allo stremo e troppo spesso le piattaforme digitali, come in Francia, hanno usato meccanismi punitivi nei confronti degli editori.

Auspichiamo che il decreto legislativo di recepimento della “direttiva Copyright” voglia specificare che gli editori debbano essere tutelati, prevedendo un meccanismo di negoziazione obbligatoria fra le parti interessate - aziende digitali da un lato, editori dall'altro - che individui una quota adeguata di proventi che gli editori devono percepire, e che, in caso di mancato accordo in un termine prestabilito, ci sia un intervento arbitrale per definire le condizioni, anche economiche, della utilizzazione dei contenuti da parte delle piattaforme digitali.

Si ritiene, inoltre, colleghi, che i decreti, nell'individuare la nozione di “breve estratto”, dovranno garantire un'adeguata qualità delle informazioni, veicolate attraverso i motori di ricerca e per fissare un limite quantitativo al di là del quale devono essere assicurati i diritti di cui al comma 1 della direttiva. Ne va della riduzione del divario di valore e della difesa della sovranità digitale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.6 Mollicone, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.4 Montaruli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.5 Montaruli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 42).

(Esame dell'articolo 10 - A.C. 2757​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 43).

(Esame dell'articolo 11 - A.C. 2757​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 44).

(Esame dell'articolo 12 - A.C. 2757​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 (Vedi l'allegato A).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 45).

(Esame dell'articolo 13 - A.C. 2757​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 46).

(Esame dell'articolo 14 - A.C. 2757​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere.

PIERO DE LUCA, Relatore. Sugli emendamenti 14.5 Caretta, 14.1, 14.2, 14.3 e 14.4 Montaruli e 14.100 Caretta, il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

VINCENZO AMENDOLA, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 14.5 Caretta, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 14.1 Montaruli, con il parere contrario della Commissione, del Governo e anche della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 14.2 Montaruli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 14.3 Montaruli, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 14.4 Montaruli, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 14.100 Caretta, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 53).

(Esame dell'articolo 15 - A.C. 2757​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere.

PIERO DE LUCA, Relatore. Sull'emendamento 15.100 Bologna, il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

VINCENZO AMENDOLA, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Parere conforme.

PRESIDENTE. Non ci sono richieste di intervento, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.100 Bologna, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 55).

(Esame dell'articolo 16 - A.C. 2757​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 56).

(Esame dell'articolo 17 - A.C. 2757​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 57).

(Esame dell'articolo 18 - A.C. 2757​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 18 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 18.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 58).

(Esame dell'articolo 19 - A.C. 2757​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 19 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 19.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 59).

(Esame dell'articolo 20 - A.C. 2757​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 20 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 20.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 60).

(Esame dell'articolo 21 - A.C. 2757​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 21 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 21.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 61).

(Esame dell'articolo 22 - A.C. 2757​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 22 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

PIERO DE LUCA, Relatore. Sugli emendamenti 22.2 e 22.4 Ruffino, 22.8 Caretta, 22.7 Ruffino e 22.100 Silli, il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

VINCENZO AMENDOLA, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Conforme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 22.2 Ruffino. Ricordo il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 62).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 22.4 Ruffino. Anche qui parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 63).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 22.8 Caretta. Ricordo il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).  

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 64).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 22.7 Ruffino. Anche qui ricordo il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).  

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 65).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 22.100 Silli. Anche qui ricordo il parere contrario di Commissione, Governo e V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).  

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 66).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 22.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 67).

(Esame dell'articolo 23 - A.C. 2757​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 23 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 23.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 68).

(Esame dell'articolo 24 - A.C. 2757​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 24 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 24.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 69).

(Esame dell'articolo 25 - A.C. 2757​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 25 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 25.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 70).

(Esame dell'articolo 26 - A.C. 2757​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 26 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 26.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 71).

(Esame dell'articolo 27 - A.C. 2757​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 27 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 27.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 72).

(Esame dell'articolo 28 - A.C. 2757​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 28 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 28.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 73).

(Esame dell'articolo 29 - A.C. 2757​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 29 e dell'unico articolo aggiuntivo ad esso presentato (Vedi l'allegato A).

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 29.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 74).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 29.01 Ruffino. Il parere?

PIERO DE LUCA, Relatore. Contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

VINCENZO AMENDOLA, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Conforme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 29.01 Ruffino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 75).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2757​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

In considerazione dell'orario e sulla base delle intese intercorse tra i gruppi, procederemo allo svolgimento degli interventi per l'illustrazione; oggi non si procederà a votazioni e si passa all'illustrazione degli ordini del giorno.

Vi sono due ordini del giorno inammissibili: l'ordine del giorno n. 9/2757/23 Giglio Vigna in materia di autorizzazione all'immissione in commercio dei vaccini e l'ordine del giorno n. 9/2757/62 Meloni relativo all'applicazione del meccanismo di condizionalità di cui all'articolo 7 del Trattato dell'Unione europea.

Ha chiesto di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2757/16 il deputato Fusacchia. Onorevole Fusacchia, prego. Lasciamo libero il Governo cortesemente, così l'intervento dell'onorevole Fusacchia può essere ascoltato. Lasciamo liberi i banchi del Governo. Colleghi, colleghi lasciamo liberi i banchi del Governo.

Onorevole Fusacchia. Rinuncia? Perfetto.

Il Governo per l'illustrazione dei pareri. Prego, onorevole Amendola.

VINCENZO AMENDOLA, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Presidente, c'è la richiesta di una sospensione prima di esprimere il parere, se è possibile.

PRESIDENTE. I pareri saranno espressi domani, io non ho difficoltà, su richiesta del Presidente della Commissione e del Governo.

Nuova organizzazione dei tempi di esame: Doc XXVII, n. 18.

PRESIDENTE. Avverto che, nell'allegato A del resoconto stenografico della seduta odierna, sarà pubblicata la nuova organizzazione dei tempi per l'esame della Relazione della V Commissione sulla proposta di Piano nazionale di ripresa e di resilienza, che reca un tempo complessivo aumentato a sei ore, comprensive dei tempi previsti per l'intervento del relatore di minoranza (Vedi l'allegato A).

Sulla base delle intese intercorse tra i gruppi, l'esame della Relazione, previsto per la seduta di domani, mercoledì 31 marzo, avrà luogo secondo la seguente articolazione: a partire dalle ore 9 avranno luogo gli interventi introduttivi dei relatori, il dibattito generale e la replica del rappresentante del Governo, che esprimerà altresì il parere sulle risoluzioni che saranno presentate; l'esame della Relazione sarà quindi sospeso e riprenderà alle ore 16, per lo svolgimento delle dichiarazioni di voto e la votazione delle risoluzioni presentate.

Resta confermato, a partire dalle ore 15, lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Dopo la conclusione dell'esame della relazione della V Commissione, si procederà con l'esame dei successivi argomenti iscritti all'ordine del giorno.

Abbiamo alcuni interventi di fine seduta: pregherei i colleghi di liberare l'Aula e di rispettare le misure di sicurezza. Onorevole Amendola, se lei non va via con tutto il suo folto pubblico, se lei non esce, il suo folto pubblico non la segue. L'onorevole Amendola è a disposizione di tutti i colleghi che volessero interloquire con lui per gli ordini del giorno. Onorevole Trizzino, per il suo intervento di fine seduta. Rinuncia.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. L'onorevole Lollobrigida ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori. Prego onorevole Lollobrigida.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Presidente, intervengo perché lei ha dato l'indicazione che non procederemo al voto - prego il Governo magari di restare fino alla fine della seduta - e che c'era stato un accordo tra i gruppi per non procedere alla votazione degli ordini del giorno. Questo accordo non c'è tra i gruppi perché Fratelli d'Italia voleva restare qui, voleva votare, aveva necessità dell'illustrazione di un solo ordine del giorno. Quindi, si poteva e si può, per quello che ci riguarda, iniziare la votazione fin da questa sera. L'esatta definizione era: il Governo non è pronto. Io consiglierei di usare questa definizione, che classifica anche l'impegno del Governo rispetto allo studio degli ordini del giorno che sono stati da noi puntualmente presentati. Potevano essere analizzati e ad avere i pareri fin da adesso per poterli metabolizzare, poterci ragionare e cominciare a votarli. Quindi, vorrei che la Presidenza si esprimesse con puntualità, se è possibile, con tutto il dovuto rispetto, le chiedo di precisare quella dichiarazione che ha fatto prima.

PRESIDENTE. La ringrazio Presidente Lollobrigida e mi dispiace molto di questo equivoco che nasce unicamente dal fatto - colleghi posso avere un attimo di silenzio - che alla Presidenza è stato detto che c'era un accordo, altrimenti il sottoscritto non avrebbe mai consentito. Devo dire per la verità che, per prassi, controllo sempre; questa volta non ho controllato e mi sono affidato, altrimenti, per prassi, controllo sempre. Però stando così le cose, onorevole Lollobrigida, io ho dato una comunicazione formale, che mi dispiace non sia stata veritiera del vostro punto di vista; però direi che, stante la situazione, rinvieremo comunque a domani l'esame degli ordini del giorno dove, naturalmente, voi avrete tutta la possibilità e tutto il diritto di intervenire, con tutti i tempi a disposizione per illustrare le vostre posizioni. Mi scuso per quanto di mia competenza - che, evidentemente, è, come sempre per chi presiede, tutta - per l'equivoco ingenerato a danno del suo gruppo. Prego, onorevole Lollobrigida, prego intervenga pure.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Presidente, noi accogliamo questa situazione che non ci stupisce rispetto alle procedure; ci stupisce che lei abbia voluto sottolineare che, per la prima volta, non ha verificato un atto. Io vorrei che non ricapitasse in quest'Aula perché, essendo l'unica forza di opposizione, non vorrei che l'abitudine di rapporti che esistono all'interno della maggioranza possa far configurare una cosa: l'assenza delle regole che ci permettono di stare insieme. Quindi, il Governo ascolta, il Governo ci dice con chiarezza prima di uscire se è pronto sugli ordini del giorno o, se invece non è pronto sugli ordini del giorno, noi prendiamo atto che non si può proseguire (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Onorevole Lollobrigida, la buona fede della Presidenza è anche confermata dal fatto che ho chiesto il parere sugli ordini del giorno del Governo, che era una questione successiva. Infatti, nel mio speech non c'era scritto che il Governo non doveva dare i pareri, il Governo doveva dare pareri. E' successivo al fatto che il Governo o la maggioranza abbiano inteso rinviare questo; quindi a me è stato detto che c'era un accordo sui tempi, non un accordo sul rinvio dell'espressione dei pareri; che questo accordo non ci fosse me ne spiace e mi assumo la responsabilità dovuta al fatto che non ho fatto una personale verifica con tutti i gruppi di quanto mi è stato detto, però dobbiamo prendere atto che, comunque, il parere del Governo era un elemento successivo.

Onorevole Foti, cosa può aggiungere a quanto ha detto il suo capogruppo? Prego.

TOMMASO FOTI (FDI). Forse, potrei aggiungere che sono venuti ai nostri banchi i funzionari; quindi, potrei aggiungere.

PRESIDENTE. Prego, ma io non ho obiezioni.

TOMMASO FOTI (FDI). Il discorso è molto semplice: c'è stato chiesto se intendevamo intervenire nella discussione degli ordini del giorno; abbiamo fatto presente che avevamo un iscritto per il nostro gruppo; quindi, tranquillamente si poteva proseguire e andare avanti nell'illustrazione; quanto poi al parere del Governo, se il Governo non vuol dare il parere, è affare del Governo, ma nessuno si è mai sognato di dire che il Governo dovesse esprimere il parere. Questo mi pare, signor Presidente, che anche lei, tra parentesi, l'abbia prima detto. Un conto è non passare eventualmente al voto, ma, prima della fase di voto, c'è la fase di illustrazione e poi ci sono i pareri.

PRESIDENTE. Onorevole Foti, credo però che, nella fase di dichiarazione… voi siete intervenuti tutti, oggi, anche chi non si era segnato, come è giusto che sia; evidentemente questa fase però è sfuggita anche a chi voleva chiedere di intervenire, di manifestarsi, che non è dovuto, nel senso che io non lo sapevo che c'era un vostro iscritto; non l'ho annotato da nessuna parte e nessuno si è manifestato.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Io proseguirei con gli interventi di fine seduta. Pregherei i delegati d'Aula - lo faccio formalmente - di non rappresentare a questa Presidenza accordi che non siano stati verificati in maniera puntuale tra i gruppi.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Sarno Gianfranco per un intervento di fine seduta.

GIANFRANCO DI SARNO (M5S). Grazie, Presidente. Questo mio intervento è finalizzato al ricordo dell'avvocato Carmine Carpentieri, scomparso prematuramente qualche giorno fa a causa del Coronavirus.

Eccellente collega anastasiano e autentico difensore dei diritti dell'avvocatura. Indelebile è stato il suo costante e tenace impegno per assicurare l'efficienza dell'ufficio del giudice di pace di Sant'Anastasia, da anni con una grave carenza di organico, che ne compromette ancora oggi il regolare funzionamento a tutela dei diritti di ben 140 mila cittadini appartenenti a sette comuni vesuviani, nonostante le ripetute sollecitazioni presso tutti gli organi competenti. Concludo, Presidente, pertanto cogliendo l'occasione di rinnovare l'appello al Dipartimento dell'amministrazione giudiziaria e del personale del Ministero della Giustizia al fine di scongiurare la chiusura di questo importante presidio di legalità.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Buompane. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE BUOMPANE (M5S). Grazie, Presidente. Nella giornata di ieri si è appresa la notizia della scomparsa del luogotenente Baldassarre Nero, comandante della stazione di Macerata Campania, in provincia di Caserta. Il luogotenente aveva scoperto di essere positivo al Coronavirus qualche giorno fa, dopo un focolaio in caserma che aveva contagiato diversi militari. Dopo una prima terapia a casa era sopraggiunta la polmonite, che aveva reso necessario il ricovero dapprima all'ospedale San Giuseppe e Melorio di Santa Maria Capua Vetere e poi il trasferimento in terapia intensiva all'ospedale Cotugno di Napoli, dove è purtroppo deceduto. Il militare dell'Arma dei carabinieri lascia la moglie e una figlia. Volevo quindi esprimere, Presidente, il mio più sentito cordoglio per la morte del luogotenente Nero, punto di riferimento per tutta la stazione di Macerata Campania, che guidava con impegno e dedizione, credendo profondamente nel suo lavoro e in particolare nel ruolo fondamentale di prossimità alle comunità svolto dalle stazioni dei carabinieri. Nel corso della sua carriera il luogotenente Nero aveva ricevuto anche la medaglia d'argento al valore dell'Arma dei carabinieri, conferitagli il 28 ottobre 2012 dall'allora Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Lo saluto usando le parole del Comitato don Peppe Diana e del coordinamento provinciale dell'Associazione Libera di Caserta: non ci hai fatto mai sentire soli nel cammino per costruire terre libere e sane, condividendo la necessità di ripartire dalle nuove generazioni. Grazie Baldo, grazie luogotenente per l'esempio di bellezza e fiducia che hai saputo regalarci.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Buompane, per il suo ricordo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pignatone. Ne ha facoltà.

DEDALO COSIMO GAETANO PIGNATONE (M5S). Grazie, Presidente. Oggi la Sicilia è stata profondamente scossa da alcune indagini relative alla gestione del COVID. In particolare, dalle intercettazioni emergerebbe che i dati sull'epidemia sarebbero stati alterati. Sono stati arrestati tre dipendenti della regione e risulta indagato l'assessore alla salute Razza, che ha presentato le proprie dimissioni. Dalle intercettazioni, così come apprese dalla stampa, sembrerebbe che, per rendere meno grave la situazione sanitaria nella regione, fosse stata fatta la richiesta di spalmare il numero dei morti; si apprende di frasi agghiaccianti del tipo “i deceduti glieli devo lasciare o glieli spalmo?”, e la risposta “spalmiamoli un poco su più giorni”. O ancora “ma in ogni caso più di trecento, io più di trecento non ne ho da oggi, e gli altri poco a poco, durante la settimana”. L'assessore Razza ha presentato le proprie dimissioni, ma da quest'Aula mi rivolgo anche al presidente della regione Musumeci, lo chiedo da siciliano: non può finire così. In questo momento serve una leale collaborazione tra lo Stato e le regioni per lottare insieme, cosa che chiaramente in Sicilia non sta avvenendo. Presidente Musumeci, ritengo che lei debba dare più di una risposta, non solo perché questi fatti gravissimi riguardano un suo assessore, ma per il fatto che lei è commissario della regione per l'emergenza COVID. Presidente, è normale che un commissario COVID agisca come se fosse estraneo ai fatti - si tratterebbe di oltre 40 episodi di falso -, come se questa orribile vicenda riguardi sempre e comunque qualcun altro? Quindi la invito, presidente, prenda atto del fallimento della sua gestione COVID, nomini con urgenza un nuovo commissario e rassegni le dimissioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Costanzo. Ne ha facoltà.

JESSICA COSTANZO (MISTO). Fateci lavorare: è questo il grido che si è sollevato questa mattina in piazza Vittorio a Torino e man mano si sta sollevando in tante piazze d'Italia da parte degli ambulanti, che chiedono di poter lavorare all'aperto come i loro colleghi che possono vendere prodotti alimentari. Questi ambulanti, Presidente, non negano il virus, ma sono semplicemente madri e padri che devono pagare mutui, affitti, bollette; alcuni di loro iniziano ad incatenarsi, altri iniziano a fare lo sciopero della fame. Ecco, rivedere questi divieti è un dovere morale e istituzionale, perché si tratta di attività all'aperto, dove i rischi sappiamo che sono inferiori. Quindi chiedo al Governo e al Presidente Draghi di ascoltare il loro grido per evitare che anche queste persone finiscano in mezzo alla strada.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Invernizzi. Ne ha facoltà.

CRISTIAN INVERNIZZI (LEGA). Grazie, signor Presidente. Intervengo oggi per esprimere la solidarietà mia e dei colleghi della Lega bergamasca al sindaco di Treviglio, Juri Imeri, che negli ultimi dieci giorni si è trovato a dover fronteggiare una situazione sicuramente antipatica per seri motivi. Dapprima per un rinvio a giudizio all'interno di un procedimento inerente sicuramente una tristissima e tragica vicenda relativa a Stefano Iacobone, deceduto qualche anno fa a causa di un incidente in cui era rimasto trafitto da un guardrail. Ovviamente il pensiero innanzitutto va ai parenti del giovane, che è stato, suo malgrado, protagonista di una così tragica vicenda; d'altro canto non possiamo non manifestare stupore nel vedere comunque un organo amministrativo, il principale esponente dell'amministrazione di Treviglio, che viene rinviato a giudizio per una decisione che, come tutti coloro che hanno fatto politica all'interno degli enti locali sanno, è competenza esclusiva degli organi tecnici. Auspichiamo, comunque, che la magistratura faccia ovviamente il suo corso e che su questa vicenda vi sia la possibilità, soprattutto per i familiari del giovane, di vedere una fine. Però bisogna pensare, onorevoli colleghi, anche a strumenti di tutela dei sindaci soprattutto in questioni di questo tipo. La seconda vicenda è sicuramente meno drammatica, ma direi che sta assumendo dei toni tragicomici, visto che è una settimana che il sindaco si trova sottoposto ad una pressione a tutti livelli, sia da parte soprattutto della stampa locale che dalla sua minoranza, inerente a un'indagine che ad oggi ha portato all'incarcerazione di un'imprenditrice di origine albanese, che, a quanto pare, è coinvolta in una questione non edificante per quanto riguarda la concessione di permessi di soggiorno. Ma quello che è assurdo, signor Presidente, e mi avvio alla conclusione, è che il sindaco si trova ad oggi sottoposto a tutta una serie di ricostruzioni giornalistiche sulla base di presunte intercettazioni che nessuno conoscerebbe e che vedrebbero anche un suo indiretto coinvolgimento. È assurdo, signor Presidente, e tutti noi lo sappiamo, visto che abbiamo appena approvato anche una direttiva inerente alla presunzione di innocenza, vedere amministratori pubblici specchiati, perché non ha problemi né da un punto di vista personale, professionale o politico fino ad oggi, sbattuti sui giornali sulla base, ad oggi, ripeto, di nulla. Per cui la massima solidarietà al sindaco Imeri, alla sua amministrazione, e un appello: su questioni di questo tipo, anche se a breve ci saranno elezioni a Treviglio, cerchiamo un approccio laico, un approccio che sia veramente garantista, perché stiamo parlando comunque di un sindaco sì, ma soprattutto di un uomo, di un padre di famiglia e di un professionista (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Morrone. Ne ha facoltà.

JACOPO MORRONE (LEGA). Grazie, Presidente. Nei giorni scorsi, il 13 marzo, il COVID si è portato via anche uno dei simboli della Romagna. Raoul Casadei ha perso la battaglia con il virus, ma lascia un'eredità intramontabile. La sua figura e la sua musica sono famose nel mondo, hanno fatto sognare, cantare e ballare intere generazioni, ma sono anche la vera espressione dell'anima romagnola, di una terra ospitale, ottimista, vocata al lavoro e all'impresa.

Tengo a ricordare questo musicista, artista e uomo di grande levatura morale perché rispecchia l'anima popolare della Romagna e del nostro Paese; un'anima onesta e pulita, una gioia di vivere, un senso di appartenenza, un legame con le tradizioni, ma anche una grande apertura all'attualità, che si sono tradotti in una musica fortemente evocativa dei buoni sentimenti e della gioia di stare insieme. Tutto questo era, ed è, Raoul Casadei; tutto questo è e sarà il suo lascito alle generazioni future. Un grande romagnolo, un grande italiano da cui trarre esempio (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Raduzzi. Ne ha facoltà.

RAPHAEL RADUZZI (MISTO). Grazie, Presidente. Qualche settimana fa, la Corte di giustizia dell'Unione europea ha confermato, per la seconda volta, che l'utilizzo del Fondo interbancario di tutela dei depositi nel salvataggio di Banca Tercas, nel 2015, non fu aiuto di Stato. Ricordo all'Aula che la decisione che all'epoca prese la Commissione europea comportava non solo ingenti perdite patrimoniali per Banca Popolare di Bari, come certificato dalla stessa Banca d'Italia, ma pose anche le basi per l'anticipazione del cosiddetto bail-in, che i risparmiatori del Centro Italia ancora ricordano sulla loro pelle. Ebbene, oggi, il Governo, rispondendo a una mia interrogazione in Commissione finanze, ci ha informato non solo dell'intenzione di non richiedere alcun risarcimento all'Unione europea - un fatto già di per sé molto grave -, ma pure che la stessa Banca Popolare di Bari, ora di fatto controllata dallo Stato tramite Mediocredito centrale, non ha chiesto alcun risarcimento. Ecco, ancora una volta i risparmiatori che hanno subito i danni delle decisioni insensate europee vengono totalmente dimenticati dal Governo dei migliori.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 31 marzo 2021 - Ore 9:

1. Discussione sulle linee generali della relazione della V Commissione sulla Proposta di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

(Doc. XXVII, n. 18-A)

Relatori: MELILLI, per la maggioranza; TRANCASSINI, di minoranza.

(ore 15)

2. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

(ore 16)

3. Seguito della discussione della relazione della V Commissione sulla Proposta di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

(Doc. XXVII, n. 18-A)

Relatori: MELILLI, per la maggioranza; TRANCASSINI, di minoranza.

4. Seguito della discussione del disegno di legge e del documento:

S. 1721 - Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea - Legge di delegazione europea 2019-2020 (Approvato dal Senato) (C. 2757​)

Relatore: DE LUCA.

Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea (Anno 2019). (Doc. LXXXVII, n. 3)

Relatrice: IANARO.

5. Seguito della discussione delle mozioni Molinari ed altri n. 1-00414, Fregolent ed altri n. 1-00417, Prestigiacomo ed altri n. 1-00418, Fornaro ed altri n. 1-00429, Muroni ed altri n. 1-00440, Vianello ed altri n. 1-00441, Pezzopane ed altri n. 1-00442 e Vallascas ed altri n. 1-00450 in materia di individuazione del deposito nazionale per il combustibile nucleare irraggiato e i rifiuti radioattivi .

6. Seguito della discussione del disegno di legge:

Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea - Legge europea 2019-2020. (C. 2670-A​)

Relatrice: IANARO.

7. Seguito della discussione della mozione Lattanzio ed altri n. 1-00405 concernente iniziative in materia di definizione del Piano nazionale per l'infanzia e l'adolescenza e ulteriori misure in campo educativo ed economico a favore dei minori .

8. Seguito della discussione delle mozioni Meloni, Giacomoni ed altri n. 1-00382, Zanichelli, Fragomeli, Mor, Pastorino ed altri n. 1-00409 e Centemero ed altri n. 1-00443 concernenti il ruolo del Ministero dell'economia e delle finanze nell'ambito del processo di vendita della società Borsa Italiana .

9. Seguito della discussione delle mozioni Ungaro ed altri n. 1-00392, Zangrillo ed altri n. 1-00396 e Lollobrigida ed altri n. 1-00398 concernenti iniziative a favore dell'occupazione, della formazione e dell'emancipazione giovanile .

La seduta termina alle 19,05.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

  Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 2 la deputata Frate ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 7 il deputato Buratti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 11 il deputato Alberto Stefani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 15 la deputata Businarolo ha segnalato che ha erroneamente votato a favore, mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Segreta Ddl 2757 - em 1.113 436 434 2 218 64 370 66 Resp.
2 Nominale em. da 1.104 a 1.154 439 428 11 215 427 1 64 Appr.
3 Nominale em. 1.1 442 430 12 216 33 397 64 Resp.
4 Nominale articolo 1 441 403 38 202 400 3 64 Appr.
5 Nominale articolo 2 440 439 1 220 413 26 64 Appr.
6 Nominale em. 3.4 454 448 6 225 44 404 64 Resp.
7 Nominale em. 3.5 457 442 15 222 29 413 64 Resp.
8 Nominale em. 3.1 450 448 2 225 49 399 64 Resp.
9 Nominale em. 3.6 453 441 12 221 36 405 64 Resp.
10 Nominale em. 3.3 458 454 4 228 48 406 64 Resp.
11 Nominale em. 3.2 451 447 4 224 41 406 64 Resp.
12 Nominale articolo 3 458 456 2 229 452 4 64 Appr.
13 Nominale em. 4.2 466 461 5 231 41 420 64 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale articolo 4 468 467 1 234 429 38 64 Appr.
15 Nominale em. 5.8 462 454 8 228 45 409 64 Resp.
16 Nominale em. 5.15 460 450 10 226 32 418 64 Resp.
17 Nominale em. 5.16 456 449 7 225 34 415 64 Resp.
18 Nominale em. 5.12 463 451 12 226 30 421 64 Resp.
19 Nominale em. 5.13 455 443 12 222 31 412 63 Resp.
20 Nominale em. 5.14 463 453 10 227 29 424 63 Resp.
21 Nominale articolo 5 462 461 1 231 412 49 63 Appr.
22 Nominale articolo 6 461 457 4 229 419 38 63 Appr.
23 Nominale em. 7.19 458 455 3 228 50 405 63 Resp.
24 Nominale em. 7.20 461 459 2 230 39 420 63 Resp.
25 Nominale em. 7.21 459 456 3 229 41 415 63 Resp.
26 Nominale em. 7.26 461 461 0 231 39 422 63 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale em. 7.22 466 465 1 233 38 427 63 Resp.
28 Nominale em. 7.23 468 466 2 234 39 427 63 Resp.
29 Nominale em. 7.28 462 458 4 230 37 421 63 Resp.
30 Nominale em. 7.27 463 461 2 231 40 421 63 Resp.
31 Nominale em. 7.24 462 459 3 230 37 422 63 Resp.
32 Nominale em. 7.25 452 446 6 224 36 410 63 Resp.
33 Nominale articolo 7 464 463 1 232 422 41 63 Appr.
34 Nominale em. 8.1 461 460 1 231 46 414 63 Resp.
35 Nominale articolo 8 463 462 1 232 420 42 63 Appr.
36 Nominale em. 9.1 460 457 3 229 45 412 63 Resp.
37 Nominale em. 9.2 450 447 3 224 40 407 63 Resp.
38 Nominale em. 9.3 456 453 3 227 37 416 63 Resp.
39 Nominale em. 9.6 453 448 5 225 33 415 63 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale em. 9.4 452 447 5 224 35 412 63 Resp.
41 Nominale em. 9.5 455 451 4 226 34 417 63 Resp.
42 Nominale articolo 9 457 456 1 229 424 32 63 Appr.
43 Nominale articolo 10 459 457 2 229 417 40 63 Appr.
44 Nominale articolo 11 456 454 2 228 408 46 63 Appr.
45 Nominale articolo 12 457 456 1 229 417 39 63 Appr.
46 Nominale articolo 13 457 455 2 228 418 37 63 Appr.
47 Nominale em. 14.5 458 452 6 227 43 409 63 Resp.
48 Nominale em. 14.1 454 452 2 227 34 418 63 Resp.
49 Nominale em. 14.2 448 445 3 223 36 409 63 Resp.
50 Nominale em. 14.3 460 455 5 228 36 419 63 Resp.
51 Nominale em. 14.4 457 455 2 228 36 419 63 Resp.
52 Nominale em. 14.100 457 455 2 228 34 421 63 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale articolo 14 465 464 1 233 419 45 63 Appr.
54 Nominale em. 15.100 463 433 30 217 14 419 63 Resp.
55 Nominale articolo 15 458 453 5 227 410 43 63 Appr.
56 Nominale articolo 16 460 457 3 229 419 38 63 Appr.
57 Nominale articolo 17 461 460 1 231 423 37 63 Appr.
58 Nominale articolo 18 461 460 1 231 420 40 63 Appr.
59 Nominale articolo 19 464 463 1 232 425 38 63 Appr.
60 Nominale articolo 20 464 463 1 232 425 38 63 Appr.
61 Nominale articolo 21 461 454 7 228 421 33 63 Appr.
62 Nominale em. 22.2 466 433 33 217 19 414 63 Resp.
63 Nominale em. 22.4 463 457 6 229 32 425 63 Resp.
64 Nominale em. 22.8 467 465 2 233 36 429 63 Resp.
65 Nominale em. 22.7 459 453 6 227 36 417 63 Resp.


INDICE ELENCO N. 6 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 75)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nominale em. 22.100 460 428 32 215 12 416 63 Resp.
67 Nominale articolo 22 468 465 3 233 423 42 63 Appr.
68 Nominale articolo 23 460 456 4 229 420 36 63 Appr.
69 Nominale articolo 24 461 455 6 228 417 38 63 Appr.
70 Nominale articolo 25 455 451 4 226 414 37 63 Appr.
71 Nominale articolo 26 457 453 4 227 415 38 63 Appr.
72 Nominale articolo 27 456 452 4 227 415 37 63 Appr.
73 Nominale articolo 28 457 456 1 229 421 35 63 Appr.
74 Nominale articolo 29 462 460 2 231 426 34 63 Appr.
75 Nominale art. agg. 29.01 468 436 32 219 16 420 63 Resp.