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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 466 di mercoledì 10 marzo 2021

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANNA RITA TATEO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascari, Brescia, Casa, Colucci, Covolo, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Gebhard, Giachetti, Lorefice, Magi, Occhionero, Perantoni, Ribolla, Serracchiani, Silli, Tasso e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 92, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,35).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il collega Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Sull'ordine dei lavori perché ieri sono comparse delle FFP2, mascherine cinesi, come riportato da questo simbolo, che oggi sono state prontamente rimosse e sono state occultate, come se qualcuno avesse avuto qualche cosa da nascondere. Purtroppo non vi è il Presidente Fico, al quale chiediamo delle risposte e al quale avremmo chiesto delle risposte oggi stesso in Aula, ma le chiediamo suo tramite al Presidente Fico perché - vede - oltre a cinesizzare ulteriormente la Camera dei deputati italiana, che dovrebbe rappresentare lo sforzo dell'Italia di rialzarsi, non la prostrazione al dragone cinese, oltre ad essere in spregio alle tante aziende italiane che il suo Governo ha chiesto di riconvertirsi nella filiera, salvo poi dire a queste medesime aziende che si sono riconvertite che non avremmo poi comprato le mascherine di queste aziende, vietando l'esportazione a queste aziende, quindi inginocchiandole ulteriormente, c'è un tema che conoscono tutti, forse al netto del Presidente Fico, ovverosia che buona parte delle mascherine cinesi che hanno inondato il mercato italiano non hanno la corretta capacità filtrante. Allora, come gruppo di Fratelli d'Italia, siamo qui a chiedervi quali certificazioni, quali certezze avevamo sui certificatori, sulle certificazioni di queste mascherine che, provenendo dalla Cina, ingenerano più che legittimi dubbi alla luce dei “pacchi” che la Cina ha già tirato allo Stato italiano tramite il commissario Arcuri. Quindi volevamo sapere quali certezze abbiamo, chi fossero i certificatori, perché ieri c'erano e perché oggi siano state rimosse e lo vorremmo sapere evidentemente non da lei, ma dal Presidente della Camera Fico, onnipresente quando ci sono le dirette televisive, un po' meno presente quando deve rispondere a domande puntuali della Camera dei deputati. E lo facciamo - e termino, Presidente - anche per ricordare che in un Paese normale le FFP2 che ci sono qua, a simbolo della capacità dell'Italia di rialzarsi in piedi, dovevano essere quelle delle aziende italiane riconvertite a questa produzione, alle quali voi avete impedito, come Governo, di esportare e alle quali voi, come Governo, non date commesse perché le date tutte ai cinesi, che allungano, anche sanitariamente, le loro mani sul Paese e oggi, grazie a voi, sulla Camera dei deputati (Commenti). Attendiamo delle risposte, che non siano quelle ululanti (Commenti) provenienti da questa sinistra…

PRESIDENTE. Collega!

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). …anche adesso che è sempre dalla parte di tutte le bandiere del mondo, al netto di quella tricolore, che per noi è incarnata anche da quelle aziende a cui voi avete imposto di produrre mascherine (Commenti), salvo dare le commesse ai cinesi…

PRESIDENTE. Collega, si rivolga alla Presidenza.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE….anche alla Camera dei deputati ((Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Fornaro. Collega, se è sullo stesso argomento la faccio parlare, altrimenti rispondo al collega Delmastro Delle Vedove.

FEDERICO FORNARO (LEU). È sullo stesso argomento.

PRESIDENTE. Prego.

FEDERICO FORNARO (LEU). Sullo stesso argomento e soprattutto per chi ci ascolta, perché chi ci ascolta credo debba sapere che esiste - e mi fa strano che il collega Delmastro Delle Vedove non lo conosca - l'istituto dei Questori. Si dà il caso che uno dei tre Questori appartenga al suo gruppo: si rivolga al collega Cirielli per avere queste risposte (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali) ed eviti questa demagogia! Dopodiché “ululanti” credo che, se qualcuno ascolta, erano altre voci e non certo le nostre (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali)!

PRESIDENTE. Allora, collega, per risponderle, la questione è stata sollevata ieri in Ufficio di Presidenza, quindi l'Ufficio di Presidenza si è prontamente attivato per capire esattamente come sono andate le cose. Come ha detto anche il collega Fornaro, i Questori sono stati allertati ed è ovvio che, non appena ci saranno aggiornamenti, l'Aula verrà prontamente informata.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Lollobrigida. Collega, se è sullo stesso argomento, il collega Delmastro delle Vedove ha già fatto richiesta ed io ho già risposto. Non è sullo stesso argomento? Prego.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Non tratterò lo stesso argomento, ma questa è una constatazione oggettiva: la richiesta dei colleghi di chiarimenti al Presidente della Camera, che ha la responsabilità oggettiva di quello che avviene alla Camera, è evidentemente una richiesta legittima. Dopodiché, noi abbiamo già chiesto informalmente al collega Cirielli rispetto a questa vicenda e se oggi alla Camera non vengono più distribuite queste mascherine, è probabilmente anche perché il nostro Questore di Fratelli d'Italia ha denunciato - come lei ricordava - in Ufficio di Presidenza questo accadimento.

Quindi credo che Fratelli d'Italia faccia il suo dovere, sia in Aula, che all'interno dell'Ufficio di Presidenza con una certa puntualità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Liuni, sullo stesso argomento immagino. Ne ha facoltà.

MARZIO LIUNI (LEGA). Sono arrivato adesso e ho colto la questione. Qui l'unico che ha denunciato la cosa sono io, ma non è che voglio una medaglia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Purtroppo è successo un pasticcio, che vediamo tutti insieme di correggere, ma non è questione di medaglie e di bandierine. I Questori fanno il loro lavoro, i segretari il loro lavoro; c'è qualcuno che ha sbagliato e si andrà a verificare cosa è successo. Abbiamo tolto - fatto togliere - la disponibilità di queste mascherine che probabilmente non vanno molto bene, quindi chiudiamola qui. Non è che adesso dobbiamo darci la medaglia di chi ha visto o chi non ha visto. È il lavoro dei segretari e dei Questori e lo facciamo nella maniera migliore (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 9,55. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 9,40, è ripresa alle 9,55.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2066 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 gennaio 2021, n. 2, recante ulteriori disposizioni urgenti in materia di contenimento e prevenzione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 e di svolgimento delle elezioni per l'anno 2021 (Approvato dal Senato) (A.C. 2921​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2921: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 gennaio 2021, n. 2, recante ulteriori disposizioni urgenti in materia di contenimento e prevenzione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 e di svolgimento delle elezioni per l'anno 2021.

Ricordo che, nella seduta di ieri, è stato da ultimo respinto l'articolo aggiuntivo Mollicone 1.02 e che risulta accantonato l'emendamento Rizzetto 1.14.

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 2921​)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il collega Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Scusi, signora Presidente, come lei correttamente ha fatto rilevare, è stato accantonato l'emendamento Rizzetto 1.14. Per l'economia dei nostri lavori, chiederemmo alla relatrice se già si sia avuta una risposta rispetto a questo accantonamento o, eventualmente, quando si intende darla, al fine di poter fare, poi, le opportune valutazioni di merito. Voglio ricordare che non è stato l'ultimo degli emendamenti che abbiamo votato nella serata di ieri, ma era stato accantonato in tempo utile, perché già questa mattina una risposta al riguardo potesse essere fornita.

PRESIDENTE. Collega Foti, mi ha anticipato, perché stavo giusto chiedendo alla relatrice come intenda proseguire nell'esame del provvedimento. Prego.

FRANCESCA ANNA RUGGIERO, Relatrice. Presidente, procediamo con la votazione degli emendamenti e riprendiamo l'emendamento accantonato alla fine.

PRESIDENTE. D'accordo.

Passiamo, quindi, all'articolo aggiuntivo 1.04 Meloni.

Ha chiesto di parlare il collega Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie, Presidente. Nell'affrontare questo emendamento proposto da Fratelli d'Italia, una premessa è obbligatoria: noi, come Fratelli d'Italia, abbiamo sempre chiesto che si rispettino le evidenze scientifiche e lo facciamo anche oggi in questo emendamento che si basa, appunto, su queste. In particolare, al secondo comma, si parla del fatto che il Ministero della Salute indichi, con gli opportuni adeguamenti, rispetto al livello di rischio delle singole regioni. Quindi, è una premessa obbligatoria per dire che la nostra linea è sempre stata quella del massimo rispetto della tutela della salute; però, naturalmente, ricordiamo anche, in materia di riaperture serali della filiera della ristorazione, che il CTS non ha mai espressamente vietato, nei propri verbali, la possibilità di aprire questi esercizi, soprattutto, legandola a un fatto di tempistiche e di orari, e questo lo vogliamo ricordare.

Ma il nostro emendamento serve anche a lanciare un segnale di attenzione rispetto a queste aziende, perdurando le chiusure e non vedendosi, oggettivamente, oggi, la luce in fondo al tunnel. Ricordiamo che sono aziende legate alla filiera del turismo e ricordiamo, ancora, che purtroppo, attualmente, ancora, la filiera del turismo ha visto le proprie deleghe sul turismo molto itineranti negli anni: sono passati dalle attività culturali, all'agricoltura, poi nuovamente alle attività culturali. Oggi è cominciato un percorso che vede sicuramente il tentativo di attribuirgli un Ministero ad hoc, ma con uno strumento sbagliato, che non precluderà, poi, in futuro, la possibilità di metterci mani nuovamente. Quindi, dopo i banchi a rotelle, si è riusciti anche, in qualche modo, a istituire il Ministero a rotelle. Purtroppo - purtroppo - quella del turismo è una filiera estremamente importante, composta da micro aziende. Nelle dichiarazioni del Presidente del Consiglio Draghi abbiamo sentito parlare di piccole e medie aziende, e non crediamo che ignori, il Presidente Draghi, che si sta parlando di aziende con fatturati da 2 a 10 milioni o da 10 milioni a 50 milioni, che non ricomprendono, naturalmente, le imprese della ristorazione, per esempio. Capisco che le imprese della ristorazione interessino poco: è un anno che l'estate massacrando, perlomeno ascoltate chi ne parla, perlomeno questo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! È vergognosa sotto certi aspetti questa cosa. Certo, sono piccole, sono invisibili, non frequentano salotti e non hanno la proprietà degli organi di stampa, però tenetele in considerazione! Non fate, come anche il Ministro Franco, il quale parlando del PNRR, al di là delle fumosità anche procedurali, ha chiarito benissimo che nel Recovery non ci sarà lo spazio per risorse importanti per le micro aziende. Il “decreto Ristori-quinquies” non è pervenuto, il “decreto Sostegni” pare che sia di là da venire e, oltretutto, verrà affrontato in una sorta di monocameralismo di fatto e ha già suscitato le proteste delle categorie.

Niente colpevolmente fatto dai grandi geni che ci hanno governato fino a oggi, sulle dinamiche dei costi fissi, evidenziando un'ignoranza di fondo sulle problematiche delle aziende. Voi non sapete e, quindi, non potete deliberare in modo acconcio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Pensate che appena ci sarà la possibilità di riaprire, tutte queste aziende si troveranno decine e decine di migliaia di euro a debito, perché hanno accumulato tutti questi costi fissi che non sanno veramente come poter pagare: di questo non se ne occupa nessuno! Voi state condannando tutte le aziende che vivono grazie al fenomeno turismo in Italia alla morte definitiva. È una responsabilità vostra! Fratelli d'Italia continuerà a dare dei segnali in questo senso, a tenere aperti i riflettori su queste aziende e a sostenerle in tutti i modi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il collega Vito. Prego.

ELIO VITO (FI). Sì, signora Presidente, so che l'argomento è stato già toccato e lei ha risposto in maniera esauriente, però, se permette, vorrei dire la mia, perché l'intervento del presidente Delmastro Delle Vedove pone alcune questioni, che credo la Camera abbia il dovere di valutare, anche in relazione al provvedimento che stiamo facendo.

Io non condivido l'eccesso di sovranismo e isolazionismo che spesso caratterizza gli interventi del presidente Delmastro Delle Vedove ma, naturalmente, lo rispetto, come rispetto soprattutto le opinioni che non condivido. E credo di essere non l'unico, ma, insomma, sicuramente in quest'Aula tra i pochi che ha dimostrato di non avere simpatie per il regime cinese, anche con gli atti e le posizioni che ho assunto. Credo, però, Presidente, che la tutela della salute debba essere fatta per tutti i cittadini, utilizzando gli strumenti che sono stati comprovati.

Allora, io credo, Presidente, che è notorio che le mascherine FFP2 hanno una protezione di circa il 95-98 per cento, di molto superiore alle chirurgiche, che però costano di meno e che provengono ugualmente dalla Cina. Allora, il problema è che noi avremmo dovuto garantire da subito a tutti, nelle scuole, nei luoghi di lavoro - ahimè, anche alla Camera ai dipendenti e ai parlamentari - la migliore protezione, per consentire nelle scuole, nei luoghi di lavoro e nella Camera la migliore protezione di chi ci lavora e di chi svolge anche delle pubbliche funzioni. Il fatto che sia bastato, Presidente, un articolo di giornale che dice “ah, le mascherine cinesi!”, per farle ritirare e per far aprire un'istruttoria dall'Ufficio di Presidenza, mi pare francamente che metta in discussione ancora una volta, in questa sede, non tanto la tutela della salute ma la tutela della democrazia. Perché, se il Parlamento, se gli Uffici di Presidenza, se chi ci governa sono così deboli da temere un articolo - la provenienza delle mascherine - piuttosto che privilegiare la tutela della salute, mettiamo - lo ripeto - in discussione tutela della salute e tutela della democrazia. Per cui il mio invito è per tutti - lo ripeto: scuole e luoghi di lavoro, compresa la Camera - a rimettere le mascherine FFP2. E se ci sarà una polemica di giornale, il Parlamento e la democrazia sono più forti di una polemica di giornale.

Infatti, proprio sui giornali, a differenza che nella Cina, qui si possono fare le polemiche, ma il Parlamento non indietreggia, l'istituzione non indietreggia, altrimenti diventiamo peggio della Cina, dove i giornali non possono fare polemiche. Il mio invito, quindi, Presidente, è di sospendere l'istruttoria o di aspettare che, mentre prosegue la lunga istruttoria dell'Ufficio di Presidenza, i parlamentari e i dipendenti possano riavere le mascherine FFP2 a tutela della salute, nostra e delle nostre famiglie, auspicando che queste mascherine vengano ora dotate, dal grande cambiamento del Governo Draghi e del generale Figliuolo, anche alle scuole e ai luoghi di lavoro.

PRESIDENTE. Collega, prendo atto delle sue osservazioni e, ovviamente, riferirò al Presidente della Camera.

Riprendiamo il seguito della discussione. Ha chiesto di parlare il deputato Butti, a titolo personale. Ne ha facoltà.

ALESSIO BUTTI (FDI). Sì, grazie, a titolo personale. Io credo che l'intervento del collega Zucconi abbia colto nel segno, se i protocolli di sicurezza, quelli suggeriti dal CTS e applicati dai vari DPCM, hanno un senso. E noi ci riferiamo evidentemente all'evidenza scientifica e mi riferisco a quei DPCM che hanno disciplinato e stanno disciplinando l'accesso ai mezzi pubblici, ai treni e agli aerei, che pure sono ridotti al minimo nelle loro tratte, ma sono stipati al massimo in quanto a passeggeri. Come dicevo, se questi protocolli hanno senso - e concludo -, devono consentire, nel rispetto delle misure, a ristoranti, bar, pasticcerie e gelaterie di lavorare. I problemi di ordine pubblico sono di competenza di prefetti, questori e sindaci.

PRESIDENTE. Concluda.

ALESSIO BUTTI (FDI). Qualche esercente fa il furbo? Va sanzionato, ma non a scapito di tutta la categoria. Chiedo anche di sottoscrivere l'emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Cirielli. Ne ha facoltà. Colleghi, vi chiedo di abbassare il tono della voce. Colleghi, colleghi! Se il collega Cirielli non è presente in Aula, si intende vi abbia rinunciato. Ha chiesto di parlare il collega Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Abbiamo più volte dimostrato come le proposte di Fratelli d'Italia, se poi applicate, non erano demagogiche e non erano fatte per pura propaganda o consenso. Ma, anzi; infatti, mi viene purtroppo da pensare che a volte vengono bocciate, solamente perché vengono proposte da Fratelli d'Italia. Cosa è successo? I ristoranti portano contagi? Non è provato. Le gelaterie portano contagi? Non è provato. Basta vedere quello che sta succedendo in Sardegna, quella zona bianca dove non sono i ristoranti, non sono le pasticcerie, i bar e i luoghi di ritrovo che portano assembramento: li chiudi e gli assembramenti si creano nelle case e nelle piazze. Un errore che sta portando al fallimento di tanti onesti imprenditori (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Questo direi che è il cuore degli emendamenti di Fratelli d'Italia al decreto-legge COVID. È il motivo per cui abbiamo peraltro denunciato che il Governo Draghi altro non sarebbe stato che una banale continuazione del Governo Conte-bis, plasticamente e incontrovertibilmente rappresentato dalla sciagurata decisione di mantenere Speranza al Ministero della Salute: l'uomo i cui neuroni concepiscono, come unica strategia per uscire dalla crisi pandemica, le chiusure; l'uomo che per un anno ha saputo solo studiare lunari e marziani codici Ateco per inginocchiare bar, ristoranti e pizzerie; l'uomo che non ha mai pensato a protocolli di sicurezza per oltrepassare la crisi e consentire alle nostre aziende, come noi stiamo chiedendo, di aprire in sicurezza.

PRESIDENTE. Concluda.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Termino, Presidente, dicendo: l'uomo che ha nascosto il fatto che i monatti stanno al Governo, perché non hanno organizzato i trasporti, e ha tentato di rappresentare il fatto che gli untori sarebbero bar, ristoranti e pizzerie, che noi vogliamo difendere…

PRESIDENTE. Deve concludere.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). …chiedendo di adottare protocolli di sicurezza, per farli riaprire ora, adesso, immediatamente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente, in linea con quanto già detto dai colleghi che mi hanno preceduto, riteniamo che ci possa e ci debba essere una ripresa per questo nostro Paese, attraverso ovviamente quelle che sono le regole del momento, ma soprattutto anche la differenziazione che riguarda sia le zone gialle rispetto a quelle arancioni, ma sulle attività che devono essere riaperte. Sembra, devo dire, di rileggere un po' già quello che abbiamo votato o votato in modo contrario, come Fratelli d'Italia, nel Governo Conte-bis, senza in qualche modo nessun cambiamento, nessuna possibilità per l'economia di rinascere e per la gente di poter riprendere a vivere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signora Presidente, questo non è un emendamento di solidarietà, questa è un'opportunità che ha il Parlamento per cercare di rimettere in moto una filiera produttiva che è stata una delle più massacrate in questo anno di emergenza sanitaria. Voglio, peraltro, dire che ristoranti, bar, pub, non fanno un servizio solo di natura, diciamolo così, di svago o servono solo come momento di socializzazione; molti di questi esercizi assolvono a una funzione e ad un esercizio che è di natura sociale, perché vi sono centinaia di migliaia di persone che ogni giorno, lavorando e studiando, necessitano dei loro servizi. Il tenerli chiusi è delittuoso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento è veramente centrale, perché tocca una problematica inerente ai ristoratori penalizzati. Volevo brevemente porre l'attenzione sul fatto che questi protocolli di sicurezza, come diceva anche il collega Butti poc'anzi, poi vanno attuati e i ristoratori investono, investono risorse per poter mettere a norma e in sicurezza i loro ristoranti, dopodiché gli viene detto che tutto il loro lavoro, il loro impegno, è stato vano perché tanto i ristoranti rimarranno chiusi. Mi rivolgo anche, come criticità, alle derrate di cibo, spesso comprate e che poi, dopo poche ore, devono essere praticamente gettate via perché c'è la chiusura del ristorante. Direi che su questo ci vogliono, più che ristori, indennizzi, perché i danni sono ingenti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Sì, grazie Presidente. L'emendamento presentato dall'onorevole Meloni e illustrato dal collega Zucconi pone l'accento su un tema fondamentale: non esiste la certezza che siano i ristoranti il vettore, il centro del contagio; non esistono pronunciamenti in tal senso del CTS che ci raccontano che i ristoranti possono determinare il dilagare del Coronavirus. Peraltro, gli stessi ristoratori diciamo che possono stare aperti fino alle 18 e dopo no. Allora, mi si faccia capire se il virus va a nanna dopo le 18 o, evidentemente, prima, il contrario (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Questo è il tema sul quale, secondo me, l'attenzione dovrebbe derivare…

PRESIDENTE. Concluda.

MARCELLO GEMMATO (FDI). …dal pronunciamento del CTS: quando non c'è certezza - e concludo, Presidente -, noi ci dovremmo attenere a ciò che ci consigliano gli esperti. Sicuramente gli esperti non ci hanno consigliato corbellerie di questo tipo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Io credo che sia arrivato il momento, per il Presidente Draghi, per questo Governo, di mettere mano al CTS, perché è assolutamente evidente che non servono dei geni o dei supertecnici per disporre delle chiusure indifferenziate; servono, invece, persone capaci di dare un protocollo che possa essere seguito dai ristoratori, dai bar, ma da tutte le categorie, affinché si possa riaprire in maniera ragionata, lentamente. Ed è questo di cui parla questo emendamento. Noi, con l'emendamento Meloni, abbiamo contrassegnato delle differenze fra le zone gialle e le zone arancioni, ma dobbiamo dare l'opportunità a questi lavoratori di tornare ad occuparsi delle proprie aziende e di ritornare a competere liberamente sul mercato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Anche oggi, come ieri, Fratelli d'Italia fa delle proposte concrete a tutela di alcune categorie che sono state, in modo del tutto ingiustificato, penalizzate rispetto ad altre.

Ieri abbiamo parlato delle palestre e delle piscine, che possono tranquillamente aprire nel rispetto delle norme di sicurezza. Oggi pensiamo a pub, ristoranti, pasticcerie, gelaterie, che sono state invitate dal Governo ad adottare tutte le misure di distanziamento e igienizzazione, facendo degli investimenti, ed è un dato di fatto oggettivo che possono tranquillamente aprire nel rispetto del distanziamento, nel rispetto delle norme di sicurezza, senza alcun pericolo di creare occasioni di assembramento. E quindi non c'è nessun motivo di costringere a fallire e a stare chiuse delle realtà, che, in compenso, non ricevono nulla dal punto di vista degli indennizzi rispetto al calo totale di fatturato che subiscono. Quindi, un appello al buonsenso e a un cambio rispetto al Governo Conte-bis (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. È sufficiente farsi un giro qui intorno a Palazzo Montecitorio per vedere e verificare gli effetti della gestione della pandemia da parte del Comitato tecnico-scientifico del Conte-bis e, oggi, purtroppo, del Draghi-ter. Io mi rivolgo sempre, in particolare, ai colleghi del centrodestra, che sono qui oggi rappresentati e che sono anche al Governo, per verificare la crisi strutturale di queste strutture che hanno chiuso e l'assurdità dell'orario posto alle 18, dal momento che sono strutture che rispettano tutti i protocolli, la prevenzione, la sicurezza e, addirittura, il tracciamento. L'appello è a sostenere questo emendamento perché è assolutamente a favore di categorie ormai allo stremo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Io non mi illudo che, dopo la scena che abbiamo visto in questo Parlamento ieri rispetto alle palestre, ci sia un cambio di passo nei confronti dei ristoratori; un cambio di passo che avevate promesso dopo la fine del Governo Conte 2 e che non stiamo assolutamente vedendo con l'inizio del Governo Draghi; un cambio di passo che, però, è necessario, perché i ristoratori non ce la fanno più. E non so se voi dormite sonni tranquilli nel pensare che ci sono intere famiglie che oggi, a causa di restrizioni assurde, fantasmagoriche, che non hanno alcuna rilevanza scientifica, stanno soffrendo una crisi economica senza pari. Se il Coronavirus “vien di notte con le scarpe tutte rotte”, sottosegretario, allora ce lo dovete dire; se così non è, allora dovete riaprire! È l'unica cosa che dovreste fare per dare una mano all'Italia seria, che fa rispettare le regole, che fa rispettare i protocolli, che vuole lavorare, che non si arrende al vostro reddito di cittadinanza, che non si arrende al divano né alle poltroncine su cui voi siete tanto accomodati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. Dobbiamo imparare a convivere col virus: questo è da un anno il refrain, anche giusto, che sentiamo. Convivere vuol dire vivere insieme, non chiudere tutto perché c'è il virus. Voi, nei precedenti Governi, avete stabilito dei protocolli perché i ristoranti potessero essere aperti: bene, fateli aprire. Non c'è nessun dato che dà ai ristoranti e ai bar il valore di centro di contagio. È chiaro che è un modo velato di mantenere un lockdown permanente in un Paese che ha bisogno di rinascere, che ha bisogno di ricominciare a fare impresa, a lavorare, a fare vita sociale, nei limiti e nelle prescrizioni dovute. E allora, siccome in tanti in quest'Aula abbiamo sostenuto insieme tante campagne a favore dei ristoratori, credo che sia il momento, questo, di assumerci le responsabilità anche in Aula, non solo sui social e non solo sui giornali. Votiamo perché i ristoranti possano tornare a essere aperti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Prisco. Ne ha facoltà. Se non è presente il collega Prisco, si intende che abbia rinunciato all'intervento. Ha chiesto di parlare il collega Silvestroni. Ne ha facoltà. Non vedo il collega Silvestroni presente, quindi vado avanti. Ha chiesto di parlare il collega Silli. Ne ha facoltà.

GIORGIO SILLI (MISTO-C!-PP). Grazie Presidente, per annunciare il nostro voto favorevole a questo emendamento, perché si tratta di un emendamento di buonsenso. Come Cambiamo!-Popolo Protagonista abbiamo presentato un ordine del giorno al riguardo e sulla linea del nostro leader, il governatore della Liguria Giovanni Toti, pensiamo che laddove c'è la necessità di chiudere serva rigore assoluto, ma laddove la situazione non è così grave i ristoranti devono avere la possibilità di lavorare e di non andare verso la morte certa, così come sono stati indirizzati in quest'ultimo periodo. Ci sono emendamenti di buonsenso che è giusto analizzare e valutare se votarli o meno. Ieri il collega Napoli ha parlato delle palestre e delle piscine, oggi ci sentiamo assolutamente in pace con la nostra coscienza nel votare l'emendamento presentato da Fratelli d'Italia sui ristoranti (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Cambiamo!-Popolo Protagonista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (M-EUR-MAIE-PSI). Grazie Presidente, se i colleghi di Fratelli d'Italia lo permettono vorrei sottoscrivere questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) anche perché io vivo in prima persona questo disagio di una categoria che è probabilmente tra le più penalizzate, insieme ai gestori di palestre e di centri sportivi, che dopo aver osservato con grande meticolosità tutte le prescrizioni che sono state emanate si trovano ancora a dover seguire questo stop and go che provoca a mio parere un grave disagio economico. La ristorazione si collega strettamente al turismo che è una delle grandi risorse del nostro Paese e che dovrebbe essere una voce importante, probabilmente la più importante, del nostro bilancio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Guardi Presidente, noi abbiamo fatto notare ieri che il Parlamento serve a modificare anche gli errori che eventualmente il Governo fa e quindi sentire tante forze politiche ieri che sulla vicenda delle palestre erano d'accordo su una correzione di rotta, ebbene era una cosa bella. Dopodiché noi qui dobbiamo fare delle scelte e su questa vicenda dei ristoranti io non vorrei che si ripetesse quello che è avvenuto ieri. Ieri il PD e il MoVimento 5 Stelle hanno votato contro, in linea con il Governo Conte, per tenere le palestre chiuse. Se però i colleghi che si sono astenuti avessero votato con noi in maniera favorevole quell'emendamento sarebbe passato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e allora il mio invito è a non ripetere lo stesso errore anche oggi e permettere la riapertura in sicurezza di tutte le strutture che in Italia possono seguire i protocolli di sicurezza, compresi i ristoranti. Quindi l'invito è a votare favorevolmente: magari ci riusciamo a vincere una battaglia che il centrodestra fino a oggi ha sostenuto con grande veemenza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie Presidente, sottosegretaria Malpezzi, con questo emendamento a prima firma di Giorgia Meloni chiediamo che ai ristoranti venga permesso di lavorare oltre le ore 18 e all'interno della chiusura delle ore 22. Vede, noi abbiamo passato molti mesi a chiedervi del perché di questa irrazionale scelta che tutto quello che può funzionare fino alle 18 non funziona più dopo le 18. E' una scelta irrazionale, è una decisione irrazionale alla quale non abbiamo mai trovato risposta. Ma io le faccio una domanda, che è quella che mi fanno i miei dipendenti che molte volte mi domandano perché quando escono dal mio ristorante alle 18 loro devono uscire dal ristorante, ma possono entrare dentro metropolitane piene di gente. Io non riesco a dare una risposta a loro e non riesco a spiegargli perché quello che non funziona nel mio ristorante distanziato, invece può essere concesso all'interno di metropolitane sovraffollate. Se lei ha la risposta mi farebbe veramente una cortesia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie Presidente, il fatto che intervengano anche altri colleghi delle altre forze politiche per sottoscrivere, e li ringraziamo, questo emendamento e lo sostengano, è la dimostrazione che questa è stata una battaglia del centrodestra dall'inizio di questa pandemia. Io credo che il Governo precedente, ma incominciamo a temere anche questo Governo, abbia individuato due capri espiatori della pandemia: i ristoranti e le palestre. E allora poiché entrambi invece sono in gravissima difficoltà economica e soprattutto sono nelle condizioni di poter lavorare in estrema sicurezza rispettando i protocolli, non possiamo continuare a dire che devono stare chiusi perché forse non sappiamo dirgli come dovrebbero stare aperti. Noi cominciamo a pensare che il motivo è solo ed esclusivamente questo. Per cui, colleghi, non facciamo l'errore che abbiamo fatto ieri.

Su questa cosa abbiamo chiesto tutti insieme ripetutamente l'apertura serale dei ristoranti. Ripeto, Presidente, stiamo parlando delle zone gialle, non delle zone dove c'è una situazione grave ma delle zone dove non c'è una situazione grave; per cui, adottando tutti i provvedimenti necessari, come la prenotazione online e il distanziamento, non si vede e non si capisce perché non si possano riavviare i ristoranti in sicurezza in queste condizioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Visto che noi chiediamo - e poi li chiudiamo - ai ristoratori milioni di regole e protocolli da rispettare, adesso io le domando se è legittimo, senza distanziamento, che io intervenga da qui, se è legittimo, senza sanificazione, che si intervenga allo stesso microfono in cui intervengono gli altri colleghi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché queste regole stringenti che noi abbiamo chiesto - anzi, che voi avete chiesto - ai ristoratori, ai baristi, ai negozianti per tentare di tenere aperto e poi nuovamente chiuderli con provvedimenti illogici, questi signori, spendendo risorse proprie, le hanno rispettate, quando non si riesce neanche alla Camera a farle rispettare…

PRESIDENTE. Concluda.

EMANUELE PRISCO (FDI). Presidente, sto parlando con lei.

PRESIDENTE. E io le sto dicendo che deve concludere.

EMANUELE PRISCO (FDI). Sì, vado concludendo, ma lei capisce che gran parte della difficoltà di questo intervento viene dal fatto che non ci sono le condizioni. Le chiedo se non altro di rimontare il microfono al centro dell'Aula perché consenta a tutti i parlamentari di svolgere la propria funzione, che è quella di rappresentare il popolo sovrano e non di fare le belle statuine pigiando un bottone. Io intendo farlo rappresentando il popolo sovrano…

PRESIDENTE. Grazie, collega.

EMANUELE PRISCO (FDI). … rappresentando anche le istanze dei ristoratori e dei baristi che voi non volete riaprire con provvedimenti che sembrano ogni giorno più illogici (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.04, Meloni, con parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Colleghi, vi ricordo che le fotografie non sono ammesse.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 2-bis.01 Mollicone. Ha chiesto di parlare il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie Presidente, innanzitutto con una battuta, essendo il settecentesimo anniversario della morte di Dante, ricordo l'indimenticabile pagina degli ignavi, quindi, tutti questi voti di astensione forse non fanno onore a quest'Aula.

Questo emendamento, a mia prima firma, con la collega Frassinetti, nato in Commissione VII (Cultura), va, come potete vedere, a ridefinire lo stanziamento dei fondi per la filiera culturale. In particolare, propone di stanziare mezzo miliardo per il 2021 e mezzo miliardo per il 2022, in particolare per la filiera sportiva (quella culturale seguirà dopo, con un emendamento analogo a questo). Ieri c'è stata la manifestazione a Piazza del Popolo con gruppi ormai spontanei che si organizzano e vengono a Roma a protestare. Ci sono tutte le strutture sportive, come ha ricordato Giorgia Meloni, anche in Aula ieri e sui giornali, che sono allo stremo; ci sono strutture sportive, ma lo vedremo tra poco con il prossimo emendamento, anche i teatri, i luoghi di cultura, i centri culturali, le associazioni culturali. Quindi, siete riusciti nell'improbo compito di abbattere le tre filiere più importanti e caratterizzanti dell'Italia: quella turistica, della ristorazione che abbiamo visto adesso, quella dello sport, che stiamo vedendo con questo emendamento, e poi con il prossimo, quella culturale. Non lo facciamo per propaganda o demagogia. Andate a controllare tutti gli atti, tutti i provvedimenti dall'inizio della pandemia, andate ad ascoltare tutte le audizioni con il Ministro Franceschini e con l'ex Ministro Spadafora (non vi siete neanche messi d'accordo su chi dovrà rappresentare la delega ancora): Fratelli d'Italia c'è, c'è sempre stata, con proposte a favore delle categorie, con proposte per maggiori indennizzi, che non siano spiccioli o elemosina di Stato, come state dando adesso in questi mesi; con proposte costruttive, come quella sulla protrazione d'orario alle 22, come quella della riapertura delle palestre, dei finanziamenti. Andate a chiedere ad un gestore di palestra quanti soldi ha ricevuto, ad un operatore sportivo quale elemosina gli avete dato: andateglielo a chiedere e vi sentirete rispondere ormai con rassegnazione, con rabbia, con indignazione, rispetto a questo tema!

Colleghi della maggioranza, ho grande rispetto di tutte le scelte, anche di quelle che hanno portato una parte del centrodestra al Governo.

Tuttavia, non vorrei che il bianco di quell'astensione sia il bianco della rassegnazione di chi si è arreso al virus e a questa gestione inaccettabile della pandemia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Butti a titolo personale. Ne ha facoltà.

ALESSIO BUTTI (FDI). Presidente, in Italia, purtroppo, anche in epoca di normalità, il mondo dello sport, soprattutto quello dilettantistico, quindi anche amatoriale, non gode di particolare attenzione; eppure, è un mondo fatto di volontari, di educatori, di centinaia di migliaia di praticanti che incontrano sistematicamente mille problemi di ordine burocratico nel rapporto con le amministrazioni. Ovviamente, si barcamena tra le carenze economiche; tutto questo nell'epoca di normalità. Immaginate dopo un anno di lockdown a singhiozzo e di divieti imposti. Chiedo di apporre la mia firma su questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie Presidente, torniamo a parlare del mondo dello sport. Sono solidale con le varie associazioni, chi, per esempio, esercita fitness, con le palestre ma anche con i centri sportivi o le piscine. Hanno bisogno di aiuto; come già denunciato ieri, gli aiuti, gli indennizzi non sono mai arrivati, sono stati equiparati quasi anche come ai collaboratori; vi sono professionisti che, dopo la conclusione del ciclo di studi, hanno aperto un'attività e si ritrovano oggi in ginocchio. Abbiamo avanzato richieste per le “zone bianche”, richieste per le “zone gialle” in totale sicurezza. C'è bisogno di una presa di coscienza, c'è bisogno che voi decidiate di invertire la rotta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà,

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie Presidente, con questo emendamento Fratelli d'Italia, dopo aver vanamente tentato di correggere il tiro a questo Governo, di chiedere un cambio di passo sulle aperture, per consentire appunto aperture in sicurezza, perché il popolo italiano, almeno la parte sana del popolo italiano, non rimanga ad attendere la provvidenza di Stato, vi chiediamo, con riferimento alle associazioni sportive e alla filiera dello sport, che voi inginocchiate, perché scelleratamente, senza nessun supporto tecnico-scientifico, tenete chiuse, quantomeno di ristorarli in termini assolutamente degni di questo nome. Per questo Fratelli d'Italia ha proposto un emendamento che prevede 500 milioni a favore della filiera del mondo dello sport nel 2021 e nel 2022. Non avete idea di come far ripartire l'Italia, quantomeno ristoratela per le vostre improvvide, infauste, sciagurate scelte antieconomiche (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie Presidente, l'emendamento di Fratelli d'Italia in esame chiede la revisione di un contributo per gli anni 2021 e 2022 di 500 milioni per annualità a fondo perduto a sostegno del settore, dell'impiantistica sportiva e soprattutto di quell'indotto che ieri abbiamo più volte sottolineato essere importante non soltanto dal punto di vista economico, ma proprio in termini di benessere dei nostri cittadini. Credo che la soluzione, che continua in qualche modo ad essere una costante di tutti i Governi, non può essere soltanto chiudere tutto, senza fare distinzioni rispetto alle esigenze, alle necessità ma, soprattutto, ai contagi. Vorrei che questo Governo non fosse ricordato, come negli altri casi, come il Governo di Ponzio Pilato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, la convinta adesione del gruppo di Fratelli d'Italia all'emendamento presentato dal collega Mollicone nasce anche da una considerazione direi spontanea: le associazioni sportive dilettantistiche interessate da questo emendamento svolgono un'indubbia funzione sociale. Vorrei ricordare che tantissimi giovani sono stati sottratti alla strada, alla droga, alla microcriminalità da queste associazioni. Ieri, qualcuno ha detto che le associazioni sportive non ce la fanno più ed è vero, ma il Parlamento cosa fa, lo gnorri o prende atto della situazione e vota l'emendamento di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Presidente, colleghi, torniamo ancora su questo argomento così importante che è la situazione disastrosa in cui versano le associazioni sportive e le palestre. Basta girare il territorio - io l'ho fatto in Brianza, in provincia di Monza -, andando a visitare queste palestre, per vedere la desolazione più assurda, per vedere persone che hanno impegnato risorse nel rifacimento delle docce, delle strutture, per mantenere il distanziamento, e questo silenzio che cala in queste strutture perfette completamente vuote deve lasciarci pensare e intervenire per tutto quello che queste persone hanno fatto, essendo costrette ugualmente a mantenere le loro strutture chiuse.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. L'emendamento in oggetto, a prima firma Mollicone, evidentemente pone l'attenzione di Fratelli d'Italia e noi speriamo di tutta quanta l'Aula rispetto a una categoria produttiva del nostro Paese che, come ricordato, è particolarmente mortificata dalle condizioni di restrizione. In sostanza, noi chiediamo che negli anni 2021 e 2022 venga dato un ristoro di 500 milioni di euro, evidentemente da dividere fra tutti gli aderenti a questo comparto, proprio per far sentire la vicinanza dello Stato, delle istituzioni a un comparto essenziale, soprattutto in questo momento, al quale dobbiamo detto: dovete chiudere, ma parimenti vi diamo la possibilità di vivere e, anzi, purtroppo, di sopravvivere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. È davvero difficile comprendere l'indifferenza di quest'Aula e l'indifferenza del Governo al grido di aiuto lanciato dalle associazioni minori. Noi sappiamo, non solo, che questo comparto è importantissimo per mantenere in essere, salda, la nostra struttura sociale, ma sappiamo anche che da questo comparto dipende la vita di migliaia di famiglie. E, allora, in un gesto di assoluta lungimiranza il collega Mollicone ha presentato un emendamento che si occupa non di ristorare, ma di dare la possibilità a queste società di continuare ad avere un futuro, motivo per il quale all'interno dell'emendamento è previsto anche il fondo per il 2022. Un'ultima nota - davvero pochissimi secondi - non c'è alcuna indicazione contraria da parte della Commissione bilancio, perché questi soldi sono già stanziati.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Il Governo, finora, ha messo in ginocchio l'intero comparto dello sport, oltre un milione di operatori, un indotto di oltre 8 miliardi all'anno, con indennizzi quasi inesistenti e, quindi, con il rischio, per migliaia e migliaia di persone, di chiudere le loro attività e di non arrivare alla fine del mese. Quindi, avete due possibilità: o accettate le proposte di Fratelli d'Italia di riaprire in sicurezza queste strutture o accettate il nostro emendamento di dare degli indennizzi veri, reali e dignitosi. In questo momento, non state facendo nessuna di queste due cose e state uccidendo il mondo dello sport.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Ancora una volta noi presentiamo un emendamento che trova un suo consenso fuori da questo palazzo e non lo trova perché noi ci marciamo sopra, ma lo trova perché sta nei bisogni degli italiani e, poi, troviamo invece, all'interno di questo palazzo, persone che fuori dicono una cosa e qua, probabilmente, ne fanno un'altra. È gravissimo quello che è successo ieri, ma è ancora più grave quello che succederà oggi, perché continuate a certificare, respingendo i nostri emendamenti, una continuità pesante rispetto a quello che è successo in questo anno di restrizioni che non hanno portato assolutamente a nulla.

Un anno fa esatto l'Italia andava in lockdown, un anno fa esatto. In un anno avete costretto intere categorie a restrizioni e, dopo un anno, voi tornate a parlarci di lockdown…

PRESIDENTE. Concluda.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Forse dovreste farvi la domanda che queste restrizioni non sono servite, forse dovreste farvi la domanda che avete, ingiustamente, messo in ginocchio intere categorie per farci tornare esattamente allo stesso punto di un anno fa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (M-EUR-MAIE-PSI). Grazie, Presidente. Ho accennato nel mio precedente intervento, brevemente, al settore dello sport che, naturalmente, come è stato ricordato, sta subendo pesantemente le ripercussioni di questa crisi. Io sono un dirigente di una federazione sportiva nazionale, qualche giorno fa rieletto al consiglio nazionale, e durante quell'assemblea è venuto fuori tutto il disagio delle associazioni sportive e delle imprese che lavorano nello sport per il fatto che non possono esercitare.

Noi abbiamo un grave problema sociale, è stato ricordato, perché non diamo ai nostri ragazzi la possibilità di praticare sport in senso più professionale che non sia la corsetta all'aperto, un disagio economico che riguarda tutte le aziende e tutte le associazioni sportive e, poi, anche un disagio sanitario, perché, lo abbiamo detto e dico una banalità, fare sport fa bene e, quindi, evitare di poterlo fare in condizioni di sicurezza è un danno naturalmente alla salute dei cittadini.

Pertanto, esorto anche alla riflessione di poter riaprire quelle strutture che operano in modalità one to one; abbiamo diverse richieste in questo senso e diverse segnalazioni per questa modalità.

Per concludere, io di nuovo chiedo ai colleghi di Fratelli d'Italia se è possibile sottoscrivere il seguente emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Claudio Borghi. Ne ha facoltà.

CLAUDIO BORGHI (LEGA). Grazie, Presidente. Allora, questo intervento è per ricordare - qui sappiamo tutti che cosa sta succedendo, da casa magari qualcuno può avere il dubbio che noi siamo impazziti e non abbiamo a cuore l'interesse dello sport, dei disabili, dei ristoratori o similari - che è evidente che la Lega ha in forte considerazione gli interessi di queste categorie, è evidente che siamo entrati nel Governo anche per sostenere queste categorie, perché, forse, non c'è la controprova, ma se non ci fosse stata la presenza del Governo, probabilmente adesso già sarebbe tutto chiuso, tutto, a pranzo, a cena, non solo la sera, non solo la notte, ma anche la mattina e anche di mezzo, perché in qualche maniera l'impostazione di totale chiusura che c'era nel Governo precedente, lentamente, sta venendo contrastata (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Quindi, c'è una differenza fra cercare di fare le cose e legittimamente fare delle iniziative social che, poi, possono, per carità, avere il loro successo. Io, ormai, sono qua da tre anni e ho capito come funziona, sono stato in maggioranza e sono stato in opposizione; sono lotte legittime quelle di presentare in un decreto in scadenza degli emendamenti a favore di tutto, e ve ne potrei aggiungere altre di categorie che in questo momento sono ingiustamente trascurate da questa maratona oratoria, ma è evidente che le cose vanno gestite nei modi, nei tempi e negli strumenti adatti per poterle risolvere.

Noi stiamo provando in questa maniera, non siamo sicuri di riuscirci;, lo ripeto, non siamo sicuri di riuscirci, ancora adesso sento parlare di zone rosse globali e cose di questo tipo. Ebbene, è ovvio che noi non siamo a favore delle chiusure di tutti e siamo a favore di riaprire in sicurezza e con i risarcimenti adatti per chi è costretto a chiudere, questa è la nostra posizione. Lo stiamo facendo all'interno del Governo, questo è il nostro tentativo, ci riusciremo, non ci riusciremo? Non lo so, ma adesso già, secondo me, un po' di cambio di passo si vede e questi sono fatti e non sono schermaglie parlamentari (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Il tema proposto con questo emendamento è veramente un tema che avevamo già in qualche modo anticipato ieri, parlando di alcuni settori del mondo sportivo. In questo caso, ovviamente, parliamo anche cogliendo l'occasione per sottolineare la necessità di supportare con indennizzi seri quelle tante società sportive che permettono di mantenere un tessuto sociale, ma che permettono anche di educare, di far crescere in modo sano i nostri figli, e che, chiuse ormai anche per provvedimenti, spesso illogici, assunti dal Governo, probabilmente non sopravvivranno con la semplice rete di volontariato agli esiti di questa pandemia. Quindi, se vogliamo realmente che lo sport riparta, che lo sport di base, che lo sport dilettantistico, che lo sport amatoriale riparta, bisogna metterci delle risorse.

PRESIDENTE. Collega, deve concludere.

EMANUELE PRISCO (FDI). Questo emendamento mette di fronte a tutti la cartina di tornasole: o si fa o non si fa. Se si vota a favore si scommette sul futuro di questo mondo, se si vota contro si condanna questo mondo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Silvestroni. Ne ha facoltà.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Presidente, 100 mila centri sportivi italiani, dove 20 milioni di cittadini fanno sport, rischiano il collasso quotidianamente; perciò sono indispensabili le misure di sostegno previste con questo emendamento per cercare di scongiurare il fallimento dello sport, che è socialità, che è salute. Per cui il fondo perduto per le associazioni sportive dilettantistiche è l'unica possibilità di salvare questo settore, e quindi credo che il collega Borghi della Lega su questo emendamento, nonostante quello che abbia detto e che noi capiamo, dovrebbe fare uno sforzo e votarlo, invece di astenersi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Napoli. Ne ha facoltà.

OSVALDO NAPOLI (MISTO-C!-PP). Grazie, Presidente. Il mondo dello sport certamente è il settore della salute, ma è un grande settore economico. Noi abbiamo dato fiducia a questo Governo, ma è necessario però, oggi, con tutto il rispetto, che il Governo abbia un senso di realismo e faccia uno scatto in avanti, che capisca qual è la situazione reale del Paese e che capisca qual è la situazione reale dell'economia e dello sport in questo momento.

Negli ultimi dodici mesi abbiamo parlato di virologi, di curve, di vaccini, di monopattini, di banchi con le rotelle. Abbiamo passato un mese chiusi e dieci giorni aperti, e stiamo andando avanti in questa maniera. Negli Stati Uniti, oggi, ci sono più vaccini che contagi. Si è distribuita ricchezza, ma non si è avuta la capacità di crearla. Noi puntiamo su alcuni aspetti e ci auguriamo che il Governo capisca il nostro intendimento: noi puntiamo sul nuovo turismo, noi puntiamo sulle ristorazioni, noi puntiamo sullo sport, puntiamo sulla pubblica istruzione, sulla sanità, sulla formazione e siamo contro la burocrazia.

Lo dico ai miei colleghi amministratori, in modo particolare del Partito Democratico: siamo ancora al livello della legge Bassanini, in cui si impedisce di prendere le responsabilità ai sindaci di poter firmare. Ha ragione allora il Presidente Draghi quando, nel suo discorso, ha detto: attenzione alla paura della firma. Si ha paura della firma e continuiamo a fare e a firmare carte su carte per poter raggiungere un obiettivo finale che poi si raggiungerà dopo anni. Allora, credo onestamente che su questo settore dello sport, se non si riesce a capire l'importanza economica del futuro, vuol dire che non si è minimamente dentro il Paese, dentro la realtà del Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Lo volete capire che è finito il momento delle chiacchiere? Basta dire “bisogna avere tempo, bisogna trovare gli strumenti”. Lo strumento c'è, c'è questo emendamento. Questi operatori del settore sono in ginocchio, non ce la fanno più. Bisogna intervenire subito! Basta, è finito il momento delle chiacchiere, di andare alle manifestazioni per far vedere che sono accanto a questi operatori.

Noi, Fratelli d'Italia, chiediamo subito interventi. Quindi bisogna votare oggi questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Grazie a Fratelli d'Italia noi oggi parliamo di problemi reali, veri, dei quali più o meno si sono occupati tutti, anche se con scarse soluzioni. Abbiamo portato la discussione su argomenti molto importanti, come la ristorazione, le palestre, la riapertura delle palestre, ma anche la vaccinazione sui più deboli; tutte cose che ieri con un voto, e anche oggi, noi potremmo cambiare. Abbiamo dimostrato che c'è il tempo per andare al Senato. Quindi, lo dico con molta simpatia al collega Borghi: non sono iniziative social, sono emendamenti che vengono posti all'attenzione del Parlamento e con un voto, con un voto di coscienza, con un voto a favore di queste categorie, potremmo cambiare le loro sorti. Per dirlo con una sintesi, siamo quello che facciamo, non siamo quello che diciamo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Donzelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. Ho ascoltato, come sempre, con molto interesse l'intervento dell'amico Claudio Borghi, con cui mi sono ritrovato a fare più volte battaglie di opposizione anche quando eravamo insieme in consiglio regionale in Toscana. Sa benissimo che non è vero che l'opposizione fa battaglie social, ma porta i propri contributi propositivi. Mi permetto anche di dire che Fratelli d'Italia ha sempre detto che farà un'opposizione costruttiva e, quando arriveranno provvedimenti che riterremo utili, voteremo a favore. Soprattutto, avendo presentato dei programmi elettorali in comune, siamo pronti a votare tutti i provvedimenti utili agli italiani che arriveranno dagli amici della Lega e di Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ma, con tutto il rispetto, credo che sarebbe utile che gli amici della Lega e di Forza Italia votassero liberamente a favore degli interventi utili all'Italia che presenta Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché funziona così, siamo qui a servizio degli italiani.

PRESIDENTE. Concluda.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Chiudo dicendo banalmente che si può votare a favore come parlamentari liberi e non si deve rimandare dicendo “ci sarà il tempo”, perché queste categorie sono in ginocchio e aspettano da un anno le risposte. Il tempo è ora e il luogo è questo, che è il Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (IV). Grazie, signor Presidente. Penso che il tema dello sport debba essere affrontato con serietà e rispetto. Alcune categorie sono chiuse dal 20 ottobre e non sanno quando riapriranno; non si può dare un'incertezza ad attività lavorative fatte di persone che hanno spesso studiato, che hanno aperto attività in proprio, che hanno perso i loro risparmi e che magari, proprio perché lo hanno fatto nell'ultimo anno utile, non hanno ricevuto i ristori. Quindi mi auguro che il nuovo decreto che sta venendo alla luce tolga le ingiustizie che sono state fatte con i precedenti “decreti Ristori”, che si tolga il codice Ateco e che si guardi una struttura, quella dello sport, che è in ginocchio. Il grido d'allarme lo danno addirittura le grandi squadre di calcio di serie A, che pure continuano a giocare, che hanno i diritti televisivi; figuriamoci gli sport amatoriali e gli sport di base. Noi non voteremo l'emendamento di Fratelli d'Italia per senso di responsabilità, però glielo dico, sottosegretaria Malpezzi, e lo dico anche al Ministro D'Incà, che è qua presente: è ora forse che i CTS si aprano ad un confronto con le realtà, perché rispetto chi ha studiato un settore, quello dei virus, e sta cercando di trovare una soluzione, ma spesso non capiscono e non conoscono le realtà a cui fanno riferimento. Ci sono palestre che si sono già attrezzate facendo percorsi individuali, ampliando le strutture, non facendo quegli sport con attività aerobiche che potrebbero fare aumentare i contagi, si sono già premunite di igienizzare i luoghi, e quindi non capisco perché a loro venga negata la loro attività e invece si permetta ad altre attività di rimanere in piedi. È come se ci fossero figli e figliastri in questa pandemia, che, invece, sta colpendo tutti duramente, però alcuni settori più di altri. Quando si riaprirà il mondo dello spettacolo, il 27 marzo, si darà una speranza a quelle strutture di poter riaprire. Invece, il mondo dello sport sta aspettando ancora una data. Non ha neanche una persona a cui fare riferimento, perché non c'è ancora la figura del sottosegretario, cosa che mi auguro che venga presto nominata. Ma non è soltanto la mancanza di una figura: è la mancanza di una prospettiva che sta fiaccando gli animi di persone serie che prima dell'estate avevano fatto degli investimenti seri e concreti per poter aprire in sicurezza e si sono visti chiudere le loro attività da ottobre, senza avere una data di riapertura e una prospettiva di vita (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Bond. Ne ha facoltà.

DARIO BOND (FI). Presidente, l'intervento che mi ha preceduto è carico di buonsenso. È un intervento che fa una fotografia esatta e devo ringraziare Fratelli d'Italia che ha posto la questione, perché, vedete, moltissime società sportive non è che siano andate via e hanno chiuso in maniera irresponsabile: hanno investito. Hanno investito su protocolli, ma il CTS - e io lo continuo a dire dall'inizio della pandemia - oltre a non ascoltare è andato avanti per la sua strada, con delle teorie che sono molto, molto discutibili. Allora, mettiamo mano a questo CTS, diamo una sorta di competenza specifica su argomenti specifici, sport, cultura, musei, palestre, e allora a quel punto lì probabilmente anche gli operatori capirebbero meglio certi provvedimenti. Ma “no”, un “no” assolutamente “no”, senza discussione e senza tenere in considerazione quello che il territorio fa. Aggiungo anche - e ringrazio il presidente Sibilia, perché sta facendo una battaglia e ha fatto una battaglia sulle squadre di promozione del calcio - che anche lì molte di queste squadre non partecipano al campionato perché si trovano completamente fuori gioco sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista dei protocolli sanitari. Allora - e concludo - è necessario intervenire su questo comitato tecnico-scientifico e dare responsabilità a questi: che diano delle indicazioni precise e nette, senza creare confusione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Valente. Ne ha facoltà.

SIMONE VALENTE (M5S). Grazie, Presidente. Io intervengo per sottolineare, dopo tanti interventi anche dei miei colleghi condivisibili, quanto sia necessario intervenire per fornire i giusti ristori a tutto il mondo delle società e delle associazioni sportive, perché è evidente che è uno dei settori che è stato colpito di più da questa pandemia ed è forse quello che dovrebbe ricevere più risposte, soprattutto in termini economici. È per questo che anch'io auspico che nel prossimo decreto l'attenzione del Governo sia rivolta soprattutto a quelle società, associazioni, palestre, piscine e impianti che stanno facendo sacrifici da mesi e che ormai non riescono più ad andare avanti e vedono veramente il burrone a un passo, gettando al vento tutti i sacrifici che hanno fatto per costruire le proprie attività. Quindi, il mio invito è, tramite lei, Presidente, a che il Governo abbia una grande attenzione verso questo settore. Al dibattito voglio aggiungere anche un tema, quello della chiusura delle palestre della salute. Io già a dicembre 2019 ho segnalato questo problema al Ministro Speranza, perché se parliamo di palestre della salute stiamo parlando di soggetti che si curano attraverso l'esercizio fisico, persone con patologie e problemi metabolici che, a causa della chiusura delle palestre, non possono svolgere attività fisica e, quindi, curarsi.

Quindi, noi andiamo sempre di più verso un problema estremamente grave in termini sanitari e di salute di queste persone, che ovviamente peggioreranno il loro stato e la loro patologia e alcune sicuramente moriranno, perché, ovviamente, se queste persone, soprattutto con patologie più gravi, non si curano, anche attraverso l'esercizio fisico, subiranno dei danni gravissimi. Quindi, aggiungo questa cosa al dibattito, in modo che sia il CTS ma soprattutto il Governo almeno abbiano attenzione a questi centri, a queste palestre della salute che in alcune regioni funzionano benissimo, anche in alcune strutture ospedaliere, in modo che almeno queste attività fin da subito possano essere riattivate.

Per il resto, la vicinanza del MoVimento 5 Stelle al mondo dello sport e delle attività motorie è sempre stata molto importante e continuerà a esserlo e per questo continueremo anche le nostre battaglie per inserire più ristori possibile nel prossimo decreto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ruffino. Ne ha facoltà.

DANIELA RUFFINO (MISTO-C!-PP). Grazie, Presidente. Mi rivolgo a lei, ovviamente per suo tramite al Governo e all'Aula, per dedicare un attimo a quello che sta capitando oggi in ogni piazza dei piccoli centri e dei grandi centri italiani, con le scuole chiuse e i nostri ragazzi… è evidente, ma saremmo poco connessi alla realtà se non pensassimo che i nostri ragazzi siano per strada, nelle piazze, spesso senza mascherina. Allora, scuole chiuse, palestre chiuse, negozi chiusi, e noi realisticamente pensiamo a quello che sta capitando, alla difficoltà che i giovani stanno vivendo.

Dall'altro lato, perché non si riesce a dare fiducia alle nostre attività? Sono state stabilite delle regole che prontamente sono state adeguate da parte di bar, di ristoranti, di palestre.

Ho seguito l'ultimo intervento del collega e io penso non serva più la vicinanza ai ristoratori, alle palestre, alle realtà che stanno soffrendo e che moriranno; e dico una frase forte: la morte della malattia e la morte per carenza di lavoro è comunque terribile.

Invito il Governo, in questo momento comprendendo le grandi difficoltà, a ragionare su questi temi e su questi aspetti e sia chiaro: se le scuole sono chiuse, i ragazzi sono fuori; se le palestre fossero aperte, se i centri sportivi fossero aperti, nel rispetto delle regole, daremmo un'opportunità importante ai nostri giovani, che non possono più permettersi di frequentare le piazze, non in questo caso, nel rispetto delle regole (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Cambiamo!-Popolo Protagonista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il collega Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. È una discussione grottesca quella a cui stiamo assistendo. Noi dai banchi di Fratelli d'Italia chiediamo attenzione per alcune cose semplici, il mondo dello sport, il mondo della ristorazione, e tutti si alzano per sostenere che le nostre richieste sono legittime, tutti sostengono che sono legittime (diceva giustamente la collega prima che non serve vicinanza). Allora, quello che serve, cari colleghi, non è esprimere la vicinanza ma è esprimere il voto, per cui se condividete queste nostre richieste le dovete votare, perché quello che rimane agli atti è il voto.

Poi, mi consenta, sottosegretario: questo Governo si vanta di essere europeista. Lo scorso 10 febbraio il Parlamento europeo ha approvato una mozione…

PRESIDENTE. Concluda.

SALVATORE CAIATA (FDI). …che impegna i singoli Stati a utilizzare tutti gli strumenti e tutte le attenzioni per riattivare il mondo dello sport, inteso non come industria dello sport ma come strumento e sistema per dare benessere alle popolazioni che vivono un momento di difficoltà.

PRESIDENTE. Collega, deve concludere.

SALVATORE CAIATA (FDI). Allora, l'Europa non usiamola solo quando vi serve; usiamola anche quando ci sono cose come queste, di cui fate finta di non tenere conto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Rossi. Ne ha facoltà.

ANDREA ROSSI (PD). Grazie, Presidente. Questo dibattito in questo momento ci dà la possibilità di accendere un riflettore su un mondo importante come quello sportivo, un mondo fatto da milioni di protagonisti, milioni di sportivi, da migliaia e migliaia di volontari e migliaia di società sportive. Si tratta di un mondo che, ovviamente, ha bisogno di vedere accesi i riflettori. Però, attenzione, perché noi stiamo accendendo i riflettori su un mondo dove purtroppo c'è una responsabilità collettiva, della quale noi, anche la politica, oggi deve essere comunque consapevole poiché porta una responsabilità, dove le politiche pubbliche per quel mondo non sono mai state messe al centro del nostro agire, le risorse non sono mai state sufficienti per sostenere quel mondo lì e non possiamo solo oggi accorgerci di quel mondo, nel momento in cui giustamente arriva da quel mondo un lamento e un grido d'aiuto e di attenzione di fronte alle chiusure.

Il tema dello sport dovrebbe avere un'attenzione 365 giorni all'anno nelle politiche pubbliche, dall'ente locale o territoriale, che sia un comune, fino alle politiche di questo Governo e di questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) ed è per questo che io spero - e lo dico alla sottosegretaria Malpezzi - che ci sia la possibilità, a breve, appunto di avere un riferimento, un'interfaccia, per poter avere un dialogo e attivarsi nel migliore valore che porta in sé lo sport, che è quello dell'unità delle forze politiche e non dello scontro, perché lo sport porta nel suo DNA non un colore o una bandiera, ma porta l'unità, porta il fatto che tutti noi dobbiamo ringraziare quel mondo, ma anche sostenerlo.

E allora - per concludere, Presidente - mi faccia dire e fare una valutazione: quel mondo lì oggi è rappresentato da due grandi sistemi. Vi è il sistema che comunque ha costruito anche una valenza e porta con sé un ristoro e un ritorno economico; parlo delle tante attività che hanno un valore anche commerciale, imprenditoriale, che sono le palestre di fitness, che sono appunto le piscine e i centri natatori, che hanno bisogno di vedere determinate risposte, che non possono essere le stesse risposte che noi dovremmo dare invece al mondo dello sport di base, al mondo delle associazioni dilettantistiche, delle associazioni sportive, delle SSD e delle ASD perché comunque devono avere risposte diverse.

Ai primi bisogna giustamente dire con certezza quando e come possono riaprire e nel prossimo decreto qual è il ristoro economico che noi garantiamo, perché comunque sono in grande sofferenza; ai secondi non è sufficiente dire quale può essere il sostegno economico, bensì dobbiamo dire in prospettiva qual è la nostra idea di sport in questo Paese, come lo sosteniamo, attraverso anche la possibilità di mettere in campo un incentivo, un incentivo strutturale che parla del credito d'imposta, ad esempio sulle sponsorizzazioni, che parla della possibilità di ampliare quelle che sono oggi le detrazioni per chi fa attività sportiva, cioè dare una visione. Perché lì c'è bisogno, in quel mondo lì, di dare una risposta, perché in questo momento qui c'è un mondo che sta comunque facendo attività sportiva, perché le attività sportive delle scuole calcio, piuttosto che le attività sportive della pallavolo stanno continuando, ma hanno bisogno di avere da parte nostra la possibilità di esprimere una visione per sostenere ovviamente quello che è un settore che, in virtù di un contesto socio-economico di difficoltà, sta soffrendo alla pari di tanti altri settori.

Quindi, mettiamo in campo una visione per lo sport, ma mettiamola in campo sapendo bene quelli che sono gli attori che abbiamo di fronte: sono attori appunto che fanno dello sport un'attività imprenditoriale, sono attori che hanno di fronte un'attività di infrastruttura sociale sul territorio e sono attori - come ricordava giustamente prima anche la collega Fregolent -, diciamo, dello sport di vertice, che non sempre è solo sport di élite, ma che, attraverso lo sport di vertice - penso al calcio - consentono allo sport nella sua totalità di potere vivere. Quindi, diamo risposte, ma che siano risposte di target, perché hanno bisogno questi stessi di avere risposte appunto diverse (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2-bis.01 Mollicone, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 2-bis.02 Mollicone. Ha chiesto di parlare il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente, rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, come ho annunciato prima, in questo altro emendamento andiamo ad affrontare il tema dell'altra filiera duramente colpita, che rappresenta il carattere e lo spirito più alto e più bello della nostra Nazione, che è quello del mondo delle arti, dello spettacolo dal vivo, degli spettacoli viaggianti, della danza, della musica e ovviamente del teatro. Ebbene, noi chiediamo che, con questo emendamento, si provveda a una serie di interventi economici, di veri e propri indennizzi, non ristori, per il periodo in cui abbiamo costretto le strutture a rimanere chiuse e lo facciamo andando a far ricorso al Fondo per le esigenze indifferibili. Ebbene, colleghi, collega Borghi - che rispetto per la sua grande capacità d'analisi e la sua grande capacità speculativa sui problemi, molto spesso anche controcorrente - cosa c'è di più indifferibile nella patria delle arti di garantire il lavoro, la passione e quell'indotto che sviluppa miliardi di euro di PIL che riguarda milioni di italiani e che è stato ormai ridotto allo stremo, come quello dello sport che poc'anzi abbiamo affrontato? Ebbene, noi siamo stati la forza politica che, per prima, ha chiesto la riapertura, sempre e costantemente e abbiamo chiesto il tavolo permanente per la crisi - è stata una vittoria di Fratelli d'Italia -: il tavolo è stato costituito per la prima volta al MiC, come al MiSE per le crisi, paragonando e dando pari dignità alle imprese culturali, come alle aziende industriali dell'industria dei servizi. Ebbene, però questo tavolo permanente serve a consultare le categorie, per cui non comprendiamo, non riusciamo a capire per quale ragione il Ministro Franceschini abbia delegato la scelta della riapertura dei teatri - che noi pure abbiamo sempre sostenuto - al Comitato tecnico-scientifico al 27 marzo. Ebbene, colleghi, quella riapertura, rispetto ad altre riaperture che invece continuiamo a sostenere e che sostengono anche le categorie, è una riapertura sbagliata perché - come sappiamo - la stagione teatrale il 27 marzo, alla vigilia della Pasqua, è completata, è finita normalmente; quindi non ha nessun senso riaprire i teatri, se non quello - e questo è il sospetto che ci viene e che è venuto anche alle categorie che sosteniamo - che qualcuno pensi, anche dal discorso del Presidente Draghi, che, riaprendo i teatri, i ristori già esigui, già limitati, già - non vorremmo dire - ridicoli vengano ridotti o addirittura sospesi. Questo non è possibile! Se può aver senso riaprire i cinema, le scuole di danza, i luoghi di spettacolo e le associazioni culturali e dare vita e risorse a questa filiera, riaprire i teatri senza concordarlo e senza indennizzi, cosa che questo emendamento chiede ed esige, non ha alcun senso, vuol dire che il Comitato tecnico-scientifico non è né tecnico, né scientifico e che non conosce come funziona il mondo dello spettacolo. Per cui, colleghi, collega Borghi, colleghi della Lega, di Forza Italia che noi rispettiamo, e dimostriamo di avere un grande senso della Nazione, perché, come avete visto questa mattina leggendo la rassegna o ascoltando Radio Radicale, c'è stato un appello all'unanimità dalla Commissione cultura sui fondi per l'editoria e questo dimostra che Fratelli d'Italia fa un'opposizione patriottica, costruttiva, ma dovete rendervi conto che l'astensione non è la risposta ai drammi, ormai, personali delle categorie degli artisti, dei ballerini, dei tecnici, di tutti coloro che fanno bella e grande la nostra Nazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.

EDMONDO CIRIELLI (FDI). Grazie, Presidente. Colleghi, Governo, Fratelli d'Italia con questo emendamento persegue una sua battaglia di coerenza, lo fa innanzitutto perché crede nelle cose che scrive e non è che le diciamo o le scriviamo solo quando siamo all'opposizione o perché siamo all'opposizione. Il tema è che in politica - come abbiamo detto è anche uno dei motivi che ci ha spinto a rimanere all'opposizione - la democrazia ha bisogno di un'opposizione che pungola, controlla la maggioranza, la sua funzione, a volte, è persino più importante, ma il tema vero è che chi fa politica deve essere coerente, quindi quando governa deve realizzare e fare le cose che dice da quando milita in politica. Per cui, chi governa deve votare a favore dei provvedimenti che cambiano le cose o portarli in Aula e chiedere il voto a favore (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Butti. Ne ha facoltà.

ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie, Presidente. Qui stiamo parlando dello spettacolo dal vivo che, come è stato ricordato, gode di un'ampia tradizione nel nostro Paese. Stiamo parlando di imprese che, purtroppo, non lavorano da tanto tempo, non ci sono spettacoli, non ci sono concerti e anche la soluzione di riprenderli per poi trasmetterli via rete o in televisione non ha sortito particolari effetti, perché si sa che lo spettacolo dal vivo produce delle emozioni che sono del tutto ignote allo schermo. E dietro ogni evento - e concludo -, oltre agli artisti, ci sono migliaia di operatori che, nell'ombra, sono quelli che ne consentono la realizzazione e, dietro di loro, ci sono famiglie, a cui manca sostentamento e questo contributo a fondo perduto sarebbe una boccata di ossigeno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Più volte abbiamo incontrato i giostrai, quegli artisti dello spettacolo viaggiante, i circensi, veri e propri nuclei familiari che vi hanno dedicato la vita. La beffa è che non solo non hanno potuto lavorare, non hanno incominciato a lavorare e non hanno lavorato da un anno, ma gli aiuti fissati, magari, nell'aprile, quando loro incominciavano a lavorare e non avevamo neanche incominciato l'anno. Che guadagni potevano avere? Tutti quei macchinari lasciati nel giardino. Mai ascoltati, mai aiutati, mai avuto risposte. Famiglie che, nella propria casa, hanno quegli attrezzi che devono sempre manutenzionare, perché sennò arrivano i controlli dello Stato per dirgli che non sono a norma o mal controllati. Allora, mettetevi una mano sulla coscienza: quelle famiglie hanno una dignità, non hanno mai chiesto aiuto, sono abituati a lavorare. E smettetela di dire che noi lo facciamo per propaganda: noi ascoltiamo e diciamo i fatti come sono e non abbiamo paura delle contestazioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Al fine di sostenere convintamente l'emendamento del collega Mollicone, di Fratelli d'Italia, avete chiuso improvvidamente anche la filiera culturale degli spettacoli, avete incredibilmente proposto di riaprirla al 25 per cento, i teatri il 27 marzo, ovverosia quando anche i bambini sanno che la stagione teatrale ormai è conclusa, che sembra una ingiuria ulteriore nei confronti della filiera dello spettacolo. E allora, di fronte a coloro che studiano lunari e marziani codici Ateco per chiudere l'Italia, al posto di immaginare protocolli di sicurezza per riaprirla, almeno dovrebbero sentire, avvertire l'onere morale di risarcire seriamente queste filiere da voi inginocchiate prima ancora che dalla pandemia (Applausi del deputato Deidda). Per questo vi proponiamo 800 milioni per il 2021 e 800 milioni per il 2022 per la filiera culturale.

Si può fare oggi, adesso, immediatamente, non con battaglie social, come dicono alcuni colleghi che hanno smarrito la strada, ma con atti alla Camera che solo Fratelli d'Italia porta all'attenzione dell'emiciclo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Intanto, per sottoscrivere questo emendamento che il collega Mollicone, come primo firmatario, ha descritto nella sua importanza in sostegno ad un contributo a fondo perduto per gli operatori culturali e, soprattutto, per tutto ciò che è spettacolo viaggiante, mostre, gallerie d'arte, tutto quell'indotto che attorno a questo mondo ruota; soprattutto rispetto ad un Paese che è reso eccezionale dall'aspetto culturale e che, probabilmente, forse, non ci si rende conto lo si sta impoverendo giorno dopo giorno, minando alla base chi, in qualche modo, rappresenta il vero, unico e solo ascensore sociale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Presidente, colleghi, questo emendamento è stato presentato dall'onorevole Mollicone anche con la mia firma, perché in Commissione cultura abbiamo fatto e stiamo conducendo una battaglia da almeno un anno, da quando è iniziata questa pandemia, per tutelare la cultura, per tutelare i rappresentanti dell'arte, dello spettacolo dal vivo. In una Nazione come l'Italia, dove tutti si riempiono la bocca della frase “la cultura deve essere un volano”, poi non si incrementa, non si tutela e non si danno indennizzi agli operatori di questo settore, che sono completamente in ginocchio davanti a questa crisi. Se davvero la cultura deve essere un volano per l'economia, cominciamo a fare un primo passo, approvando questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. L'emendamento 2-bis.02 presentato dal collega Mollicone, peraltro da me sottoscritto e firmato e, ovviamente, condiviso nell'essenza, affronta un'altra tematica. Dopo aver parlato di ristoratori, dopo aver parlato di palestre, parliamo delle imprese del settore culturale. In questo emendamento, noi immaginiamo che, nel 2021 e nel 2022, si possano dare 800 milioni di euro proprio per ristorare questa categoria produttiva non dico di élite, perché è evidente che lo sviluppo del volano attuato e messo in campo da questo tipo di imprese riguarda tutto il nostro comparto produttivo. Proprio per questo - e concludo, Presidente -, ritengo che, in questo momento storico per l'Italia, dobbiamo far sentire la nostra presenza anche rispetto alle imprese del settore culturale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. I lavoratori della cultura hanno messo il loro unico, straordinario impegno nel continuare in un settore che è stato penalizzato più di altri, probabilmente. E, allora, è veramente difficile capire come mai questo emendamento di Fratelli d'Italia non venga accolto all'unanimità da questa Assemblea, soprattutto per l'importanza che esso rappresenta e, cioè, per riportare l'attenzione su di un settore, quello della cultura, la cui importanza è una consapevolezza condivisa ed ineliminabile. Noi riteniamo che sarebbe un gravissimo danno non soltanto per tutto il settore, ma, soprattutto, per i cittadini italiani e per lo sviluppo della loro cultura.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Sapete perfettamente come l'intero mondo della cultura, dello spettacolo, del teatro e della danza sia in una situazione drammatica. Le chiusure imposte in questo lungo periodo e l'assenza di reali indennizzi che consentano a queste realtà di sopravvivere è un dato di fatto oggettivo a cui si deve porre termine. Questo emendamento, che propone uno stanziamento di 800 milioni, è il minimo di quanto serva per colmare un vuoto che porterebbe alla chiusura di un patrimonio culturale straordinario della nostra Nazione e che non può essere abbandonato e dimenticato come sta accadendo adesso. Quindi, rivolgiamo veramente un appello alla maggioranza e al Governo a non abbandonare la cultura, lo spettacolo, il teatro, i musei…

PRESIDENTE. Concluda.

CIRO MASCHIO (FDI). …le tradizioni e le realtà che fanno parte del patrimonio della nostra Nazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Anche in relazione all'attività di impresa culturale, noi abbiamo assistito a un colpevole e forse doloso vuoto di sostegno che mette in ginocchio tantissimi operatori. Qui non si tratta di difendere il vezzo di qualcuno che non sa come riempire il proprio tempo libero. Qui si tratta di dare una risposta a tantissimi lavoratori, che hanno fatto della cultura, in una grandissima Nazione come l'Italia, un volano per il nostro territorio, per l'Italia stessa e, allo stesso tempo, uno strumento di lavoro. È quella difesa del lavoro che oggi vi chiediamo di rispettare…

PRESIDENTE. Concluda.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). …un diritto che è tutelato costituzionalmente, una difesa che è necessaria, ai sensi della nostra stessa Costituzione, che voi richiamate, che voi richiamavate in passato a più riprese; ecco, oggi ciò va difeso davvero.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. Noi riteniamo incomprensibile l'atteggiamento del Governo e della maggioranza nei confronti dei settori culturali dello spettacolo e dei teatri. È incomprensibile come si tenga tutto chiuso e si preveda, anch'essa incomprensibile, una riapertura limitata dei teatri a stagione finita, come giustamente diceva il collega Mollicone, quindi impedendo sostanzialmente di svolgere la funzione che i teatri stessi hanno. Non vorremmo che, dietro questa apertura mortificante, vi fosse l'altrettanto mortificante idea di non dover poi sostenere i costi di ristoro e di indennizzo dei teatri stessi. Quindi, noi chiediamo che vengano stanziate queste cifre su questo fondo, questi 800 milioni, affinché questi importanti istituti culturali rimangano aperti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento è sostanzialmente paritetico a quello del mondo dello sport. È un altro settore, quello della cultura, che è stato fortemente colpito dagli effetti, diretti ed indiretti, di questa pandemia e che sembra essere stato colpito anche da provvedimenti spesso assurdi. È stato colpito anche dall'oblio e mi domando e vi domando se l'Italia può permettersi di abbandonare il settore della cultura, avendone rappresentato e tracciato la storia per centinaia e centinaia di anni. Io credo che abbiamo un patrimonio anche di rappresentanza di quello che è stato prima di noi, che il mondo della cultura e dello spettacolo rappresenta e che abbiamo il dovere sacrosanto di difendere come patrimonio nazionale. È per queste ragioni che…

PRESIDENTE. Concluda.

EMANUELE PRISCO (FDI). …chiediamo di sostenere, agli uomini e alle donne libere di questo Parlamento, questo emendamento che consente, se non altro, di trovare qualcosa al di là del fiume, quando questo maledetto periodo di pandemia sarà terminato, e di difendere quel patrimonio straordinario, che è anche il mondo dello spettacolo e il mondo della cultura in questa Nazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Silvestroni. Ne ha facoltà.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Grazie, Presidente. Presidente, scuole chiuse, poi riaperte, ma a distanza, poi chiuse a singhiozzo. La cultura ha subito danni enormi e così anche chi investe e prova a fare impresa in questo settore così importante. Presidente, le imprese del settore culturale, se non vengono aiutate, non supereranno la crisi. Ed è con questo emendamento che chiediamo di dare una speranza a chi investe in cultura.

Quindi, io sottoscrivo l'emendamento e chiedo di votare, sensibilmente, a favore dell'emendamento stesso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Anche questo emendamento è un emendamento importante, perché tutela uno dei settori tra i più colpiti dalla pandemia, il settore della cultura. Interessati sono spettacoli dal vivo, settore musicale, mostre, gallerie d'arte, quindi, tantissimi posti di lavoro a rischio. La chiusura ha portato già una riduzione dei salari e anche licenziamenti; adesso non bisogna più veramente aspettare. Questo è un emendamento che bisogna votare subito.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2-bis.02 Mollicone, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 2-bis.03 Bellucci. Ha chiesto di parlare la deputata Bellucci. Ne ha facoltà. Collega Bellucci? Collega Bellucci, chiede di intervenire? Non chiede di intervenire sul suo emendamento? Siamo al 2-bis.03 Bellucci.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente, grazie, anche per la gentilezza, la cortesia e il doppio passaggio del richiamo al commento all'ordine del giorno. Allora, con questo emendamento, come Fratelli d'Italia, abbiamo avuto l'intenzione di mettere al centro dell'attenzione di quest'Aula la necessità di sostenere i caregiver familiari, che ci piace di più chiamare coloro i quali si prendono cura dei familiari più fragili. Parliamo di persone, come genitori, mariti, fratelli, sorelle, mogli, che si prendono cura di chi non riesce a farcela da solo, non riesce a poter vivere la propria vita senza avere un sostegno ventiquattro ore su ventiquattro, quindi persone particolarmente fragili. A più riprese, durante questa pandemia, vi abbiamo sottolineato la necessità di dovere sostenere e riconoscere quei parenti che offrono così tante amorevoli cure, ancor di più in una situazione, quella pandemica, che ha visto l'assenza di servizi essenziali, come centri diurni, come anche assistenza domiciliare continuativa, come la scuola stessa. Abbiamo visto come quei familiari si siano fatti carico dell'assenza dello Stato, delle istituzioni e dei servizi. Già la loro vita è fatta di rinunce, perché quei caregiver familiari spesso si trovano nella condizione di dover lasciare il proprio lavoro e, oltre a questo, spesso hanno anche difficoltà soltanto a prendersi una pausa, mezz'ora, un'ora, andare a mangiare la pizza, quello che per noi è normale, certo, fuori dai tempi di pandemia, era normale, ma per loro è una condizione esistenziale costante, dal momento in cui quella disabilità gravissima è entrata nella loro vita. E, allora, ritenevamo che fosse indispensabile dargli un riconoscimento, seppur simbolico, perché quella indennità, quei supporti previdenziali, quei voucher che abbiamo chiesto, non sono mai arrivati.

E, allora, troppo spesso abbiamo sentito questo Parlamento, abbiamo sentito il Governo prendere degli impegni, dicendo che il prossimo provvedimento avrebbe, sì, riconosciuto il valore economico e sociale del lavoro fatto dai caregiver familiari. Sì, avete preso un impegno, ma quell'impegno è rimasto lettera morta, e questo lo sapete tutti, perché i caregiver familiari continuamente vi chiedono di far sì che le vostre promesse diventino realtà.

E, allora, non si può più aspettare, come dicevamo anche per la vaccinazione dei disabili gravissimi, delle persone particolarmente fragili, e vi richiamavamo ad un atto di reale aiuto, quindi non una promessa che rimane scritta su un ordine del giorno, ma che possa, invece, quella promessa, diventare vita, vita reale in quelle famiglie che sono le più sofferenti, le più fragili. Anche in questo caso richiamiamo il Parlamento, richiamiamo i colleghi, richiamiamo il Governo, a poter dare un cenno di quella sensibilità che viene detta a parole, ma che non entra concretamente nella casa di quegli italiani. E per questo vi abbiamo proposto di riconoscere una indennità di 2 mila euro in un anno. Siamo ben consapevoli che quei 2 mila euro minimamente corrispondono al valore reale, sociale ed economico del lavoro, ci vorrebbero molti più zero invece di quei 2 mila euro, più zero da aggiungere a quei 2 mila euro, ma almeno questo Parlamento darebbe il segno di una sensibilità, di un rispetto, di un valore etico più alto, che pone i più fragili al centro della propria vita e delle proprie attenzioni.

Per questo, chiedo ai colleghi di poter esprimere parere favorevole e di accogliere oggi, non domani, questo emendamento, che vuole restituire attenzione, rispetto e cura a coloro i quali si prendono cura del bene più prezioso, cioè delle persone in stato di difficoltà e di estrema fragilità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il collega Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Riteniamo che l'illustrazione della collega Bellucci abbia ben spiegato il perimetro della proposta, che non è una proposta, come qualcuno, in maniera un po' dileggiante, ha cercato di qualificare alcuni interventi di Fratelli d'Italia, immaginandola ad uso social, perché è stata una proposta che, al contrario, ha preso coscienza del fatto che la somma indicata è del tutto inadeguata; se avessimo voluto fare, chissà perché, proclami, avremmo potuto ipotizzare ben altre somme. E riteniamo che sia un gesto significativo che residua nella disponibilità del Parlamento, per poter dimostrare come, anche sulle figure dei caregiver familiari, vi è un'attenzione fino ad oggi mancata.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Ecco, questo è un altro emendamento - quello della collega Bellucci, che peraltro vorrei anche sottoscrivere - che pone di nuovo l'attenzione a quelle che sono delle necessità reali del nostro Paese e dei nostri italiani. In questo momento così difficile, non riconoscere un contributo minimo - perché davvero quello che chiede questo emendamento sono fino a 2 mila euro all'anno per quelle persone che si occupano dei propri cari che hanno dei bisogni speciali - e non voler dire oggi “sì” a questo emendamento significa che non abbiamo davvero attenzione rispetto alla realtà vera del nostro Paese; significa che quella luce fuori dal tunnel, che il Ministro Speranza continua a propinarci, la vede solo lui, ma quelli che sono dentro quel tunnel, sono là senza ossigeno, senza ristori, senza mangiare, senza sostegno, senza dignità, senza più nulla.

PRESIDENTE. Concluda.

MONICA CIABURRO (FDI). Quindi, anche in questo caso, come per le palestre, come per i bar, i ristoranti, per tutto il mondo della cultura, anche in questo caso diciamo davvero agli uomini e donne libere di quest'Aula: qui è il momento per risolvere un piccolo problema.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Massimo Enrico Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. In merito a questo emendamento, ci tengo a sottolineare che è presente un testo unificato, sostenuto da tutti i gruppi parlamentari, presso il Senato della Repubblica, proprio in Commissione lavoro. Ebbene, questo testo unificato è fermo da circa due anni, se non di più, proprio per mancanza di un sostegno politico da parte degli stessi gruppi che, comunque, apparentemente, vogliono sostenere questa proposta di legge.

I problemi sono diversi: uno è la definizione giuridica di caregiver, in assenza della quale non è possibile procedere; un'altra questione che mi sta a cuore è la platea, perché l'ultimo documento firmato dalla Ragioneria generale dello Stato prevede che, nell'ambito dell'articolo 3, comma 3, della legge n. 104, i beneficiari sarebbero circa 2 milioni e 100 mila persone: ebbene, moltiplicate per 2 mila euro a testa, fanno circa 4 miliardi e 200 milioni di euro, da stanziare subito nel caso in cui passasse questo emendamento.

Allora io credo che, se dobbiamo fare le persone serie, dobbiamo effettivamente sostenere il progetto di legge, perché, a quanto mi risulta, gli addetti ai lavori hanno detto che i primi firmatari di quella proposta di legge sono stati lasciati soli col cerino in mano da parte di tutte le forze politiche; ed è in quella sede che va sostenuta, per evitare emendamenti demagogici e populistici come questo. E per questa ragione la componente L'Alternativa c'è si astiene, perché io credo che sia veramente scappata la mano nell'alzare l'asticella oltre ogni livello di buon senso, nel momento in cui non si affrontano le questioni nelle sedi opportune e ogni forza politica cerca di mettersi sulla giacca la medaglietta per questa battaglia.

Allora, basta con le medagliette, lavoriamo tutti insieme nelle sedi opportune e pretendiamo dagli uffici tecnici la delimitazione delle platee e la possibilità economica di sostenere effettivamente i caregiver.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Voglio ringraziare la collega Bellucci per aver presentato questo emendamento. Chiedo di sottoscriverlo e pongo una domanda: chi è il caregiver? Molti forse non sanno a che cosa ci stiamo riferendo. Caregiver è una persona che decide di prendersi a cuore - e sinceramente preferisco la nostra definizione italiana - decide di prendersi a cuore, di prendersi cura di una persona che da sola non può prendersi cura di se stessa. Immaginate che tipo di responsabilità sia prendersi cura di una persona che non può curarsi da sola. È una responsabilità grandissima e questa responsabilità, troppo spesso, viene svolta senza neanche le opportune tutele. I caregiver non vengono vaccinati: devono essere vaccinati per stare vicini a queste persone.

Sottosegretario, quello che chiediamo è simbolico: non sono i 2 mila euro che fanno la differenza nella vita di chi decide di abbracciare una missione, perché questo è abbracciare una missione.

PRESIDENTE. Deve concludere.

SALVATORE CAIATA (FDI). Chiediamo un segnale, perché queste persone non si sentano sole e sentano che c'è qualcuno che si preoccupa di loro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. L'emendamento a prima firma Bellucci, peraltro da me sottoscritto, pone l'accento su un tema: il tema è quello della carenza, se vogliamo, dell'assistenza sanitaria territoriale anche per quanto riguarda i disabili, anche per quanto riguarda le persone affette da gravi patologie. Questo perché? Perché è di tutta evidenza che il Coronavirus ha segnato l'assenza della medicina territoriale, il Coronavirus ha segnato l'assenza della medicina e dell'assistenza domiciliare integrata. Con questo emendamento, noi vogliamo rendere giustizia rispetto a un pezzo di sanità che non funziona e rispetto a un pezzo di servizio sanitario e di servizio sociale che non funziona.

PRESIDENTE. Concluda.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Per questo noi chiediamo che questo emendamento - e concludo - venga votato convintamente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Vinci. Ne ha facoltà.

GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie, Presidente. Buongiorno, signor sottosegretario. Leggendo questo emendamento sinceramente non si capisce per quale motivo il Governo non voglia approvarlo e modificare il testo. Non c'è nessuna quantificazione precisa di quello che riguarda l'ammontare, c'è un limite massimo fino a 2 mila euro, quindi il Governo poteva decidere di arrivare fino a 2000 euro ma anche di dare dei rimborsi in misura inferiore. Un Governo e una maggioranza che ci hanno abituato a dare soldi a tutti ma quando si parla di disabili, di aiuto ai disabili - addirittura hanno fatto un Ministero - tutte le volte che c'è un emendamento sui disabili non ascoltano le nostre proposte e sinceramente non vediamo nulla.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Albano. Ne ha facoltà.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretaria Malpezzi, ancora la famiglia, la famiglia con le sue difficoltà, con i suoi problemi al centro dell'attenzione e dell'azione di Fratelli d'Italia anche attraverso questo emendamento che chiedo di sottoscrivere, grazie. Perché la famiglia non è solo il luogo della violenza, la famiglia è il luogo della crescita, dell'educazione e della cura. Stiamo parlando della cura di persone assistite, che hanno una disabilità, una disabilità grave, una mancanza di autosufficienza ai sensi della legge n. 104, articolo 3, comma 3, quindi di un'enorme gravità. Quindi la famiglia, se vogliamo, in questa situazione attraverso i caregiver svolge un'azione di sussidiarietà che le istituzioni devono tutelare, proteggere e soprattutto sostenere. Chiediamo, quindi, di approvare questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Mantovani. Ne ha facoltà.

LUCREZIA MARIA BENEDETTA MANTOVANI (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento presentato dalla collega Bellucci - e che anch'io vorrei sottoscrivere - prende in considerazione la condizione di tutti quegli italiani che si prendono costantemente cura di una persona cara bisognosa di assistenza a lungo termine in quanto appunto non autosufficiente. Ed è un tema che insomma era già forte prima della pandemia e che ha dimostrato la sua grande centralità quando la figura del caregiver è stata l'unica risorsa in termini di assistenza appunto per molte persone. Quindi, per questo io ritengo che sia necessario sostenere questo emendamento e dare a queste figure quel riconoscimento che il loro impegno sociale e assistenziale davvero merita.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2-bis.03, Bellucci, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.6 Lollobrigida. Ha chiesto di parlare il deputato Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo in illustrazione di questo emendamento presentato dal collega Lollobrigida, che sostanzialmente è un emendamento diverso, mi permetto di dire ontologicamente, dagli altri emendamenti da noi presentati. Negli altri emendamenti noi abbiamo mirato ad essere vicini alle categorie produttive.

Abbiamo immaginato che potessero esistere dei ristori, dei compensi economici proprio per andare a supporto delle categorie che in seguito a delle restrizioni che questo Stato aveva imposto, ovviamente avevano subito un danno economico che noi volevamo andare appunto a ristorare. Invece, questo emendamento a prima firma Lollobrigida si riferisce a un'altra fattispecie che a noi sta a cuore parimenti quanto le categorie produttive nazionali, vale a dire la centralità del Parlamento. Noi vogliamo e chiediamo con questo emendamento che il commissario straordinario venga ogni trenta giorni piuttosto che sessanta a riferire alle Camere. Perché noi chiediamo questo? Lo chiediamo in forza di un'esperienza che purtroppo si è maturata in questo anno di pandemia, vale a dire il fatto che il Parlamento non ha avuto centralità nelle scelte prese dal Governo, il Parlamento non ha potuto dare il proprio contributo, il Parlamento non ha potuto esercitare quella che è la sua funzione precipua che gli viene affidata dalla Costituzione, la sua centralità che gli viene affidata dal popolo italiano che, votandoci, ci delega a rappresentarlo in quest'Aula. Io lo ricordo per l'ennesima volta: ci sono stati tanti pronunciamenti del CTS che sono stati secretati. Noi siamo venuti a conoscenza di tante prescrizioni e di tante annotazioni fatte dal Comitato tecnico-scientifico a sei mesi dal momento in cui le stesse sono state promulgate, scritte, sottoposte al Governo, ad agosto e soltanto dopo un'azione da parte di un'associazione culturale e di Fratelli d'Italia, che politicamente ha voluto sottolineare l'importanza che i verbali del CTS venissero desecretati. Quando sono stati desecretati noi li siamo andati a leggere, Presidente, e abbiamo letto negli stessi che per esempio quando c'è stata la prima chiusura durante il lockdown, il CTS non aveva detto di chiudere tutta l'Italia, l'aveva proposta come soluzione, però proponeva come primo approccio quello di dover chiudere le quattordici province del Nord che evidentemente erano attanagliate in maniera più pesante da parte del Coronavirus. Cosa ci racconta tutto questo? Ci racconta che se noi puntualmente avessimo dato centralità a questo Parlamento, se il Parlamento fosse venuto a conoscenza dei dettami del Comitato tecnico-scientifico probabilmente noi non avremmo chiuso tutta l'Italia a marzo quando non ve ne era bisogno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), avremmo lasciato probabilmente il Centro e il Sud liberi, chiaramente ossequiando le restrizioni e le prescrizioni che ci sono state fatte come l'igiene della persona - e vivaddio noi speriamo che questa si tenga anche al di fuori del momenti di restrizioni legate alla pandemia -, il distanziamento e l'utilizzo della mascherina. Queste dovevano essere le prescrizioni che le popolazioni del Centro e del Sud Italia dovevano tenere nella prima fase, così come era stato suggerito dal CTS. Questo non è stato fatto, purtroppo, immagino non perché si volesse chiudere tutta l'Italia, ma perché non c'è stata la forza politica di una maggioranza sbagliata - e mi accingo a concludere - dicevo di una maggioranza spaventata, di una maggioranza poco autorevole che in quella fase non se l'è sentita di dire: chiudiamo una parte dell'Italia, ci assumiamo la responsabilità di lasciare aperta un'altra parte d'Italia. Ecco, se fosse passata dal Parlamento probabilmente quella decisione tutti quanti insieme l'avremmo presa in maniera, diciamo, socializzata dal punto di vista politico e probabilmente non avremmo inginocchiato, diciamo, dal punto di vista economico una parte importante della nostra Nazione e soprattutto - e concludo veramente Presidente – avremmo, come dire, approcciato questa ulteriore fase di restrizioni, che ci accingiamo per vostra volontà a vivere, in maniera sicuramente meno restringente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a titolo personale il deputato Caiata. Ne ha facoltà, per un minuto.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie Presidente, purtroppo sedendo in Transatlantico abbiamo bisogno di un tempo fisico per raggiungere l'Aula.

È un emendamento molto semplice e parte da un assunto che ha ben spiegato il collega Gemmato: ridare centralità al Parlamento. Allora, venire in Aula a riferire ogni sessanta giorni onestamente è fuori dalla storia; sessanta giorni è un periodo di tempo, durante la pandemia, infinito. Il monitoraggio è settimanale, cambia tutto molto velocemente. Ogni dieci giorni ci troviamo di fronte a situazioni molto diverse, quindi stiamo chiedendo una cosa di assoluto buonsenso: che si venga a riferire su quello che è, non su quello che è stato. Venire ogni sessanta giorni vuol dire venire a riferire rispetto a quello che è stato. Condividiamo tutti quello che sta succedendo adesso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Donzelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie Presidente, bisogna partire dal presupposto che, finora, sui vaccini è stato fatto un disastro; finora sui vaccini è stato perso del tempo utilissimo; è stato fatto un disastro sugli approvvigionamenti, sulla distribuzione e sull'organizzazione e, come sta emergendo anche nella mia regione, la Toscana, anche nella distribuzione; vengono sprecati ogni giorno migliaia di vaccini in Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Allora, pensate davvero che sia sufficiente venire a relazionarci ogni sessanta giorni in tutto? Visto che il Ministro della Salute ha garantito che il piano vaccinale sarà finito entro la fine dell'estate, quindi due volte, una a maggio e una a luglio, basta; e se, per caso, se ne sbaglia una? Pazienza, il popolo italiano è rovinato. Allora, un minimo di buon senso, di responsabilità dovrebbe portare a dire: ogni quindici giorni. Noi, per rispetto della situazione, proponiamo un mese, ma è già trenta giorni una mediazione che serve per permettere al Governo e al commissario di lavorare, ma al Parlamento di svolgere il suo ruolo, ossia controllare in difesa del popolo italiano. Votare “no” significa essere complici del disastro sui vaccini in Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Galantino. Ne ha facoltà.

DAVIDE GALANTINO (FDI). Grazie Presidente per la parola. Sottosegretario, il comma 3 dell'articolo in discussione prevede che, nel rispetto dei principi stabiliti nel piano strategico, il commissario straordinario trasmetta ogni sessanta giorni - quindi un'eternità, in un momento di emergenza - una relazione alle Camere sullo stato di attuazione del piano strategico. La proposta emendativa a prima firma Lollobrigida, che condivido e sottoscrivo, riduce questo tempo a trenta giorni. Mi sembra una proposta di assoluto buonsenso per un maggior coinvolgimento delle Camere e per dare maggior centralità a questo Parlamento. Mi auguro che questa Assemblea voti convintamente questa proposta emendativa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rotelli. Ne ha facoltà.

MAURO ROTELLI (FDI). Grazie Presidente, buongiorno. Sottosegretario, sul nuovo commissario leggo alcune dichiarazioni: “E' una persona valida”, “l'uomo giusto”, “in un momento delicato, la persona più opportuna e individuata in maniera perfetta”, “l'uomo di garanzia”. Affinché sia veramente l'uomo di garanzia credo ci debba garantire tutti e debba venire in Aula quanto più spesso possibile. Avete criticato alcuni dei nostri emendamenti perché erano troppo costosi? Avete detto che altri invece non erano attinenti alla realtà? Penso che chiedere di averlo il più possibile per un confronto sia soltanto una questione di buonsenso, quindi mi rifaccio a lei sottosegretario, mi rifaccio alla Presidenza affinché questo termine possa essere dimezzato perché sessanta giorni, come già citato da altri colleghi del gruppo, sono assolutamente fuori da ogni tipo di possibilità di confronto rispetto ai tempi della pandemia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie Presidente, con questo emendamento cerchiamo di restituire centralità al Parlamento ma, purtroppo, ogni volta che Fratelli d'Italia prova a dare centralità al Parlamento, ci sentiamo rispondere di “no”, come se la nostra fosse una democrazia parlamentare soltanto quando serve al Partito Democratico per governare, nonostante non vinca le elezioni da un ventennio. Tra l'altro, utilizzo questo spazio, Presidente, perché più tardi ci sarà l'ufficio di presidenza della nostra Commissione, la Commissione bilancio, e all'ordine del giorno vi è il tentativo molto grave di togliere al dibattito parlamentare il Recovery Plan; Conte sicuramente lo aveva sbagliato, ma qualcosa ci aveva dato, mentre invece sembrerebbe che il Governo Draghi lasci al Parlamento solo il voto su una risoluzione. E' un fatto molto, molto grave, noi più tardi cercheremo di farlo capire in tutti i modi alla nostra Commissione perché il Recovery Plan deve assolutamente passare per quest'Aula.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Mantovani. Ne ha facoltà.

LUCREZIA MARIA BENEDETTA MANTOVANI (FDI). Presidente, quest'anno abbiamo notato la scarsa abitudine a rendere noto alle Camere ciò che è stato messo in atto e quanto è stato raggiunto rispetto agli obiettivi; e un lavoro ben fatto si misura secondo alcuni metriche, ossia l'efficienza e la capacità di tagliare traguardi che ci siamo prefissati. Questo emendamento va proprio in questa direzione, ponendo un termine più stringente al fine di rendere noto al Parlamento lo stato di attuazione del Piano strategico nazionale dei vaccini e garantendo quel controllo parlamentare che, da un anno a questa parte, era stato sistematicamente evitato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.6 Lollobrigida, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.5 Lucaselli, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V (Bilancio) Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Passiamo all'emendamento 3.8 Ciaburro. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie Presidente, l'emendamento proposto all'articolo 3 dalla collega Ciaburro risponde alla esigenza, purtroppo aggiungerei, da parte nostra, di tracciare la distribuzione e la somministrazione dei vaccini. Dico questo con vero rammarico perché, ad oggi, non abbiamo ancora un sistema di tracciamento; non abbiamo ancora un sistema integrato che riesca a gestire il movimento dei vaccini - questo è un tema troppo ampio che non voglio affrontare in questo momento -, ma soprattutto a tracciare, a farci avere l'anagrafe di tutti gli italiani. Dico questo, anche in forza di una considerazione: l'FSE, il Fascicolo sanitario elettronico, che voglio ricordare a me stesso, prima ancora che all'Aula, è stato dotato economicamente, se non ricordo male, nella legge di bilancio 2018, di ulteriori 200 milioni di euro, ad oggi non è. E noi ci ritroviamo in piena pandemia a dover immaginare un sistema di tracciamento delle vaccinazioni per evitare ciò che ricordava poc'anzi il collega Donzelli, ovvero che in una ASL della Toscana, nottetempo, si decide di vaccinare gli amici e gli amici degli amici senza alcun tracciamento, senza alcuna priorità, andando a stralciare tutto ciò che ci eravamo raccontati e cioè che bisognava vaccinare prima agli ultra ottantenni, che poi bisognava vaccinare gli operatori sanitari, che poi si sarebbe passati ai pluri-patologici e ai soggetti fragili, tutto questo stralciato, stracciato, perché non esiste una piattaforma puntuale nella quale potersi confrontare e dire che in una filiera decisionale viene Tizio prima di Caio e soprattutto, questa filiera, occorre validarla. È evidente che se non esiste un sistema di tracciamento elettronico, se non esiste un sistema di tracciamento informatizzato in questo porto delle nebbie tutti possono fare tutto e scopriamo dai giornali, grazie anche, lo devo dire, a un consigliere regionale di Fratelli d'Italia, Torselli, che i vaccini in Toscana venivano deliberatamente inoculati a persone amiche prima che alle persone che in quel momento necessitavano dell'inoculazione dello stesso vaccino. Perché vi dico questo? Perché l'emendamento della collega Ciaburro tende a mitigare tutto quello che in sostanza ad oggi non era stato fatto. E la denuncia politica di questo emendamento, che evidentemente voi boccerete, come avete bocciato altri emendamenti, però, rimane; vale a dire il fatto che nel terzo millennio una democrazia compiuta, la settima potenza industriale del mondo, non disponga di un fascicolo sanitario elettronico, non disponga di una filiera del tracciamento delle vaccinazioni informatizzata e che tutto venga fatto sulla carta per offrire evidentemente sponda a chi vuole somministrare e inoculare i vaccini non in maniera organizzata e lo vuole fare preferendo Tizio rispetto a Caio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare collega Bignami a titolo personale. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Riteniamo che anche in questo caso l'emendamento proposto dalla collega Bellucci, di cui ricordo l'illustrazione del collega Gemmato, risponda in primo luogo a un ragionamento di buonsenso che poggia, non sulla volontà di portare avanti, come dicevamo poc'anzi, delle battaglie di taglio social, come qualcuno impropriamente aveva ritenuto di rivolgere come accusa a Fratelli d'Italia, ma di qualificare ulteriormente un provvedimento che certamente è imminente sui termini di scadenza, ma che non per questo non può essere sottoposto a un vaglio e a una modifica, in questo caso migliorativa qual è quella che il collega Gemmato ha, nei contenuti del merito, saputo predisporre. Pertanto, confidiamo in una valutazione positiva da parte dell'Aula rispetto all'emendamento stesso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Giusto per aggiungere semplicemente che Fratelli d'Italia, a più riprese, ha sempre detto che avrebbe portato un contributo serio, costruttivo e responsabile a quest'Aula, contributo sul quale sarebbe anche piacevole e assolutamente dignitoso e degno di quest'Aula che ci fosse un vero confronto, non un partito preso senza nemmeno entrare nel merito degli interventi, tanto più che le proposte sono addirittura condivise da tutta l'Aula, ma il “no” a prescindere sembra che regni sovrano. Ecco qui si parla di cercare di non rincorrere come è stato fatto fino ad oggi, anche per quello che riguarda la vaccinazione, ma di istituire questa piattaforma digitale nazionale in modo da dare e avere sotto controllo sempre la situazione dei vaccini, ma soprattutto essere vicini ai cittadini, in modo che sappiano precisamente quando e dove saranno vaccinati.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Vinci. Ne ha facoltà.

GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento è proprio il fallimento della maggioranza. Da sempre in quest'Aula o, almeno, da diversi anni, sentiamo parlare di piattaforme, di digitalizzazione, e sull'emergenza COVID vediamo una chiusura e, quindi, chiediamo di fare una piattaforma per capire esattamente dove e come vengono fatte le vaccinazioni, se ci sono delle problematiche e se c'è qualcosa che in qualche modo interferisce con queste e la risposta è: no, siamo contrari a fare una piattaforma. Ma come, siamo proprio nel Parlamento con la maggioranza delle piattaforme e, oggi, ci rispondete “no”? Quando l'opposizione chiede una piattaforma: “no”, vanno bene soltanto quelle della maggioranza. Questa è l'ennesima dimostrazione della pochezza di questa maggioranza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Albano. Ne ha facoltà.

LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente. Allora, la proposta emendativa della collega Ciaburro - che ringrazio -, che intendo sottoscrivere, vuole costituire semplicemente una piattaforma digitale volta, anzi, dedicata alla gestione dei dati vaccinali per il COVID-19. Sappiamo che dove le vaccinazioni hanno funzionato, nei Paesi in cui le vaccinazioni hanno funzionato è stato perché è stato utilizzato un metodo: no carta, no penna. Allora, se la digitalizzazione è l'elemento chiave del Recovery ed è l'elemento chiave per poter ripartire, non vedo il motivo per cui non si debba implementare un progetto di gestione dei dati vaccinali interconnesso con l'anagrafe nazionale dei vaccini e, se i vaccini saranno disponibili, procedere alla vaccinazione speditamente per poter ripartire.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Mantovani. Ne ha facoltà.

LUCREZIA MARIA BENEDETTA MANTOVANI (FDI). Grazie, Presidente. L'emendamento in questione mira, appunto, a rendere più efficiente il nostro sistema di monitoraggio della campagna vaccinale e, dunque, a far sì che si risolvano tutte quelle storture tipiche del nostro sistema Paese che affondano le proprie radici nella burocrazia. Quindi, io chiedo, appunto, di rivedere il parere su questo emendamento della collega Ciaburro, perché, in una fase di emergenza come questa, io credo che sia davvero centrale riuscire a mettere in campo il maggior grado di organizzazione possibile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Massimo Enrico Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente, credo che questo emendamento sia rivelatorio di tutta una serie di problematiche su cui non siamo riusciti a intervenire in un anno proprio per l'assenza di dati, di dati grezzi, di dati puri, interoperabili, gestibili, che possano essere elaborati e che diano effettivamente la direzione di dove si debba intervenire. Ebbene, questo emendamento chiede semplicemente un compendio rispetto all'articolo che già descrive come dovrà essere fatta l'anagrafe vaccinale nazionale che ricalca l'anagrafe vaccinale nazionale per l'influenza semplice. Da questo punto di vista, dobbiamo continuamente sollecitare il Ministero della Salute riguardo alle stesse terapie intensive in tutta Italia; una puntata di Presadiretta ha denunciato che la metà delle terapie intensive, quindi stiamo parlando di unità operative ad altissima complessità e dove costa più di 2 mila euro al giorno il ricovero per ogni persona, non ha la possibilità di inserire i dati clinici all'interno di una piattaforma nazionale, ma tutto si riduce all'esito alle SDO, le schede di dimissione ospedaliera, cioè tutti i dati preziosissimi che vengono raccolti, da un punto di vista informatizzato, da macchinari evolutissimi vengono persi nella metà delle terapie intensive in Italia, perché sono ancora con carta e penna.

Allora, c'è una gravissima mancanza, anche oggi, della presenza del Ministero della Salute relativamente a queste questioni, perché sia ieri che oggi non c'è alcun esponente, né il Ministro né alcuno dei due sottosegretari al Ministero della Salute, e loro devono avere assoluta contezza che questi dati sono preziosissimi per fare delle politiche sanitarie declinate, e declinate in maniera appropriata. Per questa ragione la componente L'Alternativa c'è voterà favorevolmente a questo emendamento, anche come sprono al Ministero della Salute di doversi aggiornare su questo tema.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.8 Ciaburro.

Dichiaro aperta la votazione… revoco l'indizione della votazione.

Ha chiesto di parlare il collega Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Come ha detto giustamente la mia collega: no carta, no penna. Noi abbiamo la tessera sanitaria, ne sono dotati tutti i cittadini. Basterebbe creare una piattaforma che utilizzi la nostra tessera sanitaria e la tracciabilità sarebbe immediata e totale. Allora, poiché questo Governo si riempie la bocca della digitalizzazione, il Recovery Plan, digitalizzazione, digitalizzazione, questa parola è una parola vuota se non le diamo i contenuti. Questa piattaforma è un contenuto. In Canada esiste una piattaforma dove ogni cittadino, semplicemente inserendo il proprio nome, può sapere esattamente quando e dove sarà vaccinato. Arriviamoci, diamoci un'ambizione, diamoci un percorso. Se non abbiamo nulla da nascondere, e non voglio dire chissà che cosa, semplicemente l'inefficienza, adottiamoli questi strumenti, che ci aiuterebbero tutti, altrimenti ci troviamo come in Toscana, dove ci sono avvocati di 30 anni già vaccinati e anziani di 80 anni a casa che ancora aspettano la chiamata.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.8 Ciaburro, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.7 Bellucci, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 3.01 Massimo Enrico Baroni.

Ha chiesto di parlare il deputato Massimo Enrico Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Anche questo emendamento serve da pungolo, visto che c'è stato un invito al ritiro, che spero che sia autentico, sincero e soprattutto sia passato da tutte quelle persone che possono dare parere favorevole all'eventuale ordine del giorno che verrà passato, perché, dopo otto anni che siedo in questa onorevole Assemblea, non mi serve di fare il post Facebook perché mi sia passato l'ordine del giorno. Una piattaforma di questo genere può salvare decine, se non centinaia di persone, anticipando gli indicatori dei tamponi. Sto parlando di una piattaforma aggiuntiva a disposizione dei medici di medicina generale, circa 50 mila, e dei pediatri di libera scelta, circa 10 mila. Sogei la mette su in 48 ore questa piattaforma, la mette su in 48 ore, perché le PEC dei medici sono pubbliche, le PEC dei pediatri sono pubbliche. Bisogna inserire solo gli isolamenti volontari, gli isolamenti obbligatori, le diagnosi COVID compatibili, ovvero di probabile diagnosi da COVID, e le diagnosi COVID compatibili con l'anosmia, perché le persone vanno a fare il tampone dopo giorni che sono in casa in isolamento, dopo che hanno avuto l'anosmia, sempre se qualcuno li accompagna al drive-in.

Allora, fare questo tipo di piattaforma è vitale, perché noi avremo 60 mila sentinelle sul territorio che anticipano di una settimana ciò che una settimana dopo verrà confermato dalla piattaforma dei tamponi, su cui si fanno tutte le conferenze stampa, su cui ogni giorno c'è in prima pagina il dato, l'incidenza che sale dei malati, l'incidenza che sale dei morti. Tutti questi dati possono essere anticipati perché, se voi chiamate il vostro medico di medicina generale e gli chiedete: su mille assistiti, quanti ne ha in isolamento? Cinquanta. Quanti ne ha ammalati con influenza COVID compatibili? Trenta. Però la scorsa settimana erano venti. Io lo aggiorno tutti i giorni, un copia e incolla su questa piattaforma con il codice fiscale e anonimizzazione con lo split data, oramai lo fanno tutti, e l'invio immediato, quotidiano di questi dati salverà delle persone.

E allora che si valuti la possibilità, non dico una scadenza, ma nel prossimo provvedimento di fare questa piattaforma, che costerà, sì e no, 300 mila euro, perché il Sunshine Act costava 300 mila euro. Allora di che stiamo parlando? Qualcuno è in grado di parlare con Zaccardi, il ducesco Zaccardi, e chiedergli se c'è la volontà di dare parere positivo sull'ordine del giorno, e contattare Viggiano, dei sistemi di informatizzazione e statistica del Ministero della Salute, e chiedere se c'è il parere positivo? Perché anche sul registro tumori, passato due anni fa, non è mai stato fatto il decreto attuativo ed è un sistema di informatizzazione. Siamo in un ritardo pazzesco, Presidente, siamo in un ritardo pazzesco (Applausi dei deputati del gruppo Misto-L'Alternativa c'è)!

PRESIDENTE. Mi scusi, collega, c'è un invito al ritiro: non mi è chiaro se intende ritirarlo oppure proseguiamo con la discussione.

MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO-L'A.C'È). L'invito al ritiro, da quello che ho capito, era per la presentazione di un ordine del giorno. Se l'ordine del giorno è: “a valutare la possibilità di”, ci stiamo prendendo in giro, signori, ci stiamo prendendo in giro.

PRESIDENTE. Quindi non lo ritira, collega?

MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO-L'A.C'È). Bisogna mettersi in contatto con le persone che possono dire sì, si può fare, si può fare. Con tutto il rispetto per la sottosegretaria Malpezzi, qui manca Sileri, manca il Ministro della Salute! Come possono non dare un parere positivo su un ordine del giorno di questo tipo, che è vitale?

PRESIDENTE. D'accordo, collega, continuiamo quindi con la discussione.

Ha chiesto di parlare la collega Testamento. Ne ha facoltà (Commenti del deputato Massimo Enrico Baroni). Collega Baroni, collega Baroni, le ho tolto la parola. Collega, ha ritirato, quindi, l'emendamento? Si. Collega Baroni, ha ritirato l'emendamento? Collega Baroni, mi deve dire se ritira o non ritira.

MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO-L'A.C'È). Chiedo gentilmente se può essere accantonato, per sapere se c'è la vera volontà nel prossimo provvedimento di fare questa piattaforma.

PRESIDENTE. D'accordo, c'è una richiesta di accantonamento. Relatrice, prego.

FRANCESCA ANNA RUGGIERO, Relatrice. Presidente, il parere era invito al ritiro con presentazione di ordine del giorno all'Assemblea.

PRESIDENTE. Quindi è contrario all'accantonamento. D'accordo, chi vuole intervenire a favore dell'accantonamento? Colletti, prego.

ANDREA COLLETTI (MISTO-L'A.C'È). Presidente, dalla relatrice non abbiamo avuto neanche una posizione sulle motivazioni che non portano alla richiesta di accantonamento, ma non dico neanche le motivazioni che portano questa maggioranza a votare contro questa richiesta del mio collega Baroni. È una richiesta che tende solo ad anticipare le potenzialità del nostro Sistema sanitario nazionale per prevenire i danni del COVID-19; quindi va a favore di tutte le persone che, ahimè, si ammalano e che poi non troveranno posto negli ospedali, come sta già succedendo nelle Marche, in Molise e in tante altre regioni italiane. Quindi, sinceramente non comprendo questa posizione della maggioranza, della relatrice, e non comprendo nemmeno il silenzio di questo Governo. Quindi, invito almeno a dare una valutazione, a spiegare a noi, opposizione, perché sono contrari all'accantonamento e alla votazione favorevole di questo emendamento.

PRESIDENTE. Chi desidera intervenire contro l'accantonamento? Nessuno.

Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di accantonamento dell'articolo aggiuntivo 3.01 Massimo Enrico Baroni.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 275 voti di differenza.

Proseguiamo, quindi, con la discussione.

Ha chiesto di parlare la deputata Testamento. Ne ha facoltà.

ROSA ALBA TESTAMENTO (MISTO-L'A.C'È). Grazie Presidente. Vorrei intervenire sull'emendamento del collega Baroni per portare l'attenzione dell'Aula su una petizione sottoscritta da quasi 50 mila persone. Tra i promotori ci sono anche 174 organizzazioni, tra cui cito solo Medici Senza Frontiere, Legambiente, GIMBE, Openpolis, Associazione Luca Coscioni, ma anche Presadiretta e Report. Si tratta della campagna #DatiBeneComune, con la quale si chiede trasparenza e accessibilità dei dati come strategia per la gestione del rischio pandemico. Tra le richieste c'è proprio quella di rendere disponibili tutti i dati comunicati dalle regioni al Governo dall'inizio dell'epidemia, di rendere pubbliche formule e algoritmi che mettano in correlazione la valutazione del rischio, misure restrittive e impatto epidemiologico. Si chiede anche, ad esempio, un referente proprio su dati e trasparenza per il COVID-19, ma anche un referente per ogni regione a cui i cittadini possano fare riferimento e anche un centro nazionale in rete con centri regionali. Chiaramente il principio è il diritto dei cittadini alla conoscenza attraverso proprio la pubblicizzazione dei dati.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 3.01 Massimo Enrico Baroni, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Collega Baroni, è già intervenuto sull'emendamento. Sull'ordine dei lavori? Dopo il voto.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il collega Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. La mia collega è intervenuta sull'emendamento. Io - non so se si è sentito, perché mi è stato spento il microfono - avevo detto: “Va bene, lo ritiro. Diamo fiducia ancora a questo Governo”. Non è stata sentita questa cosa, ma l'hanno sentita tutti gli altri.

PRESIDENTE. Collega, io gliel'ho chiesto più volte se era stato ritirato e la relatrice ha dichiarato che non era per l'accantonamento…

MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO-L'A.C'È). Se mi viene spento il microfono, Presidente…

PRESIDENTE. …e c'è stato un voto sull'accantonamento. Quindi, mi sembra più che chiaro che l'emendamento è rimasto in essere.

MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO-L'A.C'È). È chiaro perché mi è stato spento il microfono. Io ho detto chiaramente questa frase: “Va bene, lo ritiro. Diamo la fiducia ancora a questo Governo”, e l'hanno sentita tutte le persone qui accanto nel secondo dopo in cui lei mi ha spento il microfono. E, comunque, avevo la possibilità di ritirarlo anche dopo l'illustrazione della collega Testamento. Questo da Regolamento e lei lo sa bene.

PRESIDENTE. Collega, le è stato chiesto più volte inizialmente se voleva ritirarlo o meno.

MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO-L'A.C'È). Perché non è possibile ritirarlo dopo che interviene la collega Testamento, mi scusi? Dopo che intervengono altri colleghi non è possibile ritirarlo? Ma di che cosa stiamo parlando, Presidente?

PRESIDENTE. D'accordo, collega…

MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO-L'A.C'È). Lei sa bene che da Regolamento questa cosa…

PRESIDENTE. Collega!

MASSIMO ENRICO BARONI (MISTO-L'A.C'È). …è stata una cosa non corretta.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3-bis.1 Gemmato, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3-bis.2 Gemmato, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.2 Foti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.3 Varchi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 5.01 Sapia, su cui c'è un invito al ritiro.

Chiedo al proponente se intenda ritirarlo o meno. Prego, a lei la parola.

FRANCESCO SAPIA (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Non intendo ritirare l'emendamento né presenterò ordini del giorno aleatori che, in tre anni di legislazione, non hanno portato assolutamente a nulla. Gli ordini del giorno sono dei modi rituali, diciamo, di non decidere assolutamente nulla, Presidente. In Commissione affari sociali avevo presentato un emendamento con cui proponevo il 50 per cento della retribuzione e il congedo parentale per i genitori con lavoro dipendente dei tanti studenti italiani fino a 14 anni o nella scuola dell'obbligo che da lunedì fanno la didattica a distanza. Con questo emendamento avremmo agevolato le famiglie, l'istruzione e la formazione. Oggi, Presidente, lo ripropongo in Aula, con la speranza che non venga bocciato e che in ogni caso sia considerata e soddisfatta l'istanza specifica che ho rappresentato in Parlamento.

Mi permetto di ricordare che nel discorso del Presidente Draghi per la fiducia è stato posto l'accento sul valore essenziale dell'istruzione e della formazione. Mi permetto di aggiungere che oggi siamo davanti a un'esigenza, quella che ho riassunto, che non può essere sottovalutata né rinviata.

Mi permetto, Presidente, quindi di concludere che alle parole devono seguire i fatti, soprattutto in questo momento così critico tanto per la salute quanto per l'economia, per la serenità e l'armonia delle famiglie, per la realizzazione della persona umana. Questo è, allora, il momento di applicare il motto del Presidente Draghi. Dunque, si faccia subito whatever it takes, cioè tutto ciò che è necessario!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5.01 Sapia, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5.02 Bellucci, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5.06 Bellucci, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5.05 Bellucci, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5.04 Ciaburro, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Passiamo ora all'emendamento accantonato 1.14 Rizzetto, accantonato nella seduta di ieri. Chiedo il parere alla relatrice e alla rappresentante del Governo. Prego, relatrice.

FRANCESCA ANNA RUGGIERO, Relatrice. Grazie, Presidente. Il parere sull'emendamento resta sempre un invito al ritiro, con presentazione di un ordine del giorno all'Assemblea, proprio perché il tema è sentito da tutte le forze politiche ed è necessario rivedere le raccomandazioni pubblicate pochi giorni fa dal Ministero.

PRESIDENTE. Il Governo?

SIMONA FLAVIA MALPEZZI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Parere conforme alla relatrice.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Sì, intervengo per due ragioni, signor Presidente. La prima è di metodo: io penso che, quando si accantona un emendamento, lo si fa per riportare l'emendamento nel comitato dei nove e vedere se, all'interno del comitato stesso, si può trovare una formulazione che consenta di ritornare in Aula con un parere favorevole sull'emendamento ed eventuale riformulazione, oppure con un parere contrario all'emendamento. Ma deve esservi stato un comitato dei nove che ha lavorato perché, diversamente, è un accantonamento fatto in Aula per non si sa quale ragione, cioè la relatrice accantona e dichiara la sua disponibilità ad accantonare un emendamento e poi alla fine dice: Ho pensato con me stessa che funziona così e quindi mettiamolo in votazione. Non mi sembra quella la funzione degli emendamenti accantonati: non dico che il Regolamento tassativamente dispone diversamente, ma sicuramente l'accantonamento ha una funzione che è quella di riportare il dibattito in altra sede e non di evitare a priori il dibattito.

Ma, a prescindere da questa considerazione, noi facciamo presente che, se partiamo con la discussione di questo emendamento, per il quale noi confermiamo la nostra volontà di metterlo in votazione, si riapre la discussione sull'emendamento stesso. Guardate i tempi e vedete voi: visto che la chiusura è prevista per le ore 13, io mi permetto di dire che, a questo punto, è molto più semplice, visto che è l'ultimo emendamento alla nostra discussione, rimandare la stessa a domani mattina. Poi lascio alla sua, ovviamente inappellabile volontà, di decidere al riguardo.

PRESIDENTE. Allora, il collega Foti ha fatto una richiesta sull'ordine dei lavori, di posticipare a domani mattina la discussione di questo emendamento. Se sono tutti d'accordo e non ci sono obiezioni proseguiamo la discussione domani mattina.

Sospendiamo a questo punto l'esame del provvedimento che, secondo le intese intercorse tra i gruppi, riprenderà nella seduta di domani, a partire dalle ore 9.

Ricordo, colleghi, che a breve faremo la commemorazione di Carlo Tognoli. Conseguentemente, secondo le medesime intese, anche gli altri argomenti previsti ai punti da 2 a 5 dell'ordine del giorno della seduta odierna si intendono rinviati alla seduta di domani. Nella parte pomeridiana dell'odierna seduta restano pertanto previsti lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata e la votazione per l'elezione di un Vicepresidente.

Commemorazione di Carlo Tognoli.

PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lei, l'intera Assemblea e i membri del Governo). Colleghi, lo scorso 5 marzo è deceduto all'età di 82 anni Carlo Tognoli, già deputato nella X e XI legislatura e più volte Ministro della Repubblica. Nato a Milano il 16 giugno 1938, giornalista, iniziò la sua attività politica nel Partito Socialista, impegnandosi fin da subito, in qualità di assessore, per la crescita e lo sviluppo della sua città, di cui divenne sindaco nel 1976. Tognoli governò Milano per dieci anni, durante un periodo molto complesso e di grandi cambiamenti per tutto il Paese, ma soprattutto per questa città. Amatissimo dai suoi concittadini, svolse il suo mandato con passione e con grande spirito di servizio, coniugando l'impegno volto a risolvere gli innumerevoli problemi che una grande città quotidianamente pone con una visione di lungo periodo. I principali settori al cui sviluppo e alla cui crescita l'operato di Tognoli diede un fondamentale contributo furono infatti quello della mobilità e dell'ambiente attraverso le scelte avanzate della metanizzazione, della chiusura alle automobili del centro storico, della cultura e dello spettacolo. Eletto alla Camera dei deputati per la prima volta nel 1987, iscritto al gruppo del PSI, fu componente di numerose commissioni parlamentari, facendosi promotore di iniziative legislative in materia di tutela dell'ambiente, sport e cinema. La profonda conoscenza di questi settori e la sua lunga esperienza maturata in qualità di sindaco lo portarono a ricoprire prestigiosi incarichi di Governo. Fu, infatti, Ministro per i problemi delle aree urbane nei Governi Goria e De Mita, Ministro del Turismo e dello spettacolo del VI Governo Andreotti e Ministro del turismo nel VII Governo Andreotti. Con la morte di Carlo Tognoli scompare un uomo politico capace e preparato, un amministratore locale competente, profondamente legato alla sua città e il cui impegno è stato sempre rivolto al servizio della collettività.

La Presidenza ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea, invitandola ad osservare un minuto di silenzio (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio - Applausi)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mor. Ne ha facoltà.

MATTIA MOR (IV). Signora Presidente, con la morte di Carlo Tognoli, Milano ha perso un importantissimo punto di riferimento culturale, politico e sociale. È stato il sindaco più giovane della nostra città, in un Paese avaro con i giovani, e sicuramente uno dei più amati, in una stagione, come lei ha ricordato, cruciale per Milano: una città destabilizzata dal terrorismo e, poi, in forte ascesa economica, un'ascesa che il sindaco accompagnò con una visione che considerava l'importanza della crescita e dell'innovazione, ma, allo stesso tempo, con un forte radicamento popolare.

Da vero riformista, Tognoli seppe interpretare i tempi, comprendere che l'emancipazione di Milano, dalla fine dell'industria pesante e dagli anni bui, passava assolutamente dalla transizione all'economia dei servizi, dalla sua capacità di espandersi e di diventare la città delle opportunità, immaginare una città aperta a tutti, in cui ogni esperienza sarebbe servita a renderla viva e pronta ad accogliere idee e progetti. Una Milano rispettosa dell'ambiente, senza oltranzismi sguaiati, ma semplicemente con il senso della misura di chi considerava la città un patrimonio di tutti.

Decise Tognoli, quando la transizione ecologica non era di moda, che bisognava investire nella metanizzazione ed istituire isole pedonali, privilegiando la vivibilità dei cittadini ad una massiccia e disordinata gestione del traffico, ma, soprattutto, aveva un'idea speciale, ovvero far vivere la città con la cultura. Inventò, prima dell'arrivo delle “estati romane”, il “risotto in piazza” e la musica gratis al Castello Sforzesco. Immaginò concerti gratis per tutti, investimenti nei teatri, la Scala aperta ai giovani, agli operai e strinse un importante sodalizio artistico con Giorgio Strehler e con Il Piccolo. E in un teatro, Franco Parenti, lo scorso luglio, ci ricordò con commozione che il destino di Milano è quello di rialzarsi sempre. Una Milano che, nei suoi anni, era un laboratorio politico, economico, ma, soprattutto, sociale ed umano, un centro di sperimentazione per l'Italia intera, che dell'Italia tornava farsi locomotiva.

Tognoli è stato un sindaco garbato ed è per questo che è stato così amato, un politico cresciuto tra la gente, propenso ad ascoltare, impegnato nel sociale e innamorato della sua città. Oggi Milano - e vado a concludere - è ancora sotto il giogo di questa crisi assurda, ma non è sconfitta e ripartirà. Il COVID in questi giorni ha portato a 100 mila il numero di vittime nel nostro Paese e, purtroppo, non ha risparmiato nemmeno Carlo Tognoli, ma non potrà mai distruggere la sua memoria né l'amore sincero che così tanti cittadini milanesi continuano a provare per lui (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Iezzi. Ne ha facoltà.

IGOR GIANCARLO IEZZI (LEGA). Grazie. Purtroppo, dopo l'addio a Marco Formentini, Milano ritorna a provare il dolore della perdita, con la scomparsa di un grandissimo protagonista della nostra città: Carlo Tognoli. Tognoli fu un grandissimo sindaco, un abile amministratore e un politico serio e capace. Prese per mano Milano in uno dei suoi periodi più tragici e drammatici, quelli del terrorismo, e l'accompagnò ad affrontare il futuro senza più paura, puntando su una delle ricchezze maggiori della mia città: il senso di comunità. Riuscì Tognoli a riaprire Milano ai suoi cittadini, in un periodo nel quale si aveva paura ad uscire di casa. Spinse i milanesi a riappropriarsi della città, a viverla, a tornare a riempire le strade. Una filosofia, un modo di agire che culminò, tra le altre cose, nella bellissima iniziativa della risottata in piazza, quando i milanesi, guidati dal loro sindaco, tornarono a vivere uscendo dal buio. Chi è della mia generazione non ha potuto vederlo all'opera con consapevolezza. Quando ha smesso di fare il sindaco, avevo solo dieci anni, ma di lui ho sempre sentito parlare con parole di elogio. Tutti noi sappiamo che, per chi fa politica, non c'è nulla di più bello che essere ricordati dai propri cittadini con stima e affetto: nel caso di Tognoli, è così. Per questo, come Lega, ci uniamo al dolore della famiglia, degli amici e di tutta una città (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Musella. Ne ha facoltà.

GRAZIANO MUSELLA (FI). Presidente, colleghi, è con grandissimo orgoglio e altrettanta grandissima commozione che voglio ricordare l'amico Carlo Tognoli, un uomo che, prima di essere politico, aveva una grandissima umanità, una grande solidarietà, una grande disponibilità di ascolto, così come dovrebbe essere oggi un politico, un amministratore pubblico. Un socialista, un democratico, che da Milano, insieme a Bettino Craxi, ha lottato e ottenuto la svolta autonomista del suo Partito Socialista, che allora era anche il mio Partito Socialista (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Un grande sindaco: con lui è iniziato il rilancio di Milano e il suo buon governo ha creato le premesse per la crescita e lo sviluppo di una città che, finalmente, si poteva confrontare con le grandi città e capitali mitteleuropee. Un sindaco e un uomo che aveva un grande rispetto per l'ambiente. Ricordo, nella sua gestione, il via ad alcune linee della metropolitana e la pedonalizzazione del centro storico di Milano. Nella sua vita intensa dal punto di vista politico, ricoprì molteplici incarichi - e qui sono stati ricordati - come Ministro, deputato, eurodeputato, ma, fra tutti, la sua storia personale è sempre stata legata alla sua e alla mia città di Milano. Con lui, i cittadini milanesi hanno avuto e sentito l'orgoglio di appartenenza ad una città efficiente, produttiva, libera e moderna. Con lui se ne è andato un grande uomo, ma non le sue idee di libertà, di solidarietà e democrazia che, oggi più che mai, servono a noi tutti e al nostro Paese (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, Presidente. Carlo Tognoli fu innanzitutto un uomo delle istituzioni: come è stato ricordato, Ministro del Turismo, per le aree urbane, ma, prima ancora, assessore per sei anni al comune di Milano, sindaco della città dal 1976 a 1986, deputato dal 1987 al 1994 e, per qualche mese, anche parlamentare europeo. Carlo Tognoli appartiene a quella lunga tradizione del municipalismo socialista, dei sindaci, dei grandi sindaci socialisti della città, quella tradizione che ebbe tra i suoi meriti quello di impostare, all'inizio del secolo, il tema delle municipalizzazioni, del ruolo della municipalità e dei servizi pubblici essenziali. Quella tradizione che ebbe in Emilio Caldara il primo sindaco socialista della città dal 1914 al 1920 e, poi, una lunga serie di sindaci nel dopoguerra: due per tutti, Greppi e Aniasi. Fu anche direttore della Critica Sociale, il giornale, il periodico, fondato da Filippo Turati e Claudio Treves. Fu direttore in anni difficili, dal 1981 al 1992. Credo che in questa sede sia giusto ricordarlo anche come un socialista coerente, come espressione di quel riformismo socialista, che ebbe proprio in quella Milano uno degli epicentri di cultura politica e anche di capacità di guardare verso il futuro. Dopo la vicenda di Tangentopoli compì un passo indietro, come fecero molti, ma continuò a essere una persona attenta al sociale, una persona che amava la sua città, un socialista coerente. Credo che sia giusto ricordarlo così (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Presidente, colleghi, Carlo Tognoli è stato un grande sindaco, un sindaco in piena sintonia con la sua Milano. Ha fatto il sindaco - è stato ricordato anche prima - in anni bui, in anni in cui imperversavano violenza e terrorismo, ma lui è riuscito lo stesso a tenere accese le luci della città, lo faceva col confronto, il confronto con tutti i partiti. Io a quell'epoca militavo nel Movimento Sociale Italiano e ricordo che il sindaco condivideva con noi anche delle iniziative, delle idee, dei progetti, come per esempio l'elezione diretta del sindaco. Era sempre pronto al confronto, in un momento in cui non tutti erano pronti al confronto con tutti i partiti. Lo faceva organizzando eventi, come sulla moda, sul made in Italy, un evento coraggioso, culturale, sull'arte negli anni Trenta, a Milano, che riscosse molto successo. Se Milano è, nonostante questa pandemia che l'ha colpita duramente, una delle città più importanti e aperte in Europa, il merito è senz'altro anche suo. Ciao, sindaco (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Grazie, Presidente. Carlo Tognoli è stato un grande socialista ed un grande milanese e, prima di tutto, un grande sindaco. Diceva sempre che aveva avuto molto dal Partito Socialista e dalla città di Milano. Possiamo aggiungere, come hanno detto molti suoi amici, che egli ha dato molto al socialismo italiano e a Milano. Veniva dopo la generazione socialista che aveva vissuto la guerra dalla parte dell'antifascismo in maniera militante. Il suo predecessore era stato il “Comandante Iso”, Aldo Aniasi, comandante partigiano. Io mi ricordo di Tognoli, quando, io ragazzo, egli venne, per la prima volta di un sindaco milanese, in visita alla scuola ebraica. E poi lo ricordo quando, da capogruppo dei DS a Palazzo Marino, andai a trovarlo per chiedere la sua opinione su una prima questione e poi su molte altre. Di lui ha detto Ugo Finetti, nel ricordo fatto qualche giorno fa a Palazzo Marino: coerente e innovativo, mai fazioso, appassionato della storia socialista, attento e rispettoso del pluralismo, delle varie anime socialiste; c'erano contrasti ma da parte sua mai conformismo, discriminazioni; più in generale il suo socialismo non era un monologo autoreferenziale, ma significava continuamente crescere nel confronto e nella dialettica con una cultura liberale milanese della competitività e dei diritti, con una tradizione cattolica popolare generosa, con un comunismo cosiddetto pragmatico e non dogmatico. Il socialismo come comunità, la città come comunità. Gli anni di Tognoli sindaco erano quelli della crisi economica e quelli degli anni di piombo. Lo ricordiamo con le parole dell'ultimo articolo scritto da Walter Tobagi, sul Corriere della Sera, nel maggio 1980, poco prima di essere assassinato dai terroristi: meno ideologie e più concretezza, non promettere la luna, ma preoccuparsi della gente, dell'assistenza agli anziani e costruendo centri che servano davvero a combattere l'erosione della droga. Milano resta una città difficile e dura - proseguiva Tobagi - e così sintetizzava quello che chiamava “il discorso di Tognoli” e cioè i partiti non solo canali di consenso, ma forze culturali e sociali. La sua Milano era una città terremotata, che cercava di uscire dalla crisi economica e dal terrorismo, costruendosi una nuova identità trainante per l'intera Italia, con l'attenzione rivolta al mondo del lavoro, alla tutela sociale e insieme a larghi strati di borghesia produttiva. Questa fu l'anima di Tognoli e l'anima di Milano. Lo salutiamo: ciao, Carlo (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Provenza. Ne ha facoltà.

NICOLA PROVENZA (M5S). Grazie, Presidente. Ricordiamo oggi Carlo Tognoli, giornalista, deputato, Ministro, europarlamentare, sindaco, soprattutto sindaco, sindaco di Milano, il più giovane sindaco della città di Milano, come ha ricordato il collega Fornaro, per dieci anni, dal 1976 al 1986, un periodo terribile, gli anni bui, i cosiddetti anni di piombo. E chi li ha vissuti ricorderà quale fosse, in quel periodo, il ruolo di un sindaco e, soprattutto, il ruolo di un sindaco di una grande città come Milano. Provò, Carlo Tognoli, anche a prestare grande attenzione allo sviluppo sostenibile. Provò contro, magari, una città che in quegli anni provava a correre, a correre tantissimo, quella che fu poi la “Milano da bere”, in qualche modo, che creò le premesse per una fase, purtroppo, un po' critica e involutiva di questa grandissima città. E lo dico con il legame che porto per la città di Milano, che è stata una delle città nelle quali ho vissuto una gran parte della mia formazione professionale. Una città nella quale, all'epoca, risuonavano i richiami all'equità sociale di una personalità fortissima, come quella del cardinale Martini.

È un momento doloroso questo, quello della scomparsa di Carlo Tognoli, una scomparsa drammaticamente avvenuta anche in quanto contagiato dal COVID proprio mentre era ricoverato in ospedale. Allora, ci piace ricordare le scelte ambientali, l'attenzione al clima, la chiusura del centro storico alle auto, la sua immagine in bicicletta. È, quindi, a nome del MoVimento 5 Stelle, che porgo le condoglianze alla famiglia di Carlo Tognoli, nell'auspicio che la sua comunità lo ricordi sempre per essere stato vicino ai bisogni dei cittadini, soprattutto i più deboli e i più fragili (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Colucci. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO COLUCCI (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, Presidente. Carlo Tognoli è stato deputato europeo nella II legislatura, deputato della Repubblica italiana nella X e XI, Ministro dei Governi Goria, De Mita ed Andreotti, ma soprattutto sindaco di Milano ed un grande socialista. A distanza di oltre trent'anni, ancora oggi i cittadini di Milano lo ricordano come il sindaco dei milanesi, da sempre amato ed apprezzato da tutti. Io ho avuto la fortuna di frequentarlo e di imparare molto da lui, il valore della politica, del mettersi al servizio dei cittadini e della propria città: un vero maestro ed un grande esempio. Proprio un anno fa, ad Hammamet, con Carlo ricordavamo quando Craxi lo ha voluto sindaco, preferendo un uomo delle periferie a quelli sponsorizzati dai quartieri alti, e Tognoli lo ha ripagato onorando con il suo impegno la più bella tradizione del riformismo e dell'autonomismo socialista (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

In quei tempi, in cui i sindaci venivano eletti in consiglio comunale, non era frequente e neanche facile fare il sindaco per quasi undici anni consecutivi. Ma Tognoli era un uomo umile, saggio ed equilibrato, in grado di trovare sempre una mediazione, profondo conoscitore della macchina pubblica, capace di dialogare con l'operaio ed il grande industriale, non ha mai esasperato il conflitto politico e sociale e non ha mai demonizzato nessuno; una persona sempre disponibile, ha rappresentato un pezzo della storia socialista riformista del nostro Paese: Carlo era un vero socialista. Il suo spessore politico si è manifestato proprio quando rivestì l'incarico di sindaco di Milano, dal maggio del 1976 al dicembre del 1986. La sua Milano non era la “Milano da bere”: era una città provata dal terrorismo e dalla crisi economica. Tognoli ha saputo mettere insieme lavoratori e borghesia produttiva, professionisti autonomi e commercianti; ha creduto nello sviluppo della città e nelle infrastrutture, preparando Milano a svolgere il ruolo di guida del Paese e ad essere una città europea ed internazionale. Da sindaco di Milano e da uomo che ha messo a disposizione la sua esperienza nelle istituzioni nazionali, ha contribuito alla crescita e allo sviluppo del nostro Paese.

L'auspicio - e concludo, Presidente - che formulo in questo ricordo è che la memoria di uomini come Carlo aiuti tutti noi a ridare dignità ad una politica, che, in alcuni momenti, sembra proprio abbia perso l'obiettivo del bene comune. Carlo mancherà alla politica italiana, che non può che vedere in lui un esempio di impegno al servizio dei cittadini, a chi come me gli voleva bene e, soprattutto, alla sua famiglia, a cui rivolgo un pensiero affettuoso e un forte abbraccio (Applausi).

PRESIDENTE. Sospendiamo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 15.

La seduta, sospesa alle 13,10, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno la Ministra per le Pari opportunità e la famiglia, il Ministro della Cultura, la Ministra per le Disabilità e il Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali.

Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Iniziative di competenza a favore dei lavoratori dipendenti del settore pubblico e privato nonché dei liberi professionisti per la cura dei figli, in relazione all'emergenza epidemiologica - n. 3-02088)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Occhionero ed altri n. 3-02088 (Vedi l'allegato A).

La deputata Maria Chiara Gadda ha facoltà di illustrare l'interrogazione, di cui è cofirmataria.

MARIA CHIARA GADDA (IV). Grazie, Presidente. Ministra Bonetti, oggi portiamo in Parlamento la preoccupazione di migliaia di famiglie che in questo momento devono gestire la quotidianità tra mille ostacoli. La salute prima di tutto, ma dobbiamo essere consapevoli che l'interruzione di alcuni servizi primari, spesso con pochissime ore di preavviso e a macchia di leopardo - pensiamo a quello che sta succedendo con la chiusura delle scuole in presenza -, pesa eccome sul bilancio familiare e le donne pagano sempre il prezzo più alto. Ora servono misure immediate e straordinarie per i lavoratori dipendenti e anche per le partite IVA, a partire dagli strumenti che già lei ha messo in campo nel 2020: penso ai congedi retribuiti, al diritto al lavoro da casa e, quando non possibile, ai bonus, come il bonus babysitter e altri strumenti. Le chiediamo, quindi, che cosa si può prospettare ai cittadini perché affrontino con maggiore serenità anche questo momento, coniugando famiglia e lavoro.

PRESIDENTE. La Ministra per le Pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, ha facoltà di rispondere.

ELENA BONETTI, Ministra per le Pari opportunità e la famiglia. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti per darmi il modo di anticipare, nella sede istituzionale del Parlamento, quanto il Governo intende realizzare per sostenere le famiglie che, ancora una volta, sono messe in una situazione di grande difficoltà, a causa degli interventi e dell'esigenza di contenimento del virus COVID-19.

Sento fortemente la responsabilità che abbiamo di fronte al dramma dello stravolgimento delle vite delle persone e di fronte al crollo occupazionale che ha investito il Paese, in misura nettamente maggioritaria per le donne. Non si tratta certamente di operare per ritornare ad una situazione precedente, perché la pandemia ha acuito il male insito in un sistema già da tempo logoro. Peraltro, l'emergenza da COVID-19 ha condensato in pochissimo tempo un salto in avanti in molti aspetti della vita quotidiana e, in particolare, del mercato del lavoro, aprendo scenari del tutto nuovi, a cui occorre dare risposte nuove. Dobbiamo, quindi, trovare il coraggio di cambiare, con scelte forti e dirompenti rispetto al passato.

Per farlo ci vogliono una strategia e un cambiamento culturale. In questo contesto si inserisce il Piano strategico nazionale per la parità di genere, nel quale stabiliremo le direzioni per perseguire e raggiungere l'obiettivo di una vera parità. Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, che ha voluto essere presente nell'occasione dell'apertura di questo lavoro, ha tracciato una strategia di insieme per uscire dalla pandemia e ha collocato il Piano per la parità di genere come elemento fondante di questa strategia.

Occorre, però, nell'immediato, intervenire sull'urgenza di assicurare alle famiglie adeguati sostegni per affrontare quello che speriamo poter essere, grazie alla campagna vaccinazioni, l'ultimo sforzo prima della fine dell'emergenza. Il Governo sta lavorando per reintrodurre nel “decreto Sostegni”, di prossima emanazione, diverse misure in supporto ai compiti di cura ed educazione dei figli in tutti i casi di sospensione dell'attività didattica in presenza. Vogliamo tutelare tutti i lavoratori e tutte le lavoratrici, per assicurare il diritto dei minori ad avere accanto figure adulte nel percorso educativo. Si conferma il diritto al lavoro in modalità agile per i genitori lavoratori dipendenti, che intendiamo estendere ai genitori di figli minori di 16 anni; in caso di impossibilità a ricorrere al lavoro in modalità agile, per i lavoratori dipendenti reintrodurre il diritto ad un periodo di congedo straordinario per tutta la durata corrispondente alla sospensione dell'attività didattica in presenza, anche in caso di quarantena, con un'indennità pari al 50 per cento della retribuzione dei genitori, sempre per figli minori di 14 anni. Per i lavoratori autonomi e per quelle categorie più fortemente impegnate in prima linea nel contrasto all'epidemia, come i lavoratori del settore sanitario e le Forze dell'ordine, e quindi impossibilitati all'assenza dal lavoro, verrà reintrodotta la dotazione di voucher per l'acquisto di servizi di cura e servizi educativi.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la deputata Giuseppina Occhionero, per due minuti.

GIUSEPPINA OCCHIONERO (IV). Grazie Presidente, grazie Ministra per la sua risposta, che certamente ci soddisfa, anche perché siamo in piena condivisione con lei per quanto riguarda l'architettura della politica che fino ad ora sta portando avanti e la ringraziamo per questo. È assolutamente fondamentale, quindi, prevedere anche nel “decreto Sostegni” un piano rafforzato di misure a tutela delle famiglie. Quindi, bene confermare il congedo con retribuzione al 50 per cento per i figli anche di età inferiore a 16 anni, anche in maniera retroattiva, e prevedere il congedo parentale non retribuito per chi ha figli di età superiore: erano le misure che noi auspicavamo. Bisogna lavorare, come bene ha detto lei, perché i congedi scattino ogni qualvolta ricorrerà la DAD, implementando il lavoro agile e, laddove non sia possibile, rafforzando il voucher babysitter, sempre con un occhio di attenzione, come giustamente lei ha detto, ai genitori lavoratori autonomi o a partita IVA. È importante prevedere aiuti alle famiglie anche per l'acquisto delle connessioni internet e di tutti i device che consentono ai figli di operare bene in DAD. Inoltre è necessario, come diceva lei, seguire anche il percorso già tracciato in questa direzione verso una parità di genere e verso quella che è una nuova forma di welfare che promuova il lavoro femminile, perché sappiamo che sulle donne pesa il maggiore fardello delle conseguenze della pandemia e ci vogliono misure rapide ed efficaci. Ecco perché condividiamo anche il suo lavoro che va nella direzione del potenziamento degli asili nido e di tutti quei progetti che consentono alle aziende di agevolare il rientro delle donne al lavoro dopo la maternità, oltre al potenziamento dei fondi per l'imprenditoria femminile. Su questa strada, da lei tracciata, noi certamente la seguiremo (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

(Iniziative di competenza volte a prevedere bonus per i servizi di baby-sitting e congedi parentali indennizzati in caso di sospensione dell'attività didattica in presenza e in caso di quarantena scolastica dei figli – n. 3-02089)

PRESIDENTE. La deputata Lia Quartapelle Procopio ha facoltà di illustrare l'interrogazione Gribaudo ed altri n. 3-02089 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Grazie Presidente. Da lunedì ci sono 6 milioni di studenti dai 3 ai 18 anni che sono a casa perché le loro scuole sono state chiuse. I loro genitori, invece, vanno a lavorare. Questo significa che ci sono milioni di famiglie che, ancora una volta, stanno lottando per cercare di gestire contemporaneamente gli impegni lavorativi con la cura dei figli. È molto semplice la nostra domanda, signora Ministra, gliel'ho già fatta più volte anche informalmente: quando saranno rinnovate le misure dei voucher per il baby-sitting, dei congedi parentali, del diritto allo smart working per aiutare le famiglie a conciliare cura dei figli che sono a casa in didattica a distanza e impegni lavorativi dei genitori? Saranno delle misure retroattive che copriranno anche i mesi in cui queste misure non sono state rinnovate, quindi dal 31 dicembre a oggi? Saranno misure automatiche, quando chiudono le scuole vengono attivate? Perché non si sgancia questo provvedimento dal resto dei provvedimenti e non lo si approva immediatamente, visto che la capienza finanziaria c'è?

PRESIDENTE. La Ministra per le Pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, ha facoltà di rispondere.

ELENA BONETTI, Ministra per le Pari opportunità e la famiglia. Grazie Presidente. Anche in questo caso ringrazio gli onorevoli interroganti per l'opportunità di chiarimento rispetto al tema più sentito dalle famiglie italiane in difficoltà di fronte alle sempre più estese chiusure delle scuole e dei servizi educativi causate dall'aumento della diffusione dell'epidemia. Come già ho avuto modo di dire nella risposta all'interrogazione precedente, fin dall'inizio di questa epidemia ho voluto mettere in campo diversi strumenti che potessero rispondere alle diverse esigenze delle famiglie. Le misure che sono state attuate hanno dimostrato una buona efficacia nella prima parte dell'epidemia, pur scontando i limiti del loro carattere di straordinarietà. Il Governo sta già lavorando per reintrodurre nel “decreto Sostegni” di prossima emanazione le misure di aiuto alle famiglie applicabili a tutte le situazioni di sospensione dell'attività didattica in presenza in modo automatico, diversificandole secondo i loro bisogni.

La prima misura riguarda la possibilità per i genitori di lavoratori dipendenti di svolgere la prestazione di lavoro in modalità agile per tutto o in parte del periodo corrispondente ai giorni di sospensione dell'attività didattica in presenza del figlio convivente minore di anni 16, nonché per la durata dell'eventuale quarantena disposta per lo stesso dal dipartimento di prevenzione dell'azienda sanitaria locale territorialmente competente. In caso di impossibilità a ricorrere al lavoro agile, verrà riconosciuto ai genitori dei figli minori di 16 anni il diritto ad un periodo di congedo straordinario con un'indennità nel caso di figli minori di 14 anni pari al 50 per cento della retribuzione, sempre per tutti i giorni di sospensione dell'attività didattica in presenza o per la quarantena del figlio. La stessa previsione si estenderà ai genitori di figli con disabilità in situazioni di gravità accertata iscritti a scuole di ogni ordine e grado per i quali sia stata disposta la sospensione dell'attività didattica in presenza o ospitati in centri diurni a carattere assistenziale per i quali sia stata disposta la chiusura. Sto lavorando affinché questi tipi di congedo possano essere convertibili - nel caso di congedo preso precedentemente ai sensi degli articoli 32 e 33 del decreto legislativo n. 151 del 2001, fruiti dai genitori durante i periodi dal primo gennaio all'approvazione del decreto - attraverso il congedo straordinario e non computati né indennizzati a titolo di congedo parentale.

Infine, per i lavoratori autonomi, i lavoratori impegnati in prima linea nel contrasto dell'epidemia come le Forze dell'ordine e i lavoratori del settore sanitario e sociosanitario, stiamo lavorando per la reintroduzione della corresponsione di uno o più bonus per l'acquisto di servizi di baby-sitting o, più generalmente, di servizi educativi. Mai, siamo certi, come in questo momento è indispensabile che nessuno, in particolare le famiglie, i bambini e i giovani si sentano lasciati soli, perché la ricostruzione di cui abbiamo bisogno partirà da tutto quel grande patrimonio che è la fiducia che il popolo italiano non ha mai fatto venire meno in questo periodo.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la deputata Chiara Gribaudo.

CHIARA GRIBAUDO (PD). Grazie Presidente, grazie Ministra. Noi accogliamo queste informazioni che ci ha dato e che saranno quindi nel “decreto Sostegni”. La invitiamo però a riflettere, insieme al Governo tutto, se non rischi effettivamente di essere troppo poco e troppo tardi. Bene che ci sia il congedo retribuito al 50 per cento, bene che venga rinnovato il diritto allo smart working, bene anche i voucher baby-sitter. Dobbiamo però dirci che solo i voucher non possono essere l'unico strumento a disposizione dei lavoratori e delle lavoratrici autonome che avrebbero diritto anche loro a dei veri e propri congedi parentali ed effettivamente mi auguro che questo sia il percorso che faremo insieme. Dobbiamo anche tenere in conto che queste chiusure e questa compressione degli spazi sociali ha messo in difficoltà tante persone, in particolare madri e bambini, dal punto di vista psicologico, soprattutto. Per questo occorrerebbero anche qui dei voucher, delle misure che possano essere degli strumenti a sostegno delle famiglie e delle persone più in difficoltà. Sono almeno due settimane che 2 milioni circa di bambini e ragazzi sono costretti a casa nelle zone rosse con tutte le gravi conseguenze per le famiglie e soprattutto per le madri lavoratrici che, lo sappiamo, nel nostro Paese si fanno carico al 75 per cento del lavoro di cura. Se il decreto slitterà ancora alla prossima settimana - e pur comprendendo tutte le difficoltà della fase - crediamo che le donne e le famiglie italiane non possano più aspettare perché sappiamo che la retroattività in una materia così complessa rischia di perdersi nei meandri della burocrazia italiana.

La invito pertanto, lei Ministra insieme al Presidente Draghi e a tutto il Governo, a rafforzare il più possibile queste misure, a renderle automatiche perché a quanto pare la situazione è ancora molto preoccupante e ci saranno chiusure e riaperture; è importante che ci siano risorse, automatismi, perché le donne italiane, come anche lei ha ricordato, hanno già pagato un prezzo troppo alto. Donne e persone più fragili vanno sostenute perché, come ci ha ricordato lei, e io sono convinta con lei, che non ci sarà una ripartenza se non ci sarà maggiore uguaglianza. Quell'uguaglianza passa soprattutto dalle donne italiane.

(Iniziative per la tutela e la valorizzazione del Castello Colonna di Eboli, in provincia di Salerno – n. 3-02090)

PRESIDENTE. Il deputato Federico Conte ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02090 (Vedi l'allegato A).

FEDERICO CONTE (LEU). Grazie Presidente, Ministro, nel centro antico di Eboli, in provincia di Salerno, c'è un antico fortilizio longobardo, denominato Castello Colonna, dal nome del nipote di Papa Martino che lo restaurò nel XV secolo. Questo fortilizio è di proprietà del Ministero della Giustizia che vi ha allocato storicamente un carcere minorile e da ultimo un istituto di custodia attenuata per il trattamento dei tossicodipendenti. L'8 marzo del 2015 la muraglia di questo fortilizio e un torrino sono crollati; non si è provveduto ad un'opera di restauro dello stesso, è stata solo puntellata quella muraglia, e il 18 gennaio ultimo scorso c'è stato un nuovo crollo. Si tratta di un bene monumentale di primaria rilevanza che insiste su un centro antico ricco di altri beni di primaria rilevanza e che potrebbe rappresentare un polo di attrazione turistico, culturale e religioso di significativa capacità di spinta per il turismo meridionale. È per questo che rivolgo a lei la richiesta di intervenire sulla questione attivando le sue competenze.

PRESIDENTE. Il Ministro della Cultura, Dario Franceschini, ha facoltà di rispondere.

DARIO FRANCESCHINI, Ministro della Cultura. Grazie davvero onorevole Conte perché consente di accendere i riflettori su uno dei tanti luoghi italiani stupendi che non hanno avuto l'attenzione e la manutenzione che meritavano. Il castello è situato in una posizione strategica, domina il centro storico e la piana del fiume Sele ed è il risultato di vari ampliamenti nel corso dei secoli, come ha ricordato anche lei, una doppia cinta muraria, torri quadrangolari normanne e circolari sveve che definiscono l'odierno impianto planimetrico piuttosto irregolare. Questa costruzione, che si data dell'età normanna, è stata edificata su una precedente costruzione longobarda; il castello subì, a partire dal XV secolo, dei restauri ad opera di Antonio Colonna, da cui deriva il nome attuale del castello, nipote di Papa Martino V. Come lei ha ricordato il castello attualmente è nella disponibilità del Ministero della Giustizia quale sede dell'istituto a custodia attenuata per il trattamento delle tossicodipendenze e il Ministero della Giustizia ci ha informato che, a seguito dei crolli del 28 gennaio scorso, il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria presso il provveditorato generale delle opere della Campania sta ponendo in essere la progettazione delle opere necessarie per la definitiva messa in sicurezza e ricostruzione della cinta muraria del castello, ma questa non è evidentemente sufficiente. Quindi, la ringrazio di tale interrogazione a risposta immediata perché consente di ragionare, dato l'indiscusso pregio culturale del castello, sulla destinazione di un immobile così importante. Ho parlato già con il Ministro Cartabia: ragioneremo nei prossimi giorni perché si tratta di capire, oltre alla parte già visitabile e a parte discutere sugli interventi per evitare ulteriori crolli (quindi, mi riferisco alla manutenzione dell'immobile), data l'importanza storica e le capacità attrattive dal punto di vista turistico di questo monumento, capire insieme come valorizzarlo rispetto alla fruibilità del pubblico. Lo faremo. Desidero, infine, ricordare che il Ministero della Cultura, tramite la Direzione regionale musei della Campania, sta promuovendo il collegamento tra tutti i beni culturali presenti nel centro storico di Eboli, ossia il castello, il museo archeologico, attivo dal marzo 2000, l'area archeologica delle antiche fornaci, le chiese, i palazzi, al fine di contribuire alla creazione di una rete culturale nell'ambito della quale esprimere tutte le qualità del territorio. E' chiaro che dentro questo progetto il recupero e la produzione ad uso culturale del castello sarebbe fondamentale.

PRESIDENTE. Il deputato Federico Conte ha facoltà di replicare.

FEDERICO CONTE (LEU). Ministro, la ringrazio per la risposta che conferma la sua sensibilità rispetto a questioni di grande rilevanza culturale e che sono significate dal pregio storico di questo castello, che era di proprietà privata, fu donato al Ministero della Giustizia dall'ultimo proprietario, il senatore Avezzano nel 1935. Tuttavia, l'utilizzo che ne è stato fatto nel tempo dal Ministero della Giustizia rischia di svilirne il pregio perché esso non è visitabile (al suo interno vi è anche una chiesa del 1300). Non è solo questo il tema perché il suo restauro credo debba essere valutato all'interno di un percorso di acquisizione al patrimonio del Ministero, che lei tanto bene guida, e debba essere messo al centro di un piano che riguarda la messa in rete e valorizzazione degli altri beni monumentali, che pure ha citato e conosce. Mi consenta di ricordare il santuario dei Santi Cosma e Damiano, uno dei più importanti del Mezzogiorno d'Italia, dove la Curia vescovile salernitana ha voluto realizzare una casa per l'accoglienza dei pellegrini che si predispone al turismo religioso.

Vi è poi il convento di Sant'Antonio, dove c'è il museo dell'Operazione Avalanche, e il convento di San Francesco con il suo museo archeologico nazionale. Questi beni ed altri cosiddetti minori messi in rete potrebbero determinare proprio un polo di attrazione. Credo che lei possa e debba valutare se, per questo centro antico, per questi beni sia attivabile una delle misure del Recovery Plan che prevede finanziamenti che riguardano l'indirizzo turistico culturale. Nel Mezzogiorno d'Italia il valore di questi centri antichi può essere un'infrastruttura per realizzare una nuova attrazione per un turismo lento e sostenibile, non solo stagionale, che stabilizzi le economie, tanto esposte alla pandemia, soprattutto sotto il profilo del turismo e lei lo sa benissimo. Valuti se inserire in un programma di questo tipo questo ed altri centri storici capaci di saldare, come nuova dinamo per il Mezzogiorno, paesaggio, cultura, ambiente e patrimonio culturale.

(Iniziative per il potenziamento dell'assistenza alle persone non autosufficienti, anche tramite il ricorso all'innovazione tecnologica e al coordinamento territoriale – n. 3-02091)

PRESIDENTE. La deputata Fabiola Bologna ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02091 (Vedi l'allegato A).

FABIOLA BOLOGNA (MISTO-C!-PP). Grazie Presidente, gentile Ministro, la pandemia COVID-19 ha messo in luce le criticità del nostro sistema sanitario e socioassistenziale accendendo i riflettori sul mondo degli anziani e fragili. Oltre 14 milioni di persone in Italia convivono con una patologia cronica e 8,4 milioni sono ultrasessantacinquenni. La risposta del nostro Paese per la long term care ossia l'assistenza alle persone non autosufficienti è frammentata e copre solo una piccola parte del bisogno e di fatto non esiste una rete socioassistenziale strutturata; la risposta delle famiglie alla non autosufficienza è quella dell'autogestione divenendo spesso caremanager e caregiver o accedendo a servizi privati a pagamento, al mercato regolare o irregolare delle badanti.

Le chiedo se e come voglia ridisegnare i confini del long term care anche attraverso interventi collegati al Piano nazionale per la ripresa e la resilienza per promuovere soluzioni che, organizzando e coordinando i servizi sui territori, riescano ad adattarsi in modo flessibile e personalizzato alle diverse esigenze di assistenza delle persone non autosufficienti, con una particolare attenzione alla sostenibilità economica.

PRESIDENTE. La Ministra per le Disabilità, Erika Stefani, ha facoltà di rispondere.

ERIKA STEFANI, Ministra per le Disabilità. Ringrazio gli onorevoli interroganti per il quesito posto. Tuttavia, mi occorre precisare che, nonostante le funzioni di coordinamento di tutte le politiche in favore delle persone con disabilità, che mi sono state attribuite dal Presidente del Consiglio, il tema specifico della long term care, che comprende tutte le forme di cura della persona, di assistenza sanitaria e gli interventi di cura domestica associati, non rientra specificatamente tra le funzioni attribuite al Ministero per le Disabilità e per questo risponderò sulla base degli elementi forniti dal Ministero della Salute e dal Ministero del Lavoro. Naturalmente, in tema di assistenza alle persone non autosufficienti sono al lavoro in costante rapporto con i predetti ministri. Cronicità e disabilità comportano la necessità di un nuovo modello di welfare più vicino ai cittadini e ai loro bisogni, imponendo la definizione di strategie di assistenza coordinate ed integrate con azioni e prestazioni di natura socioassistenziale. Gli obiettivi di cura della long term care sono finalizzati al miglioramento del quadro clinico e funzionali alla minimizzazione dei sintomi, alla prevenzione della disabilità e al miglioramento della qualità di vita. Per realizzarli è necessaria la definizione di percorsi assistenziali in grado di prendere in carico il paziente nel lungo termine, prevenire e contenere le disabilità, garantire la continuità assistenziale e l'integrazione degli interventi sociosanitari. Bisogna quindi pensare ad un sistema di assistenza centrato sui bisogni globali del paziente, caratterizzato da un'assistenza multidimensionale e multidisciplinare multilivello, con progetti di cura personalizzati a lungo termine. Aspetti fondamentali del sistema sono la costituzione di percorsi assistenziali individuali e le cure domiciliari. Vi è poi la telemedicina che rappresenta la modalità di erogazione di servizi di assistenza sanitaria tramite il ricorso a tecnologie innovative, in particolare alle ICT, Information and communication technology. A tal fine, il Ministero della Salute sta promuovendo il progetto PON GOV Cronicità, potenziando la capacità di accesso anche ad altre risorse, come i fondi europei e i fondi per la coesione. In tal senso, all'articolo 1 del “decreto Rilancio” si è stabilito che le regioni e le province autonome adottino piani di potenziamento e riorganizzazione della rete assistenziale territoriale. In quest'ottica, quindi nel PNRR sono stati introdotti i progetti specifici volti proprio al potenziamento dell'assistenza continuativa alle persone non autosufficienti, nella consapevolezza che su questi temi è necessario coinvolgere la rete territoriale e tutti i suoi attori.

Nel PNR, come detto - all'interno, quindi, della missione 5 - sono stati predisposti progetti volti al potenziamento dei processi di deistituzionalizzazione e di supporto alla domiciliarità. L'obiettivo è il perseguimento di una vita autonoma, anche mediante l'impiego delle nuove tecnologie, estendendo ed aggiornando l'idea base del percorso già individuato con la realizzazione dei progetti per “Vita Indipendente” e “Dopo di noi”.

PRESIDENTE. La deputata Fabiola Bologna ha facoltà di replicare.

FABIOLA BOLOGNA (MISTO-C!-PP). Grazie, Presidente, ringrazio il Ministro per la sua risposta. Sappiamo come l'efficacia della presa in carico sociosanitaria si gioca spesso nei passaggi che le persone non autosufficienti e le rispettive famiglie affrontano dai servizi della rete sanitaria a quelli della rete sociosanitaria e viceversa ed è quindi necessario un coordinamento tra ospedali, medici di medicina generale e altri servizi della filiera con competenze e profili professionali adeguati.

Le strutture residenziali devono essere inserite in percorsi di presa in carico strutturati che accompagnino proprio le persone non autosufficienti in tutta l'evoluzione delle loro esigenze, che possono essere mutevoli nel tempo. La long term care è anche lavoro, anche in prospettiva, e il personale all'interno del settore di questi servizi rappresenta un fattore produttivo strategico. La valorizzazione del personale è una delle strategie più importanti per aumentare la qualità dei servizi offerti agli utenti, ma spesso l'alto turnover del personale, legato a logiche di sostenibilità piuttosto che di qualità, rischia di impoverire professionalità e competenze fondamentali.

L'assenza di sistemi informativi e conoscitivi sul sistema long term care e sul mondo sociosanitario e la conseguente esiguità di dati impediscono la programmazione di politiche pubbliche e l'attività di pianificazione strategica, e la frammentazione del settore è evidente anche nella netta separazione tra i servizi finanziati tramite risorse pubbliche e quelli invece del mercato privato in senso stretto, cioè quei servizi che richiedono il pagamento da parte delle famiglie. Questo ostacola la possibilità che gli utenti ottengano risposte ai loro bisogni in modo completo e integrato. Sarebbe necessario un punto unico di accesso per rispondere alle esigenze di flessibilità, adattamento e tempestività nelle risposte.

L'occasione del Piano nazionale di ripresa e resilienza ci permette quindi di ripensare alla long term care come a un settore cruciale per il nostro Paese, sia in termini di posti di lavoro, sia in termini di cultura sociale…

PRESIDENTE. Concluda.

FABIOLA BOLOGNA (MISTO-C!-PP). …riconoscendo il ruolo dello Stato, che si fa carico di superare l'attuale modello che prevede la presenza di diversi soggetti e creare un sistema anche con la collaborazione regionale e territoriale a vantaggio dei non autosufficienti.

(Iniziative a favore delle persone con disabilità nell'attuale contesto epidemiologico – n. 3-02092)

PRESIDENTE. Il deputato Massimiliano Panizzut ha facoltà di illustrare l'interrogazione Molinari ed altri n. 3-02092 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

MASSIMILIANO PANIZZUT (LEGA). Grazie, Presidente, buongiorno, Ministro, bentornata. La diffusione della pandemia e le misure di contenimento hanno determinato una forte compressione dei diritti delle persone con diversa abilità e dei loro familiari, accentuandone le situazioni di isolamento e di emarginazione. Tra i vari soggetti duramente colpiti dall'emergenza vorrei ricordare le persone sorde, sordocieche e con disabilità uditive, per le quali le misure di contenimento e l'impiego dei dispositivi di protezione individuale hanno determinato una situazione di isolamento nell'isolamento. Con riguardo, poi, alla campagna vaccinale, come Lega e con le associazioni maggiormente rappresentative del mondo della disabilità, abbiamo evidenziato la necessità di revisionare le attuali linee guida, per ricomprendere le persone con disabilità, i familiari, i caregiver e gli assistenti personali tra le categorie prioritarie che devono essere vaccinate.

Nel merito, le chiediamo quali iniziative abbia adottato o intenda adottare per tutelare adeguatamente la posizione delle persone con disabilità nell'attuale contesto epidemiologico, in specie per quello che concerne l'accesso alla vaccinazione, l'accessibilità alle informazioni e l'impiego di mascherine trasparenti idonee a consentire la lettura del labiale e del linguaggio dei segni.

PRESIDENTE. La Ministra per le Disabilità, Erika Stefani, ha facoltà di rispondere.

ERIKA STEFANI, Ministra per le Disabilità. Presidente, ringrazio gli onorevoli interroganti per il quesito posto, perché mi consente anche di illustrare quanto il Governo stia facendo in particolare in questi giorni a tutela delle persone con disabilità. La grave crisi di emergenza, che purtroppo ancora il nostro Paese sta fronteggiando, ha colpito e continua a colpire in modo significativo le persone con disabilità e le loro famiglie. Questi sono, infatti, i soggetti che hanno subito una maggiore compressione dei loro diritti e hanno vissuto con sofferenza anche le situazioni di isolamento e di emarginazione. Per troppo tempo queste persone hanno dovuto fare i conti con la paura di un ricovero anche ospedaliero, vivendo l'angoscia di un possibile e talvolta reale abbandono, anche a causa dell'impossibilità di mantenere le relazioni.

In tal senso mi sono adoperata affinché nell'ultimo DPCM, recante le misure urgenti di contenimento dell'emergenza epidemiologica, oltre alla conferma delle misure in favore delle persone con disabilità, fosse prevista la possibilità per gli accompagnatori di poterle assistere anche nei reparti di pronto soccorso e di degenza delle strutture ospedaliere. Per quanto riguarda l'accesso alla vaccinazione, il mio primo atto da Ministra, in realtà, è stato quello di inviare una missiva al Ministro della Salute per richiedere una revisione delle Raccomandazioni ad interim sui gruppi target della vaccinazione, al fine di assicurare la giusta precedenza alle persone con disabilità rientranti, in particolare, nel quadro dell'articolo 3, comma 3, della legge n. 104, compresi i familiari e i caregiver. Ho ribadito la richiesta anche al commissario straordinario. Il Ministro della Salute, che ringrazio, mi ha comunicato la volontà, quindi, di modificare la tabella 2 della Raccomandazioni ad interim per l'aspetto che riguarda la precedenza alle persone con disabilità, includendo tutte le categorie con connotazione di gravità. La proposta sarà sottoposta alla Conferenza delle regioni e delle province autonome.

Sono consapevole, però, che ci aspettano ancora altre settimane molto dure; occorre anche trovare soluzioni per le difficoltà connesse anche all'uso obbligatorio e generalizzato delle mascherine, in particolare con riguardo alle persone sorde e in genere per chi ha necessità della lettura del labiale. A tal proposito, mi sono attivata affinché le mascherine di tipo trasparente, per le quali è pervenuta da poco la comunicazione della loro omologazione, siano inserite nei canali di distribuzione gestiti dal commissario straordinario per l'emergenza. Ho segnalato questa esigenza personalmente al generale Figliuolo, invitandolo a considerare l'opportunità che i modelli autorizzati siano inseriti tra gli stock di mascherine da distribuire. In tal senso lo stesso signor generale mi ha garantito, con missiva proprio appena ricevuta, di avere già disposto le attività amministrative rivolte all'acquisizione dei citati dispositivi di protezione individuale.

PRESIDENTE. Il deputato Massimiliano Panizzut ha facoltà di replicare.

MASSIMILIANO PANIZZUT (LEGA). Grazie, Ministro, per la risposta. Siamo assolutamente soddisfatti del percorso che si intende intraprendere; siamo estremamente felici del ripristino del suo Ministero, fortemente voluto dalla Lega e da Matteo Salvini. Non siamo assolutamente d'accordo con chi dice che il Ministero per le Disabilità ghettizzerebbe la categoria; è chiaro che a tutti i livelli amministrativi, a partire dagli enti locali fino a quelli ministeriali, sarebbe utile che ci fosse la consapevolezza necessaria ad affrontare ogni azione e decisione politica secondo i criteri dell'accessibilità universale, come previsto dalla convenzione ONU, ma, purtroppo, siamo ancora lontani da quel momento; ci sono ancora troppi vuoti normativi, troppi limiti ambientali, culturali e progettuali che non ci permettono di abbassare la guardia. Ecco perché serve una voce chiara all'interno del Governo. Lo dico da cittadino con una sorella con diversa abilità che ogni giorno si accorge di quanto le famiglie siano lasciate sole, sole davanti ai meccanismi della burocrazia, sole ad affrontare i percorsi medico-sanitari, sole di fronte alle lacune dovute alle difficoltà nella mobilità, nella comunicazione e nei percorsi di presa in carico per l'assistenza e l'educazione.

C'è ancora tanto da fare, non basta erogare pensioni di inabilità e assegni di invalidità, tra l'altro talmente bassi da non rendere dignitosa la vita di molte persone e che non bastano nemmeno per le terapie essenziali. Serve uno sforzo in più, serve pensare e capire che le persone con disabilità sono parte integrante della società, che hanno diritti e bisogni come ogni cittadino. Perciò, come Lega, ne approfittiamo per augurarle un buon lavoro e siamo al suo fianco, certi che si occuperà di questi temi che riguardano la vita e la dignità di tante persone (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Situazione dei pagamenti previsti dal cosiddetto “bonus ristorazione” e iniziative di competenza volte ad accelerare tali erogazioni – n. 3-02093)

PRESIDENTE. Il deputato Pasquale Maglione ha facoltà di illustrare l'interrogazione Gagnarli ed altri n. 3-02093 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

PASQUALE MAGLIONE (M5S). Grazie, Presidente. Innanzitutto, Ministro, le faccio un augurio per questa sua nuova esperienza, ben consapevole di quelli che saranno gli oneri e gli onori che dovrà affrontare. Oggi, però, come Ministro dell'agricoltura ho l'obbligo di sottoporle un onere, che è quello di dare una risposta ad un settore, il settore HoReCa che, ad oggi, è ancora in attesa dei cosiddetti bonus ristoranti, bonus per i quali sono stati stanziati 600 milioni. Si tratta di un provvedimento che, forse, in questo momento ha avuto difficoltà nell'attuarsi a causa di una costruzione estremamente burocratica a cui sono certo lei, comunque, darà in qualche modo una risposta. Quindi, premesso ciò, sono qui a chiederle quali sono le iniziative che lei già ha intrapreso e che intende intraprendere per dare una risposta celere, soprattutto a quei ristoratori che stanno attendendo queste risorse molto importanti perché, è doveroso ricordarlo, questo bonus è atteso dal comparto da quasi oltre sette mesi.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, ha facoltà di rispondere.

STEFANO PATUANELLI, Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Grazie, Presidente, e ringrazio gli onorevoli interroganti. Credo che la misura relativa al fondo per la ristorazione avesse un obiettivo molto chiaro: quello di sostenere, da una parte, le spese del settore HoReCa verso prodotti tipici della nostra terra, DOP, IGP e i prodotti agricoli in generale, e, dall'altra parte, dare anche la possibilità, acquistando quei prodotti, di sostenere la filiera agricola. Quindi una finalità buona con una misura che, però, ha avuto qualche inciampo nella fase di implementazione. Ricordo che è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 6 novembre il decreto MEF-MIPAAF che stabiliva le modalità di erogazione. Ricordo che sono contributi a fondo perduto per acquisti di beni da parte del settore HoReCa, con un contributo da mille fino a 10 mila euro.

C'è stata una procedura di domande, circa 40 mila le domande attivate. La procedura prevede un acconto del 90 per cento e poi un saldo del 10 per cento a rendicontazione delle spese avvenute. Il soggetto gestore è stato individuato in Poste Italiane. Ovviamente, appena arrivati al Ministero, abbiamo interloquito con il soggetto gestore per capire a che punto stavano le diverse domande, dove c'erano eventuali incagli. Non siamo andati oltre la moral suasion in questo momento, ovviamente, visti i tempi di cui parliamo, però ciò ha portato ad un primo risultato perché, nella settimana di febbraio di quest'anno, l'erogazione dell'anticipo del 90 per cento è stato fatto a 12.969 richiedenti per 78 milioni 236 mila euro circa di bonus erogati e entro il mese di marzo avverrà il 10 per cento, e continua, ovviamente, l'elaborazione di quelle domande che hanno alcune criticità perché incomplete o perché parziali, e che quindi hanno bisogno di un'interlocuzione tra il soggetto gestore e il richiedente.

Ripeto, è una di quelle misure che forse non è immediata, ma certamente utile al sistema, di cui, ovviamente, ringrazio la Ministra Bellanova per averla implementata. Noi stiamo cercando, con il soggetto gestore, di accelerare il più possibile nell'erogazione di questi contributi, che sono una boccata d'ossigeno per il settore.

PRESIDENTE. Il deputato L'Abbate ha facoltà di replicare.

GIUSEPPE L'ABBATE (M5S). Grazie, Presidente. Ringrazio il Ministro per la risposta, di cui mi ritengo soddisfatto; lo ringrazio perché aver dato un impulso ai primi pagamenti di questo contributo è importante. Sappiamo quanto il settore HoReCa sia andato in difficoltà per via delle chiusure obbligate dovute alla pandemia e sappiamo anche quanto un bonus, un ristoro sia efficace se arriva nei tempi immediati e giusti. Quindi, la ringraziamo per il suo impegno. Sappiamo perfettamente anche come parte del mondo agricolo e della pesca sia andato in difficoltà per via della chiusura del settore HoReCa. Quindi, abbiamo il dovere di dover rimettere in piedi queste imprese perché la filiera agroalimentare italiana ha garantito l'accesso al cibo a tutti gli italiani anche nel momento più difficile che questo Paese ha vissuto, quindi nel pieno del lockdown totale.

Questo ha garantito anche la stabilità sociale. Quindi, a pari merito, come ringraziamo medici e operatori sanitari, dobbiamo ringraziare tutti i lavoratori della filiera agroalimentare italiana. Detto questo, Ministro, facendo un conto a spanne, secondo le cifre che ha pronunciato in questo momento, la misura ha tirato per circa 320 milioni di euro: ciò significa che ci sono altre risorse a disposizione. Bene, queste risorse dobbiamo concentrarci ad utilizzarle per sostenere le filiere agricola e della pesca italiana, perché dobbiamo renderle pronte, metterle nelle condizioni di poter ripartire nel momento in cui ci saremo liberati di questa pandemia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Misure di sostegno a favore del settore zootecnico nazionale, anche nell'ambito del Programma nazionale di ripresa e resilienza – n. 3-02094)

PRESIDENTE. Il deputato Nevi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02094 (Vedi l'allegato A).

RAFFAELE NEVI (FI). Grazie, Presidente. Questa interrogazione, signor Ministro, perché dall'inizio della pandemia la zootecnia italiana è soggetta a un duplice attacco, innanzitutto mediatico e poi anche, purtroppo, istituzionale. Prima è stata accusata di essere la responsabile addirittura della diffusione del COVID, poi delle emissioni in atmosfera dei gas serra e infine anche della deforestazione della foresta amazzonica. I dati ISPRA, che sono assolutamente importanti, certificano invece che il settore agricolo italiano ha realizzato la performance migliore dell'Unione europea: 30 milioni di tonnellate di anidride carbonica equivalente contro i 76 della Francia, i 66 della Germania, i 41 milioni del Regno Unito.

Le emissioni complessive del settore agricolo sono diminuite tra il 1990 e il 2019 del 20 per cento. Quanto alle polveri sottili, solo l'11,8 per cento proviene dall'agricoltura. Noi chiediamo a lei quale iniziativa intenda intraprendere a tutela del settore zootecnico nazionale, che è per noi fondamentale per il made in Italy, e se non ritenga opportuno destinare una significativa parte delle risorse all'efficientamento del settore.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, ha facoltà di rispondere.

STEFANO PATUANELLI, Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti che accendono un faro su una questione molto importante della filiera agroalimentare, quella della zootecnia, come giustamente ha detto l'interrogante, molto spesso sotto i riflettori con accezioni negative. Ritengo, invece, che sia un settore e una filiera che ha già fatto molto, che può fare ancora tanto e può contribuire, ma deve avere, per poterlo fare, un accompagnamento e una protezione importante. Tra le varie misure ricordo il sistema di qualità nazionale zootecnica, che consente accesso a specifiche risorse del PSR e valorizza la certificazione volontaria del prodotto. Ricordo il Fondo emergenziale per le filiere in crisi, che ha destinato risorse pari a 90 milioni di euro alle filiere zootecniche ed è in corso di erogazione.

Si parla di circa 38 milioni per la filiera suinicola, 4 milioni per la cunicola, 20 milioni per le carni da vitello, mezzo milione per la filiera caprina, 8 milioni e mezzo per la filiera ovicaprina, 2 milioni per il bufalino, un milione e mezzo per l'ammasso privato di prosciutti DOP e 15 milioni per l'ammasso privato delle carni da vitello. A novembre sono stati peraltro stanziati ulteriori 30 milioni. Credo che poi serva un forte piano di comunicazione per comunicare nel modo giusto il valore di quella filiera, perché non sia più oggetto di posizioni forse ideologiche. Penso anche che la capacità di marginalità di quella filiera debba essere sostenuta attraverso elementi certamente di contorno e non centrali nell'attività primaria, ma che hanno un grosso impatto per la filiera stessa. Penso alle progettualità che sono inserite nel PNRR e che riguardano il costo dell'energia, il contributo ai costi energetici che incidono per circa il 20 per cento dei costi variabili.

Penso all'innovazione, alla digitalizzazione, alla zootecnia di precisione. Penso al progetto agrisolare, alla possibilità quindi di sostituire le coperture delle stalle, spesso in cemento e amianto, con pannelli fotovoltaici, un elemento importante per la filiera. Penso agli impianti biometano e anche alla trasformazione degli impianti da biogas a biometano, su cui c'è un progetto SNAM molto interessante. Credo che questi siano i temi che vengono trattati all'interno del PNRR che potranno dare una risposta ad un settore che, ripeto, è certamente centrale per la filiera italiana.

PRESIDENTE. Il deputato Nevi ha facoltà di replicare.

RAFFAELE NEVI (FI). Grazie, signor Ministro. La sua risposta all'interrogazione va nella direzione da noi auspicata, soprattutto quando riconosce che forse c'è in alcune parti della nostra società, e anche nei grandi media italiani, qualche posizione ancora troppo ideologica su un settore che, invece, è assolutamente strategico e fondamentale. Non solo lo diciamo noi di Forza Italia, ma lo dicono i dati: 40 miliardi di fatturato, 250 mila lavoratori, 270 mila aziende. Penso, noi pensiamo, che ci voglia rispetto innanzitutto per chi lavora in questo settore e per chi contribuisce a produrre cibo sano per i nostri concittadini. Noi abbiamo anche più volte fissato l'obiettivo della cosiddetta sovranità alimentare, cioè diminuire la nostra dipendenza dall'estero, dalle importazioni di carne - e non solo di carne - che spesso non sono rispondenti ai nostri livelli di qualità, di salubrità, di sicurezza alimentare. Ecco, signor Ministro, l'unica cosa che voglio sottolineare e che non ho sentito nella sua replica, ma sono sicuro che sarà tra gli obiettivi che lei si porrà nell'affrontare questo nuovo incarico, riguarda il tema delle maggiori risorse per la transizione ecologica. Noi siamo assolutamente a favore della transizione ecologica, ma questo si fa con più risorse per il settore e non con un approccio ideologico contro il settore. Per questo ci riteniamo soddisfatti della sua risposta e lavoreremo affinché questo obiettivo sia perseguito nei fatti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

(Iniziative di competenza volte a sospendere la sanatoria prevista dal cosiddetto “decreto Rilancio” per la regolarizzazione dei migranti, alla luce degli scarsi effetti prodotti con riguardo alla manodopera del comparto agricolo – n. 3-02095)

PRESIDENTE. La deputata Monica Ciaburro ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-02095 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Ministro, i dati recenti mettono in evidenza che la sanatoria avviata nel 2020 dall'allora Ministro Bellanova, che avrebbe dovuto porre un freno al caporalato nei campi, ha raccolto, invece, appena 30 mila richieste tra i braccianti agricoli, appena il 15 per cento degli stagionali richiesti dalle associazioni di categoria e il 10 per cento degli immigrati occupati nel settore. Ad aver tentato di rientrare nella sanatoria non sono stati i braccianti agricoli, ma 177 mila persone tra colf, badanti, babysitter e lavoratori domestici in generale. Il fallimento è rilevante anche per quanto riguarda i lavoratori domestici. Sono emersi 177 mila rapporti in nero riferiti a lavoratori senza permesso di soggiorno - una situazione nella quale si trovavano circa 250 mila persone - ma sono rimasti nell'ombra ancora un milione di lavoratori italiani, comunitari o, comunque, regolarmente residenti nel Paese…

PRESIDENTE. Concluda.

MONICA CIABURRO (FDI). …per i quali resta più conveniente non dichiarare nulla. Chiediamo se non ritenga urgente, alla luce dei dati rilevati in premessa, adottare iniziative volte a sospendere la sanatoria prevista all'interno del “decreto Rilancio”…

PRESIDENTE. La ringrazio.

MONICA CIABURRO (FDI). …considerato anche il fatto che non ha risolto il problema legato al reperimento della manodopera qualificata richiesta anche dalle associazioni di categoria (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, ha facoltà di rispondere.

STEFANO PATUANELLI, Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti. La domanda di fatto è molto semplice: se io intendo sospendere una sanatoria. La risposta, ovviamente, non può che essere “no” per una serie di motivi. Intanto perché non è competenza del Ministero delle Politiche agricole intervenire su temi legati alla contrattualistica di lavoro e alla questione della regolarizzazione dell'immigrazione, competenze che sono al Ministero dell'Interno e al Ministero del Lavoro, che hanno firmato, tra l'altro, i due decreti attuativi della misura prevista nel decreto n. 34. Questo è il motivo, ovviamente, per cui non mi occupo nemmeno delle colf e delle badanti, ma certamente, invece, credo che sia centrale la questione del caporalato e dello sfruttamento del lavoro nero, a prescindere, ovviamente, da chi è che viene sfruttato, che sia un immigrato clandestino, un immigrato regolare o un italiano, perché purtroppo riguarda anche i lavoratori agricoli. Il tema del caporalato, storicamente in molte zone del Paese, è un tema che colpisce il settore agricolo e per superarlo io ritengo che sia più corretto capirne le origini e intervenire perché non accada, non ovviamente con sanatorie; su questo sono perfettamente d'accordo. Ritengo che le motivazioni siano diverse: strumenti contrattualistici in grado di garantire la stagionalità e contemporaneamente un reddito dignitoso a chi lavora nelle campagne, il primo elemento; il secondo elemento è garantire una trasmissione del valore aggiunto della filiera agricola che arrivi fino ai produttori e non si fermi prima, perché in questo modo si consente ai produttori di avere la marginalità sufficiente per poter garantire ai propri dipendenti contratti dignitosi e reddito dignitoso. Credo che siano queste le cose che può fare il Ministro competente delle Politiche agricole e, ovviamente, non mettere un freno a una sanatoria che, peraltro, ha avuto un termine, il 15 agosto, e oggi sono in fase di analisi le 207 mila domande circa che sono intervenute, con un meccanismo, devo dire, molto complicato di valutazione e verifica, necessario ma molto spesso fatto a distanza. È stato da poco, appunto, fatto un bando per l'assunzione di 800 persone che studieranno e continueranno a istruire le domande che sono ancora in itinere.

Ovviamente, ripeto, quelle non sono cose di mia competenza. La mia competenza, ciò che potrò fare è cercare di mettere la testa su come risolvere una piaga che è quella del caporalato e dello sfruttamento del lavoro nero in agricoltura.

PRESIDENTE. Il deputato Emanuele Prisco ha facoltà di replicare.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, ovviamente non siamo soddisfatti. Comprendo, ovviamente, l'imbarazzo nel far parte di una maggioranza talmente eterogenea da non poter rispondere in modo chiaro alla domanda che è stata formulata. L'abbiamo vista, infatti, insieme al MoVimento 5 Stelle, prima a fianco del Ministro Salvini, nel tentativo di chiudere i porti, poi con l'onorevole Boldrini e il Ministro Bellanova a regolarizzare gli immigrati irregolari (altro che lotta al caporalato, signor Ministro). Noi non abbiamo capito, però, qual è l'intendimento di questo Governo su questa semplicissima e banalissima domanda, se non la sua personale intenzione di voler scaricare tutta la responsabilità di quelle scelte, poi dimostratesi, come diceva Fratelli d'Italia, infruttuose, sull'ex Ministro Bellanova. Duecento mila domande di regolarizzazione e soltanto trentamila e cinquecento in ambito agricolo, per lo più trasformando permessi già esistenti. Mentre il mondo agricolo chiede lavoratori esperti, chiede corridoi verdi, soprattutto lavoratori che provengono dall'Est, che sanno fare il lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). A breve, Ministro, riapre la stagione di raccolta e la ricerca dei lavoratori dell'agricoltura, con la complicazione della chiusura dei confini da parte di molti Paesi per via del COVID, rende più complesso per il settore agricolo reperire lavoratori.

Fratelli d'Italia le pone le sue proposte, perché ha le idee chiare: sospendere immediatamente la sanatoria, che è servita a regolarizzare altri immigrati e immigrati clandestini; riaprire i canali verdi di immigrazione regolare soprattutto con i Paesi dell'Est, semplificandone la burocrazia; far emergere il lavoro nero in Italia anche mediante i voucher. Sono idee semplici, chiare, determinate. Ve le suggeriamo. In fondo, il mondo dell'agricoltura è un'eccellenza, è una priorità per Fratelli d'Italia e per l'Italia e sicuramente ed evidentemente ha priorità diverse dalle sue e dai suoi alleati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 16,30.

La seduta, sospesa alle 15,55, è ripresa alle 16,30.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascari, Brescia, Casa, Cirielli, Comaroli, Covolo, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Gebhard, Giachetti, Lorefice, Nardi, Parolo, Perantoni, Silli e Tasso sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente 93, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Votazione per l'elezione di un Vicepresidente, ai sensi dell'articolo 5, comma 8, del Regolamento.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la votazione per l'elezione di un Vicepresidente, ai sensi dell'articolo 5, comma 8, del Regolamento, a seguito della cessazione dalla carica della deputata Maria Rosaria Carfagna, dimissionaria, in quanto chiamata a far parte del Governo.

Conformemente alla prassi relativa alle votazioni per schede, la chiama sarà effettuata secondo l'ordine alfabetico.

Ciascun deputato può scrivere sulla scheda un solo nome. Le schede recanti più di un nominativo saranno considerate nulle. Saranno altresì considerate nulle le schede recanti segni di riconoscimento.

Le preferenze espresse in favore dei deputati aventi lo stesso cognome non saranno considerate valide ove non rechino anche il nome di battesimo del deputato, ovvero, quanto meno, la lettera iniziale del nome o il gruppo di appartenenza.

Sarà eletto il deputato che otterrà il maggior numero di voti.

I deputati faranno ingresso in Aula dal lato sinistro, esprimeranno il loro voto nelle cabine dopo aver ritirato una matita e la scheda e, quindi, dopo aver depositato nell'urna la scheda e consegnato la matita, lasceranno l'Aula dall'ingresso del lato destro.

Avverto che la Presidenza accoglierà un numero di richieste di anticipazione del voto fino a un massimo del 3 per cento della consistenza numerica di ciascun gruppo, oltre a quelle dei membri del Governo che già sono pervenute.

Avverto, inoltre, che la Presidenza, in via del tutto eccezionale, ha accolto un numero di richieste di anticipazione del voto pervenute da parte del gruppo Misto superiore rispetto a quelle spettanti, in quanto i rappresentanti delle singole componenti di tale gruppo sono impegnati in una concomitante riunione organizzativa.

Invito, quindi, il deputato segretario di Presidenza a procedere alla chiama. Prego.

(Segue la votazione ).

PRESIDENTE. Colleghi deputati, chiedo scusa, un attimo di attenzione: mi è stato fatto notare che sono praticamente saltate tutte le regole. In questo caso, non è il brusio il problema, ma è il mancato rispetto del distanziamento fisico. Per esempio, ci sono troppi capannelli nell'Aula. Ci sono troppi capannelli nell'Aula che si devono sciogliere. In particolare, chiedo la cortesia ai colleghi deputati che hanno già espletato le proprie funzioni di voto di uscire dall'Aula per agevolare un po' il nostro lavoro e, quindi, limitare il rischio assembramento. Però, vedo che qualcuno mentre parlo ritiene di essere disturbato e non aderisce alle mie raccomandazioni, che sono solo necessarie a far rispettare a ciascuno il nostro Regolamento. Deputata Faro…

Colleghi, riprendiamo la nostra votazione, però vi prego di non mettermi nelle condizioni di fare il maestrino, perché davvero diventa anche squalificante per me, ma soprattutto per voi. Abbiamo la libertà di uscire e dialogare con chi vogliamo, quindi non abbiamo limiti, stiamo facendo delle votazioni secondo le note modalità e quindi è possibile recarsi fuori dall'Aula per svolgere le proprie conversazioni senza, diciamo così, dover essere così stringenti nel rispetto dei nostri protocolli. Proseguiamo.

(Segue la votazione ).

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI (ore 18,05)

(Segue la votazione ).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI (ore 18,11)

PRESIDENTE. È così conclusa la prima chiama. Invito il deputato segretario di Presidenza a procedere alla seconda chiama.

(Segue la votazione).

PRESIDENTE. Si è così conclusa anche la seconda chiama. Chiedo se vi siano deputati in Aula che intendono votare, nel caso possono avvicinarsi qui, alla mia sinistra. Mi pare che abbiano votato tutti. C'è Fassino, prego aspetti che la chiamiamo, la dobbiamo inserire prima.

(Segue la votazione).

PRESIDENTE. Il deputato Fassino ha votato, dichiaro chiusa la votazione e invito i deputati segretari a procedere allo spoglio delle schede.

La seduta è sospesa, riprenderà al termine di tale adempimento.

La seduta, sospesa alle 18,25, è ripresa alle 18,50.

Comunicazione del risultato della votazione per l'elezione di un Vicepresidente, ai sensi dell'articolo 5, comma 8, del Regolamento.

PRESIDENTE. Comunico il risultato della votazione per l'elezione di un Vicepresidente:

Presenti e votanti……….. 471

Hanno ottenuto voti: Mandelli 248, Calabria 120, Baldelli 13, Prestigiacomo 8.

Voti dispersi……………… 37

Schede bianche…………….40

Schede nulle………………...5.

Proclamo eletto Vicepresidente della Camera dei deputati il deputato Andrea Mandelli (Applausi).

Gli auguri al collega Mandelli anche da parte della Presidenza di turno.

Hanno preso parte alla votazione:

Acunzo Nicola

Adelizzi Cosimo

Aiello Davide

Aiello Piera

Alaimo Roberta

Albano Lucia

Alemanno Maria Soave

Amitrano Alessandro

Andreuzza Giorgia

Angiola Nunzio

Annibali Lucia

Anzaldi Michele

Aprea Valentina

Aresta Giovanni Luca

Ascari Stefania

Azzolina Lucia

Badole Mirco

Bagnasco Roberto

Baldelli Simone

Baldini Maria Teresa

Baldino Vittoria

Baratto Raffaele

Barbuto Elisabetta Maria

Barelli Paolo

Baroni Annalisa

Bartolozzi Giusi

Barzotti Valentina

Basini Giuseppe

Battelli Sergio

Battilocchio Alessandro

Bazoli Alfredo

Bazzaro Alex

Bella Marco

Bellucci Maria Teresa

Belotti Daniele

Benamati Gianluca

Benedetti Silvia

Benigni Stefano

Benvenuto Alessandro Manuel

Berardini Fabio

Bergamini Deborah

Berlinghieri Marina

Berti Francesco

Bianchi Matteo Luigi

Biancofiore Michaela

Billi Simone

Bilotti Anna

Binelli Diego

Bisa Ingrid

Bitonci Massimo

Boldi Rossana

Bologna Fabiola

Bonafede Alfonso

Bond Dario

Boniardi Fabio Massimo

Bonomo Francesca

Bordo Michele

Bordonali Simona

Borghi Claudio

Borghi Enrico

Boschi Maria Elena

Braga Chiara

Brescia Giuseppe

Brunetta Renato

Bruno Raffaele

Bruno Bossio Vincenza

Bubisutti Aurelia

Bucalo Carmela

Buffagni Stefano

Buompane Giuseppe

Buratti Umberto

Butti Alessio

Cadeddu Luciano

Caffaratto Gualtiero

Calabria Annagrazia

Cancelleri Azzurra Pia Maria

Cannizzaro Francesco

Cantalamessa Gianluca

Cantone Carla

Cantone Luciano

Caon Roberto

Caparvi Virginio

Capitanio Massimiliano

Cappellacci Ugo

Carabetta Luca

Carè Nicola

Carelli Emilio

Carfagna Maria Rosaria

Carnevali Elena

Carrara Maurizio

Casa Vittoria

Casciello Luigi

Casino Michele

Caso Andrea

Cassese Gianpaolo

Cassinelli Roberto

Castiello Giuseppina

Cataldi Roberto

Cattaneo Alessandro

Cattoi Maurizio

Cattoi Vanessa

Cavandoli Laura

Ceccanti Stefano

Cecchetti Fabrizio

Cenni Susanna

Centemero Giulio

Cestari Emanuele

Ciaburro Monica

Ciampi Lucia

Cillis Luciano

Cimino Rosalba

Ciprini Tiziana

Cirielli Edmondo

Colaninno Matteo

Colla Jari

Colmellere Angela

Colucci Alessandro

Comaroli Silvana Andreina

Comencini Vito

Conte Federico

Corneli Valentina

Cortelazzo Piergiorgio

Covolo Silvia

Crippa Andrea

Crippa Davide

Cristina Mirella

Critelli Francesco

Cubeddu Sebastiano

Currò Giovanni

Daga Federica

Dal Moro Gian Pietro

D'Alessandro Camillo

Dall'Osso Matteo

Dara Andrea

D'Arrando Celeste

D'Attis Mauro

De Angelis Sara

De Carlo Sabrina

De Filippo Vito

De Giorgi Rosalba

De Girolamo Carlo Ugo

De Lorenzis Diego

De Lorenzo Rina

De Luca Piero

De Maria Andrea

De Martini Guido

De Menech Roger

De Toma Massimiliano

Deiana Paola

Deidda Salvatore

Del Barba Mauro

Del Basso De Caro Umberto

Del Re Emanuela Claudia

Del Sesto Margherita

Delmastro Delle Vedove Andrea

Delrio Graziano

D'Ettore Felice Maurizio

Di Giorgi Rosa Maria

Di Lauro Carmen

Di Maio Marco

Di Muro Flavio

Di Sarno Gianfranco

Di Stasio Iolanda

Dieni Federica

D'Incà Federico

D'Ippolito Giuseppe

Donina Giuseppe Cesare

Donzelli Giovanni

Dori Devis

D'Orso Valentina

Durigon Claudio

D'Uva Francesco

Ermellino Alessandra

Fantuz Marica

Faro Marialuisa

Fascina Marta Antonia

Fassino Piero

Federico Antonio

Ferrari Roberto Paolo

Ferri Cosimo Maria

Ferro Wanda

Fiano Emanuele

Ficara Paolo

Fiorini Benedetta

Fitzgerald Nissoli Fucsia

Flati Francesca

Fogliani Ketty

Fontana Gregorio

Fontana Lorenzo

Fornaro Federico

Foscolo Sara

Foti Tommaso

Fragomeli Gian Mario

Frailis Andrea

Frassinetti Paola

Frassini Rebecca

Fregolent Silvia

Frusone Luca

Furgiuele Domenico

Gadda Maria Chiara

Gagliardi Manuela

Galantino Davide

Galizia Francesca

Galli Dario

Gallo Luigi

Gariglio Davide

Gastaldi Flavio

Gebhard Renate

Gemmato Marcello

Gerardi Francesca

Giaccone Andrea

Giachetti Roberto

Giacometti Antonietta

Giacometto Carlo

Giacomoni Sestino

Giannone Veronica

Giarrizzo Andrea

Giglio Vigna Alessandro

Giordano Conny

Giorgis Andrea

Giuliano Carla

Gobbato Claudia

Golinelli Guglielmo

Gribaudo Chiara

Grimaldi Nicola

Grippa Carmela

Gusmeroli Alberto Luigi

Ianaro Angela

Iezzi Igor Giancarlo

Incerti Antonella

Invernizzi Cristian

Iovino Luigi

La Marca Francesca

L'Abbate Giuseppe

Labriola Vincenza

Lapia Mara

Lattanzio Paolo

Lazzarini Arianna

Legnaioli Donatella

Lepri Stefano

Librandi Gianfranco

Licatini Caterina

Liuni Marzio

Liuzzi Mirella

Lolini Mario

Lollobrigida Francesco

Lombardo Antonio

Lorefice Marialucia

Lorenzoni Eva

Lorenzoni Gabriele

Losacco Alberto

Loss Martina

Lovecchio Giorgio

Lucaselli Ylenja

Lucchini Elena

Lucentini Mauro

Lupi Maurizio

Maccanti Elena

Madia Maria Anna

Maggioni Marco

Maglione Pasquale

Manca Alberto

Manca Gavino

Mandelli Andrea

Mantovani Lucrezia Maria Benedetta

Manzato Franco

Maraia Generoso

Marattin Luigi

Marchetti Riccardo Augusto

Mariani Felice

Marin Marco

Marino Bernardo

Martinciglio Vita

Martino Antonio

Maschio Ciro

Masi Angela

Maturi Filippo

Mazzetti Erica

Melicchio Alessandro

Melilli Fabio

Miceli Carmelo

Micheli Matteo

Micillo Salvatore

Migliore Gennaro

Migliorino Luca

Milanato Lorena

Minardo Antonino

Misiti Carmelo Massimo

Mollicone Federico

Montaruli Augusta

Mor Mattia

Morelli Alessandro

Moretto Sara

Morgoni Mario

Morrone Jacopo

Moschioni Daniele

Mugnai Stefano

Mulè Giorgio

Mura Romina

Murelli Elena

Musella Graziano

Napoli Osvaldo

Nappi Silvana

Navarra Pietro

Nevi Raffaele

Nitti Michele

Nobili Luciano

Noja Lisa

Novelli Roberto

Occhiuto Roberto

Olgiati Riccardo

Orfini Matteo

Orrico Anna Laura

Orsini Andrea

Osnato Marco

Pagani Alberto

Pagano Alessandro

Pagano Ubaldo

Paita Raffaella

Palmieri Antonio

Palmisano Valentina

Panizzut Massimiliano

Paolin Giuseppe

Paolini Luca Rodolfo

Papiro Antonella

Parentela Paolo

Parisse Martina

Pastorino Luca

Patassini Tullio

Patelli Cristina

Paternoster Paolo

Pella Roberto

Pellicani Nicola

Penna Leonardo Salvatore

Pentangelo Antonio

Perantoni Mario

Perconti Filippo Giuseppe

Perego Di Cremnago Matteo

Pettarin Guido Germano

Pettazzi Lino

Pezzopane Stefania

Piastra Carlo

Picchi Guglielmo

Piccoli Nardelli Flavia

Piccolo Tiziana

Pignatone Dedalo Cosimo Gaetano

Pini Giuditta

Pittalis Pietro

Pizzetti Luciano

Plangger Albrecht

Polidori Catia

Pollastrini Barbara

Polverini Renata

Porchietto Claudia

Potenti Manfredi

Prestigiacomo Stefania

Prestipino Patrizia

Pretto Erik Umberto

Prisco Emanuele

Provenza Nicola

Racchella Germano

Raciti Fausto

Raffa Angela

Raffaelli Elena

Rampelli Fabio

Ravetto Laura

Ricciardi Riccardo

Ripani Elisabetta

Rixi Edoardo

Rizzetto Walter

Rizzo Gianluca

Rizzo Nervo Luca

Rizzone Marco

Romano Andrea

Rosato Ettore

Rospi Gianluca

Rossello Cristina

Rossi Andrea

Rossini Emanuela

Rossini Roberto

Rosso Roberto

Rotondi Gianfranco

Ruffino Daniela

Ruggiero Francesca Anna

Russo Giovanni

Russo Paolo

Saccani Jotti Gloria

Saitta Eugenio

Saltamartini Barbara

Sanga Giovanni

Sani Luca

Sapia Francesco

Sarro Carlo

Sarti Giulia

Savino Elvira

Savino Sandra

Scagliusi Emanuele

Scalfarotto Ivan

Scanu Lucia

Scerra Filippo

Schullian Manfred

Scoma Francesco

Scutellà Elisa

Sensi Filippo

Serracchiani Debora

Serritella Davide

Siani Paolo

Sibilia Cosimo

Silli Giorgio

Silvestri Francesco

Silvestri Rachele

Silvestroni Marco

Siracusano Matilde

Sisto Francesco Paolo

Snider Silvana

Sozzani Diego

Spadafora Vincenzo

Spadoni Maria Edera

Spena Maria

Speranza Roberto

Sportiello Gilda

Squeri Luca

Stefani Alberto

Stumpo Nicola

Sut Luca

Sutto Mauro

Tabacci Bruno

Tarantino Leonardo

Tartaglione Annaelsa

Tasso Antonio

Tateo Anna Rita

Terzoni Patrizia

Tiramani Paolo

Toccalini Luca

Tofalo Angelo

Tomasi Maura

Tombolato Giovanni Battista

Tondo Renzo

Tonelli Gianni

Trancassini Paolo

Traversi Roberto

Tripodi Elisa

Tripodi Maria

Troiano Francesca

Tucci Riccardo

Turri Roberto

Tuzi Manuel

Ungaro Massimo

Valbusa Vania

Valentini Valentino

Vallotto Sergio

Varrica Adriano

Verini Walter

Versace Giuseppina

Vietina Simona

Villani Virginia

Vinci Gianluca

Viscomi Antonio

Vitiello Catello

Viviani Lorenzo

Zan Alessandro

Zanella Federica

Zanettin Pierantonio

Zangrillo Paolo

Zardini Diego

Zennaro Antonio

Ziello Edoardo

Zoffili Eugenio

Zolezzi Alberto

Zordan Adolfo

Zucconi Riccardo

Sono in missione:

Ascani Anna

Campana Micaela

Castelli Laura

Chiazzese Giuseppe

Coin Dimitri

Colletti Andrea

Dadone Fabiana

Di Maio Luigi

Di Stefano Manlio

Fontana Ilaria

Formentini Paolo

Franceschini Dario

Gallinella Filippo

Garavaglia Massimo

Gava Vannia

Gelmini Mariastella

Germanà Antonino

Giorgetti Giancarlo

Grimoldi Paolo

Guerini Lorenzo

Lacarra Marco

Macina Anna

Magi Riccardo

Molinari Riccardo

Molteni Nicola

Nardi Martina

Nesci Dalila

Occhionero Giuseppina

Orlando Andrea

Palazzotto Erasmo

Pallini Maria

Parolo Ugo

Ribolla Alberto

Rotta Alessia

Ruocco Carla

Salafia Angela

Sasso Rossano

Sibilia Carlo

Varchi Maria Carolina

Vignaroli Stefano

Volpi Raffaele

Annunzio della formazione di una componente politica nell'ambito del gruppo parlamentare Misto.

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito della richiesta pervenuta in data 9 marzo 2021, è stata autorizzata in data odierna, ai sensi dell'articolo 14, comma 5, del Regolamento, la formazione della componente politica denominata “Facciamo Eco-Federazione dei Verdi” nell'ambito del gruppo parlamentare Misto, cui aderiscono i deputati: Rossella Muroni, Alessandro Fusacchia e Lorenzo Fioramonti.

La deputata Rossella Muroni ne è stata designata rappresentante.

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data odierna, il deputato Andrea Cecconi, già iscritto alla componente politica del gruppo parlamentare Misto “Europeisti-MAIE-PSI”, ha dichiarato di aderire alla componente politica del gruppo parlamentare Misto “Facciamo Eco-Federazione dei Verdi”.

Comunico altresì che, con lettera pervenuta in data odierna, il deputato Antonio Lombardo, già iscritto alla componente politica del gruppo parlamentare Misto “Centro Democratico-Italiani in Europa”, ha dichiarato di aderire alla componente politica del gruppo parlamentare Misto “Facciamo Eco-Federazione dei Verdi”.

La rappresentante di tale componente, con lettere pervenute in pari data, ha comunicato di aver accolto le richieste.

Modifica nella composizione dell'ufficio di presidenza di un gruppo parlamentare e affidamento dei poteri attribuiti dal Regolamento nell'ambito del medesimo gruppo.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data odierna, il deputato Roberto Occhiuto ha reso noto che l'assemblea del gruppo parlamentare Forza Italia-Berlusconi Presidente ha proceduto, in data 9 marzo 2021, alla sua elezione a presidente del gruppo, in sostituzione della deputata Mariastella Gelmini, chiamata a ricoprire un incarico governativo.

Il Presidente del gruppo parlamentare Forza Italia-Berlusconi Presidente ha altresì comunicato che l'assemblea del gruppo medesimo ha nominato vicepresidente vicario il deputato Valentino Valentini, al quale è stato inoltre affidato l'esercizio dei poteri attribuiti in caso di assenza o impedimento del Presidente, secondo quanto previsto dall'articolo 15, comma 2, del Regolamento della Camera.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare il deputato Roberto Novelli. Ne ha facoltà, per due minuti.

ROBERTO NOVELLI (FI). Grazie, Presidente. Vorrei fare un intervento sulle professioni sanitarie in quanto hanno rappresentato, fin dal primo giorno della pandemia, la prima linea nella lotta contro il COVID. Il loro tributo è stato alto in termini di contagi e anche di vite umane perse e, tra le professioni sanitarie, una in particolare ha fatto registrare i dati più pesanti, ed è la categoria degli infermieri. Eppure, nonostante gli encomi pubblici, troppo poco si fa e si è fatto per mettere questa categoria in condizione di lavorare al meglio. Sappiamo che sono pochi, troppo pochi, e sono anche sottopagati rispetto a quello che meritano e rispetto a quanto ricevono negli altri Paesi europei.

A dire il vero, una timida risposta pareva esserci stata: con l'ultima legge di bilancio, anche agli infermieri, così come ai medici era stato riconosciuto un aumento di una voce della retribuzione, aumento per cui sono stati stanziati 335 milioni di euro. C'è un però, e questo però è il fatto che il riconoscimento, differentemente dai medici, non è automatico, non era automatico, ma è legato agli esiti di una contrattazione che non è ancora stata avviata.

Sto terminando. Non ci vorrebbe molto, basterebbe cancellare dalla legge di riferimento la contrattazione per concedere una piccola gratificazione a questi uomini e a queste donne, che la meritano tutti. Sono qui a sollecitare l'Aula e il Governo a prendere atto che, se vogliamo potenziare il nostro sistema sanitario, le nostre infermiere e i nostri infermieri sono figure imprescindibili, così come lo dovrebbero essere nella campagna vaccinale. Ma se non si comincia a riconoscere, sotto questo aspetto, la centralità del loro ruolo sarà difficile invertire la rotta e credo che con questo Governo noi potremmo porre i correttivi giusti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Perantoni. Ne ha facoltà, per due minuti. Non è presente in Aula: si intende abbia rinunciato.

Ha chiesto di parlare la deputata Rosa Maria Di Giorgi. Non è presente: si intende che vi abbia rinunziato.

Ha chiesto di parlare la deputata Carmela Bucalo. Ne ha facoltà, per due minuti.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. In questi giorni, l'attività eruttiva dell'Etna sta mettendo a dura prova la provincia etnea, tantissimi i paesi interessati, e la pioggia di lapilli e l'enorme quantità di cenere sta ricoprendo città e piccoli paesi alle sue pendici. Fino a questa notte, una coltre di circa 2 centimetri ha letteralmente sommerso tutto. Le amministrazioni locali interessate, oltre ad affrontare difficoltà finanziarie dovute a questa pandemia da COVID, rischiano ora di vedere stravolti i propri bilanci se non dovesse arrivare un aiuto economico subito, immediato, da parte dello Stato. Ecco perché, oggi, chiedo con forza che lo stato di calamità naturale sia riconosciuto in tempi brevissimi dal Governo. Sono necessari aiuti immediati per i cittadini, oltre 100 mila persone interessate, aiuti al settore agricolo, in ginocchio, e uno stanziamento straordinario in favore della città metropolitana di Catania e per i consorzi di comuni sull'acquisto di mezzi idonei per la gestione di questi fenomeni naturali eccezionali ed improvvisi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Potenti. Ne ha facoltà, per due minuti.

MANFREDI POTENTI (LEGA). La ringrazio, Presidente. Oggi è il 10 marzo: fra un mese, saranno esattamente trent'anni decorsi dal giorno della tragedia che a Livorno è conosciuta – così come in tutta Italia - come il disastro del Moby Prince. È stato il disastro che, nella storia della marineria italiana, è purtroppo ricordato come quello con più vittime: 140 persone che sono morte arse vive in un incendio nel traghetto Moby Prince, che si scontrò con una petroliera nella rada del porto di Livorno.

Questo intervento vuole sensibilizzare l'Aula del Parlamento affinché venga ascoltato il messaggio delle famiglie delle vittime, che chiedono a questo ramo del Parlamento di poter dar vita ad una Commissione di inchiesta su questo tragico fatto. Ci sono due proposte di legge presentate da due partiti - la Lega e il Partito Democratico -, almeno ad oggi così mi risulta. Io faccio un appello, a nome anche dei familiari, tra l'altro, proprio oggi, è uscito dall'ospedale Loris Rispoli, uno dei rappresentanti delle due realtà che rappresentano le famiglie delle vittime.

Questo episodio ha una risonanza nazionale e ci sono tante località italiane che ogni anno celebrano questa ricorrenza. In Sardegna voglio ricordare Ercolano, luogo da cui provenivano appunto tante delle vittime.

Ebbene, concludo chiedendo veramente un momento di riflessione a tutti i colleghi, affinché si possa arrivare al 10 aprile con un atto concreto, quale può essere quello di mettere all'ordine del giorno la proposta per la costituzione della Commissione d'inchiesta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Viscomi, per due minuti. Ne ha facoltà.

ANTONIO VISCOMI (PD). Lunedì scorso, a Napoli, davanti alla sede della Fondazione Polis, nel palazzo della regione Santa Lucia, un pannello raffigurante la Méhari di Giancarlo Siani, ucciso dalla camorra nel 1985, e raffigurante con lui tutte le vittime innocenti delle mafie, ricordate nella Sala della Memoria, è stato distrutto dalle pallonate lanciate da alcuni ragazzini, a quanto pare, più per il gusto di rompere, che per colpire il simbolo stesso.

Questo gesto ha avuto molta risonanza mediatica, grazie all'attenzione dei tanti cittadini che hanno voluto manifestare affetto e vicinanza alla Fondazione e ai tanti familiari delle vittime innocenti. Un rumoroso silenzio ha invece segnato la risposta delle istituzioni.

Certo, seppure il gesto dei ragazzi non ha inteso violare intenzionalmente un simbolo dell'impegno per la legalità, esso resta pur sempre grave in sé e segnala l'esigenza e l'urgenza di rafforzare il senso stesso della memoria delle vittime di mafia e del rispetto loro dovuto.

Non siamo certo custodi museali delle loro vite, ma piuttosto eredi del loro impegno per una società più giusta. Educare alla memoria e testimoniare un impegno di legalità e giustizia è dunque compito ineludibile a cui nessuno può sottrarsi. Non si tratta di questioni di ragazzi, ma del senso stesso del nostro stare insieme. Per questo il silenzio, ogni silenzio, non è più accettabile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 11 marzo 2021 - Ore 9:

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

S. 2066 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 gennaio 2021, n. 2, recante ulteriori disposizioni urgenti in materia di contenimento e prevenzione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 e di svolgimento delle elezioni per l'anno 2021 (Approvato dal Senato).

(C. 2921​)

Relatrice: RUGGIERO.

2. Seguito della discussione della proposta di inchiesta parlamentare

RIZZETTO ed altri: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di David Rossi. (Doc. XXII, n. 37-A)

Relatori: ASCARI, per la II Commissione; OSNATO, per la VI Commissione.

3. Seguito della discussione dei disegni di legge:

S. 1142 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica Italiana ed il Governo della Repubblica Kirghisa sulla cooperazione culturale, scientifica e tecnologica, fatto a Bishkek il 14 febbraio 2013 (Approvato dal Senato). (C. 2231​)

Relatrice: QUARTAPELLE PROCOPIO.

S. 1143 - Ratifica ed esecuzione della Carta istitutiva del Forum internazionale dell'Energia (IEF), con Allegato, fatta a Riad il 22 febbraio 2011 (Approvato dal Senato). (C. 2232​)

Relatrice: DI STASIO.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sui servizi aerei tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Corea, con Allegato, fatto a Roma il 17 ottobre 2018. (C. 2415​)

Relatore: ROMANIELLO.

S. 1239 - Ratifica ed esecuzione dei seguenti Protocolli: a) Protocollo addizionale alla Convenzione sul trasferimento delle persone condannate, fatto a Strasburgo il 18 dicembre 1997; b) Protocollo di emendamento al Protocollo addizionale alla Convenzione sul trasferimento delle persone condannate, fatto a Strasburgo il 22 novembre 2017 (Approvato dal Senato). (C. 2522​)

Relatore: FASSINO.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di coproduzione cinematografica tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo degli Stati uniti messicani, con Allegato, fatto a Roma il 17 ottobre 2017. (C. 1768-A​)

Relatrice: QUARTAPELLE PROCOPIO.

S. 1085 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Corea sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 17 ottobre 2018 (Approvato dal Senato). (C. 2524​)

Relatrice: QUARTAPELLE PROCOPIO.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica ellenica sulla delimitazione delle rispettive zone marittime, fatto ad Atene il 9 giugno 2020. (C. 2786​)

Relatrice: DI STASIO.

Ratifica ed esecuzione dello Statuto dell'East Mediterranean Gas Forum (EMGF), fatto al Cairo il 22 settembre 2020. (C. 2842-A​)

Relatore: FASSINO.

4. Discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla domanda di autorizzazione all'acquisizione di tabulati di comunicazioni nei confronti del deputato Zicchieri. (Doc. IV, n. 9-A)

Relatore: DI SARNO.

5. Discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti di Stefano Esposito (deputato all'epoca dei fatti). (Doc. IV-ter, n. 11-A)

Relatore: PITTALIS.

La seduta termina alle 19,05.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 2921 - art. agg. 1.04 440 276 164 139 50 226 77 Resp.
2 Nominale art. agg. 2-bis.01 448 280 168 141 49 231 77 Resp.
3 Nominale art. agg. 2-bis.02 431 257 174 129 38 219 77 Resp.
4 Nominale art. agg. 2-bis.03 433 256 177 129 33 223 76 Resp.
5 Nominale em. 3.6 438 259 179 130 30 229 76 Resp.
6 Nominale em. 3.5 440 264 176 133 32 232 76 Resp.
7 Nominale em. 3.8 451 271 180 136 50 221 76 Resp.
8 Nominale em. 3.7 439 265 174 133 44 221 76 Resp.
9 Nominale art. agg. 3.01 442 269 173 135 52 217 76 Resp.
10 Nominale em. 3-bis.1 449 268 181 135 33 235 76 Resp.
11 Nominale em. 3-bis.2 448 267 181 134 33 234 76 Resp.
12 Nominale em. 5.2 444 268 176 135 36 232 76 Resp.
13 Nominale em. 5.3 432 254 178 128 33 221 76 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 18)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale art. agg. 5.01 445 277 168 139 55 222 76 Resp.
15 Nominale art. agg. 5.02 446 266 180 134 40 226 76 Resp.
16 Nominale art. agg. 5.06 448 266 182 134 36 230 76 Resp.
17 Nominale art. agg. 5.05 441 260 181 131 38 222 76 Resp.
18 Nominale art. agg. 5.04 454 267 187 134 37 230 76 Resp.