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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 473 di martedì 23 marzo 2021

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANDREA MANDELLI

La seduta comincia alle 11.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

SILVANA ANDREINA COMAROLI, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Cadeddu, Daga, De Maria, Luigi Di Maio, Frailis, Gallinella, Gebhard, Grande, Lapia, Lupi, Magi, Melilli, Muroni, Ribolla, Schullian, Silli e Tasso sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 95, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 11,04).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

In morte dell'onorevole Ombretta Fumagalli Carulli.

PRESIDENTE. Comunico che è deceduta l'onorevole Ombretta Fumagalli Carulli, già membro della Camera dei deputati dalla X alla XII legislatura, nonché del Senato della Repubblica nella XIII legislatura.

La Presidenza della Camera ha già formulato ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori la deputata Wanda Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente, non essendo stata ieri qui in Aula le auguro un buon lavoro. Ho chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori anche a nome di Fratelli d'Italia con riferimento all'atteggiamento molto grave di un parlamentare che ha ecceduto dalle proprie prerogative istituzionali, facendo irruzione in un'importante struttura sanitaria della città di Cosenza, soprattutto in una fase così delicata della gestione dell'emergenza. Parlo del senatore Nicola Morra che, secondo quanto riportato dalla stampa, avrebbe interrotto il lavoro dei sanitari e del personale in un momento di grande fatica, ma soprattutto utilizzando gli uomini della scorta per motivi che nulla hanno a che vedere con i compiti di tutela della sua sicurezza. Non si tratta purtroppo soltanto dell'ennesima intemperanza verbale del senatore Morra, già salito alle cronache per aver insultato la memoria di Jole Santelli. Se risponde al vero quanto riportato dalla stampa nazionale, il presidente della Commissione Antimafia ha dimostrato di ledere senza dubbio il prestigio e la credibilità di un'Istituzione che in questo momento rappresenta, ma che rappresenta il Parlamento tutto e ancor di più le due Camere. Secondo quanto denunciato dal dirigente dell'azienda sanitaria, pare infatti che il senatore Morra, un po' sceriffo e un po' marchese del Grillo, abbia inveito contro il personale della centrale operativa, in cui si gestisce la campagna di vaccinazione a Cosenza, interrompendo - come dicevo - le attività e pretendendo soprattutto di accedere ai dati sensibili di natura sanitaria utilizzando gli uomini per identificare i presenti, quasi come se fossero dei pretoriani, cosa che, devo dire, chi proviene dai 5 Stelle conosce bene perché già era accaduto con il collega Bignami e l'attuale Ministro Di Maio attraverso l'identificazione del collega durante la campagna in Emilia-Romagna. Un utilizzo certamente imbarazzante della scorta che ha suscitato anche le rimostranze del sindacato di Polizia; un abuso del proprio potere, delle proprie prerogative da parte di chi è andato predicando: “l'uno vale uno” e, alla fine, è finito per rivendicare il più classico: “lei non sa chi sono io”. Una vicenda che dimostra, ancora una volta, l'assoluta inadeguatezza a ricoprire questo ruolo delicato da parte del presidente della Commissione. Per questo abbiamo ribadito, ancora una volta, la richiesta di un suo passo indietro. In questo momento, i medici e il personale sanitario, soprattutto in Calabria, affondata dalle scelte scellerate degli ultimi Governi, hanno bisogno del sostegno pieno delle istituzioni e non di odiosi atti di prevaricazione degni della peggior casta di altri tempi. Quindi, in qualche modo Morra, che ha sempre detto di combattere la casta, ieri invece ha dimostrato con questa azione di esserne in qualche modo parte e soprattutto di essersi immedesimato con grande naturalezza. Chiediamo ovviamente alle forze presenti in Parlamento di stigmatizzare attraverso una loro presa di posizione taluni atteggiamenti, ma altresì chiediamo al Ministro dell'Interno che venga in Aula, che ci dia chiarimenti e che soprattutto approfondisca questa vicenda, che non può passare certamente inosservata agli occhi di molti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Basini, sullo stesso argomento?

GIUSEPPE BASINI (LEGA). Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, non sarò certo io, che conosco le attribuzioni dei parlamentari, a contestare il diritto di un parlamentare di andare a verificare i servizi di un ufficio. Tuttavia, a quanto si legge sulla stampa, non sarebbe questo il caso. Allora, associandomi alla proposta della collega Ferro, ma sottolineando che, qualora così non fosse perché il diritto di un parlamentare a controllare il funzionamento degli uffici è fondamentale, credo che in questo caso effettivamente un'indagine, da affidare ovviamente al Ministero dell'Interno, su quanto è accaduto sia necessaria. Qualora fosse confermato l'abuso di potere e anche una certa violenza verbale, quanto meno il senatore Morra dovrebbe dimettersi da presidente della Commissione antimafia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 13 marzo 2021, n. 30, recante misure urgenti per fronteggiare la diffusione del COVID-19 e interventi di sostegno per lavoratori con figli minori in didattica a distanza o in quarantena (A.C. 2945​) (Esame e votazione di una questione pregiudiziale).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della questione pregiudiziale Lollobrigida ed altri n. 1 (Vedi l'allegato A), presentata al disegno di legge n. 2945: Conversione in legge del decreto-legge 13 marzo 2021, n. 30, recante misure urgenti per fronteggiare la diffusione del COVID-19 e interventi di sostegno per lavoratori con figli minori in didattica a distanza o in quarantena.

A norma del comma 3 dell'articolo 40 e del comma 3 dell'articolo 96-bis del Regolamento, la questione pregiudiziale può essere illustrata per non più di dieci minuti da uno solo dei proponenti. Potrà altresì intervenire un deputato per ognuno degli altri gruppi per non più di cinque minuti.

(Esame di una questione pregiudiziale - A.C. 2945​)

PRESIDENTE. La deputata Frassinetti ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale Lollobrigida e altri n. 1.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Presidente, onorevoli colleghi, questa pregiudiziale riguarda il decreto-legge 13 marzo 2021, n. 30, misure urgenti per fronteggiare la diffusione del COVID-19 e interventi di sostegno per lavoratori con figli minori in didattica a distanza o in quarantena. A rischio di essere ripetitivi, facciamo presente che siamo di fronte a ulteriori limitazioni delle libertà fondamentali sancite e tutelate dalla Costituzione. Concedetemi, però, una piccola digressione nel merito di questo provvedimento, che tratta un tema oggi molto sentito come quello del sostegno dei lavoratori che hanno figli minori in DAD o in quarantena. È davvero gravoso per un lavoratore dover prendersi cura dei figli mentre deve anche effettuare il suo lavoro da remoto; lo è soprattutto quando i minori frequentano le primarie e quindi non sono in grado di connettersi autonomamente alla didattica a distanza, e non sono soprattutto in grado di stare davanti a un computer per tante ore. Questa della didattica a distanza è una situazione ormai diventata intollerabile. È difficilissimo conciliare il lavoro dei genitori o anche di un solo genitore, e questo è ancor più gravoso, con il lavoro da remoto.

Per questo, Fratelli d'Italia chiede di alzare le misure delle indennità, equiparandole almeno a quelle di maternità, perché questo congedo, così come è stato previsto, è fortemente penalizzante per chi ha redditi familiari modesti, dato che implica una decurtazione del 50 per cento del salario. Fratelli d'Italia sostiene, quindi, che queste misure vadano potenziate, altrimenti le famiglie in difficoltà saranno veramente distrutte da questo momento in cui non possono andare a lavorare, soprattutto le donne che - devo sottolineare ciò - sono a rischio di perdita del loro lavoro. Torniamo, però, al cuore del problema di questa pregiudiziale, partendo proprio da questo provvedimento, che, all'articolo 1, applica misure restrittive per il periodo tra il 15 marzo e il 6 aprile (vacanze di Pasqua), volto a rimodulare sul territorio nazionale gli interventi di contenimento e di contrasto dell'emergenza epidemiologica.

Ormai è già un anno che ci sono provvedimenti di questo tipo, DPCM che comprimono le nostre libertà fondamentali. Questo Governo, in continuità con quello precedente, fa uso anch'esso dei DPCM, calpestando i diritti fondamentali. L'illegittimità dei DPCM - lo abbiamo detto tantissime volte, ma non lo diciamo solo noi, lo dicono anche insigni costituzionalisti e non ci stancheremo mai di ripeterlo - dipende dal fatto che hanno natura amministrativa, ed è per questo che, secondo la gerarchia delle fonti, non possono agire su diritti tutelati da norme di rango superiore. Ma non solo insigni giuristi ci dicono questo, ce lo dicono anche dei provvedimenti dei magistrati: ci riferiamo qui all'ordinanza del tribunale di Roma dello scorso 16 dicembre che va alla radice del problema, statuendo che né il Parlamento, né il Governo possono delegare un'autorità amministrativa, come il Presidente del Consiglio, a legiferare con così tale pienezza in materia di libertà costituzionali.

Quindi, anche la magistratura, costretta a esaminare e a studiare il caso, si trova con noi concorde sul fatto che la natura amministrativa non si elimina neanche se viene legittimata da un precedente provvedimento.

Qui siamo davanti a una grave lesione dell'articolo 13 della Costituzione. L'articolo 13, che parla di libertà personale, recita: “La libertà personale è inviolabile”. La libertà personale coincide con la libertà fisica contro arbitrarie misure coercitive. Da questo articolo fondamentale discendono poi le altre libertà, da quella di circolazione a quella di riunione a quella di iniziativa economica. Lo stato di emergenza, che è la causa fondante di questi provvedimenti, di per sé, invece, non dovrebbe legittimare l'adozione di queste disposizioni che sospendono l'esercizio delle libertà individuali dei cittadini, tanto meno dove questa adozione continua a venire tramite gli strumenti dei DPCM. La Costituzione italiana non contempla un diritto speciale per lo stato di emergenza sul modello di altre costituzioni europee, né in essa si rinvengono clausole di sospensione dei diritti fondamentali da attivarsi in tempi eccezionali o altre previsioni che consentono alterazioni nell'assetto dei poteri in tempi di crisi. Da qui consegue l'illegittimità delle dichiarazioni di emergenza.

Voglio anche sottolineare come questo Governo violi costantemente due principi fondamentali del diritto: il principio della ragionevolezza e il principio della certezza del diritto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Il principio della ragionevolezza viene violato in quanto, ormai, definire lo stato di emergenza dopo un anno è alquanto generalizzante. Ormai, dopo un anno di adozione di questi provvedimenti, si è creato uno stato di incertezza e di disorientamento nei cittadini in tutti i settori, nel settore produttivo, nel settore commerciale, nel settore economico; questo per i continui cambi di regole, anche avvenuti con pochissimo preavviso. L'esempio dell'apertura degli impianti di sci di un mese fa è, direi, abbastanza palese in questo senso. L'altro principio violato è la certezza del diritto, lo stravolgimento continuo delle norme mina un pilastro fondamentale del nostro ordinamento. Quindi, noi riteniamo che la violazione di questi due principi sia grave da un punto di vista non soltanto giuridico, ma anche sociale.

Per questi motivi, Fratelli d'Italia contesta questo modus operandi in atto dall'inizio di questa pandemia, considerando negativamente questo proliferare di provvedimenti illegittimi e chiedendo con forza che venga attivato l'unico organo legittimato a legiferare per tutelare i diritti di libertà, cioè questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Questa battaglia per difendere le libertà fondamentali è importante e non si faccia l'errore di definirla una questione di cavilli: questi non sono cavilli, perché nel nostro quadro giuridico la forma è sostanza. Quindi, non si può parlare di cavilli, ma di sostanza giuridica. Per questo motivo e per tutto il nostro contrasto attivo e coerente a questa legiferazione d'urgenza illegittima, chiediamo di non procedere all'esame del provvedimento n. 2945 (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Maio. Ne ha facoltà.

MARCO DI MAIO (IV). Grazie, Presidente. Anche da parte mia, da parte nostra, i migliori auguri di buon lavoro. Ancora una volta lo spazio della discussione sulle pregiudiziali di costituzionalità, pur essendo dedicata soprattutto a un confronto sulla forma, sul rispetto dei parametri costituzionali, anticipa, però, il dibattito di merito. Cerchiamo invece di stare, almeno in questa prima parte di intervento, sulle argomentazioni che ci fanno ritenere infondata questa pregiudiziale di costituzionalità. Intanto i colleghi di opposizione sostengono che vengano in qualche modo ridotti, limitati, in maniera drastica e non costituzionalmente valida, le libertà fondamentali. La straordinaria crisi sanitaria che stiamo affrontando ormai da un anno impone all'ordinamento di riaffermare con decisione quella gerarchia dei diritti che la nostra Costituzione impone.

L'articolo 32 della nostra Carta qualifica, infatti, il diritto alla salute come fondamentale, ed è l'unico a cui viene riconosciuta questa particolare accezione.

La pandemia impone interventi rapidi ed efficaci che, per quanto dettati da ragioni di straordinaria necessità e urgenza, si vanno comunque a collocare sull'asse costituzionale in qualche modo realizzato dagli articoli 70 e 77 sul potere legislativo delle Camere e, appunto, sulla decretazione d'urgenza.

Si dice nella pregiudiziale che è stata presentata che i diritti e le libertà fondamentali vengono compressi: in realtà non è così, perché sono e rimangono la bussola dell'azione dello Stato. A determinate condizioni, in presenza di specifiche circostanze, è la stessa Costituzione che consente, tramite l'istituto della riserva di legge, di intervenire nell'ambito dei diritti costituzionalmente garantiti, plasmandone una diversa dimensione. La riconducibilità degli atti aventi forza di legge - in questo caso, decreto-legge e decreto legislativo - nell'alveo della legge, ai fini del rispetto della riserva di legge, è un dato consolidato e confermato da una granitica giurisprudenza costituzionale. È bene ribadire, poi, come si sia in presenza non di scelte arbitrarie adottate per comprimere il raggio di libertà dei cittadini, ma da condizioni obbligate per garantirne la salute e preservare la tenuta complessiva del Servizio sanitario nazionale. Sulla illegittimità della dichiarazione dello stato di emergenza - altro punto che viene sollevato dalla pregiudiziale che è stata presentata - e sugli atti conseguenti e, quindi, anche sulla pretesa illegittimità dei DPCM, occorre ribadire che, dal punto di vista normativo, i DPCM si inseriscono in un quadro giuridico ampiamente strutturato. Alla deliberazione dello stato di emergenza del 31 gennaio 2020 per COVID - tra l'altro, è una deliberazione adottata ai sensi del codice di protezione civile -, sono seguiti vari decreti-legge e non si può non ricordare che, grazie all'intervento del Parlamento, si è costruita una cornice legislativa più consona e più costituzionalmente accettabile per favorire un coinvolgimento anticipatorio del provvedimento stesso da parte delle Camere. La stessa Corte costituzionale ha, poi, precisato come, in materia di protezione civile, risulti giustificato che si adottino misure eccezionali - è la sentenza n. 418 del 1992 - ed appare assurdo, prima ancora che errato, ritenere che la situazione attuale non giustifichi l'attuazione di provvedimenti provvisori con forza di legge, alla luce di una situazione straordinaria di necessità e urgenza.

Qualche parola, invece, sul contenuto di questo decreto, in particolare sulla parte che riguarda gli aiuti alle famiglie, che hanno suscitato inutili e pretestuose polemiche, anche dentro la maggioranza. Ai colleghi che si sono resi protagonisti di queste polemiche, nei confronti soprattutto della Ministra Bonetti, vorrei dire che, prima di attaccare, bisognerebbe distinguere la verità dalle fake news. Mai è stato detto che lo smart working è uno strumento di welfare e che chi lavora da casa per ragioni di necessità legate al COVID sia favorito nella gestione dei figli rispetto agli altri - mi avvio alla conclusione, Presidente - ed è un chiaro obiettivo del Governo e della Ministra Bonetti, sicuramente di Italia Viva e ora anche di quelle forze politiche che, un anno fa, in un lockdown più duro di quello attuale, dicevano che non serviva il voucher per le babysitter, che questo strumento a sostegno delle famiglie venga esteso alle famiglie i cui genitori si trovano in condizioni di lavoro agile. Siamo assolutamente lieti che, dopo tanto tempo, la battaglia per trovare da subito misure a sostegno delle famiglie fatta da pochissimi, anche dentro questa maggioranza, sia improvvisamente diventata patrimonio di tutti. Ovviamente lavoreremo in fase emendativa per estendere questo bonus, che non è un beneficio o un privilegio, ma una misura di sostegno a milioni di famiglie che si trovano in una condizione di difficoltà. Non pensiamo sia questo il tempo delle polemiche, non pensiamo neanche sia quello delle pregiudiziali non basate su una veridicità dei fatti e, quindi, respingiamo, dichiariamo il nostro voto contrario a questa pregiudiziale di costituzionalità (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Murelli. Ne ha facoltà.

ELENA MURELLI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, sottosegretaria, intervengo anch'io in merito alla pregiudiziale di costituzionalità che è stata presentata sul decreto-legge n. 30 del 2021. Oggi tutto il mondo vive l'esperienza di una pandemia mondiale che ha portato tutti a un lockdown forzato, tant'è che la necessità impellente di salvaguardare la vita umana ha ridimensionato il modo di vivere, di lavorare, di studiare, di relazionarsi. Occorre sin da subito precisare che, nel caso di una situazione di emergenza, quale risulta essere quella in questione, Parlamento e Governo hanno non solo il diritto e il potere legislativo, ma anche il preciso e indeclinabile dovere di provvedere adottando un'apposita legislazione d'emergenza. Le misure da adottare in questi casi devono essere circostanziate nel tempo, determinandosi, pertanto, la loro illegittimità se ingiustificatamente protratte oltre la durata strettamente necessaria, tuttavia, è bene da subito evidenziare la differenza tra i provvedimenti emanati dal Governo Conte - mi riferisco agli innumerevoli DPCM - e il decreto-legge ora all'esame del Parlamento. Mi riferisco, innanzitutto, alla cornice nella quale si inserisce questo provvedimento. Alcuni costituzionalisti lamentano una violazione del principio di gerarchia delle fonti: il principio di legalità non sarebbe stato rispettato, in quanto i decreti-legge hanno demandato a fonti secondarie - i famosi DPCM - la sospensione delle libertà costituzionalmente garantite. Tuttavia, questo Governo ha abbandonato i DPCM come strumento primario di limitazione delle principali libertà costituzionali, percorrendo, appunto, la strada del decreto-legge, la cui parlamentarizzazione lo rende strumento più adeguato al mantenimento dello stato del diritto dell'emergenza. Finalmente, dopo mesi, si intravede un nuovo modello di gestione, che non prevede più solamente divieti e limitazioni per la popolazione, ma anche iniziative concrete e propulsive che tentano di trascinarsi fuori da questo drammatico momento. Mi riferisco, prima di tutto, alla campagna di vaccinazione, che è sicuramente un elemento chiave nell'attuale fase di lotta alla pandemia. Il nuovo Governo ha già dato un segnale di cambio di passo. Oltre a fare subito un tavolo che tenta di rimediare al tempo perduto dei precedenti personaggi, come Arcuri, ha provveduto alle nuove nomine: il commissario straordinario, il generale Francesco Paolo Figliuolo, e il nuovo capo Dipartimento della protezione civile, l'ingegner Francesco Curcio. Siamo passati in pochi giorni dai padiglioni a forma di primula alla creazione di un polo nazionale per la produzione del vaccino in Italia: un evidente cambio di passo, per il quale è doveroso un plauso al neo Ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti.

Da tempo la Lega lavora affinché in Italia si incominci la sperimentazione degli anticorpi monoclonali. Dopo il via libera di Aifa, il Ministero sta assegnando le dosi ad oggi disponibili a questo ulteriore strumento contro il COVID, che ci aiuterà a evitare le ospedalizzazioni attraverso nuovi protocolli, senza intasare corsie o, peggio, arrivare alla saturazione delle terapie intensive. L'Italia è tra i primi Paesi in Europa a procedere nella sperimentazione, che permetterà una riduzione dell'85 per cento di ricoveri e decessi per COVID tra i pazienti ad alto rischio trattati precocemente, con efficacia, anche verso le varianti. Avevamo fatto un appello importante al Ministro Speranza di investire anche nelle terapie domiciliari.

Penso, poi, alle persone con disabilità, tra quelle più duramente colpite dagli effetti della pandemia, dalle restrizioni che ci sono state. Finalmente, è stato dedicato un Ministero e la Ministro Stefani ha dato subito un segnale: è potuta, quindi, intervenire per poter far vaccinare anche le persone con disabilità. Nel “decreto Sostegni”, invece, ha inserito nuove tutele a favore dei lavoratori con fragilità, ha insistito affinché, oltre alla proroga delle precedenti misure, scadute il 28 febbraio e che assimilano le assenze per lavoro a quelle per ricovero ospedaliero, i periodi di assenza non siano computati ai fini del periodo di comporto e non incidano ai fini dell'erogazione dell'indennità di accompagnamento, nonché la possibilità per gli accompagnatori di persone con disabilità di entrare in ospedale, l'istituzione del tavolo per il caregiver presso il Ministero del Lavoro e, naturalmente, la riapertura di quello per la riforma del caregiver. Il tema relativo alle misure di contenimento, sulle quali si concentra il decreto-legge in esame, lascia libera scelta ai presidenti delle regioni e delle province autonome di Trento e Bolzano, consentendogli di applicare ulteriori misure più restrittive nelle province in cui l'incidenza cumulativa settimanale dei contagi è superiore ai 250 casi su 100 mila abitanti, ovvero nelle aree in cui la circolazione delle varianti determina alto rischio di diffusione. Un altro punto importante di questo decreto in esame sono i congedi parentali, che sono retroattivi dal 1° gennaio 2021 e sono retribuiti al 50 per cento per chi ha figli minori di 14 anni, mentre dai 14 ai 16 anni non vengono retribuiti, ma fino ai 16 anni dei figli è reintrodotto il diritto allo smart working. Inoltre, ci tengo a precisare che il precedente decreto non comprendeva la parte inserita nell'articolo 21-bis del presente decreto, perché non veniva espressamente considerata l'infezione da COVID-19 del figlio tra i casi che davano diritto allo svolgimento dell'attività in smart working. Sono misure necessarie e doverose per sostenere concretamente le famiglie e tutti i bambini e i ragazzi del nostro Paese, tuttavia sposiamo la richiesta fatta in Commissione lavoro di avviare un percorso di ridefinizione concettuale del lavoro agile, che deve essere inteso non tanto come uno strumento di collocazione dei tempi di vita e di lavoro, quanto, più propriamente, una modalità flessibile di riorganizzazione del lavoro stesso.

Concludo, Presidente, dicendo che anche nel “decreto Ristori” ci sono dei cambi di passo, come l'abbandono del sistema del codice Ateco. Purtroppo, le restrizioni permangono ancora, anche a causa della diffusione delle varianti, ma si intravede finalmente la volontà di voltare pagina di questo Governo. Quindi, concludo dicendo che il gruppo Lega esprimerà un voto contrario alla questione pregiudiziale, dando piena fiducia a questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Vorrei chiedere se gentilmente potete abbassare un po' il volume della conversazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Sulla questione pregiudiziale, in linea con quanto già votato in precedenza nello scorso decreto, riteniamo che, anche grazie agli interventi ultimi della Corte costituzionale, non vi sia dubbio come la normativa, che si è ovviamente affastellata in tutti questi mesi di emergenza, abbia ricevuto una copertura costituzionale. Quindi, anche e soprattutto per questo motivo, a nome della componente politica L'alternativa c'è, dichiariamo che voteremo contro la questione pregiudiziale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Corneli. Ne ha facoltà.

VALENTINA CORNELI (M5S). Grazie, Presidente. Siamo ancora qui, ormai con un po' di stanchezza, a parlare ancora della legittimità dei DPCM e dei decreti-legge nel corso di questa emergenza pandemica. Una larga e cospicua parte dell'ala destra di quest'Aula ha capito che in effetti stiamo vivendo un'emergenza, un dramma senza precedenti storici, quindi si è avveduta e siamo felici di questa illuminazione sulla via di Damasco. Una piccola parte, però, continua, forse un po' strumentalmente, ad insistere, ma lei sa, Presidente, come dovrebbero saperlo i colleghi di Fratelli d'Italia che hanno sottoscritto la pregiudiziale, che il Governo, chiaramente nei limiti e nei presupposti della legge, può intervenire, laddove ravvisi un rischio per la salute, per la sicurezza e per la salute pubblica, attraverso dei provvedimenti che temporaneamente vadano a derogare rispetto al diritto vigente. Se non l'hanno capito, lo rispieghiamo: i diritti e le libertà costituzionalmente tutelati possono essere limitati attraverso questi provvedimenti, temporaneamente e nei presupposti di legge, laddove il provvedimento governativo tende a tutelare un altro diritto costituzionale, in questo caso parliamo dell'articolo 32, che peraltro è condizione imprescindibile e anche logica per l'esercizio di qualsiasi altro diritto e libertà. Loro fanno riferimento ad un'ordinanza del tribunale di Roma, ma sappiamo bene che sul punto è intervenuta la Corte costituzionale sulla famosa legge anti DPCM della Val d'Aosta e sappiamo che la Consulta è un gradino superiore rispetto ai tribunali ordinari; diciamo che siamo proprio all'ABC di un qualsiasi corso di giurisprudenza, siamo ai fondamenti del nostro ordinamento costituzionale. Come il collega, presidente Ceccanti, ha ricordato più volte, attraverso il Comitato per la legislazione noi abbiamo chiesto che venga ripristinato un iter legislativo che fisiologicamente metta il Parlamento al centro. Il precedente Governo si è impegnato su questo punto e quindi speriamo che si prosegua in questa direzione, però una riflessione è necessaria: dobbiamo porre fine alle polemiche, perché si è andati avanti per un anno contro il Presidente Conte, ma sostanzialmente contro un Paese anche nella fase più drammatica della sua storia, quando questo Paese stava combattendo una guerra. Io ricordo con orgoglio che il nostro personale sanitario è stato candidato al premio Nobel per la pace proprio per questo motivo, perché di una guerra stavamo parlando. Siamo stati il primo Paese nel mondo occidentale che ha dovuto affrontare questa emergenza, che - lo ripeto - ha tutti gli elementi per essere considerata una guerra. Quindi, basta con le polemiche: bene il ravvedimento dei colleghi, bene che l'atteggiamento sia cambiato da parte di tutti, della stampa come anche da parte di quell'ala dell'estrema destra che, comunque, ha cambiato atteggiamento, perché evidentemente ora è molto riverente e non urla più. Dobbiamo, però, comunque porre fine alle strumentalizzazioni, dobbiamo correre con le vaccinazioni e dobbiamo pensare alle riaperture delle scuole e delle attività. Non possiamo mandare messaggi sbagliati. Io ho visto la collega Meloni dire che bisognerebbe poter scegliere il vaccino che più ci piace, come se fossimo al ristorante con un menu: questi messaggi non possono essere dati. Bisogna pensare alle regioni che sono più in difficoltà, perché purtroppo ci sono regioni che sono estremamente in difficoltà - quindi pensino alle loro regioni - e lasciamo stare le strumentalizzazioni, perché veramente non possiamo più permettercele. Noi eravamo anche partiti bene con la campagna vaccinale; tra dicembre e gennaio eravamo i primi in Europa e tra i primi al mondo, ma adesso, evidentemente, siamo in difficoltà e non possiamo più permetterci amenità. Quindi, basta strumentalizzazioni e annuncio il voto contrario alla pregiudiziale di costituzionalità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Vi pregherei ancora di moderare il tono della voce.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Cantone. Ne ha facoltà.

CARLA CANTONE (PD). Grazie, Presidente. Credo sia utile richiamare tutti alla grave situazione in cui versa il nostro Paese e il mondo da oltre un anno. La pandemia è tremendamente pesante, accompagnata da gravi e mortali rischi per tutti i cittadini. I dati giornalieri ci dicono che le regole di comportamento non solo devono essere rigide e rispettate, ma anche adeguate e rafforzate giorno dopo giorno, nel pieno rispetto del diritto e della dignità delle persone, che da oltre un anno devono combattere contro il virus, anche con disagi e restrizioni - certo - sia economiche, purtroppo, sia sanitarie, e non per imposizioni gratuite ma per proteggersi da una pandemia che non perdona nessuna mancanza di attenzione, anche minima. Ciò vale per tutti, per giovani, donne e anziani. I provvedimenti adottati con i DPCM del precedente Governo ed i provvedimenti in adozione dall'attuale Governo vanno nella direzione di forza e contrasto al virus e di sostegno alle famiglie, ai lavoratori e alle lavoratrici, alle imprese, anche con i bonus e le proroghe. Come chi è intervenuto già prima di me ha ricordato, nulla è contro la Costituzione, nulla è limitativo dei diritti fondamentali della Costituzione, anzi li rafforza. I riferimenti invocati dalla pregiudiziale non trovano legittimità giudiziale. Lo stato di emergenza impone ai Governi misure urgenti, come è avvenuto per i DPCM, per svolgere un ruolo immediato di protezione e difesa di ogni persona e per il loro futuro, e non certo per sospendere le libertà individuali dei cittadini; sono solo interventi nel nome dei diritti costituzionali per essere protetti nel sociale e nei bisogni. Anzi, visto che la pregiudiziale invoca il principio di ragionevolezza, allora vi dico che, proprio in nome della ragionevolezza, ciò che è stato deciso e ciò che si sta decidendo è proprio basato sulla ragionevolezza costituzionale, senza nessuno stravolgimento del quadro giuridico: nessuna lesione all'articolo 13 o 16. Le sentenze richiamate, di cui hanno parlato i giornali, sono sbagliate e decisamente isolate nel panorama della giurisprudenza post COVID; basta leggere i diversi articoli della Costituzione per definire senza equivoci che la Costituzione è rispettata. Detto questo, ferma restando la costituzionalità, si può fare meglio? Ma certamente sì che si può fare meglio, infatti si sta cercando di riportare quasi tutte le norme di durata non brevissima alla fonte primaria, proprio su sollecitazione delle Camere e al fine di rispettare, sempre e nel modo migliore, il ruolo del Parlamento. Infine, dicendo che noi voteremo contro questa pregiudiziale, una valutazione di assoluto buonsenso e basata sulla necessaria responsabilità che deve competere a ognuno di noi: siamo in una situazione di straordinaria gravità, quale la pandemia, pertanto servono misure straordinarie e non ordinarie. Il Governo ha attuato e sta attuando misure straordinarie, senza ledere la Costituzione: è questo che occorre capire! Chiudo, Presidente, dicendo che le misure non sono state e non sono confuse: sono straordinarie proprio per difendere tutti i cittadini italiani. Questa è una stagione che non ha bisogno di polemiche inutili, questa è la stagione della responsabilità e della coesione: la lotta deve essere rivolta contro la pandemia, non contro altri, contro la pandemia, con concretezza, pragmatismo e determinazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Calabria. Ne ha facoltà.

ANNAGRAZIA CALABRIA (FI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, nell'annunciare il voto contrario di Forza Italia ci corre l'obbligo di illustrare le motivazioni che hanno determinato la nostra decisione, allo scopo di dimostrarne la piena coerenza e consequenzialità rispetto a quanto, da più di un anno, sosteniamo con convinzione.

A tal proposito vorrei dire, tramite lei Presidente, alla collega Corneli che si fanno polemiche anche quando si fa riferimento, in maniera strumentale, a ipotetici ravvedimenti di altri partiti e gruppi politici. Fin dalle prime fasi di gestione dell'emergenza, come sapete, Forza Italia ha evidenziato con forza i profili critici connessi alla strategia seguita dal precedente Governo di affidare in modo pressoché esclusivo ai DPCM la concreta governance della crisi. Il DPCM, in quanto atto amministrativo o comunque quale fonte secondaria del diritto, non può avere carta bianca nella limitazione dei diritti e delle libertà costituzionali, ma può agire solo sul fondamento di una legge o di un atto avente forza di legge, che ne autorizzi l'intervento e ne circoscriva, in modo puntuale, la portata.

Quello del necessario intervento con legge o con atto avente forza di legge è un argomento non formale ma sostanziale che si basa su una garanzia costituzionale ben precisa, appunto, la riserva di legge. La riserva di legge è fondamentale perché consente al Parlamento di esprimersi e il Parlamento è l'organo che rappresenta i cittadini e di fronte al quale il Governo è responsabile. L'istituto della riserva di legge, peraltro fra i più antichi del costituzionalismo, ha due finalità: per un verso consentire che su determinate materie le decisioni siano assunte in modo esclusivo o, comunque, con il concorso decisivo delle Assemblee rappresentative mediante il procedimento legislativo pubblico, trasparente e compartecipato fra maggioranza e opposizioni; per altro verso, escludere in tutto o in parte dai medesimi ambiti la potestà normativa secondaria dell'esecutivo, in virtù del minor grado di legittimazione democratica di cui esso gode e per la necessità di mantenere una distinzione logica e cronologica fra momento del disporre in astratto, affidato al legislatore, e del provvedere in concreto, affidato all'amministrazione.

A tutto ciò va aggiunto come il precedente Governo non avesse, almeno all'inizio, sopperito a queste lacune assicurando il tempestivo ed esauriente confronto con le Camere coinvolte troppo poco e troppo tardi. Ebbene, possiamo rivendicare con un certo orgoglio che molte delle criticità più allarmanti segnalate nel corso del tempo siano state stemperate proprio grazie al continuo e alla continua incessante azione esercitata da Forza Italia e dagli altri alleati del centrodestra. I DPCM sono stati ampiamente limitati e normalizzati, se ne è previsto il fondamento in un decreto-legge convertito dalle Camere e, sempre con decreto-legge convertito dalle Camere, sono state poi predefinite le misure che il DPCM è autorizzato ad applicare; si sono previste forme di parlamentarizzazione dello strumento con puntuali obblighi di informazione preventiva e confronto del Governo. Ebbene, anche sotto questo profilo, come dimostrato con il “decreto Sostegni”, il nuovo Governo segna un decisivo cambio di passo, recependo e confermando l'impianto così faticosamente costruito; un impianto rispetto al quale la maggior parte delle pronunce giurisdizionali intervenute, con poche eccezioni per lo più riferite peraltro alle misure adottate nella fase iniziale dell'emergenza, conferma ormai la legittimità.

Per Forza Italia, che da sempre porta la voce della cultura e dei valori liberali e garantisti, la limitazione dei diritti e delle libertà è sempre una scelta molto dolorosa ma, in questo momento di difficoltà, ognuno di noi deve accettare, per il bene della comunità ma anche per il bene futuro di se stesso, di rinunciare a qualche cosa. Il punto sul quale siamo e saremo sempre irremovibili è che tutto ciò avvenga nella stretta osservanza dei limiti e delle garanzie previste dalla Costituzione. Nello stato di diritto nessun potere è assoluto e, a maggior ragione nell'emergenza, l'applicazione della Carta deve essere presidiata da attenti custodi.

Riteniamo, alla luce di tutti questi motivi che il decreto-legge che oggi siamo chiamati a convertire non sia illegittimo, poiché l'impiego dei DPCM è stato autorizzato dal Parlamento e puntualmente delimitato. Tutti noi allora ci chiederemo: è questo davvero il migliore dei mondi possibile? No, di certo non lo è. Infatti, come suggerito anche dal comitato della legislazione nel suo parere del 4 marzo 2021, “Sarebbe opportuno valutare anche una trasposizione in legge formale della disciplina dell'emergenza, o anche affidare l'imposizione delle limitazioni a valle ad un regolamento anziché a un DPCM, il che consentirebbe il controllo, un controllo del Presidente della Repubblica in sede di emanazione”. Su questi scenari di miglioramento siamo concretamente al lavoro e, proprio nella prospettiva di continuare a lavorare in questa logica virtuosa, oggi voteremo contro la pregiudiziale per confermare la bontà dei frutti finora prodotti dal lavoro di Forza Italia e del centrodestra, e consentire al Paese di uscire da questa grave congiuntura (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Sgarbi, per tre minuti. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI (M-NCI-USEI-R-AC). Illustre Presidente Mandelli, in ordine alle vicende umane e sanitarie che mi hanno fatto conoscere di avere avuto, nel mese di dicembre, il COVID e quindi di avere gli anticorpi; in ordine alla ricetta medica, al certificato presentato alla Presidenza, che prescrive che io possa parlare senza utilizzare la mascherina; in ordine al fatto che, dopo ulteriori visite, risulto affetto da cancro, le chiedo di poter parlare senza la mascherina.

PRESIDENTE. Onorevole, per ora le chiedo la cortesia di mantenere la mascherina; lo farò presente al Presidente Fico, nella mattinata stessa, e il Presidente Fico provvederà a dare la risposta rispetto alla sua richiesta.

VITTORIO SGARBI (M-NCI-USEI-R-AC). Non mi aspettavo altro che questa risposta, ma questo indica lo stato di irrazionalità per cui un malato di una malattia reale è costretto, per una malattia di cui è immune e che non può trasmettere…

PRESIDENTE. Onorevole Sgarbi, lei avrà la cortesia di aspettare questa risposta, che sarà mia premura farle avere nel più breve tempo possibile, spero nella mattinata stessa. Ha concluso l'intervento? Concluda l'intervento.

VITTORIO SGARBI (M-NCI-USEI-R-AC). La questione, appunto, è questa, cioè la condizione di irragionevolezza della quale noi viviamo, non rispetto a un tema sanitario che richiede da ognuno di noi prudenza, ma rispetto a un contagio della mente, per cui in quest'Aula, che non è messa nelle condizioni di avere tante persone, le quali non sappiamo in che stato di malattia sono, o di non malattia siano, ma portano la mascherina anche se sono immuni, cioè non possono trasmettere il virus, è evidentemente un comportamento irrazionale. Noi stiamo accettando di dire che una persona che ha avuto il COVID e che ha gli anticorpi deve per forza portare la mascherina. è chiaro che questo, come portarla guidando l'automobile da soli….

PRESIDENTE. Non essendo sulla questione pregiudiziale, la inviterei a concludere onorevole Sgarbi.

VITTORIO SGARBI (M-NCI-USEI-R-AC). Ma mi avete dato tre minuti, mentre io ho parlato un minuto. Non so, allora vi ringrazio della democrazia: lei parte male, onorevole Mandelli!

PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi sulla questione pregiudiziale.

Passiamo al voto.

Indico la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla questione pregiudiziale Lollobrigida e altri n. 1.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Sull'ordine dei lavori.

FABIO RAMPELLI (FDI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO RAMPELLI (FDI). Grazie, Presidente. Approfitto anch'io, perché non mi è stata data occasione prima, per farle gli auguri di buon lavoro (Applausi).

L'intervento sull'ordine dei lavori su cui avevo chiesto di parlare, prima di passare al successivo punto all'ordine del giorno, riguarda un evento abbastanza, a mio giudizio, clamoroso che si è verificato nella giornata di ieri e che deve, spero, movimentare in maniera adeguata le coscienze dei parlamentari italiani e, ovviamente, dei rappresentanti del Governo. Mi riferisco alla mobilitazione che dopo anni, forse da oltre un decennio, è stata organizzata dai sindacati avverso la multinazionale americana Amazon per denunciare le condizioni vergognose nelle quali i lavoratori italiani e, in modo particolare, i cosiddetti cartellini verdi, i cosiddetti lavoratori indiretti, cioè i lavoratori a tempo determinato, sono costretti a prestare il loro servizio. Ci riferiamo a modalità che sono, non solo totalmente disumane, ma, a mio giudizio, del tutto incostituzionali e al di fuori delle regole contrattuali che prevede il nostro ordinamento. Se, come è capitato, persino i sindacati sono scesi in campo - noi sappiamo, perché siamo uomini di mondo, che di fatto i sindacati hanno la facoltà di negoziare nuove assunzioni, anche di lavoratori precari, con le aziende e, a maggior ragione, con le aziende multinazionali - io penso al silenzio della politica, rispetto a questi giganti che non pagano le tasse in Italia, che, anche grazie alla pandemia, fanno degli extraprofitti miliardari e in più sfruttano i lavoratori, appunto, come dicevo prima, in maniera indecorosa, violando sistematicamente le leggi italiane, la legge sulla privacy, violando tutte le norme possibili, fino al punto da rendere, di fatto, anche le esigenze naturali degli stessi lavoratori, potremmo definirle fisiologiche, incompatibili con il lavoro che prestano.

Io termino qui, perché non la voglio fare lunga; dico soltanto che, al riguardo, se persino il mondo del sindacato si è destato rispetto a questa vergogna, la politica italiana non può accettare che esistano degli “Stati” (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) dentro lo Stato italiano che stabiliscono le proprie leggi e che aziende multinazionali straniere vengano qui, a casa nostra, a sfruttare il lavoro dei nostri concittadini. Io penso che ci siano tutte le condizioni per mandare delle ispezioni, gli ispettorati del lavoro, il Ministero del Lavoro e il Ministero della Salute, per quello che è di propria competenza, perché ci sono anche delle irregolarità, a mio giudizio, in alcuni impianti che vanno sondate, esplorate ed eventualmente sanzionate anche sotto l'aspetto del diritto alla salute.

Io penso che ci siano tutti gli elementi per fare in modo che il Governo italiano venga qui e riferisca, a maggior ragione perché, finalmente, c'è stata una mobilitazione nazionale, che non può passare inosservata, a garanzia del diritto al lavoro, del diritto alla salute e del diritto alla dignità dei lavoratori italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Grazie, Presidente Rampelli, anche per gli auguri.

Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, l'onorevole Fratoianni. Ne ha facoltà.

NICOLA FRATOIANNI (LEU). Grazie, signor Presidente. Lo sciopero dei lavoratori e delle lavoratrici Amazon rappresenta una novità molto importante, perché interviene su un settore, quello del commercio web e della logistica avanzata, nel quale i tassi di sfruttamento del lavoro precario, le condizioni inumane di lavoro, le forme selvagge di contrattualizzazione, l'assenza di ogni rispetto dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici e l'assenza spesso generalizzata di ogni riconoscimento nei confronti dei sindacati e delle loro prerogative rappresentano un'emergenza vera e propria, non solo nel nostro Paese, ma tanto più nel nostro Paese, in un momento come questo, nel quale molte ragioni, tra le quali non ultima anche la pandemia e gli effetti che ha prodotto sul commercio ordinario, consentono a quelle multinazionali un aumento impressionante dei loro fatturati. Non è cosa isolata, naturalmente; sappiamo bene che durante le grandi crisi, e questa è certamente una crisi drammatica, per dimensioni e profondità, la diseguaglianza cresce e non tutti si trovano sulla stessa barca.

Però, di fronte a quello che è accaduto ieri - e ha fatto bene l'onorevole Rampelli a ricordarlo -, occorre che non solo la politica dica la sua, come stiamo, in qualche modo, anche facendo in questo momento, ma occorre che il Governo della Repubblica prenda una iniziativa; ne servirebbero molte di iniziative su questo fronte, naturalmente. Servirebbe un'iniziativa più decisa finalmente sul terreno della web tax, per introdurre forme di imposizione fiscale più decise e più efficaci rispetto a queste multinazionali e, su questo terreno, nonostante i passi avanti che pure negli anni sono stati guadagnati, il ritardo della politica e delle istituzioni del nostro Paese resta un ritardo inaccettabile, ma serve qui ed ora, di fronte a questo segnale di dignità e di coraggio, perché, vedete, scioperare è sempre questione di coraggio e di dignità, farlo quando nel tuo luogo di lavoro le condizioni di sfruttamento e di umiliazione di chi sta sopra su chi sta sotto sono come quelle che abbiamo registrato in questi anni in quei settori è molto più difficile, e quando la dignità, la dignità dei lavoratori e delle lavoratrici si mostra con quella forza, allora le istituzioni e il Governo della Repubblica hanno il compito, non solo di discuterne e di solidarizzare, ma di prendere un'iniziativa.

Dunque, chiedo che il Governo non solo riferisca, ma soprattutto che il Governo riferisca dopo aver preso un'iniziativa nei confronti di Amazon, perché si apra un tavolo, perché si riconoscano i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, perché si faccia un passo avanti anche dentro la fabbrica, nella direzione della costituzione dei diritti del lavoro dei lavoratori e delle lavoratrici di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sempre sullo stesso argomento, l'onorevole Basini. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE BASINI (LEGA). Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, credo che pochi possano dire di essere più convintamente liberali e liberisti di come io sento di essere. Tuttavia, nel caso di Amazon e in tanti altri casi non credo si possa proprio parlare di libertà di mercato, ma del suo opposto. Credo che si possa, invece, parlare di qualche cosa che ha più a che fare col termine di monopolio o di oligopolio, ma, soprattutto, è il risultato di una ibridazione, che si trova tanto negli Stati Uniti che nella Cina, che sta trasformando il consumatore in “uomo-massa”. Non sono un segreto per nessuno, credo, le difficoltà che ha uno a comprare qualcosa in un negozio tradizionale, il che da un lato è un bene, ma da un altro lato è un male quando diventa qualcosa di forzato.

Provate su Internet a cercare un negozio di qualche cosa a Roma, un negozio fisico; anche se lo precisate, prima di trovarne uno, trovate venti proposte di vendita di corrispondenza di Amazon. Signori, questa ibridizzazione non è una buona cosa per la libertà dei cittadini. Ognuno può chiamarlo come gli pare, ma io lo chiamo capital-comunismo.

PRESIDENTE. Sempre sul medesimo argomento, ha chiesto di parlare l'onorevole Serracchiani. Ne ha facoltà.

DEBORA SERRACCHIANI (PD). Grazie, Presidente. Oggi, come ieri, il lavoro non è una merce e neppure una condanna. Lo dobbiamo dire con forza, anche per esprimere non solo solidarietà ai lavoratori che ieri hanno scelto democraticamente, legittimamente e costituzionalmente di scioperare rispetto a richieste che devono essere oggetto, questo sì, di una forte contrattazione collettiva e di una partecipazione vera e seria della contrattazione collettiva e delle parti sociali, sui temi dei turni, delle retribuzioni, dei carichi di lavoro. Non ci può essere un'impresa di qualità, se non c'è la qualità del lavoro e questo devono capirlo tutte le aziende che vengono ed investono in Italia.

Vorrei anche ricordare l'intervento importante, vorrei dire anche unilaterale, che ha fatto il nostro Governo precedente, quando ha introdotto nel nostro Paese la web tax, che deve essere . questo sì - oggetto di discussione in tutta l'Unione europea, ma che ha dato un segnale importante al nostro Paese e che il nostro Paese deve portare avanti fino in fondo, anche per quella equità e dignità del lavoro che molti dei colleghi che sono intervenuti prima di me hanno ricordato. Quindi, questo è un primo segnale.

L'altro segnale, però, lo ha dato il Ministro Orlando, intervenendo puntualmente sulla vicenda di Amazon e convocando sia i sindacati che l'azienda, perché così si fa in questo Paese: si tutela il lavoro dentro quelle che sono le regole costituzionalmente garantite e il dialogo tra le parti sociali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sul medesimo argomento, l'onorevole Valentini. Ne ha facoltà.

VALENTINO VALENTINI (FI). Grazie, Presidente. Sicuramente il tema che è stato posto è un tema di grande attualità e di grande importanza. La pandemia sappiamo che ha accelerato una serie di fenomeni che già erano in atto. Uno di questi è la riorganizzazione del lavoro, la riorganizzazione delle attività produttive e la presenza ormai sul territorio, non soltanto italiano ma di tutto il mondo, di multinazionali che, ovviamente, sfruttano legittimamente quelle che sono le possibilità date dalle legislazioni nazionali per cercare delle condizioni più favorevoli al profitto dell'azienda. È ovvio che ormai la dimensione del fenomeno è molto grande e molto diffusa sotto gli occhi di tutti. Abbiamo sentito citare il caso di Amazon e abbiamo il caso anche dei riders, che fanno parte tutti dello stesso fenomeno, di questa gig economy, cioè di un'economia che, da un lato, vede delle aziende nelle quali vi è una testa pensante, vi è una multinazionale; dall'altra parte, sotto, abbiamo tutta una serie di lavori non così concettualmente forti, perché sono gestiti da piattaforme di carattere informatico che debbono eseguire. Ritengo che sia più che opportuno che ci sia un dibattito, che ci sia un chiarimento. Non so il Governo quali forme sceglierà, sicuramente sono emersi anche altri elementi, come la questione della fiscalità di queste nuove forme del lavoro - si parla di disruption, di distruzione delle forme tayloristiche precedenti - che devono vedere anche una risposta dal punto di vista fiscale adeguata. Dobbiamo, da un lato, disciplinare la materia e dobbiamo consentire che si possa fare impresa, ma, allo stesso tempo dobbiamo fare in modo che questo avvenga nel massimo della giustizia, nel rispetto del nostro ordinamento e, soprattutto, che questa disruption, che questa distruzione delle strutture precedenti, non porti a una distruzione vera e propria della possibilità di fare impresa, bensì aiuti, guardando agli elementi positivi che ci sono, soprattutto agli elementi che richiedono da parte del Governo un intervento che altrimenti viene lasciato ad altre istanze; ritengo che in questo caso queste istanze possano intervenire, ma interverrebbero in maniera non organica rispetto a un problema così importante (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Sempre sullo stesso argomento, ha chiesto di parlare l'onorevole D'Alessandro. Ne ha facoltà.

CAMILLO D'ALESSANDRO (IV). Grazie, Presidente. Credo che sia utile una riflessione in Parlamento, che non può finire qui, chiaramente, ma che deve incrociare alcuni dati di verità. Innanzitutto, partiamo da ciò che è stato più evocato, la web tax, come strumento di soluzione anche di controversie tra lavoratori e aziende. In realtà, la web tax ha senso e ha ragione di esistere, per la quale noi ci dobbiamo impegnare come Parlamento, affianco dell'iniziativa già assunta dal Presidente Draghi con il collega francese Macron, perché diventi una tassa che non sia disciplinata solo nel suolo italiano, ma che sia una prima grande iniziativa europea per rispondere in modo comune allo stesso fenomeno; altrimenti noi rischiamo, ai danni che conosciamo e che sono emersi con lo sciopero, di aggiungere altri danni.

La seconda questione riguarda, anche qui, un dato di verità. Nel momento in cui chiudi i negozi, per ragioni evidenti dovute al COVID, è chiaro che i consumi si spostano altrove e si spostano sulle piattaforme. Le nostre aziende italiane, che si sono attrezzate attraverso lo strumento delle piattaforme online, sono quelle che hanno più resistito, anche grazie alla possibilità di utilizzare degli strumenti messi a disposizione dallo Stato italiano e di nuovo rifinanziati come industria 4.0. Io credo che il tema sia più complesso. Arrivo all'ultimo punto, ma non per ultimo, perché vorrei inquadrare il discorso, che è ben più complesso di come l'abbiamo rappresentato finora: il rapporto tra lavoratori, cioè tra la catena dei lavoratori. Lì ci sono due tipologie di lavoratori: quelli che consegnano e gli addetti alla logistica. Gli addetti alla logistica hanno un contratto di quinto livello, un contratto collettivo nazionale; quelli che invece non sono addetti alla logistica sono quelli che sono più esposti, che arrivano a consegnare anche 180 pacchi al giorno, come è stato rappresentato. Lo Stato, attraverso il Ministero del Lavoro, è intervenuto, ma la risoluzione del problema è secondo noi ben più complessa e riguarda, certo, l'iniziativa legislativa istituzionale del Parlamento e del Governo, ma un pezzo, forse il più importante, riguarda una risposta comune europea al fenomeno delle piattaforme online e dell'organizzazione del lavoro.

In ultimo, dobbiamo essere consapevoli del fatto che soprattutto quando affronteremo la svolta digitale dei sistemi produttivi, questi fenomeni non diminuiranno ma aumenteranno. Quindi noi dobbiamo non scappare dall'innovazione, ma dobbiamo sapere che lì si arriverà, che il rischio è che lì si potrà arrivare, quando noi parliamo di digitalizzazione e di trasformazione dei sistemi produttivi. Quindi, attenzione: facciamo un ragionamento generale e complessivo. Poniamoci la domanda del che cosa accade dopo nel momento in cui accompagniamo con strumenti finanziari irripetibili la transizione digitale del sistema produttivo. Io credo che il problema di Amazon vada inquadrato dentro questo contesto, se lo vogliamo affrontare e risolvere, perché la solidarietà ai lavoratori è scontata - stiamo affianco a loro - però poi i problemi rimangono e, paradossalmente, possono ulteriormente acuirsi, perché ci saranno più Amazon, anche di marca italiana, che opereranno nel territorio nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sempre sul medesimo argomento, l'onorevole Ricciardi. Ne ha facoltà.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Siamo in un momento storico in cui si sta disegnando il futuro, si sta guardando oltre un anno, due anni, cinque anni.

Si sta cercando di vedere quello che sarà il mondo di qui a vent'anni con la transizione ecologica, a cui accompagnare - e questo ci insegna lo sciopero di ieri - la transizione economica necessaria per supportare quello che sarà un mondo che è già presente; un mondo dove per gli utenti e per tutti noi è facile usufruire di nuove merci, di nuovi mezzi, e in maniera molto più semplice, e ci sembra di essere nella modernità, ed è vero, ma se quella modernità si poggia su schemi economici che sono antichissimi, ovvero qualcuno, pochi fanno profitto sul lavoro di molti in maniera, come ci hanno ricordato ieri i lavoratori, che non ha nulla a che fare con delle vere tutele sindacali, beh, allora questa transizione si poggerà su delle basi che sono moderne tecnologicamente ma antiche culturalmente.

Dunque, noi tutti dobbiamo fare un salto in avanti rispetto a questo, perché è ora il tempo di ridefinire tutta questa serie di rapporti con i lavoratori. Il nostro primo atto nel 2018 è stato il “decreto Dignità”, è stata la tutela per i rider, questo esercito di invisibili che a molti di noi porta la cena tutte le sere a casa, ma che, appunto, erano invisibili all'epoca, e avere ridato loro dignità, aver iniziato con loro a mettere al centro del dibattito nazionale quelli che sono questi nuovi lavori è stato fondamentale, e quello sempre faremo. Dunque, è fondamentale sapere che il modello tecnologico è già qui, è già oggi; il modello economico è ancora a ieri, è ancora a decenni fa, e dobbiamo portare anche il modello economico nel futuro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sempre sull'ordine dei lavori l'onorevole Vito. È per un'altra questione, onorevole?

ELIO VITO (FI). Sì, Presidente. In effetti è proprio una questione che riguarda i lavori parlamentari, in particolare i lavori del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, il Copasir, che ormai da diverse settimane non è in condizioni di riunirsi. Come è noto, la legge prevede che la presidenza di questo importante organismo, unico nel suo genere, sia affidata a un esponente dell'opposizione. Correttamente, il presidente Volpi, dopo il voto di fiducia che c'è stato al Governo Draghi, ha investito della questione i Presidenti di Camera e Senato. Io ho dichiarato pubblicamente come la penso e, cioè, che la legge prevede che la presidenza tocchi all'opposizione e che la legge va rispettata, che il precedente che si richiama, del Governo Monti, non è un precedente, ma è un'eccezione - l'ha detto anche il presidente Schifani, che allora presiedeva il Senato -, perché oggi, a differenza di quella situazione, abbiamo Ministri della Lega nel Governo, mentre il partito del presidente D'Alema non aveva Ministri nel Governo Monti. In più, sono anche Ministri che fanno parte del CISR, l'organismo del Governo che più si rapporta con il Copasir. Ma vede, Presidente, noi abbiamo urgenza di riunirci e allora se la questione non viene risolta istituzionalmente dai Presidenti delle Camere - e posso anche capire la loro difficoltà nel non poter confermare un precedente, che non è un precedente, ma un'eccezione, e posso anche capire l'impossibilità di intervenire di più alte cariche dello Stato - io credo che la questione vada risolta dalla maggioranza, e mi appello alla maggioranza affinché la questione possa essere risolta con buon senso e rispetto della legge, riconoscendo la presidenza del Copasir all'opposizione (Applausi del deputato D'Ettore).

Cito un'ultima ragione, Presidente, che, a mio giudizio, è la più dirimente e chi mi metterebbe altrimenti - credo non solo io - nell'impossibilità di continuare a partecipare ai lavori del Copasir se non fosse riconosciuto questo diritto. Io c'ero quando fu approvata la legge del 2007, ero capogruppo di Forza Italia, una legge che nacque nella legislatura precedente e che trovò poi la sua conclusione. Il senso era di dare al Presidente del Consiglio, come giustamente deve essere, la direzione degli organismi di intelligence, di non prevedere alcun voto parlamentare sulle nomine del direttore del DIS, dei vicedirettori del DIS, delle agenzie, mentre, per esempio, il voto c'è sulla presidenza RAI, a maggioranza qualificata, e c'è sull'Authority delle comunicazioni, a maggioranza qualificata. Giustamente lì non c'è, ed è giusto che sia così. Ma nella legge allora prevedemmo una norma: il Presidente del Consiglio dei Ministri informa preventivamente il presidente del Copasir delle nomine, alle quali occorre procedere, nel senso anche di garantire la giusta indipendenza ai direttori e ai vicedirettori del DIS e delle Agenzie. Che senso avrebbe non solo questa norma ma tutta la legge se il Presidente del Consiglio non informasse preventivamente delle nomine il rappresentante dell'opposizione, come ha voluto il legislatore, ma un rappresentante della sua stessa maggioranza, un rappresentante di un partito che contribuisce a quella decisione facendo parte del CISR? Questo è il punto. Dobbiamo rispettare il senso della legge.

A me spiace, e lo capisco anche umanamente, per il presidente Volpi. Raffaele è un amico, una persona corretta, che ha ricoperto bene l'incarico, come tutti gli incarichi precedenti in questa legislatura, di segretario di Presidenza, di sottosegretario alla Difesa, ma non è una questione personale: è una questione che la maggioranza riconosca questo diritto e metta in condizione il Copasir in questo momento di pandemia, di situazioni internazionali complicatissime. Ieri la Cina ha imposto delle sanzioni a degli europarlamentari. C'è tanto sul quale… e i colleghi che fanno parte del Copasir lo sanno: dobbiamo riunirci. Risolviamo la questione politicamente con le dimissioni - mi dispiace - del collega Volpi e l'elezione di un rappresentante dell'opposizione, altrimenti credo, Presidente, che rischiamo di uscirne con un pasticcio, creando, in questo caso sì, un precedente contro la legge, contro il buonsenso e contro la necessaria indipendenza che gli organismi di intelligence devono avere, perché? Perché svolgono una funzione - e la svolgono egregiamente - in rappresentanza dello Stato, e non del Governo, e il controllo dell'opposizione è stato individuato dal legislatore con quella funzione, di affidargli la presidenza (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sul medesimo argomento, l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, grazie. Anch'io ero in quest'Aula nel 2007 quando venne approvata la legge che prevedeva, tra le tante cose, anche la costituzione del Copasir. Il Copasir non è un organo qualsiasi; è un organo che anche nella sua dizione non siglata fa avvertire l'importanza dello stesso: Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. Quella legge nacque all'insegna di pesi e contrappesi, in una dialettica parlamentare che, non a caso, voleva da una parte garantire l'indipendenza, certo, dei nominati, dall'altra parte il controllo del loro operato da parte di chi non aveva concorso alla nomina.

Vede, Presidente, so perfettamente che in questa Camera, come nell'altro ramo del Parlamento, spesso e volentieri si pronuncia la parola “precedenti” ma, come diceva prima molto bene e meglio di me il collega Vito, non si possono considerare precedenti situazioni differenti. Quello che avvenne ai tempi in cui venne riconfermato il presidente onorevole D'Alema era un Governo squisitamente tecnico, certo appoggiato da forze politiche parlamentari qui presenti, ma che non vedeva al suo interno né Ministri né sottosegretari appartenenti ai gruppi parlamentari che sostenevano la maggioranza. Il caso di specie è totalmente diverso. I presidenti dei gruppi della Camera e del Senato di Fratelli d'Italia hanno partecipato di questa situazione il Presidente del Senato e il Presidente della Camera.

Anch'io nella Giunta per il Regolamento, che recentemente si è tenuta, mi sono permesso di far presente al Presidente Fico che la situazione del Copasir va chiarita nel senso della applicazione della norma di legge - perché quella è una norma di legge, non è un'interpretazione della legge - e conseguentemente agire. Sicuramente anch'io mi associo, a nome di Fratelli d'Italia, alle espressioni di stima e di amicizia nei confronti del collega Volpi. Oltretutto, mi è particolarmente difficile, oggi, andare oltre anche perché, come è noto a quest'Aula, Fratelli d'Italia è nel centrodestra e siamo alleati, nel centrodestra, con la Lega e con Forza Italia; ma proprio questa situazione, che noi non vogliamo accelerare in termini di imbarazzo, deve vedere necessariamente una soluzione, non nel senso di un auspicio ma nel senso della applicazione pedissequa della norma di legge, chiara, inequivoca, che prevede che la presidenza del Copasir spetti a un componente dell'opposizione e l'opposizione parlamentare, in quest'Aula, si chiama Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Foti. Ho preso nota delle questioni che lei e l'onorevole Vito avete sollevato e sarà mia premura riferirle al Presidente Fico. Ha chiesto di intervenire, sempre sull'ordine dei lavori, l'onorevole Fiano. Su un'altra questione, onorevole?

EMANUELE FIANO (PD). La ringrazio, Presidente. Intendo intervenire sull'ordine dei lavori e la natura dell'intervento è la richiesta che il Ministro dell'Interno venga a riferire sulle cose che adesso io le dirò. Due giorni fa, nella città di Roma, sul sagrato della chiesa di Sant'Ippolito martire, si è svolto un funerale fascista; fascista, nel senso che, fuori dalla cerimonia svoltasi all'interno della chiesa cattolica, nel momento in cui il feretro veniva portato verso il carro funebre si è accompagnato il defunto con saluti romani, con le grida “Boia chi molla, questo è il grido di battaglia”, con delle grida offensive all'indirizzo dei poliziotti che lì assistevano, “DIGOS boia”, con altre urla e altri riconoscibili epiteti riconducibili a quella matrice politica. Ora io chiedo, e per questo chiedo che venga a riferirci il Ministro dell'Interno: ma noi dobbiamo permettere tutto questo? Perché qui, tra di noi, questa questione non è mai stata chiarita. Io sono stato, nella scorsa legislatura, relatore di una legge sulla innovazione del reato di apologia e di propaganda nazifascista. La DIGOS, la Polizia ha fatto ovviamente deve sapere che si stanno svolgendo delle indagini. Ma io mi chiedo: noi le svolgeremo sempre ex post queste indagini? Una iniziativa politica che si è svolta sulla pubblica via, anche oltre il sagrato, è lecita che si svolga in palese offesa ai principi costituzionali compresi nella XII disposizione transitoria e finale e ai principi espressi dalla legge Scelba? Io me lo chiedo. Penso che ci sarebbero già strumenti, in parte, sufficienti in questo Paese, ma penso che non siano sufficienti a tal punto che non dovrebbe essere necessaria - e a questo stiamo pensando noi - la riproposizione di una legge. Peraltro, ve n'è una che sta raccogliendo decine di migliaia di firme di iniziativa popolare. Chiedo che il Ministro dell'Interno, che ascolterò ovviamente con attenzione, venga a chiarire in Aula di che tipo di manifestazione si è trattato. Io vorrei sapere se tutti coloro che hanno avuto dal fascismo o dai neofascisti - penso al giornalista Paolo Berizzi, unico giornalista italiano che vive sotto scorta per le minacce di morte ricevute proprio dall'ambiente nazifascista italiano –, e tutti coloro che, come lui, anche il sottoscritto, da quell'ambiente hanno ricevuto minacce o insulti debbano accontentarsi del fatto che, dopo un simile evento, la Polizia agisca per indagare o non dobbiamo avere un Paese nel quale, nella libertà assoluta del pluralismo delle idee, l'apologia di fascismo, che è negata dal dettato della legge ordinaria e dalla Costituzione, sia impedita all'origine? Io penso che sia così e che quel funerale sia un'offesa alla storia di questa Repubblica. Su questo chiedo che il Ministro dell'Interno venga a riferire in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2077 - Conversione in legge del decreto-legge 29 gennaio 2021, n. 5, recante misure urgenti in materia di organizzazione e funzionamento del Comitato olimpico nazionale italiano (CONI) (Approvato dal Senato) (A.C. 2934​) (ore 12,25).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2934: Conversione in legge del decreto-legge 29 gennaio 2021, n. 5, recante misure urgenti in materia di organizzazione e funzionamento del Comitato olimpico nazionale italiano (CONI).

Ricordo che, nella seduta del 22 marzo, si è conclusa la discussione generale e il relatore e la rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 2934​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e degli emendamenti riferiti agli articoli del decreto-legge (Vedi l'allegato A).

Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 7, del Regolamento, in quanto estranei rispetto ai contenuti del provvedimento, gli articoli aggiuntivi Mollicone 1.01, 2.02 e 2.05, già dichiarati inammissibili in sede referente.

La Presidenza non ritiene, altresì, ammissibile l'articolo aggiuntivo Meloni 1.0100, concernente l'esercizio delle attività delle palestre e delle piscine nelle “zone gialle”, non previamente presentato in Commissione, che tratta materia analoga a quella dell'articolo aggiuntivo Mollicone 1.01.

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri, che sono in distribuzione (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

ALESSANDRO FUSACCHIA, Relatore. Grazie, Presidente. Esprimo il parere su tutti gli emendamenti che non sono stati dichiarati inammissibili: il parere è invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Grazie, Presidente. Devo chiedere una sospensione di alcuni minuti, per permettere al sottosegretario allo Sport di raggiungere l'Aula.

PRESIDENTE. Sottosegretario, di quanto tempo necessita?

DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Pochi minuti perché mi hanno detto che sta entrando. Chiedo scusa, ma purtroppo. Mi hanno detto che sta entrando.

PRESIDENTE. Se ritiene di farlo, io non posso ovviamente forzare.

ENRICO BORGHI (PD). Il Governo c'è!

PRESIDENTE. Sospendiamo per cinque minuti.

La seduta, sospesa alle 12,25, è ripresa alle 12,35.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà. Se magari lasciamo il Governo al suo posto, se togliamo il capannello, rispettiamo le distanze, indossiamo la mascherina, le solite prassi.

Mi scusi onorevole Colletti, a lei la parola.

ANDREA COLLETTI (MISTO-L'A.C'È). Sì, mi scusi, Presidente, ma il siparietto che è avvenuto prima è abbastanza irrispettoso ed è una mancanza di rispetto del Governo nei confronti del Parlamento: mandare un sottosegretario che non ha la minima contezza di ciò che si vota in Aula ci pare abbastanza assurdo; serve gente competente al Governo e che capisca dove sta lavorando soprattutto, perché qui, Presidente, siamo allo stesso livello dei film di Checco Zalone, quando si diceva: “Ma è del mestiere questa”? E' veramente indecente (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è)! Mi aspetto, come minimo, delle scuse da parte del Governo, da parte dei rappresentanti del Governo e che queste pessime figure non accadano più (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Sottosegretario, il relatore aveva espresso un invito al ritiro o parere contrario sugli emendamenti. Il parere del Governo, gentilmente?

MARIA VALENTINA VEZZALI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo quindi all'emendamento 1.1 Testamento.

C'è un invito al ritiro, onorevole Testamento. Lo ritira? Lo pongo in votazione? Dica, onorevole.

ROSA ALBA TESTAMENTO (MISTO-L'A.C'È). Chiedo che sia posto in votazione.

PRESIDENTE. Allora, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1 Testamento, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.2 Testamento, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Passiamo all'emendamento 1.5 Mollicone, su cui c'è un invito al ritiro.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Con il presente emendamento, sottosegretaria Vezzali, come sa, perché ne abbiamo già discusso in Commissione, si evidenzia l'opportunità di prorogare il termine entro il quale i soggetti interessati possono eventualmente esercitare il diritto di opzione da 60 a 120 giorni dall'entrata in vigore del decreto-legge e da 30 a 60 giorni in favore del personale che si occupa di sport e dei dipendenti. Ovviamente ci rendiamo conto che non è possibile che possa essere accolto, perché rimetterebbe in discussione tutto l'iter, però, come ci sembrava fosse anche disponibile in Commissione, le rivolgiamo un appello perché possa essere accolto come raccomandazione e siamo disponibili a ritirarlo.

PRESIDENTE. Governo?

MARIA VALENTINA VEZZALI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Onorevole Mollicone, deve presentare un ordine del giorno.

PRESIDENTE. Su cui c'è un parere favorevole, intendo, sottosegretario? Sull'ordine del giorno c'è un parere favorevole. Onorevole Mollicone?

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Allora, se c'è il parere favorevole sull'ordine del giorno, ritiriamo l'emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo all' emendamento 1.3 Testamento, su cui c'è un invito al ritiro.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Testamento. Ne ha facoltà.

ROSA ALBA TESTAMENTO (MISTO-L'A.C'È). Con questo emendamento si fa riferimento al piano di assunzioni e in particolare al decreto legislativo n. 165 del 2001. Quindi, si chiede di dare, in riferimento al piano di assunzioni, adeguata pubblicità delle procedure di selezione, rispetto delle pari opportunità, decentramento delle procedure di reclutamento, trasparenza, competenza e imparzialità dei componenti delle commissioni esaminatrici.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.3 Testamento, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.4 Testamento, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.12 Testamento, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.13 Testamento, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.27 Testamento, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Avverto che, consistendo il disegno di legge in un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2934​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

L'onorevole Mollicone ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Abbiamo chiesto di illustrarlo, perché consideriamo che questo ordine del giorno possa essere una risposta e la dimostrazione che Fratelli d'Italia, su temi di interesse nazionale, come lo sport, sicuramente, possa offrire delle proposte anche operative e anche in risposta alla filiera sportiva allo stremo. E, quindi, abbiamo presentato questo ordine del giorno dove si ricorda, c'è il richiamo, a livello europeo, alla Carta europea dello sport e, in particolare, all'articolo 1. La Carta europea dispone la necessità di garantire a ciascuno la possibilità di praticare sport e di partecipare ad attività fisica e ricreativa in ambito sicuro e sano e, all'articolo 3, riconosce che il ruolo dei poteri pubblici è essenzialmente complementare nell'azione dei movimenti sportivi.

Il CONI, che, di fatto, rappresenta un istituto plurisecolare, la cui indipendenza è garantita al comma 6 dell'articolo 27 della Carta olimpica, enuncia che i comitati olimpici nazionali devono preservare la propria autonomia e resistere alle pressioni di qualsiasi tipo, incluse quelle politiche, giuridiche, religiose ed economiche. Secondo l'Associazione nazionale impianti sport e fitness, i danni economici generati dalla pandemia da COVID-19 per l'indotto sportivo sarebbero, colleghi, pari a 8,5 miliardi di euro, un danno finanziario che va dal 50 al 60 per cento rispetto al 2019; anche per il 2021 si prevedono perdite simili. Secondo l'Associazione nazionale palestre e lavoratori sportivi, il 40 per cento dei centri sportivi e delle palestre rischia di non poter riaprire, a causa anche dei ristori per cui, a fronte di costi medi annui pari a 150 mila euro, ha ricevuto solamente 9 mila euro nel corso dello scorso anno.

Con questo, colleghi, impegniamo il Governo a valutare l'opportunità di adottare iniziative, anche di carattere normativo, al fine di armonizzare rapporti e competenze in modo da salvaguardare l'autonomia del settore sportivo e la salute psicofisica degli italiani; a garantire un piano di riapertura degli impianti preposti allo svolgimento dell'attività sportiva attraverso la sigla di appositi protocolli fra il Comitato tecnico-scientifico, la struttura del commissario straordinario e le principali associazioni di categoria, nel rispetto, ovviamente, delle misure di sicurezza, con accordi con la Croce rossa italiana, le associazioni di volontariato e la Protezione civile, al fine di garantire un piano di vaccinazioni e tamponi rapidi sul posto, il cui costo dovrà essere, ovviamente, a carico dello Stato, mantenendo, in ogni caso, i ristori e gli indennizzi.

Con questo, sottosegretario Vezzali, lanciamo un appello e una proposta tecnica, già sostenuta dai circuiti degli impiantisti sportivi. Molti di questi sono palazzetti, sono palestre, hanno già il tracciamento di tutti i soci e, quindi, a disposizione del commissario Figliuolo, proponiamo che questa categoria, questa immensa rete permeabile e presente sul territorio, dai centri storici fino alle più grandi periferie urbane, possa essere riaperta in sicurezza e contribuire al piano di tamponamento e di vaccinazione, nel rispetto delle graduatorie, nel rispetto dell'ordine di vaccinazione. Ma questo permetterebbe, sottosegretaria Vezzali, di risolvere e dare un segnale di speranza, di rinascita - poi, lo vedremo con altri dati nella dichiarazione di voto -, dimostrando la volontà di contribuire, da parte di Fratelli d'Italia, affinché le palestre, le strutture sportive, le scuole di danza sportiva e tutti coloro che vivono di sport e che fanno fare sport a 15 milioni italiani possano finalmente avere una speranza e rinascere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Avverto che è in distribuzione la nuova versione dell'ordine del giorno n. 9/2934/9 Barelli.

L'onorevole Barelli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno.

PAOLO BARELLI (FI). Mi riferisco, signor Presidente, in particolare, alla nuova versione dell'ordine del giorno n. 9/2934/9. Ho ascoltato anche con interesse l'intervento sull'ordine del giorno del collega Mollicone, il cui contenuto è, ovviamente, condivisibile. L'ordine del giorno n. 9/2934/9, che è a firma Barelli, Battilocchio, D'Attis e Spena, tende a sottolineare come sia fondamentale, nella tutela dell'ambito delle attenzioni relative ai protocolli attuativi anti-COVID, che possano essere rapidamente aperti, appena, ovviamente, sia possibile, nelle zone gialle, tutti gli impianti sportivi, compresi palestre, piscine e impianti in genere. È inutile dire che questo decreto tratta di un qualche cosa di diverso, che è il Comitato olimpico nazionale, che è la casa delle federazioni e dello sport italiano dal punto di vista istituzionale, ma senza le associazioni sportive, senza gli impianti sportivi viene meno l'attività motoria per i cittadini.

Quindi, questo ordine del giorno dice essenzialmente che, nel rispetto delle misure e dei protocolli delle federazioni e delle autorità competenti, possono essere riaperti, in caso di zone gialle, gli impianti testé detti. Credo che questo sia un fattore fondamentale non soltanto per i cittadini, ma anche per gli operatori dello sport che sono ormai - l'ha detto anche l'onorevole Mollicone - morti e defunti per questa crisi, che li ha spinti a tenere gli impianti chiusi un anno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. L'onorevole Bond sottoscrive l'ordine del giorno dell'onorevole Barelli. L'onorevole Zanella sottoscrive? Lo dite al banco della Presidenza.

Il Governo è pronto? Sottosegretario, è pronto per i pareri?

MARIA VALENTINA VEZZALI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Chiedo una sospensione di dieci minuti per valutare gli ultimi ordini del giorno che sono arrivati.

PRESIDENTE. Sospendiamo, quindi, la seduta per dieci minuti e riprendiamo i nostri lavori alle 13,10.

La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 13, è ripresa alle 13,15.

PRESIDENTE. Invito la sottosegretaria Valentina Vezzali a esprimere il parere sugli ordini del giorno.

MARIA VALENTINA VEZZALI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Sull'ordine del giorno n. 9/2934/1 Trano, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, di riconoscere e istituzionalizzare il “Mennea day”, promuovendo l'organizzazione tramite il supporto del CONI di eventi e convegni, nonché la realizzazione di percorsi didattici e l'installazione di attrezzature sportive all'aperto, liberamente fruibili soprattutto dai giovani, partendo proprio da quei luoghi dove il velocista di Barletta visse e preparò il record del mondo sui 200 metri piani e l'oro ai Giochi olimpici di Mosca del 1980.”

L'ordine del giorno n. 9/2934/2 Caretta è accolto come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/2934/3 Ciaburro, parere favorevole alle lettere a) e c) dell'impegno e favorevole alla lettera b) se viene espunto dalla parola “mediante” alla parola “strumentali”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2934/4 Mantovani, parere favorevole se all'impegno viene premesso: “valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2934/5 Rossi, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/2934/6 Mollicone, parere favorevole con la seguente riformulazione: espungere dalla parole “fra il Comitato” fino alla fine.

Sugli ordini del giorno n. 9/2934/7 Nobili e n. 9/2934/8 Fregolent, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/2934/9 Barelli, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/2934/10 Battilocchio, sottosegretario…

MARIA VALENTINA VEZZALI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Sull'ordine del giorno n. 9/2934/10 Battilocchio… mi sono persa…

PRESIDENTE. Lo vuole accantonare, sottosegretario?

MARIA VALENTINA VEZZALI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Sì, lo voglio accantonare.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/2934/11 Frassinetti…

MARIA VALENTINA VEZZALI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Sull'ordine del giorno n. 9/2934/11 Frassinetti, parere favorevole a condizione che sia riformulato nel modo seguente: “impegna il Governo ad adottare la tabella di cui all'articolo 1, comma 4, in tempo utile e quindi prima della scadenza fissata per l'esercizio del diritto di opzione fissata dal decreto al 30 marzo 2021.”

Sull'ordine del giorno n. 9/2934/12 Vacca, parere favorevole.

PRESIDENTE. Sottosegretario, vuole tornare sull'ordine del giorno n. 9/2934/10 Battilocchio o ha bisogno di qualche minuto? Lo lasciamo alla fine?

MARIA VALENTINA VEZZALI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Sull'ordine del giorno n. 9/2934/10 Battilocchio, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di prevedere strumenti di controllo da parte dell'autorità di Governo sull'utilizzo delle risorse da parte degli organismi sportivi”.

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2934/1 Trano. Onorevole Trano, accetta la riformulazione? Sì.

Ordine del giorno n. 9/2934/2 Caretta, come raccomandazione va bene? Sì.

Ordine del giorno n. 9/2934/3 Ciaburro 3, parere favorevole con riformulazione, la accetta? L'onorevole Ciaburro vuole intervenire. Prego, onorevole Ciaburro, vuole votarlo?

MONICA CIABURRO (FDI). No, volevo chiedere un approfondimento rispetto a quello che ha detto sul punto b) degli impegni; mentre i punti a) e c) sono favorevoli, il punto b) è riformulato ma non ho capito la riformulazione, grazie.

PRESIDENTE. La parola al sottosegretario per il chiarimento che ha chiesto l'onorevole Ciaburro.

MARIA VALENTINA VEZZALI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. La lettera b) è favorevole se espungiamo la parte dalla parola “mediante” alla parola “strumentali”.

PRESIDENTE. Accetta, onorevole Ciaburro, o lo pongo in votazione?

MONICA CIABURRO (FDI). Però rimane solo “incrementare”, non c'è scritto cosa.

PRESIDENTE. Vuole ripetere, magari, sottosegretario, così l'onorevole Ciaburro ha contezza…

MARIA VALENTINA VEZZALI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il punto b) è accettato se riformulato nel modo seguente: “incrementare, anche mediante apposito intervento normativo, l'interconnessione fra mondo scolastico e mondo sportivo”.

PRESIDENTE. Quindi, viene tolta la frase finale. Onorevole Ciaburro, va bene? Va bene.

Ordine del giorno n. 9/2934/4 Mantovani, c'era la riformulazione: la accetta.

Sull'ordine del giorno n. 9/2934/5 Rossi, il parere era favorevole: va bene.

Ordine del giorno n. 9/2934/6 Mollicone, con riformulazione: la accetta.

Sugli ordini del giorno n. 9/2934/7 Nobili e n. 9/2934/8 Fregolent, il parere era favorevole.

Ordine del giorno n. 9/2934/9 Barelli, con riformulazione: la accetta.

Ordine del giorno n. 9/2934/10 Battilocchio, con riformulazione: la accetta.

Ordine del giorno n. 9/2934/11 Frassinetti, con riformulazione: la accetta.

Lo stesso per l'ordine del giorno n. 9/2934/12, dell'onorevole Vacca, che accetta.

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

Colleghi, abbiamo un'altra ora abbondante per le dichiarazioni di voto finale, se riusciamo a contenerle in un'ora e dieci senza per questo forzare nessuno proseguo, altrimenti ci aggiorniamo al pomeriggio. Cosa dicono i gruppi? Andiamo avanti?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Sull'ordine dei lavori, Presidente. Se fosse possibile procrastinare successivamente alla pausa gli interventi sulle dichiarazioni di voto in maniera tale da poter organizzare i nostri lavori.

PRESIDENTE. Sospendiamo, dunque, l'esame del provvedimento che riprenderà alle ore 16.

La seduta, sospesa alle 13,25, è ripresa alle 16,05.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Casa, Cirielli, Colletti, Corda, De Maria, Delmastro Delle Vedove, Gebhard, Giachetti, Grande, Liuni, Lupi, Magi, Paita, Perantoni e Silli sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente 94, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 2934.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2934: Conversione in legge del decreto-legge 29 gennaio 2021, n. 5, recante misure urgenti in materia di organizzazione e funzionamento del Comitato olimpico nazionale italiano (CONI).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2934​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale

Ha facoltà di intervenire per dichiarazione di voto il deputato Tasso. Prego.

ANTONIO TASSO (M-EUR-MAIE-PSI). Sì, grazie Presidente. Colgo l'occasione per dare il benvenuto e augurare buon lavoro al sottosegretario Vezzali. Sottosegretario, sono qui, eccomi qua, di fronte a lei: benvenuta e buon lavoro. Ad avere un'interlocutrice così importante, parlando di sport, devo evitare di dire cose inesatte. Penso di poter affermare senza ombra di dubbio che lo sport è un settore di assoluta rilevanza per il sistema Italia, un contenitore socio-economico e sanitario che vale più del 4 per cento del prodotto interno lordo italiano, tra impatto economico diretto ed indiretto, che coinvolge a parer mio più di 14 milioni di persone. L'emergenza pandemica ha colpito al cuore l'intero settore e lo stop forzoso dell'attività agonistica dilettantistica e ludica si sta trasformando in un vero e proprio tsunami per le casse dei club, leghe, associazioni, atleti, operatori del settore, tra cui palestre ed esercizi commerciali di articoli sportivi, considerato che solo i tesserati di federazioni sportive e discipline sportive associate ed enti di promozione sportiva rappresentano oltre il 10 per cento della popolazione del nostro Paese. E stiamo parlando - badate - solo di tesserati perché, se guardiamo anche all'indotto, ci si rende conto di come non ci si può permettere, proprio in questa crisi contingente, di perdere una ricchezza costruita e - vorrei dire - anche consolidata negli anni che, oltre alle figure canoniche, cioè tecnici, dirigenti, ufficiali di gara, collaboratori sportivi, presentano un notevole sviluppo di nuove professioni, dai social media manager in ambito digitale alle aree di comunicazione e marketing, agli esperti di diritto sportivo, fino a figure un po' più tecniche come i professionisti del mercato dei diritti TV e delle sponsorizzazioni.

Il motivo per cui stiamo dibattendo in quest'Aula oggi è l'approvazione di un decreto che consenta agli atleti italiani di poter gareggiare sotto la nostra bandiera e, nel caso di vittoria, che naturalmente auspico fortemente già a partire dalle prossime Olimpiadi di Tokyo, di poter gioire - e lei lo sa bene, sottosegretario -, godere e cantare il nostro inno nazionale. Occorre dire che siamo arrivati a questo perché la Carta olimpica, oltre ai principi del movimento olimpico, indica i rapporti tra il Comitato olimpico internazionale, il CIO, e i singoli Comitati olimpici nazionali, tra cui il nostro CONI. In questo, l'articolo 27 della Carta olimpica sancisce il principio dell'indipendenza dei Comitati olimpici nazionali, che possono, sì, collaborare con enti governativi e non, ma devono preservare la loro autonomia. Dal momento che il CIO ha ritenuto che questo principio sia stato disatteso da interventi normativi del Governo nella legge di bilancio 2019, si correva il rischio che il suo comitato esecutivo, del CIO appunto, potesse ritirare o sospendere il riconoscimento del CONI, rischiando quindi di non poter partecipare alle manifestazioni internazionali con bandiera ed inno, senza contare - aspetto non secondario - l'impatto economico decisamente negativo.

Quindi, vi era l'esigenza immediata di approvare questo provvedimento, per la quale la componente Europeisti-MAIE-PSI, che ho l'onore di rappresentare in questo momento, voterà favorevolmente, in modo che tale questione rientri subito nei giusti binari. Ma, al di là di questo, non bisogna dimenticare che dovrebbe essere - e vorrei avere più elementi per non dubitarne - tra gli interessi prioritari dello Stato tutelare ed incoraggiare l'associazionismo sportivo di base, che, a parer mio, svolge una funzione essenziale nel garantire il ruolo sociale - penso ai praticanti con disabilità educativa e mi vien da pensare allo svezzamento dei più giovani e -, come ho accennato in apertura di questo mio intervento, anche e soprattutto sanitario dello sport, inteso come fattore di educazione motoria, di partecipazione di ragazze e ragazzi, di prevenzione per la salute e la crescita sana delle giovani e dei giovani, nonché di mantenimento dello stato di buona forma per i meno giovani. Io ricordo a me stesso che tutto lo sport non professionistico in questo momento è fermo e ciò arreca un gravissimo danno - lo ribadisco - non soltanto alla salute fisica e mentale, ma anche alla sfera della socialità.

Ritengo che vi sia - vorrei dire - una improcrastinabile esigenza di una nuova visione nell'ambito dello sport che, oltre a dare l'opportuna attenzione al segmento agonistico, i cui risultati positivi saranno da testimonial per le varie discipline -, io mi riferisco sempre a lei sottosegretario e immagino le sue conquiste e le sue vittorie che impulso abbiano dato al movimento della disciplina che lei ha rappresentato maniera così importante - dovrebbe portare all'attenzione, essendo il sottoscritto molto modestamente un dirigente della Federazione italiana tennis tavolo, ad una maggiore attenzione alle piccole e medie federazioni. Io desidero e mi batto per questo maggior equilibrio tra promozione e competizione, per una strutturazione del sistema in favore di un modello più inclusivo e partecipato, e qui mi riferisco ancora agli atleti agonisti e ai praticanti con disabilità; più investimenti per la cultura sportiva, dedicando risorse alle istituzioni scolastiche e alle infrastrutture sportive. Purtroppo devo segnalare - ne parlavamo qualche minuto fa quindi capita a fagiolo - che tutt'oggi ci sono ancora scuole prive di palestre idonee, società e associazioni sportive che fanno fatica a trovare luoghi appropriati per l'espletamento della pratica sportiva. Vede, viaggiando questa mattina tra Foggia e Roma, presso la periferia di una città che mi è parsa anche abbastanza popolosa, ho visto un campo di calcio con tanto di tribunetta completamente abbandonato. Poi non devo andare tanto lontano, perché anche nella mia città, che è Manfredonia, in provincia di Foggia, i fondi di Italia 90 hanno tentato di creare delle strutture che poi sono rimaste cattedrali nel deserto; io mi auguro che quanto prima si possano recepire quei fondi per rimetterle in sesto, perché le strutture sono ancora valide e si potrebbe veramente creare - dico nella mia città, come in tante altre città - una cittadella dello sport che dia sollievo, soddisfazione, partecipazione, inclusione ai nostri ragazzi e comunque in genere a tutti i praticanti sportivi. Insomma, in Italia la maggior parte delle strutture fruibili sono inidonee, ove non al limite dell'agibilità, o addirittura inagibili in molti casi, per questo il settore dello sport - lo dico con grande convinzione - merita non solo una discussione in quest'Aula, ma anche una serie di interventi concreti, seri, fattivi.

Da ultimo, ma non per importanza, vorrei rilevare come tutte le discipline sportive possono essere - e in diversi casi lo sono, e anche qui parlo per esperienza diretta - volano di turismo, di incremento del marketing territoriale. Quando si potrà ripartire - mi auguro veramente molto presto -, bisognerà lavorare affinché i numeri di partecipazione e presenza in varie manifestazioni sportive tornino ad essere uguali, o addirittura superiori a quelli pre-pandemia: ce lo auguriamo davvero perché ne abbiamo bisogno.

Infine, una considerazione relativa ai sostegni alle associazioni, agli operatori e ai commercianti, agli imprenditori, e anche qui mi riferisco ai titolari di palestre di questo settore, però è un ragionamento che è estensibile anche ad altri perimetri lavorativi. Da un anno è praticamente tutto chiuso, tutto chiuso giustamente per contrastare l'evento pandemico e tutelare la salute dei cittadini. Bene, ma bisognerà provvedere ai giusti indennizzi per evitare la morte economica delle realtà costrette all'inattività e se la nostra economia…

PRESIDENTE. Concluda.

ANTONIO TASSO (M-EUR-MAIE-PSI). Concludo, Presidente. Se la nostra economia non può permetterselo, al contrario di altri Paesi, bisogna trovare un'altra modalità di contrasto, mi permetto di dire - e concludo veramente Presidente - più articolata, che non contempli solamente la totale copertura vaccinale, che ahimè non vedo in tempi brevi di realizzazione, ma che valuti misure meno stringenti, applicabili ad hoc per quelle realtà che lo consentono con tutti i requisiti di sicurezza del caso. Io - concludo Presidente - ribadendo il voto favorevole di Europeisti-MAIE-PSI al provvedimento in discussione e rinnovo a lei, sottosegretario Vezzali, il mio sincero augurio di buon lavoro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sgarbi: si intende che abbia rinunciato.

Ha chiesto di parlare la deputata Testamento. Ne ha facoltà.

ROSA ALBA TESTAMENTO (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Premetto che questo decreto-legge si è reso necessario per garantire al CONI operatività, autonomia e indipendenza coerente ai valori e ai principi della Carta olimpica e, quindi, per permettere la regolare partecipazione dei nostri atleti ai Giochi olimpici di Tokyo in programma il prossimo luglio; questo intervento normativo si è rivelato urgente a seguito delle rimostranze costantemente manifestate dal Comitato olimpico internazionale in merito agli effetti che la legge 145 del 2018 aveva prodotto sull'assetto organizzativo del CONI e sul principio di autonomia e indipendenza sancito nella Carta olimpica.

Nello specifico, infatti, con le lettere inviate al nostro Paese, il Comitato olimpico internazionale metteva in evidenza come il personale del CONI non potesse essere assunto e controllato da un'entità esterna riconducibile allo Stato come la società Sport e salute SpA, ma dovesse avere una propria dotazione organica e una propria struttura amministrativa. Il Comitato olimpico internazionale, quindi, evidenziava l'annoso problema organizzativo e di governance del CONI, nonché la contestuale necessità di una sua autonomia rispetto alla politica; quindi da un lato sicuramente era opportuno adeguarsi alle indicazioni del Comitato olimpico internazionale, al fine di garantire la partecipazione dei nostri atleti ai prossimi Giochi olimpici, ma dall'altro l'influenza, anzi l'ingerenza che la politica esercita sul mondo dello sport costituisce un tema, un problema non certo risolto da questo decreto.

A scanso di equivoci, voglio ribadire che, di certo, la politica deve occuparsi dello sport e favorirne la sua più ampia diffusione, ma lo sport non può essere usato dalla politica come strumento di acquisizione del potere o come strumento di costruzione e consolidamento di rendite di posizione personali. La politica deve occuparsi di sport perché lo sport è un fondamentale elemento di sviluppo e di crescita per ciascuno di noi, perché, quando si promuove, si sostiene lo sport, si sta parlando soprattutto ai giovani, si sta dando loro una speranza, si sta mettendo in campo, forse, lo strumento più efficace per affrontare quelle situazioni di disagio sociale ed economico che rischiano di compromettere il futuro di tanti ragazzi. Quindi, è necessario un serio piano di investimenti che prenda avvio dalla consapevolezza che lo sport, il fare sport è elemento di benessere psicofisico e di inclusione sociale fin dalla tenera età. Ma questo decreto-legge tutto ciò non è stato preso neanche minimamente in considerazione. Si sarebbe invece potuto utilizzare questo provvedimento per intervenire in maniera più strutturale ed efficace sui tanti problemi che affliggono il settore e invece la sensazione che lascia è che sia andata persa un'altra occasione.

Pertanto, abbiamo presentato un pacchetto di emendamenti (che sia in Commissione che in Aula sono stati tutti bocciati o dichiarati inammissibili), che, a fronte dei maggiori contributi pubblici, previsti dal decreto, dei rilevanti trasferimenti di immobili, degli incrementi di personale e dirigenti che questo provvedimento riconosce al CONI, invece volevano, al contrario, scongiurare la cristallizzazione delle cariche dirigenziali, anche a livello territoriale; garantire una maggiore democraticità all'interno del CONI; legare la pianta organica e la spesa del personale al rispetto dei vincoli di finanza pubblica e la pianificazione pluriennale delle attività. Volevamo introdurre il limite dei tre mandati sia per la presidenza e i componenti della giunta nazionale sia per i presidenti e i componenti degli organi direttivi delle strutture territoriali e volevamo sancire l'incompatibilità di tali ruoli con le più importanti cariche istituzionali o con qualunque altro incarico di vertice nelle pubbliche amministrazioni o in enti e società partecipate; ancora volevamo ridurre da 10 a 8 le unità di personale dirigenziale e di livello non generale e, in merito ai concorsi, concorsi per titoli ed esami previsti per il completamento della pianta organica del CONI, volevamo, sempre con questo pacchetto di emendamenti, garantire l'adeguata pubblicità delle procedure di selezione e il rispetto delle pari opportunità, la trasparenza, la competenza e l'imparzialità dei membri delle commissioni esaminatrici.

Niente di tutto questo è stato considerato, come dicevo gli emendamenti sono stati tutti bocciati o dichiarati inammissibili, e quindi ribadisco si è persa una grande opportunità; si è voluto ancora una volta girare la testa dall'altra parte e non si è voluto inserire la cultura sportiva come valore fondante della nostra società: lo sport come sano e corretto stile di vita, la trasparenza e l'alternanza della governance come garanzia di maggiore democraticità, nuovi investimenti nel settore con conseguenti positive ricadute sia in termini occupazionali che in termini infrastrutturali, tutti asset di intervento che non hanno trovato spazio nemmeno in questo decreto. Per questo noi della componente L'Alternativa c'è voteremo contro questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Stumpo. Ne ha facoltà, prego. Colleghi, colleghi, per favore. Colleghi

NICOLA STUMPO (LEU). Grazie, Presidente. Innanzitutto vorrei fare gli auguri alla sottosegretaria Vezzali per l'incarico e, se posso, anche ringraziare l'ex Ministro che oggi con questo decreto chiude quel percorso. Percorso che ci ha visto fare questo decreto in virtù del fatto che non riuscimmo a chiudere la riforma e il fatto di non essere riusciti a chiudere la riforma ha a mio avviso un peso e ci impone, in questi prossimi mesi, il compito di guardare allo sport con ancora più attenzione; lo dobbiamo fare nelle prossime ore, guardando ai problemi delle società sportive, delle associazioni sportive, delle palestre che hanno vissuto, in questa fase di pandemia, un particolare problema e lo dobbiamo fare anche per il valore culturale dello sport che in questo anno ha sofferto come più di altri settori del nostro Paese.

Ma lo sport ha avuto un di più, un di più perché per me, nelle periferie delle nostre città, lo sport è il fattore più importante della cultura per alcuni ragazzi, quelli più in difficoltà, quelli che, attraverso lo sport, devono provare a superare delle condizioni di partenza più difficili rispetto ad altri e che l'impossibilità di praticarlo ha rischiato di consegnare ad una difficoltà maggiore questi ragazzi. E poi perché bisogna guardare con attenzione, dentro quella riforma che è stata messa in campo, all'importanza di ciò che è stato il primo modello di riforma e mi riferisco alla costruzione di uno sport di base che deve diventare sempre più un modello di distribuzione anche della capacità di costruire una società più giusta.

Ecco, non voglio farla lunga, avremo modo nel prosieguo di questa legislatura di continuare a discutere; credo davvero, senza infingimenti, che bisogna ridare valore allo sport di base e non solo a quello professionistico, come purtroppo a volte sembra che facciamo, come se lo sport fosse soltanto quello dei campioni, quello che va in televisione, come se lo sport fosse quello che ha un ritorno economico; lo sport spesso deve essere investimento, non può essere un ritorno economico; noi ci dobbiamo impegnare a portare in ogni comune la possibilità di fare sport con strutture adeguate. Dobbiamo fare un investimento verso le nuove generazioni e lo dobbiamo fare pensando che prima di tutto ci sono dei ragazzi, poi ci saranno anche dei campioni e qui abbiamo una sottosegretaria che può dimostrarlo, ma il tema non è costruire dei campioni, il tema è far vivere lo sport come un modello culturale, e io penso che questo debba essere lo sforzo che ci deve vedere impegnati tutti nei prossimi anni (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Nobili. Ne ha facoltà.

LUCIANO NOBILI (IV). Grazie, Presidente. Prima di tutto, a nome mio e di tutto il nostro gruppo Italia Viva, voglio rivolgere i migliori auguri e un grande in bocca al lupo al neosottosegretario Valentina Vezzali; la attende un compito tutt'altro che semplice, quello di rilanciare e di rianimare il sistema sportivo italiano che attraversa probabilmente, come altri settori del nostro Paese, uno dei momenti più difficili dal dopoguerra ad oggi; conosce bene il mondo dello sport, conosce le istituzioni, potrà contare sul nostro aiuto.

Nel merito del provvedimento, quello che convertiamo oggi, senza la possibilità, peraltro, di interventi migliorativi che sarebbero serviti, è l'ultimo atto di una vicenda che si è snodata nel corso della legislatura senza un oggettivo successo. È stata una scialuppa di salvataggio arrivata in extremis allo sport italiano per tutelarne l'indispensabile autonomia, un decreto incompleto, approvato all'ultimo minuto dell'ultimo Consiglio dei Ministri utile del precedente Governo, quando il rischio di vedere i nostri atleti a Tokio 2021 privati della bandiera e dell'inno era diventato ormai concretissimo. Ci pensate cosa avrebbe rappresentato ciò per atleti già costretti a un rinvio delle Olimpiadi e a una riprogrammazione di tutte le loro attività? E questo è avvenuto dopo che per mesi e mesi si sono ignorati i nostri appelli, quelli del CONI, quelli delle federazioni, quelli del Comitato olimpico internazionale, si è ignorata la legislazione nazionale, l'articolo 27 della Carta olimpica. Lo ripeto, quindi, è un provvedimento che sana un problema in un momento di emergenza, ma non siamo alla risoluzione dei problemi.

A ben pensarci questa legislatura ha rappresentato un vero e proprio paradosso, perché è una di quelle in cui abbiamo legiferato di più sullo sport italiano ed è contemporaneamente una di quelle in cui lo sport italiano ha vissuto uno dei momenti più duri; abbiamo legiferato senza, però, affrontare davvero i nodi e risolvere i problemi. Questo è avvenuto anche perché si è scelto di procedere per strappi contrapposti, sempre contro qualcosa o contro qualcuno. Il primo atto di questa vicenda, sottosegretario, è la legge di bilancio 2018, quando con un comma, in una specie di blitz, si è fatta nascere, un po' in contrapposizione, e non in collaborazione con l'esistente, Sport e Salute SpA, società a proprietà pubblica, di diretta nomina governativa, per gestire tutta la cassa dello sport italiano, dalle federazioni allo sport di base, senza una riforma vera della governance.

Poi, la riforma, nell'ambito della legge delega, abbiamo provato a costruirla - ed è stato il secondo step - con il precedente Governo, con la precedente maggioranza, con divergenze di vedute profonde tra gli attori di quella maggioranza, differenze in molti casi, peraltro, dettate da contrapposizioni basate su personalismi. E ha visto la luce, alla fine, una riforma mutilata del suo decreto fondamentale, quello appunto sulla governance. Infine, questo decreto di cui parlavamo è arrivato un attimo prima del gong, che ha sanato solo in parte la ferita dell'autonomia del CONI e dello sport italiano, restituendo, certo, un minimo di pianta organica, di strutture indispensabili all'esercizio delle sue funzioni e di risorse. Abbiamo discusso, sottosegretario, per mesi interi, anche del fatto che i centri di preparazione olimpica dovessero essere o meno dotazione del Comitato olimpico nazionale, anche questo abbiamo discusso.

Certo, dentro questo percorso sono state fatte anche cose positive, che rivendichiamo; c'è stata, c'è e spero durerà, lo si diceva, una rinnovata attenzione verso lo sport di base, lo sport di tutti, in un Paese come il nostro che è uno tra i più sedentari d'Europa. C'è stato e c'è il riconoscimento dei lavoratori sportivi, l'impegno per la parità di diritti degli atleti paralimpici nelle federazioni militari, nei gruppi militari sportivi. C'è stato l'impegno per il professionismo femminile, questo me lo faccia rivendicare; quante altre volte dovremo indignarci di fronte a vicende come quella di Lara Lugli, la pallavolista di Pordenone (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva), alla quale non è stato consentito vivere la maternità da sportiva, prima di mettere la questione delle donne nello sport al centro del dibattito? Noi lo abbiamo fatto anche con un Fondo per la maternità delle atlete, che è nato e che deve essere sostenuto.

Sono stati fatti, quindi, dei passi avanti che non potranno e non dovranno gravare, anche questo è importante, in termini sia di adempimenti che di costi, sulle associazioni sportive e sulle società sportive che sono già ampiamente penalizzate.

Resta molto da fare, molte sfide la attendono e ci attendono, sfide sportive, lei lo sa, sottosegretario, perché nei prossimi mesi si confronterà con tante realtà agonistiche che avranno difficoltà a completare le stagioni sportive, dovremo affrontare con gli atleti olimpici due Olimpiadi nel corso di pochi mesi, Tokio e Pechino, una sfida sulla crescita, perché la ripartenza del Paese è legata alla ripartenza anche del turismo, del marketing territoriale e sappiamo il ruolo cruciale in questo senso dei grandi eventi sportivi - io porto ancora la ferita della mancata candidatura di Roma 2024, ma sappiamo l'importanza che potrà avere Milano-Cortina, una vittoria per il Paese e un'opportunità per il brand Italia di essere valorizzato ampiamente – e una sfida infrastrutturale; io ho avuto molto piacere, nell'audizione che ieri ha tenuto con le Commissioni di Camera e Senato, nel sentire che, seppure appena insediata, nel lavoro sul PNRR che il dipartimento sotto la sua guida farà c'è un'attenzione specifica su questo, sul tema dell'impiantistica. L'Italia ha un'impiantistica assolutamente inadeguata e dove c'è l'ha è obsoleta, è un intervento importantissimo che riguarda le strutture agonistiche, ma riguarda anche le strutture per lo sport di base, riguarda le palestre scolastiche, che sono un vulnus clamoroso nel nostro Paese, e riguarda anche le attività sportive nelle zone più disagiate o più svantaggiate e, quindi, non solo bene questo, ma benissimo che lo strumento scelto sia quello di puntare con grande forza sul bando “Sport e Periferie” che, come può immaginare, abbiamo molto a cuore, perché è uno strumento che abbiamo visto nascere e a cui abbiamo dato il via con l'esperienza del Governo Renzi. Su questo mi faccia dire che 700 milioni non bastano, occorre probabilmente un intervento molto più sostenuto, con almeno il doppio delle risorse, e saremo al suo fianco nel chiederlo, sottosegretario.

Una sfida educativa, come dicevo, è l'impegno per riportare e per potenziare l'insegnamento dell'attività fisica e sportiva nelle scuole, con le palestre, con gli insegnanti di scienze motorie; è fondamentale, qual è il luogo in cui si scoprono le proprie potenzialità, si diventa cittadini, ci si confronta con l'altro, si sperimenta la convivenza, il fare squadra, se non in quella strepitosa attività formativa che è la pratica sportiva?

Poi, l'attende e ci attende una sfida politica, che è quella di mettere insieme i cocci del lavoro che ho elencato, cioè di fare in modo, col suo lavoro dei prossimi mesi, con una concertazione con le forze di maggioranza, con gli interlocutori e con le istituzioni del sistema sportivo, che tutto questo patchwork di interventi trovi una sua coerenza, perché si possa arrivare a una governance condivisa col lavoro del CONI, di Sport e Salute, delle federazioni e degli enti di promozione, ma che funzioni, che il moltiplicarsi di questi attori non rappresenti un freno, ma rappresenti un'opportunità.

E poi lei ha di fronte una sfida cruciale, perché in questi mesi si è fatto molto per i collaboratori sportivi; abbiamo stanziato tante risorse, anche con un meritorio lavoro del Dipartimento, di Sport e salute SpA, oltre 200 mila beneficiari. Siamo molto contenti che, con un lavoro trasversale nel “decreto Sostegni” questo intervento si sia migliorato, non sia più a pioggia, ma sia parametrato in base al pregresso di questo lavoro sportivo. Però, ci sono 120 mila, tra società sportive dilettantistiche e associazioni sportive dilettantistiche, che sono in gravissima difficoltà (Applausi dei deputati del gruppo di Italia Viva), che sono allo stremo, che hanno ricevuto poco o niente in questi mesi, e noi corriamo un grandissimo rischio, sottosegretario, perché quando diremo “riaprite”, “riaprite tutto”, rischiamo di trovarci un panorama desertificato, rischiamo di trovare poco o nulla da riaprire. Sarebbe un disastro che dobbiamo evitare.

Allora, sottosegretario, dismettiamo un approccio ideologico, che tanto ha pesato in questi mesi. Non ci sono i calciatori miliardari contro le palestre di periferia; c'è un ecosistema dello sport che si tiene insieme e deve camminare insieme (Applausi dei deputati del gruppo di Italia Viva). Le risorse di un ambito siano a beneficio di tutti, le criticità di un ambito siano un problema per tutti. Riguarda 12 milioni di tesserati, 25 milioni di praticanti, 60 milioni di appassionati e tifosi. Buon lavoro sottosegretario, noi saremo al suo fianco.

Con queste valutazioni, Italia Viva vota a favore del decreto (Applausi dei deputati del gruppo di Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Colleghi, rappresentante del Governo, sottosegretaria Vezzali, Fratelli d'Italia si è battuta sin dalla legge delega di riforma dello sport del 2019 per la tutela dell'autonomia dell'ordinamento sportivo, riuscendo già all'epoca, all'inizio del percorso, a vedere approvato un proprio emendamento, molto sottovalutato, che poi, in realtà, portò all'obbligatorietà dell'adeguamento delle norme nazionali a quelle della Carta olimpica, colleghi.

Le criticità dopo l'approvazione della delega sono state moltissime, i testi di riforma avevano poche luci, ma molte ombre, come hanno testimoniato le audizioni. Ricordo una seduta di Commissione sport per l'audizione di alcuni enti sportivi sui temi del diritto del lavoro sportivo e sul vincolo sportivo: tutti contrari alla riforma, sia categorie che esponenti dei gruppi.

Purtroppo, colleghi, le Commissioni non hanno potuto emanare i propri pareri sui decreti delegati, ancora una volta scavalcati dal Governo, che ha approvato la riforma senza il parere delle Commissioni.

Il decreto che stiamo esaminando, come sappiamo, va considerato, quindi, una vittoria anche di Fratelli d'Italia, perché il decreto-legge CONI e il mancato esercizio della delega ha evitato una gaffe mondiale all'Italia, dove i nostri atleti avrebbero partecipato alle Olimpiadi di Tokyo a titolo personale - pensate -, perdendo il diritto all'inno e a esporre la bandiera. Il CIO eccepiva, infatti, la necessità dell'autonomia per il CONI, ristabilita con questo decreto.

Siamo soddisfatti, quindi, di questo decreto-legge, ma non possiamo negare che sicuramente alcune questioni sarebbero potute essere maggiormente approfondite, ma il tempo e la necessità della conversione del decreto entro il 30 marzo hanno eliminato sia il dibattito nelle Commissioni che in Aula, come la ripartizione definita delle competenze tra CONI e Sport e Salute. Per questo, colleghi, abbiamo chiesto, anche in un ordine del giorno, di iniziare un percorso e audire in Commissione il Presidente Cozzoli, che è già venuto sulla riforma, ma che è bene, anche per rispetto del suo lavoro, che possa tornare in Commissione sport, per esporre quelle che sono le criticità che questa riforma e questa divisione hanno portato, che sono enormi, ed è il motivo per cui siamo qui oggi a votare questo decreto.

Colleghi, Francesco Vaia, direttore sanitario dello Spallanzani, non un pericoloso no vax, ha detto: “L'attenzione alla sicurezza dell'individuo attraverso misure di sicurezza e protocolli anti COVID nel mondo dello sport, come nella scuola, era altissima e io mi sono più volte espresso in merito contro la chiusura di questi settori”. Lo sport vale 1,7 per cento del PIL nazionale, 30 miliardi di euro, che arrivano fino a 60 miliardi, comprendendo l'indotto, fino al 3,8 per cento del PIL, a cui vanno sommati gli occupati nelle nuove figure lavorative sportive dell'indotto, come ad esempio i manager dei social media o gli esperti in diritto sportivo.

C'è un mondo, quello degli impianti, dei lavoratori sportivi, delle palestre che sta morendo di inedia. Abbiamo manifestato chiedendo la riapertura più volte perché lo sport - come abbiamo detto e come recita anche il nome della nuova società - è salute. Lo sport è cruciale per la prevenzione primaria contro l'obesità giovanile per ridurre gli effetti psicologici dell'isolamento, che sono terribili durante la pandemia. Lo sport è anche economia: secondo l'Associazione nazionale delle palestre dei lavoratori dello sport, il 40 per cento dei centri sportivi delle palestre rischia di non poter riaprire. I costi annuali sono di circa 150 mila euro, in media; i ristori non sono arrivati a 9 mila euro. I danni economici generati dalla pandemia del COVID-19 per l'indotto sportivo sarebbero pari a 8,5 miliardi di euro, un danno che va dal 50 al 60 per cento in meno rispetto agli introiti del 2019.

In un ordine del giorno presentato in questo provvedimento - e che avete accettato, e di questo vi ringraziamo - abbiamo proposto proprio la necessità della riapertura, che era già passata però con un ordine del giorno al “Milleproroghe”, e gli impianti preposti allo svolgimento dell'attività sportiva - questo chiedevamo - nel rispetto delle misure di sicurezza e dei protocolli attraverso accordi con la Croce Rossa, la Protezione civile e il Comitato tecnico-scientifico, al fine di garantire un piano di vaccinazione e tamponi rapidi sul posto il cui costo dovrà essere a carico dello Stato, mantenendo i ristori e gli indennizzi. Questa era la richiesta, che è stata obliterata. Ebbene, mi hanno contattato, da questa mattina a questo pomeriggio, diverse società di impianti, circuiti, associazioni di categoria, confermando, sottosegretaria Vezzali, la loro disponibilità a farlo, a mettersi a disposizione.

Colleghi in Commissione ci siamo astenuti, però, in solidarietà con lo sport allo stremo, e avremo la stessa posizione adesso, un'astensione critica, non perché siamo contrari a questo decreto, che ha salvato la faccia dell'Italia nel mondo, ma perché non c'è una risposta definitiva e tempestiva sulla riapertura delle strutture sportive, e non lo addebitiamo alla sottosegretaria Vezzali, che si è appena insediata. Ci avete approvato un ordine del giorno per la riapertura anche questa volta. Ora riaprite. Lo sport deve riaprire. Lo diciamo al Governo Draghi, sicuramente, e al sottosegretario Vezzali, al Comitato tecnico-scientifico, a tutti gli addetti ai lavori e a tutti quelli che credono in questa linea di indirizzo. “Sono pronta a sfidare i limiti; la storia li pone, gli uomini devono superarsi per generare altri ostacoli che puntualmente verranno abbattuti. è lo sport come la vita”. Ha ragione, sottosegretario Vezzali, questa è una sua frase. Lo sport è come la vita. per moltissimi, anzi è vita. Per chi ha una palestra, per chi lavora nella palestra, per chi la frequenta, per gli atleti agonisti, per chi lo fa per stare bene, per i giovani, per chi ha investito sogni e soldi, per le associazioni sportive, per le società sportive, per gli enti di promozione sportiva, per i lavoratori dello sport, per chi nelle periferie fa sport contro la criminalità, per le nostre eccellenze! Lo sport è vita, e deve rinascere! Riaprire in sicurezza subito (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Barelli. Ne ha facoltà.

PAOLO BARELLI (FI). Grazie, signor Presidente. Caro sottosegretario, da questi interventi, oltre ad averle dato il benvenuto da parte di tutti i gruppi, io credo pure che il compito, molto gravoso, che l'aspetta è altrettanto evidente.

Coloro i quali sono intervenuti non soltanto oggi ma anche nei giorni scorsi hanno sottolineato, in maniera univoca, i problemi che stanno attraversando lo sport, gli impianti sportivi e, di conseguenza, i cittadini italiani. Noi siamo oggi qui a dichiarare - i gruppi - il nostro voto a favore, quindi l'approvazione di questo decreto. Forza Italia non farà mancare il proprio sostegno a questo decreto, il cui testo chiarisce ed evita ulteriori polemiche o incomprensioni circa il concetto, apprezzato da tutti, ossia l'autonomia del sistema sportivo che, abbiamo sentito, è garantita dall'appartenenza del nostro Comitato olimpico nazionale al Comitato olimpico internazionale, con tutto ciò che prevede la Carta olimpica. Preme, però, a me, per una questione di correttezza, sottolineare che il problema che riguarda - e questo lo voglio dire anche all'amico Mollicone, che ha parlato precedentemente - l'autonomia non è tanto nella presenza di un'istituzione pubblica, Sport e salute, che affianca, in alcune operatività funzionali, ciò che già rappresenta il CONI come federazione delle federazioni. Lei sa, sottosegretario, che in Inghilterra la società pubblica dello Stato, UK Sport, si occupa in modo simile di quello che si occupa Sport e salute in Italia; lei sa che, in tanti Paesi europei, rimanendo nei confini del nostro continente, sono i dipartimenti dei Ministeri o i dottorati dello sport o istituzioni, anch'esse pubbliche, che si interessano, sul piano funzionale, del diritto allo sport e del finanziamento alle federazioni e agli organismi sportivi di quegli Stati. Quindi, il problema dell'indipendenza dei Comitati olimpici nazionali non è che passa a seconda che esistano altre istituzioni dello Stato che si interessano allo sport; anzi, dal mio punto di vista, credo che sia bene che lo Stato, che il Governo, in modo chiaro e limpido, si interessi dell'attività motoria dei nostri cittadini. Il problema che viene affrontato nell'ambito di questo decreto fondamentalmente è il fatto che la pianta organica del Comitato olimpico sia indipendente. Anche questo credo abbia la sua logica e, quindi, correttamente noi votiamo a favore di questo provvedimento, tenendo però presente che il Comitato olimpico italiano, già dal 2002 con la “riforma Tremonti”, aveva tutto il personale del CONI che faceva riferimento, dal punto di vista formale, alla società Coni Servizi SpA. Qui potremmo dire che il vertice della Coni Servizi SpA era indicato dal Comitato olimpico ma, dal punto di vista giuridico, non è cambiato molto. Perfetto, però, questo chiarimento, perché dobbiamo uscire dall'equivoco o dalla polemica che non ha nessun significato al cospetto dei gravosi e drammatici problemi che oggi ha lo sport in Italia.

Quindi, io vorrei completare il mio intervento (lo hanno già fatto i miei colleghi e, quindi, siamo veramente tutti d'accordo; questo Parlamento su questo aspetto ha la stessa visione) con il dramma che sta attraversando lo sport italiano. Lo sport italiano è rappresentato da oltre 70 mila associazioni: il suo successo, le sue medaglie, il lustro che ha dato al Paese nasce proprio da una società importantissima nell'ambito della scherma, ma di un comune che sicuramente non è una metropoli universale. Quindi, è la dimostrazione di come le società sportive, nel caso la sua società di Jesi, sono importanti per la promozione dello sport. Lei è diventata campionessa, ma ci sono decine e decine di ragazzi e ragazze che hanno avvicinato quel meraviglioso sport che è la scherma non per forza dovendo diventare dei campioni. Ebbene, queste 70 mila associazioni ed oltre (si ipotizza che il calcolo possa essere addirittura vicino alle 100 mila associazioni), hanno sostituito lo Stato negli ultimi trent'anni non nella formazione solo dei campioni ma nel consentire ai cittadini un'attività motoria.

Lo sport non lo si fa - l'attività motoria - nella scuola, l'attività motoria non la si fa sulle spalle dei comuni, che non hanno i soldi o non hanno tutto sommato la vocazione di poter garantire politiche dello sport e, quindi, dell'attività motoria, ma, negli anni, nella storia, sono state le società sportive, fatte da dirigenti, fatte da volontariato sportivo, che, con istituzioni senza fini di lucro, si sono adoperate per colmare questa carenza. Queste società sportive - lei lo sa - sono arrivate al cospetto della crisi pandemica già sotto stress. Non sono società profittevoli: una società senza fini di lucro non ha lucro, per cui già sta in galleggiamento - uso termini a me simpatici - soltanto se le entrate corrispondono alle uscite, cioè che le uscite non le superino. Ebbene, tutto questo già nel passato era veramente estremamente delicato. La pandemia ha creato il dramma più totale e i provvedimenti sono stati presi nel contesto socioeconomico di grande crisi, dove i soldi sono quelli che sono (non possiamo strumentalizzare), la coperta è corta (copri la testa e scopri i piedi; copri i piedi e scopri la testa) e i soldi sono quelli a disposizione. Quindi, non è sicuramente mio compito, del mio gruppo, fare polemica o speculare circa alcuni settori che hanno avuto di più e altri settori che hanno avuto di meno, ma certamente gli impianti sportivi, su cui le società sportive svolgono attività a vantaggio dei cittadini per nome e per conto e in sostituzione dello Stato, sono ormai chiusi da oltre un anno (sono chiusi da oltre un anno!). Non hanno capacità economiche e finanziarie per poter accedere facilmente al credito o fare debiti, perché sono già indebitati. Mollicone prima, il mio collega, ha sottolineato come anche dal punto di vista economico lo sport è funzionale al nostro PIL. Ci sono dei dati che addirittura fanno superare il 3-4 per cento del PIL se ci si rivolge anche alle attività collaterali che si muovono attorno allo sport. Quindi, è un problema di carattere non soltanto fisico e sanitario; è un fatto anche di carattere economico. Bene, io sono convinto che, se non c'è un intervento chiaro, per cui il consenso che ho visto anche oggi in quest'Aula sulla necessità di sostenere lo sport non si traduce in fatti, non si traduce in cose, non si traduce in soluzioni, io credo che lo sport italiano finisce e non solo non avremo altre Valentina Vezzali in futuro - e tutto sommato qualcuno potrebbe dire: “Chi se ne frega”, nel senso che la Formula 1 non è indispensabile e, ovviamente, io non sono d'accordo - ma il problema più grosso è che non solo non si potranno preparare e formare coloro che hanno delle doti, delle capacità, una volontà o delle possibilità o che la natura ha premiato e la cui dedizione ha premiato le proprie capacità, ma qui si ferma l'attività motoria dei cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Le palestre nelle scuole non ci sono. Io non so quante piscine sono all'interno dei plessi scolastici e, quindi, significa che sia l'impiantistica pubblica sia quella privata è gestita da società sportive e non ce la fanno ad andare avanti con questo ritmo. Oggi per tenere aperta una piscina, una palestra o un campo di calcio di alcune dimensioni sono decine di migliaia di euro al mese, se non addirittura centinaia per gli impianti più grandi. Se io parlo di piscine, oggi una piscina può avere 5-6 mila metri cubi d'acqua da tenere calda. Quindi, su questo argomento - e vado a concludere -, caro sottosegretario, colleghi, passiamo dalle dichiarazioni d'intenti, dalle chiacchiere, che spesso e volentieri caratterizzano i nostri interventi, se non li portiamo a conclusione, a dati precisi, a decisioni precise. Noi abbiamo un'opportunità, che è il prossimo provvedimento che riguarda i sostegni. Non arriverà qui; arriverà al Senato, però con riferimento a ciò, è una sfida che non possiamo mancare. Se noi la facciamo mancare, non avremo soltanto la mancanza di campioni o campionesse, ma avremo sicuramente una cittadinanza che, per i prossimi due o tre anni, non saprà dove andare a fare attività motoria. Su questo credo che noi non possiamo prenderci la responsabilità. Risolto il problema del Comitato olimpico nazionale e dell'autonomia attraverso una propria pianta organica, affrontiamo a piedi uniti un problema drammatico perché è in gioco la salute, la psiche, la voglia di stare in mezzo alla gente che, in questo momento, sta penalizzando non soltanto i giovani e i ragazzi ma ancor di più - e questo è grave - anche i cittadini più anziani.

Quindi, caro sottosegretario, arriva in un momento sicuramente complicato. Lei ha già dimostrato, nello sport e nel combattimento leale su una pedana, come sia volitiva per arrivare al risultato. Penso che su di lei dovrà assolutamente convergere la volontà di tutte le forze politiche affinché si arrivi a una soluzione e la soluzione è fare in modo che ci siano risorse, che ci siano attenzioni pratiche, materiali ed economiche affinché questo mondo meraviglioso, che sta in piedi per miracolo, non perisca definitivamente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Prestipino. Ne ha facoltà.

PATRIZIA PRESTIPINO (PD). Grazie, Presidente, ben ritrovata sottosegretaria Vezzali. Est modus in rebus, recita Orazio in una celebre satira: c'è una giusta misura nelle cose. Cito questo poeta, che aveva imparato proprio dalla filosofia del suo tempo a stare al mondo, non per sfoggio umanistico ma per dire che in questa controversa vicenda, di cui stiamo discutendo da settimane, di misura, fin dall'inizio, se n'è vista ben poca e, se le azioni di un Governo si giudicano dai risultati, in questo caso aver riformato il sistema sportivo a colpi di comma all'interno di una legge di bilancio ha provocato, a cascata, una situazione a dir poco disastrosa di cui è lo sport oggi a pagarne le conseguenze. Oggi noi votiamo un decreto-legge che è stato approvato circa due mesi fa dal governo Conte bis sul filo di lana, per usare un termine sportivo, perché altrimenti sarebbero scattate per l'Italia le sanzioni del CIO, che minacciava di far gareggiare i nostri atleti alle Olimpiadi senza i colori della nazionale, senza tricolore e senza l'inno di Mameli che tanto scalda il cuore di atleti e tifosi dopo una memorabile vittoria. Lo sanno i tanti colleghi che hanno partecipato alle Olimpiadi e che siedono qui dentro e lo sa bene la sottosegretaria Vezzali, che di cuori e di tifosi ne ha fatti emozionare a milioni e milioni. Il CONI costituisce un'articolazione del Comitato olimpico internazionale e, pertanto, tra le funzioni attribuite al Governo non potevano esserci quelle di indirizzo e di vigilanza sul CONI, come era stato invece previsto dalla legge delega. Ecco la violazione della Carta olimpica: i comitati olimpici nazionali possono collaborare con enti governativi e con organizzazioni non governative senza però subirne pressioni, a dimostrazione che lo sport ha un valore intrinseco di una portata da tale da non poter essere sacrificato su alcun altare della politica. È nato quindi questo testo con il quale si è provveduto a rimediare a quanto minacciato a gran voce dal presidente del CIO Bach ma che non chiude tutte le questioni ancora aperte tra il Dipartimento dello sport (sottosegretaria, a proposito: rientra questo Dipartimento nei piani del nuovo Governo?), il CONI, Sport e salute e le federazioni stesse. Per esempio: a chi spetta la vigilanza sulle federazioni? A chi quella sugli enti di promozione sportiva? E ancora: oggi, in questa confusione legislativa, le federazioni sono finanziate da Sport e salute ma il controllo sui bilanci rimarrebbe secondo la legge Melandri - audite, audite - al CONI.

Mi chiedo e vi chiedo: perché chi vigila sul corretto uso dei finanziamenti non è lo stesso ente che, ogni anno, quei finanziamenti li eroga? Ne ho citati alcuni, ma molti sarebbero gli interrogativi ancora senza una risposta che agitano le acque dello sport. Ma in un momento così difficile, con la pandemia che ha messo in ginocchio il Paese, quando si parla di sport è doveroso che la politica, oltre che agli assetti di vertice, guardi con attenzione e cura allo sport di base - l'hanno detto alcuni colleghi prima di me - perché niente come lo sport riveste un carattere educativo, sociale, preventivo e psicologico fondamentale per la buona crescita e lo sviluppo armonico delle persone, si tratti di bambini, adolescenti o individui in età matura.

Questa pandemia ha messo in ginocchio il settore sportivo, in particolare l'associazionismo di base, che ne costituisce la linfa vitale, e le ripercussioni di tipo economico e psicologico sono già da tempo sotto gli occhi di tutti. Lo stop forzato, a parte i massimi campionati sportivi o gli atleti agonisti, ha dimostrato quanto lo sport rivesta un ruolo fondamentale nella vita degli italiani che, pur di continuare a fare attività fisica, nel lockdown di ieri come nelle zone rosse di oggi, hanno utilizzato balconi e giardini come campi di calcio e di basket, giocano a tennis sulle terrazze condominiali o contro il muro e trasformano le proprie stanze in palestre dalle quali seguire le lezioni di danza o di pilates online. Eccolo questo mondo così sacrificato dall'inizio della pandemia, con i centri sportivi che, dopo avere affrontato ingenti spese per adeguarsi alle regole del CTS per far svolgere l'attività sportiva in piena sicurezza, si sono ritrovati, subito dopo, penalizzati dall'obbligo di chiusura; e, mentre ristorazione ed imprese hanno, per esempio, continuato ad operare, certamente con le dovute limitazioni, le associazioni sportive, anch'esse equiparabili a piccole imprese, hanno invece subito un brusco arresto, che ancora continua. Ma lo sport non è un semplice accessorio, intanto perché influisce fortemente sulla qualità della vita delle persone, se persino Papa Francesco, in occasione dei mondiali del Brasile nel 2014, ci ha ricordato che esso non è solo una forma di intrattenimento ma anche uno strumento per comunicare i valori che promuovono il bene della persona e contribuiscono alla costruzione di una società più pacifica e paterna. Senza dimenticare che con lo sport e di sport si vive, se pensiamo che vale circa il 2 per cento del PIL e, per questo, non può non essere considerato un'azienda fondamentale per il sistema Italia. In un tale contesto, colleghi, il riconoscimento del valore dello sport da parte di tutti potrebbe essere visto davvero, oggi, come una ripartenza. Il solo fatto che si sia dovuti ricorrere a un decreto-legge, data l'incontestabile urgenza, ha dimostrato come lo sport non sia stato mai davvero centrale per la politica, nonostante esso abbia da sempre questa capacità taumaturgica di unire un Paese. Come non pensare alla miracolosa unificazione tra bianchi e neri che riuscì a Nelson Mandela nel nome della nazionale sudafricana di rugby? Se questa è una delle mission dello sport, una delle più importanti in assoluto, mi auguro che la politica, oggi più che ieri, sappia coltivare una nuova visione. Si sente spesso parlare, quando si parla di sport, di nomine, mandati e contributi politici e un po' meno di tutele per i lavoratori e per gli atleti, dei quali comunque la legge delega, la riforma si era occupata. Penso, da donna, al riconoscimento della maternità delle atlete. È proprio recente la vicenda della pallavolista Lara Lugli, che è stata citata per danni dalla sua società perché colpevole di aspettare un bambino, segno di un percorso culturale, anche nello sport, che non si è mai invertito. O il caso di Pamela, neocampionessa di boxe nativa del Camerun, che risiede a Bologna da vent'anni e da dieci anni lavora in un ospedale di Bologna come infermiera, che non può coltivare il sogno di gareggiare con i colori dell'Italia perché non ha ancora la cittadinanza italiana. Se con questo decreto abbiamo affrontato il tema della governance, previsto già nel “decreto 1” della riforma che poi è stato stralciato, ora è giunto il momento di ripensare al mondo sportivo nella sua organicità e completezza, soprattutto tenendo conto delle differenze tra le singole federazioni, il professionismo, il semiprofessionismo e il dilettantismo. Con lo scadere della delega, infatti, non si sono potute effettuare quelle modifiche migliorative che, pure, le federazioni e tantissimi rappresentanti del mondo dello sport ci hanno chiesto, anche nel corso di lunghissime audizioni in Commissione.

Quello che mi auguro davvero è che ci sia la volontà comune di intervenire per non lasciare inascoltate tutte quelle realtà che, oggi più che mai, necessitano di un supporto. Perché lo sport, colleghi, non dovrebbe unire solo quando si festeggia un successo, ma anche quando c'è da lottare per dare la giusta dignità a un mondo troppo spesso lasciato, e amo ripeterlo, sullo sfondo dell'azione politica. È con questo appello ad unirci intorno al mondo dello sport che annuncio il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Belotti. Ne ha facoltà.

DANIELE BELOTTI (LEGA). Sottosegretaria Vezzali, lei, da campionessa ancor più che da politica, sa che questo decreto è arrivato molto in ritardo: siamo stati fino all'ultimo sotto la spada di Damocle di avere i nostri atleti alle Olimpiadi senza bandiera. Non sappiamo, però, se questa era una minaccia vera o finta, magari fomentata ad arte da qualcuno per questioni politiche o giochi di potere. Certo è che la legge delega sullo sport noi l'abbiamo approvata ad agosto 2019 e oggi siamo a marzo inoltrato del 2021, quindi in pratica sono 20 mesi. Di tempo ne è passato e si poteva evitare di arrivare all'ultimo giorno prima dell'ultima riunione utile del consiglio del CIO. Permettetemi, però, di rimarcare lo strano comportamento del Comitato olimpico internazionale: perfino il prestigioso settimanale tedesco Der Spiegel ha rilevato qualche anomalia nell'infrazione contestata all'Italia, perché è evidente che il CIO non ha trattato così nemmeno l'Iran, che ha giustiziato il lottatore Navid Afkari per aver osato manifestare contro il regime islamico, o la Bielorussia, che minaccia i propri atleti anch'essi per questioni politiche, o altri Paesi musulmani, Arabia Saudita in primis, dove alle donne è vietato pure andare allo stadio o al massimo ci possono andare solo accompagnate dal marito.

Der Spiegel lo definisce un bizzarro conflitto politico, per poi aggiungere che il capo del CIO Thomas Bach si è costituito come avvocato del CONI quando ha dichiarato che l'azione del Governo è una inammissibile ingerenza statale, che mette in grave pericolo l'autonomia dello sport. È stata minacciata anche una completa esclusione dell'Italia dai Giochi olimpici, tesi di Der Spiegel. Siamo arrivati così a questo decreto, che ha messo fine al rischio, più teorico e paventato che reale e pratico, che l'Italia fosse esclusa dalle prossime Olimpiadi di Tokyo. Ora è certificata l'autonomia del CONI, così come richiesto dalla Carta olimpica all'articolo 27, che testualmente stabilisce che i comitati olimpici nazionali devono preservare la propria autonomia e resistere a pressioni di qualsiasi tipo, incluse quelle politiche, giuridiche, religiose o economiche. Anche se non siamo proprio sicuri che tutti i 205 comitati olimpici nazionali siano indenni da pressioni politiche o religiose, in particolare nei regimi totalitari e nei Paesi del fondamentalismo islamico, ora comunque viene meno l'oggetto del contenzioso e il CONI ha la sua autonomia.

Con l'istituzione di Sport e Salute è stata fatta la scelta di suddividere le competenze olimpiche dallo sport di base. Come detto durante l'esame in Commissione da alcuni colleghi, è importante fare un'analisi sullo stato dell'impiantistica sportiva, perché se per il bando “Sport e periferie” arrivano ben 3.380 domande, costringendo il Governo a raddoppiare lo stanziamento dai 140 milioni iniziali ai 300 milioni attuali, significa che il territorio vuole investire nello sport, ma anche che moltissimi impianti necessitano di messe a norma e ammodernamenti. Ecco perché è importante avere una struttura sganciata dallo sport di alto livello come quello dei campioni che rappresentano il Paese alle Olimpiadi. Se, da un lato, si deve puntare alla preparazione dei grandi atleti, dall'altro va migliorata l'efficienza degli interventi sull'impiantistica e vanno evitati gli sprechi nella gestione delle varie organizzazioni sportive, come è stato sottolineato anche ieri in discussione sulle linee generali in alcuni interventi.

Serve, quindi, un coordinamento tra i vari soggetti. Per lei, sottosegretaria, questa rappresenta una sfida forse più difficile delle medaglie d'oro che ha vinto alle Olimpiadi. Lo sport è uno dei settori più colpiti dalla pandemia, come è stato detto praticamente da tutti, con piscine e palestre chiuse da un anno; idem per gli impianti da sci, oltre che per tutte le attività amatoriali che sono state sospese. I nostri atleti andranno sì alle Olimpiadi, peraltro senza tifosi al seguito, visto che il Giappone sarà interdetto agli stranieri, ma, se non si interverrà al più presto in modo sostanzioso, rischiamo che quelle di Tokio possano essere le ultime Olimpiadi in cui l'Italia può competere a certi livelli. Non è un'ipotesi così impossibile, lo ha detto prima anche il collega di Forza Italia Barelli. Se il 40-50 per cento delle società sportive dilettantistiche, ma anche diverse di quelle professionistiche, rischiano di chiudere, noi avremo perso una fascia di età di giovani atleti che, non potendosi più allenare e gareggiare nei prossimi mesi o nei prossimi anni, indeboliranno i settori giovanili delle varie discipline; e questo vale solo per lo sport agonistico, senza contare i riflessi pesantissimi e gravissimi sull'aspetto sociale, con migliaia di ragazzi e ragazze che non potranno più fare sport amatoriale.

Ecco perché i fondi destinati dal bilancio, 100 milioni in due anni, e quelli previsti nella prima versione del Recovery Plan di 700 milioni sono una cifra modestissima. Allo stesso modo, ai piani alti del CONI non si deve pensare di essere imperatori dal potere assoluto. Noi non dobbiamo dimenticare le 100 mila società sportive e i 12 milioni di atleti amatoriali che con la loro attività creano salute, ma anche economia, producendo l'1,7 per cento del PIL, con miliardi di fatturato e centinaia di migliaia di posti di lavoro diretti o indiretti. Quindi va bene questo decreto, va bene il CONI autonomo e con pianta organica, vanno bene le Olimpiadi, ma potrebbe venire a mancare la base, lo sport amatoriale. Inoltre, autonomia non vuol dire potere assoluto, non significa che il Palazzo H diventa la reggia dell'imperatore. In Commissione ci sono state diverse forze politiche che hanno presentato un emendamento, peraltro ritenuto inammissibile, affinché il controllo sulla gestione delle spese restasse in capo agli enti governativi.

Anche se non è stato possibile votarlo, è bene che al CONI ne tengano conto, che la trasparenza è fondamentale; e l'ordine del giorno approvato prima, con la riformulazione presentata dalla sottosegretaria Vezzali, per cui il controllo dei finanziamenti va lasciato in capo a chi i finanziamenti li concede, quindi al Governo, è un altro segnale che deve essere tenuto in forte considerazione. Spiace, inoltre, che la VII Commissione non abbia potuto dare un parere ai decreti di riforma dello sport. Anche in questo caso si è arrivati in ritardo: nonostante siano stati approvati dal Consiglio dei Ministri, come abbiamo visto nelle numerose audizioni, alcuni aspetti, soprattutto riferiti ai contratti di lavoro e al vincolo sportivo, oltre che alla riorganizzazione territoriale, hanno evidenziato forti critiche. Bene che il “decreto Sostegni” posticipi l'entrata in vigore dei contratti di lavoro sportivi, ma, sottosegretaria, è importante fin da ora prevedere un'ulteriore proroga perché nel 2022 le società sportive non saranno ancora pronte. Il Governo le deve aiutare, dando loro contributi per potersi salvare; non certe affossarle con il colpo di grazia di nuovi pesanti costi dati dai maggiori oneri dei contratti sportivi. Nel momento più difficile dello sport dai tempi della guerra, con le società ferme, senza attività e con le entrate dimezzate, gli sponsor che si tirano indietro, invece di dare i sostegni cosa fa lo Stato? Aumenta i costi! Sbagliato, anzi sbagliatissimo, come hanno fatto evidenziare in modo chiaro quasi tutte le organizzazioni audite, rappresentanti degli atleti compresi. A tutto questo si aggiunga che gli stessi contributi del “decreto Sostegni” sono insufficienti.

Per il resto, alla luce della fiducia espressa al Senato per questo provvedimento, che, di fatto, ha blindato il decreto, e ancor di più nell'imminenza della scadenza dei termini e nell'imminenza dei prossimi Giochi olimpici di Tokyo (a cui speriamo e le chiederemo, sottosegretario, che possa partecipare anche il marciatore Alex Schwazer e lei, sottosegretaria, da ex olimpionica sa cosa vuol dire per un atleta poter partecipare alle Olimpiadi, a maggior ragione per chi ha vissuto un'esperienza pesante come il marciatore Schwazer) alla luce di questo, la Lega esprime voto a favore (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Valente. Ne ha facoltà.

SIMONE VALENTE (M5S). Presidente, colleghi, sottosegretario Vezzali, oggi ci troviamo a discutere del decreto-legge di riorganizzazione del CONI. Parlare, però, dell'organizzazione della governance dello sport italiano, senza parlare del momento tragico che sta attraversando lo sport italiano, ormai provato pesantemente da un anno da questa pandemia, porrebbe quest'Aula distante anni luce dalla realtà e dai problemi che stanno attraversando associazioni, società sportive, gestori di impianti, lavoratori, migliaia di persone impegnate nello sport e nel sociale.

La chiusura prolungata di palestre, piscine e centri sportivi ha lasciato il segno sulla pelle dello sport e avrà conseguenze irrimediabili, se non interveniamo subito.

Il “decreto Sostegni”, approvato pochi giorni fa dal Governo, ha dato sicuramente una boccata d'ossigeno sicuramente ai quasi 200 mila collaboratori sportivi e lavoratori dello sport che riceveranno un bonus, per la prima volta anche con criteri più equi e ispirati sicuramente ai principi di progressività della nostra Costituzione.

Però, devo anche constatare, come è stato fatto anche da altri colleghi prima di me, che nello stesso “decreto Sostegni” sono assenti gli aiuti alle associazioni e alle società sportive, aiuti economici che sono fondamentali per far sopravvivere il mondo dello sport. Allora, se noi non diamo quegli aiuti, sarà inutile parlare di Recovery Plan, degli investimenti in impiantistica sportiva, dell'abolizione del vincolo sportivo e delle tutele ai lavoratori sportivi. Sarà inutile perché tutte queste società e associazioni scompariranno.

Allora, penso che l'impegno di questo Parlamento e del Governo sarà quello il prima possibile - già anche in fase di conversione del “decreto Sostegni” - di stanziare ingenti risorse, ad esempio, per rifinanziare il fondo per il dilettantismo sportivo, quindi per coprire utenze e affitti di tutte le società sportive, stanziare ristori che tengano conto dei mancati incassi di proventi istituzionali, oltre che dei proventi commerciali. Servirà prorogare il credito d'imposta per gli investimenti pubblicitari sportivi; servirà incrementare il fondo di garanzia per i finanziamenti erogati dall'Istituto per il credito sportivo. Soprattutto questi due ultimi punti saranno fondamentali. Pensiamo alle leghe sportive: ci sono delle leghe, come quelle rappresentate nel Comitato 4.0 che, nonostante tutto, nonostante la pandemia, continuano a svolgere le manifestazioni e le competizioni e, però, continuano ad avere dei costi e continuano a rimetterci. Allora, se noi non li aiutiamo, quel mondo lì, seppur anche di alto livello, scomparirà e a subirne le conseguenze sarà ovviamente tutto il sistema.

Però, la cosa più importante che mi sento di dire è che, il prima possibile, si torni alla riapertura di tutti i luoghi dove si pratica sport ed esercizio fisico.

La richiesta che faccio a lei, sottosegretario Vezzali, è quella di farsi carico con tutte le sue forze di monitorare la situazione e dare il via alla ripartenza dello sport, appena sarà possibile, appena anche i dati epidemiologici lo consentiranno, ripartendo in sicurezza, soprattutto in quelle zone dove è già possibile farlo.

Fare questo significa riconsegnare ai cittadini italiani la possibilità di prendersi cura del proprio fisico e della propria mente, ma soprattutto - e mi rivolgo ai tanti giovani che praticano sport - significherà eliminare le storture che si sono create con la definizione di interesse nazionale, una definizione assai dibattuta anche in queste Aule, che però ha generato delle discriminazioni in fase di applicazione. Lo sanno bene le federazioni sportive, gli enti di promozione sportiva e le società di tutta Italia. Allora, se l'accesso alla pratica sportiva deve essere per tutti, è compito della politica e anche ovviamente del Governo di vigilare perché sia attuata.

Fatta questa doverosa premessa, ovviamente mi vorrei focalizzare sul motivo per cui siamo oggi qua a discutere del decreto di riorganizzazione del CONI. Come voi saprete, la riforma dello sport è iniziata con la legge di bilancio del 2019, con la quale è nata la società Sport e Salute SpA, una società di servizi agli organismi sportivi e al mondo dello sport e, soprattutto, un braccio operativo per il Governo italiano, per le politiche del Governo italiano, una società a cui è stata attribuita una nuova missione, in cui è stato messo nel CDA un membro designato dal Ministero della Salute - questa è un'importante innovazione se parliamo spesso di benessere e di salute -, ed è stata attribuita la distribuzione delle risorse agli organismi sportivi. Ovviamente, tutto sulla base degli indirizzi che il Governo deve dare, indirizzi che, sottosegretario Vezzali, lei dovrà dare, mettendo al centro gli obiettivi che lo Stato, il Paese, vuole perseguire per il benessere dei cittadini italiani.

A seguito poi della legge di bilancio del 2019, il Parlamento ha approvato anche la legge n. 86 dell'agosto 2019, legge che delegava il Governo proprio a riorganizzare il CONI e, quindi, a trovare una soluzione ovviamente anche per i dipendenti e le risorse che deve avere a disposizione il CONI. Come sappiamo, da allora sono cambiati i due Governi, c'è stata una pandemia mondiale e tutto questo ovviamente ha fatto sì che il risultato di portare a compimento quel processo, iniziato nel 2019, non sia andato a buon fine.

Qualcuno ancora oggi definisce la riforma una riforma contro qualcuno. Io potrei replicare, dicendo che negli ultimi tre anni alcuni hanno agito in difesa di qualcuno. Ma non è questo il punto, perché bisogna andare oltre i personalismi e sgombrare il campo da ogni polemica e strumentalizzazione, perché sennò ci ritroveremo sempre in queste Aule e nelle Commissioni parlamentari al solito punto, a discutere sempre delle stesse cose.

È ovvio, c'è ancora tanto da fare, ma bisogna farlo sempre nell'interesse dello sport, dei giovani e degli atleti delle nostre nazionali. Proprio questi ultimi sono stati sottoposti a uno stress elevato, dovuto al rischio di partecipare ai Giochi olimpici senza l'inno e senza la bandiera, un'ipotesi davvero molto lontana - ne sono convinto -, ma che avevamo il dovere di scongiurare a tutti i costi. Allora, a loro, come anche a tutti i giovani che praticano sport, va il mio pensiero e va anche il mio augurio, perché possano con la massima tranquillità, nonostante tutto, nonostante la pandemia, preparare questo grande evento internazionale, dove l'Italia – ne sono convinto - saprà farsi valere, come ha sempre fatto.

Allora, per scongiurare tutto questo, il Governo, l'ultimo Governo, il Governo precedente, ha deciso di approvare, nel suo ultimo giorno, il decreto che, appunto, stiamo discutendo.

È un decreto che mette il punto ad una situazione che è andata avanti per troppo tempo e su questo mi sento di ringraziare il Presidente Giuseppe Conte per la sua sensibilità verso il mondo dello sport, per aver monitorato questa situazione fin dal primo giorno e per aver approvato con determinazione, in Consiglio dei Ministri, questo decreto.

Ora, però, è il momento di guardare avanti, di impegnarci tutti insieme per costruire una visione dello sport che vogliamo, una visione che deve essere inserita nel Recovery Plan. E dobbiamo fare solo una cosa per non sembrare dei marziani a chi ci sta guardando fuori: dobbiamo occuparci di sport, facendo una cosa, quella che lo sport ci insegna, ovvero facendo squadra. Il MoVimento 5 Stelle ci sarà, sarà a disposizione del Governo, se, ovviamente, tutte le cose che oggi ho elencato verranno portate avanti con determinazione, senza personalismi, senza un partito preso che, ormai, non ha più senso di esistere se parliamo di sport (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2934​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2934:

S. 2077 - "Conversione in legge del decreto-legge 29 gennaio 2021, n. 5, recante misure urgenti in materia di organizzazione e funzionamento del Comitato olimpico nazionale italiano (CONI)" (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 9).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1142 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica Italiana ed il Governo della Repubblica Kirghisa sulla cooperazione culturale, scientifica e tecnologica, fatto a Bishkek il 14 febbraio 2013 (Approvato dal Senato) (A.C. 2231​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2231: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica Italiana ed il Governo della Repubblica Kirghisa sulla cooperazione culturale, scientifica e tecnologica, fatto a Bishkek il 14 febbraio 2013.

Ricordo che, nella seduta del 2 novembre 2020, si è conclusa la discussione generale e la relatrice e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

Avverto che la V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione. Tale parere reca una condizione, formulata ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, che sarà posta in votazione, a norma dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

(Esame degli articoli - A.C. 2231​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica e dei relativi emendamenti.

Passiamo all'articolo 1, al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 10).

Passiamo all'articolo 2, al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 11).

Passiamo all'articolo 3, a cui è riferito l'emendamento 3.100 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice ad esprimere il parere su tale emendamento. Relatrice Quartapelle sull'emendamento 3.100 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento?

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO, Relatrice. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

MANLIO DI STEFANO, Sottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale. Conforme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.100, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 13).

Passiamo all'articolo 4, al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 14).

Passiamo all'articolo 5, al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 15).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2231​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha facoltà di intervenire per dichiarazione di voto il deputato Tondo. Deputato Tondo, deve intervenire in dichiarazione di voto? No.

Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Solo per annunciare il voto favorevole del gruppo di Liberi e Uguali (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Migliore. Ne ha facoltà. Non interviene.

Ha chiesto di parlare il deputato Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (IV). Presidente, due parole a favore del Kirghizistan le volevo spendere, sarò molto breve, ma credo sia qualcosa di importante…

PRESIDENTE. Non c'è dubbio, pensavo che parlasse l'onorevole Migliore.

MASSIMO UNGARO (IV). Vorrei esprimere la dichiarazione di voto a favore di questo Accordo di cooperazione scientifica, culturale e tecnologica, con questa Repubblica dell'Asia centrale; è un Accordo che cerca di rinnovare la cooperazione universitaria, culturale e artistica, che prevede borse di studio per studiare l'italiano per studenti kirghisi, per diffondere la lingua italiana in Kirghizistan e la lingua kirghisa nel nostro Paese. Credo che sia importante perché l'Italia sta cercando di attuare una strategia di rilancio dei rapporti con l'Asia centrale. Abbiamo ospitato una Conferenza internazionale molto importante nel dicembre 2019; parlo al sottosegretario Di Stefano, che poi, se non sbaglio, ha fatto una visita a Bishkek recentemente. Io credo sia qualcosa di importante oggi, anche perché il Kirghizistan stesso ha aperto una nuova Ambasciata in Italia, pochi anni fa.

Restano alcune cose da fare oltre questo Accordo: un Accordo per la tutela degli investimenti, un Accordo contro le doppie imposizioni, un Accordo sull'autotrasporto, ma io credo che per l'Italia ci siano grandi opportunità in quella parte del mondo, grandi opportunità commerciali; è una parte del mondo tra Italia e Cina già solcata, iniziando dal nostro Marco Polo, 750 anni fa, ma che oggi rappresenta un asse, una parte strategica della nuova Via della seta della Cina e, quindi, credo che sia molto importante per il nostro Paese rivolgere attenzione al Kirghizistan e all'Asia centrale (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Viceversa, è per motivare il voto contrario di Fratelli d'Italia (avevamo già tentato di spiegarlo in sede di discussione generale) a questo Accordo, che non è che uno dei tanti accordi fotocopia - sfido chiunque a dirmi il contrario - che si fanno in ambito di cooperazione culturale, scientifica e tecnologica con tutti i Paesi del mondo che noi andiamo a visitare. Allora, ogni tanto si forma uno di questi accordi, giuridicamente poco obbligante, però è pur vero che un accordo di questo tipo rappresenta la postura internazionale dell'Italia, rappresenta la volontà dell'Italia di avere un rapporto rafforzato con il Paese in questione. E allora, in sede di discussione generale, avevamo posto, nella speranza che qualcuno ci ascoltasse, alcuni elementi di criticità a rappresentare la posizione dell'Italia nel mondo come un Paese che vuole avere un rapporto a doppio mandato, rafforzato, intenso, con la Repubblica Kirghisa.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI (ore 17,37)

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Noi ci obblighiamo a cooperare nel campo della cultura, nel campo dell'arte, a promuovere splendide pratiche nelle istituzioni scolastiche con il Kirghizistan, ma nessuno di noi, in questo Accordo di cooperazione, ha avuto il coraggio di chiedere, di porre l'accento sulla tutela della libertà religiosa delle minoranze, in particolar modo dei cristiani, che rappresentano il 5 per cento della popolazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E noi siamo stanchi di approvare stancamente e retoricamente questi accordi internazionali, che costituiscono il vestito con cui l'Italia sta al mondo con Paesi, come avevo ricordato nella discussione, dove la donna Satybaldieva di 76 anni, per essere seppellita, è stata seppellita tre volte, disseppellita tre volte, buttata nell'immondizia e finalmente seppellita in un luogo ignoto e oscuro, perché, se sapessero dov'è, la vanno nuovamente a disseppellire perché era un islamica convertita al cristianesimo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). O ancora, spiace che questo emiciclo, popolato da femministe ogni qualvolta un uomo si sbaglia a fare una battuta al bar, si dimentichi che le nostre commissioni territoriali (non ultima nel 2019, prima sezione di Napoli, la commissione territoriale per il riconoscimento del diritto di asilo politico) dicano nei documenti ufficiali dello Stato italiano e conferiscano asilo politico alle donne del Kirghizistan, della Repubblica Kirghisa, affermando testualmente che le dichiarazioni rese dalla donna risultano esternamente coerenti con le informazioni in possesso di questa commissione sul Paese d'origine dell'interessata (la Repubblica Kirghisa), che attestano che, ad oggi, la donna vive complessivamente in una condizione di inferiorità in Kirghizistan. Ebbene, maestre, professoresse del femminismo occidentale, per quale motivo non osate balbettare niente, all'interno di questo Accordo, sui diritti alla parità di genere, sui diritti delle donne? Eppure è il documento dello Stato italiano che ci dice che diamo asilo politico a tutte le donne della Repubblica Kirghisa, perché le donne vivono in condizioni di privazione dei più elementari diritti. Sempre nel documento delle sentenze con le quali viene conferito il diritto di asilo politico si dice che c'è la pratica dei matrimoni forzati. Si dice ancora, sempre nelle sentenze dello Stato italiano, che nella Repubblica Kirghisa si rapiscono le donne per costringerle a matrimoni forzati religiosi. Però, non una voce in quest'Aula si è levata (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) a dire perché vogliamo cooperare con questa gente, senza porre il tema della libertà religiosa e della libertà delle donne! O il tema della libertà delle donne non è la difesa delle donne, ma è quel femminismo che si usa come clava politica sull'avversario perché si deve costruire la narrazione interna all'Italia e non si osa balbettare nulla nei confronti di Nazioni per le quali il nostro Stato, le sentenze del nostro Stato, dicono che si fanno i matrimoni forzati e si rapiscono le donne per costringerle ai matrimoni forzati! Siamo stanchi di approvare banalmente, retoricamente, con quella “banalità del male” di cui avrebbe parlato un'autrice del Novecento, stanchissimi accordi di cooperazione, uno fotocopia uguale all'altro, e farlo senza balbettare nulla sulla libertà religiosa dei nostri fratelli cristiani che vengono trattati come delle bestie e delle donne che hanno la libertà di sposarsi con chi vogliono anche in Kirghizistan!

Approvare stancamente questo Accordo di cooperazione, dove si parla di simposi culturali internazionali, vuole dire voltare la testa dall'altra parte e Fratelli d'Italia voltare la testa dall'altra parte - quando si tratta di diritti veri e calpestati delle donne e del diritto più intimo dell'uomo, quello della libertà religiosa, nella fattispecie dei nostri fratelli cristiani traditi in quelle terre - non lo farà mai più! Non volteremo la testa dall'altra parte, votiamo contro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Valentino Valentini. Ne ha facoltà.

VALENTINO VALENTINI (FI). Il mio intervento sarà più breve, per annunciare il voto favorevole di Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Marina Berlinghieri. Ne ha facoltà.

MARINA BERLINGHIERI (PD). Presidente, anch'io intervengo per annunciare il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Vito Comencini. Ne ha facoltà.

VITO COMENCINI (LEGA). Grazie, Presidente. Questo Accordo con la Repubblica Kirghisa permette una collaborazione in materia culturale, scientifica e tecnologica. Inoltre, permette di valorizzare i reciproci patrimoni culturali, una cooperazione in ambito universitario, la salvaguardia del patrimonio artistico ed archeologico e, quindi, contrastare il traffico illecito di opere d'arte e quant'altro.

Certo, in questo Paese c'è stata una grave crisi politica nei mesi scorsi, ci sono state violente proteste, ci sono state le nuove elezioni del Presidente a gennaio, c'è stato un referendum costituzionale, il nuovo Presidente, Japarov ha rinsaldato i rapporti con la Russia dove, tra l'altro, in questo Paese c'è una base militare e ha un importante partnership commerciale con la Cina; è un Paese che ha sofferto molto la crisi pandemica e la sta soffrendo dal punto di vista economico, quindi è un Paese che va tenuto comunque sotto sorveglianza da certi punti di vista. La guardia va tenuta alta, ma è anche strategico fare accordi con questo Paese, da questo punto di vista, nella lotta al traffico di sostanze stupefacenti, nella lotta al fondamentalismo islamico.

E' evidente che se vogliamo lottare il fondamentalismo islamico, il terrorismo islamico, dobbiamo anche trovare la cooperazione, a volte, con questi paesi per riuscire a contrastarlo proprio dove tante volte passa o nasce, perché sappiamo i pericoli che possono venire, appunto, da quei territori rispetto a questa minaccia e, quindi, noi riteniamo che, nonostante le varie criticità che ci sono da certi punti di vista, sia utile e opportuno approvare questo trattato, quindi il voto della Lega sarà favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Iolanda Distaso. Ne ha facoltà.

IOLANDA DI STASIO (M5S). Grazie, Presidente, per annunciare il voto favorevole del Movimento 5 Stelle.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 2231​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2231​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica, già approvato dal Senato, n. 2231: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica Kirghisa sulla cooperazione culturale, scientifica e tecnologica fatto a Bishkek il 14 febbraio 2013.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 16).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1143 - Ratifica ed esecuzione della Carta istitutiva del Forum internazionale dell'Energia (IEF), con Allegato, fatta a Riad il 22 febbraio 2011 (Approvato dal Senato) (A.C. 2232​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2232: Ratifica ed esecuzione della Carta istitutiva del Forum internazionale dell'Energia (IEF), con Allegato, fatta a Riad il 22 febbraio 2011.

La deputata Quartapelle lascia il posto al collega Distaso che è relatrice del provvedimento.

Ricordo che nella seduta del 2 novembre 2020 si è conclusa la discussione generale e la relatrice e il rappresentante del Governo hanno rinunciato a intervenire in sede di replica.

La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione. Tale parere reca una condizione, formulata ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, che sarà posta in votazione a norma articolo 86, comma 4-bis del Regolamento.

(Esame degli articoli - A.C. 2232​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli e dei relativi emendamenti.

Passiamo all'articolo 1, a cui non sono riferiti emendamenti. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo direttamente in votazione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 17).

Passiamo all'articolo 2, a cui non sono riferiti emendamenti. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo direttamente in votazione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 18).

Passiamo all'articolo 3, a cui è riferito l'emendamento 3.100 della Commissione bilancio. Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo a esprimere il parere su tale emendamento.

IOLANDA DI STASIO , Relatrice. Presidente, parere favorevole.

PRESIDENTE. Governo?

MANLIO DI STEFANO, Sottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.100 della Commissione bilancio, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 19).

Passiamo alla votazione dell'articolo 3, nel testo emendato. Se non ci sono richieste di intervento lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'articolo 3, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 20).

Passiamo all'articolo 4, a cui non sono riferiti emendamenti. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'articolo 4.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 21).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2232​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Ha facoltà di intervenire per dichiarazione di voto il deputato Federico Fornaro.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, Presidente. Solo per dichiarare il voto favorevole del gruppo di Liberi e Uguali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Silvia Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (IV). Grazie, signor Presidente. Nel sottolineare l'importanza di questo Accordo, il Forum dell'energia, firmato a Riad nel febbraio del 2011, dove più di 90 Paesi si incontrarono in quel Paese per cercare di trovare un accordo tra i Paesi produttori di energia, i Paesi utilizzatori e i Paesi che fanno la transizione di importanti impianti energetici, l'Accordo di Riad, firmato da più di 90 Paesi, è un elemento importante, perché gran parte delle guerre che abbiamo visto in questi anni nascono proprio da chi produce energia e chi impedisce il transito di fonti energetiche, perché è un grande elemento di potere; quindi, quel Forum è servito e servirà per mettere d'accordo i Paesi e per cercare di evitare tensioni internazionali. Avvenne, appunto, a Riad, nel 2011.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Andrea Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Egualmente anche il gruppo di Fratelli d'Italia, a differenza di prima, voterà la Carta istitutiva del Forum internazionale dell'Energia; è un passo importantissimo per trovare un luogo ove discutere di innovazione tecnologica, ove discutere di interazione fra energia, ambiente e tecnologia, ove trovare accordi e comporre i diversi interessi dei Paesi produttori ed esportatori di energia, dei Paesi consumatori ed importatori di energia ed, in ultimo, dei Paesi di transito dell'energia.

Siamo assolutamente convinti della necessità di addivenire ad una ratifica che, ahimè, è arrivata tardiva, di fronte ad una esigenza che è globale e che è quella del dialogo permanente sulle risorse energetiche, sulla transizione energetica e sul petrolio, finalizzato anche alla stabilità dei prezzi dei mercati e di coloro che investono con grandi operazioni per l'estrazione delle energie. Quindi, anche il gruppo di Fratelli d'Italia, a differenza di prima, vota convintamente la Carta istitutiva del Forum dell'Energia di Riad (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Valentino Valentini. Ne ha facoltà.

VALENTINO VALENTINI (FI). Anche Forza Italia voterà a favore del disegno di legge di ratifica e questa volta intervengo per sottolineare quanto siamo d'accordo, anche con l'onorevole Delmastro Delle Vedove, sul fatto che, purtroppo - questa è una questione che già abbiamo affrontato in Commissione e sulla quale la Commissione porrà rimedio -, ci troviamo a votare delle ratifiche molto dopo la firma degli accordi stessi e, quindi, spesso, la valenza di questi accordi o non esiste più o si è già dispiegata oppure lo scenario nel quale ci troviamo a ratificare un accordo vede completamente mutati le finalità e gli obiettivi degli accordi che firmiamo.

Quindi, il nostro auspicio è anche che si possa trovare un canale preferenziale per votare le ratifiche in prossimità della firma degli accordi e non quando questi accordi ormai debbono essere andati a cercare negli annali della memoria (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Marina Berlinghieri. Ne ha facoltà.

MARINA BERLINGHIERI (PD). Grazie, Presidente. Esprimo il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Guglielmo Picchi. Ne ha facoltà.

GUGLIELMO PICCHI (LEGA). Grazie, Presidente. Io sono sempre a disagio in quest'Aula quando si affrontano le ratifiche, perché si liquidano velocemente e con scarso interesse contenuti che spesso hanno rilevanza nella vita quotidiana del Paese e nella vita delle nostre imprese. Parliamo brevemente del Forum dell'Energia: il nostro è un Paese che ha bisogno di diversificare le proprie fonti energetiche, è un Paese che è leader della transizione ecologica, ma è un Paese anche leader energetico, con le proprie aziende. Pertanto, limitarci ad un dibattito di pochi secondi è ingiusto, perché l'impatto che la diversificazione e la sicurezza delle fonti energetiche hanno nell'abbassare il costo della bolletta energetica nazionale, quindi, l'impatto sulla vita di tutti i giorni di cittadini (che spesso fanno fatica, anche per la crisi pandemica, a pagare le bollette) o delle nostre aziende (che non riescono a competere sul mercato internazionale), meriterebbe molto di più di pochi secondi. Detto questo, sicuramente, la Lega è favorevole alla ratifica di questo Accordo e vorrei anche fare una breve notazione su quanto è stato detto sul precedente. Per fare politica estera bisogna conoscere i Paesi che critichiamo e, quando si va a ratificare o meno un trattato, bisogna conoscere quali sono le condizioni di vita delle minoranze in quei Paesi; parlo dei villaggi del Kirghizistan, sul Tien Shan, oppure nelle valli di Fergana; ebbene, prima di prendere una posizione sulla libertà religiosa di quei luoghi, forse dovremmo esserci stati e conoscere fino in fondo le reali condizioni di vita. Detto questo, la Lega voterà favorevolmente a questo Accordo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Di Stasio. Ne ha facoltà.

IOLANDA DI STASIO (M5S). Grazie, Presidente. Come già ho ribadito nella fase della discussione generale e rispetto anche alla relazione che ho depositato rispetto a questo atto, sottolineando anche l'importanza di questa ratifica, dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 2232​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2232​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 2232:

S. 1143 - "Ratifica ed esecuzione della Carta istitutiva del Forum internazionale dell'Energia (IEF), con Allegato, fatta a Riad il 22 febbraio 2011" (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 22).

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sui servizi aerei tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Corea, con Allegato, fatto a Roma il 17 ottobre 2018 (A.C. 2415​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2415: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sui servizi aerei tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Corea, con Allegato, fatto a Roma il 17 ottobre 2018.

Ricordo che nella seduta del 2 novembre 2020 si è conclusa la discussione generale e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato a intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 2415​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò dunque direttamente in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

La Camera approva (Vedi votazione n. 25).

Passiamo all'articolo 4. Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 26).

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 2415​)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, Presidente, solo per annunciare il voto favorevole del gruppo di Liberi e Uguali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Paita. Ne ha facoltà.

RAFFAELLA PAITA (IV). Grazie, Presidente. l'Accordo sui servizi aerei con il Governo della Repubblica di Corea fatto a Roma il 17 ottobre 2018 fa seguito ad un memorandum di intesa sottoscritto dalle autorità aeronautiche dei due Stati nel gennaio del 2013 e alle finalità di disciplinare i rapporti bilaterali in materia di trasporto aereo. Tra i contenuti significativi dell'Accordo, è importante sottolineare la definizione dei diritti che le parti contraenti concedono alle imprese da essi designate, ossia il diritto al sorvolo del proprio territorio, di scalo tecnico e soprattutto di attività commerciali limitatamente ai punti individuati nelle tabelle delle rotte allegate all'Accordo. è anche opportuno precisare la circostanza, assai rilevante, che le autorità aeronautiche dei Paesi contraenti potranno autorizzare anche i diritti di quinta libertà. Ed è oltremodo significativo anche il principio secondo il quale saranno ugualmente applicabili leggi e regolamenti di ciascuna Parte contraente in relazione all'ingresso sul proprio territorio, alla permanenza e alla partenza di passeggeri, equipaggi, bagagli, merci e posta, nonché relativamente ai profili dell'emigrazione, dell'immigrazione, passaporti, dogane, valuta, i controlli, sanitari, profilo ovviamente molto importante nel periodo che, purtroppo, stiamo vivendo.

Ci sono poi articoli che investono il tema della sicurezza e dell'aviazione.

Un altro profilo che definirei significativo affronta la questione delle tariffe che dovranno essere fissate dalle imprese designate delle Parti sulla base delle considerazioni meramente commerciali.

Riteniamo condivisibili questi aspetti, al fine di rafforzare ulteriormente i legami commerciali tra l'Italia e la Repubblica di Corea, al fine di apportare vantaggi economici ai vettori aerei, agli aeroporti, ai passeggeri, agli spedizionieri, all'industria del turismo.

Per tali ragioni, a nome del gruppo di Italia Viva, esprimo voto favorevole al provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per il deputato Valentini. Ne ha facoltà.

VALENTINO VALENTINI (FI). Per annunciare il voto favorevole del mio gruppo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Berlinghieri. Ne ha facoltà.

MARINA BERLINGHIERI (PD). Sì grazie, per annunciare il voto favorevole del Partito Democratico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Zoffili. Ne ha facoltà.

EUGENIO ZOFFILI (LEGA). Grazie, grazie Presidente, anche il gruppo della Lega-Salvini Premier voterà a favore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Olgiati. Ne ha facoltà.

RICCARDO OLGIATI (M5S). Grazie, Presidente. Anche il MoVimento 5 Stelle vota a favore di questo Accordo (Applausi dei deputati del gruppo del MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2415​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 2415: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sui servizi aerei tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Corea, con Allegato, fatto a Roma il 17 ottobre 2018.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 27).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1239 - Ratifica ed esecuzione dei seguenti Protocolli: a) Protocollo addizionale alla Convenzione sul trasferimento delle persone condannate, fatto a Strasburgo il 18 dicembre 1997; b) Protocollo di emendamento al Protocollo addizionale alla Convenzione sul trasferimento delle persone condannate, fatto a Strasburgo il 22 novembre 2017 (Approvato dal Senato) (A.C. 2522​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2522: Ratifica ed esecuzione dei seguenti Protocolli: a) Protocollo addizionale alla Convenzione sul trasferimento delle persone condannate, fatto a Strasburgo il 18 dicembre 1997; b) Protocollo di emendamento al Protocollo addizionale alla Convenzione sul trasferimento delle persone condannate, fatto a Strasburgo il 22 novembre 2017.

Ricordo che nella seduta del 2 novembre 2020 si è conclusa la discussione sulle linee generali e la relatrice e il rappresentante del Governo hanno rinunciato a intervenire in sede di replica.

La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

(Esame degli articoli - A.C. 2522​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò dunque direttamente in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 31).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2522​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare il deputato Federico Fornaro. Stavolta la chiamata è giusta. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Mi era venuto il dubbio prima, Presidente. Soltanto per dichiarare il voto favorevole del gruppo di Liberi e Uguali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lucia Annibali. Ne ha facoltà.

LUCIA ANNIBALI (IV). Sì grazie, signor Presidente. Italia Viva voterà a favore della ratifica dei protocolli addizionali alla Convenzione del Consiglio d'Europa sul trasferimento delle persone condannate, firmata a Strasburgo nel 1983, protocolli che hanno lo scopo di facilitare l'applicazione della stessa Convenzione e perseguire gli obiettivi in essa enunciati, obiettivi principali che sono lo sviluppo della cooperazione internazionale in materia penale e il reinserimento sociale delle persone condannate nel proprio Paese d'origine, a determinate condizioni.

Vale la pena sottolineare che la procedura di trasferimento opera su un piano diverso rispetto all'estradizione e agli altri strumenti di cooperazione giudiziaria internazionale in materia penale. Persegue, infatti, finalità prevalentemente di carattere umanitario, nel senso che mira a favorire il reinserimento sociale delle persone condannate avvicinandole al Paese d'origine, in modo da superare tutte quelle difficoltà che su un piano personale, sociale, culturale, oltre che per l'assenza di contatti con i familiari, possono derivare dall'esecuzione della pena in un Paese straniero. Attraverso questo accordo si realizza, quindi, lo scopo sostanziale della pena, ossia il reinserimento sociale della persona condannata. Vista, dunque, la rilevanza di questo disegno di legge di ratifica, Italia Viva voterà convintamente a favore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Andrea Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Per annunciare il voto favorevole di Fratelli d'Italia ma per dei motivi specularmente opposti a quelli appena enunciati dalla collega di Italia Viva.

Per noi di Fratelli d'Italia, prima ancora che il problema del reinserimento sociale del detenuto, esiste l'esigenza di consentire che il detenuto vada a scontare la pena nel proprio Paese d'origine, con ciò deflazionando le carceri italiane che sono in evidente crisi di sovraffollamento.

In questi Protocolli addizionali ed emendativi, sebbene non si sia ancora raggiunta la posizione più volte reclamata da Fratelli d'Italia in quest'Aula di pervenire ad accordi bilaterali per consentire l'esecuzione nel Paese d'origine senza il consenso del detenuto, quantomeno - quantomeno - qualora il detenuto si sia sottratto volontariamente all'esecuzione della pena e sia stato tratto in arresto nel Paese d'origine, potrà scontare la pena nelle sue patrie galere anche senza il suo consenso; così come si aggiunge che, qualora il detenuto sia attinto da un provvedimento di espulsione, al termine della pena, potrà e dovrà scontare la pena nel suo Paese d'origine anche senza il suo consenso.

Mi consentirà l'emiciclo, a nome di Fratelli d'Italia, poiché viene lambito nuovamente il grande tema dell'esecuzione penale nei Paesi d'origine senza il consenso del detenuto, di ricordare ancora una volta che, in Italia, ci sono 60 mila detenuti, che un terzo di essi è straniero, che costano 137 euro al giorno per ogni detenuto e 20 mila detenuti per 137 euro al giorno per i numeri dell'anno fanno un miliardo di euro che ogni anno lo Stato italiano impegna per detenuti di origine straniera, che quindi, trovandosi in stato di detenzione in Italia, hanno rotto quel patto di cittadinanza o quel patto che hanno fatto con il popolo italiano, giacché in Italia non si finisce in carcere alla prima esperienza per un furto in un supermercato, come può testimoniare in quest'Aula chiunque svolga la professione di avvocato.

Così come voglio ricordare a quest'Aula che l'Italia, dalla sentenza Torreggiani in avanti, è colpita a sangue dall'Europa per il sovraffollamento carcerario che rende particolarmente inumana la pena.

E, allora, la risposta, di fronte alla sentenza Torreggiani, generalmente è un bel provvedimento “Svuotacarceri”, qualche nuova depenalizzazione e l'aumento delle misure alternative.

Ecco, le convenzioni di oggi ci consentono di richiamare nuovamente all'attenzione dell'emiciclo che il problema della sentenza Torreggiani, il problema del sovraffollamento, si può risolvere rispetto ai 20 mila detenuti stranieri, che gli italiani non intendono mantenere a 137 euro al giorno nelle patrie galere, mandandoli a casa ad assaggiare la civiltà delle loro patrie galere.

E lo si dice anche ai soloni che ci spiegano che è necessario il consenso preventivo del detenuto, ricordando all'emiciclo che oggi con l'Albania, che non è un Paese europeo, già si può ed è prevista, in un accordo bilaterale internazionale, l'esecuzione delle sentenze penali italiane nel Paese d'origine albanese, senza il previo consenso del detenuto.

E ancora, ricordo all'intero emiciclo che il gruppo Fratelli d'Italia, l'11 settembre 2018, in Commissione esteri, si è visto approvare una risoluzione, a prima firma Delmastro Delle Vedove, con cui si chiedeva al Governo di introdurre, in tutti gli accordi internazionali bilaterali in tema di giustizia e di esecuzione penale di sentenze, la clausola che non fosse necessario il previo consenso del detenuto per mandarlo a scontare la detenzione nel Paese d'origine, anche perché è difficile immaginare che abbiano tutta questa voglia di andare a scontare la pena nel Paese d'origine, giacché la civiltà di certe galere non è certamente simile alla nostra.

Allora, sotto questo profilo, ancora una volta siamo qui a ricordarvi che già c'è questa risoluzione, che c'è già un accordo bilaterale che dice che è possibile, che il grande tema dell'esecuzione penale delle sentenze italiane è quello di introdurre in tutti gli accordi bilaterali la possibilità di eseguire la sentenza nella patria d'origine dello straniero senza il suo consenso, mandando a casa 20 mila delinquenti, risparmiando un miliardo di euro del popolo italiano ogni anno e rendendo il carcere più umano perché, evidentemente, non sarebbe sovraffollato.

La risposta della sinistra, in tutti questi anni, fallimentare, è sempre stata lo “Svuotacarceri” e la depenalizzazione. La risposta di Fratelli d'Italia è: se delinqui in Italia vai a casa tua a scontare, perché non ti mantengo, a un miliardo di euro all'anno, in galera con i soldi dell'onesto popolo italiano.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Grazie, Presidente. Intervengo per annunciare il voto favorevole di Forza Italia nel merito, Presidente, perché trattasi di una ratifica che ha ad oggetto la possibilità di individuazione di misure volte a garantire che un detenuto straniero possa scontare la pena nel proprio Paese d'origine.

L'occasione, Presidente, non può essere persa e, quindi, è il caso di sottolineare brevemente due aspetti. Il primo, sotto il profilo del metodo, è quello che rappresentava il collega, il vicepresidente vicario onorevole Valentino Valentini, circa la tardività dei procedimenti di ratifica. Presidente, in questo caso abbiamo una Convenzione che risale al 1983, firmatari 68 Stati, un Protocollo addizionale del 1997, firmatari 39 Stati, e un Protocollo emendativo al Protocollo addizionale, che è del 2017, firmatari ratificanti solo quattro Stati.

Presidente, è evidente che è tempo di cambiare passo ed è per questo che noi auspichiamo che una proposta di legge, l'atto Camera n. 2752, che il gruppo di Forza Italia ha presentato, possa essere presto calendarizzata in Commissione per far sì che proprio alle leggi di ratifica sia riservata una apposita sessione.

Il secondo rilievo - e concludo - è invece nel metodo, in ordine alla copertura finanziaria. Presidente, la copertura finanziaria di questo provvedimento è attualmente all'incirca di 9 mila euro e questo perché l'Italia, oggi, ha interesse a far rientrare nel proprio territorio due condannati, uno che sta in Turchia e l'altro in Moldavia, con un costo ciascuno di circa 4 mila e 500 o 5 mila euro, all'incirca. Ora, la previsione di una copertura complessiva di soli 9 mila euro è evidente che limita il provvedimento, almeno salvo eventuali variazioni che si potranno fare, perché, in considerazione del numero degli Stati che hanno ratificato la Convenzione di Strasburgo - 68 di cui molti extra europei, come gli Stati Uniti, come il Canada, come l'Australia e come il Messico - è evidente che l'Italia, e noi lo auspichiamo, avrà la necessità di riportare nel nostro territorio, nel territorio italiano, detenuti non nella misura riduttiva delle due unità, che adesso andiamo a licenziare, ma in un numero più congruo. Quindi, piccole sollecitazioni che imporranno evidentemente, magari fra qualche anno, di ritornare sulla ratifica con un ennesimo protocollo addizionale. Noi auspichiamo che, invece, in quell'ottica delle sessioni riservate, si possa mettere mano una volta per tutte ai procedimenti di ratifica con un compiuto, serio e completo esame (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata La Marca. Ne ha facoltà.

FRANCESCA LA MARCA (PD). Grazie, Presidente. Annuncio il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico alla ratifica dei due Protocolli alla Convenzione del Consiglio d'Europa sul trasferimento delle persone condannate.

La logica della Convenzione rientra pienamente nella nostra visione del trattamento delle persone condannate, tendente ad offrire ad ognuno, sia pure salvaguardando sempre la sicurezza dei cittadini, l'opportunità del reinserimento nella propria società. La Convenzione prevede che sia consentito a uno straniero, privato della libertà per aver commesso un reato, di poter scontare la pena nel suo Paese di origine, a condizione che ne sia cittadino e che la condanna, superiore ai sei mesi, sia definitiva. La Convenzione dà garanzie anche della certezza di esecuzione della condanna, dal momento che consente allo Stato nel quale sia stata emessa una sentenza definitiva di richiedere allo Stato di cittadinanza del condannato di eseguire la sentenza nel proprio ordinamento giudiziario. Per queste ragioni, il gruppo del Partito Democratico voterà a favore del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Billi. Ne ha facoltà.

SIMONE BILLI (LEGA). Grazie, Presidente. Il gruppo Lega-Salvini Premier conferma il voto favorevole alla ratifica di questi due Protocolli, già annunciato al Senato in sede di prima lettura.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata De Carlo. Ne ha facoltà.

SABRINA DE CARLO (M5S). Grazie, Presidente. Considerata l'importanza dei due Protocolli oggetto di ratifica, dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2522​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2522: "Ratifica ed esecuzione dei seguenti Protocolli: a) Protocollo addizionale alla Convenzione sul trasferimento delle persone condannate, fatto a Strasburgo il 18 dicembre 1997; b) Protocollo di emendamento al Protocollo addizionale alla Convenzione sul trasferimento delle persone condannate, fatto a Strasburgo il 22 novembre 2017" (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 32).

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di coproduzione cinematografica tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo degli Stati uniti messicani, con Allegato, fatto a Roma il 17 ottobre 2017 (A.C. 1768-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1768-A: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di coproduzione cinematografica tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo degli Stati uniti messicani, con Allegato, fatto a Roma il 17 ottobre 2017.

Ricordo che nella seduta del 2 novembre 2020 si è conclusa la discussione sulle linee generali e la relatrice e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica. Avverto che la V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione. Tale parere reca una condizione formulata ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, che sarà posta in votazione a norma dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

(Esame degli articoli - A.C. 1768-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica e delle relative proposte emendative.

Se nessuno chiede di parlare, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A), al quale non sono riferite proposte emendative.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 33).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 34).

Passiamo all'articolo 3, a cui è riferito l'emendamento 3.100, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

Se nessuno chiede di interviene, invito la relatrice e il rappresentante del Governo a esprimere il parere su tale emendamento.

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO, Relatrice. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

MANLIO DI STEFANO, Sottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale. Conforme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.100, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 35).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 36).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A), al quale non sono riferite proposte emendative.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 37).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1768-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare il deputato Acunzo. Ne ha facoltà.

NICOLA ACUNZO (MISTO-CD). Presidente, onorevoli colleghi, l'atto che ci apprestiamo a votare si pone in quello che è l'allargamento in qualche modo culturale, ma, nello specifico, del settore cinematografico, una ratifica che è un Accordo degli anni Settanta. Non sto qui, ovviamente, a farne l'elogio e l'importanza, in questo momento particolare, per i lavoratori dello spettacolo ed in generale per il comparto cultura quanto possa essere importante ratificare questo Accordo. Un Accordo che ci vede in stretta collaborazione e in stretta sinergia con gli Stati uniti messicani, che fanno il loro ingresso, in qualche modo, nel panorama cinematografico internazionale negli anni Trenta, che vedono in qualche modo registi come Buñuel, che subito dopo la Rivoluzione civile spagnola ci ha regalato degli elementi narrativi meravigliosi, piuttosto che lo stesso Ejzenstejn, che negli anni Trenta ci ha regalato dei materiali documentaristici e di carattere soprattutto antropologico meravigliosi.

Mi fa piacere porre l'attenzione e la riflessione in questo momento particolare su quanto siano importanti - approfitto della presenza dell'onorevole sottosegretario Manlio Di Stefano - queste cooperazioni e questi accordi, ringraziando i Governi precedenti e questo Governo nell'impegno che sicuramente metterà e continuerà a mettere; abbiamo testato e toccato con mano, noi dell'Intergruppo cinema e arti dello spettacolo, quanto, ad esempio nella rassegna Fare cinema che si fa tutti gli anni, il Ministero degli Affari esteri piuttosto che il Ministero dei Beni culturali investano in tali sinergie. Mi interessa molto inoltre condividere con voi quanto queste ratifiche e questi accordi siano elementi essenziali e fondamentali per dare ai lavoratori dello spettacolo e del comparto cultura delle chance maggiori, delle nuove opportunità di carattere creativo, ma soprattutto di carattere produttivo. Se puntiamo l'attenzione su quanto questi accordi internazionali possano donare ai nostri artisti, ai lavoratori di questo comparto, tanto bistrattato in questo momento, come tanti altri comparti, nonostante, ripeto, le numerose iniziative, ebbene, noi sicuramente, e vado alla conclusione, Presidente, nel dichiarare il voto favorevole del Centro Democratico, possiamo dare uno slancio maggiore; perché, se è vero che le risorse sono quelle che sono, è anche vero che, con l'impegno di uomini come il sottosegretario Di Stefano ed i nostri Ministri, possiamo creare delle opportunità maggiori, delle opportunità in più.

È il motivo per cui mi propongo e propongo con questa presenza la possibilità anche per gli Stati Uniti d'America di tale accordo di coproduzione cinematografica, perché noi con altri Paesi non abbiamo tali accordi di coproduzione. Quindi, il messaggio, ripeto, nel dare il nostro voto favorevole è quello di crearne di maggiori, sempre di più, affinché i lavoratori dello spettacolo, il comparto cinema e il comparto cultura possano uscire da questa impasse che, purtroppo, in questo momento, questo maledetto virus ha creato per tutta l'economia dello spettacolo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, Presidente, vorrei esprimere il voto favorevole del gruppo Liberi e Uguali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Nobili. Ne ha facoltà.

LUCIANO NOBILI (IV). Presidente, nel comunicare il voto favorevole di Italia Viva, mi lasci soltanto dire che si tratta di un Accordo molto importante; lo è nel merito anche perché garantisce delle opportunità vere. Le opere coprodotte beneficiano dei vantaggi come fossero opere nazionali nei bandi e nella gestione sulla produzione e sulle operazioni di coproduzione. Mi faccia dire anche che il rapporto fra Italia e Messico dal punto di vista cinematografico è molto particolare, perché, nella storia del cinema italiano, il Messico è stato molto immaginato e poco frequentato. Cito soltanto Per un pugno di dollari e Giù la testa di Sergio Leone, ambientati in Messico, ma non girati in Messico. Invece, è molto interessante come oggi la cinematografia messicana sia forse ai vertici mondiali, una delle più in forma, e che questa consacrazione sia arrivata proprio dall'Italia. Nel 2017 il Leone d'oro al Festival del cinema di Venezia lo vince Guillermo del Toro con La forma dell'acqua, e poi vince il premio Oscar.

Nel 2018, sempre a Venezia, trionfa Alfonso Cuarón con Roma, che non si riferisce alla Capitale d'Italia, ma, come sapete, a un quartiere di Città del Messico, e poi vince l'Oscar. Nel 2020, Leone d'argento per Nuevo Orden, un altro film messicano molto bello. Nell'auspicio che questo incontro fra una cinematografia molto in forza come quella messicana e anche l'auspicio che un accordo di coproduzione in un momento del genere dia forza a un comparto come quello del nostro cinema e della nostra cultura, così in sofferenza, è anche un messaggio, spero, per i tanti operatori e lavoratori della cultura e dello spettacolo (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Fitzgerald Nissoli. Ne ha facoltà.

FUCSIA FITZGERALD NISSOLI (FI). Grazie, Presidente, solo per annunciare il voto favorevole di Forza Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata La Marca. Ne ha facoltà.

FRANCESCA LA MARCA (PD). Grazie, Presidente. L'Accordo, che ci si chiede di ratificare, rilancia e rafforza i rapporti cinematografici tra Italia e Messico, già oggetto di un precedente Accordo di coproduzione, risalente a mezzo secolo fa. In questo lasso di tempo, gli aspetti tecnici e artistici del settore hanno avuto un'evoluzione molto forte. L'Accordo salvaguardia le attuali condizioni di accesso alle misure di sostegno previste dai due Paesi e si pone come fattore di aggiornamento del quadro giuridico di riferimento delle dinamiche tecniche e imprenditoriali dell'intera filiera. Ciò può essere considerato un impulso a rafforzare le prospettive del settore e, in particolare, ad incentivare le coproduzioni estere, che portano nuova linfa alle attività cinematografiche. Il possibile valore aggiunto del provvedimento risiede nella possibilità di approfondire i legami con un Paese che è diventato veramente tra i più aperti e dinamici dell'America Latina, un Paese rispetto al quale l'Italia ha interessi notevoli in termini di interscambio, un Paese che ho l'onore di rappresentare in Parlamento. La possibilità di usare una leva moderna, come quella cinematografica, rappresenta un'opportunità che non può essere sottovalutata o trascurata. Per questo, il Partito Democratico voterà a favore della ratifica dell'Accordo con il Messico, con l'augurio che tale rinnovato strumento possa concorrere a migliorare i già eccellenti rapporti tra i due Paesi e a sostenere lo sforzo di rilancio da parte di entrambi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Simone Billi. Ne ha facoltà.

SIMONE BILLI (LEGA). Grazie, Presidente. L'auspicio è che da questa ratifica la cinematografia italiana possa trarre benefici, soprattutto per l'accesso ai mercati di grandi dimensioni, come quelli dell'America Latina. Pertanto, il gruppo Lega-Salvini Premier annuncia il proprio voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Di Stasio. Ne ha facoltà.

IOLANDA DI STASIO (M5S). Grazie, Presidente. Rafforzando quanto già detto dai colleghi e ribadendo quanto sia importante anche la cooperazione dal punto di vista culturale o, comunque, la coproduzione cinematografica tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo degli Stati uniti messicani, dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 1768-A​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1768-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1768-A: “Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di coproduzione cinematografica tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo degli Stati uniti messicani, con Allegato, fatto a Roma il 17 ottobre 2017”.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 38).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1085 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Corea sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 17 ottobre 2018 (Approvato dal Senato) (A.C. 2524​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2524: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Corea sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 17 ottobre 2018.

Ricordo che, nella seduta del 2 novembre 2020, si è conclusa la discussione generale e la relatrice e il rappresentante del Governo hanno rinunciato a intervenire in sede di replica.

Avverto che la V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

(Esame degli articoli - A.C. 2524​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò dunque direttamente in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 39).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 40).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 41).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 42).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 43).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2524​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Federico Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, Presidente, per annunciare il voto favorevole del gruppo di Liberi e Uguali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Giuseppina Occhionero. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA OCCHIONERO (IV). Grazie, Presidente. L'Accordo di ratifica tra l'Italia e la Repubblica di Corea si inserisce in un quadro complesso di un'attività articolata, volta al raggiungimento di accordi di cooperazione nel campo militare, sul tracciato già segnato dal Ministero della Difesa italiano nel corso degli ultimi anni, soprattutto al fine di dare impulso e sviluppo all'industria nazionale della difesa, nell'ottica di uno sviluppo coordinato tra industria civile e industria militare, che possa far decollare anche il settore della tecnologia a duplice uso. Con la Corea del Sud, in realtà, la cooperazione bilaterale era già iniziata nel 1998 con il Memorandum d'intesa sui sistemi di difesa e relativo supporto logistico. Poi, successivamente, la Corea del Sud è riuscita a dare grande vitalità al proprio settore industriale e tecnologico e, quindi, è diventata un partner interessante e vantaggioso anche per il nostro Paese.

Come si è già argomentato durante la discussione generale, l'Accordo prevede lo scambio di informazioni, una serie di incontri, approfondimenti culturali e missioni, che hanno ad oggetto le politiche di sicurezza e di difesa, l'innovazione del comparto industriale, la politica di approvvigionamenti militari, la ricerca e lo sviluppo. Insomma, una serie di incontri anche tra i due Ministeri della Difesa, il tutto attraverso anche incontri pratici e teorici, che possano far supportare l'Italia e la Corea del Sud in un'ottica di collaborazione, sia dal punto di vista tecnico che amministrativo. Questo certamente rappresenta anche un vantaggio per il nostro Paese. Ed è significativo segnalare che può avvenire tra i due Paesi anche lo scambio di informazioni riservate e classificate proprio perché questo Accordo disciplina anche la protezione e lo scambio di tali dati sensibili. Dunque, in questo quadro di Accordo positivo, sostanzialmente, per una leale collaborazione tra i due Paesi, certamente non possiamo pensare di perdere questa grande occasione. Ecco perché Italia Viva consegna convintamente all'Aula il voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Battilocchio. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI). Grazie, Presidente. Consegno alla Presidenza la mia dichiarazione, annunciando il voto favorevole del gruppo Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata La Marca. Ne ha facoltà.

FRANCESCA LA MARCA (PD). Grazie, Presidente. Il Partito Democratico voterà a favore della ratifica dell'Accordo con la Repubblica di Corea nel campo della difesa. Questo Accordo rappresenta un ulteriore passo in avanti sul piano della collaborazione con questo Paese, come testimoniano le intese in materia di scambi culturali e scientifici. La cooperazione bilaterale tra le Forze armate dei due Paesi, con questo Accordo, si colloca nell'ottica del rafforzamento delle rispettive capacità difensive e della più approfondita e dettagliata intelligenza delle questioni relative alla sicurezza. In questa fase di pesanti difficoltà derivanti dalla crisi pandemica non è superfluo sottolineare la spinta che dà questo Accordo per rafforzare i rapporti produttivi e commerciali dei due Paesi, così come è lecito attendersi un rafforzamento dei rapporti di collaborazione tra Italia e Corea nel quadro di una progressiva stabilizzazione della situazione dell'Asia orientale, nella quale il nostro Paese ha seri interessi strategici. Per queste ragioni, ribadisco il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Zoffili. Ne ha facoltà.

EUGENIO ZOFFILI (LEGA). Grazie, Presidente. Chi sta dalla parte della libertà, dei diritti umani dell'Occidente è amico del nostro movimento, è amico della Lega. Voteremo a favore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Olgiati. Ne ha facoltà.

RICCARDO OLGIATI (M5S). Grazie, Presidente. Solo per annunciare il voto favorevole anche del MoVimento 5 Stelle.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2524​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica, già approvato dal Senato, n. 2524:

S. 1085 - "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Corea sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 17 ottobre 2018" (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 44).

Discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla domanda di autorizzazione all'acquisizione di tabulati di comunicazioni nei confronti del deputato Zicchieri (Doc. IV, n. 9-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla domanda di autorizzazione all'acquisizione di tabulati di comunicazioni nei confronti del deputato Zicchieri (Doc. IV, n. 9-A).

Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta del 19 marzo 2021 (Vedi resoconto stenografico).

La Giunta propone di concedere l'autorizzazione richiesta.

(Esame - Doc. IV, n. 9-A)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione.

Ha facoltà di parlare il relatore, deputato Gianfranco Di Sarno.

GIANFRANCO DI SARNO, Relatore. Grazie, Presidente. La richiesta in titolo è pervenuta alla Camera il 6 ottobre dalla procura della Repubblica presso il tribunale di Latina nell'ambito del procedimento penale n. 5521 del 2020. Essa riguarda l'autorizzazione all'acquisizione del tabulato di un'utenza telefonica in uso al deputato Francesco Zicchieri, nonché di un'altra utenza in uso a soggetto terzo che lo ha contattato il 25 settembre scorso. La richiesta della procura riguarda il traffico telefonico dell'intera giornata del 25 settembre 2020, al fine di individuare il responsabile delle minacce denunciate dal suddetto deputato. La richiesta, come ricordato dal Presidente, è pervenuta il 6 ottobre 2020. La documentazione agli atti consiste nella lettera di richiesta della procura della Repubblica presso il tribunale di Latina e nella comunicazione della notizia di reato indirizzata dalla stazione dei carabinieri di Terracina alla medesima procura con i relativi allegati, tra i quali la denuncia sporta dall'onorevole Zicchieri. Nella denuncia, il deputato Zicchieri rende noto di essere stato raggiunto, il 25 settembre 2020, da due telefonate nelle quali uno sconosciuto interlocutore gli comunicava che avrebbe gli fatto recapitare dei tacchini vivi o morti. Alla prima telefonata hanno assistito tre testimoni i quali si trovavano nel ristorante di Terracina insieme all'onorevole Zicchieri, intenti ai preparativi di un incontro politico organizzato dalla Lega per l'indomani al quale era prevista anche la partecipazione del senatore Matteo Salvini. Le dichiarazioni rese dai tre testimoni ai carabinieri sono tra gli allegati della comunicazione di reato. L'interessato è stato ritualmente invitato a fornire i chiarimenti opportuni, ai sensi dell'articolo 18 del regolamento. Tanto premesso, senza entrare nel merito dei fatti, mi limito ad osservare anzitutto che, nel caso in questione, l'onorevole Zicchieri si presenta come parte lesa. La richiesta di acquisizione del traffico telefonico è pertanto nel suo interesse quale denunciante, essendo finalizzata all'individuazione del soggetto o dei soggetti ignoti, autori delle minacce nei suoi confronti. Inoltre, ritengo che la richiesta dell'autorità giudiziaria presenti i doverosi caratteri di pertinenza e continenza, essendo circostanziata e soprattutto relativa al traffico telefonico del deputato di un solo giorno che è indubbiamente quello del fatto. Considero quindi che vi siano le condizioni affinché quest'Aula possa deliberare tempestivamente nel senso richiesto, auspicando la più ampia convergenza dei gruppi parlamentari al riguardo. Propongo pertanto all'Aula di concedere l'autorizzazione oggetto della richiesta in titolo pervenuta dalla procura della Repubblica presso il tribunale di Latina.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vitiello. Ne ha facoltà. Si intende abbia rinunciato.

Ha chiesto di parlare il deputato Del Mastro delle Vedove, che rinuncia. Ha chiesto di parlare il deputato Sarro.

CARLO SARRO (FI). Grazie Presidente. Nel condividere le conclusioni rassegnate dal relatore e approvate a larga maggioranza, anzi all'unanimità, dalla Giunta, intendiamo semplicemente ribadire un principio che, anche in questo caso - e forse più che mai in questo caso -, deve essere confermato e cioè che le prerogative di immunità che assistono lo status di ogni parlamentare non appartengono alla disponibilità del singolo parlamentare. Per cui, in questo caso, sebbene l'onorevole Zicchieri abbia fatto personalmente richiesta della concessione dell'autorizzazione, tutto l'iter istruttorio da parte della Giunta e le stesse conclusioni della relazione finale, compreso il voto della Giunta, ovviamente, obbediscono ad una valutazione d'insieme per quanto riguarda la salvaguardia del plenum di questa Assemblea e per quanto riguarda l'esercizio effettivo della protezione che spetta ad ogni parlamentare. Dunque, ancora una volta in questo caso, ribadiamo che non si tratta di una facoltà o di un diritto potestativo del parlamentare, la rinuncia alle sue prerogative, ma sempre e comunque di una valutazione che spetta al Parlamento per la difesa di questa Assemblea (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Alfredo Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Grazie, Presidente. Anche io poche parole perché il caso è stato bene descritto e illustrato dal relatore. Qui si tratta di una richiesta che proviene da un deputato, che chiede l'acquisizione di un tabulato telefonico, perché chiede che venga accertato chi lo ha minacciato attraverso una telefonata anonima. Quindi, se noi, paradossalmente, negassimo l'autorizzazione, impediremmo al nostro collega di dar seguito all'accertamento di una cosa di cui lui ha interesse, essendo parte lesa. Quindi, ovviamente, daremo la nostra autorizzazione, condividendo peraltro quanto ha detto il collega Sarro, che è bene che anche in questo caso in cui non c'è un conflitto tra le prerogative del Parlamento e la magistratura, anche in questo caso ci pronunciamo, perché le prerogative del parlamentare non sono disponibili, non sono rinunciabili, quindi anche in questo caso è bene che si pronunci l'Aula. Quindi, noi daremo ovviamente il nostro voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Silvia Covolo. Ne ha facoltà.

SILVIA COVOLO (LEGA). Onorevoli colleghi, auspichiamo che vi sia la più ampia convergenza nel votare favorevolmente alla proposta del relatore, volta a concedere l'autorizzazione all'acquisizione dei tabulati di comunicazioni relative all'utenza telefonica mobile in uso al deputato Zicchieri, perché funzionale all'individuazione dell'autore di minacce rese nei suoi confronti mediante due telefonate nel pomeriggio del 25 settembre 2020. Il collega figura come persona offesa nel procedimento penale pendente presso la Procura della Repubblica presso il tribunale di Latina, in seguito a denuncia-querela, sporta il giorno successivo alla vicenda, per minaccia ad un Corpo politico, ai sensi dell'articolo 338 del codice penale. I fatti esposti, per i quali l'onorevole Zicchieri chiede di procedere penalmente contro l'ignota persona autrice delle minacce, hanno peraltro trovato conferma nelle dichiarazioni di tre persone presenti al momento delle telefonate, assunte a sommarie informazioni in data 28 settembre 2020. Occorre, pertanto, dare seguito alla richiesta della Procura della Repubblica presso il tribunale di Latina, a tutela del collega, anche al fine di consentirgli di costituirsi parte civile laddove le prove acquisite permettano di individuare il responsabile e di chiedere il suo rinvio a giudizio. Si tratta, ribadisco, di tutelare la posizione giuridica di un deputato che ha subito indebite ingerenze nello svolgimento delle sue attività istituzionali, per cui voteremo convintamente “sì” alla proposta del relatore (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Eugenio Saitta. Ne ha facoltà.

EUGENIO SAITTA (M5S). Grazie, Presidente. Solo per annunciare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle e ci rimettiamo alla relazione del deputato Di Sarno.

(Votazione – Doc. IV, n. 9-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta della Giunta di concedere l'autorizzazione all'acquisizione dei tabulati di comunicazioni nei confronti di Francesco Zicchieri. Preciso che chi intende concedere l'autorizzazione deve votare “sì” e chi intende negarla deve votare “no”.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 45).

Rinvio della discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti di Stefano Esposito, deputato all'epoca dei fatti (Doc. IV-ter, n. 11-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti di Stefano Esposito, deputato all'epoca dei fatti (Doc. IV-ter, n. 11-A).

La Giunta propone di dichiarare che i fatti per i quali è in corso il procedimento concernono opinioni espresse da Stefano Esposito nell'esercizio delle sue funzioni, ai sensi del primo comma dell'articolo 68, della Costituzione.

Dichiaro aperta la discussione…Deputato Fiano? Sull'ordine dei lavori? Prego, a lei la parola.

EMANUELE FIANO (PD). La ringrazio. Avevamo convenuto con gli altri gruppi - forse c'è stato un malinteso - che questa autorizzazione, il tema che lei ha appena citato e che è all'ordine del giorno, fosse discusso a partire da domattina. La richiesta - spero in accordo con gli altri gruppi - è quella di interrompere adesso i lavori di questa seduta.

PRESIDENTE. Se sono d'accordo i presidenti di gruppo e gli altri gruppi - mi pare che siamo d'accordo tutti - il punto all'ordine del giorno appena richiamato è rinviato alla seduta di domani mattina.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di parlare il deputato Walter Rizzetto, per un minuto e trenta. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). La ringrazio Presidente. Vede, Presidente, la madre di Chico Forti, il nostro connazionale detenuto negli Stati Uniti, aveva voglia di festeggiare, qualche settimana fa, i suoi 93 anni con il figlio. Ora, Presidente, io capisco la crisi di Governo, capisco le elezioni negli Stati Uniti, capisco i problemi derivanti dalla pandemia, ma sui diritti di un nostro connazionale noi non possiamo arretrare. Nei confronti di uno Stato estero non possiamo arretrare rispetto a ventun anni di dolore e di disperazione. Non possiamo arretrare e abbassare la nostra guardia innanzi a delle indagini, per l'ennesima volta, condotte male.

Il Ministro degli Esteri Di Maio, il 23 dicembre scorso, aveva dichiarato - qui vedo con me anche il collega Gemmato, che si è occupato del caso - aveva dichiarato che Chico Forti sarebbe rientrato subito e presto in Italia. Sono passati, Presidente, tre mesi, quindi noi invitiamo il deputato, collega, piuttosto che Ministro degli Esteri Di Maio, a proseguire in quello che lui aveva promesso - e che ancora ad oggi non si è verificato - nei confronti di Chico Forti. Seppure in carcere in Italia, Chico Forti, io penso che comunque si dovrà tentare di andare a fare una revisione del processo. Invitiamo il Ministro Di Maio ad informare il Parlamento su quanto lui già - oltre tre mesi fa - aveva dichiarato sui social network, ma che in questo caso non si è ancora verificato. Vogliamo che il nostro connazionale Chico Forti rientri immediatamente, il prima possibile, in Italia! La ringrazio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Grazie a lei deputato Rizzetto. Ha chiesto di parlare la deputata Simona Suriano. Ne ha facoltà, per due minuti.

SIMONA SURIANO (MISTO). Grazie, Presidente. Prendo la parola per dare risalto a un'emergenza che sta colpendo da settimane la provincia etnea. Dal 16 febbraio scorso l'Etna non ha dato tregua e, fino ad oggi, si registrano 15 parossismi, con interi territori ricoperti di cenere e lapilli piovuti dal cielo, spesso vere e proprie piogge laviche con materiale piroclastico di grandi dimensioni. La Protezione civile regionale ha elaborato un dossier e l'11 febbraio ha comunicato alla Regione siciliana lo stato dell'arte, con una quantificazione dei danni di più di 10 milioni di euro dovuti alle coperture di edifici, sistemi di smaltimento stradale delle acque, le residenze, le attività agricole ed economiche, e più di 15 milioni di euro per la raccolta, lo smaltimento e il recupero delle ceneri. Su questo tema ho già presentato, infatti, un'interpellanza e spero che il Governo dia subito una pronta risposta. Il problema ulteriore è che per la raccolta e lo smaltimento delle tonnellate di cenere lavica non è chiaro cosa fare e se si pensa che fino alla scorsa settimana solo nella città di Catania ne sono state raccolte 267 tonnellate, si può intuire la gravità della situazione. Questo perché esiste un vuoto normativo che fa in modo che la cenere venga smaltita con un codice CER da rifiuto speciale e conferita in discariche specifiche con costi elevati e lunghi tempi di smaltimento. Fortunatamente, c'è stata un'ordinanza della città metropolitana di Catania che, in questo caso, ha previsto che la cenere vulcanica raccolta su strada possa essere classificata come “terre e rocce” e, quindi, non rifiuto speciale, dando una boccata di ossigeno ai comuni colpiti che ripristineranno presto le condizioni di normalità a costi ridotti. Ma noi possiamo fare altro. Da anni, la comunità accademica ha avanzato la proposta di modifica del codice CER per declassificare la cenere vulcanica in un virtuoso processo di end of waste e fare in modo che venga recuperata e utilizzata per scopi commerciali, in questo modo risolveremmo problemi a breve termine.

Faccio appello al Governo e ai miei colleghi in quest'Aula perché si discuta al più presto di questa modifica e si faccia di necessità virtù (Applausi dei deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Giuseppina Occhionero, per due minuti. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA OCCHIONERO (IV). Grazie, Presidente. Ancora una volta devo richiamare l'attenzione di quest'Aula sulla mia regione, il Molise, e sulla situazione di grave difficoltà che sta vivendo sia dal punto di vista sanitario ed epidemiologico che economico e sociale. Torno, appunto, a mettere in evidenza la crisi sanitaria che sta piegando la mia regione; per di più, dal 12 marzo, il Molise è privo del commissario alla sanità a seguito delle dimissioni del commissario Giustini. Credo che questo vuoto sia dannoso e pericoloso per i miei corregionali ed è necessario, quindi, che il Governo presti particolare attenzione alla mia terra, per non lasciarla indietro, perché merita attenzione e rispetto.

Poi c'è, ancora, la questione degli operatori sociosanitari, dei professionisti infermieri che sono stati assunti in seguito allo scoppio del COVID-19 a partita IVA e che, ad oggi, non hanno la tutela della propria posizione professionale. Poi, non possono non raccogliere il grido di allarme che proviene dalla Confcommercio e dalla Casartigiani Molise…

PRESIDENTE. Colleghi, facciamo cortesemente silenzio; chiedo scusa, deputata Occhionero, porti pazienza qualche secondo. I colleghi che stanno parlando e non hanno, evidentemente, interessi particolari a restare in Aula sono pregati, cortesemente, di accomodarsi fuori, per consentire a chi sta parlando di non essere disturbato e di andare avanti con il suo intervento. Colleghi, non vi fate chiamare per nome, perché è veramente fastidioso. Prego.

GIUSEPPINA OCCHIONERO (IV). Grazie, Presidente. Come dicevo, non possiamo non raccogliere il grido di allarme che proviene dalla Confcommercio Molise e dalla Casartigiani Molise, che chiedono soccorsi immediati con il rafforzamento di tutte le risorse dedicate ai ristori. Deve immediatamente agire il presidente Toma della nostra regione, perché chi ad oggi ha dovuto abbassare le saracinesche per fronteggiare l'emergenza COVID deve poterle rialzare il prima possibile. Il Molise è zona rossa da tanto tempo e tutto ciò rischia di corrodere in maniera irreversibile la nostra produttività e, quindi, anche di minare la stabilità sociale della nostra regione. Sì, quindi, alla prosecuzione delle prescrizioni e delle misure di contenimento del virus, ma bisogna consentire alle attività commerciali di rimanere in vita. Per tutto ciò, chiedo che il Governo presti particolare attenzione e vigili sul mio Molise, per non lasciare mai indietro i cittadini molisani.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Filippo Sensi. Ne ha facoltà.

FILIPPO SENSI (PD). Grazie, Presidente. Poche ore fa, la madre e la sorella di Patrick Zaki sono andate a trovarlo nel carcere di Tora, a Il Cairo, dove da più di un anno è recluso, prigioniero del regime egiziano; dico “regime”, non dico “Governo”. Alla richiesta di Patrick di consegnare una lettera da affidare alla madre e alla sorella, i suoi carcerieri hanno risposto che “…stavolta, no; un'altra, magari”, così come succede da un anno, tra speranze e disillusioni a ogni udienza. Lo vedremo libero? Stavolta, no; un'altra, magari, così da un anno e oltre. Come la chiama lei, Presidente, una detenzione senza uno straccio di motivazione, una? Io la chiamo tortura. Come lo chiama lei, Presidente, un anno a dormire per terra in cella? Io lo chiamo tortura.

Come lo chiama lei, Presidente, l'infinito rosario di udienze e di rinvii che tengono Patrick nella sua cella? Io lo chiamo tortura. Come chiama lei, Presidente, un sistema che annienta, frustra e spegne un ragazzo che chiede solo di poter tornare a studiare? Io lo chiamo tortura. Io lo chiamo tortura. Per questo, Presidente - e concludo -, invito da quest'Aula a continuare a firmare la petizione di Station to Station e Change, perché a Patrick Zaki, torturato, venga immediatamente conferita la cittadinanza italiana e chiedo, per il suo tramite, alla Ministra dell'Interno e al Governo di correre, di non indugiare, perché il cittadino italiano Zaki, torturato a Tora in Egitto, sia finalmente libero (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Eugenio Zoffili. Ne ha facoltà.

EUGENIO ZOFFILI (LEGA). Grazie, signor Presidente. Prendo la parola per esprimere, a nome mio e del gruppo della Lega, piena solidarietà, Presidente, ai pastori, ai pastori sardi che sono sottoposti a procedimento penale in seguito alle proteste del febbraio 2019 in Sardegna. Per alcuni di loro è già arrivata l'archiviazione, per altri, purtroppo, ancora no. Quelle manifestazioni - lo voglio richiamare in quest'Aula - furono il momento più drammatico di quei giorni di protesta, una protesta che ha raccolto intorno ai pastori il sostegno e la partecipazione dell'intero popolo sardo, e non solo. Il latte versato per strada - vi ricordate, colleghi? -, i presidi, le mobilitazioni in tutta l'isola sono stati strumenti di rivendicazione da parte dei pastori di un diritto sacrosanto. La partecipazione a manifestazioni di protesta è cosa diversa da atti di violenza o intimidazioni, rispetto ai quali chiediamo, ovviamente, che ci siano invece il massimo rigore e la massima fermezza. I pastori, già colpiti duramente dalla crisi del prezzo del latte, non possono essere perseguiti per aver difeso il diritto al riconoscimento del loro lavoro. Auspico e auspichiamo che coloro i quali hanno partecipato in quei giorni alle manifestazioni di protesta, che si sono svolte senza incidenti e nel rispetto delle norme, vengano prosciolti e chiedo - e guardo i colleghi e tutte le forze politiche presenti in quest'Aula - unità e coesione. Sono a disposizione, Presidente: la Lega è a disposizione dei pastori di Sardegna (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marco Bella. Ne ha facoltà per due minuti.

MARCO BELLA (M5S). Grazie, Presidente. Vorrei leggere in quest'Aula alcuni estratti di una lettera di Diego Repetto, un docente di matematica e fisica di un liceo scientifico genovese. Scrive il docente: “Ho accolto con sconcerto e profonda amarezza la decisione di chiudere le scuole superiori. Premetto che sono consapevole delle enormi difficoltà vissute nell'ultimo anno dagli esercizi commerciali, i cui proprietari hanno tutta la mia comprensione. Credo che in un Paese civile gli ultimi posti a chiudere dovrebbero essere proprio le scuole, di ogni ordine e grado. Non mi risulta che ci siano studi scientifici che provino che nell'ambiente scolastico ci si ammali più che nei bar, nei ristoranti o nei centri commerciali”, e, mi permetta, Presidente, con gli assembramenti che vedo nell'Aula, aggiungerei l'Aula di Montecitorio. “Chiudere le scuole è una visione mercato-centrica, sbagliata da un punto di vista etico, miope da un punto di vista sanitario e sociale. Si stanno, infatti, sottovalutando le conseguenze psicologiche negative su un'intera generazione, già evidenti per chi, come me, ha a che fare ogni giorno con i giovani. Nei prossimi anni pagheremo a caro prezzo il disagio psichico e socio-relazionale vissuto dagli adolescenti durante la pandemia. Ai problemi psicologici si sommeranno, inoltre, quelli di carattere cognitivo. La tanto reclamata didattica a distanza, seppur utile in casi estremi, non può essere pensata come una valida alternativa alla didattica in presenza. Ai mancati introiti di bar, ristoranti e altre attività commerciali è pur sempre possibile porre rimedio attraverso rimborsi economici. Per i problemi psicologici e per i deficit cognitivi è molto più difficile e non necessariamente meno caro. Una chiusura delle scuole andrebbe, quindi, presa in considerazione…

PRESIDENTE. Concluda.

MARCO BELLA (M5S). …esclusivamente dopo aver adottato tutte le misure utili per limitare la diffusione del virus e aver attuato la chiusura di altri luoghi in cui può avvenire il contagio”.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mauro Rotelli. Ne ha facoltà per un minuto e trenta secondi.

MAURO ROTELLI (FDI). Grazie, Presidente. Ieri, come lei ben sa, è stata la Giornata mondiale dedicata all'acqua, soprattutto al suo uso e al suo risparmio. La finanziaria del 2021, che abbiamo votato in quest'Aula, ha previsto l'istituzione del bonus idrico, la cui effettiva entrata in vigore era prevista per questo mese, in maniera particolare proprio dal 1° marzo. Ad oggi, purtroppo, Presidente, questa misura non può essere utilizzata per la mancanza dei famigerati decreti attuativi. Attraverso questa misura si può arrivare a risparmiare, secondo studi del CRESME, addirittura 414 milioni di metri cubi di acqua l'anno. Le aziende italiane, Presidente, sono pronte, perché attraverso la ricerca e l'innovazione sono già in grado di dare risposte in questo senso, quindi è fondamentale accelerare l'attivazione dei decreti attuativi, in maniera tale che di questa risorsa non soltanto si possano ridurre gli sprechi ma che, attraverso queste giornate che poi quest'Aula fa diventare pratica, nella legge si possa aumentare la consapevolezza dell'uso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato De Filippo. È l'ultimo intervento di fine seduta. Ne ha facoltà, per due minuti.

VITO DE FILIPPO (PD). Presidente, non posso non riportare l'attenzione di quest'Aula sulla situazione dello stabilimento Stellantis di Melfi. Da molte settimane, i dipendenti, il territorio, con gli amministratori, l'indotto e le organizzazioni sindacali segnalano uno stato di tensione permanente all'interno di quella struttura industriale per le prospettive incerte. Non ci sfugge la strategia internazionale della nuova azienda che vede strutture industriali in 50 Paesi del mondo, ma questo non può significare incertezza sul fronte anche del lavoro e dell'occupazione. L'azienda e il Governo devono dare garanzie a questa struttura, che è collocata in un punto strategico e anche di grande difficoltà, qual è il Mezzogiorno. Il Ministro Orlando, che abbiamo sentito, ha già avviato alcune iniziative e speriamo che faccia la stessa cosa anche il Ministro Giorgetti. Vorrei ricordare a quest'Aula che il Piano di ripresa e resilienza, una straordinaria iniziativa che l'Europa ha messo in campo, è stato organizzato e ha definito anche i profili finanziari proprio in ragione di un grande divario che esiste nel nostro Paese tra Nord e Sud. Noi speriamo, come stiamo notando anche già dal lavoro delle Commissioni, che stanno dando pareri su quel piano, che vi sia una centrale attenzione verso il settore dell'automotive e verso una garanzia occupazionale in tanti stabilimenti, a partire dal più innovativo e più noto stabilimento della FIAT nel nostro Paese, qual è quello di Melfi.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 24 marzo 2021 - Ore 9,30:

1. Discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti di Stefano Esposito (deputato all'epoca dei fatti). (Doc. IV-ter, n. 11-A)

Relatore: PITTALIS.

2. Seguito della discussione del disegno di legge e del documento:

S. 1721 - Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea - Legge di delegazione europea 2019-2020 (Approvato dal Senato) (C. 2757​)

Relatore: DE LUCA.

Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea (Anno 2019). (Doc. LXXXVII, n. 3)

Relatrice: IANARO.

3. Seguito della discussione delle mozioni Ianaro ed altri n. 1-00423, Rossello ed altri n. 1-00428, Panizzut ed altri n. 1-00435, Noja ed altri n. 1-00437 e Lollobrigida ed altri n. 1-00439 concernenti iniziative volte a implementare la produzione e la distribuzione di vaccini anti Covid-19, anche attraverso l'autorizzazione temporanea della concessione di licenze obbligatorie .

4. Seguito della discussione delle mozioni Polidori ed altri n. 1-00433, ElisaTripodi ed altri n. 1-00434 e Meloni ed altri n. 1-00438 concernenti iniziative a sostegno e tutela delle donne .

5. Seguito della discussione delle mozioni Molinari ed altri n. 1-00414, Fregolent ed altri n. 1-00417, Prestigiacomo ed altri n. 1-00418 e Fornaro ed altri n. 1-00429 in materia di individuazione del deposito nazionale per il combustibile nucleare irraggiato e i rifiuti radioattivi .

(ore 14,30)

6. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

(ore 15,30)

7. Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista del Consiglio europeo del 25 e 26 marzo 2021.

La seduta termina alle 19,25.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: ALESSANDRO BATTILOCCHIO (A.C. 2524​)

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 2524​). L'accordo in esame delinea una cornice giuridica entro cui rafforzare la cooperazione bilaterale tra le Forze Armate dei due Paesi, già avviata nel 1998 con l'entrata in vigore del Memorandum d'Intesa sui sistemi di difesa e relativo supporto logistico. Ci troviamo in presenza di un duplice obiettivo:

1) consolidare le rispettive capacità difensive, 2) migliorare la comprensione reciproca nel settore strategico della Difesa, con effetti potenzialmente positivi in tutta una vasta serie di ambiti.

Una sinergia che cresce, si amplia e si potenzia. Una collaborazione che va avanti da diversi anni anche operativamente sul campo.

Mi fa piacere in questa Aula ricordare, ad esempio, che Italia e Corea operano già fianco a fianco nell'ambito dell'operazione UNIFIL in Libano sotto l'egida dell'ONU. Il battaglione della Repubblica Coreana, il cosiddetto ROKBATT, dipende dalla Joint Task Force Lebanon Sector West a guida Italiana (a sua volta dipendente dal Comando UNIFIL a guida italiana con il Generale Del Col).

O anche che dal 2013 l'Italia è tornata nell'UNC (United Nations Command) attualmente di stanza a Seoul anche in questo caso sotto l'egida dell'ONU. Si tratta di un Comando nato nel 1950 per assicurare l'armistizio tra le due Coree, ad ulteriore conferma della partnership militare tra i due Paesi.

Peccato che non si sia raggiunto un Accordo sull'accettazione del cosiddetto “principio di bandiera” e quindi i militari italiani non opereranno in Corea e le attività di addestramento avverranno esclusivamente su territorio italiani.

Comunque un passo giusto ed importante nella giusta direzione che conferma l'interesse del nostro Paese in un'area geografica di particolare valore geostrategico. Forza Italia voterà convintamente a favore.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 8 il deputato Cirielli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 30 il deputato Sgarbi ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

nella votazione n. 36 la deputata Bilotti ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 44 il deputato Trizzino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 2945 - quest. preg. n. 1 382 380 2 191 31 349 79 Resp.
2 Nominale Ddl 2934 - em. 1.1 394 390 4 196 22 368 79 Resp.
3 Nominale em. 1.2 402 399 3 200 24 375 79 Resp.
4 Nominale em. 1.3 415 410 5 206 21 389 79 Resp.
5 Nominale em. 1.4 410 407 3 204 21 386 79 Resp.
6 Nominale em. 2.12 417 414 3 208 22 392 79 Resp.
7 Nominale em. 2.13 425 421 4 211 21 400 79 Resp.
8 Nominale em. 2.27 421 418 3 210 24 394 79 Resp.
9 Nominale Ddl 2934 - voto finale 446 408 38 205 397 11 77 Appr.
10 Nominale Pdl 2231 - articolo 1 440 437 3 219 408 29 77 Appr.
11 Nominale articolo 2 442 439 3 220 411 28 77 Appr.
12 Nominale em. 3.100 444 440 4 221 413 27 77 Appr.
13 Nominale articolo 3 450 447 3 224 417 30 77 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale articolo 4 438 435 3 218 407 28 77 Appr.
15 Nominale articolo 5 445 444 1 223 416 28 77 Appr.
16 Nominale Pdl 2231 - voto finale 445 441 4 221 412 29 76 Appr.
17 Nominale Pdl 2232 - articolo 1 443 440 3 221 439 1 76 Appr.
18 Nominale articolo 2 444 441 3 221 440 1 76 Appr.
19 Nominale em. 3.100 444 441 3 221 440 1 76 Appr.
20 Nominale articolo 3 453 450 3 226 450 0 76 Appr.
21 Nominale articolo 4 452 449 3 225 449 0 76 Appr.
22 Nominale Pdl 2232 - voto finale 446 443 3 222 441 2 76 Appr.
23 Nominale Ddl 2415 - articolo 1 450 448 2 225 448 0 76 Appr.
24 Nominale articolo 2 451 448 3 225 447 1 76 Appr.
25 Nominale articolo 3 445 443 2 222 443 0 76 Appr.
26 Nominale articolo 4 441 439 2 220 439 0 76 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale Ddl 2415 - voto finale 440 438 2 220 438 0 76 Appr.
28 Nominale Ddl 2522 - articolo 1 440 438 2 220 438 0 76 Appr.
29 Nominale articolo 2 438 436 2 219 436 0 76 Appr.
30 Nominale articolo 3 436 435 1 218 435 0 76 Appr.
31 Nominale articolo 4 429 427 2 214 427 0 76 Appr.
32 Nominale Ddl 2522 - voto finale 449 447 2 224 447 0 76 Appr.
33 Nominale Pdl 1768-A - articolo 1 443 442 1 222 441 1 76 Appr.
34 Nominale articolo 2 437 436 1 219 436 0 76 Appr.
35 Nominale em. 3.100 438 436 2 219 435 1 76 Appr.
36 Nominale articolo 3 423 421 2 211 421 0 76 Appr.
37 Nominale articolo 4 434 432 2 217 432 0 76 Appr.
38 Nominale Pdl 1768-A - voto finale 436 434 2 218 433 1 76 Appr.
39 Nominale Ddl 2524 - articolo 1 433 431 2 216 431 0 76 Appr.


INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 45)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale articolo 2 430 429 1 215 428 1 76 Appr.
41 Nominale articolo 3 425 423 2 212 423 0 76 Appr.
42 Nominale articolo 4 426 424 2 213 423 1 76 Appr.
43 Nominale articolo 5 425 423 2 212 422 1 76 Appr.
44 Nominale Ddl 2524 - voto finale 415 413 2 207 413 0 76 Appr.
45 Nominale Doc. IV, n. 9-A 407 407 0 204 407 0 76 Appr.