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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 474 di mercoledì 24 marzo 2021

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

La seduta comincia alle 9,35.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

LUCA PASTORINO, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Casa, Cirielli, Davide Crippa, De Maria, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Fassino, Frusone, Gebhard, Giachetti, L'Abbate, Liuni, Lupi, Magi, Perantoni, Silli, Tasso e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 93, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,40).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori la deputata Maria Teresa Baldini. Ne ha facoltà. A lei la parola, deputata Baldini.

MARIA TERESA BALDINI (FI). Presidente, io intervengo a proposito delle vaccinazioni per i parlamentari. Ieri ci sono stati più di 500 morti, un numero altissimo, considerando anche che ci sono tante persone già vaccinate, quindi rispetto all'anno scorso molto più alto. Io vorrei che qualcuno, che il Presidente della Camera venga a riferire che questo non è un luogo pericoloso, che i parlamentari non rischiano a fare il loro lavoro. Sono parlamentari che vengono da tutta Italia e anche adesso ci sono parlamentari con l'ossigeno. A questo proposito, io non riesco a capire come mai questo non venga considerato un lavoro a rischio. Parlamentare vuol dire uno che parla (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), vuol dire che sposta la mascherina, che la mascherina si sposta anche involontariamente, che il distanziamento non può essere rispettato. Il distanziamento di due metri, due metri e mezzo, è un distanziamento che non c'è. Non riesco a capire se vogliamo i parlamentari martiri o se vogliamo, invece, delle persone che lavorano e che hanno dignità del proprio lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), perché dignità del proprio lavoro vuol dire anche avere rispetto della propria salute. Chiedo quindi un'assunzione di responsabilità, perché si è responsabili di quello che si dice e anche di quello che non si dice, e vorrei un'assunzione di responsabilità da parte dell'istituzione che ci venga a dire che possiamo tranquillamente svolgere questo lavoro senza avere rischi per la propria salute. Più di 500 morti è un numero che dovrebbe fare veramente tutti pensare perché, al di là di tutti i parametri che vengono valutati, è il numero dei morti che conta (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sempre sull'ordine dei lavori, immagino, la deputata Aiello. Ne ha facoltà. È sullo stesso argomento?

PIERA AIELLO (MISTO-CD). No.

PRESIDENTE. Aspetti, allora, un secondo soltanto. Vediamo se ci sono prima altri interventi dello stesso tenore dell'intervento fatto dall'onorevole Baldini. Mi pare che non ce ne siano, quindi le lascio volentieri la parola. Prego, deputata Aiello.

PIERA AIELLO (MISTO-CD). Buongiorno, Presidente. Le chiedo soltanto la cortesia di ascoltarmi. Cari colleghi, vorrei intervenire sull'ordine dei lavori per richiamare l'attenzione dell'Aula su un fatto di estrema gravità: la decisione dell'Avvocatura dello Stato di aprire alla liberazione condizionale per i condannati all'ergastolo ostativo, e questo anche in assenza di collaborazione con la giustizia. Una scelta che mi indigna come cittadina e come testimone di giustizia, la prima testimone di giustizia diventata parlamentare nella storia del Paese. Una decisione che rischia di smantellare l'intero sistema di contrasto alle mafie ideato e voluto da Giovanni Falcone, come ricordato dal magistrato del CSM Nino Di Matteo, e che, per di più, accoglie alcune delle richieste messe nero su bianco nel noto “papello” di Totò Riina.

Insomma, ciò che la mafia stragista non è riuscita ad ottenere quando il “capo dei capi” era ancora in vita è ora a portata di mano grazie al colpevole dietrofront dell'Avvocatura. Sento come se ogni mia battaglia, se la mia stessa vita, da quando ho scelto di diventare testimone sotto la guida di Paolo Borsellino, abbia perso valore. Ci troveremo boss pericolosi a passeggio per le strade dei loro feudi, criminali feroci che hanno ucciso uomini onesti e perfino bambini innocenti. Non ci si può nascondere dietro l'intenzione di tutelare i diritti umani, dimenticando che questi strumenti di lotta alla mafia sono gli unici in grado di difendere lo Stato; quello Stato che, invece, sceglie di arretrare ancora una volta, infangando la memoria di chi è morto, svendendolo. Stiamo facendo un errore, stiamo rinunciando a difendere leggi volute da giudici che hanno sacrificato se stessi e i loro affetti in questa battaglia.

Non posso permetterlo, non possiamo permetterlo! Se passassi sopra a questa decisione, volterei le spalle alla mia storia, alla storia di chi mi ha accompagnata nel percorso faticoso di testimone di giustizia, alla mia dignità di cittadina, di madre, di donna fiera e libera. Non pieghiamoci a queste nefandezze, non arretriamo, non facciamo in modo che la gente perda fiducia negli apparati dello Stato e si convinca che questa guerra non si può vincere. Si può vincere, si può e si deve vincere, ma non possiamo cedere di un millimetro e abbiamo il dovere di denunciare. Questa presa di posizione è già di per sé una sconfitta, un'onta gravissima rispetto alla quale siamo chiamati a riscattarci al più presto. Penso alla lettera scritta da Manfredi Borsellino, figlio di Paolo, poco dopo la morte del padre. In quel testo c'è il ritratto di un uomo generoso che andava oltre il ruolo di investigatore; c'è il dolore per la perdita, ma anche la fierezza e la consapevolezza di chi ha avuto nel proprio padre un esempio da seguire.

Come potremo guardare ancora in faccia tutti i figli orfani di guerra della mafia, se non restituiamo dignità al sacrificio dei loro padri? Non arretriamo, colleghi, lo ripeto, non arretriamo; altrimenti non potremo avere altro da dire a questi figli se non che la morte dei loro genitori, per quanto eroica, è stata inutile. Pertanto, chiedo che la Ministra della Giustizia venga a riferire in Aula su questo tema, che venga a riferire quali intenzioni abbia il Governo. Non si possono assolutamente, come con il Governo Conte, mandare a casa con una circolare gli ergastolani perché hanno 70 anni e vengono contagiati. Non si possono mandare a casa queste persone e non si può mandare definitivamente a casa un ergastolano dopo 26 anni di galera, dopo che ha ucciso bambini e persone innocenti. Colleghi, vorrei veramente che faceste attenzione a questa cosa; non è possibile, stiamo facendo un passo indietro. In questo caso lo Stato è stato ancora una volta sconfitto (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Dall'Osso. Ne ha facoltà.

MATTEO DALL'OSSO (FI). Presidente, vorrei chiarire il concetto che espressi qualche giorno fa. Presidente, deve esserci un cambio di comunicazione perché, come sa, i messaggi che passano, che sono passati fino a ieri e da un anno, sono paura, morti, contagi; paura, morti, contagi. Ora abbiamo un'arma che sono i vaccini, quindi chiedo a lei, e chiedo a tutti i mass media e a tutte le autorità interessate di dire e indicare quali sono i numeri dei vaccinati, perché i vaccinati portano speranza, perché il vaccino serve a non essere contagiati. Quindi, per questo motivo, richiedo di rendere evidente nei mass media, oltre al numero dei morti, ovviamente, perché bisogna avere paura, anche il numero dei vaccini, perché ci deve essere speranza, proprio come il nome del Ministro. Ci deve essere speranza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Non mi pare che ci siano altre richieste di intervento sull'ordine dei lavori. Poiché non sono ancora decorsi i termini di preavviso, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 10.

La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 9,50, è ripresa alle 10,05.

Discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti di Stefano Esposito, deputato all'epoca dei fatti (Doc. IV-ter, n. 11-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti di Stefano Esposito, deputato all'epoca dei fatti (Doc. IV-ter, n. 11-A).

La Giunta propone di dichiarare che i fatti per i quali è in corso il procedimento concernono opinioni espresse da Stefano Esposito nell'esercizio delle sue funzioni, ai sensi del primo comma dell'articolo 68 della Costituzione.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il deputato Formentini. Ne ha facoltà.

PAOLO FORMENTINI (LEGA). Grazie, Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori per chiedere, come Lega, un'informativa urgente al Ministro Di Maio, che venga in Aula a riferire sulle sanzioni da parte cinese a eurodeputate e deputati di Parlamenti nazionali di Europa per aver parlato, osato parlare, di violazione dei diritti umani in Cina. Lo chiediamo con grande forza perché queste persone, dei deputati come noi, sono stati sanzionati e non potranno più recarsi in Cina, perché hanno osato dire la verità, ovvero che è in corso un genocidio in Tibet, un genocidio nel Turkestan orientale, e noi non possiamo più tollerarlo.

Oggi, alle 11, l'ambasciatore cinese a Roma è stato convocato alla Farnesina. Noi chiediamo con forza di poter discutere liberamente in questo Parlamento la risoluzione che abbiamo depositato proprio sul tema del genocidio degli uiguri (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola anche il deputato Mollicone. Sullo stesso argomento?

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Sì, Presidente.

PRESIDENTE. Aspetti un secondo, però. Deputati! Colleghi deputati, ricordo le prescrizioni che riguardano tutti. Intanto non si danno le spalle alla Presidenza, grazie. Bisogna mantenere la distanza fisica, indossare la mascherina e non disturbare - cosa più importante - coloro i quali stanno onorando il proprio diritto di intervenire nei nostri lavori parlamentari. Colleghi, approfittiamo, cortesemente, di questi pochi minuti di richiami sull'ordine dei lavori per prendere posizione e per garantire il regolare svolgimento dei nostri lavori. La parola al deputato Mollicone.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per unirmi all'appello del collega Formentini, in qualità di componente dello stesso intergruppo, che va a tutelare, vuole tutelare, i diritti umani rispetto alla gestione assolutamente dittatoriale del Governo cinese e alla repressione dei diritti umani in Uiguristan e nel Tibet. Solo il 10 marzo scorso, con l'altro intergruppo Italia-Tibet del collega Nobili, abbiamo celebrato il sessantaduesimo anniversario della rivolta di Lhasa e siamo qui a testimoniare che questo Parlamento, il Parlamento italiano, non si piegherà mai all'arroganza e alla gestione assolutamente inaccettabile sui diritti umani voluta dalla Cina (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato De Luca, sullo stesso argomento. Ne ha facoltà.

PIERO DE LUCA (PD). Grazie, signor Presidente. Noi ci associamo ovviamente alla valutazione profondamente critica e negativa nei confronti delle sanzioni rivolte a europarlamentari da parte della Repubblica popolare cinese. Noi riteniamo doveroso tutelare e salvaguardare il rispetto delle prerogative parlamentari politiche degli eurodeputati.

Per cui ci associamo e siamo vicini alla richiesta di convocazione dell'ambasciatore cinese da parte della Farnesina, perché è un episodio grave, che noi stigmatizziamo con forza, con nettezza, perché i nostri europarlamentari non possono essere soggetti a sanzioni di alcun genere per lo svolgimento delle proprie attività politiche, in Europa e in tutto il mondo. Per cui, da questo punto di vista, ci associamo, e riteniamo doveroso fare ogni dovuto chiarimento su quanto accaduto e speriamo che l'ambasciatore cinese possa fornire le delucidazioni necessarie perché si fermino queste sanzioni, si ponga fine a queste sanzioni e si chiarisca la ragione, perché non avvenga mai più (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Migliore. Ne ha facoltà.

GENNARO MIGLIORE (IV). Presidente, anche Italia Viva si associa con determinazione alla condanna di una serie di sanzioni che sono state comminate a nostri colleghi europarlamentari. Già nella giornata di oggi, quando è stato previsto un incontro in videoconferenza con le autorità dell'ambasciata cinese, porremo formalmente la questione - ovviamente all'interno della Commissione esteri - e ci associamo alla richiesta di un'immediata convocazione da parte del Ministero degli Affari esteri dell'ambasciatore, perché tali sanzioni sono palesemente in violazione di quelle che sono le prerogative e i diritti dei parlamentari, ovunque essi esercitino la loro funzione. Ed è per questo motivo che riteniamo gravissimo quanto accaduto (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pettarin. Ne ha facoltà.

GUIDO GERMANO PETTARIN (FI). Grazie, Presidente. Per il gruppo di Forza Italia, mi associo a quanto i colleghi hanno appena evidenziato: quanto accaduto è oggettivamente intollerabile. I rapporti diplomatici di un mondo in grande difficoltà, come quello a cui in questo momento stiamo portando il nostro contributo, con la pandemia che incombe, non possono vedere aggravare la propria situazione con quadri come quelli che si stanno sviluppando. È, quindi, intollerabile assistere all'emissione di sanzioni e alla minaccia di sanzioni di questo tipo e, di conseguenza, ci associamo, con grandissima forza, alla richiesta di intervento del Ministro perché ci possa venire a relazionare e alla richiesta che il Ministro convochi urgentissimamente l'ambasciatore cinese per le dovute comunicazioni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Silli. Ne ha facoltà.

GIORGIO SILLI (MISTO-C!-PP). Velocemente, Presidente. Non posso che allinearmi agli interventi di chi mi ha preceduto. Io credo che assolutamente non si possa e non si debba tollerare, in Occidente, un bullismo diplomatico di questo tipo. Ogni parlamentare può e deve poter esprimere quello che pensa, proprio in virtù dell'onorare il mandato che i propri elettori gli hanno dato. Quindi, per quanto mi riguarda, mi allineo agli interventi che ci hanno preceduto, condannando, senza se e senza ma, questa decisione da parte della Cina.

Si riprende la discussione del Doc. IV-ter, n. 11-A.

(Discussione - Doc. IV-ter, n. 11-A)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione.

Ha facoltà di parlare il relatore, deputato Pietro Pittalis.

PIETRO PITTALIS, Relatore. Signor Presidente, colleghe e colleghi, la Giunta per le autorizzazioni riferisce su una richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità avanzata dal tribunale di Torino nell'ambito del procedimento penale n. 29341 del 2012 pendente nei confronti di Stefano Esposito, deputato all'epoca dei fatti, pervenuta alla Camera il 15 dicembre 2017, quasi alla fine della XVII legislatura. La richiesta non è stata esaminata per la conclusione di detta legislatura ed è stata mantenuta all'ordine del giorno della XVIII, risultando il procedimento penale ancora sospeso. La Giunta ha dedicato all'esame della questione le sedute del 19 settembre 2018, del 16, 23 e 30 ottobre, del 6, 13 e 20 novembre 2019, delle quali si allegano i resoconti.

Il procedimento penale pendente presso il tribunale di Torino per il reato di diffamazione è originato da tre distinte querele sporte nei confronti dell'onorevole Stefano Esposito, deputato all'epoca dei fatti, rispettivamente, da Dana Lauriola, Giorgio Vair e Giorgio Rossetto. La vicenda risale al 1° settembre 2012, data in cui l'allora deputato Stefano Esposito, eletto nella I circoscrizione Piemonte 1, all'indomani di alcuni disordini verificatisi ad opera di un gruppo di manifestanti no-TAV ad un cantiere della linea ferroviaria ad alta velocità a Chiomonte, in Val di Susa, pubblicava sulla propria pagina Facebook un post del seguente tenore letterale: “Stanotte, durante l'attacco al cantiere di Chiomonte, indovinate un po' chi dava supporto ai teppisti, informandoli via cellulare dei movimenti della polizia? Giorgio Vair, vice sindaco di San Didero, Nicoletta Dosio, responsabile del circolo di Rifondazione di Bussoleno e il tutto coordinato da Dana Lauriola, portavoce di Giorgio Rossetto, che è agli arresti domiciliari e, quindi, dispensa ordini dalla poltrona di casa sua. Un vero schifo”.

In merito ai soggetti coinvolti nella vicenda giudiziaria, si rappresenta che Stefano Esposito, deputato nella XVI legislatura, iscritto al gruppo del Partito Democratico e membro della VIII Commissione ambiente, è da sempre un convinto sostenitore della realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità. Su tale tema ha svolto un'intensa attività parlamentare, presentando egli stesso e sottoscrivendo atti parlamentari, quali interpellanze, interrogazioni e mozioni, anche ben prima della vicenda oggetto del procedimento all'esame della Giunta. Sullo stesso tema, l'ex deputato è anche autore di pubblicazioni a stampa, oltre ad essere molto attivo sui social media.

I querelanti sono, invece, Giorgio Vair, all'epoca vice sindaco del comune di San Didero, sostenitore del movimento no-TAV, condannato in sede civile, insieme ad altri, al pagamento di una ingente somma alla società LTF, per avere intralciato i sondaggi di scavo del terreno in occasione dei lavori preparatori per l'alta velocità, nel 2010. Altro querelante, Giorgio Rossetto, leader del centro sociale torinese “Askatasuna”, arrestato nel gennaio 2012, il quale, secondo quanto scritto da Esposito nel post in occasione dei disordini a Chiomonte, sarebbe stato agli arresti domiciliari, mentre a suo carico, nel luglio 2012, era stata disposta un'altra misura cautelare, cioè l'obbligo di dimora nel comune di residenza. Infine, Diana Lauriola, attivista no-TAV ed esponente di spicco del sopra ricordato centro sociale torinese “Askatasuna”.

L'interessato è stato invitato a fornire alla Giunta i chiarimenti opportuni, ai sensi dell'articolo 18 del Regolamento, ed è stato ascoltato in audizione nella seduta del 6 novembre 2019. In tale occasione, l'interessato ha ricordato, preliminarmente, che la realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione è stata per lungo tempo una sua personale battaglia politica ed un tema centrale della sua attività parlamentare. Per tale ragione, è stato destinatario di un gran numero di querele, allo stato quasi tutte ormai archiviate, sporte da esponenti e sostenitori del movimento cosiddetto no-TAV, a cui appartengono anche Giorgio Vair, Giorgio Rossetto e Dana Lauriola, che sono, appunto, come già detto, i presentatori della querela da cui trae origine il procedimento in esame.

A tale proposito, lo stesso Esposito ha rilevato, a margine della vicenda in questione, che, il 4 novembre 2019, Giorgio Rossetto, a seguito dei disordini avvenuti nel luglio 2019 nei pressi del cantiere TAV di Chiomonte, è stato posto agli arresti domiciliari e Dana Lauriola risulta indagata, come ampiamente riportato dalla stampa. Stefano Esposito, anche in tempi antecedenti ai fatti oggetto della querela, ha sottoscritto, anche come primo firmatario, numerosi atti di indirizzo e di sindacato ispettivo ed ha, altresì, svolto numerosi interventi in Aula e in Commissione, anche in qualità di relatore, su importanti provvedimenti in materia. Vale la pena ricordare che l'interessato, proprio per il suo costante impegno sul tema…

PRESIDENTE. Deve concludere.

PIETRO PITTALIS, Relatore. …è stato destinatario di minacce alla sua sicurezza personale, tanto da essere stato posto sotto scorta dal 1° giugno 2013 e da essere tuttora sotto protezione…

PRESIDENTE. La ringrazio.

PIETRO PITTALIS, Relatore. Vado alle conclusioni. Sulla base delle…

PRESIDENTE. Guardi, ha esaurito abbondantemente il tempo a sua disposizione. Deve chiudere.

PIETRO PITTALIS, Relatore. Chiudo. Sulla base delle predette argomentazioni, nella seduta del 20 novembre 2019, la Giunta ha ritenuto applicabile al caso di specie la prerogativa di cui all'articolo 68, primo comma, della Costituzione e ha, conseguentemente, deliberato a maggioranza nel senso della insindacabilità delle dichiarazioni dell'ex deputato Stefano Esposito.

PRESIDENTE. Non essendovi iscritti a parlare, dichiaro chiusa la discussione.

Passiamo alle dichiarazioni di voto. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Osvaldo Napoli. Ne ha facoltà. La sua è una dichiarazione di voto, non è un intervento in discussione generale, per questo non l'avevo citata. Prego, iniziamo con lei le dichiarazioni di voto.

OSVALDO NAPOLI (MISTO-C!-PP). Grazie, Presidente. Mi permettano i colleghi di poter dire che sono uno dei pochi conoscitori, ma i piemontesi lo sanno, di un'opera per la quale sono passati esattamente ventotto anni e siamo soltanto all'inizio: ventotto anni! E pensate, vi sono migliaia di poliziotti che sono residenti nella Val di Susa - dove sono stato eletto nel lontano 2001 e dove ho fatto il sindaco per ventisette anni, insieme alla collega Ruffino, oggi eletta in quel collegio - ebbene, abbiamo decine e decine, centinaia di poliziotti sul territorio, per difendere un'opera voluta dallo Stato.

Io credo che ad Askatasuna, che è un centro sociale estremamente, fra virgolette, “violento”, soltanto in queste settimane vi sono stati scontri che nulla hanno a che fare con il territorio. Non sono il territorio della Val di Susa o gli abitanti della Val di Susa, ma chi arriva dal di fuori della valle, che pretende di dover rovinare una valle estremamente laboriosa, una valle estremamente corretta.

Oggi ci sono 500 poliziotti feriti. E anche una delle querelanti, Dana Lauriola, oggi è in carcere per sentenza definitiva, ed è una delle querelanti. Io credo che il collega Esposito per tanti anni abbia fatto il suo dovere nel difendere un'opera voluta dallo Stato, ma io credo che anche chi, in questi anni, ha lottato qua dentro, in Parlamento, contro quell'opera, debba prendersi la responsabilità di quelle violenze (Applausi di deputati del gruppo Misto), perché sono violenze dovute, ripeto, non al territorio, ma volute esternamente, mentre è un'opera essenziale per il Piemonte e per il Paese, perché tocca completamente l'Europa.

Io credo, Presidente, di allinearmi con quanto il relatore Pittalis ha detto, però io credo che, allo stesso tempo, chi ha alimentato queste violenze, si debba prendere la responsabilità e avere il coraggio di dire mea culpa e di aver sbagliato (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Vitiello. Ne ha facoltà.

CATELLO VITIELLO (IV). Grazie, Presidente. Mi limiterò, naturalmente, a dichiarare il voto favorevole nei confronti della relazione che è stata licenziata dalla Giunta per le autorizzazioni, grazie all'egregio lavoro del collega Pittalis.

Non voglio scendere nel merito di questa vicenda, ma semplicemente ribadire un principio: allorquando la nostra attività parlamentare va fuori da queste mura, è un'attività che deve essere ad ogni costo e in ogni modo tutelata. E quando si esprimono affermazioni, considerazioni, pensieri all'esterno, nei limiti della continenza, nei limiti - aggiungo io - della civile convivenza, occorre necessariamente la copertura del nostro articolo 68 della Costituzione, perché altrimenti significa destinare ad esso la lettera morta di una norma che non ha nessuna utilità verso l'esterno per la nostra attività. Ecco perché credo fermamente che la relazione abbia fatto un'ottima sintesi, che rappresenti, questo, un caso di scuola: c'è il nesso funzionale fra l'attività del deputato e le sue esternazioni all'esterno di Montecitorio. Ecco perché, certamente, bisogna in questa sede dichiarare l'insindacabilità nei confronti del collega Esposito (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. A nome di L'alternativa c'è, dichiaro il voto contrario alla relazione del collega Pittalis. Come tutti sappiamo, la TAV Torino-Lione è un'opera altamente inutile, in cui vi sono stati nel tempo forti interessi anche della 'ndrangheta. Nei territori, in molti hanno combattuto contro quest'opera inutile e in questo caso, in questo specifico caso, dobbiamo votare contro, poiché non è qui che viene avanti il principio della continenza verbale, perché quello è un principio che deve essere giudicato direttamente dal tribunale; qui viene avanti un altro principio, ovvero se un deputato può dichiarare un fatto falso a carico di semplici cittadini: noi riteniamo di no ed è per questo che voteremo contro (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pittalis. Prego, ne ha facoltà, così può proseguire il suo ragionamento, che ho interrotto prima per decorrenza dei tempi. A lei la parola.

PIETRO PITTALIS (FI). Grazie, Presidente. Io mi riporto al testo integrale della relazione. Mi pare paradossale confondere i termini della questione: qui si tratta di tutelare le prerogative di un deputato, non c'entra nulla l'accennata questione di infiltrazioni di organizzazioni malavitose, cui ha fatto riferimento da ultimo il deputato Colletti. Quindi, convintamente, Forza Italia-Berlusconi Presidente voterà a favore della relazione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Alfredo Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Grazie, Presidente. Io non ritornerò sulla questione di fatto, che abbiamo all'esame, perché è già stata illustrata bene dal relatore. Noi condividiamo l'analisi e le conclusioni che ha fatto il relatore e che ha esposto oggi, ma che ha anche illustrato in Giunta per le autorizzazioni.

E' una questione che abbiamo spesso all'esame e io penso che dobbiamo concentrarci sugli aspetti giuridici, più che sugli aspetti politici che stanno alle spalle della questione. Noi dobbiamo verificare non tanto se le parole pronunciate dal nostro collega siano o meno parole diffamatorie, ma se siano parole pronunciate nell'esercizio della funzione che deve essere coperta da una immunità funzionale per garantire il libero esercizio dell'espressione delle opinioni svolte da ciascuno di noi nella nostra funzione. Noi abbiamo fatto un'analisi accurata, è vero, c'è una particolarità in questa fattispecie, che è quella che la diffamazione, che è stata denunciata, è una diffamazione aggravata dall'aver attribuito un fatto determinato, e questo ovviamente ci ha posto una questione.

Se è vero che l'immunità riguarda qualunque tipo di reato possa essere commesso, se c'è l'applicabilità dell'articolo 68, quindi, il fatto che sia una diffamazione aggravata non porta nulla di diverso rispetto alla nostra valutazione.

Tuttavia, è anche vero che noi dobbiamo capire - questo è stato l'oggetto della nostra discussione anche in Commissione - se l'attribuzione di un fatto determinato possa essere in qualche modo coperta da un'attività cosiddetta intramoenia, cioè da un'attività funzionale svolta all'interno di questa Camera che non contempli esattamente quel fatto determinato che è stato oggetto di una querela per diffamazione.

Questo è il punto ed è un punto, ovviamente, delicato, su cui bisogna trovare un punto di equilibrio. Io penso che nel caso di specie noi questo punto di equilibrio lo abbiamo trovato chiedendo e ottenendo dall'ex collega Esposito di produrre la documentazione che attesti l'attività che egli ha svolto sul tema oggetto del fatto denunciato e, quindi, sul tema dei contrasti e delle contrapposizioni che ci sono state sulla TAV Torino-Lione; egli ha prodotto una quantità di atti direi assolutamente ineccepibile. Non so se il relatore lo abbia ricordato ma gli atti che il collega Esposito ha depositato sono: una interrogazione a risposta immediata nel 2010, tre mozioni, nel 2010, nel 2011 e nel 2012, due interpellanze urgenti nel 2011; nelle interpellanze urgenti del 2011, in particolare, il collega Esposito citava esattamente e criticava, appunto, il fatto che una frangia di circa 300 appartenenti ai centri sociali e ai gruppi anarco-insurrezionalisti avessero aggredito con pietre, bulloni e pece calda i reparti di Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza. Si tratta di un'attività che noi crediamo sia largamente sufficiente a ritenere integrato il requisito che è richiesto dalla giurisprudenza per considerare che le opinioni espresse siano coperte dall'immunità funzionale. Quindi, noi riteniamo che, nel caso di specie, sia pure considerando che ci sia effettivamente una questione giuridica delicata, perché, appunto, c'è l'attribuzione di un fatto determinato, l'attività notoriamente svolta dal collega Esposito, certificata e documentata da atti copiosi, numerosi e antecedenti alle dichiarazioni oggetto di querela, sia più che sufficiente per ritenere integrato il requisito richiesto dall'articolo 68 della Costituzione. Per questi motivi, noi voteremo a favore delle conclusioni della relazione del collega Pittalis (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tondo. Ne ha facoltà.

RENZO TONDO (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, Presidente. Credo che non ci sia solamente la volontà, da parte nostra, di dare un voto favorevole, ovviamente, alla proposta fatta dal relatore, in quanto vogliamo difendere le prerogative parlamentari rispetto alle quali quest'Aula, in passato, troppo spesso ha fatto un passo indietro quando invece avrebbe dovuto farne due in avanti. Io credo che sia il momento di dire le cose come stanno e ha fatto bene il collega Osvaldo Napoli a ricordare quanto costa, anche in termini di sicurezza sul territorio, ciò che lo Stato sta facendo. Non c'è solo la necessità di difendere le prerogative dei parlamentari. Non conosco il collega Esposito, che ha avuto il coraggio di essere sul territorio a rafforzare una posizione democraticamente presa dallo Stato e dalle istituzioni, ma credo che, al di là della difesa dell'operato, ci sia anche la volontà da parte nostra - e da parte nostra sicuramente c'è - di confermare la solidarietà verso quei rappresentanti delle istituzioni che sul territorio hanno anche il coraggio di assumere posizioni di difesa rispetto a soluzioni che possono essere contestate. La democrazia è fatta anche di questo e del rispetto dei ruoli di ciascuno. Per cui noi voteremo convintamente a favore della proposta fatta dal relatore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Silvia Covolo. Ne ha facoltà.

SILVIA COVOLO (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, il nostro gruppo preannuncia il voto favorevole alla proposta del relatore che ritiene applicabile la prerogativa di cui all'articolo 68, comma 1, della Costituzione nei confronti dell'onorevole Esposito, deputato della XVI legislatura. Il procedimento penale pendente presso il tribunale di Torino per il reato di diffamazione, con l'aggravante di aver attribuito fatti determinati e di aver recato offesa a mezzo stampa o di qualsiasi altro mezzo di pubblicità, trae origine da tre distinte querele sporte nei suoi confronti da soggetti che sono stati peraltro colpiti, con riferimento alla tematica in esame, da misure giudiziarie e di polizia. La vicenda riguarda la realizzazione della TAV Torino-Lione, battaglia politica personale del deputato Esposito, al centro della sua attività parlamentare anche come componente dell'VIII Commissione (Ambiente). Egli è stato destinatario di altre querele da parte degli attivisti del movimento no-TAV, di cui fanno parte gli odierni querelanti, ma tali querele sono state ormai tutte archiviate.

La Giunta, nel riconoscere l'insindacabilità, ha verificato l'esistenza di un nesso funzionale tra le dichiarazioni rese extramoenia dall'onorevole Esposito e l'espletamento della sua attività parlamentare, che si è tradotta nel deposito di tre mozioni e di due interpellanze urgenti tra il 2010 e il 2012, peraltro in data anteriore al fatto che ha dato origine alla querela, ovvero un post su Facebook del settembre del 2012. La Giunta, tuttavia, ha riscontrato che la prerogativa di cui all'articolo 68, primo comma, della Costituzione non richiede espressamente la necessità di un atto parlamentare tipico precedente al fatto, così come chiarito in sede di interpretazione dalla giurisprudenza costituzionale. Giova, infine, ricordare che la circostanza di aver attribuito a terzi fatti determinati non preclude l'applicabilità della prerogativa in parola, volta ad assicurare alla rappresentanza istituzionale la libertà di manifestare il proprio pensiero in modo strumentale allo svolgimento di una delicata funzione politica (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Eugenio Saitta. Ne ha facoltà.

EUGENIO SAITTA (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi deputati e deputate, anche io intervengo sul merito della questione. Si tratta di un procedimento penale pendente presso il tribunale di Torino per il reato di diffamazione per le querele sporte rispettivamente da Giorgio Vair, vicesindaco di San Didero, Giorgio Rossetto e Dana Lauriola. Sono vicende risalenti al settembre del 2012, a ridosso dei tafferugli presso il cantiere di Chiomonte, a seguito dei quali l'allora deputato Esposito scriveva su Facebook delle accuse molto forti nei confronti dei querelanti, riportate tra l'altro dal relatore, che ringrazio, dicendo, nella sostanza, che essi avevano supportato i protagonisti degli scontri, avvisandoli con il cellulare dei movimenti della Polizia. È vero, come è stato anche ribadito precedentemente, che la tutela posta dall'articolo 68 della Costituzione non si applica solamente agli atti e alle dichiarazioni intramoenia, quindi avvenuti all'interno delle Aule parlamentari, ma anche per le dichiarazioni, le attività ispettive, le divulgazioni, la critica e la denuncia politica extramoenia, quindi, al di fuori, così come effettivamente dice l'articolo 3 della legge n. 140 del 2003. Ma è anche vero che, ai fini dell'applicabilità dell'insindacabilità del comportamento dei membri del Parlamento, la Corte Costituzionale ha specificato, inoltre, che non è sufficiente un semplice collegamento ma è indispensabile che le dichiarazioni siano espressione di attività parlamentare. Per la Consulta, l'interpretazione del primo comma dell'articolo 68 porta, infatti, ad escludere che sia compresa nell'insindacabilità tutta la complessiva attività politica che il singolo membro del Parlamento pone in essere, rientrandovi, invece, soltanto quella che si manifesta attraverso l'esercizio delle funzioni parlamentari, per non trasformare la prerogativa in un privilegio personale. All'uopo, nel caso di specie, per quanto riguarda il collegamento tra attività ispettive e la frase in questione del deputato Esposito, non si rileva alcuna concreta connessione. Tra le attività di sindacato ispettivo presentate da Esposito, i nominativi di Rossetto, Lauriola e Vair non sono stati da noi riscontrati nelle banche dati parlamentari.

Inoltre, allo stesso deputato Esposito, durante l'audizione in Giunta per le autorizzazioni, avevo esplicitamente chiesto se nei suoi atti tipici nel corso della sua attività parlamentare avesse mai menzionato, a qualunque titolo, i tre querelanti, ma Esposito non ha mai fornito una risposta compiuta al riguardo, affermando solo un generico: “Mi sono occupato della questione TAV”.

In conclusione, quindi, rileviamo che il deputato Esposito non si è limitato a fare generiche affermazioni nei confronti dei querelanti, citando, ad esempio, articoli di giornali o simili, ma ha fatto delle attribuzioni specifiche di responsabilità abbastanza gravi, probabilmente delle deduzioni dello stesso deputato oggettivamente estranee all'attività parlamentare e che deve eventualmente chiarire nelle sedi opportune.

Per tale motivo, ribadiamo in Aula la nostra posizione contraria alla relazione proposta del deputato Pittalis e annuncio, quindi, il voto contrario del gruppo del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Non ci sono altre dichiarazioni di voto.

(Votazione - Doc. IV-ter, n. 11-A)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta della Giunta di dichiarare che i fatti per i quali è in corso il procedimento di cui al Doc. IV-ter, n. 11-A, concernono opinioni espresse da Stefano Esposito nell'esercizio delle sue funzioni, ai sensi del primo comma dell'articolo 68 della Costituzione.

Chi intende esprimersi per la insindacabilità delle opinioni espresse deve votare “sì”; chi intende esprimersi per la sindacabilità deve votare “no”.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

Rinvio del seguito della discussione del disegno di legge A.C. 2757​ e del Doc. LXXXVII, n. 3.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, solo per far presente che nella giornata di ieri, rispetto al punto all'ordine del giorno che seguirà, il gruppo di Fratelli d'Italia ha chiesto alla Presidenza della Camera di sottoporre a voto segreto alcune proposte emendative in relazione a quanto disposto dall'articolo 51 del Regolamento, del quale noi chiediamo l'applicazione ravvisando le condizioni per l'applicazione dello stesso. Faccio presente che, trattandosi di problemi che attengono alla libertà personale dell'individuo, mi pare di poter dire che rientrano perfettamente nella previsione regolamentare che disciplina la materia in quest'Aula. Tanto le dovevo ai fini, nel momento in cui si passerà all'esame dell'ordine del giorno, di avere una risposta al riguardo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Colletti. È sullo stesso argomento? Perché altrimenti dobbiamo farla slittare subito dopo, insomma, e deve portare un po' di pazienza. È sullo stesso argomento?

ANDREA COLLETTI (MISTO-L'A.C'È). Sull'ordine dei lavori, Presidente.

PRESIDENTE. Sì. È sullo stesso argomento?

ANDREA COLLETTI (MISTO-L'A.C'È). Non sullo stesso argomento, ma sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Allora, aveva già chiesto la parola il deputato De Luca. Deputato Piero De Luca, a lei la parola.

PIERO DE LUCA (PD). Grazie, signor Presidente. Come relatore e a nome dei gruppi di maggioranza, chiedo, al fine di completare gli approfondimenti istruttori su alcuni emendamenti presentati al disegno di legge di delegazione europea, che il prosieguo dell'esame del provvedimento sia rinviato alla prima data utile della prossima settimana, insieme all'esame della Relazione consuntiva per il 2019. Quindi, formulo ufficialmente questa richiesta, in quanto relatore e a nome dei gruppi di maggioranza.

PRESIDENTE. Sulla proposta del deputato De Luca di rinviare il seguito della discussione della Legge di delegazione europea e della Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2019 alla prossima settimana, quali primi argomenti con votazioni dalla parte pomeridiana della seduta di martedì 30 marzo, darò la parola, ai sensi dell'articolo 41, comma 1, del Regolamento, a un deputato contro e a uno a favore, per non più di cinque minuti ciascuno. Ha chiesto di parlare la deputata Montaruli, per illustrare le ragioni della contrarietà. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Dopo aver sentito le parole del collega De Luca evinco che quindi si tratta di un rinvio in Commissione e, se così è, stando al Regolamento quantomeno ci dovrebbe essere il parere da parte del relatore sui singoli emendamenti. Questo evince, ancora una volta, il vero motivo per cui si torna in Commissione e c'è il rinvio di questo provvedimento, cioè, il fatto che questa maggioranza è spaccata, completamente spaccata su un tema cruciale come quello della giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Non lo sta dicendo e lo diciamo noi agli italiani, perché questo è l'unico vero motivo per cui voi state prendendo un provvedimento, che, peraltro, è da mesi che attende di essere votato in Aula, e vi state appellando a emendamenti su cui la discussione, in realtà, c'è già stata nelle competenti Commissioni. Quindi, avete gettato la maschera e, ancora una volta, in quest'Aula si assiste a una divisione cronica di una maggioranza minestrone che non è unita in nulla, tanto più su un tema di fondamentale importanza come quello della presunzione di innocenza e della giustizia, di cui gli emendamenti di cui parla il collega De Luca trattano.

PRESIDENTE. C'è qualche deputato che intende parlare a favore? Non ce ne sono. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Presidente, però prima di passare alla votazione, chiedevo, in relazione a quanto è stato richiesto dal relatore, se siamo in una fase di applicazione dell'articolo 86, comma 7, o dell'articolo 41, perché nel momento in cui, come faceva rilevare prima la collega Montaruli, il Comitato dei nove ha esaurito per l'Aula l'esame degli emendamenti e la motivazione che viene qui addotta è che bisogna chiarire in relazione agli emendamenti, allora o è un rinvio in Commissione, che ha un suo percorso, o un rinvio in Aula, che ha un altro percorso, nel qual caso vorremmo sapere se questo è un rinvio sine die, se è un rinvio breve, di una settimana e quali sono le caratteristiche di questo rinvio, perché non sono state in nessun modo esplicitate se non attraverso una formula, neppure di rito, e non vi è chiarezza su alcuni emendamenti.

PRESIDENTE. Grazie deputato Foti, non si tratta di un rinvio in Commissione ma di un rinvio ad altra seduta. Oltretutto poco fa ho citato anche la modalità e la tempistica, dicendo: quali primi argomenti con votazioni della parte pomeridiana della seduta di martedì 30 marzo; quindi è tecnicamente, e da un punto di vista regolamentare, un rinvio ad altra seduta. Ha chiesto di parlare il deputato Fiano. Per cosa? È un richiamo al Regolamento o è un intervento sull'ordine dei lavori?

EMANUELE FIANO (PD). È un intervento per richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Prego, onorevole Fiano.

EMANUELE FIANO (PD). Vorrei segnalare che, non trattandosi della fattispecie di cui all'articolo 86, comma 7, richiamato dal collega Foti, Presidente, vorrei che non venisse asseverato a verbale che il presente provvedimento abbia passato il Comitato dei nove, perché ciò non corrisponde a verità. Questo provvedimento non è ancora passato al Comitato dei nove, quindi in alcun modo (Commenti)… è cosi, abbiamo chiesto al relatore. Quindi, noi stiamo chiedendo alla Presidenza di ottemperare al diritto dell'Aula, in qualsiasi momento, a seguito di votazione, del rinvio di un provvedimento ad altra data.

PRESIDENTE. Sì, il concetto era chiaro. Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico, senza registrazione di nomi, la proposta di rinviare alla prossima settimana, nei termini già precisati, il seguito della discussione della Legge di delegazione europea 2019-2020 (A.C. 2757​) e della Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea (Anno 2019) (Doc. LXXXVII, n. 3).

Dichiaro aperta la votazione.

Ricordo che la votazione è senza registrazione di nomi.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva per 326 voti di differenza.

Colleghi, è da questa mattina che è intercorsa una serie di accordi: dovremmo passare al seguito della discussione delle mozioni sulla produzione e la distribuzione di vaccini; tuttavia, è pervenuta un'altra mozione alla Presidenza, che stiamo valutando. Quindi, abbiamo bisogno di un tempo tecnico per riordinare i nostri lavori. Nel frattempo ascoltiamo il deputato Colletti che aveva già chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori e poi, se non ci sono particolari problematiche, bisogna sospendere per qualche minuto.

Prego deputato Colletti, a lei la parola.

ANDREA COLLETTI (MISTO-L'A.C'È). Grazie Presidente, io mi associo alla richiesta della collega Aiello che il Ministro Cartabia venga urgentemente a riferire sulla posizione che il Governo ha assunto in seno al giudizio della Corte costituzionale in merito all'ergastolo ostativo. Questo cambio di passo del Governo ci appare molto grave, considerando anche che la legislazione sull'ergastolo ostativo è stata quella fatta per combattere la mafia, anche a seguito delle gravissime stragi degli anni Novanta. Quindi, per questo motivo, chiedo a lei, Presidente, di porre questa richiesta urgentemente, grazie (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. A questo punto, sospendo la seduta che riprenderà alle ore 11,05. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 10,55, è ripresa alle 11,20.

Seguito della discussione delle mozioni Ianaro ed altri n. 1-00423, Rossello ed altri n. 1-00428, Panizzut ed altri n. 1-00435, Noja ed altri n. 1-00437 e Lollobrigida ed altri n. 1-00439 concernenti iniziative volte a implementare la produzione e la distribuzione di vaccini anti COVID-19, anche attraverso l'autorizzazione temporanea della concessione di licenze obbligatorie.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Ianaro ed altri n. 1-00423, Rossello ed altri n. 1-00428, Panizzut ed altri n. 1-00435, Noja ed altri n. 1-00437 e Lollobrigida ed altri n. 1-00439, concernenti iniziative volte a implementare la produzione e la distribuzione dei vaccini anti COVID-19, anche attraverso l'autorizzazione temporanea della concessione di licenze obbligatorie.

Avverto che, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 22 marzo 2021, sono state presentate le mozioni Panizzut ed altri n. 1-00435, Noja ed altri n. 1-00437 e Lollobrigida ed altri n. 1-00439, che sono già state iscritte all'ordine del giorno.

Avverto altresì che è stata presentata una nuova formulazione della mozione Ianaro ed altri 1-00423, che è stata sottoscritta, tra gli altri, dai deputati Rizzo Nervo, Stumpo, Noja, Boldi, Bagnasco, Cecconi, Silli, Lapia, Tasso ed Emanuela Rossini che, con il consenso degli altri sottoscrittori, ne diventano rispettivamente il secondo, il terzo, il quarto, il quinto, il sesto, il settimo, l'ottavo, il nono, il decimo e l'undicesimo firmatario. Il testo della nuova formulazione della mozione n. 1-00423 è in distribuzione (Vedi l'allegato A). Contestualmente, le altre mozioni all'ordine del giorno sono state ritirate dai presentatori, ad eccezione della mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00439.

Colleghi deputati, in alto a sinistra, chiedo scusa, dovete riprendere la vostra postazione perché abbiamo rigidi protocolli anti COVID da rispettare.

(Parere del Governo)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo, che esprimerà anche il parere sulle mozioni presentate. Prego, a lei la parola, Ministro Giorgetti.

GIANCARLO GIORGETTI, Ministro dello Sviluppo economico. Grazie, Presidente. Il parere è favorevole sulla mozione presentata dall'onorevole Ianaro e altri, che è stata frutto - diciamo così - di una produttiva interlocuzione.

Per quanto riguarda la mozione Lollobrigida e altri n. 1-00439, faccio riferimento agli impegni della mozione. Per quanto riguarda l'impegno n. 1, è accolto. L'impegno n. 2 è accolto con la seguente riformulazione: “a implementare la ricerca e la produzione di vaccini da parte di idonee realtà pubbliche e private italiane”. L'impegno n. 3 è accolto con la seguente riformulazione: “ad adottare iniziative per potenziare la platea dei soggetti vaccinatori con particolare riferimento a tutti gli operatori sanitari, anche con l'ausilio della sanità militare”. L'impegno n. 4 è accolto con la seguente riformulazione: “ad adottare iniziative di competenza per intensificare lo sforzo vaccinale anche attraverso le vaccinazioni a domicilio degli anziani e valutando la possibilità di utilizzo come sedi vaccinali delle farmacie che, con la loro distribuzione capillare sul territorio permettono di evitare, soprattutto ai soggetti fragili, i pericolosi spostamenti per recarsi nella sede vaccinale”. L'impegno n. 5 è accolto con la seguente riformulazione - e questo assorbe anche l'impegno n. 6 – “ad adottare iniziative di competenza per snellire le procedure burocratiche e accelerare i processi autorizzativi da parte dell'AIFA per l'immissione in commercio di tutti i vaccini potenzialmente idonei”. L'impegno n. 7 è accolto con la riformulazione: “a promuovere la raccolta e la digitalizzazione di tutti i dati legati alle fasi delle procedure vaccinali, con particolare riferimento al fascicolo sanitario elettronico”. L'impegno n. 8 è accolto. L'impegno n. 9 è accolto con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di assumere iniziative normative al fine di definire l'ambito della responsabilità dei soggetti vaccinatori”.

PRESIDENTE. Chiedo scusa, Ministro Giorgetti, dovrebbe precisare cortesemente sulla mozione Lollobrigida il parere sulla premessa e sull'impegno numero 6.

GIANCARLO GIORGETTI, Ministro dello Sviluppo economico. Allora, per quanto riguarda la premessa, va bene. Per quanto riguarda l'impegno numero 6 non è accolto, perché lo riteniamo, come ho detto, assorbito dall'impegno numero 5. Quindi, o è ritirato, altrimenti parere contrario.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto. Ha chiesto di parlare il deputato Andrea Cecconi. Ne ha facoltà.

ANDREA CECCONI (MISTO-FE-FDV). Grazie, Presidente. Quando si parla di vaccini, soprattutto in questo periodo, in questo clima, c'è un carattere certamente di organizzazione locale e vediamo alcune difficoltà anche tra alcune delle regioni più evolute, che fanno fatica a vaccinare e tenere organizzato il proprio territorio. C'è un problema nazionale di fornitura e di benessere della propria nazione, un problema europeo, nell'Unione europea di cui noi facciamo parte, cui partecipiamo e con cui stiamo lavorando per collaborare con le aziende, con i player che producono i vaccini nel mondo, per importarli e distribuirli nelle nostre nazioni per il benessere dei nostri cittadini, per il benessere della nostra economia e per uscire definitivamente dal tunnel in cui questo virus ci ha portato ormai da più di un anno e mezzo.

Però, oltre a questi caratteri, ce n'è uno su cui vorrei soffermarmi e a cui tengo molto, che è un carattere mondiale. Noi in questo pianeta siamo più di sette miliardi di persone; questo virus non colpisce soltanto gli italiani, per cui noi dobbiamo lavorare e a cui teniamo, e non colpisce soltanto la nostra economia.

Noi siamo il Parlamento italiano e lavoriamo per il nostro Paese, però dobbiamo anche renderci conto che l'economia non è solo italiana, l'economia è mondiale. Il benessere non è soltanto il nostro, se tutto il resto del mondo sta male, si ammala e non riesce a curarsi. Il carattere è mondiale per il semplice fatto che, se è pur vero che le aziende farmaceutiche fanno un prezzo calmierato, hanno aumentato le loro catene produttive per cercare di produrre quanti più vaccini possibili, ma alcune aree, le più povere, le più lontane, le meno abbienti di questo pianeta, non hanno la possibilità né di comprare né di somministrare i vaccini ai propri abitanti e ai propri cittadini. Quindi, se non lo vogliamo fare per una questione di solidarietà mondiale, lo dobbiamo sicuramente fare per una questione economica mondiale, di benessere mondiale. Noi non viviamo in un'isola, in un luogo lontano da tutti gli altri. Viviamo in Italia, viviamo in Europa e viviamo nel mondo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Silli. Ne ha facoltà.

GIORGIO SILLI (MISTO-C!-PP). Presidente, velocemente, innanzitutto il fatto di essere riusciti a trovare una sintesi e di avere condensato un po' alcune posizioni che differivano leggermente in un'unica mozione è un segnale molto positivo anche di responsabilità e di maturità in un momento così complesso. Come ho avuto modo di sottolineare alla riunione di maggioranza con il Governo, è chiaro che la nostra componente - Cambiamo! - non può assolutamente pensare a un mondo dove non vi sia la proprietà intellettuale, il valore di un brevetto, la ricerca, eccetera, e pertanto questo lo abbiamo rimarcato e continueremo chiaramente a rimarcarlo. Abbiamo deciso di fare un passo di lato su alcuni punti e di votare ben volentieri la mozione che abbiamo depositato poc'anzi, anche per dare un segnale importante in questa fase che ha veramente necessità di una grande compattezza.

Concludo, signor Presidente, perché vorrei che rimanesse a verbale una cosa fondamentale: la geopolitica è una cosa importante, neppure in momenti di pandemia e di emergenza sanitaria possiamo dimenticare quali sono gli equilibri mondiali. Quindi, ben vengano vaccini di tutte le paternità e di tutte le nazionalità, però senza ovviamente spostare degli equilibri che oggigiorno sono sempre più labili. Il Governo, sono sicuro, saprà trovare una sintesi anche in questa direzione e al Governo va la mia raccomandazione affinché gli equilibri geopolitici non vengano spostati neppure in questo momento di grande, grandissima difficoltà sanitaria.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lapia. Ne ha facoltà.

MARA LAPIA (MISTO-CD). Presidente, Ministro, onorevoli colleghi e colleghe, lo scorso 11 marzo in quest'Aula, rivolgendomi al Ministro della Salute Roberto Speranza, ripresi le sue parole apparse sulla stampa qualche ora prima del mio intervento. Le cito testualmente: entro la prossima estate tutti gli italiani che lo vorranno saranno vaccinati. Condivisi l'auspicio del Ministro, ma, al tempo stesso, mi dissi scettica riguardo quella previsione. Lo feci senza catastrofismo, ma con il supporto dei dati sulle somministrazioni dei vaccini a tutta la popolazione.

Oggi quella situazione appare, in termini assoluti, pressoché immutata: ad oggi, infatti, ci sono ancora regioni dove le somministrazioni procedono con una lentezza oserei dire inaudita, se rapportata al drammatico momento che il Paese sta vivendo. Penso alla Sardegna, alla Liguria e alla Calabria, dove risulta essere stato vaccinato appena il 2,7 per cento della popolazione totale e dove sono state utilizzate appena il 70 per cento delle dosi consegnate. Questi sono numeri che ci parlano di piani regionali del tutto fallimentari rispetto alle previsioni del Ministro e alle attese di un Paese intero.

La vicenda legata alla sospensione dell'inoculazione delle dosi di AstraZeneca ha ulteriormente rallentato il piano nazionale di vaccinazione; una sospensione che, se da un lato rafforza il concetto di farmacosorveglianza, assicurandoci come l'EMA monitori con dovuta costanza la situazione in tutto il continente europeo, dall'altro lato ha ulteriormente dilatato un gap che mi auguro venga colmato nel più breve tempo possibile.

Ma c'è un'altra vicenda ancora più preoccupante, che, oltre a mettere a dura prova il nostro sistema sanitario nazionale, rischia di allungare ulteriormente i tempi dell'uscita dalla pandemia. Mi riferisco, Presidente, alla carenza di approvvigionamento delle dosi vaccinali per tutto il continente europeo, ovvero alla mancanza di una vera strategia unitaria, che garantisca agli Stati membri la possibilità di ricevere più vaccini e in tempi più rapidi.

Questa è una battaglia comune ed è proprio in Europa che deve vederci protagonisti al fine di consentire al nostro Paese di superare con celerità la tutela brevettuale del vaccino dinanzi a circostanze eccezionali come questa. Ed è ancora l'Italia che deve essere capace di tracciare una rete di stabilimenti produttivi al fine di guardare non solo all'immediato, ma anche al breve e lungo periodo.

Non usciremo oggi da questa emergenza, ne siamo consapevoli, Ministro, ma quello che abbiamo vissuto nell'ultimo anno dovrebbe averci insegnato che non si è preparati ad affrontare situazioni imprevedibili come questa e, se questo non accade, vi è il rischio di alimentare conseguenze ben più disastrose di quelle che possiamo immaginare.

Pertanto, rafforziamo adesso la capacità produttiva e tecnologica del nostro Paese, al fine di garantire, nel tempo più breve possibile, una produzione efficace ed efficiente di vaccini contro il Coronavirus. Abbiamo gli strumenti, e lo stiamo facendo oggi in questo Parlamento, per farlo. Chiediamo che i nostri esperti abbiano accesso a quella conoscenza scientifica che può darci la spinta decisiva. Grazie Ministro, grazie Presidente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Stumpo. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (LEU). Grazie, Presidente. Anche oggi c'è stato un accordo tra i gruppi di maggioranza per contenere in cinque minuti l'intervento di ognuno di noi, fatto salvo il gruppo di opposizione, che non ha partecipato a questo accordo. Poiché, però, l'ultima volta è successo che soltanto il sottoscritto ha mantenuto quell'accordo, mi atterrò ai cinque minuti e le chiedo di richiamare tutti a quattro minuti e mezzo e di togliere la parola a cinque, perché altrimenti diventa inutile che ci sia sempre lo stesso modello di chi lo fa e chi non lo fa.

Partendo da questo modo di ragionare, io sono contento che stamattina c'erano più mozioni e siamo riusciti, grazie al lavoro che ha fatto la maggioranza, con il Governo e col Ministro Giorgetti, a giungere ad un'unica mozione di maggioranza. Penso sia un fatto positivo. È lo spirito col quale su alcuni temi, su questi temi, questo Governo in generale deve provare a lavorare, perché oggi non è una mozione sulla campagna vaccinale, ma riguarda il futuro. Questa mozione ha una domanda di fondo. Siamo entrati in questa pandemia impreparati, quando usciremo da questa pandemia continueremo a lavorare e a vivere come abbiamo fatto prima? Se in questa pandemia nulla cambia, non c'è un impianto culturale nuovo, non solo nell'affrontare i problemi, ma anche nel prevenirli, avremmo soltanto sacrificato del tempo, ci saranno stati dei morti - e ci sono stati – inutilmente, e una classe politica si sarà dimostrata incapace di far fronte a degli errori e di provare a porre rimedio alle cose che non funzionavano. Io mi faccio delle domande. Noi siamo entrati in questa pandemia senza le mascherine. Non producevamo mascherine in Italia, perché conveniva produrle all'estero, comprarle all'estero. Eppure, siamo rimasti senza per lunghi mesi e ci siamo resi conto che, a volte, spendere qualcosa in più in qualità, nel rispetto del lavoro e del prodotto, serve a qualificare e a migliorare la società in cui vivi. Oggi, che abbiamo le mascherine, ci rendiamo conto che c'è un problema di produzione del vaccino. Non lo abbiamo potuto affrontare prima, perché è stato un miracolo avere i vaccini in meno di un anno, ma la domanda che ci dobbiamo porre è se la ricerca per arrivare ai vaccini può continuare a essere fatta nello stesso modo, e ciò vale per i vaccini, ma varrà per mille altre cose. In particolare, può essere lasciata al libero mercato, senza che gli Stati ne siano pienamente parte? Questo non significa passare a uno Stato socialista. Guardate, lo dico con molta franchezza. Significa, però, che lo Stato non può essere quello che entra quando c'è da spendere e poi, quando c'è invece da fare del profitto, scompare, per poi ricomparire quando ci sono problemi e tutti i liberisti del mondo sono pronti a richiedere l'intervento dello Stato. C'è bisogno, quindi, di ricostruire dalle fondamenta, perché, uscendo da questa crisi, si è pronti ad affrontare in generale, e lo possiamo fare essendo una massa critica. Lo può fare l'Europa, possiamo mica pensare di essere autarchici! Lo deve fare l'Europa, se vuole stare al passo con i grandi numeri del mondo. Non soltanto gli Stati Uniti, la Cina, l'India, penso ai grandi mercati. Insomma - e mi avvio a concludere - la mozione ha di fondo queste domande, perché andare in Europa a chiedere che si faccia di più serve a dare risposte a queste domande. Poi, è chiaro, il Ministro qui presente sta lavorando, perché le aziende italiane possano provare ad essere sul mercato, ma sappiamo bene che è una domanda che non è riferita all'oggi, perché a noi ne servirebbero 10 milioni oggi e, invece, li potremo fare tra otto mesi, tra un anno, quando speriamo che questa prima ondata di vaccino sia di fatto terminata. Quindi, stiamo ragionando sulle cose che dovremo provare a fare e questo lo dobbiamo dire anche per correttezza, perché nessuno deve immaginare che sia possibile oggi risolvere i problemi che la politica e questi modelli culturali hanno posto in questi anni. Per questo penso che sia stato utile farne una, farla insieme, perché per ragionare del futuro bisogna essere in tanti e anche avere la capacità di farlo (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Italia Viva).

PRESIDENTE. Deputato Stumpo, sarà mio dovere scampanellare prima dei cinque minuti, in modo tale che ciascun deputato possa regolarsi per concludere il proprio intervento anticipatamente, rispetto ai dieci minuti previsti dalla dichiarazione di voto. Ha chiesto di parlare la deputata Lisa Noja. Ne ha facoltà.

LISA NOJA (IV). Grazie, Presidente. Anche noi di Italia Viva esprimiamo grande soddisfazione per avere raggiunto un accordo su una mozione unica di maggioranza e annunciamo il nostro voto favorevole. È una mozione che si fonda su due pilastri: da un lato, il riconoscimento che i vaccini e la possibilità di coprire in tempi rapidi il maggior numero possibile di cittadini italiani ed europei sia la chiave di volta per uscire da questa terribile emergenza sanitaria, che dura da oltre un anno; dall'altro lato, la consapevolezza e il riconoscimento che la tutela della proprietà intellettuale è un elemento imprescindibile per incentivare gli investimenti in sviluppo e in ricerca in campo sanitario. Parliamoci chiaro, senza la tutela della proprietà intellettuale, oggi non avremmo potuto avere più di un vaccino efficace e sicuro, pronto in meno di un anno. Però, accanto a questa consapevolezza, c'è quella che ci troviamo appunto di fronte a una tragedia per la vita, per la salute, per il lavoro, per il benessere sociale delle persone e che, quindi, occorre fare tutto quello che è necessario per accelerare la campagna vaccinale e per far ripartire l'economia. In questo senso la scelta di una strategia comune europea è stata corretta e giusta e noi la condividiamo, anche se - dobbiamo dircelo - negli scorsi mesi qualche errore a livello europeo è stato compiuto. Oggi, però, non crediamo sia il momento di soffermarci su questi errori, ma è il momento di mettere in campo tutte le nostre energie, per superarli e per ottenere rapidamente il risultato vitale per l'Europa, per il nostro Paese, per tutto il mondo, che è quello appunto di non arrivare in ritardo e di coprire le persone con il vaccino rapidamente. Per l'Europa questo è particolarmente importante, perché, se guardiamo ad altre Nazioni fuori dall'Europa, vediamo che la copertura vaccinale dà dei risultati importanti - guardiamo quello che sta succedendo in Israele – e consente davvero di tornare a immaginare una vita normale. Per questa ragione noi crediamo che sia necessario portare avanti in parallelo, sia a livello nazionale che a livello europeo, una strategia pragmatica e concreta, volta a individuare nel minor tempo possibile gli stabilimenti sul suolo europeo – ma, per quanto ci riguarda, sul suolo italiano - che potrebbero produrre dosi vaccinali, per aumentare le forniture a disposizione di tutti gli Stati membri. Sappiamo che non è un processo che si realizza rapidamente e ci vuole del tempo. Tuttavia, è un investimento sul futuro del nostro Paese, che avrà sempre più bisogno di una industria biomedica all'avanguardia. È chiaro che questa strategia richiede che le aziende titolari di brevetti sui vaccini siano disponibili ad accordare le licenze e a trasferire la tecnologia. Ed è chiaro che, se ci fossero rifiuti immotivati rispetto a questo trasferimento, sarebbe più che legittimo assumere iniziative forti e decise, utilizzando tutti gli strumenti messi a disposizione dai trattati di diritto internazionale. Però, noi sappiamo che, allo stato attuale, in questo momento non è lo scenario che ci troviamo immediatamente ad affrontare. La priorità ora è di portare avanti quella strategia europea, che ha previsto l'istituzione di una task force, che ha proprio il compito di verificare tutto ciò che è necessario per aumentare la produzione. È una strategia che il nostro Governo sta interpretando e supportando pienamente, con la costituzione a propria volta del tavolo tecnico specifico, che è volto a verificare la possibilità di individuare al più presto siti per la produzione dei vaccini anti COVID, un tavolo che vede coinvolti, oltre che naturalmente il Governo, anche Aifa e Farmindustria. Noi siamo consapevoli anche del fatto che, anche se la campagna vaccinale andrà velocemente e avrà un'accelerazione fortissima, dovremo convivere con il virus ancora per un po' di tempo. È per questo che noi auspichiamo che ci sia un investimento anche in tutte le iniziative scientifiche, volte alla innovazione di trattamenti comunque anti COVID.

Dunque, noi partiamo dall'esigenza di promuovere l'accesso diffuso ai vaccini e ai trattamenti anti-COVID, contemperando l'adeguamento e la legittima protezione della proprietà intellettuale all'esigenza di tutelare la salute delle persone e crediamo che la mozione raggiunga su questo il corretto equilibrio.

Vorrei concludere citando una frase, che è a me molto cara, di Stephen Hawking, che diceva: “Ho notato che anche le persone che sostengono che tutto sia stato scritto e che non possiamo fare nulla per cambiare le cose, guardano prima di attraversare la strada”. Ecco, io credo che l'esito della pandemia, la nostra vita nei prossimi mesi, nei prossimi anni, non sono già scritte, dipende tutto da noi, dalle scelte che faremo oggi, dalle scelte che faremo nel nostro Paese e in Europa e dalla capacità che avremo di guardare con attenzione la strada che ci aspetta prima di attraversarla (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gemmato. Ne ha facoltà. L'accordo era di cinque minuti. Prego.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo in dichiarazione di voto per il gruppo di Fratelli d'Italia, rappresentando, Ministro, inizialmente, un'eccezione di metodo. Le mozioni sono atti di indirizzo al Governo, che si utilizzano, appunto, per - immagino - dare su tematiche nuove, controverse, degli indirizzi. Pensare che, a più di un anno dalla dichiarazione dello stato d'emergenza, il Parlamento, le forze di maggioranza intendano ancora dare atti di indirizzo, secondo me, non è corretto politicamente, e questo non è un dato primario, ma, sicuramente, non lo è nei confronti della nostra Nazione. Perché, se noi rappresentiamo al popolo italiano che il Parlamento, le forze parlamentari di maggioranza, ad oggi, non hanno ancora un'intesa chiara di indirizzo e intendono parlare al Governo su che cosa fare tramite delle mozioni, evidentemente, trasferiamo al nostro popolo un messaggio di insicurezza, di impreparazione, di approssimazione, di superficialità che, in questo momento, noi non dovremmo trasferire, perché noi dovremmo trasferire al popolo italiano, e dovremmo soprattutto farlo, certezze, dovremmo trasferire sicurezza, dovremmo trasferire linee di indirizzo precise, non ci dovremmo ancora oggi, lo ripeto, a più di un anno dalla dichiarazione dello stato di emergenza, andare a rappresentare in mozioni cosa vorremmo fare noi per il piano vaccinale, quando, invece, noi dovremmo cavalcare i tempi e precorrerli. Noi stiamo - e non lo dico in tema di polemica, ma per amor di verità - subendo il virus, non lo stiamo cavalcando.

Ora, anche qui, Ministro, ci saremmo aspettati altro e per questo, in dichiarazione di voto, dico che votiamo contro la mozione di maggioranza, ma non la votiamo non tanto perché non ne condividiamo alcuni aspetti - molti non li condividiamo -, quanto perché, ripeto, noi ci saremmo aspettati altro, ci saremmo aspettati un'interlocuzione con il Governo per parlare di ciò che noi vogliamo fare e che dobbiamo fare per uscire da questa situazione. In questo, per esempio, Ministro, apprendere che, mentre, a dicembre, il Ministro Speranza ci diceva che il piano vaccinale era stato approvato da questo Parlamento - cosa opinabile, perché c'era stato soltanto… ora non voglio entrare nel merito -, e però scoprire che, poi, il piano vaccinale venga licenziato in un'intesa Stato-regioni, senza che questo Parlamento venga coinvolto, è un altro tratto distintivo di come questa maggioranza intende approcciare al momento Coronavirus. Quindi, da un lato, noi produciamo ancora tardivamente mozioni di indirizzo o, meglio, la maggioranza produce mozioni di indirizzo al Governo, dall'altro, si spoglia il Parlamento, a mio avviso, di una di quelle che dovrebbero essere le sue caratteristiche precipue, cioè dare, rispetto a una cosa importante, che è il piano vaccinale, il proprio contributo. E per questo, noi di Fratelli d'Italia, Ministro, abbiamo cercato di dare - e ci fa piacere che larga parte di ciò che noi abbiamo rappresentato sia stata accolta - il nostro contributo, che voglio ricordare è un contributo che noi abbiamo dato dall'inizio di questa pandemia.

Io voglio ricordare anche questo per amor di verità: il 30 gennaio dell'anno scorso, quando il Ministro Speranza è venuto qui, ho rappresentato, a nome del gruppo di Fratelli d'Italia, l'esigenza della difesa della industria farmaceutica nazionale e della chiusura del cerchio nella produzione, all'epoca, di medicinali salvavita. Perché, se oggi Paesi, come l'India e come la Cina, dovessero smettere di inviarci, di fornirci principi attivi farmacologici ed eccipienti per la formulazione di farmaci salvavita, noi avremmo soltanto cinque mesi di orizzonte per la produzione degli stessi, dopodiché rimarremmo senza niente. Per questo abbiamo plaudito, Ministro, alla sua iniziativa di attivare la filiera di produzione vaccinale: tardivo; tardivo perché se l'avessimo fatto l'anno scorso, quando noi, ad un'altra maggioranza in verità, avevamo rappresentato questo noi, ci saremmo trovati oggi ad avere una filiera di produzione dei farmaci salvavita chiusa e ci saremmo trovati, perché abbiamo anche sottolineato questo, una produzione e una filiera di produzione vaccinale compiuta, finita, che ci dava la possibilità di produrre vaccini in Italia. Non ci avete seguito all'epoca in questo e ci troviamo in una azione tardiva, ma necessaria - e per questo, ripeto, plaudiamo alla sua iniziativa, Ministro -, ma che vedrà l'orizzonte di realizzazione da qui a sei mesi, otto mesi, un anno, quando l'emergenza sarà superata e, evidentemente, avremo già altri vaccini disponibili e potremo vaccinare l'Italia. Sicuramente ci servirà quella filiera di produzione vaccinale per vivere questa epoca del Terzo millennio, che ci racconta che purtroppo, ogni anno, probabilmente, saremo costretti a vaccinarci rispetto alle diverse varianti del Coronavirus o di altri virus che si dovrebbero o si potrebbero affacciare nella nostra comunità e, quindi, ben venga la chiusura anche di questa linea di produzione.

Perché dico questo, Ministro? Perché, purtroppo - e lo si capisce -, la maggioranza fa ciò che ritiene di fare, ma l'opposizione dà un contributo positivo e, molte volte, non parla a vanvera, ci sono gli atti che parlano per noi. Noi questo l'avevamo già rappresentato mesi fa, se ci aveste ascoltato mesi fa, noi oggi avremmo una linea di produzione vaccinale completa e non staremmo ad assistere a questa pantomima, per cui noi dobbiamo vaccinare fasce - ottantenni, pluripatologici -, generiamo anche questa guerra fra poveri, quando se noi, invece, disponessimo di milioni di vaccini, avremmo soltanto l'imbarazzo della scelta di chi vaccinare in maniera veloce e sicura in Italia. Purtroppo questo non è, e per questo, Ministro, noi vi chiediamo, fra i punti che sono evidenti e chiari in questa mozione, di attenzionarne uno in particolare.

Esistono tre vaccini, allo stato, che sono stati approvati - il Pfizer, il Moderna e l'AstraZeneca -, lo sappiamo; ci sono altri vaccini non prodotti in Europa, e che, quindi, non hanno subìto il vaglio dell'EMA e dell'Aifa, che, evidentemente, sono sicuri. Perché? Perché la comunità scientifica li ha validati, ci sono pubblicazioni scientifiche, c'è anche tutto un tema legato alla inoculazione degli stessi in altre popolazioni che porta a poter avere anche dei dati di post-inoculazione che sono fondamentali dopo le quattro fasi di realizzazione del vaccino. E, quindi, noi possiamo mettere in campo, Ministro, una procedura veloce, immediata, oserei dire istantanea, di validazione da parte dell'Aifa o da parte dell'EMA, in modo da poter disporre immediatamente di altri vaccini: penso allo Sputnik, ma penso ad altro, non voglio farne una questione geografica né di appartenenza, ma ci sono, funzionano, li stanno inoculando, abbiamo i dati scientifici. Perché non inocularli in Italia? Su questo - noi l'abbiamo scritto in questa mozione - vorremmo una posizione forte del Governo, che, invece, distrattamente pensa che, probabilmente, sia meglio alimentare questa - lo ripeto - guerra fra poveri, fra soggetti fragili, fra ultraottantenni, fra pluripatologici, fra diabetici; poi, alla fine, ognuno cerca, in questa battaglia, di accreditare la propria patologia prioritaria rispetto agli altri. Non si fa così, chi governa la Nazione dovrebbe dare certezza al proprio popolo, e non instabilità.

Per questo riteniamo che questo tipo di mozione si inserisca, si innesti in una linea collaborativa che la minoranza patriottica di Fratelli d'Italia ha, cioè di voler contribuire, in questo momento, alla rinascita, alla resurrezione della nostra Nazione rispetto ad un tema così importante e per questo riteniamo che anche questo punto sia necessario attenzionarlo.

Non lo devo insegnare a lei: noi abbiamo una legge, la n. 219 del 2006 - vi stiamo offrendo lo strumento - che è proprio quella che ci dice che per l'autorizzazione all'immissione in commercio (AIC) di un farmaco si possono seguire i protocolli, come dire, ordinari, oppure si può derogare e seguire delle procedure straordinarie. Lo avete fatto, per esempio, per gli anticorpi monoclonali. Avete fatto bene, aggiungiamo, ma lì non c'era, se vogliamo, una protezione scientifica in linea, in regola, così ampiamente rappresentata da dati statistici, come c'è per alcuni vaccini.

Allora, se lo avete fatto per i monoclonali, perché non lo facciamo per altri tipi di vaccini - e concludo - in modo da poter dare all'ampia platea di soggetti vaccinatori che noi, speriamo, stiamo mettendo in campo - e anche qui diamo dei suggerimenti - investendo le farmacie (bene, l'avete fatto) ma anche superando il vincolo di esclusività lavorativa da parte degli infermieri di parte pubblica, che dovrebbero essere messi in condizione, come i medici, di poter lavorare extra moenia, soltanto durante il periodo extra lavorativo e, quindi, dare la possibilità anche a questi nostri professionisti di parte pubblica di contribuire a questo plotone di vaccinatori che noi dobbiamo mettere in campo quando ci saranno i vaccini.

PRESIDENTE. Concluda.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Lo stimolo che vi diamo: cerchiamo di sfruttare tutte le soluzioni - e concludo - per trovare il numero maggiore di vaccini (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Cristina Rossello. Ne ha facoltà.

CRISTINA ROSSELLO (FI). Grazie, Presidente. Siamo molto soddisfatti del fatto che il Ministro Giorgetti abbia portato un'unica mozione, assumendo anche la parte relativa ad una mozione a mia prima firma, condivisa ed elaborata da tutto il gruppo di Forza Italia, in particolare con i colleghi della XIV Commissione, Pettarin, Battilocchio e Marrocco e della XII, in particolare con Bagnasco, Novelli e Baldini. Questi colleghi hanno lavorato congiuntamente su questo tema, prendendo le mosse dal lavoro del Consiglio europeo di febbraio e, quindi, poi ribadito a marzo.

Questo tema del certificato vaccinale verde non ci deve trovare impreparati, perché, accanto a tutte le tematiche che riguardano i vaccini, noi abbiamo una finalità: quella di essere a fianco della battaglia che sta facendo Mario Draghi per rendere subito libera e funzionale l'Italia, anche per gli effetti economici che ne derivano. E proprio per questa produzione auspicata di lavoro congiunto che sta facendo il Parlamento e per la quale il Parlamento deve esserci, abbiamo evidenziato una serie di suggerimenti per il certificato vaccinale verde, che deve tener conto della nostra storia.

L'Italia è stata la prima, nel 1364, ad utilizzare le fedi di sanità e le fedi di trasporto marittimo: erano esattamente dei dati di sintesi storici, che identificavano delle categorie per le quali un soggetto, un animale o una merce poteva muoversi. Questo è stato il primo esempio storico documentato che noi abbiamo nelle casse dei nostri archivi. Unitamente a questo, sempre nel 1400, l'Italia lancia l'idea del costume del medico, con un bastone a distanziamento di 90 centimetri-un metro, a seconda della malattia e della pestilenza, e un becco, che era una prima forma di maschera, filtrato da erbe medicinali.

Ora, la cultura ci insegna, noi non siamo così avanti a questo riguardo, perché le mascherine e i costumi medici, i distanziamenti sociali, nonché i passaporti digitali, costituiscono una modalità moderna della recezione di quello che ci ha insegnato la storia e, in particolare, l'Italia.

Allora, a questo riguardo, rivendichiamo la volontà che questo Parlamento sia presente su questi temi e che proponga, anche alla luce del dibattito che c'è, anglosassone ed europeo, sulle tematiche più importanti per il passaporto digitale, di avere dieci caratteristiche, dieci categorie. Uno, soddisfare i parametri di riferimento per l'immunità; due, rispettare le differenze fra i vaccini nella loro efficacia e i cambiamenti nell'efficacia del vaccino contro le variazioni emergenti; tre, essere conforme agli standard internazionali e in questo favorire il dialogo con il mondo anglosassone, perché ci sono delle problematiche fra Inghilterra e America; avere delle credenziali verificabili e su questa tematica, il digitale sarà ancora migliore; usi definiti, utilizzando questo documento con uno scopo: ci fa piacere che la risoluzione richiami esattamente la duplice finalità teleologica del turismo e del lavoro, perché questi sono due elementi essenziali, sui quali, ad esito del piano vaccinale, l'Italia dovrà essere subito pronta per la competizione con gli altri Paesi, e lo sappiamo. Inoltre, quinta categoria, dobbiamo basarci su piattaforme di tecnologie che devono essere interoperabili; su questo raccomandiamo che, in parallelo all'esito dei lavori del Recovery Plan, si possa lavorare proprio ad ampio raggio su questa forma di digitalizzazione, per far sì che i dati personali siano sicuri e portatili – e questa è la sesta categoria - perché ovviamente devono accompagnare il viaggiatore con grande facilità; devono essere accessibili sia agli individui, che ai Governi, perché, se non c'è il controllo, non ci sarà la possibilità di superare le tematiche della frode, e sappiamo che, non tanto nel nostro Paese, ma soprattutto in altri Paesi più avanzati tecnologicamente si è posto il problema del furto di identità, dobbiamo prepararci anche per questo; dobbiamo rispettare gli standard legali, questa è l'ottava categoria, e a questo riguardo noi vorremmo sottolineare che occorre creare subito, per ogni gruppo parlamentare, tre o quattro persone che siano particolarmente competenti sulla privacy, sul discorso del trasferimento dei dati sulla salute, tutti quegli elementi essenziali sui quali dobbiamo essere preparatissimi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Non è più tempo di essere incompetenti e non si possono fare le cose senza avere quella capacità, tecnica e personale, riprendendo quelle che sono le caratteristiche che hanno sempre avuto i membri di questo Parlamento, che non dovevano più perdere. Bisogna fare tesoro della storia, ma sapere anche che la vita è una presenza e non solo un affare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Vito De Filippo. Ne ha facoltà.

VITO DE FILIPPO (PD). Grazie, Presidente. Ministro, l'edizione finale della mozione della maggioranza pone delle domande molto grandi e, senza essere troppo aulici, per molti aspetti, come hanno detto anche alcuni colleghi, domande storiche per il nostro Paese. A questa grandezza di questioni - io sono molto contento di aver visto un lavoro fruttuoso e anche diligente del Ministro - noi dobbiamo rispondere esattamente con un profilo pragmatico, con grande pragmatismo, avendo chiaramente in mente due grandi questioni e due grandi vicende che dobbiamo seguire, io spero, sempre con grande attenzione: da una parte, la verifica della costante azione della Commissione europea, che sicuramente ha fatto uno straordinario lavoro, ma, come dice il Presidente Draghi, questo lavoro della Commissione europea andrà verificato sempre negli interessi straordinari del nostro Paese; dall'altra, la grande differenza che noi stiamo notando, Ministro, anche nell'attuazione del piano vaccinale nelle nostre regioni. C'è una versione di federalismo del bisogno che fa male al nostro Paese e che, soprattutto in una condizione di pandemia, suscita inquietudine e grandi turbamenti con i quali noi dobbiamo fare i conti: ci sono grandi differenze.

Proprio per questo, condivido l'impostazione finale del nostro lavoro, perché pone alcuni punti fondamentali alla nostra attenzione. Il primo: mettere in campo, come dice il Governo e come più volte ha detto anche il Parlamento, tutte le energie possibili a disposizione, dalla Protezione civile, alle Forze armate, ai volontari, ai farmacisti, ai medici di medicina generale; accrescere la produzione nello spirito che ha indicato il commissario Breton nell'incontro che abbiamo visto raccontare puntualmente anche dal Ministro: è una prospettiva con la quale l'Europa deve fare i conti. Io direi, con molta franchezza, aprire, laicamente, Ministro, anche una discussione sui brevetti e sulle cosiddette licenze obbligatorie, nell'equilibrio importante che noi dobbiamo tenere sempre in mente e che io condivido proprio da un punto di vista anche, come dire, strutturale, anche da un punto di visione: la tutela brevettuale, da una parte, e la garanzia d'accesso.

D'altronde, senza incamminarci in una sorta di discussione, certe volte anche caricata di ideologismo, l'accordo TRIPs, all'articolo 31, prevede già questa possibilità, c'è una cedevolezza già nella normativa europea e, devo dire, anche nella normativa nazionale, perché, se guardiamo con grande capacità anche interpretativa allo stesso articolo 141 del nostro decreto legislativo, del nostro codice sulla tutela della proprietà industriale, ci rendiamo conto che ci sono margini, se dovesse essere necessario, anche per questo tipo di lavoro; ma sappiamo bene che non è soltanto un problema di licenza obbligatoria, lo hanno segnalato le grandi associazioni organizzate anche nel nostro Paese, Farmindustria, servono attività e qualità produttive assolutamente importanti che sono state, in qualche modo, segnalate, dalla presenza di bioreattori nel nostro Paese, alla capacità che sicuramente l'Italia ha soprattutto sul cosiddetto infialamento del vaccino. Questa prospettiva è molto interessante, la mozione lo segnala in maniera molto puntuale e io sono qui ad esaltare anche questa prospettiva unitaria; devo dire che anche la mozione della minoranza in alcune parti, per molti aspetti, dice cose simili alla mozione della maggioranza. Concludo, Presidente, occorre sostenere sicuramente una grande attività che l'Europa ha annunciato, soprattutto con il progetto ERA, che è quella di mettere insieme tutte le grandi aziende biotecnologiche e i ricercatori che possono costruire una prospettiva rassicurante anche sui cambiamenti e sulle varianti del virus, che si annunciano quotidianamente. Registriamo nuove, anche difficili e imprevedibili evenienze che la dinamica di questo virus potrebbe proporre alla comunità scientifica internazionale. Siamo anche molto contenti di segnalare che la mozione, in uno dei punti, indica come il passaporto vaccinale possa essere una prospettiva importante per il nostro continente e non solo, perché la coesistenza di pandemie e di globalizzazione sarà, purtroppo, per i sistemi sanitari del nostro continente e non soltanto del nostro continente una prospettiva con la quale dovremo fare i conti e la lezione che abbiamo avuto da quest'ultimo anno sarà sicuramente a supporto delle scelte più oculate che l'Italia, l'Europa e il mondo sapranno fare per queste grandi questioni che abbiamo di fronte (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Paolo Tiramani. Ne ha facoltà.

PAOLO TIRAMANI (LEGA). Presidente, onorevoli colleghi, Ministro, anche noi come Lega accogliamo favorevolmente il fatto di essere arrivati a una mozione unitaria, perché crediamo fortemente nelle premesse e nelle proposte di questa mozione. È stato un anno difficile perché il virus ha ridotto la socialità di ognuno di noi, ha devastato il campo socioeconomico e solo una vaccinazione di massa potrà permetterci di tornare alla normalità. Però, per fare questo, bisogna ricorrere ai vaccini, che oggi scarseggiano e ben venga il fatto che questo nuovo Governo appena insediato abbia convocato subito, con il Ministro Giorgetti, un tavolo di confronto con tutte le aziende produttrici, ben venga che il Premier Draghi in Europa abbia fatto sentire la voce dell'Italia e che l'Europa stessa si stia ribellando a questo contingentamento di vaccini. Ad oggi abbiamo solo due milioni di italiani completamente vaccinati, circa sette che hanno partecipato al primo ciclo di vaccinazione; la macchina oggi, lo vedo anche io da amministratore locale, finalmente funziona, scarseggiano le dosi vaccinali e, quindi, è giusto chiedere questo cambio di passo, chiedere che l'Europa trasferisca risorse sulla tecnologia e che vengano incoraggiate e velocizzate le procedure per permettere ai vaccini, anche quelli italiani, di poter essere prodotti. Io stesso nei giorni scorsi ho partecipato a una sperimentazione, quella di ReiThera, dello Spallanzani, che se dovesse entrare in produzione permetterà alla nostra Nazione di avere il primo vaccino made in Italy. Raggiungeremmo circa 100 milioni di vaccini prodotti all'anno e sarebbe un risultato soddisfacente perché permetterebbe alla nostra Nazione di essere autosufficiente e permetterebbe di dare l'esempio al resto dell'Europa sul fatto che possiamo essere innovatori anche in questo campo. Io sono contento per questo notevole cambio di passo; il tempo delle “primule” è alle spalle - ovviamente, mi riferisco alle primule di Arcuri -, vedo concretamente un cambio di passo su questi aspetti; la possibilità di potersi vaccinare con il coinvolgimento degli enti locali che aprono dei poli vaccinali è sotto gli occhi di tutti, abbiamo bisogno di poter tornare alla normalità e solo attraverso il vaccino tutto questo è possibile. Quindi, per un ritorno a una circolazione libera in Europa, per poter avere nel futuro meno restrizioni, con il sogno di una ripresa socioeconomica e di un ritorno alla socialità quanto prima, voteremo convintamente “sì” a questa mozione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Giulia Grillo. Ne ha facoltà.

GIULIA GRILLO (M5S). Presidente, colleghi, Ministro, oggi, abbiamo trovato un punto d'incontro importante su un tema che ritengo fondamentale. Poco fa, il collega di Fratelli d'Italia criticava il fatto che stessimo discutendo una mozione che impegna il Governo a fare qualcosa in questo momento, io, invece, ritengo che questa mozione sia importante perché pone una questione politica di rilevanza mondiale, perché la rilevanza è mondiale, e stiamo parlando della questione della tutela brevettuale. Siccome sono otto anni che sono in questo Parlamento, posso dire con consapevolezza che non se ne è mai parlato; oggi, è la prima volta che in quest'Aula si parla di un tema che ha un'importanza mondiale e fondamentale anche per affrontare questa pandemia. Perché è fondamentale? Perché ci siamo resi conto, grazie alla ricerca scientifica, che questi vaccini stanno funzionando, stanno funzionando bene e che i Paesi che hanno cominciato e hanno portato avanti una vaccinazione massiccia hanno avuto dei riscontri in termini di cali di contagi e di mortalità. E questo cosa significa? Significa che questi Paesi potranno tornare prima degli altri alla loro vita normale, che potranno riprendere le loro attività economiche e che, quindi, avranno un vantaggio, saranno più veloci degli altri e chi arriva tardi, invece, purtroppo, dovrà recuperare un terreno perso in termini di vite, in termini di malati e in termini, anche, di punti di PIL, perché voglio ricordare che questo Paese ha perso più di 10 punti di PIL in un anno. Allora, penso che di fronte a più di 100 mila morti e di fronte a una perdita di PIL come quella che abbiamo vissuto se non è una condizione emergenziale questa, ma quale altra dovrebbe essere? Lo ripeto, quale altra dovrebbe essere? Allora, perché si parla della licenza obbligatoria e della sospensione temporanea della tutela brevettuale? Come dice il collega De Filippo, laicamente, facciamolo laicamente, rimuoviamo quest'aurea di spiritualità che sembra circondare con una cortina di ferro la tutela brevettuale, perché di fronte a quello che stiamo vivendo si può rimuovere quest'aurea e si può affrontare laicamente questo problema. In Italia non abbiamo una multinazionale che produce un vaccino, non ce l'abbiamo, è così; in Europa non ce l'abbiamo, è così, punto e basta e da questo fatto noi dobbiamo partire. Gli Stati Uniti ce l'hanno, il Regno Unito ce l'ha, la Cina ce l'ha, la Russia ce l'ha, quindi, se l'Europa non si rende conto che non può affrontare il tema della carenza delle dosi vaccinali solo bloccando l'export, non ne usciamo da questo problema. Allora, perché pensare a questa sospensione brevettuale? Perché se tu non hai la possibilità di produrre sufficienti quantità di dosi per gentile concessione dell'azienda farmaceutica, ti devi dare verso per risolvere quel problema. Va bene fare gli accordi azienda-azienda, ma ciò può non essere sufficiente, Ministro, e allora cosa facciamo in quel caso, stiamo lì a pregare che magari si conceda ad un'altra azienda di produrre? Non ne usciamo, non ne usciamo!

È chiaro che la discussione non è oggi per domani, ma è oggi per quattro mesi, per sei mesi, per quando sarà; va benissimo, però si deve fare. Ci sono Paesi in Europa che ce l'hanno nella normativa nazionale la licenza obbligatoria. Faccio l'esempio della Germania, che l'ha persino rinforzata all'inizio della pandemia. Noi, in Italia, non abbiamo una norma nazionale che consente di utilizzare questo strumento, quindi stiamo pure parlando quasi del nulla, visto che in Italia non la possiamo utilizzare. Quello che noi chiediamo, come MoVimento 5 Stelle, all'interno di questa mozione e oltre anche, è quello di farsi promotrice: perché? Anche perché a volte non è necessario utilizzare uno strumento: è sufficiente averlo, perché è un'arma negoziale; perché si negozia con le aziende farmaceutiche e non si può essere in posizione di debolezza di fronte a un interlocutore che è certamente più forte del singolo Stato.

Quindi, concludo l'intervento perché sono stata richiamata nei miei tempi, facendo presente e sottolineando, al punto 7, che c'è già una richiesta di moratoria da parte di India e Sudafrica sull'Accordo TRIPs, perché quell'Accordo è troppo vincolante. Ricordo, fra l'altro, che l'India produce il 60 per cento di vaccini per gli altri (non per l'India). Quindi, su questo punto, Ministro…

PRESIDENTE. Concluda.

GIULIA GRILLO (M5S). …le chiediamo un impegno, in quanto rappresentante del Governo, a far sì di poter appoggiare la proposta di India e Sudafrica e, comunque, di portare avanti questa iniziativa in Europa ma anche in Italia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Sara Cunial. Ne ha facoltà per un minuto.

SARA CUNIAL (MISTO). Grazie, Presidente. Da Il Sole 24 Ore leggo che Pfizer, AstraZeneca e Moderna sono già state condannate più volte per commercio illegale di farmaci che hanno provocato danni e morti in bambini e adulti di tutto il mondo, con multe pagate tranquillamente come imposta sui ricavi. Questo perché fanno solo gli interessi dei loro maggiori azionisti, gli investitori di BlackRock, legato alle multinazionali che producono armi, e grandi banche mondiali e italiane (giusto per capire chi si sta tutelando).

Ho depositato una proposta di legge che riconosce il diritto all'obiezione di coscienza per medici e operatori (altro che scudo penale). Si tutelano le persone garantendo loro la libertà di esercitare più diritti e non negando i loro doveri. Mentre il COVID uccide solo Capi di Stato africani e gli affari mascherine diseredano i vostri capi partito, condannate medici eroi che dai primi mesi si adoperano per curare e, invece di prevenire seriamente, preferite inoculare o indurre la malattia e non immunizzare, favorendo invece varianti su varianti.

PRESIDENTE. Concluda.

SARA CUNIAL (MISTO). Io non so cosa vi abbiano promesso ad Aspen, cari colleghi anche dell'opposizione, ma il risultato della valutazione del rischio è evidente: a fronte di 100 mila morti, 41.476 reazioni avverse in quattro mesi; 40 mila in quattro mesi, a fronte di 100 mila morti!

PRESIDENTE. La ringrazio.

SARA CUNIAL (MISTO). Una sperimentazione sul popolo italiano…

PRESIDENTE. Concluda.

SARA CUNIAL (MISTO). Un attimo, un secondo. L'anima e la dignità una volta vendute non si riacquistano nel discount di Davos. Pensateci, colleghi, questo se volete restare, prima ancora che politici, esseri umani.

PRESIDENTE. La ringrazio.

Ha chiesto di parlare il deputato Fratoianni. Ne ha facoltà per un minuto.

NICOLA FRATOIANNI (LEU). Grazie, signor Presidente. Per annunciare il mio voto di astensione su queste mozioni e non perché ci sia qualcosa di sbagliato in quello che sta scritto qui, ma per quello che non c'è. Ho ascoltato con molta attenzione l'intervento della collega Giulia Grillo. Ha ragione - lei ha ragione -, solo che in questa mozione non c'è scritto quello che la collega ha chiesto con grande determinazione e che oggi chiederemo in quest'Aula, come abbiamo fatto al Senato, con una risoluzione nell'ambito delle comunicazioni del Presidente del Consiglio. Vede, signor Ministro - ma lo dico ai colleghi e alle colleghe del MoVimento 5 Stelle innanzitutto, che avevano presentato un'ottima mozione e che avrei votato con entusiasmo - c'è una cosa che è intollerabile: non si può scrivere, di fronte alla tragedia che il mondo sta vivendo, che va costruito un equilibrio che tenga conto, da un lato, della protezione della proprietà intellettuale e, dall'altro, dell'accesso universale e diffuso al vaccino. Le due cose non stanno insieme: l'accesso universale non può che essere la priorità. Per questo vanno sospesi i brevetti, come prevedono, peraltro, le norme internazionali.

PRESIDENTE. Concluda.

NICOLA FRATOIANNI (LEU). Non è un'azione estremista. Va prevista la licenza obbligatoria. Su questo, le mediazioni semplicemente sono una presa in giro.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

Avverto che all'undicesimo capoverso del dispositivo della mozione Ianaro ed altri n 1-00423 (Nuova formulazione) figura erroneamente la parola “digitale”, che è da intendersi sostituita dalla parola: “vaccinale”.

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Come da prassi, le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.

Avverto che la mozione Ianaro, Rizzo Nervo, Stumpo, Noja, Boldi, Bagnasco, Cecconi, Silli, Lapia, Tasso ed Emanuela Rossini n. 1-00423 (Nuova formulazione) è stata sottoscritta anche dal deputato Lupi, che ne diventa il dodicesimo firmatario.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Ianaro ed altri n. 1-00423 (Nuova formulazione), su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

Passiamo alla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00439.

Avverto che i presentatori hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo e pertanto il parere del Governo deve intendersi favorevole alla mozione nella sua interezza.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00439, come riformulata su richiesta del Governo. Il parere è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

Colleghi, se vi è anche in questo caso l'impegno, come pare, a limitare a cinque minuti la durata degli interventi per le dichiarazioni di voto, potremmo passare al seguito della discussione delle mozioni sulle iniziative a sostegno e tutela delle donne, senza superare le ore 13, cioè l'orario indicativo, più o meno, previsto come termine dei lavori per la parte antimeridiana della seduta.

Pare che ci sia un accordo e, quindi, sarà mia cura avvisare gli oratori a cinque minuti.

Seguito della discussione delle mozioni Polidori ed altri n. 1-00433, Elisa Tripodi ed altri n. 1-00434 e Meloni ed altri n. 1-00438 concernenti iniziative a sostegno e tutela delle donne (ore 12,23).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Polidori ed altri n. 1-00433, Elisa Tripodi ed altri n. 1-00434 e Meloni ed altri n. 1-00438 concernenti iniziative a sostegno e tutela delle donne (Vedi l'allegato A).

Avverto che dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 22 marzo 2021, è stata presentata la mozione Meloni ed altri n. 1-00438, che è già stata iscritta all'ordine del giorno.

Avverto altresì che è stata testé presentata una nuova formulazione della mozione Polidori ed altri n. 1-00433, che è stata sottoscritta, tra gli altri, dai deputati Elisa Tripodi, Ravetto, Gribaudo, Annibali, De Lorenzo, Lupi, Gagliardi, Gebhard che, con il consenso degli altri sottoscrittori, ne diventano rispettivamente il secondo, il terzo, il quarto, il quinto, il sesto, il settimo, l'ottavo e il nono firmatario. Il testo della nuova formulazione della mozione è il n. 1-00433 ed è in distribuzione.

Contestualmente, la mozione Elisa Tripodi ed altri n. 1-00434 è stata ritirata dai presentatori.

(Parere del Governo)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare la Ministra Elena Bonetti, che esprimerà altresì il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.

ELENA BONETTI, Ministra per le Pari opportunità e la famiglia. Grazie Presidente, mi permetta innanzitutto di ringraziare tutte le forze politiche per aver voluto nuovamente ribadire un impegno chiaro, trasversale di sostegno e promozione delle donne, protagoniste nel nostro Paese.

In merito all'espressione dei pareri sulle mozioni presentate, sulla mozione Polidori ed altri n. 1-00433 esprimo parere favorevole. Segnalo solamente, per gli uffici, una dicitura corretta del cosiddetto piano nazionale straordinario, così come citato; la dicitura corretta è: Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne. Questa stessa annotazione vale anche per la seconda mozione.

Per quanto riguarda, invece, la mozione Meloni ed altri n. 1-00438, esprimo parere favorevole, ma condizionato alla riformulazione degli impegni primo, secondo, terzo e quarto, così come vado a precisare. Per quanto riguarda il primo impegno, la riformulazione è la seguente: “a rafforzare l'impegno sulle strategie per prevenire (…)” e via seguitando. Per quanto riguarda il secondo impegno: “a rafforzare l'impegno per promuovere una parità effettiva e sostanziale tra uomo e donna (…)” e così a seguire. Per quanto riguarda il terzo impegno: “a dare seguito all'attuazione efficace di tutte le disposizioni previste dal Piano”, cambiando la dicitura in riferimento al “Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne”, come ho già indicato. Per quanto riguarda il quarto impegno: “ad adottare iniziative e valutare l'opportunità di introdurre nuove risorse economiche per il nuovo Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne”.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di parlare la deputata Flora Frate. Ne ha facoltà.

FLORA FRATE (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente. Colleghi e colleghe, la pandemia ha fatto esplodere purtroppo tutte quelle criticità legate alla disparità di genere, accentuandole in tutti i settori della vita sociale e lavorativa. Su 101 mila occupati in meno, 99 mila sono donne, cala il tasso di occupazione, cala la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, aumentano le difficoltà di conciliazione vita-lavoro, con la riduzione drastica dei servizi di asili nido e d'infanzia, specie nel Meridione.

Le donne, inoltre, sono più precarie, specie in ambito scolastico, meno tutelate rispetto agli uomini e sempre più costrette ad accettare il part time involontario; un gender gap che si riversa soprattutto nella possibilità di ricoprire posti e ruoli apicali, di accedere ad una retribuzione adeguata al pari degli uomini e, se si correlano variabili come disabilità e divari territoriali, la situazione peggiora, senza dimenticare l'aumento dei femminicidi.

Inoltre, Presidente, lo smart working ci pone sfide non indifferenti su come costruire un futuro di pari opportunità, di sicurezza, di inclusione sociale, di piena occupazione e dignità per tutti.

Azione ha presentato specifiche proposte per le donne all'interno del suo piano Next Generation Italy. Tra le altre, rimodulazione bonus asilo nido, con innalzamento al 110 per cento nelle aree più svantaggiate, prolungamento del congedo iniziale per i padri o nuovo congedo complementare per riequilibrare i ruoli all'interno della famiglia, incentivo per il rientro al lavoro delle donne dopo la maternità, sgravi fiscali post pandemia per le imprese che assumono donne, sgravi fiscali per la chiusura del gender pay gap, obbligo di trasparenza su retribuzioni, organici e promozioni, temi che abbiamo portato nell'esame del PNRR nelle Commissioni competenti e che porteremo all'attenzione delle Commissioni e dell'Assemblea con specifiche proposte.

Presidente, concludo dicendo che il voto di oggi rappresenta un primo passo con cui il nostro Paese si impegna a fare sempre di più e meglio. Per questo dichiaro il voto favorevole di Azione+Europa-Radicali italiani alla mozione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Rossella Muroni. Ne ha facoltà, per due minuti.

ROSSELLA MURONI (MISTO-FE-FDV). Presidente, ci sono due numeri che raccontano la questione che stiamo affrontando oggi: sicuramente il dato del 70 per cento, che è il crollo dell'occupazione che riguarda le donne, e il fatto che l'89 per cento dei femminicidi, l'uccisione da parte degli uomini delle donne, avviene in famiglia.

Poi, però, Presidente ci sono le storie, le storie delle donne italiane che faticano tanto, molto di più degli uomini per far fronte a quella che è la vita quotidiana.

Anche in questo momento, vi sono milioni di donne che, contemporaneamente, sono badanti, domestiche, insegnanti, libere professioniste che sono costrette a vivere una molteplicità di personalità, nell'assoluta solitudine perché la verità, Presidente, è che il welfare di questo Paese, la sanità universalistica di questo Paese si basa sulle spalle delle donne; sulle nostre forze va avanti.

E' per questo che è fondamentale chiedere risorse perché le donne sono come il clima: possiamo ignorare la questione ma il problema è sempre lì ed è un'ipoteca sul nostro futuro. Fino a quando il Paese non sceglierà di investire sulle donne e, ad esempio, prendere la questione femminile per verificare ex ante ed ex post ogni singolo investimento economico, come richiede anche la campagna “Donne per la Salvezza - Half of it”, noi non andremo lontano; potremo continuare ad approvare mozioni ma, signori, la lotta per la difesa delle donne si fa, spostando risorse, investendo su di noi e sulla nostra libertà (Applausi dei deputati del gruppo Misto – Facciamo eco – Federazione dei Verdi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di palare la deputata Emanuela Gagliardi. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

MANUELA GAGLIARDI (MISTO-C!-PP). Grazie Presidente, i dati rilevati in questo ultimo periodo sui posti di lavoro, che sono stati persi nel corso della pandemia, sono decisamente allarmanti e consideriamo che, solo negli ultimi mesi del 2020, sono stati persi circa 100 mila posti di lavoro, quasi tutti relativi al lavoro femminile. Ciò non fa che evidenziare la precarietà e la fragilità del lavoro delle donne; abbiamo per questo ritenuto fondamentale che il Governo si assumesse l'impegno per il futuro di cercare di superare e colmare, con tutti gli strumenti a disposizione, queste disparità tra donne e uomini nel mondo del lavoro. Serve un intervento strutturale e credo che queste mozioni, che oggi andremo a votare e su cui il Governo ha espresso parere favorevole (naturalmente questo ci fa ritenere soddisfatti dell'impegno che è stato assunto), siano fondamentali.

Devono essere affrontati tanti aspetti e nella mozione sono stati correttamente elencati; innanzitutto servono misure per colmare la perdita di posti di lavoro a seguito della crisi, servono interventi importanti per andare a colmare le disparità salariali, servono interventi importanti per accelerare le costruzioni e le messe in opera degli asili nido, serve il superamento ossia che vengano rimossi gli ostacoli per l'avanzamento professionale di carriere ed economico delle donne nel mondo del lavoro perché, purtroppo, troppe volte, assistiamo a disparità, a parità di competenza, a parità di ruolo, a parità di impegno, tra donna e uomo e questo credo sia inaccettabile. Le donne ancora non ricoprono, se non in modo residuale, posti di dirigenza, posti apicali all'interno delle aziende e degli enti pubblici ed è un gap da colmare e credo che, con l'impegno che il Governo si sta assumendo, lo si possa fare; ci vuole tuttavia un impegno globale e strutturale, si deve incidere su tutti i settori contemporaneamente per ottenere dei risultati.

Bisogna cercare di attuare tutte le iniziative possibili per incrementare l'occupazione femminile perché lavorare rende libere, anche di denunciare le violenze, gli abusi, le discriminazioni, il mobbing, tutto quello che oggi purtroppo le donne spesso si trovano a dover subire e a non poter denunciare perché non hanno l'indipendenza economica.

Quindi, impieghiamo tutte le risorse, che abbiamo a disposizione, per raggiungere questi obiettivi e cerchiamo di porre in atto tutti gli strumenti legislativi, di sensibilizzazione e di formazione perché, in futuro, non si debba più parlare di questo argomento e perché le generazioni future si domandino come mai, ancora nel 2020, si discutesse di questo e come mai ancora vi fosse la necessità di farlo, poiché loro avranno superato ampiamente la questione anche grazie al nostro impegno ed ai nostri interventi.

Quindi, dichiaro il voto favorevole alla mozione che abbiamo firmato convintamente da parte della componente Cambiamo!-Popolo Protagonista (Applausi dei deputati del gruppo Cambiamo!-Popolo Protagonista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Rina De Lorenzo. Ne ha facoltà.

RINA DE LORENZO (LEU). Grazie, Presidente. Colleghe, colleghi, in 75 anni di Repubblica molte barriere culturali e stereotipi di genere sono stati superati, ma il pregiudizio culturale verso le donne rappresenta tuttora un forte deterrente per la piena legittimazione delle donne nella società. La tragedia della pandemia e il conseguente stato di eccezione in cui viviamo ormai da un anno ha evidenziato il ruolo fondamentale delle donne su cui si è riversato il carico più pesante della crisi: sostenere il Paese attraverso il lavoro straordinario in casa e fuori. E sono proprio le donne ad aver pagato il prezzo più alto della crisi generata dal COVID. La pandemia ha acuito le diseguaglianze di genere; il lockdown e lo smart working hanno ulteriormente peggiorato la condizione delle donne gravate dal lavoro di cura e assistenza ai figli, gestione delle attività domestiche e supporto persino nella didattica a distanza. L'impatto nel Mezzogiorno è stato poi drammatico per lo svantaggio storico determinato da un'assenza di politiche del lavoro adeguate, declinate in piani straordinari per l'occupazione femminile e le infrastrutture sociali, il welfare di prossimità. Con la conseguenza che solo nel dicembre 2020 il tasso di attività femminile è arrivato al 56,2 per cento, ultimi tra i Paesi europei. Donne, dunque, con contratti a termine, precari, irregolari per le quali non sono attuabili politiche di tutela del reddito né moratorie di licenziamento. Non è più, dunque, rinviabile l'assunzione dell'impegno da parte di questo Governo di adottare strumenti normativi in grado di garantire la parità di genere e contrastare i fenomeni della diseguaglianza e della violenza che non è soltanto fisica e psicologica, ma anche economica. Il sostegno all'indipendenza economica rappresenta una leva fondamentale per contrastare la violenza di genere e tutelare le vittime di questa piaga. E' questa consapevolezza che trova un'opportunità irripetibile nel Next Generation EU. Tra i vari criteri usati per valutare i progetti per il piano di ripresa e resilienza vi è, infatti, la parità di genere che si raggiunge attraverso interventi in sostegno delle donne e delle famiglie, a cominciare dai congedi parentali per arrivare agli asili nido, con interventi perequativi nelle aree geografiche del Mezzogiorno in cui le infrastrutture sociali sono inesistenti e rendono impossibile l'accesso al mondo del lavoro da parte delle donne. Si tratta di un peso non più sostenibile per l'economia del nostro Paese che ambisce ad essere intelligente, sostenibile e solidale e che intende conseguire elevati livelli di occupazione, produttività e coesione sociale. I talenti delle donne devono essere, dunque, utilizzati più largamente, più efficacemente, investendo anche sulla formazione delle giovani donne nelle cosiddette STEM, le materie scientifiche, tecnologiche, matematiche che risultano essere appannaggio prevalente degli uomini. Non è solo una questione di giustizia sociale, dunque, ma di urgenza assoluta nell'interesse della società, dell'economia del nostro Paese. In linea, dunque, con l'indirizzo europeo che promuove questo approccio, va la mozione che ci apprestiamo a votare e a cui ho convintamente offerto il mio contributo, nella consapevolezza che la ripresa e la rinascita del nostro Paese passa irrinunciabilmente attraverso il pieno riconoscimento del ruolo delle donne. Per questo motivo annuncio il voto favorevole del gruppo di Liberi e Uguali (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Annibali. Ne ha facoltà.

LUCIA ANNIBALI (IV). Signor Presidente, colleghi, la pandemia da COVID-19 ha colpito tutta la società, ma ci sono state categorie più colpite delle altre. Le donne, in particolare, si sono ritrovate esposte su molteplici fronti, come quello economico, familiare, sanitario e fisico.

Una vera e propria recessione al femminile tanto che è stato coniato il termine “Shecession” per definirla. Il problema però non è solo italiano, è a livello europeo, l'EIGE ha pubblicato, il 5 marzo, i numeri dell'impatto COVID sull'uguaglianza di genere in Europa, dove l'occupazione femminile si è ridotta di 2,2 milioni in tutta l'UE. L'aspetto economico non è stato l'unico ambito colpito; la sfera sociale, ad esempio, ne sta risentendo in modo preoccupante. Nelle famiglie le donne hanno visto aumentare il carico del lavoro di cura, subendo un livello di stress elevatissimo. Le scuole sono rimaste troppo a lungo chiuse nel nostro Paese. Bene allora l'auspicio del Presidente Draghi proprio stamane in Senato di poter riaprire, anche nelle zone “rosse”, le scuole dell'infanzia e primarie allo scadere delle attuali restrizioni, anche se certamente il tema riguarda i ragazzi di tutte le età. Le donne sono state anche più esposte alla violenza in questo anno di pandemia e l'isolamento, così necessario per non contagiarsi, è la condizione in cui la violenza si esercita con più facilità. L'INAIL ancora ci ha detto che le lavoratrici sono state le più colpite dai contagi professionali da COVID-19, il 70 per cento del totale, poiché impegnate in prima linea nell'emergenza da Coronavirus in settori in prevalenza femminili.

Nonostante questa situazione drammatica, la resilienza delle donne in questo anno ha fatto la differenza nella lotta alla pandemia e per la tenuta sociale del Paese, quindi, a loro va il nostro profondo ringraziamento.

L'emergenza sanitaria ha mostrato con chiarezza i punti deboli della società: la disparità tra uomini e donne è uno di questi. In questi mesi, il Parlamento e il Governo hanno messo in campo comunque misure per sostenere le famiglie nei compiti di cura, processi di riforma, come il Familiy Act promosso dalla ministra Bonetti, che ringraziamo sempre per il suo lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva), una riforma a sostegno delle famiglie, dei percorsi educativi e della necessità di promuovere il lavoro femminile. Anche la legge di bilancio per l'anno 2021 contiene misure che danno la cifra del cambiamento in atto. E non dimentichiamo anche la possibilità, la grande possibilità, offerta dalle risorse del Recovery Fund in direzione delle donne. Nel nostro Paese persiste poi una rappresentazione del femminile fondata su sessismo e stereotipi di genere. Scardinare, dunque, questi stereotipi deve essere un obiettivo strategico dell'impegno contro le forme di discriminazione delle donne. Con questa mozione allora chiediamo risorse, investimenti di sostanza, una battaglia culturale per cambiare il paradigma alla base delle diseguaglianze di genere su cui fonda le sue radici anche la violenza maschile sulle donne. Concludo il mio intervento, colleghi, esprimendo, a nome del mio gruppo, vicinanza e sostegno alle donne turche che stanno manifestando in questi giorni contro il loro Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva e MoVimento 5 Stelle) che ha deciso di ritirarsi dalla Convenzione di Istanbul. Un fatto, questo, gravissimo che mette a rischio la protezione delle donne turche e rappresenta una ferita per tutte noi.

Annuncio il voto favorevole di Italia Viva naturalmente alla mozione di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ferro. Ne ha facoltà. Deputata Catia Polidori le dispiace anticipare il suo intervento? Penso si stia trattando di una questione che la riguarda.

CATIA POLIDORI (FI). Signor Presidente, ho visto, non ci sono problemi. Innanzitutto mi permetta di ringraziare tutte le colleghe e tutti i colleghi che hanno voluto - e peraltro di tutti i partiti - sottoscrivere la mozione a mia prima firma, ma soprattutto per il contributo importante che hanno dato nello stilare questo testo, che è diventato un testo assolutamente completo. E ringrazio anche la ministra Bonetti per aver accettato queste nostre posizioni. Ognuno di noi l'ha fatto, rinunciando, se vogliamo, alle peculiarità del proprio partito, ma per dare un segnale molto forte all'esterno: che tutti qui dentro siamo concordi che la parità di genere, benché sia diventata un evergreen (a volte rischia anche di diventare banale parlarne tanto tempo), invece è, ahimè, ancora oggi attualissima, perché ci siamo resi conto che la crisi un merito lo ha avuto, anche se è brutto: quello di mettere, ahimè, in evidenza le difficoltà strutturali e sociali storiche del nostro Paese, perché si parla di parità di genere almeno dagli inizi del secolo scorso. Tante cose sono state fatte, ma ci stiamo adoperando per farne molte di più: addirittura l'Agenda 2030 delle Nazioni Unite parla di sviluppo sostenibile e dice che lo sviluppo sostenibile è raggiungibile solo attraverso il coinvolgimento anche di quel 50 per cento di popolazione, quindi delle donne che invece oggi sono minimamente coinvolte nella società.

Solo utilizzando tutte le risorse, veramente noi saremo in grado probabilmente di dare una mano a questa crisi pandemica, sì, di salute, sì, ma anche gravemente economica. Sappiamo che chi ha subìto di più in questa brutta pandemia sono state proprio le donne, perché sono state in prima linea nel combatterla, ma, ahimè, sono state anche in prima linea nel subirla. Abbiamo visto tante donne che hanno dovuto rinunciare alla propria occupazione e non sempre l'occupazione, oggi perlomeno, in Italia, rappresenta il soddisfacimento delle proprie ambizioni: spesso rappresenta una necessità, perché - diciamocelo tranquillamente - le famiglie monoreddito hanno molta difficoltà ad andare avanti, soprattutto se in presenza di figli. Hanno dovuto scegliere tra la famiglia, in questo caso seguire i figli che erano in didattica a distanza, o seguire gli anziani, che erano diventati particolarmente fragili e che non potevano nemmeno più svolgere quel ruolo naturale, il ruolo ad esempio dei nonni, che da sempre in Italia ha sostenuto il lavoro della famiglia. Altre volte invece non l'hanno scelto loro, altre volte qualcuno ha scelto per loro, nel senso che la maggior parte dei lavori che sono stati sospesi sono stati proprio quei lavori in cui le donne sono maggiormente occupate, ad esempio i lavori di ristorazione, i lavori di assistenza, i lavori del turismo e poi in tanti casi - come giustamente si è fatto - si sono difesi i lavori con contratti a lungo termine e invece sappiamo che spesso le donne sono impiegate con contratti a breve termine, fanno anche lavori part-time e chiaramente questi se li sono visti togliere.

Questa situazione non consente uno sguardo nuovo verso il mondo, uno sguardo nuovo verso la società, verso l'ambiente, verso la natura, quello sguardo nuovo che invece, utilizzando questa forza lavoro, aiuterebbe sicuramente, per procedere, per andare avanti. Ci sono degli studi che dicono che l'utilizzo della forza lavoro femminile, un utilizzo del 60 per cento, farebbe aumentare addirittura di sette punti il PIL, cosa non da poco - direi - in un momento difficile come questo. Potremmo anche riuscire sicuramente a correggere le numerose storture che sono derivate da una visione parziale dei vari problemi, la visione parziale appunto del 50 per cento della nostra popolazione. Io mi sentirei di dire anche una cosa sulle quote rosa: io personalmente - e nemmeno il mio partito - siamo stati mai appassionati di politiche quotiste, se così si possono chiamare tra virgolette: le quote rosa le abbiamo sempre viste come uno strumento iniziale. A noi piace parlare di merito: a parità di merito, uomo o donna che sia, devono avere la possibilità di procedere e di vedere risolte le loro ambizioni, ma una cosa importante è che, laddove poi ci sono le possibilità di assumere due persone a parità di merito, allora sì, dobbiamo dare la possibilità a quel 50 per cento di contribuire. Forse riusciremmo ad uscire tutti insieme da questa pandemia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Chiara Gribaudo. Ne ha facoltà.

CHIARA GRIBAUDO (PD). Grazie, Presidente, Ministra, voglio ricordare a quest'Aula che non è la prima volta che affrontiamo il dibattito sulla parità di genere, né che votiamo una mozione così importante. Se da un lato possiamo essere soddisfatti, perché la nostra battaglia culturale trova sempre più spazio e condivisione anche nel dibattito pubblico, dall'altro, è doveroso essere sincere e sinceri con noi stessi e con i cittadini che ci ascoltano. Se misuriamo i passi che abbiamo fatto, di volta in volta, fra una mozione e l'altra, un anno dopo l'altro, con leggi di bilancio e riforme, scopriamo che la distanza sulla strada per la parità piena non si è ridotta perché i nostri passi sono stati troppo brevi. La pandemia ha rappresentato un terremoto distruttivo in un Paese già lacerato sulle disuguaglianze di genere, in cui l'occupazione femminile era inferiore di 18 punti a quella degli uomini e le donne venivano pagate meno degli uomini e a decine di migliaia si licenziavano ogni anno per la mancanza di servizi all'infanzia. Il 70 per cento dei 440 mila posti di lavoro persi nel 2020 è delle donne. Le donne si sono trovate e si ritrovano ancora oggi a fare welfare al posto dello Stato. Abbiamo legittimato la possibilità di lavorare in smart working e contemporaneamente accudire i figli, una scelta che ricade, per la quasi totalità, sulle spalle delle donne e che sta causando danni psicologici ancora indefinibili a migliaia di madri e di bambini mentre la DAD mette a rischio l'istruzione delle nuove generazioni. Dobbiamo dire basta all'impostazione che fa pagare il prezzo della pandemia a donne e giovani. Alla luce dei dati, le scuole in sicurezza devono riaprire. Serve allargare i congedi parentali a tutte le categorie di lavoratori, ma soprattutto serve tornare a scuola perché, in un Paese che ha a cuore il proprio futuro, la scuola dovrebbe essere l'ultimo luogo da chiudere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Bene che il Presidente Draghi questa mattina al Senato abbia speso parole in questo senso, ci auguriamo che arrivino presto i provvedimenti conseguenti, anche perché, quando parliamo di mura domestiche - lei lo sa bene, Ministra -, non dimentichiamoci quello che è accaduto in questo anno terribile: le chiamate al numero antiviolenza hanno registrato un incremento del 73 per cento durante il lockdown, nel 2020 sono avvenuti 112 femminicidi, uno ogni tre giorni. È su tutte queste sofferenze economiche, fisiche, psicologiche delle donne che noi oggi dobbiamo scegliere se vogliamo essere un Paese decadente e una democrazia limitata, o se vogliamo avere il coraggio di porre le fondamenta di una società nuova, nella quale a tutti i cittadini e le cittadine sia consentito di dare pienamente il loro contributo alla Repubblica. Diciamoci allora che quel che abbiamo fatto finora non è abbastanza. Se questo Parlamento e questo Governo vogliono imprimere una svolta, le cose da fare sono chiare e semplici: istituire un congedo di paternità di cinque mesi per una vera condivisione e non conciliazione delle responsabilità e dei tempi genitoriali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico); approvare una legge sulla parità salariale, dando seguito all'impegno della Commissione lavoro; potenziare davvero i centri antiviolenza e aiutare le vittime di maltrattamenti e di revenge porn a risollevarsi con percorsi psicologici ed aiuti economici; finanziare gli asili nido per andare oltre la soglia europea del 33 per cento e spingerci verso la richiesta dell'80 per cento dell'Alleanza per l'infanzia, in modo da creare posti di lavoro e contemporaneamente dare libera scelta a tutte le donne lavoratrici. Tutto questo abbiamo il dovere di farlo anche attraverso il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Non basta che il principio della parità sia trasversale e che le misure siano soggette a valutazione preventiva. Il commissario Gentiloni ieri lo ha detto chiaramente: dai titoli del Piano si deve passare ai progetti, perché solo valutando i progetti sapremo davvero quali effetti riusciremo a produrre sull'occupazione, sul rispetto dei diritti, sulla tutela della violenza fisica e sull'economia. Concludo, Presidente, dicendo che, per tutti questi motivi, il Partito Democratico oggi voterà a favore di questa mozione, che pone al Governo tanti e indispensabili impegni per sanare queste disuguaglianze di genere e ringrazio tutte le colleghe per il lavoro e anche i colleghi uomini del Partito Democratico, che sono tra i pochi intervenuti in quest'Aula. Ma l'impegno vero che chiedo a tutti noi e al Governo ovviamente è quello di ritrovarci qui, a mettere in fila le disgrazie e a provare ad affrontare il problema perché un Paese più equo per le donne è un Paese più equo per tutti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Wanda Ferro. Ne ha facoltà, per 5 minuti.

WANDA FERRO (FDI). Presidente, onorevoli colleghi, signori del Governo, l'impatto della pandemia sul tessuto economico-sociale italiano è stato certamente devastante. Le risposte dei Governi che si sono succeduti hanno in comune una mancanza di progettualità che oggi, con queste mozioni, una presentata dalla maggioranza, che abbiamo affiancato e una da Fratelli d'Italia, potrebbero colmare tanti buchi importanti. Da inizio del 2020 sono 440 mila i nuovi casi di disoccupati, di cui 312.000 solo donne. Un dato che è giusto sottolineare e ricordare perché, dietro questi calcoli, statistiche, si trovano volti, storie, si trovano famiglie. L'Italia è tra le ultime posizioni. Proprio per questo noi chiediamo grande attenzione all'interno del Recovery Plan su due temi fondamentali: la natalità e il Piano strategico delle famiglie. Il primo è un tema di cui, prima o poi, tutte le Istituzioni europee dovranno certamente farsi carico, poiché incide negativamente sulle politiche del welfare, rendendole certamente deboli e inefficaci; senza un piano reale di sostegno alle famiglie e di intervento sul problema della natalità non usciremo mai da questo calo demografico.

Un anno di deflagrazione della pandemia rischia, nella ricaduta sociale ed economica, un impatto terribile sull'uguaglianza di genere, spingendo sulla soglia di povertà milioni di donne e di ragazze. Purtroppo, le chiusure a tappeto hanno colpito, in maggiore misura, tutte le attività che fanno capo alle donne, con un divario occupazionale che dovrà essere colmato, ma bisogna intervenire subito. Parliamo di un 60 per cento dove sei donne su dieci, in qualche modo, da una fascia di età che va dai 25 ai 34 anni, si vedono fuori dal mondo del lavoro. E poi il tema della violenza domestica: le violenze verso le donne durante il periodo di lockdown sono aumentate vertiginosamente e favorite soprattutto dalla mancanza di assistenza effettiva da parte degli enti preposti.

Di particolare rilievo sono i primi accessi al pronto soccorso, dai quali emerge che in quasi tre anni sono 16.140 le donne che hanno avuto almeno un accesso al pronto soccorso con l'indicazione di diagnosi di violenza. I dati forniti dall'OMS sono altrettanto allarmanti rispetto ad una malattia sociale trasversale a tutte le latitudini geografiche. È stata importante l'approvazione da parte di questo Parlamento del “codice rosso” rispetto alla violenza, ma soprattutto anche l'aver inserito il Revenge porn. Altro tema importante, al quale dobbiamo guardare tutti con importante attenzione, da non sottovalutare, è il fenomeno di crescita di molestie o minacce sul luogo del lavoro, che sono ancora tante. Ed ecco perché chiediamo di introdurre risorse economiche nel piano straordinario contro la violenza; una violenza che sempre di più è all'ordine del giorno.

Altro tema importante è quello delle disuguaglianze subite nel mercato del lavoro: una problematica che appare più difficile da superare è quella del divario proprio salariale. Per questo chiediamo ancora maggiore equità sulle condizioni economiche e stipendiali delle donne rispetto al lavoro dei colleghi uomini. Da sottolineare, poi, sono ancora le agevolazioni per le donne che vogliono conciliare l'attività lavorativa e l'accudimento alla famiglia, che va fatto su più fronti, a partire da quello culturale, posto che deve essere ritenuto come conciliazione e non solo un problema appartenente al mondo femminile. La conciliazione tra scelte riproduttive e scelte lavorative è un problema irrisolto che dobbiamo certamente garantire; dobbiamo prevedere maggiori servizi per le lavoratrici, sostenere e occupare le donne per poter dare la giusta attenzione all'ambito familiare.

Abbiamo proposto di istituire tante cose: nei cinque minuti a disposizione tutto ciò che è contenuto nella mozione non può essere messo in campo in modo approfondito e dettagliato, ma la conciliazione tra lavoro e famiglia riguarda anche una parte economico-finanziaria importante che si può offrire, dando un giusto contributo alla vita familiare. Se è vero che serve un deciso cambio di mentalità e una profonda svolta culturale nel nostro Paese, bisogna cambiare visione. Quindi, noi chiediamo di sostenere, come faremo noi nella mozione di maggioranza, queste donne che ogni giorno vanno incontro a difficoltà e troppo spesso si ritrovano accanto uno Stato che non fornisce le risposte concrete che necessitano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ravetto. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

LAURA RAVETTO (LEGA). Presidente, colleghi, ieri il Ministro Orlando ha annunciato la costituzione di una task force sulle pari opportunità. Ma allora vi chiedo: abbiamo davvero bisogno di una task force che ci dia numeri e soluzioni? Credo di no, i numeri li conosciamo tutti: 48 per cento di occupazione femminile, con una media del 62 per cento europea; 3 per cento soltanto gli amministratori delegati donne in Italia; 20 per cento soltanto di donne dirigenti in Italia; 20 per cento di giornaliste che firmano i loro articoli. E se vi facessi una domanda in quest'Aula, la faccio anche ai colleghi giornalisti che ci ascoltano, ma se vi chiedessi il nome di un direttore di giornale (direttore, direttrice, a me non interessa il lessico, interessa la sostanza), vi verrebbe in mente? Probabilmente no!

A questi numeri, che già sono drammatici, a questa crisi di genere, a questa crisi strutturale si è aggiunta anche una crisi sulla crisi a causa del COVID: di 440 mila disoccupati nell'anno 2020, il 70 per cento sono state donne. La DAD, la chiusura delle scuole, i carichi familiari sono tutti stati riversati sulle donne, con una media di 62 ore settimanale; e conosciamo non soltanto i numeri, ma anche le soluzioni, sono banali le soluzioni. Le abbiamo scritte tutte uguali nella nostra mozione unitaria e, lasciatemi dire, anche nella mozione di Fratelli d'Italia, che forse, insomma, potevamo fare quindi uguale tutti insieme, perché sono parità salariale, parità di accesso, congedi parentali, bonus babysitter, formazione, lotta alla violenza. Quindi abbiamo bisogno di task force? No, abbiamo bisogno di risorse e di volontà politica di stanziare queste risorse (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Parità salariale? Rifinanziamo il fondo che c'è già sulla parità salariale. Politiche per la famiglia: dobbiamo uscire dagli stereotipi, ma anche uscire dalle ideologie. Non siamo uguali, le donne fanno i figli e gli uomini no; quindi dobbiamo mettere in atto tutti quegli strumenti necessari per restituire vantaggio a quelle donne che si sono dedicate alla maternità. Quindi politiche per la famiglia: chi fa la guerra alla famiglia fa la guerra alle donne (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché soltanto con interventi sulla famiglia possiamo sgravare le donne di oneri che altrimenti sono a carico solo suoi.

Quindi benissimo il bonus babysitter; attenzione, però, magari sia universale, sia per tutti. Le risorse sono poche? Le troviamo, tutte le madri hanno diritto a questo bonus; poi, semmai, dopo lo tassiamo diversamente, progressivamente. Assegno unico familiare: bene, ma Ministro - Presidente, al Ministro -, che cada a terra, che arrivino i soldi. Troppe scartoffie, troppe dichiarazioni (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! I soldi devono arrivare alle famiglie. Allora defiscalizzazione, perché non ci sono soltanto le donne dipendenti, ci sono anche le libere professioniste. Facevo l'avvocato: le avvocatesse hanno bisogno di poter defiscalizzare il servizio di babysitter, perché a loro il bonus altrimenti non arriva.

Congedi parentali, è stato detto, perché così uomo e donna si dedicano lo stesso tempo ai figli. Il datore di lavoro, quindi, ha le stesse condizioni di assunzione e vi do una notizia: pure gli uomini hanno diritto, e non solo dovere, a rimanere con i loro figli (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Poi naturalmente asili e naturalmente, quindi, tutte queste politiche sulla parità di natura economica e familiare. Parità di accesso, rappresento in quest'Aula un gruppo che la pensa come Draghi: non abbiamo bisogno di quote, abbiamo bisogno di parità di accesso (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Anche perché le quote, scusate, curiosamente le abbiamo applicate fuori da quest'Aula, nel privato, dove, per carità, le condizioni di differenza sono ancora gravi, però è un po' più meritocratico, ma non all'interno, e comunque non hanno rappresentato uno strumento determinante, i numeri sono lì a dirlo. E spesso sono un po' come la catapulta: catapultano, lanciano qualcuna, però ci si può anche ritorcere contro, perché, se quella lanciata poi per caso non ha le stesse condizioni, le stesse qualifiche, gli stessi percorsi dell'uomo, allora ci diranno che ne abbiamo approfittato. Quindi no, parità di accesso significa risorse sulla formazione e poi significa anche un approccio culturale, diciamocelo. Anche qui, siamo sempre bravi a chiedere la parità agli altri. Abbiamo visto tutto il dibattito sulla rappresentanza femminile al Governo e sono orgogliosa di rappresentare in questo momento, in quest'Aula, un gruppo che, su tre ministri, ha espresso una donna (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), però, attenzione - mi rivolgo a lei, Presidente, e per suo tramite a tutti i Ministri e anche al Presidente Draghi -, nei prossimi mesi avremo 150 nomine da fare nel pubblico.

Lì non è che c'è concorso o c'è competizione: sono nomine. Allora, se vogliamo essere coerenti, forse anche qui dovremmo, forse per la prima volta, creare una rappresentanza femminile qualificata, non per grazia divina, ma una rappresentanza femminile. Concludo, Presidente: la scala per arrivare alla parità di genere è una scalinata ripida. Noi, purtroppo, da decenni siamo ancora sul pianerottolo delle liturgie e delle litanie. Quindi noi la voteremo la mozione, convintamente, voteremo anche quella di Fratelli d'Italia, che è sostanzialmente simile, però io è 15 anni che sono in questo Parlamento, di mozioni ne ho viste tante. Qual è l'occasione vera? Il Recovery Fund, le risorse! Che sia un'occasione, se veramente vogliamo, per passare alla concretezza, per avere un mondo più pulito, più green, con riforme economiche, ma anche più uguale nella socialità, e quindi più uguale nelle pari opportunità. La Lega agogna la parità di genere, ma che siano politiche serie, non ideologiche e non sterili manifesti elettorali, che non avranno seguito (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata D'Arrando. Ne ha facoltà. È l'ultimo intervento prima del voto, quindi prego i colleghi intanto di riprendere posizione. Prego.

CELESTE D'ARRANDO (M5S). Grazie, Presidente. Io sono una donna, ma prima ancora sono una persona con pari diritti e pretendo pari opportunità, perché siamo tutti esseri umani allo stesso modo. Sì, sono una donna con disabilità, prima ancora, però, sono una persona con diverse capacità e competenze, ma con gli stessi diritti nel mondo del lavoro e nella quotidianità. E, invece, spesso sono vittima di una doppia discriminazione, come donna e come persona con disabilità, come se la diversità fosse qualcosa da temere e da rifiutare, invece che essere fonte di conoscenza e di crescita. Sì, sono una ragazza e mi vesto come voglio. E non spetta a nessuno chiedermi come ero vestita e pensare addirittura che in qualche modo sia colpevole, se un uomo per strada mi ha fischiata, se non mi sono sentita sicura o addirittura se mi hanno violentata. Il concetto è semplice e chiaro: se un uomo commette violenza su una donna, è solo lui ad essere il colpevole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Sì, sono una mamma e ho deciso di esserlo. Essere madre non è e non deve essere una colpa da espiare, bensì una scelta, un dono di cui gioire. Non deve essere un ostacolo nel mondo del lavoro e non deve significare nemmeno dover scegliere tra carriera e famiglia.

Sì, sono una studentessa universitaria. E anche io riesco a comprendere la fisica quantistica, la matematica e, magari, in un futuro, potrei anche essere un premio Nobel: la scienza non conosce discriminazioni di nessun tipo. Sono Maria, Carla, Ludovica e ancora non comprendo cosa ci sia di diverso tra me e il mio collega, perché, pur facendo lo stesso lavoro, pur avendo le stesse responsabilità, lo stesso titolo di studio, io continuo a guadagnare di meno. E continuo a non capire perché, se lui viene promosso, è perché gli spetta ed è una persona in gamba e competente; mentre, se vengo promossa io, è così difficile pensare e credere che me lo sia meritato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Nel 2021, perché è ancora così difficile?

Eppure continua ad essere ancora necessario scrivere parole e urlare al mondo che anche noi esistiamo, che lavoriamo, che studiamo e, tra l'altro, a parità di percorso accademico, conseguiamo anche risultati migliori. Perché, Presidente, colleghi e colleghe, noi continuiamo a ricordare ad ogni atto e ricorrenza che ci sono diritti che non vengono garantiti, ma nonostante tutti gli sforzi continuiamo a rimanere fermi sempre allo stesso punto. Allora, nell'arte del ricordo, voglio ricordare quelle donne che hanno e che continuano a fare la storia di questo Paese e nel mondo. Maria Montessori, prima donna che rivoluzionò il mondo della pedagogia. Ilaria Alpi, uccisa 27 anni fa in circostanze misteriose, mentre svolgeva il suo lavoro di giornalista per l'informazione pubblica di questo Paese. Rita Levi Montalcini, premio Nobel per la medicina. Tina Anselmi, che è stata la prima donna ad aver ricoperto la carica di Ministro della Repubblica; Nilde Iotti, la prima donna eletta Presidente della Camera. Emanuela Loi, morta nella strage di via D'Amelio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Potrei continuare all'infinito, citando tutte le donne che quotidianamente, in questo Paese, fanno la differenza e continuano a difendere le conquiste finora raggiunte dalle costanti minacce e insidie di una cultura misogina e sessista, che è ancora troppo forte nella nostra società, in cui sembra ancora necessario dimostrare che noi siamo “in grado di…”. Ma non è così. Noi non dobbiamo dimostrare nulla a nessuno. È questa società che deve dimostrarsi di essere alla nostra altezza. Ci definiamo una società civile, nonostante ci sia ancora una donna ogni tre giorni che viene ammazzata, nonostante che, in questa emergenza, circa 90 mila donne abbiano perso il lavoro, nonostante si continui ad assistere a donne che rinunciano al proprio lavoro per stare a casa e svolgere il ruolo di caregiver familiari, una figura che dobbiamo riconoscere giuridicamente, e nonostante ci siano ancora regioni italiane in cui lavora una donna su tre.

In conclusione, Presidente, colleghi e colleghe, abbiamo di fronte a noi una sfida culturale, che non possiamo rimandare…

PRESIDENTE. Concluda.

CELESTE D'ARRANDO (M5S). …e, concludo, che richiede l'impegno di tutti e di tutte. Proprio perché crediamo che un vero cambiamento culturale si possa raggiungere, auspichiamo che questi obiettivi non rimangano solo parole, ma impegni concreti per le milioni di donne a cui ancora oggi viene tolta la voce. Per tutti questi motivi dichiaro il voto favorevole alla mozione, per il MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla mozione.

Avverto che la mozione Polidori ed altri n. 1-00433 (Nuova formulazione) è stata sottoscritta anche dalla deputata Wanda Ferro, che, con il consenso degli altri sottoscrittori, ne diventa la decima firmataria.

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Come da prassi, le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Polidori ed altri n. 1-00433 (Nuova formulazione), su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Meloni ed altri n. 1-00438, come riformulata su richiesta del Governo e per quanto non assorbita dalla precedente votazione. Il parere del Governo è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Mentre votiamo, vi prego di mantenere la vostra posizione, senza defluire dall'Aula, perché abbiamo ancora una procedura da espletare. C'è qualche deputato perplesso, ma così è.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 5) (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Sull'ordine dei lavori (ore 13,13).

PRESIDENTE. Allora, colleghi, c'è un ultimo punto. Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il deputato Edoardo Ziello. Ne ha facoltà.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Grazie, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)…

PRESIDENTE. Non credo che questo applauso sia per lei, deputato Ziello.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Lo so, infatti, ringraziavo lei… Di tutti i colleghi l'applauso.

PRESIDENTE. Però, insomma, è di buon auspicio. Prego.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Chiediamo di rinviare questo punto, il punto n. 5 dell'ordine del giorno, ad una seduta della prossima settimana.

PRESIDENTE. Allora, sulla richiesta di rinviare alla seduta di martedì 30 marzo, dopo l'esame del disegno di legge di delegazione europea, il seguito dell'esame delle mozioni in materia di Deposito nazionale per il combustibile nucleare irraggiato e i rifiuti radioattivi, potrà intervenire, ai sensi articolo 41, comma 1, del Regolamento, un deputato contro e uno a favore.

Parla contro il deputato Foti. Deputati, rimanete cortesemente in Aula, perché c'è un voto da fare. Prego, deputato Foti.

TOMMASO FOTI (FDI). Sì, signor Presidente, molto brevemente. È stata, quella in esame, una mozione, o meglio, è stato un gruppo di mozioni, che sono già state rinviate in altra occasione. Ci pare che vi fossero le condizioni per esaminarle e, da parte di Fratelli d'Italia, vi è l'opposizione alla proposta di rinvio alla prossima settimana (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a favore il deputato Lino Petazzi. Ne ha facoltà.

LINO PETTAZZI (LEGA). Grazie, Presidente. L'approvazione della CNAPI, avvenuta all'inizio di quest'anno, ha destabilizzato molti territori, che hanno tensioni sociali e divisioni conflittuali nella popolazione. Si consideri che, solamente nella mia provincia, sono state individuate sei aree idonee.

In queste aree non si è tenuto conto di fattori estremamente importanti, quali una forte vocazione turistica e un'alta densità abitativa e non si è tenuto conto nemmeno delle tipicità agricole; nel caso dell'area individuata nel mio comune, non si è tenuto conto della presenza di falde acquifere praticamente a filo del terreno né, ancora peggio, dell'appartenenza all'UNESCO, patrimonio mondiale dell'umanità.

Per questi e molti altri motivi, vi è la necessità di rivedere i criteri adottati da Sogin per la stesura della CNAPI. Per arrivare a questa revisione vi è la necessità di avere la massima convergenza fra tutte le forze politiche e, quindi, al fine di recepire maggiori informazioni e di ottenere la più ampia condivisione in quest'Aula, ritengo utile il rinvio della mozione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di rinviare alla seduta di martedì 30 marzo, dopo l'esame del disegno di legge di delegazione europea, il seguito dell'esame delle mozioni Molinari ed altri n. 1-00414, Fregolent ed altri n. 1-00417, Prestigiacomo ed altri n. 1-00418 e Fornaro ed altri n. 1-00429 in materia di individuazione del deposito nazionale per il combustibile nucleare irraggiato e i rifiuti radioattivi.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva, per 351 voti di differenza.

Invito, a questo punto, i colleghi a lasciare l'Aula per consentire la sanificazione della stessa entro le ore 14,30. Sospendiamo la seduta, che riprenderà alle 14,30.

La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 13,15, è ripresa alle 14,30.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANDREA MANDELLI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno la Ministra della Giustizia, il Ministro della Transizione ecologica, il Ministro dell'Istruzione e il Ministro della Salute. Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Iniziative di carattere normativo volte a sospendere l'esecuzione delle demolizioni di immobili abusivi per il periodo dell'emergenza connessa alla pandemia, nonché a favore dei soggetti in difficoltà economica che abbiano subito durante l'emergenza sanitaria la demolizione dell'abitazione – n. 3-02127)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Spena ed altri n. 3-02127 (Vedi l'allegato A). La deputata Maria Spena ha facoltà di illustrare la sua interrogazione, per un minuto.

MARIA SPENA (FI). Grazie, Presidente. Proprio in questo momento in cui quasi tutto il Paese è in “zona rossa” e c'è l'obbligo di stare in casa per contenere la diffusione del virus, ci sono persone che una casa rischiano di perderla da qui a poche settimane. Sto parlando dei cittadini italiani, a partire dalla Campania, destinatari di notifiche di ordinanze di demolizione di quelle abitazioni, abusive, sì, ma di necessità, che sono gli unici rifugi sicuri in tempo di COVID. Migliaia di famiglie che, in molti casi, non hanno più un lavoro né capacità economiche per garantirsi una alternativa abitazione, a cui noi vogliamo dare oggi voce in questa Aula. Da più di un anno, si è deciso di bloccare gli sfratti per non far finire le persone in mezzo ad una strada in piena pandemia. Perché la stessa misura non viene utilizzata anche per quei cittadini, campani in primis, che vivono con la paura di veder demolita l'unica casa che hanno? Per questi motivi, chiediamo alla Ministra della Giustizia di sospendere temporaneamente l'esecuzione degli ordini di demolizione fino a fine pandemia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. La Ministra della Giustizia, Marta Cartabia, ha facoltà di rispondere.

MARTA CARTABIA, Ministra della Giustizia. Grazie, signor Presidente. Grazie della domanda. Il tema in questione è stato portato all'attenzione…

PRESIDENTE. Signor Ministro, mi permetto di interromperla; deve alzarsi in piedi. Mi scusi signor Ministro.

MARTA CARTABIA, Ministra della Giustizia. Sì, certo, ha ragione, mi scusi lei, di solito mi alzo sempre.

Il tema in questione è stato portato all'attenzione del Governo, e in particolare della Presidenza del Consiglio, soltanto negli ultimi giorni e non è stato ancora possibile raccogliere gli elementi indispensabili per affrontarlo in tutta la sua complessità. In ogni caso, sul punto ci sono delle interlocuzioni, che ho avuto anche con il Ministro per il Sud, Mara Carfagna, interessata a pieno titolo nella problematica in esame, per ragioni di competenza. Ovviamente, non sfugge all'attenzione di questo Governo la condizione sociale di chi potrebbe trovarsi sprovvisto di una soluzione abitativa proprio durante l'emergenza sanitaria in corso. D'altro canto, a differenza di altre situazioni aggravate dall'emergenza pandemica, in questo caso si tratta dell'abbattimento di immobili abusivamente costruiti e vengono in rilievo, in questo caso, fondamentali e molteplici interessi a tutela della collettività, in particolare la demolizione volta a eliminare le conseguenze dannose di una condotta illecita per rimuovere i danni recati a tutela del territorio e dell'ambiente. Naturalmente, nell'atto di garantire questi interessi generali, le istituzioni non possono rimanere insensibili agli effetti che si possono determinare sulla condizione sociale delle singole persone - le situazioni possono essere molto diverse -, specie di coloro che sono sprovvisti di alloggio alternativo nonché delle risorse economiche per garantirsi una differente abitazione. A questo proposito va sottolineato che è nell'ambito della medesima procedura esecutiva che debbono assumere rilievo le istanze di carattere individuale: è lì che ci sono gli strumenti per valutare accuratamente, da parte delle autorità competenti e, in primo luogo, dell'autorità giudiziaria, caso per caso. È infatti dall'analisi delle singole e specifiche situazioni che possono emergere situazioni di insuperabile necessità, cui dovrà essere dato adeguato rilievo, individuando di volta in volta soluzioni appropriate, mentre tali specifiche problematiche sembrano assai difficilmente declinabili nel quadro di un intervento normativo o, comunque, di carattere generale.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il deputato Carlo Sarro.

CARLO SARRO (FI). Grazie, Presidente. Registriamo le dichiarazioni del signor Ministro ed anche un primo segnale di apertura su una tematica così complessa. Da almeno dodici anni, in questo Parlamento, la questione viene posta ripetutamente, anche perché trattiamo di una questione che investe il destino di circa 200 mila famiglie campane, perché tali sono le dimensioni del fenomeno dell'abusivismo che, naturalmente, non è venuto fuori nel giro di pochi anni ma è il risultato di una sedimentazione, di inerzia amministrativa, di omissione di controlli e anche di interventi della stessa autorità giudiziaria, che hanno consentito, per più di un ventennio, una sostanziale situazione di irregolarità. A fronte di questa situazione, noi abbiamo due dati, signor Ministro, che sottoponiamo alla sua autorevole valutazione. Il primo è rappresentato dal fatto che alla Campania, unica regione in Italia, è stata negata la possibilità di applicazione del terzo condono, dell'istituto della sanatoria, e su questo ci sono due sentenze della Corte costituzionale, la n. 49 del 2006 e, prima ancora, la n. 199 del 2004.

La seconda considerazione che affidiamo alla riflessione del Governo e sulla quale speriamo presto di avere anche degli interventi: lei, correttamente, ha evidenziato che è l'autorità giudiziaria che deve valutare i singoli casi ma, purtroppo, noi stiamo registrando situazioni estremamente complesse e difficili sul territorio. Ci sono, nel comune di Terzigno, quattordici famiglie che hanno perso l'abitazione, acquistata con una procedura esecutiva presieduta e controllata da un tribunale; c'è la situazione di una famiglia di Ischia, dove una signora, sospetta di COVID, è stata comunque allontanata, con l'intervento della forza pubblica, dalla sua abitazione - o rischia di esserlo nelle prossime ore - e dove soprattutto nessuna considerazione e nessuna valutazione è stata riservata alla posizione individuale. Per questo, noi chiediamo davvero un intervento, almeno per tutta l'emergenza COVID, che renda la forza pubblica disponibile per altre questioni, per i controlli sul territorio e sull'accesso al nostro Paese, piuttosto che nei confronti di queste famiglie che hanno la sola responsabilità di essere state costrette, in assenza di regole, a soddisfare la loro esigenza abitativa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

(Iniziative di competenza per la salvaguardia del paesaggio e degli ambienti naturali del Parco del Beigua nella regione Liguria, in relazione ad un permesso di ricerca per attività mineraria - n. 3-02128)

PRESIDENTE. Il deputato Federico Fornaro ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02128 (Vedi l'allegato A).

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, come lei saprà, con decreto dirigenziale n. 1211 del 2021, la regione Liguria ha conferito alla Compagnia europea per il titanio il permesso di ricerca sulla terraferma di minerali solidi nel comprensorio del Beigua, la più vasta area naturale protetta ligure, che, per l'eccezionale patrimonio geologico presente, è geoparco europeo e mondiale, nonché sito dell'UNESCO. La stessa azienda, già nel 2015, aveva avanzato un'istanza che era stata respinta, anche con ricorso rigettato, nel febbraio del 2020, dal tribunale amministrativo.

Siamo, quindi, a richiederle, signor Ministro, quali siano, con riguardo ai permessi di ricerca e alle concessioni di coltivazione di minerali solidi e risorse geotermiche sulla terraferma, sia l'indirizzo politico nazionale nel settore, sia quello che lei intende mettere in atto per evitare quello che rischia di essere un disastro ambientale per le conseguenze che ne deve deriverebbero se dovesse andare avanti l'ipotesi di una miniera di titanio in quest'area protetta, inestimabile per biodiversità e valori ecologici e paesaggistici, che metterebbe a rischio le fonti di approvvigionamento idrico di diversi acquedotti sia liguri che piemontesi.

PRESIDENTE. Il Ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO CINGOLANI, Ministro della Transizione ecologica. Grazie, Presidente. Il Parco regionale del Beigua è da diversi anni incluso nella rete dei parchi UNESCO ed è un'area protetta sub-nazionale di estrema rilevanza sul piano locale e nazionale. Nell'ambito di queste aree è radicalmente vietata ogni attività di sfruttamento e di estrazione mineraria e per tale motivo la regione Liguria aveva già respinto un'istanza presentata nel 2015 dalla Compagnia europea per il titanio, il CET, che avrebbe comportato, tra l'altro, interventi di prelievo e campionatura di minerali. Inoltre, nell'ambito delle Zone speciali di conservazione, ZSC, come quella limitrofa al Parco regionale in questione, opera il generale divieto di attività estrattive e di apertura di nuove cave, sancito dal DM n. 184 del 2007.

Tanto premesso, occorre comunque ricordare che già nel 1972 le funzioni amministrative, anche di carattere autorizzativo, in precedenza esercitate dalle amministrazioni dello Stato in materia di cave e torbiere sono state trasferite alle regioni a statuto ordinario.

Venendo al quesito posto dagli onorevoli interroganti, a seguito di notizie pervenute al Ministero circa il possibile avvio di procedure preliminari per lo sviluppo di attività di ricerca mineraria, non di sfruttamento, almeno in questa fase, nel Parco e nelle aree limitrofe, gli uffici si sono immediatamente attivati, chiedendo elementi informativi dettagliati sulla questione all'ente Parco.

L'ente ci ha riferito quanto segue: punto 1, la CET ha presentato una nuova domanda di autorizzazione per la ricerca mineraria nell'area di interesse, dopo quella del 2015 che era stata respinta, senza prevedere alcun prelievo di campioni attraverso analisi non invasive e non distruttive del suolo, scansioni, sostanzialmente; punto 2, la conferenza di servizi decisoria ha escluso qualunque intervento nell'ambito del Parco, mentre nell'area esterna, classificata come ZSC, ha ammesso l'attività di ricerca con le specifiche cautele indicate dall'ARPAL; punto 3, il provvedimento conclusivo regionale del 26 febbraio 2021 ha ammesso le sole attività di ricerca, con radicale esclusione dell'area del Parco naturale, ammettendo le stesse nell'area ZSC, ma previa intesa con l'ente Parco, sulla base di un programma di lavoro che tiene conto delle eventuali criticità emerse. Occorre sottolineare che, nell'ambito del procedimento autorizzativo in oggetto, la CET ha presentato un'istanza di pronuncia di compatibilità ambientale agli uffici del Ministero che rappresento e che, con atto 68 del 2020, tali uffici hanno dichiarato l'insussistenza dei presupposti per l'attivazione di una procedura di VIA nazionale, rilevando l'assenza di interventi che possano anche potenzialmente apportare modifiche all'ambiente naturale e al paesaggio. Da questi elementi sembrerebbe che l'autorizzazione rilasciata dalla regione competente abbia tenuto conto del rigido sistema di vincoli che tutela l'area del Parco nazionale regionale e la limitrofa Zona speciale di conservazione. Gli uffici del Ministero che rappresento hanno esercitato i propri compiti in tutela nel corso della vicenda amministrativa e successivamente si sono prontamente attivati nei confronti dell'ente Parco per assicurarsi, in ordine al rispetto delle prescrizioni, a tutela delle aree naturali protette sancite dalla legge quadro n. 394 del 1991. Posso comunque assicurare che laddove emergessero in futuro violazioni della pertinente disciplina vincolistica saranno prontamente attivate le prerogative di autorità di sorveglianza nazionale che la legge riconosce al Ministero della Transizione ecologica.

PRESIDENTE. Il deputato Luca Pastorino ha facoltà di replicare.

LUCA PASTORINO (LEU). Grazie, signor Presidente. Grazie, signor Ministro, questa è una risposta, lo saprà, molto attesa dalle nostre comunità, dai comuni di Urbe e di Sassello; è una risposta che rileggerò nei prossimi minuti, perché, insomma, anche le comunicazioni dell'ente Parco del Beigua, sono qui, mi sembravano un po' diverse da quelle che ho ascoltato prima. A nostro modo di vedere, dal punto di vista normativo, la copertura nazionale sull'estrazione in termini legislativi c'è, un po' meno, oppure demandata alle regioni, ma insomma con delle “buche”, sulla questione relativa alla ricerca. Questo lo dimostra anche la storia che lei ha ricordato nella sua risposta. Noi chiediamo che l'obiettivo sia quello di un indirizzo di politica nazionale che vada a negare definitivamente, senza più ombra di dubbio, attività di ricerca e di estrazione nei parchi – questo c'è già –, ma anche nelle zone limitrofe, perché, insomma, è vero che se andiamo a venti metri dalla zona speciale di conservazione, lei capisce bene che, insomma, non ci siamo lo stesso. Quindi, come obiettivo di politica ambientale noi siamo a suggerirle quello, anche perché ultimamente in Liguria stanno fiorendo interessi per altri siti e lo saprà, lei che la conosce bene la Liguria, e mi fa piacere vederla in questa veste, dopo un po' di anni, però sia a Maissana che a Gambatesa, insomma, c'è lo stesso tipo di fenomeno. Quindi, bene la transizione ecologica dell'economia. È un termine che ci piace anche tanto, ma il punto fondamentale, a nostro avviso, è quello del rispetto dell'ambiente e del diritto alla salute delle persone e fuori da questo, secondo me, se ci muoviamo male non facciamo un grande servizio soprattutto al nostro ambiente, laddove ci sono già realtà, come il parco del Beigua, che hanno bisogno solo di tutela, di conservazione e di rispetto.

(Iniziative per la riapertura in sicurezza delle istituzioni scolastiche, con priorità per le scuole dell'infanzia e del primo ciclo – n. 3-02129)

PRESIDENTE. Il deputato Gianluca Vacca ha facoltà di illustrare l'interrogazione Bella ed altri n. 3-02129 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

GIANLUCA VACCA (M5S). Grazie, Presidente. Ministro Bianchi, l'ultimo DPCM, che ha disposto la chiusura delle scuole nelle zone rosse e in altri casi, è stato un passo indietro rispetto alla linea seguita dal precedente Governo, che invece - lo ricordiamo tutti - aveva lasciato le scuole aperte fino alla prima media anche nelle zone rosse. Invece, la chiusura di tutte le scuole e la discrezionalità totale, anche lasciata alle regioni, hanno reso la situazione ancora più drammatica per i nostri studenti. Lo studio dell'istituto europeo di oncologia, che abbiamo letto ieri, ha certificato ulteriormente quello che già sapevamo, cioè che l'incidenza delle scuole nella diffusione della pandemia è ridotta ed è molto più bassa di quella di altri settori. Oggi, quindi, con ancora più fermezza, noi possiamo ribadire il principio che le scuole devono essere le ultime a chiudere e le prime a riaprire, e le sue parole, dei giorni scorsi, e quella del Presidente Draghi, di questa mattina, ci confortano molto.

Quindi, noi chiediamo quali iniziative intenda intraprendere il Governo per riportare a scuola in sicurezza i nostri ragazzi, cominciando dai più piccoli, ma non soltanto i più piccoli, e anche magari quali iniziative intenda intraprendere il Governo per coordinare meglio l'attività del Governo con la discrezionalità delle regioni e, quindi, l'attività delle regioni in questo campo.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, ha facoltà di rispondere.

PATRIZIO BIANCHI, Ministro dell'Istruzione. La ringrazio moltissimo, onorevole. Mi permetta, innanzitutto, di chiarire che la nostra scuola non si è mai fermata. Abbiamo sospeso le attività in presenza, ma la scuola non si è mai fermata, e qui voglio esprimere tutta la mia gratitudine a tutto il nostro personale, agli insegnanti, ai dirigenti, a tutto il personale, perché, pur nella straordinaria difficoltà, hanno lavorato per mantenere sempre un rapporto continuo e proficuo con i bambini e le bambine, le studentesse e gli studenti. Lo scenario epidemiologico si è modificato rispetto a un anno fa. Le varianti: la variante inglese ha imposto un sovrappiù di attenzione e la nostra decisione, difficile ma responsabile, come lei può ben cogliere, è stata sempre fondata sulle analisi che ci sono state prodotte dal Comitato tecnico-scientifico e dall'Istituto superiore della sanità. Siamo convinti e siamo convintissimi che questa prolungata sospensione dell'attività ha procurato problemi che potranno essere anche duraturi, non bisogna nascondersi ai nostri ragazzi. E per questo il Governo ha ribadito, per bocca del suo Presidente, la volontà decisa, decisissima, di ritornare quanto prima in presenza. Su questo io stesso ho incontrato il generale Figliuolo e ho incontrato il professor Locatelli. Nell'ambito del Governo c'è un incontro continuo tra i Ministri che ha portato, nello scorso decreto-legge Sostegni, a disporre di 300 milioni, 335 per l'esattezza, su questo tema.

Più precisamente, 150 per quanto riguarda gli interventi e i presidi sanitari e 150 per quanto riguarda il sostegno delle attività formative e i 35 milioni posti dalla Ministra Carfagna proprio per strumenti di connessione. Non soltanto siamo presenti, non soltanto abbiamo chiaro, ma abbiamo chiaro che il nostro obiettivo è riportare tutti gli studenti, tutti i ragazzi, a partire dai bambini e dalle bambine, tutti al più presto, come ha detto oggi il nostro Presidente, nelle condizioni di essere presenti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Il deputato Marco Bella ha facoltà di replicare.

MARCO BELLA (M5S). Grazie, Ministro. Siamo soddisfatti del suo grande impegno e del lavoro suo e dei sottosegretari. Complesso però usare la parola “soddisfatti”, mentre l'80 per cento dei nostri studenti è fuori dalle loro aule. In questa emergenza, il Movimento 5 Stelle, insieme all'ex ministra Azzolina, ha sempre chiesto che le scuole fossero le ultime a chiudere e le prime ad aprire, non come battaglia ideologica, ma basandoci sulla conoscenza scientifica, decisamente aumentata rispetto ad un anno fa. Il più completo e dettagliato studio della professoressa Sara Gandini, già citato dal mio collega, dimostra che la seconda ondata in Italia non è stata causata dalle scuole e che l'apertura o chiusura delle scuole non ha cambiato l'indice Rt. Nonostante l'alta circolazione di varianti, che sono sì più contagiose, ma più contagiose per tutti, non in modo selettivo per i giovani, la Francia non ha chiuso le scuole; lo fa sulla base di tre settimane di test rapidi, i quali hanno evidenziato che i focolai in ambito scolastico, pur presenti, sono una percentuale minima del totale.

I dati ci dicono quanto stanno male i nostri ragazzi: l'84 per cento vive con disagio la didattica a distanza, i disturbi psicologici possono arrivare all'autolesionismo e alla depressione grave. Alla luce dei danni certi e spaventosi che la chiusura delle scuole causa ai nostri studenti e studentesse, del devastante impatto sull'occupazione femminile - perché purtroppo, dobbiamo dire, nel nostro Paese è sulle spalle delle donne che pesa più il carico della cura dei figli - e alla luce dei benefici incerti, minimi che invece apporta al controllo della pandemia, le chiediamo di prendere decisioni giuste. Il principio di precauzione impone di lasciarle aperte le scuole, in assenza di forti prove per chiuderle; abbiamo oramai distribuito 800 mila dosi di vaccino al personale scolastico; con la bella stagione potremo incrementare la ventilazione delle aule, che ci viene indicata come una misura particolarmente efficace; potremo tenere lezioni all'aperto ove possibile; non è sufficiente sperare, mi permetta, come ha fatto intravedere oggi il Presidente Draghi; è necessario mettere in campo ogni azione per riportare dai primi di aprile la maggior parte degli studenti in aula, partendo dai più piccoli, ma non certo limitandosi a loro. Noi continueremo a chiederlo, fino a quando il 100 per cento degli studenti e studentesse sarà tornato a guardarsi, a parlarsi a scuola, interagendo con gli insegnanti, senza quella barriera, sempre più fredda, dello schermo del computer (Applausi del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Iniziative di competenza volte a riaprire le scuole in sicurezza, anche in raccordo con il potenziamento della campagna vaccinale – n. 3-02130)

PRESIDENTE. La deputata Carmela Bucalo ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-02130 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie Presidente, signor Ministro, alcuni studi statistici dimostrano che stare in classe non fa salire la curva della pandemia. Quindi, non c'è correlazione significativa tra diffusione dei contagi e lezioni in presenza; non risulta dunque che dalla chiusura delle scuole si traggano vantaggi nella lotta al Coronavirus, mentre la lontananza dalla scuola ha causato e continua a causare ai nostri ragazzi un vero e proprio disagio psicologico. Si sentono stressati, accusano difficoltà a studiare e c'è veramente un alto rischio di abbandono degli studi. Quindi, le chiedo se non ritenga necessario, per riaprire tutte le scuole in sicurezza e con una didattica in presenza, ma anche degna di questo nome, il reperimento di ulteriori spazi, l'installazione di adeguati meccanismi di areazione e il potenziamento della campagna vaccinale.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, ha facoltà di rispondere.

PATRIZIO BIANCHI, Ministro dell'Istruzione. Grazie, onorevole, per aver posto questo tema che, come dicevo dianzi, è assolutamente presente nel Governo e mi permetto di dire in tutti i membri del Governo. Noi abbiamo chiarissimo che gli interventi che abbiamo dovuto compiere sono stati faticosi per le famiglie e per i ragazzi. Abbiamo sempre avuto come riferimento il Comitato tecnico-scientifico, l'Istituto superiore di sanità e, quindi, le istituzioni scientifiche a cui noi ci riferiamo. All'interno di questo, abbiamo dato un'accelerazione – io credo importante - alla campagna vaccinale. La campagna vaccinale è importante. Abbiamo raggiunto, su media nazionale, già un risultato rilevante, più della metà, con molte differenze fra regioni e regioni. Però, questo è sicuramente un punto cruciale che io sostengo. All'interno di questo, è chiarissimo che, ad esempio, all'interno del sostegno noi abbiamo dovuto intervenire con 150 milioni, mettendo in evidenza anche quegli interventi che lei sottolineava, cioè quelli per intervenire sulle problematiche di carattere psicologico e pedagogico che questa situazione ha creato. Dall'altra parte, abbiamo chiaro anche che bisogna fare degli interventi proprio per la sanificazione degli spazi, e sono spazi che, a partire da quelli che dipendono da noi - cioè che sono di proprietà del comune e delle province - devono essere rivisti e necessariamente ampliati. Abbiamo un colloquio continuo, non solo con le regioni, ma anche con le province e con i comuni. Abbiamo fatto un intervento di un miliardo e 250 milioni a favore delle province per intervenire su quelli che sono gli spazi più grandi, che sono quelli degli istituti superiori, così come mi permetto di sottolineare che, nello stesso “decreto Sostegni”, al comma 5, articolo 31, abbiamo voluto mettere in evidenza che l'assenza dal lavoro di tutto il personale scolastico per la somministrazione del vaccino è giustificata e quindi non comporta alcuna decurtazione del trattamento economico, perché dobbiamo fare questa operazione diffusa, massiccia di vaccinazione. Ma questo va accompagnato con quello che lei sottolineava, un intervento sulle strutture, un intervento sulla sanificazione continua, un intervento a garanzia di tutto il nostro personale, perché questa è la garanzia principale a tutela dei nostri ragazzi.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la deputata Paola Frassinetti.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie Presidente, Ministro, la sua risposta, per quanto pertinente e completa, non soddisfa Fratelli d'Italia, in quanto non abbiamo sentito le garanzie e le certezze sulla data del ritorno a scuola dopo tutto questo tempo in cui la didattica è a distanza.

Siamo stati anche un po' preoccupati da alcune frasi come quelle “non c'è un orizzonte per la riapertura” che ci hanno un po' inquietato. Le scuole devono essere riaperte al più presto, certo, in sicurezza, certo, magari iniziando dalle scuole dell'infanzia fino alla prima media, certo, cominciando dai luoghi dove il contagio è più basso, ma, comunque, vanno riaperte. Siamo di fronte - ed è ed è un sentimento comune - ad una vera e propria emergenza educativa e ogni giorno che passa gli studenti si allontanano sempre di più dalla normalità, dalla scuola, e questo aggrava la loro condizione, sia da un punto di vista didattico sia da un punto di vista psicologico. Fratelli d'Italia è da un anno che chiede che ci siano investimenti mirati sulla sicurezza nelle scuole. Dovrebbero essere reperiti nuovi spazi, dovrebbe essere potenziato il sistema di tracciamento, anche attraverso un raccordo con i territori, dovrebbero essere installati sistemi di areazione, come è stato fatto nella regione Marche, e terminare la vaccinazione, che è molto importante, al più presto, di tutto il personale. Si può fare, Ministro. In questo anno, tutti hanno sofferto questa situazione e i genitori, domenica scorsa, a migliaia, sono andati in piazza con i loro figli proprio per manifestare questo disagio. Sappiamo che la didattica a distanza ha delle criticità -ormai è noto -, che aumenta le differenze tra chi ha disponibilità economiche e chi non le ha, tra chi ha buoni collegamenti di rete e chi non li ha, tra chi ha computer e chi, invece, non li ha. Ma adesso, ultimamente, sono emersi anche problemi di salute che preoccupano famiglie, docenti e studenti e questi problemi di salute sono dovuti alla lontananza dalla scuola, al bisogno di socialità. Si tratta di disturbi alimentari e anche purtroppo, in alcuni casi, di autolesionismo. Questi episodi - pensate - sono aumentati del 30 per cento. Comunque, esiste tra i bambini e i ragazzi uno stato depressivo sempre più diffuso dovuto questa lontananza. Continuando così si rischia di rovinare una generazione che si porterà dietro il disagio di avere perso due anni di vita a scuola che non torneranno più.

Questi studenti vanno tutelati perché sono il nostro futuro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Intendimenti in merito alla previsione, nell'ambito della campagna vaccinale, di un criterio di priorità per il personale dei servizi educativi-scolastici del segmento 0-6 anni – n. 3-02131)

PRESIDENTE. Il deputato Fabio Berardini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02131 (Vedi l'allegato A).

FABIO BERARDINI (MISTO-CD). Grazie, Presidente. Gentile Ministro, il Presidente Draghi, durante il suo discorso odierno al Senato, ha riferito che è intenzione del Governo procedere con le riaperture delle scuole primarie e dell'infanzia anche in “zona rossa”.

Riaprire le scuole è sicuramente una priorità per le famiglie. Tuttavia, nel segmento scolastico 0-6 anni sussiste una grave problematica: il personale scolastico è costretto a lavorare con bambini che, per ragioni di età, non indossano la mascherina, ovviamente. Questo inevitabilmente aumenta il rischio di contagio. Per tale ragione, è necessario pianificare per poter riaprire in sicurezza e non andare incontro a nuovi focolai e a nuove chiusure che andrebbero a penalizzare le famiglie e, soprattutto, le donne.

Per questo, Ministro, le chiedo se non sia il caso di accordare a questi lavoratori, che sono sicuramente maggiormente a rischio, una priorità nella somministrazione del vaccino ed anche una fornitura di mascherine FFP2, le quali sarebbero sicuramente maggiormente efficaci, soprattutto in “zona rossa”, dove il virus circola con maggiore intensità.

PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO SPERANZA, Ministro della Salute. Grazie, Presidente; ringrazio anche l'onorevole interrogante. Credo che la campagna di vaccinazione sia davvero l'arma più importante che abbiamo per chiudere questa stagione così difficile. Sin dal 2 dicembre, quando per la prima volta ho portato al Parlamento il Piano strategico di vaccinazione e, poi, in Conferenza Stato-Regioni, abbiamo espresso un orientamento di priorità a partire da tre categorie per noi fondamentali: il personale sanitario, le RSA e le persone con più di ottant'anni. Sono le fasce con maggiore esposizione e maggior rischio in caso di contrazione del virus. Soltanto quando le agenzie regolatorie dei principali Paesi europei hanno dato per AstraZeneca una limitazione in termini anagrafici, escludendo dalla somministrazione le categorie più anziane, allora abbiamo valutato di utilizzare comunque quelle dosi rispetto a queste categorie di lavoratori di servizi che riteniamo essenziali. Tra questi servizi, in modo particolare, si è lavorato sul personale scolastico e sulle Forze dell'ordine. In riferimento alla sua interrogazione, voglio precisare che con la dizione “personale scolastico” non si vuole porre una limitazione sul piano anagrafico e, quindi, la dizione stessa, per rispondere al quesito che mi viene posto, va applicata nel modo più estensivo possibile e, appunto, senza limitazioni. Ora che anche AstraZeneca è utilizzabile sopra i 65 anni, grazie alle nuove evidenze scientifiche, è chiaro che la priorità torna quella originaria e, cioè, una priorità legata, da un lato, all'anagrafe, dall'altro lato, alle fragilità. Io penso che questa sia la strada giusta, così come voglio rispondere che, sulle mascherine, non vi è alcun dubbio che le FFP2 sono mascherine ad alta efficacia. Non vi è alcuna agenzia internazionale che le raccomandi per un uso esclusivo ma è evidente che anche la sollecitazione che lei ha fatto potrà essere approfondita dai nostri tecnici.

Da ultimo - e concludo - voglio ricordare a lei e all'Aula che questa vaccinazione, che è già in corso, sta producendo risultati incoraggianti negli ambiti in cui abbiamo iniziato a praticarla con grande consistenza. In modo particolare, abbiamo i primi dati dalle RSA, che sono un luogo dove troppo spesso persone hanno perso la vita, e ci sono segnali di una piegatura molto significativa della curva del contagio e della curva dei decessi. Questo ci lascia presagire che, con un investimento ancora più forte, un'accelerazione che avverrà nelle prossime settimane, la strada intrapresa è senz'altro quella giusta.

PRESIDENTE. Il deputato Fabio Berardini ha facoltà di replicare, per due minuti.

FABIO BERARDINI (MISTO-CD). Grazie, Presidente. Sono sicuramente soddisfatto della risposta del Ministro e della grande sensibilità che ha mostrato. La questione è stata sollevata poiché ci è stato riferito che in alcune regioni, tra cui la Lombardia, il personale educativo del segmento 0-3 non è stato inserito all'interno del personale scolastico a cui è riconosciuta una priorità. Proprio in vista delle riaperture, soprattutto in “zona rossa”, secondo noi è importante lavorare per evitare nuovi focolai e nuove situazioni che porterebbero alla riapertura e alla chiusura delle scuole a singhiozzo, andando a gravare sulle famiglie. Sono sicuro che lei, Ministro, grazie alla sua sensibilità farà tutto quanto è possibile per evitare questo, per non gravare sulle famiglie e sulle donne di questo Paese. Quindi, ancora la ringrazio e le auguro sicuramente buon lavoro.

(Iniziative di competenza volte a garantire una tempestiva e uniforme applicazione da parte delle regioni, nell'ambito della campagna vaccinale, dei criteri di priorità a favore delle persone ultraottantenni e delle persone estremamente vulnerabili e con disabilità grave, nonché per i relativi conviventi e caregiver – n. 3-02132)

PRESIDENTE. La deputata Occhionero ha facoltà di illustrare l'interrogazione Noja ed altri n. 3-02132 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

GIUSEPPINA OCCHIONERO (IV). Grazie, Presidente. Signor Ministro, lo scorso 11 marzo la Conferenza unificata ha aggiornato le nuove raccomandazioni sui gruppi target vaccini, indicando la categoria 1 - persone estremamente fragili e con disabilità gravi ex articolo 3 della legge n. 104 del 1992 - quale categoria da vaccinare prioritariamente, in parallelo agli over 80, unitamente ai caregiver e ai loro conviventi. Considerato che non tutte le regioni, però, hanno recepito tali indicazioni e che alcune di esse, nel recepirle, non hanno operato la distinzione tra soggetti estremamente vulnerabili e disabilità gravi e che, in alcuni casi, per i caregiver si prevedono perfino diverse modalità di prenotazione, le chiediamo, Ministro, e chiediamo al Governo quali siano le azioni indicate per garantire, da un lato, la priorità vaccinale della categoria 1 e dei loro caregiver e, dall'altro, l'adozione di criteri di reclutamento e adesione omogenei su tutto il territorio nazionale.

PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO SPERANZA, Ministro della Salute. Grazie, Presidente. Ringrazio anche gli onorevoli interroganti, che mi consentono di tornare su un tema che è particolarmente centrale per il Governo. Come dicevo, il piano strategico per le vaccinazioni ha previsto sin dall'inizio alcune categorie prioritarie: il personale sanitario, le RSA, le persone con più di ottant'anni. Sin dall'inizio è stata data priorità anche a una categoria connessa all'ambito della fragilità. Questo ambito è stato ulteriormente specificato, anche a seguito di un dibattito pubblico e di un dibattito parlamentare, e nell'ultima versione del documento, che è stata approvata in Conferenza Stato-regioni l'11 marzo, questo punto è stato esplicitato attraverso una connessione diretta all'articolo 3, comma 3, della legge n. 104 del 1992. È chiaro che queste norme, così come sono oggi disposte, hanno un potere vincolante erga omnes, quindi per tutte le realtà regionali e territoriali. Da parte del Ministero della Salute, in piena collaborazione con il commissario straordinario e con il capo della Protezione civile, c'è un confronto costante con tutte le realtà regionali volto a verificare che le linee guida vengano adottate compiutamente ai fini di dare piena risposta al mandato del Piano strategico nazionale. Il Governo terrà molto alta l'attenzione, in modo particolare proprio sulle categorie connesse alla fragilità e sulla categoria degli ultraottantenni, nella quale, voglio ricordare all'Aula, si sono verificati sei decessi su dieci, quindi la maggioranza assoluta. Il 60 per cento delle persone che ha perso la vita nel nostro Paese ha più di sessant'anni. La stessa attenzione deve essere naturalmente rivolta ai più fragili, unitamente ai loro caregiver.

In conclusione, voglio ricordare che in queste ultime giornate, insieme a un flusso molto più corposo di dosi di vaccini che saranno disponibili, abbiamo messo in campo una rete di vaccinatori molto, molto più forte perché all'accordo con i medici di medicina generale, che per noi sono un punto fondamentale di tenuta nel rapporto con il territorio, ha fatto seguito un accordo con gli specializzandi, con i pediatri di libera scelta, con gli odontoiatri, con medici specialisti ambulatoriali. Poi, ci sono stati altri due interventi che ritengo importanti.

Con una norma, abbiamo aperto la possibilità di vaccinazioni dentro le farmacie e, con un'altra norma, abbiamo aperto la possibilità che i 270 mila infermieri del Servizio sanitario nazionale possano, fuori dall'orario lavorativo, partecipare a questa campagna di vaccinazione. Con più dosi e molte più persone pronte a vaccinare, io credo che ci siano le condizioni per una significativa accelerazione, che ci metterà in condizione su tutti i territori in modo omogeneo di dare risposta anche alle questioni che venivano poste legittimamente da questa interrogazione.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la deputata Lisa Noja. Ne ha facoltà.

LISA NOJA (IV). Grazie, Presidente. Signor Ministro, noi la ringraziamo per la sua risposta. L'aggiornamento delle raccomandazioni ha costituito un passo avanti fondamentale, perché fino a poco tempo fa tante categorie non erano nemmeno incluse nelle priorità. Però, Ministro, noi registriamo sui territori davvero delle situazioni molto complicate. Alcune regioni sono molto indietro, addirittura non hanno nemmeno cominciato la chiamata delle persone più vulnerabili; altre utilizzano canali di prenotazione differenziati; alcune stanno chiamando, partendo solo dalle persone che sono in carico a centri specializzati e questo vuol dire tagliare fuori molte persone con disabilità grave adulte, che non hanno dei centri di riferimento necessariamente. La Corte costituzionale poco tempo fa, con la sua ordinanza, ha sancito in maniera ormai univoca che l'emergenza pandemica è una competenza dello Stato. Noi le chiediamo, signor Ministro, non solo di monitorare quello che accade nelle regioni, ma anche di intervenire con decisione in tutti i casi in cui le regioni non stanno operando correttamente, sia sul fronte delle somministrazioni, ma anche sul fronte dell'individuazione delle categorie secondo criteri univoci e anche sul fronte dei canali di prenotazione. Perché, vede, signor Ministro, il tema non è solo della tempistica rapida della vaccinazione: il tema è anche di dare una prospettiva temporale certa, per quanto possibile, a persone che oggi vivono in uno stato di costante paura e che hanno bisogno di sapere quando potranno finalmente accedere al vaccino. Vi chiediamo come Governo, su questo fronte, di avere fermezza, decisione e un certo grado di interventismo (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

(Iniziative di competenza volte a promuovere la revisione delle linee guida recentemente adottate dal Commissario ad acta per la riorganizzazione del servizio sanitario in Calabria, nonché per la risoluzione delle criticità relative alla gestione sanitaria della pandemia nella medesima regione – n. 3-02133)

PRESIDENTE. Il deputato Furgiuele ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02133 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

DOMENICO FURGIUELE (LEGA). Grazie, Presidente. Signor Ministro, con il decreto n. 31 del 18 febbraio 2021 la struttura commissariale per la sanità calabrese ha incredibilmente rimesso le stesse indicazioni nella stesura dei piani aziendali, che sono state riproposte nel recente passato. Sono state inserite delle iniziative che hanno lasciato fuori ancora una volta la questione sanitaria, soprattutto sulla costa ionica calabrese, tra la provincia di Cosenza e la provincia di Crotone. Sto parlando dell'azzeramento della possibilità di riaprire l'ospedale di Cariati; una situazione gravissima, che fa il paio con quanto accade anche a Trebisacce. Allora, signor Ministro, le chiedo quali siano le iniziative che il suo Ministero intenda intraprendere, considerato che si tratta di strutture che potrebbero essere immediatamente operative e messe a disposizione di una popolazione che è totalmente sguarnita e in considerazione anche del fatto che l'attività attuale del commissariamento non si caratterizza proprio per dinamicità.

PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, onorevole Roberto Speranza, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO SPERANZA, Ministro della Salute. Grazie, Presidente. Ringrazio anche gli onorevoli interroganti, che mi consentono in questo spazio di poter toccare un tema che mi sta particolarmente a cuore, che è quello della riorganizzazione della sanità sul territorio, certo, con particolare riferimento a un territorio, ma credo che sia un tema più generale.

La questione in modo particolare dell'ospedale di Cariati non discende solo da quelle linee guida a cui si è fatto riferimento, ma dal decreto n. 64 del 2016, che ha riorganizzato la rete assistenziale, adeguando gli assetti organizzativi al famoso decreto n. 70 del 2015. Io credo che il tema vero, strutturale che si pone e che è alla nostra attenzione sia quello di una vera e propria revisione del DM n. 70, che merita necessariamente un aggiornamento. Io penso, personalmente, che fu un errore, in quel momento, riorganizzare la rete ospedaliera senza aver rafforzato prima la rete territoriale, e io penso che questa sia una grande sfida della nostra agenda dei prossimi mesi. Di questo ho già discusso con le regioni, di questo abbiamo ragionato nella definizione del Patto per la salute ed è un impegno che deve toccarci nella riforma più complessiva del Servizio sanitario nazionale. Penso anche al nesso con gli investimenti del Recovery Plan; segnalo che 7 miliardi degli investimenti che sono destinati alla sanità vanno esattamente all'obiettivo di rafforzare i presidi sul territorio. Dobbiamo insieme - Governo, Parlamento, regioni - invertire una tendenza che, in passato, ha visto un impoverimento dei presidi territoriali della sanità. Questo è vero a livello nazionale ma, mi permetta di dire, è particolarmente vero nel Mezzogiorno. Ho avuto modo, in un incontro recente con il Ministro Carfagna, di segnalare come un pezzo centrale della questione meridionale abbia esattamente a che fare con la qualità dei servizi connessi alla sanità. Per quanto riguarda - e concludo - l'attenzione del Governo sulla campagna di vaccinazione in Calabria, voglio garantire che essa è massima e voglio ricordare che, proprio stamattina, il commissario Figliuolo e il capo della Protezione civile Curcio mi hanno confermato che saranno nella giornata di venerdì in Calabria proprio per testimoniare la massima attenzione del Governo nazionale, in uno spirito di totale collaborazione e dialogo istituzionale, che io credo sia particolarmente rilevante.

PRESIDENTE. Il deputato Furgiuele ha facoltà di replicare, per due minuti.

DOMENICO FURGIUELE (LEGA). Grazie, Presidente. La ringrazio, signor Ministro, per la sua risposta, rimango soddisfatto a metà. Nell'attesa che vengano riprogrammati e venga rivisto il DM n. 70, è vero che stiamo vivendo in una fase emergenziale senza precedenti, ma è pur vero che la struttura commissariale che lei stesso ha provveduto a nominare avrebbe dovuto affrontare anche altre contingenze, anche altre situazioni improcrastinabili. Noi assistiamo soltanto a dei tentativi che, però, non producono un bel niente: nessuna innovazione nel piccolo, nessuna soluzione, soltanto un andamento di cotticelliana memoria che dovrebbe fare impallidire il Ministero della Salute.

Che poi ci sia una certa continuità nel fallimento è testimoniato anche e, soprattutto, da una serie di focolai, da una serie di pentole a pressione sociali che sono pronte per esplodere: l'ospedale di Cariati, la situazione di Trebisacce, il mancato riconoscimento pieno della centralità dell'ospedale di Lamezia Terme sono solo una parte della testimonianza di una serie di strutture che potrebbero essere aperte, rinnovate, immediatamente rese fruibili per i cittadini calabresi. Ci sono, signor Ministro - lo ricordo, in quest'Aula, ai miei colleghi che vengono dalle altre latitudini dal resto d'Italia -, diciotto ospedali chiusi in Calabria: diciotto! I cittadini calabresi non sanno dove devono farsi curare e il commissariamento, che lamenta verso il Ministero la mancata nomina dei subcommissari ogni giorno sulla stampa, ripropone le stesse tematiche degli ultimi undici anni. Signor Ministro, noi vogliamo risultati concreti, ma li vogliamo adesso, perché un vero Governo che voglia cambiare, che voglia intraprendere una inversione di rotta, così come quello al quale noi stiamo partecipando in modo responsabile dovrebbe partire dalla soluzione dell'emergenza sanitaria in Calabria, perché è una questione di carattere nazionale. Allora, il Governo garantisca, soprattutto in epoca di pandemia - e concludo, signor Presidente -, che la Costituzione italiana e il diritto alla salute valgano anche per i calabresi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Iniziative di competenza per garantire un adeguato livello di approvvigionamento dei vaccini ed un sistema certo ed efficace di somministrazione delle dosi sull'intero territorio nazionale – n. 3-02134)

PRESIDENTE. Il deputato Rizzo Nervo ha facoltà di illustrare l'interrogazione Carnevali ed altri n. 3-02134 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario, per un minuto.

LUCA RIZZO NERVO (PD). Grazie, Presidente. Ministro, la domanda che le poniamo oggi ha su di sé l'attesa e l'aspettativa di tutti i cittadini italiani. Il tema è l'accesso universale alle vaccinazioni, e cioè l'accesso a una prestazione potenzialmente salvavita e l'unica in grado di abbassare l'enorme pressione che ancora vi è oggi sul Servizio sanitario nazionale; attesa e diritto all'accesso, condizionato fin qui dai ritardi di fornitura dei produttori di vaccini, nonostante gli accordi contrattuali. Ora la situazione sta cambiando ed entro metà aprile saremo a regime per l'obiettivo di 500 mila dosi al giorno somministrate. Questo richiede, oltre alle dosi, organizzazioni della logistica e sistemi di prenotazioni efficaci per fissare gli appuntamenti e garantire l'accesso. Su questo vi sono state, in questi mesi, esperienze virtuose, come quella del Lazio, e vicende di grave inefficienza, come quella della Lombardia, che ha messo in crisi la campagna vaccinale in alcune province. Per questo le chiediamo rassicurazioni su una logistica efficiente, garanzie sul monitoraggio e gestione dei dati di vaccinazione, certezze sull'uniformità nazionale degli strumenti di prenotazione per evitare diseguaglianze d'accesso e certezze sulla gestione e organizzazione delle dosi non utilizzate, perché vi siano liste definitive di sostituti, perché nessuna dose vada sprecata (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO SPERANZA, Ministro della Salute. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti, che toccano un tema che credo sia fondamentale nelle prossime settimane. Ho già detto che consideriamo, infatti, la campagna di vaccinazione l'arma fondamentale con cui provare a chiudere questa stagione così difficile. Non vi è alcun dubbio che dobbiamo mettere su questa campagna di vaccinazione tutta l'attenzione e tutte le energie possibili, in un massimo spirito di condivisione e di coordinamento.

Le prossime settimane saranno quelle decisive, ce lo dicono i numeri; i numeri delle dosi in arrivo, che finalmente dovrebbero vedere soddisfatte le nostre esigenze e metterci nelle condizioni di promuovere una vera accelerazione. Voglio ricordare a quest'Aula che solo da qui alla fine di marzo, quindi nei pochissimi giorni che ci separano dalla fine del mese, ci aspettiamo oltre 4 milioni di dosi, più o meno 4 milioni e mezzo. E poi ancora, nel Q2, quindi nel secondo trimestre, ci aspettiamo oltre 50 milioni di dosi in arrivo; e ancora oltre 80 milioni di dosi in arrivo in Q3. Tra queste dosi ci sarà anche un vaccino, che oggi non è ancora disponibile anche se approvato, che è quello di Johnson & Johnson, che ha una caratteristica molto importante, cioè che può far giungere all'immunità con una sola somministrazione. Ed è del tutto evidente che, sul piano logistico, sul piano organizzativo, poter immunizzare con una sola dose è senz'altro un passo avanti molto, molto significativo.

Ancora, lavoriamo ogni giorno in raccordo con gli altri Paesi europei perché le case farmaceutiche rispettino pienamente gli impegni assunti. Le mancate consegne che ci sono state, purtroppo, nei primi mesi della campagna di vaccinazione, hanno provocato spiazzamenti molto difficili da gestire. Il Piano vaccino è stato approvato da tutte le regioni. Tutte le regioni sono tenute, quindi, a rispettarlo e il Governo nazionale, attraverso il commissario, segue con la massima attenzione tutto ciò che avviene sul piano regionale ed è pronto, in ogni occasione, ad offrire il massimo di supporto a tutte le regioni che, lo ribadisco, sono tenute ad attenersi al Piano che abbiamo insieme condiviso.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la deputata Elena Carnevali, per due minuti.

ELENA CARNEVALI (PD). Grazie, Presidente Mandelli. Noi abbiamo bisogno di passare dalla previsione alle certezze, e quindi 52 milioni di vaccini sono per noi assolutamente importanti, così come garantire i quantitativi settimanali con certezza alle regioni perché facciano programmazione. Vado sulla questione della programmazione delle dosi somministrate: differenze regionali che non sono più accettabili. Sono cinque le regioni in ritardo: Calabria, Sardegna, Liguria, Veneto e Lombardia. Faccio riferimento anche alla notizia, che sappiamo, che il generale Figliuolo manderà un esperto per pianificazione in tutte le regioni. Bene, anche nella regione Lombardia ne abbiamo assolutamente la necessità, e con urgenza. Dopo le candide ammissioni di Gallera al fallimento di Aria, oggi abbiamo anche sentito le scuse di Bertolaso e anche le scuse dell'assessora Moratti, sacrosante, assolutamente il minimo sindacale da chi, in particolare dai banchi della Lega, chiedeva che il Piano nazionale lombardo diventasse un Piano nazionale. Abbiamo una media di 158 mila vaccini/die, con punte di 280 mila. Ecco, se vogliamo arrivare a 500, bene, più punti di somministrazione, bene gli accordi con le organizzazioni professionali e con le farmacie, capita, però, tanto per fare sempre qualche esempio, che a Olgiate Molgora, Calolziocorte, Oggiono e Lissone i punti vaccinali li chiudiamo, invece di aprirli (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ecco, allora, il punto vero è: ma qui, il controllo chi è che lo fa, come possiamo fare in modo che si rispetti innanzitutto la volontà di proseguire, come garantiamo il rispetto delle priorità, come facciamo in modo che quei dati siano pubblici, non solo i dati relativi alle dosi consegnate e a quelle somministrate, ma anche per le classi di età, ma anche rispetto alla popolazione da vaccinare e, soprattutto, rispetto alle priorità? Perché di furbetti e di scaltri non abbiamo più bisogno, per il rispetto di coloro che lo stanno aspettando e che soprattutto ne hanno più bisogno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. Sospendiamo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 15,30.

La seduta, sospesa alle 15,25, è ripresa alle 15,30.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Brescia, Casa, Davide Crippa, De Maria, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Gebhard, Giachetti, Lapia, Liuni, Lorefice, Losacco, Maggioni, Muroni, Parolo, Perantoni, Silli e Tasso sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente 93, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri in vista del Consiglio europeo del 25 e 26 marzo 2021.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri in vista del Consiglio europeo del 25 e 26 marzo 2021.

La ripartizione dei tempi riservati alla discussione è pubblicata nel vigente calendario dei lavori (Vedi calendario).

(Intervento del Presidente del Consiglio dei Ministri)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi. Colleghi!

MARIO DRAGHI, Presidente del Consiglio dei Ministri. Onorevole Presidente, onorevoli deputati, le comunicazioni del Governo alle Camere prima del Consiglio europeo consentono un pieno coinvolgimento del Parlamento nei temi di discussione con i nostri partner e, un po' come rilevavo stamattina, come dire, tolgono da queste discussioni quell'aura di essere discussioni tra élite. In sostanza, si rendono tutta la nostra società e la nostra democrazia più partecipi di quello che avviene all'interno del Consiglio europeo. Si tratta di un passaggio importante per dar conto a voi delle posizioni che intendiamo assumere. Nelle mie comunicazioni intendo descrivere i principali temi all'attenzione del Consiglio che inizierà domani: la risposta alla pandemia di COVID-19, l'azione sul mercato unico, la politica industriale e la trasformazione digitale, le relazioni con la Russia e la situazione nel Mediterraneo orientale.

Prima di tutto vorrei, però, esprimere forte soddisfazione per la partecipazione del Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ad un segmento del Consiglio europeo. La sua presenza conferma la reciproca volontà di imprimere, dopo un lungo periodo, nuovo slancio alle relazioni fra l'Unione europea e gli Stati Uniti.

Nel mio primo discorso in Senato ho indicato come l'ancoraggio alle relazioni transatlantiche sia, insieme all'europeismo, uno dei pilastri della politica estera di questo Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente). Grazie. Intendiamo perseguire questa linea, sia sul piano bilaterale sia negli ambiti multilaterali, come la Presidenza italiana del G20.

COVID-19: il 26 marzo 2020 il Consiglio europeo riconosceva la pandemia di COVID-19 come una sfida senza precedenti per l'Europa. A un anno di distanza, dobbiamo fare tutto il possibile per una piena e rapida soluzione della crisi sanitaria. Sappiamo come farlo: abbiamo quattro vaccini sicuri ed efficaci; tre sono già in via di somministrazione e un quarto, quello di Johnson & Johnson, sarà disponibile da aprile. Ora, il nostro obiettivo comune deve essere ora quello di vaccinare più persone possibili, nel più breve tempo possibile.

Voglio trasmettere oggi, però, un messaggio di fiducia, a voi e a tutti gli italiani. Ho ripetuto, in queste settimane, che il Governo è determinato a portare avanti la campagna vaccinale con la massima intensità, e siamo già all'opera per compensare i ritardi di questi mesi. Dobbiamo farlo per la salute dei cittadini, per l'istruzione dei nostri figli e per la ripresa dell'economia. L'accelerazione della campagna vaccinale è già visibile nei dati: nelle prime tre settimane di marzo, la media giornaliera delle somministrazioni è stata quasi di 170 mila dosi al giorno, più del doppio che nei due mesi precedenti. Questo è avvenuto nonostante il blocco temporaneo delle somministrazioni di AstraZeneca, che sono state compensate da un aumento delle vaccinazioni con Pfizer, ma il nostro obiettivo è portare presto il ritmo di somministrazioni a mezzo milione al giorno. Accelerare con la campagna vaccinale è essenziale per frenare il contagio, per tornare alla normalità e per evitare il sorgere di nuove varianti.

Se paragonate al resto d'Europa, le cose qui già ora vanno abbastanza bene (per vaccini fatti, l'Italia è infatti seconda, dopo la Spagna), ma, per i noti motivi, l'Unione europea si colloca dietro molti altri Paesi. Nel Regno Unito, giusto per fare un esempio, la campagna vaccinale procede più rapidamente anche se bisogna dire che le persone che hanno ricevuto le due dosi, entrambe le dosi, in numero sono paragonabili a quelle che hanno ricevuto le due dosi in Italia. Però, vediamo cosa abbiamo da imparare da quell'esperienza, e anche da quella di altri Paesi. Ovviamente hanno iniziato due mesi prima, anche questo per i noti motivi, ma lì si utilizza un gran numero di siti vaccinali e un gran numero di persone è abilitato a somministrare i vaccini, nonché ovviamente il richiamo della seconda dose è stato spostato nel tempo rispetto a quanto avviene in Europa. Insomma, quel che abbiamo da imparare è che, una volta che abbiamo una logistica efficiente - e l'abbiamo, senza di quella non si va da nessuna parte -, con meno requisiti formali e con un maggior pragmatismo, in altre parole, quello che si dice, con una brutta parola sburocratizzazione del processo, si arriva anche ad una maggiore velocità (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Procedere spediti con le somministrazioni quindi è importante, ma è altrettanto cruciale vaccinare prima i nostri concittadini, anziani e fragili, che più hanno da temere per le conseguenze del virus.

Abbiamo già ottenuto degli importanti risultati: l'86 per cento degli ospiti delle residenze sanitarie assistenziali ha già ricevuto una dose di vaccino e oltre due terzi ha completato il ciclo vaccinale. Un recente studio dell'Istituto superiore di sanità ha stimato che il numero di nuovi casi di COVID-19 diagnosticati nelle RSA tra fine febbraio e inizio marzo è rimasto sostanzialmente stabile, a fronte di un chiaro aumento dell'incidenza nella popolazione generale.

Per quanto riguarda la copertura vaccinale di coloro che hanno più di ottant'anni, persistono, purtroppo, importanti differenze regionali, che sono molto difficili da accettare. Mentre alcune regioni seguono le disposizioni del Ministero della Salute, altre trascurano i loro anziani in favore di gruppi che vantano priorità probabilmente in base a qualche loro forza contrattuale (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Lega-Salvini Premier, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Italia Viva, Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Misto).

Dobbiamo essere uniti nell'uscita dalla pandemia, così come lo siamo stati nella sofferenza degli ultimi mesi. Tutte le regioni devono attenersi alle priorità indicate dal Ministero della Salute. In tempo di pandemia, anche se le decisioni finali spettano al Governo, come ha ricordato anche una recente sentenza della Corte costituzionale, sono pienamente consapevole che solo con una sincera collaborazione tra Stato e regioni, in nome dell'unità d'Italia, il successo sarà pieno. Il Governo - questa è un'altra cosa che voglio comunicare oggi - intende assicurare la massima trasparenza ai dati sui vaccini e renderà pubblici, questa settimana, tutti i dati sul sito della Presidenza del Consiglio (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Lega-Salvini Premier, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Italia Viva, Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Misto), regione per regione, categoria di età per categoria di età.

Mentre la campagna di vaccinazione prosegue, è bene cominciare a pensare e a pianificare le riaperture (Applausi). Noi stiamo guardando attentamente i dati sui contagi, ma, se la situazione epidemiologica lo permette, cominceremo a riaprire la scuola in primis (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Lega-Salvini Premier, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Italia Viva, Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Misto), e cominceremo a riaprire le scuole primarie e la scuola dell'infanzia anche nelle zone rosse allo scadere delle attuali restrizioni (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Lega-Salvini Premier, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Italia Viva, Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Misto), dopo Pasqua.

In sede europea, dobbiamo esigere dalle case farmaceutiche il pieno rispetto degli impegni contrattuali. L'Unione europea deve far pieno uso di tutti gli strumenti disponibili, incluso il regolamento dell'Unione per l'esportazione dei vaccini approvato il 30 gennaio. Questo regolamento fa chiarezza sulla distribuzione dei vaccini al di fuori dell'Unione europea, in particolare verso quei Paesi che non versano in condizioni di vulnerabilità e riteniamo - e lo abbiamo dimostrato - che va applicato quando necessario (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Lega-Salvini Premier, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Italia Viva, Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Misto).

La pandemia rende evidente l'opportunità di investire sulla capacità produttiva di vaccini in Europa. Dobbiamo costruire una filiera che non sia vulnerabile rispetto agli shock e alle decisioni che vengono dall'esterno e abbiamo già iniziato, sostenuti dal Governo, a stabilire accordi di partnership con le case internazionali per la produzione in Italia.

La Commissione europea ha istituito una task force guidata dal commissario Thierry Breton per rafforzare la produzione continentale. Si parla spesso di autonomia strategica, spesso se ne parla in riferimento alla difesa, alla sicurezza, al mercato unico, ma credo che oggi la prima autonomia strategica sia in fatto di vaccini (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Lega-Salvini Premier, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Italia Viva, Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Misto).

La sicurezza riguarda anche le materie prime e le catene del valore della transizione ecologica. La salute pubblica globale richiede un impegno comune da parte di tutti i principali attori internazionali nei confronti dei Paesi più vulnerabili. D'altronde, con un virus così insidioso, nessuno sarà davvero al sicuro finché non lo saremo tutti. L'Italia ne è pienamente consapevole, come è anche consapevole che sia necessaria una rafforzata credibilità europea sui vaccini perché si abbia un'autentica solidarietà internazionale in questo campo.

Il dispositivo Covax è lo strumento migliore per raggiungere questo obiettivo. Gli Stati aderenti includono gli Stati Uniti e la Cina. L'Unione europea vi partecipa in modo cospicuo: la Commissione europea ha impegnato un miliardo di euro; l'Italia è stata tra i primi Paesi a contribuirvi con 86 milioni di euro. Il grande merito di Covax è garantire la distribuzione dei vaccini secondo le effettive necessità dei Paesi riceventi e non in base all'interesse politico o economico o geopolitico dei donatori. Finora ha già assicurato forniture di vaccini per 30 milioni di dosi a 50 Paesi. Il nostro auspicio è rafforzare questo meccanismo e renderlo sempre più efficace.

La Presidenza italiana del G20 ha posto al centro della sua agenda la salute globale e il rafforzamento della cooperazione internazionale in materia sanitaria. In questo giocherà un ruolo di primo piano il vertice mondiale sulla salute, che ospiteremo a Roma il 21 maggio insieme alla Commissione europea. Intendiamo confrontarci con gli altri Paesi sulle esperienze fatte nella lotta contro il COVID-19. Vogliamo, fin da ora, lavorare per migliorare la nostra preparazione di fronte a futuri eventi pandemici e sostenere le capacità internazionali per la ricerca. La ricerca e l'industria italiana nel settore delle scienze della vita sono già in prima linea a livello europeo e mondiale e vogliamo che continuino a restarci.

Il 17 marzo 2021 la Commissione europea ha presentato una proposta volta a creare un certificato verde digitale per permettere una libera e sicura circolazione dei cittadini nell'Unione europea. L'obiettivo è dare, entro tre mesi, un certificato digitale a coloro che sono stati vaccinati, che hanno effettuato un test diagnostico per il SARS-CoV-2 o che sono guariti. La libertà di movimento deve andare allo stesso passo con la tutela della salute. Occorre però raggiungere questo obiettivo senza discriminazioni e nel rispetto della tutela dei dati sensibili dei cittadini europei (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente). E' un progetto complesso, la Commissione dovrà presentare delle linee guida dettagliate e gli Stati membri dovranno essere in grado di renderlo operativo.

Al Consiglio europeo verranno trattati anche i temi relativi al mercato unico, alla politica industriale, alla digitalizzazione. Non c'è per me veramente bisogno di ribadire l'importanza del mercato unico per il nostro sviluppo e per il processo di integrazione europea. Dal 1992 al 2018 le esportazioni tra Paesi europei sono cresciute fino a raggiungere il 20 per cento del prodotto interno dell'Unione, dimostrando quindi che un mercato europeo unico coeso, con stessi standard, permette anche uno sviluppo delle esportazioni intraeuropee.

Quindi, dovremmo gradualmente dipendere sempre meno dal resto del mondo per le nostre esportazioni, come avviene in tutti i grandi mercati e in tutti i grandi Paesi. Poi sono cresciute anche moltissimo le catene del valore, catene del valore che si dispiegano attraverso i vari Paesi europei. Anche gli investimenti esteri diretti dal resto dell'Unione europea in Italia con il rafforzarsi del mercato unico sono aumentati. In sostanza, difendere l'unità del mercato significa difendere le aziende italiane che ne beneficiano in grande misura (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Lega-Salvini Premier, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Italia Viva, Liberi e Uguali e Misto).

Alcune iniziative di politica industriale comune possono contribuire a rafforzare la capacità di innovazione in Europa soprattutto in quei settori in cui l'Unione europea è rimasta indietro. Penso alla crescita di nuove grandi imprese che operino nel settore delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione. La cosiddetta bussola digitale, proposta dalla Commissione europea il 9 marzo, elenca gli obiettivi per rafforzare il ruolo dell'Europa nell'economia digitale in termini di competenza e infrastrutture, ma non sarà facile visto il divario accumulato con gli Stati Uniti e la Cina. Questo processo richiederà profondi cambiamenti nella formazione dei lavoratori, nella cultura degli imprenditori e nei processi della pubblica amministrazione. In Italia il programma Next Generation EU offre un'enorme opportunità: come anche ricordato dal Ministro Colao nella sua audizione parlamentare, il 20 per cento dei fondi destinati a finanziare i piani europei di ripresa e resilienza riguarda proprio la trasformazione digitale; ma lo sviluppo di questi nuovi settori non può prescindere da un'equa distribuzione dei loro proventi.

Credo che il Consiglio europeo debba procedere verso una soluzione globale e consensuale sulla tassazione digitale internazionale entro la metà di quest'anno (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Lega-Salvini Premier, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Italia Viva, Liberi e Uguali e Misto) e credo che sia divenuto oggi un approdo possibile grazie proprio alla collaborazione con la nuova Amministrazione degli Stati Uniti. Quindi su questo fronte noi intendiamo impegnarci. In altre parole, si vede una certa quale apertura da parte della nuova Amministrazione degli Stati Uniti, una certa quale disponibilità dell'Amministrazione di un Paese che in passato, invece, aveva dimostrato completa chiusura sulla possibilità di avere una tassa digitale. La Presidenza italiana del G20 è un'occasione particolarmente adatta per farlo.

Nel corso del Consiglio avremo anche un punto informativo sul futuro dei rapporti tra l'Unione europea e la Federazione russa, e anche dibatteremo poi dello stato del Mediterraneo orientale, un'opportunità per fare il punto sulle relazioni tra Unione europea e Turchia.

Il Consiglio europeo si baserà sul rapporto sulle relazioni Unione Europea-Turchia presentato dall'Alto rappresentante Josep Borrell a seguito delle conclusioni del Consiglio europeo di dicembre del 2020. Occorre che l'Unione europea lavori a proposte concrete per un'agenda positiva, che favorisca una dinamica costruttiva anche in chiave di stabilità regionale. In altre parole, è facile coltivare contrapposizioni in questi campi, è molto meglio cercare di costruire i rapporti futuri. Ci sono molti temi su cui questo atteggiamento positivo è importante. Il primo è lo spazio di collaborazione sulle migrazioni, sulla lotta al terrorismo, sull'unione doganale. A questo proposito, ho esaminato ieri, con il Presidente Erdogan, l'importanza di evitare iniziative divisive, ma anche l'esigenza di rispettare i diritti umani (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Lega-Salvini Premier, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Italia Viva, Liberi e Uguali e Misto). Come ho detto: aiutateci ad aiutarvi. L'abbandono turco della Convenzione di Istanbul rappresenta un grave passo indietro (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Lega-Salvini Premier, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Italia Viva, Liberi e Uguali e Misto). La protezione delle donne dalla violenza, ma, in generale, la difesa dei diritti umani in tutti i Paesi, sono un valore europeo fondamentale (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Lega-Salvini Premier, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Italia Viva, Liberi e Uguali e Misto), direi anche di più: sono un valore identitario per l'Unione europea (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Lega-Salvini Premier, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Italia Viva, Liberi e Uguali e Misto).

Dobbiamo ribadire l'impegno, come Governi e Parlamenti nazionali, a costruire un'Europa che accolga i giovani e li formi come figli, non come riserva di lavoro, spesso sottopagata (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Lega-Salvini Premier, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Italia Viva, Liberi e Uguali e Misto). Un futuro migliore per l'Europa unita passa attraverso un'azione concreta sull'occupazione, soprattutto giovanile, sulle pari opportunità, sui diritti sociali. Vogliamo organizzare e occuparci di questi temi in un Vertice sociale che sarà organizzato il 7-8 maggio dalla Presidenza di turno portoghese del Consiglio dell'Unione europea. Ed è il tema che dobbiamo mettere al centro della Conferenza sul futuro dell'Europa, che prenderà il via il 9 maggio. I giovani e l'occupazione giovanile: questo è al centro del futuro dell'Europa. Per questo appuntamento sollecitiamo la partecipazione attiva di tutti i cittadini europei e dei Parlamenti nazionali.

L'uscita dalla pandemia rappresenta la principale sfida di tutti i Governi europei, ma non è l'unica, e noi abbiamo ora un atteggiamento di coloro che spronano gli altri partner e sono essi stessi consapevoli della necessità di agire urgentemente, come ho detto nel mio primo discorso, senza perdere un attimo, con efficacia (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Lega-Salvini Premier, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Italia Viva, Liberi e Uguali e Misto).

(Discussione)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri. Ha chiesto di intervenire la deputata Grillo. Ne ha facoltà. Colleghi! Colleghi, per favore.

GIULIA GRILLO (M5S). Grazie, Presidente. Presidente Draghi, Governo, colleghe e colleghi, al prossimo Consiglio europeo si dovrà discutere, tra i vari punti all'ordine del giorno, della risposta alla pandemia da COVID-19, sulla diffusione dei vaccini e sulla situazione epidemiologica, per proseguire i lavori di una risposta coordinata alla crisi pandemica.

Vorrei ricordare, a proposito di diffusione di vaccini, che oggi sono gli Stati Uniti e la Gran Bretagna i Paesi che hanno il primato fra tutti gli Stati del mondo. La loro strategia di successo dimostra che questo primato si raggiunge non solo sviluppando un vaccino, ma anche contribuendo a finanziarlo e mettendo in grado…

PRESIDENTE. Mi scusi, deputata Grillo, non la voglio interrompere. Colleghi, colleghi, per favore, non ricominciamo se non c'è silenzio in Aula. Aspetti. Colleghi! Colleghi, da tutti i banchi, per favore. Colleghi… deputato Crippa, per favore… deputata Villani… deputato Crippa… per favore, deputato D'Uva. Prego.

GIULIA GRILLO (M5S). Grazie, Presidente. Parlavamo del primato di Stati Uniti e Gran Bretagna, in merito alla diffusione dei vaccini e la loro strategia di successo, dicevo, dimostra che questo primato si raggiunge non solo sviluppando un vaccino, ma anche contribuendo a finanziarlo ed essendo in grado di produrlo in massicce quantità, condividendone, in alcuni casi, anche la proprietà.

Per la Commissione europea la sfida su questo fronte è molto complessa, ma è possibile vincerla, se da subito, senza perdere un solo minuto, si lavora senza sosta su due aspetti fondamentali. Il primo, la battaglia per introdurre le licenze obbligatorie ovvero il potenziamento della capacità produttiva attuale, non solo attraverso le licenze volontarie, come ha già cominciato a fare il commissario Thierry Breton, ma anche attraverso quelle obbligatorie, in modo che gli Stati smettano di essere spettatori di accordi fra aziende, ma diventino invece attori principali.

Il secondo, lo sviluppo di una strategia industriale, che nel campo della farmaceutica e dei dispositivi medici sia in grado di renderci autonomi e protagonisti a livello mondiale, sia nel breve che nel lungo periodo. È chiaro che l'Europa può vincere questa sfida solo lavorando unita e determinata, senza timori e con coraggio. La sfida della produzione e della diffusione vaccinale, come diceva correttamente lei, non è solo un problema europeo. È per questa ragione che l'Unione europea si è impegnata nel contesto globale della lotta alla pandemia, attraverso il dispositivo Covax, per assicurare un accesso universale ai vaccini. Tuttavia, mi permetto di dire che se tale iniziativa poteva in principio sembrare sufficiente per soddisfare la domanda proveniente dai Paesi a più basso reddito, oggi è chiaro che gli sforzi vanno profusi anche nella direzione di garantire a tutti i Paesi del mondo una soddisfacente produzione vaccinale anche all'interno degli stessi Paesi. Se l'Ue si rendesse protagonista di questa emancipazione produttiva, darebbe il via a una nuova direzione nell'organizzazione sanitaria globale, in grado di salvaguardare la sostenibilità dei sistemi sanitari di tutto il mondo.

Inoltre, è di ieri la notizia che la Commissione europea, tramite Sandra Gallina, direttore generale per la Salute e la sicurezza alimentare e negoziatrice europea per i vaccini anti-COVID in Europa, ha definito la sospensione dei brevetti, una buona idea da portare avanti per superare la pandemia. L'Italia si è impegnata in prima fila a sostegno del contrasto globale alla pandemia, con l'organizzazione del Global Health Summit il 21 maggio 2021 e con la presidenza del G20. In questo contesto è necessario sostenere l'accesso universale ed equo ai vaccini e ai trattamenti COVID-19, tenendo conto dell'equilibrio fra la protezione della proprietà intellettuale e la promozione di un accesso diffuso ai farmaci e con l'obiettivo di fornire una robusta risposta rapida e universale. Si è sentito parlare di concorrenza. Nella gestione della farmaceutica la parola concorrenza non dovrebbe neanche essere usata. Il nostro Paese su queste tematiche ha ricevuto una risposta positiva dal mondo intero, Presidente, quando, nel maggio del 2019, ha creduto alla nostra proposta di risoluzione, che rappresentava una sfida per una maggiore equità nell'accesso alle cure e impegnava tutti gli Stati ad adottare i principi, che abbiamo portato avanti perché non vi siano più barriere nell'accesso al diritto alla salute. È la risoluzione sulla trasparenza del prezzo dei farmaci n. 72 del 28 maggio 2019, presentata dall'Italia e accolta dai 194 Paesi membri dell'OMS come una rivoluzione, che aprì scenari di maggiore equità nell'accesso alle cure. L'Italia catalizzò l'attenzione mondiale su un tema di rilevanza cruciale per la salute pubblica. Posso dire di essere orgogliosa di questo risultato che abbiamo raggiunto e che prevedeva anche una maggiore trasparenza sui brevetti farmaceutici, sui risultati delle sperimentazioni cliniche e sugli altri determinanti del prezzo in ogni fase della catena. L'Italia, ancora una volta, può farsi capofila in Europa, promuovendo un dibattito aperto sulla richiesta di moratoria sui brevetti, portata avanti in sede OMC da India e Sudafrica. Anche in Italia la tutela brevettuale costituisce un limite a produrre vaccini in larga scala in caso di pandemia e, proprio per questo motivo, crediamo sia necessario legiferare anche a livello nazionale. Solo con un'Italia forte di una produzione vaccinale possiamo dare all'Europa il giusto contributo, per superare uniti questo terribile momento storico che stiamo vivendo.

Fra gli altri punti all'ordine del giorno del Consiglio europeo ci sarà la questione del cosiddetto green pass. Il 17 marzo 2021 la Commissione europea ha adottato la comunicazione: “Un percorso comune per una riapertura sicura e duratura”, per rafforzare il lavoro comune verso riaperture coordinate, anche ricorrendo allo strumento dei certificati verdi digitali. Si tratta di uno strumento unico, interoperabile, riconosciuto in tutta l'Unione, per agevolare la libera circolazione dei cittadini che abbiano ricevuto l'immunizzazione o risultino negativi a un test per COVID-19. Questo strumento, che può essere un utile passo avanti per organizzare la mobilità vera e propria non può, però, come correttamente diceva prima, introdurre alcuna discriminazione. In base alla proposta della Commissione, i cittadini europei, grazie alla certificazione e alla creazione di un “certificato verde”, potranno viaggiare con tre opzioni: essere vaccinati, essere negativi a un test, aver sviluppato gli anticorpi. Non è, quindi, obbligatorio, come dicono alcuni, il vaccino; bisogna però lavorare per rimuovere ogni ombra che possa far pensare, appunto, a discriminazioni fra i cittadini europei che hanno avuto la fortuna di vaccinarsi e quelli che sono ancora, invece, in attesa. Inoltre, è nostra priorità quella di garantire il rispetto della privacy dei cittadini, che non deve in alcun modo essere messa a rischio.

Tornando alla risoluzione oggi in discussione, sui temi dell'economia crediamo che sia arrivato il momento di lavorare per la creazione di un bilancio unico dell'Unione europea e confermare il ruolo della tassazione digitale come strumento di riequilibrio rispetto a posizioni dominanti. Ribadiamo la necessità che la trasformazione economica sia guidata dalla transizione verde e digitale, sia coesa e inclusiva e garantisca lo sviluppo di un mercato unico dei servizi digitali. Per l'Italia è essenziale che i colegislatori europei procedano rapidamente sul pacchetto di proposte sui servizi digitali presentato dalla Commissione europea il 15 dicembre 2020. Il pacchetto è composto da strumenti che serviranno a rafforzare il mercato unico dei servizi, creando uno spazio digitale sicuro, capace di stimolare l'innovazione e la competitività, basato sulla tutela della proprietà intellettuale e sul contrasto ai contenuti illegali.

La digitalizzazione dell'economia pone l'inderogabile esigenza di affrontare le sfide derivanti da una capacità di tassazione digitale che sia efficace e giusta. L'Italia sostiene tutti gli sforzi che in questo senso si stanno intraprendendo nel quadro dell'OCSE, confermando, al tempo stesso, l'importanza di procedere da parte dell'Unione europea qualora non sia possibile addivenire a una soluzione in un contesto multilaterale, quale, appunto, quello offerto dall'OCSE.

Infine, il Consiglio europeo discuterà sulla situazione del Mediterraneo orientale sulla base del rapporto sulle relazioni UE-Turchia, presentato dall'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e la Commissione europea a seguito delle conclusioni del Consiglio europeo del dicembre 2020. Sulla Turchia chiediamo di sostenere l'avvio di un'agenda positiva della Ue con Ankara. Sarà necessario che l'Italia supporti Bruxelles nell'impegno di un dialogo costante, che sia costruttivo in materia di diritti umani, migrazioni e lotta al terrorismo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Cabras. Ne ha facoltà.

PINO CABRAS (MISTO-L'A.C'È). Grazie. Il Consiglio europeo al quale lei parteciperà domani, Presidente Draghi, ha una lista di argomenti che sembra fatta apposta per raccontare i limiti e i fallimenti delle classi dirigenti del continente: ad esempio, il fallimento sulla crisi COVID, in cui l'Europa vanta il record dei decessi e l'affanno dei sistemi sanitari sguarniti da decenni di tagli; poi il mercato unico e la politica industriale di un continente che ha investito poco e male e conta sempre meno nei settori di punta, dove dominano gli altri che, invece, investono; poi il Mediterraneo, dove, a dieci anni dalle guerre civili che lo hanno destabilizzato, anche grazie agli errori catastrofici delle istituzioni sovranazionali occidentali, i passi europei sono incerti; le relazioni con la Russia, dove sfugge sempre la necessità di una sicurezza comune che dovrebbe mettere da parte la corsa alle ritorsioni e le sanzioni da Guerra fredda.

La vicenda dei vaccini rivela il tracollo di un modello che ha mortificato la sfera pubblica e ha messo la sanità in mani altrui e disvela un sistema che trascura la gestione domiciliare delle fasi iniziali del contagio e, a oggi, ostacola, di fatto, una farmacovigilanza in grado di minimizzare i rischi. Il drammatico record di dicessi richiede di cambiare metodo. Assistiamo a una perdita secca di autonomia farmaceutica e biomedicale, che oggi impedisce di autoprodurre i vaccini, domani rischia di impedire di avere riserve strategiche di medicinali fondamentali e apparecchiature. Oggi ha accennato a questo tema, con implicita ammissione che il fallimento è stato grave per l'Europa.

Perciò l'Europa deve approvare ulteriori vaccini rispetto a quelli attualmente autorizzati e deve giocare pulito sulle informazioni riguardanti l'intrasmissibilità del virus attraverso soggetti vaccinati, nonché in merito all'immunizzazione rispetto ad alcune varianti. Qualche sacra protezione commerciale dei brevetti - sacra per le multinazionali - dovrà cadere di fronte alla sacralità della salute pubblica. Appoggiamo la proposta di India e Sudafrica all'Organizzazione mondiale del commercio in tal senso.

Tutti noi qui siamo preoccupati dell'economia - altro argomento in discussione, in varie forme, al Consiglio europeo -, che si collega funzionalmente alla crisi sanitaria. Il crollo economico fa crollare le aspettative di vita garantite fin qui negli ultimi sessant'anni dal benessere che sorreggeva il sistema. In questo momento, però, la Federal Reserve coprirà una spesa di rilancio che vale il 16 per cento del PIL degli Stati Uniti; il famoso Recovery, di cui, qui, tante volte abbiamo discusso, avrà un valore macroeconomico irrisorio, in proporzione. Possiamo uscire dalla trappola solo se ci sarà un superamento radicale delle politiche di austerità e la revisione dei vincoli di convergenza fiscale ed economici dell'Unione europea che, da decenni, concorrono a un interminabile declino industriale della nostra Repubblica.

Leggete bene la nostra risoluzione: chiediamo ambizione nelle discussioni sulla tassazione digitale e sul fisco per le imprese digitali, oltre che una riforma che impedisca le frodi e le elusioni con cui si ridisegnano le gerarchie fra Paesi e imprese, senza smarrire un ruolo attivo riguardo al processo di riforma dell'Unione economica e monetaria. Questo va di pari passo con la necessità di un ruolo attivo nel Mediterraneo, dove dovrà ricentrarsi tutta la politica europea, se vogliamo un nuovo equilibrio dopo le troppe perturbazioni di questi anni. A Bruxelles verrà anche Biden, ce lo ricorda anche lei: gli andrà spiegato che bisogna fare una de-escalation delle tensioni fra Unione europea e Federazione russa, bisogna rimuovere le sanzioni, il prolungamento delle quali avrebbe l'effetto di ampliare le ricadute sull'Italia. Buon lavoro, noi lavoriamo per un'alternativa (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Maggioni. Ne ha facoltà.

MARCO MAGGIONI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, Presidente del Consiglio Draghi, signori Ministri, mai come in questo ultimo anno, le riunioni periodiche del Consiglio europeo hanno rappresentato non solo un luogo di confronto sui temi in agenda nell'Unione europea, ma anche un'opportunità, non sempre colta, per i Governi degli Stati membri, di decidere insieme le strategie per affrontare al meglio ed in modo risolutivo la pandemia in atto. Le decisioni assunte finora, sebbene differenti e talvolta innovative rispetto al passato, non sono state all'altezza delle aspettative: è mancato il coordinamento sia tra i singoli Stati sia tra questi e le istituzioni dell'Unione europea, ponendo gli enti territoriali più vicini ai cittadini nella condizione di dover sopperire alle lacune evidenziate (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

La nascita del suo Governo è stato un fatto positivo non solo per il nostro Paese, ma anche per l'Unione europea e le azioni del suo Esecutivo, in questi appena quaranta giorni di mandato, hanno ricordato, con chiari esempi, che chi è chiamato a ricoprire ruoli di guida politica deve avere la capacità ed il coraggio di decidere. La battaglia contro il COVID-19 passa necessariamente dalle cure, e qui voglio ricordare il merito del suo Governo per aver finalmente proceduto all'acquisto di farmaci con anticorpi monoclonali, ma, in chiave preventiva, si realizza con una campagna di vaccinazione da programmare e realizzare senza perdere tempo in fronzoli floreali, come è avvenuto nei mesi scorsi, perché l'obiettivo primario rimane quello di avere sufficiente disponibilità di dosi da somministrare a breve. Sotto questo aspetto, l'operato dell'Unione europea ha messo in grossa difficoltà tutti gli Stati membri, non riuscendo a gestire in modo efficace l'acquisto dei vaccini.

Occorre analizzare a livello europeo gli scenari possibili dei prossimi mesi in merito alla diffusione del virus e alla capacità di approvvigionamento dei vaccini anti-COVID, per programmare le attività commerciali e turistiche, nonché gli spostamenti tra gli stessi Stati in vista della stagione estiva. Un approccio scoordinato o, peggio, confuso nell'Unione europea rischia di vanificare la potenziale ripresa del settore terziario, particolarmente sofferente da inizio pandemia. È auspicabile trarre indicazioni dall'esperienza di questa crisi: mi riferisco alla necessità, sia a livello italiano sia europeo, di non sottovalutare settori produttivi strategici quali l'alimentare, il sanitario e quello della componentistica, ritenendo erroneamente che il libero scambio di essi resista a qualsiasi avversità sistemica.

Sono convinto che i fondi del Next Generation EU, se opportunamente impiegati, possono definire le condizioni per il rientro di quelle aziende che hanno delocalizzato fuori dai confini europei e statali.

Anche in materia di politica digitale, è necessario investire risorse per garantirci sia vantaggi competitivi a livello globale sia una più capillare diffusione di infrastrutture di rete sicure e di altissima capacità. Oggi nel nostro Paese rimangono ancora troppe aree dove solo il 3G è garantito da tutti gli operatori.

Tra i punti che affronterete c'è il ruolo del mercato unico: è indispensabile trattare questo tema, se pensiamo che il mercato unico europeo possa diventare non solo il semplice luogo di scambio di merci prodotte ovunque nel mondo, quale è purtroppo quello odierno, ma anche e soprattutto uno strumento di sostegno alla produzione europea dei beni commercializzati e consumati da circa 500 milioni di persone che vivono sul nostro continente.

Sulle sfide riguardo al Mediterraneo orientale, non intendo dilungarmi, ma la posizione storica della Lega nei confronti della Turchia vale più di qualsiasi dichiarazione possa io fare oggi in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). La questione turca ci pone, ancora una volta, davanti alla mancanza di una reale politica estera europea, che risulta, invece, essere una somma ponderata delle azioni dei 27 Ministri degli Esteri degli Stati membri. Se da un lato tutto questo è tollerabile quando sono in gioco gli interessi di un singolo Paese, dall'altro non lo è quando il prezzo delle mancate decisioni ricadono sull'intera Unione europea o su una parte rilevante di essa.

Presidente Draghi, le scelte in merito a buona parte dei temi che sono in agenda nel prossimo Consiglio europeo non sono più rinviabili. L'Unione europea, ma nello specifico il nostro Paese, vede erodersi progressivamente un fattore, che, durante questo anno di pandemia, si è considerato illimitato: il fattore tempo. Il nostro Paese ha bisogno di ripartire al più presto e più si sposterà avanti il ritorno a condizioni simili a quelle pre-pandemia, più sarà impegnativo per le istituzioni supportare il tessuto economico e sociale.

Quanto lei ha esposto poc'anzi ci rassicura e ci conferma che la strada da lei tracciata è corretta. Grazie, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Senza usufruire dei miei tre minuti, vorrei pregarla di richiamare all'ordine quest'Aula, perché noi siamo l'unica forza di opposizione e pretendiamo di essere ascoltati, ma il brusio che c'è in questo momento rispetto a questo tema e i capannelli che si sono creati, francamente non credo che siano dignitosi del momento.

PRESIDENTE. Prego. È stata richiamata, l'Aula. Prego.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Ciò detto, Presidente Draghi, lei ha concentrato il suo discorso in relazione al prossimo Consiglio europeo innanzitutto su un primo punto, che è la risposta alla pandemia. Una risposta alla pandemia che dovrebbe recare, in premessa…

PRESIDENTE. Collega Garavaglia, per favore.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). …una ammissione, cioè il fatto che l'Europa ha totalmente fallito sulla campagna dei vaccini e sta continuando a fallire. Condizionare, per esempio, come abbiamo letto negli ultimi giorni, l'utilizzo di vaccini anche prodotti al di fuori dell'Europa a regioni geopolitiche, oppure esimersi dall'approvvigionarsi, anche al di fuori degli accordi transnazionali, è un fallimento, anche dell'Europa: ciò è una conseguenza ancora attuale.

Lei, in realtà, su questo punto si è concentrato più sulle questioni interne e questo mi ha molto stupito, perché ha parlato di sburocratizzazione, però allo stesso tempo ha parlato dell'aumento di vaccinatori: è una richiesta di Fratelli d'Italia. Voglio dire però che l'Italia non sta dando esempio di sburocratizzazione, perché ancora attendiamo i decreti attuativi, relativi a quell'emendamento presentato da Fratelli d'Italia e passato in legge di bilancio, che permettono ai farmacisti di vaccinare. Così si è concentrato sul rapporto delle vaccinazioni nelle regioni: io le chiedo sommessamente di specificare meglio quali sarebbero i privilegiati gruppi e la forza contrattuale che le regioni avrebbero favorito, perché per adesso le uniche notizie - da verificare, ovviamente - relative ad eventuali privilegi sono state quelle inerenti la regione Toscana ed altri episodi che non voglio qui citare perché sarebbero francamente molto dequalificanti. Quando lei parla di iniziare a pianificare la riapertura, mi chiedo dove sia finita quella riapertura del 7 aprile di intere categorie, che noi torniamo a richiedere, ma che lei oggi non ha confermato. Ancora, quando parla di anziani, mi chiedo che cosa si aspetti ad evitare l'ammassamento degli anziani per effettuare le vaccinazioni, mentre i giovani sono costretti alla chiusura e ad affrontare i più grandi problemi relativi alla salute mentale di tutti i tempi in Europa, con la generazione Erasmus che oggi è diventata la generazione, purtroppo, legata alle restrizioni del COVID e che subisce le restrizioni del COVID. Ecco, porti questi temi, innanzitutto, in sede europea, porti l'interesse dell'Italia, anziché parlare soltanto dei problemi interni italiani, che lei è chiamato però a risolvere: porti questi temi in sede europea (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Rossini. Ne ha facoltà.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, signor Presidente del Consiglio e membri del Governo tutti, desidero ringraziarla per le parole che ha detto prima e che danno molta fiducia al Paese, ovvero che l'uscita dalla pandemia corre, sì, sulle gambe delle vaccinazioni veloci, però anche, contestualmente, della riapertura. Questo è molto, molto importante e mi inserisco, qui, pensando al Consiglio europeo, per porre l'attenzione sulla necessità di capire quando e in che modo saranno permessi gli spostamenti ai cittadini europei. Questo perché il nostro settore del turismo ha chiaramente bisogno di pianificare e organizzare in anticipo per non perdere la stagione estiva entrante. Ora, lo scorso anno, Presidente, in una situazione più difficile di quella di oggi, noi non avevamo le vaccinazioni, però a fine aprile i Ministri del Turismo dell'Unione europea avevano predisposto il piano per le riaperture coordinate delle frontiere. Questo ci ha permesso di lavorare, è stato molto difficile evitare riaperture asimmetriche dei confini, però quello che mi auspico è che la predisposizione dello strumento unico di certificazione sanitaria, che è importantissimo e richiesto anche dai nostri operatori, non ritardi l'inizio della pianificazione del piano di riaperture dei confini.

PRESIDENTE. Si avvii a conclusione.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Auspico che la predisposizione del software possa non ritardare e non arrivare a fine giugno senza aver lavorato, precedentemente, anche in sede bilaterale con gli Stati, per evitare riaperture di corridoi turistici frammentati.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Fusacchia. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-FE-FDV). Grazie, Presidente. Presidente Draghi, non posso non partire dal Piano vaccinale per chiederle di sostenere convintamente la proposta di sospensione temporanea di alcune obbligazioni degli accordi TRIPs. Come parlamentari di Facciamo Eco abbiamo sottoscritto su questo un appello con quasi 300 colleghi del Parlamento europeo e di Parlamenti nazionali che ritengono che di fronte a una situazione straordinaria servano misure extra ordinarie e che non sconfiggeremo il virus finché non lo sconfiggeremo ovunque.

Un secondo tema che ci sta a cuore sono i certificati verdi digitali, che anche lei ha richiamato, chiarendone la complessità. Però pensiamo che ripristinare la libertà di circolazione delle persone, dopo questa lunga fase di chiusura in casa e di chiusura di ogni europeo nel proprio Paese, sia essenziale per ridare all'Europa la sua missione che è creare uno spazio di diritti e di opportunità. La pandemia si sconfigge con i vaccini, ma anche con tutto quello che serve per tornare ad essere pienamente vivi.

Infine, Presidente, sul PNRR, ieri, come sa, le Commissioni di questa Camera hanno adottato i pareri e li hanno trasmessi alla Commissione bilancio; martedì prossimo avremo il voto finale qui in Aula. Lei sa, Presidente, che ci siamo pronunciati su un testo inviato ufficialmente dal Governo precedente. Noi sappiamo che il PNRR cambierà in più parti e significativamente, e abbiamo accettato di pronunciarci su un testo datato, in ragione dei tempi stretti di consegna del dossier a Bruxelles, ma è evidente che questo disallineamento non può più perdurare oltre. Vorrei chiederle, pertanto, e chiudo, Presidente: primo, una sua conferma che i pareri non saranno considerati come osservazioni, anche se sono tecnicamente questo, ma come indicazioni vere e proprie che serviranno per migliorare il Piano fuori da ogni retorica parlamentare…

PRESIDENTE. Si avvii a conclusione.

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-FE-FDV). Secondo, in che misura il Parlamento sarà messo in condizione di conoscere la declinazione più operativa e quindi anche i progetti; infine, quali ulteriori passaggi parlamentari, Presidente Draghi, sul PNRR, lei prevede prima del termine del 30 aprile fissato per la consegna del piano.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Rospi. Ne ha facoltà.

GIANLUCA ROSPI (MISTO-C!-PP). Presidente, colleghi, Presidente del Consiglio e membri del Governo, affronterò nel mio breve discorso due temi: la campagna vaccinale e il rilancio dell'economia. Bene sulla campagna vaccinale, Presidente del Consiglio: abbiamo finalmente avuto quel cambio di passo che aspettavamo, grazie anche alla nomina del nuovo commissario Figliuolo. Lei ha detto, Presidente, nel suo discorso, che nessuno sarà davvero al sicuro finché non lo saremo tutti. Bene, quindi, continuiamo a lavorare con meno formalità e pragmatismo, come ha detto lei, e più velocità ed efficienza soprattutto nel distribuire i vaccini; solo così possiamo dare una speranza ai cittadini italiani e ritornare, tutti noi, alla normalità.

Sull'economia vorrei partire da dei dati, Presidente. L'Unione europea è il maggior esportatore e importatore di merci: oltre il 64 per cento degli scambi commerciali avviene nel mercato interno, quindi, tra i vari Stati; abbiamo in Europa il 7 per cento della popolazione mondiale e movimentiamo oltre il 16 per cento delle merci mondiali, tra import ed export; l'export italiano, poi, vale il 32 per cento del PIL e l'Unione europea resta lo sbocco principale del mercato. Difendere il mercato unico significa difendere le tante aziende italiane, come ha detto lei, che lavorano proprio nel mercato europeo. Difendere il mercato europeo significa anche, però, a mio avviso, costruire un sistema infrastrutturale fatto di reti fisiche, strade e ferrovie, e reti immateriali - digitalizzazione - efficienti e che colleghino tutte le aree del territorio italiano ed europeo. Bene sul digitale, Presidente Draghi: lei ha ben descritto nella sua relazione cosa vogliamo fare per il digitale; non ho sentito, però, nella sua relazione, accenni sulle reti fisiche, strade e ferrovie (penso, per il breve tempo a sua disposizione). A mio avviso, invece, occorre accelerare proprio su queste, accelerare sul completamento delle reti TEN-T - quindi, alta velocità e alta capacità - attraverso il completamento del corridoio scandinavo fino a Palermo, o anche immaginando altre reti, come la dorsale adriatica, quindi, Bologna-Bari-Lecce-Taranto. Tutto questo, Presidente, è funzionale a costruire quel sistema logistico, di cui anche lei ha parlato, unico, europeo, per il trasporto delle merci e delle persone.

PRESIDENTE. Si avvii a conclusione.

GIANLUCA ROSPI (MISTO-C!-PP). Mi avvio alla conclusione, Presidente. Occorre, poi, Presidente, e concludo, riportare al centro delle politiche di sviluppo economico europee il tema del Mediterraneo. Suggerisca allora, Presidente, di realizzare quella piattaforma logistica del Sud Europa nel Sud Italia, mettendo a sistema la grande capacità attrattiva dei porti italiani. In questo modo il Mezzogiorno, anzi, l'Italia tutta diventerebbe un perfetto attrattore delle tante merci che attraversano Suez (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Cambiamo!-Popolo Protagonista)

PRESIDENTE. Grazie. È iscritto a parlare il deputato Berardini. Ne ha facoltà.

FABIO BERARDINI (MISTO-CD). Grazie, Presidente. Presidente del Consiglio, Ministri, partirò ovviamente dal piano vaccinale, poiché sicuramente noi dobbiamo mostrarci uniti, nei confronti anche dell'Europa, nel portare avanti il nostro piano vaccinale. Dal mio punto di vista, non è accettabile che ci siano alcune regioni che seguono le disposizioni del Ministero della Salute, mentre altre, invece, trascurano i loro anziani, come ha riferito lei, Presidente del Consiglio, in favore di gruppi che vantano priorità, probabilmente in base a qualche loro forza contrattuale. Questo è inaccettabile, Presidente, poiché le regioni, invece, dovrebbero avere quel rapporto stretto di leale collaborazione con le istituzioni dello Stato, quindi, rispettando il principio di cooperazione e il principio di sussidiarietà. Le faccio un esempio; nella mia regione, l'Abruzzo, le categorie più fragili non sono state ancora vaccinate, e questo, lo ripeto ancora una volta, è inaccettabile.

Ho apprezzato molto, Presidente, il suo discorso riguardo le scuole; sicuramente è fondamentale riaprire le nostre scuole, riaprirle appena possibile, farlo in sicurezza e proprio oggi abbiamo rivolto delle domande al Ministro competente sulla riapertura in sicurezza del segmento 0-6, quel segmento che, appunto, è costretto a lavorare con bambini che non indossano la mascherina per questioni di età e, quindi, chiediamo anche una priorità per questi lavoratori maggiormente a rischio e anche uno sforzo nei confronti del Governo per fornire di mascherine maggiormente filtranti, FFP2, questa particolare categoria di lavoratori.

Mi avvio a conclusione. Digitalizzazione e giovani, chiaramente questo è l'obiettivo del Next Generation, che si chiama appunto Next Generation perché improntato alle nuove generazioni. Durante l'informativa del Ministro Brunetta, come Centro Democratico, abbiamo lanciato una proposta, le quote giovani: iniziare ad inserire veramente delle quote giovani, soprattutto nei concorsi pubblici, per inserire personale che abbia familiarità con le nuove tecnologie e che possa veramente portare il nostro Paese al passo con tutti i Paesi europei e realizzare, veramente, questa trasformazione digitale. Quindi, io le auguro buon lavoro, Presidente, e la ringrazio (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Centro Democratico).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (M-EUR-MAIE-PSI). Grazie, Presidente. Presidente Draghi, da qualche giorno è passato un anno da quando siamo stati investiti da un tragico evento pandemico che ha cambiato le nostre vite e da quel giorno non ci siamo più risollevati, anzi, continuiamo a sprofondare in un susseguirsi di restrizioni e chiusure che, al momento, non vedono soluzione di continuità. È una vicenda che, forse, vedrà il suo epilogo con il completamento del piano vaccinale che, temo e mi auguro di sbagliarmi fortemente, prevede ancora tempi lunghi, in quanto le case farmaceutiche fanno fatica a consegnare le quantità richieste nei tempi previsti, nonostante le sollecitazioni e le promesse fatte. Alcune notizie offerte male alla pubblica informazione hanno ingenerato sospetti e timori che ne hanno rallentato le somministrazioni; in alcuni casi, manca il personale abilitato all'inoculazione e le regioni vanno un po' come vogliono, senza seguire un preciso piano strategico che renda tutta l'azione organica e, quindi, unitariamente efficace. Questo mi porta alla riflessione che forse avere tanti sistemi sanitari regionali non è la più felice delle situazioni e che probabilmente tornare sotto l'egida unitaria statale sia una decisione ormai matura.

Da un anno, nonostante si sia parlato spesso di potenziamento delle strutture sanitarie periferiche, potenziamento della medicina territoriale e rafforzamento del personale sanitario praticamente nulla è cambiato…

PRESIDENTE. Si avvii alla conclusione.

ANTONIO TASSO (M-EUR-MAIE-PSI). Concludo, Presidente. Si continuano ad avere intasamenti delle strutture COVID, blocco delle cure delle altre patologie e corsa al “tutto chiuso” per contenere la circolazione del virus; e sul “tutto chiuso” mi fermo per aver concluso il mio tempo, ma vi tornerò in dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Noja. Ne ha facoltà.

LISA NOJA (IV). Grazie, Presidente. Signor Presidente del Consiglio, come ha ricordato tra i temi che tratterete nella riunione del 25 e 26 marzo c'è quello centrale delle iniziative di risposta all'emergenza pandemica e il mio intervento si concentrerà su questo tema. Noi, oggi, siamo in una fase cruciale di questa emergenza. Abbiamo una fondata speranza di uscirne, basata sull'esistenza di vaccini efficaci e sicuri, ma questa speranza si scontra con le difficoltà di organizzare una campagna vaccinale di massa a fronte di una quantità di dosi ancora largamente insufficiente.

Signor Presidente del Consiglio, sul fronte della campagna vaccinale prima di tutto noi ci teniamo, come Italia Viva, a dirle che apprezziamo davvero fortemente il cambio di passo che ha impresso il suo Governo. Noi lo chiedevamo da tempo, e questo cambio di passo è arrivato. Ora bisogna correre per garantire che in tutte le regioni, in modo uniforme, anche in termini di tempistiche, siano messe anzitutto in sicurezza tutte le persone più fragili, nel pieno rispetto delle nuove raccomandazioni del Ministero della Salute. Signor Presidente, su questo noi accogliamo con fiducia le sue parole, però chiediamo anche al Governo un impegno preciso: intervenite in tutti i casi in cui le regioni non sono in grado di tenere il passo. Fatelo perché, come lei ha ricordato, lo Stato ha la competenza per farlo; fatelo perché i cittadini più vulnerabili hanno tutti, tutti lo stesso diritto alla salute ovunque siano residenti; fatelo perché solo proteggendo i fragili piegheremo la curva dei ricoveri e degli accessi, garantiremo la tenuta del Sistema sanitario nazionale, riprenderemo a curare al meglio anche i tanti malati non COVID e daremo fiato all'economia.

Ciò premesso, la scelta di una strategia vaccinale coordinata a livello europeo per garantire un accesso equo a tutti gli Stati membri è stata una scelta giusta, una scelta autenticamente europeista. Tuttavia, affinché quella scelta rafforzi le fondamenta della nostra casa europea e non le indebolisca a causa delle difficoltà che riscontra l'Europa negli approvvigionamenti di dosi, occorre ora più che mai compiere ogni sforzo per superare i limiti e le difficoltà incontrate fino ad ora nell'ottenere, da parte delle aziende produttrici dei vaccini autorizzati, il pieno rispetto degli impegni assunti e per assicurare una fornitura costante e sufficiente di vaccini per tutti gli Stati membri. Su questo noi dobbiamo riconoscere che nei mesi scorsi purtroppo sono stati compiuti alcuni errori di valutazione a livello europeo, errori sia sotto il profilo della negoziazione contrattuale sia sotto il profilo della stima preventiva della capacità di produzione effettiva delle aziende coinvolte. È il momento di recuperare questi errori e ritardi, non solo per portare a termine la campagna vaccinale in tutti i Paesi europei, ma anche per essere in grado di affrontare, in un'ottica di autosufficienza, le eventuali emergenze pandemiche che, purtroppo, potrebbero presentarsi in futuro. Per questo, signor Presidente del Consiglio, noi condividiamo pienamente l'approccio che lei ha esposto rispetto alla strategia europea, e per l'Italia è anche una grande opportunità per restituire centralità a un settore in cui il nostro Paese ha tutte le carte in regola per essere leader e che, tuttavia, in questi anni ha registrato, purtroppo, una diminuzione degli investimenti in ricerca da parte del settore pubblico.

Sappiamo, signor Presidente, che lei è persona concreta e pragmatica.

PRESIDENTE. Concluda.

LISA NOJA (IV). Le chiediamo di portare al tavolo europeo la stessa concretezza, lo stesso pragmatismo, unito alla fermezza necessaria.

Presidente, nel rinnovare il pieno sostegno al suo impegno in sede europea, le auguriamo buon lavoro ricordando le parole di Robert Schuman, quando disse che l'Europa si farà attraverso realizzazioni concrete che creino innanzitutto una solidarietà di fatto. Oggi più che mai noi dobbiamo dar corpo a quelle parole, dimostrando che l'unione fa davvero la forza e non può, non deve mai diventare un elemento di debolezza (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Rossello. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore un po' di silenzio. Deputata Bartolozzi, per favore. Prego.

CRISTINA ROSSELLO (FI). Grazie, Presidente. Signor Presidente del Consiglio, grazie, per il pieno coinvolgimento del Parlamento nel suo approccio ai temi del Consiglio europeo che la aspetta fra qualche giorno e sulle posizioni che ella intende assumere. Prima di entrare nel merito del Consiglio, una premessa che riguarda la condivisione piena a quella sua valutazione sui rapporti con Biden e sui rapporti che si terranno con gli Stati Uniti. Forza Italia confida molto in questa sua forza e determinazione.

Entrando nel merito del Consiglio, il suo messaggio di fiducia ci conforta, ci conforta perché lo vediamo anche legato a una serie di elementi: la sua intensificazione di campagna vaccinale, l'accelerazione nella somministrazione, nonostante le difficoltà oggettive che si sono riscontrate, e anche la panoramica che ha fatto su alcuni interventi, ad esempio quando ha parlato della logistica, e questa sarà una considerazione che ella terrà poi anche successivamente per gli effetti del Recovery Fund e sarà importante per l'Italia e per tutti i sistemi di distribuzione che da anni le imprese hanno. Quindi, ecco che una scelta di effetto sarà utile per altre questioni che riguardano il rilancio del Paese.

Il suo invito a una sincera collaborazione e alla trasparenza fra regioni e Stato ci troverà al suo fianco. Condividiamo al 100 per cento la sua posizione, apprezziamo anche il suo cenno alle riaperture, alle riaperture che partano dalle scuole e dalla formazione. È un tema che addolora tutti e che sarà una possibilità per il nostro Paese per il futuro.

Abbiamo ascoltato anche attentamente il tema sull'approvvigionamento dei vaccini e sulla tempestività della campagna vaccinale, che condizionerà sicuramente la ripresa in termini economici. Ed è vero che la piena autonomia strategica per l'Europa supererà, per la parte sanitaria, ancora prima le altre questioni e siamo talmente d'accordo che abbiamo condiviso e apprezzato quell'approccio di applicazione del regolamento del 30 gennaio da subito, a bloccare tutte le tematiche delle esportazioni per motivazioni che non erano riconducibili al regolamento. Questo cambio di passo per noi è importante, anche quando lo vediamo nei suoi rapporti e nei rapporti che il Governo, quindi, estende alle case farmaceutiche, e la posizione di forza che lei sta assumendo anche nell'asse e nei contatti internazionali e anche i colloqui che lei sta facendo proprio per dare un ruolo, a fianco ad altri Paesi membri, all'Italia, che torni anche sotto il profilo della cultura e della tradizione italiana.

Io qui vorrei ricordare le parole del mio maestro, che era un grande giurista, Ariberto Mignoli, che diceva che i valori identitari dell'Europa avevano un senso nella persona come presenza e, quindi, la vita umana non come un affare, ma come un'esistenza e questo valore identitario che lei ha citato ha commosso, perché ci fa sentire parte di un piano più alto anche quando si parlava dei certificati vaccinali, del certificato vaccinale verde, del green pass. Ebbene, noi questa mattina abbiamo proposto una mozione a mia prima firma, con i colleghi delle Commissioni XIV e XII, e su questo abbiamo visto che il Governo ci ha dato ascolto. Noi siamo pronti, siamo preparati su questi temi della privacy e rispetto a tutte le difficoltà oggettive che ci sono. Abbiamo fatto anche una comparazione, come politiche europee, di tutti i Paesi che potrebbero trovare degli ostacoli al riguardo e anche abbiamo fatto degli studi e ci siamo proposti stamattina al Ministro Giorgetti per collaborare, per essere al suo fianco, perché è un momento nel quale tutti noi, con le nostre competenze e la nostra speditezza, dobbiamo essere pronti a rispondere (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Io avrei sei minuti, ma tutto quello che ha detto è talmente condivisibile che vorrei solo accennare, con un piccolo passo, al tema delle risorse che verranno e alla grande città. Quando si parla delle grandi città, signor Presidente, noi abbiamo bisogno di valutare anche gli effetti pandemici su tutto quello che succede; abbiamo visto l'esperienza di Milano, in particolare. Siamo molto attenti a queste tematiche, ci stiamo preparando, ovviamente, per le elezioni, ma siamo consapevoli del fatto che quando arriveranno questi denari non saranno soltanto fondi per le infrastrutture in generale, ma ci sarà bisogno di infrastrutture sociali, di interventi sulla mobilità e di digitalizzazione, sui quali - ripeto - Forza Italia è sempre a disposizione al suo fianco (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. è iscritta a parlare la deputata De Lorenzo. Ne ha facoltà.

RINA DE LORENZO (LEU). Grazie Presidente, signor Presidente Draghi, signori Ministri, il Consiglio europeo al quale lei parteciperà nelle prossime ore avrà come argomento principale la lotta contro il COVID. Non possiamo nascondere le preoccupazioni che l'Unione europea si trova ad affrontare sull'approvvigionamento dei vaccini e sulla loro distribuzione; è evidente che, se le necessarie misure di contenimento della diffusione del virus devono essere mantenute, pur nella loro gradualità, rispetto ai diversi territori, solo la vaccinazione diffusa e puntuale delle persone potrà mettere fine al dramma che stiamo vivendo, consentendo ai cittadini di riprendere la loro vita, all'economia di ripartire, alla scuola di riaprire in sicurezza. In questo senso, le difficoltà esistenti a causa delle inadempienze sugli obblighi contrattuali da parte delle aziende produttrici dei vaccini sono inaccettabili e l'Unione deve intervenire in modo celere e incisivo. Lo stesso sospetto che le aziende farmaceutiche agiscano, da una parte, ritardando l'espletamento degli obblighi contrattuali e, dall'altra, cercando di ottenere vantaggi economici sul mercato va fugato immediatamente, perché mette in discussione la stessa autorevolezza dell'Unione europea. Oltre a una reazione forte e decisa dell'Unione per far rispettare alle aziende gli obblighi contrattuali, è necessario che venga avviato un piano per raggiungere l'autonomia nella produzione dei vaccini, un'autonomia che, come è evidente, non è fondamentale solo sul piano della battaglia sanitaria contro il COVID, ma lo è anche per riaffermare il ruolo geopolitico dell'Unione nello scenario globale. Voglio, sempre su questo tema, soffermarmi su due questioni che ritengo importanti: innanzitutto, credo che la necessità e l'urgenza di vaccinare milioni di persone nei tempi più rapidi non possano essere affidate esclusivamente alle dinamiche del mercato. Tutta l'emergenza sanitaria ci ha dimostrato la necessità dell'intervento pubblico come l'unico in grado di garantire prevenzione e aiuto a tutti, e lo è anche nel caso della campagna vaccinale. La realizzazione, la produzione e la distribuzione dei vaccini non possono essere lasciate alla logica del profitto; in questo senso, riteniamo che si debba derogare all'accordo TRIPs sui brevetti e sulla proprietà intellettuali; vaccini efficaci, accessibili a tutti e velocemente sono un imperativo che va realizzato anche derogando alle regole esistenti, nel rispetto del principio di universalità. Aggiungo anche che l'ipotesi di un certificato verde, il cosiddetto green pass, che garantisca, entro regole precise, la circolazione dei cittadini dell'Unione, appare utile, ma la sua attuazione impone l'adozione di regole che non producano discriminazione né violino la privacy.

Un'altra questione che intendo sottolineare è la necessità che l'Unione si faccia carico di aiutare nella distribuzione dei vaccini i Paesi più vulnerabili; tutti gli studi indicano come, a situazione esistente, i Paesi a più basso reddito non siano in grado di attivare per molto tempo un'adeguata campagna vaccinale; in questo modo, rimarrebbero nel mondo vaste sacche di diffusione endemica della malattia, con la conseguenza possibile di nascita di nuove pericolose varianti virali che, in un mondo globalizzato, arriverebbero ben presto anche in Europa. Si deve così intervenire sulle licenze di produzione, per esportare a basso costo i vaccini nel mondo, a partire dalle aree a noi vicine come l'Africa e il Medioriente. Non sarebbe solo un atto di civiltà, ma anche un intervento in favore dell'accrescimento del ruolo e dell'influenza dell'Unione europea nel mondo.

Il Consiglio si occuperà anche dei temi dell'economia e dello sviluppo.

Su questo, nel ribadire il sostegno ad una svolta radicale sul piano dello sviluppo sostenibile dell'ambiente, riteniamo che le regole dell'Unione europea sulla stabilità finanziaria vadano riviste in profondità. Attualmente il Patto di stabilità è sospeso per tutto l'anno, ma è evidente che sarà necessaria un'ulteriore sospensione anche per l'anno prossimo; così è impensabile che, a fine di questa fase, si possa tornare alle regole precedenti. L'economia dell'Unione è stata colpita duramente dalla pandemia, ancora di più il nostro tessuto sociale. Su tutto il continente le disparità economiche e sociali si sono approfondite, colpendo in particolare le donne, i giovani, le aree territoriali più deboli; in Italia, mi riferisco in particolare alle aree del Mezzogiorno, in cui gli investimenti saranno strategici per lo sviluppo dell'intero Paese. Siamo di fronte ad un'occasione irripetibile, che coniuga crescita nazionale, coesione territoriale per orientare il processo economico in nome dell'unità d'Italia verso una maggiore sostenibilità intergenerazionale ambientale e sociale.

Concludo con la questione dei rapporti con la Turchia: per troppo tempo, negli ultimi anni, l'Europa, anche per gli interessi delle singole Nazioni, ha fatto finta di non vedere cos'è diventato il Paese, guidato con metodi sempre più autoritari; la Turchia è diventata sempre più un fattore di instabilità dell'area; Ankara persegue con azioni politiche e militari una politica aggressiva che, invece di operare in favore della risoluzione della crisi, aggrava le situazioni esistenti, prolungando le situazioni di guerra e le violazioni dei diritti umani.

PRESIDENTE. Si avvii a conclusione.

RINA DE LORENZO (LEU). Lo stesso Parlamento di Ankara vede diversi suoi esponenti – ma anche altre forze progressiste – incarcerati per le loro opinioni. Infine, l'uscita della Turchia dalla Convenzione di Istanbul sui diritti delle donne rappresenta l'ennesimo strappo sul fronte dei diritti umani, un arretramento rispetto ai valori costituenti dell'Europa. Su tutte le questioni che ho indicato, che saranno all'ordine del giorno del prossimo Vertice europeo, si gioca il futuro dei cittadini, della sua economia, ma anche il suo ruolo nel mondo (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. è iscritto a parlare il deputato Sensi. Ne ha facoltà.

FILIPPO SENSI (PD). Presidente, Signor Presidente del Consiglio, rappresentanti del Governo, colleghe e colleghi, non è soltanto la difficile situazione della diffusione del COVID-19 a fare del prossimo Vertice europeo un appuntamento dalle conseguenze rilevanti e ci auguriamo durature per ognuno di noi. L'occasione di un primo scambio di idee tra il Presidente degli Stati Uniti e i ventisette assegna a questo Consiglio la dimensione ed il rango di una possibile ripartenza del rapporto transatlantico, all'insegna di un multilateralismo speriamo efficace, dopo il funesto blackout dei quattro anni della Casa Bianca di Trump, forse il grado zero delle relazioni tra le famigerate due sponde dell'Atlantico. Attenzione, Presidente, perché, per paradosso, la distanza che ha separato Stati Uniti ed Unione europea, negli ultimi anni, ha forse consentito all'Europa di prendere finalmente consapevolezza delle proprie potenzialità, delle minacce che la insidiano, così come delle opportunità che le stanno davanti, ma, per converso, una Presidenza americana più centrata e ferma, più matura, come quella incarnata dal Presidente Biden, potrebbe costringere l'Unione in un ruolo più stretto, ancillare che rischierebbe di comprimere le lebenschancen, per dirla con Dahrendorf, dell'Europa.

Noi Democratici scommettiamo ovviamente su una nuova stagione di cooperazione e slancio e i primi passi della Casa Bianca, con quel ventaglio di ordini esecutivi, a partire dal ritorno a Parigi sull'ambiente, per dirne uno, ci sono sembrati la fine di un incubo, quello di un isolamento che ci ha resi più fragili ed esposti, meno strutturati per affrontare il divorzio dalla Gran Bretagna, l'ombra tossica dei nazionalismi, il ritorno in campo della Russia, il protagonismo globale della Cina. E il regrouping in corso porta con sé un riallineamento positivo sul meridiano delle democrazie, ma anche il rischio di un irrigidimento di un consolidamento sino-russo ad esempio, di cui in queste ore sembra scorgersi la possibilità. Ma perché i risultati non solo di questo Consiglio europeo ma di questa nuova stagione - mi permetta un fumo di enfasi - vadano in questa direzione, ci vuole una fatica, una pazienza, un impegno, una responsabilità, di cui l'Italia, assieme ai partner europei, può dare prova.

Non mi concentrerò, in questi pochi minuti, sulla pandemia, prima ancora della questione di vita o di morte del COVID-19, Presidente, come nel rapporto tra etica e ontologia. Mi permetta una inversione e di insistere qui, in vista del Consiglio, sul tema della democrazia e dei diritti umani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) che non sono solo una petitio principii, ma la geografia interiore dell'Europa. So che riceverete una informativa sulla Russia, sullo stato dei rapporti tra l'Unione e Putin al centro di così tanti dossier. A questo riguardo, Presidente, faccio mie le preoccupazioni sui diritti e il loro rispetto in queste realtà, sulla cogenza di quello che, dalle nostre parti, chiamiamo Stato di diritto, e non saremo credibili come europei a chiedere il rispetto di regole minime di libertà se in alcuni dei Paesi dell'Unione si spengono voci libere e dissidenti, come quella di Klubrádió, avviene in Ungheria, dove lo stato di salute della libertà di stampa preoccupa fortemente, o si impedisce alle donne di manifestare per la determinazione delle proprie scelte e della propria salute (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), avviene in Polonia, dove attiviste vengono sbattute in prigione per l'espressione del proprio pensiero).

Non sarà facile, dunque, per una Unione nella quale serpeggiano tentazioni liberali chiedere alla Russia il rispetto delle regole internazionali e dei diritti umani sul caso oscuro di Aleksej Navalnyj (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), un buio che per quanto è e sarà nelle sue possibilità, Presidente, le chiediamo di aiutare a diradare, a fare più chiaro nell'azione di pressione di rappresentazione di chi siamo e di chi vogliamo essere nei confronti della Federazione Russa nella costruzione, certo, di quell'agenda positiva cui lei ci ha richiamati oggi. Lo dico pensando anche a quanto sta accadendo nel cuore dell'Europa, in Bielorussia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico): l'influenza russa nel tenere in piedi il regime di Lukashenko è determinante: dall'inizio delle manifestazioni seguite a un voto contraffatto e rubato, ci sono oggi 289 prigionieri politici nelle segrete bielorusse; sono blogger costretti allo sciopero della fame e della sete; sono madri di famiglia ingabbiate per avere sventolato un drappo bianco e rosso; sono giornaliste accusate di avere fatto semplicemente il proprio lavoro; sono leader politiche in carcere da mesi o costrette all'esilio. Sul furto di democrazia di diritti e di futuro in Bielorussia, l'interlocuzione con la Russia è fondamentale. Ne tenga conto, la prego, nel suo lavoro al tavolo dei ventisette e nel confronto con la nuova leadership americana che ha mostrato sollecitudine e risolutezza nell'affrontare questo tema.

Parlerete, invece, di Turchia - e lo ha richiamato lei stesso, oggi, nelle sue comunicazioni -, della grama situazione dei diritti civili, politici ed umani. Pare proprio non ci sia provocazione che Erdogan non abbia messo in campo in questi giorni alla vigilia di questo appuntamento europeo: lo scioglimento e la persecuzione del partito filo curdo, il cambio ai vertici della Banca centrale, l'intenzione di abbandonare la Convenzione sulle donne di Istanbul, una escalation che, al solito, pare basarsi sul trade-off che tiene assieme l'Unione e Ankara, quello fondato sul punto migratorio. Non dimentichiamo, tuttavia, che la Turchia resta un Paese di grande vitalità; non abbandoniamola alla propria tentazione, non dobbiamo stancarci di provocarla, di ingaggiarla, perché non si perda in una profezia autoavverantesi. Deve essere il Consiglio europeo non solo a condannare, ma tracciare un confine non labile, proprio perché i diritti e la democrazia - liberale aggiungo - sono - come ha ribadito lei oggi – “il” tratto identitario europeo e lo vediamo - mi consentirà un'apparente “fuor d'opera”, Presidente Draghi, rispetto al mandato europeo di cui oggi parliamo - sui diritti e le libertà di un giovane studente dell'Università di Bologna, Patrick Zaki (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) da oltre un anno costretto a dormire in terra in una cella egiziana per accuse infondate e pretestuose. Come sa, una raccolta di firme chiede il conferimento della cittadinanza italiana per Zaki, atto che spetta al Governo. Sono fiducioso e confido in un suo impegno, perché, da cittadino italiano, Zaki possa presto tornare ai suoi studi, libero da questo incubo, in nome di quei diritti che lei ha voluto oggi ricordare.

Si è fatto un gran parlare, Presidente Draghi, e positivamente, vista anche quella che tecnicamente nella vita di un Esecutivo viene chiamata “luna di miele”, dell'utilizzo da parte sua del termine pragmatismo. Le chiedo, dunque, cosa significa fare le cose nel contesto di un concerto come quello europeo, dentro istituzioni macchinose la cui temporalità spesso richiama L'anno scorso a Marienbad? Farle insieme intanto, fare cose che funzionino, utili ai cittadini, che rappresentate, che rappresentiamo ognuno di noi europei.

Ho avuto una modestissima esperienza personale di cui sono ovviamente riconoscente e fiero, come si conviene, a Palazzo Chigi, qualche secolo fa e non c'è stato giorno allora nel quale io non abbia pensato a John Langshaw Austin, al suo How to Do Things with Words

PRESIDENTE. Si avvii alla conclusione…

FILIPPO SENSI (PD). … teoria dei cosiddetti performativi, di atti linguistici che non si limitano a descrivere un fatto, ma che lo liberano, lo rendono possibile ed efficace. Non devo dire a lei, Presidente Draghi, e concludo, quali possano essere gli effetti della parola data, magari di tre parole dette in inglese, in un preciso momento, a fronte di determinati fatti e attese immani. Vale per ieri, vale per domani. Buon lavoro, la ringrazio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Sgarbi. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI (M-NCI-USEI-R-AC). Avviene in Italia, illustre Presidente del Consiglio: noi siamo i primi ad aver compresso i diritti dei cittadini attraverso un pervicace terrorismo mediatico e uno stato depressivo generale che si accompagna alla crescita della curva della mortalità; il che significa, in modo chiaro, che sono sbagliate le misure che abbiamo assunto.

Infatti, prendere misure inutili, come interrompere la ginnastica a scuola o le lezioni di strumenti musicali a fiato, non ha niente a che fare con la diffusione del virus. D'altra parte, lo stesso vale per dati evidenti come l'attuale totale indifferenza del Presidente di quest'Aula alle mie condizioni fisiche, di cuore e di cancro, che contravvengono alle prescrizioni di medici, che mi chiedono di parlare senza mascherina: atti di violenza personale. Al Sant'Orsola, grande istituto bolognese, indicano in modo evidente l'ambiguità con cui si consente la vendita del tabacco che porta a 70, 80 mila morti annui, legittimato da un potere dello Stato che evidentemente su quello non può intervenire. Si cura una malattia e non se ne cura un'altra. Si intasano le corsie, dando la sensazione che, nei prossimi mesi, ci si potrà interrogare sul fatto che una nazione sia andata in bancarotta perché mancavano decine o qualche centinaio di posti letto, non migliaia, nell'affrontare una malattia, attualmente nei numeri prevedibile, a bassa letalità che colpisce principalmente pazienti anziani e defedati. Temiamo che la responsabilità del disastro sarà scaricata sugli adolescenti, sui giovani, sulle palestre, sui ristoranti, sui bar, sui musei, sui teatri o su chi non abbia indossato correttamente la mascherina, camminando da solo per strada o guidando la sua automobile o avendo, come me, già avuto il COVID! Azioni contro la logica, contro un'intelligenza in nome di una finzione di cui il Presidente di questa Camera è responsabile! Mancano i sanificatori che sono nelle grandi fabbriche italiane! Si è fatto tutto per finzione!

PRESIDENTE. Grazie. E' concluso il tempo.

VITTORIO SGARBI (M-NCI-USEI-R-AC). Finzione e bugia! Illustre Presidente…!

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Angiola. Ne ha facoltà.

NUNZIO ANGIOLA (MISTO-A-+E-RI). Signor Presidente, il Consiglio europeo del 25 e del 26 marzo si appresta a discutere temi rilevantissimi per l'Europa e per l'Italia, dall'analisi della situazione epidemiologica fino alla discussione sulle modalità con cui si stanno svolgendo la distribuzione e la somministrazione dei vaccini.

Abbiamo salutato positivamente la centralizzazione dei negoziati, con le case farmaceutiche, a livello europeo. Salutiamo, inoltre, con favore il blocco alle esportazioni dei vaccini, di cui lei, Presidente Draghi, è stato il primo artefice.

A livello nazionale, Presidente Draghi, lei ha ragione nel biasimare, come ha fatto oggi, le differenze di comportamento tra regioni. Lei, Presidente, ha appena affermato che dobbiamo ribadire l'impegno come Governi e Parlamenti nazionali a costruire un'Europa che accolga i giovani e li formi come figli, non come riserva di lavoro spesso sottopagato (questo è un punto interessante). Noi di Azione, Presidente Draghi, auspichiamo che il Governo soffermi con determinazione e intelligenza l'attenzione su chi ha sofferto di più negli ultimi trent'anni, sulle categorie sociali per le quali il divario con l'Europa si è ampliato, raggiungendo ormai livelli di allarme. Stiamo parlando di bambini, giovani e donne; ciò con l'obiettivo di ridurre le distanze tra Roma e Parigi, Berlino e Londra, superare le arretratezze, le diseguaglianze che appesantiscono l'Italia, gettare le fondamenta per costruire il Paese della prossima generazione. Noi di azione, Presidente Draghi, siamo particolarmente sensibili rispetto a questo tema. I primi tre capitoli della nostra proposta di Recovery plan che abbiamo intitolato New Generation Italia parlano di bambini, dei giovani e delle donne.

PRESIDENTE. Concluda.

NUNZIO ANGIOLA (MISTO-A-+E-RI). Noi di Azione, sollecitati da Carlo Calenda, le abbiamo fatto pervenire diverse proposte al riguardo nell'ambito della discussione riguardante il PNRR da trasmettere a Bruxelles. Per queste ragioni, Presidente, accogliamo con favore il suo discorso e i suoi proponimenti in vista del Consiglio europeo.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Galizia. Ne ha facoltà.

FRANCESCA GALIZIA (M5S). Signor Presidente, Signor Presidente del Consiglio, colleghe e colleghi, questa settimana ci aspetta un appuntamento europeo importantissimo durante il quale l'Italia è chiamata a confrontarsi su temi strategici determinanti per il proprio futuro. Tra i temi ci sarà quello dell'innovazione, della transizione ecologica e digitale, che sono da sempre al centro del programma politico del Movimento 5 Stelle e rappresentano la nuova chiave di lettura in molti settori di intervento attraverso cui possiamo costruire un'Europa più equa, capace di ridistribuire benessere, di mettere l'economia al servizio delle persone e non viceversa.

Per questo, Presidente, le chiediamo in sede di Consiglio di riaffermare il ruolo centrale degli strumenti messi in campo dal Next Generation EU, strumenti che sono stati pensati per contrastare gli effetti economici e sociali della pandemia e per promuovere la ripresa dell'Europa sulla base della trasformazione verde e digitale dell'economia.

Ci teniamo molto, Presidente, a ribadire con forza la posizione del Governo italiano in favore dello svolgimento della Conferenza sul futuro dell'Europa. La Conferenza sarà un appuntamento importante, che vedrà il coinvolgimento della società civile e dei Parlamenti nazionali. Auspichiamo la partecipazione dal basso verso l'alto e che sia il luogo di dibattito per una revisione sostanziale del meccanismo del Patto di stabilità e crescita. La revisione va ricercata, non potendo più accettare uno strumento obsoleto, che non tiene conto delle criticità che stiamo vivendo in questo periodo. Come Movimento 5 Stelle lo abbiamo evidenziato già dal suo insediamento, Presidente: per noi il Patto di stabilità e crescita va riformato, va adattato ed adeguato alla ripresa ed alla crescita post pandemia, che sia bilanciata, sostenibile e inclusiva, di supporto reale al tessuto produttivo e sociale dell'Unione europea. Crescita e sviluppo, sia sul fronte economico che su quello sociale e demografico, restano i nostri obiettivi e per perseguirli nel più breve tempo possibile serve un confronto in linea coi tempi sui meccanismi che regolano la vita democratica dell'Europa.

Con particolare riferimento alla demografia, che è uno degli ambiti più colpiti dalla pandemia, non solo per l'effetto diretto sull'aumento della mortalità ma anche per le conseguenze indirette sui progetti di vita delle persone, l'Europa è oggi più di ieri chiamata a far fronte ad un calo della popolazione senza precedenti, ad una scarsa crescita naturale e ad un invecchiamento ancora più sostenuto. È per questo che bisogna trasformare la sfida demografica in una opportunità e servono strategie pubbliche ben mirate al rilancio del patrimonio demografico. Il COVID-19 ha accelerato fortemente il fenomeno delle “culle vuote”. Servono azioni che diano fiducia ai giovani e che li convincano a realizzare liberamente i propri progetti di vita, a costruire famiglie, a fare figli, dando vita così alle nuove generazioni sulle quali poggerà il futuro del nostro Paese.

Un altro aspetto importantissimo da portare all'attenzione dei tavoli europei riguarda l'urgenza di elaborare una proposta sulla tassa digitale da applicare nei Paesi membri dell'Unione. Occorre lavorare per la creazione di un bilancio dell'Unione europea che le attribuisca una capacità fiscale autonoma, indipendente dai bilanci nazionali e che prefiguri una corresponsabilità del Parlamento europeo nella creazione di nuove risorse proprie dell'Unione, non aggiuntive rispetto a quelle nazionali. Ecco perché, Presidente, introdurre la digital tax, come ha detto lei, è un tema prioritario tanto per la creazione di risorse proprie dell'Unione, quanto per una questione di giustizia ed equità sociale. Secondo i dati pubblicati dal report del Tax justice network si evince una situazione sconcertante e autolesionistica. Il dumping fiscale costa all'Europa tra i 25 e i 30 miliardi di dollari, fino a raggiungere i 75 miliardi considerando le perdite indirette. In un periodo di emergenza pandemica l'Unione europea deve mettere in campo una fiscalità più equa tra i vari Stati.

Già un anno fa, con una lettera inviata alla commissaria Vestager, chiedevamo che l'Unione fosse attenta e determinata nella tutela di un principio fondamentale che la contraddistingue: la libera e leale concorrenza. E' evidente che miliardi di euro sono già stati sottratti al fisco italiano da parte dei giganti del web. Parliamo di perdite preziose per il nostro Paese che in questo momento così delicato potrebbero essere impiegate per combattere la pandemia e, dunque, essere impiegate per supportare tutte quelle attività economiche che sono state costrette a chiudere nei lunghi periodi di lockdown, subendo, allo stesso tempo, una concorrenza sleale.

Infine, quanto alla Turchia, pensiamo che un rafforzamento della partnership strategica tra questa e l'Italia possa realmente contribuire alla stabilità e alla prosperità della regione mediterranea. Lei stesso, Presidente, ha detto che dobbiamo ripensare anche il nostro Sud in un'ottica di Mediterraneo, quindi anche il nostro Paese in questo contesto più ampio. Va sostenuta la via di un'agenda dell'Unione europea con Ankara; sarà necessario che l'Italia supporti Bruxelles nell'impegno di un dialogo costante con la Turchia, che sia costruttivo in materia di diritti umani, migrazioni, lotta al terrorismo e alla violenza sulle donne.

Con riferimento a quest'ultimo aspetto, non possiamo restare sordi dinanzi alle urla delle tante donne che, solo pochi giorni fa, hanno protestato in conseguenza dell'uscita della Turchia dalla Convenzione di Istanbul contro la violenza domestica e di genere, una notizia che ha lasciato tutti turbati e sgomenti.

La violenza sulle donne è un fenomeno divenuto un flagello mondiale, del quale tanto si parla, ma su cui ancora troppo poco si interviene. Il nostro obiettivo è molto chiaro: porre fine a tutte le forme di violenza contro le donne e le ragazze, lo dobbiamo a tutte le vittime. Questo ha promesso la Commissione europea, alle promesse, però, devono seguire i fatti. Il cambiamento è possibile, ma richiede azione, impegno e determinazione. Presidente, io sono convinta che lei ce le abbia e le auguro un buon lavoro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Butti. Ne ha facoltà.

ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie, Presidente. Signor Presidente del Consiglio, un tema del prossimo Consiglio europeo è quello della sovranità digitale. Ho quattro minuti per parlare di infrastrutture e di dati che vi transitano.

Se guardiamo alle infrastrutture, il Digital Compass 2030 rivede e sposta in avanti di qualche anno gli obiettivi precedentemente attesi. è un modo per allineare tra loro i Paesi europei che hanno diverse velocità. L'Italia, ad esempio, ha registrato un ritardo che si reputava come inestinguibile a causa della mancata affermazione nel nostro Paese della televisione via cavo; poi abbiamo cominciato a costruire le reti in fibra ottica con Open Fiber e, successivamente, il codice delle comunicazioni europeo ha confermato l'avvedutezza della strada intrapresa dall'Italia, tanto da riconoscere agli operatori wholesale only vantaggi regolatori non riconosciuti agli operatori tradizionali. Oggi il Digital Compass 2030 indica le tecnologie da usare e l'Europa prevede la copertura continentale in FTTH entro il 2030. Per l'Italia le previsioni sono due terzi della popolazione sempre in FTTH entro il 2030.

Occorre, allora, fare la mappatura esatta delle aree grigie, destinarle a gara per la copertura in FTTH attraverso le risorse che sono previste nel PNRR. I bandi potrebbero essere pubblicati già nel 2022 e con gli investimenti previsti dal PNRR l'Italia potrebbe essere completamente cablata in FTTH nel 2026, cioè con quattro anni di anticipo rispetto alle date europee.

Va, quindi, ribadito in sede europea e rafforzato l'orientamento a riconoscere i vantaggi regolatori agli operatori wholesale only, che stimolano la competizione tra i servizi di cui abbiamo bisogno e tutelano i consumatori.

L'altro aspetto riguarda i dati che transitano nelle reti. Oggi l'obiettivo condiviso è quello di trasferirli celermente nel cloud. Ma quale cloud? Quello dei big tech, poche società oggi americane e domani probabilmente cinesi, che hanno in mano i dati della maggior parte dei cittadini italiani con sistemi di tutela del tutto aleatori. Questo non può più essere. Sono caduti anche tutti gli accordi sovracontinentali, come il privacy shield, che regolava i rapporti di trasferimento dei dati tra l'Europa e gli Stati Uniti.

Oggi l'Europa finalmente parla di cloud europeo, ma la sua realizzazione non è ancora chiara, perché l'esperienza di Gaia-X indica non tanto la condivisione di una struttura protetta europea, ma un terreno di confronto comune pubblico e privato per la definizione di standard.

Il problema è che, per avere un cloud europeo interoperabile tra i vari Paesi, occorre dare precise linee guida ai singoli Stati nazionali in materia di cloud, sulla custodia e il trattamento riguardo i dati dei cittadini raccolti dalle pubbliche amministrazioni e dei consumatori raccolti dalle aziende. Ma i dati dei cittadini non sono i dati dei consumatori, occorre distinguere.

I dati raccolti dalle pubbliche amministrazioni europee devono essere custoditi - un minuto e mi avvio alla conclusione, Presidente - in infrastrutture cloud di proprietà pubblica ovvero controllata dallo Stato o dai suoi apparati. E qui l'Europa deve essere ovviamente chiara. L'Italia ha indicato Torino come capitale della ricerca di intelligenza artificiale, prevedendo in quella città un centro di ricerca nazionale. Questa è la via maestra. Dobbiamo chiedere all'Europa di condividere e valorizzare quelle attività, predisponendo un modello di governance europea che sostenga le università e le imprese europee e ne valorizzi i risultati a livello internazionale.

Il nostro sarà il decennio della fiducia, non solo dei diritti, e dovremo costruire i servizi della società del futuro e dell'economia digitale, poggiando tutto sulla fiducia. A noi e all'Europa il compito di non tradire questa aspettativa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Bianchi. Ne ha facoltà.

MATTEO LUIGI BIANCHI (LEGA). Grazie, Presidente Fico. Colleghi, Governo, Presidente Draghi, il prossimo Consiglio europeo può essere un punto di svolta per affermare finalmente l'autorevolezza del nostro Paese in Europa, la quale è mancata da troppo tempo a causa delle miopie di taluni Governi nostrani, che si sono purtroppo riverberate anche su questioni economiche e sanitarie. La nostra sovranità, nel senso di mettere al centro il popolo sovrano, siamo sicuri che con lei, Presidente Draghi, non verrà meno, così come la nostra dignità nei consessi europei. Quando ci rappresenterà al tavolo con gli altri Governi certamente non mancherà la visione futura per il nostro Paese, che risiede in riforme serie e coraggiose, cambiando passo in maniera decisa e lasciandoci alle spalle esperienze traumatiche che la Lega ha sempre denunciato, opponendosi a qualsiasi svendita degli interessi nazionali del nostro Paese.

Presidente, dobbiamo lavorare per una riapertura in sicurezza dei nostri sistemi economici e sociali, così come ha già lei descritto nella sua esposizione, ovviamente passando attraverso una campagna vaccinale che deve vedere l'Unione europea protagonista e molto ferma nel chiedere il rispetto delle scadenze contrattuali alle varie case farmaceutiche fornitrici dei vaccini. Ma, quando parlo di riaperture, intendo inoltre normalizzare alcuni contesti. Faccio un esempio su tutti: l'attuale blocco dei rilasci degli immobili al 30 giugno, ereditato dal precedente Governo, anche per le sentenze passate in giudicato per controversie pre-pandemia è qualcosa di profondamente iniquo e va superato immediatamente. Credo sia opportuno, in questo contesto emergenziale duraturo, sottolineare il ruolo degli enti locali e regionali anche nei tavoli europei, in ottemperanza al principio di sussidiarietà presente nel Trattato di Lisbona.

Dall'inizio di questa pandemia in quest'Aula abbiamo assistito ad attacchi al sistema delle autonomie locali, in un rigurgito centralista, nazionalista, retrogrado e superato dalla storia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Un tassello così importante della nostra architettura istituzionale deve avere la giusta dignità, tra l'altro prevista nella Carta costituzionale. In questo senso, risulta molto importante la Conferenza sul futuro dell'Europa per le riforme politiche e istituzionali necessarie a rilanciare e rafforzare il processo di integrazione comunitario. Serve sicuramente un consolidamento del ruolo del Parlamento europeo democraticamente eletto, ma anche un coinvolgimento dei territori attraverso il Comitato delle regioni europee, il quale deve diventare una sorta di Senato delle regioni stesse e dei comuni (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), superando un ruolo meramente consultivo e attuando, Presidente, quindi quel processo bottom-up che serve per avvicinare le istituzioni europee alla quotidianità dei cittadini.

Si parla molto di transizione digitale, di transizione ecologica, ma non si parla mai di transizione identitaria, in un contesto in cui il nostro continente è fatto di piccole patrie e di ricerca di nicchie territoriali che hanno la necessità di essere rappresentate almeno alla pari degli Stati nazionali, in un perimetro istituzionale che è passato dalla politica Nazione alla politica mondo. Oggi risultano importanti due prospettive, quella locale e quella globale, e le istituzioni europee e gli Stati membri devono tenerlo presente e sempre in considerazione per evitare di entrare in crisi di rappresentatività. L'Unione europea non può più essere il risultato di una somma di Stati, ma deve essere schematizzata sull'Europa delle regioni e dei territori omogenei dal punto di vista linguistico culturale ed economico (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Quindi ritengo non sia utile né necessario pensare ad una configurazione di un'unica Nazione europea, eccedendo nella burocrazia o regolamentazione. È doveroso delegare interamente poche funzioni alle istituzioni europee, ma per il resto serve sussidiarietà per i territori ed i popoli. Oggi l'Europa va pensata con un piglio riformista, ma retrospettivo. Idealmente, la principale transizione che si possa pensare per l'Europa è l'Europa di sempre, attualizzata ovviamente al contesto odierno, fondata sui suoi valori (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), che poggiano le basi sulla cultura cristiana e sulle molteplicità delle sue tradizioni come elemento positivo per tutto il continente.

Soprattutto bisogna evitare che una parte politica faccia propri i simboli istituzionali dell'Unione europea, sovrapponendoli ad un'ideologia progressista che svilisce il senso di potersi stringere intorno ad una bandiera in un momento di difficoltà, perché, così facendo, tanti cittadini ovviamente non la sentono propria. Ma questa visione di prospettiva, interna all'Europa stessa, non deve farci dimenticare la politica di vicinato. In Turchia, come è già stato detto, preoccupano le condizioni dei diritti umani e il ritiro di Ankara dalla Convenzione di Istanbul sui diritti delle donne è un ulteriore elemento di escalation che pregiudica ulteriormente spazi politici di cooperazione. Da ultimo, ci terrei a sottolineare la necessità di ribadire in quest'Aula, come lei ha già più volte fatto presente, la collocazione strategica del nostro Paese, sinceramente e convintamente a fianco degli Stati Uniti per il superamento di un momento di difficoltà che colpisce maggiormente le democrazie liberali del mondo occidentale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

In tal senso dobbiamo avere la consapevolezza che ogni Paese importante è un potenziale partner, ma non va tollerato che coloro che hanno responsabilità nei confronti del mondo sulla diffusione del COVID oggi passino come salvatori per combattere il virus stesso (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) tramite la pressione geopolitica dei vaccini ed attrezzature medicali. Mi sto riferendo chiaramente alla Repubblica popolare cinese, che, tra le altre cose, oggi è al centro di ampie polemiche sul tema dei diritti umani, dove la Lega da sempre ha stigmatizzato l'argomento. Anche oggi pomeriggio, in Commissione esteri, abbiamo fatto presente la nostra posizione. Presidente - e concludo -, l'Italia, e soprattutto la Lombardia, 25 per cento del PIL nazionale e terra da cui provengo, ha un tessuto produttivo profondamente agganciato alla Mitteleuropa. Serve sottolineare la nostra vocazione e la voglia di continuare ad essere la seconda potenza manifatturiera d'Europa incentrata sulla produzione, che è l'unico sistema per consolidare la crescita economica e non il sussidio (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Migliore. Ne ha facoltà.

GENNARO MIGLIORE (IV). Signor Presidente, signori del Governo, Presidente Draghi, vorrei rivolgerle innanzitutto un ringraziamento sincero per come sta rappresentando il nostro Paese nel consesso internazionale, anche alla vigilia di un appuntamento così decisivo come la Presidenza italiana del G20 e nel tentativo di rilanciare un multilateralismo efficace, che vede anche nella nuova Presidenza Biden un investimento nel futuro delle nuove generazioni. Ma vorrei sinceramente ringraziarla anche per il gesto forte che ha fatto ieri, telefonando al Presidente Erdogan e ricordando al Presidente Erdogan che bisognava avere un rispetto per i diritti umani. La ringrazio soprattutto per chi non ha avuto la possibilità di farlo, per chi non ha diritto di parola in quel Paese, per le migliaia di donne scese in piazza per protestare contro una scellerata decisione come quella di uscire dalla Convenzione che, proprio a Istanbul, fu firmata da 34 Paesi nove anni fa. A quelle proteste non avrebbe potuto partecipare Meral Sivrikaya, non avrebbe potuto partecipare Serpil Fikirli, non avrebbe potuto partecipare Rabia Dogan: queste sono donne uccise dai loro mariti in queste ore in Turchia, che rimane ed è ancora funestata da femminicidi che sconvolgono la nostra coscienza, ma probabilmente non quella di Erdogan.

Ho letto con attenzione il rapporto che l'Alto rappresentante, Josep Borrell, ha indirizzato al Consiglio europeo sulle relazioni tra Unione europea e Turchia; ne condivido lo spirito e la lettera, che ritrovo anche della nostra risoluzione; ne condivido l'aspirazione al dialogo, al confronto con un grande e importante Paese, dalle radicate tradizioni, sia sul tema migratorio, sia sulla partnership economica, nel contrasto al terrorismo. Proprio nel contrasto al terrorismo vorrei qui ricordare che, poche ore fa, dopo l'ennesimo lutto che ha colpito anche il nostro Paese con la morte di Luca Attanasio, di Vittorio Iacovacci e di Mustapha Milambo in Congo (Applausi), nel nord del Niger, al confine con il Mali, ci sono state 137 vittime di bande jihadiste, che sono andate a distruggere un intero villaggio. Proprio per questo, condividendo quel rapporto, condivido altresì anche le preoccupazioni che sono lì segnate, a partire dalla considerazione che Erdogan oggi affronta una crisi economica - lo abbiamo visto anche con i cambi alla Banca centrale - senza precedenti. Egli ha compiuto, con la sua retorica ipernazionalista e le sue azioni concretamente aggressive, continue provocazioni nei confronti dell'Unione nel suo complesso e contro singoli Paesi europei e popoli a lui vicini: da Cipro alla Grecia, per non parlare delle pratiche interventiste nel Nord della Siria, in Nagorno Karabakh; soprattutto, per quanto riguarda noi, penso alla la presenza turca in Libia, che si sostanzia nelle violazioni dell'embargo delle armi e nella diffusione di truppe jihadista.

PRESIDENTE. Concluda.

GENNARO MIGLIORE (IV). Vede, noi non dobbiamo dimenticare quello che sta accadendo ai curdi, quello che sta accadendo per lo scioglimento dell'HDP, perché quello che dobbiamo fare noi non è stabilire un limite geografico, un limes geografico. Noi dobbiamo stabilire non il limes germanico contro i barbari, ma un limes contro le barbarie, avere la possibilità cioè di dire che il nostro confine sono le carte scritte fondamentali, quella della Convenzione europea dei diritti umani dell'Unione europea, la dichiarazione fondamentale dell'Unione europea dei diritti dell'uomo…

PRESIDENTE. Deve concludere,

GENNARO MIGLIORE (IV). Concludo.

PRESIDENTE. Dieci secondi.

GENNARO MIGLIORE (IV). …e la nostra Costituzione, perché su quelle carte sono scritti i confini della nostra identità (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva e Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Grazie, Presidente Fico. Presidente Draghi, ho trovato particolarmente apprezzabile, nell'avvio del suo intervento, il ribadire la collocazione europeista e atlantista del nostro Paese, specie alla vigilia di un Consiglio europeo che vedrà partecipare - anche se per una parte dei lavori - il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden. Un Consiglio europeo che tratterà temi attuali e complessi: al primo punto, quello della pandemia, della campagna vaccinale a livello di Unione.

Io sono tra coloro che ha considerato, seppur con tutti i limiti che poi si sono manifestati, assolutamente positiva l'iniziativa dell'Unione europea, come acquirente unico di un portafoglio di vaccini. Questo ha permesso un abbattimento dei prezzi, una negoziazione più forte, da parte dei Paesi europei, e ha anche sottratto in qualche misura alla lotta industriale e anche alla competizione di egemonie geopolitiche il continente europeo. Credo che sia lo stesso spirito ad aver mosso anche il programma Covax, che in questo momento pesa 30 milioni di dosi vaccinali a cinquanta Paesi.

Mi permetta, Presidente, di raccontarle che quattro mesi fa, forse per primo in questo ramo del Parlamento mi alzavo per chiedere conto del piano vaccinale e degli sviluppi di quel piano, trattare quell'argomento era come trattare un argomento misterioso, esoterico, del quale nessuno sapeva nulla. Per giorni e giorni abbiamo fatto interventi e presentato interrogazioni per dire: attenzione, perché di qui a qualche tempo, se è vero come è vero che affronteremo la più grande campagna di vaccinazione che la storia ricordi, noi dovremmo avere una macchina pronta a fare in modo che questa vaccinazione vada in porto, che non ci si trovi in disguidi organizzativi e logistici sulle distribuzioni e sulle somministrazioni. Quattro mesi dopo è servito probabilmente un cambio di Governo per trovarci nelle condizioni in cui ci troviamo oggi, con un Presidente del Consiglio che ci dà contezza non solo del dato attuale, ma del dato a cui si punta; con un regime di autorizzazioni alle esportazioni europee, che con una certa assertività il Governo esercita a protezione dell'interesse nazionale; con degli obiettivi che l'Unione europea si è data nel Consiglio europeo del 21 gennaio scorso, ad esempio, quello di giungere alla vaccinazione del 70 per cento della popolazione adulta entro l'estate.

Io credo che, se l'impegno a una vaccinazione massiva, che Forza Italia anche in sede di consultazioni, Presidente, le ha chiesto e l'impegno che il Governo ha realizzato, anche attraverso la definizione di una catena di comando nuova con responsabilità chiare, se l'impegno e l'obiettivo a breve termine è quello di 500 mila vaccinazioni al giorno, come lei ci ha detto, Presidente, probabilmente riusciamo a far salva addirittura la stagione turistica. Io credo che questo sia effettivamente un obiettivo molto importante.

Credo che, a questo punto, la partita che si gioca in Europa sulla graduale revoca delle restrizioni, sulla certificazione verde digitale, vale a dire appunto quella certificazione che fa leggere in maniera - altro termine brutto – interoperabile, ma tra i vari Paesi immediata, la vaccinazione, la guarigione, il test negativo e permette una nuova circolazione, ecco, di quella partita, io credo, Presidente, insieme a quella delle riaperture, noi dovremmo essere protagonisti. Perché, se è vero come è vero quello che lei ha detto, Presidente, che il mercato unico rappresenta la grande occasione per le nostre imprese, al netto anche della giusta esigenza di metterlo al riparo dalla domanda e dall'offerta esterna sui beni e sui materiali strategici, ebbene, se questo è vero, noi abbiamo un'esigenza ancora più grande. È quella di proteggere in due direttrici il sistema Paese Italia. Quella dell'esportazione del made in Italy in tutte le sue forme, dalle produzioni manifatturiere a quelli culturali, la moda il design, l'agroalimentare, in un mercato unico e anche oltre. E un lavoro, Presidente, a questo punto autorevole e anche, se mi permette, non solo in seno all'Unione europea, ma anche come sistema Paese, un lavoro che passa per la Farnesina, per il Ministero dei Trasporti, per una compagnia di bandiera, per tutto quello che può essere necessario mettere in campo per il come to Italy, per fare in modo che dall'estero si riesca a portare in un Paese COVID free un flusso importante di turismo, che poi, Presidente, è il nostro petrolio naturale: non abbiamo troppe altre risorse. Ecco, su questo, così come siamo stati drammaticamente i primi ad entrare nella pandemia, io mi auguro anche che lei metta sul piatto la sua riconosciuta autorevolezza a livello europeo, per fare in modo che noi si possa essere anche i primi ad uscirne (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Per cui, Presidente, è giusto parlare non solo della riapertura delle scuole, ma è giusto immaginare cosa, quando e come - dal momento in cui raggiungeremo certi standard, che dovremmo darci inevitabilmente, a livello di Unione e a livello nazionale - cominceremo a riaprire questo Paese e a farlo ritornare a fiorire, come merita. In questa scelta, in questa sfida, Presidente, Forza Italia c'è, con la sua delegazione al Governo, con la sua forza parlamentare, perché questa, che non è inevitabilmente una maggioranza politica, però è una scommessa che forse, tra i primi, oltre a lei che l'ha accettata, Presidente, e i componenti del Governo, Silvio Berlusconi ha voluto, perché, in un momento in cui c'era la necessità di salvare il Paese, il Governo di salvezza nazionale era l'unica, inevitabile risposta (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Berlinghieri. Ne ha facoltà.

MARINA BERLINGHIERI (PD). Presidente, signor Presidente del Consiglio, onorevoli colleghi, i temi all'ordine del giorno del prossimo Consiglio europeo sono cruciali, perché impattano fortemente sul quotidiano di ciascuno di noi e perché ci mostrano chiaramente come oggi, più che in passato, non si possa affrontare la realtà a compartimenti stagni. Il superamento dell'emergenza pandemica e la resilienza delle società di fronte a tali fenomeni sono strettamente legati alla ricerca, al know-how digitale e tecnologico, al rafforzamento del mercato unico e, sul lungo periodo, anche alla modalità con cui noi mettiamo al centro la transizione ecologica, la sostenibilità e lo sviluppo green.

È un ordine del giorno che ci richiama all'esigenza di elaborare e costruire urgentemente un'autonomia strategica europea su tutti i fronti: autonomia strategica sulla salute, dando competenze specifiche alle istituzioni europee; sulle tecnologie digitali, accelerando su ricerca e facendo sistema tra risultati della ricerca e attività delle imprese, così da essere competitivi sulla scena internazionale, investendo significativamente sulla formazione per superare il divario digitale, sociale, di genere e territoriale, sulla politica commerciale, sulla politica estera e di difesa. La costruzione e realizzazione di un'autonomia strategica europea è possibile solo se, tra le altre, si affronta finalmente la questione delle risorse proprie dell'Unione europea e della tassazione di ciò che impatta sulla società, attraverso una dimensione transnazionale. Questo tempo fuori dall'ordinario e così difficile ci consegna l'occasione e la forza di fare quello che, in tempi ordinari, non abbiamo potuto o avuto il coraggio di fare. Molte scelte sono state fatte in questo senso: pensiamo, per esempio, ai piani Next Generation EU e SURE, inimmaginabili fino a pochi mesi fa. Il nostro Paese è stato protagonista a diversi livelli nell'elaborazione di queste scelte, dobbiamo continuare in questa direzione perché, quando questo momento sarà alle nostre spalle, rimarranno le scelte coraggiose che avremo saputo fare insieme per riaffermare i valori che ci uniscono. Queste scelte sono possibili adesso, sulla scorta dell'urgenza.

Lei ha ben richiamato come l'obiettivo sia quello di vaccinare più persone possibili nel più breve tempo possibile. Bene, l'Europa è lo spazio politico che ha fatto della responsabilità sociale di ciascun cittadino un elemento fondante del vivere insieme. Per raggiungere l'obiettivo di vaccinare tutti presto e ridare fiducia ai cittadini europei, dobbiamo favorire gli accordi tra le imprese, ma dove questi accordi non funzionano spontaneamente, dobbiamo avere strumenti normativi uniformi e comuni per garantire la produzione necessaria. Le licenze obbligatorie - che consentono di mantenere il brevetto, cedendo però la produzione ad altri in grado di garantirla - sono uno strumento che va normato a livello europeo e nei singoli Stati. Responsabilità sociale e tutela dei diritti ci impongono anche, come europei, di non permettere che il diritto universale alla salute venga meno e che l'accesso alle cure acuisca il divario tra i ricchi e i poveri del mondo. Ricordo che Sabin rinunciò al brevetto per salvare milioni di bambini dalla polio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico): l'Europa deve essere in prima fila nella richiesta della sospensione temporanea dei brevetti.

Chiudo, Presidente, ricordando che in quest'Aula, molto spesso, richiamiamo il fatto che il progetto europeo è necessario al mondo e che molti guardano a noi europei con fiducia. Ecco, il miglior modo per tutelarlo e difenderlo è far sì che i valori a cui si ispira siano incarnati in una società che funziona. Sappiamo che non è facile, ma la radicalità di questo tempo ci dà la possibilità di dimostrare nei fatti il nostro essere dalla parte della persona e del suo diritto a vivere in una società in cui ciascuno possa esprimere se stesso e dove il più debole viene protetto. A lei, Presidente Draghi, chiediamo di essere portatore di queste istanze e garante di questi valori, sapendo di avere in lei una persona capace di scelte coraggiose (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Foti. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore.

TOMMASO FOTI (FDI). Grazie, signor Presidente. Signor Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni le ha detto che noi siamo al suo fianco rispetto al buon esito della campagna vaccinale. E allora mi sia consentito di dirle che le 29 milioni di confezioni che sono state rinvenute in uno stabilimento italiano di AstraZeneca, non possono passare sotto l'uscio, perché nel momento in cui la nostra Nazione vive una situazione di difficoltà nella distribuzione del vaccino, non è possibile che ci sia chi fa il furbo per cercare di fregare l'Italia: stabilimenti in Italia, produzione in Italia!

Allora, signor Presidente, io le dico che la campagna vaccinale ha un esito che non servirà solo alla salute dei cittadini, ma anche alla vita delle imprese. E, sotto questo profilo, nel consesso europeo, mi sia consentito di dirle che appare ormai indispensabile un ulteriore intervento rispetto al temporary framework, soprattutto per quanto riguarda la garanzia sui prestiti da parte dello Stato e degli Stati, con un'elevazione a quindici anni del tempo necessario. Perché, signor Presidente, noi, in questi periodi, abbiamo avuto questi dati: in un anno, finanziamenti assistiti da garanzie pubbliche, 1.800.000 imprese, per 153 miliardi di euro. Se salta il banco, è evidente che queste imprese saltano. Se saltano queste imprese, diventa un'emergenza sociale senza fine.

Allora, spesso e volentieri si è usato un termine, un sostantivo in questa situazione: crisi! Ebbene, il termine “crisi” deriva dal greco antico e si traduce letteralmente in “scelta”. Fratelli d'Italia chiede di scegliere di far vivere le piccole e le medie imprese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) per far ripartire l'Italia e l'Europa. Diversamente, condannerete l'Italia e l'Europa ad un irreversibile declino economico. Noi sappiamo, vogliamo credere che lei, come noi, non voglia né il declino economico dell'Italia, né il declino economico dell'Europa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È così conclusa la discussione.

(Annunzio di risoluzioni)

PRESIDENTE. Avverto che sono state presentate le risoluzioni Davide Crippa, Molinari, Delrio, Occhiuto, Boschi, Fornaro, Emanuela Rossini e Lupi n. 6-00175, Fratoianni ed altri n. 6-00176, Lollobrigida ed altri n. 6-00177 e Cabras ed altri n. 6-00178. I relativi testi sono in distribuzione (Vedi l'allegato A).

(Replica e parere del Governo)

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi.

MARIO DRAGHI, Presidente del Consiglio dei Ministri. Grazie, Presidente. Il dibattito è stato molto, molto ricco anche di consigli, di spunti e di indirizzi, di cui certamente terrò conto nelle discussioni, nella riunione di domani e di dopodomani.

Devo dire che questi… eh non c'è verso, scusate (Applausi)… spero che mi abbiate comunque sentito...

PRESIDENTE. Sì, sì, si sentiva.

MARIO DRAGHI, Presidente del Consiglio dei Ministri. Devo dire che questi incontri col Parlamento, con la Camera e il Senato, hanno molti aspetti positivi, ma uno di questi, che si vede immediatamente per chi deve partecipare a riunioni internazionali come quella di domani, è che rendono la voce dell'Italia molto più forte che non se fosse qualcosa, ripeto, di elaborato, pensato, meditato anche bene, ma da pochissime persone, senza un previo confronto col Parlamento. Quindi, vi ringrazio anche di questo: per aver dato forza alla mia voce (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Italia Viva, Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Misto).

Cercherò di rispondere ad alcuni dei punti sollevati, in primis sulla politica estera. Le due questioni sollevate - cerco di essere un po' schematico - riguardano: primo, l'indirizzo della nostra politica in Libia; secondo, i rapporti con la Turchia.

La nostra linea politica in Libia è quella di sostenere il Governo di unità nazionale, con l'obiettivo di portarlo alle elezioni di dicembre. Nel frattempo, occorre aiutare questo Paese a fare riforme economiche, che comincino ad affrontare la situazione sociale ed economica, che è - potete immaginare - deteriorata fortemente. Andrò, come ho detto stamattina al Senato, io stesso in Libia nella prima settimana di aprile; già il Ministro degli Esteri, Di Maio, è stato lì e, come dire, ha preparato il terreno, per cui quella sarà un'occasione importante per la Libia e per noi, ovviamente, di vedere i nostri indirizzi rafforzati dal dialogo, dal sostegno.

L'altra parte importante, però, su cui occorre essere molto vigili, è che l'accordo sul cessate il fuoco venga rispettato e venga rispettato in primis con l'evacuazione di tutti coloro che hanno alimentato questa guerra, quindi, in primis i mercenari, ma anche gli eserciti che provengono da altri Paesi, tra cui, appunto, la Turchia.

E qui vengo al secondo punto: la Turchia, negli ultimi mesi, forse anche anni, non ha perso occasione di essere presente in tutti i punti in cui poteva iniziare una guerra e di assumere il ruolo di difensore dei sunniti del mondo islamico. Questo è stato un atteggiamento che ha creato innumerevoli punti di conflitto, come alcuni di voi hanno ricordato, per molto tempo. Ora, noi assistiamo, da parte della Turchia, a dei cenni incoraggianti, soprattutto nei confronti della Grecia e di Cipro. Il nostro indirizzo, la nostra tendenza è quella di incoraggiare questi segni positivi di apertura e i motivi sono essenzialmente tre: il primo è il ruolo della Turchia nel Mediterraneo orientale; l'Unione europea dovrà presto rinegoziare l'accordo sulle migrazioni e su questo punto bisogna esprimere un grande apprezzamento alla Turchia per ciò che fa con i rifugiati siriani che hanno ormai una dimensione enorme in quel Paese. Questa è una prima cosa. Però, noi, come Italia, simmetricamente, vogliamo che l'Unione europea dia sostegno economico e politico nel Mediterraneo occidentale, quindi, anche nell'azione nei confronti della Libia. Questo è un aspetto a cui occorre essere particolarmente attenti e che verrà probabilmente discusso domani.

Il secondo punto è che la Turchia è importante per quel che dicevo prima, cioè per l'esecuzione dell'accordo sul cessate il fuoco in Libia. La cooperazione con la Turchia su quel fronte, su quel piano, è importante.

C'è poi un terzo punto, che è quello dei diritti umani. Per quanto questa cooperazione sia essenziale per l'Italia, noi non possiamo fare passi indietro sui diritti umani, sul rispetto dei diritti umani. Lo ripeto, non è solo la Turchia, come molti di voi hanno ricordato (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Italia Viva, Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Misto). Ci sono tanti Paesi dove questi diritti non sono rispettati e, come dicevo prima, la difesa, non solo il rispetto, ma la difesa dei diritti umani è un valore identitario europeo, quindi l'Europa deve continuare, deve lavorare nel continuare anche nei confronti di alcuni suoi membri, anche nei confronti di alcuni Paesi dell'Unione europea, come voi avete ricordato. È un lavoro che è complesso, ma che deve essere perseguito con determinazione.

Sul piano vaccinale, le osservazioni naturalmente sono state tante. Io credo che la scelta europea sia stata giusta e, in un certo senso, se voi guardate anche da noi, è facile con il senno di poi criticare le scelte fatte allora; era un periodo che nessuno aveva mai sperimentato prima; occorreva imparare e - a proposito - stiamo ancora imparando, non è che ci siamo fermati; l'insidia e la difficoltà di capire quello che sta succedendo sono ancora presenti e, allora, lo erano ancora di più. Però la delusione dei cittadini europei è stata grande. Io non so - ripeto - se sono errori, come è stato detto. La Commissione europea si è difesa, ma questo non ha tanta importanza; bisogna avere, in un certo senso, un'umiltà di giudizio, qui. Soprattutto, bisogna guardare al futuro. Ora le cose vanno meglio: c'è un nuovo commissario che è stato nominato un mese fa, Thierry Breton, che è bravissimo, e la risposta è stata immediata. Quindi, bisogna guardare ai segni positivi all'orizzonte.

Più generalmente - l'ho già detto, questo - il coordinamento europeo va cercato, bisogna far di tutto per rafforzarlo, ma se non funziona bisogna trovare altre strade. Quindi, in questo senso parlo di pragmatismo, ma in un senso positivo nei confronti dell'Europa. Non metto la ricerca di altre strade prima dell'Europa: non c'è nessun vantaggio e questo perché, come ho detto all'inizio, la scelta europea è stata giusta.

L'Italia, rispetto a questa situazione, ha mostrato che, in un certo senso, la sua azione è fondata su tre pilastri: primo, il rispetto, da parte delle compagnie internazionali multinazionali, le società produttrici di vaccini, degli accordi, secondo, le sanzioni se questi accordi non sono rispettati e, terzo, la sostituzione, la pronta sostituzione dei vaccini mancanti con altri tipi di vaccini. Quel che è successo da noi è che c'è stato effettivamente un giorno in cui la vaccinazione è scesa, è scesa abbastanza, ma non è sparita, e il giorno dopo la mancanza è stata quasi compensata da altri vaccini. Quindi, in un certo senso, sono questi i tre pilastri della nostra azione.

Una parola a proposito della questione delle milioni di dosi trovate. Dunque, sabato sera ricevo una telefonata dalla Presidente della Commissione europea, segnalandomi questi vaccini, alcuni lotti, le identità di alcuni lotti che non tornavano nei conti della Commissione e che sarebbero stati giacenti presso lo stabilimento della Catalent, che è una società che infiala i vaccini, di Anagni. Mi si suggeriva di ordinare un'ispezione. La sera stessa ho chiesto al Ministro Speranza di mandare i NAS, che da lui dipendono; sono andati immediatamente alla fabbrica e la mattina, dopo aver lavorato tutta la notte, hanno identificato effettivamente quei lotti che erano in eccesso. A quel punto, i lotti sono stati bloccati, oggi, ne sono partiti due, ma sono stati spediti in Belgio, quindi all'interno dell'Unione europea, alla casa madre AstraZeneca. Dove andranno da lì io non lo so, però intanto la sorveglianza continua, per i lotti rimanenti (Applausi).

Ho parlato del mercato unico, dell'importanza di proteggerlo, dei grandi vantaggi che ha dato all'Italia e alle aziende italiane, è un tema che, come sapete, ho toccato molte volte, del fatto di avere una comunità di standard di produzione, di come il mercato unico sia alla base delle creazioni di catene del valore attraverso tutta l'Europa, e di come le esportazioni intraeuropee siano aumentate. Effettivamente, avrei dovuto dire anche che il mercato unico non è la risposta a tutti i problemi, in particolare ai problemi di disuguaglianza nel reddito e nella ricchezza. Il mercato unico ha accompagnato l'Unione europea, ha accompagnato la globalizzazione, pretendendo dagli Stati membri dei livelli di protezione sociale e di condizioni del lavoro che sono sicuramente più alti di molti nostri partner nel mondo, ma non ha sanato le disuguaglianze. Per far questo, ci sono due livelli di azione: uno a livello europeo, dove, forse, si comincerà a vedere qualcosa quando si comincerà a parlare di unione fiscale, seriamente, ma poi c'è un livello nazionale ed è lì che l'azione deve essere prevalente, non tanto deve venire dai nostri partner. Quindi, il mercato unico è una costruzione importante, positiva, ma certamente non ha risposto né alla situazione di disuguaglianza nella distribuzione del reddito e della ricchezza né alla situazione dal punto di vista occupazionale. Effettivamente, la protezione dei lavoratori in Europa è molto più elevata che non nel resto del mondo, ciò nonostante, come vediamo, ci sono gravi situazioni di disoccupazione, specialmente giovanile, ma di nuovo, lì, è lo Stato nazionale che deve agire. Se il mercato del lavoro è duale, quella è una responsabilità nazionale, non europea, quindi questo è molto importante, ci tenevo a dirlo, perché altrimenti offro soltanto una visione positiva del mercato unico.

Il Patto di stabilità e di crescita è molto importante. Non credo, anzi sono certo, che non venga discusso nella riunione di domani. Tenete presente che le discussioni sul Patto di stabilità e crescita sono molto complesse e dureranno molto tempo. C'è la generale convinzione che le regole vadano cambiate, ma mi si diceva oggi dal Commissario preposto a questo, Gentiloni, che la previsione è che le discussioni dureranno per tutto il 2022. Quindi, avremo tempo di rivederci e il Parlamento sarà costantemente informato sull'evoluzione di queste discussioni e darà gli indirizzi che riterrà necessari man mano che queste analisi continueranno.

Infine, un ultimo punto sulla sovranità digitale. L'obiettivo è condiviso in Europa. Sotto questo profilo, l'Europa si vede fortemente deficitaria. Quindi, l'obiettivo di avere una sovranità digitale è unanimemente condiviso. Il Ministro Colao, insieme al Ministro Giorgetti, lavora molto attivamente su questo, per quel che riguarda l'Italia internamente, ma anche il ruolo dell'Italia in questa discussione. Quindi, è un campo che vede tutti molto attivi, molto consapevoli che una sudditanza digitale, quale quella che esiste oggi, non è tollerabile.

Presidente, io mi fermerei qui (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Lega-Salvini Premier, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Italia Viva, Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Vincenzo Amendola, per l'espressione del parere sulle risoluzioni presentate.

VINCENZO AMENDOLA, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Grazie, Presidente. Sulla risoluzione Davide Crippa, Molinari, Delrio, Occhiuto, Boschi, Fornaro, Emanuela Rossini e Lupi n. 6-00175, parere favorevole; sulla risoluzione Fratoianni ed altri n. 6-00176, parere contrario; sulla risoluzione Lollobrigida e altri n. 6-00177, parere contrario; sulla risoluzione Cabras e altri n. 6-00178, parere contrario.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di parlare il deputato Antonio Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (M-EUR-MAIE-PSI). Grazie, Presidente. Presidente Draghi, in discussione generale mi sono fermato sul “tutto chiuso”, per avere esaurito il tempo a mia disposizione. Ora riprendo da questo punto per dire che è sorprendente come la chiusura ferrea oggi non desti alcuna indignazione, mentre il suo predecessore, col medesimo Ministro della Salute in carica, ne ha pesantemente subito le critiche. Mi viene anche da pensare che, durante il precedente Governo, dei territori, a cui presto sempre un ascolto attento, mi segnalavano la scarsità e le manchevolezze dei ristori, che puntualmente poi venivano messe in evidenza dalla cronaca nazionale. Però, sa che cosa, Presidente Draghi? Che gli stessi operatori del territorio continuano a segnalarmi l'inadeguatezza dei criteri con cui sono stati quantificati i sostegni, ma non riscontro la stessa disapprovazione nell'evidenza mediatica, così come il tema del MES non appare più così fondamentale per le sorti della nostra sanità, e lei lo ha chiaramente certificato. Una riflessione sul recente passato vuole essere una presa di coscienza per avere contezza del presente ed è un aiuto per la pianificazione del futuro.

Io, Presidente Draghi, le auguro sinceramente il successo per questo suo impegno europeo, intanto perché confermerà, se mai ve ne fosse bisogno, la sua autorevolezza internazionale e poi perché la sua affermazione sarà l'affermazione del nostro popolo e sarà anche l'affermazione di chi crede nei diritti umani, nel rispetto dei diritti civili ed è francamente infastidito - e uso questo eufemismo - dalle continue provocazioni del Presidente turco e dall'irrispettoso atteggiamento - anche questo è un eufemismo - egiziano, dapprima nel caso Regeni e poi nella vicenda di Patrick Zaki. Per cui, buon lavoro, Presidente. Giochiamo tutti con la stessa maglia della nazionale. Viva l'Italia!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Angiola. Ne ha facoltà.

NUNZIO ANGIOLA (MISTO-A-+E-RI). Presidente, a nome della componente Azione-+Europa vorrei svolgere due considerazioni: la prima riguarda la situazione epidemiologica, con parallela verifica della distribuzione e della somministrazione dei vaccini; la seconda riguarda, invece, gli aspetti economici.

Abbiamo salutato positivamente la centralizzazione dei negoziati con le case farmaceutiche. Con altrettanta chiarezza, Presidente Draghi, abbiamo detto che questo processo non ha funzionato come avrebbe dovuto. Dal momento che è plausibile che la vaccinazione debba essere ripetuta anche nei prossimi anni, abbiamo bisogno di un piano di lungo termine che, dopo aver identificato le criticità produttive e contrattuali riscontrate, riesca a superarle in modo efficace. Salutiamo, inoltre, con favore il blocco delle esportazioni dei vaccini e il fatto che lei abbia espresso biasimo per le differenze di comportamento tra le regioni. Il secondo punto riguarda gli aspetti economici. È essenziale imboccare la strada della ripresa economica. Attendiamo che entro fine aprile 2021 la Commissione europea aggiorni la strategia industriale europea e ci auguriamo che essa includa le proposte e gli strumenti presenti nel dossier d'iniziativa del Parlamento europeo, curato dall'onorevole Carlo Calenda, passato a grande maggioranza in plenaria al Parlamento europeo il 25 novembre 2020. Proposte concrete, capaci di alleggerire la pressione sui settori più in crisi, di accompagnare la ricostruzione e di favorire la transizione green e digitale. Ho completato. Per queste ragioni, Presidente Draghi, accogliamo con favore le sue parole e annunciamo il voto favorevole di Azione e +Europa sulla mozione di maggioranza presentata.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Gebhard. Ne ha facoltà.

RENATE GEBHARD (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Condividiamo quanto lei ha detto, signor Presidente. L'Unione europea deve urgentemente recuperare credibilità. Il deficit di coordinamento in ordine alle disponibilità di vaccini e all'attuazione del piano vaccinale chiama in causa la capacità di governo dell'istituzione europea. Condividiamo che l'emergenza sanitaria debba essere affrontata con pragmatismo e con una visione coordinata e, ancor più, concordiamo con lei, Presidente, quando osserva che l'autonomia strategica prioritaria sia oggi l'autonomia vaccinale, perché è anzitutto così che potranno essere salvaguardati i principi fondativi dell'Unione europea. Sotto questo profilo e in relazione alla libertà di circolazione, il tema del pass vaccinale è fondamentale per la ripresa della vita quotidiana di tutti noi e per il turismo. Rafforzamento del piano vaccinale e aperture: bene che tali obiettivi debbano essere perseguiti contestualmente. Riaprire quanto prima le scuole è un impegno che condividiamo pienamente. È necessario ridurre al massimo possibile l'impatto emotivo della pandemia su bambini e adolescenti. Concludo toccando un altro tema identitario dell'Europa da lei affrontato: i diritti delle donne. È importante che lei abbia affermato come sia grave l'abbandono della Convenzione di Istanbul da parte della Turchia, una decisione che non può non avere conseguenze. Buon lavoro, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Minoranze Linguistiche)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Muroni. Ne ha facoltà.

ROSSELLA MURONI (MISTO-FE-FDV). Grazie, Presidente. Signor Presidente, sulla battaglia contro il COVID e sulla campagna di vaccinazione l'Europa gioca il proprio futuro. Fare meglio insieme è la ragione sociale alla base del patto di integrazione europeo. Se non dimostriamo che essere europei è un vantaggio in termini di salute e sicurezza, se lo Stato nazione dimostra il primato dell'agire da solo nei momenti di crisi, l'Europa non serve o serve a poco.

Voi discuterete, signor Presidente, anche di politica industriale ed economia. Ecco, noi abbiamo bisogno che l'Italia svolga un ruolo coerente con gli impegni di quello che lei, Presidente, ha definito come Governo ambientalista: oggi non mi pare proprio. Ad esempio, si sta giocando una dura battaglia sulla tassonomia ma, in pratica, quando un'attività, un investimento, un sussidio si può definire verde? Le lobby europee del gas, ENI e Snam in testa e gli Stati dell'Est, sono riusciti a far cambiare la proposta della Commissione e a includere il gas fossile tra le attività verdi e il Governo italiano le sostiene. Se questo dovesse essere approvato, il Green Deal europeo, vero e proprio gioiello per il nostro continente, ispirazione per tutto il mondo, riceverebbe un colpo gravissimo, perché sono ingentissime le somme che rimarrebbero investite nei fossili. Ci appelliamo a lei per fare in modo che la posizione dell'Italia torni in linea con quella di un Governo veramente ambientalista. Ecco, noi abbiamo bisogno che il Piano nazionale di ripresa e resilienza, e il Piano nazionale integrato per l'energia e il clima siano più ambiziosi, in linea con gli obiettivi globali dell'Accordo di Parigi e con quelli europei di riduzione delle emissioni climalteranti. Servono azioni concrete, riforme propedeutiche alla transizione ecologica per non sprecare le risorse europee. E' ora di dare delle risposte concrete ai tanti giovani che protestano per il clima, abbandonando le false promesse. Le risorse che l'Europa ha messo a disposizione con il Next Generation EU rappresentano un'occasione importante per ridisegnare l'Italia al 2030 e renderla davvero un Paese innovativo, moderno e sostenibile; alle future generazioni, un futuro migliore ed equo. Il Piano nazionale integrato per l'energia e il clima deve fare in modo che anche l'Italia contribuisca a quel meno 55 per cento di emissioni climalteranti che l'Europa si è imposta entro il 2030.

PRESIDENTE. Concluda.

ROSSELLA MURONI (MISTO-FE-FDV). Signor Presidente, è il tempo per il nostro Paese di uscire dall'era delle occasioni perse: noi voteremo la mozione di maggioranza, ma davvero questa è l'ultima occasione per noi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lupi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, grazie. Grazie perché nella sua comunicazione abbiamo colto un messaggio decisivo e nuovo per la politica, che riassumo in tre parole: fiducia, unità e giovani. All'Italia, dopo un anno di politiche che nella gente hanno evocato la paura, l'ansia e la demoralizzazione, serve un messaggio di fiducia; solo su di essa si può ricostruire. La fiducia la si trasmette con l'unità di un popolo, quello italiano, che si ritrova nella sua identità. Cito l'esempio del sindaco di Bassano, in provincia di Cremona, che poteva protestare per le inefficienze, mentre ha preso il pulmino, ha caricato i suoi anziani e li ha portati a vaccinare nel centro vaccini. Vi è poi l'unità tra Stato e regioni, l'unità in Europa e l'unità atlantica, con i nostri alleati storici. Sull'approvvigionamento dei vaccini, decisivo per vaccinare quanto più gente possibile nel minor tempo possibile, proseguiamo, come ha detto lei, con l'Europa e con il pragmatismo da lei richiamato. Ma lei parla anche di un'unità anche in altro senso: un'unità di intervento; salute, istruzione ed economia.

Sulla prima, sulla campagna vaccinale, signor Presidente, bisogna dare - glielo diciamo con forza - lo scudo penale a medici e infermieri perché lo Stato gli chiede un impegno gravoso. Lo Stato li tuteli da iniziative assurde che arrivano ad indagarli per aver svolto il loro dovere: un'iniezione. Sull'istruzione, vero pilastro del rilancio, mi auguro che lei riesca a mettere in atto l'annuncio che ha già fatto di riapertura delle scuole subito dopo Pasqua. In Germania hanno prolungato il lockdown, ma terranno le scuole aperte. Ricordo che le scuole, come ha recentemente documentato una ricerca su sette milioni e mezzo di studenti, non sono il luogo del contagio. Anche sull'economia bisogna iniziare a pianificare le riaperture, come ha detto; siano tali, sia la ripresa del lavoro; le imprese dovranno lavorare.

PRESIDENTE. Concluda.

MAURIZIO LUPI (M-NCI-USEI-R-AC). Non vogliono assistenza, ma, se ci sono le condizioni per riaprire, li si faccia lavorare tutto il giorno. Voglio chiudere, tornando - e concludo - sui giovani e i figli, come giustamente lei li ha chiamati: non manodopera a basso costo. Investiamo nei giovani, investiamo in un'educazione che li prepari al lavoro…

PRESIDENTE. Concluda.

MAURIZIO LUPI (M-NCI-USEI-R-AC). …non per fini economistici, non per pagare i debiti. Nell'investire sulla scuola - ho concluso veramente - ricordiamoci che il sistema, signor Presidente del Consiglio, è fatto di scuole statali e di scuole paritarie: non dimentichiamolo (Applausi Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC)!

PRESIDENTE. Grazie, deputato Lupi. Ha chiesto di parlare la deputata Ruffino.

DANIELA RUFFINO (MISTO-C!-PP). Grazie signor Presidente, colleghi, Governo, riassumo alcune considerazioni che lei, Presidente Draghi, in vista del Consiglio europeo, ha illustrato in quest'Aula e sulle quali, nello specifico, su alcune di esse mi soffermerò per le riflessioni che ritengo più importanti. Parto dal rafforzamento dell'unità e della credibilità dell'Unione europea in questa fase cruciale delle vaccinazioni per uscire velocemente dalla crisi pandemica ed economica. Poi c'è il richiamo all'omogeneità di azione da parte delle regioni, attenendosi alle priorità indicate dal Ministero della Salute; la riapertura delle scuole, la riapertura delle attività economiche e sociali, i capisaldi della politica estera di questo Governo; l'atlantismo e l'europeismo, la difesa dei diritti umani come valore identitario dell'Unione europea con un occhio in particolare alla Turchia che, pochi giorni fa, ha abbandonato la Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica.

Signor Presidente, vorrei partirei da quest'ultima considerazione per confermare la mia solidarietà, ma credo anche quella di tutte le colleghe deputate e delle italiane alle donne turche, sottolineando la pericolosità delle scelte effettuate dal Presidente Erdogan, che continuano a far arretrare il suo Paese nella difesa dei diritti delle persone. E' davanti agli occhi di tutti come la Turchia abbia poche intenzioni di allinearsi a nessun tipo di regola, ma forse è arrivato il momento che l'Unione Europea, al tavolo delle trattative, non perda più tempo e non continui ad essere la parte debole. Egregio Presidente, forse è arrivato il momento di formulare un ultimatum al Presidente Erdogan che fino a ora è costato molti soldi dei contribuenti europei e non ha portato benefici nelle relazioni.

Sulla lotta alla pandemia concordo con il suo appello all'unità. Unico modo per uscire velocemente da un incubo in cui siamo piombati: prezzi altissimi da pagare in termini di vite umane e nell'economia. E' importante che tanto l'Unione europea quanto il nostro Paese, che ha dimostrato sempre di essere un'eccellenza nel campo dell'industria farmaceutica, e soprattutto della ricerca, siano autonomi nella produzione dei vaccini. Credo che la fiducia, signor Presidente, sia il primo vaccino da iniettare nei popoli per uscire dal tunnel del Coronavirus (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Cambiamo!-Popolo Protagonista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lapia. Ne ha facoltà.

MARA LAPIA (MISTO-CD). Grazie Presidente, onorevoli colleghi e colleghe, signor Presidente del Consiglio, quello che si svolgerà nei prossimi giorni sarà un Consiglio europeo cruciale poiché il nostro Paese dovrà farsi portatore di una ineludibile necessità: intensificare tutti gli sforzi per richiedere alle aziende farmaceutiche il pieno rispetto dei patti di produzione e consegna dei vaccini anti-COVID. E' un atto quanto mai essenziale per superare la grave crisi sanitaria e dare un messaggio di fiducia a tutti gli italiani. Il nostro Paese dovrà essere in grado di contribuire alla costruzione di una filiera produttiva che resista agli shock esogeni e che rafforzi la produzione interna. I prossimi mesi, Presidente, dipenderanno molto dalla capacità di acquisire una autonomia strategica che non ci esponga mai più a scelte unilaterali e dannose per i nostri sistemi sanitari nazionali. Per quanto riguarda il punto relativo al mercato unico e dalla politica industriale digitale ed economica, è lapalissiano come la crisi in atto abbia messo a dura prova l'intero apparato produttivo europeo e, di conseguenza, il funzionamento del mercato interno. Al tempo stesso l'Europa, Presidente Draghi, dovrà essere capace di cogliere questo momento di sfida per creare sinergia tra gli Stati membri e garantire all'intera comunità l'esercizio di una risposta adeguata a pratiche commerciali talvolta sleali e aggressive, puntando all'esigenza di rafforzare i processi dell'informazione, dell'innovazione e della comunicazione. Quando parlo di innovazione, penso ad esempio alla telemedicina, con la quale sarebbe possibile oggi attivare una rete ospedale-medici-territori al fine di monitorare i pazienti, assisterli nelle malattie croniche e favorire la prevenzione di innumerevoli patologie. Se avessimo avuto il coraggio di parlare un decennio fa di telemedicina a livello europeo, probabilmente oggi avremmo affrontato questa pandemia con strumenti più avanzati ed efficaci.

Sosteniamo le imprese, Presidente Draghi, garantendo loro una degna esistenza all'interno del mercato europeo; facciamolo con risorse adeguate, puntando sullo sviluppo digitale e rimuovendo le barriere che ostacolano i flussi di prodotti, manodopera, capitali e servizi con il resto del mondo. Un ultimo appunto mi sia consentito di farlo sulla decisione della Turchia di abbandonare la Convenzione di Istanbul. E' stato giudicato un cattivo segnale per l'Europa: questo, Presidente, in realtà, è un segnale devastante per l'intera comunità internazionale come il Consiglio d'Europa ha già affermato nei giorni scorsi. Compromettere la protezione della donna oggi rischia di far compiere agli Stati profondi passi indietro nella legislazione che contrasta la violenza e gli abusi.

PRESIDENTE. Concluda.

MARA LAPIA (MISTO-CD). Concludo Presidente, si evitino azioni divisive in sede europea, ma non si indietreggi di un solo passo verso i diritti che, con fatica, le donne di questo continente hanno dovuto rivendicare nel tempo. Sarebbe una profonda involuzione e minerebbe l'esistenza dell'Europa stessa come comunità di diritto, di uguaglianza e di rispetto di tutti gli uomini.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sapia. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SAPIA (MISTO-L'A.C'È). Signor Presidente, Presidente del Consiglio, colleghe e colleghi, intanto sul recente raddoppio delle vaccinazioni che, per quanto riferito dal Presidente Draghi, oggi, sono arrivate a 170 mila al giorno, bisogna dire che il dato in sé è incoraggiante, ma, purtroppo, non racconta delle gravi diseguaglianze che esistono nelle singole regioni italiane. Ci sono infatti regioni in cui le vaccinazioni proseguono limitatamente alle dosi disponibili e altre in cui regna grande confusione, caos, a partire dalle prenotazioni. Nel merito, un grande sforzo hanno fatto i sindaci, che ringrazio, per sopperire alle carenze organizzative che si sono registrate, per esempio, tanto in Lombardia quanto in Calabria. Perciò, Presidente Draghi, è fondamentale intervenire con strumenti efficaci e tempestivi, al fine di eliminare queste disparità inaccettabili.

Presidente, le regioni in difficoltà vanno aiutate. Aspetto che merita l'attenzione del Consiglio europeo è il comportamento delle case produttrici di vaccino rispetto a cui l'Europa deve assumere una posizione univoca e l'Italia deve, al riguardo, fare la sua parte con coraggio e fermezza. Delle due l'una: o i vaccini sono disponibili oppure si cerca un'altra strada che per quanto riguarda l'Italia doveva essere l'investimento pubblico nella ricerca e nella piattaforma farmaceutica nazionale per tanti motivi, in primo luogo, di ricchezza e vantaggio del nostro Paese. Sempre in tema di vaccinazioni, il Presidente Draghi ha prospettato una linea di collaborazione tra Stato e regioni che però rischia di diventare un mero auspicio se il Governo non restringe i margini di discrezionalità dei singoli governi territoriali, se non detta subito regole comuni e più stringenti. Per quanto concerne il riferimento del Presidente Draghi alla pretesa del rispetto degli impegni delle case farmaceutiche, apprezzo che egli abbia citato il recente regolamento dell'Unione Europea per l'esportazione dei vaccini, ma occorre fare di più, se necessario, usare le maniere dure nei riguardi di queste società capitalistiche. Siamo d'accordo sull'esigenza di costruire una filiera che non sia vulnerabile rispetto alle decisioni che vengono dall'esterno, tuttavia, non bastano gli accordi sostenuti dal Governo con case internazionali per la produzione degli antidoti in Italia che ha, invece, aziende con competenze specifiche e la bandiera tricolore. Oltretutto, non si può sottovalutare la possibilità che altri virus si diffondano in futuro e passino dall'animale all'uomo a causa dei cambiamenti climatici. Bene, nelle comunicazioni del Presidente Draghi, il riferimento al dispositivo Covax cui l'Italia ha contribuito con 86 milioni, ma anche questo conferma che nella pandemia non si è pensato a rafforzare la piattaforma farmaceutica nazionale e ci si è messi nelle mani, alla cieca, dei Big Pharma.

Per quanto concerne il riferimento del Presidente del Consiglio al primo vertice mondiale della salute, che sarà a Roma il 21 maggio, occorre richiamare l'attenzione sulla necessità a partire dalla verità, a partire dalla verità, Presidente Draghi, per esempio a proposito del mancato aggiornamento del Piano pandemico nazionale, vicenda che non solo a Bergamo provoca dolore e sofferenza. Sul certificato verde digitale bisogna accelerare al massimo, perché il Paese e l'intera Europa devono ripartire insieme. Va bene il mercato unico europeo di cui ha parlato il Presidente Draghi, ma ancora nulla si vede sull'unificazione politica e istituzionale dell'Europa. Niente all'orizzonte sullo sperato bilancio comune. Presidente Draghi, non è questo il momento di far valere, già dal prossimo Consiglio europeo, tutta la sua autorevolezza? In quanto al rapporto tra transizione digitale e tassazioni digitali internazionali, ci auguriamo che la nuova amministrazione statunitense sia responsabile e speriamo al riguardo nel ruolo che può giocare la Presidenza italiana del G20 che però finirà nel prossimo ottobre. Presidente annuncio il voto contrario di Alternativa c'è (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, ministri, colleghi, noi condividiamo, della sua impostazione, signor Presidente, il fatto che l'Europa si giochi, nelle prossime settimane, nei prossimi mesi, un pezzo importante di futuro e di fiducia. Abbiamo apprezzato che lei abbia ricordato ai tanti che spesso parlano col senno di poi che quando siamo entrati in questo tunnel - questo tunnel che sembrava infinito - eravamo tutti, nessuno escluso, in un territorio inesplorato.

E questa consapevolezza, ovviamente, non deve - lo dirò dopo - farci mancare la capacità, l'intelligenza e l'umiltà di trarre lezioni da quello che è successo. Al tempo stesso, dobbiamo ribadire, ma come lei ha fatto anche in altre occasioni, che il primato è quello della tutela della salute - l'articolo 32 della Costituzione – e, da questo punto di vista, l'obiettivo è quello ovviamente di uscire, nel più breve tempo possibile, dalla pandemia. E lei ha giustamente ricordato che uniti si può e si deve uscire. E' un appello - che condividiamo, che abbiamo fatto più volte in quest'Aula - alla collaborazione e alla unità istituzionale.

Questo è importante. I dati che arrivano sul piano vaccinale, mettere in evidenza le differenze, che ci sono, importanti, qualitative e quantitative sui dati regionali, deve spingere a una maggiore collaborazione, deve spingere quelle regioni che oggettivamente sono più in difficoltà a chiedere l'intervento dello Stato in soccorso, perché, alla fine, non può valere una logica che noi consideriamo distruttiva per la credibilità della politica e delle istituzioni: quella dello scarica barile, sempre colpa di qualcun altro. No, ci possono essere momenti in cui o per errore o per situazioni oggettive si è in difficoltà; quello è il momento di ricercare il massimo di unità possibile, perché il prezzo degli errori e delle eventuali responsabilità non siano pagati dai soggetti più deboli che sono i cittadini.

Giusto, la massima trasparenza sui dati, ma anche da questo punto di vista il Consiglio europeo è importante sul terreno dei vaccini. Le chiediamo - nella risoluzione presentata dalla maggioranza c'è un segnale in questa direzione - ancor più coraggio. L'Europa deve avere più coraggio sul tema dei brevetti, sul tema dell'accesso universale. Siamo in una situazione unica, ci possono essere anche modalità contrattuali, interventi temporanei, ma è del tutto evidente che noi abbiamo bisogno, come lei ha detto, di raggiungere, non solo in Italia, ma in tutto il mondo, proprio perché la logica di interconnessione è alla base della diffusione del virus, dobbiamo cercare di vaccinare più persone possibili, nel più breve tempo possibile.

E' chiaro che c'è anche un tema: è il tema del pieno rispetto degli impegni contrattuali. E qui lasciatemi dire una cosa: io non oso immaginare se questi ritardi, se questo mancato rispetto degli impegni contrattuali fosse stato fatto da società pubbliche, a maggioranza pubblica, cosa avremmo sentito, anche in quest'aula, contro il pubblico, contro i fannulloni, eccetera? Ebbene, io credo che la pagina che hanno scritto alcune delle grandi società farmaceutiche sia una pagina brutta, perché quando non si rispettano impegni contrattuali di queste dimensioni, presi con l'Unione europea e, quindi, con gli Stati nazionali e quando si cerca di fare un gioco dove alla fine queste forniture ci sono, ma vanno dietro agli interessi economici, perché si vanno a premiare Stati che pagano di più, è del tutto evidente che salta qualsiasi ragionamento anche sull'etica in una fase in cui dovremmo essere tutti pubblico e privato, con l'unico obiettivo: portare fuori il Paese e l'intero mondo da questa pandemia.

Dicevo la lezione del COVID. Certo, è necessario riaprire le scuole, nelle dimensioni e con gli obiettivi che lei ha ricordato, sapendo che qualcosa è stato fatto nella cosiddetta seconda ondata, per esempio, a differenza della prima, le primarie e le scuole d'infanzia erano state tenute fuori dalle chiusure. C'è una lezione che dobbiamo trarre: la lezione è che il sistema sanitario nazionale, l'universalità del servizio e delle prestazioni deve rimanere un tratto caratterizzante, non solo del welfare italiano, ma dell'idea stessa dell'identità dell'Europa: E da questo punto di vista, quindi, chiudere con la stagione dei tagli, rilanciare, investire anche nella ricerca scientifica con più forza è una delle lezioni che noi dobbiamo trarre, così come – l'ha detto anche in alcune occasioni il collega Stumpo quando è intervenuto a nome del nostro gruppo - è fondamentale trarre la lezione che noi non possiamo più trovarci come eravamo a febbraio del 2020: senza una mascherina prodotta in Italia, con pochi ventilatori prodotti in Italia, con una capacità produttiva dell'industria farmaceutica sui vaccini sostanzialmente non competitiva.

Ma guardi, signor Presidente, se ne esce anche con la fedeltà fiscale; se ne esce con la consapevolezza che, attraverso la fedeltà fiscale, si pagano le tasse e con quelle tasse evidentemente si riesce ad avere un servizio sanitario nazionale all'altezza delle aspettative.

Mi avvio alla conclusione sui temi del mercato unico. Crediamo che, attorno al tema della tassazione digitale, ma anche su una cosa che lei ha detto nel suo intervento iniziale, ossia “no ai paradisi fiscali dentro l'Unione europea”, su questi temi ci deve essere un cambio di passo netto dell'Unione europea. Così come siamo assolutamente concordi sul fatto che la dimensione del mercato unico non può e non deve impedire la creazione di campioni europei in grado di essere player competitivi sul mercato globale. Va rimodificata, da questo punto di vista, la legislazione antitrust europea per consentire di avere su molti terreni, ad esempio anche quelli tecnologici e informatici, compreso quello farmaceutico, dei soggetti in grado di essere competitor sulla dimensione globale. Così come, se è vero che dobbiamo uscire tutti insieme, non si può pensare di tornare come prima. Il Patto di stabilità va cambiato alla radice perché era sbagliato; era sbagliata quell'impostazione di Europa che ha allargato il fossato tra cittadini e Europa e ha fatto perdere anche la ragione fondante.

Chiudo sulle questioni dei rapporti con la Turchia. E' giusto - lei lo ha detto - costruire rapporti futuri, però per un Paese come il nostro, per l'Europa che conosciamo, quei rapporti vanno costruiti sulle fondamenta dure: sono le fondamenta della libertà e della democrazia, del rispetto dei diritti umani, del rispetto delle opposizioni, del rispetto delle minoranze.

Crediamo, quindi, che lei abbia un compito importante, Presidente Draghi, e con lei tutto il Governo, a testa alta in Europa per portarci fuori da questa pandemia il più veloce possibile e costruire un futuro in cui cittadini e imprese non siano soltanto protetti ma in grado di competere in una dimensione che ci vede assolutamente unici in questa fase; competere in un quadro in cui noi abbiamo rivoluzioni di lungo periodo, come quella della globalizzazione, e rivoluzioni di più breve periodo, in cui entriamo adesso - rivoluzione digitale e cambiamenti climatici - sapendo che, da oltre trent'anni, in realtà la disuguaglianza sta aumentando e la disuguaglianza alla radice mette in discussione la democrazia economica e anche la democrazia nel senso più largo, cioè è una bomba messa sotto le istituzioni democratiche. Per queste ragioni voteremo a favore della risoluzione di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Colaninno. Ne ha facoltà.

MATTEO COLANINNO (IV). Signor Presidente della Camera, signor Presidente del Consiglio dei Ministri, colleghi è la prima volta che il nuovo Governo rende le comunicazioni al Parlamento in occasione del Consiglio europeo. Lei, Presidente Draghi, ha parlato di democrazia più partecipata, più partecipe attraverso il mandato e la rappresentanza dei parlamentari: di questo volevo anzitutto ringraziarla. Si tratta di un Consiglio cruciale per gli argomenti posti all'ordine del giorno, per il momento in cui lei, Presidente Draghi, e i suoi colleghi Capi di Stato e di Governo vi trovate ad affrontarlo. E, se mi permette, assume un significato e una forza particolare, nuova per l'Italia, per la inedita e larga maggioranza parlamentare che riflette il mandato che la sua figura, Presidente Draghi, rende così solido e autorevole negli equilibri del Consiglio europeo. Si può facilmente intuire che sarà il primo punto, quello riguardante l'andamento della campagna vaccinale, quello su cui si concentreranno le attenzioni e le preoccupazioni maggiori. Un anno di pandemia ha presentato anche al nostro Paese un conto pesantissimo. Il nostro primo pensiero da quest'Aula va a chi purtroppo la sua battaglia con il Coronavirus l'ha perduta: sono più di 105 mila persone (Applausi).

La nostra economia ha fatto segnare lo scorso anno un arretramento di ben 9 punti del prodotto: è il risultato peggiore della storia della nostra Repubblica. Centinaia di migliaia di lavoratori, di imprenditori e di professionisti hanno dovuto fare i conti con una realtà che li ha piegati in una lunga sofferenza, non più a lungo sopportabile. Nonostante siano stati compiuti sforzi ingenti - lo ha riconosciuto anche lei, Presidente - sul piano politico, sia europeo che nazionale, per contrastare una situazione senza precedenti, dobbiamo ammettere che quegli sforzi si sono dimostrati finora insufficienti. E' ormai chiaro il legame tra emergenza sanitaria ed emergenza economica e, fino a quando non verrà risolta la prima, saremo costretti a continuare a fare i conti con la seconda. Tre mesi fa, eravamo a dicembre, Italia Viva aveva posto due questioni essenziali. La prima era di spingere nella direzione di un coordinamento delle politiche con l'obiettivo di fornire una risposta europea comune alla pandemia. La seconda, garantire il rafforzamento della strategia europea per i vaccini per consentire lo sviluppo, la produzione e la distribuzione di vaccini sicuri ed efficaci con un accesso equo e tempestivo per i cittadini europei. Ora non abbiamo alternative che superare tutti gli ostacoli di qualsivoglia natura che frenano la diffusione dei vaccini, direi anche facendo riferimento al messaggio che ha voluto dare oggi, signor Presidente del Consiglio. Oggi è ineludibile marciare con una coerenza stringente tra tutti i livelli istituzionali che discendono dal Governo. Il mio riferimento chiaro è alle regioni. Il Governo ha per prima cosa fatto importanti modifiche organizzative e di comando cambiando il commissario straordinario, il vertice della Protezione civile, e sta moltiplicando gli sforzi in ogni direzione per svoltare finalmente con il piano dei vaccini. Mi riferisco alle sue parole che abbiamo colto come un impegno solenne: più persone possibili da vaccinare nel più breve tempo possibile. E, ancora, riaprire la scuola in primis, anche nelle zone rosse. E' la vita dei nostri ragazzi, didattica ma non solo, direi, anche e soprattutto, psicologica (Applausi).

Nella risoluzione di maggioranza noi chiediamo al Governo per i lavori del Consiglio europeo di assumere una serie di impegni. Anzitutto – ed è il minimo - è necessario esigere che le aziende farmaceutiche che abbiano sottoscritto con la Commissione europea accordi di pre-acquisto di vaccini agiscano in maniera trasparente e nel rispetto degli impegni presi. Anche la spinta ad accelerare le procedure di autorizzazione dei vaccini in tempo di emergenza così grave è un fatto importante, chiaramente senza venir meno agli standard di sicurezza e di qualità. Ancora, altri impegni, come il sostegno a progetti che mirino all'autosufficienza europea nella creazione e produzione di vaccini, anche attraverso strumenti di partenariato pubblico-privato, appaiono più compatibili con una tempistica meno stringente. Una valutazione analoga si può applicare anche all'impegno di assicurare, in raccordo con la Comunità europea, lo sviluppo della capacità industriale interna dell'Unione. Signor Presidente del Consiglio, qualche giorno fa, in conferenza stampa, lei ha pronunciato due frasi molto significative, che certamente questa sera ha puntualizzato e chiarito in senso europeista. La prima: “Bisogna essere pratici, si cerca di stare insieme, ma qui si tratta della salute. Se il coordinamento europeo funziona bisogna seguirlo, se non funziona bisogna andare per conto proprio”. La seconda: “L'Europa prevede che vengano bloccate le esportazioni di quelle ditte che non rispettano gli accordi. Noi l'abbiamo fatto e continueremo a farlo”. Entrambe, a nostro avviso, racchiudono il senso di un pragmatismo lungimirante, da cui discende anche quel cambio di passo di cui c'è assoluto bisogno. Non solo dimostrano che si può essere convintamente europeisti, riconoscendo anche i limiti dell'Unione senza contraddizioni e tentennamenti rispetto alla difesa dell'interesse nazionale. Ancora, confermano che l'Italia è nelle mani più sicure. Signor Presidente, onorevoli colleghi della Camera, sono convinto che sia un fatto politico positivo constatare che oggi una larghissima parte dell'arco parlamentare gestisca questa fase provante insieme, dopo una crisi politica che non si è consumata sui personalismi, ma sulla necessità di creare una discontinuità, una rottura che si è rimarginata attorno a lei, Presidente Draghi, e alla sua autorevolezza. Un Governo sostenuto da un'ampia maggioranza di gruppi parlamentari non significa il commissariamento della politica, né sancisce il fallimento della politica. Dopo anni di scontri che hanno affievolito anche il nostro rapporto di parlamentari con le istituzioni e con gli italiani soprattutto, si tratta al contrario di una scelta politica di emergenza consapevole, al di là del rispondere positivamente all'appello del Presidente della Repubblica (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

Una scelta di emergenza consapevole che le sfide poste dalla pandemia non sono ancora state vinte. Il Consiglio europeo si occuperà anche di questioni essenziali di natura economica che guardano ben oltre la pandemia: mercato unico, politica industriale, trasformazione digitale. Creare uno spazio digitale sicuro, capace di stimolare innovazione e competitività, vuol dire governare una transizione irreversibile che sta già coinvolgendo milioni di consumatori, di prodotti, di aziende, di mercato, di capacità produttiva e di investimenti. È essenziale che la competizione si svolga secondo regole chiare per tutti. Per questo motivo chiediamo al Governo l'impegno di garantire lo sviluppo di un mercato unico dei servizi digitali, basato sulla tutela della proprietà intellettuale e sul contrasto ai contenuti illegali. Allo stesso tempo è necessario conseguire l'obiettivo di una tassazione digitale efficace e giusta. Signor Presidente del Consiglio, abbiamo accolto con grande positività quanto lei ha affermato circa la collaborazione con la nuova amministrazione degli Stati Uniti d'America e del Presidente Biden. Signor Presidente, colleghi, dopo un anno di pandemia, di profondo rosso, il rischio di sconforto per tutti è alto. Due persone in queste settimane ci hanno restituito fiducia: il Presidente della Repubblica Mattarella, con la sua forza morale e istituzionale, e lei, Presidente Draghi, che si è messo a disposizione della Repubblica nel momento più difficile e delicato. Noi deputati di Italia Viva siamo al suo fianco, qui, oggi, in Parlamento, alla Camera, votando a favore della risoluzione di maggioranza, e siamo al suo fianco domani in Europa ai lavori del Consiglio europeo. Buon lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Grazie, Presidente Fico, di avermi concesso la parola, colleghi, Presidente Draghi, lei è l'affermazione vivente oggi del fallimento dei Governi che l'hanno preceduta e il suo intervento è stato un enumerare anche le tante cose che dovrà provare a correggere. Però, Presidente, noi avremmo preferito, è noto, una scelta diversa rispetto al percorso che ha portato il Presidente del Consiglio oggi a sedere in questa assise; avremmo voluto si ricorresse alle elezioni per avere un Parlamento autorevole, che dà veramente forza a un Presidente del Consiglio e non è solo il dibattito parlamentare. Mi permetta oggi di fare gli auguri alla Knesset di buon lavoro; ieri hanno votato in Israele, prima hanno votato in Olanda, hanno votato in Germania, hanno votato in Spagna, hanno votato in Portogallo, hanno votato negli Stati Uniti. In Italia no, non si poteva proprio scegliere un Parlamento che fosse rappresentativo. Ebbene, in Italia ci troviamo però in zona rossa, e non è perché si è votato; semmai - mi permetta la battuta - se si fosse votato, di rosso ne avremmo avuto molto meno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), specialmente in Parlamento, ed è questo quello che rimpiangiamo. Però, Presidente, lei si è caricato questa barca di persone, molte delle quali responsabili quando lei parla di fatti noti, di quei fatti noti che non elenca, perché dovrebbe imputarli a qualcuno. Doveva trovare un collante, lo ha trovato nell'europeismo. Noi lo abbiamo detto più volte: siamo europeisti, non ci sentiamo meno europeisti né di lei né di alcuna forza politica. Riteniamo, però, che non si debba cedere ulteriore sovranità nazionale a Bruxelles, non ce n'è bisogno per tutelare l'interesse degli italiani.

Piuttosto, l'europeismo appare un termine che viene usato come foglia di fico dietro la quale si nasconde l'incapacità di rappresentare gli interessi italiani: questo è stato e questo per Fratelli d'Italia non ha da essere più. Credo, Presidente, di essere stato - ma prima di me Giorgia Meloni e tutti quelli di Fratelli d'Italia - chiaro con lei: noi non avremo nessun pregiudizio nei confronti delle azioni di questo Governo. Anche in questa situazione non faremo sconti: di qui a poco andremo a considerare quello che sarà il suo lavoro, che baserà sulla sua credibilità personale, che la precede. Vedremo in Europa quello che porterà avanti, perché è evidente che non potrà portare una maggioranza coesa, perché non lo è e non potrà avere dietro di sé il consenso popolare, perché non lo ha potuto avere per le ragioni che prima descrivevo. Però, nei fatti concreti, Presidente, tra qualche giorno parleremo in quest'Aula del “decreto Sostegni”: è il primo errore clamoroso! Un decreto che vede pochi soldi agli imprenditori e tanti soldi, ancora una volta, buttati in sprechi come il reddito di cittadinanza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e il rinnovo dei navigator, simbolo del fallimento di quel provvedimento. Noi, Presidente, però, abbiamo anche plaudito ad alcune azioni che ha fatto: ha cacciato Arcuri, e perché? Perché aveva fallito e noi lo avevamo sottolineato, dando anche un dossier che raccontava le tante cose che, non da solo, aveva compiuto, come i tanti errori che stava per compiere, a partire dalle “primule”, e ha nominato il generale Figliuolo, che noi stimiamo come uomo e soprattutto come rappresentante del glorioso Corpo degli alpini. Quindi, confidiamo che ci sia davvero un cambio di passo in questo senso. Lei ha bloccato i vaccini che partivano per l'Australia, una nazione che con il tracciamento fatto bene è riuscita a rendere la pandemia meno impattante sulla salute dei suoi cittadini. Noi, qui, abbiamo utilizzato e utilizziamo ancora “Immuni”, Presidente! Perché continuare a pagare un'applicazione inutile e la gestione dei servizi a questa connessa? Ce lo faccia capire (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Però, quell'azione di sovranismo vaccinale che lei ha avuto la capacità di riportare è l'esempio più chiaro del fallimento delle politiche europee. Eppure, i 27 - lo ha ricordato - avevano dato piena fiducia alla Von der Leyen, avevano dato piena fiducia all'Europa, perché si voleva evitare l'accaparramento dei vaccini, la corsa all'approvvigionamento individuale e che si innalzassero i prezzi. Su questo l'Europa ha fallito miseramente, bisogna sottolinearlo e lei deve chiedere all'Europa conto degli errori che sono stati commessi: ordini disattesi, incapacità di far rispettare i contratti. Lei enuncia oggi: bisogna sanzionare. Bene, vedremo se questo si riuscirà ad avere, perché siamo d'accordissimo su questa impostazione, ma lo dice da italiano, mentre in Europa, invece, hanno fatto il contrario grazie a una burocrazia irresponsabile che ha rallentato ogni azione utile e senza alcuna assunzione di responsabilità. Però la cosa più grave, in queste ore, è che noi leggiamo di ciò che avviene in Unione Europea, di una guerra per conto terzi, che si consuma a danno della salute dei cittadini italiani. A noi non interessa chi produce lo Sputnik, a noi interessa sapere se funziona o non funziona (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e, se funziona, è utile prenderlo! A noi non deve nemmeno pervenire il sospetto che la sospensione di AstraZeneca sia stato un colpo basso contro Boris Johnson, che ha avuto l'ardire di sfidare l'Unione europea, dando retta ai suoi cittadini ed uscendo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) dall'Unione.

Sono cose che dobbiamo chiarire, perché le guerre industriali e geopolitiche non possono essere fatte mai, ma soprattutto a danno dei cittadini, e dei cittadini italiani. Lei potrà parlare di credibilità personale, di spenderla, perché questa oggi, certamente, esiste, per esempio, su un piano: l'immigrazione. L'Europa dovrà assumersi delle responsabilità, rispetto a tutto quello che stiamo facendo, se è vero che ogni giorno sbarcano ancora centinaia di clandestini e questi clandestini spesso sono contagiati dal COVID, e che spesso si dice che portino anche varianti che potrebbero essere impattanti con i vaccini, se questi confini non li chiudiamo, se non li rendiamo sicuri, potremmo vanificare tutto il lavoro che stiamo svolgendo.

Questa è la priorità sull'immigrazione, non lo ius soli che il Partito Democratico va enunciando in queste ore (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Poi, Presidente, lei ha parlato del certificato digitale: un'impostazione corretta, però dobbiamo sbrigarci. Per la procedura d'urgenza tre mesi sono troppi! Non possiamo rischiare che si passi per un passaporto vaccinale discriminante, sia per il metodo con cui sono stati inoculati i vaccini, che differenziano territorio da territorio, anche regione da regione in Italia, ma perché è discriminatorio. Peraltro, c'è qualche furbetto che salta la fila, come Scanzi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che potrebbe essere addirittura privilegiato da uno strumento del genere, mentre la certificazione che lei richiama potrebbe essere efficace perché porta le informazioni sanitarie, i tamponi; il resto riguardo alle persone.

È importante che ciò valga in tutta Europa con reciprocità, per evitare che qualcuno applichi scorciatoie per deviare i flussi, per esempio, quelli del turismo. Lei ha parlato di tassazione dei giganti del web, dell'e-commerce, che hanno guadagnato di più in questa crisi e che dovrebbero ripartire un po' dei loro utili, per sostenere la crisi economica dell'intera Europa.

Ma, soprattutto, va combattuto il privilegio ingiustificato che c'è stato fino ad ora. Lei dice che oggi è più facile, perché, per esempio, gli Stati Uniti sono più compiacenti in questo senso. Io penso sempre che le cose non si fanno quando qualcuno è debole, non quando qualcun altro tenta di impedirlo. Quindi, speriamo che questi privilegi sulla tassazione finiscano e siano collegati finalmente all'erogazione dei servizi nelle singole Nazioni.

Lei ha posto una pietra tombale sul MES, perché, da banchiere prima che da Presidente del Consiglio, ha detto che è uno strumento inutile. Noi lo dicevamo e aggiungiamo anche che sarebbe stato dannoso. Non ascoltiamo più forze della sua maggioranza, però, farne una bandiera e sventolarla al vento, come hanno fatto in questi mesi, perché di fronte alla sua affermazione, forse, si sono convinti. Però, l'austerity va tenuta lontana da questi ragionamenti, perché è un pericolo. Le politiche espansionistiche sono quelle che lei ha ben condotto e che ritengo debbano essere la strada da perseguire: la sospensione del Patto di stabilità, la revisione del quadro del Fiscal Compact, ma, mi permetta, Presidente, su questo - l'ha detto lei - avremo tempo. C'è una cosa su cui non abbiamo tempo: va sospesa immediatamente la nuova normativa sul default delle esposizioni creditizie. Una follia farla partire in piena pandemia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Una follia! Una bomba sociale, da qui a poco.

Ha parlato di mercato unico. Noi crediamo nel mercato unico, Presidente, e siamo convinti che sia ancora giusto investirci, ma il mercato unico a pari condizioni dei cittadini. Noi non possiamo vedere i nostri autotrasportatori fermi al Brennero, perché l'Austria fa i capricci ogni tanto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). L'ultima volta, con la pandemia, bloccate file di trasportatori al freddo, soccorsi dall'esercito, perché dovevano fare i tamponi e, invece, si scorreva in senso inverso, come se il virus partisse da sud e andasse a nord e non in senso inverso. O il nutri-score, una bestialità da cancellare, un semaforino applicato ai prodotti che dice che sono rossi il parmigiano e l'olio d'oliva, perché fanno male secondo qualcuno, e, dall'altra parte, verdi i prodotti del cibo spazzatura delle multinazionali. Presidente, ci lasci ancora qualche secondo.

PRESIDENTE. Un minuto.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Torno sulla vicenda della Bolkestein, argomento che va citato. Diciamolo con chiarezza che le concessioni sono beni e non sono servizi, non vanno messe a gara (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), non devono immaginare ancora di mettere in ginocchio famiglie, per favorire le multinazionali. Chiariamolo una volta per sempre, per le famiglie di tanti imprenditori balneari, di coloro che gestiscono concessioni nei mercati da generazioni. In ultimo, la politica mediorientale. Lei ha parlato e ha detto bene alcune cose, le ha dette bene. Con Erdogan che ieri mi sembra abbia proferito la parola “aggiornare” gli accordi. Dopo dieci anni - quest'anno sono dieci anni dalle Primavere arabe - noi abbiamo avuto tanti inverni islamisti, che hanno prodotto danni in tutta Europa, danni, morti e crisi di ogni tipo. Queste crisi sono un focolaio perenne, che Erdogan incentiva. Non lo chiamo Presidente Erdogan, perché è più vicino al termine sultano…

PRESIDENTE. Concluda.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). - mi permetta ancora venti secondi - perché è lontano dalla democrazia. Ma io credo che, quando lei parla di identità europea, Presidente, bisogna trarne le conclusioni. Non si parla di identità europea, non si vota in un'Aula il rispetto della donna, quando qualcuno esce dalla Convenzione di Istanbul, pensando di tollerare la violenza sulle donne (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). È insostenibile che continua a percepire miliardi dall'Unione europea. Noi chiediamo come Fratelli d'Italia…

PRESIDENTE. Grazie. Lollobrigida, deve concludere ora.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Chiudo: siamo l'unica opposizione, ci lasci venti secondi per terminare (Commenti). Credo che la revoca immediata dello status di Paese candidato alla preadesione sia un atto che l'Europa deve porsi come emergenza. Noi non voteremo la risoluzione di maggioranza, perché, quando mette insieme gente che ha valori diversi e riferimenti diversi, viene un atto debole che non ha senso. Chiederemo di mettere in votazione - mi risparmio l'intervento sull'ordine dei lavori - la nostra mozione per punti separati, per dare la possibilità alle forze politiche di essere coerenti e votare i punti che hanno condiviso con noi in questi anni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Valentini. Ne ha facoltà.

VALENTINO VALENTINI (FI). Torniamo in Europa. Signor presidente, al centro dell'attenzione del Consiglio europeo, soprattutto dell'opinione pubblica europea della pandemia, è il giudizio sulle soluzioni correttive adottate dall'Europa, contrapposte alla gestione individuale angloamericana, con una narrativa che vuole mettere a confronto l'inefficacia e l'incompetenza della prima rispetto all'esemplare capacità di Oltremanica ed Oltremare. Vale la pena ricordare come, fino a pochi mesi fa, il giudizio fosse l'inverso, quando la scellerata ricerca dell'immunità di gregge, il negazionismo e il rifiuto della mascherina, inteso come gesto politico e non come irresponsabile rifiuto del primo strumento di protezione contro la diffusione del virus, abbiano provocato un'impennata della curva dei contagi e della mortalità. Ricordiamoci anche come all'inizio della pandemia l'Europa abbia reagito in ordine sparso nella chiusura delle frontiere, nella corsa ad accaparrarsi i dispositivi di protezione, nei divieti all'esportazione del materiale sanitario: mancanza di solidarietà e di visione, finché, a un passo dall'orrido, c'è stato il momento Hamilton, o, come ama chiamarlo il professor Brunetta, il momento Merkel. Fatto sta che l'Unione ha saputo reagire efficacemente alle conseguenze economiche della pandemia, ricorrendo all'indebitamento europeo per finanziare la ripresa degli Stati membri: in due settimane ha fatto quello che non era riuscita a fare in dieci anni. È evidente, quindi, che l'atteggiamento adottato nella gestione dei vaccini, cercasse sin dall'inizio di non ripetere gli stessi errori. Innanzitutto è stata avviata una negoziazione collettiva nei confronti delle case farmaceutiche, affinché anche gli Stati membri più piccoli potessero beneficiare di economie di scala, di un meccanismo di ripartizione condiviso, di vaccini acquistati collettivamente a prezzi più vantaggiosi per tutti. Sicuramente la Commissione si è mossa tardi e, nonostante i prezzi vantaggiosi, non sembra aver spuntato impegni precisi e vincolanti su quantità e tempi di consegna. Milioni di dosi sarebbero state esportate dal territorio europeo verso Stati Uniti, verso il Regno Unito, verso altri Paesi, mentre questi ultimi, per via di obblighi contrattuali, che de iure non rappresentano un blocco all'importazione ma lo configurano de facto, no. In altri termini, l'Europa poteva esportare verso altri Paesi mentre i primi della classe no. E bene ha fatto il Governo Draghi, unico in Europa, a far ricorso ad una norma approvata a gennaio in sede europea per bloccare un carico di 250 mila vaccini in partenza per l'Australia. È stato un segnale, un segnale importante per l'Europa e per l'autorevolezza del nostro Paese, che non si lascia intimorire quando si tratta di rivendicare i nostri legittimi diritti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Il vero nodo che il Consiglio dovrà affrontare è che i vaccini non sono un prodotto fungibile come una derrata agricola venduta secondo le regole del libero commercio, con gli Stati che si limitano a operare con dazi e contingentamenti. I vaccini COVID si avvalgono di filiere di approvvigionamento complicatissime ed interconnesse, che vedono i Governi intervenire in tutte le fasi, in un sistema che cerca di allineare domanda e offerta; cosa certamente più agevole per le autorità sanitarie nazionali rispetto ai servizi della Commissione, con competenza ed esperienze assai più brevi nel tempo e limitate nei poteri. Lascio qui aperta una riflessione su un ampliamento e rafforzamento dei poteri dell'Unione in materia sanitaria.

Ora è il momento di chiedere e pretendere la reciprocità, dopodiché si tratterà di scegliere qual è il grado di autosufficienza che intendiamo raggiungere sia a livello nazionale che a livello europeo, consapevoli che l'autonomia strategica comporta delle diseconomie e delle duplicazioni, e che occorre vedere fino a che punto non sia più conveniente il mantenimento di catene del valore internazionale aperte come quelle odierne. L'attenzione deve concentrarsi sul rafforzamento delle capacità produttive e distributive, che può essere solo indebolita da ulteriori interruzioni alla catena di approvvigionamento globale e, per questo, incoraggiamo gli sforzi che il nostro Governo sta intraprendendo in questo momento. Dobbiamo agire partendo dal presupposto che il COVID possa diventare endemico, quindi la richiesta dei vaccini non è destinata a sparire, anzi, semmai ad aumentare; dobbiamo attrezzarci per questa e per altre pandemie. Non solo, abbiamo già visto che non è possibile rinchiudersi dentro le frontiere nazionali mentre il virus si diffonde e muta al di fuori. È chiaro che il virus sarà sconfitto soltanto con uno sforzo della Comunità internazionale per vaccinare la parte più vasta dell'umanità, che non è in grado né di permetterseli, né di produrli. Qui non possiamo che sottolineare le parole del Presidente Draghi in merito al ruolo fondamentale del sistema Covax e della necessità del suo rafforzamento.

La narrazione di questo braccio di ferro tra un agile Regno Unito post Brexit che suscita l'invidia e il risentimento dell'Unione, che agisce in ordine sparso ed è vittima delle sue lungaggini burocratiche, si è accentuata con il blocco temporaneo delle somministrazioni del vaccino AstraZeneca, deciso, in sequenza, da numerosi Paesi dell'Unione. Non si poteva fare altrimenti, è stato un segno di rispetto e attenzione per l'opinione pubblica di ventotto Paesi, fatti di sensibilità e di culture diverse tra loro, dinanzi a una concatenazione dei fatti e dinanzi alla denuncia di un prestigioso istituto scientifico tedesco. Andava fatta, per far capire che l'Europa non si è gettata in una sconsiderata corsa all'inoculazione di massa e che la determinazione di sconfiggere questo flagello non deve mettere in secondo piano le cautele proprie di una cultura, quella europea, che, come lei ha sottolineato, Presidente, mette al centro l'individuo, i suoi diritti e la loro tutela. Io credo che da questa sosta l'opinione pubblica possa e debba uscire rafforzata nella propria convinzione della necessità di procedere con le vaccinazioni, anche quelle di AstraZeneca.

In questo Consiglio, nel quale alcuni leggono in controluce la battaglia per le quote di mercato delle case farmaceutiche dei vari Paesi, vediamo soprattutto la contrapposizione tra immunità, come obiettivo da raggiungere quanto prima, con quello dell'impunità, intesa come la libertà delle grandi case farmaceutiche di non rispettare gli accordi presi senza che vi siano conseguenze. In questo contesto si colloca la vicenda del vaccino russo Sputnik, la cui vera debolezza non è quella dell'efficacia terapeutica, ma quella della mancanza di capacità produttiva. Infatti, qualora validato dalle autorità europee, la Russia dovrà avvalersi della capacità produttiva di altri Paesi, anche il nostro, e quella che, a prima vista, potrebbe sembrare come una vittoria sul piano geopolitico nella guerra dei vaccini, rappresenta, invece, il modo più concreto per far sì che la Russia riconosca l'Unione come un partner sullo stesso piano di uguaglianza degli Stati membri, con i quali, invece, preferisce trattare in maniera individuale e come la risposta più concreta dell'Europa al fallimento diplomatico della visita dell'Alto rappresentante, in una chiave volta ad agevolare quel dialogo che l'Italia ha sempre favorito, dialogo al quale il Presidente del Consiglio ha fatto riferimento nel suo intervento anche con i partner del Mediterraneo, in primis, con la Turchia. L'Italia - ha detto - non coltiva contrapposizioni, ma cerca relazioni con una visione prospettica, e, in questo, mi sia concesso, il Presidente Silvio Berlusconi è maestro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Questo atteggiamento, però, non ci esime dal tenere alto quello che il Presidente Draghi ha definito il vessillo identitario dell'Europa: la tutela dei diritti umani, la difesa dei nostri valori. E, per questo, è nostro auspicio che la Turchia possa rivedere la decisione di lasciare la Convenzione di Istanbul.

Signor Presidente, Napoleone vinse le campagne militari introducendo la vaccinazione obbligatoria dei suoi eserciti. Ora a lei questa soluzione è preclusa. Il suo è stato definito il Governo dei migliori: ai posteri l'ardua sentenza. Certamente, però, questo Governo dovrà essere quello dei migliori sforzi, ai quali tutti siamo chiamati a collaborare, ciascuno per la sua parte, nessuno escluso. A lei, Presidente, indirizziamo, però, l'appello più difficile: signor Presidente Draghi, salvato l'euro, adesso salviamo gli europei, whatever it takes (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato De Luca. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore.

PIERO DE LUCA (PD). Grazie, signor Presidente. Il prossimo Consiglio europeo affronterà questioni delicate e sensibili: anzitutto, i leader esamineranno l'attuale situazione sanitaria e le ulteriori misure da adottare per contrastare la pandemia. Credo sia giusto ricordare al riguardo che, pur in assenza di competenze dirette in materia, l'Unione ha adottato finora misure importanti, che hanno evitato pericolose disparità di trattamento, guerre intestine tra gli Stati membri, provando a mantenere unita l'Europa nei diritti e nelle opportunità sanitarie. Se avesse agito da sola, l'Italia sarebbe stata senz'altro più debole e più esposta alla speculazione globale. Certo, ci sono state delle criticità e vanno riconosciute, legate all'approvvigionamento iniziale di dispositivi medici ed oggi alla distribuzione di vaccini; siamo convinti, però, signor Presidente, che dobbiamo fare ogni sforzo per provare a superare insieme queste problematiche, rafforzando, non indebolendo, il livello di gestione coordinata dell'emergenza.

Insieme dobbiamo lanciare un primo messaggio chiaro, innanzitutto all'esterno: ai negazionisti sanitari, ai no-Mask, ai no-Vax, che, ancora negli ultimi giorni, hanno manifestato nelle piazze. Abbiamo l'obbligo di dare un messaggio chiaro: basta con la propaganda e la disinformazione; il vaccino è l'unica arma a nostra disposizione per vincere questa guerra, l'unica arma per difendere la salute e la vita dei nostri cari (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), l'unica arma che abbiamo per far ripartire l'economia, sostenere l'occupazione e la tenuta sociale dei nostri territori! Il vaccino è e sarà la pietra angolare e la risposta italiana ed europea alla pandemia. Solo grazie alla scienza, alla ricerca, supereremo questa fase drammatica e possiamo immaginare di far ripartire davvero il Paese. L'oscurantismo scientifico rappresenta, da questo punto di vista, il più grande alleato del virus. Questa precisazione è indispensabile ancora di più in queste ultime ore, in cui c'è stato un po' di obiettivo disorientamento in alcuni nostri concittadini. Noi riteniamo giusto dire parole rassicuranti in occasione del prossimo Consiglio, come lei ha ricordato: i vaccini utilizzati e in distribuzione in Europa e in Italia sono sicuri ed efficaci (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Lega-Salvini Premier). Questo è un messaggio chiaro da lanciare ai nostri cittadini. L'EMA, l'Agenzia europea per i medicinali, è tra le più serie e rigorose al mondo: diamo messaggi di sicurezza ai nostri concittadini.

Un ulteriore messaggio il Consiglio dovrà rivolgerlo poi, a nostro avviso, come lei ricordava, alle case farmaceutiche. Un messaggio chiaro e semplice, persino banale, ma, purtroppo, necessario: care multinazionali, gli impegni assunti sanitari con l'Europa e gli Stati membri vanno rispettati con precisione e puntualità. Questo è un punto decisivo: non possiamo tollerare furbizie, superficialità o prese in giro, dopo avere utilizzato, peraltro, ingenti risorse pubbliche per la ricerca, la sperimentazione e la produzione; sulla salute non si scherza! Questo è un messaggio decisivo che dovremo lanciare in occasione del prossimo Consiglio.

Caro Presidente, quella frase che veniva ricordata prima, famosa ormai - whatever it takes - da lei pronunciata per difendere l'euro e l'Europa stessa dalla speculazione finanziaria, va oggi ribadita con forza per difendere la salute e la vita ai nostri cittadini dalla speculazione sanitaria. Questo per noi è un punto decisivo: l'Europa si dichiari pronta a fare whatever it takes, tutto ciò che è necessario, a mettere in campo ogni strumento politico, giuridico e legale per ottenere la fornitura di dosi programmate di vaccino e vincere, così, sconfiggere la guerra contro il virus. Abbiamo celebrato, solo pochi giorni fa, una data drammatica: la Giornata della memoria in onore delle vittime del COVID, alle quali rivolgiamo anche da quest'Aula, ancora una volta, un pensiero commosso; lo dobbiamo a loro il massimo impegno possibile in questa sfida. Siamo e saremo al vostro fianco e al suo fianco, signor Presidente, per qualunque ulteriore azione necessaria a proteggere le nostre famiglie. In questa prospettiva, invitiamo il Governo a portare avanti anche un'altra battaglia in Europa. Considerata la fase di emergenza, sosteniamo con forza, in Unione, a Bruxelles e a livello internazionale, la sospensione transitoria dei diritti di brevetto e la cessione delle licenze obbligatorie di produzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). È un punto decisivo questo nella battaglia per vincere il virus! Dobbiamo fare ogni sforzo per aumentare la capacità di produzione dei vaccini in Italia e in Europa. Il tema successivo all'ordine del giorno, come lei ricordava, toccherà ulteriori aspetti, quali quelli della transizione digitale. La pandemia ha certo reso ancora più urgente la necessità di accelerare lo sviluppo tecnologico. Su questo punto, però, vanno precisati due concetti per noi decisivi. Il primo è questo: il progresso tecnologico ha senso solo se migliora davvero la qualità di vita delle persone; è utile se crea nuovi posti di lavoro, se promuove l'istruzione, se accresce la competitività, se modernizza la pubblica amministrazione, se rilancia l'economia. È in questa direzione, allora, che vanno orientati gli sforzi in questo settore. Il secondo aspetto è il seguente, lei l'ha ricordato in modo puntuale: lo sviluppo digitale delle nostre comunità pone sempre più, ormai, l'esigenza inderogabile di una tassazione digitale equa ed efficace. Lo diciamo con chiarezza condividendo in pieno le sue parole: è giunto il tempo, ormai, di istituire una vera e propria “digital tax” a livello globale, internazionale ed europeo. Basta con multinazionali del web che producono guadagni enormi e non pagano la tassazione giusta, corretta, equa sugli utili prodotti, attraverso pratiche elusive spesso favorite anche dal dumping fiscale all'interno dell'Europa o a livello internazionale. Ecco una grande battaglia di civiltà, di equità e di giustizia contributiva, che dobbiamo portare avanti, ancor più in questa fase in cui la pandemia ha acuito diseguaglianze e fragilità nella nostra società e nelle nostre comunità. Questo è importante ribadirlo ora, perché la presenza, come lei ricordava, al prossimo Consiglio, del Presidente degli Stati Uniti Joe Biden è un segnale decisivo. A lui rivolgiamo i nostri auguri - dai Democratici italiani - di buon lavoro per le sfide che si accinge a compiere. Il suo intervento in Consiglio europeo testimonia la ritrovata centralità dell'Unione e l'apertura reale di una nuova fase di dialogo e visione multilaterale dei rapporti internazionali, per noi decisiva.

Altro tema oggetto di confronto sarà poi quello relativo all'impegno all'esterno dei confini dell'Unione, in particolare nel Mediterraneo orientale. Noi ribadiamo ancora una volta la necessità di avere un'Europa forte e autorevole in tutti gli scenari internazionali, a maggior ragione nelle politiche di vicinato. Su queste basi, veniva ricordato prima nel corso della discussione generale e non ci stancheremo mai di dirlo, è giunto il tempo che l'Unione chieda con forza e ottenga la liberazione di Patrick Zaki (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), da un anno ingiustamente detenuto in Egitto! Dobbiamo chiedere e ottenere questo risultato. Questo è un impegno forte e su queste basi andranno gestite anche le recenti tensioni che, purtroppo, si sono riscontrate con la Turchia. L'Europa deve confermare il proprio interesse a una cooperazione strategica con questo Paese, ma al tempo stesso non può più tollerare provocazioni, tensioni o addirittura violazioni sistematiche di diritti umani fondamentali. Lo diciamo con chiarezza: riteniamo inaccettabile e condanniamo con forza le ultime decisioni di chiudere i partiti di opposizione e privare del seggio e delle immunità i parlamentari ritenuti scomodi: è per noi inaccettabile e dobbiamo dirlo con voce forte! Così come condanniamo con fermezza il ritiro annunciato dalla Convenzione di Istanbul, il primo Trattato sulla prevenzione e il contrasto alla violenza contro le donne. È per noi un errore grave e chiediamo che la Turchia torni sui suoi passi anche da questo punto di vista. Il Consiglio si occuperà, infine, del futuro del mercato unico, come lei ricordava, e delle prossime sfide economiche. Noi Democratici siamo orgogliosi di quanto realizzato a Bruxelles in questi mesi e lo abbiamo realizzato - vogliamo ricordarlo ancora una volta perché riteniamo giusto e doveroso farlo - con il sostegno decisivo del commissario Paolo Gentiloni e del Presidente del Parlamento europeo, David Sassoli (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), che ringraziamo per il lavoro straordinario svolto a Bruxelles per l'Europa e in favore, ovviamente, del nostro Paese. Siamo orgogliosi di aver valorizzato il volto umano e solidale dell'Europa, senza cedere mai dinanzi alla propaganda di chi voleva l'Italia fuori dall'euro o fuori dall'Europa. Abbiamo lavorato, al contrario, per rendere l'Italia protagonista e leader nell'Unione. In tre mesi abbiamo ottenuto misure finanziarie, economiche e sociali più rivoluzionarie di quelle adottate nei precedenti trent'anni; vale la pena ricordarlo con orgoglio ancora una volta. Allora, il nostro compito ora è non disperdere questo patrimonio di strumenti e risultati ottenuti, quella ritrovata “solidarietà di fatto” di cui parlava già Robert Schuman, nel suo discorso nel 1950. In vista della conferenza sul futuro dell'Europa che si apre a maggio, abbiamo un compito gravoso, importante, ma decisivo: lavorare per superare il potere di veto in sede di Consiglio sulle politiche fiscali, impegnarci per una modifica, dal 2023, del Patto di stabilità e per confermare un programma comune di sostegno all'occupazione a livello europeo, così come per rendere strutturale forse il principio più importante, che è stato approvato con la previsione del Piano Next Generation EU, cioè la condizionalità dello Stato di diritto. Il nostro invito sul punto è molto chiaro: riteniamo decisivo consolidare in futuro questo meccanismo e dire “no” alla distribuzione delle risorse europee a chi viola principi, diritti, valori e libertà fondamentali, che costituiscono l'essenza e l'identità stessa dell'integrazione europea. Questo è un punto per noi decisivo. E lo diciamo soprattutto con amicizia…

PRESIDENTE. Concluda.

PIERO DE LUCA (PD). …a chi pensa di ricostituire o di creare nuovi partiti nazionalisti in Europa: non portiamo indietro le lancette della storia, facciamo attenzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), non cediamo alle sirene dell'Europa dei muri, delle piccole patrie o degli egoismi! Facciamo attenzione! Stiamo sostenendo tutti un Governo pienamente europeista, un Governo che ritiene l'euro irreversibile e che vuole cogliere l'occasione di questa crisi per costruire l'Europa del futuro, della salute, della solidarietà, del lavoro, della sostenibilità e della giustizia sociale. Non si tratta di cedere sovranità…

PRESIDENTE. Deve concludere.

PIERO DE LUCA (PD). …ma di costruire una nuova sovranità europea per proteggere al meglio i nostri cittadini. Siamo al suo fianco, signor Presidente, per portare avanti queste battaglie, per l'Europa e per l'Italia, in questa fase drammatica che stiamo attraversando. Buon lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giglio Vigna. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO GIGLIO VIGNA (LEGA). Grazie, Presidente. Presidente Draghi, onorevoli colleghi, un'Europa di luci e ombre, quella che vediamo in questi mesi. Notiamo che il Governo e lei, Presidente Draghi, sta assumendo molte posizioni della Lega e di questo, ovviamente, siamo contenti. Sui vaccini l'Europa ha sbagliato.

Come dice Matteo Salvini, qualcuno dovrà pagare, in EMA e nella Commissione, ma ora pensiamo a vaccinare più italiani possibili. Bene il blocco dell'export dei vaccini, bene produrre vaccini in Italia, ci vuole equità nella distribuzione fra i vari Paesi, quindi, parliamo intra Unione europea; bene, la linea dura con le case farmaceutiche.

Allora, signor Presidente Draghi, come ha detto lei, o l'Europa cambia marcia o l'Italia, inevitabilmente, e, pensiamo, anche gli altri partner europei faranno da soli. Sui vaccini, come dice il segretario della Lega, Matteo Salvini, non c'è geopolitica: parlare con tutti, prendere più vaccini possibili ovunque.

Sui vaccini, quindi, non c'è geopolitica, su tutto il resto, sì. L'Europa nell'asse atlantico, sempre, come dichiarazione di principio, ma anche nei fatti. L'Unione si è finalmente mossa nei confronti della Cina e alcuni temi tabù trovano finalmente uno spazio di dibattito. Alla fine della pandemia, chiederemo all'OMS e alla Cina di ammettere le loro colpe e le loro responsabilità; alla fine della pandemia, ora pensiamo a vaccinare (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Un anno di emergenza ha spostato le posizioni di Bruxelles su posizioni tipiche della Lega e di chi vuole un'Europa più vicina ai cittadini. L'idea che l'austerity sia l'unica strada è un'idea che si è rilevata sbagliata. Oggi, parliamo di investimenti, parliamo di una revisione importante del Patto di stabilità e parliamo della possibilità di dare aiuti di Stato. Il nostro obiettivo è che questa sia la linea della nuova Europa. Su questo con lei siamo franchi e su questo con lei siamo chiari, lo abbiamo scritto nella risoluzione e di questo diamo a lei mandato, già da questo vertice.

Sulla transizione verde, l'Europa cambia rotta, signor Presidente? Guardi, è una domanda, perché dagli incontri con gli ambasciatori e con i commissari europei a noi sembra di sì. Un anno fa, l'Unione europea era sulle posizioni di Greta; un anno di pandemia ha fatto sì che quelle posizioni si sgretolassero e che Bruxelles cercasse nuove strade. E, quindi, oggi, Bruxelles, l'Unione europea cerca di trovare un bilanciamento fra ambiente, fra transizione verde - come lei, signor Presidente, preferisco usare l'italiano, perché si può usare l'italiano -, fra ambiente, quindi, e diritti sociali che sono uno dei pilastri dell'Unione europea, perché è giusto parlare di ambiente, è giusto parlare di transizione verde, ma il concetto è che non si deve perdere neanche un posto di lavoro. Ciò valeva un anno fa e vale oggi e anche questo l'abbiamo scritto nella risoluzione di maggioranza e diamo a lei mandato, già da questo vertice europeo.

Una nota preoccupante: noi vediamo che la politica sullo Stato di diritto che Bruxelles sta, ahimè, portando avanti, rischia di creare degli squilibri.

Vede, signor Presidente, quella politica sullo Stato di diritto rischia di trasformarsi in un'arma da usare in campagna elettorale. Anche su questo tema sarò molto chiaro: se votate Matteo Salvini che va poi a chiudere i porti, l'Europa taglia i finanziamenti all'Italia. È chiaro che noi non possiamo stare a un gioco di questo tipo, è chiaro che a una politica pericolosa, così pericolosa verso l'impianto democratico noi ovviamente ci ribelliamo.

Bene le sue parole sulla Turchia; il mandato che noi oggi diamo a lei è quello di non far più girare l'Unione europea, di provare, per lo meno, a non far più girare l'Unione europea dall'altra parte e, ovviamente, di sottolineare le grandi mancanze democratiche sulla Turchia e anche questo c'è nella risoluzione di maggioranza e anche su questo diamo mandato a lei, già da questo vertice europeo.

Bene, nella risoluzione di maggioranza che andiamo a votare c'è molta Lega ma soprattutto c'è molto buonsenso. Per questo annuncio il voto favorevole del gruppo della Lega (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Scerra. Ne ha facoltà.

FILIPPO SCERRA (M5S). Grazie, Presidente. Grazie al Presidente del Consiglio e ai membri del Governo. Colleghe e colleghi, ci troviamo alla vigilia di un Consiglio europeo importante in cui i Capi di Stato e di Governo proseguiranno i lavori per rafforzare la risposta europea alla pandemia. La Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, considera raggiungibile l'obiettivo di vaccinare il 70 per cento della popolazione europea entro l'estate. Noi pensiamo che per arrivare a questo traguardo bisogna rimuovere ogni ostacolo alla vaccinazione compresi i brevetti delle case farmaceutiche, la cui sospensione può consentire un allargamento della produzione dei vaccini, che devono essere considerati un bene comune da garantire a tutti.

Allo stesso tempo, è necessario lavorare per lo sviluppo della capacità industriale interna all'Unione europea, in modo da arrivare ad avere, nel più breve tempo possibile, un'indipendenza produttiva, come ha ricordato il Presidente Draghi.

Il Consiglio europeo discuterà anche delle priorità della politica industriale e della transizione digitale. La digitalizzazione dell'economia pone l'esigenza di affrontare il tema di una tassazione digitale che sia giusta ed equa.

Presidente, noi crediamo che la digital tax debba porsi un obiettivo che è semplicissimo: quello di far pagare le tasse alle grandi multinazionali così come le pagano le altre aziende, perché, Presidente, è inaccettabile che non sia così. In merito il Presidente Draghi si è espresso e noi siamo soddisfatti di quello che ha detto il Presidente. È inaccettabile che, da un lato, ci sono le piccole e medie imprese, che pagano regolarmente le tasse e che hanno tante difficoltà acuite da questo momento di pandemia, e dall'altra parte ci sono le multinazionali digitali, che producono profitti enormi, pagano le tasse spesso in Paesi a fiscalità agevolata, i cosiddetti “paradisi fiscali”, il tutto senza generare alcuna ricchezza nei Paesi in cui fanno business. Cito un dato su tutti che fa comprendere: secondo Mediobanca, i paradisi fiscali hanno sottratto al fisco italiano ben 46 miliardi di euro in cinque anni, ben più di una manovra finanziaria. È di questo che stiamo parlando. Come MoVimento 5 Stelle pensiamo che l'Unione europea debba essere in prima linea per una giustizia fiscale a livello globale.

La tecnologia digitale deve svolgere un ruolo fondamentale nella trasformazione dell'economia e delle società per raggiungere l'obiettivo della neutralità climatica, un obiettivo che è stato concordato da tutti i leader dell'Unione europea. Possiamo raggiungere questo traguardo se tutti comprendiamo che in questi mesi non stiamo semplicemente programmando il mondo del 2021 ma stiamo programmando il mondo del 2050, e lo dobbiamo fare con una politica industriale basata su tre assi fondamentali: la centralità dell'impresa, la crescita e la sostenibilità. Ma per fare in modo che l'impresa sia il fulcro della nuova Italia che dobbiamo andare a disegnare, lo Stato deve essere il garante delle tre dimensioni della sostenibilità, perché non c'è sostenibilità ambientale se non c'è quella sociale e se non c'è quella economica.

Il MoVimento 5 Stelle, sin da quando eravamo nelle piazze e ancora non eravamo entrati in Parlamento e, a seguire, in Parlamento e poi al Governo, ha sempre sostenuto questo tipo di concetti, che adesso sono diventati realtà, che adesso sono diventati dei provvedimenti, e ne cito uno che forse è proprio il provvedimento più rivoluzionario: il Superbonus 110 per cento, che permette di rilanciare un settore fondamentale come quello dell'edilizia ma favorisce la transizione ecologica e migliora la qualità della vita dei cittadini. Proprio per questo pensiamo, Presidente Draghi - glielo ribadiamo anche in questa sede -, che sia fondamentale estendere questa misura anche oltre il 2023 e renderla, tra l'altro, accessibile alle strutture turistico-ricettive. Per noi questo è molto importante (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ce lo chiedono, fra l'altro, tante associazioni e tanti cittadini.

Presidente Draghi, il nostro auspicio è che quando lei siederà ai tavoli europei lo faccia con la nostra stessa prospettiva per quanto riguarda le tematiche europee e ambientali e soprattutto con l'obiettivo di fare dell'Italia il Paese leader nella lotta ai cambiamenti climatici. Possiamo farcela (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

Le chiediamo, Presidente Draghi, di continuare a tracciare quel percorso che ha portato di fatto a cambiare tanti paradigmi dell'Unione europea e che ha visto l'Italia protagonista in quest'ultimo anno. è stato esattamente un anno fa, lo ricorderanno in tanti, che il nostro Paese, assieme ad altri otto Paesi europei, propose il lancio di titoli obbligazionari, i cosiddetti Eurobond, per permettere di finanziare misure straordinarie, per aiutare famiglie e imprese colpite dal Coronavirus. Quella richiesta apparve, ai tempi folle, perché si pensava che la Germania, i “frugali”, l'Europa mai avrebbero accettato una proposta del genere; invece, a luglio del 2020, si arrivò alla definizione di Next Generation EU, di quel piano tramite il quale possiamo progettare un Paese migliore per i nostri figli, quel piano da 750 miliardi di cui l'Italia è la maggiore beneficiaria, quel piano che lei e il suo Esecutivo, Presidente Draghi, riceve in dote dal Governo precedente. E per questo voglio ringraziare, dato che siamo in questo primo Consiglio europeo ordinario - sono le prime comunicazioni ufficiali in questa Camera - il Governo precedente per l'impegno, per il grande lavoro durante uno dei periodi più bui della storia del nostro Paese. E permettetemi un ringraziamento particolare a Giuseppe Conte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 StelleCommenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) per l'umanità, per la dedizione e per l'autorevolezza che ha dimostrato dal primo…

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, andiamo avanti…

FILIPPO SCERRA (M5S). Dicevo, il ringraziamento va a Giuseppe Conte per l'autorevolezza, per l'umanità che ha dimostrato dal primo all'ultimo momento del suo mandato, facendoci sentire tutti ancora più orgogliosi di essere italiani. Grazie ancora a Giuseppe Conte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Uno dei motivi per cui il Movimento 5 Stelle appoggia questo Governo, Presidente, pur con delle differenze rispetto alle altre forze politiche, ci sono e sono talvolta anche grandi, è quello di garantire continuità nella politica internazionale, quella politica internazionale che è stata fatta dal Presidente Conte, dal nostro Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio; se c'è il Movimento 5 Stelle vi sarà continuità anche su quel tipo di politica. Ben venga per noi Presidente se il signor Matteo Salvini, che strizzava l'occhio ad Orbán, mentre bloccava le trattative sul Recovery Fund, adesso abbia improvvisamente cambiato idea e dice che il Recovery Fund è una grande possibilità per il nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Ben venga (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Sto esprimendo soddisfazione per quello…(Dai banchi del gruppo Lega-Salvini Premier si grida: Basta!).

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, facciamo finire l'intervento. Colleghi, colleghi per favore, vada avanti, deputato Scerra.

FILIPPO SCERRA (M5S). Ben venga Presidente se qualche altro piccolo partito di maggioranza, che ha bloccato un Paese per due mesi e che considerava la non attivazione del MES una scelta così sciagurata da far cadere un Governo (Commenti)

PRESIDENTE. Indossare la mascherina, per favore!

FILIPPO SCERRA (M5S). …adesso improvvisamente abbia cambiato idea e abbia finalmente posto fine alle minacce, ingiustificabili, nei confronti di un Esecutivo che lottava contro la pandemia. Forse qualcuno, Presidente, qualche senatore magari dovrebbe chiedere scusa agli italiani per averli costretti ad ascoltare questa storia del MES, per mesi, quando ora anche il Presidente Draghi - e lo ringraziamo per questo - ha dato ragione al MoVimento 5 Stelle anche sul MES (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Grazie, Presidente Draghi!

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, un po' di silenzio. Concludiamo l'intervento.

FILIPPO SCERRA (M5S). Ben venga se in tanti adesso, e non solo il MoVimento 5 Stelle, si sono convinti della necessità di rivedere le fredde regole di Maastricht, che hanno generato tagli allo Stato sociale e hanno acuito le differenze fra gli Stati. Per questo, Presidente, per noi è importante; è una battaglia importantissima per il MoVimento 5 Stelle e ribadiamo, in questa sede, che non è sufficiente una semplice proroga della sospensione del Patto di stabilità e crescita ma bisogna rivedere profondamente il Patto di stabilità e crescita (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). La mascherina!

PRESIDENTE. Deputato Scerra!

FILIPPO SCERRA (M5S). Sarà una battaglia campale, dobbiamo archiviare le politiche di austerità e dobbiamo dare un nuovo corso all'Europa. Presidente Draghi, lei si è definito ambientalista: per noi va benissimo, le chiediamo però di dimostrarlo con i fatti e le chiediamo di portare in Europa la nostra proposta di scorporare gli investimenti green dal calcolo del deficit. è una proposta sensata, una proposta che riesce a coniugare flessibilità economica…

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). La mascherina!

PRESIDENTE. La mascherina.

FILIPPO SCERRA (M5S). …rilancio degli investimenti e sostenibilità ambientale. Le chiediamo di dar seguito a questa proposta, signor Presidente Draghi. Concludo. Il nostro auspicio è che questo Governo si faccia valere ai tavoli europei per continuare ad essere promotori di quel cambiamento già iniziato col Governo precedente. Per questo dichiariamo il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle alla risoluzione di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi a titolo personale. Ha chiesto di parlare il deputato Fratoianni. Ne ha facoltà per due minuti.

NICOLA FRATOIANNI (LEU). Grazie, signor Presidente. Signor Presidente del Consiglio, signori e signore del Governo, resto davvero un po' stupito del parere che avete dato sulla risoluzione che, con altri ed altre, ho presentato oggi, perché questa risoluzione chiede, tra le altre cose, due cose in particolare, due cose molto semplici. La prima: chiede che il nostro Paese si faccia promotore di un'iniziativa decisa nelle sedi opportune - non un atto criminale o piratesco - per rivedere la decisione che il WTO ha assunto il 10 marzo scorso sulla base del voto contrario dei principali Paesi industrializzati e che prevede di non accettare una deroga all'efficacia dei brevetti, peraltro prevista dalle norme, in momenti di particolare emergenza. Io credo che quello che viviamo sia indubitabilmente un momento di emergenza. La seconda cosa che chiediamo è che il Governo si muova e si adoperi per ottenere la trasparenza dei contratti stipulati dalla Commissione con le grandi multinazionali, trasparenza oggi non garantita.

Bene, io credo che il vostro parere contrario, senza alcuna interlocuzione, a questa risoluzione, sia una scelta grave e sbagliata.

Trovo forse una spiegazione nella formulazione della risoluzione di maggioranza, perché io non credo - ve lo dico con rispetto - che si possa promuovere un'iniziativa di questo tipo tenendo conto dell'equilibrio tra la protezione della proprietà intellettuale e l'accesso universale e diffuso ai vaccini come bene comune. Non credo ci possa essere equilibrio tra l'interesse di qualcuno o di pochi e la salute e la vita di miliardi di esseri umani. Su questo occorre cambiare passo. Siete in grado di farlo? Fatelo in modo deciso, una volta per tutte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Sarli. Ne ha facoltà, per due minuiti.

DORIANA SARLI (MISTO). Grazie, Presidente. Presidente Draghi, la nostra risoluzione, come ha appena detto il collega Fratoianni, tra i suoi obiettivi ha quello di evidenziare la necessità del principio di solidarietà e universalità del vaccino. A dicembre 2020, alla Camera è stata approvata una risoluzione che impegnava il Governo a far sì che l'OMC approvasse una deroga dell'Accordo TRIPs sui brevetti e la proprietà intellettuale dei vaccini, proprio per garantirne la disponibilità universale, così come, a febbraio, il Ministro Speranza, al Senato, ha affermato la necessità di superare la proprietà esclusiva dei brevetti e ha parlato di vaccini come bene comune. Eppure, malgrado l'orientamento del Parlamento e l'imponenza dei finanziamenti pubblici alle case farmaceutiche, l'Italia ha appoggiato la decisione della Commissione europea di bocciare la richiesta avanzata dai Governi dell'India e del Sudafrica di una deroga all'Accordo TRIPs per tutta la durata della pandemia. È questo il motivo del voto contrario alla risoluzione? Quindi, il Governo italiano non vuole mettere in atto iniziative volte a ribadire che nessun profitto possa essere tollerato sul bisogno di protezione sanitaria dei cittadini italiani e del mondo?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sgarbi. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI (M-NCI-USEI-R-AC). Illustre Presidente, riprendo la parola perché donne bellissime a lei certamente care, di Antonio Canova, a Possagno, di Raffaello, di Botticelli, di Caravaggio, di Giovanni Boldini ci aspettano chiuse da mesi nei musei italiani. Le mostre di Botticelli, Raffaello e Boldini sono al museo di Rovereto, al Mart, e attendono che lei venga a visitarle; sono quadri che aspettano, donne che ci guardano, vogliono che lei le liberi, che liberi quelle donne dalle case chiuse.

Voglio sperare che lei faccia quello che ha detto, che dopo il 6, diversamente dalla Merkel che arriva fino al 18, lei riapra, secondo logica, teatri, cinema, musei, ristoranti, luoghi dove si può vivere attraverso la ripresa di entusiasmo e la bellezza che dona salute. Mi auguro che quello che lei ha detto sia vero e che noi, dal 10 aprile, possiamo riaprire questi grandi musei e anche, a Ferrara, dove la invito, la bella mostra di Antonio Ligabue. Liberi queste donne e ci renda felici (Applausi)!

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Come da prassi, le risoluzioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Davide Crippa, Molinari, Delrio, Occhiuto, Boschi, Fornaro, Emanuela Rossini e Lupi n. 6-00175, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Fratoianni ed altri n. 6-00176, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Passiamo alla votazione della risoluzione Lollobrigida ed altri n. 6-00177. Avverto che ne è stata chiesta la votazione per parti separate, nel senso di votare dapprima ciascuna lettera dei singoli capoversi del dispositivo; a seguire - ove il dispositivo sia in tutto o in parte approvato - la premessa.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. 6-00177, limitatamente al primo capoverso, lettera a), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. 6-00177, limitatamente al primo capoverso, lettera b), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. 6-00177, limitatamente al primo capoverso, lettera c), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. 6-00177, limitatamente al primo capoverso, lettera d), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. 6-00177, limitatamente al primo capoverso, lettera e), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. 6-00177, limitatamente al primo capoverso, lettera f), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. 6-00177, limitatamente al primo capoverso, lettera g), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. 6-00177, limitatamente al primo capoverso, lettera h), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. 6-00177, limitatamente al secondo capoverso, lettera a), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. 6-00177, limitatamente al secondo capoverso, lettera b), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. 6-00177, limitatamente al secondo capoverso, lettera c), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. 6-00177, limitatamente al secondo capoverso, lettera d), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. 6-00177, limitatamente al terzo capoverso, lettera a), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. 6-00177, limitatamente al terzo capoverso, lettera b), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. 6-00177, limitatamente al terzo capoverso del dispositivo, lettera c), su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. 6-00177, limitatamente al terzo capoverso del dispositivo, lettera d), su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. 6-00177, limitatamente al quarto capoverso del dispositivo, lettera a), su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. 6-00177, limitatamente al quarto capoverso del dispositivo, lettera b), su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. 6-00177, limitatamente al quarto capoverso del dispositivo, lettera c), su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. 6-00177, limitatamente al quarto capoverso del dispositivo, lettera d), su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. 6-00177, limitatamente al quarto capoverso del dispositivo, lettera e), su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. 6-00177, limitatamente al quarto capoverso del dispositivo, lettera f), su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. 6-00177, limitatamente al quarto capoverso del dispositivo, lettera g), su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

In virtù della reiezione nel dispositivo della risoluzione Lollobrigida ed altri n. 6-00177 non si procederà alla votazione della relativa premessa.

Passiamo dunque alla votazione della risoluzione Cabras ed altri n. 6-00178. Avverto che ne è stata chiesta la votazione per parti separate, nel senso di votare dapprima ciascuna lettera dei singoli capoversi del dispositivo e, a seguire, ove il dispositivo sia in tutto o in parte approvato, la premessa.

Pongo in votazione la risoluzione Cabras limitatamente…

Ha chiesto di parlare la deputata Baldini. Su che cosa?

MARIA TERESA BALDINI (FI). Sull'ordine dei lavori. Volevo dirle, Presidente, che, ieri, mancavano un sacco di componenti in Vigilanza Rai perché erano in quarantena. Oggi la situazione qui mi deve dire lei se è sicura dal punto di vista sanitario (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Le persone parlano senza mascherina: mi chiedo come mai noi…

PRESIDENTE. Devono parlare con la mascherina, chiaramente.

MARIA TERESA BALDINI (FI). Certo, però mi chiedo, Presidente: le vaccinazioni per i parlamentari perché non vengono fatte? Perché hanno un costo? Voglio dire, qui si lavora in sicurezza? Io lo voglio chiedere a lei: noi non lavoriamo in sicurezza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)...

PRESIDENTE. Adesso continuiamo. Le vaccinazioni si fanno sulla base del piano vaccinale che è stato preparato dal Governo; comunque questa è una questione…

MARIA TERESA BALDINI (FI). No, è una questione di sicurezza sanitaria…

PRESIDENTE. Certo, come per tante categorie.

MARIA TERESA BALDINI (FI). Io non sono in sicurezza!

PRESIDENTE. Certo, come per tante categorie.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Cabras ed altri n. 6-00178, limitatamente al primo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Cabras ed altri n. 6-00178, limitatamente al secondo capoverso, lettera a), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Cabras ed altri n. 6-00178, limitatamente al secondo capoverso, lettera b), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Cabras ed altri n. 6-00178, limitatamente al secondo capoverso, lettera c), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Cabras ed altri n. 6-00178, limitatamente al secondo capoverso, lettera d), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Cabras ed altri n. 6-00178, limitatamente al terzo capoverso, lettera a), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Cabras ed altri n. 6-00178, limitatamente al terzo capoverso, lettera b), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Cabras ed altri n. 6-00178, limitatamente al terzo capoverso, lettera c), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Cabras ed altri n. 6-00178, limitatamente al terzo capoverso, lettera d), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Cabras ed altri n. 6-00178, limitatamente al terzo capoverso, lettera e), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Cabras ed altri n. 6-00178, limitatamente al terzo capoverso, lettera f), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Cabras ed altri n. 6-00178, limitatamente al terzo capoverso, lettera g), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Cabras ed altri n. 6-00178, limitatamente al quarto capoverso, lettera a), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Cabras ed altri n. 6-00178, limitatamente al quarto capoverso, lettera b), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Cabras ed altri n. 6-00178, limitatamente al quarto capoverso, lettera c), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Cabras ed altri n. 6-00178, limitatamente al quarto capoverso, lettera d), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Cabras ed altri n. 6-00178, limitatamente al quarto capoverso, lettera e), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Cabras ed altri n. 6-00178, limitatamente al quinto capoverso, lettera a), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Cabras ed altri n. 6-00178, limitatamente al quinto capoverso, lettera b), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

In virtù della reiezione del dispositivo della risoluzione Cabras ed altri n. 6-00178, non si procederà alla votazione della relativa premessa.

Sono così esaurite le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri in vista del Consiglio europeo del 25 e 26 marzo 2021.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fiano sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, volevo chiederle di poter convocare la Giunta del Regolamento per esaminare la modalità di richiesta di votazione per parti separate delle risoluzioni per individuare un criterio al fine che questo sacrosanto diritto di chi presenta le risoluzioni non diventi una modalità di ostruzionismo.

Annunzio della presentazione di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissioni in sede referente.

PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento ha presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alle Commissioni riunite II (Giustizia) e XII (Affari sociali):

"Conversione in legge del decreto-legge 22 marzo 2021, n. 42, recante misure urgenti sulla disciplina sanzionatoria in materia di sicurezza alimentare" (2972) – Parere delle Commissioni I, V, X, XIII e XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è altresì assegnato al Comitato per la legislazione.

Per favore, quando si esce dall'Aula, anche in silenzio.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lollobrigida, sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Sull'ordine dei lavori, perché non ho capito bene il collega Fiano se voleva ridurre ulteriormente i tempi dell'opposizione, all'interno di quest'Aula, limitando un diritto e minacciando il ricorso a procedure che vedono la maggioranza nella condizione di cambiare il Regolamento in corso d'opera (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ce lo chiarisca, perché, se è così, noi ne prendiamo atto, ma per ora quello che vediamo è un atteggiamento, invece, di poca volontà di lavorare in quest'Aula. Anzi, Presidente, io le chiederei di tornare a una programmazione settimanale senza interruzioni e sospensioni una settimana sì e una settimana no, che non hanno più senso. Dobbiamo lavorare in quest'Aula e porteremo sempre più atti per permettere al collega Fiano di restare qui e lavorare insieme a noi, come sappiamo lui sa fare, perché è una delle persone più presenti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Cabras. Ne ha facoltà.

PINO CABRAS (MISTO-L'A.C'È). Sull'ordine dei lavori. Io credo che ci sia una interpretazione autentica dell'intento con cui abbiamo proposto la votazione per parti separate, perché abbiamo visto un blocco di “no” su degli argomenti che, invece, analizzati nel concreto - ci è stato detto anche da molti colleghi - erano condivisibili. Evidentemente, c'è stato un blocco a partire dal primo punto che abbiamo proposto nella nostra risoluzione, cioè la questione che si richiede più tempo per analizzare dei provvedimenti complessi o, comunque, degli indirizzi complessi come questi nei confronti della Presidenza del Consiglio. Quindi, non è giusto limitare che si voti nel merito delle questioni affrontate e questo proprio anche per rispondere a una collega che ci ha chiesto: ma state facendo ostruzionismo? Non era ostruzionismo, era nel merito di quello che avremmo voluto discutere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Volevo rispondere al collega Lollobrigida, non lo vedo, ma per il suo tramite, Presidente; io non so cosa intenda lui per la parola “minaccia”, io la conosco la parola “minaccia” perché sono dieci anni che le ricevo e vivo sotto scorta, esattamente da dieci anni. Qui, non c'è una minaccia, c'è un luogo democratico che lei può per sua responsabilità decidere di convocare, se lo riterrà opportuno; e, dunque, io mi posso appellare solo al Presidente della Camera, per valutare se in qualsiasi occasione… vorrei dire, per il suo tramite, al collega Cabras che la risoluzione non è un provvedimento, basta leggere il Regolamento della Camera. Se qualsiasi strumento di attività parlamentare, presentato, in presenza di un parere contrario del Governo, ove sia sottoposto al parere del Governo, sia sottoponibile è una domanda. Ho detto il sacrosanto diritto delle opposizioni di chiedere il voto per parti separate, ma nella pratica del Regolamento della Camera i diritti sono regolamentati anche nella loro proporzione. È una domanda, magari alla Giunta per il Regolamento e se lei la convocherà, Presidente, la responsabilità passa a lei, non è mia. La mia è solo una richiesta, a nome del Partito Democratico, se questo diritto sia illimitato. Può essere che la risposta sia che è illimitato. Io non penserò affatto che sia sbagliato dire che sia illimitato. Dobbiamo ragionarci. Cioè, se uno presenta una risoluzione con 150 punti che ab ovo si sappia che ha il parere contrario e non vi è alcun accordo tra i gruppi su quei punti, faccio solo la domanda di sapere se si ritenga utile, rispetto al lavoro parlamentare e ai sacrosanti diritti dell'opposizione di presentare tutto quello che hanno diritto di presentare, con tutti i tempi che gli devono essere concessi, se questo noi lo riteniamo proporzionato. La mia è una domanda e io penso che le minacce siano un'altra cosa, cioè quando qualcuno ti dice: “Veniamo a prenderti a casa, te, i tuoi figli e tua moglie, e ti ammazziamo”.

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data odierna, il deputato Giorgio Trizzino, già iscritto al gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle, ha dichiarato di aderire al gruppo Misto, cui risulta pertanto iscritto.

Modifiche nella composizione della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi.

PRESIDENTE. Comunico che, in data odierna, ho chiamato a far parte della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi la deputata Laura Cavandoli, in sostituzione del deputato Alessandro Morelli, entrato a far parte del Governo.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Avverto che, con lettera in data odierna, la presidente della Commissione affari sociali, tenuto conto della mancata espressione del parere da parte della Commissione bilancio, alla quale il Governo non ha ancora trasmesso la relazione tecnica richiesta, ha rappresentato l'esigenza di rinviare ad altra data l'esame della proposta di legge n. 164 e abbinate, recante norme per il sostegno della ricerca e la produzione dei farmaci orfani e della cura delle malattie rare, già previsto a partire dalla seduta di lunedì 29 marzo. Secondo le intese intercorse tra i gruppi, l'esame del provvedimento non sarà pertanto iscritto all'ordine del giorno delle sedute della prossima settimana.

Avverto inoltre che, con lettera in data 23 marzo 2021, il presidente della Commissione bilancio ha rappresentato che l'ufficio di presidenza della medesima Commissione ha ravvisato l'opportunità di richiedere che l'esame della relazione di tale Commissione sulla proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza, già previsto per la seduta antimeridiana di martedì 30 marzo, sia rinviato di un giorno. Secondo le intese intercorse tra tutti i gruppi, l'esame del provvedimento si svolgerà pertanto nella seduta di mercoledì 31 marzo, a partire dalle ore 9.

Ricordo, altresì, che il seguito dell'esame degli argomenti dei quali l'Assemblea ha deliberato il rinvio nella seduta odierna (disegno di legge di delegazione europea, Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2019 e mozioni in materia di Deposito nazionale per il combustibile nucleare irraggiato e i rifiuti radioattivi) sarà iscritto all'ordine del giorno della seduta pomeridiana di martedì 30 marzo, a partire dalle ore 16, con priorità rispetto agli altri argomenti all'ordine del giorno.

Avverto infine che nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna sarà pubblicata l'organizzazione dei tempi relativi all'esame: del disegno di legge n. 2670, legge europea 2019-2020; della relazione della V Commissione sulla proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sapia. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SAPIA (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. “Il decreto ministeriale n. 70 del 2015 sarà rivisto”: lo ha detto nei giorni scorsi il Ministro della Salute, Roberto Speranza. Quindi, si ridiscuteranno le norme su come devono essere organizzati gli ospedali e su che cosa devono e possono fare. Questa notizia è arrivata dopo tanto tempo, durante il quale sono state esemplari le battaglie di comitati territoriali che in Calabria ho sposato e portato in tutte le sedi istituzionali. Cito qui la lotta dei cittadini di Cariati per la riapertura del loro ospedale, che appare necessaria per l'ubicazione geografica, la viabilità e i collegamenti di questo comune calabrese in provincia di Cosenza. Basare i nuovi criteri sui bisogni e le caratteristiche dei territori è indispensabile per recuperare terreno e tutelare sul serio la salute. Continuerò a impegnarmi per questo e mi auguro che il Governo Draghi ascolti e agisca subito. L'ospedale di Cariati deve riaprire (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per evidenziare ancora una volta i tantissimi problemi irrisolti che esistono nel comparto scuola, e oggi desidero portare a conoscenza di quest'Aula la triste situazione dei docenti diplomati magistrali che, dopo aver perso il ruolo per una sentenza negativa relativa all'inserimento in GAE, adesso perdono anche lo stipendio. E perché? Perché attualmente non ricevono, da ben due mesi, la retribuzione mensile, in quanto il sistema NoiPA non riconosce il loro contratto a tempo determinato.

Ancora una beffa, ancora un ulteriore insulto contro questa categoria di lavoratori! Problema irrisolto anche perché il MEF è irraggiungibile, non si può telefonare, non risponde ai tagliandi da mesi e migliaia di insegnanti, pur lavorando regolarmente, non ricevono la busta paga, e pensiamo che ci sono tantissimi docenti che lavorano in province diverse rispetto a quelle di residenza. Sono costretti a trasferirsi giornalmente, a pagare contratti di affitto. Quindi, mi auguro, Presidente, che il Ministero dell'Istruzione risolva a breve tali problematiche e restituisca dignità a questa categoria, già tanto vessata (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lovecchio. Ne ha facoltà.

GIORGIO LOVECCHIO (M5S). Grazie Presidente, voglio porre l'attenzione su un argomento ampiamente discusso in quest'ultimo periodo, ovvero la proroga della validità delle graduatorie, vista l'impossibilità di svolgere nuovi concorsi e in particolare modo lo scorrimento della graduatoria dei 1.148 allievi agenti di Polizia di Stato 2017 per la categoria civile e militare; migliaia di ragazzi, e non solo, si ritrovano a chiedersi come sia possibile svolgere un nuovo concorso con 3 mila candidati al giorno in un periodo come quello che stiamo attualmente vivendo, dove vediamo scuole chiuse, ristoranti e bar che possono lavorare solo tramite servizi di asporto o consegne, piazze e parchi chiuse al pubblico, palestre e centri benessere e tantissime altre attività che hanno subito pesanti limitazioni per evitare assembramenti. Non si può permettere lo svolgimento di un concorso quando è ancora in vigore ed è valida una graduatoria del 2017.

Se è possibile svolgere un concorso con 3 mila candidati al giorno, allora perché 20 bambini non possono stare in classe insieme? Per questo motivo dobbiamo agire con coscienza e prorogare la graduatoria del concorso dei 1.148 allievi agenti di Polizia di Stato, anzi dobbiamo prorogare la validità di tutte le graduatorie e attingere da esse per sopperire alle carenze di organico.

Mi voglio soffermare ancora sulla graduatoria degli allievi agenti di Polizia di Stato, ricordandovi che detta graduatoria è valida fino al 31 marzo 2021. Per tale motivo, abbiamo bisogno di essere celeri nel prendere un impegno concreto per questi ragazzi, volenterosi, che vogliono semplicemente servire il proprio Stato. Voglio ricordarvi che era da circa vent'anni che non veniva svolto un concorso per la Polizia di Stato; voglio ricordarvi che quest'anno molti servitori dello Stato andranno in pensione, voglio ricordarvi che la carenza d'organico all'interno della Polizia di Stato era presente già prima del COVID. Concludo, citando le parole dell'attuale Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi: ai giovani bisogna dare di più, bisogna dare delle opportunità (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Capitanio, ma non è presente: si intende che vi abbia rinunciato.

Ha chiesto di parlare il deputato Sodano Ne ha facoltà.

MICHELE SODANO (MISTO). Grazie, Presidente. Onestamente, sono molto preoccupato perché questo Parlamento non si sta occupando delle reali emergenze del Paese; c'è un'emergenza sanitaria Presidente, c'è un'emergenza economica. Allora, noi dovremmo calendarizzare provvedimenti che si occupino di dare un sostegno all'economia, agli imprenditori in ginocchio. Noi dovremmo stare qui e lavorare 24 ore su 24 per dare un supporto a chi non ce la fa più; noi forse, fra qualche settimana, lavoreremo ad un “decreto Sostegni” - sempre se sarà possibile lavorarci alla Camera dei deputati perché magari rimane bloccato al Senato - per dare le risorse che già aveva trovato Conte per il 2020, 11 miliardi agli imprenditori, cifre ridicole; basti pensare che, se un imprenditore ha avuto una perdita di fatturato di 100 mila euro, gli arriveranno forse 3 mila o 4 mila euro. Allora, oggi lo Stato deve fare una scelta importante: noi qui dovremmo lavorare non a continue mozioni, ratifiche, che spesso si perdono nell'aria, ma a provvedimenti come un nuovo scostamento di bilancio; 50 miliardi di euro; lo Stato deve decidere se far indebitare i propri cittadini e portarli nella disperazione o se indebitarsi, anche alla luce di una modifica a quella che è la nostra politica monetaria e capire se questi patti di stabilità devono andare ancora avanti, se l'austerity sarà un mantra dei prossimi anni.

Lavoriamo perché il momento è durissimo e io credo che in questo Parlamento non si capisca veramente l'urgenza che c'è fuori (Applausi).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 26 marzo 2021 - Ore 9,30:

1. Svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta termina alle 20,10.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 7 la deputata Boschi ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;

nella votazione n. 22 il deputato Zennaro ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;

nella votazione n 31 il deputato Zennaro ha segnalato che non è riuscito a votare.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Doc. IV-ter, n. 11-A 428 420 8 211 290 130 78 Appr.
2 Nominale Moz. Ianaro e a. n. 1-423 n.f. 434 412 22 207 384 28 77 Appr.
3 Nominale Moz. Lollobrigida e a. n. 1-439 rif 436 412 24 207 409 3 77 Appr.
4 Nominale Moz. Polidori e a. n. 1-433 n.f. 440 437 3 219 437 0 73 Appr.
5 Nominale Moz. Meloni e a. n. 1-438 rif. 430 427 3 214 427 0 73 Appr.
6 Nominale Ris. Crippa D. e a. n. 6-175 443 418 25 210 388 30 63 Appr.
7 Nominale Ris. Fratoianni e a. n. 6-176 443 434 9 218 29 405 63 Resp.
8 Nominale Ris. Lollobrigida e a 1-177 1 p. 443 428 15 215 31 397 63 Resp.
9 Nominale Ris. Lollobrigida e a 1-177 2 p. 441 431 10 216 40 391 63 Resp.
10 Nominale Ris. Lollobrigida e a 1-177 3 p. 438 433 5 217 48 385 63 Resp.
11 Nominale Ris. Lollobrigida e a 1-177 4 p. 433 429 4 215 45 384 63 Resp.
12 Nominale Ris. Lollobrigida e a 1-177 5 p. 429 422 7 212 44 378 63 Resp.
13 Nominale Ris. Lollobrigida e a 1-177 6 p. 432 428 4 215 45 383 63 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale Ris. Lollobrigida e a 1-177 7 p. 435 429 6 215 45 384 63 Resp.
15 Nominale Ris. Lollobrigida e a 1-177 8 p. 433 427 6 214 45 382 63 Resp.
16 Nominale Ris. Lollobrigida e a 1-177 9 p. 436 432 4 217 44 388 63 Resp.
17 Nominale Ris. Lollobrigida e a 1-177 10 p. 434 429 5 215 45 384 63 Resp.
18 Nominale Ris. Lollobrigida e a 1-177 11 p. 439 433 6 217 46 387 63 Resp.
19 Nominale Ris. Lollobrigida e a 1-177 12 p. 436 419 17 210 33 386 63 Resp.
20 Nominale Ris. Lollobrigida e a 1-177 13 p. 435 426 9 214 40 386 63 Resp.
21 Nominale Ris. Lollobrigida e a 1-177 14 p. 434 429 5 215 46 383 63 Resp.
22 Nominale Ris. Lollobrigida e a 1-177 15 p. 434 429 5 215 45 384 63 Resp.
23 Nominale Ris. Lollobrigida e a 1-177 16 p. 428 409 19 205 30 379 63 Resp.
24 Nominale Ris. Lollobrigida e a 1-177 17 p. 432 429 3 215 31 398 63 Resp.
25 Nominale Ris. Lollobrigida e a 1-177 18 p. 432 415 17 208 30 385 63 Resp.
26 Nominale Ris. Lollobrigida e a 1-177 19 p. 431 425 6 213 44 381 63 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale Ris. Lollobrigida e a 1-177 20 p. 431 425 6 213 43 382 63 Resp.
28 Nominale Ris. Lollobrigida e a 1-177 21 p. 430 425 5 213 43 382 63 Resp.
29 Nominale Ris. Lollobrigida e a 1-177 22 p. 422 402 20 202 30 372 63 Resp.
30 Nominale Ris. Lollobrigida e a 1-177 23 p. 431 427 4 214 29 398 63 Resp.
31 Nominale Ris. Cabras e a. n. 6-178 1 p. 430 426 4 214 50 376 63 Resp.
32 Nominale Ris. Cabras e a. n. 6-178 2 p. 427 424 3 213 48 376 63 Resp.
33 Nominale Ris. Cabras e a. n. 6-178 3 p. 429 426 3 214 49 377 63 Resp.
34 Nominale Ris. Cabras e a. n. 6-178 4 p. 428 423 5 212 49 374 63 Resp.
35 Nominale Ris. Cabras e a. n. 6-178 5 p. 425 393 32 197 20 373 63 Resp.
36 Nominale Ris. Cabras e a. n. 6-178 6 p. 425 413 12 207 40 373 63 Resp.
37 Nominale Ris. Cabras e a. n. 6-178 7 p. 429 423 6 212 46 377 63 Resp.
38 Nominale Ris. Cabras e a. n. 6-178 8 p. 425 393 32 197 19 374 63 Resp.
39 Nominale Ris. Cabras e a. n. 6-178 9 p. 428 394 34 198 17 377 63 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 49)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale Ris. Cabras e a. n. 6-178 10 p. 423 419 4 210 48 371 63 Resp.
41 Nominale Ris. Cabras e a. n. 6-178 11 p. 423 416 7 209 45 371 63 Resp.
42 Nominale Ris. Cabras e a. n. 6-178 12 p. 425 392 33 197 18 374 63 Resp.
43 Nominale Ris. Cabras e a. n. 6-178 13 p. 426 421 5 211 17 404 63 Resp.
44 Nominale Ris. Cabras e a. n. 6-178 14 p. 419 413 6 207 18 395 63 Resp.
45 Nominale Ris. Cabras e a. n. 6-178 15 p. 421 417 4 209 17 400 63 Resp.
46 Nominale Ris. Cabras e a. n. 6-178 16 p. 413 379 34 190 19 360 63 Resp.
47 Nominale Ris. Cabras e a. n. 6-178 17 p. 414 410 4 206 47 363 63 Resp.
48 Nominale Ris. Cabras e a. n. 6-178 18 p. 401 395 6 198 45 350 63 Resp.
49 Nominale Ris. Cabras e a. n. 6-178 19 p. 417 411 6 206 46 365 63 Resp.