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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 463 di mercoledì 3 marzo 2021

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

La seduta comincia alle 15.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

MARZIO LIUNI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 7 gennaio 2021.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno la Ministra dell'Interno ed il Ministro dello Sviluppo economico.

Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Intendimenti in ordine all'utilizzo di sistemi di riconoscimento facciale, anche in relazione alla necessaria tutela dei diritti fondamentali della persona – n. 3-02074)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Sensi ed altri n. 3-02074 (Vedi l'allegato A).

Il deputato Sensi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione. Prego.

FILIPPO SENSI (PD). Grazie, Presidente. Gentile Ministra, le tecnologie di riconoscimento facciale sono sempre più diffuse, malgrado crescenti preoccupazioni circa la loro efficacia e i rischi che esse rappresentano per la privacy e i diritti civili. Una risoluzione del Parlamento europeo ha di recente invitato la Commissione europea a prendere in considerazione l'introduzione di una moratoria sull'utilizzo di tali tecnologie in luogo pubblico. La nostra Polizia di Stato da anni utilizza un sistema di riconoscimento immagini, SARI Enterprise. Secondo un'inchiesta della testata IrpiMedia, di cui sono venuto a conoscenza grazie a Stefano Quintarelli, il Ministero sarebbe intenzionato a sviluppare tali tecnologie sui migranti e ad estendere a tutti i cittadini il sistema SARI Real-Time, sul quale pende da anni una richiesta di valutazione di impatto da parte del Garante per la privacy, tuttora in attesa di risposta da parte del Viminale. Le chiedo, Ministra, se questo sia l'intendimento del suo Dicastero, se non sia opportuno preventivamente rispondere ai rilievi del Garante e se non sia piuttosto il caso di una moratoria sul riconoscimento facciale, in attesa di una migliore definizione della normativa a tutela dei diritti costituzionali dei cittadini. La ringrazio.

PRESIDENTE. La Ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha facoltà di rispondere.

LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. Signor Presidente, onorevoli deputati, come ricordato dagli onorevoli interroganti, il Ministero dell'Interno ha avviato un progetto finalizzato a introdurre un Sistema automatico di riconoscimento immagini (SARI), allo scopo di garantire un efficace supporto alle attività istituzionali volte alla prevenzione e repressione dei reati e alla tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica. Il sistema SARI è costituito da due componenti indipendenti: la prima è denominata SARI Enterprise, la seconda SARI Real-Time. SARI Enterprise, entrato in esercizio nel settembre del 2018 a seguito del parere positivo del Garante per la protezione dei dati personali, consente di risalire all'identità di un individuo mediante il confronto di volti rispetto a una lista di candidati selezionati tra tutte le foto segnaletiche presenti nella banca dati AFIS, di identificazione delle impronte digitali. Evidenzio che SARI Enterprise è un software che può essere utilizzato esclusivamente da operatori della Polizia di Stato e dell'Arma dei carabinieri, previa specifica formazione e abilitazione. Le immagini sono acquisite sia dagli uffici di Polizia, che svolgono le indagini relative a un procedimento penale, sia dal Servizio per la cooperazione internazionale di polizia della Direzione centrale della Polizia criminale nell'ambito delle attività di specifica competenza. La seconda componente del software, cioè SARI Real-Time, permette invece di acquisire e trasmettere flussi video in contesti operativi differenziati attraverso un sistema multitecnologico, qualora sia necessario confrontare in tempo reale immagini con i volti presenti in una determinata banca dati.

Circa i profili di tutela della riservatezza, connessi alla componente Enterprise, l'Autorità garante per la protezione dei dati personali ha ritenuto che la stessa non realizzasse un trattamento nuovo di dati personali, bensì soltanto una nuova modalità di trattamento di dati biometrici, effettuata nel rispetto delle regole stabilite dalla normativa in materia di tutela dei dati personali, in conformità a quanto previsto dal decreto legislativo n. 51 del 2018. Quanto alla seconda componente del Sistema Real-Time, sono tuttora in corso interlocuzioni con il Garante per la protezione dei dati personali, che aveva richiesto al Ministero dell'Interno una valutazione di impatto sulla privacy. Il Ministero dell'Interno ha riscontrato la richiesta, trasmettendo al Garante il proprio documento di valutazione, con il quale sono state poste in luce la specifica finalità del trattamento e le modalità di acquisizione, conservazione e cancellazione dei dati acquisiti. Preciso che, in attesa delle determinazioni della predetta Autorità, la componente Real-Time del Sistema non è in uso. Il sistema SARI non è in uso nell'ambito delle attività della Direzione centrale dell'immigrazione e della polizia delle frontiere e non ha ambiti diversificati a seconda dei soggetti (cittadini italiani, migranti, eccetera), bensì è un sistema che a regime funzionerà in modo indifferenziato, a supporto delle attività investigative.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il deputato Enrico Borghi. Prego.

ENRICO BORGHI (PD). La ringrazio, signor Presidente. Signora Ministra, signori del Governo, oggi il rapporto fra tecnologia, individuo e società è sicuramente un rapporto di tipo nuovo e per certi versi inedito, che è in grado di incidere sugli scenari politico-economici globali, se si pensa ad esempio che oggi in Cina ogni genere di attività socio-economica è su una piattaforma digitale, con i rischi evidenti di invasività e di problemi alla libertà. Insomma, l'interazione sociale quotidiana di tutti quanti noi consente, attraverso il controllo e l'uso dei big data, una schermatura e una potenziale schedatura di ognuno di noi, nessuno escluso, ed è il caso di rilevare che vi siano aziende straniere che regalano addirittura a comuni italiani i sistemi di videosorveglianza con riconoscimento facciale, e verrebbe proprio da recitare l'antico detto: “Timeo Danaos et dona ferentes”. Le stesse aziende di cui stiamo discutendo, che producono questo tipo di sistema di riconoscimento, stanno riconsiderando la loro potenzialità in rapporto alla pervasività di questi strumenti che, se male utilizzati, porterebbero a scambio tra persone, al controllo individuale, al tracciamento improprio, in un incrocio con i social che ci porterebbe a sistemi di vigilanza con tratti orwelliani. Noi ci avviamo al futuro delle città intelligenti, le cosiddette smart cities, ma per noi gli standard occidentali, che coniughino progresso tecnologico con libertà fondamentali degli individui e con i diritti inalienabili delle persone sono obiettivi non negoziabili. Per questo, la richiesta di moratoria che abbiamo avanzato e che viene sviluppata negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e in Canada è una proposta da sostenere per costruire uno strumento legislativo adeguato e per questo la sua risposta, signora Ministra, ci soddisfa perché coglie il senso della nostra proposta in un quadro di riconsiderazione legislativa più generale che si dovrà necessariamente affrontare (Applausi dei deputati del Partito Democratico).

(Iniziative in relazione a gravi e diffusi episodi di violenza che hanno visto coinvolti numerosi minorenni, anche al fine di prevenire e contrastare possibili collegamenti con la criminalità organizzata – n. 3-02075)

PRESIDENTE. Il deputato Trano ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02075 (Vedi l'allegato A).

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Signora Ministra, dall'inizio della seconda ondata, oltre all'emergenza sanitaria ed economica, se ne è aggiunta un'altra di ordine pubblico, che ha come protagonisti in larga parte i minorenni: decine di giovanissimi, sia nelle grandi città, come nei centri più piccoli, si rendono protagonisti di risse caratterizzate da incredibile violenza, armati anche di bastoni e coltelli. Come a Formia: il 16 febbraio scorso, uno di questi episodi è sfociato nell'omicidio del diciassettenne Romeo Bondanese, sul cui caso deve essere ancora fatta giustizia. I social network stanno diventando luoghi di programmazione degli scontri, scontri che poi sono filmati e diffusi sulle stesse piattaforme, come è accaduto qui a Roma al Pincio. A Latina abbiamo inoltre assistito all'iniziativa di alcuni minorenni, appartenenti a famiglie di un clan oggetto di recenti arresti per mafia, che sono arrivati a realizzare un video rap a sostegno degli arrestati, per sfidare la polizia e dire che la città è cosa loro, che sono pronti a sparare e che lo spaccio è una via rapida per accumulare denaro, un video che è rimasto per ore sulla piattaforma YouTube e che ha lanciato un messaggio terribile. Purtroppo, ai giovani sono venuti a mancare nell'ultimo anno, a causa della pandemia, luoghi e momenti di aggregazione e sfoghi più sani e le conseguenze si stanno rivelando in tutta la loro pericolosità.

Quindi, le chiedo che iniziative intenda adottare per porre un argine deciso a queste manifestazioni incontrollate di violenza gratuita, restituendo così serenità e sicurezza alle famiglie e ai cittadini.

PRESIDENTE. La Ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha facoltà di rispondere.

LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. I recenti episodi richiamati dall'onorevole interrogante, tra cui il tragico evento avvenuto lo scorso 16 febbraio a Formia che ha portato alla morte di un minorenne, presentano connotazioni diverse in quanto alcuni sono organizzati su piattaforme social, altri costituiscono eventi episodici legati a motivazioni estemporanee e a contesti locali. Per contrastare tali condotte, certamente del tutto inaccettabili ma che al contempo denotano un disagio giovanile che sarebbe pericoloso trascurare, la risposta delle istituzioni non può limitarsi a un intervento meramente repressivo, che pure è indispensabile. Ritengo, infatti, che un'efficace strategia di intervento debba basarsi sulla prevenzione, sulla promozione della cultura della legalità che incentivi lo sviluppo di rapporti costruttivi e positivi tra coetanei anche nell'ambiente web, che nell'attuale fase pandemica risulta connotato da un aumento significativo di utenti. Soprattutto mi preme sottolineare che prevenzione e cultura della legalità richiedono forti sinergie tra istituzioni, mondo della scuola e famiglia. A tale obiettivo il Ministero dell'Interno, tramite la Polizia di Stato, contribuisce già da tempo, tra l'altro con la realizzazione di campagne di informazione e sensibilizzazione sul corretto uso delle tecnologie che si associano a consolidate iniziative di educazione alla legalità nelle scuole per diffondere tra i più giovani il valore del rispetto di se stessi e degli altri e per combattere l'esaltazione della violenza e la coltivazione di ideali distorti.

Con specifico riguardo agli episodi avvenuti nel territorio di Latina, informo che il prefetto, proprio oggi, ha convocato una seduta del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica per analizzare le dinamiche del disagio sociale dei giovani, mettendo a fuoco possibili attività di prevenzione imperniate non solo sul potenziamento dei dispositivi di controllo dei luoghi di aggregazione, ma anche sul coinvolgimento e sulla collaborazione delle famiglie, della scuola e degli altri attori interessati, quali amministratori locali e ASL. Quanto all'increscioso episodio del video rap pubblicato sulla piattaforma YouTube, che aveva come protagonisti dei giovani inneggianti alla violenza e all'esaltazione dell'illegalità come sistema di vita, la Polizia postale ha ottenuto dalla società proprietaria della piattaforma la rimozione del video. Inoltre, della pubblicazione del video è stata avvisata l'autorità giudiziaria e sono tuttora in corso indagini, condotte dalla squadra mobile e coordinate dalla procura della Repubblica di Roma. Assicuro che il Ministero dell'Interno continuerà a mantenere costante ed elevata l'attenzione sulle problematiche che sono state rappresentate dall'interrogante per adottare ogni efficace iniziativa per il contrasto del fenomeno, in collaborazione con i diversi soggetti istituzionali competenti.

PRESIDENTE. Il deputato Trano ha facoltà di replicare.

RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). La ringrazio davvero, signor Ministro, per la risposta che mi ha appena fornito, ma mi sento parzialmente soddisfatto: apprezzo gli sforzi fatti per contrastare tali fenomeni, ma ritengo siano ancora del tutto insufficienti. Stiamo parlando di minorenni, di quelli che dovrebbero rappresentare il futuro del Paese, e non vedo una strategia precisa nel rispondere alle esigenze dei più giovani, abbandonati in questi mesi di pandemia davanti allo schermo di un PC, di uno smartphone o di un tablet, orfani di proposte educative e culturali in grado di affrontare con serietà le devianze e né un piano degno di tale nome per rendere realmente sicure le nostre città. Non è possibile assistere a scene di guerriglia urbana in pieno giorno, con il rischio di ritrovarsi coinvolti in risse sanguinose, e non è possibile lasciare all'ansia quelle famiglie che vedono uscire di casa i loro figli e sanno di dover temere che possa accadere l'irreparabile soltanto per uno sguardo sbagliato.

Senza contare, poi, che occorre un monitoraggio del web serio e soprattutto delle regole vere per far sì che le piattaforme social non si trasformino in luoghi di violenza virtuale che preparano, poi, quegli stessi episodi violenti che avvengono nella vita reale, luoghi addirittura dove prendere appuntamento per poi incontrarsi e scontrarsi. Infine, signor Ministro, non è possibile gettare la spugna davanti a quella gioventù cresciuta in contesti mafiosi. Non si possono abbandonare quei ragazzi a un triste destino e neppure permettere che, grazie a loro, i clan si rafforzino. Le chiedo di fare di più, di gettare il cuore oltre l'ostacolo e porre le basi per tornare a un vero vivere civile.

(Iniziative volte a limitare il flusso di migranti in ingresso in Italia, anche in considerazione dell'emergenza sanitaria in corso – n. 3-02076)

PRESIDENTE. Il deputato Vinci ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-02076 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie, Presidente. Buon pomeriggio, signor Ministro. Da un anno i cittadini italiani sono sottoposti a misure di contenimento del COVID: sono chiusi in casa e i più fortunati devono comunque rientrare entro le ore 22, in un delirio di colori tra il giallo e il rosso scuro. Nel frattempo, nei primi due mesi del 2021 abbiamo visto raddoppiare gli sbarchi: oltre 5 mila individui; noi chiusi in casa e i clandestini che sbarcano liberamente a migliaia sulle nostre coste. Attività chiuse: discoteche, ristoranti, palestre, scuole di danza, tutto il comparto del turismo, solo per citarne alcune, mentre gli altri esperti sono preoccupati dalle tante varianti del virus, tra le quali anche quella nigeriana, con un danno calcolato in 41 miliardi soltanto per il comparto della ristorazione; dall'altro lato, inchieste per accertare i pagamenti di denaro alle ONG per il trasbordo dei clandestini alla nave italiana Mare Jonio. Ci chiediamo, allora, cosa vuol fare questo Governo per fermarli, ammesso che voglia realmente fermarli (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. La Ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha facoltà di rispondere.

LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. Gli onorevoli interroganti chiedono di sapere quali iniziative si intendano porre in essere per limitare il numero degli arrivi di migranti in Italia e fare in modo che sia tutelata la salute dei cittadini italiani e degli stessi migranti rispetto al pericolo di contagio per COVID-19. L'incremento degli arrivi di migranti, in particolare sulle coste siciliane, è determinato soprattutto dalla situazione pandemica che, in conseguenza dei suoi effetti sul piano socioeconomico, continua a indebolire fortemente i sistemi nazionali già fragili dei Paesi del Nordafrica, alimentando flussi migratori più intensi. Né può sottacersi la grave situazione politica che si registra in Libia e in Tunisia, Paesi di partenza dei flussi. Pertanto, sul raffronto dei dati concernenti gli arrivi nei primi due mesi del 2021 rispetto al periodo dell'anno precedente, pesa certamente la grave emergenza sanitaria in atto. Su un piano più generale, va ribadito che il governo del fenomeno migratorio esige, in maniera imprescindibile, una forte collaborazione tra gli Stati membri dell'Unione europea con i Paesi terzi. È nota la posizione italiana, da me riferita in Parlamento in occasione di diverse audizioni, riguardo sia ai meccanismi solidaristici di redistribuzione dei migranti, ritenuti da noi penalizzanti per gli Stati di primo approdo, sia la necessità che l'Unione europea, anche tramite specifici partenariati, rafforzi il suo ruolo da protagonista nelle politiche di dialogo e sostegno ai Paesi di origine e transito dei flussi, come anche nelle politiche di rimpatrio. Naturalmente, tale posizione, ampiamente condivisa con gli Stati membri dell'area mediterranea, con cui è attivo da tempo un intenso confronto volto a definire una strategia comune, sarà fortemente sostenuta nel negoziato in corso concernente il nuovo patto sulla migrazione e l'asilo, il cui ambizioso obiettivo è di superare il Regolamento di Dublino.

Relativamente ai rischi per la salute pubblica legati alla questione migratoria e all'emergenza pandemica, le misure in atto consentono l'efficace controllo sanitario dei migranti, che subito dopo il loro arrivo vengono sottoposti a un primo screening epidemiologico, tramite l'effettuazione di tampone rinofaringeo, per poi essere sottoposti alla prescritta quarantena, della durata di 14 giorni, a bordo di navi su cui è attiva la collaborazione con la Croce rossa italiana e sono allestite apposite zone destinate ai migranti risultati positivi al COVID. Si tratta di una soluzione logistica che consente di attuare le misure precauzionali di carattere sanitario, assicurando un'adeguata tutela dei territori e, conseguentemente, una tutela della salute pubblica delle comunità interessate.

Quanto agli episodi che vengono citati dagli interroganti, precisato che sui fatti relativi al trasbordo dei migranti sulla nave Mare Jonio sono in corso indagini da parte della procura di Ragusa, che potranno definire il quadro delle responsabilità, mi soffermo sulla situazione segnalata che si registra all'esterno dell'Ufficio immigrazione della questura di Napoli. Informo che si è verificato nel mese di novembre scorso il distacco, a causa di forti raffiche di vento, di alcuni pannelli della facciata dello stabile dove sono ospitati gli uffici; ciò ha reso necessaria la chiusura di una porta d'accesso, determinando una situazione di temporaneo disagio per l'utenza.

Al di là di questo episodio, sono attive comunque le misure organizzative necessarie a disciplinare l'accesso e il deflusso del pubblico in maniera ordinata, con la delimitazione di un'apposita area di 100 metri quadri, allo scopo di evitare proprio i rischi di assembramento e di conseguente contagio. Informo che per lo stesso Ufficio è attivo dallo scorso mese di dicembre il sistema di prenotazione online, che ha già consentito di snellire l'affluenza quotidiana dei cittadini stranieri, mentre è allo studio un analogo sistema anche per la consegna dei permessi di soggiorno.

PRESIDENTE. Il deputato Galantino ha facoltà di replicare.

DAVIDE GALANTINO (FDI). Grazie, Presidente, per la parola. Ministro, non possiamo ritenerci assolutamente soddisfatti; sarebbe stato meglio per lei venire in Aula a elencare le cose non fatte da questo Governo. Abbiamo perso il conto delle denunce fatte da Fratelli d'Italia. Ricordo ancora quando, in un'interpellanza urgente di oltre un anno fa, quasi con serenità, il suo Dicastero ci ha mandato un elenco dei crimini connessi alle conseguenze dell'immigrazione, dal traffico internazionale di sostanze stupefacenti alla tratta degli esseri umani finalizzata allo sfruttamento della prostituzione e del lavoro nero. Il 4 novembre abbiamo ricordato gli attentati di matrice islamica: il terrorista che in tutta serenità è arrivato in Italia come clandestino prima che andasse ad ammazzare degli innocenti.

Abbiamo denunciato l'allarme sanitario, considerando le vere e proprie bombe epidemiologiche che espongono le donne e gli uomini che hanno giurato sul tricolore a rischi elevatissimi, considerando che molti dei “fratelli migranti” - così come li chiama qualcuno che oggi è indagato per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina - non rispettano le basilari regole dei vostri stessi DPCM, dove, secondo l'ultima pubblicazione, non si citano neanche per scherzo gli arrivi in Italia. Infatti, secondo l'ultimo decreto, può essere disposta la chiusura al pubblico di strade o piazze dove si possono creare assembramenti, ma nessuno tocchi gli immigrati. Ho la sensazione, Ministro, che il problema dell'immigrazione vi stia bene così, e non esiste spiegazione a questo punto, considerando che solo chi è politicamente vicino a voi sfrutta l'accoglienza come fonte di reddito attraverso attività illecite. Proprio oggi, Ministro, Fratelli d'Italia ha organizzato una conferenza dal titolo L'Africa perduta, che le consiglio di seguire perché si parlerà dell'instabilità, dello sfruttamento, degli interessi geopolitici in un continente dimenticato perché, quando ricordiamo, come la nostra Costituzione, che la sovranità appartiene al popolo, noi intendiamo di tutti i popoli e lotteremo affinché ogni singolo abitante di questa terra abbia davvero il diritto di mettere le radici, prima di tutto, a casa propria (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), dove non verrà sfruttato dall'ipocrisia della sinistra per la rincorsa al vil denaro, nascondendosi dietro la finta accoglienza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Elementi e iniziative relative alla normativa in materia di rinnovo delle concessioni di posteggio per il commercio su area pubblica – n. 3-02077)

PRESIDENTE. Il deputato Fassina ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02077 (Vedi l'allegato A).

STEFANO FASSINA (LEU). Grazie, Presidente. Signor Ministro, lei conosce bene la direttiva Bolkestein e le previsioni in essa contenute per la messa a bando delle concessioni per il commercio su aree pubbliche. Noi, il legislatore, con una larghissima condivisione, da ultimo con un emendamento al “decreto Rilancio” dello scorso anno, abbiamo disposto il rinnovo delle concessioni aventi scadenza entro il 31 dicembre 2020, un rinnovo per dodici anni. Alla norma è seguito il decreto del Ministro dello Sviluppo economico e poi sono seguite le delibere regionali. Ecco, signor Ministro, siamo di fronte ad un vulnus molto grave di ordine costituzionale prima che ad un problema di merito.

La legge dello Stato viene disapplicata da un'amministrazione comunale, in particolare l'amministrazione della capitale. Per la disapplicazione è necessaria una delle due condizioni: sentenze della Corte costituzionale o della Corte di giustizia europea oppure una norma direttamente applicabile. Nessuna delle due condizioni ricorre; attraverso un parere dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato viene disapplicata una norma nazionale. Le chiediamo come intenda intervenire affinché possa essere ripristinato il primato della legge ed essere garantito il rinnovo delle concessioni per il commercio su suolo pubblico.

PRESIDENTE. Il Ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha facoltà di rispondere.

GIANCARLO GIORGETTI, Ministro dello Sviluppo economico. Grazie, Presidente. Grazie, onorevole Fassina, per la questione. Il Ministero è a conoscenza delle dichiarazioni della sindaca di Roma di mettere a gara le concessioni di posteggio per l'esercizio del commercio in aree pubbliche sulla base di un parere reso dall'Antitrust in data 15 febbraio 2021, a seguito di richiesta formulata dalla stessa amministrazione capitolina. La tematica è connessa al recente intervento del legislatore che, come lei ha richiamato, con il decreto-legge n. 34 del 2020, all'articolo 181, comma 4-bis, ha previsto che le concessioni non ancora assegnate e in scadenza possano essere rinnovate per la durata di dodici anni, con modalità stabilite dalle regioni, prevedendo altresì apposite linee guida adottate dal Ministro dello Sviluppo economico. Queste linee guida sono state adottate con decreto del Ministro dello Sviluppo economico, in data 25 novembre 2020.

Nell'ambito del vincolo normativo posto dalla norma primaria che esclude il ricorso a procedure di gara per l'assegnazione dei posteggi, frutto di un emendamento adottato in sede parlamentare, le linee guida ministeriali stabilite il 25 novembre 2020 si sono comunque mosse in un'ottica pro-concorrenziale, al fine di escludere, per quanto possibile, automatismi nella riassegnazione delle concessioni e prescrivendo, ai fini del rinnovo, che sia effettuata la verifica circa la sussistenza di una serie di presupposti da parte delle amministrazioni comunali concedenti. Secondo il citato parere reso dall'Antitrust sarebbe, tuttavia, la stessa norma primaria sopra citata a risultare illegittima e, pertanto, suscettibile di disapplicazione da parte delle amministrazioni concedenti, in quanto adottata in contrasto con la direttiva servizi, con i princìpi generali del Trattato dell'Unione europea in tema di apertura dei mercati alla concorrenza e con la giurisprudenza della Corte di giustizia che ha richiesto l'adozione di procedure selettive trasparenti e non discriminatorie per l'affidamento delle concessioni, sia pure in ambiti diversi da quello ora oggetto di intervento, ove non consta l'esistenza di specifiche pronunce.

In detto quadro è in corso una verifica dei profili concorrenziali della vicenda, analizzando i vincoli europei e nazionali, e verrà pertanto avviata una specifica interlocuzione tanto con l'Antitrust quanto con il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei Ministri, al fine di valutare quali iniziative possano essere adottate per una soluzione della questione che deve necessariamente risultare uniforme sull'intero territorio e che non può lasciare alle singole amministrazioni la scelta se applicare o meno la disciplina nazionale sul rinnovo delle concessioni.

PRESIDENTE. Il deputato Fassina ha facoltà di replicare.

STEFANO FASSINA (LEU). Grazie, Ministro. Confesso che sono solo parzialmente soddisfatto della risposta che lei mi dà, perché capisco la delicatezza del problema. Il punto è che cosa succederà da oggi a quando il Governo, nell'interlocuzione con l'Antitrust e nell'interlocuzione con gli altri soggetti che lei ha richiamato, definirà la posizione. A Roma ci sono 12 mila famiglie nel panico; come lei sa, la disapplicazione a Roma non finisce entro il Raccordo Anulare, ma ha conseguenze in tutta Italia. Quindi credo che il Governo debba dare un pronunciamento chiaro, poi può fare tutte le verifiche che ritiene e, se necessario, la norma, su iniziativa del Governo, può essere cambiata; ma, nel frattempo, ci vuole certezza, ci vuole certezza!

Dobbiamo capire se a Roma valga la legge approvata dal Parlamento oppure se, sulla base di un parere dell'Antitrust, che non ha un valore prescrittivo, come è noto, una singola amministrazione comunale possa disapplicare una norma nazionale.

Su questo bisogna fare chiarezza, non possiamo lasciare mesi e mesi. Sono circa 180 mila le famiglie coinvolte dal commercio sul suolo pubblico: nella fase in cui voi definite una posizione le facciamo morire e stanno già allo stremo. Allora le chiedo, Ministro, so che lei è sensibile a questi temi, è sensibile all'interesse delle persone coinvolte: ci dovete dare una risposta, una risposta che sia pur di sospensiva, ma serve una risposta, altrimenti non possiamo andare avanti.

(Iniziative volte a garantire e ampliare il sostegno alle attività economiche e industriali, anche in un'ottica di continuità con l'attività del precedente Governo - n. 3-02078)

PRESIDENTE. Il deputato Perconti ha facoltà di illustrare l'interrogazione Sut e altri n. 3-02078 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

FILIPPO GIUSEPPE PERCONTI (M5S). Grazie, Presidente. Lo scorso 20 gennaio, il Parlamento ha autorizzato il Governo “Conte 2” ad operare un nuovo scostamento di bilancio per 32 miliardi di euro da utilizzare quest'anno; va ad aggiungersi alle cinque richieste di scostamento del 2020, per un totale di 108 miliardi di euro, una cifra grazie alla quale abbiamo fronteggiato le conseguenze della crisi economica, sanitaria e sociale, portando sollievo a milioni di cittadini e imprese. In questo durissimo anno di pandemia abbiamo concentrato una serie di provvedimenti equivalenti ed altrettante manovre di bilancio, compiendo uno sforzo immane per limitare le inefficienze e cercare di portare sollievo a tutte le categorie danneggiate. Ora siamo alla vigilia di un nuovo decreto, atteso già con il passato Governo, ma rimasto in sospeso per l'irresponsabilità di chi ha causato la crisi di Governo, lasciando in attesa milioni di partite IVA. Ora non c'è più tempo da perdere: chiediamo al Governo di assicurare tempi celeri e modalità rapide ed efficienti, superando, ad esempio, il criterio dei codici Ateco, come da tempo propone il MoVimento 5 Stelle, e accreditando in automatico le cifre dovute a chi è già stato riconosciuto in passato come beneficiario. Chiediamo, dunque, di rassicurare i cittadini su tempi e modalità dei nuovi ristori.

PRESIDENTE. Il Ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha facoltà di rispondere.

GIANCARLO GIORGETTI, Ministro dello Sviluppo economico. Grazie, Presidente, grazie colleghi deputati. Il Ministro dello Sviluppo economico sta conducendo, proprio in questi giorni, le interlocuzioni necessarie con altri Dicasteri e, in particolare, con il Ministro dell'Economia e delle finanze, che è quello deputato a redigere il provvedimento, che, ovviamente, avrà requisiti di urgenza e che vedrà la luce, auspicabilmente, entro la prossima settimana. Gli onorevoli colleghi chiedono rapidità nella scelta; questa rapidità, però, deve essere meditata, nel senso che la volontà del Governo è fare un provvedimento che, effettivamente, venga incontro esattamente alle richieste che sono formulate nelle interrogazioni.

Il provvedimento è ispirato a una radicale semplificazione delle attuali procedure, superando lo schema normativo improntato sulla base dei codici Ateco e favorendo l'automatismo dell'erogazione in tutti i casi in cui ciò risulta possibile, eventualmente, prevedendo, anche in modo opzionale, la possibilità di compensazione in sede di dichiarazione F24. In tale quadro, verrà dedicata particolare attenzione ai professionisti e, più in generale, ai titolari di partite IVA che, in passato, hanno fortemente risentito delle modalità di calcolo e di corresponsione dei benefici, con forte limitazione dell'effettiva e immediata fruibilità, garantendo il necessario sostegno a tutte le categorie che hanno effettivamente risentito della crisi. Si conferma, pertanto, che gli uffici tecnici preposti sono al lavoro per individuare un pacchetto di misure normative di sostegno ispirate alla equità, alla celerità, alla semplificazione e alla immediatezza per le realtà economiche e industriali del nostro Paese, tenuto conto anche dello scostamento di bilancio richiamato dai colleghi. Allo scopo di quantificare gli indennizzi si fa, pertanto, riferimento a un arco temporale più ampio della semplice mensilità e le misure a sostegno saranno calcolate in percentuale correlata rispetto al calo del fatturato, fissando, comunque, un tetto in modo da privilegiare le piccole imprese. Inoltre, si sta valutando la praticabilità di un regime che, in deroga parziale a quell'ordinario, consideri la situazione dei soggetti che registrino un'elevata incidenza dei costi fissi.

PRESIDENTE. Il deputato Giarrizzo ha facoltà di replicare.

ANDREA GIARRIZZO (M5S). La ringrazio, Presidente. Ministro, guardi, io potrei dirle che sono soddisfatto o parzialmente soddisfatto, però, io credo che questo poco importi, perché in realtà, in questo momento, dobbiamo concentrarci su quelle che sono le persone che stanno soffrendo a casa e anche le attività produttive che stanno affrontando l'emergenza e sono in particolare sofferenza. Ciò che ripeto - lo avete accennato lei e il collega Perconti - è che, in questo momento, serve celerità. Noi, con il Governo precedente e con il già Ministro dello Sviluppo economico Patuanelli, abbiamo emanato quattro “decreti Ristori” a cavallo tra ottobre e dicembre. Non è accettabile che, per una crisi di Governo, si sospendano i lavori sul “decreto Ristori-quinquies”, che adesso può anche prendere un altro nome. Il problema non è il nome, il problema è che a casa abbiamo persone che, in questo momento, stanno soffrendo. Lei è da settimane che è Ministro, e a me dispiace che io non l'ho sentita parlare di attività turistiche della montagna, di ristoratori. Ricordiamo, quando eravamo noi al Governo, si parlava di attività turistiche della montagna e dei 4 miliardi che si volevano stanziare. Bene, adesso è il momento, proviamo a dare continuità a quello che il nostro Ministro precedentemente ha fatto: da parte nostra e da parte del Parlamento c'è la massima collaborazione. Noi, al “decreto Natale-bis”, di cui io ero anche relatore, abbiamo lavorato tantissimo, con tante forze politiche. Il MoVimento 5 Stelle si è impegnato tanto, anche per la montagna, abbiamo fatto tanti ordini del giorno - e lei lo sa benissimo, perché anche la sua forza politica ne ha presentati -, sono stati accettati, il Governo si è assunto la responsabilità. C'è stata la crisi, adesso Ministro è da settimane che lei è lì: io spero che lei possa dare continuità, però con una certa celerità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Elementi e iniziative in merito alle prospettive relative alla produzione del vaccino anti-COVID in Italia, anche alla luce del tavolo recentemente avviato presso il Ministero dello Sviluppo economico - n. 3-02079)

PRESIDENTE. La deputata Andreuzza ha facoltà di illustrare l'interrogazione Molinari ed altri n. 3-02079 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

GIORGIA ANDREUZZA (LEGA). Grazie, Presidente. Ministro, in data 25 febbraio e nella giornata odierna, si sono svolti, presso il Ministero dello Sviluppo economico, due incontri del tavolo finalizzato alla produzione del vaccino anti-COVID in Italia, al quale, oltre a lei, che è il promotore dell'iniziativa, hanno partecipato il presidente di Farmindustria, il presidente dell'Aifa, Giorgio Palù, e il neo commissario straordinario, generale Figliuolo. Secondo le notizie di stampa, il tavolo starebbe verificando la possibilità di creare un polo nazionale pubblico-privato in grado di potenziare la produzione di vaccini nel nostro Paese e fronteggiare eventuali tagli o ritardi nella consegna dei vaccini da parte delle aziende produttrici. Da quanto abbiamo appreso, Farmindustria ha manifestato la propria disponibilità a collaborare e anche lei, Ministro, ha ribadito la totale disponibilità a mettere in campo strumenti normativi e mezzi finanziari per raggiungere l'obiettivo. Sappiamo bene esserci delle complessità, come, per esempio, il tema dei bioreattori, che sono, però, indispensabili per la produzione dei vaccini. Pertanto, sono a chiederle quali scenari futuri temporali e quali strumenti tecnici e normativi sono stati presi in esame nel corso della riunione del tavolo finalizzato alla produzione dei vaccini COVID in Italia.

PRESIDENTE. Il Ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha facoltà di rispondere.

GIANCARLO GIORGETTI, Ministro dello Sviluppo economico. Grazie, Presidente. Grazie, onorevole Andreuzza, e grazie, colleghi interroganti, questo è un momento storico per il Paese in cui tutte le risorse e tutte le strutture sanitarie, industriali, economiche e sociali sono messe a dura prova da una tragedia epocale, quale è la pandemia derivante dal COVID-19. La Nazione, quindi, deve trovare le forze e le energie per reagire con le sue istituzioni e le tante potenzialità umane e professionali disponibili. La pandemia deve diventare quell'evento straordinario che, se affrontato con visione prospettica e una ferma volontà di iniziativa, può essere l'innesco per una ricrescita del Paese e un'occasione di sviluppo di aree tecnologicamente strategiche per le nuove generazioni. Questo è il momento per ribadire, una volta di più, come l'intero sistema dell'organizzazione sanitaria quale sinora concepito debba essere ripensato anche in chiave industriale. Come è avvenuto in altre Nazioni, la ricerca biomedica - la vera rivoluzione del XXI secolo, come lo è stata la fisica nel secolo scorso - deve sapersi commutare in nuove realtà di impresa ad altissimo valore aggiunto, con un impatto rivoluzionario sull'intera economia, creando nuove opportunità di lavoro. L'Italia non può essere assente da questo scenario, pena l'impoverimento sociale e la fuga all'estero dei nostri giovani per cercare nuove opportunità di impiego e ricerca in realtà economiche e sociali più progredite.

Come è noto agli onorevoli interroganti, la produzione dei vaccini anti-COVID in Italia è uno dei temi più dibattuti degli ultimi giorni. Lo scorso 25 febbraio, ho incontrato al Ministero dello Sviluppo economico i vertici di Farmindustria e Aifa, l'ho rifatto questa mattina, al fine di individuare le aziende e le tecnologie disponibili per avviare un programma industriale nazionale diretto ad aumentare la produzione di vaccini, anche attraverso un impegno diretto dell'industria farmaceutica in Italia.

In tale ottica si sta procedendo ad individuare le aziende che, dal punto di vista infrastrutturale e tecnologico, potrebbero essere in grado, in un ristretto arco temporale, di produrre vaccini in Italia anche sulla base di accordi commerciali con le multinazionali detentrici dei brevetti.

A questo proposito, proprio domani mattina avrò un incontro con il commissario europeo Breton per discutere la disponibilità al trasferimento tecnologico di brevetti, che è la condizione essenziale per poter poi procedere. Ciò può essere realizzato anche tramite la riconversione di impianti esistenti, la strutturazione di filiere in grado di garantire tutte le fasi della produzione, da supportare con adeguati ausili pubblici per le imprese interessate che sul fronte della produzione necessitino di idonei bioreattori preposti a produrre il principio attivo del vaccino e, dal punto di vista delle attività a valle, richiedano adeguate infrastrutture per l'infialamento.

In quest'ottica, si sta valutando anche l'opportunità di utilizzare i contratti di sviluppo quale strumento idoneo a garantire il finanziamento dell'attività della ricerca, anche applicata, e dello sviluppo nonché la possibilità di realizzare un Polo nazionale, pubblico o privato, per la produzione di vaccini, che garantisca l'Italia, non solo nell'attuale fase emergenziale caratterizzata da ingenti tagli nella consegna dei sieri da parte delle aziende farmaceutiche rispetto agli impegni presi, ma anche per le future esigenze, tanto in campo vaccinale quanto della ricerca e dello sviluppo.

In questa ottica, si conferma la totale disponibilità per individuare gli strumenti normativi e finanziari più idonei per raggiungere l'obiettivo della produzione di vaccini in Italia, in un orizzonte temporale il più possibile ristretto.

Vorrei precisare che la produzione di vaccini in Italia è una valutazione di carattere strategico, non connessa con l'emergenza, perché la riconversione dei siti produttivi richiederà inevitabilmente un minimo di quattro-otto mesi. L'obiettivo è di rendere l'Italia, nel quadro europeo, autosufficiente rispetto a fatti, eventi e situazioni che temiamo possano riprodursi inevitabilmente nei prossimi anni.

PRESIDENTE. La deputata Andreuzza ha facoltà di replicare.

GIORGIA ANDREUZZA (LEGA). Grazie, Ministro. Io la ringrazio per la risposta, di cui mi ritengo soddisfatta. Sicuramente ha dato uno spiraglio di luce al Paese, che ormai da un anno si trova travolto dall'incubo della pandemia, che ci ha molto provati dal punto di vista della salute, sociale ed economico.

Ovviamente, sorge la domanda perché non sia stato fatto niente prima in merito. Sappiamo che oggi la campagna vaccinale è fondamentale per il Paese per tornare alla normalità e alla sua ripresa. La costituzione del Polo nazionale per la produzione di vaccini potrebbe veramente dare una svolta concreta alla campagna di vaccinazione. Sappiamo che i ritmi in Italia e in Unione europea sono, purtroppo, inferiori alle aspettative proprio a causa di ritardi e dell'approvvigionamento. La ringrazio perché l'avvio di questo progetto rappresenta sicuramente un netto cambio di passo rispetto al passato e auspichiamo che possa consentire, gradualmente, di recuperare il ritardo accumulato.

È evidente il grado di complessità che tale progetto implica dal punto di vista industriale, tecnico, economico, scientifico, della ricerca, proprio a causa della scarsa disponibilità dei bioreattori, indispensabili per la produzione dei vaccini e delle tempistiche necessarie per la produzione.

L'avvio di questa azione si rivela non solo fondamentale in questo momento, ma soprattutto, come ha detto lei, lungimirante per il futuro. Nessuno di noi avrebbe mai immaginato che ci potessimo trovare in una situazione come questa e ci siamo trovati davvero molto impreparati. Noi, questo, dobbiamo evitarlo per il futuro, dobbiamo essere pronti, abbiamo l'obbligo di esserlo e di non ripetere gli errori che sono stati fatti. La Lega, con grande atto di responsabilità, infatti, ha scelto di sostenere questo Governo e questa sua azione dimostra già pragmatismo, concretezza e visione del futuro.

Il Paese non può permettersi più di perdere tempo, per cui a me non resta altro che ringraziarla, augurare buon lavoro a lei e colgo l'occasione per augurarla anche al generale Figliuolo, nuovo commissario straordinario (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Iniziative in ordine allo stabilimento ex Ilva di Taranto e al relativo indotto, ai fini della salvaguardia della produzione e dell'occupazione, nonché della salute pubblica e dell'ambiente – n. 3-02080)

PRESIDENTE. La deputata Labriola ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02080 (Vedi l'allegato A).

VINCENZA LABRIOLA (FI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, Ministro Giorgetti, la crisi industriale più complessa che dovrà risolvere è sicuramente l'ex Ilva di Taranto, dove bisogna ancora riuscire a coniugare il diritto alla salute con il diritto al lavoro, dilemma che non è stato risolto dopo nove anni, dodici decreti, sei Governi, affitto con obbligo di acquisto da ArcelorMittal, il COVID che di certo non ha aiutato, con continui bracci di ferro tra i franco-indiani, i lavoratori, le imprese e i cittadini, oltre alla mancanza di manutenzione, che continua a provocare incidenti, l'accordo del 10 dicembre con il ritorno all'acciaio di Stato, la sentenza del TAR di Lecce del 13 febbraio che intima la chiusura delle fonti inquinanti, i mancati pagamenti all'indotto stimati per 25-28 milioni da parte di ArcelorMittal e i 150 milioni che gli stessi vantano dallo Stato per aver mantenuto in vita lo stabilimento negli anni di commissariamento, le sentenze europee. La triste realtà è che i cittadini continuano a subire senza riuscire a vedere una soluzione agli atavici problemi che ormai sono diventati strutturali.

Ministro Giorgetti, come crede di sbrogliare questa matassa e questa crisi, che più di tutte merita urgenza nelle risposte?

PRESIDENTE. Il Ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha facoltà di rispondere.

GIANCARLO GIORGETTI, Ministro dello Sviluppo economico. Grazie Presidente, grazie onorevole Labriola. La questione, come lei ha richiamato, è pluriennale, complessa. Sembrava potesse aver avuto uno sbocco con l'accordo di dicembre, che è stato richiamato e che prevedeva un'articolata operazione di ingresso da parte di Invitalia nell'azienda, immettendo liquidità secondo una cronologia che prevedeva, già all'inizio di questo anno, il completamento di una delicata fase dell'operazione con l'ingresso al 50 per cento nel capitale, detenuto attualmente da ArcelorMittal. Ciò evidentemente non è avvenuto nei termini che sono stati definiti a dicembre, perché il 15 febbraio è passato infruttuosamente.

È di pubblico dominio il sopravvenire di circostanze che hanno rallentato l'operazione, costituite in particolare dal deposito, da parte del TAR della Puglia, di una sentenza che, nella sua portata precettiva, rischia di vanificare il buon esito dell'operazione. In particolare, si confermava in capo ad ArcelorMittal e all'Ilva in amministrazione straordinaria l'obbligo di spegnimento di tutti gli impianti dell'area a caldo dello stabilimento, da concludersi entro 60 giorni dal deposito della sentenza.

Tutti quanti noi sappiamo che c'è una data in cui il giudice d'appello dovrà decidere rispetto alle misure cautelari, rispetto all'appello che ArcelorMittal ha predisposto. Si tratta di un passaggio fondamentale, all'esito del quale si potranno valutare con maggior precisione le iniziative da adottare, ma fin da ora il Ministero ha avviato una interlocuzione, sia, ovviamente, con i commissari e le organizzazioni sindacali, ma anche con i rappresentanti del territorio, sindaco di Taranto e regione Puglia, che hanno portato la questione al tavolo del Ministero, anche in ragione dell'indotto, che evidentemente non è formalmente rappresentato a quel tavolo, ma che soffre pesantemente, come lei ha ricordato, questa crisi.

All'esito dei tavoli di confronto, è emersa la volontà comune di vagliare ogni possibile ipotesi diretta a superare le criticità nel medio tempo intervenute, nel quadro di un rivalutato quadro dei fatti, coinvolgendo anche le istituzioni europee, nell'ottica di tutelare la produzione strategica dell'acciaio in Italia, assicurare le garanzie per i lavoratori e la tutela dell'ambiente; ciò tramite la verifica di fattibilità tecnica ed economica di una riconversione energetica del sito.

Il nuovo quadro finanziario, conseguente a una rivalutazione della tematica degli aiuti di Stato, conseguente al rinnovato approccio delle istituzioni europee, che risulta attualmente in discussione, permette di valutare in una nuova prospettiva la strategia di intervento pubblico nell'area, anche tramite specifiche previsioni nell'ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che è in questo momento all'esame e in predisposizione al Ministero.

PRESIDENTE. La deputata Labriola ha facoltà di replicare.

VINCENZA LABRIOLA (FI). Grazie, Presidente. Ministro Giorgetti, chi ben comincia è a metà dell'opera e noi apprezziamo che uno dei primi atti del suo insediamento sia stata, come lei ha ricordato, la convocazione dei sindacati e dei commissari straordinari, dell'AD Morselli e degli amministratori locali, rimettendo così in agenda la questione dell'ex Ilva. Il segnale d'urgenza che ha lanciato è incoraggiante. Ora aspettiamo e auspichiamo una decisa accelerazione sul dossier, perché la situazione ormai è insostenibile, incombe il Recovery, che potrebbe rivoluzionare il modo di produrre acciaio.

Siamo tutti consapevoli dell'importanza che il siderurgico ha sul PIL, pari a 3,5 miliardi, di cui 2,6 solo nel Sud, oltre 11 mila lavoratori, e dell'importanza che l'acciaio ha per l'Italia; ma siamo anche consapevoli dei danni che l'acciaieria più grande d'Europa ha creato e continua a creare alla salute dei cittadini e all'ambiente e siamo tutti compatti nell'affermare che così non si può continuare a produrre. Tra l'altro l'importanza strategica dell'azienda riflette una realtà economica drammatica, troppi anni trascorsi tra finti rilanci e finte ripartenze.

Ministro Giorgetti, siamo spremuti come un limone, siamo delusi e senza prospettiva. Questo è il sentire comune. Forse l'aspetto più difficile sarà proprio quello di ricucire le profonde ferite tra l'azienda, la politica e il territorio. I continui soprusi contro i nostri imprenditori locali non sono più ammissibili. Come lei ha detto, i ritardi dei pagamenti da ArcelorMittal, i soldi che avanzano dallo Stato, senza essere mai convocati ai tavoli istituzionali. Noi auspichiamo che questo atteggiamento cambi, le nostre imprese devono essere considerate da Roma, perché la sfida che l'attende, Ministro, le scelte che metterà in campo, ricadranno inevitabilmente su questi imprenditori, i loro lavoratori e le loro famiglie. La sfida di rilancio di conversione deve coinvolgere gli imprenditori, che ben conoscono l'acciaieria e che hanno interesse a salvarla. Con il Recovery dare risposte risolutive non diventa più neanche una questione di risorse, ma di sole scelte politiche, scelte politiche che passano anche dal piano nazionale dell'acciaio, dal futuro infrastrutturale del Paese, su come realmente trasformare la produzione mettendo al centro salute e benessere: il presente con uno sguardo volto al futuro. Forza Italia sosterrà le scelte che andranno nella direzione di dare risposte al binomio salute-lavoro, rilanciando il comparto a servizio del rilancio del Paese. Buon lavoro, Ministro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

(Strategia del Governo per il settore dell'automotive nell'ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza e iniziative per l'apporto di investimenti privati al medesimo comparto – n. 3-02081)

PRESIDENTE. La deputata Fregolent ha facoltà di illustrare l'interrogazione Moretto ed altri n. 3-02081 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

SILVIA FREGOLENT (IV). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, il secondo mese dell'anno si chiude con una contrazione di immatricolazioni di auto, pari a meno 12,3 per cento sul pari periodo 2020 e con una perdita nel 2020 di produzione, pari a meno 15 per cento, rispetto al 2019, e questo nonostante gli incentivi auto 2020 per il rinnovo parco auto elettriche ed ibride, che non sono bastati a colmare il divario con la produzione dei veicoli tradizionali.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI (ore 15,53)

SILVIA FREGOLENT (IV). Nel frattempo sono andate in porto operazioni come quelle di Stellantis e Iveco, nelle quali il Governo italiano non sembra aver giocato un ruolo irrilevante. E, ancora, nel PNIEC-settore privato il precedente Governo aveva previsto in rialzo la crescita dei veicoli ibridi e elettrici. Nel PNRR nel settore automotive non viene prevista la creazione di una filiera specifica sulla mobilità elettrica, mentre viene dato spazio all'ibrido. Pertanto, a nome di Italia Viva, vogliamo chiedere quali sono le iniziative che intende prendere lei, come Ministero, per indirizzare gli investimenti privati in questo settore.

PRESIDENTE. Il Ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha facoltà di rispondere per tre minuti. Prego, Ministro.

GIANCARLO GIORGETTI, Ministro dello Sviluppo economico. Grazie Presidente. Grazie ai colleghi deputati che mi sollecitano su questo argomento, che può essere affrontato da diverse prospettive. La promozione della mobilità sostenibile nel settore dei trasporti privati e nel trasporto pubblico è evidentemente parte fondamentale, ha un ruolo fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi del 2030 delineati dal Piano nazionale integrato per l'energia e il clima e che sarà aggiornato dal Ministero della Transizione ecologica nel 2022. Tale piano attualmente prevede obiettivi e misure funzionali alla riduzione del fabbisogno di mobilità privata, penetrazione delle fonti rinnovabili nei trasporti, elettrificazione dei mezzi di trasporto, efficienza energetica e riduzione delle emissioni, con un target da raggiungere di 6 milioni di veicoli ibridi e elettrici entro il 2030.

Per sostenere tale target, la legge di bilancio ha confermato la misura dell'ecobonus, con l'obiettivo di incentivare l'acquisto di veicoli elettrici e ibridi, in modo da ridurre le emissioni climalteranti del parco circolante. Parallelamente sono state implementate le misure dirette a fornire adeguato sostegno alle imprese della filiera produttiva, quali il contratto di sviluppo e i crediti di imposta, contenuti nel piano di transizione 4.0 nonché il fondo automotive.

È tuttavia intenzione di questo Ministero implementare ulteriormente le misure, tanto a livello normativo quanto economico, dirette a sostenere le imprese del settore, garantendo in tal modo un quadro idoneo ad attrarre investimenti e agevolare le imprese attualmente esistenti nella produzione di veicoli e infrastrutture destinate alla mobilità a basse emissioni e la transizione verso una mobilità ecosostenibile.

Ma io mi vorrei concentrare sul lato proprio dell'offerta, perché la collega ha richiamato alcune operazioni e ho ben presente i rischi di delocalizzazione della filiera dell'automotive indotto dalle nuove tecnologie. Conseguentemente, stiamo lavorando per individuare le misure più opportune per contrastare tale fenomeno, attrarre investimenti in Italia, ma soprattutto mantenere la produzione sul territorio nazionale. Si tratta di una fetta importante dell'industria metalmeccanica italiana, sia in termini di valore aggiunto che di lavoratori. Quindi, è alta l'attenzione circa la necessità di trasferire nell'ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza la politica industriale, come si chiamava una volta, sulla filiera dell'automotive.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la deputata Sara Moretto, per due minuti. Prego, collega.

SARA MORETTO (IV). Grazie, Presidente. La ringrazio, Ministro, e colgo anche l'occasione per augurarle buon lavoro, per assicurarle il massimo contributo da parte nostra sui temi di sua competenza e per noi fondamentali. Condividiamo con lei i timori che ha appena espresso ed è per questo che riteniamo sia necessario - e in parte lo ha anticipato - rimettere un po' a fuoco alcune scelte riguardanti il comparto dell'automotive. Un comparto italiano che rappresenta circa 100 mila imprese, dalla produzione ai servizi, alla gestione delle flotte, fino alla componentistica, 1 milione di occupati e 300 miliardi di fatturato. Questo è un comparto strategico, che sarà attore dello sviluppo del Paese, protagonista della transizione green, di cui tutti parliamo, ed è corresponsabile della sicurezza stradale.

In altri Paesi ci sono stati cospicui e specifici investimenti nel PNRR. Noi, invece, nel quesito che le abbiamo posto abbiamo riscontrato alcune incongruenze. Nel PNRR si parla poco di transizione industriale e di accompagnamento dell'industria di produzione verso il futuro; nel PNIEC si dà l'obiettivo di 6 milioni di vetture elettriche nel 2030, ma nel 2020 sono 281 mila le vetture elettriche e ibride prodotte in Italia, su 1 milione 107 mila. Di fronte a questo nel PNRR irrompe con protagonismo l'idrogeno.

È evidente, quindi, che è necessario rimettere in ordine le cose. Bene, gli incentivi, come lei ha detto, che hanno mantenuto, grazie anche al lavoro parlamentare, un impianto che rispetta anche il principio di neutralità tecnologica - hanno quindi accompagnato tutte le imprese italiane - ma va fatta una scelta industriale. Quindi, la sosterremo ovviamente nel lavoro che dovrà portare avanti, sapendo che le misure che dovranno essere messe in campo dovranno riguardare tutta la filiera, dalle imprese più grandi fino alle piccole industrie, che sono davvero un'eccellenza del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Boschi, Brescia, Brunetta, Casa, Castelli, Cirielli, Colletti, Colucci, Comaroli, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Dadone, Delmastro Delle Vedove, Di Stefano, Durigon, Fassino, Gregorio Fontana, Franceschini, Frusone, Gava, Gelmini, Giachetti, Giacomoni, Giorgetti, Grimoldi, Guerini, Invernizzi, Iovino, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Maggioni, Marattin, Molinari, Mulè, Nardi, Occhiuto, Orlando, Palazzotto, Parolo, Perantoni, Rampelli, Rizzo, Ruocco, Sasso, Scalfarotto, Serracchiani, Sisto, Speranza, Tabacci, Raffaele Volpi e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 58, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Annunzio della nomina di Sottosegretari.

PRESIDENTE. Comunico che, in data 25 febbraio 2021, il Presidente del Consiglio dei Ministri ha inviato al Presidente della Camera la seguente lettera: “Onorevole Presidente, informo che il Presidente della Repubblica, con proprio decreto in data odierna, adottato su mia proposta, sentito il Consiglio dei Ministri, ha nominato i seguenti sottosegretari di Stato:

alla Presidenza del Consiglio dei Ministri: signor Vincenzo Amendola; onorevole Deborah Bergamini; prefetto Franco Gabrielli; senatrice Simona Flavia Malpezzi; senatrice Assuntela Messina; senatore Giuseppe Moles; onorevole Dalila Nesci; onorevole Bruno Tabacci;

per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale: signora Marina Sereni; dottor Benedetto Della Vedova; onorevole Manlio Di Stefano;

per l'Interno: onorevole Nicola Molteni; onorevole Ivan Scalfarotto; onorevole Carlo Sibilia;

per la Giustizia: onorevole Anna Macina; onorevole Francesco Paolo Sisto;

per la Difesa: onorevole Giorgio Mulè; senatrice Stefania Pucciarelli;

per l'Economia e le finanze: onorevole Laura Castelli; onorevole Claudio Durigon; professoressa Maria Cecilia Guerra; dottoressa Alessandra Sartore;

per lo Sviluppo economico: senatore Gilberto Pichetto Fratin; dottoressa Alessandra Todde; onorevole Anna Ascani;

per le Politiche agricole alimentari e forestali: senatore Francesco Battistoni; senatore Gian Marco Centinaio;

per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare: onorevole Ilaria Fontana; onorevole Vannia Gava;

per le Infrastrutture e i trasporti: senatrice Teresa Bellanova; onorevole Alessandro Morelli; Giovanni Carlo Cancelleri;

per il Lavoro e le politiche sociali: senatrice Rossella Accoto; senatrice Tiziana Nisini;

per l'Istruzione: senatrice Barbara Floridia; onorevole Rossano Sasso;

per i Beni e le attività culturali e per il turismo: senatrice Lucia Borgonzoni;

per la Salute: Andrea Costa; senatore Pierpaolo Sileri.

Firmato: Mario Draghi.”

Modifica nella composizione di una componente politica del gruppo parlamentare Misto.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 25 febbraio 2021, la deputata Renata Polverini ha dichiarato di dimettersi dalla componente politica “Centro Democratico- Italiani in Europa”, continuando ad aderire al gruppo parlamentare Misto.

Annunzio della presentazione di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.

PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, con lettera in data 1° marzo 2021, ha presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è stato assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla I Commissione (Affari costituzionali): “Conversione in legge del decreto-legge 1° marzo 2021, n. 22, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri” (2915) - Parere delle Commissioni III, V, VII, VIII, IX, X, XI, XII e XIII, e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è stato altresì assegnato al Comitato per la legislazione.

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta il 2 marzo 2021, il Presidente del gruppo MoVimento 5 Stelle ha comunicato l'espulsione dei deputati Yana Chiara Ehm, Cristian Romaniello e Simona Suriano, ai sensi dell'articolo 21 dello statuto del gruppo.

Pertanto, a decorrere dalla medesima data, i deputati suddetti cessano di far parte del gruppo MoVimento 5 Stelle.

I predetti deputati si intendono conseguentemente iscritti al gruppo Misto.

Annunzio della nomina di Ministri.

PRESIDENTE. Comunico che, in data 2 marzo 2021, il Presidente del Consiglio dei Ministri ha inviato al Presidente della Camera la seguente lettera:

“Onorevole Presidente, informo la S.V. che, a seguito dell'emanazione del decreto-legge 1° marzo 2021, n. 22, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri, il Presidente della Repubblica, con proprio decreto in data odierna, adottato su mia proposta, ha nominato il professor Roberto Cingolani Ministro della Transizione ecologica, il professor Enrico Giovannini Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, l'onorevole Dario Franceschini Ministro della Cultura e l'onorevole Massimo Garavaglia Ministro del Turismo.

Firmato: Mario Draghi”

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 3 marzo 2021, la deputata Rossella Muroni, già iscritta al gruppo parlamentare Liberi e Uguali, ha dichiarato di aderire al gruppo Misto, cui risulta pertanto iscritta.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare la deputata Villani. Ne ha facoltà, per due minuti.

VIRGINIA VILLANI (M5S). Grazie, Presidente e onorevoli colleghi. Il mio intervento è per sollecitare la risposta a una mia interrogazione in cui denuncio la grave ingiustizia che si sta compiendo in Regione Campania ai danni dei medici del 118 convenzionati, quelli in prima linea per la lotta contro il COVID, i veri eroi di questa pandemia, che vedono ricompensati i loro sacrifici non con il bonus come per gli altri medici, ma con un pesante taglio dello stipendio di circa 1.000 euro, oltre a restituzioni fino a 90 mila euro; questo sulla base di un accordo che la Regione, nel 1999, stipulò con la categoria; una parte dei medici già in servizio nella guardia medica accettò di transitare nel 118 a fronte di un incentivo economico di appena 5,16 euro l'ora. Ebbene, a distanza di vent'anni, quell'incentivo è messo in discussione dalle varie ASL, che ne stanno chiedendo la restituzione; un sopruso inaccettabile nei confronti di una categoria spesso bistrattata, la cui giornata lavorativa è scandita da una continua corsa contro il tempo per salvare vite umane; professionisti spesso lasciati soli, talvolta vittime di aggressioni, costretti a lavorare in condizioni disperate.

Questi tagli, Presidente, sono la goccia che fa traboccare il vaso, un vaso stracolmo del grave disagio di tutto il sistema dell'emergenza territoriale campana, dove si sta verificando una vera e propria fuga dei medici del 118 verso situazioni lavorative meno rischiose. A breve questi medici sciopereranno, evidenziando ancora una volta il collasso della rete di assistenza territoriale campana, dove già si verifica un preoccupante aumento, circa il 40 per cento, di interventi con ambulanza senza medico a bordo, con grave rischio per la salute pubblica.

Vede, Presidente, io sono già intervenuta altre volte per denunciare, in quest'Aula, l'anomala gestione delle attività del servizio 118 in Campania, ma ora si sta compiendo il delitto perfetto, mortificando anche i medici del 118. Noi non ci stiamo e, come MoVimento 5 Stelle, chiediamo con forza la sospensione di questo provvedimento, che lede profondamente la dignità di professionisti, beffati da un sistema regionale che, da eroi, li fa diventare evasori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Zolezzi. Ne ha facoltà.

ALBERTO ZOLEZZI (M5S). Grazie, Presidente. Questo è uno spray contro l'asma che, se mi riempio d'aria e butto fuori l'aria, premo, inalo, e trattengo il fiato per 5 secondi, mi eroga 500 microgrammi di cortisone, per aprire i bronchi se ho l'asma.

In Pianura padana, in Lombardia in particolare, negli ultimi quindici giorni le polveri sottili sono state sopra i 50 microgrammi per metro cubo; si respirano circa 10 metri cubi di aria al giorno, quindi i cittadini della Lombardia hanno respirato, ogni giorno, circa 500 microgrammi di polvere, una dose farmacologica che fa l'effetto contrario dello spray, cioè tende a chiudermi i bronchi. Bastano 30 ore di povere elevata per iniziare le prime mutazioni del DNA; bastano 48 ore per aumentare la mortalità, per tutte le cause dello 0,68 per cento, per causa cardiovascolare dello 0,59 per cento, per causa respiratoria dello 0,74 per cento.

In Lombardia, la Regione sta autorizzando il raddoppio degli allevamenti intensivi, sta autorizzando circa 100 impianti a biogas, la costruzione di autostrade - Pedemontana, Mantova-Cremona, Ti.Bre, e non sta dicendo nulla contro i quattro impianti a turbogas che stanno per sorgere. Sono già noti oltre 12 mila decessi, secondo l'Agenzia europea ambientale, collegati al PM2,5; l'aria è cancerogena oltre 170 giorni l'anno, fra ozono e PM2,5. Se si prosegue con questi progetti, l'unica transizione sarà quella della specie umana, che non potrà più vivere in Lombardia.

Siamo in infrazione europea; se siamo europeisti, dobbiamo ridurre l'inquinamento; se vogliamo la transizione ecologica, dobbiamo avere i raddoppi ferroviari, dobbiamo avere il tessile sostenibile come Corneliani, il superbonus e il risparmio energetico.

In ultimo, dico che sono oltre quattrocento gli studi che correlano il peggioramento della pandemia al particolato. Brescia è stata la città che ha avuto più superamenti delle polveri sottili e anche quella che ha avuto più casi in queste due settimane.

è un impegno per il Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Flati. Ne ha facoltà.

FRANCESCA FLATI (M5S). Grazie, Presidente. In questi giorni si è tornati a parlare di Arabia Saudita, a seguito della desecretazione del rapporto della CIA sull'omicidio Khashoggi, nel quale sembrerebbe essere coinvolto il Principe saudita Mohammed bin Salman, con il quale il senatore Renzi ha svolto una conferenza non più di un mese fa.

Quella dei rapporti economici tra il senatore Renzi e bin Salman è una vicenda che meriterebbe la giusta attenzione da parte di questo Parlamento; ci sono domande a cui il senatore ha promesso risposte, ma che finora non sono ancora arrivate. In molti si interrogano sull'opportunità, per un senatore che siede nella Commissione difesa, e che quindi esprime pareri anche sulle forniture di armi all'Arabia Saudita, poi sospese dal Governo Conte, di intrattenere affari economici con la famiglia reale saudita.

Come si conciliano gli interessi del popolo italiano, che Matteo Renzi dovrebbe rappresentare, con quelli della famiglia reale saudita, dal cui fondo sovrano Renzi risulta essere stato pagato? E, ancora, qual è la reale natura del servizio per il quale il senatore è stato pagato dall'Arabia Saudita? Come si può parlare di “nuovo Rinascimento” con riferimento ad un Paese in cui i diritti delle minoranze e delle donne vengono ogni giorno negati, per non parlare dei soprusi nei confronti di giornalisti e dissidenti politici? Come si può invidiare il costo del lavoro di un Paese in cui decine di migliaia di lavoratori sono vittime di schiavismo? E, ancora, esiste un collegamento tra l'ingente quantitativo di armi che proprio sotto il governo presieduto da Matteo Renzi è stato venduto all'Arabia Saudita nel 2015, anno del bombardamento dello Yemen, e i silenzi dello stesso senatore rispetto a quanto accaduto nella Penisola arabica? Se dovesse essere confermato che il principe bin Salman è il mandante dell'omicidio Khashoggi, come potrebbe il senatore Renzi continuare ad intrattenere rapporti economici con la famiglia reale saudita?

Queste sono solo alcune delle domande che i cittadini italiani si pongono e che meriterebbero risposte chiare. Gli italiani hanno diritto di sapere se un senatore della Repubblica italiana e leader di un partito stia perseguendo gli interessi dell'Italia o quelli di qualche altro Paese o gruppo finanziario in giro per il mondo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Occhionero. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA OCCHIONERO (IV). Grazie, Presidente. Prendo di nuovo la parola in quest'Aula per sensibilizzare il Governo sulla gravissima situazione che registra la mia regione, il Molise, che è balzata in queste ore agli onori della cronaca nazionale per la gestione confusa della pandemia, che miete costantemente vittime nella mia regione. Proprio nel picco dell'emergenza sanitaria che ci tiene sotto assedio si crea un altro problema, che riguarda 97 unità di operatori sociosanitari e 64 unità di infermieri professionisti, i quali hanno iniziato il loro servizio per combattere il COVID da marzo dell'anno scorso, con partita IVA, nei nosocomi della nostra regione accanto ai medici - gli angeli che ci stanno proteggendo a mani nude contro il COVID 19 - e che oggi non si ritengono tutelati perché la ASREM, quindi attraverso la regione, sta selezionando nuovo personale sanitario, senza però dare una corsia preferenziale a tutti coloro che fino ad ora si sono adoperati contro il COVID, anche a facendo grande esperienza, sia professionale che in termini di sensibilità rispetto ai malati, e che tutti i giorni si trovano a combattere contro il virus.

E' necessario, dunque, che si garantiscano a questi giovani professionisti a partita IVA, che lottano accanto ai medici per salvare le nostre vite, i diritti: il diritto alle ferie, il diritto al lavoro, alle retribuzioni. Quindi, io chiedo che il Governo regionale si attivi, attraverso la ASREM, affinché i diritti di questi giovani professionisti, a partita IVA, siano garantiti così come loro, tutti i giorni, garantiscono il diritto alla salute dei miei corregionali molisani. Grazie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marco Di Maio. Ne ha facoltà.

MARCO DI MAIO (IV). Grazie, Presidente. Credo che i pur pochi colleghi presenti nell'Aula siano a conoscenza del fatto che è stata recapitata una busta al Senato rivolta, indirizzata al senatore Matteo Renzi, contenente due bossoli. Un chiaro atto intimidatorio, una minaccia nei confronti di un esponente del Parlamento italiano. Indipendentemente dalle appartenenze politiche credo che questo debba interrogare e preoccupare tutto l'arco parlamentare e lo debba fare soprattutto in considerazione del fatto che, troppo spesso, si confonde il dibattito politico come un'arena nella quale ci si scontra senza esclusione di colpi. Penso anche che sia arrivato il momento, anzi ne sono certo, che tutti i partiti, senza alcun distinguo, si interroghino sul fatto che non si possono trasformare gli avversari legittimi, coloro che hanno idee opposte lontane dalle nostre, coloro che vengono individuati come i propri competitor elettorali, in nemici, utilizzando linguaggi, modalità, forme tra le più deprecabili per tentare di abbatterli non sul terreno delle idee, non sul terreno della politica, ma dal punto di vista personale. Questo produce gli effetti che come quelli di minacce rivolte ad un parlamentare della Repubblica e credo che ogni volta che si verificano queste circostanze sia importante che le istituzioni facciano sentire forte la propria voce, a prescindere da chi sono le vittime (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Borghi, suppongo sullo stesso argomento. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Signora Presidente, sull'ordine dei lavori in quanto la vicenda che è stata portata all'attenzione in questo momento dal collega Di Maio impone una presa di posizione da parte di tutte le forze parlamentari e a nome del Partito Democratico, del gruppo del Partito democratico della Camera dei deputati, esprimo solidarietà e vicinanza al senatore Matteo Renzi per il vigliacco gesto di minacce nei suoi confronti. Noi dobbiamo avere tutti quanti la consapevolezza che quando si minaccia un parlamentare o un leader politico si porta un attacco alla libertà di tutti e alla libertà di ciascun cittadino, che qui portiamo la rappresentanza della voce di milioni di italiani, quindi è giusto dover stigmatizzare questo elemento, mostrare la nostra solidarietà e sottolineare che nessuno di noi arretrerà mai di un passo rispetto alla violenza, che deve essere sempre condannata, senza se e senza ma (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Matteo Dall'Osso. Ne ha facoltà

MATTEO DALL'OSSO (FI). Grazie, Presidente. Presidente, da una parte ci sono tanti tipi di contratto collettivo nazionale del lavoro, dall'altra parte ci sono i lavoratori. Tra questi lavoratori vi sono gli appartenenti alle categorie fragili che si avvalgono di questi contratti collettivi nazionali di lavoro. Come saprà, il 24 febbraio mi è stato approvato un ordine del giorno che praticamente equipara le assenze dovute a COVID a ricoveri ospedalieri. A mia conoscenza non è stata effettuata la nuova proroga, quindi le categorie fragili non possono usufruire dell'equiparazione tra ricovero ospedaliero e assenza dovuta a COVID. Per questo motivo sono certo che, d'intesa fra il Ministro per le Disabilità e il Ministro del Lavoro, in tempi possibilmente brevi, si possa fare in modo che ci sia di nuovo l'equiparazione di cui sopra. Mi rivolgo a lei, Presidente, affinché possa sensibilizzare il Ministro per le Disabilità e il Ministro del Lavoro a stare vicino alle persone fragili.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Lunedì 8 marzo 2021 - Ore 10:

1. Discussione sulle linee generali del disegno di legge:

S. 2066 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 gennaio 2021, n. 2, recante ulteriori disposizioni urgenti in materia di contenimento e prevenzione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 e di svolgimento delle elezioni per l'anno 2021 (ove trasmesso dal Senato).

2. Discussione sulle linee generali della proposta di inchiesta parlamentare

RIZZETTO ed altri: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di David Rossi. (Doc. XXII, n. 37-A)

Relatori: ASCARI, per la II Commissione; OSNATO, per la VI Commissione.

3. Discussione sulle linee generali del disegno di legge:

Ratifica ed esecuzione dello Statuto dell'East Mediterranean Gas Forum (EMGF), fatto al Cairo il 22 settembre 2020. (C. 2842-A​)

Relatrice: SURIANO.

La seduta termina alle 16,15.

ERRATA CORRIGE

  Nel resoconto stenografico della seduta del 24 febbraio 2021:

  - a pagina 71, prima colonna, dopo la sedicesima riga, a capo, inserire le seguenti parole:

Mercoledì 10 marzo (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata”

  - a pagina 72, prima colonna, alla trentaduesima riga, eliminare la seguente espressione: “Eventuale seguito degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi”

  - a pagina 72, prima colonna, dopo la ventisettesima riga, a capo, inserire la seguente espressione: “Eventuale seguito degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi”.